Lupus est homo homini

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Parte ***
Capitolo 2: *** II Parte ***



Capitolo 1
*** I Parte ***


Storia partecipante al contest "Cliffhanger, che passione!" indetto da Shellcott sul Forum di EFP.
 
 
Lupus est homo homini-
 L’uomo è un lupo per l’uomo
 
 
 
I.
 
Sirius guardò Peter accigliato, nella fattispecie guardava i suoi capelli che quella mattina avevano assunto una posizione alquanto strana; erano dalla parte destra lisci e fini come sempre, mentre dal lato opposto erano diritti verso l’insù.
Sbuffò pesantemente, poggiando il viso sulla mano destra e facendo leva sul braccio girandosi; James seduto al suo lato destro era mezzo addormentato, lo riconosceva dalla tipica espressione stranita che metteva in mostra quando non riusciva a capire come era finito in un determinato posto o situazione. Remus invece era tutto concentrato, seduto nel banco prima del loro prendeva appunti guardando interessato l’argenteo ed altrettanto soporifero professor Rüf; cosa ci trovasse d’interessante, per Sirius era un vero e proprio mistero.
Due tavoli più in avanti, la Evans con la chioma rossa invece stava sonnecchiando peggio di James, e Sirius truffaldino diede una gomitata all’amico, che di soprassalto ci mise almeno dieci secondi per collegare sinapsi e neuroni vari, finché non sorrise allegro; da giorni ormai l’amico era in preda ad un folle stato di allegria perenne e Sirius come gli altri d’altronde, doveva sorbirsi le sue litanie continue. Infatti la Evans, e Sirius ancora non si spiegava il come o il perché, aveva deciso di cedere e di uscire con James; Remus aveva dedotto che forse durante le vacanze estive avesse sbattuto violentemente la testa, Peter invece si era limitato a dire: «Felpato dopo sei anni di inviti, ora che siamo al settimo ha dovuto cedere per forza o Ramoso si sarebbe gettato dalla torre».

Sirius aveva iniziato a ridere a crepapelle guardando il suo migliore amico che borbottava frasi del tipo: “Traditori”, “Ve la faccio pagare” “Anche Codaliscia”; eppure non aveva fatto un bel niente perché era sotto sotto sorpreso anche lui.
«Cosa hai fatto ai capelli di Codaliscia, Ramoso?» bisbigliò Sirius a James ormai sveglio del tutto; l’amico alzò le spalle innocente mormorando:« Eravamo in ritardo, stanotte abbiamo esagerato». Sirius annuì furbo rammentando la nottata precedente nella foresta proibita; Remus si era davvero divertito ed avevano fatto un’altra scoperta interessante. Si erano spinti fino alla tana di un ragno gigante che per poco non li aveva divorati; da quello che avevano potuto capire, non solo il ragno sapeva parlare ma chiedeva di Hagrid.
«Hagrid ci deve un po’ di spiegazioni» convenne Sirius mentre scarabocchiava un foglio di pergamena.
James trattenne a stento le risate bisbigliando:« Animaletti innocui vero? Comunque non possiamo dirgli niente, sennò ci tradiremmo».
Sirius sbuffò ancora, la logica di James quando era sveglio ed attivo dal punto di vista celebrale era inattaccabile; così, sfinito dall’aura soporifera che emanava il professore lanciò una pallina di carta a Remus. L’amico si voltò guardandoli torvi ed interrogativo; Sirius sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi e sghignazzando disse: «Mi annoio, Lunastorta».
Remus fintamente scocciato si voltò di scatto, ricominciando a scrivere; sicuramente gli avrebbero chiesto gli appunti e lui avrebbe dato vita ad una delle ramanzine più forbite della storia.
Due ore dopo, i quattro amici camminavano pesantemente fra i corridoi del castello; quel pomeriggio era quasi finito, mancavano solo le ultime due ore di Cura delle Creature Magiche con il professor Kettleburn.
«Remus non ho capito il perché di quella convenzione del 1895» si lamentò Peter piagnucolante; Remus lo guardò comprensivo.
«Amico, quel che è successo in quell'aula rimane lì in quell'aula. Vuoi ucciderci tutti parlando di quelle cose noiose?» esclamò Sirius con fare fintamente imperioso; Peter arrossì e James disse a sua volta: «Però sono sicuro che il nostro Prefetto sappia qualcosa..».
Remus fece una smorfia sdegnata rispondendo: « James tu sei un Caposcuola, ecco dovresti tu parlarmene, stare attento, prendere appunti. Cose così ecco..»; Sirius iniziò a ridere più forte, facendo voltare i passanti mentre gli altri lo guardavano sospettosi.
«Lunastorta, dai ammettilo» chiese Sirius fra una risata e l’altra; Remus lo guardò per un attimo interrogativo e mesto, subito dopo ammise:« Amici, in effetti non ci ho capito molto nemmeno io».
Scoppiarono tutti e quattro a ridere di gusto mentre si avvicinavano all’aula; Sirius ancora pieno di quella gioia, che per la prima volta aveva assaporato in quella scuola ormai non ne voleva più fare a meno. Si disse che forse l’universo gli avesse dato una seconda possibilità mandandogli  i suoi amici; e ne fu entusiasta.

