Lo scorpione del deserto

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-dove li avete visti l’ultima volta?- chiese il ragazzino di appena tredici anni. Si trovavano nella sala della guerra e il giovane principe insieme al re, suo padre, stavano conducendo la riunione di guerra. Il loro regno, Awan, era sotto assedio da uno dei più infimi re del loro mondo: Gale.
Tutti gli altri regni sapevano perfettamente che Gale aveva mire espansionistiche ma non si era mai mosso. Mai prima di un mese prima. Aveva puntato il regno di Awan perché non solo era il più vicino ma anche uno dei più grandi delle regioni del sud e sconfitto quello Gale avrebbe avuto via libera sugli altri piccoli regni li presenti.
-a pochi metri dalla porta nord delle mura mio signore- rispose il generale dell’esercito indicando il posto sull’enorme mappa disegnata dettagliatamente sul tavolo della sala.
-Edward dove si trova in questo momento?- chiese il re alla sua guardia. Stava aspettando il suo consigliere, in realtà voleva la sua presenza per la riunione ma si era ritrovato costretto ad iniziare anche senza di lui, non avevano tempo da perdere.
-non lo sappiamo mio signore…-
-sono qui- disse l’uomo entrando in maniera abbastanza scenografica nella stanza del trono. Rowan osservò il consigliere con un piccolo cipiglio che gli si stava formando sul volto: perché Edward aveva quel ghigno stampato in faccia. Da quando si ricordava il principino aveva sempre visto il consigliere reale serio e non sorridente, la maggior parte delle volte sembrava anche arrabbiato quindi perché quell’espressione?
La domanda silenziosa di Rowan trovò risposta quando nella sala iniziarono a spargersi grida di terrore.
-Edward cosa hai fatto?- chiese con rabbia il re che aveva intuito tutto proprio come il figlio.
-mi libero degli insulsi, avrò un governo tutto mio- disse Edward con il sorriso sulle labbra. Rowan guardò malissimo l’uomo prima di correre fuori dalla stanza. I presenti lo lasciarono passare visto che in quel momento erano tutti concentrati su Edward. Rowan raggiunse velocemente la sua camera da letto dalla quale prese le sue due spade gemelle prima di correre in direzione delle urla. Arrivato nella sala del trono c’era il delirio. Metà servitù li presente era stata fatta fuori, suo fratello minore, Stevie, si stava nascondendo dietro al trono più grande. Di Kayle e della regina non c’era traccia. Rowan decise di non preoccuparsi per il momento della sua gemella e della madre. Doveva semplicemente proteggere Stevie in quel momento che era quello più in pericolo dei presenti visto che non aveva ancora imparato a tirare di spada.
-tutto bene?- chiese Rowan avvicinandosi al fratello che lo guardò con gli occhi spaventati prima di annuire nonostante non stesse per niente bene. Era solo felice che suo fratello maggiore fosse li insieme a lui.
-mi occupo io di questi, tu rimani qui- continuò Rowan prima di uscire dal suo nascondiglio e iniziare a combattere contro l’esercito di Gale. Ovviamente da solo non sarebbe mai riuscito a sconfiggerli tutti nonostante fosse molto abile con le sue spade tanto che era diventato famoso con il nome di: Scorpione del deserto. E a Rowan quel nome piaceva e anche molto.
Accanto allo Scorpione del deserto c’era l’esercito di Awan, almeno una parte, e Rowan poté muoversi con tranquillità nonostante stesse affrontando due soldati alla volta.
-fermi!- gridò una voce facendo bloccare sul posto tutti i presenti e facendo allo stesso tempo congelare sul posto i due principi più il re che era appena arrivato trafelato nella sala e con la spada in mano. Spada che strinse violentemente.
-fermi o loro due fanno una brutta fine- continuò l’uomo mentre al suo fianco due suoi soldati tenevano un coltello puntato alla gola della regina e di Kayle.
-lascia stare la mia famiglia Gale- gridò il re con gli occhi che andavano in fiamme.
-non così in fretta. Il tuo regno è già nelle mie mani. Per la città è presente l’esercito e solo a una tua mossa falsa ucciderò le tue donne per poi continuare a distruggere il tuo regno- disse Gale con un sorrisetto in faccia mentre un dolorante Edward entrava nella sala del trono avvicinandosi a Gale che gli sorrise -ben lavoro- senza l’aiuto di Edward e delle sue mire di potere non avrebbe mai potuto conquistare Awan così facilmente.
-cosa vuoi?- disse Rowan prontamente -per lasciare mia madre, Kayle e il nostro regno- continuò il ragazzino mentre il padre lo guardava sorpreso. Sapeva che suo figlio era pronto a tutto ma non si aspettava niente del genere in quel momento.
-mi piaci ragazzino- disse Gale osservando il tredicenne che aveva difronte. -voglio te, se tu vieni con me rinunciando al tuo trono non farò del male alla tua famiglia e al tuo regno-
-Rowan, no- disse il re spaventato da quella proposta.
-Rowan non serve che tu faccia una cosa del genere- disse ancora la regina mentre il coltello le si avvicinava ancora di più alla gola.
-lo giuri?- chiese invece Rowan ignorando le voci dei suoi genitori.
-lo giuro-
-allora verrò con te, ma lascia stare la mia famiglia e il mio regno-
-affare fatto principino- il ghigno sul volto di Gale si ampliò ancora di più.
 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Rowan si legò i lunghi capelli biondi mentre uno sbuffo usciva dalle sue labbra. Il caldo in quei giorni era aumentato esponenzialmente e nonostante il suo ex regno, quello dove aveva vissuto per tredici anni del sua vita, fosse nel pieno deserto da quando era andato a vivere a Qatna non sopportava più tutto quel calore.
I capelli lunghi fino al bacino di certo non aiutavano, ma Gale gli aveva imposto di non tagliarseli punto primo perché altrimenti qualcuno avrebbe potuto riconoscerlo come l’ex principe di Awan e punto secondo perché così Gale poteva considerarlo più facilmente una donna. Il motivo? Da quando era arrivato a Qatna per salvare la sua famiglia e il suo popolo Rowan era diventato il divertimento sessuale preferito di Gale. L’ex principe si era ritrovato davanti alla realtà dei fatti solo quando era arrivato al castello e le servitrici, che aveva in seguito scoperto far parte anche loro dell’harem di Gale, gli avevano messo addosso una tunica bianca semitrasparente e smanicata con degli spacchi vertiginosi ai due lati. Quella tunica non serviva a niente se non a istigare gli istinti sessuali di Gale.
Il panico si era impossessato di Rowan non appena aveva compreso quello che sarebbe diventato, quando si era offerto per lo scambio aveva pensato che sarebbe stato rinchiuso nelle prigioni o comunque usato come schiavo. Di certo non quello.
Le prime volte erano state le peggiori e a distanza di otto anni il ragazzo non si era del tutto abituato alla cosa anche se era riuscito a capire come estraniarsi dall’amplesso e dall’ora le cose erano andate leggermente meglio.
-sciogliti quei capelli- Rowan alzò gli occhi al cielo dando le spalle a Gale prima di girarsi verso l’uomo che era appena entrato nella sua camera con in mano una ciotola con un liquido che ormai Rowan conosceva troppo bene.
Gale aveva un motivo per il quale si disturbava a scopare con qualunque essere vivente gli capitasse davanti e non era il solo piacere. Gaele voleva un figlio a qualunque costo e ancora nessuno era riuscito a darglielo. In realtà l’uomo aveva un figlio, che aveva avuto con la sua seconda moglie ma il ragazzo non era cresciuto con lui e quindi non era riuscito ad influenzarlo come voleva.
Il liquido che Gale aveva in mano era succo di bunkalar, un frutto che aiutava le donne a rimanere incita. E da quando Rowan era arrivato Gale gli aveva fatto bere quel succo ogni volta che aveva intenzione di fare sesso con lui. Ma per fortuna del biondo il frutto non aveva mai funzionato e Rowan iniziava seriamente a pensare che sugli uomini non funzionasse, o meglio non funzionava come voleva Gale. Infatti il corpo di Rowan era diventato più fine, quasi femminile. Ovviamente senza tutto l’allenamento la sua muscolatura era quasi inesistente e ciò aveva permesso al suo corpo di non essere completamente mascolino.
-fa caldo- rispose Rowan prendendo la coppa che gli stava porgendo l’uomo e bevendola tutta d’un sorso.
-non mi interessa, quando ti scopo devi avere i capelli sciolti- disse con rabbia Gale togliendo la coppa dalle mani del ragazzo e spingendolo sul letto tirandogli i capelli e facendo uscire un gemito di dolore dal biondo. Gemito di dolore che aumentò quando Gale lo penetrò senza preavviso iniziando a muoversi con velocità e forza all’interno dell’ex principe.
L’amplesso andò avanti fino a quando Gale non fu appagato completamente lasciando Rowan privo di forze per fare qualsiasi cosa. E succedeva sempre così.
-mettiti in sesto subito, tra un paio d’ore ti voglio già sulla carrozza- disse Gale schioccando la lingua mentre Rowan lo guardava confuso.
-carrozza? Perché mai dovrei essere in una carrozza?- chiese Rowan dando voce ai suoi dubbi. Non si era mai mosso da li da quando ci era arrivato otto anni prima e la cosa gli sembrava davvero strana se non addirittura preoccupante.
-mi serve una spia e tu sei l’unico che può farlo senza che io possa essere tradito- rispose Gale alzando gli occhi al cielo.
-sarò lontano dal castello, non potrai controllarmi- gli fece notare Rowan, quella che gli si stava ponendo davanti era finalmente una possibilità di scappare e tornare dalla sua famiglia, ma ovviamente doveva capire fino a che punto Gale lo controllasse.
-ho altre spie all’interno di quel castello alle quali dovrai dare il rapporto giornaliero e poi se non fai come ti dico inizierò ad uccidere tutti i sudditi di Awan e per dare il buon esempio partirò dalla tua famiglia-
Il sangue si congelò nelle vene di Rowan a quelle parole. Ecco come poteva tenerlo a bada. Di certo il biondo non aveva nessuna intenzione di essere l’artefice della morte dei componenti della sua famiglia e nemmeno quello dei suoi sudditi. Non aveva scampo.
-come credi di farmi entrare in questo castello senza problemi?- chiese allora Rowan che moriva dalla voglia di scoprire dove sarebbe andato a finire. Da una parte era anche contento visto che non si sarebbe più dovuto subire gli assalti sessuali di Gale o di chiunque altro.
-il giovane principe e futuro re ha un harem composto da ragazzi e ogni mese accresce il numero dei suoi amanti. Il tuo compito sarà quello di entrare nel suo harem e diventare il suo preferito in modo da farti dire tutti i suoi segreti. Ovviamente ti do massimo un mese per riuscire ad entrare nelle sue grazie-
Rowan voleva sotterrarsi. Perché doveva diventare anche l’amante di quell’altro principe? Non c’era una persona migliore per quel ruolo?
-non mi sembri tanto felice anche se dovresti esserlo. Non volevi uscire di qui?- disse Gale ghignando -e ricorda che la regola del passo falso varrà anche li. Una sola mossa sbagliata e il tuo regno è finito-
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Rowan si guardava intorno mentre si stringeva le braccia intorno al corpo per il freddo. Quando Gale gli aveva imposto di diventare la sua spia lo aveva messo su una carrozza senza dirgli la sua destinazione e con addosso solo un paio di pantaloni di lino leggerissimi e una camicia dello stesso tessuti. Ancora a Qatna aveva sentito parecchio caldo soprattutto perché non era più abituato ai pantaloni da tantissimo tempo. Ma appena arrivato in quel regno il freddo gli aveva colpito le ossa per quanto era pungente. Tutto si sarebbe aspettato tranne che sarebbe andato nel regno più a nord del loro mondo. Ma pensandoci bene Dilmun era il regno perfetto per mettere una spia senza destare sospetti inizialmente. Dilmun era uno dei regni più vasti e potenti, ma non solo: era anche il più lontano da Qatna. Sotto sotto Rowan capiva le intenzioni di Gale. Voleva tenere sotto controllo Dilmun e molto probabilmente stava facendo la stessa identica cosa che aveva fatto con Awan. Edward aveva agito alle loro spalle per la sua sete di potere dando informazioni preziose a Gale e non per ultimo permettendo a gale stesso di entrare indisturbato nel loro palazzo. E adesso Rowan si trovava dall’altro lato. Doveva infiltrarsi nel palazzo di Dilmun ed entrare nelle grazie del principe il prima possibile senza farsi scoprire mandando poi informazioni importanti a Gale.
A Rowan non piaceva per niente essere la possibile causa della fine del regno di Dilmun ma non aveva altre possibilità in quel momento se voleva impedire a Gale di fare ancora più male alla sua famiglia.
La carrozza che lo aveva accompagnato fino ad Dilmun lo aveva lasciato a pochi passi dalle mura che circondavano la città in modo da non farsi vedere dalle guardie che erano presenti alla porta d’ingresso nella città fortificata. Per entrare il ragazzo non aveva avuto nessun problema visto che si era avvicinato a un gruppo di mercanti per sembrare parte del loro gruppo. Una volta dentro le mura Rowan si distaccò dal gruppo e si guardò in giro cercando di non pensare al freddo che lo stava facendo congelare.
Gale non gli aveva per niente spiegato come entrare a palazzo. Gli aveva semplicemente detto che ogni mese nuovi ragazzi entravano nell’harem reale ma non in che modo e soprattutto quando.
-sei qui per entrare nell’harem vero?- una signora anziana si era avvicinata a Rowan e aveva detto quelle parole scrutandolo attentamente.
-come lo sapete?- chiese curioso Rowan che non si fidava tanto di quella donna. Gli sembrava parecchio strana.
-perché sei da solo, straniero di sicuro visto che ti guardi in giro spaesato e perché sei un giovane di bell’aspetto- elencò la donna utilizzando le dita ogni volta che diceva qualcosa di diverso.
-ah- sussurrò Rowan leggermente in imbarazzo con quella donna che lo stava scrutando attentamente -sapete dirmi in che direzione andare?- chiese poi facendosi coraggio. Quella donna sembrava sapere un bel po’ di cose e lui di certo non voleva perdere tempo, che non aveva, per cercare un posto impossibile da trovare.
-vieni con me- disse la donna alzando gli occhi al cielo e iniziando a camminare velocemente per le strette stradine di Dilmun. All’inizio Rowan faticò leggermente per tenere il passo della donna, aveva passato quegli ultimi anni a stare seduto su un letto o una sedia e non aveva potuto fare il minimo movimento, ma alla fine riuscì a non perderla di vista. Se fosse rimasto indietro in quelle stradine era sicuro che non sarebbe riuscito ad uscirne.
Per fortuna di Rowan in poco tempo arrivarono a una seconda cinta muraria, che in precedenza Rowan non aveva visto dall’ingresso.
-entra da quella porta, le guardie ti condurranno nel posto giusto- e così dicendo la donna lo lasciò completamente solo non dandogli nemmeno il tempo di ringraziarla a dovere.
Rowan sospirò e si avvicinò alla porta delle seconde mura per poter parlare con le guardie, ma a quanto pareva non era l’unico visto che gli si affiancò un altro ragazzo che gli lanciò anche un’occhiataccia.
Rowan voleva rispondergli a tono ma le guardie parlarono prima che il biondo potesse farlo.
-seguiteci- Rowan parve confuso a quelle parole, non gli avevano nemmeno chiesto cosa stavano facendo li! Potevano voler fare qualunque cosa e quelle guardie non li avevano minimamente interrogati. Ad Awan di certo la guardia reale non si comportava in quel modo, e nemmeno a Qatna per quanto aveva potuto vedere Rowan. Era così assurdo e insensato quello che le due guardie stavano facendo.
A farsi tutti quei problemi però era solo Rowan visto che il ragazzo al suo fianco sembrava molto tranquillo e incurante di quello che stava succedendo.
-restate qui fino a quando non arriverà il consigliere reale- con quelle parole i due ragazzi vennero lasciati all’interno di un enorme spiazzale che a Rowan ricordava molto quelli che utilizzavano i soldati di Awan per allenarsi nel tempo libero: infatti al centro si trovava un’enorme pedana circolare soprelevata, nella quale si trovavano un’altra decina di ragazzi, e tutto intorno si trovavano tavoli o comunque sostegni sui quali erano poggiati scudi e lance. Si, era proprio un’area di allenamento militare.
Probabilmente quello era lo spazio più grande che avevano all’aperto per farli stare. Di certo non li avrebbero mai fatti entrare nel palazzo prima di essere stati presi. Almeno Rowan lo sperava anche se con quello che avevano fatto in precedenza le guardie non ne poteva essere tanto sicuro.
Davvero, potevano benissimo essere due ragazzi che non avevano nessuna intenzione di entrare a far parte dell’harem reale, potevano essere degli assassini!
Rowan stava ancora pensando alla cosa quando nello spiazzo arrivarono altre due persone vestite di tutto punto. Ad una sola occhiata si poteva capire che erano superiori a tutti i ragazzi li presenti, che facevano parte di quel castello.
-buongiorno- a quel saluto Rowan alzò lo sguardo osservando il ragazzo che aveva parlato. Sembrava della sua stessa età, oppure leggermente più piccolo, e stava osservando attentamente tutti i presenti fino a quando i suoi occhi viola si posarono su quelli ambra di Rowan.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Skyler stava osservando quel bellissimo ragazzo da troppo tempo. Se ne era accorto ma davvero non riusciva a togliere gli occhi di dosso a quell’angelo. Per poter distogliere lo sguardo da quel ragazzo c’era voluta una gomitata di Walter, il suo consigliere.
-bene, grazie per essere venuti. Io sono Walter il consigliere del principe Skyler- disse Skyler dopo essersi schiarito la voce. Si stava spacciando per il suo consigliere perché voleva guardare i ragazzi di persona senza però essere riconosciuto come principe.  -per prima cosa mi dispiace dirvelo ma chiunque abbia più di vent’anni non può essere scelto- continuò il moro. Ovviamente non gli andava a genio avere qualche amante più grande di lui, lo avrebbe messo in soggezione -e anche chi ha meno di 15 anni- continuò. Non voleva dei bambini nel suo harem.
Vide i vari ragazzi guardarsi tra di loro e solo pochi se ne andarono con la testa bassa per la delusione ma se ne erano andati troppo pochi e Skyler ne aveva già individuati alcuni che di certo non rientravano nei suoi parametri ed erano rimasti li.
-e va bene- disse allora Skyler alzando gli occhi al cielo e iniziando a chiedere a tutti l’età. In quel modo riuscì a far andare via altre tre persone e non era nemmeno arrivato a metà.
-quanti anni hai?- chiese il moro al bellissimo biondo che aveva attirato la sua attenzione. Il biondo era molto più alto di lui, e di solito non gli piaceva come cosa ma per quella volta ci avrebbe sorvolato sopra.
-diciannove- gli rispose il ragazzo mordendosi il labbro inferiore. Skyler capì immediatamente che gli aveva appena mentito. Quel ragazzo aveva più di diciannove anni, poco ma sicuro. Solo che, solo che a Skyler quel ragazzo piaceva davvero troppo per farlo andare via e decise di ignorare la menzogna, per il momento, e continuare con la domanda agli altri ragazzi.
Alla fine della sua domanda erano rimasti solamente sette ragazzi, il problema di Skyler era che ne doveva scegliere solo uno. In realtà lui li avrebbe presi volentieri tutti e sette visto che erano tutti di suo gradimento ma la madre aveva deciso categoricamente che non poteva avere altri amanti e che quello che avrebbe scelto quel giorno sarebbe stato l’ultimo. Questo perché la madre voleva organizzargli il matrimonio e, nonostante tutti fossero a conoscenza dei suoi gusti, era meglio non accrescere ulteriormente il numero degli amanti nell’harem.
-bene, andrò a parlare con il principe e poi vi chiameremo uno alla volta per dirvi chi entrerà e chi no- concluse Skyler andando via insieme a Walter, Walter che lo stava scrutando attentamente.
-cosa c’è?- chiese il principe una volta che lui e il suo consigliere furono arrivati nell’armeria, posto nel quale avrebbero in seguito parlato con ogni ragazzo rimasto.
-il biondo, ti ha mentito ma hai fatto finta di niente. Non era una delle tue regole?- chiese Walter osservando il suo principe incrociando le braccia al petto.
-mi ha incantato da quando sono arrivato. Credo che sceglierò lui- rispose invece il principe di Dilmun -anche se mi ha mentito. Sono sicuro che non sia molto più grande di me- disse convinto Skyler con un piccolo sorriso sulle labbra.
-quindi lo chiamo qui per primo?- chiese Walter sospirando. Non poteva di certo far cambiare idea al principe. Lui aveva fatto le regole e lui poteva decidere se seguirle oppure no.
-no, lui sarà l’ultimo. Parti con gli altri- Walter annuì alle parole del suo principe prima di ritornare nell’arena per portare il primo ragazzo.
Le cose andarono molto velocemente anche perché Skyler diceva velocemente che il principe non li aveva considerati come loro scelta e Walter li accompagnava fuori dalle seconde mura da un’altra strada in modo da non far capire agli altri quale era stata la scelta del principe.
-vieni con me- disse Walter all’ultimo ragazzo rimasto, quello che sarebbe diventato il nuovo amante. Il biondo annuì e con una faccia indecifrabile seguì l’uomo fino all’armeria. Armeria che Rowan guardò curioso. Cosa ci facevano la dentro? Avevano davvero scelto quel posto per poter fare quella selezione?
-ti rifaccio la domanda- Rowan pose lo sguardo sopra il bellissimo moro, il consigliere del principe che era a braccia conserte -quanti anni hai? E non mentire visto che la decisione è già stata presa dal principe- continuò il moro mentre Rowan sospirava. Sapeva perfettamente che non sarebbe riuscito a tenere nascosto per troppo tempo il fatto di essere più grande di quanto aveva detto.
-ventuno- rispose alla fine Rowan.
-perché hai mentito? Volevi davvero entrare qui a tutti i costi?- chiese ancora Skyler osservandolo attentamente.
-sono scappato da quello che spero di poter considerare il mio ex padrone e non ho altro posto dove andare- disse il biondo. Quello almeno se lo era preparato in precedenza perché sapeva ci sarebbe stata quella domanda.
-capisco. Comunque a prescindere dal fatto che hai mentito sei stato preso quindi adesso verrai scortato nella tua nuova camera dove più tardi incontrerai il principe-
Rowan sgranò gli occhi incredulo. Si stava già preparando un modo per poter cercare di entrare comunque nel palazzo di Dilmun e invece era stato preso.
-non te lo aspettavi?- chiese Skyler vedendo lo sguardo quasi perso del biondo davanti a se.
-dopo la premessa che avete fatto e anche il fatto stesso che mi abbiate chiamato per ultimo pensavo di non essere rientrato- rivelò sinceramente Rowan sospirando quasi di sollievo al pensiero di avercela fatta. Almeno era riuscito a fare il primo passo. Gale doveva solamente ringraziarlo di essere riuscito ad entrare.
Nel mentre faceva questi pensieri l’uomo che l’aveva portato all’armeria, e che non si era nemmeno presentato, lo stava scontrando attraverso il quartiere che alla fine Rowan aveva capito essere dedicato interamente all’esercito e, attraversata quella che era la terza cinta muraria, si trovarono finalmente all’interno dei giardini pensili. Al di sopra di quei meravigliosi giardini svettava il palazzo reale che era quasi un tutt’uno con il verde che lo circondava per la quantità di verde che si arrampicava su di esso.
Quasi si sentiva in soggezione, Rowan, al pensiero di dover vivere all’interno di quel palazzo.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Rowan si stava godendo quel fantastico bagno caldo. Il castano lo aveva accompagnato fino a una porta e da essa erano uscite cinque ragazza che lo avevano trascinato all’interno dell’enorme stanza. Dopo averlo spogliato lo avevano fatto entrare nel bagno privato dal quale si accedeva da una porta a vetro che fungeva allo stesso tempo da specchio. Nel bagno l’enorme vasca circolare era già stata riempita con acqua calda e petali di rosa. Rowan non ci aveva pensato più di due volte prima di immergersi nella vasca e godersi tutte le attenzioni delle cinque ancelle. Era da tanto che non si faceva un bagno del genere, da Gale infatti non era permesso a nessuno di entrare nella sua stanza e cosa più importante Gale gli aveva impedito di avere una vasca enorme.
Era immerso completamente nella vasca e non si accorse minimamente che le cinque ancelle lo avevano lasciato da solo, ma rimase solo per pochissimo tempo visto che un altro ragazzo lo aveva raggiunto e si era immerso nella vasca insieme a lui. E fu proprio il movimento dell’acqua a far riemergere la testa di Rowan che fissò abbastanza confuso Walter che lo stava guardando a sua volta e sembrava completamente a suo agio.
-qui ci sono delle regole da rispettare. Prima di tutto non puoi lasciare questa camera senza il consenso del principe, alla regina non piace che gli amanti vadano in giro per il castello a loro piacimento- iniziò a dire il moro mentre Rowan si chiedeva come avrebbe fatto ad avvisare Gale se non poteva uscire da quella camera.
-secondo: vietato mentire. Lo hai già fatto per entrare e sei stato scoperto. Da ora in poi però ci sarà una punizione severa per le menzogne e che può portare anche all’allontanamento dal castello- ad un cenno di assenso di Rowan il moro continuò.
-terzo e ultimo punto importante: è severamente vietato andare a letto con altri al di fuori del principe- concluse Walter mentre Rowan lo guardava socchiudendo gli occhi. Secondo quella regola quindi quello che stavano facendo non era una delle cose migliori a meno che…
-siete voi il principe- sussurrò Rowan sgranando gli occhi. Era l’unica soluzione possibile anche perché un consigliere reale non avrebbe mai e poi mai disobbedito a una delle regole imposte dal proprio principe, Edward era un caso a parte.
-nessun altro ci era arrivato così velocemente- disse invece il moro osservandolo attentamente con quegli occhi viola penetranti. -di solito ero io a dire loro di essere il principe. Come ci sei riuscito?-
-se fosse stato il consigliere avreste disobbedito a una delle regole che mi avete elencato- rispose tranquillamente Rowan cercando di capire dallo sguardo del principe cosa pensasse realmente di lui.
-ah quindi qualcuno sta attento a quello che dico! Di solito gli altri mi ignorano completamente pensando solo a fare sesso e poi cadono dal pero quando li rimprovero perché non hanno seguito una delle regole- rise Skyler posizionandosi meglio nell’enorme vasca.
-certa gente è proprio stupida- borbottò Rowan e quando si accorse di essere stato chiaramente sentito dal moro che aveva difronte si morse il labbro a disagio. Infondo non era nessuno per giudicare le scelte del moro, non più almeno. Se fosse stato ancora il principe che era otto anni prima di certo avrebbe consigliato al moro che aveva difronte di prendere qualcuno con un briciolo di cervello in più se proprio voleva avere degli amanti.
-sei diverso dalla maggior parte dei ragazzi che si sono presentati qui. La maggior parte di loro voleva solo notorietà o comunque vivere una vita agiata senza il minimo sforzo. Tu mi sembri un pesce fuor d’acqua- sussurrò Skyler che stava cercando di studiare il biondo. C’era qualcosa che non gli quadrava, quel ragazzo sembrava troppo intelligente per essere un ragazzo normalissimo.
-ero di famiglia borghese prima che il mio ex padrone mi portasse via. Una piccola educazione l’ho ricevuta- spiegò Rowan. Quello era anche un modo che gli avrebbe permesso di spiegare alcuni suoi comportamenti da nobile che nonostante tutti gli anni passati con Gale non erano andati via.
-capisco, sarà divertente questa nuova esperienza. Almeno potrò fare dei discorsi che non abbiano niente a che fare con il sesso- rise di gusto Skyler.
-se saprò come continuare la conversazione si- disse cauto Rowan. Di certo non voleva far vedere che ne sapeva davvero troppo di più di un normale borghese, e anche di un nobile. Fin da piccolo era stato educato per diventare il futuro re di Awan e quando era stato portato via da Gale la sua educazione era quasi completa.
-non ti preoccupare, di certo non mi metto a parlare di politica- e così dicendo Skyler fece cenno al ragazzo di avvicinarsi a lui.
Rowan lo guardò per un attimo prima di avvicinarsi lentamente al moro. La vasca era abbastanza grande da permettere ad entrambi di stare abbastanza lontani ma il principe non voleva minimamente stare lontano.
-siediti su di me- gli disse ancora il moro e ancora abbastanza riluttante Rowan fece quello che gli aveva chiesto il principe. Si sentiva abbastanza a disagio a stare in quella posizione e per cui tenne lo sguardo il più lontano possibile dal ragazzo sul quale era seduto.
Skyler osservò curioso il biondo cercando di capire quello che gli stava passando per la testa, ma non ci stava riuscendo e allora decise di sciogliere un po’ la tensione che di certo c’era tra loro. Skyler infatti poggiò le sue labbra su quelle del biondo prima in un bacio casto, tranquillo. Poi avvertendo che la tensione del biondo stava scemando decise di approfondire il bacio e allo stesso tempo, prendendo il biondo dai fianchi, si portò il ragazzo ancora più vicino facendo scontrare i loro corpi.
-ora sei mio- gli sussurrò Skyler staccandosi momentaneamente dalle labbra di Rowan, giusto il tempo di sussurrare quella frase per poi fiondarcisi sopra nuovamente

