Lilith e Maddalena

di _Glaucopis_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ogni domenica ***
Capitolo 2: *** With my love ***
Capitolo 3: *** Anime gemelle ***



Capitolo 1
*** Ogni domenica ***


Prima di tutto vorrei specificare che i pensieri di Maddalena non rispecchiano completamente i miei. Per me il problema, infatti, non è la religione in sé, ma l'atteggiamento di certi fedeli.

Ogni domenica, nel momento in cui il cielo passava dal nero pece al blu e l'aria fino ad allora silenziosa cominciava ad essere riempita dai cinguettii degli uccelli della campagna, la casa si rianimava.

 

I primi a destarsi erano i genitori.

Poi veniva il turno dei sette figli. Di questi solo la più piccola, Teresa,  cercava di restare per qualche minuto in più tra le lenzuola, ma ben presto, soprattutto grazie alle minacce della madre di qualche bella sculacciata, abbandonava il suo rifugio.

 

Ogni domenica la colazione (la solita ciotola di latte e, in più, una fetta di pane nero e marmellata di stagione), veniva consumata in fretta.

 

Ogni domenica visi, braccia e mani erano lavati con acqua gelida, le chiome strigliate fino a strapparne ciocche intere.

Gli abiti della festa, abiti rivoltati e rattoppati più volte, leggermente troppo stretti o troppo larghi, erano indossati con grande orgoglio della madre.

Tutte le donne si coprivano il capo con dei fazzoletti, e la famiglia si avviava verso la chiesa del paesino.

 

Ogni domenica Maddalena veniva presa sottobraccio da sua madre, che indicandolo con piccoli cenni, le  sussurrava del figlio dei vicini di casa, il quale , come lei diceva, aveva all'incirca la sua età, era molto carino e intelligente e proveniva da una famiglia in una situazione economica migliore della loro.

La giovane sorrideva, cercava di mostrarsi interessata, faceva qualche commento, ma subito i suoi occhi correvano ansiosi alla ricerca di qualcun altro.

 

Ogni domenica Lilith arrivava di corsa, salutava la compagnia con un timido sorriso, si avvicinava a Maddalena e prendeva a parlarle con il suo adorabile accento britannico.

Le parlava dei sogni fatti durante la notte, dell'ultimo libro letto, delle sue piantine che cominciavano a germogliare, dei bambini della famiglia a cui prestava servizio, e Maddalena ascoltava senza mai interromperla.

 

Ogni domenica il tempo scorreva troppo velocemente, e troppo presto si trovavano dinanzi all'austero edificio.

Allora la melodiosa voce di Lilith si arrestava improvvisamente, e le due si dividevano.

Lilith sedeva a qualche posto da lei, ad una panca che sua nonna era solita occupare e che la nipote sembrava considerare un'eredità che le spettava di diritto.

 

Ogni domenica, durante la funzione, Maddalena non poteva fare a meno di osservare quei  capelli biondo cenere raccolti in un semplice chignon che sbucava sotto al fazzoletto nero e i piccoli movimenti del capo e delle mani che il suo occhio riusciva a cogliere, e chiedersi quale fosse la distanza che quei sedili di legno mettevano in realtà tra di loro.

 

Ogni domenica, durante la benedizione di quello che tutti chiamavano "il corpo del salvatore", mentre gli altri abbassavano il capo, lei puntava uno sguardo gelido sul crocifisso.

 

A lei non aveva portato salvezza. No. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo l'avevano condannata.

 

Perché "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela."

 

Perché "Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.  Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne."

 

Perché creò la donna per l'uomo, non la donna per la donna, né l'uomo per l'uomo. O almeno, così dicevano gli uomini dalla notte dei tempi, così dicevano i padri e così dicevano i figli.

 

Sapeva che, un giorno, sarebbe stata condotta a quell'altare dal padre e consegnata ad un uomo, e allora avrebbe guardato ancora una volta il crocifisso con freddezza e avrebbe pensato a quella vita con Lilith che le era stata proibita, una vita che sarebbe stata solo un sogno segreto.

 

Come poteva un "dio d'amore" farle questo?

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Capitolo 2
*** With my love ***


Scritta per l'event del gruppo We are out for prompt del 13-15 marzo 2020.Prompt di Cinzia Perotti: A e B odiano fare i lavori pesanti, ma A se ne lamenta sempre e B ha il cuore troppo buono per lamentarsi.

