The Lost Goddes

di Yurippe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Ciao a tutti…

Il mio nome è Serena Artemide Heinstein, ho diciassette anni e sono la figlia della notte e della morte.

Ok no, detta così sicuramente non ci avrete capito niente, meglio ricominciare: mi chiamo Serena Artemide Heinstein, ho diciassette anni e sono figlia di Saga, il dio della notte e Tea, la dea della morte.

La storia che vi andrò a raccontare è complessa, strana, triste e lunga, molto lunga, quindi se avete intenzione di ascoltarla vi consiglio di mettervi comodi se invece non vi interessa…beh, potete pure andare non vi obbligo.

Tutto cominciò una lontana notte di diciassette anni fa, quando mia madre, che aveva appena perso il suo amato in battaglia, si rivolse a mio padre pregandolo di riportarglielo in vita, lui accettò. Ma a una condizione: il primo figlio avrebbe dovuto averlo con lui!.

Fu così che nacqui io.

Ma…accade l’inaspettato: mio padre tentò di assassinarmi nella culla!. Solo grazie all’intervento di Aiolos di Sagitter, l’amato di mia madre, ebbi salva la vita, rischiando lui stessa di perderla nuovamente.

Aiolos su ordine di mia madre mi affidò a una coppia di anziani, che aveva da poco perduto il loro figlio: Anfitrione e Alchmena. Lui spiegò chi ero, cosa mi era accaduto e, soprattutto di non rivelare la verità. I due nonostante sapessero il pericolo che correvano non esitarono un momento a prendermi con loro e mi crebbero proprio come se fossi davvero loro figlia.

Io più avanti seppi che loro non erano davvero i miei genitori, ma nonostante lo shock iniziale per me poco cambiò, dato li consideravo tali, ma quello che non seppi fu chi erano i miei genitori e perché ero stata abbandonata, almeno...fino a quel giorno.

 

 Angolo dell'autrice:

Ed eccomi qui, dopo una pausa interminabile con una nuova long. Questa storia la scriverò in collaborazione con la mia carissima amica Sarah Shirabuki, ci divideremo un capitolo a testa. Questa storia è nata dalle nostre role e anche dagli scleri e quando lei mi ha proposto di scriverla insieme non ho potuto non acettare con grande piacere. Lo so, alcune cose non sono proprio identiche all'opera originale ma vi chiediamo venia essendo questa una nostra opera di fantasia e di prendere le cose per quello che sono. So bene che qui viene rivelato ben poco della storia, ma è sempre il prologo e vedrete che le cose si scopriranno man mano andando avanti. Spero di aver attirato la vostra attenzione, vi ringrazio per aver letto fin qua, spero vi sia piaciuto o comunque vi abbia incuriosito, alla prossima, ciaooo.

Yurippe.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti, il mio nome è Tea e sono la Dea della morte, reincarnazione niente poco di meno che di Persefone. Quello che state per leggere è un pezzo della mia storia, di come la mia vita cambiò radicalmente dopo un patto.

Tutto iniziò alcuni anni prima: dopo la sconfitta di Hades ai Campi Elisi per mano di Athena decisi di vivere sulla Terra come essere umano, aiutando mia sorella nel difficile compito di governare su questo meraviglioso pianeta e soprattutto, facilitarle la sua protezione: anche se il Dio degli Inferi era stato sconfitto infatti, ciò non garantiva l'assoluta assenza di altre minacce.

Conobbi alcuni dei difensori Dorati di mia sorella, tra cui c'erano mio fratello Shura, nato dall'unione di mia madre con un essere umano, e lui: Aiolos del Sagittario, uno dei pochi superstiti al Conflitto Sacro in cui anche mio fratello perse la vita.

Fu amore a prima vista tra noi e tutto continuò ad andare bene fino al drammatico giorno in cui, nel corso di un conflitto con un nuovo e potente nemico, egli perse la vita.

Quella volta nemmeno il mio potere riuscì a portare in vita l'uomo che amavo: qualcosa bloccava il mio Cosmo, ed il responsabile era colui che ci aveva attaccati e decimato le schiere di Athena, oltre che aver messo in difficoltà i miei Spectres. E tutto con l'aiuto dei suoi diabolici Cavalieri: i Ghost, capitanati da tre individui perennemente incappucciati di cui non conosco l'identità, in quanto rimasta sempre celata all'ombra dei cappucci.