«Chissà cosa si inventerà questo vecchio pazzo oggi..» mormorò James osservando il vecchio professore che stranamente a parte la sua stravagante veste da mago fuxia, non aveva nessuna bestia pericolosa fra le mani; Sirius tossì mascherando un’altra ondata di risate, facendo a sua volta ridere Lily Evans ed Emmaline Vance sedute di lato.
«Bene, oggi faremo una lezione diversa. Visto e considerato ciò che sta succedendo fuori di qui» iniziò a dire Kettleburn facendo gelare tutti sul posto,« Parleremo delle creature che si possono incontrare di questi periodi in giro..».
Sirius si atterrì nella propria sedia; il professore si stava riferendo alla guerra che fuori dal castello imperversava senza sosta. Da mesi ormai, arrivavano notizie di omicidi, torture, sparizioni e Sirius avvertiva un nodo al principio dello stomaco; non aveva scordato l’ultima chiacchierata poco amichevole con i suoi genitori prima di scappare e nemmeno con Regulus il mese prima. In un certo senso si sentiva colpevole perché non era ancora riuscito a farlo ragionare, eppure aveva davvero fatto di tutto; sentiva in cuor suo, che quegli occhi grigi così simili ai suoi non l’avrebbero più osservato come un tempo.
Perso com’era nei suoi pensieri non si era reso conto che il professore aveva iniziato  a sproloquiare senza sosta; si muoveva come un pavone fra i banchi facendo gesti e acuendo la voce in certi casi.
«Un’altra creatura che fa parte delle fila oscure è senza dubbio il Lupo Mannaro» aggiunse raggiungendo la cattedra e sedendosi; Sirius e gli altri gettarono un’occhiata a Remus che  era impallidito all’improvviso.
Sirius agitato si arrovellava il cervello  su come far terminare la lezione in quel momento; non solo il professore aveva parlato per almeno mezz’ora, aveva anche creato dei disegnini alla lavagna che avevano trascinato verso il baratro l’amico. Però, verso la fine della lezione il professore aveva fatto una dichiarazione che risollevò Remus, parlando del fatto che non tutti i Lupi Mannari fossero assetati di sangue, bensì c’erano testimonianze che affermavano il contrario; all’improvviso però una mano  si levò per aria.
«Si, mi dica. Lei è?» chiese Kettleburn.
Sirius affilò lo sguardo sul proprietario della mano; era un Corvonero che non ricordava dove o come ma era sicurissimo di averlo già visto o conosciuto.
«Bertram Aubrey*, signore» rispose il tipo con fare pomposo.
Bertram Aubrey. Aubrey? Si chiese Sirius dubbioso,  mentre James schiumava di rabbia alla sua destra; e poi l’ispirazione. Era il tizio che usciva con la Evans durante il loro quinto anno, James l’aveva costretto a seguirli ad Hogsmeade; pessima idea, lei li aveva scoperti e si erano trovati con delle pustole orribili in viso.
«Ramoso, tanto ormai la Evans è tua. Aubrey, roba vecchia direi..» disse Sirius sicuro, mentre James osservava il Corvonero con gli occhi ridotti a fessure.
«Mi chiedo signore come possa affermare una cosa del genere» chiese Aubrey querulo, guardando Kettleburn che a sua volta era rimasto interdetto; tutta la classe li osservava in silenzio referenziale.
«In merito a..?» balbettò il professore.
«Ai Lupi Mannari. Io, come gli altri sono abbastanza intelligente per rigettare la sua presente asserzione» affermò lo studente.
«Ma che ha mangiato? Un libro di Antiche Rune?» esclamò Sirius con voce forse troppo alta, facendo ridere i compagni; il Corvonero non diede segno di averlo sentito e continuò pomposo: «Un lupo Mannaro deve seguire il suo istinto non negare la sua natura. Sarebbe senza alcun dubbio pericoloso entrare in contatto con uno».
Sirius gettò un’occhiata a Remus che aveva assunto un’espressione dolorante mista ad un colorito verdaceo; James stringeva i pugni rabbioso e Peter muoveva gli occhietti acquosi febbrilmente.
«Cosa significa signor Aubrey? Un Lupo Mannaro è pericoloso solo durante le notti di luna piena, potrebbe anche frequentare le nostre lezioni normalmente e nessuno sarebbe illeso!» affermò leggermente stizzito il professore.
Remus ormai aveva assunto un colorito violaceo.
«Sarebbe un pericolo professore, le posso elencare cinque motivi» rispose il tizio « Potrebbe infettare gli altri, potrebbe essere violento, potrebbe essere aggressivo..» continuò Aubrey.
«Potresti cercare un po’ di cervello in giro» affermò James interrompendolo; « Già, il mio amico ha ragione, visto che a quanto pare ne sei maledettamente privo» aggiunse Sirius stizzito. Peter annuì, e Remus di fretta e furia iniziò a mettere le sue corse in borsa; « Aubrey sei squallido» sussurrò la Evans a sorpresa mentre la campanella suonava.
«Remus!» urlò James, ma era troppo tardi, l’amico si era volatizzato; Sirius trattenne a stento un impeto folle di rabbia guardando il Corvonero che si apprestava ad uscire dall’aula.
«Ramoso questo idiota la deve pagare. Lo so che facciamo i bravi per farti conquistare la Evans però..» ringhiò Sirius; Peter li guardò preoccupati.
«Hai ragione amico, stasera dovremmo fare un salto al villaggio» disse James.
«C’è il coprifuoco ragazzi!» squittì impaurito Codaliscia, mentre Sirius alzava gli occhi al cielo; proprio non capiva. Chi maltrattava uno dei  suoi amici non aveva scampo, doveva vedersela con il sottoscritto.
« Felpato, che ne dici di fare un salto da Alberfoth? Li si trova di tutto. Tu Petey devi distrarre Lunastorta, non deve sapere nulla sennò ci farà una ramanzina tremenda» biascicò James.
Sirius lo guardò fiero sussurrando:« Certo fratello, lo sai che sono sempre con te».
«E poi sto dannato Aubrey, a parte il fatto che ha un cervello come un Doxy era pure un ex di Lily.. ma guarda un po’, e poi mi dicono che sono io che li provoco..» mugugnò James.
Sirius lo guardò esasperato ridendo; la sua risata simile ad un latrato riempì il cortile illuminato dalla luce del tramonto.
 
