Il giocattolaio

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Nessuno ha mai avuto parole tanto gentili per me ***
Capitolo 3: *** Tu verresti con me, vero? ***
Capitolo 4: *** La verità ci fa paura, ma ci rende liberi ***
Capitolo 5: *** Jael e l'incontro con Bobby ***
Capitolo 6: *** Jael riprende le sue ricerche nello spazio ***
Capitolo 7: *** Il giocattolaio ***
Capitolo 8: *** L'orsacchiotto di peluche ***
Capitolo 9: *** Il primo bacio e la stanza dei giochi ***
Capitolo 10: *** Appuntamento romantico alle serre blu ***
Capitolo 11: *** Il terzo gemello e l'uomo misterioso ***
Capitolo 12: *** Jared rivela il suo potere a Jensen ***
Capitolo 13: *** Ti presento Jael ***
Capitolo 14: *** La vera identità sulle coppie di gemelli ***
Capitolo 15: *** Bobby ***
Capitolo 16: *** Bobby racconta la sua vita con Jared ***
Capitolo 17: *** Jared racconta dell'Agorá ***
Capitolo 18: *** Jensen ha una visione nella Torre di Agorà ***
Capitolo 19: *** Mostrami il tuo aggressore ***
Capitolo 20: *** Il ritorno della dama della moneta ***
Capitolo 21: *** Il ricordo di Jael e il colloquio tra Sam e Castiel ***
Capitolo 22: *** Tornare a casa ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Avviso: ragazzi, ho deciso per agevolare i lettori, che già da subito, uno dei due si chiamerà Jael, e saà proprio il Jared della moneta, lo farò già da ancora prima che lo deidano loro, per cercare di mettere finalmente un po di ordine in questo caos, che ne dite? Quindi ecco lo schema per voi:

JARED DEL GIOCATTOLAIO: mantiene il nome Jared.
JARED DELLA MONETA: si chiamerà d'ora in avanti Jael.













Era fatta. Erano passati sei anni finalmente.

Jael aveva vissuto tanto in quei sei anni, aveva combattuto in nome della giustizia, per Jensen, anche se lui tante volte non l’aveva visto, aveva aiutato a risolvere tantissimi casi e aveva dovuto resistere alla curiosità del suo vecchio amore e a quella che ben presto si era trasformata in un’autentica ossessione.

 Quindi resistere anche alla sua voglia di catturarlo.
Era una sfida tra lui e Jensen, lo era stata sempre in quei sei anni, in cui gli era permesso tornare sulla Terra ma senza rivelarsi al suo primo, vero, ed unico amore.
Era stata una sofferenza per molti versi, ma per altri, un balsamo per lui, poterlo comunque vedere, sospirando da lontano.

 Ma poi anche quei sei anni sono passati, come passa tutto, anche il tempo.
E aveva raggiunto il fatidico pianeta.
Jael già dalla notte prima, non aveva dormito e quel giorno fu peggio.
Considerato che l’aria era respirabile e non aveva bisogno di una maschera per respirare, atterrò finalmente in quel mondo, che era così simile alla Terra.


 Si aspettava di dover tranquillizzare il suo gemello quando lo avrebbe visto, temeva reazioni inconsulte e per un attimo, ponderò il fatto di nascondere quell’assurdo colore di capelli che gli era arrivato già da un bel pó.
Viola. Aveva i capelli viola da anni ormai! Quel colore non andò più via. Gli restava da sperare che il suo gemello non fosse un tipo superstizioso, perché non era esattamente il modo migliore per presentarsi a un tizio e dirgli di fidarsi, farsi vedere con i capelli VIOLA.
Cercò di tacitare la sua coscienza, lui non era un tipo da pregiudizi, e come era giusto che gli esseri umani fossero rispettati, qualsiasi fosse il loro orientamento sessuale e qualunque fosse il colore della loro pelle, era giusto non avere pregiudizi per il colore dei capelli e poi sicuramente lui sarà sconvolto dalla sua faccia. Non starà certo a guardargli il colore di capelli!
Ciònonostante doveva essere pronto a qualsiasi svenimento da parte sua e sorreggerlo.
 
 
 
 
 
 
 
*

Jared non chiedeva niente di particolare dalla vita, desiderava unicamente andare a lavorare nel suo negozio di giocattoli, convivere con l’uomo che era per lui come un padre e con quegli assurdi poteri per tutta la vita.
Avere una vita tranquilla, insomma.
Ormai aveva rinunciato a conoscere i suoi veri genitori, chiunque lo aveva abbandonato anni e anni fa, con solo una navicella, non sarebbe mai più tornato a riprenderlo.
Gli piacevano gli anime come Dragon Ball, o telefilm come Smallville,. Parlavano di alieni abbandonati con le loro navicelle ma che alla fine, venivano  a conoscenza della loro vera storia, nel caso di Superman, arrivavano addirittura persone sconosciute a reclamarsi come parenti.
In un certo senso gli dava sollievo guardare queste storie chiedendosi come avrebbe reagito lui se qualcuno dal cielo un giorno si fosse presentato a lui.
Un giorno si svegliò, sentendosi strano, guidò fino a una pianura che non credeva di conoscere, non aveva mai percorso quella strada, era deserta, ma era come richiamato da qualcosa che non sapeva spiegare, qualcosa che era dentro di lui e gli diceva di percorrere proprio QUELLA STRADA.
La percorse, salì sulla pianura, e rimase sbigottito.

Aveva ventidue anni, solo ventudue e non era preparato a quello che vide, la sua stessa immagine riflessa che lo guardava spaventata, pensò che sarebbe svenuto, o che avrebbe gridato, chi lo sa.
Non fece neanche in tempo a farlo, che la sua immagine riflessa, svenne.
“Ma che diavolo..”
Il ragazzo IDENTICO A LUI svenne, per fortuna riuscì a sostenerlo prima che cadesse di schianto, facendosi male alla testa.
 

“Viola. Capelli viola.” Pensò ad alta voce accarezzandoglieli. “Per fortuna sei leggero, ragazzo violetto.” Disse, trasportandolo tra le braccia, fino alla sua macchina.
 
 
 
 
*

Jared era un ragazzo sognatore, devi esserlo per forza, se nasci con dei poteri magici, ma non puoi raccontarlo a nessuno, se ci convivi da anni con questa consapevolezza.
Si era chiesto tantissime volte se fosse un alieno, poi un giorno aveva trovato un uomo, che si era presentato a lui e gli aveva raccontato la storia della sua vita.
Tantissimi anni fa, da neonato, fu raccolto dall’uomo, era uscito da un’astronave, un’astronave VERA, poi sparita.
All’uomo non fu permesso tenere il bambino, ma questa è un’altra storia, non importante. Jared non volle rimuginarci su, importava solo che adesso il suo padre putativo e lui vivevano insieme.
Ma Jared continuava a pensare alla sua famiglia, alla sua VERA famiglia. Se era vero che veniva da un altro mondo, avrà pure avuto una famiglia o no?
Non è che magari gli alieni crescevano sugli alberi?
Jared si augurò di no, sperava così tanto ardentemente non fosse così.

Non per i suoi genitori, che certamente lo avevano abbandonato,ma perché magari aveva dei FRATELLI, che non avevano colpe per gli sbagli dei genitori.
E chissà cosa stavano passando, chissà se sapevano della sua ESISTENZA.
Non parlava mai di questo con Bobby, perché non voleva che pensasse che rimpiangesse la sua vera famiglia, né Bobby gli ha mai fatto domande al riguardo.
Ma non aveva mai pensato all’eventualità di avere addirittura un GEMELLO.
Gi sfiorò gli zigomi, sospirando.
Era BELLO il suo gemello, ed era strano pensare ad un ragazzo in termini di bellezza, senza desiderare portarselo a letto, una sensazione diversa, sconosciuta, di amore e devozione che non aveva mai provato fino ad ora. Che non pensava avrebbe mai provato.
Non poteva parlarne con NESSUNO.
Forse solo con Bobby, lui lo avrebbe nascosto, lui lo avrebbe protetto..

Si sentì annegare. Se il governo lo avrebbe scoperto, avrebbe fatto domande..e se avrebbe scoperto che erano entrambi di un altro pianeta..
Cosa gli avrebbero fatto???
Quel ragazzo era un pericolo anche per lui!
Nonostante ciò, non avrebbe mai pensato di disfarsene, sarebbe morto piuttosto.
Bobby non si era disfatto di lui quando l’aveva trovato, solo,sperduto, a sé stesso, in quella navicella.
Lui non avrebbe fatto altrettanto. Era suo fratello!
Loro tre erano una famiglia!

E magari lui era venuto proprio per cercare lui.
Lo avrebbe protetto.
Si sporse su di lui ad accarezzargli i capelli violetti. Erano di un viola chiari, teneri e fluidi come quel ragazzo.
Aveva trovato uno strano aggeggio come un radar, nella sua giacca, ma non desiderava scoprire cosa fosse. Non prima che quel ragazzo si fosse svegliato.
 
 
 
*

Quando Jael si risvegliò, trovandosi in un comodo letto soffice come una nuvola, quasi scattò a sedere, quando vide un ragazzo delle sue stesse fattezze, accarezzargli i capelli.
Sono molestato dalla mia immagine riflessa?
“Stai..indietro..”
“Scusami, non volevo spaventarti..” disse il ragazzo.


Jael lo guardò confuso e un po…sorpreso, doveva ammetterlo.
Quel ragazzo era identico a lui, ma allo stesso tempo era diverso.
Aveva brillanti occhi verdi e un sorriso meraviglioso, aperto, quel sorriso che non si poteva vedere spesso su di lui, soffocato dalla maschera, dai suoi poteri.
Lui era più magro, il ragazzo davanti a lui aveva un po più di muscoli e sembrava godere di ottima salute, e poi c’erano quei dannati capelli viola..il ragazzo davanti a lui li aveva CASTANI e lunghi.

"Il mio nome è Jared. Qual è il tuo nome, straniero?" gli chiese Jared con un tono dolcissimo.

Jael sgranò gli occhi e rispose: "A-anche il mio. V-voglio dire, anche io mi chiamo così. Jared."
Jared si accigliò. Ci fu una breve pausa, il tempo necessario a formulare quell'informazione. poi aggiunse:
"Beh, è una cosa molto curiosa." poi decise di azzardarsi a chiedergli la cosa che l'aveva sconvolto di più appena l'aveva visto e che, ne era sicuro, sconvolgeva anche l'altro.

“Perchè siamo..sembriamo..identici? ? Sei..un doppelgangher? O sei….siamo..fratelli?” Jared pareva quasi timoroso di chiederglielo, era dolcissimo.

“Io..sto cercando mio fratello gemello..più di uno in realtà.” Disse Jael.
Jared lo guardò pallidissimo.
Ce n’è più di uno?

“Tu vieni da un altro mondo? Ti prego, dimmi la verità, ho bisogno di verificarlo e non prendermi per pazzo, per questo.” chiese Jared.
“Non lo faccio. Sono sollevato che tu..sappia già qualcosa a questo riguardo. Sì, vengo da un altro mondo, ho fatto un lungo viaggio per venire qui.”
"Ma dove si trova la tua astronave?"

"So che sembra assurdo, ma...dopo che sono atterrato, è finita qui dentro " disse facendogli vedere la piccola moneta.

"Mi stai prendendo in giro?"
"No! So che sembra assurdo ma credimi, è cosi.'

"Allora, provalo! Torniamo dove ti ho trovato e la fai uscire."

. "Non posso! Non dipende da me, è difficile da spiegare, ma non sono stato io a farla entrare e quindi non so come farla uscire. Questa moneta è magica. Ha una volontà sua. Per favore, tu DEVI CREDERMI. Ti spiegherò tutto con calma."

L'altro Jared sorrise.
"Il mio cuore mi dice che sei sincero. Ti credo."

Jael sorrise di riflesso.

“Dunque tu sei..siamo..ALIENI?”

Jael lo guardò con curiosità e l’altro si sbrigò a spiegare:
“Sono arrivato qui con una navicella e sono stato accolto da un brav’uomo..”
Jael lo guardò a bocca aperta.

“E io cercavo proprio uno come te..uno che fosse arrivato dalle stelle..” disse Jael.
“Davvero?”

“Sì, io..ti hanno strappato a me e ai nostri genitori..appena nato..io..aspetta! Il mio radar! Dove..”
“Ho visto un aggeggio strano..tranquillo,è nella tua giacca..ecco.  Ha cominciato a trillare impazzito, ho dovuto spegnerlo, per impedire ti svegliasse.” Glielo diede ma Jael lo guardò basito.

“Tu l’hai..spento? 
“Certo. Perché? Non avrei dovuto? Scusami, io..”

“No, no, è che..finora solo io ci riuscivo..”
“Davvero?”

Jael lo accese e il piccolo aggeggio cominciò a trillare impazzito davanti a lui, la scritta BROTHER lampeggiava furiosa con una freccia che pulsava davanti a lui.
“Oh mio dio..sei..sei TU..” disse Jael guardandolo con le lacrime che stavano già per apprestarsi a gocciolare.

Il ragazzo davanti a lui, aveva gli occhi lucidi. Erano lacrime diverse dalle sue, il ragazzo di quel mondo sapeva gestire meglio le emozioni, Jael invece, forse per tutto quello che aveva dovuto passare in tutti quegli anni, era più emotivo. Erano lacrime diverse, ma erano uguali, erano dello stesso colore, lo stesso dna..
Entrambi i fratelli si buttarono l’uno nelle braccia dell’altro, singhiozzando immediatamente, dimostrando se ancora ce ne fosse stato bisogno, che erano proprio GEMELLI.

“Ho un gemello..ho un gemello..” disse Jared felice.
Jael si scostò appena dal suo abbraccio.
“Calma ragazzo cucciolo, dammi l’occasione di dimostrartelo prima, avete anche qui la prova del DNA?”
Jared rise.

“Faremo tutto quello che vuoi..eh sì, c’è anche qui..ma non so se mi fido a far analizzare il tuo sangue, da degli sconosciuti, c’è un tizio che è come un padre per me, ci aiuterà lui. Oh, avevo un padre e ora ho anche un gemello!”

“Un tizio che è come un padre? E chi è?”
“Ohh, ti piacerà un sacco!! Ma prima dovremmo capire chi dei due dovrà cambiare nome. Ti piace Jael??"






















Note dell'autrice: ciao ragazzi, siccome sto affogando nel mare di storie e ancje questa storia è una di quelle che dovevo scrivere da tempo e l'ho lasciata li a muffire nel dimenticatoio, ho penstao che occorrono le maniere forti xd mi sono fatta un programma in cui ogi giorno devo rispettare una scaletta, di una storia al giorno e queste storie devono girare, poi se avrò tempo, scriverò una seconda storia lo stesso giorno facoltativa, ma obbligatoriamente ogni giorno ne deve girare una diversa, ho scelto così per via della grave difficoltà che sto avendo ultimamente ad aggiornare. Spero che così molte mie storie ferme da ANNI, riescano ad avere una continuazione e una fine.

Questo inizio di capitolo, è il sequel della mia storia Misha e Jared nello spazio,  ma anche per comprendere i pensieri di Jared, è necessario leggere la storia IL GIOCATTOLAIO, scusate se non metto i link ma sono stufa, mettere i link è impegnativo, io lo faccio per voi, ne metto una caterva e non sono neanche sicura che ci cliccate su, quindi scusatemi ma per stavolta passo xd ad ogni modo basta andare a guardare nella serie, (la aggiungo tra poco) è inutile che i metto il link, quando, queste storie della serie andrebbero LETTE TUTTE, altrimenti non capite niente, anche se siete liberi di fare come credete :)) questo capitolo però è stato preso in gran parte dagli ultimi due capitoli di Jared e Misha e sono diversi perchè ho modificato dei pezzi, lasciatemi il tempo e modificherò anche nell'atra storia. Grazie x la pazienza.

Spero davvero che questa storia vi piacerà )) PS i nuovi Jared e Jensen hanno entrambi 22 anni

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Capitolo 2
*** Nessuno ha mai avuto parole tanto gentili per me ***


“Capisco, quindi non stavi cercando me. “ disse Jared.
“No, io, non..”
“Va tutto bene, Jar..a me sta bene. è giusto che cercavi LUI..è quello solo..forse sofferente, chissà dove, io invece sto bene, stiamo relativamente bene entrambi, mentre invece lui..chissá se è FELICE.”

Si alzò e gli girò le spalle.
“Jar..sei mio fratello, non girarmi le spalle!!
Jared si volse stupito del suo tono e Jael si addolcì.
“Non sono arrabbiato..io..”
“Dimentichi che io ho un potere speciale. Posso capire se MENTI.”
Jared a quel punto si arrabbiò.
Non hai nessun diritto di leggermi nella mente!!!”
"Ho attraversato il tempo e lo spazio per sei anni per trovarti. Ho dei diritti eccome!”
Jared lo guardò stupito.

“Perché tu puoi dire fino allo sfinimento che non cercavo te, ma io cercavo i miei fratelli! Cercavo entrambi! E ti dirò che se salta fuori un altro fratello, cercherò anche lui! Passata ora la crisi di gelosia, stronzetto?” gli chiese con un sorrisino.
Jared fece un sorrisetto strafottente.
“Sei anni da solo nello spazio, non ti hanno seccato la lingua, che è molto biforcuta, vedo.” Ma sorrideva.
Jael sorrise di rimando.

“Non ero solo, non proprio. Ti devo raccontare un’altra storia…”
 
 
Finito di raccontargli tutte le vicissitudini su lui e Jensen, Jared gli prese le mani.
“Hai lasciato un grande amore per venire qui da me. Io non so se saprò mai ripagare tanta devozione.” Gli disse con passione, sempre tenendogli le mani.
Jael si sciolse.

“Smettila, sai che c’è? Io cercavo il mio stesso riflesso. Rinunciare a te, a VOI, sarebbe stato come strapparmi l’anima, per troppo tempo, sono vissuto a metà, credevo quando è arrivato Jensen..che lui mi avesse fatto diventare una persona intera, ma mi sbagliavo. Oh non sto sminuendo l’amore che ho per lui, al contrario, lui è la mia ANIMA GEMELLA, dà un senso ai miei giorni, alla mia vita, ma una metà che incontra l’altra, non è lo stesso intera, se quella prima metà è comunque strappata, lacerata, perché separata forzatamente, contro la sua volontà da pezzi che la costituivano, nonostante Jensen sia l’altra metà del mio cuore, quel cuore era comunque..dilaniato..” la sua voce si ruppe, dal pianto, Jared scuoteva la testa e lo avvicinò, abbracciandolo dolcemente e tenendolo stretto.

“Per tanto tempo mi sono chiesto quale fosse il vuoto che mi perseguitava..eravate VOI..eri TU..voi eravate i pezzi che mi erano stati strappati via e pensare che anche Jensen e forse Misha, stanno vivendo lo stesso dramma..questo mi ha dato la forza, capisci? È più facile rinunciare se si tratta solo di te, ma se si tratta di altre persone che ami..non puoi rinunciare!” disse Jael.
“Per TANTO TEMPO aspettavo qualcuno..posso dire che mai mi sarei aspettato che quando sarebbe arrivato, avrebbe avuto parole tanto gentili per me.” disse Jared.

Jael lo fissò.

“Sei dolce.” Gli disse quest'ultimo, prendendogli le mani. “Sai, non mi perdonerò mai abbastanza per aver vissuto separato da te. Avremmo potuto essere adolescenti, bambini insieme. Mi dispiace tanto che non abbiamo potuto.”
“Possiamo ancora.”
“Cosa?”
“Mi hai detto del tuo potere. È ora che io ti mostri il mio.”

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Capitolo 3
*** Tu verresti con me, vero? ***


Jared a quel punto lo guardò fisso negli occhi, si concentrò e desiderò farlo.
Lo guardò e il suo potere si espanse.
 Jael vide a quel punto una serie di immagini.
 
Si vide quando assaggiava a cinque anni uno yogurt alla banana, il sapore acidulo in bocca, lo sentiva ancora sulla lingua.
Rivide il suo primo orsacchiotto di peluche, lo stringeva a sé, come se fosse un figlio. O un fratellino.
 
Vide di nuovo con quanta tenerezza stringeva a sé i bambolotti.
Ad un tratto l’immagine svanì.
“Ma cosa..è finito?” chiese.
“No…scusa, riprendiamo.” Disse Jared.
Sembrava quasi stravolto, suo fratello, ma poco dopo le immagini ripresero.
La sua scuola.
Quanto li aveva amati, tutti loro.
 
E Jensen, soprattutto, la sua metà del cielo.
Ma chi era quel ragazzino, che lo guardava in cortile?
Scappava via, ma lui lo rincorreva, lo abbracciava, il bambino era impaurito.
Jael decise di fargli fare una giravolta. Era leggero. Il bambino prese confidenza e insieme si misero a fare il girotondo.
 
La visione si interruppe di nuovo.
“Spiegami.” Disse al fratello.
 
“Continuavo a intromettermi io. Mi dispiace.”
“Eri tu.” Disse Jael in realizzazione. “Come è possibile?”
“No, non..non ero io. È stato come..aprire uno squarcio sul passato, io credo. Vedevo..te.”
“Sai, mi sono sempre chiesto da bambino, se c’era qualcuno che mi guardava, come una strana sensazione..ora capisco..eri TE.” Gli disse Jael, prendendogli le mani.
“No, io non l’ho mai fatto.” disse Jared, sfuggendo alla sua presa.
 
“Ma l’hai fatto ora. Un paradosso sul futuro. Non sarebbe la cosa più strana che mi è successa.”
Jared si mise una mano nei capelli.
“Credo che i nostri poteri siano entrati in comunione, come quando hai visto il bambolotto.”
L’hai visto? L’hai visto anche tu?”gli chiese. “Lo sapevo! Hai percepito che desideravo un fratello, vero?” chiese Jael prendendogli di nuovo le mani.
“Sì.” Ammise l’altro imbarazzato. Era tenero quando sorrideva. “Io..è strano.”
 
“Puoi dirlo forte! Ma perché mi sento così? Così..così..” disse Jael, camminando per la stanza.
“È il mio potere. Risveglia il bambino che è dentro di noi. Tutto appare più vivo quando lo uso sulle persone.”
“Amico, sei un angelo.” Disse lui, uscendo dalla porta della sua casa.
“Aspetta! Dove vai?”
“Voglio vedere….il mondo!” e aprì le braccia verso il cielo.
 
Nuvole striate di rosa, facevano da cornice a un cielo azzurro, immenso.
“Fratello, dimmi che questo cielo è così meraviglioso, perché lo è, che non sia solo un’illusione della mia mente.” disse Jael, aprendo le braccia al cielo.

Suo fratello lo abbracciò da dietro, chiudendo gli occhi.

“Le cose sono meravigliose in base alle nostre emozioni, purtroppo quelle degli esseri umani sono effimere e volubili e capricciose..e quindi spesso perdono di bellezza.”
Jael si volse verso il fratello.
 
“Ho vissuto infiniti mondi prima di giungere qui. Ho scoperto la bellezza, tante varietà di  bellezza. Non riesco a ricordarmi neanche una cosa brutta.”
Jared lo afferrò per una manica.
“Avrei voluto fare questo viaggio con te.”
“Ma l’hai fatto. Sei stato sempre con me, fratello.”
“Voglio esserci concretamente. D’ora in poi.”
Jael si asciugò una lacrima.
 
“Non mi ero reso conto di quanto mi fossi mancato, prima che..prima che scoprissi che esistessi.”
Jared a quelle parole, lo abbracciò teneramente.
“E dobbiamo ancora trovare gli altri. L’altro nostro fratello, perché non è giusto che sia escluso da questo fantastico quadretto familiare e il fratello del tuo amico.”
“Sì. Ma adesso..basta piangere. Fammi visitare questo mondo.”
“Potresti non trovarlo così diverso dalla Terra. Potrebbe non piacerti.”
 
“Non mi importa. Voglio vedere il pianeta che ha ospitato per tanti anni mio fratello!”
Jared rise.
“Okay, ma tu PROMETTIMI che userai il tuo potere.”
“In città?? Ho paura di fare del male a qualcuno. No! Non so come reagirebbe questa gente al mio potere.”
Jared sorrise.
 
“D’accordo, ma sappi che insisterò quando meno te l’aspetti. Adesso andiamo, ma prima, devo darti dei miei vestiti. Beh, che c’è, perché mi guardi così, non li vuoi?”
“No..è che..fratello io..non sono venuto qui per restare..devo proseguire il mio viaggio, lo sai, vero?”
“Ma certo. Non mi sono illuso..è che..volevo prima..”
“Verrai con me?” chiese precipitosamente l’altro, in lui una nota disperata, quasi.
Jared si sciolse.
 
“Temevo non volessi, ma non ti avrei comunque lasciato! Certo che voglio, fratello.” disse Jared, abbracciandolo un'altra volta.

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Capitolo 4
*** La verità ci fa paura, ma ci rende liberi ***


Avviso: per favore, non prendete le frasi iniziali come un attacco contro la società o la legge xd LOL sono cose che pensa un personaggio di una ff, che non fa parte del nostro mondo, ho sempre pensato che una persona che venga da fuori e che non è abituata alle nostre leggi, troverebbe assurde certe regole, pagare in sostanza per rimanere IN VITA XD se ci pensate, da un punto di vista esterno potrebbe quasi apparire disumano, ma non è mia intenzione criticare leggi della società nelle mie ff, penso che ognuno sia libero di esprimere la propria opinione, sempre con educazione e rispetto.






Suo fratello era rimasto molto traumatizzato e scioccato di conoscere come funzionava rispetto all’altra Terra.

“È ASSURDO! Davvero pagate OGNI MESE una tassa per avere un tetto sotto cui vivere?? È uno scandalo! Avere chiunque una dimora in cui vivere, dovrebbe essere un diritto di tutti! È un bene essenziale! Così come è ASSURDO che per spostarvi dobbiate inquinare l’ambiente, qui una cosa simile verrebbe tacciata come crimine contro il pianeta! E non posso credere che non vengano protetti a sufficienza bestie indifese come i cerbiatti, i koala, gli orsi, i panda, i delfini… qui la gente lotta da ANNI, per abolire la PESCA, e già questo è considerato un crimine! E davvero non avete ancora abolito le sigarette? Da noi sono duecento anni che è proibito fare uso del tabacco da quando si è scoperto che è responsabile di molte malatte degenerative e responsabile dell’acceleramento dell’invecchiamento. La gente vuole vivere molto più a lungo e farebbe il possibile per non doversi ammalare ancora di più di quanto già facciamo. Qui sono decenni che andiamo in giro con veicoli che non producono gas di inquinamento, usiamo il mineralis, è un liquido che viene combinato con l’acqua e i minerali, non è che non produce proprio nessun gas nocivo, ma molto di meno che la benzina! So che non è molto ma..”
“È già qualcosa.” disse Jael sorridendo. “Il vostro mondo è meraviglioso. Ed è meraviglioso che si pensi al bene dei cittadini..praticamente non esiste l’affitto e le bollette..”

“Ovvio che no! Sono beni ESSENZIALI. Sono sicuro che ci si sentirebbe dei criminali a chiedere alla gente dei soldi per garantire a loro LUCE E ACQUA e elettricità…MA non è ovviamente tutto gratis! Non viene tolto niente a nessuno, anche se viene CHIESTO alla gente di ringraziare , pagando per i servizi ottenuti, non ogni mese, ma ogni anno..la quota varia sui costi, a seconda di quanto uno si può permettere…a pensarci bene, non è tanto diverso da quanto fate voi però..” si grattò la testa.

“Ma nessuno viene sfrattato se non può pagare..” disse Jael.

“No. Quello no. Amico, stento ancora a credere a quello che mi hai raccontato. Per il resto, non siamo dei santi, nessuno lo è….e abbiamo degli approfittatori anche qui, gente che non rispetta le regole, che cerca di sporcare il nostro mondo, con amoralità o disordini, credo che la gente un po squilibrata ci sia dappertutto..ma c’è una cosa che è rimasta invariata, sia qui che nel tuo mondo, purtroppo. La gente che non crede alla magia e che non riesce proprio ad essere SINCERA.”
Jael sorrise amaramente.


“Queste sono delle piaghe difficili da debellare, mi sa.”
Quasi come a farlo apposta, i due fratelli si trovarono davanti una coppia che stava litigando. Si trovavano in montagna, su una pianura, piena di neve.
“Non mi interessa niente delle tue lagne, Betty, ti sei comportata troppo male, tra noi è finita, non posso perdonarti, anche se ti amo.”

“No, ti prego, farà il possibile per farmi perdonare..ti prego, posso farlo..”
 
“Sento la puzza di bugia da qui..” disse Jael.
“Cosa? Ma sei sicuro? Quindi lei mente?”

“Non è lei a mentire..ma LUI.”
“Davvero??? Pensi che abbia un’altra?”
“Non credo.”
“Fratello, aspetta, cosa stai facendo..dove vai..”
 
“Ehi.” Disse Jael avvicinandosi ai due. “Ti sembra corretto quello che stai facendo? Illudere questa ragazza che la colpa sia sua, che non si sta impegnando abbastanza, che sia colpa sua se le cose tra di voi non si sistemano?”
Il ragazzo si girò verso Jael.
“E tu chi cazzo sei?? Da dove sei uscito? Betty, chi cazzo è questo? Il tuo amante, vero??”

“No, io non so chi sia, davvero..”
“BUGIARDA!”
“No..sei tu il bugiardo..” disse Jael.
Cosa hai detto? A chi hai dato del bugiardo?”

“Io ODIO i bugiardi. Devi dire la verità.”
La sua faccia si trasfigurò e il ragazzo impallidì, mentre la ragazza cacciò un urlo.
“Dì la verità alla tua ragazza, dille il vero motivo del perché non riesci a perdonarla.”
“Io..
“No…no…lascialo stare, ti prego..ti prego..”

Ma il ragazzo come in ipnosi cominciò a parlare.
Il mio amore per te è finito, Betty.”
La ragazza si ammutolì.

“Sono passati quattro anni, quattro anni molto intensi, ma io non sento più quelle farfalle nello stomaco,quelle emozioni che mi spingevano a perdonare ogni nostro litigio, perché ti amavo e desideravo stare con te, perché mi facevi sentire BENE. Io non lo sento più, Betty, ti dico che non sopporto i nostri litigi più, ma la verità è che non sopporto più di non sentire l’emozione che sentivo prima, così invento scuse. Do la colpa a te, ma la verità è che quando uno è innamorato, quando ama, non pretende che l’altro si faccia perdonare, ma perdona tutto e basta.”
Il ragazzo smise di parlare e guardò il tipo esterrefatto.

“Ti senti meglio, ora che hai detto la verità?” gli chiese Jael.
Il ragazzo non rispose, ma la ragazza si innervosì e si piantò davanti a lui.

Tu mostro! Cosa gli hai fatto? Lo hai costretto a dire quelle cose orribili. Sei un mostro.”
“L’ho costretto sì, ma solo a dire la verità.”
“No! Non ci credo! Matt, parla, diglielo tu! Digli che non è vero quello che lui ha detto, che noi ci amiamo, che supereremo tutto!!”

“No..” disse lui. “Ha ragione lui. Mi dispiace, Betty, ma ha ragione.”
“No..”
“Io non so come lui ha fatto, ma me l’ha fatto dire. Ti ringrazio. Perdonami, Betty.”
Se ne andò, mentre la ragazza si scagliava contro Jared, lui le teneva fermi i polsi.

“Hai visto il tuo ragazzo? è andato via!! Perché la verità spaventa, la verità terrorizza, si scappa dalla verità, ma da essa non si può sfuggirle in eterno!!”
“No..”

Il tuo ragazzo ha preferito la verità a te, ma tu ancora soffri per lui?”
La ragazza rimase sbalordita e lui le lasciò i polsi.
“Meriti di meglio, Betty.”
“È il mio fidanzato, io lo amo..”
“No..tu NON LO AMI..”
I suoi occhi si illuminarono e Betty parlò.

“È stato l’unico ragazzo della mia vita..e io temo di restare da sola..di non trovare più nessuno..”
“E sarebbe così insopportabile restare da soli?”
Betty non rispose.
“Saper apprezzare e non aver paura della solitudine è meglio di stare accanto a chi non ci ama, Betty.” Disse avvicinandosi e tornando normale.

“Vuoi davvero amare per tutta la vita un uomo che dopo averti detto che non ti ama, se ne va via, lasciandoti da sola a gestire il dolore, davanti a ME?” chiese tornando la maschera.
La ragazza soffocò un grido.
“Meriti la verità e non la bugia e un amore che ti ami davvero, non un amore da supplicare.”
“Ma io forse non lo merito..” disse la ragazza tornando a piangere.

Jael gli alzò il mento, costringendola a guardarla. Il suo aspetto era ritornato normale e la ragazza si specchiò davanti al verde stupefacente dei suoi occhi.
“Siamo tutti noi quello che pensiamo. Se pensi di non meritarlo, non lo sarai. Quello che devi fare è cominciare a pensare di meritarlo e ne sarai degna.
Betty rimase ferma a pensare a quelle parole.

“Una ragazza che perdona un ragazzo che non la ama, a oltranza, consapevole di questo, disposta a rinunciare all’amore, merita tutto il bene del mondo, e quindi merita anche un amore VERO senza bugie, io vedo la verità, Betty, quindi se non vuoi credere a questo, credi a me".
Betty cominciò a piangere, mentre suo fratello l'aveva ormai affincato, avvicinandosi a lui.
“Chi siete voi? “ chiese poi la ragazza. “Extraterrestri?”

“La ragazza è molto intelligente.” Disse Jael.
Jared sorrise.
“Mio fratello vede la verità, è il suo potere.” Disse solo.
La ragazza sorrise e il suo fu un sorriso davvero luminoso.
“Non racconterò a nessuno il vostro segreto. Grazie.”

“Ti chiedo solo di fare una cosa per me.”
“Io..per te? Certo. Cosa?”

