Sentenza di morte

di Menade Danzante
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Senza identità ***
Capitolo 2: *** Scomposizione ***



Capitolo 1
*** Senza identità ***


mulan

Senza identità






«Io mi chiamo Mulan»

Lo rivendichi con voce ferma: lì, gettata tra la neve, potrai anche sembrare un animale ferito, ma dentro di te hai ancora la risolutezza che ti serve per esigere almeno la dignità di un essere umano, quella che ti hanno riservato finora.
Invochi le tue ragioni, tenti di smuovere il muro di astio e incredulità che si è eretto intorno a te in un soffio di vento, ma ti sembra tutto inutile: non ti ascoltano, non ti ascolteranno. Non ti capaciti di come sia stato facile per tutti loro dimenticare che li hai salvati dal nemico, che è merito tuo se sono ancora vivi. Ora tutti ti puntano gli occhi addosso come se fossi una cosa oscena da cui tenersi alla larga, di cui diffidare. Neanche per il capitano il tuo gesto eroico sembra contare: ti dà le spalle, scappa dalle tue scuse e dalle tue preghiere. Questo più di ogni altra cosa ti fa perdere la speranza: sapevi fin dall'inizio a cosa saresti andata incontro se ti avessero scoperto, ma ti sembra di capirlo davvero solo adesso che è accaduto.

Morirò.

Finalmente Shang si volta. Il capitano che ti ha promesso fiducia, che ti è debitore della vita, ora ti guarda con la confusione negli occhi: non ti riconosce.
Ti è bastato cambiare nome e sesso per essere completamente estranea ai suoi occhi. Ti è bastato sciogliere i capelli per diventare un'altra persona e perdere ogni cosa – compresa la vita.

Improvvisamente senti montare dentro di te una cieca rabbia, ma sai che non è Shang il tuo bersaglio.
In un attimo è Ping che odi più di ogni cosa al mondo.
Odi il modo in cui ti ha protetta, salvata, celata.
Odi che sia stato tanto bravo e tenace da conquistare l'amicizia di tutti, persino la sua.
Odi il fatto di aver avuto bisogno di lui.
Ma soprattutto odi che, scomparendo, abbia trascinato tutto quanto con sé nell'oblio, esponendoti al pubblico disonore con solo una coperta a occultare le tue forme di donna.

Sono io.
Sono io. Non lo sai?

Ma in te qualcosa vacilla e si incrina: Shang non riesce a vederti. Lo leggi nei suoi occhi: per lui ora sei solo una bugiarda, una traditrice, una criminale.
Ti chiedi se anche lui come Chi Fu pensi di te come a un serpente infido, ma mentre una parte di te vorrebbe conoscere la risposta, l'altra la teme e la fugge: ti rendi conto che non potresti sopportare nuovamente l'insulto, non adesso che un velo di sudore ti si ghiaccia lungo il corpo – non adesso che stai per morire.

Lasciami vivere, vorresti dire. Ho combattuto bene. Posso esserti ancora d'aiuto come lo sono stata finora.

Ma taci: chi potrebbe mai comprendere il desiderio di vita di qualcuno che non esiste, di qualcuno che ha appena scoperto di essere solo una menzogna?
Chiudi gli occhi e abbassi la testa: non hai idea di quanto farà male, ma sei rassegnata. Ormai non c'è più niente che tu possa fare per impedirgli di calare la lama di tuo padre sul tuo collo. Ora vuoi solo che finisca presto.

Ma il massacro nemmeno inizia.

Il tonfo della spada sulla neve è un suono così lieve e assordante a un tempo da riempirti le orecchie e stordirti.

«Una vita per una vita. Ho pagato il mio debito»

Ti accorgi di tremare mentre la tensione si scioglie e ti abbandona. Sei viva, calda e pulsante contro la coperta; la ferita brucia e accogli quella sensazione con sollievo, felice di poterla ancora provare.
Incroci lo sguardo di Shang un'ultima volta prima che egli torni a darti le spalle, a dare l'ordine di mettersi in marcia senza di te.
Vorresti goderti di più il momento, vorresti assaporare con maggiore enfasi la vita che ancora ti appartiene, ma la tua mente è vuota e sola mentre i tuoi compagni si allontanano, diretti a casa, lasciandoti lì, in mezzo alla neve, a realizzare di essere stata risparmiata.
Ti chiedi se il momento della tua condanna non sia stato solo rimandato a quando l'Imperatore saprà di te, di quello che hai fatto; ti chiedi se il capitano subirà le conseguenze della sua grazia; ti chiedi se tu forse non abbia disonorato la famiglia ancora più di prima.
Un brivido ti scrolla il torpore di dosso, allontanando anche le domande a cui non sai dare una risposta. Ora hai solo freddo e il tuo unico pensiero è che dovresti vestirti: improvvisamente non vuoi rischiare di morire congelata.

Dopotutto, sei ancora viva. È l'unica cosa che sai. Al resto penserai più tardi.




Parole: 766



Angolino di Menade Danzante:

Ciao!
Sono qui per ringraziare chiunque abbia letto questa piccola OS. Mi premeva molto tornare su uno dei più emozionanti momenti del film d'animazione che, purtroppo, il recente live action ha scelto di depotenziare moltissimo. Questa scena ogni volta mi strappa qualche lacrima e alla fine ho deciso di mettere nero su bianco quello che credo Mulan provi poco prima di (non) essere decapitata. Tornerò su questi pochi minuti di film anche dal punto di vista di Shang nel prossimo conclusivo capitolo.
Spero che questo piccolo contributo vi sia piaciuto e vi ringrazio di nuovo per aver letto o anche solo aperto la FF!
Un abbraccio,

Menade Danzante

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Capitolo 2
*** Scomposizione ***


shang

Scomposizione





Non sei capace di sostenerne la visione per più di qualche attimo. La tenda diventa subito troppo piccola, troppo soffocante: devi uscire, devi allontanarti, devi mettere la giusta distanza tra te e Ping.
No.
Tra te e lei.
Serri gli occhi e inspiri aria gelida. Per un momento il freddo che ti attraversa ti illude di essere in pace, di non dover affrontare la realtà e le tue responsabilità.
Ma la sua voce sgretola la maschera e crolla la bugia.