 
 Quella sera, dopo aver cenato si erano diretti  alla statua della Strega Orba silenziosi e con la Mappa ben aperta; Remus non si era presentato a cena e Peter aveva deciso di tenerlo impegnato in qualche aula vuota per studiare.
«Dissendium» bisbigliò James entrando nel passaggio, Sirius lo seguì e lo richiuse piano; si addentrarono furtivi mentre tutto taceva.
«Sai James stavo pensando alla polvere esplosiva oppure a quella che fa venire le pustole, così il suo bel faccino non lo può sbandierare in giro..» iniziò Sirius.
James annuì convinto mentre mormorava: « Lumos».
Si addentrarono  convinti finché un vociare misto a rumori li fece fermare; Sirius si gelò sul posto. Sarebbe stato un bel  problema se qualcuno li avesse scoperti, guai belli grossi.
Ma poi vide la faccia di James trasformarsi da tesa ad incredula e poi divertita; infatti poco dopo apparirono Frank e Alice, rossi in viso.
«Paciock sono felice che tu abbia fatto buon uso dei nostri consigli!» gracchiò Sirius mentre James dava il cinque al loro compagno di dormitorio; Frank imbarazzato ed anche un po’ fiero gli strizzò l’occhio.
«Facciamo che non ci siamo incrociati a vicenda, giusto ragazzi?» chiese ironico.
«Stai tranquillo ragazzone, e non farci diventare zii così presto, Remus ha appena finito tutte le cioccorane!» sghignazzò James mentre i due si allontanavano.
«E bravo Franky! Lo sapevo io che quella faccenda della passione del ballo da camera era una scusa per rimorchiare» convenne Sirius mentre James rideva a crepapelle; il mese prima avevano incrociato Frank che raccontava di questa sua passione ad Alice Prewett e lei era parsa molto interessata.
Arrivati ad Hogsmeade, il vento sferzò i loro mantelli; si avvolsero entrambi nel mantello dell’invisibilità di James e si diressero verso la Testa di Porco.
«Dici che Alb ci darà qualcosa di forte? Stasera vorrei bere per dimenticare» fece Sirius ricordando con tristezza l’espressione dolorante di Remus; il mondo era ingiusto, e ne avevano le prove.
Non seppe mai cosa James pensasse al riguardo del drink alcolico, perché l’amico  maldestro come al solito non trattenne l’equilibrio inciampando in qualcosa di strano; «Ramoso ma che cavolo..?» balbettò Sirius mentre il mantello cadeva a terra scoprendoli.
James si toccò la testa ormai dolorante, guardò i piedi per capire cos’aveva urtato il loro cammino. La sua  gola si seccò all’improvviso.
Una lunga veste di mago da sera, intinta nelle tonalità più belle  e allo stesso tempo bizzarre stava ai suoi piedi; il suo proprietario li guardava indispettito.
«Merda..» gracchiò disperato James.
«Per gli slip di Merlino..» balbettò Sirius alzando gli occhi sconfortato.
Il proprietario della veste li guardò torvo, come se non ci fosse nulla di divertente.
«Ramoso mi sa che la nostra bevuta è andata al diavolo..» aggiunse Sirius, mentre James grugniva come gesto d’assenso.
 
