I Maestri delle Ombre: Il Gioco di Zorc

di Kiron_River
(/viewuser.php?uid=928867)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sulla cima della torre ***
Capitolo 2: *** Il torneo deve andare avanti ***
Capitolo 3: *** Mostri duellanti ***



Capitolo 1
*** Sulla cima della torre ***


Ciao gente e ben tornati! Wow... è passato un secolo dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa qui. Francamente speravo di tornare un po' più preparato, invece questa seconda stagione de I Maestri delle Ombre è ancora in lavorazione e lontana dall'essere finita. 
Tuttavia mi ero stufato di aspettare, quindi eccomi a pubblicare il secondo capitolo della storia dei duellanti del Torneo Mondiale di Duel Monsters. Torniamo sulla cima della Kygranerd Tower, dove avevamo lasciato i nostri eroi alla fine della stagione precedente, sperando incasinati come non mai dopo l'epocale doppio Gioco delle Ombre dispotato da Alex, Malverik, Elzer e Kygranerd. Adesso i nostri ragazzi dovranno affrontare un gioco ancora più pericoloso.
Signore e signori, buona lettura

Se non avete idea di cosa stia succedendo probabilemente siete arrivati qui senza prima passare da I Maestri delle Ombre, di cui questa serie è diretto sequel. Leggete prima quella. Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito. Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.



Chi prima chi dopo, i duellanti sulla cima della K.Tower si stavano riprendendo.
Le scosse, le forti raffiche di vento e il vorticare della torre aveva fatto si che tutti quanti venissero scaraventati a destra e a manca sul tetto della torre procurandosi graffi e lividi dappertutto.
Alex si affacciò al bordo della torre e osservò l’immensa distesa di terra arida che li circondava tutti quanti.
La luce fredda del sole filtrata dalle grandi nubi nere illuminavano bene la pianura circostante permettendo di ammirarne la vastità a perdita d’occhio di terra secca e rocce grige. Guardando verso l’orizzonte Alex riusciva a scorgere alcuni alberi. Forse l’inizio di un bosco, ma non avrebbe saputo dirlo.
“Alex. Dimmi che almeno tu sai che sta succedendo”
La voce di Gabriele proprio di fianco a lui distrasse Alex dal suo osservare.
Alex si voltò verso l’amico e con un’espressione confusa che non mostrava alcun segno di positività, scosse la testa.
“Fantastico…” chiosò l’italiano.

Il vociare dietro di loro spinse Alex e Gabri a voltarsi verso l’interno della terrazza dove, chi più chi meno, tutti i duellanti si stavano lamentando delle botte subite durante il turbine.
L’uomo corpulento che poco prima aveva soccorso il ragazzo rimasto ferito era stato il primo a rialzarsi e per prima cosa è corso a sincerarsi delle condizioni di tutti gli altri.
Alex e Gabri si scambiarono un’occhiata e tornarono verso gli altri duellanti per dare una mano.
“Voi ci avete capito qualcosa?” chiese l’uomo di prima mentre aiutava uno dei ragazzi a rialzarsi.
“No. Proprio per niente, e dire che abbiamo una bella fetta di colpa” rispose Gabri guardando storto Alex.

“Ne parliamo più tardi, per ora vediamo se stanno tutti bene” disse Alex mettendo a tacere l’amico, poi rivolse l’attenzione all’altro uomo “Grazie per quello che stai facendo”
“Sono un medico, è il mio lavoro” rispose l’altro “Tu piuttosto, come hai fatto ad apparire da sotto il pavimento della terrazza”
Alex si grattò la testa “Sarà tra le spiegazioni che dovrò dare a tutti quanti. A proposito, mi chiamo Alex”
“Luke Hartman. Probabilmente mi conoscete meglio come WarMachine”

Intanto Sally stava ancora guardando fuori dal balcone della terrazza. Gilbert ringraziò Aleta per averlo salvato e andò dalla sua amica.
Sapeva che Sally stava pensando a Malverik. Era caduto proprio dal punto in cui Sally si stava sporgendo in quel momento, mentre la torre stava vorticando sotto l’effetto della magia di Zorc l’Oscuro.
Gilbert posò una mano sulla spalla dell’amica.

“Sally…”
“Non c’è” rispose immediatamente Sally.
Gilbert rimase un attimo interdetto.
“Come?”
“Il suo corpo. Non lo vedo in fondo alla torre” rispose Sally senza smettere di guardare giù.
Gilbert si sporse oltre la balaustra e guardò di sotto. In effetti in fondo alla torre non c’era proprio niente.
“Malverik è caduto da qui, ma io suo corpo non è mai arrivato a terra” spiegò Sally.
Gilbert si voltò di nuovo verso Sally e anche lei si voltò verso di lui.

Gli occhi di Selly erano lucidi, ma non stava piangendo, trasmettevano invece speranza.
“Gibby, se il corpo di Mal non è laggiù vuol dire che potrebbe essere da qualche parta. Vivo!”

Gilbert ripensò alla scena. La vista di Malverik che volava giù dalla torre non era qualcosa che avrebbe dimenticato facilmente e tutto nel suo cervello gli stava dicendo che era quasi impossibile che il loro amico fosse sopravvissuto a quel volo.
Davanti agli occhi imploranti di Sally, Gilbert si sforzò di sorridere.
“Certo. Malverik è forte, se la sarà cavata”
“Ovvio che se l’è cavata” si intromise Aleta “Niente è mai riuscito a buttare giù quel mostro, dovunque sia sono sicura che stia meglio di noi”
Il tono saccente di Aleta infastidì Sally, che non le rivolse la parola. Al contrario, Gilbert le rivolse un sorriso grato.

Alex stava ancora controllando i duellanti. La maggior parte di loro sembrava solo molto scossa per l’avvenuto e a tutti quanti Alex promise spiegazioni appena si fosse accertato che tutti quanti stessero bene.
Lo sguardo del gigante greco si posò su un gruppo di ragazzi piagati sul pavimento. Preoccupato che ci fosse qualche ferito grave, Alex accorse, salvo poi scoprire che oltre quel piccolo muro di corpi c’era Iris Wyvern, accovacciata sul corpo senza vita di Stephan Kygranerd.
Alex si avvicinò cautamente e si piegò su un ginocchio proprio accanto ai due. La donna era inginocchiata a fianco del corpo di quello che era stato il suo più caro amico e piangeva in silenzio.
Alex provò ad avvicinare una mano sulla spalla della Wyvern, ma appena lo fece, quella si girò di scatto contro di lui e dal suo sguardo Alex temette che gli sarebbe saltata alla gola.
Gli occhi di lei erano iniettato di rabbia. Alex non si sarebbe mai aspettato di vedere un’emozione tanto forte sul suo viso.
Lo sguardo della donna si calmò dopo qualche secondo, il tempo di far prendere uno spavento a tutti gli altri ragazzi oltre Alex. Iris era una donna troppo intelligente per reagire d’istinto per più di qualche secondo, persino davanti alla morte del suo migliore amico.
Lo sguardo di Iris si fece di nuovo triste e tornò sul corpo di Kygranerd. Solo in quel momento Alex poté avvicinarsi e toccarle la spalla per darle coraggio, poi si alzò di nuovo lasciandola da sola col suo dolore.
Intanto Elzer si era riscosso dal colpo subito cadendo dalla pedana dei duelli e, capita a grandi linee la situazione, si mosse furtivamente per togliere il disturbo prima di diventare il capro espiatorio di tutti gli altri duellanti per quello che era successo.
Una volta arrivato alla porta per l’interno, Elzer si trovò bloccato da Gabri.

“Vai da qualche parte, Mano Magica?” chiese beffardo Gabri.
“Da quanto te la sei preparata?” replicò Elzer.
“Una vita, più o meno. Ho sempre voluto dirlo a qualcuno”

Da dietro l’angolo della porta spuntarono due guardie della sicurezza della K.Tower.
“Signori, vi spiacerebbe portare via il signor Cosky prima che faccia danni?” fece Gabri ai due uomini.
Elzer osservò bene i due. Decisamente troppo corpulenti perché potesse sfuggirgli usando la forza.
“Avrete bisogno anche del mio aiuto per uscire da questo casino” disse Elzer.
“Ci ho pensato e verrà il tuo turno, ma ora Alex dovrà parlare ai duellanti e l’ultima cosa che ci serve è una spaccatura. Tu non ci sarai”
“Cosa può fare un umile giocoliere…”
“Signori, come vi ho già detto prima, non lasciate che parli” lo interruppe brutalmente Gabri “Portatelo in uno degli uffici due piani più in basso, uno di quelli vuoti, e chiudetelo a chiave. Per un po’ dovrebbe starsene buono”
I due della sicurezza si mossero all’istante e presero Elzer per le braccia.
Mano Magica non tentò di opporsi, si lasciò semplicemente condurre dai due energumeni fino all’ascensore, e sparì dentro sorridendo.
Gabri lo seguì con lo sguardo severo finché le porte dell’ascensore non si chiusero, quindi tornò fuori, dove beccò Alex, Luke, Sally e Gilbert.

“Elzer?” chiese Alex.
“Sistemato” rispose Gabri.
“In che senso?”
“Nel senso di sistemato, Alex, l’ultima cosa che voglio è una folla di duellanti in difficoltà spaccata in due dai discorsi di uno psicopatico”
Alex ingoiò il boccone amaro. Non voleva che in una situazione di emergenza di questo calibro qualcuno venisse estromesso, neanche Elzer.
Tuttavia Gabri aveva ragione, non era il caso di farlo parlare davanti a una folla, avrebbero rischiato di perdere l’appoggio di parte dei duellanti se gli fosse girato di far ricadere la colpa di tutto su di loro. Era il caso di avere una sola voce a parlare.
“Va bene, adesso dobbiamo parlare con i duellanti e spiegare loro la situazione. Quantomeno, la parte che conosciamo” disse Alex.
“Si, anch’io gradirei capirci qualcosa” rispose Luke.
“Chi di noi parlerà?” chiese Sally.
Tutti rimasero in silenzio per qualche secondo.
“Credo dovrebbe essere Alex” propose Gabri.
“Perché io?” chiese Alex.
“Sei il primo del ranking online di Duel Monsters, ti basterò dare il tuo nickname e tutti ti riconosceranno, inoltre sei quello tra noi che trasmette più autorità. Non riesco a pensare a nessun altro a cui un gruppo di giocatori spaventati potrebbe dar retta” spiegò Gabri.
“Sono d’accordo” rispose Gilbert “E poi sei un militare, saprai cosa è meglio fare in situazioni d’emergenza”
“Va bene, ragazzi, ho capito. Parlerò io” accettò Alex “Useremo la pedana dei duelli come palco, vi voglio intorno a me quando dovremo dare spiegazioni assurde”
Tutti quanti assentirono e in poco tempo tutti i duellanti furono raggruppati davanti alla pedana e Alex, Gabriele, Sally, Luke e Gilbert salirono sulla pedana per parlare.
Sotto di loro si sollevava un rumoroso brusio di chiacchiericcio dei duellanti ancora confusi, ma fortunatamente con abbastanza buon senso da non cedere al panico. Non ancora almeno.
Sally toccò la spalla di Alex.
“Dai, tocca a te”
Alex annuì, tirò un profondo respiro e fece qualche passo avanti mettendosi in bella vista di fronte alla folla.
“Gente! Un attimo di attenzione, per favore!” tuonò la profonda voce di Alex su tutti i suoi ascoltatori.
I duellanti sotto la pedana si voltarono verso Alex e gli altri e il brusio zittì di colpo.
“So che alcuni di voi sono ancora confusi da quello che è successo, ma so anche che avete bisogno di qualche spiegazione” cominciò il suo discorso Alex “Il mio nome è Alex, la maggior parte qui mi conosce con il soprannome di Re Dragone. Tutti voi vi starete chiedendo dove siamo e come siamo arrivati qui. Purtroppo non ho le risposte a queste due domande, ma posso quantomeno dirvi in una certa misura perché ci siamo”
La voce potente e regale di Alex era riuscita a calamitare su di se l’attenzione di tutta la folla che ora attendeva in silenzio.
“Spero che ognuno di voi conosca la leggenda del Gioco delle Ombre…”

Alex spiegò agli altri quello che era successo durante le eliminatorie del torneo. Spiegò loro del piano di Stephan Kygranerd e del coinvolgimento di Elzer Cosky, della sua missione sotto copertura all’interno della K.Tower e del duello contro Kygranerd nei sotterranei della torre.
I duellanti presenti ascoltavano non senza qualche perplessità la storia del Re Dragone. Per quanto assurda, la storia reggeva grazie alla gran quantità di particolari e all’assurdità della situazione in cui tutti quanti si trovavano.

