Assassins of the elves

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


William guardava l’uomo che camminava avanti e indietro nel loro villaggio nascondendosi dietro a Meshach, l’uomo che lo aveva preso come suo figlio alla morte dei suoi genitori.
L’uomo che camminava aveva un aspetto strano per il piccolo William che non aveva mai visto altri uomini all’infuori di quelli presenti nel suo villaggio.
Bassetki era uno dei villaggi al confine del regno degli umani con quello degli elfi ed era davvero raro che estranei mettessero piede in quel piccolo villaggio. Avere un uomo del genere che camminava liberamente era un evento raro e allo stesso tempo spaventoso.
-cosa ci fa qui?- chiese il bambino a Meshach cercando di non farsi sentire da quell’uomo spaventoso.
-non lo so tesoro, ma di sicuro niente di buono- gli rispose l’uomo facendogli una carezza sulla testa.
-sono tutti questi i bambini?- chiese l’uomo con la sua voce imponente guardando quei pochi bambini che c’erano nella grande piazza del villaggio, che era anche l’unica presente.
-si, cosa volete dai nostri bambini?- chiese Robert che era il capovillaggio, solo perché era l’unico tra tutti che ne capiva un po’ di più della politica del loro regno.
-per ordine del re tutti i bambini dai cinque ai dieci anni devono assolutamente venire con noi-
William a quelle parole si nascose ancora di più dietro le gambe di Meshach. Non voleva essere portato via da quell’uomo.
-non potete portarci via i nostri figli- disse ancora Robert indignato.
-invece possiamo visto che è un ordine del re. Ora portatemi tutti i bambini qui!- gridò l’ultima frase l’uomo.
William guardò negli occhi Meshach sperando di non doverci andare, ma dallo sguardo triste dell’uomo capì perfettamente che non avevano scelta.
Fu allora che Will, insieme agli altri tre bambini li presenti, si avvicinò all’uomo che iniziò a scrutarli attentamente. Fece una faccia schifata per poi avviarsi a passo spedito verso la grossa carrozza che lo aveva porta li.
-salite- Will diede un’ultima occhiata verso Meshach prima di sospirare e salire sulla carrozza con un groppo in gola. Molto probabilmente non sarebbe più tornato li.
Il viaggio fu molto lungo e Will passò l’intero viaggio a guardare fuori dal finestrino il paesaggio che cambiava lentamente. Per lui fu strano non vedere più alberi fitti che circondavano l’abitato, soprattutto nella capitale dove c’erano solo case ammassate sopra altre case.
-forza scendete!- disse l’uomo una volta che la carrozza si fu fermata e i quattro bambini con riluttanza scesero dalla carrozza. Will si guardò intorno schifato da quello che stava vedendo. Erano scesi in un luogo pieno solo di case altissime che fecero venire i brividi William. Non gli piaceva minimamente quel posto.
L’uomo li spinse con la forza all’interno dell’edificio più grande che era anche il più brutto.
Al suo interno l’edifico era pieno di bambini di tutte le età che correvano da una parte all’altre mentre ragazzi più grandi davano le indicazioni urlando.
Will fu subito affiancato da un bambino più o meno della sua età che aveva uno scatolone in mano e con i capelli rossi che gli coprivano quasi del tutto gli occhi. Il bambino lo guardò per un po’.
-benvenuto all’inferno- disse poi lasciando Will da solo e terribilmente spaventato.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


William si stiracchiò stanco per quell’interminabile viaggio. La carrozza era troppo piccola per i suoi arti lunghi ed era costretto a stare piegato per tutto il tempo. Aveva assolutamente bisogno di stiracchiarsi un po’.
-smettila di tirarmi pugni in faccia Will- disse il rosso al suo fianco guardandolo male.
-devo stiracchiarmi. Lo sai- rispose lui sorridendo malandrino a quello che era diventato in pochissimo tempo il suo migliore amico. Quando era arrivato nella capitale la prima persona con cui aveva parlato era stata proprio quello strano bambino dai capelli rosso fuoco che gli aveva detto “Benvenuto all’Inferno”.
Will non l’aveva presa bene all’inizio, ma poi quel bambino si era rivelato l’unica vera persona all’interno dei cacciatori di Elfi. Perché erano quello loro: cacciatori di Elfi. I rapporti con le creature dei boschi non erano mai stati dei migliori e il re li odiava. Era per questo che aveva costretto tutti i bambini del regno a diventare dei cacciatori di Elfi. Voleva organizzare il suo esercito personale che avrebbe sconfitto definitivamente gli Elfi. Cosa che alla fine non era riuscita, anzi le cose si erano complicate notevolmente visto che gli elfi avevano iniziato ad attaccare i villaggi al confine del regno portando morte e distruzione.
Era per quel motivo che lui e Apollon si stavano trasferendo in una di quelle città come anche altri cacciatori.
-so che ne hai bisogno, ma gradirei cortesemente che tu non cercarsi di uccidermi nel mentre!- disse Apollo tirandogli un pugno sul braccio.
-mi scusi!- disse ridendo William facendo ridacchiare anche Apollon.
-sai dove ci stanno portando? Stiamo viaggiando da ore!- brontolò il rosso che non ne poteva più di quel viaggio logorante. Lui non si era mai mosso dalla capitale.
-no, ma è uno dei villaggi a nord vedendo come sta diventando il paesaggio- rispose il castano scrutando fuori dal finestrino. Quel paesaggio gli ricordava troppo il suo villaggio nel quale non tornava ormai da diciassette anni.
Proprio in quel momento la carrozza si fermò di colpo e Will non perse tempo scendendo di corsa dal mezzo. Il ragazzo si stiracchiò finalmente in modo decente e si guardò intorno guardando attentamente il villaggio dove si erano fermati. E per poco non gli prese un colpo. Sembrava Bassetki.
-ehi tutto okay? Mi sembri un cadavere- gli chiese Apollon guardandosi anche lui intorno. -secondo te ci saranno ragazze sexy in giro? Non voglio privarmi dei miei piaceri.-
William ignorò completamente l’amico e si avvicinò al cocchiere che li aveva portati li.
-qual è il nome del villaggio?- chiese subito il castano mentre quello lo guardava stanco.
-Basse qualcosa. Non lo so e non mi interessa. Fate il vostro dovere e basta- disse lui facendo scendere il ragazzo e partendo velocemente lasciando i due cacciatori da soli.
-allora dove siamo?- chiese Apollon che era riuscito a prendere le loro sacche da viaggio.
-nel mio villaggio natale-
-oh era per questo che eri sbiancato! Allora ci sono ragazze carine?- chiese subito Apollon tirandogli addosso la sua sacca.
-avevo sette anni quando mi hanno preso secondo te guardavo le bambine? E poi lo sai che sono gay- gli rispose a tono William sbuffando ma comunque camminando verso il villaggio. Non vedeva l’ora di vedere Meshach e gli altri. Sperava davvero che non lo guardassero male per quello che era diventato. Non era stata una sua scelta quella di diventare un cacciatore di Elfi.
-ma quanta gente c’è? Nemmeno le taverne hanno così poca gente al loro interno- disse Apollon una volta che furono arrivati nella piazza centrale mentre William s guardava intorno con nostalgia.
-come si vede che voi cacciatori non mettete il piede oltre il vostro naso. Cosa ci fate qui?- chiese quello che William riconobbe subito come Robert nonostante fosse invecchiato parecchio velocemente.
-siamo qui per la vostra sicurezza ovviamente- rispose Apollon leggermente scioccato dalle prime parole dell’uomo.
-non abbiamo bisogno di voi- disse prontamente Robert.
-sono ordini del re e…- cercò di spiegare con calma Apollon.
-si e per ordine del re più della metà dei nostri bambini non sono più tornati, o se lo hanno fatto erano malati o mutilati. Me ne frego degli ordini del re- Robert era davvero furioso.
-Robert per favore, è una cosa momentanea- disse William cercando di calmare l’uomo.
-e tu chi sei? Come conosci il mio nome?- chiese quello abbastanza sorpreso.
-sono William, William Colt- spiegò lui e subito vide lo sguardo dell’uomo aprirsi in pura sorpresa. -non invaderemo i vostri spazi, controlleremo solamente che non si verifichino le stesse invasioni che sono avvenute negli altri villaggi di confine- Will credeva di averlo finalmente calmato, ma si era completamente sbagliato.
-quel cognome non te lo meriti. Non dopo quello che sei diventato- il castano si bloccò di colpo.
-era l’unica cosa che mi avrebbe permesso di sopravvivere. Siamo stati portati li per diventare questo- cercò di spiegare il ragazzo.
-mi fai schifo- furono le parole di Robert prima di sputargli in faccia.
-ma come ti permetti brutto…- Apollon avrebbe tirato tranquillamente un pugno all’uomo se Will non lo avesse fermato prontamente.
-lascia stare- il suo tono di voce era basso e Apollon capì subito che il so migliore amico aveva appena ricevuto una ferita enorme. -ci accampiamo nella vecchia casa nel bosco visto che era dei miei genitori. Parleremo con calma oggi a cena- e dicendo quelle parole si incamminò evitando accuratamente di voltarsi verso Robert.
-che stronzo! Ma come si permette!- disse Apollon mentre seguivano il percorso che li avrebbe portati verso la casa nella foresta.
-lasciamo perdere per il momento- gli rispose William con voce bassa. Il ragazzo diede una veloce occhiata in giro, giusto per vedere se riusciva a scorgere qualcuno a lui famigliare e forse più felice di vederlo. Fu allora che intravide una bellissima ragazza dai capelli biondi che camminava tranquillamente per il sentiero.
-Gwen!- disse Will sperando di non aver sbagliato persona. La ragazza alzò di scatto lo sguardo e i suoi occhi si aprirono per la sorpresa nel vederlo. Poi però il suo sguardo si fece triste. Aveva visto la sua divisa. La ragazza gli si avvicinò a passo svelto e una volta a due passi da lui gli tirò uno schiaffo.
-tornatene da dove sei venuto feccia!- e così come si era avvicinata così se ne andò.
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-quella si che era una ragazza sexy- disse Apollon una volta che i due furono entrati nella casa che era stata quella dei genitori di Will prima della loro morte.
-è la figlia di Meshach e Caren- rispose Will con un filo di voce.
-quelli che ti hanno cresciuti prima che ti venissero a prendere- disse Apollon annuendo a quelle parole. Apollon e Will non avevano segreti tra di loro. Entrambi sapevano tutto dell’altro e la cosa non aveva fatto altro che rafforzare la loro amicizia.
-vedrai che riuscirai a spiegare le tue ragioni- gli disse Apollon mettendogli un braccio sulle spalle, entrambi erano alti uguali.
-lo spero. Odio essere trattato in questo modo solo perché per sopravvivere sono stato costretto ad accettare di diventare un cacciatore di Elfi.-
-lo capiranno una volta che spiegherai le tue ragioni, ne sono sicuro.- Apollon sorrise per poi andare dritto verso la cucina cercando qualcosa da mangiare. Ma per loro sfortuna nella cucina completamente piena di polvere non c’era niente. -secondo te se andiamo a chiedere qualcosa a quelli del villaggio ci linciano?- chiese Apollon mentre William scoppiava a ridere.
-ci ammazzano- rispose il castano scuotendo la testa. -dovremmo appoggiarci alla vecchia e buona caccia-
-che nervi, odio dover cacciare- borbottò Apollon prima di incamminarsi a passo svelto verso la porta di quella casa. Prima si sbrigavano e meglio era.
-hai detto che avremmo parlato questa sera con il capo, ma precisamente quando vuoi farlo?- 
-quando vivevo qui mi ricordo che la sera si riunivano tutti nella piazza centrale accendendo un grande fuoco parlando sia di questioni importanti che di cose frivole. Era l’unico momento nella giornata in cui tutti potevano vedersi- il sorriso di Will si era fatto nostalgico al pensiero di quelle sere passate per lo più a rincorrersi con Gwen o con gli altri bambini.
-quindi vorresti tranquillizzarli sulle nostre buone intenzioni quando ci sono tutti- disse Apollon iniziando a capire perfettamente la scelta di William.
-secondo te ci crederanno? Robert e Gwen non sono stati molto felici nel vedermi con questa divisa- sussurrò il ragazzo non tanto perché era triste, quello lo era a prescindere, ma perché aveva appena visto passargli davanti ben due conigli e se tutto fosse andato bene sarebbero stati la loro cena.
-io odio la carne di coniglio- sbuffò Apollon mentre tendeva la corda dell’arco, quella sarebbe stata l’arma che avrebbe permesso loro di prendere la loro cena. Era vero, un minimo movimento del vento poteva tranquillamente spostare la freccia facendo scappare la preda ma Apollon, per via della sua natura, era l’unico tra i due ragazzi che sarebbe riuscito tranquillamente a prendere il coniglio nonostante il vento impetuoso. Il rosso fece arrivare la mano destra, che teneva saldamente la corda, vicino all’angolo della bocca e prese la mira con la punta argentea della freccia. Il ragazzo rimase fermo in mira per pochi secondi prima di scoccare la freccia con un movimento di rilascio perfetto. La freccia andò perfettamente a conficcarsi nel collo del povero coniglio bianco che cadde a terra ormai morto.
Will però non andò subito a prendere il coniglio, ma aspettò pazientemente al fianco di Apollon. Il rosso così poté tranquillamente scoccare la sua seconda freccia e quindi prendere in pieno anche il secondo coniglio. Fu allora che Will corse verso il loro cibo e lo prese al volo. Sapeva perfettamente che li nei paraggi si aggiravano parecchi lupi e di certo non voleva che la loro cena venisse presa facilmente da quei predatori.
-bene andiamo a cucinare, però li pulisci tu!- disse Apollon riponendo l’arco dietro la schiena e stirandosi un poco i muscoli della schiena indolenziti.
-tranquillo, mi ricordo perfettamente che sei schizzinoso- rise Will ricevendo un pugno sulla spalla da parte dell’amico.
-non sono schizzinoso, è solo che non mi piace pulire gli animali morti- si scusò il rosso mordendosi il labbro inferiore.
Will non continuò la conversazione e i due ragazzi arrivarono nella loro casa dove Will, senza nemmeno cambiarsi, andrò dritto in cucina per poter pulire i conigli. Per quanto erano grosse le loro prede potevano anche mettere sotto sale la carne che sarebbe di sicuro avanzata per non dover andare nuovamente a cacciare la mattina seguente. I due ragazzi mangiavano poco e quindi alla fine sarebbe bastato anche solo un coniglio, ma non se ne erano minimamente accorti prima.
Apollon invece posò l’arco e mentre si toglieva gli scarponi saltellò verso il bagno per farsi una bella e meritata doccia. Non aveva assolutamente voglia di puzzare quella sera anche perché voleva assolutamente fare bella figura con tutte le ragazze li presenti.
Apollon lottò un bel po’ con le cinghie di cuoio che costituivano la loro divisa prima di potersi definitivamente spogliare ed entrare nella dolce e agognata doccia fregandosene altamente di aver lasciato tutti i vestiti sporchi di fango e sudore. Will gli avrebbe gridato contro per il suo disordine come sempre, tanto sarebbe stato sempre il povero castano a ripulire tutto il disordine del rosso.
I pensieri di Apollon scomparirono completamente quando l’acqua calda iniziò a scendergli per tutto il corpo facendolo sospirare di sollievo. Alla base non aveva mia usato una doccia con acqua calda, questo perché essa era presente solo i primi dieci minuti e il rosso non era mai riuscito a fare la doccia per primo per quanta gente c’era li dentro. Quella per lui era una cosa nuova ma allo stesso tempo fantastica e che lo faceva sentire benissimo.
-APOLLON!- fu il gridò che fece ridere il rosso mentre l’acqua continuava a scorrergli addosso. Sapeva perfettamente che quella sarebbe stata la reazione del castano e non poteva far altro che esserne felice. Adorava innervosire William.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


William e Apollon erano ai margini della piazza e stavano guardando le persone che si stavano divertendo intorno al fuoco. Apollon vide chiaramente gli occhi di Will diventare lucidi, molto probabilmente per i ricordi che aveva in quel villaggio.
-andiamo- gli disse il rosso dandogli una pacca sulla spalla per poi incamminarsi velocemente vero il falò seguito a ruota dal castano.
Appena i due vennero visti dalla gente tutto il vociare si fermò completamente e tutti gli occhi erano puntati sui due cacciatori di elfi.
-buonasera- tentò di dire Apollon per alleggerire la tensione che stavano iniziando a sentire con tutti quegli sguardi addosso.
-vi ho già detto che non servite qui- disse Robert alzandosi e guardando con odio i due ragazzi.
-invece serviamo, i villaggi al confine sono stati tutti attaccati. Dobbiamo assolutamente salvaguardarvi. Non vogliamo ovviamente intrometterci nelle vostre questioni.- cercò di dire Apollon parlando con calma.
-vi intromettete nelle nostre questioni se state qui-
-non faremo niente che possa nuocervi! Davvero!- parlò Will sperando di essere creduto.
-e dovremmo credere a te? Tu che sei diventato questo? Manco per sogno-
-sono diventato un cacciatore per sopravvivere, non era minimamente mia intenzione!- gridò Will. Aveva perso la pazienza.
-adesso sei un cacciatore e tale rimani. Non sarai di nuovo uno di noi- Apollon vide chiaramente la faccia di Will diventare completamente bianca per poi voltarsi ed andare via lasciandolo completamente da solo alla mercé dei cittadini del villaggio. Apollon non conosceva l’uomo che aveva parlato, ma da come aveva reagito Will e dalla presenza della bella bionda al suo fianco ipotizzò fosse Meshach.
-noi rimaniamo qui a prescindere dalla vostra volontà. Dobbiamo impedire che un altro villaggio venga attaccato. Staremo ai margini della città e non vi daremo fastidio. Con permesso- disse Apollon prima di lasciare il falò e inseguire Will.
-come stai?- gli chiese una volta arrivato sui gradini di quella che era la loro casa. Il castano si era fermato.
-uno schifo. Pensavo cha almeno Meshach fosse dalla mia parte, che mi volesse bene e invece no. Non mi ha mai considerato come suo figlio-
-non credo sia così. È solo deluso che tu sia diventato un cacciatore di Elfi dopo che degli Elfi ti hanno cresciuto. Loro non lo sanno, ma sono stati davvero fortunati ad avere noi come cacciatori con tutti gli Elfi che sono presenti qui- cercò di consolarlo Apollon.
-si, si sono uniti altri Elfi. Non ho mai capito perché scappano dal loro regno sinceramente- disse Will con un’alzata di spalle.
-forse anche loro hanno un monarca antipatico e odioso- Apollon rise e fece apparire un sorriso anche sul volto di Will. -riuscirai a convincerli della tua buona fede, anzi ci riusciremo. Appena si accorgeranno che siamo dalla loro parte sarà tutto molto più semplice-
-spero tu abbia ragione.-
-io ho sempre ragione Will! Muoviamoci ad andare a dormire che domani dobbiamo alzarci presto. Ho notato che qui c’è un piccolo pezzo di terra che possiamo arare per creare il nostro piccolo orto!- Will annuì alle parole di Apollon. Si ricordava che i genitori avevano un orto ed era venuta anche a lui quell’idea. Non potevano vivere solo di carne e soprattutto non potevano cacciare ogni giorno, avrebbero distrutto completamente la fauna del bosco altrimenti.
I due ragazzi si alzarono ed entrarono all’interno della loro casa mentre Apollon si stiracchiava stanco anche se non aveva fatto praticamente niente.
-come ci dividiamo per dormire?- chiese sempre Apollon indicando le due camere da letto presenti nella casa.
-io in quella dei miei genitori e tu in quella che era mia-
-mi stai dando la camera più piccola a posta?- Apollon incrociò le braccia al petto alzando un sopracciglio dubbioso.
-ovvio- rispose Will sorridendo, adorava quei momenti in cui Apollon iniziava a scherzare con lui. Sembravano due ragazzi normali e non dei spietati cacciatori di Elfi.
-che hai detto dopo che sono scappato?- chiese quasi in un sussurro il castano. Voleva sapere se il rosso era riuscito a fare qualche alleanza con Robert. La smorfia di Apollon gli fece tranquillamente capire che non avevano ottenuto niente.
-solo che staremo qui e alla larga da loro. Ci occuperemo solo della sicurezza del villaggio. Mi dispiace non essere riuscito a fare di più ma sai che non posso rivelare la mia identità a nessuno-
-lo so e non ti ho chiesto di farlo Apollon. Per il momento va bene così- Will cercò di fare un sorriso per poi infilarsi nella sua camera chiudendosi la porta alle spalle. Sapeva perfettamente che Apollon non poteva rivelare la sua vera identità. Un mezzo elfo non era visto bene ne tra gli umani e ne tra gli elfi, non voleva mettere nei guai il suo migliore amico solo per farsi credere dalla gente del suo villaggio.
Will si lasciò cadere sopra al grande letto matrimoniale della stanza solo dopo essersi tolto gli stivali. Non aveva minimamente voglia di spogliarsi completamente.
Il ragazzo una volta solo lasciò cadere qualche lacrima. Le parole di Meshach avevano fatto più male di quanto aveva fatto credere ad Apollon. Meshach era stato sempre nei pensieri di Will quando si trovava nella capitale. Voleva tornare da quello che ormai riteneva suo padre, ma mai avrebbe immaginato che l’uomo l’avrebbe trattato in quel modo freddo. A saperlo molto probabilmente avrebbe rinunciato subito a combattere per sopravvivere in quell’inferno. Si era fatto largo con le unghie e con i denti per poter ritornare a casa sano e salvo e non era servito a niente. La vita gli voleva solamente male.
Non solo aveva perso i suoi genitori quando aveva cinque anni ma aveva perso anche coloro che aveva iniziato a chiamare famiglia solo due anni dopo. Avrebbe mai avuto una famiglia? Probabilmente no.
Era grato ad Apollon di essere al suo fianco come suo migliore amico. Senza volerlo quel rosso antipatico era diventato la sua famiglia, l’unica che gli era rimasta come lui lo era per il ragazzo.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Era passata una settimana da quando i due cacciatori di Elfi erano arrivati a Bassekti ed erano sempre stati ai margini del villaggio. Non avevano interagito con nessuno dopo quel falò. Si erano fatti i fatti loro proprio come avevano promesso. Si erano limitati a controllare i dintorni e a coltivare quello che era diventato il loro orto. Ci voleva ancora parecchio tempo per riuscire a raccogliere qualcosa quindi si cibavano di erbe selvagge, stando parecchio attenti a quelle velenose. Non potevano di certo chiedere aiuto alle persone del villaggio.
-quello è fumo?- chiese Apollon mentre i due cacciatori stavano camminando per i confini del villaggio per controllare la situazione.
-si, tu resta qui io vado a vedere cosa sta succedendo- disse prontamente Will. Si ricordava perfettamente che in quella direzione c’era un altro villaggio e aveva seriamente paura che fosse appena stato attaccato. Non era un buona cosa visto che il prossimo poteva tranquillamente essere il loro.
-a piedi? Sei pazzo?- chiese Apollon alzando le sopracciglia scettico. Ci avrebbe messo più di un’ora andando a piedi.
-e con cosa? Non abbiamo niente!- protestò Will -fammi andare a vedere, stiamo perdendo tantissimo tempo in questo modo-
-al villaggio hanno dei cavalli possiamo chiederne in prestito uno- vedendo la faccia scettica di William il rosso continuò -lo so che non ci vedono di buon occhio, ma almeno tentiamo- e così dicendo il mezzo elfo di incamminò per il sentiero che li avrebbe portati al centro del villaggio. Appena arrivati notarono subito che il fumo non era passato inosservato agli abitati e che stavano già iniziando a parlare fra di loro preoccupati.
Apollon si schiarì la voce attirando così l’attenzione dei presenti e Robert parve davvero sorpreso di vederlo li.
-scusate l’intrusione, abbiamo visto il fumo e volevamo andare a controllare. Il problema è che siamo senza cavalli e quindi volevamo sapere se potesse prestarcene uno- disse prontamente il rosso sperando vivamente in un si.
-non se ne parla!- disse prontamente Robert.
-te lo avevo detto Apollon. Io vado- disse subito Will incamminandosi nuovamente verso il sentiero a passo svelto altrimenti avrebbe trovato veramente solo le macerie.
-ve lo avremmo riportato subito- disse piccato Apollon incrociando le braccia al petto e sbuffando.
-abbiamo pochi cavalli non possiamo rischiare di perderne qualcuno solo per controllare un po’ di fumo-
-un po’ di fumo che fino a pochi secondi fa vi spaventava a morte! Quando lo capirete che siamo qui solo per il vostro bene e non per altro? Spero solo che Will ritorni presto in caso di attacco perché io da solo non so quanto posso essere utile se si ritirano con uno squadrone!- Apollon voltò le spalle al capo villaggio senza aspettare una risposta dall’uomo e iniziò a salire sull’unica torre presente nel villaggio. Molto probabilmente serviva per controllare se arrivasse qualcuno dal centro del regno visto com’era disposta.
Apollon si mise li sopra cercando di scorgere il villaggio che stava andando in fiamme, ma senza successo visto che riusciva a vedere solo un’enorme nuvola nera e nient’altro. Sperava vivamente che gli Elfi non decidessero di attaccare in quel momento.
Aveva detto il vero infondo: senza Will non sarebbe riuscito a tenere a bada tanti elfi senza appoggiarsi proprio alla sua metà elfo che non voleva far uscire per nessuna ragione al mondo. Quella sua metà aveva portato solo guai: a lui e a sua madre. Sua madre che avrebbe fatto mille volte meglio a non credere a quelle parole d’amore dell’elfo che l’aveva messa incinta e soprattutto avrebbe fatto meglio a sbarazzarsi di lui invece di cercare di crescerlo in attesa dell’uomo che amava. Suo padre non si era mai fatto vivo alla fine e quello aveva logorato ancora di più la madre malata che alla fine era morta di malattia.
Apollon si era unito ai cacciatori di elfi solo perché avrebbe ricevuto del denaro per ogni mese che riusciva a superare la dentro. Con quei soldi aveva comprato le medicine della madre, ma anche quello non era bastato e la madre era morta quando lui aveva appena compiuto dodici anni, due anni dopo l’arrivo di Will nella capitale. Era stato solo grazie al castano che aveva deciso di continuare ad andare avanti.
La sua missione però era cambiata: doveva trovare suo padre e dirgli tutto quello che aveva fatto passare a lui e alla madre. Voleva fargli sapere tutto il dolore che gli aveva provocato e poi se ne sarebbe andato a crearsi una sua famiglia. Famiglia che non avrebbe mai abbandonato. Non avrebbe commesso gli stessi errori del padre.
Apollon sbadigliò per poi guardare sotto di se i cittadini. La maggior parte di loro parlavano fitto fitto tanto che nemmeno con il suo udito sviluppato riusciva a sentirli, ma era certo che parlavano di lui visto che guardavano nella sua direzione. Molto probabilmente non era andata a genio il fatto che si fosse messo la sopra, ma lui voleva solamente controllare la situazione.
Stava per scendere e cercare di calmare le acque quando si immobilizzò vedendo una carrozza che conosceva fin troppo bene andare dritta verso il loro villaggio.
Non era per niente il momento giusto per quella visita.
Il rosso allora non perse tempo e saltò subito giù dalla torre per poi correre verso Robert che lo guardò malissimo.
-prima di tutto quando parlo non mi…- il rosso non lo fece finire.
-stanno venendo altri cacciatori, probabilmente vogliono vedere come ce la stiamo cavando io e Will. Mi puoi dire il numero preciso di abitanti del villaggio?- chiese in agitazione. Sapeva il motivo preciso per il quale erano li: volevano sapere se in quel villaggio si nascondeva qualche elfo.
-siamo una trentina, non so dirti il numero preciso- disse l’uomo leggermente scocciato.
-e gli elfi? Quanti sono?-
-qui non ci sono elfi- Apollon alzò gli occhi al cielo. Sapeva perfettamente che c’erano degli elfi in quel villaggio.
-quanti siete togliendo gli elfi? Per favore!- tentò ancora Apollon sperando di non doveri contare quando sarebbero arrivati i cacciatori.
-siamo venticinque- si arrese alla fine Robert.
-grazie- rispose sinceramente Apollon. -fate nascondere tutti gli elfi, non li devono assolutamente vedere- disse poi il ragazzo correndo verso l’ingresso del villaggio.
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


