Sangue sporco

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Piccola premessa: Questa storia, Alliance e Sangue "divino" sono si tutte e tre storie sui vampiri scritte da me, ma tutte e tre si muovono in contesti molto diversi tra loro. Alcune cose che i vampiri possono fare in Alliance, per esempio, non possono essere fatte qui o in Sangue "divino".
Quindi non aspettatevi che il mondo dei vampiri sia lo stesso delle altre storie (ovviamente per chi ha già letto le altre due storie). Detto questo buona lettura a tutti,

la_pazza_di_fantasy








Normantis guardava fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva sbuffando. In realtà il suo sguardo non era fisso al paesaggio ma sulle goccioline d’acqua che si ritrovavano a scendere sul finestrino per via delle pioggia battente che stavano trovando durante il viaggio. Il ragazzo osservava attentamente quelle goccioline tifando prima per una poi per l’altra. Il suo era un modo di non pensare, di non pensare al fatto che dopo cinque anni erano stati costretti a fare nuovamente i bagagli in fretta e furia per andarsene con il favore della notte da quella che Normantis aveva iniziato a considerare la sua città. Tutto solo perché suo fratello aveva avuto un attacco di sete quasi uccidendo un ragazzo del loro quartiere. Non avevano avuto altra scelta che quella di andarsene per non essere accusati di tentato omicidio.
A si, lui e suo fratello (gemello come se non bastasse) erano entrambi dei mezzosangue. Mezzovampiri per la precisione. Loro padre, Vakaris, era un vampiro mentre la loro madre, Elaine, era un’umana. I due si erano conosciuti quando Vakaris aveva cercato di mordere la donna prima di ricevere un pugno dalla stessa perché pensava la volesse derubare. E così era nata quella alquanto stramba storia d’amore che aveva generato loro due.
Perché non vivevano con altri vampiri? Semplice, li avevano ripudiati in quanto mezzosangue. In realtà la cosa era sempre parsa strana a Normantis che non capiva come era concesso sposare un umano ma poi si veniva subito ripudiati. Non aveva minimamente senso come cosa, ma quella era la legge dei vampiri e lui dal basso dei suoi diciott’anni non poteva fare assolutamente nulla.
Anche perché a lui, diversamente dal fratello, non era mai piaciuta la sua parte vampirica. Voleva essere completamente umano proprio come sua madre. Non sarebbe stato costretto a subirsi lezioni di volo con il padre, non avrebbe avuto quella costante sete di sangue nei momenti meno opportuni. Tutto sarebbe stato più semplice.
Farsi degli amici per lui era sempre stato difficile visto che il fatto di essere stati ripudiati dai vampiri li portava a cambiare città quasi ogni anno. Alla fine aveva veramente sperato che quella sarebbe stata la volta buona. E ci era riuscito. Si era fatto degli amici con cui andava d’accordo ed era felice. Felice perché il ragazzo che gli piaceva sembrava anche ricambiare.
Ma quella felicità era stata così bella ma allo stesso tempo effimera visto che suo fratello aveva rovinato tutto come suo solito. Non fraintendiamoci, voleva davvero tanto bene a Dangerutis, ma alcune volte esagerava troppo facendo si che le conseguenze le dovevano subire tutti, lui in primis.
E così in poco più di tre ore si era infranto il suo sogno di poter vivere una vita normale e ora si trovavano in quella macchina diretti chissà dove.
Sua madre aveva fatto tutto così velocemente che Normantis non aveva minimamente avuto il tempo di chiederle niente. E poi il suo stato d’animo non lo aiutava per niente.
Il moro distolse lo sguardo dal finestrino e lo posò in direzione del fratello che era seduto al suo fianco sui sedili posteriori dell’auto. Dire che stava seduto era un eufemismo visto che stava tutto scomposto con una gamba sul sedile centrale e la testa che era “comodamente” appoggiata al finestrino. Dan aveva gli occhi chiusi ma Norman non sapeva dire se il ragazzo stesse realmente dormente o se stesse facendo riposare gli occhi. Sui sedili davanti c’erano suo padre, che stava guidando con tanto di occhiali da sole con vetro spesso (stava albeggiando quindi era anche normale come cosa) e sua madre che stava dormendo troppo stanca per aver organizzato tutto in fretta e furia.
-Norman dovresti dormire anche tu- disse proprio Vakaris guardando il figlio nello specchietto retrovisore.
-non ho sonno- rispose il ragazzo a bassissima voce per paura di svegliare la madre.
-lo so che non ti va giù quello che è successo ma dormire ti aiuterà di più di stare a rimuginare- Normantis annuì sicuro che il padre lo avrebbe visto e chiuse gli occhi solo per fare contento l’uomo. Ma la stanchezza prese il sopravvento sul suo corpo facendolo cadere quasi subito tra le braccia di Morfeo.
 


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Dan aprì gli occhi infastidito dalla luce del sole che stava entrando dalla finestra. Ovviamente come suo solito aveva scelto il lato peggiore per sedersi. Prendeva sempre quello sul quale c’era il sole cosa che gli dava davvero fastidio, oltre al fatto che se si esponeva troppo senza mettersi un filo di crema solare protezione cinquanta finiva per diventare completamente rosso.
Il moro si girò verso il fratello che stava dormendo tranquillamente e compostamente al suo fianco per poi rivolgere lo sguardo sul davanti dell’auto, ma invece di concentrarsi sui genitori sgranò gli occhi mentre vedeva passarsi davanti quella che non sembrava per niente una grande città ma un piccolo villaggio. Non dovevano andare in una grande città? Almeno era quello che facevano sempre quando cambiavano città. Allora perché si trovavano li? Sperava solamente che fosse un villaggio di passaggio, non avrebbe sopportato il fatto di dover stare in un luogo così claustrofobico. Ed era strano detto da lui visto che molto spesso si andava ad intrufolare nella bara del padre per potersi riposare quando il padre non ci dormiva ovviamente.
-Dan sveglia tuo fratello- disse Vakaris attirando l’attenzione del moro che lo guardò con tanto d’occhi.
-non possiamo essere arrivati!- protestò il ragazzo ma l’uomo lo contraddisse fermando la macchina davanti l’ingresso di una villetta che sembrava cadere a pezzi.
-certo che si- disse invece Elaine aprendo la portiera dal suo lato e scendendo con un sorriso sulle labbra mentre Dangerutis voleva sotterrarsi.
-Nor- sussurrò poi vedendo che anche il padre era sceso dalla macchina e stava iniziando a prendere quelle poche valige che erano riusciti a fare in fretta e furia. Il fratello però non sentì il suo richiamo visto che aveva parlato davvero tanto a bassa voce.
-Norman- provò ancora Dan chiudendo gli occhi. Il sole stava iniziando a dargli fastidio e si era dimenticato di portarsi gli occhiali. -Normantis!- gridò allora Dangerutis scuotendo il fratello con forza facendo svegliare di soprassalto.
-cosa?- chiese quest’ultimo stropicciandosi gli occhi. Non si era minimamente accorto di essersi completamente addormentato.
-siamo arrivati. Muovi il culo- gli disse Dan facendo schioccare la lingua per poi scendere dalla macchina e camminare spedito verso quella che aveva capito essere la loro nuova casa, ma chissà per quanto tempo. Il suo intento era quello di andarsi a rifugiare sotto il porticato per sfuggire ai raggi solari e ci riuscì con successo nonostante la puzza che emanava quella casa non gli piaceva per niente.
-Dan se vuoi entrare questa è la chiave- disse Elaine lanciandogli la chiave che il ragazzo prese velocemente, ringraziando mentalmente la madre, ed entrò nella casa tappandosi subito il naso. Ma dove cazzo erano finiti? Cercò di non curarsene troppo e iniziò a salire le scale che portavano al piano superiore dove era più che sicuro ci fossero le camere da letto. L’unica cosa che voleva fare in quel momento era buttarsi sul letto e mettersi a dormire. Aprì la prima porta che trovò, ma era un bagno e la richiuse velocemente visto il fetore che proveniva da quel luogo. Si spostò allora verso l’altra camera che sembrava quella matrimoniale. Richiuse anche quella porta per poi aprire la terza e con orrore si accorse che era anche l’ultima. Come volevasi dimostrare la camera era la più grande che occupava completamente un lato ed erano presenti due letti. Avrebbe dovuto condividere la camera con il fratello e la cosa non gli piaceva per niente. E di sicuro si sarebbe fatto sentire.
Scese nuovamente le scale raggiungendo subito il terzetto che era appena entrato nella casa chiudendosi la porta alle spalle. Normantis aveva praticamente portato dentro anche la valigia del gemello visto che quest’ultimo non si era minimamente fatto problemi a lasciargli fare tutto il lavoro.
-c’è solo una camera per noi due e io non ci dormo con lui- protestò Dan.
-ti devi accontentare Dan, non c’erano case con tre camere- disse Elaine guardando minacciosa il figlio.
-io non ci dormo con lui!- gridò nuovamente Dan guardando male il fratello, proprio come se fosse lui il problema di tutto.
-guarda che non sono stato io quello che ha quasi ucciso una persona!- protestò Norman che non aveva minimamente intenzione di essere considerato il responsabile della cosa dal fratello.
-non me ne frega niente io non ci dormo con te!- disse nuovamente Dan incrociando le braccia al petto.
-Dangerutis sei l’ultima persona che si può lamentare della cosa visto che tuo fratello ha ragione. Per favore lascia le cose come stanno- cercò di farlo ragionare Vakaris che l’unica cosa che voleva in quel momento era dormire nella sua comoda bara.
-io non ci dormo nella stessa camera con quel frocio!- gridò Dangerutis in un impeto di rabbia facendo completamente sbiancare Norman e bloccare Vakaris ed Elaine.
-grazie mille Dan- disse Norman scuotendo la testa per poi uscire di casa sbattendo la porta. Non aveva mai rivelato ai genitori di essere gay, lo aveva fatto solo con il fratello chiedendogli di non dire niente ai genitori. Ma ovviamente non si sarebbe mai dovuto fidare del fratello. Fratello che aveva notato essere diventato più freddo da quando gli aveva rivelato quel piccolo particolare di se ma mai si sarebbe aspettato di fargli così tanto schifo.
-ci vuoi cortesemente spiegare cosa sta succedendo?- chiese Elaine al figlio guardandolo davvero male. Dan si morse le labbra, non voleva insultare il fratello in quel modo e soprattutto non voleva tradire la sua fiducia. Gli era uscito perché aveva una strana e malsana paura che il fratello potesse avere alcuni strani pensieri su di lui. Sapeva che era solamente una sua soggezione ma era stanco e non aveva minimamente pensato alla cosa.
-posso dormire nella bara?- chiese il ragazzo cercando di cambiare discorso.
-no! Tu dormirai nella stessa stanza di tuo fratello e soprattutto andari a cercarlo e lo riporterai qui!- disse la donna puntando il dito a terra mentre parlava.
-ma…-
-non me ne frega niente signorino non dovevi insultare tuo fratello in quel modo e ora ti prendi le tue responsabilità andando a cercare. Ti ricordo che siamo in questa situazione per colpa tua e non sua- Elaine anche se era l’unica della famiglia a non avere poteri da vampiro essendo completamente umana aveva un grosso potere su tutti e tre i suoi uomini.
-vado- borbottò Dan sbuffando ed uscendo anche lui dalla casa e come il fratello sbattendo la porta per far capire ancora di più tutto il suo dissenso.
-io non capisco ancora perché ha insultato il fratello quando anche lui è palesemente gay- disse dopo un po’ Vakaris massaggiandosi con due dita le tempie per la stanchezza.
-non lo so ma credo che entrambi pensavano non ce ne fossimo minimamente accorti. Anche se loro non hanno segreti per me- la donna sorrise prima di baciare suo marito sulle labbra e lasciando a lui lo sporco lavoro di salire le valige al piano superiore.
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Normantis camminava senza meta per le strade di quel piccolo villaggio nel quale si erano fermati. Non ci aveva minimamente fatto caso prima di correre fuori di casa in fretta e furia, ma forse era meglio così visto che era raro trovare comunità di vampiri nei villaggi, sarebbero stati scoperti subito dalla popolazione.
Norman sospirò spostandosi il più possibile all’ombra visto che sentiva già la pelle diventare fuoco, perché si era dimenticato di mettersi quella stramaledettissima crema solare? Suo padre si ricordava sempre di farlo e non aveva mai problemi.
Non sapeva dove stava andando di preciso, ma in quel momento voleva solamente far sbollire la rabbia visto che non sapeva come sfogarsi in altro modo. Gridare contro suo fratello non sarebbe servito a niente visto che Dan aveva anche la voce più forte della sua e gli avrebbe di sicuro urlato sopra facendolo sentire ancora peggio.
Non capiva come mai si era fidato di quello stronzo! Sapeva perfettamente che Dan non era la migliore persona alla quale rivelare un segreto, lui stesso non si faceva scrupoli a volare anche in pieno giorno, ma davvero era l’unica persona che in quel momento gli era sembrata adatta. E poi aveva visto come una piccola scintilla accendersi nei suoi occhi quindi aveva sperato lo accettasse.
Scoprire in quel modo che lo odiava gli faceva davvero male, e faceva ancora più male quando pensava al fatto che la sua vita aveva iniziato ad andare a rotoli solo due giorni prima. Per non parlare del fatto che aveva una paura matta di scoprire cosa i genitori pensassero di lui in quel momento. Lo ritenevano schifoso? Non gli importava niente?
Entro quella sera lo avrebbe scoperto visto che non poteva di certo dormire per strada e poi doveva assolutamente mettere qualcosa sotto i denti.
Norman sorrise quando trovò un piccolo parco con parecchie panchine all’ombra e ci si fiondò su una di esse. Era stanco più di quanto volesse realmente dimostrare e continuare a girovagare per un villaggio che non conosceva non era per niente una buona idea.
-Ehi che ci fai qui?- Normantis alzò la testa a quella parole trovandosi difronte una bellissima ragazza, si sapeva riconoscere anche lui quando erano davvero belle, dai lunghi capelli castani e gli occhi dello stesso colore che lo stava guardando minacciosa con le mani sui fianchi.
-avevo voglia di stare al parco- disse il moro non capendo il perché di quello sguardo.
-alzati immediatamente da questa panchina- disse la ragazza facendo alzare le sopracciglia a Normantis.
-perché dovrei? Ci sono tante altre panchine in giro non puoi sederti su una di quelle?- chiese allora il moro che sinceramente parlando non aveva voglia di alzarsi anche perché le altre panchine poco alla volta si stavano esponendo al sole e quella sembrava l’unica che sarebbe rimasta all’ombra ancora per molto.
-si ma questa è la mia panchina quindi alza il culo- disse ancora la ragazza con un tono di voce ancora più arrabbiato di prima. Normantis non capiva minimamente il perché di tutte quelle storie per una stramaledetta panchina.
-Xarita calmati, sediamoci da un’altra parte- Normantis guardò in direzione del ragazzo che era appena arrivato. Non era niente di speciale anche se i suoi capelli biondi erano davvero troppo chiari da sembrare quasi bianchi.
-no Owen questa è la nostra panchina e lui si deve assolutamente alzare. Tutti sanno che questo posto non si tocca- continuò la ragazza facendo alzare gli occhi verdi al cielo ad Owen.
-io non lo sapevo e poi da quando un qualcosa di pubblico è di qualcuno?- chiese Normantis arrendendosi e alzandosi dalla panchina. Non aveva minimamente voglia di litigare con gente a caso. Si sarebbe sdraiato sull’erba all’ombra visto che il dorso della sua mano destra si era già leggermente arrossato. E che cavolo quanto era delicata la sua pelle!
-grazie e scusa- disse Owen facendo un mezzo sorriso a Normantis che annuì solamente capendo che non avrebbe ottenuto risposta. Il moro andò quindi poco più in la e si sdraiò sull’erba che era ancora fresca sciogliendosi anche i lunghi capelli che aveva legato in una coda per stare più comodo.
-sei la solita prepotente- disse Owen guardando in direzione del moro e non capendo perché non si era seduto su un’altra panchina.
-non sono prepotente! Questa è la nostra panchina e sai benissimo il perché!- disse Xarita incrociando le braccia al petto facendo risaltare ancora di più il suo seno cosa che fece andare momentaneamente in tilt Owen. Owen che sapeva che la ragazza non era a conoscenza della colossale cotta che aveva per lei visto che una volt lo aveva anche costretto a decidere quale lingerine le stesse meglio provandosele davanti a lui. Oppure lo faceva a posta per prenderlo in giro.
-ho sonno- disse una terza voce andando verso i due ragazzi che si girarono verso il castano che aveva parlato e che era affiancato da un altro ragazzo rosso.
-quando mai Sil- disse Xarita alzando gli occhi al cielo mentre il fratello le si sedeva accanto mettendole un braccio sulla spalla.
Il rosso invece si andò a sedere affianco ad Owen e così facendo i quattro amici occuparono interamente la panchina.
-Sil tua sorella si è messa a litigare con un ragazzo solo perché si era seduto qui- informò il castano Owen ottenendo in cambio una gomitata nel fianco a parte della ragazza.
-come suo solito. Comunque chi era? Tutti sanno che questo è il nostro posto-
Owen stava per rispondere ma fu interrotto da un urlo che fece girare tutti e quattro i ragazzi, e anche tutti gli altri presenti nel parco, verso la fonte di quel grido.
In quel punto c’erano il ragazzo che si era precedentemente seduto sulla panchina e un altro sempre moro che si era appena caricato l’altro sulla spalla.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Dan non ci aveva messo molto a trovare il fratello visto che aveva seguito il profumo che il ragazzo si metteva sempre in grandi quantità. Lo aveva trovato sdraiato sull’erba di un parco più o meno vicino casa loro con gli occhi chiusi.
Non sapendo come comportarsi con lui aveva deciso di prenderlo di peso e caricarselo sulla spalla. Ma non aveva considerato che il fratello potesse spaventarsi quindi rimase per un po’ stordito dall’urlo che cacciò.
-DAN METTIMI GIÙ- gridò successivamente Norman quando si accorse che quello che aveva scambiato per un maniaco non era altri che suo fratello. Non capiva perché lo avesse preso di peso in quel modo ma di sicuro non voleva attirare troppo l’attenzione.
-tu te ne scappi quindi no- rispose il gemello sistemandosi meglio il fratello sulla spalla. Non voleva assolutamente perdere tempo. Era strano comunque come non volesse minimamente dormire nella stessa stanza di Normantis ma non aveva nessun problema a prenderselo in spalla.
-cammino da solo verso casa- protestò ancora Norman iniziando a colpire il fratello sulla spalla con i pugni. Tutto questo ovviamente sotto lo sguardo dei ragazzi con i quali aveva parlato prima anche se Norman non se ne era accorto.
-no- e così dicendo Dan continuò si incamminò nella direzione dalla quale era venuto, o meglio quella che si ricordava essere la direzione che aveva preso. Sinceramente non era tanto convinto della cosa ma era sempre meglio che restare li con il fratello su una spalla.
Non sembrava perché proprio come lui Normanti era magro, ma era anche parecchio pesante.
-mettimi immediatamente giù Dan!- tentò ancora Normantis ma con meno forza di prima avendo perfettamente capito che non aveva minimamente nessuna possibilità di lottare contro il fratello. Che poi perché lo era andato a prendere? Molto probabilmente la madre lo aveva costretto ma ciò non spiegava il perché del modo nel quale lo stava portando. Davvero se gli faceva schifo perché era sulla sua spalla?
-dovremmo aiutarlo?- chiese Owen ai suoi amici leggermente preoccupato per il ragazzo dai lunghi capelli. Non sembrava minimamente contento di quello che gli stava succedendo.
-nah- disse Xarita anche se il suo sguardo tradiva una certa preoccupazione. Ma poi avevano chiaramente sentito che i due si conoscevano quindi perché mai dovevano intervenire?
-non mi ricordo di averli visti da nessuna parte. Da dove escono?- chiese Egan mettendosi una ciocca riccia di capelli rosso fuoco dietro l’orecchio. Due ragazzi così, beh, se li sarebbe di certo ricordati.
-ora che mi ci fai pensare sai che nemmeno io li avevo mai visi?- disse Xarita come se si fosse appena ricordata una cosa importante. -sapevate di qualche nuovo trasloco in zona?- chiese poi la ragazza curiosa. Di solito quando arrivava qualcuno di nuovo li lo si sapeva minimo un mese prima quindi tutti non facevano altro che cercare volti nuovi tra la folla. Ma in quel caso quei due ragazzi erano come apparsi dal nulla e la cosa era abbastanza strana.
-e se fossero turisti?- chiese Egan distogliendo lo sguardo dai due ragazzi.
-e che c’è qui da vedere?- chiese Silverus guardando strano il rosso. Era davvero un villaggio troppo piccolo per avere qualcosa di caratteristico capace di attirare turisti.
-era un’ipotesi- si difese Egan con un piccolo sorriso sulle labbra.
-ipotesi leggermente insensata sinceramente-
-ragazzi per favore non litigate!- disse Owen frapponendosi tra i due.
-non stavamo litigando ma esponendo le nostre opinioni- gli disse Silverus con un sorriso mentre Owen aveva assottigliato gli occhi cercando di capire se il suo amico lo stesse prendendo in giro, ma non sembrava il caso.
-se si sono appena trasferiti molto probabilmente ce li troveremo a scuola no? Quindi scopriremo tutto più tardi- disse Xarita stiracchiandosi per poi alzarsi dalla panchina e mettersi le mani sui fianchi. -forza non è il momento di sbattere la ficca! Se arriviamo nuovamente in ritardo il preside ci ammazza!-
-sei tu quella in pericolo se arriva in ritardo e non noi- le fece notare Egan che era uno dei migliori nella loro scuola e che non era mai fatto niente per aizzarsi contro le ire del preside diversamente dai suoi tre amici: Xarita era un caso perso, Silverus erano più le volte che dormiva in classe che quelle in cui stava attento e Owen non aveva mai fatto niente di male ma il preside ce l’aveva con lui solo perché una volta si era trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Egan quindi era un po’ l’angelo in mezzo ai diavoli come li definivano un po’ tutti i professori che più volte gli avevano chiesto cosa ci trovasse in quei ragazzi. Ma per Egan stare con loro era fantastico visto che lo facevano uscire dalla monotonia della sua vita.
-mi scusi signor perfezione!- disse la ragazza incrociando le braccia al petto e guardandolo male. -muoviamoci- e così dicendo si incamminò mentre i tre ragazzi sospirarono prima di alzarsi e seguire la ragazza verso la loro scuola.
-riusciremo mai a non farci comandare a bacchetta da lei?- chiese Silverus leggermente preoccupato della cosa visto come si erano alzati velocemente come dei cagnolini obbedienti.
-io non mi faccio comandare e non credo che lei ci riesca con te, l’unico del quale mi preoccupo è Owen- disse Egan sorridendo in direzione del biondo che lo guardò male assottigliando gli occhi. Per gli altri due ragazzi non era un segreto che ad Owen piacesse Xarita.
-quando glielo dirai?- chiese Silverus sbadigliando. La notte prima non aveva dormito molto.
-mai?- disse Owen non tanto convinto nemmeno lui di quella risposta, ma non credeva di essere pronto ad un passo del genere anche e soprattutto perché Xarita era molto bella e lui faceva letteralmente schifo.
-ed eccolo che ritorna con i suoi complessi di inferiorità!- disse ridendo Egan che di certo non era da meno del biondo.
-Owen credimi mia sorella non ti mangia mica se le dici che ti piace. E te lo sto dicendo io che sono suo fratello e non dovrei aiutarti con lei- Silverus rise ma Owen lo guardò male. Si Xarita poteva anche non mangiarlo, ma morderlo si.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Dangerutis era riuscito a non sbagliare strada per tornare alla loro casa che stava cadendo a pezzi e tutto questo portando sempre in spalla il fratello che dopo un po’ aveva smesso di protestare. Aveva capito che non avrebbe ottenuto niente in quel modo e si era lasciato andare.
Dan lo fece scendere dalle sue spalle solo una volta che furono sotto il portico della loro casa e bussò alla porta. A quanto pareva nemmeno lui aveva pensato a prendere un paio di chiavi per poter rientrare in tutta tranquillità.
Ad aprire la porta fu Elaine che li fece entrare lanciando occhiatacce di fuoco ad entrambi e Norman si chiese come mai sembrava arrabbiata anche con lui. Non aveva preso il fatto che era gay? Probabilmente. E la cosa lo stava distruggendo internamente. Se lei sembrava averla presa così male come aveva reagito suo padre? Di sicuro peggio. Già era una delusione nella sua parte vampirica, quello era stato il limite.
-sedetevi entrambi- disse nuovamente la donna indicando il tavolo della cucina che sembrava essere l’unica cosa che si reggeva in piedi in quel momento. In tavola c’erano due belle tazzone di latte e dei cereali. Infondo nessuno dei due gemelli aveva ancora fatto colazione.
I due ragazzi si sedettero e Normantis cerò di stare il più lontano possibile dal fratello sapendo di fargli schifo.
-Dangerutis devi dire qualcosa?- chiese Elaine guardando male il figlio nominato che sospirò.
-mi dispiace per poco fa. Non volevo.- disse Dan e lo disse veramente convinto anche se Norman non voleva crederci molto.
-bene- disse Elaine che sembrava contenta di quella confessione anche se aveva praticamente costretto il figlio a farla. -e poi?- chiese ancora la donna portandosi dietro all’orecchio una ciocca di capelli.
-non ho problemi a dividere la camera con te- disse ancora il ragazzo osservando con molto interesse la sua tazza di latte. In quel momento voleva annegarci dentro e non berla. Infondo aveva avuto un’improvvisa sete di sangue e il latte non gli sembrava l’alimento giusto per placarla.
-benissimo. Tesoro non preoccuparti, se Dan ti da fastidio diccelo che lo sistemiamo per le feste- quelle parole fecero sgranare gli occhi a Normantis.
-non ti faccio schifo?- chiese il ragazzo parecchio confuso. Elaine lo fissò come se fosse una macchia di sangue su una camicia bianca immacolata.
-certo che no! In realtà sia io che tuo padre l’avevamo capito da tempo. La mia faccia arrabbiata era per il fatto che eri praticamente uscito di casa senza avvisare e soprattutto senza crema. Vediti sti diventando tutto rosso- disse la donna sbuffando per poi sparire momentaneamente in salotto e ritornare in cucina con un flacone di doposole che mise vicino al figlio sorridendogli.
-grazie- disse Norman con quasi le lacrime agli occhi, per un attimo aveva davvero pensato di essere la persona peggiore del modo -di tutto- concluse con il sorriso ed Elaine ricambiò il suo sorriso mentre Dan guardando quella scena ebbe la consapevolezza di aver fatto davvero molto male al fratello con le parole che aveva detto, seppur involontariamente.
-su mangiate!- disse poi la donna iniziando a sistemare quello che doveva essere il piano cottura.
-ehm mamma hai del sangue?- chiese Dan che non riusciva veramente a buttare giù quel sangue nonostante la fame che aveva. Norman invece sembrava non curarsene molto.
-per il momento niente sangue signorino. Sei in punizione- disse la donna mentre Dan sgranava gli occhi.
-in che senso in punizione? Non ho fatto niente!- disse il ragazzo -e poi mi sono anche scusato!-
-sei in punizione per aver bevuto il sangue di quel ragazzo senza permesso e anche per aver insultato tuo fratello- rispose la donna puntandogli contro la prima cosa che aveva trovato cioè il coperchio di una delle pentole che stava conservando.
-e per quanto tempo? Ho bisogno di sangue e lo sai bene!- si lamentò Dangerutis.
-fino a quando io e tuo padre non saremo soddisfatti. Tieni- disse poi la donna prendendo una salsiccia cruda dal frigorifero che Dan addentò subito. Non era come bere sangue ma per il momento poteva tranquillamente accontentarsi. Non voleva fare altre storie soprattutto perché aveva paura che la madre decidesse di togliergli anche la carne cruda. Non sarebbe resistito molto.
-ah da domani inizierete la scuola qui. Oggi pomeriggio vado ad iscrivervi visto che non ho fatto in tempo ieri sera online-
I due gemelli si bloccarono di colpo per guardarsi negli occhi ambra preoccupati. Nuova scuola significava ricominciare tutto da capo. Dan e Norman avevano pensato che potevano anche scamparsi la cosa visto che dovevano praticamente finire l’ultimo anno. Ma Elaine non sembrava dello stesso avviso.
-non possiamo evitare?- chiese Norman sapendo che se il gemello avesse aperto bocca non sarebbe finita bene per lui.
-ragazzi vi manca davvero pochissimo e poi dovete pure trovare un modo per farvi nuovi amici, no?-
-ma è praticamente impossibile farsi nuovi amici adesso!- tentò ancora Normantis. Lui era una frana nel farsi amici a differenza di Dan che non aveva problemi. Nessuno dei due era andato tanto d’accordo con l’altro per riuscire ad avere la stessa cerchia di amici quindi sarebbe stata solo questione di tempo e Norman si sarebbe trovato definitivamente da solo con suo fratello che di sicuro si sarebbe fatto subito degli amici.
-non è vero- disse Elaine che sembrava non aver minimamente voglia di smettere di sorridere.
-si invece- ribatté Norman sospirando. Poi lasciò la sua colazione a metà per alzarsi e prendere la crema solare. -vado a mettermi la crema- disse sospirando prima di lasciare la stanza sotto lo sguardo attento degli altri due.
-Dan ti prego stagli vicino. So che Norman era molto legato agli amici che aveva prima e si trova in questa situazione per colpa tua-
-siamo troppo diversi per avere amicizie in comune- la fermò prontamente Dan. Era stufo di sentirsi dire in continuazione che era colpa sua. Sapeva perfettamente cosa aveva fatto quella stramaledetta sera.
-lo so, ma almeno assicurati che non rimanga completamente da solo. Non lo sopporterei- Elaine perse il sorriso per un solo secondo. La cosa che non voleva di più al modo era vedere i suoi figli tristi.
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Normantis finì di spalmarsi la crema solare in faccia e scese velocemente le scale con lo zaino in spalla. Non erano in ritardo ma era sempre meglio arrivare prima il loro primo giorno di scuola.
Dan però non sembrava dello stesso avviso visto che era ancora con il pantalone della tuta addosso che usava per dormire.
-sei ancora così!- gli disse il fratello guardandolo leggermente male. Non che avessero ripreso del tutto i rapporti dopo quello che era successo il giorno prima, ma Norman almeno doveva parlare delle cose importanti. Tipo quella.
-con calma- disse Dan passandosi una mano tra i ricci capelli scompigliandoli ancora più di prima.
-con calma un corno signorino fila a vestirti- disse la madre che uscendo dalla cucina. Cucina che come il resto della casa i due ragazzi avevano sistemato insieme alla donna il giorno precedente. Non dovendo andare a scuola li aveva praticamente costretti ad aiutarla.
-anche se arriviamo in ritardo che fa scusa?- disse Dan che non aveva minimamente voglia di andare a scuola.
-fa perché è il primo giorno e avremo già gli sguardi di tutti addosso disse Norman sospirando. Non gli piaceva per niente come situazione.
-e che ti fa?- chiese ancora Dan sedendosi tranquillamente su una sedia della cucina iniziando a fare colazione che a quanto pareva non aveva ancora fatto. Eppure Norman si ricordava che quando era sceso a mangiare il fratello era più che sveglio.
-come vuoi tu, io vado- Normantis salutò con un cenno della mano la madre e fece proprio come aveva detto.
Una volta fuori da casa, che dall’esterno sembrava ancora cadere a pezzi, e prese il suo telefono aprendo google maps. Okay che il villaggio era abbastanza piccolo da avere una sola scuola ma almeno i primi giorni aveva bisogno di una guida per arrivarci.
Stando attento a controllare anche davanti a se mentre guardava fisso il telefono arrivò alla sede della scuola in pochi minuti e iniziò a guardarsi intorno sperando di trovare qualche faccia che potesse ispirargli simpatia.
Ma per il momento non era riuscito a vedere nemmeno un volto simpatico, anzi aveva per un secondo incrociato il volto di un biondo che lo aveva guardato come se fosse stato un pasto delizioso. Inutile dire che aveva subito distolto lo sguardo maledicendosi per non aver aspettato il fratello. Con Dangerutis al suo fianco si sentiva leggermente più sicuro anche perché il gemello sapeva incutere parecchio terrore se voleva. E poi aveva una specie di malia cosa che lui non aveva ottenuto dal DNA del padre.
Venne riscosso dai suoi pensieri dalla campanella e si affrettò ad entrare all’interno dell’edificio andando verso la portineria. Di suo fratello non c’era ancora traccia.
Normantis non fece nemmeno in tempo a dire buongiorno alla signora che si trovava davanti la scrivania che quella gli aveva già consegnato due fogliettini.
-ma io sono uno solo- disse il ragazzo notando che erano identici.
-è per suo fratello ora si muova ad andare in classe- rispose in maniera scontrosa la donna ritornano a posare lo sguardo sulle sue carte. Norman voleva chiederle dove si trovasse la sua classe, ma non lo fece spaventato dal fatto che la donna potesse nuovamente guardarlo male e decise di girarsi tutta la struttura. Fino alla fine l’avrebbe trovata anche da solo. E così fu visto che c’era tanto di scritta enorme con il numero della classe.
Il moro entrò in classe leggermente titubante notando come molti dei ragazzi stavano gridando. Si sentiva davvero fuori luogo e il fatto che il fratello non fosse ancora arrivato era anche peggio.
Nessuno degli altri ragazzi sembrava essersi accorto della sua presenza e il ragazzo si chiese anche dove cavolo doveva sedersi.
-SEDETEVI E FATE SILENZIO BRANCO DI SCOSTUMATI- disse una voce alle sue spalle che lo fece saltare per lo spavento.
La classe invece si fermò e subito tutti si sedettero lasciando liberi ben quattro posti. Molti di più di quanto Normantis si fosse immaginato. Infondo mancava solo suo fratello.
-e lei chi è?- chiese sempre l’uomo a Norman che era rimasto fermo all’ingresso.
-sono Normantis Lock e sono…-
-ah si il nuovo studente. Siediti- disse l’uomo interrompendolo e indicando i banchi vuoti. C’era un posto affianco al ragazzo che quella mattina lo aveva guardato e Norman scartò velocemente la possibilità di sedersi li. Poi c’erano tre posti infondo l’uno accanto all’altro e decise che quello poteva essere una buona soluzione. Non potevano di cero esserci altre tre persone che dovevano arrivare quindi non avrebbe separato nessuno.
Sentì su di se lo sguardo penetrante del biondo che non sembrava essere tanto felice della sua scelta di non sedersi al suo fianco.
Una volta arrivato al suo banco si sedette vicino al muro e con lo sguardo basso iniziò ad uscire il quaderno e una penna non avendo ovviamente libri.
-ehi perché tutto questo mortorio?- disse una voce che fece alzare di scatto lo sguardo a Norman notando che erano appena entrati i due ragazzi che aveva incontrato al parco la mattina prima e aveva parlato proprio la castana.
-signorina Elfric vuole essere nuovamente spedita in presidenza?- disse il professore guardando male la ragazza che sbuffò. -e non sbuffare signorina. Sedetevi entrambi prima che vi mandi in presidenza-
La castana sembrava essere pronta a ribattere ma il biondo se la tirò verso i banchi. E proprio verso i due rimasti vuoti al suo fianco.
-ehi- disse proprio la ragazza quando lo notò. Era davvero sorpresa.
-devo spostarmi anche qui?- chiese Norman che non aveva minimamente voglia di mettersi al fianco a quello che lo stava ancora fissando.
-certo che no! Sono solo sorpresa- e la ragazza si sedette al suo fianco sorridendogli -dicevo che non aveva mai visto la tua faccia prima. Sono Xarita- si presentò la castana sorridendogli.
-Normantis- si presentò il ragazzo. Almeno in quel momento sembrava una ragazza abbastanza tranquilla.
-è questa la quinta?- chiese qualcuno entrando e Norman sospirò riconoscendo la voce del fratello. Infatti Dan era proprio davanti alla porta con tutti i capelli in disordine e in fiatone segno che aveva corso per arrivare li in tempo. Dan si guardò intorno ignorando lo sguardo di fuoco del professore e una volta notato il fratello sorrise e si incamminò verso l’unico posto libero.
-e lei che si presenta così in ritardo sarebbe?- chiese il professore guardandolo male.
-Dangerutis Lock- rispose Dan sorridendo mentre si sedeva scompostamente come suo solito.
 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


