Drabbles

di Rumaan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Disastro di San Patrizio ***
Capitolo 2: *** Piumino per la Polvere ***
Capitolo 3: *** L'Organizzatore di Matrimoni ***
Capitolo 4: *** L'Autografo ***
Capitolo 5: *** Dolcetto o Scherzetto ***
Capitolo 6: *** Intagliare le Zucche ***



Capitolo 1
*** Il Disastro di San Patrizio ***


The St. Patrick's Day Mess

Attenzione! Questa è una traduzione. La raccolta originale la trovate al seguente link:

https://www.fanfiction.net/s/10303716/1/Dramione-Drabbles


Il disastro di San Patrizio

 

“È colpa tua, Granger”, sbottò Draco.  

“Che cosa? Come può essere colpa mia?”.

“Sei stata tu ad insistere per venire a questa dannatissima e stupida parata e adesso guarda cos’è successo, siamo bloccati in mezzo a questa folla di Babbani ed abbiamo perso la passaporta per Londra”.

“Oh, certo, adesso è chiaro che sia tutta colpa mia. Come se avessi fatto fatica a convincerti a venire qui dopo che hai passato gli ultimi due giorni a partecipare ad una conferenza dietro l’altra”, rispose lei sdegnata.

“Avevo dei programmi per questa sera”, mugugnò lui.

“Granger, sembra divertente. Non sono mai stato a Dublino ed ho bisogno di passare un po’ di tempo al sole ed all’aria aperta”, gli fece il versetto lei. “Come se la tua pallida faccia non avesse mai fatto altro che bruciare!”.

Lui la guardò, chiedendosi che cosa avesse pensato il Ministro quando aveva deciso di metterli in coppia per rappresentare il Dipartimento per la Regolazione delle Creature Magiche al Ministero della Magia d’Irlanda. Per il momento, avevano passato l’intero viaggio a punzecchiarsi a vicenda.

“Per tua informazione, mi abbronzo facilmente”.

“Certo, lo immagino”, replicò sarcastica Hermione.

Draco ignorò quell’irritante So-Tutto-Io e tirò una gomitata ad un turista con un’amaca gigante disegnata sulla maglietta che gli stava tagliando la strada.

“Non credo riusciremo mai ad uscire da questo ponte”, borbottò guardando la folla ammassata sull’O’Connell Bridge.

“La pazienza è la virtù dei forti, Malfoy”.

“La mia si è esaurita con te in questi giorni”.

La Granger lo zittì e gli lanciò uno sguardo diabolico. Per una volta, fu grato per presenza dei Babbani, dato che lo avevano senza dubbio appena salvato dal beccarsi una fattura. Così, lei dovette limitarsi a tirargli una pacca sulla spalla. “Muoviti, Malfoy”.


Sei ore dopo, calò il silenzio nell’atrio dell’albergo più prestigioso del mondo magico di Dublino, quando una coppia di impiegati del Ministero molto allegri ed altrettanto ubriachi barcollarono sul pavimento di marmo fino agli ascensori.

“Granger, è stata la miglior idea che potesse venirti in mente. Molto meglio che andare a cena con quella smorfiosa di Astoria”, biascicò Draco accasciandosi contro la parete dell’ascensore.

“Potrebbe anche migliorare ancora”, replicò lei prima di lanciarglisi addosso ed attaccare le proprie labbra alle sue.

Sia ringraziato Merlino per tutta quella gente, pensò lui aggrappandosi ai suoi capelli.

 

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Capitolo 2
*** Piumino per la Polvere ***


Drabbles

Piumino per la polvere

(Feather Duster)

"Draco Malfoy!". Un forte urlo riecheggiò per il corridoio che portava al suo studio.

Saltò in piedi dal divano su cui era disteso, lasciando cadere sul pavimento l'ultima edizione di "Idee per il Quidditch", ed osservò sua moglie alla porta con le mani sui fianchi, un'espressione furiosa in viso, e Scorpius che sbirciava da dietro le sue gambe.

Dannazione, pensò. Beccato.