“Senza entrare nei dettagli, se possibile, dì a chi incontrerai, che se la verità può far male, la verità può anche guarire. Ne ho avuto la prova guardandoti. Sei più bella che mai.” disse Jael.
La ragazza arrossì e Jared si sbrigò a dire:
“Non esagerare.  Scusalo, non sta facendo il galletto. È impegnato. Oh, non con me, siamo fratelli.”

Dopo che la ragazza fu andata via, Jared abbracciò il suo gemello da dietro, teneramente.
“Hai fatto una cosa dolce. Sono fiero di te.” Gli disse.
 
 


*

Quella stessa sera, Jared telefonò a Bobby, mentre avevano ordinato due pizze da asporto.
“Pronto, Bobby, stavo pensando, che cosa penseresti tu, se ti chiedessi di amare un’altra persona, quanto ami il sottoscritto? Ce la faresti?”
“Buon dio, Jared! Un altro rompicoglioni come te, non ce la farei proprio!”

“E se io te lo chiedessi?” chiese l’altro, divertito.
Un attimo di silenzio dall’altro capo della linea.
“Ecco, lo sapevo. Hai messo incinta una! Lo sapevo che prima o poi sarebbe accaduto! Sempre a sfarfalleggiare in giro! Lo sapevo! Con quei tuoi occhioni da mantide!”
“Bobby..” rise Jared.

Guarda che se VOLA, io non lo vado ad acchiappare in giro eh!!! ARRANGIATI!”
“Bobby..” ripetè Jared sempre più divertito. “Non è un figlio..”
“È una LEI?”
“No.”
“È un LUI?” ripetè Bobby, perplesso.
Jared sbuffò.

“Io..è…un famigliare..
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
“Bobby!! Ecchecavolo!! Sei ancora lì?”
Bobby aveva a malapena registrato che..
“S-sì, sono ancora qui.”

“Diavolo! Ti ho chiamato almeno tre volte!”
“Mi scusi, principessina, ero troppo occupato a riprendere a RESPIRARE!
Jared rise.
“Ti voglio bene, Bobby e te ne vorrò ancora di più se amerai questa persona almeno quanto ami me, spero che tu ci riesca.”
 
 
*

Quando Jared e Jael bussarono alla porta di casa di Bobby, quello rimase senza fiato a trovarsi due gocce d’acqua davanti all’uscio della sua porta.
Non gli aveva detto che si trattava di un gemello!!

“Numi del cielo…si è sdoppiato!” disse.






















Note dell'autrice: ragazzi, mi scuserete ma scrivere questo capitolo mi ha invaso di un'emozione unica e quindi non so neanche se riesco a commentare LOL
cmq Jared non ricorda di aver incontrato la copia di Bobby perchè sono passati sei anni eh, ho trovato sempre poco credibile quando magari in un anime o un'opera anche se passavano anni, la persona si ricordava di quel volto che aveva visto una volta sola xd nella realtà non è così xd in sei anni, dimentichi com'è fatta una persona, se per te non ha significato poi granchè, ma ovviamente poi scoprirà che è la copia di quell'uomo, vedrete xd

ps avete notato il rimando della frase di Bobby? Non vi ricorda la puntata in cui Dean diceva a Sam:

hai sognato Angelina Jolie?

"No."

"Brad Pitt?" "No. NO!" ahhah xd

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Capitolo 5
*** Jael e l'incontro con Bobby ***


“Ti assicuro che non è un SOSIA, è proprio il mio gemello, Bobby, guardalo, è identico. E poi guarda questo.” disse ancora mostrando il radar che segnava proprio lui.

“Mmmm..non ti scoccerà fare un prelievo del sangue, vero, ragazzo? Ci tengo tanto a questa testa di fagiolo.”
“Io lo farei volentieri ma non rischio di essere catturato se scoprono chi sono?”

“Nah. Ho un amico che mi deve un favore, non farà domande. Non l’ha mai fatto neanche quando avevo bisogno di fare analisi del sangue per Jared.”
Jared era un po titubante, ma poi acconsentì.
Il suo gemello lo stava guardando ancora con apprensione.
“Non preoccuparti, a me va bene.”

“Non è questo..è che per tutti questi anni sei stato da solo..è stato crudele separarci.”
Gli prese la mano.
“Chi ha mai potuto volerci fare questo? É stata un’autentica crudeltà.”
“Non fare così, altrimenti mi fai piangere.”
L’altro Jared abbracciò il suo gemello, singhiozzando e facendo venire gli occhi lucidi anche a lui.

Bobby li guardava anch’esso commosso.
 
 
Bobby stava cucinando una torta di mele in cucina, quando il Jared della moneta, si ripresentò da lui.
“Buon Dio!! Non farlo più. Diosanto,sei proprio identico a lui, Mi ci vorrà un po per abituarmi.”
Jared sorrise.

“Tu sei l’uomo che si è preso cura di mio fratello. Che l’ha trovato.”
“Sì, beh, avrei voluto fare come nei film, e prenderlo con me..da subito. Invece ho lasciato che lo crescessero altri, Sono un gran vigliacco.”
“No..ben pochi avrebbero protetto il suo segreto come l’hai protetto tu. Ben pochi non si sarebbero vantati di avere un alieno nel nostro pianeta. Tu sei un uomo molto coraggioso e ti sei preso cura di mio fratello.”

Bobby lo guardò disorientato ma fu niente in confronto a quello che accadde subito dopo.
Jared lo abbracciò.
“Ho sentito la tua storia, con quel ragazzo. Jensen. Il mio ragazzo non ha ancora avuto un amore grande come il tuo ma mi piacerebbe che lo avesse. Nel frattempo, stagli vicino.”

“Lo farò. Sono venuto qui apposta.” Disse Jared.
 
 
 
Quella notte, Bobby vide i due gemelli dormire nel lettone, abbracciati, stretti insieme.
Oh, era così felice che il suo bambino fosse felice assieme a un altro della sua razza.
Gli brillavano gli occhi come non glieli vedeva da tempo.

Quello che non sapeva Bobby, era che anche il suo Jared avrebbe avuto presto un nuovo amore, il suo VERO amore, perché il destino spesso porta a delle strade intricate, misteriose ma validissime.






















Note dell'autrice: ragazzi, imnanzitutto volevo ricordare a tutti che Jared finora non ha ancora conosciuto Jensen perché conosce prima Jael, dite grazie a TEAM se ho accettato di puntualizzare quesra cosa ahahahah , poi, non mi mandate a quel paese, GIURO che sistemerò questo gran casino dei nomi, ma è che devo prendere una decisione definitiva. Mi è appena venuto in mente che non possono ovviamente avere tutti i nomi uguali xd datemi qualche giorno di tempo e sistemerò la cosa, vi darò delle spiegazioni e magari revisionerò anche qualche capitolo xd
cmq questa storia mi sta mettendo a dura prova, quindi penso che in capo a uno o due capitoli la chiuderò

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Capitolo 6
*** Jael riprende le sue ricerche nello spazio ***


Jared era a pezzi, aveva litigato con il suo gemello e per questo aveva fatto una camminata a piedi, per due ore.
Quando tornò a casa di Bobby, ricevette una bella lavata di capo.
“Per favore, Bobby. Sono stanco.”

“Ohhh il citrullo è stanco. L’incosciente è stanco! Pensi che ti risparmierò dall’andare a lavorare perché hai avuto la brillante idea di sfiancarti fino al tuo prosciugamento???

“Adesso la stai facendo davvero troppo tragica. Ho solo camminato. Camminare FA BENE.” sottolineò lui.
“NON PER DUE DANNATE ORE! Io non ti riconosco più figliolo.” Disse più a bassa voce. “Litighi con il tuo gemello ritrovato, lo lasci andare via dopo che per anni..e non mi far finire la frase…poi cammini fino a sfinirti..”
“Volevo solo avere tempo per pensare. Non sono partito per il maledetto Sud America, Bobby, cavolo!”

“Mi preoccupa LA TUA MENTE!! Ero contento quando ho visto il tuo gemello arrivare qui da te, ma..Da quando è arrivato lui, tu..ti sei annullato.”
Jaredl fece cadere tutti i soprammobili che c’erano sul mobiletto, due di essi si infransero.

“Vuoi vedere uno che sta andando fuori di testa??? Eccolo qui allora uno che sta andando fuori di testa…”
“Figliolo..”

“É il mio sangue, BOBBY!! L’unico sangue che conosco. Mi ero illuso di..che RESTASSE..l’ho scongiurato di aspettarmi! Una persona non può sparire così dall’oggi al domani..senza una preparazione prima..l’ho addirittura..gli ho addirittura fatto conoscere Agorà!! Credevo gli piacesse!!”

“E gli è piaciuta, Jael..ma tu hai pensato..che fargli vedere un nuovo mondo, lo avrebbe convinto ad aspettarti? Figliolo. Lui ha conosciuto DECINE di nuovi mondi in questi sei anni..”
“NO. Ho solo pensato che mi avrebbe ASPETTATO. Io ho aspettato LUI per anni. Anche se non sapevo che era…lui..”
“Figliolo..”
Jared prese a singhiozzare e si nascose la testa nel braccio.
“Vieni qui.” disse Bobby, abbracciandolo.

“Mi sento così patetico, Bobby..ma per il tempo che è restato..pensavo davvero che mi volesse bene.”
“E te ne vuole, figliolo, come potrebbe non volertene?”
“Ma allora perché non mi ha aspettato??? Dovevo solo mettere a punto un piano.”

“Ma lui non se n’è andato. Con l’aggeggio che porta, ha detto che può tornare quando vuole.”
Jared sbuffò.

“Certo..ma lasciandomi con il dubbio che tornerà o no..e io non sono lì con lui..se non dovesse..tornare..se dovesse morire..”

“Allora adesso lascia che ti dica una frase retorica, figliolo, anche a costo di farmi odiare da te. Tutti noi esseri umani, affrontiamo un nuovo giorno senza sapere se chi amiamo, ci sarà ancora il giorno seguente, se continuerà a tornare da noi. Se lo fanno i comuni mortali, può farlo un essere speciale come te.”
Jared lo fissò.
“Hai ragione, ti odio per averlo detto.”

“Non c’è di che, mon amour. E poi..forse è venuto il momento che tu legga quella lettera che ti ha dato.”
Bobby aprì un cassetto e gli porse una lettera.
 
Caro fratello mio, non odiarmi se me ne sono andato via così.
È che sento che tu non sei ancora pronto a lasciare tutto capisci?

Come potresti? Questo è il tuo mondo, la tua gente.
Hai Bobby, hai persone che tin amano, come la gente in Agorà.
Mi si spezza il cuore chiederti di lasciare tutto per me, ma non è la sola cosa.
Io ho un uomo per cui farei qualsiasi cosa, lo amo sopra ogni altra cosa.

Forse amo con la stessa intensità solo te, il mio gemello.

Mi si spezza il cuore il pensiero che tu non possa incontrare l’altra metà di te, che forse incontreresti se restassi qui.
Ti prego, pensaci bene.

Sai che io non ti lascerò mai, ma adesso ho bisogno che tu rifletti a lungo, prima di prendere una decisione che ti obbligherebbe ad annullare te stesso, i tuoi desideri, per una missione che non so neanche io se riusciremmo mai a vederne la fine.
 
“IDIOTA.” Disse Jared, buttando il foglietto per terra. “Sei tu l’altra mia metà. Perché non lo capisci??”

“Jared..”
“Bobby..”
Il ragazzo si lasciò abbracciare dall’uomo che era stato per lui come un padre.
“Così..muori così tanto dalla voglia di lasciarmi per andare a fare l’astronauta in giro per l’universo? Cosa dovrei pensare di ciò?”
“Bobby..non è questo che..”
“Promettimi che in ogni caso non mi lascerai indietro.”

“Non lo farò. In ogni caso non sarebbe un addio. Io ti devo TUTTO , Bobby, ma quella..è la mia famiglia.”
Bobby sorrise.
“Ma ANCHE TU lo sei." Disse Jared con un sorriso.

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Capitolo 7
*** Il giocattolaio ***


A Jensen piaceva andare in giro per negozi, soprattutto durante le feste d’inverno.

Passeggiava con i suoi guanti, la sua sciarpa bianca, il suo cappello e comprava qualcosa. Spesso si trattava di regali che doveva fare a parenti e amici.

Quel giorno, faceva fresco, ma non al punto da soffrirne. Il suo cappotto lo teneva bene al caldo e decise quindi di passare per un negozio di giocattoli in cui non era mai entrato, ma che ogni volta che passava dal centro, si fermava a guardarlo.

Sembravano uno di quei negozi della Chicco, di una volta.

In fondo non aveva niente da fare. Chissà, magari avrebbe potuto rimediare qualche giocattolo di Natale, per qualche suo amico.
 


Appena entrò nel negozio, una campanella attaccata alla porta, segnalò il suo ingresso.

“Uhh. La campanella. Accidenti, fa così demodè.

  Ma la campanella non era l’unica cosa demodè di quel luogo. Infatti, appena Jensen guardò davanti a sé, vide un lungo corridoio, pieno di  numerosi scaffali bianchi e giocattoli. La luce era luminosissima, ma non in senso spiacevole. Il pavimento era in ceramica blu. Tutto attorno si sentiva un buon profumo che non riusciva a definire bene, ma sembrava un profumo di buono.  Un misto di dolcezza di giocattoli e di profumo di libri per favole.

Jensen decise di fare una visita al negozio per curiosare meglio. Rimase stupito quando scovò una stanzetta in cui, dei bambini molto piccoli, di massimo quattro o cinque anni, erano seduti su delle buffe sedioline di plastica colorata a guardare i cartoni animati alla tivù.

Jensen rimase incantato a fissare quella stanza, quei bambini, quella televisione. Ma certo. Anche lui da piccolo veniva portato da sua madre e lasciato a guardare i cartoni animati in una stanzetta come quella. Che coincidenza.

 

Poco più in là, vide che c’erano i libri per le favole. Non libricini, ma poderosi libri, dalle rilegature fiabesche e colorate.

E poi giocattoli. Cicciobello, barbie. Non del tipo che si comprano adesso, ma del tipo che facevano impazzire Jensen da bambino. Proprio lì vicino c’era una grande carrozza rosa di barbie.

 

“Se ha bisogno d’aiuto, chieda pure.” Disse una voce.

Jensen si voltò a fissarlo. Era un ragazzo moro, dai capelli ondulati, gli occhi verdi brillanti e un sorriso che avrebbe fatto sciogliere i ghiacciai.

Fece appena in tempo a vederlo, che scomparve dai reparti.



“Ma che..” aveva sempre trovato terribilmente fastidioso il modo in cui i commessi lo infastivano, facendo pressione affinchè comprasse qualcosa. Quel ragazzo invece, gli aveva offerto il suo aiuto, senza infastidirlo. E sì che da lui si sarebbe lasciato infastidire eccome.

Sentendosi quasi uno stalker, lo cercò, per trovarlo poco più in là che stava sistemando dei puzzle su uno scaffale. Sempre con lo stesso dannato sorriso.


“Chiedo scusa..” disse Jensen.



Il ragazzo si distrasse, guardandolo e questo fece in modo che mancò la presa che stava tenendo sul puzzle che stava sistemando, che scivolò e fece crollare anche quelli che erano già sopra, proprio davanti a lui.

 

Jensen guardò quello che aveva combinato, desiderando di non essere un perfetto imbecille dalla nascita.

“Mi dispiace tanto. È colpa mia. Lasci che l’aiuto.”

“Non si preoccupi, non è niente.”

“Insisto. Le ho fatto cadere tutto.” Disse Jensen aiutandolo a raccogliere i puzzle.





POV JARED

Un ragazzo bello come un Dio.
Il fisico possente che si intravedeva lo stesso dal giubbotto invernale, i capelli…quel viso!

“Se ha bisogno d’aiuto, chieda pure.” Disse una voce.
Gli faccio un gran sorriso. A dire la verità, non volevo davvero farlo. Non bisognerebbe sorridere in quel modo così a qualcuno, a uno sconosciuto.
Ma mi è venuto naturale…voglio dire..quando vedi due paia di occhi così..non puoi fare a meno di sorridere.
Non riesco a credere che un adone così, sceso direttamente dal Monte Olimpo, sia entrato nel mio negozio.
Mi aiuta addirittura a rimettere a posto gli scatoloni che ho lasciato cadere. Chi l’avrebbe fatto?
Oddio forse tutti..o forse no. Ma lo fa lui e fa tutta la differenza del mondo.


Mentre anche l’ultimo scatolone era stato messo a posto, Jensen si chiese come mai quel commesso non lo stava guardando con lo tipico sguardo di chi di solito vorrebbe incendiare un impiastro.

“É la prima volta che mette piede in questo negozio?” chiese Jared sorridendogli.

“Cos..? Oh, sì, si nota tanto?” disse Jensen, imbarazzato.

“Beh, un pochino. Se mi permette, ha l’aria meravigliata di chi si trova davanti qualcosa che non si aspettava. Spero la sorpresa sia comunque gradevole.”

“È assolutamente gradevole.” Disse Jensen, con gli occhi sgranati. “Questo posto sembra..insomma..fuori dal tempo. Ed è un complimento, ovviamente.”

Jared sorrise a quelle parole.

“Amo questo posto. Mi piace starci. Per me non è solo un negozio di giocattoli.”

“E che cos’è?” chiese Jensen curioso.

“Per me è…non so come spiegare.. quello che io volevo ci fosse qui dentro.”


Jensen aprì un po’ di più gli occhi.

“È il proprietario? Io credevo..”

“Oh, oh, no..” disse Jared ridendo. “Sono solo un commesso, ma il padrone, il signor Bobby, mi ha permesso di consigliarlo, di decidere come volevo che fosse. Le luci, i colori, persino i giocattoli, la posizione degli scaffali. Siamo entrambi d’accordo sul fatto che l’infanzia dovrebbe essere sorella della fanciullezza e la fanciullezza non sono solo i giochi, ma è il fanciullino di Pascoli. È l’innocenza e la fantasia. È una sensazione. È il batticuore. I giochi di oggi sono freddi, senza emozioni. Noi prediligiamo i bambolotti di una volta. Abbiamo una stanzetta della tivù dove i bambini vengono intrattenuti con cartoni ormai fuori epoca. Oddio, ma io sto parlando troppo. Mi scusi. Mi succede quando parlo di questo..”

“Spero non con chiunque.” Disse Jensen, sorridendo affascinato al ragazzo.

“Beh, sarebbe grave..voglio dire..posso aiutarla a scegliere un giocattolo, allora?”

Jensen comprò dei giocattoli molto carini, insieme ad alcune bambole molto retrò e con dei vestitini d’epoca.

“Ottima scelta, davvero.” Disse Jared. “Davvero un’ottima scelta, hai dei bei gusti.”

“Dici così a tutti i clienti che passano di qui?” gli chiese Jensen, ammiccando.

“Oh, no, solo a quelli più affascinanti e pieni di charme.” Disse Jared, ma subito distolse lo sguardo, appena vide gli occhi di Jensen ingrandirsi sorpresi.

“Jared…Padalecki…sta per caso flirtando con me? Sul lavoro?” gli chiese, dopo aver letto bene la targhetta del suo nome, appuntata sulla sua camicia verde.

“E se anche fosse?” sussurrò Jared, senza guardarlo negli occhi. Una serietà che spiazzò entrambi, infatti il più giovane sembrò pensare di averla fatta davvero grossa.

“Scusami, non volevo metterti in imbarazzo. I-io…se mi dai i giocattoli, li passo alla cassa.” disse Jared, allargando le mani.

Jensen rimase talmente spiazzato che per un po’ non disse una parola.
 




Solo quando Jared andò alla cassa per segnare i prezzi, la voce di Jensen lo fece sussultare e smise di digitare.

“Perché un ragazzo così carino che flirta con me, dovrebbe mettermi in imbarazzo? Al massimo, mi sentirei lusingato.”

Aveva parlato ad alta voce!

Jared si paralizzò e guardò il tavolo per diversi secondi. Jensen credette che fossa arrossito.

È così adorabile pensò sorridendo.
 


L'adone l'aveva detto davvero ad alta voce!

Jared si paralizzò e guardò il tavolo per diversi secondi. Jensen credette che fossa arrossito.
Non devo…non devo cedere..quest’emozione che sento dentro..sì, è un ragazzo molto..molto..molto bello..ma..mio fratello ha bisogno di me, devo concentrare su di lui tutte le mie energie. Non posso permettermi distrazioni.

Dio..non dovevo alzare lo sguardo su di lui. Che occhi. Il pensiero di non rivederlo più mi fa…sentire male. Le gambe mi cedono.
“Io..ho perso il conto..scusa..” disse Jared, massaggiandosi le palpedre, cercando di ricordarsi come si addizionavano i numeri. Invano. il cervello gli aveva detto ciao ciao.
“Lo so. Merito del mio charme.” Disse Jensen.

Jared ridacchiò. “Non capisco se stai davvero flirtando o stai solo giocando”

“Penso lo stesso di te.” Disse Jensen serio.
 
Per qualche attimo i due ragazzi si fissarono e studiarono.



A rompere l’imbarazzo, ci pensò Jensen.
 
“L’orsacchiotto bianco che c’è in vetrina..è molto bello. È in vendita?” gli chiese.

Jared restò zitto per qualche secondo, poi disse: “Sssss-sì.”

Sembrava averci messo molto per dire quel sì molto titubante. A Jensen non svanì quel dettaglio.

“Sì o non ne sei tanto sicuro?”

“Diciamo di sì, ma non ne sono molto sicuro. Che dovrebbe essere venduto, intendo.” Disse Jared, guardando il tavolo, lieto di cambiare discorso, ma aveva un sorriso triste.

“Perché? Ha un valore affettivo per te?” gli chiese Jensen.
 
 
Jared lo guardò basito, a bocca aperta. Come riusciva quello sconosciuto a…



“Come ci riesci?” gli chiese.

“A essere così pieno di charme?”

“A leggermi così dentro. Sono uno sconosciuto per te, eppure sembra che tu sappia esattamente cosa mi passa per la testa.”

“Sono lieto di avere questo privilegio.”

Jared sembrò indeciso se fosse un privilegio o no.

“Allora? La risposta alla mia domanda?” chiese curioso.

“Io non so se..è una cosa sciocca. Lascia perdere.”

“Ora mi hai incuriosito, quindi mi dispiace, ma non posso farlo.”
 
Jared sospirò ma sorrise, davanti a quella dolce tenacia.

“Quando ero piccolo, ho sempre desiderato un orsacchiotto gigante come questo, ma non l’ho mai avuto. Ora il fato ha voluto che venissi in questo negozio e ce ne fosse proprio uno, qui, quindi..insomma..a dire la verità, non so come concludere il discorso.” Disse Jared.

“Mmm..perchè non lo compri te?”

Jared ridacchiò. “Stai scherzando, vero?”

“Perché no? Ognuno con i suoi soldi, fa quello che vuole!”

“Io qui lavoro! Non sarebbe..professionale. E sarebbe ingiusto verso magari una madre che vorrebbe fare questo regalo al suo bambino e poi non posso proprio. Mi sentirei in colpa..e cosa racconterei al mio capo?”

“Amico, mi sa che ti fai troppi problemi. Dovresti semplicemente avere il coraggio di fare quello che ti piace e che desideri.”
 
“Ok..mmmm..allora tu usciresti con me?”

Jensen lo fissò a bocca aperta come un baccalà.

“Visto? Non è così semplice alle volte avere quello che si vuole.”

“P-potrebbe non essere così semplice, perché magari il suddetto potrebbe volere chiedere la stessa cosa a te, in questo caso.” Lo provocò Jensen.

“E un altro bambino potrebbe volere questo orsacchiotto.” Si ostinò Jared, sorridendo.

“Accidenti, faccia angelica, ma voce diavolesca. C’è mai qualcuno che la spunta con te?”

“C’è mai una volta che finisci un discorso senza paragonarti a qualcuno?” lo provocò a sua volta Jared.
 
Jensen si leccò il labbro e ribattè.

“Qualcun altro che fosse stato così straffottente, l’avrei mangiato, ma tu sei carino. È questa la cosa che mi spiazza.”

“Potrebbe non dispiacermi in fondo, essere mangiato.”

“Mmmm..e sei anche un falso timido. Ci sono troppe cose che non so ancora di te, non è vero?”

“Non ne hai idea..”

“Vorrà dire che mi toccherà tornare, ma cercherò di non fare troppa fatica.” Disse Jensen con fare finto angoscioso, facendolo ridere.
 


Prima che andò via, dopo aver finalmente pagato, venne richiamato dolcemente da Jared. Serio, stavolta.

“Jensen..”

“Sì..?” gli chiese lui, tenendo ancora in mano i regali che aveva fatto impacchettare da Jared stesso

“Se verrai davvero ancora…volevo avvisarti che il mio turno è dalle 12:30 fino alle 18:30. Prima non ci sono.”

Jensen guardò l’orologio appeso al muro. Erano le 18:00.

"Ti andrebbe di bere qualcosa, dopo?"

Jared lo guardò sorpreso, ma con gli occhi che luccicavano. Jensen era convinto che gli avrebbe dato buca. Invece rispose: "Sì, mi piacerebbe molto."

Jensen andò via contento. La cosa che più apprezzava di questo ragazzo, è che aveva semplicemente accettato. Nessuna scusa, nessun "Sono impegnato, sono stanco, o, devo lavarmi." Lui finito il turno di lavoro, aveva comunque voglia di bere qualcosa con lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: e finalmente arriviamo anche a JENSEN, ovvero l'altro Jensen! 
Voglio precisare anche qui che ho cancellato la storia "Il giocattolaio" ma niente panico! Ho inglobato la storia qui, cioè a partire da questo capitolo, visto che tenere due storie separate, stava causando un casino immane tra passato e presente e non si capiva più niente.

link se l'immagine non dovesse più vedersi

https://lily19888.tumblr.com/post/169344165867 br /> br /> Questi nuovi Jared e Jehsen hanno 22 anni

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Capitolo 8
*** L'orsacchiotto di peluche ***


Jensen si presentò alle 18:40, a piedi, al pub che Jared e lui, avevano stabilito.

Jared prese una cioccolata bianca e Jensen una birra  chiara.

"Come lo sapevi? Che mi piacciono i ragazzi, dico." chiese Jared.

"Il nostro scambio di battute. Un ragazzo a cui i ragazzi non piacciono, non asseconda o incoraggia l'altro, ma lo stronca, abbastanza infastidito."

"Quindi ti è sembrato che ti incoraggiassi?" chiese Jared, soffiando la sua cioccolata.

"Lascia, faccio io." disse Jensen e gliela soffiò al suo posto.

Jared lo guardò, avvampando un pò.

Rimango allibito, uno strano calore mi pervade il petto. È così…premuroso. Finora certe premure le ha avute solo Bobby..per me.

Jensen gliela ridiede, imbarazzato a sua volta.

"Tieni, in alternativa, puoi bere un pò di questa birra rinfrescante."

Jared bevve qualche sorso per farlo contento, poi fece una smorfia.

"Diamine, dovevi dirmelo che non ti piaceva!"

"Qualsiasi cosa bisogna provarla prima. Almeno ora ho capito perchè sono astemio."

"Non posso essere da meno. Fammi assaggiare la tua..ahia. Scotta. Beh, direi che non ci riproverò con te, tanto presto." disse Jensen, rivolto alla tazza.

"Spero non con me." disse Jared provocandolo.

Jensen lo guardò. Se questo tizio continuava così, avrebbe potuto innamorarsi molto presto.



Usciti dal pub, Jensen insistette per accompagnare Jared a casa, lui era venuto a piedi, perchè abitava vicino. Fu una cosa bellissima per Jensen, perchè altrimenti non avrebbe saputo che scusa trovare per farsi dire dove abitava., A questo punto non era costretto ad aspettare tanto, per la sorpresa che voleva fargli.
 
 
 
 
 
 
*

Il mattino dopo, Jensen incaricò una delle sue più care amiche, Charlie, di entrare nel negozio e comprare l’orsacchiotto, per lui, in modo che la ragazza che avrebbe sostituito Jared, a domanda, avrebbe risposto che a comprarlo era stata una donna. Non voleva che il ragazzo si insospettisse, dopo l’interesse di Jensen, dimostrato per l’orso.
 
 
*

Quando Jared venne a conoscenza che l’orso era stato comprato, proprio il giorno dopo che lui e quell’affascinante ragazzo, ne avevano parlato, ci rimase male.

Ancora di più gli dispiaceva doverlo dire a Jensen quando sarebbe tornato.

In fondo non viviamo in una favola

Ma cosa sto dicendo? Jensen si sarà già dimenticato dell’orso..e anche di me..

Non gli piaccio..stava solo scherzando con me…
 
 
 
 
 
Quando Jared, tornò a casa, rimase senza fiato, quando vide l’enorme orso di peluche bianco nel suo giardino.
 
“Oh, mio dio.” Disse, estasiato, andando a toccarlo e mirarlo, con gli occhi che luccicavano.
 
“È un sogno. Jensen..non può averlo fatto..per me.”
Non poteva sapere che il ragazzo biondo poco distante, stava guardando l'intera scena con sguardo trasognato come se stesse assistendo ad una strana sorta di favola romantica con uno scenario così suggestivo. La notte stellata, questo ragazzo stupendo che abbracciava un orso bianco di peluche sotto i fiocchi di neve. Una favola che meritava di essere immortalata con una foto e fu quello che fece..

“Fa freddo vero, Puppy? Adesso entriamo dentro casa, ti metto nel mio letto, ti abbraccerò tutta la notte, ti amerò ancora di più adesso..perchè mi sei stato regalato da questo adone greco che è piombato nel mio negozio, all’inizio credevo fosse sceso dall’Olimpo, ma ora credo che arrivi dalla terra degli angeli.”





L’indomani mattina, Jared si svegliò e andò in cucina, senza mollare l’orso, quando però comparve in cucina, gli cadde dalle mani, vedendo il suo gemello ai fornelli.
“Jael!!” disse trasognato.
“Fratello!! Stavo preparando la colazione.” Disse , poi guardò l’orso per terra. “Finalmente l’hai mollato quell’orso. Ti avrei abbracciato tutta la notte se non fosse che il posto riservato a me , era occupato in tutto e per tutto. Credo questo sia finalmente il primo istante in cui lo molli. Non sei un po grande per questi acquisti?”

“Scemo. Vieni qui.”
Jael si precipitò da Jared e lo abbracciò. Lo strinse affettuosamente più intensamente.
“Ehi. Ma quanti dolci hai mangiato ieri? “ gli chiese.
“Cosa? Non ho mangiato dolci!” rise Jared.
Jael lo guardò perplesso.
“Eppure..sembra che..”
“Hai fatto le frittelle??? Ho una fame!!” disse catapultandosi sulla padella.

“Jared, sei innamorato?
Jared sputò il succo di frutta che stava bevendo.
“Cosa?? NO. Cosa..cosa ti salta in mente?”
“Non mentire, fratellino. Ho visto tanti mondi in cui la gente emana feromoni a tanti livelli, quando è innamorata. A livello INTENSO. Ho imparato a riconoscere i diversi odori e profumi..sono così abituato che ora posso percepirli anche a vibrazioni più..basse. Almeno credo. Non pensavo di poterlo fare anche qui.”

“Non capisco proprio di cosa tu stai parlando! Io sono single!! Da tanto, tanto tempo.” Disse Jared versandosi del caffè nel latte e rovesciandone un po sulla tovaglia.
Jael sorrise malizioso.
“Hai conosciuto qualcuno, nei giorni in cui sono stato via?”
“NO.”
“Lo prendo come un sì.”
“Jael..” si mise le mani sulla faccia.”Dannazione.”
“È un bel tipo almeno?”

“È..FANTASTICO. Ma è solo un..un tipo che ho conosciuto al negozio. Lo conosco solo da un paio di giorni, ma l’ho solo..visto.”
“Non c’è un tempo per innamorarsi, ci si può innamorare dopo appena 30 secondi, e senza neanche sfiorarsi.”
“Come..come hai capito che..insomma..parlami di questi feromoni.”

“È difficile da spiegare. In sostanza sono degli ormoni. Si trovano all’interno del nostro organismo, influenzano il nostro comportamento, quando li rilasciamo nell’ambiente. Prendili come un buon profumo. Quando ti senti attratto da qualcuno, hai prima percepito i suoi feromoni. È la regola base dell’attrazione sessuale. Ma puoi percepire i feromoni di qualcuno anche quando è innamorato.”
Jared si incupì.

“Io non voglio essere innamorato. Voglio occuparmi di te, non voglio trascurarti. E poi sarebbe così ingiusto nei tuoi confronti. Tu sei stato costretto a mettere in stand by il ragazzo che..”
Jael non lo lasciò parlare. Lo abbracciò e gli diede un bacio sulla testa.
“Vedere mio fratello felice, mi ripaga di tutto questo. Non privarmene, per favore.”

Jared non riuscì a rispondere, con gli occhi lucidi, si limitò a stringerlo per alcuni secondi.
“ Devo andare, adesso, scusami.”
“Cosa??? No! Sei appena tornato! Rimani almeno un po.”
“Jared, ma io non sono davvero qui.”
“CHE COSA?”
L’illusione svanì a quel punto.
“Jael, dove sei????”

“Non avercela con me, ti prego. Si tratta di una proiezione, nel pianeta in cui sto, mi hanno permesso di usarla, volevo tanto vederti e volevo vedere se funzionasse. Posso proiettare la tua casa, il tuo mondo..toccarti perfino, anche se non sono realmente li. Posso manipolare la materia degli oggetti, se voglio, anche se questo mi fa consumare tante energie che dovrò poi ricaricare quando l'effetto della proiezione svanirà. Questo è il loro regalo per me, può attraversare le molecole, che adesso rimarranno impresse su di te, se lo vorrai. In questo modo il nostro gemello potrà contattarci allo stesso modo, se vorrà.”
“L’hai fatto per questo?”

“L’ho fatto perché volevo vederti. E perché volevo un’opportunità. Puoi perdonarmi per non avertelo detto subito?”
“Lo farò solo se prometti di tornare da me.”
Lo farò, ma tu prometti che amerai quest’uomo. Anzi no, prima devo conoscerlo, perché se non mi piacerà, niente da fare. Voglio solo il meglio per te.”
“Tu cerca di tornare sano e salvo. Ma nel frattempo, di cosa sanno i miei feromoni?”