-cavolo non ci credo addirittura due nuovi ragazzi- sussurrò Xarita ad Owen con gli occhi che le brillavano. Era raro trovare qualcuno di nuovo.
-Xa ti conviene stare muta come un pesce per quest’ora- le disse il ragazzo che non aveva nessuna voglia di essere mandato in presidenza insieme a lei.
-noiosone- rispose la castana spostandosi i capelli da una spalla per poi guardare Norman che al suo fianco stava prendendo appunti freneticamente.
-come mai ti sei trasferito qui?- gli chiese la ragazza sapendo perfettamente che al suo fianco Owen aveva alzato gli occhi al cielo.
-abbiamo avuto un problemino alla vecchia casa- rispose genericamente il ragazzo. Era la scusa che Elaine aveva detto di usare e Norman sperava che suo fratello la ricordasse.
-come mai hai un nome così strano?-
-ha parlato lei- sussurrò Owen che ricevette uno schiaffo da parte della ragazza.
-mia madre è fissata, ma meglio se mi chiamate Norman- rispose il moro. Ed era la verità visto che era stata proprio Elaine ad insistere con Vakaris a chiamare i due figli con quei nomi abbastanza inusuali. Voleva renderli ancora più unici di quanto non fossero. Alla fine però i due ragazzi si chiamavano sempre con il diminutivo e solo poche volte usavano il loro nome per intero. Almeno i loro diminutivi erano quasi normali.
-capisco, senti ma conosci anche l’altro nuovo ragazzo?- chiese ancora Xarta. Norman non capiva perché gli stesse facendo la domanda visto che quando si era presentato aveva detto chiaramente lo stesso cognome di Dan, ma poi si ricordò che la ragazza era arrivata in ritardo quindi le rispose:
-è mio fratello gemello-
Xarita sgranò gli occhi e iniziò a girare la testa avanti e indietro per vedere bene i due nuovi ragazzi.
-non vi assomigliate molto- arrivò poi alla sua conclusione. -Se dite solo di essere fratelli sembra lui il più grande- continuò la ragazza.
-si, lo so- sussurrò Norman non appena vide il professore guardarlo malissimo.
-signorina Elfric può cortesemente smettere di importunare i nuovi arrivati?- chiese proprio il professore facendo saltare in aria la ragazza.
-non stavo facendo niente di male- si difese lei. Era stufa che il professore continuasse a prenderla di mira quando anche Jonas e il suo gruppetto non facevano altro che parlare.
-Elfric ora ha rotto veramente. Si siede affianco al signorino Miles- disse il professore facendo sgranare gli occhi a Xarita. Egan, che era il signorino Miles, era in seconda fila e lei odiava la seconda fila.
-muoviti cogliona- le sussurrò Silverus che doveva scambiarsi di posto con la sorella e che non sembrava felicissimo della cosa.
Xarita sbuffò e si alzò lasciando il posto al fratello e sedendosi con le braccia incrociate affianco ad Egan che le fece un piccolo sorriso.
-come si sta in ultima fila?- chiese a bassissima voce Owen a Silverus che si era appena sistemato.
-strani- rispose il ragazzo. Alla fine si era sempre seduto con Egan perché volevano lasciare Owen e Xarita seduti vicini e mai il rosso si era seduto in ultima fila. Quindi la cosa era abbastanza nuova per Silverus.
-e questa sarà la disposizione durante le mie ore e non accetto obbiezioni. Signorino Lock lei può rimanere li ma se vedo che anche lei era la causa delle chiacchiere la sposto immediatamente-
Norman annuì non sapendo minimamente come rispondere, ma il professore rimase contento e si rigirò verso la lavagna continuando a spiegare.
L’ora del professore passò molto velocemente per Norman che aveva il polso dolorante per il troppo scrivere tanto che in quel momento il moro se lo stava massaggiando.
-Sil smamma dal mio posto- disse prontamente Xarita ritornando tutta felice verso l’ultima fila.
-e se io ti dicessi che voglio rimanere qui? Sai si sta bene- disse il ragazzo incrociando le braccia per fare un dispetto alla sorella.
-ho detto che devi smammare e lo farai.-
-povero Egan- disse Owen scuotendo la testa e sorridendo al rosso che li stava guardando da lontano con il sorriso sulle labbra.
-sai che se rimani avanti i prof non ti romperanno più i coglioni?- le disse Silverus.
-Sil ti prego, fallo per la tua sorellina!- disse la ragazza facendo gli occhi da cucciolo bastonato e facendo alzare quelli di Silverus che prontamente si spostò dal suo posto.
-non dar fastidio okay?- le disse prima di ritornare al fianco di Egan.
-anche tu hai un gemello quindi?- chiese Norman che si era appena accorto della somiglianza dei due.
-noooo, lui è nato a gennaio e io a dicembre dello stesso anno- rispose Xarita sventolando una mano per dire che non era una cosa molto importante.
-i vostri genitori copulano come conigli- disse ridendo Owen.
-se questa affermazione fosse vera non saremmo i loro unici due figli Owen- gli rispose a tono la ragazza ridacchiando e pensando che un po’ di ragione Owen l’aveva.
-ehi la tizia stronza ha detto che ha dato a te il mio foglio- furono le prima parole che disse Dan dopo essersi avvicinato ai tre e essersi rivolto solamente al gemello.
-tieni- disse il ragazzo porgendogli uno dei due foglietti.
-perché non mi hai aspettato?- chiese ancora Dan sedendosi sul banco di Norman.
-perché ti avevo avvisato che non l’avrei fatto-
-sai che fatica ho fatto per trovare l’aula. E quel coglione mi ha guardato pure male-
-se tu fossi entrato con garbo non ti avrebbe mai guardato male. È stato il tuo comportamento a farlo innervosire Dan- spiegò Norman mentre il fratello sbuffava.
-ciò non sarebbe successo se tu mi avessi aspettato-
-e io ti avrei aspettato se tu non fossi stato in pigiama quando sono partito- Dan a quelle parole assottigliò lo sguardo guardando male il fratello. La madre gli aveva detto chiaro e tondo di aiutarlo mal la cosa non gli stava andando per niente giù visto come Norman lo stava trattando.
-se mai avrai bisogno di me saranno cazzi tuoi- e così dicendo Dan tornò al suo posto e si mise a parlottare con il biondino che tanto aveva fatto paura a Norman.
-che gentilezza- si lasciò sfuggire Xarita.
-abbiamo litigato- le spiegò Norman ed in parte era vero. Anche se Dan si comportava spesso in quel modo.
-ed è anche questa la ragione per la quale ieri ti ha praticamente portato in spalla?- chiese la castana mentre vedeva il ragazzo moro al suo fianco diventare rosso.
-non proprio- rispose lui.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Norman in quel momento si ritrovava davanti sia il fratello di Xarita che il rosso con il quale era seduto normalmente il ragazzo. Era l’ora della ricreazione e quei due si erano avvicinati al loro tavolo. A quanto aveva capito erano tutti e quattro amici quindi in quel momento si stava sentendo leggermente il terzo incomodo (o il quinto in quel caso).
Decise di alzarsi per lasciare da soli i ragazzi ma appena accennò il movimento venne bloccato da Xarita.
-dove vai?- chiese la ragazza facendo girare verso di lui gli altri tre ragazzi.
-vi lascio parlare- disse Norman al quale non gli era venuta nessuna scusa in mente.
-ma no! Resta!- gli disse Xarita sorridendogli.
-ma io non ho niente a cha fare con voi. Non voglio disturbarvi- disse sinceramene il ragazzo.
-e dove vorresti andare? Da tuo fratello che sta facendo comunella con Jonas? Fidati meglio che resti qui con noi. E poi non puoi sempre andartene dal tuo posto no?- disse la ragazza lanciando un’occhiataccia verso il banco dove erano seduti Dan e Jonas che sembravano star parlando fitto fitto. Norman non capiva cosa Dan ci trovasse in quel ragazzo che gli faceva davvero paura.
-okay- si arrese alla fine Norman. Xarita aveva ragione.
-scusa comunque per ieri, Xarita è una stronza- gli disse Owen sorridendogli. -prima non ci siamo nemmeno presentati. Io sono Owen- parlò il biondo porgendogli la mano che Norman strinse.
-e questi due stupidi qui sono Egan- disse Xarita indicando il rosso che aveva una valanga di lentiggini sulla faccia -e quel demente di mio fratello Silverus- indicò poi il castano che assottigliò gli occhi a quella specie di insulto.
-io sono Normantis- disse nuovamente il ragazzo ai due che gli sorrisero.
-da dove venite?- chiese Egan indicando con la testa anche Dan. Alla fine avevano capito tutti che erano fratelli.
-dal nord- disse Norman. Voleva essere il più generico possibile. Se anche li fosse arrivata la voce di quello che era successo non voleva far ricadere le colpe subito su di loro. Avrebbero dovuto fare nuovamente le valigie cosa che non voleva fare.
-ma tu rispondi sempre vago?- chiese Xarita leggermente curiosa del perché il ragazzo non volesse essere tanto sincero quando si parlava di quello che li aveva portati li, e si vedeva che non era del tutto sincero.
-non mi va tanto di parlarne ecco- disse Norman abbassando lo sguardo.
-non è stato facile per te quindi-
-Xarita la vuoi smettere? Se non ne vuole parlare non insistere!- disse Silverus alla sorella. Sorella che mise il broncio incrociando le braccia al petto. Voleva soltanto capire com’era quel ragazzo.
-no, non lo è stato- disse sinceramente il ragazzo cercando di non ripensare agli amici che ormai non aveva più per colpa del fratello.
-cambiamo argomento?- chiese Egan che aveva notato subito lo sguardo triste del ragazzo.
-si parliamo di Owen che si è ottenuto di sicuro il suo secondo richiamo- disse Silverus ridacchiando. Da quando aveva visto la sorella entrare in classe insieme ad Owen aveva voglia di capire come mai fossero arrivati insieme.
-ehi ero andato a chiamare questa pazza- si giustificò il biondo indicando Xarita che lo guardò male. In realtà in quel momento stava guardando un po’ tutti male.
-si certo eri andato solo a chiamarla- disse Egan iniziando a ridacchiare.
-è quello che ho fatto coglioni che non siete altro- disse Owen cercando la conferma nello sguardo di Xarita, ma la ragazza stava con la testa nel suo mondo.
-ragazzi tutti ai vostri posti- disse una donna entrando in classe. Owen stava per aprire bocca e dire che la ricreazione non era ancora finita quando la campanella suonò.
-che nervi- disse proprio Owen mentre sia Egan che Silverus si alzarono per tornare al loro posto.
Le lezioni continuarono in tranquillità, più o meno visto che tutti i professori volevano assolutamente che i due nuovi arrivati si presentassero ogni santa volta. E Norman fu anche torturato per tutto il tempo da Xarita che voleva assolutamente parlare con lui.
Più volte la ragazza era stata ripresa dai professori ma mai si era fermata.
-fino alla fine ti cacceranno- stava dicendo Norman a Xarita mentre uscivano da scuola visto che avevano finito tutte le lezioni.
-non lo hanno fatto per anni e non lo faranno adesso- rispose la ragazza prendendo a braccetto il fratello tutta pimpante.
-come godo se ti cacciano!- disse invece Silverus facendo ridere gli altri tre ed imbronciare nuovamente la sorella.
-Norman se hai bisogno di libri o appunti diccelo tranquillamente, possiamo aiutarti- disse Egan mentre i due fratelli si mettevano a bisticciare.
-grazie, per il momento credo solo i libri- disse Norman davvero felice di quella proposta inaspettata.
-tu puoi aiutarlo, non noi Egan- gli fece notare Owen scuotendo la testa.
-guarda che anche Sil è bravo- gli fece notare il rosso girandosi verso il ragazzo in questione che stava ancora discutendo con la sorella.
-quando vuole lui- disse ancora Owen scuotendo la testa.
-posso farvi una domanda?- chiese dopo un po’ Norman fissando il fratello che stava uscendo con il biondo che non gli piaceva.
-dica- disse Xarita avvicinandosi a Norman e prendendo anche lui sottobraccio. Cosa che fece sentire leggermente a disagio il ragazzo visto che era la prima volta che gli succedeva. Anche con gli amici che aveva avuto tutti gli stavano leggermente distanti.
-chi è il biondo che sta parlando con mio fratello?- chiese allora Norman. Quel ragazzo non gli piaceva per niente.
-Jonas e non è un bel tipo. Ti consiglio di non avvicinarti troppo se ci tieni alla tua pelle- disse la ragazza guardando male il biondo.
-questa mattina mi ha fissato in modo strano, come se volesse mangiarmi- rivelò Norman.
-è per questo che sei andato dritto verso l’ultimo banco oggi?- chiese Silverus sorpreso da quello che aveva detto il moro, ovviamente fino ad un certo punto conoscendo il soggetto.
Norman annuì.
-stagli alla larga e dillo anche a tuo fratello- disse Xarita facendo preoccupare ancora di più Norman.
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Dangerutis stava ridendo ad una battuta che aveva fatto Jonas mentre entrambi stavano camminando per le strade del villaggio. Subito dopo scuola Dan non era tornato a casa con Norman ma aveva deciso di continuare a camminare con quello che poteva considerare un amico.  Jonas era fantastico ed era anche sulla sua stessa lunghezza d’onda cosa che nelle persone che aveva incontrato nel corso degli anni non aveva mai trovato.
-comunque tuo fratello è proprio carino- se ne uscì Jonas facendo girare verso di se Dan.
-in che senso scusa?- chiese il moro al biondo non capendo, o meglio facendo finta di non capire la frase del biondo.
-che me lo scoperei volentieri. È gay vero?- parlò tranquillamente il biondo con un ghigno sulle labbra.
-si, ma da cosa lo hai capito?- chiese Dan non preoccupato per il fratello ma per paura che Jonas scoprisse che anche lui era gay.
-si vede lontano un miglio che gli piacciono i ragazzi e io potrei essere più che perfetto per lui- disse il biondo mentre Dan soppesava quelle parole. Non capiva cosa ci trovasse Jonas in suo fratello ma molto probabilmente il ragazzo aveva ragione ad essere perfetto per Norman. In quel caso lui avrebbe potuto essere sicuro che Norman fosse in buone mani.
-comunque devi dire al tuo fratellino di stare alla larga da quelli con i quali si è seduto. non mi fido di loro- disse Jonas nascondendo un sorrisetto.
-dici? A me sembravano tranquilli- disse Dan che non si era molto fermato a guardare i tizi vicino al fratello. Lo aveva visto tranquillo e quindi lo aveva lasciato stare.
-allora dovrò controllarlo- disse Dan mettendosi le mani in tasca e continuando a camminare anche se ormai si erano girati il villaggio già due volte. Era troppo piccolo quel posto per i suoi gusti.
-ti conviene, è un ragazzo così tanto carino che non voglio che si faccia male- disse Jonas usando un falso tono preoccupato. Voleva mettere le mani sul sangue, e anche sul culo, di quel ragazzo da quando lo aveva visto nel cortile della scuola e avere il fratello del suddetto ragazzo dalla sua parte era una grandissima fortuna. Ovviamente non avrebbe mai svelato le sue vere intenzioni a Dan altrimenti era più che sicuro che il ragazzo non avrebbe minimamente accettato le sue intenzioni.
-e farai bene credimi. Se poi riesci anche a mettere una buona parola su di me e me lo presenti le cose potranno andare solo bene- disse Jonas fermandosi una volta arrivati davanti la casa dei gemelli. Quando ci erano passati la prima volta Dan gliela aveva mostrata e quindi se l’era ricordata.
-ci vediamo domani. Proverò a fare del mio meglio- disse Dan scambiandosi una pacca sulla spalla con il biondo prima di rientrare in casa.
-sono a casa- gridò il ragazzo chiudendosi la porta alle spalle e notando l’innaturale silenzio. Il ragazzo si guardò intorno confuso e si girò tutte le stanze del piano terra non trovando nessuno. Poi andò al piano superiore e aprendo la porta della sua camera trovò il fratello intento a studiare qualcosa.
-ehi dove sono mamma e papà?- chiese entrando e buttandosi di peso sul suo letto.
-mamma è andata a cercare di farsi assumere e papà sta dormendo ovviamente- rispose meccanicamente Norman senza alzare lo sguardo dal libro che gli aveva presto Egan.
-okay, che stai facendo?- chiese Dan che aveva una mezza idea di quello che stesse facendo il gemello ma era l’unica cosa che il ragazzo aveva in mente per poter avere una conversazione con il fratello.
-studio, cosa che dovresti fare anche tu invece di andare in giro con quello li- gli disse Norman alzando lo sguardo dal libro.
-ehi che hai contro Jonas? È un bravo ragazzo, se mai dovresti stare attento tu a quei tizi con cui te ne vai in giro- ne approfittò Dan. Il ragazzo gli aveva servito l’argomento su un piatto d’argento.
-loro sono a posto. Jonas no e non capisco come mai tu non te ne sia accorto- disse Norman incrociando le braccia al petto per non far vedere al fratello che stava tremando. Si ricordava ancora lo sguardo di quel biondo su di se.
-io mi fido di Jonas e quei tizi non mi piacciono. Credimi Jonas è apposto.
-Dangerutis quel pazzo mi ha osservato come se volesse mangiarmi- gridò Norman non capendo come mai il fratello non sembrava minimamente essersi accorto di quanto fosse viscido Jonas.
-oh per favore ma se ti piace quando qualcuno ti fissa. E poi ti stava fissando perché gli piaci- disse Dan alzando gli occhi al cielo.
-non mi piace quando la gente mi fissa Dan! E non so cosa ti abbia detto ma di sicuro l’unica cosa che vuole è me nudo in un letto- disse Norman visto che aveva appena avuto la conferma di quello che aveva pensato dal fratello.
-e allora?- chiese quest’ultimo. Non capiva come mai Normantis facesse tutte quelle storie. Non era lui quello che voleva un ragazzo.
-e allora cosa? Io non mi darò mai ad una persona che mi fa paura. E soprattutto non a qualcuno che vuole solo il mio corpo- disse Norman davvero sorpreso della mentalità del fratello.
-senti io mi fido di Jonas e so che gli piaci ed è una brava persona quindi vedi di metterti con lui così almeno la smetti di darmi la colpa di tutto quello che ti succede-
-io non mi metterò mai con quello! E poi è veramente tua la colpa!- gridò Normantis non capendo proprio perché il fratello fosse così ottuso.
-no che non è mia perché è tua la colpa-
-mi stai dando la colpa della morte di una persona che tu hai ucciso?- chiese sorpreso Normantis. Da dove usciva quell’accusa.
-ovvio, se tu non mi avessi chiesto di andare a fare la spesa al tuo posto non mi sarei mai trovato in quella situazione!-
-tu non hai controllato la tua sete! Non dare la colpa a me!- gridò Norman chiudendo di scatto il libro e uscendo dalla sua camera sbattendo anche la porta. Sapeva che scappare non era la cosa giusta da fare ma in quel momento non aveva la forza per litigare con Dangerutis.
 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Norman si era andato a rifugiare sulla panchina del parco che era di Xarita. Non perché volesse fare un dispetto alla ragazza ma perché era l’unica vuota in quel momento e lui aveva bisogno di un luogo che lo calmasse almeno per un po’. Non riusciva minimamente a capire come mai il fratello si era fatto abbindolare da Jonas e come potesse anche solamente pensare che andare a letto con quel biondino per lui fosse una cosa normale. Lui che non aveva mai fatto sesso visto che per la prima volta voleva una persona importante ma non l’aveva mai trovata. O meglio Dangerutis gli aveva tolto davanti l’opportunità. Che poi come minimamente poteva dire che la colpa era sua solo perché gli aveva chiesto di fare la spesa. Non poteva essere colpa sua per quello vero?
-ehi- Norman alzò lo sguardo trovandosi difronte Silverus e Egan.
-mi sposto subito- sussurrò e solo allora si accorse che stava piangendo.
-ma cosa no!- disse Egan sedendosi prontamente al suo fianco. -rimani tanto piaci e Xarita e quando piaci a quella ragazza lei non ti lascia andare. Lo so per esperienza- gli disse il rosso sedendosi al suo fianco e sorridendogli.
-mi stai dicendo che sono riuscito a farmi un’amica in meno di un giorno?- disse quasi ridendo Norman che non voleva assolutamente crederci visto che lui faceva schifo a farsi amici.
-non solo una. Quando Xarita fa entrare qualcuno nel gruppo ottiene il pacchetto completo quindi dovrai sopportarci tutti- continuò il rosso mettendo un braccio intorno alle spalle di Norman che gli sorrise sincero.
-faccio schifo a farmi amici- sussurrò il ragazzo.
-a volte basta lasciar fare al caso e alle persone troppo intraprendenti- disse Silverus sedendosi dall’altro lato di Norman che sorrise anche al castano. Castano che era davvero molto bello proprio come la sorella. Norman scosse la testa. Non poteva già pensare a Silverus in quel modo o si sarebbe trovato nuovamente senza amici. Silverus era troppo bello per essere gay.
-che è successo? Ovviamente se vuoi dircelo- disse Egan mentre Norman si asciugava le lacrime.
-ho litigato con mio fratello- disse sinceramene il moro.
-è la prima volta che lo fate o è stato qualcosa di pesante.
-siamo andati via dalla città dove eravamo per colpa di Dan e io ho perso tutti i miei amici per colpa sua. Oggi mi ha detto che secondo Jonas voi non siete tranquilli e che quindi io dovrei fidarmi di lui e abbiamo iniziato a litigare. Durante il litigio mi ha praticamente dato la colpa della nostra partenza- spiegò a grandi linee il ragazzo sospirando.
-tuo fratello deve solo allontanarsi da Jonas perché non è una buona persona e tu fai bene a fidarti di noi- disse Silverus sorridendogli. -per quello che ti ha detto non so la situazione nel quale vi siete ritrovati ma non credo tu avresti mai fatto qualcosa per andartene di la se tenevi molto ai tuoi amici-
-concordo. Lascia sbollire la rabbia di tuo fratello e tu calmati. A mente fredda vi parlerete nuovamente e riuscirete a chiarirvi-
-grazie e scusatemi- disse Norman sorridendo e asciugandosi nuovamente le lacrime che gli erano uscite.
-gli amici fanno anche questo no?- disse Egan abbracciando di slancio il moro.
-ma che carini!-gridò Xarita palesando la sua presenza.
-eccola che arriva- borbottò Silverus facendo ridacchiare Norman.
-che vuoi tu? Comunque chi ti ha fatto piangere? Così io e Sil lo sistemiamo per bene- disse la ragazza super convinta di quello che aveva detto.
-non ti preoccupare adesso sto bene- le disse il ragazzo con un leggero sorriso.
-okay- disse mogia la ragazza prima di sedersi di colpo sopra le gambe del fratello che gemette non aspettandosi minimamente quel movimento da parte della ragazza.
-c’è tanto spazio perché ti devi mettere è proprio sopra di me?- chiese il castano sistemandosi meglio la sorella sulle gambe nonostante le parole che aveva detto.
-perché il posto serve ad Owen e io sono la più leggera tra voi-
-e dov’è il tuo ragazzo?- chiese Egan facendo sgranare gli occhi a Norman. Non si era minimante accorto che i due stessero insieme. Xarita alzò gli occhi al cielo.
-Owen non è il mio ragazzo- spiegò la castana mettendosi le mani sui fianchi.
-si si certo- disse Silverus ridacchiando.
-smettila di insinuare cosa non vere- continuò la castana sbuffando.
-ma se state sempre insieme! Siete fatti l’uno per l’altra- continuò il fratello. Voleva aiutare Owen con Xarita e quella poteva essere una buona possibilità visto che in quel caso aveva anche l’aiuto degli altri due ragazzi. Da solo non ci sarebbe mai riuscito.
-Silverus ha ragione state bene insieme- o supportò appunto Egan.
-voi state facendo comunella e questa cosa non mi piace per niente. Tu che ne pensi?- chiese la ragazza rivolta a Norman che aveva seguito la conversazione in silenzio. Guardando Silverus, che muoveva le labbra da dietro la sorella, capì che i due ragazzi lo volevano assolutamente dalla loro parte.
-non so, vi conosco da troppo poco tempo per dare un giudizio. L’unica cosa che posso dire è che si vede che siete molto uniti- disse il moro. Non voleva sbilanciarsi più di tanto e Silverus lo capì sorridendogli come ringraziamento.
-se mi avessi detto un si secco avrei creduto che questi due ti avessero corrotto- disse la ragazza sospirando e spalmandosi meglio sopra al fratello.
-e quando avrebbero potuto farlo?- chiese curioso Norman.
-prima?- chiese la ragazza.
-ero in un fiume di lacrime e credo tu te ne sia anche accorta- disse ancora Norman portandosi una ciocca di capelli neri che era sfuggita dalla sua coda dietro l’orecchio.
-ora stai meglio?- Xarita non volle osare chiedere di più soprattutto perché aveva capito che quel ragazzo era davvero troppo timido per potersi aprire subito con loro.
-si, grazie a voi- rispose Norman sorridendo e facendo sorridere di rimando anche Xarita.
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Era passata una settimana da quando i due gemelli erano arrivati nella loro nuova casa ed era anche una settimana che i due non si parlavano nonostante vivessero nella stessa casa e soprattutto condividessero la stessa camera. I genitori avevano cercato di carpire informazioni da entrambi visto che avevano ben notato il brutto clima che c’era in casa, ma non avevano ottenuto niente se non dei grugniti da parte di Dan. Dan che di nascosto ogni sera aveva preso ad andare con Jonas e i suoi amici nei villaggi vicini per andare a ballare. E in quelle occasioni beveva anche del sangue direttamente dal collo delle persone. Infondo nessuno lo conosceva in quel paese e nessuno avrebbe potuto dargli la colpa. Lo faceva non solo perché gli piaceva ma anche perché la madre non lo aveva ancora tolto dalla punizione e la cosa non gli andava per niente a genio. In quel modo riusciva ad essere molto più in forze rispetto al solito e poi si sentiva soddisfatto per il fatto che ne Jonas e ne i sui amici si erano accorti di niente. Loro pensavano che sparisse con le ragazze per fare altro e non per succhiare il loro sangue.
Normanti invece si era legato ancora di più ai quattro ragazzi e non avrebbe mai immaginato una cosa del genere e ne era davvero felice.
Erano dei ragazzi tranquilli quando volevano loro e si divertiva sempre. Per fortuna aveva imparato a non farsi coinvolgere troppo dalle chiacchiere di Xarita e quindi il povero che ci andava sempre di mezzo era Owen.
Inutile dire che era uno stupido visto che aveva capito che Silverus non gli era per niente indifferente. E il fatto che lo avesse intuito dal primo giorno era stata una condanna per lui. Come cazzo faceva a prendersi una cotta sempre per le persone che gli erano più vicine? Sperava solamente che il ragazzo non se ne fosse accorto visto che non voleva distruggere quel rapporto che avevano creato. Anche perché si vedeva chiaramente che Silverus era etero fino al collo.
Poteva sperare che i ragazzi non se ne fossero accorti perché troppo concentrati sulla questione Xarita-Owen. Alla fine Normantis aveva scopetto che Owen era praticamente messo nella sua stessa situazione ma lui aveva una marcia in più visto che Xarita ricambiava eccome. Solo che entrambi erano troppo stupidi per potersene accorgere.
-hai parlato con tuo fratello?- gli chiese Egan che in quel momento era seduto al suo fianco. Quel giorno per qualche strana ragione mancavano sia Silverus che Xarita e il rosso si era andato a sedere vicino a lui e Owen per non rimanere da solo. In realtà quel giorno in classe mancava anche il gruppo di Jonas, c’era solo Dan.
-no, ci evitiamo come la peste- rispose Normantis sospirando e guardando in direzione del fratello che stava giocando con la matita che aveva in mano. Si vedeva chiaramente che si stava scocciando perché non aveva nessuno con cui parlare.
-fidati Jonas non è una persona per bene- disse Owen quasi in un ringhio. Si vedeva lontano un miglio che non lo sopportava anche se Normantis non aveva mai avuto il coraggio di chiedere il perché di quell’astio.
-mio fratello dice il contrario.-
-tuo fratello finirà davvero molto male se non inizia a darti ascolto- disse Egan scuotendo la testa mentre Owen lo guardava stranito. Normantis non capì lo sguardo del biondo. Infondo conoscendosi da tanto tempo dovevano conoscere le stesse cose.
-tranquilli mio fratello sa badare a se stesso quindi non mi preoccupo per quello- disse Norman. Infondo suo fratello poteva benissimo azzannare la gente che gli dava fastidio visto quanto gli piaceva.
-può essere forte quanto vuole ma Jonas è più forte di lui quindi prima si allontana da lui meglio è- disse Owen guardando anche lui in direzione del moro seduto qualche banco più avanti.
-proverò a parlargli nuovamente, ma non credo mi darà ascolto- disse sospirando il moro ritornando a seguire con lo sguardo il professore che si muoveva avanti e indietro per la lavagna. -ma, per curiosità dove sono Silverus e Xarita?-
Il rosso e il biondo si guardando prima di alzare le spalle indicando che nessuno dei due conosceva la risposta a quella domanda.
 