"Com'è che ho appena trovato Scorpius che faceva skate per il salotto, i piumini per la polvere legati ai piedi e Tilly che puliva le finestre, quando in realtà avevo specificamente chiesto a te di dare una sistemata a quella stanza?", chiese lei.

Ci fu una breve pausa, finché il suo istinto Serpeverde di mentire e tirarsi fuori dai guai fece capolino.

"Beh, cara, io stavo pulendo, togliendo la polvere a tutti quei libri che in qualche modo tu hai iniziato ad ammucchiare lì dentro, nonostante avessimo una biblioteca fornitissima, quando Tilly è entrata a cercare la scopa giocattolo di Scorpius. Tu sai quanto si angoscia Tilly se mi vede fare qualcosa di anche remotamente manuale e io non volevo che si angustiasse, sapendo quanto tu ti saresti arrabbiata, così mi ha fatto parlare in modo tale da permetterle di pulire le finestre. Ero devastato dal non essere in grado di aiutare, ma ho pensato che saresti stata d'accordo che il benessere dei nostri elfi fosse più importante", disse lui, finendo di parlare sfoggiando un affascinante sorriso.

Il piede di Hermione continuò a tamburellare sul pavimento ed il suo sorriso svanì. 

"Sarebbe la stessa scopa giocattolo che io ho rinchiuso nella camera di Scorpius non più di un'ora fa?".

"Hermione", iniziò a dire lui, con le braccia spalancate per confessare ed un'espressione contrita in viso.

"Ogni anno, Draco. Ogni anno metti in piedi questo teatrino. Ti chiedo di fare una cosa ed in qualche modo alla fine finisce per farla Tilly. Ne ho abbastanza. L'ho mandata in giardino a riposarsi e tu farai le sue veci per tutto il giorno".

Draco sbiancò. "Ma...", balbettò.

"No, hai tirato troppo la corsa. Ora forza, muoviti", disse lei, allungandogli un piumino per la polvere.

 

 

 

Scritta per: Dramione + felicità.


"Sai, tutta questa eccitazione non si addice al nome di famiglia", lo prese in giro Pansy, storcendo la bocca. 

Draco si voltò per vedere in viso la sua migliore amica. 

Pansy non poté non ridere, mentre lui continuava a puntare la bacchetta verso lo striscione gigante al momento appeso per aria nel giardino sud di Malfoy Manor. Adocchiò suo marito, per controllare se avesse bisogno di aiuto nel sollevare l'insegna, ma sembrava avere tutto sotto controllo, sebbene di tanto in tanto schizzasse Harry in faccia con l'Aguamenti. 

"Dove sono i tuoi genitori?", gli chiese. 

Draco sogghignò. "Si nascondono nei loro alloggi privati, lamentandosi dell'invasione di traditori del proprio sangue e lagnandosi di come quella ragazza abbia rovinato il nome dei Malfoy".

Pansy batté una mano sulla spalla di Draco, per consolarlo. Lucius e Narcissa potevano non osare mai chiamare Hermione "Sanguesporco" di fronte a Draco, ma non significava che avessero preso bene il suo matrimonio con una Nata Babbana. Si rifiutavano di chiamarla per nome e rendevano molto chiara la loro obiezione nell'averla collegata alla loro famiglia.

Non che ci fosse qualcosa di nuovo. Anche Pansy aveva avuto le sue difficoltà con suo padre, quando aveva sposato Ron Weasley, ma lui ne era venuto a capo. Lucius e Narcissa non ne mostravano i segni, nonostante Draco ed Hermione fossero insieme da cinque anni e sposati da due. 

"Allora come hai fatto a convincerli ad ospitare qui la festa?".

"Non l'ho fatto. Li ho informati che avrei tenuto qui la festa di congratulazioni per Hermione e che, se avesse fatto loro piacere, avrebbero potuto assentarsi, ma si sarebbe svolto in ogni caso".

Il matrimonio con Hermione aveva fatto bene a Draco, rifletté Pansy. La sua ideologia, durante la guerra, era cambiata e, nonostante amasse sempre i genitori, non aveva avuto intenzione di seguire le loro orme. Inoltre, non si tirava mai indietro dal rivedere alcune loro idee.

