Kizuna

di la_pazza_di_fantasy
(/viewuser.php?uid=1016336)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


- avete sentito?-

- si si, io credo che non finirà bene-

- si, il governatore è un pazzo a voler fare una cosa del genere-

- sono dello stesso parere!-

- ma poi credete che il matrimonio sia la soluzione migliore?-

- io penso proprio di no! Anche perché è stato proprio per un matrimonio che hanno litigato!-

- davvero? Sapevo che il re del nord e quello del sud non andavano d’accordo, ma non avrei mai immaginato fosse per un matrimonio-

- certo, sono sempre le donne a portare discordia!-

- cos’è successo? Io ricordavo che da giovani erano amici!-

- si il principe Aloise e il principe Jafar erano molto amici, azzarderei anche migliori amici. Ma si sa il problema sono le donne! E entrambi si contendevano l’amore della bellissima Yrja-

- ma non è la moglie di Aloise?-

- si. Lei ha scelto lui alla fine. Il principe Jafar ci rimase davvero molto male. La ragazza conosceva da più tempo il principe del sud quindi lui aveva pensato di essere quello destinato a sposarla.-

- e quindi non si sono più parlati?-

- certo che no, la sconfitta brucia. Ogni volta che si vedono per le riunioni dei cinque regni litigano sempre-

- che cosa assurda. E adesso il governatore ha deciso di peggiorare le cose-

- può darsi che invece si risolvano-

- aspetta e spera. Per quanto ne so la principessa Morgana non aveva nessuna intenzione di sposarsi-

- e perché il principe Ciel? Per quanto ne so adora fare la bella vita, non importa se siano donne o uomini, lui scopa con chiunque abbia un bell’aspetto-

- non sarà un matrimonio felice-

- per niente-

 

Ormai era sulla bocca di tutti i cittadini dei cinque regni l’imminente matrimonio tra la principessa del sud, Morgana, e il principe del nord, Ciel.

La notizia era arrivata velocemente in tutti gli angoli del regno, non solo perché un matrimonio fra i principi dei piccoli regni che componevano il regno di Xart era abbastanza rara, ma sopratutto perché avveniva per unire due famiglie che non si sopportavano minimamente.

Era risaputo in tutto il regno che il re Aloise non sopportava il re Jafar, e valeva anche il contrario.

Il governatore Narec era stato costretto a imporre ai due re un’alleanza tramite il matrimonio. Era importante per lui che le quattro potenze, nord, est, ovest e sud andassero d’accordo. Solo con un accordo si potevano evitare le guerre.

E poi di certo Narec non voleva vedere la distruzione delle due più grandi forze di Xart, sopratutto quando il nord doveva vedersela anche con il famigerato quinto regno di Xart che da anni voleva la sua indipendenza. Loro, che si fanno chiamare Lioni, si reputano differenti dal resto dei regni di Xart perché hanno un’affinità particolare con la natura che li rende speciali.

Il regno del Nord deve contenerli per impedirgli di arrivare a Ghoie, la base del governatore, centro indipendente nel quale si riuniscono i quattro grandi re.

Il matrimonio era sembrata a Narec la soluzione più veloce e utile, ma sentendo i cittadini di Ghoie parlare, mentre sorseggiava la sua tisana rilassante sotto mentite spoglie, si diede dello stupido. Non sarebbe finita bene. Per niente.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Kassim guardo l’edificio pochi distante da lui e sorrise. Aveva tempo sette mesi per scoprire qualcosa sul principe del nord, e quale miglior cosa se non chiedere direttamente ai cittadini del regno?

Il ragazzo era partito subito, lasciando una mera lettera ai genitori dove spiegava le sue intenzioni. La sua meta era la capitale del regno del nord, Avaris, e ci era arrivato quella mattina stessa.

La sua idea per scoprire più cose riguardo al principe che avrebbe sposato la sua sorellona era quello di entrare nel bordello più conosciuto della città e fingersi uno dei ragazzi che lavoravano al suo interno. Estorcere informazioni alla gente era sempre più facile quando si faceva sesso, sopratutto con gli sconosciuti.

In quel bordello, “il grido del gelo”, ci andavano anche parecchi nobili, quindi il ragazzo avrebbe di sicuro trovato qualche nobile spidocchioso che si sarebbe messo a parlare del principe.

 

Il ragazzo dai lunghi capelli neri intrecciati entrò nell’edificio sorridendo. L’entrata era un frenetico via vai di persone, per di più ragazze, che servivano ai tavolini dove uomini di tutte età che le guardavano come se fossero qualcosa di prezioso.

Il ragazzo non si soffermò molto sule ragazze, ma il suo sguardo vagò tra i pochi ragazzi, anche loro vestito con pochi veli addosso, che poi come facevano con quel freddo Kassim non capiva proprio. Non erano delle grandi bellezze, però per i gusti di Kassim erano molto meglio di quelli che aveva frequentato a Copto.

- desidera qualcosa?- gli chiese la signora al bancone che lo guardava con sguardo scettico. Kassim aveva la pelle molto più scura rispetto a quella delle persone li presenti, era quasi ambrata, e questo era dato dal fatto che a Copto il sole era una costante.

- salve, volevo sapere se c’era un posto per me- disse il moro facendo uno dei suoi migliori sorrisi.

- il 50% dei tuoi incassi andrà a me- disse la donna guardandolo male.

- in realtà non sono interessato a guadagnare niente. Mi basta solo avere una camera e del cibo, i soldi dei miei clienti lo potrete tenere tutti voi- disse Kassim sempre sorridendo e lasciando di stucco la signora.

- ne sei davvero sicuro?- chiese ancora la donna che non riusciva a credere che un ragazzo così bello, che avrebbe di sicuro attirato molti clienti, non volesse i soldi.

- certo. Starò qui per pochi mesi, ovviamente sempre se non è un problema per voi-

- certo che no caro! Scusa il mio comportamento sgarbato di poco fa, ma di solito pretendono tutti di ottenere il massimo del guadagno-

- si figuri, non ho problemi di denaro, ho solo bisogno di svagarmi un po’- e quelle parole erano vere. Nonostante il ragazzo fosse andato li per controllare il principe Ciel aveva bisogno anche lui di rilassarsi un poco. Nella sua città, o meglio, in tutto il suo regno, non poteva farlo visto che lo conoscevano e le voci sarebbero girate troppo. Li invece poteva essere chi voleva.

I suoi genitori non gli avevano mai detto che amare gli uomini era sbagliato, loro come anche i suoi fratelli lo accettavano così com’era, ma lo stesso non poteva dirsi dei nobili. La maggior parte di loro erano dei conservatori e vedere un ragazzo in atteggiamenti intimi con un altro non era di loro gradimento.

Kassim si era sempre trattenuto per non aizzare una rivolta contro i suoi genitori, ma aveva bisogno anche lui di sfogare i suoi istinti.

- vieni con me- gli disse la signora uscendo da dietro al bancone e incamminandosi per le scale.

Kassim la seguì fino ad arrivare davanti a una porta chiusa a chiave. La signora prese la chiava che si era precedentemente messa in tasca e aprì la porta rivelando una camera molto pulita e abbastanza spaziosa. Non era grande come quella che aveva nel suo palazzo, ma a Kassim piaceva molto.

- questa sarà la tua camera. Molti clienti gradiranno venire qui a fare le loro cose quindi ti consiglio di tenerla sempre in ordine.-

- okay- disse Kassim sedendosi sul letto per provarlo.

- io sono Sonja, per qualunque cosa puoi chiedere a me-

- grazie Sonja, io sono Im- disse il ragazzo utilizzando il diminutivo che era solito usare per indicare se stesso quando era piccolo. Era riuscito a pronunciare il suo nome per intero solo a 6 anni, prima aveva avuto sempre grosse difficoltà.

- bene Im, per oggi sentiti libero di fare quello che vuoi, ma da domani ti voglio a lavoro con gli altri. E bada bene ti capiteranno anche uomini-

- nessun problema- disse il ragazzo mentre la porta della sua nuova camera si chiudeva.

Il ragazzo stette un po’ sdraiato sul letto poi decise di alzarsi e di cambiarsi i vestiti che erano abbastanza sporchi per il viaggio.

Dopo essersi tolto sia il pantalone di cotone che la camicia li piegò per bene mettendoli in un cassetto del comodino al fianco del letto, sua madre aveva sempre imposto a tutti loro di fare le faccende che faceva i servi, in realtà la cosa era partita come punizione però i quattro ragazzi ci avevano preso la mano che la servitù non sapeva più cosa fare nelle loro camere.

Il ragazzo iniziava a sentire un po’ di freddo, non abituato alla temperatura più fredda del regno del nord, e si fiondò nel bagno annesso alla camera dove, con sua grande felicità, trovò una piccola vasca. Kassim non ci pensò due volte, e dopo averla riempita con acqua calda, ci si immerse dentro togliendosi di dosso tutta la sporcizia.

Il bagno durò un bel po’ facendo rilassare completamente il principe che si ritrovò a sorridere difronte lo specchio del lavandino.

Rientrò in camera e aprì l’armadio in cerca di qualcosa di scoperto, ma caldo allo stesso tempo.

Alla fine optò per dei pantaloni larghi che andavano a restringersi verso le caviglie, molto simili a quelli che era solito usare a Copto, e una giacca di cotone che tenne sbottonata. Aveva degli addominali e doveva mostrarli se voleva far colpo sui clienti.

Il ragazzo sorrise e senza mettersi un paio di scarpe scese in sala dove si trovò gli sguardi di tutti puntati addosso, soprattutto uno sguardo viola.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Quella giornata era iniziata malissimo, e Ciel sospettava si sarebbe conclusa anche peggio. Un po’ come tutte le altre giornata da quando aveva scoperto che doveva sposarsi.

Quando il padre glielo aveva detto il ragazzo aveva subito pensato a uno scherzo visto che Aloise non vedeva di buon occhio che passasse più tempo nei bordelli che nel palazzo a capire come era meglio governare il regno del nord.

Poi vedendo la faccia mortalmente seria del padre era sbiancato. Aveva protestato in tutti i modi possibili ed immaginabili, non voleva di certo sposarsi così presto, andava tutto a discapito di sua moglie visto che l’avrebbe sicuramente tradita.

Ma Aloise aveva detto di non poter fare niente e che l’ordine veniva dall’alto.

Il biondo si era rassegnato al fatto che si sarebbe dovuto sposare, ma avrebbe messo subito le cose in chiaro: lui era libero di scopare chi voleva, e se poi anche lei voleva fare lo stesso ben venga.

- zio Ciel la mamma ha detto che devi smetterla di fare rumori di notte e che se non la smetti ti ficca la scopa dove non batte il sole-

Ciel sputò il caffè che stava bevendo guardando con occhi sgranati il piccolo Erik. Il bambino aveva solo tre anni, ma sua sorella lo usava per minacciarlo ogni volta che Ciel combinava qualcosa che lei non andava a genio. Non perché non sapeva farsi rispettare, sua sorella era peggio di una iena a volte e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, ma Elise sapeva che il fratello aveva un debole per il nipotino che adorava viziare e che non gli avrebbe mai detto un no. Mai.

- e chi te le ha insegnate queste parole?- chiese Ciel titubante.

- mamma.- disse il bambino rubando un pezzo di crostata dal piatto dello zio e scappando via dalla sala.

- ma vedi un po’ tu quella donna- disse Ciel scuotendo la testa. Ora non poteva nemmeno più portarsi le sue prede a casa. Che nervi, si doveva ridurre a farlo nei bordelli dove aveva, purtroppo, più possibilità di essere riconosciuto.

- allora la smetterai di portare gente qui?- chiese una ragazza di 22 anni entrando nella cucina e sedendosi al fianco del principe. Il ragazzo la guardò e le sorrise.

Lui e sua sorella si portavano solo due anni di differenza, lei era più grande di lui, ed erano sempre andati d’accordo, a parte qualche volta. Ma le loro litigate li facevano tornare più uniti di prima alla fine.

Ciel era sempre riuscito a proteggere sua sorella. Sempre a parte una volta. Il suo unico grande errore. Ciel non aveva mai visto di buon occhio il fidanzato della ragazza, ma alla fine aveva lascito correre vedendo l’immenso amore che la ragazza provava per lui.

Si erano sposati, e Ciel aveva pensato che era il momento di deporre l’ascia da guerra con il cognato, ma dopo due mesi di matrimonio William, il marito di Elise, aveva scoperto che non sarebbe stata la ragazza a prendere il trono, ma il figlio maschio.

Era scappato il giorno dopo.

Sua sorella gli era scoppiata in lacrime davanti e Ciel l’aveva stretta a se maledendosi per non averla aiutata prima.

Erik era il figlio di William, ma l’uomo non l’aveva voluto anche perché si era risposato con una donna molto più vecchia di lui solo per potersi assicurare il potere.

Elise aveva chiesto ai componenti della sua famiglia di non intervenire. Di lasciar fare a quel verme quello che voleva. Ciel e Aloise non ne erano stati per niente d’accordo ma avevano ceduto sotto le pressioni di Elise che era spalleggiata da Yrja.

Nonostante tutto Erik era quello trattato meglio in tutta la famiglia e Ciel lo amava come fosse suo figlio, anche perché aveva aiutato lui la sorella a crescerlo.

- okay, però non puoi impedirmi di scopare con chi voglio. E poi smettila di far dire a Erik certe cose! Rovini il suo bel faccino così- disse Ciel facendo ridere la sorella.

- non voglio impedirti di fare quello che vuoi Ciel, ma credo che portare qui qualcuno deve essere qualcosa che farai solo con la persona che vorresti avere al tuo fianco per il resto della vita- disse la bionda stringendo la mano del fratello con un sorriso triste sulle labbra.

- è vero, ma non accadrà mai visto che mi hanno organizzato il matrimonio- disse il ragazzo lasciando una carezza sulla guancia della sorella.

- sono convinta che la tua anima gemella ti stia aspettando da qualche parte Ciel, come anche la mia-

- mi aspetterà, ma quando la troverò io sarò già sposato- disse il ragazzo sospirando.

- che intenzioni hai con Morgana?-

- le metterò davanti i fatti come stanno. Ci hanno costretti quindi le proporrò di fare quello che vogliamo-

- dai possibilità di scelta anche a lei?- disse sorpresa la sorella.

- certo che si, non sono un mostro insensibile. Se si trova qualcuno non le dirò niente- disse il biondo sbuffando. Perché sua sorella doveva sempre farlo sembrare un mostro insensibile?

Il principe si alzò dal tavolo lasciando la colazione quasi intatta.

- dove vai?- chiese Elise osservando il fratellino.

- a scopare- disse lui senza peli sulla lingua per poi uscire dalla stanza e in definitiva dal castello.

Sarebbe andato al “il grido del gelo”, avevano i ragazzi più carini e poi a quell’ora non c’era nessun nobile quindi nessuno poteva riconoscerlo. Si sarebbe infilato in una camera con quello o quella che lo ispirava di più e ci sarebbe stato tutto il giorno.

Arrivò quasi subito e appena entrato sorrise in direzione della proprietaria che vedendolo entrare sorrise a sua volta. Per quante volte era andato in quel posto aveva costretto Sonja a dargli del tu e poi aveva inventato una falsa identità per non dire di essere il principe. Lui li era solo El.

- El che bello vederti- disse la donna parlando sinceramente e il ragazzo le sorrise raggiante guardandosi intorno. Individuò subito Lydia e andò verso di lei, sarebbe stata lei la sua preda per quel giorno.

Un mormorio di stupore si diffuse nella sala e Ciel girò lo sguardo verso le scale dalle quali stava scendendo forse il ragazzo più bello che avesse mai visto. Pelle ambrata, occhi rossi e capelli neri lunghi fino al bacino e legati in tante piccole treccine. Non lo aveva mai visto prima, ma doveva ammettere che Sonja aveva fatto davvero un buon acquisto con quel ragazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


- ti conviene ritornare su prima che qualcuno decida di volere te oggi. Ti ricordo che oggi tu non lavori- disse Sonja a Im che era appena sceso. Il ragazzo fece una smorfia. Si stava annoiando e di certo stare da solo in camera non aiutava. Era per quello che era sceso, ma in quel momento si ritrovava costretto a dover dare ascolto a Sonja e risalire le scale. Ovviamente mosse il sedere per tutto il tempo cercando di attirare alcuni sguardi.

Quando il ragazzo si voltò per completare l’altra rampa di scale vide che degli occhi viola lo avevano fissato per tutto il tempo. Sorrise in direzione di quegli occhi e poi scomparve.

Ciel vide il ragazzo scomparire su e si diresse a passo spedito verso Sonja.

- chi era?- chiese alla donna sapendo perfettamente che la donna aveva chiaramente visto il suo sguardo.

- è arrivato oggi quindi non è disponibile- disse la donna sorridendo al principe.

- da dove viene? È così sexy- disse il biondo non riuscendo minimamente a trattenersi dall’esprimere i suoi pensieri.

- questo non lo so, ma concordo con te. Mi farà guadagnare parecchio-

- per domani, posso già prenotarmi?- disse il principe guardando verso le scale sperando di rivederlo comparire.

- certo che si-

- bene vengo domani sera. Posso entrare dal retro vero?-

La donna rise ma annuì segnando il nome del ragazzo vicino a quello di Im.

Ciel sorrise e andò verso Lydia. Se per quel giorno non poteva avere il moro si sarebbe accontentato della ragazza.

Ragazza che sorrise non appena lo vide andare verso di lei.

 

Kassim si stava annoiando a stare da solo in quella stramaledettissima camera. Stava perdendo un’intera giornata di informazioni utili sul principe. Quel ragazzo dagli occhi viola di sicuro era un nobile, lo aveva capito dalla sua postura composta. Era un’ottima fonte di informazioni, era giovane e di sicuro avrebbe parlato molto del principino.

Sentì bussare alla porta ed andò ad aprire trovandosi davanti Sonja. Il ragazzo la fece entrare per poi richiudere la porta alle sue spalle.

- hai già fatto colpo- disse la donna ridacchiando.

- ho già il mio primo cliente vero?- chiese lui tutto felice.

- si si, verrà domani sera-

- così tardi?- chiese Kassim sorpreso. - ma è il ragazzo agli occhi viola vero? Come mai viene di sera se oggi c’era di mattina?-

Sonja guardò sorpresa il ragazzo davanti a lei. Aveva davvero uno sguardo arguto se aveva capito subito che fra tutti quelli che lo avevano guardato in quella sala era stato Ciel a puntarlo. Non sapeva minimamente della fortuna sfacciata che aveva. Aveva la possibilità di farlo con il principe di Avaris!

- è molto impegnato. Oggi era libero di mattina, domani lo sarà di sera. Molto probabilmente se sarai di suo gradimento si fermerà anche a dormire. Ricordati di ringraziarlo la mattina se accade tutto ciò- disse la donna per poi lasciarlo da solo con i suoi pensieri.

Kassim piegò la testa di lato guardando verso la finestra che offriva una vista fantastica del palazzo di Avaris. Doveva essere un nobile davvero molto potente, o con un padre scassapalle, se aveva degli orari così restrittivi. Ovviamente lui non poteva minimamente parlare visto che teoricamente doveva essere a Copto ad aiutare il fratello che stava per avere il suo secondo figlio dalla moglie.

Kassim sorrise pensando ai suoi due nipotini. Gli dispiaceva molto non essere li per la nascita del secondo, ma doveva salvaguardare Morgana. Doveva capire come agiva il principe di Avaris e dirlo alla sorella. Almeno non avrebbe avuto brutte sorprese.

Il ragazzo sorrise pensando al bel ragazzo dagli occhi viola. Non vedeva l’ora di parlare con lui, e sopratutto di fare altro. Da quello che era riuscito a vedere non solo era bello di viso, ma aveva anche un fisico da urlo. E se si capiva da sotto i vestiti significava che c’era un mondo da vedere sotto di essi.

Non vedeva davvero l’ora che arrivasse la sera del giorno dopo.

 

 

Kassim uscì dal bagno con addosso solo un asciugamano e nel mentre l’orologio della piazza rintoccava facendo capire al ragazzo che erano le nove di sera.

Nonostante avesse avuto due clienti quel giorno non era riuscito a ricavare niente di importante. Entrambi gli avevano detto che il principe Ciel era odioso e si prendeva tutto quello che voleva. Era praticamente quello che lui già sapeva. Doveva lavorare di più sulle sue abilità persuasive.