 

-Insomma, io sono grata che tu mi abbia trovato questo posto, Lilith, anche se solo per qualche settimana, e non vorrei lamentarmi, ma…-

-Lamentarti è esattamente ciò che stai facendo, my beloved- a questa osservazione, Maddalena si sistemò una delle ciocche di capelli ribelli dietro un orecchio, come aveva il vizio di fare quando era imbarazzata o sotto pressione.

-Dicevo, i signori dovrebbero assumere più gente e imparare a tenere a bada quei mocciosi…-

-Maddie!-

-Quegli adorabili bambini! Intendevo dire “quegli adorabili bambini!”- si corresse la bruna senza trattenere una risatina, prima di tornare a lamentarsi:- Così il lavoro è seriamente troppo pesante, e la paga non è nemmeno tanto alta. E non dire che non è vero, perché si vede lontano un miglio che sei esausta! -

Con un sospiro a malapena udibile, l’italo-britannica si chinò a raccogliere le ceneri dal focolare.

-Non dovresti essere così negativa. Abbiamo un lavoro, mentre là fuori c’è gente che può solo aspettare di incontrare qualche anima pia sul sacrato della chiesa.
I padroni sono due delle persone più buone che abbia mai conosciuto. Mi hanno accolta a braccia aperte quando mia nonna se n’è andata, la signora mi regala sempre i suoi abiti smessi, e ogni anno per il mio compleanno si prendono perfino il disturbo di organizzare una festicciola, e i bambini mi trattano come se fossi loro sorella! -

-E poi non possiamo lamentarci della fatica. Quella è facile da alleviare- aggiunse rialzandosi in piedi. Si guardò attentamente attorno, e una volta certa che nessuno si trovasse nelle vicinanze prese le mani di Maddalena tra le sue e posò la propria fronte contro quella dell’altra.

-Nothing’s too hard when I’m with my love- disse in un sussurro leggero come la piuma di un angelo.
Ciò fu sufficiente a colorare le guance di entrambe di rosso e a mettere a tacere Maddie.

Sì, dopotutto quel lavoro non era poi così pesante.
 

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Capitolo 3
*** Anime gemelle ***


Scritto per l'event del gruppo Facebook We Are Out For Prompt del 20/3/2020-22/3/2020.

Prompt di Federica Talamasca: "Tu sei la mia anima gemella, ma io non ti amo".

Lilith non aveva il coraggio di guardarlo.

Continuava a spostare lo sguardo dalla fede nuziale alla lettera, quella che come ogni altra persona aveva trovato sotto il guanciale la mattina del suo ventunesimo compleanno. Nel suo caso, su di essa era scritto con una grafia elegante, piena di riccioli, il nome “Emmanuele Moretti”.

-Parlami, pure, cara-

Quel tono amorevole non ci voleva proprio. Come poteva dirglielo, se lui continuava a trattarla così? Ma non poteva neanche continuare a mentire.

Ogni “Ti amo” era un anello che si aggiungeva alla catena il cui peso l’avrebbe trascinata nella voragine dell’Inferno. Quanto era lunga ora? Le sembrava che ogni giorno della sua vita da quando era giunta in Italia fosse stato segnato dal peccato.

Prese un respiro profondo e asciugò la lacrima che si era affacciata all’occhio sinistro prima che suo marito potesse notarla.

-Tu sei la mia anima gemella, ma io…io non ti amo-

Per un minuto così lungo che temette che Emmanuele fosse corso via, non ottenne risposta.

Quel silenzio pesante fu rotto da un “Oh”.

Alzò lo sguardo.

Ora lui era seduto all’altro capo della tavola.

-Capisco…- mormorò guardandola incredulo. Gli occhi erano lucidi. Continuava a mordersi il labbro, forse nel tentativo di non scoppiare a piangere.

Quella vista frantumò il cuore di Lilith. Non resistette.

Si alzò di scatto, corse da lui e gli cinse il collo con le esili braccia.

Emmanuele si lasciò andare.

-Le…le lettere…-

-Lo so. Neanch’io riesco a capire come sia possibile-

Si sentiva un mostro. Era riuscita a causare sofferenza a qualcuno che la amava più di se stesso.

-Mi dispiace. Mi dispiace veramente- ora anche lei stava singhiozzando. Io ti voglio bene. Sei il mio amico più caro. Ma non…non riesco ad amarti come dovrei-

Evitò di confessargli che si era aspettata di leggere un altro nome, quella mattina di tre anni prima. Evitò anche di dirgli che quel nome apparteneva ad una ragazza che lui conosceva molto bene, la stessa con cui avevano trascorso le estati più belle.

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