Era stato un cambiamento comune per la loro generazione di purosangue. Capire quando fosse sbagliata la supremazia del sangue puro e quanto stupidi fossero stati i loro genitori a seguire Voldemort, aveva dato a Pansy, Draco ed i loro amici la convinzione per spezzare le tradizioni. 

Un patronus a forma di cavallo sfavillò al limite del lago decorativo nel fondo del giardino sud e galoppò sul prato verso Harry. "Saremo lì tra cinque minuti", disse la voce di Ginny. 

Ci fu uno sprint finale di preparativi, prima che tutti sentissero la voce di Hermione chiamare Draco. Pansy osservò con un sorriso, mentre Draco conduceva fuori la moglie ed annunciava con orgoglio "Ho il grande piacere di presentarvi Hermione Malfoy, la più giovane Capo Dipartimento del Ministero della Magia della storia".

Ovviamente sorpresa, Hermione avvolse il marito tra le braccia, lo baciò e mormorò chiaramente "Ti amo".

Un braccio strisciò attorno la vita di Pansy e Ron appoggiò il viso sulla sua spalla. "Sembrano felici, no?".

"Sì, quasi quanto lo siamo noi", replicò lei.

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Capitolo 3
*** L'Organizzatore di Matrimoni ***


Wedding Planner

Organizzatore di Matrimoni

Hermione non si capacitava di come si fosse infilata in quel pasticcio ed era anche la persona meno indicata al monto per sbrogliare un affare del genere. Ginny, infatti, aveva appena dato alla luce il primo figlio, dunque lei ed Harry erano comprensibilmente impegnati con il piccolo James mentre Ron… beh, Ron sarebbe stato una scelta ancora peggiore di lei, a meno che non volessero un matrimonio a tema Cannoni di Chudley.

Poi c’era anche da tenere in considerazione che Neville l’avesse pregata con un’espressione talmente pietosa che sarebbe stato troppo crudele rifiutare e Luna le aveva sorriso sfavillante dicendole come fosse l’amica migliore del mondo, per cui ogni rimostranza che Hermione avrebbe potuto esprimere per dover rinunciare al suo primo sabato libero da mesi le si era bloccata in gola.

Alla fine, Draco Malfoy arrivò nell’atrio del “E vissero per sempre felici e contenti”, cartellina alla mano, ed iniziò a presentarsi come l’organizzatore del matrimonio come se loro non lo avessero mai visto prima.

“Mi stai prendendo in giro”; lo interruppe Hermione, incapace di tenere la bocca chiusa. “Vuoi davvero fare a finta di non conoscerti, Malfoy?”.

“Sono professionale, Granger. Ogni tanto dovresti provarci”.

“Dovrei… dovrei”, balbettò lei prima di riprendere il controllo ed alzarsi in tutto il suo metro e sessantacinque. “Fa davvero ridere detto da te, Malfoy”.

Hermione si voltò verso Neville e Luna e disse: “Davvero volete assumere Malfoy perché vi organizzi il matrimonio? Probabilmente userà i Dissennatori come camerieri!”.

Malfoy le lanciò uno sguardo che le fece chiudere gli occhi prima di recuperare l’attenzione di Neville. “Hermione, è il migliore e Luna merita il meglio”.

L’ego di Hermione si sgonfiò. Luna meritava davvero il meglio ed anche Neville. Se volevano che il loro matrimonio da favola fosse organizzato da quell’ex Mangiamorte dal naso adunco, avrebbe tenuto la bocca chiusa abbastanza a lungo perché ciò accadesse e, comunque, non significava non avrebbe tenuto d’occhio Malfoy come un falco.

“Hai ragione, Neville. È il vostro matrimonio e se volete Malfoy lo avrete”.

Neville le strinse la mano e Luna iniziò a battere le mani. “Pensavo un tema tipo delle Rane della Luna”, disse ed Hermione dovette ricacciare indietro la risata che minacciò di sfuggirle alla vista dell’espressione confusa di Malfoy.

“Sì, le Rane della Luna”, rispose innocente Hermione. “Sono originarie della luna, vero, Luna?”.