-è una cosa gravissima!- stava gridando l’uomo alla sua comunità che aveva riunito proprio per l’occasione. -erano anni che non avevamo questi problemi e adesso tutto ad un tratto mi ritrovo catapultato in mille faccende giuridiche per colpa di qualcuno di voi!- Sir Edward era davvero incazzato e ne Silverus ne Xarita avevano ancora capito il motivo. Erano stati chiamati li come tutta la loro famiglia e come tutto il resto della comunità di vampiri che viveva li.
-cos’è successo?- chiese Jonas, anche lui ovviamente li presente e che sembrava davvero scocciato della cosa.
-cadaveri. Dissanguati. Nella città qui affianco. So che siete giovani, si so che è stato uno dei giovani, e che avete bisogno di più sangue ma potete chiederlo invece di fare stragi! La polizia inizia a insospettirsi e la cosa va solo a nostro sfavore- spiegò finalmente Sir Edward con ancora lo sguardo di fuoco.
E Silverus pensò che avesse ragione visto che chiunque fosse stato li aveva cacciati in una bruttissima situazione.
-e come pensate di scoprire chi è stato? Perché c’è di sicuro un unico colpevole- disse Xarita sbuffando. Ne lei che suo fratello erano mai andati nella città limitrofa quindi non centravano niente in tutta quella storia. La ragazza da una parte era felice visto che si stava saltando un giorno di scuola, ma dall’altra non vedeva l’ora di poter tornare dai suoi tre amici umani.
-monitorando tutti i vostri spostamenti ovviamente- disse Sir Edward con un ghigno sulle labbra. Aveva sempre avuto voglia di controllare quei ragazzi ma non aveva mai avuto una scusa plausibile per poterlo fare.
-che serve farlo adesso? Il responsabile potrebbe starsene buono- disse Silverus incrociando le braccia al petto.
-hai ragione Silverus ma se vi interrogo tutti quanti di sicuro mi mentirete- spiegò Sir Edward.
-sappiamo tutti che l’unico gruppo che esce da qui è quello di Jonas- accusò Xarita e il biondo la guardò malissimo.
-senti signorina si andiamo a ballare li ma non tocchiamo una goccia di sangue. Non fare tanto la santarellina- ribatté il biondo guardando male la vampira.
-sei l’unico qui che si muove quindi è ovvio che sia stato tu- disse ancora Xarita ringhiando contro il biondo che continuava a guardare malissimo.
-io non mi abbasso a fare le cose di nascosto e lo dovresti sapere- continuò Jonas.
-basta così- si intromise Sir Edward. -non abbiamo prove evidenti per accusare qualcuno-
 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Owen corse in direzione di Silverus e Xarita che erano seduti sulla loro solita panchina. Per sua fortuna ne Norma che Egan erano ancora arrivati quindi poteva sperare di ricavare la verità dalla bocca dei due vampiri. Si lui sapeva perfettamente che i suoi due amici erano vampiri e si era accorto tranquillamente che tutti gli assenti di quel giorno erano vampiri. Lui lo sapeva non perché i due ragazzi glielo avessero rivelato ma perché era un mezzo veggente e la sua famiglia custodiva da anni il segreto dei vampiri all’interno del loro villaggio.
-cos’è successo? Non mentitemi- disse Owen sedendosi in mezzo ai due con ancora il fiatone.
-hanno trovato dei cadaveri dissanguati nel villaggio qui vicino- spiegò brevemente Silverus sospirando. Sapeva che Owen avrebbe fatto quella domanda.
-quanti?- chiese Owen sgranando gli occhi. Per pochi non avrebbero mai fatto stori.
-troppi- gli rispose Xarita -io sono sicura che sia colpa di Jonas visto che è l’unico che si sposta, ma la sua famiglia è troppo importante e Sir Edward non vuole accusarlo senza prove- fece il verso la ragazza poggiando la testa sulla spalla dal biondo.
-il fratello di Norman deve assolutamente allontanarsi da quel pazzo o si troverà morto- disse Owen pensando al povero moro. Sapeva che Norman nonostante tutto teneva tantissimo al gemello e di sicuro la morte dello stesso non l’avrebbe mai accettata.
-non possiamo costringerlo visto che non possiamo nemmeno dirgli la vera ragione. Per quanto ho visto Dangerutis è un ragazzo molto cocciuto e non credo si lasci convincere con due moine- disse Xarita scuotendo la testa. Aveva paura anche lei ma sapeva che non potevano fare niente senza rivelare la loro vera identità con anche la possibilità di non essere creduti. Andiamo! Chi avrebbe creduto all’esistenza dei vampiri?
Era anche per quello che in tutti gli anni nei quali erano stati amici con Egan il ragazzo non aveva mai scoperto che i due fratelli erano dei vampiri.
 
