Vendetta

di The_Kimo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In alto mare ***
Capitolo 2: *** Liberazione ***
Capitolo 3: *** Abbordaggio ***
Capitolo 4: *** Rotta per il nuovo mondo (di nuovo) ***
Capitolo 5: *** Punizioni ***
Capitolo 6: *** Prepara il gatto! Nove code! ***
Capitolo 7: *** In fuga ***
Capitolo 8: *** Grande Freddo ***
Capitolo 9: *** Attesa ***
Capitolo 10: *** La rotta della Godspeed ***
Capitolo 11: *** Malati e battaglie ***



Capitolo 1
*** In alto mare ***


IN ALTO MARE

- 7° giorno di navigazione: vento sostenuto da nord-nord-ovest! Orizzonte pulito.
David Moose, marinaio della nave di sua maestà Discovery, segnò queste poche informazioni sul diario di bordo, essendo il solo presente a bordo capace di scrivere e non in catene o debilitato.
Per la prima volta il forte vento caldo che li aveva sospinti da quando avevano lasciato Jamestown era scemato, cedendo il passo a quella brezza fredda proveniente dal nord. L'inverno era alle porte, e non sarebbe certo stato clemente coi coloni rimasti nel forte! Sperò per loro che riuscissero ad ultimare la costruzione delle case in tempo, o sopravvivere all'inverno non sarebbe stato certo facile.
Era in procinto di chiudere il libro, quando notò che le note scritte nei mesi precedenti erano state cancellate: perché?
Non che ci volesse molto a capirlo, pensò richiudendo il grosso libro e riponendolo nel baule. Le dovevano aver macchiate gli insorti che avevano messo agli arresti il governatore, per non dare prove che la loro azione fosse stata un ammutinamento!
Che idioti!
Risalì in coperta: prendevano il vento al traverso, proseguendo verso l'Inghilterra: il capitano Smith era stato portato a prendere aria sul castello, sperando che questo gli permettesse di migliorare la salute, ma aveva bisogno di un medico per cavarsela: il proiettile gli aveva intaccato il fegato, e nessuno degli uomini a bordo avrebbe mai osato provare a metterci le mani; troppo rischioso!
Salì sul cassero per dare il cambio al timoniere: questi gli fece un leggero saluto ed andò sottocoperta per stendersi un po' in branda. David si godette il vento: era freddino in effetti, ma ormai erano i primi di dicembre, quindi non c'era da stupirsene! A lui poi non dispiaceva! Un paio di anni prima la Discovery aveva tentato di trovare il famoso passaggio a nord-ovest, senza riuscirvi, quindi lui si era abituato alle temperature basse!
Inspirò a pieni polmoni: chissà perchè quegli idioti dei coloni avevan definito la nave "puzzolente?" Era evidente che non avevan mai visto le navi negriere spagnole! Quelle si che puzzavano! 
Si lasciò sfuggire una risata.
"Che ridi Moose?" Gli domandò uno dei marinai.
"Nulla, nulla!" Rispose lui: "Piuttosto, levate una mano di terzaroli dalla gabbia!" Replicò per cambiare argomento: "Magari ci guadagnamo mezzo nodo!"
*
Nella cabina grande, John Siklemore Ratcliffe, nominato solo nove mesi prima Governatore della Virginia, era confinato nell'alloggio, seduto sulla branda ed ammanettato con le braccia dietro la schiena. 
Ma tutt'altro che sconfitto!
Due volte al giorno uno dei marinai entrava nella cabina e gli librava un braccio per consentirgli di mangiare e di riempire il secchio che fungeva da pitale. In tutto erano passati finora tredici marinai, tredici sui sedici che avevano accettato di portare in patria la Discovery!
Non ci sarebbe voluto molto prima che lui avesse avuto modo di parlare con ognuno di loro, non serviva che instillasse in loro la volontà di liberarlo...solo il dubbio sulle possibili conseguenze del non farlo!
L'aria lì dentro si era fatta viziata; le tre finestre della galleria poppiera non erano mai state aperte da quando erano in navigazione, e malgrado la sera avesse sempre la vista del tramonto davanti agli occhi, il non poter godere di un po' d'aria fresca iniziava a pesargli, anche perchè il poter orinare o defecare solo due volte al giorno non era certo salutare ad un uomo di cinquantotto anni!
Qualcuno bussò alla porta: strano, visto che normalmente entravano irruenti senza bussare!
"Avanti!" Esclamò il prigioniero: "E fai attenzione al baglio!" 
Uno dei marinai più giovani entrò reggendo un vassoio ed abbassando la testa per non picchiarla sulla massiccia trave.
"Buonasera signore!" Lo salutò il ragazzo timidamente, non prima di essersi parato la vista con la mano: il sole stava per tramontare, ed essendo la poppa rivolta praticamente ad ovest la luce inondava l'angusto spazio della cabina.
"Buonasera a te Jack!" Gli rispose Ratcliffe scostandosi leggermente verso la murata, in modo che il marinaio potesse sciogliergli la manetta dalla mano destra. "Come sta procedendo la navigazione?"
Il giovane prese una chiave che portava alla cintola ed aprì la manetta: "Non male signore!" Disse passandogli un secchio e voltandosi per far sì che il suo prigioniero espletasse le sue funzioni senza imbarazzo. "Beccheggiamo un po' troppo rumorosamente per i miei gusti, lo sente?" Fece una pausa anche con le finestre chiuse si riusciva a sentire il suono della prua che tagliava violentemente le onde. "Ma nel complesso procediamo abbastanza spediti, anche se il vento è cambiato!" 
Il vento è cambiato!!!
Lo sguardo del governatore si illuminò per un momento, ma si sforzò di riassumere un'espressione abbattuta per quando abbe finito di orinare e si fu riabbottonato i pantaloni. Solo allora il ragazzo scostò il secchio e mise uno sgabello vicino alla branda, posandoci sopra il vassoio.
Un pezzo di maiale, che Jack tagliò con il suo coltello da marinaio, oltre ad una ciotola di piselli secchi riscaldati male e a due gallette, accompagnate da un boccale di grog. Non certo un pasto da governatore, ma John non era tipo da sputare nel piatto che gli veniva offerto.
Mangiò con tutta calma, sempre sotto lo sguardo più o meno vigile del marinaio, che continuò a ragguardarlo sulla situazione a bordo. A quanto pare ora il vento soffiava da nord-nord-ovest, quindi la nave era quasi al traverso, cosa che ne avrebbe rallentato un po' l'andatura rispetto ai cinque nodi che facevano al gran lasco, ma questo non avrebbe influito troppo sulle tempistiche di viaggio: in sette o otto settimane al massimo, sarebbero rientrati nel Tamigi! O almeno così credeva Jack.
Ratcliffe tirò per le lunghe la conclusione del suo pasto: nella sua mente un'idea si era accesa, e stava calcolando i pro ed i contro di essa. Il sole scomparve all'orizzonte, ed il ragazzo si voltò per accendere una lanterna ed illuminare la cabina finchè avesse dovuto rimanere là dentro. Ormai la notte iniziava a calare.
"Sai mica dirmi che ore sono ragazzo?" Domandò il prigioniero non appena ebbe terminato i piselli.
Jack uscì dalla cabina e vi fece ritorno alcuni secodi dopo, chiudendosi la porta alle spalle: "Sono quasi le sette signore!" Rispose: "Mancano solo uno o due minuti!"
Il rischio c'era: ma si poteva tentare!
"Ah, senti ragazzo mio, posso chiederti una cosa?" Domandò il vecchio mentre il giovane prendeva il secchio per andarlo a svuotare.
"Certo signore, dica pure!" 
"Potresti svuotare il secchio dal giardinetto?" Chiese facendogli un leggero sorriso: " Almeno apriresti la porta-finestra e faresti girare un po' d'aria qui dentro!" 
Jack tentennò.
"Suvvia, ora che il vento è cambiato non c'è il rischio che gli schizzi d'acqua entrino in cabina!" Si giustificò il governatore: "Che sarà mai un po' d'aria? lo senti il soffochio che c'è qui dentro?" 
Il giovane non stette più a rifletterci: con un cenno della testa prese il secchio con la mano sinistra, mentre con la destra aprì la porta del giardinetto: in quel momento la Discovery si alzò di prua su un'onda.
E Ratcliffe scattò!
Con una pedata colpì il fondoschiena del giovane: dovette impiegare tutta la sua forza, ma ottenne il risultato sperato: Jack venne spinto in avanti e cadde dal giardinetto: il parapetto, alto solo ottanta centimetri, non riuscì a fermare il suo impeto, ed il giovane finì in mare.
Come Jack toccò l'acqua, la prua si abbassò, causando un rumore abbastanza forte, ed un'onda di scia che spinse in profondità il marinaio. Alcuni secondi dopo, Jack riemerse dall'acqua con la testa, ma il suono della campana delle sette, che indicava il cambio della prima guardia, coprì le sue urla, ameno per quel tento che basta perchè la nave fosse troppo lontana per sentirlo.
Ratcliffe si godette l'aria fresca: quanto gli era mancata! Sul ponte vide che nella caduta Jack non aveva fatto in tempo a recuperare le chiavi ed il coltello: perfetto!
Si allungò più che potè, riuscendo non senza fatica ad afferrare la chiave, con la quale si sciolse anche dall'altra manetta. Dopo alcuni secondi in cui attese di aver ripreso il controllo dei muscoli, gettò il vassoio in mare, purtroppo il secchio era andato perso, ma per fortuna ce n'erano altri nella cabina, quindi ne prese uno, ci orinò leggermente dentro, per dare l'idea di averlo usato, e lo ripose nell'angolo vicino al baule.
Fatto questo si nascose il coltello nella manica destra della camicia, si sdraiò sulla branda e si riammanettò, senza però chiudere le prese sui polsi. Non prima di aver nascosto la chiave nelle mutande ed aver richiuso la porta-finestra del giardinetto.
Fatto questo decise di concedersi qualche ora di sonno: ora poteva liberarsi, ma non era ancora il momento: il giorno seguente il suo piano sarebbe passato alla fase 2! Avrebbe ripreso la nave, e poi avrebbe ripreso la colonia e stuprato personalmente quella piccola puttana pellerossa, prima di farla impiccare! 
Presto...molto presto!
 

