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Autore: cyra    04/04/2020    0 recensioni
[BUGHEAD/AU]
"Due rette parallele non si incontrano mai, ma a volte viaggiano talmente vicine da illudersi di poterlo fare; di notte, quando abbandoniamo ciò che siamo e diventiamo ciò che vorremmo essere."
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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;Luna nuova.







Este, II luna, era di Noah
.








La luce filtrava leggera dalle serrande sochiuse ed i soliti rumori della mattina inondarono la dormiente camera di Elisabeth. La ragazza sbuffò leggermente, girandosi su un lato, socchiudendo gli occhi stanchi. Con fare leggiadro si alzò dal solito giaciglio poco confortevole, posando i nudi piedi a terra sul freddo pavimento di pietra.

La ragazza sbadigliò sonoramente dirigiendosi verso la piccola cucina della sua capanna, si guardò intorno accigliata; quella mattina la sua abitazione sembrava meno ospitale del solito. Il vuoto ed il silezio che regnavano sovrani le fecero venire un nodo in gola.
"Buongiorno anche a te, Betty..." sussurrò a se stessa.
Sentì il suo stomaco brontolare ma non ci badò e in un lampo si diresse al piccolo bagno, sotto la doccia, dove un getto d' acqua gelata la travolse, finendo di ridestarla completamente.

Betty rimase a lungo ad ammirare la sua immagine riflessa al piccolo specchio e scostandosi una ciocca di capelli biondo grano davanti il volto, sospirò. La sua chioma ribelle le dava fastidio, erano mesi ormai che progettava di tagliarla, ma non ne aveva mai avuto realmente il coraggio. Occhi d'un verde limpido e cristallino vagavano per la sua figura e continuavano a scrutarsi, come convinti di trovare qualche segno, qualche macchia indelebile. Sospirò forse per la quinta volta in cinque minuti ed afferrò un asciugamano malmesso, tamponandosi la pelle fradicia del corpo seminudo.
In meno di mezz' ora la ragazza era fuori al tiepido sole di primavera e chiudendo la spessa porta di legno di casa sua, dietro di se, si diresse verso la 'grande stalla'. Notò fin da subito che le strade del piccolo paesino erano deserte ed un sorriso le si dipinse sul volto.
Bene, sono in ritardo.

"... Questo è quanto. Se ogni cittadino rispetterà queste regole fondamentali la convivenza sarà più pacifica del previsto"
Betty riuscì ad ascoltare solo queste semplici parole al suo arrivo alla stalla mentre una fila inverosimile di persone sbucava fin dalla grande porta.
"Hey killer storm, ce l' hai fatta!" una voce la raggiunse tra la folla ed una mano leggera le si posò sulla spalla.
"Meg! Gli dei siano lodati, pensavo di sorbirmi tutto il sermone... cosa abbiamo di nuovo?" Betty sorrise alla ragazza dai capelli corvini davanti a lei, abbracciandola con fare affettuoso. Meg si scostò, ghignando. "Niente Bet, la solita solfa. Ed il tuo solito ritardo è stato più che apprezzato naturalemente!"
Betty alzo gli occhi al cielo, "bhè sai che dramma" .
Meg la prese per mano trascinandola poco lontano da tutto il trambusto "Scherzi a parte, credo ci siano novità, perché non andiamo a scambiare due chiacchiere con Ronald?"
Betty fece spallucce "E secondo te, amica mia, perché mi sarei vestita a festa?" , sogghignò nella tenuta nera lucida aderente e, tirando fuori dalla giarrettiera il suo fidato amico, si incamminarono insieme per il sentiero.

Este si estendeva in lungo e in largo, circondando il piccolo paese. Le mura del castello erano protette da guardie armate. I cittadini così potevano svolgere le loro vite in modo tranquillo e spensierato dedicandosi al commercio ed alle varie fattorie della contea.

Betty procedeva a passo svelto lungo il sentiero, mentre Meg al suo fianco si mangiucchiava nervosamente un unghia.
"Bet, che intenzioni hai?" La bionda si arrestò di colpo a quella domanda e si voltò a guardare l' amica. Da che ne avesse memoria, Meg era la sua migliore amica e compagna di avventure. Il legame che le avvolgeva era indossolubile, molto più forte di quello tra due sorelle. Loro erano compagne.
Este era una cittadina apparentemente tranquilla, ma dietro quella facciata di serenità si nascondeva un ombra sinistra di cui in pochi erano a conoscenza.

La Loggia Nera tramava nell 'ombra da secoli e loro c'erano dentro sino al collo.
"Vedrai".