“Mmm..torta di zucchero..vaniglia..dolci in pratica.”
“Mmm..vorrei mangiare i miei stessi feromoni.”
“ Sei incorreggibile. Devo andare. A presto, fratello.”
 
Jared si buttò sul divano, incredulo, a occhi chiusi.
Era tutto un sogno? Stava ancora sognando?
Jensen..le proiezioni…Jael..loro fratello..i feromoni..Jael..loro fratello..Jensen..

Jensen, Jensen, Jensen..
Desiderava fosse lì con lui, per baciarlo, assaporare le sue labbra, rilasciare i feromoni e farglieli piombare addosso, farglieli entrare nelle narici, ammaliarlo, intossicarlo, inebriarlo.
Spogliarlo, fare l’amore con lui.
Finire in una vasca piena di feromoni con lui, avrebbe avuto l'aspetto di un mare di cioccolata o grigio come le nuvole, non importava e poi annegare in un mare di baci.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: ma quanto sono dolci i J2 e Jael e suo fratello??? io li amo troppoooo <333
volevo dirvi che esistono davvero i profumi ai feromoni, anche se io non ne ho mai visto o provato uno ahhah

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Capitolo 9
*** Il primo bacio e la stanza dei giochi ***


Quando quella mattina, Jensen si presentò al negozio dei giocattoli, da Jared, annunciato dalla campanella, Jared gli si gettò letteralmente incontro.

“Jensen!”

“Wowww che accoglienza!” disse il maggiore, ricambiando l’abbraccio, piacevolmente stupito.

“Jensen..dimmi una cosa, l’orso..sei stato tu?”

“Cosa? Non so di che cosa stai parlando.”

Vide l’espressione un po’ smarrita di Jared e la sua faccia si tramutò in un sorriso raggiante.

“Scemo! Eri tu!” disse Jared, mentre il maggiore scoppiava a ridere.

“Ti è piaciuto allora il regalo?” gli chiese Jensen.

“Da morire. Arrivo a casa e mi vedo un enorme orso bianco che mi aspetta in giardino!  Lungi dall’esserne spaventato, mi sono premurato subito di portarlo in casa! Poteva prendere freddo!”

“Bugia! Prima te lo sei abbracciato tutto!” disse Jensen.
 
Jared lo guardò con tanto d’occhi.

“Non..oddio, mi hai spiato?”

“E anche fotografato!”

“Sei uno stalker!”

“Di quelli pericolosi anche!”
 


Jared lo prese per la manica della camicia e lo trascinò chissà dove.

“Ehi, cosa fai? Aspetta, non mi porterai dai carabinieri vero? Stavo scherz..” disse Jensen con un timido sorriso.
 
Jared lo aveva portato in un reparto un po’ isolato, lo lasciò andare solo per un attimo.
“Jared?”

Poi si voltò e lo baciò, tenendogli le mani sul viso.

“O-oddio..” ansimò Jensen, per per poi riprendere il controllo e ricambiare il bacio, con dolcezza e felicità.

Jensen non poteva saperlo, ma da lì a poco, Jared gli avrebbe anche regalato una dolce chicca sulla sua vita.
“Beh…ecco io…questo proprio non me l’aspettavo.” Disse Jensen, toccandosi le labbra, dopo quel bacio.
Jared sorrise, un po’ imbarazzato.

“Oddio..io spero di non esser stato troppo..ecco..sì..sfrontato..” disse incerto, sorridendo, ma con timore.

“Cosa? No. No. Assolutamente! Tu non sei stato..” disse Jensen e detto così lo baciò a sua volta, dolcemente.

Jared ricambiò felice e quando si staccò, i due si guardarono felici.



“Sì…beh..ecco…io non avrei voluto che il nostro primo bacio avvenisse in un negozio.”

“Scherzi? È dove ci siamo incontrati, quindi..è PERFETTO.”

Jared lo guardò illuminandosi in viso, quasi incredulo.

A Jensen non sfuggì quello sguardo.
 
“Lo so. Sono eccessivamente smielato. Non so cosa mi prende.”

“Senti..non è per questo.. è che..sta accadendo tutto così velocemente..e sto bene..io non..di solito non..”
Jensen lo guardò stranito.

“Tu di solito non..?”

“Lascia stare.” Disse Jared, diventando cupo al’improvviso.

All’improvviso sembrava davvero come se un’onda di paura, fosse arrivata su di lui.

“Jared, tutto okay?”

“Sì. Non ti preoccupare.” Disse Jared, sorridendo quasi indifferente. Jensen decise di lasciar perdere, per quel momento.
 


“Okay, sai…c’è una cosa che io volevo dirti.” Disse Jensen.

“Sì, dimmi! Mi piacciono le storie..c’è ancora poca gente per il momento, posso sentire.” Disse Jared, più felice.

Jensen si torse le mani, nervoso.

“Ecco..a dire la verità, è una stupidata..ma..la stanzetta dei giochi che c’è di là, quella dei bambini, dove c’è la tivù..”

“Sì..” disse Jared facendo mente locale.
“Beh, la trovo STUPENDA.”

“Dici sul serio?” chiese Jared, stranendosi.

“Sì!” disse Jensen incoraggiandosi da solo. “L’ho cercata a lungo, sai..e non sono più riuscito a ritrovarla!”

“Aspetta..aspetta un momento. TU l’hai cercata?” chiese Jared.
 
Jensen sbuffò, sentendosi più imbarazzato che mai e sedendosi su una sediolina di plastica.

“Sai, uno dei ricordi più felici della mia infanzia, appartiene a un negozio. Ero piccolo, non so quanti anni avevo, né ricordo che negozio fosse, ma so che era un negozio..più o meno come questo..e..c’era questa stanzetta, per i bambini, con una televisione piccola, dove guardavano i cartoni animati. Mia madre mi disse di restare lì,  perché così non mi annoiavo. Ricordo poco di quel giorno..ma..è stato come trovarsi in una bolla, per un po’ di tempo. Non so perché mi colpìì così tanto.” Disse Jensen.

Jared restò a bocca aperta ad ascoltare.

“Non ho mai più trovato altri negozi che avessero una saletta tivù così..con dei bambini che stessero in ipnosi così tranquilli..proprio come allora..poi arrivo qui e vedo la stanza..insomma..è MAGICO.”

Jared sorrise dolcemente, poi lo abbracciò.
 


“Ho detto qualcosa di stupido, non è vero?” chiese Jensen.

“No. È bellissimo.” Disse Jared.

“Magari anche tu hai visto quella stanza e hai preso ispirazione.”

“No. Lo escludo. Me ne ricorderei…ma è probabile che da qualche parte tu hai sentito che qui c’era qualcosa che tu cercavi.” Disse Jared, dolcemente.

“Oh, beh, quello è sicuro, ma non credo sia la stanza.” Disse Jensen, riattirandolo a sé.
 
“È la tivù?” chiese Jared, scherzando per dissimulare il rossore.

Jensen scosse la testa sorridendo e spingendolo più davanti a lui, prendendolo per le braccia per baciarlo finalmente.

Si scambiarono piccoli baci alla francese intensi, poi Jared sentì uno scampanellio alla porta.

“Devo andare!” disse Jared, diventando di colpo timido.
 

Jensen rise, gli piaceva il suo nuovo ragazzo, timido e sfacciato. Due facce della stessa medaglia.
 


Jared si sentiva in colpa ad aver abbandonato Jensen così, ma quando vide arrivare il ragazzo e passargli con nonchalance un biglietto sopra il banco, rimase meravigliato e incuriosito.
 
Non vedo l’ora di passare del tempo con te, alle serre blu, stasera.

Non dirai di no, perché tu sei un tipo da serre blu, lo so

E siccome ti stai innamorando di me, non vorrai darmi una delusione.
 
A stasera.
 
Quello sfacciato di Jensen! Aveva voglia di dirgli di no, solo per fargli abbassare la cresta, ma si ritrovò a sorridere come un ebete, mentre fissava il disegno delle labbra rosse, accanto alla scritta finale. A dire la verità, erano di una tonalità mista tra il rosa e il rosso.
A Jared piaceva il disegno, ma trovava che, le labbra di Jensen, erano molto più belle.

E sicuramente molto più dolci da baciare , pensò mentre, cercando di non farsi vedere, baciava le labbra disegnate.
 






















Note dell'autrice: 

Ragazzi quste sono le note vecchie che avevo messo io quando avevo scritto questo capitolo LOOOL buona lettura xd ragazzi, innanzitutto io oggi sono FELICE!!! E non solo perchè oggi è San Valentino ahhah tra l'altro, è anche il comple di mio padre!!! Ma perchè oggi mi sono svegliata sapendo che volevo aggiornare questa storia e non è tutto, non sono felice solo per ol capitolo, ma perchè ho appena realizzato che FINALMENTE mi sento ispirata per continuarla! Credo abbiate capito un pò tutti, che non volevo finirla adesso ed era il motivo dei ritardi negli aggiornamenti!! Sappiate che non solo continuerà, ma ho in mente di dare a questa stioria una trama che, spero sarà molto interessante!! Non solo fluff, ma un pò di tutto e vari intrighi, ma non vi dico di che genere!!

E la trama sarà tutta incentrata su Jared, diciamo sui j2, ma soprattutto Jared sarà il protagonista e in questo modo avrà anche molto più senso il titolo della ff no?? :D sappiate che Jared di questa storia mi ispira tanti sentimenti romantici e teneri e quindi mi sento molto predisposta <3 

e niente, sono contenta ahhah 

ps il capitolo incentrato sulla stanza dei giochi, vi spiego, io DAVVERO da piccola ho visto un negozio così e quella stanza ancora me la ricordo..è per questo che ho voluto scrivere questa cosa ^^ non sono più riuscita a trovare quella stanza ma ancora ce l'ho impressa :))

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Capitolo 10
*** Appuntamento romantico alle serre blu ***


Jared si era accordato con Jensen, chiedendogli a che ora sarebbe stato il loro appuntamento.

Lui sarebbe venuto a prenderlo alle 20:00. Si premurò tutto di chiedergli se fosse troppo tardi, se preferiva un altro orario, più vicino, ma Jared lo tranquillizzò subito. Per l’ansia che aveva, tra tornare a casa, doccia e tutto quanto, le 20:00 era un orario anche mostruosamente vicino, se proprio doveva dirlo.
 
Jared tornò a casa e si fece subito una doccia, passandosi il bagnoschiuma alla vaniglia e pensando all’uomo per cui aveva avuto un colpo di fulmine fin dal primo momento che l’aveva visto.

All’uomo cui si sentiva già innamorato.

Ormai era sicuro. Niente di quello che avrebbe potuto fare Jensen, avrebbe mai cambiato opinione su di lui. Neanche se un giorno lo avrebbe inevitabilmente deluso, come succede sempre con le persone.

Una persona che neanche ti conosce e ti regala un enorme orso di peluche bianco, solo perché tu gli dici che era il tuo sogno da bambino, era o un incredibile pazzo o un adorabile incosciente.

Magari un adorabile pazzo incosciente.

Cavolo, si sentiva già innamorato di lui!
 
 
 
 
Quando Jensen lo venne a prendere e vide Jared, restò a bocca aperta per la sua bellezza. Aveva un cappotto bianco che lo copriva quasi interamente, ma da esso sbucavano dei jeans blu celeste.

“Ciao..come andiamo?” gli chiese con gli occhi che gli brillavano.

Jared lo guardò e senza replicare, gli diede un bacio pieno di passione, appena si sedette sul sedile, Jensen si lasciò andare a sua volta, a quel bacio carico di passione, cedendo con dolce arrendevolezza..

Chi sei tu, ragazzo misterioso, per farmi crollare così?
 
“Ah – ehm!! Io..”

“Allora, dove mi porti?” gli chiese Jared.

Jensen lo guardò, volendo fare una battuta spinta, ma guardando il volto angelico di Jared, non osò rischiare, perché i suoi pensieri avrebbero potuto tradirlo e rivelare che in realtà lui non desiderava altro che coccolarlo tutta la notte in uno stupendo letto solo per loro.

Coccolarlo, solo, non c’era bisogno neanche di fare sesso.

Ma dicendo questo, avrebbe finito per uccidere l’eros, relegandolo al ruolo del migliore amico.
Sia mai!
 
“Io ho pensato di portarti in un posticino carino. Si chiama Le Serre Blu. Ci sei mai stato?”

Jared fece cenno di no con la testa, sempre sorridente.

“Bene! C’è sempre una prima volta! Non mi chiedi che posto è?”

“No. Mi fido di te.”

E questo era insieme, spaventoso e bellissimo.
 
 
 
 
 
*

Le Serre blu, era un bellissimo ristorante, pieno di fiori e piante.

Al piano terra poi, c’era una specie di acquario, dove c’erano molte vasche di piccoli pesciolini e dei tavolini in mezzo a quella che sembrava una serra, ma non c’erano piante.

Il posto era solo pieno di fiori rampicanti di tipo blu e a coronare il tutto, c’era una fontanella bellissima con una cascata dove nuotavano anche i pesciolini.
 
“Oddio…Jensen..” disse Jared, senza parole. Aveva gli occhi lucidi.

“Ti piace?” gli chiese Jensen, mentre Jared si bagnava la faccia con l’acqua.

“Nessuno aveva mai fatto questo per me.” disse lui con gli occhi che brillavano.

“Jared, è bene che tu sappia che io..non faccio tutto questo perché voglio..ecco..ottenere una cosa da te.” Disse a disagio.

Jared ridacchiò, anch’esso imbarazzato.

“Anche perché non ne hai bisogno! Mi sarei concesso a te, fin dal primo momento che ti ho visto.”

Jensen lo guardò stranito.

“Sono forse troppo spudorato?”

“Io..NO…è che non so cosa..dire..mi spiazzi. Un momento sei timidissimo e il momento dopo…”

“Sono un diavolo?” gli chiese Jared ridacchiando. “Sai, avrei VOLUTO, ma allo stesso tempo, no..perchè so che con te..c’è di più..di te potrei..innamorarmi, credo.”

“Io provo lo stesso. E non mi è mai capitato prima.” disse Jensen. “Sai, credo che..abbiamo passato già troppo tempo senza toccarci..” disse, agguantandolo e riprendendo ad accarezzarlo e baciarlo.

Jared rise a vicenda, nel bacio.

“Credo che..dovremmo andare a cenare, prima che diventiamo troppo smielati!”

Jensen sbuffò, facendolo ridere. “Te lo concedo.” Disse poi sorridendo.
 
 
Quello che non poteva sapere, era che qualcuno, li stava seguendo!

Entrambi non avrebbero mai immaginato, la piega che avrebbe preso quella serata.




Jared e Jensen stavano cenando e la cena era alquanto strana, ma stuzzicante.

“Non è che poi potrei..germogliare e fiorire?” chiese Jared, senza sapere se scoppiare a ridere o fuggire terrorizzato.

“Non so..al massimo ci faranno una lavanda gastrica.” Disse Jensen, sforzandosi di non ridere a sua volta.

Jared guardò più da vicino il suo piatto.

Sembrava un mix tra un pasticcio e un infuso e sopra di esso galleggiavano strani fiori viola e blu.



“Mio caro, come primo appuntamento. Hai fatto fiasco.” Disse Jared, scoppiando a ridere e facendo ridere anche Jensen.

“Credevo fossi un tipo che amasse la flora locale.”

“Quando mi dicesti in macchina che volevi fare laguna blu, credo di aver frainteso il concetto.” Disse Jared.

“Andiamo..assaggiamo..dicono che sia gustoso.”
 
Jared aspettò che Jensen assaggiasse quella strana zuppa, con ansia.

“Wow..è molto buono.”

Jared assaggiò a sua volta e uno strano sapore di gelsomino e violette, lo pervadero.

“Jensen, tu riesci sempre a trasportarmi in un altro mondo.” Disse Jared.

“Vedrai con le ostriche, poi..” disse Jensen.

In quel momento però, la loro conversazione venne interrotta da una telefonata improvvisa.



"Ammiratori segreti?" chiese Jensen.

“Eccetto te, no.” disse Jared sensuale. “Sono tentato di non rispondere.”

“E io sono lusingato..ma non voglio sentirmi in colpa,se è una cosa importante.” Disse Jensen, vedendo che il telefono continuava a squillare in maniera molto insistente.

Jared sbuffò e decise di rispondere.

“Sì? Jared Padalecki, chi parla?”

“Signor Padalecki, può salire su al terzo piano per cortesia? Il padrone del locale vorrebbe parlarle.”

“Sì-sì, ma c’è qualche problema? Sono qui con il mio fidanzato.”

Ci vorranno solo cinque minuti, è abbastanza importante.”

“Va bene, arrivo subito.” disse Jared, chiudendo la chiamata.

Strano.. pensò.

“Jared, tutto bene?”

“Io..devo andare un attimo al terzo piano. Il padrone vuole parlarmi.”

“E per quale motivo?”
“Non lo so.”

“Non è che è un fan di Harry Potter e vuole farti sbranare da un grosso cane a tre teste?”

Jared ridacchiò. “Credo che saprei ammansirlo, se fosse. Aspettami qui, faccio subito.” disse Jared, dandogli un bacio sulle labbra e lasciando la sala.

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Capitolo 11
*** Il terzo gemello e l'uomo misterioso ***


Jared stava salendo le scale del ristorante, non si era accorto che un uomo alto, con i capelli corvini, lo stava aspettando. Aveva una specie di mazza con sé, era pronto a colpirlo.

Non fece caso alla pallina da tennis sulle scale e quello fu un errore.
Scivolò.
E ruzzolò giù dalle scale.

Jared rimase basito di vedere il moro cadere dalla rampa di scale.

“Tutto bene?” gli chiese cercando di avvicinarsi, ma il moro si era già alzato ed emise un grido che sembrava assatanato.

“AAAAAAARGH!”

Cercò di colpirlo con la mazza che teneva in mano, ma Jared fu pronto a scansarla in tempo.
Il moro barcollò, sostenendosi al muro, sembrava fuori di sé.
“Chi sei? Perché ce l’hai con me?” chiese Jared desolato e spaventato.

“Io..devo…portarti da Sua Altezza…” disse il moro, facendo per attaccarlo di nuovo.
Jared sgranò gli occhi, ebbe la prontezza di riflessi di rifilargli una ginocchiata in mezzo alle gambe.

Il moro si accasciò dal dolore e Jared ne approfittò per richiamare l’ascensore, giusto in tempo perché una coppia di signori che risalivano le scale, guardarono i due con sguardo sospetto.

“Si è sentito male! lo porto all’ospedale!” si giustificò, sperando che i due ci credessero e si infilò quindi nell’ascensore.
 
Con aria febbrile,  digitò due piani più su, per poi fermare l’ascensore di colpo.

Mise quindi le sue mani sul volto dello sconosciuto e lo incitò.
“Chi sei tu? Parla!”
“C-Castiel.”

Jared avvertì come una specie di energia strana a sentire quel nome. Riflettè meglio e si accorse che quella sottospecie di energia riusciva a captarla arrivare dallo sconosciuto a lui, come una specie di energia che andava e veniva.

Jared non riusciva a capire come mai Castiel – sempre se questo era il suo vero nome – fosse così debole, se era chi pensava, era un soldato addestrato a combattere. Non poteva essere così fuori uso solo per una ginocchiata.
E quindi gli venne un sospetto.

Premette di nuovo il pulsante per scendere fino al piano terra.
 
 

Una volta arrivati li, per fortuna non c’era nessuno in vista, trascinò Castiel fuori dall’ascensore.
Castiel però sembrava essersi ripreso e cercò di dargli un pugno, ma Jared lo fermò, tenendogli le mani dietro la schiena con una, e con la mano libera gli restituì il pugno che aveva scansato.
Castiel crollò a terra.
 
“Aiuto, c’è una rissa! Hanno colpito un uomo!” fu la voce di una donna.

Maledizione.. pensò Jared, chinandosi sul tizio.
Il moro cercò di allontanarlo con le mani.
Sembrava un bimbo sperduto.

“Sta calmo..voglio solo guarirti..” sussurrò Jared.
“Ma se mi hai colpito tu!”

“Le ferite da cui voglio guarirti non sono quelle fisiche..” sussurrò Jared.

Gli prese di nuovo il volto tra le mani e questa volta fece forza con le mani, fino a trasferire una strana luce ed energia in lui.

Quando ebbe fatto questo, lo sconosciuto lo guardò con uno sguardo diverso, più disorientato e confuso, ma più..umano.
 
“Jared!! Jared!”
Una voce famigliare.
Jensen..

“Jared, vieni via!” percepì, più che vederlo, il biondo che lo allontanava dal moro, prendendolo per le spalle.

Per fortuna che Jensen l’aveva preso per le ascelle, perché quasi nello stesso istante, ebbe un mancamento e si sentì quasi svenire.

“Jared!!”
 
 
 
 
“Questa storia non mi convince..” disse il proprietario del locale, quando Jared gli ebbe spiegato una confusa storia riguardo il fatto che era stato chiamato da un tizio misterioso che aveva detto che il proprietario del locale intendeva parlare con Jared e una volta che stava salendo le scale, si ritrovò quest’altro tizio strano che lo aggredì.

“Eppure è proprio così che è andata, signore, mi dispiace infinitamente di averle creato caos in questo locale. È così bello.” Disse Jared con uno sguardo di scuse a Jensen.

Era vero per metà quello che aveva detto, aveva omesso di dire che aveva “guarito.” Il tizio da uno strano e non identificabile controllo mentale.

“Beh, ad ogni modo, il perché questo ragazzo ce l’avesse con te, non si potrà mai sapere, visto che è fuggito. Spero che non ricapiti mai più una cosa del genere, comunque le consiglio di sporgere denuncia, ragazzo. Le cose avrebbero potuto mettersi peggio di così.”

Jared promise che avrebbe senz’altro sporto denuncia e uscirono così, nel disastro della serata, ma il moro tuttavia era piuttosto contento, o per meglio dire sollevato, di essersela cavata così a buon mercato, senza ulteriori domande scomode.
 
 
Mentre stavano camminando a piedi, per prendere un po' d’aria, Jared non la smetteva di scusarsi.
“Hai finito di chiedere scusa, ora?”

“Ma Jensen, ho rovinato il nostro appuntamento! Era una serata perfetta..”

“Stai davvero chiedendo scusa per esser stato aggredito da un pazzo? Per la cronaca, avevo subodorato che la cosa puzzava, fin dall’inizio, ti ho seguito, anche se non mi hai visto..ma ero troppo indietro e quando ho avvertito che c’era qualcuno che lottava, non ho fatto in tempo a raggiungerti che sei sparito nellascensore…e non sapevo dove fossi perché l’avevi bloccato..non potevo raggiungerti..poi ho sentito delle altre grida e sono corso come un pazzo a vedere cosa fosse successo..cosa ti è saltato in mente di chiuderti nell’ascensore con quel tizio?”

“Io..non lo so..non ragionavo evidentemente..” disse Jared imbarazzato.

“Dio, Jared, mi sono spaventato così tanto..non hai proprio idea di chi possa essere?”

“No..” mentì Jared, sentendosi in colpa, poi lo guardò dolcemente e lo abbracciò con altrettanta dolcezza.

“Scusami tanto per averti fatto preoccupare così.”

“Ehi, cucciolo, mi stai ancora chiedendo scusa? Piuttosto, quel bastardo è un bene che sia fuggito, un bene per lui, altrimenti lo facevo nero..se si avvicina di nuovo a te, lo faccio nero..”

Ma Jared ormai ascoltava solo distrattamente le minacce di Jensen, qualcosa di molto più importante, stava accadendo nella sua mente…..
 
 
 
 
*

Qualcosa di unico stava per accadere.
Qualcosa di stupefacente.
Il Principe aveva dei poteri, sì..ma non li aveva mai usati per sfidare così le leggi dello spazio..

Ma quando aveva sentito che Castiel aveva incontrato LUI, qualcosa si era mosso al suo interno.

Perché lui deve avere il privilegio di vederlo e IO NO?
E quindi adesso lo stava vedendo.
Certo, non era come se fosse fisicamente lì.
Era diciamo, quasi come una possessione.

In quel momento stava possedendo la coscienza di un uomo, che a distanza, stava osservando Jared e Jensen abbracciati sulla strada.

Quell’uomo era un uomo anziano e non aveva mai avuto interesse a fissare gli sconosciuti né a fissarli che si facevano le coccole.
Ora però, li stava fissando avidamente quasi.

La sua coscienza era posseduta dal Principe, aveva poca importanza il fatto che il Principe non fosse materialmente lì, né che non lo avesse nemmeno toccato. Non aveva bisogno di essere materialmente lì, per insinuare la sua coscienza in quella dell’uomo.

Ora era i suoi occhi, le sue orecchie…
 

Il contatto materiale però, durò poco, lasciando il Principe, indebolito e confuso e frustrato.

Non avrebbe mai pensato che una possessione a distanza, potesse debilitarlo così tanto.

Era servito poi a qualcosa? No, perché aveva potuto solo vederlo.
LUI non poteva nemmeno percepire la sua presenza, quindi a cosa era servito, indebolirsi così?

Poi ad un tratto, gli venne un’idea migliore, con un sorrisino, la provò subito.
 
 
 
 
*

Mentre Jared era ancora abbracciato a Jensen, ad un certo punto, trovò sempre più difficile concentrarsi sulle parole che gli stava dicendo.
Si sentiva…strano…

Come se qualcosa lo riempisse, lo avvolgesse completamente.
Qualcosa di fisico.

Avvertì qualcosa di estraneo dentro di lui, come se si sentisse un estraneo dentro al proprio corpo, non capiva cosa gli stesse succedendo.

Temette di impazzire..o di star per avere un attacco di panico.
Poi capì di non aver perso il senso del suo corpo, ma di avvertire qualcos’altro
Qualcuno ? dentro di lui.
Una sensazione che non aveva mai provato prima.

Avvertì una sensazione inquietante, come una specie di possessione, da cui non poteva sottrarsi
Ma poi avvertì anche qualcos’atro..
Come una presenza che ti abbraccia.
Era più di un abbraccio. Non sapeva come definirlo.

Era essere un tuttuno con qualcun altro ma al tempo stesso essere in DUE.
 
 
 
*

Il Principe decise di provare la possessione con il ragazzo che era identico a lui, ma lasciandogli comunque una parvenza di lucidità e mantenendo intatta la sua coscienza.
Poi andò da lui, come un fantasma e lo abbracciò.

Non poteva abbracciarlo veramente, quindi doveva come entrare dentro di lui per farlo.
Sperò che lui lo sentisse.

E Jared lo sentì. Lo sentì fino a commuoversi, fino alle lacrime.
 
Poi lui decise di lasciare il contatto.
 
 


*

Quella strana presenza, ad un tratto mollò la presa del suo corpo e uscì da lui.
E Jared lo vide.

Come una confusa visione di un ragazzo che – oddio, era identico a lui! –

Il suo corpo sembrava risplendere  di una strana energia intorno, non sapeva cosa fosse, era forse la sua aura? Lui era forse un fantasma?

Finalmente posso vederti, fratellino.. sussurrò la presenza luminescente, senza muovere le labbra.
 
Il suo gemello alzò la mano verso di lui, Jared fece lo stesso, ma le loro mani non fecero in tempo a sfiorarsi che sentì la sua mente crollare per forse la seconda volta in quella serata.
Jared!! Jared!”

“Mmm..che c’è? Che è successo??” chiese il moro, tra le braccia di Jensen.

“Dio, sei restato svenuto per due minuti! Stavo per chiamare un’ambulanza!”
“Svenuto? Ma no..io ero sveglio..non..”

“Non ricordi neanche questo? Santo cielo, adesso ti porto in ospedale! E no, non voglio sentire storie adesso!” disse Jensen arrabbiato e molto preoccupato.























Note dell'autrice:  Probabilmente chi segue le mie storie lo sa già, ma lo dico comunque. Questa storia e Jensen stesso di questa storia fanno parte del crossover con la storia di Jared e la moneta e tutti i vari spin off xd
lo so che vi chiederete anche come mai nomi sono identici. State tranquilli! xd ho una risposta per tutto! xd

per finire, sono davvero contenta di aver ripreso questa storia e a dire la verità, sono parecchio emozionata xd questo in particolare quando l'ho scritto era un capitolo che stavo aspettando di scrivere da parecchio, non immaginate quanto xd purtroppo siamo esseri umani e dobbiamo piegarci alle regole del tempo xd

anyway, questa storia farà parte di una serie xd il titolo sarà Fiaba oscura xd forse non sarà il massimo, ma mi piace il termine e non riuscivo a farmi venire in mente altro..perchè "saga dei gemelli " non mi convinceva come titolo xd

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Capitolo 12
*** Jared rivela il suo potere a Jensen ***


Dopo che furono congedati dall’ospedale, dopo aver detto che Jared aveva un semplice calo di zuccheri, il biondo insistette per accompagnarlo a casa, dopo avergli fatto mangiare forzatamente della liquerizia. Tanta liquierizia.

“Mangiala un po' con me.” insisteva Jared, passandogliela, staccandola con le dita e Jensen era contento di farsi imboccare.
“Jensen..sto così bene con te..”

“Anch’io, J..” disse il biondo, guardandolo con sguardo innamorato.
“Di solito io non..”
“Sì?”
“Cosa??”
“N-niente.”

“No, no, no, l’hai detto anche una volta in negozio e ho fatto finta di niente..adesso non posso proprio, non dopo quello che è successo stasera.”

Jared lo guardò carico di sensi di colpa.
“Jared, per favore, dimmelo. “ gli chiese Jensen supplicante.

Jared prese un grosso sospiro e disse dolcemente:

“Tutta la mia vita è come se fosse stata costellata dalla solitudine. Oh, sono stato cresciuto circondato dall’amore, questo sì, ma l’amore che ricevevo, non capivo mai se era perché le persone mi volevano bene davvero per quello che sono o perché…ero in grado di farle star bene solo con la mia presenza..”
Jensen lo guardò corrucciato.

“Che cosa intendi dire, Jared?”
Lui sospirò.

“Io ho un dono, Jensen…quello di far star bene le persone. Le persone attorno a me, sentono una sensazione di calma, la sensazione che ogni problema, anche il più complicato e brutto, scomparirà dall’alba al tramonto, hai mai provato una sensazione del genere?”

“Mmm..sì..quand’ero bambino, credo. E pensavo che l’unica tragedia che potesse capitarmi nella mia vita era quella di saltare il mio cartone animato preferito..”
“Esatto. Poi cresci e le cose cambiano, giusto?”

“Sì, si diventa grandi..non ti senti più come ti sentivi quando eri bambino e le cose ti sembravano così facili..”

Jared si alzò dal divano a disagio e cominciò a grattarsi la testa.
“Io posso far sentire la gente ancora così.” Disse Jared.

Il biondo lo fissò. “Mi stai raccontando una cosa stupenda, vuol dire che sei un ragazzo davvero speciale, ma non capisco perché me la stai dicendo come una cosa brutta e cosa c’entra questo con..”

“Nonono…tu non capisci..quante volte al giorno d’oggi, in questa epoca, ci lamentiamo che con i nostri simili abbiamo problemi di comunicazione, problemi ad ascoltare, problemi a FARCI ascoltare? E perché i bambini invece lo fanno con grande facilità? Perché loro hanno una marcia in più, loro hanno una sensibilità che da adulti noi perdiamo e IO ho questo dono, Jensen, quando le persone sono accanto a me, ritrovano un modo di comunicare e di ascoltare che è tipicamente fanciullesco e si sentono BENE, e io non riesco a essere felice di questo, perché non è grazie a me che si sentono così..”

“Credevo stessi dicendo proprio il contrario..” disse Jensen sempre più confuso,

“ È così FACILE voler bene a qualcuno e pensare che sia SPECIALE, perché riaccende emozioni in te che credevi sepolte e perdute per sempre, io sono solo un imbroglione..”

Jensen non poteva sopportare oltre la tristezza che vedeva nei suoi occhi.

“Senti, io capisco solo che tu stai straparlando, ma va bene..stasera hai avuto uno shock fortissimo e sono convinto che non mi hai nemmeno detto tutto e che è colpa di quel figlio di puttana che ti ha aggredito, ma voglio dirti una cosa. Se tu hai questo POTERE, di far sentire la gente in questo modo, vuol dire che sei dieci volte più meraviglioso di quanto pensavo, quindi smettila di..”
“Tu non mi credi, vero?”
“No, io..”

“Tu pensi che io usi delle metafore, quando parlo di – potere – beh lascia che ti dimostri con i fatti, che parlo seriamente.” Disse Jared avvicinandosi a lui.
“Jared, che vuoi…”
 
 

Jared gli mise le mani sul viso, Jensen cercò di divincolarsi, di mettere le mani sulle sue braccia ma avvertì una sensazione di pace che lo spinse a chiudere gli occhi.
E poi quelle sensazioni..
Un misto di sensazioni e ricordi…

Jensen rivisse la sensazione di gioia immensa che aveva provato quando da bambino assaggiava il budino alla vaniglia.

Oh, che dolce diletto, a quei tempi il sapore dolce della vaniglia lo aveva fatto sentire in estasi e per ore continuava a sentire quell’aroma e quel dolce sapore tra la bocca, pensando che fosse il miglior sapore del mondo.

Un altro flash e rivide sé stesso a cinque anni, arrampicarsi su un albero come una scimmietta. Dolce e frizzante il profumo della resina, il brivido dell’avventura, il respiro dell’aria fredda, la sensazione di star vivendo una fantastica avventura soltanto in quel gesto infantile. Si sentiva come Robin Hood.
 
Un altro flash. Jensen aveva dieci anni e camminava con lo zaino in spalla, diretto alla fermata del pullman che lo avrebbe portato a scuola. Il sapore acre del cemento sulla strada, la vernice fresca..l’aria gelida della mattina..sensazioni così intense…
 
I flash svanirono e riaprì gli occhi come se avesse preso una botta in testa.
“Cosa..cosa diavolo era?”
“Il mio potere, Jensen.”
“Stai scherzando??”