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Capitolo 2
*** Liberazione ***


La campana del mattino svegliò David: non era certo puntuale come quelle che suonavano durante il viaggio di andata, ma del resto la disciplina a bordo si era allentata non poco, non essendoci ufficiali in grado di mettere in riga un equipaggio notevolmente ridotto.
Quando fu consumata la colazione, il marinaio andò a dare, come di consueto il cambio al timoniere: nel salire in coperta Moose notò che alcuni degli uomini sembravano inquieti.
"Dai qua Harry!" Disse al ragazzo che aveva timonato durante la notte, per farsi consegnare la barra del timone. "C'è per caso qualche problema?" 
"Non so David..." Tentennò il ragazzo soffocando uno sbadiglio: "Non troviamo più Jack! Da ieri non lo ha più visto nessuno!"
"Strano!" Esclamò il più anziano: "Hai provato a far perquisire la nave?"
"No, non ancora!" Ammise Harry: "Pensi che possa essere caduto fuoribordo?" 
"Beh, il mare era grosso stanotte..." Ammise David: "E per Jack era solo il secondo viaggio per mare, non mi sorprenderebbe troppo...comunque vatti a riposare, ma manda Sam e Andrew a setacciare la nave! Non si sa mai!"
"Sarà fatto!" Rispose Harry sbadigliando nuovamente: "Ci vediam dopo!" E scese dal cassero per andare sottocoperta.
Non era affatto insolito che qualcuno cadesse in mare, soprattutto la notte: capitava abbastanza di frequente, ma era strano che non lo avessero sentito urlare aiuto, come aveva fatto quel terrazzano: Thomas, durante il viaggio di andata. In quel caso lo avevan visto e sentito tutti, quindi recuperarlo era stato quasi facile. Però se fosse caduto in mare durante la notte, con solo quattro uomini svegli di guardia, e magari non proprio svegli in realtà...beh, era possibile! Però gli venne un dubbio: non era stato proprio Jack a portare la cena al prigioniero? E se per caso...
Il dubbio c'era, ma gli sembrava improbabile: Ratcliffe era incatenato alla sua branda, e Jack per quanto esile, era comunque perfettamente in grado di difendersi, soprattutto da un uomo prossimo ai sessant'anni, per quanto molto più massiccio di lui. Soprattutto se incatenato...o almeno così pensava. 


*


Sam Quaggoth, aiuto carpentiere della Discovery, aveva appena finito di perquisire le sentine: niente! Jack non era lì!
"Trovato niente?" Gli domandò Andrew non appena lo vide emergere dall'oscurità del ponte più basso.
"Solo otto pollici d'acqua!" Rispose Sam indicando il fondo dei suoi pantaloni che si era bagnato. "Sarà meglio che tu ti metta un po' alle pompe!"
"Io? E perché non tu?" Replicò Andrew scocciato.
"Perché io ho appena controllato la zona peggiore della nave, e sempre io mi son bagnato calze e pantaloni! Tu invece?" Aggiunse Sam alzando le sopracciglia.
"E va bene!" Accettò seccato l'altro. "Ma tu va a portare la colazione al malato ed al grassone!" Intendendo rispettivamente Smith e Ratcliffe con quegli epiteti: a lui non eran mai piaciuti entrambi. "Avranno fame ormai!"
Effettivamente Smith aveva fame! Per debole che fosse riuscì a mettersi seduto, non senza fatica, e mangiò lentamente tutta la sua porzione di porridge e piselli fritti nel grasso di maiale. Non potevano ancora dargli cibo solido, era troppo debole per masticare a lungo, ma si stava riprendendo benino, malgrado fosse ancora molto taciturno. La ferita ancora non si era infettata, ma non poteva durare troppo a lungo ancora...non poteva!
Sam tornò alla cambusa e prese un'altra porzione di porridge, ai quali aggiunse una fetta di manzo essiccato ed un bicchiere di grog, per poi incamminarsi verso il casseretto. 
Passando accanto a David, che reggeva la barra, gli fece un leggero saluto, poi, più per abitudine che per rispetto, entrò nella cabina. 
"Buongiorno John!" disse con tono sprezzante appoggiando la colazione sul tavolo: non ricevette risposte: Ratcliffe era sveglio, ma fissava l'orizzonte oltre la scia della nave con aria malinconica.
Sam scosse la testa: uscì dalla cabina per prendere una delle chiavi appese fuori dalla porta: strano, pensò: erano sette le copie della chiave! Ora erano solo sei!
Non stette a pensarci su troppo: rientrò chiudendosi alle spalle la porta, poi prese il secchio del pitale e si chinò per sciogliere una mano del suo ex governatore. Nel mentre che si stava chinando, si udì un urlo provenire dalla crocetta di trinchetto...
"Vele! Una quarta al mascone di sinistra! Almeno due navi!"
Già intento a chinarsi, Sam voltò la testa verso prua, come se volesse uscire per vederle coi suoi occhi...e questa mossa gli costò la vita!
Ratcliffe fece scivolare fuori il coltello dalla manica della camicia, e lo conficcò a tutta forza nella gola dell'aiuto carpentiere: l'altra mano, la sinistra, se l'era già sciolta in precedenza, e la usò per tappargli la bocca: non voleva che gli altri sentissero!
Se le navi avvistate eran quelle che lui aspettava, era il momento ideale per far scattare la trappola!
Si rialzò dalla branda, rischiando di scivolare sulla chiazza di sangue che macchiava il ponte, ed aprì un piccolo spiraglio nella porta della cabina: fatta eccezione per David, il timoniere, tutti e tredici gli altri uomini erano corsi a prua e osservavano davanti a loro, per cercare di capire qualcosa sull'identità delle navi avvistate. 
Ora o mai più!
John uscì dalla cabina in punta di piedi ed aprì il bauletto del diario di bordo, rimasto sotto la piccola tettoia del casseretto per tenerlo al sicuro. Lo prese con sé e se lo portò in cabina, poi bloccò la porta d'ingresso con la sua sedia ed aprì la porta-finestra del giardinetto.
Buttò fuoribordo il corpo esanime di Sam, e con esso il diario di bordo: per fortuna la Virginia Company forniva spesso più copie con la stessa data, qualora una si rovinasse. 
Si armò di calamaio ed iniziò a scrivere il diario: dalla data della partenza in poi riscrisse le informazioni di navigazione...ma le riscrisse a modo suo! Anche quelle compilate in passato da Smith o da altri marinai! Scrisse in modo che gli ammutinati sembrassero stati plagiati da Smith e Thomas ad ammutinarsi contro di lui, e data per data inserì nuove informazioni, in modo che lui sembrasse essere solo una mera vittima delle circostanze. La maggior parte di quegli idioti non era capace di leggere, quindi non avrebbero potuto contestare in alcun modo quanto era stato segnato. 
Il lavoro gli richiese almeno un'ora, durante la quale nessuno venne a bussare alla sua porta, probabilmente si avvicinavano molto lentamente a quelle navi, ed ancora non avevano riconosciuto la loro nazionalità.
Una volta finito il lavoro, Ratcliffe sbirciò nuovamente dalla porta: i marinai eran tornati alle manovre, e nessuno sembrava badare all'assenza di Sam...ottimo! 
Cercando di non farsi notare, John uscì nuovamente e mise il nuovo diario al suo posto, poi rientrò nella cabina. 
Prese una cima e gli legò un secchio pulito, che calò in mare e portò sù per sciacquarsi un po' il sudore di dosso. 
Fatto questo si levò i vestiti, aprì il baule e si cambiò, tornando ad assumere un aspetto più adatto alla sua posizione.
Infine scostò gli abiti: per fortuna quegli idioti non avevan perquisito bene il suo baule da viaggio!
Sotto ai vestiti c'era un doppiofondo...un doppiofondo in cui lui nascondeva le sue armi di riserva!
Appese alla cintola una daga, per poi infilarsi nella cintura due pistole: ora era pronto per entrare in scena...doveva solo aspettare il momento propizio!
 