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Se uno sguardo avesse potuto uccidere in quel momento Edward sarebbe morto. Kyle infatti lo stava ammazzando con lo sguardo e non se ne curava nemmeno di nascondere tutto l’astio che provava nei confronti di quell’uomo. Già quando era una bambina tenera e innocente non aveva mai sopportato l’ex consigliere reale, ma dopo quello che aveva fatto, permettendo quindi a Gale di prendersi Awan e il suo gemello, Kayle aveva iniziato ad odiarlo ancora di più.
E quel momento era uno nei quali quello stronzo aveva superato davvero il limite. L’uomo si era alleato con Gale solo perché voleva prendersi Awan ma non aveva fatto i conti con l’oste. Infatti Gale non aveva nessuna intenzione di lasciare ad Edward Awan, voleva quel regno per se. Ed era stato anche per quel motivo che Gale aveva imposto a Kayle di sposarsi con Victor, il figlio di Gale. Far sposare il proprio figlio con la principessa del regno gli permetteva di farsi accettare dal popolo di Awan come diretto erade del regno e non come un usurpatore. Edward nonostante non avesse tanto potere, e serviva solamente a riferire a Gale quello che succedeva nel castello, si comportava come se fosse il padrone del castello e la cosa non andava per niente a genio a Kayle.
-Edward smettila – disse con voce atona Victor alzando gli occhi al cielo mentre si reggeva il volto con il braccio. Era esasperato da quell’uomo, non lo sopportava davvero più.
-ma Victor questa è una cosa importantissima! Non puoi lasciar correre! Sono convinto che dobbiamo fare in modo di avere dei testimoni che possano accertare il tutto e…-
-Edward bada a come parli. Non sono Victor sono il tuo re adesso e mi devi portare rispetto. E poi non abbiamo bisogno di testimoni visto che la validità del matrimonio è stata accertata da te in persona, eri tu quello che era presente durante la nostra prima notte di nozze- Victor fece schioccare la lingua lanciando una veloce occhiata a Kayle ma la sua regina stava ancora guardando male Edward, e aveva tutte le regioni per farlo. -un erede arriverà quando deve. Non mettere fretta- concluse allora Victor. -ora va via-
-tuo padre non sarà contento della cosa- a quelle parole Victor lanciò uno sguardo di fuoco all’uomo. Il ragazzo si stava chiedendo come cavolo avesse fatto a sopravvivere per tutto quel tempo con quella lingua lunga che si ritrovava.
-mio padre sa perfettamente che non si può scegliere quando avere un erede- sibilò il ragazzo dai capelli castani mentre i suoi occhi ambra bruciavano d’ira. Edward deglutì leggermente a disagio per quello sguardo ma sembrava non essersi spaventato più di tanto.
-probabilmente è la donna il problema- continuò Edward e Victor vide chiaramente che Kayle stava per alzarsi ma la bloccò prontamente facendola risedere sul trono affianco al suo.
-Edward ti ho detto di andare via- disse allora il re esasperato. -e comunque non è colpa della regina, i figli si fanno in due-
-state ammettendo la vostra colpa! Quindi avevo ragione a dire che non ti stavi dando da fare!-
-la mia vita privata non ti deve interessare minimamente, ma per tua informazione lo facciamo ogni giorno. I figli arriveranno quando devono arrivare e ora se non hai intenzione di andartene ti farò rinchiudere in prigione…-
-non puoi farlo! Tuo padre…-
-mio padre non è qui al momento e fino a prova contraria sono io il re di Awan- gridò Victor. Edward gli lanciò un’occhiataccia che diceva chiaramente che avrebbe parlato con Gale di quel fatto e se ne andò lasciando i due sovrani da soli.
-perché mi hai fermata?- chiese arrabbiata Kayle al marito.
-perché non voglio spargimenti di sangue- rispose Victor cercando di sorridere alla ragazza per tranquillizzarla ma la bionda sbuffò solamente voltandogli le spalle per andarsene anche lei dalla sala del trono. Kayle lo odiava e Victor non sapeva davvero cosa fare per far capire alla ragazza che era dalla loro parte e non da quella di Gale. A quel punto la bionda e la sua famiglia dovevano averlo capito visto come lo trattava da schifo Edward e anche per il fatto che il consigliere gli stava sempre con il fiato sul collo. Ma non era quello il caso. Lo trattavano come un nemico e molte volte rendevano davvero difficile al ragazzo mantenere la promessa che aveva fatto a Rowan tempo prima.
Aveva incontrato Rowan per puro caso un giorno nel quale era stato invitato al palazzo dal padre e lui e il biondo erano diventati immediatamente amici. Legati entrambi dall’odio profondo nei confronti di Gale. Quando Victor aveva scoperto che sarebbe diventato il marito di Kayle ne aveva parlato immediatamente con Rowan e il biondo gli aveva strappato la promessa di trattare bene la ragazza.
Il primo pensiero di Victor era stato quello di rivelare agi ex sovrani le condizioni di Rowan ma suo padre gli aveva legato le mani: se solo avesse detto una parola avrebbe ucciso i genitori di Wanda, e Victor non poteva permetterlo, non dopo quello che era successo con Wanda.
Quindi Kayle, Stavie e i loro genitori credevano che Rowan fosse morto da anni ormai e Victor ogni volta si sentiva morire nel non potergli dire la verità.
Avrebbe mantenuto quel segreto fino a quando non gli sarebbe venuto in mente qualcosa per poter portare in salvo Rowan dalle grinfie del padre e sconfiggere Gale definitivamente. Il che era davvero una cosa semplice da dire ma di certo non da fare. Gale era potente, si era arricchito velocemente e un solo passo falso sarebbe valso per la morte di tanti, troppi, innocenti.
Non poteva permetterselo quindi per il momento si stava accontentando di poter stare affianco a Kayle e mantenere la promessa che aveva fatto a quello che considerava il suo migliore amico. Ovviamente Kyle non gli rendeva la vita facile ma non si sarebbe mai arreso. Non aveva nessuna intenzione di perdere un’altra famiglia.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


-mi fai capire perché hai un libro in mano invece di una spada?- chiese Kayle guardando verso il fratello che era seduto a una delle enormi scrivanie presente nella biblioteca di Awan mentre aveva lo sguardo fisse sul libro che stava leggendo.
Stevie alzò lo sguardo dalla sua lettura per fissare la sorella che se ne stava a braccia conserte davanti a lui con l’aria di chi non stava passando una bella giornata.
-perché non sono portato per le armi- fu la laconica risposta di Stevie che riportò il suo sguardo sul libro sapendo già, purtroppo, dove sarebbe andata a parare quella conversazione. Era la stessa da anni ormai e finiva sempre con lui che si sentiva più inutile di quanto non fosse realmente.
-Rowan non sarebbe stato con le mani in mano come te! Lui avrebbe imparato!- gridò infatti Kayle mentre due lacrime andavano a formarsi agli angoli dei suoi occhi.
-io non sono Rowan!- disse con calma Stevie preparandosi alla batosta che sarebbe arrivata di li a poco.
-no, per niente! A volte preferirei fossi andato tu e non lui. Ho bisogno del mio gemello non di te che non servi a niente- gridò Kayle con le lacrime che le stavano scendendo velocemente sul volto rigando tutto il suo bellissimo viso. -ho bisogno che mio fratello mi protegga e tu non sei lui- e così dicendo se ne andò mentre Stevie si stava mordendo il labbro cercando di non gridare, cercando di non scoppiare e rispondere male alla sorella facendole notare che non era stato mica lui quello catturato da Gale.
Non era così meschino come la sorella per poterle rinfacciare una cosa del genere. Il biondo sbuffò chiudendo quel libro noioso. Sua sorella e i suoi genitori credevano realmente che amasse quei libri polverosi e senza senso. Ma la realtà era un’altra: lui amava combattere, sentiva le armi che lo chiamavano, che lo pregavano di impugnarle e di distruggere Gale. Ma non poteva.
Gale glielo aveva impedito, doveva essere docile ed ubbidire. Se solo provava a trasgredire alla regole veniva punito e la sua schiena era anche ciò che gli ricordava che non poteva, che non era abbastanza forte.
Dopo un anno dalla cattura di Rowan Stevie era corso in armeria, voleva imparare a combattere e da stupido bambino di otto anni quel era all’epoca si era messo in testa che sarebbe riuscito a salvare il fratello. Edward lo aveva beccato con l’arma in mano e aveva riferito il tutto a Gale che lo aveva frustrato, cinquanta frustate. Gale successivamente, per ripicca, gli aveva imposto di diventare il ragazzo colto che a distanza di anni era diventato e imponendogli anche di non fare parola con la famiglia di quello che era successo. E da allora Edward aveva preso la briga di seguirlo come un’ombra impedendogli di taccare un’arma.
Solo un’altra volta ci era riuscito ed era finita peggio della prima. Non solo Edward lo aveva scoperto ma Gale lo aveva frustato il doppio della prima volta. Da allora Stevie non aveva più toccato un’arma ma era stato accusato ingiustamente da Edward altre quattro volte.
La sua schiena era completamente devastata e andava girando per il castello con camicie scure e dal collo alto per impedire a chiunque di guardare la sua schiena a capire quello che gli era stato fatto.
Lui era uno studioso, non un guerriero.
Non sarebbe mai stato come Rowan, mai.
-Stevie- il biondo guardò in direzione della voce vedendo il cognato entrare nella biblioteca.
-cosa vuoi?- chiese scocciato. Non era ancora riuscito ad inquadrarlo perfettamente e la cosa lo destabilizzava.
-Kayle è passata da qui?- chiese il castano incrociando le braccia al petto con in viso un’espressione palesemente preoccupata. Che avessero litigato di nuovo?
-a rinfacciarmi che non sono mio fratello? Si, proprio qualche minuto fa- rispose acido. Sapeva che Victor non gli aveva ancora fatto niente, se non si contava ovviamente il fatto che fosse il figlio di Gale e avesse sposato sua sorella, ma in quel momento era leggermente arrabbiato.
-so che non sono fatti miei ma credimi, nessuno può essere quello che gli altri vogliono ma possiamo essere ciò che vogliamo- gli disse Victor con un leggero sorriso -tua sorella è solo arrabbiata perché Edward l’ha fatta infuriare nuovamente con la questione dell’erede, non pensa veramente quello che ha detto-
-non provare a consolarmi! E la frase che hai detto non ha minimamente senso! Kayle vuole Rowan non me. Credimi se fossi stato io quello al posto di Rowan a quest’ora quei due si sarebbero già dimenticati della mia esistenza- sbottò Stevie. Si, stava letteralmente esagerando ma aveva davvero bisogno di sfogarsi.
-volevo solo essere di supporto non infastidirti. Scusami- sussurrò Viktor che lasciò il biondo da solo. Di una cosa però era certo: Rowan non si sarebbe mai dimenticato del suo fratellino. Era vero che pensava più frequentemente a Kaye, era la sua gemella dopotutto, ma il suo pensiero correva anche a Stevie e non poche volte.
Stevie sbuffò una volta rimasto solo e si alzò dalla scrivania per mettere a posto il libro che si era messo a leggere a perdita di tempo. Non poteva fare davvero niente nel palazzo che non fosse stare in biblioteca ad annoiarsi o in camera a guardare fisso il soffitto fino a quando le cicatrici non iniziavano a fare amale.
-eccoti qui- Stevie si girò esasperato. Perché tutti lo stavano cercando quel giorno?
-cosa c’è Edward?-
-un uccellino mi ha detto che hai impugnato un pugnale l’altro giorno- rispose con un ghigno l’uomo e Stevie lo guardò tra l’incredulo e lo sconcertato. Davvero? Pure quello?
-non ho fatto niente del genere e lo sai- sussurrò per protesta il ragazzo, ma come protesta era davvero debole e comunque non sarebbe servita a niente. Edward voleva divertirsi e lo avrebbe fatto a suo discapito.
-vieni con me, devo prendere il bavaglio per non farti urlare?- chiese tutto pimpante il consigliere sapendo che Stevie l’avrebbe seguito.
-no, non serve- disse con quella poca voce che gli era rimasta. “certo Kayle, sei tu quella che soffre di più qui dentro” pensò il ragazzo mentre una lacrima silenziosa rigava il suo volto.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Rowan stava osservando la cameriera che gli aveva appena portato il cibo con un sopracciglio alzato. La ragazza invece sembrava tutta felice e contenta.
-quindi sei tu- susurrò dopo un po’ Rowan mentre quest’ultima annuiva.
-ovviamente! Non ti avrei mai detto niente altrimenti!- rispose poi tutta pimpante mentre iniziava a camminare per l’enorme camera -oggi avviserò Gale che sei riuscito ad entrare. Sbrigati a fare quello che devi altrimenti divento impaziente- continuò la ragazza che alla sua ultima parola aveva completamente trasfigurato la sua espressione rendendola più dura.
-sono appena entrato! Sai quanti amanti ha? Devo avere più tempo- protestò Rowan. Dopo il sesso che avevano fatto in bagno il principe di Dilmun gli aveva chiesto il suo nome e poi contento della risposta se ne era andato per impegni importanti. Ovviamente Rowan non aveva detto al moro il suo nome per intero ma non potendo mentire non se ne era nemmeno inventato uno di sana pianta. Aveva detto di chiamarsi Ro, il nome con il quale Stevie lo chiamava quando aveva quattro anni. Era anche il più semplice da ricordare.
-ricordati che nelle tue mani ci sono molte vite. Verrò domani per portarti la colazione e parleremo- finì la ragazza e senza dare il tempo a Rowan di rispondergli prima di andarsene lasciandolo da solo.
Rowan sospirò trovandosi nuovamente solo. Guardò il cibo che gli era stato portato e il suo stomaco brontolò. Non mangiava da quella mattina e quello che aveva difronte non era nemmeno il cibo scadente che gli portava Gale, quello era buono e si vedeva a prima occhiata.
Il ragazzo non ci pensò due volte ed iniziò ad assaporare quel cibo buonissimo, forse qualcosa di buono in quella situazione nella quale si era trovato.
Doveva anche ammettere che fare sesso con il principe era stata un’esperienza nuova e bella. Il principe Skyler non aveva pensato sola al suo piacere come face Gale ma anche a quello di Rowan e il ragazzo non si era mai sentito così bene come quel pomeriggio. Anche se era stato costretto ad entrare nell’harem del principe di Dilmun era felice di essersi allontanato da Gale. Non avrebbe più dovuto bere quel maledetto succo solo per far contento l’uomo.
In realtà iniziava anche a sentirsi leggermente male per via del fatto che doveva tradire il principe che si era rivelato relativamente buono con lui. Già solo il fatto che aveva perdonato la sua iniziale menzogna gli aveva fatto capire che era una persona completamente diversa da Gale.
-oh stai mangiando- Rowan alzò lo sguardo a quelle parole e osservò il proprio il principe che era appena entrato nella sua camera.
-buonasera- sussurrò Rowan colto di sorpresa. Non si era minimamente aspettato che il principe ritornasse dopo quel pomeriggio.
-su su, non essere così formale- ridacchiò Skyler sedendosi sul divano affianco a Rowan che posò immediatamente le posate. -guarda che puoi continuare a mangiare- continuò Skyler lasciandosi scivolare sul divano e osservò attentamente il biondo che si sentiva a disagio per quella situazione.
-parlami un po’ di te- parlò il principe mentre Rowan continuava a mangiare.
-cosa volete sapere?- chiese Rowan mordendosi il labbro inferiore. Si, si era preparato una storia ma non poteva di certo inventarsi troppo altrimenti si sarebbe contraddetto da solo.
-tutto?- rise Skyler -non mi piace non conoscere i miei amanti- continuò il principe -e poi mi sembri molto ben impostato, nel senso che non tutti parlano e si comportano come te in mia presenza. Di solito dopo un po’ iniziano ad agire di istinto dandomi del tu. Invece tu no. Sei qui da mezza giornata questo è vero ma si vede che sei impostato-
-prima di essere preso dal mio ex padrone facevo parte di una famiglia borghese che mi ha dato un’educazione quasi da nobile. Quando qualcosa lo impari da piccolo difficilmente te lo scordi- rispose Rowan sospirando, l’educazione da re che aveva ricevuto non se la sarebbe mai dimenticata tanto facilmente.
-è vero, me lo avevi detto- sussurrò il principe continuando ad osservarlo attentamente. Quel ragazzo lo aveva completamente rapito e voleva conoscerlo completamente anche se il biondo sembravi di tutt’altro avviso. Stava evitando le sue domande rispondendo sempre la stessa identica cosa. Skyler non capiva il perché ma almeno era grato al ragazzo che non stava inventando menzogne campate in aria. Anche se non gli stava dicendo tutto almeno per quel poco che diceva era sincero.
-che ne pensi della situazione attuale?- chiese poi Skyler.
-quale situazione?- chiese confuso Rowan. Non capiva a cosa si stesse riferendo il principe.
-il fatto che il re di Qatna si stia espandendo abbastanza velocemente. Ovviamente è ancora molto lontano da qui e noi a Dilmun non siamo in pericolo per il momento ma volevo comunque conoscere il tuo pensiero a riguardo-
“che è uno stronzo bastardo” pensò Rowan ma di certo non poteva dire quello al principe.
-non sapevo di tutto ciò- rispose invece il ragazzo -dal mio ex padrone non uscivo dalla mia camera manco per sbaglio e non mi parlava mai di quello che succedeva in giro. Le voci del vostro harem le ho sentite per caso mentre mi nascondevo in una cittadina qui vicino- Rowan si morse il labbro e Skyler assottigliò gli occhi. Quando il biondo si mordeva il labbro si sentiva a disagio. Significava che diversamente da quando aveva detto era a conoscenza della situazione ma non voleva parlarne.
-non mentire, te l’ho già detto- disse allora Skyler mentre Rowan sgranava gli occhi.
-il mio ex padrone era legato a lui- no, non poteva dire che Gale era il suo padrone. Lo avrebbe scoperto subito -e sinceramente non lo sopporto. Non so veramente altro a riguardo- ed era vero. Sapeva solo che la sua gente era ancora libera grazie al suo sacrificio ma niente di più.
-perché mi hai mentito? Non sei mica in combutta con quello li- rise Skyler.
“e invece si” pensò Rowan sentendosi ogni momento sempre più male.
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