“Te l’avevo detto che non avevi capito.”
“No, no, tu avevi parlato di SENSAZIONI, non di…”

“Non è per tutti uguale e non sempre avviene allo stesso modo, non sempre dipende da una mia volontà e non sempre lo controllo..”
“Ma..”
“Capisci, adesso, Jensen?? “ disse Jared staziato. “Capisci cosa ti stavo dicendo? Tutto quello che io ATTIRO è un amore illusorio! Questa è la mia capacità, ma è così FACILE farsi amare in questo modo. Le persone intorno a me, mi amerebbero lo stesso se io non avessi QUESTO?”

“Sei un ragazzo meraviglioso, Jared, non dire così..”
“Hai paura di me, adesso, vero?”
“Cosa?? NO!!”

“Ti sei avvicinato a me solo per quello che ho in testa!”
“Non essere così arrogante da dirmi quello che sto pensando!”

“Hai corso un grave rischio stasera per causa mia!!”
Jensen lo guardò sbalordito.
 
“Il tizio che ti ha aggredito..lo conosci, non è vero? Lo sapevo. Perché ce l’ha con te?”

“Lui..non ce l’ha con me, fa solo il suo lavoro. Cercava di rapirmi a causa di ciò che io sono.”
Jensen rimase esterrefatto.

“Ma questa è una cosa gravissima!! Perché non sei andato alla polizia??”
Jared ridacchiò amaramente. “Hanno mio fratello.”
Jensen sembrò sul punto di strozzarsi.

“Jared..tu devi raccontare tutto alla polizia..devi lasciare che ti proteggano..devi..”

“La mia storia è talmente assurda che non mi crederebbe nessuno e stasera tu hai rischiato grosso per colpa mia. Non avrei mai dovuto coinvolgerti. Lo sapevo fin dall’inizio che un ragazzo eccezionale come te non poteva stare con me, ma sono stato lo stesso così arrogante da…”

“Jared, mi stai facendo incazzare di brutto, adesso, cosa stai facendo? Non ti azzardare a buttarmi fuori, JARED!”
 
Ma Jared lo stava già accompagnando alla porta e aveva gli occhi pieni di lacrime.

“Quando ti ho visto precipitarti così a soccorrermi, al locale, è sparito mio fratello, quell’uomo, perfino io..pensavo solo a cosa sarebbe successo se ti avesse fatto del male..se scoprissero che provo dei sentimenti per te, cercherebbero di colpirti e non posso permetterlo, perché adesso lo so, IO TI AMO.

Jensen rimase sconvolto da sentirsi fare una dichiarazione del genere in un momento così tragico.
Un attimo dopo Jared gli sbattè la porta in faccia.
 
Jensen rimase a fissare la porta, sconvolto, con la bocca aperta e gli occhi lucidi e come in trance, tornò a casa, con la sensazione di stare galleggiando nell’universo.

Non chiuse occhio per tutta la notte.
 
Jared non aveva chiuso occhio tutta la notte, perché l’aveva passata a piangere. Non temeva che jensen avrebbe potuto svelare il suo segreto, no, si fidava di lui, temeva solo di averlo perso per sempre, sia per come l’aveva trattato, sia per il modo in cui l’aveva spaventato.

Verso le nove di mattina, si alzò svogliatamente dal letto e cercò perlomeno di lavarsi un po' per sentire un po' di sollievo, era appena uscito dal bagno, vestito già di tutto punto, quando udì suonare il campanello.

Temeva o forse sperava troppo ardentemente di conoscere l’identità del disturbatore.

Aprì la porta e si trovò davanti Jensen.
Lo guardò turbato.

Jensen aveva la faccia completamente rossa, delle occhiaie tremende attorno agli occhi, segno che anche lui non aveva dormito e uno sguardo folle dipinto sul viso.

“B-buongiorno Jensen..” balbettò Jared.

“Buongiorno un cazzo.” Disse il biondo.

Jared arretrò.Non l’aveva mai visto così. Di solito Jensen era sempre molto gentile ed educato.
“Jensen, ascolta, per ieri, io..mi disp..”
Ma Jensen alzò una mano per interromperlo.

“Hai di che scusarti, puoi starne certo, ma prima, potresti lasciare che finisca almeno di parlare?”
“S-sì, certo..”

“Bene.” disse Jensen entrando nella casa.
 
Prese un grosso respiro e poi cominciò.

“Con te, è stata una pioggia di prime volte.

Jared lo fissò perplesso. Non si aspettava questa uscita.
“Cosa..”

“Non mi era mai capitato di dover aspettare così tanto per fare sesso, nella mia vita.”

Jared lo fissò strabiliato, non riusciva a credere che dopo ieri, Jensen se ne uscisse fuori con queste frasi e poi..il sesso? Lui pensava che Jensen fosse d’accordo nell’aspettare, nel fare le cose con calma.

“Non mi era MAI capitato di dare più importanza al lato romantico, che a scopare qualcuno!” continuò il biondo.

Jared stava cominciando a capire, deglutì, ma il biondo non voleva lasciarlo finire.

“Non mi era MAI capitato che, mi scaricassero ancor prima di fare SESSO!”
“Jensen, ascoltami, io..”

Jensen si era fatto vicinissimo ora.  Jared indietreggiò fino al muro.

“Non mi era mai capitato che, mi scaricassero subito dopo avermi detto TI AMO.”

Jared si sentiva in trappola. Il biondo lo stava pressando con il suo corpo, avrebbe dovuto sentirsi impaurito o in soggezione, ma inaspettatamente, si sentiva eccitato. Sorprendendo anche sé stesso, si avventò sulle labbra del biondo, cominciando a baciarlo, ancora e ancora e ancora.

Si baciarono per due lunghissimi minuti, fu il bacio più passionale che si scambiarono fino a quel momento.
 


Quando si staccarono, Jensen sembrava aver perso un po' la rabbia.

“Dimmi che non hai mai usato i tuoi poteri su di me..”

“Non l’ho fatto..”
“BENE!” disse e riprese a baciarlo.

“Jensen..aspetta..io..non ne sono sicuro!
Jensen lo fissò.

“Io..non è una cosa che posso controllare..e se l’avessi invece fatto?”
“Non mi importerebbe!”
“Cosa??”

Odiavo essere un bambino. Tutto quel senso di impotenza, goffaggine, solitudine e rabbia, oltre a centouno modi perfetti per rendersi ridicoli, avrei potuto scrivere un manuale..”

“Beh, peccato, perché io potrei far sentire così, quindi se non vuoi questo, non possiamo stare insieme.”

Jensen lo fissò e il moro vide un lampo di rabbia, balenare negli occhi del biondo e decise di farla finita. Gli spuntò un sorrisetto.

“Ehi, mi stavo solo divertendo un po'.” E riprese a baciarlo appassionatamente.

Jensen ricambiò con la stessa passione , pressandolo così tanto contro il muro, che riuscì perfino a sollevarlo da terra, mentre gli baciava il collo, facendolo gemere.

“Jensen…voglio fare l’amore con te!”
Jensen lo guardò a occhi sbarrati.
Adesso?”

“Che c’è? Non mi desideri?” gli chiese Jared suadente.

“Ti desidero dal primo momento che ti ho visto..m-ma…io volevo aspettare..il momento giusto..”

“Chi può dire quale sarà il momento giusto? Sono stato tutta la notte a pensare a te, credevo di averti perso per sempre..e ho capito che non esiste il momento giusto..se stiamo sempre ad aspettarlo..domani potremmo essere morti, senza aver realizzato i nostri sogni..” disse Jared, accarezzandogli i folti capelli.
“IO sarei il tuo sogno?”

“Sì..ma forse io non sono il tuo..lo capirei se non..”

Jensen non lo lasciò finire, che lo baciò di nuovo appassionatamente, poi lo sollevò, mentre lo portava in camera, in braccio.
 
 
A dispetto dell’irruenza di prima, poggiò Jared con dolcezza sul letto, poi si sdraiò sul suo corpo, riprendendo a baciarlo.

Il moro aveva allacciato le sue dita al collo del biondo, impedendogli di andar via, cosa che stava facendo andare Jensen, via di testa.

“Perdonami..perdonami..” sussurrava Jared.
“Stai zitto..” disse Jensen, come un ordine.

Jared, un angelo dal cielo, che non solo aveva graziato Jensen del lusso di poterlo incontrare, ma che ADDIRITTURA LO AMAVA, come poteva chiedere scusa?

“Non so se sono degno di…fare l’amore con te..” gli confessò Jensen, sul suo collo, vergognandosi un po'.

“Non fare il ragazzino, adesso..” disse Jared, coccolandolo.

“Colpa tua..” disse Jensen.

“Non nasconderti dietro i miei poteri.” Rise Jared. “Ora, dimostrami QUANTO SEI UOMO.” Lo provocò Jared con un sorriso malizioso.

“Mmm..non posso tirarmi indietro davanti a una sfida!”

E dicendo così, gli sollevò la maglia, cominciando a succhiare i suoi capezzoli, facendogli reclinare indietro la testa, poi inserendo anche la lingua sul suo ombelico.

Poi passarono ai genitali, fu l’esperienza più bella che i due avessero mai provato.
Entrambi , a turno, si diedero piacere.

Era una cosa erotica, passionale e intensa insieme, ma nessuno dei due voleva raggiungere l’orgasmo in questo modo.

“Ti vogllio..ti voglio…ti desidero..” disse Jared al suo orecchio.
 
Fecero l’amore in maniera lenta, romantica, ma anche lussuriosa.

Jared non si era mai sentito così, era la prima volta che faceva l’amore in questo modo, sentendo il piacere dilatarsi all’infinito, Jensen ci sapeva davvero fare, o forse erano loro che ci sapevano fare insieme.

Jensen era anche sorpreso. Era la prima volta che provava un piacere così, a essere lento, ma allo stesso tempo si sentiva lussurioso, anche senza bisogno di essere animalesco, era come un nuovo modo di fare l’amore.

Elegante, ma passionale.

Jared era capace di eccitarlo, anche solo guardandolo negli occhi.

“Ohh..” ansimò Jared, dopo una spinta particolarmente forte.
“Colpa tua..ogni volta che mi guardi così…io..” disse Jensen provocatorio.

“Non posso farne a meno..” disse, guardandolo ancora.

“Allora dillo che lo fai apposta.” Disse Jensen, spingendo ancora più forte, poi non potè farne a meno e si chinò a baciarlo, dolcemente e languidamente.
 
 
 
*

Erano abbracciati e stavano guardando entrambi la finestra davanti a loro.

I raggi del sole illuminavano i due amanti come fari nel buio.
 
Il giorno dopo, Jared ebbe una sorpresa inaspettata






















Note dell'autrice: 

salve xd devo dire che sono sorpresa io per prima, avevo tutto in mente un altro capitolo e invece la storia ha preso proprio una svolta inaspettata xd
però ci voleva perchè devo cominciare a preparare il terreno sul fatto che anche questo Jared, ha dei poteri, per quello che ho scritto in questa storia, questo POTERE era l'unica cosa che riusciva a venirmi in mente! Poi magari si scopriranno altri dettagli!
Spero sia chiaro che tipo di potere ha Jared, riesce a risvegliare ricordi ed emozioni e un modo di sentire che si aveva solo da bambini e ovviamente è triste sia per il fatto che pensa che l'affetto che gli altri possano provare per lui sia per merito del suo potere e non del suo vero se stesso e sia perchè si sente in colpa perchè pensa di aver messo Jensen in pericolo!

Per fortuna i due piccioncini innamorati hanno fatto pace! Ps chi sarà appena arrivato? xd

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Capitolo 13
*** Ti presento Jael ***


Il giorno dopo, Jared ebbe una sorpresa inaspettata.

Si trovava nel salotto di casa, seduto sul divano a guardare la tivù, mentre Jensen ancora dormiva, quando si materializzò un ragazzo dalle sue stesse sembianze.

“Fratello.” disse il ragazzo.

“Jael.” Lo chiamò Jared.

Jensen attirato dalle grida, uscì dalla camera e li guardò con circospezione dalle scale. Il ragazzo che era identico a Jared, per l’unica differenza che era vestito di nero e aveva i capelli viola chiaro che risaltavano magnificamente con i suoi splendidi occhi, verdi come il suo gemello, si avvicinò a Jared, inginocchiandosi davanti a lui e abbracciandolo per la vita, restando in ginocchio.

Jael..sei tornato..” disse Jared, accarezzandogli i capelli. “Dove sei stato?”

“In tanti posti e in nessuno..” rispose lui. “Ma mi mancavi.”

“Mi mancavi anche tu. Sai che non mi sento tranquillo, sapendoti chissà dove, lo sai..” disse Jared, tremando appena. Era vero. Si sentiva sempre in ansia e in angoscia, temendo che qualcuno potesse fargli del male.

“Non devi preoccuparti per me, fratello, mi hanno già strappato via il mio cuore, ora nessuno può più farmi del male.” disse Jael, alzandosi da terra, riservandogli un sorriso dolcissimo.

"Sembra che ha passato l'inferno, a dire il vero.." disse Jared, toccandogli il viso.

Jael scosse la testa, emozionato.

"Jared, in realtà...sono tornato per una ragione."

Qualcosa si gelò dentro Jared. Un presentimento.
"Jared.." disse Jael stringendogli la mano. "Forse ti sembrerò un pazzo, ma...ho avuto una visione..tu..che abbracciavi l'altro nostro fratello.."

Jared si sentì in colpa per non avergliene parlato subito appena lo aveva visto, ma quando aveva visto Jael sano e salvo da lui, non era riuscito a pensare a nient'altro, anche se dirglielo era qualcosa che non aveva mai lasciato la sua mente da quando era successo.

"È successo.." disse Jared, con gli occhi lucidi emozionato anch'esso.

"Cosa?" chiese Jael strozzato.
"Ma lui..non sembrava reale..sembrava un'allucinazione, come una presenza incorporea..io..sono stato male..sono svenuto."

"Ti ha fatto del male?" chiese subito Jael. "Raccontami tutto!"
Jensen si schiarì la voce per segnalare la sua presenza e Jael sbiancò.
"Non..non mi avevi detto che avevi qualcuno in casa."

“Jael..” disse Jared, prendendo coraggio. “C’è anche qualcun altro che vorrebbe fare la tua conoscenza.”

Jael lo guardò perplesso, poi stupito, poi spaventato.

“C-chi?? Non dovevi raccontare a nessuno di me, l’hai promesso.”

“È tutto a posto, Jael, calmati..Jensen non dirà di te a nessuno..”

“JENSEN?”
 
“Sono qui.” disse il biondo, scendendo piano le scale..

Jael si voltò verso il biondo, emettendo un singulto strozzato.

Già a sentire quel nome si era sentito soffocare, ma ora a vedere quel volto, si sentiva morire.
“Jensen??”

Il biondo però non dava segni di riconoscerlo e a sentirsi chiamare così, aveva assunto un’aria contrita.

“Jael, tu conosci Jensen?” chiese Jared, stupefatto.

Jael però non rispondeva, continuava a guardare Jensen, pallido, come se stesse fissando un fantasma.

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Capitolo 14
*** La vera identità sulle coppie di gemelli ***


“Jensen??”

Il biondo però non dava segni di riconoscerlo e a sentirsi chiamare così, aveva assunto un’aria contrita.

“Jael, tu conosci Jensen?” chiese Jared, stupefatto.


Jael però non rispondeva, continuava a guardare Jensen, pallido, come se stesse fissando un fantasma.

“No…no..no..non puoi essere TU..” disse Jael, indietreggiando.
“Jael, tu conosci il mio ragazzo?” chiese Jared.
Jael si voltò verso di lui, sconcertato.
“Tu e lui..state insieme??”
“Sì, ma…

“NO! Non posso credere che tu mi abbia fatto questo!” disse Jael, prendendosi la faccia tra le mani.
“Jensen, vuoi spiegarmi  che cosa…” diceva Jared, che stava cominciando a perdere la pazienza.
“Jar, ti assicuro che io non..”

“Tu stavi con me!! Come hai potuto tradirmi?? Come hai potuto finire con mio fratello?? Dopo che io ti ho fatto perdere la memoria…” gridava Jael.

Jared impallidì come un fantasma.

Jensen, che cosa significa questo??”
“Ti assicuro che non so di cosa lui sta parlando!!” si difese Jensen allibito.
Non è vero!! Lui non ricorda! È per questo che..”

“Va bene, Jael, cerchiamo di calmarci tutti e di ragionare con calma.” Disse alzando le mani.  “Vediamo di venire a capo della situazione, ok? Sei assolutamente SICURO che lui sia il Jensen di cui parli? In fondo tu stesso hai detto di venire da un altro mondo e se ci sono io, che sono uguale a te, forse anche Jensen potrebbe..avere un sosia..” disse Jared, guardando il biondo, stentando a credere a quella possibilità assurda.

Per un attimo sembrò che Jael stesse accarezzando quell’idea, quella possibilità, ma poi gridò di nuovo.

“Non è possibile una cosa del genere!!”

“Perché? Stiamo parlando di mondi paralleli..” cercò di farlo ragionare Jensen.
“Non è possibile perché..non stiamo parlando di SOSIA qui, Jared..è davvero mio fratello..” disse Jael stancamente.

Jensen sembrò capire per la prima volta, la portata di quella rivelazione e guardò prima il moro, poi lo sconosciuto identico a lui.

“Jared, io ti amo, lo sai, ma credere a dei poteri, è una cosa..è una cosa di CERVELLO..ma credere a mondi paralleli..è..”

Jael stanco di quella manfrina, trasfigurò la sua faccia e Jensen nel vederla, emise un grido.

“Ecco..è stato per questo..che ti ho lasciato..” disse Jael, incupendosi.
 
Jared addolcì la sua espressione e si inginocchiò davanti a lui, mettendogli le mani sopra le spalle.

“Jael non è il tuo Jensen..prova a pensarci, se fosse il tuo Jensen, come avrebbe fatto a trovarsi qui? Avrebbe dovuto avere un motivo, ma se tu stesso dici che ha perso i ricordi..”

“Sì..forse hai ragione..forse è un sosia..forse ce ne sono qui..” disse Jael stancamente e poi si mise seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto.
 
Jensen continuava a guardare Jael con sguardo disorientato.

"Senti, TI PREGO, raccontami cosa è successo con NOSTRO FRATELLO. Ne ho bisogno!! Non faccio altro che avere quei lampi nella testa..e ti ho visto cadere, io sto diventando pazzo!!"

Jared guardò suo fratello che sembrava volersi strappare i suoi bellissimi capelli viola con le mani e il suo amore Jensen -a quanto pare riscoperto forse doppelganghe del ragazzo del suo gemello - che fissava suo fratello con gli occhi di fuori e si chiese chi dei due sarebbe uscito fuori di testa di più a sapere il racconto di quel giorno con tanto di dettagli, perchè di sicuro Jael non si sarebbe accontentato di una descrizione approssimativa. Sospirò e si preparò a raccontare per filo e per segno cosa era successo durante l'appuntamento con Jensen.

Jael sembró sul punto di svenire, quando Jared gli raccontò della sua aggressione. A sua discolpa, si disse Jared nella sua testa, aveva completamente rimosso l'aggressione del tizio misterioso, perché l'improvvisa e straordinaria comparsa di loro FRATELLO gli aveva fatto dimenticare tutto! Sconvolse però Jael che cominciò ad autoincolparsi perché se non lo avesse lasciato solo per andarsene in giro per i mondi tutto ciò non sarebbe successo, la tensione si smorzó appena quando Jared ribatté che non gli avrebbe permesso comunque di fare il terzo incomodo durante il loro appuntamento, quindi non sarebbe cambiato nulla e a quel punto riuscì a farlo ridere, poi Jael si concentrò su quello che lo sconosciuto avesse detto.

"Davvero l'ha chiamato Sua Altezza? Quindi nostro fratello è una specie di principe? Speriamo sia un principe buono. Se fosse un principe cattivo, tremo al pensiero di una popolazione ridotta chissà come."

Jared avrebbe voluto ribattere che un principe buono non rapisce i suoi stessi fratelli, ma considerato che lui per primo era stato rapito, forse lo faceva coma una sorta di strana catarsi e poi Jael sembrava già così sconvolto che non voleva intristirlo ulteriormente.

Alla fine del racconto, Jael era stranamente sereno o almeno così sembrava, anche se sembrava un po' geloso del fatto che l'altro fratello avesse deciso di mostrarsi a Jared ma non a lui, certo, dopo tutta la fatica che ha fatto per trovarlo..e alla fine si mostra al fratello sbagliato. Anche Jared sarebbe stato incazzato della cosa. Avrebbe potuto trovare divertente la sua gelosia, se solo la cosa non sembrava così tragica. Una volta appurato che Jael grazie a una generosa dose di tisana si fosse calmata, tornò a guardare Jensen preoccupato.

“Stai per fuggire via?” chiese Jared.

“No, se non mi cacci di nuovo.” Disse Jensen, poi capì che non era tempo per gli scherzi. “Direi di concentrarsi su una cosa per volta.." e indicò Jael. "Lui sarebbe..tuo fratello. Giusto?
“Mio fratello gemello. Sì.”

"E non siete neanche solo due, ma TRE! E il terzo ha cercato di contattarti attraverso uno strano e inquietante legame telepatico!"

"Esatto!"

"Come DIAVOLO è possibile che siete gemelli se tu vieni da un altro pianeta?? Forse siete doppelgangher, o qualcosa di simile?”disse Jensen rivolgendosi a Jael.

"In principio siamo stati concepiti su un pianeta, poi secondo lui, delle persone malvagie, ci hanno separati alla nascita e ci hanno dispersi in mondi diversi.” Disse Jared.

“Viaggi tra i mondi eh? Ma loro CHI?? Stiamo parlando degli ALIENI?? Di entità sconosciute? Di angeli? Demoni?? Cosa??"  
 
Jared però non lo stava più guardando, o meglio, alternava gli sguardi da suo fratello al biondo. Il suo gemello osservava quel loro dialogo con curiosità. Jared, essendo gemello, poteva capire facilmente quello che pensava.

"Io...non ho idea di chi siano ma so per certo che devono essere UMANI."disse Jared immensamente triste.
Jensen guardò Jael pieno di amarezza e Jael gli restituì il medesimo sguardo. Jared intuì cosa si agitava nella mente di entrambi. Sapeva che Jensen avrebbe preferito fossero entità soprannaturali. Sapere che dei componenti della razza umana erano capaci di tali mostruosità era a dir poco desolante. Non dava speranze per il futuro. Guardò ancora Jael e stavolta si rivolse a lui.

“Jael, hai visto? Lui non ti riconosce..”
Jael strinse i pugni senza dire niente.

“Non ti riconosce non per colpa dell’amnesia, ma perché non è lui quello che cerchi, mi dispiace.” Disse il moro, prendendogli la mano e stringendogliela dolcemente.

Jael ricambiò la stretta e gli occhi gli divennero un po' lucidi.
“Mi dispiace..” disse con voce rotta. “Sembrava così tanto lui..”

“Non devi scusarti..se quello che dici, è vero, hai dovuto rinunciare al tuo amore e credevi che fossi io e ti avessi tradito…non so come avrei reagito se fosse accaduto a me.” disse Jensen, guardando il suo Jared.

“Tutto questo che ho fatto..la forza che ho preso..è stata solo per ritrovare mio fratello..solo questo mi ha dato la forza..anche se non eri TU che cercavo, Jared..mi dispiace..” disse Jael a mò di scuse.

Jared lo guardò dolcemente.
“Non devi scusarti.”

"Scusate ma c'è ancora qualcosa che mi sfugge. Tu dici che cercavi l'altro, quello che riesce a spostarsi tra i mondi e a prendere possesso dei corpi altrui che potrebbe rubare il posto a Satana...e che a quanto pare è riuscito chissà come e chissà quando ad acquisire un titolo nobiliare, ora non vorrei che fraintendessi le mie parole, ma come mai se cerchi l'altro, ti trovo qui?"disse Jensen.

"Jensen!!!" Lo aveva richiamato scandalizzato Jared.

"Tranquillo, Jared, è normale che sia confuso. Da parte mia posso assicurarti che, anche se il mio obiettivo primario era cercare l'ALTRO, perché avevo intuito essere più fragile e bisognoso di aiuto, anche Jared è mio fratello. Il radar l'ha riconosciuto come tale e anche Io e ora che l'ho trovato, non ho intenzione di perderlo mai più. Ti sarai certamente accorto di quanto sia adorabile."

Jensen gli restituì un'occhiata che recava in sé un sacco di non detti in cui era palesemente d'accordo. Jared si sentì arrossire a ricevere così tante attenzioni e cerco disperatamente di spostare l'argomento.

“Jael cercava suo fratello, ma non cercava ME, lui era indirizzato verso un altro fratello, in realtà siamo in TRE. Non sapeva della mia esistenza..o meglio..diciamo che l’ha scoperto dopo..è complicato..ma prima dobbiamo chiarire qualcosa di più importante, Jael, ti sei convinto che non è il Jensen che cercavi?”

“Sì..” disse Jael, guardandolo nuovamente. “Mi dispiace di essere stato così istintivo..ma la sua somiglianza..e il fatto che si chiamino con lo stesso nome..non ha aiutato..”

“Forse l’idea dei sosia non sembra poi così malaccio..” disse Jared. “In fondo gli scienziati hanno sempre sostenuto che in mondi paralleli possano esserci versioni diverse di noi.”

“Questo vorrebbe dire che da qualche parte nel mondo potrebbe esserci anche un sosia DI TE? Non sono preparato anche a questo.” disse Jael.
Questo fece venire nuovi dubbi a Jensen.

“Aspettate un attimo, come fate a questo punto a essere sicuri che Jared sia davvero tuo fratello? Se ti sei sbagliato su di me, credendo che fossi il tuo ragazzo, magari ti sbagli anche su di lui, tu credi che lui sia tuo fratello e mentre invece potrebbe essere solo il tuo sosia.” Disse Jensen tra i denti.

Jared lo guardò sconcertato e con una nota di rimprovero.
“Scusami, ma è meglio essere sinceri e non scherzare su ste cose.” Disse il biondo.
Jael li guardò entrambi e mostrò loro il suo radar.

Questo me lo dice.” Mostrò loro il grande radar, su cui la scritta BROTHER, illuminava al centro e una piccola freccia puntava palesemente nel punto si cui era situato Jared.
Un leggero BIP BIP risuonava.
 
A quel punto, dopo che Jared lo ebbe tranquillizzato ulteriormente su quanto Jensen fosse “sicuro” e che non avrebbe rivelato la sua storia, decise di dargli un’altra prova di fiducia. Fece comparire il buco nero, con la mano.


Jensen era impressionato.
“Va bene, basta così, Jael, richiudilo, sei ancora debole, non devi stancarti.” Disse Jared.

Jael lo fece e poi si sedette, ma voleva altre rassicurazioni.
“Ho la tua parola che quello che dirò, non uscirà da qui? Ne va molto di più della sola mia incolumità.”

“Hai la mia parola.” Disse Jensen, notando che Jael non lo guardava in viso. Doveva essere molto difficile per lui.
 
Jael si mise a raccontare la sua storia, come aveva conosciuto Jensen, tutta la storia della moneta, le sue ansie, i suoi incubi, come lo spirito di essa l’aveva minacciato e aveva minacciato di fare del male alle persone che amava.



“Mi sembrava che tu avessi detto che vuole proteggerti..ma non sembra così buona se cerca di fare del male alle persone e al ragazzo che ami.” Disse Jensen risentito.

“Ha un lato buono e uno cattivo..rappresenta la mia dualità..” disse Jared,toccandosi il viso. Il suo gemello lo incoraggiò ad andar avanti e lui raccontò dell’ospedale, dell’incidente di Jensen, di quando decise di lasciarlo per il suo bene, di come Misha fu coinvolto, del viaggio attraverso i mondi.
 
Jensen lo interruppe di nuovo.

“Aspetta un attimo..dici che eri con un tuo amico..che fine ha fatto?”
Jael sembrò incupirsi.
“Ci siamo separati..”
Jensen assunse uno sguardo addolorato e Jael si sbrigò ad aggiungere:

“Lui sta bene, è tornato dal ragazzo che ama, ma è una storia lunga da raccontare e non abbiamo tempo adesso. Sarà per un’altra volta.”

“Va bene, va bene, arriviamo a quando voi..tu e lui..” disse Jensen.

Jael ridacchiò e si mise a raccontare brevemente, di quello che gli era capitato. Fin da prima di incontrare Jared e potergli parlare, aveva visto subito che i suoi capelli avevano cambiato colore. Jael aveva cercato una spiegazione e si convinse che facesse parte dei suoi poteri, forse inconsciamente erano come qualcosa di VIVO dentro di lui e indovinando le sue paure, avevano fatto in modo di dargli la possibilità di distinguersi dal suo gemello. Rimaneva la questione del nome, quando si incontrò con Jared, rimase stupito di scoprire che aveva il suo stesso nome, ma decise che sarebbe stato lui a fare un passo indietro, cambiandolo in JAEL, per evitare molta confusione, poi riparlarono della visione che Jared aveva avuto.
 


Era un luogo oscuro, avvolto dall’oscurità, ma sopra quello che sembrava un lungo tavolo, erano adagiate delle ceste, con delle coppie di bambini.
Tre ceste per ogni coppia di bambini.

“No..guarda…meglio…” disse il padre che, chissà come, aveva captato i suoi pensieri.

Jensen si sentì come se guardasse attraverso un televisore che stesse scattando una specie di ZOOM. Si sentì avvicinare come se fosse li presente e guardò MEGLIO.
Non tre coppie di gemelli.

DUE coppie di gemelli per due ceste, ma nella terza..TRE.
Tre gemelli.

 


I tre ragazzi si misero a cercare di risolvere l’enigma.
“Tre gemelli nella cesta, potreste essere voi, Tu, Jael e l’altro ragazzo, il terzo fratello che lui stava cercando.” Disse Jensen.

“Il gemello che lo spirito della moneta continuava a farmi vedere , sì…rimane il mistero del perché lo spirito mi volesse portare solo da lui, non rivelandomi che avevo un altro gemello.” Disse Jael, ancora risentito all’idea.

“A quello ci arriviamo dopo.” Disse Jared. “Dunque i tre gemelli nella cesta, potremmo essere NOI, ecco perché hai avuto quella visione..rimane da capire, chi sono gli altri.”

“Beh, per un’altra coppia, almeno, è facilmente intuibile. Basti pensare alla mia seconda visione..” disse Jael.
 
“Figurati, amico, lo so che non sono così speciale, ho solo dovuto mantenere la farsa dell’amnesia anche con Chad, solo per pararti il culo..”
“Scusami..”

“Non importa..sei mio amico..non avrei mai potuto tradirti..”

Jared sentendo questo si sentì più in colpa che mai, abbracciò di scatto ancora Misha e in quel momento vide dei bagliori.

Dei bagliori nel buio, delle immagini confuse che gli danzavano in mezzo agli occhi.

E poi lui..MISHA..ma sembrava in un qualche modo diverso.
Più OSCURO..e con una tunica lunga
e…
“Dio santissimo!!”disse, lasciandolo andare.
“Jared?? Che c’è? Che ti succede?”

“Misha, devi dirmi una cosa e voglio che tu sia assolutamente sincero con me.”
“Certo, perché tu lo sei stato..”
“Ti prego!”
“Mpf..va bene, che vuoi sapere?”

Che tu ne sappia..tu hai un gemello??”
Misha impallidì e non rispose, anzi, si aggrappò allo schienale della sedia, senza guardarlo.

“Misha, ti prego, rispondimi, è importante.”
“Come..come lo sai..?”
Jared si sentì mancare l’aria.

“Dov’è? Come posso fare a parlare con lui??” gli chiese, tirandogli la maglia.
“Puoi andare al cimitero.”
Jared restò senza fiato.

“Mio fratello è morto alla nascita, Jared. Io sono venuto fuori vivo, lui no.”
Silenzio.

“Perché tiri fuori questo dolore del mio passato? Chi te l’ha detto??”
Misha sembrava attraversare cent’anni di dolore.

“Misha, ascoltami..non pensare che io sia pazzo, ma..credo che lui sia VIVO..”

“Cosa??” chiese Misha strabuzzando gli occhi.

 
 
“In quella mia visione, c’era Misha e c’era una persona identica a me, con delle lunghe tuniche addosso, avevano sguardo oscuro, come se facessero parte di una setta o qualcosa del genere..ho capito subito che non eravamo noi..” diceva Jael.

“Potrebbero essere l’altra coppia di gemelli!” disse Jensen sbalordito.

“Esatto, è quello che avevo pensato anche io! Ecco perché Misha ha voluto accompagnarmi, o meglio, era una ragione in più, si sentiva coinvolto anche lui personalmente.” Disse Jael.

“Quindi ricapitoliamo, il nostro terzo fratello scomparso e probabilmente rinchiuso chissà dove, è amicissimo con il gemello di Misha, anche lui creduto morto da quest’ultimo, direi che abbiamo risolto parte dell’enigma, ora sappiamo chi sono la seconda coppia di gemelli.” disse Jared.

“Manca la terza..” disse Jael e fissò Jensen intensamente.
Il biondo strabuzzò gli occhi, Jared fece lo stesso.
“Woww aspettate un momento..”
“Ma certo..non c’è altra soluzione..” diceva Jared.

“NO! Insomma, questo tizio ce l’ha con me! Prima mi attacca dicendo che sono il suo ragazzo e che l’ho tradito, ora vorrebbe farmi credere che sono il gemello sperduto di un ragazzo disperso chissà dove nel cosmo! Bisogna andarci piano con queste cose!”

“Jensen, qui nessuno ti sta accusando di niente, ma dobbiamo tenere in considerazione tutto e..”
“Perché io?? Io non c’entro niente in questa assurda storia! Certo, in qualità di tuo ragazzo, c’entro, ma..”

“Toccala.” Lo spiazzò Jael, tirando fuori la moneta.
 
Jensen lo guardò come se gli avesse appena proposto di strozzarcivisi.

