Ronarry

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Missing moment sul treno per Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Lo specchio delle brame ***
Capitolo 4: *** Parlando della mano di Ron ***
Capitolo 5: *** Dopo la sconfitta di Raptor, in infermeria ***
Capitolo 6: *** Ron aiuta Harry a svestirsi, dopo il braccio disossato ***
Capitolo 7: *** I cupidi di Gilderoy, postini d'amore! ***
Capitolo 8: *** Ron principe? ***
Capitolo 9: *** Harry e Ron litigano con Hermione ***
Capitolo 10: *** La questione di Minus ***
Capitolo 11: *** Non sei tu l'erede di Serpeverde, io lo so ***
Capitolo 12: *** Silente e Piton: Dal primo al terzo anno ***
Capitolo 13: *** Ron si sente in colpa per via di Minus ***
Capitolo 14: *** Il litigio con Ron/ momenti Silente e PIton ***
Capitolo 15: *** Riappacificazione dopo la prova dei draghi ***
Capitolo 16: *** Quarto anno: Più uniti di prima! ***
Capitolo 17: *** Il ballo del ceppo/Harry capisce di esser innamorato di Ron ***
Capitolo 18: *** La crisi di Harry ***
Capitolo 19: *** Il bacio! ***
Capitolo 20: *** La cosa più importante è la nostra amicizia ***
Capitolo 21: *** Quarto anno/ Silente deve sempre pensare a tutti ***
Capitolo 22: *** Peter Minus traditore o martire? ***
Capitolo 23: *** La corsa sfrenata indietro nel tempo per salvare Cedric e Minus ***
Capitolo 24: *** Dopo l'arresto di Crouch, bisogna pensare a Minus ***
Capitolo 25: *** Non voglio separarmi dal tuo abbraccio ***
Capitolo 26: *** Il diario di Harry. ***
Capitolo 27: *** Le mille sorprese al Quartier Generale ***
Capitolo 28: *** Quinto anno - Il rospo mi odia, lo sento nelle ossa ***
Capitolo 29: *** Harry e Sirius, litigano e fanno pace ***
Capitolo 30: *** Quinto anno - Harry, Cedric e Piton ***
Capitolo 31: *** Sei pronto a dirlo a tutti? ***
Capitolo 32: *** Sirius è vivo, ma è in coma ***
Capitolo 33: *** Tra dichiarazioni romantiche e la scoperta che Regulus è vivo ***
Capitolo 34: *** Sirius e Regulus ***
Capitolo 35: *** Sesto anno: Lettere a Sirius e Ron ***
Capitolo 36: *** Sesto anno: Il commovente confronto tra Harry e Piton ***
Capitolo 37: *** Cose piccanti nella stanza delle necessità ***
Capitolo 38: *** Draco e Harry giocano nel lago con la piovra ***
Capitolo 39: *** Harry e Ron alla festa di Lumacorno ***
Capitolo 40: *** Sorprese di compleanno e strani veleni ***
Capitolo 41: *** Draco piange in bagno ***
Capitolo 42: *** Draco e Luna flirtano al chiaro di luna? ***
Capitolo 43: *** Più persone hanno segreti da nascondere ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Pov Ron


Quando ho sentito i miei fratelli gemelli parlare del fatto che il ragazzo che aveva chiesto indicazioni poco prima, era proprio Harry Potter, rimango spiazzato.
E incuriosito.

Mi viene voglia di seguirlo. Sono colpito da un raptus strano. Di solito tendo ad essere intimorito con le persone che hanno qualcosa più di me, e intendo la popolarità.


Ed Harry era sicuramente più popolare di me. Le persone così mi intimidiscono e quindi tendo a tenerle lontane, ma Harry mi è sembrato da subito diverso.


Non so se è per il fatto che è timido, o perché a vederlo così, sembra un cucciolo smarrito, ma non mi sento geloso della sua popolarità..non per un motivo del genere..anzi, ho come l’istinto di..non so..proteggerlo..
 

“Quel posto è occupato? Il treno è pieno zeppo..”
 
Quando arrivò una donna con un carrello pieno di robe da mangiare, Ron arrossì di nuovo, dicendo che aveva portato dei panini, ma dopo poco Harry cercò di convincerlo a dividere i dolci con lui.
“Dai, prendi un dolce!” continuò a insistere.

Ron sentì una sensazione piacevole riscaldargli lo stomaco. Poteva questa, essere l’amicizia che tutti decantavano? Aveva solo 11 anni..non ne sapeva molto, ma se ci si sentiva così, pensò che non ci si costruiva abbastanza poesie e canti dedicati ad essa.
 

Pov Harry

Ron ha dei capelli rosso fiamma, mi piacciono e mi piace il fatto che sia entrato nel mio scompartimento. Temevo davvero di dover fare tutto il viaggio da solo.
Mi fa tenerezza questo ragazzo. È umile e timido..  non sono abituato a qualcuno che si interessa così a me..e anzi, a dire la verità, non sono abituato a ragazzi della mia età, che si  avvicinano spontaneamente a me. Dudley ha fatto terra bruciata intorno a me.  Harry guardava il ragazzo che balbettava e stava cominciando già a trovarlo simpatico.
 
 
Più passava il tempo e più Harry sentiva un feeling con Ron..il fatto di sentirlo così vulnerabile, quando parlava delle loro situazioni economiche e della sua famiglia e del suo timore di fallire..sentiva che avevano molte cose in comune lui e Ron. Erano anime affini.


Mi piace dividere  i dolci con lui. Finora non avevo mai avuto nessuno con cui dividere qualcosa.
 
 
Pov Harry

“Non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate? In questo posso aiutarti io.” Disse Draco Malfoy, andato nel loro scompartimento sul trono, tendendogli la mano.
“Credo di essere capace di capire da solo, le persone sbagliate, grazie.” Disse Harry a Draco Malfoy.
Come osa insultare Ron? Ma che razza di gente è questa?

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Capitolo 2
*** Missing moment sul treno per Hogwarts ***


“Davvero? Tua zia..non ha poteri magici? I tuoi genitori odiano la magia? Ma come si fa! è contronatura!” diceva Ron scandalizzato.

Harry emise una risatina.

“Cosa c’è? Ho detto qualcosa di divertente?” chiese Ron perplesso.

“No..è solo che…sai, da noi, giudicano i maghi, contronatura, la magia..è vista come una cosa..insomma, è tutto frutto dell’ignoranza.” Disse Harry, non aveva voglia di mettere a disagio Ron o di spaventarlo. “Parlami dei tuoi, dei tuoi fratelli..io ho sempre sognato avere dei fratelli.”

“Davvero?” chiese Ron stupito.

“Sì..suppongo che deve essere fico avere addirittura dei fratelli gemelli!”

Ron sorrise a quella frase.

“Fred e George sono davvero cool..tutti li reputano affascinanti ed è bello vederli complici in tutto, è il bello dei gemelli suppongo..e conta che siamo in 5, quindi è tutto dire..ma è un rapporto più esclusivo il loro. Comunque sì, credo sia bello.”

Anche sollecitato da Harry, Ron cominciò a parlare dei suoi fratelli e della sua famiglia e di come vivevano con la magia. Quando Ron vide che Harry era affascinato da quel mondo, si mise a parlare a ruota libera, sciogliendosi di più, ma poi andò inavvertitamente a incrociare sulle sue situazioni economiche e smise di parlare di loro. Fece invece delle domande ad Harry, era molto curioso di sapere come si viveva senza la magia.
 
“Papà ci racconta delle storie a volte..personalmente, non so proprio come facciano i babbani a vivere senza magia. Per me sarebbe l’inferno, non riesco ad immaginarlo.”

“Io ho vissuto fino adesso senza la magia..” disse Harry sorridendo.

“Oddio, scusa..” disse Ron avvampando.
Harry ridacchiò.

“Non preoccuparti. Sai, non sarebbe stato così terribile, ma i Dursley hanno contributo a rendere tutto più brutto..se non fosse stato per loro..”

“Come fanno degli zii a non amare un nipote?” chiese Ron con aria scandalizzata.
 
Harry rimase a fissare Ron senza sapere cosa dire.

“Non riesco a credere che non ti vogliano bene. Non intendo dire che non ti credo..è solo che..mi sembra pazzesco. Soprattutto per tua zia..sei il figlio di sua sorella..farti dormire nel sottoscala. Ma che gente sono? Ehm, scusa..sto esagerando.”

“Tranquillo..nessuno si è mai indignato per me, finora.” Sorrise Harry, piacevolmente stupito.

“è quello che ogni persona normale farebbe..” disse Ron, chiedendosi mentalmente che tipo di gente avesse conosciuto finora Harry.


“Io..ehm…ma davvero mandate le lettere vie gufo? Da noi…si utilizzavano le lettere solo per scrivere agli innamorati.” Disse Harry.

“Davvero? È considerata una cosa..romantica?” chiese Ron.

“Sì. Edvige, vieni qui, vieni a conoscere Ron.” Disse Harry,
 
La civetta bianca arrivò da Harry appena il padrone la chiamò. Si poggiò sulla sua mano.

“Vai da lui, è il mio nuovo amico.”

La civetta guardò sospettosa Ron e poi si sistemò sulla sua spalla.


La civetta si posò morbidamente su di lui e Ron strizzò appena gli occhi.

“Oddio. Una civetta. Una civetta vera. Che bella.” Disse Ron, dapprima intimidito, poi accarezzandola piano.

La civetta fece un verso di apprezzamento, poi volò via, tornando nella sua gabbia.

“Credo che Edvige abbia pensato di averci fatti contenti abbastanza per oggi.” Disse Harry sorridendo, notando che Ron sembrava più rosso che mai. Lo guardò perplesso.

Mi ha definito il suo nuovo amico pensò Ron, felice.

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Capitolo 3
*** Lo specchio delle brame ***


Harry aveva deciso di tornare da solo davanti allo specchio. Ron voleva desisterlo dall’andare nuovamente, ma  a lui non importava. Se lui non era d’accordo, sarebbe andato da solo d’ora in avanti. Voleva stare con la sua famiglia. Ron era cresciuto con i suoi genitori e una VALANGA di fratelli. Non poteva capire cosa significa, pensava lui.
 
“Harry…”

Oddio..no..non può avermi seguito fin qui..voglio dire, avevo sperato dentro di me, che lo facesse, ma non avrebbe dovuto…

“Non avresti dovuto venire.” Harry non può controllare né comandare al tono della sua voce, di non apparire così triste.

“Dovevo. Sei mio amico, no?”

“Senza mantello è molto pericoloso, Ron. Avrebbero potuto vederti. Perché sei qui?”

“Perché io..”

“Vuoi guardare ancora davanti allo specchio?”

“No. anzi, perdonami se sono stato superficiale. Resta pure tutto il tempo che vuoi, Harry…io sarò qui.” disse Ron, toccandogli una spalla. Harry posò la testa sulla mano dell’amico, ringraziandolo silenziosamente.

Ron tuttavia dopo un po’ decise che avrebbe fatto un giro, magari cercando di sgraffignare qualcosa in cucina, per combattere la noia, quindi per un po’ Harry restò da solo.

E durante la sua assenza arrivò Albus Silente.

“Allora, di nuovo qui, Harry?”
 
 
 
*

Quando Ron tornò, dopo aver sgraffignato qualche dolcetto e ridato il mantello dell'invisibilità ad Harry, lo trovò inaspettatamente accucciato sul pavimento.

“Oddio, Harry..” mormorò Ron, lasciando i dolci a terra e correndo dall’amico, temendo che si sentisse male.

Quando lo raggiunse, tuttavia, capì che l’amico era solo stordito dalla stanchezza e forse..da qualcosa che sembrava dolore.

Dormiva e ai lati dei suoi occhi campeggiavano delle lacrime.

“Ma guardati. Sembri proprio un frugoletto.” Disse Ron, togliendogli via le lacrime con delicatezza.

“Mmm…Ron?” mugugnò Harry nel sonno.

“Dai, Harry, alzati..dobbiamo andare a letto.” Sussurrò.
“Mmm..no..”
“No??”
“Ho sonno..lasciami qui.” disse Harry.

“Che stai dicendo? Non posso lasciarti qui.” disse Ron scandalizzato.
Harry richiuse gli occhi, sbuffando.
Ron sospirò e lo fece alzare comunque.

“Ron, e dai.”

“Sono sicuro che meriterei un pugno in faccia da te, se ti lasciassi qui tutta la notte. Su, appoggiati a me.” disse l’amico. “E vieni sotto il mantello.”

Tornarono fino alla torre, dove Ron rimise il mantello nel suo baule e spinse gentilmente l’amico a letto.

“Ron..è venuto Silente, mentre tu non c’eri..” disse ancora nel sonno.

“Ma davvero? “ chiese l’amico corrugando le sopracciglia. “E io che credevo fosse entrato il mago Merlino.”
“Guarda che è vero..”

“M-mh…okay..me lo racconterai domani..ok? Ora dormi.” Disse l’amico, un po preoccupato.

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Capitolo 4
*** Parlando della mano di Ron ***


Contesto: in questo capitolo, siamo sempre nel primo libro,  qui è quando Harry e i suoi amici, vanno nella foresta proibita come punizione per esser stati beccati a gironzolare a scuola di notte (dovevano portare via Norberto ) Harry trova l'unicorno morto e un uomo con il cappuccio berne il sangue (era Raptor, lo faceva per tenere in forze Voldemort) l'unicorno era morto, ma ho voluto far finta che in questa versione si è salvato ^^





“Quindi siete arrivati in tempo per salvare quell’unicorno.” Disse Ron, mentre Harry gli spiegava con dettagli, com’era andata quella notte, dentro alla foresta proibita. Era sicuro di aver visto Voldemort cercare di dissanguare quel povero animale e disperava ormai di poterlo ancora salvare, ma per fortuna a quanto pare, Voldemort aveva deciso di non farlo morire subito, per continuare ad avere la sua scorta di sangue caldo.

“Già..chissà da quanto tempo era in agonia..povera bestia..” disse Harry, in ospedale, da Ron, guardando ancora la sua mano ferita.  Gliela prese, controllandola da sopra le bende.

“Avrei potuto esserci anch’io..se non fosse stato per il mio stupido errore..combino sempre disastri..”

“Non dire così, non è colpa tua se il drago ti ha morso e io sono stato un idiota a dimenticare il mantello sulla torre..”
“Ma io ho picchiato Malfoy..” gli ricordò Ron.

“Perché sei stato provocato..e a proposito..non te l’ho detto ancora..ma..è stato davvero nobile da parte tua..non dire a nessuno da cosa sei stato morso..” disse Harry, guardando in basso.
Ron aggrottò le sopracciglia.

“Come potevo tradirvi? Non pensarci! Piuttosto, tu, sei stato molto gentile a rassicurare il povero Neville..ti ho sentito di notte sai, a rassicurarlo, dicendogli che la storia di Norberto era vera..poverino..c’era rimasto così male nel pensare che ci eravamo inventati tutti e l’avevamo preso in giro.”

“Era il minimo che potessi fare. Se era in lacrime era anche colpa nostra.” Sorrise Harry. “A proposito, avrei voluto essere con te a picchiare Malfoy!”
Ron parve ringalluzzirsi.

“Quella si che è stata una bella sensazione!”

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Capitolo 5
*** Dopo la sconfitta di Raptor, in infermeria ***


Contesto: qui, Harry, Ron ed Hermione, scendono nella botola, per impedire a Raptor di rubare la pietra filosofale. In questo capitolo devono sfidare gli scacchi giganti




“Volete  fermare Piton, oppure no??”
“Ron…”
“Sentite, se non vi sbrigate, quello ruba la pietra..”
 
Harry dovette restare impotente, a guardare mentre la regina tramortiva Ron con quel suo grande braccio di pietra e lo faceva cadere dal cavallo.
Le lacrime gli affiorarono agli occhi, ma si impose di restare calmo. Era impossibile che fosse morto. Silente non avrebbe mai messo a punto un sistema che ammazzasse qualcuno, anche se si trattava di ladri, malfattori e assassini.
Quando riuscirono a vincere, lui ed Hermione, andarono da Ron e controllarono le sue condizioni.
“È vivo..” disse Harry, tremando dal sollievo. “Andiamo..”
 
Arrivato nella stanza successiva, successe quello che comunque già si sentiva che sarebbe successo.
“Torna indietro e va a riprendere Ron..” Harry continuava a snocciolare indicazioni, finendo per dire ad Hermione che una volta portato via Ron, avrebbero dovuto mandare una lettera a Silente. Se lo sentiva che il suo destino era quello di combattere questa cosa da solo..e poi era davvero preoccupato per la sorte dell’amico. Si augurò che Hermione avrebbe fatto di tutto per riportarlo su, anche se avrebbe significato farlo lievitare fino a sopra la botola.
 
 
 
*
Quando molto tempo dopo si risvegliò in infermeria e vide i suoi due migliori amici fare capolino nella stanza, dopo una breve discussione con Madama Chips, non ci vide quasi dall’emozione.
 
“Ehi, siete qui.” disse contento, indugiando con lo sguardo su Ron, finalmente di nuovo in piedi e ristabilito. Allargò le braccia come per invitarlo ad avvicinarsi. Stranamente Ron guardò dubbioso Hermione, che fece un breve gesto come a scrollare le spalle, anche lei dubbiosa.
 
Harry decise di non badarci e appena si avvicinò, strinse l’amico abbastanza forte. Era contento fosse di nuovo in piedi, ma subito dopo, dovette staccarsi, perché avvertì un mancamento che quasi lo fece svenire di nuovo.
 
“Ehi, ehi, piano, stenditi.” Disse Ron, di nuovo preoccupato.
Sentì la voce di Hermione sbuffare sonoramente.
 
“Te l’avevo detto, Ron! Niente abbracci! Immaginavo che non si è ancora ripreso del tutto. “
“Veramente io..”
 
Ecco allora cos’erano quelle occhiate.
 
“Non discutete adesso..vi prego..mi gira ancora la testa..piuttosto..raccontatemi cos’è successo dopo che sono svenuto.”






















Note dell'autrice: 

quando lessi i libri la prima volta, ci sono sempre rimasta un po' male, che Harry non si è preoccupato tanto di quello che era successo a Ron xd 
cmq amo la loro bromance, quindi aspettatevi tanto miele!

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Capitolo 6
*** Ron aiuta Harry a svestirsi, dopo il braccio disossato ***


“È un po' piccola.” Si affrettò a dire Ron. “Non è certo come quella che avevi a casa dei babbani e poi io mi trovo proprio sotto il fantasma che vive in soffitta. Non fa che picchiare sui tubi e lamentarsi.”
 
“Ma Harry disse con un largo sorriso. “Questa è la casa più bella dove io sia mai stato.”
 
A Ron si arrossarono le orecchie.
 
 
 
 
 
*
 
Quando Harry finì in infermeria a causa del braccio rotto, colpito da un bolide e direttamente disossato, per colpa di Allock, credeva che sentirsi dire da Madama Chips a proposito del far ricrescere le sue ossa: “Certo che ci riuscirò ma sarà doloroso!” sarebbe stata la cosa peggiore, ma poi, arrivò il momento di doversi mettere il pigiama e con un braccio solo, non ce la faceva.
 
“Oh, Harry, devi farti aiutare!” sospirò Hermione.
“No,ce la faccio.” Borbottò Harry, imbarazzato.
 
I due amici aspettarono dietro la tenda, poi fu chiaro che Harry non aveva combinato proprio niente con un braccio solo e si limitò a riaprire la tenda, sconsolato.
 
“Ron, senti…potresti..aiutarmi?” lo chiese con una vocina piccola piccola e senza guardarlo.
 
“Sì, certo, Harry.” Dise Ron, un po' sorpreso, anch’esso imbarazzato.
 
Si chiusero la tenda dietro Hermione per avere un po' di privacy e Harry sentì Ron dietro di lui che lo aiutava a sfilarsi  la maglietta.
 
Si sentiva terribilmente a disagio, era pur vero che Ron era un ragazzo ed era il suo migliore amico, ma non si era mai spogliato davanti a nessuno, prima d’ora, eccetto, i ragazzi dello spogliatoio maschile quando facevano ginnastica alle elementari, ma erano così tanti che nessuno badava a lui, inoltre, intravedere a distanza, non era lo stesso che farsi spogliare no? anche se questo era il tuo migliore amico!
 
“Così..piano..” disse Ron, attento, mentre passava il braccio afflosciato di Harry sull’altra manica.
 
Poi toccò ai pantaloni, Harry cercò di fare da solo almeno li, con una mano non era difficile, ma per l’agitazione forse, fece un movimento brusco, con il risultato che avvertì un forte dolore al braccio sano e il rimprovero di Ron, di stare fermo.
 
Harry sentiva il respiro di Ron dietro di lui. Non l’aveva mai sentito così vicino a lui.
 
Cercò di non fossilizzarsi su quello e sulle dita di Ron che abbassando i suoi pantaloni gli sfiorarono inevitabilmente la pelle nuda.
 


I pantaloni del pigiama glieli infilò di fronte a lui, il rosso guardava in basso, per terra, senza sollevare lo sguardo e il moro si limitava a fissare un punto di vuoto attorno a lui, ma non l’amico in faccia.
 
“Ok, sei a posto.” Disse Ron,evidentemente più tranquillo di aver finito.
 
“Mi dispiace che tu abbia dovuto toccare quella..roba..” disse Harry desolato.
 
Ron lo guardò stupefatto. “Stai scherzando, Harry? Sei mio amico! Non mi potrebbe far schifo niente di te.”
“D-davvero?”
 
“Mh. Sai, è una fortuna che almeno il resto è a posto.”
 
Questa cosa fece sì che Harry si chiedesse se per caso Ron avesse magari esaminato il suo corpo, mentre lo aiutava a spogliarsi, anche solo la schiena o il petto. Quel pensiero lo fece sentire ancora più in imbarazzo.
 
Poi Ron con gran sollievo di entrambi, scostò la tenda. Quando fu fuori, Ron fece per sventolarsi il maglione che teneva indosso e poi se lo  sfilò, restando in maglietta. Aveva il viso tutto arrossato. Harry distolse lo sguardo da lui e prese a parlare con Hermione, che guardava il rosso con uno sguardo di disapprovazione.
 
Per fortuna poi arrivarono anche Fred e George, accompagnati dagli altri giocatori che erano in squadra con Harry.
Quando fu l’ora che tutti lasciarono la stanza, Ron riservò a Harry uno sguardo a metà tra l’imbarazzato e l’indeciso.
 
“Pensi che avrai..ancora bisogno di qualcuno che ti aiuti, domani?”
Harry si sentì avvampare come un vulcano.
 
“No, no..figurati..credo che in questa notte dovrebbero ricrescere tutte le ossa..ecco..”
 
Se avesse dovuto avere l’urgenza di andare in bagno, con un po' di fatica, avrebbe fatto in modo di abbassarsi quel tanto che bastava, i pantaloni, ovviamente evitò di fare ai due amici quell’appunto, la situazione era già stata abbastanza imbarazzante.






















Note dell'autrice: 

ero decisamente in conflitto in questo capitolo! Essendo una scena che accade davvero, ma non è stata scritta nel libro, ma solo menzionata, non potevo non metterla, essendo che questa ff nasce dall'idea di scrivere la loro storia dall'amicizia fin dalle prime pulsioni xd ma non è niente di sessuale, ma solo di imbarazzante! Quante volte anche da bambini ci siamo sentiti in imbarazzo, all'idea di spogliarci davanti ad altre persone? xd certo se succede con davanti una persona che ci piace, come nel caso di harry e ron, è un'altra faccenda! xd ad ogni modo si può capire l'imbarazzo di Harry ^^

ps la scena di Ron che aiuta Harry è ispirata alla pag 158 del secondo libro.

ps per quanto riguarda l'abbigliamento dei maghi, la questione è più complessa! Non mi ricordo più ma mi sembra di aver letto che loro indossano le vesti come tuniche e non i pantaloni come fanno vedere nei film, ma quello che penso io, è che, non credo che andassero sempre in giro così no? soprattutto di inverno xd a ogni modo ho scelto di non star a diventare matta e di far indossare a harry pantaloni (non jeans) e maglietta, visto che con un braccio disossato, più leggero stava meglio era xd

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Capitolo 7
*** I cupidi di Gilderoy, postini d'amore! ***


Contesto: in questo capitolo, Gilderoy Allock manda i suoi cupidi, per festeggiare San Valentino. Ci troviamo nel secondo anno. Un cupido afferra Harry e comincia a cantargli la canzoncina:

"Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia
Capelli neri e lucidi come di corvo in volo
Vorrei che fosse mio – quale divina gioia! –
L’eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo."





“Non credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo San Valentino, Weasley.” Disse Malfoy con aria dispettosa, dopo che il nano cupido ebbe cantato la canzone ad Harry.

Si voltarono paonazzi, sia Ron, sia Ginny, solo che quest’ultima scoppiò in lacrime, fuggendo via.
A Draco non sfuggì il fatto.

“Mi riferivo a tua sorella, rosso. Sei geloso? Beh, sei sempre in tempo per richiamarne uno e fargli un Valentino al volo. Magari Potter apprezzerà di più.”

Ron avvampò furiosamente e fece per impugnare la bacchetta, ma Harry, che temeva che sarebbe finita come quella volta che Ron si mise a vomitare lumache, lo dissuase.

Dopo le lezioni, Ron era ancora giù di morale, quando Hermione li raggiunse in corridoio, notò l’aria afflitta di Ron.
“Che cos’ha?” chiese Hermione. Fortunatamente, Harry rispose per lui.

“Malfoy. Prende in giro Ginny perché è convinto che abbia una cotta per me ed è geloso della mia amicizia con Ron.”

Hermione sospirò, Ron si sentiva ancora arrabbiato ma vagamente compiaciuto. Malfoy era stato un perfetto stronzo, con lui e con sua sorella, però il pensiero che il biondo fosse geloso, un po' lo compiaceva. Lo faceva sentire come se avesse un posto speciale nel cuore del moro, inoltre. aveva apprezzato molto il fatto che gli avesse risparmiato l'imbarazzo di sentirlo raccontare all'amica, cosa fosse successo poco prima, .

Non avrebbe mai scritto una poesia così sdolcinata, lui. Per un ragazzo, poi! Per un amico, inoltre! Però..in effetti il pensiero che voleva che fosse solo SUO – come amico, chiaro – lo aveva sfiorato molte volte.

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Capitolo 8
*** Ron principe? ***


“Sibilla Cooman. Insegnante di Divinazione. Come facciamo a salire?” chiese Harry.

Come in risposta alla sua domanda, la botola si aprì all’improvviso e una scala argentata calò fino ai piedi di Harry.

“Dopo di te.” disse Ron sorridendo.

Harry ebbe una fugace immagine di un Ron principe che gli diceva di sedersi dentro una splendoda carrozza.
Ma cosa vado a pensare??

Ringraziò che Ron non potesse leggere nel pensiero.






















Note dell'autrice: 

Ron dice davvero "dopo di te" quando stanno andando dalla Cooman, potete trovare la scena a pagina 87 del terzo libro xd mi è sembrata una cosa curiosa hahah il resto l'ho inventato io e ho voluto inserire questo xd

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Capitolo 9
*** Harry e Ron litigano con Hermione ***


Finalmente mi trovo a tu per tu con Cornelius Caramell. Non è la prima volta che lo vedo, ma è la prima volta che lui vede me, suppongo, almeno di persona. La prima volta avevo il mantello dell’invisibilità.

“Ah, sei preoccupato per la reazione dei tuoi zii? Non lo nego, erano molto arrabbiati, Harry, soprattutto tua zia Petunia. Non la finiva di sbraitare contro tuo zio, dicendo che era colpa di quell’orribile sorella sua, se tu avevi combinato questo disastro, visto che non aveva smesso un attimo di tormentare te e parlare male della sua sorella morta.”

“Zia Petunia…ha sbraitato contro zio Vernon?” chiese Harry ancora attonito.

“Non solo. Gli ha anche detto che non metterà mai più piede a casa loro, tua zia ovviamente, non te.” Disse Caramell ridacchiando. “Tu puoi tornare, a patto che rimani ad Hogwarts per le vacanze di Natale e di Pasqua.”

Harry era ancora stralunato e attonito. Ovviamente aveva già notato le occhiatacce che Petunia lanciava a Marge, quando parlava male di sua sorella e perfino quando maltrattava lui. Evidentemente sua zia pensava che loro avevano l’esclusiva per farlo, ma non pensava si sarebbe rivoltata anche contro il marito.

Non era molto, ma almeno dimostrava che conservava un minimo di affetto fraterno e famigliare.
 
Mentre Harry si rimetteva a letto in un letto di una delle stanze del Paiolo Magico, si ritrovò a pensare.


Che razza di individuo quel Caramell…la faccia che ha fatto quando gli ho chiesto di firmarmi il permesso per Hogsmeade..neanche gli avessi chiesto di adottarmi come FIGLIO.

Mi sento così..umiliato. Che nervoso. È meglio dormire. È stata proprio una giornata da dimenticare.


 


Dopo che Harry litigò con Hermione perché aveva fatto la spia a proposito della firebolt regalata da un mittente anonimo, Harry litigò con lei e in un moto di confidenze, disse a Ron cosa gli era capitato durante le vacanze estive, dopo l’incidente di zia Marge.
Ron aveva preso ovviamente le difese di Harry e ascoltava con curiosità il suo racconto sui suoi zii e su Caramell.

“In fondo è stata carina tua zia, ti vuole bene a modo suo.”
Harry fece una risatina scettica.
“Dovesti raccontare a loro di Black. Non è giusto tenerglielo nascosto.”

“Non credo si preoccuperebbero chissà quanto, anzi, forse spererebbero che mi trovasse.” Disse Harry.
“Non puoi parlare sul serio!”

“Caramell sembrava più preso dalla cosa, come se fosse preoccupato per me, ma poi quando gli ho chiesto di firmarmi il permesso..avresti dovuto vederlo. Era come se gli stessi chiedendo di adottarmi.”

“Caramell è un idiota, ha paura che si venga a sapere e che Black possa prendere di mira anche lui, probabilmente. La nostra famiglia non ha problemi con questo, non li avrebbe neanche se chiedessi di essere adottato da noi.” disse Ron, sorridendo e le sue guance si tinsero un po' di rosa.

Harry lo fissò stupito e sorrise teneramente.
“Se i tuoi lo facessero, diventerei dunque tuo fratello. “
“Amico, mio fratello lo sei da quando ci siamo conosciuti la prima volta.” Sorrise Ron, accarezzandogli una spalla.

Uno strano turbine di emozioni scombussolò Harry a sentire questo, ma non seppe definire cos’era.
 
Alla fine, la scopa era stata restituita ad Harry, ma poi successe il fattaccio del topo di Ron. Harry si sentì quindi in conflitto, aveva appena fatto pace con l’amica, ma si sentiva solidale nei confronti dell’amico e quando cercò di fargli notare che aveva ragione Ron, litigarono anche loro due, ancora.

Tanti sentimenti albergavano nel cuore di Harry, che stava cominciando a farsi due conti e a capire che forse teneva di più al suo amico che ad Hermione. Non era come se non le importasse di lei, ma con Ron il rapporto era un’altra cosa, era..diverso. Si sentiva legato a lui e non poteva sopportare che soffrisse, così come Ron trovava la cosa insopportabile. Tra i due era stato quello ad uscire di più di testa quando seppe che Black lo cercava e quando scoprì che era stato visto un gramo nella tazza da tè di Harry, l’amica invece aveva subito detto con tranquillità, che non era possibile, inoltre nel caso di Crosta, Harry condivideva il turbamento di Ron. Se fosse successo qualcosa ad Edvige, lui non sapeva dire come avrebbe reagito.
























Note dell'autrice: 

ciao ragazzi, sono così amareggiata oggi e giù di morale oggi, che è già tanto che riesco ad aggiornare. In questa storia ripercorro tutte le tappe della crescita dell'amore tra Harry e Ron, quindi non voglio tralasciare niente! Sto cercando anche di inserire alcune scene e cambiamenti che ho messo anche in un'altra mia storia: "Harry Potter 2.0."  

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Capitolo 10
*** La questione di Minus ***


L'odio di Piton per Lunastorta



Piton continuava a pensare a Lupin e al suo posto di insegnante di difesa contro le arti Oscure.

 il suo sangue gli ribolliva, se pensava che uno degli amichetti di James Potter, stava in quel momento lì al castello ad occupare il posto che da tanti anni avrebbe preferito occupare lui. Aveva chiesto a Silente, ripetutamente, di non fidarsi, di non dargli quel posto.. e ora non solo Silente se n'era fregato alla stragrande di come si sentiva lui, ma sembrava anche sottovalutare  il fatto che essendo grande amico di quel traditore di Black, avrebbe potuto benissimo tramare nell'ombra contro di lui. E ora Black era entrato.

Tutto perché Silente non gli aveva dato ascolto e inoltre pretendeva che gli facesse da balia preparando pozioni per lui in tempi ravvicinati e in dosi massicce.

Se qualcuno avesse detto a Piton che un giorno, da insegnante di Hogwars, avesse dovuto preparare un antidoto per la condizione di Lupin, ripetutamente, non sapeva come avrebbe reagito. Probabilmente avrebbe rifilato allo sfortunato un Avada Kedavra.

Il solo fatto di dover fare qualcosa per far star meglio uno della combriccola odiosa di queL SERPENTE, di quel… MAIALE di James Potter, era rivoltante.

Naturalmente Piton non era completamente senza cuore e anche se non lo dava a vedere, lui apprezzava e riconosceva i bei modi e la gentilezza, soprattutto dal momento che grazie a Voldemort, era abituato da sempre a tutt’altro.

Anche se odiava quindi Lupin, per quello che rappresentava, il legame con quel maiale, così come odiava Harry Potter, doveva doveva riconoscere  a Lupin un certo savoir fair e una gentilezza quasi piacevole e di certo inaspettata da uno che era stato uno dei migliori amici di quel Potter,
 
Avrebbe voluto davvero avvelenarlo quando Silente gli propose di preparare quella pozione anti trasformazione di lupo mannaro per lui , ma si accorse ben presto che alla fine non voleva davvero farlo. Non sapeva se era per la gentilezza di Lupin o per chissà che cosa, ma alla fine sembrava davvero il migliore di tutta quella combriccola di James Potter.  Nonostante questo,  sapeva benissimo, che se Lupin avesse dovuto scegliere tra loro e il suo caro vecchio amico traditore Black, avrebbe scelto sicuramente Black, a priori, contro tutto e tutti,  anche nel remoto caso che Lupin agisse davvero con le migliori intenzioni, cosa di cui, dubitava fortemente.

Insomma, dopo Raptor, c’era il forte sospetto che qualcun altro, qualche altra talpa traditrice, congiurasse contro di loro..altrimenti come avrebbe fatto Sirius ad entrare?

Ma se era davvero Lupin ad averli traditi, era strano che si comportasse così con il ragazzo. Quasi come se tenesse davvero a lui.




*

Lunastorta ringrazia Piton per la pozione



“Severus, io volevo dirti solo..grazie. Per tutto quello che fai per me.”

“Bando agli svenevolismi, Remus, prendi la maledetta pozione. E poi non lo faccio per te, ma per il benessere di tutti.”

“Severus, volevo solo farti sapere…che mi dispiace di non averti difeso quando..quando James…”

“Non dire quel nome! Non davanti a me, Remus. MAI Più.” disse Piton rabbrividendo.

“Va bene..scusami, ma io dovevo..insomma..farti sapere.”

“Ora l’hai fatto. Possiamo finirla qui. “

“Va bene. Scusami ancora, Severus. E grazie.”
 
Piton non osava ammetterlo, neppure ad alta voce a sé stesso, ma quel gesto, era stato apprezzato.  




*

Piton accetta di fidarsi di Black e Lupin



“Levati di torno Potter, sei già abbastanza nei guai..se non fossi stato qui a salvarti..” disse Piton.

“ Solo rimasto solo con lui per ore  a prendere lezioni di difesa contro i dissennatori. Se davvero stava aiutando Black, perché non mi ha finito allora?”

“Non chiedermi di immaginare come funziona la mente di un lupo mannaro..” disse Piton, ma qualcosa in lui cigolava.

“Severus, per favore..” lo supplicò Remus.

Piton, molto lentamente, abbassò la bacchetta.

“Grazie, Piton..” disse a bassa voce, ma tuttavia con un sussurro ben udibile, Sirius.

“Ti tengo d’occhio, Black.” Disse Piton, guardandolo ancora male. “E ora, spiegatevi! E badate di essere convincenti!” disse Piton a tutti quanti.



Purtroppo nonostante tutto, nonostante Piton era pronto a credere ai ragazzi, successe lo stesso il finimondo. La trasformazione di Lupin in lupo mannaro, la cattura di Black per via di altri professori, la fuga di Minus, non vista da esterni. Di nuovo.
 
“È davvero una storia incredibile.” Disse il preside, ascoltando il racconto.

“Mi dispiace, io ho cercato di…ma sono stato colpito con un incantesimo da quel bastardo di Minus e sono svenuto e così hanno catturato Black. Sono molto addolorato per il mio fallimento, ma sono pronto a testimoniare, signore.” Disse Piton.

“Credo che adesso andrò a parlare con Harry e Hermione.” Disse il preside.
 
 
 




*

"Il professor Lupin e il professor Piton possono dirle..” cominciò Harry.

“Il professor Lupin al momento è nel cuore della foresta e non può dir niente a nessuno, devo aggiungere inoltre che i lupi mannari, così come gli ex mangia morte, godono di una così scarsa fiducia presso gran parte di noi, che il loro sostegno conterrà pochissimo..” disse Silente.






















Note dell'autrice: lasciate che vi spieghi una cosa importante a proposito di questo capitolo, che varrà anche per tutti quelli che verranno dopo. Io ho già scritto e sto continuando a scrivere una ff in cui ho modificato alcuni eventi salienti del libro, come la salvezza di Sirius o l'inocenza di Minus, ora, riscrivendo da capo un'altra ff, perchè volevo davvero scrivere una ff in cui Harry e Ron erano inamorati, mi trovo davanti un forte dilemma, cioè riscrivere o non riscrivere gli eventi che avevo modificato nella storia Harry Potter 2.0 ? Ho deciso che alcune di quelle cose mi piacciono troppo per non fare che accadano anche in questa versione, ovviamente sarò costretta a modificare qualcosina, perchè questa non sarà una Drarry, ma ci tengo a lasciare ALCUNE cose invariate, è per questo che ho deciso che alcune parti che riguardano Piton, così come la liason tra lui e Silente, verrà riportata anche qui! Chi ha già letto le loro parti nella storia Harry potter 2, non c'è bisogno che le rilegga, chi le legge per la prima volta, spero le apprezzerà ^^ cercherò di riportare in questa storia, i fatti che mi interessa lasciare anche in questa, nella speranza però di non fare mille capitoli come nell'altra, però, c'è la possibilità che vi ritroviate magari anche capitoli lunghi, ecco. Per adesso dovremmo aver concluso gli eventi del terzo anno!

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Capitolo 11
*** Non sei tu l'erede di Serpeverde, io lo so ***


“Credevo che le battute di Fred e George avessero fatto il loro effetto, non le hai trovate divertenti, Harry? Perché io sì.” Disse Ron.

Harry non rispose, allora Ron ricalcò le loro battute:

“Levati di torno, Percy, Harry ha fretta! Proprio così, sta sgattaiolando nella Camera dei Segreti, per prendere un tè con il suo servitore zannuto!”

Harry non disse ancora niente, ma dopo qualche secondo, si sentì un altro piccolo singhiozzo.
 


POV RON

Mi alzai, incurante del fatto che di solito queste cose tra maschi non si fanno

Ma lì a pochi metri, c’è il mio amico del cuore che sta piangendo

E il suo pianto mi spezza il cuore

Vado nel suo letto lentamente e lo abbraccio da dietro, accarezzandogli i capelli per brevi attimi.
 
Rimane perplesso per qualche secondo, poi si rilassa, chiudendo gli occhi dopo poco.

Finalmente non piange più.

Credo che resterò qui fino a domattina..ho sonno..

E poi lui potrebbe risvegliarsi e non lo vorrei perché…

Finalmente non piange più.
 






















il contesto è il secondo libro, mi ero dimenticata di scriverlo xd specifico che lascerò questo capitolo come ultimo, per un po,ma poi dovrò spostarlo, visto che non può stare dopo i capitoli del terzo xd scusate per la confusione!

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Capitolo 12
*** Silente e Piton: Dal primo al terzo anno ***


Contesto: questo è un capitolo interamente dedicato a Silente e Piton e comprende i loro  pov dal primo al terzo anno.
Spero vi piaccia. Ho deciso di metterli tutti insieme, perchè ho stabilito fosse la cosa migliore per evitare troppa confusione.







Quando arrivai al numero 4 di Privet Drive, sentivo freddo. Era una notte fredda, ma non importava.

Dentro di me sentivo il cuore leggero. Voldemort era scomparso. Il mondo magico stava festeggiando. Qualcosa di grandioso era successo e l’animo e il cuore di tutti era gioioso.
 
 Guardavo i lampioni accesi, mi davano fastidio, mi impedivano di pensare e poi non volevo che vedessero me e Minerva, quindi li spensi con lo spegnino.

Devo ammetterlo. Fu una genialata da parte sua, aspettarmi in quel modo. Quale eleganza!

Minerva riesce ancora a stupirmi, ancora dopo tanti anni che la conosco.

Aspettarmi, travestita da gatto.

Avrei dovuto immaginarlo. La cosa mi fa sorridere.



Sono stupito che non sia a festeggiare assieme a tutti gli altri maghi, per la scomparsa di Voldemort.

Io non credo di essere più grande di quello che sia stato o che è ancora, Voldemort aveva poteri che io non avrò mai, ma Minerva mi dice che è così solo perché sono troppo nobile, per usarli.

Io non so se sono una persona nobile. Intelligente sì, certamente, di questo sono sicuro..ma cosa vuol dire davvero nobile?

è forse nobile voler capire gli altri o i meandri della mente umana, perdonare, amare sopra tutto? Continuare a sognare, a sperare, non abbandonarsi all’ira, alla distruzione? Tutto questo è fonte per me di amarezza, perché dovrebbe essere una cosa normale, ma con Minerva non dico questo. Non voglio intristirla. Non oggi. Non questa notte.



Adoro Minerva, ma a volte mi fa arrabbiare. Soprattutto quando comincia a discutere sulla mia decisione di dare Harry Potter, il bambino sopravvissuto, ai suoi zii.

Non può capire, certo, ma per Harry è molto, molto meglio crescere con i suoi zii. Solo qui può essere al sicuro. Nessuno potrà fargli del male fisicamente in quella casa. Gli zii..sono gli zii..impareranno ad amarlo!

Mi dispiace che a volte Minerva non abbia fiducia in me.



“Affiderei ad Hagrid la mia stessa vita.” dissi. Se potevo io dare fiducia incondizionata a qualcuno, perchè non potevano altri fare la stessa cosa con me, senza fare domande?

Riesco a vedere nell’animo umano. In quello di Hagrid ci vedo tanta solitudine e tanta bontà. Credo nelle persone sole perché sono quelle che hanno più amore da dare, e più gli viene negata la possibilità di darlo, e più sarà il loro amore, quando incontrano qualcuno che glielo permetterà.

Potevo immaginare Hagrid arrivare in quel momento con la motocicletta con il bambino. Hagrid è una persona buona. Su di lui si può contare. Ha il mio affetto. Sicuramente. Uno dei pochi.

Abbiamo delle cose in comune io e lui, anche se non si direbbe, siamo entrambi persone sole.
 


Quando Hagrid arriva, prendo il bambino – Harry – e lo poso sul gradino, per un attimo gli occhi mi diventano lucidi. Per pochi attimi mi lascio prendere dall’emotività, figurandomi la scena come se fossi lì presente.

Era un miracolo che Harry fosse sopravvissuto. Quanta malvagità. Voler fare del male a un bambino, solo sulla base di una profezia ridicola e senza senso!

Solo per un attimo mi chiedo se non sto facendo un errore. Posso vedere me stesso tornare indietro con il bambino tra le braccia e portarlo via con me. Assicurarmi che abbia l’amore che meriti.

Io..un vecchio come me, crescere un bambino?

Ero ancora in grado di dare amore a qualcuno?

La mia mano restò ferma nell’aria.

No. Sarebbe stato meglio, con la sua famiglia.

Avrebbe avuto una vita normale, fino a quando non sarebbe stato pronto ad affrontare il mondo magico e la verità.
 


Non mi andava di festeggiare. Voldemort era morto, ma anche Lily e James. Un bambino sarebbe vissuto senza i suoi genitori, e un uomo - Piton - avrebbe sofferto questa colpa per tutta la vita, cercando di espiare. Un uomo che in questo momento era in lacrime.

Non c'era niente da festeggiare...



Durante la notte mi rigirai nel letto. Non riuscivo a dormire. Mi sentivo tormentato. Ero in pensiero per il bambino. Speravo sarebbe stato bene con quella famiglia. Non è colpa mia. Non potevo farci niente. Solo lì sarà protetto, non gli accadrà niente di male, continuavo a ripetermi, cercando di respingere l'idea che qualcosa sarebbe andato di male.




Non immaginavo sarebbe stato tanto difficile scrivere una lettera a Harry! 



In tanti anni da quando sono a Hogwarts ne ho visti davvero di tutti i colori, soprattutto da parte di famiglie che generarono mezzosangue e non volevano accettare che i loro figli venissero qui.

È capitato spesso che molti ragazzi destinati a diventare maghi, non ricevettero la loro lettera per Hogwarts, perché i genitori non gli permettevano di leggerla. Ho visto molti casi così.

Succedeva poi che si scopriva sempre tutto, perché con il tempo, la magia sfuggiva al loro controllo e succedevano disastri che bisognava poi rimediare con cancellazione di memoria collettiva su babbani che avevano assistito a episodi palesemente magici – per fortuna innocui – e conseguente terzo grado alle famiglie.

Tutto molto imbarazzante per tutti noi.                

Ecco perché cominciai a interessarmi personalmente di tutti i futuri studenti – a rischio  - diciamo così. C’era una lista e andava rispettata. Tutti i nomi della lista dovevano essere a Hogwarts, il 1 Settembre.

I gufi ricevevano apposta l’istruzione di comunicare anche non verbalmente se la posta era stata consegnata. Se era così, il gufo tornava felice, altrimenti se c’erano stati problemi, cominciava a fare versi struduli, arrabbiato e a distruggere tutto quello che trovava.

Il gufo incaricato di consegnare la lettera a Harry, era MOLTO arrabbiato.
 

Mentre il gufo che mi trovo davanti, sta ancora stridendo nella sua lingua, davanti a me, dico:

“Va bene..ascolta..adesso faremo più copie di queste lettere. Le farai piovere tutte giù per la cappa del camino, intesi?”

Il gufo rispose con un verso acuto, dispiegando le ali.
 
 
Anche quel tentativo fu infruttuoso. Devo ammettere però che la cosa mi stava divertendo.

“Sono proprio degli idioti..” disse la Mc Granitt, scrivendo una nuova lettera, che stavolta avrebbero fatto consegnare direttamente in un albergo.

Albus non sapeva cosa dire e lui ne aveva conosciuti di idioti.

Non aveva importanza quanto cercassero di scappare. Avevano spie ovunque che potevano riferire loro, qualunque loro spostamento. Avrebbero sempre saputo dove stavano andando.
 
 
Ad un certo punto, Silente esasperato, andò a trovare Hagrid personalmente.

“Mi dispiace disturbarti, hagrid, ma occorre che tu vada a consegnare questa per me.” disse.

“Ma..signore, questa è la lettera per Hogwarts, dovrebbero essere state consegnate tutte già qualche giorno fa.” disse stranito, tenendola in mano. “Problemi con i gufi?”

“Non sono loro i problemi, non lo sono mai. Ma la famiglia del ragazzo.”

“Il..ragazzo?? Ma..aspetti..questa lettera è..è per Harry..Potter…?” chiese sbalordito.

“Sì. Purtroppo ho riposto troppa fiducia nella sua famiglia. So per certo che il ragazzo non ha ricevuto nessuna delle lettere che con estrema insistenza gli abbiamo recapitato..”

“Ma…ma…perché??” Hagrid era sbalordito dall’idea che qualcuno non volesse spontaneamente mandare dei ragazzi in un sogno come Hogwarts.

Silente fece un sorriso.

“La mente umana è piuttosto contorta, mio buon amico..ma a proposito della consegna di questa lettera, c’è bisogno di un metodo..più..incisivo. Ho pensato che tu..”

“Conti su di me, signore. Ho sempre detestato chi cerca di tarpare le ali ai giovani maghi.”
 
 
 

Caro diario, in questi anni, ho seguito Harry Potter da lontano.

Sapevo che non stava bene, ma non immaginavo potessimo arrivare a tanto.

Ho così tanto lavoro da sbrigare e ho perso un mucchio di tempo con una faccenda così banale e allo stesso tempo importante, come la consegna della lettera.

Ho mal di testa. Andrò dal pub di madama Rosmerta cercando di pensare ad altro.

Non so se siano peggio i Dursley o il sorriso divertito di Piton riguardo a questa faccenda.

Come può essere divertito da una simile infantileria?

Esiste questo termine? Potrei chiamare il ministero e chiedere di coniarlo.

Sono Albus Silente in fondo.





Il fisico di Albus

È il 1 settembre.

Primo giorno delle lezioni a Hogwarts. Primo giorno che vedrò….lui.

Mi farà un certo effetto guardarlo negli occhi? Cosa proverò? Rabbia, rancore senso di colpa, rimpianto?
 


“Severus! È una bella giornata, non trovi anche tu?” chiese Silente, andandogli incontro.
 
Silente è il preside della scuola di Hogwarts. È uno dei maghi più ammirati della comunità magica. Uno dei più famosi. Forse il solo di cui l’Oscuro Signore abbia mai avuto paura.

È vecchissimo. Non so neanche quanti anni abbia – certo, non che dovrebbe interessarmi comunque – ma nonostante questo, ha ancora un fisico imponente. Non ha la pelle decadente, tipica delle persone anziane, e ha ancora un fisico sodo..forse addirittura più del mio, che sono più giovane..



“Severus, a cosa stai pensando?” chiese Silente, con curiosità, sorridendo.


Ma a che diavolo sto pensando? Devo riprendermi.



“Solo al fatto che gli studenti non vengono qui per divertirsi o godere dei raggi del sole, Albus..”


mi compiace il fatto che sono uno dei pochi che può chiamarlo o si permette di chiamarlo per nome. Non da a molti questa libertà. Ovviamente lui si fida di me.



“Penso che in un clima disteso e gioviale, gli studenti possano dare il meglio delle loro capacità,  è per questo che oltre alla sicurezza, ho a cuore anche il benessere dei miei studenti e…”

Silente continuava a parlare, ma Severus piton era di nuovo perso nei suoi pensieri.

Probabilmente deve usare la magia per avere un fisico così sodo, nonostante i suoi anni..vorrei riuscire a carpire il suo segreto..forse il fatto che faccia uso così tanto della magia, mantiene in forma il suo corpo..

“Ho capito. Hai la testa da un’altra parte..” disse Silente gentile.

“Cosa?? No, ti sbagli.” Cercò di giustificarsi Piton, ma Silente aggiunse:

“Non ti preoccupare..è perfettamente normale..anzi, ti stavo cercando apposta..volevo dirti che ti capisco..”

“Mi..mi capisci?” Non si metterà mica a dirmi che capisce che io sia geloso del suo fisico? Non oserà…

“Oggi arriva il Prescelto e capisco che per te deve essere difficile, considerando..”

Ma porca miseria..

“Ah, capisco..eri preoccupato per me..ma non devi. Sono un uomo adulto,capace di lasciarsi il passato alle spalle.”

Albus fece una faccia scettica e Piton la prese sul personale.

“Se così non fosse, non sarei qui con te, adesso, no??” disse Piton arrabbiato, alludendo al suo passato da Mangiamorte.

“Certo..e sono contento che tu sia qui, con me, Severus..”

“Bene.” disse Piton, andando via.
 
Però..è stato l’unico a pensare a come potrei sentirmi. Il solo.  Pensò Piton, con un sorriso.






Lo specchio delle brame di Silente



Harry mi ha chiesto che cosa vedo nello specchio delle brame.

“Io? Mi vedo con in mano un paio di grossi calzini di lana. I calzini non bastano mai, è passato un altro anno e nessuno mi ha regalato un solo paio di calzini. Chissà perché, a me regalano soltanto libri.”
 
Aveva mentito, ma non del tutto.

Nello specchio vedeva sua sorella. Ariana. Bella, dolce e fragile. Ancora viva.

Nello specchio vedeva Grindelwald. Suo vecchio amico e uomo di cui era profondamente innamorato.

Nello specchio riviveva quel periodo come un loop, ma con una differenza. Riusciva ad accorgersi in tempo della malvagità del suo amico e a salvarlo.

Vedeva anche Piton.

Nello specchio riusciva a trovare la forza di abbracciarlo e scacciare del tuto l’oscurità dentro di lui, colmare la sua disperazione e pena.

Nello specchio era consolatore e amico dell’uomo che gli stava facendo così tanti favori. Piton si apriva con lui ed era meraviglioso poter parlare a cuore aperto dei propri demoni.

Ma lui era Silente. L’uomo che si teneva tutto dentro.
 
Chi potrebbe mai amare una persona come me?



Solamente dopo tutti questi desideri, quando tornava la tristezza, vedeva nello specchio delle brame, I CALZINI. Rispecchiavano il suo desiderio di essere amato.





Il rospo di Neville

 
 
“Tutti qui e guardate che cosa succede al rospo di Paciock. Se è riuscito a preparare una pozione restringente, diventerà un girino, se ha sbagliato e non ho alcun dubbio in proposito, è probabile che il suo rospo finisca avvelenato.”
 
Alla fine il rospo era diventato un girino e Piton tolse cinque punti in meno a Grifondoro perché aveva capito che era stata Hermione ad aiutarlo.





In quel momento si stava sfogando con Silente.
 
“Quella mocciosa impertinente. Le avevo detto di non immischiarsi. Avrei comunque dato un antidoto per il rospo, una volta dato a Paciock una lezione. In questo modo non imparerà mai a…”

“Perché non hai detto a Paciock che avevi già pronta una cura per il veleno?” chiese Silente, guardandolo serio e profondo.

Piton rifuggì da quello sguardo indagatore, guardandolo aspramente, ma il suo colorito si accese di rosso.

Qualunque idiota lo avrebbe capito. Anche la Granger. Ma lei no. Non poteva farsi gli affari suoi. Ha voluto sfidarmi.” Disse Piton ancora rancoroso per quella storia.
 
Silente sospirò.
 



 Avrei voluto che Severeus  dicesse dell’antidoto, ma lui non è solito voler farsi benvolere dagli alunni, anche a costo che tutti credano che sia un mostro.  Scriveva Silente nel suo diario.



La gatta di Gazza



La gatta di Gazza, Mrs Purr, era stata pietrificata e Gazza continuava a piangere.

"Ultimamente la professoressa Sprite è riuscita a procurarsi alcune Mandragole. Non appena saranno cresciute, farò una pozione che riporterà in vita Mrs Purr." disse Il preside, Albus Silente.

"Lasci fare a me." ne approfittò Allock, devo averla fatta centinaia di volte, la pozione ricostituente alla Mandragola, so prepararla a occhi chiusi."

"Fino a prova contraria, l'esperto di Pozioni in questa scuola sono io." disse Piton glaciale e furibondo.

Questo INSETTO, cerca di farsi bello agli occhi del Preside?

Silente e Piton si guardarono negli occhi e Silente sembrò arrossire sotto lo sguardo di fuoco di Piton.

Seguì una pausa imbarazzata, tra tutti i presenti, che forse si erano accorti della tensione che scaturiva in quell'aula.
 






















Note dell'autrice: qui le note sono doverose, sono sicura che siete parecchio confusi e spero che queste note servano a dissipare la confusione.
Non ho perso di vista la ship principale, ma questa storia non servirà solo a raccontare la storia d'amore di Ron ed Harry, ma riprenderà la maggior parte delle cose avvenute nella mia ff Harry Potter 2.0, con l'unica eccezione che stavolta la ship non sarà la drarry.
Shippo davvero tantissimo Silente x Piton, quindi ho voluto ricreare le stesse dinamiche tra di loro, che avevo scritto in quella ff, spero non vo dispiaccia, in fondo non sarebbe noioso se parlassi solo di Ron e Harry?? xd
Alcuni di voi mi hano fatto notare (giustamente) che dovrei parlare anche di altri personaggi, ecco qui xd

Se invece non vi piace la ship Silente x Piton, siete liberi di saltare il capitolo ^^ o i capitoli, perchè saranno capitolo abbastanza indipendenti i loro, tranne amgari quando dovranno avere delle interazioni con i protagonisti.

Ci tengo tanto a questa storia, quindi voglio farla più ricca possibile! Ciaooo

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Capitolo 13
*** Ron si sente in colpa per via di Minus ***


Quando Harry e Hermione tornarono in infermeria, dopo aver utilizzato la giratempo per salvare Sirius e l’ippogrifo, negli occhi di Ron c’era ammirazione e stima per quello che i due erano stati in grado di affrontare.

Li guardava sorridendo, mentre ascoltava il racconto del volo grandioso a cavallo dell’ippogrifo ed Harry SAPEVA che Ron era forse anche un po' invidioso.

Anche lui, se avesse potuto scegliere, avrebbe voluto che anche l’amico li avesse accompagnati. Fare quel viaggio con Hermione era stato stupendo, lei era stupenda e un’ottima amica ma gli dispiaceva aver lasciato Ron indietro.

Si chiese se la tristezza che leggeva negli occhi dell’amico era solo per quello o se c’era dell’altro.

“Ron..cosa c’è che non va? Abbiamo salvato l’ippogrifo, Sirius è salvo..non sembri..contento..” disse Harry, preoccupato.
Fu li che Ron esplose.

“Loro sono salvi, ma Minus è ancora vivo!!!”
Harry lo guardò sconvolto. Si era quasi dimenticato di lui.
“Calmati, vedrai che prima o poi lo..”

“Cosa, Harry? Lo prenderanno? “ chiese Ron ironicamente. “Certo, come no! È riuscito a essere in fuga per più di tredici anni, buona fortuna a trovarlo!!”

Harry guardò Hermione confusamente, invocandogli aiuto.
Lei sospirò e con un sorriso triste, rispose:
“Credo che Ron si senta in colpa, harry.”

Harry si girò e fissò l’amico a bocca spalancata.
“CHE COSA? IN COLPA PER CHE COSA?”

“Non capisci? È stata mia, mia la colpa che quel folle, quell’assassino, ha vissuto tanto a lungo indisturbato! Lo coccolavo, l’ho fatto essere parte della mia famiglia, ho perfino litigato con LEI, per LUI.” Disse Ron, indicando Hermione.

“Ron, sul serio, a me non importa..” disse la ragazza.

“Ma dovrebbe!! “ si infuriò ancora Ron. “Io non merito di essere consolato..o capito!! Ho accudito colui che ha TRADITO i genitori di Harry, perciò questo significa che anche io ti ho tradito, Harry.”

“Smettila con le cazzate!!” disse Harry con voce tremante.

Sentire la disperazione di Ron, gli faceva molto più male delle sue parole, non doveva, NON DOVEVA, infliggersi tanto dolore, non a causa di Minus, non era giusto.

“Dovresti odiarmi. Tutti dovrebbero.” Disse Ron, affondando la testa tra le gambe.
 
Harry si alzò di scatto e si inginocchiò ai piedi del suo letto.

“Ti prego, smettila. Smettila di incolparti, non sopporto di vederti così.” Disse, prendendogli il viso tra le mani.


“Ma io ti ho tradito, Harry..anche se non sapevo chi era..io..”

“Tu cosa? Avresti dovuto capirlo? Ora sai leggere anche nel pensiero? Che figata, insegni anche me? Io prometto di insegnarti serpentese!”
Ron ridacchiò amaramente.
Harry non gli staccava le mani dal viso.

“Se tutti i tradimenti fossero come questo, la mia vita non sarebbe così male.” disse Harry, sorridendogli.
Ron incrociò il suo sguardo e poi Ron affondò la testa sulla sua spalla.
Harry ricambiò, stringendolo forte.

Quello fu un momento molto emozionante per i due.

I due amici, stavano condividendo tramite il dolore, un’emozione fortissima, sentendo il loro legame rinsaldarsi più forte che mai e in quell’abbraccio, donare calore e gioia e vicenda.

Era piacevole, stare a vicenda, nell’abbraccio dell’altro, dove dolore e amore si mischiavano, confondendoli, rinsaldando un legame tra di loro che si faceva sempre più forte.
 
“Avanti.” Disse all’improvviso Harry, rivolto a Hermione, che li osservava titubante, in conflitto. “Sappiamo che muori dalla voglia di unirti, che cosa aspetti?”

Hermione sorrise e non se lo fece ripetere due volte, stringendoli in un abbraccio mozzafiato a tre.