Fine I parte
 
 
 
*Harry Potter e Il Principe Mezzosangue
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** II Parte ***


Storia partecipante al contest "Cliffhanger, che passione!" indetto da Shellcott sul Forum di EFP.
 
 
Lupus est homo homini-
 L’uomo è un lupo per l’uomo


II
 
Poggiati tutti e tre sul bancone della Testa di Porco ammiravano scombussolati il numero infinito di liquori che Alberfoth aveva messo in bella mostra; Sirius sorrise malizioso guardando una bottiglia  giù in basso dall’aria potente ed efficace. James d’altro canto osservava in tralice la causa del cambiamento di rotta della serata; Sirius poteva ben capirlo, erano stati davvero sfortunati.
Fleamont Potter beveva stizzito un calice fumante di Whisky Incendiario e sembrava voler cercare le parole adatte per offenderli in qualche modo; la lunga veste da mago che portava lo faceva somigliare tremendamente a Silente, suo vecchio amico. Sirius credette che quella sarebbe stata una serata nella quale avrebbero dovuto sorbirsi una ramanzina da imprimere nella memoria; «Potter vecchio» grugnì Alberforth dalla parte destra del bancone « Non devo portare niente a questi due qua?» chiese indicandoli.
Fleamont gli rivolse uno sguardo accigliato e disse: « Succo di zucca Alb».
Alberforth rise di gusto, seguito a ruota da due streghe dall’aria macabra; Sirius lo guardò mortificato.
«Papà!» inveì James offeso.
«Cosa James? Mi aspettavo un po’ di maturità da voi e invece vi trovo qui in piena notte per chissà quale motivo scemo e balordo. C’è una guerra qua fuori, il tempo delle bravate è finito miei cari» ribatté duro  Fleamont facendoli vergognare un po’.
Sirius lo guardò ancora  e senza trattenersi rispose: « Fleamont abbiamo dei motivi validi e poi perché anche tu sei qua?»; James annuì con vigore.
Il Signor Potter grugnì qualcosa di indefinito quasi a disagio, come risposta. Scacco matto!
«Non mi dire che la mamma non sa niente vero?» lo interrogò James  mentre Sirius assunse un’aria divertita e forse un po’ saccente.
«Può essere che..beh a degli amici servivano delle pozioni, sapete la resistenza contro il lato oscuro..un momento!» si interruppe all’improvviso guardandoli torvo «Cioè mi state facendo voi l’interrogatorio? Ragazzi mi state prendendo in giro?» concluse fintamente indispettito.
James e Sirius scoppiarono a ridere allegri e satolli come non mai; Fleamont non si smentiva mai e poi mai. Sirius lo guardò mentre  borbottava contro il figlio e felice come mai lo era stato si disse che un vero padre doveva senza alcun dubbio essere così; un leggero calore nel petto lo avvolse, era questo ciò una persona avverte quando si sente amata?
Fleamont lo guardò sorridente dicendogli:«Quindi anche tu figliolo mio ti sei fatto coinvolgere da questo folle?»; James mise il broncio.
Sirius sentì un crampo frutto dell’emozione e un lieve rossore al viso; per poco non si commosse. Era bellissimo essere considerato come un figlio e in quanto tale si schiarì la voce per non tradire le emozioni biascicando: «Lo sai dove va lui io lo seguo. E poi, come ti sei conciato? Sembri Silente con questa camicia da notte». Gli altri due risero, e un po’ a malincuore il Signor Potter decise alla fine di offrire ai suoi due ragazzi delle Burrobirre facendogli promettere che non avrebbero detto nulla alla moglie; «Facciamo così papà, noi non abbiamo visto te e tu non hai visto noi» disse James malandrino, mentre Sirius sghignazzava complice..era la serata dei vedo e non vedo quella!
Fleamont sbuffò rassegnato dicendo:« Mi volete però raccontare come mai siete qui?».
«Si Jamie racconta il perché io aiuto un attimo Alberforth con le casse» disse vago Sirius seguendo il barista nel retro del bar; ancora non aveva scordato le parole di Aubrey e per tutti gli ippogrifi cavalcanti gliel’avrebbero fatta pagare!
Pochi minuti dopo si diressero fuori dal bar; la luna in cielo era come uno spicchio incandescente, immutata e feroce; si diressero silenziosi verso l’imbocco del passaggio segreto scortati da Fleamont che con fare guardingo squadrava ogni angolo della strada.