-dov’è William?- furono queste le prime parole che disse Albert appena mise piede nella piazza del villaggio.
-un villaggio qui vicino è andato in fiamme e lui è andato a controllare- rispose Apollon cercando di rimanere il più calmo possibile.
-e tu ce la fai da solo?-
-certo che si, altrimenti non avrei mai mandato Will a controllare da solo-
-bene, allora qualche elfo infiltrato nella città?- l’uomo iniziò a guardarsi intorno, infondo il villaggio era così piccolo che non serviva nemmeno camminare per poter guardare tutte le case. La gente era fuori dalle proprie abitazioni a guardare con interesse e anche con disprezzo verso i nuovi arrivati.
-nessuno signore- rispose Apollon sperando che Albert non volesse controllare anche all’interno delle varie case, sarebbero stati spacciati in quel caso.
-meglio così, e quanti cittadini ci sono in totale?-
-venticinque-
-voglio parlare con il capo del villaggio.- Apollon annuì e portò l’uomo dritto verso Robert mentre sentiva uno degli altri cacciatori che contava le persone presento. Apollon sperava per Robert che fosse il numero corretto altrimenti sarebbe finita male. Sospirò di sollievo quando sentì il cacciatore confermare che erano veramente venticinque persone.
-sei tu il capo?- chiese Albert una volta arrivati perfettamente difronte a Robert mentre Apollon si era fatto da parte.
-si, cosa volete?- chiese acido l’uomo. Il rosso sospirò, quello non sarebbe mai cambiato e non avrebbe mai capito che rischiava la vita comportandosi in quel modo.
-spero stiate trattando bene i nostri ragazzi, loro stanno svolgendo un compito molto importante per il nostro re e devono essere trattati come dei nobili-
-ci stanno trattando benissimo Albert, non si preoccupi- Apollon anticipò Robert cosa che nessuno dei due uomini gradì.
-non sei stato interpellato Apollon- lo rimproverò Albert e il rosso abbassò la testa.
-ci stiamo impegnando il più possibile per trattarli bene- disse Robert lanciando un’occhiata interrogativa ad Apollon, perché quel ragazzo si stava inventando cose per niente vere?
-ottimo, torneremo tra qualche mese sperando che nessun elfo cerchi di inserirsi nel villaggio. Aspetto le vostre lettere- disse Albert sbadigliando. Si vedeva chiaramente che aveva completamente perso interesse per il villaggio visto che era tutto tranquillo.
Una volta che tutti videro la carrozza dei cacciatori di elfi andare via si riversarono nella piazza e tutti gli elfi uscirono dalle loro abitazioni.
-perché?- chiese alla fine Robert al rosso che era al suo fianco.
-ve lo abbiamo sempre detto che siamo qui solo per evitare che veniate massacrati dagli elfi- rispose Apollon a bassa voce mentre sentiva chiaramente su di se lo sguardo di tutti i cittadini.
-ma perché dei cacciatori di elfi dovrebbero aiutarci a nascondere degli elfi? Non ha minimamente senso!- continuò Robert.
-perché siamo stati entrambi costretti, in un modo o nell’altro ad essere ciò- rispose tranquillamente il ragazzo.
 
 
Will si guardava intorno sconvolto. Era arrivato troppo tardi e, nonostante ci fossero ancora le fiamme che lambivano le abitazioni, tutte le persone erano riverse a terra morte.
Il ragazzo si guardò intorno sconsolato: se solo avesse avuto un cavallo sarebbe arrivato subito e forse sarebbe riuscito a salvare qualcuno.
La cosa che lo faceva stare male era la presenza dei bambini riversi a terra. Quegli elfi non avevano nemmeno risparmiato quelle povere creature che non avevano commesso niente. Perché erano così spietati nei loro confronti?
Il castano fece avanti e indietro per il villaggio sperando di trovare ancora qualcuno che respirava: doveva assolutamente sapere cosa fosse realmente successo e da quale direzione fossero arrivati gli elfi. Era certo fossero stati loro anche perché le armi che erano vicino ai corpi erano di fattura elfica. Avevano studiato anche le armi degli elfi per poterli individuare più facilmente quindi non si sarebbe mai sbagliato.
Will si arrese e decise di tornare al suo villaggio. Non voleva perdere troppo tempo anche perché aveva paura potessero attaccare Bassekti.
Mentre stava andando verso il sentiero che lo avrebbe portato al suo villaggio notò un movimento alla sua destra, precisamente tra gli alberi della foresta che circondavano il villaggio.
Il castano andò velocemente in quella direzione cercando di fare meno rumore possibile. Una volta raggiunto il punto nel quale aveva visto il movimento, ma non si trovava nessuno. Il castano si guardò intorno in cerca di qualche indizio che gli dicesse di non essersi immaginato quel movimento perché sapeva perfettamente di aver visto qualcuno muoversi. Poteva essere un elfo rimasto a controllare che tutte le persone fossero morte.
Controllò per cinque minuti ma alla fine non trovò niente quindi decise di andarsene non riuscendo a trovare nessuno. Fu allora che notò su un ramo difronte a se una piccola stoffa di colore azzurro. Cercando di non farsi notare alzò lo sguardo fino a quando non vide la persona che stava cercano. L’elfo gli dava le spalle e stava guardando verso il villaggio, molto probabilmente lo stava cercando li. Il pezzo che scendeva dal ramo faceva parte della sua maglia che era stata leggermente strappata.
Will sorrise e con calma si avvicinò all’elfo per poi saltare e afferrare di colpo l’elfo facendo cadere rovinosamente a terra entrambi.
In quel momento Will si accorse anche che non era una ragazza come aveva precedentemente pensato per via dei lunghi capelli biondi, ma un ragazzo e anche parecchio carino.
L’elfo cercò di sgusciare dalla sua presa, ma senza successo visto che Will lo stava tenendo fermo con tutta la sua forza.
-cosa volete ottenere attaccando i villaggi?- chiese il castano liberando la bocca del ragazzo per farlo parlare.
-io non ho attaccato nessuno! Ero qui per caso- rispose lui cercando ancora di liberarsi visto che aveva chiaramente capito di essere nelle grinfie di un cacciatore di elfi.
-sai che non ti credo? Soprattutto per la tua maglia strappata-
-ti dico che non sono stato io!-
-ne riparleremo lontano da qui- gli disse Will all’orecchio facendo tremare l’elfo tra le sue braccia

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Julian guardava il castano che lo stava trascinando in un luogo che lui non conosceva. Il cacciatore lo aveva legato molto velocemente e lui nemmeno se ne era accorto, fino a quando non aveva cercato di sgusciare fuori dalla presa del castano e si era ritrovato con le braccia legate intorno al busto.
Si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato e adesso stava rischiando la sua vita. Lo scappare di casa era stata solo una bravata che aveva fatto dopo aver saputo che suo padre gli stava organizzando il matrimonio.
Aveva minacciato più volte i suoi genitori di scappare e alla fine lo aveva fatto con la conseguenza di essersi cacciato in un mare di guai. Stava rischiando la sua vita solo perché non voleva sposarsi, poteva andare meglio di così?
Era arrivato in quel villaggio in fiamme solo perché aveva sentito delle grida e voleva aiutare la gente, non voleva fare niente di male. Quando era arrivato però aveva visto due elfi che stavano finendo di uccidere le ultime persone ancora in vita. Senza pensarci nemmeno si era buttato in mezzo per salvarle, ma l’elfo (che non era riuscito a riconoscere) lo aveva spinto via. Era stato così che molto probabilmente gli si era strappata la maglia e si era fatto scoprire da quel cacciatore che lo riteneva responsabile della distruzione del villaggio.
Per colpa di quella spinta era anche svenuto per aver sbattuto la testa. Era rinsavito quando ormai non c’era più niente da fare. Era riuscito appena in tempo a nascondersi quando era arrivato il cacciatore e credeva anche di essere riuscito ad evitare di essere visto, ma non era andata come voleva e ora si ritrovava in quella situazione di merda.
Camminarono per un bel po’ e Julian iniziava a sentire le gambe dolere questo perché non si era minimamente fermato da quando era scappato, doveva riposarsi quella sera ma le cose non erano andate per il verso giusto.
Soltanto quando veramente il biondo stava per mettere in atto uno svenimento per farsi portare in spalla arrivarono ai margini di un villaggio simile a quello dal quale erano partiti.
-questa non mi sembra la capitale. Non hai intenzione di uccidermi?- chiese Julian più che altro per capire le intenzioni del castano che era stato in silenzio per tutto il tragitto.
-siamo lontani un giorno di carrozza dalla capitale. Poi mi servi come ostaggio nel caso i tuoi amici attacchino il villaggio- gli rispose Will ed era la verità. Poteva tranquillamente usare quell’elfo come arma di scambio. Almeno il villaggio sarebbe stato al sicuro per altro tempo, poco ma sempre meglio di niente. E po voleva assolutamente capire il perché di quegli attacchi.
-quindi non hai intenzione di uccidermi?- chiese leggermente felice l’elfo.
-se dai fastidio ti tolgo dai piedi senza pensarci- borbottò Will a voce abbastanza alta da farsi sentire dal biondo che annuì anche se il castano non poteva vederlo.
Appena misero realmente piede all’interno del villaggio tutti gli sguardi furono puntati su di loro e Apollo corse immediatamente verso il suo migliore amico.
-allora cos’è successo?- chiese prontamente il rosso non degnando di uno sguardo l’elfo biondo.
-attacco degli elfi, sono arrivato troppo tardi ed erano già tutti morti. In compenso ho trovato lui- rispose Will tirando la corda e quindi tirando anche Julian che si trovò così perfettamente difronte al rosso.
-è uno degli artefici dell’attacco?-
-si trovava li quindi sono più che sicuro che centri qualcosa- gli disse Will facendosi passare una mano tra i capelli leggermente sudati per il lungo cammino.
-io non ho fatto niente! Ero li per aiutare- protestò Julian, aveva intravisto qualche elfo nella città e di certo non voleva farsi credere dalla parte di quei pazzi che attaccavano i villaggi al confine.
-certo, un elfo che aiuto degli umani perché sono attaccati da altri elfi. Sai che sei poco credibile?- disse Apollon tra le risate. Julian lo guardò male, non gli piaceva per niente quel rosso.
-che mi dici di te? È successo qualcosa mentre ero via?-
-Albert ha fatto la sua visita a sorpresa, ma niente di grave. Sono riuscito a tenerlo a bada- Apollon sorrise cosa che rassicurò molto Will. Quel sorriso significava che era andato tutto bene e i cittadini avevano seguito le sue indicazioni.
-meglio così. Ha detto qualcosa per la mia assenza?-
-gli ho spiegato dov’eri e non ha fatto troppe storie- Will annuì felice che Albert non avesse fatto macelli come suo solito. Loro dovevano assolutamente fare in modo che i cittadini di Bassekti gli credessero e Albert non era la persona migliore per fare ciò, anzi peggiorava solo la situazione.
-okay adesso dobbiamo solamente portare l’elfo in casa, non voglio interrogarlo davanti a tutti- questa volta fu il turno di Apollon per annuire e i due cacciatori, ovviamente seguiti da Julian, si incamminarono verso la loro abitazione e nessuno del villaggio li fermò per chiedere informazioni. Probabilmente avevano capito che non c’era stato niente da fare.
Julian passò tutto il tempo del tragitto cercando di incrociare gli occhi di qualcuno degli elfi li presenti e quindi farsi aiutare da loro visto che aveva realmente paura di poter essere nelle grinfie di quei due cacciatori. Per sua sfortuna però nessuno prestava più attenzione a loro e quindi il ragazzo si ritrovò in una casa di legno insieme ai due cacciatori che lo guardavano aspettando molto probabilmente un suo qualche segno di voler parlare. Julian però non aveva niente da dire a quei due quindi mantenne tranquillamente la bocca chiusa.
-perché attaccate i villaggi? Se volete prendervela con qualcuno potete farlo con i cacciatori e non con gente innocente, soprattutto non con i bambini- furono le parole che disse Apollon quando si accorse che il biondo non aveva minimamente intenzione di parlare per primo.
-io non ho fato niente come cazzo lo devo dire?- si infuriò Julian. Non riusciva più a capire cosa dovesse fare per farsi credere da quei ragazzi. Lui voleva vivere.
-allora cosa ci facevi li? E perché ti stavi nascondendo?- chiese allora William sedendosi sopra al tavolo della cucina. Apollon era in piedi al suo fianco.
-perché siete cacciatori di elfi è normale nascondersi da voi-
-ma non ci hai detto cosa ci facevi li- fece notare Apollon.
-sono scappato da casa e stavo cercando rifugio- Julian si decise a dire la verità sperando di essre ripagato per quello.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


-rimarrai qui come merce di scambio in caso di attacco- William disse quelle parole incrociando le braccia mentre Julian sgranava gli occhi sempre più sconvolto.
Dopo che aveva esposto le sue ragioni aveva sperato di poter essere lasciato in pace da quei due cacciatori ma mai avrebbe immaginato che dopo mezz’ora ancora legato il castano gli dicesse quello.
-non se ne parla!- gridò, doveva farsi assolutamente valere.
-qui siamo noi a decidere e noi dobbiamo salvaguardare il nostro villaggio- Apollon guardava i due ragazzi alteratamente sapendo sfortunatamente che si sarebbero presi a parole di li a poco.
-ma io non valgo niente quindi non vi servirà a niente tenermi qui!- mentì il biondo. Non sapeva chi fosse ad attaccare i villaggi degli umani, ma qualunque elfo si sarebbe fermato al solo vederlo.
-sempre meglio che lasciarti andare via non sapendo se stai veramente dicendo la verità. È una questione di sicurezza-
-almeno slegatemi! Mi fanno male le braccia- una volta slegato aveva intenzione di scappare. Non sarebbe rimasto in quella casa come ostaggio per altro tempo.
-no- mentre William ringhiava quel no Apollon andò ad aprire la porta avendo sentito qualcuno bussare.
Quando aprì la porta sgranò gli occhi trovandosi difronte Meshach.
-posso entrare?- chiese l’uomo e il rosso si fece da parte lasciando entrare l’elfo che lo guardò con le sopracciglia alzate quando sentì chiaramente gli altri due ragazzi presenti nella casa litigare furiosamente. -sono qui per parlare con William-
-te lo vado subito a chiamare anche perché ho la brutta sensazione che se non li divido succede un massacro- disse il rosso cercando di far ridere l’uomo con quell’ultima frase, ma non ottenne l’effetto sperato quindi andò in cucina e trascinò di peso il castano nel salotto per poi andare lui stesso a rinchiudersi in cucina con l’elfo biondo.
-Meshach- disse Will quando si accorse della presenza dell’uomo.
-cosa hai intenzione di fare con quel ragazzo?- chiese prontamente l’uomo.
-sei venuto qui solo per questo?- Will quando l’aveva visto aveva sperato in qualcosa di più anche perché Apollon gli aveva spiegato per filo e per segno quello che era successo durante la sua assenza.
-si, voglio impedire che un ragazzo venga ammazzato per qualcosa che non ha fatto-
-io non ho intenzione di ammazzare quell’elfo adesso. Mi serve come arma di scambio nel caso di un attacco!- protestò il castano. Perché Meshach lo stava accusando di una cosa che non aveva intenzione di fare. Okay aveva minacciato il biondo ma solo perché quell’elfo lo faceva esaurire.
-non sembra da come stavate litigando prima e anche per tutto quello che hai detto appena arrivato. Per un solo momento avevo veramente pensato che tu potessi essere davvero dalla nostra parte dopo quello che aveva fatto il tuo amico, ma era solo un modo per faci abbassare la guardia e…-
-ma non è vero! Mi innervosisco facilmente questo è vero ma non arriverei mai a tanto! Non sono un mostro- gridò il ragazzo interrompendo l’uomo.
-lascia andare quell’elfo e forse inizierò a crederti- William lo guardò cercando nello sguardo dell’uomo un qualche segno che stesse scherzando, ma non ce ne erano.
-non posso, davvero voglio solo aiutarvi- disse in un sussurro il castano sapendo che quella decisione gli avrebbe impedito di poter riprendere il rapporto con quella che era stata la sua famiglia.
-non ho più niente da dirti allora- Meshach sospirò prima di andare via da quella casa mentre William stringeva i pugni arrabbiato.
Tornò a passo di marcia in cucina dove Apollon lo guardò interrogativo soprattutto perché vedeva chiaramente il suo stato ma Will non aveva intenzione di parlare, anzi doveva assolutamente sfogarsi e per farlo prese in un coltello e due lepri che avevano preso quella mattina e iniziò a tagliarle per la rabbia.
-allora mi volete liberare?- chiese insistentemente Julian. Aveva cercato di contrattare con il rosso, ma era stato irremovibile quindi voleva nuovamente cercare di infastidire il castano per farsi liberare per l’esasperazione.
Vide chiaramente il rosso lanciargli un’occhiata che sapeva molto di “stai zitto se ci tieni alla pelle” ma non lo considerò minimamente alzandosi e andando verso il castano e porgendogli le braccia per essere liberato.
William guardò prima le braccia del ragazzo per poi mettere i suoi occhi ambra in quelli azzurri dell’altro. Il castano non ci mise molto a fare un movimento con il braccio destro e Julian sgranò gli occhi non appena sentì il sangue iniziare a scendere dal taglio che il castano gli aveva appena fatto sulla guancia.
-sparisci dalla mi vista se non vuoi morire- gli sussurrò poi per ritornare ad occuparsi delle lepri senza pulire nemmeno la lama dal sangue dell’elfo.
Apollon capendo la situazione trascinò di peso il ragazzo fuori dalla stanza. Fu solo allora che Julian si accorse che il cacciatore non gli aveva ferito solo la guancia: sul lato destro erano stati tagliati anche i capelli. Le ciocche più corte non arrivavano nemmeno sotto l’orecchio e si accorse di ciò solo perché portò le mani a controllare la situazione.
-ma io lo ammazzo! Ci ho messo anni a farli crescere- disse il ragazzo in pura ira mentre si girava nuovamente verso la cucina per essere bloccato nuovamente dal rosso.
-ti prego no. È incazzato nero e ti avevo fatto intendere di non stressarlo. Se adesso vai li peggiori solamente le cose- il rosso riuscì a trascinarlo nella sala principale della casa e farlo sedere.
-non aveva nessun diritto di tagliarmi i capelli!-
-si okay, ma non dovevi comunque infastidirlo. Se vuoi ti aiuto con i capelli-
-no, dimmi dove posso farlo e li sistemo io- sussurrò Julian arrendendosi. Avrebbe aspettato un altro giorno prima di scappare da quella casa.
Il rosso lo portò nel bagno della casa per poi prendergli le forbici, non prima di avergli sciolto le corde e poi lo lasciò solo. Solo ma non del tutto visto che si posizionò perfettamente dietro la porta del bagno.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Julian si stava guardando allo specchio con sguardo triste. Non aveva i capelli così corti da quasi cinque anni e per lui era stata davvero dura tagliarseli tutti ma non poteva restare con quei capelli.
Sospirò e decise di uscire dal bagno senza guardare i suoi capelli che aveva lasciato rigorosamente a terra e si spaventò quando vide davanti a se il rosso che lo guardava.
-sei rimasto qui tutto il tempo?- chiese Julian riprendendosi dallo spavento.
-ovviamente. Potevi decidere di scappare da un momento all’altro-rispose l’altro con un’alzata di spalle.
In quel momento passò di li William con le mani sporche e lanciò un’occhiataccia a Julian prima di entrare nel bagno per lavarsi le mani.
-perché non è legato?- chiese al castano al rosso mentre prendeva i capelli biondi da terra, come aveva anche fatto poi in cucina, e li buttava fuori dalla piccola finestra presente nel corridoio e che tenevano aperta per tutto il giorno.
-doveva tagliarsi i capelli e con le mani legate è praticamente impossibile- gli rispose Apollon sperando che il suo migliore amico si fosse leggermente calmato.
William annuì prima di entrare nella sua camera ed uscire poco dopo con una catena che agganciò velocemente alla caviglia sinistra dell’elfo per poi mettere l’altra estremità attaccata alla trave che si trovava precisamente al centro della casa.
-in questo modo puoi muoverti in tutte le direzioni senza avere la possibilità di scappare- disse William tenendo rigorosamente stretta nelle sue mani la chiave della catena. Fu così che Julian vide definitivamente finire le sue possibilità di fuga. Non sarebbe mai riuscito a rompere quella catena.
-che cazzo ci faceva una catena in camera tua?-
-era nella sacca che ci hanno dato nella capitale mica mi porto le catene appresso!- si difese William per poi rivolgersi all’elfo -come ti chiami? Non possiamo di certo continuare a chiamarti elfo-
-Julian- rispose sinceramente il biondo, non perché volesse ma perché non aveva pensato minimamente a dare un nome falso ai due cacciatori di elfi.
-bene da oggi ci darai anche una mano con il cibo e dormirai in camera con me-
-manco morto! Non ci dormo con te e nemmeno con lui- scattò subito il biondo. Era sempre stato abituato a dormire in un’enorme camera da solo e mai si sarebbe sognati di condividere il letto con uno di quei due cacciatori.
-allora dormirai per terra qui- disse tranquillamente Will con un’alzata di spalle. Se l’elfo non aveva intenzione di dormire con loro non erano mica fatti suoi se il ragazzo dormiva a terra.
-cosa? No! Non posso dormire a terra-
-senti ne io ne Apollon abbiamo intenzione di cedere il nostro letto quindi o dormi con uno dei due oppure a terra. È tua la decisione-
-va bene dormirò a terra- si arrese Julian. Non avrebbe mai dormito con uno dei due anche sa aveva decisamente bisogno di un letto comodo sul quale riposarsi.
-bene allora-
La conversazione finì li e i due cacciatori uscirono dalla casa lasciando Julian completamente da solo e allo stesso tempo spaesato. Cosa doveva fare? Stare seduto li a non fare niente dalla mattina alla sera?
Nel mentre Will e Apollon erano arrivati nell’orto per controllare la situazione.
-come stai?- chiese subito il rosso al suo migliore amico. Aveva sentito poco e niente di quello che lui e Meshach si erano detti.
-uno schifo. Meshach mi ha praticamente ricattato!- sbuffò il castano passandosi una mano sulla faccia e facendo si che di sporcarsi con la terra che aveva spostato per controllare l’orto.
-cosa voleva?- chiese Apollon cercando di capire cosa avesse chiesto di impossibile Meshach.
-voleva che liberassi il biondino e solo così mi avrebbe considerato veramente dalla loro parte-
-e tu hai detto che non lo avresti fatto- continuò per lui il rosso sbuffando. Odiava quella situazione.
-ha detto anche che ci stava credendo alle nostre buone intenzioni ma che ho praticamente rovinato tutto. Non ci vorranno mai tra i piedi!-
-facciamo un patto Will- disse dopo qualche minuto di silenzio Apollon. Gli era venuta un’idea in mente, ma aveva davvero paura che al castano non potesse andare bene.
-parla-
-se entro due mesi il villaggio non verrà attaccata lasceremo andare Julian. Non possiamo tenerlo prigioniero a vita- Apollon vide chiaramente che Will non era d’accordo con la sua idea e quindi si sorprese quando il ragazzo annuì.
-non posso permettere che ci odino a vita dopo quello che hai fatto per farli stare dalla nostra parte. Non mi piace come cosa, ma dovrò farla- Apollon sorrise a quelle parole e gli venne un’altra idea che disse immediatamente all’amico:
-perché non provi ad essere gentile con Julian?-
-perché mai dovrei fare una cosa del genere?- chiese leggermente irritato William, non aveva nessuna intenzione di essere gentile con quello li.
-perché così la smettete di litigare. Ora fila dentro e curagli il taglio che gli hai fatto sulla guancia-
-COSA? PUÒ FARE TRANQUILLAMENTE DA SOLO!-
-no Will, sarai tu ad aiutarlo in cambio io preparo la cena- e senza attendere risposta Will rientrò in casa lasciando il castano da solo con la consapevolezza che doveva fare quello che l’amico gli aveva detto. Non era mai riuscito a dire no ad Apollon.
Will entrò in casa e vide che l’elfo si era seduto con la spalla appoggiata alla trave dove era agganciata la catena e subito lo raggiunse.
-seguimi- gli disse soltanto per poi andare in bagno sentendo chiaramente le catene che si muovevano, segno che anche il ragazzo si stava muovendo, e prese la scatola con le erbe medicinali che si erano portati dalla capitale per qualunque evenienza aprendola.
Will con molta delicatezza prese due bastoncini di legno e poi aprì lo scatolino con le erbe e, una volta prese anche quelle con i due bastoncini, si girò verso l’elfo. Il biondo lo guardava tra il confuso e lo spaventato e la sua faccia si fece più spaventata quando Will gli prese il viso con la mano sinistra per tenerlo fermo. Poggiò subito dopo le erbe sul taglio e Julian gemette per il dolore improvviso.
-finisco subito non ti preoccupare- gli disse in un sussurro Will.
 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