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Capitolo 14
*** Il litigio con Ron/ momenti Silente e PIton ***


Il quarto anno iniziò già in maniera scoppiettante, con i Weasley che approdarono nel salotto degli zii di Harry, facendo esplodere il camino murato di zia Petunia.
“Erano davvero furibondi, credimi!” spiegava Harry a una sconcertata Hermione, nella sala comune. “Arthur è restato con loro a parlargli e cercare di tranquillizzarli.”

“ A quanto pare si sentono telefonicamente. Me l’ha detto mamma.” Disse Ron.
“Quindi confermi.” Disse Harry sconcertato.

“Senti, non so che razza di magia possa aver fatto loro, ma deve essere riuscito a intavolare una conversazione normale e deve averli convinti che siamo brave persone, o magari perfino loro l’hanno capito che lo siamo, in effetti mi meravigliavo che ci fosse bisogno di convincerli. Ma hai detto che ti mandano delle lettere via gufo!”

“Sì!” riprese Harry, sconvolto. “Da quando è successa quell’irruzione a casa.”
“Ma che ti dicono?” chiese Hermione.
Harry sembrava confuso.

“ Più che altro chiedono di me, spesso chiedono se qualcuno sta cercando di farmi fuori. Mancano di poco tatto, sono sgradevoli, ma almeno chiedono. La cosa è un po' strana. Ve le farò vedere. Ero così sorpreso che ho addirittura pensato che fosse un impostore o uno scherzo di Malfoy!”

“Ti assicuro che sono proprio i tuoi zii! Scrivono anche a noi.” disse Ron.

“Sì, alla fine l’ho capito, leggendo le letterine carine in cui mi insultano ogni tre righe per farli stare così in pensiero, mi hanno convinto che sono proprio loro. Chissà cosa gli è preso.”

“Beh, ma era ovvio che sarebbe successo prima o poi, no? In fondo sei il mio migliore amico, era ovvio che prima o poi le nostre famiglie si dovessero incontrare, probabilmente i tuoi zii hanno accettato di interagire con i miei genitori, perché hanno capito che sei mio amico.”

Harry avvampò leggermente. “I miei zii non ragionano così..forse temevano che la tua famiglia distruggesse tutta la casa la prossima volta.” Disse Harry facendo ridere i due amici.
 
 

*

POV HARRY.

"Ve lo assicuro! Severus Piton è un mangiamorte!" aveva urlato Karkaroff.

Silente l'aveva prontamente difeso. "Ho già deposto a questo proposito. Severus Piton è stato un Mangiamorte, è vero, però è tornato dalla nostra parte prima della caduta di Voldemort e ha fatto la spia per noi, a suo rischio e pericolo. Ora non è un Mangiamorte più di quanto lo sia io."

La fierezza che aveva Silente nei suoi occhi e nelle sue parole, era palpabile perfino a distanza. Harry la percepiva e percepiva anche qualcos'alto, forse. Affetto? 

Silente era affezionato a Piton?  

Silente tirò un sospiro, quando ebbe finito di parlare. Si agitava sempre quando mettevano in dubbio Piton. Trovarsi ad esporsi così tanto lo metteva in una sorta di agitazione perenne, ma non poteva farne a meno. Sentiva una sorta di emozione prepotente ogni volta che inveivano contro di lui, come una sorta di protezione che lui aveva per l'insegnante.




*
“Karkaroff vuole fuggire se il marchio si accende.” Disse Piton.
“Davvero? E tu sei tentato di fare lo stesso?” chiese Silente.
“No. Non sono così vigliacco!”
“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…"


POV PITON 

Disse quelle parole che stordirono ogni piccola parte dei miei organi.

Compreso il cuore.

Tutto a un tratto era così rigonfio, che non riuscivo a respirare.
Che imperdonabile peccato di sdolcinato sentimentalismo.

Ho sempre odiato tali sdolcinerie
Eppure in bocca a lui, quelle parole

Mi resero FELICE.

Pensare che lui pensava questo di me mi fece sentire..

Orgoglioso.
 
 


*

POV SILENTE 

Me ne andai, lasciandolo basito, gonfio di quel mio solito egocentrismo, che mi rendeva sempre auto compiacente di come riuscivo a generare sentimenti forti nella mia vittima di turno grazie alla mia lingua tagliente.

Ma questa volta c’era qualcosa di diverso.

Questa volta il mio sarcasmo era dolce e l’usai per rendere felice un uomo,
di cui non solo provavo stima, ma anche affetto, amore.

Un uomo che avevo imparato a stimare profondamente e di cui mi dolevo sempre che non capisse quanto valore aveva.

è difficile. Spesso non esprimo i miei sentimenti, mi tengo i miei segreti per me, anche con Harry non li esprimo, se posso evitarlo, nonostante sono molto affezionato al ragazzo. 

Ma con Piton, era diverso. Quell'uomo riusciva a sconvolgermi. 

Gonfio di com'ero della stima che provavo per quell'uomo meraviglioso, non riuscii più a contenere quei sentimenti, non potevo più stare zitto.
 

Desideravo che lui riuscisse a vedersi come io vedevo lui. 
Volevo che lui sapesse com’era davvero lui per me.
 
 


*

Rita Skeeter stava cominciando a rendere impossibile la vita a Harry, addirittura sostenendo che Hermione fosse il suo nuovo amore.
Hermione da parte sua non ci faceva caso, continuava a insistere per farlo riappacificare con Ron.
“Non sono stato io a cominciare!”

“Ma lui ti manca! E io so che tu manchi a lui..” disse Hermione.
“Lui mancarmi?? Non mi manca affatto!!” disse Harry, stranito e imbarazzato.

Ma era una bugia bella e buona, a Harry piaceva molto Hermione, ma non era come Ron. Ridevi molto meno e stavi molto di più in biblioteca se Hermione era la tua migliore amica
 
 
 
*
Non avrebbe dovuto interromperlo.

Era quello che si disse, in merito alla sua reazione spropositata.
Lui stava parlando con il suo padrino nel camino e Ron con il suo perfetto tempismo, lo aveva interrotto, e in questo modo, Sirius era scappato.
I dialoghi con il suo padrino erano così rari e quella era una delle rare occasioni che aveva per parlargli e Ron aveva rovinato tutto.
Ancora una volta!

Per questo non ci vide più e aveva avuto quella reazione.
“Con chi stavi parlando?”
“Che te ne frega?? Che fai quaggiù a quest’ora della notte?”

“Mi stavo chiedendo dov’eri. Niente, torno a dormire.”
“Hai pensato che dovevi venire a ficcare il naso, eh??” gridò Harry.

Sapeva che Ron non aveva idea di ciò che aveva interrotto, sapeva che non l’aveva fatto apposta, ma non gli importava, in quel momento odiava tutto di Ron, perfino il suo pigiama!
“Scusa tanto! Avrei dovuto capirlo che non volevi essere disturbato. Me ne vado subito, così potrai continuare a fare le prove per la prossima intervista in santa pace.” Gridò l’altro, rosso di rabbia.

Harry prese una delle spille POTTER FA DAVVERO SCHIFO dal tavolo e la scagliò con violenza attraverso la stanza, la spilla colpì Ron sulla fronte e cadde a terra.
 
“Tieni, portati questa martedì. Magari adesso avrai anche tu una cicatrice, se sei fortunato, è questo che vuoi, no?”
 
Scappò dalla stanza e si precipitò su per le scale, ma Ron scattò come una molla e gli afferrò il braccio.
 
 
“Perché l’hai fatto?”

Con quel gesto, costrinse Harry a voltarsi e il corvino rivelò il suo viso rigato dalle lacrime che gli scendevano a cascata dalla faccia.
Ron rimase ammutolito a bocca aperta, Harry cercò di districarsi dalla sua presa, ma il rosso rafforzò la presa.
Stai..piangendo?”

Harry sembrò esausto, immobile, non sapeva se provare a districarsi di nuovo, insultarlo o provare a dargli un pugno, ma se l’avesse fatto, Ron lo avrebbe ancora perdonato?
 
Anche Ron non sapeva cosa fare. Decise di assecondare il suo cuore e lasciò perdere le parole, visto che con quelle non ci sapeva fare. Abbracciò semplicemente l’amico d’istinto, paralizzandolo ancora di più.

Il corpo di Harry però, però, benché fermo, restò rigido. Per qualche secondo, sembrò che il corvino fosse in catalessi, troppo scioccato per muoversi, ma poi, gemendo di frustrazione, lo spinse indietro e senza una parola, corse veloce su per il dormitorio.
 
Una parte di lui, si aspettava che Ron tentasse ancora di fermarlo, ma Ron restò lì nel suo pigiama troppi piccolo ed Harry giacque a lungo insonne e agitato e non lo sentì salire a dormire.






















Note dell'autrice: ciao ragazzi, la parte finale ovviamente è modificata! Mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se davvero Ron avesse fermato Harry, come lui si aspettava avrebbe fatto!

Anche le parti tra Silente e Piton, sono inventate da me. Ho sempre giudicato queste scene molto intense e mi dispiace che nella saga non sono mai state approfondite.

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Capitolo 15
*** Riappacificazione dopo la prova dei draghi ***


"Harry..chiunque abbia messo il tuo nome in quel calice..io..io credo che stiano cercando di farti fuori."

"Ci sei arrivato eh? Ci hai messo un bel po'!" disse Harry freddamente.

Non si sa che cosa spinse Ron ad agire, ma prima che potesse fermarsi o che Harry riuscì a trattenerlo, si fiondò ad abbracciare Harry.

Harry totalmente sbalordito, avvertì il calore dell'abbraccio dell'amico e ne trasse benessere, quindi ricambiò, più rilassato e sorridendo, stringendolo a sua volta.

"È tutto okay." disse.

"No..non avrei dovuto.." disse Ron, che cominciò a piangere.

"Lascia perdere." ripetè Harry.

"Voi due siete così stupidi!" gridò Hermione e prima che tutti e due potessero fermarli, lei si fiondò ad abbracciare entrambi, soffocandoli quasi in un abbraccio a tre, per poi sfrecciare via, singhiozzando con tutte le sue forze.

"Uff..se abbiamo finito di lacrimare come due poppanti, direi di andare! Stanno per dare il punteggio!" disse Ron, asciugandosi un occhio. 

Harry sorrise, sventolandosi un po' sul collo, ancora accaldato dal calore dell'abbraccio dei due amici, ma straordinariamente FELICE.  



Hermione mentre correva via, si sentiva un po' stupida e sapeva anche che i due amici non potevano capire cosa provasse, ma non gli importava. Il vento che gli arrivava in faccia era più fresco e il sole più caldo, tutto era più meraviglioso e VIVO ora che i loro due amici avevano fatto pace. Forse era solo una stupida sentimentale e sarebbe stata presa a vita in giro per questo, forse era stupido pensarlo a solo 14 anni, quando avevi il mondo e una vita che ti aspettava fuori di li, da quella scuola, ma da quello che aveva vissuto fino adesso, la loro amicizia a tre, aveva riempito a lei la vita, e aveva capito che era TREMENDO quando i tuoi migliori amici litigavano, quando tu stavi in un angolo a guardare quello che di meraviglioso vi univa, disgregarsi ed allontanarsi senza poter fare nulla per fermarlo. L'aveva provato in prima persona, quando aveva litigato con Ron, e poi quando aveva litigato con Harry e poi con entrambi e non faceva meno male se non era più lei a litigare ma solo loro due, loro tre erano come una persona sola e non voleva rinunciare a tutto questo. faceva troppo male. Tutto era più bello, dolce e vivo, quando loro stavano insieme e vivevano le cose insieme.






















Note dell'autrice: lo so, è un capitolo molto corto, ma ho grandi progetti per i prossimi, il sentimento tra Harry e Ron diverrà ancora più intenso e volevo comunque però aggiornare sula loro riappacificazione, perchè davvero i prossimi saranno impegnativi e non so se riuscirò ad aggiornarli subito. 
Questo capitolo è perchè mi è sempre dispiaciuto che prima dell'abbraccio a tre, non ce ne sia stato almeno UNO DA SOLO tra Ron ed Harry, prima.
Se notate bene, ho lasciato come da canon la loro riappacificazione, infatti avei potuto farli riappacificare nel capitolo prima, ma non volevo rinunciare a queste scene <333

Ps ci ho messo un po di mio nei pensieri di Hermione, anche se ora sono disillusa da tutte le cose tremende che mi sono successe proprio per colpa del mio essere troppo generosa nell'amicizia. Ma volevo regalare a Hermione quello che io non ho mai potuto avere o che l'ho avuto , ma l'ho perso. Volevo regalarle un piccolo sogno che non muore mai <3

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Capitolo 16
*** Quarto anno: Più uniti di prima! ***


Contesti: questo capitolo si riferisce a dopo che Ron e Harry fanno pace, dopo la prima prova. Invece, quasi sul finale, vi spiego le ultime due situazioni, dopo il capitolo, se no vi confondo le idee prima che leggiate!





Karkaroff tra la folla gli aveva dato 4 come punteggio.

“Cosa??” tuonò Ron infuriato. “Quattro? Tu, sporca canaglia parziale! A Krum hai dato dieci!!”

Ma a Harry non importava. Non gli sarebbe importato nemmeno se Karkaroff gli avesse dato zero, l’indignazione di Ron valeva almeno cento punti per lui, non lo disse a Ron naturalmente, ma il suo cuore era più leggero dell’aria quando si voltò per uscire dallo steccato.

Triliardi di film mentali gli trapassarono la testa, donandogli come una seconda vista. La sensazione di come si stava sentendo in quel momento, era sufficiente a fargli capire che aveva bisogno del’amicizia con Ron, come dell’aria che respirava e adesso lo aveva capito. E non era solo Ron. Anche con Hermione era così, non poteva rinunciare a nessuno dei due. Era stata Hermione a insistere tanto, affinchè facesse pace con lui. Anche lei non lo abbandonava mai.

Con la sua seconda vista, si vide in una bella villetta con il giardino e lo steccato bianco,  vivere assieme ai suoi due migliori amici, magari avrebbero condiviso anche il letto, chi lo sa? In fondo avevano abbastanza confidenza, si conoscevano da bambini, potevano anche dormire insieme senza che uno dei tre si vergognasse.
Si immaginò come sarebbe stato. Si vide lui alla parte sinstra del letto, Ron in mezzo, lui appiccicato al rosso – dipendeva da quanto era grande il letto – che gli cingeva il collo con un braccio. Era un’immagine insieme tenera e dilettevole.
Poi sarebbe arrivato il momento della colazione..tutti e tre insieme felici, in cucina.

Ma la bolla rischiò di rompersi quando si rese conto che forse Ron ed Hermione erano innamorati e forse avrebbero voluto approfondire questa cosa prima o poi, forse avrebbero quindi voluto una loro casa lontano da lui, e anche se non fosse stato così, forse Ron sarebbe stato geloso, se lui avesse dormito nel letto con loro, forse non avrebbe voluto che Hermione fosse vicina a lui o che lui fosse in mezzo a loro quando loro avrebbero voluto insomma..
Al pensiero si sentì a disagio.
E poi c’erano i fratelli di Ron, la sua famiglia..tante problematiche..il suo padrino, inoltre..

D’un tratto sembrava così tutto lontano e irrealizzabile.
Vabbè, ma anche se non fossero andati a vivere insieme, lui era sicurissimo di una cosa.

La loro amicizia sarebbe stata materia di leggenda.
 
 
 
*

Stavano facendo gli stupidi in aula, la lezione non era ancora finita, la campanella sarebbe suonata di lì a momenti, ma la professoressa aveva una cosa importante da dire agli studenti, però quegli “stupidi di Weasley e Potter” come stava pensando la Mc Granitt , si stavano facendo gli affaracci loro. Tutti li stavano guardando, rapiti. Nel periodo che loro due non si parlavano, tutti erano molto scioccati del fatto che quel duo inseparabile si fosse sciolto, non erano abituati, gli studenti, a non vedere Ron seduto vicino a Harry nelle aule o Harry che chiacchierava con Ron seduto nella sala grande, seduti vicini. Era un evento scioccante per tutti, quindi vederli li fare gli stupidi a giocare con le bacchette, era un evento che catalizzava l’attenzione.
Perfino la Mc Granitt, intenerita e sollevata dal fatto che quei due imbecilli avessero fatto pace, li lasciò stare per un po. Per un po, però, fin quando, non perse la pazienza.
 
“Potter! Weasley! Volete stare attenti??” tuonò la professoressa.

Ron ed Harry stavano tirando di schema con due delle bacchette finte di Fred e Georg. Ron brandiva un pappagallo di latta ed Harry, un merluzzo di gomma.

“Ora che Potter e Weasley sono così gentili da comportarsi come si conviene alla loro età, devo dire qualcosa a tutti quanti.”

Risatine arrivarono dagli studenti. Ron gettò appena loro un’occhiata e mise un braccio attorno al collo di Harry, con fare possessivo, mentre si avviarono a sedersi ai banchi.
Harry lo guardò con una smorfia divertita.

“Quanto ti diverti da 1 a 100, a rimarcare a tutti che siamo tornati amici?” gli chiese sottovoce, alludendo al braccio che Ron non accennava a levare, ma di cui era segretamente contento.
“Non facevano altro che chiedermi tutti quando saremmo tornati a parlarci. Lascia che vedano tutti, che ho  ancora il posto da migliore amico con te.”

Dicendo così, strinse appena di più il braccio attorno al suo collo ed Harry fece un sorriso imbarazzato.
“Non facciamoci rimproverare di nuovo..” disse per cambiare discorso, ma per fortuna Ron aveva già tolto il braccio.

E mentre la Mc Granitt si apprestava a parlare del ballo del ceppo, Harry pensò che Ron era un ragazzo pieno di sorprese. Non aveva mai saputo di questo suo lato, così possessivo, era un lato che teneva nascosto. Ma era un lato piacevole.
 
 
 
*
Qualche tempo prima…

“Ron, ma cos’è successo con Harry? Perché non vi parlate?”
“Ron, hai visto Harry?”
“Ron, puoi dire a Harry…? Ma come non l’hai visto? Non stai sempre con lui?”
 
Ron non aveva mai odiato così tanto le domande in generale in vita sua.
Si accorse a sue spese anche che, quando un’amicizia era giudicata vera e indissolubile anche dall’esterno, arrivavano piovre da ogni parte, a chiederti perché era finita.

Ron si sentiva malissimo, era già brutto che lui e Harry non si parlassero, era ancora più difficile dover consolare gli altri sul fatto di aver in qualche modo deluso le aspettative di un’amicizia perfetta che aveva proiettato inconsapevolmente su qualcuno, o peggio, sentire di doversi sentire in colpa per questo.
Aveva capito inoltre, che al castello, ormai, lui, Harry ed Hermione, erano visti come una cosa sola, indissolubile e non vederli tutti e tre insieme, era spiazzante.

Ma non solo per gli altri, ma pure per lui. Camminava al castello, come se galleggiasse, a malapena si rendeva conto di dove andava, era come se avesse perso la sua identità senza i corpi dei suoi migliori amici vicino a lui.
Ma soprattutto di Harry! Era abituato ad averlo sempre vicino e non si era mai reso conto forse finora, quanto avesse bisogno di lui. Forse nemmeno di quanto Harry avesse bisogno di lui. Soffriva e lo vedeva, Hermione glielo aveva detto.

Aveva anche provato a dirgli di avvicinarsi lui per primo, in fondo era stato lui a comportarsi male.
 
*
 
Dopo ll fatto della spilla…

Evidentemente aveva ragione. Harry allo stesso modo aveva bisogno di lui. Gliel’aveva dimostrato con il suo viso pieno di lacrime. Lo aveva abbracciato, non sapendo cosa fare, ma poi il corvino era scappato.
Aveva aspettato ancora un po, prendendo coraggio, fino  a quando non c’era stata poi quella riappacificazione vera, dopo il fatto dei draghi.

Da quel momento, era come s si fossero uniti ancora di più. Dopo una breve separazione, era come se sentissero il bisogno di essere più uniti di prima, per recuperare il tempo perduto.
Era stato brutto che gli altri vedessero che con Harry non parlava più.
Amava il fatto che tutti potessero vedere che erano ancora amici.
Che gli fosse permesso scherzarci ancora, riderci ancora, toccarlo, abbracciarlo, prenderlo in giro.

Un po a Ron faceva paura questa sorta di codipendenza, in particolare da parte sua nei riguardi di Harry, aveva paura che potesse deluderlo di nuovo e che Harry potesse decidere di non perdonarlo più.
 
 






















Note dell'autrice: I pensieri di Ron si riferiscono al periodo in cui lui e Harry non si parlavano, prima che scrivo il fatto della spilla, invece, c'è un asterisco, e questo significa che tra le due situazioni passa del tempo. Vi spiego meglio con una breve scaletta:

1) Ron pensa ai suoi compagni che continuano a chiedegli di Harry e come mai hanno litigato.

2) Lui riflette su tutto questo.

3) passa alto tempo , asterisco, e succede il fatto della spilla. Non è tutto un discorso unico.


Spero di essermi spiegata bene! Ciao!

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Capitolo 17
*** Il ballo del ceppo/Harry capisce di esser innamorato di Ron ***


Harry non era contento che Ron e Padma andassero insieme a questo ballo.
Ma poi chi cavolo era questa Padma? Dov’era stata fino adesso? Sorella di Patil? Ma chi l’ha mai vista? Dove cavolo la tenevano nascosta??
“Non credi che dovresti conoscere un po meglio Padma? Sai per non..uh..andare al ballo con lei imbarazzato..” disse Harry, anche se, a voler essere proprio sincero, non era quello che lui voleva.

“Non credo ci sia di questi pericoli!” disse Ron imbronciato, facendo capire come non fosse minimamente intenzionato a socializzare con lei.

I film mentali di Harry subirono una brusca battuta d’arresto. Finora aveva viaggiato con la mente, immaginando i possibili scenari se Padma e Ron avessero cominciato a frequentarsi. Non gli piaceva l’ingresso di una nuova figura tra loro tre, con Hermione era diverso.
 
Quando il ballo si rivelò un perfetto disastro, con Hermione e Cho impegnate a ballare con altre persone, Harry cercò di far risollevare l’amico, tirandolo su di forza e trascinandolo nella pista.



Ron era imbronciato ma non fece resistenza quando Harry lo trascinò nella pista e gli scappò pure un mezzo sorriso sincero.
Harry non sapeva chi dei due avesse per primo abbracciato l’altro, ma era successo. I due amici si erano ritrovati a ballare abbracciati, un lento.

Ron, di sua iniziativa, strinse più forte l’amico, cingendogli il collo, sorridendo. Per dei meravigliosi minuti, Harry si sentì come se fossero in una bolla. Anche se erano un disastro nelle loro situazioni sentimentali, la loro amicizia era immensa e resisteva a qualunque delusione sentimentale che potessero avere.
Ed era in quel momento, abbracciato all’amico di sempre, che si rese conto che aveva desiderato andare al ballo con lui, fin dal momento in cui gli avevano proposto di trovare un’accompagnatrice. Solo, non l’aveva capito a livello cosciente.

Ma lui era l’unico, l’unico con cui voleva ballare..
E infatti era con lui che aveva ballato.

Una sorta di dolore sordo, che gli pervase la testa, fino a insinuarsi nel cranio , e per la prima volta nella sua vita, sapeva che NON ERA la sua cicatrice, fluì nel sangue, fino ad arrivargli dritto nel cuore, sussurrandogli e urlandogli le parole che non voleva sentire.
LUI, LUI, LUI. RON. Era Ron. Sempre lui. LUI LUI LUI. La sua croce e delizia.

No, non poteva, non poteva essere innamorato del suo migliore amico.
Oh, dio, non dovrebbe fare così male..perchè?

Fa che non sia vero..fa che sia uno sbaglio..un abbaglio..una luce fulminata…
 
 
 
*

DOPO CHE Harry tornò nella sala comune e non vide nè Ron nè Hermione, e dopo che finalmente li trovò a discutere, in un'aula deserta, il dolore, se possibile, aumentò esponenzialmente quando vide Hermione e Ron litigare e lei urlargli dietro che se non gli stava bene, aveva solo da invitarla e non come ultima spiaggia.
Eccola lì. Dunque era vero. C’era qualcosa tra loro due, alla fine.

Era davvero doloroso, che Harry dovette rendersi conto che forse era invaghito del suo migliore amico, la stessa sera che si rendeva conto che lui era geloso della loro migliore amica.

“Harry, resta un po qui con me, vuoi?” gli domandò il rosso, seduto sulla cattedra, evidentemente smanioso di distendersi i nervi.

Harry, che aveva invece un gran desiderio di scomparire, si costrinse a dire sì. L’amico sembrava davvero TANTO arrabbiato.
 
Ron si sfogò con il moro, sia nella stanza, sia fuori, per i corridoi del castello, parlò a ruota libera del disastro della serata, della delusione del ballo, l’antpatia di Padma e la noia, e ancora Hermione e Krum, e la sua ossessione per Krum..il moro decise di fargli la domanda fatidica.


“Ron, perché non ti decidi con Hermione? O dentro o fuori..o siete amici o qualcosa di più, altrimenti smettila di trattarla come se ti stesse tradendo ogni volta che gli piace uno. Non è corretto!”
Temeva di esser stato troppo brusco e che Ron non gli avrebbe parlato più di nuovo e invece sospirò e guardò a terra.

“Se pensi che non mi sto comportando bene..probabilmente hai ragione..”

Gli occhi di Harry si dischiusero e probabilmente la sua rabbia scemò per lasciar posto alla tenerezza.
“Ron..” disse più dolcemente, sorridendo, perfino. “Allora perché…perché fai così?”

“Perché….” Ron esitò e fece una pausa come se avesse tra le mani una sigaretta invisibile da cui aveva appena espirato. “Perché io non sono sicuro, Harry..” disse infine, sempre guardando a terra.
“Di cosa?” gli chiese Harry, mentre il suo cuore perdeva un battito.

“Non sono sicuro..che la amo davvero..” disse con tono malinconico e triste, sorpassando il corvino per raggiungere il buco del ritratto e tornare ai dormitori, scappare, nascondersi, scomparire.

Era infinitamente perso nel suo dolore, Ron, e a Harry, l’amico non era mai sembrato così tanto uno scrigno irraggiungibile, pieno di segreti, una sola frase che nascondeva molto di più di quello che diceva, che nascondeva un MONDO, un tormento che non voleva condividere con nessuno, nemmeno con lui.
Ed era allo stesso tempo ammaliante e spaventoso.

Ed Harry pensò che non voleva davvero saperlo.
No, non voleva saperlo perché Ron pensava di non amarla, né cosa servisse affinchè potesse riuscirci.

 Voleva vivere nel dubbio del non saperlo. Cullarsi ancora per un po nell’illusione e nella fantasticheria che ancora per un po, Ron era solo SUO.






















Note dell'autrice: li sto cuocendo a fuoco lento eh? Voi che dite?? :D 
i pensieri finali di Harry, sono un po quello struggimento che proviamo un po tutti, specie nell'età adolescenziale quando preferiamo non sapere la risposta alle nostre domande, ma crogiolarci nel dubbio, perchè il dubbio è più romantico forse di una risposta ^^

ps ho lasciato intatta la sequenza di come va il ballo del ceppo, cambiando solo la scena di Harry e Ron che ballano, e quando Ron e Hermione litigano, perchè avevo bisogno che Harry e Ron parlassero da soli e non potevano farlo in sala comune, avevo bisogno di un po più di privacy xd

qui lascio anche intendere che forse davvero Ron provava qualcosa per Hermione ma che è frenato dai sentimenti che forse sta cominciando a provare per Harry! :)) ps Non sono sicuro se ti amo davvero - frase della canzone Vattene amore ^^  di Amedeo Minghi e Mietta!

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Capitolo 18
*** La crisi di Harry ***


Avviso: nonostante il mio rifacimento, ci tengo al canon della storia e a onor del merito, c'è da dire che ho cercato inutilmente un pezzo in cui si diceva che in fondo al lago c'era la cosa più importante del Campione e....non l'ho trovato O.O cioè, me lo sono inventato? L'ho sognato? Eppure ero così convinta xd ditemi voi xd comunque la cosa mi piaceva così tanto che ho deciso di fare così.

Contesto: I campioni di Hogwarts devono affrontare la seconda prova. Viene rapita a testa una persona , che conta tantissimo per i Campioni. Loro devono andare in fondo al lago, cercando di prenderla e trarla in salvo, senza affogare xd






Harry non avrebbe mai immaginato che Ron sarebbe diventato la sua prova.

Quando Dobby era andato a dirglielo, si era sentito sprofondare, identica sensazione quando l’aveva visto in fondo al lago.
Aveva nuotato, l’aveva preso, ma con tutto ciò, seppur con crescente preoccupazione, non voleva lasciar andare neanche gli altri.
Poi aveva capito che non aveva ragione di preoccuparsi, visto che chiaramente Silente non avrebbe mai permesso che nessuno di loro morisse.

Credeva di non poter stare peggio – sentendosi arrabbiato e molto stupido – ma poi aveva sentito Silente dire che era stata presa la cosa più importante per il campione. Era stato un puro caso che la cosa fosse anche una persona.
Harry si era sentito morire dentro. Così aveva tutto un altro significato.

Ron era la persona più importante per lui. Avrebbe dovuto sentirsi come se fosse una conferma, accennare un sorriso e invece..si sentì sprofondare in un baratro.
Che cos’avrebbe fatto se lo avesse perso?
 
Evitò Ron da quando lo scoprì e senza dirgli più una parola, si rinchiuse da solo nel dormitorio maschile.

Non sapeva che anche Ron era stato come preso e triturato in una centrifuga, una volta arrivato dalla Mc Granitt, era stato informato che era la persona più importante per Harry e che per questo sarebbe diventato la sua seconda prova.
Non riuscì a dire neanche una parola, riuscì solo ad arrossire furiosamente, prima che gli facessero bere una pozione per farlo svenire.
 
Quando infine era tornato a riva con Harry, aveva avuto solo pochi scambi con l’amico, prima di vederlo sparire, lontano da lui.
Rimasto solo, aveva avuto tempo per pensare e i pensieri non facevano che turbinare nella sua mente tormentata.

Un senso di inquietudine si fece strada in lui, mentre si allontanava dal lago e Draco li prendeva in giro, chiedendo com’era andato il salvataggio della coppia felice.
Lo ignorò, non aveva tempo per lui. Aveva saputo il fatto della “cosa più importante per il salvatore.” e d’un tratto il suo corpo si era fatto più pesante, i suoi passi, perfino l’aria che respirava sembrava più densa.
Qualcosa di intenso e sconvolgente legava lui e Harry. Anche il rosso poteva avvertirlo, si poteva tagliare con un coltello, talmente era denso.

Sapeva già di volere un mondo di bene a Harry e sapeva che il moro ricambiava, ma un conto era l’amicizia, un conto era un amico che reputavi anche la cosa più importante della tua vita.
Era davvero questo per l’amico? La cosa più importante di tutte? Non aveva altre gioie, affetti, passioni, che avrebbe potuto reputare la cosa più importante?

Sentì una grande fetta di responsabilità dentro a questa consapevolezza, non sapeva come Harry aveva preso questa cosa, ma voleva vederlo, voleva vederlo in faccia, sapeva che anche se non avesse detto niente, il suo viso gli avrebbe forse mostrato qualcosa. Un’emozione, forse.
Ma che cosa si aspettava? Che cosa poteva mai dirgli Harry?
Neanche Ron sapeva che cosa si aspettava di trovare, sapeva solo che dopo una cosa del genere, non era normale che non si vedessero. A quanto pareva la loro amicizia era molto più profonda e sentita di quello che credevano entrambi.
 
 
 
*

Harry non voleva vedere Ron.
Quando Ron andò nella sala comune, sentì Dean e Seamus che dissero a Ron che voleva essere lasciato in pace, che non voleva che nessuno SALISSE sopra.
Ron aveva il viso di qualcuno MOLTO contrariato e parecchio incavolato.

“Cerca di capirlo, Ron! Insomma, è stato l’unico a voler portare tutti gli ostaggi sopra. Penserà di aver fatto una brutta figura!”

Ma Ron non si lasciava ingannare tanto facilmente. Ea assolutamente sicuro che quando furono assegnati i punteggi, Harry era sereno e non scontento, solo un po imbarazzato ma non certo disperato. Era stato solamente DOPO la rivelazione di Silente, che aveva cambiato faccia ed era sparito.
Ron sperava di essersi solo immaginato com’era impallidito, quando sentì che probabilmente per lui era la cosa più importante.
Ron, senza ascoltare nessuno, decise di salire nel dormitorio.



“Harry. Dobbiamo parlare.” Disse con tono duro, ma si bloccò, quando vide il moro, seduto sul suo letto, accovacciato.
Harry lo fissò come chi guarda un fantasma.

“Non ora, Ron! Voglio stare da solo.”

“Che cazzo ti prende, si può sapere? Hai guadagnato quarantacinque punti, dopo esser tornato in ritardo di un’ora! Cosa vuoi di più?” disse il rosso incazzato.
“Tu non capisci, è inutile!”

Allora spiegamelo! Sono stato immerso in un fottuto lago, è possibile che l’acqua mi abbia annacquato il cervello!”
Harry inspirò rumorosamente.

“Tu non dovevi andarci di mezzo..non per colpa mia..non..”
“Ma di che cazzo stai parlando, amico? Ancora con questa storia? Silente l’ha spiegato. È stato detto più di una volta che nessuno di noi rischiava la vita!”

“Ma tu eri lì!! Ed è..è tutto quello che conta, quello che importa!! Non capisci!! È quello che significa!!”
Ron lo fissò inebetito.
“Harry..io non capisco..”

“Oh, andiamo!” disse Harry, facendo un cenno con la mano. “Non fare il fintotonto. Lo sai benissimo. Io , tu..noi..la cosa più importante..” dise segnando se stesso e poi lui e poi entrambi.

Ron quasi ridacchiò dal sollievo.
 
“Ah, è questo? Ti imbarazza l’idea, allora?” disse Ron.
“Non ridere.” Disse Harry, senza guardarlo. Non aveva inteso che la risata di Ron, era una risata nervosa, senza allegria. Era troppo nervoso.

“Ti spaventa? O ti dispiace? Perché a me no..potrei perfino..sentirmi..lusingato..sai..” Ron si avvicinava sempre di più, anche se con una lentezza esasperante al suo letto, la sua voce era strascicata e roca, i suoi capelli ancora bagnati, lunghi, la frangia gli ricadeva sugli occhi, nascondendogli lo sguardo solenne.

Harry alzò lo sguardo e vide Ron chinarsi su di lui, raggiungendolo sul letto, decise di rispondere all’abbraccio, perché non aveva scelto e perché forse lo voleva. Voleva quell’abbraccio, quel calore. Si strinsero forte come se fossero ancora sotto il lago, come se stessero annegando.

Harry fece una smorfia e si nascose il viso con una mano, prima di sciogliere l’abbraccio e farlo con entrambe le mani.

“La mia vita fa schifo, Ron. Sapevo già che tu e Hermione eravate le cose più care che ho, ma..sentirlo dire così..non è le COSE, Ron..è LA COSA..io ti voglio bene, Ron, ma, quanto sono patetico? Tu lo vorresti un amico che dipende da te in tutto e per tutto? Che ti fa finire sul fondo del lago perché è la cosa più cara che ha? Che ti consideri il suo TUTTO?”

Cominciava a singhiozzare e Ron, ormai davanti a lui, cominciava ad arrabbiarsi molto.

Provò a togliergli le mani dal viso, ma Harry faceva resistenza e gliele tolse forzatamente, brusco.
“Quello che voglio, è un amico che non pretende di dirmi quello che devo sentire.”  Disse, tenendogli i polsi con rabbia.

“Sono morboso! Prima o poi tu ti stancherai di me e te ne andrai!” disse Harry divincolandosi dalla sua presa.
 

Harry era ancora seduto sul letto e ormai gli dava le spalle. Ron lo guardò con rabbia, poi gli posò una mano sulla spalla, Harry fece appena in tempo a incrociare il suo sguardo, che Ron lo spinse contro la testiera sul letto, posando le labbra sulle sue e tenendogli fermi i polsi con le mani, per impedirgli di divincolarsi ancora.






















Note dell'autrice: spero che qui Harry non risulti troppo OOC xd so che Harry ha avuto frequenti crisi nei libri, ma forse così non ha mai pianto xd
sono stata combattuta a lungo se decidere di far scattare il bacio adesso o più avanti (quinto o sesto libro) infatti a Team ho fatto una testa tanta! ahhah xd
alla fine sono stata a tanto così, da decidere che in questo capitolo semplicemente Ron consolasse Harry xd MA xd alla fine ho cambiato di nuovo idea xd
la ragione è perchè tante cose che sarebbero successe nei prossimi capitoli, sarebbero sembrate un po inverosimili, se i due non si fossero ancora baciati..non volevo che restasse ancora tutto fermo..anche perchè poi ariva Lavanda..arriva Cho..ehhhh xd inoltre, non credete che c'era un po troppo miele in questa coppia? Ci andava un po di peperoncino! ahha xd vedrete vedrete xd Harry ora come reagirà al bacio? xd

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Capitolo 19
*** Il bacio! ***


“Sono morboso! Prima o poi tu ti stancherai di me e te ne andrai!” disse Harry divincolandosi dalla sua presa.

Harry era ancora seduto sul letto e ormai gli dava le spalle. Ron lo guardò con rabbia, poi gli posò una mano sulla spalla, Harry fece appena in tempo a incrociare il suo sguardo, che Ron lo spinse contro la testiera sul letto, posando le labbra sulle sue e tenendogli fermi i polsi con le mani, per impedirgli di divincolarsi ancora. 

La sorpresa si impadronì subito di lui appena sentì le labbra di Ron sulle sue.
Che cavolo stava facendo? Perché? Come poteva fare una cosa del genere? Cosa stava succedendo?

Harry si sentì costretto e impotente, pressato contro la testiera del letto e con i polsi imprigionati dalle mani di Ron, la tachicardia cominciò a farsi sentire altissima, insieme all’agitazione e all’emozione di sentire l’amico così vicino, no, non avrebbe dovuto essere così vicino, dopo tutto quello che aveva fatto per aumentare la distanza. Ma aveva davvero fatto qualcosa in proposito?

Cercò di protestare, ma Ron era forte e non lo lasciava, anzi, premeva sulle sue labbra, affinchè aprisse la bocca e Harry cedette istintivamente.
Aprì la bocca e assaporò per la prima volta il suo primo bacio con Ron.
 
Era sconvolgente.

Quando sentì la lingua di Ron toccare la sua, si sentì scioccato. Credeva di aver toccato tutte le vette di intimità con Ron, platoniche, almeno, quindi non pensava che davvero potesse sentirsi in maniera diversa, rispetto all’amico, che potesse fargli sentire sensazioni nuove, mai provate finora con lui, come se fosse stato un estraneo. Pensava ormai di conoscere tutto, riguardo a loro, al loro rapporto, non era pronto ai sentimenti e alle emozioni che avrebbe potuto provare, baciandolo.

Certo, essere amico di qualcuno e abbracciarlo era una cosa, mettergli la lingua in bocca, era un’altra, ma non ti rendi conto effettivamente della differenza tra le due cose, perlomeno a livello di emozioni, finchè non la provi. Credeva di esser intimo con Ron, a un livello cui non era possibile raggiungere con NESSUNO. Ecco che capì di essersi sbagliato, c’erano altri terreni, del tutto inesplorati, che non aveva conosciuto finora.

La sua lingua non si era mai intrecciata con la sua, non aveva mai saputo né aveva mai potuto sentire, quanto fosse morbida e sapesse di caramelle e altri sapori speziati, né poteva lontanamente immaginare che ci sapesse così fare, con la lingua, o che sarebbe stato in grado di fargli provare brividi di piacere solo con quella.
Non immaginava neanche che lui, Harry, gli avrebbe permesso di farlo.

“NO!!”  gridò Harry, spingendolo via e Ron quasi cadde dal letto.

Il bacio non era durato a lungo, giusto qualche secondo di quello che forse sembrava l’imitazione di un bacio alla francese, forse anche per Ron era il primo e si vedeva da come cercava di impedire che Harry lo respingesse, cercando di tenerlo fermo, ottenendo solo l’effetto opposto di farlo spingere via. Anche Ron era inesperto, si era visto.
 
E ora Harry guardava il rosso, sconvolto, con i capelli scompigliati come elettrificati e con un’ira furibonda in viso.


“Perché cazzo l’hai fatto, idiota? Che cazzo ti sei messo in testa, eh?” sputò fuori, confuso e incazzato.
“Harry, mi dispiace, io credevo…”

“Che mi andasse di farmi mettere la lingua in bocca?? Si può sapere a che cazzo pensavi, eh?? “ disse Harry come spiritato, ma a bassa voce, per non far sentire agli altri di sotto.

“Mi dispiace tantissimo. Ascolta, tu eri agitato, stavi piangendo..e io volevo solo..”

“Farmi sentire meglio?? Complimenti allora!! Adesso sto peggio di prima!!”

Ron sembrava mortificato e con una voglia terribile di scomparire sotto il pavimento.
Io parlavo di AMICIZIA, Ron, amicizia!! Non ho mai parlato di altro!!”

“Abbassa la voce, Harry, ti prego!” sussurrò Ron.

“Ahh!! Io devo abbassare la voce! Ti sei preoccupato tu, che qualcuno sopra avrebbe potuto salire e vedere…” respirò a fondo per calmarsi.”Senti, tu sei un amico, per me, e basta! Mi dispiace se tu..”

Ron era così impanicato che non lo lasciò neanche finire.

“Anche per me tu sei solo un amico, Harry!! Non farti strane idee!!”

Harry lo guardò più confuso che mai,con gli occhi sbarrati.
“Davvero?” gli chiese sospettoso.
“Ma certo!! Senti, io non sono gay,  e neanche tu. “
Harry sembrava ancora sull’altolà.

“Allora perché cavolo l’hai fatto?” si disse passandosi una mano sulla bocca e quel gesto fece sprofondare il cuore di Ron.

“Io..io non lo so..” disse lui e Harry capì che in quel frangente era sincero. “Harry, perdonami, tu stavi piangendo e io..è stato un gesto di affetto..solo questo..”

“Ron, mi hai baciato con la lingua! E non sembrava proprio..”

“Tu eri disperato e neanche gli abbracci servivano per calmarti, ho fatto l’unica cosa che..insomma, non ho pensato, ok? Se mi vuoi credere, mi credi. Lo so che..ho fatto una stronzata..” disse Ron grattandosi la testa.
“Già..direi proprio così..”

“Ascolta, dimentichiamoci questa cosa. Tu non eri in te, e neanche io. Torniamo amici come prima.” disse Ron, sdraiandosi a pancia in sotto e guardando Harry dal basso.
 


Harry lo guardò e aveva una voglia incredibile di riempire di baci quel viso adorabile. Ma non lo fece.

“Per te è tutto facile, non è vero? Come con il fatto del torneo. Quando hai deciso che ti è passata, amici come prima.”
“Beh, non funziona così, con le cose più importanti della tua vita?”

Harry lo guardò malissimo, mentre Ron accennò a un sorriso sfacciato e straffottente.

“Però devi ammettere che ha funzionato, no? Ha calmato la tua crisi di nervi.” Riprovò Ron.
Harry dovette cercare di reprimere un sorriso.
L’agitazione che ancora sentiva dentro di sé, glielo impediva.

“Ron, per favore, adesso lasciami solo. Seriamente, però, adesso.”

“Harry, però dobbiamo parlare di questa cosa..” insistette Ron agitato. “Non..non vorrai parlarne con Hermione, vero?” sussurrò.
Harry lo guardò con rabbia.

“Perché? Ti importa di lei, adesso? Non sembrava dal ballo. Non hai detto che…”

“Ho detto che non sono sicuro.” Sussurrò più piano. “Non che non provo niente per lei o che..la sto prendendo in giro o cose del genere..che razza di persona credi che sia?”
Harry continuò  a guardarlo in cagnesco.

“Va bene, non dirò niente a nessuno. Ma ora vattene.”
“Ma..”
“Ora!”

Ron a malincuore e anche un po incazzato, lasciò la stanza, con la consapevolezza che uno, era un gran coglione e faceva una cazzata dietro l’altra, due, Harry l’aveva respinto e faceva molto male.
 






















Note dell'autrice: ciao ragazzi!! Allora, ora voi direte: coooome maiiiiii adesso Harry dopo tutto questo struggimento, ora fa queste scenate? ahhah
allora, se devo rispondervi per fini letterari, vi dico che se le cose sarebbero tutte facili, sarebbe finita la storia, no? :ppp inoltre hanno solo 14 anni ahha xd
Se devo rispondervi cercando di vedere dal punto di vista dei personaggi, ecco, cercate di vedere dal punto di vista di Harry, che sente un'attrazione e un sentimento verso il suo migliore amico e lo sta combattendo..di certo non si aspetta un bacio così dal nulla, in più in un momento in cui lui vorrebbe mettere le distanze, si vede baciato, poi diciamo che Ron è stato un po irruento, non delicato, ma Ron e la delicatezza non vanno allo stesso passo ahhah xd ci sta che dica: woaaa che cavolo stai facendo? insomma se Ron voleva tranquillizzarlo non ha ottenuto l'effetto sperato ahah però almeno l'ha fatto incavolare che è sempre meglio della tristezza no? ahhah o almeno quasi sempre è meglio! xd
Ovviamente Ron sentendosi rifiutato, mette subito le mani avanti, di certo non poteva dichiararsi, sentendosi rifiutato ahha xd

Ora c'è la negazione, di certo ammettere di essere attratto da un ragazzo e soprattutto dal tuo migliore amico, non è cosa facile. Vedrete che nei prossimi capitoli però questa sarà una cosa che si trascinerà, non è finita qui ahha xd ci saranno molte sorprese xd

ps spero vi sia piaciuto come ho descritto il bacio! ahha non mi è mai capitato di baciare un amico ma credo che..le sensazoni sono un po quelle no?
Quelle di una persona che credeva di conoscere tutti i lati di quella persona, di aver raggiunto già l'intimità possibile a cui potesse anelare e si trova invece a vedersi un mondo vasto. Di meglio non ho potuto fare aahha xd
avreste voluto un bacio più romantico e lento o vi è piaciuto così? Mi è dispiaciuto che sembra quasi che Ron l'abbia costretto, in realtà lui l'ha baciato con passione perchè Harry era in preda a una crisi di nervi e voleva che si calmasse, quindi ha perso anche lui un po il controllo xd diciamo che un bacio timido o lento, non ci stava in questa situazione.

alla prossima

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Capitolo 20
*** La cosa più importante è la nostra amicizia ***


Harry si sentiva davvero disperato.

Non sapeva se tutti gli adolescenti si sentivano così, lui aveva solo sé stesso come termine di paragone – e al massimo i suoi amici – non sapeva se si fosse bipolari e volubili, come una tempesta, nessuno lo aveva preparato a un simile uragano di emozioni.

Avrebbe voluto usare una giratempo e tornare indietro, all’improvviso avrebbe preferito il panico che gli era venuto quando aveva realizzato che Ron era sott’acqua ed era la persona più importante della sua vita. Era terrorizzato si, ma almeno era un’altra dose di adrenalina, almeno si muoveva, era tutto così veloce, non stava…fermo. Non si sentiva così…impotente e soprattutto non c’era ancora stato quel bacio con Ron…

Ron…credeva di averlo desiderato, quando c’era stato quel ballo con lui, al torneo, ma ora si chiedeva se non fosse stato solo un' illusione, una fantasticheria, forse un po sdolcinata, ma dopotutto una fantasia tra amici.. non voleva forse che succedesse. E poi se proprio avrebbe dovuto succedere, sarebbe stata meglio forse una cosa romantica e non..quello che è stato!

Ron si era comportato così perché lui piangeva ed era agitato, scosso, e se ancora c’era qualche dubbio in proposito, gliel’aveva confermato lui stesso! Il suo primo bacio, insomma, era stato dato per pietà e proprio dalla persona più importante per lui.

Non voleva questo! si sentiva così..svilito! Si chiese se Ron se n’era reso conto. No, da come aveva reagito,probabilmente no.

È vero, era scosso, ma in quale cavolo di universo, Ron avrebbe potuto pensare che si sarebbe calmato con un bacio? È riuscito ad agitarlo ancora di più!
Perché sono migliori amici, perché sono due maschi..perchè l’ha fatto solo per pietà e non perché lo voleva!
E poi..Hermione! Che cosa c’entrava Hermione in quel momento? Non stanno nemmeno insieme, era solo un ripego per lui? Perché non era andata con Hermione? Perché non voleva che glielo dicesse? Per non precludersi la possibilità di stare con lei?

Insomma, una reazione normale, a chi ti dice chiaro e tondo che vuole ridimensionare il vostro rapporto, non è un BACIO, cavolo!
Harry non se ne faceva una ragione. Sentiva ancora il sapore delle labbra di Ron, sapevano ancora di caramelle e ciliegia..
Ricordò di essersi messo una mano sulle labbra, rievocando quella sensazione, ma al rosso sarà sembrato come se avesse voluto scacciare via un ricordo disgustoso. Perché sbagliava sempre tutto?

Forse dopotutto aveva ragione Ron, sembrava un ossesso, nessuno aveva reagito così per via della prova, pregava solo che Ron non si facesse scappare niente con nessuno o sarebbe stato preso in giro a vita nel castello.
Non che gli importasse, alle critiche ci aveva fatto il callo, ma stavolta le dicerie avrebbero incluso anche Ron e non voleva creargli un disagio.
Ma lui era veramente innamorato di Ron? No, che non lo era. Aveva confuso probabilmente l’amore con l’amicizia, come succedeva sempre tra la gente.
Per il bene di entrambi e della loro amicizia, era necessario lasciarsi alle spalle quell’episodio e domani mattina ne avrebbe parlato con lui.
 
 
 
 
*

Purtroppo l’indomani arrivò con molta lentezza per Harry.

Non riuscì a dormire per praticamente tutta la notte. Continuava a rigirarsi nel letto a notte fonda e a giudicare dai rumori che sentiva, anche Ron era sveglio.

Gli sembrava di impazzire. In fin dei conti, riflettè, quel bacio non gli aveva fatto schifo, era stato..bello.. a suo modo. Ron l’aveva calmato, anche se per un breve momento. alla fine era quello che ci riusciva sempre. All’improvviso accarezzò l’idea di chiamarlo, di dirgli che visto che neanche lui riusciva a dormire, poteva venire nel suo letto e dormire li, avrebbe potuto abbracciarlo…
Ma che cavolo stava dicendo?

Erano finiti i tempi in cui poteva anche fare richieste del genere – non che ne avesse mai fatte – senza malizia. Dopo quel bacio non poteva più chiedere cose del genere e lo rimpianse.
 
 
 
*

L’indomani mattina, non andò con gli altri a fare colazione ma restò nel dormitorio. Finita la colazione, Ron andò da lui a portargli delle brioches e un cappuccino.
“Per te. Non sei venuto a fare colazione ed è meglio che la fai. Anche Hermione dice che è meglio che mangi qualcosa..ah, a proposito, dice anche che non è necessario che devi starci così male.” disse Ron poggiando le cose sul comodino.
Harry lo fissò sbarrando gli occhi.

“Le ho raccontato che stai male per la figura che credi di aver fatto, nel voler salvare tutti dalla seconda prova! Non vuoi che racconti il vero motivo e quindi non l’ho fatto! Però piantiamola qui con questo muso perché è già stata dura venire qui da solo e convincere Hermione a restare fuori, condividiamo sempre tutto noi tre, e se continuo a parlarti da solo, presto o tardi avrà dei sospetti che le nascondiamo qualcosa!!” disse Ron scocciato tutto d’un fiato.

Harry lo fissò a bocca aperta, scioccato. Non era da Ron fare discorsi così lunghi, anzi, non era da Ron fare discorsi in generale.
“Senti” disse Ron sospirando. “Ti ho sentito, ieri notte, che non dormivi..e piangevi..sapere che stai così perché io ho fatto una stronzata..non ci sono parole per dire quanto mi sento in colpa..”
 
Ron, no!!” disse Harry a quel punto, scattando in piedi. “Ron, anche io mi sento in colpa. Tu non hai fatto niente di male..o di grave..e io..me la sono presa troppo. Ho esagerato. Insomma, tu..volevi solo riuscire a calmarmi. “
“Harry, non devi..”

“Lasciami finire!!” disse Harry. “Sei il mio migliore amico! Per me la nostra amicizia è TROPPO importante, è più importante di tutto. Aveva ragione quella filastrocca, io dovevo semplicemente accettarlo e non..perdere la testa come ho fatto. Io ieri..insomma non ero in me..e quando mi hai..” a quel punto li, abbassò la voce “baciato..non ho capito più niente. L’idea che il nostro rapporto potesse essere qualcosa di diverso da quello che è sempre stato, mi ha..scombussolato..e ho perso la testa..”

Ron gli prese la mano e Harry sentì l’impulso di abbandonarsi a lui, di lasciarsi abbracciare e perché no? Perfino di chiedergli un altro bacio. Così, solo per capire meglio.

“Non lo è, Harry.  È quello che è sempre stato, te lo giuro. Altrimenti te lo avrei detto. Ma quando ti ho visto piangere, io..mi è scattato qualcosa nella testa..credo di aver confuso per un attimo, solo per un attimo.quello che provo..per te..” disse abbassando lo sguardo. “Mi dispiace.”
Harry sorrise. “Forse anch’io. Ma Ron..non deve più succedere..non dobbiamo più confondere la nostra amicizia con…con altro..”
“Harry, credimi, mi dispiace tantissimo..”
 
Harry non ce la fece più e lo abbracciò, stringendosi a lui. Ron, stranito per un attimo, ricambiò piano, lentamente, incerto.

“Ti ho trattato male. ancora. Quando te ne sei andato via dal dormitorio, ho avuto paura che..che la nostra amicizia fosse finita.”

“Finita?” sorrise Ron, accarezzandogli i capelli. “Ci vuole ben altro.” Disse e Harry chiuse gli occhi, beandosi di quella carezza dolce.

Dopodiché si staccò dall’abbraccio e si sentì un po imbarazzato.

“Mi dispiace se…uh..ho reagito un po arrabbiato..ma è che..per me era..uh..il primo.”
“Il primo?” disse Ron.
Harry annuì.
“Il primo bacio?”
Harry annuì arrossendo.

“Capisco. Anche…uhh il mio.” e arrossì anche Ron.
 
Harry lo fissò, sperando che il suo viso non fosse bordeaux, come in effetti era.
“Ahhh…”
“Già..beh..ecco..suppongo di esser stato un disastro..a baciare..considerato..” e arrossì di più.

“NO!” quasi gridò Harry, diventando scarlatto. “No! In realtà..se proprio devo esser sincero..è stato..bello..ecco..”
Ron lo fissò come se Harry si fosse tramutato nel platano picchiatore.

“Cioè, voglio dire, non è stato spiacevole! Ci sai fare, ecco. Considerato che era il primo! Bravo! Non credo che io..sarei stato così bravo con il primo.”

Harry aveva balbettato per tutto il tempo e aveva avvertito grosse vampate di caldo, si era sventolato la maglietta.
 
Ron stette zitto ma elargì fuori quello che sembrava un sorriso compiaciuto.
“Uh..Grazie?” Disse dopo un po, stranito, come se fosse una domanda.
“Prego.” disse Harry sempre più rosso.

“Pensi..uhh..di mangiarli quelli?” disse Ron indicando cappuccino e brioches.
Harry si grattò il capo e sbuffò.
“Sì, cavolo, adesso saranno freddi.”

Ron con la bacchetta magica, fece in modo che si scaldassero di nuovo, in un gesto di incredibile gentilezza, non avvezzo a lui.

Harry gli rivolse un sorriso imbarazzato. Si sentiva così sciocco, come una ragazzina innamorata.
 
Si sedette di nuovo sul letto, mangiando in silenzio.
“Vuoi?” chiese, giusto per rompere il silenzio.

“No. “ disse Ron. “Comunque se avessi bisogno di perfezionare i tuoi baci, chiedi. Ti farò da maestro, visto che sono così bravo!”

Harry si impose di non arrossire di nuovo e gli lanciò una ciabatta.
Ron la scansò ridendo.

“Idiota.” Disse ridacchiando, bevendo il suo cappuccino.






















Note dell'autrice: avevo in mente tutto un altro capitolo, solo angst xd ma alla fine si sa che i personaggi poi vanno dove vogliono loro xd
spero vi sia piaciuto! ahha xd

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Capitolo 21
*** Quarto anno/ Silente deve sempre pensare a tutti ***


Contesto: qui siamo sempre al quarto anno, il capitolo è interamente dedicato a Silente e Piton, scusatemi ma adoro questa coppia e ci tenevo a inserirlo. Il contesto è quando Hagrid voleva licenziarsi per colpa della Skeeter e Harry quasi si era fatto beccare a scuola di notte con l'uovo! Aggiungo che so che il contesto si riferisce al momento precedente della seconda prova. Farò in modo di spostarlo dopo qualche giorno, purtroppo mi sono sbagliata, dovevo pubblicarlo prima.





Albus era nel suo ufficio e quando ricevette la lettera di dimissioni di Hagrid, fece una smorfia.
Era molto seccato e sperava davvero che almeno Hagrid non facesse l’idiota.
Sospirò, quante preoccupazioni che gli davano tutti.
Di sua iniziativa, andò alla sua capanna e si mise li a cercare di convincerlo che quello che voleva fare era una cavolata gigantesca, anzi, in realtà era andato lì sia per convincerlo, sia per informarlo che rifiutava le sue dimissioni.

Quando infine Harry, Ron, Hermione arrivarono li alla capanna, fu lieto che Hagrid avesse potuto sentire con le sue orecchie quanto pensassero di Rita.
Aveva passato gli ultimi trenta minuti a rassicurarlo sul fatto che loro tre ci tenevano alla sua amicizia!
In pochi potevano sostenere di sapere cosa c’era nel cuore di Albus Silente.
Di sicuro non erano in molti a sapere del suo affetto per il mezzo gigante Hagrid.

A volte però faceva alcune cose che erano una dimostrazione.
Tipo rifiutare le sue dimissioni e adoperarsi per andare addirittura nella sua capanna a dirglielo.
Quando Silente voleva, era ostinato.
Decideva lui se accettare qualcosa o no.
E non bisognava fiatare.
Da un certo punto di vista, gli piaceva avere quel potere.
Lo adoperava di più tanto più amava qualcuno.
Voleva bene ad Hagrid e non gli avrebbe mai permesso di licenziarsi.

Era contento del fatto che il suo avere una certa autorità gli dava la possibilità di impedire alle persone che voleva bene, di fare sciocchezze inutili e farsi del male da soli.
Mentre tornava su al castello, pensò anche a Piton.
Era certo che era un grandissimo uomo ma sentiva che se era rimasto forte, un po del merito era anche suo.
Anche le menti più forti hanno bisogno di qualcuno che creda in loro, per non cadere, scivolare nel baratro.

E Silente sapeva che per Piton, la fiducia che lui gli donava, era prezioso come un tesoro sommerso negli abissi di un mare dimenticato.
Piton sapeva quanto valeva la fiducia, soprattutto quando non aveva mai ricevuto questo dono particolare da nessuno.
Sapere di essere in un certo senso “L’unico.” per lui, era bello. Era il regalo di Piton per lui.
 
 


*

“Lo sai che non nascondo niente, Moody, dal momento che tu stesso hai frugato con cura nel mio ufficio..” diceva Piton.
"Privilegi di Auror, Piton. Silente mi ha detto di tenere d’occhio..”

“Si da il caso che Silente si fidi di me! Mi rifiuto di credere che ti abbia dato ordine di perquisire il mio ufficio!”

“Ma certo che Silente si fida di te. È un uomo fiducioso, vero? È convinto che a tutti sia dovuta una seconda possibilità. Ma io..io dico che ci sono macchie che non vengono via, Piton. Macchie che non vengono mai via, capisci quello che voglio dire?”
Piton all’improvviso fece una cosa molto strana. Si afferrò convulsamente il braccio sinistro con la mano destra, come se gli facesse male.

Malocchio stava alludendo al suo periodo d’ombra, quando era un fedele mangiamorte di Voldemort.

Quando disse quella frase “macchie che non vengono mai via..” avvertì un dolore tremendo alla base del petto.
Macchie che non vengono mai via, Piton. Capisci quello che voglio dire?

A Piton non era mai interessato del giudizio degli altri. Non gli importava che tutti avessero una cattiva opnione di lui e che non l’avrebbero mai cambiata, non gli importava che lo vedessero come una brava persona, o lo stimassero, era abituato alle critiche e alle denigrazioni fin dall’età scolare, non lo toccavano, non gli importava di nessuno.
Tranne..

Albus…

Macchie che non vengono mai via.
Se anche Albus l’avesse visto come Malocchio lo vedeva…
Non poteva sopportarlo.

Tutto quello che aveva fatto, la fiducia che Albus aveva di lui, sapere di avere il suo rispetto e la sua fiducia era stato come la luce che illuminava il suo cammino oscuro, il suo cuore nero.
Sapere che gli aveva dato perfino una cattedra ad Hogwarts dopo quello che aveva fatto, dopo che per colpa sua, i Potter erano morti..