«Allora ci siamo ragazzi, mi raccomando mandatemi un gufo appena arrivate al castello. Promettetemi che qualsiasi cosa avvenga, anche se per motivi nobili, non farete nulla di sconsiderato» mormorò l’uomo guardandoli intensamente. Annuirono e James lo abbracciò, mentre Sirius guardava altrove; lui non era abituato a certe dimostrazioni d’affetto, così fece per intraprendere la strada del ritorno.
«E tu figliolo non mi vieni ad abbracciare?» chiese Fleamont a burciapelo; Sirius avvertì una sorta di scarica elettrica e reprimendo le lacrime e la voglia di correre, procedette a passo lento verso l’uomo abbracciandolo.
«Mi raccomando, quella polvere che ti ha dato Alb è potente basta un soffio e partono tutti i gabinetti del secondo piano» gli sussurrò l’uomo complice; Sirius ridacchiò deciso a mantenere quell’amore nel petto, come talismano.
«Felpato vecchio mio, hai fatto qualche buon affare sul retro?» chiese James mentre percorrevano il corridoio del passaggio segreto; Sirius annuì e rise appagato.
Arrivati ad Hogwarts tutti erano senza alcun dubbio andati a dormire a parte i professori che facevano le ronde per i corridoi; guardarono la mappa ed indossarono il mantello; furtivi fecero ritorno al dormitorio dove Remus, nascosto dietro le tendine del letto a baldacchino aveva deciso di non uscire dal guscio.
«Lupastro esci da lì! » esclamò Sirius gioviale facendo sobbalzare Peter che sonnecchiava placido nel suo pigiama a righe; Remus non rispose. Velocemente James aprì le tende con fare canzonatorio, trovando l’amico in un vortice di tristezza e depressione; «Mando un gufo e sono subito da voi» affermò James.
«Da voi?» chiese Remus atono.
«Si da noi!» latrò Sirius tirando da una saccoccia il famoso liquore forte e potente adocchiato da Alberforth; Peter lo guardò con gli occhi sgranati: « C-come ?».
«Incantesimo estensivo irriconoscibile. Vedi, prefetto Lunastorta che qualche volta li faccio i compiti?» convenne fiero Sirius appellando quattro calici di vetro; James ridendo si precipitò fra di loro entusiasta. Remus sorrise mesto trattenendo le lacrime; dopotutto il mondo non è diviso in bianco o nero c’erano delle sfumature.
Due ore e molti bicchieri della staffa dopo, i quattro amici barcollanti ma ancora attivi si aggiravano per la stanza messa ormai a soqquadro; Peter pallido in volto chissà per qualche recondito motivo cercava le sue pantofole mentre Sirius cantava stornelli stonati dedicandoli a James e Remus che applaudivano entusiasti.
«Grazie a tutti, dopo Odo l’Eroe Coraggioso vi canterò di Euridice, strega di facili costumi ma con una storia abbastanza coinvolgente !» affermò Sirius tracannando un altro sorso di liquore; « Non voglio sentirle queste cose, ormai sono impegnato!» grugnì James alticcio. Remus invece li guardò curioso, i due che facevano discorsi senza senso, Peter che correva di qua e di là e di punto in bianco affermò: « Mi sento fortunato ad avere degli amici, una persona come me non li meriterebbe».
Peter sbandando si fermò, James strizzò gli occhi e Sirius per quanto possibile quasi abbaiò guardandolo feroce.
«Non mi guardate così, un mostro è pur sempre un mostro. E poi sapete la scuola finirà, e poi farò la fine dei miei simili e via dicendo» aggiunse Remus laconico bevendo un sorso dal suo bicchierino.
Sirius lo guardò ancora una volta e si chiese se questi pensieri ce li avesse dentro da un bel po’; in effetti erano tipici di Remus. Esaminò James che arrabbiato gli disse: «Come se tu potessi mai liberarti di noi dannato stupido»; Peter annuì e ricominciò a correre di qua e di là ormai verdognolo in volto.
Sirius si schiarì la voce, si alzò malfermo afferrando la sua scopa da corsa e alzando il bicchiere esclamò: «A Lunastorta, stupido mago che non capisce cosa significhi amicizia e lealtà!»; Remus lo gurdò stranito mentre anche James imitandolo disse:« Come se potesse mai liberarsi di noi! Finita la scuola ti staremo attaccati come le zecche nel pelo del nostro Felpato!».
Sirius lo guardò oltraggiato dicendo:« Ehy io non ho le zecche! E tu Codaliscia non dici niente?»; Peter ribatté malfermo: «Vomito. Vado in bagno. E sono con voi» detto questo scomparve mentre se la ridevano.
Remus stava per piangere e Sirius ne era sicuro, fece per avvicinarsi e James che era quasi una ragazzina in queste situazioni lo abbracciò; così lui con un leggero pop  si trasformò e latrando si gettò su entrambi facendoli ridere.
 