“Oh, sì, ma Aldwyn Dwennon le ha portate qui sulla sua Scopalinda 6. Ha detto a me e papà di averle liberate nelle paludi di Romney, così avevo in mente di organizzare un viaggio per la prossima luna piena ed andare a cercarle. Ovviamente, sono più belle con la luna piena. Sarebbe splendido che venissi anche tu e potessi, professionalmente parlando, trarne spunto”, disse Luna a Malfoy.

Malfoy guardò male Hermione, che rispose sorridendo maligna, prima di mormorare qualche parola gentile su quanto gli sarebbe piaciuto unirsi a loro.

L’incontro proseguì in quel modo per il resto del pomeriggio.

Nonostante non provasse alcun desiderio di essere coinvolta in qualsiasi progetto, Hermione si divertì enormemente. Ogni volta che Malfoy le era sembrato convinto di poter riportare la conversazione verso un tema più “normale”, lei aveva iniziato a parlare di qualcosa che, inevitabilmente, aveva riportato la discussione su qualcosa di impossibile, per poi iniziare ad osservare Malfoy che faceva del suo meglio per mantenersi professionale e non prendere Luna a schiaffi.

Non fu più così compiaciuta quando, alle sette di sera, Malfoy la contattò tramite Metropolvere per informarla di come Neville l’avesse nominata responsabile principale in caso di bisogno e che lui, quindi, avrebbe avuto bisogno di lei ogni lunedì sera dopo il lavoro per rivedere alcuni aspetti che Luna desiderava assolutamente ottenere.

Per la barba di Merlino, lei nemmeno ci credeva, nel matrimonio!

 

 

 

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Capitolo 4
*** L'Autografo ***


Autograph

L’autografo

 

Furono gli incessanti colpetti che distolsero l’attenzione di Hermione dalla sua piacevole visita al Ghirigoro. I cinguettii appassionati e gli occhi spalancati che vide la fecero accigliare ancora di più quando posò lo sguardo preoccupato verso la figlia.

“Rose, cosa c’è?, le chiese.

Sfortunatamente, a Rose non era mai piaciuto andare al Ghirigoro tanto quanto a lei e ad Hugo, quindi di sicuro non poteva essersi eccitata per un libro. Di norma l’avrebbe lasciata alla Tana con i nonni e qualsiasi cuginetto si fosse trovato lì mentre, quel giorno, aveva voluto andare a comprare nei nuovi guanti da Quidditch e ad osservare la nuova Nimbus 3050, che si diceva essere ancora più maneggevole ai comandi della Firebot Mark XI.

“È lui”, mormorò agitata Rose.

“Chi?”, chiese Hermione guardandosi subito attorno ma non trovando altri che Hugo, che al momento esplorava felice la sezione di Cura delle Creature Magiche. Era la sua materia preferita ed Hermione riceveva spesso lettere di Hagrid in cui le diceva quanto il figlio fosse bravo e le chiedeva se avesse potuto regalargli qualche animaletto pericoloso e tecnicamente illegale per il compleanno (la sua risposta era sempre stata no).

“Draco Malfoy”, sussurrò Rose, scandendo ogni sillaba con amore e provocando ad Hermione la solita risata.

Con gran disgusto della famiglia, Rose aveva sviluppato una ridicola ossessione per il Cacciatore del Puddlemore United. Copiava sempre tutte le sue mosse caratteristiche ed aveva la stanza zeppa di sue foto.

“Mamma, devi andare a chiedergli l’autografo!”, sibilò imperativa.

“Perché non ci vai tu?”.

Ron fissò oltraggiata la madre. “Sai cosa mi succede di fronte alle persone che ammiro. Divento tutta a macchie rosse e mi blocco, non riesco mai a dire qualcosa che abbia senso. No, devi andarci tu per me!”.  

Hermione fece una smorfia. “Tesoro, sai che tra di me e Malfoy non scorre buon sangue”.

“Mamma, per favore!”, si lamentò Rose. “È cambiato, lo sai. Ha partecipato al corso di rieducazione del Ministero dopo la guerra e persino zio Harry dice che li aiuta sempre durante le ispezioni annuali a Malfoy Manor. E poi io voglio davvero il suo autografo”.