Una delle sue principali paure e terrori più grandi, era che non importava quanta fiducia potesse dargli Silente, ai suoi occhi quello che aveva fatto, non sarebbe mai andato via, una macchia indelebile nella sua anima.
Ai suoi occhi sarebbe sempre stato un MOSTRO..
Non poteva sopportare che Albus lo pensasse.
 
 
 
 
*

Il giorno dopo fu un’altra giornata faticosa per Albus Silente.
Durante la colazione, aveva visto l’aria afflitta di Severus e gli aveva chiesto gentilmente cos’aveva che non andava. Gli aveva perfino versato del latte nel tè, a tavola, gli aveva passato la marmellata, sotto gli sguardi truci e straniti dei professori, che erano sempre stati un po straniti di questa confidenza e gentilezza.

“Mangia un po, poi mi dirai, dai, non fare questa faccia, o attirerai l’attenzione.”

Severus aveva sbuffato sonoramente ma aveva troppo rispetto per contrastare apertamente il preside e una volta finita la colazione, Silente l’aveva preso per un braccio, dicendogli che avrebbero parlato nel suo ufficio, nello stesso istante, Gazza, come se avesse avuto il sale alla coda, si fermò davanti a loro, nominando qualcosa a proposito di Pix e di un uovo.

“Sparisci, Gazza!” disse Severus, minaccioso. “Il preside e io dobbiamo parlare.”

Gaza sembrava deluso e insistette che se Piton voleva narrare le cose di ieri sera, poteva aiutarlo nella ricostruzione dei fatti.
Albus, notando l’aria brutta, si mise in mezzo e alzò le mani.

“Parlerò prima con il professor Piton e poi con te, Argus, per favore. Aspetta il tuo turno. Non ci metteremo molto.”

Severus rivolse a Gazza un sorriso soddisfatto.
 
 
*

Fu difficile riuscire a tirare fuori a Piton qual era il vero problema, non era un tipo che diceva certe cose, certo, o che mostrava apertamente quando fosse ferito, non aveva detto apertamente la cosa che gli aveva fatto star così male, ma continuava a girare in tondo alla questione dell’uovo, di Potter, della mappa, dell’intrusione di qualcuno nel suo ufficio e poi..

“Mi ha minacciato! Quel bastardo mi ha minacciato!” gridò.
A quel punto li, Silente gli chiese di ripetergli esattamente le stesse parole che aveva usato e lui le sputò fuori.

Silente allora capì. Non aveva bisogno di domandare a Piton niente, sapeva che non avrebbe mai ammesso la cosa, quindi ci pensò lui a farlo. Gli disse:


“Ha detto così? Molto maleducato da parte sua. Ma tu sai che è un pensiero di Malocchio, vero? Non di certo il mio.”
Il braccio di Severus sembrava bollente nel punto in cui Albus lo aveva toccato.

“Certo che lo so!” sbottò lui imbarazzato, ma evitò di guardarlo negli occhi. “E comunque non mi importa quello che dice quel viscido.”

Eppure Silente notò che Piton sembrò molto più felice e molto meno concentrato sul suo furto quando uscì dal suo studio.

Con un sospiro, attese di parlare con Gazza e il suo diverbio con Pix.
Quanta pazienza in questo castello!
“Gazza, entra pure!” disse.
 

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Capitolo 22
*** Peter Minus traditore o martire? ***


Cedric era morto e Harry era stato legato e catturato da Voldemort, prima di riuscire a finire la terza prova. Si sentiva distrutto. Non poteva credere di avere davanti a lui Codaliscia e Voldemort in persona. Guardò meglio Codaliscia. Non aveva avuto modo di osservarlo quando era scappato, ritrasformato in umano, anche se non gli era sfuggito che era rimasto giovane, era rimasto un ragazzino. Ora lo osservò meglio, Aveva i capelli biondi sporchi ed era troppo magro, il viso era stravolto dalla sofferenza e quegli occhi grigi segnati, davano a intendere che in tempi lontani, quando forse era più felice, era anche un bel ragazzo. Si ritrovò assurdamente a provare pena per lui, per poi sentirsi disgustato da sé stesso.

Quando Codaliscia andò a slegarlo, su ordine di Voldemort, si avvicinò anche all’orecchio di Harry e in maniera concitata, a bassa voce, gli svelò il potere del Prior Incantatio e di quello che potevano fare le loro bacchette l’una contro l’altra.

“Sìì forte..puoi sconfiggerlo, tieniti pronto..”

“Perché mi stai dicendo queste cose? Tu hai tradito i miei genitori. Hai fatto resuscitare lui.” chiese Harry attonito.

Minus parlò ancora più a bassa voce.

Lui mi ha costretto con la maledizione Imperius. Non potevo esimermi, non potevo sconfiggerla. Non potevo confessare. Se lo sto facendo ora, è solo per il dolore che mi sono autoinflitto per lui, che ha spezzato temporaneamente il contatto..”

“Tu..non puoi aspettarti che io ti creda..” disse Harry tremante.

“Io ormai sono perduto..ma tu puoi ancora salvare tutti.. usa la Giratempo per salvare il tuo amico. Ne ho nascosta una nella stamberga strillante. Controlla sotto la botola. Fallo avvertire da Hermione.” Disse Minus

“Minus…io..”disse Harry sconcertato da tutto quello che stava accadendo.

“Allora, ti sei incantato, Minus?

“Eccomi, Padrone, ho finito!” disse Minus terrorizzato.
 
Harry vacillò per qualche secondo. Le parole di Minus lo avevano scosso ancora più della sconcertante resurrezione di Voldemort. Minus aveva detto la verità? Era davvero un martire, allora? Non era il mostro che tutti credevano o era solo un’altra menzogna?
 

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Capitolo 23
*** La corsa sfrenata indietro nel tempo per salvare Cedric e Minus ***


Quando Voldemort perse la battaglia con Harry, con il prior Incantatio ed Harry si sentì trascinare indietro portandosi il corpo di Cedric, ormai morto, trovò assurdamente buffo e nel contempo terribile, quanto la tensione delle ultime ore, fosse calata in quel momento a tradimento, come un sipario crudele, nonostante fosse appena finita, nonostante fosse ormai salvo. Non poteva gioire però, non c’era niente di cui gioire.  Cedric era morto, Voldemort era appena resuscitato e Minus…

Minus…

Aveva odiato Minus e aveva passato la maggior parte de tempo dal terzo al quarto anno, a consolare il suo migliore amico su di lui. Ron soffriva perché si era affezionato al topo e al contempo si sentiva in colpa per aver tenuto così tanto a una persona che aveva fatto soffrire così il suo più caro amico e per avergli permesso di restare a stretto contatto con loro, così tanto tempo. Harry l’aveva consolato e gli aveva detto che non doveva sentirsi in colpa di nulla, non era colpa sua, lui non poteva sapere.

Ora questi due drammi si equivalevano, stordendolo. Minus aveva accennato a una giratempo con cui poter tornare indietro nel tempo e salvare Cedric, . Non lui. Perché non aveva accennato alla possibilità di impedire la resurrezione di Voldemort? Forse non poteva? Ripensò a quello che aveva detto Silente sul fatto che i due doppi di passato e presente non potessero vedersi, incrociarsi o parlarsi.
 
Si sentiva ancora stordito e in lacrime. Con la mano continuava a tenere il braccio di Cedric.

“Lascialo, Harry.” Gli dicevano, ma lui non ce la faceva. Aveva il terrore di non riuscire a fare quello che Minus aveva premeditato per lui, era prosciugato delle energie e di sicuro tutti quanti non gli avrebbero permesso di allontanarsi quel tanto che bastava per tornare alla Stamberga Strillante.
 
Qualcuno riuscì a spingerlo via. Era Moody.

Harry si lasciò fare. Sensazioni ed emozioni contrastanti – dolore? – lo stavano soppraffando. Si lasciò guidare come una bambola di pezza, come un burattino da Moody e nel mentre pensava: Minus è un bugiardo..mi ha mentito…non è vero..non c’è niente alla stamberga, è una trappola..lì mi aspetta Voldemort per uccidermi…

Poi ripensò E se fosse vero?

Ripensò alla vita infernale che doveva aver vissuto Minus, se la storia che gli aveva raccontato fosse vera. Una vita costretta nel corpo di un topo, senza invecchiare, senza crescere, costretto a nascondersi, costretto nella maledizione imperius pe tutto questo tempo, diventato prima codardo e poi creduto traditore, senza poter rivelare nulla se non quando si sacrificò per Voldemort, riuscendo a rompere il soggiogamento.

Capì di non voler essere anche lui una marionetta e forse fu questo a dargli la forza di fuggire, prima che Moody lo fece entrare nel suo studio. Qualcosa nel suo stomaco gli diceva che qualcosa di grave sarebbe successo di lì a breve e lui doveva cercare di riportare in vita Cedric prima che fosse troppo tardi.
 
Harry! Dove stai andando?”

Harry non lo sapeva. Si mise a correre come un pazzo, in direzione della sua casa, alla ricerca del mantello che rende invisibili, aspettandosi di essere ripreso e acciuffato da un momento all’altro, ma quello che era successo solo qualche minuto prima, sembrò avergli dato nuova forza.

Sembrò che anche la sua mente si schiarì, ebbe subito la certezza che non poteva affidarsi ad Hermione, come Minus gli aveva suggerito. No, doveva pensarci LUI, pensò poco prima di infilarsi il mantello.




Harry va da Silente per farsi dare il Pensatoio




Harry era riuscito a trovare la giratempo nel punto dove Minus gli aveva indicato.

Sempre con la giratempo in mano, era andato a bussare all’ufficio di Albus Silente.

“Buon Dio. Harry, è piena notte. Cosa ti turba? È successo qualcosa agli studenti?” gli chiese, ma poi lo guardò guardingo e con uno scatto repentino, gli puntò contro la bacchetta.

“Tu non sei, Harry.” Rispose piano, mentre il povero ragazzo, aveva alzato le mani intimorito.

“Professore..sono io.” Disse Harry, cercando di usare un tono conciliante. "Guardi. In quanti potrebbero avere QUESTO?" gli disse Harry, mostrandogli il mantello e lasciando che Albus, lo tastava allibito.

“Hai qualcosa che..hai un’energia diversa..” disse piano Silente, ma continuò a guardare il ragazzo e a ogni occhiata sembrò tranquillizzarsi. “Ma so leggere dentro le persone e aleggia la bontà dentro di te. Hai buone intenzioni, ma sei anche turbato. C’è molto dolore dentro di te.”

Harry gli riservò un sorriso triste.

“Lei è sempre così arguto, signore.”

“Cos’è successo?”

“Vengo dal futuro. Precisamente qualche ora prima della terza prova.” Spiegò Silente.
 
Silente sgranò gli occhi capendo all’istante.

“Sei tornato indietro nel tempo.”

“Sì.” spiegò Harry, mostrandogli la giratempo nascosta.



“Quindi, succederà qualcosa di terribile che vuoi cambiare.”

Harry si girò dall’altra parte lottando per ricacciare indietro le lacrime.

“Succederanno tante cose terribili, ho bisogno di dirlo a qualcuno prima che..”

Silente però, lo fermò con una mano.

“Nessuno sa che sei tornato indietro nel tempo? Non l’hai detto a nessuno?”

Harry scosse freneticamente la testa.

“Sei venuto qui da me per avvertirmi di qualcosa? Se è la mia vita a essere in pericolo, non mi opporrò al destino, c’è sempre un prezzo da pagare e io voglio dirti che..”

“Non è lei a essere in pericolo, ma altre vite lo sono..” disse Harry, scioccandolo ulteriormente. “Ma io non sono venuto qui per parlargliene in realtà..”

“E allora perché sei venuto qui, Harry?”

“Io..ho bisogno che lei mi presti un oggetto..”
 
 
Qualche minuto dopo e dopo aver acconsentito a sottoporsi al legilimens dal professore, Harry uscì dallo studio del professor Silente, con il pensatoio ben stretto a sé.

“Sono sicuro che tu sappia quello che stai facendo, Harry. Conto su di te.” lo aveva salutato Silente. Era incredibile come quel mago avesse la capacità di tranquillizzarlo e infondergli coraggio e stima in sé stesso, tutto in una volta.

Silente era stato anche abbastanza saggio da capire che se Harry aveva agito da solo senza dire niente a nessuno, probabilmente la cosa era così grave che aveva dovuto arrangiarsi senza aiuto, prendendo l'iniziativa e se era così grave, allora era più saggio che nessuno sapesse niente, nemmeno lui, per non seminare il panico o emozioni tali che avrebbero influenzato l'andamento della missione. Quando aveva usato il legilimens su Harry infatti, non volle sapere cosa sarebbe successo di lì a poche ore, si concentrò in maniera superficiale sui suoi pensieri solo per stabilire se fosse sincero o no.



Harry parla con Cedric



Harry aveva deciso di incontrare Cedric al di fuori della sua sala comune, prima che andasse a fare colazione. Aspettò che uscisse e lo spinse dietro un anfratto, ignorando le sue proteste.

Harry? Che diavolo stai facendo? Mi hai spaventato!”

“Cedric, siamo davanti a una faccenda molto seria. Devi darmi ascolto.”

Cedric l’aveva guardato con tanto d’occhi.

“Ha qualcosa a che fare con la terza prova?”

“Ha tutto a che fare con la terza prova!”

Cedric aveva cambiato espressione.

“Senti, Harry..ti ringrazio per la tua gentilezza, ma dopo esserci aiutati a vicenda, io credo che noi non abbiamo più debiti l’uno con l’altro..perciò ti ringrazio ma..”

“No, tu non capisci..rischi la vita.” disse Harry, afferrandogli i lembi della maglia.

Cedric l’aveva guardato spaventato, poi con sguardo duro.



“Non avrei mai creduto che arrivassi a tanto per vincere, Harry, ti credevo un amico..invece vuoi quello che vogliono tutti. Vincere.”
“Che cosa?”

“Silente non permetterebbe MAI a nessuno di noi, di morire in questa gara. Mi meraviglio che tu stia insinuando..”

“Okay, va bene. Vuoi una prova. Posso dimostrarti che non ti sto mentendo. Vieni!” disse Harry. Cedric sempre con sospetto, lo seguì in una stanza vuota.
 


“Che cos’è quello?” gli chiese il ragazzo, dopo che si ebbero chiusi la porta alle spalle. Harry aveva tirato fuori il pensatoio e lo teneva tra le mani.

“Questo si chiama Pensatoio. Me l’ha dato Silente e serve per inglobare i propri pensieri.”

“Ooookay. Non ti sembra che tutto questo sia un po’ esagerato? Insomma, addirittura hai scomodato Silente per farti credere a tutti i costi da me? Ma cosa c’è di tanto importante che vuoi dirmi?”

Harry sospirò prima di scegliere con cura le parole da dirgli.

“Non posso dirti tutto, Cedric.”
“ti pareva!”

“No, tu non capisci. Se io ti dico tutto..tu..andrai nel panico, ma in questo pensatoio, c’è tutto il necessario che devi sapere. Ti assicuro che se tutto andrà come ho previsto, ti racconterò tutto, quando sarà finito.”

“Quando avrai vinto la terza prova al posto mio, vorrai dire?” chiese Cedric.
 
Harry sospirò pesantemente e gli porse il Pensatoio.
 
Cedric guardò. Vide Harry e lui stesso che si aiutavano nel labirinto, vide Harry che gli proponeva di prendere la coppa insieme e udì un urlo e poi capì che era morto. Vide sé stesso e quello che gli disse durante il prior incantatio, vide Harry tornare di colpo, stringendo il suo corpo e vide che era sotto shock e in lacrime, assediato da tutti. Vide che Moody lo stava portando via, vide quando scappò e prese la giratempo. Vide quando andò da Silente, chiedendogli il pensatoio.
 
“Okay, basta così.” Disse Harry.



Cedric era attonito da quello che aveva visto.

“Questo è …è tutto un trucco.”
“Cedric, no…”

Andiamo! Mi vuoi far credere che..sei tornato indietro nel tempo? E come avresti fatto a trovare quella giratempo??”

Harru sospirò. Aveva deciso volontariamente di celargli alcune parti dei suoi ricordi. Se avesse visto Minus e la rinascita di Voldemort, si sarebbe spaventato così tanto che, probabilmente non sarebbe riuscito a convincerlo  a partecipare nemmeno alla terza prova e tutto sarebbe sfasato.

“Questo non posso dirtelo…”
“Oh, certo. Certo. Molto conveniente!”
“Cedric, è ver..”

“Mettiamo per assurdo che questa tua assurda storia, sia vera, chi è stato ad uccidermi?? Chi ha potuto farmi questo?”
 
Harru chiuse gli occhi e per un po’ non li aprì, poi lo fece e sospirò “Voldemort.”

Sembrava che Cedric stesse per avere un collasso. Era bianco come un cencio. Indietreggiò e inciampò, quasi cadendo.


Tu- sai -chi, mi vuole morto?” chiese con voce tremante.

Aveva uno sguardo impaurito e a Harry fece molta tenerezza.

Harry cercò di parlare ma Cedric lo anticipò.

“Non può essere. Lui è MORTO. MORTO.”

“Cedric, te l’ho detto, sapere i dettagli, è più deleterio e può fare più male che bene. Io sono tornato indietro solo per salvarti, lo vuoi capire? Non puoi semplicemente fidarti?”

Ma Cedric continuava a non vederci chiaro.

“Quindi tutto questo..è perché vuoi che sappia perché la terza prova non si dovrà fare? Vuoi che ti aiuti ad avvisare tutti?”
 
Qui arrivava la parte difficile.



“Nnnno, ecco..in realtà noi dovremmo farla.” Disse Harry.

“Cosa???”

“Sta tranquillo. Ho calcolato tutto, fino ad un certo punto della prova non è pericoloso, ma quando io  ti dirò che dobbiamo afferrare la coppa nello stesso momento, tu da un manico e io dall’altro, sarà lì che tu…devi rifiutare. Non devi seguirmi.

Cedric annuì, ancora spaesato.

“Vuoi che mi fermi prima di raggiungere il luogo dove lui mi ucciderà.”

“Esatto.”
 
Harry sapeva che Cedric sarebbe arrivato anche a scovare un altro paradosso, infatti attese. Cedric era un ragazzo molto intelligente.

“Io non capisco!” sbottò poi. “Perché arrivare fino a lì?? Se LUI ci sta aspettando all’uscita del labirinto, per ucciderci entrambi, perché non annullare direttamente la terza prova, avvisando tutti del pericolo?? Chi se ne frega di questa diavolo di coppa!!”

Harry aveva scosso la testa.
“Non è per la coppa, Cedric.”

“E allora perché, Harry?? Io non riesco a capire..Voldemort” e nel dire questo nome si sorprese per primo del coraggio. “Ci aspetta lì e tu vuoi andare comunque..che diavolo..” poi sgranò gli occhi e Harry seppe che ci era arrivato. “Io non sono il solo che vuoi salvare..
 
Harry restò zitto. Un silenzio che sapeva di conferma.


“C’è qualcuno…in quel luogo..e tu non sei tornato indietro solo per me ma anche per lui, vero? E se tu non torni lì, non potrà salvarsi. Chi?”

“Cedric, io..questa è una di quelle cose che non posso dirti..”

“Oh, andiamo, Harry. Cosa può esserci di peggio della mia morte o di te che torni indietro per salvarmi, ricordiamocelo, dopo avermi messo in pericolo, visto che tu hai insistito. Posso benissimo reggere qualsiasi altra cosa..”

“Ti prego di non insistere!” aveva urlato Harry, spaventandolo di nuovo. Non poteva raccontargli di Minus.

Era troppo da digerire e aveva bisogno di tutta la sua concentrazione per non far fallire quel piano. “La cosa è molto più grave di quello che credi e non ho bisogno di un’altra persona su cui scaricare tutti i dubbi e le ansie che tutto questo comporterà. Qui ognuno farà la sua parte. Credimi, tu devi solo rifiutare e poi aspettare che verranno a prenderti. Se lo farai sarai salvo.”

Cedric annuì. “Sono ancota terrorizzato a morte..ma d’altronde mi hai appena provato che è tutto vero, quindi suppongo di dovermi fidare di te.”

“Bravo, così mi..”
 
Stava per dire così mi piaci , ma Cedric non lo lasciò finire, che lo abbracciò di slancio.

“Grazie, Harry.” Gli disse Cedric.  
 
 
 
 

Salvo uno



L’Harry del futuro rincorse l’Harry del passato fin dentro il labirinto, fino a quando quest’ultimo non propose a Cedric, di prendere la coppa insieme.

“Non lo farò, Harry,” disse Cedric. Harry ovviamente insistette, ma Cedric, già d’accordo con l’altro Harry, qualche ora prima, gli diede il pensatoio.

Harry non si era fidato ad affidare i suoi stessi pensieri all’altro Harry, temendo che accadesse una catastrofe di paradosso, ma cercò di aggirare l’ostacolo, lasciando che l’Harry del passato, ascoltasse i pensieri di Cedric mentre guardava i pensieri dell’altro Harry del futuro.
 
“No…questo è un trucco..” disse Harry con lo sguardo vitreo.

“Lo pensavo anch’io, ma non lo è. “ disse Cedric.

“Io…lui..cioè IO..non ti ha raccontato tutto..come posso cambiare il passato, cioè questo..se non so cosa devo cambiare??” disse Harry mettendosi le mani nei capelli nel panico.

“Te hai pensato anche a questo. Mi hai dato questo biglietto.” Disse Cedric.
 
Harry lo lesse a mente.

Quando sarai finito in quel cimitero, senza Cedric, dovrai fidarti della parola di colui che ti farà una confessione. Fidati di lui.
 
“Tu l’hai letto?” chiese Harry tremando.

“No. Non so cosa c’è scritto.” Disse Cedric.

“Va bene..va bene..allora direi di stabilire..se tutto questo è vero.” Disse Harry con lo sguardo ancora terrorizzato. “Ci vediamo dopo, Cedric.” Lo salutò, prima di afferrare la Coppa.
 
 
 
 
Qualche tempo dopo…

Tutto potevo aspettarmi, ma non l’orrendo spettacolo della spettacolo della resurrezione di Voldemort. Soprattutto una resurrezione carica di tutto questo DOLORE. E Sangue. E sofferenza.

Ho fatto bene  a fidarmi di Cedric? Perché l’ho fatto? Può avermi ingannato. Magari non era nemmeno il vero Cedric e io…
 
Appena però Minus si avvicinò a lui e appena lui cominciò a parlare della GIratempo, Harry lo fermò concitato.

“Ho un biglietto per te.”
“Cosa??”
Cercando di non farsi vedere, Harry glielo diede.

Prima di salutarsi, infatti, Cedric gli aveva dato altri due biglietti.

In uno, c’era scritto, che se la missione fosse riuscita, avrebbe comunque dovuto lasciare che Moody, lo portasse via, per arrivare al punto preciso in cui sarebbe scomparso e se Moody non l’avesse fatto, avrebbe dovuto comunque correre da solo.

L’altro biglietto  era da dare a, ora sapeva chi, Codaliscia.

Ancora esterrefatto nello scoprire che era proprio lui il destinatario, Harry glielo consegnò.
 
Codaliscia lo slegò a quel punto e mentre tutti erano concentrati su Voldemort e su Harry, lesse il biglietto:

Sono già tornato indietro nel tempo e ho salvato il mio amico.

Se vuoi tornare con me, sappi che io ti proteggerò e testimonierò per quello che hai fatto davanti alla comunità magica.

Ma dovrai farti trovare in un punto specifico del cimitero. Non alzare la bacchetta, non fare niente. E proseguiva, dicendogli dove avrebbe dovuto trovarsi. Era lo stesso punto dove aveva preso Cedric nel futuro.
 
 
 


Harry segue Moody



Quando Harry spezzò il contatto con il prior Incantatio, aveva ben in chiaro quello che doveva fare. Correre, correre e ancora correre, cercando di non farsi prendere e afferrare anche Minus.

Dio, ti prego, fa che non sia un imbroglio pensò, prima di afferrare il suo braccio e scomparire insieme a lui toccando la passaporta.
 
 
Quando riemerse accanto a Minus, aveva la faccia schiacciata nell’erba. Teneva saldamente il corpo di Minus tra le sue mani che , poteva percepire chiaramente, tremava come una foglia.

Che cosa gli hai fatto?” sentì gridare Silente, che teneva saldamente Minus per le spalle.

Non fargli del male. Lui..è innocente. Era vittima della maledizione Imperius.” Disse Harry concitato.

“Come dici?” chiese Silente.
“Cielo! Minus!” disse Cornelius Caramell.

“Può dimostrarlo. Usate il Veritaserum su di lui. “ disse Harry.

“Non mi opporrò. Qualsiasi cosa vogliate fare, accetterò tutto.” Disse Minus.
 
Tutti intorno gridavano “Minus! È vivo! È un traditore!”

“Harry, lascialo” gli diceva dolcemente Silente.

“No! Se non promettete che non gli farete del male. Era vittima della maledizione, non poteva sottrarsi.” Disse Harry.

“Harry..va tutto bene. Se vorranno assolvermi, lo faranno, se vorranno giustiziarmi..accetterò la morte come una giusta punizione per quello che, anche sotto costrizione, ho fatto.” Disse Minus.

“Ma..no..io..non lo permetterò.“
 
Harry sta dicendo la verità. “ disse Cedric arrivato in quel momento. “Qualche ora fa è venuto con me lui dal futuro, avvisandomi del ritorno di Voldemort e della mia morte!”

Urla e brusii concitati e spaventati si dispersero, tutti quanti erano nel panico.

“Harry, Harry, era lui l’altra persona che dovevi proteggere? Era lui?” gli chiedeva Cedric, arrivato da lui e afferrandolo per un braccio, ma dall’altro lato c’era Moody che stava già strattonando Harry per convincerlo ad andare da lui.

“Ne parliamo dopo, Cedric.” Disse, seguendo Moody.
 
Con una scusa, riuscì a convincere Moody però, che doveva allontanarsi per qualche minuto, una mezz’oretta, per andare a prendere una cosa per lui molto importante, che voleva mostargli. Era una balla ovviamente, ma non poteva mancare all’appuntamento del destino.



Quando arrivò alla stamberga, trovò la giratempo dove Minus gli aveva detto.

“Sei qui, vero? Ci sono stato tante di quelle volte, sotto quel mantello, da riuscire a riconoscerlo anche a distanza.” Disse nel frattempo l’Harry del passato. Sapeva che non potevano incontrarsi, quindi non si aspettava che il suo se stesso, si mostrasse.

Nonostante ciò, un lembo del suo mantello, gli sfiorò dolcemente il braccio.

Harry sorrise intenerito da quel gesto.
“Manca pochissimo..tra poco ci riuniremo.”
 
Quando si riunirono ed Harry tornò ad essere UNO, per un attimo si sentì frastornato dai ricordi acquisiti delle ultime ore. Ora aveva anche i ricordi e la sensazione del suo sé passato che si era ritrovato un Harry dal futuro senza nessun preavviso. Era come essere due persone distinte.

Ora non c’era più tempo per le riflessioni però. Doveva ritornare da Moody.  

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Capitolo 24
*** Dopo l'arresto di Crouch, bisogna pensare a Minus ***


Avviso: questo capitolo è stato un parto per me xd chiedo scusa a tutti se potrà apparire un po confuso xd se trovate delle incongruenze, fatemelo sapere, per favore, perchè sono cose riprese da un'altra mia storia.





Era difficile da spiegare per Harry.
Si era sentito, quando aveva visto Cedric morto al suo fianco, come se fosse lui stesso un guscio vuoto, la sensazione della sua morte era stata come la prospettiva di quello che gli avrebbe atteso tutta l’estate. Una lunga estate infelice a soffrire e sentirsi in colpa. Il dolore era così soffocante che non riusciva a respirare. Cedric era una brava persona, non meritava di morire, non per colpa sua. Così si era fidato ciecamente di Peter Minus, ma non per questo la decisione di riportarlo indietro, fu più facile.
Se si fosse sbagliato,…si stava fidando di un pericoloso assassino, del ragazzo che aveva ucciso i suoi genitori e li aveva traditi.
All’improvviso il ricordo dell’anno scorso gli piombò così tanto davanti, da farlo star male. Peter Minus, un ragazzino come loro, minacciato da un professore e uno appena evaso di prigione.
Voleva bene a Lupin e a Sirius ma in quel momento, si era sentito di difendere Minus. Era sempre un ragazzino, minacciato di morte da due adulti. Era sicuro che i suoi genitori non avrebbero mai approvato.
Ma se diceva la verità, perché non si era difeso allora? Ne aveva l’opportunità, ma non lo fece.
Però era anche vero che lui aveva detto il vero sulla giratempo e non aveva chiesto nulla in cambio, in più se quello che disse, era vero, non poteva confessare. Colpa della Imperius.
Ma che cosa sarebbe successo se avesse deciso di riportare indietro anche lui?
Pensava a Ron. Come sarebbe cambiato il loro rapporto se gli avesse riportato indietro Minus?
Minus ora era umano, era un ragazzino come loro..avrebbe potuto..c’era prima di lui, Ron chi avrebbe preferito?
Si impose di non pensare a questi pensieri, aveva una missione da compiere, ma non potè impedire alla sua testa di fargli molto male, con il pensiero che se l’avesse riportato indietro, non sarebbe più stato il suo unico amico, se avesse deciso di perdonarlo.
Ma forse era meglio così, per quanto potesse far male, Ron non lo amava, lui si, ma non era giusto che Ron pagasse lo scotto del suo attaccamento, non poteva legarlo a sé come l’edera per tutta la vita. Lo avrebbe odiato e Harry non voleva che lo odiasse…
 
Era assurda questa cosa, ma fare questo, salvare Cedric, lo faceva stare un po meglio da tutta questa situazione con Ron. Almeno poteva fare qualcosa di buono per qualcuno, e doveva ringraziare Minus, stranamente, se il pensiero che lui e Ron si erano baciati e sarebbero rimasti per sempre soltanto amici, non faceva più male al momento, e se Minus era riuscito in questo, aveva diritto che anche lui facesse qualcosa per lui.
Ripensò ai suoi genitori che erano morti. A Sirius rinchiuso ad Azkaban per anni. prima era stato odiato lui e poi Peter. Ma forse Peter era innocente..e forse lui poteva rimediare a tanto dolore accaduto a tutti quanti in tutti questi anni.
Fu con questo che si fece forza.
 
 
 
 
*
Moody non era il vero Moody. Quando sono tornato da lui, mi confessò che aveva rapito il vero Moody e che era stato lui a mettere il mio nome nel calice.

Mi voleva morto e io mi ero fidato di lui. Tutti noi.

Mentre mi confessava tutte le azioni abbiette che aveva compiuto, cercò di uccidermi, ma Silente lo fermò con uno Stupeficium.

Quando l’effetto della pozione Polisucco svanì, si svelò il suo vero volto. 

Lui era il figlio del signor Crouch. Avevo provato tanta pena per lui. Ero triste quando il padre decise di consegnarlo ad azkaban.

E invece ora lui lo aveva ucciso.
 
Per fortuna ci pensò Silente a parlare a tranquillizzare Caramell riguardo Codaliscia, altrimenti il dissennatore che baciò Barty Crouch, avrebbe fatto lo stesso anche a lui, se ne avesse avuto la possibilità. 

Ancora non riesco a credere che in mezzo a questo gran casino e caos, è scoppiata pure la bomba di Codaliscia. Piton quasi mi ruggì addosso, mentre mi diceva che per venirmi a salvare, avevano lasciato Codaliscia legato, in compagnia degli altri professori e che se fosse successo qualcosa a loro, sarebbe stata colpa mia.

Per fortuna intervenne subito Silente, fermando Piton e ricordandogli che io ho rischiato la vita un mucchio di volte e cosa importantissima, avevo salvato la vita di uno studente.

Piton però a quelle parole sembrava più incavolato di prima, anche se non osava contestare liberamente il preside. Disse che la cosa era ancora più grave perché rischiai di combinare un pasticcio temporale di origini bibliche. Silente mi guardò con dolcezza e mi disse di perdonarlo, perché per lui era una giornata nera. Nello stesso giorno, la notizia della rinascita di Voldemort e del ritorno sia di Sirius , sia di Minus, a Hogwarts, rivederli entrambi lì, non era bello per lui.
 
A quel punto mi ricordai che Minus quand’era nei panni di topo, era l’animale domestico di Ron, a cui lui teneva molto. Chiesi di lui e mi confermarono che grazie al Veritaserum, ebbero la prova che lui diceva la verità. Voldemort aveva bisogno che il traditore fosse uno dei migliori amici dei miei genitori e individuando in Minus una personalità debole, lo sottopose alla maledizione Imperius per convincerli a usare lui come custode segreto.

“Era già sotto la maledizione?” chiesi io.
Silente mi disse di sì e aggiunse altro.

“Grazie al Veritaserum, scoprimmo anche un’altra cosa. Una cosa che probabilmente lui non avrebbe mai rivelato di sua iniziativa. Quando Voldemort scomparve, la maledizione Imperius si dissolse con lui.”

“Cosa? Ma allora perché non ha detto che era innocente? Aveva paura che non sarebbe stato creduto?”

“In minima parte sì, ma in realtà quello che l’ha mosso a restare sotto le vesti di un topo per tutto questo tempo, è stata…la voglia di espiazione.”
“Esp-espiazione?”

“Non ha mai smesso di sentirsi responsabile per la morte dei tuoi genitori. Ad Hogwarts non si è mai particolarmente applicato nelle lezioni e si è sempre rifiutato di imparare l’arte dell’Occlumanzia e i trucchi magici per resistere alla maledizione Imperius. Lui provava un forte rimorso per non averlo fatto e pensò di non meritare nessuna assoluzione. Una vita da ratto era quello che pensava di meritare. Peggio di qualsiasi condanna, non voleva essere perdonato.”
 
 
 
 
 
 
*
 
Harry non riusciva a capire.  Peter aveva detto che non poteva confessare, ma allora mentiva? Quando Sirius cercò di ucciderlo, l’anno scorso, era ancora sotto la maledizione o stava ancora fingendo? Perché ha detto che solo adesso riuscì a spezzarla? Oppure quando tornò da Voldemort resuscitato, gliene fece un’altra?
Mentre pensava a tutte queste cose, gli scoppiava la testa in una maniera assurda e a complicare le cose, mentre camminava per i corridoi del castello, piombò Ron con una faccia da funerale e lo guardò torvo.

Aveva il viso stravolto. C’era anche Hermione con lui.
Harry li abbracciò stretti. In quel momento aveva bisogno di sentirli vicini.
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?” la voce di Ron trasudava dolore.

Se Harry aveva la forza di dargli un pugno, lo avrebbe fatto. La voce di Ron spezzò il momento e si allontanarono da lui.

 “Ron, lascialo stare! Harry è sicuro di quello che fa, vero, Harry?” Disse Hermione, accarezzandogli i capelli. “è stata una giornata dura per lui.”

“Ci credo! Ne ha avute due! Due giornate in cui hai rischiato di finire ucciso da LUI. Che cosa ti dice la testa, eh?”
“Ron, adesso basta, stai esagerando, vai via!!” gridò Hermione.

 “NO!! “ urlò Ron, come un animale ferito.
“Dovevo salvarlo..Ron..non potevo lasciare che Cedric..” disse Harry con le lacrime agli occhi.

“Non hai riportato indietro solo lui!! Ma anche quel…quel…come hai potuto farmi questo..”
Harry capì all’istante a chi Ron si riferiva.
“Ron…Peter…lui è…” balbettò.

“La persona che mi ha fatto soffrire di più in assoluto! Complimenti, Harry! Bravissimo! Ancora una volta salvi tutti e che importa se qualcuno ne resta ferito.”
“Ma di che cosa stai parlando..” disse Harry scioccato.

“Harry..” disse Hermione tremante. “Io credo che Ron..ecco..lui non ha mai smesso di sentirsi in colpa per Peter. L’ha accudito come se fosse un cucciolo e non aveva idea di chi fosse in realtà..” tentò Hermione ma Harry la stoppò subito.
“Ma era innocente!! Ron, capisco come ti senti, ma devi considerare..”

“Ah si? Vorresti dirmi che sai come ci si sente quando il tuo animale domestico, per cui piangevi addirittura, che lasciavi dormire nel tuo letto, si rivela essere la ragione per cui il tuo migliore amico è orfano? Hai la minima idea di quello che provo quando ti guardo, sapendo che lo coccolavo e lo lasciavo dormire nel mio letto??”

Questo zittì Harry.
“Adesso basta, stai esagerando! Piantala di fare la vittima, non per forza tutto gira intorno  a te, sai??” gridò Hermione di rimando.

 “Vuoi farmi credere che l’hai fatto per lui? Per te? Per altruismo?”disse Ron, avvicinandosi, malgrado le proteste di Hermione.
Ron si era avvicinato a lui, scrutandolo torvo, Harry deglutì.
“Stai delirando..non resterò qui ad ascoltare i tuoi deliri e le tue accuse..”

“Ron, per favore, non vedi come è distrutto? Lascialo in pace!!”
 
Nel frattempo si erano radunati molti studenti a fissarli.

Ron si avvicinò di più a Harry e gli parlò nell’orecchio.
“Credi che non sappia che ti faccio così schifo da quando ti ho baciato, che sei andato a ripescare Minus dal cappello magico pur di riuscire ad allontanarmi da te? Questo non me lo dovevi fare, Harry..”
“Guarda che non hai capito niente..” disse Harry, tremando.

Ma Ron si allontanò, e in cuor suo, Harry sapeva che Ron aveva ragione, ma su una cosa si sbagliava. Non gli faceva schifo il loro bacio. Era questa la cosa terribile.
 
Peggio ancora delle parole di Ron, fu quando i professori lo presero da parte per parlargli di Minus.

IO forse sarei stato più delicato, forse da me le avrebbe accettate di più…non lo so..certo non era andata benissimo al primo tentativo, pensò Harry.
 
Quando Harry vide Ron restare solo in sala comune su una poltrona, Ron si scusò con lui, Harry gli disse che non c’era bisogno che si scusasse, però cercò di convincerlo ad andare da lui. Minus in quel momento era nello studio di Silente.

Ron acconsentì a patto che sarebbero andati insieme.

Harry, Hermione e Ron entrarono insieme. Lui non li guardava, Ron lo guardlò con disprezzo, ma una volta seduto non lo guardò più in faccia.

“Se posso guardarlo io in faccia, puoi anche tu.” Gli sussurrai all’orecchio, quando eravano ormai seduti davanti a Silente .

Ron fece un grande sospiro, cercò di restare tranquillo, mentre Silente parlava, poi scappò fuori dallo studio di Silente sotto lo sguardo di tutti.

“Forse dovrei?” cominciò Minus.

“No! è meglio non peggiorare la situazione. Vado io. “ disse Harry tranquillo e sicuro della loro amicizia. A lui non avrebbe cacciato.
 
 

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Capitolo 25
*** Non voglio separarmi dal tuo abbraccio ***


“Ron..?” lo aveva chiamato Harry, entrando nel bagno.

“Mi- mi dispiace, Harry..ma io non ce la faccio..non riesco neanche a guardarlo in faccia..” diceva Ron, asciugandosi il viso dalle lacrime.

“Lui è molto dispiaciuto..”

“Me ne frego! Tre anni, Harry. Tre anni a portamelo sempre dietro, ad esserci addirittura affezionato. Ho litigato con Hermione per la storia con Grattastinchi..e alla fine..non era..non era..”

“Non era un traditore.” Finì per lui Harry.
Ron si voltò a guardarlo.

“Questo è quello che dice lui. Come sappiamo che non ha mentito quando dice che era sotto la maledizione Imperius?”

“Hanno usato il Veritaserum e sotto il suo effetto ha anche confessato che ha scelto spontaneamente di restare sotto forma di animale per tutti questi anni per espiare.”

“Come sappiamo che non l’ha fatto per PAURA? Magari ha trovato un modo per ingannare il Veritaserum e..”

“Lui non sapeva che io l’avrei riportato qui con me. L’ho preso alla sprovvista. Poteva chiedermi di interloquire per lui ma non l’ha fatto.”
 
Ron scoppiò di nuovo in singhiozzi.

“Tutte le sue giustificazioni non..ha fatto uccidere i tuoi genitori e io sono il tuo migliore amico! Come dovrei sentirmi se io perdonassi??”

Harry però gli sorrise.

“Come una persona compassionevole, che sa perdonare.”

Ron lo guardò, toccato da quelle parole, ma poi, riflettendosi negli occhi lucidi di Harry, lo guardò duramente e disse:


“Tu non lo fai per lui, vero? Lo fai per me.
Harry, colpito dalla verità di quelle parole, guardò in alto, cercando di ricacciare indietro le lacrime.

“Abbiamo perso tutti così tanto..i miei genitori hanno perso la vita..non è possibile rimediare a questo..riportare indietro il tempo..come ho fatto prima..ma..se lui..se lui è DAVVERO innocente, aiutare lui..forse può ridare giustizia ai miei..può addolcire quello che è stato..Ron, non solo i miei genitori hanno perso la vita..ma tu..hai perso un amico…
Ron lo guardò allibito.
“Ma di che diavolo stai parlando?”

“Quando hai saputo la verità su Crosta..su Minus..tu hai perso..”

“Maledizione, Harry!! Sei tu il mio amico. Il mio unico amico..” disse con più dolcezza. “Non dirmi che tu ti dai la colpa…”
Harry non lo lasciò finire.

“Io, che lo  facessi consapevolmente o no, ho sempre causato così tanti danni..tu da quando mi hai conosciuto..non fai che starmi vicino..e sostenermi..e..l’ho sempre dato per scontato..non ti ho mai ringraziato..”

“Perché è questo che fanno gli AMICI e non vogliono ringraziamenti.”

“Quindi lascia che io…per UNA VOLTA, faccia qualcosa per te. Tu e Crosta..Minus..avevate comunque un legame..magari adesso che lui è umano..potreste riprenderlo..o..costruirne uno nuovo..”
 
Ci fu un silenzio più lungo di altri, in cui Harr credette che Ron gli avrebbe dato un pugno, ma inaspettatamente non lo fece.

“è importante, per te, questo, vero?”
“Sì.” Disse Harry deciso.

Ron si avvicinò di più al suo viso e Harry deglutì, ma non si spostò.

Ron gli fece una fuggevole carezza.
“Allora lo farò.Per te. Solo per te.”

Prima che Harry potesse ribattere, Ron gli diede un bacio intenso ma non sulla bocca, ma all’angolo delle labbra, indugiando a lungo in quel punto, senza spostarsi.
 
Harry aveva chiuso gli occhi a quel gesto, restando immobile.

Forse si aspettava che lo baciasse, forse anche solo quel bacio lo aveva stravolto e immobilizzato.
Ron fece per spostarsi, ma quando fece per allontanarsi, Harry allargò le braccia e lo strinse in un abbraccio stretto.

Ron ne fu sorpreso, ma ricambiò subito e per diversi secondi, i due amici restarono così  a lungo abbracciati. Sembrava che Harry, appoggiato alle piastrelle del bagno, non volesse più lasciarlo andare.

“Ti voglio tanto bene, Harry.” Disse dolcemente Ron, le parole furono accompagnate da una carezza affettuosa tra i capelli.

Harry sentì un’ondata d’emozione travolgerlo, non sapeva se erano state le parole di Ron, oppure la carezza.
Qualcuno fece casino fuori in corridoio e il momento magico s' interruppe.
I due ragazzi si spostarono.

“Torniamo dentro.” Disse Ron, senza più guardarlo.
Harry sospirò.

Tutto a un tratto non voleva più lasciar quel bagno, non voleva più separarsi dall’abbraccio di Ron.

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Capitolo 26
*** Il diario di Harry. ***


Avviso: in questo capitolo siamo nell'estate che precede il quinto anno di Harry :) 
spero il capitolo non sia troppo confusionario. I flashback sono stati indispensabili, anzi mi rammarico molto di non averli messi prima.
A mia discolpa posso dire che pensavo non ce ne sarebbe stato bisogno, ma ora mi rendo conto che servono a far capire di più il carattere di Harry :)
non li avevo messi prima perchè questi flashback fanno parte di un'altra mia storia che è praticamente quasi identica a questa, solamente con la differenza che è Draco l'interesse amoroso di Harry, pensavo di poter fare a meno di questi flashback ma ora ho deciso di metterli.
Quindi ho trovato l'escamotage dei flashback xd scusate il disagio xd ps OVVIAMENTE in questa storia Harry non ha un interesse per Draco, i flashback sono solo uguali a quelli di quella storia, ma in nessuno di questi c'è un interesse tra Draco ed Harry







Caro diario, a quanto pare le cose più importanti da quando ho iniziato la scuola di magia, cominciano ad accadere già in estate, senza che aspettino che arrivi Settembre. È successo di TUTTO. Penso che se non mi sono preso un infarto nel momento in cui i dissennatori hanno attaccato me e mio cugino Dudley, non mi prenderà mai più.

Il rientro dai Dursley, non è stato traumatico come le altre volte, anzi, ti dirò, ogni anno sembra sempre meno peggio, forse i miei zii dopotutto, stanno cominciando ad abituarsi al fatto che io sia un mago, stanno cominciando ad accettarmi.

Quando sono tornato mi hanno riempito di attenzioni non richieste. Erano comunque sempre sgradevoli, ma comunque erano delle attenzioni. Inaspettatamente hanno cominciato a farmi domande anche sui gufi e su come funzionava “questa maledetta posta aerea” . Dopo ben dieci minuti di grida sconnesse da parte di zio Vernon e di rimproveri scontrosi da parte di zia Petunia perché “Vuoi rispondere a tuo zio??” spalancai la bocca incredulo. In me la luce di un nuovo sospetto o di una nuova consapevolezza. Volevano davvero mandarmi delle lettere con dei gufi?

Quando ho cominciato a spiegargli come funzionava la posta, mi hanno chiesto se i gufi erano sicuri, se erano vaccinati, se erano puliti, puntuali e poi con terrore, come fosse una cosa che gli fosse loro venuta in mente in quel momento, mi chiesero se c’era il pericolo che qualcuno di NORMALE li intercettasse.

Io mi risentii abbastanza per l’appellativo “normale”. Loro mi hanno insultato un mucchio di volte in questi anni, ma è anche vero che io sono cresciuto e che non sopporto più certe angherie, tutto sommato la mia rabbia era contenuta dal fatto che, anche io mi sentivo in colpa. I miei zii stavano per la prima volta, aprendo una breccia nei confronti della magia, si stavano fidando di me o accettando di farlo e io per tutta ricompensa, cosa faccio? Li tradisco, senza neanche rivelare loro che Voldemort è tornato?

Dubitavo comunque che potessero sapere chi LUI fosse, ma era comunque una cosa che avrei dovuto dire loro prima o poi. Questo dubbio mi fu comunque levato quasi del tutto, quando con grande tirannia cominciarono a impedirmi di guardare il TELEGIORNALE.
 


“Non ci sono i tuoi simili nei nostri telegiornali. Comportati come un ragazzo della tua età!” aveva sbraitato zio Vernon, anche se con meno convinzione rispetto alle volte scorse. In lui una traccia seppur di preoccupazione. Non riuscivo proprio a capire se questa loro fissazione per il telegiornale fosse dipesa dal fatto che volessero continuare a maltrattarmi, oppure se fosse dipesa dal fatto che forse iniziando a vedermi davvero come un loro nipote e non come un ratto da giardino, cercassero di allontanarmi da quello che loro pensavano essere un luogo di dannazione e perdizione.
 
Io dovevo ad ogni modo continuare lo stesso a guardare il telegiornale. Avrebbero potuto dare notizie di Voldemort. O di Codaliscia. Avevo bisogno di sapere e la lontananza dalle notizie del mondo magico visto che nessuno mi mandava più lettere, mi stressava di continuo. Zia Petunia si accorse del fatto che ero molto stressato e ovviamente diede la colpa a quelli “del mio mondo.”

“è colpa di quellii là, se il ragazzo sta  così. Hanno rovinato mia sorella e ora vorrebbero rovinare anche il ragazzo.” diceva zia Petunia, indignata a mio zio, quando pensavano che io non potessi sentire.

“Forse non dovremmo farlo tornare più in quella scuola, in fondo cosa possono fare? Niente. Non possono mica sequestrarlo, no? Non possono, vero, Petunia?”
 


Sapevo che sarebbe stata un’estate difficile, per questo pregavo Ron ed Hermione di parlarmi, scrivermi, qualsiasi cosa pur di distrarmi da questa situazione. Volevo notizie, volevo sapere che mi stavano pensando e che a breve sarei potuto andare a casa di Ron e vederli e invece il NULLA.

Stavo male e loro non se ne rendevano conto o non gli importava.
 
 
Quando incontrai Dudley per caso in strada dopo che si fece tronfio con i suoi amichetti della sua baby gang, abbiamo avuto una breve discussione a proposito della magia e sul fatto che io non dovevo minacciarlo. Ero nervoso e me la stavo prendendo con mio cugino che non c’entrava. Non ero meglio della sua baby gang. Nel mentre che riflettevo su queste considerazioni, Dudley cambiò atteggiamento e mi chiese di vedere più da vicino la mia bacchetta e di insegnargli magari ad usarla.

Rimasi sbalordito. Non avrei MAI permesso che Dudley usasse la bacchetta. Chissà quali casini, disastri e cattiverie avrebbe potuto fare, oltre al fatto che sarei stato sicuramente espulso, ma quella richiesta mi sorprese. Guardai la mia bacchetta mentre la tenevo tra le mani e soppesavo l’idea di fargliela almeno vedere, quando all’improvviso comparvero i dissennatori.
 
Caro diario, so che sembra assurdo ma credo di non aver mai provato tanto terrore in vita mia, nemmeno quando i dissennatori comparvero sul treno per Hogwarts e sono praticamente svenuto, nemmeno quando comparirono mentre stavo giocando a Quidditch, nemmeno la paura che sarebbero comparsi altre volte, era superiore al terrore che stavo provando in quel momento.
 
Un conto era cercare di proteggere me stesso, ma Dudley.. nonostante ci odiavamo cordialmente, io ero responsabile di lui.

Se gli fosse successo qualcosa, chi gliel’avrebbe spiegato ai miei zii? Come mi sarei sentito io?

Ma ce la feci, incredibilmente ce la feci.

Quando tornai a casa, non mi aspettai però il clamoroso dietrofront e voltafaccia di Dudley.
 




“Mi ha minacciato. Mi ha minacciato con la sua cosa.” disse.

Rimasi allibito. Perché non raccontava la verità? All’inizio era stato così, ma poi era anche vero che mi aveva quasi pregato di fargliela vedere e di mostrargli la magia.

“Perché non dici che volevi che ti mostrassi come funziona??” gridai.

“BUGIARDO. BUGIARDO BUGIARDO.” Furono le grida dei miei zii, dopo le loro facce atterrite.
 
Bugiardo. Ancora. Non era cambiato niente, non sarebbe mai cambiato niente.

Esasperato, decisi di andarmene, ma cominciò ad arrivare una sfilza di gufi e di lettere, prima per dirmi che ero espulso - solo per essermi protetto - e poi per dirmi di non andare via da casa dei miei zii.

Loro insisterono affinchè io spiegassi quello che era successo e io lo feci.
 


Quando rivelai del ritorno di Voldemort, mia zia divenne una maschera di terrore e di isterismo. Divenne se possibile, ancora più protettiva nei confronti di Dudley e praticamente quasi mangiò zio Vernon, quando mi cacciò di casa.

Arrivò comunque una lettera di Silente, chiedendole di ricordarsi la sua ultima lettera, questo mi fece capire che aveva fatto una promessa, ma mi piacque lo stesso, che lei aveva già preso posizione prima di riceverla.
 





Tempo dopo, comunque. vennero a trovarmi una sfilza di maghi, capeggiati da un tizio di nome Mundungus, dal vero Malocchio Moody e da una tizia stravagante ma carina, di nome Tonks, che aveva i capelli viola.

“Il ragazzo non va da nessuna parte con voi.” Cominciò zio Vernon e iniziò di nuovo una discussione sconclusionata senza pari.

Io cominciai a pregarli di lasciare che andassi con loro, tanto sarei andato lo stesso e che con loro sarei stato al sicuro, ma purtroppo questo, portò di nuovo l’argomento su Voldemort e per mia grande disgrazia, venne fuori che rischiai di essere assassinato più e più volte durante i miei precedenti anni ad Hogwarts.
 
I miei zii erano allibiti. Vernon era furibondo e incurante di quanto sarebbe stato ridicolo, era già pronto a denunciare “quella scuola di delinquenti” e zia Petunia andò totalmente nel panico, nello scoprire che nel secondo anno rischiai di venire ucciso da un DIARIO.
 
“Ce l’ha ancora con sé!! Io l’ho visto!!!”
 
Se la cosa non fosse stata tanto grave, sarebbe risultata quasi comica, caro diario. Ci fu bisogno di molta pazienza da parte di tutti loro, per spiegarle che tu non c’entri niente, perché voleva già correre in camera a prenderti, ma io non l’avrei mai permesso.
 


Flashback dei primi anni di Hogwarts





Speciale



Per lungo tempo, credetti che tutti i bambini del mondo, vivessero in un ripostiglio, poi capì che solo io ero stato così fortunato da aver avuto la famiglia più stronza di sempre.

Non ebbi mai la brutta sorpresa di sentirmi dire che ero stato adottato, credendo per lungo tempo che i Dursley fossero i miei veri genitori, perché loro ci hanno sempre tenuto moltissimo, a dirmi fin da bambino, che erano solo gli zii.
Dursley era una specie di toro obeso che io avevo per cugino. Ed era grasso perché aveva tutto il cibo e tutti i giochi che chiedeva. Sempre. Un grosso, grasso, toro viziato.

Crescendo con lui, avendo solo un anno di differenza, siamo cresciuti come fratelli, anche se in realtà è mio cugino maggiore.
Mi chiesi se tutti i fratelli fossero così stronzi o nel mio caso, lo erano solo quelli non naturali. Forse i fratelli veri non erano così.
Peccato. Io ero figlio unico. Se avessi avuto un fratello, magari mi avrebbe aiutato con Dursley.

Invece non avevo fratelli e nemmeno i genitori, visto che erano morti.
 
“Sveglia!” urlò zia Petunia.

Ecco. Tra tutte le cose orribili di questa famiglia, aggiungiamo anche che non si può mai dormire in santa pace. Ad un certo orario, vengo buttato fuori dal letto dalle grida di zia Petunia.
Mi alzo sconsolato, cercando i miei calzini, rigorosamente sotto il letto.

Non riesco a capire se il mio disordine – mentale e di fatto – derivi dal fatto di essere cresciuto in questa famiglia. Alcuni psicologi dicono che derivi dalla genetica, altri dicono che derivi da come e da chi vieni cresciuto. Odio quando danno informazioni contrastanti.
E ovviamente devo sorvegliare il bacon.

Bistrattato, umiliato e pure ridotto a schiavo.

 
 


Lo zoo.

Altra giornata del cavolo.

Costretto ad andare allo zoo perché questi bifolchi  non hanno fiducia di lasciarmi  a casa da solo. Pregustavo già una giornata intera a fare zapping con i miei programmi televisivi, senza la rottura di mio cugino a girare canale ogni cinque minuti per il solo gusto di farmi dispetto, ma i Dursley non si fidano, ovviamente.
E zio Vernon ha paura che rovini la festa del suo amato figlio.

Non so perché ormai hanno tutti questa convinzione che io rovini sempre ogni cosa.

Una volta mia zia Petunia mi tagliò i capelli, lasciandomi quasi pelato e il giorno dopo mi erano ricresciuti esattamente com’erano prima che li tagliassi.

Un’altra volta, lei aveva cercato di farmi mettere a forza un orrendo maglione di Dursley , ma più cercava di infilarmelo dalla testa e più si rimpiccioliva.

Un’altra volta, cercando di scappare dalla banda di Dudley, mi ero ritrovato seduto sul tetto delle cucine della scuola, seduto sul comignolo.

Fortunatamente, riuscìì quella volta a scampare la punizione, perché, quando la direttrice aveva chiamato i Dursley, indignata, mi trovarono in lacrime, per lo spavento.

Credo, abbiano pensato che fossi in preda allo shock e che avessi quindi avuto già una punizione sufficiente.
 

Non sapevo perché attorno a me capitavano sempre queste cose strane. Lo ripetevo sempre ai Dursley, ma loro non volevano neanche aprire l’argomento, preferendo fulminarmi con un’occhiata e dicendomi sempre che non capivano perché dovevo sempre fare tutto il contrario delle persone normali.
Spesso io desideravo essere normale, per il solo fatto che così avrei smesso di soffrire e forse loro avrebbero imparato ad amarmi, non credo l’avrebbero mai fatto come Dudley, ma forse un po’.
Altre volte invece mi trovavo disgustato dalla loro normalità, dalle loro menti chiuse, bigotte, ottuse. Incapaci di immaginare, di sognare, di pensare a idee nuove..
 

“LE MOTOCICLETTE NON VOLANO!!” gridò Zio Vernon, quando mi lasciai scappare il sogno che avevo fatto.
Dudley e Piers ridevano sottovoce e io mi sentivo umiliato e mortificato.

Sentivo gli occhi lucidi. Le lacrime che cercavo di trattenere per non sentirmi ancora più umiliato.
 




Caro diario, sono ancora scioccato. Quando sono andato allo zoo, ho parlato con un serpente e due minuti dopo la teca del vetro è sparita e il serpente è uscito dalla teca, dicendo che stava tornando in Brasile.
Era nato in cattività. Non aveva mai visto il Brasile e io mi ero dispiaciuto per lui.

Chissà se riuscirà ad andarci..mi piacerebbe molto…

Ero stato io a farlo? Per farlo andare via?

Ma io chi sono davvero? Perché riesco a fare queste cose? È forse magia la mia? Ma i maghi non esistono, giusto?
Però mi piace. Mi piace credere di essere…speciale.
 
 
 
 
Lettere:

Caro diario, la gioia che mi prese quando vidi che c’era una lettera indirizzata a me, che qualcuno avesse speso del tempo per scrivermi due righe..non me la scorderò mai.
Sono rimasto a fissare la busta contemplando la sua bellezza e l’inchiostro verde smeraldo, per momenti che sembravano infiniti.
Ma i Dursley dovevano sempre rovinare tutto.

Mi impedirono anche solo di leggere quella lettera, senza conoscerne neanche né motivo né contenuto.
La saga delle lettere portò una sferzata di cambiamento nella nostra vita. Non avevo mai visto i Dursley così sconvolti come in queste settimane. Continuavano ad arrivare lettere a mio nome e mio zio continuava a fare il possibile per non farmele leggere.
Pensai qualunque cosa, anche che fossero scritte dai miei genitori che in realtà non erano mai morti..o da parte di una sorella che non sapevo di avere.

Fino a quando mio zio non decise, esasperato, di portarci su una brutta catapecchia appollaiata su uno scoglio.

Si gelava e avevo l’idea che sarebbe stato ancora peggio lì dentro, ma non avevo alternativa.

Mi entusiasmava però questa cosa. Mai in vita mia, mi sono sentito così importante.
 
 
 
 
Hagrid:
Quando Hagrid mi trovò, pensai che non avevo mai letto i libri di Narnia, eppure Hagrid mi ricordava qualcosa di quel mondo. Strano, no? è venuto in quella catapecchia e cominciò a trattar male e insultare i Dursley, e già questo sarebbe bastato a farmelo amare..ma poi, mi diede quella torta. Nessuno mi aveva mai regalato una torta, prima d’ora. Mi veniva da piangere, quando me la consegnò.
Quando mi disse che sono un mago, omisi di averlo sempre sperato..alla fine la mia incredulità era quasi genuina, voglio dire, un conto è fantasticare..un conto la realtà no?
Quando lessi la lettera, mi concentrai, contemplando quella scrittura.

Quando fantasticavo tra me e me sulla magia, mi chiesi spesso come sarebbe stata una cosa DAVVERO magica. Continuavo a guardare le lettere di quella lettera, asprettandomi quasi di vederle scintillare e spruzzare colori d’argento o oro. Ma non avvenne. Ma questo non importava. Ero felice.
Hagrid mi raccontò poi la vera storia della mia famiglia. Non erano morti in un incidente d’auto, ma per colpa di un mago. Un mago malvagio.
Hagrid si rivelò così dolce e buono con me, mentre mi raccontava, così dispiaciuto per il triste destino dei miei genitori.
Mi ritrovai, senza volerlo, a lasciarmi sfuggire delle lacrime.

Piansi anche durante la notte e i Dursley, incredibilmente non infierirono.

Forse un po’ d’umanità, ce l’avevano anche loro.

Mi accorsi poi per caso, che anche mia zia aveva pianto.

Non doveva essere piacevole ricordare la morte di una sorella.
 
 
 

Andare a Diagon Alley

 
 
Pensavo che fosse un sogno. Temevo che lo fosse, visto che ogni volta che mi capitava qualcosa di minimamente bello, alla fine mi svegliavo nel mio letto, invece con mia grande sorpresa, Hagrid ERA Lì.
 
Hagrid dormiva appollaiato sul pavimento. Aveva lasciato a lui il suo pesante pastrano per coprirlo. È stato molto carino si ritrovò a pensare , Harry.