La morte di Aiolos mi distrusse totalmente: amavo quell'uomo più di chiunque altro al mondo, non potevo accettare che se ne fosse andato per sempre.

Così decisi: non dissi nulla a mia sorella Athena, era una cosa che dovevo fare io solamente.  Mi recai da sola al Tempio della Notte, dove ero sicura il nostro nuovo nemico risiedeva.

Per una Dea come me non fu difficile sbaragliare i Ghost preposti a difesa, anzi: in un certo senso, era come se questi ultimi si fossero lasciati sconfiggere di proposito. Ma forse, questa era solo una mia impressione.

Riuscii ad arrivare di fronte all'imponente porta della Sala del Trono, che aprii senza eccessiva difficoltà. Ed a quel punto lo vidi: il nostro nemico semnrava tranquillo, forse eccessivamente tranquillo aggiungerei.

Indossava una sorta di elmo che ne copriva parzialmente il viso, tuttavia un brivido freddo mi scosse come se il mio sesto senso avesse già capito di chi si trattava.

Fu proprio la sua voce a riscuotermi dai miei pensieri: pareva conoscermi bene e, di rimando, più parlava più anche a me pareva la stessa cosa: io e quel Dio ci eravamo già incontrati prima d'ora, ne ero sicura.

Ma questo non era il momento di pensare a questo: dovevo chiedergli un favore, a lui, il solo che poteva aiutarmi dato che, ne ero certa, era il suo Cosmo che mi impediva di riportare tra i vivi il mio amato Aiolos.

*********************

Tra tutte le persone che avrebbero potuto comparirmi davanti, lei era davvero l'ultima che mi sarei aspettato di vedere: Tea la Morte, signora del Regno degli Inferi.

Ci guardiamo per qualche istante, io da sotto l'elmo e lei con quel suo sguardo determinato e fiero, anche in questa situazione.

Credo di sapere che cosa faccia qui, quale sia la ragione della sua visita tuttavia, non dico nulla: aspetto la sua mossa. Mossa che non tarda ad arrivare, infatti la vedo inginocchiarsi per la prima volta di fronte a me.

Faccio perdire qualcosa ma la voce non sembra voler collaborare, almeno fino a quando non è lei a prendere parola. " So che siamo nemici, ma se mi trovo ora di fronte a te senza intenzioni ostili è per chiederti un favore ". Quelle parole hanno il potere di attirare la mia attenzione: la Dea della Morte che si abbassava a chiedermi un favore? Sogghigno quasi in modo impercettibile per poi decidermi a parlare.

" Bene, cos'è che potrei fare io per la grande Dea che ha addirittura il potere di governare a suo piacimento sulla vita e sulla morte? ". Chiedo in tono quasi solenne. Lei cerca di incrociare il mio sguardo per potermi riconoscere, ma io non lo permetto: mantengo l'elmo a coprire la maggior parte del viso, rendendomi al momento irriconoscibile. Mi affronta con lo sguardo per qualche interminabile momento, per poi finalmente riprendere parola.

" Non so per quale ragione, ma sento che mi stai impedendo di riportare in vita il mio amato, il Cavaliere d'Oro della costellazione del Sagittario. Quindi, se sono di fronte a te adesso è per chiederti di lasciare che riporti in questo mondo l'uomo che tanto amo. In cambio, nè io nè lui leveremo più la mano su di te o sui tuoi Cavalieri: lasceremo la battaglia nelle mani di Athena e dei rimanenti Cavalieri preposti a sua difesa. Ci ritireremo ad una vita comune, lontani dalla battaglia ". La guardo seriamente: davvero è convinta che Aiolos di Sagitter accetterà di non combattere per la difesa della sua Dea? E soprattutto: è davvero convinta che questa promessa mi basti? Non è così. Di proposito rimango in silenzio per qualche momento per poi ridere, mentre lei mi osserva confusa e forse un pò arrabbiata, credendo la stia prendendo in giro.

" No, non mi basta questa tua promessa ". Sentenzio io. Lei rimane sconvolta e fa per dire altro, ma io sono più rapido. " Vedi, Tea: c'è una valida ragione per cui non ti sto permettendo di portare in vita Aiolos, una ragione che forse un giorno ti rivelerò. Per ora, sappi solo che non posso accettare questa tua proposta ". Continuo mentre lei mi guarda da prima arrabbiata, poi nuovamente confusa, shoccata, disperata.

