Profumo di rosa ; Sapore di mare; Voglia dell'essere. di Lara Rye (/viewuser.php?uid=53340)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stella era, ***
Capitolo 2: *** Un piccolo e tenue tocco. ***
Capitolo 3: *** Toccando il mondo ***
Capitolo 4: *** Finalmente bene. ***
Capitolo 5: *** Un ricordo lacerante ***
Capitolo 6: *** Insieme di loro. ***
Capitolo 7: *** Chiara, bum. ***
Capitolo 8: *** E poi.. lei. ***
Capitolo 9: *** Gioco. ***
Capitolo 10: *** Non posso morire una seconda volta ***
Capitolo 11: *** Prima di dormire ***
Capitolo 12: *** Provavi? ***
Capitolo 13: *** Un ultima sorpresa ***
Capitolo 14: *** Il tuo viso buffo, lo amo! ***
Capitolo 15: *** Lei è.. ***
Capitolo 16: *** Non ti conosco ***
Capitolo 17: *** Stella e Soline, semplicemente. ***
Capitolo 18: *** Ricominciare senza di lei ***
Capitolo 19: *** Musica è vita. ***
Capitolo 20: *** One year, one month ***
Capitolo 21: *** Dark e Moon ***
Capitolo 22: *** Perchè è lei. ***
Capitolo 23: *** Ricordando Lela. ***
Capitolo 24: *** Niente di più, niente di meno. ***
Capitolo 25: *** Brillerai per sempre, Hanne. ***
Capitolo 26: *** Una lettera ***
Capitolo 27: *** L'amore vero. ***
Capitolo 28: *** Non smettero mai di amarti. ***
Capitolo 29: *** Vecchie conoscienze ***
Capitolo 30: *** Magia nell'aria. ***
Capitolo 31: *** Casa ***
Capitolo 32: *** Il rituale del gelato, EA ***
Capitolo 33: *** La fine ***
Capitolo 34: *** Provaci, con me. ***
Capitolo 35: *** Dilaniami il cuore. ***
Capitolo 36: *** Rivedersi ***
Capitolo 37: *** Finita. ***
Capitolo 38: *** ti amo anch'io ***
Capitolo 39: *** Ritornerò ***
Capitolo 40: *** Vivere ***
Capitolo 41: *** Forse ***
Capitolo 42: *** Amarsi ***
Capitolo 43: *** Una splendida notizia ***
Capitolo 44: *** Dark e Moon, la fine. ***
Capitolo 45: *** Non credo di potere. ***
Capitolo 46: *** Natale in famiglia. ***
Capitolo 1 *** Stella era, ***
Stella
era sdraiata su un prato verde.
Stella
aveva sedici anni e non era una ragazza.
Non
lo era mai stata e di sicuro non lo sarebbe diventata.
Stella
non era mai stata neanche una bimba.
Stella
non aveva guardato le stelle e sognato un principe azzurro su un
cavallo bianco.
Stella
non era mai stata chiamata “principessa”.
Stella
era su quel prato verde a guardare il sole che la faceva brillare.
Stella
sognava perché era l'unica cosa che le era rimasta.
Stella
voleva sognare perché in fondo, anche il suo piccolo cuore
pensava
che per lei c'era qualcosa di più di quel prato verde, di
quella
casa che chiamava inferno e di quel padre che veniva
definito “orco” da lei e dal suo fratellino Marco.
Stella
pesava settantacinque kg.
Stella
non era molto alta.
Stella
non aveva un bel fisico eppure Stella aveva un amica.
L'amica
di Stella era Soline.
Stella
guardava.
Il
prato verde, le rose bianche, le farfalle, le coccinelle, il
ruscello.
Stella
guardava e non avrebbe mai smesso.
Stella
giocava con il portachiavi a forma di stella che le aveva regalato
Soline.
Stella
ci giocava e pensava a quelle parole.
Quelle
che le aveva detto Soline il giorno del suo compleanno.
"Ehi
Ste.. ricordati che un giorno tu brillerai nella notte ed io ti
guarderò da quaggiù e penserò a quanto
mi hai dato. Ricorderò cosa
eravamo, ricorderò noi. Perché io sono certa che
tu brillerai.. Lo
pensava anche la tua vera mamma che ti ha donato un nome
così
meraviglioso e pienamente adatto a te. Brillerai Stella, lontano da
quella casa e da quello stronzo che non è degno di essere
chiamato
padre."
E
Stella ricordava quello che le aveva risposto.
"Grazie
e.. ti voglio bene Sol." E ricordava quell'abbraccio cosi
lungo e
immensamente caldo.
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Capitolo 2 *** Un piccolo e tenue tocco. ***
Ciao!
Allora, volevo ringraziare Clara111294 e hacky 87 per aver
recensito il primo capito e
nemu per averla messa tra i preferiti!
Spero che vi piaccia anche questo cap, lasciate un commentino!
Lala..
****
Stella era in piedi, davanti a quell' immenso campo colmo di girasoli e
piccole viole.
Si guardò attorno e poco distante da lei, su un asta
d'alluminio che scorgeva su un fosso, era seduta una ragazza.
La guardò attentamente: era veramente bella.
Portava i capelli neri piuttosto corti, sparati sulle spalle e le punte
erano tinte di blu. Sugli occhi color nocciola era posato un paio di
occhiali da vista quadrati con la montatura blu notte. Aveva un viso
bellissimo caratterizzato da tratti gentili, delicati.
Stella
si avvicinò a lei, cautamente.
Lo sguardo della ragazza era posato sull'acqua gelida e sporca che si
portava con sè le briciole delle prime foglie cadute,
tipiche dell'autunno che si stava avvicinando.
"Sembri triste"
disse Stella, prima di sedersi accanto alla ragazza.
"Lo sono."
I loro sguardi si incrociarono per due secondi e in quel piccolissimo
attimo si scambiarono un qualcosa.
Forse solo i battiti reciproci dei cuori o, forse, un momento di pura
ed inquietante intensità. "Sai"
iniziò a dire Stella, " a
volte bisogna solo sorridere, prendere in mano le proprie palle
inesistenti e andare avanti a lottare e, con il tempo, forse, qualcosa
si sistemerà."
"Non sei una a cui
piacciono i mezzi termini, neh?" Le ragazze si guardarono
e poi, scoppiarono a ridere, quasi simultaneamente.
"Oh, che idiota. Non mi
sono ancora presentata. Io sono Alessia." Alessia pose la
mano verso Stella.
Stella osservò la mano e le unghie laccate di
marrone, poi gliela strinse. "Stella."
Alessia sentì qualcosa di sconosciuto ed estremamente
intenso.
Il suo battito cardiaco cominciò ad eccellerare e le sue
mani tremarono.
Era qualcosa di veramente profondo, qualcosa che non sarebbe mai potuto
accadere attraverso un solo e breve tocco, qualcosa di sensazionale.
Stella accarezzò lentamente la mano, ascoltando, a tratti, i
tremori di Alessia.
Non si dissero niente perchè tutto era taciuto da
quell'atmosfera tipicamente magica e delicata.
Incominciò tutto attraverso i loro occhi, il tocco delle
loro mani. Si avvicinarono, lentamente, continuando a tenere gli occhi
aperti.
"Ho paura."
sussurrò Alessia. Stella le accarezzò la guancia
destra cercando di rassicurarla.
I loro visi erano l'uno attaccato all'altra e i loro nasi si sfiorarono
teneramente. Giocarono con essi finchè Alessia
sfiorò le sue labbra con quelle di Stella.
Stella, decisa, affondò le sue labbra e la sua lingua in
quelle di Alessia, passionalmente.
Rimasero li, con gli occhi aperti, a baciarsi mentre i loro cuori
battevano e la loro pelle tremava.
Non erano state neccessarie parole ma solo la tristezza e la paura
chiusa nei loro occhi.
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Capitolo 3 *** Toccando il mondo ***
You've
got this look I can't describe,
You make me feel
like I'm alive,
When everything
else is au fait,
Without a doubt
you're on my side,
Heaven has been
away too long
( Corinne Bailey Rae)
Alessia
era immensamente felice e tutto questo era testimoniato dal suo stesso
corpo.
Il suo viso era intensamente vivo, i suoi occhi risplendevano, quasi
luccicanti e, la sua posizione era retta.
Non sembrava più una ragazza triste portatrice di una gobba
sia morale sia fisica.
Sembrava una ragazza che viveva, con il cuore e con l'anima. Viveva di
luce e poi, quel giorno, aveva iniziato a sorridere.
Percorse tutta Grado finchè non arrivo fino alla casa della
sua migliore amica, Chiara Alizée Dupois.
"Chiaraaaaaaa!!!"
gridò Alessia, troppo emozionata da pensare di
usare il citofono.
Qualche minuto dopo una figura minuta uscì sul balcone.
"Cazzo
Alessia, pensavo che il citofono sapessi usarlo. Sai che da te non
pretendo molto, ma schiacciare un pulsante non è difficile!"
Alessia non realizzò. Come poteva pensare al
citofono in un momento del genere, quando aveva superato la sua
più grande paura e mentre aveva quella felicità
che le percorreva ogni singolo centimetro del suo corpo?
Alessia salì in casa, saltando ogni due gradini e,appena
superata la porta, abbracciò Chiara.
"Hei" disse
Chiara accarezzandole i capelli, "non
ti vedo così emozionata da anni." Alessia
sorrise e guardò l'amica curiosa di sapere cosa le era
accaduto.
Era un italo-francese piccolina, con dei lunghi capelli biondi e..
bellissima. Possedeva una di quelle bellezze intense, particolari e
molto rare.
E quella sera era sporca di colori ad olio. Chiara sin da
piccola aveva sviluppato un enorme talento per l'arte che per lei
rappresentava l'unica forma di espressione.
Alessia si sedette sul divano, rannicchiando le gambe.
"Ho baciato una ragazza.
O prima, l'ho toccata e ti giuro Chia, ho sentito il mondo aprirsi me.
Ho sentito il mio corpo vibrare solo attraverso il suo tocco."
Chiara la guardò, sognante.
Abbracciò l'amica forte. Sapeva quanto tutto quello era
importante per lei, quanto lo aveva disperatamente cercato.
Ma ora, come poteva dirle che con quell'abbraccio anche lei aveva
toccato il cielo? Come poteva dirle che era sempre stata lesbica, e
follemente innamorata di lei?
Non poteva. Semplicemente, non poteva. E cosi dovette tornare a sentire
parlare di Stella cioè quella che lei non sarebbe mai potuta
essere.
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Capitolo 4 *** Finalmente bene. ***
Chiara era davanti allo
specchio, bella come non
mai.
Indossava un mini
abito nero con le spalline, aperto sulla schiena e un paio di scarpe
con i tacchi alti circa dieci centimetri.
Prese il
lucidalabbra al lampone appoggiato sul comodino, piegandosi
leggermente, e lo passò sulle labbra, comprendo ogni
più piccolo angolo.
Era perfetta,
cosi infinitamente attraente anche se non era pronta, non era sicura di
farcela eppure doveva.
Doveva smettere
di pensare ad Alessia e al suo primo appuntamento con Stella. Doveva
andare avanti.
E, finalmente,
era arrivato il giorno in cui ricercare ed affrontare la propria
omosessualità, farla sua, conoscerla e renderla realmente
parte di sè, non solo moralmente ma anche, fisicamente.
Chiara
accarezzò il vestito in modo che adiresse bene al corpo
magro, infine prese la chiavi della Mini Cooper, la borsetta e le
sigarette.
***
Chiara era
davanti al Les, l'unico
locale lesbico in tutta la regione.
é ora, è
ora, si ripetè in cerca di convincere anche se
stessa di quell' affermazione.
Respirò
profondamente e poi, entrò.
Era circondata da
donne. Bionde, rosse, more. Magre e grasse.
Erano tantissime.
Non aveva mai visto così tante donne in vita sua e,
soprattutto, non si era mai sentita così bene.
Appena
entrò fu circondata da tantissimi sguardi. La guardavano, la
desideravano.
Intimidita e
stranita si sedette su una delle poltroncine blu, accendendo una
sigaretta.
Alla prima
tirata, la vide e, purtoppo, capì di non essere la sola.
Appena quella
ragazza entrò, un tenue vocìo si sparse in tutta
la sala e Chiara, capì immediatamente il motivo.
Non era bella,
no. Quella non era bellezza, era qualcosa di più. Era
splendente, come circondata da una luce.
Aveva dei lunghi
capelli rossi , una t-shirt bianca, una minigonna verde e un paio di
converse blu.
Era totalmente
scordinata eppure Chiara non era mai stata attratta in quel modo da
nessuno, neanche da Alessia.
I loro sguardi si
incrociarono e percorsero insieme la sala finchè la ragazza
non si avvicinò a lei.
"Hai una stizza, percaso?"
Chiara non
rispose immediatamente. Era troppo preoccupata a causa del suo
improvviso mal di stomaco e dell'agitazione presente in tutto il corpo.
La ragazza la
guardò, aspettandosi una risposta. "Si" disse
flebilmente Chiara, cercando disperatamente il pacchetto nella borsa.
La ragazza mise
la mano sulla sua, fermandola. "Fa
niente, me la dai dopo, ok? Ti va se ora ti offro da bere?"
le disse, sorridendo.
Chiara perse
tutto.. Il controllo, principalmente. E cosi, senza parlare, prese la
mano della ragazza e si fece portare via da lei,dalla bellissima ed
affascinante sconosciuta.
***
"Alyson." Le disse
la ragazza, poco dopo, tra una birra e una sigaretta.
Erano sedute su
un divanetto in una sala privata, in cui c'erano solo loro, mano nella
mano.
Chiara
appoggiò la birra per terra e si avvicinò alla
ragazza, sicura di sè.
"Non ho mai baciato una ragazza
prima d'ora." disse Chiara, prima di appoggiare una gamba
su quella di Alyson.
Chiara si
alzò e mise, prima una e poi l'altra, entrambe le gambe sul
corpo della ragazza.
I loro corpi
erano vicinissimi. "Hai
intenzione di iniziare oggi?". Chiara annuì e,
Alyson fece l'ultimo tiro.
Alyson mise le
mani sul bacino di Chiara, avvicinandola ancora di più a
sè.
Le loro bocche
erano a sei centimetri di distanza mentre insieme, respiravano,
cogliendo l'una l'ansia dell'altra.
Chiara si
avvicinò toccando il labbro inferiore di Alyson e infine
glielo mordicchiò flebilmente.
Alyson, subito
dopo, la baciò passionalmente, inserendo la sua lingua nella
bocca di Chiara.
Si baciarono per
qualche minuto finchè Alyson non incominciò a
baciarla, prima sul collo, e poi, sul seno.
Chiara mise le
mani tra i capelli di Alyson e ansimò, eccitata.
"Credo che per ora tu non sia
pronta ad altro."
La baciò
delicatamente sulle labbra e poi se ne andò dicendole: " Chiamami, mi farebbe piacere
rivederti Chiara."
Chiara rimase
lì, estremamente eccitata e felice.
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Capitolo 5 *** Un ricordo lacerante ***
Ciaoo..!
Innanzitutto volevo ringraziare hacky87 per le sue ultime recensioni!
Sono contenta che ti piaccia, miraccomando..continua a dirmi cosa ne
pensi!
Questo
capitolo per me è molto importante, più di tutti
gli altri. Oh, non è bello.. è solo importante..
Fatemi
sapere cosa ne pensate di questo e di tutta la storia. Un bacio e buona
lettura.
Lala.
------------
Alyson
era appoggiata al muro, con la sigaretta tra le labbra e la mini
leggermente fuori posto.
Volgeva
lo sguardo alle sue converse e al mare in lontananza, pensando
alla serata e, a Chiara.
Pensava
alla sua delicata e celata bellezza, alle sfumature dei suoi lunghi
capelli biondi, all'intensità della sua voce.
Lei
era diversa. Con Chiara, forse, avrebbe potuto ricominciare a
vivere, a costruire qualcosa e ad allontanare quella disperazione
causata da lei.
***
La
sigaretta cadde dalla sua mano, velocemente. Il suo cuore
iniziò ad accellerare, improvvisamente. Pensieri sconnessi
si fecero strada nella sua mente.
Lei. Era
proprio davanti ad Alyson, immobile. Lei che la chiamava.
"Aly"
Quella voce
così delicata, a lei perfettamente conosciuta,
caratterizzata da sfumature pronunciate. Quelle voce, da lei, un tempo,
così amata.
"Non osare chiamarmi Aly.
Non osare."
Rispose
lentamente, con voce serrata. La guardò e rispose
mentre nel cuore si mescolvano continue e differenti emozioni.
"Alyson, ti prego.."
"Alyson un cazzo, Sabina.
Cosa cazzo ci fai qua?"
Sabina
rimase in silenzio mentre continuava a guardarla negli occhi blu.
"Rispondimi!"
"Io..io volevo vederti Alyson,
mi manchi così
immensamente."
Sabina
sapeva che non sarebbe bastato, che tutto era inutile. Sabina conosceva
perfettamente Alyson e questa consapevolezza, purtroppo, provocava un
profondo e doloroso taglio nel cuore perchè Alyson non
sarebbe mai stata capace di perdonarla. Mai.
Alyson
se ne andò, lasciandola lì, sola.
Sola,
con il viso rigato dalle lacrime, come quello della ragazza appena
andata via.
***
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Capitolo 6 *** Insieme di loro. ***
6
Ciaoo!
Ecco il nuovo cap, mi sa che sto aggiornando troppo spesso.
Ringrazio sempre hacky,
Aspetto i vostri commenti. Un bacio.
Lala.
______________________________________________
* Un mese dopo. *
"Tu sei così
dannatamente importante per me."
Aly la guardò
fissa negli occhi. Chiara, nuda, accanto a lei, le aveva detto quella
determinata frase.
Lei aveva mostrato a Chiara il mondo lesbico, nei suoi pregi e difetti.
Con lei e, grazie a lei, Chiara era cresciuta.
Era come il bocciolo di una rosa bellissima.
Dalla nascita, piena di timore e insicurezza, aveva attraversato il suo
percorso maturando velocemente e arrivando ad essere quella bellissima
rosa.
Chiara le aveva dato tantissimo e, invece lei, cosa le aveva dato?
Niente.
Giuro
ti prometto che
io mi impegnerò
io farò di tutto però se il mondo col suo delirio
riuscirà ad entrare e far danni
ti prego dimmi che combatterai insieme a me
Nella buona sorte e nelle avversità.
( Max Pezzali - Io ci sarò. )
Dallo stereo acceso,
improvvisamente, quelle parole uscirono.
Il viso di Alyson fu attraversato da una lunga e quasi
invisibile
lacrima. Chiara gliel' asciugò, preoccupata. "Hey Alii,
cos'hai?"
Alyson la guardò. Sembrava cosi felice, li con lei e ora,
come
poteva farle cosi male? Però doveva, non aveva altra scelta.
Le menzogne non consistevano più in una
possibilità.
"Amore.. ti devo parlare di una cosa, di una persona di nome Sabina"
disse Alyson tremante.
"Alyson,.. chi è Sabina?"
"Ecco vedi, Sabina è.. la persona che amo."
Le parole di Max Pezzali, uscirono, tremanti, e volarono via,
attraverso la finestra aperta, mentre il cuore di Chiara
incominciò a gelare, un pezzo dopo l'altro.
Bugie, solo bugie. Lei non ci sarebbe stata.
***
"Ho voluto portarti qua,
questa sera, per mostrarti il mondo. Il nostro mondo Stel." disse
Alessia, passeggiando con Stella, mano nella mano, davanti al loro
fosso.
Stella cercò di fermare il discorso. Sapeva esattamente cosa
Alessia voleva dirle e non le piaceva per niente.
"Fammi finire, ne ho il
diritto. Non cercare di controllare tutto come al tuo solito."
le disse Alessia sorridendole mente le accarezzava una guancia.
Stella sentì quel tocco e , involontariamente,
vibrò assieme al suo corpo.
"Quell'apatia
di chi si è già buttato
via nell’anima
gettandosi in storie sterili l’hai
spinta via
mi hai detto credici solo
tenendomi.
La forza che hai fatto crescere
quando io ormai stavo per cedere
la volontà di non arrendersi
la dignità e il rispetto che sai
rendermi
Tenendomi. "
(883-
Tenendomi)
Alessia
recitò le parole della canzone "Tenendomi" degli 883,
cercando di farle capire il significato di tali parole.
"Lasciati amare
AnnaStella. So che hai paura dell'amore, so che non conosci il
significato della frase "ti voglio bene" ma cucciola, lascia che te lo
spieghi.
Vivi con me la quotidianeità, apriti a me, fammi vedere chi
sei, Stella. Puoi essere felice, è ora di esserlo."
Alessia raccolse una rosa rossa dal campo vicino a loro e
la pose delicatamente tra le mani di Stella.
Stella si avvicinò ad Alessia tanto da sentire i respiri
affanosi. Sfiorò con la sua bocca le labbra profumate di
pesca, le assaporò passando la sua lingua su di esse e poi,
con forza, si fece strada all'interno della sua bocca.
Stella la spinse al muro della cascina, subentrò sotto
l'abitino di tulle blu notte con le mani, una si diresse verso il
morbido seno, l'altra si addentro nella mutandine.
Alessia esplose. Non aveva mai provato una sensazione cosi intensa.
Niente prima d'ora poteva essere paragonato a quel cumulo di emozioni
che le stavano esplondendo all'interno di tutto il suo corpo. Ansimava,
aggrappandosi ai capelli di Stella. Godeva come mai prima d'allora.
Stella incominciò a baciarle il seno, delicatamente. Tenui
ma dolcissimi baci percorsero i due seni piccoli, eccitandola.
Le due ragazze si guardarono, l'una appoggiata al corpo dell'altra.
"Sono pronta Lela, sono
pronta ad amarti, a combattere con te, per te." disse
Stella con un sorriso dipinto sul volto.
Alessia la baciò subito, con forza, passionalmente,
coinvolgendo, oltre alla sua lingua e alla sua passione, la
felicità che la ragazza davanti a lei le aveva donato.
"Vuoi fare l'amore con
me, cucciola?" chiese Stella, con l'aria sognante.
Alessia annuì, tremante, impaurita ma sicura.