«L'ho fatto per salvare mio padre»

Ti colpisce con la precisione di una freccia. È una stilettata al cuore che ti commuove e ti scuote l'anima. Improvvisamente ti sembra che parliate di nuovo lo stesso linguaggio, un linguaggio che narra di famiglia, di sacrificio, di coraggio. Un linguaggio che comprendi e che hai scelto di fare tuo con orgoglio e dedizione.
Ti ha mentito per salvare suo padre.
Che cosa avresti fatto tu per salvare il tuo? Avresti ingannato tutti quanti? Avresti tradito la fiducia dei tuoi compagni? Avresti corso il rischio di morire per lui se te ne fosse stata data l'opportunità?
Ti rendi conto di non avere alcuna certezza riguardo alle risposte che cerchi, ma in qualche modo ora la senti più vicina a te, ne capisci il dramma, ne ammiri l'audacia, persino la follia.

Sei l'uomo più pazzo che io abbia mai conosciuto.

«Era l'unico modo. Ti prego, credimi»

Ti credo, vorresti dirle. Le credi davvero, lo sai che voleva solo rendersi utile e non farti del male. Ti senti suo eguale e per un attimo è come se non fosse successo altro che un piccolo malinteso. Per un attimo pensi che, voltandoti, vedrai Ping e tornerà tutto a posto, come prima.

Ma quando davanti a te si mostra la donna che era nella tenda qualcosa si spezza e l'immagine si scompone di nuovo sotto ai tuoi occhi.
Ti sembra così assurdo. È bastato un momento, un solo istante perché diventaste due estranei.
La vedi e tutto di lei ti è nuovo – indifferente. Non la conosci, non sai chi sia. Il suo nome – Mulan – non le appartiene, le tue orecchie non lo riconoscono. Perfino la sua postura è quella di un'altra persona: Ping, ti dici, non si sarebbe rannicchiato sulla neve così vergognoso, supplice. Ping, così pieno di iniziativa, di vivacità e di intraprendenza non si sarebbe prostrato ai tuoi piedi.
Avvolto in quella coperta non c'è il soldato che ti ha salvato la vita e a cui hai dichiarato fiducia. Al suo posto ci sono forme gentili che ti offendono, che ti riportano alla realtà e infrangono l'illusione.

È con un gesto meccanico e la sollecitazione di Chi Fu che sfoderi la spada per avvicinarti a lei.
Devi ucciderla: la punizione per l'alto tradimento è la morte.
Devi uccidere Mulan.
Ma come puoi sopportare di dover uccidere lui con lei?

Come puoi uccidere lui che non è mai stato vivo?

Eppure noti che gli occhi di Mulan sono così vivi, tanto ardenti da tenerti ancora testa. Chiedono comprensione, perdono, coerenza. Ti chiedono di ricordare ciò che è stato, di rendere giustizia al suo eroismo, alla vittoria guadagnata grazie a lei.
Il suo è uno sguardo così familiare e distante a un tempo da mozzarti il respiro. Un angolo remoto della tua mente li riconosce, quegli occhi: sono gli stessi a cui hai concesso la tua lealtà e che ne hanno data a te – sono gli occhi di Ping, che non è mai esistito. Sono gli occhi di una menzogna coraggiosa e amara che non riesce a lasciarti insensibile.

Lo capisci quando Mulan abbassa il capo alla mercé della tua condanna e senti i polsi tremare; lo capisci quando all'improvviso ammetti a te stesso quello che già sai: non vuoi ucciderla.

D'un tratto non t'importa più della legge e delle conseguenze a cui andrai incontro.
Non t'importa di non riuscire a conciliare Ping e Mulan sotto lo stesso profilo.
Non t'importa di essere stato ingannato, di essere stato deluso.
L'unica cosa che ora ha importanza, l'unica cosa che ora sai con infallibile certezza è che non vuoi spegnere la luce di quegli occhi che ti hanno salvato.

Getti la spada sulla neve e ti sembra di aver appena scagliato via un peso intollerabile dal tuo cuore.

«Una vita per una vita» rispondi con voce debole alla confusione dipinta sul suo viso. «Ho pagato il mio debito»

Il tuo tono torna autoritario e impersonale quando dài l'ordine di andare. Lei non vi seguirà, devi lasciarla lì, ma ti conforta il pensiero che possieda i mezzi per tornare a casa, per tornare dal padre che è ancora vivo solo grazie a lei.
Quanto a te, non hai idea di cosa ti accadrà ora, né di come ti sentirai quando avrai dimenticato il rancore; non ti rimane che montare a cavallo e rimetterti in marcia con rassegnazione verso la Città Imperiale, verso la festa che vi attende. Avete vinto una guerra, dopotutto.

No.
Mulan ha vinto una guerra.

È l'ultimo pensiero che ti concedi prima che la mente ti si svuoti, lasciandoti solo con la tua malinconia nel freddo della notte.





Parole: 855



Angolino di Menade Danzante:

Ringrazio chiunque abbia letto o anche solo aperto la storia! Spero di aver reso giustizia ad entrambi questi personaggi, ma soprattutto spero di avervi intrattenuto almeno un po'!
Un abbraccio,

Menade Danzante

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