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Capitolo 3
*** Abbordaggio ***


Le due navi erano ormai molto vicine: meno di mezzo miglio alla loro prua: si erano identificate come la HMS Susan Constant e la HMS Godspeed: altre due navi della Virginia Company. David Moose non aveva avuto bisogno di pensarci troppo su: erano tutti nei guai!
"La Constant segnala di mettersi in panna!" Urlò Adam dall'albero di trinchetto mentre iniziava a calarsi per raggiungere la coffa: "Il capitano... Newport vuole salire a bordo!"
"Eseguite!" Disse David mettendo all'orza il timone, in modo da ridurre la velocità della nave mentre terminavano l'avvicinamento. La Discovery entrò così nel letto del vento, ed i suoi uomini ammainarono rapidamente la velatura, portandola ad un progressivo arresto.
Non erano ancora tornati tutti sul ponte, quando David notò la scialuppa della Constant che veniva calata in mare, con almeno una dozzina di uomini a bordo.
"Cosa diavolo trasportano quelle navi?" Domandò senza rivolgersi a qualcuno in particolare.
"Semplice signor Moose!" Disse una fin troppo familiare voce proveniente dalle sue spalle: "Sono la mia guarnigione e le famiglie dei miei coloni, naturalmente!" Spiegò Ratcliffe sorridendo beffardo mentre la maggior parte dei marinai correva a metter mano alle armi. 
David lasciò andare la barra del timone, ormai inutile essendosi la nave fermata. "Signor Governatore..." Disse tentennando: "La credevo confinata nella sua cabina!" 
Non era certo un granché di battuta, essendo stato Ratcliffe messo agli arresti dopo l'ammutinamento, ma l'equipaggio sapeva poco a riguardo.
"E credevate anche che io fossi stato legalmente deposto, vero?" Replicò il vecchio guardandolo con aria compatita: "Non vi han detto che si sono ammutinati, vero?" Aggiunse facendogli l'occhiolino: "Non potevate in alcun modo sapere come sono andati gli eventi, vero?"
David capì: gli stava offrendo una possibilità di cavarsela! Newport avrebbe facilmente avuto la meglio su di loro se avesse saputo, o anche solo sospettato che avevano obbedito agli ammutinati e deportato il loro governatore incatenandolo. Recitando la parte degli inconsapevoli avrebbero avuto una possibilità di sopravvivere... ora gli era chiaro!
"Riponete le armi!" Disse loro, destando non pochi sospetti nei loro sguardi. "Schieratevi sul ponte per accogliere il capitano Newport! Presto"
I marinai tentennavano ancora: "Tra poco saranno qui! Se trovassero il governatore morto, come lo spiegheremmo?" Cercò di far loro capire la situazione senza alzare troppo la voce: ormai i loro colleghi erano a meno di cento yarde da loro.
"Forza obbedite!" 

*

La lancia della Susan Constant accostò alla fiancata della Discovery in concomitanza con la calata di una biscaggina, in modo da permettere agli ospiti di salire a bordo.
L'esiguo equipaggio era schierato sul ponte in due file da sei uomini, oltre ad Adam in coffa di trinchetto e a David sull'attenti vicino al timone, con Ratcliffe in piedi davanti al grosso della ciurma.
Christopher Newport, capitano della Constant ed esperto uomo di mare, era un corpulento quarantacinquenne dalle molte cicatrici: il suo orecchio destro non c'era più e la sua andatura era piuttosto barcollante. Quando salì sul ponte però sembrò stupito... quasi sospettoso!
"Christopher, amico mio!" Esordì Ratcliffe andandogli incontro: "Sono felicissimo che ci siamo incontrati, speravo giusto di intercettarti durante il mio tragitto!"
"Piacere mio di vederla così in salute signore!" Rispose Newport ricambiando il sorriso del suo interlocutore e stringendogli la mano: "Spero che il viaggio sia stato piacevole!"
Ratcliffe gli fece uno strano cenno con la testa, che David non riuscì a vedere, e poi rispose: "Ne ho affrontati di più confortevoli! Ma di certo è meglio di quando eravamo imbarcati sulla Queen Elizabeth!"
I due si fecero una risata, mentre alle spalle di Newport quattro soldati e sette marinai salivano a bordo uno dopo l'altro. 
Ratcliffe proseguì coi convenevoli per alcuni secondi, finché, quando tutti gli uomini tranne uno furono saliti a bordo, fece quello che David temeva avrebbe fatto fin dall'inizio: attaccò!

*

Nessuno si sarebbe aspettato che un uomo tanto corpulento e di un'età tanto avanzata si potesse dimostrare così letale: in una frazione di secondo si voltò di centottanta gradi sfoderando le sue pistole, che scaricò addosso alla ciurma, ferendo Andrew all'addome ed aprendo un terzo occhio ad uno dei marinai, che si accasciò sul ponte!
Da quel momento, scoppiò il putiferio: sentendosi traditi, i marinai presenti in coperta sfoderarono le armi e si lanciarono all'attacco, imitati dai soldati e marinai della Constant, che reagirono fiondandosi su di loro!
Marcus, uno degli uomini della Discovery, impugnò due caviglie per le impiombature e si proiettò addosso a Ratcliffe, cercando di vendicarsi del traditore; uno dei soldati lo intercettò con un colpo di moschetto che gli spappolò la mano destra, mentre il governatore, estratta la sua daga, finì il lavoro aprendogli lo stomaco e spargendone il contenuto sul ponte.
Due marinai della guardia di dritta atterrarono uno di quelli di Newport, e lo uccisero colpendolo in testa con una palla di cannone, ma furono lenti nella loro azione, dando il tempo ad altri uomini di affondare le lame nelle loro schiene scoperte. 
Gli altri riuscirono a reggere per un po' di tempo: incrociarono le lame uccidendo quattro marinai della Constant e ferendo due dei soldati, ma alla fine vennero sopraffatti. Ratcliffe salì sul cassero, ed arrivato davanti a David lo fissò severamente, mentre questo gli puntava la sua pistola addosso.
"Fai la tua scelta ragazzo mio!" Disse il governatore senza mostrare paura nella voce. "Questa nave presto sarà presa, quindi tu da che parte starai?"
David premette il grilletto e Adam, che si trovava ancora in coffa, pronto a sparare sul governatore, venne colpito sul mento dal proiettile del timoniere.
"Ottima scelta!" Rise Ratcliffe mentre i due marinai rimasti sul ponte gettavano le armi. "Congratulazioni, capitano Moose!"

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Capitolo 4
*** Rotta per il nuovo mondo (di nuovo) ***


"Mettete il timone alla poggia! Rotta a ovest!" Ordinò David Moose ai nuovi marinai appena saliti a bordo della Discovery.
Per permettere di navigare in scioltezza, e per rendere meno affollate le altre due navi, venti marinai, altrettanti soldati ed una cinquantina tra donne e bambini erano saliti a bordo, ed ora la piccola flotta si preparava a fare vela verso Jamestown. 
Moose aveva ascoltato il discorso tra Newport e Ratcliffe, ed aveva capito che in pratica per molti degli uomini della colonia sarebbe stata la fine! Centoquaranta tra donne e bambini erano accompagnati da sessanta marinai, dodici cavalli e quasi novanta soldati: i centosette uomini rimasti alla colonia, di cui almeno una dozzina era responsabile dell'ammutinamento, avrebbero avuto una sorpresa non da poco appena il governatore sarebbe tornato al suo posto.
David era incerto...lui ed i suoi due commilitoni superstiti avevano avuta salva la vita, non avendo preso effettivamente parte all'ammutinamento, ma per quanti degli uomini che avevano portato in America non sarebbe stato così? 
"Governatore, capitano!" Esclamò uno dei soldati raggiungendo il cassero: "Nel castello abbiam trovato una barella con a bordo un uomo ferito! Cosa dobbiamo farne di lui?"
David guardò negli occhi Ratcliffe, e notò che lo sguardo del vecchio si illuminò.
"Aaah, il traditore è qui a bordo vero?" Chiese osservando Moose, che non poté fare a meno di fare un cenno affermativo con la testa.
"Bene!" Esclamò sorridendo: "Preparate una cella per lui nelle sentine, lo impiccheremo appena arrivati a Jamestown!" Ordinò al soldato. 
"Aye, aye sir!" Rispose lui facendo per allontanarsi. 
"Lasciatemelo incontrare per un momento però prima!" Aggiunse scendendo la scaletta che conduceva in coperta: "E siate così gentile da prestarmi un paio di forbici ed una candela!"
Il soldato fece una strana espressione, ma non replicò: consegnò a Ratcliffe quanto gli aveva richiesto, per poi scendere sottocoperta ad allestire gli spazi.
Moose rimase al suo posto, dando gli ordini al suo nuovo equipaggio, che poco a poco rimise al vento le vele, in modo che la nave potesse proseguire la sua navigazione verso la Virginia. Per quanto fosse tentato di seguire il governatore non lo fece! Lo lasciò entrare nel castello di prua, nel quale rimase alcuni minuti. 
Al termine dei quali, John uscì dal basso locale con un sorriso malvagio stampato sul viso ed una mano chiusa a pugno: "Portatelo pure in cella!" Ordinò a due soldati, che fecero il loro ingresso nel castello e ne uscirono trascinandosi appresso un John Smith che pareva l'ombra di sé stesso: le sue labbra erano coperte da leggere ustioni e la sua gola era stata stretta con qualcosa, a giudicare dai lividi che la avvolgevano. Una volta che fu portato lontano dalla sua vista, Ratcliffe aprì la mano chiusa: in essa stringeva una lingua!
Diamine! Pensò David voltandosi in modo che sembrasse intento a dare ordini su come orientare la randa: aveva tagliato la lingua a Smith! Evidentemente voleva eliminare ogni possibilità di essere tradito una seconda volta!