-non voglio- sussurrò tra le lacrime Kayle mentre stringeva forte il suo cuscino, nel quale aveva nascosto il viso.
-invece devi o Edward continuerà a fare le sue supposizioni- rispose l’ex regina Niva cercando di consolare la figlia.
-ma io non lo voglio-
-stai dicendo così solo perché sei spaventata da quello che sta succedendo. È qualcosa di nuovo e devi ancora metabolizzarlo- continuò Niva sorridendo alla figlia anche se la bionda non riusciva a vederla.
-se lo dico Gale avrà vinto- sussurrò la ragazza uscendo dal suo nascondiglio e guardando la madre con ancora gli occhi lucidi.
-non pensare a quell’uomo. Non ha poteri su di voi-
-no, non è vero. Sono sposata con suo figlio e la vita che ho dentro di me di conseguenza è suo nipote. Ha tutti i poteri che vuole su di me- rispose la ragazza mordendosi il labbro inferiore. La scoperta di essere rimasta incita l’aveva completamente devastata tanto da non voler dire niente a nessuno. E sarebbe riuscita a nascondere la cosa ancora per qualche mese se solo la madre non si fosse accorta di tutto.
-non potrà fare niente per i primi anni. I bambini hanno bisogno della loro madre e credimi io farò di tutto per impedire a Gale di togliere tuo figlio dalla tua tutela- disse convinta Niva facendo uscire un tenero sorriso dalle labbra della figlia.
-ma Victor potrà manipolarlo, è il re- sussurrò poi la bionda perdendo il sorriso.
-non mi sembra il tipo, credo che lui non corriamo problemi. Tesoro mio se non vuoi dare la notizia a tutti non farlo ma almeno dillo a tuo marito- sussurrò poi la donna mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.
-no, lo direbbe a tutti e io non voglio-
-parlagliene, spiega le tue ragioni. Sono convinta che ti capirà- continuò la donna mentre Kayle storceva la bocca.
-ti fidi troppo di lui-
-non ha mai fatto niente per nuocerci a parte diventare subito re, ma questo sotto l’imposizione di Gale. E la maggior parte delle volte prende le tue difese quando Edward ti accusa. Almeno provaci- cercò di convincerla la madre e ci riuscì.
-e va bene- sussurrò la ragazza -anche se non mi fido-
-sei al terzo mese no? Tra un mesetto la pancia inizierà a diventare più evidente e non potrai più nascondere la cosa. Credo sia meglio che tuo marito lo scopra perché glielo hai detto tu e non perché la tua pancia è diventata evidente-
-si, ho capito- alzò gli occhi al cielo la ragazza portando il cuscino sulla sua pancia quasi con l’intento di nasconderla dagli occhi della madre.
-brava- e mentre l’ex regina diceva ciò qualcuno bussò alla porta facendo incuriosire Niva. Aveva chiesto ai servitori di lasciarle da sole per un po’.
-avanti- disse invece Kayle sospirando e senza ricomporsi visto che era riuscita a capire chi fosse dal modo in cui aveva bussato.
-scusate, mio padre vuole che vada a cavallo con lui e devo prendere gli stivali adatti- Victor entrò nella sua camera facendo un cenno alla regina e alla moglie dirigendosi velocemente verso il loro guardaroba.
-da quando in qua bussa per entrare nella sua camera?- sussurrò Niva confusa.
-ha sempre fatto così quando dicevo di voler restare sola- le spiegò la figlia che sbuffò subito dopo vedendo lo sguardo eloquente della madre che diceva: “davvero non ti fidi di lui?”
-io vado così parlate- disse poi la donna mentre Kayle sgranava gli occhi.
-adesso?-
-adesso- poi la donna si rivolse al castano che era appena uscito dalla cabina armadio vestito di tutto punto per andare a cavalcare -buona cavalcata- e poi uscì dalla stanza.
-non volevo interrompervi- disse Victor rivolto alla moglie. Sapeva che lei e la regina erano rimaste da sole a voleva lasciarle parlare ma suo padre aveva insistito per andare a cavalcare subito visto che si era presentato li con l’intento di controllare il suo operato e mettere il naso in cose che non gli competevano.
-quando è arrivato Gale?- chiese invece Kayle mettendo tutto l’odio possibile nel pronunciare quel nome.
-da qualche minuto- le rispose Victor. -bene, io vado-
-Victor- lo bloccò la ragazza mordendosi ancora di più il labbro inferiore. -se ti dico una cosa mi prometti di non farne parola con nessuno? Ho bisogno di tempo- continuò la ragazza dopo aver avuto l’attenzione del marito. Pensava se ne sarebbe pentita ma se non l’avesse fatto sua madre l’avrebbe rimproverata.
-certo che si-
-nemmeno a tuo padre?-
-nemmeno a lui. Fidati di me- le disse Victor che era da una parte felice per quella piccola opportunità che gli stava dando la ragazza e in parte anche curioso di sapere cosa la stava tormentando.
-va bene, sono incinta- Kayle vide chiaramente l’espressione del marito cambiare dopo quella sua affermazione. All’inizio sembrava sconvolto, poi felice. In quel momento aveva un misto di paura e felicità.
-è una notizia bellissima- sussurrò poi Victor andandole vicino per poi prenderle una mano. -da quanto lo sai?-
-sono al terzo mese quindi da un bel po’- rispose la ragazza che stava iniziando a temere che il marito avrebbe detto tutto a Gale durante quella cavalcata.
-è fantastico. Sono davvero felice- le disse Victor sinceramente baciandole una guancia -grazie per avermelo detto, ti prometto che fino a quando tu non vorrai non ne parlerò con nessuno- le promise il ragazzo.
-nemmeno a Gale?-
-nemmeno a lui, mi hai chiesto di non farlo e non lo farò. Se mi chiede qualcosa gli dico che ci stiamo lavorando- le rispose il castano per poi allontanarsi dalla ragazza. -ora devo andare, per qualunque cosa io ci sono- e uscì dalla sua camera con un mezzo sorriso sulle labbra. Sorriso che doveva assolutamente togliersi dal viso se non voleva che suo padre facesse troppe domande.
Per sua fortuna riuscì a mettere su un’espressione seria prima di incontrare l’uomo che lo stava aspettando già a cavallo innervosito per via del tempo aspettato.
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


-odio quando mi fai aspettare-
-mi hanno bloccato con delle faccende urgenti. Sono il re e ho molto da fare- rispose Victor scocciando la lingua innervosito dal fare del padre. Non lo aveva mai sopportato.
-non devi farmi attendere. Sei sotto di me nonostante tu sia il re di Awan adesso. A figli come siamo messi? Edward mi ha detto che Kayle è sterile-
-Edward si inventa le cose. Io e Kayle ci stiamo provando, abbiamo solo bisogno di tempo- la difese Victor.
-meglio per te, voglio una successione-
-oh ma davvero?- chiese con tono adirato Victor -allora perché hai ucciso la mia ragazza? Era all’ottavo mese e me li hai ammazzati davanti- digrignò i denti il castano che ogni qual volta si ricordava della cosa aveva una gran voglia di prendere e uccidere il padre. Ma l’uomo era molto più forte e bravo di lui e quindi non sarebbe mai riuscito a prendere il sopravvento.
-perché erano d’intralcio per il tuo matrimonio con Kayle. Ti ho fatto solo un favore-
-cambiamo argomento- disse Victor chiudendo gli occhi per non pensare, per non pensare alla sua Wanda e a suo figlio che non era mai nato.
-sei debole-
-mi hai reso tu così- gli rispose di rimando il castano non guardando il padre negli occhi ma osservando il paesaggio desertico che aveva tutto intorno. Non si era ancora abituato del tutto a quel posto.
-ho mandato Rowan a Dilmun- se ne uscì Gale facendo girare di scatto il figlio.
-cosa?-
-ho mandato Rowan a Dilmun. Non riuscivo a trasformarlo e ci ho perso il gusto di farmelo. Sarà più utile li come spia infondo l’ho minacciato di prendere il suo regno nel caso non fosse ingrato-
-ma tu hai già il suo regno- gli fece notare Victor.
-ma lui non lo sa- continuò tutto contento Gale mentre Victor si sentiva sempre più sporco dento per il solo fatto di essere figlio di quell’uomo sadico. Aveva approfittato di una promessa fatta per avere tutto e subito. No, non gli piaceva per niente essere suo figlio o anche essere associato a lui in continuazione.
-se lo scoprono verrà ucciso- fece notare dopo un po’ Victor che stava cercando di scacciare dalla testa l’immagine del suo amico morto senza riuscirci.
-è un rischio che posso correre. Te l’ho detto: non è quello adatto- Gale bloccò il suo cavallo e Victor lo imitò -torniamo indietro ho intenzione di parlare con tua moglie- gli disse il re di Qatna per spronare poi il cavallo a galoppare velocemente verso il palazzo di Awan. Victor lo seguì in completo silenzio. L’unica cosa che lo rendeva felice quando andava a trovare il padre era potersi intrufolare nella camera di Rowan per parlare con il ragazzo, ma da quel momento non poteva più farlo e anzi! Rowan rischiava la vita e lui non lo aveva salutato decentemente.
-mio signore è andata bene la cavalcata?- chiese Edward non appena li vide arrivare rivolgendosi a Gale e ignorando bellamente Victor.
-chiamami la moglie di mio figlio- sbraitò invece Gale e Edward si affrettò a seguire l’ordine mentre Gale si sedeva sul trono che era del figlio.
-cosa le devi chiedere di così importante?- cercò di informarsi Victor. Quel tono che aveva usato Gale non gli piaceva minimamente.
-lo saprai quando arriverà- e nemmeno il tempo di dirlo che la ragazza entrò nella sala del trono lanciando un’occhiataccia al marito. Victor la guardò sorpreso ma poi immaginò che la ragazza avesse pensato che avesse rivelato tutto al padre.
-eccoti finalmente- le disse Gale sbadigliando -possa sapere perché non sei ancora rimasta incinta?- chiese l’uomo sbuffando.
-ci stiamo provando- disse Kayle in un sussurro guardando Victor per osservare la sua reazione, ma il ragazzo non la stava guardando. Si era sbagliata su di lui. Quando Edward era andato a prenderla aveva pensato che il marito non avesse mantenuto la promessa, ma lo aveva fatto.
-non abbastanza a quanto pare- rispose acido Gale. -voglio un erede il prima possibile e se non ci riuscirai non vivrai a lungo per raccontare cosa ti ho fatto- la minacciò Gale mentre Victor fulminava il padre con lo sguardo.
-ti è mai passato per la mente che potrei essere io il problema e non lei?- disse allora di getto Victor. Non gli piaceva quando qualcuno insultava Kayle.
-tu non sei un problema, lo è lei- disse ancora Gale alzandosi dal trono e avvicinandosi alla ragazza. -fidati non sono carino con le persone che mi fanno arrabbiare quindi ora tu e mio figlio vi darete da fere fino a quando non avrete un figlio o giuro che ti uccido- Gale era a pochissimi centimetri da Kayle che lo stava guardando completamente impaurita tanto che Victor si mise alle spalle della moglie abbracciandola da dietro.
-non ti preoccupare, avrai il tuo erede- gli disse Victor con convinzione.
-meglio per voi. Ora sparite devo gestire il mio regno- Kayle voleva continuare a parlare ma Victor la portò via prima che potesse dire qualcosa.
-perché mi hai portata via?- chiese la ragazza quasi furiosa.
-meglio non provocarlo, già è arrabbiato- le disse Victor sospirando. -non ti succederà niente, farò il possibile per non permetterglielo-
-non ho bisogno del tuo aiuto, ho la mia famiglia. Grazie per non aver detto niente- la ragazza aveva incrociato le braccia al petto ma comunque addolcì il suo tono con l’ultima frase,
-ti avevo fatto una promessa e io le mantengo le promesse. So che hai la tua famiglia ma conta anche su di me. Sono tuo marito e posso aiutarti se solo me lo permetti- le disse Victor con un sorriso leggero sulle labbra. Era tranquillo visto che la moglie era incinta e quindi le minacce di Gale sarebbero andate a vuoto.
-ti prego non farmi illudere. So che c’è la fregatura, non puoi essere così- disse Kayle sospirando.
-la fregatura è che nessuno pensa mai a quello che dico solo perché sono il figlio di Gale. Io non sono mio padre ma nessuno sembra capirlo- Victor si era innervosito da quelle parole e Kayle se ne accorse pentendosi di aver detto quelle parole.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