" Non capisco chi tu sia e quale sia il tuo fine. Perchè tutto questo? La Guerra contro Athena, la morte di Aiolos e degli altri Cavalieri d'Oro: chi sei tu veramente? Perchè ho come la sensazione di conoscerti? ".

Quelle sue parole hanno colto nel segno: certamente, ci conosciamo ma questo lei non lo sa ancora. Pongo le mani sul mio elmo, pronto a rimuoverlo e senza mai perdere il mio ghigno.

" E' vero, Dea della Morte: io e te ci conosciamo già. Anche se tu non ricordi, un tempo io e te governavamo questa Terra insieme, prima dell'avvento di Athena ". Dico mentre finalmente, lei pare riconoscermi.

" Non è possibile! Allora tu sei... ". Mentre pronuncia finalmente il mio nome a mia volta io rimuovo il mio elmo: ora i nostri occhi si possono incontrare, finalmente: per la prima volta dopo anni ci rivediamo, noi che un tempo governavamo la Terra per volere del Sommo Zeus, prima dell'avvento di Athena e dei suoi Saint. " Saga la Notte! ". Mi riconosce e questa consapevolezza, l'aver scoperto la mia vera identità pare averla sconvolta e non poco: la vedo tremare anche se cerca di nasconderlo dietro quella maschera di fiera ed orgogliosa Dea. " Ti sei reincarnato sulla Terra... anche tu... ". Mormora frasi sconnesse ed io prendo parola di lì a poco, prendendo ora un'espressione seria.

" E' così: dopo aver perso il dominio della Terra a causa tua e di tuo padre, Zeus, ho deciso di rinascere e vendicarmi dell'affronto subito: per questo ho mosso guerra ad Athena, per questo non posso esaudire il tuo desiderio. A meno che... ". Mi fermo: sembra che quell'ultima frase abbia dato una speranza a colei che un tempo, insieme a me, dominava incontrastata su questa Terra e sui suoi abitanti.

" A meno che, cosa? Devi dirmelo, ti prego! ". Chiede quasi supplicandomi. Finalmente decido: esaudirò la sua richiesta, ma ad una condizione ben precisa.

" E sia: ti restituirò Aiolos di Sagitter, ma ad una sola condizione ". Lei mi guarda tra lo speranzoso ed il preoccupato, probabilmente sa bene che la mia richiesta comporterà delle conseguenze molto gravi per lei o per la Terra che tanto ama e che tanto si ostina a proteggere. " Il tuo primo figlio, dovrà essere mio. Solo a questa condizione riporterò in vita quell'uomo ". Sentenzio in un tono quasi freddo e senza dare ulteriori spiegazioni riguardo questa mia richiesta, mentre lei mi guarda da prima shoccata. In fine prende la sua decisione.

Capitolo scritto da Sarah Shirabuki.

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Quando Saga la notte, mi propose un patto per riportare il mio amato in vita mi sarei aspettata tutto, tranne quello che mi aveva appena chiesto: un figlio.

Rimasi sconvolta da quella dichiarazione. Davvero era arrivato a questo punto? Uccidere Aiolos per avere un figlio con me?

Nonostante tutto questo fosse terribilmente ingiusto presi la mia decisione, e diedi la mia risposta.

“Accetto”.

 

***

 

Passò del tempo da quando accettai quel patto, Aiolos tornò in vita e io rimasi incinta di Saga.

Aiolos non sapeva nulla, ma per ora andava bene così. Gli avrei detto tutto a tempo debito.

Nonostante la paura che mi invadeva, non appena scoprì di aspettare non potei fare a meno di sentire il cuore pieno di gioia. Sapevo bene che il piccolo era frutto di quel patto, ma a me non importava, lo amai da subito e mi promisi che l’avrei protetto dal momento che sarebbe venuto al mondo.

Per fortuna al mio fianco avevo persone che appoggiavano la mia scelta, come ad esempio mia madre Demetra che mi aiutava tantissimo, mentre qualcun altro un po’ meno, come ad esempio Shura del capricorno, che altri non era che mio fratello maggiore.

Lui non voleva tenessi il bambino e me lo fece capire dal primo giorno.

“Tea…te lo dico seriamente: non hai paura?”

A quella domanda sospirai pesantemente, per poi appoggiare la tazzina di te’ sul tavolo e prendere così parola.

“ Si, ne ho. Ma quando penso che dentro di me c’è una vita. Il mondo improvvisamente mi appare colorato”.