Sperava solo che il biondo dagli occhi viola arrivasse in fretta. Aveva bisogno di vedere un bel corpo scolpito e non dei vecchiacci pieni di ciccia che si credevano ancora giovani.

Il ragazzo finì di asciugarsi e si mise solo i pantaloni larghi addosso, poi diede una sistemata veloce alla camera. In realtà l’aveva già sistemata dopo che se ne era andato il secondo cliente, ma voleva essere sicuro che fosse tutto perfetto e in ordine.

Così passò un quarto d’ora, poi mezz’ora e infine un’ora. Del biondino nemmeno l’ombra. Si era per caso dimenticato? Impossibile, aveva visto come lo aveva squadrato da testa ai piedi, era impossibile si fosse dimenticato di lui. Era stato addirittura il primo a chiedere un appuntamento con lui.

 

Era ormai mezzanotte e Kassim sbuffò. Non sarebbe venuto. Si diede dello stupido per averlo aspettato con tanta ansia per tutto quel tempo. Si era tolto molte ore di sonno, che a lui servivano, per niente. Il principe spense la candela che teneva ancora accesa e si lasciò cadere sul letto e chiuse gli occhi.

Se si fosse fatto vedere il giorno dopo gliela avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro. Nessuno poteva farlo aspettare ore per poi non presentarsi. Che poi chi si credeva di essere? Potevano esserci stati tanti altri clienti disponibili in quelle ore. Aveva solo fatto perdere tempo a tutti li dentro.

Una piccola lezione non gliela toglieva nessuno. Kassim sorrise mente per la mente gli passava un’idea geniale. Quello che voleva fare avrebbe fatto tremendamente impazzire il biondo che gli era sembrato uno che ama controllare le cose. Gli avrebbe tolto il controllo della situazione e poi lo avrebbe tartassato di domande.

Perfetto! Ora mancava solo il biondino.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Ciel si stava maledicendo da solo mentre alle cinque di mattina camminava per le strade della città verso il bordello.

Si era completamente dimenticato di aver promesso al nipote di passare la serata con lui quindi quando stava per uscire la sera prima il bambino aveva fatto una faccia così triste che Ciel non era riuscito a resistere ed era rimasto con Erik tutto il tempo, poi si era addormentato per la troppa stanchezza.

Si era svegliato di scatto alle quattro e trenta e si era precipitato di tutta fretta a rendersi presentabile e ad andare verso la sua preda. Di certo non si sarebbe fatto scappare una notte con lui, anche se non era ancora notte.

Il ragazzo arrivò ed entrò dall’entrata principale, infondo a quell’ora non c’era nessuno e la porta era sempre aperta per permettere ai clienti che avevano passato la notte li di uscire in tempo per non essere visti.

Il principe chiuse piano la porta cercando di non fare rumore e poi, notando che non c’era nessuno a cui chiedere, salì le scale. Era vero che non sapeva quale fosse la camera del ragazzo, ma sapeva quali erano le camere vuote prima che lui arrivasse li. Gli bastava controllarle tutte. E così fece, ma di tutte quelle che provò ad aprire, solo una la fece. Il ragazzo sbirciò al suo interno trovando una camera in ordine e poi spostò il suo sguardo sul letto dove grazie alla flebile luce che entrava dalla finestra riuscì a vedere il profilo del bellissimo ragazzo che lo aveva attirato il giorno prima.

Entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle restando ancora un po’ a guardare il ragazzo mentre dormiva.

Un po’ gli dispiaceva doverlo svegliare. Ciel si avvicinò al letto cercando di fare il meno rumore possibile poi si sedette su di esso togliendosi gli stivali. Gattonò fino a raggiungere la testa dell’altro e mettendosi sopra iniziò a baciargli il collo.

Sentì il ragazzo sotto di se mugugnare qualcosa, ma continuò la sua tortura fino a quando non si ritrovò gli occhi rossi del ragazzo, che il quel momento sembravano aver voglia di ammazzarlo, su di se. Era completamente sveglio.

- come sei entrato?- chiese il moro con voce ancora impastata dal sonno. Aveva dormito si e no quattro ore.

- dalla porta, e poi avevo un appuntamento con te- disse il biondo mettendo una mano sul fianco del ragazzo mentre con l’altra si sorreggeva.

- ti piace arrivare in ritardo quindi- disse Kassim guardando fuori dalla finestra notando che stava iniziando ad albeggiare.

- ho avuto un imprevisto che non potevo rimandare, ma comunque sono venuto lo stesso.-

Kassim guardò i pantaloni del ragazzo per poi posare i suoi occhi rossi in quelli viola del ragazzo.

- no, non sei ancora venuto, ma se vuoi provvedo- disse poi sfruttando l’attimo di smarrimento del biondo per ribaltare le posizioni e mettersi a cavalcioni su di lui.

Kassim ghignò mente con un movimento fluido riuscì a legare i polsi del ragazzo alla testiera del letto. Per fortuna che aveva dormito con la corda vicino al letto.

Vide il biondo sbiancare.

- cosa vuoi fare?-

- mi vendico del tuo ritardo- disse Kassim sbottonandogli la camicia e iniziando a baciarlo sul petto.

Ciel stava per protestare, ma poi il ragazzo gli morse un capezzolo ed andò in tilt.

Nessuno si era mai permesso di legarlo al letto, molto probabilmente per paura visto che era il principe. Ma quel ragazzo di sicuro non era di li quindi non lo conosceva di vista. L’aveva di sicuro scambiato per un nobile qualsiasi.

- liberami- disse Ciel mentre il ragazzo gli toglieva i pantaloni. Aveva una voglia matta di toccarlo.

- non se ne parla proprio- disse Kassim ridendo alla faccia sofferente del ragazzo. - prima mi vendico, poi ti libero-

- bastardo- disse Ciel in un sussurro.

- disse quello che si presentò in ritardo di ore- rispose a tono Kassim per poi ridacchiare ed avvicinare il suo viso a quello del biondo.

- sono molto permaloso e vendicativo- disse come a scusarsi.

- no guarda non me ne ero accorto- disse Ciel guardandolo male – appena mi liberi è finita-

- accetterò le conseguenze-

 

Ciel faceva scorrere la mano sul fianco del ragazzo che aveva difronte mente sorrideva soddisfatto. l’avevano fatto per tre volte e, a parte la prima nella quale non aveva avuto modo di fare niente, era stato fantastico.

- hai ancora voglia di punirmi?- chiese il moro che aveva il viso nascosto nel cuscino.

- no. Come mai un ragazzo bello come te è qui?- chiese Ciel non fermando le sue carezze.

- è un segreto- disse lui ridacchiando. - tu invece?-

- mi diverto-

- vale lo stesso per me comunque. Senti sei un nobile vero?-

- perché questa domanda? Ti stai pentendo di avermi dato del tu subito?- chiese Ciel ghignando.

- certo che no, te lo meriti. Volevo chiederti com’è il principe Ciel?- Ciel rimase interdetto da quella domanda. Perché voleva sapere di lui.

- come mai? Te lo vuoi portare al letto?- chiese curioso.

- teoricamente parlando io sono il passivo qui, quindi dovrebbe portarmi lui a letto. Comunque lasciando perdere tutto ciò, è solo curiosità la mia. Lo descrivono tutti male quindi volevo sapere se era vero oppure no- Ciel guardò il ragazzo indeciso. Se gli diceva di essere il principe Ciel di cui stava chiedendo come avrebbe reagito? E poi nessuno doveva sapere che era andato li e se quel ragazzo aveva la bocca larga finiva male.

- è molto possessivo, e gli piace avere ragione su tutto e il controllo-

- un po’ come te. Ami il controllo. Se ti fossi rilassato di più mentre avevi la mani legate avresti goduto molto di più-

- ah ah, scusami se non sono abituato a certe cose- disse Ciel leggermente irritato mentre si alzava e si rivestiva.

- ehi dove vai?- chiese Kassim curioso.

- a casa- disse Ciel andando verso la porta per poi girarsi. - comunque sono El-

- io Im. Verrai di nuovo?-

- anche di più di tre volte- disse il biondo stando al gioco dell’altro che rise.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


- devo venire anch’io per forza?- chiese la donna che non aveva nessuna intenzione di seguire il marito a quella riunione.

- è stata richiesta la presenza di entrambi. Non puoi non venire- disse l’uomo sistemandosi meglio la giacca che si era messo prima di aiutare la moglie a salire sulla carrozza.

Una volta che entrambi furono saliti la carrozza partì lasciando alle loro spalle il palazzo di Copto.

- Jafar sono davvero preoccupata- disse la donna guardandosi intorno spaventata. Non aveva mai lasciato Copto dopo il matrimonio. Un conto era farsi vedere li da tutti i cittadini, un conto era uscire dal suo regno ed essere sotto esame di re che avrebbero quasi sicuramente riconosciuto la sua natura di Liona.

- Ashe tranquilla ci sono io con te- disse Jafar prima di baciarla per tranquillizzarla.

- ho paura di quello che potrebbero fare lo sai bene. È anche per questo che non mi sono mai mossa-

- a Copto non se ne è accorto nessuno, perché dovrebbe succedere adesso?- chiese l’uomo legandosi i capelli neri che gli arrivavano alle spalle in una coda bassa.

- perché ci sono dei re che hanno a che fare con i Lioni ogni giorno e di sicuro riescono a riconoscere tratti particolari come per esempio i miei occhi- disse la donna indicandosi gli occhi rossi come il sangue. A parte per quel piccolo particolare, del quale i cittadini di Copto non ne facevano tragedia visto che due principi su quattro avevano quegli stessi occhi, era una donna normalissima: minuta, capelli neri e pelle forse troppo chiara per essere del sud, ma che comunque piaceva da morire a Jafar.

- tranquilla, se accennano a fare qualcosa intervengo io- disse l’uomo baciandola sulle labbra per tranquillizzarla. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare la donna della sua vita.

Era vero, aveva amato alla follia Yrja, ma già quando aveva fatto la proposta alla bionda sentiva che c’era qualcosa di strano che lo legava ad Ashe.

Aveva incontrato Ashe per caso mentre stava per essere assassinato da un Lione. La ragazza aveva impedito al suo concittadino di ucciderlo e quello l’aveva ripudiata. La ragazzina era scoppiata a piangere non appena si era accorta di quello che aveva fatto veramente. Jafar, di cinque anni più grande di lei, non ci aveva pensato due volte e per ringraziarla l’aveva invitata a stare al palazzo.

Dopo il brutto rifiuto di Yrja, Jafar non si capacitava di essere rimasto si male, ma non quanto si aspettava. Aveva avuto bisogno del suo tempo per riprendersi, anche perché prima della scelta definitiva della bionda aveva scoperto una cosa che non gli era andata per niente a genio. Era stato quello il motivo del litigio con il suo migliore amico, non il fatto che Yrja avesse scelto l’altro come tutti credevano.

Innamorarsi si Ashe era stato un processo così veloce e naturale che i due non si erano nemmeno accorti di essere finiti al letto insieme se non il giorno dopo.

Ashe aveva voluto mettere subito le cose in chiaro. Se lei fosse stata solo in rimpiazzo non avrebbe accettato niente. Il fatto era che Ashe non era un rimpiazzo. Era qualcosa di molto più importante.

Jafar era riuscito a far capire ciò alla ragazza che era stata più che contente di diventare prima la sua ragazza e poi sua moglie.

Il viaggio durò mezza giornata e Ashe era davvero stanca. La carrozza non era per niente comoda, avrebbe preferito mille volte cavalcare un cavallo che fare nuovamente il viaggio in carrozza. Ma non poteva visto che era una regina.

Alcune volte si chiedeva quando le era venuta la malsana idea di accettare la proposta di matrimonio di Jafar, poi si ricordava di tutto quello che c’era stato tra loro e sorrideva. Sorrideva, perché se a lei quel ragazzo non le fosse piaciuto fin dal primo momento non si sarebbe mai messa in mezzo per salvarlo e sopratutto non sarebbe mai stata abbandonata dalla sua famiglia.

- siamo arrivati- le disse Jafar una volta che la carrozza si fermò. L’uomo scese per primo, poi aiutò la regina a scendere dalla carrozza.

- non ero più abituata a questo freddo- disse la donna cercando di riscaldarsi le braccia. Aveva vissuto per più di venticinque anni al sud e alla fine si era abituata al clima caldo che c’era. Arrivare in un posto dove faceva leggermente più freddo la metteva a disagio.

- Jafar sei arrivato!- disse Narec andando incontro al re con un sorriso bellissimo. Jafar sorrise a sua volta per poi stringere forte la mano dell’uomo.

- siamo in ritardo?- chiese il re del sud preoccupato.

- no mancano ancora Aloise e Yrja- disse Narec sistemandosi meglio un ciuffo dei capelli castani che gli erano andati davanti agli occhi. Jafar storse leggermente la bocca.

Era stato indetto quell’incontro perché bisognava definire meglio i particolari del matrimonio fra il principe del nord e la principessa del sud, quindi era assolutamente richiesta la presenza dei sovrani di quei regni.

Gli altri due sovrani non erano obbligati a partecipare, ma Jafar era più che sicuro che li stessero già aspettando con tanto di mogli appresso pronti a sparlare di loro.

- volgiamo andare?- chiese Narec. Jafar annuì e insieme ad Ashe si incamminò verso la sala del consiglio.

Come Jafar aveva previsto nella sala erano già presenti il re dell’est e dell’ovest con le rispettive mogli.

- buongiorno- salutò educatamente Jafar mentre Ashe faceva un leggero inchino con la testa stringendo forte il braccio del marito al quale era aggrappata. Era la prima volta che vedeva gli altri re e si sentiva veramente a disagio.

- Jafar! Finalmente, sei sempre in ritardo- disse Nabusin, re dell’est mentre la moglie ridacchiava.

- mi dispiace avervi fatto aspettare- disse Jafar, ma Ashe notò senza troppi problemi il tono sarcastico nella voce del marito e dovette nascondere il suo sorrisetto compiaciuto nel ventaglio blu che si era portata appresso.

- e finalmente conosciamo tua moglie- disse il re dell’ovest, Hook, mentre si mangiava con gli occhi la donna che era mille volte più bella della moglie. Jafar lanciò un’occhiataccia al moro mentre cercava di nascondere la sua donna meglio dietro di lui.

- come mai non ce l’hai fatta conoscere prima?- chiese Nabusin, anche lui guardava la donna come fosse qualcosa di stupendo.

“perché siete dei porci” pensò l’uomo ma non gli rispose, anche perché venne nuovamente interrotto dall’ingresso di Narec insieme ai due regnanti del nord che erano appena arrivati.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


- bene direi che possiamo iniziare- disse Narec sedendosi a capotavola per poi indicare anche agli altri re di sedersi. Ashe si stava per sedere affianco al marito, ma l’uomo la fece mettere a suo posto e lei lo guardò leggermente confusa. Non capiva perché voleva farla sedere vicino a Narec. Poi la donna guardò che affianco a quello che doveva essere il suo posto si era seduto il re dell’est e capì subito le ragioni del marito. Si nascose nuovamente dietro a ventaglio per non scoppiare a ridere per la gelosia dell’uomo.

Una volta che Ashe si fu seduta si ritrovò praticamente davanti ad Aloise e deglutì. Proprio davanti al re del nord doveva farla sedere Jafar? Lanciò un’occhiataccia al marito che scrollò le spalle.

Molto probabilmente pensava che fosse peggio che lei stesse al fianco di un re che voleva metterle le mani addosso e non difronte a uno che poteva riconoscere la sa vera natura.

La donna allora cercò di non far vedere troppo i suoi occhi rossi all’uomo che aveva difronte.

Narec nel mentre stava guardando confuso Jafar cercando di capire il perché di quel cambio di posto all’improvviso. Ma non disse niente all’uomo.

- bene. Prima di tutto quando avreste in mente di organizzare il matrimonio?- chiese il castano guardando i due re interessati alternativamente.

- il più tardi possibile- disse Jafar mentre Ashe annuiva con le parole del marito.

- è indifferente- disse invece Aloise ricevendo poi un’occhiataccia dalla moglie che nessuno colse, nessuno a parte Ashe che stava osservando attentamente la donna.

- Jafar non possiamo fare troppo tardi però- disse Narec con tranquillità apparente, stava per scatenare un putiferio, lo sapeva – infondo devono sposarsi presto per avere dei figli per continuare la discendenza-

- non credo ci siano problemi per gli eredi, infondo suo figlio non sa tenerselo nei pantaloni a quanto pare- disse Jafar facendo sgranare gli occhi alla moglie.

- chi ti credi di essere per criticare mio figlio!- disse Aloise con gli occhi viola che volevano uccidere il mulatto.

- di sicuro non voglio che a mia figlia vengano messe le corna- disse Jafar alzando la voce.

- e che ne sai tu?-

- ma dai una persona che ha sempre fatto una cosa continuerà a farla anche da sposata, e mia figlia si merita qualcuno di migliore di un principe da quattro soldi-

- come ti permetti di...-

- ora basta- disse Narec bloccando i due re che si erano alzati in piedi e che sembravano avere tutte le intenzioni di sbranarsi a vicenda. - so che sarà una cosa difficile, ma vi prego di collaborare e non basarci su pregiudizi- disse poi guardando Jafar per fargli capire il concetto.

Il mulatto sbuffò e incrociò le braccia irritato.

- che poi può anche essere che sia tua figlia che metta le corna al mio- disse Aloise facendo nascere il terrore negli occhi di Narec. Sarebbe finita male.

- mia figlia? MIA FIGLIA? Ma stiamo scherzando?- disse Jafar sorpreso dalle accuse dell’altro re. - mia figlia non andrebbe mai con il primo che capita, anche perché voleva sposare una persona che le piaceva veramente. Quindi è già assai che si sposi con tuo figlio-

- e chi ci può dare la sicurezza di tutto ciò?-

- ora stai esagerando Aloise- disse Yrja bloccando il marito qualche secondo prima che lo facesse Narec. Il biondo si morse il labbro per non dire altro e incrociò anche lui le braccia al petto.

- okay, credo che dovremmo lavoraci un po’ sopra. Che ne dite di far incontrare i due ragazzi? Per farli conoscere prima del matrimonio- propose Narec.

Nessuno dei due re rispose e in governatore fece un profondo respiro cercando di calmarsi.

- okay avevamo fissato scadenza un anno per il matrimonio. A partire da oggi avrete un anno di tempo per far conoscere i due ragazzi. Il matrimonio avverrà tra dodici mesi precisi e non voglio sentire obbiezioni- disse poi con voce ferma.

Jafar annuì sconfitto da quelle parole, ma almeno aveva ancora dodici mesi a disposizione per cercare di far innamorare la figlia di qualcuno. Sapeva che se ciò fosse successo potevano avere più possibilità di annullare il matrimonio.

- okay- rispose invece Aloise al quale non sembrava minimamente importare della data. Sembrava volesse uscire da un momento all’altro.

- bene sono felice che abbiamo trovato un accordo senza ammazzarci- disse Narec alzandosi seguito a ruota da tutti gli altri presenti.

- dovevi proprio dire tutte quelle cose?- chiese Ashe al marito a bassa voce mentre uscivano dalla sala.

- non ci ho visto più. Non voglio che Morgana sposi uno del genere- disse l’uomo sospirando.

- lo so, ma non c’era bisogno di attaccare in quel modo, soprattutto quando Kassim è scomparso chissà dove a fare chissà cosa-

- dai è solo uno su quattro- disse borbottando il re del sud.

Ottenne in questo modo un ventaglio sul collo, visto che la sua donna era molto bassa e riusciva a raggiungere con il braccio alzato solo il collo dell’uomo e non la testa dove voleva realmente colpirlo.

Quel colpo fece girare di colpo tutti gli altri re che guardarono la scena confusi.

- comunque non ci hai ancora spiegato perché tua moglie non è mai venuta alle riunioni Jafar- disse Nabusin facendo girare i due interessati verso di lui.

- ma dai lo sanno tutti il perché- disse Hook ridacchiando. Jafar stava per rispondere a tono, ma venne preceduto dalla moglie.

- quindi sapete che ho problemi di salute? Jafar pensavo non lo avessi detto a nessuno!- disse la donna da perfetta attrice quale aveva imparato ad essere.

- io non ho detto niente a nessuno tesoro- le resse il gioco Jafar felice che lei fosse intervenuta.

- problemi di salute?- chiese la moglie del re dell’ovest mentre i due re che aveva parlato prima sbiancarono.