-per una cavolo di volta volete farmi dormire in un letto normale? la mia schiena mi sta implorando!- protestò Julian mentre tagliava le verdure che i due cacciatori erano riusciti a trovare nella foresta e questa volta per fortuna erano commestibili.
Il loro orto aveva bisogno di ancora un po’ di tempo prima di iniziare a dargli le verdure e quindi si cimentavano a trovare qualcosa da mangiare nella foresta anche se non andava a finire sempre bene. Julian era stato costretto a rimproverarli più volte visto che la maggior parte delle erbe che raccoglievano i due erano velenose e una volta aveva anche proposto di andare con loro, ma Will gli aveva detto un no secco.
In quelle tre settimane dopo la sua cattura non c’erano stati litigi grossi, a parte qualche scaramuccia visto che Julian amava stuzzicare Will, e i due cacciatori lo avevano trattato anche abbastanza bene tralasciando il fatto che non poteva muoversi da quella casa e che soprattutto non gli avevano ancora permesso di dormire in un letto decente.
-se vuoi dormire con uno di noi due allora si, altrimenti la sai la risposta- gli disse subito Will mentre spargeva del sale sulla carne che aveva tagliato in più. Quella l’avrebbero conservata per il giorno dopo come facevano sempre.
-io non dormo con altre persone! Cosa cazzo ti cambia se per una stramaledettissima sera sei tu quello che dorme a terra?- chiese l’elfo esasperato. Se avesse saputo a cosa andava incontro una volta scappato di casa non l’avrebbe mai fatto. Anche a costo di sposarsi con quel damerino da quattro soldi come voleva il padre.
-senti io ho dormito per anni su letti fatti di solo legno quindi adesso non ho nessuna intenzione di cedere il mio materasso ad altri e la stessa cosa vale per Apollon quindi o ti decidi a dormire con uno dei due o continuiamo così- Will non lo guardò nemmeno quando disse quelle parole e Julian sbuffò arrendendosi. Non avrebbe mai dormito con nessuno dei due era una promessa che si era fatto e non l’avrebbe mai infranta.
-Will!- sia il castano che il biondo si girarono verso Apollon che era appena entrato nella stanza con una lettere in mano.
-cosa dice?- chiese preoccupato il castano riconoscendo la carta della lettera: era quella che usavano i cacciatori di elfi per le convocazioni ufficiali.
-dobbiamo tornare alla capitale perché ci devono dare altre informazioni. E dobbiamo farlo subito- William sbuffò. Non voleva assolutamente lasciare il villaggio in quel momento visto che gli elfi potevano approfittarne per attaccare il villaggio, ma gli ordini erano ordini.
-dimmi che possiamo partire domani mattina e non questa sera- provò a chiedere il ragazzo. Non voleva assolutamente perdere ore di sonno pe cavalcare, sempre se i cittadini del villaggio avessero intenzione di prestargli almeno un cavallo.
-questa lettera ci è arrivata con due giorni di ritardo e non abbiamo tempo da perdere- gli disse Apollon prendendo un panno e mettendo un po’ della carne che William aveva messo sotto sale e poi la mise in una sacca che aveva portato in cucina insieme alla lettera.
-quindi mi lascerete qui da solo?- chiese Julian confuso da quella situazione.
-non possiamo portarti con noi visto che gli altri ti ammazzerebbero senza pensarci un secondo- gli rispose Apollon con un’alzata di spalle per poi mettersi la sacca sulla spalla. -andiamo-
-ehi! Almeno liberatemi, non posso restare in casa per tutto il giorno senza cibo!- protestò Julian. Quella poteva essere finalmente la possibilità di fuga che sperava da settimane.
-in casa c’è molto cibo non hai bisogno di uscire per trovarlo. Ritorniamo tra tre, massimo quattro giorni- disse Will incamminandosi verso la porta seguito a ruota da Apollon.
Fu così che Julian vide sfumare anche quella possibilità di fuga. I due cacciatori non si sarebbero fatti fregare in quel modo.
La cosa buona di quella situazione era non avere tra i piedi quei due e soprattutto poteva finalmente dormire in un letto, tanto nessuno poteva dirgli niente.
 
-aspetta un po’- disse Will al rosso mentre andava spedito verso Gwen che era seduta sulle scale della sua casa.
Appena la bionda vide arrivare Will si alzò di scatto pronta a rientrare in casa non volendo assolutamente parlare con il ragazzo.
-aspetta ti prego- disse lui raggiungendola in due falcate e prendendole un polso per non farla scappare in casa.
-cosa vuoi? La mia vita?- chiese lei acida.
-certo che no! Io e Apollon siamo stati convocati nella capitale e staremo via per qualche giorno quindi volevo dirvi di stare attenti e volevo chiederti se ogni tanto potevi andare a fare compagnia a Julian- il ragazzo lo disse con calma e a bassa voce. Aveva fatto quella proposta alla ragazza perché non voleva lasciare da solo l’elfo per tutto quel tempo e non si fidava ancora a lasciarlo libero.
-perché non lo avete liberato allora?- chiese lei togliendo il suo polso dalla presa ferrea del castano.
-perché scapperebbe sicuramente! Per favore non ti sto chiedendo di sposarlo, ma di tenergli compagnia- tentò ancora il castano sperando in un si della ragazza.
-e va bene, ma non mi prenderò la responsabilità delle sue azioni-
-grazie mille Gwen. Torneremo subito e soprattutto state attenti nel caso di qualche attacco- il ragazzo voleva anche lasciare un bacio sulla guancia di Gwen, ma non lo fece perché sapeva perfettamente che la ragazza lo avrebbe allontanato subito.
Will scese velocemente le scale e raggiunse subito Apollon che fece un cenno con la mano alla ragazza ma lei si girò senza degnarli di uno sguardo.
-mi odia- disse il rosso sbuffando.
-è ovvio visto che tu cerchi solo avventure e non sei per niente serio- gli rispose Will incrociando le braccia al petto.
-ehi io sarò serio solo quando troverò la donna giusta per me ma comunque non voglio impedirmi di fare qualcosa, e io non tocco una donna da mesi-
-qui nessuno ti accontenterà, fattene una ragione-
Apollon annuì mentre prendeva per le redini i due cavalli che era riuscito a farsi avere da Robert mentre Will parlava con Gwen e ne diede uno a Will che sorrise mentre ci saliva sopra.
-andiamo-
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Julian sorrise mentre si stiracchiava. Aveva dormito nella stanza di William e la sua schiena aveva ringraziato. Il letto non era grande come il suo, ma comunque potevano starci comode due persone.
Il biondo decise di stare ancora un al letto infondo doveva godersi quei giorni senza i due cacciatori in giro e soprattutto non aveva niente di meglio da fare.
Ma nemmeno il tempo di pensare ciò che sentì dei colpi provenire dalla porta. Chi diavolo poteva essere a quell’ora?
L’elfo si alzò e andò ad aprire la porta pronto a gridare contro chiunque era andato a disturbarlo ma sgranò gli occhi quando si ritrovò davanti a una ragazza dai ricci capelli biondi che gli sorrise subito prima di farsi strada nella casa.
-chi sei?- chiese il ragazzo, non si ricordava di averla vista in giro in giorno che era arrivato.
-sono Gwen e sono come te non ti preoccupare- la bionda si scostò una ciocca di capelli facendo vedere al ragazzo le orecchie a punta che la indicavano come elfo.
-okay, ma cosa ci fai qui?-
-Will mi ha chiesto di farti compagnia, ma io voglio sfruttare l’occasione per aiutarti a scappare.- gli disse sinceramente Gwen cosa che fece sorridere Julian.
-ti ringrazio ma non posso scappare adesso. Sono legato con una catena ed è William ad avere le chiavi- Julian indicò la catena e Gwen si rabbuiò.
-stronzo bastardo che non è altro. Sicuro che se la sia portata appresso?- chiese Gwen che non voleva credere che il castano se ne fosse andato senza lasciare la chiave da qualche parte.
-si, la tiene al collo legata con una corda. Non la lascia mai- Julian sapeva perfettamente che il castano non si toglieva quella chiave manco per farsi una doccia. aveva cercato più volte di toglierla dal collo del ragazzo senza ovviamente avere successo.
Will se si era accorto dei suoi tentativi falliti non ne aveva fatto parola.
-non hai mai provato a prenderla mentre dorme?- Julian sgranò gli occhi, non aveva mai pensato a quella possibilità e solo in quel momento si diede dello stupido. Poteva far finta di dormire insieme al castano e poi rubargli la chiave e scappare. Perché non ci aveva pensato prima?.
-non ci avevi pensato vero? Vabbè, ormai io sono inutile qui. Appena ritornano gli prendi la chiave e te ne vai- la ragazza alzò le spalle e fece per andarsene. Julian la bloccò.
-perché non resti un altro po’? Mi farebbe piacere parlare con qualcuno come me- Gwen sorrise al ragazzo e ritornò indietro sui suoi passi.
-allora com’è vivere nel regno degli elfi? Sai io sono nata qui e non ho mai visto il regno-
-la città è fantastica, ma non è tanto diverso da qui per quanto ho visto-
-quindi anche voi avete i cacciatori degli umani che danno fastidio?- chiese Gwen ridendo e facendo ridere anche il ragazzo.
-certo che no! Noi abbiamo solo la guardia reale e gli assassini che sono al comando del re- le spiegò il biondo mettendosi una ciocca di capelli corti dietro l’orecchio a punta.
-e che cosa fanno gli assassini di preciso?- chiese curiosa Gwen. Non pensava ci fossero nel regno degli elfi.
-elimina qualcuno di pericoloso o cose così- rispose il ragazzo con un’alzata di spalle. Solo il re sapeva con precisione cosa facevano veramente gli assassini. Nemmeno lui sapeva il loro vero compito.
-capisco. Deve essere fico essere uno di loro-
-fare molto movimento fisico non è nelle mie vene-
-quindi qui stai bene no? Pigrizia assoluta!- i due elfi scoppiarono nuovamente a ridere.
-be’ mi danno lavoro da fare anche qui quindi non è proprio pigrizia assoluta- Julian sospirò non gli davano molto da fare, doveva solo pulire e tagliare verdure, ma comunque era uno noia mortale, soprattutto quando i due andavano a cacciare.
-ti hanno mai dato l’impressione di volerti uccidere? Voglio solo sapere come si comportano in generale per cercare di capire se stanno veramente dalla nostra parte oppure no-
-ogni tanto litigo con William, ma è una cosa più che normale. Però quelle poche volte che non litighiamo mi trattano entrambi abbastanza bene e mi posso lamentare solo del fatto che sono in catene- il ragazzo prese la lunga catena che lo teneva legato a quella casa e iniziò a giocarci. Era il suo passatempo quando non aveva niente da fare.
-io credo invece che devi protestare! Sono ormai tre settimane che sei qui e non hai fatto niente di male. È tuo dovere poter andare in giro per la casa e soprattutto uscire fuori da qui. Da quanto tempo non vai all’aria aperta?-
-non esco da quando mi hanno portato qui. Non credo si fideranno mai di me-
-so che mio padre aveva minacciato Will per lasciarti libero, ma lui ha detto no- Julian sgranò gli occhi sorpreso.
-quando e soprattutto con cosa lo ha minacciato?-
-il giorno in cui ti hanno portato qui per la prima volta- gli disse Gwen e fu in quel momento che Julian si ricordò di come ad un certo punto William era sparito e poi era ritornato super incazzato tagliandogli poi i capelli.
-e con cosa lo ha minacciato? Ovviamente se lo sai o se puoi dirlo ovviamente- Gwen sospirò.
-prima di diventare un cacciatore viveva con noi. Lo avevamo accolto dopo la morte dei suoi genitori e io e lui eravamo molto legati. Poi un giorno venne scelto per andare nella capitale e non abbiamo più avuto sue notizie fino a quando non ce lo siamo visti arrivare con la divisa da cacciatore di elfi. Ovviamente lo abbiamo allontanato. Mio padre gli aveva detto che avrebbe creduto nelle sue buone intenzioni solo se ti avesse liberato-
-e lui non lo ha fatto. Ecco perché era incazzato nero- sussurrò il ragazzo non immaginando minimamente come Will fosse diventato un cacciatore dopo che una famiglia di elfi lo aveva accolto a braccia aperte.
Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Gwen era rimasta per tutto il giorno insieme a Julius e lo aveva lasciato solo per la cena visto che aveva pranzato anche con il ragazzo e non voleva assolutamente far preoccupare troppo i suoi genitori.
Julian quindi in quel momento era da solo e si era appena sdraiato sopra al letto di Will.
Dopo che Gwen se ne era andata aveva cercato per tutta la camera del castano sperando che avesse lasciato la chiave da qualche parte, ma non aveva trovato niente e quindi aveva deciso di riposarsi sul letto. Almeno voleva godersi quel piccolo privilegio per quei pochi giorni di assenza dei due. Poi avrebbe dormito una notte insieme a William per prendere la chiave e finalmente scappare da li.
Sarebbe tornato a casa e avrebbe accettato tutte le scelte del padre. Non voleva trovarsi nuovamente in una situazione del genere.
Stava per addormentarsi cullato dalla morbidezza del materasso dove si era appoggiato tanto che non sentì subito i colpi alla porta. Se ne accorse solo quando i colpi divennero tanto insistenti e l’elfo allora si alzò controvoglia cercando di non inciampare nella catena che gli si era attorcigliata intorno alla gamba per quanto si era mosso nel letto.
Quando aprì la porta pronto ad inveire contro colui che aveva osato disturbarlo proprio mentre si stava addormentando si pietrificò e le parole gli morirono in bocca. Non si sarebbe mai aspettato di vedere davanti alla porta proprio Valdez. Anche Valdez parve parecchio sorpreso di vederlo all’inizio ma poi sorrise.
Julian invece non riusciva minimamente a capire perché l’uomo si trovasse li e soprattutto perché avesse bussato proprio a quella porta.
-cosa ci fai qui, anzi cosa ci fate qui?- chiese Julian notando in quel momento che non c’era solo Valdez davanti alla porta.
-dovremmo chiederlo noi a voi non trovate vostra altezza? Stiamo solo eseguendo gli ordini di vostro padre- disse con tranquillità Valdez entrando in casa senza che Julian potesse impedirglielo.
-in che senso ordini di mio padre?- chiese il ragazzo non capendo, poi un’idea gli passò per la testa. -aspettate un attimo siete voi che attaccate i villaggi di umani?-
-certo che si-
-ma queste persone non hanno fatto niente? Perché ve la prendete con loro?- chiese il biondo andando su tutte le furie. Tutti quei morti innocenti alla fine erano veramente colpa sua.
-perché nascondono elfi fuggitivi proprio come te e soprattutto bisogna colpire al punto più debole di un paese quando si vuole attaccare-
-non vi permetterò di fare del male a questa gente!- si impose Julian.
-e come visto che siete legato?- Julian si morse le labbra pensando a cosa dovesse fare per impedire di distruggere quel villaggio.
-io sono il principe e quindi posso impedirvi tranquillamente di attaccare questo villaggio-
-mi dispiace ma noi accettiamo solo gli ordini del re e poi voi siete ritenuto un traditore quindi non avete il minimo diritto di parola- il principe sgranò gli occhi. Non credeva che scappare in quel modo potesse essere considerato un traditore.
-cosa posso fare per impedirvi di attaccare questo villaggio?- Julian lo chiese solo dopo averci ragionato un bel po’. Non voleva assolutamente che quella gente venisse annientata visto che era buona e soprattutto lo avevano cercato di togliere dalla presa ferrea dei due cacciatori. Si, si era accorto dei vari tentativi di alcuni dei cittadini di portarlo via da quella casa e gli era davvero grato. Non poteva permettere e quegli uomini di distruggere quel villaggio. Era la merce di scambio secondo William e si sarebbe comportato da tale.
-farete tutto quello che vogliamo quindi?- chiese Valdez che sembrava davvero sorpreso per quelle parole.
-certo, ovviamente se voi mi garantirete che non verrà torto nemmeno un capello a questa gente- rispose convinto Juliana anche se dentro stava tremando. Suo padre gli aveva sempre insegnato che doveva mostrarsi sicuro di se anche negli attimi di estremo terrore per impedire a chi voleva spaventarlo di trovare uno spiraglio dal quale infierire.
Il ghigno sul volto di Valdez si allargò sempre di più per poi girarsi verso i suoi compagni. Un’altra cosa che sorprese Julian, e della quale il principe degli elfi non si era minimamente accorto, era l’assenza del secondo in comando degli assassini degli elfi. Possibile che attaccassero due villaggi contemporaneamente?
-rimanete di guardia alla porta e non attaccate il villaggio- disse l’uomo mettendosi una ciocca dei suoi capelli argentei dietro l’orecchio.
-non attaccheremo signore?- chiese uno degli elfi abbastanza confuso.
-no il nostro principe mi ha concesso la sua prima notte quindi accetteremo questo come pegno per lasciare libero il villaggio- Julian a quelle parole per poco non urlò dalla disperazione. Non avrebbe mai immaginato che quel vecchiaccio volesse quello da lui. Ma ormai non poteva farsi indietro e quindi fu costretto a stringere i pugni per non fare altro.
Il principe vide chiaramente tutti gli altri assassini ridacchiare e lanciargli occhiate lascive per poi andarsene eseguendo gli ordini del loro capo lasciando quindi i due da soli.
-era questa la tua idea?- Julian non riuscì a trattenere il disappunto nelle sue parole facendo girare subito verso di se l’uomo.
-be’ quando mi ricapita di poter avere il bellissimo e intoccabile principe sotto il mio controllo? E poi sei stato tu stesso a dire che avresti fatto qualunque cosa per salvare questo villaggio- Julian sapeva perfettamente che non poteva ribattere quindi rimase in silenzio con la speranza che il villaggio sarebbe stato ancora intero al ritorno dei due cacciatori.
Era stato davvero divertente il tempismo della convocazione dei due ragazzi. Se i due cacciatori fossero stati li forse non sarebbero arrivati a tanto. Oppure si visto che lui era la merce di scambio.
Julian sorrise amaramente accorgendosi che si, in qualunque modo fosse andata lui sarebbe finito a letto con Valdez.
Tanto era immerso nei suoi pensieri che il ragazzo non si accorse minimamente che Valdez gli si era avvicinato se non quando l’uomo lo fece sbattere con forza contro la parete.
-che cazzo fai!- disse il principe cercando di liberarsi dalla forte presa dell’uomo che non accennava a volerlo lasciar andare.
-mi prendo ciò che mi hai promesso-