Poi vide la catapecchia vuota e un pensiero improvviso gli balenò la testa.

“Hagrid!! Ma dove sono i Dursley??”

“Mpf…li ho portati a casa io..non ci pensare..”

“Ma..come..” ma non c’era tempo per le domande. Un gufo raspava con gli artigli alla finestra e a giudicare dal tono, sembrava molto arrabbiato.

D’altronde la loro insistenza si è vista con la consegna precedente delle lettere.
 
 
 
 
Parlando dei Dursley:

Mentre Hagrid e Harry presero posto nella barca, lasciando la catapecchia, Hagrid si preoccupò vedendo Harry un po’ triste.

“Ragazzo, ti vedo triste. Non sei contento di scoprire di essere un mago? Ho detto qualcosa che ti ha offeso, forse?”

“No!” disse subito Harry. “Stavo pensando..ai Dursley..sicuramente me la faranno pagare per questo, quando arriverò a casa..soprattutto per la coda di Dudley.”

“Intendi per colpa mia?” chiese Hagrid.

“No, io non intendevo..” si scusò Harry, ma Hagrid centrò il punto. Era ovviamente contento che Hagrid fosse venuto con quella bella rivelazione, ma ora aveva il terrore di tornare a casa.

“Ragazzo, non puoi farti terrorizzare da quei pazzi per tutta la vita. Ora che sanno che sei un mago, ti lasceranno in pace, fidati di me. Ti rispetteranno. Vedrai.”

Harry però aveva dei dubbi in proposito.

"Ma come faremo con la coda? è un bel problema..non rischia di tradirvi al mondo babbano? Come verrà spiegata alle persone?"

“ Oh, i babbani si rifiutano di vedere la magia anche se ce l'hanno sotto il loro naso. Diranno che è un foruncolo un pò strano o robe del genere e la faranno rimuovere chirirgicamente, non preoccuparti! Mi dispiace, ragazzo. Se avessi saputo che genere di persone fossero, non avrei mai accettato di spedirti da questi qua. Ti avrei tenuto io piuttosto.” Disse.

Harry sorrise teneramente a questo. Chissà come sarebbe stato vivere con Hagrid. Aveva dei dubbi sul fatto che un gigante sarebbe riuscito a crescere un neonato, ma i Dursley non avevano forse cresciuto lui e Dudley? Se ce l’avevano fatta i Dursley..

“Non potevi saperlo. E comunque non ero una tua responsabilità.” Disse Harry, ignorando che anche Albus Silente ci avesse pensato.

Con gran sollievo di Harry, poi, lasciarono perdere la sua triste vita e cominciarono finalmente a parlare di cose magiche.
 
 
 
Tutti conosceranno il tuo nome
 
“Bentornato signor Potter, bentornato” “ Sono Doris Crockford, signor Potter, non riesco a crederci, finalmente la conosco!” “Sono così orgoglioso, signor Potter, veramente orgoglioso!”
 
Finalmente usciamo dal Paiolo magico e ci addentriamo nel piccolo cortiletto all’esterno. Stava cominciando a mancarmi l’aria.

“Ti senti male, Harry?” mi chiede Hagrid.

“No..è solo che non sono abituato a così tante attenzioni..mi gira la testa..di solito la gente non bada a me..”

“Ma è piacevole, no? Sei felice?” chiese Hagrid allegro.

“A dire la verità, non sono sicuro di come mi sento. Credo sia colpa di zia Petunia e la sua avversione per le domande. Alla fine deve averla attaccata anche a me.” rido nervoso. Spero che Hagrid non cominci a giudicarmi anche lui strano.

Ma lui inaspettatamente sorride.

“Te l’avevo detto, no? Te l’avevo detto che eri famoso. Anche il professor Raptor tremava tutto quando ha fatto la tua conoscenza. Va bene che per lui, tremare è normale.”
 
 
 
*

Il mondo magico non era come me lo aspettavo. Era così…concreto. Non avrei mai immaginato che a due passi da Londra esistesse una sorta di città segreta, nascosta da un muretto, in cui era legale comprare cose come calderoni, bacchette magiche, e altre cose del genere.

Avrei voluto avere altre dieci paia di occhi. È come se finora fossi stato sempre cieco e avessi cominciato a vedere solamente ora, il mondo, per com’era realmente.

E il mondo era fantastico.
 
La Gringott era stupefacente. E vedere tutti quei folletti fu incredibile. Avrei voluto parlare con loro, chiedergli come vivevano, ma loro non sembravano badare a me. La cosa mi dispiacque un po’. Ma stavano lavorando.

Hagrid mi disse anche dei draghi a guardia delle camere blindate della Gringott. Mi dispiacque. Dei draghi chiusi in una banca? Avevo sempre pensato ai draghi come a delle creature leggendarie che fossero libere. Mi chiesi se lo fossero anche nel mondo magico e come mai nel mondo babbano, non se ne vedessero traccia.

Ma non mi andava forse di saperlo. Non in quel momento. Avevo la testa che frullava per le troppe domande.
 
 
Edvige:


Con Edvige fu amore a prima vista. Era bella e bianca come la neve, soffice come un peluche. Non avevo posseduto mai neanche un gatto. Un sentimento d’amore potente sgorgò nel mio petto mentre tenevo tra le mie mani la gabbiola con l’animale all’interno.

L’ultimo mese trascorso con i Dursley fu…strano.

I Dursley, appena tornai a casa, sembravano per la metà offesi a morte, per la metà preoccupati. Quando tornai, dovevano ancora cenare. Incredibilmente mi avevano aspettato e quando finalmente cenammo insieme, zia Petunia scoppiò a piangere in modo isterico, accusandomi di volergli far perdere anche un nipote, oltre ad aver perso anche una sorella!

Ci misi un po’ a considerare che il nipote dovevo essere io!

Zia Petunia era preoccupata per me??

Zio Vernon mi fulminò con lo sguardo, quando la zia scappò nella loro stanza in lacrime. Mi guardò e sembrava che avesse gli occhi lucidi.

“Perché vuoi farci soffrire in questo modo, ragazzo?”

“Ma..io..”

“No. No! Noi ti abbiamo accolto..e tu..”

Non aveva detto altro.
 
Io ero stupefatto. Non sapevo come risolvere la situazione. Guardavo Dudley che sembrava ancora offeso con me.

“Mi dispiace per la coda..” ammisi sinceramente.

“Puoi togliermela..”? chiese un po’ timidamente.

“Io non so come si fa..” dissi vergognandomi.

Dudley mi guardò come se fossi impazzito.

“Se non ci riesci..non sei un vero mago..e se non lo sei, mamma e papà potranno perdonarti.” Disse con l’aria di una grande rivelazione.

“Temo che non funzioni proprio così, Dudley..” dissi, sospirando.
 
 
 
Dormii a malapena. L’adrenalina mi tenne sveglio tutta la notte, per cui affrontai il mattino – e gli zii – con aria spaventosa. Mi facevo paura da solo.

“Dobbiamo parlare.” Dissi arrivando in cucina.

Vidi Zio Vernon trattenersi dal dire qualcosa, forse la solita lamentela sui capelli, ma si trattenne.

“Ascoltate, lo so che vi ho fatto tribulare da quando sono arrivato qui da voi..so di essere sempre stato strano e di avervi causato sempre problemi..ma se ero..se sono diverso, se sono un mago, non posso farci niente. È la mia natura.”

“Non hai mai fatto niente..per combatterla. Nessuno..sforzo..” disse zia Petunia, tirando su col naso.

“Ho cercato sempre di insegnarti ad usare la testa, a pensare con razionalità, tu no, sempre con la testa tra le nuvole! Se c’era una qualche possibilità che ti passasse, in questo modo hai solo..” cominciò a sbraitare zio Vernon.

Non avrebbe potuto mai passarmi! Sono nato così!” gridai anche io, arrabbiato per tanta ignoranza.

“Sono sciocchezze! Hai alimentato tu stesso questa cosa insana! Lo sai che quello che fai è contro natura eh? Lo sai? Lo sai che quelli come te, una volta li bruciavano, eh??”

Questo sembrò troppo anche per zia Petunia, che inaspettatamente si mise in mezzo.

“Vernon, basta così, adesso.”

“ma Petunia…non vorrai mica acconsentire a mandarlo in quella scuola..in quel..manicomio..hai visto cos’hanno fatto a nostro figlio..”

“Se Harry è così…noi non possiamo farci niente..”

Non era proprio come un complimento, ma era la cosa più carina che le avessi mai sentito pronunciare dalla sua bocca.

“Grazie.” Dissi. “Un’ultima cosa..il 1 settembre..ehm..devo essere a King’s Cross..per andare..a Hogwarts..”
 
Mi fulminarono con lo sguardo, entrambi arrabbiati.

“Ti sembra il momento?” disse zia Petunia.

“Lo fai apposta per farci arrabbiare?” disse di rimando Vernon.

“Mi dispiace!” mi giustificai io. “Ma devo assolutamente partire il 1 settembre, per non perdere il treno. Dovete saperlo.“

“E quando tornerai?” chiese zia Petunia.

Rimasi zitto per qualche secondo.

“Ragazzo, tua zia ti ha fatto una domanda.” Disse zio Vernon.

“Io..resterò via per tutto l’anno..”

Silenzio.

“Ma..posso tornare..per le vacanze..se vorrete..o restare lì..” dissi mortificato.

“Domani ti accompagneremo a Londra.” Disse zio Vernon, con uno strano tono, che sembrava dispiaciuto, mentre zia petunia mi guardava con una sorta di strano sguardo vacuo.

Erano davvero dispiaciuti?
 
 
 
 
Fu un mese molto strano. Zio Vernon e zia Petunia sembravano aver abbattuto il muro invisibile che per tanto tempo si erano costruiti addosso per fingere che la magia non esisteva e mi riempirono di domande sul mondo magico. Certo, sempre con uno stile passivo – aggressivo, ma sembravano genuinamente curiosi.

Soprattutto sul denaro magico. Erano rimasti sbalorditi nel sapere che possedevo una piccola fortuna, ma un po’ infuriati nel venire a conoscenza del fatto che non avrebbero potuto comunque utilizzarla nel mondo babbano.

“Tutto a un tratto il mondo magico riserva qualche attrattiva eh?” dissi un giorno ridacchiando, cercando complicità. Mi fulminarono con lo sguardo.

Qualche volta però zio Vernon era addirittura spiritoso.

“Strano mezzo, il treno, per raggiungere una scuola. Dì un po’, i tappeti volanti hanno forato?”
 
Per quanto riguardava Dudley e la sua coda, per fortuna era rimasto solo due giorni con quella coda. Hagrid per non farmi avere problemi con i Dursley, decise di venire a casa mia a rimuovere magicamente il danno fatto e i Dursley accettarono perfino che si autoinvitasse a casa per un tè.

Lui per farsi perdonare, portò dei dolci magici squisiti. Harry giurò di aver visto Dudley e zio Vernon mangiarli di nascosto.
 
Poi arrivò finalmente il 1 Settembre!   
 
 
 

Binario nove e tre quarti

Non so quanto dormii. Forse un’ora. L’ansia, l’agitazione e l’adrenalina erano troppe. Finalmente alle 7:00, il mio baule era stato caricato in macchina.

Alle dieci e mezzo avevamo raggiunto King’s Cross. Avevo l’ansia che mi attanagliava. Dentro di me pensavo a chissà come sarebbero stati gli altri ragazzi maghi. Chissà se sarei riuscito per una volta nella mia vita a fare amicizia con qualcuno..

“Ragazzo, dove sarebbe il tuo binario nove e tre quarti?” chiese Vernon all’improvviso, che aveva spinto il baule di Harry personalmente fin dentro alla stazione.

Ad Harry quasi prese un colpo. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica e su quello accanto un altrettanto grosso numero dieci sempre in plastica, ma tra i due, niente.

“è uno scherzo, Vernon?” chiese zia Petunia spaventata.

“Questo dobbiamo chiederlo al ragazzo, Petunia.” Rispose lui.

“Io..io non ne so niente..lo giuro!!” disse Harry impanicato.

“Quelli della tua specie non ti hanno spiegato questa cosa che ha tutta l’aria di essere una FARSA?” gridò Vernon, attirando su di sé qualche occhiata dei passanti.

“Vernon, ti prego, non gridare..” lo scongiurò zia petunia.

“Sentite..” disse Harry, cercando di non farsi prendere dal panico. “Avete fatto abbastanza..lasciatemi pure qui e andate pure..io resterò qui e cercherò di andare a fondo della faccenda..” disse infine, malgrado l’idea di restare lì da solo, senza aiuto, lo faceva tremare un po’ di paura, ma era chiaro che i Dursley non erano di nessun aiuto.

Zio Vernon lo guardò peggio di come l’aveva guardato quando Hagrid aveva rivelato che era un mago.

Per sentirle poi dalla polizia quando ti riporteranno a casa, dandoti per disperso?? No, col cavolo!! Tu vieni a casa con noi ADESSO! Abbiamo sopportato fin troppe buffonate fino adesso, ma ora BASTA!”

“Zio Vernon…io..” Harry quasi trovava positivo che zio Vernon si preoccupava di lasciarlo lì da solo, ma doveva darsi una calmata. Si pentì all’istante di non aver trovato il modo di andare da solo in stazione.

E non metterai mai piede in questa scuola di buffoni! È mai possibile invitare a prendere il treno su un binario che non esiste?? Solo uno sciocco come te potevano abbindolare! Questi sono tutti scemi! La prossima volta che arriverà Hagrito  o uno della loro congrega, le sentirà da me, altro che invitarlo a casa a bere tè e biscotti!!”
 
“Pieno di zeppo di babbani, figurarsi…”



Harry riuscì miracolosamente a sentire quella frase in mezzo a tutti i rimproperi di zio Vernon. Non sapeva se la voce seccata della signora che aveva parlato, era per via delle urla di zio Vernon..probabilmente sì..ma..realizzò d’un tratto, la signora aveva detto : babbani.

“Aspettate, aspettate..forse quella famiglia è come..come me..sono dei maghi..sono sicuro..” disse indicando una signora con uno squadrone di figli al seguito.

Vernon, Petunia e Dudley rimasero sbigottiti. Harry sapeva che Vernon era diviso tra l’idea di scappare e la voglia di dirne quattro anche a loro, ma Harry era troppo smanioso per aspettare la sua reazione, quindi si avvicinò alla famiglia, che continuava a guardarlo con curiosità.

“Salve, ragazzo..è la prima volta che vai a Hogwarts? Anche Ron è nuovo.” Disse Molly sorridendo con dolcezza a Harry.

“Sì..” disse Harry, lanciando un’occhiata curiosa e imbarazzata a Ron, che doveva avere la stessa età di Harry. Era un ragazzo dai capelli rossi, lentiggini e occhi azzurri. Vide che Ron ricambiò l’occhiata, fissandolo dritto e sentì un’elettricità pervaderlo. Era raro che gli altri ragazzi guardassero Harry negli occhi, con curiosità, come se non gli dispiacesse l’idea di conoscerlo. Era contento di questo. “Sì..eh..il fatto è che non so..come..come..”

“Come raggiungere il binario?” chiese la donna gentilmente.
“Sì..” rispose Harry mortificato.

“è facile..non ti preoccupare..devi solo camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci..non ti fermare e non aver paura di andare a sbatterci contro..questo è molto importante..” disse la signora, che si chiamava Molly.

“Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito!! “ esplose la voce di Zio Vernon.
 
Tutta la famiglia si girò verso di noi e io volevo scomparire dall’imbarazzo…

“Voi dovete essere i suoi..” cominciò Molly, ma Vernon la interruppe.

“è nostro nipote!! E già così dà un mucchio di problemi! Non aggiungetecene altri, consigliandogli di rendersi ridicolo davanti a tutte queste persone, questa giornata è cominciata già malissimo!” sbraitò zio Vernon.

“Mmm credo di capire..voi dovere essere babbani e.. oh..lei non deve avere un carattere facile..è un tipo piuttosto fumantino, vero?” disse Molly.

“Come..come si permette di..”

“Vi dimostro subito che noi non siamo una branca di buffoni. Percy, puoi andare avanti tu per primo, per favore?”
 

Quello che sembrava il maggiore, si avviò verso i binari nove e dieci. Il ragazzo acquistò velocità, ma proprio nel momento più bello, un folto gruppo di turisti si mise in mezzo a interrompere la visuale e quando finalmente si tolsero di torno, il ragazzo era già sparito.

“Maledizione..non immaginavo..va bene, riproviamo..Fred, George..tocca a voi..Fred, prima tu.” Disse Molly.

Harry si mise a guardare due gemelli sempre dai capelli rossi, identici in tutto e per tutto.

“Ma io non sono Fred. Sono George: Parola mia, donna, e dici di essere nostra madre?”

“Scusami, George, Caro..”

“Te l’ho fatta, io sono Fred!!” disse il ragazzo, avviandosi. “Sbrigati!!” gli gridava il gemello, anch’esso divertito. Dopo pochi istanti, passò anche l’altro gemello.


Harry era divertito e incuriosito dai gemelli. Gli stavano già simpatici.
 
La ragazzina con i capelli rossi che era con la madre disse:

“Mamma, posso andare anch’io..”

“Tu sei troppo piccola, Ginny..il prossimo anno..ora veniamo a noi..hai capito come fare?” chiese Molly a Harry.

Per la prima volta parlò anche zia Petunia.

“Ma siete impazziti a fare una cosa del genere..davanti a tutti?” chiese guardandosi intorno.

“I babbani non possono vedere noi che scompariamo attraverso il muro. È una regola magica affissata per preservare il mondo magico. La pupilla dell’occhio non riuscirà a registrare quel momento. È una delle cose che ho letto in Storia di Hogwarts quest’estate.” Disse una voce estranea.
 


Si voltarono tutti verso la voce. A parlare era stata una ragazzina presumibilmente della stessa età di Harry e Ron. Aveva folti, lunghi capelli castani. Mossi e ricci.

“Non prendermi in giro, ragazzina. Sia io, sia mia moglie e mio figlio abbiamo assistito a questa diavoleria.” Disse zio Vernon al suo indirizzo.

La ragazzina incrociò le braccia, sbuffando.

“Avete potuto vederlo, perché evidentemente lei o sua moglie, compreso l’altro ragazzo – disse indicando Dudley – avete un legame di sangue con lui  - disse ancora indicando Harry. “

“Harry, è mio nipote. Mia sorella era una strega.” Disse zia Petunia, pronunciando per la prima volta, quella parola.
Sembrò che la ragazzina si sentì mozzare il fiato. Harry sospirò. Probabilmente aveva già capito che era il prescelto.

“Beh, io non ho nessun legame con…con loro..” disse Vernon, indignandosi.

“Ma ha un legame con lei.” Disse Hermione esasperata indicando Petunia. “E questo basta a creare un ponte tra il mondo magico. Vuol dire che anche se è babbano, se ha un’esperienza diretta con la magia, può vederla. Ora scusatemi, ma dovrei andare anch’io.” Disse ormai stufa di quella discussione. La ragazzina si girò ad abbracciare e baciare quelli che dovevano essere i genitori e dopo poco scomparì anche lei.
 
“Vai, ragazzo. Prima di Ron.” Lo incoraggiò Molly.

Harry si voltò verso i Dursley che sembravano più imbestialiti che mai, ma ancora non intenzionati ad andarsene.

Beh, almeno non l’avevano lasciato completamente allo sbaraglio. Si comportavano quasi come esseri umani.

“Allora..ci vediamo..” li salutò.

Loro fecero un accenno di saluto. Dudley lo agguantò per la manica del giubbotto dicendo:

“Porta ancora qualcuno di quei dolcetti che ha portato quel gigante.”

Harry sospirò. Forse i dolci sarebbero stati un buon ricatto per costringere Dudley finalmente a lasciarlo in pace.

“Se farai il bravo..vedremo..” era la prima volta che poteva dire una cosa del genere senza il timore di venire picchiato. Le cose stavano migliorando alla grande!
 
“Vai, ragazzo..poi farò una chiacchierata con la tua famiglia..” disse Molly conciliante. Harry sentì un groppo in gola. Se con quelle parole voleva convincerlo ad andare, lo stava convincendo del contrario..ma si fece coraggio e andò dritto verso il muro, sorprendentemente non sbattendo contro di esso.



Non mi sono mai vergognato così tanto in vita mia da quando abbiamo fatto perdere 150 punti a Grifondoro in un colpo solo, quella notte che siamo andati a liberare Norberto.

È stata colpa di Hagrid se siamo stati puniti, ma sarebbe ingiusto prendersela con lui. Noi abbiamo accettato di farlo, perché Hagrid è un amico e perché volevamo aiutare il cucciolo di drago. Era la cosa giusta da fare. Ovviamente questa cosa non potevamo spiegarla agli insegnanti.

Ron non è stato punito perché non era con noi, perché era in ospedale per via della mano fasciata e questo forse ha fatto la sua fortuna, altrimenti sarebbe venuto con noi e avrebbe preso anche lui il castigo, eppure sembra scontento. Ci ha mostrato solidarietà e voglia di venire con noi nella foresta Proibita. Credo anche questa sia amicizia.

Fa freddo ed è molto buio. Mi consola solo sapere che ci sarà Hagrid con noi.

Quello stronzo di Malfoy. Chiaramente non voleva fare la spia, prima di essere beccato dalla Mc Granitt, ma poteva stare zitto comunque, no?

Deve sempre farsi i cavoli suoi. È una zecca.

Sono contento che si è beccato anche lui la punizione. Un’altra volta impara a cacciare il naso dove non deve.
 
 
 
Mentre ci avviamo, incrociamo due centauri che si mettono a parlare di astronomia.

Sono basito. Non avevo mai visto un centauro e non avevo idea si interessassero all’astronomia e alle stelle.
 
Poco dopo per colpa dell’idiota di Malfoy, ci tocca cambiare i turni. Aveva fatto spaventare Neville e lui dalla paura aveva cominciato a sprizzare scintille rosse dalla bacchetta, agitando tutti.

Mentre camminiamo, se ne viene fuori con una frase strana.

“Come sta il drago? È riuscito a volare via?” chiese dal nulla.

“Sì. Certo, se aspettavamo che arrivassi tu a rovinare tutto, di sicuro no.” ringhio io, non riuscendo a trattenermi.

“Guarda che non volevo fermarvi, ero solo curioso. Non è colpa mia se la Mc Granitt mi ha sorpreso in quel momento. Sarebbe stato giusto se ci andassi solo io di mezzo? In fondo ero fuori dalla scuola per colpa vostra.” Disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Alzo gli occhi al cielo. Era proprio incorreggibile.
 
Di lì a poco avremmo trovato l’unicorno.
Agonizzante, ma ancora vivo, per fortuna.
 
 
  Un altro centauro con chiome biondissime, si avvicina a noi, invitandoci a chiamare aiuto per soccorrere l'animale. Più tardi, Fiorenzo, approfittando dell'assenza di Malfoy, mi avrebbe parlato, invitandomi a salire su di lui, purtroppo non senza interferenze urticanti da parte di Cassandro.

Per aver salvato l'unicorno, avevo guadagnato 30 punti per Grifondoro.





Caro diario, quando ho scoperto che era Raptor il vero nemico e non Piton, mi sono sentito crollare il terreno sotto i piedi. Quest’anno mi ha insegnato che è proprio vero che non bisogna badare alle apparenze, perché, la persona che sembra più fragile e tenera, può nascondere un orco dentro – in maniera letterale – e la persona che sembra il tuo più accerrimo nemico, potrebbe essere la persona che ti salverà.

Ed è proprio così che è andata.

Nonostante ciò, provo tenerezza per Raptor. Lui accennò ad un tempo lontano in cui era pieno di idee sul bene e sul male. Chissà com’era, chissà che uomo era prima che arrivasse Voldemort a fargli il lavaggio del cervello. Nonostante cercò di uccidermi, non riesco a provare odio per lui. Quello che gli ha fatto Voldemort, non lo augurerei al mio peggior nemico e non dimentico come, piangeva singhiozzando perché Voldemort lo torturava e tormentava.

  Caro diario, il sacrificio di mia madre è un marchio che mi rimane impresso nella pelle e che impedisce a Voldemort e ad altri, di uccidermi, una cosa potente come la cicatrice che ho stampata sulla fronte e ogni volta che ci penso, mi viene da piangere.

Questa e altre cose, mi ha spiegato Silente, quando sono rivenuto nell’ospedale.

Sensazioni belle di conforto e sollievo, mi sono arrivate, quando l’ho trovato lì quando mi sono svegliato, a raccontarmi tutto quanto e a rispondere alle mie domande.

Lo considero ormai quasi come una persona di famiglia e vedere che forse dopotutto anche io gli sto simpatico, mi fa molto piacere.

Beh, in fondo, ho salvato o no, la fottutissima pietra?

Certo, se non fosse arrivato in tempo Silente, fanculo al mio ridicolo salvataggio.

Silente dice che me la stavo cavando già molto bene, ma io ricordo di essere praticamente svenuto.

Vabbè. Caro diario, abbiamo vinto la coppa delle cose. Questo, assieme al libro che il mio amico Hagrid mi ha regalato, con le fotografie dei miei genitori, mi ha fatto venir voglia di piangere di nuovo, assieme al fatto che non rivedrò Ron ed Hermione per un bel po’, perché ora torno dai Dursley.

Ormai li vedo un po’ come dei miei fratelli.

Non importa però, ho ricevuto già abbastanza emozioni, da bastarmi per un’estate intera!

Cardiario

anche quest’anno è ricco di avvenimenti. Sono stato ospite di Ron, il mio migliore amico, per il resto dell’estate. La sua famiglia è straordinaria, ho conosciuto il signor Weasley, il padre di Ron. È un uomo così simpatico con un’ossessione fortissima per i babbani. Purtroppo la mia gioia si tramutò presto in senso di colpa, quando, la signora Weasley mandò una strillettera a Ron, gridandogli che per colpa sua, suo padre sarebbe stato sottoposto ad un’inchiesta!

È successo perché ci hanno beccati a bordo della macchina volante che il signor Weasley ha incantato. Due babbani ci hanno visto e ora il signor Weasley è andato nei guai.

Io ero con Ron, sulla macchina volante. È stata anche colpa mia. Mi sono sentito bruciare dai sensi di colpa perché anche se non avevo avuto io l’idea della macchina, ero con Ron quando è successo, l’abbiamo fatto insieme.

Ho chiesto non so quante volte scusa a Ron, che continuava a dirmi di non preoccuparmi e che sono il suo migliore amico. Questa cosa l’abbiamo fatta INSIEME, non era colpa di nessuno dei due e poi non avevamo davvero altra scelta, visto che c’era una barriera invisibile che ci impediva di passare.
 
Barriera che scopro essere stata messa da DOBBY, l’elfo domestico che già aveva cercato di impedirmi di tornare a scuola quest’anno, facendo lievitare il dolce di zia Petunia e facendomelo spiaccicare in faccia, facendo credere al Ministero che fossi stato io, nella speranza di farmi espellere.

Ad oggi non riesco a capire come ho fatto a non capire subito, che era evidente che doveva essere stato ancora Dobby a mettere quella barriera. Forse l’avevo giudicata una cosa troppo elaborata, chissà come diavolo avrà fatto.
 
Dobby non è l’unica creatura che mi desta preoccupazione però. Ho scoperto che esistono bestie più pericolose degli elfi domestici, come la creatura terrificante che sta facendo tutto questo ai nostri compagni di scuola, pietrificandoli uno dopo l’altro e come la bestia che a quanto pare, Hagrid protegge, perché..trallala, è stato lui ad aprire la Camera dei Segreti.
 
Quel diario che avevo pescato, emerso dal gabinetto e su cui avevo cominciato a scrivere, l’avevo sentito quasi assurdamente come un nuovo amico, ma la realtà mi piombò diversa e più crudele, qualche momento dopo.
 
È stato solo poco dopo, quando anche Hermione venne pietrificata, che capìì quale era il vero dolore per i veri amici.
Oh, che stupido.

Ma non sarei scoppiato a piangere come quando tutti dicevano che ero l’erede di Serpeverde e piangevo nel letto e Ron veniva da me e mi abbracciava per consolarmi.
Questa volta, sarò forte.




Cardiario

Era Mirtilla Malcontenta, la ragazza che il mostro di Serpeverde aveva ucciso. Com’è piccolo il mondo, vero? La morte di Mirtilla, ha portato a conseguenze molto pesanti nella storia delle case di Serpeverde, è pazzesco constatare come alla fine tutto fa parte di un unico meccanismo del destino.

Caro diario, ancora una volta ho imparato come non tutto sempre è quello che sembra. Non era stato Hagrid ad aprire la camera dei segreti e non era stato Aragorn ad uccidere Mirtilla.  Quel mostro e i suoi amici, volevano ucciderci ed è stato soltanto grazie a Thor e alla macchina volante che abbiamo fortunatamente recuperato, che non sono riusciti nel loro intento.

Parte di me, vorrebbe odiare quei ragni giganti, soprattutto il preferito di Hagrid, ma la mia compassione non me lo permette.
 
“Devi capire, Ron, che se tutti ti dicono che sei un mostro, alla fine finisci per diventare quello che tutti credono. Credo che Aragorn non abbia avuto una vita felice, perseguitato dall’odio della gente comune..questo l’ha portato all’odio per l’umanità.”

Ma Ron non voleva sentire ragioni e io ero troppo stanco dalla corsa per sfuggire ad Aragorn e i suoi amici per insistere. Ero ancora convinto che quei mostri avessero un concetto di amore distorto. Aragorn per esempio non si era fatto scrupoli a dire alla sua “famiglia” di ucciderci, nonostante fossimo amici di Hagrid e nonostante poteva benissimo immaginare che lui ne avrebbe sofferto. Quei mostri non avevano compassione, ma qualcosa mi diceva che forse era la mancanza di amore, ad avergliela tolta.
 
Almeno una cosa bella era uscita fuori da tutta questa storia. Avevamo ritrovato la macchina volante, cui ormai ci ero affezionato anch’io, come se fosse un’altra amica e in più avevamo scoperto che non era stato Hagrid ad aprire la camera dei segreti.
 
Ma quest’anno chi l’aveva aperta? Scoprire che era stata Ginny, fu un doppio shock, oltre al trauma che il mostro l’avesse rapita. Mi chiesi per un assurdo momento, se fosse scappata da sola e si fosse suicidata, per il dolore. Non sapevo cosa pensare. Nel frattempo, Gilderoy uscì allo scoperto e disse un po’ quello che tutti noi pensavamo , tranne Hermione e pochi altri.

Non aveva mai fatto nessuna di quelle imprese eroiche che si era amputato. Aveva preso il merito ad altri maghi e aveva tolto loro la memoria. Credevo Raptor fosse il peggio del peggio, ma dopo questa, mi ritrovo a dovermi ricredere. Povere persone.
 
Che altro? Ah si, quando finalmente incontro Riddle, mi confessa di essere lui Lord Volemort e la cosa che mi fa soffrire di più, ma non gliel’avrei mai detto, è che non sembra provare rimorso per quello che mi ha fatto.

Di fatto non lo sa, me ne accorgo soprattutto perché parlando con lui del passato, mi chiede dettagli su quella notte, ma non trovo comunque traccia di rimorsi o compassione per quello che ha fatto.
Riddle, nonostante ha ancora un aspetto giovane, come era quando andava a scuola,

era già un mostro.
 
Quando ormai sto quasi per rassegnarmi a morire in quel luogo, arriva in mio soccorso Fanny e il cappello parlante.
Così, Silente si fida così tanto di me, da mandare il suo uccello fino quaggiù per me?

Quando realizzo che il cappello c’era perché voleva essere indossato da me, lo faccio e sento qualcosa di duro picchiarmi sulla testa.
Era una spada.
Gemo per il dolore, che non era comunque niente rispetto a quello che avrei sentito di lì a poco.
 
Quando sento che sto per morire, a causa del serpente, il Basilisco,

Fanny mi viene vicino e piange.

Provo affetto per l’uccello e per la prima volta sento il bisogno di consolarla.

“Sei stata bravissima, Fanny.”
 
Fanny però piange e mi salva. Le lacrime della fenice hanno poteri curativi e io riesco a sconfiggere Tom, pugnalando il suo diario maledetto.
 


Caro diario, parola mia, che quando Dobby spinse Lucius Malfoy in quel modo, facendolo addirittura cadere, mi chiesi perchè tutta questa ribbellione e forza, non l'aveva manifestata prima, contro i suoi padroni, prima di essere liberato da me con il calzino che io diedi a Lucius e che lui ha lanciato a Dobby.

Sono ben strani gli elfi domestici!  Caro diario, ecco l’ennesima persona che vuole uccidermi. Si chiama Sirius Black e a quanto pare è evaso da Azkaban solo per me. Mi sento quasi importante.

A parte gli scherzi, non riesco a capire perché sono tutti così preoccupati. In fondo me la sono vista con Voldemort in persona e un basilisco. Che male può mai farmi un evaso?

Tranquilli, non andrò a cercarlo.
 
Mi spaventano molto di più i dissennatori. Eccome se mi spaventano. Sono addirittura svenuto in treno e Malfoy non perde occasione per ricordarmelo, ma sotto la sua ilarità, sembra quasi..uhm..preoccupato? Ma che sto dicendo? Neanche se fumassi canne, direi certe cose.
 
Hagrid è il nuovo insegnante di cura delle creature magiche. Sono  molto contento. Ecco spiegato perché ci ha detto di portare il libro mostro dei mostri. Una volta scoperto che per ammansirlo, bisogna accarezzarlo, ha cominciato a fare le fusa. Lo diresti mai? Un libro che ha bisogno d’affetto.

Di certo non è pericoloso come un ippogrifo infuriato, insultato da Malfoy. Ha osato chiamarlo brutto bestione e l’animale si è rivoltato contro di lui, provocandogli una brutta ferita.

Brutta ma non mortale, peccato che quello stronzo ne ha approfittato per farsi serivire e riverire durante le lezioni, fingendo di avere il braccio destro inutilizzabile.
 
Sai, caro diario, non avrei mai detto che mi piace Divinazione. Credo di essere tutto sommato una persona spirituale. Hermione non fa che prendermi in giro per questo, non le piace molto la materia e a ben pensarci non dovrebbe piacere neanche a me, dopo che la Cooman ha visto un gramo nella mia tazza, presagio di morte imminente.

Che dobbiamo farci. Avrò un’attrazione per essere sempre in pericolo, ma è così divertente vedere Ron fare le più strampalate interpretazioni nella tazzina.
 
Non ho più visto i dissennatori e meno male. è stato terribile quello che provai. Come se mi avessero tolto via tutta la felicità del mondo.
 
Parliamo di Fierobecco. È stato meraviglioso volare con lui, anche se per poco. C’è stato un misto di paura e eccitazione insieme. Avevo paura che potesse innervosirmi e farmi del male, ma alla fine è andato tutto bene.



Durante quegli anni a Hogwarts, Harry si era sempre sentito bene a raccontare quello che gli succedeva a Hogwarts, nel suo diario. Non voleva disfarsene, neanche dopo la vicenda di Tom Riddle e il suo diario oscuro. Purtroppo i Dursley erano così spaventati che insisterono perfino per venire con me al Quartiere generale, ma al momento era impossibile, visto che il piano originario era quello di accompagnarmi con delle scope.

Promisero però ai Dursley che entro la nottata o al massimo l’indomani, sarebbero venuti a prenderli.

Io sperai che fosse solo un inganno per farci partire, ma con mio grande orrore, quando raggiungemmo il quartiere generale, Lupin mi disse che, una promessa era una promessa.
 



“Non potete dire sul serio!! Lupin ti supplico di ripensarci. Vi pentirete se li farete venire qui. Voi non li conoscete, io si. Loro odiano ogni più piccola cosa li riconduca alla magia o al i fuori dell’ordinario. A casa loro non posso nemmeno nominare quella parola. Non possono proprio..faranno un macello..”

“Harry, ti chiedo di tranquillizzarti ora o sveglierai la madre di Sirius, che, ti assicuro, in quanto a urla, ti batterebbe sicuramente.” Disse però il professor Lupin, tenendomi le mani sulle spalle.

Per via dello shock, mi ammutolì.

La madre di Sirius?
 

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Capitolo 27
*** Le mille sorprese al Quartier Generale ***


“IMMAGINO CHE VI SIETE FATTI DELLE BELLE RISATE, VERO, TUTTI RINTANATI QUI INSIEME..”

Harry era scoppiato letteralmente in lacrime. La delusione, l’ansia, la frustrazione e la paura di essere espulso e di non contare poi molto per loro, l’aveva reso pieno fino all’orlo ed era esploso.

“Io avevo bisogno dei miei amici..avevo bisogno..” disse coprendosi gli occhi con le mani.

“Harry, ci dispiace tanto. Hai assolutamente ragione, Harry.. io sarei furibonda, se fosse capitato a me!” diceva Hermione disperata, con le lacrime agli occhi.
“Ormai non hai più bisogno di me, non è vero. È tornato Crosta. Minus..l’ho visto di sotto. Non ha neanche il coraggio di guardarmi..” disse Harry continuando a strofinarsi gli occhi.

Ron scosse la testa freneticamente. “Smettila, avanti.”
“Sì, non hai più bisogno..”
 
Ma a Harry non importava più niente. Sentiva i suoi amici che lo stringevano forte, insieme, aveva i capelli mossi e vaporosi di Hermione che lo ammantavano come una coperta. Sentiva il profumo del suo balsamo e avvertiva anche l’odore famigliare di Ron.

Il loro abbraccio in quel momento riuscì a calmarlo.

Aveva provato un po’ di vergogna a esternare così i suoi sentimenti. Si era sentito patetico e temeva che loro pensassero che lui lo fosse, anche per questo forse, più ammetteva quella debolezza e più si arrabbiava con loro e più si arrabbiava e più gridava,  ma quel gesto, quell’abbraccio improvviso,  dimostrava che anche loro gli volevano bene veramente.
 
Forse in fin dei conti, era bello vedere che questa codipendenza che aveva con loro, non era unilaterale. 
“Hermione, vai a chiedere un po di tè a mia madre, di sotto.” Disse Ron a Hermione, che colse subito la necessità di Ron e di Harry di voler stare un po insieme da soli.

“Va bene, anche se guardando Harry adesso, sarebbe meglio una camomilla.” Disse sarcastica ma sorrideva.
Harry e Ron ancora abbracciati insieme, vennero scossi dalle risatine.
“Ehy, stai bene adesso?” gli chiese Ron dandogli un bacio sulla guancia.

“Sì.. io..mi dispiace.” Disse Harry scostandosi dal suo abbraccio, il profumo di Ron era troppo forte, sembrava shampoo al muschio verde e non voleva assaporarlo troppo, quindi si allontanò.
“Harry, a proposito di Crosta..se per te è un problema io…”
“No, no! Sono stato io a dirti che dovresti..insomma, lui non c’entra. O meglio, non c’entrava come noi pensavamo e non deve c’entrare con la mia stupida..non so come definirla.”
“Gelosia?” chiese Ron.
Harry lo fissò furibondo.

“Di te?? Quanto sei arrogante! Ti piacerebbe!” e uscì a perdifiato dalla camera.
“Harry, aspetta, dai, volevo solo scherzare!”

“Scherza con tua nonna!” e urtò Hermione mentre uscì sulle scale.
“Harry dovevai??” gli gridò dietro Hermione.
“A visitare la casa del mio padrino!!”

“Ma – che cosa – gli hai fatto!!” disse Hermione con un cipiglio che assomigliava molto alla Mc Granitt con le braccia incrociate.
“Non è colpa mia se è permaloso e si offende subito!”
 

Malocchio e Mundungus amici!

 
 
Caro Diario, non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi a casa di Sirius, pensavo però di provare più emozioni al riguardo, insomma, mi sono ritrovato a casa del mio padrino, la casa dei suoi genitori. Forse è solo la presenza di così tante persone a non dare alla casa un’atmosfera molto suggestionabile..forse ci sarà modo di chiacchierare con Sirius a questo proposito, un giorno…

Per il resto, dopo il mio sfogo un po’ pietoso sui miei due migliori amici, perché non avevo avuto loro notizie, ci siamo riappacificati e… devo tornare sulla questione casa di Sirius, mi dispiace, ma non riesco a togliermi dalla mente l’immagine del quadro della madre di Sirius, che sbraita e gli grida addosso.

Sirius sembra non badarci ma non credo non gli faccia un po’ male la cosa, sono addolorato io per lui. Io non sono mai cresciuto con i miei genitori, ma mi amavano. Ci sono però genitori che hanno avuto la possibilità di crescere con i loro figli e li odiano.

È così strana questa cosa.

Strana come vedere Malocchio Moody e Mundungus, chiacchierare amabilmente al tavolo della cucina e intendersi a meraviglia. Sembrano sulla stessa lunghezza d’onda. Quindi il misantropo Malocchio alla fine è riuscito a trovarsi un amico?
 
Caro diario, non so dire perché la consapevolezza di sapere che il vero Malocchio non era lui, genera in me tanta tristezza. Mi ero affezionato a quel Malocchio, che mi voleva morto, quello stesso Malocchio che aveva rapito questo. Devo sentirmi una brutta persona per questo? Perché nella vita reale esiste la magia, ma esistono anche le persone false che ti ingannano e ti fanno del male?

Questo Malocchio Moody non meritava il rapimento, non meritava niente del genere. Nessuno lo meriterebbe.
 
Caro diario, l’indomani mattina, successe una baraonda inaspettata.

Dursley.

Al quartiere generale.

NO. 



La notizia incredibile del riavvicinamento di Ron e Minus



*

“Ron, sto sentendo delle voci agitate al piano di sotto. Delle voci inconfondibili e mi sta battendo il cuore come non puoi capire, quindi sbrigati.” Lo pregò Harry, la mattina dopo che era arrivato al Quartiere Generale, prima di scendere a fare colazione.
“Io..ecco..Crosta..volevo dire..Peter Minus..”

“Ahhh ecco!! Siamo arrivati a lui. Ti aspettavo al varco. Sta ancora scontando la tua sfuriata di ieri, quel povero ragazzo?”
“Ma..Harry..io pensavo che tu..” disse Ron sconvolto.”Credevo che tu volessi che io non..”

“Oh, sei così stupido!!” sbottò Harry e sentì come se quello che fosse successo tra lui e Ron non fosse mai accaduto. Erano di nuovo alle loro marachelle e Harry era di nuovo esasperato dalla sua idiozia. “Io NON VOLEVO che tu lo aggredissi dal nulla e senza neanche che lui capisse il motivo, i problemi di cui abbiamo discusso dovevano restare in camera!”
“E ci sono rimasti infatti!”

“Ma TU hai sentito il bisogno di sbraitargli contro senza alcun motivo dicendogli che non doveva essere qui, perché ci sono io. L’hai fatto sentire un criminale e non era quello che volevo. Come al solito hai la delicatezza di un elefante.”

“Sì, beh, SCUSAMI se ho pensato che DOPOTUTTO non aveva bisogno di insistere così tanto per vederti, visto che la sua presenza sconvolge anche Sirius che non è pronto ad affrontarlo neanche lui e SCUSAMI se vederti sclerare in quel modo ha sconvolto ME, ieri!” sbottò Ron ed Harry suo malgrado sorrise.

“Acciderbolina, hai sorriso! Cazzo, non mi sorridi da ieri da quando ti dissi che dovevamo condividere la stanza, non mi hai neanche guardato manco una volta.” Disse Ron avvampando, sentendosi una ragazzina stupida.
Harry sorrise in maniera più ampia.

“Lascia perdere quello che ti ho detto ieri. Minus non mi crea problemi, a dire la verità..ecco ero un po GELOSO..temevo potesse prendere il mio posto come tuo migliore amico e..”
“Oh Harry..” disse desolato Ron. “Ne abbiamo già parlato credo ma tu non credo abbia recepito il messaggio."

Si era avvicinato un po troppo al suo viso e Harry fece un balzo in piedi.
“Sì, beh, mi hanno sempre detto che sono un po lento! Lo dicevano anche alle elementari, eppure ero velocissimo a scappare dalla gang di Dudley!”

“La gang di chi? Oh, è quel tuo cugino stupido e grasso?”
“Sì, proprio lui! Ma sta dimagrendo, sai!”
“Tornando a Crosta..a Minus! Il fatto che io ora gli parli, non significa che l’abbia perdonato e..”
“Ma DEVI, INVECE! Insomma, è grazie a lui se abbiamo salvato Cedric! Ho ancora gli incubi la notte!”

Ron  chiuse gli occhi. “Diciamo che il mio perdono avrà bisogno di sudarselo meglio.”

“Ma quanto tempo è stato qui?”

“Pochi giorni. Una settimana. Tutti lo guardavano male..ma ieri voleva esserci per vederti, solo che abbiamo poi deciso che era meglio se ne andasse visto l'imminente arrivo dei tuoi zii, non sappiamo come potrebbero prendere la sua presenza, ma in generale non era molto benvoluto, neanche da Sirius..lui ancora non..” disse Ron dispiaciuto.

Harry lo prese sottobraccio.

“Capiranno. Dagli un po’ di tempo. Anche Sirius capirà. Ha solo bisogno di tempo.”

“Sì, ma tu sei sicuro che lui…è davvero dalla nostra parte?”

Harry tentennò.

“Abbiamo bisogno di credere che non tutti vogliono tradirci..e forse io ho bisogno di credere con tutte le mie forze che un amico di mio padre, non l’abbia tradito per sua volontà.” Disse.

Ron gli sorrise. “Andiamo, ora, sono curioso di conoscere i tuoi zii.”

“Ti pentirai di averlo detto.” Disse Harry, mentre si apprestavano a scendere le scale.







I Dursley arrivano al Quartier Generale



Caro diario, scesi in cucina e trovai tutti e tre i Dursley. Una scena surreale. Zio Vernon continuava a inveire contro qualsiasi cosa magica che trovava fuori dall’ordinario, etichettandola come pericolosa. 

“Come siete arrivati qui?” chiesi io. A quanto pare erano andati a prenderli con la smaterializzazione e ora zio Vernon accusava i maghi di aver quasi tentato di assassinarli.

Quanta pazienza! 

Per fortuna riuscirono a calmarli, annunciando la colazione, una cosa su cui almeno erano tutti e tre d’accordo.

Continuavo a squadrarli con curiosità, mentre sbocconcellavano la colazione, aspettandomi un nuovo scoppio d’ira da un momento all’altro, loro invece mi guardavano con il sospetto di un cane che temi ti possa mordere da un momento all’altro.

Probabilmente avevano intuito che non li volevo lì, ma non avevo intenzione di essere ostile.
 
“I tuoi zii erano furiosi al pensiero che non avremmo mantenuto la promessa di andarli a prendere.” Disse Lupin ridendo all’indirizzo di Harry.

Molto saggiamente, decisi di sorridere senza commentare.

“Harry, vieni qui.” disse zia Petunia, in modo stranamente remissivo.

Un po’ incuriosito, lo ammetto, mi avvicinai.
 
“Dunque, come vi sembra..QUI?” chiesi io.

“Come sono i letti, sono normali, vero? Non si dorme per aria, vero?” mi chiese.

Risi, ma zio Vernon mi fulminò con lo sguardo.

“Certo che no.” risposi io.
 
 
La giornata proseguì in modo piuttosto bizzarro, i Dursley dopo un inizio di sdegno e scontrosità, si sciolsero maggiormente, prendendo confidenza. Molly riuscì ad ammansire zia Petunia, mostrandole diversi dolci che lei apprezzò molto.

“è davvero un peccato non poter farli conoscere ai vicini.” Commentò lei a bassa voce e notai una vena di rammarico per la prima volta.

Arthur Weasley riuscì ad abbattere i muri di zio Vernon, adulando con lui le cose babbane.

“Quindi anche voi maghi” disse, abbassando la voce alla parola maghi “adorate i gioielli della nostra specie. Ne abbiamo tante di cose splendide. Abbiamo la Statua della libertà, il Colosseo..” e continuava an pavoneggiarsi.
 
Sapevo che i Dursley non l’avrebbero mai ammesso ad alta voce, ma si vedeva che si stavano sforzando di comprendere o perlomeno accettare il mondo magico e io ne ero felice.

Per quanto riguardava Dudley, guardava i gemelli con sospetto, ma furono sufficienti i dolci di Molly, per rabbonirlo.
 
 
Verso quasi pranzo, i Dursley continuavano a guardare con un po’ di sdegno il cibo che si cucinava da solo e facevano delle smorfie non tanto carine.

“Piantatela, okay?” dissi io sottovoce. “Queste smorfie non sono carine.”

Si vedeva che avrebbero voluto urlarmi contro, ma si trattennero per non farsi sentire.

“Se quel cibo, cucinato in quel modo assurdo, ci fa ammalare, tu dovrai risponderne, ragazzo.”

Ma in realtà i Dursley amarono tutto di quel pranzo e presero di ogni portata, una seconda volta.
 
L’apice si toccò quando ad un certo punto del pranzo, arrivò IL BOCCINO D’ORO, planando con maestria nella sala da pranzo. 

L'amore per il boccino

 
 
Caro diario, non ho parole per dirti l’emozione che mi è scaturita dentro, quando quella palla è planata nella cucina del Quartier generale, davanti a tutti  e si è fermata davanti a me.

Un’emozione famigliare, che mi dà solo la sensazione del VOLO. Una sensazione simile che ricordo di aver provato, quando per prendere la pietra filosofale,  salì su una scopa per cercare di prendere quelle chiavi volate, una sensazione simile che provai, quando salìì su una scopa la prima volta e quando salì sul campo di Quidditch, la prima volta.

Sensazioni simili, ma nessuna di quelle, era paragonabile a QUESTA.

Sì, perché seppur il boccino evocava sensazioni simili, erano ampliate e arricchite dall’affetto che io ormai provavo per esso.

Si possono amare degli oggetti?

Pensavo a Hermione e al suo amore per Grattastinchi e pensavo a Ron e alla sua insolita e ritrovata amicizia per Peter Minus.

Pensavo all’amicizia di Peter per i miei genitori, cui ci era voluta la maledizione imperius, per riuscire a scalfirla.

Pensavo all’amore inusuale e contorto che mi stavano dimostrando i miei stessi zii venendo lì e pensavo all’amore per i miei amici, Ron ed Hermione.

Pensavo all’amore per la mia civetta e all’amore per Sirius.
 
Avevo mandato delle lettere a Silente, chiedendo notizie del boccino. Io e questa palla abbiamo instaurato una specie di legame, durante il primo anno, ma non ho mai parlato molto di questo legame, perché non mi consentono di tenerla troppo tempo con me e perché c’erano sempre cose più importanti di cui parlare.

Insieme al boccino, che mi girò intorno felice, contento di rivedermi,  era arrivato un gufo che recava una lettera da SILENTE. 

La lettera diceva che il boccino stava facendo come un pazzo e dedussero che sentiva la mia mancanza. Dato quindi lo straordinario legame che ci univa, il preside decise che potevo, se ne avevo il desiderio, diventare il proprietario ufficiale della palla.
 
Quasi mi commossi. Ero arrabbiato con Silente,  ma quest’ultimo doveva aver intuito la mia rabbia e frustrazione per quanto mi era successo a scuola, con Voldemort, l’angoscia e la disperazione che dovevo star attraversando quest’estate, senza notizie e da solo…e aveva deciso di farmi un regalo.

Non un regalo qualunque, ma un regalo che sapeva mi avrebbe reso felice.
 
Il boccino era come un cucciolo affettuoso e tenero che mi girava intorno e faceva le fusa. Qualcuno mi diceva preoccupato, di non toccargli le ali, per timore di rompergliele, ma Hermione si fece altezzosa e disse che “Non possono rompersi! Sono magiche e indistruttibili e se dovessero fiutare il pericolo, è chi ci mette mani casomai, che dovrebbe avere paura di farsi saltare una mano. Infatti possono essere utilizzate anche come un’arma!” 

Ero così contento che, ancora incredulo, decisi di scrivere una lettera a silente, come ringraziamento.
 



“Hermione, secondo te, dove dorme un boccino? Dovrei comprargli una scatola? Dovrei aver paura che si faccia male?”

I gemelli Fred e George mi prendevano in giro chiedendomi se avessi intenzione anche di imboccarlo.

Hermione però aveva preso molto seriamente la questione della “cuccia” per il boccino. Chiese al papà di Ron se c’era da qualche parte qualche carcassa di mobile babbano e lui fu felice di mostrargliele. Alla fine venne fuori con la carcassa di un cassetto rotto e disse che con qualche riparazione, sarebbe potuto essere un buon “letto.”

Hermione era ancora dubbiosa. “Ma è duro!” disse e andò a procurarsi anche una morbida copertina e un cuscinetto per le bambole per farlo stare più comodo.
 
Il boccino fece le fusa come un gattino contento quando vide il suo nuovo “lettino.”

“Beh, naturalmente è solo un lettino provvisorio..in attesa che non troviamo qualcosa di meglio..con te non poteva dormire, Harry..potresti fargli male..voglio dire..”
 
Ma Harry dubitava che comunque il boccino avrebbe usato quel cassetto come letto, troppo a lungo. Di sicuro avrebbero dovuto lasciare il Quartere Geneale prima o poi, avrebbero dovuto spostarsi di continuo, con le scope, con la materializzazione ecc..e anche nel remoto caso che fossero riusciti a portare con sé quel pezzo di mobile, era impensabile che gli avrebbero permesso di portarlo a Hogwarts e se l’avesse fatto, che figure ci avrebbe fatto con Draco Malfoy? Già immaginava le risate.

Inoltre, il boccino era come un cucciolo curioso. Di sicuro non era una persona, era uno spirito libero. Non era neanche sicuro che sarebbe riuscito ad addomesticarlo. Magari già il giorno dopo si sarebbe messo a dormire per aria o sopra uno scaffale. Insomma, non era un bambino. Non aveva voglia però di interrompere le fantasie di Hermione. Era così dolce quando si fissava sulle creature innocenti. Aveva preso a cuore Grattastonchi, poi gli elfi domestici e ora il boccino. Era davvero un animo gentile e buono. Gli ricordava Hagrid.



Sirius e il ritratto di sua madre, fanno pace!
 

 
Caro diario, ho parlato con Sirius, a proposito della madre e sono riuscito a convincerlo a cercare di far pace con lei.

“Ma non è lei, è solo il suo ritratto ed è cento volte peggiore dell’originale!”  mi disse Sirius, ma io non demorsi.

“Silente mi disse durante il primo anno, che i ritratti conservano ombre e caratteri delle persone dipinte. Non sono loro davvero, ma sono una copia dei loro sentimenti. Se tu farai pace con lei, avrai la riprova che dentro di sé covava il sentimento e la speranza di riappacificarsi con te. Quello che ti dirà sarà l’ombra di quello che ti avrebbe voluto dire.”

Sirius era sbalordito. Sapevo che era semi commosso, ma sapevo anche che non l’avrebbe mai ammesso.



“Sembri Hermione. Non è che sei lei travestita da Harry? Hai usato la pozione Polisucco?”

“No.” risi io. “Però forse è merito anche della sua influenza se sto diventando più saggio.”
“Mia madre mi odia, Harry.”

“Nessuna madre odia mai davvero il proprio figlio e se te lo dico io che sono cresciuto con i Dursley, c’è da crederci..ti saresti aspettato di ritrovarli qui?”

“Sono ODIOSi. È solo per te che cerco di contenermi dal non urlargli contro.”

“E lo apprezzo molto.”

“Ma non è detto che non lo farò!”

“Perché non cerchi di parlare con tua madre, adesso?”
 
Sirius era combattuto e si dondolò per un pò sul posto. Non fu facile. I primi tentativi furono disastrosi, anche se la signora pareva sinceramente meravigliata che suo figlio Sirius gli parlasse.

Dopo qualche giorno andò molto meglio.

Ora gli riservava parole dolci e affettuose tutti le giornate. La cosa stava cominciando a diventare un po’ melensa, ma aveva un vantaggio. Aveva ora ordinato a Kreacher, di essere più gentile con Sirius e con tutti noi.

Sirius era contento. Si vedeva.

Non era come riavere indietro la sua vera madre, ma era qualcosa. 






















Note dell'autrice: pensavate che avevo abbandonato la storia eh? e invece no ! ahha xd
Allora, vi spiego..questo capitolo è stato difficile perchè preso da un'altra mia storia sempre di Harry Potter, ma una Drarry, per adattarla alla Ron x Harry ho dovuto fare dei cambiamenti. 
Mi sono resa conto inoltre che Sirius e Peter devono avere un confronto prima o poi e lo spiegherò ma non mi sembrava naturale che Peter stesse nella stessa stanza con I Dursley che ho cercato di rendere più umani, non so quindi Petunia come potrebbe prendere la presenza di Minus, ecco xd
Prometto che cercherò di far tornare anche la ship principale, mi è difficile dopo averli fatti allontanare ma PROMETTO che ci sarà un ritorno di fiamma xd

Un'altra cosa importante!! Continuerò la storia di Silente e Piton anche, in realtà ho fatto già una raccolta ma temo di dover per forza riscriverla o ve la perdete, per altri eventuali spin off però, quando coincideranno con questa storia, mi iimiterò a mettere i link delle storie mie già esistenti, non posso ripubblicare tutto di nuovo per due volte xd

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Capitolo 28
*** Quinto anno - Il rospo mi odia, lo sento nelle ossa ***


Caro diario, il buonumore che mi era preso quand’ero al Quartier Generale, non durò molto.
Dovevo ancora essere giudicato.
quando entrai in quell’aula per essere giudicato, provai un moto di sollievo..e di gratitudine, quando le catene che di solito stringono tutti i condannati, non hanno fatto lo stesso con me. Quando vidi entrare Silente, un moto di affetto nei confronti di quell’uomo, mi assalì all’improvviso. Avrei voluto assurdamente abbracciarlo.

Avrei voluto che mi guardasse.
Qualsiasi cosa.

Ma lui non mi parlò e non mi guardò nemmeno.

Quando tornai al Quartier generale, i Dursley, i Weasley e Sirius erano preoccupati per me. Era surreale per me, vederli tutti lì a preoccuparsi per me.
 
 
Caro diario, il mio soggiorno al Quartier Generale, è stato come vivere una nuova vita.

Innanzitutto perché c’erano i Dursley, anche se non sono stati a lungo lì. Hanno avuto un brutto confronto con Sirius “è il tuo padrino?? Il criminale evaso dalla prigione?”

Quando riuscì a spiegargli che era innocente, loro non sembravano crederci del tutto e zia Petunia era anche scoppiata a piangere, quando venne fuori che per molti anni l’avevano ritenuto responsabile dei miei genitori.

Parlammo anche di quando Molly Weasley ebbe quella famosa chiacchierata con loro. A quanto pare aveva cercato di fare amicizia con loro in maniera goffa e loro non avevano resistito a lungo, però a loro, Molly era rimasta impressa. (vedi primi capitoli ) 

Quando tornarono a casa, erano ancora molto provati. Mi hanno riservato raramente abbracci, quando ero più piccolo, ma quel momento credo che non lo scorderò mai. Mi hanno stretto fortissimo.

Ancora non riesco a credere che hanno voluto comprendere il mio mondo. Forse sarebbe stato meglio per loro che non lo facessero. Quando li ho salutati sull’uscio del Quartier generale, ho visto in loro la paura.

La paura che finissi ucciso, la paura che non facessi più ritorno a casa.

Non voglio che altre persone vicino a me, stiano male per causa mia.
 
 
Confesso che la notizia che Ron e Hermione sono diventati prefetti e io no, l’ho presa un po’ male, come anche il fatto che non hanno, per il primo anno, condiviso per tutto il tempo, il tragitto fino a Hogwarts con me. Non potevano. Loro hanno dei doveri da Prefetto.
Mi sento depresso e insolitamente malinconico. Sarà forse perché quest’anno le carrozze sono trainate da cavalli che solo io e Luna, possiamo vedere. Forse sarà perché quest’anno il cappello parlante, ha cambiato canzone.

Non mi piace quando qualcosa cambia. Il terreno ti frana sotto i piedi, come se stessero arrivando i dissennatori a succhiarti l’anima.

Silente…perché non mi hai guardato quel giorno? 
 




*

Caro diario, va sempre più male. E pensare che ho sperato a lungo di tornare qui, ma fin da quando sono arrivato mi sono reso conto che forse…non sarei voluto tornare.

Seamus mi odia, perché sua madre mi odia, perché credono al ministero.

Perché devo sempre farmi odiare tutti?

E per colpa mia, ora odiano anche Cedric, perché non credono al fatto che era morto..che io ho fatto tornare indietro il tempo per salvarlo.

E poi c’è la questione di Peter Minus. 

Ha evitato di essere arrestato ad Azkaban per un soffio e da quel momento il ministero ce l’ha ancora più con me. Inutile dire che non credono neanche a lui.

Io, Peter e Cedric, siamo diventati le pecore nere.

Lui però non è qui, a vedersela con i compagni di scuola.

Ho rivisto Cho, lei ha ripreso a fare coppia fissa con Cedric, ma ogni tanto mi guarda. Sembra che tra loro le cose non vadano più tanto bene.
Una volta avrei pagato oro perché lei mi guardasse così.
Ma era prima  di Voldemort. Prima di Minus.
Non ci capisco più niente.
Prima di Ron.
Sono confuso e ad alimentare la mia confusione è arrivato anche il rospo  a scuola, con un cardigan orribile.