- si, sono molto debole e viaggiare mi stanca molto. Oggi sono stata costretta visto che si sarebbe parlato del matrimonio della mia bambina- disse la donna portandosi una mano al cuore.

- oh cara mi dispiace- disse la regina dell’est con finta compassione.

- non vi preoccupate ormai credo di essermi abituata alla cosa. Ma per curiosità se non vi stavate riferendo alla mia malattia allora di cosa stavate parlando?- chiese la donna con finto stupore.

Sapeva benissimo a cosa si riferivano.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Visto che Ashe non era mai andata a nessuna riunione tutti avevano sempre pensato che Jafar tentasse in ogni modo di riconquistare Yrja, cosa che non aveva mai fatto. Gli altri re sparlavano alle sue spalle e facendo diffondere queste voci false.

Il fatto che non avesse mai portato la moglie, e che quindi nessuno l’aveva mai vista, aveva fatto pensare a tutti che in realtà l’uomo si fosse sposato con una racchia e vecchia.

In realtà nessuno era andato al loro matrimonio perché i due sposi avevano deciso di sposarsi con il rito dei Lioni celebrando la natura, quindi non potevano invitare nessuno.

Aloise sapeva perfettamente che il suo ex migliore amico non ci aveva mai provato con sua moglie durante tutte le precedenti riunioni, anche perché l’uomo si teneva sempre abbastanza distante da loro e poi scompariva non appena essa finiva.

- quindi, di cosa stavate parlando?- chiese ancora Ashe facendo sempre la finta tonta.

- tesoro lascia stare probabilmente credevano di aver capito altro- disse Jafar che non voleva di certo continuare quel gioco. Va bene umiliarli un poco, ma di certo continuare in quel modo non avrebbe portato nulla di buono. Sopratutto perché sapeva che se avessero detto quello che tutti credevano veramente lei lo avrebbe sputtanato davanti a tutti e non voleva che accadesse.

- va bene- disse la donna decidendo di fermarsi vedendo gli occhi del marito che la supplicavano di tacere.

- se posso sapere come vi siete conosciuti? Jafar non parla mai di voi- disse Hook che di sicuro voleva fare colpo sulla mora che lo guardò con un sopracciglio alzato.

- be’ sono cose abbastanza private non credo che ci sia il bisogno di dirle a tutti no? Poi sapete com’è la gente sente A e capisce B- disse la donna facendo un’alzata di spalle.

Jafar la stava adorando.

Yrja ridacchiò alla risposta della mora. Lei ed Aloise erano rimasti un po’ in disparte ma comunque stavano ascoltando il discorso.

- è un peperino- disse la bionda al marito che scrutò la figura minuta al fianco di Jafar. Gli sembrava che avesse qualcosa di strano, ma non riusciva a capire cosa.

- non vi sentite mai un rimpiazzo?- chiese ad un tratto Nabusin. Jafar sgranò gli occhi seguito a ruota da Yrja che se fosse stata in lui si sarebbe sotterrata.

- perché mai? Se lo fossi stata di sicuro non avremmo avuto quattro figli- disse la mora congelando sul posto il re dell’est.

- andiamo?- chiese in quel momento Jafar alla donna che si stava divertendo un po’ troppo a prendere in giro quei re.

- va bene, credo di aver veramente bisogno di riposarmi- disse la donna facendosi un po’ d’aria con il ventaglio anche se non ne aveva minimamente bisogno.

I due regnanti del sud così se ne andarono lasciando gli altri sei da soli.

- sto adorando quella donna- disse Yrja al marito che la guardò con un sopracciglio alzato.

- stai simpatizzando con il nemico?- chiese lui dopo aver salutato gli altri re ed essersi avviato insieme alla moglie verso la carrozza che li avrebbe riportati al nord.

- non sono nemici e se devo dirla tutta ti sei comportato davvero da stronzo- disse la donna una volta entrati in carrozza.

- ha iniziato lui insultando Cecil!- disse l’uomo arrabbiato.

- e tu non dovevi insultargli la figlia. È normale che abbia detto quello cose sai? Come avresti reagito tu se Elise fosse stata promessa ad uno che scopa con tutti?- chiese Yrja cercando di far ragionare il marito.

- mi sarei ovviamente opposto! Cavolo la nostra Elise ne ha passate di mille colori- disse Aloise terrorizzato alla sola possibilità.

- è quello che ha fatto oggi Jafar.-

- ma sua figlia non è stata abbandonata con un bambino da crescere dopo il matrimonio solo perché non sarebbe stata l’erede al trono- disse il biondo ringhiando.

- Narec vuole che tu e Jafar facciate un’alleanza. E poteva scegliere anche Elise con uno degli altri figli di Jafar. Ti ricordo che ha tre figli maschi- disse la donna.

- oh no, io non faccio sposare di nuovo mia figlia, non dopo quello che è successo-

- ed è proprio per questo che ha fatto si di fare il matrimonio ma con la figlia di Jafar-

- non sono comunque d’accordo col fatto che lui possa insultare mio figlio-

- quanto vorrei che voi ritornaste amici- disse la donna leggermente triste.

- io non voglio essere amico di uno che mi odia solo perché tu hai scelto me-

- non credo che ti odi per questo-

- ma se ti ama ancora!-

- ma dove lo vedi ciò? Si vede lontano un miglio che ama la moglie- disse Yrja divertita dalla frase del marito.

- e da cosa scusa?-

- da come la guarda e dalla scenata di gelosia che ha messo in atto oggi-

- io non mi ricordo nessuna scenata-

- perché sei un uomo e non ti accorgi di certe cose. Si è seduto al posto della moglie perché non voleva che stesse affianco al porco. E lei lo ha guardato malissimo-

- è per questo che si è seduto di frnte a te?- chiese Aloise sorpreso.

- certo! Credo che non si fosse nemmeno accorto che in questo modo io mi trovavo di fronte a lui. Non dirmi che pensavi che l’avesse fatto apposta?- chiese sorpresa la bionda dagli occhi azzurri prima di scoppiare a ridere.

- be’ non mi era passato per la mete che fosse geloso della moglie- borbottò il biondo. - comunque quella ragazza ha qualcosa di strano-

- in che senso?-

- non lo so. Mi sembra solo molto strana, e poi non credo minimamente al fatto che abbia una malattia, non si sarebbe retta in piedi altrimenti.-

- ci sarà qualche altro motivo sotto. E credo che la gelosia sia uno dei fattori principali. Jafar è sempre stato geloso-

- una cosa Yrja-

- dimmi amore-

- se non è arrabbiato per il fatto che hai scelto me, allora perché ci odiamo?-

- non lo so Al, non lo so- disse la donna sospirando. Voleva indietro il suo migliore amico.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


- buongiorno- disse Elise salutando il fratello che stava facendo colazione mentre Erik andava a rubare il solito pezzo di crostata dal piatto dello zio.

- buongiorno- rispose Ciel con voce assonnata. Era appena rientrato dalla notte di fuoco con Im e si sentiva stanco.

- ti sei divertito?- chiese la donna sorridendo alla faccia sconvolta del fratello.

- non ti si può nascondere proprio niente a te vero?- chiese il ragazzo sospirando.

- sono più grande di te e ti conosco come le mie tasche tesoro.- disse lei lasciandogli un bacio sulla guancia. - mamma e papà sono andati a Ghoie per l’incontro per il tuo matrimonio- disse poi vedendo l’espressione del fratello cambiare completamente.

- che odio quel matrimonio- disse infatti il ragazzo sbuffando.

- lo so che non vuoi sposarti ma ormai è deciso e poi non eri tu quello che diceva che sarebbe stato un matrimonio aperto? E che avresti messo tutte le cose in chiaro fin da subito?-

- si però ho paura che sia una di quelle santarelline che se solo le parli di tradimento loro iniziano a piangere- sbuffò il ragazzo.

- nel caso dovrai starti buono buono a casa- disse la ragazza.

- cosa? Non se ne parla, se voglio scopare lo faccio quando e con chi voglio-

- che significa scopare mamma?- chiese Erik guardando la madre confuso mentre addentava un altro pezzo della crostata. Elise lanciò uno sguardo assassino al fratello.

- tuo zio ha voglia di spazzare- disse lei facendo strozzare il ragazzo con il caffè che stava bevendo.

- che cosa brutta. Posso andare a giocare?- disse il bambino. E al cenno affermativo della madre scomparve alla vista dei due non prima di aver rubato un altro pezzo di crostata.

- diventerà una crostata ambulante- disse Ciel ridacchiando.

- voglio i dettagli! Mi sembri diverso dal solito- disse la donna facendo sbiancare il fratello.

- sei odiosa-

- uomo o donna?-

- uomo-

- quanti anni?-

- non lo so credo quanto me o un po’ di meno-

- nome?-

- Im-

- quante volte l’avete fatto?-

- Elise ma che domande fai!- disse il fratello stufo di quell’interrogatorio.

- è stato bello?-

- ma capisci quando parlo?-

- certo. Sto aspettando le risposte-

- tre volte, e si a parte la prima visto che mi ha legato-

- oddio! Già lo adoro. Tu un maniaco del controllo che viene legato. È fantastica come scena-

- l’ho odiato in quel momento-

- immagino, ma sa che sei il principe? Di solito tutti quelli che ti porti a letto lo sanno. E poi perché ti ha legato?-

- per punizione perché sono arrivato tardi. E no, non credo. Mi ha addirittura dato subito del tu. E poi ha fatto qualche domanda su di me-

- in che senso?- chiese la sorella curiosa.

- nel senso che mi ha chiesto com’era il principe Ciel-

- oddio non è che è la sua preda?- chiese la donna leggermente contenta di quella possibilità cosa che fece rabbrividire Ciel.

- è quello che gli ho chiesto, e mi ha detto di no. Comunque non gli ho rivelato la mia identità e non ho intenzione di farlo-

- concordo con te. Credo che questo ragazzo abbia parecchie sorprese per te e se tu gli dicessi di essere il principe molto probabilmente non oserebbe più così tanto- disse la donna bevendo il suo te ai frutti di bosco.

- un po’ mi spaventa se devo ammetterlo, però è bellissimo- disse Ciel con sguardo sognante. Elise per poco non si strozzò. Possibile che suo fratello si fosse innamorato a prima vista? Quello sguardo andava solo a confermare quello che aveva pensato la ragazza.

 

Quando i due sovrani tornarono al castello trovarono Ciel intento a fare il solletico ad Erik mentre Elise leggeva un libro.

- com’è andata?- chiese la ragazza alzando lo sguardo dalla sua lettura.

- fa un anno ci sarà il matrimoni, non prima e non dopo- disse Aloise sbuffando.

- ma non si può annullare e basta? Io voglio fare la mia vita- disse Ciel sospirando. Già prima non gli piaceva la cosa, adesso che c’era anche una data precisa era anche peggio.

- no, non si può fare, e ti converrà trattare bene Morgana altrimenti succede un macello- disse sempre il re.

- ma non potevano scegliere nessun altro? Perché proprio io?-

- perché tuo padre e il re del sud si odiano e visto che sono le due potenze più grandi Narec non vuole una guerra interna- disse Yrja rispondendo al posto del marito.

- ma non potevate odiarvi in silenzio no?- chiese Ciel tirando una guancia al nipote che gli si era seduto in braccio.

- no perché sono due coglioni- disse la regina sospirando e andandosi a sedere affianco alla figlia che le sorrise.

- lasciando perdere il matrimonio, abbiamo problemi più importanti. Mi hanno contattato dal confine con il regno dei Lioni. Si stanno muovendo- disse Aloise sedendosi anche lui.

- adesso? Sembra che sappiano sempre cosa fare e quando- disse Ciel leggermente irritato.

- a chi lo dici, alcune volte preferirei che Narec gli lasciasse la libertà che vogliono, sono stufo di controllarli-

- ma potrebbero attaccarci da un momento all’altro dopo tutto ciò- disse Elise.

- lo so, ma almeno non dovremmo tenerli d’occhio ogni santo giorno, davvero non li sopporto più-

- basta che Narec non se ne venga con un’altra delle sue idee geniali, che ne so far sposare Erik con una principessa dei Lioni per fare alleanze strane-

nella stanza cadde il silenzio per l’opzione che aveva tirato in ballo Ciel e che era una di quelle possibili. Aloise ringraziava il cielo che a Narec non fosse venuto in mente niente del genere. Erik era troppo piccolo per sposarsi, e poi tutti i suoi figli erano costretti a matrimoni infelici, almeno potevano risparmiargli il nipote.

- passerà sul mio cadavere prima di far sposare Erik- disse Elise con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.

- Ciel evita di dire queste cose davanti a Narec altrimenti le mette veramente in pratica. Hook, il re dell’ovest aveva proposta Narec un matrimonio per far andare di nuovo d’accordo me e Jafar, e la cosa non sta andando nel migliore dei modi- disse Aloise.

- okay sto zitto- disse il ragazzo mentre spupazzava ancora il nipote che nel mentre si era messo a sgranocchiare un altro pezzo di crostata che i domestici avevano messo sul tavolino basso della stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


- non possiamo evitare di usare questi metodi per farci prendere in considerazione?- chiese il ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi grigi al padre che stava facendo avanti e indietro guardando la cartina del regno di Xart preoccupato.

- certo che no. Se non invadiamo non ci prenderanno mai in considerazione. Ci hanno uccisi per anni ora toccherà a loro soffrire-

- così mandi al macello anche i nostri. Credo che si possa arrivare tranquillamente ad un accordo. O almeno cercare di farlo con il regno del nord che è il più vicino al nostro- disse ancora il ragazzo guardando anche lui la cartina di Xart. Sapeva che alcuni dei loro cittadini erano andati negli altri quattro regni per cercare di uccidere i rispettivi re e lui si era arrabbiato con il padre. La violenza non portava mai a niente di buono.

E poi non erano loro che si proclamavano amici della natura? Allora perché volevano distruggere gli altri regni così diversi dal loro?

Xavier sapeva che se i cinque regni fossero andati definitivamente d’accordo non ci sarebbero stati conflitti sanguinosi come negli ultimi secoli. E tutto solo perché loro, gli Lioni, volevano la loro indipendenza.

Altro che indipendenza! Si credevano tutti superiore soli perché le affinità con la natura erano così alte che permettevano loro di fare cose che gli altri si potevano solo immaginare.

Xavier odiava la loro mentalità. Per lui erano tutti uguali, e quello che avevano loro era solo un dono che potevano mettere a disposizione degli altri regni.

Per quanto ne sapeva tutti i regni avevano le loro leggi ed erano altamente indipendenti, solo che per mantenere la pace era stato istituito un governatore che impediva guerre all’interno di Xart.

E allora perché gli Lioni volevano una libertà che dicevano di non avere?

- quelli ci presidiano da anni!-

- lo fanno perché hanno paura di un attacco! Se non vuoi andare tu a parlare con loro ci vado io senza problemi- disse Xavier con decisione. Se suo padre non si fosse mosso l’avrebbe fatto lui a nome suo.

- potrebbero ucciderti!-

- non lo faranno e poi è meglio risolvere la questione parlando e non con le armi! Credimi se riusciamo ad accordarci guadagneremo sia noi che loro- disse il principe degli Lioni con fierezza. Il suo intento era semplice. Voleva andare a parlare con i regnanti del nord e dopo, se fosse andato tutto bene, con il famoso Narec per porre fine a quella situazione.

- non mi piace- disse il re Lian storcendo la bocca.

- non ti piace la mia proposta o il fatto che debba andare io?- chiese il ragazzo mettendo una mano sulla spalla del padre.

- non voglio perderti sei il mio unico figlio- disse l’uomo accarezzando i capelli bianchi del figlio identici a quelli della defunta moglie.

- starò attento, ma per favore non attaccare. Possiamo risolvere tutto. Tutto questo è nato dalla convinzione che noi siamo superiori, ma non è così- disse il ragazzo sorridendo.

- come fai?-

- a fare cosa padre?-

- a convincermi, sempre. Sembra come se tu abbia un potere speciale-

- voglio la pace proprio come la vuoi tu, solo che sei spaventato dalla possibilità che i nobili ti si rivoltino contro-

Lian sospirò e guardò nuovamente il figlio.

- promettimi che se hai il sentore che sta per succederti qualcosa di brutto tornerai immediatamente qui- il ragazzo annuì felice per la decisione del padre.

- riusciremo a risolvere la situazione- disse Xavier sorridendo.

- cerca di non trattenerti troppo. Ti ricordo che devi ancora sceglierti una moglie o un marito- disse l’uomo sospirando. Stava facendo vecchio e voleva assolutamente vedere il figlio felice e sposato.

- lo so, ma sto aspettando la persona a me destinata- disse il ragazzo mettendosi una ciocca di capelli bianchi, che era leggermente più lunga delle altre, dietro l’orecchio.

- questo perché te ne stai chiuso qui dentro- disse l’uomo sbuffando.

- o forse perché non si trova qui. Non hai mai pensato alla possibilità che potesse essere di un altro regno?- chiese il ragazzo al padre che sbiancò velocemente a quell’affermazione.

- spero di no-

- io invece spero di si, lo sai che noi possiamo avere figli solo con la persona che ci è destinata e sarebbe davvero una bella cosa che la mia potesse essere di un altro regno. Formeremo un’alleanza duratura e sopratutto finirebbero le rivalità-

- questo lo pensi tu! Potrebbe anche non essere un nobile-

- accetterò chiunque la natura abbia scelto per me- disse Xavier guardando fuori dalla finestra il sole che scendeva segno che stava per concludersi l’ennesimo giorno.

- quando volevi partire?- chiese il padre cambiando discorso.

- il prima possibile, prima risolviamo tutto meglio è-

- ora è tardi, partirai domani mattina va bene?- chiese Lian mettendo le mani sulle spalle del figlio che annuì.

- devo mandare una lettera al re...-

- non c’è bisogno spiegherò io tutto quando sarò li. La lettera molto probabilmente arriverà più tardi di me- disse il ragazzo sorridendo al padre per poi salutarlo e andare nella sua camera.

Aveva paura di quello che stava per fare. Paura che potessero veramente ucciderlo a vista, ma si era dimostrato forte davanti al padre, altrimenti non gli avrebbe mai permesso di partire. Sperava solo che si risolvesse veramente tutto per il meglio e sopratutto il prima possibile.

Quello che aveva detto al padre però era vero. Sperava veramente di trovare il suo compagno in un altro regno. Ancora meglio se fosse stato un nobile, o addirittura uno dei principi. In quel modo si sarebbe creata un’alleanza stabile e nessuno avrebbe più avuto da ridire.

Dovevano creare un’alleanza se veramente non volevano più la guerra.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Xavier cavalcava velocemente. Non doveva assolutamente farsi vedere dalle guardi del re del nord appostate al confine. Non voleva rotture di scatole. Voleva arrivare davanti al palazzo il prima possibile e farsi fermare dalle guardie avrebbe richiesto solamente più tempo per arrivare ad Avaris.

Per sua fortuna il confine lo passò con tranquillità, ma ora arrivava la parte più difficile: nascondere i suoi capelli bianchi. Chiunque l’avesse visto l’avrebbe riconosciuto come un Lione a prima vista. Il principe si mise il cappuccio in testa e, dopo averlo fermato per bene con la sciarpa che teneva intorno al collo, continuò la sua cavalcata.

Quando arrivò ad Avaris non si sentiva più le gambe per quanto aveva cavalcato, lo steso valeva sicuramente per il suo cavallo che aveva deciso volontariamente di diminuire l’andatura.

Xavier lo lasciò fare e si ritrovò a camminare praticamente a passo d’uomo. Il ragazzo poté così vedere tranquillamente la città. Rispetto alle loro c’era meno natura tra le case, ma comunque era una città stupenda. La gente era allegra e spensierata mentre camminava per la strada principale che portava fino al castello.

Una volta difronte al portone di quest’ultimo Xavier scese da cavallo e si guardò intorno per capire dove poter mettere il cavallo.

Due guardie gli si avvicinarono.

- cosa volete?- chiese una delle due mentre l’altra lo stava osservando attentamente pronta ad intervenire in qualunque momento.

Xavier sorrise e si tirò giù il cappuccio rivelando i suo capelli bianchissimi che fecero immobilizzare le due guardi.

Il principe dei Lioni alzò le mani per far vedere di essere disarmato.

- sono il principe Xavier Loss, sono qui perché vorrei poter parlare con il vostro re. Non ho armi con me- disse il ragazzo aprendo anche il mantello e rivelando che era vestito con un pantalone aderente di cotone e una camicia di lino celeste. Se avesse avuto qualche arma addosso si sarebbe vista subito.