La mattina seguente, Sirius si mise in testa che quel giorno era perfetto per mettere in atto la loro vendetta, infatti il prefetto Aubrey avrebbe fatto una ronda al terzo piano mentre James e la Evans si sarebbero occupati della supervisione. Mentre attraversavano i corridoi per andare a lezione Sirius strattonò James dandogli il segnale e mentre l'altro annuiva fecero scorrere piccole dosi di polvere che avrebbero fatto saltare in aria per la paura il giovane Corvonero; Sirius era sicuro che tutto sarebbe andato per il meglio ma evidentemente non aveva mai fatto conto con la fortuna.
Infatti quella sera, mentre James era impegnato a fare la ronda e il cascamorto con la Evans, Aubrey aveva deciso di non uscire dal bagno e di non percorrere il corridoio prestabilito; Sirius che non brillava per pazienza e dopo aver saltellato di qua e di là per buoni dieci minuti decise di irrompere nel suddetto bagno mandando all’aria il piano congegnato.
Aubrey si trovava davanti allo specchio che si allisciava i capelli untuosi canticchiando; appena però si accorse di Sirius sobbalzò per poi ricomporsi.
«Aubrey che fai aggiusti il parrucchino?» lo provocò Sirius sfoderando la bacchetta.
«Cerchi problemi Black?» chiese l’altro stizzito.
Sirius ringhiò di risposta mentre Aubrey gli lanciava una fattura ben congegnata; abbastanza lesto si spostò facendo così esplodere un lavabo dall’aria antica.
«Dannato» mormorò Sirius rispondendo con un'altra fattura e mancandolo per un soffio; « Cosa c’è Black? Sei venuto qui per le mie parole dell’altra volta? Lo so che proteggete Lupin!» urlò il Corvonero dall’altra parte della stanza.
Sirius non rispose e scagliò uno schiantesimo abbastanza potente che però ancora una volta fu scansato: «Vieni fuori Aubrey! Che fai ti nascondi?» lo incalzò con voce folle.
«Domani lo sapranno tutti che genere di mostro è! »ribatté l’altro, ma all’improvviso due voci l’interruppero facendo irruzione nel bagno semi-distrutto.
«Felpato cosa succede?» chiese James con voce affannata; probabilmente aveva corso e questo rincuorò Sirius. James era suo fratello e sarebbe sempre corso per aiutarlo; James sarebbe sempre stato dalla sua parte; era seguito a ruota dalla Evans che sbalordita osservava la scena.
«Black, Aubrey cosa state facendo?» chiese stizzita; Sirius la guardò perentorio mentre il Corvonero aveva ripreso a lanciare fatture di qua e di là; «Fermati stupido o ti caccerò più punti di quanti la tua casa possegga!» urlava la Evans mentre Sirius e James la proteggevano.
«Potter cosa sta succedendo?» bisbigliò rabbiosa; James la guardò serio e rispose: «Hai sentito ciò che ha detto?». Sirius sbuffò strattonando James e dicendo:« Andiamo Ramoso, diamogli ciò che si merita!»; detto questo i due si misero all’opera duellando con Aubrey che in difficolta imprecava in malo modo. Finché ad un certo punto un rumore improvviso li fece sobbalzare; un rumore che fece tremare i piani del castello. Erano una serie di esplosioni che intermittenti percuotevano i corridoi senza sosta.
