Cuore morente

di Batckas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rantolio ***
Capitolo 2: *** Salazar ***
Capitolo 3: *** La fine ***



Capitolo 1
*** Rantolio ***


Non ti ho mai raccontato che il mio cognome doveva essere Miller, il cognome Mason deriva da mia nonna. Nonno era un marine, ha combattuto nel Pacifico insieme alla prima divisione. Proprio all’inizio delle ostilità fu fatto prigioniero, era membro dei Carlson’s Raider. Combatté dalle piccole isole di Atollo Makin fino ad Okinawa. Conobbe mia nonna in Australia, si sposarono ed ebbero mio padre.
Mio nonno non tornò mai da Okinawa con la testa, non ho idea di cosa successe lì perché non lo ha mai raccontato a mio padre. Cominciò ad avere strani incubi e diventò violento e pericoloso. A quei tempi non si parlava di disturbo da stress post traumatico. Quando mio nonno tornò a casa con l’arma carica e cercò di uccidere mia nonna, però, fu la fine. Mia nonna portò via mio padre e fece in modo che il suo cognome fosse Mason e non Miller.
Mio nonno si sparò qualche mese più tardi dopo aver fortificato la casa per difendersi da eventuali attacchi nemici giapponesi.
In un barlume di lucidità scrisse una lettera a mia nonna chiedendole perdono per non essere stato in grado di donarle la vita che le aveva promesso. Scrisse che parte di lui era morta con i suoi compagni in un’isola sperduta del Pacifico, nel fango e nel sangue.
Non ho mai conosciuto mio nonno.
Ma penso che mio padre debba somigliargli tanto.
La guerra scorre nelle vene della mia famiglia.