Detto questo, sorridendo, accarezzai dolcemente il pancione, ancora appena accennato che iniziava a vedersi da sotto il vestito primaverile a fiori.

Shura allora sospirò “ Non ti convincerò, vero?”

A quella domanda freddai lo sguardo, non mi piacevano le sue parole, mi ricordava il comportamento che ebbe anni fa con il mio primogenito Shura, chiamato proprio come lui, era come se la cosa si stesse ripetendo.

“Convincermi di cosa? Il figlio è mio, non ha alcuna colpa e io lo proteggerò!”

Shura scosse la testa “Tea ascoltami: è meglio che tu dia il bambino in adozione”.

Le parole di mio fratello mi ferirono nel profondo. Il bambino non era ancora venuto al mondo e lui si permetteva già adesso di dare queste conclusioni? Nonostante il nervosismo che sentivo salirmi in corpo decisi di mantenere la calma, e con tono molto pacato risposi.

“E a chi dovrei darlo? Dovrei mettere in pericolo altre persone e il bambino stesso, lasciandolo indifeso? Queste tue parole mi feriscono fratello”.

Lui allora sospirò “perdonami sorella, non lo dico per cattiveria. Io tengo a te e lo sai,  come tengo a colui che sarà il mio futuro nipote ed è per questo che dico questo: voglio che tu stia attenta, lo sai di cosa è capace Saga, quindi per piacere quando sarà il momento stai con la guardia sempre alta”.

Io mi limitai ad annuire senza aggiungere altro.

Mai avrei creduto che le parole di mio fratello si sarebbero rivelate vere…

 

***

I nove mesi di gravidanza passarono velocemente.

Il piccolo venne alla luce alle tre di notte, proprio degno successore del dio di essa.

Il parto non fu facile, ma grazie a mia madre tutto si risolse per il meglio e dopo un’ ora il pianto di bambino invase la casa.

“Come sta?” le chiesi prontamente, mentre lei con cura e dolcezza avvolgeva il bambino in un panno bianco, dopo di che con altrettanta dolcezza mi sorrise per poi rispondermi.

“Sta benissimo ed è una femmina”.

A quelle parole sorrisi, tranquilla più che mai, mentre mia madre si avvicinava e con delicatezza mi posava la piccola tra le braccia, che smise di piangere.

Fu lì che potei finalmente vederla: era piccina, con la pelle chiara, gli occhi piccoli di colore azzurro-verde proprio come suo padre, infatti nello sguardo gli assomigliava, e i pochi capelli che spuntavano erano biondi come quelli di nonno Zeus.

Non potei fare a meno di sorridere commossa, era bellissima, era la mia bambina.

“Benvenuta Serena Artemide”.

Pochi minuti dopo Aiolos di Sagitter fece il suo ingresso, più contento che mai di vedere la bambina.

“Scusatemi il ritardo ma al grande tempio mi hanno trattenuto, come sta il piccolo?”

“Sta benissimo e si tratta di una femminuccia. Ora vi lascio da soli e complimenti a voi neo-genitori”.

Detto questo mia madre uscì, per fare in modo che noi ci godessimo il momento.

Sagitter tutto sorridente si avvicinò. Ma, non appena vide bene la bambina il suo sorriso svanì, iniziando poi a indietreggiare.

“Aiolos?” lo chiamai, preoccupata di questo improvviso cambio.

“Lei non è mia figlia...”

Sapevo che la verità sarebbe venuta a galla, ma non immaginavo subito e in questo modo.

Capì che la situazione si stava facendo difficile, così posai la bambina sul letto e mi misi in piedi io, seppure fossi ancora provata dal parto.

“Aiolos…lasci che ti spieghi…”

Ma lui diede di matto.

“SPIEGARMI COSA?? Come hai potuto Tea?? Dopo tutto quello che ho fatto per te, alla prima occasione te ne vai con il dio della notte e ci fai pure una figlia pensando di spacciarmela per mia? sei...una stronza!"

Accadde tutto all’improvviso: non ebbi il tempo di dire o fare altro che un coltello mi colpì in piena pancia, la bambina scoppiò a piangere e poi, all’improvviso, tutto nero.

 

***

Era davvero inaudito, assurdo! Tea mi aveva tradito e pretendeva che io accettassi un figlio non mio, frutto di quel tradimento? Era inconcepibile!

Ancora furioso mi addentrai nel tempio della notte, con la bambina ora addormentata tra le braccia, per arrivare poco dopo alla sala del trono, dove Saga sedeva fiero e in attesa, probabilmente della figlia.