Betty e Meg scansarono con forza la grande tenda della capanna rossa; durante il tragitto si erano appurate di non essere seguite o anche solo avvistate da occhi indiscreti. La capanna era deserta fatta eccezione per una figura incappucciata e ben legata ad un palo al centro dell' abitazione. Betty avanzò decisa e la punta del pugnale scintillò tra le sue mani salde.
"Bene bene Roger, direi che è ora di fare una chiacchierata che dici?" Di scatto alzò il cappuccio della figura che mugugnò piano, aprendo gli occhi scarlatti.
"C-che vuoi?" sibilò.
"Voglio sapere dove si trova mia madre Roger, mi sembrava di essere stata chiara l'altra sera!" Betty gli prese con forza una ciocca di capelli, stirandogli indietro il viso, illuminato dalla flebile luce della torcia di fuoco.
"Ti ho già detto tutto! L-lo giuro!" il ragazzo iniziò a dimenarsi, cercando di scappare alla stretta mortale di lei. La bionda posò la lama scintillante al viso del corvino, facendo scivolare l'arnese con una lentezza mortale.
Meg dal canto suo fissava la scena impotente, stringendo i pugni contro i fianchi quasi a voler intervenire.
"KILLER STORM!" Un urlo squarciò l'aria e la bionda si arrestò di scatto indietreggiando dalla povera vittima sacrificale. Girò lo sguardo vaga e quando incontrò due occhi marroni pieni di rabbia sbuffò. "Che vuoi?"
"COSA DIAMINE STAI FACENDO?!" Logan la fulminò, avanzando a passi svelti verso di lei.
"Niente Logan volevo solo fare una visitina al nostro amico qui..." sospirò "Comunque non ha più importanza" rinfoderò il coltello e si accinse ad uscire dalla tenda. Logan la fermò repentino per un braccio. "Che cavolo ti passa per la testa, storm?! Noi non usiamo questi metodi!" La bionda si liberò dalla presa, stizzita "Oh certo Log, non usate questi metodi! Ti prego fammi il piacere di non dire stronzate!" Betty uscì dalla tenda a grandi falcate, seguita da una Meg con gli occhi fissi a terra.
"Cooper! Verrai punita se continui con il tuo atteggiamento!"
Di tutta risposta la ragazza alzò il dito medio mentre batteva la ritirata.


*

Betty camminava irrequieta per la Loggia Nera; casa sua da quando ne avesse memoria. La Loggia era un luogo scuro, una sacra gilda che reclutava adepti e li addestrava per farli diventare un giorno assassini o cacciatori di taglie. Lei c'era nata in quell' orribile posto e l' odiava dal più profondo del suo animo... Ma sapeva la verità. Lei era un' assassina, la migliore di tutti, in verità. Da quando era solo una bambina i cadetti superiori l'avevano addestrata al massacro, ad atti violenti e senza scrupoli e a lei ormai l' odore del sangue piaceva. Este era solo una facciata, in realtà il vero fulcro della città era quella Loggia che si era macchiata di atrocità ormai da troppi anni.
"Voleva vedermi signore?" La bionda entrò dentro una camera scura dove un altare in marmo riempiva quasi l' intera stanza. Una piccola finestra era posta dritta davanti alla ragazza e muri di pietra si ergevano intorno a lei.
Noah si alzò in piedi, i lunghi capelli gli ricaddero sulla schiena, "Elisabeth... sì. Prego accomodati" Betty chiuse la porta alle sue spalle e si posizionò di fronte al capogilda con fare fiero. "Elisabeth... La gilda ormai è stanca dei tuoi continui colpi di testa e delle tue continue lamentele... Tutti si stanno sforzando di capire cosa successe quella notte. Ma con il tuo atteggiamento non stai facendo altro che peggiorare la situazione" Betty si irrigidì, serrando i pugni e sentendo le unghie conficcarsi nei palmi delle mani.
"Non mi sembra proprio signore" mormorò tra i denti.
"Sai Elisabeth, io ho provato a farti capire, ho provato a farti... vedere... Ma non mi lascia altra scelta..." Le parole uscirono piano, confuse e Betty aggrottò la fronte non capendone il senso. Sentì un rumore sordo dietro di lei e vide una figura incappucciata avanzare, e con un colpo dritto alla nuca, tutto in un momento si fece chiaro.
Lei era la prima del suo corso, la killer storm di cui tutti alla Loggia parlavano. Figlia di Alice la grande assassina del secolo passato. Avrebbe dovuto capire o percepire in che guaio si stesse cacciando... come sua madre.
Sentì dei passi in lontananza e delle voci mormorare poi, in un secondo, il nulla.

*




Riverdale, june, 20
.






Betty aprì di scatto gli occhi sentendo un dolore sordo dietro la nuca. Diamine, dovevano averla colpita proprio forte. Intorno a lei era buio se non fosse per una fioca luce che trapassava da una finestra. La ragazza si tirò su a sedere e cercò di mettere a fuoco la situazione. "Ma che diavolo...?" Si guardò intorno e capì di essere in una sorta di cappella con calici dorati e statue di marmo. Nessun posto che ricordasse la sua Loggia.
Sentì dei passi ed il primo istinto fu quello di nascondersi, ma il dolore alla testa le impedì qualsiasi movimento. Il cancello dietro di lei si spalancò ed una donna dai rossi capelli e lineamenti marcati entrò come una furia, squadrando la ragazza da capo a piedi. Le sue labbra cremisi si aprirono in un sorriso lasciando intravedere denti bianchi e perfetti.
"Ti stavo aspettando"








Angolo autrice:
Buonasera a tutti cari lettori e lettrici. Ho scoperto solo una settimana fa Riverdale e in cinque giorni l'ho divorato,  mi sono innamorata dell' atmosfera cupa della cittadina, e dei personaggi, specialmente Betty e Jug. (CHE FREGNO PER DIO)
Parlando della storia pubblicherò subito l' altro capitolo, come ho fatto anche per wattpad, anche se noto con tristezza che il fandom è bello che morto. Spero che la storia vi piaccia e tranquilli tutto a suo tempo si capirà.
Un bacione, Aranel-94/Cyra.




   
 
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