“Toccala. Se è davvero come dici e sei estraneo in questa storia da pazzi, non ti farà niente.”

Jensen aveva ancora quello sguardo e Jael sospirò rumorosamente.

“In qualche modo e per qualche astruso motivo, siamo tutti collegati telepaticamente e magicamente. Questo ciondolo..” e si toccò il ciondolo che il suo fidanzato gli aveva regalato. “Mi permette a volte di avere dei flash del mio ragazzo, si riscalda o gela, a seconda se lui è triste o felice..e quando i suoi genitori sono morti…lui..ha avuto una VISIONE..la stessa di cui vi ho parlato..tre coppie di gemelli.”

“Prima parlavi di questa visione come se fossi stato tu ad averla, ora dici che l'ha avuta il tuo ragazzo?” chiese Jensen.

“Mi sono espresso male. Intendevo che io ho avuto quella visione INSIEME A LUI. Il ciondolo ha cominciato ad illuminarsi e ho visto con i suoi occhi, come se fossi di fronte a lui. Ho visto addirittura suo padre tenergli la fronte e ho capito cos'aveva visto quando ha preso la moneta. Abbiamo avuto quella visione in sincrono. Tramite questo. Ho potuto vedere quello che lui VEDEVA. E Jensen ha visto quello che ha visto perchè era coinvolto personalmente! Non volevo crederci, pensavo che il padre di Jensen conoscesse queste persone e volesse dire a suo figlio di cercare i bambini, ma era lui stesso UNO DI LORO..uno di NOI. Sono stato forse cieco per tanto tempo.” Disse Jael, indicando il suo ciondolo.
 
Jensen sembrava ancora titubante, ma Jared, colto da un’illuminazione improvvisa, gli prese la mano, con gli occhi che gli illuminavano.

“Jensen! C’è la possibilità che davvero tu sei parte della terza coppia di gemelli!”
“Anche tu con questa follia. “disse Jensen.

“No, ascoltami! Jael pensava che il legame speciale che aveva con Jensen, il suo Jensen, fosse l’unico motore che collegava le loro menti, che fosse solo per via dell’AMORE che provano l’uno per l’altro, ma se non fosse solo per questo? Se ci fosse di più?? Jael ha visto NOI e ha visto Misha, anch’esso coinvolto, quindi c’è la possibilità che se Jensen, il suo Jensen, abbia avuto quella visione, sia perché…”

“Anche lui abbia un gemello…” finì Jensen, per lui.
Jared annuì incoraggiante.
 
Jensen si voltò di nuovo verso Jael, che continuava a tenere in mano la moneta, in attesa.
Si alzò, piano, lentamente.

“Potrebbe non accadere nulla..tu stesso hai detto che il tuo Jensen ha toccato la moneta milioni di volte e non accadde nulla..potrebbe succedere anche con me.. e non dimostrerebbe comunque che ci siamo sbagliati…è soltanto un oggetto..”

Jael sorrise tristemente.
“Sei proprio come lui..sei uguale in ogni atomo..”
Jensen decise di non commentare quell’ultima frase.

“Potrebbe non accadere nulla, o potrebbe invece essere che le emozioni che proviamo in questo momento, facciano da collante e da ponte..ma tanto vale provarci, no?”
Jensen sbuffò.

“Anche tu sei uguale a lui in ogni atomo. Cocciuti alla stessa maniera. Se per qualche miracolo divino, dovesse funzionare, non mi stupirei, che sei finito con il mio clone/fratello gemello sperduto, una simile forza per contrastarvi, chi l’avrebbe?”

Jared gli diede uno scappellotto sul sedere e lo incitò a sbrigarsi.
Jensen, forse anche per smorzare la tensione, rise e si avviò.
 


Jael teneva ancora la moneta sul palmo della mano come se fosse un altarino.

“Smettila di tenerla in mano come se fosse l’ostia, è una cosa che mette a disagio.”
Jael rise.
“È perché forse, congiungere le nostre mani, pelle contro pelle, assieme al metallo, favorirebbe l’unione delle nostre menti.”

“Se lo dici te!” disse Jensen, scrollando le spalle, poi guardò Jared, per un’ultima battuta.
 
“In futuro, per procedere con i voti nuziali, invece di tante manfrine, si procederà così? Sarebbe comunque una cosa molto più originale, questa cosa assomiglia tanto a uno sposalizio.” Disse, poi guardando Jael come per una conferma.

“Guarda che io vengo solo da un altro mondo, non dal futuro.” Lo informò.

Jensen scrollò le spalle. “Tra futuri, dimensioni alternative e parallele e viaggi nel tempo, non si capisce più niente, è tutto un miscuglio.”

Poi, non potendo fare altrimenti, mise la sua mano sulla moneta, che era sopra il palmo della mano di Jared, chiudendo così la moneta tra le loro mani. In quel momento, le loro mani e la moneta, erano una cosa sola.
 
E poi accadde.
Jensen non credeva potesse succedere davvero, ma accadde.

Vide la visione di cui aveva parlato Jael e vederla dal vivo era molto più sconvolgente che sentirla raccontare.
Sentì il pianto dei neonati e il buio di quella stanza lo avvolse e lo fece rabbrividire come una coperta gelata.

Provò assurdamente pena e avrebbe voluto inserirsi nella visione per strappare quelle povere creature da lì e metterle al sicuro, ma non poteva!
 
Cadde per terra, interrompendo il contatto e gettandosi a terra, tenendosi la testa tra le mani.



“No, no, no, no, no…”
Jared gli fu subito accanto, prendendolo tra le braccia.

“Che cos’ha visto?” chiese Jared, rivolto al suo gemello.

“Il nostro incubo.” Disse Jael, con lo sguardo immensamente triste, quello sguardo triste che diceva a Jared, che lui aveva visto le stesse cose che aveva visto Jensen.

“A dire la verità..avrei dovuto intuire che era il fratello di Jensen, già una volta scoperto che si chiamava esattamente COME LUI, come è successo a noi due, che abbiamo chissà per quale motivo, lo stesso nome..” disse rivolto a Jared. “Ma quando l’ho visto..mi sono lasciato accecare dall’amore che ancora nutro profondamente per lui..mi dispiace Jensen, avrei voluto per te, che avessi ragione..e che fossi davvero solo un sosia..ma egoisticamente..sono felice per lui..” disse Jael, dolcemente.
 
 






















Note dell'autrice: scusatemi per il capitolo lungo, ma alcune questioni andavano risolte! Come quelle dei nomi identici xd (ma se ne riparlerà ancora ) e quella del legame simbiotico che hanno i Jared e Jensen dell'altra storia! Inoltre volevo rendere un quadro realistico di un poveraccio che si trova invischiato in una storia assurda dall'oggi al domani solo perchè si è innamorato di un adorabile giocattolaio ahhah Ciao Jensen! :D 
Non riesco proprio a immaginarmi come deve essere trovarsi nei suoi panni, povero! ahhah xd

Ora vi allego il capitolo a cui questo capitolo fa riferimento per chi non lo ricordasse:

JARED E JENSEN E LA VISIONE IN SINCRONO: 

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Capitolo 15
*** Bobby ***


Jensen aveva sentito parlare di Bobby da Jared, la prima volta che l’aveva conosciuto.
“ È il proprietario? Io credevo..”

“Oh, oh, no..” disse Jared ridendo. “Sono solo un commesso, ma il padrone, il signor Bobby, mi ha permesso di consigliarlo, di decidere come volevo che fosse. Le luci, i colori, persino i giocattoli, la posizione degli scaffali. Siamo entrambi d’accordo sul fatto che l’infanzia dovrebbe essere sorella della fanciullezza e la fanciullezza non sono solo i giochi, ma è il fanciullino di Pascoli. È l’innocenza e la fantasia. È una sensazione. È il batticuore
 
Jared non gli aveva detto che Bobby era il suo padre adottivo.

Non capiva perché gliel’avesse tenuto nascosto, ma quando arrivarono a casa dell’uomo, tutte le domande di Jensen, sparirono per un istante, quando vide l’uomo abbracciare il ragazzo e insistere affinchè mangiasse qualcosa.

Jared lo guardò con occhi colmi d’amore, luccicavano e Jensen ne fu assurdamente sia geloso che ammaliato insieme.

“Ti faccio un panino. No? Preferisci un the? Una pesca? Dimmi quello che preferisci.” Disse Bobby, sostenendolo, ma il ragazzo si limitò a sorridere e a lasciarsi prendere tra le sue braccia, senza rispondere.

L’unica persona con cui aveva visto Jared così arrendevole era Jensen stesso, quindi quella sorta di dolce arrendevolezza lo lasciò spaesato e confuso.

Bobby lanciò a Jensen e Jael, solo un’occhiata, poi accompagnò Jared a distendersi sul divano, coprendolo con una copertina leggera, lasciando che riposasse. Gli lasciò una dolce carezza sul viso, mentre Jared sospirava, evidentemente esausto.
 
 


Jensen aveva assistito alla scena, dalla cucina, assieme a Jael. Pochi secondi dopo, Bobby li raggiunse.
“Come sta?” chiese Jael apprensivo.

Jensen gettò un’occhiata al gemello di Jared, vide la grande preoccupazione nei suoi occhi e nel suo sguardo, e ancora una volta era affascinato e ammaliato, ma anche un po' geloso di quel legame che probabilmente tra gemelli sembravano condividere.

Voleva dire a Jael che tutto questo era una cosa di una meraviglia innata, come si preoccupava per suo fratello, ma ne era anche un po' geloso.

“È esausto. Tutte queste emozioni devono averlo affaticato molto, lasciamolo riposare.” Disse Bobby, poi si voltò verso Jael.
Non gli disse niente, gli sorrise solo e abbracciò anche lui.

Jensen ebbe il tempo di formulare il pensiero che Bobby doveva conoscere anche Jael, forse non era cresciuto con lui come Jared, ma era evidente che l’uomo volesse bene anche a lui, come se fosse un altro figlio anche lui, si ritrovò davanti ad un’altra scena bella da mozzare il fiato, sentendosi a disagio e di troppo.

“Sono contento che sei passato.” Disse Bobby, sciogliendo l’abbraccio, poi si rivolse a Jensen.
“Tu sei il suo ragazzo, vero?”
“Sì.” Rispose Jensen, a disagio.

“Jared ti ha raccontato tutto, quindi?”
“Sì.” Disse Jensen.
“Anche di come l’ho trovato?”
Jensen non rispose, la confusione divertì l’uomo.

“È una storia affascinante, vieni, te la racconto.”
Jael però sembrava di altro avviso.
“Io devo andare, Bobby.”
Bobby parve stranito.

“Di già?”
“Sì..e poi non amo l’idea di ascoltare di nuovo la storia che racconta come mio fratello è cresciuto senza di me. Scusa.” Disse Jael, sorridendo.

“Io..okay, certo. Lo capisco.” Disse Bobby.
 
Jael andò a dare un bacio dolcissimo sulla fronte a Jared che stava dormendo e quella visione fece pizzicare gli occhi di Jensen. Forse anche lui avrebbe ricevuto quell’affetto se fosse cresciuto con il suo gemello.

Girò il capo dall’altra parte, per non farsi vedere, vergognandosi della sua gelosia.



Jared diede un bacio anche a Bobby, affettuoso, ma meno intenso di quello dato al fratello.
 
Jensen non si aspettava un bacio anche lui da Jael e ovviamente non accadde, ma Jael fece comunque un gesto che lo lasciò attonito, perché inaspettato.

Gli prese la mano per alcuni istanti, lasciando scivolare le dita all’interno del suo palmo, come un misto tra un saluto e una carezza.

Jael aveva voluto fargli sentire che non era solo e non l’aveva fatto con un bacio, come i primi due, sarebbe stato troppo intimo e quindi ipocrita, visto che non si conoscevano, ma aveva trovato comunque un modo carino per fargli sentire che non era solo.
Non lo sarebbe stato mai più.

In quel momento Jensen capì che esistono persone come Jared, che sono talmente belle dentro, che la loro luce non si limita solo a loro, ma si espande anche alle ramificazioni delle persone che lui considera famiglia.

Jared faceva risplendere ogni cosa che amava, facendola brillare.

E Jensen sapeva, che dal momento che aveva conosciuto Jared, non avrebbe amato soltanto lui, ma anche le persone che lo amavano.
 

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Capitolo 16
*** Bobby racconta la sua vita con Jared ***


“Un giorno, trovai un bambino, un neonato, in un campo.” Disse Bobby.
“Cos..era Jared?” chiese Jensen sconvolto.
Bobby annuì.

“Era dentro uno strano pallone gonfiabile.”
“P-pallone?? Una navicella??” chiese Jensen stralunato.

“Sì.” Disse Bobby rammaricato. “Ma aveva l’aspetto di un grosso pallone, di quelli per le giostre. Jared era fuori dal pallone. Lo presi tra le braccia, lo cullai. Non piangeva. Lo portai a casa mia, non piangeva mai. Non avevo mai visto un neonato non piangere.”
“Quindi l’hai accudito te..” disse Jensen impressionato.

“Magari.” Disse Bobby amareggiato. “Qualcuno mi vide portare il neonato a casa e avvertì le autorità, io cercai di dire che l’avevo trovato, che avrei voluto adottarlo, magari..ma dopo due mesi di lotte, me lo portarono via. Furono due mesi però, davvero deliziosi, certo se non si calcola, la lotta per averlo.”

“Jared è finito in..un orfanatrofio?? Perché??” domandò Jensen.
“No, non un orfanatrofio.” Disse Bobby. “In una famiglia.”
“Cosa?? Di già??” domandò Jensen sempre più confuso.

“Avrei dovuto intuire che fosse qualcosa di molto strano, fin da quando lo raccolsi in quel campo.” Disse Bobby, girando in tondo per la stanza. “Per prima cosa, il pallone gonfiabile era alto quasi fino al cielo e non assomigliava a niente che avessi mai visto, forse a una specie di dirigibile..sembrava quasi..”
“Un ufo?” domandò Jensen.

“Ammetto di averlo pensato.” Disse Bobby. “In fondo aspettarsi una navicella sarebbe stato un po' come una fiaba per bambini, no? Un pallone, magari…insomma, somigliava a uno di quei cosi che usano i bambini per giocarci, ma aveva tutta un’altra aria..era ROSSO, imponente…provai a toccarlo ma non si mosse…e io di certo non avevo il coraggio di portarlo via..anche se ci avessi provato, non credo sarebbe stato facilmente trasportabile..”
“E il bambino?” domandò Jensen.

“Il bambino, era molto più di un bambino. Me ne sono accorto fin da quando lo portai a casa mia, per prima cosa, stava seduto da solo, senza sbilanciarsi, gattonava, sorrideva, rideva, non piangeva, giocava con la piccola pallina che gli avevo comprato..poi..tutto a un tratto..”
“Tutto a un tratto?”

La fece muovere.”
“Mmm..intendi che ci giocava? L’ha lanciata?” chiese Jensen, già temendo che non fosse così.
“L’ha sollevata. Ma senza toccarla” disse Bobby.
Jensen restò zitto.

“Stavo scaldando il latte nel suo biberon, quando all’improvviso..vidi il bambino, seduto sul tappeto, le mani in aria e la pallina sopra di lui. La stava facendo muovere! Credetti fosse una visione ottica, anche perché mi domandavo..dov’era il flusso magico che avrebbe dovuto scaturire dalle sue mani? Non funziona così nei film. Ma era proprio vero.”

“Jared aveva poteri magici?? Ma..non mi ha parlato di questo.” disse Jensen sconvolto.

“Era qualcosa che non si accorgeva di fare, suppongo, mi accorsi subito di aver a che fare con un neonato molto speciale. Seppi anche da subito che dovevo nasconderlo, purtroppo non mi permisero..di..tenerlo.” disse Bobby.



“Vennero a prenderlo e finì’ in un orfanatrofio. Non lo rividi più, per 10 lunghi anni…poi..un giorno..”
 
 
 
Ragazzo, scusa se mi intrometto..”
Il ragazzo,alzò il capo, verso Bobby.
 
“Cosa..cosa c’è..?” chiese Jared, asciugandosi il volto rigato di lacrime.
“Io non ho mai visto un ragazzino piangere seduto al tavolino di un bar.”
 
“Beh, c’è sempre una prima volta!” disse lui.
“Quelli erano i tuoi genitori?”
Jared lo fissò stupito.
 
“Oh, mi dispiace, sono così..invadente. Perdonami, ti assicuro che non ho cattive intenzioni, ma..quello che ho sentito..”
Bobby aveva assistito a parole davvero colorite da parte dell’uomo e della donna, volte solo a mortificare il ragazzo e non era riuscito a non intromettersi.
 
“Io..sì..con loro è sempre così..non mi apprezzano..sono solo contento che non siano i miei veri genitori..”
“Cosa? Sei stato adottato?”
“Sì. Mi hanno trovato in un campo.”
“Cosa??”
 
 
“Questo succedeva due anni fa. Naturalmente indagai e capìì subito che era il bambino che mi era stato strappato via dalle braccia. Jared mi abbracciò quando glielo dissi, poi si voltò imbarazzato, Non doveva aver ricevuto molto affetto. Mi fece tenerezza. Grazie a lui ricostruimmo anche tutta la sua storia e scoprìì che era stato adottato all’età di sei mesi, da una famiglia,che, a quanto ho capito, non l’ha mai voluto.”
 
“Se è così, perché l’hanno adottato?” chiese Jensen basito.
“Ci arrivo tra poco.  Jared mi raccontò di non aver saputo di essere stato adottato, fino ai 9 anni, durante un litigio con la madre. Questo non ha fatto altro che peggiorare il brutto rapporto che aveva con i suoi genitori, assente e problematico.
 
“Come può un ragazzo dolce come Jared avere avuto problemi in famiglia? È dolcissimo e si preocupa sempre degli altri.”
“Mi disse che all’improvviso, una notte di sei mesi fa, capitò qualcosa. Si alzò come un sonnambulo e andò in camera dei suoi genitori.
 
 
“Jared..ma cosa!!” gridò la signora, spaventata.
“Jared!” lo richiamò l’uomo.
“Voi dovete dirmi la verità.”
 
“JARED, VA SUBITO IN CAMERA TUA!” strillò il padre adottivo.
 
“Se voi non volete dirmela, allora dovrò Prendermela.
“AHHHH.”
Gridarono quando Jared mise le mani sulle loro fronti.
 
 
“Mio dio, Jared non avrà…” disse Jensen traumatizzato.
 
“Non li ho uccisi, Jensen.” disse Jared, finalmente sveglio.
“Jared!” lo richiamarono Bobby e Jensen.
“Quel giorno..rividi frammenti di ricordi..”
 
 
 
 
*
 
“Il vostro compito sarà quello di crescere il bambino chiamato Jared, come vostro, accoglierlo nella vostra casa, ma SENZA AMORE. Dovrete farlo sentire costantemente inadeguato, non accettato, non amato abbastanza, inferiore,SBAGLIATO nei confronti degli altri bambini. Dovrete inibire la sua forza vitale, il suo amore, abbassare la sua energia, scoraggiare i suoi pensieri. Mortificarlo e dirgli che sono stupidi.”
 
 
“I miei genitori adottivi sono stati solo un mezzo per farmi soffrire e farmi sentire ALIENO in un mondo che non mi appartiene. Volevano che crescessi nell’odio.” Disse Jared con gli occhi luccicanti di lacrime.
Jensen si precipitò ad abbracciarlo e stringerlo forte.
Jared singhiozzò contro le sue spalle.
 
“A Bobby raccontai tutto e lui mi credette. Aveva visto l’astronave, in fondo.”
“E poi cos’è successo?”
 
“Vidi altro. Quegli uomini avevano ordinato ai miei genitori di inibire il mio potere mentale. Non avrei mai dovuto utilizzarlo per cercare di rendere felici le persone, amarmi poco, farmi sentire sbagliato, avrebbe diminuito la mia energia e bloccato i miei poteri. E più mi fossi sentito meno amato, più negatività avrei prodotto attorno a me, più le persone mi avrebbero avvertito come una minaccia e più io sarei cresciuto come un disadattato e avrei odiato il mondo.”
Jensen lo fissò stralunato.
 
“Ma questa storia è spaventosa! Aspetta. Quanti anni avevi quando hai incontrato Bobby?”
 
“Dieci. Dieci anni. Da quando accadde quell’avvenimento, le cose peggiorarono. Dissero di non aver avuto nessuna visione, che io delirai riguardo a presunti alieni e cospirazioni e che se non mettevo la testa a posto, mi avrebbero mandato in un ospedale per i pazzi. Naturalmente era ancora il soggiogamento che parlava, loro continuavano su quella strada.”
 
“Per fortuna io sono arrivato in tempo. Avrebbero reso la vita impossibile a Jared, altrimenti.”
 
“Bobby, ma tu come hai fatto a credere subito alla storia di Jared? Anche dopo aver visto l’astronave, ma comunque..e tu, Jared, come hai fatto a fidarti così tanto di lui?” chiese Jensen.
 
“Che devo dirti, Jensen..penso che sia perchè Bobby è stato il primo essere umano, il primo contatto umano che io ho avuto sulla Terra..penso che questo lasci una traccia, in qualche modo.” Disse Jared. “Io sapevo, non so come, che potevo fidarmi di lui e lui sapeva non so come, che io dicevo la verità, perché mi aveva già conosciuto e sapeva già dei miei poteri.”
 
“Quindi dopo quell’incontro, tu Bobby, hai cercato di adottarlo subito?” chiese Jensen.
Bobby nicchiò.
 
“Ci sono state delle circostanze prima di allora.”  


POV BOBBY.
Un rumore strano, un tic tic improvviso.
Il rumore che fanno le luci quando si spengono e si riaccendono, poi un po' più forte.

Mi spaventai. Credetti che fosse un guasto all’impianto elettrico o addirittura un blackout.

Temetti che stesse per scoppiare la casa.
Era Jared.
 
“Jared! Per Dio! Che stai facendo??” gli chiese Bobby piombando in quel modo nella cucina.

Jared stava fissando le luci del lampadario in modo intenso, socchiudendo gli occhi.
“Che cosa? Io non sto facendo niente!” continuò.
“SMETTILA ! SMETTILA SUBITO!”

Non avevi detto di non credermi, Bobby??” urlò il bambino undicenne. “Abbiamo cercato dappertutto! Forse tutta questa storia dell’alieno..non esiste! Te la sei inventata o magari siamo pazzi entrambi!! Così hai detto!!”

“Io non sapevo che pensare! Non abbiamo trovato niente che..”

“ORA MI CREDI?? ORA MI CREDI, BOBBY??”

“D’ACCORDO, TI CREDO, MA SMETTILA SUBITO, DIOSANTO O TI SCULACCIO, CAZZO!”

Il bambino per la sorpresa, mollò subito la presa sul lampadario, cinque lampadine si fulminarono. Bobby imprecò.
Da ricomprare.

“O ti sculaccio?” chiese Jared facendogli il verso, ma sorrideva. “Davvero, Bobby, non hai trovato niente di meglio?”

“Beh non lo so!” disse Bobby scrollando le spalle. “Che cosa si dice a un aspirante maghetto undicenne traboccante di magia elettrostatica?”
Jared rise, rise senza fermarsi, poi crollò a terra, rideva e piangeva insieme.

“Dai, su, non è il caso di piangere. Adesso che abbiamo stabilito che ti credo, possiamo andare dal professor Silente a lamentarci con lui perché non ti è arrivata la tua lettera per Hogwarts.” Gli disse Bobby, abbracciandolo stretto.

Il bambino ridacchiò e strinse Bobby un po' di più. l’uomo pensò a tutte le volte che aveva scelto di non avere figli, reputandoli un capriccio, o peggio, una condanna.

Che stupido.. si disse tra sé e sé, mentre il suo cuore si scioglieva un po' di più.
 
 
 
 
*

“Adesso calmati, Jared.” diceva Bobby, mentre sul sedile del passeggero, un dodicenne Jared continuava a urlare e sbraitare.

“NO, NO, NO! Hanno detto che ti avrebbero…che ti avrebbero denunciato, capisci, Bobby?? Hanno detto che tu sei un…un..” il ragazzino scoppiò in lacrime.

Bobby si morse il labbro, reprimendo a stento la rabbia.

Ma certo, era chiaro che uno sconosciuto, tra l’altro di una certa età che avesse un rapporto affettivo con un ragazzino, era visto un po' come una minaccia in quel senso..con tutto quello che succedeva nel mondo, ma Bobby non poteva perdonare ai suddetti genitori, di aver detto certe cose al ragazzino. Non era più semplice chiedere un confronto con lui? Conoscerlo meglio, prima di affrettare i giudizi?

“Ma li ho minacciati. Ho detto che se ci avessero provato, li avrei distrutti.”
Bobby inchiodò la macchina, in una piazzola di sosta.

“Ragazzo, adesso mi ascolti attentamente. Quello che hai fatto è stata una grande, ENORME, GIGANTESCA CAZZATA.”

“Ma..Bobby..io ti ho difeso! A che gioco stai giocando??”
“IO??? Io? Cazzo, Jared! Hai minacciato i tuoi genitori! Ora mi odieranno ancora di più e penseranno che io ti abbia plagiato.”
“Che ti importa?”

“Non capisci? In questo modo non potremmo più vederci. È questo che vuoi?”
Jared abbassò il capo.

“No..certo che no..”
Bobby si passò una mano sulla faccia.
“ È normale che temano per te. Sei loro figlio.”

“Loro non mi amano, Bobby. È tutta una scusa per allontanarmi da te. Ricordi? Non posso essere amato, né ricevere amore.”
Bobby lo fissò.
“Non pensarlo mai, Jared.”
“Ma..”

“Non pensare mai che non puoi essere amato. Presta cura ai tuoi pensieri, prenditene cura. Sono la tua arma più preziosa, se penserai di non meritare di essere amato, succederà proprio questo, se invece sarai convinto di MERITARLO, succederà. Sono i PENSIERI, la vera fonte di magia, Jared.”

Jared continuava a fissarlo, scettico.
“Jared, promettimelo. Promettimi che crederai a te stesso prima di tutto. Prima anche di me.”
Gli prese la mano e il ragazzino la strinse.

“Io..te lo prometto, Bobby.”
“Bravo, figliolo, perché ricorda una cosa, se crederai in te, anche gli altri lo faranno. E quando lo faranno, io sarò in prima fila, a dirti che, ho sempre avuto ragione.”

Il ragazzino sorrise a quelle parole.
 
 
 
 
 
*

Un tredicenne Jared stava appiccando il fuoco alla casa dei suoi genitori grazie al suo potere, i genitori adottivi, assistevano terrorizzati in un angolo, supplicando.

“Supplicate?? Anch’io supplicavo. Tutte le volte che vi supplicavo di amarmi, di comprendermi, ma voi non l’avete mai fatto.”

Gli occhi di Jared erano di un azzurro glaciale stavolta, non del solito verde.

“Jared, che stai facendo?? LASCIALI ANDARE!”
“Schhhh, Bobby, goditi lo spettacolo.”

“Jared, tu non sei questo. Qualsiasi cosa loro abbiano fatto, non meritano di finire bruciati a causa del loro figlio. “

“Tu non capisci, non sai tutta la storia.”
“Allora raccontamela!” disse Bobby.

“Loro..mi hanno sempre mentito, Bobby..” disse Jared senza abbassare la mano che stava facendo alzare le fiamme.
 


Jared raccontò che i suoi poteri si erano evoluti tantissimo, in base ai suoi desideri. Una forza ancestrale, potentissima, sembrava esaudire la sua sete di risposte. E nel momento in cui quel potere percepì che lui voleva avere una risposta esauriente sui veri sentimenti dei suoi genitori adottivi, quel pomeriggio, era stato guidato da questa forza e senza toccarli, riuscì a immobilizzarli a terra.
Dei flash lo avevano invaso.

Flash degli uomini che avevano fatto un presunto incantesimo ai suoi stessi danni, obbligando i suoi genitori a non amarlo.

“Non esiste nessun incantesimo, vero? “ chiese la donna.

“No. Non esiste. Ma loro penseranno che ci sia. Gli esseri umani, non hanno bisogno di un incantesimo, per indurli a non amare chi meriterebbe invece il loro amore. Ci sono individui che sono semplicemente NATI COSì. Come loro.” disse l’uomo.
 
 
“Capisci, Bobby? Capisci??” urlò Jared. “Io quel giorno ho visto solo quello che ho voluto credere!! Volevo credere che loro non mi avessero amato, perché erano costretti, ma non era così! Non erano obbligati a non amarmi! È STATA UNA LORO SCELTA!” gridò il ragazzino.

Bobby era devastato dalla rivelazione. Soffriva insieme al ragazzo.

“Jared, io capisco che tu adesso stai soffrendo, ma anche tu hai una scelta adesso. Puoi scegliere di perdonarli. Tu non sei come loro e non sei come quegli esseri. Tu non lo faresti mai! Non ne sei capace. Io ti conosco!”
Jared lo guardò con gli occhi lucidi.
“Questa è stata la prima bugia che mi hai detto.”

Poi, si voltò e con la velocità supersonica, una velocità che non aveva mai visto e che sconvolse Bobby, fuggì dalla casa in fiamme.
 
 
 
*

Jared era davanti alla sua scuola delle elementari, la guardava con odio, e con una tanica di benzina in mano.
“Ora finalmente brucerai e con te, il mio inferno.”
 
La scuola stava davvero bruciando e in quel momento, tutto di Jared bruciava con lui. Vedendo le fiamme, desiderò esserci anche lui lì dentro, o li, oppure insieme ai suoi genitori adottivi.

Ma tanto, pensò, una volta finito tutto, quando sarebbe morto, sarebbe finito all’inferno, immerso nelle fiamme.
Qualcosa lo distrasse da quelle elucubrazioni.
Un miagolio.

Il gatto della scuola!
Jared ebbe quasi un infarto.
Non aveva idea che tenessero il gatto lì, pure di notte. Non aveva idea..

No no no no…quel micio era innocente. Non doveva pagare per la sua crudeltà.
Fu così che, cercando di ignorare la paura, si gettò dentro l’edificio che stava bruciando.
 
 
Jared percorse i corridoi della scuola con il cuore in tumulto che batteva all’impazzata. Non gli importava che qualcuno lo vedesse e lo scoprisse e capisse che era stato lui, non gli importava neanche di bruciare o di morire, se fosse morto ma avesse salvato quel micio, la sua morte allora l’avrebbe accolta volentieri. Era quello che meritava in fin dei conti, lui era un mostro. Un MOSTRO.
Per fortuna il miagolio lo portò in una saletta.

La saletta della tivù. Quella in cui da bambini, andavano a guardare le videocassette, o con le maestre, o accompagnati.
Sembrava una vita fa!

Era stato uno dei rari momenti spensierati che aveva vissuto, in quell’inferno scolastico.
Quando arrivò nella stanzetta, vide il micio, bianco, su una sedia, miagolare spaventato.

Lo prese in braccio e si apprestò a scavalcare dalla finestra, ma non vedeva niente. Il fumo lo aveva mezzo accecato.

“JAREEEEEEEEEEED!”

Un urlo squarciò l’aria.

Bobby? No. Era impossibile, era chiaramente un’allucinazione, Bobby non poteva essere ancora lì per lui, dopo quello che aveva fatto.
Era impossibile. Forse era già morto.
 
“JARED, GUARDAMI, Guardami. Sono qui.Guardami.”
Lo fece, con il cuore timoroso di illudersi.

Ma Bobby era lì, che lo incoraggiava a buttarsi tra le sue braccia.
“No. Prendi lui. Prendi lui e basta. Lasciami qui. Merito di morire dopo quello che ho fatto.”

“Che diavolo stai dicendo? Prendi la mia mano e muoviti. Non abbiamo tempo!”
“NO! Non posso, io ho ucciso i miei genitori! Non merito di vivere. Ho quasi ucciso anche lui. Ti prego, salvalo.”
“Jared. Tu non hai ucciso nessuno.”
 
Jared lo fissò.

Non era sicuro di aver sentito bene.
“Bobby, io..”
Per l’amor di Dio, Jared, o collabori, o ti prendo per i capelli e ti scaravento fuori!”

Nonostante la rudezzza del suo tono, la voce di Bobby trasudava amore.

Jared allora, si sporse oltre la finestra e si gettò in avanti contro il suo corpo, finendo abbracciato, sempre con il gatto in braccio.
Bobby prese entrambi e scese dal muretto.
 
Una volta a terra, il gatto si liberò della loro presa, ma restò a fissarli, senza scappare.
Jared scoppiò di nuovo a piangere.
“Prendi il gatto.” Gli disse.

Jared si inginocchiò e obbedì, abbracciando il gatto, come se fosse un orsacchiotto di peluche. Bobby lo guardò. Sembrava l'immagine dell'innocenza, era impossibile da credere che solo mezz'ora prima avesse tentato di dare fuoco a delle persone.

“Andiamo a casa, forza.” Gli disse Bobby, gettandogli il suo giubbotto sulle spalle e trascinadolo verso la macchina.



“Che cosa successe una volta che siete tornati a casa?” chiese Jensen.
“Oh, Jared è stato l’eroe che ha salvato il gattino della scuola da un incendio inspiegabile accaduto quel giorno.” Disse Bobby sorridendo.
Jensen era incredulo.

“Ma..ma..come hanno fatto a non risalire a lui? E l’incendio appiccato a casa dai suoi genitori?” chiese Jensen.

“Ci stavo arrivando. Una volta arrivati a casa, Jared continuava a piangere, convinto com’era che i suoi genitori erano morti e che avessi voluto negare l’evidenza solo per evitare che decidesse di suicidarsi, restando lì. Gli ho mostrato le prove di quanto dicevo, dopo averlo tranquillizzato, l’ho portato da loro, che stavano bene. A questo punto mi chiese cos’era successo e io glielo spiegai. Dopo che se ne fu andato, l’incendio sparì magicamente così com’era apparso, tutto ciò aveva dell’inspiegabile, perciò avanzai delle ipotesi. Ciò che Jared pensava, cioè di essere fatto di puro MALE, non era la realtà. La realtà si palesava davanti agli occhi per la prima volta e non poteva essere più meravigliosa. Così come poteva fare il male, poteva fare anche il BENE! Il suo rancore e la sua rabbia stavano per uccidere, ma lui all’ultimo, non l’ha fatto. L’incendio è sparito, la sua COMPASSIONE ha fatto sì che succedesse. Non aveva ucciso i suoi genitori, ciò significava che poteva fare GRANDI COSE se usava bene i suoi poteri.”