Hermione, al Ministero della Magia, si era guadagnata la reputazione di essere in grado di spezzare chiunque. Aveva riformato da sola il Dipartimento per il Controllo e la Regolamentazione delle Creature Magiche, facendo sparire tutta la vecchia guardia che si era opposta ai suoi piani di rinnovo e miglioramento della legislazione riguardante le creature maltrattate come gli elfi domestici. Al momento, stava facendo lo stesso al Dipartimento per la Sicurezza. Sfortunatamente per lei, Rose aveva ereditato questo suo tratto ed ora lo stava usando contro di lei sfoggiando quegli “occhi della condanna”, come li chiamava Ginny.

“Oh, molto bene! Ma spero tu sappia di esserti appena guadagnata il raddoppio di faccende domestiche per questa settimana!”.

Rose sorrise. “Grazie mamma, sei la migliore!”, le disse.

Dirigendosi irritata verso il punto indicato da Rose, Hermione trascinò irritata i piedi nella sezione di Pozioni.

“Pozioni! Mi pare dannatamente ovvio”, mormorò tra sé.

“Che cosa c’è, Granger?”.

Hermione si bloccò al suono di quell’accento perforante che le trapanò le orecchie e prese un respiro profondo per prepararsi a qualsiasi insulto Malfoy avesse in mente di lanciarle.

“Malfoy”, gli disse voltandosi a sinistra e vedendolo appoggiato ad uno degli scaffali. “Che bello vederti”.

Lui alzò divertito un sopracciglio. “Ne sei sicura?”.

Digrignando i denti, Hermione annuì e riuscì a sorridere leggermente. “Ma certo”.

“Divertente, perché mi sorpassi sempre facendo a finta di non vedermi ogni volta che ci incontriamo al Ministero”.

“Oh, mi dispiace. Dovrei fermarmi e chiacchierare?”, sbottò prima di riuscire a trattenersi.

“Ah, ecco qui la Granger che tutti amiamo ed adoriamo”.

“E questo cosa dovrebbe significare?”.

“Niente, solo che sei sempre un raggio di sole”.

“Immagino di trovare difficile fare la carina con qualcuno che sperava nella mia morte”, gli sibilò.

Malfoy diventò subito serio ed Hermione si sentì leggermente in colpa. Non perché poteva aver ferito i suoi sentimenti, ma piuttosto perché doveva chiedergli l’autografo per Rose e per il momento era solo riuscita a litigarci.

Malfoy si passò una mano tra i capelli prima di farla cadere imbarazzato lungo i fianchi. “Sì, beh, le cose… le persone cambiano”, mormorò.

“Così vorrei sperare”.

“Senti, mi dispiace”, le disse Malfoy con un tono senza alcuna traccia di quell’arroganza tronfia che di solito la faceva irritare. “So che non è stato esattamente corretto il modo in cui mi sono comportato ad Hogwarts ma davvero non penso più quelle cose e so quanto io abbia sbagliato anche solo a crederci”.

“Beh… ehm..”, balbettò Hermione, presa in contropiede dal repentino cambiamento di argomento.

In ogni caso, non gli avrebbe mai detto che andava tutto bene né pronunciato una di quelle classiche frasi gentili che, socialmente, parlando, sarebbero state un’automatica risposta a delle scuse perché davvero non se la sarebbe sentita, nonostante fosse una bella cosa che fosse cambiato e non fosse rimasto un bigotto.

“Se c’è qualcosa che posso fare… non per farmi perdonare, perché niente potrebbe, ma se ti serve qualcosa chiedi pure”.

Hermione sorrise. “Beh, divertente tu lo dica. Mia figlia è una giocatrice di Quidditch ed una tua grande fa. Sarebbe contentissima se potessi farle un autografo”.

Malfoy rise. “Sei seria?”.

Hermione annuì e lui ghignò. “Immagino di poterlo fare. Come si chiama? Rose, vero?”.

“Come lo sai?”.

Lui scrollò le spalle adocchiando i libri sulle mensole più vicine. Sorrise appena prima di prenderne uno ed estrarre una piuma prendiappunti dal mantello. “Sono andato a vedere la prima partita di Scorpius ed è stata contro i Grifondoro. La tua Rose mi ha sorpreso. È un talento naturale”.

