Namida

di ProjectNova
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1 - Namida

??? - "No! Non farlo!"

Di nuovo quella luce accecante, quella silhouette e quel sorriso così familiare. Un susseguirsi di immagini, fotografie, eventi confusi che non lasciano il tempo di pensare.

Una roulette russa di ricordi mai vissuti che sempre più veloci arrivano uno dopo l'altro, ancora e ancora... La mente percepisce una tale quantità di pensieri che sente il desiderio di esplodere, fa male, il dolore si insinua come un lento veleno.

E' proprio sull'orlo del delirio che le immagini cessano di mostrarsi, torna la quiete, il battito cardiaco poco a poco si stabilizza lasciando spazio al nulla...

ma eccolo, in lontananza...

Quel grido.

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Mikey: "HAAAAAAAAAAAA!!!"

Michelangelo faceva lo stesso incubo ogni notte, poco dopo la morte di Shredder si era risvegliato in lui qualcosa di represso a cui non riusciva a dare un senso o una locazione.

Ogni volta spalancava gli occhi urlando come fosse in preda al panico, dimenticava tutto ciò che sognava ma percepiva sulla pelle quell'orribile sensazione di gelo. Ovviamente a lungo andare, la cosa stava facendo innervosire Raffaello che più volte lo rimproverava intimandolo di calmarsi, anche con severe minacce.

Raf: "Mikey! Che diavolo ti prende! Ti sei impazzito forse?"

Michelangelo però ci metteva sempre qualche secondo per riprendersi del tutto finendo per fissare i suoi fratelli con gli occhi da pesce lesso e balbettando qualcosa di incomprensibile.

Leo: "Santo cielo Mikey, ancora? Ci farai morire d'infarto uno di questi giorni." Leonardo fece capolino dalla sua stanza con ancora il segno del cuscino sul viso e con un'aria decisamente sfinita. Non si sorprese neanche nel constatare che Mikey avesse passato la notte sui gradini che facevano da divano del salotto.

Raf: "Non lo sopporto più Leo! Giuro che se non la smetti ti mando in terapia dal Dr.Pugno!"

Raffaello portò irritato le nocche proprio in mezzo gli occhi del fratello più giovane ma quest'ultimo le allontanò sbuffando.

Mikey: "Non è colpa mia! Quante volte ve lo devo dire! È--- È tutto così confuso..."

Leo: "Secondo me devi solo smetterla di fare le maratone horror fino a tardi. Quei film ti faranno diventare matto." si congedò entrando in bagno, evitando qualsiasi risposta. Un minuto di silenzio diede modo loro di rinfrescare il cervello dal quel brusco risveglio.

Raffaello con visibile stanchezza si sedette accanto Michelangelo, la sua rabbia mattutina cominciò a scemare quando si accorse dell'espressione veramente spaventata del fratello minore.

Raf: "Uff... so che me ne pentirò. Vuoi parlarne Mikey?"

Michelangelo si stropicciò gli occhi, si alzò dal divano per andare a salutare la sua piccola amica Gatta-gelato, lei ricambiò il saluto leccandogli la guancia come ogni giorno.

Mikey: "Oh! Lascia perdere Raf, ho tutto sotto controllo."

Raffaello sbuffò portando le mani in faccia "Certo, come no." Voleva indagare oltre ma sembrava che Michelangelo avesse riacquistato la sua consueta espressione allegra, si convinse di lasciar perdere questa volta.

Mikey: "Mh? Dov'è?" domandò guardandosi attorno.

Raf: "Chi?"

Mikey: "Donnie." rispose iniziando a prepararsi la colazione a base di uova.

Leo: "Se cercate Donnie è uscito due ore fa, credo sia con April." disse sbucando fuori dal bagno.

Raffaello prese il T-phone con una smorfia mal celata, inorridì alla vista dell'orario.

Raf: "Che cazzo sono andati a fare Donnie e April alle CINQUE del mattino?"

Mikey annuì, sorseggiando quell'intruglio che tutto era fuorché latte.

Leo fece spallucce, non ne aveva la minima idea, o meglio, un'idea in realtà ce l'aveva ma evitò di dirlo ad alta voce. "Comunque fra poco inizieranno le lezioni, quindi dovrebbe tornare a momenti."

Leonardo si sedette al tavolo della cucina, quando si accorse con profonda amarezza che il caffè era finito sprofondò la testa fra le braccia. Da qualche tempo fissava il posto a capotavola, Splinter era tornato a mancargli terribilmente e quel senso di malinconia non voleva smettere di tormentarlo.