“… Al momento abbiamo messo sotto chiave Cosky fino a nuovo ordine perché, non ve lo nasconderò, non ci possiamo fidare di lui.

“In questo momento è prioritario trovare un modo per sopravvivere qui mentre cerchiamo di capire come tornare a casa. Se siamo arrivati qui tramite un Gioco delle Ombre ci sarà sicuramente anche un modo per tornare indietro!”
Terminato il suo discorso, Alex si zittì e attese, un po’ per riposare la voce e un po’ per permettere al suo pubblico di digerire tutto quello che aveva appena sentito.
Sally e Gilbert si scambiarono un’occhiata preoccupata. Non era scontato che tutti i presenti credessero alla loro storia nonostante tutto e non era nemmeno detto che decidessero di dar loro retta.
Una voce si alzò dalla platea.
“Da che parte cominciamo per quanto riguarda il sopravvivere?”
La voce era quella di Aleta, che in un attimo portò l’attenzione sull’argomento più importante in quel momento.
Alex sorrise. Aleta gli aveva appena servito l’assist per instradare la discussione sui binari giusti.
“La prima cosa da fare è un inventario di acqua e cibo all’interno della torre. So che ci sono delle cucine e una sala mensa, i dipendenti della Kygranerd Corp. potranno darci una mano”
Le guardie di sicurezza annuirono.
“Abbiamo già qualcosa di molto importante che ci da un vantaggio: abbiamo la K.Tower. Dentro, come ho detto, c’è una cucina, ci sono posti in cui stare e anche un’infermeria. Luke, qui con me, è un medico e sono sicuro che tra di voi ci siano dei professionisti o comunque persone che sanno fare qualcosa che può tornarci utile. Se ci daremo tutti da fare e collaboreremo potremo far fronte alla situazione!”
Dai duellanti si sollevò un brusio di generale approvazione e ad Alex venne quasi da sorridere, ma una sola voce contraria si alzò.
“Che diavolo di follia sarebbe questa?!”
La voce veniva da un uomo di mezza età che stava al limite destro del gruppo.
“Cos’è questa storia di giochi demoniaci?! Stephan Kygranerd è un industriale, non uno stregone! Non possiamo credere a una storia tanto assurda!”
Alex squadrò immediatamente il tipo che si era messo a sbraitare. Uomo di mezza età, sui quaranta o occhio e croce, leggermente stempiato, alto, capelli castani, occhi scuri, visto rotondo, con una camicia e un giacchetto su dei pantaloni eleganti, stava leggermente distaccato dalla folla tenendo ben stretta la mano di una ragazzino vicino a lui, anche lui con il visto rotondo e gli occhi scuri.
Identificazione: genitore di uno dei partecipanti.
“Temo che nonostante tutto questa sia la verità” affermò Alex guardando severamente l’uomo.
“Vuoi farmi credere che Kygranerd, uno dei più grandi uomini della nostra era, è stato un pazzo che giocava con poteri oscuri? Certo, davvero molto credibile” fece l’uomo mentre suo figlio si copriva la faccia vergognandosi “E poi quando mai si è visto un agente segreto che gioca con le cartine? Qua stiamo parlando di cose serie, ragazzo”
L’intera platea di duellanti si fermò per un attimo, come paralizzata. A qualcuno più di altri servì più di un respiro profondo per non saltare alla gola dell’uomo o fare dargli contro verbalmente. Erano parole che nessun duellante sopportava mai di sentire.
Prima che la situazione degenerasse, tutti furono distratti da una ragazza in fondo alla fila.
“Che cosa sono quelli?”
Chi le stava intorno si voltò cominciando a indicare in aria e mano a mano tutti stavano aguzzando la vista nella stessa direzione.
Un piccolo gruppo di ombre si stava avvicinando alla torre via aria viaggiando a gran velocità.
“Uno stormo di uccelli?” fece Luke rivolto a Alex.
“Mi sembrano un po’ grossi…” rispose.
Gilbert mise mano alla sua macchina fotografica e con un po’ di zoom e messa a fuoco la usò come cannocchiale.
Gilbert gelò immediatamente.
“Sono arpie…”
Sally, Luke, Alex e Gabri si voltarono verso di lui. Neanche Gilbert credette a cosa aveva appena detto finché una delle creature volanti non si avvicinò abbastanza da far udire il suo grido stridulo.
Alex e Gabri scesero dalla piattaforma e si unirono a tutti gli altri duellanti che si avvicinarono al bordo del tetto della torre e videro davanti a se un piccolo stormo di Lady Arpia che stava venendo loro addosso.
“Via Tutti!!!” Urlò Alex cominciando a spingere via i ragazzi.
Troppo tardi.
Le Arpie arrivarono fino sopra il tetto della torre e cominciarono a cadere in picchiata sulla folla cercando di afferrare i ragazzi con i loro artigli.
Immediatamente si sparse il panico. I duellanti cominciarono a scappare alla rinfusa per il tetto cercando di mettersi al coperto sotto la pedana o correndo cercando di non farsi afferrare.
Alex ebbe subito abbastanza sangue freddo per cominciare a dare direzioni.
“Tutti dentro, presto! Dentro la torre!” urlava insieme a Luke.
Le Lady Arpia continuavano implacabili ad attaccare. Uno dei ragazzi più piccoli venne preso e portato in aria, da una delle arpie, ma Alex, prontamente, saltò sulla piattaforma e le si attaccò alla zampa, con il ragazzino che continuava a scalciare per liberarsi.
L’arpia non era abbastanza forte da reggere il peso di entrambi e cercò di scacciare Alex agitandosi, ma senza successo.
Aleta, che si era rifugiata con altri sotto la pedana, cercò di mantenere la calma e analizzò la situazione. Intorno a loro c’erano una dozzina di Lady Arpia che vorticavano e colpivano in picchiata. Gli agenti della sicurezza della K. Corp. avevano imbracciato le pistole per dar loro contro e i mostri sembravano subire i colpi delle pallottole.
Improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione. Ebbe come la sensazione di essere chiamata.
Aleta si guardò intorno per capire chi la stesse chiamando e solo in un secondo momento si rese conto che la sensazione veniva da poco distante. Come se venisse da lei stessa.
Come per un riflesso spontaneo mise la mano sul suo dueling disk e si accorse che una fioca luce veniva dal suo deck.
Mentre Alex veniva attaccato dalle altre arpie, Aleta estrasse dal deck la carta della Principessa Insetto che stava brillando di una luce tenue, ma presente.
D’istinto, Aleta mise la carta sul dueling disk e una colonna di luce bianca si alzò dal tetto della torre.
Tutti si voltarono verso quella colonna di luce, duellanti e Arpie, e quando la luce si attenuo, dalla colonna apparve la figura della Principessa Insetto, tale e quale al suo ologramma apparso nel gioco.
Aleta riaprì gli occhi dopo che la luce dell’evocazione l’aveva accecata e incrociò lo sguardo con quello che era da tutti riconosciuto come il suo mostro simbolo, apparso proprio di fronte a lei.
Per un attimo sorpresa dalla presenza del mostro, Aleta sentì qualcosa. Un profumo che si era sparso nell’aria intorno a lei. Aleta sentì che quel profumo veniva dal suo mostro, che non era solo un ologramma partito dal dueling disk. Allungò la mano verso la Principessa Insetto per confermare la sua sensazione e quando anche il mostro allungò a sua volta una delle quattro mani per poggiare il suo palmo su quello della ragazza, Aleta si rese conto che il suo mostro preferito era vivo ed era li di fronte a lei.
Davanti al sorriso ambiguo della Principessa Insetto, Aleta sorrise a sua volta.
“Falle tutte a pezzi”
Ricevuto l’ordine, la Principessa Insetto scattò in alto a tutta velocità e scatenò per il cielo una piccola squadriglia di sue ombre colorate che cominciarono a inseguire le arpie e ogni volta che una veniva raggiunta e colpita spariva in un’esplosione di polvere luminosa similmente a quando un mostro viene distrutto nel gioco.
Una volta messo al sicuro il ragazzino, Alex alzò gli occhi sulla battaglia e capì come agire.
“Gabri!” chiamò Alex “Alza le mura!”
Capita l’antifona, Gabriele uscì da dietro la porta d’ingresso all’interno della torre e pescò due carte dal suo deck.
“Difensore Eroe del Destino, Mago delle Acque, uscite fuori!”
Immediatamente i due mostri uscirono dalle carte e, come se avessero intuito i comandi che il loro duellante stava per impartire loro, procedettero verso i gruppi di duellanti rimasti allo scoperto e fecero da scudo contro gli attacchi delle Lady Arpia.
Affascinato da quelle apparizioni, Gilert fu salvato in extremis dall’attacco di un’arpia dalla Principessa Insetto.
“Non stare li impalato. Nasconditi!” gli gridò Aleta.
Gilbert corse al riparo sotto la pedana dei duelli, saldamente presidiata dai mostri di Gabri, ma intanto estrasse la macchina fotografica e cominciò a scattare foto dello scontro.
Le Lady Arpia erano quasi completamente distrutte, e quelle rimanenti pronte alla fuga, ma proprio quando Aleta sentì di poter gridare vittoria, un urlo acuto attraversò il campo di battaglia e sulla scena piombò squarciando le nubi un’enorme uccello dalle piume blu e un segno rosso sulla fronte.
“è l’Aquila Punita!” esclamò Sally riconoscendo il mostro.
L’Aquila Punita passò attraverso il piccolo stormo di arpie rimaste e si lanciò contro la Principessa Insetto ingaggiando battaglia, ma il mostro di Aleta poco poteva contro l’enorme rapace e venne afferrata dai potenti artigli dell’Aquila e intrappolata.
Alex, ormai sicuro che il tetto fosse sgombro dai duellanti, tentò a sua volta di evocare un mostro pescando a caso dal suo deck.
“Drago Tiranno!” chiamò Alex mettendo sul dueling disk la sua carta, ma non successe niente.
Alex osservò preoccupato il suo dueling disk senza capire. Perché il suo mostro non appariva?
“Evoco V-Tigre Jet e W-Catapulta Ala!”
La voce di Luke al suo fianco distrasse Alex dai suoi pensieri.
Al contrario che con lui, i mostri di Luke apparvero al suo fianco esattamente come era successo a quelli di Gabriele e Aleta.
“V e W, combinatevi per formare VW Catapulta Tigre!” ordinò Luke.
Immediatamente i due mostri volanti si montarono uno sopra l’altro per formare un unico mostro più potente.
“Attacca l’Aquila Punita!”
Sotto ordine di Luke, quella specie di navicella spaziale con su montata una tigre robot si alzò in volo arrivando a pari quota con l’Aquila Punita. Presa la mira in pochi secondi, dalla bocca della tigre uscì un potente raggio di luce rossa che trapassò l’Aquila Punita da parte a parte disintegrandola.
La Principessa Insetto fu finalmente libera dalle grinfie dal mostro e insieme a VW Catapulta Tigre mise in fuga il resto delle Lady Arpia.
Terminata la battaglia, tutti quanti rimasero guardinghi per qualche secondo, poi lasciarono scorrere via l’adrenalina e ripresero fiato.
“Gabri” gridò Alex “Aggiungi un piano di difesa alla lista delle cose da fare”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il torneo deve andare avanti ***


Ciao gente! Eccoci di nuovo insieme per il secondo capitolo della nuova stagione de I Maestri delle Ombre. Mi dispiace informarvi che anche in questo capitolo non avremo duelli, ma state tranquilli, stanno per tornare più epici che mai.

Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

Per fortuna nessuno dei ragazzi era rimasto ferito gravemente nello scontro, ma per sicurezza Alex fece rientrate tutti all’interno della torre.
Nel marasma di chiacchiericcio nervoso e spaventato dei duellanti, Luke aveva occupato uno dei locali infermeria al 18° piano e stava medicando le ferite procurate dalle arpie ad alcuni dei duellanti. Alex camminava per i corridoi dei piani più alti dando disposizioni ai duellanti meno scossi per controllare le finestre e prevenire ulteriori attacchi. Gabri, per contro era momentaneamente sparito nel nulla. Tra i duellanti messi di guardia c’era anche Sally, che controllava la finestra di uno degli uffici al 30° piano insieme a Pavel.
“Io volevo solo farmi una vacanza in America e giocare con le cartine…” commentò ironicamente Pavel con un mezzo sorriso.
Sally gli rivolse a sua volta un mezzo sorriso di assenso e tornò a guardare fuori dalla finestra. Dopo la scarica di adrenalina dovuta all’attacco i suoi pensieri erano subito tornati a Mal, che forse era da solo in quel mondo popolato da mostri. Sally continuava a dirsi che in un mondo in cui si potevano evocare mostri di Duel Monster Mal non sarebbe mai potuto essere veramente in pericolo, ma non riusciva a togliersi di dosso la preoccupazione.

“Dai, non è così tragica” tentò di tirarla su Pavel “Siamo dispersi chi sa dove e questo è certo, ma ti pare che un gruppo dei migliori giocatori di Duel Monster del mondo non possa difendersi da dei mostri di Duel Monster?”
Sally sorrise di nuovo al ragazzo.
“Hai ragione, ora dobbiamo solo trovare un modo per tornare indietro” commentò Sally.

Alex aveva finito il suo giro. Una volta coperti tutti i punti della torre da cui poteva arrivare una minaccia era tornato al 30° piano dove era radunata la maggior parte dei duellanti. Confusi e in buona parte silenziosi.
Luke, che aveva finito in infermeria, si avvicinò ad Alex.
“Nessuno è stato ferito gravemente, per la maggior parte sono solo sotto shock”
“Meglio così. Un po’ di lavoro non farà loro che bene” rispose Alex.
Anche Gilbert si avvicinò ai due con il cellulare in mano.
“Ho fatto la lista delle cose da fare: Inventario di cibo e acqua, allestimento delle camere per tutti quanti, controllo dei servizi igenici e dell’elettricità, allestimento di un piano di difesa contro altri possibili attacchi…” disse Gilbert mostrando lo schermo ad Alex.
“Ok, Gilbert, basta così, abbiamo capito” rispose il gigante con un sorriso.
Alex si rivolse al gruppo di duellanti per i corridoi.
“Ragazzi! So che è un brutto momento, ma è il momento di mettersi a lavorare. Per prima cosa dovremo scendere nei magazzini a vedere cosa ci può tornare utile, una volta finito l’inventario allestiremo le camere per ognuno. Quantomeno lo spazio non ci manca. Dopo di che…”

Alex guardò i ragazzi. Nessuno di loro si era mosso e quasi nessuno lo stava ascoltando.
I ragazzi erano ancora troppo scossi dall’attacco subito; avrebbero fatto quello che dovevano fare, ma non erano motivati. Serviva qualcosa per tirarli su di morale.
“Ragazzi! Lo so bene, la situazione è difficile, ma se non ci muoviamo in fretta non troveremo un modo per tornare indietro. Prima di tutto le cose essenziali: sopravvivere e procurarci cibo. Poi cercheremo di capire come siamo arrivati qui e come tornare indietro”
Nessuna risposta. Solo qualche mugugno confuso di svogliato assenso.
Sally, che aveva sentito Alex parlare, aveva lasciato il suo posto alla finestra a Pavel e si era affacciata alla porta dell’ufficio.
Alex aveva ragione, tutti in quella sala lo sapevano, ma l’accettare la realtà non era facile, soprattutto per chi si era ritrovato li per pura coincidenza.
“Ricordami chi ti ha nominato capo?”
La voce che si era alzata dal gruppo era quella dell’uomo di prima, quello stempiato sulla quarantina. Ora in piedi al centro del corridoio mentre quello che probabilmente era suo figlio se ne stava seduto contro la parete del corridoio con la faccia nascosta alla bene e meglio tra le ginocchia, evidentemente a disagio.
Incurante dello sguardo infastidito di Alex, o forse proprio per quello, l’uomo continuò a parlare tenendosi a distanza di sicurezza.

“Non ci siamo dimenticati che siamo qui per colpa tua. Non hai alcun diritto di dettar legge”
Alex aveva così tanto nervosismo in corpo che gli sarebbe saltato alla gola, ma si costrinse a rimanere calmo.

“La situazione è critica, serve sapere esattamente cosa fare. Sono consapevole di avere la mia parte di responsabilità e per questo intendo fare di tutto per risolvere il problema”
“Certo che hai delle responsabilità! È colpa tua se siamo qui e siamo tutti in pericolo con mostri come quelli la fuori. Non sai nemmeno dove siano i magazzini di questo posto, non puoi guidarci!”
“Io lo so”
Alex si voltò dall’altro lato del corridoio e notò Iris Wyvern che si stava avvicinando.
“Lavoro in questa torre da quando è stata costruita e sono stata al fianco del presidente Kygranerd per tutto il tempo. Conosco tutto della torre e di cosa c’è al suo interno”
La Wyvern si avvicinò al gruppo senza degnare di uno sguardo Alex, mettendosi invece davanti a lui.
L’uomo sembrò per un attimo interdetto, ma poi tornò sulla sua invettiva.
“Allora potrà dirci lei come tornare indietro!” la provocò.
La Wyvern tirò un sospiro.
“No. Purtroppo non ne sono in grado”
“Allora anche lei è inutile!” ribadì l’uomo.
“Per il momento la cosa migliore da fare è pensare a noi stessi” disse Alex facendo un passo avanti e alzando la voce “Pensare ai bisogni primari e cercare di…”
“Si, certo, e dopo?” proseguì l’uomo.
Alex stava cominciando a stufarsi di essere interrotto.
“Non possiamo allontanarci dalla torre, non possiamo tornare a casa. Anche ammesso che ci sia abbastanza da mangiare per tutti quanti mi spiegate cosa dovremmo fare qui?!”
L’urlo dell’uomo aveva messo tutti di cattivo umore, sia quelli che pensavano avesse ragione, sia quelli che parteggiavano silenziosamente per Alex e la Wyvern.
Tutti, anche quelli che fino a quel momento avevano mantenuto la lucidità per ragionare, si incupirono all’istante.
Alex, Luke e gli altri ci avevano effettivamente pensato, ma avrebbero preferito affrontare la questione a mente fredda, dopo aver capito come e quanto avrebbero potuto sopravvivere in quel mondo.
Alex era sull’orlo dell’esplodere, ma prima che potesse rispondere a tono al tipo, Sally si intromise.
“C’è il torneo”
Tutti quanti si voltarono verso Sally, appoggiata allo stipite della porta.
L’uomo stempiato non capiva cosa la ragazza volesse dire, ma tutto intorno a lui i duellanti la guardavano con gli occhi speranzosi che dicesse quello che pensavano.
Anche Alex, Luke, Gilbert, e perfino Aleta pendevano dalle labbra della piccola duellante.
“Ehm… Ecco…” balbettò Sally sentendo immediatamente la pressione di quegli sguardi “Ho pensato che visto che siamo ancora alla K.Tower, potremmo andare avanti con il torneo. Mancano solo le finali e tutti i partecipanti sono riuniti qui”
Gli sguardi di tutti i duellanti si riaccesero all’improvviso.
Anche quello di Alex, fino a quel momento oscurato dalla necessità di capire cosa fare.
“è vero!” fece Alex “Abbiamo il torneo da terminare. Siamo su questa torre per decretare il miglior duellante del mondo dopotutto”
Lo sguardo di tutti i duellanti presenti si riaccese. Anche Gilbert, che non aveva smesso un momento di scattare foto, si era emozionato.
Aleta guardò Sally e quasi le scappò di rivolgerle un sorriso.

“Abbiamo ancora il tetto con l’arena per i duelli, secondo le regole standard basta avere un testimone per parte per rendere un duello ufficiale” disse Alex “Finiremo da soli le finali del torneo mondiale”
Iris si voltò per la prima volta verso Alex, ma questi era concentrato altrove.
“Abbiamo perso il tabellone degli accoppiamenti” fece un ragazzo seduto a terra “Come ci organizziamo?”
Alex si mise due dita sotto il mento per riflettere, ma Luke lo anticipò.
“Faremo alla vecchia maniera: con una pentola e molti pezzi di carta” disse l’omone “Di tutte le finali è stato disputato un solo duello e gli altri dovevano ancora conoscere i loro accoppiamenti. Li decideremo a estrazione e comporremo un nuovo tabellone”
“Si, è perfetto” aggiunse Alex “Possiamo adibire uno degli uffici come sala di estrazione, ci basta una lavagna molto grande e siamo a posto”
Nel corridoio non c’era più neanche una persona seduta. Tutti i duellanti si erano alzati in piedi con gli sguardi luminosi e già pronti per tornare a giocare.
Gli unici fuori dal mood erano l’uomo stempiato e la signorina Wyvern, che si guardavano intorno senza capire bene cosa stesse succedendo.
“Ma siete tutti impazziti?!” gridò l’uomo allarmato e allargando le braccia per attirare l’attenzione “Nella situazione in cui siamo pensate a quello stupido torneo?! Non vi rendete conto che siamo dispersi chissà dove in un posto con mostri giganti che ci hanno appena attaccato! Dobbiamo Pensare a un modo per andarcene da questa torre o verremo attaccati di nuovo”
“Ed è proprio per questo che non dovremmo abbandonare questa torre”
Stavolta fu l’uomo a essere interrotto nel suo discorso.
A interromperlo fu Gabriele, riemerso dall’ascensore da uno dei piani inferiori.
Col suo solito passo ciondolante, l’italiano si avvicinò al gruppo con un blocco di fogli in mano.
“Se ci muoviamo da questa torre tutto il mio lavoro sarà stata una perdita di tempo e le nostre probabilità di sopravvivenza molto molto basse” disse Gabri.
Una volta arrivato vicino ad Alex gli passò il blocco di fogli.
“Tieni, dagli un’occhiata” Alex prese il blocco e ci dette un’occhiata veloce.
Su di esso c’era il disegno della torre e varie note di posizionamento per la difesa della torre stessa, divisa tra piano terra, 15° e 30° piano; quattro postazioni per ognuna delle prime tre posizioni e due per il tetto, in modo da coprire tutti i punti di avvicinamento alla torre, più varie note si cosa e come utilizzare per attacchi volanti, attacchi da terra, sotterranei, ecc.