***
I
lunghi capelli neri ricci della
ragazza erano mossi dal forte vento di Trieste.
Sulle sue gambe magre c'era appoggiato un quaderno scarabocchiato.
"Cazzo Sabi, devi andare
avanti."
Sabina scoppio a ridere. Non era una risata divertita ma
bensi, disperata.
"Io la amo, Ivan."
"E allora si
può sapere che cazzo ci fai qua, ancora?"
"Ci ha visti mentre
scopavamo!"
"Dettagli."
"Dettagli un cazzo,
idiota"
Sabina si alzò di scatto, alterata,
più con se stessa che con l'amico.
Barcollò, tremante.
Era da giorni che andava così, che il suo corpo non la
reggeva in piedi.
Aveva sempre pensato alla stanchezza ma, forse era qualcos'altro. Che
cosa le stava succedendo?
Aveva paura , si ma , contava solo Alyson. Solo ed unicamente lei, Aly.
Doveva iniziare a prepararsi.
|
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Capitolo 7 *** Chiara, bum. ***
Oggi pomeriggio mi
è stata data una notizia molto, molto brutta.
E
anche se ero certa che mi sarebbe arrivata, ho sentito
comunque il male, il dolore.
Era tanto, troppo. E, all'una e mezza ho scritto questo.
So che non succede niente ma è importantissimo.
Dai,
commentate! Non so neanche se vi piace...
Qual'è
il personaggio che vi intriga di più?
Fatemi
sapere,,, Un bacio. Lala.
(la canzone è Fino in fondo , degli Articolo 31)
***
Contro ogni sogni impossibili, di predicatori non credibili, fonti poco
attendibili, segnali poco udibili
deboli, muri infrangibili, segni tangibili di circuiti invisibili di
cui noi siamo i fusibili.
Ogni tanto uno
fonde come fonde
ora Chiara mentre suo padre urla e la sta picchiando ancora.
Sedici anni, una
valigia fatta in
fretta, una città grigia che l'aspetta e la rabbia che le
pigia in testa.
Vive una
favola tragica
dove papà è un orco, tranne la domenica che
c'è il calcio e le sembra morto.
E' stanca,
è sola, la musica non basta.
A scuola dice bugie per proteggere una bestia: lividi che
lasciano furie e
umiliazioni.
I vicini sentono, ma alzano il volume della televisione.
Papà ora è
tranquillo,
dorme ubriaco sta russando; Chiara ha un coltello e sta pensando.
Dallo stereo, alzato al
massimo, uscirono parole e note. Dicono che sia musica.
Ma per Chiara, quella, non era musica. Era solo
verità.
Si era sempre chiesta se quella canzone parlasse di lei.
Papà. Mamma.
Quelle parole sulle sue labbra signivicavano tanto e niente allo stesso
tempo.
Papà Jean era un alcolizzato, comparso solo al settimo anno
di Chiara.
Mamma Laura era una celebrità europea che veniva a casa una
volta alla settimana.
E così Chiara, tra una tata e l'altra, aveva cominciato a
dipingere per la rabbia, la frustrazione, la solitudine.
E Chiara venne su strana. "Dobbiamo curarti, andrai in un
ospedale psichiatrico a London." Furono le prime parole
della madre.
Stana, anomala. Il termine "lesbica" disgustava Laura.
Non riusciva nemmeno a concepirne l'idea e pensare che la sua unica
figlia fosse affetta da "quella malattia" era un abominio.
Chiara Alizée Dupois sarebbe stata una modella di Gucci, non una lesbica.
Sarebbe stata alta, bionda, piatta e sarebbe diventata la regina di
Danimarca o di qualche altro paese nordico semisconosciuto.
E poi, un giorno, Chiara se ne andò dalla zia Angelica che
abitava in un grazioso paesino in provincia di Gorizia, anche se, per
cinque anni tenne nascosta la sua identità, il suo io.
Poi arrivò lei, la
dannata e ammaliante Alyson, di cui si innamorò
follemente.
Tra qualche sigaretta,
una birra e il meraviglioso sesso, Chiara si innamorò di
Alyson.
Alyson l'adorava.
Le piaceva la sua sfrontatezza, il suo essere introversa, la sua
pazzia, la sua insicurezza.
Adorava il modo in cui facevano sesso, ricercandosi continuamente,
completandosi, giocando.
Si, Alyson l'adorava ma, purtroppo, non l'amava.
Sabina. Sabina del cazzo. Una Sabina che le aveva
rovinato il suo amore.
Aveva saputo il suo nome
dieci minuti prima e già l'odiava.
Dieci
minuti prima.
Gelo. Gelo completo.
Aveva capito tutto in pochi sencondi.
"Chi è lei?"
Alyson non rispose e allora, Chiara urlò
finchè non disse quel nome.
Sabina. Una ex.
Era di nuovo
gelo per lei.
Come le poteva
fare quello?
Come poteva
tradirla in quel modo?
Gelo.
Gelo.
...
Bum.
Cadde. Cadde lei.
BUM, BUM, BUM.
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Capitolo 8 *** E poi.. lei. ***
8
Ma ciaoooo!
Aggiornato troppo presto?! Probabile. Spero che vi piaccia.
Questo cap è molto decisivo...
Grazie hacky, sei sempre gentilissima e grazie per i complimenti...
Tranquilla... la continuo.
Un bacio...
Lala
*****
"Sei la mia stella?"
Sabina, incredula, voltò lo sguardo.
Alyson era proprio davanti a lei. Dopo mesi, dopo continui messaggi e
chiamate,era venuta da lei.
"Cosa?"
"Quella notte, lo scorso 25 Dicembre mentre eravamo sdraiate, nude,
sotto una coperta, dopo aver fatto l'amore..hai guardato le stelle e mi
hai detto che mi amavi e che, nella stella più luminosa
vedevi
riflessa me."
"Si. Io, tuttora, nella stella più luminosa vedo riflessa
te, Aly."
"E quindi.. sono la tua stella." Sabina annuì
e, oppresa dai meravigliosi ricordi, si sedette, stanca.
Alyson si sedette accanto a lei.. "E
tu sei la mia stella?"
Sabina la
guardò negli occhi blu pietrificanti. "Non posso saperlo io, Al. Lo sai
solo tu.."
Entrambe rimasero in silenzio, ascoltando la musica del
mare di Trieste.
"Hai una sigaretta?" chiese
Sabina.
Alyson si alzò di scatto, senza parole.
"Fumi? Da quanto cazzo
hai iniziato a fumare? Tu hai sempre odiato il fumo, sempre!"
"Già. E lo
odio anche ora... ho iniziato quando tutto è
finito. Senza di te, è tutto così
difficile. Si lo so, è colpa mia. Io ti ho ferita, io ti ho
delusa. Io ti ho tradita.. "
"E il fumo è una distrazione. Un singolo secondo di pace.." concluse
Alyson.
Alyson infine capì e gli passo la sigaretta.
"Tu sei la mia stella"
disse poco dopo Alyson.
"Ancora?"
"Ancora."
"Mi-mi am-mi anc-cora?"
"Sempre."
Sabina vide loro negli occhi blu mare di Ally.
Vide il loro passato. Il primo bacio, la confessione, la
paura, la felicità, la timidezza della prima volta, la
passione.
Vide quello che erano state. Vide il loro amore e si
innamorò anche di quello, di quello che erano insieme.
E senza esitazioni o dubbi, la baciò.
La baciò delicatamente come se le sue labbra fossero di
porcellana bianca, perfetta e fragile.
La baciò, timidamente, come se fosse il loro primo.
La baciò e tremò al tocco delle lingue.
Niente di più emozionante e perfetto si era insinuato in
loro prima d'ora.
Quel ricongiungimento d'amore era, per loro, il paradiso.
Ma poi tutto s'interruppe.
Sabina tremò e cadde. Le sue gambe divennero immobili e lei,
perse conoscienza.
Sabina perse conoscienza tra le braccia della sua amata, dopo aver
toccato il paradiso.
|
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Capitolo 9 *** Gioco. ***
9
Eccomi con il
nuovo cap. Come sempre grazie ad hacky..
Questo capitolo è diverso, più forte e crudo..
Spero di non aver superato il rating.
Commentate.
Un bacio, Lala.
****
Alessia e Stella camminavano mano nella mano, lungo il sentiero di
campagna.
I loro occhi si incrociavano, a tratti, sussurrando parole silenziose.
Giocavano
con le loro dita, accarezzandosi, facendosi il solletico e
stuzzicandosi a vicenda.
Poi all'improvviso Alessia si girò puntando l'indice contro
il naso di Stella.
"Sicura, amore?"
"Mai stata cosi sicura."
Alessia sorrise, felice, e le tolse la sciarpa blu.
"Voglio fare l'amore qua
con te, spogliarti tutta su questo sentiero ed amarti fino alla
follia!."
"Sei pazza?"
Alessia scosse la testa, divertita. "Solo innamorata."
Stella stette al suo gioco. Era ora di divertirsi anche
per lei, di lasciarsi andare e forse era arrivata la volta di
innamorarsi.
Forse Alessia, con la sua pazzia e il suo essere così
socievole ed estroversa, era quella giusta.
Poteva esserlo... Stella ne era convinta.
"Spogliami Lela,
spogliami." Stella acconsentì.
E tutto iniziò.
Un giro magico ed elettrizzante formato dai loro corpi.
Piccoli passi per poi arrivare a lui, al grande amore tanto ricercato.
Le loro lingue divennero un tutt'uno, toccandosi, leccandosi, vibrando
insieme allo stesso ritmo.
Lela prese Stella e la buttò su un campo, vicino al fosso
del loro primo incontro.
Stella era sdraiata per terra, completamente vestita.
Alessia si posiziono sopra di lei, in ginocchio, con le gambe attorno
al bacino.
Mise le mani sotto la camicia di Stella, accarezzandogli la pancia e
poi, infine, togliendogli la maglietta.
Pochi minuti dopo Stella era completamentamente nuda e Lela la stava
leccando dentro, dentro di sè.
Dentro, in quella piccola fessura che solo lei aveva toccato prima
eppure Lela era arrivata lì, con la sua morbida lingua in
quel suo piccolo universo privato a farle provare il piacere
più grande.
Gemette mentre la sua lingua continuava a farla vibrare di piacere e
mentre Lela le palpava il seno sinistro, con forza.
Un urlo di piacere uscì dalle labbra di Stella..era venuta,
per la prima volta in vita sua capì il significato di quel
verbo tanto usato.
Vibrarono insieme, toccandosi, baciandosi, praticando quella
possibiltà reciproca d'amare.
Poco dopo Lela era totalmente esausta ed appagata, piena di quel
piacere che Stella stava procando in lei, all'interno di lei.
Portando su di lei il proprio corpo, toccandola, provocando in lei
sensazioni meravigliose e, allo stesso tempo, terrificanti.
Avevano scopato, nel modo più inesperto e brutale.
Avevano scopato, non amandosi ma solo ricercando il piacere, il gioco,
il divertimento.
Ogni tocco era esplosivo, colmo di emozioni eppure, in un certo senso,
distante.
"Ti amo."
Si guardarono e all' improvviso, tutto tacque.
|
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Capitolo 10 *** Non posso morire una seconda volta ***
Eccomi qua.
Un nuovo capitolo.
In questo probabilmente la maggiorparte odieranno Aly ma volevo
mostrare la sua fragilità,
spero sia arrivata a voi.
Un bacio...commentate , al prossimo.
Lala.
***
I colori del tramonto.
Una notte, una luna
piena e una piccola lapide, nascosta tra le altre.
Una ragazza era sdraiata
su di essa, con una rosa rossa tra le mani e le lacrime disegnate sulla
roccia.
" Sabinaaaa, no no,
Saby..."
La ragazza si svegliò di colpo, scossa da
Sabina.
"Hei Aly, era solo un
incubo, tranquilla." le disse Sabina, cercando di
tranquillizzarla.
Erano entrambe sdraiate su un letto d'ospedale da ore, dopo il ricovero
di Sabina.
"Come ti senti?"
chiese Alyson, giocando con un ricciolo capriccioso di Saby.
"Solo stanca."
rispose, cercando di abbozzare un tenue sorriso.
Era lì, a coccolarsi teneramente da ore, tremanti,
impaurite, dal malore di Sabina.
Sabina cercava di sorridere sempre, anche quando la paura prendeva
possesso del suo intero corpo. Appena recuperava un pò di
forze, lei sorrideva...
Doveva farlo, doveva sorridere per non far crollare ulteriormente la
sua dolce e fragile Ally.
Alyson le teneva forte la mano destra, non lasciandola mai, per farle
sentire la sua presenza.
Per farle capire che lei ci sarebbe stata, sempre e per sempre.
Poco dopo arrivò il dottore di Sabina, Dr.
Diego Anoldi.
Si sedette sulla sedia, accanto al letto, guardando la cartella.
Sospirò e infine, la chiuse.
Guardò Sabina e in particolare osservò il suo
sorriso.
Era ciò che più odiava nel suo lavoro: far
svanire i sorrisi.
"Mi dispiace Sabina, ho
brutte notizie."
Mentre il dottore spiegava la malattia di Sabina, il suo
sorriso rimase ma la mano di Alyson, lentamente, si staccò.
****
Alyson camminava da ore, senza sapere dove stava andando.
I suoi ricordi erano macchiati da una fitta nebbia e, nascosti tra
quelle lacrime disegnate sul suo volto.
Tumore. Tumore.
"Tumore."
Lo gridò. Gridò quella parola che le
incuteva una paura snervante e che, pulsava duramente sul cuore, al
ritmo di ogni battito.
Come poteva essere una tale
bastarda? Come poteva aver lasciato Sabina sola in un
momento del genere?
Niente aveva più senso.
Un ricordo, un bacio, il sapore delle sue labbra, la delicatezza della
sua lingua all'interno di se.
L'amore.
Quello per cui aveva combattuto, quello che aveva difeso.
L'amore che provava nei confronti di Sabina Linardi.
Il suo unico amore.
La sua unica sensazione di vita.
Guardò il cartello. Era davanti all'ospedale.
Poteva cercare di farsi perdonare? Poteva amarla,
poteva combattere con lei?
Poteva provarci e lei, lo sapeva.
Ma non era abbastanza.
Aveva cancellato il passato da dentro di sè, per sempre.
Rivedere gli effetti della chemioterapia su una persona amata sarebbe
stato completamente devastante.
Non poteva morire una seconda volta.
Alyson guardò la finestra della stanza di
Sabina e poi, se ne andò, decisa.
Un ora dopo si trovava sotto casa di Chiara.
Chiara la vide, bagnata dalle lacrime.
Non domandò nulla. La fece salire e, l'
accontentò, semplicemente.
Si tolserò i vestiti velocemente e rimasero nude a guardarsi.
Chiara si chinò su di lei, la eccitò, la fece
venire, le fece provare una sensazione bellissima.
Poco dopo Alyson, mentre Chiara dormiva, se ne andò,
lasciandole solo un biglietto.
Grazie
e, mi dispiace Chiara.
|
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Capitolo 11 *** Prima di dormire ***
11
Tre
recensioni! Ahh, che bello! E per questo devo ringraziare..
chica
KM ,
hacky87 e KIba
sensei
Miraccomando,
continuate a recensire... ci tengo veramente a sapere cosa pensate.
Innanzitutto vorrei dire una cosa. Vedere gli effetti della
chemioterapia ogni giorno per un lungo periodo su una persona amata
è una delle cose più devastanti che si possano
vedere
nella propria vita. è una cosa che vi dico io,
personalmente.
Oh, ninfomane credo sia esagerato. è stato un rimedio,
orribile
nei confronti di Chia, si, ma aveva bisogno di sentire qualcosa di
bello, piacevole e vivo e credo che in questo cap verranno chiarite un
paio di cose.
Comunque il sesso è un importante passo di questa storia, ad
esso sono legati molti sviluppi.
Oh, non vi dico altro. Un bacio.
Lala,
***
Sabina stava ridendo.
Il suo viso era contratto, l'espressione era allegra e la risata era
viva.
Rideva veramente, con la voglia di ridere, di divertirsi.
Alyson la guardava dalla finestra, mentre le sue mani tremavano.
Sabina rideva, e lo faceva con Ivan.
Il migliore amico, colui con il quale l'aveva tradita mesi prima.
Colui che lei non sarebbe mai potuta essere : qualcuno che era
presente, che riusciva a farla ridere nel momento peggiore.
Colui che riusciva a farla sentire bene anche per un singolo secondo.
Alyson raccolse la forza che le era rimasta dopo quella lunga notte e
si mise davanti alla porta aperta dalla stanza.
Sabina girò lo sguardo e la vide.
La sua risata si spense immediatamente e sembrò che un velo
di
tristezza si fosse impossessato del suo viso, della sua espressione.
Anche Ivan la vide e poi, si alzò, diede un tenero bacio
sulla
fronte a Sabina, le sussurrò qualche parola ed
uscì dalla
stanza.
Passando accanto ad Alyson, silenziosamente gli disse una frase,
guardandola per un istante, dritta negli occhi.
"Come osi ripresentarti
qui?"
Sabina fece finta di non sentire le parole di Ivan e,
spostando
la mano, fece segno ad Ally di sedersi sulla sedia, accanto al letto.
Alyson si sedette sulla sedia, mangiucchiandosi le
unghie,nervosa , pensando a cosa dirle.
Alzò lo sguardò e si soffermo sugli occhi lucidi
di Sabina. Non l'aveva mai vista piangere, mai.
Improvvisamente sentì il suo cuore battere all'impazzata.
Doveva dirglielo, non aveva altra scelta.
"Io.. Io. Ricordi
Lyanne, mia madre?" Sabina annuì.
"Quando avevo undici
anni mia madre si ammalò di cancro al seno. Quattro anni.
Terapie, chemio, interventi.
Eravamo solo io e lei,
mio padre era
uno sconosciuto, le mie sorelle Gwen e Tara abitavano all'estero mentre
mio fratello Charles era sposato e aveva già due figlie,
Nyelle
e Misha Lynn.
Era un inferno. Lei era
bianca.
Tornavo a casa da scuola ed era bianca mentre i suoi occhi erano neri.
Non mangiava, non diceva niente. Era come un morto da accompagnare due
volte la settimana all'ospedale difronte casa. Lei era la mia mamma,
capisci? E poi in un mese si era trasformata in un corpo senza anima,
vita, che esisteva solamente.
Dopo quattro anni e
tutto quello
schifo, guarì. Ma poi era come se lei non c'era
mai
stata. Viveva ma non potevo chiamarla mamma. Le facevo tutto. Le davo
da mangiare, la imboccavo, la aiutavo persino a rimettere.
Ed io, persi me stessa..
completamente. Io ero morta con lei. Dovevo
esserci per
far sopravvivere lei ma ero morta. Non si riprese mai.
Era morta a causa della
chemio e la sua anima era rimasta chiusa nella chemio, in quell'
ospedale, a Bergamo.
Andò da molti
psicologi,
psichiatri ma non servirono a niente cosi, con l'aiuto di Charles fu
internata ed io venni qua, a Trieste, a vivere con mio fratello, con le
sue figlie e con sua moglie Elisabetta.
Ci ho messo tre anni per
capire chi fossi. Ero morta Sab, ero morta.
E ie-ieri ho avuto cosi
tanta paura.
Ogni volta quando chiudo gli occhi vedo i capelli che mi restavano in
mano mentre aiutavo mia madre nei primi tempi o il suo viso dopo la
chemio.
Vedo tutto questo e io
non posso
morire una seconda volta, capisci? Mi faccio cosi schifo. Io ti amo
Sab, sei la mia intera vita ma ho cosi paura.. ho cosi paura."
Il viso di Alyson era completamente bagnato, coperto interamente dalle
lacrime.
Sabina la guardò. L'aveva perdonata subito.
"Vieni qua."
le disse Sabina, facendole posto sul letto.
La prese tra le braccia mentre cercava di asciugarle le lacrime.
Poco dopo Alyson, si addormentò, coccolata da Sabina.
Sabina, impaurita, si chiese cosa avesse visto prima di chiudere gli
occhi.
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Capitolo 12 *** Provavi? ***
Ragazze,
ma sono io che piango! Grazie veramente,... sono cosi felice che vi
piaccia,
dato che oggi mi è capitato qualcosa che centra leggermente
con il tema di questa storia mi è venuta l'ispirazione e
purtroppo è uscito questo.
Non ne sono molto orgogliosa. non è proprio bello!
Commentate, miraccomando!
***
Alessia si alzò di scatto e corse via, immediatamente, senza
volgerle uno sguardo o una parola.
Corse via come scappando da qualcosa di inevitabile e pericoloso,
qualcosa scaturita da due parole precise.
Niente era sicuro.
Niente aveva più senso sia nella sua mente sia nel suo cuore.
C'erano solo pensieri., emozioni e sensazioni totalmente sconosciute e
solitarie che causavano solamente confusione.
Improvvisamente si trovò davanti a una bellissima villa
gialla con un davanzale bianca, dove lei aveva passato molto tempo.
Si era trovata sotto la casa di Chiara, un amica che non sentiva da
più di un mese e che le mancava immensamente.
Come avrebbe voluto raccontarle tutto, chiusa tra le sue braccia. Come
voleva rivederla.. la sua dolce Chia.
Aprì la porta di casa e salì, come era solita
fare una volta. Raggiunse la camera di Chiara, ma vide qualcosa che non
avrebbe mai potuto immaginare. Mai e, poi mai.
***
Chiara era seduta sul bordo del letto, nuda, avvolta solo da un
lenzuolo color lampone.
I suoi lunghi capelli biondi era spettinati, liberi mentre i suoi occhi
erano colmi di lacrime, come il suo intero viso.
Disperazione, amore, paura, dipendenza. é cio che si
intravedeva nei suoi dolci e bagnati occhi chiari.
"Chiara.." Alessia
si avvicinò a lei, cautamente. Chiara non si
voltò, non la guardò neppure.
Alessia si sedette sul letto, accanto all'amica.
"Hei.." disse
Alessia, ponendo il viso di Chiara sulla sua spalla.
"Lela, il mio cuore fa
cosi male, cosi tanto male. Non la smette più."
"Cos'è
successo?"
"Lei, lei mi ha usato.