A pensarci bene il gruppo non era più quello di un tempo, la sera andavano di pattuglia assieme ma sembravano sempre più distanti fra di loro:

Leonardo cercava visibilmente approcci con Karai un po' più audaci ma la ragazza sembrava non volesse andare oltre quel sentimento di amicizia-gratitudine che con il tempo si era creato, certo a lui piaceva davvero tanto ma non aveva ancora trovato il coraggio di affrontare il discorso.

Raffaello invece esternava sempre di più il sentimento di andarsene, a volte restava con i Mutanimali per non tornare al rifugio. Il rapporto che aveva con Leonardo aveva però raggiunto un buon equilibrio e si stava sforzando per non ricadere nelle vecchie abitudini dettate dalla sua eterna rivalità nei confronti del Leader, inoltre la lontananza con Mona era veramente troppa, non riuscivano a vedersi da mesi e questo non lo stava aiutando emotivamente.

Donatello si vedeva di rado oltre le missioni. Le sue giornate consistevano nel rinchiudersi in laboratorio o in alternativa alla clausura c'erano le uscite con April e quelle poche volte che partecipava agli allenamenti nel dojo stava zitto.

Michelangelo per fortuna e incubi togliendo era rimasto se stesso. Nessuna ragazza (eccetto l'ologramma di Reneé che teneva custodito sotto il letto), pizza, schifezze e videogiochi. Capiva perfettamente la situazione ma ogni volta che cercava di intavolare una discussione in merito, i suoi fratelli facevano orecchie da mercante e trovavano il modo di scappare.

Non era proprio un bel periodo in realtà per la famiglia ma con la dipartita di Shredder la malavita Newyorkese stava cercando di riorganizzarsi, la sera c'era un bel lavoro da fare. Iniziava poi a circolare la voce che oltre ai Dragoni purpurei stava nascendo un altro gruppo malavitoso, non poteva essere pericoloso come ll clan del Piede ma la prudenza non era mai troppa.

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"Ragazzi! Tutti in aula forza!"

La Roosevelt High School aveva aperto i cancelli alle 7 in punto, Il brusio degli studenti faceva da sottofondo in quella città così caotica. Per April quello sarebbe stato l'ultimo anno prima di iscriversi all'università, il tempo era passato così in fretta.

Era seduta scomposta su di un palazzo di fronte la scuola, fissava i ragazzi entrare come se non volesse pensare a nulla, accanto a lei Donatello che taceva timidamente. Avrebbe voluto dirle tante cose, tornare a parlare di quel bacio di poco tempo prima ma aveva timore di farla scappare.

April: "Ora devo andare Donnie o farò tardi, c'è Casey laggiù che mi sta aspettando." disse alzandosi, prese lo zaino poco distante da lei e lo portò alla spalla.

In effetti il povero Jones era lì da un bel po', continuava a sbuffare per il ritardo della ragazza tanto che attorno a lui si era creato il vuoto.

Donnie: "Ah! Si! Certo, buona… buona lezione." le sorrise amorevolmente ma con una lieve nota di nervosismo.

April ricambiò il sorriso per poi scendere dal palazzo come solo i ninja sanno fare. Fece bene attenzione a non farsi notare e si diresse dritta da Casey per poi entrare nell'edificio.

Donatello rimase ancora un poco a guardarla confondersi fra i suoi compagni, a svegliarlo dai suoi pensieri fu la strana sensazione che qualcuno lo stesse osservando. Cercò in tutte le direzioni prima di convincersi che la sua fosse solo un'impressione e finalmente decise che era arrivata ora per lui di rincasare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Nonostante fosse aria di compiti in classe la giornata era iniziata tranquilla e i corridoi della Roosevelt High School cominciarono a liberarsi degli studenti poco a poco, April e Casey rimasero fra gli ultimi ritardatari ad essere ancora davanti gli armadietti.

Il ragazzo sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi ad April che ridacchiò pensando a quanto fosse stupido il suo amico.

April: "Casey, ti ho già detto di no, non ora." confermò estraendo i libri di chimica dall'armadietto.

Casey: "Ma non ti ho ancora chiesto niente!" rispose il ragazzo deluso.

April: "Volevi chiedermi di uscire, guarda che lo so."

Casey fece per pensarci, un'espressione contrariata gli caratterizzò il volto "Mi hai di nuovo letto nel pensiero?"

April: "Posso farlo ma non mi serve, questa è pura intuizione." ridacchiò di nuovo.

Casey: "Okay, ma non voglio estranei nel mio cervello O'Neil!" rispose cercando una certa compostezza.

April stava per ribattere quando sentì qualcosa toccarle la schiena.