Le porte si aprirono per far passare il comandante, la sua visita era ricorrente, almeno una volta ogni due mesi.
La prigione di massima sicurezza, locazione sconosciuta, aveva un solo ospite e trenta agenti dei servizi segreti.
Il comandante prese una sedia e si accomodò di fronte alla parete trasparente che segnava il confine della cella. La televisione era spaccata e macchiata da sangue ormai secco.
“Cosa vuoi?”, domandò il prigioniero senza alzarsi dalla sua brandina mentre con un braccio si copriva gli occhi cercando di avere un po’ di conforto dalla luce perenne.
Il comandante trasse un fascicolo, fece un cenno all’agente in servizio notificandolo che avrebbe dovuto consegnare qualcosa al prigioniero.
Il prigioniero non si alzò per raccogliere i fogli che gli erano stati lasciati nella cella.
“Cosa sono?”
Il comandante non rispose, si alzò.
“Parlami!”, sbottò il detenuto alzandosi e calpestando i fogli.
Li guardò, li prese con movimenti lenti.
Li strappò e li stritolò sperando di poter fare lo stesso con l’incubo che stava vivendo.
Cominciò a prendere a pugni la parete invisibile, le nocche, già ferite, cominciarono a sanguinare di nuovo facendo scorrere rivoli.
Il comandante gli dava le spalle.
“Guardami! Non potrai fermarli tutti, non puoi bloccare un’idea, non puoi impedire alle persone di anelare alla libertà! Il mondo è corrotto e io ne sono la cura.”
L’agente segreto colpì con il manganello la parete, ma il comandante fece cenno di fermarsi.
“Non c’è bisogno.”, disse il comandante. “È solo il rantolio di un vecchio pazzo.”
“David!”
“Crosby, in posizione.”
“Section a tutte le unità: iniziare l’attacco.”
“Qui Anderson, ve li ammorbidiamo un po’.”
I caccia bombardarono la zona.
Section ordinò alle unità CLAW di avanzare.
Si mise dietro uno di quelli e avanzò.
“Ostile, centocinquanta metri!”, chiamava i bersagli.
Anderson con il suo caccia offriva fuoco di copertura dall’alto.
King, altro operatore del team, aggiunto dopo la morte di Harper e la cattura di Salazar, attivò una scansione dell’area che fece comparire sui visori dei soldati la posizione degli ostili.
Section diresse il fuoco dei CLAW.
I muli meccanici armati di minigun e lanciafiamme si mossero autonomamente verso i bersagli indicati.
Section si spostò al riparo, aveva otto ostili nel suo campo visivo, si sporse, esplose una raffica e uccise il numero uno. Crosby si avvicinò alla sua posizione, lanciò una granata EMP per impedire ai nemici di attivare il manto dell’invisibilità. Dopo la detonazione Section uscì allo scoperto e con raffiche precise uccise il numero due e il numero tre. Crosby si occupò del numero quattro e cinque. Numeri sei, sette e otto furono uccisi dai CLAW.
“Libero!”, dichiarò Anderson. “Io torno alla base per il rifornimento.”
“Grazie per l’aiuto.”
“Dovere, Section.”
Crosby si avvicinò al comandante mentre guardava il cielo.
“Avere tua moglie come angelo custode deve essere bello.”, scherzò quello.
“Mettiti a lavoro.”
Raven, l’ultimo membro della squadra, si avvicinò ai colleghi.
Si radunarono nel cortile dell’impianto segreto nella periferia di Turmero, in Venezuela, che la CIA aveva individuato come deposito di armi chimiche. Posizionarono le cariche nella zona dove la scansione aveva rivelato la debolezza strutturale, le fecero detonare e si calarono all’interno.
Liberarono l’area.
Del Team originale erano rimasti soltanto Crosby e Section, ma il lavoro aveva dovuto continuare già il giorno successivo alla cattura di Menendez. Dagli altri team erano stati scelti i più capaci e si erano uniti al comandante per dare la caccia a ciò che restava del movimento Cordis Die, tutt’altro che morto dopo la cattura del loro leader e il fallimento dei loro piani.
Giunsero in una sala di controllo.
“Destra libero.”
“Sinistra libero.”
“Libero!”
Cominciarono a trafficare con i computer alla ricerca di qualsiasi informazione che potesse essere utile.
“Karma, ti metto in collegamento, fai la tua magia.”, disse Section.
“Ci penso io.”
Crosby diede accesso remoto ai sistemi.
Karma, dalla USS Obama, iniziò a scavare alla ricerca di dati utili.
Attesero tre minuti.
“Cos’hai per me?”, domandò Section, impaziente.
“Solo cattive notizie.”
“Dimmi.”
“A quanto pare Cordis Die ha un nuovo capo: Salazar.”
“È a Guantanamo, com’è possibile?”
“Secondo questi file non è più lì da ormai cinque mesi.”
Section guardò Crosby, esterrefatto, e si pentì di non aver ucciso l’amico quando ne aveva avuto l’occasione.
“Scarica tutti i dati.”, tagliò corto Section. “Torniamo all’Obama e iniziamo la caccia.”
Nell’uscire Section scaraventò a terra del mobilio in uno scatto di rabbia.
Le unità per neutralizzare gli agenti chimici in loco erano in arrivo.
“Hanno combattuto insieme, deve essere difficile per il comandante.”, parlava Sam “King” Whitney.
“Il peggiore incubo di tutti quanti.”, rispose Matt “Raven” Dickinson.
“Per Mason è personale.”, commentò amaramente Frank “Crosby” Kugler.
 
 
 






 

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Capitolo 2
*** Salazar ***


Section esaminò la zona, ma non c’erano tracce da seguire, si piegò sul cadavere del sosia di Salazar che si era ucciso subito dopo essere stato scoperto.
Gli uomini di Cordis Die erano più leali che mai.
“Section, qui Briggs.”
“Parli pure, ammiraglio.”
“Torna all’Obama, abbiamo novità.”
“Ricevuto.”
Una volta sull’USS Obama, Section fu avvisato riguardo le attività di un gruppo Cordis Die in Italia, a Milano.
“Pensiamo che l’obiettivo sia il papa che sarà in visita alla città tra due settimane.”, spiegò Briggs.
“Ormai cercano di colpire qualsiasi bersaglio.”, commentò King.
“Se riuscissero ad uccidere il papa sarebbe un brutto colpo.”, disse Raven.
“La difesa del papa spetta alle sue guardie del corpo.”, li interruppe Briggs. “Il vostro obiettivo è questo.”
Comparvero le planimetrie di una cattedrale.
“Questo luogo è abbandonato e riteniamo che nelle cripte si nascondino i membri di Cordis Die. La fuga di Salazar sicuramente non è un caso, agiranno presto. Vi mando sulla zona per investigare.”, spiegò Briggs. “Partenza in sei ore.”
I Seals lasciarono la stanza.