- chi ci garantisce che non userai la magia?- chiese la prima guardia, quella con i baffi.

Xavier scoppiò a ridere.

- noi non abbiamo la magia, abbiamo un’affinità particolare con la natura, ma non possiamo governarla, e lei che governa noi- disse il ragazzo con tranquillità rimanendo sempre con le braccia spalancate.

- facciamolo entrare. Tu prendi il cavallo io lo porto dal re- disse il baffuto per poi puntare la sua spada verso il fianco di Xavier per incitarlo a camminare.

Il ragazzo lo assecondò e dopo poco si ritrovarono all’interno del palazzo. Tutti i domestici si fermarono a guardare il ragazzo dai capelli bianchi mentre camminava con la guardia al suo fianco. Xavier non si era mai sentito così in imbarazzo come in quel momento.

Si fermarono davanti a una porta riccamente decorata e la guardia abbassò la spada per poi bussare. Una volta ricevuto il permesso di entrare guardò male il principe ed entrò seguito a ruota dal ragazzo.

- vostra altezza scusate il disturbo- disse la guardia inchinandosi. Xavier nel mentre si guardava intorno. La guardia lo aveva portato all’interno dello studio del re dove su uno dei tavoli più grandi si poteva notare la cartina con sopra il regno di Xart, proprio come quella che aveva suo padre nel suo studi.

Xavier riportò lo sguardo davanti a se quando sentì gli occhi del re Aloise che lo scrutavano attentamente.

- l’abbiamo trovato davanti al castello, ha detto di voler parlare con voi- finì la guardia.

- grazie puoi andare- disse Aloise non togliendo gli occhi da quello grigi di Xavier.

La guardia esitò un attimo prima di uscire dalla camera facendo rimanere da soli i due.

Xavier fece un piccolo inchino con il capo prima di parlare:

- mi scuso per il mio arrivo così irruente. Sono il principe Xavier dei Lioni. Sono qui perché vorrei proporre un accordo- disse il ragazza alzando nuovamente il capo una volta finito di parlare.

- non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi il principe dei Lioni nel mio studio. Come avete fatto ad oltrepassare il confine senza essere visto?-

- credo che la foresta mi abbia celato agli sguardi dei vostri soldati. Il resto del tempo ho tenuto il cappuccio sui miei capelli-

- ammirevole. Che genere di accordo vorresti proporre?- chiese Aloise sinceramente colpito dal coraggio che aveva dimostrato quel ragazzo.

- un accordo che ci permetta di non attaccarci a vicenda. La guerra porta solo morte e istruzione e non è mai la scelta giusta-

- dovresti parlarne anche con Narec. Siete voi comunque che avete iniziato-

- so di dover parlare anche con lui, ma prima volevo assicurarmi che voi non attaccaste il mio regno. E poi mio padre ha fatto quello che ha fatto solo perché pressato dai nobili- disse il ragazzo.

- quindi se ho capito bene volete mettere fine al vostro ideale di indipendenza e concordare prima con me, che sono l’unico dei quattro regni a confinare con voi, e poi con Narec per poter ritornare alla pace?- chiese Aloise.

- si- disse Xavier felice che il re avesse capito le sue intenzioni.

- non ci riuscirai mai- Xavier rimase di stucco a quelle parole e Aloise se ne accorse. - ho capito fin da quando hai iniziato a parlare che il tuo intento era buono, ma la cosa verrà messa ai voti e sinceramente non so cosa risponderanno gli altri regni- disse Aloise sorridendo al ragazzo.

- non fa niente, voglio provarci lo stesso- disse Xavier leggermente demoralizzato da quelle parole.

- ammiro la tua forza di volontà, ma credo che il massimo che otterrai sarà il fatto che i miei soldati lasceranno il confine-

- voglio comunque provarci. Se non ti butti non saprai mai quando è profondo il pozzo- disse il ragazzo che nonostante stesse tremando era più che convinto di quelle parole, erano quelle che era solita ripetergli sua madre quando non voleva fare qualcosa di nuovo.

- nella migliore delle ipotesi Narec potrebbe votare a tuo favore, ma comunque rimangono gli altri tre re che voteranno di sicuro no-

- nel caso andasse male otterrei lo stesso la pace con voi?- chiese Xavier.

- con me si, anzi ritirerò il prima possibile le mie guardie dal confine. Sono stanco di questa guerra-

- grazie mille- disse il bianco inchinandosi felice di essere riuscito ad ottenere almeno una cosa.

- sei davvero sicuro di voler esporre la questione a tutti i regni?-

- si, voglio che i Lioni facciano parte definitivamente di Xart-

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


- i tuoi capelli sono strani- disse il bambino di tre anni mentre in braccio alla madre guardava il ragazzo dai capelli bianche che si erano ritrovati in sala.

- Erik- disse Elise rimproverando il figlio sentendosi leggermente a disagio per la presenza di quel Lione in casa.

- nessun problema lo dicono anche quelli del mio regno- disse il ragazzo sorridendo al bambino che ricambiò subito il sorriso.

- il principe Xavier rimarrà qui il tempo che Narec organizzi la riunione e poi ritornerà nel suo regno- disse Aloise spiegando al resto della famiglia le presenza del principe all’interno del palazzo.

- che bello un problema in meno. Ora possiamo annullare le mie nozze?- chiese Ciel alzando gli occhi al cielo in una preghiera leggermente arrabbiata.

- quello non lo risolverà nessuno Ciel- disse Elise al fratello.

- antipatica. Hai già spedito la lettera?- chiese il biondo al padre.

- certo, subito dopo l’arrivo di Xavier. Ne ho mandata anche una al confine per ritirare le truppe- disse il re sorridendo.

- bene caro fai come fossi a casa tua e per qualunque cosa chiedi pure- disse Yrja mettendo una mano sulla spalla di Xavier che le sorrise.

- grazie mille, non mi aspettavo un’accoglienza del genere sinceramente- disse il ragazzo sorridendo.

- lo dobbiamo prendere come un complimento?- chiese Elise scettica.

- è un complimento. Sinceramente avevo paura di essere ucciso a vista- disse il bianco grattandosi dietro la testa leggermente imbarazzato.

- quanti anni hai?- chiese Ciel curioso.

- quasi ventisette. Perché?- chiese il ragazzo curioso della domanda.

- curiosità, ne mostri molti di meno. Sei sposato?-

- grazie e comunque no-

- questo è strano-

- noi Lioni ci sposiamo solo con la persona alla quale siamo destinati altrimenti non possiamo avere figli. Io non ho ancora trovato la mia metà- disse il bianco con tranquillità facendo sgranare gli occhi a Ciel.

- che cosa crudele. E le alleanze matrimoniali non le fate?-

- no. Non servirebbero a niente. E poi non è tanto crudele alla fine ti sposi con la persona che ami-

- ma devi aspettare parecchio-

- dipende. C’è chi la trova subito, altri come me ci mettono un po’ di più-

- quindi puoi scopare tranquillamente con chi vuoi senza preoccuparti di non mettere incinta nessuno. Che figata-

- CIEL!- gridò Elise tirando un pugno al fratello facendo ridere Yrja e Aloise.

- molti la pensano come voi, ma io preferisco aspettare la persona giusta a prescindere- la risposta del ragazzo fece immobilizzare Ciel.

- hai tutta la mia stima. E smettila, dammi del tu maledizione- disse il biondo sorridendo facendo nascere un sorriso anche sulle labbra di Xavier.

- se posso chiedere voi quanti anni avete?- chiese poi ai due fratelli.

- io venti, mia sorella ventidue- disse Ciel.

Nel mentre Erik era sceso dalle braccia della madre e si era avvicinato a Xavier. Il bambino attirò la completa attenzione del bianco tirandogli il pantalone. Il ragazzo gli sorrise e poi si abbassò per essere alla sua stessa altezza.

- stasera giochi con me?- chiese il bambino leggermente in imbarazzo.

- certo- disse Xavier felice di quella proposta.

- ehi avevi detto che volevi giocare con me!- disse Ciel facendo il finto offeso.

- tu ti inventi sempre scuse zio- disse il bambino mettendo il broncio.

- okay allora stasera vado da Im- disse il ragazzo per poi lasciare la stanza.

- chi è Im?- chiese Yrja alla figlia che sapeva essere a conoscenza della situazione.

- la sua preda del momento. Erik comunque non far stancare molto il principe Xavier va bene? Ha fatto un lungo viaggio-

Il bambino annuì per poi prendere la mano del ragazzo e trascinarlo verso la sala dove teneva la maggior parte dei suoi giochi.

- come devo fare con quel ragazzo- disse Aloise sospirando e riferendosi a Ciel che era di sicuro uscito dal castello senza cenare.

- nessuno riuscirà mai a cambiarlo- disse Yrja scuotendo la testa mentre Elise andava sella sala per vedere cosa stava combinando il figlio.

 

- come mai hai i capelli bianchi?- chiese il bambino mentre impilava i pezzi di legno seduto a terra. Al suo fianco Xavier gli passava i mattoncini che cadevano o che erano troppo lontani.

- mia madre li aveva così, molti dicono che sia perché sono nato nel pieno di una bufera di neve-

- quindi hai i capelli del colore della neve-

- si si- disse il ragazzo porgendo un altro bastoncino a quel bambino che lo guardava con gli occhi che gli brillavano.

- anch’io voglio i capelli di un colore particolare, qui sono tutti biondi- disse il bambino sbuffando e facendo cadere tutta la torre di mattoncini che stava costruendo.

- nemmeno io li ho scelti di questo colore-

- si però sono più belli-

- ma sembro già vecchio- disse Xavier ridacchiando e facendo ridere anche il bambino.

I due rimasero in silenzio per un po’ mentre Erik continuava a costruire la sua torre che cadde di nuovo.

- perché non si regge?- disse il bambino sul punto delle lacrime.

- devi fare la base più ampia. È inutile fare una torre altissima senza fondamenta che la sorreggano- disse il ragazzo iniziando a costruire una base più ampia per poi impilare gli altri mattoncini. Una volta finiti tutti i mattoncini la torre si reggeva ancora in piedi per la contentezza di Erik che abbracciò il ragazzo felice.

- grazie!- disse il bambino stritolando il ragazzo.

- figurati- disse lui ricambiando l’abbraccio. Un giorno avrebbe voluto anche lui un figlio tutto suo, anche più. Ma doveva prima trovare la sua metà.

- devo chiedere a nonno di prendermi altri mattoncini così farò una torre più grande- disse poi il bambino ammirando la torre fatta dal ragazzo.

- ricordati sempre di fare la base ampia-

- certo!- disse lui per poi lasciar stare la torre e andare verso gli altri giochi della stanza.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Im era diventato una droga, la sua droga. Ciel non riusciva a stare più di un giorno senza andare dal ragazzo. E a Ciel non andava per niente a genio il fatto di essere uno dei tanti che si scopavano Im. Lui voleva essere il solo. Quel ragazzo era troppo bello, e lui troppo geloso.

Lo voleva tutto per se, ma sinceramente non riusciva a pensare ad un modo per impedire al ragazzo di lavorare al bordello.

L’unica possibilità era chiedere a Sonja di impedire agli altri di farselo, ma Ciel sapeva che Im se ne sarebbe subito accorto. Era molto sveglio quel ragazzo.

- a cosa stai pensando?- gli chiese l’oggetto dei suoi pensieri sedendosi sopra di lui a cavalcioni.

- se te lo dico mi ammazzi- disse il biondo poggiando le mani sulle cosce del ragazzo.

Lui rise per poi baciarlo.

- che ne dici se invece di ucciderti ti lego mentre lo facciamo?- chiese il ragazzo ancora molto vicino alle labbra dell’altro.

- così mi fai solo un favore- sussurrò il biondo catturando nuovamente le labbra dell’altro. Si, alla fine si era abituato ad essere legato da Im mentre lo facevano. I primi tempi era stato un dramma, poi si era rilassato come aveva detto di fare il ragazzo e be’ era diventato uno dei suoi modi preferiti per farlo. Ma ovviamente solo Im poteva farlo, se qualcun altro si fosse azzardato a legarlo lo avrebbe fulminato e fatto uccidere all’istante.

- allora dimmi- disse Im stendendosi definitivamente sopra a Ciel.

- stavo pensando a te-

- Oh El, così mi lusinghi- disse Kassim ridacchiando.

- e al fatto che non mi piace che scopi anche con altri- continuò il principe aspettando la reazione del ragazzo che non tardò ad arrivare.

- mi stai dicendo che mi vuoi tutto per te? Devo essere il tuo servo personale?- chiese Kassim leggermente irritato.

- certo che no, mi da solo fastidio che altri ti possano toccare, tutto qui-

- sei geloso- e non era una domanda quella di Kassim, era più un’affermazione. Poi il mulatto si mise a ridacchiare.

- se tu sei disposto a pagare Sonja per tutti i clienti che le farai perdere, potrei anche decidere di farlo solo con te- disse poi Kassim sorridendo al ragazzo.

Si era pazzamente innamorato di lui. Lo aveva ammesso a se stesso appena se ne era accorto. Nonostante alcuni suoi modi rudi, El era davvero un ragazzo tranquillo e Kassim immaginava che ci fosse ben altro sotto la maschera che si era creato il ragazzo.

E poi andare con gli altri nobili non gli aveva dato altre informazioni sul principe Ciel. Dicevano tutti la stessa identica cosa. Quindi non aveva niente da perdere ad avere come unico cliente Ciel. Anzi, guadagnava parecchio.

- stai parlando sul serio?- chiese Ciel felicissimo delle parole del ragazzo.

- certo che si, ma ad una condizione, o meglio due- disse Kassim alzando due dita.

- dimmi- disse Ciel che era pronto ad assecondare tutte le richieste del ragazzo pur di averlo tutto per se.

- come tu sarai l’unico per me in questo periodo, così io sarò l’unico per te- disse la prima condizione mentre abbassava un dito. Ciel annuì, in quel periodo aveva solo in mente solo Im, anche nei momenti meno opportuni.

- e secondo devi permettermi di fare anche l’attivo- e fu li che Ciel sbiancò. Non aveva mai permesso a nessuno di farlo. E sinceramente non ne aveva minimamente voglia.

- è una condizione necessaria?- chiese Ciel mentre vedeva lo sguardo di Im assottigliarsi.

- per me si- disse il ragazzo sistemandosi le treccioline che gli erano cadute davanti agli occhi. Di certo El non poteva pretendere di non invertire i ruoli, anche solo per una volta, se voleva che lui diventasse il solo.

- so che il tuo ego da nobile è enorme e non vuoi che qualcuno possa usare questo a tuo svantaggio, ma qui nessuno saprà quello che fai- cercò di convincerlo il moro. Teneva tanto a quel ragazzo e non voleva perderlo.

- non lo so Im- disse Ciel mettendosi seduto e fissando i suoi occhi viola in quelli rossi del ragazzo.

Che cosa doveva fare? Era il principe ereditario e di certo essere preso da un altro ragazzo non rientrava propriamente nei suoi compiti. Lui doveva far nascere l’erede. Era lui che doveva prendere.

Ma Im era importante. Molto. Si era accorto di come quel ragazzo lo aveva totalmente sconvolto in pochissimo tempo e non voleva perderlo. Tutti gli altri avevano perso importanza.

Le campane risuonarono facendo ridestare dai loro pensieri i due ragazzi.

- devo andare- disse Ciel alzandosi e rivestendosi mentre guardava con la coda dell’occhio Im che era rimasto immobile sul letto. Prima di uscire, però, il principe lasciò un bacio sui capelli intrecciati dell’altro.

Kassim guardò la porta chiudersi e sospirò pesantemente. Perché doveva andarsi a cacciare in quella situazione? E sopratutto perché gli aveva proposto quell’ultima cosa? Non glielo aveva mai chiesto perché aveva sempre avuto paura di un suo no. In quel momento aveva sentito come di avere un grosso potere sul ragazzo e si era buttato. Mai scelta era stata più errata. Ora lo avrebbe perso. Ne era completamente convinto, e si malediva per quello che aveva fatto. Voleva tornare assolutamente indietro e cancellare quell’ultima proposta.

È vero, si era sorpreso parecchio quando El aveva accettato il fatto che poteva avere solo lui, non se lo sarebbe mai aspettato. Non da un nobile. Aveva inquadrato quasi subito El, però con passare del tempo stava capendo che c’era una parte che quel ragazzo non osava mostrare agli altri, che mostrava forse solo alle persone a lui care. E Kassim credeva di essersi innamorato proprio di quell’aspetto di El. Il nascondere la sua vera natura.

Kassim più volte si era chiesto se il ragazzo avrebbe accettato di fidanzarsi con lui ufficialmente, ovviamente gli avrebbe detto di essere uno dei principi del sud. Ma poi si metteva a ridere. Non lo avrebbe mai fatto. Sopratutto se, come ipotizzava Kassim, era l’erdere della sua famiglia.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


- tutto bene?- chiese Elise entrando nella camera del fratello. Era da quando era rientrato quella mattina che il ragazzo sembrava parecchio spaesato, o meglio perso nei suoi pensieri.

- si- disse in un sussurro il ragazzo che era disteso sul suo enorme letto con un braccio sugli occhi.

- è successo qualcosa con il tuo “ragazzo”- chiese la donna mimando le virgolette alla parola ragazzo, ma il fratello non poté vederla visto che aveva il braccio sugli occhi.

- non è il mio ragazzo- disse Ciel sospirando.

- però è successo qualcosa- disse Elise sedendosi sul letto per poi sdraiarsi affianco al fratello.

- dov’è Erik?- chiese il ragazzo togliendo definitivamente, e finalmente a detta di Elise, il braccio dagli occhi.

- con Xavier. Adora giocare con lui, io non so come quel ragazzo faccia ad avere così tanta pazienza- disse la ragazza ridendo.

- fino alla fine sarai costretta a fargli una statua. Quando ci sarà l’incontro con gli altri re?-

- dopodomani devono partire. Spero che vada tutto per il meglio. Xavier ha davvero buone intenzioni e così si potrà risolvere finalmente la questione- disse Elise sorridendo.

- ti piaceeee- disse Ciel risvegliandosi di colpo e buttandosi sopra la sorella con gli occhi viola che gli brillavano.

- me certo che no- disse la ragazza in un tono poco convincente tradita anche dalle guance che le erano diventate rosse per l’imbarazzo.

- oddio ti piace il principe Xavier!- disse ancora Ciel mentre ridacchiava.

- comunque non stavamo parlando di me, ma di te!- disse la bionda togliendosi il fratellino da sopra, anche perché iniziava a pesare.

- che ti devo dire El!- disse il ragazzo ritornando improvvisamente serio.

- non lo so, il motivo per il quale sembri così triste quando ieri eri l’uomo più felice del mondo. Davvero stare con quel ragazzo ti fa davvero bene- disse la bionda sorridendo al fratello.

- gli ho chiesto di avere solo me- disse Ciel sputando finalmente il rospo.

- e ti ha detto di no?- chiese Elise che era felice che il fratello iniziasse ad aprirsi con lei.

- no, però l’avrebbe fatto a due condizioni: la prima che anch’io avrei dovuto avere solo lui-

- e tu non sei sicuro che la cosa possa succedere e...-

- a quello avevo detto si. Ormai ho in testa solo Im- la ragazza sgranò gli occhi alla rivelazione del fratello. Lei ormai l’aveva capito da tempo che il suo dolce e tenero, a volte, fratellino si era preso una colossale cotta per quel ragazzo, ma mai avrebbe pensato che lui stesso lo avrebbe ammesso.

- e allora cosa? Non puoi farti scappare un ragazzo del genere, sopratutto se non sa che sei il principe!- disse la ragazza realmente convinta di quello che stava dicendo.

- la seconda condizione, be’ ecco...- disse Ciel diventando improvvisamente rosso cosa che fece alzare un sopracciglio ad Elise.

- parla immediatamente- disse le ragazza che era sempre più curiosa.

- vuole invertire i ruoli- disse Ciel tutto d’un fiato.

- e allora?- chiese la ragazza che non capiva proprio cosa ci fosse di così strano.

- e allora? Cavolo sono un cazzo di principe!-

- e che c’entra? Anche lui è un ragazzo cavolo! Non puoi trattarlo come una ragazza. Se te lo ha chiesto significa che pensa che tu possa accettare, altrimenti non credo te lo avesse chiesto-

Ciel rimase in silenzio. Non sapeva veramente cosa fare, non voleva rischiare di perdere Im per quello, ma non sapeva se era pronto a fare quel passo.

