Rhopalocera - Sursum Corda di blackjessamine (/viewuser.php?uid=898410)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima ancora di saperti respiro ***
Capitolo 2: *** Il vuoto sotto i piedi ***
Capitolo 3: *** (Non) È solo un gioco ***
Capitolo 4: *** Estate che gocciola in brandelli d'autunno ***
Capitolo 5: *** Ossa come cenere ***
Capitolo 6: *** Grumi di dita ***
Capitolo 7: *** Per terra è tutto più bello ***
Capitolo 8: *** Respiriamo comunque lo stesso respiro ***
Capitolo 9: *** Passi che sono specchi ***
Capitolo 10: *** Verso sguardi morbidi ***
Capitolo 11: *** Comete come te ***
Capitolo 12: *** Metà dei miei passi ***
Capitolo 1 *** Prima ancora di saperti respiro ***
Premessa: le prime sette poesie di questa raccolta erano già state pubblicate da me fra le storie originali, nella sezione poesia. Trattandosi comunque di poesie riguardanti due personaggi nati nel contesto del fandom di Harry Potter, invece di cancellare definitivamente la raccolta ho preferito riportarla "a casa".
Prima ancora di saperti respiro
Mi aspettavi
con le dita schiuse
quando ancora
mi credevi
silenzio.
Sono goffi
i graffi
che offro come
disegni infantili
di ginocchia sporche
– giugno è il mese della pelle mia
bianca.
Sono goffi
i tentativi miei
– stanchi
di disegnarmi grande
nei miei contorni bambini.
Giugno è il mese
dove io esisto
e tu esisti
– lontani –
come steli
che hanno radici protese
– vicini –
e ancora non sappiamo l’intesa
e l’offesa
e l’amicizia che cola in rivoli di melassa
– densa – è magia che si impiglia.
Giugno è il mese
della mia infanzia
di silenzi e conchiglie spezzate
– rosso, il sangue, sulle ginocchia mie bianche.
Graffi
come lembi
goffi
di storie scucite
– sdrucite.
ti aspettavo
coi palmi arresi
prima ancora
di saperti
respiro.
Note:
Prompt: Elenco Primavera, n. 46, graffi
Questa raccolta di dodici poesie vuole, nelle intenzioni, accompagnarmi per un anno. Si trova all’interno della serie “Surya Namaskara” perché, sempre nelle intenzioni, prende le mosse dai protagonisti di quelle storie, ma lo fa in maniera molto simbolica: la raccolta è perfettamente fruibile anche senza conoscere il contesto di origine delle due voci protagoniste.
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Capitolo 2 *** Il vuoto sotto i piedi ***
Come ossa
pallide fragili
– frantumi
offro offese
affilate
su palmi tesi
– nascosti –
Sono un mendicante smarrito.
Luglio è il mese
delle vertigini mie
spoglie
che nascondo
– vuote
in sorrisi ornati di sale.
Vertigini
come respiri soffocati di fretta –
Vertigini
che trovavo nelle tracce
– nere, troppo nere
dei libri con cui soffocavo la testa
durante l’adolescenza
che mi disegnava già grande.
Non eri
nella mia vita
non c’eri
E già ti cercavo
con gli occhi socchiusi
mentre con le dita mie
– rotte
tracciavo i contorni
dei vuoti angosciosi
custoditi
nel petto.
Non eri
e non c’eri
e per trovarti
il vuoto sotto i piedi
Nemmeno lo avrei sentito.
Note:
Prompt: Elenco Primavera n.79, soffrire di vertigini
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Capitolo 3 *** (Non) È solo un gioco ***
È come affondare
nel rimestare lento
d’un mare di melassa
– nido e prigione – è solo un gioco
questo mio agosto
che ha l’autunno
già inciso sui polsi.
Il silenzio ha lo stesso respiro
lentissimo
di materassi che sono conche
– contiamo conchiglie – è solo un gioco
appena accennate di corpi
lentissimi
che imitano la disinvoltura di
un’amicizia a cui vorremmo
cancellare i contorni.
Siamo voci
respiri che hanno perso i confini
un pigro rincorrersi
di notti
che hanno solo il calore dell’ambra
– bruciamo brandelli di buio – è solo un gioco.
Prompt: Elenco Primavera, n. 17, bugia/bugiardo
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Capitolo 4 *** Estate che gocciola in brandelli d'autunno ***
Estate che gocciola in brandelli d’autunno
Settembre è l'orizzonte
cui volto le spalle
– punto di svolta
in rivoluzione –
Gli occhi miei
sono sentieri
scavati nel sale
di partenze
gettate al vento
(se mi guardi
è un naufragio)
l’avvento
di parole piccole
e pensieri di più.