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Tre giorni, Valdez era rimasto con lui bene tre giorni e Julian non l’aveva per niente gradita come cosa. Non solo perché il povero ragazzo era stato costretto a sopportare tutta la prepotenza di quell’elfo, ma anche perché aveva implicitamente capito che loro sapevano perfettamente che i due cacciatori di elfi non sarebbero tornati in tre giorni e Julian aveva il brutto presentimento che la convocazione fosse addirittura colpa degli assassini.
Il biondo si era svegliato quella mattina completamente da solo e steso a terra, aveva dormito li quella notte e non per sua volontà.
Per sua fortuna Valdez era sparito prima che potesse solamente svegliarlo e quindi il ragazzo aveva potuto andare in bagno e cercare di tamponarsi le ferite che quel mostro gli aveva lasciato su tutto il corpo. Non bastavano solo morsi e succhiotti, quel vecchio rimbambito lo aveva anche ferito dappertutto con il pugnale solo perché voleva sentirlo contorcere per il dolore.
Il curarsi da solo non era molto semplice visto che la maggior parte di esse si trovavano in posti a lui non visibili, ma non voleva assolutamente farsi vedere in quello stato dai due cacciatori e soprattutto non voleva farsi vedere così da Gwen.
In realtà il ragazzo non era per niente sicuro che gli assassini avessero realmente eseguito gli ordini di Valdez, ma il non aver sentito grida e nemmeno puzza di fumo poteva sperare nella loro correttezza.
L’elfo alla fine si arrese e si rivestì e andò nella camera di Will sperando di potersi riposare un po’ prima dell’arrivo dei due cacciatori. Nemmeno il tempo di stendersi sul letto che sentì la porta aprirsi di colpo. Il biondo sbuffò e decise di alzarsi, non voleva farsi trovare sdraiato sul letto dai due ragazzi. Ma nemmeno il tempo di alzarsi che si ritrovò di fronte lo sguardo preoccupato di Gwen. Dei due cacciatori nemmeno l’ombra.
-come stai? Quegli elfi sono rimasti di guardia qui vicino e non mi hanno mai fatta avvicinare- disse la ragazza sedendosi sul letto.
-sto bene non ti preoccupare. È successo qualcosa al villaggio?- chiese l’elfo che era già più tranquillo visto che la ragazza sembrava essere sana e salva.
-no niente. Perché?- chiese lei confusa.
-quegli elfi erano li perché volevano distruggere il villaggio. Io ho fatto il mio lavoro impedendo di fargli fare ciò- Julian sorrise. Almeno il villaggio era salvo.
-e che hai fatto di grazia! Sembri stanchissimo e…aspetta quelli sono succhiotti?- chiese la ragazza accorgendosi dei lividi sul collo dell’elfo. Avere la carnagione chiara faceva risaltare ancora di più i lividi che aveva su tutto il corpo.
-si, però tranquilla l’importante è che non sia successo niente al villaggio durante l’assenza di William e Apollon-
-io non sto tranquilla visto che non sembri per niente star bene!- Gwen si mise le mani sui fianchi prima di alzarsi e andare dritta in cucina notando sconvolta che non c’era traccia di cibo all’interno. -che fine ha fatto il cibo?- chiese infatti la ragazza tornando nella stanza da letto dove l’elfo si era nuovamente sdraiato.
-hanno finito tutto- disse in un sussurro il ragazzo.
-ma tu da quando non mangi?- chiese la ragazza che vedeva l’elfo troppo magro.
-da ieri a colazione. Hanno finito tutto- rispose lui girandosi di spalle e cercando di chiudere gli occhi. Era felice della presenza della ragazza li, ma voleva riposarsi un altro po’ prima.
-vado a casa a prenderti qualcosa. Non puoi stare senza cibo e comunque non ho capito perché quegli elfi abbiano deciso di lasciati qui, ma di questo ne parleremo appena ritorno- e fu così che Gwen di corsa uscì dalla casa lasciando così il tempo materiale a Julian di addormentarsi.
Il ragazzo però fu nuovamente svegliato all’improvviso. Questa volta però dalle urla di Gwen e quella che sembrava la voce di William. L’elfo decise di fa finta di continuare a dormire e per farlo diede le spalle alla porta giusto in tempo per sentire entrare i due ragazzi.
-ti avevo chiesto di controllare che non gli accadesse niente!- stava dicendo il castano. Dal suo tono si capiva chiaramente quanto fosse arrabbiato.
-mi hai chiesto di tenerlo d’occhio e poi erano degli energumeni quelli! Mi avrebbero fatto fuori in due secondi!- si stava difendendo la bionda.
-sapevo che ne avrebbero approfittato maledizione!-
-ora potresti smetterla di gridare? Julian sta dormendo e non voglio che si svegli-
Julian avvertì  il letto scendere leggermente, segno che qualcuno ci si era seduto sopra e chiuse gli occhi per non far capire ai due di essere perfettamente sveglio.
Julian credeva che la persona ad essersi seduta fosse Gwen e si congelò quando avvertì che le mani che lo stavano toccando non erano quelle delicate della ragazza, ma quelle di Julian. Il suo era un tocco delicato come se avesse paura di ferirlo.
-che mostri- lo sentì sussurrare.
-sarebbe successo a prescindere dalla vostra presenza qui- rispose Gwen che aveva sentito il castano.
-no, non sarebbe successo-
-oh andiamo! L’hai detto tu stesso che sarebbe stato la vostra arma di scambio-
-si di scambio non avrei mai permesso a quei mostri di violentarlo- Julian si sorprese nel sentire quelle parole. Possibile che quella fosse davvero la verità?
-ma per favore! Se ti fossi rifiutato di fare lo scambio quelli avrebbero attaccato il villaggio e voi volete ingraziarvi il villaggio- Julian si immaginava perfettamente la ragazza con le braccia incrociate e gli occhi alzati al cielo.
-avremmo combattuto per impedirlo e comunque avevamo deciso in comune accordo di lasciarlo libero se entro due mesi non ci avessero attaccati- Julian resistette all’impulso di sgranare gli occhi per la sorpresa.
-ma hanno attaccato quindi cosa deciderai di fare adesso?- chiese Gwen.
La risposta di William arrivò subito visto che il ragazzo si alzò, togliendosi la catenina che manteneva la chiava al collo e aprendo in uno scatto la catena che era stretta intorno alla caviglia di Julian.
-non so se torneranno ancora a distruggere questo villaggio o se Julian ci ha definitivamente salvati da questa prospettiva, ma la cosa che so con certezza è che si è trovato in questa situazione per colpa mia e non voglio assolutamente che la cosa si ripeta. Deciderà lui se rimanere con noi o tornare a casa o ucciderci tutti e poi tornare a casa- Will sorrise vedendo la faccia sconvolta di Gwen prima di lasciare un bacio sulla guancia di Julian e poi uscire dalla camera per lasciar riposare l’elfo.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Appena la porta si chiuse Julian scattò a sedere facendo anche spaventare Gwen.
-eri sveglio?- chiese lei a bassissima voce. Non voleva attirare l’attenzione dei due cacciatori di elfi.
-vi ho sentiti urlare dall’ingresso- sussurrò a sua volta l’elfo.
-scusa, li ho incontrati mentre stavo ritornando qui e non ho potuto non spiegare perché stavo venendo da te con del cibo-
-non ti preoccupare- Julian le sorrise e spostò subito lo sguardo verso la sua caviglia finalmente libera dalle catene. In quel momento poteva tranquillamente alzarsi e andarsene da li. Ma era davvero quello che voleva fare? O meglio aveva un luogo dove tornare? Valdez gli aveva chiaramente detto che era un traditore.
-a cosa stai pensando?- chiese Gwen sedendosi dove prima si trovava William.
-che anche se mi ha liberato oramai non posso fare altro che restare qui. Non posso tornare a casa e quello che mi è successo ne è la chiara dimostrazione- Julian sorrise ancora una volta alla ragazza prima di alzarsi dal letto e stiracchiarsi nonostante avvertisse dolori da tutte le parti.
-mi dispiace-
-non lo fare e no, non è nemmeno colpa di William che mi ha portato qui. Sono stato designato come traditore non appena ho lasciato la mia città-
-che vuoi fare?- chiese la ragazza alzandosi anche lei.
-andare a mangiare. Di certo non posso farlo qui- rispose il biondo uscendo dalla camera seguito a ruota da Gwen e solo quando arrivarono in cucina Julian guardò finalmente in faccia i due cacciatori.
-come stai?- chiese prontamente Apollon lasciando la carne, che sicuramente avevano appena cacciato, a se stessa e avvicinandosi al ragazzo.
-sto bene, non vi preoccupate- rispose lui indietreggiando. Non voleva avere nessun contato con nessuno dei due cacciatori.
-vuoi una mano per curarti?- chiese invece William mentre spellava la carne con una cura maniacale. Non aveva minimamente alzato lo sguardo quindi Julian capì che nonostante il buio della camera da letto aveva notato benissimo i tagli da coltello.
-no, ho già fatto-
-guarda che non ti faccio niente- continuò il castano. Era più che sicuro che il ragazzo avesse ferite anche in punti non facilmente raggiungibili da solo.
-ho detto di no!- disse con fermezza il biondo facendo desistere Will che continuò a fare il suo lavoro.
Il silenzio cadde velocemente nella camera e i due elfi si sedettero con Gwen che pose il cibo a Julian che la ringraziò con un sorriso iniziando a mangiare.
-grazie- ruppe così il silenzio William alzando finalmente lo sguardo e incatenandolo a quello di Julian, quelle parole di gratitudine erano per lui.
-non l’ho fatto per voi, ma per gli elfi che vivono qui- rispose Julian cercando di rimanere indifferente a quelle parole.
-stiamo difendendo questo posto per le persone innocenti che ci vivono quindi anche per gli elfi- gli rispose con calma Will, tutta la rabbia che il biondo aveva sentito mentre faceva finta di dormire sembrava completamente svanita.
 -questo comunque non cambia il fatto che io non l’ho fatto per voi. Ho solo agito come voi avreste fatto se…-
-no, noi avremmo combattuto non avremmo mai permesso a quell’elfo di violentarti- disse prontamente Apollon zittendo il biondo.
-voi non sapete se sia stata viole...-
-non ci provare nemmeno! Quelle ferite dicono chiaro e tondo quello che è successo veramente- questa volta fu Will ad interromperlo. -noi non avremmo mai permesso una cosa del genere. La nostra idea era quella di farti andare con loro per ritornare nella tua città. Eri un ostaggio!-
-voi state dicendo così solo perché volete portarmi dalla vostra parte. Sono più che sicuro che non avreste minimamente agito come state dicendo. Voi volete ingraziarvi gli elfi di questo villaggio per poi distruggerlo ed il modo più semplice in questo momento è che io dica di fidarmi di voi. Non mi ingannerete- in realtà Julian si fidava delle parole che i due ragazzi avevano detto, il suo era solo un metterli alla prova e cercare di scoprire se c’era altro sotto che i due ragazzi non avevano ancora svelato. Perché era sicuro ci fosso qualcos’altro sotto.
-oh andiamo! La mia famiglia è composta da elfi secondo te dovrei…-
-noi non siamo la tua famiglia William, mettitelo bene in testa!- questa volta fu Gwen ad interrompere il discorso del castano che si bloccò di colpo non riuscendo più a proferire parola e guardando la ragazza ferito nel profondo da quelle parole. -a mio padre facevi pena tutto solo è per questo che ti ha permesso di vivere con noi, ma si è pentito sempre di averlo fatto- le parole andavano a conficcarsi nel cuore di Will come pugnali e Apollon scoppiò non riuscendo più a resistere.
-ora basta! Sono stufo del vostro comportamento senza senso nei confronti di Will. Okay è diventato un cacciatore di elfi ma voi avete minimamente provato a fare qualcosa per impedire che venisse portato via? Ti rispondo io Gwen, no. Non l’avete fatto e lo avete mandato incontro al suo destino. Will si è fatto il mazzo per sopravvivere e sperare di ritornare da voi un giorno e tutte queste parole non se le merita…-
-Apollon basta- disse in un sussurrò il ragazzo che aveva già capito cosa voleva fare l’amico e non era propriamente il caso. -non serve arrivare a tanto-
-non me ne frega niente Will! Io non ho più una famiglia e so cosa si prova a stare da soli. Non permetterò che il mio migliore amico abbia questo trattamento quando una famiglia la ha-
-io non ascolto le parole di uno che molto probabilmente si è arruolato volontariamente nei cacciatori. Sei quello che dovrebbe parlare di meno- rispose la ragazza a tono.
-si, mi sono arruolato volontariamente perché pagano bene e i soldi fanno comodo quando sei povero e tua madre sta per morire perché malata e impossibilitata a comprare le medicine!- gridò il rosso facendo sgranare gli occhi a Gwen.
Julian invece li guardava in disparte. Avvertiva una strana energia provenire dal rosso e non capiva minimamente cosa fosse.
-ah ora hai perso le parole- Apollon fece un respiro profondo prima di continuare -credimi io e Will siamo le ultime persone che vi farebbero veramente del male- e così dicendo cambiò il suo aspetto contro l’urlo di disapprovazione di Will.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Julian guardava Apollon sconvolto. I capelli del ragazzo si erano vistosamente allungati e le punte erano diventate bionde. Tra i capelli spuntavano delle orecchie vistosamente a punta. Era un mezzo elfo.
-i mezzi elfi non dovrebbero esistere- sussurrò Gwen anticipando il principe.
-lo so, mia madre ha faticato tanto per farmi imparare a celare la mia vera natura e l’unica persona che era a conoscenza di ciò era Will. Ora lo sapete anche voi- disse il rosso mentre Will gli lanciava occhiate omicida.
-sai che potremmo denunciarti e quindi ucciderti?- chiese Julian che aveva finalmente capito cosa c’era che non andasse nel rosso e in generale nel comportamento dei due ragazzi.
-lo so e l’ho fatto perché siete due teste di cazzo che non ci credete. Non mi importa di morire se so che Will potrà riavere la sua famiglia indietro-
-si ma comunque sto per perdere il mio migliore amico- disse in un sussurro Will. Apollon si girò verso di lui e gli sorrise incoraggiante, ma entrambi i ragazzi sapevano che quello era un sorriso finto.
-avrei benissimo compreso la tua presenza in uno di questi villaggi del confine, ma non capisco come tu possa essere nato nella capitale- disse Julian alzandosi e incominciando a fare avanti e indietro per la stanza. Quello lo aiutava molto a pensare.
-qui abbiamo una politica molto severa: ci sposiamo solo con altri elfi. È improbabile che tu possa trovare qualche mezzo elfo qui- disse Gwen iniziando a giocare con una ciocca dei suoi capelli.
-questo comunque non spiega la cosa-
-se stai cercando di capire chi sia mio padre non lo so nemmeno io. So solo che era un bastardo che ha illuso mia madre che non ha fatto altro che aspettare il suo ritorno anche pochi istanti prima della sua morte- disse Apollon che non capiva ancora perché i due biondi non erano andati in giro a spargere la voce.
-lo odi- fu la costatazione di Gwen.
-odio l’uomo che ha abbandonato la donna che diceva di amare con un bambino da crescere. L’avrei odiato anche se fosse stato lui l’umano tra i due- mise in chiaro il rosso.
-si l’avevo ipotizzato- annuì Julian continuando a camminare. -che poi come cazzo ha fatto un elfo ad introdursi nella capitale senza essere ucciso a vista dai cacciatori?-
-non credo riuscirete ad arrivare alla risposta senza mio padre a spiegarvi il come quindi lasciate perdere e muovetevi ad uccidermi- disse Apollon sospirando l’attesa si stava facendo pesante.
-ucciderti? E chi vuole farlo? Mia madre diceva sempre che i mezzi elfi potevano portare finalmente la pace tra i due popoli visto che la loro presenza lasciava intendere che ci poteva essere amore tra le due specie- disse Julian sorpreso dalle parole del rosso. Lui non avrebbe mai ucciso un mezz’elfo. Era la promessa che aveva fatto alla madre.
-guarda che ci sono parecchi elfi che non vedono male quelli come te e la mia famiglia fa parte di quegli elfi anche se nessuno di noi si è mai sposato con un umano. Prima abbiamo reagito in quel modo perché non ce lo aspettavamo- gli spiegò Gwen sorridendogli.
-bene, Will starò ancora qui a romperti le palle- e il castano rise di gusto a quelle parole abbracciando stretto l’amico. Aveva avuto seriamente paura di perderlo per colpa di quella cazzata che aveva fatto.
-comunque potete ospitarmi qui ancora per un po’?- chiese Julian attirando l’attenzione dei due cacciatori verso di se. Aveva deciso di provare a chiedere ai due ragazzi visto che non aveva un posto dove andare. Nel caso di un loro no avrebbe chiesto aiuto a Gwen.
-certo che si, puoi restare tutto il tempo che vuoi ovviamente aiutandoci con il cibo- disse Apollon.
-ma ad una condizione- disse prontamente Will attirando su di se gli sguardi di tutti i presenti. I due elfi erano spaventati dalla possibile clausola di Will mentre Apollon sembrava curioso. -userai il mio letto, non puoi dormire a terra con tutte quelle ferite rischieresti di farti più male di prima-
-e tu?- chiese parecchio sorpreso Julian non aspettandosi minimamente quella possibilità.
-a terra ovviamente- disse Will con un’alzata di spalle.
-possiamo fare tranquillamente a turno se vuoi- propose Apollon al ragazzo. Non voleva far dormire il castano a terra.
-oppure vi costruite la struttura per un altro letto e io vi porto uno dei materassi che abbiamo in soffitta inutilizzato- propose invece Gwen.
-io preferire la proposta di Gwen. Non voglio farvi dormire a terra anche se voi non avete aspettato nemmeno un secondo a farlo fare a me- borbottò Julian che vedeva in quella di Gwen l’unica soluzione possibile. Diciamo che era anche un modo per scusarsi implicitamente con i due ragazzi visto che era stata la causa del crollo dei due prima. Non voleva di certo arrivare a quel punto.
-mi dispiace davvero, ma non sapevamo ancora se potevamo fidarci di te- gli disse Will grattandosi dietro la testa.
-si ma poi decidere di rilasciarmi dopo due mesi era una scelta fattibile no?- chiese sarcastico il ragazzo per poi mordersi la lingua, aveva parlato troppo.
Will divenne completamente rosso mentre Apollon si stava chiedendo come avesse fatto l’elfo a scoprire le loro intenzioni.
-eri sveglio?- chiese in un sussurro Will cercando di superare l’imbarazzo. Aveva baciato sulla guancia l’elfo ed era stato un gesto che aveva fatto solo perché era convinto stesse dormendo. Non voleva di certo farlo sapere al biondo.
-urlate proprio come due fratelli che litigano era palesemente ovvio che io non stessi dormendo- gli rispose Julian con molta sicurezza. Non capiva come ma sapeva di avere un bel po’ di potere sul castano in quel momento.
-cosa cavolo hai fatto in quella stanza per avere quell’espressione? Non avrai mica fatto qualcosa guidato dal tuo istinto di gay che non scopa da mesi?- chiese Apollon facendo ridere Gwen e alzare un sopracciglio a Julian. “quindi Will è gay!” pensò proprio il biondo mentre osservava più attentamente il castano.
-APOLLON SONO COSE DA DIRE QUESTE? E COMUNQUE NO!- gridò lui per poi fulminare tutti i presenti nella stanza e uscire a passo di marcia.
 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-che ci fai ancora qui?- chiese Apollon quando anche Julian se ne fu andato da qualche parte dopo la rapida scomparsa di Will.
-mi stai cacciando via?- chiese la ragazza che non aveva nessuna intenzione di andarsene via da quella casa. O almeno non prima di aver rivisto Julian e controllare che stesse veramente bene. No che non si fidasse dei due ragazzi, soprattutto dopo quello che aveva scoperto poco prima, ma era sicura che l’elfo non stesse davvero bene come voleva far credere.
-volevo solo sapere se volevi accamparti qui definitivamente-
-per capire se puoi provarci con me?- chiese la ragazza che si era accorta subito delle occhiate che il mezz’elfo le lanciava.
-per quello ci ho già perso le speranze da secoli. Volevo capire se dovevo cucinare anche per te- disse con tranquillità il rosso. E questo sorprese molto Gwen. Era abituata ai ragazzi che appena accennava al fatto che sapeva di piacergli iniziavano a negare tutto.
-no, torno a casa, anche perché devo dire a mio padre di portare qui il materasso- rispose la ragazza. Doveva spiegare tutto al padre per poi fargli portare il materasso in quella casa. Era davvero contenta che alla fine aveva ceduto il suo letto a Julian.
-gli dirai anche di me?- chiese curioso Apollon. Più che altro il cacciatore aveva davvero paura che gli altri elfi non la prendessero tanto bene per la sua vera natura come avevano fatto Gwen e Julian.
-per il momento no- lo rassicurò la ragazza -ma fino alla fine dovrai dirlo altrimenti io e Jul non riusciremo a spiegare perché ci fidiamo completamente di voi se prima vi odiavamo-
Apollon annuì a quelle domande passandosi una mano tra i capelli rossi.
-dove si sono cacciati qui due?- chiese Gwen per colmare il silenzio che si era venuto a creare. Odiava quando ce ne era troppo.
-ad amoreggiare da qualche parte- disse Apollon con il sorriso che non la raccontava buona.
-seriamente- disse Gwen scuotendo la testa.
-guarda che sono serio. Non hai notato le occhiate di Will? Non so cosa ne pensi l’elfo ma da parte di Will c’è un bel po’ di interesse- rispose seriamente Apollon facendo alzare lo sguardo della ragazza nel suo. Era palese che la bionda non si era accorta di niente.
-da quando? Io pensavo che non lo potesse vedere!-
-da quando non saprei dirti, ma posso assicurarti che è stato per tutto il viaggio a parlare di quell’elfo tanto da avermi fatto rincretinire-
-quindi stai cercando di dirmi che non mi devo preoccupare?- chiese Gwen lanciando una veloce occhiata verso la porta sperando di veder arrivare Julian.
-si, tranquilla- le disse Apollon. La ragazza all’ora decise di fidarsi e si alzò dalla sedia per poi incamminarsi verso l’uscita di quella casa sotto lo sguardo attento di Apollon.
 
-ho sempre fatto bene a non voler dormire insieme a te- furono le parole che disse Julian non appena riuscì a trovare Will. Il biondo era andato subito dietro al castano non appena il cacciatore era scomparso dietro la porta.
-non mi sognerei mai di fare qualcosa se l’altra persona non è d’accordo. E poi non è detto che ci sia interesse da parte mia- gli rispose a tono Will senza nemmeno girarsi. Non voleva continuare a parlare con l’elfo. Elfo che non sembrava intenzionato a volersene andare infatti si sedette accanto al castano.
-lo so, era per scherzare- disse il biondo mettendosi una ciocca dietro l’orecchio.
-sicuro di non voler aiuto con quelle ferite?- Will decise finalmente di girarsi verso l’elfo e osservarlo attentamente. Si sentiva davvero male e anche responsabile per quello che era successo a Julian e voleva a qualunque costo fare qualcosa per lui.
-ho già fatto non mi serve- rispose Julian sbuffando. Perché gli stavano chiedendo in continuazione se aveva bisogno di aiuto? Non ne poteva più. Okay non era riuscito a curarsi tutti i tagli, ma di certo non si sarebbe fatto vedere nudo da uno di loro e soprattutto non dopo quello che gli era successo.
-conoscevi gli elfi che sono venuti qui?- chiese dopo qualche minuto di silenzio Will. Non voleva mettere troppa pressione al biondo, ma voleva anche capire di più di quello che era successo.
-si, sono gli assassini degli elfi. Lavorano direttamente per il re- rispose sinceramente Julian.
-e loro conoscevano te o eri solo un elfo qualunque? Scusa se ti faccio queste domande ma vorrei cercare di capire di più quello che è successo anche perché abbiamo sentito che sono rimasti qui fino a poco prima che io e Apollon tornassimo e…-
-penso anch’io che il vostro richiamo sia stato organizzato, ma non credo sapessero della mia presenza qui-
-quindi ti conoscevano?! Chi sei veramente?- lo bloccò William.
-si, ero ricercato. Questo è alche il perché sono scappato- mentì il biondo. Non poteva rivelare la sua vera identità. Non che non si fidasse di Will o di Apollon e Gwen (soprattutto dopo tutto quello che era uscito fuori quel giorno) ma se solo fosse scappato a uno dei tre la sua vera identità sarebbe stato davvero in pericolo. Anche se era stato esiliato potevano benissimo usarlo come ricatto contro suo padre.
-e cosa hai fatto di male per essere ricercato?-
-ho cercato di aiutare gente innocente contro il loro volere- si inventò di sana pianta.
-mi dispiace aver dubitato di te all’inizio, ma devi comunque capire che vedere un elfo li dopo quella distruzione e sapendo perfettamente che tutto quello era stato causato da elfi era abbastanza normale credere che tu fossi responsabile- si scusò il castano mentre Julian sorrideva.
-si, sono stato anche io stupido che non me ne sono andato subito dopo aver visto che non c’era niente da fare per salvare qualche vita-
-ma hai salvato tutto questo villaggio e te ne siamo tutti grati-

 





ANGOLO AUTRICE

Scusate per l'assanza, ma in questi giorni non potrò essere molto costante perchè sto preparando un esame.

Scusate ancora e alla prossima,

la_pazza_di_fantasy

 

 
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


-posso sapere per che cosa vi hanno convocati nella capitale? William mi ha detto che pensa che sia stato tutto progettato per assalire questo posto, ed anch’io- chiese Julian mentre mangiava seduto al tavolo con i due cacciatori. Finalmente riusciva a mettere qualcosa nella pancia, non sarebbe resistito per molto tempo ancora.
-un gruppo di elfi è riuscito ad entrare nella capitale senza troppi problemi- rispose Apollon mentre masticava e ricevendo per quello una gomitata da parte di Will.
-e siete riusciti a prenderli?- chiese curioso Julian, quel gruppo poteva essere un altro degli assassini visto che mancava il secondo in comando di Valdez.
-quando noi siamo arrivati ne avevano presi cinque, ma non il loro capo. Ci hanno fatto girare la città in tondo per cercarlo, ma non abbiamo trovato niente- continuò Will con un’alzata di spalle.
-e gli elfi che avete catturato?-
-molto probabilmente morti. Noi siamo tornati qui il prima possibile, l’unica cosa che sappiamo è che non hanno aperto bocca- Julian annuì alle parole del rosso. Aveva immaginato in una fine del genere ma gli faceva lo stesso male sentirlo dire.
-se ti può rassicurare la cosa noi non abbiamo fatto niente di male a quegli elfi- Julian annuì alle parole di Will e riprese a mangiare rigorosamente in silenzio.
-serviva veramente anche la vostra presenza? Perché mi sembra davvero impossibile che non possano avere abbastanza gente da riuscire a catturare degli elfi. È la vostra capitale, dovrebbe essere la città più difesa dell’intero regno- a Julian, dopo averci ovviamente ragionato un po’ su, non gli piaceva per niente quella situazione.
-è stato strano anche per noi credimi, diciamo che ne hanno approfittato per fare una riunione veloce e chiederci come stessero andando qui le cose- gli spiegò Apollon. -abbiamo scoperto che hanno attaccato altri cinque villaggi da quando siamo partiti e non è una buona cosa-
-non capisco comunque perché gli elfi vogliono assolutamente distruggere questi villaggi. Non li porterà a niente- borbottò Will.
-è proprio sui villaggi indifesi che devo attaccare se vogliono indebolire il regno! Non vi fanno studiare le tecniche militari nella vostra accademia di cacciatori?- chiese Julian che si ricordava benissimo tutti i libri che aveva dovuto studiare in quanto principe ereditario.
-si le conosco, ma dovevano capire che attaccare questi villaggi non li porterà a niente. Non dirmi che non hai visto come qui gli elfi sono ben voluti e invece noi no? Anche se noi siamo qui per aiutarli?- Julian pensò alle parole di Will e si accorse che si, il castano aveva ragione.
-ma comunque all’inizio non potevano saperlo-
-tesoro non credo che dopo due volte che sono riusciti ad entrare facilmente in un villaggio non ci abbiano pensato. Questa non è una strategia, ma solo un massacro a perdita di tempo. Il fatto stesso che siano riusciti a viaggiare indisturbati nel nostro territorio e anche ad entrare nella capitale è solo una conferma- continuò il castano.
-vedo che la cosa ti da fastidio. Ora capisci quello che abbiamo provato noi in tutti questi anni di attacchi? E poi non chiamarmi tesoro-
-ragazzi per favore non litigate. Entrambe le parti hanno le loro colpe- cercò di calmare le acque Apollon che aveva sperato, molto probabilmente inutilmente, che dopo quello che avevano rivelato Julian e Will non si sarebbero più scannati. Ma a quanto pareva non era così.
-è lui che ha iniziato- disse Julian lanciando un’occhiataccia a Will per poi ritornare a guardare il suo piatto.
-stavo solamente ponendo una questione, non era mia intenzione darti fastidio. TESORO- l’ultima parola fece scattare in piedi il biondo che mise con forza le mani sul tavolo.
-ti ho detto di non chiamarmi tesoro- sibilò il biondo cercando di fare lo sguardo che usciva quando voleva intimidire qualcuno a corte. Will però non sembrava minimamente intimorito.
-ma io ho voglia di farlo e adesso che so che ti da fastidio inizierò a farlo più spesso-
-ragazzi…- Apollon però non venne calcolato minimamente mente Julian raggiungeva Will che era seduto davanti a lui e gli tirava il bavaro della maglia facendolo alzare. Il biondo era più basso del castano, ma non se ne stava preoccupando minimamente.
-non puoi parlarmi in questo modo-
-perché? Sei una normale persona proprio come me-
-non ti azzardare più a chiamarmi con quel nomignolo o finisce veramente male William- Julian continuò a stringere la maglietta di Will sperando di incutere un po’ di terrore nel ragazzo. Ma ne quello e ne il suo sguardo riuscivano a fare qualcosa al ragazzo. Alla fine lo lasciò andare spingendolo indietro e uscì dalla cucina per infilarsi in quella che era appena diventata la sua stanza.
Sapeva perfettamente perché era scattato in quel modo a quella parola che Will gli aveva rivolto. Gli sembrava come se il castano ci stesse provando con lui, e il fatto che il cacciatore fosse gay non aiutava di certo. Non voleva credere a quello che la sua mente malata stava partorendo anche perché, non sapendo nemmeno lui come, si era ritrovato a pensare molto al castano mentre Valdez si divertiva con lui. Era stato quando Valdez l’aveva preso la prima volta che il biondo si era accorto di provare qualcosa per il castano nonostante all’inizio non gli piacesse minimamente. Eppure avevano sempre litigato e Will non l’aveva mai trattato nel migliore dei modi quindi come cavolo si era potuto innamorare di quel cacciatore di elfi?
Non lo sapeva, e credeva che non l’avrebbe mai scoperto. Sperava solamente di non farsi troppo incantare dal castano e poi ritrovarsi distrutto. Soprattutto dopo quello che era successo con Valdez. Si era ripromesso, dopo quello che aveva passato con Valdez, si sarebbe concesso solo a chi avesse amato e la cosa che lo spaventava di più era proprio il fatto che in quel momento sapeva che quella per Will non era una semplice cotta. E ne era spaventato.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Quando Meshach arrivò con il materasso nella casa si trovavano solo Will, che aveva aperto la porta all’uomo, e Julian. Apollon era andato a farsi un giro per il villaggio per controllare la situazione e aveva lasciato i due ragazzi da soli con la promessa strappata a Will di non azzannarsi tra loro.
-dove lo lascio?- chiese l’uomo senza salutare il castano.
-anche qui a terra, grazie mille- disse invece Will. Sapeva che Gwen non aveva detto niente al padre e quindi non poteva di certo aspettarsi un abbraccio da parte dell’uomo appena arrivato.
-c’è qualcosa che devo sapere per caso?- chiese l’uomo una volta poggiato a terra il materasso.
-perché me lo chiedi?-
-perché è davvero strano che Gwen all’improvviso mi chieda di farvi un favore visto che prima non voleva minimamente avere a che fare con voi- l’uomo rimase fermo davanti alla porta d’ingresso aspettando una qualche risposta da parte del castano. Voleva la verità.
-diciamo che ha capito che noi siamo veramente dalla vostra parte-
-ma non hai risposto alla mia domanda. Gwen non cambierebbe mai idea così velocemente senza delle prove concrete. Conosco molto bene mia figlia- Will sospirò. Non voleva dire il segreto di Apollon senza il permesso del rosso. Okay aveva detto tutto a Gwen e Julian accettando le conseguenze delle sue azioni, ma non voleva agire per l’amico dicendo tutto a Meshach quando avevano concordato di aspettare un po’ per dire al villaggio il tutto.
-non puoi semplicemente fidarti di Gwen? Non che io non voglia dirtelo ma non riguarda me- cercò di farlo ragionare Will ma le sue parole stavano solamente insospettendo ancora di più l’uomo.
-sono un mezzo elfo- Meshach si girò di scatto verso Apollon che era appena arrivato e sembrava aver seguito il loro discorso. -è questo che ha fatto cambiare idea a Gwen- continuò ancora il rosso mentre Meshach lo guardava sorpreso.
-e perché non lo avete detto subito?- chiese Meshach una volta che si fu ripreso dalla sorpresa e dandosi dello stupido per non essersi fidato subito di Will.
-perché un mezz’elfo non è visto bene ne da umani e ne da elfi-
-ma non in un villaggio dove elfi e umani convivono da anni- gli fece notare Meshach alzando un sopracciglio. Il rosso aveva tutte le ragioni possibili per essere convinto di quello che aveva detto, anche perché era la verità, ma non li.
-be’ non sempre le cose possono essere come ce le immaginiamo quindi abbiamo deciso di rimanere cauti- rispose Will per l’amico.
-quindi non dovrò dire niente di questa cosa, ma comunque dovrò fare in modo che nel villaggio non vi trattino più come estranei e molti potrebbero chiedermi il perché?- disse Meshach senza lasciar trapelare nessun sentimento verso Will, cosa della quale il castano ne rimase davvero male.
-a questo punto puoi anche dirlo a tutti- disse Apollon con un’alzata di spalle -ovviamente se credi che nessuno tenterà di uccidermi. Ci tengo alla mia vita per il momento- continuò il rosso per poi lasciare Meshach e Will da soli.
-grazie ancora per il materasso- disse Will quando il silenzio tra i due stava iniziando ad essere davvero insostenibile.
-almeno nessuno dormirà a terra. Questa volta però cercate di non lasciare il villaggio, o almeno fate in modo che almeno uno dei due rimanga. Non siamo minimamente riusciti a far andare via gli elfi e non voglio che si ripeta una cosa del genere, anche perché Gwen mi ha detto cos’è successo- Meshach guardò attentamente Will mentre annuiva.
-per il momento non abbiamo nessuna intenzione di lasciare Bassetki-
-meglio così siete qui per proteggerci e dovete fare il vostro dovere-Meshach sorrise al ragazzo per poi sorprenderlo ed abbracciarlo di colpo. Il ragazzo dopo qualche secondo strinse forte le braccia intorno all’uomo. Erano anni che desiderava poter abbracciare nuovamente l’uomo che l’aveva cresciuto come suo figlio.
-mi dispiace per come ti ho trattato- disse dopo un po’ l’uomo lasciando andare il ragazzo.
-credo che fosse abbastanza normale- sussurrò il ragazzo che in quel momento era felicissimo. -ora basta pensare al passato- disse poi riprendendo il suo bellissimo sorriso.
-cerca di andare d’accordo con Julian va bene? Non voglio che vi scannate tanto- William annuì a quelle parole. Nel possibile avrebbe cercato di non far innervosire troppo il biondo visto che già lo odiava a morte.
Prima voleva solamente scherzare con il ragazzo e quello sembrava essersela presa davvero tanto. Per una sola parola! Non riusciva proprio a capirne il senso.
-allora io vado a casa e domani avviserò gli altri che state veramente dalla nostra parte. Per qualunque cosa sai dove trovarmi- Will annuì nuovamente prima di abbracciare l’uomo e poi chiudere la porta di casa e sospirare. Era davvero felice di quello che era appena successo, finalmente Meshach era ritornato quello che era sempre stato.
-tutto bene?- gli chiese Apollon con un sorriso sulle labbra, segno che aveva sentito tutta la conversazione.
-si, grazie- gli disse Will.-
-era l’unico modo che conoscevo per permetterti di fare pace con tuo padre quindi l’ho fatto. La reazione di Gwen e Julian mi ha fatto capire che non dovevo temere niente-
-guarda che non p mio padre, almeno non veramente- lo corresse Will, anche se molto spesso aveva pensato a Meshach proprio come se fosse suo padre.
-lo so, però lo è per tutto quello che ha fatto per te. ora possiamo andare a dormire? Sono davvero stanchissimo- il rosso si stiracchiò. Non voleva fare il giro di ricognizione sia perché significava avere addosso li sguardi pieni d’odio addosso sia per la stanchezza che gli si era accumulata addosso, alla fine lo aveva fatto lo stesso pensando che solo in quel modo si sarebbe veramente tolto il pensiero.
-mi cedi la tua camera?- chiese scherzando Will.
-manco morto! Tu dormi qui!- disse invece Apollon ridendo a sua volta e correndo verso la camera per poi chiudersi dentro, per evitare che l’altro cacciatore di elfi lo seguisse.
William scosse la testa per poi buttarsi a peso morto sul materasso che non si curò nemmeno di spostarlo da davanti la porta. Aveva assolutamente bisogno di riposarsi, avrebbe pensato il giorno dopo a spostare il materasso.
 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