Ce l’ha con me, il rospo ce l’ha con me. Lo sento nelle ossa.
 



*

Caro Diario, la Umbridge è più orribile di quello che pensavo.
Le sue punizioni consistono nel farmi squarciare la mano tutte le volte nel suo ufficio ma io sopporto.
Sopporo ogni volta senza lamentarmi.
Non voglio darle la soddisfazione di vedermi sconfitto.

Ron ed Hermione non lo sapevano, non ho voluto dirglielo, ma purtroppo Ron l’ha scoperto.
“Fred e George moriranno dal ridere quando mi presenterò ai provini.” Stava dicendo Ron. “Da quando sono diventato Prefetto non la smettono di prendermi in giro.”

“Vorrei esserci.” Disse Harry ed era sincero. Voleva assistere il suo migliore amico che cercava di vincere il titolo di Portiere per la squadra di Grifondoro.
“Sì, anch’io. Harry, cos’hai alla mano?”

Harry che si era appena grattato il naso con la mano destra libera, cercò di nasconderla, ma ebbe tanto successo quanto Ron con la sua Tornado.
“è solo un taglio, non è niente..è..”

Ma Ron afferrò l’avanbraccio di Harry e sollevò il dorso della sua mano all’altezza degli occhi.
Harry sentì un piacevole formicolio intorno al corpo.

Ci fu una pausa durante la quale fissò le parole incise nella pelle,m poi con l’aria di sentirsi male, lasciò andare la mano.
“Credevo che ti desse solo delle frasi da scrivere.”


Caro Diario, io non ne avevo voglia, ma dopotutto Ron era stato sincero con me, così gli raccontai tutto.

Lui avrebbe voluto che io lo dicessi a Silente, ma non avevo intenzione di farlo, quando lui non mi rivolgeva la parola da Aprile.

Ron non si diede per vinto e l’indomani vidi che confabulava con Fred e e Gorge, quando lo presi per un braccio chiedendogli cosa avesse da cospirare, disse solo:

“Lasciami, mi stropicci la tunica. Devo correre a Pozioni.”
E scappò a perdifiato continuando a ridere.
Alle mie spalle i gemelli continuavano a sghignazzare.
“Non ho mai visto Ron avere così tanta fretta di correre a POZIONI.” Dissi io guardando Fred e George di sbieco.

“Oh, parola nostra. Non credevamo che il nostro fratellino sapesse anche divertirsi.” Disse Fred guardandosi complice con George.
“Ma insomma….si può sapere cosa..” 

“La Umbridge!! È all’infermeria. Ha fatto indigestione di torrone sanguinolento. Un’idea di Ron.” Sghignazzò George.
Ripresero a ridere entrambi.
“Oh mio dio.”
In quel momento arrivò Hermione che diede una pacca sulla testa di tutti e due.
“Cuccioli pestiferi.” Disse lei.

“Come ci hai chiamati?” disse Fred disgustato.
Hermione alzò le spalle.
“Oddio, in quanti lo sanno?” dissi io.
“Solo noi. Ron non sa tenersi un cecio quando si parla di lei o di te. Ma a quanto pare, se l’è meritata eh?”

Fred fece lo sbaglio di fissare la mano di Harry e quest’ultimo ruggì.
“Ron dovrebbe proprio imparare a tenerseli questi ceci dannati in bocca!!”
Fred e George scapparono ridendo in tutto il castello.
Ma io, oltre all’apparenza, ero felice.

Certo non avrei dovuto essere felice che qualcuno stesse male, neanche se era LEI, ma Ron aveva fatto questa cosa per me..solo perché mi ha visto sofferente..
“Andiamo. Solo perché è stato per farti giustizia, chiuderò un occhio per stavolta!” disse Hermione con aria pomposa, prendendomi sottobraccio.

La guardai, il cuore colmo di tenerezza.
Lei era sempre così buona con me e Ron.
Non meritava che le nascondevamo dei segreti.

Ma se tutto sarebbe andato bene, quello del bacio sarebbe stato l’unico segreto di cui sarebbe stata all’oscuro.

E se il mio cuore ha tremato pensando che sarebbe stato l’UNICO BACIO di cui lei non avrebbe saputo mai niente e sempre se qualcosa dentro fece male, decisi di ignorarlo.























Note dell'autrice: ciao ragazzi! Allora, l'unica cosa vera che è successa anche nel libro è che Harry si è fatto davvero squarciare la mano dalla Umbridge e Ron l'ha scoperto. Stop xd

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Capitolo 29
*** Harry e Sirius, litigano e fanno pace ***


Harry piangeva e continuava a piangere, mentre Hermione e Ron cercavano di consolarlo nel bagno della loro sala comune.

“Non ho bisogno della vostra pietà.” Disse Harry.

“Harry, avanti, siamo tuoi amici, non fare lo stronzo.” Disse Ron.

“E Sirius non vorrebbe vederti così, non vorrebbe che tu stessi così.” disse Hermione. 

Sirius mi odia! L’ho deluso perché non sono come mio padre!” disse Harry singhiozzando più forte.

Hermione e Ron si guardarono.

“Sirius non ti odia. Ti ha detto che non sei simile a James, solo perché è arrabbiato che gli hai proibito di farsi vedere qui!” disse Hermione.

“Sinceramente ancora non capisco come mai non può farsi vedere alla luce del sole, è trattato ancora come un criminale anche dopo che Minus ha confessato, questa cosa è un abominio.” Disse Ron.

Hermione sospirò.

“Ne abbiamo già parlato. Caramell crede che Sirius abbia inflitto la maledizione Imperius a Minus, costringendolo a inventare quella che sostiene essere – un’assurda storia – al solo scopo di sfuggire alla prigione, incolpando un’innocente.”

“E come giustifica il fatto che fosse vissuto da topo per tutto questo tempo, il genio di Caramell?” sbottò Ron.

“Caramell pensa che Minus abbia cercato di sfuggire fin dall’inizio da Sirius, sapendo che il suo piano sarebbe stato quello di incolpare lui dall’inizio, per questo ha vissuto per tredici anni da topo, temeva che avrebbe potuto sfuggire da Azkaban e trovarlo. Naturalmente sostiene che sia riuscito in qualche modo dall’alto delle sue sfere intellettive, a ingannare il Veritaserum.”

“Quel bastardo di caramell! Farebbe qualsiasi cosa per non ammettere il ritorno di Voldemort.” Disse Ron, che aveva finalmente imparato a dire il suo nome.
 
Harry decise finalmente di uscire dalla porta del gabinetto.



“Quello che a me urta, anche più di Caramell, è Sirius. Non capisce quanto sia stato difficile anche per me, perdonare Minus? Ma lui era innocente, era la cosa giusta da fare..ma ogni volta che mi dice che pensa a cosa penserebbero i miei genitori, mi fa infuriare. È come se cercasse di farmi sentire in colpa.”

“Harry, io sono assolutamente convinta che i tuoi genitori perdonerebbero Peter. Maghi molto più potenti di lui, sono stati messi sotto scacco da Voldemort. Maghi molto più esperti non hanno potuto nulla contro la maledizione Imperius.” Disse Hermione.

“E poi se proprio vogliamo dirla tutta, io sono quello che Sirius dovrebbe odiare di più. Ho coccolato Peter per tre anni! Lo tenevo in braccio. Ora che ci penso la cosa mi da un po’ i brividi. Non è una cosa un po’ gay, a vederla ora?”

Tutti e tre risero, poi Harry si lasciò scivolare tra le braccia degli amici, che lo strinsero forte.

“Cosa farei senza di voi.” Disse.
 
Rimasero ancora un po’ a parlare con Harry e a rassicurarlo del fatto che Sirius non ce l’aveva con lui.

“è solo arrabbiato con te perché pensa che tu non lo vuoi con lui.” Diceva dolcemente Hermione.
“Ha detto che non sono lui.”

“Beh, voleva provocarti. E poi sono sicuro che non è così arrendevole come vuol far sembrare, quando meno ce lo aspettiamo, vedrai che piomberà qui.” disse Ron.

“Oh, ron, sta zitto!!!”sbottò Hermione. 
 
 
Sirius. Mi ha scritto che non ne può più di stare in quella casa. Ci sono troppi TOPi,  Facendo chiaramente riferimento a Minus.

Ho passato tutta la notte a sentirmi in colpa e a piagnucolare e Ron ed Hermione, hanno dovuto sopportarmi.
Mi sembra di non fare altro, ultimamente.

Come diavolo posso fare a guidare una squadra di studenti, ad ergermi a loro leader se non faccio altro che piagnucolare?

E Sirius, perché diavolo perde tempo a litigare con Minus? Non capisce che è stato anche lui un innocente? Vuole farmi sentire in colpa?

Mi ci sento! 

Se quei due continuano a litigare e non saranno uniti, sono più deboli. Ci sono più probabilità che Voldemort ritrovi Minus e che Sirius venga rintracciato dal ministero.
Sirius… 









“Mundungus. Era la strega sotto il velo.” Disse Sirius.

“Quello era Mundungus? E che cosa ci faceva alla Testa di Porco? “ chiese Harry.

“Secondo te? Ti teneva d’occhio. È evidente.” Disse Sirius.

“Sono ancora pedinato??” Harry si arrabbiò.

“Certo, infatti la prima cosa che fai, nel tuo finesettimana è organizzare un gruppo di Difesa clandestino.” Disse Sirius.

Harry vide l’orgoglio negli occhi di Sirius brillare e dimenticò la sua rabbia.

Finalmente avevano fatto pace.

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Capitolo 30
*** Quinto anno - Harry, Cedric e Piton ***


Caro Diario, certo che è dura essere un adolescente.
Cho continua a provarci con me, mi ha addirittura fatto una scenata quando a San Valentino abbiamo avuto un appuntamento.
Io già mi sentivo un pezzo di sterco ambulante che cammina, per me Cedric era qualcosa che si poteva avvicinare a un quasi amico, non posso di certo fargli una carognata simile uscendo con la sua ragazza! E poi il debole per Cho mi è passato da un pezzo, ma credo che per pochissimo io abbia voluto illudermi che volesse parlare di Cedric e di eventuali traumi che aveva rimediato dallo scoprire che era stato a tanto così da morire.
Quando capii che era solo un pretesto per provarci con me, cercai di prenderla alla larga.
“Cho, cosa fai? Tu dovresti essere fidanzata con Cedric!” dissi io avendo visto che si era avvicinata un po troppo, mentre eravamo in quello strambo locale per coppiette di San Valentino.
Lei mi guardò come se si fosse scottata.
“Ci stiamo allontanando ultimamente..”
“Siete una delle coppie più belle della scuola, forse dovreste darvi un’altra possibilità..”
L’ingresso di Ron ed Hermione mi salvò da quella situazione imbarazzante, quando vidi Ron che si sedette al mio fianco con un cipiglio un po imbronciato, gli fui eternamente grato.
Lui però non stava guardando me ma continuava a osservare Cho come a sfidarla.
Mi visualizzavo a prendermi la testa tra le mani virtualmente.
Ma cosa sono o meglio perché sono sempre un perfetto disastro?
Perché dovevo infatuarmi della gente e poi non volerla più quando mi ricambiava finalmente?
La testa minacciò il cuore in quel momento di non pensare affatto a Ron.
No no no, era il mio migliore amico e io assolutamente non sono mai stato infatuato di lui.
Forse Cho ora mi trovava interessante perché non mi piaceva più.
La testa delle ragazze è fatta in maniera strana.
 
Comunque ancora non sapevo che quel San Valentino sarebbe addirittura peggiorato.
Quando Ron ed Hermione andarono via, lei mi fece una scenata dicendo che ero innamorato della Granger. Così, senza motivo.
Se avesse saputo che era invece di Ron che doveva preoccuparsi.
Preoccuparsi? Ma che sto dicendo, no, lei non doveva preoccuparsi di nessuno, tantomeno di Ron.
Per il semplice fatto che noi non stiamo insieme!!
Così decisi di affrontare Cedric, qualche giorno dopo.




“Cedric, lo so che tu pensi che io e Cho stiamo insieme.”
“Non mi devi nessuna spiegazione, Potter..”
Harry. Ascolta, credevo che fossimo diventati amici, quasi, e io non rubo le ragazze ai miei amici, tanto più che a me Cho non piace!”
Cedric rimase allibito.

“E questo è quanto, ah un’ultima cosa, lei forse ti dirà che è perché mi piace Hermione. Non le credere! Quella povera ragazza, ci manca solo che diventa lo zimbello della scuola perché la gente crede che stiamo insieme.”
Ma perché riesco a essere sempre così pagliaccio?

Stavo giusto per scappare via e per inveire contro le buffonate dell’adolescenza, quando Cedric mi prese per un braccio.
“Harry, comunque io non penso che tu sia lo zimbello della scuola e neanche chi ti accompagna.”
Prima che potessi anche solo spiaccicare parola, mi stampò un bacio sulle labbra, lasciandomi atterrito.

“è da tanto che volevo farlo, Cho è una ragazza intelligente, credo abbia capito che avevo un debole per te e ha cercato di provarci con te per farmi un dispetto.”
“Io…CHE COSA?” grido, mi sento raggirato, usato e preso in giro. “Io non posso crederci!”
“Spero non ti piaceva veramente, amico.”

“Io..io..certo che no..ma..Cedric tu mi hai baciato! Cosa… ma perché lo hai fatto?
“Scusami.” Disse Cedric diventando triste. “Io credevo che ti piacessero i ragazzi.” Si accigliò Cedric.
Avvampai furiosamente.
“E questo chi te lo avrebbe detto di grazia?”

“Beh, Draco Mlafoy. Dice che sei totalmente cotto di quel Weasley.”
Mi sentii tramortito da una campana.
“Io..quel bastardo di Malfoy! E tu dai retta a queste chiacchiere? Lui..è dall’inizio del primo anno che mi perseguita..e comunque..” mi accigliai. “Se pensi che sono cotto del mio migliore amico perché mi hai baciato?”
Cedric scrollò le spalle.

“Volevo vedere se è vero, se avevo una possibilità. Ma a giudicare da come hai reagito direi di no. Sei perso totalmente, non credo neanche tu sia bisessuale, sei proprio gay.”
“IO NON SONO GAYYY!”
“Ehi calmati amico, siamo nel ventesimo secolo, non è più un insulto.”
“Io..io..mi dispiace..scusami..io adesso devo andare..se vedi Malfoy digli che è un grandissimo figlio di buona donna e che appena lo vedo pareggiamo i conti e di non permettersi più di azzardare cose sui miei amici.”
E scappai prima che Cedric potesse aggiungere altro.
Non dissi una parola a Hermione e Ron, la vergogna ancora mi assaliva.
 
 
 
A complicare il tutto, quello che successe poi con PITON.
Sentivo forse il bisogno di evadere dopo tutti questi casini adolescenziali e la Umbridge che scopre le riunioni dell’ES e rendiamoci poi conto che durante una delle suddette lezioni, quando chiesi a Cedric come mai gli piacevo proprio io, lui rispose: “Beh, sei stato così carino quando mi hai aiutato con i draghi.”
Ah certo, ora aiutare per una prova significa rischiare di diventare l’oggetto del desiderio di una persona, ma la cavalleria dov’è finita?
Ma forse non avrei dovuto cercare rifugio tra i ricordi di PIton, proprio lui fra tutti!!

 
 
 
 
 
 
 
Allora..ti stavi divertendo, Potter??”

“N-no.” disse Harry tentando di liberarsi.
“Un uomo spiritoso tuo padre, vero?”
“Io…non..”

“Non ripeterai mai a nessuno quello che hai visto!!” ululò Piton.

“No..certo che no….io mi…mi dispiace.” Disse Harry.

Piton lo guardò stralunato.
“Che cos’hai detto, Potter?”

Mi dispiace!! Io NON LO SAPEVO!!” strillò Harry a occhi chiusi, desolato.

“Fuori, Potter..” disse Piton, che era rimasto chiaramente sorpreso e disarmato da quelle scuse.
“Aspetti, io volevo..”

“Fuori! Fuori di qui! Non voglio vederti mai più qui dentro!” 
 
Harry corse più in fretta che poteva, fuori dall’ufficio di Piton.

Piton nel frattempo, si era accasciato  al suolo.

Potter aveva frugato nei suoi ricordi peggiori.

E gli aveva chiesto scusa!
 
Harry si era rifugiato nella sala comune di Grifondoro, dove per fortuna erano rimasti soltanto Hermione e Ron, ad aspettarlo. Quando lo videro correre, agitato, con il viso stravolto, lo fermarono.

Harry non voleva farsi compatire e cercò di scappare da loro, per mettersi a letto, ma loro non gli permisero di scappare.

Lo portarono al divanetto e lo convinsero a raccontare cos'era successo.

Lui disse che nel Pensatoio aveva visto i ricordi di Piton, suo padre e i suoi amici che lo bullizzavano.

Non voleva dire cosa aveva visto, l'aveva promesso.

Poi crollò tra le loro braccia, singhiozzava, mentre loro cercavano di rassicurarlo e coccolarlo.

Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma  loro lo facevano sentire bene. Lo tiravano su, quando era a pezzi.  

"Mettiti giù." disse Ron, facendogli appoggiare la testa sulle sue gambe. 

"No." disse Harry cercando di ribellarsi. 

"Avanti." lo spinse Ron. 

Harry un pò imbarazzato, obbedì. Dopotutto si sentiva stanchissimo. 

Ron ed Hermione cominciarono a dire tutta una serie di cose che lui non capì e con sommo orrore di Harry, Hermione cominciò ad accarezzargli i riccioli che pendevano giù dalla sua testa. 

Imbarazzato si ricordò che Ron era cotto della loro migliore amica, o se anche non era più così, comunque c’era sempre qualcosa di sospeso tra di loro, cercò di tirarsi su, ma entrambi lo mantennero giù. 

"Lasciati coccolare un pò, con sta cosa prima delle lezioni dalla Umbridge e poi da Piton, ci hai trascurati un pò." 

Harry decise di non rispondere e di lasciarsi "coccolare." dopotutto era almeno un modo per non pensare a quello che aveva appena visto.






















Note dell'autrice: Allora ragazzi sono imbarazzatissima da questa cosa credetemi LOL
ma allo stesso tempo non sono riuscita a fermarmi, mi è uscita di getto proprio xd
sarà che Harry e Cedric erano anche carini e shippabili nei libri!
Mi è venuta di getto questa cosa ma tranquilli! Cedric non sarà un intralcio alla ship ahha
chiedo anche scusa davvero perchè non avrei mai voluto mettere da parte la ship Ron x Harry ma capitemi che almeno fino a 16 anni dovevo stare attenta a fargli fare cose LOL
in primis perchè sono ragazzini, e in secundis perchè davvero ho preferito riservare il bello per il sesto anno!
Che tra parentesi sta per arrivare! Vi ringrazio per la pazienza, non ho intenzione di lasciare la storia in sospeso!

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Capitolo 31
*** Sei pronto a dirlo a tutti? ***


Aveva cinque anni e guardava Dudley sulla sua nuova bicicletta rossa col cuore gonfio di invidia..aveva nove anni e Squarta il bulldog lo aveva costretto a scappare su un albero, con i Dursley che ridevano nel prato..era seduto sotto il Cappello parlante, che gli diceva che sarebbe stato bene a Serpeverde..Hermione era a letto in infermeria, col viso coperto di folti peli neri..un centinaio di dissennatori lo circondavano sulla riva del lago scuro..Ron lo teneva inchiodato al letto..il suo viso sempre più vicino..

No…questo non lo vedi..questo non lo vedi..è una cosa personale..
Riuscì a impedirlo quella volta, ma non quella successiva.
Un grande drago nero ruggiva davanti a lui..suo padre e sua madre lo salutavano da uno specchio incantato.
“Sono morboso! Prima o poi tu ti stancherai di me e te ne andrai!” disse Harry divincolandosi dalla sua presa.

Harry si sentì costretto e impotente, pressato contro la testiera del letto e con i polsi imprigionati dalle mani di Ron, la tachicardia cominciò a farsi sentire altissima, insieme all’agitazione e all’emozione di sentire l’amico così vicino, no, non avrebbe dovuto essere così vicino, dopo tutto quello che aveva fatto per aumentare la distanza. Ma aveva davvero fatto qualcosa in proposito?

Cercò di protestare, ma Ron era forte e non lo lasciava, anzi, premeva sulle sue labbra, affinchè aprisse la bocca e Harry cedette istintivamente.
Aprì la bocca e assaporò per la prima volta il suo primo bacio con Ron.
 
Era sconvolgente.

“Perché cazzo l’hai fatto, idiota? Che cazzo ti sei messo in testa, eh?” 
 dimentichiamoci questa cosa. Tu non eri in te, 
“Maledizione, Harry!! Sei tu il mio amico. Il mio unico amico..” 
Ron che gli dava un bacio intenso ma non sulla bocca, ma all’angolo delle labbra, indugiando a lungo in quel punto, senza spostarsi.
Cedric Diggory giaceva a terra con gli occhi sbarrati, fissi su di lui…
 
“NOOOO!”
Harry era di nuovo in ginocchio, il viso tra le mani, la testa che doleva.
“In piedi!” ordinò Piton aspro. “In piedi!! Non ci stai provando, non fai nessuno sforzo. Mi lasci libero accesso ai ricordi che temi, mi offri delle armi.”
 
 
 
 
Harry non aveva raccontato questa cosa a Ron ed Hermione, ma il giorno dopo, quando Ron vedeva che ancora stentava a riprendersi, dopo la brutta faccenda del peggior ricordo di Piton, lo seguì in bagno.
Harry sbuffò sonoramente.
“Ron, perché cavolo continui a seguirmi??” gridò quasi battendo un pugno sulla porta.
“Io ti seguo sempre, non fare l’idiota, Harry.”
“Io non faccio l’idiota.”

“No? Non lo fai? Perché sai, mi sembra che in realtà non fai altro da ieri! Si può sapere che c’è? Credevo avessimo risolto la cosa di Piton, voglo dire, sei stato male ma poi ti era passata.” Disse Ron, appoggiandosi alla porta.
Harry si appoggiò di rimando.

“Ron, non è solo questo. C’è una cosa che non vi ho detto..”
“Tipo??”
“Io..sai, probabilmente la curiosità non è stata l’unica cosa che mi ha spinto a spiare tra i ricordi di Piton, ma la vendetta..”
“Vendetta????”

“Chiamalo tentativo di riscatto, come vuoi tu..Piton qualche settimana fa era riuscito ad accedere ai miei ricordi, ad alcuni ricordi e io..mi sentivo così..così..”
“Apri la porta, Harry.”
“No, io..”
“Ti prego.”
 
Harry aprì la porta e trovò Ron, preoccupato ma non debole, gli sembrava determinato.
Ma invece di far uscire lui, entrò Ron nella cabina.
“Ron, ma che..”
“Dimmi adesso quali ricordi hai visto nella tua mente..”
Harry scosse la testa. “Se mi vergogno che li ha visti Piton, cosa credi che proverei se tu..”
Ma Ron gli prese il volto tra le mani, guardandolo e Harry socchiuse gli occhi a quella carezza dolce.
“Ma io sono il tuo migliore amico, abbiamo sempre condiviso tutto, io e te, dalla pietra filosofale al torneo tremaghi, beh, tranne quando ho fatto l’idiota..se abbiamo superato QUELLO e TU hai superato la spilla Potter fa schifo, puoi superare qualsiasi cosa.”
Harry rise ancora al ricordo.
“Non so se tu vuoi davvero saperlo.”
Ron roteò gli occhi al cielo.
“Dobbiamo ripeterci? Devo diventare noioso? Va bene, Harry sono il tuo migliore amico, bla bla bla, ora dacci un taglio.”
Harry stette zitto.
“Sei un serial killer? Spacci? Hai ucciso un dissennatore?”
“Ti ho baciato.”
Silenzio. Occhi sbarrati.

“Piton ha visto io che ti baciavo..o tu che baciavi me..ecco..”
Altro silenzio.

“Mi dispiace, io non sono riuscito ad evitarlo!” disse Harry mettendosi le mani tra i capelli e finendo in ginocchio.
 
“Harry, andiamo, ok, ascoltami, Harry, non è così grave, credimi!!” disse Ron, cercando di alzarlo dal pavimento.

“Come puoi dirlo!! Proprio Piton tra tutti!! Hai idea di quanto abbia lottato per far sì che quei ricordi, quelle IMMAGINI non tormentassero più me!! Me! E ora Piton..”
Ron rimase sbalordito.
“Cioè non volevo dire..”

Ron non lo lasciò continuare che lo baciò di slancio.
Harry gemette per la sorpresa, ma non passò molto tempo che ricambiò, allacciandogli le braccia al collo.
“Davvero i miei baci sono un tormento?”
“N.no..ma Piton..”

“Già..lui..beh, un peccato per lui che non possa vedere questo..” lo baciò ancora con più passione, pressandolo contro il muro, allacciando le mani alle sue contro la parete e Harry sentì un brivido di emozione nel sentire come le loro mani si allacciassero insieme, quasi per magia, poteva quasi sentirla la magia fluire tra le loro mani, si chiese se era la magia della loro amicizia.

Ron lo accarezzò sotto la maglietta, facendogli bruciare la pelle, mentre era sempre più pressato contro il muro, sentì il bisogno di ricambiare, più che altro perché aveva bisogno di un sostegno per non cadere, la sua testa era in fiamme e lo fu di più quando cominciarono a strusciarsi l’un con l’altro.
“No, Ron, noi non possiamo..” cercava di parlare anche se era difficile, i gemiti rochi di Ron lo mandavano in estasi.

“No, Harry io sono uno stupido, ora lo capisco..io e te..non c’è cosa più giusta di questa!”
“Noi siamo miglior amici”
“Possiamo essere più di questo senza perdere la nostra amicizia!! Tu mi vuoi..ammettilo..” gli morse un orecchio.
“Sì, sì..ma tu..”

“Anch’io ti voglio..”
Harry lo spinse un attimo indietro.
“Tu non ti rendi conto..di cosa significa..tu sei pronto a dirlo? A tua mamma, ai tuoi fratelli?”
Ron rimase sbalordito davanti questo.

“Sì. A tutti!” Rispose però ed Harry lo guardò con una smorfia di scetticismo.
“Sì? Anche a Fred e George? Sopportare i loro scherzi, ancora di più le loro prese in giro sul fatto che ti piace un ragazzo??”
“Loro non sono così..” disse Ron ruggendo piano, Harry cambiò strategia.

“Hermione! Scommetto che non sei pronto a perderti una chance con una bella ragazza che sbava per te da quando avete tredici anni..”
“Io non sbavo per lei e lei non sbava per me..”
Harry rise.

“A volte penso che la ragione per cui io sto sempre in mezzo a voi, è per vedervi un giorno mettervi insieme. " disse e a Ron fece male l'immensa tristezza che colse a quelle parole."Come Sirius e mio padre con Lily..”
“Noi non siamo come loro..” disse Ron e cercò di prendere la mano di Harry ma lui la spostò.
 
Ci fu un rumore nella saletta del bagno e Ron si irrigidì, fino a quando chiunque fosse, andò via.
Harry lo spinse di nuovo.

“Sei pronto a dirlo a tutti eh?? Schifoso ipocrita!!”
E dicendo così, lasciò il bagno.
“Harry!! Ma che stai dicendo! Ma cosa c’entra, Harry torna qui!!”






















Note dell'autrice: ogni tanto aggiorno anche questa storia LOL XD
 Vi confesso che stavolta sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo..
dai che ci stiamo avvicinando alla fine del quinto libro!!
Vi dico già che pure li ci sarà una sorpresa!! ps scusatemi se vado così piano con la Ron x Harry ma non ho davvero idea quando i ragazzi adolescenti cominciano davvero a infiammarsi LOL 15? Sedici anni? E quindi per timore di scrivere cazzate la tiro per le lunghe oltre al fatto che un po di attesa è sempre bella LOL

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Capitolo 32
*** Sirius è vivo, ma è in coma ***


Ero distrutto, mi sembrava di morire, mi sembrava di affogare, annegare, soffocare.

Avrei preferito ricevere un crucio, piuttosto che assistere alla morte di Sirius.

Lupin continuava a trattenermi, poi vidi che fece un incantesimo che riuscì a passare attraverso la tenda.

Con un gemito misto a un grido, vidi il corpo di Sirius, lasciare la tenda e galleggiare come morto, nella nostra direzione.

Lupin lo prese tra le braccia, sostenendolo come se fosse un piccolo tesoro.

“Lupin…è..?” chiesi trepidante.

“è ancora vivo…

Talmente tanto era il sollievo che mi crollarono le gambe e finii a terra, prima di scoppiare in singhiozzi, lasciando uscire fuori tutta la tensione accumulata.

“è vivo, sì, ma…io non so…”
 
Non mi importava del ma, per me era solo importante che Sirius fosse ancora vivo e che fosse uscito da quel maledetto velo. Ancora non riuscivo a credere che ne ero stato così tanto affascinatol!
 
 
 
 
 
*

Sirius era vivo, ma in coma.
Harry aveva ottenuto un permesso speciale per ritornare a casa a Privet Drive. Dopo quanto successo non aveva voglia di vedere nessuno. Solo qualche giorno per riprendersi, aveva detto Silente, quest’ultimo parlò con I Dursley per lettera, spiegando loro la situazione.
Erano davvero molto cambiati da quando il mondo magico aveva cominciato a far parte delle loro vite e dalla loro visita ai Weasley.
Ciònonostante, Harry non voleva neanche il loro affetto, non voleva nessuno.

Passò una giornata intera a piangere, poi il secondo giorno, di sera abbastanza tardi, qualcuno si presentò sfacciatamente alla porta.
“Sei uno dei Weasley.” Disse zio Vernon, guardandolo sospettoso.
“Sì, sono qui per Harry.”
“Ha detto che non vuole vedere nessuno..”

“Sì, beh, io non sono NESSUNO. Mi hanno detto mamma e papà che non vuole mangiare niente..” disse Ron entrando senza invito.
“Sì..e passa le giornate a piangere. Non lo faceva neanche quando litigava con Didino sempre, abbiamo provato a chiedergli se hanno litigato, ma..”
Ron emise uno sbuffo di esasperazione.
“Non sta così per cose stupide, ma per Sirius! Lui..è in coma, ed è l’unico parente che gli rimane.”

“Non è esatto. Ci siamo anche noi. Io sono sua zia!! Sua madre era mia sorella!” disse Petunia con una sorprendente verve.
“Voi maghi non potete fare niente per farlo uscire dal coma? A che vi serve una bacchetta altrimenti?” brontolò Vernon.

“Possiamo fare magie, non MIRACOLI. Sirius ha bisogno di tempo per riprendersi, ma potrebbe non essere l’unica cosa per cui Harry sta male. è meglio..sì, è meglio che vado da lui.” Disse e fece per salire le scale, ma si trovò davanti Harry.
 
“Ron..”
Aveva i capelli spettinati e gli occhi gonfi dal pianto. Ron ebbe un tuffo al cuore.
I due amici si abbracciarono intensamente in un abbraccio strappalacrime.
“Perché sei venuto? Perché?”

“Dovresti sapere che io non ti lascio, Harry, MAI.” Gli sussurrò.
Detto così, andarono su, abbracciati, fregandosene delle occhiate dei Dursley.

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Capitolo 33
*** Tra dichiarazioni romantiche e la scoperta che Regulus è vivo ***


Avviso: Ron ed Harry in questo capitolo parlano della relazione tra Fred e George che è di tipo romantico! xd
non ho scritto di loro in questa ff ma farò una storia misisng moment in cui si parlerà di questo e di com'è nata e anche di come loro l'hanno scoperto!
Non posso metterla come serie, perchè la metterò già nella serie di Harry Potter 2.0, ma magari metterò un link in uno di questi capitoli o riscrivrò proprio i momenti in un capitolo a parte, vedrò :)) in qualche modo farò :)

 


“Non posso perderlo, Ron, non posso perderlo. Tu non hai idea..quando pensavo che lo avrei perso..mi sono sentito..MORIRE..”
 
“E meno male che non l’hai fatto, se fossi morto quel giorno, io ti avrei resuscitato, per ammazzarti.” Rise Ron facendo ridere anche lui tra le lacrime.
 
“Non hai questo potere..”
“Ti sorprenderebbe..scoprire cosa posso fare per te.” Disse Ron, accarezzandogli piano il viso.
 
“Ron..tu..non sei obbligato a stare qui, lo sai..”
“Ma voglio.
“Quindi non lo stai facendo per me?”
“Lo faccio per me perché immaginarti che soffri mi distrugge, ma non devi temere, Harry, Srius si risveglierà, vedrai..”
Harry si distese sul letto, sorridendo.
“Non riesco a credere che sei venuto a casa mia, dando ordini ai Dursley.” Rise.
Ron rise di rimando.
“E incredibilmente non mi hanno urlato contro.”
“Sono cambiati davvero tanto.”
“Lo so, la mia straordinaria famiglia, fa miracoli.”
Risero ancora.
“Ron..quanto starai qui?”
 
“Fino a che non mi cacci..” disse Ron, ma con una intonazione dolcissima.
 
 
 
Passarono i giorni, una settimana, in cui Ron fu ospite a casa di Harry, incredibilmente riuscirono anche a giocare con Dudley a scacchi magici, Petunia scoppiava a piangere ogni volta. Inizialmente per la paura che quegli oggetti si avvicinassero al suo Didino, poi per commozione, poi cercò adirittura di giocarci lei stessa.
Vernon li guardava costernato, giocare, ma non disse una parola.
La notte però, era sempre critica.
Harry cercava di trattenersi, ma Ron sapeva che soffriva, lo abbracciava e lo consolava, a volte in modo troppo intimo per due amici.
“Ron..perchè sei qui..perchè sei qui davvero, intendo.” Gli chiese ancora abbracciato all’amico.
“Perché..io ti amo.” Glielo disse con una cadenza dolce come il miele.
 
Harry sfiorò le labbra con le sue.
“Davvero?”
“Esula dalla sessualità, Harry.  Io ti amo da quando ci siamo incontrati la prima volta..sul treno. Ti ho visto, ti ho guardato..e ho guardato la tua cicatrice..e ho pensato che fossi MIO. No, non come ragazzo. Ero un bambino. Ma ho pensato..che fossi una COSA mia..un tesoro da proteggere. Che fossi..una mia missione. Che la mia missione fosse quella di starti accanto per sempre, non deridermi per questo.”
 
“Non rido di te, perché io, fin dal primo anno..ho pensato che volevo accanto te, per sempre..anzi, l’ho pensato già da quando camminavamo insieme i primi giorni per trovare le aule di Hogwarts, ho pensato, questo rosso imbranato, stiamo facendo tardi insieme, ci sgrideranno in due, ma che bello arrivare INSIEME in aula, anche se ci sgridano, potrei farmi sgridare per sempre se lo avessi al mio fianco, oh, spero tanto che non si stufi di me, pensai.”
Ron ridacchiò.
“Mi sarei messo davanti Voldemort per te..”
“Non..dirlo..ti prego..non..” pensò Harry sdraiato su di lui.
“Per questo mi sono arrabbiato così tanto quando non capivi che Peter..era..è innocente, sì..ma non conta quanto te..e non so dirti neanche cosa mi fa sentire pensare che hanno fatto una profezia su di te..io..”
Harry gli mise un dito sulle labbra.
 
“Mi dispiace per le cose che ho detto quando ero in bagno..credevo che io..che tu non..”
“Harry..io ti amo così tanto che..quel giorno io..ho avuto PAURA..”
“Paura? Di dire che ami un ragazzo?”
“Paura di rovinare la nostra amicizia, che tu poi possa non volermi più, che tu possa desiderare una famiglia, con una donna..che tu mi possa LASCIARE..Harry, ti amo così tanto che va aldilà..non capisci..io ti desidero, ma..al sesso posso rinunciare..ma al fatto di non vederti mai più..questo no..Harry..io non..”
 
Harry lo baciò di slancio a quelle parole, poco dopo il bacio si fece romantico e languido.
“Harry..io..”
“Io non potrei MAI lasciarti, Ron..Non voglio. Io ho bisogno di te..Non sai come mi sono sentito quando..sei uscito di testa per quei cervelli nella sala misteri.”
“Mi sono aggrappato a te.,questo lo ricordo..anche nella non lucidità..volevo sentirti..”
 
“E io sono lusingato di questo…” un altro bacio, romantico.
“Harry, io voglio stare con te, sono disposto a dirlo a tutti, lo prometto, non mi importa di quello che possono pensare..”
Harry ridacchiò accarezzandogli il viso.
“E poi i gemelli fanno il tifo per noi, vero?”
“Quelle pesti..fanno il tifo per noi solo per tenerci buoni per non spifferare il loro segreto.”
Harry e Ron risero contemporaneamente.
 
“Grazie per coprirli.” Sussurrò Ron dolcemente al suo orecchio.
“è impossibile non amarli..o anche solo immaginare che possano amare qualcun altro.”
“Ma sono gemelli.” disse Ron amareggiato.
“Lo so..ma sono anche l’uno, l’altra metà dell’altro.”
“Ho una paura fottuta che la mia famiglia possa andare in pezzi per questa cosa, Harry.”
 
“Ehi, io ci sono..ok? Ci sono per te, e anche per loro. E anche Hermione. Lo prometto. Ci sono sempre stato per la tua famiglia.”
“Sì..è come se ci fossi sempre stato.” Disse Ron.
Si baciarono e stavolta il bacio fu davvero incandescente, si esplorarono con le mani sotto i vestiti, Harry gli accarezzò la schiena, Ron respirò contro il suo collo, facendo gemere Harry.
Si toccarono, languidamente, si dettero piacere a vicenda, uno contro l’altro, strusciandosi, inebriandosi l’uno della pelle dell’altro, fino a quando vennero insieme.
 
“Faremo l’amore..e sarà ancora più bello..come toccare il cielo con un dito, in mezzo alle nuvole..ti amo, Ron.” Disse Harry stringendoselo più vicino.
 
 
 
 
*
 
Il mattino dopo, Harry scoppiò a piangere leggendo una lettera.
“Harry, Harry, cos’hai??” gli chiese Ron, alzandosi dalla tavola.
Tutti i Dursley guardavano la scena sconvolti chiedendo cosa fosse successo.
“Harry, devi calmarti. Dimmi cosa è successo. è Sirius? Lui..”
“NO! Sirius sta bene..” disse alzandosi dalla sua spalla. “é..Regulus..
“Chi è Regulus, Harry?”
 
“Il fratello di Sirius! Sirius si è svegliato, è andato di nuovo all’ufficio misteri, l’ha trovato. Era dentro l’arco, Ron.”
“Oh mio dio.”
“Ed è vivo. È vivo, Ron!”

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Capitolo 34
*** Sirius e Regulus ***


Avviso: ragazzi, vi chiedo scusa per il capitolo ENORME che vi ho propinato ma CREDETEMI, non potevo mettere un link, dovevo PER FORZA dare un tributo a Reg e Sirius in un solo capitolo, è così enorme perchè le cose capitate a loro, le ho scritte anche nella drarry e ho voluto metterle anche in questa storia, ma non potevo fare di nuovo capitoli su capitoli xd credo non capirete NULLA di questo capitolo, se non leggete anche altre le altre storie, in particolare dovete sapere che anche qui Regulus e Sirius stanno insieme, quindi se volete avere un quadro più completo di tutto, vi consiglio davvero di leggere la loro storia. 

Verde e Oro


ps se non avete voglia di leggere tutta la storia di Reg o Sir o non sopportate la storia d'amore tra due fratelli, o non ricordate dopo tanti capitoli tutto, potete saltarla (ma io non lo consiglio) e potete leggere solo questi che sono davvero importanti per capire il capitolo:

Atto finale - seconda parte: capitolo in cui Damian parla a Voldemort di suo fratello, fa riferimento al flashback raccontato nel capitolo che segue.

Atto finale - terza parte:: capitolo in cui Reg ricorda di quando voleva aiutare Minus.





Regulus nel Velo


Regulus aveva perso la nozione del tempo lì dentro.
Non sapeva cosa fosse quel Velo, non l’aveva mai saputo, neanche quando aveva letto di esso. Un brivido gli era sempre sceso giù per la schiena, istantaneamente.
Assomigliava alla musica di un pianoforte, un lungo addio.
Una musica che non cessava mai, che lo cullava. Che ad un certo punto sentiva così ovunque da credere..
Che la musica..
Era dentro di lui.
 
Non aveva più lacrime per piangere, forse uno straordinario effetto del restare al buio per così tanto tempo.
O forse la sua anima era a un livello superiore di consapevolezza così alta che giudicava senza senso oramai piangere.
Sarebbe stato inutile, sciocco e senza significato.
Sacrificarsi per suo fratello, LASCIARLO, era stata una sua scelta, spezzargli il cuore un’altra sua scelta così come farsi odiare, tutto pur di salvarlo, tutto pur di far sì che avesse una vita felice, accanto a una nuova famiglia, accanto a…Potter.
Un’altra possibilità…
Quella che non avrebbe avuto lui.
I mangiamorte non meritano la felicità.
Un pizzico di dolore e di senso di colpa lo pervase, facendogli pensare a Piton.
E anche a Damian.
Si augurò che loro potessero essere felici, dovunque si trovassero.
 
Piton..Piton..che non era riuscito a salutare.
Ora immagini di quel giorno lo tempestavano, come una testa immersa d’acqua, dolcemente, ancora e ancora.
Avrebbe voluto salutarlo..avrebbe voluto…
Avrei voluto dirgli addio…
Ma quelli come loro non meritavano neanche di poter dire addio a chi amavano.
Pensò a Severus.
Diventato un mangiamorte, separato da Lily, suo grande amore, senza potergli mai dire addio.
Non c’era stato addio tra loro, erano solo…diventati estranei.
Si chiese se fosse la maledizione del tempo.
Allontanarsi senza dirsi addio, solo..allontanarsi..
Persone che prima pensavi fossero indispensabili, all’improvviso diventano inutili, deludenti, sostituibili..
Regulus voleva fare qualcosa per tutto questo.
Ora, dentro quel Velo, voleva prendere con sé tutti i cuori della gente e portarli con sé.
Era lui dunque un mangiatore di cuori?
No, semplicemente si riferiva all’altro cuore, sì, aveva sempre pensato che le persone avessero due cuori, come aveva sentito una volta.
 

Ciascuno di noi ha due cuori

ma uno eclissa l'altro

se ognuno di noi riuscisse

anche per un solo instante

ad intravedere la luce

del suo cuore nascosto

allora capirebbe che quello

è un cuore sacro

e non potrebbe più fare a meno

del calore della sua luce...

(dal film Cuore sacro) Regulus era convinto che l’altro cuore, quello che non sapevi di avere, era quello che conservava tutti i sentimenti che ti avevano spinto in Paradiso e che poi per qualche ragione, avevi dimenticato.
Un innamoramento folle, il primo grande amore della tua vita, il tuo grande sogno da ragazzino, quel peluche che avevi tanto amato.
Ti avevano mandato al Paradiso ma la signore della Natura aveva stabilito che era solo per un periodo e quindi..quando meno te l’aspettavi, il tuo secondo cuore ha restituito quei sentimenti alla Luna, per non tornare più.
Sulla Luna sono conservate tutte le cose che perdi sulla Terra…
 
Regulus avrebbe voluto prendere l’amore di Lily per Piton, o meglio, parlargli, dirgli che avrebbe conservato per lui, quell’amore, che non c’era bisogno, che lo donasse alla luna. Lui, in quel velo, per l’eternità, avrebbe ricordato, l’avrebbe fatto anche per lui, anche quando avrebbe stabilito che non era vero amore.
Che non era vero niente.
Avrebbe conservato anche l’amore di lui e Sirius, quello che lui e suo fratello si erano promessi.
Non c’era bisogno, non era importante che anche lui ricordasse, non era meno vero solo perché lui aveva dimenticato.
Una cosa non è meno vera, se la dimentichi.
Avrebbe vissuto fino alla morte, fino a quando sarebbe morto, con quel ricordo, il ricordo di aver amato così immensamente qualcuno ed è molto di più di quello che viene concesso all’uomo, oggigiorno.
Sirius avrebbe anche potuto dimenticarlo, lui non lo avrebbe amato di meno per questo, anzi era meglio per lui se lo avesse fatto, sarebbe stato più felice.
Si sentiva così solo però li sotto quel velo.
Qualcosa però avvenne, senza che lui lo avesse previsto.
Il velo interruppe quella dolce nenia per un suono più morbido, graffiante, ma allo stesso tempo quasi vellutato.
Solo che non era un suono che sentiva con le parole, ma con i sensi, quasi.
Una carezza?
Aveva l’impressione che il Velo lo..
Cullasse.
Possibile che cercasse di consolarlo?
Si lasciò andare, senza quasi accorgersene e precipitò dondolandosi, in un sogno.
O almeno credeva fosse tale.
 
Lui e Sirius alla festa di Natale a casa Potter, un pranzo meraviglioso, un tendaggio rosso, Sirius lo afferra e lo bacia, coperto da quel rosso.
Quel rosso che aveva tanto odiato perché emblema della Casa che lo aveva diviso da lui.
Una coppia di ragazzi dai capelli rossi li guardano e ridono, Regulus li guarda stranito.
Non sembrano fare parte di quella cornice..come se fossero..lontani.
Anacronistici.
Poi loro spariscono quasi come se non ci fossero mai stati.
“Sirius..hai visto anche tu?” ma Sirius non gli permise di sottrarsi al bacio.
“Lasciali perdere, non ci romperanno le scatole prima di qualche anno, abbiamo ancora tempo.”
“Che significa?”
“Significa che voglio godermi solo il presente.”
“Il presente..sì..”
Ma che significava? Di quale presente parlava? Quale tempo? Quali anni?
 
 
 
*
Un corpo estraneo attraversò il Velo, interrompendolo dalle sue fantasticherie e dal suo Sogno.
Un sospiro pesante, un respiro che avrebbe riconosciuto tra mille.

Sirius…
Regulus??

In quel momento a Regulus non importava se la venuta di suo fratello li sotto significava che anche lui aveva perso, che anche lui ERA PERSO, voleva essere egoista per una volta.
Gli era mancato così tanto.
Avvolse le braccia attorno a lui, stringendolo in un abbraccio pregno di cose non dette.
Da troppi anni.



Sirius nel Velo

Quando cado dentro il Velo non posso fare altro che pensare ad Harry.
Non mi preoccupo per me, ma per Harry, il mio figlioccio, se io non riesco a salvarmi, se io muoio, lui soffrirà troppo e dopo quanto ha perso, dopo aver perso Lily e James..non è giusto che perda nessun altro..penso a Remus, lui ha sofferto troppo, come me, per la loro morte, lui ha solo me, non merita di soffrire anche per me.
È a loro che penso quando cado attraverso il velo, ma quando l’ho già raggiunto, i pensieri per loro scompaiono, lasciando il posto a ricordi che credevo dimenticati, dolori che pensavo sepolti.

Regulus..

Mi accorgo subito della presenza di un altro corpo accanto al mio, lo riconosco subito.
Non dovrei riconoscerlo..

Regulus?

Questo corpo..questo calore..lo riconoscerei tra mille..queste mani..anche se non posso vederle..so che appartengono a lui.

Non dovrei saperlo..
Cosa ci fa lui qui?
Regulus…

All’improvviso è come se il tempo non fosse mai passato, il Tempo mi ritrasporta nel passato, non sono più al Ministero, non sono più dentro il Velo.
Il Velo è il mio passato, che è diventato il mio Presente. Sono ancora un ragazzino, un ragazzino che va ancora a scuola e gode della soddisfazione per la rabbia che provano i suoi genitori per il fatto che sia stato smistato in un’altra Casata.
I colori rosso e oro di Grifondoro riempiono la mia testa, mi danno alla testa.
Guardo James.

Il suo cuore è rosso e oro, come la casa a cui appartiene, come il coraggio del leone del quale ne fa parte.
Non sono neanche più a Hogwarts, l’ho finita.

Sono andato a vivere con James e la sua famiglia, sono diventato come un figlio per loro e un fratello per James.
Ho fatto l’amore con mio fratello e lui mi ha lasciato.
E poi??
È come se il tempo si fosse fermato in quell’istante, non so più cosa è successo dopo, mi sembrano passati solo cinque minuti, oppure un’ora.

Sento a malapena James e i malandrini che mi consolano su una panchina permeata di odio bianco, come il mio cuore.
E poi?
E poi non conta più nulla, perché Regulus è qui, lo sento accanto a me, nella pelle, mischiato alla mia pelle, al mio sangue, alle mie ossa.
Lo abbraccio. Ci abbracciamo.
Ci baciamo.

Ho quasi timore a farlo, temo di fargli male, più male di quanto lui abbia potuto soffrire, perché lo so, lo sento nelle ossa che deve aver sofferto molto.
E tutto a un tratto il dolore che io ho provato, mi sembra così insignificante, da sentirmi inutile, grezzo e piccolo, provo vergogna, ma allo stesso tempo mi sento forte come non mi sono mai sentito.

Ci sono io ora qui con te..

Ho l’impressione che lui lo capisce, forse il Velo è come una sorta di mezzo per la telepatia, posso quasi sentire il suo sollievo da parte a parte.
Ma all’improvviso qualcosa mi trascina fuori di nuovo.
No. No. NOOOOOOOOO.

Sirius fuori dal Velo



 
Remus.

Remus mi ha tirato fuori, strappandomi dal Velo.
Lo capisco, io avrei fatto lo stesso per lui.
Lupin mi prende tra le braccia.
Ricordi confusi di quando ero più piccolo mi sommergono.


“Lasciami andare..o mi farai pensare di essere innamorato di me”
“Perché, avresti qualcosa in contrario?” sorride lui.
“No..è che il mio cuore appartiene già a James. “ disse Sirius guardando James malizioso.
James scoppia a ridere.
“Sono fortunato ad avere un amico così fedele!”
 

Non mi ha più abbracciato così da quando ero ragazzino.
E io non ho cuore di dirgli che è un’altra la persona che vorrei tenere tra le braccia.
Ma Regulus..

Regulus..dovete tornare indietro..non potete lasciarlo..li..non..
E poi svenni.


Quando Sirius si risvegliò, venne circondato dalle braccia di Remus.
“Ero così preoccupato. Stai bene, adesso.”
“Remus..cosa diavolo ci faccio qui?” capì subito di essere al San Mungo.

“Remus..” disse l’altro.  “Sei caduto dentro il Velo dell’Ufficio Misteri..sei..sei rimasto in coma per giorni.”
“Harry..la Profezia..i mangiamorte…”

“Sta calmo, sta bene.Stanno tutti bene, ma eravamo molto preoccupati per te,soprattutto Harry. Avessi dovuto vedere come si è incazzato con Silente.” Ridacchiò per sdrammatizzare.
Ma Sirius non lo stava più guardando.

“Sirius? Va tutto bene?” Remus era terrorizzato al pensiero che Sirius potesse cadere di nuovo in coma. Non poteva perdere anche lui dopo James. Non poteva!

“Ehi..Sirius..guardami..ti ho detto che stanno tutti bene..”
“Reg..Regulus..”
Remus si gelò. Non sentiva quel nome da anni.
“Come?”
“Mio fratello..”

“Sir..” sospirò Remus. “Tuo fratello..è..è morto..gli inferi…”
“NO!! LUI è VIVO! IO L’HO SENTITO!”
Remus lo abbracciò prontamente, sussurrandogli all’orecchio.
“Ti scongiuro, Sir, cerca di stare calmo o mi faranno sbattere fuori. Tu non vuoi che mi sbattano fuori vero?”
“No..no..no..”

“Va bene, allora non gridare, per favore, ok?” gli accarezzò i capelli.
“D’accordo..ma Regulus..”
“Regulus è morto..”
“Ma io l’ho sentito..ho toccato il suo corpo.”

“Dove? Dove l’hai sentito, Sir? Mentre eri in coma? L’hai ..l’hai sognato?”
“No..” scosse la testa. “Quando ero dentro il Velo.”
A Remus si mozzò il respiro in gola. Nessuno sapeva cosa succedeva una volta che cadevi la dentro e Harry gli aveva detto di aver sentito qualcuno sussurrare li dentro.

“Ti giuro che l’ho sentito, ti scongiuro, devi credermi, Remus!” singhiozzò.
Non sentiva singhiozzare Sirius da quando James era morto e la cosa gli provocava molto dolore.

“Reguius è caduto nel lago..in mezzo agli inferi..” disse e si sorprese di sé stesso quando sentì affiorare delle lacrime ai suoi occhi. “Hai pianto la sua morte, noi ti abbiamo consolato..” disse ricordando il dolore di quei giorni, come si era sentito distrutto a vedere Sirius in quel modo, al funerale, in suo onore, come James l’aveva abbracciato e gli aveva detto: “Devi essere forte, noi dobbiamo essere forti per lui.”

E di come si era stupito della forza di James, lui che riusciva a rendere forti anche altre persone.
“Probabilmente il Velo ti fa ricordare le persone care, che sono scomparse..che sono..”
“No, non dire quella parola. Non dirlo.”

“Ma Sirius..lo sai anche tu che non è possibile una cosa del genere..come potrebbe essere li dentro?”
Ma mentre diceva quelle parole, si sentiva anche lui le convinzioni venire meno.
Non avevano mai ritrovato il corpo in fondo.

E ora si sentiva esattamente come quando era ragazzino, come quando lui non voleva combinare una marachella ma i suoi amici lo guardavano con quel sorriso malandrino in grado di sciogliere ogni sorriso, in grado di convincerlo a fare qualunque cosa, quando era con loro si convinceva che ogni cosa fosse giusta, loro la facevano sembrare giusta.
“Ti prego..io devo andare di nuovo li.”
“farò finta di non aver sentito.”
“Remus, quello è mio fratello!”

Remus scosse la testa, si sentiva disperato, peggio, si sentiva ancora un ragazzino, come erano tornati a parlare di Regulus, come, dopo tutti quegli anni? Sirius, era come se fosse tornato ragazzino, quel ragazzino che bruciava d’amore per suo fratello, ma era come se Remus allo stesso tempo fosse ancora adulto, non era più preparato a trattare ancora quella situazione, non c’era più James con lui..James che era morto..ucciso da una luce verde..James che non sarebbe più tornato..

“Reulus..è morto. “ e si odiò profondamente per quelle parole ma le disse comunque, come fa la maggior parte della gente. “è morto e io non ti riporterò in un luogo in cui ti ho quasi perso, per un ricordo, Sirius.”
Un silenzio di tomba incorniciò la stanza, poi Sirius disse quelle parole che lo uccisero.
“James..lui mi avrebbe portato.”

Parole in grado di scavare nella carne, in grado di scavare un solco nel cuore e poi triturarla, laghi di lacrime che creavano una tempesta nei suoi occhi, ma lacrime invisibili, che piangevano nel suo cuore, ma non all’esterno.
Ma James è morto! Lui non c’è più! E con lui se ne sono andate anche le nostre stronzate, Sirius!

Ma James era James e quindi non riuscì a far risalire quelle parole crudeli alla sua bocca, non riuscì a farlo perché farlo avrebbe ucciso anche un po lui, ma ucciso veramente, non come poco prima.
Quella frase scavò più a fondo di quanto pensava e se ne rese conto quando capì che fu la molla a farlo decidere.

Non sapeva se era per onorare la memoria di James, o per amore di Sirius, o perché così avrebbe finto che l’amico corvino fosse ancora con loro.
“Ci servirà un mantello dell’invisibilità…e ce l’ha Harry.”
Sirius lo guardò scioccato, in aspettativa.

“Dovremmo chiederglielo ma sarà meglio non dirgli per che cosa.”
“Tu..stai parlando seriamente? Mi accompagnerai fin li?”
Remus sospirò rumorosamente.
“Se provi anche solo ad avvicinarti a quell’arco, ti uccido.”
“Non lo farò!” disse prontamente Sirius.

“Non mettere alla prova la mia amicizia, Sirius. Forse non sarò capace di ucciderti veramente ma nessuno mi impedirà di farti un petrificus totalus e lasciarti li fino al mattino, per punizione, mi hai capito?”
Sirius annuì capendo che sarebbe stato capace di farlo veramente.
“Lo giuro, ma dobbiamo assicurarci che lui sia li e se l’unico modo è..”

“In tal caso mi avvicinerò io al Velo, ma tu sarai pronto a guardarmi le spalle.”
Sirius annuì.
“Come facciamo a lasciare la stanza? Avremo bisogno..”

“Non ti lasceranno mai uscire in queste condizioni, abbiamo bisogno di qualcuno che…” sospirò. “Dobbiamo convincere qualcuno a usare la Polisucco.”
Sirius rabbrividì e Remus capì cosa stavano aspettando.
Fidarsi di qualcuno. ANCORA.

E sarebbe andata ancora peggio quando avrebbe detto a Sirius chi gli era venuto in mente per quella prova di fiducia.
“Va bene, Rem, mi fido di te.”
Poi lo abbracciò, lasciando Remus di stucco.
“Grazie.”

“Farei qualsiasi cosa per vederti felice.” Disse Remus.
Poi si sfilò dall’abbraccio e lo guardò amaramente. “Ma Sirius..devi restare pronto..a una delusione..se anche Reg fosse davvero li..sono passati ANNI..potresti..sai cosa potresti vedere, vero?”
Sirius annuì, sembrava più lucido di quando si era appena svegliato.

“Potrei vedere un cadavere, o potrei vedere un corpo vivo ma morto dentro o impazzito, lo so. Ma tutto è meglio del dubbio.”
“Va bene, io adesso devo andare, l’orario delle visite è quasi terminato, tu comunque tieniti pronto, io penserò a..”
“Remus, aspetta!”
Remus si voltò agitato.
“Cosa?”

“Io..devo raccontarti una cosa, una cosa che..ho ricordato, io credo.”
“Un ricordo? Quale?”
“Ti ricordi quando sono sparito per andare a cercare Regulus..e voi siete venuti a cercarmi, ma io non ricordavo cosa fosse successo nel mio incontro con lui?”

Remus annuì. Tutto a un tratto aveva paura, non voleva davvero sapere, ma gli amici servono a questo, per sentire anche quello che non vuoi sentire e forse lui in realtà voleva sentire.

“Lui te l’ha dato allora?” chiese Sirius, aspettandolo a Grimmauld Place.
“Sì, anche se pensa che dopo quello che ti è successo, sei un pazzo.” Disse Remus.
“ E come l’hai convinto?”
“Gli ho detto che una nuova birichinata dei malandrini ti avrebbe rimesso in sesto. Non ha fatto domande. Credo che sentire quel nome l’abbia scosso.” Disse Remus senza guardarlo.
“Rem..”
“Quasi quanto ha scosso me.” disse Remus sempre senza guardarlo, poggiando il mantello su una sedia.
“Rem!”
Remus si voltò e Sirius lo abbracciò di slancio.

“Grazie. So quanto ti costa mentire a Harry.”
“Beh, non è proprio come mentire no? In fondo non sembra poi una cosa tanto diversa da quelle che facevamo a Hogwarts. Intrufolarci di nascosto in un posto proibito. Devo ammettere che un po mi manca.”
“Anche a me. Mi fa uno strano effetto vedertelo toccare.” Sorrise Sirius.
“Anche a me, ma forse..a me di più.”
Sirius aggrottò le sopracciglia.

“Capitava sovente vedere tu e James con questo addosso, permetteva più a te di toccarlo che a me o a Peter.”
Sirius abbassò lo sguardo.
“Ehi, ce l’hai con me?” gli chiese Remus, alzandogli il mento con le dita.
“No..è solo che..è la seconda volta che gli affidiamo la vita di uno di noi nelle nostre mani..”

“Quando hai ricevuto la mia lettera, avresti voluto uccidermi, vero?” gli chiese Remus sorridendo amaramente.
“Quasi. Ma ero al fottuto San Mungo ancora e se avessi reagito male, non mi avresti fatto uscire.” Disse lui.
Remus sorrise.
“Rem, ti fidi di lui?”

“Mi fido del potere che abbiamo noi uomini, quello di poterci riscattare anche a distanza di anni, mi fido della potenza del perdono..che è molto più forte degli uomini a cui appartengono.”
Gli occhi di sirius si inumidirono.
“Mi fido dei Malandrini..che non moriranno mai..neanche quando i loro corpi lo faranno.”
“Ora andiamo..prima che comincio a piangerti addosso come una ragazzina.”

Remus sorrise. “Sirius, tu SEI una ragazzina. Guarda che capelli.”
“Sta zitto e pensa ai tuoi.”
“Sono sempre meglio dei tuoi, cane barbuto.”



Salvare Regulus 



Tornare in quell’ufficio fu penoso per tutti e due e si rivelò anche una cosa sorprendentemente lunga.
Ci misero due ore, Remus e Sirius ad arrivare fino all’arco.
Quando infine si ritrovarono dentro quella stanza, si paralizzarono.
“Tu..come mi hai tirato fuori, Remus?”
“Con un incantesimo di appello.”
“Seriamente è bastato così poco?”

