L'erede

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L’uomo correva per la strada completamente deserta mentre il ragazzo dietro di lui camminava con calma mentre faceva sbattere la spada frequentemente ridendo. In questo modo stava mettendo ansia all’uomo che stava scappando.
L’uomo gridò di terrore quando si accorse che nel vicolo nel quale aveva girato c’era un alto muro che gli impediva di continuare. La risata del ragazzo si fece più forte e l’uomo si girò ritrovandosi il ragazzo a due passi da lui.
-ti prego risparmiami! Posso darti tutto l’oro del mondo!- disse l’uomo inginocchiandosi mentre pregava per la sua vita.
-non mi interessa l’oro- disse il ragazzo ghignando. Spostò la spada verso il collo dell’uomo sorridendo. -le tue ultime parole?-
-darò al tuo padrone tutto quello che vuole, ma per favore non uccidermi!-
-okay- il ragazzo abbassò la spada facendo tirare un sospiro di sollievo all’uomo. Giusto il tempo per rialzare la spada e sgozzarlo in un solo movimento.
Il sangue si sparse su tutta la figura del ragazzo, andando a sporcargli anche la faccia.
-perché la devi fare sempre così drammatica?- chiese la seconda figura che era appena arrivata nel vicolo.
-perché è divertente vedere le loro facce- disse il ragazzo pulendosi la spada sulla manica della casacca nera che indossava.
-un giorno rischierai di attirare troppo l’attenzione- disse l’altro ragazzo sospirando. -ritorniamo alla base.-
I due uscirono da quel vicolo lasciando da solo l’uomo morto, qualcuno l’indomani avrebbe trovato il cadavere e se ne sarebbe occupato.
Davanti agli occhi dei due ragazzi si parò un’intera squadra a cavallo. Il moro sorrise e andò a prendere il suo bellissimo cavallo nero per poi salirci sopra, seguito a ruota dal secondo ragazzo.
I due spronarono i cavalli e ritornarono alla loro base mentre il sole stava sorgendo dando inizio ad un nuovo giorno.
 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-alla buon ora!- disse l’uomo vendendo entrare i due ragazzi all’interno della grotta.
-tutta colpa del signorino- disse Marc assestando un colpo dietro la testa del fratello che borbottò indignato.
-di nuovo?- chiese Goran sospirando.
-ma che c’è di male! L’importante che i nostri obbiettivi muoiano- disse Lucas mettendosi una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio.
-si, ma ogni volta ci dobbiamo subire i tuoi inutili teatrini quando potremmo tornare subito alla basa senza aver paura di essere scoperti fratellino- disse Marc guardando storto il fratello minore.
-ma è così brutto uccidere le persone senza pietà! Almeno gli do una speranza prima di morire-
-sei tu quello senza pietà tesoro-
-va bene basta, non voglio sentirvi litigare come al solito. L’importante che il nobile Eruk è stato ucciso- disse Goran interrompendo i due.
-ovvio, qual è la prossima missione? Chi dobbiamo uccidere adesso?- chiese Lucas che non vedeva l’ora di mettersi nuovamente all’opera.
-per il momento non abbiamo ancora altre missioni. Appena ho novità ti avviserò- disse Goran sorridendo al secondogenito che rispetto a Marc aveva davvero molta più voglia di essere un assassino.
-grazie-
-ora andate a riposare- disse infine Goran lasciando che i due figli uscissero dalla sala scavata nella roccia per poi prendere un foglio e scrivere la lettera al suo re.
Appena finito chiamò il suo messaggero e gli fece avere la lettera, senza che Goran dicesse niente all’uomo esso uscì dalla sala sapendo perfettamente dove doveva andare.
Era vero che Goran era il capo della Stella della roccia, associazione di assassini che seguivano gli ordini di chiunque offrisse di più, ma da quasi vent’anni aveva fatto un accordo fisso con il re Walter di Ur che voleva sopraffare tutti i re a lui vicini in modo da governare su un ampio regno. Goran aveva volentieri accettato quell’accordo anche perché lui aveva solo da guadagnarci, soprattutto quando il suo figlio minore amava commettere omicidi. Poi, più alto era il rango delle sue vittime più Lucas ne era estremamente felice. A volte sembrava veramente un bambino al quale si metteva davanti il giocattolo tanto desiderato.
Marc invece faceva il suo lavoro con molta più tranquillità e a volte senza entusiasmo. Erano davvero diversi i suoi figli, ma c’era una cosa importante da considerare. Marc aveva vissuto i primi cinque anni di vita completamente protetto dalla madre e non si era subito affacciato agli affari del padre. Per Lucas era stato diverso. La madre era morta due giorni dopo averlo dato alla luce e il bambino si era subito trovato a giocare con le armi. Marc aveva storto il naso nonostante fosse solo un bambino, ma non aveva potuto fare niente per impedire al fratello di diventare quel pazzo assassino che era a soli diciannove anni.
-sei pensieroso- disse Lucas affiancandosi al fratello mentre entrambi andavano verso le loro camere. Stava iniziando a fare giorno, ma entrambi avevano bisogno di dormire visto che la loro vita era di notte.
-sono solo stanco- disse Marc mettendo un braccio intorno alle spalle del ragazzo.
-sei arrabbiato con me- disse Lucas sospirando.
-cosa te lo fa pensare?-
-il fatto che sei così tenebroso fratellone. So che odi perdere tempo, ma io devo pure trovare un modo per divertirmi!-
-sei ancora sporco di sangue sul viso- disse Marc fermandosi e cercando di togliere il sangue rappreso dal volto bellissimo del ragazzo.
-smettila Marc- disse il ragazzo spostandosi dalla presa del fratello. -appena in camera mi faccio un bagno caldo-
-okay ma per favore non annegare- disse Marc arrendendosi alla decisione del fratello. -buonanotte- salutò poi rifugiandosi nella sua camera.
Lucas seguì il suo esempio e si infilò nella sua piccola, ma comoda, stanza dove, dopo aver ovviamente chiuso la porta a chiave conoscendo perfettamente bene le persone che vivevano nella loro base, iniziò a spogliarsi lanciando nel camino ricavato dalla roccia i vestiti sporchi di sangue per poi entrare nel bagno. Anche la vasca li presente era stata ricavata dalla roccia, tutto in quella base era scavato nella roccia e Lucas adorava quella cosa.
Il ragazzo si immerse nell’acqua calda e sospirò di sollievo mentre piano piano si toglieva il sangue su tutto il corpo. Anche se la maggior parte del sangue era finito sui vestiti essi non avevano protetto del tutto la pelle che si era comunque sporcata.
Lucas sbuffò non appena vide l’acqua colorassi di rosso sangue, proprio come i suoi occhi. Odiava dover cambiare la l’acqua perché doveva aspettare sempre molto per riaverla calda come piaceva a lui. Anche quando le temperature all’esterno erano calde il ragazzo preferiva assolutamente l’acqua calda.
Per sua fortuna non ci volle molto come aveva pensato e poté godersi la sua bella oretta di acqua calda. Rimase nella vasca fino a quando l’acqua non divenne fredda. Poi si asciugò buttandosi sul letto completamente nudo mentre i suoi capelli lunghi erano ancora bagnati.
Mentre il solo era già spuntato il ragazzo si addormentò nella sua camera grazie anche al fatto che il sole non poteva entrare all’interno di quella grotta. Alcune volte era molto triste come cosa non poter vedere il sole, ma per altre era molto comodo. Per gli assassini era come se la notte diventasse il giorno e viceversa.
Nel mentre era appena arrivato un messaggero, questa volta del re Walter, arrivò alla Base delle Stelle della roccia e porse il suo biglietto ancora sigillato con lo stemma del re a Goran che lo guardò curioso di sapere quale sarebbe stata la prossima vittima. Goran non perse tempo e ruppe subito il sigillo in ceralacca e lesse velocemente il messaggio mentre un sorriso, prima di stupore poi di felicità, si andava ad allargare sul suo volto.
La prossima missione sarebbe stata molto difficile e la preda molto alta e ambita. E Goran sapeva già a quale assassino sarebbe toccato quel compito, sicuro, come ogni volta che lo mandava in missione, che non avrebbe fallito. Si, ci avrebbe messo molto tempo rispetto al solito, ma ci sarebbe riuscito. Ne era sicurissimo.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-abbiamo già un’altra missione?- chiese sorpreso Marc mentre lui e il fratello erano nello studio del padre in attesa di ordini. Goran li aveva fatti chiamare non appena si erano svegliati e i due erano corsi da lui.
-di cosa ti sorprendi? Walter vuole tutti morti- disse Lucas alzando le spalle mentre sbadigliava. Aveva ancora molto sonno.
-ci andrà solo Lucas- a quelle parole il moro si fece molto più attento mentre Marc guardava confuso Goran.
-in che senso solo Lucas?- chiese infatti il ragazzo non molto sicuro di voler sapere realmente la risposta a quella domanda.
-nel senso che per fa si che riesca bisogna mandare solo una persona, e la più adatta è Lucas- disse Goran per poi sorridere all’altro figlio. -devi andare a Lagas. Le tue prede sono i due principi-
-entrambi?- chiese Marc.
-l’elemento principale da uccidere è Narek essendo il primogenito, ma se riesci a fare fuori anche Vartan è meglio- disse Goran.
-devo estirpare la loro dinastia praticamente- disse Lucas che era emozionato per quello che doveva fare.
-si, praticamente si. Conto su di te- disse l’uomo ignorando completamente lo sguardo tagliente che gli stava lanciando Marc.
-quando devo partire?-
-il prima possibile, non puoi portarti nessuno- disse Goran.
-okay, preparo tutto e parto- disse il ragazzo sorridendo. Non vedeva davvero l’ora di poter compiere la sua missione. Gli era sempre stato chiesto di uccidere nobili, o generali, mai principi e la cosa lo stava facendo andare in visibilio. Come sarebbe stato uccidere qualcuno di sangue reale?
-Lucas- il ragazzo si girò vedendo che suo fratello aveva seguito e si fermò aspettando il ragazzo per camminare fianco a fianco.
-sei davvero sicuro di volerlo fare?- chiese Marc molto preoccupato. Se lo avessero beccato sarebbe stata la fine.
-certo che si. Quando mi ricapiterà di poter uccidere un principe? Non vedo l’ora.- disse il più piccolo con un bel sorriso sulle labbra.
-rischi grosso lo sai?-
-non ti preoccupare Marc, tornerò a casa sano e salvo e con il compito svolto. Non temere- disse Lucas e si sentì come il fratello maggiore che tranquillizza il più piccolo. Ed era strano visto che era sempre stato Marc a prendersi cura di lui fin da quando ne aveva memoria.
-non puoi dirmi di non preoccuparmi quando mio fratello sta per andare in una missione che può diventare suicida per un minimo errore. Non voglio perderti Lucas- disse Marc convinto di quello che stava dicendo. Aveva già perso un fratello senza essere riuscito a fare niente per aiutarlo, non voleva che anche Lucas finisse in quel modo.
-lo so che è pericoloso anche perché papà non mi avrebbe mai mandato da solo se non lo fosse stato. So i rischi che corro e soprattutto so che devo inventarmi qualcosa di convincente per entrare nel castello altrimenti la mia copertura salta- disse Lucas con una faccia seria che Marc non aveva mai visto e rimase incantato a guadarlo. Erano rare le volte in cui il ragazzo assumeva quella posa quasi seria e regale, ed erano quelle le volte che Marc si ricordava di quanto fosse importante in realtà suo fratello.
-torna vivo. Ti chiedo solo questo- disse Marc abbracciando il ragazzo di slancio. Mentre anche Lucas rispondeva all’abbraccio. Di solito odiava quando Marc diventava troppo affettivo, ma in quel momento aveva bisogno di quell’abbraccio, di aggrapparsi a qualcosa perché si, aveva paura. Era vero, aveva preso con felicità il fatto di dover uccidere due principi, ma sapeva che farlo non era semplice. Quando suo padre attaccò diciannove anni fa il regno di Halaf perse una trentina di uomini solo per uccidere il re, la regina e il principe ereditario. Alla fine ci era riuscito, regalando a Walter una prima vittoria, anche se non era proprio totale visto che era salito al trono Aloyzas, fratello del precedente re Balys. Comunque Aloyzas non era un problema visto che non aveva eredi e ciò poteva tranquillamente permettere a Walter di impadronirsi del regno di Halaf alla morte di Aloyzas.
-ti prego non morire- disse ancora Marc mentre stava praticamente stritolando il ragazzo.
-se continui così sarai tu ad uccidermi- disse il ragazzo non accennando a volersi staccare dalle braccia del fratello.
-non potrei mai farlo. Sei la cosa più importante che ho- sussurrò il castano facendo sorridere il moro.
-ora dovrei proprio andare, mi aspetta un lungo viaggio fino a Lagas.- disse alla fine Lucas staccandosi dall’abbraccio di Marc e sorridendogli.
-okay- disse Marc guardandolo ancora una volta prima di lasciarlo andare nella sua camera per prepararsi. Voleva seguirlo, vedere come stava e nel caso aiutarlo, ma sapeva che se lo avesse veramente seguito gli avrebbe solo complicato la vita mettendolo ancora più in pericolo. Marc per sua sfortuna assomigliava molto al padre e Goran era parecchio conosciuto come assassino, quindi li avrebbero di sicuro associati. Doveva assolutamente rimanere a Zragon e avere fiducia in suo fratello. Infondo lui adorava uccidere prede grosse.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


La prima idea di Lucas era stata quella di rapire una guardia e mettersi la sua divisa per entrare senza problemi nel palazzo. Quando stava per farlo però aveva scoperto che le guardie all’interno del castello erano conosciute dai suoi abitanti, quindi l’avrebbero preso subito.
Tutto il piano infallibile che aveva preparto in quel viaggio era andato in fumo in pochissimi minuti. Come avrebbe fatto ad entrare nel palazzo senza destare sospetti e soprattutto a uscire dopo gli omicidi senza essere beccato?
Non ci sarebbe riuscito svolgendo altri ruoli. Quello della guardia sembrava anche il più fattibile visto che poteva tranquillamente portarsi armi in giro.
Poi mentre camminava per la città di Lagas gli venne l’ispirazione. All’interno del castello allenavano le nuove guardie quindi lui poteva tranquillamente far finta di voler entrare nella guardia. Non avrebbe avuto problemi ad entrare subito nel corpo di guarnigione visto che era praticamente nato con le armi addosso.
Si, ma c’era un problema. Come avrebbe fatto a farsi ammettere per poter iniziare l’allenamento? Non essendo di Lagas non conosceva il funzionamento della città quindi non sapeva come fare. L’unica cosa che poteva fare era chiedere ad una guardia cercando di non essere scambiato per un pazzo.
-ehi tu- Lucas si girò per vedere cosa stava succedendo, qualche ladro? Ma si accorse subito che stavano chiamando proprio lui. Si irrigidì leggermente e si fermò, visto che stava camminando senza meta per la città, e aspettò che la guardi che l’aveva chiamato si fermasse.
-salve- disse educatamente Lucas la guardia lo guardò per un po’ come se volesse capire da dove fosse uscito.
-tutti i cittadini maschi devono partecipare alle selezioni per entrare nel corpo di guardia. Quanti anni hai ragazzo?-
A Lucas venne da sorridere, gli stavano offrendo il posto su un piatto d’argento.
-diciannove signore- disse Lucas cercando di trattenere il suo sorriso.
-e allora perché non sei al castello? Ci servono tutte le guardie possibili- disse il signore prendendolo per il braccio destro e trascinandolo con se verso il palazzo reale. Lucas ringraziò il cielo di essere mancino e di aver nascosto il pugnale nel suo braccio dominante. Sarebbe successo il finimondo altrimenti.
-mi scusi non lo sapevo- disse per sembrare tenero e innocente. Proprio come gli diceva il padre. Aveva un bel faccino e doveva usarlo per bene.
-mica stavi cercando di scappare?- chiese la guardia allentando leggermente la presa.
-certo che no, non lo sapevo veramente.- disse il ragazzo sorridendo facendo definitivamente eliminare tutti i dubbi della guardia.
“grazie per il bel faccino” pensò Lucas ampliando ancora di più il suo sorriso. Non solo lo stavano praticamente invitando ad entrare a palazzo, ma aveva convinto in pochissimo tempo la guardia a fidarsi di lui tanto che gli aveva liberato il braccio fiducioso che l’avrebbe seguito senza problemi.
Un “wow” di stupore uscì dalla bocca di Lucas quando vide il castello di Lagas dall’interno. Se all’esterno poteva sembrare un normalissimo palazzo come tutti quelli dei ricchi, all’interno era tutt’altra cosa. La natura era l’elemento principale. Ogni muro, ogni pavimento, era ricoperto dalle piante che donavano un po’ di colore a quel bianco marmo, materiale di cui era composto l’intero palazzo. Il cortile che portava dalla residenza esterna a quella interna era un enorme fossato con più di cento ponti creati dalle liane di diverse dimensioni cosa che fece sgranare gli occhi a Luca. Com’era possibile che riuscissero a reggere il peso di tutte quelle persone che ci camminavano sopra? E soprattutto come faceva a reggere il peso dei soldati che ci correvano sopra con armatura e armi al seguito.
Lucas attraversò il ponte con la paura costante di cadere, ma ciò non accadde e appena toccò nuovamente piede a terra sospirò di sollievo. Invece di dirigersi dritti verso la residenza interna girarono a sinistra per poi trovarsi sul campo di allenamento che a Lucas ricordò molto l’arena che avevano anche loro e che usavano per le feste o per le faide tra due assassini.
-qui è dove vi scontrerete oggi pomeriggio-
-in che senso ci scontreremo oggi pomeriggio?- chiese Lucas abbastanza confuso.
-nel senso che più tardi faremo degli scontri tra tutti i ragazzi per testare un po’ le vostre abilità e i vostri riflessi- disse la guardia sorridendo a Lucas -non ti preoccupare se non riesci a passare qualche turno, mingherlino come sei non mi sorprenderei-
Lucas a quelle parole assottigliò gli occhi con una voglia matta di uccidere quella guardia, ma si trattenne. Se quell’uomo avesse visto cosa nascondevano quei vestiti molto larghi, che facevano risaltare ancora di più le sue braccia magre ma muscolose, se la sarebbe data a gambe in meno di un secondo. Comunque troppo poco per scampare alla lama di Lucas.
-e si vince qualcosa?- chiese per curiosità il moro soffiando su una ciocca di capelli che gli era finita davanti agli occhi per colpa di una folata di vento improvvisa.
-si parte da un livello più alto rispetto agli altri e si potrebbe avere la possibilità di entrare subito nella guardia personale del principe-
“mi stanno praticamente offrendo la vita del principe Narek” pensò Lucas che non vedeva l’ora di poter affrontare i suoi avversari e far vedere di che pasta era fatto. Sarebbe stato un gioco da ragazzi batterli tutti, e non avrebbe nemmeno dovuto usare tutta la sua forza. Bastava un piccolo incentivo e sarebbe andato tutto per il meglio. Ovviamente per lui. Sarebbe riuscito a completare la missione il prima possibile e sarebbe tornato subito a casa rendendo fiero Goran ovviamente.
Il pomeriggio arrivò molto presto e Lucas si trovò nell’armeria, insieme agli altri ragazzi che avrebbero combattuto con lui, mentre sceglieva quali armi utilizzare. Ovviamente era stato detto a tutti che era vietato uccidere, quindi Lucas aveva optato per nascondere il suo fidato pugnale dentro lo stivale e di prendere come arma una lancia. Non era una delle migliori armi, però era molto semplice da utilizzare e avrebbe tenuto il suo avversario parecchio distate da non fargli venire l’istinto di assassinarlo. Tutti gli altri invece avevano preso pugnali e spade facendo storcere la bocca a Lucas. Per alcuni si vedeva lontano un miglio che non sapevano come maneggiare una cavolo di spada, che senso aveva prenderla? Uno era addirittura caduto a terra per il troppo peso della spada che non era minimamente bilanciata con il suo corpo.
Lucas scosse la testa sconsolato e osservò attentamente la lancia in cerca di qualche punto difettoso, di una qualche parte scheggiata, ma per sua fortuna non ne trovò e poté tranquillamente uscire dall’armeria soddisfatto della sua arma.
Solo quando tutti i ragazzi furono usciti dall’armeria la guardia, che Lucas aveva scoperto si chiamasse Joel, li portò verso l’arena dove tutt’intorno erano presenti alcuni dei soldati. Erano li per ridere di loro, poco ma sicuro.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Lucas era rimasto con solo altri otto ragazzi. Ed erano partiti in cinquanta! Era riuscito a battere tutti i suoi avversari disarmandoli con un buon movimento di polso e puntandogli contro la gola la lancia facendoli arrendere subito. Tutti i suoi scontri erano stati tra i più veloci. Anche chi aveva cercato di prenderlo alla sprovvista aveva fatto inesorabilmente la stessa fine degli altri. Era quasi impossibile fregare un assassino.
Joel era rimasto abbastanza sorpreso quando aveva visto Lucas, quel ragazzino che sembrava magro e spaesato, vincere tutti gli scontri che aveva disputato fino a quel momento.
-Joel chi è?- chiese il ragazzo dai capelli biondi che era appena arrivato al suo fianco.
-quale degli otto ragazzi?- chiese la guardia che non aveva capito a chi si stesse riferendo il biondo.
-il moro sexy- disse il biondo e Joel si accorse che l’unico moro era proprio quel ragazzino con la lancia che aveva trovato quella mattina. A Joel sembrava tutto tranne che sexy, ma non lo disse.
-l’ho trovato questa mattina, ma non conosco il suo nome-
-lo voglio- disse il biondo sorridendo.
-entrerà nella vostra guardia privata essendo arrivato fin qui- il biondo scosse la testa.
-lo voglio nel mio Haram-
-ma così perderete una possibile guardia del corpo, ne siete sicuro?- chiese Joel sconvolto.
-certo, e poi fa sempre comodo avere un amante che può proteggerti in qualunque momento- disse il principe mordendosi il labbro inferiore mentre il bel moretto disarmava il suo avversario.
Fu in quel momento che Lucas si girò sentendosi osservato e i suoi occhi color sangue incrociarono quelli celesti del biondo che stava al fianco di Joel. Il moro si chiese chi fosse visto che non aveva la divisa da guardia, ma era vestito in un modo troppo normale per essere un principe.
-quegli occhi sono ancora più sexy- disse Narek mentre non aveva nessuna intenzione di distogliere lo sguardo. Fu Lucas il primo a far finire il contatto perché era stato chiamato per il prossimo scontro.
-appena finisce portalo da me- disse Narek per poi lasciare l’arena e dirigersi a passo spedito verso la sua camera mentre Joel sospirava sconsolato. Quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
 