- senti puoi anche chiedergli di aspettare un po’- disse Elise stringendogli un braccio per essere rassicurante.

- ma io non sono sicuro di volerlo fare El. Ho paura cazzo- disse il ragazzo sospirando.

- e diglielo. Digli che hai paura- disse la ragazza sorridendogli. - tu tieni davvero molto a questo ragazzo. L’ho capito dal primo giorno che ne hai parlato. Se ti vuole bene capirà.- disse la ragazza baciandogli una guancia.

- e se mi dovesse dire di no?- chiese Ciel preoccupato. - e se fosse un “ o lo fai o non scopi più con me?”-

- davvero è solo sesso il vostro?-

- cosa stai insinuando Elise?- chiese Ciel confuso.

- è un mese che andate a letto insieme. Tu ti stanchi di una persona dopo una settimana! Io non credo sia solo sesso il vostro Ciel. E credo che quel ragazzo ti capirà. Ora tocca solo a te decidere- disse la ragazza sorridendogli.

Poi si alzò e uscì dalla stanza chiudendo la porta piano lasciano Ciel da solo con i suoi pensieri tormentati.

 

Kassim stava piegando il pantalone che aveva appena finito di far asciugare quando sentì la porta aprirsi di scatto. Si girò pronto a dirne quattro all’intruso che non si prendeva la briga di bussare quando si trovò davanti gli occhi viola di El e le parole gli morirono in bocca.

Pensava che il ragazzo non si sarebbe fatto più vedere dopo la sua proposta.

- possiamo parlare? Di quello che mi hai detto questa mattina intendo- disse El andando a sedersi sul letto non prima di aver chiuso la porta dietro di se.

- si, volevo parlarti anch’io ma avevo paura che non venissi- disse Kassim sospirando. Poi riprese la parola prima che lo facesse l’altro. - dimentica la seconda condizione. Sono stato uno stupido a proportela. Se per te va ancora bene possiamo fare che nessuno dei due non avrà altri- disse tutto d’un fiato il principe del sud lasciando di stucco il biondo.

Kassim ci aveva pensato tutto il giorno, ed era arrivato alla conclusione che El non avrebbe mai accettato. Ma il mulatto si era accorto di aver bisogno della presenza di El al suo fianco. Aveva deciso che se il ragazzo fosse tornato a trovarlo gli avrebbe proposto nuovamente la cosa senza la seconda condizione.

- ma sei pazzo?- gli chiese El facendo sussultare Kassim.

- okay scusa, capirò se non vorrai più avere niente a che fare con me. Sono stato uno stupido- disse Kassim abbassando lo sguardo.

- no, non hai per niente capito Im! Ci ho messo un giorno intero a convincermi quindi adesso tu non cambi proprio niente.- disse Ciel prendendo il ragazzo per un braccio e poi baciandolo con trasporto. - adesso concludiamo il nostro accordo con te dentro me- disse poi il Biondo baciando nuovamente il moro.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


- mi sembra tutto un sogno- disse Kassim mentre baciava il collo di El che si era disteso sul letto.

- a me un incubo- disse Ciel facendo ridacchiare il ragazzo.

- cosa ti ha fatto prendere questa decisione? Questa mattina non ne eri molto convinto- disse Kassim scendendo con la scia di baci molto più giù e iniziando ad allargare le gambe del biondo sotto di se.

- mia sorella, potresti evitare chiedere alcune cose in questo momento?-

- sto cercando di farti rilassare, sembri un tronco. Comunque non sapevo avessi una sorella-

- ci credo che sono un tronco è la prima volta...Cazzo!- disse il ragazzo quando Kassim iniziò a preparalo.

- rilassati- gli sussurrò Kassim baciandolo sulle labbra.

- rilassati un corno Im- disse quest’ultimo mordendogli le labbra. Non capiva ancora perché aveva detto di si. Forse la faccia spaventata di Im quando gli aveva detto di dimenticarsi di quella seconda condizione. Ciel non avrebbe mai immaginato che il ragazzo si potesse tirare indietro.

Era andato da lui per chiederli un po’ di tempo per pensarci e che aveva paura, ma mai si sarebbe immaginato che Im fosse pronto a rinunciare a quella condizione. Mai.

Era stato quello che lo aveva fatto parlare, era stato quello che gli aveva fatto dire quella stramaledettissima frase che lo aveva poi fatto ritrovare disteso nel letto con Im sopra di se.

- quindi hai una sorella- continuò Im cercando in tutti i modi di far distrarre El.

- si, ma perché ti interessa?- chiese Ciel gemendo leggermente. Stava iniziando a provare piacere e a rilassarsi, cosa che non sfuggì a Kassim.

- curiosità. Anch’io ho una sorella- disse lui baciando il ragazzo sotto di se. - all’iniziò farà male- disse il ragazzo.

Ciel non capì subito, ma quando il ragazzo entrò dentro di lui si morse il braccio per non urlare di dolore.

- scusa- sussurrò Kassim togliendo il braccio del biondo per poi mettere il suo. - mordi il mio- disse poi e Ciel fece come gli era stato detto.

 

- mi rimarrà la cicatrice- disse Kassim guardandosi i segni del morso sul braccio mentre con un po’ di cotone si tamponava il sangue che stava uscendo.

- scusa- disse Ciel togliendo il cotone dalle mani di Kassim per poi fare lui il lavoro che stava facendo prima il ragazzo.

- come stai?- chiese Im cercando di guardare negli occhi il biondo.

- bene, sono un po’ indolenzito ma sto bene. Pensavo peggio- disse El alzando il suo sguardo in quello cremisi dell’altro mostrando la sincerità delle sue parole.

Kassim gli sorrise prima di lasciargli un altro bacio sulle labbra. - grazie- gli sussurrò con un sorriso più grande del precedente.

- mi dispiace per questo. E per i grafi sulla schiena- disse il biondo indicando il morso sul braccio del ragazzo.

- tranquillo, ti ho messo io il mio braccio li. E poi ti riempio sempre di graffi. Siamo pari-

- non pensavo avessi una sorella- disse ad un tratto il biondo.

- oh quindi mi stavi ascoltando! Comunque ho una sorella e due fratelli- disse Kassim con un sorriso triste.

- ti mancano?-

- si, ma sono stato io a decidere di venire qui, quindi non mi posso lamentare- disse il mulatto con un’alzata di spalle.

- quindi siete quattro?-

- si, io sono il terzo- disse Kassim.

- cavolo. Come fai a vivere con così tanta gente?-

- dai non siamo tanti! E poi conta che c’è anche la moglie di mio fratello con i loro due figli. Diciamo che non ti annoi mai- disse Kassim sorridendo al ragazzo. Okay, forse stava parlando un po’ troppo e qualcuno avrebbe pure potuto capire la sua vera identità, ma dubitava che Ciel potesse conoscere la famiglia reale del sud nei minimi dettagli.

- cavolo. Io e mia sorella ci pizzichiamo a vicenda ogni giorno! Non dirmi che non litigate mai perché non ti credo-

- certo che litighiamo, però è bello anche stare insieme. Hai solo una sorella?-

- si, per mia fortuna. Già una è troppo-

- devi ringraziarla da parte mia- disse Kassim spostando la mano del ragazzo per poi abbracciarlo di slancio.

Ciel rispose all’abbraccio sorridendo. E poi si mise a ridacchiare. Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe abbracciato uno dei suoi amanti e sopratutto che sarebbe stato lui il passivo.

- che c’è?- chiese Im staccandosi leggermente dell’abbraccio.

- niente- disse Ciel mettendogli una treccina dietro l’orecchio prima di tirargli una guancia. - quanti anni hai?- chiese poi ricordandosi solo in quel momento che non sapeva l’età del ragazzo.

- diciannove. Tu?- chiese Kassim che si era sempre chiesto quanti anni avesse quel bellissimo ragazzo, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiederglielo.

- venti. Ti facevo più piccolo- disse Ciel tirandogli nuovamente la guancia.

- smettila!- Kassim schiaffeggiò la mano di Ciel per poi sbuffare – perché siete tutti convinti che io sia più piccolo? Okay ho preso la corporatura minuta di mia madre, ma questo non significa che sono piccolo- borbottò il ragazzo facendo ridere Ciel che gli lasciò un bacio sulla tempia.

 

 

- Xavier hai visto Ciel?- chiese Elise entrando nella sala giochi dove Xavier era insieme a Erik. La scena che le si parò davanti la fece pietrificare sul posto. Il bianco era seduto a gambe incrociate al centro della sala mentre Erik si era addormentato con la testa poggiata sulle sue gambe.

- no, non l’ho visto- poi vedendo l’espressione della ragazza continuò – ti da fastidio che si sia addormentato su di me?-

- cosa? No, non me lo aspettavo. Se ti da fastidio dimmelo- si ridestò subito la ragazza. Si era per un attimo immaginata sposata con Xavier e la cosa non le dispiaceva per niente.

- meno male- disse il bianco sorridendole. - se vuoi ti aiuto a portarlo a letto- disse poi. Elise ci pensò su un attimo e poi annuì. Non sarebbe mai riuscita a portare Erik in braccio per tutto quel tragitto. Stava diventando troppo grande.

Xavier le sorrise e prese il bambino in braccio attento a non svegliarlo e seguì la bionda fino alla camera del bambino dove lo sistemò nel letto coprendolo con le coperte prima di uscire.

- grazie mille e scusa- disse Elise con sincerità.

- figurati.- disse Xavier sorridendo. Ed Elise non riuscì a resistere a quel sorriso e in un secondo si era già alzata sulle punte e aveva lasciato un bacio sulle labbra del ragazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Xavier dopo un piccolo momento di smarrimento rispose al bacio delle ragazza. Non se l’era minimamente aspettata una cosa del genere da parte di Elise.

Elise che si staccò poco dopo dalle sue labbra completamente rossa. Xavier sorrise vedendo il rossore sulle guance della ragazza e le prese il mento con le dita per farla rigirare verso di se e baciarla nuovamente.

Elise gli piaceva davvero tanto. Aveva scoperto tutto quello che aveva dovuto sopportare la ragazza in quelle due settimane che era stato al castello di Avaris. Per lui era un’eroina. Sopratutto perché non era crollata dopo che il marito l’aveva lasciata.

Era in quei momenti che ingraziava il fatto che i Lioni potessero avere figli solo con la persona a loro destinata. Si evitavano cose come quelle successe ad Elise.

Ma, mentre le sue labbra e quelle di Elise combaciavano ancora, desiderò di potersi costruire una famiglia con lei. Credeva di amarla.

E ciò l’aveva pensato mentre giocava con Erik. Adorava da morire quel bambino. E più volte si era chiesto come sarebbe stato sposare Elise e portarseli entrambi a casa.

Suo padre avrebbe avuto di sicuro un infarto.

- Xavier- sussurrò a pochi millimetri dalle sua labbra Elise mentre lo guardava con i suoi occhi viola che Xavier adorava, anche se molto volte gli ricordavano quelli di Ciel.

- dimmi- disse il bianco mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- cosa stiamo facendo?- chiese la ragazza leggermente imbarazzata.

- ci stiamo baciando- disse Xavier sorridendole per poi darle un altro bacio a stampo.

- ma, la tua persona destinata?- chiese Elise in un sussurro.

- adesso voglio baciare te- disse Xavier baciandola nuovamente mentre Elise si aggrappava a lui desiderosa di baciarlo ancora.

- ti sembrerò una pazza- disse ad un certo punto Elise.

- credo di aver già capito- disse il ragazzo trascinando la bionda nella sua camere che era a pochi passi da quella di Erik.

Chiusero la porta velocemente prima di riprendere a baciarsi.

- ne sei sicuro?- chiese Elise che di certo non voleva andare contro qualche legge strana dei Lioni.

- è stata una mia scelta quella di aspettare, ma adesso l’unica che voglio sei tu, quindi se per te va bene io non ho problemi- le disse Xavier sedendosi sul letto e baciando le mani della ragazza che aveva difronte.

- mio fratello non deve sapere niente di tutto ciò altrimenti ti ammazza- disse Elise per poi spingere all’indietro il ragazzo e buttarsi anche lei sul letto sopra di lui prima di far congiungere nuovamente le loro labbra.

 

 

- Xav ritorni vero?- chiese Erik tirando su col naso mentre Xavier lo abbracciava per salutarlo.

- certo che si Erik! Vado a risolvere una questione giù e poi ritorno qui- disse Xavier sorridendo mentre stritolava il bambino che tirò ancora una volta su col naso.

- su Erik lascialo partire. Prima parte prima ritorna- disse Elise abbassandosi per tirare via il figlio che non ne voleva sapere di lasciar andare il principe.

- forza è ora di partire- disse Aloise mentre la carrozza arrivava. Xavier diede un buffetto sulla guancia di Erik e poi si alzò per entrare nella carrozza insieme ad Aloise non prima di aver lanciato uno sguardo veloce ad Elise che gli sorrise.

Poco dopo la carrozza partì lasciando Erik, Elise e Yrja da soli.

- che fine ha fatto tuo fratello?- chiese Yrja alla figlia visto che non vedeva Ciel da due giorni.

- non lo so. Gli ho parlato due giorni fa e poi è scomparso- disse la ragazza mentre trascinava dentro Erik che guardava nella direzione nella quale era scomparsa la carrozza per vedere se Xavier stava ritornando indietro.

- è di nuovo al bordello?- chiese Yrja sospirando sconsolata.

- credo proprio di si. È molto preso da uno dei ragazzi- disse Elise facendo girare la madre verso di se.

- solo uno?- chiese la donna sorpresa dalle parole della filgia.

- si si, e da più di un mese- disse ancora la figlia sorridendo alla faccia sconvolta della madre. Ormai l’avevano capito tutti che Ciel si stufava spesso, ma mai era capitato che il ragazzo riuscisse a stare con una persona per più di una settimana.

- che sia la volta buona?- si chiese la donna.

- non lo so, però da una parte spero di no. Sarebbe davvero tragica come cosa adesso. A undici mesi dal matrimonio- disse Elise pensando a come era stato sfortunato suo fratello.

- già- disse Yrja ricordandosi improvvisamente di quel piccolo particolare. - e tu che mi dici?- chiese dopo la donna sorridendo.

- di cosa parli?- chiese la ragazza.

- delle tue occhiate con Xavier- Elise sbiancò e accompagnò prima il figlio nella sala giochi e poi rispose alla madre.

- c’è interesse da parte di entrambi, ma sappiamo che molto probabilmente non porterà a niente- disse Elise che sapeva di non poter mentire alla madre.

- e chi te lo dice?- chiese la donna prendendole le mani.

- il fatto che il suo popolo può avere figli solo con la persona a loro destinata?- disse la ragazza mentre una lacrima le rigava una guancia. Non era riuscita a non affezionarsi a Xavier più del dovuto.

- ma lui potrebbe decidere anche diversamente. E poi adora Erik-

- l’adorazione credo sia reciproca. Però non credo possa farlo lo stesso. Per il momento mi godo quello che posso avere- disse la ragazza asciugandosi le lacrime che le stavano scendendo.

- chi ha fatto il primo passo?- chiese curiosa Yrja.

- io, l’ho baciato a tradimento- disse la ragazza sorridendo.

- questi uomini. Se non siamo noi a buttarci loro restano sempre immobili nel loro mondo!-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


- mi ha davvero sorpreso la tua lettera Aloise- furono queste le prima parole che disse Narec quando accolse il re del nord e il principe dei Lioni.

- sono felice che tu abbia accettato- disse il biondo sorridendo. - questo è il principe Xavier- disse poi presentando il bianco al governatore. Xavier fece un piccolo inchino.

- grazie mille per avermi permesso di venire qui- disse il ragazzo rialzando la testa.

- io invece sono felice che il tutto sia partito da voi Lioni.-

I tre entrarono subito nella sala del consiglio dove erano già presenti gli altri tre re senza le loro mogli. Come al solito erano arrivati ultimi.

- scusate il ritardo- disse Aloise per poi sedersi al suo posto, quello difronte a Jafar.

- bene scusate per la riunione improvvisa, ma il principe dei Lioni aveva una proposta da fare- disse Narec facendo avvicinare il ragazzo dai capelli bianchi. Jafar alzò di scatto lo sguardo scrutando attentamente il ragazzo.

- salve, il mio nome è Xavier Loss. Sono qui a rappresentare il mio regno. Noi Lioni vorremmo entrare a far parte definitivamente di Xart. Ovviamente eliminando ogni antipatia. So che siamo stati noi i primi a volere l’indipendenza, ma mio padre l’ha richiesto solo perché pressato dai nostri nobili che si ritengono superiori. Io credo che le nostre differenze debbano rafforzarci quindi vorrei ritornare all’origine- disse il ragazzo guardando negli occhi ognuno dei re presenti.

- e come mai vi svegliate solo adesso?- chiese Hook leggermente infastidito. Lui non li voleva.

- perché adesso abbiamo trovato il momento giusto per farlo. Rispose prontamente Xavier.

- faremo un altro matrimonio combinato Narec? Non per protestare ma l’ultimo non sta andando tanto bene- disse Nabusin ridacchiando mentre sia Aloise che Jafar lo fulminarono.

- credo che sia una cosa impossibile. Noi Lioni possiamo avere solo figli dalla persona alla quale siamo destinati. Sposare una qualunque principessa per me equivale a interrompere la discendenza- disse con calma Xavier anche se in cuor suo aveva una voglia matta di chiedere la mano di Elise ad Aloise. Ma sapeva che il suo regno non avrebbe mai accettato Erik come erede anche se a lui non sarebbe cambiato niente.

- questa è una cosa odiosa. Con voi è impossibile fare alleanze-

- parli come se volessi trovare marito a tua figlia Hook, non è che vuoi fare cambio con la mia?- chiese Jafar facendo zittire immediatamente il re dell’ovest. Aloise dovette trattenersi per non scoppiare a ridere come del resto fece anche Narec.

- se per voi non ci sono altre domande io porrei la questione al volto- vedendo che tutti erano d’accordo Narec continuò – allora qualcuno di voi rimane neutro?- nessuna mano si alzò. Tutti aveva già deciso cosa rispondere. - bene a parte Xavier che è esonerato dal volto possiamo proseguire. Chiunque accetta la decisione di inserire i Lioni nel regno di Xart alzi la mano-

Xavier guardò subito i due re che avevano posto le domande. Entrambi con la mano abbassata. Infondo Aloise lo aveva già avvisato. Solo lui e Narec avrebbero accettato. Infatti il ragazzo posò lo sguardo sui due. Avevano entrambi le mani alzate. Mancava solo il re de sud. Aloise gli aveva detto che molto probabilmente non avrebbe accettato, ma Xavier sorrise sinceramente quando vide anche la mano di Jafar alzata.

Anche gli altri re parvero accorgersene e sgranarono gli occhi sorpresi.

Jafar si sentiva leggermente in soggezione ad avere tutti quegli occhi puntati addosso. Ma lui doveva agire per forza a favore degli Lioni. Altrimenti chi l’avrebbe sentita la moglie? E quello poi era anche un modo per far ricongiungere la donna alla propria famiglia.

- okay allora è deciso- disse Narec con un tono abbastanza sorpreso. Poi abbassò la mano e si rivolse a Xavier. - rimani un altro po’ qui. Ho bisogno di te per delle pratiche. Voi potete andare-

I quattro re si alzarono e uscirono dalla stanza.

- Jafar come mai hai accettato la proposta? Dovevi essere dalla nostra parte!- disse Nabusir leggermente arrabbiato.

- posso fare quello che voglio- disse Jafar aumentando il passo.

- e no! Io non li voglio quei luridi schifosi nel mio regno!- disse Hook. Jafar si girò di scatto verso di lui con sguardo furente.

- se non li vuoi vattene da Xart- disse con voce tagliente per poi uscire definitivamente dal palazzo.

- Jafar aspetta- disse Aloise correndo dietro all’altro re.

- cosa c’è?- chiese lui voltandosi.

- grazie-

- non c’è bisogno, era una cosa che andava fatta- disse Jafar addolcendo leggermente il tono di voce.

- senti, possiamo parlare?- si decise a chiedere Aloise. Dovevano risolvere quella situazione.

- di cosa?- chiese Jafar che non rispose ne affermativamente ne negativamente.