Mi ha fatto innamorare di lei, mi ha scopato, mi ha mollato brutalmente
e poi.. è venuta da me. Di nuovo, solo sesso. Ho pensato che
se l'aiutavo, se la facevo stare bene forse si sarebbe conto che sono
io, io, quella che l'ama, la sua anima gemella. Ma lei non l'ha capito.
é ritornata da quella là. E
il mio cuore fa cosi male."
Alessia si alzò di scatto, inorridita.
"Lei? Tu, tu sei lesbica?" Chiara annui. "Come cazzo hai potuto
nascondermelo per anni? Cazzo. E perchè
non ti sei fatta più sentire?!"
Chiara si alzò di scatto e il lenzuolo,
improvvisamente cadde per terra.
"Perchè tu stavi uscendo con quella... e io non sarei
riuscita a sopportarlo perchè ti ho sempre amato!
Ma poi è arrivata Alyson e tutto è
cambiato. Tutto era chiaro, irrazionale ed era riuscita a farmi
dimenticare l'amore che provavo per te!" Glielo
gridò.
"Provavi o, provi?"
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Capitolo 13 *** Un ultima sorpresa ***
Come sempre grazie a
chica KM e hacky87, sono veramente contenta che vi piaccia.
Continuate a seguirla e a commentare, miraccomando.
5, vero ma per ora sono 5. Sicura che non potrebbe arrivare
qualcun'altro?
Vi lascio al cap. Un bacio.
Lala.
***
Una domanda quasi esistenziale. Una risposta
celata all'interno del cuore di una delle due ragazze.
Chiara?
La ragazza accanto
a lei stava aspettando una risposta che non era pronta a darle e
soprattutto che non era pronta a dare a se stessa.
Cercando di
formulare qualche pensiero, raccolse il lenzuolo e se lo avvolse
attorno al corpo caldo.
"Tu mi-mi ami ancora?"
Alessia glielo
aveva chiesto , ancora una volta.
Come poteva
dirglielo? Come poteva ammetterlo? Era semplice, non poteva.
Chiara
alzò il viso e il loro sguardi si incrociarono.
"Non lo so." disse
Chiara, abbassando lo sguardo.
"Cazzo, Lela. Non puoi
chiedermelo così, non ora."
"E tu non dovevi nascondermelo
per anni!"
"E anche se lo avessi saputo,
che cazzo avresti fatto, scusa?"
Gridavano.
Non avevano mai urlato l'una contro l'altra fino a quel
momento.
Alessia non ci
pensò neanche un secondo. Sapeva esattamente
quello che avrebbe fatto.
"Avrei fatto questo."
Alessia
andò verso Chiara, le mise una mano dietro la schiena e la
portò vicino al suo corpo.
Le forme dei
loro seni si toccavano delicatamente, i loro corpi erano un tutt'uno
diviso, ma pur sempre un tutt'uno.
Alessia mise
l'altra mano sul viso di Chiara, accarezzandogli lentalmente la guancia
e poi la baciò.
La
baciò delicatamente, lentamente, assaporando ogni sensazione
che il tocco delle loro labbra le provocava.
Lentamente
sentì la lingua di Chiara addentrarsi nella sua bocca.
E cosi
unì la sua a quella di Chiara scaturendo delle emozioni
istantenee, vive e sconosciute.
Magia.
Era l'unico modo per definire tutto.
Improvvisamente
qualcosa suonò, interrompendo quello scambio d'amore e di
passione.
Alessia
guardò il suo cellulare e la sua espressione felice
improvvisamente si spense.
Stella la stava
chiamando.
***
Stella era
ancora seduta nel parco con il cellulare poggiato all'orecchio.
Alessia non
rispondeva, come sempre.
Andò
nei messaggì e gliene mandò uno. Doveva
spiegarle, ne aveva bisogno.
<
Ne possiamo
parlare? >>
Poco dopo Stella
aprì la porta di casa e la sbattè, frustata.
"Brutta stronza,
quante volte ti ho detto di non sbattere la porta?!"
Suo padre era a
casa. Se ne era dimenticata.
"Mi scusi,
padre." disse abbassando il capo. La prima regola era non guardarlo
negli occhi quando l'orco è incazzato.
"é in
casa Marco?" aggiunse poco dopo.
"No. Va in
camera tua AnnaStella e resta fino a cena. Non ti voglio vedere in
giro."
Stella annui,
sempre con il capo abbassato e salì le scale, fino al quinto
piano.
Aprì
la camera e buttò la borsa sul letto poi, però,
rimase ferma, in piedi, guardando la ragazza davanti a lei, una cara e
vecchia amica.
"Sai non ho
bussato perchè ho visto tuo padre e allora sono salita su,
come una volta." disse la ragazza. "Spero che non ti dispiaccia Stel."
Era una ragazza
piccola, sul metro e cinquantacinque circa, di colore. Portava i
capelli lisci sopra le spalle, più lunghi davanti.
Le unghie erano
laccate di bianco perlato e le labbra colorate da un rossetto molto
chiaro.
"Soline." disse
Stella, ancora sbalordita, poi, corse verso di lei e
l'abbracciò più forte che potè.
"Ciao
piccolina.." le disse l'amica, stringendola a sua volta.
***
|
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Capitolo 14 *** Il tuo viso buffo, lo amo! ***
13
Probabilmente
questo sarà il capitolo più importante di tutta
questa storia forse perchè non succede molto.
Forse lo capirete dopo averlo letto.
Credo di aggiornare nelle prossime ore, lo so... sono assurda!
Sempre grazie ad hacky87 e chica KM.
Ah! Nel prossimo cap sarà svelato tutto su Stel, Soline,
Alessia e Chiara.
Un bacio!
***
"Cucciola?"
Alyson la guardava, sorridendo.
Sabina mugognò, ancora assonnata. "Mmm.."
"Vuoi andare al mare?"
"Aly.. il sole, sai.. che non posso. Trieste è colma di
sole."
"Si, si lo so. Ma ricordi il mio compleanno?
Quando siamo andati vicino a casa mia, a Grado, in pineta, in
quel posticino.."
"con gli scogli, pieno d'ombra?" Sabina, uscendo dalle
coperte, finì, entusiasta, la frase di Alyson.
Alyson annuì, intenta a preparare la borsa.
Sabina uscì immediatamente dalle coperte, saltò
giu dal letto e andò ad abbracciare Alyson, buttando il
costume che Aly teneva tra le mani per terra.
"Tu sei una dea.!"
disse Sabina, prima di cominciare a baciarla
lungo il collo e poi, sul seno.
Lentamente si avvicinò alle sue labbra, mordicchiando il
labbro inferiore di Alyson.
La ragazza non osò opporsi e la baciò a sua
volta, toccando, con passione, le sue dolci e profumate labbra.
"Vieni, ti voglio mia."
disse Sabina, trascinando Alyson verso il letto.
Alyson era sdraiata sul letto e rideva mentre Sabina si stava sdraiando
su di lei.
All'improvviso Alyson si spostò e Sabina cadde goffamente
sul letto.
Alyson continuò a ridere e con lei, incominciò a
ridere anche Sab.
Non ridevano da tanto tanto tempo. E in quell'istante ci fu qualcosa di
magico tra loro.
Le piccole cose e la felicità che esse scaturivano in loro.
I sorrisi, le mani incrociate, la serenità dipinta sui loro
volti.
Qualcosa per cui amare.
"Dobbiamo andare."
"Ma uffa.."
disse Sabina, facendo finta di arrabbiarsi.
"Il tuo viso
è cosi buffo. Lo amo." disse
Alyson baciandola sulla fronte.
Sabina sorrise e poi, all'improvviso, fu scaraventata da Ally fuori
dalla stanza, insieme alla borsa.
***
Sabina e
Alyson erano sdraiate su uo degli scogli, l'una tra le braccia
dell'altra, in silenzio, mentre si coccolavano e ascoltavano i rumori
delle onde.
"Ti amo." disse
Alyson, all'improvviso, interrompendo quel lieto silenzio.
"Lo so amore, e anche io."
"Sai, ogni volta che te lo dico ho paura che sia l'ultima."
"Alyson, io..io.. io ti amo anche per questo."
"Se se.. morirai.."
"Io morirò Ally."
"Lo so." Sabina sentì una
delle lacrime di Ally scendere verso di lei.
***
"Vuoi essere mia, ora?"
"Si."
|
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Capitolo 15 *** Lei è.. ***
Trovare una
ragazza, un 'anima gemella, una compagna da amare cosi immensamente
è difficilissimo ma a volte quei rapporti possono non durare
tutta la vita, ma essere talmente intensi da rimanere impressi per
sempre, non credi?
Comunque non è detta l'ultima parola. Sarà
dedicato molto spazio al loro amore.
Ecco il nuovo cap.
Commentateeee... e GRazie!
****
Erano rimaste a parlare tutta la notte sul letto, e prima, nell'armadio
in modo che l'orco non potesse sentirle e non potesse capire che in
casa oltre ad AnnaStella e Marco c'era qualcun'altro.
Soline. La vecchia amica Soline, la compagna di giochi e dolori Soline,
l'amica considerata una sorella Soline.
Era bella come se la ricordava. Era perfetta.
Loro erano come il giorno e la notte e quel filo sottilissimo che li
collegava: il giorno.
Stella era bianchissima, quasi pallida, sovrappeso ma, speciale nella
sua bellezza e con un seno decisamente prosperoso.
Soline era una ragazza di colore, piccolina, con dei capelli bellissimi
e morbidi.
Erano rimaste con le mani intrecciate tutto il tempo, come da piccole,
come quando si erano fatte una promessa.
Due bambine di circa 6 anni
erano sdraiate su un prato verde colmo di fiori e si tenevano la mano.
Qualcosa punse Soline.
"Aoh." Una lacrima scese lungo il viso della
bimba.
"Hei Sol, non è
niente! "
"Si.. Ma non
lasciarmi la mano,.. mi fa tanto male."
"Tranquilla. Io la mano non te
la lascio mai."
"Grazie sorellina.."
"Sorellina" ripetè
Stella, ascoltando il suono piacevole di quella parola bellissima.
"Mi sei mancata sai, Stel?"
"Anche tu, Sol.
Senti per quello che è successo il
giorno prima della partenza.. io..ehm.. volevo dirti che..che mi
dispiace."
"Hei Stella non ti preoccupare.. Eri confusa, io me ne stavo andando
per sempre. Sono volati gesti e parole assurde."
Stella sorrise, felice di aver chiarito.
Piano piano, tenendosi la mano, si addormentarono, l'una tra le braccia
dell'altra.
***
Stella aprì gli occhi lentamente, cercando di svegliarsi
definitivamente.
Attorno a sè sentì caldo. Era il corpo
che la stava abbracciando, quello di Sol. Una sensazione bellissima la
invase.
Appena vide con chiarezza capì che, davanti a lei, c'era
Alessia, la sua teorica ragazza.
Si alzò improvvisamente e, rapidamente, svegliò
Soline.
"Ste, umm, che
cè?" disse, ancora con gli occhi chiusi.
Appena li alzò si accorse che una ragazza le stava guardando
e così, si alzò.
"Lela, non è
come pensi. Lei è Soline."
"Chi cazzo è
Soline?"
"Una a cui dovresti
mostrare rispetto, innanzitutto." Disse Soline,
intromettendosi. " E
sono la sua migliore amica da quando avevamo 5 anni. Tu chi sei,
semmai?"
"Lei è
Alessia, la mia ragazza."
Alessia e Soline si guardarono, quasi con disprezzo, sfidandosi.
"La tua migliore amica
è.... nera?"
Una
sensazione d'odio invase il corpo di Stella.
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Capitolo 16 *** Non ti conosco ***
A volte le mie
emozioni hanno un influenza eccessiva sui miei scritti. A volte
è un pregio, altre è un difetto.
In questo caso credo proprio che sia un diffetto.
Per le risposte alle vostre domande dovrete aspettare i prox cap..
Grazie, grazie, grazie.
Un bacio.
Lala.
****
Stella si alzò di scatto, infuriata nera da quella domanda
di Alessia.
Credeva realmente a quello che aveva chiesto, a quella domanda cosi
dispregiativa e profondamente razzista?
"Ti causa qualche
problema il fatto che Soline sia nera?" chiese Stella, con
un tono acuto e l'espressione diretta nei suoi occhi.
"Si."
"Tu sei razzista, dio mio.." disse Stella, mentre
sensazioni di disgusto e ribrezzo entrarono nel suo corpo.
Come aveva potuto vivere la quotidianità con una ragazza che
disprezzava le persone per il loro colore della pelle? Come poteva aver
creduto di poter amare una persona del genere?
Lei non conosceva Alessia, in fondo. Aveva creduto e forse aveva
sperato di conoscerla ma erano sempre state due estranee.
Non era il primo dolce, infantile e sognato primo amore.
Era solo una brutta persona.
"Mi fai schifo."
Alessia scoppiò a ridere. "Ora ti faccio schifo? Ma ieri
sera no, eh? Quando abbiamo fatto sesso e mi hai detto ti amo.. non mi
sembra che ti facessi così schifo!"
"Vattene." Prima Stella lo disse, poi lo urlò
finchè Alessia, quasi impaurita, non se ne andò.
Subito dopo che la porta sbattè, Stella si sedette sul
letto, accanto a Soline, stravolta dalle continue ed irrazionali
emozioni.
"Tranquilla. Lei non ti
meritava." disse Sol, abbracciandola mentre con la mano
destra le accarezzava la bianca e calda schiena.
***
"Ti amo. Ti ho sempre
amata. Ti ho amata quando mi hai preso la mano la prima volta, ti ho
amata quando ti incazzavi per ogni mio ragazzo, ti ho amata quando mi
hai detto che ti faceva schifo che a quattordici anni avessi fatto
sesso con un ventenne. Ti ho amata quando mi hai baciata prima che me
ne andassi.
Ti amo e sempre ti
amerò. Sei semplicemente il mio ossigeno."
Soline le disse quelle parole mentre Stella dormiva tra le sue braccia.
Forse l'aveva sentita.
Non avrebbe mai avuto il coraggio di confessarglielo.
L'amava. Amava Stella
alla follia.
Eppure non era pronta per tutto quello, per essere una
lesbica perchè in fondo lei non lo era. Le piacevano i
ragazzi ma amava Stella.
Era discriminata già per il colore della sua pelle e tutto
faceva male, perchè soffrire ulteriormente?
Per lei e solo per lei.
Una risposta valida ma che, purtroppo, non era ancora pronta ad
accettare.
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Capitolo 17 *** Stella e Soline, semplicemente. ***
OkOk, sto
esagerando? é il terzo capitolo consecutivo in cui ci sono
Stella e Soline ma questo è dedicato solo a loro ed
è scritto in prima persona.
é diverso... é Soline che parla e credo che sia
incredibilmente romantico.
Questa storia mi sta prendendo completamente e credo che si accorga
anche dal fatto che posto lo stesso giorno, no?
Comunque non so più come ringraziarvi, siete parte della
forza che mi porta a continuare questa storia.
Allora vi piace Soline, eh? Ne sono felicissima... devo ammettere anche
io che l'adoro.
Un bacio, al prox.
Lala.
***
Sento il calore del tuo corpo sul mio, le tue braccia bianche che mi
avvolgono e insieme alle mie creano un contrasto perfetto.
Giorno e notte. Un insieme. Una vita eterna solo per noi, costruita e
dedicata a noi.
Vorrei solo avvicinarmi alla tua piccola e rosea bocca, accarezzarla
con le mie lunghe dita e amarla, venerarla come nessuna ha fatto prima.
Vorrei guardarti nei tuoi grandi e luccicanti occhi e raccontarti i
miei sentimenti, uno per uno.
Dirti che t'amo e che sono tornata solo per te e per quella tua celata
tristezza che hai sempre nascosto tranne a me, alla tua migliore amica.
Eppure io non voglio essere tua amica.
Io voglio essere la tua amante e rendere puro ogni tuo gesto o parola.
Voglio svegliarmi al mattino con il tuo viso accanto e sorridere
solamente a causa della tua presenza.
Voglio solo poterti amare perchè tu sei la cosa
più perfetta e sublime che io abbia mai incontarti.
Voglio amarti perchè Stella, tu sei l'unica persona che sa
rendermi felice e perchè in fondo sono certa che se esiste
veramente un anima gemella, tu sei la mia.
"Sol, tutto bene?" La
domanda di Stella interruppe quei pensieri bellissimi.
Era giunto il momento. Dovevo solo dirgli che l'amavo. Quanto
coraggio bisognava avere per dire due parole, anche se, erano quelle due parole?
Poco, pochissimo. O forse, troppo?
E se mi avesse rifiutata? E se mi avesse detto che potevamo essere solo
amiche?
Amicizia. Quella parola mi provocava una sensazione di disgusto ogni
volta che si riferiva a Stella.
Stella mi guardava, ancora in attesa di una risposa. "Oh si, Stella, sta tranquilla."
dissi, sorridendole.
***
Sto guardando le sue labbra da circa mezz'ora.
Così rosee e delicate, piccole e profumate di lampone,
amabili e da me intensamente desiderate.
Vorrei solo coglierla di sorpresa e sfiorarle con le mie, lentamente,
in modo da assaporare ogni più intensa e viscerale emozione.
Porrei la mia mano tra i suoi capelli e glieli massaggierei, con
delicatezza ed intensità.
L'amarei con tutta me stessa perchè con il passare dei
giorni, penso sempre di più che amarla sia l'unico scopo
della mia esistenza.
Amare Stella, amarla totalmente.
Lei mi guardò. "Oh
Sol, perchè mi guardi la bocca? Ho qualcosa tra i denti?"
"No,no. I tuoi denti e
la tua bocca sono assolutamente perfetti."
Mi pentii immediatamente delle mie parole. Come avevo potuto lasciarmi
andare anche per un solo secondo? Come potevo essere stata cosi sciocca?
Lei mi guardò spaesata. Quella frase non poteva essere
fraintesa.
"Soline?"
La guardai, probabilmente per l'ultima volta, con intensità
ed amore.
"Stella... la tua bocca
è semplicemente divina. Sogno di poter sfiorarla con le mie
labbra da quanto ti ho rivista. Credo di amarti e credo che la tua
bocca rappresenti la più grande espressione d'arte."
MI guardò.
Era tutto finito. Avevo buttato la più bella amicizia che
avessi mai avuto, per sempre. E tutto faceva cosi male.
Mi guardò ancora e poi con la voce tremante mi disse: "Allora che aspetti? Sfiorala.."
La sua frase fu qualcosa di inatteso ma sublime.
Mi avvicinai a lei, contando i passi che ci distanziavano
l'una dall'altra.
Quando fui a due centimetri dal suo corpo, incrociai le nostre mani,
come segno del nostro profondo legame.
Sentii il mio corpo tremare e muovere, nell'insieme, anche il suo.
I nostri nasi si sfiorarono, prima una volta e poi ancora, ancora ed
ancora finchè le nostre labbra non si sfiorarono e poi
iniziò un percorso fatto dalle nostre bocche e lingue che si
ricercavano, ognuna desiderosa e dipendente dall'altra.
Non fu il bacio più bello della mia vita e
sicuramente neanche il più brutto ma fu diverso, qualcosa di
nuovo e colmo di una profondità inspiegabile.
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Capitolo 18 *** Ricominciare senza di lei ***
15+
Mi potete
perdonare? L'ho guardato e riguardato. Riletto, cancellato, riscritto.
Eppure esce solo questo. Nella sua bruttezza e bellezza.
E dopo un capitolo come quello precedente che a quanto ho capito vi
è veramente piaciuto... mi scuso veramente.
Grazie come sempre a Chica KM, hacky87 e KIba sensei;
Continuate a commentare, miraccomando.
Un bacio, Lala.
***
Stavano urlando.
Le loro grida si sentivano dall'altra parte di quel piccolo paesino.
Parolacce, insulti e domande.
Perchè l'hai
fatto?
Perchè mi fai
cosi male? Pensavo che mi amassi...
Già. Lei lo pensava.
Pensava che Alessia l'avrebbe amata e protetta fino alla fine dei loro
giorni.
Pensava che avrebbe combattuto per stare con lei, anche se non sarebbe
stato neccessario.
Pensava che erano sempre destinate ad essere qualcosa di perfetto e
reale.
Eppure Chiara di sbagliava.
Lei l'aveva tradita e ferita, brutalmente.
"Come puoi farmi questo,
Alessia?"
La voce di Chiara era lenta, bassa, quasi impercettibile. Tutto il
dolore la consumava atrocemente.
"Mi baci e vuoi lei, vai
da lei? Come osi?"
"Io pensavo che..."
Inutili e banali scuse. Bugie.
Chiara la voleva picchiare, voleva dargli un pugno nello stomaco e
farla cadere per terra, umiliata.
Voleva farla sentire come lei si era sempre sentita. Una patetica
fallita, constantemente umiliata.
"Io non sarò
mai l'altra." Pronunciò quelle parole
mischiandole al disgusto.
"Io non sarò
quella che ti fai
mentre lei ti prepara la cena. Non sarò mai la tua amante.
Il
solo pensiero mi disgusta."
"Tu mi disgusti ora.
Quando torno non voglio più vederti. " aggiunse
poco dopo.
Prese la borsa bianca che qualche settimana prima le aveva regalato
Alyson e sulla porta si voltò verso di lei, un ultima volta,
dicendole: " Che sia
chiaro.. Non ti
voglio rivedere mai più. Esci dalla mia vita Alessia. Cinque
anni fa ti ho perdonata ma ora non ci penso minimamente. Addio."
Una lacrima scese lenta sul suo viso. Un ultima lacrima versata per
lei.
***
Prima una e poi l'altra se ne andarono e, non solo da quella stanza, ma
dal paese, dalla città e incominciarono a vivere la loro
vita, l'una senza l'altra.
Chiara inseguì il suo sogno e tornò da sua madre,
a Parigi, per iscriversi ad una delle più grandi scuole
d'arte del mondo pronta a ricominciare dalla propria passione, prima
che da se stessa.
Alessia si trasferì, invece, a Milano, per frequentare
l'università di Medicina e provare realmente a diventare
pediatra, come lei aveva sempre sognato.
Inseguirono i loro sogni, raccolsero le loro opportunità
lontano da quel paesino che consisteva in un bellissimo ma doloroso
passato e soprattutto l'una lontana dall'altra, pronte a ricominciare e
forse, a trovare un nuovo amore con cui poter dimenticare tutto.