Lucas aveva perso l’ultimo scontro ed era arrivato secondo. O meglio, aveva fatto vincere il suo avversario perché se avesse vinto contro un energumeno tre volte lui sarebbe sembrato troppo strano. Aveva fatto finta di perdere il controllo della lancia e quello lo aveva preso di peso e lo aveva schiantato di schiena a terra. E adesso gli doleva terribilmente la schiena. Aveva paura di essersi rotto qualcosa, ma ne dubitava.
-devo parlarti- disse Joel porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi che Lucas accettò molto volentieri.
-dimmi- disse Lucas sorridendogli.
-non entrerai nella guardia-
-cosa?- chiese Lucas sconvolto. Aveva fatto tutto quel macello per poter entrare nelle posizioni più alte senza destare sospetti e adesso lo cacciavano?
-non fraintendere, io ti vorrei nella guardia perché hai davvero degli ottimi riflessi, ma il principe ha deciso così- disse Joel alzando le spalle, sembrava davvero dispiaciuto. -comunque rimarrai nel palazzo e diciamo che avrai un ruolo diverso per la protezione del principe Narek-
-che ruolo?- chiese curioso Lucas.
-vieni con me- disse Joel andando verso il palazzo interno mentre era seguito da un Lucas sempre più curioso. Almeno non avrebbe dovuto trovare un altro modo per entrare nel castello. Sarebbe stato complicato dopo quella specie di esame che aveva sostenuto, anche perché le guardie ora lo conoscevano di viso.
-dove mi stai portando?- chiese Lucas che era leggermente irritato per non aver ricevuto risposta alla prima domanda che aveva fatto.
-dal principe Narek- rispose la guardia. Lucas stava per fare un’altra domanda, ma proprio in quel momento entrarono in un’enorme stanza piena di cuscini e tappeti. La stanza era circondata da ampie vetrate che permettevano di vedere benissimo la città di Lagas. L’unico muro presente era quello dove era posta la porta per entrare.
Lucas era stato completamente assorbito dalla magnifica vista della città che non si era accorto che nella stanza era presente un’altra persona oltre a lui. Quando se ne accorse si sorprese di avere davanti il biondo che lo aveva fissato durante la competizione.
-sei ancora più bello visto da vicino- disse lui mentre gli girava intorno e Lucas si irrigidiva leggermente. Cosa voleva?
-cosa devo fare qui?- chiese Lucas incrociando le braccia al petto. Il biondo rise.
-diventerai il mio amante, tesoro- disse il biondo abbracciandolo da dietro. Lucas si scansò dalla sua presa e si allontanò il più possibile dal ragazzo spaventato.
-manco per sogno- disse poi spaventato.
-invece si, è un ordine del tuo principe- disse Narek facendogli l’occhiolino e avvicinandosi nuovamente mente Lucas sgranava gli occhi. Era quello il principe Narek quindi? Era completamente diverso da come se l’era immaginato. Innanzitutto era più giovane, e si vestiva con vestini normali e non pomposi come Lucas aveva sempre visto Walter.
Narek vedendo i ragazzo pensieroso gli si avvicinò ed in un veloce scatto lo intrappolò nuovamente tra le sue braccia, questa volta erano faccia a faccia, e sorrise nel sentire perfettamente i muscoli del ragazzo che premevano sui suoi. Lucas cercò di liberarsi, ma non ebbe successo.
-come ti chiami lupetto?- chiese poi Narek sorridendo al ragazzo.
-Lucas- disse lui in uno sbuffo. Non aveva senso cambiare il suo nome visto che nessuno lo avrebbe mai associato a Goran. -e non sono un lupetto-
-si invece, sei un piccolo lupetto ribelle che diventerà uno dei miei amanti- disse Narek facendo scendere le mani verso il sedere del moro che saltò per lo spavento quando sentì la stretta forte del ragazzo su di se.
-sarei più utile per la guardia- cercò di dire Lucas mentre la stretta sul suo sedere si faceva sempre più forte facendolo gemere per il dolore.
-io credo che saresti più utile come mio amante. Oltre ad essere bellissimo sei anche un buon guerriero quindi potresti proteggermi se qualcuno mi attacca nei miei momenti di intimità- gli sussurrò il principe sulle labbra prima di baciarlo mentre Lucas era sempre più sconvolto.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Il principe Narek era uscito dalla stanza dopo averlo baciato senza dire una parola, e anche Joel l’aveva fatto chiudendo la porta a chiave. Lucas aveva provato ad aprire la porta, o anche una delle finestre, ma non ci riuscì e alla fine si fece cadere a peso morto sul mucchio di cuscini li presente. Non capiva perché lo avevano lasciato li e quel bacio dato dal principe Narek l’aveva scombussolato più di quanto voleva ammettere. Essendo un assassino non aveva mai avuto storie con qualcuno, anche se era sicuro gli piacessero le ragazze, e quel primo bacio rubato in quel modo lo aveva fatto sentire strano. Non si era mai abbassato a diventare l’oggetto sessuale di qualcuno per poterlo uccidere, ma in quel momento non vedeva una via di fuga, l’unica possibilità era quella di ucciderlo prima di concludere qualcosa, anche perché era più che certo di non volere nuovamente le mani del biondo su suo corpo.
Sentì il rumore di chiavi e scattò in piedi per vedere entrare nella stanza due ragazze che gli sorrisero. La prima si avvicinò mentre la seconda diede due colpetti alla porta e Lucas sentì nuovamente rumore di chiavi. Era nuovamente rinchiuso.
-siamo qui per prepararti- disse la prima delle due ragazze sorridendogli mentre Lucas alzava un sopracciglio.
-prepararmi per cosa?- chiese infatti Lucas incrociando le braccia al petto sperando di essere minaccioso.
-per la notte con il principe Narek ovviamente! Sei il suo nuovo amante quindi bisogna prepararti per bene!- disse la seconda ragazza sorridendo mentre andava dritta spedita verso una elle finestre poste vicino al muro, e l’aprì. Non era una finestra ma uno specchio, cosa di cui Lucas non si era minimamente accorto, e una volta aperto celava un piccolo bagno. Piccolo per dire visto che era grande quanto la camera che Lucas aveva a Zragon. E anche quel bagno aveva quelle stramaledettissime finestre, però questa volta erano solo vicino alla vasca che era il triplo della sua di roccia.
-è ora del bagno!- dissero in coro le due ragazze facendo sgranare gli occhi a Lucas.
-posso fare anche da solo- disse infatti il ragazzo cercando di non arrossire per l’imbarazzo.
-abbiamo l’ordine di preparati e lo faremo- dissero nuovamente in coro le due avvicinandosi al ragazzo per spogliarlo, ma lui si ritrasse.
-faccio da solo- e per dar prova delle sue parole iniziò a sbottonarsi la camicia sotto gli occhi attenti delle due ragazze. -potreste girarvi?- chiese quasi in un ringhio e le due lo fecero. Fu in quel momento che il ragazzo uscì tutte le armi in suo possesso e le nascose sotto i cuscini più lontani. Una volta spoglio si diresse verso il bagno e si immerse nella vasca mentre le due ragazze entrarono nel bagno tutte sorridenti.
-è fredda. Io odio l’acqua fredda- disse Lucas rabbrividendo, ma non aveva nessuna intenzione di uscire dalla vasca visto che aveva la protezione della schiuma. Aveva un buon odore, sembrava muschio.
-la prossima volta ce ne ricorderemo- disse la ragazza con i capelli a caschetto.
-la prossima volta mi lavo da solo- disse invece Lucas che non capiva perché quelle due doveva fissarlo mentre faceva il bagno.
La ragazza dai capelli più lunghi prese uno sgabello e si sedette in modo da essere dietro di lui ed iniziò ad armeggiare con i suoi capelli. Avendoli molto lunghi Lucas li teneva sempre legati in una coda alta e quando sentì che la ragazza la stava sfilando si ritrasse di scatto.
-cosa vuoi fare?- chiese minacciose mentre quella col caschetto porgeva un pettine cosparso precedentemente d’olio all’altra.
-sistemarti i capelli. Il principe ti vuole vedere con i capelli sciolti, è molto attratto dai ragazzi con i capelli lunghi- disse la ragazza felice quando Lucas le diede nuovamente le spalle per permetterle di scioglierli i capelli e pettinarli con l’olio.
-quanti amanti ha?- chiese curioso Lucas.
-con te sono cinque, ma il numero varia. C’è stato un periodo in cui ne aveva addirittura dieci-
-e che fine hanno fatto?-
-di alcuni si è stufato, altri hanno chiesto di poter tornare a casa e prima che me lo chiedi deve passare un anno dal tuo arrivo prima di poter chiedere una cosa del genere- disse miss caschetto mentre passava la scodella con un altro olio profumato all’altra che intinse il pennello per poi riprendere a pettinare i capelli del ragazzo che si stava godendo quel piccolo massaggio.
-dove sono gli altri?- chiese Lucas che solo in quel momento si era ricordato di essere da solo in quell’enorme camera.
-ognuno ha una propria camera che assegna il principe personalmente e questa è la tua- disse la ragazza che gli stava pettinando i capelli.
Lucas poté tira un sospiro di sollievo. Per un momento, un bruttissimo momento, aveva pensato che quella fosse solo una camera per preparare i nuovi arrivati e che quindi non sarebbe mai riuscito a recuperare le sue armi.
-il principe non porta nessuno nella propria camera quindi ognuno deve avere la propria camera dove accoglierlo-
-non c’è modo di scampare a tutto ciò?- chiese Lucas che non aveva nessuna voglia di passare una notte con la sua vittima. Anche se poteva ucciderlo tranquillamente, ma non avrebbe avuto via di fuga.
-certo che no, Narek non si farebbe mai scappare un bel ragazzo come te. L’hai mai fatto con un ragazzo?-
Lucas scosse la testa e le due ridacchiarono.
-ricordati di dirglielo altrimenti ti sfonda- disse la ragazza che gli stava pettinando i capelli prima di alzarli dallo sgabello e sorridergli. Lucas d’altro canto divenne sempre più rosso.
-ti vado a prendere i vestiti così ti vesti e noi aspettiamo fuori- disse quella col caschetto per poi ritornare con dei vestiti celesti e lasciarli sul piano del lavandino e uscire con l’altra.
Lucas sospirò e uscì dalla vasca dove l’acqua stava diventando sempre più fredda e si vestì in fretta. Erano un semplice pantalone di cotone morbido e una camicia che lasciava il torace scoperto cosa che non piaceva per niente a Lucas che cercò in tutti i modi di chiuderla, senza successo. Sbuffò e uscì dal bagno.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Dopo che le due vipere se ne erano andate portandosi appresso i suoi vestiti e dopo aver sentito nuovamente la porta chiudersi, Lucas aveva ripreso tutte le sue armi e aveva passato il resto del pomeriggio cercando un posto più sicuro per nasconderle. Nel mentre aveva scoperto che difronte al bagno c’erano altri specchi che fungevano da armadio. Il ragazzo allora aveva cercato qualcos’altro da mettersi, ma il modello era sempre lo stesso e alla fine si arrese.
Alla fine si accorse che vicino all’armadio c’era una mattonella che scricchiolava leggermente e la sollevò sorridendo. Mise li dentro tutte le sue armi e la richiuse perfettamente. Ci camminò sopra per controllare se scricchiolava ancora, ovviamente a piedi nudi visto che gli avevano fatto sparire gli stivali, e si congratulò con se stesso per essere stato così bravo. Nessuno avrebbe scoperto quel nascondiglio.
Sentì la porta aprirsi e si spostò verso i cuscini accorgendosi solo in quel momento che il sole stava calando e che aveva dormito praticamente tre ore in due gironi.
Dalla porta, che si richiuse subito dopo, sempre rigorosamente a chiave, apparve Naker che gli sorrideva con un vassoio in mano facendo venir fame al povero Lucas che non toccava cibo dalla mattina.
-sei ancora più sexy così- gli disse Narek avvicinandosi e prendendogli una ciocca di capelli con la mano che non sorreggeva il vassoio.
-perché chiudete sempre la porta a chiave?- chiese Lucas mentre distoglieva lo sguardo.
Narek rise e si sette sui cuscini poggiando il vassoio a terra e facendo fare lo stesso a Lucas. -perché altrimenti scappi, quando saprò che non lo farai allora smetterò di chiudere la porta a chiave.- rispose il principe porgendogli poi un pezzo di pane con sopra del formaggio.
Lucas lo prese, per la fame altrimenti non lo avrebbe mai accettato, e lo mangiò con calma sotto lo sguardo attento di Narek che se lo stava mangiando con gli occhi.
-Elise e Gio ti porteranno il cibo a colazione, pranzo e cena- disse il principe mentre Lucas lo guardava confuso.
-le due ragazze di oggi si chiamano Elise e Gio- dalla bocca di Lucas uscì un “ah”, non si era minimamente curato di chiedere il nome alla due vipere. -io invece verrò ogni volta che mi andrà- a quelle parole Lucas sgranò gli occhi. Non poteva uccidere il principe quella sera perché altrimenti l’avrebbero scoperto subito, ma di certo non voleva passare mesi a farsi fottere dal principe prima di riuscire ad ucciderlo e a poter scappare.
-sei molto silenzioso, vuoi che ti faccia parlare?- chiese Narek avvicinandosi al ragazzo con un ghigno in faccia mentre Lucas si tirava leggermente indietro. -ma dai, ti faccio tanta paura? Comunque le armi le porteremo qui una volta che sarò sicuro che non scapperai da me- disse il principe ridacchiando e mettendosi a cavalcioni sopra Lucas che sbiancò. “Vuole già passare a quello?” pensò il ragazzo terrorizzato.
-quali armi?- riuscì a chiedere Lucas.
-quelle nel caso qualcuno ci attaccasse! Mi devi proteggere- disse Narek facendo scivolare una mano sul suo petto mentre Lucas voleva solo scappare.
-ma ci sono le guardie davanti alla porta- cercò di dire il ragazzo mentre Narek gli spostava i capelli che stavano vicino al collo iniziando a baciarlo.
-adesso si, ma dopo vorrei che non ci fosse nessuno ad ascoltarci- gli disse fissando i suoi occhi celesti in quelli scarlatti dell’altro. -sei vergine vero?- gli chiese poi ridacchiando.
-da cosa l’hai capito?- chiese Lucas mentre sentiva le mani di Narek scivolargli verso il sedere che subito dopo strinsero.
-da come ti comporti- ridacchi il principe continuando a baciare il collo del ragazzo mentre gli stringeva il sedere.
Lucas gemette, ma non di dolore e subito si morse il labbro per non farlo una secondo volta. Narek invece pensava l’esatto contrario quindi baciò il ragazzo per togliere il povero labbro dalle grinfie dei denti. -voglio sentirti- gli sussurrò prima di riprendere la sua tortura e Lucas cedette.
Si lasciò toccare dal principe con parecchio imbarazzo mentre Narek rideva nel vederlo così impacciato. Quando l’aveva visto combattere aveva subito pensato di volerlo avere come amante. Era forte e fiero mentre combatteva e la cosa aveva fatto eccitare da morire Narek. E il principe era davvero felice di vederlo tutto l’opposto di quando combatteva. Sapeva di aver abusato leggermente del fatto di essere il principe per poter avere Lucas tutto per lui, ma quel ragazzo aveva qualcosa di diverso da tutti gli altri con cui era stato. Era particolare, e i suoi occhi erano bellissimi. Da non tralasciare il fatto che i suoi capelli erano lunghi, della lunghezza che faceva impazzire Narek. Era rimasto leggermente deluso quando li aveva visti legati in quella coda, per questo la prima cosa che aveva ordinato a Gio ed Elise era stata quella di far lasciare i capelli di Lucas liberi. E quando l’aveva visto con quella cascata di capelli mori era partito. Non erano completamente sciolti come gli avevano detto le due gemelle, molto probabilmente Lucas si era legato le due ciocche che gli finivano davanti agli occhi perché erano troppo lunghe, ma a Narek piaceva lo stesso.
Narek sorrise mentre faceva sdraiare Lucas sui cuscini e gli apriva le gambe.
-non si può rimandare?- chiese i moro portandosi un braccio davanti agli occhi mentre cercava di non cedere all’istinto che gli dicava di chiudere le gambe.
-certo che no. Fidati ti piacerà- gli disse Narek togliendogli il braccio dagli occhi ed entrando dentro di lui.
Lucas si morse il labbro per il dolore mentre lacrime cercavano di uscire. Narek lo baciò asciugando con il pollice le lacrime che stavano uscendo dagli occhi del ragazzo. Forse gli aveva fatto un po’ troppo male, ma sarebbe passato presto, ne era sicuro.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Lucas guardava Lagas dalle grandi finestre della sua camera mentre era steso sui cuscini. Narek aveva lasciato la camera subito dopo che era arrivata la colazione e Lucas si era fatto un bagno caldo che era durato più del solito perché non riusciva a muoversi più di tanto. Aveva insultato il principe Narek così tante volte che molto probabilmente il biondo aveva avuto le orecchi che fischiavano per tutto il tempo.
Lucas era distrutto, come pretendeva quello stupido biondino che lui facesse da guardia del corpo se poi lo riduceva in quello stato? Okay che era stata la prima volta, ma Narek non era per niente andato piano come invece avevano detto le due vipere.
-stupido principe- borbottò il ragazzo chiudendo gli occhi. Era assurdo come non era minimamente riuscito a dormire per il dolore e in quel momento si trovava più stanco che mai. E la luce non aiutava. Perché non gli avevano dato una stramaledettissima camera senza finestre? O meglio perché non mettevano delle tende? Lui aveva bisogno di dormire, anche perché se doveva uccidere il principe e poi scappare doveva essere bello sveglio e riposato. E c’era anche un altro problema: le scarpe. Gli avevano portato via le scarpe e non sapeva dove poteva trovarne delle altre. Correre per la strada a piedi nudi era davvero doloroso e lui non voleva ripetere l’esperienza. L’aveva fatto a cinque anni perché il padre l’aveva punito. Non si ricordava nemmeno più per cosa tanto era stata traumatica la corsa. Lucas si girò per dare le spalle ala finestra e cercare di dormire senza la luce che gli arrivava dritta negli occhi, ma nel farlo sentì una fitta al fondoschiena e maledisse ancora una volta quel stramaledetto principe. Non vedeva davvero l’ora di ucciderlo, anche perché voleva concedersi il meno possibile.
 