*

 
Pocahontas si sedette sulla scogliera che dominava la foce del fiume.
Da quando Smith era ripartito, la ragazza si recava ogni giorno lassù, aspettando di vedere una "strana nuvola" all'orizzonte, che gli indicasse che la grande canoa era tornata, e con essa l'uomo che amava!
Ormai era partito da venti giorni, ma a quanto dicevano i coloni ne sarebbero serviti almeno il doppio solo perché arrivasse in Inghilterra, figurarsi per tornare.
In ogni caso lei osservava sempre, per almeno un'ora ogni giorno, l'orizzonte...aspettando!
Alla sua destra poteva vedere l'ampia area disboscata dove era sorta Jamestown: il forte era stato ampliato nell'ultimo mese, e al posto delle tende eran state costruite delle capanne, decisamente più numerose di quelle che fossero necessarie, ma altre ancora ne venivano iniziate ogni giorno...chissà perché?
La prima neve aveva iniziato a cadere: non era ancora una nevicata di quelle grandi che sarebbero arrivate probabilmente entro la prossima luna, ma in ogni caso aveva ostacolato non poco i coloni, ancora non avvezzi al clima delle sue terre!
"Dici che ce la caveremo?" Le domandò una voce famigliare da dietro le sue spalle.
"Se volevi prendermi di sorpresa stai migliorando Thomas!" Rispose la ragazza senza concedergli un sorriso: avrebbe dovuto essere grata a quell'inetto: l'aveva salvata da un matrimonio infelice uccidendo il suo promesso sposo, ma aveva comunque freddato un uomo della sua tribù, e questo faticava a perdonarglielo!
"Davvero?" Disse il ragazzo sorridendole: "Dove ho sbagliato stavolta? Ho fatto come dici sempre, mi son mosso sottovento!"
Si, ma hai pestato due rami che si son spezzati!" Spiegò Pocahontas voltandosi severamente: " Se fossi stata un orso o un lupo me ne sarei accorta in tempo per reagire prima che tu mi sparrassi!" 
"Si dice sparassi! Una R sola!" La corresse a sua volta Thomas: per quanto la ragazza indiana avesse imparato bene l'inglese, a volte le sfuggivano ancora certi termini.
"Comunque è probabile!" Replicò la selvaggia osservando l'insediamento: "Se riuscirete a farvi bastare le scorte per le prossime quattro lune, e ad abbattere abbastanza prede, non avrete troppi problemi!"
"Mi fido!" Commentò il ragazzo osservando l'oceano: "Ancora aspetti un suo ritorno, vero?"
Lei fece solo un cenno affermativo con la testa, tornando poi a sedersi su una roccia per guardare l'orizzonte, dove il mare toccava il cielo.
"Ci vorrà ancora tempo, lo sai!" Proseguì Thomas notando che Pocahontas strizzava gli occhi, come se volesse osservare meglio qualcosa di lontano.
"Sarò anche stato: un marinaio sciatto, come mi definì il governatore, ma ricorso il tempo che ci abbiam messo ad attraversare il mare! Non credo che..."
"Strane nuvole!" L'esclamazione dell'indiana lo stupì non poco: le nuvole eran normalissime! Le classiche nuvole bianche che fan cadere la neve!
"Cosa?" Domandò senza capire.
"Laggiù!" Indicò Pocahontas scattando in posizione eretta, per poi precipitarsi in corsa verso il forte. Thomas non riuscì a capire ancora per un paio di minuti: solo dopo questo tempo notò che effettivamente c'eran delle vele all'orizzonte: almeno tre sembravano!
Sparò un colpo di moschetto in aria, sperando che dal forte lo sentissero, poi aguzzò la vista.
Passò un'ora: le vele ora erano chiaramente visibili! Tre navi, non c'era dubbio!
Passò un'altra ora: apparvero gli scafi da oltre l'orizzonte. 
Ne passò ancora una: iniziava a far buio: le tre navi serrarono le vele: avrebbero trovato la costa sottovento; non avrebbero osato tentare un'approdo al buio. Prima di farlo però una di esse alzò una bandiera in testa d'albero: la Union Jack! Erano inglesi!

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Capitolo 5
*** Punizioni ***


Pocahontas si era fermata poco fuori la palizzata del forte: quella notte non aveva dormito molto. 
Thomas l'aveva raggiunta e le aveva spiegato che probabilmente le navi li avrebbero raggiunti solo all'alba, così la ragazza era rientrata al villaggio, ma al levare del sole si era precipitata a Jamestown. 
Le tre navi stavano avvicinandosi all'insediamento, ma il solo molo che i coloni avevan costruito non era certo in grado di accoglierle tutte, così due di queste si misero alla fonda a circa trecento yarde da terra, per poi calare delle scialuppe.
Solo una venne avanti per ormeggiarsi al pontile. La ragazza strinse gli occhi per osservarla: sembrava proprio la stessa che era arrivata la prima volta, possibile?
Le cime d'ormeggio vennero lanciate a terra ed alcuni uomini le presero, iniziando a trascinare il bastimento per ormeggiarlo all'inglese sulla banchina. In quel momento l'alta poppa della nave divenne visibile agli occhi dell'indiana. Ancora non era bravissima a leggere la lingua degli invasori, ma si sforzò di riuscirci: D...I...S...C...O...V...E...R...Y: voleva dire scoperta? O forse scoprire? Pocahontas non lo ricordava, ma era certa che fosse la stessa con cui Smith era partito quasi una luna prima!
Era tornato! 
Il suo sguardo si illuminò: era già in procinto di mettersi a correre per raggiungere il forte, ma ad un certo punto notò una persona intenta a scendere la passerella.
L'uomo aveva il capo coperto da un cappello color vinaccia a larghe tese.
E Smith normalmente era a capo scoperto o solo con l'elmetto!
I capelli di quell'uomo erano scuri.
E Smith era biondo!
Quell'uomo era decisamente corpulento.
E Smith non lo era!
Appena capì le gambe iniziarono a tremargli: John era tornato...ma era il John sbagliato!

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Capitolo 6
*** Prepara il gatto! Nove code! ***


"Calare la passerella!" Ordinò David appena le cime di prua e poppa della Discovery furono assicurate al molo. 
Dei venti soldati presenti a bordo, sedici scesero in fila indiana dalla larga asse, per poi formare due file con le alabarde in mano disposte per coprire quasi tutta la lunghezza della nave.
Fu allora che Ratcliffe apparve sul ponte, suscitando non poco stupore negli uomini a terra. Mentre il governatore scendeva la passeralla Thomas, ancora piuttosto distante, lo vide, e intuendo la situazione, capì subito che per lui era meglio dileguarsi! E alla svelta!

*

Ratcliffe posò i piedi sulla terraferma: come di consueto faticò a mantenersi retto, del resto il mal di terra colpisce sempre chi si è abituato a stare in mare, ma si sforzò di non apparire provato dal viaggio.
Accanto alla Discovery stavano ormai prendendo terra le lance delle altre navi, con a bordo sia i civili che altri soldati, necessari ad evitare lo scoppio di disordini.
I coloni del viaggio precedente erano immobili...sapevano di essere nei guai, ma non sapevano cosa fare: la vista dei soldati armati li paralizzava, visto che la maggior parte di loro si trovava disarmata, non aspettandosi di dover combattere.
"Salve ragazzi!" Esclamò il governatore sfoggiando un sorriso soddisfatto. "Spero che stiate bene!"

*

Pocahontas si avvicinò lentamente al forte: non avrebbe osato entrare, sapendo che Ratcliffe era tornato, ma era troppo curiosa di sapere cosa sarebbe successo, perciò si arrampicò su un albero abbastanza alto da darle una visuale libera verso il porto. 
Vide che il grassone parlava alla gente, ora molto più numerosa! C'erano anche donne e bambini bianchi, molti dei quali stavano abbracciando gli uomini che lei aveva conosciuto, ed oltre ad essi spiccavano alcune decine di uomini vestiti di rosso, coperti di quello strano materiale grigio lucente e di quelle canne tonanti che avevan tolto la vita a Co-Kun un mese prima.
Alcuni uomini si inginocchiarono davanti a Ratlciffe: Pocahontas ignorava il significato di quel gesto, ma non pensava fosse una cosa positiva. Il vecchio appariva impassibile, ma alcune donne si avvicinarono a lui, mettendosi nella stessa posizione degli uomini...la ragazza continuava a non capire!