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Capitolo 19 *** Musica è vita. ***
principessa
Ahhhh! Sono in
ritardissimo.
Scusate, scusate, scusate. é che sono
stata presa cosi tanto da una one shot su lost..
E poi l'ispirazione scarseggiava.
Non succede niente però volevo regalarvi un capitolo
tranquillo e sereno. Mi scuso per l'inglese, sarà sicuramente sbagliato!
Aspetto i vostri commenti, Lala.
***
Sabina girando per casa, trovò la sua vecchia e amata
chitarra.
Una volta, senza di lei, non poteva vivere e poi, persino la sua amata
musica la tradì.
Eppure, anche solo sfiorare con le dita le corde le provocava una
sensazione bellissima, come un senso di appartenenza ed amore profondo.
Improvvisamente, dopo tutto quello che le stava succedendo, si
sentì veramente bene e le sue mani, come mosse dalla magia,
pizzacarono e si mossero su quelle corde, facendo uscire le note della
sua prima canzone intitolata Behind
you., scritta a soli undici anni.
E insieme alla sue mani, si mosse anche la sua voce.
"Oh my love,
I got you back like yesterday and tomorrow.
I got your back and i said i love you.
Like your soul, like your body,
I'm behind you to protect you."
La sua voce esplose, calda e un pò roca.
Sabina suonò ancora ed ancora, lasciandosi travolgere dalle
parole e della musica con cui era cresciuta e soprattutto per cui era
cresciuta e vissuta.
Suonò il suo intero album con una voglia e un eccitazione
pazzesca, lasciandosi completamente trasportare dall'amore e dalla
passione che provava finchè non si rese conto che davanti a
lei, appoggiata al muro, c'era Alyson che, rapita dalla musica,
l'ascoltava.
"Oh amore, non ti avevo
vista."
"Non badare a me, Sabi, continua.. ti prego."
Sabina le sorrise. "Vieni
accanto a me." disse, prendendo la mano di Alyson e
facendola sedere accanto a sè.
"Sabi, mi canti la
canzone che hai scritto per me?"
Sabina annuì, felice. Non era cosi felice da
tantissimo tempo.
Per un solo secondo mentre stava cantando la canzone dedicata ad Aly e
le sue mani si muovevano producendo musica si senti in paradiso,
letteralmente e il pensiero della morte non la turbava
più.
Aveva tutto ciò per cui valeva vivere.
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Capitolo 20 *** One year, one month ***
Scusatemi per l'incredibile
ritardo ma tra il compleanno e poi l'ispirazione a livello 0 e un
milione di altre cose.. non ce l'ho fatta.
E mi scuso anche per il cap un pochino afrettato.
Aspetto come sempre i vostri commenti.
Un bacio. Lala.
Un anno dopo.
Un altro anno era passato ed ormai era gia estate inoltrata.
Era la mezzanotte del due luglio mentre Chiara, camminava sulla
spiaggia di un piccolo paesino del sud del Francia.
Aveva un appuntamento per quell'ora ma ancora, non vedeva nessuno
finchè, poco più in là, non vide un
piccolo fuoco accesso.
Si avvicinò scrutando quel piccolo paesaggio.
C'era accesso un piccolo fuocherello e poco distante, sulla sabbia, era
distesa una copertà color lillà.
Sopra di essi, erano appoggiate tre rose: una bianca, una rossa ed una
gialla.
Senti due lunghe braccia avvolgere il suo busto, riscandandola.
"Auguri amore."
Chiara si lasciò avvolgere da quelle braccia
che la facevano sentire al sicuro poi si girò e
baciò quella ragazza bellissima.
"Grazie, Juliet. Grazie.
Sei fantastica." E cosi la baciò, ancora e
ancora, lasciandosi avvolgere e riscaldare da quell'immenso calore.
Poco dopo si sdraiarono sulla coperta, guardandosi e sorridendo.
"Perchè di
tre colori diversi?"
"Hanno tre diversi significati. Quella rossa significa l'amore che
provo per te, quella gialla la felicità che mi trasmetti e
quella bianca la speranza che fra un anno esatto saremo
ancora qua a festeggiare il prossimo compleanno."
Chiara sorrise. Nessuno le aveva dato tutto quello.
" Ci saremo. é una promessa, Juliet."
***
Nella sala d'attesa dell'ospedale di Grado, Alyson
camminava su e giù, imperterrita.
All'improvviso la porta si aprì e Sabina
uscì, guardandola dritta negli occhi.
"Allora?" Chiese Alyson, impaziente.
"Un mese. Un mese. Mi resta solo un mese." disse Sabina e,
all'improvviso, scoppiò a piangere.
Alyson corse verso di lei e l'abbracciò
più forte che potè.
Tutto stava per finire. Era arrivata la fine.
***
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Capitolo 21 *** Dark e Moon ***
Eccomi!
L'ispirazione sta tornando, finalmente!
Volevo avvertirvi che Alessia non si vedrà per un
pò... ma ritornerà!
Spero che vi piaccia...
Ringrazio come sempre chika KM e hacky87 e grazie anche ad Auri, spero
che commenterai ancora!
UN bacio , Lala.
****
" Un anno passato. Un anno colmo di sconfitte, umiliazioni e lacrime
eppure un anno con una vittoria.
La nostra,
Stel. Noi siamo qua, esattamente un anno dopo quel bacio a dirci che ci
amiamo.
Cosa potrei
desiderare altro? Niente, Stella, niente. Sai perchè?
Solo
perchè siamo qui un anno dopo e mi accorgo che quando mi
guardi sento ancora le farfalle nello stomaco e poi,
in ogni
istante vorrei gridare al mondo che ti amo.
é
cosi.
Ti amo
AnnaStella."
Stella raccolse il foglio posizionato sul tavolino di
vetro e sorrise.
In quell'orrore, Soline rendeva tutto perfetto.
Un anno. Era solo passato un anno. Sembrava
passata una vita da quando Soline le aveva confessato i suoi sentimenti.
Si posiziono la mano lungo la schiena, massaggiandosela.
Quel giorno doveva essere bello. Non dovevano importare i
suoi genitori, la scuola, Marco e quel giorno, neppure Sabina.
Si sentì una vibrazione in sottofondo. Era arrivato un
messaggio..
Contenta lo lesse, pensando che fosse di nuovo Sol.
Il suo viso era illuminato da una strana luce che trasmetteva piena
felicità ma poi, improvvisamente, la sua espressione
cambiò e, lentamente, si buttò sul divano.
Era Alyson, una sua nuova amica.
L'aveva conosciuta l'inverno in ospedale. Si erano tenute compagnia
mentre lei aspettava l'ennessimo risultato della quinta radiografia in
sette mesi e Alyson aspettava la sua ragazza, Sabina, mentre faceva la
chemio.
Avevano parlato tantissimo e di tutto. Del tempo, di letteratura, di
medicina, di arte, di musica e di tanto altro. Messaggiavano ogni sera,
si vedevano ogni settimana per ore, davanti a una coppa di gelato e
talvolta, davanti a una bottiglia di Vodka alla pesca. E cosi, con i
mesi, erano diventate migliori amiche e , praticamente,
indivisibili.
E piano piano, aveva imparato a conoscere anche Sabina. Era forte e
dimostrava un coraggio ma lei aveva sempre saputo vedere la sua
fragilità che, però, Sabina nascondeva a tutti,
persino ad Aly.
Aly, invece, era il contrario. Aly era vera sotto ogni aspetto, anche
il più piccolo. Era immensamente fragile, delicata e
sincera. Era trasparente.. limpida, in un certo senso.
Ed era questo che più adorava in lei. Sapeva che si poteva
fidare, che le voleva veramente bene e poi, andavano veramente
d'accordo forse per quel passato tanto doloroso che condividevano o per
i caratteri molto simili. E loro avevano dei soprannomi.
Erano Moon e Dark, semplicemente.
"Dark, ho bisogno di te.
Subito. Non ce la faccio. Vengo da te, posso?
So che è il vostro anniversario ma ci hanno dato il responso.
Ha un mese. Ha un fottuto mese.. Dark.
Sto tremando dalla paura."
Rispose solo un "OC".
Non poteva dire altro.
Poco dopo sentì la porta sbattere. Era arrivata Soline, con
la coperta e il cestino del pic-nic.
Appena vide Stella, si bloccò. Sapeva che era successo
qualcosa..
"Amore, cosa succede?"
"Sta venendo Alyson."
Soline si incazzò. "Cazzo Stella! é il
nostro anniversario! é possibile che ci sei sempre per lei,
e mai per me?"
Stella scoppiò a piangere. "Io ti amo, Sol. Ti amo alla
follia ma non posso. Sabina morirà tra un mese. Solo un
mese. Aly ha bisogno di me."
Soline corse ad abbracciarla. "Mi dispiace. Mi dispiace, Ste."
"Non devi scusarti. Sono io che devo. Mi dispiace cosi tanto ma non
posso."
Soline annuì e se ne andò.
Era arrivata l'ora di farsi da parte, un altra volta. Doveva,
eppure era forse arrivata anche l'ora di lasciarla andare, per sempre
anche se perderla avrebbe significato morire.
Morire, letteralmente.
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Capitolo 22 *** Perchè è lei. ***
Grazie come
sempre.
Lala...
***
Soline alzò il suo terzo bicchiere di vodka come segno di
vittoria.
Era semi sdraiata sul divanetto blu di uno dei tanti pub di Gorizia.
Aveva preso le chiavi della macchina e se ne era andata lontano da quel
paese e specialmente da Stella
ed Alyson.
"Soline?"
Soline alzò lo sguardo, stupefatta. Chi poteva
conoscerla, a città di distanza? E soprattutto chi poteva
riconoscerla in quello stato.
Davanti a lei c'era un ragazzo alto, con il fisico scolpito, i capelli
biondi sparpagliati sulle spalle e un paio di occhi color ghiaccio.
Assomigliava tantissimo a Josh Holloway, e sicuramente, non era un
difetto.
Soline si passò le mani tra i capelli, cercando di
concentrarsi.
"James?" domandò
interrogativa. Lui sorrise, contento che l'avesse
riconosciuto dopo tanto tempo.
Il ragazzo posizionato davanti a Soline era James Evan Caltry ovvero il
suo primo e doloroso vero amore.
Soline sorrise, cercando di non traballare anche se, effettivamente,
era seduta.
James si sedette accanto a lei.
"Non ci posso credere,
sono passati tre anni!"
E cosi, stessero a parlare del più e del meno,
del tempo passato, delle esperienze vissute e infine della causa dello
stato sconclusionato di Soline.
"Allora, chi è lui?"
"Lui chi?"
"Lui, lui. Quello che ti ha ridotta in questo stato."
"Oh, no. é una lei."
James era sbalordito. Poteva immaginarsi tutte le donne
della terra lesbica tranne lei. Soline era diversa, completamente.
"Tu sei lesbica?!"
"Naa." disse Soline.
" Mi sono solo innamorata di una lei. Ma a dire il vero, non credo che
lo sarò mai. Lesbica, intendo."
"La conosco?" Soline annuì, sapendo che fra
qualche secondo sarebbe scoppiato a ridere.
"Stella."
"Stella? AnnaStella? La paffuta e timida Stella, la tua migliore amica?"
E come previsto, James scoppiò a ridere.
"Oh dai.. "
"Oh non è per lei. é per te... Lei è
troppo fragile e caritatevole per te."
Soline lo guardò, pensierosa, non sapendo cosa
intendesse.
"Adesso mi spiego, aspetta! Lei è fragile, emotiva,
credulona e a tratti, infantile. é una brava persona, si,
però non ha nulla a che fare con te. Tu sei una roccia, Sols.
Se qualcuno ti rompe le palle, non stai zitta in un angolino, anzi, fai
ben altro. Combatti per ciò che fai e per ciò che
sei. Sei fenomenale e.. bellissima, dentro e fuori."
Lei sorrise. Era da tanto che qualcuno non la considerava
una persona e, quelle parole le arrivarono dritte al cuore.
"Io la amo. Fragile e no. Tutto ciò che so è che
la amo. Ho passato forse il peggiore anno della mia vita insieme a lei.
Ogni giorno c'era qualcosa che non andava. Era cosi insicura.. Ogni
volta che litigavamo diceva che ero io la causa, che era colpa mia e
ogni volta era lei che piangeva tra le mie braccia. Pensavo che niente
sarebbe potuto andare peggio ma è arrivata lei, Alyson.
Passava sempre il tempo con lei. Lei era quella che aveva bisogno e per
carità.. la sua ragazza morirà. Non mi sono mai
lamentata per quello ma poi, ecco, è successa una cosa che
non le perdonerò mai.
Mia madre è morta e lei non c'era ne all'ospedale,
nè al funerale. Non c'è mai stata.... Sai, era
con lei. La amo e lei ama me, ma è
troppo, sai? Troppo."
James l'abbracciò più forte che
potè e Soline, per un secondo, si lasciò scaldare
dalle sue forti braccia
mentre delle lunghe lacrime attraversavano il viso color cacao.
"Devi lasciarla, Sols. é per il tuo bene."
"Lo so, lo so ma fa cosi male." disse piangendo, tra le
braccia di James.
***
Soline entrò in casa, sbattendo la porta.
Stella corse verso di lei e l'abbracciò. "Dove sei stata? Sono le due di
notte!"
"Ero.. ero con James."
"Non importa.
Stella, è finita."
Stella si sentì il corpo crollare come se fosse totalmente
sfinita.
"Cosa? Oggi.. Oggi
è il nostro anniversario."
"No, Stella no.
é solo passato un anno da quanto ti ho confessato i miei
sentimenti. Tu-tu non riesci ad amarmi. E io non posso continuare
così. Staro accanto a Sabina e poi, me ne andrò,
per sempre. Addio Stella."
E cosi dicendo uscì di casa e, appena salita in macchina,
scoppiò a piangere.
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Capitolo 23 *** Ricordando Lela. ***
lela
Rieccomi...
questo cap ho provato a farlo in 3 persona ma cosi è l'unico
modo in cui lo concepisco!
OH chica, credo che non sia solo il tuo sogno. Josh Holloway
è.... Josh! E si, diciamo che il nome non è
proprio a caso
anche se amo il nome James... sarà uno di quelli dei miei
figli( se mai ne avrò!)
Con questo cap vorrei farvi conoscere meglio Juliet.
Che ne pensate? Un bacio. Lalaa!
***
Mi guardi come se fossi la donna più bella al mondo.
A volte ti volti di scatto verso di me e mi guardi, soffermandoti sui
miei occhi azzurri.
E così, rimaniamo in silenzio, a scrutarci e quando ti
chiedo il perchè mi dai sempre la solita risposta.
"Sei bella." Ed io sorrido e poi lo fai anche tu, e ci sono solo i
nostri sorrisi che sono cosi perfetti insieme.
Non serve nient'altro a me perchè con il tuo sorriso mi
illumini ogni giorno e mi fai capire, dopo anni di ignoranza, il vero
significato della parola "vita."
E siamo qui, l'una accanto all'altra, ancora un altro giorno insieme.
E vorrei dirti che t'amo con tutta me stessa, perchè a
volte, vedo nei tuoi occhi il dolore causato da qualcuno.
Non conosco il suo nome o i suoi caratteri del viso ma vedo in te il
dolore che lei ti ha causato e quella sensazione che io non
potrò mai essere quello che è stata lei.
Forse un amica, un amante, una grande donna che, a causa della sua
grandezza, ti ha ferito brutalmente.
"Chi è lei,
Chiara?"
Desidero veramente sapere ma, alla fine, temo le tue parole.
"Lei chi?"
"La lei che ti ha distrutto il cuore. Quella che hai amato di
più al mondo."
Chiara sospirò, volgendo lo sguardo verso il
mare. Non mi guardava più nei miei occhi color cielo, forse
per paura.
"Il suo nome
è .. Alessia. Quella che una volta era la mia
Lela.
"Eravamo migliori
amiche, però io l'amavo da tantissimi anni. é
sempre stata ALESSIA e basta. Non ci sono tutt'ora aggettivi o pregi e
difetti con cui descriverla.
Era solo così
imperfetta ma così viva. Coglieva un fiore da terra e lo
rendeva bellissimo. Con ogni piccola cosa creava un mondo bellissimo.
Era veramente speciale
poì, l'anno scorso abbiamo iniziato a staccarci e sia lei
sia io siamo cambiate. Lei aveva questa ragazza a cui voleva bene ma,
non amava però aveva paura di perderla, credo. Ha sempre
visto in questa Stella il suo iniziò e penso che, avesse
paura di staccarsi da lei perchè temeva di rimanere sola.
Io, invece, non le avevo mai confessato la mia
omossessualità e in questo mese in cui lei ha iniziato la
storia con Stella, io per non pensarci, ho iniziato a uscire con
Alyson. Dio, era cosi bella. Aveva dei lunghi capelli rossi ed era
tremendamente trasandata e beh, mi ha fatto perdere la testa. Al
secondo appuntamento, abbiamo fatto sesso. Senza pensarci lo feci
perchè beh, ero troppo distrutta dal pensiero di Lela. Poi,
dopo un mese Aly mi lasciò perchè entrambe
amavamo qualcun'altro e.. piangevo nella mia camera mentre Lela
è entrata nella mia camera e poco dopo ci siamo baciate.
é stato cosi
vivo quel bacio. L'ho sentito con tutta me stessa ed ero cosi felice ma
poi lei ha rovinato tutto e mi ha distrutto il cuore. Sai, voleva che
fossi l'altra mentre lei stava con Stella.. Voleva che fossi la sua
amante." Chiara, finendo, voltò lo
sguardò verso di me.
Una lacrima le scese lenta lungo il viso.
Ti prendo tra le braccia custodendo il tuo piccolo cuore infranto che
ora, è al sicuro qui con me.
Vorrei solo saperti dire qualcosa per cancellare quel ricordo doloroso
ma non esiste parola o gesto che possa cancellare il dolore dalla tua
persona.
E poi ti guardo e tu guardi me ed io sorriso e alla fine tu sorridi con
me.
"Ti amo Juliet."
Me lo dici mentre sorridi, come se fossi sicurissima di quelle parole.
Io sorrido perchè è l'unica reazione che posso
avere.
"Je t'aime."
Te lo dico in francese, nella nostra amata lingua, quella dei nostri
primi cinque appuntamenti e quella della rosa bianca lasciata andare
nel mare.
Non servono baci, abbracci o ulteriori parole. Serve solo il nostro
sorriso.
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Capitolo 24 *** Niente di più, niente di meno. ***
james
Eccomi
con un nuovo e spero decente cap!
Temo che di Yuri in questo cap ci sia veramente poco...però
spero che vi piaccia lo stesso.
Ecco a voi la nuova coppia. Vi piace?
Grazie come sempre. Al prox.!
***
Il suo cuore batteva velocemente come se fosse scaravantato dall'ultimo
piano di un grattacielo.
Scoppiava. Lo sentiva, fermo.
Lei era incredibilmente
bella.
La sua delicata e nera pelle contrastava qualla bianca ma
scura di James.
Le loro mani si intraccievano continuamente, lasciandosi e
riprendendosi, come se si stessero continuamente ricercando.
I loro corpi seguivano un lungo percorso, avvicinandosi e
allontanandosi, ricercandosi e poi, lasciandosi.
Soline si abbassò, baciando delicatamente il ventre di
James, prima una volta e poi continuando finchè lui non la
prese e le cambiò posizione, ponendola sotto il letto e
salendo sopra di lei.
Si abbassò verso il suo corpo, leccandogli l'ombelico
e accarezzandogli il seno, facendola gemere per due secondi.
E cosi, fecero l'amore in un modo delicato e intensamente passionale,
accarezzandosi, baciandosi e lasciandosi trasportare dall'attrazione
che l'uno provava per l'altro.
***
Dopo aver fatto l'amore James e Soline erano sdraiati sul letto,
avvolti dalle lenzuola color rame, e Soline era rinchiusa tra le
braccia di James.
James le accarezzava i capelli morbidi mentre lei si lasciava cullare
da quella sensazione bellissima.
"Sei cosi bella" le
disse, sussurrandogli nell'orecchio.
Lei si voltò verso di lui e gli sorrise.
Era passato circa un mese da quando aveva ricominciato ad uscire con
James e due mesi da quando aveva lasciato AnnaStella.
Non la vedeva d'allora anche se, ogni volta che pensava a lei, le
sembrava di entrare in una torre di oscurità e profonda
depressione.
Eppure James le trasmetteva qualcosa, come aveva sempre saputo fare
anche anni prima.
Quando gli occhi azzurri di lui la osservavano sembrava qualcosa di
speciale ed unico e il mondo in cui la toccava e parlava la faceva
sentire protetta, al sicuro.
"Ti amo Soline" lo
disse ad alta voce, senza cercare di nascondere quelle parole e,
dicendole guardandola dritta negli occhi neri.
"Cosa?"
"Ti ho sempre amata. Sempre."
Soline sorrise e si lasciò cullare tra le sue
braccia. Forse James era sempre stato il suo futuro.
Lo era stato anni prima ed ora, con lui, poteva realmente
provare a costruire qualcosa perchè lui la trattava come una
principessa e sopratutto perchè l'amava da sempre per quello
che era.
Niente di più, niente di meno. Non cercava di cambiarla, ma
semplicemente l'amava per quello che era, solo SOLINE.
***
Mentre James e Soline si guardavano e sorridevano felici,
il telefono di casa di Sol squillò.
Soline si avvolse il lenzuolo intorno al corpo nudo e andò a
rispondere al telefono.
"Pronto?"
"Signorina
DeLaché? Soline DeLaché?"
"Si.."
"Si tratta di Sabina
Linardi."
Soline si sentì morire, per un singolo ma lacerante secondo.
L'aveva vista il giorno prima. E se fosse stata l'ultima volta?
"Sta .. sta bene?"
disse, balbettando.
"é stata
ricoverata. La sua situazione sta peggiorando. Ha detto che vuole lei."
"Sarò li in
cinque minuti. Le dica che arrivo."
Appena attaccò, Soline traballò,
impaurita.
"Amoree, che succede?"
disse James correndo verso di lei.
"Sabina.."
disse balbettando.