 -quanto tempo ancora ci vuoi mettere?- chiese Ella incrociando le braccia al petto e guardando Rowan con aria scocciata.
-quello che mi serve per non insospettirlo- rispose l’ex principe di Awan. Era passata una settimana da quando era stato preso a palazzo come amante del principe Skyler e non aveva fatto nessun progresso per Gale. Non solo per il fatto che aveva visto poco e niente il principe ma anche perché i pochi minuti passati insieme erano essenzialmente loro due a letto. Non che a Rowan dispiacesse la cosa visto che il principe Skyler oltre ad essere un ragazzo di bell’aspetto, diversamente da Gale, era anche premuroso nei suoi confronti e gli faceva passare i momenti di piacere migliori. -non posso da un giorno all’altro iniziare a parlare di politica-
-ma non dovete parlare di politica! Solo di strategia militare- gli fece notare la cameriera mentre Rowan alzava gli occhi al cielo.
-è la stessa identica cosa- sussurrò il biondo chiudendo gli occhi. -ho bisogno di riposo- disse poi rivolto a Ella. Non la sopportava più e aveva anche voglia di riposarsi un po'.
-guarda che riferirò le tue parole a Gale e non ne sarà contento-
-mi ha dato un mese, ho ancora tempo. Ora va vai- e senza aspettare che la ragazza uscisse dalla sua stanza con il vassoio vuoto della sua cena si buttò sul letto dando le spalle alla porta. Non fare niente tutto il giorno lo stava rendendo ancora più sfaticato di quanto già non fosse per colpa di Gale e le sue ossa ne stavano risentendo e nemmeno il suo fisico: da sempre aveva un metabolismo veloce che gli permetteva di non ingrassare anche se non faceva molto movimento.
Quando sentì la porta della sua camera chiudersi si aprì in un sorriso felice finalmente di poter passare un po’ di tempo da solo per dormire senza quella donna che gli ripetesse in continuazione il nome di Gale.
Ma la sua tranquillità venne meno quando la porta della sua camera si aprì. Non si mosse dalla sua posizione: non sapeva se fosse entrata nuovamente Ella oppure qualcun altro.
La persona in questione chiuse la porta abbastanza piano, cosa che Ella non avrebbe fatto, e gli si avvicinò sedendosi sul grande letto con calma probabilmente per non svegliarlo.
Quando sentì una mano accarezzargli la testa girò la stessa in direzione della persona e i suoi occhi ambra incrociarono quelli viola del principe Skyler.
-pensavo stessi dormendo- gli disse il moro mentre si toglieva gli stivali e si sdraiava sul letto affianco al biondo che gli sorrise leggermente.
-sono sveglio- rispose Rowan non distogliendo lo sguardo da quello del principe. Quegli occhi viola riuscivano ad ipnotizzarlo ogni volta e si chiedeva ogni santa volta come fosse possibile ottenere quella sfumatura. Quelli erano i primi occhi viola che vedeva in tutta la sua vita.
-come sei messo a buone maniere?- chiese allora il moro continuando ad accarezzare la testa del biondo.
-qualcosa mi ricordo. Come mai? Ovviamente se posso chiedere- rispose Rowan curioso, e come dimenticarsi tutti gli anni che aveva passato ad imparare come comportarsi a corte.
-domani ci sarà un evento molto importante e mia madre vuole che partecipi con qualcuno e sono riuscito ad avere il permesso di portate uno dei miei amanti. Tu sei l’unico che era di famiglia borghese. Mia madre mi ammazza se porto qualcuno che mi fa fare brutte figure- spiegò il principe racchiudendo le labbra del ragazzo con un bacio casto.
-davvero posso? Non sarò un po’ di troppo?- chiese sulle labbra del moro Rowan che non credeva possibile il poter ritornare a un evento di corte dopo così tanti anni. Era poco, questo era vero, ma comunque qualcosa.
-ehi io non passo la serata con qualche damigella altezzosa. E poi tutti sanno che ho degli amanti, se dimostro loro che siete educati non mi faranno nemmeno più pressioni-
-quindi sono una vostra cavia?- chiese Rowan con il riso sulle labbra. Non gli dispiaceva per niente come cosa.
-solo un buon esempio- lo corresse Skyler mettendosi a cavalcioni sul ragazzo che era ancora sdraiato supino quindi dava le spalle al principe. Principe che subito dopo iniziò a massaggiarli la schiena e Rowan gemette per il piacere. Aveva la schiena che era un insieme di nervi e quel massaggio gli stava facendo benissimo.
-la tua schiena è tesissima- gli sussurrò all’orecchio destro il principe facendo correre un brivido di eccitazione per tutta la suddetta schiena del biondo. Biondo che non si capacitava minimamente del fatto che si stava eccitando solo per un semplice massaggio.
-devi rilassarti un po’ di più o la schiena ti farà sempre più male-continuò serio Skyler continuando a sciogliere i nervi del biondo.
-allora che ne dici? Ci sei domani?- chiese il principe una volta finito ma rimanendo comunque seduto sopra il biondo.
-pensavo fossi obbligato a partecipare- disse con voce roca Rowan.
-se non vuoi venire troverò una soluzione alternativa- gli rispose Skyler anche se voleva a tutti i costi che il ragazzo lo accompagnasse. Era il suo nuovo amante ma anche uno dei più belli che avesse mai avuto e voleva che tutti capissero fosse suo.
-vengo volentieri. Posso finalmente uscire un po’ dalla camera e di certo non dico di no- Rowan chiuse gli occhi. Non vedeva davvero l’ora di passare un po’ di tempo in modo diverso.
-quindi vieni- gli disse con un tono malefico Skyler e solo in quel momento Rowan capì il doppio senso che involontariamente gli era uscito dalle labbra. Fece per dire al ragazzo che la cosa non era assolutamente stata volontaria ma il moro lo aveva già fatto girare verso di lui e aveva iniziato a baciargli il collo con foga mentre le sue mani vagavano per tutto il suo corpo. Il cervello di Rowan andò completamente in tilt in pochissimo tempo. Forse non era un bene per la missione di Gale tutto quello.
 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Rowan stava guardando il suo riflesso allo specchio completamente rapito dalla sua immagine. Erano tanti anni ormai che non si vestiva decentemente e l’effetto era straordinario. Era vero comunque che li a Dilmun aveva dei vestiti migliori rispetto alla tunica che portava a Qatna ma erano comunque una semplice camicia di lino e un pantalone abbastanza largo. Non erano niente in confronto a quello che stava indossando in quel momento: la camicia bianca aderiva perfettamente al suo corpo, proprio come se fosse stata fatta su misura per lui, e i pantaloni neri non erano da meno. Gli stivali sempre neri gli salivano per tutto il polpaccio e li trovava parecchio scomodi per via del fatto che non li portava così alti da molto tempo ma di certo non avrebbe protestato per quel minuscolo particolare. Sopra la camicia bianca aveva un gilet nero con i bordi ricamati in viola elettrico, lo stesso colore degli occhi di Skyler, e per finire il tutto una giacca sempre nera con i bordi di un viola leggermente più scuro rispetto a quello del gilet tanto da sembrare nero ad una prima occhiata.
Rowan guardò i suoi capelli indeciso su cosa fare. Avrebbe tanto voluto legarli ma non sapeva se la cosa avrebbe dato fastidio a Skyler oppure no. Lasciati così liberi si era già incastrato più volte nei bottoni della sua giacca e ogni volta era stato un dolore atroce toglierli da li.
Bussarono alla porta e Rowan decise che la questione dei capelli sciolti o meno poteva essere rimandata per il momento e andò ad aprire. Davanti si trovò, Walter, il vero Walter che lo squadrò da capo a piedi prima di entrare nella camera.
-a breve dovremmo andare. Sei pronto?- chiese l’uomo incrociando le braccia al petto.
-si, solo una cosa: se mi lego i capelli darà fastidio al principe Skyler?- chiese allora Rowan rilanciando un’occhiata allo specchio ancora indeciso.
-perché dovrebbe dargli fastidio? I capelli sono i tuoi- gli fece notare Walter confuso da quella domanda che il biondo gli aveva appena fatto.
-è solo che….- Rowan sospirò -il mio ex padrone voleva che li tenessi sempre sciolti e gli dava davvero fastidio quando li legavo. È stato un pensiero automatico- rivelò il ragazzo dandosi dello stupido. Non era più da Gale, li era tutto diverso. Senza aspettare la risposta del consigliere di DIlmun prese un nastro viola e in poche e semplici mosse legò i suoi lunghissimi e biondi capelli in una cosa alta, lasciando qualche ciocca più corta a cadergli davanti al volto. -sono pronto-
Walter annuì e insieme al ragazzo uscirono da quella camera iniziando a camminare per gli enormi corridoi del palazzo di DIlmun. Rowan nel mentre si guardava intorno curioso visto che quella era la prima volta che usciva dalle sue stanze e immaginava potesse essere anche l’ultima.
-è inutile dirti che devi comportarti in modo decoroso. La regina non era tanto d’accordo a far venire uno degli amanti del principe Skyler quindi non devi fare niente di sconsiderato-
-non ti preoccupare non ho nessuna intenzione di far fare una brutta figura al principe Skyler. Sarò inesistente e nessuno si accorgerà della mia presenza- promise Rowan ed era anche quello che aveva intenzione di fare. Non avrebbe minimamente gradito lo sguardo di tutti i presenti su di se.
-lo spero- sussurrò Walter forse con l’intento di non farsi sentire dal biondo al suo fianco ma se quello era il suo intento non ci era minimamente riuscito.
Rowan decise di non aggiungere altro anche perché aveva iniziato a sentire il suono inconfondibile della gente che parlava. Erano vicini alla sala dove si sarebbe tenuta la festa. Festa della quale Rowan ancora non conosceva il motivo ma era sicuro lo avrebbe scoperto subito.
Walter gli lanciò un’altra occhiata di avvertimento prima che entrambi entrassero nell’enorme sala del trono addobbata a festa con nastri viola ovunque e grandi tavoli imbanditi di cibo messi ai lati della sala. Rowan si guardava intorno con gli occhi che gli brillavano: finalmente dopo anni poteva partecipare a una festa.
Rowan cercò con lo sguardo Skyler ma gli sembrò di non vederlo da nessuna parte. Possibile non fosse ancora arrivato? La sua domanda trovò risposta quando tutta la sala si fermò completamente facendo calare il silenzio più assoluto. Rowan seguì con lo sguardo quello degli altri presenti per incrociare immediatamente i suoi occhi in quelli di Skyler che era appena entrato nella sala accompagnato da una donna con lunghissimi capelli neri e occhi dello stesso colore: la regina sicuramente.
I due, madre e figlio, camminarono per tutta la lunghezza della sala fino ad arrivare davanti alla scalinata che portava ai due troni dorati presenti nella sala. Skyler rimase ai piedi della scalinata mentre la regina salì i gradini e si sedette su quello che era il suo trono scrutando tutta la sala attentamente e mantenendo sul volto un leggero sorriso. Poi la donna fece un cenno con la mano destra e subito un uomo vestito completamente di rosso la raggiunse con al seguito altri due paggi che tra le mani avevano un cuscino rosso con sopra una corona dorata. Rowan sgranò gli occhi per poi voltarsi verso Walter.
-è l’incoronazione?- chiese a bassissima voce senza farsi sentire dagli altri. Walter annuì.
-non lo sapevi?-
-mi aveva detto che era una festa, non il motivo- sussurrò Rowan che in quel momento aveva dentro di se mille emozioni contrastanti. Era felice di essere li in un momento tanto importante per Skyler ma allo stesso tempo aveva difronte quello che non avrebbe mai potuto avere. Quando era più piccolo aveva sempre sognato il momento della sua incoronazione ma quel momento per lui non sarebbe mai arrivato.
Avere quella scena davanti agli occhi era come una secchiata d’acqua gelida in faccia e non solo era fredda ma anche dolorosa.
E quando Skyler, con la sua corona in testa, guardò nella sua direzione sorridendogli Rowan non riuscì a fare altrettanto.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


-sei bellissimo- disse Skyler osservando Ro con un sorriso sulle labbra. Il biondo stava davvero bene nel completo che gli aveva scelto e sembrava un vero nobile. Anche i capelli legati gli stavano benissimo.
-grazie. Anche voi state benissimo e congratulazioni- disse prontamente Rowan cercando di sorridere anche se immaginava si notasse fosse un sorriso tirato.
-grazie- rispose Skyler sorvolando sul sorriso del ragazzo immaginando fosse dovuto alla tensione del ritrovarsi in mezzo a tutti quei nobili.
-mangia tutto quello che vuoi, non fare complimenti- gli disse ancora Skyler guardandosi intorno in cerca della madre. Voleva presentarle Ro come si deva.
-per il momento non ho fame, ma grazie per il pensiero- a Rowan gli si era chiuso lo stomaco da quando aveva capito cos’era quella festa e la cosa gli stava anche impedendo, tra l’altro, di godersela come si deve.
-Walter grazie mille, ora puoi andare- disse Skyler che si accorse che il suo consigliere era ancora li e l’uomo facendogli un leggero sorriso e lasciando i due da soli. -devo presentarti a mia madre-
-cosa?- chiese sconvolto Rowan. Davvero lo voleva presentare alla regina? In quel momento poi?
-devo presentarti a mia madre- ripeté Skyler pensando che il biondo non l’avesse sentito -lei conosce tutti i miei amanti e tu non sarai un’eccezione-
-non mi sembra il momento adatto, scusate se ve lo dico- no, Rowan non se la sentiva minimamente di incrociare la madre di Skyler.
-e quando allora? Credimi è meglio se la conosci adesso. Almeno non potrà farti troppe domande come suo solito- cercò di rassicurarlo Skyler guardandosi intorno in cerca proprio della madre.
-stai cercando qualcuno- chiese una voce dolce e femminile. Rowan per poco non si strozzò con la saliva che aveva in bocca visto che la donna che aveva parlato era arrivata dal centro della sala che era perfettamente difronte al biondo. Biondo che quindi aveva visto chiaramente la regina andare verso di loro.
-vostra altezza- disse prontamente Rowan facendo un profondo inchino. Da piccolo gli avevano insegnato a chinare solamente la testa davanti ad un altro sovrano ma in quel momento non poteva farlo: sarebbe sembrato un gesto molto scortese. Quindi fece uno dei suoi migliori inchini cercando di non alzar lo sguardo sulla regina. Non sarebbe stato per niente un segno di buona educazione fissarla per troppo tempo o anche solo incrociare il suo sguardo con quello purpureo della donna.
-madre- disse invece Skyler con un piccolo sorriso sulle labbra.
-puoi alzarti, non serve un inchino così profondo- concesse la donna a Rowan che si alzò lentamente cercando comunque di non guardare la regina negli occhi.
-madre- disse ancora Skyler -lui è Ro- presentò poi. Aveva già parlato alla donna di Ro indicando quel nome come quello del suo ultimo amante e la donna annuì alle parole del figlio osservando attentamente quel ragazzo che aveva difronte.
Se Skyler non glielo avesse presentato avrebbe semplicemente ipotizzato potesse trattarsi di uno dei figli di qualche nobile al confine del loro regno. La postura del ragazzo e anche il suo atteggiamento sembravano quelli di un nobile e non di un comune ragazzo che era entrato a far parte dell’harem del figlio. La donna doveva quindi ammettere che Skyler aveva scelto bene il suo accompagnatore.
-sono felice che tu sia finalmente riuscito a scegliere un ragazzo che non sembri appena scappato di casa Skyler- disse la donna guardando il figlio per poi tornare a posare lo sguardo sul biondo che le sembrava di averlo visto da qualche altra parte anche se non ricordava di preciso dove. Poteva anche essere solo una sua supposizione.
-madre- protestò Skyler sentendosi punto nell’orgoglio ma allo stesso tempo era felice che Ro avesse passato il primo test della madre.
-ho solamente detto la verità e non dovresti lamentarti di ciò. Comunque vorrei scambiare due chiacchiere con Ro nei prossimi giorni visto che questo non è ne il luogo e ne il momento adatto- disse la donna aspettandosi una risposta da parte del biondo che non tardò ad arrivare:
-come e quando desiderate vostra altezza-
-benissimo. I miei doveri mi chiamano e anche tu dovresti adempiere ai tuoi Skyler- e silenziosa come era arrivata così se ne andò lasciando nuovamente i due amanti da soli.
-le piaci e questo è già un bel passo avanti. La maggior parte dei miei amanti non li sopporta- disse Skyler ancora più felice di prima osservando il suo bel moro che aveva finalmente alzato lo sguardo. -so che vuoi chiedermelo- aggiunse poi sospirando.
-chiedervi cosa?- domandò invece Rowan non capendo l’affermazione del principe. Era solo contento che la regina non lo vedesse come una minaccia anche se lo era.
-di mio padre-
-sinceramente fino a quando non me lo avete detto non mi ero accorto della sua assenza- notò Rowan. Il re non era li e lui non se ne era minimamente accorto troppo preso dalle mille emozioni che combattevano dentro di lui.
-morto in battaglia quando avevo dodici anni- rispose invece Skyler -da allora la gente non ha fatto altro che ricordarmi che dovevo prendere il suo posto ed essere all’altezza di governare e dovevo fare tutto velocemente- continuò a ruota libera il moro. Sentiva che con Ro poteva parlarne. -in realtà non so se sono pronto ad essere re-
-lo siete. Può sembrarvi di no ma se avete passato la vostra intera vita, anche prima che vostro padre venisse a mancare, a studiare per diventare quello che siete oggi significa che siete pronto. Che potete governare il vostro regno. Dovrete solo farci l’abitudine- Skyler guardò il biondo davanti a se con gli occhi vilo sgranati. Quelle parole gli avevano dato una forza che non credeva di possedere. D’altro canto Rowan non aveva fatto altro che ripetere le parole che suo padre gli ripeteva da piccolo leggermente modificate. “Quando arriverà il momento di salire al trono sarai pronto anche se senti che non è così. Hai studiato tutta la vita per essere re e lo sarai nel migliore dei modi”.
-e se dovessi fallire? Se non riuscissi ad essere mio padre?- chiese allora Skyler. Voleva capire cosa pensava il suo biondo.
-voi non siete vostro padre e non potreste esserlo. Potete solamente essere voi stesso e la gente vi amerà per quello che siete- rispose Rowan sorridendo. Skyler non resistette un momento di più e baciò sulle labbra il suo Ro.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Stevie si morse il labbro inferiore per non urlare e allo stesso momento irrigidì tutti i muscoli.
-vi ho fatto male?- chiese la ragazza che nella mano destra teneva un barattolo di unguento e con la sinistra stava spalmando lo stesso sulla schiena del principe completamente ricoperta di cicatrici sia vecchie che nuove.
-secondo te?- chiese sarcastico Stevie sospirando.
-mi dispiace- disse la ragazza realmente dispiaciuta di aver fatto male al suo principe. Ma non poteva fare diversamente e soprattutto non voleva che il principe Stevie soffrisse.
-lascia stare. Mi sta facendo più male che bene questo unguento- borbottò Stevie alzandosi e rimettendosi con calma la camicia.
-ma non ho ancora finito!-
-non serve a niente spalmare quel coso. Non sento nessuna differenza-
-adesso non sentite nessuna differenza ma credetemi che l’avvertirete presto. Il dolore che sentirete sarà atroce- cercò di protestare la rossa ma si fece piccolissima quando notò lo sguardo di fuoco del suo principe. Aveva parlato troppo.
-conosco il mio corpo e sono sicuro che non mi farà più male di quanto me ne ha fatto quell’unguento e ora va via-
-come volete vostra altezza- rispose la rossa pulendosi la mano sinistra ancora sporca sul suo grembiule per poi chiudere il barattolino e posandolo su uno dei mobili presenti nella camera del principe uscì dalla stanza a testa bassa.
Stevie sospirò prima di continuare a chiudersi la camicia, cosa che non aveva fatto visto che si era messo a discutere con Jean, per poi uscire a sua volta dalla sua camera e dirigersi nella sala da pranzo dove di li a poco sarebbe stata servita la cena. Ovviamente uscì dalla stanza con la giacca nera in mano che si mise addosso subito dopo. Faceva caldo ma l’unguento non si era ancora asciugato e la camicia era bianca, si sarebbe visto qualcosa.
Passando davanti a tanti specchi che tempestavano i corridoi del palazzo di Awan Stevie si fermò di colpo per guardare il suo riflesso e successivamente chiudersi meglio l’ultimo bottone del colletto della camicia in modo da impedire a chiunque di osservare le cicatrici che in parte si vedevano anche sul collo.
-tesoro non hai caldo?- Stevie si girò di colpo ringraziando di essere riuscito a sistemare tutto in tempo e sorrise in direzione della madre.
-sto bene- rispose prontamente il ragazzo anche se dentro stava già morendo colpa anche dell’unguento che dopo un po’ iniziava a fare effetto riscaldando tutta la parte sulla quale era stato usato.
-come vuoi- disse la donna continuando comunque a guardare il figlio leggermente preoccupata. Il ragazzo non si vestiva mai leggero e la donna temeva potesse nascondere qualcosa ma non aveva mai chiesto niente.
I due si incamminarono insieme nella sala da pranzo e quando arrivarono erano già tutti presenti e anzi, anche Gale era li con loro.
-era ora- disse proprio l’uomo rivolto ai due biondi che erano appena entrati. Niva e Stevie non dissero niente e andarono a sedersi ai rispettivi posti mentre i camerieri iniziavano a servirli nonostante Stevie si accorse che Gale aveva già il cibo nel piatto e il vino nel bicchiere, segno che l’uomo non aveva voluto aspettare nessuno prima di iniziare a mangiare.
-non sopporto i ritardi e lo sapete bene- continuò l’uomo con il boccone in bocca mentre l’ultimo cameriere porgeva l’ultimo piatto a Stevie che essendo il più piccolo era sempre l’ultimo a essere servito.
-non siamo in ritardo mio signore, di solito mangiamo più tardi- disse Stevie guardando l’uomo negli occhi mentre quest’ultimo lo stava scrutando attentamente visto che molto probabilmente Edward gli aveva detto quello che era successo.
-per me questo è ritardo- disse convinto Gale -vi conviene davvero non farmi perdere la pazienza altrimenti ti aspetta la stessa fine di tuo fratello. E anche a te se non ti decidi a concepire un figlio- concluse poi il castano guardando in direzione di Kayle che stava spostando con la forchetta d’argento un pezzo di carota nel piatto. Sembrava non avesse nessuna intenzione di mangiare qualcosa.
-padre…-cercò di dire Victor.
-non dire niente. È colpa sua se non riesce a rimanere incita e ne pagherà le con…-
-sono incita- lo bloccò Kayle alzando lo sguardo dal piatto e guardando malissimo Gale mentre Stevie sgranava gli occhi. Davvero sua sorella era incinta? Non lo credeva possibile.
-lo spero per te. Se mi hai mentito finirai male- concluse Gale che non sembrava per niente convinto dalle parole della principessa.
Victor invece stava guardando la moglie sorpreso e Stevie non diede molto peso alla cosa ipotizzando fosse perché aveva appena scoperto di star per diventare padre. In realtà Victor era sorpreso perché non pensava Kayle rivelasse così presto la sua condizione. Gli aveva detto che non voleva farlo sapere a nessuno ma erano passati pochissimi giorni da quando lui stesso lo aveva scoperto.
-non mentirei mai su una cosa del genere- rispose invece la ragazza addentando finalmente la carota con la quale stava giocando poco prima.
A parte quella discussione non ce ne furono altre durante la cena e Gale per fortuna non diede nemmeno tanto fastidio. Era andato li solo per controllare con i suoi occhi la situazione, segno evidente che no si fidava per niente di Edward, e a parlare con il figlio cosa che fece subito dopo cena.
-non hai mentito a Gale vero?- chiese Farlan alla figlia e nei suoi occhi si poteva chiaramente leggere la preoccupazione.
-no, per quanto non mi piaccia la cosa sono veramente incinta- rispose la ragazza chiudendo gli occhi per un attimo.
-almeno Gale non ti minaccerà più- provò a dire Stevie ma la sorella gli lanciò un’occhiataccia.
-ti sbagli: me lo troverò ancora di più addosso. Non provare ad essere empatico con me perché non passerai mai quello che sto passando io-
Stevie guardò la sorella mentre le ferite sulla schiena iniziavano a fargli male. Aveva una voglia matta di togliersi la camicia e la giacca per far vedere alla sorella quello che stava passando ma non lo fece. Le voltò le spalle e se ne andò in camera senza aggiungere una parola.
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Stevie voleva ammazzarsi da solo. Jean aveva avuto tremendamente ragione quel pomeriggio e il biondo si stava pentendo di non aver ascoltato la ragazza quando doveva. All’inizio non aveva sentito nessuna differenza ma in quel momento, nel cuore della notte, stava cercando di non urlare per il dolore atroce. Senza l’unguento le ferite gli facevano ancora più male del solito.
Il ragazzo si alzò dal letto e si diresse verso uno dei comodini presenti nella sua camera dove aveva riposto l’unguento e lo prese intenzionato a metterselo da solo ma poi ci ripensò e andò verso la porta della sua camera aprendola a guardandosi intorno. Una delle guardie li presenti si accorse immediatamente del suo movimento e si avvicinò al ragazzo.
-vi serve qualcosa vostra altezza?- chiese la guardia che Stevie riconobbe subito come una di quelle che aveva sparso Gale per il castello. Non si fidava molto della famiglia reale.
-si, mi servirebbe Jean- rispose il biondo. La guardia lo guardò per un momento prima che un ghigno si formasse sulle sue labbra.
-la vado subito a chiamare, non vorrei essere io quello che impedisce al principe i suoi piaceri- e la guardia se ne andò lasciando Stevie perplesso visto che era ancora mezzo addormentato. Solo in seguito sgranò gli occhi capendo quello che aveva pensato la guardia. Poi sospirò, forse era meglio così. Non poteva permettere che quel soldato capisse cosa realmente andasse a fare Jean. La voce sarebbe subito arrivata a Gale e Jean sarebbe stata in pericolo.
Nel mentre che aspettava Jean in ragazzo si sedette sul letto aprendo il barattolino dell’unguento e cercando di spalmarselo da solo sulla schiena senza ottenere dei buoni risultati, anzi il dolore aumentò visto che torse la schiena per poter raggiungere i punti più difficili.
-cosa state facendo! Vi fare te solo male così- il biondo alzò lo sguardo trovandosi davanti una Jean in camicia da notte e con i lunghissimi capelli rossi lasciati sciolti sulle spalle invece che intrecciati nella sua solita treccia.
-dovresti bussare-
-è stato il tizio che mi ha svegliato ad aprire la porta non io- spiegò la ragazza sospirando e avvicinandosi al principe togliendogli il barattolo dell’unguento dalle mani per poi iniziare a spalmarlo lentamente e con delicatezza sulla schiena martoriata del suo principe.
-ti devo le mie scuse per oggi pomeriggio. Avevi ragione, dovevo sopportare quel piccolo dolore e invece mi sono trovato con un dolore ancora più atroce che mi ha impedito di dormire- parlò Stevie guardando il suo riflesso nello specchio che si trovava difronte al suo letto matrimoniale. In realtà era l’unico modo che aveva per osservare attentamente la rossa che stava facendo quasi timorosamente il suo lavoro.
-la prossima volta ascoltatemi, domani devo lavorare- sussurrò Jean che si sentiva davvero stanchissima. L’unica cosa che voleva fare era dormire in santa pace, ma non poteva e il fatto che fosse stata svegliata nel mezzo della notte avrebbe anche peggiorato la situazione visto che ogni volta la ragazza ci metteva tantissimo tempo ad addormentarsi. Quella sera non ci sarebbe più riuscita e il giorno dopo sarebbe stata ancora più stanca del solito.
-posso esonerarti- disse Stevie che osservando attentamente la ragazza, per quanto gli permetteva la luce lunare che entrava dalla finestra, aveva notato delle piccole occhiaie sotto gli occhi di Jean.
-farebbero troppe domande quindi non posso- rispose Jean sospirando.
-sai vero che quel soldato non resterà zitto?- chiese Stevie alla ragazza.
-in che senso?-
-pensa che io stia soddisfacendo il mio piacere con te per dirla con le sue parole- spiegò il biondo -sono sicuro che le voci si spargeranno velocemente. Posso non farti lavorare domani- Jean si bloccò e Stevie si voltò per guardare la ragazza in volto trovandola completamente sconvolta.
-non state scherzando vero?- chiese con voce tremante la rossa.
-no, e credimi è meglio che pensino questo e non che mi stai aiutando con le ferite…-
-per voi forse è meglio così, ma non per me. Se la mia famiglia lo scopre io…- la voce della ragazza si strozzò e non riuscì a continuare la frase mente le lacrime iniziavano a scendere dai suoi occhi.
-Jean non posso dire quello che succede veramente e lo sai anche tu, mi dispiace non si poteva evitare-
-si invece- riuscì a rispondere la ragazza prima di lasciare il barattolo nelle mani del principe ed uscire di corsa dalla sua stanza.
Stevie la guardò andare via sentendosi in colpa per quello che era successo. Era colpa sua, solo e soltanto colpa sua. Sperava solamente di non aver causato troppi danni alla ragazza.
Stevie chiuse il barattolo di unguento che aveva ancora in mano per poi riporlo al sicuro nel suo cassetto. Andò in bagno e si lavò le mani leggermente unte per poi ritornare a stendersi sul letto rigorosamente a pancia in giù in modo di dare tempo all’unguento di asciugarsi e allo stesso tempo per non far bruciare ancora di più le ferite.
Sperava in cuor suo di poter parlare nuovamente con Jean l’indomani, a mente lucida e cercare allo stesso tempo di trovare una soluzione per quello che era successo.
La stanchezza ebbe il sopravvento sul ragazzo e finalmente, cullato anche dal calore dell’unguento, si addormentò e non si svegliò fino a quando la luce del sole non entrò prepotentemente nella sua camera svegliandolo. Ignorando la luce, che proveniva dalla sua destra, voltò la faccia dal lato sinistro continuando a tenere gli occhi chiusi. E si stava per riaddormentare se solo qualcuno non avesse aperto con la forza la porta della sua camera facendo aprire gli occhi ambra del principe.
-perché dormi così!- chiese Gale quasi urlando.
-dormo sempre così, posso sapere cosa volete da me? Sto cercando di riposarmi- rispose Stevie quasi sbuffando.
-qualcuno potrebbe entrare e vedere i segni, e quei segni devono rimanere segreti- disse Gale ignorando completamente le parole del principe di Awan.
-nessuno entra nella mia camera senza permesso. Almeno la notte posso permettermi di non soffrire il caldo. Che ci fate qui?-
-Edward mi ha detto che ieri avete usato un coltello da lancio. Quando capirai che nessuna arma significa nessuna arma?- chiese Gale ghignando.
-l’unico coltello che ho usato ieri è quello che uso per mangiare- rispose secco Stevie. Non sopportava più tutte quelle frustate.
-le tue bugie non ti salveranno mai-