Section tornò a casa.
“Come stai?”, domandò Eliza.
David si massaggiò il collo.
“Speravo di non dover rivedere mai più Salazar.”, ammise.
La moglie gli accarezzò la guancia e gli baciò la fronte.
“Non crucciarti, non potevi saperlo, hai fatto la cosa giusta.”
“Continua a perseguitarmi.”, Davis si lasciò andare sulla poltrona. Eliza si coricò tra le sue braccia.
“Lo fermerai come hai fermato Menendez e quando avrai bisogno delle mie ali, io ci sarò.”
Si baciarono.

“Il perimetro sembra sicuro.”, comunicò Crosby.
“Inviamo i droni in perlustrazione.”, ordinò Section.
King guidò i droni in zona.
“Non rilevo attività.”
“Portati all’interno, trova il passaggio che dà alle cripte.”
“Ricevuto.”
Il drone volò agilmente tra le colonne mastodontiche della cattedrale abbandonata. King individuò un’apertura sospetta alle spalle dell’organo, fece muovere il drone in posizione.
“Sembra un passaggio, ma dovremo entrare.”
“Ottimo lavoro. Raven, con me. Crosby, King, copriteci le spalle.”
Section e Raven avanzarono lentamente verso l’ingresso della cattedrale, il silenzio era surreale. Entrarono, controllarono gli angoli, avanzarono coprendosi a vicenda tenendo sotto tiro soprattutto la balconata superiore, anche se la ricognizione con il drone non aveva individuato ostili. Arrivarono alla porta segreta e la aprirono facendo passare il drone. King subito riprese il controllo e lo fece scendere in profondità.
“Mi avvicino per non perdere il segnale.”, comunicò a Crosby che modificò la sua posizione in base a quella del compagno.
Il drone svelò un centro di comunicazione, ma non c’era traccia di personale.
Section pensò come fosse possibile che un centro comunicazione fosse così male nascosto e, soprattutto, abbandonato a pochi giorni da un’importante operazione.
“King, EMP!”, gridò.
King obbedì all’istante.
“Tutti fuori!”, Section trascinò fuori Raven.
L’effetto dell’EMP svanì e la cattedrale saltò in aria in ritardo.
“Porca troia!”, fischiò King.
“Per un pelo!”, Raven si tolse il passamontagna per respirare meglio.
“Al riparo!”, urlò Section.
Uomini armati giunsero da ogni dove aprendo il fuoco contro la squadra. Crosby e King erano isolati.
Section si spostò con Raven verso le rovine della cattedrale i cui muri cominciarono a crollare seguiti dal tetto. I visori dei Seals permettevano loro di vedere attraverso il fumo. Il tiro dei nemici non diventò meno preciso.
“Sono sicuramente uomini di Cordis Die con questo equipaggiamento!”, commentò Raven.
“Spostati sul fianco destro! Io ti copro!”, ordinò Section.
Crosby e King risposero al fuoco.
“Section, perché non ti arrendi?”, parlò una voce alla radio.
“Salazar, brutto bastardo. Dovevo ucciderti sull’Obama.”
“Non ha senso rivangare il passato. Eliza Anderson, eh? La bella pilota di caccia adesso è tua moglie… guarda un po’.”
“Ti ammazzo.”
“Come hai già detto, David, avresti dovuto farlo prima.”
“Merda!”
Section si mise in contatto con l’ammiraglio Briggs chiedendo di inviare subito una pattuglia a casa sua.

