elim
Riverdale, Tenuta dei
Lodge
Jughead
poggiò la schiena al muro riguardando per la sesta volta il
piccolo orologio nero al polso. 00.35, strano. Il biglietto parlava
chiaro, già da una mezz'ora buona doveva essere accaduto
qualcosa tra le mura dei Lodge, ed invece, il più totale
silenzio.
Forse
erano stati scoperti? Magari la sua idea di sparpagliare i Serprents in
giro per la villa, appostandoli in punti strategici non era poi
così azzeccata. Magari la setta era già dentro la
villa e
loro erano stati fregati di nuovo. Sospirò e porto la
ricetrasmittente alle labbra.
"Sweet
Pea, novità all'ala est?" mormorò a voce bassa,
guardandosi intorno. Jug era appostato all'entrata principale sotto il
grande muro di cinta, convinto che da lì tenesse bene la
situazione sotto controllo.
Sentì
gracchiare ed abbasso gli occhi al walkie talkie, "Tutto tranquillo
capo, " la voce del compagno gli arrivò nitida all'orecchio,
"Magari il messaggio di stasera era un falso allarme... Sai si chiama
allarmismo di massa." Ridacchiò il ragazzo appostato
all'altro
capo del palazzo. Jughead sbuffò. "Fottiti Pea".
Alzò
gli occhi al cielo limpido, niente nuvole solo stelle. Dio, era
così bello che per qualche minuto si perse nei suoi
pensieri,
osservando quel tappeto blu notte, non facendo caso a dei passi diretti
verso di lui.
*
Elisabeth
fece scrocchiare le nocche, saltellando da un tetto all'altro nella sua
tutina aderente sintetica nera. Certo era un pò scomoda, ma
dotata di tutte le armi di cui un assassina necessitava.
Una
giarrettiera con un pugnale, svariati grimandelli nella borsetta che le
pendeva di lato ed un cappuccio nero che ne incastrava all'interno i
lunghi capelli e che lasciava intravedere solo gli occhi grandi e ben
truccati.
Sarà una passeggiata,
pensò.
Certo,
non le era molto chiaro il motivo per cui da tre notti a quella parte
entrasse nella tenuta dei Lodge senza il comando di rubare qualcosa di
specifico, ma dopo anni di quel lavoro ormai non si domandava
più cose tanto futili. Ringraziava solamente gli Dei di aver
avuto il permesso di poter uccidere qualsiasi persona intralciasse il
suo cammino e la cosa le piaceva non poco.
Si
fermò di colpo, fissando il muro di cinta della tenuta Lodge
e,
dopo un attenta analisi, sorrise. Vide due ragazzi appostati verso est,
due a nord. Due erano dentro, ai lati del giardino e cinque o sei
sicuramente la stavano aspettando dentro la tenuta.
Wow, si ritrovò a pensare, tutto questo disturbo per me?
La
sua attenzione fu catturata poi da un singolo individuo, appostato
sotto il muro di cinta, davanti l'entrata principale.
Era
per conto proprio, l'unica anima che aspettava il suo arrivo in
solitario. Ghignò. Per lei, quello era un affronto. Con
lentezza
fece scivolare la mano alla giarrettiera e ne sfiorò il
pugnale.
Con
leggiadria saltò giù dal tetto trovandosi
così ad
una ventina di metri dall'abitazione. L' oscurità era sua
amica,
la notte sua amata madre. Seguendo le ombre camminò lungo il
perimetro della casa, trovandosi di fronte una figura poco alta, con
una giacca di pelle nera ed un buffo e strano cappello sul capo.
"Bene
bene, cosa abbiamo qui?" sussurrò piano, suadente.
*
A
Jughead non era mai piaciuto aspettare e, in quella situazione, si
sentiva quasi preso in giro. Cosa stavano aspettando? Una gang che non
si sarebbe mai fatta viva, a quanto pare, quella notte.
Poi,
d' improvviso, la sentì.