-è successo qualcosa? Quei due non si parlano da giorni- chiese Gwen mentre cercava di farsi aria con le mani mentre era seduta sotto un albero. Era in compagnia di Apollon che la povera ragazza si trovava sempre intorno da quando una settimana prima aveva rivelato di essere un mezz’elfo.
-non so, io sono rimasto a Julian incazzato perché Will lo aveva chiamato “tesoro”. Se poi è successo altro non saprei- rispose il rosso con un’alzata di spalle. Da quel giorno i due ragazzi non si erano più parlati, a meno che non fossero cose importanti.
Però il rosso si era accorto che sia Will che Julian si guardavano a vicenda, ovviamente quando l’altro non guardava e la cosa lo aveva fatto all’inizio ridere, poi riflettere. Allora aveva iniziato a studiare attentamente quegli sguardi. Voleva capire cosa significavano quegli sguardi. Ma per il momento non era ancora riuscito ad arrivare ad una soluzione.
-e come mai Will ha chiamato tesoro Julian?- chiese Gwen molto curiosa. Non si sarebbe mai aspettata che il castano potesse usare parole del genere, almeno non rivolte al biondo.
-credo gli sia uscito involontariamente, ogni tanto gli capita quando parla con una persona che conosce da tempo e soprattutto quando vuole rimarcare qualcosa di ovvio- le spiegò il ragazzo.
-davvero è successo solo questo? Mi sembra un po’ inutile arrabbiarsi solo per una parola uscita anche involontariamente-
-oddio, Julian gli ha fatto notare che non voleva essere chiamato in quel modo e Will l’ha presa a canzone facendolo innervosire ancora di più-
-come mai sentivo che Will avesse fatto una cosa del genere? L’importante per il momento è che non si ammazzino- disse Gwen mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Di solito non lo faceva, soprattutto quando si trovava all’esterno. Non sapeva perché lo aveva fatto in quel preciso momento e decise di non darci molto peso.
-lo penso anch’io perché so che toccherebbe a me dividerli e la cosa non mi piace per niente- continuò il ragazzo osservando attentamente proprio Will che stava passando li davanti in quello stesso momento.
-c’è altro che devo sapere?- chiese la ragazza guardando lo sguardo pensoso del rosso.
-niente di importante- rispose lui con un’alzata di spalle. Come ogni volta che cercava di sminuire qualcosa che molto probabilmente era importante.
-voglio saperlo lo stesso- si impuntò la bionda.
-sei fastidiosa quando fai così- borbottò lui.
-ehi sei tu che mi giri sempre intorno quindi non ti lamentare se poi cerco di parlare con te- disse in risposta la ragazza incrociando le braccia.
-se proprio vogliamo dirla tutta io ti giro intorno per altro, non per parlare- rispose a tono il ragazzo.
-da me non avrai niente, è già tanto se ti parlo e non faccio finta che tu non esista quindi cortesemente dimmi cosa ti passa per la testa- disse a sua volta la ragazza guardandolo con i suoi profondi occhi neri, cosa che fece cedere Apollon alla fine.
-ho notato che si scambiano occhiate abbastanza strane-
-può essere l’odio, è normale guardarsi male…-
-lo fanno quando l’altro non guarda, si studiano, si guardando come se volessero saltarsi addosso da un momento all’altro. Ma è solo una mia impressione- si arrese il ragazzo raccontando i suoi dubbi a Gwen.
-quindi si piacciono?-
-non ne sono sicuro, non so interpretare bene gli sguardi che si lanciano- sussurrò il ragazzo. Non voleva incasinarsi le cose in casa.
-be’ potremmo anche chiedere ai due ragazzi…-
-Will negherebbe, lo conosco troppo bene- Apollon scosse la tesa, sapeva perfettamente che se Will voleva nascondere una cosa non c’era nessuno in grado di farlo parlare. Ci aveva messo anni a strappare dalle labbra del castano che era gay.
-tu prova ad estorcere parole a William io penso a Julian, se veramente hai visto giusto voglio che quei due si mettano insieme- Apollon la guardò curioso.
-non credevo ti avrei mai sentita dire queste parole-
-guarda che fino a prova contraria Will è come un fratello per me e vorrei anche aiutarlo- rispose lei sorridendo e guardando anche lei verso Will che stava parlando con Robert indicando verso la foresta, molto probabilmente era li per parlare delle trappole che avevano piazzato per controllare. Non volevano arrivare impreparati per una nuova e molto probabile invasione da parte degli elfi.
-e secondo te Julian ti dice qualcosa? Io credo proprio di no-
-si fida molto più di me che di voi due quindi si, mi dirà qualcosa- disse decisa la bionda alzandosi dal suo posto all’ombra e spolverandosi i pantaloni anche se non ne aveva veramente bisogno.
-poi non venire a lamentarti se non ti dice niente- disse Apollon per poi salutare la ragazza con la mano ed incamminarsi verso Will, stava parlando da un po’ troppo tempo con Robert e si stava seriamente preoccupando.
Gwen dal canto suo si incamminò decisa verso la casa dei due cacciatori sicura che avrebbe trovato li Julian. Non bussò nemmeno alla porta entrando direttamente in casa e andando con passo deciso verso quella che era diventata la camera effettiva del biondo scavalcando con un salto il materasso sul quale dormiva Will visto che il castano non si era ancora deciso a sistemarlo in un posto abbastanza appartato per non farci cadere le persone.
-ehi disturbo?- chiese l’elfo entrando nella camera del biondo che le sorrise non appena la vide.
-no vieni, stavo oziando approfittando dell’assenza di quei due. Mi fanno sempre fare i lavori più stancanti- si lamentò lui mentre faceva segno alla ragazza di sdraiarsi al suo fianco.
-devi dirmi qualcosa?- attaccò subito lei, non c’era bisogno di fare giri di parole con quel ragazzo.
-in che senso? Cosa dovrei dirti?- chiese confuso Julian. Non capiva minimamente di quello che stava facendo Gwen.
-della tua cotta per Will- e allora il ragazzo sgranò i suoi occhi verdi sconvolto che la ragazza se ne fosse accorta così velocemente.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


-come hai fatto?- sussurrò Julian che voleva solamente sotterrarsi in quel momento. Non credeva fosse così semplice leggerlo in quel modo.
-ti ho solamente osservato attentamente per tutti questi giorni. Allora vuoi dirmi qualcosa in più?- la ragazza era sinceramente sorpresa che Apollon ci avesse visto giusto e decise anche di non dire niente all’elfo, voleva fargli credere di essere stata l’unica a notarlo.
-e cosa dovrei dirti- borbottò Julian mettendosi un braccio sopra gli occhi.
-come te ne sei accorto e se sai perché proprio quella sottospecie di fratello che mi ritrovo- spiegò la ragazza.
-con Valdez- sussurrò lui, forse se ne parlava con Gwen poteva anche liberarsi di quel peso enorme che sentiva premere sul petto.
-capisco- sussurrò a sua volta la ragazza -e cosa ti piace di lui?-
-non lo so ed è questa una delle cose che mi manda più in bestia. Per colpa sua mi sono ritrovato imprigionato in questa città ed è successo tutto il casino con Valdez. Dovrei odiarlo profondamente, visto che adesso non posso tornare a casa ma invece non è così-
-okay, veniamo ad un’altra domanda…questa è solo una cotta oppure sei innamorato? Perché sono due cose molto diverse- disse la ragazza mordendosi il labbro inferiore. Da quella risposta avrebbe deciso cosa fare, ovviamente dopo aver appurato che anche Will fosse realmente innamorato di Julian.
Julian non rispose, ma lo sguardo serio che rivolse alla ragazza fece capire a Gwen che Julian era letteralmente partito.
-okay, posso dire che non me lo aspettavo. Non così almeno, ma voglio comunque aiutarti.-
-aiutarmi in che senso?- sussurrò il ragazzo che in realtà aveva già capito cosa voleva dire la ragazza, ma aveva bisogno di una sua conferma.
-che voglio provare a vedere se sei ricambiato e nel caso di risposta affermativa allora ti aiuterò-
-non puoi pensare solo perché anche Will è gay che possa essere minimamente interessato a me- il biondo scosse la testa. Gwen stava correndo troppo.
-è la prima volta che lo chiami Will, e comunque sia secondo me un po’ di interesse c’è da parte sua-
-non lo chiamo mai Will quando c’è lui perché non voglio dargli troppa confidenza-
-o hai paura che lui possa scoprire la tua cotta, ma credimi è completamente impossibile che quel deficiente se ne accorga. Credimi se inizia a chiamarlo anche tu così ti troverai ad averlo molto più vicino di quanto immagini- la ragazza sorrise mentre Julian faceva una smorfia non del tutto convinto della cosa.
-non mi va comunque di dargli troppa confidenza- disse risoluto Julian facendo decidere a Gwen di non continuare ad insistere.
-va bene, però mi puoi fare il favore di parlargli normalmente? Sembra che vi siate scannati a vicenda-
-è colpa sua se siamo in questa situazione non mia di certo- disse prontamente Julian incrociando le braccia.
Gwen alzò gli occhi al cielo a quelle parole. Poi si ricordò un piccolo dettaglio.
-aspetta un attimo in che senso per colpa sua non puoi tornare a casa? Non avevi detto che eri scappato dal regno degli elfi perché ti avevano bandito?- la ragazza era davvero confusa. Sembrava come se Julian volesse assolutamente nascondere qualcosa. E Julian si pietrificò all’istante non appena Gwen gli disse quelle parole. Si era fregato d solo.
-all’inizio avevo qualche possibilità di tornare, ma dopo quello che ho fatto sono completamente fuori.- si inventò di sana pianta il ragazzo. Non voleva assolutamente rivelare di essere il principe degli elfi. Non sapeva come avrebbero potuto reagire gli altri e non aveva nessuna voglia di scoprirlo.
-okay c’è qualcos’altro sotto che non vuoi dirci ma almeno non arrampicarti sugli specchi per mentire- disse Gwen per niente convinta delle parole appena dette dal biondo.
-scusa, ma è meglio se non ve ne parlo- sussurrò il ragazzo.
-va bene, così va meglio- rispose la ragazza sorridendo e abbracciando il ragazzo di slancio. Cosa della quale Julian fu molto felice. Sperava solamente che la ragazza non gli chiedesse di cosa si trattasse.
-tranquillo non ti chiederò niente ma fai attenzione a non farti fuggire niente con Will e Apollon, loro non credo che pretenderanno di sapere tutta la verità- Julian annuì a quelle parole.
-e non credi che sia anche per questo che io non ho assolutamente intenzione di avvicinarmi troppo a Will?- disse allora il ragazzo che era finalmente riuscito a trovare una ragione per la quale non voleva avvicinarsi troppo a Will.
-almeno provaci. Potresti anche scoprire che stare qui non è male e potresti anche decide alla fine che non è male e iniziare a fidarti cecamente di noi-
-non credo- sussurrò ancora Julian facendo capire a Gwen che questa volta la conversazione era veramente finita.
-va bene, non ti disturbo più. Ci vediamo- disse allora lei alzandosi e uscendo dalla camera non prima di aver lasciato un bacio sulla guancia dell’elfo.
-che ci fai tu qui?- la ragazza si trovò difronte Will che era appena entrato in casa insieme ad Apollon.
-non posso stare insieme a Julian ogni tanto?- chiese invece la ragazza incrociando le braccia al petto e guardando con sfida il castano.
-la mia era solo una domanda innocua non c’è bisogno di mettersi sulla difensiva! Non so cosa fa Julian quando noi non ci siamo ed è per questo che ti ho chiesto- sbuffò Will per poi andare a rinchiudersi in bagno ovviamente sbattendo per bene la porta.
-allora, cosa ti ha detto?- chiese prontamente Apollon che in quel momento sembrava un bambino curioso  che non vede l’ora di scoprire un grande segreto.
-non ti dirò niente, fattene una ragione- gli rispose prontamente la bionda. Poteva cavarsela tranquillamente da sola e soprattutto non voleva che Apollon iniziasse a dire qualcosa di strano quando rimaneva o con l’uno o con l’altro. -e vedi di fare quello che ti ho detto- minacciandolo con un dito che puntava verso il rosso e senza distogliere gli occhi neri da quelli azzurri del ragazzo se ne uscì dalla casa.












ANGOLO AUTRICE
Mi scuso ancora per l'immenso ritardo, nei prossimi giorni cercherò di essere più regolare anche se non posso assicurarvi niente. Spero che non mentre non abbiate perso interesse per la storia.
Grazie a tutti quelli che nonostante tutto continuano a seguire questa storia. A presto,
la_pazza_di_fantasy

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


-di cosa stavate parlando? Non mentirmi so perfettamente che avete parlottato questa mattina dopo che mi sono rinchiuso in bagno- disse Will minacciando il suo migliore amico con il coltello con il quale stava tagliando la carne per la cena.
Nessuno dei due ragazzi però notò che Julian si irrigidì a quelle parole.
-niente, le ho chiesto se andava tutto bene- rispose Apollon con un’alzata di spalle facendo rilassare Julian, ma il castano pensava che il rosso non gliela stava raccontando giusta.
-sembravi parecchio infastidito e non credo tu ti possa infastidire se fai una domanda del genere-
-guarda che mi ha completamente ignorato- gli fece il verso Apollon, infondo anche altre volte la ragazza lo ignorava completamente.
-quello te lo meriti- ridacchiò il castano ottenendo un’occhiataccia da parte di Apollon.
-ti piace Gwen?- chiese curioso Julian che gli era appena venuta in mente quella possibilità.
-lui ha solo bisogno di una ragazza con cui stare e ha puntato Gwen perché sinceramente parlando è la più bella del villaggio- gli spiegò Will sorridendogli cosa che fece rimanere abbastanza sorpreso il biondo. Non immaginava che Will potesse parlargli in quel modo così tranquillamente.
-ma la vuoi smettere! Guarda che non ho cattive intenzioni con Gwen- disse prontamente il rosso.
-mi stai dicendo che hai intenzioni serie con lei?- chiese Will non per continuare a prenderlo in giro, ma proprio perché era sorpreso dalle parole del migliore amico. Non si era per niente accorto di quel cambiamento.
-e se anche fosse?- chiese Apollon che non voleva veramente ammettere ciò, almeno non con Julian nella stessa camera. Il ragazzo poteva parlarne con Gwen e Apollon non voleva che la bionda scoprisse la cosa.
-metterei in guardia mia sorella su quanto tu sia donnaiolo!- Will rise mentre Apollon scuoteva la testa. A Julian scappò un sorriso, era strano ma allo stesso tempo bello vedere i due ragazzi punzecchiarsi, si capiva perfettamente quanto i due si volessero bene.
-ora che vi siete divertiti a prendermi in giro volete dirmi se vi piace qualcuno? Ne ho tutto il diritto!- disse Apollon sorridendo ad entrambi che si pietrificarono in un istante cosa che fece allargare ancora di più il sorriso del ragazzo.
-non sono fatti vostri e poi dopo quello che mi è successo non mi va assolutamente di pensare a qualcuna- disse prontamente Julian e premurandosi di parlare al femminile.
-non sarà mica Gwen?- chiese Apollon leggermente mogio, ma non per quello che aveva chiesto. Gli era stata appena data la conferma che non ci aveva minimamente preso giusto, almeno per quanto riguardava Julian. Però aveva ancora una possibilità di aver indovinato per Will.
-non è Gwen, lei è tutta tua- gli disse il biondo, ci mancava solo che doveva far finta che gli piacesse quell’antipatica nonostante credeva di poterla già considerare la sua migliore amica. Un’amica antipatica, ma pur sempre un’amica.
-ehi! Potreste evitare di parlare di mia sorella in questo modo?- chiese Will incrociando le braccia al petto.
-guarda che non è veramente tua sorella e poi non hai ancora risposto alla mia domanda- Will sospirò in modo profondo.
-si c’è qualcuno che mi piace, ma di certo non lo dico a te che saresti capacissimo di andarlo a dire al diretto interessato e io non avrei nessuna possibilità- sussurrò il ragazzo evitando accuratamente di guardare Julian.
-ma non lo farò!- protestò Apollon, voleva che il suo amico uscisse il nome del ragazzo.
-non ci penso nemmeno! Ti ho detto come stanno le cose e poi se proprio vuoi saperlo non ho già possibilità adesso, tu me le faresti scendere sotto lo zero-
-ehi e chi è? Sinceramente parlando sei molto bello ed è impossibile che tu non abbia possibilità! Dimmi chi è e ti aiuto- propose prontamente Apollon.
-è etero Apollon- e con quelle tre parole fece calare il silenzio nella cucina. Il ragazzo sospirò, felice che la conversazione fosse finita li. Ma aveva parlato troppo presto però.
-ne sei sicuro? Potrebbe anche essere che ti abbia mentito?-
-Apollon per favore smettila!- disse il ragazzo lasciando cadere il coltello e uscendo di corsa dalla cucina. I due ragazzi rimasti si guardarono negli occhi e Julian saltò in aria quando sentì chiaramente sbattere una porta.
-ce l’ha con le porte oggi- borbottò il biondo fissando la porta dalla quale era uscito il castano.
-quando lo fanno innervosire adora sbattere le porte, diciamo che è il suo metodo per sfogare la rabbia- gli spigò Apollon che dopo anni sapeva quasi a memoria tutti i tic del ragazzo.
-e cos’è successo questa mattina allora?- chiese Julian.
-Gwen lo ha fatto innervosire. Anche se ultimamente è davvero troppo suscettibile-
-forse non dovevi insistere così tanto. So che non sono nessuno per dirti questo ma ho come la sensazione che sia stato per colpa mia che non ti ha detto il nome del ragazzo che gli piace-
-perché pensi questo?- chiese curioso Apollon, quella possibilità non gli era minimamente passata per la mente. E pensare che era convinto che fosse proprio il biondo quello che piaceva a Will.
-perché è la stessa cosa che hai fatto tu quando non hai ammesso, nonostante sia evidente, che ti piace Gwen. Non vi fidate di me- disse con sincerità il biondo.
-non è che non mi fido di te, penso che tu possa spifferarlo a Gwen involontariamente. Lei non mi vuole tra i piedi ma almeno adesso mi sopporta. Se sapesse la verità non mi parlerebbe più- gli spiegò Apollon.
-si, sono pessimo a mentire- annuì l’elfo. -comunque sono sicurissimo che se glielo richiedi quando non ci sono io, te lo dirà sicuramente- Apollon annuì a quelle parole. Doveva provare in quel modo.
-puoi andare a chiamare Will per cenare? Se vado io mi scanna- gli chiese poi il mezzo elfo e Julian annuì.
Il biondo uscì dalla cucina per andare a cercare il castano. Aveva chiaramente sentito la porta sbattere, ma non sapeva dove si fosse andato a rintanare il ragazzo. Provò a vedere nella camera di Apollon, ma era aperta così come la sua. L’unica possibilità quindi era il bagno. Il ragazzo bussò.
-va via Apollon se non vuoi finire male- sentì gridare dall’interno.
-non sono Apollon. È pronto- rispose Julian.
-mangio dopo-
-okay- il biondo decise di non insistere e se ne ritornò in cucina.