"Ehm, scusatemi... avrei bisogno di aiuto..."

Si voltarono entrambi nell'udire quella flebile voce così calma e pacata, stonava davvero molto con l'ambiente circostante e Casey inarcò le sopracciglia nel constatare come quella figura così esile potesse frequentare il liceo.

Dal tono di voce, sotto quell'enorme frangetta corvina che le copriva metà viso doveva nascondersi una ragazza, asiatica probabilmente. Indossava una felpa viola scuro di almeno due taglie in più in netto contrasto con i jeans, che al contrario dovevano essere parecchio attillati. In un secondo momento, Casey rimase sbalordito della lunghezza dei suoi capelli… toccavano addirittura le caviglie, non ne aveva mai visti di così lunghi. C'era però da ammettere che la costituzione minuta in qualche modo la rendeva quasi graziosa.

Si, sembrava essere molto più piccola dei due ma sul momento non seppero dire di quanto.

April: "Oh, ehm, buongiorno! Dimmi pure." April non lo diede a vedere tuttavia quell'incontro la prese di sorpresa, per qualche motivo non l'aveva percepita avvicinarsi.

La ragazza si strinse nelle spalle ma non voltò mai il capo altrove mentre parlava. "Ecco… piacere, mi chiamo Anna, e questo è mio primo giorno..." prese fiato per un breve attimo.

"Cercavo aula di sce-sci... ehm sciez-"

April: "Scienze?" completò la frase vedendo la ragazza in difficoltà.

Anna annuì, le sue guance si colorarono di rosso per l'imbarazzo, Casey invece continuava a squadrarla come se stesse cercando di scorgere qualcosa sotto tutti quei capelli.

Anna: "Scusatemi, non sono ancora brava con vostra lingua." Fece un piccolo inchino con il capo.

April e Casey non batterono ciglio anche se da loro quel gesto cortese appariva inusuale.

La rossa le indicò la direzione ma si offrì gentilmente di accompagnarla, scoprendo poi con stupore dalla tessera scolastica appesa allo zaino della nuova arrivata che frequentava il suo stesso anno.

April: "Onestamente ti avevo scambiata per una studentessa del primo anno!" affermò spalancando leggermente gli occhi.

Anna sorrise "Si, me lo dicono tutti..." strinse a sé i libri che portava fra le braccia seguendo la nuova compagna a passo svelto.

Casey al contrario rimase indietro imbambolato di fronte gli armadietti, fissava la folta chioma nera voltare l'angolo prima di essere svegliato bruscamente dalle sue congetture mentali dalla prima campanella.

Casey: "Ehi! Aspettatemi!"

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Nel mentre Donatello era rientrato al rifugio, con un'aria mista a frustrazione e impazienza. Salutò con un cenno Michelangelo che stava guardando la TV per dirigersi subito dopo in cucina cercando qualcosa da mettere sotto i denti.

Raf: "Oh! Ma guarda chi ci degna della sua presenza!" Raffaello diede un piccolo buffetto dietro la nuca di Donatello, trascinò malamente la sedia da sotto il tavolo e si sedette con un gesto brusco.

Donatello lo guardò interrogativamente "Ciao Raf..." Aprì il frigo, non c'era molto. Ne tirò fuori un mezzo panino al formaggio del giorno prima. Voleva mangiarselo nel laboratorio ma sapeva che sarebbe stato meglio evitare in quel momento.

Raf: "Dai, siediti." Girò il viso verso il salotto "Ehi Mikey! Alza le chiappe e chiama Leo!"

Dal salotto si sentì un verso di consenso e Raffaello soddisfatto tornò a guardare Donatello. Quest'ultimo lo fissò interdetto. "Bhe, che c'è?"

Raf: "C'è che qui bisogna parlare dei problemi seri, e tu che sei il cervello del gruppo ci aiuterai a trovare-una-soluzione." Disse battendo 3 volte il dito sul tavolo. Scandí bene le parole per essere sicuro che suo fratello percepisse bene il concetto.

Donnie: "Che tipo di problemi seri?"

Leo: "L'insonnia di Michelangelo sarebbe già un buon punto di partenza."

Leonardo si avvicinò al tavolo portandosi dietro dei fogli e Michelangelo saltellava poco dietro di lui. Si sedettero tutti assieme come non facevano da tempo, gli parve strano ma anche davvero piacevole.

Donnie guardò Mikey pensando alla frase di poco prima.

Donnie: "Fatemi indovinare… Ancora quell'incubo?"

Raf: "Va sempre peggio, oggi ha urlato molto più forte delle altre volte!"

Leo annuì confermando "Non si può andare avanti così."