Non appena lo vidi la rabbia non fece che aumentare, e senza alcuna paura mi avvicinai.

“Tieni la tua piccola bastarda Saga, quella che hai avuto con la mia donna e non farti più vedere, addio!”

Posai la piccola ancora in fasce ai piedi della piccola scalinata e poi corsi via, con la risata del dio della notte in sottofondo.

 

***

Uno stupido, ecco cosa ero!

Sto correndo, verso il tempio della notte, un'altra volta, stavolta per riprendere la bambina che un ora fa ho lasciato lì

Tea, la mia amata Tea, che è sopravvissuta alla coltellata mi ha spiegato tutta la verità, come ho potuto essere così stupido? Avrei dovuto chiedere o indagare invece no, ho reagito d’impulso e non solo ho colpito la mia donna ma ora la bambina sta rischiando la vita!

Arrivo al tempio, ma alla sala del trono non trovo nessuno.

Così corro per per tutte le stanze finchè non li trovo.  Ma, la scena che mi si presenta davanti è raccapricciante: Saga, infatti, sta brandendo tra le dita un grosso pugnale dorato e sta per colpire la figlia che dorme tranquillamente in una culla.

“FERMO!”

Non me lo faccio ripetere due volte, e con un balzo sono davanti a lui che lo trattengo per la mano che brandisce quel maledetto pugnale, nel frattempo la piccola, probabilmente sentendo la tensione, si è svegliata e inizia a piangere.

“Saga, fermati, vecchio pazzo…come puoi osare levare la mano su di lei? sulla tua stessa figlia, davvero sei caduto così in basso?”

Gli urlai con tutta la rabbia che sentivo in quel momento. Sapevo che Saga era malvagio ma mai avrei creduto che avrebbe tentato di assassinare la sua stessa prole.

Dopo essere riuscito ad allontanarlo con uno spintone non perdo tempo, prendo la piccola ancora piangente tra le braccia per poi saltare giù dalla finestra e iniziare a correre più veloce che potevo, lontano da quel maledetto posto.

 

***

Corsi più veloce che potei e arrivai in poco tempo ad Atene.

Tea mi aveva dato un ordine ben preciso: affidare la piccola a una coppia di anziani, Alchmena e Anfitrione, che avevano da poco perso un figlio.

Era stata dura per lei prendere questa decisione ma sapeva che non c’era altra soluzione. Serena con lei rischiava troppo, quindi era meglio che crescesse come una normale umana.

Una volta arrivato ad Atene ci misi, fortunatamente, poco a trovare la coppia designata, entrambi erano in giardino, e quando mi videro spossato e con una neonata in braccio vennero subito ad aiutarmi.

Dopo averli rassicurati che io stessi bene presi allora parola.

“Ascoltatemi bene: il suo nome è Serena, dovete prenderla con voi, crescetela come se fosse vostra figlia…”

Alchmena mi guardò interrogativa, mentre la teneva tra le braccia “ cosa intendi dire giovane?”

Io sospirai, per poi spiegarmi meglio “non è una bambina qualunque, i suoi genitori sono Persefone, la dea della morte e Saga, il dio della notte”.

Non fu tanto il sapere la madre quanto scoprire chi fosse il padre a sconvolgere i due “Saga di Gemini?” esclamarono entrambi terrorizzati.

Io annuì “si… lui ha tentato di ucciderla e non si fermerà, vi chiedo un favore, so che siete adatti: prendete la bambina con voi e crescetela come se fosse vostra figlia, non raccontatele mai la verità, solo così sarà al sicuro”.

I due passarono qualche secondo di silenzio, poi fu l’uomo a prendere parola con sua moglie “ tesoro, cosa facciamo?”

Di tutta risposta lei sorrise, dolcemente “Anfitrione, gli dei hanno voluto donarci questa bambina e con lei la missione di proteggerla, io la accolgo tra di noi e la accetto poi guardala…io già le voglio bene, tu che ne pensi?”

A quelle parole Anfitrione sorrise “hai ragione, starà con noi e la proteggeremo con tutte le nostre forze”.

E così Serena ebbe i suoi genitori, dopo averli ringraziati profondamente me ne andai, sicuro che la piccola fosse ormai al sicuro e sarebbe cresciuta lontana da ogni pericolo.

Quanto mi sbagliavo…

 

 

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