Settembre
ha l'odore
dell'avventura che mi infiamma
(afflato tiepido –
rinuncia)
e posso giocare
ad abitare il mondo
se il mio orizzonte
ha occhi come carezze
– occhi morbidi e rimpianti ancorati a riva –
Settembre
è una lancia affilata
(distesa)
orizzonte ch'è
una tensione costante
una mano tesa
un miraggio
– come bussole in assenza di poli –
Settembre
come dita
che disegnano silenzi
nella sabbia già fredda
– estate che gocciola
in brandelli d'autunno –
E se volto la schiena
a passato e futuro
e il presente
è un orizzonte
(piani inclinati
destini intrecciati)
tracciato a matita
e se il presente
sono le distanze che
mai
ho smesso di misurare
(guardami anche quando
sarò un sussurro)
allora il mondo
tienilo fermo
e il mio andare
alla deriva
– mai smarrito –
(tu bussola
immobile
ancora àncora)
sarà solo
ritorno.
Prompt: Elenco Quinta Stagione, n. 6, bussola
Inoltre, questa poesia partecipa all’iniziativa “A scatola chiusa”, promossa sul gruppo facebook “Caffè e Calderotti”, e si basa sulla traccia proposta da Jodie Graham: “Orizzonte. Ovviamente può essere inteso sia in senso fisico, come l’orizzonte, che metaforico”.
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Capitolo 5 *** Ossa come cenere ***
È forza di gravità
che perde i sensi
questo mio ottobre
(sterile)
fatto di pioggia che
nemmeno
sa toccare il suolo.
È una pioggia di sale
– pioggia come inchiostro –
questo riversarsi dai miei occhi
troppo asciutti
fiumi di nero
su carta
bianca
(carta come ossa
– ossa come cenere –
cenere a disinfettarmi gli occhi)
pallida come la distanza.
Piove
su un ottobre
che ha giorni di sole
– troppo freddo –
E sale
(da dentro)
il mio pianto asciutto
e fa male
l’assenza
del nostro mare
di voci urlate.
È
Solo
Silenzio.
(Sussurriamo
il nostro strazio
asimmetrico)
Prompt: elenco Primavera, n.65: piangere/pianto
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Capitolo 6 *** Grumi di dita ***
È nebbia
che mi gonfia la pancia
– fegato vuoto
e dita intrecciate –
Questo annegare incerto
di respiri spezzati.
Novembre
è disteso come un velo
–sudario di nebbia –
sulla mia cecità stanca
–apro gli occhi
vedo latte –
prendo svolte
– sono tutte sbagliate.
Novembre è quando
la mia pazienza fragile
si raccoglie in grani
– grumi di dita
Dati in regalo
Ricordi sgraziati –
molliche di sogni
a disegnare sentieri.
Il mio labirinto
grigio
è un rimestare di sole
– sollevarsi di veli
riempirsi di vuoti –
che scioglie la nebbia
Con dita di notte.
Tu
Sei faro
Anche quando
Non posso vederti
– ci troviamo
Anche quando
Siamo persi –
Prompt: elenco Primavera, n. 52: labirinto
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Capitolo 7 *** Per terra è tutto più bello ***
Per terra è tutto più bello
Palmi aperti
– riempi il vuoto tra le dita
(lascio spazio
prendi tempo)
respiri
il mio stesso respiro.
Occhi chiusi
– le tue ciglia
sono carezze
che baciano le mie gote
vuote.
Le mani sono
Mute.
Mite
è questo dicembre
che ci scivola sui polsi
e nel freddo
trova fragole
che ci sporcano le dita.
Piove
sulle luci smorzate
d’un mondo
che s'è fatto
tutto piccino.
Ho mani
che sono ossa
– sangue e carne
pace e macerie
stringimi –
E tu hai mani
e siamo pelle
che si sfiora
– fiorisce il sangue
sulle nostre gote –
È inverno.
E se i miei polsi
hanno angoli disarticolati
– schegge d'osso a ferirmi lo sguardo –
tu raccoglimi come
fossi neve.
E se i tuoi palmi
sono gonfi e tumefatti
– schegge d'osso a sfregiarti il sorriso
(è solo un istante – abbagli)
io ti sorreggo
senza tenerti la mano.
E se le dita
– mie, tue, siamo specchi –
sono cenni morbidi
lanciati nel vuoto
impariamo a camminare
con lo stesso passo.
Cadiamo.
(Per terra è tutto più bello).
Prompt: elenco Primavera, n. 62; osso rotto
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Capitolo 8 *** Respiriamo comunque lo stesso respiro ***
Respiriamo comunque lo stesso respiro
I deliri
sono appigli
mani protese a disegnare
sentieri di sale
cosparsi di zucchero.
Gennaio
lo apro a metà
come fosse un frutto maturo
– siamo noi a far la natura –
e mi sporco le dita
traccio solchi
di polpa dolce
– sono mappe per la tua bocca
anche quando
guardiamo altrove –
e lascio che il mondo
mi si sciolga attorno.