Michelangelo mugulò, non sapeva che altro dire "Il problema è che non mi ricordo assolutamente niente di quello che sogno."

Donatello sbatté qualche volta le palpebre prima di parlare. "Beh, così è difficile darti una mano."

Raf: "Non puoi sondargli il cervello con quell'aggeggio che hai usato per i poteri di April?" Si intromise alzando il tono di voce.

Donatello subito negò con la testa. "Quell'aggeggio, come lo chiami tu ha uno scopo completamente diverso, non l'ho costruito per sondare i cervelli!".

Leo: "Quindi non ti viene in mente nulla?"

Donnie: "Beh... potremmo provare a chiedere ad Apr-" si bloccò non terminando la frase. "No, lasciate stare, nel caso cercherò di inventarmi qualcosa."

Leonardo mandò uno sguardo d'intesa a Raffaello mentre Michelangelo giocava piegando gli angoli dei fogli portati dal fratello leader.

Leo: "Donnie, lungi da me farmi gli affari tuoi ma, è successo qualcosa fra te e April?"

Donatello sobbalzò dalla sedie "N-no, cosa te lo fa pensare?"

Quella divenne la reazione sospetta che stava per dare il via ad un reale terzo grado.

Leo: "Senti, stai sempre chiuso in laboratorio, salti gli allenamenti mattutini e stai zitto per praticamente tutto il tempo."

Mikey: "E fidati che il vero problema di Leo è che salti gli allenamenti."

Leonardo tirò una brutta occhiataccia a Michelangelo mentre tornava sul discorso. "Cosa ti succede, siamo sempre tuoi fratelli, con noi puoi parlare…"

Calò il silenzio per qualche secondo, il ticchettio dell'orologio da muro riusciva a frenare un poco la tensione generale presente nella stanza. Donatello si alzò senza far rumore, diede le spalle alla sua famiglia, appoggiò frustrato la fronte sul muro grigio e chiuse gli occhi.

Pensò intensamente se esternare i suoi dubbi fosse una giusta mossa ma in cuor suo voleva liberarsi dei dubbi che stava covando ormai da interi mesi. Avrebbe preso volentieri il muro a testate.

Donnie: "Ecco, April ed io… o meglio April mi ha baciato…"

Michelangelo saltò dalla sedia con gli occhi pieni di pura gioia "Dobbiamo festeggiare!" Raffaello si sporse allungando il braccio per riportarlo a sedere.

Raf: "Ooookay, se nessuno ha il coraggio di dirlo, lo dico io."

Leo: "Raf…" cercò di fermarlo ma senza un reale risultato.

Raf: " Punto 1, non è una novità. Punto 2, finalmente è arrivato anche per te il tempo delle mele no? Perché devi fare il muso da cavallo?"

Leonardo incrociò le braccia portando indietro la schiena "Detesto ammetterlo Donnie, ma Raf ha ragione. Sono anni che le stai dietro e anzi, stando agli ultimi giorni pensavamo tutti che foste fidanzati."

Mikey: "State sempre appiccicati." Concluse Michelangelo con un'aria annoiata.

Donatello non si voltò, rimase attaccato al muro per cercare le parole giuste, fallendo nell'intento.

"Fidanzati? Appiccicati, eh? Quindi è così che ci vedete?"

Ci fu un piccolo mugolio di quasi consenso fra i tre seduti al tavolo. Donatello allora decise di staccarsi dalla parete, si sedette e coprì di tutta fretta il viso fra le braccia.

Raffaello non sapeva bene cosa fosse giusto fare finché non sentì un mormorio dietro quel misero tentativo di nascondersi.

Raf: "Donnie, ma… stai piangendo?" Chiese visibilmente preoccupato.

Leonardo e Michelangelo allora si sporsero quel tanto che bastava per sentire una qualsiasi risposta.

Donnie: "Noh, sniff..." se avesse continuato a parlare sarebbe scoppiato in lacrime e l'ultima cosa che voleva era farlo davanti ai suoi fratelli. Si asciugò gli occhi lucidi con il palmo destro, e con l'altra mano cercava goffamente di indicare i fogli che Leonardo aveva portato con sé.

Donnie: "Sniff, che sono quei fogli Leo?"

A Leonardo scappò un sonoro e frustrato sospiro, se Donnie non voleva affrontare i suoi demoni con loro non poteva costringerlo, mandò un'ultima occhiata a Raffaello, dal mucchio prese la carta più grande, colorata interamente di azzurro e la stese ben bene soddisfatto sul tavolo.

Mickey: "Cos'è questa mappa Leo?"

Leo: "Il piano di questa notte."

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