"Andiamo subito
all'ospedale, ok?"
Lei annuì.
***
Dieci minuti dopo James e Soline erano seduti nella sala d'attesa,
aspettando il dottore.
James abbracciava Soline, mentre lei continuava a mangiarsi le unghie
mentre piangeva.
"Soline?"
La ragazza si voltò. Davanti a lei c'erano
Stella ed Alyson, mano nella mano.
Soline, all'improvviso sentì il suo cuore scoppiare.
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Capitolo 25 *** Brillerai per sempre, Hanne. ***
jjjj
12
settembre 2010.
Grado in provincia di Gorizia, Friuli Venezia Giulia.
Quel giorno
il cielo di Grado era bellissimo, completamente senza nuvole e il sole
splendeva sulla lapidi del cimitero.
Una cinquantina di persone erano sedute davanti ad una bara di marmo
bianco, posizionata accanto a una ventina di rose bianche.
Dietro la bara c'era una grande foto che ritraeva una ragazza con dei
ribelli ricci neri e un sorriso indelebile.
Quella foto ritraeva Sabina Hanne Linardi.
Nella prima fila di sedie c'erano, in fila, dei ragazzi.
Alyson, Stella, Ivan, Soline e James.
Il prete parlava da mezz'ora circa ma nessuno dei ragazzi aveva
ascoltato le sue parole fino a quando disse:
"Qualcuno vuole dire qualcosa?"
Soline lasciò la mano di James e si avvicinò alla
bara.
Rimase in silenzio per qualche minuto poi, con la voce macchiata dalle
lacrime, incominciò a parlare nel microfono.
"Non conoscevo Sabina da molto tempo ma solo da qualche mese. Era una
di quelle ragazze spensierate, che vivevano per amare gli altri.
Ricordo quando ci siamo sconosciute. Era un brutto periodo per
entrambe. Lei, una perfetta sconosciuta, venne a casa mia e mi
disse....."
7 mesi prima.
Soline, ancora in pigiama e con in mano un cucchiaino colmo di gelato,
aprì alla porta.
Davanti a lei c'era una ragazza molto carina. Aveva dei lunghi ricci
neri e sorrideva.
"Ciao Soline." disse entrando in casa.
Soline, spaesata chiuse la porta. "Tu chi sei, scusa?"
"Sabina, Sabina Hanne Linardi. Ora che ci siamo presentate passiamo ai
fatti. Io sono la ragazza.."
"La ragazza di Alyson" finì Soline, con un tono di leggero
disprezzo.
"Esattamente, o almeno credo e cosa più importante credo che
Alyson e Stella ci stiano tradendo."
Soline si sedette sul divano, come se fosse stanchissima.
"E secondo te perchè passo le mie giornate mangiando gelato.
Vuoi?" chiese Sol, mostrandole il cucchiaino.
"No grazie. Comunque dobbiamo fare qualcosa."
"Suppongo che tu abbia un piano."
"Esattamente" inzia a dire Sabina, sorridendo.
"Voglio che Alyson capisca un paio di cose. Voglio che capisca che non
mi si prende per il culo. Se mi tradisce, pretendo la verità.
Ho chiesto ad Alyson di fare un uscita a quattro.. IO, Alyson, tu e
Stella.. per conoscerci. E domani sera voglio che si sentano distanti.
Voglio che tra noi si crei un affinità particolare."
"Vuoi che la tua ragazza si sente esclusa da te ?"
"No, voglio solo farle capire che non mi lascio trattare come una
malata emarginata solo perchè mi mancano pochi mesi di vita
e
che, possono ancora piacere a qualcuno. Ci stai?"
"Ci sto, Sabina."
"In rubrica scrivi Hanne, per non farci cattare ok?"
"Hanne.. ok" disse Soline, sorridendo.
"Sta tranquilla. E poi non sarà difficile creare una certa
chimica perchè sei un vero schianto, Chocolate.
Tu sarai Chocols, Soline. Chocols." disse dandole un bacino molto
vicino alle labbra e uscendo, poi, di casa."
Lei era
sorprendente. Era cosi delicata nei suoi gesti e nel modo in cui si
muoveva e le sue parole erano cosi decise e sicure.
Era pronta a combattere per ciò che amava anche ricorrendo a
mezzi non perfetti e voleva vivere la sua vita fino all'ultimo anche se
le restava poco tempo.
Era
cosi sicura, era Hanne. E poi, ricordò i giorni
dopo, uno in particolare... due mesi dopo il nostro primo incontro.
5 mesi prima.
Sabina stava scrivendo la sua ultima canzone quando, il cordless
suonò.
"Hei Chocols.."
"Quella brutta puttana! Come cazzo osa? é finita!
Non ce la faccio più!"
"Sol, che
è successo?"
"Oh, Hanne non ce la faccio più. Mia madre
è morta."
"Tesoro, mi dispiace cosi tanto."
"Non è quello. Lo sapevo da quando avevo cinque anni che
sarebbe
successo ma comunque è difficile e lei sai cosa mi ha
risposto?
Oh mi dispiace tesoro... è solo che sono con Aly. Mi
dispiace
tanto."
"Dio, Soline... Non ti merita quella stronza. Vuoi che venga da te?"
"No, dato che sono fuori casa tua. MI apri?"
"Certo."
Appena Sabina apri la porta, Soline le si buttò addosso,
abbracciandola. "MI dispiace tesoro.." disse Sabina, massaggiandole i
capelli.
Poco dopo erano sdraiate sul divano a guardare "The L Word" mentre un
pò di gelato cadde sul collo di Soline.
Improvvisamente Sabina leccò il pezzo di gelato sul collo di
Soline.
Non dissero niente ma lentamente Sabina salì lungo il collo
e
incontrò le sue labbra, e poi scese lungo il seno, dandogli
piccoli baci e così, fecero l'amore.
Abbiamo avuto una relazione per tre mesi e si, ci amavamo
però c'erano sempre loro e.. il sentimento che ci legava a
loro
era infinitamente superiore a quello che c'era tra noi.
Decidemmo di finirla, di restare amiche... e poi, è andata
peggio, perchè tu.. l'hai lasciata sola. completamente sola.
Quando stava peggio ero io accanto a lei, non tu, non la persona che
giurava di amarla più di qualsiasi altra cosa.
Lei aveva bisogno di te ma tu non c'eri. Tu l'hai uccisa, Alyson.
Non è stato il cancro. Sei stata tu, stronza. Non dovresti
nemmeno esserci qui. Tu non conoscevi Sabina da molto tempo."
Soline urlò quelle ultime parole e se ne andò,
seguita da James.
Era maledettamente incazzata e si sentiva morire, cosi lentamente.
Niente aveva più senso, nemmeno il sorriso di
James o la presenza di Stella.
La sua morte era così ingiusta. Hanne aveva sempre brillato
e l'avrebbe fatto per sempre.
Si lasciò andare tra le braccia di James, mentre piangeva
disperatamente.
"Tu sei Soline?"
Davanti a Soline e James c'era un ragazzo molto alto, con dei capelli
ricci e un paio d'occhi color ghiaccio.
Soline annuì. "Io sono Mikael, il fratellastro di
Hanne."cercò di dire, in un italiano sforzato.
"Non sapevo che avesse..."
"Si, lo so. Noi non parliamo della nostra famiglia. Qualche giorno fa,
prima di morire, mi ha dato questa per te."
"Grazie Mikael... "disse con la voce tremante, prendendo in mano la
lettera.
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Capitolo 26 *** Una lettera ***
Prima
di procedere al capitolo, vorrei chiarire alcune cose perchè
forse,sono stata poco chiara.
La morte di Sabina era annunciata fin dall'inizio e nell'ultimo
capitolo era abbastanza evidente che sarebbe morta ma non per queste se
ne andrà dal cuore di Alyson, Soline, James, Ivan e gli
altri... Inoltre Ivan non scomparirà. Si è visto
pochissimo ma sarà ancora presente, come Mikael.
Una persona può essere vicina fisicamente ma non
mentalmente. Alyson e Sabina stavano insieme ancora ma Alison non
è mai stata accanto a lei, forse per paura.
Ripeto che vedere glie effetti del cancro su una persona amata ti
disintegra, e parlo per esperienza personale.
L'allontonamento di Alyson si era visto anche all'ospedale, la prima
volta. Si, era ritornata ma non significa che non sarebbe scappata un
altra volta. é umana Alyson.
La relazione tra Sol e Sab per me era abbastanza esplicita, dopo quello
che avevano passato insieme. Era una grande amicizia e poi,
è diventata qualcosa di più e non sesso, ma amore.
Si sono sostenute mentre soffirivano, mentre le persone che dicevano di
amarle non c'erano.
Ora vi lascio al prox cap.
Grazie come sempre a hacky87 e chica KM
*****
Soline aveva tanta paura.
Quella viscerale, profonda e impressa nel suo cuore sempre delicato ma,
ormai dilaniato.
Sabina era morta e questo nessuno poteva cambiarlo e l'unica cosa che
le era permesso era il dolore.
E quello ormai, non la lasciava più, neanche quando chiudeva
gli occhi.
Erano passati cinque giorni da quando l'ospedale l'aveva chiamata
ovvero lo stesso in cui Sabina se ne era andata, per sempre.
Ne erano passati, invece tre, dal suo funerale e da quella lettera che
aveva appoggiato sul tavolino di vetro affiancato sul divano su cui era
seduta da allora.
E la lettera era ancora lì, chiusa, con scitto "Chocols" in
corsivo con la calligrafia di Sabina.
"Sol?"
James la guardò, dandole una cioccolata calda. "Bevi questa, amore. Ti tira un
pò su."
"Grazie." Soline la prese e ne bevve un pò. "James, puoi sederti accanto a
me? Ho deciso di aprirla e vorrei averti vicino."
"Certo amore."
Soline si rinchiuse tra le braccia di James, l'apri e la lesse ad alta
voce.
"Mia Chocols,
nel momento in cui
leggerai queste parole, io non ci sarò più ma non
voglio che tu sia triste per questo..
La mia vita
è stata stupenda e questo, lo devo anche, grazie a te.
Gli ultimi mesi, con
te, sono stati bellissimi. Sognavo con te, mia Chocols.
Un giorno mi sono
persino ritrovata a pensare al futuro, quando non mi avevano ancora
detto quanto tempo mancava.
Ho scritto un altra
canzone, Chocols. Ricordi quella che ti ho cantato il giorno in cui
abbiamo deciso di lasciarci?
Quando ti sei messa a
piangere. Ecco, quella. L'ho mandata alla mia etichetta e
hanno deciso di far uscire un nuovo album.. il primo ottobre,
ma temo che le
presentazioni non le potrò fare.
Ti ho detto questo
perchè sei stata tu a farmi ritornare il desiderio di
cantare e scrivere, ancora.
Grazie amore, grazie.
Grazie a te..
perchè mi hai fatto brillare, ancora una volta e quando
aprirai quel disco e ascolterai la mia voce, ascolta le parole,
chocols, perchè sono dedicate a te.. specialmente
"paura d'andare."
é tutta per te. é il mio ultimo regalo per te.
Ora vorrei parlarti
d'altro, di tutt'altro.
Innanzitutto James
è un bravo ragazzo. Spero che vi prendiate l'uno cura
dell'altro, amandovi e rispettandovi.
Lui ti ama. L'ho
capito quando me l'hai presentato, due mesi fa, chiamandolo "un vecchio
amico".
Il modo in cui ti
guardava era unico come se fossi l'unica stella presente nel mondo.
Ti ama veramente e so
che anche tu lo ami, anche se ti serve ancora tempo per lasciare andare
quella stronza dal tuo cuore.
Lasciala Soline,
perchè lei non ti merità, perchè lei
ti ha distrutta e tu sei cosi immensamente splendida e viva e lei non
potrà mai capirlo, questo.
Lascia che James
entrì nel tuo cuore, lasciati amare ancora una volta e
forse, questa sarà quella giusta.
Perchè
l'amore, quello
vero esiste
ed è il tuo più grande dono ed io mi sento
terribilmente fortunata per averne avuto un pò
perchè io sono certa che mi amavi.
A nostro modo, ci
amavamo. Forse non come io amavo Alyson o tu Stella, ma ci amavamo.. in
un modo completamente diverso, in un modo che era solo nostro.
E quindi grazie Soline
DeLaché perchè mi hai amato ed io ho amato te.
Come posso non essere
felice andandomene avendo avuto tutto questo?
La mia vita
è stata meravigliosa.. e ora non ho più paura di
morire, di andarmene.
Ho te e sempre
avrò te e il tuo amore.
Ricordati queste mie
parole e di quelle canzoni scritte per te, grazie a te.
Fra dieci minuti,
quandò finirò questa lettera, lascierò
Alyson. Non voglio morire con lei accanto perchè per me non
ci è mai stata e perchè
credo di non amarla
più. Non sono più capace del perdono,
ormai.
Sei ciò che
mi fa brillare.
Ti amo.
Tua Halle, per
sempre."
Il viso di Soline era
sorridente.
Guardò
James, il cui viso era sorprendentemente bagnato dalle lacrime e gli
diede un piccolo bacio.
"Vuoi
andare al mare? Voglio stare con te e divertirmi."
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Capitolo 27 *** L'amore vero. ***
In
questo capitolo mi odierete ma è cosi, è la loro
storia e niente potrà cambiarla.
Sono imperfette, come tutti. Commettono errori madornali e.. hanno una
cosa ed è l'amore.
L'amore quello vero, indissolubile perchè per quanto mi
riguarda LORO SONO LA COPPIA DI QUESTA STORIA.
Mi sono persino commossa a scriverlo.
Se non capirete tutto, si capirà prossimamente.. lo prometto.
Ed eccovi qua, forse per l'ultima volta con Alyson e Sabina.
Ah! Ora dovrei aggiornare una volta al giorno, se non di
più, perchè vorrei finire questa storia entro
settembre e nelle 2 settimani centrali di Agosto non ci sarò.
Grazie come sempre!
***
Quattro giorni prima.
Alyson camminava continuamente da due ore lungo i corridoi
dell'ala E3 dell'ospedale di Gorizia.
Continuava a guardarsi le mani. Era realmente arrivato il momento?
Doveva dire addio a Sabi, alla sua Sabina?
Il pensiero era massacrante e forse, infondo, era anche
perchè sapeva di non
esserle stata accanto come avrebbe dovuto nell'ultimo anno.
"Alyson? Vuole vederti." Ivan, era davanti a lui, con lo
sguardo cupo.
Alyson bussò, lenta, scandendo un battito dopo l'altro.
"Entra.." La voce di Sabina, anche da dietro la porta, sembrava rotta
dall'emozione e dalla stanchezza.
Sabina le sorrise appena varcò la porta. Quel giorno,
quell'ultimo giorno l'aveva tutta per se, per quelle poche ore che le
restavano.
Alyson corse subito versò il letto e l'abbracciò,
piangendo disperatamente.
"Perdonami-mi Sabi, ioio faccio schifoo. Non devi sorridermi, non lo
merito Sab-b." disse balbettando tra le lacrime.
Sabina le mostrò il sorriso più grande che
riuscì a fare. "Posso decidere io se sorriderti o meno, Aly?
E dai, mi aiuti a mettere via le mie cose? C'è un
posto dove voglio andare, prima
di morire, con te. Un
ultimo."
Alyson l'aiutò ad alzarsi, cercando di non farla sforzare e
la mise sulla carrozzina.
"Allora, Sabi,
dove vuoi andare?"
"A casa tua, a vedere
le stelle."
Alyson e Sabina erano sdraiate sul materasso, in terrazza, a guardare
le stelle da circa un ora.
"Perchè qua?" chiese all'improvviso Alyson, mentre le
stringeva il corpo freddo.
"Il 25 dicembre di due anni fa ti ho detto per la prima volta che ti
amavo e che .."
"nella stella più luminosa e bella, vedevi me."
"Esattamente. é stata la notte e il momento più
importante è bello della mia vita."
Alyson scoppò a piangere.
"Io ti amo Sabina,
ti amo con tutta me stessa e quello che ho fatto è cosi
imperdonabile."
"Ho provato ad odiarti tante di quelle volte, ma alla fine l'unica cosa
a cui pensavo, mentre credevo di morire dal dolore, eri tu. NOI. Ti
amo. Ti amo cosi tanto cazzo,
che l'amore che provo per le altre persone si annulla
completamente in confronto a te, Ally."
Alyson le strinse la mano e continuò a ripeterle "Ti amo, ti amo, ti amo."
finchè Sabina, lentamente, non chiuse gli occhi.
Ed Alyson rimase lì, abbracciandola e guardandola morire con
un unica consapevolezza.
Sabina era tutto, sempre e per sempre. Per quanti errori avessero
fatto, per quanto male avessero inflitto l'una all'altra, il loro amore non sarebbe finito
mai, neanche con la
morte.
Loro erano quel vero amore scritto nei romanzi e nelle
leggende, quello ricercato da tutta l'umanità. Quel primo
amore, doloroso e lacerante ma indissolubile.
***
Quattro giorni dopo.
Rilesse la lettera che le aveva dato Mikael mille volte, risentendo in
quelle parole la sua
Sabina.
L'aveva tradita, aveva detto che al mondo che non l'amava
più, aveva finto con tutti per poter morire solo con lei.
E tutto quello non importava e non sarebbe mai importato
perchè Sabina sarebbe sempre stata il suo intero cuore.
Sapeva che lei non l'aveva uccisa, come aveva detto Soline.
Lo sapeva perchè ogni volta che stavano insieme o
solo, pensavano all'altra, si sentivano cosi incredibilmente vive.
Erano l'uno la parte dell'altra e lo sarebbero sempre state.
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Capitolo 28 *** Non smettero mai di amarti. ***
Una delle
più emozionanti che hai letto? Cavolo, grazie.. ne sono
felicissima.
Ecco l'altra coppia.. Sol&Ste.
Spero che vi piaccia ank questo cap. I tempi ormai saranno
questi, se l'ispirazione tiene.
GRazie ancora..
****
Casa di Soline DeLachè, Grado.
James e Soline erano in camera da letto, mentre si coccolavano quando,
il campanello suonò.
"Vai tu, amoree?" chiese Soline.
"Pigraa. Sempre tutto io devo fare, eh!"
Soline scoppiò a ridere dicendo: "Dopo verrai ricompensato."
"Allora corro ad aprire!" disse, sorridendo e leggermente eccitato.
Si mise addosso l'accappatoio blu e aprì la porta.
Si trovò, davanti a sè, l'unica persona che non
si sarebbe mai e poi mai immaginato ovvero Stella.
"Ciao James, vorrei parlare con Soline, se c'è."
"Si, accomodati.. vado a chiamarla." disse, facendola entrare.
Poco dopo Soline andò in salotto, con addosso un vestitino
di seta bianco.
Stella, appena la vide, si alzò dal divano e guardandola
dritta negli occhi, le rivolse un timido saluto.
Soline la osservò attentamente. Stella era dimagrita di
almeno una decina di chili dall'ultima volta che l'aveva vista, tre
settimane prima al funerale.
I suoi capelli lunghi erano sparsi e spettinati ed era completamente
struccata. Ricordava benissimo l'ultima volta che l'aveva vista.
Dieci mesi prima.
Soline
sgattaiolò in camera di Stella, cercando di non fare rumore.
Stella dormiva sul
letto, profondamente.
Si
avvicinò per darle un bacio quando notò due
grossi lividi sul viso paffuto.
Dieci minuti dopo Stella
si svegliò, felicissima di vedere Soline accanto a
sè.
"Hei amore.."
L'espressione di Soline
era seria.
"Tuo padre?"
Lei annuì,
tristemente.
Per due settimane Stella
non aveva messo un filo di trucco.
Era inutile cercare di
coprire perchè la verità era che lui l'aveva
picchiata.
"Stella.."
incominciò a dire Soline, interrompendo la frase.
"Io.. io avrei bisogno di parlarti. Ti va di fare un giro?"
Soline annuì.
Camminarono per cinque minuti prima che Stella disse qualcosa.
"Mi..mi manchi."
Soline si voltò verso di lei, stupita.
"Sono passati quasi tre mesi da quando è finita, Stella."
"Io non pretendo niente, assolutamente niente. Voglio solo parlarti."
"Ok."
"Dieci mesi fa è iniziato tutto. All'inizio stavamo bene,
ricordi? Dieci mesi fa è successo mio padre. Quello che mi
ha fatto mi ha cambiata, Sol. Avevo cosi paura di tutto, persino di
tornare a casa la sera..E, non è una scusa, ma solo una
spiegazione. Te la devo. E cosi, ho incominciato ad allontare tutti,
compresa la persona più importante della mia vita.. tranne
Alyson perchè era più disperata di me. Avevo
bisogno di qualcuno che non mi guardasse e provasse pena. Tre
settimane fa ho denunciato mio padre. E mia sorella Marta vuole che
vada da lei, a Milano. Là c'è un corso importante
di scrittura creativa e sono stata presa. Sono venuta qua a dirti
addio, Soline e a dirti che non smetterò mai di amarti."
"MI verrai a trovare?" chiese Soline, mentre una lacrima le scese lungo
il viso.
"Se lo vuoi si."
"Lo voglio Stella."
Le ragazze si abbracciarono, riscaldondosi a vicenda come solo loro
sapevano fare, per un ultima volta.
"Neanche io smetterò di amarti." disse Soline, prima di
andarsene.
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Capitolo 29 *** Vecchie conoscienze ***
Innanzitutto
vorrei ringraziare Chiara per la recens,.. alle domande ti ho risposto,
giusto?
Questo cap è sulla mia coppia preferita, credo.
Probabilmente a voi non piacerà ma io le adoro insieme.
Sto cercando foto di attrici e ragazze per farvi vedere come le vedo
io, almeno un poco.. mi sembra giusto dargli un volto.
****
Stella si trovava a Milano da qualche giorno quando si decise a
visitare veramente quella città per lei eccessivamente
cautica.
Camminava da qualche ora, quando, stanca, decise di entrare in un
piccolo pub.
L'interno del locale era molto retrò ma tranquillo, colmo di
divanetti e poltrone e le cameriere indossavano un mini abito blu e
bianco.
Stella si sedette al bancone, pensando a cosa ordinare.
"Che cosa le porto?" disse la cameriera. La sua voce era particolare e leggermente familiare.