“Sì, ma..tu ci eri appena caduto dentro..”
“Non importa. Voglio provare. Deve toccare a me stavolta.”
“Accio Regulus Black.”
Passarono dei secondi interminabili, quello che passò nella mente e nel cuore di entrambi i ragazzi era difficile da descrivere.

“Rem..è chiaro che non funziona..te l’avevo detto che non..”
Ma fu in quell’istante che un corpo venne tirato fuori come per magia e cadde proprio davanti di loro, quasi con grazia.
Mio dio.” Dissero in coro.
Davanti a loro un ragazzo della loro età, giaceva, immerso come in una specie di bolla protettiva che lo cospargeva di luce.

“Mio dio, Sirius sembra..sembra..io non ci posso credere..”
Quello che avevano davanti era nientepopodimeno che un miracolo.
Come ci si comporta in casi come questi?
Sirius cercò di toccarlo, ma Remus lo fermò.

“Lo so che non desideri niente di più di toccarlo, Rem, credimi, ma non sappiamo cosa sia quella cosa che gli sta intorno. Potrebbe farci del male..”
Il ragazzo si mosse appena.
Sirius trattenne il fiato.
“Regulus!!”

“Sirius? Sirius.” Il ragazzo sembrava parlare con la voce strozzata, di lacrime e forse di dolore.
“Sirius, Sirius, NO!!”
Ma Sirius non ce la faceva, non poteva restargli lontano un secondo di più.

Lo toccò delicatamente per il braccio, poi strinse appena.
“Reg..sei proprio tu..”

“Sono..morto? Questo è il Paradiso?”
Sirius sorrise.
“Sei il solito presuntuoso cetriolo. Credo che un saltino in Purgatorio almeno lo dovresti fare.”
“Regulus..”

Era stato Remus a parlare. Il ragazzo si girò appena verso di lui.
“Regulus..sono Remus..Remus Lupin, ti ricordi di me?”
“Sì..l’amico di mio fratello e di James Potter..caspita,sei..invecchiato.”
Remus sorrise.

“Anche tu, ma non quanto mi sarei aspettato. Assomigli a Sirius. Avete entrambi la dote dell’eterna giovinezza. “
Sirius sbuffò passandosi una mano sui capelli.
“Regulus..dove sei stato tutto questo tempo?”
“Nel Velo.”
Remus e Sirius si guardarono.

“Ma..quindi qualcuno ti ha tenuto rinchiuso li? Ti portavano da mangiare? Ti parlavano?”
Regulus scosse la testa.
“Siete le prime persone che vedo..REALI da quando Voldemort..mi ha messo li dentro..”
Poi si voltò verso di loro.

“Quanto..quanto tempo è passato?”
Sirius deglutì.
“Sir..quanto tempo?”
“Reg..” disse Remus, posandogli una mano gentile sulla spalla. “Un anno dopo che tu sei..scomparso..i Potter sono morti..”
Regulus sbarrò gli occhi verso di lui.

“I Potter? James? “ si volse verso Sirius, sapeva quanto il fratello tenesse a James, era il suo migliore amico.
“Il loro figlio è sopravvissuto…” disse Remus.
Regulus sbattè le palpedre.
“Hanno avuto un figlio..”

“E io..sono stato incolpato della loro morte..” disse Sirius.
“Che cosa??? Ma è assurdo!! Non è vero! Non è vero!”
“Ho passato tredici anni ad Azkaban.” Disse Sirius.
Regulus spalancò la bocca atterrito.
No.
Non era possibile.

Sirius incolpato della morte di James.
“Perché..?”
Sirius e Remus sospirarono.
“è una lunga storia..te la racconteremo..” disse Remus. “Adesso..ce la fai a camminare?”

Ma Regulus continuava a guardare suo fratello. Suo fratello.
“Ti hanno incolpato della morte di James..” sussurrò.
Delle lacrime rigarono il viso di Sirius.
Solo lui e Remus potevan capire forse la portata del dolore che questo poteva significare.

“Sei stato ad Azkaban..” gli accarezzò uno zigomo con le dita.
Negli occhi di Sirius, il dolore più profondo.
E poi il viso di Regulus si contorse in una smorfia di sofferenza e dolore, dopodiché appoggiò il volto contro la sua spalla e cominciò a singhiozzare, stringendolo forte.

Remus lasciò a loro del tempo insieme ma dentro di sé non abbassava la guardia, temeva che Regulus non fosse veramente Regulus, era meglio restare in guardia.
Poi tutti e tre si apprestarono a lasciare la stanza per lasciare l’ufficio.

Prima che potessero farlo però, una specie di miagoio provenne dall’arco.
Si guardarono tutti e tre.
“C’è un gatto là dentro?” chiese Sirius.

“No. Non credo.” Rispose Reg.
“Accio gatto.” Disse Remus.
Niente.
Un miagolio sordo si ripetè.

Molto perplessi i tre lasciarono la stanza.



Quando Sirius portò Regulus a Grimmauld Place, sorreggendolo con un braccio, quasi rischiò di perderlo di nuovo, quando il quadro di sua madre, vide Regulus. Strillò subito, continuando a gridare “Amore mio. Amore della mamma, sei tornato finalmente, vieni qui.”
Sirius guardò a bocca aperta, il quadro di sua madre, lacrimare di lacrime irreali, un sorriso gioioso, fare capolino da lei. Era inquietante e insieme la cosa più dolce che avesse mai visto.
Regulus fece un sorriso timido e malgrado si tenesse a malapena in piedi, si avvicinò al quadro della madre e lo abbracciò.
Sirius si voltò verso Remus che gli aveva messo una mano sulla spalla e si tuffò tra le sue braccia, singhiozzando.
“Sfogati, Sirius, sfogati. Ci sono io qui con te. C’è anche tuo fratello.”
 
 
 
 
*


L'amore dei due fratelli



“Sei certo che non sia la cosa migliore portarlo al San Mungo?” gli stava chiedendo Sirius in cucina.
“Reg ha bisogno di riposo e della sua famiglia e per famiglia intendo te. Non sono io a doverti dire queste cose, non è vero?” disse Remus facendogli l’occhiolino.
“Lo so, lo so, ma io..” si morse il labbro.
“So che sei molto preoccupato per lui, Sir, lo sono anche io, ma riflettici, Reg è in stato confusionale, ma evidentemente in buona salute, non credo sia la cosa migliore arrecargli troppo stress, non oggi. Insomma, è appena tornato in vita. Magari aspetta un po prima di portarlo a fare tutti gli accertamenti del caso.”
“Sì, sì, hai ragione, come sempre sei il più saggio del gruppo, Rem. E io ti ringrazio tanto.”
“Sì, lo so, do sempre il meglio di me, quando vedo uno dei miei migliori amici, felici.”
Lo sguardo di Sirius si incupì.

“Ehi, che stai pensando? Guarda che ne ho diversi, oltre a te, conta Harry, i suoi amici, la famiglia Weasley, sono un po come una seconda famiglia. Mica sono come te, un orso bruno che non vuole avere nessuno.” Tentò di distrarlo dal pensiero di James.
“Non sono più così, da molto tempo, l’affetto del mio figlioccio mi ha dato un calore che non pensavo di poter provare di nuovo.”
“Sì, ecco, dunque, regola 1: non dire frasi così ambigue, se non vuoi essere frainteso, e 2, non dire < figlioccio > ti fa sembrare vecchio.”
Sirius scoppiò in una risata.
“Ti voglio tanto bene, Rem.” Disse abbracciandolo di nuovo.
“Devo essere geloso?” chiese il nuovo arrivato.

Regulus era lì davanti a lui, ancora bello come l’ultimo giorno che l’aveva rivisto.
“Credo che qui qualcuno stia reclamando le tue attenzioni, Felpato. Vi lascio soli.” Poi si bloccò.
“Se è un inferius, uccidilo e torno ad aiutarti a seppellirlo.”
 
Quando se ne fu andato, Regulus guardava ancora lo spazio vuoto lasciato da Remus.
“Scherzava, vero?”

“Umorismo nero, Rem è fatto così. È l’unico umorismo che conosce.” Disse il Black compiaciuto.
“Io..non credo scherzasse del tutto. Lui non si fida ancora di me, vero?”
Sirius gli pose una mano sulla spalla.
“Reg, negli anni in cui sei stato via, siamo stati traditi da più persone che io possa contare, e da un sacco di falsi amici, persone insospettabili travestite da agnelli, è normale che Rem sia un po protettivo nei miei confronti. Sono stati tempi duri. Per tutti, credimi.”
Reg gli rivolse un sorriso dolcissimo.
“Voglio sapere tutto. Non nascondermi niente.”
Sirius lo fissò con un’occhiata penetrante.

“D’accordo, ma prima devi farti una doccia. Anche se sembri pulito, non ti fai una doccia da..16 o 17 anni, che cavolo.”
Regulus sorrise.
“Me la fai tu?”
Per qualche secondo, l’atmosfera scese.
“Reg..io..”
“L-lascia stare. È un pensiero stupido..o meglio, una battuta stupida..n-non avrei d-dovuto..”
Sirius gli afferrò un braccio con dolcezza.

“Pensavo volessi i tuoi spazi, ma se sei tu a chiedermelo..e va bene. Andiamo di sopra.”
 
 
Casa Black era come Regulus ricordava, ma allo stesso tempo, era diversa. Forse è questo che accade, quando per tanto tempo torni in una casa e la trovi come prima.
Alla fine tutto torna come prima, ma non è più la stessa cosa.
Regulus sapeva che non poteva aspettarsi che Sirius lo accogliesse con un bacio, forse era addirittura presuntuoso SPERARLO, dopo tanti anni. Non erano più ragazzini, quel treno era passato e forse pensare a questo dopo una cosa forte come una “resurrezione” sarebbe considerato sacrilegio nei confronti di un Dio, sempre se un Dio esisteva.
Eppure non poteva fare a meno di sentirsi ferito all’idea che Sirius si fosse voltato quando Regulus cominciò a spogliarsi.
Entrò nella doccia e da lì, disse:

“Sirius non sei costretto a rimanere con me, puoi andare se vuoi, posso fare da solo.”
Nessuna risposta, Regulus sentì solo il fruscio dei vestiti cadere molto in fretta e Sirius aprire la porta della doccia.
“Sai, sei più idiota di quanto ricordassi, tutti questi anni non ti hanno cambiato, Reg.”
Regulus quasi avvampò a trovarselo così vicino, poi notò che era quasi nudo, a eccezione di un paio di boxer neri.
“Hai lasciato i boxer.” Notò. Sperò non sembrasse come un’accusa.
“Non volevo metterti a disagio.” Disse Sirius, entrando con lui nella doccia.
Regulus tentò di fare di tutto per non piangere.

A disagio!!! Siamo stati a letto insieme!! Ma forse lui l’ha dimenticato. O forse non vuole ricordarlo!! Vuole fare di tutto per scordarlo! E io stupido! Stupido! Stupido!
 
Cercò di fare di tutto per distrarsi, si insaponò con il sapone liquido, che gli scappò dalle mani quando percepì che Sirius si era sfilato anche i boxer e li aveva gettati via. Il sapone cadde sulle mattonelle.
“Maledizione..” sussurrò lui.
Non fece in tempo a chinarsi che le mani di Sirius gli avvolsero la vita.
Sentì il respiro mozzarsi.
Erano insaponate come lui.
E lui era caldo attorno a lui. Come allora.

“Come devo fare con te, Reg?” gli sussurrò caldo e ammaliante. “Io non ho dimenticato..”
Regulus si girò verso di lui, gli occhi lucidi. Forse tra poco sarebbe scoppiato.
“Non mi sbagliavo quindi, è per questo che nascondevi le lacrime..” disse, asciugandogliele con le dita. “Perdonami, Reg..io pensavo fossi troppo sconvolto per..volere che parlassimo di..”
“Sirius, in tutti questi anni, il pensiero DI TE è stato la cosa che mi ha tenuto in vita. Non ho fatto altro che sognare di stare con te. Non mi sono mai stancato di volerlo..per tutti questi anni.”
“Nemmeno io! Nemmeno quando hai cancellato la mia memoria..impedendomi di ricordare il grosso sacrificio che hai fatto per me.”
Regulus si irrigidì a questo.
“Non parliamone qui, per favore.”

“Come hai potuto farlo, Reg? Non avevi diritto di scegliere per me. Come hai potuto strappare anche il ricordo della più bella notte della mia vita?”
“Non capisci che io l’ho fatto, PER TE, stupido??? “ gli battè dei pugni sul petto.”Non volevo che cercassi Voldemort per vendicarti! Perché è quello che avresti sicuramente fatto! Non volevo che soffrissi per ME. Io l’ho fatto PER TE.”
“Ho sofferto lo stesso per te, sciocco.”
Regulus si irrigidì.
“L’incantesimo mi ha fatto scordare SOLO l’amore che attribuivo a noi, i pensieri, i sentimenti a livello cosciente, ma non mi ha impedito di PROVARLO o di sentire che ero ancora legato a te. Non ESISTE una magia che è in grado di scacciare via l’amore, Reg.”
Gli occhi di Regulus cominciarono a lacrimare subito.

“Guardami.” Gli disse prendendogli il viso tra le mani. “Io non ricordavo quello che mi aveva avvicinato a te, i nostri momenti felici, ma dentro di me soffrivo all’idea di averlo perso, questa è una cosa che né tu né Voldemort avreste mai potuto levarmi.”
“Sirius, mi dispiace così tanto, non avrei mai voluto..”

“ A me NON dispiace. È un’altra conferma del fatto che quello che provavo per te, che entrambi provavamo, era autentico, la mia sola speranza è che tu..lo provi ancora.”
Il bacio di Regulus fu la sua risposta, all’inizio fu impacciato, ,ma poi le carezze di Sirius, bagnate e carezzevoli, lo sciolsero e i due si baciarono sotto la doccia, stretti in un abbraccio dolce e ammaliante.
Si insaponarono a vicenda, all’inizio con dolcezza, poi sempre più freneticamente, ma ancora non ci fu il sesso, erano entrambi ancora troppo sotto tensione per il ricongiungimento.
Quando uscirono dalla doccia, Sirius avvolse lui e Regulus in un asciugamano, poi si buttarono sul letto della camera di Sirius e si baciarono ancora nudi e avvolti dall’asciugamano.
“Avrei voluto..fare questo con te, quando eravamo ragazzi.” Disse Regulus sussurrando sulle sue labbra.
“Ma io sono felice che lo fai ora. Con me.” disse Sirius, carezzandogli il collo , prima di baciarlo ancora.
 

Dopo circa cinque minuti, si staccarono. Sirius cominciò a vestirlo, anche se Regulus si lamentava di non essere un marmocchio.
“Prima che tu faccia una visita medica, non sono sicuro della tua circolazione e dei tuoi movimenti.” Si giustificò Sirius.
“Certo, certo, dì piuttosto che non riesci a smettere di mettermi le mani addosso.”
Sirius si zittì e il fratello ridacchiò.
“Sirius..credo tu voglia sapere come faccio a essere ancora vivo. Non mentire, lo so che vuoi saperlo.”
“Non sei obbligato a dire niente, ora, voglio che tu ti riposi e ti senta a tuo agio.”
Ma l’altro scosse la testa.

“Ho avuto ANNI per stare fermo, immobile. Adesso voglio raccontarti tutto. Chiama il tuo amico. Voglio racontarlo pure a lui.”
Sirius si affrettò a chiamare Remus.



Remus pensò di non poter essere più scioccato di così, ma si sbagliava.
Pensava che niente avrebbe superato il grandissimo sollievo di rivedere Sirius VIVO e la notizia incredibile che Regulus Black fosse tornato dalla morte, ma si sbagliava ancora una volta.
Quello che Regulus raccontò loro, aveva davvero dell’incredibile.
L’adorabile fratellino di Sirius, non più così piccolo, ormai, anche se sembrava nonostante l’altezza esser rimasto identico ad allora, visto che era cambiato pochissimo, mise davanti al lupo mannaro, una serie incredibile di eventi che lo scioccarono oltremodo.
Dovette aggrapparsi al suo migliore amico, per non cadere.
Regulus raccontò ad entrambi che Voldemort, la causa di tutte le sue sofferenze, aveva UNA FAMIGLIA.
Una famiglia? Ma stiamo scherzando? Quell’uomo orribile aveva una famiglia? I mostri NON DOVREBBERO avere una famiglia.
Non solo, Voldemort aveva un FRATELLO, un fratello che gli aveva voluto addirittura BENE!
Voldemort aveva addirittura PIANTO.
Per quell’amore aveva deciso di risparmiare Regulus, l’aveva messo nel Velo!
Ma Regulus e Seth avevano avuto una conversazione, un incontro sconvolgente, di cui gli altri erano del tutto all’oscuro, che li sconvolse.
 
 
 

Lo straordinario incontro tra Regulus, Damian e Seth

C’è qualcosa che non va. Qualcosa di sbagliato..
Regulus lo capisce subito, appena vede un ragazzo la cui luce è talmente potente da abbagliare tutto lo spazio circostante.
Regulus non crede alle auree, il fatto di per sé può apparire strano, visto che esiste la magia, forse credere alle auree sarebbe un po come credere all’amore, e dopo che si è separato da suo fratello, niente ha più importanza, soprattutto l’amore, perché se da qualche parte fosse mai esistito veramente, è MORTO.
Sì, l’amore è morto, come Dio, forse una volta era esistito ma poi è morto anche lui, abbandonando gli uomini.
Eppure, se Sirius fosse ancora lì con lui, sarebbe disposto ancora a credere alle vecchie menzogne, che l’amore esiste, che c’è una luce in fondo al tunnel, che gli uomini possono ancora essere salvati..
Quel ragazzo braccato dai mangiamorte, aveva qualcosa in lui, che spingeva a credere alle vecchie menzogne.
Regulus non sapeva vedere le anime, ma, si convinse che se ne fosse stato capace,. Probabilmente sarebbe riuscito a vedere la sua. Decise un colore.
L'aurea di quel ragazzo sarebbe stata bianca, accecante, o forse azzurro, un azzurro luminoso, come e più del mare, salato più del mare, sì perché la bellezza BRUCIA come il sale, e più profondo dell’oceano.
Si pensa sempre che il colore della purezza è gialla, o bianca, e rosso è il colore dell’amore, ma se invece il colore della purezza fosse BLU? Se l’amore fosse BLU? Bellissimo eppure crudele, come il blu, che ti scava nell’animo, freddo e crudele, come l’oceano. Il blu è bello ma non è caldo, è freddo, freddo, freddo.


Si avvicinò ai mangiamorte.
“Che state facendo? State perdendo tempo con un ragazzino? Ma non vi vergognate?”li attaccò, cercando di modulare il ritmo della voce, non doveva tremare, ma suonare arrabbiato. Più ti mostri arrabbiato e più le cose vanno bene, fai credere che sei arrabbiato per la perdita di tempo, non mostrare compassione, MAI.

“Questo bambolotto vorrebbe parlare con il Lord in persona, ci stavamo facendo quattro risate.”
I mangiamorte risero. Regulus lo guardò curioso.
“Perché vuoi parlare con lui?”
“Ma perchè vuole morire giovane, ci sembra ovvio.” Sghignazzarono i due.

“Ho bisogno di parlare con lui.” Disse l’altro ma non specificò di cosa. “Mandare..un messaggio..ma non sono una minaccia..”
“Certo che non lo sei, carino. Ma vedi, non abbiamo bisogno di messaggeri, per conto di quel stupido club che avete istituito tra di voi. Se ti portiamo con noi è solo per divertirci a torturarti, o credi veramente che il Lord abbia tempo da perdere con te?”
Sghignazzarono ancora di più.

“Va bene, lo accontenteremo, sarà divertente, vedere cosa..”
“NO!!” pessimo errore, non avrei dovuto. Suonavo come fossi disperato.
Ma non ci fu bisogno del mio intervento, all’istante i mangiamorte vennero presi come da un grido acuto, tenendosi il braccio e sembrarono sconvolti.
Regulus aggrottò le sopracciglia.

Quando finì l’agonia, i due si rivolsero al ragazzo.
“Beh, sembra che è il tuo giorno fortunato, il signore oscuro è arrabbiato, molto arrabbiato, ha fretta e non vuole che perdiamo il nostro tempo con un moccioso, ha detto di lasciarlo andare, oggi si sente di buon umore e vuole premiare con la misericordia.”
Regulus rimase basito davanti a un simile controsenso. Ma come, non aveva appena detto di essere arrabbiato?

Ma i mangiamorte erano stupidi e non facevano domande, ne controbattevano ai suoi ordini.
“Smamma ragazzino e ricordati che non sarai mai più così fortunato.”
Ma lui con grande orrore di Regulus, si ribellò.
No, vi prego, portatemi con voi! So che vi sarò utile, devo assolutamente parl..”
“Mi occuperò io di questo perditempo, voi tornate pure al vostro compito.” Dico io arrabbiato.

“Ma il Signore Oscuro ha det..”
“Ho capito, non sono sordo! Non intendo ucciderlo, ma ciò non include essere più gentile del dovuto con un simile tardo di mente. Andiamo, abbiamo un po da discutere.” E si allontanò prendendolo per un braccio.

I due rimasero un po perplessi, poi si smaterializzarono pensando che dopotutto in caso, Voldemort avrebbe punito lui, non loro.
 
 
 
 
Quando si furono allontanati abbastanza, Regulus perse tutto il suo autocontrollo.
Si può sapere cosa è tutta sta pagliacciata?? Vuoi morire, giovane?”
Seth non si lasciò scomporre, dalla sua rabbia.
 
“Torturami pure se vuoi, sono disposto a tutto se ciò mi porterà a conoscere il tuo padrone o anche solo potergli parlare almeno una volta.”
Regulus era ancora più impressionato. Una simile faccia d’angelo, un criminale? Il mondo meritava l’estinzione.
“Come può una simile faccia d’angelo, desiderare passare al lato oscuro?”
 
“Non desidero questo! Desidero solo parlare con LUI.”
“Perché???”
Un’ombra di dolore attraversò così forte il ragazzo che Regulus provò l’impulso di abbracciarlo e stringerlo forte a sé per consolarlo ma non lo fece.
Il ragazzo abbassò gli occhi.
“Non posso dirlo..ma non voglio fargli del male..davvero..solo..”
 
“Se non vuoi farlo tu, lo farà la mia magia, sto per violare la tua mente, volevo avvisarti.”
“Cosa? No. Non farlo, ti prego!!”
Regulus non si sentì mai tanto malvagio come in quell’occasione, si sentiva davvero sporco dentro e cattivo, ma lo fece lo stesso, si sentiva morire ma lo fece.
Uno scudo sembrava fare forza per allontanarlo, ma ciò nonostante avvertì qualcosa.
 
Il ragazzo stava facendo una fiera resistenza, tuttavia, Regulus riuscì a intravedere qualcosa, come una specie di LEGAME, come un laccio emostatico ma saldo, saldo come il SANGUE, un legame di sangue? Può essere?

“Quello che ti lega a LUI, è più di una specie di venerazione di quella che hanno i suoi discep..cioè NOI per lui vero? Tu non sei un esaltato, che vuole la gloria, tu CREDI DAVVERO, di avere un legame con lui e forse è perfino vero.”
 
Seth si coprì la faccia con le mani e singhiozzò.
“Dimmi chi sei.”
“Io..io PENSO..credo di essere..un componente della sua famiglia.”
Era logico che dire la parola FRATELLO lo faceva soffrire molto e Regulus capì questo perché anche lui era un fratello.
Quella realizzazione, lo fece tremare e sentire più vulnerabile come non mai, abbassò la guardia e non si rese neanche conto che Seth lo stava guardando adesso in modo sospettoso.

“Un altro mangiamorte mi avrebbe già attaccato..o ucciso..o riso di me..tu sembri..diverso..perchè?”
“Cosa? Ma no. Ti stai sbagliando..è solo che..” Regulus ci mise qualche secondo più tardi a inventare una scusa credibile, non riuscì a rimettersi subito la sua maschera e questo fu un errore, Seth si aggrappò al suo braccio con una mano e Regulus sentì un dolore fortissimo, come la MORTE.

Si chiese se ci si sentiva sempre così, quando eri sottoposto a una forza legiliens o se era solo lui a sentirsi così, perché il dolore del ricordo di Sirius era ancora così forte e doloroso.
Si sentiva violentato. Era una cosa così forte che avrebbe preferito MORIRE.
Poi riprese il controllo di sé e diede uno schiaffo forte a Seth che crollò dal’altra parte della strada.
 
 
 
“Come…come OSI. Dovrei UCCIDERTI.” Disse lui ansimando. La rabbia lo accecava ma niente era paragonabile alla PAURA. Chi era quel ragazzino così dotato da poter fare questo a un mangiamorte?
Seth ora lo guardava con lacrime che gli rigavano la faccia.
“Sapevo che non potevi essere malvagio! L’ho visto dai tuoi occhi..quello che provi..la tua sofferenza..”
Regulus si dimenticò all’istante della purezza apparente di quello strano mago, andò da lui e lo tirò per i capelli.
“COSA HAI VISTO, PARLA!!”

La tua sofferenza!!” mugolò l’altro. “Sei così tanto infelice..il tuo cuore appartiene a un altro ragazzo..un’altra persona..è di famiglia..non ho visto altro..credimi..niente di privato..non avrei potuto..non avrei mai osato..ho solo sentito tanta sofferenza..e un volto..” Regulis lasciò piano andare la presa.. “Tu e io siamo uguali..l’avevo capito da subito..un altro mi avrebbe ucciso e torturato..ma tu no, tu sembravi capirmi..”

“Ti stai solo illudendo ragazzino, TU NON MI FAI ALCUNA PENA.”
“Non voglio la tua comprensione! Solo..ringraziarti..”
“Ringraziarmi?” ripetè Regulus come istupidito.
“Sì!! Ora grazie a te, sono tranquillo, mi hai dimostrato che era come pensavo, non esiste niente di cosi corrotto che non si può risanare, tu sei in un posto che non dovresti stare, tu non dovresti stare qui, ma con lui! Lascia che mi offra io al tuo posto! Se lui avrà ME, magari ti lascerà andare e potrai tornare da lui. “

Regulus era terrorizzato. Chi era questo ragazzo che era in grado di sconvolgergli l’anima molto più di quello che erano mai riusciti a fare Voldemort e lo stesso Sirius?

Si accorse a malapena di mettersi le mani tra la testa. Il brivido della tentazione lo stava sopraffacendo, rimpianse di aver odiato e provato pena per tutti quelli che erano cascati nella sua morsa, poveri sciocchi! Poveri diavoli. Ora che capiva quanto crudele fosse la tentazione voleva tornare indietro e chiedere scusa a tutti quelli che aveva giudicato! Voleva implorare il loro perdono!! La tentazione era peggio dell’odio, ti consumava, ti faceva uscire pazzo. La tentazione aveva il profumo dell’amore e l’amore ERA UN DEMONE.

Crollò in ginocchio e Seth gli prese le mani tra le sue strappandole dal suo viso. Era caduto in ginocchio con lui e Regulus provò l’impulso di spingerlo via, prenderlo in braccio e portarlo via, nasconderlo.
Se qualcuno li avesse visti ora, adesso, li avrebbe puniti, se li avesse visti qualche mangiamorte o Voldemort, non avrebbe mai immaginato cosa avrebbero potuto fare loro, un simile gesto di tenerezza da parte di un mangiamorte ad un nemico, equivaleva alla forca.

“NOOOO. LASCIAMi.” Si scrollò lui di dosso e poi si rannicchiò su se stesso, poco lontano, uggiolando come un animale ferito.
 



Quando tornò in sé, pochi secondi dopo, vide un’ombra agitarsi poco lontano. Credeva fosse la Morte arrivata per punire e uccidere lui e quello strano ragazzo, invece era il suo amico DAMIAN.
Ma certo! L’incantesimo che avevano fatto per essere un tutt’uno per proteggersi! Damian aveva ascoltato ogni singola parola ed era intervenuto. Ma non poteva permettere che uccidesse o facesse del male al ragazzo, doveva proteggerlo.
Ma Damian lo avrebbe fatto? Voleva credere di no, ma la speranza e la fiducia erano per gli stolti.

Poi sentì delle parole che gli straziarono il cuore.
 
“Lascia che venga io! Che mi offra al posto di Black!”
“Sei un folle! Perché mai dovresti volerlo fare? È un percorso buio,senza via d’uscita. Non lo capisci?”
“Lo capisco benissimo!”
“E allora perché??”

“Perché…i fratelli non dovrebbero mai essere separati..a meno che non siano costretti..” disse Seth con gli occhi scintillanti di lacrime.
 
Dicono che quello che non ti uccide ti fortifica, forse fu questo a dargli la forza di gridare.
“NO!! Fatti gli affari tuoi!”
Si girarono tutti e due verso di lui.

“Black..” Damian lo chiamava sempre per cognome.
“Lascia stare i sacrifici da eroi degli anime! In questo circolo c’è spazio per un solo martire, non per due!” disse Regulus.
“Tu.. non dovresti stare lontano da..”
“Tutti noi abbiamo un destino e questo è il mio! Se mi sono sacrificato per mio fratello, per essere una persona migliore per lui, per dargli un futuro migliore, credi davvero che lascerei qualcun altro a soffrire al posto mio?”

“Ma è quello che IO VOGLIO. LO STO CHIEDENDO IO, AVREMMO QUELLO CHE ENTRAMBI DESID..”

“SEI SOLO UN POVERO STOLTO! Io ho fatto tanto per essere all’altezza del ragazzo che..che amo con tutto il mio cuore. Mio fratello. Se ora ti consegnassi al mago più crudele che il mondo ha mai conosciuto..non sarei degno di tornare da lui. Non sarei migliore di un assassino a sangue freddo. Tu ameresti mai uno così, che venda un’altra persona al suo posto?”

Seth trattenne il fiato, non sapeva cosa dire.
Si avvicinò incautamente e strinse le mani di Regulus.
Damian lo stava guardando e Regulus provò l’impulso di sotterrarsi mille metri sottoterra.
“Io non ti conosco..ma tu stai soffrendo tanto e io voglio solo..”

“Ogni uomo ha un destino, anche se costellato di sofferenza, un destino tracciato che a volte può cambiare ma non spetta a un altro decidere, io ho delle altre cose che mi tengono ancorato a terra..” si girò a guardare la faccia di Damian, forse un giorno quella faccia lo tradirà, ma non oggi, non ora, ora lo rende ancora felice, lo tiene incollato al terreno, lo aiuta a tenere insieme i pezzi e quindi Reg gli è grato, ora,domani non lo sa, ma lui vive il presente, qui e ora, Reg pensa che se tutti avessero ragionato in questo modo, le persone sarebbero state più felici.

Regulus si rigira a guardarlo e ora è lui a tenere le mani di Seth, a tenere insieme i pezzi, perché quando hai una connessione spirituale con qualcuno, ti mescoli fino a non riconoscere più dove inizi tu e dove finisce l’altro.
“Non spetta a te salvarmi, Seth.

Sembra che dire il suo nome ad alta voce lo abbia fatto crollare, i pezzi si sono infranti come un vaso che cade. E Regulus si stranisce di pensare che questo possa essere causato da un nome, un singolo nome. Desidera tornare indietro e rimangiarsi quel nome ma non può farlo oramai.
“Come fai a sapere come mi chiamo? La legilimanzia?”

“No..” e ora piange anche Regulus. “La chiamano la connessione dell’anima, esiste anche tra le persone, tra i babbani, dicono sia una specie di magia naturale a cui hanno accesso anche i babbani, è solo che non lo sanno. Nei momenti di massimo dolore e sofferenza, due anime possono essere così in sintonia e collegate nel loro medesimo dolore da avviare come una sorta di telepatia, la loro mente inconscia registra informazioni sull’altro senza saperlo, i babbani non possono avere accesso a queste informazioni che rimangono relegate nell’inconscio, ma i maghi, in queste situazioni, proprio perché MAGHI, possono registrare queste informazioni, è un po come la legilimens ma è una cosa che avviene senza che tu lo decida, è un potere fuori controllo.”
“Un po come l’AMORE..” disse Seth.

Damian si mette in mezzo, ai tempi Regulus pensava che fosse l' impazienza di perdere così tanto tempo, la PAURA che arrivasse uno scagnozzo di Voldemort o lui stesso a scoprire che conversavano e piangevano insieme ad un mago che avrebbero dovuto uccidere, a spingerlo a interrompere quella cosa penosa.

POV REGULUS 

Quanto mi sbagliavo Non era ne pena, ne paura, ne impazienza a spingerlo, semplicemente voleva impedirmi di crogiolarmi ancora in questa sofferenza, voleva liberarmi da tana agonia!”
E così fece un Oblivion su Seth.
Prima di allora non sapevo che si potesse fare un Oblivion su qualcun altro per qualcosa di diverso che dal proprio egoismo, ma per altruismo, per allevare le proprie pene.

E quella fu la seconda volta che Damian mi salvò.
Alla fine si stava dimostrando un essere umano più meritevole di me,.
 
Mi accorgo a malapena di essere preso in braccio e portato via, Damian che mi tiene tra le braccia, se qualcuno, mio fratello mi vedesse, penserebbe che mi sono fatto una love story o che sto morendo.

Sento Damian biascicare qualcosa, qualcosa a proposito che questo diavolo di incantesimo era una porcheria.
Sorrido e mi accuccio al suo petto, sto imparando a leggere Damian.
Lui parlava in questo modo perché l’incantesimo aveva devastato anche lui emotivamente.
Dubito che vorrà riprovarlo.

Eppure io sono così felice di aver provavo questa cosa con lui.
 
 

Damian e Regulus parlano di Piton

Quando torniamo alla base di Voldemort, io provo a dire tutte queste cose a lui, provo a dirgli quanto sia speciale, unico, migliore di me, un essere umano decente, di gran lunga superiore a me che sono solo un povero relitto che si crede un eroe e invece è solo un relitto distrutto, ma lui scuote la testa, mentre la stanza si riempie di erbe aromatiche e di ribollii di pozioni nel calderone.


“Se io sono così, è perché TU mi fai essere così, sono i tuoi sentimenti a farmi comportare così, mi influenzi, quindi tutta questa bellezza che tu mi amputi, deriva da una fonte che saresti tu..”
Rimango allibito davanti a queste parole.

“Quindi potresti smetterla di piangerti addosso? Mi faresti un gran piacere. Tra l’altro, se pensi che questo sia un inganno per non farmi essere arrabbiato con te, ti dico che gradirei essere arrabbiato ancora a lungo. Mi stai costringendo a sopportare quell’assurdo pipistrello di Piton, che da quando siamo tornati, non fa che tempestarmi con richieste e domande su cosa stiamo combinando.”
“Piton??” sentire il suo nome mi fa scoppiare qualcosa dentro che assomiglia al dolore.

“Sì, lui..non capisco cosa c’è tra di voi, siete tipo, amici o qualcosa del genere?”
“Una volta..insomma..a Hogwarts ci siamo frequentati per un periodo..”
Damian mi guarda allibito.
“Tu e il pipistrello?”
“è durata poco, ma siamo poi rimasti amici..condividiamo la stessa malinconia..provo grande affetto per quel ragazzo..anche se ci siamo un po allontanati..lui..queste pozioni sono merito suo?”
“Già..” disse Damian sbuffando ma in modo sorpreso. “Suppongo allora che dietro il terzo grado a cui mi ha sottoposto, si celi una sorta di preoccupazione nascosta sotto strati di arroganza e curiosità malsana per i segreti altrui..”
“Ti ha detto che è preoccupato per me? “

“Ma figurati! Piton dire cose del genere? Preferirebbe essere avvelenato da una creatura magica e restare senza antidoto! Ha detto però cose strane! Tipo che vuole essere sicuro che queste cose funzionino e reagiscano bene al problema, di tenerlo informato perché gli è di grande utilitá, visto che lo aiutano a diventare più grande come pozionista, di non sprecare nessuna goccia, di far valere il mio talento e dimostrarmi degno di avermi dato cose preziose come le sue pozioni, che se scopre che ho trattato male le sue cose, me l’avrebbe fatta pagare e poi ha continuato a tempestarmi per venire qui ad assicurarsi che non trattassi male le sue cose o non tentassi di rubare NULLA.”

Regulus sentì qualcosa sciogliersi nel suo petto e fare un male cane.

“è il modo che ha Severus per sapere le cose venendo a patti con il suo orgoglio. Quando ti ha detto che vuole essere sicuro che la pozione reagisca bene al problema, voleva dire che voleva assicurarsi che io stessi bene e guarisca, quando ha detto di non sprecare nessuna goccia è perché ogni cosa, un mescolamento o un giro sbagliato possano rendere nulla l'antidoto o la pozione curativa, ha fatto leva sul tuo orgoglio, parlando del tuo talento, per spingerti a dare il meglio senza dirti esplicitamente di fare il meglio per curarmi, e quella cosa sul rubare le tue cose..poteva minacciarti per ridargliele, non avrebbe bisogno di venire qui..ma vuole..vedermi..”

Damian annuì e una sorta di strano sorriso, lo pervase.

“Adesso l’ho capito..ma prima no..vedi il mio discorso, Reg? Tu con la tua luce fai questo, sciogli i cuori di noi mangiamorte! Non dire più quindi che non sei degno di noi o che io sono migliore di te, il farmi capire questo, già questo ri rende migliore. Grazie a te ho scoperto che anche noi mangiamorte possiamo essere quasi umani.”

Regulus non riusci a dire più niente, si stava quasi addormentando.
“Dunque vorresti che venisse qui?”
“sì, per favore..”
“Lo sai vero, di non aspettarti coccole o altro vero? È alquanto improbabile perfino che ti saluterà, non voglio che tu ci rimanga male nel caso..”
“Già solo vederlo e sapere che si preoccupa per me, mi è di gran conforto , non preoccuparti, Damian, e anche quello che tu hai fatto per me, lo sai che lo apprezzo tanto, vero?”
Damian sbuffò.
“Mi ringrazi per averti impedito di raggiungere il fratello che tu ami tanto?”
“Sì, perché non sarebbe stato giusto e lo sai anche tu..non possiamo..raggiungere la felicità, rendendo infelici gli altri..”
Damian non lo abbracciò , perché i mangiamorte non si rendono ridicoli con simili gesti da babbani mollaccioni, solo diversi minuti dopo, quando Regulus stava oramai per piombare nell’incoscienza, gli sembrò di sentire come delle braccia avvolgerlo in un caldo tepore.
Ma sicuramente si sbagliava.
O forse no.
A volte si poteva ancora credere alle vecchie menzogne.
 
 
 
 
*

Che fine ha fatto Peter Minus? 

Remus e Sirius rimasero allibiti davanti alle rivelazioni di Regulus. Questo era grande. Era una cosa davvero gigantesca e se si partiva già così, non osavano immaginare che portata avrebbero avuto, altri tipi di rivelazione da parte sua.

“Abbiamo sempre trattato male quel ragazzo..forse su qualcosa ci sbagliavamo, Felpato.” Disse Remus.

“Non dire assurdità!” disse Sirius scocciato ma un po a disagio. “Non cambio certo idea su Mocciusos, solo perché ha creato una pozione e quindi ha fatto solo il suo dovere da essere umano..non è un santo, se anche si è redento..dobbiamo sempre ricordarcelo. Il fatto che mi sia scusato con lui..questo non cancella tutto..ad ogni modo concentriamoci di più su queste rivelazioni, se ritrovassimo questo ragazzo.. potrebbe essere la chiave per fermare Voldemort.”
“Felpato! Vorresti davvero rimettere in mezzo questo povero ragazzo dopo tutto quello che ha già passato?”

“No..non sto dicendo..e comunque siamo in guerra, siamo tutti coinvolti. Era solo un’idea..a questo proposito…Remus, credo che ora dovremmo raccontare qualcosa..noi..gliel’ho promesso.”
“Tipo..a cosa ti riferisci tra le tante cose?”
“Tipo il colpevole della morte di James e Lily.”
“Non gliel’hai ancora detto????”
“Ehi non gridare, mi sento a disagio a parlarne, ok? Volevo rimandare il più possibile questa conversazione.”
“Oh, Felpato, sei incredibile.”

“Vi prego..” si intromise Regulus. “Sirius non mi ha ancora detto perché è stato incolpato della morte dei Potter, io sono morto molto prima che LUI potesse orchestrare un simile piano, non immaginavo..cioè sapevo che odiava i Potter ma non fino  aquesto punto e ora voglio scoprire chi è stato a togliere il sorriso a mio fratello.”

Remus e Sirius si guardarono amareggiati.
“è stato Peter Minus.”
Regulus abbassò lo sguardo mortificato.
“Speravo non mi faceste il suo nome.”
“Tu..lo conosci?” chiese Remus timido.

“Sì..io..oh non pensate che io..quando l’ho visto arrivare tra i mangiamorte, io avrei voluto avvisarvi del pericolo..ma Voldemort me l’ha impedito e mi ha cancellato la memoria per impedirmi di avvisarvi!” e raccontò loro quello che lo stesso Voldemort aveva ripristinato in lui prima di gettarlo nel Velo.
“è accaduto lo stesso giorno che Damian ha parlato di suo fratello, perché non ce l’hai detto subito?” chiese Remus cercando di non assumere un tono accusatorio.

“Tra questa valanga di informazioni, e i troppi anni passati nel Velo, la mia memoria non  è così lucida come se queste cose fossero capitate una settimana fa, sono passati più di sedici anni! E poi volevo aspettare perché sapevo poteva essere un argomento che vi avrebbe feriti..ma non immaginato che lui..oh, è così terribile..così grave..io non lo sapevo..credetemi..io..”
Il suo corpo venne scosso dai singhiozzi e Sirius lo abbracciò consolandolo.
“Ti crediamo..ti crediamo..”

“Sì, a questo proposito, ci sarebbe una cosa da dire, su Perer Minus, Felpato, credo sia il momento di dirlo..” disse Remus.
“Non ora, Rem.”
“Ma è troppo importante.”
“Non vedi come sta?”
“Vi prego, ditemi tutto, non fatemi star in ansia, cos’altro ha fatto Minus, ha fatto del male a qualcun altro?”

Peter Minus è passato al lato buono. Abbiamo scoperto che è innocente e sta dalla nostra parte noi, è riuscito a staccarsi dal parassita immortale con sette vite.” Remus lo disse tutto d’un fiato, per impedire a Sirius di impedirglielo, e Regulus assunse un colorito sempre più bianco a ogni parola e poi scoppiò in lacrime.
“Bel lavoro, Rem.” Disse Sirius acido.

“Ehi, solo perché TU non hai mai perdonato il nostro..amico..non signfica che..”
“Ha ucciso il NOSTRO migliore amico, Remus!”
“Senti, lo so che tu non hai mai digerito la sua morte, ma..non vi eravate chiariti?”
“Beh!! Forse pensavo di averlo perdonato e invece non..”
“Peter….lui è davvero riuscito a sottrarsi alla maledizione Imperius?”

I due si voltarono verso di lui e Remus lo accolse con un sorriso gioioso.
“Sì..preparati perché c’è un’altra storia che merita di esser raccontata.”
 
 
E fu così che fu il turno di Remus di raccontare della storia sorprendente di Peter Minus, del fantastico viaggio attraverso il tempo di Harry durante il quarto anno, che il loro amico aveva deciso di intraprendere per salvare Cedric e Minus, di come Minus passò dalla loro parte, di come riprese un rapporto con il migliore amico di Harry, di come fosse rimasto un ragazzo, di come alla fine gli somigliasse così tanto. Dovette scansare uno schiantesimo da parte di Sirius a queste parole, ma era la verità.

Peter sembrava così buono..forse solo uno come Regulus poteva superare la sua bontà.
Raccontare questo a Regulus sembrò rallegrare il giovane e Sirius guardò Remus come un ringraziamento, e a Remus sembrò di rivedere lo stesso ragazzo dei tempi della scuola, quel giovane spenserato che era ancora amico di James. Un giovane che ancora non aveva perso così tanto.

“Vorrei..sì, io vorrei..credi che io potrei..”
“Incontrarlo? Ma certo che sì!!”
Sirius sembrava combattuto.
“Sei sicuro che sia..”

“Ma stai scherzando, Sir? Ti rendi conto di quale sorta di miracolo sia stata il ritorno di tuo fratello? Credevo che niente potesse superare il miracolo di Peter, che fosse solo quello una sorta..di..favola, dell’amore, del bene che sconfigge l’odio, ma mi sbagliavo! C’è qualcosa di ancora più bello. Ben due persone che credevamo perdute, per motivi differenti, sono tornati da noi. È la luce che sconfigge l’oscurità, è una cosa che può portare solo gioia in mezzo a tanto dolore. Questi due devono incontrarsi assolutamente!”
“Certo..ovvio che è una cosa bella..dopo Peter..anche lui..”

Aveva un sorriso triste e Regulus gli accarezzò la guancia.
“So che non posso sostituire..quello che per te era un fratello d’anima..se potessi..farei cambio per restituirtelo, Sir..”
“Non dirlo neanche per scherzo.” Disse Sirius scuotendo la testa con energia, ma le lacrime caddero e Remus trovò che dimostravano che Regulus come Remus potessero leggergli dentro cime nessun altro.

Ma forse talmente fu il senso di colpa, che Sirius abbracciò subito Regulus.
“Non dirlo neanche per scherzo, sei uno stupido. Tu se il cuore mio.”
Ma sia Remus sia Regulus, sapevano che era una frase vera a metà.

Certo, Sirius non avrebbe mai scambiato la sua resurrezione con quella di James, ma sapevano comunque che il suo cuore era diviso in due, lui soffriva ancora per Jamie, era inutile provare a negarlo e probabilmente pensare al fatto che due delle persone che lui amava si erano salvate e pensare che ora i malandrini erano riuniti tutti tranne il suo preferito, era di sicuro devastante per lui.
Non doveva sentirsi in colpa per questo. Era ingiusto.

“Felpato..manca tanto anche a me,..” gli disse Remus, abbracciandolo anche lui.”


La città segreta del Velo

Regulus raccontò loro una cosa che finora non aveva ancora raccontato. Quando Damian aveva raccontato a Voldemort del suo incontro con Seth, aveva parlato in prima persona, ma non aveva raccontato i dettagli e Voldemort aveva quindi pensato che fosse stato solo Damian a incontrarlo, in realtà era stato Regulus prima e poi Damian, ma questo Regulus non lo ricordò subito perché Damian gli aveva fatto un incantesimo Confundus sul momento quando parlava con Voldemort.
Una volta che Regulus entrò nel Velo per, il velo del suo cuore gli fu dissipato.
Si ricordò quindi di cosa era davvero successo e ancora una volta provò un affetto incredibile per il suo migliore amico. Lui aveva voluto proteggerlo.
Sperò che fosse felice ora, dovunque egli fosse adesso.
Sperò che riuscisse a ricostruirsi una vita.
E dentro il Velo lui ne trovò un’altra di Vita.
 
Viveva con Sirius ed era felice. Un’altra vita, un altro mondo, insieme alle persone che amava.
James era sempre presente, come i malandrini, erano tutti felici e camminavano di notte, fino alle 4 del mattino e andavano in giro tutti insieme in giro per negozi.
I negozi non chiudevano mai, neanche di notte. Ed erano illuminati , sempre, e le commesse erano sempre gentili, nessuno odiava mai nessuno, non esisteva il freddo o la stanchezza, o l’odio.
James era sempre James, lo guardava e rideva, scherzava con lui e Regulus di rimando.
E continuava a chiedergli scusa, per tutto, a volte piangeva, James gli sorrideva con quel sorriso meraviglioso e gli diceva: “Non devi scusarti, Reg. è tutto a posto. È un’altra vita, quella!”
Ma Regulus lo guardava con un sorriso triste, che cosa significava quello? No, lui voleva scusarsi, scusarsi all’infinito, perché James glielo impediva? Aprì la bocca per scusarsi di nuovo, ma braccia gentili lo avvolsero intorno alla vita. Sirius.
“Lascia perdere.” Gli sussurra.
Regulus si blocca, vede i malandrini continuare a camminare nella notte, li imita con Sirius ancora attaccato a lui, e nello sfondo, nell’ombra vede un gattino nero, con occhi celesti che lo fissa.
Si tira dietro una sottile riga gialla, come ombre che lascia attorno al suo paesaggio.
 
 
A volte è difficile, a volte Regulus sente che c’è qualcosa di sbagliato, di vivere in un mondo che non gli appartiene, a volte si sente morire di nuovo, peggio, si sente AFFOGARE, ma poi sente un miagolio e tutto torna a posto.
Come quella mattina in cucina, aveva un tremendo mal di testa, ma il miagolio del gatto che ormai era abituato a trovarsi dappertutto, lo raggiunse.
“Dai da mangiare a Sogno, amore?” chiese Sirius.
Certo, lui avrebbe SEMPRE nutrito il suo guardiano dei sogni.
Il responsabile di quel sogno meraviglioso che stava vivendo.
 
 
 
Una notte lui vide un castello argentato, brillare come un albero di natale. Sapeva di essere l’unico a vederlo, aveva provato a chiedere a Sirius se lo vedesse e lui disse di no, ma poi ci erano andati insieme e lo avevano visto.
Ci erano entrati e avevano visto un mondo fatto di ombre e di luci, un castello enorme in cui si riunivano tutte le persone che erano state infelici, per raccontare la loro vita, per festeggiare, vivere e mangiare insieme.
Era come una Hogwarts globale, magica, una grande famiglia.
Sirius all’inizio era spaventato dalla scoperta di questo nuovo mondo, Regulus non lo capiva, ma poi lui disse una cosa strana:
“Reg…io non credo di essere REALE.”
E il mondo di Regulus crollò un’altra volta, i ricordi tornarono in quel momento, anzi, erano sempre tornati, quasi ogni notte, a volte quasi ogni mese, ma lui li scacciava sempre con la felicità. Si era illuso che fosse il suo mondo vero.
“Non sono il tuo vero Sirius, qualsiasi cosa io sia, non sono reale e neanche i miei amici lo sono.” Disse triste.
“Io credo che chi non sia reale, non sappia di esserlo.”
“Se ora mi costringi a passare con te, potrei scomaprire per sempre. Io non avvertirò niente ma tu..è quello che vuoi davvero?”
Regulus lo baciò con passione.
“è quello che voglio, perché ti amo così tanto che ho portato te perfino quaggiù e se il mio..il nostro amore può fare questo, tu non scomparirai mai, sarai sempre con me, nessuno può mandarti via.”
Sirius sembrava per metà rassicurato e quindi lo seguì.
 
 
Ascoltando tanta gente, Regulus scoprì che quelle persone, le persone del CASTELLO, erano tutte le persone che erano cadute nel Velo e avevano preso coscienza della loro condizione, erano in un certo senso ILLUMINATE, solo chi lo scopriva, poteva accedervi.
“Hai visto? Anche tu ci sei entrato, sei più tranquillo adesso?” gli chiese Regulus accarezzandogli la mano.
“No! Sono ancora più terrorizzato! Perché io non sono mai caduto nel Velo! Io sono..sempre stato qui.”
Regulus ponderò su quella risposta. Sirius aveva ragione. Lui non era mai stato nel Velo o questo forse significava che…
“Sirius! Non è che…dopo che io sono scomparso, tu sei caduto nel Velo per prendermi? Dimmi che non hai fatto una cosa così stupida!”
“è inutile, Reg.” scosse la testa lui. “Non ricordo niente della vita che tu mi dici, la mia vita è questa..mi dispiace, so che non è vera, che la mia vita reale è un’altra..ma io..non lo ricordo..prendimi per quello che sono..un'ombra del tuo vero amore che è sempre vissuta qui e quindi non ricordo altro.”
Regulus annuì e poi lo abbracciò per consolarlo, ma sapeva che c’era qualcosa che gli sfuggiva.
 
 
*
“IL VELO!!!” gridò Sirius, interrompendo il racconto di Regulus. “Io ci sono caduto DAVVERO, DENTRO.”
Regulus rimase a bocca aperta. Ma certo. Ora collegava tutto. Era successo esattamente come nel suo sogno dentro al velo.
Quindi..il Velo aveva previsto il FUTURO?
“Ma è successo quest’anno solo, Sir!” disse Remus. “Quindi non puoi essere stato nel Velo con Regulus per più di quindici anni.”
“Aspetta..credo di ricordare..nel Velo..quando ci sono caduto dentro..ho visto qualcosa..un CASTELLO..un castello luminoso con luci azzurre, io ci ero attirato..volevo entrarci, ma poi cambio DIREZIONE, mi giro, vedo Regulus che mi sorride, lo rincorro, lo rincorro,in un tunnel senza fine.”
“Che significa questo?” chiese Remus.
“Magari inconsciamente sapeva che una parte di lui è stata sempre con me. In fondo è un mago.” Disse Regulus.
“Comunque vai avanti, ti prego!” disse Sirius.
“Feci delle ricerche mentre vivevo nel Velo, in una biblioteca. Scoprìì un libro, un grosso libro sugli animali ritenuti oscuri che invece erano animali buoni, il Velo era tra questi. Tutti pensano erroneamente sia un mostro che si ciba delle anime e le divora, ma non è così. Si sono sbagliati tutti. è vero che il Velo è un organismo vivente, ma lui non fa del male alle anime, ma le accudisce, costruisce dei paradisi per loro, fa in modo di alleviare le loro pene, curare le loro anime…lui ha tanto bisogno di compagnia e di affetto, le anime sono la loro famiglia. È come un cucciolo, bisognoso di affetto.”
Sirius e Remus si guardarono.
“Io mi sono preso cura di lui in tutti questi anni, lui, il CUCCIOLO, ama tutti, ma ha scelto ME.”
“Quel miagolio che abbiamo sentito nella sala..” disse Remus restando senza fiato.
“Era lui. Ne sono sicuro. Mi ha chiamato.” Disse Regulus mentre delle lacrime scivolavano sulle sue guance.
Sirius guardò Remus terrorizzato. Remus alzò le braccia come per dire Cosa ti aspetti che io faccia?
“Reg..” disse Sirius gentilmente. “Lascia perder ora quell’essere, abbiamo cose più importanti di cui occup..”
Si è preso cura di me per tutti questi anni! Non intendo abbandonarlo!” singhiozzò Regulus tenendosi il volto tra le mani.
“Ragiona, se anche fosse così, cosa pensi che possiamo fare? Lui è..insomma..il VELO..è la sua natura..”
“Dobbiamo cercare di portarlo con noi.”
“Cosa??? Sei uscito fuori di senno?? Non possiamo! Lui è fatto così!! E rischiamo che uno di noi resti di nuovo intrappolato nelle sue fauci!”
“Non gridare così, Sirius!” reagì Remus.
“Non sa quello che dice!!!”
Remus e Sirius continuarono  a gridare in quel modo per diverso tempo fino a che Remus non prese per un braccio Sirius e lo trascinò di nuovo in cucina per parlargli da solo.
 
 
 
 
 
“Devi essere più comprensivo nei riguardi di Regulus e di quello che ha passato.”
“Guarda che lo sono invece!”
“Non sembra! Quella cosa.di cui parla..gli ha fatto compagnia per tanti anni, gli ha regalato il sogno di una vita insieme a te, è ovvio che lui..”
Non è un dannato cucciolo, Remus! Non possiamo portarlo con noi! Se proviamo anche solo ad avvicinarci, cercherà di intrappolare di nuovo noi, o lui, io non posso perderlo di nuovo ora che l’ho ritrovato, non posso perdere di nuovo nessun altro!”
Sirius sembrava aver perso il controllo. Remus lo osservò.
“Se non vuoi farlo tu, lo farò io.”
“Non costringermi a prendere la bacchetta,”
“Senti, Regulus ha rischiato la vita per tutti noi, PER TE, BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA, non ha mai chiesto NIENTE, niente, ha sacrificato la sua vita relegandosi a una NON VITA, tutto per noi, e ora l’unica cosa che chiede, vorresti negargliela?”
“Remus..ragiona anche tu, ti prego, non vorrai tornare laggiù? E cosa speri di fare? Quella a cui mio fratello è tanto legato è una rappresentazione della cosa che l’ha imprigionato, non potremmo MAI trasformarla in un cucciolo in carne e ossa! E chi ti dice che se anche potessimo, non ci ucciderebbe, se anche solo lo toccassimo?”
Remus sembrava combattuto su questo.
“Chiederò aiuto a Piton.”
“CHE COSA???  Sei ancora più pazzo di quello che pensavo!” disse Sirius.
“Ti ricordi o no che lui ha preparato una pozione per me per evitarmi il dolore a ogni luna piena?”
“Ok, ma..”
“Niente ma!! Sirius, io da lupo mannaro posso capire il dolore di essere considerato un reietto e pure malvagio a causa della mia natura, non lascerò un altro essere SIMILE nella mia stessa condizione.”
“Remus..tu e mio fratello siete le persone più buone che io abbia mai conosciuto, dico davvero, ma ora, con tutta la storia di Voldemort..non possiamo preoccuparci di niente altro.”
“Sirius, tuo fratello è ritornato, VIVO e ci ha fatto un’importante rivelazione. Potrebbe essere la scoperta del secolo, non possiamo lasciar perdere.”
“E va bene, vediamo di fare quello che possiamo fare, ma dovrai stare lontano da quell’aggeggio infernale, casomai facci cadere Mocciosus.” E detto questo, il licantropo scoppiò a ridere fragorosamente.
 
 
 
*
Piton pensò che Remus fosse impazzito, quando gli chiese aiuto e soprattutto quando gli disse che cosa volevano fare, ma poi, con un sorriso compiaciuto, accettò di entrare nel reparto proibito della biblioteca di Hogwarts per avere accesso al alcuni incantesimi tra i più difficili.
Ne avevano trovato uno che consisteva nel richiamare a sé l’anima di un organismo che si nascondeva dentro un oggetto, a patto che anima e oggetto fossero un tutt’uno, non funzionava per esempio con gli Horcrux.
Era un incantesimo che richiedeva tantissima energia e soprattutto magia bianca, gli intenti non avrebbero dovuto essere malvagi, l’incantesimo avrebbe cercato di annullare l’incanto dell’oggetto per allacciarsi all’anima, per cui l’organismo vivente sarebbe diventato vivente anche nella loro dimensione, fuggendo da quell' astrale.
Gli organismi di cui parlava nel libro, si chiamavano ANCORE.
L’ancora rimaneva intrappolata in una dimensione onirica o astrale, facendo da custode delle anime in quel mondo, ma l’ancora poteva anche fuggire da quel mondo, ma non poteva farlo da sola.
“Cosa succede alle anime intrappolate li dentro se noi facciamo uscire l’ancora? Non è che il mondo si dissolve distruggendole vero? Non voglio che diventiamo responsabili di un genocidio.”
“In linea di buona, raggiungono questa dimensione, in linea di brutta, raggiungono il paradiso, trovando la pace. Ehi non guardarmi in quel modo, Black, è già tanto che ti sto aiutando, non sono onnisciente o veggente. Questi sono i rischi,, ed a ogni modo è come se fossero già morte no? Da un paradiso ad un altro che differenza potrebbe mai fare?”
Era inutile sperare in maggiore sensibilità da Piton, quindi Remus lo ringraziò e gli disse che aveva deciso di andare avanti.
 
Piton e Remus riuscirono a produrre un incanto così potente che, il Velo si trasformò nell’adorabile gattino che aveva fatto compagnia a Regulus per così tanti anni.
Regulus aspettava in un angolo, il gattino appena lo vide, gli andò davanti, tutti gli puntavano la bacchetta addosso, ma Regulus pregò:
“Non fategli del male. Lui..è mio amico.”
Il gattino gli arrivò in braccio facendo le fusa e tutti si tranquillizzarono.
Quella notte Sirius dormì nello stesso letto con Regulus e il gatto. Cosa bisognava sopportare per amore!
Sorrise tristemente all’idea che quell’essere era simbolo di sofferenza per lui perché gli aveva portato via il fratello, ma era anche simbolo della felicità del fratello, per quello che aveva fatto lui per tanti anni.
Harry saputo che Sirius si era rimesso, era corso ad abbracciarlo forte, trovandosi lì anche una quasi sua copia sputata.
“Chi sei tu?”
“Harry..questo è mio fratello..Regulus..” disse Sirius asciugandosi gli occhi.
“COSA?”
“Piacere di conoscerti, Harry.”

L'incontro tra Harry e Regulus



Harry rimase incantato a guardare Regulus.
Era come vedere una perfetta riproduzione del suo padrino.

Non una goccia d’acqua. Regulus non era una goccia d’acqua. Non era Sirius, era come se avesse potuto vedere la luce che aveva contraddistinto l’anima di Sirius ai tempi della scuola, e questa luce avesse intrappolato tutto, l’amore per i malandrini, l’amore per gli scherzi, quella sua aria così scanzonata e ribelle, l’amore per James, suo padre. Regulus anche vivendo in un’altra casa, in un’altra dimensione, era come se avesse intrappolato l’anima di un Sirius sedicenne e ne avesse preso una forma propria.
All’improvviso la consapevolezza che ora il suo padrino fosse FELICE nel rivedere una persona a lui famigliare, una persona della sua famiglia per cui aveva molto sofferto, di nuovo da lui, VIVA, ebbe il potere di fargli provare una felicità delirante, ad ondate, che minacciavano di farlo svenire.
“Sirius..mi ha parlato tanto di te.”
“Davvero?”