Il sicario aprì la porta facendo un cenno al suo collega di andare alla porta sul retro. I due furono in casa e si divisero. Il primo controllò il pian terreno mentre il secondo saliva.
“Casa sbagliata.”, un colpo alla testa fece cadere il tizio per le scale. Il secondo morì sgozzato.
Eliza, tenendo la sua arma puntata contro il sicario, scese le scale e si assicurò che fosse morto.
Guardò il secondo con la gola tagliata.
“A lui non serve che controlli.”
“Ne arriveranno altri, qui non è sicuro.”
“Dove andiamo?”
“Vieni con me.”

Section era ancora in Italia sotto il fuoco nemico.
Briggs non gli disse che non avevano trovato la moglie, ma solo i cadaveri di due sicari, voleva il comandante concentrato sulla missione.
Section, che da tempo aveva imparato a tenere a bada le emozioni, richiuse in un cassetto l’amore per la moglie e si concentrò soltanto sul suo lavoro. Uccise uno dei tiratori con tre colpi precisi, cambiò bersaglio e fece nuovamente fuoco, lanciò una granata, gli ostili uscirono dal riparo per scampare all’esplosione, ma furono facili bersagli per Raven.
Crosby e King eliminarono un mitragliere pesante, si spostarono coprendosi, uccisero due fucilieri e un tiratore scelto. Dalla loro posizione potevano vedere Section e Raven.
“Vi copriamo noi, ritiratevi.”, disse Crosby.
Sfruttando il fuoco di soppressione dei compagni i due Seals indietreggiarono. Section esplose una raffica.
“Tango a terra.”, annunciò.
“Ricarico!”, gridò King.
“Trecento metri, est!”, individuò Crosby.
“Ostile eliminato!”, dichiarò con calma Raven.
Ventisette minuti dopo calò il silenzio.
“Sitrep.”, ordinò Section.
“Sto bene, un po’ ammaccato.”, ammise Crosby.
“King, ricognizione dell’area con il satellite!”
“In arrivo.”
“Non rilevo nemici sugli scanner.”
Section si domandò perché Salazar non si fosse fatto più sentire.
Contattò Briggs.
“Ammiraglio?”
“Non l’abbiamo trovata. Ci sono due cadaveri, due sicari, ma tua moglie è scomparsa.”
“Ricevuto.”, il tono di Section era calmo.
“Sai dove può essere?”, gli chiese Crosby.
“So con CHI può essere.”

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Capitolo 3
*** La fine ***


David si fece lasciare in Alaska, andò alla vecchia casa dove era cresciuto con il padre, lo trovò che aspettava fuori con un fucile in mano.
“Non mi hai invitato al matrimonio.”, disse Alex Mason.
“Ufficialmente sei un uomo morto.”, rispose David.
“Non mi hai invitato comunque. Eliza mi ha fatto vedere le foto.”
“È dentro?”
“Sì, con lo zio Woods.”
“Hai portato qui anche Woods?”
“Se tieni la sua sedia verso la porta e gli dai un fucile può essere comunque utile.”
Woods apparve alla porta.
“Che fate voi cazzoni qui fuori?”
“Ciao, zio.”, salutò David.
“Come te la passi, ragazzo? Menendez non ha finito ancora di rompere i coglioni, vero?”
“Decisamente no. Un mio vecchio collega adesso è a capo di Cordis Die.”
“Tagli una testa e ne spuntano altre due.”, disse amaramente Alex.
“Cosa intendi fare?”, domandò Woods.
“Gli sto dando la caccia con la mia squadra.”
“Il tuo collega non potrà agire per molto tempo lontano dal volto della profezia…”, Woods guardò di sottecchi David che aveva capito a cosa si riferiva.
“Merda!”
“Saluta tua moglie prima!”
David entrò in casa, rubò un bacio fugace alla moglie e scappò via.
“È proprio un bravo ragazzo.”, disse Woods.
“Lo so. Mi dispiace non essergli stato vicino. Non potevo… lo avrei messo in pericolo.”
“Lo sa, non te ne fa una colpa.”
“A te ha invitato al matrimonio?”, domandò Alex a Frank.
“Ovvio.”, il veterano portò la sedia a rotelle all’interno.