Una
voce bassa arrivò al suo orecchio e, girandosi di scatto,
vide
una figura sinuosa, non distinta nel buio della notte. Subito il
ragazzo portò la mano al suo fidato coltello, facendone
scattare
la lama.
Si
guardò intorno, convinto di essere circondato, ma non
avvertì nessun altra presenza nel raggio di metri. Forse,
erano
già entrati nell'abitazione e quella singola persona era
solo un
diversivo?
Jug
fece un passo avanti, uscendo dal suo nascondiglio e, con sua sorpresa,
la figura nel buio fece lo stesso rivelando un sinuoso corpo da... donna.
Il
corvino rimase a fissarla incredulo, cercando di fare mente locale. Una
donna? Era lei il capo banda e la causa di tutto il trambusto delle
ultime notti?
"Alla
fine hai avuto il coraggio di farti vedere" iniziò il
ragazzo,
tendendosi in avanti, cercando di avvicinarsi, "Dove sono i tuoi
compagni?"
Betty
sorrise, estraendo il pugnale dalla giarrettiera che
scintillò alla fioca luce della luna.
"La
puntualità non è mai stata il mio forte"
ghignò.
Fece qualche passo avanti, ammirando la figura davanti a lei. Era un
ragazzo, forse della sua stessa età o magari di qualche anno
più grande.
Aveva
una corporatura normale, ed un altezza standard. Un ciuffo di capelli
corvini spuntava fuori dallo strano cappello che portava sulla nuca ed
occhi chiari come il cielo limpido la scrutavano, facendola sentire
stranamente in soggezione.
"Compagni?"
cominciò con voce suadente, "Ti sbagli mio caro, io lavoro
da
sola..." Con un balzo felino la ragazza gli fu davanti ritrovandosi a
pochi centimetri dal corvino.
Jughead
rimase pietrificato dall'acrobazia della donna, saldando la presa sul
coltellino, mettendosi in posizione di difesa. Con la vicinanza della
femmina, ora ne potè osservare meglio i dettagli anche se
nascosti dalla tutina che indossava.
Era
magra, sinuosa ed alta. Quasi come lui. Il suo sguardo si
soffermò sulla parte superiore della ragazza, incastonando
gli
occhi nei suoi e ne potè constatare la bellezza. Occhi
chiari,
lucidi. Truccati in maniera eccessiva ma dannatamente attraenti.
Fece
un passo avanti, mentre lei arretrò.
"Arrenditi,
sei circondata dai miei uomini" sorrise, convinto di avere la vittoria
in pugno.
"Oh...
Devi sapere... Che io amo le sfide." in un secondo lei gli fu addosso,
schiacciando il corpo del ragazzo contro il muro e contro il proprio.
Con
il braccio sinistro gli bloccava il collo ed il capo e con il destro
posò la lama sul suo volto, avvicinando il viso a quello del
corvino che la guardava con occhi spalancati completamente preso alla
sprovvista.
Si
avvicinò al suo orecchio e, dal canto suo, Jug era immobile;
non
riusciva a sottrarsi alla sua presa ed al suo sguardo. "Non cantare
vittoria troppo presto, ragazzino" sussurrò roca, stringendo
la
presa.
Gli
occhi decisi di lui erano fermi e persi in quelli famelici di lei.
Nessuno dei due distoglieva lo sguardo, come se da quel momento o da
una sola e minima esitazione dell'uno dipendesse la vittoria dell'altro.
Il
corpo della femmina era ben schiacciato a quello del corvino e lo
spingeva contro il muro con forza; il ragazzo poteva sentire anche
troppo bene le forme della donna premere contro le sue e
deglutì
a fatica, sorpreso dalla miriade di sensazioni che quel contatto gli
stava procurando.
"Avanti
allora, fammi ciò che vuoi" sussurrò sorridendo
beffardo.
Oh certo, - si ritrovò a
pensare,- ora
mi ritrovo a flirtare con una squilibrata che mi punta un coltello alla
gola.