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Will entrò in cucina quando ormai era mezzanotte passata. Appena Julian se ne era andato era uscito dal bagno e aveva spostato il suo materasso vicino all’angolo più buio che c’era e se ne era stato li tutto il tempo. Sapeva che il suo comportamento non era stato dei migliori nei confronti di Apollon, ma in quel momento era abbastanza nervoso. Se non ci fosse stato Julian nella stanza avrebbe tranquillamene detto la verità all’amico. La sua insistenza gli aveva fatto perdere la testa e l’unica cosa che voleva in quel momento era solamente stare da solo e tranquillizzarsi.
Era stato fortunato che ne Apollon e ne Julian lo avevano notato quando poi erano andati ognuno nella propria camera.
Il castano stava cercando gli avanzi di quella sera, ma non riusciva a trovarli. Possibile che avessero mangiato tutto quanto? La cosa peggiore era che quella della sera era l’ultima carne rimasta e dovevano andare a caccia il giorno dopo. Come avrebbe fatto? Il suo stomaco stava già protestando per la mancanza di cibo.
-non troverai niente dove stai guardando- la voce di Julian fece spaventare Will che si voltò di scatto verso l’elfo biondo che stava con le braccia incrociate con la spalla destra appoggiata allo stipite della porta.
-e dove allora? Oppure non mi avete lasciato niente per via della mia stupida scenata?- chiese il cacciatore di elfi incrociando a sua volta le braccia al petto e facendo risaltare notevolmente i pettorali che erano lasciati liberi visto l’assenza della maglietta nera che di solito il ragazzo portava. Dovendo dormire Will si trovava mille volte meglio a dormire solo con dei pantaloni di lino.
Julian si costrinse a non fissare il petto del castano che aveva davanti e si incamminò verso il piano della cucina per poi mettere sotto il naso di Will un piatto con della carne. Era quello che Apollon aveva messo da parte al castano. Castano che non se ne era minimamente accorto.
-grazie- disse in un sussurro Will per poi sedersi ed iniziare a mangiare, cercò di fare morsi piccoli e masticare con calma, ma aveva troppa fame per non essere vorace e in pochissimo tempo finì di mangiare.
-come mai sveglio a quest’ora chiese Will a Julian che era rimasto per tutto il tempo seduto al suo fianco.
-non riuscivo a dormire- ed era la verità visto che non riusciva ad addormentarsi senza pensare o a quello che gli aveva fatto Valdez oppure, abbastanza stranamente, al palazzo reale (alla sua casa) che bruciava. Non capiva il perché del suo ultimo pensiero ed era anche la cosa che lo spaventava di più visto che aveva abbandonato il suo regno.
-incubi?- chiese Will a bassa voce, non perché avesse paura di svegliare Apollon, ma perché non voleva essere troppo invadente con l’elfo.
-Valdez- disse in un sussurro il biondo confermando con la testa quello che gli aveva chiesto Will.
-chi è Valdez scusa?- chiese Will abbastanza confuso.
-è a capo degli elfi che invadono e distruggono i vostri villaggi- disse in un sussurro Julian sperando che l’altro ragazzo capisse il resto.
-quindi lo conoscevi?-
-ti ho già detto perché lo conoscevo- disse ancora Julian che non ne poteva più di quella specie di interrogatorio.
-okay scusa- si affrettò a dire Will che di certo non voleva che l’elfo lo odiasse ancora di più di prima.
-vado a dormire- borbottò poi il biondo che voleva evitare altre domande troppo personali che gli avrebbero potuto far dire cosa che dovevano restare segrete.
-okay- sussurrò Will che sapeva che non c’era bisogno. Il ragazzo sarebbe andato a dormire anche senza una sua risposta.
Dopo poco che Julian se ne fu uscito anche Will decise che era arrivata l’ora di andare a dormire e si distese sul suo letto. Appena chiuse gli occhi si addormentò, troppo stanco per poter resistere qualche minuto in più.
E avrebbe dormito ininterrottamente fino alla mattina dopo se solo non fosse stato svegliato improvvisamente da un urlo. Il ragazzo si mise subito in allerta credendo che qualcuno stesse attaccando il villaggio, ma l’urlo era stato solo uno e poi era seguito il silenzio.
Allora William si alzò andando verso la camera di Apollon ma il rosso stava dormendo bellamente segno che neanche quella volta l’urlo era riuscito a svegliarlo.
Will quindi si diresse a passo spedito verso l’altra camera e aprì piano la porta, voleva solamente accertarsi che nessuno fosse entrato in casa e soprattutto che Julian stesse bene.
Si bloccò di colpo quando nella penombra vide chiaramente che l’elfo era sveglio e stava tremando tra le lacrime. Will rimase sulla soglia indeciso su cosa fare e sarebbe rimasto li per molto altro tempo se gli occhi di Julian non avessero incrociato i suoi.
-ti ho svegliato, scusami- sussurrò l’elfo e Will capì che era stato lui a gridare.
-non ti preoccupare, tutto okay?- chiese Will decidendo finalmente di entrare nella camera.
-no- sussurrò ancora il biondo stringendosi le braccia intorno al corpo.
Will chiuse la porta della camera a poi si sedette sul letto di fronte a Julian.
-ne vuoi parlare. Potrebbe farti bene-
-ho visto la mia città natale bruciare e poi la mia famiglia che veniva uccisa davanti ai miei occhi- rivelò il ragazzo con le lacrime agli occhi.
-era solo un incubo, molto probabilmente dettato dal fatto che non vedi la tua famiglia da molto e hai paura che possa essere successo qualcosa di brutto.- cercò di tranquillizzarlo Will prendendogli una mano tra le sue.
-eravate stati tu e Apollon. Eravate voi a distruggere il mio villaggio e ad uccidere i miei genitori- rivelò Julian con un po’ di coraggio, quell’incubo lo aveva destabilizzato troppo.
-allora non succederà mai perché ne io e ne Apollon potremmo mai fare una cosa del genere-
-e chi mi dice che non può capitare? Siete in guerra maledizione!- gridò il ragazzo, aveva assolutamente bisogno di sfogarsi.
-noi non faremo mai una cosa del genere, hai la mia parola- gli sussurrò Will avvicinandosi e accarezzando il viso dell’elfo per asciugargli le lacrime -mai- gli sussurrò ad un passo dalle sue labbra prima di baciarlo.
 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Julian aprì gli occhi solo perché c’era troppa luce all’interno della camera altrimenti avrebbe continuato tranquillamente a dormire. Dopo che Will lo aveva baciato il castano lo aveva fatto ristendere nel letto e lo aveva abbracciato per poi dirgli di dormire. Alla fine si era addormentato quasi subito cullato dal buon profumo del cacciatore di elfi. In quel momento Will stava ancora dormendo e l’elfo voleva solamente sotterrarsi. Non sapeva il perché di quel bacio ed era rimasto tanto sconvolto dall’incubo che non era riuscito a fare o a dire niente. Ora cosa sarebbe successo? Will aveva davvero intenzione di baciarlo o lo aveva fatto solo per tranquillizzarlo?
Julian si concedette qualche secondo per poter osservare per bene il bellissimo ragazzo. Durante il giorno non lo poteva fare altrimenti sarebbe stato colto in fragrante.
-ti piace ciò che vedi?- gli chiese con voce impastata Will che aveva appena aperto gli occhi beccando quindi l’elfo.
-tu non stavi dormendo?- chiese Julian diventando completamente rosso e dando immediatamente le spalle al castano. Castano che scoppiò a ridere per poi cingergli la vita con un braccio per poi tirarlo di più verso di se.
-mollami immediatamente- disse Julian con voce ferma. Will lo lasciò andare subito.
-scusami, gesto istintivo- si scusò il castano per poi mettersi a sedere e osservare il biondo che gli dava ancora le spalle. -vado a preparare la colazione- disse poi vedendo che il biondo non accennava a voler dire una parola.
Si alzò e si incamminò verso la porta, o meglio ci provò visto che fu subito bloccato da Julian che lo aveva preso per un polso.
-spiegami prima cos’è successo ieri sera- sussurrò l’elfo sempre senza guardare il cacciatore.
-se stai parlando del bacio mi dispiace, ho reagito istintivamente anche li. Volevo tranquillizzarti-
-e secondo te io mi tranquillizzo con un bacio?- chiese Julian sarcasticamente questa volta però guardandolo negli occhi.
-ma ti sei tranquillizzato e non hai fatto incubi- si difese Will.
-questo non c’entra niente- disse Julian in modo poco credibile. Cosa della quale Will se ne accorse.
-okay il bacio ti ha dato fastidio, mi puoi spiegare almeno perché? Ti prometto che non lo farò più- disse Will che aveva capito di essersi appena giocato le sue possibilità con l’elfo.
-perché sei un cacciatore di elfi-
-sappiamo entrambi che non è una giustificazione abbastanza credibile- Will incrociò le braccia al petto.
-perché mi piaci- si arrese alla fine l’elfo abbassando la testa. Will sgranò gli occhi, non si era minimamente aspettato quell’ipotesi. Quindi il castano si piegò e baciò nuovamente le labbra del biondo.
-anche tu- gli sussurrò a fior di labbra.
-non è uno scherzo vero?- chiese sorpreso il biondo. Quindi Gwen aveva ragione!
-non potrei mai scherzare su una cosa del genere-
-quindi è per questo che ieri non hai detto il nome della persona che ti piaceva- rise Julian tirando il ragazzo di nuovo sul letto e facendolo sedere al suo fianco.
-ovvio- Julian sorrise per poi baciare lui le labbra del castano. Era vero che all’inizio non voleva assolutamente farsi coinvolgere sentimentalmente dal ragazzo, ma ormai il danno era fatto e quindi voleva essere felice fino a quando sarebbe durata.
-non vuoi fare colazione?- chiese Will dopo il bacio mentre gli metteva una ciocca bionda dietro l’orecchio.
-adesso no, dopo- sussurrò Julian.
 

-era ora!- disse Apollon vedendo entrare in cucina Julian e Will a mezzogiorno passato. -sono dovuto uscire da solo a caccia ed è stato un macello!- continuò il rosso incrociando le braccia al petto.
-scusa- disse Will grattandosi la testa dispiaciuto anche perché era pericoloso per Apollon andare da solo a caccia.
-dov’eri comunque? Quando sono passato non c’eri-
-be’ qualcuno dorme così profondamente da non riuscire a sentire nemmeno un urlo proveniente dalla camera affianco e…-
-aspetta, cosa?- chiese il rosso sgranando gli occhi guardando attentamente Julian.
-solo incubi tranquillo- gli rispose l’elfo per poi lanciare un’occhiataccia Will.
-si, ma ciò non spiega perché tu eri scomparso questa mattina!-
-ero a tranquillizzare il mio ragazzo- gli rispose il castano mettendo un braccio intorno alle spalle di Julian facendo sgranare ancora una volta gli occhi ad Apollon.
-WILLIAM- gridò invece Julian diventando nuovamente rosso e togliendo il braccio dalle sue spalle.
-io ci avevo visto giusto! Ma quando è successo?-
-in che senso ci avevi visto giusto?- chiese Will sconvolto per poi guardare l’elfo al suo fianco. -io dico tutto al mio migliore amico-
-nel senso che era da giorni che vi lanciavate sguardi ambigui ed è anche per questo che ieri poi vi ho fatto quelle domande-
-stronzo bastardo e secondo te noi avremmo detto la verità sapendo che c’era anche l’altro presente?- chiese Will incrociando le braccia al petto.
-be’ poteva anche succedere…- tentò di dire Apollon ma si bloccò non appena vide la faccia di Will che gli diceva chiaramente che la sua idea non aveva portato a niente, solo a farli litigare. -comunque non so se essere felice della cosa o triste- continuò il ragazzo.
-perché non dovresti essere felice? Guarda che molto probabilmente diminuiranno i litigi-
-oh no, i litigi aumenteranno credimi- disse Julian smontando completamente la frase di Will che sbuffò.
-triste perché vi vedrò amoreggiare in giro mentre io non potrò-
-io non amoreggerò in giro credimi- lo tranquillizzò Julian o almeno ci provò.
-ehi perché no? Stiamo insieme!- protestò Will. Perché il suo ragazzo non voleva fare delle cose normalissime.
-ti devo ricordare quello che mi è successo? Se proprio mi vuoi come tuo ragazzo devi andare con calma o me ne vado per sempre-lo minacciò Julian e l’elfo sapeva perfettamente che aveva leggermente esagerato, ma aveva paura che il castano voleva solo sesso.
-ma certo che vado con calma cavolo per chi mi hai preso? Io parlavo di baci non di altro- si difese Will facendo fare un sospiro di sollievo a Julian.
-appena avete finito potreste cortesemente sedervi? O se non volete sedervi per mangiare potete anche aiutarmi a preparare il pranzo- disse Apollon incrociando le braccia al petto con un sorrisetto contento sulle labbra.

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Nonostante le sue buone intenzioni di non farsi corrompere subito da Will, Julian in una settimana era già riuscito ad andare oltre ad i baci con il suo ragazzo. E non si baciavano solo in casa come i primi tempi, ma erano arrivati a farlo anche fuori e quindi tutto il villaggio era venuto a conoscenza della loro relazione. Grazie a ciò, e anche alle parole di Meshach, i due cacciatori di elfi erano stati completamente accettati e venivano trattati come dei semplici cittadini. E la cosa era fantastica per i due ragazzi che potevano finalmente partecipare alle serate in compagnia degli altri invece di starsene rinchiusi in casa.
Will e Julian si erano appena ritirati proprio da una di quelle serate, troppo stanchi entrambi per poter continuare a stare in quel casino al contrario di Apollon che si stava divertendo come un matto cercando anche di fare la corte a Gwen.
-tutto bene?- chiese Will una volta che i due ragazzi furono arrivati in quella che era diventata la loro camera. La proposta di dormire insieme era arrivata da Julian dopo due giorni. Si era accorto che gli incubi erano prepotenti quando non aveva accanto il ragazzo e quindi lo aveva costretto a dormire con lui, che poi era anche la cosa che voleva Will.
-si, sono solo stanco- gli rispose il biondo buttandosi a peso morto sul letto seguito a ruota dal castano dopo essersi ovviamente tolto la maglietta e cambiati i pantaloni.
-dove trovi la forza di cambiarti?- sussurrò Julian a un centimetro dall’orecchio di Will.
-almeno così so che non mi devo alzare dopo. Non puoi dormire con quei vestiti addosso, sono troppo scomodi- gli rispose il castano lasciandogli un bacio tra i capelli.
-ecco un’altra cosa nella quale siamo diversi-
-e non è meglio così?- chiese il castano sorridendogli.
-no se poi finiamo per litigare come ogni santo giorno- gli rispose Julian sbuffando. Proprio come aveva precedentemente predetto ogni giorno c’era sempre qualcosa per la quale litigavano, ma alla fine faceva bene ad entrambi perché si sfogavano e poi riuscivano a chiarirsi senza l’aiuto di Apollon.
-è più bello litigare adesso visto che dopo ti riempio di baci- ridacchiò il castano passandosi una mano tra i capelli ribelli.
-e quando deciderò di scopare con te sarà quello che faremo ogni volta dopo un litigio?- anche Julian stava ridendo in quel momento.
-be’ perché no?-
-perché ho la netta sensazione che ti inventerai sempre qualcosa per litigare?- Will scosse la testa alla domanda di Julian.
-non credo di aver bisogno di litigare per fare l’amore con te- poi sorridendo continuò -e si hai capito bene, noi non scoperemo, ma faremo l’amore- Julian guardò il ragazzo sorridendo. Non si sarebbe mai aspettato un animo così dolce, non per come si era comportato i primi giorni che lo aveva conosciuto. Ma doveva ammettere che il castano gli piaceva anche per quello.
E furono proprio quelle parole a far decidere al ragazzo di fare quel passo definitivo. Ormai, nonostante fosse passata una sola settimana, aveva così tanta fiducia nei confronti di Will che voleva cancellare il brutto ricordo di quello che era successo con Valdez.
L’elfo baciò il castano, ma non era un bacio casto. Il bacio era pieno di tutto l’amore che il biondo provava per Will. Nel mentre del bacio Julian era anche riuscito a mettersi a cavalcioni sopra Will e nel mentre che lo baciava lo accarezzava anche.
Dopo un po’ di tempo anche le mani di Will finirono per accarezzare il corpo del ragazzo che aveva sopra di se. All’inizio con incertezza, poi il castano si lasciò andare vedendo che l’altro non lo stava bloccando.
Aveva sempre paura di prendere qualche iniziativa di troppo e quindi infastidire il suo ragazzo. Il poco tempo la maglia di Julian finì a terra seguita a ruota dai pantaloni di Will.
-sei davvero sicuro?- chiese Will tra un bacio e l’altro mentre portava una ciocca dei capelli di Julian dietro l’orecchio di quest’ultimo.
-si- rispose con convinzione il biondo guardando quel bellissimo corpo che stava sotto di lui.
-fermami se non vuoi- disse allora Will che con un colpo di reni riuscì a ribaltare le loro posizioni e quindi Julian si trovò intrappolato tra il corpo di Will e il materasso, ma comunque sorrise.
-smetti di parlare e agisci di più- gli disse l’elfo tirandogli un pizzico sul fianco scoperto.
-ahi!- gridò il castano che si massaggiò la parte dolorante. I pizzichi di Julian erano una delle cose più dolorose e fastidiose del mondo. -ora me la paghi- sussurrò Will fiondandosi nuovamente sulle labbra del suo ragazzo e togliergli i pantaloni con estrema lentezza, il contrario di quello che in realtà voleva fare, ma voleva essere delicato. Non voleva che anche quella volta fosse violento e troppo doloroso come la prima.
-non sono di porcellana- gli sussurrò Julian capendo subito le intenzioni del ragazzo.
-fai fare a me, okay?- furono le parole di Will che fecero storcere il naso a Julian, ma alla fine il biondo lo lasciò fare.
-con quanti l’hai già fatto?- chiese ad un certo punto Julian. In realtà ci aveva pensato solo in quel momento al fatto che Will potesse aver avuto altri ragazzi prima di lui. Will non era un principe come lui e soprattutto non era stato praticamente costretto nel suo castello senza avere contatti con il resto del mondo. O almeno aveva avuto solo contatti con gli altri nobili.
-nessuno. Li non avevamo tempo per fare niente- il castano rise. -sei per caso geloso?-
-certo che no!- l’elfo nonostante le sue parole era davvero felice che per Will lui fosse il primo.
Will sorrise conscio che il suo ragazzo era davvero geloso di lui e si piegò nuovamente a baciarlo.
-ti amo- gli sussurrò sulle labbra facendo quasi venire le lacrime agli occhi di Julian.
-anch’io Will-

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-voglio sotterrarmi!- disse Apollon più a se stesso che a Gwen. Il rosso stava aiutando l’elfo a portare l’acqua dal pozzo del villaggio alla sua casa.
-dai per un po’ d’acqua! Non sei un uomo tu?- chiese la ragazza ridacchiando.
-Io non stavo parlando dell’acqua ma di quei due che ho in casa- precisò Apollon. in realtà i primi tempi era stato tutto abbastanza normale e tranquillo, i due si baciavano pochissimo davanti a lui ma da qualche giorno i due non si facevano scrupoli a baciarsi davanti a lui e in qualunque momento. Erano diventati troppo sdolcinati in pochissimo tempo e Apollon quasi quasi li preferiva quando ancora litigavano.
-ma lasciali stare! Non eri tu quello che voleva aiutarli a mettersi insieme per non sentirli litigare?- chiese Gwen ridendo.
-si però il sapere che fanno cose di notte non mi fa dormire come vorrei-
-sei davvero sicuro che facciano qualcosa?-
-li ho sentiti una volta e da allora non riesco più a dormire è detto da uno che se dorme non si accorge nemmeno di un urlo nel proprio orecchio- le spiegò il rosso sospirando.
-ma tu mettiti a dormire e non pensare a quello che Will e Julian fanno. Infondo dormi profondamente-
-ma è il sapere che fanno qualcosa non mi fa dormire-
-e tu non pensarci maledizione Apollon! Oppure trovati anche tu qualcuno e non lamentarti-
-e come faccio a trovarmi qualcuno? E poi…-
-guarda che da quando siete stati accettati ci sono molte ragazzine che ti sbavano dietro. In realtà sbavavano dietro anche a Will, ma poi non hanno scoperto di non avere possibilità- disse Gwen con un’alzata di spalle.
-sono troppo piccole per me e poi mi piace già qualcuno- disse il ragazzo leggermente triste. Gwen non voleva avere niente a che fare con lui.
-Apollon senti io…- iniziò la ragazza, sapeva di piacere al rosso ma a lei lui non piaceva, almeno non in quel senso.
-lo so Gwen non ti preoccupare. Ti stavo solamente spiegando perché non vado dietro alle altre ragazze- la bloccò Apollon.
-devi lasciarmi perdere, davvero- continuò lo stesso la ragazza. Non voleva che Apollon si facesse false speranze.
-ho capito Gwen non c’è bisogno di ripetermelo-
-allora perché sei sempre vicino a me? È irritante come cosa-
-vogli parlare con un’amica. Will non mi considera minimamente da quando si è fidanzato con Julian- rispose sinceramente il rosso. -ma se ti da fastidio mi vado a rinchiudere da qualche parte a morire nel mio silenzio- e non diede a Gwen nemmeno il tempo di rispondere che posò le brocche piene d’acqua davanti alla porta della casa della ragazza e se ne andò lasciandola completamente da sola e spaesata.
Ovviamente Gwen non voleva far andare via il ragazzo perché infondo le piaceva la sua compagnia, solo non voleva che pensasse di poter avere qualche possibilità con lei.
Apollon fece il sentiero per arrivare alla sua casa alla massima velocità camminando. Era tanto di stratto da non notare per niente il falco che gli si schiantò contro. Il cacciatore di elfi lo guardò abbastanza confuso per poi raccoglierlo da terra con delicatezza e sfilare via il fogliettino legato alla sua zampa. Il falco lo guardò male fino a quando il ragazzo non gli diede da mangiare dei chicchi di riso che portava sempre appresso e quindi tutto contento il falco riprese il volo.
Apollon sospirò sperando che quella lettera non fosse un’altra convocazione nella capitale perché sapeva perfettamente che quella volta sarebbe dovuto andare da solo.
Aprì il foglio e lesse attentamente alzando gli occhi al cielo. Eccola li, un’altra convocazione perché gli elfi erano nuovamente riusciti ad introdursi nella capitale. Ma si poteva sapere come cazzo facevano ad entrare e perché quelle stupide guardie reali non aumentavano la sicurezza? Facevano mille controlli quando loro stavano per entrare nella città e non riuscivano ad aumentare le guardie? Era davvero odiosa come cosa. La lettera poi richiedeva la presenza di entrambi, ma Apollon si sarebbe inventato una scusa credibile per spiegare l’assenza di Will. Col cazzo che lasciavano nuovamente senza difese il villaggio.
Ne lui e ne Will si fidavano degli elfi con i quali Julian aveva fatto il patto e nessuno dei due voleva che ricapitasse la stessa cosa.
Apollon aumentò il passo visto che voleva avvertire subito Will che sarebbe partito a breve. Forse partire gli sarebbe servito anche per sbollire la rabbia che gli era salita dopo la conversazione con Gwen. Aveva bisogno di un po’ di tempo per rilassarsi e sbollire la rabbia, poi sarebbe tornato molto più tranquillo e tutto sarebbe tornato come prima più o meno.
Appena entrato in casa si accorse che era completamente vuota e sbuffò. Dov’erano finiti quei due? Dopo un po’ non se ne curò più di tanto e decise di andare a prepararsi una sacca con tutto il necessario per il viaggio, se una volta finita i due piccioncini non fossero tornati avrebbe lasciato la lettera sul tavolo con poi un bigliettino con scritto che era andato lui e che Will non doveva assolutamente preoccuparsi.
E alla fine fu proprio così, dei due ragazzi non c’erano tracce e quindi Apollon si affrettò a scrivere, ovviamente senza trovare una carta sulla quale scrivere e quindi lo fece sul retro dell’avviso.
Poi prese un po’ di provviste e si incamminò verso la stalla, Robert aveva dato il permesso ai due cacciatori di elfi di prendere i cavalli nel caso ne avessero bisogno e Apollon ne approfittò. In caso di bisogno poi Will avrebbe spiegato tutta la situazione a Robert.
Apollon si girò un’ultima volta per guardare il villaggio e poi spronò il cavallo per andare il più velocemente possibile.
 

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Apollon scese dal cavallo una volta arrivato nelle vicinanze della locanda nella quale avrebbe passato la notte. Non aveva nessuna intenzione di tornare alla caserma dei cacciatori di elfi per dormirci, non ne trovava l’utilità.
Le strade di quel quartiere erano molto strette tanto che fece parecchia fatica per attraversarle con il cavallo al suo seguito e una volta arrivato davanti alla locanda, che aveva anche una stalla al coperto per le cavalcature, fece un respiro di sollievo e si incamminò in direzione delle stalle.
-hai già pagato la camera? Non posso tenerti il cavallo se non hai pagato- disse l’uomo che si trovava all’entrata delle stalle e lo guardava con sguardo truce.
-non posso lasciare il cavallo in mezzo alla strada, lo lascio dentro e poi prendo subito la camera- disse prontamente Apollon. Col cavolo che lasciava il cavallo li in mezzo con tutte le persone che potevano approfittarsene.
-e va bene, ma se scopro che non alloggi qui ti faccio fuori il cavallo- l’uomo prese con uno strattone le redini dalle mani di Apollon e diede le spalle al rosso prima di entrare nella stalla. Il rosso sorrise e si incamminò verso l’ingresso della locanda che varcò subito. La locanda era piena di gente già di prima mattina, anche se secondo il cacciatore di elfi quelle persone erano li dalla sera prima. La cosa che gli faceva credere ancora di più alla sua tesi era il fatto che la metà delle persone li dentro era stesa sui tavoli e ronfava profondamente. Un movimento dietro al bancone fece sorridere Apollon che si avvicinò alla donna.
-spero tu faccia pagare anche la dormita sui tavoli- disse con un sorriso sulle labbra mentre la donna si girava a guardarlo e gli sorrise non appena lo riconobbe.
-oddio Lon come sei fatto bello- la donna, dai lunghi capelli neri raccolti in una crocchia fece il giro del bancone e corse ad abbracciare il ragazzo che non vedeva da anni.
Lunae e Susy, la madre di Apollon, erano state grandi amiche da quando erano piccole e avevano aperto quella locanda insieme. Apollon era cresciuto con le due donne e le aveva sempre aiutate, per quanto potesse fare un bambino, con le faccende. Quando Susy si era ammalata Lunae l’aveva esonerata dal lavoro mettendo tutto sulle sue spalle e Apollon aveva deciso di diventare un cacciatore per aiutare la madre. Gli incassi alla locanda non erano molti e servivano più a Lunae per mandare avanti l’azienda nonostante la mora avesse insistito più volta per dare un aiuto economico alla sua migliore amica.
Quando poi Susy era morta Apollon aveva smesso di andare a trovare Lunae e avevano perso quasi del tutto i contatti visto che il ragazzo non voleva pesare sulle spalle di Lunae.
-cosa tu porta qui tesoro?- chiese la donna che lo guardava con la testa alzata per quanto era diventato alto.
-una riunione con i cacciatori, ma non voglio dormire nella caserma. Ovviamente ti pago la camera- disse Apollon sorridendo alla donna che annuì.
-ti faccio uno sconto-
-scordatelo-
-me lo posso permettere Lon non protestare e poi avrò tanti soldi da quelli li- disse Lunae indicando con la testa gli ubriaconi che stavano ancora dormendo.
-comunque da quando avete una stalla?- chiese curioso Apollon.
-da quando hanno iniziato a venire molti nobili che non volevano stare troppo vicini al castello e che volevano una locanda super pulita- la donna gli fece l’occhiolino. Per molti anni il piccolo Apollon aveva chiesto alla madre perché si sforzava così tanto a lavare un pavimento che dopo nemmeno due secondi era nuovamente sucido. Adesso i frutti di tutto quel lavoro li stava raccogliendo Lunae e il ragazzo ne era felice.
-per quanto tempo devi rimanere?-
-mi stai già cacciando?- chiese il ragazzo ridendo.
-certo che no! Voglio solo sapere quanto tempo ho a disposizione per torturarti con le mie mille domande prima che tu scompaia nuovamente- gli disse la donna con un sorriso triste e Apollon l’abbracciò di slancio. Voleva troppo bene a Lunae.
-okay adesso basta con tutte queste smancerie in pubblico…-
-ma se stanno tutti dormendo- rise il ragazzo ma comunque staccandosi dalla donna che sorrise.
-vieni, ti mostro la tua camera- disse la donna scuotendo la testa e salendo le scale che portavano al piano superiore con tutte le camere per gli ospiti.
-comunque non so per quanto tempo quelli avranno bisogno della mia presenza- rispose Apollon grattandosi dietro la testa. Poteva essere due giorni come un’intera settimana. Con quelli non si poteva mai sapere.
-non ti preoccupare per il tempo non mi fa differenza- Apollon annuì e seguì la mora fino a quella che sarebbe diventata la sua camera. La donna l’aprì con la chiave che diede subito dopo ad Apollon.
-mi raccomando non la perdere altrimenti sarò costretta a farti pagare la serratura nuova- entrò nella camera seguita a ruota da Apollon che si guardò in giro curioso. Era una camera davvero semplice con un letto e un bagno privato. Niente di particolarmente lussuoso. -è un po’ piccola, ma quelle più grandi sono per più persone-
-non ti preoccupare Lunae, va benissimo- Apollon lanciò la sacca sul letto per poi sedersi a sua volta sopra e constatando che il materasso era davvero morbido come se lo ricordava.
-ti lascio, sappi che per te sono compresi anche i pasti quindi scendi a mangiare quando hai fame- disse Lunae prima di lasciargli un bacio sulla testa per poi uscire lasciando il ragazzo da solo.
Una volta di nuovo al bancone si trovò davanti Jacob, lo stalliere.
-è venuto un ragazzo rosso a chiederti una camera? Se no avremo carne di cavallo per cena- disse prontamente l’uomo mentre Lunae sorrideva.
-si, gli ho dato una camera non ammazzare quel povero cavallo- Jacob sbuffò e se ne ritornò alle stalle facendo scuotere la testa alla donna che poi controllò subito se il numero delle persone all’interno della locanda era lo stesso di quando era entrato Apollon. Per sua fortuna si e quindi si rimise tranquillamente a pulire i boccacci.
-mi scusi- Lunae alzò lo sguardo guardando l’uomo che sicuramente era appena entrato nella locanda.
-mi dica- rispose subito la mora notando che l’uomo non si era ancora tolto il mantello con il cappuccio che era calato sulla testa e che quindi non le permetteva di vedere chi fosse.
-dov’è la proprietaria della locanda?-
-sono io- e Lunae vide chiaramente l’uomo che si immobilizzava senza capirne il perché.
 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