Gennaio
lo accartocciamo
coi contrasti spenti
dei nostri mesi lontani.
La mia
è una febbre
che funziona al contrario
– brucia il mondo, io sono di ghiaccio –
ma se pensi a me
io posso annegare
in uno sguardo più
morbido
del mare.
Ché
se siamo lontani
respiriamo comunque lo stesso respiro.
Prompt: Elenco Primavera, n.34, febbre alta
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Capitolo 9 *** Passi che sono specchi ***
Passi che sono specchi
I miei passi
disegnano labirinti
– non importano i mostri –
restano solo
fili intrecciati
(rossi
di respiri affannati)
che ci uniscono i polsi.
Febbraio
sono i nostri passi
che sono specchi
– io respiro
dove tu respiri –
e le nostre mani
servono solo ad accogliere
– i palmi arresi
smettiamo di mendicare –
dita come appigli
siamo spogli
e gli scogli
sono solo segni a matita
– li cancelliamo –
E se mi perdo
– prendo tempo –
trovo tracce
che tu hai disegnato
nei miei respiri.
E se ti perdi
mi faccio specchio
di ogni tuo passo
– non ci siamo mai allontanati.
Febbraio è il mese
delle parole senza contorni.
Ci amiamo un istante
che è tutta la vita
– vuota, prima
sguardo rivolto
allo stesso punto di fuga
– sempre –
ci aspettiamo
anche quando
non sappiamo più di cercarci.
Prompt: Elenco Primavera, n. 52, febbre alta
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Capitolo 10 *** Verso sguardi morbidi ***
Verso sguardi morbidi
È un capriccio che si avvolge
in punta di dita
– passi lenti verso sguardi morbidi –
è sempre un ritorno.
Marzo è il mese
che mi insegna che
casa
è camminarti accanto.
E basta il silenzio
per fare spazio ai sorrisi
che sono le fessure
da cui respirare il sole.
È un capriccio
giocare a rimpiattino
– marzo è il mese
dei ritorni miei
caldi –
e lasciarsi cadere
in abbracci
che hanno smesso
le maschere.
Non ti cerco più
perché sei
il piede
che completa
il mio passo.
Prompt: Elenco Primavera, n. 21, capriccio
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Capitolo 11 *** Comete come te ***
Comete come te
Se le nostre voci si confondono
– è quasi giorno –
prendiamo per mano
i nostri respiri
– aprile è il mese
delle albe soffuse.
Siamo fermi
passi sfocati
in mezzo a un sentiero
– non ci sono più strade
siamo sempre futuro –
e il sole è
lo sguardo
che io conosco
e tu conosci.
Aprile è il mese
dei sussurri adulti
e del plurale che ci rende
unità indissolubile
– ieri erano solo sguardi distolti.
Se ci fermiamo
– è quasi casa –
i pensieri sono nidi
e noi siamo fragili
come cuccioli
come i cocci
– comete come te –
che raccogliamo
nei nostri palmi arresi.
Non c'è resa
sui polsi che accostano
– vene di latte
è quasi amore –
vite accatastate agli angoli degli occhi:
è solo un soffio.
È sempre
(stato)
amore.
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Capitolo 12 *** Metà dei miei passi ***
Metà dei miei passi
L’abbiamo percorsa tutta
questa strada
che non andava in nessun posto
(e un posto c’era)
– meta –
metà dei miei passi
sono sempre stati tuoi.
Maggio è il mese
delle nostre dita distese
(tese, come rose neonate)
a tracciare disegni
di un solo colore.
Cola, il ricordo pallido
di dita
come respiri intrecciati
– mia la bocca,
la bocca tua –
nostri
di segni
tracciati a matita.
(li cancelliamo,
non servono contorni
quando abbiamo un solo destino)
I nuovi inizi
sono coriandoli sparsi
su sentieri
che abbiamo sempre percorso
– insieme, come radici
di uno stesso fiore.
Maggio è il mese
del riposo
(mi poso
sul tuo capo chino
come un bacio
che conosce solo il ritorno)
e i contorni
sono giorni sfumati.
Note:
Questa volta ho scelto di non utilizzare nessun prompt: non so perché, ma mi sembrava semplicemente la cosa più corretta da fare.
Arrivata a questo punto sento che dovrei dire tante cose, perché questa raccolta ha subito un percorso travagliato e in ogni caso, da subito, è stata un progetto su cui non avrei scommesso proprio nulla. E invece mi ha fatto compagnia per un anno intero, e ora mi lascia completamente svuotata, e le parole per ringraziare chiunque abbia seguito questa follia fin qui sono scomparse.
Però vi ringrazio, davvero di cuore, e spero di avervi trasmesso almeno una briciola delle emozioni che scrivendo hanno travolto me.
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