Ma
la situazione lo stuzzicava, gli occhi di lei lo stuzzicavano.
Betty
si passo la lingua sulle labbra, sfidandolo con lo sguardo.
"Potrebbe piacermi"...
"JUGHEAD!
CORRETE SERPENTS, DI QUA!" Un urlo squarciò l'aria e la
biondina
si girò di scatto intravedendo tre figure correre contro di
lei.
Si fece indietro di scatto.
"Maledizione!"
strinse i denti indignata, girandosi nuovamente verso il ragazzo
"Questa me la paghi ragazzino!" Con un balzo si portò a
pochi
metri e, girandosi di scatto, cominciò a correre nella notte.
Jughead
rimase a fissare la figura della ragazza dissolversi; perchè
non
le era corso dietro? Perché non si era ribellato alla sua
stretta? Era solo una donna... Ma dannatamente forte.
"Capo,
cosa diavolo è successo? Chi cazzo era quello?" Sweet Pea in
un
secondo gli fu vicino, squadrandolo da capo a piedi per constatare se
fosse ferito.
Il
corvino si ricompose, chiudendo il coltellino a scatto, rinfoderandolo.
"Credo che per stanotte non avremo più problemi, Pea. Fa
rientrare gli altri" Jug iniziò a camminare verso l' entrata
della tenuta ancora un pò scosso dagli ultimi avvenimenti.
Sweet
Pea si accigliò.
"Cosa? Andiamogli dietro capo, è andato da quella parte no?
Mando una squadra in ricognizion-!" Ma non potè finire la
frase
che Jug sbattè con veemenza un pugno al muro. "Sei sordo o
cosa?! Ho detto basta così per stasera!"
Il
corvino non ne sapeva il motivo, ma qualcosa dentro di lui preferiva
lasciar perdere. "Forza, entriamo" alzò gli occhi al cielo
mentre varcava il grande cancello ed in mente gli tornarono con forza
due iridi verde intenso, un corpo snello ed un tono di voce sensuale;
sorrise.
Potrebbe essere divertente.
*
"Dannazione!"
Betty si buttò sul grande letto, sbuffando e sbraitando.
Chi
diavolo si credevano di essere quelli? Pensavano di fermarla? Erano
davvero certi che sarebbero bastati una decina di ragazzini che
giocavano a fare i giustizieri della notte per far desistere la killer
storm dal suo intento?
Quale
intento però? Si ritrovò a pensare.
Effettivamente, erano
tre sere che Penelope le ordinava di entrare dentro quella tenuta, ma
senza un piano preciso. Senza ordinarle di rubare qualcosa in
particolare o uccidere qualcuno. Sospirò girandosi su un
fianco.
Sentì
dei passi pesanti avvicinarsi, e in meno di un secondo la porta di
spalancò, facendola scattare seduta. Cheryl fece il suo
teatrale
ingresso nella camera della bionda.
"Oh,
cugina cara, vorrei scambiare due chiacchiere con te" gli occhi della
rossa si fecero languidi. Betty alzò lo sguardo al
cielo.
Ci mancava solo lei.
Non
disse niente, aspettò pazientemente che l'altra continuasse.
"Credo che sia meglio tu vada a letto," cominciò lei
sorridendo
affabile "Visto che da domani inizierai il liceo qui a Riverdale! Non
sei contenta?!" rise cristallina.
L'espressione
della bionda era un misto di incomprensione e stanchezza e
sbuffò.
"Cosa diamine è il liceo?"
Angolo autrice:
Bene
bene siamo giunti al terzo capito ad all'incontro dei nostri ragazzi.
Spero tanto che la storia vi inzi ad intrigare. Per chi se lo
chiedesse, ebbene si la nostra Betty inizierà il liceo
insieme a
tutti gli altri. Ne vedremo delle belle ragazzi! Vi auguro una buona
giornata ed una buona serata, il quarto capito è in
lavorazione!
Un bacio!
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