- di noi due. Del perché ci odiamo. Yrja dice che non riguarda il mio matrimonio con lei, ma vorrei sapere il vero motivo- disse il biondo sospirando.

- Yrja ha ragione, non riguarda il vostro matrimonio.-

- allora cosa? Per favore sono stufo di questa situazione durata quasi trent’anni-

- essendo il vostro migliore amico all’epoca si ritiene che le cose più importanti le dovessi sapere per primo no? Allora perché ho scoperto che eravate fidanzati da mesi solo per puro caso origliando la tua conversazione con Narec?- chiese Jafar con un tono calmo ma che mostrava tutta la sua delusione.

- lo sapevi?-

- l’ho scoperto nel peggiore dei modi-

- avevamo paura che ti saresti arrabbiato e non volevo rischiare di perdere il mio migliore amico-

- all’inizio mi sarei arrabbiato, questo è vero, ma poi mi sarei fatto scivolare tutto addosso. All’epoca credo che fossi già innamorato di Ashe, ma che non me ne fossi ancora accorto-

- come l’hai conosciuta? E perché non ce l’hai mai presentata?- Jafar sorrise a quella domanda. Non sapeva se dirglielo oppure no. Ma era meglio non correre troppo. Ne avrebbe parlato con Ashe.

- non è il momento per parlarne- disse solo per poi incamminarsi verso la carrozza.

- mi lasci così?- chiese Aloise.

- certo. Guarda che ti ho detto il motivo e ti parlato civilmente, ma non ti ho ancora perdonato- disse l’uomo prima di salire sulla sua carrozza e allontanarsi da li il più velocemente possibile. Se si fosse trattenuto qualche secondo in più avrebbe di sicuro abbracciato Aloise. Cosa che voleva evitare per il momento.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


- com’è andata quindi?- chiese Elise una volta che il fratello fu rientrato a palazzo. Era scomparso per due giorni interi, doveva darle per forza una spiegazione.

- tutto bene- disse solo Ciel sorridendole.

- quindi ha accettato le tue condizioni? Visto che non era così difficile!- disse la ragazza mettendosi le mani sui fianchi mentre Ciel entrava nella sua camera sperando che la sorella non lo seguisse, speranza vana visto che la ragazza entrò e chiuse la porta alle loro spalle.

- non dovresti stare con Erik-

- di nuovo con questa storia? Erik sta con la mamma adesso. Ho bisogno di interrogarti. Cosa hai fatto in questi due giorni?- Ciel alzò gli occhi al cielo, ma conosceva sua sorella, e sapeva che se non le avesse risposto la ragazza lo avrebbe tormentato per il resto della sua vita.

- sono stato con Im ovviamente- disse il biondo sistemandosi meglio i capelli che gli finivano davanti agli occhi per poi sedersi sul suo letto seguito a ruota da Elise.

- sono felice per te- disse la ragazza sinceramente felice. - comunque hai un succhiotto enorme sul collo- disse la ragazza notando solo in quel momento la macchia violacea sulla pelle del fratello.

Il ragazzo sgranò gli occhi per poi correre verso lo specchio e constatare che, si, In gli aveva lasciato il segno.

- maledizione, sono sicuro che si sia vendicato per il morso- borbottò il ragazzo dimenticandosi momentaneamente della sorella predente nella camera.

- lo hai morso?- chiese sconvolta la ragazza.

Ciel si maledì mentalmente. Le avrebbe raccontato tutto altrimenti non sarebbe stata tranquilla.

- quando sono andato a parlargli della mia proposta lui mi ha anticipato dicendo di dimenticarmi dell’ultima clausola. Sembrava davvero pentito e io...io non ho più ragionato e siamo finiti a farlo con me come passivo. Gli ho morso il braccio per il dolore- disse il ragazzo mentre guardava la faccia della sorella diventare sempre più felice.

- e quando avevi intenzione di dirmelo! Vedi che avevo ragione a dire che era un ragazzo tranquillo!-

- ora non vantarti- disse Ciel togliendole la pinzetta che le teneva legate alcune ciocche di capelli dietro la testa e glieli scompigliò.

- CIEL!- disse lei cercando di riprendersi la pinzetta senza successo visto che il ragazzo era più alto di lei.

- tu invece cosa hai fatto in questi giorni? Sembri più felice- la ragazza smise di saltare per cercare di prendere la sua pinzetta a guardò il fratello con gli occhi leggermente tristi.

- ho baciato Xavier-

- tu cosa?- chiese il ragazzo sconvolto.

- hai capito bene, e ha anche ricambiato- disse la ragazza diventando più triste.

- perché adesso hai questa faccia?- le chiese Ciel prendendole il volto tra le mani per studiarla meglio.

- perché so che non sono io quella per lui- disse la ragazza sospirando. - lui ha un destino scritto e io non ci sono- Elise coprì le mani del fratello con le proprie prima di riprendersi la pinzetta e risistemarsi i capelli.

- e che ne sai? Potresti anche essere tu- disse Ciel sorridendole.

- no che non lo sono. Se lo fossi stata dovrei essere incinta di lui, ma non lo sono-

- aspetta un attimo!- disse Ciel raggiungendo nuovamente la sorella e facendola girare verso di se. - mi stai dicendo che non c’è stato solo un bacio?-

- no, Ciel, no- disse Elise per poi sgusciare fuori dalla presa del ragazzo e uscire dalla sua camera. Non aveva più voglia di continuare la conversazione.

 

Xavier e Aloise arrivarono la mattina presto del giorno dopo ad Avaris. In giro per il castello non c’era nessuno e Xavier si prese qualche momento per guardare quel posto che sperava di poter rivedere presto. Sarebbe partito quel giorno stesso per ritornare a casa. Doveva mettere in atto tutti i provvedimenti che gli aveva detto Narec e non poteva perdere un giorno in più.

Gli dispiaceva davvero tanto dover lasciare così velocemente Elise ed Erik.

- sicuro di non voler restare anche a pranzo?- gli chiese Aloise una volta arrivati nella sala da pranzo.

- si, devo arrivare subito a casa e aiutare mio padre- disse il ragazzo sorridendo grato per la proposta del re.

- buongiorno, quando siete rientrati?- disse Yrja entrando nella sala da pranzo con un sorriso sulle labbra. Andò a salutare il marito con un bacio e poi si sedette per fare colazione.

- Xavier- il ragazzo si girò verso la vocina che lo aveva chiamato e sorrise a Erik che stava correndo verso di lui.

- buongiorno- disse lui spettinandogli i capelli.

- siamo arrivati poco fa- disse Aloise alla moglie sorridendole.

- non vi conveniva riposarvi un po’?- chiese Elise prima di sedersi vicino al figlio che si era seduto al fianco di Xavier.

- devo partire subito dopo colazione, non avevo tempo per riposarmi- disse Xavier facendo girare versi di se le due donne ed Erik.

- quindi te ne vai?- chiese il bambino abbastanza triste.

- si, mi dispiace. Ma tornerò a trovarvi- disse Xavier sorridendo e facendo sorridere anche Erik.

- ma alla fine hanno accettato oppure no?- chiese curiosa Yrja.

- hanno accettato. Hook e Nabusir non erano d’accordo, ma Jafar si quindi ci siamo trovati tre a due per noi- disse Aloise.

- è anche per questo che devo partire subito. Narec mi ha chiesto di fare subito alcune cose- disse il bianco sospirando. Voleva stare davvero molto di più li con loro.

- Ciel?- chiese dopo un po’ Aloise non vedendo il figlio che di solito era un tipo mattiniero.

- è uscito di nuovo ieri sera e non è ancora tornato- disse Yrja tranquillamente mentre Aloise alzava un sopracciglio. Come cavolo avrebbe fatto con quel ragazzo? Non lo sapeva nemmeno lui, ma sperava veramente che dopo il matrimonio con Morgana non continuasse così.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Kassim uscì dalla vasca da bagno con un bel sorriso sulle labbra. El era sceso giù da Sonja e il ragazzo ne aveva approfittato per farsi un bel bagno caldo nel mentre che lo aspettava.

Si sentiva felicissimo, non solo per il fatto che era passato ben un mese da quando lui e EL avevano fatto il loro patto, ma anche perché tra di loro stava andando tutto bene. Si ogni tanto c’erano dei piccoli litigi che però i due ragazzi sapevano risolvere in pochissimo tempo iniziando a baciarsi.

Kassim si guardò allo specchio e sorrise al suo riflesso. I suoi capelli erano cresciuti ancora di più e adesso gli arrivavano fino al bacino nonostante fossero raccolti ancora in treccine. In ragazzo non osava scioglierle, avrebbe avuto i capelli terribilmente lunghi. In realtà erano già più lunghi di quelli di sua madre e Morgana quando era partito, in quel momento non osava immaginare.

Guardando i suoi capelli perfettamente di lato rispetto allo specchio spostò lo sguardo più avanti e sbiancò. La sua pancia era leggermente più pronunciata rispetto a prima, ma li mangiava anche di meno di come faceva solitamente a Copto.

Il ragazzo guardò di nuovo attentamente, ma la sua pancia era davvero cresciuta. Deglutì a fatica e tutta la felicità di poco prima si infranse. E si maledisse. Si maledisse per essere per tre quarti un lione. Nella sua famiglia era l’unico, Jerome e Margana lo erano solo per metà e Alì, il più piccolo, lo era per un quarto.

Sperava davvero di sbagliarsi, di non essere rimasto incinta di El, ma aveva davvero paura. Doveva assolutamente parlare con il ragazzo. Ma cosa poteva dirgli? “Ehi sai che sono per tre quarti lione e credo di essere incinta di te?”

Di certo così non funzionava. Sapeva che ormai i Lioni erano entrati a far parte definitivamente di Xart, ma alcuni ancora non li vedevano di buon occhio e aveva paura che El potesse essere uno di quei nobili.

D’altra parte non poteva nascondere a lungo la cosa al ragazzo, anche perché se era veramente incinta la pancia gli sarebbe cresciuta ancora e El se ne sarebbe accorto.

L’unica soluzione a quel punto era prendere il cuore in mano e parlargli. Molto probabilmente non l’avrebbe più voluto vedere, o peggio poteva provare ad ucciderlo. Kassim sperava vivamente che il ragazzo non lo facesse.

Uscì dal bagno dove si era rifugiato e, dopo essersi messo dei vestiti abbastanza comodi, si sedette sul letto aspettando El. Aveva lasciato li la giacca quindi doveva per forza tornare sopra.

El non si fece attendere molto, infatti poco dopo era già nella camera mentre sorrideva a Kassim che ricambiò il sorriso.

- devo dirti una cosa importante- prese coraggio il moro mentre EL li lasciava un bacio sulla fronte.

- vengo domani, te lo prometto- disse il biondo prendendo la giacca e mettendosela.

Kassim si alzò dal letto per raggiungere il ragazzo.

- è davvero molto importante, per favore- chiese Kassim che non sapeva se il giorno dopo sarebbe riuscito a parlare.

- Im mi dispiace ma devo andare. Se faccio di nuovo tardi mio padre mi lincia- disse Ciel che era davvero dispiaciuto di non poter restare con il ragazzo. Aveva perso troppo tempo a parlare con Sonja per la sorpresa che doveva fare a Im che aveva perso la cognizione del tempo.

- okay- disse Kassim conscio che non poteva imporre al ragazzo di restare. - ma promettimi che domani ci sei. Devo veramente parlarti- disse Kassim fissando i suoi occhi rossi in quelli viola dell’altro.

- ci sarò-

- niente ritardi-

- niente ritardi- disse Ciel sorridendo e lasciando un dolce bacio sulle labbra del moro prima di uscire dalla sua camera e successivamente da “Il grido del gelo”.

Il principe aveva un sorriso bellissimo sulle labbra. Era felice che le cose tra lui e Im erano andate così bene e aveva preso la sua decisione. Non avrebbe sposato Morgana. Non poteva sposare una ragazza che non amava quando a due passi aveva la persona che gli aveva fatto perdere la testa.

Si conoscevano da due mesi, era vero, però ogni giorno che passava insieme ad Im si sentiva sempre più legato al moro.

Quella sera stessa avrebbe parlato con i suoi per dirgli la sua decisione. Voleva sposare Im, Im e nessun altro. Poco importava che non avrebbe avuto eredi. C’era sempre Erik.

Ciel però era davvero preoccupato. “Perché Im aveva quella faccia?” era la domanda che rimbombava nella testa del ragazzo. Sapeva però che avrebbero parlato il giorno dopo. Sperava solamente che non volesse lasciarlo, non proprio quando aveva deciso di fare il primo passo per chiedergli di sposarlo. Ovviamente gli avrebbe anche rivelato di essere il principe Ciel. Non vedeva l’ora di vedere la faccia del ragazzo quando gli avrebbe detto tutto.

Aveva continuato ininterrottamente a fare domande su di lui e Ciel era davvero curioso di vedere la sua reazione.

Fu con quel pensiero che il ragazzo andò a dormire non vedendo l’ora che arrivasse il giorno successivo. Il giorno successivo che sarebbe stato il giorno più brutto della sua vita.

Suo padre appena sveglio gli aveva dato una notizia orribile: dovevano partire immediatamente perché Narec voleva far incontrare lui e Morgana.

Ciel iniziò a protestare. Doveva parlare assolutamente con Im, glielo aveva promesso. Ma il padre fu irremovibile. Il biondo non era nemmeno riuscito a parlare con loro la sera prima.

Cercò in qualunque modo di uscire di nascosto dal castello per andare a parlare con il ragazzo che amava, ma fu sempre bloccato dalle guardi.

Arrivata l’ora dell’incontro Ciel voleva sprofondare perché era su una stramaledettissima carrozza diretta a Ghoie e non verso la camera del suo Im.

Sperava solo che quell’immenso ritardo che stava facendo non avrebbe fatto scappare il suo bellissimo Im.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


I due ragazzi, che erano appena stati lasciati da soli, si studiarono. Entrambi sembravano altamente scocciati dalla situazione.

- quanto tempo dobbiamo stare così?- chiese dopo un po’ Ciel sbuffando. Avevano perso un giorno solo per arrivare a Ghoie e lui era ansioso di ritornare ad Avaris.

- non lo so, spero poco- disse la ragazza mettendosi una ciocca nera e riccia dietro l’orecchio.

- anch’io- disse Ciel iniziando a sbattere il piede nervosamente. Non aveva proprio voglia di stare li.

- hai da fare?- gli chiese Morgana curiosa dallo strano comportamento del ragazzo.

- si, cavolo!- disse il ragazzo iniziando a fare avanti e indietro.

- quindi io non valgo niente visto che ti sto facendo perdere tempo- disse la ragazza intenzionata a far arrabbiare il ragazzo.

- certo che no. Ma devo tornare dal mio ragazzo.- disse Ciel sospirando. Sapeva che non si stava comportando nel migliore dei modi nei confronti della ragazza, ma voleva vedere Im.

- sei fidanzato?- chiese curiosa Morgana lasciano da parte il suo astio.

- si, dovevo vedermi con lui ieri ma mi hanno trascinato qui senza che potessi fare niente. Davvero non volevo essere cattivo con te- disse Ciel sospirando ancora.

- capisco. Ma se sei fidanzato perché non sposi lui? Così ci togliamo entrambi questo impiccio- disse la ragazza pensierosa.

- è quello che vorrei fare, ma i miei non mi hanno nemmeno dato il tempo di parlare-

- allora appena esci di qui fallo. Non ho minimamente voglia di sposarmi- disse la ragazza facendo un’espressione che a Ciel ricordò molto quella di Im-

- è quello che farò- disse Ciel sorridendo alla ragazza che ricambiò il sorriso.

 

- tre giorni. Adesso basta- disse Kassim alzandosi di colpo dal letto e prendendo i vestiti che aveva indossato il giorno in cui era partito da Copto e mettendoseli. Non voleva più aspettare. El gli aveva fatto una promessa, ma non l’aveva mantenuta. Il principe del sud aveva creduto che il ragazzo avesse solo avuto un contrattempo, che poi sarebbe arrivato lo stesso. Ma aveva aspettato tre giorni e i suoi sospetti stavano diventando sempre di più realtà e aveva paura.

In meno di un minuto fu pronto e, dopo aver sistemato la camera e averla chiusa a chiave, scese giù in cerca di Sonja. Della donna però non c’era traccia. Kassim sospirò. Non avrebbe aspettato altro tempo.

Prese un foglietto di carta e scrisse tre righe alla donna, sperando che sapesse leggere, e poi lasciò un piccolo sacchetto di monete di Copto sul bancone vicino al foglietto. Erano per di più per il disturbo.

Kassim si guardò un’altra volta attorno prima di uscire definitivamente dall’edificio.

Sarebbe ritornato a Copto a dire alla sorella tutto quello che aveva scoperto, poi appena la pancia si sarebbe fatta più evidente sarebbe andato via anche da li.

Kassim odiava cavalcare, ma l’unica possibilità per lui di andare a sud evitando di camminare era quella di prendersi un cavallo.

E così fece, facendo felice anche chi gli aveva venduto il cavallo visto che gli aveva lasciato qualche monete in più.

Il viaggio fu lungo e stancante, anche perché il ragazzo dovette fermarsi più volte per vomitare o anche solo per rimettere in sesto le gambe che gli facevano davvero male a stare seduto in quella posizione per così tanto tempo.

Arrivò a Copto, dopo due giorni di viaggio, stanchissimo tanto che si aggirò furtivo per i corridoi del palazzo reale per non incontrare i suoi fratelli e potersi riposare tranquillamente. Ma non andò cosi.

- Ehi!- fu la voce di Morgana a far gemere di frustrazione per non essere riuscito a raggiungere la sua camera. Il ragazzo si girò cercando di fare un sorriso alla sorella, che appena lo riconobbe lo strinse in un abbraccio da mozzare il fiato.

- dove cazzo sei stato?- chiese la ragazza quando lo lasciò andare.

- ad indagare sul tuo futuro marito! E modera i termini sei una principessa- disse il ragazzo sorridendole.

- non è servito a niente, ieri sono ritornata da Ghoie dove ci ho parlato- disse la ragazza sospirando.

- ehi! Io ho provato ad avere informazioni utili. So che è un maniaco del controllo, perfettino, donnaiolo e...-

- Kassim basta! Forse abbiamo trovato una soluzione così da non sposarci- disse la ragazza bloccando l’elenco del fratello.

- davvero? Cosa?-

- è una cosa che deve fare lui, spero solo che Narec accetti perché non ho nessuna intenzione di sposare quel ragazzo- disse Morgana incrociando le braccia al petto. - ah puzzi- disse la ragazza storcendo il naso.

- ci credo sono due giorni che sto viaggiando! Stavo andando a farmi un bagno- disse Kassim che aveva bisogno veramente di un bagno caldo.

- okay fatti questo bagno, io intanto vado ad avvisare Alì e Jerome che sei arrivato- disse la ragazza sorridendo. - ah mamma e papà sono incazzati con te-

- ti pareva- borbottò il ragazzo per poi rintanarsi in camera ricordandosi di chiudere bene la porta chiave e portandosi dei vestiti puliti nel suo bagno privato. Quei tre erano capacissimi di entrare nella sua camera nonostante la porta chiusa.

Kassim si rilassò durante il bagno anche perché dalla vasca aveva una vista magnifica di Copto grazie all’enorme vetrata posizionata sopra la vasca.

Non seppe ben dire quanto tempo il ragazzo passò all’interno della vasca, ma quando uscì il buio aveva completamente ricoperto il cielo tanto da non permettergli di vedere Copto.

Per fortuna si era portato i vestiti in bagno altrimenti si sarebbe trovato nudo davanti ai suoi tre fratelli che lo stavano aspettando seduti sul suo letto ovviamente.

Il ragazzo sbuffò appena li vide e Alì fu il primo ad andare ad abbracciarlo.

- non farlo mai più!- disse invece Jerome sorridendogli mentre sorreggeva un fagottino rosa. Kassim era sicuro che il piccolo Charles non era così piccolo e sopratutto il bambino odiava il rosa.

- è..?- cercò di chiedere il ragazzo avvicinandosi a quel fagottino rosa fra le braccia del fratello.

- Ginevra, la mia secondogenita- disse Jafar spostando la coperta per far vedere meglio al fratello la bambina.

- è bellissima- sussurrò Kassim sorridendo alla bambina che ricambiò il suo sorriso.

- a proposito dov’è Hanna?- chiese il ragazzo non vedendo la moglie di suo fratello nella sua camera.