«Merda, Codaliscia» imprecò sottovoce Sirius guardando James che parando una fattura scosse la testa meravigliato; come sempre Sirius passava all’azione senza riflettere e dimenticava le cose! Quella sera Codaliscia avrebbe dovuto dare il via alle esplosioni ma non l’aveva avvisato del cambio di programma così..
«Perché dovete combattermi? Sapete bene che Lupin è un mostro e posso darvi le prov-» iniziò a dire Aubrey, ma non seppero mai quali fossero le prove, poiché la sua testa si trasformò in qualcosa di strano, quasi mostruoso.
«Fratello che cosa hai fatto?» chiese James perplesso; Sirius alzò le mani interrogativo. Si voltarono e videro la Evans tenere la bacchetta ancora tesa,era furente;intanto la testa di Aubrey, che probabilmente Lily Evans avrebbe voluto trasfigurare si era raddoppiata in modo sinistro e deforme.
«Così capisci cosa significa veramente la parola mostro» convenne decisa facendo mulinare i capelli rossi; James la guardava a bocca aperta mormorando: «Questa me la sposo Felpato». Sirius sbuffando si mise una mano sul volto in parte divertito e in parte preoccupato; dovevano scappare e dovevano farlo in fretta sennò sarebbero stati problemi grossi per tutti.
Con un movimento fluido James tirò fuori il suo mantello, invitandoli entrambi a nascondersi sotto; Evans fu meravigliata mentre Sirius sussurrava: «Lo fai per impressionarla vero?». James ridacchiò per tutto il tempo finché non raggiunsero il corridoio degli arazzi, diretti alle scale; però là di fronte Silente aspettava qualcuno con un sorriso sornione.
«Fermi» disse James in panico; Sirius e Lily Evans lo guardarono interrogativi.
«C’è Silente, lui ci scopre. Lily e Sirius andate per il passaggio dietro lo specchio, ci passo io di fronte. Sento anche la gatta di Gazza che arriva» organizzò serio più che mai. Sirius rise e rispose: «Ramoso io rimango con te»; James scosse la testa.
«Non se ne parla Potter, così mette te in punizione. Non ti ho chiesto niente» esclamò Lily rabbiosa.
Sirius sorrise guardando ancora una volta James che gli fece un gesto rapido; si l’avrebbero fatto per lei ma soprattutto Sirius avrebbe aiutato in tutti i modi suo fratello.
Così annuì con un espressione complice, mentre con un gesto secco fecero scorrere la ragazza nel passaggio chiudendo lo specchio; James ripose il suo mantello nella tasca e baldanzosi si avvicinarono al preside.
«Mi chiedevo quanto ci avreste messo Signor Potter e Signor Black» disse quest’ultimo gioviale come se stesse parlando del tempo; « Abbiamo i nostri tempi professore» rispose Sirius seguito a ruota da James che gaio disse:« Buona sera professor Silente!».
Il Preside li guardò quasi perforandoli con lo sguardò, facendo chiamare una figura accucciata nell’angolo buio della stanza; era Peter che senza alcun dubbio era stato colto in fragranza di reato.
« Chi inizia a vuotare il sacco?» chiese il preside sereno; Sirius sospirò ed iniziò a raccontare.
 