Harry non riuscì a resistere e lo abbracciò. Era incredibile la felicità che sentiva, nonostante non conoscesse quel ragazzo, ma la verità era che non era mai stato uno sconosciuto per lui, nel vero senso della parola.
Durante il quinto anno, Sirius si era aperto con lui, gli aveva parlato di questo fratello, che era scomparso e che forse era stato ucciso perché si diceva che negli ultimi tempi aveva cambiato idea, che si era reso conto di esser passato dalla parte sbagliata.

Si ricordava di come Sirius ne aveva parlato tra le lacrime,  di come disse di odiarlo e di non esser sicuro che in fin dei conti avesse cercato seriamente di opporsi a Voldemort. Lui credeva fosse scappato, e Voldemort gliel’aveva fatta pagare. Piangeva mentre lo diceva, Harry capiva che era diviso tra sperare che non fosse così, che in fondo lo aveva combattuto, per ricordarlo con onore e sperare che inece NON lo aveva fatto. Pensarlo vivo ma codardo forse era di gran lunga migliore.

“Abbiamo ritrovato Minus quando credevamo che fosse ormai perduto per sempre..se non abbiamo trovato un corpo..” aveva tentato di consolarlo Harry, mettendogli una mano sulla spalla.
Erano seduti sullo stesso letto di Ron, Sirius non si distaccò da quella sorta di strano abbraccio, ma scosse la testa.
“Un miracolo nella nostra vita è già uno di troppo. No, Regulus è morto, non tornerà mai più indietro. Non è come con Minus.”

Come puoi saperlo? Avrebbe voluto urlargli Harry, invece non ce la fece, le forze gli mancarono e semplicemente lo abbracciò. Per bene stavolta.
 
 
Si riscosse da quei pensieri e lasciò andare il corpo di Regulus, un po imbarazzato.

In quel momento arrivarono anche Ron ed Hermione, e Regulus raccontò a Harry la stessa storia che aveva raccontato a Remus e Sirius.
“Ero in questo luogo strano,  buio..cercavo qualcosa, non mi ricordo che cosa, che sarebbe servita per aiutarmi a sconfiggere LUI, non ricordo cosa fosse, mi dispiace, è tutto offuscato nella mia memoria..”

“Non ricordi se fosse un oggetto che potevi tenere in mano? Grande? Piccolo? Come una spada? O se sei riuscito a prenderlo?” chiese Remus.
Regulus scosse la testa, con gli occhi lucidi, era chiaro che si sentiva in colpa.

“Mi dispiace, ragazzi, sono stato colpito alla testa da vari incantesimi, per indurmi a ricordare cose del passato, non ultimo, anche un Confundus da parte del ragazzo che era con me,  e poi rinchiuso nel Velo. Se anche non fossi caduto li dentro, quello credo sia abbastanza. Non ero neanche sicuro di cosa dovessi prendere in realtà, so che in principio andai alla cieca, ma poi non ricordo cosa accadde.”
Harry sembrava deluso, avevano una possibilità per riuscire a sconfiggere Voldemort, ma non sapevano ora da dove partire.

“Non preoccupartil Reg, non è colpa tua. Noi continueremo comunque a cercare, magari Silente ha abbastanza elementi per riuscire a fare uno più uno. “ disse Sirius.
“Minus?” chiese Regulus a sorpresa.
Si guardarono tutti negli occhi.

“Mi avete detto che ora sta dalla vostra parte, voglio vederlo.”
“Ma certo. Penso proprio che sia un’ottima idea.” Disse Harry e fortunatamente per Regulus nessuno aveva niente da replicare.


Peter arrivò un’ora dopo l’arrivo di Harry. Si incontrarono in camera di Sirius, e Regulus rimase un attimo perplesso nel vedere come Peter sembrasse…piccolo.
Ma certo, Sirius lo aveva avvisato del suo piccolo problema, di come avesse dovuto farsi visitare al San Mungo per scongiurare possibili problemi fisici o neurologici, ma vederlo identico come allora..e forse addirittura ancora più giovane di allora, era..strabiliante.
Teneva la mano saldamente intrecciata a quella di un ragazzo dai capelli rossi.

“Va tutto bene, Ron, vorrei restare da solo con lui.” Gli disse.
Il rosso sembrò lasciarlo a malincuore, poi si avvicinò a lui timidamente, ma non osò fare altro.
“Mi ricordo di te,” disse. “Eri sempre gentile con me, ma io..ero troppo fuori di testa per accorgermene.”
Senza pensarci un secondo di più Regulus si fionda ad abbracciarlo.

Oddio, quanto deve avere sofferto questo ragazzo? Non oso immaginarlo, almeno io ero in un rifugio, un meraviglioso rifugio, in un sogno, sotto una campagna di vetro.
“Mi dispiace…sono una persona ignobile..” singhiozza. “Un codardo.”

“Ehi, tu non sei un codardo. Sei stato così coraggioso da riuscire a sconfiggere la maledizione imperius. Sei un ragazzo MOLTO coraggioso e sei di esempio per tutti.” gli tengo il viso tra le mani.
Sento qualcuno singhiozzare, è mio fratello Sirius.
“Ho sempre saputo che potevi farcela, Pet..”
“Tu..lo sapevi?”
Regulus annuisce.
Lui quasi scoppia di nuovo a piangere.

“Quando mi parlavi..ora ricordo, la tua gentilezza. Tu l’hai sempre saputo.”
“Non ho avuto abbastanza tempo.” Dice Regulus con il cuore rotto. “Non ho fatto in tempo a salvarti.”
“Ti sbagli. Tu l’hai salvato. Hai salvato tutti noi.” disse Sirius e senza aggiungere nient’altro, prese Peter e lo affogò in un abbraccio singhiozzante che stupì tutti, compreso il biondino.
“Sir..” disse lui scioccato.

“Non ti ho mai perdonato, Pet. In questi ultimi due anni, sono riuscito a perdonarti tante cose per me imperdonabili, ma di una non sono riuscito. Neanche tutte le volte che ti ho detto che l’ho fatto.”
“Lo so, Sir, mi dispiace da morire per Pot..”
“NO. Non capisci, sì, amo James, ma ti ho perdonato per quello e ti ho perdonato anche per il mio arresto, ma è anche un altro il motivo per cui non ho saputo perdonarti, perchè tu ci hai lasciati. Ci hai traditi e ci hai abbandonati. Eri il più..piccolo tra di noi e ci hai lasciati.”

Peter si accasciò tra le sue braccia.
“Mi dispiace.”
“Finalmente hai chiesto scusa, piccolo ratto.” Ridacchiò l’altro.
“Sono imperdobaile..tu non dovresti perdonarmi.” Disse, spostandolo delicatamente con un sorriso triste.
“James..James l’avrebbe fatto. Lui era il migliore. Il migliore tra tutti.” disse Sirius.

“Beh, direi che ora mi rimane solo da conoscere Kreacher, che ne dite? A proposito, dov’è?” chiese Regulus. “Non sarà mica..morto?” si chiese impaurito.
“Ehm, a dire la verità, non è più qui..è ehm a cucinare a Hogwarts.”
“Cosa?? Ma..perchè?”
“Perché non lo volevamo più qui dopo che ha tramato per far uccidere Sirius.,” disse Harry gelando subito la stanza di parecchi gradi.

A regulus cascò il mondo un’altra volta. Il suo elfo preferito..aveva tramato per far uccidere suo fratello? Come cavolo era possibile?
 
 
 
*
 
Quando Regulus e Kreacher finalmente si incontrano, l’elfo scoppia a piangere tra le sue braccia e sembra non riuscire più a smettere.
Regulus con grande pazienza, gli racconta cosa gli è successo, l’elfo ascolta tutto a occhi sgranati e poi quando Regulus gli chiede se gli aveva detto qualcosa o gli aveva raccomandato di tenere a bada qualcosa, l’elfo non ha dubbi.
Si trattava di un MEDAGLIONE.

Corre subito nella soffitta a cercarlo ma il medaglione non si trovò e Kreacher cominciò a gridare preso dall’agitazione.
Quelle grida fecero saltare in mente a Regulus un’altra cosa, prese l’elfo per le spalle e lo guardò dritto negli occhi pronto a fargli una ramanzina, mentre Sirius lo guardava male e nel frattempo continuava a cercare tra i sacchi dei cimeli dei Black.
Delle grida più forti delle altre distrassero Sirius dalla sua ricerca che tornò a guardarli. Era evidente che Regulus lo avesse appena rimproverato e ora l’elfo cercava di colpirsi con una vecchia ciabatta, trattenuto da Regulus.
 “Se vuole ammazzarsi, digli di darsi fuoco, ma lontano dalla mia vista.” Tuonò Sirius.
“Sirius, per favore.”
“Kreacher ha dato del dolore al padroncino,a Kreacher dispiace tanto.”

Ora anche Harry, Ron ed Hermione tentarono di strappargli la ciabatta.
Kreacher, d’ora in poi giurerai fedeltà anche a mio fratello. Non voglio mai più sentire che trami per ucciderlo, altrimenti…beh altrimenti mi deluderesti molto e qui non potrai mai più restare.” disse Regulus ancora stordito dalla notizia.

Sirius era basito e per un attimo non capì più nulla, poi ricollegò quelle frasi a cosa successe nel famoso ufficio misteri.
“Non è colpa di Kreacher! Kreacher è vissuto sempre nel disprezzo dei maghi, che l’hanno sempre trattato male, non sa cosa significa la gentilezza e Bellatrix…” cominciò Hermione, lanciandosi nel suo sololiquio.
“Reg..non dovevi..non c’era bisogno che tu..”

“Sì che c’era bisogno. Sei MIO fratello, Sir..” poi si voltò verso Kreacher. “Smettila, Kreach..ascoltami..” si inginocchiò piantandogli le mani sulle spalle.
“Sì, padroncino?” chiese l’elfo asciugandosi gli occhi.
“Quello che hai fatto, ha permesso a Sirius di essere li, quel giorno e di ritrovarmi. È stato grazie a te se ora siamo riuniti, se ora tu puoi anche solo parlarmi, ma SOPRATTUTTO grazie a Sirius.”
L’elfo si voltò esterrefatto verso il moro.
“Grazie a lui?”

“Sì, lui è caduto nel Velo, mi ha scoperto e ha fatto di tutto per tirarmi fuori, quindi io devo la mia vita a entrambi, ma se ci tieni a me, devi essere più gentile con Sirius perché è una persona a cui voglio bene.”

Kreacher stava già dicendo a ripetizione “il signorino Sirius ha salvato il padroncino Regulus.” E i suoi occhi si inumidirono di lacrime.
Sirius nel frattempo era troppo sotto shock della piega che avevano preso gli eventi e scappò terrorizzato, mentre l’elfo lo inseguiva chiedendogli se per cena volesse lo stufato con le patate.
“Sei fottutamente geniale, hai lo spirito dei malandrini.” Disse Ron chiedendogli di battere il cinque.

Harry sospirò. Chi se lo sarebbe mai aspettato che il fratello di Sirius avrebbe battuto il cinque con il suo amico Ron.

 






















Note dell'autrice:  Un pensiero per Team, che mi recensisce sempre tutto e veendo questo capitolone le sarà preso un colpo ahha xd
Povera xd Team, non preoccuparti se anche non commenti tutto. Lo capisco :))

Un pensiero anche per Abby: perdonami :(( so che non hai letto le altre storie e che con questo capitolo ti metto in seria difficoltà, mi dispiace, mi sento in colpa ma..io purtroppo devo pensare a cosa è meglio per la mia storia :((( e per questa storia era importante fare un capitolo anche esagerato, pur di non seminare capitoli sparsi e qua e là, evitando di mettere capitoli sparpagliati, prediligendo link che magari in molti non avrebbero letto :( questi pezzi erano troppo importanti x esser saltati :(
cmq non sei obbligata a leggere le altre storie ^^

ho parecchio da dire, il capitolo è ENORME quindi mi perdonerete, spero, se cercherò di essere breve e concisa xd
allora, magari non vi aspettavate la storia d'amore tra Sir e Reg ma io LI AMO e non mi è bastato inserirli in una sola storia LOL quindi beccateveli anche qui, xd ovviamente come è cominciato tutto, lo spiego nel link a inizio capitolo :) non potevo riportare qui 42 capitoli xd 

NEL VELO: lasciate che faccia alcune precisazioni :))
A scanso di equivoci, è Reg la persona che Sir vorrebbe tenere tra le braccia, anche se penso che effettivamente, la seconda persona sarebbe James, se potesse scegliere.
ho voluto rendere più realistica che posso questa scena e mi sembrerebbe STRANO che Sirius dopo una cosa del genere potesse tornarsene tranquillamente nell'Udfficio Misteri senza alcuna resistenza da parte di Remus xd
e non volevo che Remus credesse facilmente alla cosa di Reg, chiunque penserebbe che Sirius stia straparlando credo.
Inoltre, voglio specificare una cosa: Sirius aveva dimenticato SOLO l'ultimo incontro con Regulus, non tutta la sua storia d'amore con lui, altrimenti sarebbe stato anche un gran bel casino, non era realistico che i suoi amici non tirassero più in ballo Regulus.
Poi, una parentesi sui ricordi di Sirius, ho pensato fosse più realistico che ricordasse a poco a poco, non tutto in fretta, vedendo Regulus, ha ricordato le cose che aveva dimenticato e ha momentaneamente rimosso la vita dopo Regulus, ma non temete, era perchè era in stato confusionale al momento.


IN OSPEDALE: Spero non vi abbia deluso il fatto che non ho scritto il momento in cui Sirius ha ricevuto la notizia che il ragazzo a sostituirlo in ospedale sarebbe stato Peter. Magari un giorno scriverò questo missing moment, oramai sono la regina dei missing moment xd ma non ho proprio la forza di scriverlo ora...scusatemi xd Non c'è stata nessuna morte e quindi la casa è ancora di Sirius anche se cercherò il modo per far sì che sarà anche di Harry, per motivi di trama.

SALVARE REG. per quanto riguarda Remus e Sirius che salvano Reg,  lo so che sarebbe stato più epico se ci fosse andato solo Sirius ma..
che razza di amico sarebbe stato Remus se l'avesse lasciato andare da solo??
E so anche che il fatto dell'incantesimo di Appello sembra ridicolo, ma ora diciamoci la verità..Harry ha provato a farlo per richiamarlo? no xd
quindi NON SAPPIAMO se alla fine se l'avesse fatto, se avrebbe funzionato o no xd
e..vi piace il Velo trasformato in un gattino? ahhah


ora cerco di riportare l stesse note che ho riportato nello spin off (i 5 capitoli li ho riposrtati tutti qui, è la ragione del capitolo enorme, scusate )
dunque, spero non siate infastiditi dal fatto che Reg non ricordi del medagiione, purtroppo mi sono ricordata in ritardo che a quel punto poteva avvertire Silente del medaglione falso, ma siccome la scena di Silente nella grotta è proprio una di quelle cose che NON posso cambiare, ho dovuto inventarmi quacosa affinchè NON lo avvertisse. Non odiatemi xd amo Silente anche io e...sapete potrebbe esserci una sorpresa xd

HARRY E REG: Reg sarà il cucciolo della storia, insieme a Peter (che in questa storia è magrissimo e cucciolo) fatevene una ragione ahha mi divertirò anche a creare una bella bromance tra Harry e Reg!

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Capitolo 35
*** Sesto anno: Lettere a Sirius e Ron ***


Il Primo Ministro e Caramell erano diventati buoni amici. Una volta che il Primo Ministro Babbano aveva digerito il fatto che esistessero ancora maghi e streghe nel mondo, i due avevano fatto amicizia. Nonostante il Primo Ministro ce l’avesse con il ministero della magia perché a causa loro, la gente dava la colpa al governo per i disastri che succedevano e le persone che morivano nel mondo, alla fine aveva provato pena per quell’ometto che era stato licenziato dal ministero della magia per aver rifiutato di credere al ritorno di Voldemort, fino all’ultimo.
 
Caramell nel frattempo continuava a scrivere lettere a Silente. Voleva il suo perdono, ma Silente non era ancora disposto a rispondergli, né a perdonarlo. Aveva altri problemi al momento, tipo la sua mano ferita.
 
 
Ron era tornato a casa sua, dopo qualche tempo, mi arrivò una lettera a casa.

Si narra che Maria abbia scelto Giuseppe perché lo vide con un Giglio tra le mani.

Lily significa Giglio.

Simboleggia l’amore Sublime.

Sapendo questo non mi stupisco che tua madre abbia salvato te

Tu, destinatario di un amore, che forse incarni a tua volta.
Come quello che io ho per te.

Bambino prescelto.
 
Avevo pianto e fu estremamente imbarazzante, farmi beccare dai Dursley in queste condizioni. Infatti anche se mi ero asciugato le lacrime,si vedevano benissimo le mie guance arrossate e gli occhi rossi.
“è per via di quella lettera che quel gufaccio ti ha inviato eh? Lo sapevo io che quelle lettere sono il Maligno in persona.” Disse Vernon strappandogliela di mano.
“Zio Vernon!!”
Vernon era diventato paonazzo appena aveva letto il contenuto.
“Ma è un..una..”
Zia Petunia gliela aveva tolto di rimando.
“Ohhh ma è una lettera d’amore! Il nostro Harry è diventato grande!”
Harry si era riappropriato della sua lettera.
“Non.non è una lettera d’amore.”
“Così, avete tempo anche per le tresche amorose in quella scuola. ragazzo? è bella almeno?”
“Oh, Vernon! Possibile che non capisci? È un ragazzo! L’amico di Harry!”

“Mio cugino è un frocio?” disse Dudley facendo una smorfia.
“Bada a come parli.” Disse Harry arrabbiato.
“Oh suvvia Dudley! Non dire quella parola. Comunque non è la cosa più strana di Harry, no? è un mago!” disse zia Petunia sorridendo.
Vernon lo guardò.
“è vero, ragazzo? Stai con quel rosso che è venuto a casa a trovarti?”
“I-io..ehm..sì!”
Un lungo silenzio attonito seguì quelle parole.

“Ti ha stregato? Incantato, fatto qualcosa al cervello o costretto?”
“Cosa?? No!”
“Sarà meglio per lui. Spero che abbia il buon gusto di presentarsi come si deve, la prossima volta.” Disse andando via.
Harry rimase inebetito.
Non l’avevano rimproverato.
“I ho sempre saputo che se la faceva con il rosso! La usano bene la lingua, i fro..i gay?” gli chiese Dudley all’orecchio.
Harry sospirò.

Aver a che fare con i Dudley impiccioni era quasi peggio che averli come nemici.
 
 
Caro Ron.
Sei un idiota lo sai? Le tue parole mi hanno fatto piangere.
Poi sono arrivati i Dursley e mi hanno fatto il culo.
Scherzo.

Hanno indagato sulla lettera e sai quanto ci hanno messo a capire che eri tu?
Trenta secondi!
Ma sembra che l’hanno presa bene!
Dopo aver capito che sono un mago, credo ci siano ben poche cose che potrebbero sconvolgerli.
Ah sì, e Dudley vuole saperlo come lo fanno “i gay!”
Ti rendi conto? Secondo me anche lui è attratto dai ragazzi ma non vuole dirlo!

Tra pochi giorni arriverà qui da noi SILENTE.
Chissà che cosa vuole!
Ho paura per cosa potrà succedere. Insomma, i Dursley mi hanno accettato e tutto.
Ma avere Silente a casa???
Insomma, spero si comporteranno bene!
 
 
Caro Harry,

Pagherai per esser stato presente per aver visto la loro faccia.
Sai, non credevo mi avrebbero perdonato per lo scherzetto per averti prelevato con la macchina, quattro anni fa! Tuo zio in particolare ha una memoria da URLO.
Ma sai che mi è simpatico?
Digli che la prossima volta facciamo un’altra partita a scacchi magici!

Potrebbe anche vincere! Sono sicuro che se vince almeno una volta, non odierà più la magia.
Silente da te. Per la miseriaccia!
Farò di tutto per piacere ai tuoi. Voglio piacergli perché se piaccio a loro potrò venire a trovarti più spesso.
Mi piace conquistare la famiglia del mio ragazzo.
Oh, certo non quanto mi piace l’idea di piacere a te.
Oh, sto divagando.

Silente, Harry. Silente!!!
A casa tua.
Vorrei essere anch’io lì da te, Harry.
Mi manchi.
 
 
 
*

Ciao Ron,
Basta così, non credi?
Insomma, non ci vediamo solo da te giorni, stiamo già insieme tutto l’anno.
Non possiamo impazzire se stiamo tre giorni separati.
Insomma, è una cosa malsana!
Sto ridendo come un cretino davanti al foglio.

Devo raccontarti cosa è successo quando Silente è venuto qui da noi.
Praticamente, ad un certo punto Silente ha fatto comparire dell’idromele con dei bicchieri per aria, zio Vernonn ha fatto l’orgoglioso per un po e poi…se li è scolati tutti!
Dice che non odia più così tanto la magia adesso.

 zia Petunia ha ammesso davanti a tutti che detestava la magia perché da ragazzina aveva scritto a Silente, supplicandolo di ammetterla alla scuola e lui le aveva risposto gentilmente che non poteva perché lei non aveva poteri magici, Zio Vernon ha fatto a Silente un mucchio di domande, a quanto pareva, era affascinato da lui e ha fatto anche un sacco di domande sulla scuola.

 Ora dobbiamo andare a trovare qualcuno. Chissà chi.
Non sono mai stato in giro con Silente.
 
 
 
Caro Sirius,
Silente mi ha portato a conoscere Lumacorno! Un ex professore di Hogwarts, Silente mi ha portato lì da lui per convincerlo a tornare a insegnare, ti rendi conto?

Un nuovo professore di Difesa! Ci credo che il poverino non volesse venire, credo infatti che tutta quella storia sul timore dei mangiamorte sia una scusa, lui deve essere venuto a conoscenza della maledizione, te lo dico io.
Comunque l’avevo malgiudicato, credevo fosse un po viscido, approfittatore e anche un po vigliacco, ma quando Silente mi ha lasciato da solo, facendo finta di andare al bagno, e lui mi ha chiesto dei miei genitori, è bastato poco per convincerlo.

Non so perché, ma credo Silente sapesse che ero l’unico in grado di convincerlo.
Forse dovrei sentirmi male per avermi fatto sentire così usato ma..Silente ha questa capacità di farsi voler bene a prescindere.
Quando stavamo tornando indietro, prima che mi lasciasse dai Weasley, è venuto fuori il tuo nome, mi ha detto che è felice che possiamo avere l’un l’altro, mi ha chiesto se fossi ehm..preoccupato che con la ricomparsa di Regulus..potessi trascurarmi.

Gli ho risposto un po commosso, che sono felice che tu puoi essere felice con almeno una persona che ami, che hai riavuto indietro.
Mamma e papà non torneranno più, ma almeno..abbiamo riavuto un malandrino e un fratello di uno di loro. Non è meraviglioso?
Non sono geloso, sono FIERO.
E pazienza se durante questo discorso, ho un po pianto e Silente ha finto di non vedermi, il mio orgoglio non farà la spia.
Sono felice, per te, Felpato.

Sono sicuro che anche mio padre lo sarebbe.
 
 
 
Caro Harry,
mannaggia a te,
non devi farmi piangere.
Non davanti a Reg, che figura ci farei?
Devo essere forte per lui e anche per te
Ma è così difficile quando mi scrivi parole così

Fin troppo belle.
Sono così tanto grato a James per avermi dato te.
Ma dì a Silente di non parlare più di me alle mie spalle o di Reg.
Ps ho sempre saputo che eravamo i suoi malandrini preferiti!
PPs mi piace credere che James vive in tutti noi e non ci lascerà mai andare del tutto
Forse è lui che ha protetto Peter tutti questi anni e anche Regulus.
È un angelo, il mio James.

Che frase ambigua da dire, ma la nostra amicizia è stata sempre così sdolcinata che ci ha praticamente trasformati quasi tutti in bisex.
Un bacio.
Felpato.
 
 
Harry quando lesse quella lettera si chiese se non fosse suo dovere confessargli che l’aveva visto baciarsi con suo fratello qualche giorno fa.
L’avrebbe odiato per averglielo tenuto nascosto?
E qual era davvero il loro rapporto?
SI amavano davvero?
Era un rapporto più intenso di quello che aveva con suo padre?
O forse amava Regulus perché non poteva avere James?
No, si disse, Sirius era una persona onesta e sincera, non avrebbe mai usato Reg per dimenticare un altro ragazzo, neanche fosse il suo migliore amico.
Eppure aveva come l’impressione che una tempesta in avvicinamento fosse vicina.

Ma proprio per questo bisognava rimanere tutti uniti.
Una grande famiglia, anche se non tutti i componenti erano uniti dal sangue.
 
Harry si rese anche conto che non aveva detto a Sirius della mano ferita di Silente.
Forse perché c’entrava il suo peggior nemico.
 Tentai di parlare della sua mano ferita, ma lui mi stoppò ancora.

“Sei proprio come Severus. Anche lui vuole continuare a parlare della mia mano. Si preoccupa molto. Sono fortunato ad averlo."
 
Arrossendo e con la sensazione di essermi perso qualcosa e cercando di non pensare all’immagine di Piton che si preoccupava per il preside, entrai assieme a lui dai Weasley.

Piton che si prende cura del preside??






















Note dell'autrice: ciao ragazzi..sono distrutta (mal di testa e stanchezza) ma non potevo saltare l'aggiornamento. Spero vi piaccia.

ps ovviamente l'amore che ha Sir x Reg, sconfina l'immenso, ma ha una devozione per James che non riesco a togliere. Scusate xd

ps ovviamente ho cambiato tutta la parte in cui Silente e Harry parlano di Reg, nel libro originale, Silente consola Harry sulla morte del suo padrino

pps: su Silente e Piton ci saranno altri capitoli vedrete <333

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Capitolo 36
*** Sesto anno: Il commovente confronto tra Harry e Piton ***


E così adesso ho due diari, vabbè, un diario e un libro, mio caro diarietto, spero tanto tu non sia geloso, vero che non lo sei? C’è già Hermione a guardare storto il povero libro del principe mezzosangue. Quel libro non gli ha fatto niente di male. Mi sono confidato con Fred, George e Ron, ed è saltato fuori che ho anche te, loro erano allibiti che conservassi tutti i miei segreti ad un diario senza preoccuparmi di celarli a un occhio estraneo e mi hanno aiutato con un incantesimo. Allora sei contento di avere un amico?

Sai, oggi sono andato con Silente. Mi ha fatto conoscere la famiglia della mamma di Voldemort. Mi ha fatto una pena quella povera ragazza. Soltanto il fratello, ha preso un po’ le difese della sorella. Il padre non osava toccare dito sul figlio, credo sia il suo prediletto, mentre disprezzava la povera ragazza, convinta che fosse una Maganò.
 
Le lezioni con Silente, si sono rivelate più affascinanti di quello che pensavo e sono stato sollevato di sapere che perlomeno Silente è riuscito ad arrivare in tempo per riuscire a scarcerare sia Orfin, sia l’elfa domestica Hokey. La cosa che più mi aveva rabbrividito di tutta quella storiaccia, fu proprio questo. Non riuscivo ad immaginarmi niente di più crudele di far finire ad Azkaban qualcuno, facendogli credere di aver commesso un omicidio che non era stato lui a commettere.

Silente mi raccontò che Orfin cambiò radicalmente quando Silente gli confessò la verità, prima di creargli una nuova identità al riparo da Voldemort. Rimase talmente scioccato da quello che era diventato il figlio della sua sorella morta, da abbandonare per sempre le Arti Oscure.

Silente mi raccontò anche, che Tom Riddle aveva snobbato le origini della madre, credendo che fosse morta perché non era una strega, ma quando scoprì la verità, aveva odiato il padre con tutto sé stesso. Silente mi disse che la sua non era stata una vendetta soltanto perché non era stato voluto dal padre, ma anche perché aveva abbandonato la madre, provocandone il dispiacere fino alla morte.

Rimasi scioccato. Quindi Voldemort provava una sorta di compassione per sua madre?

Nonostante odiassi Voldemort per quello che aveva fatto alla mia famiglia, in quel momento odiavo suo padre di più. Forse non sarebbe diventato l’uomo malvagio che era, se lui non avesse abbandonato Merope.

Poi riflettei anche sul fatto che dopotutto il padre di Voldemort era stato privato dell’amore della sua vera compagna, per andare a finire con una strega che non amava e questo doveva essere altrettanto crudele. Ripensai alla follia di Romilda Vane e i suoi cioccocalderoni e all’improvviso mi sentii solidale con il padre di Voldemort, anche se forse, almeno avrebbe potuto non abbandonare il figlio. Chissà quante vite si sarebbero potute salvare forse.
 
“Voldemort odia l’amore, l’ha sempre odiato o almeno crede di averlo fatto. Scoprire la verità del suo animo lo avrebbe distrutto e io non fui così sciocco da sbattergliela davanti al muso, sfidando la sua collera, ma la verità, era che lui aveva subito la mancanza dell’AMORE. Sì, proprio così, Harry, la mancanza dell’amore, ecco cos’è l’inferno. Era questo che Voldemort odiava, niente di più, niente di meno.”

Scioccato e affranto, mi rimisi a pensare a tutte le follie che le persone fanno, per la mancanza d’amore. Ron e Lavanda.. - Ron non la degnava di striscio ma lei insisteva a cercare di farsi notare da lui - Hermione e Cormac Mc Laggen… Merope che aveva attirato il padre di Voldemort con un filtro d’amore…il marito che di riflesso aveva abbandonato la moglie strega e il bambino..il bambino che una volta cresciuto, si era vendicato della famiglia..

E poi pensai a me, pensai a Neville, privato dell’amore dei suoi genitori, pensai a Sirius..a Lupin divento lupo mannaro e costretto a trasformarsi da quand’era bambino. No, non tutte le persone che crescono infelici, diventano mostri.

Dissi tutto questo a Silente. Lui mi rispose “Molto bene, Harry..e qui arriviamo a una cosa che ti dissi tanto tempo fa. Non sono le nostre capacità che ci dicono chi siamo, ma sono le nostre scelte.”
 


Quando Harry fu fermato nei corridoi dal professor Piton, che incoraggiò Hermione e Ron ad andarsene, perché doveva fare una chiacchierata con lui nel suo studio, lasciandosi dietro le facce atterrite di Ron ed Hermione, si sentì mancare. Cos’aveva fatto stavolta? Voleva forse discutere dei suoi disastrosi voti? Voleva trovare una scusa per impedirgli di andare a Hogsmeade?

Sperò potesse anticipargli qualcosa, mentre si avviavano, ma Piton restò zitto per tutto il tragitto. Solo una volta che arrivarono nel suo nuovo studio – quell’anno insegnava Difesa contro le Arti Oscure – gli rivolse la parola. “Entra, Potter.”

Harry obbedì, notando che Piton per quanto autoritario, sembrava meno arrabbiato del solito, ma più stanco. Notò che assomigliava in maniera allarmante a Silente.
 


“Eccoci qui. Riesci a immaginare il motivo per cui ti ho fatto venire qui nel mio studio, Potter?” gli chiese, andando alla sua scrivania.

Harry lo fissò. Capì che non era davvero necessario per lui saperlo, forse Piton era solo curioso, forse voleva prima divertirsi a farlo stare sui carboni ardenti.

“Ho..risposto male, senza accorgermi, durante una lezione? Ho detto qualcosa che non dovrei dire?”

L’occhiata di Piton gli fece capire che per lui, qualsiasi parola che dicesse, era un rispondere male, ma non per questo aveva una punizione per ogni volta che apriva bocca, quindi decise di riprovare.

“Beh…allora i miei voti stanno andando male? O non ho più il permesso di andare a Hogsmeade? Non so..” disse, intimorito.

Sembrò che Piton avesse deciso che l’aveva fatto restare sulle spine abbastanza. Si leccò le labbra e poi mormorò con voce lenta: “Sembra che tu ti sia fatto l’idea che ogni volta che devo farti una convocazione, sia per punirti, Potter.”

Harry lo guardò a bocca aperta. Era una sorta di tranello??



“Mi dispiace, signore, io..”

Ma Piton alzò la mano per interromperlo.

“Non è un’accusa, ma una constatazione. Credo sia arrivato il momento di discutere con te, Potter, sull’idea che tu, ti sia fatto di me in questi anni..”
 
Fu la seconda volta che Harry aprì la bocca in una O stupefatta e questa volta ci mise un po’ di più a chiuderla, avendo la sgradevole sensazione di sembrare uno schifoso insetto, Piton, che lo guardava con aria disgustata, sembrava pensarla allo stesso modo. Si affrettò a richiuderla.

“Non..non l’è mai interessato saperlo, in tutti questi anni..signore. Senza offesa, ovviamente.” Disse con lo sguardo rivolto in basso, incapace di riuscire a comprendere a che gioco stesse giocando Piton. Forse aveva usato la legilimanzia verso di lui? Forse l’aveva beccato a parlare male di lui a Ron ed Hermione? Cercò di concentrarsi nel ricordare se per caso una di quelle volte che era successo, Piton fosse nei paraggi.

Piton però non sembrava incazzato. Sorrideva. Seppur sempre in modo sarcastico.
 


“è raro che siamo d’accordo su qualcosa, Potter. È una cosa che ammiro, così come ammiro la sincerità, ancor di più quando si tratta di verità scomode o imbarazzanti e dal momento che tu sei stato sincero con me, anch’io lo sarò con te.”

Harry pensava che Piton stava per imbattersi in una lunga serie di insulti, tra i quali quello più gentile sarebbe stato “Sei un maiale proprio come tuo padre!” e invece lo stupì con qualcosa di assolutamente inedito.
 
“è vero, non mi è mai importato, così come non mi importa del giudizio di tutti gli altri miei alunni. Se ne tenessi gran conto, non potrei insegnare, ma non parliamo di questo, ora. Dicevo, non mi importava PRIMA, ma adesso le circostanze sono come dire..cambiate! Il Preside mi ha detto di parlarti.”

Harry lo fissò basito, stando bene attento stavolta a non aprire la bocca. Cosa c’entrava ora Silente? Non riusciva a immaginarsi una risposta meno fuori luogo in quel momento.

“Il Preside mi ha riferito dei tuoi..diciamo..dubbi..sul mio conto, soprattutto dopo aver spiato il mio piccolo incontro con il giovane Draco Malfoy alla festa del professore Lumacorno.”

Harry si sentì sprofondare e questa volta non potè evitare di aprire la bocca, anche se di poco. Non era possibile. Silente non poteva aver tradito così una sua confidenza. Non poteva avergli fatto questo!
 


“Vedo che hai il buongusto di restare in silenzio e questa è un’altra cosa che apprezzo. Continua così, Potter. Potrei diventare presto un tuo fan.” Sorrise ancora sarcastico. “Ma veniamo a noi. è difficile a questo punto, immaginare chi dei due fosse diventato MENO tollerante, in seguito a quel confronto. Il Preside è chiaramente stufo di giustificarsi con ogni idiota che mette in dubbio la mia lealtà nei suoi confronti e io..”

“Professore, io non..”

Non ho finito, Potter. Dicevo, io invece sono stufo di essere spiato perfino dai quadri dipinti in questo castello, se anche solo cammino in una porta laterale, menchemeno spiato dal Prescelto.
 
Harry abbassò lo sguardo. Si sentiva più avvilito che mai.

“Ma non ti ho fatto venire qui per questo.” disse Piton sprezzante. “Sono venuto qui per avere un colloquio più sincero di quello che si potrebbe avere con il Veritaserum. Vedi, Potter, tu non mi piaci.” Disse Piton con voce carezzevole.

Harry rimase così stupefatto che sollevò lo sguardo verso di lui, colpito da quanto fosse sincero.
 


“Non mi sei mai piaciuto, non mi è mai piaciuta la tua arroganza, la tua strafottenza, il tuo crederti il MIGLIORE. Nonostante ciò, ti ho protetto, per ordine di Silente. Sì,so che ti ha detto anche questo, Potter. Io e il Preside ci diciamo ogni cosa. Sconvolgente la sua fiducia nei miei confronti, vero? Non ti chiederò di essermi grato per questo, credo che entrambi noi sappiamo, che non l’ho fatto per te, ma per motivi che non sono obbligato a riferirti..”

Harry abbassò ancora lo sguardo, senza dire niente. Era vero, se l’aspettava, anche se sentirselo dire, lo feriva comunque.

Piton però parve cambiare tono a quel punto.
 
“Il fatto però che lo facessi, non perché lo volessi, non significa che non lo meritassi.”

Harry alzò lo sguardo ancora su di lui. Piton lo stupiva sempre di più. Stava cercando forse di dire una cosa carina? Di farlo sentire meglio?
 
“è qualcosa che ho scoperto di recente, soprattutto con il giovane Malfoy.” Spiegò Piton. “Ho capito che ci sono persone, a volte, che meritano di essere protette, a dispetto del loro comportamento..”

Piton continuava a parlare con voce calma, ma Harry poteva vedere la RABBIA, filtrare attraverso il suo sguardo. Capì che Piton di recente covava risentimento nei confronti del suo ex allievo prediletto.
 


“Continuando questo giochetto della sincerità, non dirò che le tue indagini sull’allievo della mia casa, siano del tutto astruse e campate in aria, nonostante…i tuoi modi di interferire, siano goffi, impacciati e non aiutano niente affatto alla sicurezza sua e degli altri..” disse Piton con la mano stretta a pugno.
 
“Quindi..è stato davvero lui a ferire Katie? Chi voleva colpire??” chiese Harry, sobbalzando in piedi.

“Abbassa la voce, Potter, o ti faccio sbattere fuori dal mio studio a calci.” Disse Piton con gli occhi chiusi cercando di sforzarsi a restare calmo.

“Mi scusi.” Disse Harry mortificato, guardando in basso e riprendendo a sedersi.

Piton lo guardò severo e poi si rivolse a lui più calmo.

“Non importa. Ho fatto un incantesimo alla porta per impedire proprio che i tuoi atti sconsiderati e prevedibili possano far saltare la mia copertura, ma per le prossime volte, dovrai controllarti, non ci sarò sempre io a provvedere ai tuoi casini e se non avessi attuato questa sicurezza, avresti esposto entrambi a grandi rischi..”
 
Harry aveva colto pochissimo di quel rimprovero, la sua mente era ancora concentrata per metà al rimando all’incantsimo Muffiato - era sicuro che Piton dovesse riferirsi a quello, quindi lui lo conosceva? – e per l’altra metà, alla parola “copertura.”

“Copertura? Ma..signore..”

“C’è qualcuno all’interno di questa scuola, che il signor Malfoy ha cercato di colpire, sì.”

Harry sentì un vuoto incredibile, perforargli lo stomaco. Cos’avrebbero detto Ron ed Hermione?



“Chi??” chiese.

Piton sollevò le sopracciglia.
“Questo, resta tra me e il Preside..”
“Ma..”

“Il Preside non ritiene che sia una nozione fondamentale per te da sapere e io non sono interessato a ribellarmi ai suoi voleri, visto che, lo ripeto, questo incontro e tutte queste spiegazioni, se fosse stato per me, non ci sarebbero nemmeno state.”

Harry cercò di rimettere in ordine in fretta nel casino che affollava la sua testa.

“Silente voleva..che io sapessi? Ma..sono stato nel suo studio già svariate volte, in queste settimane..poteva dirmelo in quelle occasioni, se voleva..”

Piton riprese a sorridere.



“A quanto pare il preside ha preso questa decisione non appena si è reso conto che le continue lamentele e vessazioni di un moccioso, potessero rischiare di compromettere l’importanza delle VOSTRE lezioni e delle MIE indagini.”

Harry rimase di nuovo zitto ma si sentì avvampare.

“Voleva inoltre che fossi IO a parlartene e che si chiarisse una volta PER TUTTE che questa faida tra me e te, cessasse all’istante. A quanto pare ha pensato che continuare a spiare il ragazzo Malfoy, con la presenza di un moscone molto fastidioso che mi ronzava intorno, potesse ostacolare quello che stavo facendo.” Disse Piton con tono ancora più amabile.

“Mi dispiace..” disse Harry profondamente rammaricato.
Piton sembrò compiaciuto da questo.
 
“Questa è una novità per te, Potter. Sebbene ammetto che anche quando ti scusasti per il comportamento del tuo deplorevole padre, mi stupisti..” disse Piton alzandosi in piedi.

“Ero sincero!” disse Harry, alzando ancora lo sguardo, guardandolo dispiaciuto.

Piton lo guardò qualche secondo prima di dire:

“Lo so.” “MA cerchiamo di arrivare alla conclusione di questo incontro, non ti ho chiamato per tormentarti, sebbene, lo ammetto, è piuttosto divetente..” disse e Harry suo malgrado sorrise, ricambiato dal sorriso di Piton. “Dicevo, scopo di questo incontro, è quello di mettere da parte anni di rancore e antipatia reciproca in soccorso di qualcosa di molto più importante e quello che sta avvenendo di recente è importantissimo..”



“Ma signore..” disse Harry, facendosi un po’ coraggio per la tregua improvvisa da parte del professore. “Mi scusi se mi permetto, ma quello che sta accadendo in questa scuola, è gravissimo, insomma..una ragazza è stata ferita, perché non fermare Malfoy subito, se anche il Preside sa che è stato lui?”

“Per proteggere il ragazzo, è ovvio, per ragioni che non sai, non è sicuro per lui, che si sappia che è stato scoperto e…”

“Ma..se non lo fermate, lui ci proverà ancora! E cercando di arrivare al suo bersaglio VERO, potrebbe ferire qualcun altro! Forse UCCIDERLO stavolta!!” disse Harry agitato, alzandosi in piedi.
 
 
Ci fu una pausa più lunga, durante la quale, Harry pensò di aver esagerato e che stavolta Piton l’avrebbe davvero sbattuto fuori dal suo studio, senza più preoccuparsi di urlargli contro e farsi sentire, ma ancora una volta, il tono di Piton, era calmo.

“Potter, comprendiamo la gravità di quello che sta succedendo, ma c’è una ragione se abbiamo deciso di agire in questo modo e il preside preme per rassicuarti. La vittima designata non potrebbe essere più al sicuro di così.”

Harry sbarrò gli occhi, incredulo, ma Piton questa volta voleva finire il discorso prima che Harry potesse riuscire a interromperlo di nuovo.



“Ultima cosa, ma non meno importante. Ora arriviamo al tuo compito. Sì, Potter, esatto. Ti piace così tanto sentirti coinvolto che non dovresti ritenere offensivo, collaborare perlomeno al piano.”

“Io..certo. Cosa..devo fare?” chiese sbattuto.

Piton esitò un attimo, come se non fosse sicuro di come dirlo.
“Restare vicino a Malfoy.”

Harry battè le palpedre.

“Significa che devo seguirlo?”
Piton sbuffò.
 
“No, Potter, altrimenti avrei detto di seguirlo, inoltre non lo fai già? Sì, sappiamo anche degli elfi domestici. Non ti agitare, l’abbiamo trovata una buona mossa, tuttavia non è abbastanza.”



“Ma io..che cosa dovrei..”

“Stagli vicino, parla con lui, giocate a ramino o qualcosa del genere. Stagli incollato come l’edera.”

Harry era sconvolto ed era tornata la sua O a bocca aperta.

“Ma perché??”

“Perché Malfoy non se l’aspetta e questa sarebbe un’OTTIMA distrazione per distrarlo da quello che sta facendo. Io che cerco di scoprire quello che sta combinando, se lo aspetta, tu che fai l’amicone all’improvviso, NO.”

“Ma LUI MI ODIA!” disse Harry sbalordito.

Questo sembrò colpire in particolar modo Piton.

“è solo un ragazzo, Potter. Lui non…ti odia..” disse queste ultime parole con lentezza. Harry lo fissò incuriosito, mentre Piton si alzava e si voltava. Sembrava per la prima volta perdere un po’ del suo controllo.
 
“Silente aveva ragione..” disse Piton senza voltarsi.
“Ragione?”

“Ora so perché lui ha mandato me a darti questo incarico. Avrebbe potuto farlo lui, ma ha voluto che lo facessi io, perché sapeva..”

“Sapeva cosa?”

Piton si voltò verso di lui.

Che siamo così simili. L’odio tra te e Malfoy, come il mio con tuo padre.”

Harry rimase a bocca aperta per forse la decima volta quella giornata. Non voleva parlare di suo padre in quel momento, proprio non voleva.



“Ho odiato a lungo tuo padre, per qualcosa che è avvenuto quando eravamo ragazzi. Ho coltivato quest’odio fino adesso, tutti questi anni..soltanto ora che la situazione è così critica, soltanto vedere il paragone adesso, mi ha fatto rendere conto…era solo un ragazzo. Come lo è LUI.”
“Signore..”

“Tu non devi essere come me, Potter.” Disse Piton deciso. “Devi essere migliore. Quindi vai. Metti da parte il rancore. Dimenticalo.  Sii migliore di me e ricorda che Malfoy è solo un ragazzo.

Harry deglutì. Aveva gli occhi lucidi adesso e ringraziò silenziosamente Piton, per il fatto che non piangesse anche lui, perché era già abbastanza dura resistere alla tentazione di piangere.
 
Credette che Piton dovesse avergli letto il pensiero con il Legilimens, perché vide un sopracciglio alzarsi da parte sua.

“Lo farò. Grazie.” Disse poi Harry.

“Bene, allora non abbiamo più niente da dirci. Puoi andare, Potter.” Disse Piton, sedendosi di nuovo e facendo finta di dare un’occhiata ai fogli della sua scrivania.





Harry si alzò precipitoso, non essendo molto sorpreso. In fondo se lo aspettava un brusco congedo, dopo tutta quella inaspettata gentilezza. Stava per lasciare lo studio, trattenendosi dal correre, prima di uscire dal suo studio, quando non potè resistere e disse: “Dice che io non devo essere come lei..ma..se dopo quello che ho sentito oggi..” disse Harry con la mano che tremava sulla maniglia.

“Sì, Potter?” Disse il professore.

 Harry a quel punto si voltò e disse tutto d’un fiato:

Io volessi assomigliarle??” sputò fuori con gli occhi traboccanti di lacrime.
 

Piton lasciò la penna d’oca che aveva in mano e la posò sulla scrivania. Era la prima volta da quando era cominciato quel confronto, che lo faceva. Harry non resistette oltre e scappò fuori dal suo studio.

Era la seconda volta che Piton si sentiva così tramortito.

La prima volta era stata quando Silente gli aveva detto che era un mago migliore di Karkaroff e che credeva che lo smistamento avvenisse troppo presto.
 






















Note dell'autrice: ciao ragazzi! Come vedete, anche questa storia sta ripartendo ^^
mi scuso se in questo capitolo Ron non compare, ma questa non è progettata per essere solo una storia romantica ma per cambiar anche le cose che avrei voluto cambiare del libro, per questo si chiama Harry potter 3.0, ricalca la mia ff Harry Potter 2.0 infatti tutto quello che c'è scritto qui, è preso da li.
Dal prossimo capitolo torna Ron, non potevo ancora inserirlo, perchè..ho bisogno di rileggermi dei capitoli di questa storia per riuscire a riprendere a scrivere di loro perchè non ricordo se è già accaduta una cosa fondamentale, ma non preoccupatevi, si tratta di pochi capitoli. Con un'altra ff, dovevo leggere 60 o 70 capitoli per riuscire a riprenderla e ce l'ho fatta in 2 giorni, anzi un giorno e mezzo xd stavolta dovrò leggerne molti di meno, me ne bastano 16 o poco più! Se riesco aggiornerò tra qualche giorno, altrimenti, ci risentiremo tra una settimana :) e spero il confronto con Piton vi sia piaciuto! Io lo adoro e infatti l'ho rimesso sia in questa storia sia nel'altra LOL

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Capitolo 37
*** Cose piccanti nella stanza delle necessità ***


“Come sarebbe a dire che devi diventare amico di Malfoy!! Harry, ma che cavolo stai dicendo???”
Harry sospirò. Ron l’aveva presa bene, pensò sarcasticamente.
“Senti, non piace neanche a me, va bene? Solo che..”

“Ci mancherebbe altro!” gridò l’altro, facendosi sentire da tutti nel corridoio.
Harry diede un’occhiata, cercando di trattenere un sorriso, poi si voltò sempre divertito verso l’amico di sempre.
“Stavo parlando dell’incarico che mi hanno dato Silente e Piton..”
“Ah…ahhhh..” disse Ron sempre più stranito.
“Silente e Piton pensano che Dr..che Malfoy non sia poi così cattivo e..”
Non è poi così cattivo?? Sta solo cercando di ammazzare il nostro preside! Ecco tutto!!”

Harry agguantò Ron, coprendolo con il mantello dell’invisibilità, che quel giorno si stava portando dietro, nascosto nella divisa, scappando verso la stanza delle necessità e sbattendolo dentro.
 
“Ouch!!” Ron cadde di peso sul letto.
Harry si sfilò il mantello e Ron lo aggredì.

“Sei impazzito, Harry? Prendermi in quel modo e scappare via così? Potevano vederci!” poi il suo sguardo si fece terrorizzato. “Ci avranno visti DI SICURO. Miseriaccia, Harry, Sei impazzito, sei diventato COMPLETAMENTE PAZZO!!”
“No. Sei tu il pazzo.”
Ron lo guardò allibito, ma Harry sorrise.
“Sei pazzo di gelosia per me.

Ron cercò di replicare, ma Harry si buttò di peso su di lui, baciandolo con trasporto.
“N-no! Har….Harry! Non mi corromperai così..hai cap..i..unnn..”
“Dicevi?” gli chiese divertito. Ron gli diede uno scappellotto sulla testa, per poi cedere all’impulso di intrufolare la mano nei suoi capelli.
“Harry..non lo sopporto..lui è..ossessionato da te..”

“Intendi più di te?” lo provocò.
Il labbro di Ron tremò.
“Stupido.” Disse Harry, baciandolo ancora.
 
 
 
*

Harry cominciò a seguire Draco Malfoy, per capire cos’aveva in mente, notava che non era più insieme ai suoi amici Tiger e Goyle e quell’idea lo fece sentire un po solo. Pensò a Ron e Hermione, ma si sforzò di cacciare via il pensiero da loro.
Loro non sono come noi..
“La devi smettere di spiarmi, Potter.
Harry sobbalzò. Non si aspettava che Malfoy spuntasse dall’angolo.
“Che..cosa??” chiese.

“Non sono scemo come te! Mi rendo conto di quando vengo spiato, sai.”
“Ma di che diavolo stai parlando!!” adesso Harry si stava davvero innervosendo. La situazione stava prendendo una piega imprevista e insolita.
Draco sorrise, consapevole di stare per fulminarlo con un colpo di scena clamoroso.

Ti ho visto. Tu e Weasley.” Harry che già alla prima frase, era sbiancato, alla seconda divenne di un colorito proprio bianco.

“O meglio, ho visto le vostre scarpe e gambe correre staccate dal corpo, e sparire attraverso una PARETE. Quindi, o qui abbiamo dei nuovi fantasmi burloni che si divertono a scorrazzare nel castello..o..TU e Weasley, state combinando qualcosa..in quella FAMOSA STANZA segreta.” disse puntandogli la bacchetta a scostargli una ciocca di capelli. “Ma non capisco CHE COSA! State formando un nuovo esercito o cosa? Lo chiamerete l'esercito di POTTER, stavolta?”

Harry non riuscì a trovare qualcosa da dire, per numerosi secondi. Deglutì. Quindi Draco aveva visto lui e Ron fuggire via. Ma quanto di quello che avevano detto, aveva sentito? Tutto, qualcosa o niente? A quanto pareva aveva solo INTUITO che erano loro, quindi forse per il rotto della cuffia non li aveva scoperti, e non aveva visto che avevano aperto la porta della stanza della necessità, che significava? Forse era impegnato a rincorrerli e era arrivato solo in tempo per vederlo scomparire! Non aveva capito che parlavano di lui? Quanto aveva sentito di cosa dicevano? Avrebbe voluto chiederglielo, ma se l’avesse fatto, sarebbe stato come TRADIRSI. Come ammettere di avere un SEGRETO.
Malfoy ridacchiò, vedendo la sua esitazione.
“Oh, non dirmi che avete deciso di perdere insieme la verginità lì, che tenerezza. Tutte le ragazze carine erano finite, Potter? Oppure semplicemente vi schifano tutti?”

Harry era consapevole che doveva fingersi amico di Malfoy, ma aveva quasi dimenticato, quanto potesse essere ODIOSO. E insopportabile.

“Aspetta, ma la Granger? Non che lei sia..CARINA, per l'amor del cielo..ma per voi, è più che abbastanza no? Non dovrebbe..che ne so, immolarsi per i suoi amici? Credevo vi fosse molto devota, oppure vi schifa anche lei? Certo che..farsi schifare dalla Granger, Potter..”
Harry dovette fare uso di tutto il suo autocontrollo per non schiaffeggiarlo davanti a tutti.
Stai – lontano – da me!” disse puntandogli il dito contro.

Quando Harry girò l’angolo, Draco gridò: “Ti ricordo che eri tu a seguirmi, Potter!”
 
 
 
*

Questa volta, era stato Ron, a spingerlo nella stanza delle Necessità, con urgenza.
Con il pensiero, Ron era andato a una serra, una meravigliosa serra con grandi piante rampicanti, come fossero in un giardino enorme. E lo erano.
“Ron. Ron, se continuiamo così, prima o poi ci scoprono!”
Era finito spalle al muro attaccato a un muretto alto.

Il contatto con la pietra baciata dai raggi solari, era meraviglioso, Harry sapeva che i raggi non erano reali, ma riproducevano così bene il calore che..era come se fosse VERO.
Il verde gli dava balsamo nelle narici, i fiori tutti intorno, creavano un’atmosfera di eden,un tripudio di colori e di LUCE, che lo facevano sentire in paradiso.
La LUCE era così bella, perché qualcuno dovrebbe desiderare di vivere nell’oscurità?

“Non mi interessa. Anzi, voglio baciarti davanti a tutti. Voglio che tutti sappiano che SEI MIO.” disse.
Harry sorrise. “Bugiardo.” Ma intrufolò la sua mano nei suoi capelli, mentre lui lo sollevava, attaccandolo alla parete,strappandogli un gemito.
Gli alzò la maglietta, lasciandogli una scia di baci roventi sul petto.
“Voglio darti piacere..dappertutto..”
Harry deglutì.

“Ma..Ron..” ridacchiò, imbarazzato, sapendo cosa aveva in mente. Ne avevano parlato, sì, ma erano giovani..inesperti, non sapeva se Ron avrebbe voluto..
“Beh, dobbiamo prendere confidenza con i nostri corpi..sapere che sapore hanno, no?” gli chiese, baciandogli i fianchi, andando sempre più giù.

Harry gemette, sorpreso, per poi cambiare sempre più espressione, man mano che Ron andava avanti, mano a mano che sentiva il sapore della sua pelle in quel particolare punto. Ron era sempre così vergognoso di tutto. Non immaginava che sarebbe stato il primo a farlo.
Eppure..amava tutto della sua bocca..amava che lo assaporasse.
E aveva ragione.
Sapeva come dargli piacere.

Ma l’idea che la sua bocca fosse li..bastava a farlo arrivare al culmine,
“Ron..sto per..sto per venire..spostati..Ron..”

Ebbe paura che Ron non lo facesse, che non si spostasse, ma il rosso lo fece, alla fine però, proprio quando stava quasi per scoppiare, ma Ron non si spostò del tutto, alzò la testa, ma si slacciò i pantaloni e si avvicinò a Harry.
Harry ebbe l’orgasmo, addosso a Ron, il liquido gli arrivò, schizzandolo sui suoi boxer. La potenza dell’orgasmo gli annacquò la vista per diversi secondi, ma sapeva cosa era successo, anche se ci volle un momento per visualizzarlo.

“Non manchi di stupirmi. Abbracciami.
Ron lo guardò sorpreso.
“Adesso sei tu a stupirmi. Sei sicuro? Guarda che la cosa si farebbe molto appiccicosa.”
Harry sorrise e anche i suoi occhi sorridevano.
“Ne sono sicurissimo. Non desidero altro.”

Harry temette per un secondo che Ron si sarebbe rifiutato, con sdegno, invece bastò quella parola e fu avvolto in un abbraccio mozzafiato.
Harry lo strinse più a fondo e gli arrivò un’altra ondata di fresco profumo di fiori e quel profumo particolare che rilasciava i capelli di Ron, il suo profumo.

La sensazione del corpo del suo migliore amico, premuta contro di lui, era meravigliosa, lo sarebbe stata anche in un altro momento, ma averlo addosso a lui, seminudo, era galvanizzante. Anche dopo l’orgasmo, dopo l’adrenalina, era bellissimo averlo appiccicato addosso.
“Grazie per lo scenario..” gli sussurrò.
“Grazie per amarmi.”
“è meraviglioso averti accanto a me.”

“No..tu..sei meraviglioso.” Gli sussurrò Ron, prima di baciarlo ancora. “Allora…” gli disse poi nell’orecchio. “Credi che Malfoy apprezzerebbe questo?”
“Naaa, un po troppo sdolcinato per lui. Ma magari la seconda parte no. Anche se..ti darebbe di sicuro del buzzurro, rozzo e con poca classe.” Sorrise.
“Poca classe eh?” gli sorrise Ron, andando verso una pianta e tirando fuori una bottiglia con champagne e due bicchieri.

“Brindiamo a noi. Occhio, potrebbero sapere un po di resina.” Fece dell’ironia.
I due brindarono a loro, al loro amore e al nuovo incarico di Harry.
Ron brindò a quante volte Harry avrebbe fatto incazzare Malfoy.

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Capitolo 38
*** Draco e Harry giocano nel lago con la piovra ***


Harry aveva deciso di usare la Felix Felicis, la pozione della fortuna, per riuscire ad avere il ricordo di Lumacorno ed aveva funzionato! Lui, Ron ed Hermione, erano usciti per andare al funerale di Hagrid e una volta fuori, nei pressi della baracca di Hagrid, avevano trovato il professor Lumacorno. Opera della Felix Felicis. Avevano fatto il funerale quindi tutti insieme e alla fine, Lumacorno e Hagrid erano davvero sbronzi. Ron ed Hermione erano ancora lì, ma decisero di stare zitti per lasciare ad Harry campo libero.

“Il mio papà non era così vecchio da andare..e nemmeno la tua mamma e il tuo papà, Harry..” diceva Hagrid piangendo grosse lacrime. “Terribile, terribile..”

Harry sentì gli occhi lucidi, ma si sforzò di trattenersi.

“Terribile..” disse infine Hagrid, addormentandosi mentre il professor Lumacorno ancora cantava.

“Mi spiace, sono stonato da far paura.” Disse Lumacorno.

“Hagrid non parlava del suo modo di cantare. Parlava della morte dei miei genitori.” Disse Harry.

Lumacorno rimase come freddato, ma Harry, implacabile, cominciò a raccontargli com’era andata. “Mio padre era morto per primo, lo sapeva?”

“Io..no..”

“Voldemort lo uccise e poi scavalcò il suo corpo per andare da mia madre. Le disse di togliersi di mezzo, lei non doveva morire, lui voleva solo me. Cercò di supplicare Voldemort, ma lui RISE.”

“Basta! Io sono vecchio, davvero ragazzo mio, non devo sentire, non voglio sentire…”

“Me l’ero dimenticato, lei l’ammirava, vero?”

“Non riesco a immaginare chi non potesse, dopo averla conosciuta…così coraggiosa..così divertente..”

“Ma lei non vuole aiutare suo figlio.. mia madre mi ha dato la sua vita ma lei non vuole darmi un ricordo..” sussurrò Harry con una sorta di languida e triste dolcezza.

Lumacorno cominciò a piangere.

“Mi vergogno molto di quello che ho fatto..di quello che ho detto…ai tempi non pensavo..non credevo..”

“Rimedierebbe a qualsiasi errore se lei mi desse quel ricordo, ora, professore.”

Lumacorno lo guardò.

“Sei veramente il prescelto?”

“Sì.” Rispose Harry.
 
Lumacorno non disse più niente, ma si limitò a togliersi il ricordo con la bacchetta. Il lungo argenteo filo di memoria, finì dentro una bottiglia vuota.

“Sei un bravo ragazzo..non pensare troppo male di me, quando lo vedrai..”
 







L’indomani mattina, Harry non sapeva come comportarsi. Alla fine della sua lezione, si rivolse a Lumacorno.

“Professore..ehm..lei ricorda quello che..è successo ieri notte?” tentennò.

Lumacorno inaspettatamente gli sorrise.

“Certo che sì, Harry, ti ho dato il ricordo.”

Harry sbattè le palpedre.

“Credevi che fossi troppo ubriaco per ricordarlo?” sorrise.

“Un po’, ma speravo di no.” ora anche Harry sorrideva.

“Il professor Silente è tanto arrabbiato con me?”

“No, anzi, mi ha detto che deve stare tranquillo. Tanta gente è stata messa nel sacco da..insomma..lui.”

Lumacorno annuì. Sembrava ancora imbarazzato e triste.

“Mi piacerebbe fare una chiacchierata con lui appena possibile. Vorrei scusarmi per non  averlo fatto prima.”