-perché ti sei bloccato?- chiese Norman ad Egan. Entrambi si erano fermati un po’ di più a scuola e adesso avevano raggiunto il parco. Ma Egan si era fermato poco prima di arrivare vicino ai tre ragazzi che erano seduti sulla panchina.
-non ti preoccupare- disse il rosso sorridendogli e mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -lo faccio spesso quando vedo che tutti e tre sono immersi nel loro mondo tendo ad aspettare un po’ prima di raggiungerli- spiegò poi al moro che lo stava guardando parecchio confuso.
-nel loro mondo?- chiese Normantis non capendo.
-si, cose loro e nelle quali io non centro. Non voglio di certo mettergli pressione ed è per questo che aspetto. Loro non se ne sono mai accorti- disse il rosso con un sorriso triste sulle labbra.
-pensavo vi conosceste tutti dallo stesso tempo- disse Norman davvero sorpreso dalla rivelazione di Egan. Non se lo sarebbe mai aspettato.
-Owen si è unito al gruppo un po’ prima rispetto a me- disse Egan mordendosi leggermente il labbro.
-quindi è come se ti escludessero da qualcosa- constatò Norman.
-non lo definirei proprio un’esclusione- disse il rosso per poi fare un sorriso. -andiamo a capire perché si sono saltati un giorno di scuola- e così dicendo prese per il polso il moro e lo trascinò fino alla panchina ovviamente palesando la loro presenza prima di arrivare troppo vicini per capire di cosa stessero parlando.
-cucciolini! Mi chiedevo che fine aveste fatto!- disse Xarita sorridendo ad entrambi che rimasero leggermente spaesati per come li aveva chiamati la ragazza.
-sei tu quella che questa mattina non si è presentata a scuola. Dovremmo farti noi questa domanda- disse Normantis che non sapeva cosa fare visto che Egan si era seduto e non c’era più posto sulla panchina.
-questioni odiose di famiglia. Credimi preferivo mille volte rimanere ad ascoltare quelle cose noiose invece che a quell’incontro. Credimi- rispose la ragazza stiracchiandosi e spalmandosi meglio sopra alla spalla di Owen che si irrigidì leggermente.
-e le fate di mattina?- chiese ancora confuso Normantis.
-si la nostra famiglia è abbastanza strana. Comunque perché non ti siedi?- chiese la ragazza curiosa. Non gli piaceva che il ragazzo stesse li impalato.
-non c’è posto- fece notare Norman. Possibile che la ragazza non se ne fosse minimamente accorta?
-ah vero ecco…-
-NORMANTIS- il ragazzo si girò riconoscendo la voce del fratello e guardandolo confuso. Cosa aveva da gridare in quel momento?
-cosa c’è?- chiese infatti il ragazzo quando il gemello fu a pochi passi da lui. Dan lanciò un veloce sguardo ai quattro ragazzi seduti sulla panchina per poi rispostare il suo sguardo ambrato su quello identico del gemello.
-vieni immediatamente a casa-
-perché?- chiese Norman non capendo il comportamento del gemello.
-perché devi venire a casa punto. Muovi il culo- e vedendo che l’altro non accennava minimamente a volerlo ascoltare Dan lo prese per un polso iniziando a trascinarlo di peso.
-la vuoi smettere di fare sempre così?- disse Normantis che provò a liberarsi dalla stretta del fratello ovviamente senza riuscirci visto che il ragazzo era molto più forte di lui. Anche se in quel momento gli sembrava addirittura più forte del solito.
-sei tu che non mi ascolti mai e che mi fai finire in queste situazioni di merda. Quante volte ti ho detto di non stare insieme a quei tizi? E tu cosa fai? Te ne vai in giro con loro come se non ti avessi detto niente.- disse Dan fermandosi e guardando il fratello negli occhi. Si leggeva che era davvero preoccupato.
-loro non sono male come credi! Sei tu quello che finirà male se continua a frequentare Jonas. È lui il pericolo non loro- si difese Norman. Era quello il momento perfetto per poter parlare con il fratello e fargli capire che non era lui quello dalla parte del torto.
-Jonas è tranquillissimo e sarebbe un perfetto fidanzato per te!-
-la vuoi smettere di intrometterti nella mia vita privata! Io non mi metterò mai con qualcuno che mi fa paura e soprattutto non mi metterei mai con qualcuno consigliato da te per visti i tuoi gusti di merda- gridò Norman ormai esasperato.
E si pentì di averlo fatto non appena vide gli occhi ambra di suo fratello diventare rosso fuoco.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Dangerutis spinse il fratello dentro un vicolo lontano da sguardi indiscreti mentre i suoi occhi si facevano ancora più rossi e i suoi canini iniziavano ad allungarsi pericolosamente.
-Dan ti prego! Non puoi usare i tuoi poteri di giorno e di certo non puoi fare così se ti dico la verità- disse Normantis davvero spaventato dalla reazione del fratello. Non capiva minimamente cosa avesse.
-Dan?- provò a chiedere il ragazzo vedendo che il fratello non gli rispondeva. Poi tutto ad un tratto il fratello si fiondò su di lui e lo morse facendolo boccheggiare.
Non era mai capitato che il fratello lo mordesse e nemmeno il contrario.
-Dan per favore- tentò di scrollarselo di dosso Norman ma il ragazzo sembrava davvero troppo forte per essere spostato e Norman poco alla volta sentiva di star perdendo tutta la sua energia.
-Dan- sussurrò con voce flebile mentre la vista gli si faceva opaca. Non riusciva a sentire più niente e subito dopo il buio più totale.
Dan si staccò di scatto dal collo del fratello con il cuore che gli batteva a mille e gli occhi sgranati. Cosa cazzo aveva appena fatto? Sentì il corpo del fratello accasciarsi sempre di più contro il suo e lo strinse forte controllando che ci fosse ancora del battito. Non poteva davvero averlo ucciso.
Non sapeva cosa fosse successo. Ad un certo punto aveva sentito l’odore di sangue di suo fratello più forte rispetto a tutti il resto ed aveva perso il controllo.
Sospirò di sollievo quando si accorse che seppur flebile il battito c’era ancora. Strinse di più il fratello a se e gli baciò la testa tra le lacrime.
-scusa cazzo- disse a due millimetri dalla sua testa prima di appoggiarsi al muro. Aveva bisogno di un po’ di tempo per riprendersi emotivamente, poi avrebbe portato il fratello dritto a casa e avrebbe inventato una scusa con i genitori. Poteva dire che erano stati i presunti amici di Nor in quel modo si sarebbe liberato di loro e avrebbe avuto la possibilità di presentare Jonas al fratello. Non capiva perché Norman non volesse avere niente a che fare con il biondo visto che era davvero un ragazzo a posto. Era molto simile a lui era vero, ma era comunque okay.
La cosa che gli faceva più rabbia in quel momento era che la sete di sangue gli era salita nonostante tutto il sangue umano che aveva bevuto in quei giorni. Come mai aveva ancora sete? Di solito quando beveva un bel po’ il giorno dopo non aveva tanta fame. Eppure aveva ucciso, involontariamente sia chiaro, tutti quelli dai quali aveva bevuto il sangue. Cos’era cambiato? Il suo corpo richiedeva più sangue? O semplicemente si stava lentamente, e finalmente, trasformando in un vero vampiro? Ma se fosse stato quello il caso non doveva succedere anche al suo caro fratellino? Perché Norman invece sembrava essere ancora più debole del solito?
Essendosi ripreso un po’ decise di usare la sua velocità aumentata per non farsi vedere da nessuno e soprattutto per arrivare senza problemi a casa con suo fratello che sembrava più morto che vivo. Nemmeno il tempo di mettere piede in casa che si trovò sia Vakaris che Elaine davanti e con le braccia incrociate, segno che lo stavano aspettando. Ma la cosa non durò più di tanto visto l’espressione di terrore che si andò formando sul viso della donna nel vedere il corpo del figlio esanime in quelle del gemello.
-cos’è successo?- chiese con un filo di voce mentre Dan saliva al piano superiore, seguito dai genitori, e poggiava il fratello nel suo letto.
-è stato aggredito da un vampiro e…-
-sei stato tu. Tu hai morso tuo fratello- disse Vakaris scuotendo la testa sconvolto.
-no! Non sono stato io!- tentò di difendersi Dangerutisi.
-si e il sangue che ti cola dalle labbra non è il suo.- Vakaris alzò gli occhi al cielo -Riconosco l’odore del sangue dei miei figli Dangerutis! Come cazzo ti è saltato in mente! Lo avresti ucciso se non fosse stato per metà vampiro- gridò l’uomo esasperato mentre Elaine in silenzio iniziava a pulire il segno dei canini sul collo del figlio.
-ho perso il controllo okay? Non l’ho fatto a posta. Questa è anche colpa vostra che non mi avete ancora permesso di bere sangue umano- si giustificò il ragazzo.
-oh per favore. Credi che non ce ne siamo accorti che sgattaioli fuori ogni sera? Ovviamente non sapevamo cosa facessi ma le notizie sentite oggi al tg ci hanno aperto gli occhi Dan. Vuoi fare nuovamente le valigie e andartene di qui? Per poi fare cosa? Far sentire uno schifo tuo fratello e fottertene altamente di quello che ti chiediamo di fare e ricominciare questo circolo vizioso daccapo?- Vakaris era davvero infuriato e Dan non l’aveva mai visto in quel modo. In quel momento sembrava veramente il vampiro pericolosissimo che era.
-tuo fratello ha accettato di limitarsi pur di non dover cambiare nuovamente casa. Lui odia farlo ma a te sembra fregartene altamente di tutto e di tutti. Sai quanto è difficile per tua madre trovare un lavoro? Per me entrare in ospedale e non sembrare un pazzo? Credi che io non abbia sete di sangue? Si la ho e anche tanta. Ma capisco quando è il momento di trattenersi e lo faccio per le persone che amo. Per mia moglie e i miei figli. E tu dovresti fare lo stesso per tuo fratello al quale stai continuamente sconvolgendo la vita. Siete gemelli cazzo ma sembra che tu non abbia un minimo di empatia nei suoi confronti- Vakaris prese un respiro profondo mentre Dan rimaneva immobile e in silenzio al centro della camera. -tu stasera dormi nella mia bara e chiuso a chiave. Non ti faccio restare nella stessa camera di Normantis, non sapendo che potresti ucciderlo- e così dicendo Vakaris uscì dalla camera sbattendo la porta.
-non volevo morderlo- disse Dan alla madre che ancora non aveva detto una parola.
-non so più se crederti o no Dan. Stai facendo troppi passi falsi- disse la donna non guardando il figlio negli occhi.
Dan si morse il labbro prima di scappare da quella camera non sapendo minimamente come avrebbe affrontato il fratello una volta sveglio.
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Egan si guardò intorno cercando con lo sguardo Norman. Da quando il pomeriggio prima era stato trascinato via dal fratello non era minimamente riuscito a contattarlo. E ora in classe Norman non si era presentato e Dan era in classe.
-dov’è Norman?- gli chiese Silverus avendo notato anche lui l’assenza del moro.
-non lo so nemmeno io Sil, perché credi che io sappia qualcosa?- rispose Egan sospirando. L’unica cosa era chiedere a Dangerutis, ma il rosso aveva leggermente paura di avvicinarsi al ragazzo visto che era sempre appiccicato a Jonas.
-perché sei quello che ci ha legato di più- rispose il castano come se la cosa fosse abbastanza ovvia.
E a Egan in quel momento venne voglia di gridare contro il castano. Si gridare perché aveva legato molto con Normantis solo perché loro tre la maggior parte delle volte stavano sempre nel loro mondo e non se ne accorgevano. Per anni Egan era rimasto da solo in disparte aspettando che i tre gli dicessero finalmente la verità, verità che lui sapeva da parecchio. Si, sapeva che Silverus e Xarita erano due vampiri. Quando se ne era accorto per la prima volta aveva avuto paura di loro e aveva cercato di non rimanere da solo con l’uno o con l’altro. Poi aveva scoperto anche di Jonas e aveva capito che c’erano due tipi di vampiri e che i suoi amici erano tranquilli e non gli avrebbero mai fatto del male. Più volte nel corso di quegli anni gli era passato per la mente di dire ai ragazzi che sapeva, ma non l’aveva mai fatto perché voleva sentirselo dire da loro e far in modo di essere sicuro di avere la loro fiducia.
Molte volte aveva anche pensato di essere stato inserito nella loro cerchia di amici solo perché si era involontariamente ritrovato seduto accanto a Silverus e perché era sempre da solo. Quelle volte in cui succedeva non erano rare, anzi. Anche in quel momento si stava sentendo in quel modo e gli faceva davvero male perché significava che non aveva dei veri amici.
Per sua fortuna era arrivato anche Norman e finalmente si era anche sentito meno solo.
-se sei così tanto preoccupato perché non gli scrivi tu?- chiese Egan mordendosi la lingua per non dire altro. Non voleva perdere la loro amicizia e sotto sotto stava ancora aspettando che i ragazzi si fidassero ciecamente di lui.
-sarebbe strano- disse Silverus distogliendo lo sguardo.
-no, perché sei solo un amico che si preoccupa- Egan alzò gli occhi al cielo. Non gli era minimamente sfuggita la piccola cotta che il moro si era preso per Norman. Lo cercava sempre con lo sguardo ed era più che sicuro che se non fosse arrivato il fratello di Norman il moro sarebbe finito proprio seduto sulle gambe del castano.
-sapevo che te ne saresti accorto- borbottò il castano facendo ridacchiare il rosso. -non puoi mandargli tu un messaggio e farmi sapere?-
-io gli ho già mandato un messaggio e non mi ha ancora risposto e no, non ti avviserò perché dovrai mandargli tu un messaggio- disse il rosso con un ghigno sulle labbra.
-stronzo-
-lo faccio per te. Se ci provi potresti anche avere una bella sorpresa- disse ancora Egan con un sorriso sulle labbra. Normantis poteva aver ingannato Xarita, Owen e Silverus ma non lui. Lui si accorgeva di tutto prima o poi.
-cosa sai- Silverus sembrava tra il sorpreso e il felice e il rosso gli aveva dato un pretesto maggiore per poter insistere con lui.
-non ti dirò niente- Egan fece il segno di chiudersi le labbra con un lucchetto e gettare la chiave.
-stronzo parla immediatamente-
-no-
-Egan sai qualcosa di Norman?- chiese Xarita arrivando al banco del rosso seguita da Owen segno che la ricreazione era appena iniziata e che i due ragazzi non se ne erano minimamente accorti.
-no, perché credete che io sappia qualcosa? Non mi ha risposto al messaggio che gli ho inviato e poi potresti inviargli anche voi un messaggio sapete?- disse acido il rosso facendo restare parecchio basita Xarita.
-okay scusa. Che hai oggi il ciclo?- chiese la ragazza davvero sorpresa.
-no- disse secco il rosso facendo alzare gli occhi al cielo a Xarita che subito si allontanò dai ragazzi per andare spedita verso Dangerutis e Jonas.
-dov’è tuo fratello?- chiese senza giri di parole la ragazza facendo alzare un sopracciglio a Dan.
-a casa dove vuoi che sia?- chiese quest’ultimo che non aveva intenzione di parlare con la ragazza.
-e perché?- chiese Xarita che voleva delle risposte chiare.
-ha la febbre- si inventò sul momento Dan. Di certo non poteva dire alla ragazza che aveva quasi ucciso il fratello e che il ragazzo era ancora svenuto nel suo letto.
-e ci voleva tanto per dirlo?- chiese la ragazza mettendo le mani sui fianchi.
-Xarita si può sapere che te frega?- disse Jonas intromettendosi nella conversazione.
-Norman è mio amico quindi mi frega più di te coglione- disse la ragazza ringhiandogli contro, stando comunque attenta a non farsi vedere i canini.
-smamma, hai saputo cosa volevi sapere. Qui stiamo parlando di cose serie- continuò Jonas facendole cenno con la mano di andarsene via. La ragazza continuò a guardarlo male per un po’ prima di andarsene facendogli il dito medio.
-ha la febbre- disse una volta arrivata vicino gli altri tre che avevano seguito la scena da lontano senza poter sentire quello che si stavano dicendo.
-e come se l’è presa?- chiese curioso Owen. Si ricordava perfettamente che il ragazzo il giorno prima stava bene. Quella cosa gli puzzava parecchio.
-poteva già essere raffreddato- disse Egan con un’alzata di spalle.
-o non si sentiva tanto bene e ha detto di avere la febbre, semplice- disse Xarita con un’alzata di spalle chiudendo la questione.
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Erano passati tre giorni da quando Dan aveva morso il fratello e Norman non si era ancora svegliato cosa che stava mandando in tilt il moro.
Non gli era stato più permesso entrare nella sua camera, sua madre gli aveva portato tutti i vestiti dove stava la bara del padre, e non gli avevano nemmeno dato sangue umano e Dan non aveva fatto storie. Anche le sere che era uscito con Jonas e gli altri non aveva bevuto nemmeno una goccia di sangue, non voleva creare altri problemi alla sua famiglia. Aveva capito che l’aver bevuto troppo sangue umano gli aveva fatto sembrare il sangue misto del fratello più invitate quindi stava evitando di bere il più possibile. Il sangue comunque lo mangiava lo stesso, ma era quello animale.
La sete di sangue era sempre presente ormai che non beveva da tanti giorni e Dangerutis si riteneva una persona abbastanza ingegnosa avendo trovato un modo per bloccarla. Okay, non la bloccava completamente ma almeno aveva la sicurezza di non ammazzare nessuno. Cosa era? Semplice: fumare. Aveva iniziato giusto per provare e ne era diventato dipendente in un’oretta buona. Si fumava un pacchetto intero come se non ci fosse un domani e stava ringraziando davvero tanto la nicotina che gli aveva impedito di mordere una ragazza che gli si era strisciata contro una sera prima in discoteca.
-non mi ricordavo fumassi tanto- gli disse Jonas raggiungendolo all’ingresso della scuola. Dan era poggiato ad un muretto e aveva un pacchetto quasi vuoto in mano e una sigaretta in bocca. Il pacchetto era quasi vuoto perché conteneva tutte le cicche.
-ho iniziato da poco- disse Dan cacciando fuori il fumo della sigaretta e sospirando. Era preoccupato da morire per Norman anche se non voleva tanto darlo a vedere.
-non ti farà male tutto quel fumo?- chiese Jonas anche se dal tono di voce si capiva che non gliene fregava niente ma voleva soltanto continuare la sua sceneggiata per potersi portare a letto Norman. Dan infatti non si accorse minimamente del tono di voce utilizzato da Jonas.
-nah- disse Dan storcendo la bocca. Essere un mezzo vampiro aveva anche i suoi vantaggi.
-come sta tuo fratello?- chiese Jonas che un po’ si stava scocciando ad aspettare tanto tempo per scoparsi quel moretto.
-non tanto bene. Ha bisogno di qualche altro giorno di riposo- disse Dan tranquillamente. Sapeva che non poteva andare avanti per molto con quella scusa ma se il fratello non si svegliava non poteva fare molto.
-come mai tu stai bene?- chiese Jonas che non capiva come mai l’altro moro non si fosse ancora preso la febbre visto che i due ragazzi per quanto ne sapeva dormivano nella stessa stanza.
-dormo da un’altra parte. Mia madre impazzirebbe con entrambi a casa-
 