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-alla faccia del mese- disse Ella osservando attentamente il pezzo di carta piegato che le aveva appena dato Rowan.
-non credere chissà cosa sia. Quando ieri pomeriggio ho parlato con la regina c’erano delle mappe sparse sul tavolo. Ho riportato solo quello che mi ricordavo- rispose il biondo sospirando. Non poteva permettersi di non mandare niente a Gale per altri giorni. Aveva deciso di scrivergli quello che aveva letto sulla mappa avvisandolo comunque che non era ancora riuscito ad entrare nelle grazie del principe e quindi di non aspettarsi subito altri aggiornamenti.
Ella lo guardò prima di aprire il pezzettino e guardarlo attentamente prima di ripiegarlo accuratamente. La ragazza non sapeva leggere ma aveva aperto il foglio per controllare che non fosse completamente bianco.
-spero per te che vada bene e cerca di muoverti con quel principe, l’ho visto stare un’intera giornata con un altro dei suoi amanti- concluse Ella nascondendo il bigliettino che le aveva dato il biondo nella sua scollatura e prendere il vassoio della cena uscendo dalla camera lasciando quindi solo Rowan.
Il biondo sospirò sperando che quelle informazioni bastassero a tenere buono Gale per un po’. In realtà la maggior parte di quello che aveva scritto se lo era inventato sul momento osservando la mappa che realmente era nello studio dove aveva conversato con a regina il giorno prima.
Proprio come aveva promesso il giorno dell’incoronazione di Skyler la donna aveva preteso di conoscere meglio Rowan. Rowan che aveva risposto alle domande della donna cercando di essere il più coerente possibile con quello che aveva raccontato a Skyler.
La donna non aveva mostrato la minima emozione mentre Rowan parlava e quindi il ragazzo non era riuscito a capire se avesse convinto oppure no la regina. Ma comunque non pensava di aver fatto qualcosa di sbagliato da poter essere cacciato dal castello, a parte mentire ogni due secondi a Skyler.
-dimmi a cosa stai pensando e io ti darò quello che vuoi- Rowan alzò lo sguardo ritrovandosi a guardare gli occhi viola di Skyler. Nemmeno si era accorto, troppo perso nei suoi pensieri, che il principe era entrato nella sua camera.
-stavo pensando all’incontro con la regina- rispose sospirando Rowan sorridendo leggermente al moro.
-stai tranquillo, mia madre ti adora. Solo il fatto che nessuno abbia minimamente pensato all’incoronazione che fossi uno dei miei amanti la dice lunga. Non devi davvero preoccuparti- gli disse Skyler posandogli un bacio sulle labbra e iniziando a giocare con una delle lunghissime ciocche bionde di Ro.
-non sembrava-
-mia madre riesce a nascondere perfettamente quello che prova anche a me. So che ti adora solo perché me lo ha detto, non con queste parole ma lo ha detto- spiegò Skyler -allora cosa vuoi?-
-in che senso?-
-come in che senso? Mi hai detto quello che stavi pensando- gli fece notare il principe mentre Rowan scuoteva la testa.
-non voglio niente e comunque pensavo fosse solo un modo per farmi dire quello a cui stavo pensando- Rowan sorrise al piccolo broncio che aveva messo su il principe prima di essere lui stesso, quella volta, a baciare il principe. Quello con Gale non lo faceva mai ma da quando era a Dilmun e da quando aveva capito che con il principe Skyler non era solamente il suo schiavo del sesso si era permesso di prendere l’iniziativa parecchie volte. E al principe Skyler quella cosa non dispiaceva mai.
Il principe lasciò perdere la questione e approfondì il bacio di Ro tirando giù il ragazzo per poi mettercisi sopra a cavalcioni continuando a baciarlo e facendo vagare le sue mani per tutto il corpo del biondo.
-voglio farti qualche regalo. Fatti viziare un po’- gli sussurrò Skyler sulle labbra prima di spostarsi a torturare il collo del suo bel biondo.
-non saprei cosa chiedere- rispose Ro, anzi quello che voleva chiedere non poteva averlo: Skyler non avrebbe mai potuto restituirgli il suo regno e la sua famiglia. Quello era l’unico regalo che avrebbe mai voluto ricevere ma Skyler non aveva tutto quel potere.
-allora faccio io. Ma non lamentarti se poi non ti piace- disse allora Skyler tutto contento di poter fare un regalo al suo preferito. Si, perché poco alla volta aveva iniziato a comprendere che Ro non era solamente un ragazzo che l’aveva attirato per il suo aspetto e che con il tempo gli sarebbe passata. No, Ro era entrato prepotentemente nella sua vita e lui non aveva nessuna intenzione di farselo scappare. Con Ro era tutto diverso, ma diverso per il meglio. Con il biondo poteva parlare di qualunque argomento senza avere la paura che da un momento all’altro il ragazzo iniziasse a non ascoltarlo per niente interessato a quello che stava dicendo. Ro lo ascoltava, anche quando divagava un po’ troppo, e a volte si confrontava anche con lui. Erano belli quei momenti perché significava che stava bene in compagnia del ragazzo anche se non facevano solo sesso.
E anche il fatto che a sua madre non dispiacesse come suo amante aveva fatto si che il ragazzo si fosse definitivamente deciso: Ro sarebbe rimasto il suo unico amante. Poco alla volta stava iniziando a sfoltire il suo enorme harem, che contava una trentina di amanti. Passava con ognuno una giornata in intera prima di avvertirli che se ne sarebbero dovuti andare. Sua madre era stata chiara: doveva sposarsi e di certo non poteva avere più di un amante, soprattutto per rispetto nei confronti della sua futura moglie. E quell’unico amante sarebbe stato Ro. Solo e soltanto Ro.
Ma di tutto ciò il biondo non ne sarebbe venuto a conoscenza, almeno fino a quando Skyler non fosse riuscito a mandare via tutti i suoi amanti. Voleva fargli una sorpresa e sarebbe stata la più bella a detta del moro.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


-non capisco proprio come tu possa essere mio fratello- furono quelle le prima parole che Stevie sentì dire ancora leggermente assonnato. Dopo che Gale lo aveva fatto frustrare nuovamente, intimandogli non solo di non toccare armi ma anche di non avere rapporti con ragazze che potessero vedere i suoi segni sulla schiena (segno evidente che aveva saputo da qualcuno la presenza di Jean la sera prima nella sua camera), si era buttato sul letto infilandosi sotto le coperte e cercando di dormire ignorando il dolore.
E ringraziava da una parte di essersi messo sotto le coperte visto che la sorella era entrata nella sua camera senza bussare. Era solito dormire senza magia addosso e Kayle si sarebbe sicuramente accorta delle sue profonde cicatrici sulla schiena. Però dall’altra voleva, con tutto se stesso, che la sorella scoprisse quelle cicatrici, così almeno non lo avrebbe trattato male.
-cosa c’è?- chiese Stevie sospirando e spostando lo sguardo verso la sorella stando attento a non spostare la coperta che lo copriva.
-c’è che con le tue bravate non fai altro che rovinare la vita alle persone- rispose la ragazza mettendosi le mani sui fianchi arrabbiata -non basta che tu non sappia usare un’arma e quindi non possa proteggermi ma hai anche rovinato Jean. Le voci si spargono velocemente Stevie e sono arrivate fino al futuro marito di Jean. Non si sposa più- Stevie sgranò gli occhi. Non immaginava che Jean fosse promessa a qualcuno, ed ecco quindi spiegato il motivo della sfuriata della ragazza due giorni prima.
-ti giuro che le voci che si sono sparse sono solo voci. Io non ho fatto niente- disse Stevie sperando che la sorella capisse.
-si come no! Davvero non sarai mai come Rowan-
-io non sono Rowan, non lo sarò mai Kayle. Smettila di ripeterlo ogni santa volta!- gridò Stevie stufo di tutta quella situazione.
-che tu non sia Rowan è palese-
-e allora smettila di paragonarmi a lui. Fa male Kayle. Fa malissimo- concluse Stevie sospirando. -non sei l’unica che non sta passando dei bei momenti e so che vuoi sfogarti ma non farlo su di me. Sono nella tua stessa situazione-
-non mi sembra tu sia stato costretto a sposare il figlio di Gale quindi non dire che siamo nella stessa situazione perché non è vero- concluse la ragazza -sappi solo che sono molto delusa-
-tu sei sempre delusa da me. Indipendentemente da quello che faccio. Non ti va mai bene niente perché mi paragoni sempre a Rowan. Tu vuoi lui e non me ma ti devi accontentare perché Rowan è morto e ci sono solo io- concluse il ragazzo. -se hai bisogno di qualcuno con cui parlare io ci sono ma senza paragonarmi a lui-
-io voglio Rowan- sussurrò Kayle stringendosi le braccia intorno al corpo facendo si che si palesasse un accenno di pancia.
-allora non posso aiutarti sorellona-
-sei inutile- disse Kayle scoppiando a piangere e uscendo dalla sua camera così com’era entrata.
Stevie sospirò prima di alzarsi dal letto e vestirsi con calma ignorando completamente le fitte di dolore alla schiena. Non era riuscito a mettersi l’unguento da solo e ovviamente non voleva peggiorare ancora di più la situazione di Jean chiamandola li per aiutarlo.
Stevie guardò il suo riflesso allo specchio: no, nemmeno nell’aspetto era simile a Rowan. L’unica cosa che avevano in comune tutti e tre era i capelli biondi e gli occhi ambra, ma per il resto Stevie era completamente diverso dal fratello. Anche se l’ultimo ricordo che aveva di Rowan era quando il fratello aveva solo tredici anni e lui in quel momento ne aveva diciassette riusciva tranquillamente a capire da solo che non era Rowan. Partendo ovviamente dal fatto che Rowan aveva già un po’ di muscoli a quell’età, segno che si allenava ogni giorno con la spada, ma non solo. Rowan era alto quanto loro madre mentre Stevie era riuscito a raggiungere l’altezza della madre solo da poco.
Stevie distolse lo sguardo dallo specchio e uscì dalla sua camera camminando lentamente e sentendo su di se lo sguardo di tutti i servitori che incontrava. La notizia di Jean era arrivata subito a tutti a quanto pareva. Voleva sapere come si sentiva la ragazza in quel momento ma non si sarebbe mai azzardato ad andare dalla ragazza, avrebbe solamente aumentato i pettegolezzi.
-Stevie- il ragazzo guardò in direzione della madre che aveva una faccia indecifrabile mentre lo stava raggiungendo. Il biondo si preparò all’ennesima ramanzina della giornata e sospettava anche che non sarebbe stata l’ultima.
-madre- rispose il ragazzo mordendosi il labbro inferiore.
-non ti dirò niente perché immagino dalla tua faccia che tu a Kayle abbiate nuovamente discusso- iniziò Niva osservando attentamente il figlio -ma voglio solo sapere perché-
-non abbiamo fatto niente madre. Io l’ho solo chiamata per parlare un po’ te lo posso giurare- rispose il ragazzo -Kayle si sfoga su di me ogni santa volta e io non posso tenermi tutto dentro- e in parte era anche vero visto che Jean era l’unica a sapere di quello che gli succedeva veramente.
-nel cuore della notte?- chiese Niva poco convinta dalle sue parole.
-avevo fatto un incubo e avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Adesso so che non era il caso e so anche che nessuno mi crederà mai. Ho solo rovinato la vita a Jean. A quanto pare sono bravo solo a rovinare tutto, proprio come dice Kayle. A volte mi chiedo cosa fosse successo nel caso Gale avesse preso me invece di Rowan-
-Stevie…-
-di certo Kayle sarebbe stata più felice- concluse il biondo cacciando indietro le lacrime che premevano di uscire.
-avevi solo nove anni, non potevi fare niente- disse Niva sconvolta dalle parole del figlio e sperando non pensasse davvero quello che aveva appena detto.
-potevo propormi al posto di Rowan. Nessuno avrebbe sentito la mia mancanza- sussurrò Stevie -infondo non sono nemmeno un decimo di quello che era Rowan-