-oh e da quando è cambiata gestione?- chiese l’uomo una volta ripresosi dallo shock iniziale.
-non è mai cambiata gestione, ci siamo ampliati è vero ma io ci sono dall’inizio- rispose Lunae davvero confusa dal comportamento dell’uomo.
-forse avrò sbagliato locanda allora- disse l’uomo sospirando. -ci sono altre locande qui in giro?-
-no, siamo l’unica qui. Ma, se posso chiedere, chi stavate cercando?- chiese Lunae che aveva capito che c’era qualcosa sotto.
-stavo cercando Susy, mi ricordavo fosse la proprietaria di questa locanda- disse sinceramente l’uomo. Lunae invece sgranò gli occhi. Nessuno chiedeva mai di Susy perché sapevano che era morta anni fa.
-si, io e lei eravamo le proprietarie di questo posto solo che Susy è morta parecchi anni fa- Lunae vide nuovamente l’uomo immobilizzarsi e si chiese chi fosse l’uomo visto le sue reazioni e una piccola idea le era passata per la testa. Poteva essere l’uomo che aveva fatto innamorare Susy e anche il padre di Apollon, ma poteva anche non essere.
-quanto tempo fa precisamente?- chiese l’uomo con voce bassa, quasi inesistente.
-quindici anni fa- rispose prontamente Lunae -posso sapere chi siete e perché cercavate Susy?- voleva delle risposte.
-quindici anni- l’uomo rise amaramente prima di lasciare un sorriso alla donna -mi dispiace avervi fatto perdere e comunque non sono nessuno di importante- l’uomo si girò, dopo aver lasciato comunque delle monete sul bancone per il disturbo, e si incamminò verso l’uscita.
-aspetti- disse Lunae seguendo l’uomo che in pochissimo tempo era arrivato alla porta. Gli altri clienti stavano ancora dormendo oppure erano troppo lontani dai due per sentire cose stessero dicendo.
-cosa c’è?- chiese l’uomo.
-voi e Susy, ecco stavate insieme? So che c’era un uomo che frequentava a volevo capire se…-
-non credo le riguardi- disse prontamente lui senza lasciarle il tempo di continuare.
-non voglio impicciarmi nei suoi affari, volevo solo sapere se era lei oppure no visto che Susy era rimasta incinta di quell’uomo. Ma se non è lei non serviva nemmeno dirlo- la mora si girò pensando di aver fatto un’enorme figuraccia, ma voleva aiutare Apollon. Sapeva che il ragazzo non aveva mai smesso di cercare il padre e poi per un attimo aveva creduto di vedere in quell’uomo gli stessi occhi del rosso. Ma si era sbagliata sicuramente visto che il cappuccio non le faceva vedere praticamente niente.
-aspettate un attimo! In che senso Susy era incinta?- l’uomo ritornò sui suoi passi e guardò la donna tra il sorpreso e lo sconvolto.
-quindi avevo visto giusto, siete voi!- Lunae doveva esserne sicura prima di parlare di Apollon.
-si- si arrese alla fine l’uomo -sono io. Mi hanno trattenuto fuori città più tempo di quanto in realtà volessi. Il mondo non è stato molto gentile con me. Ma dimmi il bambino? Che fine ha fatto?- il tono si voce si era fatto leggermente duro per cambiare velocemente al nominare il bambino.
-be’ adesso è davvero un bel ragazzo-
-quindi è vivo- c’era sollievo nella voce dell’uomo. -e dov’è adesso?-
-non lo so, non lo vedo molto spesso visto che il suo lavoro lo tiene molto impegnato- mentì la donna. Doveva prima parlare con Apollon e poi avrebbe detto tutto all’uomo che tra l’altro non si era ancora presentato e non si era nemmeno tolto il cappuccio. Era come se stesse nascondendo qualcosa.
-che lavoro fa? E soprattutto sai se è qui in città?- insistette ancora l’uomo, si vedeva chiaramente che voleva parlare con il figlio.
-è un cacciatore di elfi e si muove molto. Non so se in questo momento si trova in città oppure no.- rispose Lunae e vide l’uomo immobilizzarsi per la terza volta in pochi minuti. -c’è qualcosa che non va?-
-no certo che no- si affrettò a dire l’uomo -se lo vedi potresti dirgli che sono qui? Vorrei davvero parlargli-
-certo, dove devo dire di raggiungerti?-
-al pino vicino il cancello nord della capitale. Starò li ogni giorno a mezzanotte. Verrò di nuovo qui quando dovrò andarmene per lavoro e ti avviserò. Grazie di tutto- l’uomo non aspettò altro tempo e uscì dalla locanda.
Lunae non perse tempo e andò a chiamare Jacob per tenere sotto controllo la locanda e corse subito su per le scale e bussare alla porta di Apollon.
Il ragazzo aprì la porta poco dopo e guardò confuso la donna davanti a se.
-è successo qualcosa-
-è appena arrivato tuo padre-
-COSA? COME…- gridò il rosso non riuscendo a capire come fosse possibile una cosa del genere.
-ha chiesto di tua madre e allora io ho chiesto se fosse lui e mi ha detto di si. non sapeva che Susy era incinta quando l’ha lasciata. Vuole incontrarti, ma io non gli ho detto che eri qui- spiegò la donna.
-e che gli hai detto? Su di me ovviamente- disse il ragazzo incrociando le braccia al petto.
-che non sei sempre qui perché sei un cacciatore di elfi- Apollon sgranò gli occhi.
-e lui che ha detto?- Lunae non sapeva che suo padre era un elfo e non sapeva nemmeno della sua natura di mezzosangue.
-perché me lo chiedi? Comunque non ha detto niente, mi è sembrato solo leggermente stranito- rispose la donna con un’alzata di spalle.
-okay e ha dato qualche luogo dove vorrebbe incontrarmi?- chiese Apollon anche se per il momento non sapeva se avrebbe accettato di vedere il padre oppure no.
-si, al pino vicino la porta nord. Ha detto che starà li a mezzanotte-
-grazie per avermi avvisato Lunae- disse il ragazzo sorridendole.
-figurati. Hai intenzione di andarci?- chiese la donna curiosa.
-non credo lo farò. Poi potrei anche cambiare idea- Apollon le sorrise ancora prima di salutarla con la mano e rinchiudersi nella sua camera con un’enorme dubbio addosso: voleva incontrare suo padre oppure no?

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


-dov’è William?- fu la prima cosa che chiesero ad Apollon gli altri cacciatori vedendolo entrare da solo nella stanza più grande della caserma.
-è rimasto al villaggio, siamo circondati da elfi e non possiamo permetterci di perdere altri villaggi- rispose prontamente il rosso dicendo anche una parte della verità.
-dovevate avvisarci prima, ci serve tutto l’aiuto possibile-
-come mai?- chiese Apollon che molto probabilmente aveva già capito qual era il problema.
-gli elfi sono nuovamente entrati in città. Molta gente dice di averli visti e anche parecchi. Dove stare tutti qui per catturarli tutti- Apollon guardò Ira che aveva appena parlato e si chiese come una persona del genere potesse essere tanto stupida, soprattutto ricoprendo un ruolo tanto importante.
-non credi che ci sia qualche problema nei controlli per entrare in città? Ogni volta che ritorno mi fanno sempre mille controlli, ma nessuno mai che scopre gli elfi che entrano in città- disse Apollon incrociando le braccia al petto.
-ma i controlli sono super efficienti, lo hai detto tu stesso- disse Ira con superiorità, non gli piaceva che qualcuno mettesse in discussione le sue parole.
-ma sembra che i controlli li facciano solo sulle persone e non sugli elfi- continuò il rosso.
-i controlli li fanno su tutti quelle che entrano in città, non puoi dare la colpa alle guardie-
-non puoi cercare di far aumentare la guardia? O comunque controllare tutte le mura e non solo le entrate? Se ne entrano così tanti in poco tempo vuol dire che conoscono un posto dove entrare-
-ma per favore! Non è quello il problema- Ira si stava arrabbiando e non poco visto che Apollon lo stava mettendo in cattiva luce con le nuove reclute che erano presenti nella stanza.
-e allora come li spieghi tutti questi elfi in città?- continuò a spada tratta il rosso. Non gli andava ogni volta di dover tornare ogni volta nella capitale e farsi quel viaggio stancante solo perché nessuno si decideva ad aumentare le difese.
Ira lo guardò pronto a ribattere, ma poi si bloccò capendo di non poter far niente per rispondere a tono al ragazzo e il suo sguardo divenne più rabbioso.
-la riunione finisce qui, girate per la città e vedete di scovare ed uccidere tutti gli elfi- disse Ira dopo un po’ di silenzio.
-non sarebbe meglio catturarli per sapere da dove entrano?- chiese Apollon, di certo non voleva farla finire in quel modo la conversazione.
-no, uccideteli e basta- disse Ira sbattendo con forza le mani sul tavolo facendo spaventare parecchie delle nuove reclute.
Apollon fu il primo ad alzarsi e ad uscire da quella stanza. Non voleva starci un minuto in più li dentro. Appena uscito all’aria aperta sospirò di sollievo. Si era abituato molto velocemente all’aria di Bassekti e non vedeva davvero l’ora di ritornarci.
Da quel giorno in poi, per ben due settimane, il rosso fu costretto a girare per la città cercando di vedere dove si trovavano quei stramaledetti elfi. Ed era una tortura perché non si era riposato nemmeno un momento, solo tre ore al giorno. La cosa più divertente e che lui di elfi ne aveva visti davvero tanti, ma non aveva mai fatto rapporto visto che non gliene poteva fregare assolutamente nulla e di sicuro non voleva aiutare quei bastardi che non lo ascoltavano quando parlava.
Aveva notato che molti degli elfi che incontrava lo guardavano parecchio preoccupati, ma lui faceva finta di non vederli e quelli si toglievano subito dalla sua strada.
Ora, dopo due settimane, non avevano fatto grandi miglioramenti viso che molto probabilmente gli elfi avevano intuito facilmente che li stavano cercando. Apollon quindi aveva deciso che si sarebbe riposato quella sera e poi sarebbe riornato nel suo villaggio e non sarebbe mai più tornato nella capitale.
-ehi, vuoi qualcosa da mangiare?- gli chiese Lunae vedendolo entrare nella locanda stanchissimo.
-no grazie, voglio solo dormire un po’- le rispose il ragazzo sorridendole.
-sei andato poi da tuo padre?- chiese la donna curiosa. Apollon sgranò gli occhi. Era stato tanto impegnato nelle ronde che si era completamente dimenticato della presenza del padre li.
-no, non credo lo farò. Comunque parto questa sera sul tardi- disse il ragazzo, non voleva stare li un altro giorno di più e se partiva quella sera poteva arrivare nel pomeriggio del giorno dopo al villaggio.
Il ragazzo dormì profondamente per tutto il pomeriggio e verso le undici e mezza si svegliò più riposato che mani. Raccolse velocemente le sue cose e andò a salutare Lunae che era rimasta sveglia proprio per poterlo salutare un’ultima volta. Prese il cavallo e si incamminò verso l’uscita della città.
A pochi passi dalla porta sentì i rintocchi dell’orologio che segnavano mezzanotte e il ragazzo si fermò un attimo, poi girò il cavallo e galoppò velocemente verso il pino della porta nord, dalla quale stava uscendo.
Vide subito l’albero e tirò le redini per fermare il cavallo. Si guardò intorno, ma non vide nessuno e pensò che non ne era minimamente valsa la pena. Si girò con il cavallo e fece per farlo partire nuovamente ma venne fermato da una voce:
-aspetta- Apollon si fermò e si girò vedendo una figura incappucciata che era appena arrivata da chissà dove.
-chi sei?- chiese Apollon, non voleva assolutamente parlare con una persona che poteva non essere suo padre.
-tuo padre?- chiese quello con un po’ di incertezza nella voce. Apollon scese da cavallo e si avvicinò all’uomo incrociando le braccia al petto.
-sono felice che tu sia venuto a trovarmi nonostante non sia stato un vero padre per te- cominciò l’uomo.
-be’ te ne sei andato lasciando mia madre da sola- disse Apollon.
-non sapevo di te altrimenti avrei trovato una scusa per rimanere con voi. Non avrei mai lasciato Susy da sola sapendola incinta- rispose prontamente l’uomo.
-va bene, non sapevi di me ma almeno potevi evitare di illuderla. Ti ha aspettato anche mentre stava morendo. Era sicura che tu saresti arrivato ma non è stato così-
-mi hanno trattenuto maledizione! Pensi che io non volessi tornare da lei? Pensi che avrei rischiato tutto per stare con una donna che non amavo? Io amavo tua madre e non puoi immaginare come mi sono sentito quando ho scoperto che era morta- Apollon sentendo il tono di voce dell’elfo capì che non gli stava mentendo.
-posso almeno sapere come hai fatto ad entrare qui?- chiese Apollon curioso più che mai.
-dalla porta-
-so cosa sei e tu sai cosa sono io, non mentirmi per favore. Se vuoi davvero la mia fiducia non lo fare- disse prontamente il rosso.
-a nord ovest c’è una porta di servizio tra le mura che non viene mai usata. Tutti pensano che sia chiusa a chiave ma non è così. È così che sono entrato la prima volta ed è così che continuiamo ad entrare-
-tanto qui sono stupidi da non capire che devono aumentare le guardie intorno alle mura- disse Apollon con un piccolo sorriso. -posso vedere il tuo volto?- e l’uomo si tolse il cappuccio.
 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Apollon guardò sorpreso il volto del padre. Era assurdo quanto entrambi si assomigliavano, l’unica cosa che era diversa era il colore dei capelli che nel caso di Apollon erano molto più scuro.
-hai i colori di tua madre, ma sei identico a me. Non ti ho ancora chiesto come ti chiami-
-si, ho notato- rispose Apollon -però non mi hai nemmeno chiesto perché faccio parte dei cacciatori di Elfi-
-ci sarà una ragione sicuramente sotto e credo che sia colpa della mia natura- Apollon scosse la testa con un piccolo sorriso sulle labbra.
-l’ho fatto perché era l’unica cosa che dava soldi anche ad un ragazzino e mi servivano per comprare le medicine per la mamma. Comunque mi chiamo Apollon- rispose il ragazzo.
-Nash, io mi chiamo Nash- gli disse il padre anche lui con un sorriso. -dove stavi andando? Non credo che ti serviva un cavallo per venire fino a qui-
-me ne stavo andando dalla capitale- rispose sinceramente il rosso.
-hai del lavoro da fare?-
-in un certo senso si. Qualche mese fa ci hanno mandati nei villaggi a nord per impedire altri massacri da parte degli elfi. Sono venuto qui per via delle invasioni di elfi, ma ho deciso di tornare al villaggio-
-noi non abbiamo mai invaso i vostri villaggi, noi uccidiamo solamente i cacciatori che si intrufolano nel nostro territorio.- rispose Nash che era abbastanza confuso dalle parole del figlio.
-in realtà va avanti da molto tempo questa cosa e sono rimasti davvero pochi villaggi ancora in piedi- continuò Apollon davvero sorpreso che il padre non sapesse niente. Eppure per quanto aveva raccontato Julian la divisa che indossava Nash, e della quale Apollon si era subito accorto, era la stessa degli assassini degli elfi dei quali era il capo quel Valdez.
-ma chi è che attacca? Io non ne so niente davvero- disse Nash.
-gli assassini degli elfi con un certo Valdez a capo- disse sinceramente il ragazzo.
-cosa? L’unica cosa che il re aveva detto di fare a Valdez era controllare i confini non attaccare, come sai che è lui?- chiese Nash davvero sconvolto da quelle parole.
-lo ha riconosciuto un elfo che vive con noi-
-posso venire con te? Voglio vedere i villaggi e anche parlare con l’elfo che ha riconosciuto Valdez se possibile. Poi andrò dritto dal re a riferirgli la cosa, non dobbiamo assolutamente attaccare gente innocente.- Apollon annuì alle parole del padre, se c’era un modo di impedire di distruggere altri villaggi quella era la cosa giusta da fare.
-ma sei sicuro di potertene andare senza dire niente?- chiese poi il ragazzo vedendo che il padre aveva appena slegato il cavallo con il quale era arrivato e che Apollon non aveva ancora notato.
-sono il secondo in comando posso fare quello che voglio- gli rispose l’uomo sorridendo.
-e chi è il primo?-
-Valdez che non si trova qui in questo momento- sorrise ancora l’elfo salendo a cavallo seguito a ruota dal figlio.
-sei sicuro di poter passare dalla porta principale?- chiese Apollon quando vide che il padre lo stava seguendo.
-se dici che stiamo insieme non faranno problemi. Un gruppo dei miei uomini è entrato insieme ad una carovana- gli spiegò Nash.
 
-è bello stare dentro di te- sussurrò Will mentre baciava il suo ragazzo.
-stupido- disse invece Julian ricambiando il bacio con passione anche se il suo sguardo era leggermente velato di tristezza.
-ehi, tutto okay?- chiese Will togliendosi da dentro al ragazzo e sdraiandosi al suo fianco mentre gli accarezzava il fianco scoperto.
-si non ti preoccupare- gli mentì Julian lasciando un altro bacio sulle labbra del ragazzo.
-sicuro, ti vedo leggermente triste-
-sto bene e sono anche contento che sia andato solo Apollon così ti ho tutto per me- cambiò discorso Julian che era davvero felice di quella cosa.
-mi ha sorpreso sinceramente, non mi aspettavo che se ne andasse senza aspettarmi- disse Will mettendo leggermente il broncio. -credo comunque che sia successo qualcosa con Gwen. Ho notato che l’altro giorno era leggermente strana?-
-credi che Apollon le abbia chiesto di essere la sua ragazza e lei gli abbia dato un due di picche?- Julian aveva provato a parlare con la ragazza ma Gwen evitava accuratamente il discorso.
-be’ dovrebbe essere Apollon quello strano e non lei se fosse così- ragionò Will che davvero non riusciva a capire cosa avesse la sorella.
-secondo me non vuole ammettere che Apollon le piace e anche tanto- disse Julian pensando a come la ragazza guardava il rosso dopo che questi aveva rivelato di essere un mezz’elfo.
-sarebbe bello se alla fine si mettessero insieme non trovi?- chiese Will lasciando un bacio sulla tempia di Julian.
-così lo cacci da qui e la casa è tutta nostra?- Julian rise mentre Will annuiva a quelle parole. Era sconvolgente come in poco tempo erano diventati quasi inseparabili. -sai quando tornerà?-
-non lo so tesoro, ma spero il più tardi possibile così possiamo fare quello che vogliamo senza trovarcelo che si lamenta.-
-non era per quello, volevo solo sapere quanto tempo sarebbe stato trattenuto nella capitale, qui da solo non so se riuscirai a farcela contro gli uomini di Valdez, sono tantissimi e tu sei uno- disse sinceramente preoccupato l’elfo.
-tranquillo nel caso mi aiuteranno anche gli altri del villaggio. Non cederemo tanto facilmente- lo rassicurò Will.
-basta che non muori-
-ti vado bene anche mutilato?- chiese scherzosamente Will tirandosi sopra il biondo che lo guardò con gli occhi ridotti a due fessure.
-te l’ho dento l’importante che non muori, ma se resti tutto intero è meglio- gli rispose poi mettendogli una mano sul petto, proprio nel punto in cui poteva sentire il cuore del castano battere.
-farò de mio meglio per restare intero- gli rispose Will baciandogli l’altra mano.
-meglio così-

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


-siete davvero molto vicini al confine- disse Nash mentre lui e il figlio cavalcavano verso Bassekti. L’uomo lo disse perché si era accorto del cambio nel paesaggio che gli faceva intuire appunto che si trovavano vicinissimi al confine dei due regni.
-non so di preciso dove sia il confine, ma siamo molto lontani dalla capitale- gli disse Apollon con un’alzata di spalle. Alla fine il padre aveva avuto ragione e li avevano fatti passare senza fare nessuna storia. Non gli avevano chiesto ne perché stesse uscendo dalla città e ne avevano chiesto a Nash di abbassarsi il cappuccio. E poi Ira diceva che la sicurezza era al massimo. Meglio per loro però.
-siamo arrivati- disse Apollon con un sorriso quando iniziò ad intravedere le poche case che costituivano il villaggio di Bassekti e allora il ragazzo spronò il cavallo aumentando la velocità per raggiungere velocemente il villaggio. Nash lo guardò con un sorriso genuino sulle labbra prima di spronare a sua volta il cavallo e cercare di raggiungere il figlio.
-ce ne hai messo di tempo- Nash sentì quelle parole provenire dall’uomo al quale Apollon stava lasciando il cavallo. Infatti il rosso aveva avuto il tempo non solo di arrivare al villaggio prima del padre, ma anche di scendere da cavallo.
-mi hanno trattenuto più del necessario, Will ti ha spiegato tutto-
-è venuto appena sono entrato nella stalla e mi stavo chiedendo chi avesse preso il cavallo.
-mi dispiace averlo fatto in questo modo, ma non volevo perdere tempo- il ragazzo si scusò tenendo la testa bassa.
-non ti preoccupare, sono stato io stesso a dirvi di farlo senza chiedermi il permesso, l’importante e che i mei cavalli ritornino- Apollon sorrise all’uomo e poi si voltò cercando il padre che era appena sceso da cavallo e si stava avvicinando ai due.
-e lui chi è? Un altro cacciatore?- chiese Robert che si era già messo sulla difensiva.
-no, è mio padre. Ci siamo incontrati per caso e forse può aiutarci con gli elfi che sono qu intorno- rispose sinceramente il rosso, proprio quando Nash aveva raggiunto i due. -puoi anche toglierti il cappuccio- gli disse e Nash fece come gli era stato detto soprattutto perché iniziava a sentire veramente caldo.
-salve- salutò subito Nash ricevendo un cenno della testa da parte di quello che sembrava il capovillaggio.
-sai dov’è Will?- chiese Apollon dopo un po’ a Robert, voleva presentare il padre all’amico e poi voleva anche che Nash e Julian parlassero per capire come dovevano comportarsi.
-dovrebbe stare nella vostra casa, sinceramente non so. Questa mattina sembrava un pazzo esaurito, o meglio sembrava stesse cercando qualcosa per tutto il villaggio, poi non l’ho più visto- Apollon annuì a quelle parole.
-grazie mille- rispose Apollon per poi far cenno al padre di seguirlo e Nash lo fece ma fu prontamente fermato da Robert.
-se vuoi posso tenere il cavallo nella stalla, ho un posto in più-
-certo, grazie mille- e così Nash raggiunse finalmente il figlio che non si era minimamente accorto che il padre era rimasto indietro. Fecero il resto del tragitto l’uno a accanto all’altro senza dire una parola e a Nash sembrava davvero strano poter camminare in un villaggio di umani senza cappuccio e soprattutto senza essere guardato con gli occhi sgranati. Si accorse anche che gli elfi presenti erano molti di più di quanto si fosse inizialmente immaginato. Non credeva ci fosse così tanta gente che era scappata dal regno.
-siamo arrivati- lo riscosse dai suoi pensieri Apollon aprendo la porta di quella che era la casa più isolata di tutte e anche quella più immersa nel verde visto che le altre case a stento si vedevano da li.
-WILL- gridò il rosso facendo entrare il padre e poi chiudendo la porta alle spalle dell’elfo. Per un momento il cacciatore credette che non ci fosse nessuno in casa, poi vide arrivare dalla zona notte proprio il suo migliore amico che non aveva una buona cera, per niente. -tutto okay?- chiese infatti Apollon avvicinandosi.
-cosa volevano?- chiese invece il ragazzo con la voce roca, molto probabilmente aveva urlato.
-sono entrati altri elfi nella capitale e non capiscono il come. Ho proposto ad Ira di controllare tutte le mura e non solo le porte, ma non vuole darmi retta quindi dopo un po’ mi sono rotto e ho deciso di tornare qui- rispose il ragazzo con un’alzata di spalle mentre il castano annuiva. Poi posò lo sguardo su Nash e lo guardò interrogativo, cosa della quale si accorse subito Apollon.
-Will ti presento mio padre Nash, papà lui è il mio migliore amico Will- fece le presentazioni il rosso facendo sgranare gli occhi a Will.
-piacere- disse subito il castano presentandosi per poi sorridere al suo migliore amico. Aveva capito da come lo aveva presentato che Apollon aveva completamente perdonato il padre, o molto probabilmente c’era molto altro dietro all’abbandono da parte del padre.
-dov’è Jul? Papà ha detto che potrebbe riuscire a cacciare gli elfi qui intorno- spiegò subito Apollon, non voleva assolutamente perdere troppo tempo. Ma vide subito lo sguardo di Will rabbuiarsi.
-non lo so. Non lo trovo da questa mattina- spiegò il ragazzo sospirando pesantemente.
-in che senso non lo trovi?- chiese preoccupato Apollon.
-che è scomparso! Molto probabilmente scappato. Non lo so Apollon- disse quasi urlando il ragazzo. -scusatemi- sussurrò poi andando a rinchiudersi nella sua camera.
-cazzo- sussurrò Apollon, che cazzo di fine aveva fatto Julian? Perché se ne era andato senza dire niente?
-lui e l’elfo avevano qualche storia?- chiese prontamente il padre anche se aveva già capito in buona parte la questione.
-stavano insieme. Mi sembra davvero strano che sia scomparso senza dire niente. Ti dispiace se io vado a parlare con Will?-
-certo che no. Io faccio un giro qui intorno, sono venuto per stare con te e per aiutarvi e non ho intenzione di non fare niente- rispose l’uomo per poi uscire dalla porta. Dopo pochi secondi Apollon aveva già aperto la porta della camere di Will e si era anche seduto sul letto sul quale il castano era sdraiato.
-non abbiamo litigato se è quello che ti stai chiedendo- disse in un sussurro il cacciatore di fate.
-okay, è successo qualcosa che possa avergli fatto venire in mente di andarsene?- chiese Apollon. Will fece per rispondere velocemente di no, poi però ci ragionò su fino a quando non sgranò gli occhi.
-era triste ieri e io non ho insistito a capire cosa avesse perché cambiava sempre argomento. Credo di averlo appena perso per sempre- sussurrò il castano dandosi dello stupido per non aver insistito.