-cosa c’è?- chiese Owen vedendo che Xarita continuava a guardarsi intorno una volta aver portato da parte lui e Silverus.
-ho paura che Jonas abbia trasformato Dan e che Dan abbia morso Norman-
-cosa?- chiese Silverus avendo perso il filo del discorso fatto dalla sorella.
-mi hai sentita-
-non ho capito stronza. Hai parlato troppo velocemente- disse Silverus scuotendo la testa.
-ho detto che credo che Jonas abbia trasformato Dan- la ragazza fece un respiro profondo -e che Dan abbia morso Norman-
-e da dove te ne esci?- chiese Owen non capendo il ragionamento della ragazza.
-quando ho provato a parlarci ho utilizzato la mia malia ma non ha funzionato- disse la ragazza grattandosi la testa -e cosa più importante Norman non ha ancora risposto. Ho provato a chiamarlo più volte ma mi diceva che il telefono era spento.
-sarebbe troppo assurda come cosa- scosse la testa Silverus anche se anche lui era preoccupato della cosa visto che Norman non aveva risposto nemmeno a lui.
-cosa sembra assurdo?- chiese Egan che era appena arrivato. Il rosso vide chiaramente i tre ragazzi sbiancare e si chiese di cosa stessero parlando per fare quelle facce.
-niente tranquillo- disse Xarita tirando il sorriso sulle labbra.
-ragazzi non sono stupido per favore- chiese Egan cercando di capire perché non si fidavano ancora di lui. Aveva capito dopo quella risposta che si trattava di qualcosa di vampiri ma era davvero stufo di essere messo da parte.
-non stavamo dicendo niente di importate- si impuntò Xarita incrociando le braccia al petto.
-vi odio- sputò Egan distogliendo lo sguardo. -state sempre a confabulare per fatti vostri e non vi siete mai accorti del fatto che io mi sono messo tante di quelle volte da parte per farvi parlare sperando di entrare anche io in quelle conversazioni ma a quanto pare non mi considerate veramente vostro amico- Egan si sentiva più leggero dopo aver detto quelle parole ma anche distrutto visto che aveva capito che i suoi dubbi erano sempre stati fondati.
-trovatevi qualcun altro come amico io sono stufo di non avere il pacchetto completo- e così discendo voltò loro le spalle ed entrò nella scuola senza voltarsi. Era stanco.
Solo una volta in classe si accorse che aveva iniziato a piangere ma non aveva nessuna intenzione di farsi vedere così. Si asciugò in fretta le lacrime e mise prontamente la sua borsa al posto di Silverus. Quando il ragazzo entrò e fece per parlargli ma Egan lo bloccò.
-siediti da un’altra parte- disse acido il rosso non guardandolo in faccia e Silverus sospirò facendo ciò che l’umano gli aveva chiesto sedendosi affianco alla sorella.
-non l’avevo mai visto così incazzato. Ma cos’ha?- chiese Xarita al fratello osservando attentamente il rosso.
-non lo includiamo e gli do ragione visto che al suo posto mi sentirei uguale- disse Owen sospirando.
-e certo che non lo includiamo, se ne scapperebbe a gambe levare se sapesse la nostra vera natura- disse Xarita leggermente triste.
-io non credo. Ci conosce e sono sicuro che non cambierà idea su di noi- disse Silverus osservando il rosso e volendo andare al suo fianco per dirgli tutto, ma per il momento voleva solo lasciargli sbollire la rabbia.
 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Normantis si svegliò disturbato dalla troppa luce che stava entrando in quel momento. Si guardò intorno leggermente spaesato visto che solitamente non si svegliava mai così tardi da avere tutta quella luce in camera. Possibile che fosse in ritardo? Prese il telefono che stava vicino al comodino, ma si accorse subito che era spento e allora cercò di accenderlo, ma il cellulare sembrava non voler collaborare quindi prese il caricabatterie e provò a caricarlo. Inorridì quando vide che il suo cellulare era praticamente scarico. Cosa cavolo era successo?
Si alzò di scatto per iniziare a vestirsi ma un capogiro lo costrinse a ristendersi sul letto e farlo imprecare. Perché si sentiva così debole? Perché sua madre non era andata ad avvertirlo che era tardi? Perché non avvertiva più l’odore di Dan nella sua camera? Al pensiero del fratello la sua mente ricordò tutto. Dangerutis l’aveva morso e lui aveva perso i sensi. Poi buio totale e si era risvegliato li. Era stato Dan a portarlo a casa? E se si cosa aveva raccontato ai genitori? Di sicuro non aveva ammesso di essere stato lui a morderlo.
Stava per riprovare ad alzarsi quando la porta della sua camera si aprì e il ragazzo vide la madre che tirava un sospiro di sollievo.
-ti sei svegliato finalmente- disse la donna correndo dal figlio e stringendolo forte.
-perché finalmente? Quanto tempo sono rimasto incosciente?- chiese il ragazzo preoccupato.
-cinque giorni. Dangerutis a scuola ha detto che avevi la febbre- rispose la donna e Norman rimase un po’ spiazzato. Sua madre raramente li chiamava con il nome per intero e quando lo faceva era perché era incazzata nera.
-mamma io…- tentò di dire il ragazzo non sapendo nemmeno lui da dove iniziare per dire alla madre quello che era successo.
-sappiamo perché sei stato in questo stato per giorni e credimi tuo fratello ha superato il limite- disse la donna acida facendo capire a Norman che sapevano era stato proprio Dan a morderlo.
-come avete scoperto che è stato Dan?- chiese Norman portandosi una mano al collo dove sentiva chiaramente le piccole crosticine che si erano formate dopo il morso da parte del fratello.
-a tuo padre non sfugge niente. Comunque ha dormito nella bara per tutti questi giorni e continuerà a farlo oltre ad essere in punizione a vita-
-non vi sembra un po’ esagerato? Credo che mi abbia morso solo perché non beveva da giorni ed io ero la cosa più umana a portata di mano- lo difese Norman. Si suo fratello lo aveva assalito facendogli anche male ma il moro aveva perfettamente capito che il fratello non era in se quando lo aveva fatto.
-non lo scusare così facilmente. Ci sono stati dei casi di morti dissanguati nel paese qui vicino e il responsabile è Dangerutis, non era a corto di sangue quando ti ha morso- spiegò Elaine facendo sgranare gli occhi a Norman. Se non era perché non beveva da giorni allora perché il fratello lo aveva morso? Non riusciva a spiegarselo.
-non voglio difenderlo visto che credo mi abbia quasi ucciso ma sono sicuro che non fosse tanto in se quando lo ha fatto- sussurrò il moro. No, in quel caso Dan non aveva nessuna scusa ma non credeva che il fratello lo odiasse tanto da volerlo morto.
-il problema Norman è che non sappiamo cosa gli sia passato per la testa e lui non vuole collaborare. In questi giorni non ha fatto sgarri nonostante sia andato a ballare tutte le sere. Ma sono sicura che ci sia altro sotto che non riesco a capire-
-quindi da quando non beve sangue Dan?- chiese confuso Norman.
-da quando ti ha morso e stai tranquillo non metterà piede in questa camera per molto tempo- disse la donna lasciandogli poi un bacio sulla fronte e porgendo una sacca di sangue al figlio. -so che non ti piace berlo in questo modo ma devi rimetterti in forza- e così dicendo lasciò da solo il figlio che osservava la sacca di sangue sospirando.
Si, non gli piaceva per niente bere il sangue direttamente dalla sacca, come anche dal collo delle persone, e sua madre riusciva sempre a farglielo bere mischiandolo con altro. Ma in quel momento sua madre aveva ragione e non poteva fare storie.
Aprì la sacca e iniziò a bere il sangue velocemente, prima lo finiva meglio era per lui. Sentì i canini iniziare a farsi più lunghi per via della presenza di sangue puro nella sua bocca ma non ci badò più di tanto. Per sua fortuna i suoi canini tornarono velocemente normali una volta finito di bere ma, quando prese il telefono, nel riflesso vide ancora i suoi occhi rosso sangue. Odiava quando diventavano di quel colore bruttissimo. A Dan stavano bene, lo rendevano più pericoloso e bello di quanto non fosse, ma su di lui facevano proprio schifo.
Il ragazzo accese il telefono e sgranò gli occhi notando ben cinque chiamate da parte di Xarita, tre da parte di Silverus e una valanga di messaggi da parte di Egan. Silverus gli aveva mandato un messaggio qualche giorno prima, poi aveva iniziato a telefonarlo. Di Owen c’era un solo messaggio.
Il ragazzo si sorprese di tutto ciò perché non gli era mai capitato che qualcuno si preoccupasse così tanto per lui. Quando capitava che non andava a scuola nella sua città precedente tutti i suoi amici chiedevano a Dan e non si facevano minimamente sentire per tutto il tempo. Mentre li era diverso. Non sapeva se i ragazzi avessero chiesto a Dan oppure no, ma era davvero bello potersi sentire davvero importante per una volta.
Sorrise mentre scorreva tutti i messaggi che gli aveva inviato Egan, gli aveva inviato praticamente tutto quello che avevano fatto in quei giorni e gli aveva anche chiesto come si era preso la febbre (quindi Dan aveva dato quella versione anche a loro).
Mentre scorreva i messaggi uno però attirò completamente la sua attenzione facendolo gelare sul posto: “ho litigato con gli altri”

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


-ho visto che non te ne vai più in giro con quei tre dementi- Egan si bloccò di colpo prima di girarsi con sguardo tagliente verso Jonas che lo stava seguendo da un po’. Per sua sfortuna ogni mattina era costretto a fare un pezzo di strada che anche il biondo faceva e la cosa non gli piaceva per niente.
-non sono affari tuoi- disse Egan aumentando il passo.
-invece si, mi dispiacerebbe se un così bel ragazzo si ritrovasse da solo. Che ne dici vuoi entrare nel mio gruppo?- chiese Jonas senza demordere e raggiungendo subito Egan che essendo più basso di lui non aveva le sue stesse falcate.
-no grazie- disse Egan pregando di arrivare a scuola il prima possibile. Ma le sue preghiere non furono ascoltate visto che il ragazzo venne preso di peso da Jonas e schiacciato contro il muro dal corpo di quest’ultimo. -cosa vuoi?- chiese Egan cercando di non tremare cosa non facile visto che Jonas non era per niente una persona tranquilla.
-scoparti- disse senza mezzi termini il biondo facendo gelare ancora di più il rosso.
-non sono interessato- e dicendo ciò cercò anche di sgusciare fuori dalla presa di Jonas senza però riuscirci visto che il biondo era molto più forte di lui ovviamente.
-oh e se ti dicessi che tutto il mio gruppo vuole scoparti?- disse ancora Jonas portando le sue labbra vicinissime a quelle del rosso che per quanto era bloccato non riusciva nemmeno a girare la testa.
-la risposta è sempre la stessa- disse il rosso che in un impeto di coraggio riuscì a dare una ginocchiata nelle palle al biondo che lo teneva imprigionato e riuscire quindi a scappare dalla sua presa.
Sapeva che non era stata una mossa intelligente ma quello sarebbe stato capace di scoparlo li. Corse a perdifiato verso la scuola e per sua sfortuna inciampò. Stava per cadere di faccia a terra se solo qualcuno non l’avesse preso in tempo per i fianchi.
-grazie- sussurrò con il fiatone mentre la persona che l’aveva salvato lo aiutò ad alzarsi ed Egan si bloccò di colpo quando notò che era stato proprio Dan a salvarlo.
-come mai così di fretta?- gli chiese il moro accendendosi una sigaretta. Salvando il rosso e arrivandogli abbastanza vicino da fargli venire una sete di sangue assurda. Aveva appena finito di fumare una sigaretta e aveva dovuto accenderne un’altra.
-stavo scappando dal tuo amico che voleva mettermi le mani addosso- disse sinceramente il rosso. Forse era anche arrivato il momento a quel pazzo di Dan capisse con chi voleva far mettere Norman. Si, Egan sapeva di quello che voleva fare Dan visto che Norman si era confidato con lui.
-chi?- chiese Dan non capendo.
-Jonas- gli rispose il rosso per poi ignorare il ragazzo ed entrare velocemente in classe prima dell’arrivo di Jonas che di sicuro non l’avrebbe risparmiato.
Quando Jonas entrò in classe e fece per avvicinarsi al rosso Egan fu salvato dall’ingresso del professore, ma vide chiaramente dallo sguardo del biondo che non era finita li e che avrebbe pagato le conseguenze di quello che aveva fatto.
Rimase in ansia per tutta la durata delle lezioni tanto che non riuscì nemmeno a prendere gli appunti per l’ansia che aveva in corpo. E per sua sfortuna non si accorse nemmeno dei messaggi che gli erano appena arrivata da parte proprio di Norman.
Durante l’ultima visto l’assenza del professore e visto che la classe era stata lasciata bellamente a se stessa decise di farsi una passeggiata nel momento esatto in cui vide Jonas distratto. Non voleva assolutamente che il biondo lo seguisse anche in bagno dove si era andato a rifugiare anche per sciacquarsi la faccia. E soprattutto per ideare un piano per poter scappare dalle grinfie di Jonas più tardi e soprattutto nei gironi a venire.
Saltò in aria quando sentì delle mani suoi fianchi e fece per gridare ma una mano gli finì prontamente sulle labbra.
-ehi non ti faccio niente- e un po’ Egan si rilassò sentendo la voce di Dan e quindi notando che c’era solo il moro in quel bagno insieme a lui.
-mi hai fatto prendere un colpo- disse Egan una volta che la mano di Dan si fu tolta dalle sue labbra.
-volevo capire quanta paura ti avesse messo Jonas questa mattina- si scusò il ragazzo.
-tanta e non lo fare mai più- disse Egan mentre si toglieva la mano del ragazzo che ancora era sul suo fianco.
-scusa. Quindi che sai dirmi di Jonas?- chiese Dan appoggiandosi ad una delle porte dei gabinetti e accendendosi una sigaretta sotto lo sguardo attento e accusatore del rosso.
-cosa vuoi sapere? Ed evita di fumare visto che mi riempi di fumo- disse Egan guardandolo male. Ma era comunque felice che il ragazzo volesse sapere qualcosa in più di quello che riteneva un amico.
-tutto ovviamente. E no, non smetterò di fumare ne va della tua vita- l’ultima frase la sussurrò ma Egan la capì perfettamente ma fece finta di niente.
-e cosa te ne farai di queste informazioni?- chiese Egan che di sicuro non avrebbe accennato al moro che Jonas era un vampiro. Prima voleva parlarne con Norman e vedere come la prendeva e poi nel caso avrebbe anche avvisato Dan.
-voglio capire che genere di persona è. Voglio capire quanto mio fratello avesse ragione e io torto- disse Dan con un leggero sorriso sulle labbra.
-tuo fratello aveva ragione su tutto- e così dicendo Egan spiegò tutto al moro ovviamente ommettendo la parte del vampiro e vide Dan annuire continuando a fumare e accendendosi anche altre tre sigarette nel mentre.
-fantastico- disse Dan alla fine del tutto spegnendo la sigaretta che aveva in mano ormai finita.
-è meglio che gli stai alla larga- concluse Egan incrociando le braccia al petto. Dan annuì ancora e si avvicinò al ragazzo. -che c’è?- chiese con un filo di voce vedendo che il moro si stava avvicinando sempre di più.
-grazie- e così dicendo baciò il rosso che rimase immobile non aspettandosi minimamente una cosa del genere.
 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Norman sbuffò vedendo che Egan non aveva ancora visto i suoi messaggi. Voleva capire cosa fosse successo con gli altri. Sapeva che era orario scolastico e di rado Egan guardava il telefono durante quelle ore, ma c’era stata la ricreazione e quindi doveva averlo almeno controllato il telefono.
Lasciò cadere il telefono sul materasso e si buttò anche lui all’indietro sprofondando nel suo letto. Si sentiva terribilmente solo in quel momento e sapeva anche che sarebbe stato a casa per riprendersi per molto altro tempo.
Non aveva ancora mandato nessun messaggio agli altri perché prima voleva parlare con Egan e capire cosa fosse successo, ma sapeva che non poteva nemmeno aspettare in eterno quindi se uno dei ragazzi lo avesse chiamato prima di una risposta da parte di Egan avrebbe risposto e parlato con loro cercando anche di capire cosa fosse successo con il rosso.
Stava per riaddormentarsi, visto che si stava annoiando e non aveva niente da fare, quando sentì chiaramente la porta di casa aprirsi e sbattere. Si ridestò di colpo e cercò di captare le voci che provenivano dal piano inferiore essendo più che sicuro che la persona che era appena arrivata era proprio suo fratello.
Sentì le voci che aumentavano sempre più di volume fino a quando la porta della sua camera si aprì di scatto palesando la presenza di Dan.
-ti sei svegliato- disse il moro trattenendo un sospiro di sollievo. In quei giorni aveva davvero avuto paura di aver definitivamente ucciso il fratello.
-si- rispose acido Normantis.
-mi dispiace per quello che è successo. Non so nemmeno io cosa mi sia preso- si scusò Dangerutis grattandosi dietro la testa leggermente a disagio.
-a me sembrava il contrario- si, aveva detto il contrario alla madre ma non voleva dare quella soddisfazione a Dan. Voleva fargli capire quanto male gli avesse fatto il suo gesto.
-ero fuori controllo, credimi non ti voglio fare del male-
-però mi odi e ti faccio schifo quindi se fossi morto non te ne sarebbe importato più di tanto-
-stai scherzando vero?- chiese Dan davvero sorpreso. -la tua morte non mi renderebbe felice anzi. Sono stato malissimo in questi giorni pensando di averti ucciso. So di non essere un bravo fratello e che faccio danni in continuazione ma ti voglio bene-
-si come no- borbottò Norman ma Dan lo sentì e allo stesso tempo sentì tante piccole lame che gli perforavano il cuore. Si, se lo era meritato, ma faceva comunque tanto male.
-fa come vuoi- disse sbuffando Dangerutis ferito da quelle parole.
-mi hai quasi ucciso è ovvio che io sia incazzato con te- alzò la voce Norman. Dan stava per rispondergli a tono quando, ad una velocità assurda, venne placcato dal padre e spinto contro il muro. Il ragazzo avvertì un forte dolore allo zigomo sinistro.
-perché?- chiese mentre cercava di massaggiarsi la parte lesa e il padre lo lasciava andare.
-pensavo stessi per azzannare nuovamente Norman. Ha gridato e quindi sono venuto a bloccarti- rispose l’uomo sembrava volersi scusare avendo capito che non era successo niente di quello che aveva pensato.
-stavamo solo parlando e io non ho fatto niente- disse Dan non guardando il padre negli occhi e nemmeno il fratello -okay posso aver fatto una cosa orribile ma questo non significa che la rifarò. Ora tolgo il disturbo- e così dicendo Dan uscì da quella che era stata la sua camera e si diresse in salotto dove aveva lasciato la sua giacca di pelle con i pacchetti di sigarette. Gli era venuta voglia di fumare per il nervoso e non per la sete di sangue. Voleva dire al fratello che aveva ragione nei confronti di Jonas e che aveva capito che razza di persona fosse, ma non aveva avuto il tempo materiale per farlo.
-che è successo?- chiese Elaine osservando il figlio e soprattutto il livido che andava a formarsi velocemente sullo zigomo di quest’ultimo.
-niente, solo papà che credeva stessi attaccando nuovamente Norman quando in realtà sono stato io quello attaccato a parole. Esco per un po’- e senza dare il tempo alla madre di dire qualcosa uscì di casa con la sigaretta in bocca che subito si accese.
Dove poteva andare in quel momento? Di sicuro continuare a camminare non sarebbe servito a niente e di sicuro non voleva andare nuovamente a casa dopo quello che era successo. Poi gli venne un’idea in mente e sorrise. Forse poteva anche farsi curare lo zigomo che gli faceva davvero male. Più di quanto in realtà volesse far credere.
Ora però aveva un solo problema non sapeva dove si trovava. Come poteva fare? Mentre passeggiava in cerca di qualche idea geniale passò per caso davanti alla loro scuola e il suo volto si aprì in un sorriso.
Aveva la soluzione, non una soluzione normale, ma l’aveva.
 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Egan sorrise quando vide la chiamata da parte di Norman e non aspettò più di un secondo per rispondere con un sorriso. Aveva visto che gli aveva risposto ai messaggi proprio in quel momento.
-tutto bene?- gli chiese sedendosi sul suo letto e togliendosi le scarpe, era appena tornato da scuola ed era stanchissimo visto che era stato costretto a prendere la strada più lunga per non incrociare Jonas.
-si, tranquillo solo febbre molto forte da tenermi costretto a letto per un po’- rispose Norman dall’altro lato con voce abbastanza flebile segno che non stava ancora tanto bene.
-quindi non ti vedrò per un altro po’ di giorni?- chiese Egan che sperava che il moro tornasse presto.
-no. Comunque cos’è successo con gli altri?- chiese Norman che sembrava davvero preoccupato per lui.
-mi tengono sempre lontano dalle loro discussioni e sono scoppiato- mentre diceva quelle parole suonarono alla porta e il ragazzo sbuffando si alzò per andare ad aprire visto che era da solo in casa e che sua madre stava aspettando un pacco.
-tutto bene?- chiese Norman avendo sentito il suo sbuffo.
-si, hanno suonato alla porta- rispose Egan mentre scendeva le scale ed andava ad aprire sgranando gli occhi nel trovarsi non il postino ma Dan che gli sorrise. Mimò un “che ci fai qui” con le labbra.
Ma il ragazzo non gli rispose, anzi spense la sigaretta che aveva in mano ed entrò in casa sua senza tanti complimenti mentre Egan gli faceva cenno con la testa di uscire.
-quando è successo?- aveva chiesto nel mentre Norman, ma Egan non lo aveva calcolato per niente quindi il moro continuò -tutto bene? Vuoi che ti richiami più tardi?-
-no, tranquillo stavo firmando le carte del pacco- si affrettò a rispondere il rosso mentre chiudeva la porta e lanciava uno sguardo di fuoco al rosso. -comunque da quasi cinque giorni- rispose alla prima domanda di Norman ignorando volutamente il fratello del suo amico che lo stava osservando cosa che in realtà lo stava facendo andare in tilt. Non capitava mica tutti i giorni di ritrovarsi a casa il tizio che ti aveva baciato solo pochi minuti prima e che ti piaceva anche.
-e non avete ancora chiarito?- chiese Norman abbastanza confuso dalla cosa.
-io non ho niente da chiarire con loro visto che sono loro a non includermi. Quindi quelli che devono parlarmi sono loro ma credo che a questo punto non lo faranno mai- disse sospirando Egan. Voleva in tutti i modi far durare il più possibile quella chiamata non volendo avere a che fare con il moro che si era palesato a casa sua. Che poi come aveva scoperto il suo indirizzo? Centrava qualcosa Norman.
-spero di riuscire a tornare il prima possibile così nelle mie possibilità cerco di risolvere questa situazione. Non mi piace saperti da solo- disse Norman sospirando. -mio fratello è sempre appiccicato a Jonas?- chiese poi mentre Egan diventava un pezzo di marmo. Cosa doveva rispondere adesso? Dan gli aveva detto prima di uscire dal bagno che avrebbe parlato con il fratello, ma a quanto pare non l’aveva fatto e si era presentato li da lui. Guardò in direzione del moro che sembrava parecchio spazientito. Sperava che continuando così se ne sarebbe andato.
-non lo so, non ci ho fatto molto caso- inventò sul momento. Voleva che Dan e Norman parlassero fra di loro e di certo non avrebbe fatto le veci di Dan.
-okay. Posso chiederti un altro favore?-
-dimmi-
-mi potresti passare tutti gli appunti di oggi? Così vedo di rimettermi in pari. Mio fratello non avrà fatto un cazzo come al solito- Egan sorrise pensando che nemmeno lui quel giorno aveva fatto molto.
-ti passo quello che ho, ma è davvero poco. Chiedi a Sil lui di sicuro avrà di più- disse sinceramente il rosso e vide gli occhi di Dan farsi sottili. Quindi non aveva ancora capito che stava parlando con il fratello.
-va bene, è successo qualcosa?- chiese preoccupato Normantis.
-non ti preoccupare è solo stanchezza- mentì non volendo far preoccupare troppo il moro. Ci mancava solo che gli dicesse che Jonas lo stava perseguitando.
-va bene, mi riposo un altro po’. Ci sentiamo più tardi- Egan non voleva salutarlo, ma sapeva che non poteva inventarsi niente per tenerlo.
-certo, rimettiti- e così dicendo chiuse la chiamata per poi voltarsi verso Dan che si era alzato e lo aveva raggiunto. -come hai trovato la mia casa?-
-era mio fratello?- chiese il moro in contemporanea.
-si, mi puoi rispondere adesso? E cosa ci fai qui?- chiese Egan incrociando le braccia al petto e ringraziando che i suoi genitori fossero entrambi fuori per lavoro.
-da scuola, avevo bisogno di un posto dove stare- rispose sinceramente il moro e solo allora Egan si accorse del grande livido che si stava formando sullo zigomo sinistro.
-che ti sei fatto?- chiese curioso avvicinandosi per controllarlo. Sembrava fare male.
-una lite leggera con mio fratello- rispose Dan. Okay, non era stato Norman a fargli il livido ma non poteva dire al rosso che il padre lo aveva praticamente placcato perché pensava stesse per mordere Norman.
-e lui come è messo? Ma non dovevi parlargli di Jonas?- chiese Egan che prese per un braccio il ragazzo trascinandolo in bagno visto che aveva anche un leggero taglio sul sopracciglio sinistro del quale di sicuro non si era minimamente accorto.
-la principessa sta bene non ti preoccupare. E no, non ho avuto il tempo materiale per farlo- Egan annuì a quelle parole e con alcol e ovatta iniziò a tamponare la ferita del moro che strinse i denti per non emettere alcun suono di dolore. Una volta finito di disinfettare la ferita Egan mise un cerotto e sorrise felice del suo lavoro.
-grazie- disse Dan mentre Egan annuiva. Stare troppo vicino al moro non gli faceva bene e quindi cercò di allontanarsi il più possibile ma Dan se lo tirò contro per poi baciarlo per la seconda volta nell’arco di un giorno.
-smettila- sussurrò Egan cercando di uscire dalle braccia del moro senza successo.
-no- disse Dan prima di prendere in braccio il rosso cogliendolo di sorpresa e andando verso quella che credeva fosse la camera del rosso per poi sorridere quando vide di aver avuto ragione.
Buttò il rosso sul letto e poi gli salì sopra a cavalcioni. -ora sei mio- gli sussurrò prima di impossessarsi nuovamente delle sue labbra impendendo al ragazzo di protestare.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Dan continuò a baciare il collo del rosso che era al suo fianco sorridendo. Ma dopo un po’ fu costretto a fermarsi, gli era salita la sete e non voleva assolutamente mordere il ragazzo.
-stronzo- sussurrò Egan che ancora doveva riprendersi da quello che era successo poco prima. -io scappo da uno che mi vuole scopare e poi arrivi tu- continuò il rosso scuotendo la testa.
-si ma tu lo volevi altrimenti mi avresti fermato- gli fece notare Dan, e aveva ragione, prima di alzarsi dal letto e prendere il pacchetto di sigarette dalla sua giacca che era comodamente adagiata a terra.
-qui dentro non fumi, scordatelo- disse Egan guardando male il ragazzo che alzò gli occhi al cielo. Non poteva non fumare visto che l’odore del ragazzo stava diventando sempre più forte. Si guardò intorno e sorrise prima di aprire la finestra.
-ehi! Fa freddo e ti ho detto che non devi fumare. Mia madre mi ammazza se sente odore di fumo- Egan si alzò sui gomiti pronto ad alzarsi completamente nonostante il dolore al fondoschiena ma non fece in tempo che Dan aveva già acceso la sigaretta.
-non ti faccio entrare il fumo in camera tranquillo- disse Dan facendo in modo di fare proprio quello che aveva detto. Non voleva su di se le ire del rosso.
-se mia madre mi cazzia ti uccido- sussurrò Egan per poi ributtarsi sul letto completamente stanco. Come cazzo era finito in quella situazione? Non riusciva proprio a capirlo.
-le tue lentiggini sono ovunque- disse Dan osservando attentamente il ragazzo. Prima non si sarebbe mai aspettato di andare a letto con un umano. In realtà ci era andato parecchie volte, ma subito dopo aveva bevuto il loro sangue perché gli davano sui nervi. Egan però era diverso. Con lui non aveva avuto nemmeno un momento nel quale gli era salita la voglia di ucciderlo. Di succhiare il suo sangue si ma non di ucciderlo.
-lo so fanno schifo- disse il rosso mettendosi un braccio sopra gli occhi.
-no, sono quasi carine- lo contraddisse Dan e lo pensava veramente.
-mi stai prendendo per il culo?- chiese Egan guardando di sottecchi il ragazzo che con sua grande indignazione si era acceso la sua seconda sigaretta.
-no, sono serio- disse Dan con un sorriso sulle labbra. -capisco perché Jonas ti vuole-
-oh bene quindi mi hai scopato solo perché volevi capire cosa ci trovasse Jonas in me! Guarda ti ho già detto che lui punta tutti quelli decenti- Egan in quel momento si stava sentendo leggermente preso in giro. Non credeva di essere stato usato da quel ragazzo.
-ehi chi ti ha detto questo?- chiese Dan guardandolo male e chiudendo la finestra prima di buttarsi nuovamente sul letto. -l’ho fatto perché mi interessi, la mia era solo una considerazione- Dan guardò Egan negli occhi prima di baciarlo nuovamente. Sapeva che dopo avrebbe dovuto fumare un altro po’, ma ne sarebbe valsa la pena.
-non mentirmi, non mi piace quando la gente mente- sussurrò Egan tra le labbra del moro. Labbra che gli stavano palesemente dicendo di baciarlo nuovamente.
-non ti sto mentendo rosso- sussurrò Dan catturando nuovamente le labbra del rosso e portando le sue mani sui fianchi di quest’ultimo facendogli capire che stavano per iniziare il secondo round.
 