-hai una faccia troppo contenta, cosa hai combinato?- chiese Vartan al fratello che sembrava un bambino che aveva appena ricevuto il giocattolo tanto desiderato.
-ho trovato un nuovo amante- disse lui al fratello senza perdere il suo sorriso mentre addentava il quinto pezzo di torta. Vartan lo guardò male, perché suo fratello poteva mangiare tanto e non ingrassare mentre lui bevendo il te’ con un po’ di zucchero aumentava di un chilo.
-a quindi è arrivato il numero cinque-
-smettila di chiamarli in quel modo! Hanno dei nomi- disse Narek socchiudendo gli occhi e puntando il cucchiaino verso il fratello che era seduto difronte a lui.
-non ho nessuna intenzione di imparare i nomi dei tuoi amanti che un giorno ci sono e l’altro forse no- disse Vartan guardando male a sua volta il fratello.
-invece dovresti, altrimenti come capisci di chi sto parlando?-
-vai a numeri- disse Vartan alzando le spalle indifferente.
-odioso-
-dove lo hai trovato quest’altro?- chiese alla fine Vartan per cambiare discorso. Non voleva continuare di nuovo quel discorso. Ogni volta finivano sempre per litigare e lui non ne aveva minimamente voglia.
-era tra le reclute di Joel. È arrivato secondo-
-e tu togli un mostro a Joel solo perché te lo vuoi fare? Sai che con Walter che ci vuole far fuori ci servono le guardie- disse Vartan leggermente irritato. Ma come si permetteva suo fratello di fare qualcosa del genere!
-calmati, farà anche da guardia- disse Narek sorridendo a Vartan che lo guardava ancora male.
-si, con il culo sfondato da te! Dimmi almeno che non l’hai fatto contro la sua volontà!- disse il più piccolo sospirando.
Narek non rispose, ma abbassò lo sguardo colpevole.
-oddio! Alcune volte credo di essere io il maggiore!- disse Vartan esasperato. -ma povero ragazzo! Era anche la sua prima volta vero?- Narek abbassò ancora di più lo sguardo e Vartan alzò gli occhi al cielo prima di alzarsi.
-dove vai?- chiese Narek vedendo che il fratello aveva praticamente attraversato mezza sala in pochi secondi. “maledetto lui e la sua altezza!” pensò Narek. Suo fratello sembrava veramente più grande di lui, non solo per il carattere, ma anche per la sua altezza, infatti lo superava di quindici centimetri buoni.
-dal povero numero cinque, e tu non mi fermerai- disse Vartan guardando male il fratello mentre usciva definitivamente dalla sala e si dirigeva spedito verso l’ala riservata all’harem del fratello. Appena entrato di guardò intorno non sapendo in quale camera fosse la nuova preda di Narek quindi si mise l’anima in pace e fece tutto il corridoio sperando che il fratello avesse lasciato una guardia davanti la porta del nuovo ragazzo, come di solito faceva.
Fu fortunato e sorrise a Joel che era davanti alla porta.
-vostra altezza cosa ci fate qui?- chiese curioso.
-voglio parlare un po’ con la nuova preda di mio fratello. Giusto per tranquillizzarlo- disse il ragazzo continuando a sorridere. Joel annuì e uscì le chiavi aprendo la porta. Il ragazzo gli sorrise ancora ed entrò nella stanza. Subito si coprì il viso con le mani, era la stanza delle finestre e la luce era davvero troppa per uno che aveva gli occhi troppo chiari. Ci mise parecchio ad abituarsi, e una volta fatto si guardò intorno cercando il povero ragazzo in mezzo a tutti quei cuscini. Sorrise quando lo individuò, ma subito si accorse che il ragazzo stava dormendo tranquillamente. Sarebbe stato meglio uscire da li e lasciarlo riposare, ma se lo avesse fatto poi Narek non l’avrebbe fatto più entrare quindi decise di sedersi anche lui sui cuscini e aspettare che il ragazzo si svegliasse.
Lo studiò meglio e dovette concordare con il fratello, il ragazzo era davvero carino, e il fatto che avesse i capelli lunghi aveva di sicuro fatto capitolare definitivamente Narek. Ma comunque Vartan non approvava la scelta del fratello. Quel ragazzo era arrivato secondo durante il combattimento, significava che aveva perso contro solo una persona, quindi era pressocché inutile tenerlo come suo amante. Stava solamente togliendo risorse al loro esercito. Narek sembrava non accorgersi del reale pericolo che rappresentava Walter, soprattutto quando poco alla volta, e nemmeno velatamente, si stava impadronendo del territorio di Aloyzas. Prima o tardi sarebbe toccata anche a loro, ed era meglio essere pronti.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Lucas sapeva che c’era qualcun altro insieme a lui nella camera prima ancora di aprire gli occhi. Avvertiva il respiro dell’altra persona, ma non sapeva dire chi fosse. Di sicuro non una delle vipere, andavano sempre in giro insieme, e nemmeno Joel visto che aveva il respiro più pesante. Narek era impossibile, gli sarebbe saltato addosso mentre la persona stava seduta ad una giusta distanza da lui.
Decise alla fine di aprire gli occhi e scoprire chi fosse. La prima cosa che vide fu luce, luce totale, visto che gli specchi riflettevano quella che proveniva dalle finestre e Lucas maledisse mentalmente Narek, ancora, per avergli dato quella stramaledettissima camera luminosa. Quando si abituò alla luce fece vagare lo sguardo per la camera fino a quando non incrociò lo sguardo con quello celeste, identico a quello di Narek, dell’altro ragazzo presente nella camera.
-mi scuso per l’intrusione. Come stai?- chiese il ragazzo sorridendogli.
-bene credo- disse Lucas con voce ancora impastata dal sonno.
-devi scusare mio fratello, a volte è troppo stupido per capire di fermarsi- disse il ragazzo sorridendogli ancora. Invece Lucas sgranò gli occhi. “fratello? Praticamente vi state suicidando!” pensò il ragazzo che nel giro di ventiquattro ore era riuscito ad entrare nel castello, anche se non come voleva, e a conoscere i volti delle sue due prede.
-okay- disse alla fine Lucas non sapendo come comportarsi. Aveva avuto la possibilità di uccidere entrambi i principi, ma non poteva per via della porta chiusa a chiave. E il nervoso gli saliva parecchio. Forse farsi amico il principe Vartan poteva volgere tutto a suo favore e riuscire ad ucciderlo tranquillamente.
-e ti do la mia autorizzazione a trattarlo male. Se lo merita, comunque come ci sei finito qui?- chiese Vartan curioso.
-dovevo entrare nella guardia, ma il principe ha deciso diversamente- disse Lucas alzando le spalle.
-si lo so, intendo qui a Lagas. Si vede parecchio che non sei di qui- gli disse il ragazzo sorridendogli.
A Lucas venne da sorridere solo perché l’altro lo aveva appena fatto. Comunque non si era minimamente preoccupato di quella domanda. Aveva ipotizzato potessero fargliela e quindi oltre ad un piano per entrare nel castello, durante il viaggio aveva pensato anche a un modo per spiegare la sua presenza li senza destare sospetti.
-vengo da un villaggio di Halaf. Sono venuto qui perché il re di Ur si sta espandendo e volevo fare un po’ di pratica entrando nell’esercito- disse Lucas facendo la sua faccia da dolce cucciolo che fece convincere sempre di più Vartan delle sue parole, forse anche per il fatto che il biondo voleva davvero credere a quel povero ragazzo che era finito nelle grinfie di suo fratello.
-mi dispiace davvero tanto. Anche qui non siamo messi tanto bene- disse Vartan perdendo momentaneamente il suo sorriso. A Lucas, per un solo attimo, gli si strinse il cuore. Poi pensò che lui era li proprio per ordine di Walter quindi cercò di non farsi prendere troppo dai sentimenti. Non era mai una cosa buona farsi guidare dalle emozioni, e ancora di più durante una missione.
-scusate se ve lo chiedo ma voi cosa ci fate qui?- chiese dopo un po’ Lucas che non aveva ancora capito cosa ci facesse il secondogenito di Lagas li.
-a darti il mio supporto. Mio fratello è ingestibile la maggior parte delle volte, quindi se ne avrai bisogno puoi venire sempre da me. Ovviamente quando Narek deciderà di lasciarti libertà di movimento! Comunque puoi anche darmi del tu- disse il biondo sorridendogli.
-grazie mille- furono le parole di Lucas che, vista tutta la situazione nella quale si era cacciato, era davvero felice di poter contare su di Vartan, e poi gli stava offrendo la sua vita su un piatto d’argento.
-bene, io vado altrimenti Narek inizia a fare congetture strane. Posso sapere almeno il tuo nome?- chiese il biondo vicino alla porta.
-Lucas-
-allora ci vediamo Lucas- disse il biondo prima di bussare e uscire dalla camera lasciando il moro da solo.
Nemmeno il tempo di sgranchire i muscoli indolenziti che il ragazzo avvertì delle voci fuori dalla porta. Sembrava che qualcuno stesse litigando, e anche ferocemente. Poi la porta della sua camera si aprì rivelando un Narek parecchio infuriato. Lucas non ebbe il tempo di dire una parola che si ritrovò subito sovrastato dal principe.
-cosa avete fatto?- chiese a denti stretti quest’ultimo.
-abbiamo solo parlato- disse Lucas che intuì che il litigio era scoppiato tra i due fratelli che si erano incrociati davanti alla porta.
-per cinque ore?- chiese indemoniato l’altro mentre gli stringeva forte un fianco.
-mi sono svegliato poco fa-
-tutte le persone nel mio harem sono mie e nessun altro le può toccare, nemmeno mio fratello. Mettitelo bene in testa- disse Narek iniziando a baciarlo e morderlo sul collo.
-davvero non abbiamo fatto niente, anche perché sono ancora tutto dolorante- cercò di dire il moro anche per far desistere il biondo che aveva tutte le intenzioni di farselo per tutto il resto del giorno per quanto era arrabbiato.
-non me ne frega niente. Lui non ti deve toccare e tu non devi fare la gatta morta con lui- Lucas si innervosì.
-prima di tutto io non faccio la gatta morta con nessuno, secondo io non ho mai voluto fare sesso con te e terzo non mi piacciono gli uomini- disse Lucas con gli occhi che sembravano fuoco vivo.
Narek rimase sinceramente colpito dall’azione del ragazzo. Non si sarebbe mai immaginato una ribellione del genere, ma doveva ammettere che facendo così il ragazzo si rendeva ancora più sexy ai suoi occhi. Lui odiava le persone che subito si sottomettevano.
-potrei crederti anche se da come gemevi ieri credo che la seconda e la terza parte non siano tanto vere- disse Narek sorridendo prima di baciare il ragazzo sotto di lui, ricevendo anche un morso, e prenderselo come aveva fatto il giorno prima.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Era passata una settimana da quando Narek aveva preso Lucas come suo quinto amante, anche se adesso erano rimasti solo in tre visto che il biondo aveva cacciato gli altri due avendo capito che si stavano innamorando di lui. Non che a lui non piacessero, solo che già una volta era successa una rivolta perché uno dei suoi amanti voleva che tutti gli altri sparissero per restare il solo. Non era finita bene e ci era anche scappato il morto. Era stato allora che Narek aveva deciso che ogni amante doveva avere la propria stanza, infondo nel palazzo c’erano parecchie camere inutilizzate quindi perché non dargli un po’ di vita?
In quella settimana Lucas era diventato leggermente più sicuro di se mentre facevano sesso, tanto da prendere il controllo alcune volte, cosa che aveva fatto andare in tilt Narek. E non perché non gli piacesse, anzi. Adorava quando il moro prendeva il controllo e aveva deciso che quella sera avrebbe tolto le guardie e la porta non sarebbe più stata chiusa a chiave, e soprattutto avrebbe portato le armi nella stanza del suo lupetto in modo tale che potesse continuare ad allenarsi. Sapeva che c’erano davvero poche possibilità che qualcuno attaccasse mentre erano in un momento di intimità, ma la prudenza non era mai troppa.
-ehi lupetto- disse Narek entrando nella camera di Lucas una volta che Rich, la guardia che controllava il ragazzo, ebbe aperto la porta.
-smettila, lo sai che odio essere chiamato così- disse il ragazzo che dava le spalle al principe osservando la città di Lagas dalle finestre.
-ma tu sei il mio lupetto- disse il principe arrivando da dietro e mettendogli le mani sui fianchi portandoselo più vicino e mordendogli il collo.
-sembri più tu il lupo- sussurrò Lucas mentre non impediva a Narek di toccarlo. Alla fine si era arreso perché aveva capito che prima lo faceva e prima aveva la possibilità di essere libero ed uccidere i principi. E poi, anche se l’assassino non voleva ammetterlo, gli piaceva davvero tanto fare sesso con il principe.
-domani ti faccio portare le armi, così nei tempi morti puoi fare qualcosa-
-uccidermi?- chiese Lucas facendo ridere Narek che girò il ragazzo e lo baciò. -non chiuderò nemmeno la porta, ma per favore non andare da mio fratello- disse il biondo sbuffando e questa volta fu Lucas a ridere.
-guarda che è già tanto se mi faccio toccare da te- disse il moro tra le risate. Era felice perché finalmente poteva iniziare a mettere in atto il suo piano. Aveva deciso che avrebbe ucciso prima Vartan, era la preda più semplice visto che il ragazzo si fidava molto di lui e lo trattava come un amico. Ma non era solo la preda più facile, Vartan stava iniziando a ricordargli Marc un po’ troppo spesso e Lucas sapeva che più tempo passava più non sarebbe riuscito ad uccidere Vartan a sangue freddo. Era strano come aveva sperato per molto tempo di poter uccidere qualcuno con un rango molto elevato e quando poteva farlo era costretto ad andare a letto con uno e l’altro gli ricordava il fratello.
Perché aveva accettato quella stramaledettissima missione? Non poteva rifiutare? Oppure suo padre non poteva darla a qualcun’altro? Poi Lucas si diede dello stupido. Suo pare si fidava solo dei suoi due figli e Marc era troppo riconoscibile, e poi non era stato lui stesso a voler partecipare a quella missione a tutti i costi? E soprattutto perché si stava facendo tutte quelle pippe mentali?
Il moro venne riscosso dai suoi pensieri dalle mani di Narek che, dopo avergli abbassato i pantaloni, strinse forte i suoi fianchi.
-a cosa stai pensando?- gli chiese il biondo che aveva perfettamente capito che il moro si era perso nei suoi pensieri.
-pensavo di dover rimanere rinchiuso per più di un mese- sussurrò Lucas mettendo le braccia introno al collo del principe mentre quest’ultimo lo faceva aderire con la schiena ad una delle vetrate. Il freddo vetro fece rabbrividire Lucas e Narek scoppiò a ridere per la faccia del ragazzo.
-ti stai comportando bene, perché dovrei tenerti in gabbia? E poi più tempo passi senza allenarti e meno possibilità avrai di uccidere un qualsiasi mio assassino-
Lucas sorrise pensando che per uccidere un “qualsiasi suo assassino” doveva praticamente suicidarsi, cosa che non avrebbe mai fatto. Anche perché aveva promesso a Marc di ritornare tutto intero.

 

-cosa ci fai ancora qui?- chiese Lucas una volta uscito dal suo bagno trovando il principe ancora sdraiato sui suoi cuscini, si ricordava perfettamente che dopo averlo fatto il ragazzo era uscito dalla sua camera. Poi Lucas notò i capelli biondi dell’altro leggermente umidi. Si era fatto un bagno?
-non posso voler passare un po’ di tempo con il mio lupetto?- chiese quest’ultimo facendo cenno a Lucas di sedersi al suo fianco, cosa che il moro fece.
-la scorsa settimana non ti andava tanto a genio di parlare, volevi fare altro- borbottò il moro facendo ridere Narek che gli mise un braccio sulla spalla.
-questo è vero, però voglio sapere veramente qualcosa in più sul mio lupetto- disse il principe baciando il ragazzo sulle labbra, in un bacio casto e non passionale come al solito.
-non c’è niente di interessante da sapere- cercò di dire Lucas che non voleva esporsi più di tanto.
-dai, qualcosa ci sarà, per esempio la tua famiglia!- disse Narek che non aveva nessuna intenzione di demordere con il ragazzo.
-mia madre è morta pochi giorni dopo la mia nascita, mio padre pensa solo al suo lavoro e mio fratello è troppo apprensivo- disse il ragazzo, ed era la verità.
-pensavo fossi figlio unico sai?-
-cose te lo aveva fatto pensare?-
-il fatto che sei qui, da solo-
-mio fratello deve aiutare mio padre a casa- disse Lucas abbassando lo sguardo.
-okay, cambiamo argomento. Cosa ti piace fare?-
“uccidere” pensò Lucas ma non lo disse, e rimase in silenzio non sapendo come rispondere alla domanda del principe.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


-che cosa sbaglio?-
-non tutte le persone vogliono che tu invada la loro vita personale- disse Vartan dando una ventagliata in testa al fratello. Lui adorava andare in giro con i ventagli, o meglio lui amava i ventagli e ne aveva tantissimi. Ogni giorno ne cambiava uno. Non erano solo comodi per rinfrescarsi un po’ quando faceva caldo, ma erano anche delle ottime armi, soprattutto se vuoi colpire tuo fratello senza ferirlo.
-lo so, però con gli altri si parlava più tranquillamente. Con lui è un’impresa cavargli le parole di bocca- borbottò Narek che era andato a rifugiarsi dal fratello per chiedere aiuto con il suo lupetto che non aveva nessuna voglia di aprirsi con lui. E ci aveva provato per una settimana intera ad avere una specie di conversazione, sia prima che dopo il sesso. Alcune volte era andato li solo per parlare con il ragazzo, ma il moro non aveva detto niente e quindi se ne era andato via davvero sconsolato.
-non tutti sono uguali Narek, e lui è molto chiuso. E forse anche il tuo primo approccio con lui non è stato dei migliori, con me la prima volta ha parato tranquillamente- disse Vartan vedendo subito gli occhi celesti del fratello fremere di rabbia.
-ancora non mi va giù la cosa, secondo me vuole te- borbottò il maggiore incrociando le braccia al petto-
-no, lui parla con me proprio perché non me lo voglio fare. Diversamente da te che lo hai preso senza sapere se era quello che voleva anche lui-
-ma è uno dei miei amanti!-
-glielo hai chiesto di esserlo?-
-no! Però nessuno ha mai fatto storie, e credimi piace anche a lui- disse il maggiore sbuffando facendo ridere Vartan. Alcune volte si sentiva davvero il più grande.
-gli altri avevano tutte le intenzioni di diventare gli amanti del principe, lui no. Lui voleva stare solo per i fatti suoi- disse il minore sorridendo al fratello.
-credi che debba lasciarlo andare?- chiese Narek leggermente spaventato da quella possibilità. Non voleva perdere il suo lupetto.
-no, ormai il danno è fatto. Ma non ti arrendere. Prova a parlargli e non ti scoraggiare se non ti risponde o sta sulle sue- disse Vartan sorridendo. -e permettimi di parlargli-
-no, sono geloso- disse in assoluta sincerità il maggiore.
-tranquillo Lucas è tutto tuo. Voglio soltanto aiutarlo-
-e va bene, anche se mi sembra strano che ricordi il suo nome e non quello degli altri due ragazzi che sono qui- borbottò Narek prima di uscire di fretta dalla camera del fratello. Nemmeno due passi che si trovò di fronte Fred che lo guardava sorridendo.
-tutto okay?- chiese Narek che non era abituato a vedere il ragazzo fuori dalla sua stanza.
-si ti stavo cercando- disse il castano continuando a sorridere per poi avvicinarsi al principe mettendogli una mano sul petto.
-dimmi- disse Narek non facendosi distrarre da quel gesto. Fred voleva qualcosa, e il tutto era così palese che fece venire i nervi al principe.
-perché non scegli un tuo amante preferito? Ne dovrai avere pure uno no?- chiese il ragazzo avvicinandosi sempre di più strusciando il suo corpo su quello del biondo che alzò un sopracciglio.
-e dovresti essere tu?- chiese scettico il principe che aveva già capito dove voleva andare a parare Fred.
-ovvio sono quello che è qui da più tempo- disse il castano portando la sua mano verso il cavallo dei pantaloni del biondo facendolo gemere a quel contatto improvviso.
-ma il preferito potrebbe non essere quello che è qui da più tempo- disse Narek a denti stretti cercando di non far uscire un altro gemito dalla sua bocca. Erano in mezzo al corridoio dannazione! Okay che tutti sapevano quello che faceva in quel palazzo, ma non voleva rendere così pubblica la cosa. E poi era a due passi dalla porta di Vartan!
-ma io diversamente dagli altri ti sono stato fedele per tre anni- continuò il suo attacco Fred mentre Narek cercava di trattenersi il più possibile.
-ovviamente perché tu vuoi altro e credi che facendo il bravo lo avrai- disse Narek scostandosi da Fred che lo guardò confuso. -credi che non me ne sia accorto?- chiese dopo un momento di pausa per riprendersi.
-accorto di cosa?-
-che vuoi diventare l’unico. E ci saresti riusciti se non te ne fossi uscito con questa trovata assurda. Sai perché nonostante mi fossi accorto di tutto ciò non ti avevo detto niente? Perché tu non avevi ancora espresso i tuoi desideri ad alta voce. Adesso mi vedo costretto a cacciarti- disse Narek riprendendo il controllo di se.
-no! Non puoi cacciarmi!- disse Fred perdendo tutta la sicurezza che aveva avuto fino ad allora.
-invece posso e lo farò. Addio- e così dicendo Narek si allontanò dal castano per andare a comunicare a Rich che il suo arem si era appena ridotto a due persone.
Però aveva un piccolo problema e doveva assolutamente risolverlo. Decise quindi di cambiare direzione all’ultimo e andare verso la camera del suo amante. Quando la spalancò si eccitò ancora di più. Lucas non si era minimamente accorto che era entrato in camera e si stava allenando, a torso nudo, con una delle lance che gli aveva portato. Di solito Narek andava da Lucas solo di notte, per far allenare il ragazzo, ma quel giorno non aveva minimamente pensato a ciò e si era fiondato nella camera delle finestre. Rimase imbambolato per parecchio tempo, poi palesò la sua presenza chiudendo la porta.
Lucas si girò verso di lui con il volto completamente scoperto visto che aveva i capelli legati. Il suo petto si alzava e abbassava per lo sforzo fisico che stava facendo e il ragazzo non riuscì a dire niente quando il principe si impossessò delle sue labbra con ferocia. Gli fece mollare la lancia a terra, facendo anche dimenticare al ragazzo che avrebbe potuto ucciderlo in due secondi e si lasciò condurre dal principe fino alle vetrate gelide. Di nuovo.
Lucas gemette per il fastidio del freddo sul suo corpo accaldato, ma Narek sembrò non darci peso e fece girare il ragazzo di spalle facendolo spiaccicare sempre di più contro il vetro gelato mentre gli abbassava in un solo colpo i pantaloni e lo penetrava facendo perdere a Lucas la possibilità di fare qualunque pensiero razionale.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


-scusa se sono stato rude- disse Narek mentre baciava il collo di Lucas. Entrambi erano immersi nella vasca da bagno di Lucas e il moro era seduto tra le gambe di Narek.
-è successo qualcosa?- chiese Lucas non pensando minimamente alle scuse dell’altro. Quando l’aveva notato gli era sembrato completamente diverso. La rabbia aveva preso il sopravvento su di lui.
-si- sussurrò il biondo continuando la sua tortura mentre Lucas cercava di capire cosa potesse essere successo.
-come fai a stare in quest’acqua bollente?- chiese dopo un po’ il biondo con le gote arrossate per il troppo calore.
-mi piace il caldo- disse semplicemente Lucas con un’alzata di spalle e Narek sorrise, stavano parlando. Finalmente.
-è per questo che ti irriti quando ti sbatto sulle finestre?- disse ridacchiando il principe mentre Lucas rispondeva con un ringhio.
-scusa, se non so le cose come faccio a non farle?- chiese il ragazzo leggermente spaventato da quel ringhio. Era veramente un lupetto quindi.
-allora non venire più qui. Mi da fastidio fare sesso.- “con te” aggiunse mentalmente il ragazzo.
-si come no, non ti piace per niente- disse il principe sussurrandogli nell’orecchio mentre con una mano iniziava a toccare il sesso del moro che iniziò a gemere ininterrottamente maledicendo il principe mentalmente. -vedi, si vede che non ti piace- disse il biondo interrompendo la sua tortura mentre Lucas gemeva di frustrazione. Perché cavolo si doveva fermare? Lucas gli lanciò un’occhiataccia e Narek sorrise vittorioso.
-mi dispiace, ma rimarrai così fino a quando non ammetterai che ti piace farlo con me- disse il principe mentre Lucas alzava un sopracciglio.
-posso fare anche da solo- disse il ragazzo leggermente in imbarazzo, ma il principe gli bloccò le mani.
-no lupetto mio, rimarrai così fino a quando non lo ammetterai- gli sussurrò il principe per poi riprendere la sua lenta tortura sul corpo dell’assassino che dopo dieci minuti di resistenza cedette.
-okay, mi piace- sussurrò mentre Narek sorrideva.
-hai detto qualcosa lupetto?-
-sai perfettamente cosa ho detto-
-io non ho sentito, puoi ripetere?- chiese Narek facendo gemere nuovamente il ragazzo che era completamente in balia delle sue attenzioni.
-ho detto che mi piace- urlò il ragazzo.
-cosa ti piace?- Lucas lanciò un’occhiata assassina al principe, una delle migliori che aveva anche se gli risultò parecchio difficile visto che il principe continuava a torturarlo.
-mi piace fare sesso con te- disse alla fine il ragazzo non urlando, ma con tono abbastanza alto da far si che il principe non lo costringesse a ripeterlo.
Narek sorrise e baciò le labbra del moro dandogli finalmente il piacere che gli aveva negato per tutto quel tempo.