*

Nella piazzetta in centro al forte vennero posizionati sette cannoni ed un graticcio. 
Fosse stato per lui, Ratcliffe avrebbe giustiziato subito tutti coloro che si erano ammutinati, ma sapeva che sarebbe stato impossibile: le loro famiglie si sarebbero ribellate subito! Bene che fosse andata lui si sarebbe ritrovato nella situazione di pochi giorni prima.
Aveva allora pensato di punire solo i sette uomini che su ordine di Thomas lo avevano aggredito, incatenato e messo agli arresti, ma Thomas era sparito, e le famiglie di quegli uomini si erano inginocchiate ad implorare pietà per loro.
Alla fine al governatore era venuta un'idea: aveva messo una taglia di venti sterline sulla cattura di Thomas, artefice diretto dell'ammutinamento, ed aveva condannato quegli uomini a baciare la figlia del cannoniere! Trenta volte ciascuno! John Smith, come responsabile indiretto dell'ammutinamento, avrebbe ricevuto duecento colpi di frusta e sarebbe stato messo agli arresti, dopodiché si sarebbe nominata una giuria per processarlo con l'accusa di tradimento!
In questo modo aveva dato l'idea ai nuovi coloni di essere un uomo ligio al dovere, rispettoso della legge ma decisamente magnanimo, avendo concesso a tutti gli altri l'atto di clemenza! Non era certo una concessione da poco!
Cionondimeno si godette con viva soddisfazione la vista di quegli idioti mentre le loro natiche nude venivano devastate a colpi di frusta. Ognuno di loro era legato sull'affusto di un cannone, senza pantaloni nè mutande, e mentre i loro membri erano intirizziti dal gelo, le loro terga sanguinavano sotto le sferzate del gatto a nove code. Gli uomini puniti gridavano dal dolore, gli altri stringevano i denti, Ratcliffe si sforzava di non sorridere, doveva far credere a quegli stolti di non essere compiaciuto dalla cosa!
Finito con i coloni, due soldati accompagnarono l'ultimo condannato: John Smith si muoveva a fatica: era a torso nudo e dalla ferita alla schiena fuoriusciva del pus: stava infettandosi!
I soldati lo legarono al graticcio, esponendo la sua schiena alla vista della gente. Il nostromo della Discovey si fece avanti brandendo il gatto a nove code, da allora iniziò la sofferenza per il prigioniero!
Uno! Due! Tre! ...
John spalancò la bocca: avrebbe voluto urlare dal dolore, ma non uscì nessun suono!
Seidici! Diciassette! Diciotto! ...
la conta del soldato faceva male quasi quanto le frustate: una di esse colpì la ferita, facendo schizzare il pus in aria e provocando un dolore ben più forte al condannato, che iniziò a piangere!
Quarantasette! Quarantotto! Quarantanove! ...
Il dolore iniziava a venir meno, così come la pelle sulla sua schiena: il sangue gli colava lungo le gambe, e non erano nemmeno a un quarto della punizione!
Ottantuno! Ottantadue! Ottantatré! ...
Il suo controllo sfinterico venne meno! L'urina gli colò lungo la coscia destra, mescolandosi col sangue, che il freddo avava iniziato a rendere rappreso!
Centodiciassette! Centodiciotto! Centodiciannove! ...
Sentì che il gatto aveva iniziato a graffiargli le ossa! In certi punti della schiena non vi era più carne da strappare!
Centoventidue! Centoventitr....
Il conteggio si interruppe: una freccia indiana aveva colpito il soldato alla spalla destra, e questo si interruppe con un urlo! Un'altra freccia mancò il nostromo per meno di due pollici, ed una terza si conficcò vicino alla sedia di Ratcliffe. I soldati iniziarono a sparare verso la direzione da cui le frecce provenirono, poi si gettarono in corsa verso quella direzione. Molti civili erano scappati a cercare riparo nelle baracche!
"I salvaggi ci attaccano!" Esclamò Ratcliffe scattando in piedi: "Presto, chiudete la porta del forte! Soldati sugli spalti della palizzata! Respingeteli!" 
Ma le frecce avevano già smesso di piovere: probabilmente si trattava solo di uno o due indiani.  Tuttavia aveva sortito l'effetto voluto dal governatore: ora i civili avevano di nuovo smesso di fidarsi degli indigeni! Il gioco era fatto!
"Nostromo Fuzz!" Il vecchio marinaio fu richiamato all'ordine: "Mancano ancora settantasette colpi! Termini la punizione, prego!"
L'uomo sospirò, ma si scrocchiò le dita e si rimise al lavoro:
Centoventiquattro! Centoventicinque! Centoventisei! ...
Smith ricominciò a provare dolore: si domandò se sarebbe sopravvissuto.

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Capitolo 7
*** In fuga ***


"Lasciami andare!"
le urla della selvaggia erano angoscianti, ma Thomas non poteva permettersi di lasciarla. 
Quando era fuggito da Jamestown, aveva subito notato Pocahontas su quell'albero e, dopo averla raggiunta, aveva assisitito con lei alla fustigazione dei coloni. 
Durante l'esecuzione della pena si era maledetto per non essersi consegnato: probabilmente l'avrebbero impiccato e forse non avrebbero fatto nulla agli altri, ma oramai era inutile avere ripensamenti. Il problema era avvenuto quando avevano iniziato a punire Smith!
In quel momento la ragazza era in procinto di urlare, ma Thomas l'aveva fermata: si era gettato su di lei, facendo cadere entrambi dal ramo. Nella neve le si era gettato addosso, tappandole la bocca per impedirle di urlare, mentre Pocahontas si dimenava per riuscire a divincolarsi dalla sua presa. Per alcuni minuti era riuscito a tenerla ferma, ma poi lei aveva morso la sua mano, con una forza tale da staccargli l'indice sinistro, e dopo averlo steso con una serie di calci e gomitate, si era lanciata in preda all'ira sopra la palizzata sguarnita, scoccando una serie di frecce col suo arco.
Nonostante il dolore, il ragazzo non aveva avuto scelta: con uno sparo del suo moschetto le aveva spezzato l'arco, ottenendo per tutta risposta che la donna gli saltasse addosso con le lacrime agli occhi tempestandolo di pugni. 
L'arrivo di alcuni soldati sulla palizzata aveva spinto entrambi a darsi alla fuga, cercando di scappare nella neve, ed ora che avevano messo un po' di distanza tra loro e il forte, Thomas cercava di costringerla a non tornare all'insediamento.
"Non posso lasciarti andare!" Insistette mentre premeva una stalattite di ghiaccio contro moncone del dito, che ancora sanguinava. "Quelle tue frecce avranno spaventato la mia gente! Ora avranno paura e staranno all'erta!"
"Stavano uccidendo John!" Urlò la ragazza ancora con le lacrime agli occhi. Se non fosse per il dolore, sarebbe sembrata uscita di senno.
"Non lo stanno uccidendo! Lo stan fustigando!" Spiegò Thomas ansimando. "E poi non hai sentito? I ragazzi urlavano di dolore! John non emetteva alcun grido! Forse non provava molto dolore!"
"Sta zitto idiota!" Disse lei estrendo uno di quegli strani pugnali d'osso che usavano gli indigeni.
"Hey, che intenzioni hai?" Thomas cercò di allungare la mano destra verso il moschetto, ma notò che Pocahontas non lo fermava.
"Stai zitto!" Insistette la ragaza sottovoce, cercando di asciugarsi le lacrime con la manica della pelle che indossava.
Il giovane non capì, ma afferrò comunque il moschetto. Si era fasciato il dito alla bellemeglio, ma ancora provava un forte dolore.
"Dammelo!" Ordinò l'indiana indicando l'arma. "Abbiamo compagnia!"

*

"Nessuno fiati!" Il tenente Clear stava guidando una squadra di sei soldati nella boscaglia innevata. Sulla neve il sangue si notava subito, perciò avevano seguito facilmente le tracce dei fuggiaschi: bastava proseguire lungo una scia di gocce rosse!
Clear era il più giovane tra i soldati arrivati nel nuovo mondo: aveva diciassette anni, e ognuno dei soldati che guidava avrebbe potuto essere suo padre, ma negli ultimi due anni gli era stato inculcato il ragolmento militare, quindi cercava di mostrarsi autoritario.
Uno dei soldati gli battè la mano sulla spalla per poi indicare un punto davanti a loro: una cunetta di neve che copriva un tronco abbattuto, la scia di gocce di sangue si esauriva là dietro.
Clear indicò a due soldati di andare alla sua destra e ad altri tre di muoversi a sinistra: lui e l'altro soldato, quello armato di alabarda, avrebbero tirato dritto.
Caricò la sua pistola, e poi mimò al soldato cosa doveva fare. Si doveva mettere in posizione e calare l'enorme lama sulla testa che sporgeva dal tronco. Questi eseguì l'ordine ed iniziò lo scontro!
Appena la lama iniziò la sua discesa, Pocahontas spuntò da dietro il tronco e sparò un colpo addosso al soldato. Quest'azione probabilmente le salvò la vita perchè la pallottola prese l'uomo poco sotto il naso, ma il rinculo spinse l'indiana poco indietro, facendo sì che la caduta della pesante lama demolisse solo il moschetto, prima di conficcarsi nel legno.
Il ragazzino che guidava il gruppo era già sul punto di sparare, ma Thomas, nascostosi sotto la neve su suggerimento di Pocahontas, lo prese di sorpresa! Scattò in piedi a pochi pollici dal ragazzo e gli si gettò addosso disarmandolo e buttandolo a terra. Impossessatosi dell'arma, la scaricò sulla gamba di uno degli altri soldati, per poi cercare di correre il più in fretta possibile verso la sola direzione non coperta dai soldati: a nord.
Pocahontas non fu da meno: superati i soldati colpiti, schivò uno dei suoi inseguitori e, più in fretta che potè, gli conficcò il coltello in un piede, per poi seguire Thomas nella fuga. 
Seguire, beh, più che seguire, superare e distanziare, essendo lei molto più pratica della zona non ebbe problemi a mettere distanza tra sè e gli inseguitori. Ad un certo punto, mentre ormai credeva di esserseli lasciati alle spalle, sentì il suono di alcuni spari ed istintivamente si voltò. Thomas non ce l'aveva fatta! Giaceva sulla neve con nuove ferite aperte, ed i soldati rimasti si avvicinavano!
Furiosa con sè stessa, si ricordò di essere disarmata, e proseguì a correre verso il suo villaggio: i soldati che li cercavano smisero di inseguirla, ma arrivati al corpo di Thomas, ancora vivo malgrado ferito, decisero di finire il lavoro conficcando le proprie armi nelle sue carni!
Il traditore era morto pensò il tenente Clear. Ma l'indiana chi era?