Sabato mattina in tutta Hogwarts si vociferava che  Bertam Aubrey avesse perso qualche rotella dopo che il preside l’aveva convocato durante la notte; lo si vedeva girare in lungo e in largo mormorando frasi sconnesse ed era intimorito da  qualsiasi cosa incontrasse. Il corridoio era stato riparato e Sirius e James era stati messi in punizione; li videro camminare sorridenti verso l’ufficio di Gazza che felice come se fosse già Pasqua li attendeva dall’alba.
«Almeno la Evans adesso ti considera un vero e proprio eroe Ramoso» convenne Sirius trattenendo uno sbadiglio, James al suo fianco rispose allegro: «Si stamattina mi guardava strana proprio».
«Forse avevi i capelli peggio del solito, sembra il nido dei folletti della Cornovaglia» rispose Sirius evitando lo scappellotto che James gli voleva tirare ridendo; «Saresti dovuto andare via anche tu, ora gazza ci massacrerà» mormorò l’altro.
Sirius rispose con naturalezza: «Non ti abbandonerò mai fratello, questo dovresti saperlo. Darei la vita anche per te»; James lo guardò stranito e rispose: «Che hai mangiato stamattina cane? Sarò io che salverò la vita a tutti quanti!».
«Bene bene bene, chi abbiamo qui» disse una voce sgradevole dietro di loro; Argus Gazza li osservava con gli occhi che dardeggiavano di una sorta di orgoglio represso. Sirius gli lanciò uno sguardo torvo.
«Ai tempi miei, le punizioni erano vere punizioni. Le grida di quando li appendevano per i pollici, i mocciosi rompiscatole rimarranno sempre nei miei ricordi; ma purtroppo ora non è più così!» blaterava il custode trascinandoli nello studio ed aprendo un gigante ed impolverato libro.
James lanciò uno sguardo interrogativo a Sirius che scosse la testa.
Gazza afferrò la piuma ed il calamaio ed iniziò a scrivere e leggere ad alta voce laconico:« James Potter e Sirius Black. Sorpresi a usare una fattura illegale contro Betram Aubrey. Testa di Aubrey raddoppiata. Doppia punizione*».
«Non l’ho mai visto così scatenato» affermò James aggiustando gli occhiali; Sirius annuì  interessato e rispose:« Dici che ci appende per i pollici?». James trattenne a stento una risata, mentre Sirius gli mostrò un pugno di polvere rimasta nella sua tasca pronta per essere usata.
 
Fine


*Harry Potter e Il Principe Mezzosangue, Capitolo 24- Sectumsempra, pp 484-485.
 
 
 
Ed eccoci alla fine; ringrazio tutti quelli che hanno letto, aggiunto fra le seguite e le preferite  la storia; grazi grazie grazie!  Ditemi che ne pensate se vi va! Un abbraccio.
P.S. Ho voluto inserire la figura del Professor Silente perché oggi come da libro (30/06/1997) ha perso la vita; nella bozza originale della storia non appariva.

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