 

 
-quindi hai cacciato anche mister numero uno- disse Vartan quella sera a cena. C’erano solo loro due e il minore si era sbilanciato a parlare di quell’argomento proprio per l’assenza dei due genitori. A quanto pare erano impegnati in una riunione militare importante alla quale però non era stata richiesta la presenza dei due principi.
-le regole sono uguali per tutti, e poi era diventato noioso- disse Narek lanciando un veloce sguardo verso la porta per paura che entrassero i genitori da un momento all’altro.
-e dimmi quando hai intenzione di sostituirli? Sei rimasto solo con due amanti- disse curioso Vartan, di solito il fratello aumentava il numero di amanti velocemente quando doveva cacciarne alcuni, ma in quel momento l’unico nuovo arrivato era Lucas.
-non lo so, forse non lo farò- Vartan sgranò gli occhi. Era una cosa strana da sentire uscire dalla bocca di Narek.
-mi fai paura così- disse infatti il minore facendo ridere l’altro biondo.
-sono sempre io, solo che stavo pensando che prima o poi mi dovrò sposare quindi è meglio per me se diminuisco il numero di amanti presenti.- spiegò il ragazzo mentre Vartan annuiva trovandosi pienamente d’accordo con il fratello, anche se lui avrebbe mille volte preferito che il ragazzo eliminasse definitivamente tutti gli amanti. O forse era quello che stava facendo.
-hai trovato già la tua futura moglie?- chiese allora sorridendo Vartan, suo fratello non se ne sarebbe uscito con un pensiero del genere se non avesse già trovato qualcuno.
-no, prenderò quella che vorranno i nostri genitori. Lo sai che non mi piacciono le donne- disse Narek alzando le spalle indifferente.
-secondo te si avvererà mai?- chiese allora Vartan pensieroso.
-cosa?-
-la profezia, quella sull’erede che unirà tutti e tre i popoli- disse Vartan in un sussurro.
-se il re Aloyzas non si trova una moglie non credo avverrà mai- disse Narek rabbuiandosi di colpo. Era per colpa di quella profezia che il re Walter era peggiorato. Era la profezia della sua morte e la fine della sua dinastia da parte dell’erede. Erede che sarebbe nato dall’unione di Lagas e Halaf, il motivo per il quale diciannove anni prima era state sterminata l’intera famiglia reale di Halaf. L’unico ancora in vita, che si era salvato per pura fortuna, era Aloyzas, ma l’uomo non sembrava aver intenzione di sposarsi.
E sia Vartan che Narek sapevano di non essere al sicuro. Se erano sopravvissuto così tanto a lungo era perché Walter non era riuscito ad avvicinarsi a loro senza destare troppi sospetti. Dopo la distruzione della famiglia reale di Halaf non poteva di certo attaccare loro. Si sarebbero subito capite le sue intenzioni.
Ma comunque non erano al sicuro.
-non capisco, se Walter ha distrutto l’intera discendenza perché c’è ancora in circolo la profezia? Non dovrebbe eliminarsi?- chiese Vartan sospirando. Quella storia era troppo complessa.
-non lo so. Forse non era quella la discendenza reale della quale parlava la profezia, forse c’è un’altra famiglia- ipotizzò Narek.
-ho fatto ricerche su ricerche, ma l’unica famiglia che sempre governato Halaf è quella dei Nerey-
-allora perché fai le domande se sai più cose di me?- disse Narek iniziando a ridere. Vartan era sempre stato quello più curioso tra i due, e anche quello al quale piaceva immergersi in mille libri e leggerseli tutti in un fiato. Narek invece aveva sempre amato il combattimento, fino a quando non aveva scoperto il sesso.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


-dovrò dirlo a mio fratello- disse Vartan ridacchiando mentre porgeva a Lucas l’intera ciotola di fragole. Erano entrambi in cucina, si erano trovati li per caso, e Vartan aveva dato una fragola a Lucas. Il moro l’aveva guardato incuriosito dicendo al biondo di non averle mai mangiate e adesso ne era appena diventato dipendente.
-ti prego no, quello si inventa giochi erotici poi- disse Lucas prendendo l’intera ciotola e fiondandosi su quei buonissimi frutti.
-io non credo che ti dispiacerebbe come vuoi far credere sai?- disse Vartan sorridendo al moro che ricambiò il sorriso a sua volta.
Erano passato due mesi esatti da quando era diventato l’amante di Narek e il suo rapporto di amicizia con Vartan era diventato sempre più solido e il ragazzo non sapeva veramente come fare ad ucciderlo. Ne aveva avute tante di occasioni, davvero tante, ma non era mai riuscito a farlo. Non ci sarebbe riuscito e la cosa lo mandava in bestia anche perché era diventato stranamente più semplice parlare con Narek.
O meglio lui si era aperto con il biondo che adesso lo prendeva senza ritegno, addirittura peggio di prima. Ma Lucas non si lamentava. Il piacere che gli dava il principe era tanto e si chiedeva come cavolo avesse fatto a vivere senza per tutto quel tempo.
E Vartan sapeva tutto. Il moro era arrivato a confidarsi con lui cercando delle spiegazioni e il minore dei principi aveva semplicemente risposto che era perché al suo corpo piaceva quello che faceva Narek e che molto probabilmente era sempre stato attratto dagli uomini ma non se ne era mai accorto.
Lucas gli aveva fatto giurare di non dire niente a Narek e il biondo dopo una risata sincera glielo aveva promesso strappando un sorriso anche a Lucas.
-si, ma Narek non lo deve sapere- disse ancora Lucas convinto. Si stava spingendo troppo oltre e se avesse continuato in quella direzione non sarebbe riuscito ad uccidere nessuno dei due, ma doveva farlo. Per la sua salvezza doveva farlo.
-ne sarebbe solo felice credimi, anche lui adora le fragole e quella coppa che ti sei finito era la sua coppa- disse Vartan facendo sbiancare il moro che lasciò subito andare la ciotola che però era già vuota.
-cavolo- disse Lucas non sapendo minimamente cosa fare.
-tranquillo io non faccio la spia, anche perché te le ho offerte io- disse il biondo sorridendo.
-meglio per te- borbottò il moro facendo ridere il biondo.
 
-quando mi farai diventare cuoco?- chiese Louis mentre faceva un massaggio alle spalle indolenzite di Narek.
-te l’ho detto sarai l’ultimo ad uscire dal mio harem- rispose il principe felice del massaggio che il suo “amante” gli stava facendo.
-quindi mai! Cavolo prima che molli Lucas ci vorranno secoli e io voglio cucinareee- si lamentò Louis facendo ridere Narek.
-ti devo in qualche modo premiare no?- disse il biondo.
-premiare per cosa? Guarda che anche io ti sto sfruttando per raggiungere il mio obbiettivo-
-il tuo obbiettivo è quello di diventare cuoco non diventare il mio unico amante- disse Narek sorridendo a Louis. Louis che fin dal primo giorno che era entrato a palazzo aveva messo nero su bianco che voleva diventare il cuoco del palazzo. Narek si era messo a ridere ma era contento della schiettezza del ragazzo.
Aveva fatto sesso solo cinque volte, poi Louis era diventato quasi un migliore amico per Narek il quale s rifugiava dal rosso ogni qual volta aveva bisogno di rilassarsi, grazie ai suoi massaggi, e di parlare.
Era per quello che aveva promesso al ragazzo che sarebbe stato l’ultimo a lasciare il suo harem.
-perché non mi metti definitivamente in cucina? Ti preparo una torta di fragole- provò il ragazzo cercando di corromperlo.
-sei più utile qui-
-si a sentire i tuoi problemi di cuore con Lucas, se fossi stato in quel ragazzo ti avrei già mandato a quel paese- borbottò il rosso.
-non ho problemi di cuore con Lucas- si impose Narek.
-certo e io sono moro. Si vede da come ne parli che ti stai innamorando di quel ragazzo. Il famoso principe Narek che è conosciuto in tutto il regno per il suo harem si è innamorato dell’unico ragazzo che si è trovato come suo amante senza volerlo- disse il rosso facendo girare di scatto Narek.
-smettila o finisce male- sibilò Narek.
-fai così solo perché sai che ho ragione-
-Louis smettila, davvero. Credo che a lui piaccia Vartan-
-tuo fratello? Ma ti senti? Vartan è più passivo di me e Lucas messi insieme- disse il rosso ridacchiando. E facendo sgranare gli occhi a Narek.
-in che senso più passivo di voi due?-
-nel senso che tuo fratello si farebbe tranquillamente scopare da un bel maschione tutto muscoli. Davvero non te ne eri accorto?- chiese davvero sorpreso Louis. Se ne era accorto addirittura lui che aveva visto Vartan si e no tre volte, e il fratello no?
-cavolo no!- disse Narek completamente sconvolto. Ecco perché Vartan sembrava simpatizzare davvero troppo per Lucas.
-devi osservare meglio la gente intorno a te, dico davvero- disse Louis riprendendo a fare il massaggio al principe.
-adesso devo assolutamente controllare mio fratello. Non posso permettere a nessuno di toccarlo- disse Narek iniziando a pensare ad uno sguardo da assassino da fare a qualunque uomo tentasse di accaparrarsi il suo fratellino.
-tuo fratello è abbastanza grande da poter decidere tranquillamente con chi scopare- disse Louis ricevendo un ringhio da parte di Narek.
-non ci provare, nessuno può toccare il mio fratellino-
-se lo dici tu-
-come mai questa tua frase mi sembra tanto una presa in giro nei miei confronti?- chiese Narek sentendo il tono del rosso che si mise a ridere subito dopo.
-credo che tu sia l’ultimo a poter giudicare le scelte di Vartan- disse in completa sincerità Louis facendo sbuffare Narek, sapendo che il suo migliore amico aveva perfettamente ragione.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Lucas baciò Narek mentre il biondo gli stringeva forte i fianchi. Narek fu il primo a interrompere il bacio per passare a torturare la pelle del collo del moro che piegò la testa esponendo sempre di più il collo al biondo che sorrise mentre continuava la sua dolce tortura.
-ho saputo che ti piacciono le fragole- disse sul suo collo Narek mentre Lucas gemeva per via delle mani del biondo che erano andate a stritolare i suoi glutei.
-chi te lo ha detto?- chiese a fatica il moro mentre con una mano si aggrappava alle spalle di Narek e con l’altra si scostava i capelli sudati dal collo.
-Vartan. L’ho beccato mentre cercava di nascondere la ciotola di fragole vuota- disse il biondo lasciando un bacio sul succhiotto che aveva appena fatto al ragazzo.
-è colpa sua- sussurrò Lucas mentre Narek lo faceva stendere sui cuscini della sua stanza.
-lo so, me lo ha detto- disse Narek sorridendogli. -però sono felice sai? Abbiamo una cosa in comune-
-rallegrati perché sarà l’unica- disse Lucas mentre Narek gli sorrise prima di baciarlo nuovamente.
 

Lucas guardava la porta della camera di Vartan e poi la manica della sua casacca indeciso su cosa fare. Aveva nascosto il pugnale nella manica. Doveva uccidere Vartan il prima possibile, altrimenti non ci sarebbe più riuscito. Ma in realtà non voleva, non voleva assolutamente uccidere quel ragazzo gentile. Gli ricordava troppo suo fratello.
-ehi, cosa ti porta qui?- chiese proprio l’oggetto dei suoi pensieri arrivandogli alle spalle. Lucas fece un salto maledicendosi per non essersi minimamente accorto dell’arrivo del ragazzo. Si stava rammollendo troppo a stare li. I suoi sensi si stavano prendendo gioco di lui. Doveva allenarli nuovamente una volta tornato alla base.
-volevo parlarti, hai un minuto?- chiese il ragazzo tremando leggermente cosa della quale Vartan si accorse e senza dire altro aprì la porta spingendoci dentro Lucas molto delicatamente.
-cosa succede? Mi stai facendo preoccupare- disse Vartan una volta chiusa la porta dietro di se.
-mi sento un mostro- disse sinceramente il ragazzo sotto lo sguardo confuso di Vartan.
-perché?- chiese il biondo quando capì che  il ragazzo non avrebbe continuato a parlare senza avere una leggera spinta da parte sua.
-perché lo sono, e sto per fare una cosa bruttissima- disse il ragazzo iniziando a piangere e facendo sgranare gli occhi a Vartan che lo strinse a se.
-cosa stai per fare di così brutt…- Vartan non riuscì a finire di parlare per il dolore atroce che aveva appena avvertito all’altezza dello stomaco. Si staccò leggermente da Lucas notando che il ragazzo aveva la mano ancora sull’elsa del pugnale che era appena entrato nel suo stomaco.
-cosa..?- cercò di chiedere Vartan mentre cercava di togliersi il pugnale dallo stomaco senza successo. Si stava indebolendo troppo velocemente.
-mi dispiace, ma se non lo faccio mi ammazzano- disse Lucas tra le lacrime mentre vedeva lo sguardo di Vartan farsi sempre più scuro.
-sei un assassino- riuscì a sussurrare il ragazzo mentre vedeva Lucas annuire tra le lacrime. -ti prego se uccidi anche Narek..-cercò di dire Vartan, ma il biondo vomitò un po’ di angue sbiancando e facendo spaventare a morte Lucas che prese e uscì di corsa dalla camera del secondogenito della famiglia reale di Lagas per poi fiondarsi nella sua camera cercando di dare meno nell’occhio possibile. Ma le lacrime non volevano smettere di scendere. Aveva appena ucciso l’unico amico che si era mai fatto in tutta la sua vita, escludendo ovviamente suo fratello.
 
Quella sera Lucas non riuscì a dormire. Aveva paura che da un momento all’altro potesse arrivare qualcuno e accusarlo dell’omicidio di Vartan. Era scappato prima di appurarsi che il ragazzo fosse veramente morto, cosa che faceva sempre, ed era possibile che avesse chiamato aiuto rivelando il nome del suo assassino.
E poi Narek non si era visto. Da una parte era buono visto che ciò impediva a Lucas di dover andare a letto con il fratello dell’uomo che aveva ucciso nel giorno in cui l’aveva ucciso, ma allo stesso tempo aveva paura di quello che poteva significare l’assenza di Narek.
Fu proprio in quel momento che sentì la porta aprirsi e il moro si girò verso di essa. Era parecchio buio nella stanza, rischiarata solo dalla luce lunare, e non riuscì subito a capire chi fosse. Solo quando la persona si avvicinò si accorse che era proprio Narek, ma non sembrava lui. Aveva un’aria distrutta e i suoi occhi erano leggermente cerchiati di rosso anche se in quel momento sembrava non star piangendo.
-tutto okay?- cercò di chiedere Lucas non muovendosi di un passo. Cosa doveva fare. Narek scosse la testa negando e fu proprio lui ad avvicinarsi al ragazzo e buttarsi tra le sue braccia nonostante fosse molto più alto del moro.
Lucas scese lentamente verso i cuscini trascinando con se Narek e stringerselo al petto.
-cos’è successo?- chiese il ragazzo cercando di far finta di non sapere cosa fosse realmente successo quando era stato proprio lui la causa di tutto.
-Vartan- sussurrò il ragazzo nascondendo la faccia nel collo del moro aspirando il suo buon odore.
-cosa?- chiese ancora Lucas cercando di non scoppiare a piangere.
-è stato ucciso. Oggi pomeriggio- sussurrò Narek. -e io non ho potuto fare niente. Era il mio fratellino cavolo- disse Narek stringendo forte a se il ragazzo moro al quale iniziavano a scendere le lacrime dagli occhi.
-ucciderò chiunque abbia ucciso mio fratello- sussurrò poi il principe mentre sentiva tremare Lucas al quale era appoggiato.
Narek era stato molto combattuto per tutta la sera. Da una parte voleva rimanere da solo a sfogare la sua rabbia come aveva fatto per tutto il pomeriggio piangendo e distruggendo qualunque manichino d’allenamento che aveva trovato. Dall’altra però voleva andare anche da Lucas, non solo per avvisarlo della morte di quello che era diventato a tutti gli effetti il migliore amico di Vartan, ma anche per essere confortato da lui. Voleva avere le braccia del suo lupetto che lo circondavano e lo rassicuravano, ma la realtà era che in quel momento entrambi erano stravolti dal dolore.
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


-DUE MESI! CI HA MESSO DUE MESI PER UCCIDERE UN PRINCIPE, E NEMMENO QUELLO CHE AVEVA LA PRIORITÀ- urlò Goran mentre Marc lo guardava leggermente sorpreso da quello sbalzo di umore. Goran adorava Lucas e mai, mai gli aveva gridato contro.
-l’hai detto tu stesso che era una missione complicata- cercò di difendere il fratello Marc, ma ricevette un’occhiataccia dal padre e si zittì.
-doveva uccidere prima Narek non Vartan!- disse l’uomo con gli occhi iniettati di sangue.
-forse ha avuto problemi- cercò di dire Marc e questa volta il padre lo lasciò parlare.
-basta che così facendo non si faccia scoprire altrimenti se riesce a scappare da li lo faccio uccidere come il peggiore dei traditori- disse l’uomo facendo congelare Marc sul posto.
Il suo fratellino doveva assolutamente portare a termine la missione, lui non sarebbe riuscito a vederlo morire davanti ai suoi occhi.
-è tuo figlio…- tentò di dire Marc.
-non mi interessa, la missione è chiara quindi se non la porta a termine quella sarà la giusta punizione-
-ma quella punizione è per chi tradisce la Stella della Roccia, Lucas non lo farebbe mai- disse Marc che solo al pensiero del boia che decapitava il fratello tremava.
-sei davvero così sicuro? Io no, e sinceramente avrei dei dubbi anche su di te- disse Goran puntando il suo sguardo freddo su quello del figlio maggiore.
-se dubiti dei tuoi stessi figli di chi ti fidi allora? Sai quanta gente vuole il tuo posto?- gli chiese Marc per nulla preoccupato di quelle parole, o meglio si diede un contegno per non far capire al padre che solo il pensiero di poter essere inserito nella lista dei traditori lo faceva sentire male.
-non mi fido di nessuno, proprio come dovresti fare anche tu- disse l’uomo sorpreso dalla calma del figlio.
-quindi non ti fidavi nemmeno della mamma?- chiese Marc facendo spalancare gli occhi a Goran.
-certo che mi fidavo di lei!- disse l’uomo -ma adesso non c’è più e la mia fiducia la gente se la deve guadagnare-
-e in quanti anni io o Lucas ce la guadagneremo? Quando sarai morto?- chiese Marc andando spedito verso la porta della sala del padre per uscire.
-dove vai?-
-ho bisogno di non pensare al fatto che mio padre voglia uccidere mio fratello solo perché ci ha messo più del previsto quando era stato proprio lui a dirgli di prendersela con comodo- disse il castano uscendo dalla sala e sbattendo la porta dieto di se facendo rimbombare il rumore per tutto il corridoio.
Uscì veramente da Zragon e camminò senza una meta precisa fino ad arrivare ad Halaf. Il ragazzo sospirò pensando a quanto fosse ironico il fatto che gli assassini della Stella della Roccia fossero così vicini a un regno nemico del loro momentaneo padrone e che nessuno era ancora riusciti a trovarli nonostante le loro incessanti ricerche. Il re Aloyzas li aveva cercati in lungo e in largo senza trovarli, e li aveva praticamente sotto gli occhi.
Marc sospirò e, coprendosi il più possibile la faccia, si incamminò per le vie della città. Era davvero brutto dover condividere la faccia con il padre. Chiunque conoscesse Goran lo associava subito a lui e Marc ogni volta si chiedeva come mai non avesse preso nulla dalla madre.
Tanto era immerso nei suoi pensieri che non si accorse di essere andato a sbattere contro una persona, lo fece solo quando entrambi caddero a terra per lo scontro.
-maledizione- borbottò Marc massaggiandosi il sedere mentre si alzava. Doveva essere davvero forte quella persona per riuscire a farlo cadere in quel modo. Il castano guardò davanti a se e vide che la persona con la quale si era scontrato era ancora a terra quindi gli pose una mano per aiutarla.
Dopo un po’ di incertezza la persona accettò il suo aiuto e si alzò rivelando di essere leggermente più alta di Marc anche se molto più esile come corporato.
Probabilmente il colpo peggiore l’aveva avuto proprio quell’altra persona mentre lui era caduto solo perché distratto dai suoi pensieri.
-mi dispiace stavo pensando e non guardavo la strada- disse Marc scusandosi con la persona.
-non fa niente, anch’io non stavo guardando. Grazie per l’aiuto- e fu allora che Marc capì di essersi scontrato con un ragazzo. Aveva il cappuccio quindi l’unica cosa che era riuscito a vedere erano i capelli biondi che gli arrivavano sulle spalle.
-sei di qui?- chiese Marc curioso.
-no-
-vuoi una mano?- chiese allora il castano che sentiva una specie di attrazione per quel ragazzo anche se non sapeva il perché.
-no grazie, so dove andare- chiuse il discorso la persona e Marc annuì sconfitto.
Stava per salutarlo quando qualcuno lo spintonò involontariamente e la sciarpa che gli copriva il volto cadde.
Una donna infondo alla strada lo fissò per un secondo prima che il suo volto si dipinse di terrore e gridasse:
-GORAN!-
-non sono Goran signora- cercò di giustificarsi Marc, ma già la metà dei cittadini presenti in quel momento in strada aveva preso le armi e le stavano puntando contro di lui. Marc si guardò intorno cercando qualcuno con il quale poter spiegare la questione, e che cavolo Goran aveva cinquant’anni! Si vedeva che era molto più giovane. Ma nessuno sembrava intenzionato a volerlo lasciar parlare e quindi Marc lanciò una rapida occhiata al ragazzo con io quale si era scontrato, che era rimasto fermo senza dire niente, prima di girarsi e correre il più velocemente possibili verso la foresta. I cittadini lo seguirono subito e Marc ringraziò il fatto di essere ben allenato a correre. Riuscì a seminarli in pochissimo tempo, ma comunque aspettò un po’ prima di ritornare alla base, giusto per assicurarsi che i cittadini tornassero nelle loro abitazioni e non andassero a cercarlo sempre più in profondità rischiando di rivelare il loro nascondiglio. Il padre l’avrebbe ammazzato, poco ma sicuro.
 