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


-non so davvero cosa fare, qualche consiglio?- chiese quasi sbadigliando Skyler ad un altrettanto assonato Rowan che se ne stava accoccolato al suo fianco godendosi il calore del principe di Dilmun.
-per cosa?- chiese Rowan continuando a tenere gli occhi chiusi. Ogni tanto Skyler se ne usciva con domande assurde senza spiegare mai il contesto e Rowan si ritrovava costretto ogni volta a chiedere di precisare al moro altrimenti non avrebbe potuto aiutarlo.
-con Gale. Le sue truppe si stanno avvicinando pericolosamente ai nostri confini. In un modo che non riesco ancora a spiegarmi è riuscito ad evitare qualunque appostamento-
“perché gliel’ho scritto io” pensò Rowan. Skyler nel giro di una settimana dalla sua incoronazione aveva iniziato a dire tutto a Rowan, ma proprio tutto. Rowan da una parte ne era stato contento visto che poteva mandare messaggi a Gale senza che la sua famiglia ne risentisse, ma allo stesso tempo si sentiva male perché il principe si stava erroneamente fidando della persona sbagliata.
Ovviamente Rowan tralasciava alcuni particolari importanti, non voleva che Gale sapesse proprio tutto ma allo stesso tempo non voleva essere scoperto. Stava bene con Skyler e il biondo era sicuro che il principe non rivelasse tutti i dettagli proprio a tutti, anzi credeva di essere l’unica eccezione.
-prova a rafforzare le difese- rispose alla fine Rowan. Era l’unica cosa che gli era venuta in mente. Di certo non poteva mettere il tarlo nell’orecchio a Skyler dicendo che ci poteva essere una spia. Avrebbe rischiato troppo.
-credi che non l’abbia già fatto? Sembra come se conoscesse perfettamente tutti gli appostamenti dei miei soldati. Se continua così non credo potremo evitare una guerra- sospirò il principe sconsolato per poi osservare attentamente Rowan che lo stava guardando a sua volta -okay basta pensieri pessimisti-
-e cose vorresti fare?- chiese con il sorriso sulle labbra Rowan. Aveva iniziato a dare del tu a Skyler da poco, precisamente da quando il moro lo aveva minacciato. Ovviamente Rowan lo faceva solo quando si trovavano loro due da soli. Si, perché Skyler lo aveva trascinato ad altre feste nel castello.
“ti sei comportato così bene alla mia incoronazione e poi ti voglio al mio fianco” era stata la misera spiegazione di Skyler. Rowan non aveva protestato oltre e aveva accettato di andare a qualunque festa Skyler gli avesse proposto anche perché gli faceva davvero bene ritornare in quell’ambiente dopo otto anni. Certo, a volte era sommerso da ricordi che lo faceva deprimere, ma la maggior parte del tempo la passava a studiare i vari nobili presenti e avendo così anche il modo di poter sparlare dei suddetti nobili con Skyler quando si trovavano da soli in camera di Rowan.
-quello che vuoi amore- gli sussurrò vicino all’orecchio Skyler e il principe avrebbe baciato il biondo se solo qualcuno non avesse bussato alla porta facendolo sbuffare. -vedo chi è e poi arrivo- disse alzandosi controvoglia dal letto. Rowan si alzò sui gomiti per vedere il bellissimo principe mentre discuteva con qualcuno che non riusciva ad intravedere per via della porta della camera che lo copriva, ma Rowan vide chiaramente il volto del suo bel principe sbiancare improvvisamente e farsi serio, più serio di quando lo aveva visto all’incoronazione e Rowan si preoccupò. Sperava davvero non fosse successo niente di grave.
-Ro arrivo subito- gli disse Skyler con lo sguardo purpureo spento prima di uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Rowan si alzò definitivamente mettendosi seduto a gambe incrociate sul letto iniziando a fissare la porta della sua camera pensieroso. Cosa poteva aver trasformato lo sguardo di Skyler così velocemente? Sperava davvero non centrasse niente con Gale.
Rowan rimase a fissare la porta pensieroso per quelle che gli parvero ore prima che essa si aprisse rivelando uno Skyler davvero sconvolto.
Rowan si alzò immediatamente dal letto e corse verso il principe che sovrastava per altezza di un bel po’ di centimetri. Skyler lo osservò attentamente prima di sospirare.
-se non stai bene non sei costretto a stare qui- gli disse prontamente Rowan, stava peggio di prima.
-no…io…-
-non mi devi spiegazioni. Qualunque cosa sia successa vedo chiaramente che non stai bene quindi non devi preoccuparti di me- lo bloccò Rowan. Non gli piaceva vederlo così, per niente.
-abbracciami- disse solamente Skyler e Rowan non se lo fece ripetere due volte stringendo a se il corpo tremante del moro. Sembrava davvero piccolo e impotente in quel modo stretto nelle sue braccia. Skyler si aggrappò con forza a quell’abbraccio senza dire una parola.
-scusa- sussurrò dopo molto tempo Skyler non staccandosi dall’abbraccio ma allentando leggermente la presa.
-non devi scusarti- disse invece Rowan iniziando a massaggiare la schiena di Skyler per farlo rilassare.
-adesso so come fa Gale a conoscere tutto- disse Skyler mentre si staccava dall’abbraccio e si andava a stendere sul letto portando un braccio a coprire gli occhi. Rowan sentì la terra mancare sotto i piedi, possibile che il principe avesse scoperto tutto?
-in che senso? Ovviamente se posso chiedere- chiese Rowan riprendendosi e sedendosi anche lui sul letto osservando il moro che non lo stava ancora guardando.
-uno dei nobili che governano i territori vicino al confine ha deciso di stare dalla parte di Gale- gli rispose Skyler togliendo il braccio dagli occhi e rivelando le lacrime che gli stavano rigando gli occhi. “non è solo questo” pensò Rowan ma non disse niente. Non voleva costringere il ragazzo a parlare di qualcosa che non voleva dire.
-ma non è solo questo, non starei così per uno sporco traditore- continuò invece Skyler -per avvisarmi della cosa ha deciso di mandarmi una lettera dove diceva che io non ero mio padre e che avrei fatto la sua stessa identica fine patetica. Io…-
-non dire niente. Qualunque cosa ti abbia scritto non è vera. Te l’ho già detto ognuno è diverso e tu sei un sovrano fantastico- lo fermò Rowan posandogli un delicato bacio sulle labbra, non si azzardava a fare di più. -lascia perdere quello che dicono gli altri e credi solo in te stesso-
-come farei senza te?- chiese tra le lacrime Skyler prima di baciare con passione il suo Ro.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


-l’hanno trovata- disse Walter entrando nella sala del trono con un sorriso sulle labbra attirando su di se gli sguardi dei suoi due sovrani.
-chi era?- chiese prontamente Charlotte lanciando prima un veloce sguardo al figlio. Non credeva fosse vero.
-una delle cameriere, adesso la stanno andando a prendere per interrogarla. Usciva troppo spesso e con fare sospetto. La sua è stata un’ottima idea vostra altezza- concluse Walter rivolgendosi a Skyler che annuì.
-o è stata di Ro?- gli chiese invece la madre con un sorrisetto sulle labbra. Da quando il biondo era arrivato al castello aveva notato il cambiamento di atteggiamento da parte del figlio e per il meglio. Le piaceva davvero tanto Ro soprattutto perché era diverso da tutti gli altri amanti del figlio. Era rimasta davvero sorpresa quando aveva visto quel ragazzo per la prima volta e quando successivamente ci aveva anche parlato. Charlotte era anche felice che Ro sarebbe diventato l’unico amante del figlio. Non avrebbe sopportato uno degli altri.
-no, mia madre. Credo che Ro non ci abbia nemmeno pensato- rispose Skyler sorridendole e addolcendo il tono nel pronunciare il nome del suo amante. Walter però a quelle parole piegò leggermente la testa di lato perplesso ma non diede voce ai suoi dubbi, preferì tenerseli per se in quel momento.
-bene, interrogate la ragazza e fatemi sapere tutto. Io devo parlare con Ro- disse Skyler baciando una guancia della madre e uscendo di corsa dalla sala. Voleva dare la notizia della scoperta della spia al suo amante e soprattutto voleva finalmente dirgli, dopo un mese buono, che sarebbe stato il suo unico amante. Il moro era davvero curioso di vedere l’espressione del suo bellissimo biondo a quella rivelazione.
Il ragazzo non dovette nemmeno andare fino alla camera del biondo perché lo vide che camminava velocemente per i corridoi del palazzo.
Quella era stata un’altra delle tante cose che aveva permesso di fare al biondo. Non aveva mai permesso a nessuno dei suoi amanti di andare in giro per il castello, e soprattutto da soli, ma con Ro era diverso. Si fidava ciecamente del biondo e gli avrebbe volentieri messo la sua vita tra le mani.
-Ro- chiamò il principe facendo voltare di scatto il biondo che parve sorpreso del trovarsi il principe difronte.
-Skyler- sussurrò Rowan terrorizzato mentre con un movimento veloce nascondeva la lettera per Gale che aveva in mano dietro la sua schiena. Il principe era arrivato proprio nel momento peggiore. Ro si era ripromesso che quella che aveva in mano sarebbe stata l’ultima lettera che avrebbe inviato a Gale prima di rivelare tutto a Skyler e sperare che il moro capisse la sua situazione. Non sopportava più di dover mentire al ragazzo cha amava. Era davvero strano per Rowan pensare di essersi innamorato del principe di Dilmun ma quelli erano i suoi sentimenti e non poteva di certo ignorarli.
-ho una notizia fantastica- disse Skyler tutto felice baciando il biondo sulle labbra ignorando l’agitazione di Ro.
-davvero? Cosa?- chiese Rowan cercando di sembrare il più tranquillo possibile.
-c’era una spia nel castello- Rowan si pietrificò sul posto ma Skyler parve non accorgersene -ma l’abbiamo presa quindi Gale non avrà più informazioni per poter agire indisturbato!- Skyler sorrideva sinceramente mentre Rowan voleva sotterrarsi, avevano preso Ella e questo significava che prima o poi sarebbero arrivati anche a lui.
-Skyler…- tentò di dire Rowan, doveva parlargli.
-aspetta, c’è un’altra notizia bellissima- lo bloccò Skyler tutto felice.
-vostra altezza- ma la conversazione tra i due venne bloccata da Walter che si stava avvicinando con velocità crescente ai due e con uno sguardo che secondo Rowan non prometteva nulla di buono.
-Walter tutto bene? Non dovevate interrogare la spia?- chiese Skyler leggermente preoccupato.
-si, ma devo bloccarvi prima che facciate qualcosa di cui possiate pentirvene in futuro- e quando gli occhi di Walter si posarono in quelli di Rowan il biondo fu certo che sapesse.
-in che senso?- chiese confuso Skyler.
-la donna non può aver agito da sola essendo una semplice cameriera, qualcuno deve averla aiutata dall’interno e l’unica persona che risponde a tutti i requisiti è il vostro amante- disse serio Walter non staccando gli occhi da Rowan che aveva iniziato a tremare. Stava andando tutto per il verso sbagliato.
-stai scherzando. Ro non farebbe mai una cosa del genere! Mi ha sempre dato dei buoni consigli. Ro diglielo anche tu- il moro si girò verso il suo bel biondo cercando la conferma nei suoi occhi ambra, occhi ambra che stavano fissi a terra. -Ro?-
-ha ragione- sussurrò alla fine il biondo arrendendosi -sono io- Rowan alzò lo sguardo solo per venir pugnalato dalla delusione mista a rabbia che vide nei bellissimi occhi viola di Skyler.
-sei dalla parte di Gale?- chiese con un filo di voce il moro. Non voleva crederci, non poteva crederci.
-no-
-ma sei la sua spia. Hai mentito fin dal primo momento per entrare qui dentro e poi hai continuato a farlo nonostante ti avessi chiesto di non mentirmi più. Mi hai consigliato strategie solo per poter rendere più facile il lavoro a Gale! E le tue buone maniere? Ti ha istruito lui allora. Sei la sua puttana- gridò Skyler fuori di se. Si era innamorato della persona sbagliata e ne stava pagando le conseguenze.
-c’è un motivo valido per il quale ho fatto tutto ciò, e poi non ho mentito su tutto!- cercò di difendersi Rowan aprendo le braccia e in quel modo Skyler notò il biglietto che aveva tra le mani strappandoglielo e leggendolo mentre la sua faccia si faceva sempre più scura.
-si, un motivo valido come no. Vuoi solo rimanere il suo preferito e faresti di tutto per lui. Ti ho lasciato libero di fare quello che volevi e tu mi ripaghi pugnalandomi alle spalle. Sei la persona più spregevole del mondo-
-credi che io sia dalla parte di Gale? Be’ non è così. Posso spigarti cosa mi ha spinto a far…-
-guardi sbattete in prigione questa puttana- sovrastò la sua voce Skyeler. A Rowan morirono le parole in gola e rimase pietrificato mentre una singola lacrima scendeva dai suoi occhi. Non fece nemmeno resistenza quando le guardie lo trascinarono nelle segrete.
Era tutto finito.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Skyler spostò il volto e il bacio del ragazzo moro che aveva al suo fianco andò a finire sulla sua guancia e non sulle sue labbra.
-vostra altezza perché rifiutate il mio bacio?- chiese il ragazzino tentando di baciare nuovamente il moro che si spostò un’altra volta.
-forse perché non lo voglio Renè- rispose il principe alzandosi dal letto e cercando i suoi vestiti. Doveva andarsene di la.
-sono Renier e non Renè- protestò il moro incrociando le braccia scocciato. -rimanete qui vostra altezza, posso darvi tutto il piacere del quale avete bisogno- tentò nuovamente il moro abbracciando da dietro il principe che lo scansò brutalmente.
-in questo momento ho già soddisfatto i miei bisogni- e senza aggiungere altro il moro uscì da quella camera sbattendosi la porta alle spalle e camminando a passa di marcia facendo profondi respiri. Non gli piacevano i suoi amanti, o meglio non sopportava più le loro maniere da quando era stato con Ro. Ma Ro lo aveva tradito nei peggiori dei modi e da una settimana a quella parte stava marcendo nelle prigioni del castello mentre Skyler cercava di dimenticarlo senza riuscirci.
-vostra altezza- disse Walter avvicinando il principe -state bene?-
-conosci la risposta- sussurrò Skyler chiudendo un attimo gli occhi.
-non mangia-
-sto mangiando-
-intendo Ro, non mangia niente di quello che gli portano. Di questo passo morirà di fame- lo avvertì il suo consigliere.
-costringetelo allora, non voglio che muoia di fame. Sarebbe una morte troppo veloce e io lo voglio far soffrire come lui ha fatto con me- disse solamente Skyler aumentando il passo e entrando nella sala del trono dove era in corso l’ennesimo consiglio di guerra per evitare che Gale entrasse troppo nei suoi territori.
Walter invece si diresse verso le prigioni intenzionato a parlare con Ro per farlo mangiare, almeno qualcosa. Arrivato davanti la cella del ragazzo, completamente buia, il servitore che era con lui fece passare il vassoio con il cibo all’interno della cella per poi prendere il pasto precedente ancora completamente intatto.
-devi mangiare- disse Walter con un sospiro -il re ti vuole in forze-
-per torturami? Può farlo anche se sono mezzo morto non fa differenza- disse con voce roca Rowan, era stanco. Voleva solo che tutto quell’inferno finisse il prima possibile era stufo della sua vita che faceva sempre più schifo.
-ha dei progetti ma non ha mai accennato alla tortura quindi vi conviene mangiare- continuò Walter avvicinandosi ancora di più alle sbarre per poter osservare il biondo, senza riuscirci.
-come va la guerra?-
-perché ti interessa? Vuoi sapere se Gale sta vincendo?-
-no, voglio sapere com’è la situazione- ripose Rowan e Walter avvertì un rumore metallico, segno che il ragazzo si stava spostando.
-Gale è in vantaggio grazie alle tue informazioni- rispose amaramente Walter ed era la verità. Non erano ancora riusciti a capire come facesse l’uomo. Walter si sorprese quando una mano pallida e quasi pelle e ossa lo prese per il bavero. Il castano si ritrovò vicinissimo al volto scavato del biondo. Si vedeva che non stava mangiando e soprattutto stava tremando segno che quello che stava facendo era un enorme sforzo per lui.
-non fidatevi di nessuno- sussurrò Rowan in modo tale che potesse sentirlo solo Walter -Gale è pericoloso e chiunque brami il potere potrebbe andare facilmente dalla sua parte. Non. Fidatevi. Di. Nessuno- ripeté il ragazzo scandendo perfettamente le ultime parole. Non voleva che succedesse la stessa cosa che era successa al suo regno.
-sei tu la spia-
-ce ne potrebbero essere altre. Ti prego, Skyler può fidarsi solo di se stesso- Rowan lasciò andare il consigliere prima di cadere a terra esausto a pochi millimetri dal cibo che gli era stato portato.
-tieni a lui- si sorprese a dire Walter.
-sono follemente innamorato del re- rivelò Rowan con le lacrime agli occhi -posso anche aver mentito su alcune cose ma non posso mentire sui miei sentimenti- rispose il biondo evitando lo sguardo del consigliere.
-facciamo un patto Ro- Rowan alzò lentamente lo sguardo curioso. -io dico a Skyler di stare attento proprio come mi hai detto ma tu in cambio mangi tutto quello che ti porteremo-
-volete far continuare il mio inferno?-
-è tua la scelta. Skyler o la morte- rispose Walter. Era sicuro che il biondo non avrebbe mai toccato il cibo.
Rowan guardò il consigliere con odio nel suo sguardo. Doveva scegliere tra far arrivare il suo messaggio a Skyler o finalmente mettere fine alla sua inutile vita. Era a un passo dal poter finalmente raggiungere la sua famiglia, a quell’ora Gale li aveva già uccisi tutti ne era sicurissimo.
-se non arriva il mio messaggio giuro che mi trasformerò in un demone assetato di vendetta e ti verrò a cercare- disse tra le lacrime Rowan prima di prendere con mano tremanti la pagnotta nel suo vassoio e mangiarla sotto lo sguardo sorpreso di Walter.
-io continuerò a vivere in questo inferno solo per Skyler e per Dilmun- sussurrò Rowan dando un altro morso alla pagnotta mentre sentiva il suo stomaco che iniziava a protestare perché voleva altro cibo, ma sapeva che doveva andare con calma altrimenti si sarebbe ucciso.
-gli riferirò quello che mi avete detto ma non vi assicuro che seguirà il vostro consiglio-
-Walter- lo bloccò il biondo. Non voleva fare quella domanda ma allo stesso tempo era curioso.
-ti ascolto ma fa in fretta-
-Skyler ha altri amanti?- chiese il biondo anche se già conosceva la risposta.
-sai cosa hai perso mentendo? La possibilità di essere l’unico per il re. Eri suo e lui era tuo. Skyler voleva farti una sorpresa. Ora lui ha tutti gli altri amanti e tu non sei altro che un ricordo lontano-
-grazie, per essere stato sincero- sussurrò Rowan sentendosi morire dentro. Skyler lo aveva preso in considerazione per essere l’unico e lui aveva mandato tutto a farsi friggere, come sempre.  -Gale potrebbe avere spie ovunque, state attenti- concluse rintanandosi nel suo angolino della sua gelida prigione e nascondendo il volto tra le ginocchia.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