-Owen tutto okay?- chiese Xarita al biondo che era entrato un attimo in trans mentre stavano parlando seduti sulla loro panchina.
-Xa credo che stia avendo una visione- le disse Silverus osservando attentamente gli occhi di Owen che erano diventati per un momento vitrei. Poi il biondo prese un enorme sospiro iniziando a tossire.
-tutto bene?- chiese nuovamente Xarita mentre il ragazzo mentre tossiva annuiva.
-visione?- chiese invece Silverus sapendo già la risposta a quella domanda.
-si, e non vi piacerà- sussurrò il biondo chiudendo gli occhi per riprendersi un attimo. Non era bello quando avvenivano le visioni. Arrivavano sempre nei momenti peggiori e non era mai una passeggiata.
-cosa hai visto?- chiese Xarita preoccupata. Non aveva mai visto quell’espressione sul volto del biondo.
-Dangerutis che mordeva Norman- sussurrò lui guardando negli occhi Xarita. -e Norman che cadeva tra le sue braccia, non so se morto o solo svenuto-
-avevo ragione allora! Jonas ha trasformato Dan!- disse la ragazza spaventata. Non gli piaceva avere ragione su quelle cose.
-non fasciamoci la testa prima di cadere. Non siamo sicuri che questo sia già avvenuto- disse Silverus ma la sua voce tradiva una leggera preoccupazione visto che Norman non gli aveva ancora risposto.
-potrebbe essere successo visto che Norman non viene a scuola da giorni e che non ci risponde- disse Xarita incrociando le braccia al petto. Silverus stava per risponderle quando sentì il suo telefono vibrare per avvisarlo dell’arrivo di una chiamata.
Il ragazzo lo prese e sgranò gli occhi quando si accorse che era proprio da parte di Normantis.
-Norman tutto bene?- chiese di getto aprendo la chiamata e facendo si che due paia di occhi si posassero su di lui.
-si, sono solo stanco per via della febbre ma sto bene- gli rispose il ragazzo ridacchiando e ciò fece tirare un sospiro di sollievo a Silverus. Non era ancora successo niente di male.
-mi hai fatto preoccupare, anzi ci hai fatti preoccupare- disse il castano sorridendo alla sorella e Owen facendoli capire che era tutto okay.
-si lo so, me lo ha fatto presente anche Egan, e mi dispiace. Non volevo farvi preoccupare tanto- a sentire il nome del rosso Silverus si rattristò.
-ci hai già parlato? Con Egan intendo- chiese il castano.
-si, qualche minuto fa. Posso sapere cos’è successo? Lui non mi ha detto molto- chiese il moro preoccupato.
-non ti preoccupare cercheremo di risolvere la questione il prima possibile, nemmeno noi abbiamo capito perché si sia arrabbiato così tanto- disse Silverus sospirando.
-capisco, senti non è che hai gli appunti di oggi?- Silverus alzò le sopracciglia confuso. Perché gli stava chiedendo a lui?
-Egan li prende meglio dei miei-
-non ha scritto quasi niente oggi. Ti prego, a mio fratello non lo chiedo nemmeno visto che non segue una parola- chiese ancora il moro e Silverus non poté far altro che cedere ma comunque si chiese come mai Egan non avesse scritto niente. Cos’era successo?

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Norman si stiracchiò mentre metteva il telefono a caricare. Dopo la chiacchierata con Silverus, e di conseguenza anche con Owen e Xarita che erano con lui, si era messo a ricopiare gli appunti che il castano gli aveva inviato e si sentiva stanco morto.
La madre e il padre erano andati più volte a controllare come stesse e il ragazzo aveva chiesto del fratello che non vedeva da quando se ne era uscito dalla camera visibilmente incazzato senza però tornare. Cosa che aveva fatto preoccupare tantissimo Norman che si sentiva in parte responsabile per quello che era successo visto che aveva urlato. Vakaris era intervenuto perché lo aveva sentito urlare ma Dan non aveva fatto assolutamente nulla.
Il ragazzo sospirò chiudendo gli occhi. Non vedeva l’ora di mettersi in sesto e quindi tornare a scuola e soprattutto era intenzionato a far riappacificare Egan con gli altri. Non avrebbe sopportato di vederli separati per qualcosa che poi nemmeno gli avevano spiegato. Ma era intenzionato a rimettere le cose com’erano prima.
Sospirò nuovamente ma aprì gli occhi di scatto quando avvertì il freddo pungente entrare nella camera. Si ricordava perfettamente di aver chiuso la finestra. Si alzò e guardò male la finestra che era aperta ed andò a chiuderla ma prima che potesse fare qualcosa qualcuno gli mise una mano sulla bocca facendolo scattare per difendersi. Era ancora debole e quindi non riuscì a fare niente.
-non parlare voglio solo scoparti- Norman sgranò gli occhi riconoscendo la voce di Jonas e chiedendosi come cazzo fosse riuscito ad aprire la finestra e soprattutto ad entrare nella sua camera che era al secondo piano.
No, Norman non ci stava. Non si sarebbe fatto scopare da quel pazzo al diavolo mantenere segreta la sua identità. Quindi il moro fece uscire i canini e morse la mano di Jonas facendo così allentare la presa del biondo.
-vattene immediatamente e non tornare mai più- disse il moro usando la sua malia. Era debole rispetto a quella del fratello ma almeno poteva tranquillamente ammaliare un umano.
Vide Jonas sgranare gli occhi e poi scoppiare a ridere facendo restare Normantis di sasso. Come mai non aveva avuto effetto?
-ora capisco- disse Jonas sempre ridendo -ma non riuscirai mai ad ammaliarmi visto che sembri debolissimo vampiretto- e così dicendo Jonas aprì le labbra mostrando i canini molto più affilati rispetto a quelli di Norman che quasi ogni giorno se li limava per farli sembrare più umani. Norman si congelò sul posto. Jonas era un cazzo di vampiro. Un vero e proprio vampiro.
-non mi ero accorto che anche voi due foste dei vampiri- disse Jonas iniziando a girare intorno a Norman che non riuscì a dire una parola, Jonas di sicuro aveva usato la sua malia su di lui.
-anzi, forse non me ne ero accorto perché voi non siete normali vampiri- il biondo si fermò mettendosi alle spalle del moro e spostandogli con una mano i lunghi capelli e scoprendogli quindi il collo. -siete degli sporchi mezzosangue. Sir Edward non ne sarà contento, non vuole mezzosangue nei suoi territori- finì di dire Jonas per poi caricarsi in spalla il ragazzo che non riuscì minimamente a protestare.
-tu adesso verrai con me e pagherai le conseguenze- e così dicendo uscirono dalla camera così com’era entrato Jonas.
 
Dan stava sorridendo mentre camminava a passo svelto verso casa e con una sigaretta in mano. Passare tutto il pomeriggio con Egan gli aveva fatto davvero bene e soprattutto lo aveva messo davvero di buon umore dopo quello che era successo con il fratello.
Finì velocemente la sigaretta essendo arrivato vicino casa, che ormai non sembrava più tanto pericolante, ed entrò chiudendo la porta alle spalle con lentezza per non fare rumore. Non voleva far sentire dai genitori e dal fratello, non voleva rovinarsi la bella giornata passata con Egan.
-dove sei stato per tutto questo tempo?- chiese Elaine non appena vide il figlio entrare in cucina. Dan ci era entrato solo perché aveva una fame da lupi.
-in giro- disse il ragazzo che non voleva dire ai genitori di essere stato con un umano. Avrebbero pensato solamente al peggio.
-scusa per prima. Avevo detto a Normantis di urlare nel caso ce ne fosse stato bisogno- disse il padre sorridendo al figlio che annuì.
-c’è qualcosa da mangiare? Ho parecchia fame- disse Dan stiracchiandosi prima di sedersi a tavola vedendo che la madre aveva appena finito di apparecchiare.
-vado a vedere se Norman riesce a scendere. Prima o poi dovrete anche parlarvi- l’ultima frase Elaine la disse avendo visto la faccia infastidita di Dan e sapeva di avere ragione.
Quei due si stavano allontanando troppo l’uno dall’altro e la cosa non andava per niente bene. Entrambi erano l’unica sicurezza l’uno per l’altro visto la loro vera natura. Non erano totalmente umani e non erano totalmente vampiri. Per essere al sicuro dovevano trovare degli amici umani che non li avrebbero mai traditi e la cosa non era semplice soprattutto per Dan visto che aveva quasi ucciso il fratello che era proprio come lui.
-tua madre ha ragione. Dovete andare d’accordo- disse Vakaris sedendosi anche lui a tavola dopo aver preso una sacca di sangue per se con Dan che distoglieva lo sguardo per non farsi aumentare la sete.
-non è semplice quando non ci siamo mai sopportati- rispose Dan sospirando.
-no, da quando siete arrivati qui che la situazione è peggiorata. Più precisamente da quando lo hai insultato-
-ero nervoso e non ho pensato a quello che stavo dicendo ma credimi non ho mai pensato quelle cose di lui- si difese Dan ed era la verità, soprattutto visto che era proprio come il fratello.
-Norman non c’è- disse Elaine con la faccia cadaverica entrando in cucina e facendo girare i due uomini verso di se.
-in che senso?- chiese Dan preoccupato.
-nel senso che sembra scomparso- disse la donna.
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Dangerutis entrò in classe sospirando più stanco che mai. Aveva passato tutta la sera precedente a cercare il fratello insieme ai genitori, ma del ragazzo non c’era nessuna traccia. Per un momento aveva anche avuto paura che i genitori dessero a lui la colpa della presunta scomparsa di Norman, ma non ne avevano fatto parola e Dan aveva deciso di andare a dormire nella sua camera visto che dormire nella bara del padre gli faceva venire solo un grosso mal di schiena non essendoci molto abituato.
Dormire però era una parola grossa visto che per l’ansia di che fine avesse fatto il fratello non era riuscito a chiudere occhio trovandosi la mattina dopo come un morto vivente (anche se lo era per metà) e completamente distratto. Si, distratto visto che Egan appena lo aveva visto lo aveva salutato con la mano e con un leggero sorriso sulle labbra ma lui non se ne era minimamente accorto andandosi a sedere accanto a Jonas e facendo sparire il sorriso sulle labbra del rosso.
Rosso che in quel momento voleva solo sprofondare visto che il suo più grande dubbio da quando Dan aveva lasciato casa sua si era appena concretizzato. Dan lo aveva usato solo come passatempo e una volta passato il momento lo aveva completamente ignorato.
E poi Dan si era andato nuovamente a sedere al fianco di Jonas nonostante il giorno prima gli avesse detto che non aveva nessuna intenzione di restare suo amico. C’era tanto di posto accanto a lui, ma a quanto pareva non era di gradimento al moro.
Egan doveva solamente prendersela con se stesso per quello che era successo. Era colpa sua che si era fidato di Dan se in quel momento si trovava in quella situazione di merda. Perché non si era fatto i fatti suoi? Be’ era stato di sicuro meglio di farsi scopare da Jonas in un vicolo ma comunque non era felice della cosa.
Ma cosa si poteva aspettare da uno che aveva subito fatto amicizia con il peggior individuo nella loro classe? Di certo non rose e cioccolatini. E a quanto pareva nemmeno una minima considerazione, nemmeno un: “bella scopata ma non accadrà nuovamente”. Lo avrebbe preferito a quel comportamento da menefreghista che aveva utilizzato.
-sei perso nel tuo modo- disse Jonas a Dan che aveva fatto tutto in maniera così automatica che sentendo la voce del biondo si era girato per capire se veramente si fosse seduto affianco a quel tizio.  A quanto pareva si.
-si, solo troppi pensieri per la testa- rispose velocemente cercando con lo sguardo Egan accorgendosi che era seduto qualche banco più avanti e stava scarabocchiando qualcosa con la matita, ma la sua gamba che si agitava sotto il banco faceva capire a Dan che il ragazzo era nervoso per qualcosa.
-pensare troppo non fa bene- disse Jonas ridacchiando e Dan si trattenne da lanciargli un’occhiataccia. Ormai aveva capito che quella risatina antipatica non prometteva mai niente di buono.
-può darsi- gli rispose con calma. Non poteva farsi vedere troppo scontroso da un giorno all’altro.
-ieri non sei venuto con noi, come mai?- Dan lesse negli occhi di Jonas un luccichio che non gli piaceva per niente. Sembrava un bambino felice che aveva appena ricevuto il giocattolo tanto desiderato.
-avevo altro da fare- disse tranquillamente. Doveva cercare suo fratello e sperava davvero che non si fosse cacciato in qualche brutto guaio.
-tipo? Cercare tuo fratello?- chiese il biondo ridacchiando e Dan fece per risponderli quando si blocco. Come faceva a sapere di Norman. Vide il sorriso allargarsi sul volto di Jonas. -sai quando non ottengo qualcosa per molto tempo tendo a prendermela con la forza-
-cosa cazzo gli hai fatto?- sibilò Dan infuriato. Come cazzo aveva fatto Jonas a rapire Norman senza sforzi? Nonostante il gemello fosse debole era comunque un mezzovampiro e quindi molto più forte di un umano.
-per il momento ancora niente ma stai tranquillo che mi divertirò a dovere per poi fare lo stesso con quel rosso lo giù-
-dov’è mio fratello?- disse in sussurro Dan cercando di non agitarsi troppo e anche cercando di non azzannare sul momento quello stronzo di Jonas.
-in un posto sicuro aspettando il suo processo. Voi feccia dovete solo morire- disse Jonas e facendolo mostrò solo per un attimo i canini affilati facendo prendere un colpo a Dan.
-cazzo- sussurrò il moro. Un vampiro. Proprio di un vampiro doveva essere amico?
-esatto. Sai, ci hanno dato molto problemi i tuoi corpi dissanguati ma adesso che sappiamo chi è il responsabile non avremo problemi. E io che avevo intenzione di farti entrare nel nostro gruppo. Ma credo sarà impossibile-
-non sarei entrato manco morto- disse Dan che in quel momento fece uscire tutto il suo disprezzo per il biondo. Suo fratello era in pericolo ed era solo colpa sua. E come se non bastasse sapevano della loro identità di mezzosangue quindi era finita. Potevano scappare ma Norman sarebbe morto per quello.
Sempre se Dan non riusciva a salvarlo prima. Ma era una cosa impossibile visto che non conosceva l’ubicazione del rifugio dei vampiri di quella città e soprattutto era da solo contro di sicuro un centinaio di vampiri. Non aveva possibilità.
-ringraziami che darò la colpa di tutto a tuo fratello. Puoi andartene tranquillamente o rimanere e morire appresso al tuo gemello sexy. Ovviamente se sceglierai la seconda mi scoperò tuo fratello davanti ai tuoi occhi per punirti di non avermi permesso di farlo prima- Dan ribollì di rabbia ma decise di rimanere immobile.
Non sapeva quanti altri vampiri erano presenti in quella classe e di certo c’erano anche molti umani che non voleva mettere in mezzo. Avrebbe trovato una soluzione dopo.
Guardò verso Egan e sospirò. Era finalmente riuscito a trovare una persona decente e la vita gli si metteva contro. Era vero quindi che il karma colpiva tutti prima o poi.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