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Capitolo 8
*** Grande Freddo ***


Risalendo sulla Discovery, Ratcliffe rabbrividì! La neve aveva smesso di cadere, ma la temperatura era scesa ancora!
Le capanne costruite nel forte non erano ancora abbastanza per tutte le famiglie dei coloni, quindi aveva ordinato che una parte di esse continuasse a dormire sulle navi. Almeno finché non fossero stati costruiti rifugi a sufficienza per tutti. Cosa che avrebbe richiesto tutto l'inverno probabilmente!
All'ingresso della palizzata era stata appesa una gabbia, nella quale giaceva il corpo senza vita di Thomas, a monito per scoraggiare eventuali idee di tradimento, specie in coloro che sarebbero stati recidivi!
Il governatore aveva deciso di passare l'inverno sulla sua nave: era un caldo rifugio ideale in cui ripararsi, per quanto in diversi punti i bagli fossero talmente bassi che doveva chinarsi per non picchiarci la testa. Era stato un semplice marinaio, diversi anni prima, e perciò ci era abituato! 
Si sedette alla sua scrivagnia e compilò il diario di bordo: 
2 dicembre 1607: Flottiglia arrivata a Jamestown! Puniti i signori: (seguiva l'elenco dei fustigati) per aver partecipato all'ammutinamento. Thomas Jones ha tentato la fuga ma è stato intercettato e giustiziato. Deceduto il caporale Samuel Copper per mano del fuggitivo e feriti i soldati Edward Norton e Andrew Slick nell'inseguimento.
Non era necessario aggiungere troppi dettagli: le pagine erano piccole!
Gli sfuggì una risata mentre richiudeva il diario: quell'espediente aveva funzionato alla grande con quell'idiota del capitano Newport! Era un uomo molto sospettoso, ma l'aver letto il diario lo aveva convinto che fossero stati i coloni ammutinati a trovarsi nel torto, e tanto gli bastava sapere!
Tuttavia Ratcliffe non era sciocco! Sapeva che i sospetti di quell'uomo non si sarebbero placati facilmente! Decise quindi che con la primavera gli avrebbe ordinato di tornare in Inghilterra! Poteva fare a meno di una delle navi! lo avrebbe fatto partire col compito di portargli nuovi coloni, nuove sementi e nuovi capi di bestiame, così la colonia avrebbe prosperato! E lui si sarebbe liberato di un alleato utile ma troppo diffidente per i suoi gusti!
Mancavano pochi giorni alla fine dell'anno! Pochi giorni... con la fine del 1608 il suo mandato come governatore sarebbe finito, lo sapeva bene! E sapeva anche che almeno per ora i suoi sogni di gloria e ricchezza dovevano essere rimandati! Ormai era chiaro: non vi era oro in quel terreno! Ma era comunque un terreno molto ricco e fertile! Circondato da immense foreste e solcato da fiumi che conducevano fino all'entroterra... poteva diventare una colonia molto potente sfruttando sia il commercio di legname che l'agricoltura! Certo, non era esattamente quello che sperava quando aveva studiato i resoconti spagnoli sui ritrovamenti d'oro nel Nuovo Mondo, ma poteva comunque essere una preziosa risorsa! Occorreva solo... epurare quelle terre dalla popolazione autoctona!

*

Na-montha si mosse silenziosamente nella notte, facendo cenno ai suoi fratelli di seguirlo.
Il giorno prima, quando Pocahontas era arrivata al villaggio in preda alle lacrime, lui aveva appena ricominciato a camminare bene, dopo essere guarito dal colpo ricevuto alla gamba quella primavera. Non gli era servito molto per offrirsi volontario per quella spedizione! Ora era lui il guerriero più forte del villaggio, e tutti si aspettavano che avrebbe dato prova del suo valore.
La richiesta del capo Powatan era semplice: entrare nel forte, trovare Biondo Capello e portarlo via! Niente scontri non necessari! Nessuno doveva notarli!
La ragazza avrebbe voluto unirsi a loro, ma il padre era riuscito, seppur con molta fatica a trattenerla. In preda al dolore com'era, non avrebbe saputo agire con lucidità, e si sarebbe sicuramente lasciata prendere la mano. Non era il caso! 
Na-montha si era scurito la pelle con del carbone, per sembrare ancor più scuro, ed in testa a quattro guerrieri si stava avvicinando alla palizzata. Nessuno parlava, comunicavano solo a gesti!
La palizzata era alta meno del doppio di un uomo: non sarebbe stato difficile superarla, ma era molto presidiata! I cinque indigeni rimasero aqquattati nel sottobosco...attesero...attesero...ed attesero ancora...i soldati si muovevano lungo il camminamento per riscaldarsi dal freddo, quindi bastava aspettare che uno di loro si voltasse...il momento giusto sarebbe arrivato prima o poi...
Ed arrivò! Un soldato con elmetto e mantello di pelliccia si sporse verso l'angolo opposto della palizzata per orinare: ci avrebbe messo solo pochi secondi, quindi ora o mai più!
Quattro dei cinque uomini corsero afferrandosi alle sporgenze nel legno, con rapidi e veloci salti superarono la palizzata e balzarono dentro al forte, nascondendosi dietro una baracca. Il quinto restò all'esterno arrampicandosi su un albero: avrebbe tenuto d'occhio la situazione dall'alto!
"Dove si trova Biondo Capello?" Domandò a gesti uno dei guerrieri.
"Non lo so!" Rispose Na-montha nello stesso modo. "Han detto che è stato frustato molte volte! Seguiamo la pista!" Concluse indicando il graticcio che ancora spiccava nel mezzo della fortificazione. 
Uno degli indiani strisciò silenziosamente fino allo strumento di tortura, cercò di non farsi notare visto che ora il forte era molto affollato, quindi ringraziò la luna per essere scomparsa dietro le nuvole.
Una sottile scia di gocce di sangue avevano sciolto la neve, prima di essere calpestate da diverse persone...meno male che loro erano dei maestri nel seguire le tracce! La scia conduceva verso il mare...probabilmente Biondo Capello era stato portato su una delle Grandi Canoe!
L'uomo fece cenno ai suoi fratelli di seguirlo, i tre si incamminarono silenziosissimi fino all'oceano, e là videro che solo una delle tre navi era ferma al molo! Biondo Capello era probabilmente su quella!
Forse!
"Riuscite a sentirlo?" Chiese Na-montha a gesti.
"Puzza di sangue!" Mimò uno dei fratelli indicando la Discovery, era là allora! Ma dove?
I quattro si mossero per salire a bordo: uno si arrampicò sulla poppa, salì sul casseretto deserto ed osservò il ponte: due uomini erano svegli vicino ad un braciere! 
Gli altri tre si divisero: uno salì per la passerella, gli altri si aggrapparono allo scafo e fecero rapidamente il giro della nave. 
Quando Na-montha arrivò in coperta, dopo aver salito con tutta calma la passerella, i due uomini di guardia si voltarono a guardarlo. 
"Chi va là?" Chiese uno dei due, ma non potè dire altro: in una frazione di secondo la sua testa sbattè violentemente contro quella del suo compagno, ed in breve i due si trovarono legati all'albero maestro ed imbavagliati. 
Na-montha abbassò il bavaglio ad uno di loro tenendogli il coltello puntato sullo scroto: "Dov'è Biondo Capello?"
"Chi?" Chiese l'uomo senza capire a chi si riferisse.
"l'uomo frustato!" Spiegò l'indiano sottovoce.
"Aaah, il traditore! Nella cella della sentina di prora!" Disse allora il prigioniero.
Ovviamente i quattro non capirono, quindi lo costrinsero a spiegarsi meglio. Quando l'ebbe fatto venne stordito e ri-imbavagliato, per poi essere lasciato lassù assieme ad uno degli indiani, mentre gli altri tre scendevano sottocoperta.
Lo spettacolo era strano: là sotto i tre videro almeno trenta persone, tra donne e bambini intente a dormire in delle strane striscie di stoffa appese alle travi. Si dovettero muovere molto in silenzio, scendendo ancora una volta più in basso. Nella sentina non girava aria! Era un posto buio ed umido, in cui una sottile striscia di fredda acqua salata faceva bagnare le calzature di pelliccia di Na-montha. Ma in fondo, verso la testa della grande canoa, vi era una specie di gabbia, dove un uomo era sdraiato a torso nudo con delle bende rosse sulla schiena. Respirava ancora, seppur a fatica.
Na-montha disse ai suoi di forzare la serratura, poi scosse leggermente il ferito: "Biondo Capello, mi riconosci?" Gli chiese. 
Questi era tristissimo: la barba incolta ed i capelli spettinati lo facevano sembrare una persona diversa, ma gli occhi di cielo lo rendevano inconfondibile. 
Fece un leggero cenno affermativo con la testa.
"Vieni al villaggio! Pocahontas ti aspetta!"

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Capitolo 9
*** Attesa ***


"Poveretti!" Esclamò David osservando i due uomini morti assiderati ai piedi dell'albero maestro della Discovery. Quando Smith era stato fatto scappare quella notte, chiunque lo avesse aiutato a fuggire non aveva pensato che senza riparo e senza fuoco i due uomini non avrebbero resistito a lungo. Ed eccone il risultato!
"Tirateli via di lì!" Ordinò rabrividendo nonostante il pastrano. Diavolo se faceva freddo! "Sbrigatevi prima che siano congelati!" 
A terra si stavano prodigando per completare la costruzione delle capanne, per fortuna aveva smesso di nevicare, ma c'erano già oltre due piedi di neve sul terreno, che iniziavano a ghiacciarsi!