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Julian guardò fuori dalla finestra sospirando triste. Aveva fatto una scelta una settimana prima lasciando Will e ogni giorno di più se ne stava pentendo perché sentiva terribilmente la mancanza del castano.
-starai a guardare fuori con aria sconsolata per tutto il resto della tua vita o mi dirai cos’è successo e soprattutto dove eri finito- il padre era stato paziente con lui in quella settimana anche perché, diversamente da quanto si era aspettato il ragazzo, appena lo aveva visto entrare nel palazzo l’elfo lo aveva abbracciato tra le lacrime. Credeva fosse morto o che fosse stato rapito dai cacciatori di elfi. Poi lo aveva lasciato riposare senza chiedergli niente, ma Julian sapeva di dovere delle spiegazioni al padre soprattutto perché anche lui voleva fargli delle domande del tipo: “perché Valdez aveva mentito?”.
-sono scappato perché non volevo sposarmi- furono le prime parole che disse Julian dopo tanto tempo.
-questo lo avevo intuito anche da solo. Cosa ti è successo? Mi sembri diverso-
-sono arrivato in un villaggio umano e mi sono pietrificato sul posto perché stava bruciando, gente innocente stava morendo e gli artefici erano i nostri assassini…-
-impossibile, ho detto chiaramente a Valdez di controllare i confini per non fare entrare nessun cacciatore…perché fai quella faccia?- chiese l’uomo notando come il bellissimo volto del figlio si fosse contratto in una smorfia.
-fammi finire di parlare e lo capirai- sussurrò il principe per poi prendere nuovamente un sospiro profondo e continuare a parlare -ho cercato di salvare qualcuno, anche un bambino, ma non sono arrivato in tempo erano già tutti morti. Non sono stato molto attento e un cacciatore di elfi mi ha notato e mi ha catturato per portarmi ad un villaggio li vicino. Credeva fossi stato io a distruggere il villaggio- Julian vide la faccia del padre farsi lugubre ma comunque continuò a parlare -nonostante all’inizio avessi davvero paura di lui e soprattutto del suo amico ma in realtà sono solo due ragazzi ai quali, in un modo o nell’altro, è stato imposto di diventare cacciatori di Elfi. Loro non sono cattivi e non ero loro prigioniero. Un giorno sono stati convocati nella capitale perché si erano intrufolati degli elfi e avevano bisogno di loro. Mi hanno lasciato nella loro casa da solo non potendo portarmi con loro altrimenti sarei stato ucciso. Il loro intento era quello di usarmi come scambio contro coloro che volevano distruggere il loro villaggio anche se non conoscevano la mia vera identità e non la conoscono tutt’ora.-
-cos’è successo? Perché so che è successo qualcosa- disse il re che si sentiva un fascio di nervi. Avrebbe ucciso chiunque avesse provato a far del male al suo unico figlio.
-gli elfi si sono presentati alla mia porta. Sembrava che sapessero che i due cacciatori non erano in città e a capo c’era Valdez. Volevano attaccare la città ma io non volevo che lo facessero, li c’erano molti elfi che mi avevano aiutato e non potevo farli morire. Valdez allora mi ha detto che avrebbe lasciato in pace il villaggio se solo io avessi fatto quello che voleva. Gli ho detto di si e lui…- le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi di Julian. -…so che è colpa mia quello che è successo…ma non pensavo che lui volesse me-
-ti ha violentato? Nonostante sapesse perfettamente che nessuno può toccarti?- chiese il re quasi sconvolto, o meglio lo era totalmente. Quel Valdez lo avrebbe sentito. Non solo stava uccidendo gente innocente, ma aveva anche violentato il principe ereditario.
-si, lo ha fatto. Poi dopo tre giorni se ne è andato- riprese a raccontare Julian una volta calmati i singhiozzi.
-quando sono rimasto da solo Gwen, un elfo che mi aveva aiutato in precedenza, è corsa subito da me per chiedere come stessi e poco dopo sono arrivati anche i due cacciatori di elfi. Valdez sapeva quando sarebbero tornati. Mi sono stati accanto, tutti e tre ed è stato allora che io e Gwen abbiamo capito che quei due era sinceramente dalla parte degli elfi. Ed è stato anche allora che mi sono accorto di essermi innamorato di Will. E quando ho scoperto che anche lui provava lo stesso per me mi sono detto perché non provarci? Valdez mi aveva detto che mi avevi ripudiato e quindi ero ricercato e soprattutto sarei morto-
-questo non è vero, per niente! Io invece ti stavo cercando con tutte le mie forze ed ho anche annullato il matrimonio-
-davvero?- chiese sorpreso Julian mentre il padre annuiva mettendogli una mano sulla spalla.
-posso sapere perché sei tornato se pensavi che ti avrei ucciso e soprattutto se avevi trovato quel Will?- chiese poi curioso l’elfo vedendo subito la faccia del figlio oscurarsi.
-io…per paura. Amo Will, da morire credimi ma ho avuto paura di fargli schifo- disse sinceramente il principe.
-perché dovresti?-
-perché ho una vita dentro me e ho la netta sensazione che non sia di Will- Julian scoppiò di nuovo a piangere. Quando aveva capito che qualcosa non andava aveva sperato davvero che non fosse rimasto incinta, ma il fato aveva voluto il contrario e gli era crollato il mondo addosso. Non aveva detto niente a Will per paura e pensava di aver fatto la cosa giusta scappando in quel modo. Nel peggiore dei casi sarebbe morto.
-dovevi restare con lui invece-
-cosa?- chiese il biondo confuso. Cosa cavolo stava dicendo il padre?
-se Will ti ama davvero come dici non gli avresti mai fatto schifo, soprattutto sapendo perfettamente cos’era successo. E poi potrebbe essere anche di quel ragazzo, non credo tu ne possa essere totalmente sicuro- disse Frederic stringendo a se il figlio e baciandogli la testa.
-sarebbe un mezz’elfo in quel caso…-
-e cosa ha sempre detto tua madre?- chiese ancora Frederic con un sorriso sulle labbra e facendo sorridere anche il figlio. -credimi mi andrebbe mille volte meglio un erede mezzo elfo che non il figlio di quello stronzo bastardo-
-posso restare qui? Io…voglio essere sicuro prima di tornare da Will nel caso, ovviamente sempre se mi vorrà ancora-
-certo e io non vedo l’ora di avere Valdez sottomano. Credimi gli farò pentire di essere nato.-
 

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Dieci mesi, erano passati dieci mesi da quando Julian aveva lasciato Will e il castano aveva cercato di comportarsi normalmente nonostante l’elfo gli mancasse tantissimo. Però lui e Apollon non erano stati per niente con le mani in mano per tutto il tempo, questo perché Nash si era rivelato un mostro dedito al lavoro e li aveva trascinati con lui in mezzo alla foresta per poter prendere tutti gli indizi possibili per poi andare dritto dal re per rivelare cosa stesse veramente succedendo li.
-come va?- chiese Apollon sedendosi al fianco dei suo migliore amico sulla scalinata d’ingresso della loro casa. Nash gli aveva dato qualche ora di riposo perché aveva bisogno di riordinare i dati presi (era andati in giro anche nei villaggi distrutti per vedere il numero effettivo) e i due ragazzi ne avevano ovviamente approfittato.
-come sempre Apollon, vorrei tanto che Julian mi avesse detto il motivo e non che scappasse così di notte. E se è finito nuovamente tra le mani di Valdez? Non mi va tanto a genio la cosa-
-abbiamo scoperto per certo che Julian non sia andato da quello li. Non lo abbiamo visto quando li abbiamo spiati di nascosto- disse Apollon per tranquillizzare il castano.
-e se invece c’era e non ce ne siamo accorti? Se era nella tenda di quel mostro? So che sono odioso quando faccio così e so anche che dovrei metterci una pietra sopra visto che è quasi passato un anno, ma non ci riesco-
-non devi assolutamente metterci una pietra sopra, sono più che sicuro che lo ritroveremo- lo rassicurò Apollon dandogli un pugno sulla spalla.
-non ci credo più sinceramente- gli rispose Will sorridendo all’amico, voleva cambiare assolutamente argomento per non pensarci -come va con Gwen?- chiese allora.
-come dovrebbe andare scusa?- Apollon sembrava davvero confuso per quelle parole oppure era davvero bravissimo a mentire.
-be’ l’altro giorno vi ho visti che vi baciavate, o non eri tu?- Will vide l’amico sbiancare e sorrise. Aveva visto giusto. -perché non mi avete detto niente? Perché nascondersi così?-
-non volevo che mi vedessi felice quando tu non lo sei- rispose sinceramente il rosso. Non sapeva come e quando erano cambiate le cose tra lui e Gwen, era stato un attimo più o meno cinque mesi prima dopo un litigio per qualcosa di stupido. Gwen lo aveva sorpreso baciandolo e da allora non avevano mai smesso mettendosi anche ufficialmente insieme. Entrambi avevano concordato di non dire niente a Will, ma a quanto pareva non erano stati abbastanza bravi da nascondere bene la cosa.
-be’ io sono più felice sapendovi insieme anche perché so che mia sorella è in buone mai. E poi non ero io quello felice quando tu ti prendevi i due di picche da parte di Gwen? Non nascondermi più niente, per favore- disse il castano tendendo una mano verso il rosso. Voleva fare in modo di far diventare quelle parole in una promessa.
-va bene- gli rispose Apollon stringendo quel braccio.
-grazie per…-
-Gwen è incinta. Sei il primo che lo sa- sparò fuori prontamente il rosso. I due avevano deciso di sposarsi dopo aver risolto la questione dei villaggi, ma non potevano di certo stare senza fare niente visto che l’attrazione l’uno per l’altra era impossibile da controllare.
-cazzo ma non lo sai tenere nei pantaloni?- disse Will leggermente sconvolto ma felice per i due.
-ehi guarda che i figli si fanno in due e non è completamente colpa mai-
-e come la prenderà Meshach?- chiese Will curioso. Apollon gli aveva detto che era il primo a sapere quella cosa quindi significava che dovevano ancora spiegare la cosa ai loro genitori.
-avevamo deciso di sposarci dopo aver risolto tutto questo- il rosso indicò intorno per parlare dei villaggi attaccati dagli elfi -quindi non credo ci saranno troppi problemi-
-cavolo e tu non mi volevi dire niente? Ma sei pazzo?- Will rise per poi buttarsi sopra all’amico e abbracciarlo stretto. Era davvero felice dei come erano andate le cose per Apollon: il ragazzo era riuscito a trovare il padre e anche una brava ragazza da tenere al suo fianco che accettava la sua natura da mezzo elfo.
-appena finite di abbracciarvi partiamo!- fu la voce di Nash a riscuotere i due ragazzi che si girarono verso l’uomo. -ovviamente solo io e Apollon. Scusami Will ma sarebbe un problema farti entrare senza storie nel regno degli Elfi-
-non ti preoccupare Nash, lo avevo già immaginato. Vorrà dire che mi prenderò cura di Gwen- rispose il castano sorridendo ad Apollon.
-la lascio nelle tue mani- il rosso si alzò spolverandosi i pantaloni. -allora quando devo cambiare il mio aspetto?- chiese al padre.
-prima ti devi metter questi, poi salutiamo quelli del villaggio- l’uomo gli lanciò i vestiti che i due cacciatori avevano imparato a riconoscere come quelli indossati dagli assassini degli elfi.
-devo mettermeli per forza?- chiese Apollon che non lo voleva fare assolutamente.
-certo, mi sarà più facile introdurti a palazzo. Muoviti-
Apollon ci mise un bel po’ a cambiarsi ma una volta fatto e pronto a partire sorrise a Will e Gwen che stavano portando i due cavalli ai due elfi.
-gli hai detto tutto- disse la bionda incrociando le braccia al petto dopo aver lasciato le briglie del cavallo nelle mani del rosso.
-lo so ma è il mio migliore amico. Fai la brava okay?- Apollon lasciò un bacio sulla fronte della ragazza prima di baciarla sulle labbra. Se suo padre non si fosse schiarito la gola Apollon non si sarebbe minimamente staccato da quelle labbra.
-mi dispiace ragazzi, ma dobbiamo andare-
-non farti male- disse Gwen sorridendo al rosso.
-tranquilla, non ho nessuna intenzione di farmi male. Will tienimela d’occhio- il rosso sorrise vedendo la bionda sbuffare prima di salire sul cavallo, salutare i due con la mano e incamminarsi insieme al padre verso il buio della foresta.
-cambiati aspetto Apollon- disse prontamente Nash. Il ragazzo annuì e subito gli spuntarono le orecchie a punta e gli si allungarono i capelli diventando biondi. -andiamo- e i due galopparono lontano da Bassekti.
 

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


-ancora niente?- chiese Julian entrando nella sala del trono dove suo padre aveva appena finito di parlare con due guardie.
-no, hanno creato una specie di muraglia e non fanno passare nessuno. E io devo aspettare che Nash ritorni prima di poter convocare qui Valdez- rispose Fred sorridendo triste al figlio che annuì. -dov’è Balys?- chiese poi il re non vedendo il nipote tra le braccia del figlio. Di solito Julian non si staccava quasi mai dal bambino.
-sta dormendo e non volevo che si svegliasse attraversando i corridoi. C’è troppo chiasso- rispose invece l’elfo.
-ti prometto che appena torna Nash cercherò di velocizzare i tempi- Julian annuendo un’altra volta.
Proprio mentre io ragazzo stava per uscire dalla sala del trono entrò una guardia tutta trafelata per poi inchinarsi e dire:
-mi scuso per l’intrusione ma è appena arrivato Nash- Julian sgranò gli occhi e li puntò sul padre.
-fallo entrare- disse prontamente Fred. La guardia uscì velocemente così come era entrata e lasciò il posto a Nash.
-vostra altezza- disse l’uomo inchinando leggermente il capo -principe- salutò poi accorgendosi della presenza di Julian nella sala.
-sono felice che tu sia tornato anche se ti aspettavo molto prima- disse Fred sorridendo all’uomo.
-mi dispiace avervi fatto aspettare, ma mi sono imbattuto in qualcosa che ha bisogno assolutamente della vostra attenzione. Valdez sta disubbidendo ai vostri ordini facendo di testa propria. Ho visto con i miei occhi più di cento villaggi al confine distrutti da lui e i suoi uomini. Vite innocenti sono state distrutte e sono stati uccisi anche molto elfi che sono soliti rifugiarsi nei villaggi umani- Nash non aspettò che il re gli desse modo di parlare, lo fece e basta.
-come lo hai scoperto?- chiese sorpreso Fred.
-sono stato in uno dei villaggi ancora non attaccati e ho indagato sulla cosa in questi mesi- rispose prontamente Nash.
-sono contento che tu abbia scoperto tutto questo. In realtà ti volevo qui per parlarti proprio di questo. Devi andarmi a prendere Valdez e portarlo qui e ovviamente tu diventerai il nuovo capitano. Non mi posso fidare più di lui- disse il re lanciando un veloce sguardo al figlio.
-davvero io…- stava per dire l’uomo davvero sorpreso ma non finì la frase perché la porta della sala venne aperta velocemente e ne entrarono Apollon rotolando a terra e Valdez che chiaramente aveva spinto il ragazzo che in forma elfica aveva cercato di fermarlo.
A Julian per poco non venne un colpo nel vedere Apollon, che aveva riconosciuto tranquillamente, entrare nella sala. Ma si sentì gelare quando gli occhi di Valdez iniziarono a scrutarlo vogliosi.
-Valdez cosa ci fai qui? E soprattutto chi ti ha detto di entrare?- chiese Frederic cercando di mantenere la calma mentre Nash con calma andava ad aiutare il figlio ad alzarsi.
-devo parlarvi e quel ragazzino non mi faceva entrare.- disse Valdez mandando un’occhiataccia ad Apollon che si stava sorreggendo al padre visto che la gamba destra non lo reggeva del tutto. Valdez ci aveva messo davvero tanta forza nel buttarlo a terra.
-forse perché gli avevo detto io di non far entrare nessuno- rispose Nash al quale non piaceva che suo figlio fosse stato trattato in quel modo. Nel mentre che Nash involontariamente stava distraendo Valdez Fred era riuscito a radunare una gran parte di guardie pronte a catturare l’ex comandante degli assassini degli elfi.
-ma io sono sopra di te quindi dovrebbe rispondere a me e non a te- rispose a tono Valdez che si sentiva superato da Nash.
-ma è anche mio figlio quindi risponde sempre a me e non a te-
-da quando hai un figlio tu?-
-da sempre Valdez- Julian era sempre più sconvolto e solo in quel momento si accorse di quanto in realtà sia Nash che Apollon si somigliavano davvero tanto.
-ora basta Valdez. Non dovevi entrare qui dentro visto che stavo parlando con Nash e soprattutto non dovevi farlo in quel modo barbaro solo perché un ragazzo non voleva farti entrare eseguendo gli ordini- Fred si era alzato in piedi attirando l’attenzione di Apollon che ancora non aveva notato Julian per fortuna di quest’ultimo.
-è una questione urgente dovevo per forza entrare-
-come dovevi attaccare villaggi che non avevano fatto assolutamente nulla andando contro le mie indicazioni. Per non dire altro-
-cosa…- Valdez aveva gli occhi sgranati e si guardava intorno confuso. -io non ho fatto niente del genere- l’uomo stava cercando di non dare a vedere che si trovava in difficoltà.
-oh si certo che le hai fatte e ho doppia testimonianza di due persone delle quali mi fido tantissimo quindi non hai scuse. Guardie prendetelo-
Valdez non ebbe il tempo di fare niente che si trovò subito intrappolato da tutte le guardie presenti in quella stanza.
-ve ne pentirete!- gridò l’uomo un’ultima volta prima di venire definitivamente trascinato via.
-è stato più semplice del previsto- disse Fred con un sorriso stampato sulle labbra che rivolse soprattutto al figlio. -Nash tu sei il nuovo comandante-
-la ringrazio- disse l’uomo sorpreso ma felice di quella nuova prospettiva.
-ovviamente non invadere i villaggi-
-certo che no vostra altezza, non lo farei mai- nel mentre che i due parlavano Apollon era stato portato in disparte da un paio di guardie che gli stavano controllando la gamba e Julian dopo un attimo di indecisione andò verso il ragazzo. Gli parlò però solo quando le guardie lo lasciarono da solo.
-come va?- in un primo momento Apollon si sorprese di sentire la voce del ragazzo poi lo guardò non sapendo minimamente cosa dire. -ehi ti hanno morso la lingua?-
-che ci fai qui?- furono le prime parole di Apollon.
-dovrei chiedertelo io- disse l’elfo sbuffando.
-mi stavo sbarazzando di Valdez- rispose alla fine Apollon facendo una smorfia. Quello stronzo gli aveva rotto la gamba.
-come…come sta Will?- chiese Julian dopo un po’ lanciando un’occhiata al padre che stava ancora parlando con Nash.
-perché lo chiedi se lo hai lasciato?- chiese Apollon leggermente scocciato da quella domanda.
-l’ho fatto per una buona ragione credimi e mi manca da morire- rispose Julian sospirando.
-triste ma ancora vivo- Julian gli sorrise felice di quella risposta. Ci sarebbe stato tutto il tempo per le spiegazioni dopo.

 

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Capitolo 34
*** Epilogo ***


-che nervi, perché quel pazzo del tuo futuro marito deve restare li. E perché io devo venire con voi?- chiese Will che stava camminando insieme a Gwen e alla sua famiglia per arrivare nel regno degli elfi dove Apollon aveva deciso di restare insieme al padre.
Loro erano stati avvisati della cosa tramite un messaggero di Nash perché Apollon si era rotto la gamba e non poteva muoversi.
Gwen quando aveva sentito la cosa si era parecchio innervosita, ma alla fine aveva insistito per muoversi il più velocemente possibile.
-perché sei il suo migliore amico- gli rispose Meshach con uno sbadiglio.
-questo non significa un bel niente. Io potevo rimanere benissimo li- protestò il castano.
-no visto che praticamente non hai più niente a che fare con i cacciatori di elfi e non pensi al fatto che potrebbe esserci qualcun altro?- disse Gwen sorridendo al fratello che non ci aveva minimamente pensato a quella possibilità. Poteva anche essersi appena illuso, ma poteva essere chiaramente una possibilità.
-eccovi finalmente- furono le parole di Nash appena li vide arrivare. L’uomo li stava aspettando all’ingresso della città reale degli elfi, molto probabilmente la colpa era della presenza di Will che era l’unico umano all’interno della carovana.
-qui qualcuno si stava lamentando- rispose Meshach guardando Will che sbuffò.
-dov’è quel pazzo?- chiese proprio il castano riferendosi al suo migliore amico.
-venite- disse Nash ridendo e portando i suoi ospiti in una grande casa che si trovava a pochi passi dal cancello che permetteva di entrare nella città.
-la stanza è quella infondo a destra- spiegò Nash prima di veder scomparire sia Gwen che Will. Fu Gwen la prima ad entrare e nel giro di pochissimi istanti era già saltata addosso ad Apollon che era sdraiato nel letto.
-ehi, così mi ammazzi- sussurrò il rosso stringendo comunque a se la ragazza.
-mi avevi promesso che saresti rimasto tutto intero- disse la ragazza con un leggero tono di rimprovero.
-scusa. WILL- gridò poi il ragazzo accorgendosi del suo migliore amico che era ancora sull’uscio della porta.
-che ci faccio io qui?- chiese il castano che era felicissimo di vedere il suo migliore amico tutto intero e soprattutto felice mentre stringeva a se la sua ragazza.
-saresti rimasto da solo li e poi c’è qualcuno per te- gli rispose Apollon indicando con la testa alla sinistra di Will che girandosi trovò Julian. Nemmeno Gwen si era accorta dell’elfo tanto era concentrata sul suo ragazzo.
Will sgranò gli occhi e rimase immobile mentre Julian dopo un primo istante di smarrimento si fiondò tra le braccia del castano che lo strinse a se appena lo sentì singhiozzare.
-ehi- sussurrò Will accarezzando la schiena del ragazzo indeciso su cosa fare. Doveva essere arrabbiato con lui per quello che era successo, ma come poteva farlo quando il ragazzo in questione gli stava piangendo tra le braccia.
-scusa sono stato uno stronzo ma ti giuro che avevo le mie buone ragioni- sussurrò il ragazzo.
-e io posso confermare- disse Apollon sorridendo al biondo.
-e potrei saperlo anch’io?- chiese Will che si fidava di Apollon e di conseguenza anche di Julian.
-sono rimasto incinta, e non iniziare a chiedere come fammi parlare, e pensavo fosse di Valdez. Non volevo farti schifo e non ci ho pensato due volte a lasciarti-
-sei un pazzo. Cazzo potevi dirmelo ti avrei capito benissimo- disse Will che era rimasto parecchio scosso dalla cosa.
-adesso lo so e anche mio padre mi ha dato dello stupido più volte. Comunque alla fine le mie paure erano infondate visto che Balys è un mezz’elfo e quindi nostro figlio- rivelò il biondo che aveva fatto i salti di gioia quando aveva visto i capelli castani del figlio.
-dovevi rimanere con me e basta stupido- disse Will tra le lacrime mentre stringeva a se il ragazzo che si aggrappava a Will come se non volesse lasciarlo andare.
-non per rovinare il bellissimo momento ma non dovresti dirgli anche l’altra cosa?- disse Apollon ridendo sotto i baffi.
-ehi dammi tempo stupida guardia del corpo- protestò Julian e le sue parole fecero girare verso il rosso i due fratelli.
-in che senso guardia del corpo?- chiese infatti Gwen curiosa.
-il principe in persona mi ha scelto come sua guardia del corpo- spiegò Apollon felice. In realtà era rimasto abbastanza scettico alla proposta di Julian, ma alla fine aveva accettato e non poteva esserne più felice.
-abbiamo una persona importante qui- disse ridendo Will. -comunque cosa devi dirmi?-
-niente di importante, solo che sono io il principe che Apollon deve proteggere- Will sgranò gli occhi a quelle parole e non riuscì a dire nient’altro restando a fissare Julian senza poter far niente.
-ti prego di qualcosa- sussurrò Julian accorgendosi che il ragazzo era rimasto immobile.
-posso davvero stare con te o non ho possibilità?- a quella domanda Julian riprese a respirare.
-mio padre vuole conoscerti e io voglio sposarti quindi credo che tu abbia più di qualche possibilità- gli disse Julian sperando in un si di quel ragazzo che gli aveva praticamente rubato il cuore.
-cazzo, grazie Apollon- disse Will prima di tirare ancora di più il principe degli elfi verso di se e dargli un bacio mozzafiato.
-ragazzi qui c’è un principino che richiede le vostre attenzioni- disse Nash apparendo davanti alla porta con un piccolo fagottino tra le braccia che subito prese suo figlio tra le braccia.
-Balys ti presento il tuo papà- sussurrò Julian avvicinando il piccolo fagottino a Will che guardò i due avvicinarsi con il cuore pieno di gioia e sorrise vedendo il figlio tra le braccia dell’uomo che amava.
-posso?- chiese dopo un po’ porgendo le braccia. Julian annuì e lasciò il figlio tra le braccia dell’ex cacciatore che sorrise al fagottino per poi lasciargli un bacio sui capelli. -quando ci sposiamo?- chiese poi facendo ridere tutti i presenti nella camera.
 

 

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