Hermione non riuscì a reprimere il sorriso orgoglioso che le si materializzò sulle labbra. “Lo è, non è vero?”.

“Sì, deve aver preso da sua zia perché, se ricordo bene, a te non piaceva volare mentre Weasley se la cavava sempre grazie alla fortuna”.

“Uh, non riesci a rimanere gentile per più di un minuto, vero?”.

Malfoy alzò le mani in segno di resa. “Non ti mentirò, Granger!”.

“Sì, sì e, per la cronaca, io so volare”.

“Certo. Scommetto che nel tempo libero aiuti Rose ad allenarsi con il Quidditch”.

Hermione imprecò ma prese il libro che le stava porgendo. Sulla copertina aveva scritto un messaggio per Rose. Alzò un sopracciglio notando quel lungo paragrafo in cui aveva descritto le qualità della figlia e dato dei consigli su come migliorare.

“Grazie”, gli disse richiudendolo. Notò solo all’ora che si trattava della sua autobiografia ed alzò gli occhi al cielo.

“Nessun problema”.

Hermione annuì e gli sorrise amichevolmente prima di tornare da Rose.

“Ehi!”, la richiamò Malfoy. “Magari la prossima volta che ci incontriamo al Ministero potremmo prendere un caffè?”.

Voltandosi ed alzando un sopracciglio, Hermione gli rispose vaga. “Forse”.

Lui sbuffò e rise, scuotendo la testa prima di salutarla con un cenno della mano.

Più tardi, quando andò a pagare i libri che lei ed Hugo avevano scelto, nonché l’autobiografia autografata di Malfoy, Hermione scoprì che aveva già lasciato istruzioni perché fosse tutto messo nel suo conto.

“Vedi? Te l’avevo detto che adesso è molto più gentile”, disse Rose stringendosi contenta il libro al petto.

 

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Capitolo 5
*** Dolcetto o Scherzetto ***


Trick Or Treat

Dolcetto o Scherzetto

 

“Merlino, guarda quei ragazzini”, disse Draco indicando il gruppo di bambini Babbani che affollava la strada in cerca di cioccolatini e dolciumi. “Credono davvero sia così che si vestono le streghe?”.

Hermione gli tirò una gomitata nel fianco e gli sibilò di rimanere in silenzio. Lui, invece, proprio non ci riusciva

Era la prima volta che gli capitava di passare il giorno di Halloween tra i Babbani e, per il momento, ne era rimasto alquanto schifato. Hermione, però, voleva che conoscesse i suoi genitori ed era stato quindi invitato a cena quella sera, che casualmente coincideva con la festa. Il campanello di casa non aveva mai smesso di trillare a causa di quei bambini che chiedevano dolcetti.

“Avremmo potuto essere ai Manici di Scopa, a quest’ora”, mormorò Draco mentre Hermione allungava un’altra manciata di caramelle ad un bambino con addosso una specie di tuta verde tutta muscolosa.

“E quello cosa dovrebbe essere?”, le sussurrò all’orecchio.

“Zitto, Draco, è un Incredibile Hulk davvero carino”.

“Quello del filim di supereroi che piace così tanto a te e Potter?”.

“Si chiama film e sì, quello. Hai detto che piace anche a te”.

Draco scollò le spalle. “Sì, beh, volevo fare colpo”.

Hermione alzò gli occhi al cielo e gli passò l’enorme ciotola da cui estraeva i dolci. “Tieni, facciamo cambio. Devo controllare le patate arrosto.

“Non lasciarmi solo”, le disse preoccupato.

Lei si abbassò e gli diede un veloce bacio sulle labbra. “Starai bene. Dai i dolcetti ai bambini e complimentati per i loro costumi”. Notando la sua espressione, decise di rettificare. “Ripensandosi, dagli i dolcetti e basta!”.

Mentre si allontanava verso la cucina sul retro della casa, daco iniziò a chiedersi se avesse potuto infilare qualche merendina dei Weasley in quella ciotola di leccornie. Almeno avrebbe rallegrato la sua serata. Come al solito, però, Hermione sembrò leggergli la mente.