Jensen era sbalordito e così fiero del suo ragazzo, lo abbracciò forte.
“I suoi genitori cosa dissero?” chiese Jensen.

“Loro sembravano disposti a perdonare, d’altronde se avessero raccontato questa storia a chiunque, nessuno gli avrebbe creduto, fu lì che proposi di adottare JARED, loro furono ben felici di lasciarmi l’affidamento, anche se mi pare di aver letto una sorta di strano rammarico nei loro occhi nel lasciarlo andare..”

Jared si volse verso Bobby.

“Sei come un padre per me, queste cose me le dicesti anche quando feci quella proposta, allora ti dissi che non ti credevo e non ti credo neanche adesso, semplicemente come un padre vero, diresti qualunque cosa per farmi felice..ma io so bene che loro volevano liberarsi di me e basta. Hanno sempre pensato che fossi un mostro.”
Jensen era allibito.

“Che razza di persone, non riesco a credere che altre persone simili ai Dursley, gli zii di Harry Potter, possano esistere davvero anche nella realtà.”
Jared rise sentendo il riferimento.

“Durante la mia vita qui, ho imparato che le persone sono capaci di tutto e di odiare veramente qualsiasi cosa.”

“Ad ogni modo non mi piace che mi si dia del bugiardo, ragazzo, lo sai che non ti ho mai mentito. Né avrei detto qualche bugia solo per farti stare meglio, lo sai, ad ogni modo..” riprese poi guardando Jensen. “Da quando Jared è venuto a stare da me, le cose sono un po' cambiate.”

“Lo immagino.” Disse Jensen, poteva solo immaginare come una figura positiva come quella di Bobby, potesse solo servire a fare del bene a un ragazzo così straordinario.

“Jared vivendo fin da piccolissimo con quella famiglia non è riuscito a raccogliere dentro di sé l’amore necessario per tirare fuori il meglio di sé, la sua energia psichica si era SPENTA, aveva solo bisogno di qualcuno che lo amasse, per riuscire a trasformare la sua energia in positiva e non in negativa, un’energia negativa da cui tutti scappavano, facendolo sentire solo ancora più solo.”

“Più ero felice con Bobby, più mi rendevo conto di riuscire a trasmettere lo stesso calore e la stessa felicità AGLI ALTRI, fino  a quando ero triste, non facevo altro che trasmettere INSODDISFAZIONE e le persone mi stavano alla larga facendomi sentire ancora più solo, ma con Bobby…potevo finalmente realizzare me stesso, anche se ancora non sapevo davvero a che cosa servivano i miei poteri.”

“Scoprimmo che poteri come quello di spostare gli oggetti, accendere le luci e anche appccare fuoco alle cose, erano scomparsi. All’inizio credevamo che Jared aveva perso tutti i suoi poteri, ma poi scoprimmo che aveva perso quelli, per conquistarne uno tutto suo, speciale, che contraddistinguesse la sua personalità.” Disse Bobby.
“Jensen realizzò.

“Il potere di riaccendere le emozioni che provavi da bambino.” Disse Jensen.
Jared e Bobby annuirono.

“Mi accorsi che potevo riaccendere questo tipo di emozioni nelle persone che mi erano vicino. All’inizio non me ne accorgevo, poi, compagni di scuola, amichetti, ragazze con cui uscivo, mi parlavano di queste cose che gli succedevano, di come si ritrovarono a pensare a cose che credevano di aver dimenticato e a come si sentivano, quella sensazione di calma e euforia, quella gioia incontenibile…all’inizio non ci facevo caso, ho cominciato a rendermi conto che era magia, quando anche le persone meno nostalgiche e con i piedi per terra, cominciarono a fantasticare.. e poi dopo un po' ho cominciato a rendermi conto anche di essere io a farlo, e anche a realizzare anche l’esatto momento in cui SUCCEDEVA..prima infatti era una cosa inconsapevole, poi mano a mano, ho cominciato a padroneggiare di più questo mio..POTERE..” disse Jared.






















Note dell'autrice: ciao ragazzi! spero non ci siano troppe incongruenze con il resto dei capitoli e con la storia! Non ho parole per dire quanto mi dispiace di far soffrire così Jared, ma la storia si è praticamente scritta da sola.

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Capitolo 17
*** Jared racconta dell'Agorá ***


Jensen adesso sapeva tutta la storia di Jared. Del suo dolce, adorabile folletto alieno.
“Tutta questa storia..sembra la trama di Superman. È tutto così pazzesco.”disse Jensen abbracciandolo fortemente, poi non riuscì a trattenersi e lo baciò con passione facendo scontrare le loro lingue.
Bobby distolse lo sguardo imbarazzato. Era pur sempre il suo figlioccio.

“Scusami Bobby, ma è che io..non posso fare a meno di..”
Bobby con tono burbero disse che non gli importava, era felicissimo di vedere Jared finalmente felice insieme a qualcuno, non era stato molto fortunato in amore.
“Hai detto a qualcun altro..il tuo..segreto?” chiese Jensen.

“No. Di nessuno mi sono mai fidato così tanto, come con te, Jensen.” gli disse Jared dolcemente. “Vuoi sapere dei miei fratelli, vero?”
“Mi piacerebbe, sì.” Disse Jensen che aveva aspettato a lungo quel momento.

Jared annuì, tenendogli le mani. “Prima di parlare di loro però, volevo mostrarti una città.”
“Una..città?”

“Una città segreta. Una città che ho scoperto, nascosta dietro un muro di mattoni.”
Jensen era sconvolto. “Non capisco..”
Jared si volse verso Jensen e gli sorrise.

“Io posso mostrartela.” Disse. “Sono molto orgoglioso di questa città.”
 
 
 
*

Jensen aveva accettato. Ormai Jared gli era entrato talmente dentro che voleva scoprire tutto di lui, e non perché era affascinato dall’idea che non fosse di quel pianeta, ma perché era irrimediabilmente innamorato di lui.

Arrivarono davanti a un negozio dall’aria antica, Jared prese le chiavi e entrarono.
Jensen vide quel negozio citare la scritta “Safarà.”
Andarono sul retro e Jensen si ritrovò davanti un muro di mattoni.
Jared toccò il muro con la mano e i mattoni si spostarono magicamente, lasciando scoperta una città.

Oltrepassarono quel punto e i mattoni si richiusero davanti a loro lasciando dietro una porta.
Jensen la guardò incuriosito.
Jared ridacchiò.
“Ci sono i mattoni dietro, ma meglio non toccarli ancora, per adesso.” Disse Jared.
 
Jensen lasciò che la sua vista si abituasse a quel nuovo mondo.
Una lunga strada acciottolata come uno di quei paesini medievali, ma a differenza di qualsiasi altra cosa che Jensen avesse mai visto, la gente sembrava..FELICE.
 
“Lo so, Jens, amore mio, ti stai chiedendo come facciamo io e Bobby, ad avere così tanta fiducia in te, da mostrarti tutto questo.” disse il moro.

“È esattamente quello che mi stavo chiedendo ma non solo da questo momento.” disse Jensen. “Che cosa mi rende così degno della vostra fiducia?”
“Un giorno Jared è stato da una chiromante. Ella disse che un giorno un uomo, avrebbe scoperto tutto della sua natura e grazie a lui avrebbe scoperto l’altra metà della sua anima.” Disse Bobby sorridendo.
Jensen fissò il moro sbalordito.

“Lo sappiamo cosa stai pensando. Poteva essere una ciarlatana, è vero, ma in quell’istante, Jared, sembrò entrare come in comunicazione con la mente della chiromante e vide davvero una sagoma, con il viso mascherato dal sole, non poteva vederlo in faccia, ma sapeva che era lo straniero, si baciavano in questa visione. Poi Jared si trovava davanti uno specchio e i suoi riflessi all’improvviso uscivano dallo specchio per riunirsi e fondersi con lui.”
“I gemelli di Jared.” disse Jensen con stupore.
Jared annuì.

“Io non sapevo come interpretare questa profezia, all’inizio credetti fosse una metafora, che dovevo ritrovare me stesso, poi pensai addirittura che si parlasse della mia anima gemella, ma non capivo ancora. Quest’uomo era la mia anima gemella, oppure lui mi avrebbe aiutato a trovarla? Poi incontrai Jael e tutto mi fu chiaro. Ma questo te lo racconterò tra un po'.”
 
Infatti, tutta la gente aveva visto l’arrivo di Jared e si era radunata li attorno.

“Per questo appena Jared ha cominciato  a raccontarmi di te, io ho sperato fin da subito, che fossi l’uomo di cui la profezia stava parlando.”
A Jensen girava la testa.
Cloni, mondi paralleli, gemelli spersi in altri mondi, profezie assurde e temeva che il peggio doveva ancora venire, ma non si era mai sentito così esaltato e VIVO. E così innamorato.
 
“Jared, chi è tutta questa gente?” chiese Jensen.
“Tutti quelli che ho salvato!” disse lui.
“Che significa??”

“Il Popolo della Luce, Jensen, coloro che credono in me.”

A Jensen sembrava di trovarsi in un altro mondo, un mondo fuori dal tempo.

Guardava con meraviglia la strada acciottolata, il sole che illuminava ogni cosa, i bambini con il sole negli occhi e una gioia che non vedeva più da tanto tempo, la gente in strada con la cesta della biancheria sulle spalle, le carrozze con i cavalli, i palazzi in stile barocco e le mura in vetro colorato e le torri di cristallo.

“È reale..tutto questo?” chiese Jensen.

“Certo che è reale.” Disse Jared sorridendo al ricordo che Jael aveva visto una reazione molto simile quando gliel’aveva presentata.

Mentre cominciarono a camminare, Jensen inciampò e poi capì che era stato uno strano flash a farlo inciampare.
Quasi come un ricordo.
Un volto. Jared.
No, non Jared, Jael.

Jael ad Agorà.
Inciampò e dovette sostenersi ad un muro.
Ma era inutile, oramai sembrava di aver indossato degli altri occhiali, occhiali magici.

Un’altra realtà mischiata tra passato e presente si sovrapponevano in lui.

Vedeva Jael camminare abbracciato a Jared, stupirsi dei semafori colorati, dei bambini che guidavano con le automobiline, dei cuccioli che camminavano con loro.. delle costruzioni colorati e delle varie specie di alberi e fiori.
Vedeva la gente inchinarsi e fare un coro di “Ohhh.” A vedere il gemello del loro leader.

“Jensen, stai bene???”chiese Jared prendendolo sottobraccio.
“Io..sì..Jared..ho avuto..credo.sì..delle visioni..”
“Cosa?? Che stai dicendo? Che visioni?”

“Sì…sono sicuro di aver visto Jael qui..con te.”
“Questo..non è possibile..”

“Ti dico di sì, invece!! Ecco..avete camminato in questo punto..poi tu gli hai..” si fermò un momento. “Gli hai chiesto se gli andava di prendere un gelato e lui ha detto sì..”
“Jens..”

“Poi…” chiuse gli occhi. “Siete andati a vedere gli animali..com’erano belli.”
“Sto avendo paura, Jens..smettila.”
“NO!!” disse quasi spaventandolo.
Jensen si morse le labbra e gli prese le mani.

“Amore mio, non devi avere paura, perché io non ce l’ho. Ora che so che faccio parte di questa fantastica connessione tra voi..non mi spaventa più, anzi mi inorgoglisce.”
Jared lo guardò commosso.
“Allora..se è così..permettimi di mostrarti questa città. A lui è piaciuta tanto..”

“Sì, fammi da guida.” Disse Jensen.
 
Jared mostrò a Jensen la sua città e gli raccontò quello che aveva già raccontato al fratello.
Agorà  era una città che viveva da tanti anni prima che anche Jared nascesse.

Era talmente antica che non si era in grado di stabilirne veramente la nascita.

Dopo che Jared riuscì a spadroneggiare le sue emozioni e il suo potere, diventò più ricettivo in un certo senso, nei confronti del mondo e nei confronti stesso della Terra.
La stessa terra da cui lui si sentiva minacciato, sembrava amarlo improvvisamente..

Jared ragazzino, cammina in una strada desolato e sente un calore illuminarsi dai suoi piedi. Un calore che sembrava provenire dalla terra stessa.
I fiori uscivano dal terreno al suo passaggio.

Era tutto così accogliente e misterioso ma stranamente ovvio che il ragazzino lo percepì come un messaggio per lui.
Forse un richiamo dalla sua famiglia naturale?
 

Ma non era un richiamo dalla sua famiglia naturale, ma segnali che arrivavano comunque a lui in qualche modo.
All’inizio non riusciva a riconoscerli, sentiva un canto misterioso, orme lascate indietro che sparivano come se qualcuno cercasse di portarlo su una strada, un sentiero invisibile.
Fino a che un giorno…
Si scontrò con un muro invisibile.

Jared odiava i muri invisibili e odiò anche quello.
“Apriti!! Perché non ti apri?”
Nei giorni successivi però, accadde qualcosa.
Jared si rivolse al muro in maniera più dolce, cercò di entrare in contatto con la barriera e di parlargli come avrebbe fatto con un cucciolo, coccolandolo e parlandogli dolcemente.

Un giorno mentre si era quasi addormentato, cadde dall’altra parte e si accorse di essere in un altro mondo.
Immerso nell’erba e avvolto da una luce insolita e radiosa.
Un nuovo mondo.

La gente di quel luogo lo accolse premurosamente come se fossero tutti una famiglia e Jared ne fu stupito e molto grato.
 
“Agorà è una specie di leggenda. Ne parlano nei libri di storia. Un posto speciale. Si sa solo che 100 anni fa, quando esistevano ancora gli stregoni, anche se inseguiti e perseguitati, un giorno, un grandissimo stregone progettò la cartina per una città, un rifugio per tutti loro, ma la volle rendere indisegnabile, per evitare che venisse distrutta da quello che lui presagiva come follia umana. Assieme ad altri stregoni, prese l’energia dal sole e l’acqua dai fiumi e dai mari e la incanalò, moltiplicandola, , presero pezzi di terra e li incanalarono nella magia, forzarono la barriera del suono e dello spazio e crearono delle crepe in esse, fecero un incantesimo affinchè occhi umani non potessero vederle e avevano creato il loro nuovo mondo personale.

Tutto quello che portarono nel nuovo mondo era circonfuso di magia e quindi in un certo senso lavato da essa, come di nuovo PURO. Vennero eletti dei Guardiani che avevano il compito di vigilare affinchè l’oscurità non arrivasse anche in quell’oasi felice. Portarono lì con loro le loro famiglie e chiusero l’Agorà. Così mentre un mondo andava a pezzi lentamente ma inesorabilmente distrutto dalle guerre e dalle pestilenze, un altro mondo nasceva, l’Agorà.

Nell’Agorà si vive una vita semplice, praticano la magia ma solo per fare del bene al prossimo, per aiutare.. e si studiano i valori primi, come l’amore e l’amicizia, si curano le piante e gli animali e si prega per quel mondo che, solo pochi passi più davanti, è preda dell’Oscurità. Si studiano le stelle e si interrogano e gli oracoli leggono il futuro. L’obiettivo di questa gente è, di trasformare prima o poi tutto il mondo in un’Agorà.” Disse Jared.

“Perché non vi mostrate al mondo? Perché non fare conoscere a tutto il mondo questa meraviglia?” insistette Jensen.

“La stessa cosa che mi disse mio fratello..” sorrise Jared. “Vedi, Jens, loro non possono..una barriera troppo forte divide questi due mondi, non si può passare..e chi oserebbe farlo, difficilmente potrebbe tornare indietro..qualcuno ci ha provato ed è andato perso..sono stati recuperati solo da stregoni molto potenti e solo dopo poco tempo passati di là..li hanno trovati in condizioni disastrose..curarli è stato..”
“No..il nostro mondo..non può essere così brutto come dici.”

“Dipende dai punti di vista..abbiamo gli assassini, le follie umane, la depressione..le malattie..questa gente è tutta gente ILLUMINATA, non è onnipotente ma può vivere una vita serena, felice..la devastazione che c’è dalla nostra parte..è fonte di sofferenza per loro e tuttavia, si adoperano per sollevare in parte a volte questa sofferenza.”
“In che modo?”

“Pregano. Pregano per il bene, fanno incantesimi e a volte qualcosa di questo bene ci arriva. “
Jared lo guardò felice.

“Mi piace pensare che parte di questo bene si è tramutato con il tuo arrivo e quello del mio gemello.”
“A proposito, com’è che qui ti venerano tutti? Sono un po' geloso.” Disse Jensen.
Jared sorrise.

“Quando mi hanno visto, quel giorno del mio arrivo, erano sorpresi..non era mai capitata una cosa simile e hanno tutti pensato fossi una specie di messia o che so altro..forse pensavano che fossi Dio..ho subito precisato che non lo ero.” Jared tremò, Jensen rise.

“Poi si avvicinarono quelli che capii subito essere oracoli, mi hanno detto che il mio arrivo era previsto da tanto tempo, assieme a quello di altri individui, che avrebbero trasformato il mondo in un posto migliore, non più spaccato tra l’Agorà e il nostro..un unico mondo, senza confini o differenze, un mondo..dissero che gli antichi veggenti avevano visto questo, ma non ci diedi troppo peso, tuttavia loro ancora mi vedono come il loro eroe.” Disse Jared amaramente.

“Forse hanno solo bisogno di un Maestro che li guidi attraverso la luce..io sono convinto che potresti essere TU.” disse Jensen.
Jared rise.
“Non sono un leader, non sono un eroe, posso solo..far riaffiorare il bambino che è dentro di noi, non mi sembra una cosa tanto eroica.”

“E dici poco? Se ognuno di noi potesse rivivere il bambino che è dentro di sé, io credo che non esisterebbe la malvagità, Jared.”
“Sembra un’utopia..sai, io mi sento cattivo solo a visitare questo posto, mi chiedo perché a me è concesso un tale privilegio, che agli altri non è concesso..”
“E poi arriva il viaggiatore dei mondi e lui lo fai entrare subito.” rise Jensen.

“E dai, è mio fratello. Ha vissuto un sacco di altri mondi, sapevo che poteva!”
“E io allora?”

“Beh..era..una prova?”
“Sembra stato incredibilmente facile..”
“Jensen, che cosa vuoi dirmi?”
“Se è stato facile per me e per Jael..e addiruttura per Bobby..”

“Jael e io apparteniamo ad un altro mondo e dopo quello che mi ha raccontato mio fratello, forse anche tu..”
“Ok, ma Bobby..”
Jared ci pensò su un po’.

“Ascolta, magari è stato per via della prolungata convivenza con lui..insomma, capisco che è strano, ma ti assicuro che è un’eccez..”
“Se Bobby è un’eccezione, allora magari altre persone possono passare..”

“Jensen, ti dico di no..fosse così facile..”
“Ma hai già provato anche con gli altri?” insistette.
Jared sbuffò.
“Non ti fidi eh?”

“Che dici? No, è che..è bastato picchiare su un muro..”
“Il passaggio l’ho creato io, prima non esisteva..è stato un modo per non rischiare più di passare per imbecille a farmi scoprire mentre guardavo qualcosa di invisibile.”
“Beh..piuttosto geniale, bravo.”

“Pensi che non abbia provato a trascinare altra gente qui? Credevo fosse una cosa così ovvia..anche quando mi dissero che non era possibile..non volevo crederci…così decisi di fare una prova, feci finta che era un gioco, dissi ad alcuni miei amici di fingere di entrare in una città invisibile..giocavamo, sai..non accadde nulla..e non fu il primo tentativo. Alla fine per evitare che qualcuno mi scoprisse e mi diede del pazzo, non lo feci più…e quando questa gente qui scoprii cosa volevo fare..non fu un bel momento.”

“Se la presero con te?!

“I sacerdoti sì, più che altro erano delusi..avevano paura di cosa poteva succedere..li capii e chiesi scusa..loro mi hanno perdonato..io non ci riuscii subito invece, a perdonare me stesso..assaporai con mano il perché è importante che questi mondi stiano separati..anche io avevo ceduto..all’egoismo..alla follia..ho messo a rischio questo popolo..solo per dare un senso alla mia esistenza..volevo essere visto come il salvatore del mondo..un salvatore che trasformasse la Terra in un grande eden, riunendo due mondi invisibili, e ho messo  a rischio questa gente..cosa sarebbe successo se avessi portato qui davvero degli invasori che non sono abituati al clima pacifico di questa gente? Per portare Bobby, mio fratello e te..ho chiesto il permesso, ma quelle volte no. Avrei potuto fare grossi danni..ma loro mi hanno perdonato..dicono che sono il loro eroe..io invece ho paura di essere solo un uomo.”

“Sì, invece..lo sei..un eoe.” Disse Jensen baciandolo. “E non ti sarò mai abbastanza grato per avermi mostrato tutto questo, sai, Jared..vorrei davvero essere l’uomo che la tua chiromante ti ha descritto..lo voglio davvero tanto.”

“Allora..sii quell’uomo, Jensen.”













Note dell'autrice: ciao ragazzi!! Se siete sconcertati di vedere questa ff tornare dopo UN ANNO, questo è niente rispetto al mio stupore xd vi dico già adesso che stavolta sono tornata per restare e portare a termine la storia, anche perché mancherebbero solo pochi capitoli alla fine LOL 
vorri prodigarmi con le scuse un milione di volte per averla lasciata incompiuta, ma non servirebbe a nulla..ormai quel che  fatto, è fatto..
però una cosa ve la devo dire..ho dovuto rileggermi la storia del Giocattolaio e questa (almeno i capitoli su Jael) perchè non mi raccapezzavo più, questo mi ha fatto rendere conto che ho sbagliato alla grande a fare due storie divise..quindi riunirò il tutto in una storia unica..credetemi che non ho per niente voglia di fare sto cinema, ma come non ci capivo nulla io, mi sa che anche gli altri lettori poveri non riescono  a raccapezzarsi, anche perchè questa storia e quella del Giocattolaio si fondono, vorrei evitare che per capire tutto, la gente sia costretta a fare da spola a una storia all'altra.

Ora vi metto anche le note vecchie:
Non so se farò una storia su Agorà, la mia idea era che Jared, regnasse in un certo senso, in questa specie di città segreta, ma non fosse proprio un principe.

Ho idee confuse su questo, ma questa parentesi..ero assolutamente certa di metterla già da moooolto tempo, ancora pima di scrivere questa storia.

La spiegazione sulla profezia spero non vi sembri troppo campata in aria, dovevo dare una spiegazione sul perchè Bobby e Jared sembravano aver rivelato segreti così importanti della loro vita, al...pimo venuto diciamo xd sapete quanto ci tengo al realismo
Naturalmente Jared si avvicina a lui non perchè pensa sia il famoso prescelto, ma perchè davvero è innamorato e si innamora di lui, è Bobby che comincia a pensare che possa trattarsi dell'uomo misterioso 
ps il negozio Safarà è ispirato a un fumetto di Dyan Dog, invece il muro di mattoni è ispirato a Diagon Alley , la città magica di Harry Potter xd 
la città Agorà invece, ispirata da un libro intitolato "Il patto di mezzanotte."
vi chiedo soprattutto scusa perchè il capitolo nuovo cioè questo, sembra un copia e incolla del precedente çç ma avevo bisogno di tornare in sintonia con la storia..già dal prossimo ci saranno novità importanti!

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Capitolo 18
*** Jensen ha una visione nella Torre di Agorà ***


Jael si trovava in quel momento su una collina a pensare, seduto sull'erba a guardare l'orizzonte. Non era andato ad Agorà con Jared, Jensen e Bobby. Non perché non lo desiderasse, anzi, andare lì lo riempiva sempre di gioia e felicità, ma proprio per questo non poteva farlo.

Aveva deciso di tornare indietro, tornare dal SUO JENSEN.

Era già certo di farlo, ma quando aveva visto L’ALTRO Jensen con il suo gemello, era stata una decisione irrevocabile, definitiva.

Non era gelosia, ma qualcosa di diverso.
Era come qualcosa di sacro, unico.
Era DESTINO.

Non sapeva se Jensen lo avrebbe mai perdonato o se non gli avrebbe mai creduto ma sapeva che aveva il diritto di saperlo.

Aveva diritto di sapere che c’era una possibilità che anche lui avesse un fratello segreto qui in questo pianeta.
Aveva il diritto di sapere che in tutti quegli anni lui non lo aveva mai odiato veramente. Lo amava segretamente invece.

Aveva il DIRITTO sacrosanto di mandarlo al diavolo guardandolo negli occhi, senza che lui scappasse questa volta.
Jensen aveva tutti i diritti del mondo e lui per troppo tempo, ne era stato privo.

Per questo non poteva tornare ad Agorà, quel popolo era luce, era gioia e lui non lo meritava.
Doveva restare li, invece, a fare ammenda.

A chiedersi se davvero aveva preso tutte le scelte possibili o se invece, se avesse fatto le cose in modo diverso, a quest’ora sarebbero tutti felici.
 
 
 
 
*

Jensen aveva voluto stare da solo, quel popolo gli trasmetteva un’energia incredibile, come se fasci di essa lo attraversassero tutto e gli parlassero.

Non era un linguaggio, non erano parole, ma poteva sentire fisicamente come se quell’energia gli volesse mandare un messaggio.
Si trovava all’interno della torre di Cristallo degli Oracoli e aveva chiesto espressamente di essere lasciato SOLO.

All’interno tutto era BIANCO e sembrava anche molto puro, guardava le vasche colme d’acqua da cui i sacerdoti e gli oracoli si bagnavano per trarre giovamento e pulizia.
Era un posto di PULIZIA e purificazione, dove si pregava per il futuro e si comunicava con le stelle.

Le stelle, di tanto in tanto, parlavano, mandavano dei messaggi in codice, spesso erano messaggi di speranza e di profezie che potevano compiersi.
Gli antenati parlavano.

Non sempre accettavano di dire qualcosa, ma Jensen aveva BISOGNO di sapere se quel luogo avrebbe risuonato anche a lui.
Vide una cupola di cristallo e se ne sentì attratto.
Ci entrò.

Toccò il vetro e lo sentì vibrare sotto le sue dita ma non si spostò,
In quel momento cominciò a sentire dei suoni, che all’inizio sembravano fastidiosi, poi sempre più assordanti.
Perplesso si guardò attorno, poi si toccò la testa.

“AHHHH..MA COS..”
Lampi.
Luce.

Fasci di luce che si sprigionavano nello spazio.
Jensen capì senza sapere come, che stava viaggiando ANNI LUCE.
Veloce, sempre più veloce.
Credeva che sarebbe impazzito, poi vide un pianeta blu.
Vide dall’alto, sembrava di VOLARE.

E poi vide un uomo che di fatto VOLAVA.
Un uomo vestito di nero.

Quando riconobbe quel volto, si disse che non avrebbe mai pensato di se stesso che avrebbe accettato di vestirsi con una tale carnevalata.
Poi pensò, vedendolo volare, che era meraviglioso.
Sembrava un BALLERINO.

Si emozionò vedendolo piangere e si rese subito conto che era una cosa che capitava spesso.
Piangeva abbracciato da un uomo anziano.
Baciava un uomo che era identico al suo JARED.

Ma stranamente non provava nessuna sensazione di invidia o gelosia.
Sapeva che non era il suo Jared.
I lampi svanirono e si trovò carponi in ginocchio contro il vetro.

“NO..perchè sono finite..no..fatemi vedere ancora..fatemelo vedere..vi prego!”
 
 
Nello stesso tempo, Jael era così stordito dalle medesime visioni che si sentiva quasi in procinto di svenire.
“Cos’è successo..Jensen..lui..LORO..”
 
 
*

Jared e Bobby stavano ancora camminando nell’Agorà quando avvertì un calore al petto fortissimo e dovette tenersi il petto con le mani. Per fortuna Bobby lo sostenne.
“Che sta succedendo?” chiese Bobby. Era spaventato. Anche Jared aveva paura, ma dentro di sé non riusciva a capire. Sembrava una sensazione bella, ma aveva anche una sensazione spiacevolissima dentro di sé, come se fosse capitato qualcosa di..

Jared, Jared, le finestre della Torre si sono frantumate, il ragazzo sta male.” gridò qualcuno.
Il mondo di Jared si ribaltò fino a diventare un esagono.
Corse subito alla torre senza guardare la faccia costernata di Bobby.
Prese subito gli ascensori, con il cuore in gola, rimpiangendo di essere così stupido, di averlo lasciato da solo.

Quando arrivò davanti a Jensen, lo trovò attorniato dagli oracoli e dai sacerdoti che lo tenevano su un lettino, cercando di soccorrerlo.
“Lui, come sta??” quasi gridò.
“Sta bene, sta tranquillo, ha avuto solo un malore.”
“Ma come..”
“Jared..”

“Jensen..che cosa è successo amore mio?” gli disse prendendogli la mano.
“Non essere in pena per me..io sono FELICE..”

“Ma cosa dici..sei stato male..sei quasi svenuto..”
Lui scosse la testa.
“No..io..sono FELICE..ho potuto vederlo..ho visto LUI..”
“Lui chi??”

“Lui..mio FRATELLO..sono tanto spiacente di non averti creduto..mi dispiace..”
“Jensen..”

“Lui era così BELLO.. ma sofferente..come un cucciolo di cerbiatto davanti a dei fari nel buio..” detto questo chiuse gli occhi.
“jensen!!”
“Jared, lascialo riposare. Ha avuto un’emozione molto forte, si riprenderà, è solo svenuto.” Disse uno degli oracoli a un terrorizzato Jared.

“Non so cosa fare..sta accadendo tutto troppo velocemente..”
Jared decise a quel punto, a malincuore, di lasciare la Torre.

Cosa era successo? Jensen sosteneva di aver VISTO suo fratello, quindi il ragazzo di suo fratello..ma l’aveva visto davvero oppure la soggezione di quel luogo lo aveva portato a CREDERE di aver avuto una visione?

Non sapeva che pensare, non sapeva se avvisare suo fratello di cosa era successo. Non era voluto venire con loro, che forse inconsciamente sapeva che sarebbe successo qualcosa di pericoloso?
No..bello..si disse lui. Deve essere bello per forza. Oppure no?

In quel momento avvertì qualcos'altro, per un attimo credette fosse di nuovo la Torre, ma in realtà proveniva dal muro.
Qualcuno stava passando..
Non era possibile, non poteva essere..finora solo lui ci era riuscito.
C’era forse una sola persona al mondo che poteva riuscirci, senza il suo aiuto.

Sperò che fosse LUI perchè altrimenti se fosse stato qualcun altro..non sapeva cosa..
Fece la strada tutta in corsa con il cuore che gli batteva forte, sentì qualcuno chiamarlo, forse era Bobby, ma non si voltò, poi arrivò al punto di CONTATTO, che era segnato da una statua d’angelo, che segnava il famoso confine tra un mondo e l’altro.
E poi lo vide.

Un ragazzo accasciato a terra, con la faccia nell’erba, immerso nei fiori che sembravano muoversi attorno a lui,come a coccolarlo.
Un dejavu di sé stesso.
“JAEL!!!”

Quanti colpi poteva prendere ancora un uomo prima di non farcela più?
Quante volte era possibile sopravvivere quando più e più volte dovevi avere il terrore di vedere con i tuoi occhi una persona a te cara, con gli occhi chiusi, steso a terra?

Lo toccò, se lo strinse a sé e sospirò quando vide che respirava.
“Fratello..” sussurrò Jael.
“Sei matto..che cos’hai fatto?”
“Io..ho attraversato il passaggio?”

“Da solo?? Perché?? Ti ho scongiurato di venire con noi..”
“Mi dispiace..ma ho avuto una visione..il TUO Jensen che sveniva..che vedeva il MIO Jensen..abbiamo avuto come una specie di..flash in sincrono..come è successo con te..”

“Io..non riesco a seguirti, ma anche Jensen dice di averlo visto..adesso è svenuto..ma sta bene, non preoccuparti..tu piuttosto..ti sembra il modo di arrivare? Hai trovato il modo di entrare da solo?? Hai toccato i punti giusti del muro di mattoni?”
Jael scosse la testa.

“Mi sono solo messo davanti questo inossidabile muro di mattoni..e l’ho preso a pugni quando ad un certo punto, è svanito, facendomi cadere per terra.”
Jared rise tra le lacrime, stringendolo a sé mentre erano entrambi seduti a terra.
“Sei proprio come me..”

“Non direi..tu hai fatto crollare il muro, cantandogli una canzone.” Mugugnò l’altro.













Note dell'autrice: ciaooo ragazzi,..due capitoli in meno di 24 ore..e che è, un'epifania? E avete pure la storia del tutto ristrutturata in ordine di avvenimenti ahah poi non dite che non vi penso xd cmq spero che siete riusciti ad avere tutto il quadro della situazione e se non ce l'avete ancora e qualcosa non vi è chiaro, andate a rileggervi questa storia da capo, (questa, non intendo le altre precedenti) ora non avete più scuse, visto che mi sno fatta il mazzo proprio per farvi avere la storia unica in un blocco per non farvi confondere HAHAHAH
ragazzi, cmq i colpi di scena non sono finiti, non mi sno dimenticata del nostro principino, l TERZO gemello, quello che tutti cercano xd devo solo capire come strutturarlo ma ci saranno dei capitoli anche riservati a lui, visto che gi più di una volta ha voluto fare il furbetto e spiare i nostri eroi xd ma qui secondo me urge al più presto una rinfrescata perchè sono convinta che vi siete già scordati quando è comparsa la prima volta..ma vi capisco ahha è suyccess troppo tempo fa

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Capitolo 19
*** Mostrami il tuo aggressore ***


POV BOBBY


Li vedo abbracciati in mezzo ai fiori e sembrano due angeli. Secoli ad aver paura degli alieni e guardali ora. Se solo ci avessero detto che erano come BAMBINI in cerca di un abbraccio...