Stella alzò il viso, la guardò e..
capì il motivo. Davanti a lei c'era Alessia, la sua ex
ragazza.
"Alessia?" domandò Stella, sorridendole.
Alessia guardò Stella ma non riuscì a
riconoscerla istantaneamente ma poi notò il piccolo neo
sulla guancia destra e il sorriso inconfondibile della ragazza.
"Stella? Sei tu..?
Non ci posso credere...Sei cosi diversa."
Alessia corse ad abbracciarla, felicissima e in quel piccolo abbraccio
entrambe le ragazze sentirono ancora quelle emozione del loro primo
tocco.
Era passato quasi un anno e mezzo dal loro ultimo e pessimo incontro e
in tutto quel tempo, entrambe, avevano subito molti cambiamenti, sia
fisici sia mentali.
Stella era dimagrita molto ma la sua bellezza e il suo fascino non se
ne erano andati con i chili persi, anzi, erano aumentati.
Il suo viso era ancora pallido ma metteva in risalto più che
mai le labbra rosse e gli occhi nocciola.
Alessia, invece, si era fatta crescere i capelli mossi che, le
arrivavano fino alle spalle. Sugli occhi erano ancora appoggiati gli
occhiali che portava al loro primo incontro.
Erano entrambe bellissime e incredibilmente emozionate per essersi
riviste.
"Due minuti e stacco e ti porto a vedere Milano, se non hai niente da
fare." disse Alessia, continuando a sorridere.
"Certo..."
"Beh, ecco quello il duomo.. e quello lì è il..
il.. il.." Alessia cercò di ricordarsi il nome, inutilmente.
Stella scoppiò a ridere e poi, le prese la mano,
cautamente e la avvolse con la sua. "Tranquillaa, non
m'interessa."
Alessia sorrise notando le loro mani intrecciate. Le era mancato quel pezzo di
sè, quello con Stella.
Le era mancata Stella,
immensamente. Forse non erano state fatte per stare
insieme però era stata una persona importantissima della sua
vita e, a suo modo, l'aveva
amata.
"Voglio solo stare con te.." aggiunse poco dopo.
Si sedettero su una panchina poco lontano da lì e
incominciarono a parlare di tantissime cose.
Stella le raccontò di Soline, di Sabina ed Alyson, di suo
padre mentre Alessia le parlo della facoltà di medicina, del
pub e di due suoi amici gay, Neil e Sebastiano.
Quando Stella le raccontò di suò padre, Alessia,
non dimostrò paura o pena ma, al contrario di come tutti si
erano comportati, si dimostrò fiera e seria, per come si era
comportata.
Non ebbe paura, non cercò di cambiare argomento ma, al
contrario, le stette accanto e Stella, così, si
sentì al sicuro come non si sentiva da più di
anno, da quando Lela se ne era andata dalla sua vita.
Stella continuò ad accarezzare la mano di Alessia,
provocandole talvolta dei piccoli brividi.
Alessia, continuò a guardarla nei suoi occhi, quelli che
l'avevano stregata la prima volta. Avevano una sorta di magia quando si
incontravano con i suoi e questo non era affatto cambiato.
Stella le si avvicinò sempre più, accarezzandole
il delicato viso. Le passo la mano sinistra più volte poi
Alessia mise le mani sotto i capelli di Stella, avvicinandola sempre di
più a sè.
I loro nasi si toccavano a volte, come seguendo un ritmo e sempre
guardandosi negli occhi, le loro bocche si toccarono, infine,
coinvolgendosi, vibrando insieme, amandosi e poco dopo anche le loro
lingue si toccarono e divennero un insieme incontrollato che scaturiva
in entrambe emozioni potenti e profonde.
Subito dopo, però Alessia si staccò, chiedendole
scusa.
"Lela, hei, cè qualcosa che non va?"
"Io non posso, Stella. Vorrei fare l'amore con te proprio
ora, perchè ti amo, Stella.. però c'è
un altra persona nel mio cuore, oltre a te. C'è qualcuno di
cui credo di essermi innamorata e.. non voglio ferirla.
Sono cambiata, Ste. E non voglio sbagliare ancora, voglio comportarmi
bene con lei."
Stella annuì, capendo.
"é la tua ragazza?"
Alessia scosse il capo. "Non ancora, perlomeno. Siamo uscite solo
qualche volta.. è solo che mi piace da otto mesi e credo di
amarla e io.. ci voglio provare realmente. Perdonami.."
"Non ti preoccupare.. Lela. é stato comunque bellissimo
rivederti e mi piacerebbe farlo ancora."
"Ogni volta che vuoi." disse, sorridendole.
"Lei.. come si chiama?"
"Emilie."
Emilie.
Dire il suo nome le provocava un tuffo nel cuore improvviso e
spaventoso.
Le piaceva cosi tanto e per questo, doveva rispettarla, anche se
Stella, per lei, avrebbe sempre significato tantissimo e, forse, anche
troppo.
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Capitolo 30 *** Magia nell'aria. ***
A
questo capitolo ci tengo notevolmente, ci sono legata.. diciamo.
é diverso dagli altri. Credo sia più intenso e
magico, in un certo senso.
E tra l'altro è il trentesimo capitoloo.. dovrei
cercare di arrivare al doppio, spero.
Dovrei aggiornare fra non molto, cerco di aggiornare il prima possibile
perchè mi mancano ancora tantissimi capitoli.
Spero che vi piaccia anche questo... ecco la nuova coppia.
E... Grazie come sempre!
***
Alessia si lasciava trascinare, ballando con gli occhi chiusi e una
bottiglia di vodka in mano, dal ritmo di "I'm not a girl, not yet a
women."
Muoveva il suo corpo lasciandolo libero, seguendo solo quella canzone
che la rappresentava enormemente in quel periodo e a tratti, quando
ricordava le parole, cantava fregandosi dell'ora e di qualsiasi altra
cosa.
Mentre aprì gli occhi vide la luce del cellulare accendersi.
Qualcuno la stava chiamando ma chi poteva essere alle tre di mattina?
Si avvicinò, lesse il numero sullo schermo e, come una
tredicenne eccitata, cominciò a saltare.
Si calmò poi felicissima,
aprì il cellulare dicendo: "Emilieee.."
"Hei Stelaa, ma sei un pò brilla?"
Alessia guarò la bottiglia di vodka che aveva nella mano
destra. "Forse solo un pò."
Emilie scoppiò a ridere. "Ahah, giusto poco poco, neh..
Lela?"
Alessia ascoltò la sua
risata. Era semplicemente bella, forte e unica. L'adorava
sin dalla prima volta che l'aveva sentita.
"Em.. ma perchè mi chiami...a quest'ora?"
"Sono sotto casa tua, Lel. Mi apri?"
"Certo!"
L'ultima frase la gridò, forse un pò troppo ma la
sua felicità era enorme.
Emilie l'aveva colpita sin dalla prima volta all'università
quando l'aiuto il primo giorno. Non si erano mai lasciate in otto mesi,
erano sempre state insieme, aiutandosi a vicenda.
Ed Emilie ormai era nel cuore di Lela da troppo tempo per potersene
andare.
Alessia andò ad aprire e davantì a sè
si trovo Emilie, più bella e attraente di sempre.
Era più trasandata del solito, e questo la rendeva ancora
più sexy. I suoi mossi capelli biondi le cadevano sul viso e
le mettevano in risalto gli occhi chiarissimi.
"Ciao piccola.." la salutò Emilie, dandole un piccolo e
tenue bacio sulla guancia.
"Ciao" disse Alessia, sorridendole e prendendole la mano.
La fece camminare per la casa e poi la porto nella camera da letto,
davanti allo specchio.
Emilie l'abbraccio da dietro, avvolgendole le braccia sotto la
maglietta.
Alessia tremò. Sarà stata l'ora o l'alcohol, ma
tutto ciò che aveva provato prima di quel momento si
annullò completamente.
Emilie la rese immensamente felice solo attraverso un tocco, cingendola
a sè.
"Sei cosi
bella." le sospirò nell'orecchio.
Alessia si lasciò andare tra le braccia di Emilie e si
lasciò cullare dalle sue parole.
Emilie intreccio entrambe le mani con quelle di Alessia, tenendola
sempre legata a sè, non lasciandola andare neanche per un
secondo.
Il corpo caldo di Alessia, per lei, era sempre stato qualcosa che
l'aveva ammaliata e fatta sentire al sicuro, allo stesso tempo.
I loro sguardi, le loro mani incrociate insieme erano qualcosa di diverso
da tutto quello che avevano provato prima. Emilie e Alessia erano
legate insieme da un intensa magia celata nei loro gesti, parole e
sguardi. Erano intensi, dipendenti. Erano qualcosa che entrambe
cercarono continuamente, qualcosa di cui avevano bisogno.
L'una aveva bisogno del
calore, sia fisico sia mentale, dell'altra per poter andare avanti.
E quando erano insieme, o solo si vedevano da lontano, dentro di loro,
tutto si infuocava e vibrava.
Loro erano un intensa magia che si scambiavano reciprocamente e che,
nessuno avrebbe mai potuto cambiare.
Alessia lasciò andare le mani di Emilie e si
voltò verso di lei, stringendola sempre di più in
modo che i loro visi si trovarono l'uno a due centimetri dall'altro.
Le mise le mani sotto la maglietta, accarezzandole l'ombelico e la
pancia piatta. Sentì Emilie gemere leggermente e poi, si
avvicinò con il volto sempre di più e con la sua,
le leccò la lingua più volte finchè le
loro labbra si toccarono, prima solo sforiandosi e poi, baciandosi
sempre più appasionatamente.
Si distesero sul letto, l'una sopra l'altra, continuando a baciarsi
mentre si accarezzavano, lentamente, con le loro mani, conscie del
fatto che quella sera non sarebbero andate oltre.
Poco dopo erano sdraiate, l'una accanto all'altra, mentre si guardavano
e sorridevano.
"Forse è meglio che resti stanotte." le disse Alessia, prima
di addormentarsi accanto a lei, con la mano intrecciata ancora a quella
di Emilie.
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Capitolo 31 *** Casa ***
Scusate
per il capitolo orribile, ma l'ispirazione non è molta
stasera.
Spero che vi piaccia comunque..
****
Chiara guardò il paesaggio frastagliato davanti a
sè, quello in cui era cresciuta per anni, quello che aveva
amato ed odiato.
La sua piccola Grado.
Finalmente era ritornata nel suo paese, nell'unico posto al mondo che
avrebbe chiamato "casa" e la cosa splendida era che accanto a
sè, quella volta aveva Juliet.
Era felicissima che fosse venuta con lei, che aveva
acconsentitò a ritornare in Italia, per lei, dopo tanti anni.
Chiara si voltò verso di lei e le sorrise, pacamente. A
volte le sembrava di non meritarsi Juliet, perchè era troppo
perfetta.
Dopo quello che era successo con Alyson e Alessia, le sembrava tutto
così irreale. Vivere una vera relazione con una ragazza
stupenda e, tra l'altro, bellissima.
"Me l'avevi descritto come un luogo bellissimo, ma questo è
uno splendore."
"Grazie Juls, sono contenta che ti piaccia."
Disse, prendendola per mano e portandola sulla spiaggia. In autunno il
mare aveva sempre avuto qualcosa di speciale, per lei.
***
In quasi un mese, Alyson non era uscita di casa e si era lavata solo
due volte.
Passava le giornate a letto, con chili di biscotti al cocco e gelati al
caffè e aveva visto, nel tempo passato, entrambe le cinque
stagioni di Lost e Angel, per due volte.
Una giornata di novembre, qualcuno suonò il campanello.
Alyson, controvoglia si alzò e andò ad aprire la
porta e davanti a sè si trovò quella persona che
l'aveva accusata di aver ucciso la sua unica ragione di vita, che ora
era morta.
"Soline?"
"Ciao Alyson." disse, entrando.
"Cosa cavolo ci fai qui Soline?"
"Stella se n'è andata a Milano, il che vuol dire che non hai
nessuna amica e in questo momento ti serve qualcuno che ti aiuti a
risalire."
"Risalire? Non mi serve nessuno, Soline."
"Scherzi? Ma ti sei vista?" Alyson si guardò allo specchio e
si rese conto che, forse, Soline aveva ragione.
"Eh, ok."
"Che stavi facendo, per esempio?"
"Guardavo Lost."
"Lost? Davveroo? Lo adoro!"
"Ti va di guardarlo assieme a me?"
"Certo! E chi ti piace...?"
All'uniso dissero "Sawyer" scoppiando a ridere. La risposta era cosi
prevedibile.
"Ma daiii! Tu sei lesbica..!"
"E ma cosa centra?! Sawyer è.. Sawyer, cavolo. Il
personaggio è incredibile!"
"Ma dai.. ci sarà qualcuno che ti piace, fisicamente.
Una ragazza."
"Oh, Claire è spaventosamente bella. é una dea
quella ragazza."
"In effetti hai proprio ragione!"
Risero ancora. Forse quello era un inizio per una possibile amicizia,
per qualcosa di diverso.
Solo un telefilm ma forse rappresentava qualcosa di piu. Un legame,
qualcosa in comune che rappresentasse due persone cosi diverse.
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Capitolo 32 *** Il rituale del gelato, EA ***
Cosa
faccio io alle due e mezza di mattina? Ovviamente.. scrivo..
Ma se l'ispirazione c'è è meglio non lasciarla
andare, giusto? I miei aggiornamenti sono
eccesivamente frequenti.
Devo calmarmi, lo prometto.
Chica ti piace la nuova coppia? So che shippi Alessia/Chiara
però magari ti piacicchiano.
Un altro cap su di loro...
Grazie ancoraaaaa!
***
Quella notte Emilie e Alessia avevano dormito abbracciate, tenendo le
mani unite, senza lasciarsi mai.
Durante la notte, Alessia aveva sentito Emilie avvicinarla a
sè e stringerla ancora di più.
Le dava una sensazione di sicurezza estrema, come se era pronta a
proteggerla e a prendersi cura di lei per sempre.
Quando Alessia si svegliò noto che Emilie la stava
osservando mentre sfoggiava un sorriso meraviglioso.
"Hei.." disse Alessia, strofinandosi gli occhi.
"Ti stavo guardando. Sei cosi bella."
Alessia sorrise e poi imbronciò il viso. "Già
bellissima. Senza trucco, con i capelli devastati e qualche brufeletto."
Emilie accennò una tenue risata. "Sei sempre bellissima,
Lela." disse, dandole un piccolo bacio sul labbro superiore.
Appena si alzò, Alessia la buttò ancora sul letto.
Era sopra di lei, a cavalcioni sul letto e le sue gambe le avvolgevano
il corpo.
Lentamente si stese sul corpo di Emilie, dandole dei piccoli bacetti
sul seno sinistro poi, Emilie le prese il viso e le mise la lingua
all'interno della bocca, mischiandola alla sua.
Le loro labbra si toccavano ritmicamente, desiderandosi, ricercandosi.
Ogni tocco delle labbra, ogni percorso delle loro lingue provocava in
loro dei brividi continui eppure si fermavano sempre perchè
si erano ripromesse di non andare oltre per il momento, di sentire ogni
bacio come se fosse il primo e di assaporare ogni piccolo momento che
trascorrevano insieme e poi, solo allora, si sarebbero dedicata l'una
all'altra, facendo l'amore quando esso avrebbe cinto il loro rapporto,
rendendolo reale e reciproco.
Restarono a guardarsì, ferme, con Alessia sopra il corpo di
Emilie, respingendo quel forte desiderio di amarsi reciprocamente e di
trasformare quella passione, anche ad un livello fisico.
Eppure avevano passato cosi tanto tempo prima di amarsi e volevano
rendere tutto questo magico e giusto, senza correre per poi pentirsi
delle azioni.
"Ti va di trascorrere la giornata insieme, Ale?"
"Da quando mi chiami Ale?"
"Da adesso, cucciola. Ti va di andare in centro? Ti offro un
gelato."
"Kinder e fragola?"
"Kinder e fragola. " disse divertita." Dio solo sa come fai a mangiare
quei due gusti insieme."
"Em, sono i gusti del paradiso. Sono deliziosi. Piaciono pure a te!"
"Si! Ma insieme sono D-I-S-G-U-S-T-O-S-I!"
"Oh, non esagerare!"
"Non ti ricordi quando me li hai fatti assaggiare insieme? Ho rimesso!"
"Tesoro.." disse facendo finta di sbuffare "è stato solo un
piccolo incidente."
"Un piccolo incidente? Si, si. Sicuramente!" disse Emilie ed entrambe
scoppiarono a ridere, prima che Alessia incominciò a farle
il solletico e quello purtroppo per Emilie non era un bello
perchè lo soffriva terribilmente.
Poco dopo erano in centro mentre passeggiavano con il loro cono di
gelato.
Emilie guardò Alessia, ancora disgustata da quei gusti.
"Oh, su.. vuoi provare?" disse Alessia mettendole il cono a un
centimetro dal naso..
"Nooo!" disse Emilie, opponendosi.
"Ma è cosi buonoo." disse Alessia, divertita, prendendo in
giro Emilie.
Si sedettero su una panchina e Alessia incominciò a parlare,
questa volta più seriamente.
"Abbiamo un patto. Ogni volta che prendiamo un gelato dobbiamo
raccontarci qualcosa di nostro, qualcosa di passato."
"Tocca a me, giusto?"
"Se te la senti.."
"Si, questa volta si." Emilie fece un lungo respiro poi
incominciò a raccontare. "Non ho mangiato un gelato per tre
anni. Non sapevo neppure più di che gusto sapeva la meringa.
Ero anoressica, Lela. Il cibo era l'inferno e il mio corpo la mia
ossessione. Ero cosi brutta, due anni fa. Ero magrissima e i miei
capelli erano cortissimi, quasi rasati. é durato
tre anni ma poi ne sono uscita, da sola.. Il sogno di diventare
chirurga infantile era più grande di tutto..persino di
quella malattia. Non-non l'ho mai detto a nessuno."
Alessia la guardò fissa negli occhi. "Perchè lo
stai dicendo a me?"
"Perchè quando stavo per ricominciare.. nella mia vita, sei
comparsa tu e perchè mi fido di te. " Emilie
guardò, prima in basso e poi il gelato osceno di Alessia ed
infine, sorridendo le disse: "E perchè.. credo di amarti,
Lela."
Gli occhi di Alessia divennero appannati dall'emozione. "Io so di
amarti, Emilie."
Subito dopo le due ragazze si baciarono e fu il bacio più
romantico e dolce che si erano mai date, forse anche a causa delle
lacrime di Lela e nel trascorrere di tutto questo, i loro gelati si
sciolsero.
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Capitolo 33 *** La fine ***
1 incontro
é
cortissimo, probabilmente senza senso ma è, almeno credo,
l'ultimo cap riguardante la ship: Aly/Sabi.
Io, come Alyson, devo andare avanti.
Questo capitolo è dedicato a Chica KM e hacky87
perchè so che vi piacciono ma questo capitolo è
l'ultimo e per questo l'ho voluto con l'inizio.
Spero che vi piaccia.
***
3 anni prima.
"Sabina, mi stai ascoltando?" Sabina guardò Ivan ed
annuì, mentendo. Era da qualche giorno che non riusciva a
pensare ad altro che lei.
Non conosceva il suo nome eppure conosceva perfettamente i tratti del
suo viso, i colori accessi dei suoi capelli rossi e le forme armoniose
del suo corpo magro.
Aveva sentito che la chiamavano Alli. Poteva essere Alice,
probabilmente.
All'improvviso la vide, a quattro metri da lei, sola mentre si guardava
attorno. Sabina lasciò da solo Ivan e andò verso
di lei, fermandola.
"Ciao. So che non mi conosci, è solo che ti vedo qua da un
paio di giorni e sembri sempre sola. Io sono Sabina." disse a raffica,
volgendole la mano.
La ragazza sorrise e strinse la sua mano. "Alyson."
Alyson. Alyson. Alyson. Le era sempre piaciuta quel nome,
però prima di illudersi doveva sapere. "Hai il ragazzo?"
"Veramente, è un pò complicato. A me piacciono le
ragazze."
Sabina sfoggiò un sorriso meraviglioso. "Perfetto. Ti posso
offrire un drink?"
Alyson stava piangendo disperatamente, ascoltando la
canzone del cd che parlava del loro primo incontro e che parlava
proprio di lei, come il titolo diceva..Ali come Alyson.
"E un ricordo per me
sarai, solo il più bello ed emozionante e quando
sarò via sappi che, amore mio, la mia vita sarà
stata splendida perchè la mia sei tu... perchè la
mia vita sei tu."
Era l'ultima frase di quella canzone che era l'ultima dell'album. La
sua voce usciva da quello stereo e tutto era perfetto, se non fosse
stato che Sabina non avrebbe mai più potuto cantargliela.
Lei non avrebbe mai potuto abbracciarla, baciarla, tenerle la mano.
Poteva solo continuare ad amarla come la prima volta in cui l'aveva
vista.
Poteva vivere solamente dei suoi ricordi, dei loro momenti imperfetti
ma bellissimi, pieni di quell'amore vero e profondo che non sarebbe mai
potuto finire perchè loro erano Sabina ed Alyson e questo
non sarebbe mai potuto cambiare.
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Capitolo 34 *** Provaci, con me. ***
Non so se vi
piaccia la coppia, ma spero che il cap vi piaccia comunque.
Sono felice che
vi sia piaciuto il cap precedente.
Grazie...
Lala.
***
"Cara Stella,
vorrei saperti dire moltissime cose eppure mentre ti scrivo la mia
mente si svuota.
E l'unica cosa che mi viene da dirti al momento.. é che mi
manchi cosi tanto, Stella.
Ho provato a dimenticarti, a cambiare la mia vita e a buttarti fuori da
essa ma è tutto cosi difficile senza di te perchè
la verità è che amo solo te."
Quella
lettera, ancora incompleta, scritta da Soline, era appoggiata sul
tavolino del soggiorno della casa di Soline.
Appena James entrò in casa la notò. Lentamente,
si sedette sul divano e la lesse attentamente.
"Amore, sei tu?" chiese Soline dalla cucina.
Lui mugugno per far notare la sua presenza. Appena Soline raggiunse
James, notò la lettera rinchiusa tra le sue mani.