*

Nella sua cabina, un Ratcliffe per niente soddisfatto, era in colloquio con il maggiore Iqos, l'ufficiale a capo dei soldati che erano arrivati dal continente.
"Le ripeto che non è affatto prudente signore!" Insistette il soldato, un uomo robusto senza due dita e con una lunga cicatrice che gli attraversava il volto, senza tuttavia toccare gli occhi. "La neve si sta ghiacciandi! Non riusciremmo a muoverci agilmente! Se tentassimo una sortita..."
"Subiremmo troppe perdite!" Concluse il governatore riempiendo due bicchieri di vino. Per fortuna nella cabina l'aria si scaldava in fretta, il vino ghiacciato non era certo adatto al momento. "Cosa mi consiglia di fare quindi?"
Iqos si grattò la testa: "Presumo che non potremo iniziare una campagna militare prima della primavera!" Disse dopo averci riflettuto. Fece una pausa per bere un po' di vino: "Quindi sfrutterei questo periodo per finire le costruzioni a terra, almeno anche i miei soldati si faranno le ossa! Poi verso fine marzo potremo muoverci!" Finì il suo bicchiere: "Nel frattempo, con il suo benestare, proverei ad addestrare meglio alcuni dei coloni!" 
Ratliffe taque! 
Iqos si sentì autorizzato a procedere: "Vede signore, mandare soldati oltre oceano è decisamente costoso! Quindi sa quanto me che fino alla fine del suo mandato noi saremo gli unici militari professionisti che avrà a sua disposizione!" 
Ratcliffe fece un cenno affermativo con la testa.
"Però abbiamo armi e munizioni in abbondanza!" Riprese Iqos sorridendo in modo maligno! "Quindi se oltre all'esercito regolare, andassi a creare una milizia coloniale, potrei avere molte più forze su cui contare! Perdipiù so che vuole far salpare la Susan Constant per tornare in patria! Se portasse altri coloni, potremo espandere quella milizia ed avere un piccolo esercito!"
Il governatore si alzò dalla sedia per affacciarsi alle finestre del coronamento. Il piano di Iqos era buono, non c'eran dubbi! Ma avrebbe comportato rimettere le armi in mano a coloro che non molto tempo prima lo avevano tradito... non era una decisione da prendere alla leggera!
"Molto bene!" Decise infine: "Tenga in esercizio i suoi soldati e addestri pure i coloni!" Eslamò rimettendosi a sedere. "Ma non prenda nella sua miliza gli uomini che ho fatto punire! Non voglio eventuali ripensamenti da parte loro! E mi raccomando: dopo ogni esercitazione, le armi andranno riposte in un magazzino sorvegliato da almeno dieci soldati armati!" 
"Lei non si fida del tutto dei coloni, vero signore?" Domandò retoricamente il maggiore. "Ma la capisco! Ho represso una sommossa lo scorso anno, e so come ci si possa sentire a non fidarsi della gente con cui si vive! Per questo ho accettato di partire!" Detto questo si alzò e si coprì con uno spesso mantello di pelliccia prima di uscire. "Porterò a mia moglie i suoi saluti! E comincerò oggi stesso i preparativi per l'addestramento!" Aprì la porta del cassero, facendo entrare una folata d'aria gelida. "Con permesso signore!" E detto questo battè i tacchi ed uscì.
Ratcliffe rimase solo, la testa gli si era riempita di pensieri: se era stata la selvaggia a liberare Smith quella notte, perché non aveva provato ad ucciderlo? Per come si muovevano silenziosamente i pellerossa, avrebbero potuto entrare nella sua cabina e tagliargli la gola senza manco far notare la propria presenza! Possibile che non fosse affatto vendicativa? 
Questo ammesso che fosse stata proprio lei a liberarlo! La nevicata di quella notte aveva nascosto ogni traccia del passaggio di qualcuno, incluse le eventuali macchie di sangue lasciate dal ferito. 
In ogni caso la sua situazione era tutt'altro che rosea! Fintanto che Smith era vivo, era una minaccia, soprattutto là con gli indiani! Si maledisse per non averlo buttato in mare quando poteva, ma ormai non era il tempo per i rimpianti! Senza lingua e con la schiena in quello stato, probabilmente non avrebbe potuto rivelare alcuna debolezza al nemico! Inoltre se le ferite avessero continuato ad infettarsi, per la primavera sarebbe stato ritrovato morto e sepolto! 
Ma se così non fosse?
Non poteva permettersi di lasciare nulla di intentato! Aveva bisogno di dare a quei selvaggi un chiaro messaggio che a loro non conveniva attaccarlo! Loro erano abituati a quel clima, ed avrebbero potuto tentare ancora di mettergli i bastoni tra le ruote! Tutto ciò andava impedito!
"Wilkins!" Urlò senza nemmeno alzarsi dalla sua sedia. 
Non ci volle molto perchè quel ridicolo stecchino piombasse nella cabina: "Sissignore?" Domandò richiudendosi la porta alle spalle per non far uscire troppo calore.
"Chiamami subito il capitano Jones della Godspeed!" Ordinò stringendo i pugni. "Ho una missione per lui!"

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Capitolo 10
*** La rotta della Godspeed ***


"Levate una mano di terzaroli!" Esclamò Jones sfregando le mani per riscaldarsi dal gelo. "Prima finiamo questa missione, meglio sarà! Perciò cerchiamo di andare più veloci!"
La Godspeed faceva rotta al gran lasco verso sud-est, a quanto diceva Ratcliffe, uno dei villaggi da cui potevano essere partiti i selvaggi che avevano assalito Jamestown si trovava lungo la costa, e quindi era il primo posto a cui fare... visita, per così dire. Un viaggio di appena una ventina di miglia via mare, potevano andarci in un solo giorno e tornare per il pranzo del giorno dopo con vento favorevole. Via terra sarebbe stato invece un tragitto interminabile! Non sapevano ancora quali tragitti avessero i fiumi nè se ci fossero dei sentieri, e comunque fino alla primavera non era pensabile intraprendere alcuna azione bellica... sulla terraferma!
Me se questo valeva per i coloni, probabilmente valeva anche per gli indiani. Difficilmente avrebbero potuto assalire in massa Jamestown, e se lo avessero fatto, la guarnigione sarebbe stata pronta a riceverli. 
Jones osservò a prua: la visibilità era buona e finalmente splendeva un po' di sole, ma erano le due del pomeriggio. Entro tre ore al massimo avrebbe iniziato a fare buio, quindi erano al limite del tempo.
"Sam, vedi niente lungo la costa?" Gridò volgendo lo sguardo alla crocetta di trinchetto, dove un giovanotto infreddolito scrutava l'orizzonte alla ricerca di segni di vita.
"Una quarta al mascone di dritta signore!" Rispose dopo aver strizzato gli occhi. "Sembrano delle colonne di fumo! A circa tre miglia a sud di quel promontorio!"
Jones sospirò sollevato: si incamminò fino al castello e, scavalcato il parapetto di prua, poggiò i piedi sul bompresso, che per fortuna aveva fatto pulire dal ghiaccio, e stringendo lo strallo tra le mani, si sporse oltre la civada ed aguzzò la vista. Del fumo c'era in effetti. Sembravano una dozzina almeno le sorgenti. Tento valeva abbondare e considerare una decina di persone per ogni nucleo famigliare, perciò circa centoventi selvaggi. si sentì sollevato una seconda volta: temeva di dover raggiungere una grande città indigena come era capitato a Cortèz quasi un secolo prima, ma se si trattava di un villaggio con così pochi abitanti, la questione era ben diversa.
"Portate la polvere sul ponte!" Urlò rinvigorito senza nemmeno voltarsi: il promontorio stava scorrendo davanti a lui, e Jones potè così vedere bene cosa si trovava ad affrontare. Una palizzata alta quanto un uomo percorreva il perimetro di una bassa collina che terminava proprio sulla spiaggia, quattordici grandi capanne costruite in maniera a dir poco squallida, otto o nove canoe tirate in secca ed una fiumana di gente che correva verso la spiaggia.
Jones tornò sul ponte, che ora brulicava di vita, grazie ai marinai che prendevano i loro posti per poter iniziare a colpire il nuovo nemico. 
"Portateci a tiro, e preparatevi a serrare le vele!"
La Godspeed avanzò per circa mezzo miglio ancora: erano circa le tre e mezzo: avevano insomma un'ora e mezza di luce, quindi dovevano muoversi.
Quando stavano per trovarsi nella posizione migliore, le vele vennero ammainate ed i quattro pezzi dell'artiglieria di dritta vennero messi in batteria. Jones era già sul punto di ordinare di aprire il fuoco, quando Sam lo fermò terrorizzato.
"Ci attaccano! Da prua e poppa! Ci attaccano!" Gridava dall'alto della crocetta indicando davanti e dietro di sè, fu così che il capitano capì la vera situazione: quelle nove canoe, che in quel momento stavano venendo calate in mare, non erano certo le sole! A meno di trecento yarde a poppa, dei rami coperti dalla neve vennero gettati in mare, rivelando ameno una quindicina di canoe piene di indigeni armati, che iniziarono a vogare verso di loro urlando come forsennati. 
A prua la situazione era analoga: una piccola grotta situata sotto una scogliera aveva fornito un ottimo nascondiglio per almeno altre dieci barche stracome di guerrieri urlanti... non sarebbe stato un assalto veloce: sarebbe stata una vera battaglia!