Gli avremmo creduto?

Quando ho visto Jared scappare in quel modo, volevo fermarlo, abbracciarlo, consolarlo, sentirmi ignorato in quel modo mi ha ferito e poi mi sono sentito egoista per questo pensiero. Il mio ragazzo stava male e io soffrivo perché non ero più il suo punto di riferimento. Quanto si può scendere in basso nella vita?
Però quando poi vedo Jared quasi atterrarmi, buttandosi addosso a me, cercando un abbraccio, rifugio e consolazione, ho capito quanto erano sciocche le mie paure.

Sorrido, riesco solo a chiedergli un po' preoccupato se andava tutto bene, ma lui mi ha risposto che NIENTE era a posto ma eravamo la sua famiglia e lui ci amava tutti.
Ho pensato: non so se esiste un Dio ma quando penso a Jared, penso che me l'abbia mandato direttamente il cielo.



*

Jensen si risvegliò lentamente dal suo lettino trovandosi quattro paia di occhi a fissarlo.
"Uno non è libero di svenire in santa pace che si trova a diventare un animale da palcoscenico. Mi sono già spuntate le ali?"

"Io non farei lo sborone se fossi in te. Mi hai fatto prendere uno spavento terribile. Ma non è colpa tua." Aggiunse subito Jared sorridendo.

"Jensen, ho avuto delle visioni e so che le hai avute anche tu, perché ti ho visto cadere per terra."disse Jael. Jensen tremò visibilmente.
"Io l'ho visto....ho visto un uomo identico a me..." "Era il MIO ragazzo...ed è tuo fratello!"
"No...ne sei sicuro?"

"Dentro di te sai che è vero! Il tuo cuore te lo dice! Sì, Jensen, tu lo sai, è per questo che sei venuto qui, in questo luogo e hai voluto essere da solo! Non so se è la presenza di me e di Jared insieme, ma deve aver scaturito qualcosa anche dentro di te! Tu anche se non lo hai mai conosciuto, SAI che esiste!"
Jensen aveva gli occhi lucidi di lacrime.

"L'ho visto vestito di nero. Volava! Portava una maschera ma potevo vedere la sua tristezza anche con il suo viso coperto! E SAPEVO che aveva imparato l'arte del volo in un altro luogo. Non l'ho davvero visto impararlo. È stato solo...come saperlo."

"Ma certo, il circo!" Disse Jael. "Prima di essere batman, Jensen lavorava come trapezista in un circo e faceva dei numeri strepitosi, proprio come se volasse! È la connessione. Il mio arrivo deve aver creato un'energia talmente intensa che sta risuonando tra tutti noi. Dopo che raggiungo te, nostro fratello ci contatta e poi..."
Si fermò incredulo e si alzò in piedi.
Jared lo guardò incuriosito.
"Che cos'hai, Jael?" "Io..io..niente!" "Jael!"

Jael fece un gesto con la mano come per chiedergli di lasciarlo stare e Jared notò delle lacrime trattenute.
"Ma che sta succedendo?" Chiese Jensen.
"Jael, parlami!! Per favore!! Che succede??" Lo scosse.

Jael finalmente lo guardò in faccia.
"Come ha fatto il tuo aggressore a raggiungerti, Jared?"

"Cosa? Ma che c'entra adesso??" Jared era basito.
"Rispondimi, per favore!!"
"Ma che cosa vuoi che ne sappia! Sono dei pazzi, chissà che tecnologia hanno a disposizione, probabilmente nello stesso modo in cui è riuscito a trovarmi nostro fratello!"

"Ma nostro fratello probabilmente ci è riuscito perché ti ho lasciato attaccati i feromoni quel giorno ricordi?" "Ehi, cos'è questa storia dei feromoni, Jared?" Era intervenuto Jensen, che alla parola feromoni era scattato, sapendo molto bene che vengono rilasciati dalle persone innamorate.

"Te lo racconto un'altra volta, Jael, che cosa stai cercando di dirmi??"

"Nostro fratello ti ha TROVATO, credo per via del legame che c'è tra di noi, perché se avesse potuto essere qui fisicamente non sarebbe scomparso e non avrebbe avuto bisogno di possedere qualcuno, questo mi induce a pensare che chi ti ha aggredito avesse utilizzato lo stesso metodo o almeno uno simile visto che mi hai detto che lui invece era concretamente lí."

"No....non è possibile...non mi starai dicendo che abbiamo altri gemelli.."
"Forse altri gemelli NOSTRI, no..."
Jared sbarró gli occhi.

" Jared, puoi descrivermi come era fatto il tuo aggressore?" "Moro, occhi di un blu stupefacente, capelli lunghi, molto alto.." Jael chiuse gli occhi.
"Jael cosa stai cercando di..."
"Credo che abbiamo trovato il gemello del mio amico, fratello."
"No....."
"Io...non lo so...non sono sicuro ma..."
"Ehi, non è che magari questa volta è solo suggestione? In fin dei conti potrebbe essere uno qualunque di quella gente." Provò a dire Jensen.

"Quando gli ho preso il viso tra le mani sembrava come una marionetta come se i fili glieli muovesse qualcun altro...gli ho preso il viso ed è stato come se riuscissi a togliergli il controllo mentale ..mi è sembrato ferito...e ha detto di chiamarsi CASTIEL."

"Misha..." disse Jared sovrappensiero.
"La cosa sta diventando un po' troppo grossa che facciamo?" Chiese Jensen.

Jael a quel punto trasfiguró la sua faccia e Jensen lo guardò con apprensione.
"Dimmi: era il fratello del mio amico quello che ti ha aggredito?"
"Bloody hell." Disse Jensen.
"Io non lo so, Jael, mi dispiace." Disse Jared triste, poi sussultò quando Jael gli mise le mani sulla faccia supplicante.

"Ti prego, sei mio fratello. Abbiamo una connessione io e te, dimmi la verità!"

"Non lo so." Disse lui chiudendo gli occhi.
Jensen si era alzato e gli aveva messo una mano sulla spalla.

"Non vedi che davvero non lo sa? Senti, io capisco quello che provi, davvero, ma lui non può aiutarti."
"Ma forse qualcos'altro può farlo."
Jensen stava per chiedergli cosa volesse dire ma non fece in tempo perché Jael trascinò Jared via.

"Ehi!! Jael!" Tentò di chiamarlo invano, poi li seguì.
Jael lo aveva trascinato di nuovo nella stessa cupola in cui Jensen aveva avuto le visioni.
"Il mio potere non funziona abbastanza da riuscire a superare la barriera del tuo subconscio, ma forse li dentro sarà amplificato, forse mi permetterà di VEDERE quello che tu hai visto!"

"Ne sei sicuro?"
"NO! IO NON LO PERMETTERÒ!"
"Jensen!" Lo aveva chiamato Jared.
"No!! No!! Non voglio sentire ragioni! Io sono stato dentro quella cosa, e sono stato male, non permetterò che ti metta a rischio."

"Se serve a sapere la verità.. ." Disse Jared.

"Come puoi essere cosi egoista?" Gli aveva chiesto Jensen. "Hai visto cosa è successo e la tua teoria potrebbe essere sbagliata, se il tuo potere non ha funzionato..."

"Credi davvero che farei del male a mio fratello? Che lo metterei a rischio?"

"È quello che stai facendo!" Disse Jensen.

"Adesso basta!!" Aveva detto Jared e tutti loro si erano zittiti.

"Jensen, mio fratello ha ragione e permettimi, dargli dell'egoista è davvero ingiusto oltre che crudele, lui ha sacrificato la sua vita, l'ha letteralmente ANNULLATA per viaggiare nello spazio, ha annullato la sua identità cancellando la memoria di tutti, proprio per far sì che nessuno che lo amasse, soffrisse.. ."

Jensen sussultò. Era chiaro che lo avesse dimenticato.

"Lo avevi dimenticato eh? Beato te. Scommetto però che lui non ci riesce e vogliamo parlare del fatto che ha sacrificato anche il suo amore pur di compiere questo viaggio per cercare e salvare dei fratelli che non ha mai conosciuto?? Come puoi dargli dell'egoista?"

"Io...io...perdonami."
Jael aveva le lacrime agli occhi.

"Non c'è niente da perdonare, anzi comprendo le tue preoccupazioni, ma è davvero importante e poi sento per certo che la cupola non farà del male a noi, anzi, ha fatto venire queste visioni a entrambi per aiutarci! I vetri si sono infranti per la potenza delle nostre emozioni, non è stata la cupola. Mi piace pensare che se ci ha aiutati una volta, lo farà di nuovo." Disse toccando il vetro.

"Jael, sono pronto, dammi la mano." Disse Jared.
I due gemelli si presero la mano ed entrarono nella cupola.

"Ti prego...ti prego...fammi vedere quello che ha visto lui. L'aggressore! " disse Jael toccando la cupola.
La cupola si illuminò debolmente ma poi più niente.
"Jael, devi trasformarti, credo!"
"Ma.. "
"Fallo, io ti voglio bene qualsiasi faccia tu abbia." Disse toccandogli il viso.
Jael sorrise e si concentrò per trasfigurarsi il viso.
Si parò davanti al gemello e parlò.

"Ti prego, MOSTRAMI il viso del tuo aggressore. Mostrami i fatti di quella sera al ristorante!"

Jared stavolta si sentì strano. Avvertí un formicolio e un calore piacevole alle guance.
"Sì.." rispose.
Non sapeva neanche Jared perché aveva smozzicato quel sì, ma lo aveva fatto, come se arrivasse direttamente dal profondo della sua coscienza.

E poi gli occhi di Jael brillarono. Il verde naturale dei suoi occhi era sostituito da tre minuscole sfere, rispettivamente gialle, bianche e verdi che danzavano nelle sue iridi come lucciole.
Tre colori che danzavano nelle sue iridi, come se stessero viaggiando attraverso i mondi, attraverso lo spazio, come se i suoi occhi potessero viaggiare attraverso lo spazio e la luce, cercando le risposte.

"Fratello....i tuoi occhi. ." Disse Jared a bocca aperta. Sussultò quando vide i sacerdoti con le loro tuniche bianche, guardarli in religioso silenzio in fila.

Loro fecero cenno di fare silenzio con il dito sulla bocca e uno di loro aprì la cupola e spinse Jared fuori, gentilmente.
"Non posso, io devo restare lì" provò a protestare.
"Ormai quello che ha visto, ha visto. Vedi i suoi occhi? Attraversano il tempo e lo spazio, una qualitá riservata solo ai maghi e ai veggenti! Il tuo amico sta provando una dote rarissima! Lascialo concentrare da solo." Disse uno di loro.

Dopo cinque minuti di quella trance, Jael si accasciò nuovamente contro il vetro.
"Jael!!" Jared corse nuovamente nella cabina e lo trovò accasciato su un morbido materasso coperto bianco di seta e fiori finti che galleggiavano tridimensionali.

"Ma che....cos'è questo??" Disse Jared.
"Il nuovo sistema di sicurezza che abbiamo installato dopo lo svenimento del tuo nuovo amico." Disse il capo con la barba bianca.
"Sistema...di sicurezza?" Chiese Jared confuso.

"Dopo quanto successo abbiamo stabilito che occorresse un sistema di sicurezza che non mettesse in pericolo l'incolumità di chi entrasse. Cadere di schianto e battere la testa può fare male. " disse il capo sorridendo, mentre Jael veniva portato via. Jared malgrado tutto non poté fare a meno di ridere.



*

Jael si svegliò dopo un'ora e trovò Jensen ad attenderlo. "Do...dov'è mio fratello?"
"Ma come, non sei felice di vedermi?"
"A dire la verità no, odio la tua faccia. Sto scherzando, rilassati." "Bene, anche perché potrei fare una battuta sul tuo potere. Anche se a dire la verità, comincio a trovarla meno inquietante. Ha un certo fascino dopotutto."

"Jensen, io volevo...."

"Aspetta, ti prego, prima accetta le mie scuse. Sono stato orribile con te. Io non so perché sono stato cosi sgarbato ma non lo meritavi e volevo anche dirti una cosa che non ti ho ancora detto. Quando ho avuto quelle visioni, io...ho potuto vedere mio fratello! Ora so che esiste e per qualche strano motivo io penso che sono riuscito a vederlo anche grazie a te. Per questo non avrei dovuto aggredirti prima, a prescindere da come sia andata, io volevo dirti GRAZIE."

Gli stringeva le mani e Jael gli sorrise dolcemente.

"Adesso è giunto il momento della verità!" Disse Jael.

*

Jared li aspettava nel giardino, guardando i fiori e accarezzandoli, mentre Bobby seduto sulla panchina, aspettava come lui. Aveva voluto esaudire il desiderio di Jensen di parlargli da solo appena sveglio e anche se Jared moriva dalla voglia di vedere suo fratello sveglio per chiedergli l'esito, aveva voluto concedere a Jensen questo desiderio. Sapeva che si era svegliato, perché i sacerdoti lo avevano informato e avevano anche insistito affinché mangiasse prima, visto che era svenuto per ben due volte a distanza di pochi minuti! Jared aveva scelto di non disturbarlo fino a che non venissero loro da lui, In fin dei conti il suo nuovo ragazzo non aveva chiesto mai niente e gli sembrava giusto almeno concedergli un desiderio dopo che aveva stravolto così la sua vita da un giorno all'altro.

Accarezzava i fiori e sentiva quasi come se loro gli PARLASSERO. Non era davvero un linguaggio, era più come un'energia sottile che attraversava lo spazio e lo trapassava. Era come una comunicazione silenziosa. Un amore potente che lo attraversava.
Era dolcezza, tenerezza, affetto e amicizia.
I fiori davano il loro amore.
Era come se dicessero a lui di non preoccuparsi, che tutto sarebbe andato per il meglio.
Un linguaggio senza parole.
Poi li vide.

Jael e Jensen vicini, che lo guardavano.

Per un attimo vederli vicino gli diede come una panoramica di come doveva essere il Jensen di suo fratello e sorrise, come qualcuno che avesse l'opportunità di vedere un film in esclusiva, segreto al resto del mondo o che dovesse ancora andare in onda e invece a lui avevano dato l'opportunità di vederlo. Un film che attraversava chissà quanti anni luce. Il passato e il presente fusi insieme. Poi sorrisero e Jared non poté impedirsi di sorridere a sua volta.
"È lui? È vero? È lui?"
Jael sorrise e annuì, era commosso e Jared si dimenticò di tutto e corse ad abbracciarli, coinvolgendoli in un grande e stretto abbraccio a gruppo. "È il fratello del mio amico, è lui." Disse Jael.













Note dell'autrice:  ciao ragazzi! Pensavate che non avrei più aggiornato eh?? e invece eccomi qua ahahah contate che pur di aggiornare, ho scritto e aggiornato dal cellulare visto che ho il computer del tecnico, quindi questo vi fa capire quanto ci tengo a questa storia, seconda cosa l'aggressore di Jared: vi ricordate che è stato aggredito ?? è una persona non bene identificata che si fa chiamare Castiel, ebbene se non vi ricordate chi é e che potrebbe starci benissimo visto che sono passati anni , andate a rileggere il capitolo in cui parlo di questa cosa, il cap 11, anche se io vi consiglierei di rileggere comunque tutta la storia, io ho dovuto farlo per continuarla e nel vostro caso per voi lettori ve lo consiglio proprio , dal momento che ho modificato diversi paragrafi e ne ho aggiunto tanti altri , soprattutto nel capitolo 13 e 14 , se non avete voglia di leggere tutta la storia allmeno rileggetevi quei capitoli perché ho modificato delle parti xd vi assicuro che non è affatto pesante come può sembrare e infatti sono 18 capitoli ma in realtà è come se fossero di meno visto quanto sono leggeri e scorrevoli dico la verità anche io pensavo che avrei fatto una fatica a rileggere tutta la storia e invece la sto leggendo anche più volte con molto piacere perché davvero è una storia molto carina.. Modestamente xd Però quel che è giusto è giusto, oh ahahah Comunque il mio è solo un consiglio, se non volete rileggere la storia e volete leggere solo i capitoli nuovi , potete farlo benissimo, io non voglio convincere nessuno, anche perché credo che chi è davvero appassionato di questa storia se la rilegge, per ricordare delle cose o per vedere i paragrafi nuovi altrimenti non gli piace davvero la storia, almeno io faccio così quando delle storie tanto vecchie riprendono ad aggiornare all'improvviso :))

Mi sento abbastanza strana a continuare ad aggiornare questa storia mentre nella storia principale scrivo che Jared e Jael sono già sulla terra e devono fare una riunione per parlare con Jensen ahahah però questi fashback sono davvero molto importanti per colmare tutti i vuoti, credo che lo abbiate capito oramai che stiamo quasi per arrivare al suo completamento , mancheranno uno o due capitoli e voglio arrivare al momento in cui decidono di scendere sulla terra perché è giusto ormai finite questa storia esattamente in questo modo!

per chi non ricorda il momento a cui facevo riferimento in cui scendono sulla terra sta negli ultimi capitoli della storia principale visto che chi mi segue sappia Qual è la storia principale visto anche che la prima in ordine cronologico nella serie xd
Ne approfitto per dirvi che sono ancora indecisa se continuare la storia nella storia " Lo strano caso della moneta di Jared " oppure se fare proprio una storia nuova per continuare a raccontare le loro avventure, non ho ancora deciso ...vedremo!

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Capitolo 20
*** Il ritorno della dama della moneta ***


Jensen, Jared e Jael si trovavano nel giardino della casa di Bobby. Era una notte stellata, una stupenda notte stellata e Jael vedendo quelle stelle non poté fare a meno di trovarle BELLE.

Prima di fare quel viaggio durato anni, aveva una visione tanto romantica delle stelle e si rese conto con stupore, che quello non era cambiato. Affrontare un viaggio nello spazio e vedere le stelle da più vicino, avere come sola compagnia quei puntini luminosi, non aveva fatto svanire il romanticismo.

Era esattamente come quel pittore che continuava a dipingere le ninfee. Ogni cosa era sempre bellissima se la guardavi sempre con amore. Si chiese se le stelle erano puntini luminosi che indicavano le anime gemelle, si chiese se anche i fratelli gemelli fossero intesi come anime gemelle e se anche i suoi fratelli si potessero vedere solo guardando le stelle.

Si sentì come Peter pan, che per capire dove fosse l'isola che non c'é, si indirizzava a guardare le stelle. Sentí un calore arrivare dalla sua mano e capí che era la sua moneta. Si riscaldava spesso in quegli ultimi giorni ma stavolta sentí anche una voce. LEI.

"Sei un'anima nobile, Jared e per questo sarai ricompensato!"
"Tu...sei tornata!!" Disse Jael con gioia guardando la dama ingrandirsi sempre di più fino a elevarsi a grandezza naturale, in giardino, circonfusa da un alone luminoso.

"Non me ne sono mai andata. Ho solo aspettato, come hai aspettato tu. Ricaricando la mia energia, aspettando il momento in cui finalmente avrei potuto di nuovo aiutarti."
"Questo momento è giunto?"
"Credo che hai già ricevuto tutti i segnali necessari a farti capire che il tuo desiderio finalmente si può realizzare."

"Ho paura di chiedere quale."
"Il desiderio più profondo del tuo cuore credo che sai già quale sia."
Jael cadde in ginocchio.

"Jens..."
"Jael!" Jared preoccupato di averlo visto cadere, gli era corso subito vicino.

"Non preoccuparti di sembrare egoista o patetico. I nostri desideri non lo sono mai, a maggior ragione se cerchiamo di oscurarli e nasconderli più a lungo che possiamo, per il bene del prossimo e l'universo premia chi è tanto nobile da mettere da parte i propri desideri per altruismo."

"Non è stato mai per metterlo da parte ma per PROTEGGERLO.." disse Jael chiudendo gli occhi e lacrimando mentre Jared era al suo fianco e Jael aveva appoggiato la testa alla sua mano.

Bobby e Jensen li guardavano con soggezione, davanti alla portafinestra del giardino.

"E questo è un altro dei sentimenti per cui sei stato premiato."

"Posso...posso tornare a casa? Davvero??"
"Sì, amico mio. Adesso ho energia sufficiente per riportarti a casa senza lasciar passare altri 6 anni, l'energia che ti riporterà a casa non sarà solo la destinazione che ti rincongiungerá al tuo pianeta ma sarà anche la risposta alle domande che da sempre vi ponete."

"Risposte?"

"Sì, l'energia dell'amore! " spiegò lei dolcemente. "Quell'energia che sempre cercate e non trovate mai, perché siete spenti, debilitati, l'energia che chiedete per riuscire a risolvere i vostri problemi, per riuscire a perdonare, per farvi amare! Quando chiedete queste cose, state chiedendo inconsciamente l'AMORE, che è l'unica energia talmente potente da far avverare le soluzioni che a volte sono come miracoli. La stessa energia che ti ha portato fin qui, Jael. L'energia che io adesso ti voglio restituire!" Disse mostrando una palla di energia dorata.

Jael la guardò impressionata.

"Questo è...l'amore?"

"No, mio dolcissimo amico, l'amore non è questa sfera, questa sfera è solo una rappresentazione di qualcosa di molto più grande. Che sempre si espande e sempre si alimenta. È la risposta a tutte le vostre domande."

Jared a quel punto prese la parola.
"Jael non se ne andrà via senza di me!"
"Jared..." disse Jael preso in contropiede dall'iniziativa del fratello.

"No, no, no, non provare a tenermi fuori! Io ti seguirò, anche se dovessi incatenarmi a te tipo marsupio. Non mi interessa! Io non ti lascio!"

"E anche io verrò con voi!" Disse Jensen.
Si voltarono tutti verso di lui.
"Jensen...."

"Non è soltanto Jael ad aver perso un pezzo del suo cuore su quel pianeta. Ve lo siete dimenticati? Anche io ho un fratello che non ho mai conosciuto e se trovandomi davanti a lui, troverò soltanto la metà della dolcezza che vedo quando guardo voi, non mi basterà la vita a ringraziare questo cielo e tutti quelli che vedrò."

"Amore mio!" Disse Jared andando ad abbracciarlo e a baciarlo davanti a tutti.
Dopo un breve bacio, gli disse" Ti amo, ti amo tantissimo." e lo baciò ancora, stavolta più appassionatamente.

"Beh, direi che la lista dei passeggeri è diventata già affollata." Disse Jensen.
"Taci, te, non costringermi a cambiare idea sulla buona opinione che ho di te!" Disse Bobby .
Jensen sgranó gli occhi, mentre Jared smise di baciare Jensen per guardare stupito ma sorridendo, Bobby.
"Bobby?" Incredulità e gioia nella domanda di Jared.

"Non dia retta a questo citrullo, madame, non siamo troppo affollati, c'è posto ancora per un'altra persona, IO!" "Bobby sei sicuro di quello che dici?" Chiese la dama.

"Certo! Qualcuno deve tenere in riga questi mascalzoni, figurati se penseranno a cose come mantenere pulito e in ordine un'astronave. Tremo all'orrore di vedere come è ridotto il mezzo che lui ha utilizzato per venire qui, con tutto il rispetto, Jael."
La dama sorrise.

"Più persone a bordo ci sono, più l'astronave sarà alimentata con l'amore, l'importante è che ne siate sicuri, non so quando potrete tornare indietro, ve la sentite di rischiare di non vedere più la vostra casa?"

"Casa è insieme alle persone che ami e a me basta essere con questo idiota che mi ha letteralmente stravolto la vita." Disse Bobby.

"Penso lo stesso e poi sono convinto che...il suo arrivo mi ha regalato più di una persona che amerò " disse Jensen.
Jared a quelle parole di Jensen si stava commuovendo, ma rise quando Jael disse rivolto a Jensen. "Ehi tu, non farti strane idee in testa."
"Devo andare adesso, la nostra partenza è prevista tra un paio di giorni." Tutti trattennero il fiato.

"Così presto?" Disse Jared.
"Le cose stupefacenti non hanno ragione di aspettare. Concludete le vostre faccende in sospeso, io ora devo andare."

"Minny." La richiamó Jael.
Lei, che si era avvicinata alla moneta che Jael aveva appoggiato sulle mattonelle del giardino, si bloccò.
Quando i nostri fratelli saranno liberi e la nostra missione sarà conclusa...io. ti libererò!"
Minnie lo guardò esterrefatta.
"Sei dolce, ma viaggiare attraverso lo spazio e avere il potere di far dire agli altri la verità, non ti rende capace di fare miracoli..."
"Lo farò!"
La dama si corrucció.
"Ma molto arrogante sì."
"Ti libererò! Dopo tutto quello che hai fatto per me, io DEVO e VOGLIO!"
"Ti ho fatto soffrire e vorresti premiarmi?"
"Ohh, smettila, hai sofferto anche tu, ma non deve essere cosi per sempre. L'energia dell'amore che tu mi hai dato..."
La dama fece un cenno con la mano come per zittirlo, poi si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla testa.

"Ci vediamo presto."
E sparí dentro la moneta.
"Dopo aver visto una dama che sembra una principessa delle fiabe sparire in una moneta credo di aver visto davvero tutto." Disse Jensen.

"Ho promesso di liberare anche lei e lo farò. Un giorno. Glielo devo." Disse Jael, toccando la moneta e guardando in alto, verso le stelle.






















Note dell'autrice:  allora, a occhi dovrebbe mancare ancora un capitolo alla fine, ma siccome i miei capitoli si allungano sempre, credo che diventeranno due o tre, ma non penso di più:) vorrei mettermi a disquisire sulla bellezza di quanto scritto, ma credo che la difficoltà a postare dal cell, mi renda poco sentimentale adesso xd ci sentiamooo.

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Capitolo 21
*** Il ricordo di Jael e il colloquio tra Sam e Castiel ***


Durante il viaggio nello spazio, Jared aveva raccontato a Misha quello che era successo con il padre di Jensen e la situazione incresciosa che li aveva portati a condividere quella visione in sincrono con Jensen.
“Pensi che il padre di Jensen sia coinvolto con la sparizione di tuo fratello e di anche altri bambini?” chiese Misha allibito.
“Misha, non dirlo neanche per sogno! Conosco quell’uomo e sono persone perbene.” Disse Jael sconvolto.
 
“Ma allora com’è possibile che abbia trasferito quella visione a Jensen?”
“Io..io penso che lui sapesse qualcosa..che stesse cercando di DIRE QUALCOSA a Jensen. Magari hanno fatto anche a lui quello che hanno fatto ai miei genitori?”
“Perché proprio a lui, Jared?”
 
“Pensi che anche Jensen abbia un fratello gemello disperso, vero?" gli chiese Jael.

"Sì, oppure..Magari pensi soltanto che anche Jensen abbia avuto la tua stessa visione e non è così.."

"No, no, Misha, anche se ero già andato via..potevo PERCEPIRE..e anche vedere..l'immagine di Jensen, il suo viso..il suo shock..la connessione tra me e lui..non era soggezione..ha visto le stesse cose che ho visto io..ne sono sicuro.."

"Quindi lui c'entra, Jared! Ha un fratello disperso proprio come noi!!" insistette Misha.

"O semplicemente stava cercando di dire a Jensen di fare giustizia? In ogni caso lui sapeva qualcosa ma ora non potrò chiedergli più niente.”
“Ma come ha fatto quell’uomo? Quindi anche lui aveva poteri magici?”
 
“Credo che c’entri la mia magia. Probabilmente la magia che ho fatto per ripristinargli i ricordi, ha fatto sì che vedesse più indietro a quando ero neonato io. Però lui ha detto di riconoscermi..magari..magari sapeva qualcosa anche di dove hanno portato il mio gemello e altri bambini..sì, altri bambini come me e come te e il tuo gemello..” disse Jael.
 
“Ma Jensen ha visto la stessa visione, Jared! Perché ha visto la stessa visione?” insistette Misha.
 
“Il padre di Jensen era sconvolto..ha visto che sono scappato via, e ha tentato disperatamente di coinvolgere Jensen..” disse Jared ragionando velocemente.
 
“Perché dovrebbe importargli se non fosse che è coinvolto lui personalmente? Quindi o è un sicario oppure..Jared, ti stava chiedendo di riportare indietro quei bambini perché tra quelli c’è anche suo figlio!
 
“Jensen non mi ha mai accennato di avere un fratello..me lo avrebbe detto..soprattutto dopo la mia confessione.”
 
“Magari non lo sa neanche lui..glielo hanno tenuto nascosto..”
 
“No!! È una cosa troppo orribile..non può essere..NON CI CREDO!” disse Jared scappando nella sua stanza mentre Misha sospirava.

 
 
 
 
 



 
*

Jael stava piangendo davanti a questo ricordo, mentre era seduto al tavolino in veranda della casa di Bobby.
Lui intenerito andò da Jael e gli mise una mano sulla spalla.
 
“Va tutto bene, ragazzo? Sei emozionato all’idea di tornare?”
 
“A dire la verità, mi sento in colpa, Bobby.”
 
“In colpa?  Se è per noi, sappi che..”
 
“No, non per quello. O meglio anche, mi sento in colpa per coinvolgervi, ma parte di questa colpa la espio con il pensiero che parte della mia famiglia è riunita, è un altro il senso di colpa che mi opprime..il pensiero che l’amore della mia vita aveva un gemello e io avevo TUTTI gli elementi per capirlo e l’ho negato a me stesso!”
 
“E perché l’hai negato a te stesso, ragazzo?”
 
“Perché altrimenti avrei dovuto ammettere a me stesso, che gli avevo privato di fare questo viaggio con me e Misha, lo avevo estromesso, lo avevo privato del diritto di SAPERLO..e se avessi fatto questo, mi sarei sentito ancora più un MOSTRO..e questo mi avrebbe annientato e mi avrebbe impedito di portare a termine il mio viaggio..quindi ho imbavagliato il mio cuore e non ho ascoltato. Che genere di uomo può amare un uomo che mette a tacere il suo cuore verso l’uomo che ama?”
 
“Un uomo molto nobile che ama un altro uomo molto nobile che a causa di questo, ha scoperto qualcosa che altrimenti non avrebbe mai saputo.” Rispose Bobby, abbracciandolo.
 
Jael chiuse gli occhi, mentre delle lacrime rigavano il suo viso.  
 
“Quando torneremo sulla Terra..io racconterò tutto a Jensen, ha il diritto di sapere..anche se mi odierà a morte per quello che ho fatto..per avergli fatto dimenticare tutto e averlo abbandonato..” disse Jael, mentre Bobby scioglieva l'abbraccio.
 
“Ti sbagli, non ho capito molto di quello che è successo tra te e questo ragazzo, ma sono sicuro che lui ti perdonerà.”
 
“Non lo farà, ho agito troppo in maniera scorretta..” disse Jael scuotendo la testa.
 
“Ma la vuoi smettere?” chiese Bobby, appoggiandogli una mano sulla spalla. “Hai avuto una forza d’animo incredibile, invece e grazie a questa, hai trovato non solo tuo fratello gemello, ma hai scoperto che anche il tuo ragazzo con ogni probabilità ne ha uno. Jensen ha VISTO suo fratello. Ha avuto anche lui una visione!”
 
“Questo è vero..ma..”
 
“E oltretutto tutti e quattro avete gli stessi nomi. Cos’è questo se non un incredibile segno del destino??
 
Jael rise.
“Una follia.”
 
Bobby annuì.
 
Per questo ci credo.”
 
Jael abbracciò nuovamente Bobby.
 
“Sono geloso del mio gemello, adesso.”
 
“Perché lui in questo momento è a un appuntamento romantico con il suo ragazzo?”
 
“No, perché ti ha avuto per tutti questi anni. Io amo i miei genitori, ma tu..non so, sei diverso.”
 
“Ehi, ragazzo, non ci starai mica provando con me, vero? Sono un po’ troppo vecchio per te e inoltre sono di un altro pianeta..” disse burbero e poi entrambi scoppiarono a ridere.
 
“Volevo che avessero almeno un momento per loro, in maniera normale..prima..sì, prima di sconvolgere le loro vite.”
 
“Non sei tu ad avergliele sconvolte, ma chi vi ha fatto questo, ragazzo.” Disse Bobby. “Anche se forse ne sono contento, sì, anche se ne provo vergogna..ma se non vi avessero mai separato, io avrei continuato ad avere una vita infelice..senza nessuno..io non ho figli, e Jared è per me come se lo fosse..tutto questo mi fa sentire piccolo e indegno, vi capita questa sensazione anche sulla Terra, ragazzo?”
 
“Più spesso di quanto la gente è disposta ad ammettere.” Disse Jael, guardando le stelle. “Sulla Terra dicono sempre che siamo tutti uniti sotto lo stesso cielo, ho sempre pensato fosse una sciocchezza detta per intenerire i cuori, ma ora che sono qui, sullo stesso pianeta del mio gemello, capisco quello che significa e sono contento che ora stiamo guardando lo stesso cielo.”
 
Bobby sorrise.
 
“Quelli che chiamiamo confini sono solo righe sulle carte geografiche, quelle che chiamiamo distanze, sono muri di cartapesta che la mente può scavalcare..tu credi di essere diviso dal tuo Jensen, adesso? Ti sbagli..in questo momento anche se divisi da anni luce e due pianeti di distanza, i vostri occhi si stanno guardando e le vostre anime si stanno toccando.
 
“Allora…allora spero sia così anche per il terzo! L’altro nostro fratello. Se solo guardando una di queste stelle, POTESSI fargli arrivare che io lo sto abbracciando e che non è solo, giuro che starei tutta la notte qui a guardarla.” Disse Jael con gli occhi traboccanti di lacrime a fissare il cielo.
 
Una stella brillò più delle altre.
 
 
 
 
 
 
In un altro luogo…
 
“Ahhh!!” esalò il Principe seduto sul suo trono.
 
“Mio signore!! Si sente male?”
 
“Che cosa fai ancora sveglio a quest’ora, Castiel? Va a letto, nessuno mi fa del male. Come potrebbe? Ci siamo solo io e te, qui.” Disse il ragazzo identico a Jael e Jared, - se non fosse stato per i capelli lunghissimi e vaporosi che gli incorniciavano il viso - nella stanza del trono.
 