“Sapevo che ti avrei trovato qui.”, disse Section.
“David, non puoi fermarci.”, rispose Salazar che stava portando via Menendez dalla prigione, gli agenti segreti erano morti.
“Ti ho già fermato una volta ed eccomi qui per fermarti una seconda volta.”
King, Raven e Crosby uscirono dall’ombra e puntarono i loro fucili sui due bersagli.
“Il potere dell’Occidente crollerà nel giro di trenta minuti. I nostri hacker sono riusciti ad accedere alle informazioni secretati di ogni governo che ha dichiarato Cordis Die un gruppo terroristico. Molto presto ogni piccolo spregevole atto diventerà pubblico.”, spiegò Salazar.
Section abbozzò un sorriso.
“No!”, Menendez aveva già visto quello sguardo. Non poteva credere che per la seconda volta David avrebbe vanificato tutti i suoi sforzi.
“Karma vi ha teso una trappola.”, disse Section. “Grazie allo sforzo dei tuoi hacker adesso abbiamo la loro esatta posizione. Pezzo dopo pezzo smantelleremo la vostra organizzazione e faremo in modo che veniate dimenticati per sempre.”
Salazar si portò alle spalle di Menendez intenzionato ad ucciderlo per scatenare nelle città una rivolta.
Section sparò.
Salazar cadde all’indietro con un foro in testa.
Menendez fu fermato da Raven e King.
Section gli si avvicinò.
“Ora vieni con noi.”

“Non è possibile…”, Menendez non voleva credere ai suoi occhi: Alex Mason era vivo e vegeto e lo guardava con fare sornione. Era sicuro di averlo visto morire, era sicuro di aver ingannato Woods e di avergli fatto uccidere il suo migliore amico. Menendez vide i piani dei suoi ultimi vent’anni crollargli addosso come un castello di carte. Tutto ciò per cui aveva lavorato era andato in fumo.
Agenti dei servizi segreti raggiunsero la sua posizione e lo condussero in una nuova prigione segreta.
“Complimenti, David.”, disse Alex. “Sono fiero di te.”
“Grazie, papà.”
“Però…”
“Ti prego non ricominciare con la storia del matrimonio.”
“Ma hai invitato zio Woods e non me!”
David abbracciò Eliza e le chiese perdono per averla messo in pericolo.
La donna lo strinse a sé e lo baciò.
Era finita.

Negli otto mesi successivi Section fece visita a Menendez ogni volta che lui e la sua squadra annientavano una cellula di Cordis Die.
Raul impazzì.
David ed Eliza ebbero due figlie.
Frank Woods morì serenamente nel suo letto. Gli incubi del Vietnam che lo avevano tormentato per tutti quegli anni finalmente cessarono.
Alex Mason morì qualche mese dopo in Alaska. Vorkuta e l’inferno che aveva dovuto affrontare cedevano il passo alla pace della morte.  
David “Section” Mason continuò a servire come comandante del Team Six dei Seals fino alla pensione.
Si ritirò nella baia del padre in Alaska insieme alla moglie dove visse il resto dei suoi giorni mentre lasciava il destino del mondo nelle mani delle figlie.

L’inevitabile chiamata del dovere è un imperativo morale di tutta la mia famiglia. Ho sempre ritenuto mio padre colpevole, ma poi ne ho seguito le orme e ho capito i sacrifici che ha dovuto affrontare e, soprattutto, il peso che portava sulle spalle ogni volta che partiva per una missione.
Lo faceva per me.
Lo faceva per i figli di miliardi di persone che non avrebbero mai saputo il suo nome, ma avrebbero potuto dormire sonni tranquilli perché lui, in qualche parte de mondo, stava sputando sangue.
Grazie, papà.

 

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