“Mi preme iniziare il mio intervento con una considerazione” cominciò Gabriele, quindi puntò il dito contro l’uomo stempiato che stava dando problemi “Lei, signore, è un deficiente”

Tutti rimasero in silenzio sorpresi da quell’affermazione gratuita dell’italiano, solo a Sally, Aleta e Gilbert quasi scappò un risolino.
L’uomo fece per rispondere, ma Gabriele lo interruppe prima del tempo.
“Lo dico in senso etimologico. Lei deficita in questo momento di due elementi imprescindibili per questa situazione: un Deck di carte e un cervello”
Stavolta scappò più di un sorriso tra gli astanti.
“Se avesse anche solo uno dei due elementi, le lascio pensare con calma a quale dei due” proseguì Gabriele “Si renderebbe conto che lei è, si, bloccato in un posto popolato da mostri di Duel Monsters, ma altresì in compagnia di quelli che sono riconosciuti ufficialmente come la sessantina e passa di giocatori di Duel Monsters più forti del nostro pianeta”
Gabri si voltò rivolgendosi quindi a tutti i duellanti presenti.
“Sul tetto abbiamo visto che i mostri qui possono essere evocati come nel gioco, quindi possiamo usarli per difenderci. Ognuno di noi ha a disposizione come minimo 40 carte di cui conosce vita, morte e miracoli, nonché una conoscenza approfondita dei mostri di questo gioco. Tradotto in termini comprensibili anche ai forestieri, significa che ognuno dei più di sessanta duellanti presenti in questa torre ha il potenziale di una piccola armata e tutti quanti insieme di un immenso esercito. La torre ci offre un ottimo punto di avvistamento su tutto quello che ci circonda, cosa che ci da il tempo di prepararci per bene all’attacco. Ci da anche un riparo ben conosciuto grazie all’assistenza della mai abbastanza elogiata signorina Wyvern e dei dipendenti della Kygranerd Corp. che conoscono questo posto come le loro tasche”
Gabri fece una piccola pausa tattica.
“In parole povere: qui dentro, grazie al mio piano di difesa, saremo al sicuro e potremo procedere con il torneo in tutta tranquillità… beh, almeno finché non finirà il cibo”
L’uscita di Gabriele aveva strappato più di un sorriso tra i duellanti e gli animi si erano risollevati. Tutti tranne quello del più anziano del gruppo che provò a riaprire la bocca, ma fu bloccato da uno strattone alla manica della giacca.
“Papà” gli fece suo figlio alzatosi da terra “La fai finita, per favore?”
Un coro di risate e applausi scattò immediatamente dal gruppo dei duellanti.

Il momento ilare fu interrotto da Alex, che con un paio di battiti di mani molto potenti riportò l’attenzione su di se.
“Ok, ragazzi, basta così” disse Alex di nuovo sorridente “Su una cosa il signore ha ragione: prima di pensare al torneo abbiamo delle priorità da rispettare. Signorina Wyvern, potrebbe sovrintendere lei all’inventario dei magazzini?”
La Wyvern lo guardò in faccia e per pochissimo non si azzardò a sorridere.
“Ci penso io” rispose la donna.
“Molto bene” parlò di nuovo Alex “Servirà l’aiuto di tutti, chi non è di guardia segua la signorina Wyvern e non si spaventi troppo quando comincerà a guardarvi storto”
La Wyvern lanciò un’occhiataccia ad Alex e si mosse verso l’ascensore seguita da un folto gruppo di sorridenti ragazzi.
Alex, Gabri, Aleta, Gilbert e Luke entrarono nell’ufficio dove stavano Sally e Pavel per studiare il piano di difesa studiato da Gabri per la torre.
Il piano era semplice, ma efficace: squadre di due persone, quattro al 30° e al 15° piano e otto al piano terra, per un totale di 32 individui impegnati nella difesa, disposte per coprire tutte e quattro le facciate della torre e che ci sia sempre qualcuno a controllare cosa arriva all’orizzonte per poter reagire tempestivamente da terra o della media altezza.
A coordinare i movimenti delle squadra ci sarebbe stato uno degli addetti alla sicurezza, con una mentalità decisamente più militare di quella dei duellanti e che conosce bene la K.Tower.
“… In questo modo avremo un ricambio più o meno paritario tra chi è di guardia e chi lavora all’interno” concluse Gabriele.
Alex, Luke, Aleta, Sally, Gilbert e Pavel lo guardarono con gli occhi sbarrati per la sorpresa di sentirlo parlare con quella serietà.
Alex aveva seguito il discorso e si trovò a pensare che fosse proprio un buon piano.
“Dove hai imparato strategia militare?” chiese Alex.
“Age Of Empires” rispose Gabri.
“Colpa mia che te l’ho chiesto” commentò il gigante.
“Io vado giù a prendere gente per il primo servizio di guardia” fece Luke.
“Io resterei qui finché non cominciamo a ingranare con questo piano” aggiunse Pavel.
“E io continuo a fare foto” disse Gilbert.
Tutti si voltarono verso Gilbert.
“Beh, qualcuno dovrà pur documentare questa cosa, no?”
Tutti concessero alla scaletta di priorità di Gilbert un tenero sorriso, poi tornarono seri.
“Tutti quanti, controllate i cellulari. Ho i miei dubbi, ma potrebbero avere linea, nel caso sarebbe un buon aiuto” aggiunse Alex.
“Io vado giù in magazzino allora” affermò Sally “Aleta, vieni con me?”
Aleta fece spallucce.
“L’alternativa è la noia…” fece la ragazza.
Tutti quanti tranne Alex e Gabri uscirono dalla stanza e si incamminarono verso l’ascensore.
“Beh, il mio l’ho fatto. Vado a cercarmi un bicchiere d’acqua” fece Gabri e fece per incamminarsi fuori.
“Quando hai fatto vai giù anche te in magazzino. E portati anche Elzer”
Gabriele guardò Alex di traverso cercando di capire che diavolo stesse pensando. Il gigante greco stava però guardando il vuoto di fronte a se con aria pensierosa.
La stanchezza e la pressione cominciavano a farsi sentire anche per lui.
“Da quando abbiamo cominciato a fidarci degli psicopatici?” chiese Gabriele stranito.
“Non abbiamo cominciato, ma mi fido di più a tenerlo d’occhio che in una stanza da solo” Alex si voltò a guardare Gabri “Non perderlo mai di vista”
Gabriele annuì e si incamminò al più vicino distributore d’acqua.
Alex prese il cellulare e tolse il blocca-schermo.
Come sospettava. Di linea per chiamare non ce n’era, internet neanche.
Per non lasciare nulla di intentato, provò a chiamare qualcuno, ma fu inutile.
Rilasciando con uno sbuffo la gran quantità di tensione, salutò Pavel e uscì dalla stanza.
Il corridoio era vuoto. Tutti quanti erano andati ai piani inferiori a darsi da fare.
Alex si trascinò verso l’ascensore con aria stanca, fino a raggiungere il piano terra.
Qui la situazione era decisamente più viva.
Guardandosi intorno, il leader del gruppo di duellanti poteva vedere ragazzi andare e venire sotto la direzione delle guardie di sicurezza della Kygranerd, così anche lui poteva prendersi un minimo di riposo.

Sedutosi al tavolo della reseption, Alex si guardò intorno stancamente e ripensò a tutte le cose che erano successe dal suo arrivo in America fino a quel momento.
Una briciola di malinconia scivolò nella solida mente del gigante, che in quel momento non avrebbe voluto altro che essere sulla sua isola in Grecia a giocare con i suoi amici del porto.

Distrattamente, Alex diede un’occhiata al telefono con cornetto e filo appoggiato sul bancone della reseption.
Con un mezzo sorriso ricordò di averne avuto uno molto simile a casa dei suoi da piccolo, senza neanche pensarci troppo prese la cornetta e digitò l’unico numero che conosceva a memoria.
Qualcuno dei passanti lo guardava mentre Alex premeva bottoni sul telefono e si portava la cornetta all’orecchio.

Intanto Gabriele era andato al penultimo piano. Di fronte all’ufficio in cui aveva rinchiuso Elzer stanziavano due agenti della sicurezza, un omone alto e robusto, calvo e col al barbetta bionda di nome Duncan, è un tipo decisamente più basso e giovane di nome Preston.
Gabriele tirò giù l’ultimo sorso del suo bicchiere d’acqua e si avvicinò alle due guardie.
“Com’è la situazione?” chiese placidamente il ragazzo.
“Nessun movimento, nessun suono” rispose Preston “Sembra di sorvegliare una stanza vuota”
“Non mi sorprende… Mi fate entrare?”
I due si scambiarono uno sguardo stranito.
“Mi sono confrontato con gli altri ragazzi e abbiamo convenuto che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti a prescindere dalle condizioni mentali”
“Ed è sicuro?” chiese Duncan.
“No, per niente, per questo non dovremo mai perderlo di vista”
Duncan annuì e prese la chiave dell’ufficio, la inserì e fece scattare la serratura.
Quando Gabriele entrò, Elzer era seduto a gambe incrociate sul pavimento con gli occhi chiusi, come se stesse meditando.
Intorno a lui stavano alcuni mostri: Maha Vailo e Mago Fuoco Rapido in piedi alla sua destra, Legione, Demone Giullare seduto nella stessa posizione del duellante alla sua sinistra.
Sentendo la porta aprirsi Elzer aprì gli occhi e poté ammirare i volti allarmati dei due uomini della sicurezza ai lati di Gabriele che invece lo guardava dall’alto in basso con superiorità.

“Richiama i tuoi maghi, Mano Magica. C’è da lavorare” gli ordinò il ragazzo.
Con il suo solito sorriso enigmatico stampato sul volto. Elzer si alzò in piedi e con un gesto fluido riprese le carte dal suo dueling disk.
I mostri sparirono con un buffo effetto di dissolvenza.
“Mi è stata concessa la grazia, Senatore?” sibilò Elzer.
“Condanna ai lavori forzati” rispose a tono Gabri reggendo il gioco “Visto che siamo in questo casino per colpa tua ci aiuterai a tirarci fuori. Cammina, c’è da fare giù in magazzino”
Elzer annuì e si rimise il cappello in testa prima di seguire Gabriele.
I due duellanti camminarono per il corridoio affiancati, con Gabri che teneva sempre la coda dell’occhio sul suo detenuto. Raggiunta l’ascensore, i due entrarono, seguiti dai due uomini della sicurezza.
Dopo alcuni secondi di silenzio in discesa per i piani inferiori.
“A che punto sei arrivato con gli esperimenti?” chiese Gabri a bruciapelo.
“Circa 10 minuti prima di cominciare a dissolversi, poi altri 30 secondi circa per sparire del tutto. Possono manifestarsi anche senza il dueling disk, ma risultano impalpabili. Una volta spariti possono essere ri-evocati senza nessuna restrizione di tempo” rispose Elzer.
Gabri si limitò ad annuire mentre Duncan e Preston si scambiavano un’occhiata confusa.
“Ti sei perso un po’ d’azione sul tetto” fece Gabri sarcastico.
“Non per colpa mia” rispose altrettanto sarcastico Elzer “Ma ho intenzione di rifarmi molto presto. Se il mio intuito non mi inganna l’azione sarà l’ultima cosa che ci mancherà quaggiù”

Alex finì di digitare il numero e fece partire la chiamata.
Si aspettava che dall’altra parte partisse una voce preregistrata e, immerso nei suoi pensieri, neanche si accorse che il telefono avesse fatto partire la chiamata.

“Δεγετε”

Luke stava passando proprio in quel momento quando vide Alex sgranare gli occhi all’improvviso e paralizzarsi sul posto.
Col telefono ancora fisso nella sua mano, i muscoli rigidi e gli occhi sbarrati sembrava fosse sull’orlo di un infarto.

“Δεγετε…? (Pronto…?)” dissero di nuovo dall’altra parte.
Alex si riprese dal salto di un battito e rispose.
“Μονικε… Αλεξ είμαι (Monike… Sono Alex)” rispose Alex.
“Αλεξ! Γεια!” rispose la voce femminile dall’altra parte.
Luke di avvicinò. Non riusciva a capire chi si fosse dall’altra parte o cosa stesse dicendo, ma l’espressione di Alex in quel momento era inequivocabile.
“Βρήκατε την ώρα να μου τηλεφωνήσετε τελικά (Hai trovato il tempo di chiamarmi finalmente)” rise la ragazza dall’altra parte “Χαρούμενος είμαι (Sono contenta)”
Sul volto del gigante greco si materializzò un largo sorriso e l’espressione si fece serena.
“Συγνώμη. Έχω πάρα πολλή δουλειά να κάνω εδώ… (Scusami. Ho molto da fare qui…)” rispose.
Alex alzò gli occhi e si accorse di Luke che lo guardava.
“Πολλοί άνθρωποι εξαρτώνται από μένα τώρα (Molte persone dipendono da me in questo momento)”
“Μάλλον έτσι (Lo immagino)” rispose la ragazza “Επιστρέφεις σύντομα? (Torni presto?)”
“Πολύ σύντομα (Molto presto)” rispose in fretta Alex.
Improvvisamente era diventato molto emotivo e gli si leggeva in faccia ogni sensazione.
“Θέλω να πάω σπίτι αμέσως… (Voglio tornare a casa subito…)”
“Αλεξ, αισθάνεσαι καλά? (Alex, ti senti bene?)”
Alex si riscosse dal momento di depressione.
“Ναι, μην ανησυχείς (Si, non ti preoccupare)” rispose “Πρέπει να εργαστώ σκληρά τις επόμενες μέρες, ίσως δεν θα μπορώ να σας τηλεφωνήσω ξανά (Dovrò lavorare molto nei prossimi giorni, forse non riuscirò a chiamarti di nuovo)”
“Χμμμ… Μην ανησυχείς για μένα. Φροντίστε τον εαυτό σας (Mmmh… Non preoccuparti per me. Abbi cura di te stesso)” fece la ragazza “Διαφορετικά θα έρθω να σας φέρω (Altrimenti verrò a prenderti)” chiuse con una risata.
Anche Alex rise dolcemente.
“Σ 'αγαπώ (Ti amo)” lo salutò la ragazza.
“Σ 'αγαπώ κι εσύ (Ti amo anch’io)” rispose Alex e dopo un paio di secondi di attesa mise giù la cornetta.
Rialzando la testa, Alex si accorse che oltre a Luke anche un’altra decina di ragazzi si erano fermati a guardarlo parlare al telefono.
Tutti lo guardavano con la speranza negli occhi, ansiosi che gli confermasse la prima buona notizia della giornata.
“Sembra che questo telefono riesca a telefonare all’esterno” disse Alex “Lo useremo per metterci in contatto con qualche autorità e ci faremo dare una mano a venir fuori da qui. Per il momento però sarebbe meglio che ognuno chiamasse a casa e spiegasse la situazione. Sono sicuro che tutti voi vogliate sentire i vostri genitori”
Alex fece una pausa per guardare i ragazzi intorno a lui.
“Fate una fila ordinata. Prima i più piccoli”
Detto questo, Alex si alzò in piedi e camminò verso l’uscita sotto gli occhi attenti di Luke mentre alcuni ragazzi si avvicinavano al telefono cominciando a mettersi d’accordo su chi dovesse chiamare per primo.
Da lontano, ma con interesse, anche Iris seguiva i movimenti di Alex.

Alex uscì dalla torre trovandosi davanti la grigia e sconfinata distesa di pietre all’esterno della torre e si sedette stremato mentalmente su una delle pietre vicine.
Con gli occhi fissi sull’orizzonte e la testa poggiata sulle mani, Alex pensava a quello che aveva appena detto a Monike e a quanto avrebbe voluto essere sicuro di poterlo mantenere.
Solo in quel momento il ragazzo si accorse delle poche lacrime che gli erano uscite dagli occhi.
“Sigaretta?”
La voce di Luke, apparso improvvisamente vicino a lui, destò Alex dai suoi pensieri.
Il gigante greco si trovò sotto il naso un pacchetto di sigarette aperto e puntato verso di lui.
In realtà Alex non fumava, aveva provato solo un paio di volte, ma si era subito tirato indietro perché non compromettere il suo regime di allenamento fisico.
Vedendo la sua titubanza, Luke tirò via le sigarette e gli allungò una bottiglietta d’acqua.
Alex sorrise e la prese ringraziando.
“Non capisco il greco, ma so riconoscere la faccia di un uomo che parla con la sua ragazza” esordì Luke accendendosi una sigaretta mentre Alex beveva un sorso d’acqua.
“Come si chiama?” chiese Luke.
“Monike” rispose Alex “Stiamo insieme da quattro anni ormai. Era con me quando sono entrato nei servizi segreti ed è rimasta con me quando hanno cominciato ad affidarmi missioni internazionali”
“Una ragazza d’oro” commentò Luke con un sorriso.
“Si sta laureando in medicina. Se tutto va bene avrà la laurea per ottobre o novembre”
Luke rispose con un sorriso.
“Ha detto che se non torno presto mi viene a cercare”
Luke aggiunse una mezza risata.
“Conviene che ci porti via da questo postaccio allora” rispose il corpulento americano.
“Già…” Alex tirò giù un altro lungo sorso d’acqua.
“Tu hai una compagna?”
Luka alzò la mano destra mostrando la fede al dito.
“Cintya e io siamo sposati da due anni e mezzo. Importante: convivi con la tua ragazza per qualche tempo prima di farle la proposta, ti risparmi diverse sorprese” rispose Luke con una grassa risata.
Alex si lasciò contagiare dalla risata roboante dell’uomo e sorrise a sua volta.
“Per la metà del tempo la lancerei giù dalla finestra e per il restante lei ci lancerebbe me, però ci vogliamo bene” concluse Luke.
La conversazione tra i due venne interrotta dal rumore dei tacchi di Iris, che si accostò ai due.
Sia Luke che Alex si voltarono verso la donna che li squadrò dall’alto in basso con il solito fare austero.
“Posso parlare con Alex per un attimo?” chiese Iris.
Luke e Alex si scambiarono uno sguardo e Luke si alzò in piedi.
“Vado a controllare il telefono”
Detto questo rientrò nella torre lasciando i due da soli.
Solo in quel momento Alex si rese conto che aveva continuato più o meno volontariamente ad avvicinarsi ad Iris per via delle indagini.
Alex tirò su un respiro per prepararsi a venir malamente blastato dalla donna e si alzò a sua volta dalla roccia.
“Voglio che mi insegni a giocare a Duel Monsters” disse serissima Iris.
Alex sollevò un sopracciglio stupito.
“Sembra che la condizione imprescindibile per sopravvivere dove ci troviamo adesso sia saper giocare a Duel Monsters e mi rifiuto di essere relegata a semplice supporto. Quindi vorrei che mi insegnassi a duellare come fate voi” spiegò Iris, efficiente come sempre.
Alex la osservò per qualche attimo per capire se ce l’avesse con lui, ma l’espressione della donna era impenetrabile come sempre. Nonostante i capelli e i vestiti in disordine per il casino successo fino a quel punto, lo sguardo serio e freddo di Iris era rimasto immutato. Alex tuttavia percepiva una forte aggressività.
“Certo, con piacere” rispose Alex in maniera molto diplomatica.
Iris annuì buttando uno sguardo al suolo, quindi girò i tacchi e tornò verso la porta della torre.
“Iris!” la richiamò Alex.

Lei si fermò e si voltò di nuovo.
“Mi dispiace. Non ho scusanti” disse Alex.
Iris mantenne il suo sguardo contro Alex per qualche attimo e la rabbia, ora più evidente rispetto a prima, si allentò un minimo con l’impercettibile movimento delle pupille di lei, che dopo qualche secondo, riprese a camminare verso la torre e rientrò.
Alex tirò giù l’acqua rimasta nella bottiglietta e seguì i passi di Iris all’interno.

Nei magazzini della K.Tower erano un viavai di ragazzi di diverse età che contavano e appuntavano la merce sugli scaffali.
Anche Sally e Aleta stavano dando una mano da quelle parti, ma appena arrivate si erano subito separate andando da due parti opposte. Seguendo le indicazioni dei dipendenti K. Corp, le due si trovarono per caso fortuito nello stesso corridoio.

Tempo di uno sguardo di sdegno di entrambe e si rimisero al lavoro, una da un lato e una dall’altro.
“Così ti sei presa una cotta per Malverik, eh?”
L’uscita di Aleta colse totalmente alla sprovvista Sally, che trasalì arrossendo ferocemente.
“Che cosa?!” Sally riuscì soltanto a squittire questo.
“Fa quasi tenerezza quanto cerchi di preoccuparti per lui, di fari notare, di ricevere attenzioni” il tono impassibile e le parole sarcastiche di Aleta erano una combinazione insopportabile “Ti do un consiglio: lascia perdere. Mal non è un principe da love story”
Infastidita, Sally rispose a tono.
“Anche se fosse? Perché dovrebbe interessarti?” disse voltandosi verso Aleta con le braccia conserte.
“Non mi interessa” rispose Aleta continuando a guardare i suoi scaffali e catalogando tutto quanto “Ma voglio metterti in guardia. Stare vicino a Malverik è pericoloso. Ho già parlato al tuo amico dei danni che ha fatto in Argentina”
“Io la penso diversamente” Sally passò all’attacco “Mi aveva incuriosito una cosa che aveva detto Gabriele al torneo. Dice che sei tu quella ad avere una cotta per Mal, e penso abbia ragione”
Aleta si voltò lentamente e mancava poco che dai suoi occhi uscissero fiamme.
“Non è che la tua è semplice gelosia?” affondò Sally.
Aleta rimase in silenzio con uno sguardo che avrebbe fatto rabbrividire chiunque, compresa Sally.
Nonostante la ragazzina riuscisse a reggere lo sguardo della rivale, un brivido freddo le correva lungo la schiena e la sensazione di disagio e di pericolo non faceva che crescere ogni attimo di più.
“Non scambiarmi per una ragazzina stupida al tuo pari” rispose finalmente Aleta “Ti sei chiesta perché Malverik venga chiamato l’Imperatore Nero? Ti sei chiesta da dove venga la sua ossessione per il Duel Monsters? Malverik è più oscuro di quanto sembri. Ogni cosa che fa crea guai e spesso chi gli sta intorno si fa del male”
Sally accusò l’attacco di Aleta.
Una cosa che non avrebbe mai mancato di riconoscere era che Aleta fosse davvero una tosta.
Aleta le concesse solo un’altra occhiata cattiva, poi tornò a guardare il proprio scaffale.
Sally era stata toccata da quelle parole e avrebbe voluto chiedere di più, ma in quel momento sopraggiunse Gilbert.
“Ragazze, Alex ci vuole nella hall”

Pochi minuti dopo Alex, Iris, Aleta, Elzer, Sally, Gilbert e Gabriele erano riuniti nella hall della K.Tower.
Alex chiamò vicino a se Sally e Gilbert e mostrò loro qualcosa che aveva trovato all’esterno della torre.
“L’ho trovata qui fuori. Appena oltre la torre” spiegò Alex.
Sally prese in mano la carta che le stava passando Alex. Era il Crociato Oscuro.
Sally alzò lo sguardo su Alex che rispose con uno sguardo serio.
“Non è riuscito a prenderla…” commentò Gilbert.
“Se la carta è arrivata fin qui può darsi che anche Malverik ci sia arrivato” disse Alex “Ma non voglio prendere in giro nessuno, non mi aspetto di ritrovarlo vivo. Anche se fosse arrivato si sarebbe comunque fatto un volo di trenta piani prima di arrivare a terra”
Il tono di Alex era il più freddo e professionale possibile, tanto che nessuno ebbe la forza di obbiettare, neanche Sally.

“Il fatto che non abbiamo trovato anche il suo corpo insieme alla carta ci da speranza” proseguì “E questo ci porta alla seconda parte della nostra organizzazione odierna. Dobbiamo mettere insieme delle squadre per esplorare i dintorni”
I ragazzi si guardarono tra loro in silenzio, tutti tranne Elzer, che rimaneva con gli occhi puntati su Alex.
“Non solo per trovare Malverik, ma anche per capire in che posto siamo finiti e se c’è qualcosa in grado di riportarci indietro. Prima di tutto dovremo avere un quadro più chiaro di ciò che ci circonda”
“Ognuno dei ragazzi qui è perfettamente in grado di affrontare i mostri la fuori” disse Gabriele.
“Non si tratta solo dei mostri, Gabri” rispose Alex “Dobbiamo tenere di conto qualcuno che sappia orientarsi in ambienti ostili, che sappia razionalizzare le provviste e che sappia reagire in condizioni di pericolo senza cedere al panico. Un duellante è capace per natura di mantenere il sangue freddo in un duello, ma qui la situazione è diversa”
“Mi trovi d’accordo” intervenne Luke “La maggior parte dei ragazzi qui dentro sono molto giovani e certamente non preparati, mandare gente a caso sarebbe come mandarli al macello”
Gabri alzò le mani comprensivo della situazione.
“Io, Luke, Aleta, Elzer e Gabriele siamo in grado di badare a noi stessi la fuori, Sally si è dimostrata in grado di fare altrettanto. Tutti quanti abbiamo deck abbastanza forti da potersi permettere di non temere i mostri la fuori. Questa sarà la nostra avanguardia per le esplorazioni. Qualche altro suggerimento?”
“Io ho un deck con me e un ottimo senso dell’orietamento” disse Gilbert “Posso dare una mano nelle esplorazioni”
Sally annuì e Alex fece altrettanto.
“Quel ragazzino, Kadhim” biascicò Gabri “Il suo deck è strano, ma sa il fatto suo. Inoltre si è fatto il viaggio in clandestinità da chissà qualche paese africano fino in America, penso sappia il fatto suo”
“Si, anch’io pensavo a lui” commentò Alex.
“Mi sento di proporre anche Pavel” aggiunse Sally.
Gabri ribatté: “Pavel ci serve alla torre, come anche il sottoscritto. I nostri deck sono più indicati per la difesa che per l’attacco. Daremo una mano alla signorina Wyvern con la gestione della K.Tower”
In breve tempo anche il piccolo Kadhim venne chiamato nella hall e tutto il gruppo uscì al di fuori della torre.
“Per massimizzare l’area battuta e la sicurezza degli esploratori ci organizzeremo in coppie per una prima perlustrazione delle aree circostanti” affermò Alex “Non dovremo allontanarci troppo, basterà un’esplorazione sommaria dei dintorni per verificare quali posti vale la pena approfondire nelle prossime giornate. Vi voglio tutti alla torre entro le 20:00 di stasera. Elzer, prego, illustra”
Elzer si fece avanti mettendosi nello spiazzo proprio davanti alla torre mentre davanti a lui i ragazzi del gruppo di esplorazione e vari altri affacciati alla porta e alle finestre dei piani superiori lo stavano a guardare.
Elzer si guardò intorno sorridendo, si tolse il cappello, fece un inchino e cominciò.
“Signore e signori, benvenuti tutti quanti alla lezione spettacolo sull’utilizzo dei mostri per sopravvivere da questa parte del vortice” esordì Elzer “Adesso vedrò si spiegare a tutti voi ciò che io e il mio gentile assistente Gabriele abbiamo scoperto facendo qualche esperimento”
Gabri alzò gli occhi al cielo.
“Innanzi tutto” Elzer accese il suo Dueling Disk e vi pose una carta. Davanti a lui, in una colonna di luce verticale, apparve il Mago del Sangue.
“Come tutti voi avete già visto sul tetto della torre, in questo mondo è possibile per noi duellanti evocare i nostri mostri e lasciarli combattere per noi. Quello che non sapete è come, con quali limiti e fino a che punto questo è possibile”
Elzer fece una pausa tattica per lasciare un minimo di suspance.
“La particolarità delle evocazioni in questo mondo è prima di tutti il tempo. Ogni mostro rimarrà visibile e sfruttabile per circa una decina di minuti prima di scomparire in dissolvenza, oppure potrà essere rimosso dal Dueling Disk e sparire così dal terreno. Una volta che il mostro è scomparso potrà essere evocato di nuovo senza alcun limite, quindi si consiglia di usare il mostro per lo stretto necessario e poi rimuoverlo per evitare complicazioni legate alla sua permanenza sul terreno… ehm, in apparizione”
Elzer rimosse il Mago del Sangue dal Dueling Disk e il mostro sparì.

“Curiosamente, così come nel Duel Monsters, anche in questo mondo esiste la differenziazione per livello dei mostri e il concetto di evocazione tramite tributo”
Elzer prese un’altra carta e la mise sulla sua macchina, ma non successe nulla.
“Se proverete a evocare un mostro di alto livello o un mostro che richiede un’evocazione speciale, questa semplicemente non avverrà. Tuttavia…”
Elzer evocò di nuovo Mago del Sangue e subito dopo mise sul Dueling Disk un’altra carta. Una colonna di luce ingoiò il Mago del Sangue e quando si spense, al suo posto c’era il Mago Ordine del Chaos.
“Quando proverete a evocare un mostri di alto livello con un mostro già evocato, questo vi si sostituirà automaticamente. Nel poco tempo a nostra disposizione non abbiamo avuto modo di fare altri test, ma la nostra teoria è che questo mondo sia un immenso terreno di gioco per il Duel Monsters e che valgano le stesse regole del gioco”

Con gli occhi semichiusi di chi aspetta annoiata la fine di una lezione, Aleta alzò la mano per chiedere la parola.
“So a cosa stai pensando” la anticipò Elzer indicandola con il dito “E la risposta è… No, non abbiamo idea di come tu abbia potuto evocare la Principessa Insetto senza offrire nessun tributo in cima alla torre. Può darsi che sia per il legame particolare che hai con quella carta, ma dovremo fare altri test”
Detto questo, Elzer fece un inchino al pubblico e richiamò il suo mostro. Aleta abbassò la mano.
Qualcuno alle finestre tentò un paio di applausi, ma venne severamente ammonito dagli sguardi di tutti gli altri.

“Gilbert” Alex si rivolse direttamente al giornalista.
“Si?”
“Fammi dare un’occhiata al tuo deck”

Il tono di Alex non ammetteva repliche e Gilbert gli consegnò il suo deck.
Alex gli diede un’occhiata rapida, conosceva abbastanza bene le carte che giravano intorno al Glorioso Soldato Nero e se ne fece subito un’idea.

“Gilbert, se il tuo avversario ha un mostro con 2000 ATK sul terreno in attacco e nessuna carta coperta mentre tu hai un mostro coperto in difesa e solo il Cavaliere Vento Oscuro di Gaia in mano cosa fai?”
Gilbert ci pensò su qualche secondo.
“Beh… evoco specialmente il Cavaliere e lo attacco” rispose.
Alex fece una smorfia di leggero disappunto e gli riconsegnò le carte.
“Tu sarai in coppia con Luke” decretò Alex.
Sia Sally che Gilbert rimasero interdetti, ma Alex anticipò le loro proteste.
“Gilbert è un duellante fin troppo impulsivo e Sally tende ad adattare il suo atteggiamento a quello degli altri. Insieme rischiate di farvi trascinare nei guai. Luke saprà gestirlo in maniera migliore, inoltre sono sicuro che Gilbert apprezzerà poter vedere da vicino le tecniche di lotta di un altro duellante di alta caratura”
Gilbert ci pensò su e la sua vena da giornalista in erba ebbe la meglio, fece spallucce rivolto verso Sally e accettò la decisione.
“Kadhim, tu verrai con me. Il tuo deck di mostri di basso livello farà da contraltare al mio”
Kadhim annuì.
Sally fece due conti e un brivido le attraversò la schiena.
“Scusa, Alex, e io con chi dovrei fare squadra?” chiese Sally.
Alex si voltò e per poco non gli sfuggì un sorriso.
“Tu sarai in coppia con Aleta” sentenziò il greco.
Sally e Aleta si scambiarono uno sguardo e entrambe guardarono infastidite Alex che però non ammetteva discussioni.
“L’unico motivo per cui voi due in team potreste rimetterci la pelle è che vi ammazziate a vicenda e nessuna delle due vuole questo. Confido nel vostro buon senso, per il resto vi potrete coprire le spalle anche senza volerlo. Non ammetto repliche”
Aleta non ebbe reazioni se non un’espressione di disgusto, mentre Sally sbuffò sonoramente.
“Per quanto riguarda Elzer” Alex aveva appositamente lasciato per ultimo lo psicopatico “Lui verrà con me e Kadhim”
Kadhim lanciò un’occhiata preoccupata al prestigiatore, che a sua volta sembrò sorpreso da quella affermazione.
“Pensavo che sarei rimasto alla torre” commentò Elzer sibilante.
“La tua abilità sarà molto più utile all’esterno” rispose secco Alex.
In realtà Alex si fidava così poco di Elzer che non voleva per nessuna ragione al mondo lasciarlo alla torre. Gabriele avrebbe saputo contenerlo, ma era troppo pericoloso tenere un maestro della manipolazione come Elzer a contatto con così tante menti spaventate e scosse dagli eventi. Alex preferiva averlo sotto controllo, e lontano dalla torre.
“Noi tre andremo verso sud, in direzione di quelle foreste che si vedono all’orizzonte” continuò indicando con un gesto se stesso, Elzer e Kadhim.

“Luke e Gibby andranno verso nord-est, in direzione di quelle dune di roccia. Dalla cima della torre si vede cosa c’è dietro in lontananza, ma non direttamente dietro.
“Atela e Sally andranno verso nord-ovest ed esploreranno la pianura. Controllerete cose c’è oltre quelle colline rocciose”
Alex squadrò con uno sguardo tutti i ragazzi intorno a lui.
“Ricordatevi che la prima regola di questa missione è tornare alla base tutti interi. Se vedete un pericolo troppo grosso scappate a gambe levate. Se pensate che una situazione sia una trappola, date per certo che lo sia. Voglio che tutti quanti tornino alla torre entro 5 ore”
Alex fece una rapida pausa.
“In bocca al lupo, ragazzi”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Mostri duellanti ***


Ciao gente! Come va? Torna ancora I Maestri delle Ombre con il terzo capitolo della segonda stagione. Sono contento di star riuscendo a mantenere la programmazione di un capitolo al mese, ma purtroppo nei prossimi tempi sarò molto impegnato e ho molta paura di non riuscire a scrivere abbastanza in fretta per mantenere questo ritmo. Mi scuso tanto per questo.

Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

Le tre squadre di esplorazione furono rapidamente dotate di uno zaino con qualcosa da mangiare. Dopo un ultimo check da parte di Alex in maniera molto militare, le squadre partirono.
Gilbert si fece convincere a non portare tutto l’armamentario per la sua macchina fotografica, limitandosi alla sola macchina e una batteria di riserva.
Luke si caricò lo zaino e partì con una certa fatica a procedere per la pianura polverosa.
Gilbert si attardò un attimo a salutare Sally.
“Ci vediamo più tardi, ok Gibby?” disse Sally.
“Certo. Vedi di non perderti” rise il ragazzo.
Sally scosse la testa e si voltò verso Aleta che la stava aspettando a braccia conserte.
“Mi raccomando, falla tornare tutta intera” sorrise Gibby a Aleta.
Aleta buttò uno sguardo al cielo e gli diede le spalle.

Alex, Kadhim e Elzer si incamminarono in silenzio verso sud. Il giovane ragazzino africano non aveva più parlato da quando Alex lo aveva scelto, immerso com’era nei suoi pensieri.

I tre gruppi si divisero puntando alle rispettive direzioni, ognuno con la propria area da esplorare.

Mentre Alex teneva sempre d’occhio Elzer lasciando principalmente a Kadhim l’occhio sul terreno, Luke anticipava Gilbert in direzione delle colline mentre guardava il suo compagno di viaggio fermarsi ogni due minuti per una fotografia.

Sally e Aleta cominciarono in silenzio la loro marcia. Il terreno era duro e polveroso, ma la natura piatta del percorso rendeva semplice procedere.
Guardando a terra e verso l’orizzonte, le due ragazze notarono che il terreno presentava numerose crepe, simili a minuscoli abissi che si aprivano per tutta la pianura. La pianura stessa era delimitata su due lati da due file di colline di pietra distanti tra loro diverse centinaia di metri e lunghe a perdita d’occhio.

“Da l’idea di essere sul letto di un fiume in secca” disse Aleta fermandosi a scrutare l’orizzonte “Dubito troveremo qualcosa continuando a diritto per questa strada”
Sally rimase un attimo in pensiero. Da quando Aleta si rivolgeva a lei in modo così casual?
“Dovremmo arrampicarci sulle rocce?” chiede Sally in risposta.
“Gilbert e Luke sono andati verso quella sponda” disse Aleta indicando le rocce alla loro destra “Noi potremmo scavalcare di qua” disse rivolgendosi a sinistra.
Sally si voltò verso le rocce e guardò in alto. La lunghissima fila di rocce era molto alta, circa una trentina di metri, le superfici erano piuttosto lisce e Sally non era aveva mai scalato una roccia in vita sua.

Aleta capì con uno sguardo i pensieri della compagna.
“Andiamo ancora un po’ avanti, magari c’è un passaggio” disse la argentina e si incamminò verso le rocce.
Sally si sistemò lo zaino sulle spalle e la seguì.
Una volta arrivate sotto le alte rocce che costeggiavano la pianura le due ragazze cominciarono a camminare cabotare la base delle stesse in cerca di una qualsiasi apertura che potesse portarle oltre quella barriera.

Avanzando, Sally non riusciva a non gettare uno sguardo ogni tanto ad Aleta. Era strano parlare con lei come con una compagnia di viaggio o addirittura a un’amica, ma stranamente piacevole.
Sally tuttavia non si levava dalla testa che qualcosa non andasse. Dove era finita la perfida serpe di mezza giornata prima?
“Quindi sai scalare?” chiese Sally a bruciapelo.
“Come?” chiese Aleta in risposta.
“Prima hai proposto di scalare le rocce. Sai scalare?”
Aleta si voltò rivolgendo uno sguardo neutro a Sally. Attese un momento e poi rispose.
“Si. Ho fatto qualche lezione di scalata in montagna. Ero piuttosto brava, sono sicura che riuscirei a scalare una parete come questa”
Sally si sentì colpita e affondata, ma si riprese al volto.
“Beh, allora grazie per non avermelo fatto pesare”
Il tono passivo aggressivo non sfuggì alle orecchie di Aleta, ma lo ignorò.
“Non dobbiamo per forza essere nemiche, sai?” fece Aleta con tono di sufficienza mentre proseguiva in avanti.
“Ma se non hai cercato altro da quando ci siamo conosciute?” rispose Sally infastidita.
Aleta tirò un sospiro e si voltò verso la sua compagna di viaggio.
“Non possiamo essere sempre rivali, Sally. In questo momento dipendiamo l’una dall’altra e io sto provando a essere collaborativa. Fai uno sforzo anche tu, per favore”
Il candore con cui Aleta le si era rivolta ammutolì Sally, che non riuscì a dire una parola mentre Aleta le dava le spalle e tornava a controllare le rocce indicandole poi un’apertura un basso.
L’apertura portava ad uno strettissimo percorso tra una roccia e l’altra che permise alle due ragazze di passare attraverso la barriera rocciosa e sbucare dall’altra parte. In quel momento Sally benedì il suo essere piccolina e poter passare attraverso lo stretto passaggio, mentre Aleta, un po’ più alta, sbatté più volte la testa.
Salite attraverso il passaggio in cima alla cresta rocciosa le ragazze si convinsero che questo faceva da argine a quello che molto tempo prima doveva essere un immenso fiume.
Dopo aver disegnato ragionando a spanne il punto del passaggio su un foglio di carta, le due ragazze si voltarono verso la prateria che si presentava loro davanti: una distesa di terra polverosa come quella che si erano lasciate alle spalle, solo molto più accidentata e coperta di arbusti. Oltre la prateria quelle che sembravano delle colline coperte da una fitta nebbia nera di fronte a loro. A sinistra, in direzione della torre, si innalzavano delle alte montagne grige, a destra gli arbusti pian piano sparivano lasciando il posto alla solida roccia.
“Da che parte?” chiese Aleta.
Sally si guardò intorno. Il paesaggio la rendeva inquieta; gli ambienti cambiavano molto velocemente, le rocce sulla destra sembravano molto accidentate, le avessero proseguito in quella direzione non sarebbero sicuramente andate lontano, mentre davanti a loro la prateria si innalzava piano piano andando poi verso le colline la cui cima era coperta da quell’opprimente nebbia nera.
Guardando in direzione della nebbia, Sally notò qualcosa di strano. Una vaga figura si era per un attimo distinta tra i movimenti della nebbia nera. Fu questione di un attimo, ma alla ragazza sembrò di vedere una struttura tra quelle colline.
“Andiamo di la” propose Sally indicando la nebbia nera.
“Ci sentiamo coraggiosi, eh” la sbeffeggiò Aleta.
Allo sguardo contrariato della compagna Aleta rispose assumendo un’espressione seria.
“Scherzi a parte, anche a me attira quella nebbia. Ho come la sensazione che la ci sia qualcosa di importante”
Sally assentì e le due si avviarono verso dirette verso le colline.

Sally e Aleta proseguirono tra gli arbusti di quella grigia prateria stando bene attente a guardarsi intorno per percepire pericoli imminenti. La prateria sembrava pacifica, ma un presentimento stava tenendo in tensione le due ragazze, dueling disk acceso e sguardo circospetto.
Arrivate alle pendici della collina, Aleta e Sally si sentirono un minimo più al sicuro, ma fu in quel momento che le terra cominciò a tremare.
Entrambe le ragazze si gettarono a abbassarono a terra per non perdere l’equilibrio e si guardano intorno circospetta.

“Guardiamoci le spalle!” gridò Aleta.
Sally non pensò neanche a discutere e si mise con le spalle contro quelle di Aleta guardando con gli occhi spalancati verso il lato della distesa rocciosa mentre Aleta guardava verso la prateria.

Le vibrazioni del terreno si facevano sempre più forti. Vibrazioni regolari. Qualcosa si stava avvicinando, ma non erano passi, neanche ruote…

“Da sotto” disse Aleta.
Un secondo dopo, intorno alle ragazze si formarono dei rigonfiamenti di terreno che in una frazione di secondo esplosero facendo uscire delle grosse e mostruose teste di vermi. Colore verde scuro, striature dorate, enorme bocca piena di denti affilati e in fondo a questa un occhio demoniaco.
Non c’erano dubbi, si trattava di un branco di Drago-Verme.

A occhio Aleta ne contò una dozzina, ma non ebbe il tempo di fare una stima più previsa perché il branco di vermi le attaccò immediatamente lanciando urli striduli misti a ringhi.
“Insetto Cavaliere!” gridò Aleta mettendo sul dueling disk il suo mostro. Riflesso condizionato da duellante quello di urlare l’evocazione del proprio mostro.

“Mezuki!” gridò a sua volta Sally.

I due mostri apparsero davanti alle ragazza, armi in pugno per combattere contro i Drago-Verme.
I mostri selvaggi attaccarono in forze, ma i fendenti precisi della spada dell’Insetto Cavaliere e dell’alabarda di Mezuki li ricacciarono indietro. Con un affondo di spada, l’Insetto Cavaliere colpì l’occhio di uno dei Draghi-Verme che immediatamente esplose in una pioggia di coriandoli luminosi.
In quel momento, tutti gli altri vermi indietreggiarono ringhiando con un verso acuto e continuando a fissare le due ragazze e i loro mostri.

I Drago-Verme fissavano la coppia di ragazze rimanendo minacciosi, ma a distanza, intimoriti dalle due creature che si trovavano di fronte.

Aleta osserva guardinga e immobile le creature tenendo alto il dueling disk pronta a continuare il duello.
Sally alle sue spalle faceva lo stesso e per sicurezza evocò la Mummia Rigenerante per avere una protezione in più.

I Drago-Verme continuavano a scrutare le due con gli sguardi vuoti e i ringhi minacciosi.

“Cosa aspettano?” chiese Sally.

Che si fossero spaventati? Il pensiero di Aleta mentre rimaneva in guardia non smetteva di macinare ipotesi.
Nel momento esatto in cui uno dei loro era morto, i Drago-Verme si erano ritirati senza però rompere l’accerchiamento.

Se era una tattica di caccia forse stavano aspettando che abbassassero la guardia.

“Sta pronta a caricare” disse Aleta a Sally “Prima che facciano la loro mossa attaccheremo il lato della pianura e scapperemo verso il fiume in secca”
Sally annuì, pronta all’azione, ma in quell’esatto momento un’altra creatura apparse facendosi spazio tra i Drago-Verme che gli aprivano il passaggio.
La nuova creatura aveva una forma vagamente umanoide, ma la sua testa non aveva tratti, ne occhi ne orecchie, ne naso ne bocca; era solo un uniforme cerchio celeste, stesso colore di tutto il resto del corpo, coperto da una corazza dorata che gli copriva il busto, due braccia gelatinose che culminavano in tre dita e una coda di gelatina a sostituire le gambe.
Aleta e Sally riconobbero i connotati della Melma Umanoide, che si fece largo tra i Drago-Verme andandosi a posizionare sul lato delle due ragazze e li fermandosi.

Aleta e Sally lo guardarono attendendo la mossa del nuovo arrivato.

Per tutta risposta, la melma umanoide alzò il braccio sinistro davanti a se. L’arto, se così si poteva definire, si modificò cambiando forma. La nuova forma del braccio della melma era a mezzaluna con la parte concava puntata verso le due ragazze. La posizione e la mano destra alzata del mostro la faceva assomigliare vagamente alla posa dei duellanti di Duel Monsters con i loro dueling disk.

“Credo che voglia giocare” affermò Sally.

Aleta si guardò intorno e un’intuizione si materializzò nella sua mente: e se fossero finiti in un immenso Gioco delle Ombre?

“Sally, coprimi le spalle” Aleta si spostò di lato mettendosi faccia a faccia con la Melma Umanoide.
Sally, per contro, si spostò rimanendo spalle a spalle con Aleta.
“Pensi che se vinciamo ci farà andare via?” chiese Sally.
“Può essere… per sicurezza preparati un mostro molto forte. Se alla ho torto ci aprirai la strada” rispose Aleta stoica.
Sally deglutì e annuì con la testa.
“Va bene…”
I Drago-Verme allargarono il loro accerchiamento facendo spazio per il duello e la Melma Umanoide si fece avanti.
Aleta accese il dueling disk incontrando nient’altro che il silenzio dell’avversario.
“Un mostro gentiluomo… ora le ho viste tutte” fece Aleta pescando la sua prima carta.

Aleta osservò la carta pescata. Non conosceva le abilità del suo avversario, quindi decise per prima cosa di testare quanto fosse effettivamente capace.

“Metto un mostro coperto in posizione di difesa e una carta coperta. Termino il mio turno”
Aleta aprì con una mossa cauta.
Il terreno di gioco, che normalmente avrebbe visto apparire gli ologrammi delle carte coperte, rimase vuoto. Aleta per un attimo ebbe timore di aver male interpretato qualche regola nascosta.

L’avversario non disse una parola e pescò dal suo dueling disk gelatinoso una carta, anch’essa fatta di gelatina, e la mise sul suo braccio.
Uno dei Drago-Verme che li circondavano scattò e scavò una buca e sparì sottoterra, riapparendo subito dopo dal terreno proprio davanti alla Melma Umanoide.
La Melma alzò il braccio destro in avanti e il Drago-Verme scattò, stavolta in direzione di Aleta.
Invece che puntare alla ragazza, il Drago-Verme puntò con il muso appuntito il terreno di gioco e colpì un punto davanti ad Aleta.
Dal punto in cui aveva colpito il mostro si sprigionò uno luce pallida e un grido acuto si levò, più uno stridulo richiamo che un vero e proprio grido. Il piccolo insetto giocato da Aleta apparve intorno al muso appuntito del mostro avversario; un piccolo insetto col tondeggiante addome peloso, gli occhietti brillati e una foglia a fare da mantello. La sua espressione era di dolore e in pochi istanti fu distrutto e dissolto in pulviscolo luminoso.

Aleta si coprì le orecchie per non sentire quel sibilo e vide la sua carta lasciare da sola il dueling disk e passare al Cimitero.

Aver lasciato un proprio mostro alla mercé di quello schifo di mostro.
“Grazie all’effetto di Danipon posso aggiungere un mostro Insetto dal mio deck alla mia mano” disse Aleta.
Aggiunta la sua carta alla mano, Aleta vide il suo avversario stendere il braccio in avanti con il palmo (se così poteva definirsi) verso l’alto: gesto che nel linguaggio dei duellanti stava a significare il passaggio di turno all’avversario.

Aleta strinse gli occhi e pescò una carta.

Sally intanto sbirciava con la coda dell’occhio sul duello. Dalla sua posizione non riusciva a vedere le carte in mano di Aleta.
“Ehi, ha messo carte coperte?” chiese Sally senza perdere di vista i Drago-Verme.

“No” rispose seccata Aleta.
“Allora attacca”
“Davvero vuoi dare consigli a me su come giocare?”

Sally tacque e Aleta ricontrollò le carte.
“Però stai attenta al prossimo turno, eh” aggiunse Sally.

Sbuffando, Aleta mise un mostro sul terreno.
“Evoco Insetto Finale LV 3”
Il mostro di Aleta si materializzò sul terreno sbucando da sottoterra. Aleta lo osservò per un attimo mentre il grosso insetto strisciante emergeva dalla buca che aveva creato sul duro terreno. L’insetto si voltò verso la sua padrona e la squadrò da sotto in su.

Aleta rimase immobile, quasi incredula di avere davanti a se uno dei suoi mostri preferiti. Certo, ne aveva visto l’ologramma molte volte durante i duelli, ma in qualche modo, in quel momento lo sentiva vivo.
La ragazza ne ebbe conferma quando si abbassò e toccò la testa del mostro che rispose strusciando la testa contro la mano della ragazza.
Sally non poteva vederlo da dietro, ma il volto di Aleta si illuminò come mai prima di allora.
“Facciamolo a pezzi” sussurrò Aleta al suo mostro.
L’Insetto Finale LV 3 rispose con un verso sordo, si voltò e scagliò contro il Drago-Verme la cosa più simile a un ruggito che la bocca potesse emettere, sputazzando nel mentre gocce di bava un po’ ovunque.
“Adesso rimuovo Danipon dal cimitero per evocare Aztekipede, Il Verme Guerriero!”
Alle parole di Aleta seguì una piccola scossa e un forte rumore improvviso che sorprese Sally tanto da farle perdere l’equilibrio.
Voltandosi notò che dal terreno era emerso un altro insetto. Un gigantesco millepiedi color giada dall’aspetto decisamente più minaccioso dell’impacciato Insetto Finale LV 3, che si erse per diversi metri verso l’alto prima di riannodarsi strisciando intorno ad Aleta, che per contro, non ne sembrava affatto disturbata.
“Aztekipede, attacca il Drago-Verme”
All’ordine di Aleta, l’insetto scattò in avanti a fauci spalancate e con un potente morso stritolò il Drago-Verme, che con uno stridulo acuto venne trascinato via dal Verme Guerriero di Aleta, che nel giro di un paio di lunghissimi secondi di agonia, lo stritolò tra le sue fauci e lo fece esplodere in mille coriandoli luminoso.

I Drago-Verme intorno al terreno di gioco cominciarono ad agitarsi stridendo contro il mostro di Aleta e contro le due ragazze, ma non si azzardarono ad avvicinarsi. La Melma Umanoide invece, se ne rimase al suo posto impassibile.

“Adesso tocca all’Insetto Finale LV3” disse Aleta appena il suo mostro fu tornato da lei “Attacca direttamente Melma Umanoide!”
L’insetto di Aleta lanciò un ruggito rauco e si mosse in avanti. In pochi secondi si avvicinò abbastanza alla Melma Umanoide da poterle spruzzare addosso la sua saliva acida.
Il getto colpì in pieno petto la Melma, che accusò il colpo senza proferire alcun suono, ma la sostanza di cui era composta si andò velocemente a erodere insieme alla corazza, prima di ricomporsi autonomamente.

Aleta osservò soddisfatta il suo avversario mentre il suo mostro tornava da lei.

Questa l’ha sentita. Pensava Aleta.
“Con questo termino il mio turno” concluse la ragazza.

Sally da dietro si voltò verso solo con la testa.
“Sei sicura? Lo sai come si usano Drago-Verme e Melma Umanoide?” chiese preoccupata.
Aleta sbuffò.
“La vuoi finire?!” sbottò Aleta.

La Melma Umanoide iniziò il suo turno pescando una carta, quindi posò sul terreno una carta.
Sul terreno di gioco si formò con linee di luce dorata la forma del simbolo del Mostro Resuscitato. Dal simbolo, come se avesse aperto un portale, uscì di nuovo la testa del Drago Verme, scavando del muro d’aria che il simbolo rappresentava.
Aleta si mise sul chi va là.

La Melma Umanoide giocò un’altra carta.
Improvvisamente una grossa bolla di melma si staccò dal collo del mostro duellante e cadde a terra.
Come se avesse preso vita in quel momento, la bolla si ingrandì e si modellò fino a formare la figura di un’altra Melma Umanoide, che si posizionò accanto al Drago-Verme sul terreno di gioco.

I due mostri, come attirati da una forza invisibile, si avvicinarono l’uno all’altro fino a toccarsi, quindi si fusero insieme, con la melma dell’uno che si avvolgeva attorno al corpo dell’altro fino a unirsi del tutto in un unico mostro: Drago-Verme Umanoide. 2200 ATK.

Aleta ebbe appena il tempo di sgranare gli occhi prima che il nuovo mostro protendesse in avanti le mani e sparasse due colpi di melma dalle bracci, che colpirono il mostro Atzekipede della duellante trapassandolo da parte a parte. Il Verme Guerriero di Aleta lanciò un urlo al cielo prima di scomparire anche lui in una nuvola di frammenti luminosi.
Aleta sentì un forte dolore al petto e vi ci portò una mano. La fitta svanì dopo pochi secondi e intanto i Life Points segnati sul display del dueling disk scendevano a 3700.

“Ora dimmi che non te lo aspettavi. Ti sfido” la incalzò Sally.
“Ma sta zitta, sapevo benissimo cosa sarebbe successo” rispose alterata Aleta.
“E allora perché non hai preso le misure? Sia che c’è un solo modo al mondo per giocare Drago-Verme e Melma Umanoide”
“Certo che ne hai di fiato da sprecare. Guarda e impara, ragazzina”

Detto questo Aleta tornò al duello.
Pescò una carta e la guardò. Poi guardò il suo avversario.
Un mostro sul terreno; nessuna carta coperta. Aveva vinto.

“Adesso mando al cimitero l’Insetto Finale LV3 per evocare Insetto Finale LV5”
Il mostro di Aleta scomparve in una colonna di luce. Subito dopo una colonna molto più ampia si alzò intorno alla duellante inglobando parte del terreno e anche Sally e i suoi mostri che stavano alle sue spalle.
Quando la colonna scomparve, al suo posto rimase l’enorme Insetto Finale LV5, che torreggiava silenzioso su tutti i mostri, creando il panico tra i Drago-Verme intorno.
Persino la Melma Umanoide, fino a quel momento immobile e impassibile, alzò la testa per vedere il mostro.

Aleta, come suo solito, accarezzò il suo mostro su una delle zampe.
L’Insetto Finale LV 5 lanciò un grido stridulo e sbatté le zampe al suolo, quindi cominciò a caricare dalla sua bocca una sostanza verdastra e la sputò addosso al mostro dell’avversario.
Il getto acido colpì il bersaglio e il Drago-Melma Umanoide accusò il colpo cominciando a sciogliersi.
“L’arrivo sul terreno dell’Insetto Finale LV5 abbassa l’ATK dei mostri avversari di 500” spiegò Aleta.

“Adesso evoco la Cavalletta Pungente dalla mia mano e attivo Moltiplicazione delle Formiche”
Aleta pose sul dueling disk in rapida sequenza mostro e carta magia.
La gigantesca cavalletta si materializzò in una colonna di luce sul terreno, quindi la carta magia dietro di lei.
“Grazie a Moltiplicatore di Formiche posso sacrificare la mia Cavalletta Pungente per evocare due segna-mostro Formica Soldato”
Così come era apparsa, la cavalletta da 1200 ATK sparì e al suo posto comparvero due insetti di forma umanoide, ma con quattro braccia, le antenne e una corazza verde che ricordava il guscio di una formica. Entrambi i mostri avevano 500 ATK.

Sally era confusa.
“A che pro tutto questo?”
Aleta per poco non ebbe un esaurimento nervoso.
“Stai zitta!” ordinò perentoria.
Sally si mutò.

“Grazie all’effetto di Cavalletta Pungente, ora posso evocare specialmente un altro mostro dalla mia mano. Scendi in campo, Principessa Insetto!”
Aleta alzò la sua carta al cielo. La carta cominciò a brillare sotto lo sguardo attento (forse) dei Drago-Verme.
Dalla carta di Aleta partì un lampo multicolore che si condensò nell’aria assumendo una forma della Principessa Insetto, che con una posa aggraziata si posò sulla testa dell’Insetto Finale.

Sally rimase a bocca aperta.

“Ora, Insetto Finale, attacca il Drago-Verme Umanoide!”
All’ordine di Aleta, l’Insetto Finale LV5 sparò un proiettile di baca acida che colpì il Drago-Melma Umanoide e lo sciolse del tutto. La Melma Umanoide accusò il colpo.
“Formiche Soldato, all’attacco!” ordinò di nuovo Aleta.
I due piccoli mostri sollevarono le loro piccole spade al cielo e si mossero all’unisono contro Melma Umanoide. Con due fendenti verticali, i due insetti inflissero 1000 danni all’impassibile mostro.
I Drago-Verme intanto annusavano la sconfitta e cominciarono ad agitarsi.
“Principessa Insetto, dagli il colpo di grazia!”
La Principessa Insetto si librò in volo e dopo un paio di capriole si scagliò a tutta velocità contro la Melma Umanoide. I quattro pugni del mostro di Aleta impattarono contro la corazza di Melma Umanoide e la distrusse.
Dopo un istante, il corpo del mostro cominciò lentamente a sciogliersi finché non ne rimase solo una pozza di melma liquida.

I Drago-Verme lanciarono al cielo le loro urla stridule, tanto forti da mettere in allarme Sally e i suoi mostri, pronti ad attaccare.
Tuttavia, i Vermi rimasero fermi al loro posto e dopo qualche secondo a lanciare grida, uno a uno si rituffarono nel terreno e sparirono sotto terra.
Il leggero tremore del terreno che si allontanava pian piano dalle due ragazze segnò il “pericolo scampato” e così Sally poté rilassarsi.
“Per oggi mi sa che ci siamo spinte abbastanza in la” fece Aleta richiamando i suoi mostri.
Sally richiamò a sua volta i propri e gettò di nuovo uno sguardo alle colline coperte dalla nebbia scura.
Aleta la guardò.
“Lasciamo perdere per oggi, organizzeremo un’altra spedizione” disse la ragazza.

Sally annuì e si voltò verso Aleta.
“Si, meglio tornare indietro per ora. Alex vorrà sapere che ci sono mostri duellanti in questo mondo”
“Appunto”
Le due si incamminarono di verso il passaggio tra le rocce. Una volta arrivate cominciarono a scendere.
“Ma davvero non avevi pensato all’evocazione di Drago-Melma Umanoide?” chiese Sally con una punta di sarcasmo.
Aleta sbuffò.
“Certo che ci avevo pensato. Avevo le contromisure pronte, non hai visto?”
“Sarà, ma se avessi avuto davanti un avversario abile con delle carte trappola come te la saresti cavata?” la punzecchiò ancora Sally.
“Non ne aveva. Persino tu avresti dovuto capire che si trattava di un avversario di basso livello”
“Sei stata troppo incauta”
“Ricordami, perché sto continuando a risponderti?”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3891932