- non vede l’ora di tirarti un pugno anche lei, ma per il momento è con Charlie- disse il ragazzo iniziando a cullare la bambina.

- ah mamma e papà vogliono vederti immediatamente- disse Alì sorridendo incoraggiante al fratello che in quel momento desiderava davvero morire.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


- siamo una famiglia di sfigati- disse Ciel mentre guardava il soffitto della sua stanza con affianco Elise.

- dai non dire così- disse la ragazza sospirando.

- ma è vero! Io ho perso l’unica persona che abbia mai amato e tu sei di nuovo incinta- disse il ragazzo dando una veloce occhiata al ventre di sua sorella che stava crescendo giorno dopo giorno. Alla fine Xavier l’aveva messa incinta, ma la ragazza aveva impedito a chiunque della sua famiglia di mandare una lettere al ragazzo. Se la voleva veramente sarebbe andato lui da lei.

Ciel invece non usciva di casa da due mesi. Due mesi nei quali non aveva fatto altro che pensare a Im. Im che se ne era andato un giorno prima del suo ritorno ad Avaris come gli aveva detto Sonja con sguardo triste.

Im era semplicemente scomparso. E Ciel si malediva ogni volta che pensava all’ultima sera che l’aveva visto. Quante volte si era immaginato cosa sarebbe successo se fosse rimasto ad ascoltare quello che il ragazzo voleva dirgli? Troppe in quei due mesi.

Suo padre aveva scoperto solo due settimane dopo quello che era successo e si era scusato con lui, ma le sue scuse non sarebbero servite a riportare indietro il ragazzo.

E con la sparizione del ragazzo era sparita anche la possibilità di annullare il matrimonio con Morgana che si stava avvicinando.

- pensa al lato positivo, avrai un altro nipote da viziare- disse Elise scoppiando a ridere e trascinando con se il fratello. - avrei voluto conoscerlo però-

- chi?- chiese Ciel senza pensarci.

- Im. Nessuno ti aveva mai fatto perdere la testa come lui- disse la ragazza ricordandosi di come il fratello le fosse sembrato tutt’altra persona.

- ti sarebbe piaciuto- disse Ciel stringendo la sorella più a se. - hai fame?- chiese poi il ragazzo.

- un po’-

- faccio un salto in cucina e poi torno-

- controlla anche se Erik sta ancora dormendo- Ciel annuì e si alzò diretto verso le cucine. Passò davanti alla camera del nipote e sorrise nel vedere il bambino che dormiva tranquillamente. Chiuse la porta cercando di fare il meno rumore possibile e poi scese le scale diretto alle cucine in cerca di qualcosa da sgranocchiare.

Fu mentre scendeva l’ultimo gradino che si accorse di una macchia bianca che si faceva sempre più vicina. Quando si accorse che quella macchia bianca altri non era che Xavier si bloccò di colpo. Non lo vedeva da due mesi visto che era stato impegnato a concludere le pratiche per annettere i Lioni a Xart.

- Xavier?- chiese confuso il ragazzo. Xavier alzò lo sguardo e gli sorrise.

- ciao Ciel. Dov’è Elise?- chiese il ragazzo parlando velocemente, sembrava leggermente in ansia.

- perché?- chiese curioso il biondo.

- sono appena uscito dalla sala del trono. Ho parlato con vostro padre per la mano di Elise e la stavo cercando per farle la proposta-

- in che senso la mano?- chiese scoccato il biondo.

- nel senso che voglio sposare tua sorella anche se non mi è destinata. Sono stato sempre a pensare a lei e ho preso questa decisione. Mio padre è d’accordo con me- disse Xavier facendo sorridere Ciel. Xavier stava per avere la migliore sorpresa del mondo, e anche Elise.

E pensare che fino a due minuti prima Ciel aveva detto che erano entrambi sfortunati.

- è in camera mia, non fartela scappare. Ah e se dovete fare cose uscite grazie- disse andando verso le cucine sorridendo.

 

- finalmente, ho fame Ciel- disse Elise voltandosi verso la porta che si era aperta, ma non era Ciel quello che era appena entrato.

Xavier era davanti a lei e le stava sorridendo. Elise ringraziò che la sua pancia fosse nascosta alla vista del ragazzo.

- ciao- disse Xavier chiudendosi la porta alle spalle.

- ciao. Come va?- chiese Elise che ancora non riusciva a credere di avere il ragazzo precisamente difronte a se.

- tutto bene, ma potrebbe andare meglio- disse il ragazzo continuando a sorriderle e avvicinandosi alla bionda.

Elise stava per chiedere al ragazzo cosa lo preoccupava quando questi si inginocchiò davanti al letto.

- Elise vuoi sposarmi? So che non sei la mia persona destinata e che molto probabilmente non avrò figli con te, ma ho bisogno di averti al mio fianco. Questi mesi senza te sono stati orribili- disse il ragazzo speranzoso in un si.

Elise per poco non si mise a piangere, si sarebbe aspettata di tutto, tutto tranne quella proposta.

- ma la tua gente?- chiese la ragazza cercando di mantenere un contegno che aveva già perso.

- non ti preoccupare di loro-

- è un po’ difficile non preoccuparsi..-

- ti ho detto quello che ha detto mio padre quando gli ho chiesto consiglio. Sono follemente innamorato di te Elise e niente mi farà cambiare idea.-

- e se un giorno arrivasse la persona a te destinata?-

- dovrei capirlo andandoci a letto, ma se tu vorrai sarò tuo marito e quindi avrò solo te nel mio letto-

- ti amo- disse Elise sciogliendosi in un pianto liberatorio mentre Xavier si alzava e abbracciava la ragazza. - e comunque la tua persona predestinata è tra le tue braccia in questo preciso istante-

- cosa?- chiese Xavier accorgendosi solo in quel momento che la pancia della ragazza era leggermente più gonfia. - e quanto tempo volevi aspettare prima di dirmelo?- chiese il ragazzo sconvolto mentre le metteva una mano sulla pancia e la ragazza sorrideva.

- il tempo che tu ci avresti messo per capire che ero io la persona giusta per te- disse la ragazza.

- ecco perché Ciel stava sorridendo prima- borbottò il bianco prima di poggiare le sue labbra su quelle della ragazza.

- hai incontrato Ciel?-

- si e mi ha anche detto che se dobbiamo fare cose è meglio se ci spostiamo- disse il bianco ridendo contagiando anche Elise.

- devi chiedere il consenso anche ai miei-

- fatto prima di chiedere a te-

- sei troppo previdente- disse la ragazza non lasciando le calde braccia dell’altro.

- volevo fare le cose per bene- disse il ragazzo sorridendo a sua volta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


- quindi diventerai il mio papà?- chiese Erik mentre guardava Xavier che lo teneva in braccio.

- si tesoro- disse lui lasciando un bacio sulla guancia del bambino che rise divertito.

- che bello. Costruiremo tante torri altissime!- disse ancora il bambino allargando le braccia e facendo ridere Elise che guardava i suoi due uomini parlare fra di loro.

- tutte quelle che vuoi- gli disse Xavier continuando a lasciargli baci sulla guancia.

- non me lo consumare Xav- disse Elise mentre Ciel seduto affianco alla sorella sorrideva.

- lascialo fare- disse il biondo guardando con tristezza la scena.

- non ci credo ancora- disse la ragazza sorridendo mentre si toccava la pancia e guardava il suo futuro marito sorridendo.

Avevano deciso di sposarsi dopo che la ragazza avesse partorito il bambino e Xavier aveva inviato una lettera al padre nella quale spiegava tutto e nella quale diceva anche che sarebbe rimasto ad Avaris per stare con la ragazza.

- credici tesoro perché te lo meriti ed è tutto vero-

- anche tu ti meritava Im- disse la ragazza sorridendo al fratello.

- tanto mi sposerò con la principessa del sud. Ormai niente cambierà- disse Ciel che alla fine si era arreso. Im non sarebbe mai tornato.

- secondo te come sarà?- chiese Elise indicandosi la pancia.

- io spero una copia spiccicata tua-

- ma lo è già Erik. Io vorrei una bambina simile a Xav- disse la ragazza.

- e allora cosa chiedi a fare a me!- disse Ciel facendo il finto arrabbiato.

- perché sei mio fratello e voglio un tuo parere ovvio!- disse la ragazza mettendo il broncio, ma subito fu abbracciata dal fratello che le baciò i capelli.

- sono davvero felice per te sorellona- disse il ragazzo. - ehi attento a mio nipote!- disse poi guardando Xavier che aveva appena messo capo sotto Erik per farlo giocare. Il bambino rideva divertito dalla posizione in cui era stato messo. Xavier lo rimise subito dritto.

- ancora!- disse il bambino ridendo.

- tuo zio mi ammazza se lo faccio di nuovo- disse Xavier ridendo e lanciando uno sguardo di scuse ai due.

- papà mi prendi un pezzo di crostata?- chiese poi il bambino sorridendo. A Xavier per poco non venne un colpo quando Erik lo chiamò papà, ma fu felice, davvero molto felice. Annuì e uscì dalla stanza mentre anche ad Elise venivano le lacrime agli occhi.

- bene abbiamo appurato che tuo figlio adora il tuo ragazzo- disse Ciel ricevendo successivamente un pugno da parte della ragazza che era al settimo cielo per quello che era appena successo.

 

- quando volevi dircelo?- gridò Morgana guardando male Kassim che era diventato all’improvviso pallido.

Era uscito dal suo bagno con solo i pantaloni addosso pensando che nessuno sarebbe entrato nella sua camera. Però per quanto era fortunato si era ritrovato Morgana in camera che aveva gridato non appena aveva visto la sua pancia gonfia.

Alla fine il ragazzo ci aveva preso giusto. Era veramente incinta di El. Non aveva detto niente ai fratelli, figuriamoci ai genitori, perché aveva intenzione di non attirare troppo l’attenzione sulla sua famiglia. Aveva già progettato di rinchiudersi da qualche parte fino alla nascita del bambino, solo che non aveva avuto il tempo materiale per sistemare tutto.

- Morg non urlare per favore- cercò di dire il ragazzo mettendosi una camicia larga per nascondere la pancia al meglio.

- non urlare! Ma sai a cosa vai incontro così?- chiese la ragazza furibonda con lui.

- non ho mica scelto io ciò- disse il ragazzo indicandosi la pancia. - che ne sapevo io che sarebbe successo proprio con El?-

- dovevi stare comunque attento maledizione!- disse la ragazza digrignando i denti.

- sono scappato da li appena ho scoperto la cosa Morg! Che altro dovevo fare? Di sicuro non ucciderò una vita- disse il ragazzo serio. Non avrebbe mai e poi mai ucciso il suo bambino.

- evitare di farti ingravidare forse?- gridò ancora la ragazza.

- si può sapere cosa cavolo sta succedendo? Sveglierete i bambini!- disse Jerome entrando nella stanza guardando male i due fratelli.

- succede che tuo fratello si è fatto ingravidare!- disse Morgana con gli occhi in fiamme.

- ma sei pazzo! E ora come lo spieghiamo?- disse Jafar sgranando gli occhi.

- non dovete preoccuparvi mi rintano in camera e non mi muovo- disse il ragazzo che non sopportava di sentirsi rimproverare anche dal fratello maggiore.

- si e poi? Quando sarà nato? Non puoi rispuntare dal nulla con un bambino Kassim!- disse Jerome arrabbiato con lui.

A Kassim stavano venendo le lacrime agli occhi. Perché i suoi fratelli gli stavano gridando contro? Doveva aiutarlo non infierire.

- troverò una soluzione, ma per favore non dite niente a mamma e papà- disse il ragazzo mettendosi una mano davanti la faccia – e smettetela di entrare in camera mia senza permesso cazzo!- gridò poi.

- ragazzi vi si sente dal corridoi- disse Alì affacciandosi alla porta.

- pure tu no cazzo!- gridò Kassim facendo spaventare il fratellino. - non l’ho scelto io okay? È capitato cazzo!- il moro scoppiò a piangere mentre Alì alternava lo sguardo tra i tre cercando di capire cosa fosse successo. - vi odio- disse poi Kassim mettendosi una giacca addosso e infilandosi gli stivali che aveva vicino al letto. Tutto sotto lo sguardo attento dei tre.

- dove vai adesso?- disse Jerome guardandolo male.

- lontano da qui. Tolgo il disturbo.- il ragazzo fece spostare Alì dalla porta e poi la oltrepassò.

- e se qualcuno vi chiede che fine ha fatto il principe Kassim dite che è morto- disse il ragazzo con ancora le lacrime agli occhi prima di correre lontano dalla sua camera per impedire ai fratelli di seguirlo.

- cos’è successo?- chiese Alì ancora sconvolto. - perché sta scappando?-

- è rimasto incinta al nord-

- e immagino che entrambi l’abbiate aggredito per come è scappato. Ma siete stupidi?- disse Alì capendo finalmente il fratello. - aveva bisogno del nostro sostegno non della nostra opposizione- disse poi prima di uscire a cercare Kassim, ma il ragazzo era già lontano dal castello, poco dopo l’entrata di Copto con le lacrime che gli rigavano gli occhi e senza un posto dove stare.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Sonja sorrideva al ragazzo che aveva difronte mentre gli portava qualcosa caldo da bere. Era appena arrivato l’inverno e la donna sapeva che quel ragazzo non era per niente abituato a quelle temperatura rigide, lo notava sopratutto da come stava tremando.

- mi dispiace, ti prometto che appena trovo una sistemazione me ne vado.-

- fai con calma- disse la donna stingendo le mani di Im. Quando l’aveva visto entrare pochi minuti prima aveva esultato internamente. Pensava non l’avrebbe più rivisto.

- e comunque non serviva lasciarmi quelle monete, hai aiutato molto nei mesi che sei stato qui-

Kassim sorrise mentre beveva il suo te’ caldo e sentendosi subito meglio.

- ti prego non dire ad El che sono qui- disse dopo un po’ il ragazzo.

- è arrivato il giorno dopo che tu te ne sei andato. È rimasto davvero male nel non trovarti qui- disse la donna ricordandosi la faccia sconvolta del suo principe.

- se lo doveva aspettare visto il ritardo che ha fatto- borbottò il ragazzo.

- ti do la tua vecchia camera, hai davvero bisogno di riposarti- disse Sonja alzandosi a prendere la chiave per poi riporla davanti a Kassim che le sorrise grato prendendo la chiave e salendo al piano superiore.

Sonja aspettò un po’ prima di alzarsi e mettersi il mantello. Sarebbe andata ad avvisare il principe Ciel. Sapeva di aver promesso ad Im di non farlo, ma aveva promesso mesi prima a Ciel che se il ragazzo fosse tornato l’avrebbe avvisato immediatamente.

Sapeva che c’era qualcosa di molto forte tra i due ragazzi e di certo lei li avrebbe aiutati a ritrovarsi.

Era abbastanza tardi come orario, ma sapeva che ci sarebbero state comunque delle guardie. E così fu, la danna si presentò dicendo che aveva un messaggio per il principe e una delle due guardie scomparve oltre la porta mentre quella con i baffi rimase a controllarla. Ciel aveva detto che avrebbe avvisato le guardie in modo che potesse presentarsi solo senza essere mandata a casa subito.

La donna non dovette aspettare molto prima di vedere arrivare Ciel leggermente assonnato.

- buonasera vostra altezza- salutò lei lanciando un’occhiata alle due guardie che sembravano non avere nessuna intenzione di lasciarli soli a parlare.

- buonasera Sonja, cosa ti porta qui?- chiese il ragazzo che era ancora parecchio assonato.

- è tornato poco fa- Ciel sgranò gli occhi capendo perfettamente a chi si stesse riferendo la donna. Sorrise felice di quella piccola possibilità che gli era stata data. Non l’avrebbe sprecata.

- sarò fuori per un po’- disse il principe rivolto alle due guardie prima di prendere velocemente un mantello e seguire la donna verso al “il grido del gelo”.

- ti ha detto qualcosa?- chiese il principe una volta lontano dalle guardie.

- no, solo di non avvisarti- disse la donna sospirando. Ciel sorrise. Il suo piccolo Im era li. Avrebbe sistemato tutto quanto e poi gli avrebbe chiesto di sposarlo.

Appena arrivati Ciel prese un grosso respiro per incoraggiarsi e salì le scale e si diresse verso quella che era stata la camera di Im. Sonja gli aveva detto che era rimasta la stessa.

Il ragazzo busso sperando si avere il permesso da parte del ragazzo. Il permesso arrivò subito dopo e Ciel perse un battito a sentire quella voce che in due mesi gli era mancata da impazzire.

Aprì la porta e cercò con lo sguardo la figura di Im. Era rannicchiato nel letto arrotolato dentro a una coperta. Molto probabilmente stava soffrendo il freddo.

Kassim alzò lo sguardo e sbiancò non appena vide entrare El. Chi cazzo lo aveva avvertito?

- che ci fai tu qui?- chiese infatti stringendosi sempre di più dentro la coperta.

- sono venuto a parlare con te. È da due mesi che dobbiamo farlo- disse il biondo sedendosi sul letto mentre il moro si tirava indietro.

- hai fatto ritardo, di tre giorni!- disse Kassim con rabbia.

- mi dispiace, ma sono stato trascinato da mio padre fuori dal regno per delle questioni urgenti da sbrigare, volevo veramente vederti- disse il biondo avvicinandosi di più e non lasciando vie di scampo all’altro ragazzo.

- e non potevi passare prima?- chiese il ragazzo sbuffando che però aveva capito dallo sguardo triste dell’altro che era la verità.

- no, sono partito alle sette di mattina, non ho avuto proprio tempo. Mi sono pentito di non essere rimasto quella sera con te- disse il ragazzo allungando una mano per toccare la guancia dell’altro che non si ritrasse.

- mandare qualcuno ad avvisare?-

- non sono riuscito a fare niente Im, ma adesso sono qui e ti giro che non lascerò questa stanza fino a quando non ti avrò ascoltato- disse Ciel deciso a mantenere quella promessa.

Kassim sospirò, doveva dirgli la verità?

- non sono sicuro El- disse allora il ragazzo – non sono più convinto come allora- Kassim abbassò lo sguardo per non incrociare gli occhi viola del ragazzo.

- qualunque cosa sia io starò qui. Non me ne andrò- disse Ciel convinto delle sue parole.

- non ne sono sicuro-

- non abbandonerei mai l’uomo che amo. Mai. Mettitelo in testa Im- Kassim si girò di scatto verso di lui sorpreso.

- cosa?- chiese credendo di aver sentito male. Ciel sorrise a quella reazione.

- ti amo Im. Ti amo e ho tutte le intenzioni di sposarti e non me ne frega niente della discendenza e di altro. Mi hai completamente cambiato la vita. Prima di te non avevo mai amato nessuno e credevo sarei rimasto in quel limbo per sempre- disse Ciel mentre vedeva gli occhi rossi di Im riempirsi di lacrime.

Lo abbracciò e Kassim lo strinse sfogandosi. Ciel lo lasciò fare.

- ti amo anch’io- sussurrò il moro ancora stretto nel suo abbraccio, poi si staccò asciugandosi le restanti lacrime con la coperta che ancora lo ricopriva.

- quindi mi sposerai?- chiese Ciel ridacchiando.

- certo che si!- disse Kassim sorridendo poi il ragazzo prese un respiro profondo. - mia madre è una Liona e io lo sono per tre quarti...-

- era così complicato dirlo?- chiese Ciel sorridendo e baciando il ragazzo a stampo sulle labbra facendolo sorridere.

- non è solo questo- Kassim prese un altro respiro. - sai che gli Lioni possono rimanere incinta solo della persona alla quale sono destinati no?- Ciel annuì cercando di capire dove volesse arrivare il ragazzo. - sono rimasto incinta di te e l’avevo scoperto quel giorno in cui volevo parlarti-

Ciel sgranò gli occhi per poi osservare attentamente il ragazzo, ma la coperta gli ostruiva la visuale. Allora la prese e l’aprì rivelando così la pancia leggermente pronunciata del ragazzo.

- ora mio padre non può avere più scuse per impedire il nostro matrimonio- disse Ciel stringendo nuovamente il ragazzo a se.

- davvero ti va bene?- chiese Kassim sorpreso.

- certo! Sarei un pazzo a non volervi- disse Ciel baciando il ragazzo che ricambiò sorridendo. - andiamo a casa- e Kassim annuì a quelle parole.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Avevano salutato Sonja velocemente ringraziandola mentre la donna ridacchiava. Ora Ciel stava camminando con Kassim in braccio. Il biondo aveva preteso di portarlo così fino a casa e il ragazzo non era riuscito ad opporsi.