-aprite questa cosa! ADESSO!- stava gridando a squarciagola Rowan cercando anche di dare spintoni alle sbarre. Erano passati due giorni da quando aveva fatto quel strano patto con Walter. Lui aveva fatto il suo e tutto sarebbe andato per il verso giusto se solo Rowan non avesse avvertito chiaramente le urla che rimbombavano per tutto il castello. Erano sotto attacco, probabilmente di Gale, e lui voleva aiutare. Ed era anche completamente terrorizzato dalla remota possibilità che Skyler potesse rimanere ferito nello scontro. -APRITE- gridò ancora il biondo quasi con le lacrime agli occhi.
-cos’hai? Non è il momento adatto- disse Walter che era arrivato trafelato nelle prigioni solo perché era stato avvisato dai soldati di quello che stava facendo Ro.
-cosa sta succedendo?- chiese invece il biondo che aveva leggermente ripreso un colorito naturale.
-ci attaccano, mi pare ovvio-
-apri. Voglio aiutare- disse invece Rowan convinto delle sue parole.
-non se ne parla-
-posso farlo! Ti prego, poi potrete risbattermi qua dentro, uccidermi o fare quello che volete ma permettetemi di aiutarvi!- supplicò ancora Rowan. Non se ne sarebbe stato con le mani in mano mentre un altro regno veniva attaccato da Gale o da chi per lui.
-non posso…- le parole di Walter gli morirono in gola quando Ro gli sfilò la spada che teneva attaccata alla vita e trafisse qualcuno dietro di lui. Walter si girò notando che il biondo gli aveva appena salvato la vita.
-ti prego! Prometto che farò il bravo- tentò ancora Rowan che stingeva forte la spada che aveva in mano fino a far sbiancare le nocche.
-e va bene. Ma mi stai incollato- permise Walter prendendo le chiavi che erano appese a una delle pareti delle prigioni per poi aprire la cella facendo uscire il biondo. Biondo che gli riporse la spada prima di prendere quella dell’uomo che aveva appena ucciso.
Rowan soppesò la spada trovandola leggermente pesante e sbilanciata per i suoi gusti, ma se la sarebbe fatta andare bene lo stesso. Voleva raggiungere il prima possibile Skyler e accertassi che stesse bene.
-andiamo- disse Walter indicando al ragazzo di camminargli davanti in quel tratto stretto. Di certo non voleva perderlo di vista nemmeno un secondo. Non si fidava ancora del tutto del biondo.
-dov’è Skyler?- chiese Rowan mentre saliva velocemente ignorando completamente il fatto che fino a pochi giorni prima non stava mangiando niente.
-il re sta combattendo.-
-andiamo da lui allora- disse convinto Rowan uscendo di corsa dal cunicolo e per non si sa quale grazie riuscì in tempo a schivare un fendente proveniente dalla sua destra. Con gli stessi riflessi di chi si era allenato anni fece passare la spada dalla mano destra a quella sinistra per poi tranciare il braccio che aveva provato a farlo fuori. L’uomo di Gale, lo aveva riconosciuto per via della divisa che indossava, urlò per il dolore guardandolo sconvolto. Rowan lo guardò a sua volta prima di prendere l’altra spada che era caduta e camminare verso Skyler come se nulla fosse. Infondo era sempre stato abituato a combattere con due spade e preferiva continuare a farlo.
-due spade?- gli chiese Walter raggiungendolo e osservandolo attentamente. Aveva visto perfettamente quello che aveva fatto il ragazzo per schiavare il colpo che lo avrebbe sicuramente decapitato e quelle mosse non erano di uno che non sapeva usare la spada.
-si, mi trovo meglio. Dov’è Skyler?- chiese Rowan guardandosi intorno. I corridoi sembravano quasi deserti e sarebbe sembrato anche un giorno normale se sono riversi ai lati dei vari corridoi che stavano attraversando non si trovassero corpi esamini riversi a terra con tante di pozze di sangue.
-immagino nella sala del trono- rispose alla domanda Walter. Non che si fidasse molto del biondo e non era nemmeno sicuro di aver fatto la scelta giusta a liberarlo dalla prigionia, Skyler di certo non ne sarebbe stato contento. Ora però il danno era fatto e doveva solamente aspettare che tutto quel macello finisse finalmente.
Rowan se possibile accelerò il passo per arrivare il prima possibile nella sala del trono anche se già sentiva le sue braccia dolere. Quelle spade pesavano troppo e lui non era più abituato a portarle.
Arrivato davanti alla sala del trono ci si fiondò dentro, la porta era spalancata, e una volta quasi al centro cercò il suo Skyler con lo sguardo parando di tanto in tanto colpi diretti a lui. Dopo aver individuato il suo bellissimo principe che stava combattendo furiosamente contro due soldati Rowan si guardò intorno in cerca di Gale. Ma l’uomo non era li e il biondo non riusciva a capire se fosse un bene o un male la sua assenza. Rowan decise che ci avrebbe pensato in seguito e corse in direzione di Skyler ignorando volutamente le grida di Walter che gli intimava di non allontanarsi da lui. Ma Rowan doveva aiutare il suo bel moro, non poteva vederlo combattere contro due persone contemporaneamente.
Skyler parò il colpo di uno dei suoi due assalitori e si stava voltando per parare anche il secondo ma quel colpo venne intercettato da qualcun altro. Da un ragazzo dai lunghissimi capelli biondo che si mise a combattere subito dopo contro uno dei suoi assalitori.
-che ci fai qui?- gridò Skyler sconvolto mentre abbatteva definitivamente il soldato che aveva difronte mentre Rowan faceva lo stesso.
-non potevo permettere che ti attaccassero senza fare niente- rispose invece Rowan voltandosi verso il moro e osservandolo attentamente. A Skyler gli morì il fiato in gola alla vista del suo Ro e non solo perché era ancora follemente innamorato del biondo ma anche perché vedeva chiaramente i segni del digiuno che il ragazzo aveva compiuto in prigione nonostante Walter lo avesse rassicurato dicendogli che era riuscito a farlo mangiare nuovamente.
-questo non giustifica la tua presenza qui, sei un nemico-
-no, non sono tuo…SKYLER- gridò il ragazzo con gli occhi ambra sgranati. Skyler non fece in tempo a girarsi per capire cosa stesse succedendo che si ritrovò scaraventato a terra dal suo Ro. Il moro ci mise un po’ per riprendersi e alzare lo sguardo sul biondo pronto a chiedergli cosa avesse in mente, ma si pietrificò.
Ro, il suo bellissimo Ro, era stato trapassato da parte a parte da una spada, una spada che senza dubbio era diretta a lui.
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Skyler non aveva spostato nemmeno per sbaglio lo sguardo dal ragazzo che dormiva placidamente nel suo letto. O meglio che sembrava stesse dormendo visto che da quando si era preso il colpo diretto a lui, ormai una settimana prima, Ro non si era ancora risvegliato.
Il biondo era caduto a terra subito dopo aver ucciso il soldato che lo aveva colpito e aveva chiuso immediatamente gli occhi. A nulla era servito provare a chiamarlo. Era svenuto.
Il suo primo pensiero era stato: “cosa ci fa lui qui?” era sicuro di aver chiesto che rimanesse in prigione fino a un suo ordine, ma non era stato così. Walter ovviamente gli aveva spiegato quello che era successo ma comunque Skyler non aveva trovato la cosa un motivo valido per far uscire il ragazzo dalla prigione dove sarebbe stato di sicuro al sicuro. E invece era uscito prendendosi anche il colpo che era diretto a lui.
Skyler non vedeva davvero l’ora che il biondo si svegliasse prima di tutto perché era preoccupato a morte per le sue condizioni, lo amava ancora dopotutto, e anche perché voleva chiedergli cosa gli fosse passato per la mente quando aveva deciso di salvarlo.
Lui non era sicuro avrebbe fatto lo stesso al posto del ragazzo, okay forse si visto i suoi sentimenti ma a quel punto Skyler si chiedeva perché Ro fosse arrivato a rischiare la sua vita. Infondo era li solo per volere di Gale e anzi se lui fosse morto avrebbe fatto solamente il volere di Gale.
Quelle domande che ronzavano nella testa del re non avrebbero trovato subito risposta, almeno fino a quando il biondo non si fosse svegliato.
Skyler si lasciò scivolare sulla sedia ancora di più, infondo nessuno lo stava guardando in quel momento. Lo sguardo era sempre fisso sul corpo immobile di Ro. Non voleva perderlo, non in quel modo. E poi dopo quello che era successo Skyler aveva tutte le intenzioni di chiedere al biondo il perché di quello che aveva fatto. Stava dalla parte di Gale perché aveva i suoi stessi ideali o per altro?
-Skyler- fu solo un sussurro, quasi impercettibile, ma Skyler sentì chiaramente il suo nome e si alzò di colpo avvicinandosi al letto nel quale era sdraiato Ro. Il biondo infatti aveva aperto i suoi occhi ambra e si stava guardando intorno quasi spaesato. La sua faccia era cadaverica, ma ciò era dovuto al fatto che aveva perso tantissimo sangue.
-non sforzarti o la ferita si riaprirà- disse con voce atona Skyler anche se in cuor suo era felicissimo di vedere il ragazzo vivo e vegeto.
-che è successo?- chiese Rowan con la voce ancora flebile. Si sentiva come se qualcosa lo avesse calpestato più di una volta.
-hai preso in pieno un colpo diretto a me- rispose il re di Dilmun incrociando le braccia al petto -e vorrei capire il perché-
-eri di spalle e non l’avresti visto arrivare e poi ho agito d’istinto. Com’è finita la battaglia?- chiese poi il biondo sospirando. Credeva fosse andato tutto bene visto che si trovavano entrambi in una stanza del castello.
-secondo te?- chiese Skyler guardandolo male. -e poi dipende da che parte stai-
-dalla tua ovviamente. Non mi sarei mai buttato per prendere quel fendente al posto tuo altrimenti- rispose con una legger rabbia nella voce Rowan anche se farlo gli costò un enorme sforzo che gli fece digrignare i denti e portare una mano sullo stomaco dove poteva sentire la stoffa ruvida della fasciatura.
-be’ non direi visto che sei la spia di Gale-
-ti sei mai chiesto come mai io sia la sua spia? A quanto pare no- rispose a tono Rowan chiudendo per un attimo gli occhi. Era ancora troppo stanco per iniziare una discussione con il moro.
-potresti anche mentirmi, per farmi credere di essere dalla mia parte e allo stesso tempo continuare a mandare informazioni di nascosto a Gale. Non mi fido di te-
-allora perché mi hai fatto curare? Se non ti fidi di me potevi benissimo lasciarmi morire al posto tuo. Avresti avuto un problema in meno- concluse Rowan sospirando. Da una parte era felice che il moro lo avesse salvato ma dall’altra si sentiva strano. Quando aveva capito, poco prima di svenire, che la ferita che gli era stata impressa era mortale se non curata subito si era senti sollevato. Sollevato perché in quel modo sarebbe riuscito a raggiungere il resto della sua famiglia che era stata uccisa da Gale. L’uomo glielo aveva detto chiaro e tondo: un passo falso e la sua famiglia sarebbe morta. Essere scoperto era più di un semplice passo falso.
-voglio capire cosa ti ha spinto a stare dalla parte di Gale. E soprattutto come sconfiggerlo- disse tranquillamente Skyler. Di certo se voleva mantenersi distaccato nei confronti di Ro non poteva assolutamente dirgli che lo aveva fatto solo perché provava ancora qualcosa per lui.
-sono stato ricattato. Credimi odio Gale con tutto il cuore…è un mostro- sussurrò le ultime parole Rowan mentre stringeva le mani in pugni. -non avevo scelta Skyler, se non ubbidivo lui avrebbe ucciso la mia famiglia-
-e perché non me lo hai detto? Avremmo trovato un modo per non fargli avere informazioni importanti- sussurrò Skyler, lo sguardo di Rowan era diventato triste non appena aveva nominato la famiglia.
-non sarebbe servito a niente. Ho provato a modificare le informazioni, non darle precise, ma ogni volta Gale mi mandava lettere nelle quali mi intimava di essere il più preciso possibile altrimenti avrebbe pensato che lo stessi tradendo-
-questo non toglie che mi hai mentito su tutto-
-no, non su tutto- rispose Rowan guardando quei bellissimi occhi viola che a loro volta lo stavano guardando come se fosse la cosa più preziosa.
-e su cosa non avresti mentito?- chiese Skyler le cui difese si stavano abbassando sempre più.
-per esempio sul fatto che ti amo-

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


-mi ami?- chiese quasi sorpreso Skyler mentre osservava il ragazzo difronte a lui cercando di capire se avesse battuto la testa.
-è una cosa della quale me ne sono accorto col passare del tempo ma vera- sospirò Rowan che si stava leggermente spaventando per l’espressione del volto di Skyler e anche per il suo tono di voce. Forse aveva sbagliato a dire quelle parole, ma non poteva tornare indietro.
-quindi anche i mostri hanno un cuore- disse Skyler storcendo la bocca. Non doveva assolutamente farsi incantare dal biondo prima di essere sicuro che fosse davvero dalla sua parte.
-mi puoi spiegare cos’hai?- sbottò all’ora Rowan guardandolo male. -prima dici che vuoi capire le mie intenzioni e adesso mi chiami mostro. Davvero preferivo morire- concluse il biondo voltandosi per dare le spalle al re di Dilmun. La cosa non fu una mossa intelligente visto che avvertì chiaramente la ferita fargli male e molto probabilmente si era anche riaperta visto che sentiva un liquido scorrere sul suo torace, ma di certo non avrebbe chiesto delle cure. Skyler lo odiava, per una buona ragione alla fine, e lui di certo non poteva costringere il ragazzo a cambiare idea solo perché provava qualcosa per lui. Di certo il principe non ricambiava nemmeno in minima parte i suoi sentimenti.
-devi capire che non mi posso fidare così di una persona che mi ha tradito! A prescindere da quello che mi dici non posso fidarmi di te. Sono il re di Dilmun e ho delle responsabilità. Credi che non abbia fatto il giro del regno il fatto che uno dei miei amanti fosse una spia? Devo mantenere le apparenze- spiegò Skyler che si era preoccupato quando aveva visto il movimento veloce del ragazzo. Aveva paura si fosse riaperta la ferita.
-puoi non fidarti ma almeno non far sembrare che vuoi capirmi quando non è vero. Mi illudi in quel modo- sussurrò Rowan continuando a dare le spalle al moro anche perché abbassando lo sguardo aveva notato che la camicia bianca che indossava si era tinta di rosso sangue.
-siamo soli e po…-
-allora deciditi! Siamo soli decidi come comportarti e non contraddirti da solo. Io posso essere due cose: un nemico o un amico. Sei tu che devi scegliere- gridò Rowan bloccando le parole del moro sul nascere. Non gli piaceva per niente la piega che aveva preso la loro conversazione. In quel momento voleva sapere solo che fine avrebbe fatto.
-non lo so, è questo il problema Ro. Non so se posso fidarmi di te anche se vorrei farlo. Figurati che non so nemmeno se Ro sia il tuo vero nome- sussurrò Skyler, la sua testa aveva smesso di funzionare da tempo.
-lo è- disse Rowan, alla fine Ro era come lo chiamava Stevie quando erano più piccoli.
-è stato Gale ad insegnarti le buone maniere?-
-no, la mia famiglia proprio come ti ho detto. Gale li ha distrutti e io sono stato alla sua mercè per otto anni- rivelò il biondo. No, non avrebbe detto di essere il principe di Awan ma quello non era mentire, era solo omettere delle informazioni.
-otto anni? Aspetta tu non hai ventuno anni?- chiese Skyler facendo due calcoli a mente. -sei con Gale da quando avevi tredici anni?- Skyler era sconvolto a quella rivelazione.
-si-
-aspetta un attimo. Hai detto che eri il divertimento sessuale del tuo ex padrone, mi hai mentito o…-
-Gale mi scopa da quando ho tredici anni se lo vuoi sapere- sbottò acido Rowan. Non voleva ricordare quel tempo.
E il ragazzo si irrigidì quando sentì il letto scricchiolare sotto il peso di Skyler che gli si era avvicinato e lo aveva abbracciato da dietro. Rowan chiuse gli occhi e dopo poco si lasciò andare in quell’abbraccio inaspettato ma bello.
-stai sanguinando! Maledizione perché ti muovi sempre!- disse dopo un po’ Skyler staccandosi dal ragazzo controvoglia e osservando la ferita che stava diventando sempre più rossa.
-non cambia niente se sanguina o no- sussurrò Rowan distogliendo lo sguardo da quello purpureo di Skyler.
-invece si! Non voglio che tu muoia lo vuoi capire si o no? Perché non ricominciamo? Mettiamo da parte il fatto che tu sia stato dalla parte di Gale. Io cercherò di fidarmi di te ma devi fare lo stesso dicendomi tutto quello che sai- propose il moro. No, non avrebbe rinunciato al suo bellissimo biondo, e soprattutto non quando aveva finalmente compreso che Ro lo amava.
-va bene- sussurrò Rowan quasi incredulo. Si aspettava che il ragazzo potesse rinchiuderlo nuovamente in prigione, non che lo perdonasse.
-ora devo curarti questa- disse con un sorriso Skyler strappando la camicia al biondo per controllare con sguardo critico la ferita ancora fasciata. Dopo di ciò si diresse lontano dallo sguardo di Rowan per ritornare successivamente con bende pulite e una bacinella con dell’acqua. Il moro sciolse le bende sporche con calma, cercando di non fare male al biondo che aveva difronte. Una volta finito pulì, sempre con attenzione, la ferita e con calma rimise le bende intono al busto del ragazzo. -per favore non fare movimenti strani-
Rowan annuì e si poggiò con calma alla spalliera del letto mentre Skyler metteva via tutte le bende sporche e la bacinella con l’acqua che era diventata scura per via del sangue.
-Skyler- sussurrò Rowan quando il re tornò nella camera e si sedette sul letto affianco a lui.
-cosa c’è-
-non fidarti di nessuno. Gale ha spie ovunque, dove nemmeno immagini e io ero solo un suo piccolo sfizio qui. Sta attento- sussurrò Rowan guardando negli occhi il ragazzo al suo fianco.
-Walter mi aveva riferito il tuo messaggio- sussurrò a sua volta Skyler. Vedeva lo sguardo quasi terrorizzato del biondo e capiva che non poteva davvero stare tranquillo nemmeno un secondo con Gale, anche se avevano vinto quella prima battaglia. -adesso sarai tu a dirmi tutto quello che mi devo aspettare da Gale- continuò il moro prima di baciare il biondo sulle labbra.

