Dragon

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 41: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Taye sorrideva vedendo la grande confusione che c’era nel suo palazzo. Non era roba da tutti i giorni vedere la servitù che correva da una parte all’altra del castello. Taye sapeva che camminare per i corridoi osservandoli divertito non avrebbe per niente aiutato la servitù, ani gli intralciava soltanto con il suo passo lento.
Il ragazzo decise di spostarsi sul lato destro del corridoio per non intralciare la servitù ma comunque continuando ad osservarli felice. Non era un caso la scelta di quel lato. Ovviamente il moro si era spostato li soltanto perché era il lato sul quale erano stati posti i lunghi tavoli di legno con sopra tanto buonissimo cibo. E Taye non riuscì a resistere più di tanto finendo quasi subito per prendere una delle tartine li presenti e mettersela in bocca lanciando occhiate in direzione della servitù. Non era minimamente il caso mangiare quel cibo di nascosto e se qualcuno lo avesse visto gliene avrebbe dette quattro, ma la gente era troppo occupata per prestare attenzione all’ultimogenito della famiglia reale.
Alcune volte era una benedizione essere l’ultimo di otto figli, nessuno ti prestava attenzione e potevi fare quello che volevi senza avere gli occhi di tutti addosso.
Conscio che nessuno gli avrebbe detto Taye continuò a camminare e mangiare le varie cibarie sui tavoli.
Camminando per il corridoio arrivò alla sala centrale del castello, che non era altro che la sala da ballo, e si guardò intorno notando come era stata addobbata con rose rosse e peonie. E poi oltre ai fiori ovunque in quella sala erano stati messi anche nastri rossi e rosa. Quel posto stava facendo venire il vomito al ragazzo che odiava qualunque colore simile al rosa. Come si vedeva che quelli erano i gusti di sua sorella.
-vostra altezza dovreste essere con vostra sorella- Taye alzò gli occhi al cielo riconoscendo la voce del consigliere reale.
-perché dovrei? La cerimonia non è ancora iniziata- disse Taye spostando un ricciolo moro da davanti agli occhi verdi.
-ascoltate attentamente- disse invece l’uomo alzando l’indice e Taye fece come gli era stato detto per poi bloccarsi di colpo. In sottofondo, solamente perché la sala da ballo si trovava molto lontano rispetto alla scogliera sulla quale ci sarebbe stato il rito iniziale prima del matrimonio, era presente la musica e quella musica significava solamente una cosa: il rito era iniziato.
-grazie- disse Taye correndo fuori dalla sala per raggiungere il prima possibile la scogliera. Il fratello della principessa non poteva arrivare tardi, anche se era l’ultimogenito.
Per fortuna di Taye il palazzo era costruito proprio sulla scogliera e in una decina di minuti riuscì ad arrivare al fianco dei suoi fratelli mentre ancora il canto antico continuava a risuonare.
-era ora- disse il re senza nemmeno guardare il figlio. Aveva avvertito la sua presenza soltanto grazie al fiatone che il moro aveva per la corsa.
-scusate, sono rimasto bloccato nella calca- rispose Taye, sapeva che non era un’ottima scusa ma era sempre meglio che non dire niente.
-ne riparleremo dopo, ora canta- l’uomo non distolse lo sguardo dal mare che c’era sotto di loro dove, accompagnata dal canto di tutti i presenti, una piccola imbarcazione stava andando verso la scogliera con dentro una ragazza dai lunghi capelli neri vestita completamente di bianco. La ragazza stava tenendo gli occhi chiusi ed era distesa all’interno della barca proprio come se stesse dormendo. Attaccata alla prua della barca c’era una corda che era sorretta dall’altra estremità da quello che sarebbe diventato il marito della principessa.
Quella era un’antica tradizione la cui origine si perdeva nella notte dei tempi quando si diceva che le spose venivano date come sacrificio ai draghi. E quella melodia che tutti stavano cantando serviva ad attirare i draghi da loro. Poi un cacciatore di draghi era riuscito a sterminarli tutti e da allora la tradizione era cambiata e tutte le principesse subivano quel rito per essere portate dal loro promesso sposo.
Taye stava cantando senza convinzione quando notò nel cielo sopra di loro la figura di un uccello che sembrava stesse volando nella loro direzione. La cosa poteva essere di poco conto se solo non fosse stato l’unico uccello in tutto il cielo che si era fatto scuro per via delle nubi. Gli occhi di Taye si sgranarono ancora di più quando si accorse che più si avvicinava a loro e più quell’uccello cresceva di dimensioni e un urlo gli fece capire che non era stato l’unico a notarlo.
L’enorme essere scese in picchiata attirando l’attenzione su di se di tutti i presenti e prese tra i suoi possenti artigli la barca nella quale si trovava Deborah. Taye non riusciva a credere ai suoi occhi, quello che aveva difronte non era altri che un drago. Il moro era pietrificato per la paura. Quell’essere era enorme e completamente ricoperto di squame rosse e gli artigli delle sue zampe stavano piano piano rompendo lo scafo della barca di legno. Gli occhi ambra scrutavano tutti ma sembrava che non stessero vedendo niente.
-MOSTRO- gridò il re che si riprese quasi subito da quello che era successo e guardava preoccupato la figlia che era diventata bianca come un cadavere. -ti propongo uno scambio- continuò l’uomo attirando l’attenzione del drago.
Taye si chiese cosa avesse in mente suo padre ma la risposta arrivò subito quando l’uomo lo tirò per un braccio mettendolo difronte a se.
-dammi mia figlia e io ti do lui. È la stessa cosa- Taye stava tremando dalla paura trovandosi perfettamente difronte agli occhi ambra del drago. Drago che lo osservò per un bel po’ facendo uscire anche del vapori dalle sue narici prima di aprire i suoi artigli, facendo cadere la barca nella quale si trovava Debora, per poi prendere Taye e volare via come se niente fosse successo.
 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Taye si era completamente sgolato durante il viaggio tra le grinfie del drago. Aveva urlato per tutto il tempo sperando che il drago lo lasciasse andare oppure che qualcuno lo sentisse per salvarlo, ma la cosa non era servita a niente e Taye era appena stato buttato di forza all’interno di quella che sembrava la tana del drago.
Il principe non riusciva ancora a credere che suo padre lo aveva usato per fare quello scambio. Okay che era l’ultimo genito della famiglia ma non credeva si essere così inutile da poter essere trattato come un pezzo di carne.
Il principe nonostante la gola dolorante, e non solo quella, si alzò di scatto da terra per andarsi a nascondere dietro un masso della grotta del drago per sfuggire alla creatura stessa. Taye non riusciva a credere ai suoi occhi: aveva sempre pensato che le storie sui draghi fossero appunto solo storie che erano usate per spaventare i bambini. Mai, mai si sarebbe immaginato di essere preso da un drago il giorno del matrimonio di sua sorella.
Taye cercò di fare respiri profondi per calmarsi visto che sentiva benissimo il suo cuore battere all’impazzata.
-su, Taye questo è solamente un brutto sogno. Ora svegliati- si sussurrò il moro dandosi anche degli schiaffi sulle guance ma non ci stava riuscendo. Quello che stava vivendo sembrava solo un bruto incubo ma era mille volte peggio.
Taye si bloccò di colpo accorgendosi che non sentiva più le zampe del drago che camminavano sul terreno sabbioso della grotta e fece uscire la sua testa dal riparo che si era creato per cercare di capire che fine avesse fatto il mostro, ma di lui sembrava non esserci traccia.
Taye osservò attentamente la caverna cercando qualche segno che gli dicesse che la bestia era ancora li o comunque che gli facesse intuire quale direzione avesse preso quando sentì del calore alle sue spalle.
Si girò di scatto trovandosi perfettamente difronte al muso squamoso del drago e ai suoi occhi ambra che lo stavano guardando come un bocconcino prelibato.
Taye fece per indietreggiare ma non fece nemmeno un passo che si trovò con la schiena schiacciata alla roccia che per brevissimo tempo era stata il suo nascondiglio.
-ti prego- sussurrò con voce roca sperando che il drago riuscisse a capirlo, infondo aveva accettato lo scambio del padre quindi un po’ intelligente lo era.
Il drago però non sembrava minimamente intenzionato ad ascoltarlo e stringendo il principe con una delle sue zampe si incamminò verso l’interno della caverna. Taye cercò di liberarsi ma senza successo, era troppo debole per combattere contro quel drago.
Io drago lo depositò con poca gentilezza sopra quello che sembrava a tutti gli effetti un altare sacrificale e Taye iniziò a sudare freddo. Sarebbe morto in quel modo?
Il drago gli girò intorno per un po’ per poi mettersi difronte al ragazzo e iniziare a spalancare il muso. Voleva carbonizzarlo e Taye impaurito si mire le mani davanti al corpo in una sorta di protezione, anche se non sarebbe servita a niente, e chiuse gli occhi in attesa del fuoco. Fuoco che non arrivò mai.
Taye riaprì gli occhi quasi titubante e sbirciò in direzione del drago per capire cosa fosse successo. Gli occhi del drago sembravano più lucidi rispetto a prima e lo stavano fissando come se fosse qualcosa di schifoso e non come un bocconcino prelibato.
Il drago fece uscire del vapore dalle sue narici, come se stesse sbuffando, e sotto lo sguardo stupito di Taye dimezzò le sue dimensioni e si trasformò in un bellissimo ragazzo dagli occhi ambra e i capelli rossi come il fuoco. E lo sguardo verde di Taye si posò immediatamente sugli addominali del ragazzo che erano messi in bella mostra visto che il drago era a torso nudo.
-sei un uomo- disse con voce profonda il drago guardandolo malissimo.
-ehi sei tu che mi hai portato qui-
-come se avessi veramente voluto venire nel vostro stupido mondo. È quella cazzo di canzone che mi manda in tilt maledetti umani. E poi ero sicuro di aver preso una donna-
-si e poi hai accettato lo scambio con me. Che c’è provi piacere nell’uccidere solamente le donne?- chiese Taye meno spaventato visto che non si trovava più un lucertolone davanti.
-solo bruciando viva una donna posso far nascere un drago. Gli uomini sono inutili e quella canzone manda in tilt- rispose il rosso passandosi una mano tra i capelli rossi.
-aspetta in che senso?- Taye guardò sconvolto il drago. Lo aveva preso per creare un altro piccolo drago. Voleva sacrificarlo per avere un drago.
-non ti devo spiegazioni umano- rispose il rosso incrociando le braccia al petto e facendo risaltare ancora di più i suoi addominali perfetti. -ma potresti anche essermi utile come esca- disse poi osservandolo attentamente.
-esca?- chiese Taye non capendo cosa volesse fare il drago, non riusciva a capire le intenzioni del rosso.
-si, verranno a salvarti e io ne approfitterò. E credimi qualcuno viene sempre in cerca di gloria per dire di aver ucciso un drago ma io non sono così facile da uccidere-

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-no aspetta un attimo- Taye scese dall’altare di pietra sul quale era stato posato dal drago e guardò il ragazzo in questione.
-non mi faccio mettere i piedi in testa da un principino quindi vedi di non fare domande e soprattutto di stare il più possibile lontano da me se non vuoi ritrovarti mangiato- disse il rosso mentre i suoi occhi ambra diventavano rosso fuoco segno che fece capire a Taye che il drago si stava infastidendo.
-io cosa dovrei fare adesso?-
-stare in un angolino a non fare niente. Mi servi come scambio per prendere una donna da incenerire- il drago alzò gli occhi al cielo mentre diceva quelle parole, tra i due era lui per metà bestia ma quel ragazzino non riusciva veramente a capire le sue parole.
-non mi scambieranno mai- disse Taye che sapeva perfettamente che nessuno sarebbe andato a prenderlo.
-voi umani siete tutti così, appena vedete un drago dovete subito ucciderlo e salvare chi è stato catturato. Date a noi dei mostri ma fino a prova contraria siete stati voi a sterminare tutta la mia specie- nelle parole del drago si avvertita tutto il risentimento che provava nei confronti degli umani.
-si ma non è questo il caso. Sono l’ultimo figlio della famiglia reale e mi hanno buttato nelle tue grinfie per salvare mia sorella non verranno mai a prendermi. E poi quanti draghi ci sono qui?- chiese Taye che era abbastanza curioso. Le leggendo parlavano tutti dei famosi cacciatori che avevano definitivamente distrutto i draghi quindi come poteva essercene ancora uno?
-sei un principe! Ancora meglio, verranno subito a salvarti. E non ti interessa minimamente quanti draghi sono presenti ora trovati un angolino e rimanici per il resto dei tuoi giorni qui-
-posso sapere il tuo nome almeno?- chiese Taye vendendo che dalle spalle del ragazzo iniziavano a formarsi delle fiamme.
-no-
-e se ho bisogno di te? non posso chiamarti drago- protestò il ragazzo incrociando le braccia al petto.
-Yera- rispose il rosso pensando che sentirsi chiamare drago, e forse anche in modo dispregiativo non gli andava per niente bene.
-non chiedi il mio nome?- chiese Taye che era rimasto leggermente interdetto dal fatto che il drago sembrava non intenzionato minimamente a considerarlo.
-non me ne frega niente umano- rispose Yera questa volta ritrasformandosi definitivamente in drago e lasciando il ragazzo solo in quel grande ambiente della caverna.
-non me ne frega niente umano- gli fece il verso Taye una volta che non sentì più i passi pesanti del drago. Il principe si guardò intorno cercando un corridoio, diverso da quello che aveva preso Yera, per potersene andare da quella sala. Non gli piaceva stare in un luogo dove erano di sicuro state sacrificate tantissime ragazze e dove sarebbe stata di sicuro sacrificata anche sua sorella se solo non ci fosse stato lo scambio.
Taye si stava iniziando a preoccupare non trovando altre vie di uscita quando, camminando in tondo per la cavità, individuò un minuscolo spazio. Era troppo piccolo perché un drago potesse passarci ma abbastanza grade da far passare un umano.
Taye non ci pensò due volte e si avvicinò subito a quella fenditura attraversandola e notando che il corridoio che gli si apriva davanti era ben scavato nella roccia. Qualcuno lo aveva creato di proposito e l’altra cosa che glielo faceva pensare era il fatto che lungo le pareti rocciose erano presenti una serie di lanterne col il fuoco che bruciava permettendo quindi di illuminare perfettamente il corridoio.
Il moro dopo un attimo di esitazione fece un respiro profondo e si incamminò per il corridoio sperando di trovare un buon luogo nel quale nascondersi e aspettare la sua morte. Nessuno sarebbe arrivato a salvarlo da quel drago. Probabilmente se il mostro non aveva intenzione di ucciderlo sarebbe morto di fame.
Il corridoio portava solo da una parte: una grande stanza circolare nel quale centro si trovava un grande letto anch’esso circolare completamente ricoperto di cuscini mentre dal baldacchino scendevano diversi veli colorati.
Taye rimase completamente estasiato a quella vista visto che non si sarebbe minimamente aspettato di trovare una cosa del genere nella caverna di un drago. Il principe si chiese di chi potesse essere quella stanza stupenda ma la stanchezza prese il sopravvento sul suo corpo e il moro si buttò di peso sul letto circolare. Si sarebbe preoccupato del proprietario della stanza solo una volta aver riposato.
-e tu che ci fai qui- Taye non era nemmeno riuscito a chiudere gli occhi per due secondi che fu costretto ad aprirli trovandosi difronte Yera.
-mi hai detto tu di trovarmi un posto- rispose Taye chiedendosi dove fosse stato in così poco tempo.
-si ma non intendevo la mia camera- rispose il rosso incrociando le braccia al petto iniziando a muovere la gamba impaziente di cacciare via l’umano.
-perché i draghi hanno bisogno di un letto per dormire?- chiese sorpreso Taye. Non poteva credere a quelle parole.
-non rimango sempre nella mia forma da drago quindi si ho bisogno di un letto per dormire ora esci dalla mia camera e trova un altro posto dove stare e non rompere-
-se mi indichi un posto tranquillo lo faccio anche volentieri- disse Taye arrendendosi -questo è stato l’unico corridoio che ho visto-
Yera lo osservò per un po’ per poi uscire dalla camera facendo segno al ragazzo di seguirlo con la mano. Taye non se lo era aspettato ma comunque seguì il drago uscendo nuovamente nel corridoio che lo aveva portato in quella camera. Taye doveva davvero imparare ad osservare quello che aveva intorno visto che proprio davanti a loro era presente un’altra fessura che portava in un altro corridoio meno illuminato del precedente. Taye si guardò intorno chiedendosi quanti altri corridoi nascosti ci fossero in quelle grotte ma stando comunque attento a seguire i movimenti di Yera.
Non ci misero molto prima di arrivare in un’altra stanza semicircolare. La stanza era completamente ricoperta di scrigni di legno e il pavimento era ricoperto di tappeti colorati e cuscini. Non c’era traccia di un letto ma Taye si sarebbe accontentato lo stesso.
-bene. Rimarrò qui allora- disse Taye girandosi verso il drago che lo aveva accompagnato li, ma il rosso era già andato via.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Taye iniziò a girare in quella che era diventata la sua nuova camera cercando di inquadrare bene l’ambiente. Era una grotta normalissima e nonostante il caldo che iniziava a sentire per i vestito troppo pesanti che indossava la parete al contatto era gelida.
I vestiti non gli davano problemi solo perché erano troppo pesanti per quel luogo, ma anche perché l’aver viaggiato stretto negli artigli del drago aveva fatto si che si strappassero e quindi in quel momento erano solo da buttare.
Il ragazzo allora si avvicinò a una delle tante casse di legno li presenti e ci si inginocchiò difronte. Non sapeva cosa potessero contenere ma sperava vivamente di trovarci dei vestiti per cambiarsi, non voleva rimanere in quello stato si sentiva sporco.
La prima cassa sembrava non volersi aprire e a Taye gli ci vollero ben cinque tentativi prima di riuscire a sollevare il pesante coperchio. Il moro guardò all’interno della cassa e si sorprese nel trovarvici dentro quelle che sembravano stoffe di mille colori sgargianti. Taye prese la prima, di un celeste cielo, e la tirò fuori con abbastanza facilità nonostante sembrava che le stoffe fossero tutte aggrovigliate tra loro.
Appena ebbe tra le mani quella stoffa si accorse di aver sbagliato, non era una semplice stoffa. Quello che aveva tra le mani un vestito da donna riccamente decorato. Il ragazzo aveva immediatamente notato i decori dorati in alcuni angoli della stoffa ma non era arrivato a pensare ad un abito femminile.
Senza perdere tempo il moro iniziò a togliere dalla cassa tutti i pezzi di stoffa notando con orrore che era tutti vestiti da donna. Quante donne avevano ucciso quei dannati draghi per avere tutti quei vestiti? In quel momento il ragazzo si stava pentendo di essere in quella camera. Chissà quante povere ragazze erano rimaste li per giorni aspettando di essere uccise da quei mostri squamosi.
Voleva andarsene, non importava dove. Ma aveva più problemi: uno non conosceva l’uscita e di sicuro si sarebbe perso in quegli interminabili corridoi bui. Due i draghi si sarebbero subito accorti dei suoi movimenti e lo avrebbero mangiato subito. Tre non sapeva dove si trovava, durante il volo con Yera era stato troppo intento a liberarsi e non aveva minimamente visto la direzione che aveva preso il drago. E poi anche se fosse riuscito a scappare chi gli assicurava che quel drago non lo andasse a cerare? Infondo Yera lo voleva usare come merce di scambio per avere una ragazza da sacrificare per avere un cucciolo di drago. Che poi che modo barbaro di creare una discendenza. Perché non facevano come tutto il resto delle creature accoppiandosi tra loro? Taye era davvero curioso della cosa ma mai si sarebbe immaginato di chiederlo al drago che lo aveva portato li. Nonostante all’inizio aveva fatto in modo di sembrare fiducioso di se stesso non era così. Anche nella sua forma umana Yera lo inquietava.
Taye sospirò e andò verso la seconda cassa sperando di trovare altro invece che dei vestiti. Anche per questa cassa dovette fare più di un tentativo per aprirla e rimase allo stesso modo deluso trovando ovviamente altri vestiti da donna. Quei draghi erano davvero dei mosti.
Stava per andare verso la terza cassa quando sentì un tonfo dietro di se e si girò di scatto. Per poco non vomitò quando vide la carcassa di una pecora davanti ai suoi occhi. Per bloccare la sensazione di vomito si mise la mano davanti alla bocca e chiudendo gli occhi.
-questa è la tua cena- disse Yera attirando l’attenzione di Taye.
-stai scherzando?- chiese Taye guardando malissimo il drago che incrociò le braccia essendo nella sua forma umana.
-devi mangiare non posso mica scambiarti se muori di fame- spiegò il rosso alzando gli occhi al cielo come se la cosa fosse ovvia.
-è una pecora, viva!- disse Taye quasi gridando, oh no, non avrebbe toccato quella cosa.
-non è viva, l’ho uccisa stringendola tra le mie zanne per portarla qui- gli rispose a tono Yera.
-io non mangio cose crude, non sono un mostro come te- sputò con veleno il moro e si pentì subito di averlo fatto notando come gli occhi ambra del rosso si fecero improvvisamente ardenti di rabbia.
-vuoi essere servito e riverito? Ma senti un po’ tu! E riordina quel macello- Yera parlò solamente dopo aver fatto un respiro profondo. Lo avrebbe ucciso sicuramente se solo non fosse stato importante per lo scambio.
-non voglio essere servito voglio solo andarmene da qui! E io non riuscirei mai a mangiare cibo crudo- spiegò Taye. Il ragazzo aveva davvero tanta fame nonostante avesse mangiato un bel po’ di cibo al suo palazzo e non avrebbe mai e poi mai mangiato quella carne cruda. Prima il drago riusciva a capirlo meglio era.
Yera osservò l’umano attentamente cercando di notare qualche segno che il ragazzo stesse mentendo, ma sembrava davvero serio. Il rosso alzò gli occhi al cielo mentre essi iniziavano a diventare rossi come il fuoco e così anche le sue braccia. Yera notò subito lo sguardo dell’umano diventare il volto del terrore e ghignò felice della cosa. Poi, a metà tra la trasformazione completa in drago, Yera sputò fuoco sulla pecora quasi carbonizzandola e successivamente ritornò alla sua forma umana. Li c’era davvero troppo poco spazio per potersi trasformare completamente.
-ecco il tuo cibo cotto, mangia e non fare storie- disse Yera per girarsi e uscire dalla camera senza dare il tempo all’umano di rispondergli.
Taye dal canto suo guardò la pecora leggermente schifato. Si, di solito al castello mangiava la carne di pecora ma orami aveva visto la carcassa dell’animale e faceva fatica ad immaginare di potersi mangiare quella carne.
Lottò per ben cinque minuti con la sua fame e lo schifo del dover mangiare quella pecora, ma dopo la fame ebbe il sopravvento e il moro si avvicinò alla sua cena con cautela e sempre con cautela staccò una zampa cercando di togliere la pelle che era rimasta sopra la carne completamente carbonizzata.
Con tutto il coraggio che aveva in corpo Taye chiuse gli occhi e diede un morso alla coscia.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Nonostante inizialmente Taye avesse fatto molta fatica per mangiarsi il cibo che gli portava Yera alla fine ci aveva fatto l’abitudine. Tutta questione di sopravvivenza: non poteva restare senza mangiare.
Aveva continuato a cercare qualcosa da mettersi al posto della sua camicia, visto che i pantaloni di lino stavano abbastanza bene. Alla fine aveva trovato una vestaglia di lino, unico vestito che poteva mettersi visto che gli altri erano troppo femminili per i suoi standard.
E nel mentre erano passati parecchi giorni da quando era stato rapito dal drago e portato in quella caverna. Non aveva contato i giorni che erano passati, soprattutto perché si trovava in un luogo nel quale la luce naturale del sole non entrava, ma ipotizzava che una settimana fosse tranquillamente passata.
Yera non lo aveva quasi mai disturbato se non per portargli il cibo che gli serviva per potersi nutrire e per fortuna li carbonizzava prima di arrivare nella caverna semicircolare ed evitare quindi a taye di vedere il cadavere ancora fresco dell’animale.
-perché cazzo non sono ancora arrivati- Taye saltò in aria sentendo la voce di Yera. Il drago infatti era entrato in quella che ormai il moro poteva considerare la sua camera. In realtà il moro doveva essere abituato alle incursioni di Yera visto che avvenivano di continuo, soprattutto quando doveva portargli il cibo, ma si era comunque spaventato.
-ti avevo avvisato che nessuno sarebbe venuto a prendermi- rispose Taye riprendendosi dallo spavento iniziale.
-lo fanno sempre. Lo hanno fatto per secoli per le loro donne e lo faranno anche per te- disse Yera scaricando tutto il suo nervosismo addosso al moro che sospirò.
-appunto, le donne. Ti sembro una ragazza?- chiese Taye ignorando la rabbia del drago.
-sei comunque un principe. Devono venirti a salvare-
-si, l’ultimo figlio di otto figli. Non verranno mai mettiti l’anima in pace, sempre se l’hai un anima- disse acido Taye. Si, conviveva da sempre con il fatto di essere l’ultimo e inutile figlio della famiglia reale ma non gli andava proprio a genio il fatto che quel drago volesse ricordarglielo ogni singolo momento.
-quindi sei inutile! E io ho sprecato solo tempo- ringhiò il drago iniziando a camminare avanti e indietro nella cavità semicircolare.
-me lo dicono da una vita che sono inutile non ho bisogno che uno stupido drago me lo ricordi- scattò Taye. Non ne poteva più di quella situazione.
-stupido drago? Vuoi morire umano?- chiese Yera facendo diventare la sua voce più profonda e iniziare a far uscire le fiamme dal suo copro pronto a trasformarsi.
-morire adesso ho più avanti non fa differenza- disse Taye abbassando lo sguardo, i suoi occhi verdi come gli smeraldi avrebbero tradito la sua paura di morire.
Yera sospirò cercando di calmarsi e chiuse gli occhi. Non serviva a niente litigare con l’umano visto che non decideva lui le mosse dei suoi salvatori.
-ho bisogno di una mia discendenza il prima possibile- disse tornando completamente in forma umana mentre Taye alzava lo sguardo sul ragazzo e se ne pentì. Perché quello stramaledetto drago girava senza maglietta? Era davvero difficile restare indifferenti difronte a quegli addominali da urlo.
-non arriveranno, è inutile che continui a sperarci Yera- disse Taye e vide la sorpresa negli occhi ambra del drago.
-mi hai chiamato Yera?- chiese il drago sorpreso. Non se lo era minimamente aspettato, non dopo che aveva sentito il moro chiamarlo mostro e drago.
-è il tuo nome, come dovrei chiamarti?-  chiese Taye curioso.
-prima mi hai chiamato mostro- fece notare il drago incrociando le braccia al petto.
-ero arrabbiato, e lo sono ancora. Ma quello che ti voglio far capire è che hai fatto un brutto affare a prendere me e non mia sorella. Nessuno si è mai curato di me se non per rimproverarmi e quindi nessuno verrà mai a prendermi. Se proprio vuoi qualcuno per avere una discendenza esci da qui e vai a catturare una donna!- disse sospirando Taye.
-come se avessi avuto scelta. Ero stordito da quella maledetta melodia che stavate cantando. E poi non posso andare molto lontano da qui. Le uniche zone che riesco a raggiungere sono le campagne limitrofe e li non ci sono persone ma solo animali che uso come cibo-
-e allora come hai fatto a prendermi e portarmi qui?- chiese curioso Taye che non si immaginava una cosa del genere.
-la canzone. Solo con quella si riesce ad uscire visto che ci attira verso la nostra preda e teoricamente tutte queste cose non dovrei dirtele- rispose il drago incrociando le braccia al petto e sbuffando.
-quindi non puoi andartene da qui? E gli altri draghi?- era curioso di conoscere meglio il mondo nel quale era stato violentemente catapultato.
-nessuno di noi può muoversi da qui. E non chiedere il motivo perché non lo conosco- il drago sospirò prima di incamminarsi verso l’entrata della cavità.
-dove vai?- chiese Taye non capendo perché il drago se ne stesse andando.
-non sono affari da umani quindi non te lo dirò mai. Aspetterò qualche altra settimana, non di più. Poi ti renderò il mio prossimo pasto-
Taye guardò il rosso uscire e mentalmente lo ringraziò per avergli tolto quegli addominali da urlo ma allo stesso tempo sospirò sconsolato chiedendosi quando sarebbe arrivata la sua fine. Perché era sicuro ci sarebbe stata, fra uno, due o tre mesi, ma comunque lui sarebbe morto mangiato o carbonizzato (o entrambe) da Yera.
Il moro si sdraiò a terra, sistemando bene alcuni cuscini dietro la sua testa, e chiuse gli occhi provando a riposarsi un po’. Il non fare niente tutto il giorno lo stava rendendo poco alla colta sempre più pigro e stanco. Anche prima di essere rapito da Yera non faceva niente tutto il giorno, ma almeno poteva farsi le sue solite passeggiate per il palazzo visto che per arrivare alla biblioteca dalla sua camera doveva attraversare tutto il palazzo. Li non poteva muoversi se non all’interno della sua camera e la cosa lo stava facendo anche innervosire parecchio.
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Taye sapeva che quello che stava facendo non era per niente giusto, soprattutto visto che poteva ritrovarsi carbonizzato in un attimo se solo avesse incontrato un drago.
Il suo problema era che non riusciva più a stare rinchiuso in quel buco ancora per molto. Era uscito quasi d’impulso e adesso stava camminando intorno alla cavità dove si trovava l’altare sacrificale. Si era precedentemente fermato davanti all’ingresso di quella che era la camera di Yera per controllare se ci fosse il drago, drago che non era presente e quindi il moro ne aveva approfittato per uscire dal suo nascondiglio e osservare per bene il luogo nel quale si trovava. Voleva scoprire come uscire da li e soprattutto dove si trovavano gli altri draghi. Era assurdo che il quel corridoio ci fosse solamente Yera. Okay, il rosso poteva essere una figura importante, ma la curiosità lo stava uccidendo. E poi era anche curioso di sapere se gli altri draghi potevano cambiare il loro aspetto in umano come faceva Yera oppure no. Era davvero troppo strano che Yera non avesse nessun altro attorno.
Non sapeva se Yera era ancora nella caverna, o se fosse uscito a procurarsi del cibo. In ogni caso doveva sbrigarsi per non farsi beccare da Yera. Anche se il drago fosse stato veramente fuori sarebbe tornato in pochissimo tempo essendo un drago mostruosamente enorme.
Nella grande sala dell’altare non c’era niente di interessante oltre all’altare di pietra e più indietro un bacino lustrale che era completamente riempito d’acqua, acqua limpida per giunta cosa che fece chiedere a Taye come potesse restare così trasparente. Si trovavano in una grotta e secondo Taye era improbabile far restare quell’acqua così limpida, sempre se non veniva cambiata continuamente, cosa che non sembrava minimamente avvenire.
Taye sospirò lasciando perdere la questione del bacino lustrale, li dentro c’erano davvero tantissime cose che non riusciva a capire e a meno che Yera stesso non gliele spiegasse non avrebbe mai trovato una risposta a tutti i suoi dubbi.
Il moro guardò intensamente le pareti intorno a quella sala sperando che con solo il suo sguardo si aprissero rivelando possibili passaggi segreti. Ma quella era una caverna ed era davvero impensabile una cosa del genere. Quindi si arrese e si incamminò verso il corridoio dal quale si ricordava essere entrato in quella caverna. Era spaventato da quello che poteva esservi oltre quel corridoio, nessuno gli assicurava che non appena varcato quel gigantesco arco non ci fossero delle guardie che controllavano quello che succedeva all’interno.
Taye si diede degli schiaffetti sulla faccia per riprendersi e soprattutto per darsi coraggio per andare oltre quella soglia prima che quel maledetto Yera tornasse e lo trovasse fuori dalla sua camera.
Il principe allora si incamminò con passo spedito oltre quella soglia e si accorse di aver trattenuto il respiro solo una volta superata e aver notato di essere completamente da solo in quello spazio.
Taye si disse di non cantare vittoria troppo presto, okay li non c’erano guardie (o qualcosa del genere) ma non significava che non ce ne fossero nel resto della caverna. Doveva fare attenzione e allo stesso tempo sbrigarsi cercando anche di ricordarsi la strada per ritornare nella sua stanza. Di certo non voleva far capire a Yera di essere uscito ed essersi fatto un giro per la caverna.
Il corridoio davanti al ragazzo sembrava continuare all’infinito e Taye decise di attraversarlo a passo svelto, non sapeva se il corridoio fosse davvero lungo come immaginava e l’unica possibilità per scoprirlo era arrivare alla sua fine.
Taye osservava quel corridoio con curiosità. Quella caverna non era stata abitata da umani, almeno non in preistoria. Non c’erano disegni sulle pareti e nemmeno graffiti, quelle pareti presentavano solamente le irregolarità rocciose di una cavità naturale e la cosa faceva pensare tantissimo al principe. E gli faceva anche capire che quella caverna non aveva mai visto la presenza umana se non per pochissimo tempo, quello che ci voleva ai draghi per mangiare le persone o per carbonizzare le povere ragazze per avere dei figli.
Immagini macabre iniziarono a fare capolino nella sua testa e il moro cercò in tutti i modi di cacciarle. Non aveva il tempo per spaventarsi e soprattutto non voleva avere incubi una volta ritornato nella sua camera per riposare. Già il pavimento duro e irregolare non lo aiutava a dormire decentemente. Non gli serviva un altro impedimento.
La cosa più odiosa di quella caverna, e che il ragazzo stava iniziando a maledire, era che i corridoi si estendevano in un’unica direzione e non erano minimamente intersecati tra loro. Da una parte era buono, visto che c’erano meno possibilità di potersi perdere, ma dall’altra era davvero un incubo. Non aveva possibilità di scappare se non quella di passare proprio davanti ai draghi.
Il corridoio alla fine era molto più corto di quello che sembrava e Taye fu costretto a mettersi un braccio davanti agli occhi chiari per proteggerli dalla luce accecante del sole. Era appena uscito dalla caverna. Caverna che era completamente vuota, non c’era niente oltre alla sala principale e le due camere nascoste dietro di essa. E gli altri draghi? Dove si trovavano? Era impossibile che solamente Yera viveva all’interno di quella caverna.
Guardando in basso a Taye per poco non vennero le vertigini. Si trovavano ad un’altezza assurda e non solo! Quell’altissima montagna era una fottuta isola, una fottuta isola in mezzo al mare.
Come se ne sarebbe andato da li? Non poteva. Era imprigionato su quell’isola per il resto dei suoi giorni che a quel punto sembravano davvero pochi. Anche se qualcuno si fosse preso la briga di andare a cercarlo non sarebbero mai arrivati in tempo, non su quell’isola. Era completamente spacciato.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Dopo essersi ripreso dalla sorpresa iniziale, e soprattutto dalle vertigini, Taye individuò una sottospecie di scalinata che era stata erosa dal vento e la percorse notando che essa, nonostante fosse fatta naturalmente, quasi copriva l’intera montagna. Dopo una ventina di scalini Taye si accorse che la scalinata prendeva due direzioni differenti. Decise si andare prima in quella che saliva nuovamente nonostante fosse anche la più pericolosa visto che da nessuna delle due parti c’era un muro al quale appoggiarsi. Queste scale, diversamente dalle altre, erano state create artificialmente e si vedeva da come erano quasi completamente carbonizzate segno che erano state modellate utilizzando il fuoco.
Mentre continuava la sua scalata Taye si impose di guardare dritto difronte a se, dove aveva una bellissima visione del cielo azzurro che si andava ad unire con il mare, e non in basso altrimenti si sarebbe completamente paralizzato non riuscendo ne a salire e ne a scendere.
Il ragazzo quasi si sorprese quando non sentì un gradino sotto al piede sinistro e guardando in basso notò di essere arrivato in cima alla scalinata. Si trovava su uno sperone roccioso abbastanza grande da poter contenere sei persone ed era leggermente in pendenza. Il ragazzo non camminò oltre, aveva sperato ci fosse altro andando in quella direzione ma quello che aveva trovato era solo un modo più veloce per morire.
Facendo molta attenzione riscese le scale e arrivato al bivio, felice di non essere più in una zona molto pericolosa, prese la strada che scendeva. E continuò a scendere per tantissimo tempo fino a quando non si accorse di essere arrivato alla base dello sperone roccioso e soprattutto che quella era una spiaggia. Visto che ormai era li decise di farsi il giro della spiaggia. Era abbastanza grande ma oltre a sabbia e rocce non c’era altro. L’unico modo per andarsene da li quindi era o volando o nuotando. Ma Taye non era sicuro che sarebbe riuscito a nuotare in quelle acque che nonostante il cielo limpido e l’assenza di vento era parecchio mosso. Non aveva nessuna via di fuga.
Ma il non aver trovato niente aveva messo anche un altro dubbio nella mente del principe: dov’erano tutti gli altri draghi dei quali aveva parlato Yera? Li non c’era traccia di draghi, possibile che il rosso gli avesse mentito per non farlo muovere dalla sua camera? Ma che gusto c’era a mentire? Taye non poteva andarsene da li e in quel momento era più chiaro di prima. Yera non aveva bisogno di mentirgli per farlo rimanere li ad aspettare la sua morte.
Taye si sedette a gambe incrociate sulla sabbia sospirando. Per un unico momento aveva pensato alla possibilità di potersene andare senza problemi visto che non sembrava esserci nessuno oltre a Yera, ma i suoi sogni di gloria si erano infranti subito. In quel momento non aveva minimamente voglia di rientrare nella sua stanza, anche perché doveva rifarsi tutta la scalinata e non ne aveva le forze.
E se Yera lo avesse visto li? Non gliene importava, il drago poteva ucciderlo anche subito, era meglio non prolungare ancora quella tortura.
Era tanto impresso nei suoi pensieri che si accorse della presenza di Yera solo quando si trovò il muso squamoso e rosso del drago a pochissimi millimetri dal suo viso.
Taye osservò attentamente il drago con i suoi occhi verdi, occhi che erano diventati improvvisamente lucidi. Lucidi non perché il ragazzo avesse paura della morte che a quel punto sembrava imminente, ma per i pensieri che lo stavano assalendo. La sua vita non era stata delle migliori e nemmeno significativa quindi per quale motivo era nato? Nessuno.
Yera fece uscire del fumo dalle narici per spaventare il moro, ma il ragazzo non diede segno di spavento e nemmeno si mosse dalla sua posizione.
-mi hai disobbedito- disse Yera ritornando alla sua forma umana rimanendo comunque vicinissimo al moro.
-volevo sapere dov’erano gli altri draghi e vedere se c’era una via di fuga ma siamo in una fottuta isola- rispose sinceramente Taye con lo sguardo verso l’orizzonte.
-da qui non te ne puoi andare a meno che non facciano uno scambio con una ragazza- disse Yera incrociando le braccia al petto.
-uccidimi e basta- sussurrò poi Taye con le lacrime agli occhi e nascondendo la faccia tra le gambe che aveva portato verso il petto.
Yera rimase sconvolto dalla cosa. Non si era minimamente aspettato una reazione del genere. Suo padre aveva sempre detto che gli umani erano esseri mostruosi e spietati che avrebbero fatto di tutto per uccidere un drago. Anche le stesse donne si facevano catturare per fare in modo che i loro valorosi guerrieri potessero andare a salvarle e trovare la gloria uccidendo il drago. Ma il ragazzo che aveva difronte sembrava tutt’altro che spietato. Era indifeso e debole. A Yera non sarebbero bastati che due secondi per porre fine alla sua vita.
-mi serve una donna per continuare la mia discendenza. Non posso ucciderti, non ora almeno- sussurrò Yera.
-non verrà nessuno fattene una ragione- sussurrò Taye tra i singhiozzi e chiedendosi che fine avesse fatto il drago spietato di poco prima, perché quello sembrava tutto tranne che un drago spietato.
-verranno- si impose Yera per poi trasformarsi nuovamente in drago e prendere, quasi con delicatezza, Taye tra i suoi artigli e sollevarsi in volo entrando successivamente nella caverna. Si ritrasformò in umano solo una volta aver posato Taye all’interno della sala dell’altare.
-riposati mentre io vado a prendere del cibo- il rosso non diede il tempo all’altro di rispondere che scomparve nuovamente tra i cunicoli bui di quella caverna.
Taye sospirò e fece come gli era stato detto ringraziando il drago per avergli risparmiato tutto quella scalinata.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Yera quasi titubante entrò in quella che era diventata la camera dell’umano. Non sapeva ancora se fidarsi completamente di lui e non averlo trovato nella sala centrale lo aveva leggermente preoccupato. Okay, era stato lui a dirgli di tornare nella sua camera ma il ragazzo poteva essere sceso nuovamente sulla spiaggia.
Il drago fu felice quando vide il moro seduto nella sua camera anche se si era nuovamente rannicchiato su se stesso.
-ti ho portato da mangiare- disse Yera attirando lo sguardo lucido di Taye su di se che dopo aver osservato il pezzo di carne che si trovava in mano al drago gli si avvicinò gattonando.
Yera si sedette poi difronte al principe e gli porse il cibo che il ragazzo iniziò a mangiare, non si era minimamente accorto del fatto che avesse così tanta fame.
-come stai?- chiese Yera, non sapeva il perché ma si sentiva in colpa per quello che era successo. Anche volendo lui non poteva portare via di li quel ragazzo. Taye lanciò un’occhiataccia al drago e continuò a mangiare in silenzio.
-dove sono gli altri draghi? Non li ho visti- disse Taye una volta finito di mangiare tutta la carne che il rosso gli aveva portato.
-perché lo vuoi sapere?- chiese Yera che non voleva rivelare troppe cose al moro. Una volta fatto lo scambio avrebbe potuto rivelare troppe cose importanti.
-per capire come muovermi. Non voglio continuare a stare rinchiuso in questa camera, non per il resto della mia vita. Che ti costa rivelarmi un’informazione così misera?- disse invece Taye andando verso la parete nella quale aveva messo un cuscino per poi sedersi li.
-sono l’ultimo drago rimasto- rivelò Yera che con lentezza si andò a posizionare al fianco del moro.
-e come mai? Cosa ha ucciso gli altri?-
-voi umani- Yera guardò male il moro sospirando, ormai il danno era fatto -voi e le vostre stupide idee di supremazia e di sterminio. Mio padre non aveva fatto niente di male e quegli umani lo hanno ucciso senza pensarci due volte-
-in un modo sei pure nato tu no?- chiese Taye che comunque era dispiaciuto per il drago ma sapeva come nascevano i loro cuccioli.
-e allora? È solo una vita umana, non vi abbiamo sterminati- si difese Yera -e poi in un modo dobbiamo pure continuare la nostra discendenza-
-per te può essere solo una vita ma per quegli umani che hanno perso una persona cara no. Non avete altri modi per concepire cuccioli? Sai che noi umani non briciamo le donne per far nascere i bambini?-
-ciò non impone a voi umani di sterminarci tutti. Non mi hanno ucciso solo perché mi sono nascosto. Avevo sette anni, ho vissuto la mia intera vita da solo-
Yera sgranò gli occhi a quella frase, non si era immaginato una cosa del genere. Vivere da soli per lui era una cosa impensabile e bruttissima. Nessun bambino doveva essere separato dai suoi genitori.
-non so come voi umani concepite i bambini, ma di sicuro con noi non funzionerebbe- rispose poi Yera sospirando. Era assurdo come si stava aprendo con quell’umano. Era assurda come cosa visto che odiava da morire gli umani.
-non ci hai nemmeno provato- sospirò Taye -potreste risolvere moltissime cose facendo in questo modo sai?-
-parli al plurale ma sono rimasto solo io qui. La discendenza dei draghi dipende solo da me e questa cosa mi mette una pressione che non puoi immaginare. E l’averti qui mi fa solo capire quanto io sia inutile. Sei un uomo e non una donna quindi non posso avere una discendenza fino a quando qualcuno non canterà nuovamente quella stramaledetta canzone, cosa che di sicuro non faranno per tantissimo tempo dopo quello che è successo- Yera stava sbraitando arrabbiato con se stesso e non con Taye, ma il moro si sentiva comunque colpevole. E la sua unica colpa era stata quella di essere stato preso dal padre. Se solo suo padre avesse preso un’altra delle sue sorelle Yera avrebbe avuto la sua discendenza e lui avrebbe continuato a vivere a palazzo ignaro di tutta quella sofferenza che stava provando.
Se suo padre non avesse usato lui come scambio non avrebbe mai capito che non lo consideravano parte della famiglia. Avrebbe vissuto la sua vita nell’ignoranza più assoluta ma sarebbe stata migliore di quella.
-per quanto vale, mi dispiace- sussurrò poi il moro -sono sempre stato inutile e nemmeno in questo caso posso fare qualcosa per aiutarti-
-un umano non potrà mai aiutarmi- disse Yera con un sorriso amaro sulle labbra.
-uccidimi e basta, davvero. Non ci guadagni niente a tenermi qui- sussurrò Taye.
-potresti anche essere inutile per quanto riguarda ottenere una discendenza, ma almeno parlo con qualcuno ogni tanto- rivelò Yera. Era felice, stranamente dopo molto tempo, di aver qualcuno con cui parlare.
-ti va bene parlare con me? Ma se sono uno stupido umano!- disse Taye che non credeva alle sue orecchie, era troppo assurdo per essere vero.
-credimi stare da solo per un’intera vita non è la cosa più bella del mondo-
-quindi quando ti stancherai di me mi ucciderai, semplice come ragionamento- disse Taye che non voleva più continuare a vivere. Che senso aveva? Doveva essere solo un passatempo per Yera e la cosa non gli andava per niente a genio.
-ci tieni a morire- rise Yera. In quel momento si era appena aperto al ragazzo e lui continuava a dire di voler morire, la cosa non poteva essere più comica.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


-quindi a cosa serve quel bacino lustrale?- chiese Taye avvicinandosi alla piscina naturale e osservandola attentamente. L’acqua era ancora limpidissima.
-non lo so. Ti ricorso che sono rimasto solo quando avevo sette anni e mio padre non mi ha spiegato quasi niente- rispose Yera incrociando le braccia al petto osservando curioso l’umano.
Dopo aver parlato il giorno prima Yera aveva deciso di dare libertà assoluta al moro, anche per convincerlo a fidarsi di lui, e quindi il ragazzo andava in giro per quella piccola caverna osservando ogni minimo particolare. E in quel momento Taye si era fissato col chiedergli qualunque cosa.
-praticamente conosci solo la funzione dell’altare? E come mai tuo padre ha detto una cosa del genere ad un bambino?- chiese Taye incrociando le braccia al petto e sedendosi sull’altare di pietra, infondo non poteva essere sacrificato.
-non me lo ha detto infatti. Ogni drago mantiene il ricordo della propria nascita- spiegò Yera con un’alzata di spalle.
-quindi tu conosci il volto della donna che è stata sacrificata per farti nascere?- chiese curioso Taye. Tutta quella storia era davvero assurda. Ogni volta scopriva sempre cose nuove e, dopo aver messo da parte la paura, non gli dispiaceva scoprirle.
-non ricordo il volto preciso, so solo che aveva i capelli rossi-
-come i tuoi- sussurrò Taye mentre Yera annuiva. -cos’altro vuoi sapere?-
-sempre scocciato della cosa?- disse quasi ridendo Taye.
-pensavo non fossi così faticoso! Sembri un’altra persona- gli spiegò il drago passandosi una mano sulla faccia stanco, ed erano solo a metà giornata.
-ero spaventato prima, non che non lo sia in questo momento sia chiaro- Taye sorrise -ieri quando mi sono fatto un giro dell’isola ho visto che c’è una specie di piattaforma distaccata dal resto della montagna, a cosa serve?- chiese Taye sistemandosi meglio sopra l’altare.
-è una piattaforma di lancio, serve ai cuccioli di drago per imparare a volare-
-aspetta quindi voi lanciate i vostri figli da quel dirupo?- chiese Taye improvvisamente spaventato dalla cosa. Per uno che soffre di vertigini il solo immaginare di essere lanciato da un’altezza del genere era una condanna.
-certo. Altrimenti non imparano mai. L’ho fatto anch’io quando avevo tre anni- disse con tranquillità Yera. Taye lo guardava come se fosse un mostro. -che c’è?- chiese infatti il drago notando il suo sguardo.
-soffro di vertigini e quello che mi hai appena detto mi ha spaventato- rispose Taye andando indietro con le braccia e sorreggersi con quelle.
-come mai non sembrava mentre ti portavo qui?-
-stavo cercando di liberarmi da te, non ci ho fatto caso- gli rispose a tono Taye guardandolo male.
-sicuro di soffrire di vertigini? Quando ti ho portato su ieri non hai fatto storia-
-non ci stavo ragionando in quel momento va bene?- Taye sbuffò, non voleva continuare a discutere con il drago.
-tu non ragioni molto vero?- chiese Yera sorridendo e avvicinandosi al ragazzo mentre quest’ultimo lo guardava male.
-quando sono nervoso, spaventato e incazzato non ragiono. Sei odioso quando fai così lo sai?- chiese per ripicca il moro al quale stava venendo una strana idea in testa.
-voglio solo capire come sei fatto. Sei diverso dagli altri umani- spiegò Yera.
-non tutti gli umani sono uguali Yera. Ognuno di noi è diverso e non puoi pensare che tutti gli umani siano cattivi solo perché alcuni hanno sterminato la tua famiglia- Taye si fece leggermente serio abbassando lo sguardo.
-tu sei diverso e lo so perché abbiamo parlato, ma non ho la stessa sicurezza con degli umani che incontro-
-be’ se sei in forma umana hai più possibilità di trovare persone che non si spaventino-
-ma che senso ha? Sono un drago e non posso trasformarmi in umano solo per non spaventarvi- Yera guardò malissimo Taye e il moro abbassò lo sguardo.
-vieni qui- disse poi alzando il suo sguardo in quello ambra dell’altro.
-che cosa vuoi fare?- chiese Yera che non si fidava per niente del ragazzo.
-non ti preoccupare, il più pericoloso tra i due sei tu e se non te ne fossi accorto mi trovo sopra un altare. Mi puoi incendiare in qualunque momento- cercò di convincerlo Taye. Yera lo osservò attentamente appurando che il ragazzo non avesse nulla di pericoloso in mano e gli si avvicinò restando comunque a debita distanza. Non capiva cosa volesse fare e ne era comunque preoccupato. Si fidava di Taye ma non fino a quel punto.
Taye gli sorrise e lo tirò per un braccio facendo in modo da far incastrare perfettamente il ragazzo tra le sue gambe che aveva precedentemente aperto. I due quindi si trovarono vicinissimi.
-cosa vuoi fare?- chiese Yera non capendo minimamente le intenzioni dell’umano ma Taye non gli rispose, almeno non con le parole. La risposta di Taye arrivò attraverso un bacio, infatti il moro aveva premuto le sue labbra su quelle del rosso constatando immediatamente quanto fossero calde.
Yera rimase completamente immobile a quel contatto. Non si era aspettato una cosa del genere soprattutto perché non sapeva minimamente cosa significasse quel gesto. Dopo essersi ripreso dalla sorpresa il drago spinse all’indietro il ragazzo guardandolo poi con gli occhi ambra sgranati.
-cosa cazzo fai- disse poi quasi sibilando il drago mentre Taye si alzava sui gomiti sbuffando.
-ti stavo baciando- rispose tranquillamente Taye appurando che no, il drago non sapeva cosa significava quel gesto.
-e a cosa serve? Non credo sia utile come cosa- rispose Yera distogliendo lo sguardo da quello verde dell’altro.
-è un gesto di affetto Yera, non voglio farti del male- spiegò Taye sospirando. -scusa dovevo immaginare che non ti sarebbe piaciuto-
-e se lo sapevi perché lo hai fatto?- chiese ancora il drago che sotto sotto era stato felice di quel gesto, solo non voleva farlo vedere all’altro.
-scusa, non ho pensato- e così discendo Taye scese dall’altare sul quale era ancora seduto per poi incamminarsi verso la sua camera. -ci vediamo domani-

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Nei giorni seguenti Taye aveva fatto di tutto per non parlare con Yera. Si era pentito di quel bacio e si era dato dello stupido per tutto il tempo. Quando Yera doveva entrare nella sua camera per dargli da mangiare il moro faceva finta di dormire. Odiava da morire quella situazione ma non aveva il coraggio di parlare nuovamente con il drago.
-per quanto tempo non mi parlerai?- Taye sgranò gli occhi a quella frase. Per sua fortuna era sdraiato e girato di spalle rispetto alla porta quindi poteva far finta di dormire. Anche se la sua camera non aveva finestre era abbastanza sicuro del fatto che non fosse l’orario del pasto.
-guarda che lo so che sei sveglio. Noi draghi abbiamo un udito fine e riesco a sentire il tuo respiro agitato fin da qui- Yera alzò gli occhi al cielo mentre diceva quelle parole e si avvicinò al ragazzo sedendosi al suo fianco.
-mi sto isolando perché ho fatto una cosa sbagliata quindi lasciami stare- disse Taye continuando a dare le spalle al drago, non voleva guardarlo in volto.
-senti mi sono arrabbiato perché non so cosa significa quel gesto. Mi hai spaventato. Devo ammetterti che è una tortura non parlare con nessuno quindi possiamo cancellare l’accaduto?- chiese Yera. Sapeva che quello non era il tipico comportamento che ci si aspetterebbe da un drago, ma aveva davvero bisogno di continuare a parlare con qualcuno.
-un drago che parla in questo modo?- chiese quasi ridendo Taye girandosi finalmente verso il rosso.
-dovevo pur far qualcosa per farti girare verso di me- disse Yera sorridendogli.
-è strano anche vederti sorridere, non sapevo potessi essere così- rispose Taye sedendosi sui tappeti in modo da essere più o meno alla stessa altezza di Yera.
-hai detto che quello che hai fatto era un gesto di affetto- disse Yera ignorando completamente l’affermazione di Taye -quindi perché lo hai fatto? Ti ho praticamente rapito-
-sei la prima persona con la quale mi sento a mio agio da quando sono nato- spiegò Taye stringendosi le braccia intorno al petto.
Yera osservò qual ragazzo e annuì pensando che anche lui non aveva mai avuto dell’affetto. Nemmeno il padre gli aveva mai dato un po’ di considerazione se non cercare di farlo diventare spietato contro gli umani.
E proprio con qui pensieri il rosso si sporse in avanti facendo congiungere le sue labbra con quelle del moro facendo restare quest’ultimo piacevolmente sorpreso. Taye non si tirò indietro a quel contatto, anzi mise le braccia intorno al collo del drago e sorrise sulle labbra dell’altro mentre sentiva il calore diffondersi gradualmente in tutto il suo corpo.
Il moro dopo quel breve contatto sentiva di volere di più di quel semplice bacio a stampo e quindi cercò di approfondire il bacio.
-ehi che stai facendo- chiese Yera staccandosi leggermente dalle labbra dell’altro anche se ne era ancora attratto.
-fidati di me- sussurrò Taye sulle sue labbra prima di baciarlo e questa volta con tanto di lingua. Yera rimase immobile per un bel po’ prima di cercare di imitare il ragazzo. Taye felice della cosa decise di avvicinarsi ancora di più al drago sedendosi sopra a Yera. Il drago non fece storie, infondo aveva deciso di fidarsi di Taye e lo avrebbe fatto.
-com’era?- chiese Taye staccandosi leggermente dalle labbra di Yera ma restando comunque seduto sulle sue gambe.
-stano, ma bello. Che cazzo mi hai fatto?- Yera voleva realmente fidarsi del moro ma gli sembrava tutto così strano e insolito.
-niente, e sono felice che sia stato bello- sussurrò Taye baciando nuovamente il drago. Gli sembrava davvero strano baciare un drago, il solo pensarlo rendeva la cosa assurda.
-non è un modo subdolo per fare in modo di farmi stare sotto il tuo controllo?- chiese ancora Yera. La voce del padre che gli diceva di non fidarsi di quel ragazzo continuava ad essere persistente nella sua testa.
-ma certo che no! Noi umani lo facciamo spesso con la persona che ci piace- spiegò Taye diventando leggermente rosso.
-cosa non mi stai dicendo?- chiese Yera che iniziava ad incuriosirsi visto il rossore del ragazzo.
-di solito si bacia la persona che ci piace, e prima che me lo chiedi si quello si chiama bacio-
-quindi ti piaccio? O lo hai fatto solo per farmi addolcire? Potresti anche starti inventando tutto solo perché vuoi andartene di qui- continuò Yera e si accorse di aver fatto male vedendo la faccia di Taye adombrarsi.
-non posso andarmene da qui quindi perché dovrei fare una cosa del genere?- chiese Taye mordendosi il labbro per non urlare dalla frustrazione.
-scusa- disse Yera accarezzando la guancia del ragazzo -mio padre mi ha messo in testa che voi umani avete sempre un piano in mente. È difficile abbandonare questa mentalità-
-devi fidarti di me. Non ci guadagno niente a farti del male- Taye posò la sua mano su quella del drago stringendola.
-non so se riuscirò a farlo in poco tempo-
Taye annuì e baciò il drago sulle labbra ritornando a mettere le braccia intorno al suo collo e sistemandosi meglio sopra le sue gambe.
-cosa vuoi fare?- chiese Yera non disdegnando comunque quel bacio. Ne stava diventando dipendente visto che le labbra del moro erano morbidissime.
-fidati del tuo istinto, fai quello che ti dice ovviamente senza bruciarmi- rispose Taye togliendosi la vestaglia che indossava e rimanendo con solo i pantaloni addosso. Il suo fisico era si asciutto ma non c’erano addominali e quindi era niente rispetto al fisico del drago.
-non sto capendo ancora- disse Yera che comunque era stato incantato da quello che aveva fatto l’umano.
-fidati del tuo istinto. Credimi, ti piacerà- sussurrò Taye sulle labbra del drago per poi spingerlo con la mano all’indietro mentre Yera lo guardava confuso.
Una volta essersi spalmato completamente sopra al drago Taye ricominciò a baciarlo e Yera dopo un po’ mise le mani caldissime intorno ai fianchi del moro. Moro che gemette sentendo il calore irradiarsi in tutto il suo corpo. Non si era tolto la vesta non solo perché aveva una voglia matta di fare sesso con quel drago fighissimo ma anche per il calore che lo stesso drago emanava solo toccandolo.
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Taye si sistemò meglio sopra a Yera mentre continuava a tenere gli occhi chiusi. Il calore di quel drago era una benedizione. Si stava bene accoccolati a lui e Taye amava il caldo.
-mi stai distruggendo lo stomaco- disse Yera mentre disegnava sulla schiena dell’umano dei cerchi con le dita. Il drago ancora non riusciva a credere a quello che era successo la sera prima. Non sapeva di preciso cosa Taye gli avesse fatto fare ma era stato bellissimo e ne voleva ancora. Sentire il corpo quasi gelido del ragazzo che andava a concatenarsi con il suo era stata una sensazione strana che poi era sfociata nel puro piacere.
-sei un fottuto drago e io sono una piuma sopra di te- borbottò il moro non muovendosi di un millimetro dalla sua comoda e calda posizione.
-teoricamente sono in forma umana quindi non sei una piuma- borbottò Yera senza però spostare il moro da dove si trovava. -puoi spiegarmi cosa abbiamo fatto?- chiese poi il drago.
-sesso- sussurrò Taye per poi alzare lo sguardo per incrociare i suoi occhi verdi in quelli ambra dell’altro -gli umani lo fanno per il piacere che da e poi se lo fanno un uomo e una donna possono anche procreare- spiegò il moro creando dei disegni con le dita sul petto dell’altro.
-quindi facendo questo nascono i vostri cuccioli?-
-si, e si chiamano bambini non cuccioli- lo corresse Taye alzando gli angoli delle labbra in un leggero sorriso.
-e non funziona tra uomini?- chiese Yera confuso. Loro erano due uomini e lo avevano fatto lo stesso. Non che non gli fosse piaciuto ma voleva capire.
-di solito no. Ci sono alcuni uomini che hanno una costituzione particolare da permettergli di avere figli, ma sono rarissimi- rispose Taye sospirando.
-e tu lo sei?- chiese Yera vedendo o sguardo perso del ragazzo.
-non lo so. Nella mia famiglia c’è stato uno di questi ragazzi ma non so se ho preso da lui. Lo si scopre compiuti i vent’anni bevendo una strana sostanza- spiegò il moro facendo una smorfia schifata. Tutti i suoi fratelli compiuti i vent’anni avevano bevuto quella poltiglia e l’odore era davvero orribile.
-e tu quanti anni hai?- chiese il drago aggrottando le sopracciglia. Stava cercando di capire quando più possibile da Taye riguardo agli umani.
-venti- sussurrò il ragazzo.
-ma hai detto che lo si scopre a vent’anni, come fai a non saperlo?-
-perché li ho fatti dopo che mi hai rapito e quindi non ho avuto modo di scoprirlo, ma non dovrei esserlo- Taye fece un sorriso amaro pensando al fatto che non era riuscito a festeggiare il suo compleanno troppo preso dalla paura di poter morire da un momento all’altro. Non che li potesse farlo visto che c’erano solo loro due. -tu invece? Quanti anni hai?-
-ho perso il conto e sinceramente non mi interessa- rispose il drago osservando il moro attentamente -sei sicuro di non essere…-
-Yera, il parente è lontanissimo e sono due generazioni ormai che nessun ragazzo può avere figli nella mia famiglia. Non ti preoccupare- lo bloccò il moro alzando gli occhi al cielo. Tutti i principi erano stati trattati come degli oggetti delicatissimi solo per la paura che potessero rimanere incinta. Nemmeno le sue sorelle erano state trattate con tanta delicatezza.
Yera era stato il suo primo bacio e anche la sua prima volta. Se solo qualcuno qualche mese prima gli avesse detto che sarebbe andato a letto con un drago non ci avrebbe messo nemmeno due secondi per scoppiargli a ridere in faccia. Ora invece era felice di aver fatto quella scelta. Era stato qualcosa di prezioso e anche unico.
-mi sembri più tranquillo adesso- disse Yera baciando la fronte del ragazzo. Non sapeva il perché di quel gesto, ma stava facendo tutto seguendo il suo istinto e vedendo il sorriso sulle labbra di Taye capì di aver fatto bene.
-so che il mostro che mi ha rapito è mille volte meglio della gente con la quale sono cresciuto- sussurrò Taye nascondendo poi il volto nell’incavo del collo del drago. Il solo pensare quelle parole gli aveva fatto venire le lacrime agli occhi. Non si considerava una persona molto emotiva, ma in quel momento tutta la frustrazione di una vita stava uscendo ed era impossibile fermarla.
Yera si accorse che qualcosa di bagnato stava cadendo sul suo petto ma non disse niente stringendo l’umano ancora più a se.
-scusami- sussurrò poi Taye rimanendo comunque nascosto.
-voi umani siete davvero complicati. Credevo voi foste solo degli esseri assetati di potere, ma non è così e la cosa mi fa paura. Non so come trattarti, non so come comportarmi e un drago non dovrebbe minimamente preoccuparsi di queste cose- disse Yera spostando la mano che aveva sulla schiena del moro verso i suoi capelli e notando quanto fossero perfettamente morbidi, proprio come si era immaginato.
-fai quello che vuoi, per me non ci sono problemi-
-quindi se volessi rifare quello che abbiamo fatto oggi posso?- chiese Yera. In realtà sapeva perfettamente di essere in grado di imporre la sua volontà su quell’umano ma voleva allo stesso tempo essere gentile con quel ragazzo che non aveva niente se non lui. Era stata una sfortuna aver preso un ragazzo e non una ragazza per avere la sua discendenza, ma aveva finalmente trovato qualcuno con cui parare e quindi rompere il silenzio che ormai lo accompagnava nella sua monotona vita.
-non devi chiedermi il permesso per fare sesso visto che lo voglio anch’io, solo che avrei una richiesta- borbottò Taye iniziando a giocare con una ciocca di capelli rossi del drago.
-cosa?- chiese il drago leggermente preoccupato di quella richiesta, non voleva dire di no a quel ragazzo non quando si vedeva chiaramente che non stava passando un bel momento.
-possiamo farlo nel tuo letto e non a terra? È davvero scomodo e doloroso-
-okay-

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Taye sbadigliò mentre si stiracchiava spalmandosi completamente sul letto circolare della camera di Yera. E facendo ciò si accorse dell’assenza del drago in quel letto, e doveva essersene andato anche da molto visto che il materasso non era caldo, o meglio bollente.
Infondo si era abituato a svegliarsi da solo da quando avevano iniziato a dormire insieme. Yera era abituato a svegliarsi presto per andare a caccia mentre Taye era un dormiglione cronico. Dopo i primi giorni di destabilizzazione iniziale aveva capito gli orari del drago e non si preoccupava più, anzi ne approfittava per stendersi meglio su quel bellissimo letto. Non capiva molte cose di quella caverna, come che ci facesse un letto del genere in quel posto o il bacino lustrale, ma sapeva che nemmeno Yera poteva dargli delle rispose e quindi aveva deciso di non preoccuparsi nel caso il drago non avesse risposto a qualche sua domanda.
Taye finito di stiracchiarsi si sistemò meglio al centro del letto e si mise addosso le pesanti coperte. Di solito la notte non le usava, Yera era un calorifero vivente e più volte Taye si era svegliato completamente sudato solo per aver dormito abbracciato al drago, ma quando il drago non era presente nel letto tutto il freddo si faceva sentire. E la cosa peggiore era che tutto quello sbalzo di temperatura non faceva per niente bene al ragazzo che più volte si era messo a starnutire.
Yera si era preoccupato visto che in vita sua non aveva mai visto una persona raffreddata ma Taye era riuscito quasi subito a tranquillizzare il drago.
-stai ancora facendo finta di dormire?- chiese Yera entrando nella sua camera. Era strano vederci all’interno Taye ma non gli dispiaceva per niente come cosa soprattutto se poi portava a fare sesso tutto il tempo. Si, ogni tanto parlavano anche, in realtà era più Taye che raccontava storie della sua vita e Yera lo ascoltava.
-non sto facendo finta di dormire, mi stavo rilassando- disse Taye non muovendosi di un millimetro dalla sua posizione ma sistemandosi meglio la coperta addosso nonostante l’ambiente iniziava a riscaldarsi per la presenza del drago.
-ti ho portato il cibo- disse Yera alzando gli occhi al cielo. Aveva imparato a conoscere il “rilassarsi” di Taye e sapeva perfettamente che il moro non si sarebbe mosso a breve termine dal suo rifugio. Be’ di certo non era un problema di Yera se poi il moro fosse morto di fame. Oddio sarebbe rimasto male visto che non avrebbe più avuto qualcuno con cui parlare, aver avuto compagnia dopo tanto tempo gli aveva fatto davvero tanto bene tanto da averlo anche addolcito. O meglio era stato Taye stesso, e soprattutto il suo comportamento, ad addolcire il drago.
Yera ghignò mentre nella sua mente si formava un’idea che non ci mise nemmeno molto a mettere in pratica. In pochissimo tempo infatti era salito sul letto circolare e aveva tolto la calda coperta da sopra al corpo nudo di Taye.
-ehi..- cercò di protestare l’umano che aveva sentito il freddo entragli nelle ossa, ma non riuscì a  farlo visto che le parole gli morirono in gola per trasformarsi in un gemito. Infatti Yera ne aveva approfittato per togliersi i pantaloni di lino ed entrare dento al ragazzo tutto d’un colpo. -sei un mostro- sussurrò poi il moro mentre il rosso aveva iniziato a spingersi dentro di lui.
-il tuo corpo mi sta dicendo il contrario- sussurrò il drago all’orecchio di Taye rilasciando anche il suo sospiro caldo vicino al collo del ragazzo che andò completamente in tilt. Fare sesso con Yera era fantastico e anche se si era lamentato all’inizio era tutt’altro che triste o arrabbiato per la cosa.
-ho creato un mostro- disse poi tra i gemiti stringendo forte il lenzuolo mentre Yera aumentava il ritmo delle spinte.
-hai detto bene umano- Yera morse sulla spalla Taye al quale si mozzò nuovamente il respiro prima di venire seguito a ruota dal drago che smise di sorreggersi sui gomiti e si lasciò andare sopra al moro senza uscire dal suo corpo.
-sei pesante- disse dopo un po’ Taye tenendo gli occhi chiusi e cercando di rendere regolare il suo respiro. Yera sbuffò ma comunque uscì dal ragazzo e si spostò di lato prima di tirarselo addosso e iniziare a massaggiargli la schiena.
-grazie- sussurrò Taye rimanendo con gli occhi chiusi ma accoccolandosi ancora di più al corpo caldo dell’altro.
-stai bene?- chiese Yera osservandolo attentamente in cerca di qualche segno che gli dicesse che il ragazzo non stesse minimamente bene.
-sto bene, sono solo stanco. Non fare niente tutto il giorno mi rende ancora più svogliato- rispose il moro che non voleva far preoccupare troppo il drago. Era completamente destabilizzato da quel comportamento dolce del rosso. Non sapeva cosa fare e si spaventava del fatto che poteva tranquillamente abituarsi a quel comportamento tanto da rimanerci ferito in  caso di una furiata del drago.
-come vuoi tu- borbottò il drago lasciando stare la questione, non voleva far innervosire il moro. -quando hai fame ti ho portato il cibo-
-sai- sussurrò dopo un po’ Taye aprendo i suoi occhi verdi e osservando il profilo del volto del drago. -non ho mai mangiato della carne quasi cruda- non aveva mai dato quell’informazione al drago non trovandola utile, ma non sapeva perché in quel momento aveva avvertito il bisogno di farlo.
-guarda che anche la carne cruda è buona-
-sei un fottuto drago, è normale che tu possa mangiare carne cruda- protestò Taye tirando un pugno scherzoso sul petto muscoloso del drago.
-potresti mangiarla anche tu la carne cruda sai? Solo che la cosa ti fa schifo e io non capisco il perché- borbottò il drago.
-non mangerò mai carne cruda quindi non ci provare, sei un drago e non ci metti niente a cuocermela con il tuo fuoco-
-cosa sono il tuo servitore?- chiese Yera guardandolo male.
-no, il mio ragazzo- sussurrò Taye prima di baciare il suo bellissimo drago.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Taye sbadigliò. Era da un po’ di giorni a quella parte che si trovava più stanco del solito e soprattutto più affamato. Non sapeva il motivo e visto ciò aveva cercato di non darlo a vedere per non far preoccupare più del normale Yera.
Il drago si preoccupava troppo quando lo vedeva in difficoltà e il ragazzo si esasperava. Era passato da non avere nessuno che si interessasse alla sua salute, se non solo per quando c’erano di mezzo questioni importanti, ad avere Yera che gli stava con il fiato sul collo.
Il ragazzo si trovava in quella che poteva ormai considerare la sua vecchia camera perché era in cerca di qualche vestito da mettersi. Ovviamente qualche vestito che non lo facesse sembrare una ragazza. Quei vestiti erano femminili e nessuno poteva dire il contrario ma a lui sarebbero entrati tranquillamente per quanto era magro. Il problema era che non c’era nessun vestito adatto per lui, erano tutti o troppo colorati o troppo decorati con fronzoli vari che Taye aveva sempre odiato.
Mentre stava buttando un vestito rosa fuori dal baule sentì un rumore metallico e si girò sgranando gli occhi. A terra, appena caduto dal vestito rosa, si trovava un cerchietto d’argento. Il moro lo raccolse e studiò attentamene l’anello d’argento. Era molto semplice e sulla parte superiore, dove si trovava la pietra acquamarina, andava ad allargarsi. Quell’anello il ragazzo era sicuro di averlo visto da qualche altra parte ma non ne era sicuro al cento per cento.
Il ragazzo si mise l’anello in una delle tasche del pantalone che indossava in quel momento. Aveva bisogno di guardarlo meglio e li, senza una luce decente, non poteva farlo. Lo avrebbe guardato fuori e soprattutto quando era sicuro di non avere Yera intorno. Dopo aver messo al sicuro l’anello il ragazzo continuò a cercare qualcosa da mettersi. La vestaglia che aveva trovato il primo giorno era ormai inutilizzabile e poi aveva assolutamente bisogno di mettersi addosso qualcosa di pulito. Okay che lavava ogni giorno i suoi vestiti in mare, dopo essersi fatto anche un bagno, ma aveva davvero bisogno di cambiarsi.
Il suo stomaco iniziò a brontolare proprio in quel momento e Taye sbuffò. Aveva tantissima fame, troppa, e non capiva nemmeno il perché. Solo quella mattina aveva finito tutta la carne di scorta che c’era. All’inizio non mangiava tanto e quindi avanzava e la teneva da parte nel caso gli fosse venuta fame. Di solito non mangiava mai così tanto perché una dieta a base solo di carne non era il massimo, ma in pochi giorni aveva finito tutta la scorta e Taye ipotizzava di finire subito anche quella che Yera gli avrebbe portato da un momento all’altro.
Taye avvertì subito che Yera fosse tornato, e non perché lo aveva sentito entrare come capitava alcune volte, ma perché le sue narici avevano avvertito il dolce profumo della carne. Aveva troppa fame.
Il ragazzo lasciò immediatamente quello che aveva in mano e corse in direzione della grande sala centrale dove una volta arrivato vide Yera ritrasformarsi in umano e lasciare sull’altare la carne cruda. Il drago non si era accorto della presenza dell’umano e infatti sgranò gli occhi quando vide Taye strappare di forza un pezzo di carne cruda dall’animale a tirargli un morso come un animale affamato. E tutto sotto lo sguardo completamente sconvolto del drago. Il ragazzo gli aveva chiaramente dento che non avrebbe mai mangiato della carne cruda, ma lo stava facendo proprio in quel momento.
-stai bene?- chiese Yera che sapeva perfettamente che qualcosa non andava in Taye e lo aveva notato da un bel po’ di tempo ma aveva preferito non dire niente visto che le poche volte che ci aveva provato aveva visto come l’umano avesse fatto di tutto per cambiare argomento.
-certo che si- disse Taye con la bocca piena.
-stai mangiando carne cruda- gli fece notare Yera. Taye sgranò gli occhi e si accorse che si, Yera aveva ragione stava mangiando carne cruda. Ma non riusciva a fermarsi, aveva bisogno di mangiare quella carne cruda. -che ti sta succedendo?- chiese ancora Yera osservando l’umano mentre finiva di mangiare la coscia.
-non lo so- sussurrò Taye guardando spaventato Yera -ho avvertito di dover mangiare quella carne e non sono riuscito a fermarmi- rispose Taye stringendosi le braccia intorno al corpo.
-è davvero strano. Sono giorni che mangi più del solito e senza offesa ma la tua pancia sta anche aumentando. Non che a me dispiaccia ma mangiare così tanto non credo ti faccia bene- gli fece notare Yera approfittando della distrazione del ragazzo per cucinare con il suo fuoco la carne che aveva poggiato sull’altare. Se gli umani non mangiavano carne cruda significava che non potevano e non voleva che Taye si facesse del male.
-cosa?- chiese Taye incredulo. Si era sempre ingozzato, soprattutto in caso di grandi feste a palazzo, e il suo metabolismo era così veloce da impedirgli di ingrassare. Quindi perché mangiando tutta quella carne, che era sempre meno di quanto aveva mangiato a volte, stava aumentando?
-la tua pancia sta diventando sempre più grande- disse nuovamente Yera.
-Yera io non ingrasso mangiando, il mio metabolismo me lo impedisce quindi è praticamente impossibile che io…-le parole di Taye gli morirono in bocca realizzando quello che gli stava succedendo.
-cosa?-
-sei uno stronzo. Tu e tutta la tua fottuta specie estinta- disse Taye con gli occhi iniettati di sangue e completamente infuriato.
-ehi! Cosa centro adesso io?- chiese il drago curioso, non stava capendo niente.
-centra che sei uno stronzo! Mi avevi detto che potevate avere una discendenza solamente bruciando donne umane!- gridò Taye mentre la sua voce rimbombava per tutta la caverna.
-ed è così, mi puoi spiegare cosa ti sta succedendo?-
-sta succedendo che questa pancia e la mia fame significa solo una cosa, che io mi sbagliavo e tu stai per avere la tua fottuta discendenza-
-che?-
-sono incinta di te! Di un fottuto drago- e Taye dopo quello sfogo scoppiò a piangere mentre Yera rimaneva completamente immobile.
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


-è impossibile una cosa del genere- disse Yera riprendendosi dallo shock iniziale. -noi draghi non possiamo avere figli dagli umani e poi tu non avevi detto che non potevi avere figli?-
-mi sono sbagliato! E poi sono sicurissimo di quello che sto dicendo. Conosco perfettamente il mio corpo- sibilò Taye continuando a guardare malissimo il drago. Si sentiva ferito.
-anche se fosse non nascerebbero dei draghi- disse Yera sicuro di quello che sapeva. I cuccioli di drago potevano nascere solo in un modo e suo padre glielo aveva mostrato.
-non è questo il punto Yera. Il punto è che mi hai mentito. Se io sono rimasto incinta di te significa che non c’era nessun bisogno di uccidere delle povere donne per avere dei fottuti discendenti. Siete solo dei mostri senza cuore che pensano solo ad uccidere per piacere-
-guarda che non possiamo avere discendenti in quel modo! E non chiamarmi più mostro stupido umano- si alterò Yera. Taye non stava per niente bene e insultarlo non avrebbe portato a niente di buono, alla fine anche quell’umano era come tutti gli altri doveva solo rivelare la sua vera natura.
-invece si visto questo- il moro si indicò la pancia -e ho tutto il diritto di chiamarti mostro perché è quello che sei. Sai sarò felicissimo quando tu morirai: non ci saranno più dei maledetti draghi che rovineranno la vita a delle povere ragazze e alle loro famiglie-
-ora stai superando il limite! Come ti permetti di…-
-MI PERMETTO ECCOME- urlò il moro tirando fuori dalla tasca dei pantaloni l’anello che aveva trovato poco prima e asciugandosi le lacrime dagli occhi -lo vedi questo?- chiese poi mentre il drago cercava di mantenere la calma e non trasformarsi e mangiarsi quell’umano che lo stava facendo andare fuori di testa. -prima aveva un dubbio ma adesso ne sono più che sicuro. Questo anello apparteneva alla mia famiglia da generazioni e tantissime volte ho sentito i miei genitori raccontare della sua scomparsa. La storia era che l’anello era sparito con la donna che il mio trisnonno avrebbe dovuto sposare. La donna era scomparsa nel nulla ma ora sono più che sicuro che sia stata rapita da uno di voi il giorno delle sue nozze e quindi morta. E questo spiega anche come mai il mio trisnonno si sia sposato velocemente con il primo uomo che gli è capitato a tiro. Io posso rimanere incinta solo perché un fottuto drago ha rapito la donna che il mio antenato doveva sposare- rivelò il moro mentre altre lacrime scendevano dai suoi occhi. Tutta la sua vita era stata rovinata da dei draghi e non si meritava tutto quello.
-anche se fosse io non ho colpe quindi smettila di inveirmi contro altrimenti farai la stessa fine di quella carne- ringhiò Yera indicando la carne sull’altare che orami era completamente cotta, o meglio carbonizzata.
-io non mi fermo perché sono incazzato a morte e devo sfogarmi. Se solo tu non avessi cercato di rapire mia sorella io adesso vivrei una vita tranquilla, non delle migliori, ma almeno non avrei un fottuto mostro nella mia pacia!-
-quel coso sarà completamente umano, i draghi nascono solo dal fuoco di altri draghi vuoi mettertelo bene in testa? E poi la colpa è solo vostra che cantate quella stupida canzone. Avrei preferito mille volte andarmene da qui e invece l’unica volta che sono riuscito a farlo ho peggiorato solo la mia situazione e senza una donna dalla quale creare la mia discendenza! L’unica cosa che ho ricevuto è stato un fottuto bambino viziato che se non ha quello che vuole si mettere a piangere cercando di intenerirmi e credimi ci eri anche riuscito fino ad oggi. Ho creduto seriamente per un istante che tu fossi diverso, speciale quasi ma mi sbagliavo e mio padre aveva ragione. Voi umani siete tutti subdoli e pensate solamente a voi stessi.- gridò di rimando il drago. Non poteva permettere a quel ragazzino viziato di mettergli i piedi in testa -e poi chi mi assicuro che quello che hai in grembo non possa essere figlio di qualcun altro? Potresti anche starmi mentendo, potrebbe essere tutta una fottuta farsa in attesa che arrivino i soccorsi in modo tale da uccidermi senza nessun problema- Taye scoppiò in una risata isterica dopo quell’ultima frase di Yera accorgendosi che con il suo sfogo aveva solamente peggiorato le cose.
-sei l’unico con il quale io ho fatto sesso perché mio padre ci ha sempre tenuti sotto una campana di vetro fino ai vent’anni. E credimi io morirò qui nessuno verrà mai a salvarmi-
-certo- disse Yera borbottando, ormai non si fidava più di quel ragazzo. -fammi un favore stammi alla larga. Non voglio più vederti per un bel po’ o potresti trovarti morto. Verranno a prenderti e io farò in modo di scambiarti con una ragazza così da continuare la mia discendenza, nel mentre non parlarmi e soprattutto vattene via dalla mia camera. Ti lascerò il cibo davanti alla tua camera quindi evita di uscire di li- e così dicendo Yera voltò le spalle al moro ritrasformandosi in un drago e volando via dalla sala. Taye dopo il primo momento di spaesamento iniziale corse dietro al drago ma una volta uscito dalla caverna Yera era già troppo lontano per poterlo raggiungere.
Taye si buttò a terra urlando come un dannato. Aveva mandato in frantumi tutto solamente perché si era spaventato al solo pensiero di essere rimasto incinta di un drago. Tutto il bel rapporto che aveva creato con Yera era definitivamente scomparso e niente avrebbe rimesso le cose al loro posto. Al moro non restava che aspettare che arrivasse la sua morte. Sarebbe definitivamente scomparso e sarebbe stato meglio per tutti. Nessuno aveva mai avuto bisogno di lui e Taye si chiese per quale motivo assurdo fosse venuto al mondo.
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


…Nello stesso momento ma più a nord…




Maru distese le braccia stiracchiandosi prima di prendere il grosso sacco di farina e continuare a camminare in direzione del negozio del vecchio Bob. Non aveva mai capito a cosa servisse la farina in quel negozio visto che era un luogo nel quale si vendeva di tutto tranne che cibo, ma non aveva mai osato contraddire Bob. La cosa divertente e strana era che la farina spariva subito e Maru non aveva mai modo di vedere chi fosse l’acquirente. Ogni volta Bob lo mandava a fare qualcosa e quando tornava la farina era scomparsa.
Maru aveva pensato fosse solo un’assurda coincidenza ma ormai stava accadendo sempre e il biondo si era fatto curioso. Per sua sfortuna non aveva ancora trovato il momento perfetto per poter spiare Bob ma era sicuro che fino alla fine ci sarebbe riuscito.
-ecco qui- disse il ragazzo poggiando la farina a terra vicino al grande bancone di legno del piccolo negozio mentre Bob gli sorrideva. -ma chi vuole tutta questa farina?- chiese il ragazzo sperando in una risposta dell’uomo.
-la prima regola per un buon commerciante è non fare domande- rispose l’uomo evitando come sempre la domanda del biondo che sbuffò mettendosi una ciocca dei suoi lunghissimi capelli, quella che era scivolata fuori dalla coda bassa che si era fatto, dietro l’orecchio.
-almeno ti pagano bene? Sai mi faccio mezz’ora di cammino per andare a prenderlo dalla città a valle- borbottò il ragazzo molleggiando le braccia indolenzite. Si, in quel modo si era fatto i muscoli alle braccia ma erano comunque troppo pesanti quei sacchi.
-si Maru- rispose meccanicamente l’uomo mentre Maru sospirava capendo che se voleva veramente andare a fondo nella questione, come suo solito, doveva aspettare e vedere con i suoi occhi.
-Maru- lo richiamò Bob dopo un po’ e soprattutto dopo aver guardato l’ora sull’orologio che si trovava nel loro negozio.
-dimmi- disse il ragazzo poggiandosi sul bancone in attesa di sapere cosa ci fosse da fare.
-puoi andare al villaggio? Mi serve la roba che ha messo Jelly da parte- disse l’uomo mentre Maru sgranava gli occhi.
-mi stai prendendo in giro? Sono appena tornato dal villaggio! Non potevi dirmelo prima così portavo tutto insieme invece di fare doppio viaggio?- chiese il ragazzo che già non si sentiva più le gambe al solo pensiero di dover fare di nuovo tutta quella strada.
-me ne sono ricordato solo ora, per favore vai- disse l’uomo con una punta di urgenza che Maru avvertì chiaramente e cosa che gli fece aggrottare le sopracciglia. Era solo una scusa. Il vecchio Bob non lo voleva li.
-va bene- rispose il biondo uscendo dal retro del negozio, o meglio facendo finta di uscire dal retro. Infatti il ragazzi si nascose dietro un armadio pieno di cianfrusaglie varie. Voleva sapere cosa Bob stesse nascondendo e l’unica cosa per farlo era spiare l’uomo.
Dal suo nascondiglio non riusciva a vedere bene quello che succedeva all’interno del negozio ma poteva tranquillamente sentire.
Non dovette aspettare molto prima di sentire la porta del negozio aprirsi.
-sei in anticipo- disse Bob con voce quasi tesa.
-io arrivo quando voglio e lo dovresti sapere perfettamente- disse la voce profonda dell’uomo che era appena entrato nel negozio. Il suo tono era autoritario cosa che fece storcere il naso a Maru, non gli piacevano quel genere di persone.
-la farina è li- disse quasi con fretta Bob. Si vedeva chiaramente dal suo tono di voce che voleva sbarazzarsi dell’uomo che aveva difronte.
-lo so, non sono cieco vecchio- disse l’uomo schioccando la lingua sul palato -devi dirmi altro?- chiese poi e Maru poté chiaramente avvertire che l’uomo stesse ghignando senza nemmeno vederlo.
-no, perché lo chiedi?-
-sento la sua presenza vecchio. Dov’è?- Maru si immobilizzò sul posto, possibile che quell’uomo avesse avvertito la sua presenza? No, non poteva essere. Si era nascosto benissimo, ne era sicuro.
-di cosa stai parlando?- chiese Bob mentre la sua voce tremava non facendo altro che confermare i dubbi dell’uomo che aveva difronte.
-del ragazzo. Sento la sua presenza. Dov’è? Non farmi perdere la pazienza-
-Maru esci fuori- disse Bob e il biondo sospirò prima di fare capolino dal dietro il mobile. La prima cosa che vide fu lo sguardo deluso e allo stesso tempo preoccupato di Bob. Poi il biondo spostò lo sguardo sull’uomo che aveva difronte e si congelò sul posto. Quell’uomo faceva paura solo guardandolo. Era possente e la massa muscolosa si poteva benissimo notare anche sotto ai vestiti che indossava. Maru capiva perfettamente perché Bob avesse paura di lui.
-ricordami quali erano i nostri accordi vecchio?- chiese l’uomo osservando Maru come un bocconcino prelibato.
-appena ne trovava uno dovevo avvisarvi- sussurrò Bob lanciando uno sguardo di scuse a Maru che non riusciva a capire di cosa stessero parlando.
-e da quando hai lui con te?- chiese ancora l’uomo incrociando le braccia al petto e facendo risaltare ancora di più i suoi muscoli.
-quattro anni- rispose il vecchio abbassando lo sguardo colpevole.
-bene, biondino tu verrai con me come d’accordo- e quelle parole non erano una richiesta ma un obbligo.
-cosa?- chiese Maru non riuscendo a crederci. Non voleva andare con quell’uomo del qual non conosceva niente e che gli faceva paura.
-devi venire con me o sei sordo?- chiese l’uomo tirandolo verso di se come se fosse una piuma.
-ti prego, non ho nessuno che mi aiuti con il negozio- disse Bob cercando di protestare.
-non me ne frega niente. Questo accordo dura da secoli ormai e non sarai tu a farlo finire. Lo sai che ci servono quelli come lui-
-quelli come lui in che senso?- chiese il ragazzo cercando di divincolarsi dalla presa dell’uomo che lo teneva stretto.
-dei ragazzi che possono avere figli- gli rispose l’uomo impossessandosi con violenza della bocca del biondo che non riuscì a liberarsi da quel bacio violento nemmeno con tutta la sua forza. -vedrai che ti divertirai- gli disse l’uomo ignorando il suo sguardo truce e baciandolo nuovamente questa volta ficcandogli anche la lingua in bocca e stringendogli il sedere con l’altra mano.
Maru non poteva fare assolutamente niente per liberarsi da quella situazione nella quale si era cacciato con le sue stesse mani.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-lasciami andare- continuava a gridare Maru mentre tirava pugni sulla schiena dell’uomo che lo stava portando chissà dove. Dopo averlo baciato con forza per la seconda volta l’uomo se lo era caricato in spalla come un sacco di patate ed era uscito dal negozio. Ovviamente non si era dimenticato del sacco di farina che stava portando con una sola mano mentre con l’altra reggeva Maru.
-tu sei mio oramai, fattene una ragione- disse quasi stanco il moro sistemandosi meglio il biondo sulle spalle. Maru sbuffò, infatti sembrava che il suo rapitore non sentisse minimamente i pugni che gli stavano tempestando la schiena e la cosa per Maru era davvero irritante.
-cosa vuoi farmi- disse il biondo quasi arrendendosi.
-ingravidarti ovviamente-
-e se io non volessi?-
-non decidi tu. Voi ragazzi siete gli unici adatti per noi, una donna della tua specie non riuscirebbe a portare avanti la gravidanza- borbottò il castano continuando a camminare come se non stesse portando un sacco di farina e un ragazzo contemporaneamente.
-ehi in che senso della mia specie?- chiese Maru non capendo cosa volesse dire l’uomo. E poi cosa significava che una donna non poteva portare avanti a gravidanza?
-non fare domande. Capirai tutto quando saremo arrivati- e la conversazione si fermò li. Maru ancora non riusciva a credere che Bob lo avesse realmente venduto a quel tizio. Però ora gli era molto più chiaro perché l’uomo gli avesse chiesto se poteva avere figli prima di assumerlo nel suo negozio. Aveva un contratto con quell’uomo e stava cercando dei ragazzi come lui. Maru credeva di essere finalmente riuscito a scappare dalla gente che voleva usarlo solo per il suo corpo una volta scappato dal suo villaggio d’origine. Ma così non era stato.
Ironicamente sarebbe stato mille volte meglio restare nel suo villaggio, almeno sapeva che sarebbe finito nell’harem del capo villaggio. Quell’uomo era riuscito a crearsi un harem di tutti ragazzi, e dai quali aveva avuto minimo due figli, usando ragazzi di vari villaggi e quando aveva scoperto che nel suo stesso villaggio c’era un ragazzo che poteva avere figli non ci aveva pensato due volte prima di allontanarlo dalla sua famiglia e cercare in tutti i modi di educarlo per fargli accettare il suo destino. Ma Maru non voleva quel destino per se ed era scappato. Ora invece credeva di trovarsi in guai più seri.
Il capo del suo villaggio natio non era una persona malvagia, voleva solamente sposare più ragazzi possibili, invece quell’uomo che lo stava trasportando in spalla sembrava davvero malintenzionato.
-ehi Lucas cos’hai li- Maru fu risvegliato dai suoi pensieri da quella voce e si accorse solo in quel momento che l’uomo, che presumibilmente si chiamava Lucas, lo aveva portato in un villaggio.
-quello che metterà al mondo i miei cuccioli- rispose l’uomo facendo scendere dalla sua spalla Maru per poi stringerlo stretto a se facendo si che Maru potesse avere la schiena appoggiata al petto di Lucas e la faccia rivolta all’uomo che aveva parlato con il moro.
-ma tu hai già Giselle! Non puoi averne due, lo voglio io l’umano- protestò l’uomo ringhiando mentre Maru voleva solamente uccidersi. Quei due stavano per litigare per chi doveva possederlo! Cazzo lo stavano trattando come un’oggetto.
Lucas si spinse Maru ancora più addosso tanto che il biondo poté chiaramente sentire il sesso dell’uomo che premeva sul suo sedere.
-l’ho trovato io ed è mio! Se vuoi puoi avere tu Giselle- ringhiò Lucas.
-non se ne parla! Lo hai trovato solo perché era il tuo turno di andare da Bob! Lo voglio io-
-cosa sta succedendo?- una voce autoritaria si inserì tra le due che stavano litigando e Maru osservò attentamente il ragazzo castano che si stava avvicinando a loro tre seguito a ruota un uomo anziano che si muoveva con l’aiuto di un bastone.
-succede che Richard vuole il mio umano, ma l’ho trovato io e me lo tengo e poi l’ho già inseminato- disse Lucas mentre Maru sgranava gli occhi.
-tu non hai messo il tuo cazzo nel mio culo e nessuno di voi lo farà- gridò Maru cercando di divincolarsi dalla presa del moro senza avere successo ovviamente. Non aveva nessuna intenzione di essere trattato come un’oggetto sessuale.
-il ragazzo dice il contrario Lucas e sono più propenso a credere a lui- disse il castano incrociando le braccia al petto e Maru lo ringraziò mentalmente felice che almeno uno di quegli stupidi li avesse un briciolo di cervello -e poi lo sai quali sono le regole- continuò il castano facendo preoccupare Maru, in che senso le regole?
-ma così tutti possono averlo anche se sono stato io a portarlo qui!- protestò Lucas.
-le regole sono regole Lucas, ora lascia andare il ragazzo e domani vedremo di decretare a chi andrà- Lucas pareva scocciato dalla cosa ma comunque lasciò andare Maru che sospirò di sollievo.
-io non vado a nessuno. Sono indipendente e faccio quello che voglio- disse Maru al castano. Aveva capito perfettamente che nonostante fosse abbastanza giovane aveva un ruolo molto alto all’interno de villaggio visto che tutti lo avevano ascoltato.
-ora fai parte di questo villaggio quindi ne devi rispettare anche tu le regole. E andari a chi vincerà la gara domani. Roselle accompagnalo nella sua camera e assicurati di chiudere la porta a chiave- disse il castano. Subito una ragazza dai lunghi capelli castani annuì e trascinò via Maru e con lui anche tutti gli altri che si erano avvicinati se ne andarono. Ormai lo spettacolo era finito.
-odio quella legge- disse l’anziano guardando il castano che era rimasto immobile al centro della piazza con lo sguardo fisso sulla schiena del biondo umano.
-anch’io ma sai perfettamente che non posso abolirla o inizierebbe il finimondo- disse il castano sospirando.
-Sargon credo proprio che domani dovrò fare io da arbitro- disse l’anziano lasciandosi scappare un sorriso.
-come mai?- chiese Sargon voltandosi finalmente a guardare l’uomo.
-perché ti piace il biondino-

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Maru sbuffò buttandosi sullo scomodo letto di paglia all’interno di quella che sarebbe stata la sua camera per quel giorno. Roselle aveva fatto come le era stato detto e lo aveva portato in quel posto chiudendo non solo la porta a chiave ma anche la finestra! Una finestra chiusa a chiave!
Maru aveva cercato di forzarla per uscire ma non c’era stato verso. Era bloccato li e aveva paura che sarebbe stato per sempre. Perché non si era fatto i fatti suoi? Se invece di spiare Bob fosse andato al villaggio li vicino non si sarebbe mai trovato in quella bruttissima situazione. Bob alla fine lo teneva all’oscuro delle cose solo per proteggerlo nonostante in un primo momento il biondo avesse pensato il contrario.
Doveva fidarsi dell’uomo e basta. Anche se Bob si fosse fidato un minimo di lui e gli avesse spiegato tutto il ragazzo non avrebbe mai provato a spiare Bob e quindi non si sarebbe trovato in quella bruttissima situazione.
L’unica sua speranza in quel momento era sperare che qualcun altro oltre a Lucas e Richard, qualcuno di decente, decidesse di gareggiare e di vincere. Non voleva finire nelle mani di Lucas, quell’uomo non gli piaceva minimamente e gli sembrava davvero viscido. Gli bastavano quei due baci che gli aveva dato per fargli capire che non ne voleva altri.
Maru iniziò a camminare avanti e indietro per la camera cercando di non pensare a quello che sarebbe stato il suo futuro, ma ciò era impossibile visto che non aveva niente da fare se non pensare alla sua situazione attuale. Perché doveva sempre andargli tutto male? A partire dalla morte dei suoi genitori quando era un bambino, poi la scoperta di poter avere figli. Sembrava come se il mondo intero, o la sua divinità, ce l’avesse con lui.
E poi perché continuavano a chiamarlo umano? Non lo erano anche loro? L’aspetto era quello di un umano ma le parole di quei tizi facevano supporre che non fossero interamente umani. Ma Maru era sicuro che non esistessero creature mitologiche. Forse le parole di Lucas erano state solo un modo di spaventarlo a morte. E ci era riuscito.
Maru sbuffò sedendosi sul letto duro per poi andare all’indietro con la schiena e chiuse gli occhi non volendo vedere il soffitto della sua camera visto che ad un’occhiata veloce sembrava pericolante.
Il ragazzo non si accorse di essere davvero stanco e chiudendo gli occhi quindi si addormentò su quel letto scomodissimo. La cosa non gli giovò tanto visto che il giorno dopo appena sveglio sentiva chiaramente la schiena dolorante.
A quello che sarebbe diventato suo marito avrebbe chiesto un letto decente. E no, non sarebbe sceso a compromessi, se voleva scoparlo avrebbe dovuto dagli un letto decente.
Nemmeno il tempo di pensare la cosa e di alzarsi che la porta della sua camera fu aperta. Da essa apparve Roselle che gli sorrise.
-forza umano è ora di vedere chi prenderà il tuo bel culo- disse la ragazza facendogli l’occhiolino e indicandogli con un movimento della testa di uscire. Il ragazzo la guardò senza commentare e uscì dalla sua camera davanti alla ragazza. Era davvero stupida se lo faceva camminare davanti, non ci avrebbe messo niente a correre via. E il ragazzo lo stava per fare se solo non fosse stato fermato dalle parole della ragazza:
-non ti azzardare a correre, sprecheresti solo energie che ti serviranno per scopare. E poi io posso raggiungerti immediatamente quindi cammina e basta- continuò la ragazza congelando sul posto Maru. Davvero doveva scopare con il marito subito dopo quella gara? Ma l’avevano preso solo come un contenitore? Il ragazzo per poco non scoppiò a ridere per la sua stupidita! Che domande erano? Era ovvio che per loro era davvero solo un contenitore.
Maru riprese a camminare cercando di ricordarsi la strada che aveva fatto il giorno prima alla locanda e se la ricordava bene visto che finirono subito nella piazza centrale dove tantissima gente si era riunita. Fu allora che Roselle si mise davanti al ragazzo e lo guidò sapientemente attraverso la folla fino ad arrivare dove si trovavano il ragazzo castana e il vecchio del giorno prima.
-sei arrivato- disse l’anziano sorridendo mentre Maru cercava di non guardare in direzione del castano che era senza maglietta e stava mostrando i suoi fantastici addominali.
-Sargon perché sei senza maglia- chiese Roselle al castano che aprì la bocca per rispondere ma fu anticipato dall’anziano.
-perché partecipa anche lui. Puoi accomodarti su quella sedia laggiù- disse poi rivolto al biondo che era rimasto leggermente spiazzato da quella notizia. In che senso partecipava anche il castano? Pensava non potesse partecipare. Nel mentre stava pensando ciò si era mosso meccanicamente verso la posizione che gli aveva indicato l’anziano per poi sedersi quasi a disagio su quella sedia. Si trovava perfettamente al centro della piazza ed era molto più in alto rispetto agli altri. Solo allora il ragazzo si accorse che difronte a lui a delimitare la piazza non c’erano dei palazzi come dietro, ma il cielo azzurro. Si trovavano su uno sperone roccioso.
-pronto al tuo momento di gloria?- gli chiese Roselle sedendosi al suo fianco.
-no, non voglio un momento di gloria- disse il ragazzo osservando quanta gente non aveva la maglia: erano un bel po’, e alcuni lo stavano anche guardando come se volessero mangiarlo, ma non tanti quanti erano i presenti che presumibilmente avrebbero assistito alla competizione.
-invece ne dovresti essere davvero felice. Soprattutto perché gareggerà anche Sargon! Cazzo quello è un pezzo di manzo ed è anche il nostro capo. È un onore stare al suo fianco- disse la ragazza sorridendo al castano che stava parlando con l’anziano.
-pensavo fosse l’anziano il capo- disse Maru sgranando gli occhi.
-Viego è solo il nostro sciamano. È una figura di riferimento ma il nostro capo è Sargon- spiegò la ragazza portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-e com’è possibile che il vostro capo gareggi per me? Non dovrebbe essere già impegnato?- chiese Maru. Era davvero curioso.
-no, Sargon non si è mai impegnato con nessuno. E credimi tu andari a lui-
-e come mai?- chiese Maru. Sargon sembrava okay, ed era anche bellissimo quindi non gli sarebbe dispiaciuto avere lui come futuro marito. Era vero che non aveva mai conosciuto il ragazzo, non conosceva quindi il suo carattere, ma gli ispirava più fiducia di tutti gli altri.
-è il più forte dei nostri, vincerà lui- disse convita Roselle mentre tutti i partecipanti si mettevano in linea.
 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


-cosa ci fai tu qui?- chiese Lucas vedendo Sargon al suo fianco.
-gareggio ovviamente- rispose il castano distendendo i muscoli delle braccia prima di lanciare uno sguardo veloce in direzione del biondo. Biondo con il quale incrociò lo sguardo per qualche secondo per poi ritornare a guardare davanti a se con un piccolo sorriso sulle labbra.
-non è equo- disse ancora Lucas.
-perché non dovrebbe esserlo? Tutti possono gareggiare quindi non sto disobbedendo alle regole-
-sei il più forte tra noi, vincerai di sicuro- rispose ancora Lucas che non accettava la cosa. Voleva lui il biondino. Quei due baci che gli aveva dato non gli bastavano.
-tu prova a battermi lo stesso- disse con un ghigno Sargon sapendo perfettamente che avrebbe battuto Lucas anche senza fare sul serio.
-la gara inizia ora!- gridò Viego dando quindi il via ai ragazzi per poter partire. In pochissimo tempo tutti i concorrenti iniziarono a correre in direzione della rupe al disotto della quale c’era solamente il mare.
Maru guardò con occhi sgranati qui pazzi che stavano correndo verso la loro morte. Non aveva visto quanto fosse alta quella rupe sulla quale si trovavano, ma non era bassa. Era morte certa!
Non ci volle molto prima che la sorpresa di Maru si trasformasse in un urlo di puro terrore. Davanti ai suoi occhi tutti i partecipanti si erano trasformati in quelle che sembravano delle lucertole giganti.
-ehi non avevi mai visto un drago?- chiese Roselle ridendo per la faccia sconvolta del biondo che non vedeva già più quelle creature che erano volate via oltre la rupe.
-draghi?- chiese con voce terrorizzata Maru. Ecco cos’erano quei cosi, draghi.
-si, qui siamo tutti draghi- rispose la ragazza continuando a ridere ma comunque lanciando delle occhiate in direzione nella quale erano andati i draghi.
-in che senso tutti? anche tu?- chiese Maru cercando di metabolizzare la cosa. Sarebbe diventato il compagno di un drago.
-ovvio. Tu sei l’unico umano. Non vedevamo gente come te da tantissimi anni- rispose la ragazza con un sorriso amaro.
-ma perché usate gli umani? Non sarebbe meglio accoppiarvi tra voi?- chiese il ragazzo che voleva provare tutto per potersene andare.
-perché ironicamente i cuccioli che nascono da umani e draghi sono molto più forti e potenti rispetto ai cuccioli nati da entrambi i genitori draghi. È per questo che cerchiamo quelli come te. Le donne umane non riescono a resistere con i cuccioli dentro di loro mentre voi ragazzi si- spiegò la ragazza con un sorriso sulle labbra.
-quindi ci prendete con la forza solo per poter avere una discendenza forte? Non potete semplicemente cercare di parlarci?- chiese Maru.
-nessuno deciderebbe di propria volontà di diventare il compagno di un drago. Siamo costretti e lo sai perché nemmeno tu vorresti questa vita- rispose Roselle perdendo il sorriso.
-costringerci non è nemmeno la scelta giusta!- protestò Maru.
-non sei tu a decidere e la tua vita ormai sarà nelle mani di colui che vincerà questa sfida quindi smettila di protestare- rispose la ragazza distogliendo definitivamente lo sguardo dal biondo. Biondo che sospirò. Era spaventato a morte dalla natura di tutte quelle persone li presenti.
Maru spostò lo sguardo davanti a se e si accorse che i draghi erano saliti e sembrava stessero combattendo tra loro nel cielo e non si risparmiavano nemmeno nel tirare fiammate agli altri. Il ragazzo non riusciva minimamente a capire chi fossero i vari draghi, da li sembravano tutti uguali, quindi non poteva nemmeno accorgersi chi stesse in vantaggio rispetto agli altri.
Quindi l’unica cosa che poteva fare era osservare qui lucertoloni combattere tra di loro e pregare che vincesse qualcuno di decente. A quanto pareva però non doveva aspettare tanto visto che erano rimasti solamente due draghi nel cielo a combattersi. Gli altri erano stati tutti sconfitti e poco alla volta stavano ritornando un po’ alla volta al centro della piazza. Alcuni erano anche pesantemente feriti e Maru si chiese a cosa servisse ammazzarsi tra loro solo per ottenere lui. Okay che anche gli umani aveva fatto tantissime guerre per colpa di una donna ma quello era anche troppo.
-abbiamo un vincitore- a quelle parole di Viego Maru scattò in alto per lo spavento. Tanto era stato concentrato a guardare i draghi sconfitti che ritornavano che non aveva prestato attenzione allo scontro che si era concluso. Il drago che aveva vinto stava volando verso di lui a grande velocità tanto che Maru credette gli sarebbe arrivato addosso.
Ma il drago cambiò forma a pochi passi dal biondo che sgranò gli occhi notando che Roselle aveva avuto ragione. Nessuno poteva battere Srgon.
Il castano non sembrava nemmeno conciato male mentre camminava a grandi falcate verso di Maru che cercò di schiacciarsi ancora di più sulla sedia sulla quale era seduto. Sargon aveva uno sguardo che incuteva davvero tanto timore e soprattutto rappresentava tutta la sua forza.
Srgon arrivò davanti a quello che sarebbe diventato il suo compagno e lo prese per un braccio facendolo alzare senza troppi problemi dalla sedia e tirandoselo addosso. Maru era rigidissimo mentre il suo corpo andava a combaciare quasi perfettamente con quello caldissimo di Sargon. E non solo! Tutti gli occhi degli altri draghi erano puntati su di loro.
Maru non ebbe il tempo di fare altro che si ritrovò con le labbra di Sargon sulle sue e con la lingua del castano nella sua bocca. Il bacio era violento e allo stesso tempo passionale. Era completamente diverso da quelli che gli aveva dato Lucas nonostante in tutti i casi erano stati forzati. Maru non sapeva il perché ma quel bacio non gli dispiaceva nemmeno tanto come non gli dispiacevano nemmeno le mani del drago che stavano esplorando prepotentemente il suo corpo.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Maru non riusciva quasi più a respirare mentre Sargon continuava a baciarlo e quindi ringraziò il cielo quando il drago si scostò dalle sue labbra. Non ebbe il tempo di dire o fare niente che il castano se lo caricò sulla spalla destra, sempre sotto lo sguardo attento di tutti gli altri draghi, e con una mano rigorosamente sul suo sedere si incamminò in una direzione che Maru non riuscì ad individuare. Il biondo sapeva solamente che si stavano allontanando dalla grande piazza.
-dove stiamo andando?- chiese curioso il biondo e anche leggermente spaventato.
-nella mia camera ovviamente-
-vuoi già…-
-ovviamente. Il tuo odore che ti identifica per quello che sei e sparirà non appena perderai la tua verginità- rispose tranquillamente Sargon.
Maru rimase completamente in silenzio cercando di assimilare le informazioni che il drago gli stava dando. Non pensava infatti di avere un profumo particolare essendo diverso dagli altri umani. O forse quel piccolo particolare non poteva essere minimamente notato dagli umani ma solamente dai draghi che sembrava avessero i sensi molto più sviluppati.
Quello infatti poteva spiegare come Lucas avesse notato la sua presenza all’interno del negozio di Bob essendo che lui non si era mosso minimamente dal suo fantastico nascondiglio.
E Maru ancora doveva metabolizzare che il ragazzo che lo stava portando in spalla era un drago. Mai nella vita si era immaginato che quelle creature mitologiche potessero esistere. Era una cosa così dannatamente assurda che ancora faticava a crederci. E li aveva visti trasformarsi davanti ai suoi occhi per ben due volte. Maru credeva non si sarebbe mai abituato a quella cosa e avrebbe passato il resto della sua vita li per via della sua natura.
Troppo preso dai suoi pensieri non si accorse di essere stato buttato su un letto molto più morbido di quello sul quale aveva dormito la sera prima e con Sargon che si era messo perfettamente a cavalcioni sopra di lui.
Maru osservò attentamente il castano intimorito da quello che stava per succedere perché sapeva quello che sarebbe successo di li a poco. Sargon ghignò prima di fiondarsi nuovamente sulle labbra del biondo e nel mentre sciogliendogli i lunghi capelli biondi per infilarci le mani e tirarglieli.
Maru rispose a quel bacio infuocato visto che era l’unica cosa che poteva fare e oramai apparteneva al drago. Non se ne sarebbe mai andato da quella città, se prima aveva anche qualche possibilità di poter provare a scappare, in quel momento non le aveva. Era impossibile scappare se in quel posto erano tutti draghi.
In pochissimo tempo Maru si era trovato completamente nudo sotto lo sguardo attento di Sargon che se lo stava mangiando con gli occhi. Il biondo si sentiva anche leggermente a disagio visto che era la prima volta che qualcuno lo vedeva completamente nudo e soprattutto perché sapeva perfettamente che il suo aspetto fisico era molto inferiore rispetto a quello del drago che sembrava essere una divinità scesa in terra. Okay che serviva solamente per dare una discendenza a quello che era il capo del villaggio ma voleva comunque essere decente al fianco di Sargon. Si chiamava Sargon quel bellissimo drago che lo stava toccando ovunque vero? Il cervello di Maru era andato completamente in tilt al tocco del castano che stava aumentando, e anche di tanto, la temperatura corporea del corpo di Maru.
-da questo momento sarai solo mio quindi vedi di stare ben lontano da tutti gli altri, soprattutto da Lucas- gli sussurrò nell’orecchio Sargon prima di entrare dentro il ragazzo facendolo irrigidire all’istante. Sapeva fosse doloroso la prima volta ma non pensava così tanto. Lacrime calde stavano uscendo dai suoi occhi per il dolore atroce che continuava a sentire e Sargon non gli fece molte pressioni cosa della quale Maru gli fu grato. Il drago rimase immobile per un po’ cercando di far abituare l’umano alla sua presenza e gli asciugò le lacrime con la mano che precedentemente si trovava all’interno dei sui biondi capelli.
Maru ci mise un po’ a rilassarsi e quando lo fece Sargon iniziò a muoversi dentro di lui facendo gemere il povero ragazzo. I sospiri di Maru però si trasformarono quasi subito in gemiti di piacere che fecero felice Sargon e fecero anche capire al drago che poteva anche smetterla di andare piano per non fare male al ragazzo.
Le labbra morbide di Sargon tornarono nuovamente su quelle di Maru catturando tutti i gemiti del ragazzo, okay che tutti nel villaggio erano a conoscenza di quello che stavano facendo ma preferiva essere l’unico a sentire qui gemiti di puro piacere. Già non gli andava per niente a genio che Lucas avesse baciato il suo compagno (per ben due volte) e non voleva che nessun altro toccasse il suo biondino. Avrebbe fatto una bella lavata di capo a Lucas, non poteva andare in giro a baciare tutti i ragazzi che trovava solamente perché erano di suo gradimento, avevano delle regole e le dovevano rispettare. Anche se Sargon odiva da morire quella maledetta legge che imponeva a tutti di gareggiare per poter ottenere un umano ringraziava in quel momento chiunque l’avesse inventata visto che gli aveva permesso di togliere dalle grinfie di Lucas quel bellissimo umano.
Il bellissimo umano che ora era tutto suo. In realtà all’inizio Sargon non era per niente interessato al biondo che in quel momento si trovava sotto di lui, lo avrebbe lasciato nelle mani del primo che se lo fosse meritato. Ma quando il biondo si era fatto valere quando Lucas aveva provato a reclamarlo per se. Quel biondino non era solo bello ma aveva anche un forte carattere che aveva colpito subito Sargon. Quello era un carattere che era ottimo per una persona che sarebbe dovuta restare al suo fianco.
Era stato fortunato a trovare quel biondo e mai lo avrebbe lasciato andare.
-sei mio- gli sussurrò ancora sulle labbra mentre Maru era completamente intontito e perso in quell’amplesso.
 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


-mi metti ansia così- sussurrò Maru mentre mangiucchiava un pezzo di pane che Sargon gli aveva portato dopo la loro seconda sessione di sesso. La pancia del biondo infatti aveva brontolato, per via del fatto che appena svegliato era stato subito trascinato a vedere lo scontro e non aveva avuto tempo di mettere qualcosa sotto i denti. E la cosa era anche peggiore di quanto immaginasse il biondo visto che non mangiava dal giorno prima quando era stato rapito da Lucas.
-non ti sto fissando- disse Sargon che stava facendo tutto il contrario di quello che aveva detto seduto tranquillamente sul divanetto difronte al letto nel quale era seduto Maru. Maru che si era coperto con la coperta di lana in imbarazzo per la sua nudità. A differenza sua Sargon era completamente nudo seduto sopra al divanetto, motivo per il quale Maru cercava di guardare o il pezzo di pane basso che aveva in mano o la faccia del drago.
-invece si. mi metti a disagio- si impose il ragazzo mordendo nuovamente il pane e masticando lentamente. Sargon alzò gli occhi al cielo divertito dall’imbarazzo del biondo.
-come ti ha trovato Lucas?- chiese poi il biondo -e come ti chiami? Non mi ricordo di avertelo chiesto prima- disse il castano che voleva conoscere meglio quello che sarebbe stato il suo compagno per il resto dei giorni.
-lavoravo al negozio di Bob, da quanto ho capito lui vi trova quelli come me. E comunque sono Maru salamandra- disse acido Maru, non lo aveva fatto a posta ad usare quel tono ma la stanchezza gli aveva fatto un brutto scherzo.
-il mio nome è Sargon e sono un drago non una salamandra- rispose a tono Sargon che si accorse nello sguardo spaesato del biondo che il ragazzo non aveva usato a posta quel tono -comunque la famiglia di Bob da generazioni cerca quelli come te per noi. Ma lui non ne ha mai trovato uno, tu sei il primo- disse poi addolcendo il tono.
-lavoravo con Bob da anni prima che Lucas si accorgesse della mia presenza quindi mi sembra abbastanza strano come cosa- borbottò Maru abbassando lo sguardo. Si sentiva ancora in colpa per il tono che aveva usato inizialmente.
-sei un suo parente?- chiese curioso Sargon.
-no, sono scappato dal mio villaggio non appena hanno scoperto quello che ero. Dovevo entrare a far parte dell’harem del capo del villaggio. Credo che quell’uomo sia riuscito ad avere quasi tutti quelli come me nel suo harem- spiegò Maru mentre Sargon sgranava gli occhi.
-be’ io non ho un harem quindi hai guadagnato- cercò di far sorridere Maru Sargon, ma senza successo.
-ma tu sei un drago e io sono finito in un villaggio pieno di draghi- borbottò Maru, non sapeva dire se era meglio quella situazione o la precedente.
-si, sono un drago ma non ti farei mai del male e non te lo farà nessuno visto che sei il mio compagno- cercò di rassicurarlo Sargon ma il drago vide chiaramente la smorfia poco convinta sul volto di Maru. -puoi anche non credermi- gli disse Sargon alzandosi dal divanetto ed iniziare a vestirsi sotto lo sguardo attento di Maru che non si fidava ancora del tutto del drago.
-dove stai andando?- chiese Maru vedendo che il drago dopo essersi vestito se ne stava andando dalla camera.
-devo risolvere delle questioni, ritorno dopo- gli disse Sargon con un piccolo sorriso sulle labbra per poi piegarsi verso il biondo e lasciandogli un bacio casto, il primo che si scambiavano, e uscendo dalla camera lasciandolo completamente solo e con mille domande in testa. Domande che era sicuro non avrebbero mai trovato una risposta, alcune forse si ma doveva muoversi e non rimanere li. Però l’unica cosa che voleva fare in quel momento era stendersi su quel letto e non pensare a niente. Il dolore al fondoschiena era persistente e Maru non era sicuro di essere in grado di muoversi.
Il ragazzo finì il pane che aveva in mano e si buttò all’indietro sul materasso per poi coprirsi con la coperta di lana chiudendo gli occhi pronto ad addormentarsi, ma qualcuno non sembrava avere le sue stesse intenzioni visto che bussò alla porta facendo riaprire gli occhi a Maru.
-avanti- disse il biondo pensando fosse il compagno e si sorprese quando vide entrare Viego. Si tirò subito a sedere, procurandosi una fitta di dolore acuto al fondoschiena, e cercando si coprirsi il più possibile.
-non ti preoccupare so come sei fatto- disse l’anziano prima di sedersi suo divanetto dove poco prima si era seduto Sargon sorridendo in direzione di Maru.
-a cosa devo questa visita?- chiese curioso Maru continuando a nascondersi dietro le coperte. Non si sentiva a suo agio completamente nudo difronte a Sargon figuriamoci difronte Viego.
-come stai?- chiese invece l’anziano osservandolo bene.
-il mio mondo si è completamente scombussolato quindi non saprei- rispose sinceramente il biondo sospirando.
-immagino ma c’è sempre una ragione dietro quello che succede. Niente avviene senza un motivo e la tua presenza qui significa che è in atto qualcosa- disse il drago che sembrava sapere perfettamente quello che sarebbe successo di li a poco.
-sai qualcosa- disse infatti Maru cercando di capire cosa stesse nascondendo l’anziano.
-ho più anni di quanto tu posso immaginare umano e una mezza idea di quello che sta succedendo me la sono fatta e se le mie intuizioni sono giuste tutto questo porterà a qualcosa di buono- rispose enigmaticamente Viego ghignando.
-non mi dirai il motivo vero?- chiese Maru che si stava domandando perché il drago fosse andato a dirgli quelle cose se poi continuava a fare l’enigmatico.
-no, potresti farti scappare qualcosa con Sargon e non voglio illuderlo inutilmente come non voglio illudere tutto il mio popolo. Te ne sto parlando per farti capire che sei parte di un meccanismo molto più grande e che sei un elemento fondamentale dello stesso. Non sei inutile e il tuo carattere sarà di grande aiuto per Sargon. Credimi lui sembra duro ma non lo è-
 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


5 anni dopo, nella caverna del drago…





Taye stava cucendo l’ennesimo strappo sui pantaloni quando sentì delle urla provenire dal corridoio e alzò lo sguardo cercando di capire se qualcuno stesse entrando nella sua camera.
Dopo la furiosa litigata che aveva avuto con Yera cinque anni prima i due non si erano più parlati se non al momento del parto quando Yera gli era stato accanto per aiutarlo con il bambino e poi qualche altra volta ma sempre e solo per liti furiose.
Non si erano mai chiariti e Taye aveva iniziato a credere che non sarebbero mai tornati amici come i primi tempi. Per passare il tempo visto che in completa solitudine sembrava essere tutto immobile Taye era riuscito a ricavare un ago dalle ossa di uno dei suoi pasti e si era messo a cucire i suoi abiti. All’inizio aveva fatto solo disastri, ma con il passare del tempo si era impratichito ed era diventato abbastanza bravo.
Aveva usato tutti i vestiti femminili presenti nella sua camera e ne aveva ricavato alcuni per lui e altri per i suoi figli. Si figli. Come se tutta quella situazione non bastasse da sola aveva partorito dei gemelli che erano più scatenati del mare in tempesta ma li amava con tutto il suo cuore.
Anche Yera adorava quei due marmocchi tanto che i due bambini passavano più tempo con il drago che con lui. Taye all’inizio era rimasto spaesato dalla cosa e voleva provare a parlare con Yera ma non lo aveva fatto per paura di scatenare un’altra lite furiosa tra lui e il drago e non la voleva.
-papà!- Taye sorrise a uno dei suoi due figli che era corso a braccia aperte nella sua camera per poi buttarsi sopra al padre che prontamente aveva posato l’ago evitando di ferire il figlio.
-cosa c’è tesoro?- chiese Taye sistemando la massa informe di ricci rossi che il figlio aveva al posto dei capelli.
-papà vuole vedere se siamo draghi come lui- disse il bambino tutto felice tanto che anche i suoi occhioni verdi brillavano dalla contentezza.
-e come vorrebbe farlo?- chiese Taye completamente terrorizzato ricordandosi quello che gli aveva raccontato Yera su come aveva imparato a volare.
-facendoci volare- confermò i suoi dubbi il bambino.
-oh no, adesso mi sente- borbottò Taye prendendo in braccio il figlio, nonostante fosse abbastanza pesante essendo un bambino di quattro anni, e uscendo dalla sua camera per andare a cercare Yera.
Lo trovò all’aperto che stava parlando con l’altro figlio.
-cosa vuoi fare?- chiese Taye palesando la sua presenza e portando gli occhi rossi di Yera sulla sua figura.
-voglio vedere se sei servito a qualcosa di buono- gli rispose a tono Yera prendendo in braccio l’altro bambino e incominciando a scendere le scale verso la rampa di lancio, seguito a ruota da Taye.
-oh grazie come se fosse solo colpa mia quello che è successo!- disse Taye che stava lottando con le vertigini.
-lo è- rispose secco Yera facendo alzare gli occhi al cielo a Taye.
-è pericoloso lo sai?- insistette Taye che non voleva vedere morire i suoi bambini.
-no perché in caso di pericolo interverrò- disse Yera arrivando finalmente sulla rampa e poggiando a terra il figlio che si guardo curioso intorno.
-fammi scendere- disse il bambino in braccio a Taye. Il moro non voleva ma fu costretto a farlo anche perché stava iniziando a diventare pesante.
Sef e Ayo, i due gemelli, si sorrisero prima di mettersi perfettamente difronte al drago in attesa di istruzioni.
-chi vuole provare per primo?- chiese Yera con tono dolce, tono che Taye ormai gli sentiva usare solo con i due gemelli.
-io- disse Ayo tutto felice e contento. Yera sorrise e lo prese in braccio nuovamente prima di avvicinarsi alla sporgenza mentre Taye iniziava a tremare per il puro terrore.
-fidati di me okay?- chiese il rosso al figlio che annuì prima di essere lanciato giù dal padre. Il bambino gridò spaventato mentre Taye iniziava a mordersi le labbra per non urlare di terrore.
-ti prego salvalo- disse dopo un po’ Taye continuando a sentire le urla del figlio completamente terrorizzato.
-non è in pericolo smettila di preoccuparti quando qui sei l’unico debole- gli disse acido Yera -tornatene in camera, non avevi paura delle altezze?- continuò l’uomo osservando attentamente il figlio che cadeva giù dal burrone. Sef invece stava immobile torturandosi le manine leggermente spaventato ma si fidava ciecamente del padre quindi era sicuro che il fratello stesse bene.
Le urla si bloccarono di colpo e Taye temette il peggio e stava per aprire la bocca quando sgranò gli occhi notando un piccolo draghetto rosso che era appena risalito dalla rupe e svolazzava con qualche difficoltà.
-lo sapevo- disse Yera che sembrava la persona più felice del mondo mentre prendeva il drago in braccio. -torna umano- sussurrò ad Ayo e lui subito obbedì.
-è stato fantastico- disse Ayo che sembrava più pimpante del solito.
-voglio provarci anch’io!- disse subito Sef al quale era passata tutta la paura. Yera annuì e Sef senza aspettare che il padre lo prendesse in braccio si buttò di sua volontà dalla rupe.
Non ci volle molto prima che anche lui ritornasse su trasformato in drago.
-bravissimi i mie cuccioli- disse Yera sorridendo ad entrambi.
-papà possiamo volare?- chiese Ayo che voleva tornare nella sua forma da drago il prima possibile.
-certo ma non scendete da questa roccia, non siete ancora molto stabili- rispose il rosso e subito i due gemelli si ritrasformarono in draghi iniziando a volare in cerchio tutti felici e contenti.
-mi occuperò io di loro ora- disse Yera a Taye incrociando le braccia al petto. -puoi anche restare tutto il tempo nella tua camera-
-stai scherzando? Sono anche miei figli! Ho tutto il diritto di passare del tempo con loro- protestò Taye capendo le intenzioni del drago.
-sono dei draghi, da te non imparerebbero niente, posso anche ucciderti adesso-
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Era ufficiale: il mondo di Taye era andato in frantumi due settimane prima, precisamente il giorno in cui avevano scoperto che Ayo e Sef erano dei draghi proprio come Yera.
Yera aveva fatto in modo di tenere i figli tutti per se e Taye aveva avvertito chiaramente il distacco con i figli che andava a crearsi ed allargarsi sempre di più. Ayo e Sef non dormivano più con lui ma con Yera e non andavano più da lui. Alcuni giorni era anche capitato che il ragazzo non avesse visto i gemelli per tutto il giorno.
La cosa non gli era per niente andata a genio e aveva provato a parlare con Yera. La risposta era stata un semplice: “gli umani non capiscono niente quindi sei inutile”.
Taye non era riuscito a ribattere e si era rinchiuso nella sua camera a piangere. Ayo e Sef si erano rivelati essere l’unica cosa bella di tutta la sua vita, la sua unica famiglia, e non poteva averli al suo fianco. Era completamente da solo e l’unica cosa che riusciva a pensare da un po’ di giorni era quella di buttarsi giù dalla scogliera sperando di morire. Lui non serviva a niente quindi cosa ci faceva ancora in vita?
Il ragazzo si passò una mano sulla faccia ormai stanco di tutto e si alzò da terra per dirigersi nella stanza dei rituali, come aveva preso a chiamare quella grande sala con l’altare, per andare a prendere il cibo che nonostante tutto Yera continuava a lasciargli.
-no, non potete venire con me! Non siete ancora in grado di percorrere grandi distanza- stava dicendo Yera quando Taye arrivò nella sala osservando la situazione che si era venuta a creare.
-ma non vogliamo rimanere da soli- protestò Ayo battendo il piede destro a terra e stringendo le piccole manine in pugni.
-vostro padre ha ragione state ancora imparando, e poi ci sono io qui non siete soli- si intromise Taye attirando su di se tre paia d’occhi.
-no!- protestò ancora Ayo.
-fra qualche settimana potrete andarci anche voi. Non vi costa niente aspettare- provò ancora Taye ma sembrava proprio che i gemelli non volessero ascoltarlo. Era bastato pochissimo tempo per farli allontanare definitivamente da lui e la cosa faceva male.
-vi ci porto domani okay?- disse allora Yera e gli occhi verdi dei due gemelli si illuminarono felici. -ci vediamo dopo- disse ancora il rosso lasciando un bacio sulla fronte ad entrambi per poi lanciare un’occhiata a Taye che aveva abbassato lo sguardo e uscendo dalla caverna.
-volete fare qualcosa?- chiese allora Taye cercando di approfittare di quella situazione che si era venuta a creare. Poteva finalmente parlare con i figli dopo tanto tempo.
-no- risposero all’unisono i due dando l’ennesima pugnalata nel cuore di Taye.
-va bene- disse l’ex principe incamminandosi verso il suo cibo ed iniziando a mangiarlo con calma tenendo d’occhio i suoi due cuccioli. No che non si fidasse di loro, ma era sempre meglio evitare che scappassero da qualche parte.
Mentre stava mangiando però avvertì chiaramente dei passi che si avvicinavano verso la grande sala e aggrottò la fronte confuso.
-papà!- disse Sef essendosi accorto anche lui dei passi.
-no- disse Taye preoccupato -non è Yera- continuò, non poteva essere il rosso anche perché quei passi non appartenevano ad una sola persona. -nascondetevi- disse prontamente il moro. I due bambini però sembravano non volergli dare ascolto. -vi prego non vi chiedo molto. Voglio solo proteggervi- cercò di dire Taye spaventato da quei passi che si facevano sempre più vicini. I due gemelli si guardarono negli occhi identici prima di ascoltare le parole del padre e nascondersi. Giusto in tempo.
Nella sala entrarono infatti una decina di uomini armati fino ai denti che puntarono il loro sguardo subito in direzione di Taye essendo l’unico presente li. Taye osservò attentamente i nuovi arrivati, quella che avevano addosso era la divisa dell’esercito del suo regno ma era impossibile che fossero li per lui visto che erano passati ben cinque anni. Cinque anni di completo silenzio.
-principe Taye- le parole del generale però smentirono i pensieri di Taye che si trovò a sospirare.
-wow, cinque anni per trovarmi complimenti- disse Taye che non sapeva se essere felice per l’assenza di Yera o triste. Infondo il drago aveva aspettato che venissero a prenderlo per anni.
-dov’è la bestia abbiamo l’ordine di ucciderla- disse il generale ignorando le parole di Taye.
-dovevo immaginarlo che non foste qui per me- rise amaramente il moro -non è qui. Chi vi manda?- chiese poi incrociando le braccia al petto e sperando che Ayo e Sef rimanessero ben nascosti.
-vostro padre, il drago deve essere condannato per il tentato rapimento di vostra sorella-
-solo? E io chi sono?- chiese Taye che si sentiva più ferito di quanto avesse immaginato. Che bella la sua famiglia.
-colui che si è sacrificato per salvare la principessa-
-certo perché ho deciso di farmi prendere dal drago di mia volontà e non è stato mio padre a scambiarmi con mia sorella. Anche se sapessi dove fosse il drago non ve lo direi mai. Tornatevene da dove siete venuti- disse incazzato nero Taye. In un primo momento aveva pensato di aspettare l’arrivo di Yera ma in quel momento voleva solamente che il suo passato scomparisse per sempre dalla sua vita. Poco importava che non era felice nemmeno li, ma avrebbe dato la vita per permettere ai suoi figli di vivere con Yera.
-abbiamo l’ordine di uccidere il drago e non ce ne andremo-
-peggio per voi visto che il drago sta fuori per settimane a volte. Non si farà vedere da voi e poi vi ucciderebbe dall’istante- disse Taye ridendo. Conosceva la forza di Yera e mai l’avrebbe messa in discussione.
-e come mai non sei morto? Sei qui da cinque anni-
-perché servo come moneta di scambio con una ragazza. Volete fare questo scambio?- chiese Taye più per curiosità che per altro.
-manco morti! Tu non vali quanto una donna, muori e basta o dicci dove si trova il drago-
-uccidetemi- disse Taye allargando le braccia, ci aveva provato.
La guardia stava per avvicinarsi ma si bloccò e Taye sgranò gli occhi terrorizzato: uno dei due gemelli aveva starnutito rivelando la loro presenza.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Taye agì di istinto e tirò la polvere che si trovava sull’altare negli occhi delle guardie prima di prendere in braccio i gemelli e correre come un pazzo all’esterno della caverna. Mai in vita sua aveva corso più veloce e soprattutto mai aveva sceso e poi salito le scale così velocemente e senza preoccuparsi dell’altezza.
-sentitemi bene- disse con il fiatone poggiando i due cuccioli a terra sulla rampa di lancio. I soldati dovevano ancora arrivare. -ora vi trasformate e volate da vostro padre-
-ma ci ha detto di…-
-so che non vuole che voi lo facciate e non lo voglio nemmeno io, ma quei brutti tizi vi uccideranno se vi trovano ed è peggio. Andate da Yera e avvisatelo di non tornare qui per nessuna ragione al mondo- continuò Taye preoccupato iniziando a sentire i passi delle guardie sempre più vicini.
-ma tu?- chiese Sef preoccupato.
-non vi preoccupate okay? Voi avete bisogno di Yera non di me quindi andate da lui saprà proteggervi meglio di me- continuò il moro sospirando. Quelle parole erano vere nonostante gli facessero male. Non era in grado di proteggere i suoi stessi figli.
-è una distanza grandissima non riusciremo mai a farla da soli e poi perché non ci consegni a loro? Papà dice che odi i draghi- disse Ayo con il broncio.
-io non odio i draghi tesori miei. Non potrei mai odiare l’unica vera famiglia che ho!- disse Taye capendo perché i figli avevano iniziato a guardarlo male.
-ma sei un principe, hai una famiglia- fece notare Ayo anche se non capiva cosa significasse la parola principe. L’aveva sentita per la prima volta da quelle guardie.
-hanno smesso di essere la mia famiglia quando mi hanno abbandonato al mio destino. La mia famiglia siete voi due e Yera anche se mi odia. E credetemi non farei mai qualcosa che vi metterebbe in pericolo quindi per favore volate via. Io saprò cavarmela- Taye abbracciò i suoi due cuccioli prima di spingerli verso il dirupo.
I due lo guardarono un’ultima volta prima di trasformarsi in draghi e volare via sotto lo sguardo attento di Taye.
-e quelli cos’erano?- chiese un generale avvertendo Taye che lo avevano trovato.
-niente che vi interessi- rispose il moro voltandosi e guardandoli male.
-erano umani ma adesso sono draghi. Non dirmi che puoi avere figli e sei andato a letto con un drago- continuò il generale scoppiando in una risata mentre Taye lo guardava male -un principe che va a letto con un mostro questa è bella.-
-Yera non è un mostro i veri mostri siete voi!- gridò Taye furioso. No, Yera non era un mostro nonostante lo avesse trattato da schifo negli ultimi anni. Yera era la sua vita.
-oh un drago che ha un nome! E dimmi quando infondo ti ha infilato il suo cazzo da lucertola per farti rimanere incinta di quei due mostriciattoli?- chiese sprezzante la guardia mentre Taye cercava di mantenere il controllo. -non vuoi dirmelo? Bene allora uno dei due morirà!- e così dicendo uno dei soldati prese una lancia e la caricò pronto a lanciarla ma Taye fu più veloce e la lancia colpì lui. Un secondo soldato provò a fare la stessa cosa ma ancora una volta Taye si frappose fra la lancia e i suoi figli. Un fiotto si sangue iniziò ad uscire dalle labbra del ragazzo segno che le lance avevano colpito degli organi vitali.
-sono troppo lontani- disse una guardia al generale.
-sei contento ora? Sei morto per salvare due abomini- disse il generale prima di prendere una terza lancia e conficcarla con forza nel corpo di quello che era stato il suo principe facendo diventare gli occhi del moro vitrei. Non c’era più vita in lui.
L’ultimo pensiero del ragazzo era andato ai suoi due cuccioli sperando che almeno loro si salvassero e che fossero già abbastanza lontani.
Lontani lo erano, ma Sef voltandosi vide chiaramente il padre prendersi tutti quei colpi di lancia e capì subito che si era sacrificato per salvarli.
I due draghetti volarono il più velocemente possibile per raggiungere Yera mentre Sef cercava di non scoppiare a piangere o di urlare. Non voleva far preoccupare Ayo mentre erano in volo. Non erano stabili di loro e quella preoccupazione poteva peggiorare le cose.
Entrambi i cuccioli erano tesi perché era la prima volta che volavano su grandi distanze completamente da soli e riuscirono a rilassarsi solo quando videro la grande figura del padre su una spiaggia sotto di loro.
Anche Yera si accorse subito dei due e si trasformò in umano mettendo su la sua faccia incazzata pronto a sgridarli. I due draghetti atterrarono e si trasformarono a loro volta.
-cosa vi avevo detto? Non potete volare sen…- ma le parole gli morirono in gola quando Sef gli saltò addosso scoppiando a piangere facendo spaventare sia il padre che il gemello. -cosa ci fate qui?- chiese Yera cercando di tranquillizzare il figlio tra le sue braccia che stava tremando.
-papà ha detto di venire da te- rispose Ayo mordendosi il labbro super preoccupato per il gemello.
-e perché lo avete ascoltato? Sapete che non è un drago e non può sapere cos’è meglio per voi-
-c’erano dei tizi in abiti strani che lo hanno chiamato principe e che cercavano te- continuò Ayo mentre Yera sgranava gli occhi. -ha cercato di nasconderci ma ho starnutito e si sono accorti di noi. Poi ci ha detto di scappare da te e di non tornare subito a casa- spiegò il bambino avvicinandosi al padre che comprese anche lui nell’abbraccio.
-perché adesso?- chiese Yera più a se stesso che ai suoi figli. Ormai aveva perso le speranze nell’arrivo di quelle guardie e poi aveva già la sua discendenza grazie a Taye.
-papà è morto- sussurrò Sef dopo un po’.
-cosa?- chiese Yera sgranando gli occhi rossi.
-ho visto mentre si prendeva le lance che quei tizi ci stavano lanciando. Papà è morto- e dopo quelle parole anche Ayo scoppiò a piangere mentre Yera rimaneva immobile accorgendosi che l’unica persona che gli era stata accanto era appena morta per loro.

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Yera aveva fatto sfogare i suoi cuccioli fino a quando entrambi non si erano addormentati tra le sue braccia. Il suo unico pensiero in quel momento era raggiungere Taye il più velocemente possibile e cercare di capire cosa fosse successo. Si rifiutava di credere che il bellissimo umano fosse morto, non poteva essere morta.
In quel momento infatti Yera stava volando in direzione della caverna con i due bambini nelle sue zampe che stavano ancora dormendo. Non gli sembrava minimamente il caso di farli volare, non dopo che avevano fatto tutta quella strada completamente da soli.
Yera non ci mise molto ad arrivare alla caverna e la prima cosa che avvertì da lontano fu il forte odore di sangue, cosa che non lo rassicurava per niente. Altra cosa che non lo rassicurava era la presenza di una figura piegata sulla rampa di lancio, che era anche la direzione dalla quale proveniva l’odore di sangue.
Il drago decise che prima di andare a controllare la situazione, sperando in cuor suo che Taye non fosse realmente morto, di portare i bambini a letto.
Il drago entrò nella caverna e annusò l’aria. In effetti sentiva che qualcun altro era stato li ma in quel momento c’erano solo loro. Sembrava come se i soldati se ne fossero andati senza aspettarlo cosa che poteva essere favorevole in quel momento.
Yera si trasformò in umano ritrovandosi con i gemelli tra le braccia e dopo aver controllato attentamente sia la sua camera che quella che era appartenuta a Taye posò i bambini nel suo grande letto circolare ed uscì dalla caverna.
-oh no- disse Yera una volta arrivato alla rampa di lancio e notato che la figura piegata non era altro che Taye. Gli si avvicinò cercando di non guardare la pozza di sangue che gli si era creata tutto intorno e cercando qualche segno che il ragazzo fosse ancora vivo.
Ma non trovò niente. Taye era morto e anche da molto tempo visto quanto gelido era diventato il suo corpo. Yera non poteva accettarlo. Aveva messo un muro tra lui e Taye perché troppo orgoglioso per fare pace con l’umano che gli aveva rubato il cuore. Se solo avesse saputo prima quello che stava per succedere non sarebbe mai partito e anzi avrebbe cercato di chiarire con il moro, proprio come l’umano aveva cercato di fare in quegli anni.
-mi dispiace amore mio- sussurrò il drago mentre una silenziosa e solitaria lacrima scendeva dai suoi occhi. Aveva perso la seconda persona più importante della sua vita e solo e unicamente per colpa sua. Non riusciva ad accettarlo, non voleva accettarlo.
Yera tolse delicatamente le lance dal corpo dell’umano per poi prenderlo in braccio e portare il suo corpo esanime fino alla stanza rituale dove lo poggiò sull’altare.
-non puoi abbandonarmi, non adesso- sussurrò Yera cercando di farsi venire in mente qualcosa. Voleva indietro il suo umano.
Ma cosa poteva fare? Era un drago che portava solamente morte e distruzione e non la vita. Si con il suo fuoco poteva dare vita a dei bambini ma sempre uccidendo qualcuno prima. Non era per niente il caso.
Il rosso fece vagare lo sguardo per tutta la stanza in cerca di qualcosa che potesse aiutarlo fino a quando non posò lo sguardo sul bacino lustrale che tanto aveva interessato Taye nei primi giorni e del quale Yera non sapeva minimamente la funzione. Perché non provarci allora?
Il drago prese quindi il ragazzo in braccio e lo portò fino alla piscina d’acqua adagiandolo delicatamente al suo interno. L’acqua limpida del bacino si colorò immediatamente di rosso mentre il corpo del moro galleggiava nell’acqua ancora inerme.
Sembrava non essere quella la soluzione. Yera stava per togliere Taye dall’acqua quando una voce lo fermò:
-che abbiamo qui?- il drago alzò gli occhi al cielo e vide la figura quasi traslucida di un anziano che si stava allisciando la lunga barba bianca mentre guardava Taye.
-tu chi sei?- chiese Yera quasi spaventata da quell’uomo che non aveva mai visto.
-nessuno di importante Joshua- disse quello continuando a guardare Taye che era ancora rimasto all’interno della piscina.
-non mi chiamo Joshua- rispose il rosso guardandolo male.
-ah allora dovrebbe essere Yera, si si è di sicuro Yera il tuo nome mi scuso per l’inconveniente! Allora cos’è successo?-
-chi sei? E come sai il mio nome?- chiese il drago che non si fidava di quello spettro, uomo o qualunque cosa fosse.
-credimi ti conosco più di quanto tu creda e non hai bisogno di sapere chi sono, non per il momento. Allora cos’è successo? O devo pensare che sia stato tu ad uccidere questo ragazzo?-
-non l’ho ucciso io! Io lo voglio di nuovo con me- disse prontamente Yera, anche se sotto sotto si sentiva responsabile della morte di Taye. Se solo non se ne fosse andato da li lasciandolo solo con i loro cuccioli non sarebbe mai successo niente del genere.
-ne sei davvero sicuro? So che cosa è successo tra di voi qui, non nei dettagli ma so com’era il vostro rapporto. Quindi se tu non ne sei sicuro non posso permettere a questo ragazzo di ritornare in vita solo per avere la vita orribile di prima- disse l’uomo guardando il drago come se volesse bruciarlo.
-non sono stato il migliore lo so, mi sono sentito ferito dalle sue parole e non ho pensato a lui. Ho fatto di tutto per fargli capire come mi sentivo ma gli ho solo rovinato la vita. Voglio solo avere la possibilità di scusarmi con lui e di creare qualcosa- disse Yera che aveva capito di non poter mentire a quello spirito.
-va bene lo salverò, ma dovrai dimostrami di tenerci veramente a lui- e dopo aver detto quelle parole l’uomo fece un gesto con il braccio e il corpo di Taye scomparve dal bacino lustrale e l’acqua ritornò limpida.
-dov’è?- chiese Yera agitandosi.
-in un posto sicuro non ti preoccupare, ma dovrai trovarlo da solo dimostrandomi il tuo amore nei suoi confronti- e così dicendo l’uomo scomparve lasciando Yera con mille dubbi in testa.
 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Più o meno nello stesso momento nel villaggio dei draghi…






Maru guardava con poco interesse il piatto di verdure che aveva davanti. Non era mai stato un amante della verdura ma in quel momento si sentiva che non sarebbe riuscito a mangiare nemmeno un succulente piatto di carne.
-tutto okay?- gli chiese Sargon osservando che non aveva ancora mangiato niente.
-si, non ho fame- rispose Maru facendo un sorriso al castano. Il loro rapporto era bellissimo nonostante appartenessero a due specie differenti. Proprio come aveva detto Viego Sargon era davvero dolce con lui. Non gli faceva pressioni di nessun genere e lo ascoltava sempre quando aveva qualcosa da dire.
Ovviamente a molti draghi del villaggio non piaceva che ogni tanto fosse Maru a dire cosa fare ma non dicevano niente solo per rispetto nei confronti di Sargon. Ma quando il drago non era nei paraggi guardavano male Maru come se volessero ucciderlo. E uno di quelli era proprio Lucas, che non essendo riuscito a mettere le mani sulla sua preda stava cercando di rendere la sua vita un inferno.
Maru non aveva detto niente a Sargon perché i draghi non erano mai arrivati a fargli del male fisico e non voleva che il suo compagno si preoccupasse troppo. Aveva già mille pensieri per la testa e poi la cosa che più interessava a Maru era che Sargon lo trattasse bene e il drago lo faceva.
-non mi diventare magro- disse ridendo Sargon per poi alzarsi dalla tavola sospirando.
-dove vai?- chiese Maru capendo che il drago sarebbe uscito di casa, sospirava sempre.
-il vecchio Bob è morto e dobbiamo trovare qualcun altro che lo sostituisca- rispose il castano lasciando un bacio sui lunghissimi capelli biondi dell’altro.
-non potete lasciar perdere e basta?-
-lo sai che sono d’accordo con te ma devo rispettare il volere della maggioranza e la maggioranza vuole qualcuno che procuri quelli come te- gli disse Sargon con un sorriso amaro. Il castano non amava per niente quella situazione ma non poteva tirarsi indietro.
-lo so- disse Maru accennando un piccolo sorriso -non fare tardi- sussurrò poi baciando il castano che rispose al bacio portando una mano subito sul fianco di Maru stringendolo forte.
-non mi tentare- sussurrò il drago staccandosi dal suo bel compagno ed uscendo dalla stanza lasciando il biondo da solo con le sue verdure.
-sei sicuro di stare bene?- chiese Viego facendo quasi saltare in ari Maru per lo spavento. Nonostante l’anziano facesse spesso in quel modo in cinque anni Maru non era ancora riuscito ad abituarsi.
-si sto bene- rispose Maru con calma cercando di far tranquillizzare il suo cuore che batteva all’impazzata.
-sai che è impossibile mentirmi- disse l’anziano incrociando le braccia al petto mettendo su la sua faccia di chi sapeva tutto.
-so che lo hai capito- disse Maru sbuffando.
-e perché non lo dici a Sargon?- chiese allora Viego.
-perché ho paura che possa succedere qualcosa e di perderlo- disse Maru portando le mani sulla sua pancia leggermente accennata. Dopo cinque anni era finalmente rimasto incita di Sargon. Sapeva che molti draghi lo guardavano male proprio perché non era riuscito a dare subito un figlio a Sargon e alcune volte si era chiesto se fosse veramente in grado di farlo.
-prima o poi se ne accorgerà da solo e credo che lui voglia saperlo da te- continuò Viego.
-glielo dirò quando sarò sicuro della cosa. Sono passati cinque anni e non voglio illuderlo- borbottò il biondo.
-mangia un po’ di carne cruda invece di quelle verdure. Quando torniamo voglio controllarti- disse Viego puntandogli il dito contro per poi uscire lasciando Maru da solo in quella grande casa. Il ragazzo ci pensò un po’ prima di alzarsi e andare verso il vaso nel quale tenevano la carne cruda sotto sale per conservarla per più tempo. Ne prese un pezzo e lo portò alle labbra chiudendo gli occhi per non vedere quello che stava mangiando. E si accorse che Viego aveva ragione. La carne cruda riusciva a mangiarla tranquillamente.
-brutto furfante- borbottò il biondo in direzione della sua pancia per poi aprirsi in un piccolo sorriso. Avrebbe parlato con Sargon una volta che fosse tornato a casa.
Maru passò il resto della mattinata a pensare ad un modo per dire a Sargon del bambino. Ma tutte le frasi che pensava gli sembravano non andare bene tanto che si ritrovò con le labbra completamente massacrate visto che se le era morse per tutto il tempo.
Il biondo si arrese e si diresse in cucina per prendersi un altro po’ di carne cruda per pranzo. Stava per tirare fuori un pezzo quando sentì delle urla e si preoccupò. Si precipitò subito fuori casa e osservò con sgomento che quasi tutti i draghi erano sulla piazza che dava sul mare, ma la cosa che più gli fece gelare il sangue nelle vene furono degli uomini che si erano arrampicati dalla scogliera e stavano puntando contro di loro delle balestre. Chi erano? E cosa volevano?
-fateci parlare con il vostro capo- disse quello che sembrava il capo di quegli uomini.
-chi siete?- chiese Maru avvicinandosi agli uomini sentendo su di se lo sguardo dei draghi. E sapeva perfettamente che quegli sguardi non lo volevano li.
-tu non sei un drago-
-no, non lo sono ma vi ho fatto una domanda e gradirei una risposta- disse Maru incrociando le braccia al petto.
-io non rispondo alla puttana di un drago- disse quello sprezzante.
-cosa volete allora?- chiese ancora Maru sorvolando su come lo aveva chiamato l’uomo.
-siete dei mostri e meritate di morire, ma vorremo fare un patto con il vostro capo quindi fatelo uscire fuori- disse ancora l’uomo puntando la sua balestra verso Maru che rimase completamente immobile.
-il capo non è qui e io sono il suo compagno quindi potete parlare con me- disse Maru che vide perfettamente Lucas alzare gli occhi al cielo. Non lo sopportava per niente.
-oh, quindi sei la puttana del capo. Non credo che ci saranno problemi allora per te di accettare le nostre condizioni-
-parla-

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


-dateci tutti i cuccioli di drago e noi vi faremo vivere-
-non se ne parla- disse con sicurezza Maru mentre l’uomo con la balestra lo guardava sconvolto.
-sei un umano che è stato rapito da questi draghi perché non vorresti darci i loro cuccioli?-
-perché è la mia famiglia questa e non vi permetterò di torcere un solo capello a questi draghi- Maru era fermo sulle sue convinzioni e sperava davvero che Sargon arrivasse a breve per poter risolvere quella questione. Non sapeva per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a parlare senza farli morire tutti.
-lo avete sentito?- chiese l’uomo ridendo -la sua famiglia. Ma per favore, dacci i cuccioli e ti risparmieremo-
-no-
-allora morirete tutti!-
-e se vi dessimo lui?- disse Lucas tirando per un braccio Maru mentre quest’ultimo lo guardava sconvolto.
-ci servono tanti cuccioli- disse l’uomo che però non aveva detto di no e la cosa spaventava da morire Maru, non potevano venderlo così! Non quando aveva finalmente una famiglia!
-ma lui è speciale, potreste scoparlo e avere tanti figli- continuò Lucas mentre Maru lo incendiava con lo sguardo.
-vogliamo cuccioli di drago, anche se nel suo grembo potrebbe essercene uno noi ne vogliamo di più- disse l’uomo sorridendo sadico in direzione di Maru che si gelò sul posto. No, il suo bambino no.
-senti o lui o muori bruciato- ringhiò Lucas cercando di trasformarsi ma l’uomo estrasse qualcosa dalla tasca della sua giacca e la tirò loro addosso.
Maru si protesse gli occhi col le braccia ma gli scappò comunque un urlo sentendo una fitta alla pancia.
-quindi avevi veramente un cucciolo dentro te- disse l’uomo facendo si che Maru alzasse lo sguardo dolorante. E fu allora che si accorse che era l’unico rimasto visto che tutti gli altri draghi erano stati trasformati in pietra.
-cosa avete fatto?- chiese sconvolto il ragazzo guardandosi intorno.
-abbiamo trasformato i draghi in pietra, dove sono i cuccioli?-
-non ve lo direi manco morto- rispose Maru spaventato da quegli uomini.
-hai perso il tuo cucciolo lo sai? Si è trasformato in pietra- lacrime calde iniziarono a scendere dagli occhi di Maru. Dopo cinque anni era finalmente riuscito ad avere un figlio ed erano arrivati qui mostri a distruggere tutto.
-non ve lo dico lo stesso- disse tra le lacrime il biondo. Non avrebbe dato quella soddisfazione a quegli umani. Mai, anche al costo di morire.
-come vuoi- rispose l’uomo tirandogli addosso altra polvere. Maru fece per proteggersi nuovamente gli occhi, ma il suo movimento fu bloccato a metà visto che anche lui venne pietrificato.
-eri davvero un bel ragazzo- parlò l’uomo alla statua che ormai non poteva ne sentirlo e ne vederlo -ci avrei fatto volentieri un pensierino, ma se sei più legato ai draghi che agli umani ai quali appartieni ti meriti una punizione- e così dicendo l’uomo conficcò la punta del suo pugnale nell’occhio destro del ragazzo. La parte del volto di pietra si sgretolò mentre l’uomo rideva felice di quello che aveva appena fatto.
-andiamocene e troniamo quando potremo prenderci quello che vogliamo con la forza- disse per poi scomparire insieme al resto dei suoi uomini lasciando il villaggio nel più completo silenzio.
 
-hai capito cos’ha Maru? È da un po’ che non mangia quasi niente- disse Sargon a Viego mentre entrambi camminavano a passo lento verso il villaggio. Ormai era calata la sera e l’unica preoccupazione di Sargon era tornare dal suo umano.
-non ti preoccupare non è niente di grava- rispose l’anziano cercando di nascondere un piccolo sorriso sulle labbra.
-non posso non preoccuparmi se so che non mi vuole dire qualcosa. Cos’ho sbagliato con lui?-
-niente perché Maru ti ama. Ma devi dargli tempo, ti dirà tutto- cercò di tranquillizzarlo l’anziano per poi aggrottare la fronte. C’era troppo silenzio nonostante fossero vicinissimi al villaggio.
-lo senti anche tu?- chiese Sargon che aveva la stessa faccia di Viego.
I due aumentarono il passo fino ad arrivare all’ingresso del villaggio dove Roselle corse loro incontro.
-finalmente!- disse la ragazza preoccupatissima.
-cos’è successo?- chiese Sargon che aveva perfettamente capito che qualcosa non andava.
-sono arrivati i cacciatori. Io e i bambini ci siamo nascosti ma gli altri sono stati trasformati in pietra- disse la ragazza abbassando il capo. -anche Maru che ha cercato di contrattare con loro, credo che stesse perdendo tempo per farti arrivare-
Sargon non fece nemmeno finire Roselle di parlare che corse subito in direzione delle statue e le osservò tutte attentamente prima di arrivare davanti a quella di Maru che era anche danneggiata sul volto.
-cos’è successo?- chiese con un filo di voce Sargon mentre accarezzava una guancia di pietra del compagno.
-mentre Maru cercava di contrattare Lucas ha proposto hai cacciatori di prendere Maru. Non so cosa sia successo dopo, so solo che si stavano per trasformare e li hanno tramutati in pietra. Solo Maru era rimasto normale ma poi ha detto che non li avrebbe aiutati a trovare i cuccioli e lo hanno pietrificato. Poi se ne sono andati- spiegò Roselle.
-dobbiamo prendere l’acqua della fonte per farli tornare normali- disse Viego che sembrava non essersi minimamente scomposto.
-va bene-
-ma Maru sarà l’ultimo-
-perché?- chiese Sargon che voleva liberare per primo proprio il suo Maru.
-perché avremo bisogno di tutto l’aiuto possibile per evitare a quella ferita di farlo morire-
Sargon anche se titubante annuì ed insieme a Roselle iniziarono a fare aventi e indietro dalla fonte per far tornare in vita i diversi draghi.
-non azzardarti mai più a provare a scambiare Maru- disse Sargon a Lucas una volta che il moro fu liberato dalla pietra -mai più- ripeté Sargon ringhiando in direzione di Lucas che abbassò la testa non sapendo come ribattere. La prima cosa che il moro aveva visto era stata proprio la statua sfregiata del bell’umano.
-vai- disse Viego a Sargon mentre il castano si preparava a liberare il suo Maru. Dietro di lui c’era Roselle già pronta con le bende.
Sargon versò l’acqua della fonte sul suo compagno e poco dopo lo sentì urlare dal dolore. Roselle velocissima iniziò a mettere le bende intorno all’occhio destro di Maru, che già si stavano macchiando di rosso, mentre Sargon si avvicinò al ragazzo stringendoselo addosso il più possibile.
-sono qui amore mio- gli sussurrò Sargon mentre Maru si stringeva singhiozzando tra le sue braccia.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


-ti fa ancora male?- chiese Sargon portando una minestra a Maru. Dopo aver fasciato la testa del ragazzo lo avevano portato velocemente nella sua camera dove lo aveva fatto sdraiare sul letto. Sargon era corsi immediatamente di sotto per preparare la zuppa e portargliela.
-di meno di prima- rispose con voce flebile l’umano prendendo la zuppa calda e mangiandola volentieri.
-mi dispiace non essere arrivato in tempo- sussurrò Sargon accarezzando una guancia del biondo che gli sorrise tristemente. Il ragazzo in quel momento aveva solo in mente il fatto che aveva perso suo figlio, proprio quello di cui aveva più paura.
-non è colpa tua, sono io che sono completamente inutile- borbottò Maru. Era un umano in un villaggio di draghi, cosa poteva fare lui?
-non sei inutile. I nostri cuccioli sono ancora tutti qui grazie anche al fatto che ormai sei parte della nostra famiglia. Non tutti gli umani avrebbero fatto quello che hai fatto tu oggi- lo rassicurò Sargon baciandolo sulle labbra felice che il suo bellissimo compagno fosse ancora vivo. Quando aveva visto la statua sfregiata aveva avuto paura che per lui non ci fosse modo di ritornare in vita, ma non era andata così e quello era l’importante.
-Sargon io…- cercò di dire Maru mentre le lacrime iniziavano a scendere dall’occhio sano.
-cosa c’è?- chiese il castano preoccupato.
-io sono inutile. Non ti ho ancora dato un figlio e forse non te lo darò mai…-
-ehi calmati- disse Sargon asciugando quelle lacrime -non è colpa tua okay?-
-invece si! Stiamo insieme da cinque anni e io…-
-e tu non hai colpe perché sono stato io ad aspettare Maru- gli disse Sargon interrompendolo -volevo che tu fossi completamente a tuo agio con me prima di creare una famiglia quindi non darti colpe che non hai- rivelò Sargon. Era una cosa che non aveva rivelato nemmeno a Viego.
-perché?- chiese Maru completamente sconvolto.
-perché mi piaci, anzi ti amo e…- Sargon non finì di parlare perché Maru si fiondò sulle labbra del suo drago baciandolo con passione mentre quest’ultimo stringeva il ragazzo più a se. Per loro fortuna Maru aveva poggiato in precedenza la zuppa sul comodino e quindi non era finita rovesciata in mezzo a loro.
-mi dispiace interrompere questo momento- i due i girarono in direzione di Viego che era appena entrato nella camera.
-cosa c’è?- chiese Sargon mentre stringeva più a se Maru iniziando ad accarezzagli la schiena.
-Maru bevi questo, dovrebbe aiutarti- disse invece il drago porgendo all’umano una ciotola con dentro del liquido trasparente che sembrava della semplice acqua.
-l’acqua della fonte non si beve- disse Sargon guardando confuso Viego avendo riconosciuto quel liquido.
-a cosa dovrebbe servire?- chiese Maru confuso dalle parole del compagno.
-è la stessa che vi ha liberato dalla pietrificazione, tentar non nuoce-
-come l’hai capito?- chiese Maru accorgendosi che Viego sapeva quello che era successo al bambino.
-il tuo volto spento e poi ho fatto due più due, ora bevi- Maru annuì a quelle parole e bevve tutto d’un sorso.
-non sento niente- disse il ragazzo sospirando sconsolato.
-dobbiamo controllare in un altro modo per essere sicuri che abbia o no funzionato, nel mentre spiega cosa sta succedendo a Sargon- disse l’anziano lasciando i due da soli.
-se non vuoi dirmelo non ti preoccupare- disse Sargon.
-ero incita, quando quei tizi hanno pietrificato gli altri ha pietrificato anche lui- disse il biondo portando una mano sulla sua pancia -mi hanno detto che era morto definitivamente prima di pietrificarmi-
-troveremo un modo- gli disse Sargon al settimo cielo per la notizia, stava per diventare padre e sapeva che Viego avrebbe fatto tutto il possibile per salvare il suo cucciolo.
-e se non funzionasse niente? Non volevo dirtelo per paura di perdere il bambino per una qualunque cosa ed è successo- sussurrò ancora Maru, nonostante tutto quello che gli aveva detto Sargon era ancora terribilmente preoccupato.
-capisco le tue ragioni e in qualche modo faremo- disse Sargon baciando nuovamente il ragazzo e stringendoselo nuovamente addosso. -la cosa che dobbiamo fare in questo momento è riposare- gli disse togliendosi gli stivali e stendendosi sul letto al suo fianco.
-okay- sussurrò Maru accoccolandosi meglio sul corpo caldo del drago. Aveva sempre amato tutto quel calore che Sargon riusciva ad emanare.
-risolveremo tutto, fidati di me- disse ancora Sargon baciando il ragazzo sui capelli.
-non ti ho mai chiesto come mai sei tu il capo qui- sussurrò Maru, si era sempre fatto mille domande ma quasi mai le aveva espresse ad alta voce. In quel momento aveva bisogno di pensare ad altro e aveva provato a chiedere qualcosa di più al suo compagno.
-è complicato da spiegare- disse Sargon sorridendo felice che il ragazzo gli avesse fatto quella domanda, voleva che entrasse completamente nel suo mondo. -parecchi secoli fa i draghi erano proprio i mostri che vengono descritti nelle vostre storie, per avere dei cuccioli i draghi bruciavano donne umane dalle cui ceneri nascevano dei piccoli draghi- Maru guardò confuso Sargon, cosa centrava quello con la domanda che gli aveva fatto?
-al capo c’era un re che era fermamente convinto delle sue idee e quando uno dei suoi sudditi provò ad avere dei figli in modo diverso senza uccidere nessuno andò su tutte le furie. Ma il suo popolo notando che avere figli nell’altro modo permetteva loro di essere più forti si distaccarono completamente dalle idee del re. Re che poi fu confinato e il comando passò al suo braccio destro. Da allora tutti i suoi discendenti sono al capo del nostro popolo ed ecco perché io sono qui- rispose Sargon sorridendo.
-e il vostro re è ancora in vita o no?- chiese Maru curioso.
-no, non credo. Ma i suoi discendenti molto probabilmente si-

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


-allora cosa vuoi fare per controllare il bambino?- chiese Sargon a Viego mentre entrava nella sala da pranzo insieme a Maru.
-usiamo la fonte- rispose l’anziano porgendo un piatto a Maru. Maru che prese quello che c’era sul piatto ed iniziò a mangiucchiarlo con gusto. Prima di entrare in quella sala non aveva molta fame ma appena Viego gli aveva messo davanti quel piatto non era riuscito a resistere alla tentazione di mangiare. -o forse non serve nemmeno- disse l’anziano sorridendo in direzione di Maru.
-in che senso?- chiese il biondo prendendo un altro po’ di cibo dal piatto. Gli era aumentato l’appetito tutto d’un tratto e non riusciva a capire il perché.
-perché stai mangiando carne cruda. Ti ho messo il piatto d’avanti apposta per fare una prova. Vostro figlio sta bene- spiegò Viego mentre Maru sgranava gli occhi accorgendosi di quello che stava mangiando solo in quel momento.
-io un controllo alla fonte lo farei lo stesso- disse Sargon stringendo a se l’umano. Non avrebbe mai messo in discussione le parole di Viego ma voleva essere davvero sicuro che non fosse successo niente al suo cucciolo.
-non ho detto che non avremmo fatto la prova. Volevo solo rassicurare entrambi per il momento- rispose l’anziano sorridendo ai due ragazzi che si scambiarono uno sguardo complice.
-allora mangiamo e poi andiamo a controllare- Sargon trascinando verso il tavolo Maru, ma non riuscirono a sedersi visto che qualcuno iniziò a bussare ferocemente alla porta.
-avanti- disse Sargon confuso da tutta quella fretta.
Dalla porta entrò Roselle che si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato.
-c’è qualcuno nella nostra fonte- disse con un filo di voce il drago alzando lo sguardo guardando preoccupata i tre.
-in che senso?- chiese Sargon.
-c’è un ragazzo all’interno della nostra fonte. È apparso all’improvviso e non è un drago- spiegò la ragazza.
-andiamo a controllare allora- disse Viego con un piccolo sorriso sulle labbra, cosa che non sfuggì a Sargon che oramai conosceva benissimo l’anziano. -infondo dovevamo andare li- continuò l’uomo mentre tutti e quattro iniziarono a spostarsi verso la fonte.
-cosa stai combinando?- chiese a bassa voce Sargon a Viego non facendosi sentire da Maru e Roselle.
-niente-
-conosco quello sguardo. C’è qualcosa che dovrei sapere?- insistette Sargon guardando male l’anziano che ridacchiò attento a non farsi sentire da i due che camminavano davanti a loro.
-fidati di me come hai sempre fatto- rispose il drago facendo sbuffare Sargon. Non avrebbe saputo altro e la cosa mandava completamente in tilt Sargon, non sapere cose delle quali doveva essere a conoscenza in quanto capo dei draghi non gli andava per niente a genio.
Non ci misero molto ad arrivare nella grotta dietro al villaggio nella quale era presente la loro fonte. Dall’esterno poteva sembrare un normalissimo bacino d’acqua, ma in realtà quell’acqua era speciale e permetteva di curare la maggior parte delle ferite dei draghi e chissà quanti altri segreti aveva visto che l’unico a conoscenza di essi era Viego.
Nell’acqua limpidissima del bacino si trovava la figura distesa di un ragazzo umano dai lineamenti delicati e dai riccissimi capelli neri. Sembrava quasi finto per quanto era perfetto con gli occhi chiusi, la cosa che però rompeva quell’equilibrio erano tre strappi sulla maglia che il moro stava indossando e le lunghe e brutte cicatrici che si intravedevano dagli strappi.
-cosa gli è successo?- chiese Maru avvicinandosi al ragazzo che gli sembrava troppo pallido per essere vivo. Ma le sue ipotesi non erano esatte visto che mettendo le dita sul collo del ragazzo avvertì chiaramente il battito regolare del cuore.
-non saprei, quelle ferite sembrano vecchie per via di come si sono cicatrizzate ma gli strappi mi dicono il contrario- rispose Roselle girando intorno alla fonte e osservando con attenzione il moro.
-la vera domanda è come ci è finito nella nostra fonte. Ieri quando abbiamo salvato tutti non c’era quindi è arrivato di sicuro questa notte se non questa mattina- ragionò Sargon.
-ma come e soprattutto chi lo ha ridotto così. Vecchie o nuove quelle ferite sono bruttissime e forse anche letali. Credo che sia abbastanza strano che sia ancora vivo- disse Roselle sospirando. Non gli piaceva per niente quella situazione.
-possiamo toglierlo dall’acqua? Non credo gli faccia bene stare per troppo tempo li dentro- disse Maru guardando preoccupato il moro. Voleva che quel ragazzo si svegliasse. Era umano proprio come lui e non gli sarebbe nemmeno dispiaciuto avere un altro umano con cui parlare di cose da umani. Adorava Sargon, Roselle e Viego ma aveva bisogno di uno come lui. Per non sentirsi l’unico.
-dove lo vuoi portare?- chiese Roselle guardando Maru cercando di capire cosa voleva fare l’umano.
-in un posto più asciutto e meno umido. E poi è umano come me lo avete detto voi, voglio capire come ci è finito qui e voglio anche avere qualcuno come me con cui parlare. Questo ovviamente se si sveglia e se è tranquillo- spiegò il biondo portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-lo mettiamo da noi nella seconda camera che abbiamo. Anch’io sono curioso di sapere come ci è finito nella nostra fonte- disse Sargon mettendo una mano sulla spalla del compagno prima di avvicinarsi al moro nella vasca e prenderlo di peso per portarlo dove aveva detto, ovviamente incurante di tutta l’acqua che gocciolava a terra dal corpo del ragazzo.
-vengo anch’io- disse Maru facendo per seguirlo ma fu bloccato da Viego. -controlliamo per sicurezza la tua situazione e poi li raggiungi, non ci metteremo troppo- disse l’anziano mentre Maru annuiva.
 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Alla fine per fortuna il bambino stava bene e l’essere pietrificato non aveva influito molto sulla sua vita. Maru era stato felicissimo della cosa e lo stesso Sargon che appena il biondo gli aveva rivelato la cosa lo aveva preso in braccio facendolo girare in tondo per poi baciarlo come se non ci fosse un domani.
Ma se da una parte la felicità aveva preso il sopravvento sui due per il bambino in arrivo non si poteva dire fossero tranquilli. Sia per i cacciatori di draghi che nonostante non si fossero fatti ancora rivedere rimanevano una minaccia costante e sia per l’umano che avevano trovato nella fonte che non si era ancora risvegliato. Era passata una settimana intera ma quel ragazzo sembrava un vegetale. Viveva si, ma sembrava intrappolato nel suo sonno profondo.
Maru aveva provato di tutto per far svegliare il ragazzo ma non ci era riuscito e a volte gli veniva voglia di non averlo mai trovato. Si era illuso troppo presto di poter avere finalmente una persona come lui con la quale parlare.
-qualche novità?- chiese Sargon entrando nella camera nella quale avevano sistemato l’umano e dove Maru passava il suo tempo libero sperando di poter vedere qualche cenno da parte del moro.
-ti avrei avvisato-sussurrò il biondo tristemente.
-e tu come stai?- chiese Sargon avvicinandosi a Maru e lasciandogli un bacio sulle labbra.
-ho voglia di mangiare carne cruda ma per il resto bene- rispose il biondo ridacchiando. Sargon si preoccupava troppo. Un po’ lo poteva anche capire ma a volte esagerava troppo.
-te la porto subito- disse Sargon. Maru fece per fermarlo ma si bloccò di colpo. Il moro aveva aperto gli occhi e si guardava in torno confuso.
-sei sveglio- disse Maru precipitandosi immediatamente sul letto del ragazzo per essergli il più vicino possibile. A quelle parole anche Sargon si bloccò avvicinandosi all’umano.
Umano che posò i suoi occhi verdi prima su uno e poi sull’altro.
-dove sono?- chiese con voce roca, segno che non parlava da tantissimo tempo.
-in un villaggio sulla costa. Sai come sei arrivato qui?- disse Sargon cercando di capire cosa potesse o no dire al ragazzo.
-non lo so. Ero al matrimonio di mia sorella ma ho un vuoto di memoria- disse il moro guardandosi intorno. Quello non sembrava minimamente un castello. Dove cavolo era finito.
-quanto lontano sia ma Akkad?- chiese poi ma si pentì quando vide gli occhi di entrambi i suoi interlocutori sgranarsi.
-Akkad è a sud del continente! Qui siamo a nord- rispose Maru lanciando un’occhiata veloce a Sargon. Come ci era finito quel ragazzo li?
-a nord? Quanto a nord?- il moro stava entrando in panico -non posso aver bevuto così tanto al matrimonio dal non ricordarmi di essermene andato- rise istericamente. Anche perché non si ricordava minimamente di aver bevuto. L’ultima cosa che ricordava era di essere andato sulla scogliera per cantare mentre la sorella raggiungeva il suo sposo, ed era pure arrivato in ritardo.
-parecchio- rispose Sargon sospirando.
-da quanto tempo sono qui?- chiese poi il moro massaggiandosi la testa che stava iniziando a scoppiare.
-una settimana buona-
-quini è il 19 novembre?-
-ehm no. Siamo al 5 aprile- disse Maru. Da quanto tempo dormiva il ragazzo?
-e? sono passati quasi sei mesi?-
-be’ se vieni da Akkad è molto probabile, ci metti un mese solo per attraversare il continente- gli fece notare Sargon con un’alzata di spalle.
-si ma negli altri mesi cos’ho fatto? È impossibile che non ricordi niente- fece notare il moro mentre la sua pancia iniziava a brontolare -scusate- sussurrò poi.
-non mangi da una settimana minimo quindi è anche normale- Maru si alzò ed uscì dalla stanza sotto lo sguardo dei due per poi ritornare con un piatto di carne cruda per lui e una ciotola con la zuppa per il moro che gli sorrise grato.
-quindi se non ricordi cosa hai fatto negli ultimi mesi non sai nemmeno come ti sei procurato quelle ferite- disse Sargon mentre il moro si scolava la zuppa.
-quali ferite?- chiese infatti il moro per poi abbassare lo sguardo e intravedere quelle tre enormi cicatrici che deturpavano il suo corpo. Corpo che gli sembrava anche diverso. -cosa cazzo mi è successo?-
-se non lo sai tu- gli disse Maru alzando le spalle in segno di impotenza. Non avrebbero avuto risposte.
-devo tornare ad Akkad e capire cosa sia successo. Non posso essermi perso mesi soprattutto ora che siamo in guerra con Erbil-
-aspetta che?- chiese Sargon sgranando gli occhi.
-siamo in guerra con Erbil. Non lo sapevate?- chiese il moro guardandoli stranito.
-certo che si ma la guerra si è conclusa due anni fa- rispose il drago mentre vedeva il volto del moro diventare improvvisamente bianco.
-in che anno siamo?-
-X340- gli rispose Maru. Il moro rimase immobile. -tutto bene?- chiese Maru guardandolo confuso visto che se ne stava in silenzio.
-i miei ultimi ricordi risalgono a novembre X334 quindi no, non va bene niente!- gridò il moro mentre l’ansia lo stava assalendo. Cosa si era perso in tutti quegli anni?
-cazzo- disse Maru lanciando un’occhiata a Sargon. -va bene per il momento lasciamo perdere l’argomento e cerchiamo di rimetterti in sesto. Sono sicuro che i tuoi ricordi torneranno- disse Maru prendendo le mani del moro tra le sue. -io sono Maru e lui è il mio compagno Sargon. Tu come ti chiami?- chiese il biondo mentre il moro gli stringeva le mani tremando.
-Taye- rispose il moro -e grazie per avermi tenuto qui per una settimana-
-Taye non era il nome di uno dei principi di Akkad?- chiese Sargon ricevendo un’occhiataccia dal compagno.
-si sono l’ultimogenito della famiglia reale- rispose Taye facendo un sorriso amaro.
-allora posso dirti che andare ad Akkad non ti aiuterà. Mi ricordo di quel nome perché da ben quattro anni hanno annunciato la tua morte- rivelò il drago.
-la mia famiglia mi ha dichiarato morto?- chiese Taye sconvolto.
-si- gli rispose nella più completa sincerità Sargon. Maru invece strinse ancora di più le mani del principe che aveva difronte per infondergli coraggio.

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Taye osservava con interesse Maru mentre quest’ultimo gli mostrava alcuni vestiti suo che poteva indossare.
-sei incinta- disse il moro senza staccare gli occhi dal biondo. Biondo che si bloccò e lo guardò.
-come te ne sei accorto, la pancia non si vede ancora- chiese Maru curioso. Nessuno si era accorto del suo cambiamento.
-il comportamento di Sargon in primis, anche se pensavo fosse semplicemente protettivo con il suo compagno, e poi da una strana sensazione che ho avuto guardandoti. Non chiedermi altro perché non saprei come spiegarlo- gli rivelò Taye sospirando.
-si è molto protettivo- rise Maru sedendosi sul letto sul quale era seduto Taye. -se hai bisogno di parlare ci sono-
-è strano- disse Taye guardando fuori dalla finestra. Non era ancora uscito da quella casa perché doveva ancora rimettersi del tutto ma non gli dispiaceva stari li. -sento come se mi manchi qualcosa di importante ma sono sicuro non sia la mia famiglia ad Akkad. Non riesco a capire questa sensazione- rivelò il moro. Aveva bisogno di parlarne con qualcuno e Maru era la persona giusta.
-forse hai avuto un incidente che ti ha fatto perdere la memoria- ipotizzò il biondo mordendosi il labbro mentre cercava di capire cosa potesse essere successo. -forse hai vissuto cinque anni con qualcuno al quale tieni tantissimo ma qualcosa vi ha allontanati e qualcos’altro ti ha fatto dimenticare quel periodo. So che è una cosa assurda, ma è l’unica cosa che mi viene in mente- disse Maru sospirando.
-la cosa assurda sarebbe essermi dimenticato di quella cosa. Se quella persona era davvero importante per me perché l’ho dimenticata e tutto quello che riguarda la mia famiglia di merda me lo ricordo? È troppo strano- disse Taye chiudendo gli occhi verdi per poi riaprirli -e anche quelle cicatrici! Sono enormi e profonde, dovrei essere morto per delle ferite del genere!-
-credimi se potessi rispondere lo farei, non mi piace vederti così- gli disse Maru.
-sei la prima persona con la quale mi trovo bene sai? Ed è assurdo visto che ci conosciamo da pochissimo-
-anch’io mi trovo bene con te. E ricorda anche che in questi cinque anni potrebbe essere successo di tutto-
-è quello che mi terrorizza- disse Taye guardando completamente terrorizzato Maru -potrei aver fatto di tutto o niente e non saperlo-
-di una cosa sono convinto però- disse Maru, ed era davvero convinto di quello che stava per dire al moro. -so che se nella tua vita di questi cinque anni c’è veramente stata una persona importantissima per te ti verrà a cercare-
-sempre se non sia morta. Queste ferite mi fanno temere il peggio- e dicendo ciò Taye si toccò le cicatrici.
-non so cosa sia successo ma farò di tutto per starti accanto- gli disse Maru sinceramente.
-grazie. E se nessuno venisse a prendermi e la mia memoria non ritornasse?- chiese Taye che era spaventato anche per quella situazione.
-puoi rimanere qui, se lo vorrai ovviamente- gli rispose Maru facendo nascere un sorriso sulle labbra di Taye.
-non so davvero come…- ma le parole di Taye morirono in bocca al ragazzo. Dall’esterno della casa un profondo boato aveva coperto qualunque altro suono. -cosa sta succedendo?- chiese spaventato il moro mentre Maru si incamminava verso la finestra per controllare. E ciò che vide non gli piacque per niente. Anche se la scogliera era parecchio lontana intravedeva benissimo che delle figure stavano arrivando da quella direzione. I cacciatori erano tornati e lui sarebbe rimasto buono in casa. Non voleva rischiare una seconda volta di perdere suo figlio. E poi quella volta ci sarebbe stato Sargon.
-non ti preoccupare- rispose Maru chiudendo velocemente le tende. Con Sargon e Viego avevano concordato di non dire niente dell’esistenza dei draghi a Taye, almeno per il momento. Se poi il ragazzo sarebbe voluto rimanere con loro allora avrebbero rivelato quel segreto.
-non posso non preoccuparmi stai tremando dalla paura dopo aver guardato fuori dalla finestra e quel rumore l’ho sentito benissimo anch’io-
-se ne occuperanno gli altri noi restiamo qui- sussurrò Maru chiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi.
-stai bene? Come io posso parlare con te tu puoi farlo con me- disse Taye avvicinandosi al biondo capendo che non stava bene come voleva far credere.
-diciamo che l’ultima volta che queste persone sono arrivate Sargon non c’era e ho quasi rischiato di perdere lui- rivelò Maru indicandosi la pancia senza però spiegare nel dettaglio il tutto.
-ma chi sono e cosa vogliono? Da come sei spaventato capisco che sono pericolosi- disse Taye abbracciando di slancio il biondo per tranquillizzarlo, capiva che aveva bisogno del suo aiuto.
Maru si strinse al ragazzo cercando di trovare coraggio in quell’abbraccio. Era partito con lui che doveva stare accanto a Taye e invece si trovava nella situazione opposta.
-persone che vogliono impadronirsi di qualcosa non loro- rispose Maru a quelle domande. Non poteva dirgli la verità.
-perché non vuoi dirmi cosa sta succedendo?- chiese Taye staccandosi dall’abbraccio e mettendo il broncio, non gli piaceva per niente quella situazione.
-non è che non voglio ma non posso. Fidati di me, ti prego-
-io posso anche fidarmi ma non lo farò mai del tutto se voi mi nascondete cose. Ho il diritto di sapere cosa sta succedendo-
-non posso dirtelo-
-e chi ti frena? Ci siamo solo noi due qui! Ti prego- insistette ancora Taye -non ho la memoria degli ultimi cinque anni almeno fammi capire cosa sta succedendo-
-non posso- Maru era fermo sulla sua posizione. Non poteva tradire la fiducia di Sargon, non quando non sapeva come avrebbe reagito Taye a quella rivelazione. Il suo primo pensiero era andato alla vita che aveva dentro di se.
Taye socchiuse gli occhi chiedendosi come facesse quel ragazzo ad essere così testardo ma comunque lasciò perdere la questione. O meglio fece finta di lasciar perdere la questione. Se Maru non aveva intenzione di dirgli cose stesse succedendo sarebbe stato lui stesso a scoprirlo. E il suo momento arrivò quando Maru tornò verso l’armadio per sistemare alcuni vestiti. Taye si diresse velocemente alla finestra e aprì la tenda. Ciò che vide lo fece gelare sul posto.

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


-l’hai presa bene- disse Sargon osservando Taye che era seduto al tavolo della cucina perfettamente difronte a Maru.
-ti ricordo che è stato fermo un bel po’ di minuti davanti alla finestra- gli fece notare Maru portandosi alle labbra un pezzo di carne cruda. Gli era venuta un’improvvisa fame che sembrava insaziabile.
-ma non ha dato di matto e non sembra nemmeno spaventato da me- continuò Sargon.
-ammetto che sono sorpreso perché non credevo all’esistenza dei draghi- rispose Taye al drago -ma non so perché non mi fate paura. Quindi tu non sei un drago?- chiese poi il moro a Maru.
-no, sono umano come te-
-e come ci sei finito qui?- chiese ancora il moro curioso. Era strano un solo umano in quel villaggio pieno di draghi.
-mi hanno trascinato con la forza ma qui sto bene- rispose Maru girandosi verso Sargon e sorridendogli. Taye vide in quel gesto tutto l’amore che i due avevano l’uno per l’altro e sentì un vuoto nel suo petto che non riusciva ad identificare.
-rimango qui- disse ad un tratto Taye.
-cosa?- chiese confuso Sargon distogliendo gli occhi dal suo compagno.
-rimango qui, a casa non posso tornare perché mi credono morto e qui Maru ha bisogno del mio aiuto con la gravidanza. Rimango qui- disse convinto Taye sorridendo a Maru.
-grazie- rispose Maru.
-ora posso sapere chi erano quei tizi?- chiese poi Taye che voleva conoscere tutti i loro segreti, infondo oramai sapeva.
-cacciatori di draghi. La magia che c’è nel nostro regno deriva dalla fiamma del drago antico. Ogni drago quindi ha dentro di se una parte di magia e i cacciatori la vogliono tutta per se- rispose Sargon dando una spiegazione anche al suo compagno che ancora non aveva avuto il tempo di chiedergli spiegazioni.
-e oggi? Com’è andata?- chiese Maru.
-siamo riusciti a cacciarli velocemente ma torneranno- la faccia di Sargon divenne cupa. Quella situazione che si stava creando non gli piaceva e soprattutto non in quel momento che Maru era incinta del suo cucciolo.
-volevano i vostri cuccioli, perché proprio loro?- chiese Maru ricordandosi la proposta che gli aveva fatto quell’uomo prima di pietrificarlo.
-nei cuccioli la magia è molto più potente di quella dei draghi adulti perché non hanno ancora imparato a controllarla- spiegò Sargon.
-potete controllare la magia?- chiese Maru confuso. Non aveva visto nessuno di loro fare cose del genere.
-no, l’abbiamo dentro di noi ma non possiamo usarla. Possiamo solo usarla nel nostro fuoco ma non sempre otteniamo il risultato voluto-
-e come mai io le sto scoprendo adesso queste cose?- chiese Maru leggermente infastidito dalla cosa. Pensava che Sargon gli avesse detto tutto quello che c’era da sapere e invece sembrava che ci fossero ancora tantissime cose che non sapeva, tipo come quei tizi sapevano della loro esistenza e la collocazione esatta del loro villaggio.
-perché sono cose insignificanti e di poco conto- rispose Sargon confuso dal comportamento del biondo che sbuffò alzandosi dalla tavola -dove stai andando?-
-sono stanco- rispose meccanicamente Maru lasciando Sargon e Taye da soli.
-possono essere anche cose insignificanti ma se ti fidi di lui, come lui si fida di te, dovresti dirgli tutto- parlò Taye mentre Sargon rimaneva in silenzio ad ascoltarlo.
-certo che mi fido di lui ma non pensavo volesse sapere tutti i minimi particolari- disse Sargon guardando nella direzione nella quale era uscito Maru.
-lui è umano come me ed era l’unico della sua specie qui. Credo che volesse sentirsi parte della vostra famiglia e anche una cosa insignificante per te potrebbe farlo sentire parte integrante del vostro gruppo- spiegò Taye. Voleva far capire a quel drago come si sentiva Maru e aiutarlo a capire il ragazzo. Quei due erano molto legati e Taye non voleva che ci fossero incomprensioni tra loro.
-credo che ci farà bene averti qui- disse Sargon incrociando le braccia al petto -Maru sarà più tranquillo con qualcuno come lui e io potrei capire i suoi momenti no più velocemente- spiegò il drago mentre Taye annuiva completamente d’accordo con il castano.
-vai da lui, ora- disse Taye porgendo il piatto pieno di carne che fino a poco tempo prima Maru stava mangiando.
Sargon non disse niente ma prese il piatto e si incamminò verso la sua camera nella quale era sicuro avrebbe trovato Maru.  E fu proprio così, il biondo si era steso sul grande letto matrimoniale e dava le spalle alla porta dalla quale era appena entrato Sargon.
-mi dispiace. Non pensavo che per te fosse importante sapere certe cose- disse Sargon sedendosi sul letto vicino al compagno che gli stava dando ancora le spalle.
Maru non si mosse di un millimetro dalla posizione di difesa che aveva assunto. Si sentiva offeso e aveva bisogno di un po’ di tempo prima di tornare a guardare Sargon, anche perché se o avesse fatto non sarebbe riuscito a restare arrabbiato per molto.
-Taye mi ha spiegato come ti sei sentito e ho capito di aver sbagliato. Sono felice che lui sia qui sia per te, so che hai bisogno di un umano con il quale parlare, e sia perché così può spiegarmi meglio quello che ti passa per la mente- continuò Sargon capendo che il suo bel biondo non gli avrebbe risposto tanto velocemente. -apparteniamo a due mondi completamente diversi ed è difficile per me capirti bene quindi hai la mia autorizzazione a gridarmi contro e picchiarmi se faccio qualcosa di sbagliato-
-sei odioso- brontolò Maru girandosi finalmente in direzione di Sargon che lo guardò confuso -non posso tenere il broncio se fai così- spiegò l’umano allargando poi le braccia.
Sargon gli sorrise e se lo strinse a se abbracciandolo e lasciandogli un bacio sui capelli.
-ti prometto che ti dirò tutto ma ogni tanto devi anche ricordarmelo- sussurrò il castano nell’orecchio di Maru che scoppiò a ridere.
-come faccio a ricordarti di dirmi qualcosa che non so? È impossibile!- rispose Maru prima di scavalcare il drago e prendere un pezzo di carne dal piatto che Sargon aveva precedentemente lasciato sul comodino -spero solo di non diventare un bidone mangiando tutta questa carne-
 

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Più o meno 6 anni dopo, nei pressi di Akkad…









-siamo arrivati?- chiese il ragazzino di ormai 12 anni sbuffando. Stavano camminando da ore ed era stanchissimo non essendo abituato a quei ritmi.
-abbi un po’ di pazienza e comunque no. Vedi palazzi qui?- chiese il padre scompigliando i capelli rossi e ricci del figlio che sbuffò.
-come mai gli umani vivono in palazzi? Non sono più comode le caverne?- chiese il gemello curioso.
-per loro è più comodo e caldo, non hanno il fuoco dentro come noi e poi Ayo ti ho già detto di evitare di parlare di ciò che siamo- rispose Yera. Ayo a differenza di Sef era sempre stato quello più tranquillo.
-scusa, è che non sono abituato- disse il rosso sospirando.
-lo so ed è per questo che dovete lasciar parlare me quando arriveremo a destinazione- disse Yera riprendendo a camminare seguito dai due gemelli che seguivano il padre l’uno accanto all’altro.
-sei davvero sicuro che papà sia qui? Hai detto che il tizio strano lo aveva fatto sparire ma non dove- disse Sef. Una volta che i due avevano raggiunto i dieci anni Yera aveva spiegato quello che era successo in realtà. I due anche se sorpresi erano rimasti felici di sapere che il padre era ancora vivo e aveva protestato tanto per andare con lui a cercarlo. Inizialmente Yera non aveva nessuna intenzione di portare i suoi cuccioli con se, ma sapeva anche che era troppo pericoloso lasciarli da soli nella caverna per chissà quanto tempo. Le guardie che avevano ucciso Taye non erano più tornate ma quello non significava che non sarebbero potute arrivare da un momento all’altro.
Yera quindi aveva deciso di aspettare qualche altro anno per istruire al meglio i gemelli per quella missione e soprattutto per capire come uscire da quella prigione invisibile che si trovava intorno la sua casa. Quando aveva provato a capire dove iniziasse quella prigione si era accorto che non c’era più. Aveva girato a vuoto per tantissimo tempo cercando di capire cosa fosse successo realmente. Ma non aveva trovato una spiegazione e ci aveva anche rinunciato. Era meglio così e ne aveva approfittato uscendo immediatamente insieme a Sef e Ayo.
-si ne sono sicuro, è qui che l’ho preso- disse Yera convinto di quelle parole, infondo dove altro poteva essere il suo bellissimo umano? Era il principe di una delle città più importanti era ovvio che fosse ritornato a casa.
-e se non lo troviamo? Ti fidi davvero di quello che ti ha detto quel tizio?- chiese ancora Sef, non si era mai fidato di quella figura che il padre aveva visto. Che senso aveva curare qualcuno per poi nasconderlo?
-se non lo troviamo qui rivolterò i cieli e la terra per riportarlo da noi. Ho fatto una promessa ed intendo mantenerla- rispose Yera che era convinto delle sue parole. Certo, se Taye non fosse stato li sarebbe stato un bel problema visto che non sapeva da dove iniziare per cercarlo ma in un modo avrebbe fatto.
Sef fu felice della risposta del padre e annuì continuando a camminare senza lamentarsi. E non si lamentò solo perché con un colpo Ayo gli aveva indicato le grandi mura sopra una collina lontana che iniziavano a vedersi da dove si trovavano. Erano abbastanza vicini ad Akkad e Sef non vedeva l’ora di arrivarci.
Diversamente da quanto il cucciolo di drago aveva pensato non erano tanto vicini e arrivarono alle porte di Akkad solo in tarda serata e tutti e tre erano troppo stanchi per continuare. Addirittura Ayo per la stanchezza si era addormentato e da un bel po’ di tempo il ragazzo era trasportato in spalla da Yera mentre era immerso nel sonno più profondo.
Sef non aveva fatto proteste per non essere stato portato in braccio anche lui, anzi aveva insistito con il padre per fare in modo di far riposare Ayo che tra i due era sempre stato quello più debole per quanto riguardava la costituzione.
-che facciamo adesso?- chiese Sef mentre i tre entravano all’interno della mura della città che non erano per niente controllate visto che nonostante fosse notte inoltrata li avevano fatti entrare senza controllare.
-troviamo un posto dove poter dormire e ci riposiamo. Domani faremo le nostre indagini- rispose Yera cercando di capire quali fossero le taverne delle quali Taye gli aveva parlato durante i loro lunghi discorsi prima del macello.
Il drago ci mise un bel po’ a trovarne una, ed era anche una non proprio decente ma a loro ciò non interessava minimamente.
Yera posò dolcemente Ayo sul letto di paglia della loro camera per poi guardare in direzione di Sef che aveva gli occhi puntati fuori dalla finestra in direzione di quello che era il palazzo reale di Akkad.
-dovresti dormire anche tu. Non eri stanco?- chiese il drago avvicinandosi al suo cucciolo e posargli un bacio sui capelli rossi.
-papà vive in quel palazzo enorme?- chiese il ragazzino mordendosi il labbro. Per lui era la prima volta che vedeva una città così grande e soprattutto un palazzo così grande. Non che Yera ne avesse visti tantissimi ma era più preparato rispetto al figlio.
-si, viveva li. Ma sarà ancora per poco perché lo riporteremo a casa- rispose Yera sorridendo al drago che non distolse lo sguardo dal palazzo.
-e se noi invece andiamo a vivere li?- chiese ancora il draghetto che era davvero curioso di vedere quell’enorme struttura.
-non possiamo, papà è uno degli ultimi figli e non governerà mai questo regno e noi siamo draghi non verremo mai accettati- rispose sinceramente Yera. Per quanto anche a lui allettasse l’idea di vivere li insieme a Taye, soprattutto perché non ne poteva più di quella caverna, ma sapeva che non potevano. Anche nascondendo la loro natura sarebbe stato difficilissimo vivere li e fino alla fine avrebbero avuto bisogno di volere liberi nel cielo.
-vai a dormire adesso, domani sarà una giornata lunghissima-

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


Yera sorrise in direzione dei suoi due figli che stavano tranquillamente dormendo prima di chiudere la porta della loro camera nella taverna. Si, aveva portato i due cuccioli con se, ma voleva risolvere quella questione da solo. Era lui quello che aveva sbagliato ed era lui quello che doveva chiedere scusa. E poi era preoccupato che qualcosa potesse accadere ed era più tranquillo a saperli dormire in quella taverna.
Il drago quindi uscì da quel luogo e si incamminò a passo svelto nelle vie strette di Akkad in direzione del castello. Era li che avrebbe trovato il suo bellissimo Taye, ne era sicurissimo. Ed era sicuro anche del fatto che avrebbe dovuto penare parecchio prima di riuscire ad ottenere il perdono del moro. Dopo tutto quello che era successo e tutti quegli anni gli sembrava davvero impossibile non trovare delle resistenze da parte del principe.
E con quei pensieri riuscì ad arrivare abbastanza velocemente al castello, castello che era anche pesantemente sorvegliato da guardie. Ed erano davvero tante per Yera che non aveva mai visto un castello in vita sua.
Il drago cercò di schivarle tutte per poter entrare nel castello me tre di loro gli si misero davanti.
-cosa vuoi? Non puoi entrare nel castello- disse una delle tre puntandogli contro una lancia cosa che fece gelare il sangue nelle vene di Yera. Aveva brutti ricordi con quelle lance conficcate nel corpo del suo Taye.
-sono qui per il principe Taye- rispose Yera spostando con la mano la lancia che puntava verso la sua faccia.
Le tre guardie scoppiarono a ridere lasciando interdetto il drago. Era una cosa così assurda quella?
-sono serio. Il principe Taye mi conosce-
-anche se fosse così, cosa abbastanza strana- iniziò a dire una delle tre guardie continuando a ridacchiare. -ma non potresti comunque parlargli- finì.
-e perché non potrei?-
-perché è morto anni fa! Se davvero lo conoscevi come ci hai detto avresti dovuto saperlo- rispose un’altra guardia facendo congelare sul posto Yera e facendogli temere il peggio. Taye era morto, morto definitivamente.
Ma poi facendo un respiro profondo si disse che non poteva essere vero, non quando quel tizio gli aveva detto di cercarlo.
-quando tempo fa sarebbe morto?- chiese allora il drago incrociando le braccia al petto. Voleva capire cosa stesse succedendo.
-non lo sappiamo di preciso, ma di sicuro dopo la sua scomparsa durante il matrimonio della sorella undici anni fa più o meno- e a quelle parole Yera tirò un sospiro di sollievo. Avevano associato la morte di Taye al giorni in cui lui lo aveva rapito quindi significava che quel tizio gli aveva detto la verità sul fatto che Taye era ancora in vita. E il drago non si curò minimamente del fatto che nessuna delle guardie aveva nominato il suo arrivo durante il matrimonio della principessa. Infondo si ricordava perfettamente quello che gli aveva detto Taye mostrandogli con rabbia quello che era l’anello che apparteneva alla sua famiglia. Come all’epoca avevano nascosto la presenza di un drago così avevano fatto anche in quel caso, e non solo visto che erano stati proprio loro alla fine ad uccidere il principe.
-vuoi ancora parlare con un fantasma?- chiese la terza guardia che era l’unica che non aveva ancora parlato ma solamente perché non era riuscito a smettere di ridere.
-no, abbiate una brutta giornata- disse Yera voltandosi e incamminandosi verso la taverna per prendere i cuccioli. Non serviva a niente restare ad Akkad quando Taye non era li.
-ehi, non te pe puoi andare!- gridò una delle guardie iniziando ad inseguirlo e lo fecero anche le altre due. Yera si guardò velocemente intorno, ma nessuno stava realmente e quindi bruciò sul momento le tre guardie per poi correre come un matto il più lontano possibile. Infatti anche se nessuno lo aveva visto le urla di dolore per via del fuoco che li stava ardendo.
Yera, sfruttando soprattutto le sue capacità da drago, riuscì ad arrivare sano e salvo alla taverna senza essere seguito da qualche guardia. Ma non potevano lo stesso rimanere li. Era troppo pericoloso restare li e poi dovevano assolutamente trovare Taye, non voleva lasciar passare altro tempo.
Entrò velocemente nella camera che aveva prenotato per la notte e trovò i due gemelli appena svegli che lo guardarono confusi.
-dov’eri?- chiese Ayo stropicciandosi gli occhi ancora stanco mentre Sef sbadigliava.
-al palazzo-
-cosa?- gridarono insieme i due fratelli guardando male il padre.
-è stato meglio così credetemi, quelle guardie mi stavano inseguendo e dobbiamo andarcene subito- disse il drago facendo alzare velocemente i due gemelli.
-e papà?- chiese Ayo mentre uscivano dalla camera e dalla taverna senza prendere nemmeno un pasto caldo, infondo a loro non serviva visto che potevano tranquillamente cacciare nella foresta.
-non è qui, lo cercheremo altrove- rispose Yera sospirando. Sapeva perfettamente di aver detto ai figli che lo avrebbero trovato li Taye, ma mai avrebbe immaginato che non fosse tornato li.
Il problema adesso era capire dove potesse essere il moro. A nord? A sud? Che cosa doveva fare? Da dove doveva iniziare? Non lo sapeva e aveva la testa troppo in tilt per poter ragionarci su.
Infatti dopo essere usciti dalla città i tre draghi andarono in giro per a foresta cacciando e riposandosi decentemente.
E approfittando di quel momento di riposo Yera si avvicinò a uno specchio d’acqua e iniziò a fissarlo intensamente aspettando con ansia che l’uomo barbuto apparisse permettendogli quindi di fargli delle domande e quindi di capire dove potesse essere il suo bellissimo Taye.
-ho bisogno del tuo aiuto! Non so da dove iniziare!- disse Yera allo specchio d’acqua mentre i due draghetti erano sdraiati sulle sue gambe con gli occhi chiusi. -mi devi dare un indizio-
Ma il lago sembrava completamente immobile e l’uomo con la barba per niente intenzionato ad aiutarli. Quanto tempo ci avrebbero messo per trovare Taye? Troppo senza un po’ d’aiuto.
Yera aveva anche provato a riconoscere l’odore sull’anello che aveva lasciato Taye ma era troppo debole per poter essere considerato una pista da seguire. E poi Taye l’aveva tenuto in mano pochissimo tempo quell’anello e molto probabilmente non avevano nemmeno l’odore del principe impresso.
-dammi una mano, voglio solo trovarlo non ti chiedo altro- ma il lago rimase sempre immobile. Le suppliche di Yera non stavano avendo risposta.
 

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


Avevano continuato per i mesi successivo a girare in tutti i villaggi che trovavano per la loro strada ma non avevano avuto un briciolo di successo. E Yera iniziava a pensare che quell’uomo gli avesse mentito. Aveva provato a chiedere ripetutamente il suo aiuto, ma non aveva ricevuto risposta. Anche Ayo e Sef poco alla volta stavano iniziando a credere che non avrebbero mai rivisto il loro padre umano. E l’ultimo ricordo suo che avevano era di quando li aveva salvati dalle guardie di Akkad che volevano ucciderli.
E Yera non riusciva nemmeno più a trovare parole per tirare su di morale i due cuccioli. Stavano vagando da mesi e l’unica pista certa che avevano era andata in frantumi subito.
-papà qui sembra non esserci niente- disse Sef guardandosi intorno. Erano usciti dal villaggio un’oretta prima e gli abitanti li avevano avvertiti che ne avrebbero trovato un altro a pochi minuti da li continuando a camminare dritti.
-continuiamo a camminare ancora un po’, può darsi che si siano sbagliati- rispose Yera che non voleva far vedere ai figli che era davvero incazzato con la gente di quel villaggio. Fin da quando erano arrivati li Yera aveva notato come non erano minimamente voluti li.
-C’è qualcosa li- disse Ayo indicando il punto nel quale, tra i fitti alberi del bosco, si trovava una costruzione di legno. I tre si guardarono prima di accelerare il passo e ad arrivare a quella che sembrava una casa.
-fate parlare me- disse Yera che conosceva bene i suoi cuccioli e sapeva che alcune volte parlavano troppo, in un villaggio Sef aveva involontariamente detto che la carne cruda era più buona di quella cotta e la gente della taverna aveva iniziato a guardarlo storno.
Ayo e Sef annuirono e tutti e tre entrarono all’interno di quella costruzione. L’interno era un macello, c’erano oggetti di qualunque genere sparsi per l’ambiente e sembrava molto più piccolo di quanto in realtà era. E lo spazio per camminare era davvero poco. Yera si chiedeva come qualcuno potesse viverci li dentro.
-c’è qualcuno?- chiese Yera cercando di farsi strada verso quello che sembrava un bancone.
-cosa volete?- chiese un ragazzo sbucando fuori da una porta che in un primo momento Yera non era riuscito ad individuare. In quel posto c’era troppa roba per riuscire ad accorgersi di qualcosa.
-sai dirmi dove posso trovare il villaggio più vicino?- chiese Yera lanciando occhiate in direzione dei gemelli che stavano osservando curiosi tutte le cianfrusaglie presenti in quel luogo.
Il ragazzo che Yera aveva difronte sorrise e il suo sorrido si trasformò velocemente in un ghigno sadico che non sfuggì a Yera, ma il drago fece finta di non averlo notato.
-basta che proseguiate dritti fino al primo bivio e poi prendete la strada a destra che sale- rispose quello incrociando le braccia al petto.
-quanto dista?- chiese Yera che stava cercando di interpretare il ghigno del ragazzo.
-non saprei, non ci sono mai stato. Ma è in quella direzione- rispose sinceramente il ragazzo.
-va bene, grazie- e Yera fece per uscire ma la voce del ragazzo lo bloccò.
-mi devi pagare, non do informazioni gratis- Yera alzò gli occhi al cielo per poi mettere due soldi sul bancone di legno e uscire insieme a Sef e Ayo.
-ti fidi?- chiese Ayo mentre tutti e tre stavano seguendo la direzione che gli aveva indicato con quel negozio.
-no, ma possiamo provare a vedere cosa c’è- disse Yera sinceramente.
Stranamente però trovarono veramente una strada, a destra, che saliva e la presero subito. Okay avrebbero fatto più strada nel caso non avessero trovato nessun villaggio. Yera non voleva lasciare scoperta nessuna pista. Aveva notato come la scelta più ovvia per trovare Taye non aveva funzionato e aveva iniziato a pensare che molto probabilmente non era quella giusta. Doveva pensare in modo diverso, più particolare per poter trovare in suo Taye.
La cosa ancora più strana fu che, quando ormai il sole stava tramontando, i tre trovarono veramente un villaggio su quell’altura. Il ragazzo non aveva mentito e Yera si chiedeva il motivo di quel ghigno. Possibile fosse solo per i soldi che stava per chiedergli?
-wow, dormiamo qui stanotte?- chiese Sef dopo essersi guardato intorno stupito dalla vista mozzafiato che si intravedeva tra le case in legno. Sembrava quasi di essere tornati nella loro caverna e la cosa non gli dispiaceva minimamente.
-si, domani mattina controlleremo con calma il villaggio. Adesso siete stanchi e dovete riposar…-
-voi chi siete e cosa volete?- le parole di Yera furono bloccate da quelle di una donna che si era avvicinata ai tre e li stava guardando come se volesse ucciderli. Forse un po’ Yera iniziava a capire il ghigno del ragazzo.
-siamo di passaggio vogliamo solo un posto dove stare questa notte- disse Yera con tranquillità cercando di tranquillizzare la donna ma dalla faccia scocciata di lei capiva di non essere riuscito nel suo intento.
-non se ne parla- disse infatti lei.
-ma è notte- cercò di protestare Yera, si potevano anche dormire all’aperto visto che erano draghi ma quella era anche una scusa per poter entrare tranquillamente nel villaggio e cercare Taye.
-non mi interessa trovate un altro villaggio-
-sono lontanissimi da qui, non arriveremo mai in tempo e poi i miei figli sono stanchi- Taye si tirò addosso Ayo e Sef sperando di far cambiare idea alla donna.
-non…-
-potete stare- Yera sorrise in direzione dell’uomo biondo che era appena arrivato e aveva bloccato la negazione della donna.
-ma Maru…-
-è tardi e lo sai anche tu quanto dista da qui il villaggio più vicino, una notte qui non crea problemi Roselle- disse il biondo per poi sorridere ai tre -di solito non accogliamo nessuno ma possiamo fare un’eccezione. Domani mattina dovrete andarvene subito però-
-nessun problema- disse Yera. Avrebbe controllato velocemente appena sorto il sole. -grazie mille-
 

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


-cosa?- chiese Sargon a Maru mentre alternava lo sguardo tra lui e Roselle.
-tuo marito ha fatto entrare degli umani- disse Roselle incrociando le braccia al petto.
-è notte e per arrivare al villaggio più vicino ci vuole tempo. Mi hanno promesso che se ne andranno domani mattina- si difese Maru. Non gli piaceva il fatto che Roselle avesse deciso di riferire velocemente la cosa a Sargon, l’avrebbe fatto tranquillamente lui ma la donna si era arrabbiata ed era andata spedita dal drago.
-non posso garantire che non gli succeda niente lo sai questo?- chiese Sargon a Maru. Infondo il castano capiva il pensiero del marito.
-lo so, ma se rimangono tranquilli nella locanda non succederà niente di male- disse Maru avvicinandosi al castano e lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra.
-basta che non mi dai la colpa di quello che succederà- sussurrò Sargon mentre Roselle sbuffava.
-lo sai vero che non darà mai torto a Maru- disse Taye alla donna ridacchiando mentre i due coniugi erano immersi nel loro mondo.
-lo so ma è comunque una cosa rischiosa tenere qui tre umani- rispose la donna a Taye che alzò gli occhi al cielo.
-Maru ha mai sbagliato qualcosa in tutti questi anni?- chiese Taye.
-no ma…-
-allora fidati di lui, non metterebbe mai a rischio la vita di umani o anche la vostra- continuò Taye che si fidava completamente di Maru. Erano ormai anni che viveva li e aveva imparato a conoscere tutti quanti. Nonostante fosse un umano lo aveva trattato tutti abbastanza bene e ciò era dato dal fatto che era sotto la protezione di Maru. Maru che era riuscito a farsi ascoltare da tutti i draghi di quel villaggio.
Roselle sospirò non convinta completamente che tenere quegli umani nel villaggio fosse la cosa buona ma di certo non poteva andare contro il volere di Sargon che non sembrava minimamente intenzionato ad andare contro il marito.
-cosa sta succedendo?- chiese Viego entrando nella casa con il suo bastone. E Taye ancora si sorprendeva di come quell’anziano potesse essere arzillo. Maru aveva addirittura ipotizzato che Viego potesse avere più di mille anni. Taye pensava fosse una cosa abbastanza impossibile, ma dopo un paio di settimane si era ricreduto. Viego era davvero vecchio più di mille anni. Tutte le cose che conosceva dei vari eventi storici, nel minimo dettaglio poi, gli facevano capire che era così.
-ci sono degli umani nella taverna ma domani mattina vanno via subito. Li abbiamo ospitati perché è pericoloso andare in giro con questo buio- rispose Sargon staccandosi leggermente da Maru.
-fate come volete tanto io non mi assumo la responsabilità degli umani morti- disse Viego sbadigliando per poi uscire dalla stanza proprio come ci era entrato.
-è tardi anche per voi, andate a dormire- disse Sargon in direzione i Taye e Roselle. Entrambi annuirono e Taye andò in direzione della sua camera, che era all’interno di quella casa, e Roselle uscì andando per prima cosa a controllare che i tre umani fossero veramente entrati nella taverna per poi andare a dormire anche lei.
-ti avrei detto quello che era successo anche senza che Roselle te lo riferisse- disse Maru a Sargon una volta soli.
-lo so, e mi fido di te non ti preoccupare- rispose Sargon baciando sulle labbra il biondo.
-mi da fastidio quando ti vengono a dire le cose come se io volessi fare tutto alle tue spalle- borbottò Maru rifugiandosi meglio tra le braccia del drago che lo strinse a se sorridendo e lasciandogli successivamente un bacio sui capelli.
-sai perfettamente che mi fido di te quindi non hai niente da temere- cercò di tranquillizzarlo Sargon.
-è comunque odioso Sargon e non mi piace- continuò il biondo per poi alzare lo sguardo per incrociare gli occhi del marito. -mi porto in braccio?- chiese con voce dolce, non gli andava per niente di fare tutte le scale per tornare nella loro camera.
Sargon rise per poi fare quello che gli aveva chiesto il suo umano. Non aveva nessun problema a portarlo in braccio visto che era una piuma. A volte Sargon si preoccupava perché aveva paura che il biondo non mangiasse, ma poi si ricordava di come si strafocava davanti ai suoi occhi e scacciava via il pensiero.
Una volta arrivati nella loro camera Sargon depose il marito sul letto prima di buttarcisi sopra facendo si che Maru gridasse per la sorpresa. Il ragazzo non si era minimamente aspettato una cosa del genere visto che di solito Sargon andava sempre prima a controllare la loro bambina.
-e Vya?- chiese infatti Maru lanciando un’occhiata verso la porta, aveva paura che con il suo urlo potesse aver svegliato la figlia.
-sta dormendo tranquillamente non ti preoccupare, in questo momento devo occuparmi di qualcun altro- disse con il ghigno Sargon per poi piegarsi verso il biondo e baciarlo con passione. Bacio al quale Maru non si sottrasse e anzi rispose con passione. Adorava quando Sargon prendeva l’iniziativa in quel modo. Nonostante stessero insieme da tantissimo tempo e nonostante Maru fosse riuscito a convincere il drago a sposarsi proprio come facevano gli umani, il biondo aveva ancora paura di chiedere qualcosa a Sargon. Aveva paura di poter sembrare troppo insistente e quindi di trovarsi un Sargon furente contro. Aveva già visto parecchie volte Sargon arrabbiato, ovviamente non con lui, e non aveva nessuna intenzione di trovarselo contro.
-papà- i due furono interrotti dalla loro figlia che era sulla soglia della porta della loro camera e li stava guardando assonata mentre con una manina si stropicciava un occhio.
-tesoro tutto bene?- chiese prontamente Maru mentre Sargon si alzava da sopra al marito per permettergli di raggiungere la piccola che nel mentre stava annuendo con la testa.
-posso dormire con voi? Ho fatto un incubo- sussurrò poi. Solitamente Maru preferiva non far dormire la bambina con loro visto che non voleva farla abituare troppo a quella situazione, ma quella volta poteva fare un’eccezione.
-vieni qui- disse infatti in biondo alla piccola che aveva i lunghi capelli del suo stesso colore. Il piccolo draghetto non se lo fece ripetere due volte e saltò sul letto dove si trovavano i due genitori sicura che nessun brutto sogno le avrebbe fatto visita li.
 

 

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


Yera sorrise in direzione dei due figli che stavano ancora dormendo e uscì di fretta dalla camera. Ogni volta faceva la stessa cosa conscio che i suoi figli oramai si erano rassegnati a quel suo fare furtivo. Si, all’inizio si arrabbiavano perché volevano assolutamente andare con lui, ma col tempo entrambi avevano capito che non serviva a niente protestare. Lasciavano fare il padre e aspettavano e speravano di riuscire a trovare subito Taye.
Il drago scese le scale della taverna cercando di fare il minimo rumore possibile, non sapeva il perché ma sospettava che se lo avessero visto l’avrebbero cacciato immediatamente da quel villaggio. Non capiva perché non volessero visitatori se poi avevano addirittura costruito una taverna. Gli umani erano davvero strani e Yera ipotizzava che non sarebbe mai riuscito a capirli completamente.
Yera sospirò di sollievo quando riuscì ad arrivare alla porta della taverna ma una volta aperta si pietrificò sul posto visto che la vita sembrava scorrere già nella grande piazza del villaggio che dava sul mare. Era prestissimo e sembravano già tutti attivi. Come cavolo avrebbe fatto a non farsi vedere? Soprattutto visto che tutti lo stavano guardando curiosi. Non fece in tempo a provare a rientrare nella taverna per decidere una strategia da adoperare che il ragazzo biondo che la sera prima lo aveva aiutato gli si stava avvicinando. Non poteva fare nemmeno un passo.
-buongiorno, dormito bene?- chiese il biondo e solo in quel momento Yera notò la profonda cicatrice che percorreva il volto dell’umano e l’occhio colpito da quella cicatrice era completamente bianco e non azzurro come l’altro.
-si, i miei figli stanno ancora dormendo- disse velocemente Yera che sperava di poter rimanere un altro po’.
-erano stanchi- constatò il biondo lanciando un’occhiata in direzione di quella che presumibilmente era la camera dove Yera aveva lasciato Sef e Ayo.
-si, non dormivamo bene da molto e il letto era mille volte più comodo del pavimento- disse Yera incrociando le braccia al petto.
-dovrei cacciarvi subito ma vorrei far dormire i bambini un altro po’ quindi se non fai macelli chiuderò un occhio sulla questione- disse Maru con un mezzo sorriso sulle labbra.
-grazie mille, ti prometto che non farò casini- disse Yera felicissimo di quella possibilità.
-non fare casini o ti caccio a calci- Maru puntò un dito contro il drago per poi voltargli le spalle e scomparire lasciando completamente da solo Yera. Yera che iniziò a camminare cercando di non dare troppo nell’occhio. Sapeva che era quasi impossibile trovare Taye in quel villaggio, se non volevano loro solo per una notte figurarsi un ragazzo per il resto della vita. Quindi il drago dai capelli rossi si fece solamente un giro in quel villaggio che era davvero fantastico. Non solo era isolato rispetto agli altri ma aveva anche una vista mozzafiato che era mille volte meglio di quella della sua caverna. O forse pensava ciò solamente perché in quella caverna aveva vissuto tutta la sua intera in quella stramaledetta caverna intrappolato al suo interno senza nemmeno sapere il perché. Probabilmente avrebbe trovato un’altra sistemazione dopo aver trovato Taye. Dopo aver visto tutti quei paesaggi magnifici quella caverna iniziava a perdere qualunque significato.
Yera sospirò e decise di tornare alla taverna per svegliare i gemelli e continuare il loro viaggio. Quando si voltò si bloccò di colpo. Di fronte a lui stava camminando lentamente un uomo anziano che gli sembrava di averlo visto da qualche altra parte ma non riusciva a capire dove. Rimase a guardarlo per un bel po’ di tempo prima di riuscire a sovrapporre l’immagine dell’uomo con quella dello spirito che aveva guarito Taye. Yera sgranò gli occhi e iniziò a camminare velocemente in direzione dell’anziano. Se era veramente la persona che Taye immaginava doveva assolutamente fargli delle domande.
Ma non lo raggiunse mai visto che si andò a scontrare con qualcuno che non aveva minimamente visto.
-ma stai attento quando cammini- disse la persona con la quale si Yera si era scontrato e Yera sgranò gli occhi sentendo quella voce. Erano passati anni ma l’avrebbe riconosciuta ovunque.
Yera di girò di scatto e osservò la versione leggermente cresciuta del suo Taye che era a terra e si stava massaggiando il fondoschiena dolorante per la botta che aveva preso.
-Taye- disse Yera non volendo credere ai suoi occhi. Proprio nel posto nel quale non si era minimamente aspettato di trovare il suo bellissimo principe ecco che gli andava addosso solo perché voleva seguire quello che era veramente, a quel punto, l’uomo che glielo aveva portato via.
-eh?- chiese Taye alzando lo sguardo e osservando curioso il rosso che lo stava osservando come se fosse un fantasma.
-sono io- disse Yera porgendo una mano al moro che la prese alzandosi da terra e osservando il rosso attentamente.
-non so chi tu sia- disse sinceramente Taye che aveva capito che il rosso era il ragazzo che la sera prima Maru aveva fatto entrare nel villaggio insieme ai figli.
-come no? Sono Yera- disse quasi disperato il drago non riuscendo a credere che il moro non si ricordasse di lui.
-mi dispiace ma non ti ho mai visto prima, quando ci saremmo incontrati?- chiese Taye cercando di capire se quel bellissimo rosso facesse parte degli anni di cui non si ricordava niente.
-dodici anni fa- disse Yera -ti cerco da anni ormai-
-scusa ma veramente non mi ricordo di te. Sicuro che ci conosciamo? Chi mi dice che tu non mi stia mentendo? Teoricamente dovrei ricordarmi di te.-
-non so perché non ti ricordi di me ma ti giuro che non ti sto mentendo- disse Yera cercando di capire come fare a far ricordare a Taye di se. Era pronto a una sfuriata del moro e non al principe senza memoria.
-non so se posso fidarmi- disse Taye mordendosi il labbro. Non stava capendo niente.
E Yera non seppe cosa fare se non quello che voleva da una vita. Prese il volto del moro tra le mani e lo baciò proprio come Taye gli aveva insegnato.



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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***


Taye sgranò gli occhi a quel contatto inaspettato e spinse via il rosso con tutta la forza che aveva.
-cosa cazzo fai?- chiese quasi urlando il moro. Gli era venuto un colpo al cuore quando aveva avvertito le labbra morbide del rosso sulle sue.
-stavo baciando il mio ragazzo cercando di fargli ritornare la memoria. Ha funzionato?- chiese Yera curioso.
-no!- disse Taye guardando male il rosso.
-allora non so proprio cosa fare per farti capire che sono il tuo ragazzo-
-io non credo sia così, non credi me ne sarei ricordato? Ma non è successo quindi sono sicuro che tu mi stai mentendo- disse Taye incrociando le braccia al petto e facendo per andarsene.
-ti giuro che è così. Non ci siamo parlati molto prima che tu scomparissi dalla mia vista ma ti giuro che sei il mio ragazzo e ho girato un intero regno per trovarti. E non solo io ma anche Sef e Ayo- provò a dire Yera sperando che nominando i gemelli potesse accendersi il ricordo nella mente di Taye.
-mi dispiace ma non ricordo niente e se non ricordo niente significa che non è successo. Ora vai via prima che ti faccia cacciare- e così dicendo il moro iniziò a camminare velocemente per scappare da Yera. E si, perché quel cazzo di bacio gli aveva fatto tornare tutto in mente e ci era voluta tutta la sua forza di volontà per cercare di continuare a fare il finto tonto. Si, voleva vedere Ayo e Sef e non si capacitava di come lui potesse essere ancora vivo ma non avrebbe mai dato quella soddisfazione a Yera, mai.
-merda- sussurrò Taye cercando di calmarsi. Doveva parlare con Maru, ne aveva estremamente bisogno.
Il moro non ci mise molto a trovare il ragazzo che era praticamente come lui solo che era stato molto più fortunato.
-Maru- disse Taye con la voce che gli tremava. Il biondo si girò verso di lui.
-tutto okay?- chiese Maru preoccupato, vedeva chiaramente che Taye non stava bene.
-mi sono ricordato tutto- lacrime iniziarono a scendere dagli occhi di Taye -tutto-
-oddio! Calmati e respira. Puoi dirmi tutto se ciò ti può aiutare- disse Maru correndo ad abbracciare il suo migliore amico.
-com’è successo?- chiese Maru una volta che il moro si fu calmato.
-l’uomo che hai fatto entrare ieri- iniziò a dire Taye sospirando -era il mio ragazzo, oddio credo lo siamo ancora non lo so è stato tutto così assurdo. Comunque lui mi ha riconosciuto subito e mi ha baciato. È stato con quel bacio che mi sono ricordato tutto. Ho fatto finta di non ricordarmi di lui e sono scappato-
-cos’è successo per farti avere paura di lui? Sembra un uomo abbastanza tranquillo e poi ha anche dei… oddio sono tuoi?- chiese Maru facendo due più due e Taye annuì capendo che si riferiva a Sef e Ayo. Quanto voleva abbracciare i suoi cuccioli.
-cosa vuoi fare?- chiese Maru vedendo che Taye non aveva intenzione di parlare. -lo cacceremo a breve e devi decidere se andare con lui oppure no e dirglielo. Non puoi continuare a far finta di non ricordarti perché sono sicuro che lui stesse cercando proprio te-
-cosa devo fare? Ho la testa in tilt- disse Taye iniziando a muovere una gamba nervosamente.
-devi seguire il tuo cuore. È l’unico in questi casi che ti guida verso la scelta giusta. Io non posso scegliere per te perché non sarebbe quella giusta-
-merda-



 
Yera stava andando a passo di marcia nella direzione nella quale era scomparso Taye. Quella donna della sera prima aveva cercato in qualunque modo di cacciarlo via ma Yera era rimasto sulle sue idee e non se ne sarebbe andato da li senza portare con se Taye o ricevere un no secco da lui, ma in quel caso lo voleva con Taye con la sua memoria.
-Taye- disse Yera individuando subito il moro che era seduto sul bordo della scogliera probabilmente perso nei suoi pensieri. Ma si ridestò sentendo quel richiamo e quindi si alzò per parlare con Yera e con il cuore in mano. -devo parlarti-
-okay ma…-
-no fa parlare me. Okay non ti ricordi quello che è successo ma questo non mi impedisce di chiederti di venire con me. Sei la mia vita Taye e senza di te non credo di riuscire a vivere senza di te. Ma lo farò nel caso tu non voglia seguirmi. Sono stato uno stronzo e un mostro questo è vero. Avevo paura perché non avevo mai avuto qualcuno che tenesse a me come ci tenevi tu. E ti ho frainteso impedendoti di far parte del mio mondo. Quando Ayo mi ha detto quello che era successo, quello che avevi fatto per loro visto che Ayo aveva visto tutto, e mi sono sentito morire dentro. Ho cercato di fare di tutto per riportarti da me per chiederti scusa e un uomo mi ha aiutato riportandoti in vita ma lontano da me. Ti ho cercato in lungo e in largo e se veramente non vuoi venire con me, e credimi per quello che ho fatto lo capirei, almeno permetti a Sef e Ayo di salutarti- disse tutto d’un fiato Yera. Sperava che in quel modo poteva tornargli la memoria. Vendendo che il moro era rimasto completamente immobile prese l’anello che teneva nella tasca e lo porse al ragazzo. -questo è tuo di diritto, puoi perdonarmi o no ma almeno prendilo-
Taye osservò attentamente il drago non riuscendo a capire cosa fare ma comunque prendendo l’anello e osservandolo attentamente. Era quello che aveva fatto scaturire la loro discussione che aveva portato a tutto quello. Taye guardò malissimo l’anello per poi lanciarlo in direzione del mare sotto lo sguardo sconvolto di Yera che interpretò male quel gesto.
-capisco. Addio amore mio- Taye a quelle parole si girò di colpo pronto a spiegare quello che aveva fatto ma Yera era già scomparso.
 

Qui si vede la cicatrice di Maru

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***


-ho fatto una cazzata- disse tra le lacrime Taye mentre Maru gli portava un te’ caldo.
-sono andato alla taverna ma non c’erano più- gli disse Maru triste nel vedere Taye in quel modo.
-mi ha dimostrato quanto mi ama e io da bravo coglione ho buttato quell’anello senza spiegargli il perché e lui ha capito male- disse Taye asciugandosi una lacrima mentre con l’altra reggeva la tazza calda.
-sai dove sta andando? Potresti raggiungerlo e spiegargli tutto- propose Maru. Avrebbe fatto di tutto per rendere felice Taye.
-è già lontano, sono già lontani. E io non posso raggiungere quella stramaledetta isola- era frustrato perché sapeva di averli persi definitivamente.
-fai una prova no? Quanto possono essere andati lontani? Non sono dei draghi che possono volare alla velocità della luce- Taye stava per rispondergli che si, Yera era un fottuto drago così come i suoi figli. Ma non ci riuscì e solamente perché sentirono il corno suonare. Quello stramaledetto corno che indicava solo una cosa: i cacciatori erano tornati. Non li avevano mai lasciati veramente in pace. Tornavano sempre senza ottenere niente, ma nemmeno loro riuscivano a farli fuori definitivamente.
-o merda- disse Taye alzandosi di colpo. -io devo andare, tu aspettami alla sorgente- Taye non diede a Maru il tempo di chiedergli cosa volesse fare che era già corso in direzione dell’uscita del villaggio. Sperava veramente che Yera e i suoi cuccioli fossero andati via per di li e non volando. Perché quei cacciatori li avrebbero visti di sicuro.
Il moro corse come un pazzo osservando attentamente la fitta vegetazione che isolava quasi completamente il loro villaggio. Quasi si sorprese quando vide i tre rossi in lontananza che camminavano abbastanza lentamente.
-YERA- gridò Taye facendo girare di scatto il drago che sgranò gli occhi terrorizzato. Taye non capiva il perché di quel terrore ma ebbe la risposta quando fu spostato di lato dal rosso e quindi buttato a terra. Taye alzò lo sguardo e vide un dardo, presumibilmente rivolto a lui, nel fianco destro di Yera che stava incenerendo con lo sguardo quello che era un cacciatore di draghi.
-fallo fuori- disse Taye a Yera. E il drago annuì prima di incenerire quell’unico cacciatore che aveva seguito Taye. -sei un pazzo- disse poi il moro alzandosi e tirando un pugno sul petto del drago -quel dardo potevo prendermelo tranquillamente io visto che a te fa più male- le lacrime iniziavano a scendere dai suoi occhi. -e poi maledizione fammi parlare! Ho buttato quello stramaledetto anello perché era il motivo che aveva scatenato la nostra discussione- urlò il moro. -non interpretare tutto a modo tuo. Se veramente vuoi che ricominciamo tutto devi lasciarmi parlare altrimenti non ci capiremo mai- sussurrò alla fine il principe di Akkad.
Yera era troppo incredulo per sentire il dolore del dardo che aveva ancora conficcato nel fianco e baciò il suo ragazzo felice di poterlo fare nuovamente.
-scusa- sussurrò Yera -non sono perfetto-
-nessuno lo è Yera, nessuno- rispose Taye sorridendo. -ora però torniamo al villaggio devo curarti- Yera annuì pronto a fidarsi completamente del suo Taye. Taye che si girò verso i suoi due figli che erano rimasti in disparte per tutto quel tempo e allargò le braccia. Braccia nelle quali i gemelli si tuffarono felici di essere finalmente tra le braccia del padre.
Lentamente, visto la ferita di Yera, i quattro si incamminarono vero il villaggio che era nel caos più totale.
-cosa sta succedendo?- chiese Yera osservando tutto quel casino.
-muoviti e non fare domande- disse Taye arrivando alla sorgente nella quale c’erano già Maru e Vya. Vya che si nascose velocemente dietro il padre.
-come sta andando?- chiese Taye al biondo mente indicava a Yera di sedersi sul bordo della sorgente.
-non lo so, la cosa buona è che nessuno è ancora arrivato qui- rispose Maru.
Nel mentre che i due parlavano e Yera si faceva curare da Taye, Sef e Ayo si erano avvicinati a Vya che aveva in precedenza spostato la testa per sbirciare quello che stata succedendo. Ma appena la bambina si accorse dei due si nascose nuovamente dietro al padre.
-non ti facciamo niente- disse Sef cercando di far uscire fuori quella bambina ma lei non sembrava intenzionata a farlo.
-è molto timida Sef e non conoscendovi si nasconde- disse Taye che aveva notato i movimenti dei figli.
-tesoro non ti nascondere- disse Maru alla figlia cercando di spostarsi per far interagire Vya con i due ragazzi rossi ma la bambina si spostò insieme a lui.
-dove siamo?- chiese invece Yera che si sentiva già meglio nonostante Taye gli avesse semplicemente tolto il dardo dal fianco e bagnato la ferita con l’acqua di quella sorgente.
-in un posto particolare, come ti senti? Stai meglio?- chiese invece Taye. Yera annuì e per dare prova di ciò si alzò e si stiracchiò. Era strano come non sentisse nessun dolore.
-va bene, allora ti devo chiedere un favore- disse Taye avvicinandosi al rosso in modo tale da potergli sussurrare nell’orecchio. Voleva dire a Maru che era fidanzato con un drago ma non in quel modo. Doveva parlargli con calma e spiegargli tutto quanto. -vai fuori e aiuta la gente del villaggio, siamo in grave pericolo- gli sussurrò per poi scostarsi.
-va bene, ma tu non ti muovere- disse Yera che anche controvoglia avrebbe fatto quello che gli aveva chiesto il moro. E lo faceva controvoglia per la brutta accoglienza che aveva avuto all’inizio. Yera baciò sulle labbra Taye prima di uscire dalla sorgente.
-dove va papà?- chiese Ayo avvicinandosi al padre.
-ad aiutare, voi invece dovete rimanere qui con me- disse Taye sorridendo ai due gemelli anche se Sef guardò verso l’uscita della stanza.
-possiamo andare anche noi! Siamo grandi- protestò proprio quest’ultimo.
-no, voi rimanete qui. So che siete forti ma ho bisogno di voi- disse Taye. Sef sbuffò poco convinto della cosa ma comunque non si mosse dalla sua posizione mentre Ayo annuiva.
-Taye cos’hai intenzione di fare?- chiese Maru che aveva osservato tutta la scena curioso. Aveva visto il rosso uscire ma non ne capiva il motivo. Era un umano e non sarebbe mai riuscito a vincere contro quei cacciatori e la prova evidente era il fatto che anche lui era stato ferito.
-non ti preoccupare, andrà tutto bene.-

 

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 ***


Maru non aveva fatto altre domande a Taye ed erano rimasti tutti e cinque nel più completo silenzio aspettando che qualcuno arrivasse. In realtà la piccola Vya non doveva stare li con loro, ma con gli altri cuccioli. La bambina però non si era voluta staccare da Maru che quindi aveva deciso di portarla con se nonostante Roselle non sembrasse molto convinta della cosa all’inzio.
Ayo e Sef erano tranquilli solo apparentemente visto che sembravano insofferenti nel restare rinchiusi li. Taye sapeva perfettamente che i due gemelli avrebbero mille volte preferito combattere ma non voleva che si facessero del male. Quei cacciatori diventavano sempre più forti volta dopo volta e aveva paura per la loro incolumità.
-cos’è stato?- chiese Taye alzandosi di scatto. Aveva sentito un rumore provenire dall’ingresso della sorgente e non gli era piaciuto per niente.
-non lo so, ma lo scopriremo presto. Vya vai vicino a Taye- disse Maru alzandosi anche lui pronto a fronteggiare chiunque gli si fosse parato difronte.
La bambina anche se all’inizio riluttante per la presenza dei due rossi fece come gli era stato detto mettendosi a debita distanza dai due gemelli.
-papà cosa facciamo?- chiese Ayo preoccupato.
-tenetevi pronti a qualunque cosa- rispose Taye proprio poco prima che due cacciatori di draghi entrassero pesantemente armati nella stanza.
-oh un cucciolo- disse uno di quelli guardando in direzione di Vya che si nascose sempre più dietro Taye.
-come ci siete arrivati qui?- chiese invece Maru ponendosi davanti ai due.
-non sono affari tuoi- disse l’altro spingendo con molta facilità Maru e camminando spedito verso Taye.
-ragazzi vi do il mio permesso a carbonizzarli, sapete farlo no?- disse Taye ai gemelli.
-certo- disse Sef pronto ma fu prontamente fermato da Ayo.
-ma….loro?- chiese proprio Ayo guardando Maru che si stava rialzando e Vya.
-non preoccupatevi fatelo e basta- disse Taye.
Sef non se lo fece ripetere due volte e carbonizzò in pochi secondi il primo dei due cacciatori sotto lo sguardo scioccato di Maru.
L’altro cacciatore non perse tempo e puntò la balestra in direzione di Sef ma non riuscì mai a fargli del male perché Ayo lo carbonizzò subito.
-ben fatto- disse Taye tirando un sospiro di sollievo. -visto che servivate qui- disse poi ridendo in direzione dei due.
-insegnami- disse invece Vya che era uscita dal suo rifugio e si era aggrappata alla maglietta di Ayo.
-ehm non posso- disse il drago guardando in direzione del padre per ricevere aiuto. Ma Taye stava ridacchiando felice che Vya si fosse fiondata sul figlio incurante che fino a poco prima si stava nascondendo.
-voglio farlo anch’io- continuò la bambina facendo gli occhi dolci ad Ayo -perché nessuno vuole insegnarmi?- chiese quasi con le lacrime agli occhi.
-ecco è una cosa che non puoi fare- tentò di dire Ayo mentre il padre scoppiava definitivamente a ridere. -papà ti prego aiutami- disse poi il ragazzo non sapendo cosa fare.
-sono draghi?- chiese invece Maru osservando Taye che tra le lacrime annuì al biondo.
-Vya Ayo ti insegnerà a farlo ma non adesso- disse Taye calmandosi leggermente. La bambina sembrava triste di non poter imparare a sputare fuoco in quel momento ma annuì in direzione del moro e rimase al fianco di Ayo che guardò interrogativo il padre.
-com’è possibile?- chiese invece Maru incrociando le braccia al petto. -c’è qualcosa che mi devi dire Taye?-
-Yera è un drago- rispose Taye sedendosi nuovamente sul bordo della sorgente per poi iniziare a raccontare a grandi linee quello che era successo mentre Sef e Ayo venivano trascinati da Vya verso un punto della sala dove la bambina si mise a disegnare a terra con un rametto per poi incitare i gemelli a fare lo stesso.
-ehi tutto bene!- gridò Sargon entrando all’improvviso nella sala per poi fermarsi di colpo nel vedere i corpi carbonizzati dei due cacciatori di draghi difronte a lui.
-si, se ne sono andati?- chiese Maru raggiungendolo subito. Aveva iniziato a mettere insieme i vari pezzi del puzzle da quando aveva scoperto che Yera fosse un drago e voleva assolutamente parlarne con Sargon e soprattutto con Viego che di sicuro conosceva già tutta la storia.
-no, ho visto quei due venire qui e sono corso il prima possibile. Cos’è successo?- chiese Sargon per poi lanciare una veloce occhiata alla figlia che non si era minimamente accorta della sua presenza troppo presa a giocare con i suoi nuovi amici.
-allora corri a combattere e poi torna qui. Mandaci anche i feriti- disse Maru mettendosi una ciocca bionda dietro l’orecchio -qui siamo al sicuro-
-ma come…-
-ti spiego tutto una volta finita questa battaglia ora vai- continuò Maru. Se si fosse messo a spiegare tutto a Sargon il drago non se ne sarebbe andato velocemente.
-va bene- disse Sargon baciando il biondo. -ritorno subito- e così com’era arrivato scomparve, portandosi dietro anche i due corpi carbonizzati, non gli piaceva che Vya potesse guardarli.
-finiranno mai questi attacchi?- chiese Taye più a se stesso che non a Maru.
-io spero di si- rispose Maru, erano sempre riusciti a trattenerli ma mai a sconfiggerli definitivamente. La cosa che faceva sperare a Maru che presto sarebbe finita era il fatto che i cacciatori non erano mai riusciti, nonostante tutti i loro attacchi, a prendere i loro cuccioli e quindi non erano riusciti ad ottenere il potere che volevano e si erano parecchio indeboliti. Ma ciò non significava che potevano prenderli sottogamba. Erano sempre pericolosi con le loro armi che potevano uccidere o comunque ferire gravemente un drago con un solo corpo. Era anche per quello che lui e Taye si trovavano li. Dovevano essere sempre pronti per qualunque evenienza visto che solo l’acqua della sorgente poteva guarire i draghi da quelle ferite.
-forse con Yera ce la faranno- disse Taye sperando di aver ragione.

 

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 ***


Yera si ritrasformò in umano e si buttò a terra completamente esausto. Il respiro affannato gli impose di stendersi con la testa rivolta al cielo.
Aveva seguito quello che aveva detto Taye e aveva aiutato le persone di quel villaggio. E quando era uscito dalla fonte era rimasto completamente spiazzato nel notare tantissimi draghi che volavano nel cielo e combattevano contro quegli uomini in nero. Non si era fermato molto a riflettere e si era trasformato anche lui aiutandoli.
Era stata dura visto che era la prima volta che combatteva contro qualcuno, ma era riuscito a fare bene il suo dovere e la cosa si poteva evincere dalle navi bruciate di quegli uomini. Non se ne era salvato nemmeno uno mentre nei draghi non c’erano state perdite anche se parecchi feriti che Yera aveva visto andare tutti in direzione della sorgente.
-tu chi sei?- Yera aprì gli occhi osservando il castano che lo stava scrutando attentamente.
-mi chiamo Yera- rispose il rosso alzandosi lentamente da terra facendo respiri profondi per regolare il suo respiro ancora leggermente affannato.
-Yera?- chiese quasi sconvolto Sargon. Quel nome lo aveva sentito tantissime volte visto che era uno dei due che si tramandavano dalla famiglia reale da generazioni.
-uh si. Perché?- chiese Yera curioso della reazione del castano.
-come ci sei arrivato qui?- chiese Sargon guardandosi intorno in cerca di Viego perché se lo sentiva che centrasse lui in tutta quella storia.
-camminando, stavo cercando il mio ragazzo. Non sapevo ci fossero altri draghi oltre a me sono rimasto davvero sorpreso- disse Yera tranquillo.
-il tuo ragazzo?- chiese ancora Sargon. Ecco perché non era rinchiuso nella caverna come i suoi antenati, lui era riuscito a capire che non serviva bruciare la gente.
-si, Taye. È qui- rispose ancora Yera mentre Viego che aveva visto i due draghi parlare si stava avvicinando a loro.
-Taye è il tuo ragazzo? Ora si spiegano molte cose- borbottò Sargon per poi lanciare un’occhiataccia a Viego che li aveva appena raggiunti.
-tu! Sei tu che mi hai portato via Taye- disse Yera accorgendosi dell’uomo.
-si, ma lo hai trovato- rispose Viego sorridendo al rosso.
-per puro caso! E poi si può sapere come facevi a conoscere il mio nome?- chiese Yera davvero confuso anche se era felice di essere riuscito a trovare altri draghi.
-vi devo spiegare un bel po’ di cose e…-
-solo un bel po’?- chiese Sargon incrociando le braccia al petto mentre Viego alzava gli occhi al cielo.
-si devo spiegarvi tante cose ma devono essere presenti anche Maru e Taye e soprattutto devo congratularmi con voi per aver definitivamente sconfitto gli ultimi cacciatori di draghi.-
-Yera- il rosso si voltò e sorrise in direzione di Taye che stava correndo verso di lui. Il drago aprì le braccia e il moro vi ci fiondò dentro abbracciandolo e inebriandosi nell’odore buono del rosso. -per fortuna stai bene- sussurrò il moro stringendosi ancora di più al suo drago.
-ci vuole molto di più per farmi fuori- gli disse il drago mentre Viego sorrideva a vedere quella scena. Quella scena che gli confermava che Yera sarebbe stato migliore dei suoi antenati.
-perché non ci hai detto niente?- chiese Sargon a Taye confuso.
-perché me ne sono ricordato solo poco prima che ci attaccassero i cacciatori di draghi e non mi sembrava il momento di parlare- disse il moro sgusciando fuori dall’abbraccio di Yera mentre anche Maru e i tre cuccioli raggiungevano gli altri.
-papà- disse Vya porgendo le braccia a Sargon che non se lo fece ripetere due volte e prese la figlia in braccio felice che stesse bene.
-ci siamo tutti quindi possiamo parlarne- disse Viego sospirando. Gli altri draghi intorno a loro non si stavano curando minimamente di quello che stava succedendo intenti a sistemare quello che era andato distrutto. -c’era un motivo per il quale ti trovavi in quella caverna isolato da tutti- iniziò Viego in direzione di Yera che lo stava guardando aspettando di scoprire tutta la verità. -i tuoi antenati erano i re dei draghi e lo sei anche tu. Ma anni fa il nostro re non voleva adattarsi alle nuove usanze che stavamo adottando tra cui anche il far nascere i nostri cuccioli senza bruciare povere ragazze umane. Lo abbiamo isolato su quell’isola impedendogli di uscire. Sono stato proprio io a fare quell’incantesimo e c’era solo un modo per uscire di li: avere discendenti in un altro modo- Yera strinse a se Taye mentre quest’ultimo osservava attentamente il volto del suo drago.
-ho osservato tutti i tuoi parenti vedendo come rimanevano fissi sulle loro idee fino a quando tu non sei rimasto solo e nessuno ha potuto spiegarti chi eri e cosa dovevi o non dovevi fare. Poi è successo l’impensabile. Ti ho sottoposto a questa prova per capire se potevo fidarmi di te e il fatto che voi due siete difronte a me abbracciati mi fa capire di aver visto giusto. Mi dispiace averti tolto la memoria Taye ma avevo bisogno che tu non ricordassi niente di quello che era successo per far fare il loro corso agli eventi-
-mi hai salvato la vita, non importa come- rispose il moro -e poi in questo modo siamo riusciti a chiarirci, non credo saremmo riusciti a farlo altrimenti-
-Yera tu sei il nostro re- concluse Viego -e ti chiedo di rimanere qui con noi per guidarci. Sargon è stato a capo del nostro villaggio per anni così come hanno fatto i suoi antenati in attesa che il re tornasse-
-io non so niente e sarei inutile- disse Yera. -accetto volentieri di stare qui visto che non ci torno manco morto in quella caverna ma di governare non se ne parla-
-ma sei il nostro re- disse Sargon confuso dalla cosa.
-fino a quando non me lo ha spiegato Taye non sapevo nemmeno cosa fosse un re! Non ne sarei in grado e combinerei macelli a non finire-
-e io non potrei nemmeno aiutare visto che non mi sono mai interessato a queste cose essendo l’ultimogenito- gli diede manforte Taye.
-posso proporti una cosa?- chiese allora Sargon al rosso che annuì. -governiamo insieme. Io so come si fa perché sono stato istruito sin da piccolo a farlo e tu sei il diretto discendente del re. Sei una figura di riferimento adesso volente o no- disse Sargon sospirando. Non gli andava di addossarsi ancora tutto quel peso ma se poteva dividerlo con il rosso ne sarebbe stato felice.
-io non so fare niente te lo dico- rispose Yera che comunque accettò quel compromesso. Era la cosa migliore per tutti.

 

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Capitolo 41
*** Epilogo ***


Il ragazzo sospirò girandosi dall’altro lato per dare le spalle al sole che poco alla volta stava irrompendo nella sua camera mentre lui non voleva far altro che dormire ancora un po’. Per sua sfortuna ogni sera si dimenticava di chiudere le imposte di legno e quindi ogni mattina si trovava a girarsi per non essere infastidito dalla luce del sole. Quella luce però non lo voleva lasciare in pace e quindi il rosso si potò la coperta fin sopra la testa nascondendocisi sotto.
Rimase immobile per un po’ cercando di tornare a dormire, ma ormai il danno era fatto e il rosso sbuffò togliendosi le coperte di dosso e stropicciandosi gli occhi verde smeraldo. Sbadigliò ancora stanco anche se quello sbadiglio indicava anche che aveva parecchia fame. Con grande lentezza il ragazzo si alzò dal letto e strascicando i piedi scese fino alla cucina rigorosamente vuota. Il ragazzo si chiese che ore fossero per essere così vuota la stanza e lanciò un’occhiata veloce all’orologio a pendolo che si trovava nella grande sala. Diversamente da quanto aveva pensato, e sperato, non era presto. Anzi era tutto il contrario visto che era quasi ora di pranzo. E ci credeva che aveva fame!
Il ragazzo si diresse verso il contenitore nel quale i suoi genitori tenevano la riserva di carne cruda ed iniziò a mangiarla con gusto e lentamente. Questo fino a quando non sgranò gli occhi ricordandosi che teoricamente quella mattina aveva un impegno. E non un impegno qualunque ma uno molto importante.
Si maledisse mentalmente per essere così stupido e ingoiando velocemente il pezzo di carne che aveva in bocca e corse come un pazzo a cambiarsi.
Si vestì alla velocità della luce e uscì di casa con il fiatone per la corsa che aveva fatto. Si era allenato e teoricamente non doveva avere tutto quell’affanno, ma fare le cose con un boccone in bocca non era la migliore delle idee.
Il ragazzo si guardò intorno constatando che i suoi genitori non fossero in giro e sorridendo, non avendoli notati, si incamminò verso l’uscita del villaggio. Ma fu proprio a due passi dall’ultima abitazione del villaggio che si bloccò di colpo sbuffando.
-è possibile che vi deva sempre trovare a pomiciare?- chiese il rosso incrociando le braccia al petto mentre i due ragazzi che aveva appena beccato lo guardarono male.
-sei tu che non ci lasci mai in pace- disse l’altro rosso sbuffando mentre la ragazza dai lunghi capelli biondi scoppiò a ridere. Adorava quando i gemelli iniziavano a bisticciare.
-ma per favore Ayo! Come mi giro e mi volto la tua lingua è nella bocca di Vya!- protestò Sef allargando le braccia per enfatizzare il concetto.
-questo non è vero!- protestò Ayo guardando male il gemello ma senza togliere le mani dai fianchi di quella che a tutti gli effetti era diventata la sua ragazza. Quando i due si erano messi insieme qualche anno prima a Sargon era quasi venuto un colpo. Era un padre iperprotettivo e Maru ci aveva messo un bel po’ a convincere il marito che Ayo era mille volte meglio di qualunque altro drago. Anche se Sargon aveva accettato la cosa Vya e Ayo evitavano di baciarsi troppo davanti al drago o a fare altro. Quindi usavano quei piccoli momenti morti per baciarsi e toccarsi.
-si che lo è! Siete disgustosi- borbottò Sef.
-lo dici solo perché non hai ancora trovato qualcuno. Non appena troverai un bel ragazzo non ti farà più tanto schifo la cosa- disse invece Vya facendo la linguaccia a Sef che rispose nello stesso modo. Adorava la fidanzata del fratello nonostante tutto.
-comunque non ho tempo da perdere con voi due- e così dicendo Sef uscì dal villaggio correndo come un matto. Era in mega ritardo ed era sicuro che la persona che lo stava aspettando l’avrebbe ammazzato. Poco ma sicuro.
Rimpiangeva il fatto di non potersi trasformare e volare fino al luogo del suo appuntamento. L’avrebbe anche fatto se non fosse stato pieno giorno.
Sef iniziò a sorridere non appena intravide la figura snella della persona che lo stava aspettando. Persona che girò lo sguardo verso Sef fulminando.
-scusaaaaa- disse Sef una volta vicino al ragazzo che non disse niente ma continuò a guardando accusatore. -mi sono svegliato tardi-
-tu ti svegli sempre tardi Sef- disse Zertes sbuffando.
-lo so che non è un’ottima giustificazione ma ti posso assicurare che non mi ero dimenticato di te- si scusò il rosso osservando attentamente l’albino.
-certo come no- borbottò Zertes per poi aggiungere -tanto lo sai che ti faccio fuori se ti dimentichi di me-
-e come?- chiese Sef avvicinandosi all’albino e schiacciandolo contro il tronco dell’albero sul quale Zertes si era poggiato.
-tu sei un drago, io un cacciatore quindi puoi risponderti da solo- sussurrò Zertes mettendo le braccia intorno al collo del rosso per spingerselo ancora più addosso facendo scontrare le loro labbra.
-sei un cacciatore solo per nome e non di fatto e io lo so- disse con lo stesso tono Sef prima di baciare con passione l’albino e mettendogli le mani ovunque.
Ayo e Vya non immaginavano minimamente che in realtà Sef aveva già qualcuno che amava da morire e che mai avrebbe lasciato a qualcun altro.
 



 

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