“Ne è sicuro? Io..” Castiel si guardò intorno, poi entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.
 
Castiel, che cosa stai facendo? Ti ho detto di andare!” disse il principe innervosito.
 
“Mi dispiace, ma io..ho sentito un sospiro e mi sono preoccupato per te. Sai che mi preoccupo sempre per te, Sammy..” Disse, con tono molto più confidenziale, con la certezza che si trovavano da soli, ora.
 
Il principe sorrise.
 
“Sì e ti ringrazio per questo, A dire la verità…”
 
“Sì?”
 
“Non è stato proprio spiacevole..ho sentito come un calore fortissimo, proprio qui. Non sembrava una minaccia di pericolo, è stata solo..imprevista..e sconosciuta.” Disse il ragazzo, chinando il capo in maniera triste, a occhi chiusi.
 
Castiel provò una tenerezza infinita per il suo principe e quando aveva quell'espressione triste trovava che sembrava un angelo, smarrito tra le stelle e gli faceva venire una gran voglia di consolarlo, anche se per farlo avrebbe dovuto vestirsi come un giullare e mettersi a fare il giocoliere.  
 
“Forse stai manifestando un nuovo potere, oltre alla smaterializzazione tra mondi, maestà. “ disse Castiel, facendo un breve inchino.
 
“Certamente è così, vorrei fare una passeggiata fuori nella serra, vuoi accompagnarmi, Castiel?”
 
“Anche in un altro mondo, se necessario, mio signore.” Disse Castiel facendo un altro inchino.
 
Il mantello blu del principe svolazzò e i suoi occhi azzurrissimi vennero attraversati da una scia rossastra, mentre lasciava la sala del trono.
 






















Note dell'autrice:  ciao ragazzi, lo so, lo so, sempre le solite cose, avevo promesso che non sarebbe più andata in sospensione, sono già abbastanza incazzata con me stessa....l'ultimo paragrafo tra Sam e Cas è deciso solo all'ultimo, invece il pezzo prima ce l'ho in mente da parecchio e FINALMENTE l'ho messo O.O

so cosa state pensando, non siete voi che non ricordate, davvero non ho mai messo quando Jael parlava con Misha di Jensen, ho sempre pensato di farlo ma non l'ho fatto. Meglio chiuderla qui che è davvero tutto penoso xd cmq vi dico che davvero il prossimo o mal che vada tra due capitoli, anche questa storia FINISCE. Fidatevi di me.

ps tanto so già che qualcuno si sarà dimenticato quando compare il Principe e quindi allego questi capitoli per rinfrescarvi la memoria xd (cliccate sui titoli, anche se non sembrano, sono link xd )

Di monete maledette e principi misteriosi:  quando compare Sam per la prima volta.

IL TERZO GEMELLO E L'UOMO MISTERIOSO:  e qui quando Castiel si incontra con Jared, ovvero la prima volta che compare Castiel.

ragazzi mi rendo conto che può essere fastidioso tutto questo cambi di storie e che può generare confusione ma fidatevi che è più semplice di quanto si può sembrare xd vi ho anche allegato i capitoli da ricordare e avevo promesso che non lo avrei più fatto e che chi voleva se li andava a cercare, in generale in tutte le storie mie, ma se lo faccio di nuovo ora, è perchè a questa storia ci tengo particolarmente e vorrei che sia tutto chiaro

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Capitolo 22
*** Tornare a casa ***


Jared e Jensen si trovavano di nuovo alla serra blu, dove avevano cenato la prima volta.

“Sai, amore mio, comincio a pensare che tu sia un po’ masochista.”

“Davvero? E come mai?” chiese Jared, degustando il suo vino bordeaux con fare sensuale.

“Sei voluto tornare qui nel posto dove uno ti ha aggredito…” disse Jensen sorridendo.
Sono voluto tornare..nel luogo del nostro primo appuntamento.” Sottolineò Jared con tono candenzante.

“M.mh, che romantico.” Disse Jensen, prendendogli il mento per un bacio veloce ma sentito.
“Mi piace da matti quando mi baci.”
“E vedrai finita questa cena, cosa ti farò.”
Jared gli fece piedino.
“Jensen..” ridacchiò.

“Che c’è? Sei tu che mi ispiri pensieri impuri.” Si giustificò Jensen con un tono da angioletto.
“Infatti quando siamo venuti qui la prima volta, ti chiesi se sono un diavolo.”

“Sei un diavoletto erotico. E comunque ricordo anche che tu mi dicesti che io riesco a trasportarti in un altro mondo, ma in realtà lo stai per fare tu.” Sottolineò sorridendo, poi smise subito vedendo l’espressione di Jared cambiare.
“Jay, che c’è, ho detto qualcosa che non va?”
“No, niente..tu non..sono io che..”
“Ora mi spaventi, cosa..”

“Jensen, sei sicuro di voler venire con me..nello spazio?”
Jensen lo guardò allibito, troppo scioccato per replicare, Jared colse la palla al balzo.
“Non fraintendermi, ne sarei felicissimo, anzi tutto il mio cuore e tutta la mia anima fremono dal desiderio che tu mi accompagni.”
“Ma allora perché mi chiedi..”

“Perché noi ci conosciamo da troppo poco tempo! E io ti ho sconvolto la vita subito dopo che ci siamo conosciuti! Non voglio legarti a me solo perché il destino ha deciso che le nostre vite dovessero essere intrecciate per via di un qualcosa di superiore! Sappi che se anche tu dovessi stancarti di me..o capire che in realtà non..non mi ami, per me va bene…cioè non è che..è solo che ti aiuterei lo stesso e ti farei incontrare comunque con l’altro Jensen, ma non voglio che tu ti senta obbligato a..amarmi.

Jensen era sempre più allibito mano a mano che l’altro parlava, e ora sembrava furibondo.
“Ora vorrei solo tornarmene a casa mia e mandarti a fanculo, J..”
“Jensen, io..”

“Quante volte ancora il mio amore per te deve essere messo in discussione? Quante volte ancora IO devo essere messo in discussione?”
“Io non volevo accusarti di niente, è solo che..”

“Che non credi che io ti ami! Perché J? Perché pensi di valere così poco? Perché pensi che le mie parole valgano così poco? Pensi che il mio TI AMO per te abbia così poco significato? Che io sia una sorta di puttana e che lo dica a tutti? Sai una cosa? La puttana sei tu.”

Jared lo guardò allibito.
“Cosa?”

“Sì, lo sei, J..fin dal momento in cui ti ho visto, con quel tuo sorriso sbarazzino e lo sguardo languido, e la faccia angelica..mi hai spogliato con lo sguardo e io ci sono stato. Abbiamo fatto l’amore con lo sguardo per tutto il tempo in un negozio di giocattoli!!”
Jared era ora tutto rosso.

“Lo so benissimo anch’io che ci conosciamo da poco tempo, da pochissimo in realtà, ma non esiste un tempo per innamorarsi, pensi che scoprire che molto probabilmente ho un gemello sulla Terra che di professione salva il mondo, mi leghi a te? No, m fa solo innamorare ancora di più di te, quindi mi dispiace per te, ma se la tua intenzione era quella di tirarmi fuori, non posso. Non posso più, oramai ci sono troppo dentro.”
“Jensen..” Jared era commosso.

“Non sai che dire eh? Allora parlerò io per entrambi. Io ti amo e non ti userei mai solo per fare questo viaggio e andare sulla Terra, so che il tuo gemello mi farebbe venire comunque e sai perché? Perché è il TUO gemello e deve essere per forza un’anima bella come lo sei tu. Ma io voglio essere il tuo fidanzato, J..perchè ti amo, ti amo per come sei, per la tua anima..non mi importa se è accaduto tutto così velocemente, anzi per un certo senso ne sono felice, perché almeno ho avuto un po’ di tempo per corteggiarti e farti innamorare di me.”

Jared finalmente rispose con un bacio a quelle parole d’amore.
“Grazie.” Gli disse.
“Tu a questo punto dovresti dire: provo lo stesso e anche di più.” Poi scoppiò a ridere. “Scherzo, amore. “
“È che sei capace di lasciarmi senza parole, ma è ovvio che provo lo stesso.”

“No, che non lo è! Per te non era ovvio e ho dovuto dirlo, stronzetto manipolatore.”
“Non ero una puttana?”
“Anche, sì, perché mi seduci l’anima, stronzetto.”
 
 

*

Durante la notte, il cellulare di Jared squillò.
Era Jael.
“Fratello, sono qui nel letto di Jensen e c’è lui che dorme nudo nel letto. Se non dormiva, avresti avuto un problema.” Disse lui e sorrise, sentendo suo fratello ridere.

“Hai Jensen nudo nel letto e pensi a rispondere a me?? Ma che razza di persona sei? Non ti senti un po’ in colpa?” rise Jael.
“Un po’ sì in effetti.” Disse Jared, stando al gioco.
“Ti voglio bene, fratello.”

“E mi chiami nel post sesso solo per dirmi questo? Non potevi dirmelo domattina?”
“Sei uno stronzo, lo sai?”
“È una cosa che comincia spesso a dirmi anche Jensen, sì. Comunque ti voglio bene anch’io, stronzo.”

“Volevo dirti che se vuoi, se lo desideri, la luna di miele con il tuo amato, può allungarsi di qualche giorno.”
“Cosa?? Perché?” gli chiese Jared, impanicandosi.

“Easy, non c’è niente che non va, è tutto a posto..ma..volevo lasciarvi ancora un po’ di tempo da soli, prima di partire..Bobby deve sistemare i suoi affari e sparire senza far preoccupare nessuno, sistemare le cose a lavoro..trasferire parte dei bagagli su una navicella richiede tempo e…io ho bisogno di tempo per salutare la gente di Agorà.
Jared sorrise intenerito.

“E sia, ma di qualche giorno, poi partiremo. E voglio salutare anche io quelle persone. Mi sembrano davvero BRAVE persone.”
“Fratello, con questa richiesta mi hai reso davvero molto felice e a questo proposito, sai, ho un sogno.”
“Davvero? Raccontamelo.”

“Che un giorno, io te e l’altro nostro fratello, regniamo insieme ad Agorà. Non so che sembianze ha, ma se è come te, deve essere adorabile.”
“Ti ringrazio per l’adorabile, ma devo dirti che sono già impegnato.”

“Ahi, il mio cuoricino si è appena spezzato.” Disse Jael mettendosi una mano sul suo petto in maniera tragicomica.
“Però ti concedo di dormire con noi, puoi osservare questo bel manzo del mio fidanzato ma senza toccarlo.” Disse Jared mirandolo sul letto.
“Non sarà difficile, ho occhi solo per il MIO Jensen.”
“Ti voglio bene, fratello.”
“Ti voglio bene anch’io.”

Finalmente Jensen smise di fingere di dormire e prese il cellulare di Jared.
“Tutte queste mielosità mi hanno eccitato e ora avrò bisogno di un aiutino dal mio fidanzato.”
“Quanto sei stupido!” disse Jared, dandogli una sberla sul fianco, mentre sentiva dall’altro capo del telefono Jael dormire.

“Jael, davvero, grazie, se tu non fossi mai venuto qui, non avrei mai saputo di avere un fratello, ti sarò debitore in eterno. Potrai chiedermi qualsiasi cosa, sappilo.”
Jared gli diede una sberla sulla testa.
“Ahio..tutto tranne un threesome, altrimenti il mio fidanzato è geloso.” Disse ridendo.
Jael rise di rimando.

“ Assistere al vostro amore, mi fa rendere conto che insistere in questo viaggio è stato il mio traguardo più grande finora. “
 
 
 
 
*

Una settimana dopo, dopo anche che Jael e Jared ebbero salutato la comunità di Agorà, tra lacrime, commozione, applausi, inchini e dolcetti della casa da portare via come regalo durante il viaggio, in una notte stellata e meravigliosa, i ragazzi stavamo camminando con bagagli al seguito, in una radura deserta, al lontano da occhi indiscreti.

“Non è mai come ci si immagina nei film.” Bonfonchiò Bobby, portando le valigie.
“Ti eri immaginato che ce ne andavamo belli beati senza la rottura di valigie al carico?” lo canzonò Jensen.
“Mi immaginavo che l’astronave atterrasse proprio nel mio giardino.” Bofonchiò Bobby.

“Certo! Sarebbe stata un’idea geniale! Perché non ci abbiamo pensato? Oh, forse perché..sarebbe stato difficile da spiegare ai vicini??” disse Jared, battendo le mani.
“Tanto qualcuno che la vedrà, ci sarà lo stesso. E poi ovviamente pensavo anche a dei servitori robotici, qualcosa del genere. Non li avete ancora inventati sulla Terra?”

“Abbiamo delle robe metalliche delle dimensioni di una paletta che fungono da aspirapolvere e che sbattono continuamente negli angoli delle stanze, può bastare?” disse Jael, serio, per poi scoppiare a ridere davanti alle loro facce.
“Non esiste niente di perfetto.” Disse Bobby.
“Devo avvisarvi che la vita sulla Terra è un pochino più dura di questa che si vive qui..” li avvisò.
“Mi sembra difficile.” Disse Bobby.

“Davvero? Sulla Terra, devi pagare per avere un tetto sulla testa, per averlo riscaldato, e perfino per muoverti in uno spazio pubblico e questo è solo il minimo. Ti fanno pagare qualsiasi cosa, perfino per parcheggiare il mezzo in cui ti muovi.”
Bobby fu paralizzato dal terrore.
“Ma questo è assurdo..sono dei tiranni VERI..perchè nessuno si ribella?”

“Perché altrimenti viene arrestato.” Disse Jael con semplicità.
“Assurdo. Grottesco. Disumano. Ho cambiato idea, non vengo più!”
“Un po’ troppo tardi per i ripensamenti.”
“Jared, tu devi assolutamente fare qualcosa per salvare quel povero pianeta!”
“E che posso fare? Mica lo governo io.” Disse l’altro.

“Tutti zitti, siamo arrivati.” Disse Jael, posando la moneta magica su una roccia.
“È prepotente.” Bofonchiò Bobby.
“È il mio gemello.” Rispose Jared con orgoglio.
Un fascio di luce si sprigionò dalla moneta e una grossa astronave si materializzò sopra il cielo, sovrastandolo.
Un coro di “Ohhhhh.” Riempì la notte.

“Poi un giorno mi spiegherai come ha fatto quel colosso a stare dentro una moneta così piccola.” Disse Bobby a Jael.

Questo fece venire in mente un piccolo ricordo a Jael, il giorno dell'incontro con il suo gemello. Gli spuntò un piccolo sorriso mentre quel ricordo si affacciava alla mente.


Inizio flashback 

“Tu vieni da un altro mondo? Ti prego, dimmi la verità, ho bisogno di verificarlo e non prendermi per pazzo, per questo.” chiese Jared.
“Non lo faccio. Sono sollevato che tu..sappia già qualcosa a questo riguardo. Sì, vengo da un altro mondo, ho fatto un lungo viaggio per venire qui.”
"Ma dove si trova la tua astronave?"

"So che sembra assurdo, ma...dopo che sono atterrato, è finita qui dentro " disse facendogli vedere la piccola moneta.
"Mi stai prendendo in giro?"
"No! So che sembra assurdo ma credimi, è cosi.'

"Allora, provalo! Torniamo dove ti ho trovato e la fai uscire."

"Non posso! Non dipende da me, è difficile da spiegare, ma non sono stato io a farla entrare e quindi non so come farla uscire. Questa moneta è magica. Ha una volontà sua. Per favore, tu DEVI CREDERMI. Ti spiegherò tutto con calma."
L'altro Jared sorrise.
"Il mio cuore mi dice che sei sincero. Ti credo."

fine flashback 



“Questo va anche oltre alle mie possibilità, temo, ma credo sia un po’ come la lampada di Aladino.”
“Chi è Aladino?” chiese Jensen.
“Un giorno ve lo racconterò!” disse Jael.

Un altro lampo di luce attraversò la moneta e la dama si erse in tutta la sua statura.
“Ben ritrovati!” disse lei.
“Grazie per aver mantenuto la promessa, Minnie.”
“Prima di lasciarvi entrare, vorrei parlare con te, Jared.”

“Preferirei che mi chiamassi Jael. È una cosa che ho deciso in comune con il mio gemello. Comunque..Con me??” gli chiese lui.
“Sì, so del tuo dolore e della tua sofferenza, nonché dei tuoi dubbi, tu temi che Jensen non ti perdonerà per non averlo lasciato venire con te, vero?”
“Minnie, non parliamo di questo adesso, ci sarà modo..” disse Jael a disagio.

“No, facciamolo adesso, così non ci saranno più questioni in sospeso. Non ho intenzione di sovraccaricare l’energia che fa funzionare la navicella a causa delle tue paturnie mentali!”
Jael rimase basito e gli altri tre ridacchiarono.
“Una tipetta bella tosta eh?” disse Bobby.
“Io non ho intenzione di tornarci sopra, invece, tanto non puoi costringermi a non sentirmi in colpa, qualunque cosa tu faccia.”

“Io non voglio convincerti, sciocco, solo farti ricordare.
“Ricordare? Io ricordo tutto perfettamente.”
“No, non lo fai. Forse i sei anni passati nello spazio ti hanno obluvionato il cervello, altrimenti non avresti dubbi adesso, ma forse questo ti schiarirà le idee.”

Dal petto della dama dama uscì un’ulteriore luce gialla che colpì Jael in pieno petto, investendolo.
 
 
Jensen restò a guardare Jared, uscire dall’acqua, come se fosse stato Mosè. Ma per lui era più bello. Per lui, Jared sarebbe sempre stato il più bello di tutti.

Voleva dirgli tante cose, anzi, aveva PAURA prima di vederlo, perché si era ripassato milioni di volte le cose che avrebbe voluto o dovuto dirgli e temeva che quando l’avrebbe visto, non se le sarebbe ricordate o avrebbe detto la cosa sbagliata, ma semplicemente, quando lo vide, non provò neanche a aprire bocca. Gli andò incontro e lo baciò con passione. Le loro bocche si incontrarono voraci, passionali, romantiche e dolci e Jared lo sollevò in braccio attirandolo a sé e continuando a baciarlo.
Si sdraiarono poi, sulla sabbia.

Jensen sentiva la sabbia nel bagnasciuga, sentiva l’acqua e tutto era così..INTENSO.

Non era vero quello che dicevano, che nei sogni tutto era così etereo e meno materiale, forse sì, era meno materiale ma proprio per questo, più INTENSO.

Continuarono a baciarsi fino a che Jared non ridacchiò sulle sue labbra.
“Sembra una scena de la sirenetta.”

“Quando la sirenetta e il principe si baciano, ma manca la parte hot!”

“Manca perché l’hanno tagliata per i bambini, non potevano fare vedere cose sconce a dei poppanti.”
“Ah!! Finalmente capisco il perché di quel taglio in avanti sul matrimonio!” disse Jensen.
Risero entrambi.

“Credi che l’abbiano fatto sulla sabbia?” chiese Jensen accarezzandogli il viso.

“Non voglio davvero parlare di quei due, adesso.” Disse Jared, baciandogli quella mano.
Jensen sorrise e lo guardò.
“È stato così…non ho parole per definirlo.”
“Lo so.” Disse Jared serio.

“E mentire a Chad??? È stato tremendo, mi sono sentito un..CRIMINALE..lui continuava a guardarmi con speranza e fiducia, voleva essere RASSICURATO da me..e io l’ho deluso.”

“Potevi dirglielo, per me non sarebbe cambiato.”

“Non mi andava di farlo, con Alfred presente. E poi qualcosa mi diceva che era giusto così.”
Jared lo fissò.
“Ma non toglie che mi sono sentito uno schifo.”

“Non è giusto, non dovresti sentirti così TU, sono io quello che ha fatto una cosa..immonda, tremenda.”
“Su questo non ti do torto.”
Jared rimase zitto,allibito.

“Cancellare la memoria a tutta quella gente.” Spiegò meglio Jensen. “Come hai potuto, Jared? Non avevi il diritto di farlo..la memoria di ognuno di noi è così sacra e individuale..”

“Lo so..”

“No, no, tu non lo sai!” disse Jensen. “Tu non hai il diritto di togliere perfino il RICORDO di chi ti ha conosciuto..spetta solo alle singole persone, il diritto di voler dimenticarti.”
Jensen scoppiò in un singhiozzo e Jared si sentì peggio, gli prese il viso tra le mani.

“Tu non mi avresti mai lasciato andare..e non potevo rischiare che..i miei genitori o i tuoi, o chiunque altro che ci avesse conosciuto, facesse saltare tutto..era indispensabile una copertura completa e quindi io..” sospirò. “Io sono stato un completo idiota.”

“La moneta..mi ha detto cosa è successo..mi ha detto degli effetti collaterali..del mio troppo amore.” Spiegò.
“Anche del mio. Non sei solo, Jensen, ricordatelo sempre.” Gli ricordò l’altro.
Jensen scrollò le spalle.

“Quasi avrei preferito che fosse andata davvero come ha pensato Chad, se io avessi dimenticato tutto..davvero..non ti avrei causato problemi.”

“Ma non sarebbe stato bene a me!!” disse Jared scrollando la testa. “Tu mi hai dato una grandissima prova d’amore! Hai dimostrato che il nostro sentimento è perfino più forte di un controllo mentale del genere! A proposito..come hai fatto? Io credevo che..sì, insomma, quando ti ho ordinato di dimenticare, mi sembrava davvero che tu..” lasciò la frase in sospeso.

“Non ho mentito!” si affrettò a spiegare Jensen. “Credo semplicemente sia successo quello che è accaduto a Chad! All’inizio ho obbedito al tuo comando ma poi..la notte stessa, ho cominciato già ad avere dei flash..in sogno e ho ricordato.”
“Jensen, i tuoi genitori..IO TI GIURO che non gli ho fatto del male..”

Jensen gli posò le mani sulle sue. “Lo so, amore mio, lo so, tranquillo.”
“Dio, mi sembra così incredibile che tu sia qui con me, adesso. Voglio…voglio che tu ci sia davvero e non solo in sogno. Jensen, ti prego. Vieni con me.” si alzò, ma Jensen rimase per terra.
“Jensen..?”
“Jared, credevo ne avessimo già parlato.”

“Quello?? Oh, lascia stare, la moneta non ci ostacolerà, credimi.”
“Cosa?? Dopo tutto quello che ha fatto per convincermi, vuoi ancora sfidarla??” Jensen si alzò in piedi, era incredulo e scuoteva la testa.
“Jensen..” il moro sorrideva. “Se avesse davvero voluto separarci, non mi avrebbe permesso di venire qui da te.”

“L’ha fatto solo perché ho accettato di lasciarti andare.” Poi lo guardò duramente. “Perché sei così ostinato? Non capisci che..”
Non posso accettarlo! Jensen, non posso accettare di andarmene in giro per lo spazio chissà per quanto e lasciarti solo e non sapere quando potrò rivederti!”
Jensen era basito. Totalmente basito.

Lo spazio..certo, non che non l’avesse intuito, la moneta era stata ambigua ma credeva, SPERAVA, metaforica.
“Avresti dovuto pensarci prima di far scoppiare tutto questo casino!” sbottò l’altro e Jared ebbe il buon gusto di abbassare lo sguardo.
“Tuo fratello..davvero, è…VIVO?”
Jared si illuminò a quelle parole.

“Sì..o almeno CREDO. Ma me lo sento, Jensen. Non erano solo delle visioni..è reale..non so davvero quanto di reale ci sia in quello..ma so che è vivo..e..” sospirò. “Forse non è l’unico fratello..la moneta mi ha concesso una VISIONE..ho visto tre coppie di bambini..credo siano tutti gemelli ma non..io non credo siano tutti miei.
Stava per dirgli altro, Jensen glielo leggeva negli occhi, ma lo fermò.

“Non dirmi altro, ti prego.” lo fermò con una mano.
“Jensen, io..”
“NO! Qualsiasi altro dettaglio aggiuntivo potrebbe..rendere ancora più difficile questo distacco. Poi potrei non riuscire più a..lasciarti andare.” Non lo guardò più in faccia ma quando sentì Jared singhiozzare, si voltò incredulo verso di lui.
“Jared..” era sconvolto dalle sue lacrime.

Se…se il prezzo da pagare è quello di separarmi da te..io non voglio. NON ANDRò Più VIA, JENSEN..rinuncio al viaggio.”
“NO…”
Non riesco a separarmi da te! Non posso..”
“Non me lo perdoneresti mai e io non potrei mai perdonarmelo! Non se ne parla..”

“Credi che potrei scegliere un fratello che non ho mai visto e non so neanche se è ancora vivo..piuttosto che TE? Devi essere un folle.”
“Forse lo sono, ma non mi importa! E tu non sei lucido, non sai quello che dici..è una vita che ti porti dietro questo senso di colpa.”
“Allora vieni con me!! Convincerò LEI, la convincerò a farti venire, mi aiuterai, CI aiuterai..c’è anche Misha, lo sai? Potremmo essere forti, NOI TRE INSIEME.”

Jared sorrideva tra le lacrime e Jensen fu tentato di accettare, di perdersi tra le sue braccia.
Chiuse gli occhi sospirando affannosamente.
“No.”
“No??” ripetè Jared inebetito.

“Lei crede che se io e te restassimo insieme, nulla potrebbe essere più grande del nostro amore e lo metteremmo avanti a tutto, anche davanti a…questo..e per la riuscita del tuo viaggio..NIENTE può essere più importante di quello. Neanche NOI.”

“LA MONETA SI SBAGLIA! CAZZO, È SOLO UN OGGETTO INANIMATO. NON SA NIENTE DELL’AMORE, NON SA NIENTE..DI NOI.”
Jensen sorrise amaramente.

“E forse proprio per questo sa qual è la cosa più giusta da fare.”
Jared lo fissò.
“L’amore sa essere il più terribile dei carcerieri, perché a volte non sa di imprigionare sé stesso.” (dal fumetto di dylan dog "Ozra")

“Non parlare così del nostro amore..non è una cosa malata..non..non farlo…”

“Non lo sarà, se non lasceremo che lo diventi. È una cosa pura e tale deve restare, non deve impedirci di salvare delle vite che sono destinate a essere salvate,  non dovrà impedirci di ricongiungerti alla tua famiglia..di diventare gli EROI che siamo destinati a essere. Jared, ho letto una volta una frase in un libro: l’amore indica il possesso, ma non sa cosa significa possedere. Se io non sono mio, come potrò mai essere tuo, o suo?” (Dal libro: Il libro dell'inquietudine)

Jared nascose il viso tra le lacrime, singhiozzando.
Jensen gliele tolse delicatamente prendendolo per i polsi.
“Capisci, Jared, amore mio, capisci?”
“Dobbiamo scoprire le nostre vere identità e dobbiamo farlo da separati..”disse Jared.

“Le persone che si amano, non sono mai divise veramente. Trovano sempre il modo di ricongiungersi, in un modo o nell’altro, trovano sempre il modo di tornare.”
“Come mio fratello..”
Jensen annuì.

“Vedo che stai capendo. Non importa quanti anni luce ci divideranno, io sono pronto ad aspettarti anche tra cent’anni. Tu ritornerai da me, non temere la distanza e neanche il tempo. Tu e io ci ritroveremo sempre. Ma ora tu..devi andare.”

“E se..se quando tornassi, tu mi odiassi per averti lasciato solo?”
Jensen scosse la testa. “Non potrò mai odiarti!”
“Dimenticherai TUTTO.” Disse Jared testardo. “E se anche alla fine ricordassi, potresti non ricordarti di questo sogno.”

“E se non lo ricorderò, tu me lo farai ricordare. E poi..odiarti? Jared, non potrei mai odiarti. Non si può odiare una persona che si ama così tanto.”
Jared non ebbe più parole da replicare e finì per farlo solo nel linguaggio degli amanti.
Baciandolo.

Scomparve poi in una sagoma di luce mentre Jensen teneva ancora gli occhi chiusi.
 
 
 

 
 
Quando il ricordo svanì, Jael aveva le lacrime agli occhi. Ma certo! Lui e Jensen che si incontravano in un sogno.
“Come ho potuto scordarlo?”

“Non lo so, sei andato bene per un po’, il ricordo di questo avvenimento ti scaldava l’anima e lo spirito, ti dava forza, poi qualcosa è andato storto, è accaduto dopo che Misha è tornato sulla Terra, per un po’ hai continuato a cullarti con questo ricordo, ma poi ti sei lasciato prendere dalla tristezza.. e hai dimenticato.. e io ero troppo lontana, ero addormentata e non potevo più aiutarti.”

“Jensen..il mio amore..sì, adesso ricordo..lui mi aspetta..” disse felice. “O almeno, lo faceva quando l’ho lasciato..”
“La vuoi smettere di lottare per tenerti stretta questa negatività? Lasciala andare. Almeno per un po’! Poveraccia, non ne potrà più di te!! Disse il suo gemello e Jael scoppiò a ridere tra le lacrime.
“Grazie Minnie.“
“Adesso ci sono io, cara, così almeno per un po’ non dovrai fargli da babysitter.” Disse Jared, mettendogli un braccio attorno alle spalle.
“Già..in fondo gli faccio solo da carburante, una cosa da nulla.” Disse lei facendoli ridere.

“Qui il babysitter mi sa che devo farlo io.” Disse Bobby, mentre tutti insieme spingevano le valigie per entrare nella navicella.
“Dai, entriamo, prima che chiamino l’esercito perché una cosa enorme è comparsa nel cielo.” Disse Jael.
“Credi che lo faranno?” disse Bobby.
“Certo. Le persone in certe cose sono uguali in ogni pianeta.” Disse Jael.

Una volta entrati tutti e chiuso il portellone, rimasero allibiti e a bocca aperta con un comune “Woww.” Guardando la navicella.
Era una navicella, ma sembrava più una suite super lusso, con un tavolo lungo bianco , il reparto cucina viola e un bellissimo divanetto futuristico ma comodo, giallo.
“Niente male, non è che avete anche la tivù per caso?” chiese Jensen.

“Niente tivù, fateci l’abitudine, l’elettricità interferirebbe con i comandi e soprattutto con la magia, è già tanto che abbiamo l’illuminazione.” disse Jael.
“Ma come faremo per lavarci?”

“Oh, l’acqua l’attingeremo dal mio amico Misha. È  una cosa che abbiamo risolto anni fa..vi spiegherò tutto durante il viaggio.” Disse Jael guardandoli, vedendo le loro facce basite. “Siete tutti pronti? Tenetevi forte. Siiiii parteeeee.” Disse Jael finalmente facendo partire l’astronave.
 
La navicella cominciò a salire e Jensen, Jared e Bobby si fiondarono ai finestrini per vederla sollevarsi.
“È una gran figata!” disse Jensen.

“Non avrei mai pensato che il mio sogno di salire su un’astronave potesse mai diventare realtà!” disse Jared.
“Mi mancherà la nostra casetta. Qualche approfittatore sicuramente se ne approprierà.” Disse Bobby.
“Bobby, dopo questo viaggio, imparerai che esiste qualcosa di migliore dell’attaccamento a un posto singolo. IL VIAGGIO.” Disse Jael facendo partire con un rombo l’astronave.

E vedendo l’astronave sfrecciare nel cielo blu notte, attraverso le stelle, Bobby capì che aveva proprio ragione.


















Note dell'autrice:  quando parlo del robottino che spazza il pavimento non mi riferisco all'aspirapolvere xd

prima di tutto voglio svelare il mistero dell'astronave, non l'ho mai raccontato dove era finita und mia grossa lacuna, ma sappiate che ho deciso di porvi rimedio, ecco il perché del piccolo flashback al riguardo quando lo spiega a Jared. Poi..sapete che non mi sembra ancora VEROOOO che ho dato finalmente UNA FINE a questa storia??? T_T mamma miaaaa. Non ne potevo più!!! Anche perchè come saprà chi ha seguito la storia principale, io il ricongiungimento sulla Terra, l'ho GIà SCRITTO, ed è qui:

La riunione dei doppi

ragazzi davvero sono consapevole che è tutto molto incasinato ma credetemi che alla fine basta un semplice ripasso e tutto è davvero chiarissimo xd io avevo scritto tempo fa della loro riunione, anche se non avevo ancora finito questa storia, perchè non potevo aspettare, ma non ci siamo ancora, prima di tornare a quel punto tante altre cose dovranno ancora succedere, ora molti di voi non lo ricorderanno sicuroooo, ma c'è un altro BOBBY oltre a questo, ed è quello che ha lasciato andare Jared e Misha sulla navicella LOL ebbene lui sarà molto importante per la storia ma poi vedrete xd non so davvero quando scriverò il sequel, spero presto, non abbiatecela con me , questa storia è impegnativa T_T

Finisco dicendo che questa storia mi ha dato tantissima soddisfazione, far incontrare a Jared almeno UN GEMELLO (specifico fratello gemello) era davvero un mio sogno e si è realizzato, l'altro era farli finalmente tornare sulla Terra LOOL xd mi mancheranno questi due T_T ma credo che mi mancheranno un po' tutti. Finire una ff dopo DUE ANNI era qualcosa che non riuscivo più a fare da parecchio tempo LOL visto e considerato che sono tutte nel limbo xd
 

riguardo al fatto che Jared si era dimenticato che aveva parlato di questo con Jensen..confesso che me lo ero dimenticato io, e oramai era troppo tardi per tornare indietro, perchè oramai avevo scritto di Jared che si sentiva in colpa ççç però io penso che ci sta una piccola amnesia no? quante cose noi ci scordiamo e non ricordiamo effetivamente, figurati a distanza di sei anni!!

non so se l'avete capito comunque ma Jensen che da della puttana a Jared, è un rimando a Sam e Dean quando Dean lo chiama puttana ahha

riguardo allo scherzare sul threesome (la seconda scena) io li faccio scherzare ma è OVVIO che non succederà mai ahha loro hanno occhi solo per i loro partener *_*

ps tranquilli che non passeranno altri sei anni prima che tornino sulla Terra..arriveranno subito ahha

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