- sei sicuro che non faranno problemi per il fatto che sono figlio di un lione?- chiese a bassa voce Kassim stretto nel mantello del biondo. Faceva troppo freddo per i suoi gusti.

- certo che no. Ormai fanno parte di Xart e poi mia sorella fra un po’ ne sposa uno- disse Ciel ridacchiando.

- la tua famiglia finirà per essere composta solo da lioni- disse Kassim sorridendo.

Ciel gli sorrise a sua volta ed entrò nel castello facendo un cenno di saluto alle due guardie che guardarono scettiche il ragazzo che aveva in braccio, ma non dissero niente. In tutto ciò Kassim non si accorse di essere entrato all’interno del castello di Avaris.

- sei abbastanza vicino- sussurrò il moro mentre Ciel camminava per i corridoi verso la sua stanza.

- si, diciamo che non sono lontanissimo.- disse Ciel facendo scendere momentaneamente Im per poi aprire la porta della sua camera facendo entrare per primo proprio il ragazzo che si guardò intorno incuriosito. La camere era più o meno della stessa grandezza della sua a Copto e il letto sembrava davvero comodo. Kassim si fiondò su esso e sorrise quando constatò che era veramente morbido come aveva ipotizzato.

- è di tuo gradimento?- chiese Ciel togliendosi la camicia e gli stivali per poi stendersi affianco al ragazzo.

- si, è davvero enorme- disse il ragazzo colpito da tutta quella grandezza. Se la casa di un nobile era così grande allora il castello cos’era?

- sono felice che ti piaccia visto che sarà la tua casa da adesso.- disse Ciel accarezzandogli una guancia. Kassim sorrise.

- sei davvero sicuro che non ci saranno problemi?- chiese ancora preoccupato.

- certo che no. Ti sposerò. È una promessa- disse Ciel baciando il ragazzo.

E poco dopo entrambi caddero in un sonno profondo, troppo stanchi per fare qualunque cosa.

 

- ma quanto cazzo siete importanti per avere una casa così grande e tutto questo cibo?- chiese Kassim osservando sorpreso la tavola imbandita di ogni pietanza possibile ed immaginabile per la colazione. C’erano solo lui e El per il momento e il moro sperava vivamente di non dover incontrare nessun altro.

- parecchio- gli rispose Ciel prendendo il cibo per se e sedendosi prima di fare cenno all’altro di fare lo stesso. Non sapeva ancora quando dirgli di essere il principe Ciel. La sera prima se ne era completamente scordato.

- zio crostata!-

Kassim guardò sorpreso il bambino di forse tre anni che era appena entrato in sala e che era corso verso El con un bellissimo sorriso sulle labbra.

- ecco- disse Ciel porgendo la crostata ad Erik che gli sorrise felice, poi spostò il suo sguardo sull’altra persona nella sala.

- e lui chi è?- chiese il bambino prima di mordicchiare la sua crostata.

- lui è Im, il mio fidanzato- disse Ciel sorridendo al ragazzo che diventò leggermente rosso.

- fidanzato? Come mamma e papà?- chiese il bambino.

- certo- disse Ciel sorridendo al nipote.

- buongiorno!- disse Elise entrando nella sala da pranzo seguita a ruota da Xavier che fece un cenno di saluto a Ciel.

Kassim aveva voglia di sotterrarsi in quel momento. Okay un bambino, ma altre due persone no.

Elise si accorse i quel momento della presenza del ragazzo e guardò il fratello.

- mi devi presentare qualcuno?- chiese lei con un sorriso bellissimo.

- certo sorellona, lui è Im- disse il biondo sorridendo in direzione del ragazzo che fece un piccolo inchino con il capo non sapendo come comportarsi. - ehi perché con mia sorella fai tutto l’educato e con me no?- chiese facendo finta di essere irritato il principe del nord.

Kassim sorrise prima di rispondere – perché tu te lo meriti-

- concordo con il tuo ragazzo- disse Elise sorridendo al moro che dopo poco ricambiò il sorriso.

- ehi perché vi state unendo contro di me? Cosa ho fatto di male?- chiese il ragazzo sorpreso da come i due si fossero subito accaniti contro di lui.

- niente El- disse la sorella usando il soprannome del fratello e vedendo che cacciava un sorriso di sollievo fu felice di averlo fatto. Ma comunque guardò male il fratello. Doveva dire al ragazzo la sua identità, prima che la scoprisse in modo poco piacevole.

- allora Im da dove vieni? Non sei di sicuro di qui- disse la ragazza davvero curiosa.

- sono del sud- disse Kassim che nonostante il primo momento di imbarazzo si sentiva a suo agio con la ragazza. Non sapeva proprio perché El non la sopportava.

- quindi non sei per niente abituato a queste temperatura rigide-

- no- disse Kassim scuotendo la testa cercando di non pensarci. Aveva ancora freddo, nonostante avesse addosso una camicia di El molto pesante, e anche molto larga da permettergli di nascondere la pancia.

- allora faremo mettere altra legna nei camini per aumentare la temperatura- disse la ragazza sorridendo.

- Oh Ciel sei sveglio. Devo parlarti un attimo- disse Aloise entrando in sala e non accorgendosi minimamente dell’altro ragazzo affianco al figlio che sgranò gli occhi a sentire quel nome mentre Ciel sbiancava completamente, non voleva farglielo sapere in quel modo. Elise intanto scuoteva la testa, sapeva sarebbe andata a finire in quel modo.

- sei il principe Ciel- sussurrò allora Kassim guardando il ragazzo come se lo vedesse per la prima volta. Ciel si girò verso di lui con faccia colpevole. - perché non hai detto niente?- chiese ancora il moro che solo in quel momento aveva capito di essersi praticamente innamorato del futuro marito della sorella.

- non volevo che mi trattassi diversamente- disse Ciel stringendo la mano del ragazzo al suo fianco.

Aloise nel mentre guardava la scena non capendo, poi sgranò gli occhi sorpreso. Il ragazzo del quale era innamorato suo figlio era tornato.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Ciel sorrise a Im e poi si rivolse al padre.

- sposerò Im e non la principessa Morgana- disse con convinzione mentre sentiva la mano del ragazzo stringere sempre più forte la sua.

- devi parlarne con Narec- borbottò l’uomo.

- non me ne frega niente di Narec. Io sposerò Im-

- Narec vuole sta stramaledetta alleanza sud-nord non credo ne sarà tanto felice- disse l’uomo sospirando.

- Im è del sud- si intromise Elise cercando di aiutare il fratello.

- fra le case reali Eli- disse Aloise. - mi dispiace ma credo che arrivati a questo punto Narec possa dire di no-

- non me ne frega niente io sposo Im!- disse Ciel alzando la voce.

- Ciel...-

- no papà! Io sposo l’uomo che amo-

- così facendo non ci sarà nessuna alleanza- disse Aloise sentendo una fitta al cuore. Non voleva impedire al figlio di sposare chi voleva, ma Narec non l’avrebbe presa bene, non dopo tutto quello che aveva fatto per far quadrare quel matrimonio.

- e chi se ne frega dell’alleanza. Io...-

- Ciel- disse Im interrompendo il ragazzo che si girò verso di lui.

- non dirmi che devo fare il mio dovere perché non sposerò la principessa Morgana per un’alleanza quando ho te-

- non stavo per dirti quello- disse con calma il moro che stava cercando di nascondere un sorriso.

- e allora cosa?-

- non c’è bisogno del matrimonio con la principessa Morgana per l’alleanza-

- e allora come si può fare?- chiese Aloise curioso, e sopratutto sorpreso dalla tranquillità del ragazzo.

- sono il terzogenito della famiglia reale del sud. Il mio nome intero è Kassim e Morgana è mia sorella- disse alla fine il ragazzo sentendo su di se gli sguardi sorpresi di tutti i presenti.

- e quando volevi dirmelo?- chiese scioccato Ciel.

- te lo avrei detto oggi- disse il ragazzo abbassando lo sguardo.

- oddio è fantastico!- disse Elise sorridendo. - potete sposarvi e mantenere comunque l’alleanza con il sud- continuò la ragazza davvero felice per il fratello. Anche Ciel sorrise e strinse forte la mano di Kassim.

- c’è un altro piccolo problema, Narec con l’alleanza voleva anche che...-

- se stai parlando di figli papà non ti devi preoccupare- disse Ciel sorridendo al padre che lo guardò con un sopracciglio inarcato.

- cazzo i miei mi ammazzano- borbottò Kassim facendo ridacchiare Ciel, poi spiegò. - mia madre è una Liona e io ho preso da lei. In questo momento sono incinta di suo figlio- e il moro indicò il biondo al suo fianco che sorrideva.

- ecco perché gli occhi della regina mi sembravano strani! E ora si spiega anche perché Jafar abbia votato a favore- disse Aloise con un sorriso sulle labbra. - a quanto pare mi toccherà andare da Narec e spiegargli il cambio di programma-

Ciel a quelle parole sorrise e baciò sulle labbra Kassim.

- posso chiedervi un favore?- disse poi il principe del sud ad Aloise che annuì – potreste dirlo solo a Narec? Nessuno sa la vera natura di mia madre a parte Narec. Se viene fuori così potrebbe succedere un macello- disse il ragazzo realmente preoccupato.

- nessun problema, chiederò una riunione con solo Narec e Jafar- disse Aloise tranquillizzando il ragazzo.

 

Subito dopo colazione Kassim e Ciel si rintanarono della loro camera.

- mi sembrava tutto troppo grande per un comune nobile- disse il moro girando per la camera felice come mai era stato. Morgana doveva solo ringraziarlo, le aveva evitato il matrimonio.

- perché non mi hai detto di essere il principe del sud?-

- perché sarebbe stato strano no? Il principe del sud che se ne va a zonzo per Avaris- disse Kassim sorridendo.

- facevi tutte quelle domande su di me solo per avere informazioni per tua sorella vero?- chiese Ciel assottigliando gli occhi.

- si. Era andato a Ghoie ad incontrala, per questo non sei venuto-

Ciel annuì. - come lo sai?-

- in questi due mesi sono tornato a casa- disse con aria triste il ragazzo.

- è successo qualcosa?- chiese preoccupato Ciel raggiungendo il ragazzo alla finestra per poi cingergli la vita.

- hanno scoperto che ero rimasto incinta e mi hanno gridato contro. Sia lei che Jerome. Sono scappato non appena ne ho avuto la possibilità. I miei l’avranno saputo subito dopo- disse Kassim abbassando lo sguardo. - avevo bisogno del sostegno dei miei fratelli, ma non è stato così. Mi sono pentito solo di aver gridato contro Alì che non sapeva nemmeno cosa stava succedendo-

- è stata normale come reazione. Credo che avrei reagito allo stesso modo. E poi avrai modo di scusarti con lui al nostro matrimonio- disse Ciel facendo voltare il ragazzo verso di se per poi baciarlo.

- il bianco è un nobile dei Lioni?- chiese dopo Kassim curioso.

- no, è il principe dei Lioni-

Kassim sgranò gli occhi – vi piace proprio sposarvi i principi a voi- disse poi ridacchiando e trascinando il ragazzo sul letto.

- cosa vuoi fare?- chiese Ciel con un sorriso malizioso.

- secondo te principe Ciel?- chiese Kassim sedendosi sopra Ciel per poi legargli i polsi alla testiera del letto.

- per come stanno le cose puoi farmi tutto quello che vuoi principe Kassim- rispose quest’ultimo baciando il suo ragazzo sulle labbra.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


- perché volevi questa riunione?- chiese Narec ad Aloise mentre il biondo si sedeva.

- per il matrimonio- disse il re del nord lanciando una veloce occhiata a Jafar che sembrava abbastanza stanco. C’erano solo loro tre in quella stanza.

- e cosa dobbiamo chiarire ancora?- chiese esasperato Narec.

- mio figlio non sposerà Morgana- disse Aloise con un sorriso mentre Jafar lo guardava incuriosito.

- Aloise abbiamo già deciso per l’alleanza...-

- e l’alleanza ci sarà, ma Ciel non sposerà Morgana- disse tranquillo Aloise.

- e come vuoi che ci sia questa alleanza se tuo figlio non sposa la ragazza? Non può mica sposare uno dei principi!- disse Narec cercando aiuto da parte di Jafar.

- io sono d’accordo con Aloise. Questo matrimonio non porterà a nulla di buono e non è nemmeno detto che Morgana possa avere dei figli da Ciel-

- sono riuscito a farvi andare d’accordo che bello- disse sarcasticamente Narec per poi sbuffare. - ormai avevo detto che ci sarebbe stata un’alleanza, come credete di fare?- chiese ai due che lo guardarono stupiti.

- aspetta ti sei arreso? Veramente?- chiese sorpreso Aloise che già immaginava di trovarsi a dover combattere per far sposare Ciel e Kassim.

- si, se siete entrambi d’accordo va bene lo stesso. Il mio intento era quello di farvi ritornare amici-

- cosa che non sarebbe di sicuro successa con questo matrimonio visto come ci siamo scannati dall’inizio- disse Jafar. - comunque sono curioso di sapere come vuoi fare questa alleanza- disse poi rivolto ad Aloise che gli sorrise.

- da quanto non vedi Kassim?- chiese il biondo facendo corrucciare Jafar.

- credo due settimane. Perché? E come sai il nome di mio figlio visto che non te l’ho mai detto?-

- è da me. Lui e Ciel si sono fidanzati senza sapere di essere dei principi- Jafar sgranò gli occhi seguito a ruota da Narec.

- aspetta quindi il bambino è di...-

- si di Ciel. È anche per questo che ho deciso di farla solo noi e non chiamare Hook e Nabusir-

- quindi sai di Ashe-

- lo ha rivelato Kassim-

Jafar chiuse gli occhi sospirando. Aveva cercato il figlio come un pazzo quando aveva saputo da Jerome quello che era successo. Si era arrabbiato molto con i suoi figli e non gli aveva rivolto la parola per un po’. Poi il resto dei giorni l’aveva passato a cercare suo figlio per tutto il regno del sud. Era felice di sapere che stesse bene, sorpreso che fosse fidanzato con Ciel, ma felice che stava bene.

- tranquillo lo trattiamo bene- disse Aloise ridacchiando.

- quindi si sposano loro due?- chiese Narec che aveva ripreso il sorriso alla possibilità di poter stipulare l’alleanza con un matrimonio proprio come voleva.

- si- disse Aloise sorridendo sempre di più.

- giuro che appena lo vedo lo strozzo- mormorò Jafar facendo ridere gli altri due.

- se non dovete dire nient’altro potete tranquillamente andare.- disse Narec e i due re annuirono prima di alzarsi e uscire dalla sala.

- come vi siete conosciuti tu e Ashe?- provò a chiedere Aloise sapendo che molto probabilmente non avrebbe ottenuto risposta.

- mi ha salvato la vita andando contro la sua gente- disse invece Jafar facendo rimanere di sasso Aloise. Cosa della quale il re del sud se ne accorse. - non ti ho detto niente perché non volevo parlarne prima con Ashe per decidere di rivelare la sua vera natura-

- capisco. È stata davvero una sorpresa trovarmi tuo figlio in casa- disse Aloise ridacchiando. - non ti assomiglia per niente-

- è la copia spiccicata di Ashe- disse Jafar sorridendo. - sono felice che si siano trovati. Anche se non credo in modo molto ortodosso-

- per niente! Ciel mi ha detto che lo ha conosciuto in un bordello e che pensava fosse un ragazzo di umili origini mentre lui si è presentato come un semplice nobile-

- quel ragazzo! Mi farà morire un giorno!- disse Jafar scaturendo le risate di Aloise.

- se mio figlio non avesse adorato fare sesso con chiunque non si sarebbero mai incontrati-

- anche se Kassim non si fosse trattenuto per evitare di complicarci la vita. Mi dispiace per le parole che ho detto-

- anche a me. E mi dispiace davvero non averti detto niente di me e Yrja, ma avevo paura di perdere il mio migliore amico- disse Aloise che in due secondi si ritrovò stretto tra le braccia di Jafar. Ricambiò subito l’abbraccio che durò pochissimo.

- ora devo avvisare Morg che non si sposa più. Farà i salti di gioia.-

- immagino- disse Aloise senza perdere il sorriso.

- hai abbastanza posti per ospitarci al nord? Vorrei vedere mio foglio prima del matrimonio e non credo sia conveniente per lui spostarsi-

- certo che si. Le porte del mio castello sono sempre aperte-

- okay, parlo con gli altri e poi partiamo. Potresti non dire niente a Kassim? Voglio fargli una sorpresa-

- okay, ci vediamo allora-

- certo-

I due si salutarono con il sorriso sulle labbra, felici per essere ritornati ad essere gli amici che erano una volta, felici per il matrimonio dei loro figli.

Non si sarebbero potuti aspettare uno scenario migliore di quello.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Epilogo ***


- secondo te perché Narec ha accettato tranquillamente di cancellare il tuo matrimonio con Morg?- chiese Kassim mentre accarezzava i capelli di Ciel che era disteso con la testa sulle gambe del suo ragazzo.

- perché sia il mio che il tuo padre erano d’accordo e non ha potuto fare altrimenti-

- e non ha chiesto niente? Mi sembra un po' strana come cosa- disse il moro per niente convinto.

- smettila di scervellarti e goditi la vita- disse Ciel baciano la pancia del ragazzo mentre sorrideva.

- dai più attenzioni a lui che a me-

- non è vero. Do attenzioni ad entrambi- disse il biondo mettendo il broncio per poi alzarsi sui gomiti e lasciare un bacio sulle labbra di Kassim che sorrise rispondendo al bacio.

Se solo qualche mese prima gli avessero detto che si sarebbe sposato con il principe Ciel avrebbe riso in faccia a quella persona. Ma era felice. Felice delle sue scelte e felice di avere accanto Ciel, che nonostante tutti i suoi difetti sapeva essere davvero dolce con le persone che amava.

- zii sono arrivati ospiti- disse Erik entrando nella sala dove i due si erano rintanati con un pezzo di crostata in bocca.

- ma tu sempre a mangiare crostata stai?- chiese Kassim che già adorava quello scricciolo.

- ovvio- disse il bambino per poi scomparire da do dove era arrivato.

- secondo te chi è?- chiese Ciel al ragazzo. Kassim alzò le spalle curioso. Chi poteva essere per rendere Erik così iperattivo? Si vedeva che non vedeva l’ora di fare qualcosa.

- andiamo- disse Ciel alzandosi definitivamente per poi dare una mano a Kassim che sbuffò facendo ridere il biondo.

- smettila-

- no, adoro farti sbuffare- disse Ciel baciando nuovamente il suo ragazzo per poi trascinarlo verso la sala patronale dove si pietrificò. Kassim, dopo essere andato a sbattere contro la schiena del ragazzo, fece la sua stessa fine mentre guardava suo padre che salutava con un sorriso Aloise e il resto della sua famiglia. Cosa ci facevano li?

- Im!- gridò Morgana intravedendolo prima di corrergli incontro e abbracciarlo. - scusa- sussurrò la ragazza al suo orecchio veramente dispiaciuta. Il ragazzo la strinse felice di vederla.

- salve cognatina- disse Ciel sorridendo alla ragazza che ricambiò il sorriso.

- adoro il fatto di non dover diventare tua moglie- disse prima di abbracciare anche il biondo.

- Kassim- disse Alì andando a sua volta ad abbracciare il fratello che sorrise.

- mi dispiace per l’altra volta-

- non ti preoccupare era normale reagire così- disse Alì sorridendogli.

- Kassim la prossima volta che scappi almeno avvisa dove vai altrimenti mi fai uscire pazzo- disse Jafar avvicinandosi al figlio che sorrise con sguardo colpevole.

- mi dispiace- disse il ragazzo abbassando la testa rattristandosi.

- che è quel muso lungo? Dobbiamo festeggiare!- disse Ashe stritolando il figlio prima di riempirlo di baci.

- mamma basta- cercò di dire il ragazzo, ma la madre non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare.

- bene, che ne dite di spostarci in sala da pranzo? Il cuoco ha preparato un esempio di menù per il matrimonio-

- oh non di nuovo! Diventerò obesa per il troppo cibo altro che per la gravidanza- disse Elise facendo ridere tutti mentre si spostavano verso la sala da pranzo.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3892733