“Sono sicuro che lui ne sarà molto felice, professore.” Disse Harry.

Lumacorno esitò ancora un attimo, poi svelò i suoi pensieri di quel giorno.
 



“Harry, quel ricordo che tu e il professor Silente avete visto..credo che quello sia stato in assoluto il momento in cui ho visto le mie illusioni su quel ragazzo, svanire.”

Harry capì che parlava di Voldemort e tacque.

“Credevo fosse un ottimo ragazzo, brillante, talentuoso..ma buono. Quando ha cominciato a chiedermi degli horcrux, quando capì che era interessato addirittura ai modi in cui spezzare l’anima in SETTE PARTI, fu come se il mio castello di carte, crollò in quel momento. Non lo dissi a nessuno. Speravo di sbagliarmi.”

“Professore, qualunque cosa lei avesse detto, non sarebbe bastato a fermare Voldemort, lui ormai era troppo..”

“Troppo DENTRO le arti Oscure, sì…forse è così..ma io non riuscii a smettere di pensarci. Mai. Nemmeno quando arrivò al Potere. Soprattutto, quando arrivò al Potere..ma la cosa che non potevo sopportare, più di tutte..e questa è la cosa vergognosa, che più delle morti, più delle cose orribili che quel mostro fece, io non potevo accettare di essermi…sbagliato..

Harry tacque di nuovo.

“è terribile..scoprire di esserci sbagliati così tanto su qualcuno..ti distrugge.”
 
Una persona forse meno empatica, avrebbe mandato a quel paese Lumacorno e le sue stupide retoriche, lui stava a parlare di sogni infranti e illusioni perdute a un ragazzo che ha visto la sua famiglia spezzarsi per colpa del mago che da oltre sedici anni gli tormentava l’esistenza..ma Harry era un ragazzo speciale e non solo comprendeva come Lumacorno si sentiva, ma ne fu addirittura commosso.

“Credo che il professor Silente apprezzerà molto la sua sincerità e il suo pentimento, professore.” Gli sorrise Harry.



 
 
*
Harry si sentiva sfinito dopo quello che avevano visto nel ricordo di Lumacorno.

Davanti a lui e anche davanti al Preside, si era mostrato sicuro, forte, deciso, non voleva dare l’impressione di crollare come un bambinetto, voleva mostrarsi un uomo, altrimenti Silente avrebbe smesso di fidarsi di lui. Non poteva deludere Silente, Piton, soprattutto dopo che Lumacorno aveva espresso, anche se non a parole, stima nei suoi confronti.

Eppure nonostante questo, quando era da solo, si sentiva crollare. Cercava di stare lontano da Ron ed Hermione, perché aveva capito fin troppo bene dall’ultima volta, quanto la tentazione di cedere di crollare tra le loro braccia, fosse forte e irresistibile. Si ricordava come aveva lasciato che lo consolassero, quando era triste per quello che aveva visto nel ricordo di Piton.

Si era lasciato abbracciare e coccolare da loro ed era stato molto bello, ma anche sinceramente imbarazzante per un ragazzo di sedici anni.

Harry aveva capito che l’amicizia con loro era la sua più grande debolezza, ma non voleva che ricapitasse, non voleva che loro vedessero questa debolezza e avessero cominciato ad allontanarlo, reputandolo patetico. Non voleva essere un peso. Per loro o per nessuno.

Eppure, non poteva fare a meno di rimpiangere, il non essere per una volta, un ragazzo come tutti gli altri. Non essere il Prescelto, non avere nessuna cicatrice, avere dei genitori da far dannare come tutti i ragazzi della sua età e perfino ubriacarsi fino a perdere il senno, magari.

Ma da quand’era che faceva ragionamenti così da sfigato qualunque? Si stropicciò la faccia durante le lezioni di Pozioni e si disse che doveva riprendersi.
 
 
Finite le lezioni, notò Malfoy che camminava da solo, e decise di fare un altro tentativo.
“Ehi, Malfoy.”
“Potter.”
“Posso parlarti?”
“Tutto qui?”

“Prego?”

“Nessuna battuta sprezzante, insulto o risatina strafottente?”

“Beh, avremmo tempo anche per quello, no? Ma prima volevo parlarti e assicurarmi che non mi sfuggissi di nuovo. Andiamo? Sta tranquillo che non mordo.”

“Su questo, avrei delle perplessità.” Disse Malfoy, ma accettò di seguirlo.
 
 
 lo portò in cortile, sorprendendolo.

“Che c’è, Malfoy? Sembri Confuso.” Disse Harry sorridendo.
“Certo che lo sono. Credevo mi scaraventassi in un’aula deserta. Non hai paura che i tuoi amichetti possano vederti con me?”
“E se anche fosse?”

Draco sembrò impallidire e accartocciarsi su sé stesso.
“Non dici sul serio, vero? Una volta non avresti parlato così.”
“Lo so che è sconvolgente per te scoprirlo, Malfoy, ma le persone cambiano.
“Non nella mia esperienza.”

“Tutto questo…” disse Harry indicando il castello e il lago davanti a loro. “Finirà, prima o poi. Non rimarremo a scuola per sempre.”
“Che grande scoperta, Potter! Hai per caso altre verità illuminanti da rivelarmi o è finita qui?”
“Ti sto dicendo che tutto quest’odio che pensi di provare per me, finirà. Non calpesteremo più i piedi su questo cortile, non staremo più a guardare i gemelli infastidire la piovra gigante…”
“Io non li ho mai guardati..” finse Draco.

“Non sarà più il giorno delle doppie ore di pozioni, né quello degli esami o dello studio..nè delle rivalità tra Case. La nostra vita cambierà e rivaluteremo i nostri piccoli drammi di studenti..”
“Perché mi stai dicendo queste cose, Potter?” lo guardò da più vicino. “Che cosa vuoi dimostrare?
Harry sorrise sotto i baffi.
“C’è una cosa che i gemelli non sanno della piovra gigante..non gliel’ho mai detto..è una cosa che ho scoperto da solo..”

“Ma certo! Perché San Potter è in grado di scoprire sempre tutto, non è così?”
Harry stette zitto e dopo un attimo, Draco sbottò.
“Beh??? Il gatto ti ha morso la lingua? Che diavolo hai scoperto??”
Harry ridacchiò sotto i baffi.
“Se vieni qua, te lo faccio vedere.

“è un trucco vero? Vuoi affogarmi o farmi mordere da quella bestiaccia, come è successo con quell’ippogrifo. Lo sapevo che era tutta opera tua!!”
Harry rise.
“Non tutti vogliono farti del male, lo sai vero?”
Per un attimo Draco rimase fermo a fissarlo.

“E poi, sono vicino a te, colpirebbe anche me, no? O credi che io sia più in gamba di te?” lo sfidò.
Draco digrignò i denti.
“Har..Potter, se questo è uno dei tuoi trucchi, la pagherai molto cara.”
“Avanti, Draco, dimostra di essere coraggioso.
Quella parola colpì Draco con un pugno sullo stomaco.

“Se hai in mente qualche scherzo, la pagherai,Potter.”
Harry rise tra sé, poi quando Draco si avvicinò abbastanza al lago, lo afferrò e lo buttò dentro.
 
Malfoy ne riemerse a bocca spalancata con tutti i vestiti infradiciati.
Harry rideva senza ritegno, tenendosi la pancia.
“Ma sei..ritardato?”
Harry rise ancora più forte. Tutti li stavano guardando.

Draco si grattò la testa e sembrava ora molto più giovane della sua età. Lanciò un’occhiata agli studenti che applaudivano tra cui c’erano molti Serpeverde.
“Sei morto, Potter.”
Ma in quel momento la piovra prese Draco tra i suoi tentagli intrappolandolo in una specie di strano abbraccio misto a una giravolta.
“No, no, no, brutta bestiaccia, va via, va viaaaaa.”

Harry sempre senza perdere il sorriso sulle labbra, si avvicinò alla piovra, facendogli dei grattini e accarezzandola e quella mollò Draco che cadde di nuovo nell’acqua,
 
“Segreto che ho scoperto da solo: se la piovra ti prende tra i suoi tentagli, si scioglie se gli fai i grattini all’altezza dei tentacoli. È sensibile alle carezze.” Disse Harry mellifluo.
“Oh, ma che bestiaccia..adorabile..” disse, spingendo Harry sott’acqua con la testa.

Harry andò subito sotto, ma Draco non aveva intenzione di mollarlo, lo teneva per le braccia da dietro, Harry si mise a nuotare sott'acqua con Draco ancora appeso. Quanfo Draco se ne accorse lo molló subito. Cosí Harry riemerse.
Si notava che Draco volesse fare qualche battuta sull'argomento ma erano tutte a doppiosenso e quindi decise per il classico: " Ora capirai chi comand..AAAAAAH. AHHHH. AIUTO…COSA MI HAI FATTO.”
Harry sorrise.
“Una delle trappolone del torneo tremaghi.” Disse Harry scoprendo la sua bacchetta che fortunatamente non era andata persa nonostante il bagno, prima che il biondo andò di nuovo giù.

Delle foglie si erano attaccate alle caviglie del biondo che ormai era in allarme più che mai, quando all’improviso una sirena bionda che sembrava una fata, appoggiò le labbra alle sue.
Draco strabuzzò gli occhi e dimenticò l’attacco di panico che sentì accartocciarsi nelle vene.
Subito dopo la sirena, sciolse i nodi che lo tenevano legato.
 
Draco Mlafoy riemerse nell’acqua come se avesse vinto le Olipiadi, tutti intorno applaudivano.

Malfoy era così stupefatto che si era dimenticato della lotta con Potter.
“Chi..chi era quella?” chiese Draco.
“Non vedi bene? Mi sa che anche tu hai bisogno di un paio di occhiali.” Disse Harry sorridendo.
“Una sirena.” Specificò poi lo stesso Harry.
“Ma..ma..non si sono mai viste qui..o almeno non così..è..”
“Bella? Raggiante? Luminosa? Leggiadra?”

Draco lo guardò così male che Harry non potè fare ma meno di sorridere ancora.
“Io..sento di..insomma, ha un’aria..famigliare..
“tu dici? Beh, allora, ti svelerò un segreto anch’io..” disse, andando vicino a lui. “è Luna Lovegood.” Disse al suo orecchio.
“COSAAA? “
“Schhh.”

La sirena Luna li stava guardando appollaiata su uno scoglio, poi cadde di nuovo nell’acqua e sparì alla vista.
“La stramboide?” gli chiese Draco bisbigliando.
“Sì. Non trovi che sia molto CARINA quando non ha quegli affari ridicoli tra i capelli?”
Draco rimase a bocca aperta, si immaginò ancora i suoi occhi azzurri, quei capelli d’oro lunghissimi che gli incorniciavano il viso.
“Carina..non è il termine che avrei usato..” disse per poi tornare a guardare Harry duramente.

“Se la dannata piovra mi ha rovinato la divisa, me la pagherai, Potter!” disse Draco furibondo, spingendolo e facendolo cadere di nuovo nell’acqua.
Harry vide Draco rimettersi in piedi e scalciando e sbuffando con i vestiti fradici, fare una pausa e scrollarsi i capelli fradici e sorrise.
Draco Malfoy un mangiamorte? Adesso sembrava solo avere la sua età, un ragazzino che si concede una cretinata, con i vestiti bagnati e dopo aver avuto a che fare con una piovra giocherellona.

Non era attratto da Draco, no, era innamorato di Ron, ma non poteva fare a meno di dire che Draco aveva un’elettricità, un magnetismo, che attraeva.
Era stato bello “giocare “ con lui in quel modo, anche se il biondo non avrebbe mai ammesso che stavano giocando, ma se davvero era stato lui a cercare di uccidere il preside – Harry sperava sempre di no – gli aveva restituito un po di spensieratezza anche se per poco.
Harry sperava che avrebbe potuto abituarticisi.

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Capitolo 39
*** Harry e Ron alla festa di Lumacorno ***


Harry era stato invitato di nuovo alla festa di Lumacorno ma stavolta non aveva portato Luna, ma Ron.
“Quindi mi hai portato in qualità di tuo “ragazzo?” gli chiese il rosso, facendosi più vicino.
Harry sorrise con timidezza.

“Controllati o ci scopriranno.”
“ Ah sì? E allora lascia che lo facciano.”
“Non parlerai sul serio..”
Delle voci li interruppero. Si accorsero che Hermione e Draco erano proprio poco distanti che parlavano.
“Oh, Harry! Ron!” disse Hermione.
“Hermione? Che ci fai qui?” chiesero i due in coro.
Lei sbuffò.
“La stessa cosa che ci fate voi presumo. Siete gli unici che hanno il diritto di essere invitati a una festa?”
“Granger, che c'è? Che succede?”

Ron spruzzò tutto il succo di frutta che stava bevendo, per terra.
“Weasley..che schifo!!” disse Draco schifato.
“Her-Hermione,è lui il tuo accompagnatore??” chiese Ron inorridito.
Hermione si fece tutta rossa in viso.
“Assolut..”
“ASSOLUTAMENTE NO!! IO INVITARE LA SANGUEMARCIO? UNA VOLTA AL MESE ALMENO, COLLEGHI IL CERVELLO ALLA BOCCA QUANDO PARLI, WEASLEY??”
Hermione lo guardò un po ferita.

“Ritira subito quello che hai detto..” disse Ron, ma Harry lo interruppe.
“Se non l’hai invitata te, allora perché siete arrivati insieme?”
“Ehi, pronto? Io sono ancora qui eh..” disse Hermione.
“L’ho intravista per caso e mi si è attaccata come una cozza sugli scogli, ora posso confessartelo, Granger, con tutto questo tramestio di voci, è giunto il momento che te lo dica..non ho ascoltato un h di tutto quello che hai detto..”
Hermione aveva la bocca davvero spalancata, ma era niente rispetto allo stupore degli altri due.

“Beh, io me ne vado. Non vorrei mi vomitassi di nuovo addosso, Weasley. Per il resto, hai una mira schifosa, te l’ha mai detto nessuno? Di certo sì, fai il portiere per Grifondoro!”
E con l’ultima battuta se ne andò.
Hermione era davvero mortificata.
“Ora ti metti anche a fare l’amica con Malfoy?” chiese Ron.
“Oh, pensavo davvero che avresti usato la parola fraternizzare con il nemico!”
“Stavo per usarla infatti!”

“Guardati, sei ridicolo.Ora vorresti anche dirmi con chi posso parlare?”
“Quindi AMMETTI che stavi parlando con lui.” Disse Ron.
“Oh per merlino! Sì, stavo parlando con lui e per quanto ha finto di non sapere cosa dicevo, mi stava ascoltando sai?”
“Aspetta, hai detto che Malfoy ti stava ascoltando?” chiese Harry.

“Sì!! Sì Harry!! Qualsiasi cosa tu stia facendo, sta funzionando, sai? Mi fa piacere che credi tanto nella missione da esserne così sorpreso! Ad ogni modo, Malfoy sembra più gentile adesso, più disposto a capire la differenza tra il bene e il male..mi ha chiesto qualche consiglio..”
“CONSIGLIO SU COSA?”
“Non usare quel tono con me!! Se proprio vuoi saperlo, si è confessato con me su sua madre e suo padre!!Su quanto si aspettano sempre il meglio da lui,su quanto abbia timore di deluderli…”

“Non capisci?? È LA PROVA CHE è UN MANGIAMORTE! STAI PARLANDO CON UN MANGIAMORTE!!”
“Non ti importava che lo fosse quando doveva essere Harry a parlarci mi sembra!!”
“è diverso..Harry..Harry..”

”COSA?? Più bravo di me?? è perchè è stato scelto da Silente e io no?? Forse solo perché sono una ragazza?? O perché malgrado stai con Harry, senti il bisogno di illudermi ancora e ancora per avermi sempre al guinzaglio, caro il mio Ron Weasley?? Sei innamorato di me o di Harry?? Perché io non riesco ancora a capirlo!!”
Ron era diventato di tutti i colori possibili e immaginabili.
“Adesso basta! Questa cosa sta andando davvero troppo oltre! Smettila Hermione!” disse Harry.

Non riesci neanche a negarlo!! Quanto tempo ancora pensavi di lasciar passare prima di dirmi che vi siete messi insieme? Capisco la scuola ma io sono la vostra migliore amica, avevo il diritto di saperlo!!”
Harry restò zitto, vergonandosi un mondo.
Purtroppo Ron riprese a parlare.
“Magari sei tu che sei innamorata di me, invece.”
“Scusa???”
“RON!”

“Ma se proprio vuoi cercare di sostituirmi, era meglio Krum!! Draco Malfoy è proprio scadere nella melma più prof..”
UNO SCHIAFFO.
“Stare con te è scadere nella melma più profonda!” disse Hermione prima di andare via.
“Miseriaccia..” disse Ron.
Fece appena in tempo a voltarsi che gli arrivò un altro schiaffo. Questa volta da Harry.
“Harry..”

Il moro si chiuse in bagno. Ron cercò di seguirlo fin li ma Harry si chiuse a chiave.
Basta, Ron!! Tra noi è finita. Vattene!”
“Non dirai sul serio, Harry. Harry apri questa porta!”
“No! Vattene! Tu ami lei, Hai sempre amato lei.Adesso l’ho capito.”
“Non è vero! Ero solo terrorizzato da quello che stava facendo con Malfoy!”

“Eri GELOSO. E sai qual è la cosa peggiore, Ron?? Che con me non lo eri!”
“Non è vero. Lo sono stato.”
“Molto meno di quanto sei stato con lei.”
“Maledizione Harry!! Stiamo a fare la gara a chi è più geloso? Apri la maledetta porta.”
“Vai al diavolo, Ron!”
“Va bene, allora ascoltami..hai ragione..per un attimo sono stato geloso..lo ammetto..e forse dentro di me non volevo dire a tutti che stiamo insieme per non farlo sapere A LEI.”

Harry annuì con le lacrime agli occhi. "E io l'ho sempre saputo, dentro di me."
“Ti prego, ascoltami, Harry! Io non volevo ferirti! Questa cosa tra me e Herm..va avanti dal terzo anno..lei mi punzecchia..io lo faccio con lei..e ogni tanto..scado nel solito rewind..è quasi una cosa automatica..”
“Bene e allora vedi di andartene automaticamente aff..”

“Ma è PASSATA!! Sono consapevole che non potrò mai darle quello che lei vuole.Un amore assoluto. Ma sono consapevole che tengo troppo alla nostra amicizia per volerla perdere. Il nostro odio per Malfoy..era l’unica osa che mi era rimasta..l’unica cosa che è rimasta di noi tre bambini..ti capita mai..di aggrapparti al passato da volerlo così tanto..anche se sei ormai cresciuto..perchè senti che se perdi anche quella cosa, perderai quella persona?”
Harry stette zitto.

“Noi tre..siete tutto quello che ho, Harry. Morirei se dovessi perderti, e mi dispiace se penso per tre, ma siete stati la prima cosa bella che mi è capitata..i miei fratelli per scelta..con voi ho imparato a essere coraggioso..a volte penso che..se lascerò che Hermione vada via da me, la perderemo per sempre. Ma sono stato egoista..ora lo so..con Malfoy o con qualcun altro..non posso tenerla legata a ,me per sempre..devo lasciarla andare..o perderò te, Harry.,ma non pensare mai, mai, neanche per un secondo..che sei un ripiego per me..io ti ho amato fin dal nostro primo incontro sul treno.”

Silenzio. I sentimenti di Harry battevano nel suo cuore come un uragano. Una forte commozione prese possesso di lui. Sapeva che stava dicendo la verità, perchè era la stessa cosa che provava lui.
“Apri questa porta, Harry..”
Harry aprì la porta e i due si baciarono stretti in un abbraccio mozzafiato.

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Capitolo 40
*** Sorprese di compleanno e strani veleni ***


Harry si sentiva così felice, Ron lo amava, e non aveva passato un singolo istante durante la notte in cui non gliel’avesse sussurrato all’orecchio. Rischiavano di passare la notte in bianco, quindi ad un certo punto Harry gli sussurrò “Dormi adesso.” E se lo strinse più addosso. Dormirono abbracciati con il suo respiro sul suo collo. Era incredibile come suonasse confortevole dormire abbracciato a qualcuno anche senza poter muovere le braccia. Era incredibile come non gli importasse se qualcuno nel dormitorio lo avesse saputo.

Harry non trovò strano che Ron a colazione, tornasse su al dormitorio. Dimenticava spesso qualcosa del materiale scolastico, ma tovò ESTREMAMENTE strano che Ron quando tornò, si avventò come una furia, baciandolo sulle labbra e facendolo cadere dalla sedia, trascinandolo con lui.
Se non mi si rompe la schiena stavolta, non si rompe più. pensò, con il peso di Ron su di sé.
Tutti attorno assisterono a quella scena e Harry arrossì rendendosi conto che tutti li stavano guardando, increduli.
“Ron! Che ti prende?” chiese, allontanandolo appena, leccandosi le labbra. Si sentiva il volto paonazzo.
“Sono innamorato di te, Harry, voglio che lo sappiano tutti.”
Harry sgranò gli occhi.
Tutti risero.
“Ehm…Ron..” Era tutto strano. Era il compleanno di Ron, sì, ma che l'amico desiderasse una dichiarazione pubblica per festeggiarlo, era abbastanza strano. Non glielo aveva detto la notte prima.
“Che c’è, Potter? Non ricambi il tuo amichetto frocio?” disse un Serpeverde a mò di presa in giro.

Harry digrignò i denti. Ma non era il momento per combattere.
“Non ascoltarli. L’importante è che noi due siamo felici, io voglio solo te. Per sempre.”
Cercò di baciarlo ancora e Hermione gridò scandalizzata.
Harry! È uno scherzo o l’hai fatto bere per caso?”
“Come puoi pensare che l’abbia fatto ubriacare? Non so neanche io perché..Ron, che diavolo ti prende?”

“Io..io pensavo che tu..che ti sarebbe piaciuto, ecco..” cominciò a singhiozzare in un modo proprio non da Ron.
“Oh santo cielo. Gli avranno fatto un incantesimo??” disse Hermione che sembrava essersi resa conto che la cosa era seria.
“Non lo so, ma per colpa del coro di questi idioti non riesco a concentrarmi. Torniamo in dormitorio.”
Hermione, dimentica della vecchia rivalità, li seguì, Harry non obiettò al riguardo.
 
Quando tornarono al dormitorio, Harry sbattè la porta della stanza, arrabbiato, ma fu Hermione che parlò.
“Se volevate dichiararvi, potevate farlo in un altro modo!”
“Zitta, Hermione! C’è qualcosa che non va!” disse Harry.
“Harryyyy. Mi hai portato nella nostra stanza. Hai ragione, qui è molto meglio.” Cercò di abbracciarlo, ma Harry guardò Hermione implorante.
“Herm, ti prego, aiutami!”

Hermione cominciò a cercare febbrilmente sulla stanza, poi gettò un grido.
Harry! Di chi sono quei cioccocalderoni?”
“Sono un regalo di Romilda!”
“Ti avevo detto di stare lontano da lei!” strillò Hermione.
Harry la guardò un po basito.
“Ehm..Hermione, casomai è Ron che dovrebbe farmi una scenata di gelosia, non te.”

“Idiota! Non capisci? Erano pieni di una pozione d’amore!”
Harry spalancò la bocca arrabbiato.
“Ron!! Hai mangiato i miei cioccolatini?”
“S-scusami, ma..erano così buoni. SCUSA TANTO SE TI HO MANGIATO I REGALI DELLA TUA SPASIMANTE!” e cominciò a piangere, buttandosi in ginocchio sul letto.
 
Harry prese la sua amica da parte.

“è una cosa molto seria. Mi distrugge vederlo così. Che possiamo fare? Quando svanirà l’incantesimo?”
“Non ne ho idea, Harry, ma suggerisco di andare dal professor Lumacorno, subito! Tipo ORA?? Non sappiamo che altri danni può fare Ron in questa situazione!”
“D’accordo..sì, è una buona idea. Ron!”
Ron alzò la testa, gli occhi pieni di lacrime.
“Non mi interessa niente di Romilda, e per dimostrartelo..voglio..uhh..portarti in un posto e darti uhhh una cosa..”
“U..un regalo per me?” chiese Ron felice.
“Certo! Però devi seguirmi. Andiamo, su.”

“Cerrrto. Ma..viene anche Hermione?” la squadrò con sospetto.
“Lei..uhhh..non badare a lei! Concentrati sulla strada!”
“Sì, se lo dici tu.” Ma quando andarono nell’ufficio del professor Lumacorno, Ron si stranì.
“Il regalo per te, l’ho fatto tenere a Lumacorno..sai, al sicuro.” Disse Harry imbarazzato.
“Ohhhh ma che cosa carina.” Disse Ron, aggrappato al collo di Harry.
 
  «Professore, mi dispiace disturbarla» bisbigliò Harry, mentre Ron era abbarbicato al suo collo e cercava di trovare la sua sorpresa dentro la stanza, «ma il mio amico Ron ha ingerito per sbaglio un filtro d’amore. Non potrebbe dargli un antidoto? Lo porterei da Madama Chips, ma noi studenti non dovremmo possedere niente che provenga da Tiri Vispi Weasley e, sa… strane domande…»
    «Avrei pensato che riuscissi a preparargli tu un rimedio, Harry, un pozionista abile come te…» obiettò Lumacorno, mentre Harry si svicolava dalle sue braccia.

    «Ehm» fece Harry, un po’ distratto da Ron che cercava di svicolarsi a sua volta dalle braccia di Hermione, cercando di raggiungere Harry. «be’, non ho mai preparato un antidoto per un filtro d’amore, signore, e nel tempo che impiegherei a fare quello giusto Ron potrebbe combinare qualcosa di grave…»
    Per fortuna, Ron scelse quel momento per mugolare: «Hermione! Non picchio le ragazze ma se continui a impedirmi di andare dall’amore della mia vita, farò un’eccezione?»

Hermione non restò li a farsi minacciare, gli diede un bello schiaffo.
“Scusa, Harry..giusto per..farlo rinsavire.” Disse Hermione.
“Figurati. Hai fatto bene.” disse Harry.
    «La pozione era scaduta?» chiese Lumacorno che sembrava molto sorpreso di sapere che l’interesse di Ron era proprio Harry., osservando Ron con interesse professionale. «Possono irrobustirsi se conservate a lungo, comunque da te non me l’aspettavo che ti interessassero queste cose, Potter».

    «Questo spiegherebbe parecchie cose. Ma no, professore. Non erano miei i cioccolatini..cioè ERANO MIEI, ma non li ho dati io a Ron. Erano..di Romilda Vane..ma non sapevo che fossero avvelenati.» ansimò Harry, ormai impegnato in un corpo a corpo con Ron per impedirgli di sfogarsi su Hermione. «È il suo compleanno, professore» aggiunse in tono supplichevole, mentre Ron gridava che Romilda avesse cercato di incantare Harry, ma PER FORTUNA lui aveva scongiurato il tentativo di quella STREGA.

    «Oh, d’accordo, entrate, allora, entrate» acconsentì Lumacorno, addolcito. «Ho l’occorrente qui nella mia borsa, non è un antidoto difficile…comunque il fatto che non si sia innamorato della ragazza ma di te, è una cosa piuttosto singolare, Potter, di solito le pozioni d’amore agiscono in tutt’altro modo, la cosa è preoccupante.»
“In realtà forse Ron ha avuto questa reazione da perfetto imbecille perché lui e Harry hanno una relazione!” disse Hermione con la vocina stridula che aveva attirato le antipatie di Harry e Ron dal primo anno, guardandoli vendicativa.

Lumacorno li guardò sconvolto, impressionato, Harry diventò rosso come un peperone e fulminò Hermione con uno sguardo.
“Stamattina..lo ha baciato in Sala Grande..davanti agli studenti.” Disse sempre Hermione sorridendo.
“Ohhh Congratulazioni per voi ragazzi..certo lo avessi saputo..avrei invitato anche il signor Weasley nel mio club.”

“Professore, la prego..l’antidoto..” disse Harry, che stava sostenendo Ron che era appena inciampato in un poggiapiedi infiocchettato, riacquistò l’equilibrio aggrappandosi al collo di Harry e borbottò: «Lo vedi? Tutti ci amano.”

   “Sì, si, ma adesso sta tranquillo. Il regalo ricordi?”
Lumacorno aprì la cassetta delle pozioni e versò un pizzico di questo e quello in una bottiglietta di cristallo.
    «Bene» disse Ron con ardore. «Come ti sembro?»

    «Bellissimo» disse Lumacorno soave, e porse a Ron un bicchiere di liquido trasparente. «Adesso bevilo, è un tonico per i nervi, ti calmerà fino al suo arrivo».
    «Ottimo» approvò Ron entusiasta, e bevve rumorosamente l’antidoto.
    Harry e Lumacorno lo osservarono. Per un attimo Ron sorrise; poi, molto lentamente, il sorriso si afflosciò e svanì, sostituito da un’espressione di intenso orrore.

    «Sei tornato normale, allora?» chiese Harry sollevato. Lumacorno ridacchiò. «Grazie mille, professore».
    «Di niente, ragazzo mio, di niente» replicò Lumacorno mentre Ron crollava in una poltrona con aria devastata.
    «Ha bisogno di un cordiale»aggiunse, trafficando su un tavolo carico di bottiglie. «Ho della Burrobirra, ho del vino, ho un’ultima bottiglia di questo idromele barricato… mmm… volevo regalarlo a Silente per Natale… Ah, be’…»scrollò le spalle. «… Non può sentire la mancanza di ciò che non ha mai ricevuto! Perché non lo apriamo adesso per festeggiare il compleanno del signor Weasley? Non c’è niente come un buon superalcolico per festeggiare le relazioni sincere!”
    Ridacchiò di nuovo e Harry lo imitò. Era la prima volta che si trovava quasi solo con Lumacorno dopo il disastroso tentativo di estorcergli il vero ricordo. Forse, se fosse riuscito a mantenerlo di buonumore… forse, se avessero bevuto abbastanza idromele barricato…
    «Ecco qua» continuò Lumacorno, e porse ai ragazzi due bicchieri d’idromele prima di levare il suo. «Be’, buonissimo compleanno, Ralph…»

    «… Ron…» sussurrò Harry.
    Ma Ron, che sembrava non aver sentito il brindisi, aveva già bevuto.
    Ci fu un secondo, appena più di un battito cardiaco, nel quale Harry capì che c’era qualcosa che non andava, qualcosa di terribile, e Lumacorno evidentemente no.
    «… e cento di questi…»
    «Ron!»

    Ron aveva lasciato cadere il bicchiere; si alzò a metà dalla poltrona e poi si afflosciò, con le braccia e le gambe che sussultavano incontrollabili. Aveva la schiuma alla bocca e gli occhi fuori dalle orbite.
    «Professore!» urlò Harry. «Faccia qualcosa!»
    Ma Lumacorno sembrava paralizzato dallo spavento. Ron si contorceva e soffocava; la sua pelle stava diventando blu.
    «Cosa… ma…» farfugliò Lumacorno.

    Harry balzò oltre un basso tavolino e corse alla cassetta da pozioni di Lumacorno, estrasse barattoli e sacchetti, mentre i terribili rantoli di Ron riempivano la stanza. Poi la trovò: la pietra simile a un rene raggrinzito che Lumacorno gli aveva preso a Pozioni.
    Si precipitò di nuovo accanto a Ron, gli spalancò la bocca e gli ficcò in gola il bezoar. Ron fu scosso da un grande brivido, inspirò con un suono rasposo e il suo corpo divenne molle e immobile.






















Note dell'autrice: e finalmente aggiorno anche questa!!!
Ringrazio Potterpedia per aver potuto inserire le frasi sulla parte di Lumacorno ^^ riscrivere tutto sarebbe stato massacrante!!
ovviamente ho cambiato buona parte del capitolo 18 Sorprese di Compleanno. Nel capitolo vero neanche compare Hermione xd  

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Capitolo 41
*** Draco piange in bagno ***


Quando Ron si riprese, Harry dovette affrontare un momento molto penoso. Un momento che non avrebbe mai creduto possibile. Il suo migliore amico e ragazzo che aveva scoperto di amare, stava difendendo il loro acerrimo nemico. Il ragazzo che con ogni buona probabilità, lo aveva appena avvelenato.

“Non puoi sapere che sia stato davvero lui.” Gli diceva Ron, in infermeria.

“Io SO che è stato lui, Ron..e non lo perdonerò mai per questo..per me, può marcire all’inferno.”
Ron gli aveva accarezzato una guancia.

“Il mio Harry non parlerebbe MAI così..ricordati quando giocavi con quel mascalzone nell’acqua delirando di piovre e di sirene bellissime..”

“Quell’Harry è morto..non tornerà più..l’ha fatta troppo grossa, stavolta..”

“No, Harry..quel ragazzo è ancora vivo. VIVE! Ed è il ragazzo di cui io sono innamorato profondamente. Un ragazzo che perdona e che è disposto a salvare tutte le pecorelle smarrite che trova in fondo alla via.”

Harry si asciugò gli occhi, mentre Hermione abbracciava entrambi per fare loro coraggio.
“Paragonare Draco a una pecorella smarrita no, però. “ disse Hermione.
Harry rise.
“L’ho detto per farlo ridere.” Disse Ron.

“Ron ha ragione, Harry. Ormai siamo in missione umanitaria e chi ci ferma più oramai?”
“IO sono in missione umanitaria, per adesso voi non fate granchè."
 
Come era prevedibile, Ron iniziò a buttare cuscini all'indirizzo di Harry, aiutato dall'amica e ben presto quella stanza si trasformò in un disastro si piume tutto intorno e sul letto, fino a quando non arrivò Madama Chips buttandosi fuori e sbraitando che Ron aveva bisogno di riposare!

Harry uscì fuori dell'infermiera con un braccio attaccato al collo di Hermione. Non riuscivano a smettere di ridere. Harry si sentiva così felice. Aveva di nuovo l'amicizia della sua migliore amica. Per un attimo la tristezza per il pericolo che Ron aveva appena corso, si fece strada ma allontanò subito quel pensiero. Draco non poteva sapere che Ron avrebbe bevuto da quella bottiglia e anche se era grave lo stesso, non era grave come voler uccidere appositamente un tuo compagno. Sì, anche se li aveva presi in giro poco prima, si rendeva conto che se era quello che era, era anche GRAZIE A LORO e sperava che anche loro lo sapessero che lui lo sapeva, scherzi a parte.





*

Stava vagando per i corridoi della scuola, cercando qualche dolcetto da poter condividere con Hermione, per sopperire alla mancanza del loro migliore amico, ridere insieme a Hermione di quanto era stato stupido quel loro periodo da "rivali " e soprattutto, sopravvivere alle domande che sarebbero arrivate su come si sentivano adesso come "coppia!"

Hermione aveva scherzato sul fatto che avrebbe avuto bisogno di più dolci per questo, Harry era d'accordo, anche se era un po' offeso che lei non avesse voluto accompagnarlo e preferisse non staccarsi dal libro babbano che stesse leggendo.

"È l'ultima volta che mi metti in secondo piano per un libro!" Aveva scherzato Harry e lei gli aveva fatto un piccolo sgambetto in risposta.

Si era tuttavia perso e un po' disorientato si accorse che era davanti al bagno del terzo piano e che c'era qualcuno lì dentro, che con orrore di Harry, piangeva!

No..no..dimmi cosa c’è che non va..io posso aiutarti..” diceva una sorprendente Mirtilla Malcontenta.

“Nessuno può aiutarmi..non posso farlo..non posso..non funzionerà..e se non lo faccio presto..mi ucciderà…” Draco singhiozzava e tremava, poi guardò nello specchio ed ebbe un brivido, vedendo Harry che lo fissava.
 
Guardare Draco piangere con le lacrime  che gli scendevano giù per le guance, sentirlo singhiozzare in quel modo, fu sconvolgente per me Purtroppo Draco mi vide dallo specchio e non sembrò affatto contento di essersi fatto sorprendere  in quelle condizioni. Proprio da me, poi!

Mirtilla appena mi vide e vide l'espressione di Draco, sparì e da un lato gliene fui grato. Almeno non dovevo preoccuparmi anche di lei, ma Draco era ancora una minaccia! Afferrò la bacchetta per attaccarmi e io feci lo stesso. Dovevo difendermi.

Tentai l’incantesimo Levicorpus ma lui la bloccò, tentai l’incantesimo delle pastoie ma bloccò anche quello.


“Crucio!”
Non successe niente, Harry restò a guardarlo attonito e terrorizzato.
“Ma che…Crucio!!”
“Non funzionerà, Draco..” disse Harry. Era leggermente meno terrorizzato, ma non si poteva dire che fosse proprio calmo.
Questo lo dici te, CRUCIO!”
“Devi VOLERLO. Come lo voleva quella maledetta di tua zia Bellatrix..” disse Harry, livoroso ancora al ricordo.

“Oh, puoi star certo che io voglio farti MOLTO MALE, Potter!” Draco era isterico e Harry sapeva che doveva scegliere con cura le parole esatte.

“Non vuoi torturarmi..come non volevi avvelenare Ron, non è vero? Non volevi avvelenare neanche Silente, per questo eri qui..per questo..tu..ti obbligano, non è vero?”

Draco, che era sbiancato quando Harry gli aveva detto tutte quelle cose, aveva scelto in un lampo, di non rispondere alle sue accuse e di muoversi d’istinto per l’orgoglio ancora ferito dall’umiliazione di averlo visto piangere.

“Al diavolo, non ho bisogno di una bacchetta. Io ti uccido a mani nude, Potter!”
Sembrava un invasato. Il primo pugno, lo colpì in pieno viso, inaspettato. Bruciava, ma Harry non reagì.
“Combatti!” gridava lui.

Ma Harry non lo faceva, anzi, avanzò verso di lui e Harry si prese un altro pugno.
“Siamo lenti oggi eh? Si direbbe che il veleno l’abbia preso te e non il tuo amico e amante.”

Sebbene fosse una frase terribile da dire, Harry trattenne l’impulso di ricambiare il suo pugno. Nella sfumatura di Draco, c’era un’inflessione strana. Non goduriosa, piuttosto arrabbiata, sofferente..ma arrabbiata con sé stesso, non con lui.

Ron aveva ragione! Draco soffriva per primo, per quello che aveva fatto!

Draco, incavolato perché Harry fece segno di avvicinarsi a lui, gli mollò un altro pugno e Harry quasi cadde carponi, ma si trattenne senza ricambiare un’altra volta.

“Combatti, VIGLIACCO!” gli gridò Draco e sembrava come se non fosse mai stato interrotto. Aveva la faccia piena di lacrime.

“Non provo nessun piacere a sfidare a duello, qualcuno distrutto dal dolore.” Disse Harry e buttò la sua bacchetta a terra senza  essere fermato da Draco stavolta.
“Mollami..Potter..che fai..Mol..”

Ma Harry non lo fece. Afferrò la manica della sua felpa e la attirò verso di lui, tra le sue braccia.
Draco finì così abbracciato a lui, ma stavolta non lo mandò via, né lo picchiò.

Restò a piangere come un bambino, singhiozzando contro la sua spalla. Sembravano ENTRAMBI bambini. Inginocchiati sul freddo pavimento, abbracciati come fanciulli.

“Perché stai facendo questo, Potter!”

Era proprio come un bambino. Avvinghiato a me, mi bagnava la felpa di lacrime..ma non mi mollava. E io provavo un incredibile pena per lui..non sapevo cosa dirgli..quali parole bisogna usare per consolare il tuo acerrimo nemico che poche ore fa, ha rischiato di uccidere la persona che più ami al mondo?

Draco??”

Davanti a noi, la persona che meno di tutti, pensavo di incontrare. Luna Lovegood.

“Ohhh, ma non va bene così. Il sole deve stare accanto all’acqua VERA, della natura, altrimenti il sole non potrà risplendere come si deve e si ammalerà!”

“Ma che sta dicendo..mandala via..” disse Draco voltandosi dall’altra parte. Reazione estremamente bizzarra da parte sua. In un momento normale forse l’avrebbe insultata. Era un segno evidente di quanto stesse male.

“Luna, per favore, lasciaci soli. Non è il momento.”

“Certo che non lo è!” sbottò lei piuttosto arrabbiata. “Se foste di sotto, tutto questo non sarebbe successo! L’acqua del lago avrebbe zampillato vita e anche il sole dentro questo ragazzo, avrebbe potuto risplendere e manifestarsi, invece guardalo!”

Ero ormai completamente sconcertato..non ero sicuro di aver capito cosa Luna volesse dirci, ma le sue parole avevano una certa bellezza..che mi trafiggevano comunque..riuscirono in qualche maniera a scuotere anche Draco, anche se non ero sicuro se provasse la mia stessa costernazione di confusione o piuttosto rabbia per sentire quei deliri.

“Andiamo in giardino, così ti mostro che ho ragione, ok?” gli chiese Luna, tendendogli una mano e incredibilmente Draco la prese.
Ero sconvolto. Draco stava obbedendo a quella ragazza, che solo pochi giorni fa lo aveva baciato.

Draco non obbediva a NESSUNO.





















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! Rieccomi finalmente anche in questa storia! Vi prometto che farò di tutto per cercare di non farla cadere più nell'oblio xd qui abbiamo Harry che consola Draco. È sempre stata una scena che avrei voluto vedere nei libri!

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Capitolo 42
*** Draco e Luna flirtano al chiaro di luna? ***


Una volta che fummo scesi in cortile, fu più chiaro quello che Luna intendeva dire.

Per lei l’acqua non vera, era quella intrappolata nei lavandini, non libera di scorrere e fluire come avrebbe voluto. Per lei il sole era DRACO, perché gli ricordava…

“I suoi capelli mi ricordano il sole che sorge. Per il colore..ma anche per l’energia che irradia, quando è felice!” disse Luna allegra. “Vederlo piangere…è come vedere il sole MORIRE..” disse Luna, lottando un po’ per trovare una metafora adeguata.
Mi arrischio a guardare Draco in faccia ed era paonazzo e bordeaux. All’improvviso desidero essere da tutt’altra parte.
“Sei sicuro che vuoi continuare a bere quel caffè? Non credo ti faccia bene, la tua faccia è tutta rossa..” disse Luna.

Sto benissimo!!” esplose lui, stavolta. Di certo molto arrabbiato che il suo rossore fosse così evidente.
Luna riprese a sorridere.

“È vero..suppongo che la mia idea fosse corretta. Se il Sole sta vicino al lago, riprende a sorgere al massimo della sua magnificienza…”

“Smettila..di parlare di me così!”
Avrei voluto dire a Draco di essere più garbato con Luna..non mi piaceva che la trattasse male..lo guardo a mia volta male.

“P-pensi davvero di me..tutte queste cose? Non ti sembra..di esagerare?” gli chiese e io rimasi allibito di vedere Draco soffiare sulla tazza e abbassare lo sguardo.

Draco Mlafoy che abbassa lo sguardo davanti a qualcuno? Draco Malfoy che chiede conferme?
Luna tornò a sorridere.

Ma certo! Hai un’energia dentro che illumina tutto. Quando tu e Harry litigate, si possono vedere i tuoni e fulmini scagliare elettricità a chilometri di distanza! È uno spettacolo meraviglioso!

Quando io e Draco litighiamo, è uno spettacolo sempre molto penoso, per via delle botte e calci che ne conseguono, nonchè gli insegnanti che arrivano immancabili e il fatto che diventiamo lo zimbello della scuola..ma non volevo rovinare il discorso romanzato di Luna.

Draco però inaspettatamente rise e fece ridere anche me!
“Hai già visto che spettacolo Potter quando lo picchio. È così’ carino in quelle condizioni..ormai in infermeria la conoscono bene.”

“Che ne parli della TUA FACCIA quando ti strappo la vittoria a Quidditch?”

Stavamo camminando su un territorio minato, ma ormai sembrava che la pesantezza e la tensione di poco fa fosse un lontano ricordo..anzi, sospettavo che Draco si stesse aggrappando con le unghie a questi momenti per non dover discutere di cosa era appena successo lì dentro..e per giunta guardava Luna con ammirazione e un po' di affetto, per avergli offerto quell’ancora di salvataggio.
Restammo lì un per po’, forse due ore a parlare e ridere come cretini, di tutte le volte che ci eravamo picchiati, Luna era straordinaria, decretando che i nostri litigi erano delle opere d’arte. Il discorso variò, arrivando a tute le creature che lei e suo padre avevano trovato. All’inizio non ero molto interessato ma mi sentivo in dovere di ricambiare in qualche modo Luna per quello che faceva e fu sorprendente scoprire che in fondo era DAVVERO interessante starla a sentire. Luna era diversa da tutti quelli che io avevo mai conosciuto, non era mai noioso starla a sentire e anche Draco sembrava sinceramente incuriosito,. Non l’avevo mai visto così incuriosito davanti a nessuna conversazione che si era trovato davanti.
 
“Secondo te, i ricciocorni sono buoni animali di compagnia?” chiese Draco e io soffocai una risatina, immaginandomi un Draco tutto impetuoso che cercava di regalarle un cucciolo per renderla felice, e cercando di trovare tra gli animali che realmente ESISTEVANO. Non ero sicuro che il ricciocorno facesse parte di quella categoria.,non sentii la risposta di Luna, ma la faccia di Draco mi parve un po’ delusa. Sicuramente Luna gli aveva risposto che sono animali da lasciare liberi.

Alla fine lasciammo il giardino, per evitare di farci sorprendere e prenderci una sonora risata. Si stava avvicinando il tramonto e il sole stava per andare via. Draco fece una battuta in proposito, guardando Luna, che anche stavolta non si fece cogliere impreparata.

“ Questo è il nostro sole, ma hai un sole tutto tuo, qui dentro e quando sorge si può vedere negli occhi..quando tramonta..” Luna disse d’un tratto malinconica, Draco sembrò raggelarsi, e io mi preoccupai, ma Draco ribatté dicendo "I miei capelli ti ricordano il sole, non so se è vero...ma i tuoi mi ricordano il colore del grano..."

Pensai che non ci fosse niente di più terribile ma Draco continuò.

"Se vuoi possiamo vedere qualche giorno che succede quando il grano lucente si lascia baciare dal sole di mezzogiorno..."

Era troppo! E anche Luna sembrava pensarla in questo modo visto che era riuscito a zittire perfino lei! Restava zitta senza proferire parola e sembrava imbarazzata! Come me!! Come osava quel...damerino a flirtare così apertamente davanti a me?? Queste sono cose da fare in PRIVATO! Non davanti un altro compagno di scuola e soprattutto sono cose da tenere custodite gelosamente in uno scaffale! Per qualche secondo mi metto a pensare a una fuga e chi se ne frega cosa avrebbero pensato...poi mi ricordo che Hermione mi stava aspettando per parlare della mia storia d'amore con Ron...guardo il lago davanti a me e valuto l'idea di buttarmici a picco!

Ma lui si limitò a salutare entrambi – Luna con uno strano luccichio sognante, un po’ sinistro e un bacio sulla guancia, addirittura! – e poi se ne andò.

Appena svoltato l’angolo, mi maledii da solo. Probabilmente aveva colto l’occasione per fuggire e io NON DOVEVO lasciarlo scappare. Era MIO COMPITO stargli addosso. Cosa avrebbe detto Silente? Oddio..Silente..quando Piton scoprirà che..
“Harry! Non trovi anche te, che esistono molti modi per non far accorgere alle persone, che li hai sorpresi a nascondere qualche cosa?”

“Eh??” Luna mi aveva preso sottobraccio e mi aveva strappato alle mie elucubrazioni.
“E non credi che il MIO modo..sia più efficace del tuo?” chiese lei mettendosi una ciocca dietro l’orecchio.
Sbiancai.
“Hai sentito tutto?”

“Sento SEMPRE tutto..anche quello che non vorrei..e che la gente pensa che non esista.” Disse lei sorridendo.
“Sei un angelo! Mi hai salvato da una situazione difficile, e l’hai fatto con una nonchalance e uno stile impeccabile..e sei anche riuscito a farlo ridere!” dissi guardandola sconvolto dall’ammirazione.
Lei ridacchiò.

“C’è qualcosa di vantaggioso quando tutti ti pensano pazzo. Ma tu stai bene?” mi chiese, toccandomi una guancia, con la delicatezza di una fata..o di un uccellino.
“Sto bene! E tu non sei folle..sei la ragazza più coraggiosa che conosca, insieme ad Hermione. Tu e lei dovete assolutamente..”

Mi guardava con occhi così dolci che la strinsi a me con affetto e riconoscenza. Sì, magari lei e Hermione sarebbero diventate ottime amiche ma adesso riuscivo solo a essere stracontento che fosse amica mia!

Mi forzai a non pensare a cosa avrebbe detto Piton quando gli avrei detto che il suo caro allievo, aveva cercato di ammazzare il preside! Erano così legati!

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Capitolo 43
*** Più persone hanno segreti da nascondere ***


“Tu…avresti dovuto sorvegliarlo!” disse Piton e a Harry quella sua calma sepolcrale lo inquietava più di ogni altra cosa.

“Ed è quello che ho cercato di fare, ma..” tentò Harry, ma Severus sbottò furibondo.

“NON DOVEVI CERCARE! NON SEI BUONO A CERCARE. POTTER! TU…DOVEVI FARE SOLO UNA COSA, UNA!”

“Professore, la prego si calmi..”
Piton lo guardò stupito.
“Tu..mi stai per caso dando un ordine, Potter?”
“No, assolutamente..io..”

Piton annuì piano e poi scaraventò tutti i libri e le boccette che erano sopra il mobile facendoli cadere e disseminando di vetri, il pavimento.
“Volevo solo..” disse Harry ipnotizzato, guardandoli.

“Tu..non hai sorvegliato Malfoy come ti avevo detto, e LUI ha potuto mettere il veleno nella bottiglia che era destinata al nostro preside, e che per puro caso..” disse allargando le braccia e intrecciando le labbra in una smorfia buffa “è stato bevuto dal tuo amico..”
Ah, allora, era questo il problema…Harry cercò di replicare, ma Piton sbottò di nuovo.

“HAI IDEA DI QUELLO CHE SAREBBE POTUTO ACCADERE??”

Piton era così furibondo che per un attimo sembrò a Harry che la sua furia avesse preso le sembianze di un uragano in tempesta. Si sentì addirittura volare via i capelli dalla fronte.

Piton sembrava del tutto fuori di sé e ad Harry si accese una lampadina.

Era preoccupato per Silente..l’ha presa peggio di quanto pensavo.. dunque anche Piton..ha un cuore?
Piton intanto sembrava lottare per calmarsi e ritrovare un contegno e Harry temette seriamente che al professore potesse venire un infarto. Continuò a girare in tondo, fino ad ansimare profondamente, appoggiandosi alla finestra.

“Se al preside dovesse succedere qualcosa..” disse calcando la parola su qualcosa, in maniera sinistra. “Se dovesse ammalarsi gravemente, o peggio, morire, Hogwarts, cadrà..” poi si voltò verso di lui. “Tu vuoi che Hogwarts cada, Potter?”
“Certo che no!” protestò Harry.

“BENE!! Mi auguro che tu sia meno scellerato la prossima volta. Adesso vattene!”

Harry sapeva di doversi ritenere fortunato per essersela cavata così a buon mercato, ma la tentazione era troppa.
“Signore, ho solo una domanda, prima che vada via..”
Piton grugnì e Harry lo prese come un “Avanti, parla, lurido insetto urticante!”

“Il preside è a conoscenza dell’affetto che prova nei suoi confronti?"

Sapeva di averla combinata grossa, ma c’era anche da dire che gliel’aveva servita su un piatto d’argento, dopo quella mostruosa serata e se si combinava al fatto che era una curiosità che aveva da sempre e il fastidio per il fatto che dopotutto per lui era più grave che avesse rischiato Silente, piuttosto che la preoccupazione per il suo amico, la vendetta era servita.

Ma non aveva calcolato bene la reazione dell’insegnante.
La faccia che fece Piton era equiparabile come se Harry gli avesse chiesto se per caso gli avesse appena comunicato che lo avrebbero mandato ad Azkaban..magari in compagnia di Voldemort
Il suo viso divenne orribile. Una maschera di rabbia e rancore.

“Come…come osi… rivolgerti in questo modo irrispettoso a un insegnante, Potter.”

"Io non volevo.."

"Qualunque cosa che pensi di sapere sul rapporto mio e del preside è sicuramente distorta per via di una mente bacata e qualsiasi sia il mio rapporto con il preside o con chiunque altro della gestione insegnanti, è solo e unicamente affari mio e non degli studenti, TANTOMENO AFFAR TUO, POTTER!"

“Professore, io..insomma, è una cosa bella..non volevo insultare nessuno..”

"Tu volevi solo ficcare il naso...come hai fatto quando hai guardato nel mio passato! È un vizio pericoloso, Potter. Io direi di pensare MENO a me e al preside, e più al compito che ti abbiamo dato! Per il resto..Le lezioni di occlumanzia sono terminate. Potter, non intendo insegnarti più alcunchè!”
“Cosa?? Perché? Questo..questo non è giusto!!”

“Non è giusto per te!! Per ME non è giusto continuare a cercare di mettere qualcosa in quella testa quadrata che ti ritrovi! È chiaro che Malfoy ha capito che lo tenevi d’occhio perché non sei stato attento a tenere la testa CHIUSA, Potter e io non intendo sprecare più il mio tempo inutilmente con te!”

“No..io ho imparato molto da lei e intendo farlo ancora.”
Piton si mise la mano sulla testa.
“Vai fuori, Potter!”
“La prego, se si è sentito offeso, le chiedo scusa, ma non mi tolga le lezioni, io.”

“NON MI HAI SENTITO? TI HO DETTO DI ANDARE FUORI! FUORI!!”
Harry scappò senza neanche chiudere la porta.

Continuò a correre, correre, correre, fino a quando non andò a sbattere contro Hermione.
“Harry, ma cosa ti prende? Harry!! Ma..” gli alzò il mento e vide che il suo amico stava piangendo. “Cos’hai?? Dimmelo!”

“Ho litigato di nuovo con Piton..Hermione..e ancora una volta è stata colpa mia..faccio solo danni..”
“Ohhh, Harry..” disse Hermione abbracciandolo.
 
 
Quando arrivarono nell’infermeria, la voce di Ron li raggiunse ancora prima che poterono vederlo.

“Finalmente siete qui! Vi prego, toglietemi i miei fratelli da davanti ai piedi! Fred e George mi ricoprono di attenzioni neanche fossi un uccellino ferito. È inquietante vederli sotto questa nuova veste..Harry? Ma che…che è successo?” disse vedendo il suo ragazzo in lacrime.
“Ha bisticciato con Piton..” disse Hermione.
Ron lo scrutò e poi scosse la testa.

“Ti stai rammollendo..una volta avresti riso dopo averlo fatto incazzare..”
“Lo so, ma stavamo per costruire un rapporto di fiducia..e io ho rovinato tutto di nuovo..”
“Capisco..senti, vieni qui, voglio dirti una cosa..più vicino..” disse Ron.

Una volta che si trovò davanti al suo letto, Ron lo afferrò per la divisa e lo baciò.
Lo baciò fino a che Harry non si rilassò contro di lui, finendo abbracciato sopra di lui.
Hermione sorrise.
“Stai meglio adesso?”

“Sì, grazie!” disse Harry accoccolandosi contro di lui.
“Se vuoi, ne parliamo.”
“Sì, ma dopo..parlami dei gemelli!” rise Harry.
“Oh no..”
“Sì, sì, dai, sono curioso dei fratelli maggiori che coccolano il fratellino..”

“In realtà ci sarebbe anche altro..”
“Davvero? Cosa?”
Hermione alzò gli occhi al cielo.
“Ron è convinto che i suoi fratelli gli nascondino un segreto!”
Harry guardò Ron stranito.

“Sono i GEMELLI. È chiaro che lo fanno..avranno costruito un’altra mappa del malandrino!”
Ron scosse le braccia.

“Ma tu..perchè pensi questo? Che hanno fatto?”
“Beh, si comportano stranamente, sono SDOLCINATI..”
“I gemelli?” chiese Harry con una faccia buffa.
Hermione scoppiò a ridere.

“E non solo..spesso spariscono e non si sa dove finiscono..oggi con la scusa che sono venuti a trovarmi, ho cercato di farmi dire cosa nascondono..ma mi hanno detto di farmi i cavoli miei e mi hanno riempito la bocca di cioccorane..così è arrivata Madama Chips e li ha buttati fuori..”
Hermione e Harry risero in sincrono.

“L’hanno fatto apposta, ne sono sicuro! Per eludere le mie domande!”
“Ora sei paranoico, Ron weasley!” disse Hermione.
“Io??”

"Secondo me sono INNAMORATI!" disse Hermione ridacchiando.

"Cosa??" Ron aveva la faccia di uno che aveva preso una botta in testa.

"Ha senso! Soni sdolcinati..escono e non si sa dove. Staranno frequentando delle ragazze!" Disse Harry e Hermione convenne.

"Li tormenterò per sapere chi sono!"
"Ron Weasley! Non farai niente del genere!" Disse Hermione scura.

"Ma...potrebbero essere chiunque! Oddio, potrebbero essere delle ragazza che frequentano Hogwarts! Che vediamo tutti i giorni!"

"Ma a te che ti frega?? Ci vanno loro a letto, non tu!" Disse Harry.

"Voi pensate che si separano almeno per fare sesso con le ragazze? Non li ho mai visti divisi. Forse no! Forse condividono le ragazze!"

Hermione e Harry si guardarono.

“Poveri gemelli. Li compatisco. Non deve essere facile per te, averti come fratello!” disse Harry.

“Per fortuna non è capitato a noi!” disse Hermione.
“Gne gne gne. Harry non gli dici niente?”
“Sono d’accordo con lei!”
Ron fece una faccia buffissima.
“Vai via!”
“E dai, Ron, non fare il permaloso!”
“No, vai via. Non ti voglio più!”

“Così mi lasci?” lo prese in giro lui, mettendosi su di lui.
“Sì!” disse Ron, accarezzandogli però i capelli. “ Sono contento che non sei mio fratello..altrimenti  non staremo insieme!” disse Harry.
Ron sembrò pensarci su.
“In effetti hai ragione.” Disse Ron, dandogli un bacio sulle labbra.

“Uno più scemo dell’altro.” Disse Hermione buttando un cuscino addosso ai due fidanzatini.
I tre amici non sapevano che erano andati molto vicini a scoprire il segreto dei due gemelli..ma chi avrebbe potuto immaginarlo?
“Perlomeno hanno fatto una cosa buona..hanno fatto fuggire Lavanda!”
“Cosa?? Ti da ancora fastidio??” disse Harry arrabbiato.

 "Mamma mia, ci prova ancora con me, Harry tu devi aiutarmi!” disse Ron.
“Hermione, ma tu non le hai detto niente?”
“Ehi, io ci ho provato a dirgli di guardare altri ragazzi..ma lei insiste..dice che sono le donne a decidere e che i maschi alla fine cedono sempre..voi non mi avete mica dato il permesso di dirgli che state insieme!”

“La prossima volta ci baciamo davanti a lei..vedrai che non ti darà più fastidio.” promise Harry.
“Promesso?” chiese Ron, stringendosi a lui.
“Va beeene! Basta smancerie adesso, Harry, ci racconti cosa è successo con il professor Piton?”
“Hermione!”

“Lascia stare, Ron..e poi forse parlarne con voi, mi aiuterà a capire meglio..insomma, voi non avete idea di come mi ha aggredito, per la storia del veleno..e sapete perché? Perché era preoccupato per SILENTE!!”
 
Nel giro di dieci minuti raccontò agli amici tutto quello che si erano detti.

“Ma io non lo so..hanno tutti il ciclo qui, Piton..i miei fratelli..” disse Ron.
“Credo sia normale che Piton sia un po’ stressato..dopo tutto quello che sta facendo per proteggere Draco e allo stesso tempo, tutti noi.” Disse Hermione turbata.
Harry la guardò accigliato.

“Piton non ha mai reagito così neanche quando ne abbiamo passate di peggio..tipo quando il cane a tre teste l’ha morso..non è uno che sotto stress, sbrocca così..”
“Beh, magari è arrivato al limite!” disse Hermione.
“Io credo che se la intende con il preside..” disse Ron.
“Ron!!” esclamò Hermione allibita.

“Io credo che Ron abbia ragione..avessi dovuto vederlo quando gli ho detto quella frase, Hermione..”
“Tu sei stato un grandissimo maleducato a rispondere così a un insegnante, Harry! Mi domando come mai non ti ha espulso!!” disse sotto gli sguardi allibiti dei due amici. “Io l’avrei fattoi!” disse sempre lei incrociando le braccia sdegnosa.

“Io l’ho sempre sospettato di quei due..” disse Ron con fare da comare.
“Nessuno può difendere così tanto Piton, se non c’è qualcosa sotto..” concordò Harry, ormai del tutto dimentichi che c’era anche Hermione.
“Santi maghi potentissimi..smettetela..se qualcuno vi sente, passerete dei guai!” disse Hermione.

“Ma sì, è chiaro, Harry. Sono INNAMORATI! Vanno a letto insieme! Che scandalo..pensa se si venisse a sapere!” disse Ron.
Hermione gli gettò un altro cuscino addosso, sotto le risa di Harry.

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