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


-non hai un tuo regno da controllare?- chiese Victor che non sopportava più il fatto che il padre si intrufolasse nel palazzo di Awan quasi ogni giorno. Ormai la sua era diventata una presenza fissa cosa che a Victor non andava per niente a genio. Significava infatti che l’uomo non si fidava minimamente di lui, non che lo avesse mai fatto realmente, ma gli aveva affidato Awan quindi un motivo doveva pur esserci.
-anche questo è mio- rispose Gale scocciato dal tono di voce che aveva usato il figlio.
-si ma se rimani troppo tempo qui Qatna potrebbe essere presa di mira. E poi che ne è stato del tuo intento di creare un altro erede?- chiese allora il castano. Se l’uomo passava il tempo li significava che lo toglieva ai suoi intenti di creare un figlio completamente sottoposto a lui.
-ci sto lavorando lo stesso. Ah devo darti una bella notizia- disse l’uomo con il ghigno sulle sue labbra che si allargava sempre di più.
-cosa?- Victor aveva il brutto presentimento che la cosa non gli sarebbe per niente piaciuta.
-il tuo piccolo amico è morto. L’ho mandato a Dilmun a fare un compito semplicissimo ma a quanto pare è un impedito e si è fatto scoprire. Ho anche attaccato il palazzo ma era ben difeso quindi non sono riuscito ad appropriarmene. Però adesso sono sicuro che insieme alla piccola legione che ho mandato è morto definitivamente il principino di Awan- rise Gale mentre l’unica cosa che voleva fare Victor era urlare. Il suo unico amico era morto. Non riusciva nemmeno a crederci. In quel momento aveva una voglia matta di uccidere il padre. Ma non sarebbe riuscito nel suo intento visto che era disarmato, essendo nella sala del trono, mentre suo padre aveva una spada legata al suo fianco destro. Non solo sarebbe finita male per lui ma avrebbe messo a rischio la vita di sua moglie e di tutta la famiglia di Rowan. Aveva fatto una promessa al biondo e ora che era morto aveva ancora di più voglia di non venir meno alle sue parole. Avrebbe protetto Kayle e gli altri al costo della sua stessa vita.
-non dici niente?- chiese Gale sorpreso dall’autocontrollo che stava mostrando il ragazzo.
-non ho niente da dire- rispose Victor sospirando. Dire quelle parole gli era costato tanto ma non avrebbe mai dato la soddisfazione a Gale di vederlo infuriato.
-vedo che stai imparando a stare al tuo posto. A saperlo avrei agito prima- considerò Gale incrociando le braccia al petto e stava per aggiungere altro se solo Kayle non fosse entrata in quel preciso momento nella sala del trono. La ragazza non si era accorta in un primo momento della presenza dei due, ma quando lo fece sbiancò improvvisamente sgranando gli occhi per la sorpresa. Di solito a quell’ora non c’era nessuno nella sala del trono.
-scusate- disse la bionda cercando di uscire ma venne prontamente fermata da Gale che prendendola per un braccio la fece avvicinare a lui.
-vedo che sta crescendo- disse l’uomo indicando la pancia della ragazza che giorno dopo giorno stava aumentando segno che era realmente incinta di Victor.
-è normale che cresca- rispose Kayle cercando di sgusciare fuori dalla presa dell’uomo senza successo. Le stava stringendo troppo il braccio.
-padre- disse Victor al quale quella scena non stava piacendo minimamente. Vedeva chiaramente il doloro sul volto della moglie e di certo non voleva che venisse coinvolta in qualcosa di brutto.
-su su Victor non ti preoccupare, stavo ammirando il fatto che tra poco avrai un erede- gli disse l’uomo con un ghigno sulle labbra -sempre se acconsentirai di venire in guerra con me per conquistare Dilmun- continuò l’uomo. Kayle sgranò gli occhi.
-perché dovremmo andare in guerra?- chiese appunto la ragazza furiosa con l’uomo.
-non verrò in guerra, non con Kayle incinta- rispose prontamente Victor. Non voleva essere anche lui la causa della distruzione di un regno.
-ah no?- chiese Gale che in un movimento veloce mise Kayle perfettamente davanti a se e con la sua spada sulla gola della ragazza mentre il sorriso sulle sue labbra si allargava ancora di più. Di contro Victor iniziò a tremare. Non poteva star succedendo nuovamente.
-lasciala andare- riuscì a sussurrare il castano completamente paralizzato da quella vista.
-se vieni con me in guerra non le succederà niente, altrimenti sarai costretto a trovarti un’altra moglie- e per marcare il concetto l’uomo premette di più la spada sulla gola della bionda facendo uscire un rivolo di sangue.
-lasciala andare, ora- disse con più decisione Victor avvicinandosi ai due e cercando con lo sguardo quello di Kayle, Kayle che lo stava guardando confusa. Non l’aveva mai visto così agitato.
-se non ho la tua promessa non la lascio-
-so come sei, quindi fino a quando Kayle non sarà tra le mie braccia non ti prometterò un bel niente!- gridò Victor. Suo padre era capacissimo di uccidere la ragazza anche dopo che lui avesse promesso di aiutarlo in battaglia.
-allora vuol dire che la ucciderò, anzi li ucciderò-
-dammi Kayle e io vengo con te- gridò allora Victor porgendo una mano in direzione del padre.
Gale guardò per un po’ il figlio e pesando che infondo era meglio avere il figlio dalla sua parte felice con la sua mogliettina che non il contrario. Avrebbe potuto usare Kayle per minacciarlo altre volte. L’uomo lasciò andare la ragazza e la spinse verso il figlio che in due secondi l’aveva già stretta in un abbraccio ancora completamente terrorizzato.
-non venir meno alla tua promessa- disse Gale con le braccia incrociate.
-non sono te- rispose di Rimando Victor mentre stringeva ancora più a se la ragazza, per quanto gli permetteva la pancia, e le baciò il capelli cercando di tranquillizzarsi.
Nel mentre Kayle era confusa dal comportamento del castano ed era decisa a capirci qualcosa una volta che Gale fosse sparito da quella stanza. Il ragazzo gli era sembrato completamente terrorizzato.
 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-stai bene?- chiese Victor osservando attentamente la moglie dopo che il padre, soddisfatto della sua risposta, se ne era andato chissà dove.
-si, ma ti non sembri star bene. Anche se sono stata io quella in pericolo di vita. Che è successo?- chiese la ragazza che vedeva chiaramente il marito che ancora tremava.
-mio padre sa come colpirmi per traumatizzarmi o per sfruttare le mie debolezze- rispose Victor chiudendo per un momento gli occhi ma continuando a stringere con un braccio la bionda a se.
-e posso sapere come potrebbe farlo prendendomi in ostaggio? Io posso essere sostituita tranquillamente e…-
-no, anche se il nostro matrimonio è avvenuto perché mio padre non voleva avere problemi con il vostro popolo questo non significa che io non tenga a te- le fece notare Victor -io non sono mio padre e non devi pensare che ragioni come lui-
-hai dimostrato più volte di essere dalla mia parte e non da quella di tuo padre. All’inizio credevo fosse solo un modo per farmi fidare di te e poi riferire tutto a Gale, ma adesso sono sicura che sei dalla nostra parte- disse Kayle stingendo la mano libera di Victor nella sua.
-non sarò mai dalla parte di quel mostro di questo puoi esserne sicura-
-ma adesso sarai costretto a combattere contro Dilmun per me- sussurrò Kayle che era spaventata da quella possibilità.
-avrebbe trovato un altro modo per costringermi ad aiutarlo, lo trova sempre- sussurrò a sua volta Victor baciando una guancia della bionda.
-stai ancora tremando- notò la ragazza mentre Victor scostò lo sguardo dai suoi occhi ambra indagatori. -che ti ha fatto?-
-non vuoi saperlo veramente- le disse Victor.
-invece si, voglio capire quello che stai passando-
-mi ero opposto al matrimonio per il fatto che ero fidanzato. Mi sarei dovuto sposare con la mia ragazza dopo che lei avesse partorito- Kayle sgranò gli occhi a quelle parole. Che fine avevano fatto la ragazza e il bambino. Victor intuì il suo sguardo -me li ha uccisi davanti agli occhi per farmi capire che non potevo disubbidire. Oggi ho rivisto quella scena- finì di spiegare il castano abbassando lo sguardo.
-come può un genitore fare una cosa del genere al proprio figlio?- chiese sconvolta Kayle non muovendosi di un millimetro dalla posizione nella quale si trovava.
-per lui sono utile solo come pedina. Ha un arem pieno a Qatna, sta cercando di avere un altro figlio per poterlo influenzare per bene. Ma la cosa non gli sta per niente riuscendo-
-cosa possiamo fare per bloccarlo?- chiese allora Kayle. Non riusciva più a sopportare tutta quella situazione e dopo quello che aveva scoperto poco prima odiava Gale ancora di più se possibile.
-non possiamo, non da soli. Awan è sotto il suo completo controllo e non mi lascerà mai in pace. Lo hai visto anche tu che mi controlla ogni secondo possibile e passa più tempo qui che a Qatna. L’unica cosa che possiamo fare è stare tranquilli e sperare in un miracolo- disse Victor che si sentiva leggermente meglio. L’aver parlato a cuore aperto con la ragazza si era rivelata una cosa buona, adesso lei e di conseguenza la sua famiglia sapevano che era dalla loro parte.si sarebbero fidati molto di più di lui.
-se solo gli altri ci avessero aiutato invece di restare a guardare- sussurrò Kayle mordendosi il labbro inferiore.
-parli degli altri regni sottoposti al vostro vero?- chiese Victor sperando di aver capito le parole della moglie che annuì.
-abbiamo chiesto il loro aiuto ma se ne sono fregati altamente, molto probabilmente pensavano di poterne approfittare ma hanno solo ritardato la loro fine. So che Gale non li ha ancora infastiditi ma allo stesso tempo credo sia solamente questione di poco tempo prima che anche il loro regno cada- borbottò la bionda togliendosi una ciocca di capelli da davanti agli occhi.
-il potere acceca la gente. L’unica possibilità che abbiamo è che qualcuno di inaspettato e molto potente si allei con noi, ma oramai tutti sanno che siamo sotto il controllo di Gale e non ci aiuteranno mai- considerò Victor che con quella conversazione si erano anche tranquillizzato e aveva smesso di tremare. Era sicuro che l’immagine di quel giorno lo avrebbe tormentato insieme a quella di Wanda per il resto delle sue notti.
Era felice che non fosse successa la stessa cosa, felice che il padre non avesse ucciso la ragazza ma aveva paura che Kayle potesse essere nuovamente vittima delle angherie del padre.
-posso chiederti un favore?- chiese allora Victor. Non gli piaceva doverlo fare ma se era l’unico modo per essere sicuro che la ragazza non si sarebbe trovata in pericolo lo avrebbe fatto lo stesso.
-dimmi-
-rimani sempre accanto a me. Non voglio che mio padre ti prenda nuovamente da sola- spiegò il castano sperando che la ragazza accettasse.
-va bene- concesse la Kayle. Dopo quello che aveva scoperto non se la sentiva minimamente di negare ciò al ragazzo che aveva difronte. E poi era anche un modo per sentirsi più sicura, non lo aveva fatto vedere al marito ma quando Gale le aveva puntato la spada alla gola era rimasta completamente terrorizzata. E un po’ lo era ancora. Aver scoperto che Gale era stato capace di uccidere persone innocenti solo per costringere il figlio a sposarla non la tranquillizzava per niente e la faceva sentire ancora più in pericolo.
-grazie mille, io…io non ne uscirei vivo a perdere nuovamente la mia famiglia-
-so che sono stata stronza con te per un po’…-
-ne avevi tutto il diritto-
-e so che non sono la donna che amavi e di certo non potrò mai prendere il suo posto ma ti prometto che cercherò di fare del mio meglio per starti affianco-
-grazie Kayle. E io ti prometto che farò di tutto per impedire che tu, nostro figlio e la tua famiglia non rischiate la vita per colpa di mio padre-

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


-no- fu la risposta secca di Rowan alla domanda che poco prima gli era stata posta da Skyler.
-perché no?- chiese quest’ultimo abbastanza confuso.
-lo vuoi proprio sapere?- chiese a sua volta Rowan che si stava chiedendo come il moro potesse essere così stupido da non aver capito il perché del suo no secco.
-si- gli disse Skyler incrociando le braccia al petto mentre si posizionava meglio sul letto per essere perfettamente difronte al biondo che lo stava guardando incazzato.
-prima di tutto sei il re di Dilmun, unico erede al trono. E secondo non lo vuoi veramente, me lo hai chiesto solo per capire se fossi ancora dalla parte di Gale. Davvero ti fidi così poco di me nonostante tutto quello che ti ho rivelato?- l’ultima frase Rowan la disse sussurrando e distolse lo sguardo da quello purpureo del moro.
-e se non te lo avessi chiesto per quel motivo ma perché lo voglio realmente? E poi sono il re quindi posso fare quello che voglio- gli fece notare Skyler.
-non ti dirò mai di si anche se il mio cuore lo vorrebbe. Mettiti l’anima in pace- sussurrò Rowan chiudendo gli occhi per non far vedere la sua tristezza ma Skyler se ne era accorto lo stesso.
-perché sei così? Fai smettere immediatamente a quella testa che ti ritrovi da ragionare. Per favore! Non te lo avrei mai chiesto se tu non fossi stato così importante per me e se non mi fidassi completamente di te. non dire che non mi fido, mai- Skyler si avvicinò di più al ragazzo lasciandogli un bacio sulla guancia e facendogli quindi aprire i suoi occhi ambra.
-resta il fatto che sarebbe una mossa sconsiderata da parte tua e soprattutto da parte mia- disse ancora Rowan. Doveva restare fermo nella sua idea e non farsi influenzare da quello che il moro gli stava dicendo anche se stava diventando sempre più difficile.
-non è sconsiderata e adesso dammi una risposta che non sia dettata dal fatto che sono il re di Dilmun. Per favore Ro!- chiese Skyler sorridendo al biondo, il suo sorriso era dettato dalla sicurezza. Sicurezza che il ragazzo gli avrebbe risposto di si visto che era sicuro stesse per cedere.
-sei uno stronzo- ringhiò Rowan alzandosi dal letto, con grandi proteste da parte di Skyler per il fatto che il biondo era ancora abbastanza debole per la ferita al torace, e iniziando a camminare avanti e indietro per la camera.
Sapeva perfettamente che dire di si era una pazzia, nonostante lo volesse con tutto il suo cuore, ma il fatto che finalmente poteva provare ad avere anche un briciolo di felicità dopo anni e con Skyler che continuava ad insistere gli risultava davvero difficile restare fermo sul no che gli imponeva il cervello.
-Ro, fidati di me. Non te lo avrei mai chiesto se non ne fossi stato completamente sicuro e soprattutto non te lo avrei chiesto se fossi ancora dubbioso su di te. Ti amo Ro. Sei entrato come un uragano nella mia vita e più ti conosco più mi innamoro- anche Skyler si alzò dal letto e raggiunse il biodo. Gli sembrava ancora strano stare con un ragazzo più alto di lui, e anche più grande, ma amava Ro anche per quello.
-è una pazzia- sussurrò nuovamente Rowan poggiando la testa sulla spalla del moro.
-prendo queste parole per un si?- chiese Skyler abbracciando di slancio il biondo per tenerselo stretto.
-si Skyler, ti sposo- si arrese Rowan mentre una lacrima solitaria gli scendeva sulla guancia. Non era triste di aver detto di si al moro, non sapeva nemmeno lui il perché di quella lacrima. Dentro di se aveva un miscuglio di emozioni contrastanti e quello era il risultato.
-ehi- disse Skyler avvertendo il ragazzo tremare ma comunque continuando a tenerselo stretto -stai bene?-
-si- fu un sibilo quello di Rowan. Il ragazzo non riusciva davvero a credere di aver detto davvero quelle parole. Fino a poco tempo prima credeva sarebbe morto perché non era riuscito a dire in tempo la verità a Skyler e invece in quel momento si trovava ad aver accettato quella proposta di matrimonio fatta completamente a caso dal re di Dilmun.
-senti- iniziò Skyler camminando lentamente con ancora Ro tra le braccia per raggiungere il letto e quindi per permettere al biondo di non stancarsi molto -la fiducia tra noi deve essere totale, soprattutto adesso che ci sposeremo. So perfettamente che non mi hai detto tutto ma allo stesso tempo sono sicuro che tu non sia contro di me e il mio regno quindi non ti chiederò di dirmi niente- continuò il moro vedendo Ro sgranare gli occhi alle sue parole.
-come hai fatto?- sussurrò Rowan sconvolto. Non credeva di essere così tanto leggibile.
-non mi puoi più mentire. Ho imparato a conoscerti con il tempo- gli rispose Skyler con un leggero sorriso sulle labbra -ma ti ripeto che mi fido e sono più che sicuro che tu sia dalla mia parte quindi aspetterò quando sarai pronto per parlarne- Rowan annuì alle parole di Skyler. Sapeva che non avrebbe potuto continuare a mantenere segreto al suo futuro marito di essere uno dei principi di Awan.
-ti prometto che te ne parlerò, adesso è troppo presto- concordò Rowan. La sua cattura aveva innescato la morte della sua famiglia e parlarne in quel momento con Skyler sarebbe stato letale e anzi, Rowan credeva che il moro si sarebbe potuto sentire in colpa e non voleva. Non era colpa di Skyler quello che era successo ma solo e soltanto di Edward e Gale.

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Rowan osservava il semplicissimo anello in oro bianco che si trovava sul suo anulare sinistro. Skyler non aveva voluto aspettare e il giorno dopo che aveva accettato la sua proposta di matrimonio si erano sposati. Non era stata una cerimonia in grande stile. Era stata semplice infatti non c’erano stati invitati: solo loro due, la madre di Skyler e Walter, più ovviamente l’officiante della cerimonia. La risposta di Skyler alla domanda di Rowan sul perché sposarsi in quel modo era stata: “non voglio sprecare tempo senza essere sposato con te ma per la cerimonia in grande voglio aspettare momenti migliori”. E per momenti migliori Skyler intendeva quando Gale avrebbe allentato la pressione che stava mettendo su Dilmun.
Era passata una settimana dal loro matrimonio segreto e Rowan ancora non riusciva a credere di essere sposato con il re di Dilmun.
E il ragazzo non avrebbe nemmeno mai immaginato che la regina madre accettasse tranquillamente la scelta del figlio. Rowan era certo di aver completamente deluso la donna quando si era scoperto che era lui la spia e non credeva che alla donna sarebbe andata bene come cosa. Il biondo aveva anche immaginato che Skyler l’avesse costretta ad assistere alla cerimonia. Ma Rowan si era completamente sbagliato: si, la regina madre era rimasta delusa all’inizio ma al matrimonio gli aveva anche rivelato che era riuscita a perdonarlo nel momento stesso in cui aveva salvato la vita a Skyler.
-a cosa pensi?- chiese proprio Skyler buttandosi a peso morto sul letto dove era sdraiato Rowan e guardandolo con i suoi penetranti occhi viola.
-non ho ancora realizzato del tutto la cosa- gli rispose il biondo indicando con la testa la sua mano sinistra. Skyler gli sorrise e guardò a sua volta la sua fede. Era identica a quella che aveva Ro con un’unica differenza: all’interno dell’anello era incisa una R mentre su quello di Rowan una S.
-quando tutto questo sarà finito ti prometto che avremo la nostra bellissima festa e la cosa sarà ancora più reale. Comunque come ti senti?- chiese ancora Skyler preoccupato. Erano due giorni che il ragazzo non si era sentito tanto bene durante i pasti.
-meglio. Credo che mi abbia fatto male qualcosa che ho mangiato- sviò l’argomento il biondo. La nausea che lo aveva assalito non era stato un enorme problema, aveva mangiato poco e basta, e di certo non voleva far preoccupare troppo quello che a tutti gli effetti era suo marito.
-vorrei capire cosa ti ha fatto male. Non hai mangiato la stessa cosa entrambi i giorni quindi mi sembra strano-
-Skyler stai tranquillo. Se mi sento male te lo dico, adesso sto bene- tagliò il discorso Rowan sospirando. Non gli andava di parlare di quella nausea soprattutto perché gli era venuta una malsana idea in mente e non voleva assolutamente che la cosa gli ronzasse troppo in testa.
-sai qualcosa- sussurrò Skyler assottigliando gli occhi. Oramai riusciva a capire perfettamente il marito e Rowan non riusciva minimamente a nascondergli qualcosa.
-non è che io sappia qualcosa, ho un dubbio che mi ronza in testa ma è più impossibile che altro- si decise a parlare Rowan. Non voleva tenere troppi segreti con Skyler, non voleva abusare della fiducia del moro.
-dimmelo lo stesso. Anche se non ne sei sicuro, in questo modo posso aiutarti- cercò di farlo parlare Skyler e Rowan si chiedeva come cavolo era riuscito quel moro a farlo sentire così sicuro nel confidarsi.
-Gale vuole un altro figlio…-
-e questo cosa centra?- lo interruppe Skyler confuso- Rowan alzò gli occhi al cielo.
-fammi spiegare. Stavo dicendo Gale vuole un altro figlio e ci sta provando da prima che io arrivassi da lui. E non ci prova solo con le donne. Per anni, più volte al giorno, mi ha fatto bere il succo di Bunkalar. Immagino tu sappia cosa sia- Skyler annuì mordendosi il labbro per far finire di parlare il marito. -non è mai capitato che io rimanessi incita e credo che sia anche impossibile ma il dubbio mi sta venendo lo stesso. Ovviamente prendi le mie parole con le pinze e non illuderti- concluse Rowan.
-sto odiando ancora di più Gale per tutto quello che ti ha fatto ma se veramente i tuoi dubbi sono fondati e tu sei veramente incinta di me avrà fatto una cosa giusta- rise Skyler.
-ti ho detto di non illuderti- sussurrò Rowan guardando Skyler sospirando.
-non mi sto illudendo amore, sto solo dicendo che nella remota e alquanto impossibile probabilità che succeda sarei felice. Tutto qui- disse di rimando Skyler baciando il marito sulle labbra. E il bacio da casto divenne subito più profondo facendo finire Skyler sopra a Rowan mentre toglieva la maglietta a quest’ultimo. E sarebbero anche andati avanti se solo qualcuno non avesse iniziato a bussare alla porta della loro camera insistentemente. Skyler gemette per la frustrazione e si alzò, essendo anche quello dei due con ancora tutti i vestiti addosso, e si diresse verso la porta aprendola trovandosi davanti Walter.
-mi dispiace disturbarvi vostra altezza ma ci sono dei sovrani che vorrebbero parlare con voi- disse il consigliere che dal tono che aveva usato Rowan intuì fosse scocciato dalla situazione segno anche che quei sovrani non erano per niente graditi li.
-falli accomodare nella sala del consiglio, arrivo subito- rispose Skyler annuendo per poi chiedere la porta e girarsi verso Rowan.
-vieni con me- gli disse soltanto. Rowan non ne aveva tanta voglia ma decise di farlo lo stesso. Se Skyler glielo aveva chiesto significava che aveva bisogno di lui altrimenti lo avrebbe lasciato in camera. Rowan si rimise la camicia e prese una delle giacche dalla cabina armadio prima di fare segno a Skyler che potevano andare.
Il biondo non aveva nemmeno mai visto la sala del consiglio, non c’era mai stata occasione per andarci, e quindi si fece guidare dal marito guardandosi intorno curioso per il nuovo ambiente che avrebbe scoperto ma anche curioso di capire chi fossero i sovrani che stavano disturbando. Non se lo fosse mai chiesto visto che appena vide i quattro nella sala sbiancò.

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Skyler stava camminando spedito verso i quattro uomini presenti nella sala del consiglio ma si fermò a metà strada notando che il suo Ro era rimasto immobile sulla porta delle camera.
-tutto bene?- chiese allora Skyler a bassissima voce e avvicinandosi al marito. I quattro uomini non li avevano ancora visti. -stai male?-
-no, sto bene. Conosco di vista quei tizi- spiegò il ragazzo guardando malissimo i quattro che aveva difronte. Avrebbe volentieri voluto ucciderli ma doveva trattenersi perché non voleva dare problemi a Skyler.
-e loro conoscono te?- chiese sorpreso Skyler. Quindi il biondo diceva il vero quando parlava di avere origini nobili.
-teoricamente si ma sono passati tanti anni e io sono cambiato parecchio quindi non credo mi riconosceranno. Andiamo a vedere cosa vogliono gli stronzi- sussurrò l’ultima frase Rowan ma Skyler lo sentì chiaramente e ridacchiò a quell’affermazione.
-buonasera signori- disse allora Skyler palesando la loro presenza e attirando su di se lo sguardi di tutti e quattro.
-finalmente, pensavamo di dover aspettare in eterno-
-stavo svolgendo questioni importanti. Ma ditemi, cosa vi porta qui?- chiese ancora il re di Dilmun mentre Rowan tratteneva una risata.
-siamo qui perché vogliamo il vostro aiuto per distruggere Awan. La situazione è diventata insopportabile visto che si sono alleati con Gale e noi non vogliamo che anche i nostri regni cadano sotto il suo controllo- parò uno dei quattro, quello che era stato incaricato dagli altri di farlo molto probabilmente.
-e perché proprio il nostro?- chiese Skyler abbastanza confuso senza guardare Rowan che in quel momento stava lanciando occhiate omicide in direzione dei quattro sovrani.
-perché siete potente- rispose prontamente sempre lo stesso che aveva parlato e gli altri tre annuivano convinti.
-ma io non centro niente con Awan quindi non vedo perché dovrei intervenire- disse semplicemente Skyler. