La nuova dinastia

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La donna dai lunghissimi capelli castani e ricci cavalcava a grande velocità in direzione della città. Ma non era da sola. Con lei c’erano tutte le persone che credevano in lei e nelle sue capacità, in primis suo fratello. Stavano cavalcando verso la città che era la loro meta da ormai cinque anni. Dovevano riprendersela perché era loro di diritto. Avevano organizzato quel colpo da anni e ci avevano messo più del previsto solamente perché avevano faticato a trovare abbastanza gente dalla propria parte. C’era voluto del tempo per convincere tutti ma alla fine ci erano riusciti e ora si sarebbero ripresi quello che era stato loro tolto.
-mia signora vediamo la città- le disse uno dei cavalieri che stavano cavalcando al suo fianco.
-siamo vicini- rispose lei mentre sul suo volto si allargava il sorriso. Finalmente riusciva a rivedere Ur, la sua Ur.
Erano scappati non appena i regni di Halaf e Lagash avevano preso Ur e non ci avevano più fatto ritorno lasciando i cittadini in balia degli stranieri. Ma adesso erano tornati e nessuno sarebbe riuscito a farli muovere da Ur, nemmeno una guerra. Anzi, non appena sul trono di Ur Yasmin era pronta anche ad andare in guerra per tenersi il suo trono.
In quel momento però doveva stare calma e concentrarsi su quello che stavano per fare. Era completamente inutile pensare alla guerra successiva quando ancora dovevano vincere quella.
Yasmin sapeva che le persone all’interno della città non avrebbero fatto resistenza. Suo fratello era andato in giro per Ur a spiegare alla gente il loro piano e i loro sudditi avevano accolto la notizia con felicità. Nessuno di loro voleva il governo straniero. Volevano i loro legittimi re e Yasmine avrebbe esaudito i loro desideri prendendo la corona i Ur.
-tenetevi pronti a combattere- disse Yasmin stringendo nella mano destra la sua spada. Non era riuscita ad avere informazioni su quante guardie c’erano a difesa di Ur ma di certo non potevano aspettare oltre per riprendersi la loro città. La donna confidava anche nel fatto che loro, anche se pochi, sarebbero riusciti a vincere lo scontro e a sopravvivere. E se non fosse stato così allora avrebbe dato la vita cercando di riprendersi quello che era suo.
-Yas non fare pazzie- disse un ragazzo avvicinandosi alla riccia con il suo cavallo. Anche lui aveva la sua spada in mano pronto a difendersi in qualunque momento.
-non ti preoccupare- rispose Yasmin al ragazzo quasi identico a lei con i suo capelli ricci e castani e gli occhi verdi.
-io mi preoccupo perché so di cosa sei capace- continuò ancora il ragazzo spronando il suo cavallo ad andare più veloce per raggiungere quello della sorella che andava molto più veloce rispetto agli altri.
-ma ci sei tu,Thalles- rispose la castana sorridendo leggermente e facendo aumentare l’andatura al suo cavallo.
In pochissimo tempo arrivarono alle porte delle grandi mura di Ur, porte che in realtà non erano ancora state costruite e pensare che erano da anni in quella situazione! Il piccolo esercito entrò quindi indisturbato all’interno di Ur e Yasmin guidò il suo cavallo in direzione del castello visto che se doveva puntare alla conquista della città doveva proprio partire dal castello.
Durante la cavalcata per arrivare al palazzo però trovarono solo pochissime guardie che gli uomini della donna uccisero subito senza problemi.
E fu così che Yasmin senza perdere nemmeno un uomo del suo esercito si conquistò Ur sedendosi sul trono che le spettava da quando era nata e facendosi incoronare dall’alto sacerdote con ancora l’armatura dorata addosso. Lei non era solo una regina, lei era la reggina guerriera di Ur e niente e nessuno si sarebbe messo tra lei e il suo regno a costo di distruggere chiunque ci avesse provato.
 











Angolo Autrice
Di solito sono una che non ama molto scrivere i sequel e quando lo fa sono per di più one-shot . Ma per mia sfortuna e vostra fortuna la mia testa ha deciso che gli avvenimenti dovevano essere troppi e non potevano stare in un solo capitolo. Quindi ecco a voi il seguito di: "L'Erede".


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-no aspetta- disse il rosso alzando lo sguardo dall’impasto che stava preparando -in che senso Ur è stata conquistata?-
-nel senso che qualcuno si è insediato ad Ur uccidendo tutte le guardie che avevamo messo. E non solo. La conquista è avvenuta qualche giorno fa e hanno costruito delle porte alle mura e messo i soldati tutt’intorno. Non possiamo fare niente- disse il moro sospirando.
-e Vartan lo sa?- chiese ancora il rosso continuano ad impastare la piccola torta alle fragole che stava preparando per il compleanno della principessa Leena che si sarebbe festeggiato quel giorno. Sarebbe stata una festa intima visto che Vartan non era riuscito a partire in tempo ma la principessina era stata chiara: voleva la sua torta di compleanno.
-Narek gli ha inviato una lettera, spero riesca a raggiungerci il prima possibile- sussurrò Ciel all’uomo che aveva difronte per poi chiudere gli occhi stanco. Da quando avevano scoperto che Ur era stata conquistata non erano riusciti a chiudere occhio per cercare di capire chi avesse attaccato e soprattutto se potevano fidarsi di quella persona oppure no.
Dopo la morte di Walter avevano avuto il controllo di Ur ma sia lui che Vartan erano stati troppo impegnati a sistemare gli accordi tra Lagash e Halaf che non erano riusciti a pensare tanto alla città appena conquistata. Nelle loro menti fin da subito si era andata formando l’idea di poter affidare la città a qualcuno di fidato per ristabilire i tre regni originari. Infondo il problema era stato solamente Walter e non tutta la città.
Ma nessuno di loro era riuscito a trovare qualcuno di adatto visto che la maggior parte delle persone che si erano proposte volevano solamente avere più potere e non tenevano veramente al bene dalla cittadina.
L’altra idea che avevano solo immaginato era stata quella di contattare una delle famiglie influenti di Ur e di dare a loro il potere della città. Però non erano riusciti nel loro intento visto che non erano riusciti a contattare nessuno di loro. Sembravano come spariti e per ben cinque anni.
Ora invece era apparso qualcuno che aveva preso col la forza Ur. Era amico o nemico? E se nemico cosa dovevano fare? Combattere un’altra guerra?
Ciel non aveva nessuna intenzione di combattere un’altra guerra visto che nell’ultima aveva perso una delle persone più importanti di tutta la sua vita. Nonostante fossero passati ormai cinque anni da quella guerra il ricordo della morte di Marc gli faceva ancora male. Lui non aveva potuto partecipare attivamente a quella guerra nonostante fosse cresciuto con le armi in mano e quindi non aveva avuto nessuna possibilità per aiutare quello che considerava a tutti gli effetti nonostante non fosse suo fratello di sangue.
Marc però si era sempre comportato come un fratello ed era anche l’unico a conoscenza del suo segreto, segreto che ha mantenuto per tantissimi anni. Ed era stato solo grazie a Marc che erano riusciti a vincere contro Walter anticipandolo e creando quella bellissima alleanza tra Halaf e Lagash.
A Marc dovevano molto, davvero tanto. Anche la piccola Leena era viva solo grazie al grande lavoro che aveva fatto Marc per portarla fuori dalla base degli assassini della roccia senza farsi vedere e soprattutto a portarla al palazzo di Halaf.
Quello che più di tutti tra di loro non voleva la guerra, però, era Vartan. Vartan che per colpa della guerra aveva perso la persona che amava di più. E insieme a Marc aveva perso anche la speranza nell’amore. Ciel aveva parlato moltissimo con Vartan per aiutare il suo migliore amico a riprendersi da quel dolore, ma nonostante tutto Vartan non riusciva più ad amare. Voleva bene a suo fratello, a Ciel e ai suoi nipoti ma non riusciva più ad amare qualcuno con tutto il suo cuore.
-vi raggiungerà non ti preoccupare- disse Louis sorridendo al suo re anche se essendo il migliore amico di Narek era anche diventato il migliore amico di Ciel. Quando Narek si era definitivamente trasferito ad Halaf aveva proposto a Louis di diventare il cuoco li e il rosso aveva accettato. E lo aveva fatto soprattutto perché sapeva che quel testone del suo migliore amico aveva bisogno del suo aiuto, e aveva fatto bene visto che in quegli anni Narek era andato più volte a chiedergli consigli per risolvere i casini che combinava con Ciel.
-lo spero, non sono bravo in queste cose e lui e Narek sono gli unici sui quali contare insieme a mio padre- si, alla fine Aloyzas aveva rivelato a tutti di essere in realtà il padre di Ciel e non lo zio come all’inizio tutti pensavano. Da quando si era scoperto quello che era Ciel anche Aloyzas era uscito allo scoperto.
Aloyzas che dopo due anni aveva lasciato il governo di Halaf al figlio restando comunque al suo fianco per aiutarlo cosa che sia Ciel che Narek avevano apprezzato molto.
Narek era stato istruito per diventare il re di Lagash e non quello di Halaf e quindi adorava quando Aloyzas li aiutava. La maggior parte delle volte però l’ex re di Halaf lasciava loro fare tutto il lavoro per poi con un ghigno divertito in faccia dirgli che c’era un modo migliore e più veloce per farlo ricevendo occhiatacce da parte di entrambi.
-arriverà, e se non per la lettera arriverà per Leena, non si è mai perso un suo compleanno anche a costo d arrivare con giorni di ritardo e costringere me a realizzare un’altra torta- disse Louis scuotendo la testa. Non che ne fosse triste di cucinare altre torte con le fragole che erano la passione di Lena proprio come i suoi genitori.
-Leena sarà felicissima di avere un’altra torta-
-parlando della principessina che fine ha fatto?- chiese Louis non vedendo la piccola li vicino. Di solito la bambina amava andare o con Narek o con Ciel in cucina a trovare lo “zio” Louis e a mangiare tutto quello che le capitava a tiro. Davvero quella bambina si mangiava di tutto.
-non l’abbiamo ancora svegliata visto che ieri insisteva per aspettare la mezzanotte- rispose Ciel mettendosi una ciocca di capelli, che gli erano nuovamente cresciuti, dietro l’orecchio.
-meglio così per le mie povere fragole-
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Keijo corse ridendo per il giardino mentre una furente Leena con ancora la faccia sporca di panna lo inseguiva.
-ragazzi!- disse Narek rincorrendo i due bambini. Era tutto partito da Keijo che aveva preso un po’ di panna dalla torta di compleanno di Leena e l’aveva spalmata addosso la sorella. E da li avevano iniziato a rincorrersi per tutto il castello seguiti da Narek che non voleva assolutamente che i suoi figli si facessero male.
I due bambini però sembravano non voler dare minimamente attenzione e continuarono a correre fino a quando Keijo non inciampò e cadde di faccia a terra scoppiando a piangere. Leena si fermò di colpo e si avvicinò al fratellino, tutta la rabbia sembrava sparita mentre cercava di consolarlo per la caduta appena avvenuta. Anche Narek corse in direzione dei due bambini e si sedette difronte a Keijo prima di prenderlo in braccio e iniziare a cullarlo.
-vi ho detto mille volte di stare attenti- disse l’uomo sospirando mentre Keijo nascondeva la faccia nell’incavo del collo del padre bagnandogli tutta la camicia per via del pianto.
-scusa papà- disse Leena abbassando la testa consapevole che era anche colpa sua se Keijo era caduto.
-ora torniamo dentro che dobbiamo ancora mangiare la torta e tu signorina ti devi pulire la faccia- disse Narek sorridendo alla bambina e, reggendo con un solo braccio il figlio, prese per mano la bambina incamminandosi verso la sala da pranzo dove li stavano aspettando sia Aloyzas che Ciel.
-tutto bene?- chiese proprio Ciel correndo verso i tre e controllando attentamente che Keijo non si fosse fatto nulla di male.
-ha solo sbattuto il ginocchio- disse Narek accarezzando la testa bionda del bambino.
-bene, vieni qui Leena- disse Ciel con un piccolo sorriso ed iniziando a pulire la faccia della bambina con un tovagliolo. -ti sei fatta male anche tu?- chiese poi nel mentre.
-no, io non sono caduta- rispose la bambina mettendosi una ciocca di capelli neri, leggermente sporchi di panna, dietro l’orecchio.
-meglio così- Ciel posò il tovagliolo sporco e sorrise alla sua famiglia -la vogliamo mangiare o no questa torta?-
Leena annuì tutta felice e si risedette al suo posto. Keijo invece sporse le braccia in direzione di Ciel che lo prese in braccio e si sedette al suo posto con due fette di torta d’avanti. Narek sorrise in direzione della sua famiglia prima di sedersi anche lui ed iniziare a mangiare quella buonissima torta alle fragole preparata da Louis. Aveva davvero fatto un’ottima scelta quando aveva deciso di chiedere al ragazzo di andare ad Halaf con lui.
-so che non dovremmo parlarne a pranzo- iniziò Aloyzas vedendo che i due bambini erano completamente concentrati sul cibo -ma cosa avete intenzione di fare con Ur?-
-non lo so, vorrei parlare anche con Vartan prima di decidere qualcosa- rispose Ciel sospirando.
-concordo, vediamo cosa ci dice poi decidiamo. È inutile decidere adesso non sapendo cosa ne pensa- concordò Narek finendo in pochissimo tempo anche la seconda fetta di dolce.
-bene, speriamo solo che i nostri nuovi vicini non decidano di attaccare- disse Aloyzas concordando pienamente con la decisione dei due che aveva davanti.
-perché dici ciò?- chiese quasi terrorizzato Ciel. A quella possibilità non ci aveva minimamente pensato e soprattutto non voleva pensarci, non sapendo che nel loro castello c’erano anche Leena e Keijo.
-perché potrebbe capitare, non sappiamo chi ci sia dall’altro lato e soprattutto non sappiamo le sue intenzioni. Potrebbero essere alleati come no quindi dobbiamo tenere in mente tutte le possibili eventualità- rispose in una calma assoluta Aloyzas, non sembrava minimamente spaventato da quella proposta come invece lo era Ciel che quasi inconsciamente strinse più a se Keijo che continuava a mangiare tranquillamente la sua fetta di torta.
-non ti preoccupare, qui siamo al sicuro- disse Narek notando lo sguardo di Ciel e sorridendogli per farlo tranquillizzare. Ciel annuì ma non si tranquillizzò del tutto e baciò la testolina bionda di Keijo che alzò il suo sguardo rosso dal piatto per capire come mai quel gesto da parte del padre. Ciel gli sorride e gli baciò una guancia e Keijo ridacchiò felice di quelle attenzioni da parte del padre.
-Ciel non volevo turbarti ma non posso non dirti come stanno le cose- disse Aloyzas mentre Ciel annuiva. Sapeva che il padre non aveva mai avuto intenzione di farlo preoccupare ma era comunque una cosa che al ragazzo non piaceva minimamente. Non riusciva più ad adorare la guerra come prima e il solo sentir parlare di invasioni e robe simili lo mandava in tilt.
-ora non pensiamoci- disse Narek sorridendo al marito -infondo abbiamo una principessa da festeggiare- e il biondo baciò la guancia della sua principessina e le sorrise mentre lei annuiva alle sue parole. Nonostante avesse fatto quel giorno stesso cinque anni aveva capito che l’argomento iniziato dal nonno non era tanto bello e voleva cacciare via quei pensieri dalla testa dei suoi genitori.
-miei signori- i tre si voltarono in direzione di uno dei servitori che era appena entrato nella sala attirando l’attenzione di tutti i presenti. Ciel fece un cenno con il capo per far capire all’uomo che poteva continuare a parlare. -è arrivato un ospite- disse per poi spostarsi e far entrare nella sala un Vartan ancora completamente ricoperto dal mantello che sorrise a tutti i presenti.
-zio Vartan!- gridò Leena correndo in direzione dello zio che la prese immediatamente in braccio facendola girare.
-la mia piccolina- disse Vartan baciandole una guancia e continuando a tenerla in braccio. -buon compleanno cucciolina mia- disse poi il biondo sorridendo alla nipote che continuò ad abbracciarlo felice.
-come hai fatto? Avevi detto che avevi tanto da sbrigare- disse Narek anche se era felice di vedere il fratello li.
-ho cavalcato come un dannato per arrivare in tempo- rispose Vartan mettendo giù la principessina e andando a salutare anche l’altro nipote che non si era minimamente staccato dal padre -ciao anche a te Keijo-
-ciao zio- disse lui con il suo sorriso sporco completamente di panna che fece ridacchiare Vartan.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Vartan stava felicemente mangiando la sua quinta fetta di torta dopo essersi tolto il mantello pesante sotto lo sguardo furioso di Narek. In realtà il consorte del re di Halaf era solamente invidioso del fratello minore che riusciva a mangiare come un bisonte e rimanere magro mentre lui doveva fare parecchia attenzione per far durare il suo fisico.
-che c’è?- chiese infatti Vartan dopo aver posato la forchetta ormai sazio.
-mangi come un porco e sei magrissimo. Ti odio- borbottò Narek per non farsi sentire dai figli che nel mentre si erano messi a parlottare con il nonno mentre Ciel guardava i due fratelli in completo silenzio.
-e io che pensavo avessi fatto qualcosa di sbagliato, invece è solo la tua solita invidia nei miei confronti- disse Vartan ridacchiando e coinvolgendo anche Ciel.
-hai ricevuto la nostra lettera?- chiese Ciel che non voleva che il marito si arrabbiasse di più per le loro prese in giro.
-quale lettera?- chiese Vartan confuso segno che era partito prima dell’arrivo della lettera.
-hanno conquistato Ur. Non sappiamo chi sia l’artefice ne che intenzioni abbia. Ha costruito le porte alla città e ci si è barricato dentro uccidendo tutte le guardie che avevamo messo per controllare la città- spiegò Narek mentre Vartan sospirava sconsolato. Sperava che la questione di Ur fosse finita con la morte di Walter ma non era così.
-che nervi. Cosa volete fare?- chiese poi il biondo.
-non lo sappiamo, volevamo avere anche la tua idea prima di agire- disse Ciel.
-non voglio combattere- disse prontamente Vartan.
-nemmeno io, credimi- sospirò Ciel che aveva sempre saputo che il re di Lagash non aveva intenzione di combattere.
-proviamo a parlare? Lo convochiamo qui e vediamo che intenzioni ha?- propose allora Narek lanciando un’occhiata in direzione di Aloyzas che nonostante stesse parlando con i nipoti stava ascoltando attentamente la loro conversazione.
-e se non accettasse?- chiese Ciel preoccupato.
-Continuiamo a tartassarlo fino a quando non viene qui- rispose con tranquillità Narek iniziando a giocare con la forchetta che aveva in mano per il nervosismo.
-così finisci per provocarlo e farlo attaccare- borbottò Vartan.
-ma noi vogliamo solamente parlare, non vogliamo combattere- protestò Narek -non hanno motivi per attaccarci-
-potrebbero farlo lo stesso perché siamo insistenti. Non mi piace per niente questa situazione- disse Vartan sbuffando. Chi cazzo era adesso che rompeva tutta la loro tranquillità? Davvero, perché non farlo prima invece di aspettare cinque anni? E soprattutto chiunque avesse attaccato Ur non poteva prima parlare con loro? Sarebbe stato mille volte meglio di ritrovarsi in quella fastidiosissima situazione.
-che fare allora? Proviamo a vedere se ci rispondono?- chiese Ciel ai due fratelli.
-tentiamo, nel caso troveremo un’altra soluzione- disse Narek prima di alzarsi dal tavolo come aveva fatto poco prima Aloyzas insieme ai bambini. -cosa volete fare ragazzi?- chiese Narek ai suoi figli che si lanciarono un veloce sguardo prima di trascinare via il povero Vartan. I bambini lo vedevano pochissimo visto che Lagash era parecchio distante da Halaf e quindi Leena e Keijo pretendevano che lo zio restasse con loro tutto il tempo possibile e Vartan assecondava tranquillamente i due coccolandoli e riempiendoli di attenzioni.
-secondo te sta meglio?- chiese Narek a Ciel mentre metteva un braccio intorno alla vita del marito per tirarselo più vicino.
-no, per niente- rispose il moro chiudendo gli occhi -e ti avrei risposto il contrario se solo non avessi letto tutta la paura nel suo sguardo quando abbiamo nominato Ur-
-credevo si fosse ripreso, almeno un po’- disse Narek e anche Ciel annuì. Vartan era stato davvero bravo a nascondere loro che non si era minimamente ripreso. Ma quando avevano nominato quella stramaledetta città le cose erano state chiare per entrambi: Vartan non l’avrebbe mai superata. Mai.
-ha bisogno di qualcuno che gli faccia dimenticare Marc, non in tutti i sensi ovviamente- disse Narek guardando Ciel preoccupato che quelle parole potessero ferire il marito, ma il moro annuì completamente d’accordo con lui.
-ne ho parlato anche con Louis, l’unico problema è che è lo stesso Vartan che non vuole dimenticarsi di Marc. Mette un muro quando incontra qualcuno di nuovo e lo ha alzato anche con noi- Ciel sospirò.
-vorrei solo essere riuscito ad arrivare in tempo per aiutarli, tre era meglio di due- disse Narek e lo pensava davvero. Gli piaceva davvero tanto Marc anche se all’inizio lo aveva guardato un po’ male per via della storia che aveva con Vartan. Ma Marc si era dimostrano un uomo con la testa apposto e soprattutto era stato colui che aveva aiutato Ciel e Leena a scappare dalle grinfie di Goran anche se indirettamente.
-poteva anche non cambiare niente lo sai vero?- disse Ciel poggiando la testa sulla spalla di Narek e chiudendo gli occhi.
-ma almeno ci avrei provato. Così mi sento in colpa e lo sai- continuò Narek non togliendo lo sguardo dal fratello che stava tranquillamente parlando con i suoi figli.
-finiamo qui questa conversazione o non ne usciremo più- Ciel si scostò gentilmente dal marito per poi prendergli le mani. -approfittiamo di questo momento di distrazione- sorrise poi trascinando il marito fino alla loro camera da letto dove Narek, dopo aver ovviamente chiuso a chiave la porta, lo baciò con passione stringendogli forte i fianchi. I due re da quando i loro figli erano cresciuti non riuscivano più come prima a fare sesso. Si, a volte ci riuscivano ma avevano sempre l’ansia che o Leena o Keijo entrassero nella loro camera per via di un brutto sogno. Ed era successo già parecchie volte.
-Vartan ci ammazza lo sai?- disse Narek mentre si spogliava completamente per poi far fare lo stesso al marito e sciogliendogli anche i lunghi capelli.
-non lo farà se non se ne accorge- gli sorrise Ciel baciandolo e spingendo Narek sul letto prima di salirgli sopra a cavalcioni con un ghigno stampato in faccia.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Ciel diede un bacio sulla testolina mora della figlia prima di rimboccarle meglio le coperte ed uscire dalla sua camera. I due principini si erano addormentati quasi subito, questo anche per via del fatto che per tutta la giornata non avevano fatto altro che muoversi e si erano stancati parecchio. Quindi Vartan e Narek avevano portato i due in braccio verso le rispettive camere e Ciel si era appurato i dare la buonanotte ad entrambi prima di uscire e raggiungere i due fratelli in quella che era la camera sua e di Narek.
-sono due pesti- disse quasi con un sorriso Vartan vedendo entrare Ciel nella camera.
-ma li adori- rispose di rimando lui ricambiando il sorriso.
-come potrei non adorare i miei nipoti?- disse Vartan sospirando prima di lanciare un’occhiata verso il fratello -dove cavolo eravate finiti questo pomeriggio? Non mi avrai mica trattato male il mio Ciel?- chiese il biondo al fratello mentre Ciel ridacchiava.
-io non tratto male il mio lupetto Vartan. E poi è stato lui a trascinare via me- rispose alla provocazione Narek.
-volete approfittarvi della mia presenza per scopare e mollarmi i vostri pargoli?-
-ovvio! A che servono gli zii se no?- chiese Ciel abbracciando di slancio Vartan che rispose all’abbraccio volentieri.
-comunque devo parlarvi- disse Vartan allentando la presa sul cognato e guardando sia il fratello che Ciel negli occhi.
-cosa succede?- chiese Narek abbastanza preoccupato dal tono cupo che aveva usato il fratello.
-ho deciso cosa fare nel caso non ci rispondano- disse Vartan mantenendo la sua faccia seria.
-una guerra? Ti prego dimmi di no!- gemette di frustrazione Ciel.
-no, almeno non subito- Vartan chiuse gli occhi e prese un respiro profondo prima di continuare ad esporre il suo piano. -voglio infiltrarmi ad Ur e capire di persona chi sono e come governano-
-ma sei pazzo? E se ti scoprono? Sei comunque il re di Lagash non puoi andare in giro per Ur sperando di non essere riconosciuto come tale- protestò Ciel mentre scuoteva la testa energicamente.
-non mi hanno mai visto, siete sempre andati voi due a controllare la situazione- rispose prontamente Vartan. -posso farlo se non ci rispondono. Dobbiamo provarle tutte prima di attaccare e nessuno di noi vuole una guerra. Fatemelo fare- disse convinto Vartan incrociando le braccia al petto.
-non mi piace come idea- disse Narek appoggiando il marito. Era troppo pericoloso e già una volta credeva di aver perso suo fratello e quella sensazione di vuoto non voleva assolutamente provarla una seconda volta.
-Ciel lo ha fatto intrufolandosi a Lagash perché non dovrei farlo io- protestò Vartan. Non capiva perché entrambi non erano d’accordo con la sua idea.
-l’ho fatto perché non avevo scelta all’epoca e comunque ho rischiato parecchio. Potrebbero capire che sei una spia anche senza identificarti come il re di Lagash e la cosa non finirà bene credimi- gli rispose Ciel mentre stava tremando. Non gli piaceva per niente quell’idea.
-a maggior ragione sono la persona migliore per farlo! Vi prego-
-no, non se ne parla Vartan- disse con voce ferma Narek. Col cavolo che permetteva al fratello di fare quella cazzata. -e poi servi a Lagash, qualcuno si potrebbe accorgere della tua assenza-
-farò in modo che nessuno se ne accorga. So che cosa fare e so cosa cercare. E un vostro no non mi fermerà dal farlo, sono un re anch’io e la mia non era una proposta ma un dato di fatto-
-non è una buona idea Vartan. Potrebbe complicare le cose ancora di più!- protestò Ciel cercando di fargli cambiare idea anche se aveva perfettamente capito che non potevano più fermarlo.
-ovviamente non agirò da incosciente! Lo farò solo se non ci rispondono a quella cazzo di lettera- Vartan sembrò leggermente calmarsi -allora la vogliamo scrivere o no questa lettera?- chiese poi mentre Narek sospirava andando in direzione dello scrittoio per scrivere la lettera a nome del marito e del fratello. Ciel sapeva scrivere ma la sua scrittura era completamente inleggibile visto che l’aveva imparata da altri assassini e non a corte come Narek.
Fecero più bozze della stessa lettera fino a quando tutti e tre non furono soddisfatti della forma e firmarono tutti e tre prima che Narek piegasse la lettera e la sigillasse utilizzando la ceralacca con il sigillo reale di Half. Vartan non aveva portato quello di Lagash visto che non sapeva ancora di quello che era successo altrimenti al fianco avrebbero messo anche quello.
-vado a portarla ai messaggeri- disse Ciel prendendo la lettera dalle mani del marito e uscendo velocemente dalla camera lasciando i due fratelli da soli.
-non mi piace quello che hai in mente- disse prontamente Narek osservando il fratello che nel mentre si era andato a sedere su una delle poltrone presenti nella camera.
-non deve piacere a te, deve solamente funzionare- rispose Vartan conscio che il fratello sarebbe ritornato all’attacco.
-ma ho paura che non funzioni! Non voglio che tu ti faccia del male Vartan!-protestò Narek -sei il mio fratellino e non voglio che tu ti faccia male-
-senti so che non vuoi che mi faccia male ma sono riuscito a fingere la mia morte cinque anni fa e ad arrivare qui sano e salvo senza che nessuno se ne accorgesse. Posso farlo anche adesso se necessario e sono davvero l’unica persona che possa farlo. Non possiamo mandare qualcuno estraneo alla nostra famiglia visto che non saprebbe quali cose cercare e ne tu e ne Ciel potete farlo. Avete una famiglia e non potete rischiare di morire-
-anche tu sei parte della nostra famiglia- cercò di farlo ragionare Narek.
-ho preso la mia decisione-
-senti sia io che Ciel sappiamo che ci stai mentendo, che non stai bene come vuoi far credere a tutti quanti. Fare questa missione suicida non migliorerà la tua situazione. Perché non parli con noi? Perché non ci dici cosa ti preoccupa?- Narek vide chiaramente gli occhi del fratello sgranarsi a quelle parole. Vartan credeva veramente di essere riuscito ad ingannarli.
-nessuno riuscirà mai a prendere il posto di Marc nel mio cuore, nessuno-

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Thalles prese un respiro profondo prima di entrare nella grandissima sala del trono del palazzo di Ur. Non appena entrato il castano avvertì immediatamente lo sguardo inquisitorio della sorella seduta composta sopra il bellissimo trono intagliato in legno e anche quello degli altri uomini presenti nella sala.
-vostra maestà- disse Thalles facendo un leggero inchino con il capo. In realtà non ce ne era bisogno visto che era il fratello della regina ma lo faceva lo stesso per far capire a tutti gli altri presenti in quella sala che dovevano portare assoluto rispetto a Yasmin.
-cosa succede? E soprattutto dov’è la guardia di Halaf che si trovava ai confini di Ur?- chiese la castana guardando malissimo il fratello. Credeva di essere stata chiara quando aveva detto che voleva che le portassero quella guardia li per interrogarla e soprattutto per ricavarne informazioni preziose sperando di poter attaccare per prima i sovrani.
-era qui solo per consegnare un messaggio. È da parte dei re di Lagash e Halaf- rispose Thalles mostrando alla sorella la lettera ancora sigillata che aveva in mano.
Yasmin assottigliò gli occhi -dovevi prenderlo comunque! E poi era solo di Halaf il messaggero, i due re stanno già facendo comunella?- chiese quasi con voce acuta la ragazza. Il suo regno era già stato minacciato e di sicuro quella lettera non era niente di buono.
-mia signora- disse uno degli uomini li presenti.
-cosa?- chiese Yasmin mordendosi le labbra dipinte di rosso per il nervosismo.
-il consorte del re di Halaf è il fratello del re di Lagash quindi credo sia normale che siano sulla stessa lunghezza d’onda- spiegò l’uomo mentre il nervosismo di Yasmin continuava a crescere.
-comunque sia non ho intenzione di leggere quella lettera-
-Yasmin- provò a dire Thalles ma Yasmin lo fulminò immediatamente.
-lasciatemi sola con mio fratello- disse la donna e tutti i presenti fecero come gli era stato detto. Una volta soli Yasmin scese dal suo trono e si avvicinò al ragazzo facendo volteggiare i suoi capelli tanto da far pensare a Thalles che la sorella potesse perdere la corona da un momento all’altro.
-cosa avevi intenzione di fare?- chiese la castana incrociando le braccia al petto.
-non puoi gettare una lettera solamente perché pensi che vogliano attaccare Ur. Leggila e vedi cosa vogliano- disse il ragazzo porgendole la lettera.
Yasmin la osservò attentamente prima di prenderla e strapparla in mille pezzi.
-non voglio leggere niente. Ur è mia di diritto e non ho la minima intenzione di ricederla a loro anche al costo di andare in guerra-
-potrebbero anche non volerla una guerra. Ci hai pensato?- chiese ancora Thalles al quale non piaceva l’idea di combattere nuovamente, soprattutto visto che avevano finalmente il loro regno.
-si e mi sembra l’idea più improbabile. Ho soffiato un loro regno è ovvio che lo rivogliano e se lo vogliono devono prima passare sul mio cadavere-
-come vuoi tu allora- si arrese Thalles sospirando sconsolato. Non era mai riuscito ad averla vinta con sua sorella, mai.
-parlando d’altro quando deciderai quale delle figlie dei nostri cari nobili sposare?- chiese la ragazza quasi ghignando.
-cosa scusa?- fece finta di non capire Thalles.
-quando prenderai moglie? Non puoi rimandare oltre se vuoi dei figli-
-ma chi te lo ha detto? Io non ho nessuna intenzione di sposarmi, anzi dovresti pensarci tu visto che sei tu la regina qui- esplose Thalles -e poi mi piacciono gli uomini non le donne-
-per me non ti preoccupare, devo solo capire chi dei due pretendenti che sono rimasti sia il più stupido e poi sposarmi. E poi che c’entra che ti piacciono gli uomini? Devi sposare una donna se vuoi figli visto che non sei come il re di Halaf che può sfornare bambini- disse Yasmin sbadigliando.
-io non ho bisogno di una discendenza Yas-
-invece si! Se mi uccidono devi portare avanti tu la nostra dinastia- rispose la ragazza mettendosi una ciocca riccia di capelli dietro l’orecchio.
-oh andiamo sei una delle persone più forti che io conosco è quasi impossibile ucciderti! Fammi vivere la mia cazzo di vita! Lo sai che ho dei principi che voglio rispettare e uno di questi è quello di non tradire mai la persona con la quale sono sposato. E se mi sposassi con una donna non potrei più scopare con gli uomini e io ne ho bisogno- disse sinceramente il ragazzo. Non voleva impegnarsi, almeno non subito e non con qualcuno che non rispettava nemmeno i suoi gusti.
-sei odioso! Riesci sempre a stravolgere i miei piani perfetti- borbottò Yasmin prima di avvicinarsi al fratello e buttarsi tra le sue braccia per poter essere circondata da quel calore familiare e sicuro. Infatti Thalles non esitò a stringere a se la ragazza accarezzandole la schiena. Solitamente sentiva il metallo rigido dell’armatura ma in quel momento la ragazza non indossava la sua armatura ma un normalissimo vestito regale e Thalles avvertiva chiaramente le stecche del bustino che teneva stretta la vita della ragazza.
-dobbiamo fare tutti dei sacrifici e lo sai- sussurrò la ragazza nell’incavo del collo del fratello -io non voglio sposarmi ne di indossare questi vestiti fastidiosissimi ma farò tutto quello che è in mio potere per poter tenere Ur-
-lo so tesoro, lo so- disse Thalles chiudendo gli occhi e continuando a cullare la sorella nelle sue braccia. -e ti prometto che farò tutto quello che è in mio potere per aiutarti. Devi darmi solo del tempo, non chiedo altro-
-non credo che lo abbiamo il tempo- Yasmin si staccò dall’abbraccio del fratello sospirando. -inizia già a vedere le varie figlie dei nobili e decidi in fretta. Puoi andare via- disse Yasmin congedando il fratello che la guardò quasi implorandola di non fare ciò ma comunque uscì dalla sala de trono. Non capiva come mai la sorella non volesse minimamente parlare con i sovrani di Lagash e Halaf. Perché Thalles era sicuro che volessero parlare con loro prima di attaccarli ma Yasmin sembrava avere idee completamente differenti.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


-io vado- disse Vartan sistemandosi meglio i lunghi capelli nella semi coda che si era fatto.
-sei sicuro?- chiese Ciel aiutandolo con i capelli nonostante fosse molto più basso del ragazzo che era addirittura più alto del fratello.
-vi ho detto per un’intera settimana che ero sicuro di quello che stava facendo e quindi non posso aver cambiato idea- rispose Vartan abbracciando stretto il cognato.
-cerca di non farti riconoscere e di stare attento- disse Narek stingendo a sua volta il fratello.
-non vi preoccupate- sospirò Vartan per poi rivolgere lo sguardo ai due nipoti che erano presenti nella camera -tornerò il prima possibile tesori miei- disse il biondo abbracciando entrambi contemporaneamente.
-zio dove vai?- chiese Keijo che non voleva staccarsi da Vartan.
-a risolvere una questione urgente, non ti preoccupare- lo rassicurò Vartan scompigliandogli i capelli biondi con una mano -anche tu principessina, fai la brava- disse poi a Leena prima di alzarsi ed uscire dal castello. Sapeva perfettamente che ne Ciel e ne Narek erano convinti di quello che stava facendo ma nessuno dei due avrebbe provato a fermarlo. Avevano aspettato invano per dieci giorni una risposta da parte dei nuovi sovrani di Ur ma non era arrivato niente.
Non sapeva se era perché non gli avevano risposto volontariamente o se avevano perso la lettera, anche se il messaggero aveva detto di averla consegnata alle guardie fuori dalle mura.
Il re di Lagash una volta uscito dal palazzo di Halaf non si diresse verso le stalle dove aveva lasciato il suo cavallo ma andò a passo di marcia verso le porte della città. Non sarebbe andato a cavallo fino ad Ur. Sapeva perfettamente che ci avrebbe messo molto più tempo ad arrivare ad Ur ma se non voleva attirare l’attenzione su di se doveva assolutamente sembrare un comune cittadino senza alcun possedimento.
Mai scelta fu più sbagliata per i suoi poveri piedi. Ci mise davvero tantissimo ad arrivare e si sentiva davvero stanco. La cosa buona era che in quel modo sembrava davvero un povero cittadino e non un re. Si sentiva la sabbia tutta appiccicata addosso e anche sui suoi poveri capelli, doveva assolutamente farsi una doccia.
-chi siete- Vartan si fermò di colpo osservando le due guardie che gli stavano bloccando la strada per entrare all’interno di Ur. Dietro di loro si stagliavano le grandi porte appena costruite della città lasciate leggermente aperte mentre un andirivieni di gente passava sotto lo sguardo attento ma tranquillo delle altre guardie.
Vartan si chiese come mai avessero bloccato proprio lui poi però si ricordò che nonostante la sabbia i suoi capelli erano ancora visibilmente biondi ed era una cosa rara ad Ur e nei piccoli villaggi intorno e poi era pur sempre alto quindi era difficile non notarlo.
-mi chiamo An, vengo da Shuji un villaggio al confine tra il regno di Ur e quello di Lagash- rispose Vartan sperando che le due guardie gli credessero.
-e che ci fai qui?- chiese una delle due mentre l’altra si era rilassata segno che non avevano intenzione di attaccarlo.
-la mia famiglia mi ha cacciato di casa dicendo che devo cavarmela da solo, sono giorni che viaggio di città in città- rispose il ragazzo che per via della sua faccia stanca poteva tranquillamente essere creduto e infatti le due guardie lo lasciarono passare classificandolo come un soggetto poco pericoloso, la stazza comunque l’aveva.
Vartan poté tirare un respiro di sollievo solamente una volta dentro la città, l’unico problema furono i ricordi che tornarono prepotenti per ricordargli cos’era successo cinque anni prima li. Vartan cercò di scacciarli prendendo un altro respiro profondo ma la cosa sembrava non funzionare per niente e quindi si impose di non rimanere nello stesso posto per molto tempo e di camminare in quel modo credeva di riuscire a scacciare i brutti pensieri e soprattutto il corpo sanguinante di Marc tra le sue braccia.
Nonostante fosse immerso nei suoi pensieri il ragazzo si guardò intorno per cercare di capire com’era la vita li, come se la passavano i cittadini sotto il nuovo governo e si sorprese nel vederli tutti tranquilli. Sembrava come se non fossero sotto pressione come avevano precedente ipotizzato lui e suo fratello.
-signora vuole una mano?- chiese Vartan notando una signora abbastanza anziana che stava cercando di sollevare delle casse molto più grandi di lei. La donna lanciò una veloce occhiata a Vartan socchiudendo gli occhi prima di rinunciare a prendere una scatola e portarsi le mani sui fianchi continuando a scrutarlo.
-cosa vuoi in cambio? Quelli come te hanno sempre qualcosa in mente- disse lei che non si fidava del tutto del biondo che aveva di fronte.
-ma no! Voglio solamente aiutarla- rispose prontamente Vartan -se poi conoscete anche un posto dove posso trovare lavoro sarei grato se me lo indicasse ma questo lo avrei chiesto a chiunque sulla mia strada- Vartan sapeva perfettamente che se voleva rimanere ad Ur per osservare la nuova famiglia reale doveva assolutamente trovarsi un lavoro o avrebbe attirato su di se troppe attenzioni.
La signora continuò a guardarlo con gli occhi assottigliati per un bel po’ prima di sospirare.
-come vuoi essere pagato per questo lavoro?- chiese allora la donna incrociando le braccia al petto mentre Vartan sgranava gli occhi sorpreso, non immaginava potesse trovare qualcosa subito.
-ecco io…mi andrebbe benissimo anche avere solo un posto dove vivere e cibo ogni giorno, non voglio arricchirmi ma solo sopravvivere- rispose allora il ragazzo. Non aveva nessuna pretesa, qualunque cosa gli sarebbe andata benissimo, tranne entrare nell’esercito ovviamente.
-bene allora, aiutami a portare queste nella taverna laggiù- la donna indicò con la mano una struttura di legno ben più grande delle altre e anche più colorata. Vartan annuì prima di prendere la prima scatola, non sarebbe mai riuscito a portarle tutte insieme, e fare come gli era stato detto.
Una volta finito la donna si mise dietro il bancone della locanda e gli porse un boccale di birra.
-mi serviva proprio una persona forte come te qui- disse lei sorridendogli.
-mi state dicendo che mi assumete qui?- chiese sorprese Vartan.
-certo, che credevi?-
-ecco non pensavo di ricevere un lavoro così buono, grazie mille- disse sinceramente Vartan.
-non ringraziarmi perché sarà un inferno. Sono Doris-
-io An-
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Thalles sbadigliò mentre camminava per le strade affollate di Ur. Era scappato dalla sorella che gli aveva organizzato un incontro con tutte le figlie dei nobili. Già per lui era troppo stare vicino ad una sola donna figurarsi essere circondato da tanti esseri femminili, non sarebbe riuscito a reggere e quindi aveva deciso che era cosa buona e giusta scappare dalla finestra e camminare per la città.
Un po’ invidiava tutti quei cittadini che diversamente da lui non dovevano sposare per forza qualcuno che non amavano. A volte gli veniva la malsana idea di lasciare tutto nelle mani della sorella e di costruirsi la sua vita lontano da impegni politici e militari. Ma successivamente si dava da solo dello stupido, aveva promesso ai genitori che avrebbe vegliato su Yasmin e così avrebbe fatto.
Thalles sbadigliò nuovamente e si fermò al centro della strada. Non poteva andare avanti così, doveva trovare un modo per restare sveglio almeno fino al mattino dopo. L’insegna colorata di una taverna lo fece sorridere, cosa c’era di meglio di una birra per restare sveglio?
Non ci pensò più di una volta ed entrò all’interno di quella taverna già affollata, ma non se ne curò più di tanto. Non era quasi mai uscito insieme a Yasmin quindi nessuno lo avrebbe associato alla nuova regina di Ur.
-benvenuto! Accomodati dove c’è posto- disse una donna anziana che era appena passata dall’ingresso per buttare fuori due tizi completamente ubriachi.
-grazie- disse Thalles sorridendole e cercando un posto vuoto. Tutti i tavoli però erano stati occupati e quindi il ragazzo fu costretto a sedersi ad uno degli sgabelli presenti vicino al bancone.
Bancone completamente vuoto e Thalles si chiese se quella povera donna stava facendo tutto da sola. La sua domanda ricevette risposta quando dalla porta sul retro arrivò un ragazzo dai lunghi capelli biondi che portava una botte probabilmente contenente la birra.
-arrivo subito- disse il biondo notando la presenza di nuovi clienti e dopo aver sistemato per bene la botte si avvicinò al bancone iniziando a chiedere cosa volessero. Tutti risposero un boccale di birra e quindi il biondo non ci mise molto a servirli tutti.
Poco dopo Thalles si trovava a sorseggiare il suo enorme boccale di birra osservando attentamente il biondo che si muoveva velocemente tra i vari tavoli come se lo facesse da anni.
Il barista aveva attirato tutta la sua attenzione non solo perché era davvero un bellissimo ragazzo ma soprattutto per i suoi capelli biondi. Chi era? I capelli biondi non erano per niente tra i caratteri genetici delle popolazioni di Ur e la cosa gli puzzava. Quel ragazzo non era di Ur e poteva significare solo due cose: o era una spia oppure eri li per altro. Ma l’idea che potesse essere una spia del regno di Lagash non riusciva a lasciare la testa di Thalles tanto che il castano osservò insistentemente il biondo tanto che quest’ultimo sentendosi osservato si girò verso di lui scrutandolo attentamente.
-avete bisogno di qualcosa?- gli chiese il biondo ritornando dietro al bancone e osservandolo attentamente.
-da dove vieni?- chiese invece Thalles. Okay era andato li per rilassarsi ma quella questione gli puzzava troppo. Il biondo alzò le sopracciglia confuso ma comunque gli rispose:
-sono di Shuji, un paesino al confine tra il regno di Lagash e Ur-
-so dove si trova Shuji non me lo devi spiegare tu- disse Thalles che non sembrava tanto convinto della cosa.
-non tutti sanno dove si trova Shuji- rispose di rimando il biondo socchiudendo gli occhi.
-che ci fai qui?- chiese ancora Thalles mentre il biondo sbuffava.
-sono qui per lavoro. La mia famiglia mi ha cacciato di casa perché non facevo niente e ho girato parecchi villaggi prima di arrivare qui. Vuole farmi il terzo grado?- chiese infastidito il biondo prima di prendere il boccale di birra dell’uomo seduto affianco a Thalles e riempiendo nuovamente il boccale e rimettendolo sul bancone.
-ti sto facendo tutte queste domande perché è strano trovare qualcuno biondo qui- si giustificò Thalles. Non si aspettava una reazione del genere da parte del biondo ma forse doveva aspettarsela visto che sembrava che quella domanda gliela facessero in molti.
-oppure perché siete tutti sulla difensiva anche se non capisco di cosa abbiate paura- borbottò il biondo continuando a servire gli altri clienti sul bancone.
-lo sai in che situazione ci troviamo?- chiese Thalles.
-in che senso scusa?- chiese Vartan facendo finta di non capire la domanda e continuando a servire i vari clienti. Quel castano gli stava facendo troppe domande per essere un comune cittadino.
-sai cosa sta succedendo qui e negli altri regni?-
-so che siamo in pace da cinque anni- rispose Vartan con tranquillità, infondo era la verità prima che qualcuno prendesse il possesso di Ur.
-più che pace la chiamerei guerra fredda- borbottò Thalles.
-in che senso guerra fredda? Per quanto ne so il re di Lagash è il fratello del consorte del re Halaf e Ur è sotto la loro guida- rispose Vartan.
-ehm no- rispose Thallas sorprendendosi che quel ragazzo non sapesse che avessero conquistato Ur, ed era anche abbastanza normale se era arrivato da poco ad Ur. -Ur è stata presa da una famiglia nobile che abitava qui dai tempi di Walter, adesso è sotto il loro controllo e sono in guerra fredda contro Lagash e Halaf- spiegò Thalles mentre vedeva il biondo sgranare gli occhi.
-cavolo- sussurrò il biondo bloccandosi per un momento ma si riprese subito visto che l’avevano nuovamente chiamato ad un tavolo.
Thalles continuò ad osservarlo mentre serviva ai vari tavoli. Forse davvero quel ragazzo non era una spia di Lagash e quel pensiero lo fece sorridere e ordinare un’altra birra. Voleva conoscere meglio quel biondino.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


-tutto bene?- chiese Doris a Vartan mentre il ragazzo stava sistemando i tavoli. La gente nella taverna era diminuita drasticamente e la donna era quindi riuscita ad avvicinarsi al ragazzo che lo stava aiutando tantissimo nel gestire quella taverna.
-si, tutto bene- rispose il biondo sorridendole per rassicurarla.
-quel castano ti ha fatto troppe domande per i miei gusti- disse Doris lanciando un’occhiataccia in direzione del suddetto ragazzo.
-è normale visto il mio aspetto. Ho sbagliato io ad innervosirmi troppo- la tranquillizzò Vartan.
-ti stanno dando fastidio tutti quanti e tu non stai facendo niente di male anzi mi hai dato una grandissima mano da quando sei qui- borbottò Doris che aveva iniziato a voler bene a quel ragazzo biondo che le stava dando una mano in cambio di davvero poco. Vartan le sorrise, anche lui iniziava a voler bene a quella signora che si era fidata subito di lui senza riempirlo di domande assurde.
-non ti preoccupare per me, fino alla fine capiranno che non sono pericoloso come credono e mi lasceranno stare-
Doris non sembrava per niente convinta dalle parole del ragazzo ma non volle insistere oltre e andò a cacciare via dalla taverna qualche altro ubriacone che aveva decisamente esagerato. Ovviamente la donna riusciva in tutta tranquillità a farsi dare i soldi che le spettavano per tutte le bevute che quei tizi si erano fatti, e il fatto che fossero tutti ubriachi avvantaggiava tantissimo la donna visto che nessuno degli uomini faceva storie e pagava quanto doveva. Vartan ipotizzò che non fosse così dappertutto e sorrise in direzione della donna capendo quanti importante doveva essere per essere rispettata da tutti i suoi clienti.
Vartan finì di pulire tutti i tavoli della taverna, ormai liberi dalla presenza delle persone, e si diresse verso il bancone sul quale erano rimaste le ultime persone che ancora dovevano finire il loro boccale di birra e il loro pasto, per chi ovviamente l’aveva ordinato.
-me ne dai un’altra?- chiese il castano riccio che aveva tormentato Vartan per tutta la serata e il biondo lo osservò attentamente. Nonostante avesse già bevuto cinque boccali non sembrava per niente brillo, Vartan invece era sicuro che sarebbe crollato al terzo boccale.
Vartan sospirò e riempì nuovamente il boccale al ragazzo, infondo non stava dando i numeri e volente o no doveva pagare tutto quello che aveva bevuto.
Thalles sorseggiò lentamente la birra che gli aveva dato il biondo. Oramai non riusciva più a tenere il conto di quante ne avesse bevute quella sera, sapeva solo di non essere arrivato al suo limite per il quale non c’era un punto di ritorno ma solamente mal di testa e vomito il giorno dopo.
Non si fidava del tutto del biondo, non sapeva il perché ma il suo istinto gli continuava a dire che quel ragazzo non gli aveva detto la verità quando avevano chiacchierato. Però non poteva più fare domande insistenti al ragazzo sia perché l’avrebbe fatto infuriare ancora di più di quanto non lo era e soprattutto non voleva trovarsi contro la proprietaria del locale incazzata perché gli stava infastidendo il barista.
Finì la birra abbastanza velocemente e decise che fosse arrivato il momento di ritornare al palazzo facendo una veloce deviazione prima.
Thalles prese le monete d’oro dal suo sacchetto e le mise sul bancone. Per quanto tempo era stato li era riuscito a fare il calcolo di quanto costavano le birre. E infatti il biondo guardò velocemente le monete e le prese subito dopo facendo capire a Thalles di aver fatto bene il calcolo e senza problemi uscì dalla taverna. Fuori era ancora buio nonostante Thalles avesse passato tutta la serata dentro quella taverna e la prima cosa che fece fu avvicinarsi ad una delle guardie che stavano camminando tranquillamente per la città. Quella era stata un’idea della sorella: mette delle pattuglie durante la notte per impedire qualunque forma di invasione notturna.
-mio signore- disse la guardia riconoscendolo immediatamente, infondo Thalles era stato designato dalla sorella come comandante dell’esercito.
-devi farmi un favore- disse subito Thalles senza aspettare un secondo.
-tutto quello che volete-
-in quella taverna lavora un ragazzo biondo, voglio che tu lo controlli soprattutto i suoi spostamenti. Mi devi riferire tutto quello che fa visto che non mi fido di lui-
-certo signore nessun problema- disse la guardia annuendo e facendo sorridere Thalles, almeno in quel modo poteva sapere se i suoi sospetti erano fondati. E in caso di risposta affermativa non ci avrebbe pensato due volte prima di portare quel bellissimo biondino al cospetto della sorella per interrogarlo e capire per quale motivo era li. Anche se una mezza idea se l’era fatta.
Thalles ringraziò la guardia prima di incamminarsi lentamente verso il palazzo osservandosi intorno. Nelle vie della città non c’era molto movimento, camminavano solo le guardie e qualcuno un po’ troppo ubriaco che non riusciva a reggersi in piedi, e Thalles si godette quella sottospecie di silenzio provando a non pensare alle parole che gli avrebbe detto la sorella una volta tornato a palazzo. La ragazza si era premurata di preparare tutto per il suo incontro con le figlie dei nobili della città e lui le aveva dato buca.
Thalles le aveva perfettamente spiegato il motivo per il quale voleva aspettare ancora un po’ prima di sposarsi ma Yasmin sembrava non volesse minimamente ascoltarlo. Era quello che aveva fatto decidere al castano di non presentarsi a quell’incontro. Lo avrebbe fatto se solo la sorella non si fosse imposta su lui. Che poi anche lei doveva sposarsi ma diversamente da quello che la ragazza gli aveva detto non aveva ancora scelto tra i due ragazzi quindi non aveva nessun diritto nel mettergli pressione.
-dov’eri?- chiese proprio Yasmin che si era appostata davanti la porta della camera di Thalles con l’intento di aspettarlo.
-in giro- rispose il castano cercando di entrare nella sua camera ma la regina di Ur non era dello stesso avviso.
-mi hai fatto fare la figura della stupida con tutte quelle ragazze che ti stavano aspettando- Yasmin era davvero arrabbiata e niente e nessuno l’avrebbe fatta calmare, non nell’immediato momento.
-lo sapevi che non ho intenzione di sposarmi in questo momento e organizzando quell’incontro mi hai fatto solo innervosire- rispose Thalles -e ora scusa ma ho bisogno di dormire-
-puzzi d’alcol-
-ho bevuto quindi è normale sorellina- rispose Thalles riuscendo finalmente a spostare la sorella ed entrare nella sua camera sbattendo la porta.
 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


-ti sei calmato?- chiese Yasmin vedendo entrare il fratello nell’enorme sala da pranzo dove lei stava facendo colazione in tutta tranquillità. Thalles le lanciò un’occhiata prima di sedersi il più lontano possibile dalla sorella e iniziare a mangiare nel silenzio più assoluto. Non aveva minimamente voglia di parlare con lei in quel momento.
-non parlarmi non risolverà la questione- continuò Yasmin inzuppando un biscotto nel tè caldo che aveva davanti per poi mangiarlo.
-a quanto pare nemmeno parlare la risolve quindi preferisco stare per i fatti miei- disse Thalles lanciandole un’occhiataccia mangiando nel mentre un pezzo di crostata.
-in che senso scusa?-
-nel senso che ti avevo detto che volevo del tempo prima di sposarmi e tu non mi hai ascoltato organizzando quel cavolo di incontro- le spiegò il castano sospirando.
-l’incontro non significava che tu dovevi sposarti il giorno dopo lo sai vero?- chiese Yasmin sbuffando. Non le piaceva litigare con il fratello e non le piaceva soprattutto in quei momenti nei quali non si fidava ancora delle persone che aveva intorno ed aveva davvero paura che qualcuno potesse attaccarla da un momento all’altro.
-mi metti ansia in questo modo lo sai? Perché so che avrò una fidanzata ufficiale e non mi sentirei di tradirla. Lasciami i miei spazi, ameno per qualche mese!- protestò nuovamente Thalles sperando che la sorella lo capisse, almeno quella volta. -e poi non puoi organizzare una festa per me quando non ti sei ancora decisa! Non sei fidanzata con nessuno ufficialmente e credo che sarebbe meglio iniziare da te!- e con quelle parole il castano si alzò di scatto incamminandosi nuovamente verso la porta d’ingresso della sala. -non ho più fame- e così dicendo lasciò la stanza e Yasmin non ebbe modo di ribattere al fratello.
Era stata troppo impegnata con varie questioni di stato che non era minimamente riuscita a passare del tempo con i suoi due pretendenti e scegliere uno dei due. Il fratello in quel senso aveva davvero ragione ad essere arrabbiato con lei per aver organizzato quello che agli effetti era il suo fidanzamento.
Non gli piaceva per niente quando litigavano anche perché la metteva di cattivo umore per tutta la giornata cosa che in quel caso non era per niente buona visto che finalmente doveva incontrare uno dei suoi pretendenti.
La ragazza si alzò dalla grande tavolata ancora imbandita di cibo e si diresse verso quella che aveva scelta come sua camera per cambiarsi. Odiava da morire dover costringere il suo corpo in quei corsetti strettissimi e infatti la mattina di solito si metteva solamente un vestito abbastanza comodo che cambiava in caso di qualche udienza. Ma quella volta doveva rendersi presentabile per i ragazzi che sarebbero arrivati e ciò significava anche mettersi quel stramaledetto corsetto. Che poi non poteva nemmeno farlo da sola visto che non riusciva ad allacciarselo per quanto stringeva e qualcuno doveva per forza aiutarla cosa che odiava da morire.
Yasmine entrò in camera e senza nemmeno chiudere la porta, tanto a momento sarebbe entrata una delle sue dame da compagnia per aiutarla, aprì l’armadio nel quale teneva tutti vestiti e li osservò attentamente prima di prenderne uno a caso e buttarlo sul letto. La donna che doveva aiutarla era già arrivata, chiudendo anche la porta, e allora la castana si tolse la veste prima di dare le spalle alla donna che le mise il corsetto e iniziò a stingere facendo gemete per il dolore Yasmin mentre si teneva i lunghi capelli ricchi con una mano per evitare che entrassero e si incastrassero nel corsetto.
In realtà non ci volle molto a fare tutta quell’operazione ma a Yasmin parvero passate ore quando la donna la lasciò da sola per permetterle di infilarsi il vestito che aveva scelto. E non era per niente un bel vestito visto che aveva preso l’unico color terra presente nel suo armadio. Quel colore non le stava per niente bene ma Yasmin non aveva nessuna intenzione di vestirsi bene per incontrare uno dei suoi pretendenti. Non serviva, tutto qui. Non aveva minimamente bisogno di fare una buona impressione con i suoi pretendenti visto che doveva essere lei a scegliere e non loro.
-mia signora lord Jackson è arrivato- disse la donna che in precedenza l’aveva aiutata con il corpetto una volta che Yasmin fu uscita dalla sua stanza.
-portami da lui- rispose la castana sospirando e alzando leggermente la lunga gonna che le dava fastidio nel camminare. Aveva sempre odiato quei vestiti lunghissimi, si erano belli ma molto fastidiosi.
La dama da compagnia la portò fino alla sala d’ingresso dove un ragazzo poco più grande di lei e vestito di tutto punto la stava palesemente aspettando. La donna le sorrise prima di lasciarla da sola con quell’uomo che le stava sorridendo, in realtà sembrava più un ghigno, scrutandola da capo a piedi con gli occhi.
-buongiorno- disse Yasmin avvicinandosi il più possibile al ragazzo mantenendo comunque abbastanza distanza tra di loro.
-buongiono mia futura regina- le rispose Jackson sfacciato cosa che non piacque per niente a Yasmin ma fece un leggero sorriso per nascondere il suo astio crescente. Quello già si credeva sul trono solo perché lei aveva scelto lui come primo lord da incontrare. -ci facciamo una passeggiata o passiamo già a mettere al mondo i nostri pargoli?- chiese l’uomo facendo assottigliare gli occhi a Yasmin.
-preferisco una passeggiata per il momento visto che non vi ho ancora scelto come mio compagno- rispose Yasmin iniziando a camminare per il corridoio sapendo che sarebbe stata seguita dal lord.
-io sono il migliore e anche quello con più terre e quindi più potere. E sono anche quello che saprebbe governare meglio questo regno-
-in che senso governare meglio?-
-be’ diventerò il re quindi il potere passerebbe a me. Sono il migliore in queste cose- rispose spavaldo Jackson prima di prenderla per i fianchi e baciandola sulle labbra.
Yasmin riuscì a liberarsi dalla presa del lord e lo guardò malissimo.
-dopo questo scordati che ti scelga come mio futuro marito e per tua informazione il potere rimarrà a me anche da sposata- Yasmin voltò le spalle all’uomo e se ne andò mentre le guardie che erano li trascinavano fuori dal castello Jackson.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


-mia signora- Yasmin si voltò di scatto in direzione della sua dama di compagnia. Dopo quello che era successo con Jackson si era rintanata nella sua camera, senza riuscire a togliersi quell’odioso vestito, e aveva chiesto di andare a chiamare Thalles per parlare con lui e soprattutto capire cosa fare. Aveva solo un possibile candidato in quel momento e la cosa non le piaceva per niente visto che poteva tranquillamente essere come Jackson.
-dov’è Thalles?- chiese Yasmin non notando il fratello dietro la donna e nemmeno nelle immediate vicinanza.
-il signorino ha detto che non ha nessuna intenzione di parlare con voi ed è uscito dal castello subito dopo- rispose dispiaciuta la donna mentre Yasmin sospirava sconsolata. Perché il fratello non capiva che aveva terribilmente bisogno di lui?
-va bene, grazie comunque- rispose la castana sorridendo leggermente alla dama che era davvero preoccupata per lei. -quando dovrebbe arrivare l’altro lord?- chiese allora Yasmin iniziando a torturarsi le mani per l’agitazione. Non voleva che anche quell’altro incontro andasse male.
-nel pomeriggio mia signora, ma se volete possiamo mandare un messaggero e vedere di anticipare l’incontro- propose la donna.
Yasmin ci pensò un bel po’ prima di annuire. Era meglio togliersi subito il dubbio e non rimanere le ore a torturarsi su quello che sarebbe successo. La donna le sorrise e la lasciò nuovamente sola.
Nemmeno mezz’ora dopo la castana sentì nuovamente bussare alla porta della sua camera e quasi controvoglia diede il permesso di entrare, sulla porta apparve nuovamente la sua dama di compagnia.
-mia signora lord Helia è qui- disse questa facendo alzare di scatto la testa a Yasmin che precedentemente la teneva bassa per osservare il libro che si era messa a leggere nonostante non fosse riuscita a farlo realmente.
-è stato molto veloce nonostante il poco preavviso- sussurrò Yasmin chiudendo il libro e alzandosi pronta ad andare ad incontrare l’ultimo pretendente. Non sapeva praticamente niente di lord Helia.
Sapeva solo che era il figlio di lord Yike che era uno di quelli che l’avevano più aiutata nella riconquista di Ur. Nonostante Yike l’avesse aiutata lo stesso non si poteva dire del figlio che la ragazza non aveva nemmeno mai visto. Aveva scartato la maggior parte dei figli degli altri lord perché aveva visto chiaramente com’erano e come ragionavano (tutti come Jackson) e aveva voluto dare una possibilità a Jackson solo perché le sembrava il più stupido. Ma era anche peggio di quanto di era immaginata e tutte le sue speranze erano riposte in quel ragazzo che non conosceva a che sperava non fosse come tutti gli altri figli dei lord.
Davvero sperava non fosse peggio di Jackson altrimenti sarebbe stata costretta a sposare l’altro lord e cercare di imporsi su di lui. E con quei pensieri in testa nemmeno si accorse di essere arrivata difronte al lord che le fece un leggero sorriso.
Yasmin per poco non rimase a bocca aperta. Quello che aveva difronte era uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. I capelli neri risaltavano tantissimo per via della pelle candida dell’uomo, fin troppo chiare per uno di Ur, e gli occhi ambra sembravano fatti interamente di oro. E poi era altissimo.
-buongiorno, anche se è quasi ora di pranzo- disse il moro osservando attentamente la ragazza.
-potevate venire anche nel pomeriggio se per voi era un problema- rispose leggermente acida Yasmin. In realtà non voleva fare l’acida ma le era uscito perché quella sembrava non essere la sua giornata.
-era solo una considerazione mia signora, non sarei venuto se non avessi potuto- le rispose educatamente il ragazzo facendo pentire ancora di più Yasmin di essersi comportata in quel modo all’inizio.
-scusa non è giornata- disse Yasmin mettendosi una mano sulla fronte per la stanchezza.
-non vi preoccupate mia signora, se per voi è un problema la mia presenza qui posso anche tornare un altro giorno- a quelle parole Yasmin assottigliò gli occhi.
-cosa nascondete?- chiese la ragazza osservandolo attentamente.
-in che senso?- chiese Helia non capendo la domanda della castana.
-è troppo strano che voi siate così disponibile nei miei confronti, cosa volete?- specificò Yasmin incrociando le braccia al petto.
-non voglio niente, sono così di mio- rispose Helia con un mezzo sorriso sulle labbra.
-quindi nemmeno il potere?-
-tutti vogliono il potere mia signora, anche colui che dice che non ne vuole-
-quini vuoi diventare re. È per questo che stai cercando di adularmi?- chiese ancora Yasmin.
-be’ se qualcuno ti offrisse la possibilità di diventare re perché non provarci? E comunque non sto cercando di adularvi se sono gentile con voi è perché sono di natura così con le persone che se lo meritano ovviamente- rispose Helia sorridendole. Yasmin ancora non riusciva a fidarsi completamente di Helia. Le sembrava troppo bello per essere vero che quel ragazzo fosse così disponibile nei suoi confronti.
Anche se conosceva lord Yike, che era un ottimo alleato, non sapeva se lo stesso valeva per il figlio. O semplicemente entrambi potevano star cercando di portarla dalla loro parte per prendere il potere.
Ma in quel momento doveva fidarsi di Helia se non voleva sposarsi con Jackson. E lei non voleva quello stronzo di Jackson come suo marito. non l’aveva sopportato per pochi minuti figuriamoci per una vita intera.
-nel caso tu diventassi mio marito sai che sarai solamente il re consorte? Sarò io ad avere potere decisionale e non tu- disse Yasmin. Voleva vedere come avrebbe reagito a quelle parole.
-ne sono consapevole dopotutto siete stata voi a riconquistare Ur e non sarebbe minimamente corretto che qualcun altro decida per voi- rispose Helia lasciando Yasmin completamente di stucco. Pensava che il ragazzo avrebbe fatto una scenata e invece non era successo niente del genere, anzi. I suoi dubbi però aumentavano sempre di più. -comunque devo dirvi che state molto meglio con l’armatura- quella frase pietrificò ancora di più Yasmin.
-state dicendo che non sono un granché?- chiese Yasmin assottigliando lo sguardo.
-no, siete davvero bella ma la vostra bellezza aumenta quando indossate l’armatura-
Yasmin rimase in silenzio soppesando quelle parole: poteva fidarsi di Helia oppure doveva temerlo?

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


-allora?- chiese Thalles avvicinandosi alla guardia che aveva incaricato di seguire il biondo che lavorava alla taverna di Doris. Alla fine aveva riconosciuto la proprietaria e si era chiesto come mai avesse accettato quel biondino li visto che lei di solito era restia ad assumere gente nuova.
-l’ho seguito e controllato tutto il tempo come mi avevate chiesto mio signore- rispose la guardia mettendosi sull’attendi difronte al proprio generale -non c’è stato nessun comportamento anomalo dal parte dell’individuo-
-ha parlato con qualcuno?-
-no se non con la signora Doris e alcuni dei clienti della locanda- rispose ancora la guardia.
-e sai di cosa hanno parlato?-
-con la signora Doris di forniture mentre con i clienti lui rispondeva poco e niente. Erano più loro che ci provavano con lui- rispose ancora la guardia. A quelle parole Thalles sentì la gelosia crescere dentro di se. Non ne sapeva il motivo, o meglio voleva far finta di non saperlo.
In realtà quel biondino gli aveva fatto completamente perdere la testa e il desiderio di baciarlo su quelle labbra che sembravano morbidissime. La cosa che lo aveva bloccato da farlo il primo momento che l’aveva visto era stato il fatto che credeva che fosse una spia. Non poteva rischiare.
-grazie, continua comunque a tenerlo d’occhio dobbiamo accertarci che non dia informazioni agli altri sovrani-
-certo mio signore- rispose la guardia e ad un cenno di Thalles si allontanò lasciando da solo il castano che sospirando guardò in direzione della locanda prima di decidere di entrare per scambiare qualche parola con il biondo. Sperava solamente di riuscire a cavargli altro dalla bocca.
-buongiorno- disse proprio l’oggetto dei suoi pensieri non appena entrò nella locanda. Il sorriso del biondo però si spense non appena notò chi fosse in realtà entrato. Sperava di essersi liberato di quel castano impertinente e impiccione ma non era così.
-buongiorno a te- rispose Thalles sorridendo e avvicinandosi al bancone sedendosi poi proprio difronte al biondo che lo guardò male.
-cosa vi porto?- chiese Vartan cercando di pensare al castano non come colui che voleva capire se fosse una spia ma come se fosse uno dei suoi spasimanti.
Il biondo davvero non riusciva a credere come in pochissimo tempo molti fossero stati attirati dalla sua bellezza. Aveva cercato all’inizio di rifiutarli gentilmente ma aveva quasi subito notato che non serviva a niente e quindi aveva iniziato ad imporsi con i no.
-un boccale di birra e il cibo del giorno- rispose Thalles con un leggero sorriso sulle labbra osservando attentamente il biondo mentre faceva tutto quello che gli aveva detto. Percepiva istintivamente che il biondo volesse cacciarlo il più lontano possibile ma non poteva visto che fino a prova contraria era sotto il controllo di Doris e doveva comportarsi bene con i clienti della locanda.
-posso sapere il tuo nome?- chiese Thalles che voleva conoscere il nome di quel ragazzo. Con esso sarebbe stato mille volte più semplice provare a fare delle ricerche su di lui e appurarsi che stesse dicendo il vero. Se le guardie non avevano trovato niente poteva anche essere che il biondo fosse davvero chi diceva di essere.
-e perché dovrei dirlo?- chiese Vartan dando le spalle al castano cercando di prendere più tempo possibile per non avere lo scontro diretto con il ragazzo.
-perché così mi fiderò di te- disse Thalles sperando di convincere il biondo a rivelargli il suo nome. Il fatto che volesse baciarlo stava diventando sempre più evidente e non vedeva l’ora di poterlo fare realmente. Soprattutto perché non voleva che altri prima di lui riuscissero in quell’impresa.
-puoi fidarti o no di me, non mi importa tanto so di essere nel giusto e di non aver fatto niente di male- rispose a tono Vartan girandosi finalmente e portando la birra e il piatto pieno di cibo al castano.
-sei molto sicuro di te. Ma devi capire che sei uno straniero qui e noi siamo in guerra. Anche i più piccoli sospetti possono essere letali- cercò di farlo ragionare Thalles, ovviamente non avrebbe mai fatto del male a quel ragazzo senza essere sicuro al cento per cento che fosse una spia di Lagash.
-e io non sono una spia quindi non puoi farmi un bel niente- sbottò Vartan puntando contro il castano un coltello che aveva utilizzato per tagliare il cibo che aveva dato al ragazzo.
-An puoi andare a buttare fuori gli scarti?- chiese Doris al biondo che annuì alle parole della donna che si accertò che il biondo fosse fuori dalla portata d’orecchie e continuò -smettetela di importunarlo-
-voglio solamente capire se ci possiamo fidare Doris- disse Thalles sospirando e mangiando il primo boccone.
-certo che ti puoi fidare, non l’avrei mai assunto se non fossi stata sicura delle sue buone intenzioni- continuò la donna. -si può sapere perché sei qui e non fare i tuoi doveri da generale?-
-per il momento non serve nessun generale visto che non è ancora scoppiata la guerra e posso permettermi un po’ di svago-
-strano modo di svagarsi, me lo state innervosendo troppo- concluse Doris incrociando le braccia al petto.
-voglio capire se posso fidarmi, Doris. Non posso rischiare di rivelare involontariamente nozioni importanti del regno- si difese Thalles finendo tutta la birra che gli aveva portato il biondo.
-avete molto più potere di me ma se dovete continuare ad importunare An in quel modo vi chiedo di non tornare più- disse decisa Doris. Non aveva intenzione di vedere quel ragazzo innervosirsi fin troppo.
-non ti preoccupare Doris, eviterò di infastidirlo- sospirò Thalles. Infondo aveva scoperto il nome del biondo e poteva continuare le sue ricerche anche senza cercare di estrapolare le informazioni dal biondo stesso.
-va bene ma se continuerete a fare domande impertinenti mi troverò costretta a cacciarvi fuori-
-non si ripeterà Doris, non ti preoccupare- e mentre diceva quelle parole An rientrò nella locanda.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Vartan appena ritornato nella locanda lanciò un’occhiata veloce a Doris che stava ancora parlando con il castano. Aveva capito perfettamente che la donna lo aveva mandato fuori perché non voleva che sentisse quello che stava dicendo all’uomo e si chiese cosa si fossero detti. Aveva paura che il castano avesse istaurato il dubbio che lui fosse una spia anche alla donna. No, non voleva che succedesse una cosa del genere, non sarebbe riuscito a trovare un altro lavoro e sarebbe stato cacciato da quella città. Non poteva permetterselo.
-An- il biondo si fermò immediatamente al richiamo di Doris che, dopo aver detto altro al castano lo raggiunse portandolo poi in un posto appartato lontano da orecchie indiscreta.
-cosa succede?- chiese Vartan alla donna capendo che non avrebbe iniziato lei a parlare.
-so che sei abbastanza intelligente da capire che ti ho mandato via a posta- iniziò Doris incrociando le braccia al petto mentre Vartan annuiva, era inutile nasconderle ciò. -devi dirmi chi sei in realtà- a quelle parole Vartan rimase immobile. Allora i suoi dubbi erano reali, il castano aveva realmente convinto Doris.
-io…-
-sei un ragazzo troppo educato per venire da un piccolo paesino del confine e anche i tuoi abiti sono troppo ben fatti per essere di un ragazzo senza soldi- continuò la donna facendo innervosire Vartan. Era la fine, non poteva più mentire, non con Doris.
-vi prego non sono qui per fare del male- si arrese Vartan.
-quindi mi hai mentito- disse Doris guardandolo storto.
-ho dovuto- rispose Vartan -non avevamo altra scelta- cercò di spiegare il biondo lanciando occhiate in giro per paura che qualcuno lo sentisse.
-voi? Chi sei e chi ti ha mandato? Se voi la guerra sarò costretta a denunciarti alla Regina- Doris non intendeva farlo davvero ma voleva capire come fare per aiutarlo in caso lord Thalles avesse insistito.
-la guerra è l’ultima cosa che vogliamo! Credetemi- borbottò Vartan mettendosi una mano tra i capelli. -ti prego di mantenere il segreto però, ne va della mia vita- si arrese il ragazzo e Doris annuì facendo continuare Vartan -io sono il re Vartan di Lagash e sono qui per conto mio e di mio cognato. Abbiamo mandato una lettera ai sovrani per chiedere un incontro ma non ci hanno mia risposto. Vogliamo capire se possiamo fidarci di loro e lasciare Ur in mani sicure- spiegò Vartan -credimi la guerra è l’ultima cosa che voglio-
Doris era completamente sconvolta. Quello che aveva davanti era un vero e proprio re. Un re che lavorava nella sua taverna. Aveva capito non posse un povero contadino ma non credeva fosse addirittura un re.
-siete impazziti! È rischioso stare qui. Non potevate mandare qualcun altro?- chiese Doris sconvolta.
-no, ero l’unico che poteva fare ciò. Qualcun altro sarebbe stato scoperto immediatamente e sarebbe scoppiata una guerra, cosa che noi vogliamo evitare-
-e come fai con i messaggi? E poi ti hanno scoperto immediatamente- disse Doris che ancora non riusciva a credere a quelle parole.
-non ne mando. Quando sarò sicuro di come lavorano i nuovi sovrani me ne andrò- rispose sinceramente Vartan -mio fratello e Ciel si fidano di me e del mio giudizio.
-è comunque pericoloso per te stare qui. Se ti scoprono è finita- disse Doris scuotendo la testa.
-se mi scoprono, ma sono attento a come mi muovo non lo capiranno mai. A meno che qualcuno non mi tradisca- rispose Vartan incrociando le braccia al petto.
-non ti consegno tranquillo. Volevo solo farti sputare la verità e prima ho detto al castano che se ti avesse ancora disturbato con quelle domande lo avrei cacciato fuori dalla locanda- rispose Doris facendo spuntare un piccolo sorriso sulle sue labbra. Vartan sorrise di rimando felice che la donna sembrasse dalla sua parte.
-grazie mille, davvero ti prometto di non fare niente per nuocere alla vostra vita- promise il biondo mettendosi una mano sul cuore in segno di giuramento.
-non tradire la mia fiducia, e ora se non ti dispiace torna a lavoro- disse la donna andandosene visto che sue uomini avevano iniziato a litigare.
Vartan sospirò e con il sorriso sulle labbra tornò al bancone iniziando a servire i nuovi clienti, clienti che iniziarono a guardarlo con interesse ma lui fece finta di non notare niente.
-ehi An- il re di Lagash si girò in direzione del castano e sbuffò. Pensava se ne sarebbe andato ma a quanto pareva lo avrebbe tormentato ancora un po’. Sperava soltanto che non gli facesse altre domande.
-cosa vuoi- borbottò il biondo guardandolo storto.
-un altro boccale di birra- rispose il castano che sembrava divertito nel vederlo così scocciato.
Vartan assottigliò lo sguardo ma fece quello che gli era stato detto riempiendo subito il boccale del cliente.
-non mi hai chiesto il mio nome. Io so il tuo- disse ridacchiando il castano osservando attentamente il biondino. Aveva promesso a Doris che non avrebbe insistito sulla questione della spia ma ciò non gli impediva di poterci flertare e perché no anche andarci al letto.
-non mi interessa- disse Vartan sospirando per poi bloccarsi di colpo e alzare lo sguardo azzurro in quello smeraldo dell’altro -ci stai provando con me? Prima vuoi a tutti i costi scoprire se sono una spia e poi ci provi?- chiese quasi sconvolto il biondo. Non poteva crederci.
-mi fido di Doris e se lei si fida di te lo faccio anch’io e poi sei molto bello quindi perché non dovrei provarci?- chiese il castano sorridendogli quasi ammaliatore. Ma il suo sorriso non fece capitolare An che lo guardò ancora più male. Se uno sguardo avesse potuto uccidere Thalles sarebbe morto ormai da tempo.
-oh dai, non fare quella faccia- sussurrò Thalles sporgendosi di più sul bancone per avvicinarsi al biondo e portare il suo viso vicinissimo al suo. E il castano lo avrebbe anche baciato se soli il biondo non si fosse ritratto di scatto. Era troppo vicino per i gusti di Vartan e il suo era stato un movimento istintivo visto che dopo Marc non aveva avuto nessun altro.
-sono Thal comunque- disse il castano rimettendosi seduto leggermente triste per il rifiuto ma di certo non si sarebbe fermato li. Avrebbe corteggiato il biondo fino a quando non sarebbe riuscito a farlo cadere ai suoi piedi.
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Thalles sospirò entrando nel grande palazzo di Ur. Era rimasto quasi tutto il giorno alla locando cercando di baciare An, ovviamente senza successo, e lo aveva fatto perché non aveva nessuna intenzione di parlare con la sorella. Sapeva che non era un comportamento giusto il suo nei confronti della ragazza che stava cercando di parlare con lui ma era ancora arrabbiato con lei per aver cercato di combinargli il matrimonio.
Purtroppo per lui però la sorella sembrava volergli parlare a tutti i costi e proprio come la sera prima lo stava spettando davanti la porta della sua camera.
-cosa vuoi?- chiese Thalles sospirando anche se si era perfettamente accorto che la sorella sembrava diversa dal solito.
-dopodomani mi sposo- sputò fuori la regina di Ur facendo bloccare sul posto Thalles.
-in che senso?- chiese infatti il ragazzo con gli occhi completamente sgranati.
-nell’unico senso possibile all’interno della frase- rispose secca la ragazza, sembrava davvero provata.
-ma non dovevi decidere con calma? Stiamo parlando pur sempre di quello che diventerà il prossimo re- protestò Thalles non riuscendo a credere che in un giorno avesse già fatto la sua scelta. Sembrava davvero una cosa impossibile.
-forse ho fatto in fretta perché qualcuno me l’ha messa!- gridò la ragazza infuriata. -spero solo di aver fatto la scelta giusta altrimenti la colpa sarà solo tua- e finito di dire ciò la ragazza spostò con una spallata il fratello. Fratello che non fece niente per bloccare la sorella capendo che in quel caso Yasmin aveva completamente ragione ad essere arrabbiata con lui. Stavano parlando del futuro di Ur!
Thalles sperava davvero ci si potesse fidare del suo futuro cognato. Si ricordava che Yasmin gli avesse detto di dover scegliere tra due stupidi e la cosa lo preoccupava un bel po’ per due motivi: primo se erano veramente stupidi ci sarebbe stato da penare e secondo se non erano stupidi ma avevano fatto solo finta per prendere il controllo di Ur.
Voleva andare dalla sorella per chiederle altro in merito al futuro re di Ur ma sapeva che come lui aveva fatto la sera prima non gli avrebbe mai e poi mai risposto, anzi l’avrebbe fatta innervosire ancora di più.
Thalles sospirò. Sapeva che in caso sarebbe stato compito suo quello di proteggere la sorella e soprattutto il regno. Aveva lasciato che Yasmin diventasse la regina perché sapeva che la sorella era mille volte più capace di lui ma ciò significava anche che era molto più semplice puntare al loro regno. Anche se Yasmin era una delle combattenti più forti era pur sempre una ragazza e quindi molto più debole di un uomo che aveva passato la sua intera vita ad allenarsi.
Thalles voleva conoscere il futuro marito della sorella, o almeno voleva capire chi fosse giusto per farsi un’idea sulla persona. Si sentiva un po’ escluso visto che la sorella non aveva minimamente chiesto il suo parere quando stava palesemente scegliendo la sua futura moglie senza consultarlo. Ormai però il danno era fatto e Thalles doveva solamente aspettare a giorno dopo per poter scoprire tutto nei minimi particolari. In realtà poteva farlo anche in quel momento chiedendo alla servitù del palazzo ma era stanco e aveva bisogno di riposare, ma cosa più importante doveva assolutamente iniziare a ideare un piano per potersi portare a letto An.
Di certo non voleva far passare tanto tempo prima di riuscire a mettere le mani sul corpo del bellissimo biondo che lavorava nella locanda di Doris visto che a quanto pareva a breve si sarebbe sposato anche lui.
Aveva deciso che avrebbe provato a farsi il ragazzo anche senza essere sicuro dell’innocenza del ragazzo. Aveva chiesto alla stessa guardia del giorno prima di fare ricerche su un certo An. Anche se si fidava di Doris il suo istinto non aveva mai sbagliato e voleva capire chi fosse in realtà quel bellissimo biondo. Ciò però, diversamente dalle sue intenzioni iniziali, non gli avrebbe impedito di farselo. Voleva quel biondo e lo avrebbe avuto! Anche se fosse stato una spia, non gliene poteva fregare niente in quel momento.
Ovviamente in caso fosse stato una spia avrebbe prestato attenzione a non spifferare niente anche se pensandoci poteva anche usarle come trappola. Poteva dire qualcosa di sbagliato per confonderlo e fargli dare informazioni sbagliate ai suoi capi. In quel caso sarebbe stato sicurissimo della vera natura di An. Si! avrebbe fatto in quel modo, ovviamente non rivelando di essere il fratello della regina visto che il biondo avrebbe potuto usare quell’informazione contro di lui. Doveva tenere segreta la sua identità ma allo stesso tempo dare informazioni false che potevano, e dovevano, risultare credibili al biondo per farlo cadere nella sua trappola.
Il sorriso di Thalles si allargò fino a formare un leggero ghigno sulle sue labbra prima che questi entrasse definitivamente nella sua camera e si buttasse stanco morto sul letto pronto a dormire. Il giorno dopo avrebbe pensato al resto.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


-è una decisione assurda!- gridò Jack contro Yasmin. Jack era uno dei vari nobili che avevano aiutato la ragazza a prendere il potere ed era anche il padre di Jackson, Jackson che non era stato scelto come futuro re. Era proprio per quel motivo che Jack si stava infuriando contro Yasmin anche se stava guardando malissimo Thalles visto che lo credeva responsabile della scelta della sorella.
-no, non credo. Yasmin ha scelto secondo un criterio ben preciso e nessuno può mettere in dubbio la sua parola- rispose Thalles al posto della sorella. Anche lui era rimasto abbastanza sorpreso dalla scelta della sorella visto che quando aveva scoperto chi fossero i due pretendenti aveva pensato subito a Jackson.
-quello non ha mai aiutato!- protestò ancora Jack -mentre mio figlio è sempre stato in prima linea! Anche in questo momento non è qui!-
E Thalles non provò a dire altro visto che anche a lui non andava a genio l’assenza del suo futuro cognato.
-mio figlio non è qui perché non è riuscito a raggiungerci- rispose prontamente Yike guardando male Jack. Anche lui sembrava essere rimasto sorpreso dalla scelta di Yasmin, come se non si aspettasse che la regina di Ur potesse davvero scegliere suo figlio.
-non è una giustificazione! Sarà lui il prossimo capo di Ur e quindi deve essere presente a queste riunioni!- il litigio stava per spostarsi tra Yike e Jack.
-è proprio qui il problema!- disse Yasmin alzandosi dal suo trono -il potere rimarrà sempre nelle mie mai-
-ma siete una donna! Avete bisogno di una figura forte al vostro fianco!- gridò Jack.
-no! Ho bisogno di eredi non di qualcuno che governi al mio posto- rispose piccata Yasmin -e questo è uno dei motivi per il quale ho scartato Jackson. Nessuno deve imporsi su di me, nemmeno mio marito-
-siete una donna, non potete governare. Diteglielo anche voi- ringhiò Jack guardando insistentemente Thalles.
-mia sorella è più capace di molti uomini quindi può governare tranquillamente- disse invece Thalles facendo sbiancare Jack. L’uomo non si aspettava che il castano gli sarebbe andato contro.
-Jack la scelta è stata fatta dalla nostra regina e nessuno può opporsi- disse Yike incrociando le braccia al petto.
-parli bene tu! Avresti fatto lo stesso al mio posto!-
-no, perché il volere della regina non si discute- continuò ancora Yike.
-basta così, non voglio litigi in questo momento. Vi ho chiamati tutti qui solamente per avvisarvi della mia decisione. Domani si celebrerà il matrimonio, potete andare- e con quelle parole Yasmin concluse la riunione impedendo a chiunque di continuare la discussione. Non ne poteva più di sentire le urla di Jack e Jackson.
Anche se riluttanti tutti i lord li presenti fecero come gli era stato imposto ed iniziarono ad uscire dalla sala del trono mentre Thalles lanciava una veloce occhiata alla sorella cercando di capire se poteva parlarle oppure no. Quella mattina a colazione lo aveva ignorato per tutto il tempo e Thalles non aveva provato a fare pressione per farla parlare e in quel momento era in dubbio. Aveva paura che se le avesse esposto i suoi dubbi la ragazza lo avrebbe realmente distrutto.
-lord Yike potete restare un momento?- chiese invece Yasmin e il lord annuì rimanendo nella sala e aspettando che tutti uscissero. -spero di non aver inasprito i rapporti tra voi e lord Jackson- disse la ragazza portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-i miei rapporti con lord Jackson non sono mai stati buoni quindi quello che è successo non influirà sulla questione- rispose Yike con un piccolo sorriso sulle labbra.
-per qualunque cosa non esitate a farmelo sapere, non vorrei davvero che si aggravassero i problemi-
-non vi preoccupate vostra altezza, sarete informata di tutto- Yike fece un piccolo inchino e notando che Yasmin non aveva intenzione di aggiungere altro uscì dalla sala del trono lasciando i due fratelli da soli.
-so che vuoi dire qualcosa- borbottò Yasmin avvicinandosi al fratello.
-sono solo curioso di capire perché hai scelto proprio il figlio di lord Yike- disse Thalles sperando di non far innervosire la sorella anche se era stata proprio lei a iniziare la conversazione.
-appena arrivato Jackson si comportava già come re e non solo mi ha baciata senza il mio consenso ma ha anche cercato di portarmi al letto- rispose secca Yasmin -Helia invece è sembrato molto tranquillo e accondiscendente. So perfettamente che potrebbe essere una trappola la sua ma Jackson è troppo viscido e non voglio averci minimamente a che fare-
-capisco- sospirò Thalles -terremo gli occhi aperti allora-
-non protesti?- chiese Yasmin quasi confusa dal comportamento del fratello.
-la scelta è tua non mia. Non posso importi chi scegliere come marito perché ovviamente hai gusti differenti dai miei, l’unica cosa che posso fare è aiutarti in caso di pericolo- rispose tranquillamente Thalles. In realtà quella mattina aveva pensato di parlare alla sorella dei suoi sospetti su An ma in quel momento ci aveva ripensato. Non poteva mettere altre preoccupazioni sulle spalle della sorella, non in quel momento che non sapeva nemmeno se fidarsi di quello che sarebbe diventato in meno di ventiquattro ore suo marito.
-ci sono delle volte nelle quali vorrei veramente ucciderti ma poi te ne esci con certe frasi e mi fai pentire di averlo solo pensato- borbottò Yasmin chiudendo gli occhi e tirando un sospiro.
-posso almeno sapere cosa ha detto o fatto Helia per farti scegliere lui?- chiese Thalles con un piccolo sorriso sulle labbra avvicinandosi alla sorella e mettendole le mani sulle spalle che erano coperte dalla leggera stoffa del vestito che era stata costretta a mettersi per quell’incontro.
-diciamo che mi ha portato il giusto rispetto accettando anche che sarei stata io a governare e non lui in caso fosse diventato mio marito- rispose la castana togliendosi la corona che iniziava a pesare e si fiondò tra le braccia del fratello abbracciandolo -mi dispiace averti organizzato il fidanzamento ma in quel momento avevo una paura assurda di non riuscire a mantenere il controllo su Ur. Li hai sentiti anche tu oggi! È vero che è stato solo Jack ad andare contro di me ma la maggior parte di loro erano d’accordo con lui. Sono una donna e loro non mi vogliono sul trono- la ragazza scoppiò a piangere tra le braccia di Thalles che la strinse a se cercando di consolarla.
-tu sei in gamba Yas e riuscirai sempre a tenere testa a quegli stupidi soprattutto con me dalla tua parte. Cercheremo anche di convincere Helia a stare dalla tua parte. Con lui al tuo fianco potrebbero allentare un po’ la presa-
-lo spero anche se non voglio dipendere da un uomo-

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-la regina si sposa?- chiese quasi spaesato An. Quella mattina sembravano tutti impazziti e il ragazzo non ci aveva dato molto peso almeno fino a quando non aveva sentito qualcuno dire che stavano allestendo la piazza perché la regina si sarebbe sposata di li a poche ore.
-a quanto pare- gli rispose Doris che come lui aveva appena scoperto quella novità.
-ma la cerimonia sarà pubblica?- chiese subito il biondo che voleva vedere chi fosse la nuova padrona di Ur. Quando aveva scoperto che tutta la città era sulle spalle di una donna ne era rimasto piacevolmente sorpreso e voleva conoscerla. Ma ovviamente essendo li sotto copertura non poteva minimamente presentarsi al castello per poter parlare con la regina di Ur.
-no, credo che ci sarà solo il corteo che si fermerà in piazza per mostrare alla città i suoi nuovi sovrani- gli disse Doris lanciando un’occhiata veloce furi dalla porta della locanda che era rimasta aperta per poter osservare quello che stava succedendo al di fuori.
-non pensavo ci sarebbe stato un matrimonio così preso- disse Vartan sospirando mentre rimetteva a posto i boccali raccolti dai vari tavoli.
-nemmeno io sinceramente, avranno insistito molto i vari lord per questo matrimonio altrimenti non me lo sarei spiegare- gli disse Doris a bassissima voce per non farsi sentire dagli altri presenti nella taverna. Tutti come loro due stavano parlando dell’imminente matrimonio della regina. Era l’argomento del giorno.
-i lord- sbuffò Vartan contrariato -vogliono sempre avere potere decisionale quando non ne hanno nemmeno mezzo- continuò il biondo iniziando ad asciugar i boccali che aveva prontamente lavato.
-vedo che i problemi con i lord si hanno ovunque- ridacchiò Doris alla reazione del ragazzo.
-sono odiosi, e non oso immaginare quanta pressione facciano alla vostra regina solo perché donna- sussurrò Vartan mentre Doris annuì.
-credetemi la regina è una donna forte- gli disse Doris cercando di capire cosa pensasse il biondo al riguardo della regina.
-solo per il fatto di aver riconquistato Ur non metto in dubbio la sua forza, ma i lord sono noti per essere stupidi di natura e di certo non saranno mai felici di essere dominati da una donna e cercheranno in tutti i modi di prendere il potere- disse Vartan guardandosi attentamente intorno sperando che non ci fosse un lord li dentro.
-su questo ti do pienamente ragione. Povera ragazza, spero che almeno sposandosi abbia la possibilità di avere più potere-
-non credo, soprattutto se sposa qualcuno che è sotto il controllo dei lord. Deve avere tanta forza di volontà per farsi rispettare anche dal marito- Vartan chiuse un momento gli occhi sospirando -si sa chi è il marito?- chiese poi curioso.
-no, non sono riuscita a capire chi sia. Sembra che nessuno lo sappia per il momento. Ascoltando in giro però so che doveva scegliere tra due figli di lord-
-fantastico, quindi se non sta attenta verrà controllata dai lord stessi. Mi dispiace per lei- rispose sinceramente Vartan. Molti lord lo avevano pressato per farlo sposare ma lui era riuscito a farsi valere facendo molta fatica ovviamente ma era sempre meglio di darla vinta a quei tizi odiosi.
Doris stava per aggiungere altro quando un forte rumore si diffuse all’interno della locanda attirando l’attenzione di tutti i presenti. Tutti iniziarono ad uscire dalla locanda per capire cosa stesse succedendo e anche Doris e Vartan fecero lo stesso rimanendo entrambi sulla soglia della taverna. Davanti a loro avevano preso a sfilare parecchi soldati che cercavano di far togliere la gente dalla strada, mettendola tutta al lato, per creare lo spazio in mezzo. La processione nuziale stava per passare a quanto pareva.
-hanno fatto in fretta- sussurrò Vartan. La notizia delle nozze era arrivata da poco e già il corteo stava passando.
-probabilmente il matrimonio si celebrerà dopo- sussurrò Doris -è la cosa più fattibile, fanno conoscere il futuro re e poi celebrano la cerimonia in privato ed ingozzarsi come loro solito-
Vartan annuì a quelle parole portando tutta la sua attenzione sulle figure che gli stavano sfilando davanti, erano davvero tantissimi soldati, forse addirittura tutti e il biondo sgranò gli occhi quando riconobbe immediatamente tra i vari generali che accompagnavano il carro sul quale si doveva trovare la futura coppia reale il castano che lo aveva tormentato nei giorni precedenti.
Tenne lo sguardo fisso sul castano per parecchio tempo prima di spostarlo sulle due persone presenti nel carro. La sua attenzione si focalizzò sulla donna che indossava un bellissimo abito di seta color verde smeralo. Il suo viso era teso nonostante tentasse di mantenere un’espressione neutrale. Era l’unica delle due figure a tenere la corona sulla testa segno che come aveva precedentemente detto Doris i due non avevano celebrato ancora il matrimonio.
L’uomo al suo fianco riusciva a camuffare perfettamente il suo stato d’animo nell’espressione austera che teneva. Il colorito pallido dell’uomo, che risaltava molto di più per via dei capelli nerissimi, fece preoccupare leggermente Vartan.
-è normale che sia così pallido?- sussurrò Vartan a Doris curioso. Era troppo strano, in quella città erano tutti di carnagione ambrata.
-lord Helia è sempre strato molto chiaro di carnagione non vi fate venire strane idee in mente- disse Doris nonostante anche la donna avesse notato che il pallore del moro era troppo per essere naturale.
-ero solo curioso- sussurrò Vartan -quindi conoscete il lord?-
-si, è il figlio di lord Yike e non ha partecipato alla presa di Ur per questo molti stanno parlottando tra loro- Vartan osservò la gente e si accorse che tutti stavano confabulando con i vicini e non sembravano belle parole nei confronti del loro futuro re.
-questa storia ho paura che non andrà a finire bene- sussurrò Vartan parecchio preoccupato. La regina sembrava tranquilla e se ci fosse stata un’altra rivolta avrebbero dovuto iniziare tutto d’accapo.
 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


-riesci a reggerti?- chiese Yike porgendo un bicchiere di vino al figlio che si era poggiato mogiamente alla parete della grande sala dove si stava festeggiando il matrimonio reale.
-per il momento si, non ti preoccupare- rispose il neo re prendendo volentieri il bicchiere che il padre gli stava porgendo.
-hai parlato con la regina di questo fatto?- chiese Yike andando a posare lo sguardo su Yasmin che era stata circondata dai vari lord che le facevano le congratulazioni per essersi sposata.
-no- rispose secco Helia finendo il vino nel suo bicchiere a guardando anche lui in direzione della moglie.
-dovrai dirglielo prima o poi essendo tua moglie. Non puoi tenerle segreta una cosa così importante, capisco che non le hai voluto dire niente quando vi siete incontrati per non influenzare la sua scelta ma adesso devi dirglielo- continuò Yike. -non posso inventarmi scuse per giustificare la tua assenza alle battaglie-
-lo so- sospirò Helia -le parlerò stasera con calma, adesso c’è troppa gente- rispose Helia portandosi i capelli neri davanti agli occhi per nascondere il suo viso pallido nonostante in quel momento fosse più difficile del solito visto che parte dei suoi capelli erano tenuti fermi dalla pesante corona che portava in capo. Era diventato il re a tutti gli effetti sposando Yasmin e come tale doveva portare quella pesante corona che era appartenuta a Walter.
Non gli piaceva indossare qualcosa appartenuta a quell’uomo, preferiva di gran lunga non portarla la corona o farsene fare un’altra, ma doveva. Sperava di riuscire ad essere migliore di Walter.
-dovresti essere più presente vicino a tua moglie e non qui- cambiò discorso Yike vedendo che Jack lo stava guardando male dall’altro lato della stanza.
-volevo riposarmi un attimo- si scusò Helia spostandosi dalla parete e prendendo un respiro profondo prima di incamminarsi in direzione di Yasmin che era più o meno al centro della grande sala mentre parlava con il fratello. I nobili che la stavano tartassando prima erano scomparsi.
-mia regina- disse Helia palesando la sua presenza ai due che si bloccarono subito la loro conversazione. -se sono di troppo posso anche andare- continuò poi notando lo sguardo dei due.
-no, è meglio se rimani qui. I nobili prima si stavano chiedendo perché non eri al mio fianco- rispose Yasmin sospirando.
-mi dispiace, avevo bisogno di riposarmi qualche secondo- si scusò Helia che aveva già intuito le intenzioni dei vari Lord. Lui non piaceva a nessuno e avrebbero fatto di tutto per far in modo di buttare cattiva luce su di lui. Suo padre aveva ragione: doveva assolutamente spiegare tutto a Yasmin o sarebbe stata tratta in inganno dai diversi nobili.
Anche se aveva fatto il possibile per risultare antipatico e non farsi scegliere come futuro re da Yasmin Jackson era riuscito a risultare ancora più antipatico di lui e quindi la castana aveva scelto lui. Ma Helia sapeva di non essere in grado di aiutare Yasmin, era solo un peso per lei.
-siete molto pallido- disse Thalles osservandolo attentamente e notando il pallore che sembrava essere aumentato da quella mattina.
-ne sono consapevole, mia regina dovrei parlavi di una cosa importante una volta finita la festa- Yasmin osservò attentamente Helia cercando di capire cosa volesse dirle ma comunque annuì.
-se sei stanco possiamo anche ritirarci, nessuno dirà niente se la coppia reale scompare durante la festa- sussurrò Yasmin leggermente preoccupata per il pallore del moro.
-non vorrei essere un peso- disse Helia che in realtà avrebbe gradito molto andarsene da quella festa.
-non ho tanta voglia di stare qui e poi potremmo anche parlare in tranquillità- disse Yasmin che non vedeva l’ora di togliersi quello stramaledetto corsetto. Non lo sopportava più.
-va bene allora- disse Helia con un piccolo sorriso prima di porgere il braccio alla castana che lo prese volentieri prima di dirigersi a passo svelto verso l’uscita della sala. Nessuno avrebbe fatto storie, tutti quanti avrebbero pensato che stessero andando a consumare il matrimonio ed era meglio così.
Non ci misero molto ad arrivare a quella che sarebbe stata la loro futura camera e una volta chiusa la porta Helia si tolse la corona appoggiandosi alla parete più vicina cercando di riprendersi.
-tutto bene?- chiese Yasmin che si era leggermente spaventata notando quei movimenti da parte del moro. Non si era accorta stesse così male, era davvero bravo a nasconderlo.
-non vi preoccupate, convivo da quando sono nato con ciò- le sorrise stancamente Helia.
-eh?- chiese Yasmin confusa.
-era quello che vi volevo dire. Sono debole di costituzione e mi stanco molto facilmente motivo per il quale non sono riuscito a partecipare alla battaglia per riprendere Ur. Io e mio padre lo abbiamo sempre nascosto per paura che qualcuno potesse approfittarne per prendere le nostre terre- spiegò Helia riuscendo a raggiungere il divanetto presente nella stanza e ci si sedette sopra.
-e perché non lo hai detto quando ci siamo incontrati?- chiese Yasmin iniziando a capire parecchie cose.
-perché non volevo condizionarvi nella scelta-
-tu hai cercato di non farti scegliere? Davvero?- chiese Yasmin che stava sorridendo capendo che Helia non era intenzionato a tradirla e nemmeno Yike.
-non potrei aiutarvi, sono inutile- disse Helia.
-non hai fatto i conti con la stupidità di Jackson- sussurrò Yasmin facendo sorridere leggermente anche Helia.
-si, dovevo metterlo in conto- sussurrò Helia chiudendo momentaneamente gli occhi -comunque sono poco utile in caso di guerre o invasioni-
-mi sono sposata perché i lord mi hanno messo pressione, sono una donna e non posso governare da sola-
-voi siete forte, non avete bisogno di nessuno per portare sulle vostre spalle questo popolo- disse sinceramente Helia mentre Yasmin gli sorrideva sedendosi sullo stesso divano del moro per guardarlo meglio.
-grazie- sussurrò Yasmin sincera -non mi importa se non puoi aiutarmi in guerra, soprattutto sapendo cosa te lo impedisce. Ho bisogno di un appoggio per tenere a bada i lord e sono felice, davvero molto, di potermi fidare di te-
-farò tutto quello che è in mio potere per aiutarvi e vi prometto che non vi metterò mai i bastoni tra le ruote-

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


-cavolo di forcine antipatiche- borbottò Yasmin mentre cercava da più di mezz’ora di togliersi dai capelli le forcine che li avevano tenuti decenti per tutta la cerimonia matrimoniale. Dopo aver parlato con Helia, ed aver scoperto che il ragazzo fosse realmente dalla sua parte, aveva deciso di togliersi tutte le cose fastidiose che indossava: infondo non sarebbero più usciti da quella camera visto che Helia era davvero troppo stanco per poter stare in mezzo a tantissima gente.
Il corsetto era riuscita a toglierselo velocemente ma quelle forcine non volevano proprio collaborare e la stavano facendo innervosire parecchio.
-vi do una mano- e senza nemmeno dare il tempo a Yasmin di protestare Helia si mise alle sue spalle aiutandola a togliersi tutte quelle forcine.
-dovresti riposare- sussurrò Yasmin notando però che il moro era davvero molto più veloce di lei a toglierle quelle maledette forcine.
-ho tutta questa sera per riposarmi, non vi preoccupate-
-vuoi smetterla di darmi del voi? Ormai siamo sposati- disse Yasmin capendo che non sarebbe riuscita a far desistere il moro dall’aiutarla.
-come vuoi- sussurrò Helia prima di sorriderle -fatto-
-grazie- gli disse Yasmin davvero riconoscente prima di buttarsi di peso sul letto facendo segno ad Helia di fare lo stesso e il ragazzo non se lo fece ripetere due volte prima di togliersi gli stivali e raggiungere la regina di Ur.
-sono felice di non aver scelto Jackson- sussurrò Yasmin attirando l’attenzione del moro su di se. -a quest’ora avrebbe preteso di fare altro- ed Helia scoppiò a ridere di gusto a quell’affermazione.
-e tu credi davvero che sarebbe riuscito a resistere fino ad ora?- chiese tra le risa Helia mettendosi una mano tra i capelli.
-no, hai ragione- borbottò Yasmin storcendo la bocca contrariata.
I due rimasero in completo silenzio entrambi troppo stanchi per poter continuare la conversazione a lungo ed Helia si sarebbe anche addormentato, nonostante tenesse ancora addosso i vestiti del matrimonio, ma un bussare prepotente alla porta fece ridestare il moro che guardò confuso prima Yasmin e poi la porta dalla quale proveniva il suono.
-chi è?- chiese proprio Yasmin quasi infuriata. Nessuno poteva entrare li se non i servitori e suo fratello.
-sono lord Jack- si palesò la persona facendo lanciare uno sguardo di fuoco a Yasmin in direzione della porta.
-cosa volete? Queste sono stanze private e non siete autorizzato a stare qui- disse prontamente la regina. Nemmeno in quel momento poteva stare tranquilla.
-posso entrare vorrei parlare con voi- continuò Jack dando segno di non volerla ascoltare. -o meglio con il re-
-certo che no, andate via- rispose Yasmin mordendosi il labbro, ecco che Jack già non la considerava importante, e si era sposata solo da poche ore.
-mia regina devo parlare con il re- insistette Jack cercando di abbassare la maniglia per poter entrare ma i due per fortuna avevano chiuso a chiave la porta.
-non è il momento per parlare questo e come già detto dalla regina queste sono stanze private. Andatevene- intervenne Helia lanciando un veloce sguardo di scuse a Yasmin.
-cosa state facendo di così importante da impedirvi di aprire la porta?- chiese ancora Jack facendo sbuffare i due coniugi.
-secondo voi cosa si fa dopo aver celebrato un matrimonio?- rispose piccata Yasmin facendo nascere un leggere sorriso sulle labbra di Helia.
-oh quindi state consumando il matrimonio! Ne sono felice visto che non vi vedevo molto propensa a farlo mia cara Yasmin- disse Jack facendo digrignare i denti alla castana, le stava mancando completamente di rispetto.
-le vostre idee non ci interessano in questo momento quindi andatevene o sarò costretto a chiamare le guardie per farvi cacciare- disse prontamente Helia, aveva paura che la ragazza al suo fianco potesse fare una strage.
-certo vostra altezza-
I due sovrani aspettarono un bel po’ prima di tirare un sospiro di sollievo capendo che Jack li aveva finalmente lasciati soli.
-scusa se gli ho risposto io ma quello non se ne sarebbe andato altrimenti- disse Helia scusandosi con la riccia che scosse la testa.
-non ti preoccupare, lord Jack non mi portava rispetto prima figurati adesso che mi sono sposata- sospirò Yasmin -perché è entrato qui? Cosa voleva soprattutto?-
-voleva vedere se stavamo consumando il matrimonio-
-e perché dovrebbe farlo? Siamo sposati nessuno può dirci cosa o non cosa fare-
-perché non vuole questo matrimonio. È arrabbiato e per lui qualunque cosa può diventare una giustificazione per farci separare- rispose Helia. Era più che sicuro che quell’uomo era a conoscenza del fatto che molto probabilmente quella sera non avrebbero fatto niente.
-e immagino che domani pretenderà anche di controllare- borbottò Yasmin che si stava infuriando sempre di più. Era davvero felice di non essersi imparentata con quello stronzo e di aver scelto Helia.
-probabilmente si- sussurrò Helia chiudendo gli occhi -non possiamo cacciarlo dal regno vero?-
-se non vogliamo sembrare dei tiranni no senza che abbia fatto qualcosa di plateale- rispose Yasmin osservando il moro al suo fianco. -te la senti di farlo?- chiese poi Yasmin osservando il ragazzo. Voleva farlo riposare ma aveva davvero tanta paura di Jack.
-se stai tu sopra si- quasi rise Helia capendo le intenzioni della ragazza. Ragazza che rimase sorpresa dalle parole di Helia. Poi però sorrise al ragazzo e gli si avvicinò baciandolo sulle labbra e ringraziando di aver fatto la scelta giusta.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Thalles sorrise in direzione di An entrando nella locanda di Doris. Non era più andato per un’intera settimana visto che con la sorella e il suo nuovo cognato aveva dovuto risolvere questioni importanti prima tra le quali quella di capire come mai Jack si fosse comportato come il padrone del mondo dopo il matrimonio di Yasmin ed Helia. Il lord non solo era entrato senza troppi problemi nell’ala riservata alla famiglia reale ma il giorno dopo il matrimonio dei nuovi sovrani aveva preteso, riuscendo anche ad avere l’appoggio di quasi tutti i lord, di controllare se il matrimonio fosse stato realmente consumato.
E Jack ci era rimasto anche parecchio male quando aveva scoperto che era successo veramente. Non era quindi rimasto nascosto a Thalles, Helia e Yasmin il motivo per il quale l’uomo aveva fatto tutta quella scenata: voleva far annullare il matrimonio per permettere al figlio di sposare Yasmin. Non gli era andata per niente giù la scelta di Yasmin.
Quell’uomo non si sarebbe fermato, di questo Thelles ne era più che sicuro. In realtà all’inizio era dubbioso anche su Helia ma la mattina dopo il matrimonio Yasmin e soprattutto Helia avevano spiegato come stava tutta la questione e Thalles si era tranquillizzato. Helia e Yike erano dalla loro parte e non avrebbero fatto niente per mettere i bastoni fra le ruote. E ciò si era notato facilmente durante le varie riunioni che avevano fatto dove Helia aveva lasciato parlare tranquillamente Yasmin e non l’aveva mai interrotta nonostante molti lord che seguivano Jack ponessero le domande a lui e non a Yasmin. Helia aveva risposto a quelle domande con un: “la regina sa rispondervi meglio di me”.
Per fortuna la settimana infernale era finita, per il momento, e Thalles era riuscito a trovare un po’ di tempo per tornare nella taverna e soprattutto all’attacco per portarsi a letto An. La guardia che aveva incaricato di scoprire qualcosa sul passato di An era tornata da lui dicendo di non essere riuscito a trovare niente. La cosa puzzava un po’ a Thalles ma non ne avrebbe fatto parola con il biondo.
An vide chiaramente entrare in castano nella taverna ma non gli sorrise e nemmeno gli diede il buongiorno. Era incazzato con quel ragazzo e nemmeno lui sapeva perché. Okay si, sapeva qual era il motivo ma non capiva perché fosse così incazzato. A lui importava poco e niente che quel ragazzo facesse parte dell’esercito di Ur. Non era un suo problema quindi non aveva nessuno motivo per essere incazzato.
-buongiorno- disse proprio l’oggetto dei suoi pensieri sedendosi al bancone perfettamente difronte a lui.
An gli lanciò uno sguardo veloce per poi tornare a pulire i bicchieri.
-che hai?- chiese ancora Thalles notando che il ragazzo sembrava parecchio incazzato.
-non sono affari tuoi- rispose An con acidità, non aveva nessuna intenzione di parlare con il castano.
-non mi sembra visto che prima che io entrassi qui dentro sembravi tranquillo-
-sei odioso- rispose Vartan dandogli le spalle per sistemare i boccali sullo scaffale.
-guarda che non ti sto più importunando con la storia della spia-
-mi dai comunque fastidio-
-ma sono bello- a quella frase di Thalles Vartan si girò fulminandolo con lo sguardo per poi tornare a sistemare i boccali.
-lo prendo come un si-
-era un: no fai schifo- borbottò Vartan anche se doveva ammettere che il castano non era niente male.
-certo, come no- disse Thalles ridacchiando -sono molto sicuro riguardo alla mia bellezza e posso dire lo stesso di te-
-questo non significa che tu mi piaccia- rispose pacato Vartan lanciando una sguardo di aiuto in direzione di Doris, Doris che stava ridacchiando intenzionata a non andare ad aiutare il povero biondo dall’attacco di Thalles, almeno fino a quando il castano non avesse iniziato a parlare di spia e robe varie.
-potresti anche cambiare idea- continuò Thalles.
-molto improbabile-
-dammi una possibilità- sussurrò Thalles cercando di baciare il ragazzo, ma per la seconda volta in una settimana Vartan spostò nuovamente la faccia per non far incrociare le loro labbra.
-no- disse An sospirando -non voglio, smettila di provarci-
-spiegami almeno perché- si arrese Thalles, non sarebbe riuscito a baciare il ragazzo fino a quando non si fosse fidato di lui.
-per quattro motivi: uno non mi piaci, due sei troppo insistente, tre non cerco un fidanzato e quattro sei un soldato- rispose piccato Vartan. Soerava che in quel modo il castano lo lasciasse definitivamente in pace.
-cosa centra il fatto che sono un soldato? E poi come lo sai? Io non ti ho detto niente-
-eri nel corteo durante il matrimonio della regina con l’armatura- rispose Vartan.
-vero- sussurrò Thalles che si era dimenticato di quel particolare -ma non hai risposto cosa centra il fatto che sono un soldato-
-il mio ex era un soldato ed è morto in battaglia, non voglio più sentirmi come allora e un altro motivo per il quale non voglio accettare nessuna proposta: il mio cuore sarà solo suo per sempre- rispose Vartan mordendosi il labbro per non mettersi al piangere, nonostante fossero passati cinque anni il ricordo di Marc, e della sua morte era ancora vivo in lui e faceva male. Molto male.
Thalles rimase completamente spiazzato da quella risposta. Non aveva minimamente pensato ad una cosa del genere e iniziava anche a capire il perché di tutti quei rifiuti da parte del biondo. Il dolore per la perdita di qualcuno che si era amato tanto era terribile e Thalles non riusciva minimamente ad immaginare quel dolore.
-non ti sto chiedendo di dimenticare il tuo ragazzo, voglio avere solo una possibilità con te anche se potrebbe non portare a niente- disse Thalles sospirando. Voleva avere una possibilità con il bellissimo biondo che aveva difronte.
-e io non voglio nessuno in questo momento anche al costo di rimanere da solo per tutta la vita e anche se fosse non mi rimetterei mai con un soldato-
-capisco, posso avere un boccale di birra?- chiese Thalles e An annuì portandoglielo subito. Nessuno dei due aggiunse altro.
 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


-sei riuscito a far desistere Thalles, i miei complimenti- disse Doris ad An mente i due stavano pulendo la taverna alle 2 di notte dopo aver cacciato tutti gli ubriachi che erano rimasti.
-Thalles?- chiese An non capendo a cosa si stesse riferendo la donna.
-il castano- rispose lei.
-come fai a conoscere il suo nome?- chiese confuso Vartan.
-è uno dei generali dell’esercito di Ur quasi tutti conoscono il suo nome qui- disse Doris evitando accuratamente di dire al ragazzo che il castano era il fratello della regina, se Thalles non aveva detto niente significava che non voleva farlo sapere al biondo.
-oh quindi non è nemmeno un semplice soldato- borbottò Vartan -comunque gli ho detto chiaro e tondo che non voglio nessuna relazione dopo la morte del mio ragazzo. Dirgli la verità era l’unico modo che avevo per non farlo insistere oltre-
-so che non ci conosciamo da molto- iniziò Doris dopo qualche minuto di silenzio -ma non puoi restare per sempre da solo- concluse la donna facendo voltare verso di lei Vartan.
-io non ho detto niente- disse confuso il biondo che non era infastidito dalle parole della donna.
-non a parole, ma i tuoi gesti mi fanno capire chiaramente che ti sei chiuso in te stesso e non permetti a nessuno di avvicinarti. Non dico che devi per forza accettare le avances di Thalles ma non rifiutare tutti- spiegò la donna sorridendo al ragazzo. In quel momento si sentiva come una mamma che dava consigli al figlio nonostante lei fosse una semplice locandiera e il ragazzo un re.
-nessuno sarà mai come lui- sussurrò Vartan chiudendo gli occhi e ripensando a quanto importante fosse stato Marc per lui nonostante fossero stati insieme per pochissimo tempo.
-e nessuno deve sostituirlo, il suo ricordo rimarrà sempre nel tuo cuore. Non devi distruggerti dentro e impedirti di essere felice- continuò Doris avvicinandosi al ragazzo e mettendogli una mano sul braccio solo perché non poteva raggiungere la sua guancia visto che Vartan era parecchio alto.
-non ci riesco, ci ho provato ad andare avanti ma ogni volta mi sento male. Nessuno supererà Marc- sospirò Vartan -e poi sono un re fino alla fine dovrò sposarmi con una donna per avere una discendenza quindi non credo faccia molta differenza- aggiunse il biondo quasi in un sussurro anche se la locanda era quasi completamente vuota.
-devi solamente trovare la persona giusta che ti permetterà di andare avanti e sono sicura che fino alla fine arriverà. Ora vai a riposare finisco io qui-
-ma…-
-devo solo mettere apposto due cose non ti preoccupare- lo bloccò la donna capendo il perché della nascente protesta del biondo.
-va bene ma non stancarti troppo- sussurrò Vartan sorridendo alla donna e incamminandosi in direzione della sua camera cercando di cacciare via i brutti ricordi della morte di Marc.
Non immaginava di essere tanto stanco e se ne accorse solo la mattina seguente svegliandosi e trovandosi con ancora i vestiti addosso della sera prima. Lavorare alla taverna stava diventando parecchio stancante ma preferiva mille volte lavorare li e non stare da solo a casa con tutti i lord di Lagash che insistevano nel farlo sposare o a marciare in guerra. Quei nobili volevano solamente fare guerra.
Vartan si stiracchiò i muscoli indolenziti per via della scomoda posizione nella quale aveva dormito e subito dopo andò nel bagno privato della sua camera per farsi un bagno veloce e cambiarsi con la stessa velocità riuscendo a scendere al piano terra della taverna per iniziare a sistemare tutto.
Era ancora presto per l’arrivo di qualche cliente, visto che anche Doris era assente, ma non si poteva mai sapere visto che nei giorni precedenti qualche soldato era arrivato la mattina presto per bere qualcosa di forte prima della ronda. Vartan non era tanto sicuro che bere alcol prima della ronda era una buona cosa, ma non era nessuno per dire qualcosa a quei soldati.
La sua idea di scendere prima non era stata errata visto che poco dopo che aveva finito di sistemare tutte le sedie sentì la porta della locanda aprirsi. Vartan si girò in direzione del nuovo arrivato e rimase parecchio sorpreso nel vedere Thalles. Pensava che il soldato non si sarebbe più fatto vedere dopo che lo aveva rifiutato, ma sembrava non essere quello il caso.
-buongiorno- sussurrò Vartan ma Thalles lo sentì tranquillamente visto che c’erano solo loro due in quel momento.
-ciao- disse Thalles facendogli un leggero sorriso. -Doris?- chiese poi notando che c’era solamente il biondo.
-non è ancora scesa, ma se vuoi te la vado a chiamare- rispose Vartan.
-non serve era solo per sapere. Mi dai un boccale di birra?- chiese poi il castano sedendosi al suo solito posto al bancone.
-non ti farà male la birra a quest’ora?- chiese Vartan servendogliela comunque.
-sono troppo stressato per non berla- borbottò Thalles mettendosi una mano sulla faccia. I lord lo stavano davvero facendo impazzire visto che credevano che lui potesse convincere la sorella a passargli il potere. Non capiva davvero perché quai cavolo di lord non accettavano di essere governati da una donna.
-basta che non esageri- borbottò Vartan sospirando prima di tornare a sistemare la locando mentre Thalles lo osservava.
E Thalles stava per dire qualcosa visto che non sopportava quel silenzio che si era venuto a creare tra loro ma non fece in tempo visto che un boato attirò l’attenzione di entrambi.
-cosa succede?- chiese curioso Vartan. Non aveva sentito mai una cosa del genere ad Ur e oltre che curioso di scoprire cosa fosse era anche molto spaventato.
-non lo so- sussurrò Thalles finendo tutto d’un sorso la birra e alzandosi dallo sgabello lasciando le monete sul tavolo. E il castano stava per andare verso la porta per uscire a controllare quando quest’ultima si aprì rivelando la presenza di un altro soldato.
-cosa succede?- chiese prontamente Thalles mentre Vartan osservava i due.
-mio signore i nomadi delle montagne- disse quello con il fiatone per la corsa che aveva fatto per avvertire Thalles.
-cazzo, arrivo- disse Thalles chiudendo gli occhi e pensando che avevano scelto il momento migliore per attaccare.
-chi sono i nomadi delle montagne?- chiese Vartan al castano leggermente preoccupato.
-ti spiego tutto dopo- e così dicendo il castano se ne andò lasciando il biondo completamente solo.
 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Doris trovò Vartan a camminare avanti e indietro per la locanda in tensione. La donna si era svegliata per via di un rumore che non era riuscita subito ad indentificare ed era scesa giù a controllare che non si fosse rotto niente.
-tutto bene?- chiese la donna palesando la sua presenza a Vartan che si girò subito verso di lei annuendo. Il ragazzo era preoccupato per Thalles. Non sapeva niente dei nomadi delle montagne e aveva paura che il castano potesse non essere in gradi di combattere visto che aveva assunto dell’alcol di prima mattina.
-chi sono i nomadi delle montagne?- chiese Vartan per capire se Doris conoscesse quel popolo e dalla faccia che fece la donna capì che li conosceva eccome.
-sono alcuni cittadini che sono dalla parte di Walter anche adesso che è morto. Sono stati denominati Nomadi delle montagne perché li hanno cacciati da questa città e si sono andati a riparare sui monti Zagros al confine con Halaf. Cos’è successo?- chiese Doris preoccupata e forse iniziando a capire da dove era scaturito quel rumore che l’aveva svegliata.
-Thalles era qui quando un soldato è arrivato ed ha nominato i Nomadi delle montagne- rispose Vartan con un’alzata di spalle.
-questo non va per niente bene, spero solo che non riescano ad entrare in città- sussurrò Doris.
-cosa vogliono? E perché attaccano?- chiese preoccupato Vartan ma non per lui, per Thalles. Non capiva perché si stesse preoccupando così tanto per il castano.
-te l’ho detto sono i seguaci di Walter ai quali non va bene il governo della regina Yasmin. Quando Ur era sotto il vostro controllo, si fa per dire ovviamente, quei tizi entravano in città quando volevano e nessuno li fermava. Ma da quando è arrivata Yasmin ed ha fatto costruire le porte non hanno più attaccato almeno sino ad oggi- spiegò Doris.
-perché non vi siete mai lamentati con i nostri soldati? Potevamo provare a fare qualcosa- chiese Vartan incrociando le braccia al petto.
-non erano tanto pericolosi, hanno iniziato ad uccidere la nostra gente poco prima che arrivassero i nuovi sovrani- gli spiegò Doris mentre Vartan annuiva.
-se riescono ad entrare in città cosa potrebbe succedere?- chiese Vartan preoccupato. Aveva pensato di poter avvisare il fratello per farlo arrivare con un piccolo esercito per aiutare Ur ma primo non sarebbe mai arrivato in tempo e secondo poteva essere anche considerato come un attacco ad Ur e non un aiuto. Per non parlare del fatto che non sapeva come uscire ed avvisare il fratello.
-spera che non lo…- ma le parole di Doris le morirono in bocca quando le urla provenienti dalla strada si facevano sempre più forti e la porta della taverna si aprì di colpo rivelando due uomini armati di tutto punto che iniziarono a guardarsi intorno come in cerca di qualcosa.
-cosa volete?- chiese Doris mettendosi davanti a Vartan mentre quest’ultimo si guardava in giro preoccupato in cerca di una spada. Non poteva non fare niente anche se non gli piaceva minimamente combattere.
-cibo, soldi e belle donne. Anche se quel ragazzo non ci dispiace- disse uno dei due lanciando un’occhiata lasciva a Vartan che non li stava degnando di attenzione.
-il cibo ve lo posso dare, ovviamente se pagate, il resto no- disse Doris mentre Vartan con molta calma camminava all’indietro. Aveva notato una spada poggiata su una panca, molto probabilmente era di un ospite che aveva dormito li e che era troppo ubriaco la sera prima per potersi ricordare di portare con se la spada.
-ehi!- disse l’altro nomade notando i movimenti del biondo e Vartan prese velocemente la spada mettendosi davanti a Doris.
-fate un altro passo e siete morti- ringhiò il re di Lagash. La spada era troppo pesante per lui, ma ciò non gli impediva di usarla in caso di pericolo. I due nomadi rimasero abbastanza confusi dai suoi movimenti e subito dopo scoppiarono a ridere.
-cosa vorresti fare tu?- chiese uno dei due ancora ridendo.
-vi conviene non ridere se volete portare la vostra pellaccia a casa- disse serio Vartan. Quei due non sapevano minimamente chi avevano difronte.
-e che fai? Magro come sei non riuscirai mai a batterci- disse uno dei due continuando a ridere. Vartan non ci vide più e attaccò riuscendo ad uccidere in pochissimo tempo il primo. Il secondo, leggermente spaventato, resistette un po’ di più ma non abbastanza da riuscire a sopravvivere.
-scusa per il sangue- disse Vartan a Doris mentre puliva la spada che aveva usato su uno dei due cadaveri.
-non ti preoccupare- rispose la donna che era rimasta piacevolmente sorpresa dalle abilità del biondo. Si sapeva che Vartan era un re ma non lo aveva immaginato così bravo con la spada.
Vartan stava per dire altro quando i rumori del combattimento e le grida entrarono di prepotenza all’interno della taverna facendo aggrottare la fronte al biondo.
-vado a controllare- disse il ragazzo senza far parlare Doris. Appena uscito per poco il biondo non si congelò sul posto. I nomadi stavano facendo strage dei vari cittadini innocenti mentre alcuni soldati stavano cercando di proteggerli. Vartan non voleva combattere, non gli piaceva ma doveva assolutamente dare una mano. Sarebbe finita male altrimenti e sperava davvero che Thalles fosse ancora vivo.
Il re di Lagash iniziò a combattere furiosamente contro i nomadi anche se la stanchezza, stoccata dopo stoccata, stava iniziando a farsi sentire. Non era più abituato a combattere e quella spada non era minimamente fatta per lui.
Nonostante non fosse abbastanza allenato riuscì a sconfiggere tutti i nemici che gli erano andati contro. Voleva riposarsi un attimo ma non riuscì a farlo perché vide qualcosa che gli fece gelare il sangue nelle vene. Un nomade stava puntando la sua spada in direzione di un bambino. Bambino che non stava minimamente guardando in direzione del nomade visto che stava piangendo a dirotto vicino ai corpi senza vita di quelli che molto probabilmente erano i suoi genitori. Vartan non ci pensò un secondo in più e corse verso il bambino salvandolo da morte certa e prendendolo prontamente in braccio per poi correre in direzione della locanda.
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


-e quel bambino?- chiese Doris vedendo entrare Vartan nella locanda tutto trafelato con il bambino in braccio che ancora piangeva e tirava pugni sul povero ragazzo.
-stava per essere ucciso- sussurrò Vartan chiudendo la porta della locanda a chiave e correndo dietro al bancone mettendo il bambino sopra per osservarlo attentamente. Ma il bambino sembrava essere in perfetta salute.
-i genitori?- chiese ancora Doris avvicinandosi ai due. I bambino se possibile pianse ancora più forte mentre Vartas scuoteva la testa indicando a Doris che non c’erano più.
-ehi ci sono io adesso non ti preoccupare- gli disse Vartan cercando di tranquillizzarlo ma sembrava non star funzionando. -dove sono gli ospiti?-
-appena si sono accorti di quello che stava succedendo sono corsi fuori a gambe levate- rispose Doris sospirando. -come sta andando?-
-non lo so, non me ne sono accorto- rispose sinceramente Vartan prendendo un bicchiere e riempiendolo d’acqua per poi porgerlo al bambino. Bambino che lo guardò per un po’ prima di prendere il bicchiere in mano e iniziare a bere scosso ancora dai singhiozzi.
-non possiamo lasciarlo da solo- disse Doris osservando il bambino che beveva con calma l’acqua lanciando sguardi confusi in direzione sua e di Varta. Stava semplicemente cercando di capire cosa stesse succedendo intorno a se.
-ti fidi di me?- chiese Vartan al bambino che lo osservò attentamente prima di annuire anche se con un po0 di titubanza. -mi prenderò cura io di te adesso- continuò il biondo accarezzando una guancia del bambino che gli sorrise debolmente visto che la tristezza aveva velato nuovamente i suoi occhi.
-ne sei sicuro?- chiese Doris leggermente preoccupata non sapendo se il ragazzo sarebbe riuscito ad occuparsi di un bambino.
-non ti preoccupare i miei nipoti mi adorano- sospirò Vartan pensando a quanto gli mancavano quelle due bestioline. Sperava che tutto si potesse risolvere nel migliore modo possibile per riabbracciarli.
-se per il bambino va bene io non mi oppongo- si arrese Doris anche perché Vartan sembrava tenere molto a quella povera creatura spaventata che aveva salvato da morte centra.
Il bambino annuì come per rispondere alla domanda sottointesa della donna che sorrise ai due e andò verso la porta della locanda per sbirciare quello che stava succedendo fuori.
-come ti chiami?- chiese Vartan al bambino dopo aver preso uno straccio pulito e, bagnato con un po’ d’acqua, a togliere lo sporco dal volto del piccolo.
-Sylas- rispose con voce roca il bambino poggiando il bicchiere ormai vuoto sul bancone al suo fianco.
-bene Sylas io sono An, mi prenderò cura di te per un po’- disse Vartan. Non sapeva quanto tempo sarebbe rimasto ad Ur e quindi non voleva assolutamente dare false speranze al bambino. Poteva solo stargli accanto per quel poco tempo che sarebbe rimasto ad Ur visto che non aveva il coraggio di farlo vivere da solo per strada.
Sylas annuì lasciando che An gli pulisse completamente la faccia asciugandogli anche qualche lacrima che stava scendendo silenziosa dai suoi occhi, aveva capito che li era sicuro ed era rimasto solo il dolore per la perdita della sua famiglia.
-cosa sta succedendo?- chiese poi Vartan a Doris che era rimasta alla porta a guardare il disastro all’esterno.
-adesso non sta passando nessuno e cosa non mi piace- rispose Doris per poi ritornare dai due ragazzi e osservare attentamente il bambino con i vestiti completamente strappati e sporchi. -Sali su e fai fare un bagno a Sylas, nel magazzino dovrebbero esserci dei vestiti puliti anche per lui visto che ogni tanto la gente si dimentica qualcosa- An annuì e prese in braccio Sylas prima di fare quello che gli era stato detto da Doris anche se aveva leggermente paura di lasciare da sola Doris a gestire la locanda.
-ti chiamo se ci sono problemi- disse la donna capendo perfettamente le preoccupazioni di Vartan che le sorrise prima di sparire dalla sua vista.
Doris sospirò e con calma iniziò a sistemare la locanda, aveva già tolto i corpi morti dei due soldati non appena Vartan era uscito a combattere, ma non aveva avuto il tempo di sistemare gli arredi.
Mentre dava le spalle alla porta della locanda essa venne aperta e Doris si girò pronta ad urlare a Vartan ma si bloccò di colpo vedendo che la persona entrare non era altri che Thalles, sporco dalla testa ai piedi di sangue.
-tutto bene?- chiese la donna indicando una sedia al castano e quest’ultimo si sedette.
-abbiamo catturato quelli rimasti ancora vivi. Credo che siamo riusciti a bloccarli finalmente- rispose Thalles controllandosi il braccio destro che stava leggermente sanguinando -qui com’è andata?-
-tutto bene, i miei clienti sanno farsi valere- rispose Doris. -vuoi che ti controlli il braccio?-
-no, devo ritornare a palazzo e spiegare tutto a Yasmin. Sono passato solo per vedere An- rispose il castano che aveva cercato il biondo per tutta la locanda senza trovarlo, gli aveva detto che gli avrebbe spiegato cosa stesse succedendo.
-è di sopra se vuoi te lo chiamo- disse Doris sorridendo in direzione del castano che scosse la testa.
-non ti preoccupare posso anche passare più tardi- disse prontamente il castano. Molto probabilmente An sapeva già cos’era successo avvisato da Doris e quindi la sua presenza li era pressoché inutile.
-come vuoi, lo avviserò di quello che è successo allora- disse Doris sospirando. Vedeva chiaramente quanto Thalles tenesse ad An e le faceva male sapere che non sarebbe mai stato ricambiato dal biondo.
Il castano si alzò dalla sedia e fece per uscire dalla locanda quando una voce richiamò la sua attenzione:
-ehi- Vartan stava ritornando giù per chiedere a Doris le chiavi del magazzino che era chiuso appunto quando aveva notato Thalles che se ne stava andando -stai bene?- chiese Vartan preoccupato vedendo un rivolo di sangue uscire dal braccio del castano.
-si- rispose Thalles felicissimo di essere riuscito a vedere Vartan che sembrava come se avesse combattuto per quanto male era messo.
-siete riusciti a batterli?- chiese ancora Vartan scendendo completamente le scale e iniziando a controllare le condizioni del castano.
-credo di si, ne abbiamo catturati un bel po’- rispose Thalles davvero sorpreso del comportamento del ragazzo.
-non azzardarti mai più a combattere dopo aver bevuto mi hai fatto preoccupare-
-ma è andato tutto bene, perché ti preoccupi?- chiese Thalles non capendo il comportamento del biondo.
Vartan lo guardò scuotendo la testa per poi prendere il volto di Thalles tra le mani e baciandolo sulle labbra lasciando il castano completamente immobile.
 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Vartan si staccò velocemente dalle labbra di Thalles nascondendo il volto dietro i suoi capelli biondi, che si erano sciolti dalla coda che si era fatto, e si girò verso Doris che lo stava guardando tra il felice e il confusa.
-mi serve la chiave del magazzino- disse Vartan a bassissima voce mentre la donna sospirava e gli dava la chiave che aveva attaccata insieme a tutte le altre al portachiavi della sua cintura. -grazie- rispose il biondo per poi tornare al piano superiore senza aggiungere altro.
-dimmi che non l’ho immaginato- sussurrò Thalles continuando a guardare in direzione delle scale.
-è successo veramente ma non farti strane idea- disse sospirando, per l’ennesima volta, Doris. -credo che l’abbia fatto solo perché preoccupato e non per altro-
-mi ha comunque baciato e dovrà darmi una spiegazione, non ora perché se non torno mia sorella mi ammazza ma dovrà farlo- e così dicendo il castano uscì dalla locanda con il sorriso stampato sul volto. Sapeva che non era tanto bello andare in giro sorridendo quando tutto intorno a lui c’erano i suoi soldati che cercavano di prendere tutti i corpi morti e dare loro in seguito una degna sepoltura. Ma non riusciva davvero a togliersi quel sorriso dalle labbra: An lo aveva baciato e di sua spontanea volontà. Non lo aveva costretto a fare qualcosa che non voleva.
Accelerò il passo visto che veramente doveva andare ad avvisare la sorella ed Helia di quello che era successo.
-non servi so già tutto- disse Yasmin una volta che vide entrare il fratello nella sala del trono dove si trovavano sia lei che Helia.
-non mi hai dato nemmeno il tempo di arrivare e poi chi ti avrebbe avvisato?- chiese Thalles incrociando le braccia al petto anche se non era stata una buona idea visto che la ferita era ancora aperta e gli faceva davvero male.
-lord Jack- rispose la donna storcendo la bocca nel dire quel nome.
-fa parlare me okay?- disse con un leggero sorriso Thalles alla sorella -anche se arrivo in ritardo-
-va bene, parla- si arrese Yasmin alzando gli occhia al cielo.
-siamo riusciti a bloccare l’invasione anche se ci sono state un bel po’ di perdite tra i cittadini visto che hanno scalato le mura. Quelli che non abbiamo ucciso li abbiamo catturati e portati nelle prigioni del castello per cercare di capire se li abbiamo presi tutti oppure no- concluse Thalles mentre Yasmin annuiva.
-Jack non mi aveva detto dei cittadini- disse poi la donna che lanciò un veloce sguardo al marito.
-visto che ti devi fidare di me? Ora se non ti dispiace vorrei cortesemente andare a farmi curare le ferite- e dopo aver visto la sorella annuire si incamminò verso l’infermeria, infermeria che era completamente piena di gente. Thalles non vedeva nemmeno l’ingresso dell’infermeria per quanto era lunga la fila e dopo aver aspettato per un’oretta buona senza muoversi di un millimetro decise di tornare alla locanda.
Avrebbe chiesto ad An di aiutarlo con le ferite, visto che sembrava che anche il biondo non stesse messo meglio di lui, e poi gli avrebbe chiesto spiegazioni per quel bacio. Le doveva assolutamente avere ed era meglio togliersi il pensiero prima e non fantasticare per poi rimanere ancora più delusi.
-ciao Doris- palesò la sua presenza Thalles entrando nella taverna che si era riempita dall’ultima volta che era entrato ma di certo non era piena da richiedere li anche la presenza di Vartan che il castano infatti non aveva ancora visto.
-non dovevi fare altro tu?- chiese la donna leggermente curiosa e confusa soprattutto di ritrovarlo li.
-ho fatto ma non possono curarmi questa- disse il castano indicando la ferita sul suo braccio che stava peggiorando sempre più.
-questo non è un’infermeria- borbottò Doris facendo però cenno a Thalles che poteva salire le scale. Aveva capito che il castano voleva parlare con Vartan e non lo avrebbe fermato.
Thalles sorrise alla donna e iniziò a salire velocemente le scale sperando di trovare subito il biondo e fu accontentato visto che per poco entrambi non andarono a sbattere l’uno sull’altro.
-che ci fai qui?- chiese Vartan mentre le sue guance iniziavano a colorarsi di rosso. Aveva baciato Thalles solamente perché si era preoccupato da morire per la sua vita e non per altro (almeno era quello che voleva credere).
-mi dai una mano?- disse indicando la sua ferita sul braccio -e poi dobbiamo parlare- Vartan sospirò guardando il castano prima di fargli cenno di seguirlo. Il re di Lagash lo accompagnò in quella che era diventata la sua camera. Thalles seguì con calma il biondo osservandolo attentamente, sembrava essersi ripulito dopo averlo baciato e quindi aveva un aspetto migliore del solito ma a Thalles An era anche piaciuto completamente sporco di terra e sangue.
Vartan aprì lentamente la porta facendo cenno al castano di restare in silenzio e Thalles si chiese il perché, perché che si palesò davanti ai suoi occhi nei panni un bambino che stava tranquillamente dormendo sull’unico letto presente nella camera. Thalles guardò interrogativo An ma il biondo era nuovamente uscito dalla camera lasciandolo da solo con quel bambino.
 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


-chi è?- sussurrò Thalles osservando il bambino che stava dormendo al suo fianco mentre An gli stava fasciando la ferita sul suo braccio.
-l’ho salvato dalla morte durante la battaglia- rispose sempre a bassissima voce il biondo cercando di non guardare negli occhi Thalles, sapeva che fino alla fine avrebbe dovuto affrontarlo ma in quel momento non ne aveva voglia.
-non puoi evitare l’argomento visto che sei stato tu a baciarmi- disse proprio Thalles facendo bloccare sul colpo Vartan che lo guardò per qualche secondo prima di tornare a fare il suo lavoro. -non puoi baciami e poi pretendere che io non ti chieda il significato. Guarda che potevo tranquillamente baciarti appena ci siamo scontrati ma non l’ho fatto perché voglio capire-
-non c’è niente da capire. L’ho fatto solamente perché mi hai fatto preoccupare ma non lo devi interpretare come: “hai campo libero”- disse allora Vartan facendo un respiro profondo -è stato solo un gesto istintivo erroneo-
-ne sei sicuro? La maggior parte delle volte l’istinto ha ragione- provò a dire Thalles anche se il suo cuore gli aveva fatto male a sentire quelle parole.
-anche se avesse ragione non ho nessuna intenzione di stare nuovamente con qualcuno soprattutto se è un soldato- rimarcò il concetto Varta. Si, nonostante tutto Thalles gli piaceva e anche tanto ma non voleva sentirsi come quando era morto Marc.
-non ti sto chiedendo di stare con me per sempre ma almeno provarci. Mi piaci, mi piaci tantissimo- continuò Thalles, non voleva arrendersi soprattutto quando aveva capito che i suoi sentimenti erano ricambiati dal biondo.
-perché insisti? All’inizio mi volevi morto perché mi credevi una spia e poco dopo vuoi baciarmi e chissà cos’altro- protestò Vartan.
-lasciati andare- e dicendo ciò Thalles si avvicinò al moro baciandolo a sorpresa. Vartan si scansò velocemente guardandolo malissimo.
-non lo fare- sussurrò il biondo che voleva solamente gridare ma non poteva visto che Sylas stava dormendo e non voleva disturbarlo.
-lo vuoi anche tu- disse invece Thalles fiondandosi nuovamente sulle labbra del binodo senza dagli possibilità di scansarsi. Vartan quindi si trovò ad essere bloccato tra il materasso del letto e il corpo muscoloso di Thalles mentre quest’ultimo gli infilava la lingua in bocca approfondendo quel bacio che da troppo tempo entrambi volevano.
Thalles stava anche per togliere la camicia di lino al biondo quando Vartan lo bloccò. -non qui- disse in un sussurro. Ormai era troppo eccitato per poter far smettere il castano e la cosa più importante in quel momento era non svegliare Sylas quindi li non potevano stare.
-e dove?- chiese sorridendo il castano che aveva perfettamente capito di aver vinto in quel momento.
Varta non rispose a parole ma si alzò dal letto trascinandosi dietro Thalles in una delle camere li vicine che era anche vuota. Per loro fortuna Doris era solita lasciare le camere vuote aperte e quindi poterono intrufolarsi la dentro senza problemi.
Thalles non diede a Vartan nemmeno il tempo di chiudere la porta che subito lo baciò facendolo sbattere contro il legno della porta della camera e quindi chiudendola in quel modo. Vartan rispose al bacio mettendo le braccia intorno al collo del castano e facendosi guidare dal soldato. Thalles gli mise le mani suoi fianchi togliendogli velocemente la camicia di lino prima di prenderlo in braccio e buttarlo sul letto presente nella camera per poi salirci sopra a cavalcioni.
Thalles spostò le sue labbra su tutto il viso del biondo per poi scendere nell’incavo del collo e successivamente su tutto il petto fino ad arrivare a baciare la cicatrice presente sulla pancia.
-come te la sei fatta questa?- chiese il castano ad un soffio dalla cicatrice che aveva attirato quasi completamente la sua attenzione.
-non ti riguarda- sospirò Vartan che non voleva assolutamente che Thalles si fermasse e soprattutto non voleva che gli facesse domande in quel momento.
-come vuoi- sussurrò Thalles facendo correre un brivido per tutto il corpo del biondo prima di tornare ad impossessarsi delle labbra di Vartan e spogliarsi completamente. Per quanto aveva voglia di prolungare quel momento il più possibile non era ne il momento ne il luogo per farlo. Qualcuno sarebbe potuto entrare in qualunque momento, anche la stessa Doris.
-aspetta- sussurrò Vartan sulle sue labbra.
-non puoi tirarti indietro adesso- disse Thalles baciandolo nuovamente e iniziando ad accarezzagli un fianco scoperto.
-non è questo- riuscì a dire il biondo -io non lo faccio da cinque anni quindi vai piano- lo avvisò poi baciandolo vedendolo annuire.
Dopo Marc non aveva avuto nessun altro e quella sarebbe stata la sua prima volta dopo tanto tempo, un po’ era spaventato soprattutto perché non sapeva come sarebbero andate dopo le cose e stava venendo meno alla sua promessa.
-starò attento- disse Thalles entrando dentro il biondo e catturandogli un gemito di dolore tra le labbra, non potevano nemmeno permettersi di urlare in quel momento anche se il castano avrebbe davvero tanto voluto sentire i gemiti del suo bel biondo.
I gemiti di dolore si trasformarono presto in piacere e Vartan strinse ancora più a se il castano approfondendo ancora di più il bacio. E i due continuarono a baciarsi fino a quando non finì l’amplesso e anche dopo lasciandoli completamente esausti tanto che Thalles si lasciò cadere sopra al biondo troppo esausto per potersi reggere un altro po’ da solo.
-sei pesante- sussurrò Vartan cercando di riprendersi da quello che era appena successo in quella camera. Thalles non rispose ma si lasciò scivolare di lato per non pesare più al biondo.
-visto che non era poi così male?- disse dopo un po’ Thalles sorridendo al biondo che teneva lo sguardo fisso sul soffitto della camera.
-non ho mai affermato il contrario- gli rispose Vartan girando lo sguardo verso il castano e incatenando il suo azzurro in quello ambra dell’altro.
-ma non mi volevi-
-è complicato- sussurrò Vartan chiudendo gli occhi prima di mettersi seduto e cercare i suoi vestiti per la stanza -dobbiamo sistemare prima che Doris se ne accorga-
-e tu semplifica tutto- Thalles sorrise dicendo quelle parole prima di baciare nuovamente il biondo, ma questa volta fu un bacio molto più calmo dei precedenti.
 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-quindi state insieme- disse Doris a Vartan una settimana dopo l’attacco dei nomadi delle montagne. La donna aveva visto tutti i giorni Thalles alla locanda e cosa più importante non gli erano passati inosservati i baci che i due si davano quando potevano, o meglio i baci che Thalles dava a Vartan. La cosa era diventata così evidente che Doris si era detta che poteva tranquillamente parlare con il re di Lagash della cosa.
-non stiamo insieme, è solo momentaneo- rispose invece Vartan lanciando uno sguardo veloce a Sylas.
Il bambino si era ambientato abbastanza bene in quella settimana e la maggior parte del tempo lo passava affianco a Vartan che gli stava insegnando a scrivere. Infatti in quel momento Sylas era intento ad incidere qualcosa su una pietra. Era quello il metodo che Vartan aveva trovato per far imparare il bambino visto che li non avevano ne carta e ne calamaio per esercitarsi. Vartan aveva fatto vedere come si scriveva sopra una pietra liscia e Sylas aveva preso a copiare i vari caratteri su altre pietre. Migliorava ogni giorno e Vartan ne era davvero fiero.
-ti piace e tu piaci a lui- disse semplicemente Doris.
-non potrebbe funzionare a lungo lo sai. Sto cercando solo di non farmi troppe aspettative perché sono sicuro che poi starei peggio-
Come se fosse stato richiamato dalla conversazione dei due Thalles entrò proprio in quel momento nella locanda e dopo aver lanciato un sorriso in direzione di Sylas, che gli rispose alla stessa maniera, si diresse verso Vartan lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra.
-buongiorno- disse poi a Doris sedendosi a quello che ormai era diventato il suo posto: perfettamente difronte ad An in modo da poterne vedere tutti i movimenti.
-buongiorno- rispose la donna -immagino il solito- e dopo che Thalles ebbe annuito andò a preparargli il boccale di birra lasciando i due ragazzi da soli.
-secondo te se chiedo a Doris di portati via per tutto il pomeriggio si arrabbia?- chiese poi il castano al biondo.
-cosa vuoi fare?-
-passare un po’ di tempo con te, voglio conoscere meglio il mio ragazzo-
-non sono il tuo ragazzo- disse Vartan alzando gli occhia al cielo.
-e allora cosa siamo noi?- chiese Thalles che non voleva far vedere all’altro che era rimasto male dalle parole che aveva appena detto.
-niente- rispose Vartan. In realtà non sapeva nemmeno lui cosa fosse quella specie di relazione che aveva intrapreso con Thalles e di certo non sarebbe diventato qualcosa di serio. Prima o poi il suo lavoro li sarebbe finito e sarebbe tornato a Lagash perché doveva assolutamente tornare al suo regno.
-andiamo non puoi dire che tra di noi non ci sia niente. C’è attrazione fisica sicuramente e io voglio conoscerti meglio perché voglio qualcosa di serio con te- rivelò Thalles lasciando Vartan senza parole. Pensava che il ragazzo stesse solo cercando un’avventura momentanea e non il suo fidanzato!
-io non voglio niente di serio e lo sai- rispose dopo un po’ Vartan.
-non credo tu sia sicuro di questo- continuò ad insistere Thalles. Vedeva che An ci teneva a lui e non voleva lasciarsi scappare un ragazzo così bello.
-lo sono e soprattutto lo è la mia sanità mentale. Ti ho già detto che il mio ragazzo era un soldato ed è morto in battaglia, non reggerei un'altra cosa simile!- disse incazzato Vartan guardando male il castano.
-non è detto che io muoia- rispose Thalles.
-non mi interessa niente, non voglio una relazione seria e basta. Chiuso il discorso- e Vartan se ne andò da dietro il bancone per servire gli altri clienti della locanda.
-lo hai fatto arrabbiare di nuovo- disse Doris quasi ridacchiando tornado con l’ordine del castano.
-non era mia intenzione, voglio solamente conoscerlo di più-
-devi dargli tempo, la ferita è ancora aperta nel suo cuore- sospirò Doris guardando in direzione del biondo.
-quando fa così mi fa salire il dubbio che sia davvero una spia e che stia con me solo per carpire informazioni importanti- borbottò Thalles incrociando le braccia al petto.
-se fosse davvero una spia non avrebbe fatto tutte queste storie anzi sarebbe stato il primo a buttarsi a capofitto nella vostra relazione. Ma non è stato così, sei stato tu ad insistere con lui- gli fece notare Doris. Che poi la donna pensava che la situazione fosse più che assurda visto che Vartan era li per capire come si comportava la famiglia reale e non aveva nemmeno l’idea che Thalles ne facesse parte.
Thalles stava per aggiungere altro ma si bloccò vedendo che An stava andando verso di loro senza degnare di uno sguardo il castano.
-possiamo almeno parlare un po’? Qui fuori?- tentò di chiedere Thalles lanciando uno sguardo d’aiuto in direzione di Dorsi.
-va bene- borbottò Vartan vedendo che Doris annuiva alla sua risposta. I due ragazzi quindi uscirono dalla locanda e si fermarono al centro della piazza. Vartan incrociò le braccia al petto e guardò Thalles aspettando che parlasse.
-dimmi un po’ di te-
-perché?- chiese Vartan che non aveva nessuna intenzione di parlare di se. Poteva involontariamente dire qualcosa di troppo e non era minimamente il caso.
-voglio conoscerti! Io ho una sorella ed è l’unica famiglia che mi è rimasta- iniziò Thalles capendo che An non avrebbe iniziato a parlare.
-ho un fratello più grande che è sposato e ha dei figli- borbottò Vartan, almeno quello poteva dirlo. Era una cosa abbastanza generica anche se doveva stare attento a non dire che era sposato con un uomo. Thalles avrebbe capito subito tutto.
-non ti mancano?- chiese curioso Thalles, ormai An era li da mesi e non era mai uscito dalle porte di Ur.
-ovviamente, ma devo dimostrare di sapermela cavare anche da solo-
-perché proprio Ur allora? Non potevi andare in una città più vicina?- chiese Thalles e se ne pentì subito notando lo sguardo di fuoco del biondo.
-è un interrogatorio? Oddio tu non ti fidi di me!- Vartan rise -vedi perché non mi fido più della gente? Lasciami stare- e così dicendo il biondo tornò nella locanda lasciando completamente da solo Thalles che si morse il labbro inferiore per non gridare. Aveva appena fatto una cazzata enorme che non avrebbe mai potuto risolvere.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


-mi sembri stanca- disse Helia avvicinandosi alla moglie che si era appena accasciata sul suo trono. Era da un paio di giorni che Yasmin si sentiva strana ma aveva dato la colpa al troppo stress. Ora però la ragazza iniziava ad immaginare che non fosse solo per quello e il fatto che anche Helia le avesse detto qualcosa non prometteva nulla di buono.
-non so cosa mi sta succedendo- rispose Yasmin facendo un leggero sorriso in direzione del marito. Era davvero assurdo come in pochissimo tempo erano riusciti ad instaurare un legame tale da permettergli di capirsi anche solo con lo sguardo. Quando Yasmin aveva deciso di sposarsi per poter portare avanti il suo regno mai avrebbe pensato di essere così fortunata.
-secondo me dovresti toglierti quella trappola mortale- ed Helia indicò il corsetto della ragazza -da quando te lo sei messo sembri più pallida e non vorrei ti facesse star male- Yasmin ci pensò un po’ su prima di mettersi dritta sul trono e dare le spalle al moro prima di alzarsi i capelli. La sua era una richiesta implicita che Helia capì immediatamente e si mise a slacciare i nodi che tenevano fermo il corsetto della ragazza. Quando ebbe finito Yasmin poté tirare un sospiro di sollievo visto che si sentiva leggermente meglio.
-evita di mettertelo se stai male. Sei la regina puoi fare quello che vuoi- le disse il moro accarezzandole una guancia prima di baciarla sulle labbra.
-se ne usciranno con un: “non è consono”-
-sei tu la regina non loro, devi decidere tu per te stessa- Helia baciò la castana sulle labbra strappandole un sorriso mentre lanciava via il corsetto che finì a terra e fu prontamente preso da un servitore.
-io non lo metto più quel coso- borbottò Yasmin continuando poi a baciare il moro. Non si sentiva ancora tanto bene nonostante si fosse tolta il corsetto ma ciò non le impediva di baciare il marito.
-dobbiamo avvisare anche Thalles di quello che è successo- disse dopo un po’ Helia sospirando. Il cognato da un po’ di giorni a quella parte non partecipava più tanto attivamente alle riunioni e il ragazzo si stava preoccupando così come Yasmin anche se la regina tendeva a non farlo vedere. Entrambi avevano capito che era successo qualcosa di molto grave se il ragazzo se ne stava per fatti suoi e soprattutto nervoso ma nessuno dei due aveva avuto il coraggio di chiedere cosa fosse successo.
-secondo te cos’ha?- chiese Yasmin andando a sedersi sulle gambe del marito per stare più comoda. Baciarsi stando seduti sui due troni non era molto comodo.
-problemi di cuore? Mi sembra l’unica cosa sensata visto i suoi sbalzi d’umore- rispose Helia. Thalles infatti era passato da una settimana in cui sembrava essere al settimo cielo senza considerare nessuno a una settimana in cui sembrava un morto vivente.
-non mi ha detto niente. Di solito mi dice quando trova qualcuno, soprattutto avrebbe dovuto dirmelo visto che lo sto obbligando ad un matrimonio- rispose Yasmin togliendosi la corona d’oro e mettendo la testa tra l’incavo del collo del marito chiudendo poi gli occhi e sospirando cullato dal dolce odore che aveva imparato ad amare.
-a questo punto credo che se vorrà sarà lui a parlarcene ora è più importante informare Thalles dell’attacco- a quelle parole Yasmin annuì e fece per alzarsi ma non ce ne fu bisogno visto che l’oggetto della loro discussione arrivò in quel momento nella sala del trono con la faccia distrutta.
-Thal tutto okay?- chiese Yasmin facendo alzare di scatto la testa al castano che sembrava non essersi accorto della loro presenza.
-scusatemi stavo andando in camera- rispose il castano evitando accuratamente la domanda della sorella. Infatti gli appartamenti della famiglia reale si trovavano dietro la sala del trono e l’unico modo per accedervi era proprio passare dietro ai due troni.
-aspetta- disse invece Yasmin facendosi leggermente seria -il re di Lagash ha attaccato Halaf e l’ha conquistata-
-cosa? Ma non era del fratello?- chiese Thalles completamente sconvolto da quella notizia, come poteva uno attaccare il proprio fratello?
-si e a quanto pare ha attaccato. Sappiamo che è riuscito a prendere il controllo della città. Dobbiamo stare attenti perché di sicuro il prossimo passo sarà attaccare Ur. Devi raddoppiare le difese sulle mura, so che abbiamo perso parecchia gente durante l’attacco dei nomadi delle montagne ma non possiamo permettere che il nostro regno cada nuovamente nelle mani del re di Lagash-
-farò subito il possibile, ma quando l’avete avuto questa informazione?- chiese il castano non riuscendo ancora a capacitarsi della cosa.
-oggi durante la riunione che tu hai saltato come tutte le altre- rispose la ragazza incrociando le braccia al petto.
-scusami non è periodo. Mandiamo anche qualcuno a controllare la situazione ad Halaf? Così possiamo vedere i loro movimenti e in caso raddoppiare le difese-
-ci abbiamo già pensato e sono andati lord Jack e lord William- disse Helia alzando gli occhi al cielo.
-e perché proprio lord Jack?-
-perché si è proposto volontario, non abbiamo avuto scelta- gli disse Yasmin iniziando a giocare con una sua ciocca di capelli mentre Thalles la stava scrutando attentamente.
-ti sei tolta il corsetto- asserì poi.
-mi stava dando fastidio e poi sono la regina e posso decidere cosa fare-
-finalmente!- rise Thalles cosa della quale fu felice Yasmin, amava vedere il fratello sorridere. -sicura che non ci sia altro dietro?- chiese poi il castano alzando un sopracciglio facendo aggrottare la fronte a Yasmin per capire cosa avesse elaborato la mente del ragazzo.
-che intendi?- chiese la ragazza non capendo, in realtà ci aveva rinunciato non trovando niente di possibile.
-oh no lo devi capire da sola. Vado ad avvisare le truppe per la difesa ci vediamo a cena- e così dicendo Thalles tornò da dove era venuto lasciando perplessa la sorella, e anche un po’ irritata, mentre Helia aveva iniziato a farsi una mezza idea di quello che poteva aver pensato il cognato. Solo non voleva dirlo alla moglie perché aveva paura la prendesse come un’imposizione e non voleva.
-tu hai capito cosa intendeva vero?- chiese però Yasmin a bassissima voce.
-probabile-
-me lo dici? Mi fate preoccupare se no-
-non è niente e potrei anche aver interpretato male, andiamo in camera- e per confermare le sue parole il moro baciò la moglie facendole perdere interesse per l’argomento, almeno per il momento.
 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Vartan stava tranquillamente spiegando a Sylas come scrivere una frase di senso compiuto quando la porta della locanda si aprì di colpo, nonostante la locanda avesse chiuso, rivelando poi la presenza di Thalles che aveva uno sguardo furente.
-Thalles tutto bene?- chiese Doris notando il castano e lanciando uno sguardo preoccupato a Vartan. Dopo che avevano litigato i due ragazzi non si erano più parlati e Doris quasi sorpresa si era ritrovata a raccogliere i pezzi del biondo. Biondo che nonostante tutto si era realmente affezionato a Thalles.
-no- disse il castano dirigendosi a passo di marcia verso Vartan che lo stava guardando parecchio confuso. Cosa voleva adesso? -sei uno stronzo lo sai?-
-non capisco cosa tu stia dicendo- rispose Vartan alzandosi lasciando una carezza sui capelli castani di Sylas -cosa vuoi adesso? Non ti basta avermi trattato di merda?-
-te lo sei meritato spia del cazzo-
-ti ho già detto che non sono una spia perché non lo vuoi capire?- protestò Vartan incrociando le braccia al petto e guardando malissimo il castano.
-a no? Perché ora ne sono più che certo! Ho lasciato perdere la questione perché pensavo di essermi sbagliato, di essere prevenuto nei tuoi confronti ma il fatto stesso che tu non voglia rispondere alle mie domande e dopo quello che è successo oggi ne ho la conferma. Sei qui solo per dire ai tuoi stupidi amici di Lagash quando attaccare- Thalles era furioso. Quando aveva scoperto che il re di Lagash aveva attaccato il suo stesso fratello non voleva crederci ma alla fine la cosa si era rivelata vera e aveva fatto due più due: An era li per spiarli e far attaccare il re di Lagash al momento giusto.
-non voglio rispondere alle tue domande perché sei troppo insistente. E non sono una spia altrimenti sarei dovuto uscire minimo tutti i giorni per dare informazioni cosa che non ho fatto- disse Vartan mordendosi il labbro per la rabbia -e poi cosa cazzo è successo per farti sclerare in questo modo?-
-ragazzi per favore calmatevi- cercò di bloccarli Doris ma senza successo visto che i due sembravano volersi uccidere con lo sguardo.
-e me lo chiedi anche? Dovresti sapere i piani del tuo fottuto re! Sai benissimo cos’è successo-
-no! Non capisco di cosa cazzo tu stia parlando-
-allora ti rinfresco la memoria: il tuo re ha appena conquistato Halaf-
-che?- chiese confuso Vartan sgranando gli occhi, in che senso il re di Lagash aveva conquistato Halaf se lui era il re e si trovava li? -non è possibile- sussurrò poi scuotendo la testa pensando a suo fratello e soprattutto ai suoi nipoti.
-ora fai il finto tonto? Il re di Lagash ha attaccato Halaf e si sta spostando qui- disse Thalles non riuscendo a capire come mai An stesse cercando di nascondere il tutto.
-non è possibile. Chi cazzo ha detto ciò?- Vartan stava tremando e Doris se ne accorse avvicinandosi al ragazzo e mettendogli una mano sul braccio, infondo era l’unica che sapeva la vera identità del biondo.
-sei sicuro di quello che stai dicendo?- chiese allora la donna a Thalles.
-certo che si! non mentirei mai su una cosa del genere- rispose Thalles non capendo perché Doris gli stesse facendo quella domanda. Doveva essere dalla sua parte non da quelle di An.
-è impossibile- continuò a dire Vartan scuotendo la testa. Qualcuno si era di sicuro inventato la cosa visto che lui era li e soprattutto non avrebbe mai attaccato suo fratello e poi non gli era mai interessato il potere.
-no, non lo è. La puoi smettere con questa farsa? Se vieni con me al castello cercherò di non farti uccidere- addolcì poi il tono Thalles vedendo quanto veramente fosse scosso il biondo. Infondo provava ancora dei sentimenti fortissimi per il ragazzo.
-non sono una spia Thalles- sussurrò Vartan chiudendo gli occhi -ma se mi puoi portare dalla regina te ne sarei grato devo capire cosa sta succedendo- disse risoluto Vartan decidendo di lasciare da parte il ragazzo che lavorava nella locanda e per diventare il re di Lagash. Doveva capire chi aveva realmente attaccato Halaf e perché. E soprattutto doveva sapere se suo fratello, Ciel e i suoi nipoti erano ancora vivi.
-perché dovrei farlo? Sei una spia di Lagash, se vuoi costituirti e dirci i piani del tuo re okay altrimenti no. Saresti solo un pericolo per la regina-
Vartan a quelle parole lanciò uno sguardo a Doris. Sapeva che se non avesse detto la verità a Thalles il castano non si sarebbe mosso ma voleva comunque l’aiuto della donna che capendo le sue preoccupazioni annuì.
-okay sono di Lagash questo è vero ma non sono una spia come credi, sono qui solo per controllare se la regina è in grado di governare Ur, cosa che sa fare perfettamente. E quello che dici riguardo al re di Lagash non può essere vero perché sono io il re di Lagash e sono stato qui tutto il tempo- risvelò Vartan e vide chiaramente lo sguardo di Thalles sgranarsi all’inverosimile e bloccandosi per un tempo che sembrò infinito.
-eh?- riuscì a chiedere poi il castano che non riusciva ancora a crederci.
-sono il re di Lagash ed era per questo che non potevo risponderti a quelle domande e credimi non ho attaccato io Halaf-
-aspetta un attimo che cazzo ci fa qui il re di Lagash?- disse poi Thalles iniziando a ragionare e cercare di non pensare al fatto di esserci andato a letto con quel ragazzo.
-te l’ho detto dovevo controllare se la regina poteva governare Ur! Sono anni che io e mio fratello cerchiamo qualcuno che possa governare Ur, non abbiamo mai voluto farlo noi, e abbiamo mandato una lettera alla regina per poterle parlare e decidere insieme come agire ma non abbiamo ricevuto risposta e quindi sono venuto qui- spiegò Vartan sospirando.
-cazzo- sussurrò Thalles mettendosi una mano tra i capelli -l’avevo detto a quella stronza di leggerla la lettera. Aspetta, ma se tu sei qui e Halaf è stata veramente attaccata chi è stato?- chiese Thalles quasi spaventato dalla cosa e leggendo lo stesso spavento nello sguardo di Vartan.
-non lo so-
 

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


-sicuro che la regina non si arrabbierà se arriviamo senza preavviso?- chiese Vartan a Thalles mentre i due stavano camminando uno affianco all’altro nei corridoi del palazzo di Ur per andare a parlare proprio con la regina. Dopo che Vartan aveva spiegato tutto al castano i due si erano incamminati verso il palazzo mentre Doris aveva promesso di stare attenta a Sylas che all’inzio voleva andare con loro ma poi aveva capito che non era il caso.
-stai scherzando?- chiese sconvolto Thalles.
-perché dovrei scherzare su una cosa del genere? Di solito i generali devono avvisare prima di poter parlare con la regina o il re- disse ancora il biondo mentre vedeva la faccia di Thalles farsi ancora più confusa.
-non lo sapevi- realizzò poi il castano dandosi dello stupido da solo. Aveva solo complicato le cose tra lui e Vartan, cose che tra l’altro non sarebbero mai tornate come prima.
-cosa non sapevo?-
-sono il fratello della regina oltre che il generale dell’esercito e ho molta più libertà di movimento- spiegò Thalles sospirando.
-ah- fu il commento i Vartan che tutto si era aspettato tranne quello. Non lo credeva possibile di essersi veramente affezionato al fratello della regina di Ur. Perché doveva sempre piacergli il fratello di un erede di un regno? Davvero era assurdo!
-pensavo lo sapessi visto che sapevi il mio ruolo-
-sapevo solo che eri un generale non immaginavo fossi il fratello della regina- gli spiegò Vartan guardandosi intorno cercando di memorizzare la strada che stavano facendo nonostante i corridoi sembrassero tutti uguali.
-Doris lo sapeva e non ti ha detto niente? Da quanto ho capito conosceva anche la tua vera identità- continuò Thalles a parlare. Era un po’ a disagio perché non sapeva come comportarsi visto che era un re a tutti gli effetti. Avrebbe preferito non saperlo o saperlo prima di andarci a letto. Ovviamente non si era pentito della cosa ma aveva paura di essere stato troppo irrispettoso nei confronti del biondo che aveva scoperto essere un loro alleato.
-no, mi ha detto solo il tuo nome visto che tu pretendevi di conoscere il mio ma non mi hai mai detto il tuo- disse Vartan facendo un leggero sorriso e si sorprese nel notare come Thalles distolse lo sguardo dal sguardo dal suo come se fosse in imbarazzo.
Vartan voleva dire altro al ragazzo ma decise di rimandare a dopo notando che erano arrivati davanti a quella che sembrava essere la porta della sala del trono più che altro per il fatto che si trovavano a proteggerla due guardie.
-devo parlare con mia sorella- disse Thalles alle due guardie che annuirono e una delle due aprì le porte della sala del trono per poi farli accomodare a sparire dietro il trono per andare a chiamare i due sovrani.
Non dovettero aspettare molto prima che Yasmin si palesasse con Helia nella sala guardando confusa il biondo che si trovava insieme al fratello.
-cosa succede? Chi siete?- chiese Yasmin mentre Helia le sistemava la corona sulla testa che si era leggermente storta per la fretta con la quale si erano precipitati nella sala del trono.
-vostra altezza- disse Vartan facendo un leggero inchino con la testa in segno di rispetto -sono Vartan re di Lagash e non ho cattive intenzioni- disse Vartan cercando di non far preoccupare troppo la regina cosa che sembrava non essere riuscita.
-Thalles cosa…-
-aspetta, lui non ha attaccato Halaf! È sempre stato qui ad Ur te lo posso assicurare- la interruppe Thalles, non voleva far interpretare altro alla sorella.
-in che senso?- chiese Yasmin confusa.
-sono venuto ad Ur perché non avete risposto alla lettera che vi avevo mandato e volevo capire se potevamo fidarci di voi per lasciarvi Ur- spiegò Vartan con calma proprio come aveva fatto con Thalles qualche minuto prima.
-non era un ultimatum?-
-certo che no, volevamo qualcuno che potesse gestire Ur- spiegò Vartan con un leggero sorriso con le labbra -comunque ho scoperto da vostro fratello che hanno attaccato il regno del mio e voglio capire chi è stato e sapere se la mia famiglia sta bene. Non ho contatti con loro da mesi ormai- spiegò poi Vartan cercando di non sclerare.
-se non siete stato voi allora chi? I miei lord hanno riferito che si trattava del vostro esercito-
-il mio esercito non si muove fino a quando io non lo ordino quindi non saprei dirlo-
-lord Jack ha mentito, è l’unica possibilità a questo punto- disse Helia intervenendo per la prima volta nella discussione.
-oh di quello già me ne ero fatta una ragione ma chi può aver attaccato?- chiese Yasmin iniziando a camminare avanti e indietro. Okay non era stato il re di Lagash ad attaccare il regno del fratello ma quello non significava che chiunque fosse stato non avesse intenzione di attaccare anche Ur.
-dobbiamo controllare di persona non possiamo più fidarci di Jack, sta complottando contro di noi da quando ci siamo presi Ur- disse Thalles cercando di convincere la sorella. Voleva aiutare Vartan a tutti i contri.
-ve lo dobbiamo- sorrise Yasmin in direzione di Vartan -non dovevo ignorare quella lettera-
-non vi preoccupate quello che è fatto è fatto ma se mi darete una mano per riprendere Halaf ve ne sarò eternamente grato-
-ovviamente vi aiuteremo- rispose Yasmin convinta facendo sorridere anche Vartan e Thalles che guardò il biondo insistentemente.
-vi ringrazio- disse Vartan felice, era andato li per uno scopo e alla fine era riuscito ad avere dallo loro parte Yasmin e soprattutto essere convinto al cento per cento che Ur era in buone, se non buonissime mani.
 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


-vuoi tornare alla taverna?- chiese Thalles a Vartan mentre entrambi uscivano dalla sala del trono avendo finito di parlare con Yasmin.
-devo parlare con Doris e tranquillizzare Sylas, poi verrò qui. È meglio se rimango qui così non perdiamo tempo- spiegò Vartan, si sentiva un po’ male al pensiero di lasciare Sylas visto che si era affezionato tantissimo al bambino, ma doveva farlo.
-ti accompagno, non so se ti fanno entrare poi al castello- disse Thllen non guardando negli occhi il biondo.
-che hai?- chiese infatti Vartan, era da quando aveva detto di essere il re di Lagash che si comportava in modo strano.
-niente, che cosa dovrei avere?- chiese Thalles mentre il suo sguardo iniziava a vagare per i bui corridoi del palazzo di Ur.
-mi stai evitando- borbottò Vartan -hai fatto tanto per attirare la mia attenzione e adesso mi ignori- continuò il biondo mentre entrambi uscivano dal palazzo per andare verso la locanda.
-non è vero- borbottò il castano.
-quindi lo hai fatto solo per capire se ero una spia? Pensavo fossi serio ma a quanto pare mi sbagliavo- disse Vartan indurendo il suo tono e cercando di camminare più velocemente -posso andare anche da solo alla taverna-
-io ero serio- gridò Thalles facendo bloccare Vartan.
-e allora perché mi stai ignorando?- chiese Vartan sempre gridando e voltandosi verso il castano -non insistere per entrare nella mia vita e riuscirci per poi mandare tutto all’aria-
-perché? Me lo chiedi veramente?- chiese Thalles sospirando e avvicinandosi al biondo e facendo arrivare i loro due visi a pochi millimetri di distanza.
-si, te lo sto chiedendo perché non voglio illudermi nuovamente-
-tu sei un re, un fottuto re mentre io sono solo il generale dell’esercito e fratello della regina che ha preso Ur con la forza. Sono niente- rivelò tutti i suoi dubbi Thalles. Vartan gli aveva completamente rubato il cuore e Thalles sapeva perfettamente che non aveva nessuna possibilità con il ragazzo.
-cosa stai dicendo? Non ha senso niente di tutto ciò Thalles. Se fossi stato un normalissimo ragazzo che lavorava nella locanda di Doris sarebbe stato diverso?-
-certo che si!-
-e invece no! Non cambia niente. Ora tu ti prendi le tue cazzo di responsabilità perché non permetterò a nessuno di spezzarmi il cuore una seconda volta- e così dicendo Vartan baciò sulle labbra Thalles lasciando completamente confuso il castano. Castano che però rispose al bacio approfondandolo e tirandosi più vicino il biondo. Quei giorni in cui si erano allontanati erano stati un tormento e adesso che poteva finalmente riavere il ragazzo al suo fianco non lo avrebbe lasciato andare per niente al modo.
-azzardati a spezzarmi il cuore e ne pagherai le conseguenze- sussurrò sulle labbra di Thalles Vartan mentre una lacrima cadeva silenziosa dai suoi occhi. Mai avrebbe immaginato di poter tornare ad amare, non dopo Marc, e sperava davvero che il castano che aveva difronte non avesse intenzione di distruggerlo definitivamente.
-non avevi detto niente soldati?- chiese Thalles asciugando la lacrima del re i Lagash con il pollice.
-sei entrato di forza nella mia vita, non ho avuto altra scelta- rispose invece Vartan chiudendo gli occhi prima di ribaciare Thalles sulle labbra. -andiamo ad avvisare Doris così saluto anche Sylas-
-puoi portalo al castello se vuoi-
-no, non voglio portalo in un posto nel quale starà pochissimo tempo- disse Vartan scuotendo la testa -voglio solo salutarlo e nel mentre cercare un posto per lui-
-va bene- rispose Thalles mettendo una ciocca di capelli di Vartan dietro l’orecchio prima che entrambi riprendessero la marcia verso la taverna, taverna nella quale arrivarono abbastanza velocemente e si sorpresero anche di trovarla vuota nonostante quella fosse ora di punta.
-perché è vuota?- chiese infatti Thalles a Doris mentre Sylas era corso ad abbracciare Vartan felice di rivederlo li.
-è circolata la voce dell’attacco ad Halaf e ovviamente non ci sono molti visitatori e quei pochi che venivano qui a bere non l’hanno fatto per paura di trovarsi nella stessa situazione in cui si sono trovati con i nomadi delle montagne- spiegò una donna mentre osservava attentamente i due ragazzi che aveva difronte intuendo perfettamente che le cose si erano risolte tra loro e ne fu anche parecchio felice, non avrebbe sopportato di vederli divisi.
-io vado al palazzo di Ur, da li potrò seguire meglio tutto- disse allora Vartan tenendo in braccio Sylas che a quelle parole si era fatto leggermente mogio e aveva iniziato a giocare con i capelli del re di Lagash -c’è qualcosa che posso fare per te?-
-vi siete chiariti?- chiese invece la donna e i due ragazzi si guardarono prima negli occhi e poi annuirono alla domanda della donna.
-allora sto bene così. Sono felice che tu stia bene e non voglio niente in cambio-
-davvero posso fare tutto quello che vuoi- insistette il biondo, si sentiva in debito con la donna che lo aveva aiutato e nascosto per tutto quel tempo.
-non mi serve niente, ho già tutto quello che mi serve- Vartan a quelle parole si arrese capendo che la donna gli avrebbe detto sempre la stessa cosa e volse il suo sguardo verso Sylas che teneva la testa bassa.
-non tornerò ad Ur, non nell’immediato- gli disse a bassissima voce anche se sapeva perfettamente che gli altri due presenti nella locanda potevano sentirlo perfettamente.
-lo so- sussurrò il bambino -almeno ti ricorderai di me?- chiese poi con gli occhi lucidi. Vartan gli aveva detto fin da subito che non ci sarebbe stato per sempre e lo aveva accettato, ma non avrebbe mai immaginato così presto.
-certo che si. E ti prometto che quando verrò ad Ur ti farò visita- gli disse Vartan baciandogli una guancia e sentendosi morire nel dover lasciar andare quel bambino.
Sylas a quelle parole si strinse ancora di più tra le braccia del biondo che lo lascò fare baciandogli la testa e tenendolo stretto per quello che parve un tempo infinito.
-grazie di tutto- disse poi Vartan a Doris mentre usciva dalla locanda con le sue cose.
-non morire-
-non lo farò-
 

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


-stai bene?- chiese Narek al marito mentre lo stringeva sempre più a se.
-non ti preoccupare- sussurrò Ciel aprendo gli occhi e controllando i loro due figli che stavano dormendo sdraiati sopra a Narek. I primi giorni della loro prigionia i due bambini non aveva fatto altro che piangere disperati ma poi, tra le rassicurazioni dei genitori, si erano calmati anche se continuavano a stare appiccicati a Narek impauriti.
-certo che mi preoccupo! Spero solo che Vartan riesca a trovarci- disse il biondo iniziando a giocare con una ciocca di capelli mori del marito.
-lo farà, come è riuscito a salvarmi cinque anni fa- lo rassicurò Ciel tornando a chiudere gli occhi. Narek osservò attentamente il marito prima di sospirare.
-sarà una bambina- esclamò poi annuendo convinto delle sue parole ma ricevendo un’occhiataccia da parte di Ciel.
-sono al terzo mese non puoi dire che sarà una bambina- borbottò il re di Halaf mettendosi una mano sulla pancia leggermente pronunciata.
-siamo rinchiusi in una prigione e l’altra volta che è successo tu stavi aspettando una bambina quindi non ci sono dubbi- rispose il biondo sorridendo al moro che continuava a guardarlo male.
-è successo solo una volta e non puoi darlo per certo- gli disse poi guardandosi intorno anche se non c’era niente di nuovo da guardare se non le buie pareti della prigione di Halaf nella quale erano stati messi. Non si erano minimamente aspettati quell’attacco, nemmeno avevano capito chi era stato, e non erano riusciti a fare niente.
-certo che si, Keijo è nato senza una prigionia di mezzo mentre Leena no. Abbiamo le prove-
-è inutile litigare con te- borbottò Ciel.
-ho ragione e tu sei solo invidioso di ciò- continuò Narek, il suo era anche un modo per far distrarre il marito dalla situazione nella quale si trovavano oltre che un’affermazione visto che era sicurissimo sarebbe stata una bambina la loro terza figlia.
I due regnanti avevano scoperto dell’altro erede in arrivo solo pochi giorni dopo la partenza di Vartan da Halaf e non avevano fatto in tempo ad avvisare il biondo che avrebbe avuto un altro nipote da viziare.
-papà- Narek si girò verso Leena che aveva appena aperto gli occhi e lo stava guardando leggermente stanca e anche triste.
-dimmi principessina- sussurrò Narek attirando anche l’attenzione i Ciel che li stava osservando attentamente.
-lo zio Vartan verrà a salvarci?- chiese la bambina stringendosi di più al padre che le sorrise.
-certo tesoro mio, ci salverà- le rispose convinto Narek lasciandole un bacio sui capelli nerissimi e guardando Ciel con la coda dell’occhio che stava sorridendo ai due a sua volta mentre accarezzava con una mano la schiena di Keijo che stava ancora dormendo tranquillamente.
-voglio lo zio Vartan- sussurrò la bambina nascondendo nuovamente la testa nel petto del padre che sospirò.
-abbi un po’ di pazienza sole mio, riusciremo ad uscire da qui.
 




 
-posso farti una domanda?- chiese Thalles mentre lui e Vartan camminavano per la città prima di tornare al castello dopo essere passati dalla locanda.
-dimmi- sussurrò Vartan che si sentiva davvero un mostro ad aver lasciato in quel modo così improvviso Sylas. E si sentiva ancora più male da quando aveva visto come il bambino stava veramente male al pensiero di doversi separare da lui ma allo stesso tempo aveva cercato di nasconderlo e non aveva protestato per la sua decisione.
-ovviamente se non vuoi non rispondere. Volevo conoscere di più sul tuo ex, so solo che era un soldato e che è morto combattendo- spiegò Thalles che aveva ragionato molto prima di fare quella domanda al re di Lagash, ma voleva conoscere tutto dell’uomo che amava (assurdo che gli avesse rubato totalmente il cuore) e ciò significava anche conoscere il suo passato.
-era una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto- sussurrò Vartan chiudendo gli occhi e immaginando il volto di Marc che dopo cinque anni andava sbiadendosi nella sua memoria.
-era il figlio di Goran e credimi non era minimamente come quello stronzo-
-come vi siete conosciuti?- chiese curioso Thalles cercando di approfittare di quel momento per conoscere di più sul suo rivale.
-era il fratello di Ciel, o meglio il fratellastro. Era l’unico a conoscenza della vera identità di Ciel e lo ha rivelato a noi al momento giusto e ci ha anche aiutato a salvarlo- lo sguardo di Vartan si era perso completamente nel voto e Thalles si sentì un po’ male. Quello sguardo era in grado di dire più di mille parole e il castano sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscito ad essere nemmeno una briciola di quello che era stato Marc per Vartan.
-è morto qui a Ur durante la battaglia per togliere la città a Walter. Se solo fossi stato in grado di aiutarlo di più di quanto ho fatto lui sarebbe ancora vivo-
-non dire così, sono sicuro che tu hai fatto tutto quello che era in tuo potere per aiutarlo. Non darti colpe che non hai- gli disse Thalles serio. Non voleva che per colpa di una sua domanda il biondo si incolpasse di qualcosa.
-è comunque brutto sapere che potevi fare qualcosa in più ma non sei riuscito. E mi manca da morire- sospirò Vartan chiudendo gli occhi. -è anche per questo che devo salvare assolutamente mio fratello e la sua famiglia. Se perdessi anche loro io non so cosa…-
-ehi, li salveremo te lo abbiamo promesso- Thalles mise entrambe le mani sulle spalle di Vartan guardandolo negli occhi per infondergli coraggio. -li salveremo e creeremo un’alleanza con loro in modo che non ci sia più nessuna guerra tra i nostri regni, nessuno la vuole-
Vartan sorrise a Thalles annuendo a quelle parole e abbracciando di slancio il castano che lo strinse a se.
-ti porto nella tua camera così ti puoi riposare, domani vedremo di organizzarci per arrivare ad Half-







ANGOLO AUTRICE
Scusate per il ritardo del capitolo: ho fatto un esame ieri e non ho minimamente avuto il tempo di scrivere. Cercherò di essere più regolare visto che ho due giorni di vacanze prima che le lezioni ricomincino.
la_pazza_di_fantasy

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Thalles si sedette sul terreno duro della piazza e iniziò lentamente a leggere tutti i nomi presenti sulla stele. In quella piazza infatti era stata eretta quelle stele per commemorare tutti i caduti per riprendere Ur dalle mani di Walter e il castano stava cercando il nome dell’ex fidanzato di Vartan.
Non ci mise molto a trovare il nome di Marc su quella stele nonostante fosse buio pesto visto che era uno dei primi della stele.
-ciao Marc- disse Thalles sentendosi leggermente stupido nel farlo e sapendo perfettamente il corpo del ragazzo non era sepolto li. -sono Thalles, io e Vartan adesso stiamo insieme più o meno. Sinceramente non so nemmeno se siamo veramente insieme oppure è solo momentanea come cosa- il castano si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio prima di continuare -so che voi eravate molto legati e che lui ti ama ancora tanto. Non credo di essere alla sua altezza, lui è fantastico mentre io no. All’inizio volevo parlare con lui solo perché era bello, doveva essere una delle mie tante conquiste prima del matrimonio forzato ma me ne sono innamorato perdutamente- il castano rise pensano a quanto fosse assurda quella situazione. -non so se lui prova lo stesso per me, l’unica cosa che so è che farò del mio meglio per non farlo soffrire- concluse Thalles alzandosi da davanti la stele e osservandola attentamente. In realtà si era sentito davvero un cretino a parlare con una pietra ma aveva bisogno di esprimere i suoi pensieri e non conosceva nessuno adatto: sua sorella era da escludere a priori insieme ad Helia visto che non conosceva ancora tanto bene il cognato da poter parlare di certi argomenti.
Aveva fatto quel gesto anche perché nel suo inconscio era fissa l’idea che dovesse assolutamente avere il permesso di Marc per poter stare con Vartan e voleva dimostrargli di essere in grado di stare accanto al re di Lagash, infondo i due non si erano mai lasciati ufficialmente e una delle paure più grandi di Thalles era di essere quello sbagliato. Quello che non era minimamente adatto per stare al fianco di Varta.
Thalles osservò ancora per un po’ la stele prima di incamminarsi lentamente verso il palazzo. Aveva lasciato pochi minuti prima Vartan nella camera degli ospiti e se ne era andato per schiarirsi le idee. Dopo l’iniziale felicità che lo aveva assalito quando Vartan lo aveva baciato il dubbio aveva iniziato a tormentarlo.
Si prese molto tempo, facendo stradine tortuose per allungare di più il cammino, e una volta a palazzo si sorprese di trovarsi difronte Vartan che lo stava guardando male.
-non dovresti dormire?- chiese infatti Thalles. Perché il biondo era sveglio e soprattutto in giro?
-avevo bisogno di te ma sei scomparso nel nulla. Cos’hai fatto?- chiese invece Vartan incrociando le braccia al petto.
-avevo bisogno di fare una passeggiata-
-fuori? Di notte? Con una guerra alle porte?-
-si, cosa c’è? Stai bene?- cambiò discorso Thalles non voleva assolutamente dire al ragazzo dov’era andato in realtà, non sapeva se l’avrebbe presa bene oppure no.
-io…si, puoi stare con me? Non voglio stare da solo sapendo che la mia famiglia sta rischiando la vita potrei avere incubi- disse Vartan lasciando perdere il fatto che Thalles non gli avesse pienamente risposto.
-certo- sussurrò Thalles lasciando un bacio a stampo sulle labbra del biondo prima di incamminarsi verso la stanza degli ospiti che raggiunsero quasi subito.
Entrambi i ragazzi si sdraiarono sull’enorme letto matrimoniale presente nella stanza e Vartan si strinse a Thaller nascondendo il suo volto nel petto dell’altro.
-è assurdo come io cerchi in continuazione di essere forte ma sono sempre quello che crolla- sussurrò il biondo dopo un po’ di silenzio.
-non dire così, anch’io sapendo Yasmin in pericolo starei così. La famiglia è tutto per te come lo è per me- lo rassicurò Thalles accarezzandolo dietro la schiena.
Vartan sorrise a quelle parole nonostante Thalles non potesse vederlo. Il biondo, non sentendo altre parole da parte del castano pensò stesse dormendo, ma la domanda che gli fece Thalles smentì il suo pensiero:
-perché proprio io?-
-perché stiamo insieme. Di certo non potevo chiedere a una delle guardie di stare insieme a me questa notte- borbottò Vartan non capendo minimamente il perché di quella domanda.
-intendevo perché ti sei messo con me? Non ti piacevo nemmeno- spiegò Thalles non guardando gli occhi azzurri del re di Lagash che lo stavano scrutando attentamente.
-sei un bel ragazzo diversamente da quanto volevo farti credere e poi sei stato tu ad insistere con me fino allo sfinimento- gli fece notare Vartan con un piccolo sorrido sulle labbra.
-quindi solo perché ho insistito?- Vartan alzò gli occhi al cielo a quella domanda prima di uscire dall’abbraccio del castano e sedersi a gambe incrociate sul letto per poterli parlare meglio e soprattutto per poterlo guardare negli occhi.
-insistendo hai accelerato le cose ma a prescindere da quello sei un bel ragazzo e mi piaci- rivelò il biondo. Non credeva che Thalles avesse veramente tutti quei complessi, non che gli desse fastidio. Da come si era comportato i primi giorni l’aveva creduto molto sicuro di se e del suo bell’aspetto, ma era tutto il contrario. Quella che aveva indossato in quei giorni era stata solo una maschera per riuscire a parlare con lui.
-okay- sussurrò Thalles che era rimasto sdraiato sul letto.
-guarda che non ti sto prendendo in giro sono molto serio. Non mi metterei mai con qualcuno che non mi piace- continuò Vartan che sentiva come se il castano non si fidasse completamente di lui e delle sue parole -sono molto serio- e per confermare le sue parole baciò il castano sulle labbra e approfondendo il bacio prima di mettersi a cavalcioni sopra di lui.
-che fai? Non dovresti cercare di riposarti?- chiese Thalles anche se non gli dispiaceva per niente quella situazione visto che era stato proprio il biondo a prendere l’iniziativa.
-non ho sonno in questo momento- sussurrò il biondo baciando nuovamente il castano che non protestò più.
 

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


-dove sono gli altri Lord?- chiese Thalles quando insieme a Vartan entrarono nella sala del trono nella quale erano presenti solo Yasmin, Helia, Yike e altri due generali dell’esercito.
-non li abbiamo convocati per sicurezza, non sappiamo chi è stato in realtà ad attaccare Halaf e non vogliamo che qualcuno di poco affidabile possa far arrivare la notizia che ci stiamo spostando verso la città prima del tempo- disse Yasmin sorridendo sia al fratello che al re di Lagash che stava annuendo alle sue parole anche se non era stato lui a fare la domanda.
-va bene, allora quando ci muoviamo? Più tempo perdiamo e più diminuiscono le possibilità di andarcene da qui. Se aspettiamo ancora potrebbero attaccarci e farci fuori- disse Thalles mettendo le mani sopra il grande tavolo che era stato spostato nella sala del trono per via dell’incontro. Sul tavolo si trovava una mappa del regno per permettere ai presenti di osservare i luoghi dei quai stavano parlando.
Si, era abbastanza scomodo spostare ogni volta il tavolo ma non erano ancora riusciti a restaurare la ex sala per gli incontri di guerra e la sala del trono era l’unico luogo nell’intero castello adatto a quel ruolo.
-ho già mandato un plotone di guardie a trovare un luogo per piantare l’accampamento e conto di partire il prima possibile visto che ci vuole un bel po’ per arrivare- disse Yasmin prendendo una statuetta di legno e mettendola sulla strada che andava da Halaf a Ur per indicare il plotone del quale aveva appena parlato.
-posso andare a Lagash e mobilitare anche il mio esercito- propose Vartan.
-non abbiamo tanto tempo, possiamo farcela anche con l’esercito di Ur- gli rispose Yasmin. Vartan annuì, sapeva perfettamente che la ragazza aveva ragione ma non pensava fosse giusto utilizzare solamente l’esercito di Ur.
-non ti preoccupare- gli sussurrò Thalles facendogli un accenno di sorriso.
-Helia rimarrà qui ad Ur per coprire la mia assenza mentre io verrò a combattere insieme a voi- continuò Yasmin mentre Helia annuiva alle parole della moglie. Non gli piaceva per niente che Yasmin andasse a combattere visto che aveva il dubbio che la ragazza potesse essere incinta ma di certo non poteva fermarla visto che aveva già preso quella decisione.
-vostra altezza io mi unisco alla battaglia o rimango qui?- chiese Yike visto che era stato chiamato per partecipare a quella riunione.
-vi sarei grata se rimaneste qui a controllare la situazione con gli altri Lord. Abbiamo il dubbio, io ed Helias, che possa essere stato Jack visto che è stato il primo a dare la notizia e non vogliamo che vanga a conoscenza del nostro piano-
-certo, nessun problema- rispose Yike il quale era più che certo che l’idea del figlio e della regina fosse corretta. Jack aveva conquistato Halaf solo per far inimicare Yasmin con il regno di Lagash mentre si prendeva Halaf. Il piano di Jack avrebbe anche funzionato se solo il re di Lagash non fosse stato ad Ur per tutto il tempo.
-grazie- sussurrò Yasmin per poi girarsi verso il marito -conto su di te-
-preparate il resto dell’esercito, ovviamente lasciate qualcuno a difesa della città. Partiremo il prima possibile- le guardie che erano li presenti annuirono alle parole di Thalles e uscirono dalla stanza per andare ad eseguire gli ordini del castano.
-bene, preparatevi anche voi due- disse Yasmin rivolta al fratello e a Vartan che annuirono entrambi.
-e per attaccare come facciamo? Non possiamo andare li senza un piano- disse poi Thalles ricordandosi che in realtà non avevano fatto un vero e proprio piano.
-attacchiamo come abbiamo fatto per prendere Ur. Non possiamo organizzare un piano senza sapere come muoverci e chi sono i nostri nemici. L’attacco a sorpresa è la miglior cosa da fare in questi casi- rispose Yasmin incrociando le braccia al petto.
-come vuoi- rispose Thalles annuendo.
Dopo quelle parole la sala del trono si svuotò e ognuno dei presenti andò a prepararsi per la partenza imminente e Vartan non stava più nella pelle. Voleva muoversi il più velocemente possibile sperando di riuscire a salvare la sua famiglia. Pregava soprattutto che i suoi nipoti stessero bene e che nessuno avesse fatto loro del male. Non sarebbe riuscito a sopportare una cosa del genere sapendo che invece di state li poteva tranquillamente restare ad Halaf e aiutare il fratello in caso di attacco.
-cos’hai?- chiese Thalles facendo leggermente spaventare il biondo. Il castano infatti era entrato nella camera che aveva dato al re Lagash senza avvisare e si era poggiato allo stipite della porta ad osservarlo. Il castano era già pronto all’interno della sua armatura e stava osservando attentamente Vartan che indossava solo una cotta di maglia sopra ai vestiti normali.
-se invece di essere qui ad Ur fossi stato con loro forse sarei riuscito a salvarli- disse Vartan finendo di mettersi gli stivali e alzandosi dal letto sul quale si era seduto per facilitare il compito.
-avrebbero catturato anche te e noi non saremmo mai intervenuti in vostro favore- gli fece notare Thalles staccandosi dalla porta e avvicinandosi al biondo prima di baciarlo sulle labbra.
-quindi secondo te è meglio così?- chiese Vartan a pochi millimetri dalle labbra dell’altro che aveva voglia di ribaciare visto che i baci di Thalles riuscivano stranamente a calmarlo.
-certo che si. E poi grazie al fatto che sei venuto qui siamo anche riusciti a creare un’alleanza nonostante mia sorella abbia ignorato la vostra lettera-
Vartan rimase in silenzio per un po’ prima di baciare sulle labbra il castano stringendolo a se e facendosi trasportare in un mondo senza pensieri. Aveva bisogno di un po’ di pace prima di iniziare ad incamminarsi verso Halaf e salvare suo fratello.
-andiamo o ci verranno a cercare- sussurrò Thalles staccandosi dal ragazzo. Vartan annuì anche se non voleva. Era suo compito però salvare Halaf e non avrebbe ritardato un minuto di più la loro partenza.
-vinciamo questa battaglia-
 

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


Ci avevano messo un giorno intero per arrivare nei pressi di Half, un giorno intero senza fermarsi più di pochi minuti. Dovevano muoversi se volevano salvare la famiglia reale e sconfiggere Jack, o chi per lui, prima che si accorgesse di quello che stavano realmente facendo.
-non ci sono guardie, Jack ha mentito- sussurrò Jasmin guardando attentamente in direzione del castello che sembrava avere un’aurea lugubre tutto intorno.
-e ti sorprendi?- disse Thalles che aveva cavalcato per tutto il tempo affianco alla sorella che gli era sembrata leggermente pallida ma aveva deciso di non dirle niente per paura della sua rabbia.
-sembra diversa da come me la ricordavo- disse invece Vartan che aveva cavalcato leggermente dietro ai ue fratelli.
-non ti preoccupare riusciremo a riprenderci Halaf- gli disse Yasmin sorridendogli. -riposiamoci per un’ora poi attaccheremo. Se riuscite a riprendervi anche in meno tempo fate un favore a tutti- continuò la regina girandosi verso le sue truppe. Ci fu un assenzo generale prima che tutti, o quasi, scendessero da cavallo per sgranchirsi le gambe.
Anche Vartan scese da cavallo. Dopo aver passato tanto tempo nella locanda si era dimenticato come fare e i dolori nell’interno coscia erano molto, ma molto forti. Sperava solo di non camminare con le gambe aperte per il dolore.
-tutto bene?- gli chiese Thalles avvicinandosi al biondo e osservandolo attentamente.
-non sono più abituato a cavalcare- rispose semplicemente il biondo. Era anche molto preoccupato perché a momenti avrebbe scoperto se suo fratello e sua famiglia fossero ancora vivi oppure no e ne era terrorizzato.
-sicuro che sia solo questo?-
-certo che si smettila di starmi appiccicato come se non potessi fare niente da solo!- sbottò Vartan più per l’ansia che aveva in corpo che per il comportamento del castano.
-scusa- rispose Thalles sentendosi leggermente male dopo quella frase, non pensava di dare così tanto fastidio al biondo -me ne vado da qualche altra parte- e così dicendo si allontanò dal biondo per raggiungere la sorella che stava accarezzando il suo cavallo sussurrandogli qualcosa che Thalles non riusciva a sentire da dove si trovava.
-come va? Sei elettrizzata?- chiese Thalles avvicinandosi alla sorella che lo guardò per un po’ prima di annuire.
-si, non credevo possibile una cosa del genere e adesso eccoci qua. Mi sembra quasi un sogno anche se dobbiamo affrontare prima la parte peggiore. Solo dopo la battaglia potremmo definitivamente cantare vittoria e sperare di avere nella nostra alleanza anche i sovrani di Halaf-
-certo che li avremo dalla nostra parte Yasmin, Vartan ha detto chiaramente che volevano fare un’alleanza fin dall’inizio quindi non ci saranno problemi- le confermò il castano lasciandole un bacio sulla guancia.
-sbaglio o tu e il re di Lagash sembrate molto uniti?- chiese la castana lanciando una veloce occhiata al biondo che si era seduto all’ombra sotto un albero e aveva chiuso gli occhi.
-cosa te lo fa pensare?- chiese invece Thalles. Non aveva mai parlato con Vartan riguardo al fatto di rendere pubblica la loro relazione e il castano credeva che il biondo non volesse farlo sapere in giro.
-come vi guardate, non puoi dirmi che non c’è niente tra voi perché me ne sono accorta-
-okay si, stiamo insieme teoricamente ma non so se lui voglia farlo sapere in giro quindi per favore mantieni il segreto- la pregò Thalles e Yasmin annuì, in realtà lo aveva già capito da un bel po’ ma voleva avere la conferma da parte del ragazzo.
-ti devo dire una cosa ma ti prego non sclerare come tuo solito. Io non mi muoverò comunque da qui- iniziò Yasmin incrociando le braccia al petto e facendo cigolare l’armatura che indossava.
-perché ipotizzo che non mi piacerà per niente visto la tua premessa?- chiese Thalles alzando gli occhi al cielo -cercherò di stare calmo, quindi spara-
-credo di essere incinta-
A quelle parole Thalles stava per gridarle contro ma si morse la lingua visto che aveva promesso alla ragazza che non l’avrebbe fatto. Il suo sguardo però valeva più di mille parole. Come gli era saltato per la mente a quella pazza di andare a combattere quella guerra nelle sue condizioni.
-lo sapevo avresti reagito in questo modo- borbottò la castana scuotendo la testa sconsolata.
-Helia almeno lo sa?-
-credo se ne sia accorto prima di me, ma non mi ha mai detto niente- rispose Yasmin mentre un leggero sorriso spuntava sulle sue labbra al pensiero del marito.
-quell’uomo è un santo. Non so come fa a sopportarti- Thalles era davvero felice che la sorella avesse trovato qualcuno come Helia. Se avesse scelto Jack a questo punto sarebbero stati fregati.
-guarda che non mi deve sopportare, però sono d’accordo con te: sono stata davvero fortunata a trovare Helia- la ragazza si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio e guardando nella direzione dalla quale erano arrivati pensando al marito. Sperava andasse tutto bene per poter tornare velocemente dal marito.
-ehi, torneremo subito a casa e potremo finalmente state tranquilli per un po’- le disse Thalles abbracciandola. Yasmin rimase leggermente sorpresa da quel gesto ma comunque abbracciò di rimando il fratello sapendo che aveva perfettamente ragione.
La donna guardò in direzione del palazzo di Halaf studiandolo attentamente. Per loro fortuna la città non aveva delle mura e quindi sarebbe stato molto più semplice entrare nella città a conquistare il castello. Potevano circondare la città ed entrare da tutte le direzioni, di sicuro la prima cosa che doveva dire al re di Halaf era di costruire assolutamente delle mura altrimenti sarebbero stati attaccati in continuazione.
-a cosa stai pensando?- le chiese Thalles che aveva riconosciuto immediatamente lo sguardo della sorella.
-a un piano per entrare nella città. Tu non dovresti stare con il tuo ragazzo invece che qui con me?- chiese la donna alzando le sopracciglia curiosa.
-non mi vuole tra i piedi in questo momento quindi disturbo te-
-avete litigato? Davvero?- Yasmin non riusciva a capire come il fratello potesse essere così odioso.
-io non ho fatto niente di male okay? Volevo farlo sfogare perché vedevo che non stava bene ma ho ricevuto solo odio gratis quindi lascia perdere-
-come vuoi-
 

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


Vartan stava correndo per i corridoi del palazzo di Halaf come se non ci fosse un domani falciando tutti i soldati nemici che incontrava per strada mentre quelli che erano i soldati della guardia reale di Halaf riconoscendolo si spostavano per farlo passare. Dopo nemmeno un’ora da quando erano arrivati nei pressi di Halaf Yasmin aveva spiegato a tutti il piano: circondare la città e combattere fino ad arrivare al castello che si trovava precisamente al centro della città. Il piano era abbastanza semplice e lo avevano eseguito molto velocemente. Vartan non aveva guardato in faccia a nessuno e aveva galoppato fino all’ingresso del palazzo dove, scendendo da cavallo, aveva ucciso le due guardie che si trovavano alla porta per poi entrare a cercare il fratello e il cognato. Non si era minimamente curato della battaglia che stava infuriando tutto intorno, non aveva nemmeno salutato decentemente Thalles dopo quella piccola sfuriata che gli aveva fatto e solo perché voleva andare immediatamente da Narek.
Raggiunse velocemente le prigioni dove trovò re guardie reali che lo guardarono tra lo stupito e il gioioso.
-dove sono?- chiese Vartan con il fiatone e una di loro fece cenno al re di Lagash di seguirlo e Vartan così fece fino ad arrivare davanti alla prigione dove erano intrappolati Narek, Ciel e i bambini.
Vartan non perse tempo e aprì con le chiavi, che erano state lasciate li vicino, la cella per poi entrarci.
-Narek?- chiese il ragazzo leggermente preoccupato e cercando di far abituare i suoi occhi al buio. Quando lo fecero per poco non scoppiò a piangere di gioia. Suo fratello gli sorrise, stava bene e anche Ciel e i bambini stavano bene.
-grazie al cielo- sussurrò Vartan correndo da Narek e abbracciandolo stretto.
-sapevo saresti arrivato- sussurrò invece Narek stringendo forte il fratello minore.
-dobbiamo andarcene da qui- Vartan si alzò per poi aiutare il fratello a fare lo stesso. Narek invece porse la mano a Ciel che la prese volentieri e fu allora che Vartan si accorse del ventre pronunciato del moro.
-sei incinta?- chiese quasi sconvolto il biondo mentre Ciel annuiva.
-ed è una bambina- gli disse tutto felice Narek mentre prendeva in braccio Kejio e Vartan prendeva Leena.
-ti ho già detto che non puoi dirlo visto che non è ancora nata- borbottò Ciel.
-invece si- rispose Narek facendogli la linguaccia.
-io tento ad essere d’accordo con Ciel- disse Vartan scuotendo la testa. Era felice che entrambi stessero bene. Aveva temuto il peggio ma non si era avverato per sua fortuna.
-ehi! Comunque come hai fatto a sapere che eravamo qui? E soprattutto come hai fatto ad entrare qui senza essere visto da quel tizio?- chiese Narek uscendo dalla prigione seguito dagli altri due.
-abbiamo avuto un piccolo aiuto da parte di Ur. Comunque la battaglia sta ancora infuriando e io devo tornare li e dobbiamo assolutamente mettere in salvo Ciel e i bambini-
-perché pure io? Posso combattere!- ma a quelle parole entrambi i fratelli lo guardarono malissimo -si ho capito non posso combattere perché sono incinta- si rispose da solo il moro sbuffando.
-non ti preoccupare, torneremo tutti sani e salvi- gli disse Narek baciandolo sulle labbra.
-forza, dobbiamo uscire di qui prima che si accorgano che sono entrato- continuò Vartan iniziando a camminare velocemente mentre Leena gli si stringeva addosso felice di avere lo zio al suo fianco in quel momento.
-venite con noi- disse una delle guardie guidando i tre mentre le altre chiudevano la fila pronte a combattere in caso di necessità.
-grazie per essere rimasti fedeli- disse Ciel alle guardie che li stavano scortano.
-sapevamo che il re Vartan sarebbe tornato- disse una di loro mentre Vartan sorrideva a quelle parole. Non tutti sarebbero rimasti fedeli alla famiglia reale originaria in quel caso.
-dov’è l’accampamento?- chiese Narek mentre stavano camminando in uno dei cunicoli sotterranei che collegava le prigioni all’esterno. Erano cunicoli che solo le guardie reali e i reali stessi conoscevano. Di sicuro chi aveva attaccato il castello no visto che stavano procedendo senza intoppi.
-fuori dalla città, sulle montagne. Non credo riusciremo ad arrivare fino a li senza essere intercettati-
-quindi che facciamo? Hai detto che dobbiamo andare in un posto sicuro-
-possiamo raggiungere le ultime file dell’esercito che si trovano ai margini della città, in questo momento dovrebbero essere riusciti ad conquistare quella parte- continuò Vartan che si fermò di colpo visto che la guardia davanti a lui aveva fatto lo stesso. Erano arrivati alla fine del cunicolo e dovevano aspettare il momento giusto prima di uscire allo scoperto.
-okay, ma come hai fatto a convincere i reali di Ur ad aiutarci?- chiese ancora Narek facendo alzare gli occhia al cielo al fratello.
-gli era arrivata voce che era stato il re di Lagash ad attaccare Halaf e io ho spiegato che non era così. Ci aiutano anche perché credono che sia uno dei loro Lord ad aver organizzato l’attacco.
-via libera- disse la guardia e i tre si mossero fino a raggiungere le stalle che erano li vicino dove si trovavano due cavalli che sembravano leggermente spaventanti da tutto il trambusto.
-andate verso l’accampamento e dite che vi mando io- disse Vartan prima di mettere Leena sopra al cavallo sul quale era salito anche Ciel.
-e tu? Non posso lasciarti da solo- disse Narek mentre sistemava meglio Keijo davanti a lui.
-devi proteggerli e non puoi farlo se rimani qui- e così dicendo Vartan lasciò la sua spada nelle mani del fratello che la guardò per un attimo.
-ti verrò ad aiutare-
-pensa prima alla tua famiglia, io me la posso cavare anche da solo-
-non morire Vartan, non per noi- disse Ciel bloccando le parole del marito.
-non ti preoccupare lupetto, non ho nessuna intenzione di morire. Ho una promessa da mantenere- rispose Vartan e la promessa era quella che aveva fatto a Sylas: sarebbe tronato dal bambino tutte le volte possibili e non sarebbe mai venuto meno a quella promessa, mai.
-sta attento- disse Narek prima di spronare il suo cavallo a partire seguito a ruota da quello di Ciel mentre Vartan prendeva la spada che una delle guardie gli stava porgendo prima di buttarsi nella mischia.
 

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


Thalles. Quello era l’unico pensiero nella testa di Vartan in quel momento. L’ansia per il fratello gli aveva fatto completamente dimenticare di avere un ragazzo che stava combattendo insieme a lui. Si dava dello stupido da solo al solo pensiero che aveva trattato male il castano poco prima dell’inizio della battaglia. Non gli aveva augurato nemmeno buona fortuna, erano entrati in battaglia senza dirsi niente e ora Vartan stava male. Non aveva mai visto Thalles combattere e aveva paura per lui. Sperava davvero di non perderlo: non lo avrebbe sopportato, non di nuovo.
Non sapeva nemmeno in quale direzione fosse andato Thalles all’inizio della battaglia e il fatto che non era ancora riuscito a trovarlo non lo stava minimamente aiutando mentalmente.
Stava per urlare dalla frustrazione quando notò l’armatura scintillante di Yasmin che stava combattendo come una furia contro tre guardie contemporaneamente. Una delle tre la stava per colpire alle spalle ma Vartan fu più veloce e intercettò il colpo per poi uccidere l’uomo mentre Yasmin finiva gli altri due.
-grazie rispose la ragazza -i sovrani di Halaf?- chiese con il fiatone mentre si asciugava una goccia di sangue che gli era finita sul volto peggiorando la situazione invece di migliorarla.
-li ho mandati verso l’accampamento, con loro ci sono i principi e Ciel è nuovamente incinta- rispose Vartan guardandosi intorno. -hai visto Thalles?- chiese poi superando l’orgoglio. La paura stava aumentando nel suo cuore.
-no, so che è andato da quella parte- rispose la ragazza indicando al biondo la direzione nella quale aveva visto per l’ultima volta il fratello -alla fine avevamo ragione, sono gli uomini di Jack-
-e lui l’avete trovato?- chiese Vartan che non vedeva l’ora di poter andare a cercare Thalles.
-no, ma credimi appena lo trovo lo uccido con le mie stesse mani- rispose la castana con gli occhi iniettati di sangue. -ora va da Thalles- gli disse poi la ragazza con un sorriso sulle labbra che fece capire a Vartan che la sapeva lunga sulla loro relazione. E Vartan non se lo fece ripetere due volte prima di correre verso la direzione che gli era stata indicata dalla ragazza.
Il cuore di Vartan perse parecchi battiti quando si accorse che in quella direzione erano molti di più i cadaveri. Non voleva credere ai suoi occhi e nemmeno alla piccola vocina che aveva iniziato a tartassagli la testa.
Le lacrime già iniziavano a rigargli il volto quando vide il suo Thalles che combatteva contro un uomo che non aveva mai visto. Il biondo riprese a respirare notando che Thalles era ancora tutto intero e corse verso di lui. Non voleva chiamarlo solo per non distrarlo da quello che sembrava un duello abbastanza duro. Era a pochi passi da castano quando l’uomo contro il quale stava combattendo lo ferì al fianco sinistro facendogli perdere parecchio sangue. Vartan non riuscì a trattenere un urlo di paura ma se ne pentì immediatamente quando vide Thalles girarsi verso di lui spaventato dal suo urlo. Infatti il castano aveva pensato che Vartan fosse stato attaccato ma non era così e il suo sfidante non perse tempo e lo colpì nuovamente con la spada facendolo cadere in ginocchio per il dolore.
-fottuto figlio di puttana- gridò Vartan mentre il cuore aveva preso a battergli furiosamente visto che dalla bocca di Thalles iniziò ad uscire del sangue -non ti permetterò di portarmi nuovamente via il mio ragazzo!- gridò ancora il biondo prima di attaccare come un toro infuriato l’uomo che aveva difronte impedendogli di rispondere ai suoi attacchi. E, con la rabbia nel cuore e anche la disperazione più assoluta, uccise l’uomo che aveva difronte prima di mollare a terra la spada e correre verso Thalles che nel mentre si era sdraiato a terra non riuscendo più a reggersi per via delle tante ferite che aveva accumulato durante la battaglia.
-Thalles- sussurrò Vartan mentre il suo cuore continuava a battere a mille. Il castano girò la testa verso il biondo e gli sorrise debolmente lasciandogli una carezza sulla guancia sporcandogliela di sangue. Ma Vartan non se ne curò minimamente -come ti senti?- sussurrò Vartan mentre stringeva la mano del castano.
-come un puntaspilli- sussurrò Thalles ridacchiando, ma anche quello era doloroso e quindi si bloccò di colpo chiudendo un momento gli occhi e prendendo un respiro profondo.
-non sforzarti, ti prego- disse Vartan mentre le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi. Erano lacrime di doloro e disperazione.
-calmati, non mi sono fatto niente- gli disse Thalles osservando quelle maledette lacrime che stavano scendendo dagli occhi di Vartan.
-si certo e tutto questo sangue non è tuo. Lo sapevo che sarebbe finita così- borbottò Vartan baciando la mano di Thalles.
-mi rimetterò-
-non illudermi-
-non lo sto facendo Vartan, ho fatto una promessa e non ho nessuna intenzione di venir meno ad essa- continuò Thalles attirando su di se lo sguardo curioso del biondo.
-in che senso? Che promessa?-
-ho promesso che ti avrei protetto e reso felice e lo farò nelle mie possibilità- continuò Thalles alzandosi sui gomiti, sforzo enorme che gli fece nascere una smorfia di dolore sul viso, e baciò il biondo sulle labbra, labbra che sapevano di ferro, per il sangue, e di sale, dato dalle lacrime di Vartan. -ti amo- sussurrò Thalles prima di ristendersi e chiudere gli occhi troppo stanco per fare altro. Nonostante tutto stava perdendo tantissimo sangue ed era meglio non fare troppi sforzi.
-Thalles…- sussurrò Vartan scioccato dalle parole del castano scuotendolo lentamente, ma il ragazzo sembrava non sentirlo. -Thalles ti prego non farmi questo- continuò a dire a cantilena Vartan cercando di far svegliare Thalles ma senza successo.
-dobbiamo prendere il generale- disse una guardia avvicinandosi a Vartan mentre il ragazzo aveva iniziato a tremare. Vartan si scostò leggermente guardando completamente impaurito il corpo immobile di Thalles per poi scoppiare e iniziare ad urlare di disperazione cercando di alzarsi e raggiungere il castano ma braccia forti lo bloccarono.
-lasciami andare- gridò Vartan. No, non poteva permettere che accadesse nuovamente.
-calmati, ti prego- sussurrò Narek stringendo il fratello che riconoscendolo dalla voce si girò e scoppiò definitivamente a piangere mentre il re di Halaf cercava di consolarlo ma non sapeva nemmeno lui cosa dire. Aveva capito dalla reazione del fratello che era successo di nuovo e questa volta Vartan non si sarebbe ripreso.
 

 

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Capitolo 36
*** Epilogo ***


-Vartan vuoi rimanere li per sempre?- chiese Narek entrando nella camera che aveva dato al fratello per riprendersi dalla battaglia. Erano passati ben due giorni dalla battaglia finale e Vartan li aveva passiti stando rintanato sotto le coperte a piangere. Non si era mosso di un millimetro, nemmeno per mangiare i pasti che gli aveva fatto Louis, e non aveva voluto sapere niente di quello che era successo dopo. Non gli interessava più niente. Era inutile andare avanti. Era convinto che qualcuno ce l’avesse con lui. Com’era possibile che aveva amato solo due persone in tutta la sua vita ed entrambe gli erano state portate via nello stesso modo?
-ti prego Vartan abbiamo il consiglio per parlare con la regina di Ur e devi essere presente anche tu in quanto re di Lagash- tentò di convincerlo Narek. -so che stai male ma non puoi distruggerti in questo modo- il biondo si avvicinò al letto del fratello per poi sedersi sopra di esso e mettere una mano sulla spalla di Vartan.
-lasciami al mio dolore- sussurrò Vartan. Non aveva più la forza di urlare e le lacrime gli stavano scendendo dagli occhi come se non le avesse versate ancora tutte in quegli anni.
-ti chiedo solo questo piccolo sforzo poi ti lascerò in pace- disse Narek togliendo le coperta dal fratello che lo guardò con gli occhi rossi per il troppo pianto.
-come vuoi- borbottò Vartan arrendendosi alla volontà del fratello. Non sapeva minimamente come avrebbe affrontato Yasmin senza scoppiare a piangere.
Narek gli sorrise e lo aiutò a prepararsi per poi scendere insieme nella grande sala dove si trovavano già Ciel e Yasmin che erano seduti l’uno accanto all’altra e stavano chiacchierando di qualcosa che da li Vartan e Narek non riuscivano a cogliere perfettamente.
-eccovi finalmente- disse Ciel notando i due fratelli arrivare e attirando su di loro anche l’attenzione di Yasmin che sorrise ad entrambi ma Vartan non lo vide visto che stava evitando di guardare la ragazza da quando era entrato nella stanza.
-Leena e Keijo?- chiese Narek che si ricordava perfettamente della presenza dei suoi figli in quella stanza prima di andare a chiamare il fratello.
-stanno con il nonno in giardino, non sopportano più di stare troppo tempo in una stanza dopo essere stati in prigione per così tanto tempo- rispose Ciel con un’alzata di spalle.
-bene, possiamo iniziare a parlare di questioni politiche o voi due avete già concordato tutto?- chiese scherzosamente Narek.
-stavamo cercando di capire quale nome dare ai nostri figli- rispose Yasmin toccandosi la pancia.
-aspetta tu hai combattuto in quelle condizioni?- chiese quasi urlando Narek sgranando gli occhi mentre Yasmin scoppiava a ridere.
-si, l’ho fatto ma non c’è stato nessun problema quindi smettetela di preoccuparvi tutti quanti per me- rispose la castana con un’alzata di spalle.
-pazza, sei letteralmente pazza. Se fossi stato tuo marito ti avrei legata da qualche parte per non farti combattere- Narek stava scuotendo la testa incredulo mentre Vartan voleva soltanto che quella riunione finisse, a quanto pareva andavano tutti d’amore e d’accordo quindi era quasi inutile fare tutta quella cosa, qualunque cosa fosse.
-vostra altezza, il generale dell’esercito chiede di poter entrare?- disse un servitore entrando nella sala.
-fallo entrare- disse Ciel lanciando un’occhiata a Vartan che stava facendo avanti e indietro per la sala e sembrava non aver sentito quello che aveva detto il servitore, servitore che annuì e uscì dalla sala per poi permettere al castano di entrare nella sala nonostante stesse zoppicando. Thalles sorrise ai presenti per poi posare i suoi occhi su Vartan e non ci pensò due volte prima di andare di corsa, per quanto gli permettesse la gamba, verso il suo biondo.
-ehi- gli disse facendogli prendere un colpo. Infatti a quell’unica parola Vartan credette di aver sentito un fantasma ma poi sgranò gli occhi notando che aveva di fronte Thalles, anche se leggermente malconcio. Lo osservò per tantissimo tempo prima di scoppiare a piangere e prendere per il colletto della camicia il moro baciandolo incurante degli altri presenti della sala.
Thalles sorrise a quel gesto e tirò più a se il re di Lagash approfondendo il bacio.
-te lo avevo promesso- gli sussurrò poi asciugandogli una lacrima.
-credevo di averti perso per sempre, credevo fosse successo di nuovo- disse tra le lacrime Vartan non riuscendo a credere ai suoi occhi. Sembrava troppo bello per essere vero-
-ehi, ti ho detto che ho fatto una promessa e io le mantengo sempre le mie promesse quindi smettila di piangere e baciami- Vartan non se lo fece ripetere due volte e baciò nuovamente il ragazzo mentre a Yasmin stavano scendendo le lacrime agli occhi per quella scena. Aveva sclerato come una matta quando aveva visto il fratello in fin di vita. Per fortuna erano arrivati in tempo per salvarlo altrimenti la castana ne sarebbe stata distrutta.
-se non vi dispiace vi porto via il re di Lagash per un po’- disse Thalles ai presenti tenendo sempre appiccicato a se il biondo che lo stava guardando incuriosito.
-è tutto tuo- disse Narek ridendo e Thalles non se lo fece ripetere due volte uscendo dalla sala con Vartan, in realtà il biondo lo stava sorreggendo per andare più velocemente e raggiunsero il giardino del castello di Halaf.
-mi hai fatto prendere un colpo. Avevo paura di averti perso per sempre- disse Vartan che non voleva lasciare andare il castano.
-sono duro a morire soprattutto se so che la persona che amo mi sta aspettando-
-ti amo anch’io-
-posso chiederti una cosa? Ovviamente puoi dirmi anche di no, non mi perderai in quel caso- disse Thalles prendendo un respiro profondo.
-dimmi- disse curioso il biondo. Sentiva che stava per fargli una domanda importante ma non si era minimamente aspettato quella proposta:
-vuoi sposarmi?- Vartan rimase spiazzato e guardò fisso davanti a se mentre un sorriso iniziava a crescere sulle sue labbra.
-cazzo si- disse poi il biondo facendo crescere il sorriso anche sulle labbra di Thalles -a una condizione- l’idea era appena venuta alla mente di Vartan e non poteva farsi scappare quell’occasione.
-tutto quello che vuoi mi basta avere te-
-Sylas- disse velocemente Varta -voglio adottare Sylas, sono comunque un re con un regno e devo avere una discendenza e non sono come Ciel e Sylas è molto legato a me come io lo sono a lui-
-tutto quello che vuoi amore mio- marcò la sua risposta Thalles baciandolo nuovamente. Finalmente era tutto perfetto.
 

 

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