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Capitolo 11
*** Malati e battaglie ***


"Come sta?"
Pocahontas era in ansia: da due giorni ormai Smith era nella capanna di Kecaka, il vecchio stregone del villaggio, che stava cercando di fare il poossibile per rimetterlo in sesto. Da due giorni l'inglese era nella capanna, da due giorni Kecaka non usciva, e da due giorni Pocahontas non si spostava dall'ingresso della capanna, chiedendo informazioni ogni volta che il vecchio scostava la tenda che fungeva da porta per far entrare aria fresca.
"Biondo Capello è molto forte!" Le disse lo stregone: le sue mani erano coperte di sangue secco. "Ma le ferite sono molto profonde!" Esclamò poi intristendo la ragazza, sulle cui guance spiccavano delle lacrime già mezze congelate. "Ma c'è una buona notizia! La palla di ferro è uscita! E i vermi han mangiato via gran parte delle infezioni!" Fece una pausa nel notare lo sguardo ora speranzoso di Pocahontas: "Ora però dovrò usare le fiamme per chiudere le ferite! La sua schiena soffrirà molto!"
La figlia del capo sospirò: "Se servirà a salvarlo, fallo! Non voglio che muoia!" Decise tornando a piangere, ma stavolta di speranza.
"Gli ci vorranno mesi per tornare in piedi!" Chiarì lo stregone. "Se anche poi sopravvivesse...non potrà mai parlare!"
"In che senso?" Chiese la ragazza preoccupata. 
"La sua lingua!" Disse Kecaka mentre era in procinto di rientrare nella capanna: "Gli è stata tagliata!"
 
*
 
"Muori!" Urlò Jones recidendo la testa di un'indiano intento ad arrampicarsi sulla fiancata della Godspeed, ormai attaccata da quasi tutti i lati. Erano almeno un centinaio gli uomini e le donne che si stavano lanciando addosso alla sua nave, privandola di tutte le vie di manovra e costringendola a combattere. 
Sul ponte di coperta erano già saliti almeno una dozzina di indigeni, incredibilmente a torso nudo, nonostante il gelo, e stavano tenendo egregiamente testa ai sedici uomini della guardia di maestra, due dei quali giacevano agonizzanti sul pagliolato. Il castello era stato preso d'assalto da un uomo sui cinquant'anni, calvo, con un cerchietto pieno di piume rosse, che aveva morso la gola di un giovane marinaio ed ora, assieme ai suoi uomini, stava lanciando frecce verso il cassero, che era rimasto in mano agli inglesi grazie agli otto soldati che dal casseretto sparavano contro gli indigeni che tentavano la scalata delle murate. Oltre che per i diciotto marinai che, terrorizzati per le loro sorti, si battevano meglio che potevano per riprendersi la nave.
L'anziano pennuto, probabilmente capo di quel villaggio, balzò sul ponte, brandendo due delle strane asce di pietra indiane, e spaccò il cranio del nostromo, incastrando una delle sue armi in mezzo ai suoi occhi. Accanto a lui, Peter, il dodicenne mozzo della nave, reagì con incredibile destrezza, infilandogli il suo pugnale sotto l'ascella, facendogli cacciare un urlo di dolore così forte che per un momento tutti i suoi guerrieri furono distratti dal grido. 
"AAAAH" Con un urlo selvaggio, Jones si lanciò alla carica: percorse i due passi che lo separavano dall'accesso della scala che conduceva sul casserod al ponte, e a colpi di daga abbattè due indigeni, seguito poi a ruota da sei dei suoi uomini, che vedendo la foga del capitano non vollero rischiare di sfigurare davanti ai suoi occhi.  Costui tirò una spallata ad un trerzo avversario, mandandolo ad inciampare sull'affusto di un cannone, ed approfittò della caduta per calare la lama sul suo inguine, che venne dilaniato dal metallo ed iniziò a zampillare sangue. Con altri quattro passi cercò di avvicinarsi al giovane Peter, per salvarlo dall'ira del capo indiano ferito, ma non fece in tempo! Trovò il ragazzino con diversi buchi nella testa, causati dal Tomawak rimasto in mano al vecchio indigeno, che lo osservò in cagnesco prima di lanciarglisi addosso.
Era un uomo basso ma incredibilmente muscoloso, malgrado ora il suo braccio sinistro pendesse inerte sul fianco col sangue che fuoriusciva a fiotti dall'ascella. L'indiano menò una serie di colpi molto veloci verso Jones, i primi dei quali furono parati con relativa facilità, ma la cosa non durò a lungo. Un fendente della strana ascia aprì la manica destra della giubba del capitano, facendone uscire un rivoletto di sangue scuro. A questo colpo seguì un poderoso calcio, che mandò al tappeto il marinaio. 
Jones, ritrovatosi con la schiena sul ponte, vide la sagoma del capo indiano incombere su di lui col tomawak alzato, pronto ad essere calato su di lui. Sentendo il dolore sul petto infiò una mano sotto alla giubba...e trovò la sua pistola...Ti prego Signore, pensò, fa che sia carica!
Non molta gente lo avrebbe detto, ma a quanto pare gli spiriti in cui gli indiani credevano, quel giorno dormivano! Ed il Dio degli inglesi era ben sveglio!
Il colpo centrò in mezzo al naso il capo indiano, che crollò all'indietro privo di vita, causando la distrazione di uno dei suoi guerrieri, che si voltò per un istante, ritrovandosi una gaffa infilata nella gola.
Questo diede nuovo vigore a soldati e marinai: a suon di proiettili e spade riconquistarono il ponte di coperta, sebbene non senza perdite, e gli indiani rimasti si radunarono sul castello, dal quale protendevano le loro armi per tenere a distanza gli inglesi, stremati per lo scontro. 
"Soldati!" Urlò Jones infilandosi dietro l'albero maestro, in modo da usarlo come scudo per la sua pellaccia. "Sulla coffa di maestra, presto! Sbarazzatevi di questi idioti!" Si voltò ad indicare alcuni marinai, acquattati dietro l'affusto dei cannoni per proteggersi dai dardi: "Presto, spiegate la gabbia! Non potremo accedere al trinchetto, ma se spieghiamo almeno la gabbia e la randa potremo allontanarci e costringere quei selvaggi a rituffarsi in mare!"
In pochi secondi le sartie di maestra brulicavano di uomini: solo una dozzina di essi rimasero sul ponte per impedire agli indiani di scnedere dal castello, tutti gli altri si precipitarono ai propri posti. In un paio di minuti le canoe ormeggiate ai lati della nave vennero ribaltate o distrutte dal movimento dello scafo, mentre i soldati presero posto sulla coffa e fecero cadere una pioggia di piombo sul castello. 
Jones sperava che questo avrebbe spinto gli ultimi guerrieri Powatan ad abbandonare la nave, ma questi invece affrontarono le gaffe ed i mezzimarinai che si opponevano a loro e si ributtarono sul ponte, causando una nuova mischia ancor più fitta della precendente, il tutto mentre i soldati non cessavano di ricaricare e sparare. Fu proprio uno di questi spari a mettere fine allo scontro: un barile di polvere da sparo era stato scelto da un indiano come supporto dal quale scoccare le sue frecce, e la pallottola diretta a lui mancò di poco il bersaglio, andando invece a colpire il suo piedistallo.
L'esplosione fu decisamente violenta: il castello venne sventrato, così come quasi tutti coloro che occupavano sia esso che il ponte di coperta, mentre l'albero di trinchetto, colpito in pieno dall'esplosione, si spezzò inclinandosi verso dritta e finendo in mare, dove fece da perno per la rotazione della nave, chje si trovò poco tempo dopo ad averela fiancata di sinistra rivolta verso il villaggio e la prua nel letto del vento, andando così a fermarsi.
Jones si rialzò dolorante: alcune schegge si erano conficcate nella sua gamba destra, ma lo stivale lo aveva protetto quasi del tutto.
Lo stesso non si poteva dire della sua nave! Non correva certo pericolo di affondare, ma ne era uscita davvero malconcia! Guardò verso l'alto: la gabbia sbatteva, per fortuna non aveva preso fuoco, ma la coffa di maestra era andata in mille pezzi, facendo piombare i suoi occupanti sul ponte della nave, dove ora agonizzavano doloranti.
"Capitano, sta bene?" Era Nathanael, il primo ufficiale, che si trovava al coronamento ed era uscito quasi illeso dall'esplosione. 
"Credo di sì!" Rispose Jones zoppicando verso prua. Si provò a guardare attorno...almeno venti indiani respiravano ancora, seppur a fatica, e dal cassero i marinai sopravvissuti stavano dirigendosi verso il centro della nave. Attendevano ordini.
"Uccidete subito i nemici feriti e gettateli in mare!" Disse cercando di nascondere il dolore fisico che provava: "Portate sottocoperta i nostri feriti e cercate di medicarli! Poi mettiamoci al lavoro per lapazzare l'albero e rimettere la nave in moto!"
Mentre i supestiti eseguivano l'ordine, Nathanael si avvicinò al capitano: "E con il villaggio signore?"
Jones osservò l'ammasso di capanne sulla terraferma: tre dei cannoni di sinistra non erano stati divelti dagli affusti, quindi potevano fare fuoco..."Distruggetelo!"

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