Il biondo intanto aveva raccolto la sciarpa che era caduta a quel bellissimo ragazzo con il quale si era scontrato. E si pentì di non avergli detto di si quando gli aveva offerto il suo aiuto.
 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-smettila Narek- disse Lucas scostandosi dal biondo e andando verso la vetrata della sua camera sospirando.
-smettila cosa lupetto?- chiese Narek leggermente irritato per il fatto che il moro si fosse ritratto dalle sue mani.
-di guardare ogni due secondi la porta cazzo!- gridò il moro esasperato. Era così da due settimane, dalla morte di Vartan.
Ogni volta che facevano sesso Narek lanciava sguardi veloci verso la porta come se si aspettasse l’arrivo di qualcuno da un momento all’altro. E Lucas non ce la faceva più.
-lo sai benissimo che uccideranno anche me. È normale controllare- disse Narek alzando il tono della voce.
-allora chiudi a chiave quella cazzo di porta e mettici le guardie davanti. Preferisco mille volte fare sesso così che non con te che ti giri ogni cazzo di secondo verso quella dannata porta- disse Lucas gridando ancora più forte del principe.
Principe che sgranò gli occhi a quella assurda richiesta. Sapeva benissimo che Lucas odiava avere la porta chiusa a chiave e delle persone dietro la porta che potevano sentire tranquillamente tutto quello che facevano, ma mai si sarebbe immaginato che fosse proprio il ragazzo a proporlo.
-e se non lo vuoi fare allora va da qualche altro tuo amante. Ne hai tanti no?- sussurrò poi il moro volgendo le spalle al biondo e poggiando la testa alla vetrata. Perché si sentiva così? Come se fosse solo un oggetto da usare e poi buttare?
-mi stai dando degli ordini?- chiese Narek abbastanza sorpreso dal comportamento del ragazzo.
-certo che no, ma ho anch’io dei sentimenti e credimi fare sesso con una persona che guarda ogni due secondi da un’altra parte non è per niente bello- sussurrò il ragazzo chiudendo gli occhi dai quali premevano le lacrime. Quando era diventato così debole?
Sentì le mani di Narek che lo circondavano e il bacio che il principe gli diede sui capelli, ma Lucas decise di non aprire gli occhi.
-scusa- gli sussurrò Narek che, dopo le parole del ragazzo, si era accorto di star ferendo davvero tanto il suo lupetto. Dopo quella sera, durante la quale si erano sfogati entrambi, erano diventati molto più uniti di prima e di certo Narek non voleva perdere quel rapporto che aveva con il ragazzo per una paranoia che gli era venuta.
-no, scusami tu- disse Lucas aprendo gli occhi e girandosi per abbracciare il ragazzo -non dovevo urlarti contro-
-hai fatto bene invece- disse Narek per poi togliersi dall’abbraccio del moro e andare verso la porta. Lucas pensò che volesse andarsene, invece il principe chiuse la porta a chiave dall’interno per poi tornare verso il suo lupetto.
-credo che così sia un buon compromesso- disse il biondo passando le mani nei morbidi capelli di Lucas.
-se ti senti più sicuro si- disse Lucas poggiando le sue mani sulle spalle del biondo mentre gli sorrideva.
In realtà l’unica cosa che voleva fare era urlare. Ogni giorno che passava si pentiva sempre di più di aver ucciso Vartan. E dentro di se stava nascendo la consapevolezza che non sarebbe mai riuscito ad uccidere Narek. Mai.
Purtroppo per lui i sentimenti gli avevano giocato un brutto scherzo e adesso era follemente innamorato del biondo che aveva difronte. Si lo odiava per averlo immischiato in tutto quello, ma aveva imparato ad amarlo per quello che era veramente.
No, non sarebbe mai riuscito ad uccidere l’uomo che amava.
Ma che fare? Doveva rivelargli tutto? Con la possibilità di essere ammazzato subito dopo? No. Lucas non si sentiva minimamente pronto a raccontare tutto a Narek, almeno non in quel momento nel quale il ragazzo era ancora molto debole. Ma lo avrebbe fatto. Prima o poi gli avrebbe detto tutta la verità.
Aveva bisogno di staccare la mente e godersi anche lui un po’ della vita che gli era stata negata essendo nato in una famiglia di assassini, poi avrebbe rivelato tutto a Narek accettando tranquillamente la morte.
Narek lo baciò interrompendo i suoi pensieri e Lucas fu felice di cacciarli via, aveva tutto il tempo di pensare quando rimaneva da solo in camera. In quel momento però c’era Narek e doveva pensare solo e soltanto al principe.
 
Narek sapeva benissimo che il suo compito era quello di sposare una principessa, o comunque una nobildonna, e mandare avanti la dinastia. Quando aveva detto ai genitori che gli piacevano gli uomini loro gli avevano concesso di tenere un harem per poter soddisfare le sue voglie.
Narek ne era stato felice, avrebbe potuto avere degli amanti prima del matrimonio, ma si era imposto una regola: mai innamorarsi di uno di loro. Se l’era imposta perché sapeva che altrimenti sarebbe finita male, o meglio avrebbe voluto sposarlo a tutti i costi.
E in quel momento Narek si stava maledicendo, maledicendo perché quando aveva preso Lucas nel suo harem sapeva di star facendo un’enorme cazzata.
Lucas era entrato nella sua vita come un uragano e il biondo non faceva altro che pensare a quel ragazzo. Si era innamorato, si era innamorato di Lucas.
E si diede dello stronzo mentre guardava i suoi genitori durante il pranzo. Si sentiva uno stronzo perché stava per mandare a monte la loro dinastia con quella richiesta che stava per fare ad entrambi.
-cosa c’è?- chiese Monika al figlio vedendo che fremeva per chiedergli qualcosa.
-io credo di sapere già cosa succeda- borbottò Teodor mentre beveva un calice di vino attirando su di se un’occhiataccia da parte della moglie. E fu in quel momento che Narek si accorse che entrambi i genitori sapevano benissimo cosa lo turbava e soprattutto cosa stava per chiedergli.
-mi ero ripromesso di non farlo…-
-credimi le buone intenzioni vanno a farsi fottere- disse Teodor interrompendo il figlio mentre la moglie gli tirava uno scappellotto.
-…posso chiedere a Lucas la sua mano?- continuò il ragazzo a bassissima voce mentre la madre gli sorrideva.
-la profezia dell’erede non si avvererà più, e lo sapevamo già da diciannove anni, quindi per me puoi fare quello che vuoi tesoro- disse Monika sorridendo al figlio.
-concordo. Devi essere felice, a costo di ribaltare l’intero mondo- disse Teodor facendo sorridere il figlio.
-come te per la mamma?- chiese infatti il ragazzo.
-proprio così- rispose l’uomo.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


-Lucas-
-hm- disse il moro poggiandosi meglio tra le braccia di Narek tra le quali si era rintanato. Iniziava a fare freddo e lui aveva bisogno di caldo. Il ragazzo aveva risposto automaticamente al biondo tanto da non essersi accorto che lo aveva chiamato con il suo nome per intero. Cosa che non faceva mai. Di solito lo chiamava o lupetto o Lu.
-posso farti una domanda? Ma devi rispondermi sinceramente senza paura di essere giudicato okay?- chiese Narek che finalmente, dopo due mesi da quando aveva avuto il consenso dei genitori, si era deciso a fare la fatidica domanda.
-mi stai spaventando- disse invece Lucas che era davvero spaventato dalla possibile domanda del principe. Che avesse scoperto che era stato lui ad uccidere Vartan?
-vuoi sposarmi?- e il mondo di Lucas crollò. Guardò attentamente il ragazzo che aveva difronte per capire se stesse scherzando, ma il principe sembrava più che serio.
Il moro non sapeva cosa fare. Il suo cuore gli diceva di si, la sua mente gli imponeva un no. Un no perché non poteva fare un torto del genere a quel ragazzo, quel ragazzo che non sapeva che aveva appena fatto quella proposta ad un assassino, l’assassino del fratello che aveva promesso di uccidere.
-Lucas, hai sentito?- chiese Narek che iniziava a preoccuparsi visto che Lucas era rimasto immobile.
-no- sussurrò alla fine il moro abbassando lo sguardo.
-no non mi hai sentito o no non ti sposo?- chiese Narek con il cuore in gola. Aveva paura di quel no.
-ho risposto alla tua prima domanda- sussurrò Lucas non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi. Se Narek lo avesse guardato avrebbe letto il si nei suoi occhi.
Narek guardò attentamente il ragazzo prima di prendergli il mento e fissare i suoi occhi celesti in quelli rossi dell’altro.
-perché tu dici no e il tuo corpo dice il contrario?- chiese ad un soffio dalle sue labbra Narek che era pronto a tutto pur di far dire quel si a Lucas.
-perché la mia mente mi impone un no- disse sinceramente il ragazzo.
-e perché? Io ti amo per come sei- gli disse Narek non accorgendosi di star ferendo sempre di più il ragazzo che aveva difronte.
-anch’io ti amo, tanto e credimi non avrei mai immaginato di dirtelo- sussurrò Lucas, almeno quello glielo doveva.
-e allora perché no?-
-perché sono io l’assassino di tuo fratello- disse alla fine Lucas scoppiando a piangere mentre Narek si pietrificava.
-in che senso?- disse con la rabbia che montava sempre di più dentro se. Lucas gli aveva mentito per tutto quel tempo?
-sono stato mandato qui per uccidere te e Vartan- rivelò Lucas, non poteva tenergli nascosto più niente. -faccio parte degli assassini della Stella della Roccia-
-mi hai consolato il giorno della morte di mio fratello sapendo perfettamente di esserne tu l’artefice. Mi hai aggirato, sempre! E io così stupido mi sono innamorato del mio assassino. Bello- disse Narek sentendosi morire sempre di più. -e dimmi ti è piacito andare a letto con la tua vittima? Se non ti avessi chiesto di sposarmi me lo avresti mai detto?- urlò poi Narek con gli occhi iniettati di sangue.
Le lacrime continuavano a cadere sul volto di Lucas, il moro non riusciva a fermarle.
-non volevo entrare nel tuo harem, credimi. E mi sono innamorato anch’io di te altrimenti ti avrei detto si e ti avrei ucciso appena sposati! E si, ti avrei detto tutta la verità prima o poi.- disse il ragazzo cercando di asciugarsi le lacrime.
-ora sei pentito?- chiese Narek con scherno.
-mi sono pentito nel momento stesso in cui ho pugnalato tuo fratello. Credimi se potessi tornerei indietro e non lo farei- disse Lucas sinceramente.
-si, avresti ucciso prima me e poi lui- disse Narek con amarezza. -era tuo amico cavolo, tuo amico!-
Ci furono minuti di pausa nei quali nessuno dei due parò. Narek troppo arrabbiato per poter riuscire a fare qualche ragionamento sensato e Lucas scosso dai singhiozzi.
-devo ucciderti- sussurrò alla fine Narek prendendo una delle spade che erano in quella sala per poi puntarla al collo di Lucas che non si mosse di un millimetro. Nemmeno quando Narek fece un po’ di pressione facendo uscire un rivolo di sangue.
-non protesti?- chiese confuso il biondo. Perché non reagiva.
-me lo merito e preferisco mille volte morire per mano tua che non per quella di mio padre- disse Lucas alzando si suoi occhi in quelli di Narek sorridendo. A Narek tremò leggermente la mano, ma cercò di non farlo vedere.
-chi ti ha mandato?- chiese sapendo che molto probabilmente non avrebbe ricevuto risposta.
-il re Walter di Ur- disse invece Lucas sorprendendo Narek.
-non dovresti mantenere il segreto nella tomba?- chiese confuso Narek.
-è l’unica cosa che posso fare per rimediare alla morte di Vartan. Il nostro rifugio si trova sui monti Zragos, poco prima della cima c’è una grotta nascosta che funge da ingresso. Goran di solito è nella stanza più grande. Bisogna andare sempre dritto…-
Narek sgranava gli occhi mano a mano che Lucas tra le lacrime rivaleva tutti i segreti degli assassini della Stella della Roccia e tutti i piani di Walter dei quali era a conoscenza.
-questo è tutto quello che so- disse alla fine il ragazzo abbassando il capo pronto per morire.
Non arrivò nessun colpo in realtà e Lucas alzò lo sguardo quando Narek allontanò la spada dal suo collo.
-sparisci da Lagas e dalla mia vista prima che cambi idea- disse Narek evitando accuratamente lo sguardo di Lucas, del suo bellissimo lupetto.
Lucas si rivestì e poi andò verso la mattonella dove aveva nascosto le sue armi. Ne mancava solo una, il pugnale con il quale aveva ucciso Vartan.
-queste sono le mie armi, le lascio a te- disse il moro mentre si metteva gli stivali. Poi si avvicinò a Narek cercando di dargli un ultimo bacio, ma il ragazzo girò la faccia e Lucas si diede un contegno per non scoppiare nuovamente a piangere. Gli era appena stato negato il suo ultimo bacio.
-preferivo morire per mano tua- disse Lucas con voce tremante prima di uscire dalla camera. Lasciando un Narek completamente distrutto al suo interno.
 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Durante tutto il viaggio di ritorno a Zragos non aveva fatto altro che piangere e vomitare. E anche in quel momento Lucas stava vomitando nel bagno della sua camera a Zragos.
Era riuscito a sgattaiolare dentro la base senza essere visto da nessuno e per il momento stava rimandando l’ora della sua morte.
Qualcuno fino alla fine si sarebbe accorto della sua presenza li e non sarebbe affatto finita bene. Aveva tradito gli assassini, proprio lui che era il più devoto tra loro. E lo aveva fatto perché si era innamorato. Gli veniva quasi da ridere.
-avevo sentito rumori sospetti. Cosa ci fai qui?- Lucas si girò di colpo trovandosi suo fratello che lo guardava preoccupato. Stava per rispondergli, ma un altro conato di vomito lo prese alla sprovvista e il ragazzo rimise ancora.
Marc si fiondò subito al suo fianco mentre gli teneva i capelli dietro per non farli sporcare e con l’altra mano gli faceva massaggi concentrici sulla schiena per farlo rilassare. Cosa cavolo aveva il suo fratellino?
-tutto okay?- chiese il maggiore una volta che il respiro di Lucas si fece più regolare.
-no- rispose il ragazzo con le lacrime agli occhi.
-okay, puoi dirmi cosa ci fai qui quando dovresti essere a Lagas per uccidere il principe Narek?- chiese Marc con gentilezza. Il castano aveva davvero paura di quella risposta.
-mi hanno scoperto- disse solo il ragazzo cosa che fece inarcare un sopracciglio a Marc che però non commentò, ma strinse il ragazzo a se.
-se lo scopre papà va su tutte le furie- disse dopo un po’.
-hm- fu l’unica risposta di Lucas che si stava addormentando cullato dal dolce profumo del fratello.
-TU!- ma il grido lo ridestò subito. Infatti il ragazzo si ritrovò suo padre super incazzato in camera. Perché cazzo non aveva chiuso la porta a chiave come faceva sempre?
-papà non gridare- cercò di dire Marc mentre aiutava il fratello ad alzarsi.
-oh io grido eccome. Ci sono delle guardie qui intorno. Hai parlato non è vero? Hai spifferato tutto! E Narek, il tuo obbiettivo, non è morto. TRADITORE!- gridò l’uomo con sguardo di fuoco verso Lucas.
-potrebbero anche aver trovato questo posto per qualche altro motivo- cercò di difendere il fratello Marc.
-no Marc, non lo difendere, so che ha parlato- disse l’uomo con sguardo di fuoco. -lo so perché i reali di Lagas hanno dato la colpa al re Walter per la morte del loro secondogenito, pubblicamente-
-e allora?- chiese Lucas parlando per la prima volta.
-sei un traditore-
-si lo sono, ma non mi pento- disse Lucas facendo sgranare gli occhi a Marc. Aveva veramente tradito quindi? Lucas? Lo stesso Lucas che amava uccidere?
-quindi lo ammetti!-
-certo-
-dimmi solo una cosa ragazzino, perché lo hai fatto-
-perché amo Narek- furono le parole che fecero gelare sul posto sia Marc che Goran.
-sei diventato la puttana del principe?- chiese Goran con scherno.
-no, non sono la sua puttana. Io lo amo e lui mi ama- disse il moro convinto delle sue parole. Infondo era la verità.
-e se ti ama perché ti ha lasciato andare? Poteva tenerti al sicuro li- disse con scherno Goran mentre gli occhi di Lucas si riempivano di lacrime facendo sbiancare Marc. Suo fratello non piangeva.
-mi ama e lo ha dimostrato lasciandomi in vita- sussurrò il ragazzo anche se non era più del tutto convinto di quelle parole.
-peggio per te visto che verrai ucciso qui, come il peggiore dei traditori visto che lo sei- disse Goran sibilando ogni parola. -Marc sbattilo in prigione- disse poi Goran uscendo dalla stanza infuriato.
-Marc io…- ma non riuscì a dire niente perché Lucas si ritrovò un Marc infuriato che lo trascinava per tutta la loro base fino a buttarlo, letteralmente, in prigione.
-Marc! Sono tuo fratello!-
-no, non lo sei. Mio fratello è morto- disse il castano chiudendo a chiava la cella e lasciando Lucas completamente da solo.
 
-vuoi una torta con le fragole?- chiese Louis vedendo arrivare Narek in cucina. Il ragazzo aveva finalmente ottenuto il permesso di poter diventare il cuoco del castello e non era mai stato così felice.
-no, mi ricorda troppo Lucas- disse in un sussurro il biondo mentre si sedeva a guardare Louis che cucinava.
-tutto ti ricorda Lucas. Spiegami ancora perché lo hai cacciato invece di imprigionarlo?- chiese il rosso mentre assaggiava la crema che aveva appena fatto.
-perché non volevo più vederlo-
-e adesso stai male perché sai di averlo condannato a morte certa- disse il rosso sospirando -non puoi andare a cercarlo? Ti ha rivelato praticamente tutto e abbiamo anche appurato che era tutto vero-
-è già morto- disse in un sussurro il biondo chiudendo gli occhi -non posso fare niente, l’avranno ucciso appena arrivato. L’unica cosa che mi rimane di lui sono le sue armi- disse il biondo iniziando a giocherellare con il pugnale di bronzo che aveva trovato nello scompartimento segreto che il ragazzo gli aveva mostrato prima di uscire per sempre dalla sua vita.
Quel pugnale lo teneva sempre appresso. Non lo lasciava mai, nemmeno per dormire. E non dormiva nemmeno più nella sua camera, ma andava in quella che era stata di Lucas dove c’era ancora un po’ del suo odore. Odore che sarebbe scomparso a breve.
-ecco a te- disse Louis porgendogli una piccola torta di fragole e riscuotendolo dai suoi pensieri.
-ti avevo detto che non la volevo-
-mangia che ti fa bene- disse il rosso sbuffando per poi rimettersi al lavoro mentre Narek affondava una forchetta nella torta che sotto sotto non vedeva l’ora di mangiare.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Marc guardò Lucas e sospirò. Il moro stava sempre peggio e lui non sapeva minimamente cosa fare. Si sentiva estremamente inutile. Erano passati parecchi mesi da quando il ragazzo era ritornato e non l’avevano ancora ucciso solo perché l’uccisione doveva avvenire sotto gli occhi di tutti ed era troppo rischiosa farla in quel periodo perché gli stavano dando la caccia.
Lucas aveva provato più volte a parlargli, a spiegargli i suoi motivi, le sue ragioni, ma Marc aveva sempre fatto finta di non interessarsi. Lui era dalla parte di Lucas ovviamente, ma non poteva farlo vedere al padre e per questo si comportava come uno stronzo nei confronti del suo fratellino.
Marc aveva una voglia matta di entrare nella cella de fratello e abbracciarlo, rassicurarlo, dirgli che sarebbe andato tutto per il meglio, che avrebbe trovato un modo per non farlo uccidere. Lui era la loro unica speranza, ma non poteva. Gli altri assassini lo tenevano sempre sotto controllo e lui non poteva fare quello che voleva.
Marc, notando che nessuno era presente in quel momento si avvicinò alla cella del fratello.
-morirai dopodomani- gli disse cercando di mantenere un tono aspro.
Lucas si era rintanato nell’angolino più buio della cella quindi Marc non riusciva a vederlo perfettamente, aveva avuto però l’impressione che stesse per parlare.
-Marc…- sussurrò infatti il ragazzo. Il castano si guardò intorno.
-cosa vuoi?-
-mi porti un medico? Non mi sento tanto bene- cercò di dire il ragazzo con voce roca.
-controllo io- disse Marc prendendo le chiavi e aprendo la cella. Chiamare un medico non era per niente una buona idea.
-NO! Voglio un medico- disse Lucas rannicchiandosi sempre di più. Marc non lo ascoltò e gli si avvicinò cercando di capire cosa avesse il fratello.
-cosa ti senti?- chiese.
-non voglio te, voglio un medico- sussurrò di nuovo il ragazzo. Marc si accorse che si stava trattenendo dall’urlare.
-cos’hai?- chiese ancora Marc avvicinandosi sempre di più.
Lucas non resistette più è lanciò un urlo mentre stringeva la pancia. Fu in quel momento che Marc notò che la pancia di suo fratello era troppo grande per essere aumentata solo con il cibo.
-oddio- disse Marc mettendosi le mani nei capelli. Mai avrebbe ipotizzato una cosa del genere. -a che mese sei?-
-credo l’ottavo- sussurrò il moro con le lacrime agli occhi, ormai il danno era fatto.
-okay ti aiuto io- disse Marc facendo distendere il ragazzo e sperare che le fitte si calmassero prima dell’arrivo di qualcuno.
 
 
-almeno non moriremo entrambi- sussurrò Lucas mentre cercava di rimettersi seduto mentre Marc puliva dal sangue il bambino appena nato. -posso?- chiese Lucas allungando le mani per prendere il bambino.
Marc gli lanciò un’occhiataccia e si alzò con il bambino appena nato.
-non morirete insieme. Lui parte prima- disse Marc facendo sgranare gli occhi a Lucas. Non poteva ucciderlo.
-no ti prego, tutto ma non ucciderlo- cercò di dire Lucas mentre si alzava, ma ricadde a terra troppo debole. -mi hai aiutato a farlo nascere, è tuo nipote!-
-e allora? È figlio di Narek e quella dinastia si deve estinguere- disse solo Marc uscendo dalla cella e chiudendola a chiave, anche se con difficoltà visto che aveva il fagottino in braccio. Aveva usato le coperte della prigione per avvolgerlo, altrimenti avrebbe preso freddo.
-fammelo almeno tenere in braccio. Per un po’- chiese arrendendosi Lucas. Non poteva portargli via il figlio in quel modo.
-no, dimenticati della sua esistenza- disse Marc prima di scomparire e lasciare da solo Lucas.
Marc corse per i corridoi cercando di nascondere il più possibile la bambina tra le sue braccia. Non aveva nessuna intenzione di ucciderla, anzi!
Raggiunse la camera di Lucas e si chiuse la porta alle spalle dando per sicurezza qualche giro di chiave. Se avessero scoperto la bambina sarebbe stata la fine.
La adagiò dolcemente sul letto e le tolse la coperta sudicia della prigione gettandola nel camino. La bambina iniziò a piangere e Marc si mise le mani nei capelli. Cosa doveva fare? Si sarebbero insospettito troppo sentendola piangere.
-dai tesoro non fare così ti prego! Sto cercando di salvarti la vita- cercò di dirle, ma la bambina non la smetteva.
 
-perché piange?- chiese il Marc alla madre mentre il suo nuovo fratello piangeva.
-perché sente l’assenza della madre- disse la donna sorridendo al figlio e cercando di cullare l’altro.
-e c’è un modo per farlo smettere?- chiese ancora il bambino guardando l’altro più piccolo.
-mi porti quella copertina?- chiese la donna a bambino che ubbidiente diede la coperta verde alla madre che avvolse il più piccolo in essa. Il pianto cessò.
-quindi bastava la coperta!- disse Marc tutto contento di aver aiutato.
-no, non la coperta in se, ma l’odore. L’odore della madre lo ha tranquillizzato-

 
“Ma certo! L’odore della madre” si ricordò subito Marc aprendo di corsa l’armadio del fratello in cerca di qualcosa che potesse avere ancora il suo odore. Trovò un mantello nero e si avvicinò al letto iniziando ad avvolgere piano la bambina, bambina che gli sorrise smettendo dopo un po’ di piangere.
-brava cucciolina mia- le disse Marc baciandola sulla fronte. -ora dobbiamo portarti via di qui- disse poi prendendola di nuovo in braccio.
Il castano aprì la porta e si guardò in giro prima di uscire e incamminarsi verso l’uscita della base senza destare sospetti. Per sua fortuna era sorto da poco il sole, quindi la maggior parte delle persone erano andate a dormire.
Il ragazzo poté riprendere a respirare solo quando fu uscito definitivamente dalla foresta, era all’inizio della città. Si alzò la sciarpa sul viso, sperando che nessuno lo urtasse, e insieme alla bambina che si era appena addormentata tra le sue braccia, cullata dall’odore di Lucas, si incamminò verso la sua meta.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Marc guardò il muro deglutendo. Si era accorto troppo tardi che non l’avrebbero mai fatto entrare nel palazzo visto il suo aspetto molto simile a quello di Goran, e l’unica possibilità che aveva era quella di scalare il muro posteriore ed entrare da una delle finestre lasciate aperta. Doveva ringraziare il fatto che quel palazzo avesse delle colonne sulle quali aggrapparsi, altrimenti sarebbe stata un’imprese pressocché impossibile. Cosa che già era visto che doveva farlo con una bambina in braccio.
La piccola per sua fortuna non si era ancora svegliata e Marc ne approfittò per modificare leggermente la coperta in modo tale da legarsela perfettamente intorno al busto. Fece un po’ di prove e notò, per sua fortuna, che la coperta reggeva tranquillamente la bambina.
Fu così che iniziò la sua scalata sperando che nessuna guardia lo vedesse e decidesse di ammazzarlo. Perché le cose per lui erano così maledettamente complicate? Perché non poteva semplicemente presentarsi davanti alla porta senza essere ammazzato a vista?
La scalata fu faticosa, molto, e il castano ci mise anche il doppio del tempo visto che controllava sempre che la bambina stesse bene. Di certo non voleva farla morire schiantandosi al suolo con lei.
Appena arrivò alla finestra aperta poté sospirare di sollievo per poi entrare nel palazzo sedendosi due secondi sul davanzale, giusto per prendere un po’ d’aria.
Quando si alzò però una spada venne puntata alla sua gola. Alzò le braccia in segno di resa, ma il proprietario della spada, che lui non riusciva a vedere, sembrava non avere nessuna intenzione nell’abbassarla.
In quel momento arrivarono circa cinque guardie facendo sbiancare improvvisamente Marc. Era troppo bello per essere vero che nessuno lo avesse disturbato durante la scalata.
-cosa vuoi?- chiese una delle guardie guardando male la persona che reggeva la spada.
-devo parlare con Aloyzas- disse Marc cercando di rimanere calmo.
-per ucciderlo? Credi che una lurida sciarpa possa nascondere il tuo aspetto Goran?- chiese l’altra guardia incominciando a ridere mentre a Marc veniva i nervi a fior di pelle.
-non sono Goran- disse il ragazzo sospirando e cercando di calmarsi, doveva farlo per assicurare la sopravvivenza della bambina che aveva ancora attaccata addosso.
-oh ma certo. Se siete due gocce d’acqua! È impossibile che tu non sia lui- disse la stessa guardia.
-si sono uguale a Goran ma non sono lui! Cavolo ho ventiquattro anni, Goran ne ha il doppio- si sfogò il ragazzo che non ne poteva più.
-be’ si il ragionamento non fa una piega, ma come lo spieghi che ti sei arrampicato per entrare a palazzo?-
-devo parlare con Aloyzas e non mi avreste mai fatto entrare per il mio aspetto- disse il ragazzo sospirando.
Fu in quel momento che Marc sentì la bambina iniziare a muoversi, molto probabilmente si era svegliata per i loro toni di voce troppo alti. Voleva abbassare una mano, visto che le teneva ancora entrambe alzate, per poter stringersi meglio la bambina e cercare di tranquillizzarla, ma non poteva.
-vi prego- sussurrò allora Marc mentre la bambina mugugnava qualcosa.
-quello è un bambino?- Marc sgranò gli occhi riconoscendo quella voce e si girò verso la persona che teneva la spada puntata alla sua gola. Anche se non lo aveva visto in faccia per via del cappuccio sapeva perfettamente che era davvero il ragazzo di quel giorno.
-dove l’hai rubato?- chiese una guardia arrabbiata.
-non l’ho rubata! E spiegherò tutto solo ad Aloyzas- si impuntò Marc in quel modo avrebbero per forza di cosa portarlo dal re di Halaf.
-hai scalato con una bambina in braccio? Ma sei matto!- disse invece il biondo abbassando finalmente la spada. -ti ci porto io- disse poi lanciando uno sguardo alle guardie che subito scomparvero lasciandoli soli.
-che cazzo ti dice il cervello? Scalare con una bambina in quella posizione! E se ti fosse caduta di sotto?- iniziò ad infuriarsi il biondo mentre Marc lo seguiva.
-non mi avrebbero mai fatto entrare, era l’unica possibilità che avevo- si difese Marc.
-se non li avessi fermati io ti avrebbero ammazzato dopo i primi due passi della scalata, te e lei- disse il biondo sospirando.
-grazie- riuscì a dire soltanto Marc stringendosi meglio la bambina al petto.
Camminarono per un po’ in silenzio poi il biondo lo ruppe:
-comunque se quella volta ti avessi detto di si alla proposta probabilmente non ti avrebbero inseguito. Sei davvero così simile a Goran?- chiese il biondo affiancandolo curioso.
-si, è mio padre- sussurrò il castano facendo sgranare gli occhi al biondo.
-ti prego dimmi che non sei venuto per assassinare Aloyzas perché se è così mi sentirò davvero stupido-
-non sono qui per questo. Sono qui per la bambina- disse Marc che aveva visto negli occhi azzurri del ragazzo del terrore.
-anche se fossi qui per quello non me lo diresti comunque- sussurrò il biondo. La cosa voleva essere solo un borbottio per se stesso ma si accorse troppo tardi che l’altro lo aveva sentito.
-credimi non voglio uccidere nessuno- disse il castano abbassando lo sguardo.
Tra i due calò un silenzio imbarazzante fino a quando non raggiunsero lo studio di Aloyzas. Il biondo bussò e, ottenuto il permesso, aprì la porta entrando facendo cenno al castano di seguirlo.
-ora mi spieghi perché hai fatto entrare quel ragazzo qui?- furono le prime parole che disse l’uomo dai capelli neri e gli occhi rossi guardando prima il rosso e poi fulminando con lo sguardo il castano al suo fianco.
-l’ho incontrato un bel po’ di tempo fa mentre venivo qui. Volevo sapere cosa volesse.- si giustificò il biondo abbassando lo sguardo sentendosi leggermente in colpa.
-bene cosa vuoi?- Aloyzas si rivolse al castano che sobbalzò.
-sono qui per darvi questa bambina e…e per raccontarvi una cosa successa diciannove anni fa- disse il ragazzo prendendo coraggio e slegandosi la bambina di dosso. Aloyzas guardò prima la bambina e poi il ragazzo.
-sei il figlio di Goran vero?-
-si-
-dovrei ammazzarti-
-vi chiedo di farlo dopo avermi fatto parlare. Accetterò qualunque cosa, ma per favore ascoltatemi- disse Marc stringendosi al petto la piccola per avere un po’ di coraggio.
-parla ti ascolto- disse Aloyzas incrociando le braccia al petto.
-il principe Ciel non è morto, almeno non ancora-

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


-ora ti spieghi, e per bene- disse Aloyzas mentre il suo sguardo si faceva vivo.
-il giorno dell’attacco mia madre partorì, ma il bambino nacque morto. Lei non voleva ferire Goran quindi chiese alla sua guardia personale di scambiare mio fratello con il principe. La guardia è riuscita a portare il bambino a mia madre prima di ritornare nella battaglia e morirci. Mia madre è morta qualche giorno dopo per le complicazioni che aveva avuto durante il parto e io sono rimasto l’unico a conoscenza dello scambio. Non ho mai detto niente a Goran perché sapevo che avrebbe ucciso il bambino- rivelò Marc finalmente felice di potersi togliere quel peso di dosso.
-e credi che io sia così tanto disperato da credere alle tue parole?- chiese Aloyzas che in realtà sperava, anzi voleva che suo nipote fosse vivo.
-no, ma vi sto dicendo la verità e questa bambina è sua figlia- disse Marc stringendo a se la bambina.
-e come mai ce l’hai tu?-
-è nata oggi e lui è in prigione. Verrà ucciso domani al tramonto- sussurrò il castano abbassando il suo sguardo ambrato.
-e Goran sa della bambina?-
-no, e non lo deve sapere. Vi prego questo piccolo esserino è importante-
-e non potevi lasciarlo alla madre che lo ha partorito?-
-è stato Ciel a partorirlo!- il biondo sgranò gli occhi alla frase del castano. Com’era possibile che un ragazzo potesse partorire? Aloyzas invece sembrava tranquillo.
-Yemen- disse il re di Halaf facendo sgranare gli occhi, nuovamente, al biondo mentre il castano sembrava confuso.
-cosa? Cos’è Yemen?- chiese in un sussurro Marc non capendo niente.
Gli occhi di Aloyzas diventarono improvvisamente lucidi e l’uomo si aprì in un sorriso.
-se avessi saputo cosa fosse Yemen non ti avrei mai creduto- disse l’uomo sorridendogli e lasciando completamente sconvolto Marc.
-io non capisco..-
-Yemen è una famiglia antica che si crede sia all’origine dell’iniziale famiglia reale di Halaf. La leggenda vuole che tutti i figli del primo re si innamorassero di altri uomini e quindi nessuno di loro poteva continuare la discendenza. Per impedire la distruzione della dinastia uno dei principi mangiò una pianta magica che gli era apparsa vicino al letto. E fu così che rimase incinta- spiegò il biondo -credevo fosse solo una leggenda!- disse poi rivolto ad Aloyzas che stava ancora sorridendo.
-no, non lo è. Noi Yemen esistiamo davvero. Sai chi è il padre?- chiese il re avvicinandosi per prendere la bambina in braccio. Marc non fece storie e gliela consegnò.
-il principe Narek- disse Marc facendo sgranare gli occhi per la milionesima volta in quel giorno al biondo mentre Aloyzas alzava un sopracciglio.
-e come?-
-era stato mandato a Lagas per uccidere i principi ereditari, ma si è innamorato del principe Narek e gli ha confessato tutto. Questo è anche il motivo per il quale domani morirà- spiegò Marc felice che il re di Halaf gli stava credendo.
-dove lo uccideranno?- chiese Aloyzas che non aveva nessuna intenzione di perdere Ciel ora che sapeva che era vivo e soprattutto che aveva avuto una figlia con il principe Narek.
-aspetta un attimo, ma se questa bambina è figlia di Ciel e Narek significa che è lei l’erede della profezia?- chiese il biondo facendo sgranare gli occhi rossi di Aloyzas.
-si, Walter ha i giorni contanti- disse il re per poi puntare il suo sguardo cremisi verso Marc -ora dimmi tutto quello che sai-
 
-grazie ancora per non avermi fatto uccidere- disse Marc mentre veniva accompagnato dal biondo verso il portone del palazzo. Doveva ritornare a Zragos.
-sono felice di non averlo fatto sinceramente- disse lui per poi fermarsi poco prima della porta facendo fare lo stesso anche all’altro.
-cosa c’è?- chiese Marc curioso. Il biondo gli si avvicinò fino a rimanere a pochissima distanza da lui.
-scopami, lo so che lo vuoi fare da quando ci siamo scontrati- gli sussurrò sulle labbra mentre il corpo di Marc era attraversato da un fremito. Certo che se lo voleva scopare, ma non credeva che anche il ragazzo se ne fosse accorto.
-io non credo sia una buona idea- disse Marc leggermente in imbarazzo.
-lo vogliamo entrambi quindi perché no?- chiese il biondo sfiorando le labbra dell’altro.
-devo ritornare alla base prima che Goran si accorga della mia assenza- cercò di dire il castano più per convincere se stesso a non cedere alla proposta invitante del biondo davanti a lui.
-allora sbrigati a scoparmi- disse quest’ultimo annullando definitivamente le distanze e baciando il castano che cedette e strinse con una mano i capelli biondi del ragazzo e con l’altra il suo sedere.
-vedi che lo vuoi- gli sussurrò il biondo prima di impossessarsi nuovamente delle sue labbra e spingerlo verso la sua camera dove lo buttò senza tante cerimonio sul letto iniziando a togliersi la camicia mentre Marc lo guardava sognante.
-non stare li imbambolato!- gli disse il biondo mentre gli saliva a cavalcioni dopo aver tolto anche i pantaloni. Marc non se lo fece ripetere due volte e si spogliò subito anche lui.
Marc fece vagare le mani sul corpo perfetto che in quel momento lo sovrastava. Se lo studiò per bene per poi corrugare la fronte.
-e questa?- chiese toccando con delicatezza la piccola cicatrice bianche che risaltava sulla pelle del biondo.
-un piccolo incidente- sussurrò il biondo piegandosi sul ragazzo e baciandolo nuovamente mentre muoveva il bacino su quello dell’altro che gemette tra le sue labbra e morderle in risposta.
-non so ancora il tuo nome- gli disse Marc per poi ribaltare le posizioni spingendo sotto di se il biondo che rise.
-nemmeno io il tuo- gli disse l’altro mettendogli le mani intorno al collo.
-Marc- disse il castano mentre entrava piano dentro il suo amante. Il biondo gli sorrise.
-Vartan-

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


-Vartan? Quel Vartan?- stava chiedendo Marc mentre il biondo era accoccolato su di lui. Appena il ragazzo gli aveva detto il suo nome Marc non ci aveva fatto caso, troppo preso da quello che stavano facendo, solo dopo gli era salito quel pensiero in mente.
-si sono il principe di Lagas- borbottò il ragazzo stringendosi di più al castano.
-ma…-
-è scappato prima di controllare che fossi davvero morto. Ho solo inscenato la mia morte per assicurarmi di sopravvivere nel caso ci fosse stato un secondo attacco e no, non sono arrabbiato con Lucas, o meglio Ciel- disse il ragazzo iniziando a fare massaggi circolari sul petto di Marc. -so che non voleva uccidermi veramente-
-lui pensa di averlo fatto, e sta male-
-lo so, ma ti chiedo di non dirgli niente- disse Vartan incrociando i suoi occhi celesti con quelli ambra dell’altro ragazzo.
-tranquillo, adesso mi odia- disse Marc abbassando lo sguardo.
-come mai?- chiese Vartan corrucciando lo sguardo.
-gli ho portato via la figlia dicendogli che l’avrei uccisa, e poi ho fatto finta di condividere il pensiero di mio padre e…-
-l’hai fatto per una ragione?-
-si, per ottenere la fiducia di Goran-
-e allora non ti devi preoccupare. Ti farai perdonare- disse Vartan sorridendogli e accarezzandogli il volto.
-spero che domani vada tutto secondo i piani- sospirò Marc accarezzando la schiena del principe che gli sorrise.
-certo che andrà tutto bene, devi essere positivo- disse il biondo baciandolo sulle labbra. -ora però devi proprio andare-
-mi stai cacciando?-
-non eri stato tu a dire che dovevi tornare il prima possibile alla base?- chiese Vartan alzando le sopracciglia mentre Marc sorrideva.
-certo- disse il castano alzandosi e iniziando a vestirsi sotto lo sguardo attento di Varta. Quando fece per usciere dalla camera il biondo lo bloccò.
-vieni qui quando vuoi- gli sussurrò a fior di labbra prima di baciarlo e lasciarlo andare. Marc annuì e ritornò a Zragos.


 
Lucas guardava fisso davanti a se senza in vedere niente. Da quando Marc gli aveva portato via il figlio, che aveva tenuto segreto per così tanto tempo, gli si era stretto lo stomaco e aveva deciso di non mangiare più niente. Non poteva credere che proprio la persona della quale si fidava di più gli avrebbe portato via la cosa più importante della sua vita.
-è ora di andare- disse proprio Marc aprendo la cella e alzando di peso Lucas che lo guardò solo per qualche secondo prima di abbassare lo sguardo sconfitto.
-dov’è?- chiese con un po’ di speranza, suo fratello non poteva averlo ucciso veramente.
-lo raggiungerai presto- disse solo Marc facendo venire le lacrime agli occhi a Lucas, non per la sua morte, della quale si era rassegnato da tempo, ma di quella di suo figlio. Un bambino innocente che non aveva avuto la possibilità di vivere.
Camminarono in silenzio fino ad arrivare ai piedi della montagna dove sarebbe avvenuta l’esecuzione, il boia era già li e Marc lasciò andare il fratello solo quando fu a due passi da Goran.
-mio figlio, sangue del mio sangue, ci ha tradito, mi ha tradito. Non merita di continuare a vivere. Questo ci dimostra che anche i migliori di noi hanno delle debolezze, debolezze che devono essere estirpate alla radice altrimenti moriremo tutti quanti. Il re Walter è infuriato con noi per colpa di Lucas e noi gli dimostreremo che siamo meglio di lui!- Goran tirò Lucas verso di se mostrandolo a tutta la folla di assassini li presenti. -oggi Lucas smetterà di essere uno di noi e morirà da rinnegato- continuò l’uomo prendendo poi un pugnale e con l’altra mano tirò i capelli del ragazzo che non fece storie.
Quando un assassino tradiva prima di venir ucciso doveva subire un’altra punizione: quella del rinnegamento.  Al traditore veniva tolto il suo elemento che lo caratterizzava come assassino, quello di Lucas erano i capelli lunghi. Nessun altro li aveva così.
Goran gli tagliò i capelli in un colpo solo. Adesso arrivavano a stento a toccare le spalle e Lucas se ne accorse perché gli solleticavano la pelle esposta del collo.
Goran alzò la mano dove teneva il resto dei capelli di Lucas e, dopo che gli assassini levarono un grido, li buttò nella fiamma ardente dove sarebbe andata a finire la testa di Lucas una volta tagliata.
Gridi di esultanza si alzarono per tutta la valle mentre Goran sorrideva. Provava piacere nel fare quel piccolo teatrino e non si preoccupava che a subirlo fosse uno dei suoi figli.
L’uomo strattonò il ragazzo per poi farlo inginocchiare mentre il boia gli si metteva alle spalle.
-vuoi dire qualcosa?- chiese Goran ridacchiando.
-morirete tutti, Walter non vincerà mai- disse Lucas in un tono abbastanza alto che permise a tutti i presenti di sentirlo. Goran lo fulminò per poi tirargli uno schiaffo che fece voltare la faccia di Lucas.
-l’inferno ti aspetta- sussurrò l’uomo facendogli poggiare la testa sul ceppo difronte a lui. Lucas voltò la faccia per guardalo e poi rispose:
-tu hai un posto d’onore li dentro, ricordatelo quando morirai- quelle parole furono troppo per Goran che tirò Lucas per i capelli prima di fargli sbattere la testa sul ceppo. Un rivolo di sangue iniziò ad uscire dalla fronte del ragazzo mentre perdeva poco a poco i sensi. “meglio, almeno non sentirò il colpo che mi mozza la testa” pensò il ragazzo chiudendo gli occhi.
Marc si morse l’interno guancia per non urlare. Sperava solo che Ciel fosse ancora vivo e che Aloyzas si muovesse, altrimenti il ragazzo sarebbe veramente morto.
Il boia si posizionò per bene e alzò l’ascia per poi calarla molto velocemente, ma non raggiunse mai il collo del moro. Il boia si accasciò a terra mentre un uomo a cavallo toglieva la spada dal corpo del boia. L’ascia cadde a pochi centimetri dal volto di Ciel e Marc si prese un colpo.
L’uomo a cavallo, che portava un mantello per nascondere la sua identità, non pensò minimamente alla miriade di assassini che stavano per attaccarlo, prese Ciel dal busto e se lo tirò sul cavallo pria di scappare.
Tutto sotto lo sguardo sbigottito di Goran.
-INSEGUITELO- gridò l’uomo, ma non avevano tempo per raggiungere l’uomo a cavallo che era già parecchio lontano. Ma alcuni ci provarono lo stesso, venendo però bloccati da delle guardie che in quel momento fecero irruzione nella foresta.
-RITIRATA! MALEDIZIONE!- gridò Goran mentre tutti scappavano dalle guardie. Marc aspettò un po’ prima di unirsi alla ritirata. Gli era sembrata la spada di Vartan quella che aveva trafitto il boia.
 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Lucas aprì gli occhi e si guardò intorno confuso. Era morto?
-finalmente! Credevo di essere arrivato troppo tardi- disse una voce al suo fianco. Lucas girò la testa di scatto avendola riconosciuta e guardò con occhi sgranati la figura di Vartan al suo fianco.
-sono morto quindi- sussurrò il ragazzo mentre Vartan ridacchiava -ma non dovrei essere all’inferno?-
-non sei morto coglione!- gli disse il biondo pizzicandogli un braccio. Lucas lo guardò male per il dolore, poi gli vennero le lacrime agli occhi.
-mi dispiace- sussurrò non volendo credere ai suoi occhi. Vartan era veramente vivo davanti a lui? O stava sognando tutto? Ma comunque il dolore avvertito per il pizzico era reale.
-non ti preoccupare, non lo volevi fare- disse Vartan sedendosi sul letto del ragazzo e abbracciandolo di slancio.
-come hai fatto? Narek e tutti gli altri ti credevano morto- disse Lucas non lasciando l’abbraccio dell’altro.
-parecchi anni fa imprigionammo un assassino che si voleva intrufolare al castello passando per me, eravamo identici. Dopo essermi fasciato la ferita sono andato da lui e l’ho ucciso facendolo sembrare me. Poi sono scappato qui per avvisare Aloyzas che Walter si era mosso- gli disse il biondo con un sorriso.
-ti ho fatto uccidere una persona- sussurrò il moro abbassando la testa.
-sarebbe morto comunque di li a poco- gli disse Vartan alzandogli il capo. -ora però voglio sapere tutto di te e Narek-
-non c’è niente da sapere- disse Lucas chiudendo gli occhi.
-invece si visto la vostra bellissima bambina!- disse Vartan incrociando le braccia al petto.
-Bambina? Di cosa stai parlando?- chiese Lucas abbastanza confuso. Vartan fece una faccia strana.
-tua figlia ovviamente! Di chi devo parlare se no? Marc l’ha portata qui- gli disse Vartan mentre vedeva l’espressione di Lucas cambiare velocemente.
-è una bambina?- chiese.
-si, una bellissima bambina che si mette a piangere se non sente il tuo odore. È stata un’impresa per Marc portarla qui, ma adesso sta bene- disse Vartan alzandosi per poi raggiungere la culla posta affianco al letto, della quale Lucas non si era accorto. Prese la bambina in braccio per poi passarla a Lucas che la guardava come se la vedesse per la prima volta. Cosa vera in realtà.
-è bellissima- disse il moro mentre se la stringeva al petto. -quindi Marc non è dalla parte di Goran?- chiese poi il ragazzo.
-no, è dalla tua. Mi ha detto che ti ha trattato da schifo solo per non perdere la fiducia di Goran-
-quindi lui sapeva che non sarei morto…-
-si, sapeva che ti avremmo salvato. Ora mi racconti tutto quello che è successo tra te e mio fratello!-
-ci siamo innamorati alla fine- disse Lucas in un sussurro mentre guardava la bambina che dormiva tranquillamente tra le sue braccia. -mi ha chiesto di sposarlo e io gli ho detto di no. Non perché non volessi credimi, ma perché non mi sembrava giusto. Poi gli ho rivelato tutta la verità. Volevo che fosse lui ad uccidermi ma mi ha lasciato andare- disse Lucas prendendo una manina della figlia nella sua.
-ti ama. È per questo che non ti ha ucciso, e credimi ti ama da più tempo di quanto immagini- disse Vartan sorridendogli.
-ormai è finita-
-no, non è finita. Potete ricominciare, entrambi. E poi vi amate e vostra figlia vi unirà ancora di più ne sono sicuro- disse Vartan sorridendo alla bambina che si era appena svegliata. -devi darle un nome-
-non sono bravo in queste cose- borbottò Lucas guardando gli occhi azzurri della piccola.
-e se facessi venire Narek qui e lo scegliete insieme?- chiese Vartan al quale era appena venuta in menta quell’idea.
-e con quale pretesto? Goran sarà furioso e mi cercherà in lungo e in largo- disse il ragazzo che non aveva nessuna intenzione di morire ora che aveva la sua piccola principessina.
-Aloyzas ne troverà uno. A proposito devo andare ad avvisarlo che ti sei svegliato-
-perché?-  chiese curioso Lucas.
-perché deve dirti un bel po’ di cose- disse Vartan uscendo dalla camera e lasciandolo da solo con la bambina che gli strinse un dito facendolo sorridere.
 
-per fortuna stai bene- furono le prime parole che Aloyzas disse quando entrò nella camera di Lucas.
-ehm si, grazie per avermi salvato- disse Lucas leggermente a disagio.
-Marc non ti ha detto niente quindi- disse l’uomo osservandolo attentamente.
-dirmi cosa?- chiese confuso Lucas.
-come immaginavo. Non sei figlio di Goran-
-cosa?- chiese sorpreso Lucas. Che significava che non era figlio di Goran?
-sei il figlio della famiglia reale di Halaf. La moglie di Goran scambiò suo figlio morto con te. E io ti credevo morto- disse l’uomo mentre a Lucas iniziavano a venire le lacrime agli occhi, di nuovo.
-e chi lo sa?- chiese Lucas in un sussurro mentre quello che era suo zio gli sorrideva.
-Marc, io e Vartan per il momento- disse Aloyzas accarezzandogli una guancia.
-non mi sembra vero. E se non fosse così?- chiese il ragazzo che non voleva sperare in quella possibilità e poi scoprire che era tutta una menzogna.
-nemmeno io volevo credere a Marc quando lo ha detto, ma ne sono sicuro per via di tua figlia. Noi deriviamo degli Yemen e solo uno Yemen può rimanere incinta anche se è un uomo- disse Aloyzas sorridendogli mentre Lucas scoppiava definitivamente a piangere. Era strano come in quel periodo era diventato terribilmente sensibile, non aveva mai pianto così tanto in tutta la sua vita.
-quindi sei mio zio?- chiese Lucas per sicurezza. Aloyzas gli sorrise.
-per gli altri si- disse l’uomo scompigliandosi i capelli nerissimi.
-in che senso?-
-in realtà non sei figlio di mia sorella ma mio. Mia sorella si è sposata con tuo padre solo per coprire il fatto che io ero rimasto incinta di te. Quando attaccarono il castello quel giorno io non c’ero e credimi credevo di aver perso tutte le persone che amavo di più al mondo in una sola notte. Ma tu sei vivo ed è un miracolo- disse l’uomo abbracciandolo mentre Lucas non riusciva ancora a crederci. -vorrei chiederti di non dirlo a nessun altro- gli sussurrò poi il padre e Lucas annuì.

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


-tuo zio ha brontolato un po’, ma alla fine ha scritto una lettera per Lagas. Dobbiamo aspettare solo la risposta e il tuo bel ragazzo- disse Vartan mentre camminava nei giardini del palazzo insieme a Ciel.
-non è il mio ragazzo- disse il moro cercando di sistemarsi una ciocca di capelli. Erano ingestibili di quella lunghezza.
-io credo proprio di si invece. Credimi sono più sicuro che appena ti vedrà ti salterà addosso-
-e credi che Aloyzas glielo permetterà?- chiese Ciel ridendo contagiando anche Varta.
-certo che si! Infondo vostra figlia ci salverà da Walter-
-non credo che la mia principessa abbia tutto questo potere- disse Ciel sorridendo alla bambina che aveva in braccio.
-in che senso scusa?- chiese Vartan non capendo.
-credo che per erede la profezia intendesse in realtà un matrimonio, cioè un’unione duratura fra Lagas e Halaf- disse il moro mentre la figlia gli tirava una ciocca di capelli per giocarci.
-be’ vedi che sono più che sicuro che tu e Narek vi sposerete-
-sei troppo ottimista- disse Ciel alzando gli occhi al cielo poi si girò verso il biondo per capire perché non gli avesse ribattuto a tono come suo solito e lo vide mentre guardava incantato davanti a se. Ciel seguì il suo sguardo e sorrise incontrando gli occhi ambra di Marc che stava andando verso di loro.
-ci ho messo più del previsto. Come stai?- disse il ragazzo sorridendo ad entrambi per poi guardare negli occhi quello che per anni era stato il suo fratellino.
-bene, grazie mille fratellone- disse lui sorridendogli.
-ma non sono tuo…-
-non mi interessa, per me lo sei- disse il moro per poi abbracciare il ragazzo tentando di non far soffocare la figlia. Marc ricambiò la stretta felice.
-mi dispiace per quello che ti ho fatto passare…-
-non ti preoccupare, l’importante che siamo tutti vivi- gli disse Ciel sorridendo.
-concordo, ora non ci resta che aspettare Narek e poi potremmo far tranquillamente guerra a Walter con un unico esercito.-
-il principe Narek verrà qui?- chiese curioso Marc mentre lanciava un sorriso bellissimo alla bambina.
-si, deve sapere la bella notizia!- disse Vartan tutto felice mentre Ciel faceva vagare lo sguardo tra i due ragazzi che si guardavano in un modo che non sembrava quello di due persone che si conoscevano poco, anzi. E poi Vartan si era praticamente sciolto quando aveva visto Marc. che ci fosse qualcosa tra loro?
-come hai chiamato la bambina?- chiese poi Marc.
-non le ho ancora dato un nome, aspetterò Narek- disse Ciel sorridendo alla bambina e piegando leggermente la testa per evitare che la piccolina gli tirasse troppo i capelli. Non vedeva avvero l’ora di farseli ricrescere. -Goran mi sta cercando?-
-no, lui non sa chi sei in realtà quindi dopo un primo momento di rabbia ha lasciato perdere, anche perché sta avendo parecchi problemi con Walter.- disse Marc sospirando.
-quando finirà tutto e Goran non ci sarà più cosa farai?- chiese Ciel davvero curioso, voleva avere il fratello vicino a se.
-non lo so, credo mi troverò un altro lavoro- disse il castano alzando le spalle non sapendo minimamente cosa fare.
-perché non ti unisci alla guardia reale?- gli propose Vartan con un sorriso.
-no grazie, ne ho abbastanza di armi e gente morta- disse il castano facendo rabbuiare leggermente l’altro.
-Goran ti fa uscire tranquillamente?-
-no, per questo sono arrivato così tardi. Volevo vederti il prima possibile, ma non ci sono riuscito-
-e come hai fatto?-
-sono sgusciato fuori senza farmi vedere, infatti tra un po’ dovrei tornare altrimenti mi scoprono- disse Marc sospirando e guardando verso il sole che stava tramontando.
 
-dovrei andare- disse Marc sulle labbra di Vartan.
-due minuti, solo due minuti ti prego- disse il biondo continuando a baciarlo. Aveva aspettato un’intera settimana prima di vederlo e di certo non poteva farlo andare via senza aver avuto almeno un bacio.
-Vartan davvero, devo andare- disse il castano staccandosi a malavoglia dal biondo che sospirò arrendendosi.
Marc gli accarezzò una guancia e dopo avergli sorriso uscì dal palazzo senza voltarsi indietro.
-allora avevo visto giusto- disse ridacchiando Ciel mentre Vartan saltava in aria per lo spavento.
-non farlo mai più!- disse Vartan portandosi una mano al cuore mentre Ciel rideva.
-ora mi devi raccontare tutto. E non accetto un no visto che tu sai tutto di me e Narek- disse il moro puntandogli un dito contro. In quel momento Vartan notò che non aveva la figlia in mano.
-dov’è la principessina?- chiese infatti Vartan andando verso il ragazzo.
-si era addormentata e ho preferito metterla nella sua culla, poi vi ho visti sgattaiolare in modo molto furtivo e vi ho seguiti per capire se ci avessi visto giusto- disse Ciel alzando le spalle con un sorrisetto.
-non so che idea ti sei fatto, ma non c’è niente di serio tra noi- disse Vartan sospirando.
-ma a me non sembra così, soprattutto per come vi guardate- disse Ciel sorridendo sinceramente.
-da parte mia c’è parecchio interesse, ma non credo sia lo stesso per lui.-
-e come mai?-
-perché sono stato io a buttarmi su di lui la prima volta che è stato qui!- disse Vartan sospirando.
-ma se non l’avesse voluto fare non l’avrebbe fatto, credimi.- disse il moro sorridendo all’amico.
-comunque è davvero strano che tu mi stia dando consigli-
-EHI! Guarda che io avevo anche altri mille pensieri in testa in quel momento!- disse Ciel colto nell’orgoglio mentre Vartan rideva felice di averlo fatto innervosire.

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Narek salì le scale sbuffando. Era arrivato ad Halaf il prima possibile solo perché suo padre gli aveva detto che era importante non perdere tempo.
Al ragazzo era sembrato strano che dopo tutto quel tempo Aloyzas avesse scritto a loro per “parlare”. Narek ipotizzava ci fosse qualcos’altro sotto, anche se non riusciva ad immaginare cosa. Forse voleva parlare della profezia, ma perché farlo proprio in quel momento? E poi avrebbero dovuto aspettare anni prima che un matrimonio tra le due dinastie si potesse fare effettivamente.
Narek sospirò una seconda volta e dopo aver guardato Joel e Rich, che erano al suo fianco e rappresentavano la sua scorta, si diresse spedito verso le due guardie che sorvegliavano il palazzo principale di Halaf.
-il re Aloyzas mi aspetta- disse il biondo che non vedeva l’ora di poter scoprire quello che nascondeva veramente l’invio di quella lettera.
-certo, venite con noi- disse una delle due guardi facendo aprire il portone e far entrare i tre ospiti del re di Halaf.
La guardia li guidò all’interno del palazzo fino ad arrivare ai giardini dove un uomo dai capelli neri dava le spalle ai nuovi arrivati e stava parlando con qualcuno che Narek non riuscì a vedere perché coperto dalla presenza di quello che presumibilmente era Aoyzas.
-vostra altezza è arrivato il principe Narek- disse la guardia facendo girare l’uomo e prendere un colpo a Narek. Il re Aloyzas aveva gli occhi rossi identici a quelli del suo lupetto.
-ben arrivato-
-grazie- disse Narek facendo un piccolo inchino con la testa subito ricambiato dall’altro.
-potete andare grazie mille- disse Aloyzas congedando la guardia che scomparve subito -grazie per essere accorso con così poco preavviso, ma era il modo più sicuro per farvi venire qui- disse Aloyzas al ragazzo che annuì. Guardò le sue due guardie e loro capirono lasciando i due da soli, anche se non proprio visto che Narek si ricordava benissimo che dietro ad Aloyzas c’era una persona.
Quando le due guardie furono scomparse da dietro Aloyzas fece capolino una testa bionda che Narek non riuscì ad individuare perché quella persona gli corse praticamente incontro facendolo quasi cadere a terra per lo slancio.
Solo dopo pochi secondi sgranò gli occhi incapace di dire alcuna parola. Quella era la corporatura, e soprattutto l’odore, di suo fratello. Non ci pensò due volte e fece staccare da se quella persona per confermare solamente che davanti a lui c’era davvero Vartan.
-ma tu…come?- chiese Narek che era davvero felice di vederlo vivo, ma non sapeva spiegarsi come fosse possibile visto che lui stesso aveva trovato il suo corpo riverso in una pozza di sangue quell’orribile giorno.
-sorpresa!- disse Vartan sorridendogli ancora. Nel mentre Aloyzas aveva lasciato i due fratelli da soli in modo che potessero parlare.
-spiegami come cavolo hai fatto- disse Narek che stingeva forte le spalle del fratello per paura che scomparisse davanti ai suoi occhi.
-ho finto la mia morte e mi sono rifugiato qui. Avrebbero attaccato ancora e questa era l’unica possibilità che mi era venuta in mente per non estinguere completamente la nostra dinastia-
-quindi Lucas ha ucciso la persona sbagliata!- disse Narek sospirando di sollievo.
-no, mi ha pugnalato veramente, ma è scappato prima di controllare che fossi morto veramente.- disse Varta sorridendo al fratello per tranquillizzarlo.
-mi hai fatto chiamare qui per dirmi che eri vivo quindi. Ma non ti sembra un po’ azzardato?-
-se lo avessi fatto scrivere nella lettera poteva finire nelle mani di chiunque. Dobbiamo assolutamente evitare che questo castello venga attaccato- disse Vartan incrociando le braccia al petto. Poi gli sorride. -e non è l’unico motivo per il quale sei qui-
-e cos’altro? La profezia?- chiese Narek sbuffando.
-in parte si- disse Vartan cercando di capire come dire al fratello di Lucas, o meglio Ciel.
-me lo sentivo, ma dovremmo comunque trovare una moglie per me o per te e un erede per Aloyzas e questo comporta aspettare almeno diciott’anni- disse Narek. Vartan scosse la testa.
-non c’è bisogno di tutto questo tempo. Anzi la profezia ha agito senza che noi facessimo niente. Il principe Ciel è vivo- disse Vartan sorridendo.
-ma non era morto nell’attacco di diciannove anni fa? Come fate ad essere sicuri che sia lui?- chiese sorpreso Narek. Quella si che era una bella sorpresa, ma avrebbero dovuto lo stesso aspettare tanti anni perché i loro figli si sposassero e dessero alla luce l’erede.
-hanno scambiato i bambini e lo sappiamo con sicurezza-
-okay anche se fosse come dici non si potrebbe lo stesso fare niente prima dei diciott’anni- disse Narek iniziando a sbattere il piede a terra impaziente.
-invece no perché tu caro mio hai chiesto al principe Ciel di sposarti giù una volta, quindi ora muovi il culo e proponi nuovamente la cosa al tuo lupetto- disse Vartan sorridendo mentre l’espressione di Narek si faceva sempre più sorpresa.
-Lucas…Lucas è vivo?- chiese sull’orlo delle lacrime il biondo.
-per pura fortuna si, e Lucas non è il suo vero nome. Non hai notato che lui e Aloyzas sono praticamente due gocce d’acqua?- chiese Vartan senza perdere il suo sorriso. Non vedeva l’ora di vedere la faccia del fratello vedendo la figlia.
-non posso- disse il maggiore facendo perdere il sorriso a Vartan.
-in che senso non puoi?-
-mi ha già detto no e lo dirà nuovamente, per non parlare del fatto che non possiamo avere figli e…-
-Ciel ti ama. E ha detto no quella volta solo perché non voleva che tu sposassi l’assassino di tuo fratello. Ma lui non mi ha mai ucciso e di certo i suoi sentimenti per te non sono cambiati credimi. I figli sono una questione secondaria- disse Vartan infuriandosi leggermente.
-come puoi dire che i figli sono una questione secondaria quando la profezia si basa su un’erede!- disse Narek alzando la voce.
-io non posso rispondere a questa domanda, ma ti conviene veramente muovere il culo e andare dal tuo lupetto prima che sia troppo tardi-
I due fratelli rimasero in silenzio per qualche minuto. Narek si guardava intorno cercando un qualcosa che gli dicesse cosa fare e Vartan aspettava che il fratello si desse una mossa.
-Vartan dov’è la sua camera?- chiese alla fine Narek facendo sorridere il più piccolo.
 

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Narek guardava la porta bianca davanti alla quale lo aveva portato Vartan indeciso sul da farsi. Aveva una voglia matta di vedere il suo lupetto, ma non sapeva come lui avrebbe reagito alla sua vista e aveva paura. Dopo quello che era successo tra loro non credeva che Lucas potesse volerlo ancora. Okay gli aveva salvato la vita, ma lo aveva condannato allo stesso tempo. Se l’avesse tenuto con se al castello forse le cose sarebbero andate diversamente.
Prese un po’ di coraggio e bussò aspettando il permesso di entrare.
-Vartan perché bussi se poi entri lo stesso?- disse la voce all’interno della camera facendo bloccare Narek, era davvero il suo lupetto.
Aprì la porta entrando e si guardò intorno in cerca di Lucas. Lo trovò che gli dava le spalle mentre sistemava qualcosa sul letto matrimoniale che riempiva la stanza. Narek si sorprese nel vedere i capelli di Lucas, un tempo lunghissimi, che adesso arrivavano a stento a toccare le spalle. Cos’era successo?
Rimase immobile a fissarlo non riuscendo a dire una sola parola.
-tutto okay? Come mai stai così in sile…- Lucas si voltò e quando vide che il suo interlocutore non era Vartan si bloccò di colpo -Narek- sussurrò poi studiando il ragazzo biondo che aveva difronte e che era più bello di quanto si ricordava.
-ciao- disse il biondo fissando intensamente gli occhi del moro.
Ciel non sapeva cosa fare, e soprattutto cosa dire. Sapeva che Narek sarebbe arrivato ad Halaf, ma non credeva così presto e di certo non immaginava minimamente che si presentasse in camera sua da solo. Okay forse doveva aspettarselo per via di Vartan, ma comunque era troppo presto e non sapeva come comportarsi. Fu così che fra entrambi cadde un silenzio parecchio pesante.
-sono contento che tu non sia morto- disse Narek prendendo un sospiro enorme. -mi sono pentito ad averti cacciato-
-era arrabbiato con me, ne avevi tutto il diritto- disse il moro sorridendo.
-no, ti ho praticamente condannato a morte e non so per quale miracolo tu sia ancora vivo e soprattutto davanti a me- disse il biondo avvicinandosi.
-mi sono sentito uno schifo quando hai rifiutato il mio bacio, ma sapevo che me lo meritavo tutto- sussurrò Ciel mentre Narek si avvicinava ancora di più al ragazzo cingendogli la vita con le braccia e mettendo la fronte sulla sua.
-Vartan mi ha detto che sei il principe Ciel- disse Narek sorridendo al ragazzo che sbuffò.
-ed è stato anche lui a dirti dove mi trovavo vero?- disse il moro borbottando mentre Narek rideva.
-certo, e tu gli hai raccontato tutto!-
-tuo fratello è troppo insistente e io in quel momento stavo cercando di riprendermi dalla botta che mi aveva dato Goran- disse il moro guardando male l’altro ragazzo.
-come ti sei salvato?- chiese Narek curioso mentre lo stringeva sempre di più a se.
-Marc, quello che credevo fosse mio fratello, ho avvisato mio zio della mia vera natura e Vartan mi è venuto a prendere poco prima che il boia mi mozzasse la testa. Ho scoperto tutto quando mi sono risvegliato visto che Goran mi aveva praticamente tramortito- disse il ragazzo con le lacrime che pretendevano di scendere, ma non voleva mostrarsi così difronte a Narek.
Narek gli sorrise e gli asciugò una lacrima che era sfuggita al controllo di Ciel con un bacio sulla guancia. Poi guardò gli occhi rossi dell’atro prima di baciarlo nuovamente, questa volta sulle labbra.
Per quanto tempo aveva sognato di poterlo rifare? Tanto e in quel momento era davvero felice di poter stringere a se quel ragazzo.
-la proposta è ancora valida- sussurrò Narek una volta staccatosi dalle labbra di Ciel.
-ma comunque io…-
-sshh- disse Narek mettendogli un dito sulle labbra -lascia perdere il passato. Pensa solo al presente-
-sei sicuro?- chiese Ciel titubante.
-si, e credimi i miei genitori non avranno niente da ridire se è questo che ti preoccupa- disse il biondo accarezzandogli una guancia.
-si- disse alla fine Ciel -si, lo voglio- e Narek sorrise baciandolo nuovamente.
Fu in quel momento che la piccola principessa decise di scoppiare a piangere. Ciel si staccò di colpo dalle labbra di quello che poteva considerare il suo ragazzo e si girò verso la bambina che aveva posato sul letto matrimoniale visto che si lamentava se la face dormire nella sua culla.
La bambina sorrise quando vide la faccia preoccupata del padre e smise subito di piangere.
-piccola peste, non mi fare preoccupare per niente- sussurrò il ragazzo facendo per rigirarsi verso Narek, ma la bambina urlò di nuovo e allora Ciel fu costretto a prenderla in braccio per farla contenta.
Narek aveva guardato tutta la scena con gli occhi sgranati. Chi era quella bambina?-
-chi è?- chiese infatti quando Ciel si fu girato nuovamente verso di lui. Il moro sorrise avvicinandosi ancora di più a Narek per permettergli di vedere la bambina.
-è nostra figlia- disse Ciel sorridendogli. Narek rimase sconvolto per quella rivelazione e non riuscì a dire parola per i restanti minuti nei quali guardò la bambina che gli sorrideva felice.
-quindi la profezia si è avverata- disse alla fine Narek sorridendo alla bambina mentre Ciel lo guardava. -posso prenderla in braccio?- chiese poi e Ciel annuì mettendogli la bambina tra le braccia.
-se ti stai chiedendo come io…-
-lo so, ho studiato la leggenda sugli Yemen, non credevo fosse vera comunque.- disse Narek che adesso capiva perché il fratello avesse detto che era più che certo che il suo lupetto fosse veramente il principe Ciel.
-eri già qui?- chiese poi il biondo cullando la bambina. Ciel sorrise a quella scena.
-no, ero ancora in prigione. Marc mi ha aiutato e poi l’ha portata qui per non farla vedere a Goran- disse Ciel facendo sgranare gli occhi a Narek.
-cavolo, dovevo davvero tenerti a Lagas con me- disse Narek sentendosi sempre più in colpa.
-smettila, l’hai detto tu: cancelliamo il passato- disse Ciel lasciando un bacio sulla testa della sua principessina.
-come l’hai chiamata?-
-stavo aspettando te- disse Ciel sorridendogli.
-ma io non sono bravo con i nomi. Volevo chiamare mio fratello Ciccio!- disse il biondo facendo ridere Ciel.
-nemmeno io sono bravo, ma ci verrà qualcosa in mente.

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


-perché voi potete andare a combattere e io devo rimanere qui?- chiese Ciel incrociando le braccia al petto mentre gli altri quattro presenti nella stanza non lo stavano minimamente calcolando nel loro piano.
-perché e meglio se rimani qui amore- gli disse Narek sorridendo.
-ma ho già rischiato parecchio prima perché adesso non posso?- chiese ancora il ragazzo sbuffando.
-perché se no chi si prende cura di Leena?- chiese Vartan sorridendo al futuro cognato che sbuffò.
-non è giusto, vi servirà il mio aiuto. Sono bravo!- protestò ancora il moro.
-Ciel per favore! Sappiamo che sei bravo ma se la missione fallisce ci serve qualcuno per impedire a Walter di impossessarsi di tutto- disse Marc sorridendo al fratello che sbuffò.
-siete odiosi-
-no tesoro, pensiamo al tuo bene. Non ti sei ancora ripreso del tutto- disse Aloyzas sedendosi vicino al figlio e facendolo finalmente desistere dal continuare ad insistere. Non era giusto però, erano quattro contro uno.
-dovete tornare tutti sani e salvi però- disse alla fine Ciel guardandoli tutti negli occhi.
-non sappiamo cosa ci attende- disse Narek avvicinandosi al ragazzo e baciandolo sulle labbra.
-non voglio perderti. E soprattutto non puoi abbandonare me e Leena- disse ancora il moro guardano gli occhi azzurri dell’altro.
-non vi sto abbandonando, sto cercando di far finire questa storia una volta per tutte. Secondo me non c’era nemmeno bisogno di questa stramaledettissima profezia, ma bastava unire le forze ancora prima- disse il biondo per poi baciarlo.
-concordo, ci siamo fossilizzati troppo sulla profezia che non abbiamo capito prima che potevamo unirci anche senza un matrimonio e combattere, avremmo distrutto parecchio tempo prima Walter. Adesso sta diventando troppo forte e dobbiamo fermarlo prima che si impossessi di tutto- disse Aloyzas ritornando verso la mappa del regno.
-io starò con Goran e non appena vi vedrò arrivare dimezzerò le loro fila- disse Marc indicando il punto dove gli assassini di Goran si sarebbero posizionati per difendere Walter. Alla fine il re di Ur li aveva chiamati tutti nel suo regno perché aveva paura di un attacco e Goran non ci aveva pensato due volte a dire di si, soprattutto quando sapeva che Zragos era stato scoperto.
-vedi di non morire inutilmente- gli disse Vartan lanciando uno sguardo pieno di cose non dette a Marc che annuì.
-l’esercito di Lagas arriverà da Nord-est, mentre noi attaccheremo da qui- disse Narek indicando il punto sulla mappa.
-andrò io a Lagas così da evitare che qualcuno ci possa rubare informazioni- disse Vartan facendo corrucciare la fronte a Narek.
-sei sicuro?- chiese infatti il maggiore.
-si, tu rimani qui con Leena e Ciel.- disse Vartan sorridendo al moro che annuì felice della sua proposta.
-okay così gli dici anche che sei vivo- disse Narek arrendendosi.
-quanto tempo ci impieghi ad arrivare a Lagas?- chiese Aloyzas.
-in un giorno a cavallo ci arrivo tranquillamente-
-okay e quanto tempo vi servirà per organizzare l’esercito?-
-non lo so, credo tre giorni- disse Vartan pensieroso.
-facciamo che fra una settimana attacchiamo?- chiese allora Narek calcolando mentalmente anche i tempi per arrivare ad Ur.
-si, si può fare- disse Aloyzas.
-vedremo di fare il prima possibile- disse Vartan sorridendo.
 
-sei davvero sicuro di volerlo fare?- chiese Marc mentre appoggiato allo stipite della porta della camera di Vartan guardava il biondo che si sistemava il mantello sulle spalle pronto a partire.
-si, sono più preoccupato per te- disse invece il biondo avvicinandosi al castano.
-non mi succederà niente-
-non ne puoi essere sicuro. Starai in mezzo a una miriade di assassini- disse Vartan rabbuiandosi leggermente.
-non ti preoccupare- gli disse Marc baciandogli le labbra.
-promettimi che non farai niente di stupido, voglio che tu venga a Lagas con me dopo tutto questo- disse Vartan serio.
-non toccherò più una spada Vartan…-
-lo so, ma ti voglio vicino a me- disse il biondo abbracciandolo. -ti prego, potrai fare tutto quello che vuoi- disse Vartan stingendolo sempre di più.
-okay, adesso però è meglio se partiamo entrambi- disse Marc stringendo anche lui il ragazzo per poi prendere la sua sciarpa e avvolgerla intorno a Vartan mentre il biondo lo guardava sorridendo.
-buon viaggio- gli sussurrò Vartan sulle labbra prima di baciarlo sulle labbra un’ultima volta.
 
-tuo fratello e il mio si sono lanciati parecchi sguardi strani oggi- disse NArek mentre cullava la piccola Leena.
-qualche giorno fa li ho beccati che si baciavano, ma non dire a Vartan che te l’ho detto- disse Ciel per poi ridere alla faccia sconvolta di Narek.
-non ridere! Cavolo il mio fratellino con quell’energumeno?- chiese sconvolto il biondo alimentando le risate di Ciel.
-dai sono carini insieme. E poi Marc non è un energumeno!- disse Ciel avvicinandosi al ragazzo e baciandolo sulle labbra facendosi improvvisamente serio. -devi promettermi di tornare sano e salvo. Non posso permettermi di perderti sapendo di non star facendo niente per impedirlo- disse il moro appoggiando la fronte su quella dell’altro.
-farò del mio meglio per non morire e uccidere Walter contemporaneamente, anche perché ti devo insegnare come essere un buon principe-
-per quello ci penserà Aloyzas, tu dovrai sopravvivere per insegnare tutto a Leena- disse Ciel con le lacrime agli occhi.
-sei molto sensibile ultimamente o sbaglio?- chiese Narek asciugandogli una lacrima.
-me ne sono accorto anch’io, forse è per via della gravidanza- disse Ciel sospirando.
-mi piaci così. Sei ancora più cuccioloso del solito, devo rimetterti incinta- disse Narek con un sorriso sulle labbra.
-non ti azzardare a dirmi che sembro un cucciolo!- disse il moro tirandogli un leggero pugno sulla spalla destra mentre controllava che Leena non si fosse svegliata. Per fortuna la piccola dormiva tranquillamente tra le braccia del padre.
-per la seconda parte cerca di tornare vivo- disse poi il moro facendo sorridere l’altro.
-prima ti sposo però-
-si, prima ci sposiamo-
 

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Narek guardava le grandi mura della città di Ur che si aprivano davanti alla sua vista. Il principe si stava chiedendo come avrebbero fatto a distruggerle o anche solo ad entrare in città. Appena avvistati avrebbero subito chiuso le porte, ne era sicuro.
-le porte non si possono chiudere, ci passeremo senza problemi- gli disse Aloyzas.
-siamo sicuri che nel mentre non le abbiano costruite?- chiese il principe non convinto.
-è ritornata poco fa la sentinella confermando l’assenza di modi per chiudere le porte delle mura. Passeremo tranquillamente.- lo tranquillizzò Aloyzas.
-spero che i miei arrivino presto-
-lo faranno, c’è tuo fratello con loro-
-grazie ancora per averlo nascosto per tutto questo tempo- disse Narek veramente grato al re di Halaf.
-avreste fatto lo stesso se ci fossi stato io al posto suo, non c’è bisogno di ringraziarmi.-
Rimasero in silenzio osservando l’alba che poco a poco stava sorgendo annunciando anche l’inizio imminente della battaglia.
-rimarrete entrambi a Halaf vero?- chiese Aloyzas.
-si, se per te non ci sono problemi. Mio fratello può tranquillamente governare Lagas-
-certi che non ci sono problemi. Ti va bene anche se non sarai tu l’erede diretto della corona?- chiese curioso il moro.
-certo, l’importante è che ci siano Ciel e Leena con me- disse il biondo facendo sorridere il re di Halaf. -spero solo di sopravvivere a questa battaglia-
-certo che ce la farai- disse Aloyzas sorridendo per poi far voltare il suo cavallo verso l’esercito che era radunato dietro di loro. -riprendiamoci ciò che Walter ci ha tolto- disse il re alzando la sua spada. Urla si alzarono dall’esercito e Aloyzas sorrise pronto a riprendersi la rivincita contro colui che aveva ucciso sua sorella e la persona che amava. -andiamo- gridò lanciandosi con il cavallo verso la porta di Ur seguito a ruota da tutto l’esercito e anche da Narek.
Le porte erano veramente aperte e loro riuscirono ad entrare in città con parecchia facilità. L’unico ingombro erano le guardie che cercavano di bloccarli senza successo perché loro avevano il vantaggio di essere a cavallo.
-dividiamoci- disse ad un certo punto Aloyzas e Narek annuì prendendo la direzione opposta del re di Halaf insieme ad un manipolo di soldati. Avrebbero fatto diverse strade per poter arrivare fino a Wlater.
 
Vartan cavalcava come un pazzo per la città in cerca di Marc. L’esercito di Lagas aveva attaccato appena sorto il sole e il ragazzo si era subito staccato in cerca del suo bel assassino. Sapeva che era da pazzi fare quello che stava per fare Marc. Cercare di combattere da solo contro tutti gli assassini della Stella della Roccia non era per niente una buona idea e avrebbe portato Marc a morte certa. Okay, nemmeno andare a cercare Marc e rimetterci la vita in due non era una cosa sensata, ma Vartan non riusciva a pensare di rimanere nella sua postazione senza sapere cosa stesse succedendo all’uomo che amava.
Si all’inizio era iniziato tutto perché Marc lo incuriosiva, ma poi si era inesorabilmente innamorato del castano e credeva di essere anche ricambiato, quindi avrebbe fatto tutto il possibile per tenerselo affianco il più tempo possibile. Sapeva che alla fine sarebbe stato costretto a trovarsi una moglie per portare avanti la sua dinastia visto che non era uno Yemen come Ciel, ma comunque voleva vivere più momento felici insieme al suo Marc.
Svoltò l’angolo e fu allora che Vartan lo vide. Marc stava combattendo furiosamente contro tre assassini. Stava avendo la meglio, ma era comunque ricoperto di ferite che a Vartan sembravano parecchio gravi. Il biondo spronò il suo cavallo e con un fendente deciso uccise uno dei tre assassini mentre Marc faceva fuori gli altri due.
-che cavolo ci fai qui?- gli chiese Marc leggermente arrabbiato.
-sono venuto a darti una mano- disse Vartan sorridendogli.
-rischi troppo qui! Vattene in un posto più sicuro!- cercò di dirgli Marc ma il biondo scosse la testa.
-non ci penso nemmeno ti do una mano- quelle furono le ultime parole famose perché una freccia riuscì a conficcarsi nella cavalcatura del principe di Lagas facendolo cadere tra le braccia di Marc che lo sorresse.
-vattene!- disse allora il castano temendo veramente per la vita del principe, del suo principe.
-non ci penso nemmeno! E poi stanno già arrivando- disse il biondo mentre nella piccola piazza dove si trovavano si riversarono una dozzina di assassini, tra essi c’era anche Goran.
-bene bene, ora ho ben due figli traditori- disse l’uomo mentre Marc e Vartan si mettevano spalla contro spalle visto che gli assassini li avevano appena circondati.
-si vede che i tuoi insegnamenti sono sbagliati- disse Marc sospirando. Voleva rimandare il più tardi possibile lo scontro con il padre, ma in quel momento non aveva scelta. Da una parte era veramente felice che Vartan fosse li con lui, almeno lo avrebbe aiutato a respingere gli assassini che li stavano circondando pregustando già la loro morte.
-no credo che sia tutta colpa di tua madre che ha deviato te per poi fare in modo di deviare tuo fratello-
-mia madre non mi ha deviato anzi! Lei ha sempre saputo che quello che stavi facendo era terribilmente sbagliato e devo ringraziarla per avermi aiutato in quel poco tempo che è stata con me- disse il castano non abbassando lo sguardo a quello intimidatorio del padre.
-te ne farò pentire!- disse l’uomo scattando verso il figlio che subito parà il colpo per poi iniziare a combattere contro il padre. Vartan nel mentre gli copriva le spalle cercando in ogni modo possibile di uccidere chiunque tentasse di avventarsi sui due per aiutare Goran del combattimento.
Vartan non prestò minimamente attenzione ai due che combattevano, si concentrò solamente sui suoi avversari e in pochissimo tempo riuscì ad abbatterli tutti.
-muori!- all’urlo di Goran il biondo si girò spaventato che Marc potesse essere in difficoltà. Quello che vide gli fece sgranare gli occhi per il terrore. Entrambi gli uomini erano uno difronte all’altro, ed entrambi avevano la propria spada conficcata nel corpo dell’altro.

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Marc e Goran entrassero le spade nello stesso momento. Goran cercò di decapitare il figlio, ma il ragazzo riuscì a parare il colpo nonostante fosse barcollante per il troppo sangue che stava perdendo.
Il colpo di Marc, però, riuscì ad andare a segno e la testa di Goran cadde lontana dal corpo.
Il castano sospirò pesantemente prima di cadere in ginocchio e portare una mano allo stomaco dove il sangue non voleva saperne di fermarsi.
Vartan corse subito da lui buttando in aria la sua spada e aiutandolo a tamponare la ferita con un pezzo della sua camicia bianca che si sporcò immediatamente di rosso.
-dobbiamo fasciarla altrimenti ti dissanguerai- sussurrò il biondo cercando intorno a se per vedere se trovava un qualcosa da utilizzare per fasciare il ragazzo tra le sue braccia.
Marc appoggiò la testa sulla spalla di Vartan.
-ho perso troppo sangue, non servirà a niente- sussurrò il castano che faceva fatica anche a parlare.
-non dire così, riusciremo a salvarti e verrai con me a Lagas- sussurrò Vartan baciando la fronte del castano.
-sei davvero la persona più ottimista che io abbia mai incontrato, ma sai bene anche tu che il sangue che ho perso è troppo e il mio corpo non regge- disse Marc portando una mano al viso del biondo per asciugargli le lacrime che iniziavano a scendere.
-io non voglio perderti!  E poi che dirà Ciel non vedendoti arrivare?- chiese il ragazzo non riuscendo a trattenere le lacrime che ormai scendevano dai suoi occhi.
-gli direte che ho ucciso Goran- sussurrò il ragazzo sorridendogli. -grazie per avermi aiutato, sarei morto molto tempo prima e Goran sarebbe ancora vivo- disse Marc facendo scendere la testa di Vartan verso di se.
Vartan lo assecondò e baciò le labbra del castano che poco alla volta stavano diventando sempre più fredde.
-ti amo- sussurrò il castano prima di chiudere i suoi occhi ambra ed esalare il suo ultimo respiro.
-anch’io amore mio- disse Vartan mentre stringeva a se quel corpo ormai privo di vita e versava tutte le lacrime che gli rimanevano in corpo.
 
Le due spade cozzarono creando un rumore fastidioso per coloro che stavano assistendo allo scontro.
Aloyzas alla fine era riuscito a trovare Walter e adesso stavano combattendo davanti al castello di quest’ultimo.
-non dovevamo mantenere la pace?- chiese leggermente adirato il re di Ur.
-no visto che sei stato il primo a negarla- disse Aloyzas partendo nuovamente alla carica e continuando a fronteggiarsi con Walter che non cedeva di un passo.
-se vuoi posso mandarti dritto dritto da tua sorella e suo marito- disse Walter ridacchiando mentre gli occhi di Aloyzas si incendiavano sempre di più.
-hai distrutto vite innocenti per niente!- disse a denti stretti il re di Halaf.
-dovresti solo ringraziarmi visto che ti ho dato il trono che ti spettava! Eri tu l’erede al trono non tua sorella e quello stupido soldato che è diventato suo marito-
-ho scelto io di dare il trono a mia sorella e mai avrei voluto riprendermelo. Non mi hai fatto un favore- disse Aloyzas schivando prontamente un affondo del re.
-questa guerra contro di me è inutile Aloyzas! Concedimi il tuo regno visto che non vuoi governare e passa dalla mia parte- disse Walter fermando il combattimento e porgendogli la mano.
-mai potrei accettare di fare una cosa del genere. E c’è già qualcun altro pronto a governare dopo di me. Tu sarai solo polvere- e detto questo il moro si fiondò verso Walter. Il re di Ur cercò di schivare l’attacco, ma esso non era diretto a lui, ma alla sua mano tesa che venne presa in pieno e cadde a terra.
Walter urlò di dolore portandosi al petto il moncherino.
-arrenditi e ti risparmio la vita- disse Aloyzas puntando la spada al collo di Walter. Quella del re di Ur era caduta quando gli era stata mozzata la mano.
-non lo farò mai, io sono l’unico vero re!-
-va bene- disse Aloyzas che mozzò la testa di Walter senza che lo stesso se ne accorse. Avevano vinto.
 
 
-VARTAN- gridò Narek correndo verso il fratello che aveva appena individuato al centro di una piazza. Durante tutto il combattimento non era riuscito ad individuarlo da nessuna parte nonostante avesse combattuto al fianco del padre. Ora, a combattimento finito visto che Aloyzas era riuscito ad uccidere Walter, Narek era andato in cerca del fratello.
-Vartan mi hai fatto preoccupa…- le parole gli morirono in bocca quando vide il corpo inerme di Marc tra le braccia del fratello.
-ha ucciso Goran, ma lui…- Vartan non riuscì a finire la frase che le lacrime ricominciarono a scendere e Narek gli mise una mano sulla schiena cercando di consolarlo, ma sapeva che niente lo avrebbe fatto star meglio in quel momento.
-la battaglia è finita. Aloyzas ha ucciso Walter- disse Narek mentre il fratello stringeva ancora il corpo di Marc.
-okay- sussurrò poi alzando lo sguardo verso Narek. I suoi occhi azzurri erano arrossati per via delle lacrime. Narek non lo aveva mai visto così sconvolto. -ha detto che mi amava, prima di morire- rivelò poi il minore lasciando delicatamente il corpo di Marc a terra e buttandosi poi tra le braccia del fratello che lo strinse a se. -doveva venire con me a Lagas, doveva ricominciare tutto daccapo. Non doveva morire così- continuò a dire a raffica Vartan mentre l’unica cosa che poteva fare Narek in quel momento era stringere a se il ragazzo.

 

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Capitolo 30
*** Epilogo ***


Il fumo si levava alto in cielo mentre venivano bruciate le pire funebri di tutti coloro che erano morti durante la battaglia contro Walter. Tra quelle c’era anche quella di Marc che in quel momento era fissata intensamente da Ciel mentre Narek lo stringeva a se per confortarlo.
Quando il principe aveva scoperto che Marc era morto per le ferite riportate durante lo scontro con Goran era rimasto in silenzio per quasi due minuti prima di scoppiare a piangere come una fontana.
Narek gli era stato vicino il più possibile e anche in quel momento cercava di esserci per quel ragazzo che era stato con lui quando credeva di aver perso Vartan, anche se era stato lui la causa.
Poco più lontano dai due, seduto sullo scalino più alto, c’era Vartan che guardava verso l’orizzonte. Vedere la pira di Marc bruciare gli avrebbe fatto solo male quindi cercava di guardare oltre quel fumo ed immaginare che il castano stesse vivendo una vita felice in quel momento.
Tutti rimasero a guardare le bire bruciare fino a quando non si spense l’ultimo fuoco e rimasero solo le ceneri.
Ciel nascose il volto nell’incavo del collo di Narek. Quest’ultimo gli baciò i capelli stringendolo sempre di più a se.
-volevo che partecipasse al matrimonio- disse in un sussurrò Ciel.
-anch’io, mi piaceva- disse Narek tenendo le labbra premute sui capelli del ragazzo.
-strano, credevo non ti andasse a genio per Vartan- disse con un accenno di risata Ciel.
-all’inizio, ma poi ho accettato la cosa- disse Narek ed era la verità. Non avrebbe mai potuto odiare il ragazzo che aveva salvato la vita a Leena e Ciel, mai.
-Vartan si riprenderà- chiese poi Ciel.
-tu?- chiese a sua volta il biondo.
-credo di si, con il dovuto tempo ovviamente- rispose il moro uscendo dal suo nascondiglio.
-anche Vartan, ma credo che per lui ci vorrà molto più tempo. E soprattutto ho paura che rinunci ad amare- disse Narek volgendo lo sguardo verso il fratello che guardava verso l’orizzonte seduto sui gradoni.
-lo aiuteremo noi- disse Ciel mentre Narek annuiva.
-andiamo da Leena?- chiese poi il biondo. Ormai erano rimasti davvero in pochi li e le ceneri erano già state raccolte e buttate nel fiume come da tradizione.
-si- disse Ciel baciando il suo futuro marito ed incamminandosi insieme a lui verso la loro principessa che li stava spettando accudita da una delle domestiche del palazzo.
La vittoria contro Walter era solo l’inizio. L’inizio di un’epoca senza guerre e senza pensieri.



Angolo Autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia, sinceramente sono stupita di me stessa visto che sono riuscita a finirla in meno di un mese (la storia l'avevo già finita due giorni fa, non ho voluto pubblicarla subito per avere un po' di pausa dallo scrivere).
So che il finale rimane molto aperto, soprattutto per quanto riguarda Vartan, ma lo lascerò così.
A presto spero,
la_pazza_di_fantasy


 
 

 

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