“E non osare aggiungere nessuna di quelle Mou Languelingua che ti ho visto comprare ieri a Mielandia”.

Facendole una linguaccia per avergli rovinato il divertimento, Draco lasciò cadere una manciata di cioccolatini dentro il secchiello a forma di zucca che i bambini si portavano appresso ed iniziò a pensare a tutti i modi in cui Hermione avrebbe potuto farsi perdonare per quella serata.

 

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Capitolo 6
*** Intagliare le Zucche ***


6 - Pumpkin Craving

“Benvenuti alla quinta edizione annuale della sfida di intaglio alla zucca del Paiolo Magico”, disse Hannah Abbott dopo essersi trasformata la bocca in un enorme e davvero terrificante megafono.

Hermione rabbrividì a quella vista e sbuffò irritata quando Draco Malfoy oltrepassò Luna Lovegood, l’unica barriera che quell’anno li separava, e le disse. “Questa volta perderai, Granger”.

“Nei tuoi sogni, Malfoy. Sarà un piacere guardarti piangere sopra la tua lanterna ed io riderò”.

“Partecipanti! Raccogliete gli strumenti ed iniziate ad intagliare!”.

Per Hermione ormai era diventato motivo di orgoglio vincere quella dannata competizione. Era stata un’idea sua metterla in atto, un modo per portare una delle tradizioni babbane nella comunità magica che non avrebbe consentito l’uso della magia. Per lei avrebbe dovuto essere una passeggiata vincere quell’insignificante trofeo che aveva trovato in un piccolo negozietto a Streatham, invece non lo era affatto, soprattutto perché era arrivato Malfoy che aveva portato la sfida a tuto un altro livello. Ormai era ossessionata dal volerlo battere.

Questa volta, comunque, lui non avrebbe vinto. Lo avrebbe battuto e si sarebbe presa quella piccola coppa di plastica da quattro soldi.

Un’ora dopo, i capelli scompigliati ammassati in testa ed il sudore che le cadeva dalle tempie, era piena di pappa di zucca fino ai gomiti ed osservava orgogliosa la sua creazione. Era riuscita ad intagliare tre streghe attorno ad un calderone fumante. Osservò Malfoy che, per rimanere fedele alla sua natura, aveva intagliato un drago con le ali spiegate che sputava fuoco. Era impressionante, doveva dargliene atto, ma non così classico tanto quanto le sue streghe tratte dal Macbeth e sicuramente Hannah avrebbe notato la cosa.

Malfoy fece una smorfia verso la sua zucca e sibilò. “Cos’è, Granger? Siete tu, la piccola Weasley e Lunatica?”.

“Vaffanculo, Malfoy”, replicò lei.

Nessuno dei due presto alcuna attenzione alla bellissima casa infestata che Luna aveva intagliato tra di loro. Quando vinse, rimasero completamente attoniti.


Tre ore dopo, Hermione si ritrovò al bancone del bar ad affogare i propri dispiaceri nel Whiskey Incendiario.

“Quella coppa era mia!”, si mormorò. “È la terza volta in cinque anni che vince Luna! Ormai avrei dovuto celebrare la mia dolce vittoria contro di te”.

Malfoy aveva la testa poggiata sulla mano e la osservava assonnato. “Smettila di sproloquiare su quel dannato trofeo, Granger”, le disse.

“Fammi smettere!”, lo rimbeccò.

“Bene”, sbottò lui, prima di abbassarsi e premere le labbra contro le sue.

Hermione rimase di ghiaccio per una frazione di secondo, sconvolta che Draco Malfoy la stesse baciando. Poi, si rese conto di quanto soffici fossero le sue labbra e di come le ginocchia le tremassero per l’emozione. Lo afferrò per la nuca e se lo strinse ancora più vicino per approfondire.  

“Finalmente!”, esclamò Hannah da dietro il bancone. “Ne ho piene le scatole di voi due che usate come due dementi la mia gara come una specie di preliminari”.

Una risata roca si alzò dal resto del locale ed Hermione sorrise contro la bocca di Draco. “Andiamo via da qui?”.

 

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