"Amore, posso spiegarti..." disse immediatamente Soline, cercando di
riparare all'errore appena commesso.
"Amore? Tu scrivi alla tua ex dicendole che ami solo lei, che non
riesci a vivere senza di lei e poi.. osi chiamarmi amore?"
Le parole di James si trasformarono in urla sempre più
forti. Il suo cuore era stato dilaniato da poche parole scritte su un
foglio di carta.
"James ti prego.. lasciami spiegare."
Lui la guardò negli occhi neri, osservando le lacrime che le
stavano sorgendo e poi si mise le mani tra i lunghi capelli biondi,
cercando di calmarsi.
"é inutile spiegare, Soline. L'hai già fatto in
quelle poche parole...però sai cosa mi stupisce di
più?" disse abbozzando una risata disperata." Quando ci
siamo lasciati, dopo tutte le difficoltà superate, i litigi,
le avversità mi hai fatto una promessa. Ricordi? Io me ne
stavo andando e tu mi sei corsa dietro, mi hai fermato a due passi
dall'aereoporto e mi hai detto quelle parole e ora, dopo questo, mi fa
cosi schifo ripensarci. Tu mi hai mentito brutalmente.."
"No.. James, no! Era ciò che provavo."
"Ciò che provavi? Come cazzo osi? Abbi almeno un
pò di rispetto."
James si alzò e aprì la porta.
"Ti ho detto: "Non dimenticarmi James, non dimenticare ciò
che siamo stati perchè è stato vita. Io e te
abbiamo formato la vita, J. Abbiamo lottato per essa e abbiamo vinto,
qualsiasi cosa loro dicano. Siamo stati l'uno accanto all'altro,
aiutandoci, amandoci e rispettandoci. Ed ora io ti chiedo solo una
cosa... Non dimenticarmi James perchè io, ogni giorno della
mia vita, mi ricorderò di te e dell'amore che mi hai dato.
Ricorderò la nostra prima risata e il nostro primo sguardo.
Ricorderò l'istante in cui, in lacrime, mi hai chiesto di
restare e lottare per te. Ricorderò quando sulla spiaggia,
sotto la poggia, ho fatto l'amore con te per la prima volta.
Ricorderò ogni sorriso, ogni bacio, ogni abbraccio, ogni
risata, ogni volta che mi hai detto
ti amo, ogni volta che abbiamo fatto l'amore.
Ricorderò tutto, ricorderò noi, James. E per
questo ti chiedo.. non dimenticarmi perchè io ti prometto
che ti amerò fino alla fine dei miei giorni. Il mio cuore
sarà per sempre solo tuo.
Tu sei l'uomo che vorrei sposare o quello con cui avere una decina di
bimbi e uno vorrei chiamarlo James Junior perchè tu sei
l'amore per me e poi sei tu l'uomo con cui vorrei morire... In quel
momento vorrei avere te e solo te accanto. E quindi, amore mio, ti
prometto che mai potrò dimenticarti e che ti
amerò sempre e il giorno che smetterò di farlo,
sarà il giorno della mia morte. Ti amo più di
qualsiasi altra cosa, James." Ti ho detto questo ed erano parole vere..
erano parte di me quelle parole."
James si fermò, ascoltando quelle parole.
"Già, Sol. Erano le esatte parole ma.. ora quelle parole non
hanno più senso." Il volto di James era coperto dalle
lacrime e questa era la terza volta che Soline lo vedeva piangere in
anni.
"Io ti amo.."
"Mi ami?" La voce di James divenne sempre più lieve, quasi
assente. Poi, prese la lettera e le rilesse quelle parole.
"La verità
è che amo solo te.. Le tue
parole sono chiare, Soline. E l'unica cosa che mi resta da fare
è dirti addio."
"No!" Soline lo rincorse, tenendogli le grandi mani. "So quello che ho
scritto ma.. io ti amo, James. Ti amo." Le lacrime di James scesero
sempre più velocemente.
"Guardami.. James guardami. Io ti amo." Soline glielo disse, scandendo
le parole, lentamente.
"E cosa dovrei fare ora, Sol?"
"Solo provarci, con me."
James annuì, mentre lei gli asciuga le lacrime.
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Capitolo 35 *** Dilaniami il cuore. ***
Chica
mi hai fatto morire dal ridere! Lo consoleresti eh? Ahah.
Ennesimo cap su Em e Lela. Inizialmente doveva essere su Chiara, ma non
veniva fuori niente.
Il prossimo sarà su di lei, promesso... ma non su lei e
Juliet, diciamo che forse è su qualcun'altro!
Chissà chi saràà..Eh?
Grazie come sempre. Aspetto le vostre recens!
Un bacio. Lara.
***
"Em?" Emilie la
guardò, asciugandole le lacrime e accarezzandole le guance
rosse e poi sorridendole, le disse: "Non devi avere paura, Lel."
"Io non ho paura
di quello, non-non è la mia prima volta. Ho paura
di tutt'altro."
"Di cosa, amore?
Hei... puoi raccontarmelo. "
Alessia
guardò Emilie, impaurita. Poteva lasciarsi andare,
finalmente, per amore di Emilie? Lei era veramente quella persona che
le sarebbe stata accanto fino alla fine?
Lei sarebbe potuta essere quella persona che, anche se avesse commesso
errori, non l'avrebbe buttata fuori dalla sua vita senza cercare di
capire, annullando tutto un percorso e un rapporto bellissimo?
Lei sarebbe potuta essere la persona da amare totalmente, con tutta
l'anima e il cuore?
Non c'erano certezze eppure il cuore e la mente di Alessia ripetevano
continuamente quel nome. Ripetevano "Emilie" e solamente da quando
l'aveva incontrata il suo cuore aveva smesso di gridare "Chiara" e
questo, succedeva da quando aveva otto anni.
E cosi Alessia decise.
"Sai Em.. io sono sempre stata quella che rovinava tutto.
Facevo una cosa ed era sbagliata, pensavo una cosa ed era sbagliata..
Oh, non voglio fare la vittima. Non lo sono mai stata è solo
che... se distruggo anche il tuo di cuore? Io ti amo e...ho cosi paura di rompere anche
il tuo.."
Emilie la guardò, sorpresa da quelle parole e da quella
fragilità che non aveva mai visto in Alessia.
"Ale... ascolta. Se la conseguenza a tutto l'amore che mi hai dato e a
quelle emozioni intense che crescono in me ogni volta che penso, anche,
solo a te.. è avere il cuore spezzato allora dilanialo. Sono
pronta a correre tutto questo con te, a vivere tutto questo con te.
Alessia, ora io sono pronta a fare l'amore con te e.. la mia prima
volta non sarà solo sesso ma sarà puro amore
perchè io ti amo da morire."
Alessia sorrise e l'abbraccio sussurrandele continuamente
nell'orecchio: ti amo, ti
amo, ti
amo.
Si guardarono dritte negli occhi attraverso uno sguardo intenso, vivo
ed emozionante.
Non si stavo guardando semplicemente ma si
stavano amando attraverso i loro occhi e di conseguenza attraverso le
loro anime. Loro erano di più di quell'amore passegero,
erano qualcosa di vero, qualcosa che, a volte, nei romanzi rosa viene
chiamato vero amore.
Alessia ed Emilie erano sedute per terra, ai piedi del
letto, l'una di fronte all'altra. Emilie avanzò verso di
lei, prendendole il viso tra le mani e baciandola delicatamente, prima
poggiando le sue labbra su quelle di Lela, poi baciandole
appassionatamente, coinvolgendo le loro lingue e infine, a tratti,
mordendole il labbro inferiore.
Non si baciarono per molto perchè per la prima volta erano
pronte a fare il grande passo.
"Sta tranquilla amore" disse Alessia, mentre Emilie si stendeva sul
pavimento freddo.
Alessia le sbottonò i jeans, e glieli tolse, poi le
accarezzò il bacino dandogli, anche, dei piccoli baci. Poco
dopo Emilie tolse la maglietta ad Alessia, osservandola in tutta la sua
bellezza, quando nuda, era proprio sopra di lei.
Aveva paura, tremava eppure quello era il giorno più bello
di Emilie perchè finalmente era libera di amare chi
desiderava, senza che l'omofobia entrasse in quella stanza.
Lentamente, Alessia, si addentrò di lei,con le sue mani e la
sua lingua ed Emilie venì, mentre le loro mani erano
intrecciate.
Fu emozionante, delicato e bellissimo. Era stata una prima volta
semplicemente perfetta.
E cosi, rimaserò abbracciate e completamente nude per ore,
stese su quel pavimento freddo, giocando con le loro mani, baciandosi,
accarezzandosi, sorridendo.
Erano state emozioni dense, pure, bellissime. Erano state quelle
emozioni praticamente indimeticabili.
Era stato il momento in cui avevano cinto il loro travagliato e
difficile, ma pur sempre vero amore.
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Capitolo 36 *** Rivedersi ***
Questo
capitolo non è come lo speravo, o come avevo intenzione di
scriverlo.
é completamente diverso, distante anche perchè
l'ho scritto in un momento decisamente doloroso, tra le mie lacrime.
Ed è questo, è questo. é il
capitolo.... Ci saranno, tra l'altro, un mucchio di errori.
Scusate per questo ma a rileggerlo più di una volta, proprio
non ce la faccio.
Grazie come sempre... é solo grazie a voi che questa storia
va avanti.
Lara.
(Il cap è situato 6 mesi dopo il prec cap) ***
Milano.
Il campanello della casa di Alessia suonò. Una
ragazza dietro a quella porta aspettava, guardandosi le mani, ansiosa e
preoccupata.
Come sarebbe stato anche solo rivederla
o sentire il suo profumo per un
altra volta? Sarebbe stato devastante, o
almeno cosi Chiara credeva.
Alessia era sempre stata il tutto
per lei e, purtroppo, sempre
lo sarebbe stato. Aveva provato in tutti i modi a scacciarla dal suo
cuore, persino mentendo a se stessa, persino dicendo "ti amo" ad una
persona a cui a malapena voleva bene. Aveva illuso Juliet e sopratutto aveva illuso se stessa.
Nessuno avrebbe mai potuto rimpiazzare Alessia
perchè da quando era uscita dalla sua vita niente aveva
avuto più senso. Assolutamente niente.
La porta era ancora chiusa. Suonò ancora e poi, in
lontananza, sentì qualcuno dire "arrivo." Non le
sembrava la voce di Alessia anzi, ne era sicura.
La voce di Alessia era sempre stata ferma, sicura anche nel momento
più emozionante o pauroso. Era una di quelle cose che amava
in lei, la sua finta sicurezza tracciata dalla sua voce.
Una ragazza le aprì. Bionda, capelli mossi, decisamente
carina e non completamente vestita. La ragazza le sorrise, scusandosi
del ritardo.
"Io sto cercando Alessia." disse, balbettando a tratti. Voleva essere
sicura, doveva esserlo. E se avesse aperto lei, come sarebbe stato? La
sua voce avrebbe traballato o sarebbe stata completamente muta?
"Certo, accomodati pure." disse, facendola entrare ed accomodare sul
divano di pelle bianca. Chiara notò lo stile
dell'appartamento. Lussuoso ma non troppo, forte ma non eccessivo.
Sobrio a tratti, leggermente trash in altri. Era cosi da Alessia... era
cosi bello ed accogliente.
"Amore, c'è qualcuno per te." disse la ragazza, mentre
offriva un caffè a Chiara. Scosse il capo declinando
l'offerta ma senza pronunciare una parola. Il suo cuore batteva forte
ma Chiara riuscì perfettamente a scandire e contare i
battiti. Erano passati due anni dall'ultima volta in cui si erano
viste, più di sei mesi da quando aveva saputo il suo numero
ed indirizzo.
Sentì i passi, si girò e la vide...
Alessia.
Quando entrò in salotto Alessia aveva in mano un quaderno e
poco dopo, appena incontrò lo sguardo della sua vecchia
amica, il quadernò cadde per terra, aprendosi.
Emilie lo raccolse, preoccupata da quel gesto. "Tutto bene?" le
sussurrò ma senza ricevere una risposta.
Poco dopo, ancora guardandola, disse solo.. "Chiara.."
In due soli secondi tutto il suo mondo si era annullato. Emilie,
l'università, i suoi due migliori amici Seb e Neil, Stella,
la fotografia. Tutto. Davanti a lei c'era Chiara. La sua Chiara. Chiara
fragile e delicata. Chiara dolce e tenera. Chiara leale e romantica.
Chiara, solo Chiara. Chiara che amava dai suoi otto anni. Chiara che
non avrebbe mai smesso di amare.
Chiara.
Due anni passati da lei e dal loro addio, da quelle parole meritate e
da quell'ultimo sguardo di Chiara che esprimeva solo odio.
La guardò, la fissò come se da un momento
all'altro sarebbe scomparsa o avesse scoperto che stava solo sognando.
Era così cambiata, così bella.
Sentì le lacrime sorgere nei suoi occhi e non le
impedì, per la prima volta in vita sua, di crescere.
Tuttò ciò che provava in quell'istante era pura
ed emozionante magia. Forte, delicata, sicura, tremante, docile, dolce,
aspra e incredibile magia.
"Ciao Lela.." La voce di Chiara traballò enormemente.
L'emozione la colse, come aveva previsto.
Alessia non si mossè, restò immobile, ferma nel
punto in cui il quaderno era caduto dalle sue mani. Aggiunse solo:
"Come mai sei qui?"
Chiara non lasciò il suo sguardo ma, al contrario, lo
sostenne e lo seguì. "Volevo solo vederti, sapere se stavi
bene."
Alessia incominciò a piangere disperatamente, racchiudendo
il viso e le lacrime, tra le mani. Chiara le corse incontro,
l'abbracciò e con lei, pianse.
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Capitolo 37 *** Finita. ***
Capitolo decisamente piccolo ma credo d'impatto.
Grazie per le recens ai capitoli precedenti. Sono felicissima che vi
sia piaciuto quel cap! *___*
Al prox.
Stella si lisciò i capelli, osservò il
lucidalabbra nel piccolo specchietto e suonò il campanello.
James aprì la porta e quando si trovò davanti
lei, riusci a dire solo una parola.
"Vattene."
Stella non riuscì a capire. Cosa aveva fatto di sbagliato da
essere cacciata senza aver neanche salutato?
"James.. senti, Soline aveva detto che andava bene."
"Cosa ha detto Soline?" James si incazzò notevolmente. Fece
entrare Stella e sbattè la porta violentamente.
Soline, a causa del chiasso, raggiunge James e con sua sorpresa, Stella.
"Cosa cazzo ci fai lei qua, eh? Me lo vuoi spiegare?"
"James.. James, ti prego." Soline cercò di calmarlo e di
spiegargli senza avere una reale scusa.
"Vuoi spiegarmi, amore? Vuoi spiegarmi perchè è
da mesi che litighiamo e tu
ogni santo giorno mi chiedi scusa anche senza sapere il
perchè me lo chiedi? Vuoi spiegarmi
perchè cazzo la tua ex è qui, mentre va tutto di
merda? Vuoi spiegarmi perchè ogni volta che facciamo l'amore
non mi guardi negli occhi?
é solo sesso ora, eh?"
James gridava e piangeva.
Piangeva come non aveva mai fatto prima, disperatamente.
Soline lo cercava, gli prendeva le mani, gli parlava ma era tutto
inutile. Aveva deciso, finalmente.
Non sarebbe stato insieme a Soline per anni solo perchè l'amava quando lei
amava qualcun'altro.
"é finita." La guardo negli occhi un ultima volta, piangendo
e poi, se ne andò. Forse per sempre, forse solo per un
pò.
Soline rimase nell'appartamento, seduta per terra, a gridare il suo
nome con tutta la voce che aveva in corpo.
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Capitolo 38 *** ti amo anch'io ***
Tornata un ora
fa dal concerto del mio amato Max Pezzali, sono elettrizata.
E proprio là, mentre ascoltavo le sue parole mi è
venuto in mente questo cap e come far progredire Alessia e Chiara.
Spero che vi piaccia. Un bacioo.
Lala;
Chiara la guardò e sorrise.
Quei due anni senza di lei avevano rappresentato l'inferno
perchè lei rappresentava la felicità e allo
stesso tempo il sorriso più spontaneo.
Alessia, per Chiara, sarebbe sempre stata tanto, e quasi sicutramente il tutto.
Quel
tutto che ti fa svegliare la mattina con il sorriso o affrontare la
giornata positivamente. Il tutto che aspetti di vedere per tutta la
giornata, eccitata, solo per la consapevolezza che dopo la vedrai o
quel tutto per cui vivere, semplicemente.
Quella persona che involontariamente ti impedisce di amare altri
proprio perchè ami
lei troppo incondizianatamente.
Lei era Alessia e, nient'altro.
Alessia le sorrise a sua volta.
Avere Chiara con sè era il regalo più bello del
mondo, era qualcosa di talmente emozionante e profondo che non la
faceva parlare.
Dopo quella domanda, quell'abbraccio, nessuna delle due aveva detto
qualcosa. Non erano neccessarie parole quando i loro sguardi
raccontavano mondi interi.
Erano emozionate e unite, negli sguardi, sorrisi e silenzi come erano
sempre stati.
Erano qualcosa che, anche provandoci, sarebbe stato impossibile
descrivere. Forse esisteva una sola parola che descriveva un minimo di
loro e quella parola era completezza.
Si completavano totalmente, eppure avendo sempre le loro
personalità. Eppure non erano mai
state destinate a stare insieme e a vivere il loro amore quotidianamente.
"Io ti amo." disse Chiara, poco dopo.
Alessia non disse altro. La guardò e incominciò a
piangere, lentamente.
Chiara le si avvicino, le asciugò le lacrime e le
accarezzò il viso, soffermandosi sulla guancia.
"Anch'io ti amo.."
disse Alessia e poi, incominciò a piangere sempre di
più.
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Capitolo 39 *** Ritornerò ***
Allora, vorrei
dire di non trarre troppe conclusioni dalla fine di questo cap.
La canzone è "ritornerò" di Max Pezzali.
Grazie come sempre per i commenti.
Leggete le paroli della canzone, dettano principalmente il corso del
cap.
Al prox. Lara.
"Io non posso, Chiara.. non
posso."
"Cosa non puoi?"
"Amarti così disperatamente,cazzo. Amarti visceralmente,
completamente. Amarti come se fossi l'unica persona su questa terra.
Amarti Chiara, io non
posso amarti."
Chiara sentì spezzarsi interamente. La paura, la
disperazione, l'amore. Quella voglia di ritornare da lei, ogni giorno,
in quei due anni.
“Ti ho cercata in mezzo ai volti che vedevo intorno a me
più credevo di trovarti più eri inafferrabile
ogni tanto m'illudevo fossi veramente tu
e sentivo la tua voce anche se già non c'eri più
“Ritornerò, ritornerò”
La
televisione era accesa e l'ultima canzone di Max Pezzali usciva dalle
casse, inebriando le loro calde emozioni.
Chiara sentì quelle parole, le ascoltò e le vide
nel suo passato. Mesi a chiedersi se avrebbe mai usato quell'indirizzo,
mentre la cercava per strada, consapevole che non l'avrebbe rivista.
Il solo pensare a lei o anche al suo nome scaturiva qualcosa di dolce e
distruttivo allo stesso tempo. Le mancava, la cercava.
"Perché?" Non
sentiva quelle parole mentre le pronunciava. Erano distanti da lei,
forse perchè aveva troppo paura della risposta.
"Perchè.. Sto con Emilie, amo Emilie.. " disse poco dopo.
"La ami più
di quanto ami me?"
Alessia non volle capire quella domanda. Non era giusta che le
chiedesse quello, non era giusto decidere chi amare di più..
anche se non era una decisione ma solo una certezza.
Sapeva chi amava di più, sapeva per chi sarebbe anche potuta
morire. Sapeva per chi
viveva eppure era giusto decidere solo per l'amore?
"Chiara..."
"La ami più di quanto ami me?" Chiara
alzò la voce, quasi gridando.
"No."
"Allora amami, Lela. Amami."
L'unico rumore nella stanza erano quelle ultime parole e note.
Le
stagioni poi passarono i
ricordi se ne andarono
restò solo la malinconia dell'Amore
che è fuggito via
Si
asciugarono le lacrime le
fotografie e le lettere
cicatrici
dentro all'anima tanto il male si dimentica
Ma
poi mi sono svegliato e intorno c'era casa mia
d'improvviso
non ho più provato alcuna nostalgia
perchè
ho visto la mia vita e le persone accanto a me
l'Amore
alla fine ha detto il vero nel promettere
“Ritornerò,
ritornerò”
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Capitolo 40 *** Vivere ***
Diamine,
venerdì prossimo parto. Mi sa che questa storia supera
settembre. Uffa.
Vabbè. Uh, sono felicissima che vi piaccia
"Ritornerò" e Max. Per me le sue parole sono
significative, veramente tanto.
Spero che vi piaccia.
***
"Si, si."
disse Alessia, appena Max finì di cantare.
Era cresciuta con le parole di Max e degli 883, crescendo, maturando,
gioendo, sbagliando.
Aveva superato l'amore segreto che provava nei confronti di Chiara,
ascoltando canzoni come "Lo strano percorso" e "Ti sento vivere"
sognando di attraversare quelle emozioni con lei e poi, capendo che non
sarebbe mai potuto succedere. L'unica cosa che aveva era il sogno.
Anni e anni di menzogne. Chiara aveva avuto finte cotte
per tanti ragazzi, tanti commenti falsi. Tanta falsità.
E così il suo sogno era sparito, se ne era andata.
Erano disposte ad amarsi ma, lei, sarebbe stata disposta a
perdonare un amicizia?
Sarebbe riuscita a perdonare tutto il dolore che le aveva causato mentendole per anni ed anni?
Alessia non ce l'aveva fatta. Alessia aveva avuto troppo
terrore per poter affrontare tutto quello. E
così l'aveva ferita, distruggendola.
Aveva dovuto farlo anche se distruggere Chiara avrebbe significato
distruggere se stessa. E così, l'aveva fatto per
poi ritornare alla stessa situazione.
Chiara che le chiedeva
semplicemente di amarla.
Però la risposta fu diversa, cosi immensamente differente.
Chiara si mise a piangere dalla gioia, mentre sorrideva e
gridava. Quando aveva deciso di combattere per se stessa, per l'amore
della sua vita e per quel sentimento trascendentale aveva vinto.
Ora poteva amarla. Ora poteva amarla con tutta se stessa. Poteva
conoscere la felicità grazie ad Alessia.
Si abbracciarono, buttandosi l'una sopra l'altra, ridendo e
piangendo.
Non si baciarono. C'era tempo per baciarsi ed amarsi come
avevano sempre desidetato.
C'era tempo per trasformare il sogno in realtà.
Ora desideravano solo stare insieme.. Senza nessun'altro.
E così, poco dopo, Alessia lasciò Emilie, in
silenzio tranne per una frase detta da Emilie. "Mi avevi detto
che mi avresti spezzato il cuore ma ne è valsa la pena.
Quello che mi hai dato è stato pura emozione."
Non servirono altre parole. Non era stata un rimpiazzo o altro. Era
stato amore, vero amore
ma forse non era stato quello vissuto con ogni lembo
d'anima.
Due ore dopo Chiara e Alessia erano sdraiate sul letto a guardare il
soffito, l'una accanto all'altra.
"Chiara..?"
"Si."
"Aspettavo questo momento da quando avevo otto anni."
Chiara la guardò, ridendo.
"Dai Lel, non ci credo. Lo speravi da quando mi hai visto arrivare in
classe con una scarpa gialla e una blu, e con un calzino lungo ed uno
corto?"
Alessia scoppiò a ridere, annuì e si
voltò sul fianco, guardandola.
Lentamente si avvicinarono e si baciarono, senza lingua, ma unendo
solamente le loro labbra. Il
loro primo vero bacio. Quello che fu magico e
bellissimo, quello che diede inizio a Chiara ed Alessia.
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Capitolo 41 *** Forse ***
Alyson
guardò un ultima volta la foto di lei e Sabina e poi,
sentendo il campanello suonare, mise la cornice all'ingiù.
Erano passati mesi dalla sua morte e quello era il suo primo
appuntamento.
Usciva con una ex di Chiara, che aveva visto qualche mese prima. Il suo
nome era Juliet.
Era carina, gentile e simpatica. La faceva ridere e questo era
ciò che importava, soprattutto in quel periodo
così nero.
Alyson aprì la porta e si trovò davanti Juliet.
Era bella ma non curata, molto acqua e sapone.
"Ciao Ali..."
Juliet le sorrise. "Ciao.."
disse Alyson prima di prendere la borsa ed uscire di casa.
Andarono in un ristorantino affacciato sulla spiaggia e poi camminarono
tutta la sera con le scarpe tra le mani, lasciandosi massaggiare i
piedi dalla tenue sabbia fredda.
"Grazie per la serata,Juls. Mi sono divertita molto." disse Alyson,
davanti alla porta di casa.
"Anch'io. Grazie a te."
Juliet le accarezzò la guancia e i loro visi si
avvicinarono, lenti, mentre le loro labbra si stavano per toccare ma
Alyson si tirò indietro.
"Scusami-mi, mi dispiace.."
"Non sei ancora pronta... Non ti preoccupare, Alli."disse infine,
andandosene sperando di rivederla prima o poi.
***
Alyson aprì la porta e si trovò davanti lui, il
suo nuovo migliore amico, in lacrime.
"Quell'idiota è tornata.."
"James, cos'è successo? Chi è tornata?"
"Lei, cazzo. Lei. Stella, l'amore eterno di
Sols."
"Stella è tornata, davvero?" Un sorriso enorme si
aprì sul viso di Alyson.
"Certo cazzo. Io ho appena mollato l'unica donna che io abbia mai amato
e tu sorridi." disse James, incazzato.
"Hei, scusami. Ho sbagliato, mi dispiace." disse Ally, abbracciandolo.
James scoppiò a piangere tra le sue braccia, disperato.
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Capitolo 42 *** Amarsi ***
soljames
Wa.
Wa. Wa. Che capitolo. Mi sento distrutta dopo averlo scritto. Troppe
emozioni, tutti sti personaggi.
Vabbè dai, che ne pensate?
Felicissima che vi siano piaciuti i due cap precedenti! Si,
erano innamorate l'una dell'altra da sempre e Alessia si sarebbe
dichiarata se Chiara non avesse finto di essere etero per tutti quegli anni.
é il motivo x cui Alessia ha fatto quello che ha fatto, in
passato. Alessia non è cattiva persona anzi, io credo che
tra tutte sia quella più vera, perlomeno.
Aspetto i vostri commenti. A Dopo...
Lara.
****
"Soline?" Stella la chiamò ripetutamente mentre Soline era
seduta per terra da quasi mezz'ora, silenziosa.
Soline alzò il capo, osservando la sua vecchia amica.
Sentiva solo il dolore e la perdita, il silenzio esteriore e le
profondi grida dilanianti del suo cuore e poi guardando Stella, non
sentì più niente.
Forse aveva creduto di essere innamorata della Stella che una volta era
la sua migliore amica, o dell'immagine di lei che aveva custodito in
quei mesi però, non era innamorata più di lei.
Quando la guardava, la toccava non si sentiva più vibrare
completamente.
"Io non ti amo più."
"Cosa?"
"Non ti amo più, Stella. Ho permesso che James si
disintegrasse perchè credevo di amarti, ma ho sbagliato..
Credo di non amarti più."
"Soline..."
Soline si alzò, la guardò e freddamente le disse:
"Ti ho amata tanto, Stella. Però tu mi hai talmente ucciso
dentro e facendo questo, hai distrutto anche la possibilità
per me d'amarti. Ho i ricordi, ho le cicatrici interiori ma non ho
più nient'altro di te e non voglio neanche averlo. Credo di
aver appena ucciso l'amore della mia vita e devo cercare di ricucirlo.
Ti prego, vattene. Se mi ami, vattene."
Dicendo questo, Soline uscì di casa con solo il cellulare
tra le mani, lasciando Stella nel suo appartamento, sola e disperata.
Soline camminò cercando di capire dove potessi essersi
rifugiato e se non era con lei poteva essere solo con un altra persona,
quella che per loro era come una sorella ovvero Alyson, quella che
avevo odiato per tantissimi mesi e che ora le era indispensabile.
Tirò fuori il cellulare e la chiamò.
**
5 minuti prima.
"Io sapevo che lei l'amava, che non l'avrebbe mai dimenticato eppure ci
ho provato.. perchè, perchè
Alls?"
"Perchè l'ami e lei ama te, anche se ama anche
Stella. "
"Credi veramenti che mi ami?"
"Non lo credo, ne sono certa."
James
sorrise o almeno ci provò. Quello che sentiva lo
distruggeva interamente.
Era come se il dolore fosse talmente forte da non farlo respirare e
credere che lei l'amasse era l'ultima speranza.
"Senti J, perchè non provi a parlarle? So che può
far male ma almeno potete capire. Voi siete una famiglia anzi, noi lo
siamo. Io tu e Soline. Siamo una piccola famiglia."
Era vero. Loro erano una piccola famiglia unita e James lo sapeva
benissimo però lei l'aveva distrutto.
Drin, drin.
Il telefono di casa di Aly squillò. Alyson si
alzò e andò a rispondere.
"Ali, sono io. Ti prego, dimmi che è li, ti prego." Alyson
sentì la voce appannata dalle lacrime e poco dopo rispose:
"Si, è qui. Sta tranquilla.."
Dille di venire.. disse
James.
"Sentito?"
"Si. Arrivo."
Qualche minuto dopo la porta si aprì e comparve Soline con
il viso coperto interamente dalle lacrime.
James e Soline si guardarono.
Si guardarono e capirono poche cose ed una di queste era il loro eterno
e indissolubile amore.
Si amavano completamente, con i loro pregi e difetti. Si amavano e
nessuno avrebbe mai potuto impedire il loro amore.
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Capitolo 43 *** Una splendida notizia ***
Quando
Soline aprì la porta James non si mosse, rimase immobile per
tre minuti, guardandola.
Il viso di Soline era bagnato. Le lacrime continuarono a
rigare il suo dolce viso, imperterrite. Voleva spiegargli, trovare le
parole con cui fargli capire chi era lui per lei.
Doveva spiegargli cos'era il loro amore, anche se nessuna parola era
capace di descriverlo.
Il loro era amore. Difficile, contrastante, irrazionale,
dipendente, doloroso amore.
"Alli, puoi lasciarci soli?"chiese James, continuando a guardare Soline.
"Certo" disse Alli lasciandoli da soli nel soggiorno.
Restarono in silenzio per qualche minuto fin quando Soline non
incominciò a parlare. Si mise davanti a lui, a un metro di
distanza, difianco al divano.
"Io l'ho mandata via di casa. Le ho detto di andarsene, per sempre."
"Sol.."
"Lasciami parlare, ti prego." James annuì. "Io non la amo.
L'ho capito solo avendola rivista. Pensavo di sì, di
amarla.. di provare ancora qualcosa per lei e volevo vederla per capire
quello che stava succedendo tra noi. E ho sbagliato, io dovevo esserne
certa. Essere certa che tu sei la persona con cui voglio passare la mia
vita, per quanto lunga o corta possa essere. Desidero avere un figlio
con te, Jay. Desidero sposarmi con te e pronunciare la più
lunga e ridicola promessa e vederti ridere come solo tu sai fare.
Desidero tante di quelle cose e tutto queste, le desidero solo avendoti
accanto. L'ho cacciata, le ho detto di andarsene dalla mia vita, dalla
nostra.. se ne vuoi ancora una con me. Sono pronta a riconquistarti, a
corteggiarti.. a spedirti 300 orchidee al giorno, a cantare sotto casa
tua, a riempirti di messaggi o a lasciarti il tuo spazio, se devo. Sono
pronta a tutto per farti capire che tu sei la mia vita.
Io ti amo , James."
James si passò la mano tra i lunghi capelli biondi, cercando
qualche parola giusta da dire. "Mi ami?"
"Ti amo. Ti prego, dimmi cosa fare. Farò di
tutto, proprio di tutto."
"Allora perchè non mi abbracci, amore mio?"
Soline scoppiò a piangere, questa volta di gioia e si
buttò tra le sue braccia.
Restarono abbracciati minuti, ascoltando i battiti dei loro cuori.
"Alli, dai.. esci. Lo sappiamo che hai ascoltato tutto." disse James,
guardando ancora negli occhi la sua amata.
Alyson uscì di corsa dalla porta e andò ad
abbracciarli. Erano una famiglia completa.
Poco dopo, Alyson guardò Soline e ridendo disse: "Su, su
diglielo."
"Sicura? La prenderà bene?"
"Ma sii, dai diglielo!"
"Che dovete dirmi, ragazze?" chiese James, leggermente impaurito.
"Amore, forse è meglio che ti siedi"
"Aspettate, nessun tumore o malattia? non state per morire, vero?"
"Nooo." rispose Alli
"Beh, morire no. Ma amore, c'entra con la medicina e gli ospedali.."
"Oh cazzo, Sol.. che succede?"
Soline respirò e lo disse velocemente, trattenendo il
respiro. "Aspettiamo un bambino. Sono incinta."
James si alzò dal divano, e senza pensarci prese in braccio
Soline e la fece roteare, sorridendo. "Avremo un figlio..." disse
felicemente e poi la baciò.
"Diventeremo in quattro!" gridò Alli, esaltata.
James e Soline si voltarono verso Alyson e scoppiarono a
ridere.
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Capitolo 44 *** Dark e Moon, la fine. ***
Stella
li guardò sorridere, ridere, giocare.
Li guardò e capì, finalmente, la solitudine che
l'aveva accompagnata dalla sua infanzia.
Capì che Soline non ne aveva mai fatto parte, anche se
l'aveva amata veramente e probabilmente, non avrebbe mai smesso di
amarla.
C'era solo una persona che l'aveva capita, che in un qualche modo le
era entrata dentro. Alli, che era sempre stata solo un amica.
Le era stata accanto, l'aveva ascoltata e rassicutata. Era stata
l'unica persona a cui aveva permesso di entrare e insinuarsi e in quei
mesi trascorsi a Milano, le era mancata.
La guardò sorridere, mentre i suoi capelli rossi si
muovevano e vibravano. La vide e finalmente, riuscì a
sorridere in quella buia giornata.
E così se ne andò ma qualcosa non andò
secondo i suoi piani perchè Alli, attraverso la finestra, la
vide e uscì di corsa dalla porta.
"Stella.. Stella." gridò il suo nome, ma lei non
si girò.
E così Alli la rincorse e continuò ad urlare il
suo nome, fin quando lei non si girò.
La guardò, senza dire nulla. La
guardò, sorridendo e piangendo allo stesso tempo.
Alli corse verso di lei e l'abbracciò, avvolgendo il corpo
freddo di Stella con le sue calde braccia.
"Mi sei mancata così tanto, Stel."
"Anche tu.. " disse Stella, dopo un pò e poi aggiunse: "Io
non volevo che tu mi vedessi. Io
odio gli addii."
"Addii?, no.. no, Ste, no. Non ce la farei a sopportare
anche il tuo." Alli alzò la voce, quasi gridando mentre le
lacrime di riversavano sul volto, sbavando il trucco.
Stella le prese il viso tra le mani. " Moon, sai che devo. Sai che non
posso più restare qua. Morirei qua, per il dolore fisico,
per mio padre, per i ricordi, per mia madre e per Soline. So che mi
capirai, prima o poi. So che lo farai... perchè tu sei la
mia luna.. ricordi?"
"La luna che illumina l'oscurità.. Dark e Moon.
Noi..solo noi."
"Dark e Moon. L'oscurità e la luna." Le ragazze piansero
insieme, capendo e sorridendo come loro avevano sempre saputo fare."
Stella le diede un bacio sulla guancia, e poi le disse: "Un giorno ti
ritroverò, sorellina. Un giorno."
E così Stella si voltò e se ne andò.
"Ti voglio bene." Alli lo gridò, in modo che Stella lo
potè sentire. Stella saltò, alzando la mano in
aria così che Alli potè capire, solo Alli.
E così Alyson scoppiò a ridere, capendo.
Amiche, sorelle.
Stella non tornerà mai più.
Ho pensato e ripensato se continuare o meno a raccontare
di Stella in questa storia ma lei ha dato tutto di sè.
Stella è intensamente autobiografica. é me,
centralmente... e ha tanto che non centra nulla con me. Ma è
nata con me ed è da lei che tutto è iniziato.
AnnaStella.
Spero che l'abbiata apprezzata, amata, odiata. Spero solo che non vi
sia stata indifferente.
Dare addio a lei mi costa ma era giusto e con Alli era giusto.
Questo capitolo è dedicato a Sabrina e solo lei sa
perchè.
Il sole e l'oscurità Missa. Ti voglio bene, Sore.
La tua La;
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Capitolo 45 *** Non credo di potere. ***
“Perchè
non puoi essere felice con me, perchè Alessia?”
Chiara stava
urlando, un altra volta.
Da
quando si erano messe insieme non facevano altro che litigare. Urla
su urla.
Domande
di Chiara, risposte insoddisfacenti di Alessia per Chiara.
“Non
mi ami? Alessia, non mi ami?”
Alessia
alzò il volto e guardò Chiara negli occhi.
Intravide nei suoi occhi
chiari la disperazione per quell'amore distruttivo che andava avanti
da circa un mese. Si sedette esterrefatta sul divano, passandosi le
mani trai capelli castani.
“Forse
non ne sono capace.”
“Non
sei capace di amarmi?”
“Non
ne sono più capace.”
Chiara
si sedette accanto alla porta e incomincio a piangere lacrime
silenziose. Quella frase l'aveva distrutta.
“Io..
io ho sbagliato, ma non posso tornare indietro Lela.. Non
posso.”
“Io
non ti conosco, Chiara. La verità è che non so
chi sei. La persona
che amavo era qualcosa di diverso, era quella che hai finto di essere
per anni, con me. Io non so chi sei.”
Chiara
si alzò e la raggiunse, mettendosi davanti a lei.
Le
accarezzò il viso, asciugandole le lacrime. “Non
puoi provare a
conoscermi, ora? Io senza te
non sono nulla, Alessia.”
Alessia
la guardò. Passò la mano tra i capelli biondi,
attorcigliendo
qualche ciocca tra le sue dita.
“No..Non
lo so.” disse, continuando a guardarla negli occhi e
cominciano a
piangere.
Piansero
insieme, unite dalle loro mani ed anime.
“Posso
provarci.” aggiunse
poco Alessia. Chiara sorrise lievemente, poggiando la testa sui
seni di Alessia, racchiusa tra le sue braccia deboli.
Sapeva
che non sarebbe stato facile eppure l'amava troppo. Avrebbe lottato
sempre Alessia, anche se la lotta l'avrebbe uccisa, moralmente e
fisicamente.
Era
pronta a morire per Alessia e per l'amore che provava per la ragazza,
in qualsiasi momento.
***
Ce
l'ho fatta!
Non
ci credo, veramente. Sono tornata venerdi dalle vacanze ma avevo un
blocco terribile.
Ho
provato a scriverlo, più e più volte ma zero.
Fino ad ora. Spero
che vi possa piacere, anche se è triste.
Stella
doveva andarsene anche se è sempre stata la protagonista.
Con lei è
iniziato tutto, se non ci fosse stata Stella questa storia non
sarebbe mai nata. é e sempre sarà IL personaggio
di questa storia.
Spero
che qualcosa ve l'abbia trasmesso.
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Capitolo 46 *** Natale in famiglia. ***
Ultimo
capitolo; Natale
in famiglia.
Dieci
anni dopo.
Alison
guardò quella ragazza.
L'avrebbe
riconosciuta fra mille volti sconosciuti perchè lei era
sempre stata
quella persona su cui avrebbe sempre potuto contare. Erano un insieme
bellissimo e imperfetto, ma pur sempre un insieme.
“Ti
amo.”disse Alyson, scandendo lentamente le parole.
Stella
si girò, sorridendole. “Anch'io, Ally.”
Era natale. Erano
passati dieci anni da quando si erano fidanzate, dopo che Alyson
l'aveva rincorsa per chilometri, due giorni dopo che lei se ne era
andata, dicendole che l'amava veramente e che lei sarebbe stata la
sua felicità, solo lei e che, anche solo da amica, non
avrebbe mai
potuto abbandonarla.
“Il
nostro decimo natale insieme, Ste.. ci pensi?”
Stella
rise. “Troppi direi, All. Dovremmo smettere, non
trovi?” Ally
la baciò e le disse: “Mai.”
Erano
felici da più di dieci anni. Sapevano di aver amato qualcuno
più
di loro. Sapevano che Soline e Sabina non se ne sarebbero mai andate
dai loro cuori, ma non importava.
Importava
solo che si amavano.
Soline
lo guardò, sbuffando.
“Mamma!”
Il bambino cercò di fuggire alla madre. “Matteo
diamine, devi
mangiare!”
Il
bambino, di quattro anni circa, sbuffò, mettendosi in bocca
il cibo.
La
porta sbattè. “Sol..” disse James,
chiamando la moglie.
“Amore,
sono in cucina con quella peste di tuo figlio.” James
arrivò
ridendo. “Dove sono i gemelli?”
“In
camera loro, credo.”
“Possibile
che non li vedo mai?”
“Dai
James, hanno dieci anni ormai.. lasciali fare. Hanne e Michele
stanno bene.. Sta tranquillo, su.”
Soline
lo abbracciò da dietro, baciandolo sulla guancia.
“Vai a cambiarti
che fra un po' dobbiamo andare da Ally e Stella.”
“Ok..”
disse l'uomo, trascinandosi su per le scale.
Alessia
guardò la bimba salire le scale, per la prima volta.
Incominciò
a piangere. L'emozione di vedere sua figlia salire le scale era
fortissima.
“Giada,
vieni dalla mamma.” La bambina arrivò l'ultimo
gradino e si lasciò
coccolare dalla madre, che le accarezzò i ricci capelli
biondi.
“Dobbiamo
andare da zia Stella.”
“Zia
Stella-la-la” incominciò a cantare la bimba di un
anno e mezzo.
Alessia aveva la certezza che sarebbe diventata una cantante.
“Dai
Giadi, che la mamma ci aspetta da zia.”
La
bimba sorrise felice.
Casa
di Alyson e Stella.
Alessia
entrò con Giada in braccio e una borsa enorme.
“Ciao
ragazzi. É gia arrivata?”
“No
Ale. Dammi la mia nipotina preferita!” disse Stella,
prendendo in
braccio Giada.
Alessia
vide tutti davanti al camino che la salutavano. James, Soline, Hanne,
Michele, Matteo, Alyson e Stella con la sua bimba. Mancava solo sua
moglie e poi sarebbe stato tutto perfetto.
“Hey,
Lela.. dov'è Emilie?”
“Mamma..
Mamma.” disse Giada, sentendo il nome della madre.
“Non
lo so.. Dovrebbe essere qui a momenti.
“Chiara
l'hai più sentita?” chiese Ally.
“Non
la sento da nove anni..” disse Alessia, ripensando a quella
volta
in cui Chiara l'aveva lasciata dopo un anno, con un biglietto dicendo
che era stanca di lottare.
La
porta sbattè. Era Emilie che corse a baciarla, scusandosi
per il
ritardo e poi guardando Stella.
“Allora?”
chiese Emilie.
“Non
l'ho ancora detto Em.. Ecco, ora. Beh, io sono incinta.
L'inseminazione ha funzionato.”
Tutti
incominciarono a gridare, eccittati.
Un
altro natale perfetto. Un altro natale in famiglia.
***
Volevo
continuare questa storia ulteriormente ma sarebbe stato inutile. Ha
avuto il suo tempo, ma era arrivata ora di chiuderla.
É
stata parte di me per tanto tempo e in un certo senso, lo
sarà
sempre.
Ringrazio
tutti coloro che hanno recensito e letto, specialmente hacky e
chica.. é stato bellissimo condividere questa storia con voi.
Spero
che Stella, Ally, Alessia, Sabina, Chiara, Soline, James, Emilie,
Juliet vi abbiano tenuto compagnia e che vi abbiano trasmesso
qualcosa.
Grazie
per tutto, grazie a voi.
Mi
fa soffrire chiudere qua ma era ora.
Un
bacio.
Lara.
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