-come si sta qui?- chiese Jonas sorridendo da attraverso le sbarre in direzione di Norman che lo guardò male.
-di certo meglio che tra le tue luride braccia bastardo- disse Norman sospirando.
-tranquillo, una volta finito il processo sarai mio e poi ti uccideremo-
-preferisco morire direttamente-
-sai oggi ho parlato con tuo fratello, sembrava molto preoccupato quindi gli ho detto la verità e gli ho anche consigliato di sparire. Se è un minimo intelligente domani sarà già lontano e tu rimarrai da solo- a Norman gli si fermò il cuore. Sarebbe morto da solo, ma forse era mille volte meglio che portare anche Dan nel fondo con lui e quindi di conseguenza tutta la sua famiglia.
-non dici niente?- chiese Jonas che aveva una voglia matta di giocare con lui e si vedeva.
-cosa dovrei dirti? Che non mi sei piaciuto dal primo momento e tutti voi vampiri fate schifo. Accettate i matrimoni tra umani e vampiri ma poi li rinnegate con la pena di morte. Non è un comportamento molto coerente- disse acido Normantis.
-diamo false speranze ovviamente. E poi lasciamo tutti liberi di scegliere del proprio destino- disse ridendo il biondo. -non vedo l’ora che sia domani così potrò mettere le mie mani su quel bel corpo che ti ritrovi- e così dicendo il biondo scomparve facendo sospirare Norman.
Non capiva perché sempre a lui doveva andare di merda. Era sempre quello che si affezionava di più alle persone e ai luoghi dove andavano per poi vedersi tutto quello che aveva cercato di costruire sfumargli davanti agli occhi. Dan invece non aveva mai avuto questi problemi e in quel momento Norman aveva una voglia matta che al suo posto ci fosse il gemello.
Era lui l’amico di Jonas quindi lui doveva ritrovarsi in quella situazione di merda! Non lui, non aveva fatto male ad una mosca e stava per essere accusato di tutto quello che aveva combinato Dan come se non bastasse. E poi stava anche per essere violentato da Jonas stesso. Peggio di così non gli poteva andare.
Non chiedeva tanto, o si? Be’ forse era un pessimo fratello a volere Dan al suo posto ma era lui quello che era stato quasi ammazzato dal suo stesso gemello e che non avrebbe mai voluto la sua parte vampira.
Norman chiuse gli occhi sentendo le lacrime che iniziavano a scendere dai suoi occhi sperando che quel famoso Sir Edward decidesse che la sua dovesse essere una morte veloce e che soprattutto non permettesse a Jonas di toccarlo.
 
Jonas era scomparso velocemente dopo la fine delle lezioni e Dan non era minimamente riuscito a seguirlo quindi aveva detto addio al piano di seguire il biondo per capire in che cazzo di direzione andare per il covo di vampiri.
Cosa poteva fare quindi? Dire della cosa ai genitori non la riteneva una scelta possibile visto che avrebbero solamente perso tempo a rimproverarlo per aver fatto amicizia con un vampiro quando gli era stato espressamente vietato.
Poteva provare a salvare Norman, ma con quale aiuto? Non conosceva altri vampiri e se anche li avesse conosciuti non era sicuro che l’avrebbero aiutato.
E poi come faceva a capire chi era un vampiro e chi no?
Mentre stava pensando a ciò gli passò a fianco Egan. Il rosso non lo considerò nemmeno ma Dan lo osservò attentamente prima di fare un profondo sospiro. Valeva la pena provare.
-Ehi- disse cercando di attirare l’attenzione del rosso, ma quello sembrava non averlo sentito o forse aveva fatto solo finta. -EGAN- gridò allora e vide chiaramente il rosso fermarsi per poi girarsi.
-cosa c’è?- gli chiese acido e Dan si pentì di essere stato così distratto quella mattina. Egan lo odiava, bene! Dan si avvicinò al ragazzo, non poteva di certo gridare.
-devo chiederti una cosa ma per favore…-
-no, non scoperò nuovamente con te- disse prontamente Egan senza nemmeno fargli finire la frase.
-non era quello che volevo chiederti ma grazie per la pugnalata- disse Dan chiudendo gli occhi e sospirando. Si aveva sentito chiaramente quelle parole fargli male, ma gli avevano anche dato la forza di andare a salvare il fratello e prendere il suo posto se necessario, infondo nessuno lo voleva tra i piedi. -stavo dicendo che devo farti una domanda ma ti prego di essere sincero con me-
Egan lo guardò aspettando la domanda e cercando anche di non pensare allo sguardo ferito del moro quando aveva detto quella frase che non pensava per niente. Lo aveva fatto solo per difendersi. Vendendo che non continuava sospirò:
-parla-
-perché dici che Jonas è pericoloso?- chiese Dan. Voleva capire se Egan, da semplice umano (perché Dan era più che sicuro che il rosso fosse umano visto la voglia matta che aveva avuto di morderlo la sera prima), sapesse la vera identità di Jonas e quindi conoscesse qualche altro vampiro.
Egan guardò attentamente Dan combattuto. Come l’avrebbe presa? E soprattutto perché voleva quella assoluta sincerità da lui.
-e io che ci guadagno?- chiese allora Egan.
-io…non so- disse Dan completamente spiazzato da quella domanda. Quindi Egan sapeva.
-è un vampiro- si arrese Egan, il rosso vide il moro annuire e non scomporsi minimamente e rimase sorpreso dalla reazione di Dan. Non se la sarebbe mai aspettata. Anche lui la prima volta che aveva scoperto che i vampiri erano veri aveva sclerato.
-grazie- sussurrò Dan -sai se in classe nostra ci sono altri vampiri? Ovviamente più affidabili di lui?- chiese allora il moro. Forse il suo piando stava andando in porto.
-perché dovrei dirtelo? Vuoi essere uno di loro?- chiese Egan davvero sorpreso.
-magari non avrei questi problemi- disse sbuffando Dan -è importante Egan, non chiederei a te se non sapessi di potermi fidare- lo pregò il moro.
-cosa vuoi fare?- chiese il rosso incrociando le braccia al petto. Non avrebbe mai parlato se non avesse avuto una ragione valida per farlo.
-non posso dirtelo ma ho buone intenzioni, credimi-
-sono stufo- scattò Egan -stufo di sentire che la gente si fida di me e poi non mi dice mai niente. Vai a farti fottere- gridò Egan voltando le spalle a Dangerutis che deglutì guardando il ragazzo andarsene. Peggio di così non poteva andare no?
-sono un mezzosangue e Normantis è in pericolo per colpa mia e mi serve sapere dove cazzo è la base dei vampiri- gridò allora Dan a pieni polmoni ringraziando che ci fossero solo loro due.
 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


-tu sei cosa?- gridò Egan girandosi di scatto completamente scioccato.
-un mezzosangue, mezzovampiro come cazzo mi vuoi chiamare tu- disse Dan sospirando.
-non credevo fosse possibile- sussurrò il rosso non riuscendo minimamente a credere alla cosa. E se Dan lo era significava che anche Norman era come lui.
-oh no, c’è una legge che permette ai vampiri di sposare un umano ma poi si è perseguitati, famiglia compresa, e uccisi a vista perché illegali. È per questo che non dico in giro cosa sono e ho rischiato dicendotelo. Ma mi fido di te e comunque vada morirò visto che sono un idiota che mette in pericolo la gente quindi non fa differenza-
-anche Norman è…- cercò di chiedere Egan cercando di cancellare la parte in cui Dan diceva che sarebbe morto.
-ovviamente si essendo mio gemello. Secondo te perché ci siamo trasferiti? Io ho fatto una cazzata che ci ha fatti scoprire e siamo andati via- rivelò il moro con un sorriso amaro. -faccio sempre cazzate-
-che è successo?- chiese Egan sussurrando avvicinandosi di più al moro visto che aveva appena visto uscire da scuola uno degli amici di Jonas cosa che notò anche Dan.
-ieri Nor è scomparso e stamattina quello stronzo di Jonas mi ha detto che lo hanno loro e che lo processeranno per quello che ho fatto io. Voglio salvarlo- disse sinceramente il moro all’orecchio del rosso per non essere udito da vampiro che era appena passato.
Egan avvertì un brivido scendergli lungo la schiena per quel contatto ma cercò di rimanere concentrato. Dovevano trovare un modo per salvare Norman.
-cosa hai fatto?-
-diciamo che ho bevuto un po’ troppo sangue-
-e quando?-
-ho smesso motivo per il quale fumo. La nicotina blocca la mia sete di sangue, ma il danno è fatto ormai. Voglio salvare mio fratello e se qualcuno deve pagare voglio farlo io visto che sono io il responsabile-
-aspetta ieri hai fumato solo perché non volevi bere il mio sangue o perché non devi bere sangue in generale?- Egan era curioso. Avendo scoperto quel particolare voleva che il moro fosse completamente sincero con lui.
-non volevo bere il tuo sangue non perché non abbia voglia di farlo, credimi il tuo odore mi sta facendo andare in tilt il cervello, ma se lo faccio ho paura di non fermarmi e non voglio ucciderti- Dan accarezzò la faccia di Egan con un leggero sorriso in faccia perdendosi negli occhi verdi del rosso.
Rosso che si alzò sulle punte e lasciò un bacio a stampo sulle labbra di Dan che ne rimase piacevolmente sorpreso.
-salviamo tuo fratello e cerchiamo anche di non farti morire nel mentre okay?- disse Egan e subito dopo il rosso si ritrovò coinvolto in un bacio mozzafiato con il moro che se lo strinse più addosso.
-dobbiamo salvare Norman- disse Egan sulle labbra di Dangerutis che annuì.
-allora conosci qualche vampiro che ci aiuterà di sicuro?-
-si-
 
-ragazzi è terribile!- gridò Owen mentre apriva la porta ai due fratelli che avevano appena bussato alla sua porta. Li stava aspettando perché visto che non parlavano più tanto con Egan e Norman avrebbe avuto ancora qualche giorno di riposo prima di tornare a scuola avevano deciso di vedersi a casa del mezzo veggente per parlare anche più tranquillamente.
-cosa? È da giorni che hai visioni strane- disse Xarita incrociando le braccia al petto ed entrando.
-Norman veniva decapitato da un vampiro, credo fosso il vostro Sir Edward- disse Owen raccontando ai due della sua ultima visione. Avvenuta proprio pochi minuti prima.
-e come mai dovrebbe avvenire una cosa del genere?- chiese Silverus leggermente confuso dalla cosa.
-non lo so! Vi dico solo quello che vedo e questo non mi piace. Dobbiamo andare a vedere come sta-
-ci ha chiamato ieri confermandoci di stare bene e di essersi preso solo una forte febbre, tranquillizzati- disse Xarita uscendo la sua lima per unghie e iniziando ad aggiustarsi un’unghia leggermente scheggiata.
-parla quella che i primi giorni faceva complotti- disse Silverus alzando gli occhi al cielo. -comunque anche se fosse avverrebbe davanti a tutta la comunità e Sir Edward non ha ancora dato nessun avviso quindi non accadrà nell’immediato se anche fosse-
-io sono comunque preoccupato visto che non sbaglio quasi mai- disse Owen iniziando a sgranocchiare dei biscotti che sua madre aveva appena portato in salotto e che anche i due vampiri potevano mangiare avendo portato anche una coppa con del sangue dentro nella quale intingerli. (la madre era una veggente e aveva trasferito i poteri al figlio quindi non si sorprendeva di vedere dei vampiri in casa).
-sono cose completamente assurde, come anche il fatto che Dan morda Norman. Sono fratelli! Okay oggi mi è sembrato che Jonas mostrasse i canini a Dangerutis ma non ne farei una tragedia-
-tu hai visto cosa?- chiese Silverus alla sorella con gli occhi sgranati.
-ho visto quello che ho detto-
-allora potrebbe essere che…- le parole di Owen vennero interrotte dal campanello che iniziò a suonare insistentemente. -ARRIVO!- gridò il biondo per farlo smettere per poi incamminarsi e aprire la porta senza guardare dallo spioncino rimanendo spiazzato nel trovarsi davanti Egan insieme a Dan che si stava fumando una sigaretta e che sembrava un fascio di nervi.
-cosa c’è?- chiese Owen non capendo minimamente cosa stesse succedendo.
-ci fai entrare?- chiese Egan mentre Dan spegneva la sigaretta. Owen si spostò facendo entrare i due che ricevettero occhiate confuse da parte dei due vampiri che erano in salotto.
-cosa c’è?- chiese ancora Owen.
-mi serve il vostro aiuto, o meglio a Dan e Norman serve il vostro aiuto- disse Egan. Aveva detto al suo ragazzo, si il suo ragazzo, di far parlare lui.
-per cosa?- chiese Silverus capendo che il rosso si stava rivolgendo solo a lui e a Xarita.
-Norman sta per morire e mi serve il vostro aiuto per sapere dove si trova la base dei vampiri- disse Egan dando una gomitata a Dan vedendo che il ragazzo aveva cercato di aprire bocca.
-vampiri? Ma sei fuori di testa?- chiese Xarita facendo la finta tonta.
-so cosa siete da anni, per favore Norman rischia veramente di morire- protestò Egan mentre sia Silverus che Xarita sgranato gli occhi.
-non vorrei dire ma ve l’avevo detto che non sbaglio quasi mai- furono le parole di Owen che interruppero il silenzio che si era formato.
 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-prima di aiutarti possiamo sapere come ci è finito Norman nella nostra base?- chiese Silverus al quale era salita esponenzialmente l’ansia dopo aver scoperto con il bel moro era davvero in pericolo come aveva visto Owen.
-lo ha rapito Jonas- parlò Dan mettendosi entrambe le mani nelle tasche della giacca di pelle che aveva addosso.
-okay e perché dovrebbe essere ucciso?- chiese Xarita che non capiva come mai Sir Edward potesse voler uccidere umano che era stato portato li da Jonas.
-perché siamo mezzosangue e Jonas l’ha scoperto quando Norman ha cercato di difendersi. Ma ovviamente un vampiro è più forte di un mezzovampiro soprattutto quando quest’ultimo non è nel pieno delle sue forze- spiegò Dangerutis. Era inutile mentire oramai visto che in un modo o nell’altro se voleva l’aiuto di quei ragazzi doveva dire la verità.
-aspetta che?- chiese sgranando gli occhi Owen -mi stai dicendo che Jonas non ti ha trasformato?-
-no! Ho scoperto solo oggi che era un vampiro- disse il ragazzo -perché pensavi ciò?-
-sono un mezzovegente e oltre alla visione della morte di Norman ne ho avuta anche un’altra qualche tempo fa dove tu mordevi tuo fratello- rispose il biondo mentre vedeva Dan sgranare gli occhi.
-ma questo è impossibile visto che siete entrambi per metà vampiri no? Quindi Owen si è sbagliato- disse Xarita mangiandosi un biscotto.
-in realtà è successo- sussurrò il moro ricevendo su di se lo sguardo di tutti i presenti -ovviamente non l’ho fatto apposta- si difese poi vedendo gli sguardi arrabbiati degli altri.
-aspetta quindi non aveva la febbre?- chiese Owen incrociando le braccia al petto.
-no, si è svegliati ieri ed è stato subito rapito-
-okay, calmiamoci. Perché Sir Edward dovrebbe essere interessato a Norman quando Jonas lo vuole solamente nella sua lista di conquiste?- chiese Silverus cercando di non pensare troppo al fatto che il ragazzo che gli piaceva era per metà un vampiro e quindi nel caso ci avesse provato con lui non si sarebbe troppo spaventato della sua natura da vampiro.
-perché ho bevuto molto sangue di umani uccidendoli e Jonas vuole farlo passare come colpa sua e non mia- rivelò Dangerutis.
-e quindi tu adesso vorresti intrufolarti nella nostra base e salvare tuo fratello?- chiese ancora Silverus.
-ovviamente. Come ogni fratello farebbe-
-ora capisco perché nonostante sembra che non vi sopportiate invece Normantis ti vuole bene- Xarita finì il suo terzo biscotto prima di alzarsi e stiracchiare i muscoli leggermente indolenziti nonostante fosse stata seduta per pochissimo tempo. -allora ci muoviamo o no? Dobbiamo togliere Norman dalle grinfie di Jonas-
 
Normantis non sapeva se essere spaventato o contento del fatto che per il resto della giornata che aveva passato in quella cella non era arrivato nessuno. Era felice che Jonas non fosse andato più a rompergli le palle, ma quello significava anche che l’ira della sua morte era quasi arrivata. Lo sentiva e si sentiva anche inutile.
Sperava solamente che Dan avesse preso in parola Jonas e che insieme ai suoi genitori se ne fossero già andati. Non avrebbe sopportato che pure loro si fossero trovati in quella brutta situazione.
Non l’avesse mai pensato visto che proprio in quel momento avvertì chiaro e tondo il rumore delle sbarre della sua prigione. Alzò la testa che aveva precedentemente nascosto tra le braccia e cercò di mettere a fuoco la persona che stava cercando di smontare la sua cella senza però riuscirci visto che era ancora troppo debole per poter riuscire ad usare le sue capacità da vampiro che gli avrebbero permesso di vedere la persona.
Rimase allora immobile sperando che se ne andasse il più velocemente possibile. Ma la persona non sembrava intenzionata a lasciar perdere.
-Norman aiutami- e sentendo la voce si alzò di scatto.
-Dan?- chiese il ragazzo avvicinandosi e notando, ora da più vicino, che quello che stava cercando di scassinare le sua cella era proprio il suo gemello.
-dammi una mano così esci velocemente da qui- disse il moro che finalmente riuscì ad aprire le sbarre facendo però un rumore assordante.
-oh no- disse Norman sentendo passi veloci che stavano correndo palesemente verso di loro.
-corri sempre dritto poi gira a destra. Muoviti- disse Dan spingendo il fratello verso la direzione dalla quale era arrivato.
-cos…ma tu?- chiese Norman stringendo forte la mano del fratello.
-vai. Sono io quello che deve pagare per quello che è successo e non tu- Norman stava per protestare ancora quando Dan sgusciò facilmente fuori dalla sua presa ancora debole e si rinchiuse nella ex cella del fratello impedendogli quindi di farlo uscire da li. -muoviti-
A Norman vennero le lacrime agli occhi, si in un primo momento aveva voluto fortemente che il fratello pagasse le sue colpe ma non lo pensava veramente. Era solo infuriato con lui e da quello che Dangerutis aveva appena fatto aveva capito che Dan teneva tantissimo a lui.
Normantis seguì il consiglio del fratello e corse a perdifiato fuori da quel posto sperando vivamente di riuscir a trovare qualcuno per salvare il fratello. Perderlo sarebbe stato impensabile.
E poi era sicuro che si sarebbe stato qualcuno ad attenderlo, Dan non sarebbe riuscito a trovare quel posto da solo.
Appena uscito non ebbe troppi problemi visto che era buio pesto ed individuò subito la figura di Silverus, che era la più alta li. Non pensò nemmeno a guardarsi intorno e si buttò tra le braccia del castano scoppiando a piangere.
 

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Silverus era rimasto momentaneamente spiazzato dall’arrivo improvviso del moro, ma poi lo aveva stretto a se mentre lo sentiva piangere. Si guardò intorno in cerca di Dan ma dell’altro mezzosangue non c’era traccia.
-dov’è Dan?- chiese Xarita guardandosi intorno mentre si avvicinava a Norman felice di vederlo vivo.
-ci hanno sentito- sussurrò Norman riprendendosi un po’ ma restando comunque tra le braccia di Silverus che gli stava accarezzando la schiena per confortarlo.
-ed è rimasto dentro?- chiese Owen palesando anche la sua presenza li. Norman annuì stingendo forte la maglia che indossava Silverus.
-in realtà si è rinchiuso nella mia cella quando io non volevo lasciarlo andare- sussurrò ancora il ragazzo.
-cazzo- disse Xarita iniziando a camminare aventi e indietro e lanciando occhiate verso Egan che Norman ancora non aveva visto anche perché il ragazzo era stato in silenzio per tutto il tempo.
Dan prima di entrare da solo, per sua volontà, aveva baciato il rosso sulle labbra mettendogli la sua giacca di pelle sulle spalle senza dire una parola. Questo davanti a tutti cosa che aveva fatto scaturire molte domanda dalla parte della castana visto che non li aveva mai visti insieme quei due. Ma Egan non aveva risposto e si era infilato meglio la giacca di pelle infilando le mani nelle tasche per via del freddo e aveva iniziato a stringere i pacchetti di sigarette che ci aveva trovato dentro. Questo perché sapeva che con quel bacio Dan gli aveva detto che non sarebbe tornato.
Glielo aveva detto chiaro e tondo che voleva mettersi al posto del fratello per pagare i suoi errori. Questo ovviamente non piaceva ad Egan ma non aveva detto una parola perché per quanto conoscesse ancora poco il suo ragazzo sapeva che nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
-non ci posso credere! Ma è pazzo?- disse Silverus mentre Norman si staccava leggermente da lui.
-non per dire ma credo che dovremmo allontanarci visto che sento delle voci- disse Owen guardando preoccupato verso l’ingresso della base dei vampiri cosa che ritrovò tutti d’accordo facendoli spostare velocemente in un luogo meno visibile.
Fu allora che Norman si accorse anche della presenza di Egan e gli si fiondò tra le braccia.
-ehi- disse Egan stringendo stretto il ragazzo.
-voi non avevate litigato?- chiese Norman mettendosi una ciocca dietro l’orecchio e sorridendo al rosso che sorrise di rimando.
-abbiamo fatto pace per venirti a salvare- rispose il rosso. -ovviamente se da adesso in poi si fideranno di me- e dicendo ciò guardò male i tre ragazzi.
-ci siamo già scusati e ti abbiamo anche detto perché lo abbiamo fatto- disse Xarita sospirando.
-quindi per cosa avevate litigato?- chiese Norman volendo capire cosa fosse realmente successo.
-quegli stronzi non mi volevano dire di essere dei vampiri nonostante io lo sapessi da anni- gli rispose Egan sospirando e stringendosi di più nel giubbotto di Dan.
-siete vampiri?- chiese Norman che non si era minimamente accorto che Silverus e Xarita fossero di vampiri.
-certo che si. Come credi che abbia fatto tuo fratello a trovare questo posto- disse la ragazza con un sorriso sulle labbra.
-quindi sapete cosa sono- sussurrò Norman.
-certo e sappiamo anche il vero motivo per il quale sei stato assente in questi giorni- gli disse Owen con un sorriso.
-dobbiamo salvarlo- disse Norman mentre gli si rompeva la voce.
-ovvio che si. Non possiamo permettere a Jonas di averla vinta. E soprattutto voglio assolutamente che quell’assurda legge sui mezzosangue venga cancellata e non sono l’unica che lo pensa- disse Xarita guardando sia Norman che Egan.
-grazie. Ora che facciamo?- chiese Norman.
-tu e Egan potete stare insieme oggi, Jonas ti cercherà sicuramente e sa dove abiti. Devi stare con qualcuno ed Egan è la scelta migliore-
-negativo- disse il rosso attirando su di se tutti gli sguardi -non guardatemi così. Uno degli amici di Jonas mi ha visto parlare con Dan oggi fuori dalla scuola. Sarebbe in pericolo anche con me. E poi non è detto che Jonas non voglia venire da me visto che l’altro giorno mi voleva scopare in un vicolo- rivelò il ragazzo sbuffando.
-COSA?- gridò Xarita sconvolta -ma se tu stai con…-
-oh andiamo nessuno lo sa. E poi è successo prima che ci “mettessimo insieme”- disse Egan mimando con le mani le virgolette alle ultime due parole. Non è che Dan gli avesse chiaramente detto che era il suo ragazzo. Poteva anche averlo solo usato per poter riuscire a salvare Norman.
-con chi stai tu?-chiese Norman confuso. Da quando Egan era fidanzato?
-prima di questo adesso abbiamo un problema. Non possiamo lasciarli da soli- disse Xarita che aveva chiaramente capito che in quel momento Egan non voleva parlarne.
-venite da noi. Così possiamo anche spiegare ai nostri cosa vogliamo fare domani- disse Silverus.
-si ottima idea- disse Xarita -Jonas non può venire a casa nostra quindi è il posto più sicuro- disse Xarita con il sorriso.
-posso aggregarmi anch’io?- chiese Owen che già si stava pregustando una serata piena di chiacchiere, anche perché aveva intenzione di capire come ci erano finiti insieme Egan tanto timido e dolce e Dan che sembrava uno di quei bulli da scuola superiore.
-ovviamente si. Mamma ci chiede sempre di te- disse Silverus alzando gli occhi al cielo. La madre si era fissata troppo con Owen e non li lasciava davvero mai in pace.
-adoro vostra madre- disse Owen mentre i due fratelli lo guardarono male.
-quindi adesso che facciamo?- chiese Norman stringendosi le braccia intorno al petto per il freddo. Era a maniche corte e non sapeva minimamente come fare per riscaldarsi. Ci pensò Silverus a passargli al sua felpa.
-semplice venite tutti a casa nostra e vi sistemate mentre noi parliamo con i nostri genitori e gli spieghiamo il piano in modo tale da essere pronti domani durante il processo di Dan- spiegò Xarita.

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


-chi di voi è il mezzovampiro?- chiese la donna entrando nella camera dei suoi figli. I cinque ragazzi erano corsi subito verso la casa di Xarita e Silverus e i due fratelli avevano spedito senza mezze misure i tre ragazzi nella loro camera senza dargli il tempo di salutare. Poi i due erano rimasti di sotto a parlare con i loro genitori.
-io- disse Norman e vide la donna sorridere prima di porgli una tazza con della cioccolata fumante come fece poi con anche gli altri due.
-nella tua ho messo anche un po’ di sangue. Mi sembri molto debole- disse la donna non perdendo il suo sorriso.
-grazie, state facendo tanto per me- Norman abbassò il capo.
-non ti preoccupare. Mia sorella secoli fa si invaghì di un umano e io non riuscì a fare niente per impedire agli altri vampiri di ucciderli. Mi sento in debito nei loro confronti e se posso aiutarvi lo faccio volentieri. Ora riposatevi- e così dicendo la donna li lasciò da soli chiudendosi la porta alle spalle.
Norman iniziò a sorseggiare la sua cioccolata, il sangue non si sentiva quasi per niente, ma il ragazzo avvertì chiaramente i suoi canini farsi più lunghi.
-hai gli occhi rossi- disse Egan notando subito quel cambiamento nel moro.
-succede sempre quando beviamo sangue- rispose Norman e così facendo fece notare ai due anche i canini. Egan aveva creduto Dan sulla parola anche se più volte era stato tentato di vedere come fosse un mezzovampiro ma non glielo aveva mai chiesto. Norman era il vero primo vampiro che vedeva nella sua forma originale.
-come hai capito che Xarita e Silverus erano vampiri?- chiese Owen ad Egan. Era troppo curioso per poter aspettare gli altri due.
-sono freddi, sempre. E poi una volta ho preso il polso di Sil e ho cercato di avvertire il battito, ma non c’era- spiegò il rosso con calma nascondendosi dietro la sua cioccolata calda.
-e non ti sei spaventato?-
-all’inizio si, ma poi ho capito che non mi avreste fatto niente di male. Avevo più paura di Jonas sinceramente-
-perché allora non hai mai detto niente?-
-perché volevo avere la vostra fiducia. Non credevo mica che sarei rimasto escluso dal tutto per così tanto tempo. Sono sicuro che se non fossi arrivato con Dan oggi pomeriggio voi non me lo avreste mai detto.- il ragazzo aveva usato un tono di voce amaro che fece stringere il cuore a Norman. In quel loro gruppo l’unico normale era proprio il rosso e Norman in parte lo capiva. Era sempre brutto essere esclusi perché non a conoscenza di una qualunque cosa.
-volevano proteggerti e stavamo facendo la stessa cosa anche con Norman. Io ci sono dentro fino al collo per la mia natura e per questo ho sempre saputo tutto- lo rassicurò Owen.
-come mai mio fratello ti ha rivelato la sua vera natura? I nostri genitori ci hanno imposto di non dire niente a nessuno- chiese Norman curioso.
-l’ho minacciato. Se non si fosse fidato di me non gli avrei mai detto dove trovare dei vampiri affidabili per salvarti- rispose tranquillamente il rosso.
-e se non si fosse fidato di te?- chiese Owen curioso.
-non gli avrei detto niente ovviamente. Sono stufo di essere sempre l’ultimo a sapere le cose. Mi sento più inutile di quanto già non sia-
-tu non sei inutile tesoro- disse Xarita entrando insieme al fratello nella stanza e abbracciando di slancio il rosso. -senza di te non avremmo mai salvato Norman- continuò la ragazza sorridendo al moro che annuì.
-allora? Che vi hanno detto?- chiese curioso Norman mentre Silverus si sedeva al suo fianco.
-andremo tutti e tre con loro domani durante il processo di tuo fratello e i miei cercheranno un modo per far ragionare Sir Edward sperando anche di avere altri vampiri dalla loro parte. Se tutto va bene potremmo riuscire a salvare Dan e farvi ammettere entrambi nella comunità-
-in che senso voi tre?- chiese Egan con voce tremante. Stava per essere nuovamente escluso, proprio quando il suo presunto ragazzo stava rischiando la vita.
-mi dispiace Egan ma tu e Owen siete troppo umani per poter entrare. Tutti si accorgerebbero della vostra presenza- disse Xarita con una faccia che stava chiedendo scusa al rosso. Rosso che si alzò posando a terra la tazza ancora piena di cioccolata calda e uscì dalla camera per andare a rinchiudersi nel bagno che in precedenza gli avevano mostrato.
-cos’è appena successo? È sempre per quel…- iniziò a chiedere Norman ma Owen scosse la testa.
-credo si tratti di altro. Anch’io al suo posto starei così-
-posso capire anch’io? Visto che qui sembra che voi tre sappiate tutto quello che succede-
-non dovremmo dirtelo visto che sembra che Egan non voglia parlarne ma crediamo che lui e tuo fratello stiano insieme- disse Xarita a bassissima voce.
-Dan? Con un ragazzo? Siete seri?- chiese confuso Norman. Suo fratello aveva sempre avuto comportamenti che avevano fatto capire al gemello che odiasse i gay e mai si sarebbe aspettato una cosa del genere.
-si sono baciati davanti ai nostri occhi prima che Dan entrasse a salvarti quindi si- disse Owen -e poi non so se te ne sei accorto ma la giacca che sta indossando Egan è quella di Dan- Norman annuì. Aveva compreso che la giacca che stava indossando il rosso, e dalla quale sembrava non volersi separare, non era sua essendo molto grande ma non aveva mai immaginato potesse essere di suo fratello.
Il ragazzo si alzò -sapete dove possa essere andato?- chiese ai tre.
-bagno?- propose Xarita e Normantis annuì prima di uscire dalla stanza e dirigersi verso il bagno trovando la porta chiusa. Bussò aspettando un segno che non arrivò. Provò a bussare un’altra volta.
-Egan so che sei li, ti prego apri- sussurrò Norman e la porta si aprì rivelando il rosso con gli occhi gonfi e le guance rigate di lacrime. Egan lo lasciò entrare per poi richiudersi la porta alle spalle.
-ti hanno detto tutto vero?- chiese Egan con voce roca.
-si e voglio sapere cosa ti fa stare così male- Norman non provò nemmeno a mentire al ragazzo. Gli voleva troppo bene per farlo.
-e se mi avesse solo usato?- chiese allora Egan dando voce ai suoi dubbi.
-questo non lo posso sapere visto che credevo non gli piacessero i ragazzi ma stai sicuro che se ti ha usato gli farò pentire di essere nato- disse Norman abbracciando stretto il ragazzo.

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Dan si trovava al centro di un’enorme sala circondato da vampiri. Era arrivato il momento del suo processo e anche se non voleva darlo a vedere aveva davvero tanta paura. Sapeva anche di non aver salutato nel migliore dei modi ne il fratello ne Egan. E soprattutto aveva perfettamente intuito che Egan aveva scoperto cosa voleva veramente fare. Era stato sorpreso e allo stesso tempo felice che il ragazzo non avesse protestato.
E ora si trovava li, circondato da vampiri che volevano solamente la sua morte. Davanti a lui c’era un solo vampiro e non sembrava molto contento della situazione che aveva davanti. Oppure semplicemente era la sua faccia.
-questo essere davanti a voi- iniziò l’uomo facendo completamente zittire tutti i presenti all’interno della sala e facendo gelare il sangue nelle vene a Dan -è un mezzosangue. Un figlio nato da un vampiro e un umano cosa che va contro le nostre regole e lo sapete-
L’uomo iniziò a camminare verso Dan e gli alzò il mento con la mano per guardarlo meglio negli occhi.
-sei stato tu ad uccidere tutte quelle persone nella città vicina?- chiese l’uomo.
-si perché avevo bisogno di bere sangue- disse Dan difendendosi. Alla fine era la verità.
-sei per metà umano non ti serve il sangue-
-si mi serve. Se non bevo sangue per tanto tempo rischio di ammazzare la gente perché la mia sete cresce. È quello che è successo con quelle persone- Dan stava veramente cercando di fare del suo meglio per difendersi e non venire ucciso.
-quindi mi stai dicendo, anzi ci stai dicendo che sei come noi-
-non proprio questo è vero, ma il sangue mi serve per non diventare un assassino seriale-
-qualcuno sa cosa possiamo fare di questo tipo. O meglio come lo possiamo uccidere?- chiese l’uomo guardando tutta la folla che si era riunita e si era messa a borbottare freneticamente in attesa di poter uccidere quel mezzovampiro che avevano li davanti.
-un attimo! Come uccidere- disse Dangerutis facendo mormorare ancora di più la gente li presente.
-dobbiamo ucciderti per quello che sei ovviamente- disse Sir Edward leggermente sorpreso dall’intraprendenza del ragazzo che aveva difronte.
-io sono per metà come voi perché dovreste uccidermi!- Dan gridò quelle parole. Voleva farsi valere e cercare di far aprire la mente del tizio di sicuro pluricentenario che aveva davanti.
-perché sei anche umano. E ci chiedi anche perché?- l’uomo scoppiò a ridere e così i presenti anche se Dan si accorse che non tutti lo fecero.
-lo sono per metà così come sono vampiro per l’altra metà. Ho i vostri stessi poteri anche se sono più debole rispetto a voi ma comunque posso fare cose che voi non potete fare. Se invece di ucciderci tutti avreste deciso di tenerci con voi vi avremmo aiutato moltissimo- in realtà Dan non era tanto sicuro della cosa ma almeno poteva provarci.
-ha ragione- una voce si alzò dal gruppo che stava alle sue spalle e Dan sgranò gli occhi sorpreso da quell’inaspettato appoggio.
-cosa?- chiese Sir Edward piegando la testa di lato e socchiudendo gli occhi.
-il ragazzo ha ragione. È vero che sono più deboli di noi ma se abbiamo una legge che permette di sposare umani significa che i loro figli possono entrare a far parte della nostra comunità. Ucciderli ci porta solo a diventare più deboli- era una donna che stava parlando e Dan non riusciva a voltarsi per poterla vedere e capire chi fosse che lo stava palesemente aiutando.
-quindi cosa vorresti proporre? Di accettare questi esseri in mezzo a noi?- chiese Sir Edward incrociando le braccia al petto.
-certo che si. Facendo in questo modo potremmo anche riuscire a limitare le perdite-
-okay, se la maggioranza qui è d’accordo con la tua idea permetterò tranquillamente a questo ragazzo e tutti gli altri mezzosangue della nostra comunità, perché so che un altro c’è, di vivere tranquillamente con noi- disse Sir Edward molto probabilmente sicuro che nessuno avrebbe accettato quella proposta.
-facciamo per alzata di mano allora- disse sempre la donna alzando la mano. Poco alla volta anche altri vampiri iniziarono a farlo fino a quando Dan vide chiaramente gli occhi dell’uomo che aveva difronte strabuzzarsi per l’incredulità.
Dan allora si girò per quanto gli permettessero le mani legate dietro la schiena e sgranò anche lui gli occhi vedendo che praticamente la maggior parte della gente aveva alzato le mani. Erano pochi coloro che non l’avevano fatto, tra i quali spuntava anche Jonas che lo stava guardando malissimo.
-come volete allora. È libero e non gli verrà fatto niente per le morti visto che ormai abbiamo sistemato tutto- Sir Edward non sembrava per niente felice della cosa -la riunione è sciolta- e così dicendo se ne andò mentre Dan sospirava di sollievo felice che fosse andato tutto per il meglio. Poteva finalmente tornare a casa e dire al fratello che potevano restare, ovviamente sempre se non fossero già partiti.
-DAN- il moro sgranò gli occhi sentendo la voce del fratello e poi vedendolo correre verso di lui. Cosa cazzo ci faceva li?
-cosa ci fai qui?- chiese infatti mentre Norman gli slegava le mani che erano ancora legate dietro la schiena visto che nessuno di era degnato di andarlo ad aiutare.
-ero qui per salvarti, ma a quanto pare sei riuscito a fare tutto da solo-
-non è andata proprio così…-
-invece si, senza le tue parole Rose non avrebbe mai potuto fare quella proposta-
-conosci la donna che ci ha aiutato?- chiese Dan curioso mentre si massaggiava i polsi doloranti. Norman lo abbracciò di slancio e Dan rimase leggermente immobile non essendo abituato a quel contatto.
-si è la madre di Sil e Xaria- spiegò Norman sciogliendo l’abbraccio.
-ora dobbiamo tornare a casa a dare la bella notizia perché immagino che tu non abbia fatto niente per andartene da questa città- disse Dan ed ebbe la conferma quando vide il fratello annuire.

 

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Capitolo 29
*** Epilogo ***


-fatemi ricapitolare per vedere se ho capito- disse Elaine guardando i due gemelli che erano seduti in cucina sotto lo sguardo attento dei due genitori. -Norman è stato rapito da un vampiro perché voleva spassarsela con lui e quando ha scoperto la sua identità di mezzo vampiro ha deciso di incarcerarlo per fargli pagare i tuoi errori- la donna puntò il dito verso di Dan che annuì -e poi tu scoprendo la cosa sei andato dagli amici di Norman, altri vampiri, per farti dare una mano. Cosa che hanno fatto e ti sei messo al posto di tuo fratello rischiando di morire. Ma non è successo perché Norman a sua volta ha chiesto aiuto ai suoi amici e adesso siamo accettati da questa comunità di vampiri-
-riassunto perfetto mamma- disse Dan con un piccolo sorriso sulle labbra.
-voi due mi farete morire!- disse la donna mettendosi le mani nei capelli.
-oh quindi posso andare nella comunità per avere sangue senza per forza far finta di lavorare in un ospedale? Fantastico!- disse Vakaris sorridendo.
-uh si, il consiglio ti vuole parlare papà. Per dirti le regole e cose varie- disse Norman ricordandosi quello che era stato detto a loro due prima di tornare a casa.
-va bene- disse l’uomo sbadigliando. -torno a dormire voi cercate di non farvi ammazzare- e baciò la moglie prima di tornare a dormire e lasciare i due ragazzi con la madre.
-be’ cosa volete fare adesso? Riposarvi?- chiese la donna anche lei con un sorriso sulle labbra.
-credo che andrò a sdraiarmi sul letto- disse Dan alzandosi dalla sedia e stiracchiandosi sotto lo sguardo attento di Norman.
-e Egan?- chiese all’improvviso Norman. Non voleva farlo in quel modo ma il rosso era tornato subito a casa dopo che si erano divisi quella mattina e nessuno, almeno non loro due, lo avevano avvisato di quello che era successo. Voleva sapere se suo fratello tenesse veramente al suo amico o se era stata tutta una messa in scena per salvare lui.
-cazzo- sussurrò Dan sgranando gli occhi. Gli era proprio passato di mente il suo bel rosso.
-sai dov’è?- chiese Dan mentre la madre lo stava guardando curiosa di capire cosa stesse succedendo.
-dovrebbe essere a casa- disse Norman con un leggero sorriso.
-perché stai facendo quella faccia?- chiese Dan assottigliando gli occhi.
-perché non credevo ci tenessi così tanto- rispose il gemello.
-è il mio ragazzo ovvio che ci tenga e tu a questo punto dovresti andare dal tuo Silverus. Siete peggio di quel veggente e la vampira- disse Dan scuotendo la testa e facendo rimanere senza parole sia Norman che la madre. Sorrise vedendo quelle facce e li salutò con la mano prima di uscire per andare dal suo rosso.
-cosa mi sono appena persa?- chiese la donna a Normantis che era ancora confuso.
-niente devo andare- disse Norman alzandosi anche lui ed uscendo di casa correndo verso l’unico posto dove era sicuro avrebbe trovato Silverus e infatti lo vide li da solo, mentre stava leggendo un libro seduto sulla loro panchina.
-Sil- disse il ragazzo attirando l’attenzione del castano che lo guardò.
-ehi, tutto bene?- chiese il vampiro facendogli spazio sulla panchina.
-si, mio fratello mi ha appena aperto gli occhi e non voglio fare la stessa storia di Xarita e Owen- disse il ragazzo mentre Silverus lo guardava confuso.
-in che senso?- chiese il vampiro non capendo e Normantis gli rispose baciandolo di slancio.
-mi piace questa risposta- disse Silverus sulle labbra di Norman ribaciandolo.
 
Egan stava camminando avanti e indietro nella sua camera non capendo perché ancora nessuno lo avesse ancora avvisato. Era andata male? Erano salvi e Dan non voleva minimamente saperne di lui? Non lo sapeva e la cosa lo stava facendo andare in tilt.
Sentì suonare la porta e scese le scale visto che come al solto nessuno era in casa. Aprì la porta e si sorprese nel trovare davanti alla sua porta Dan.
-sei vivo- sussurrò il ragazzo incredulo prima di buttarsi fra le braccia del moro felice che fosse ancora vivo.
-sono venuto a riprendermi la giacca- disse scherzando il ragazzo ma Egan pensò che parlasse sul serio.
-te la porto subito- gli disse cercando di non far vedere che era deluso della cosa.
-ehi- disse Dan bloccandolo ed entrando in casa chiudendo la porta alle sue spalle -stavo scherzando. La puoi tenere ma mi devi ridare le sigarette- gli disse ritirandoselo verso di se e baciandolo.
-ho avuto paura di perderti- disse il rosso ormai tranquillo tra le braccia di Dan.
-anch’io. Grazie per non aver detto niente ieri-
-non mi avresti ascoltato quindi sarebbe stato inutile- disse Egan trascinando il ragazzo nella sua camera. Andò verso la giacca di pelle e la passò al moro che lo guardò confuso.
-ti avevo detto che potevi tenerla- disse Dan prendendo comunque la giacca, anzi per la precisione le sigarette.
-voglio una tua felpa. La giacca di pelle non la uso tanto- disse il rosso facendo gli occhi dolci al moro che si mise a ridere buttandosi sul letto sopra al rosso.
-dovevo capirlo che eri uno di quei fidanzati fissati con le felpe enormi del loto partner- disse Dan stringendo i fianchi del suo ragazzo.
-sei stato tu il primo a darmi la tua giacca- si difese Egan mettendo le braccia intorno al collo del moro -comunque se vuoi bere il mio sangue puoi farlo tranquillamente-
-non vorrei ucciderti-
-non lo farai, almeno provaci-
-contento tu- disse Dan baciando il suo ragazzo. Quel giorno non l’avrebbe morso perché era ancora troppo a corto di sangue ma ci avrebbe provato di sicuro.
 

 

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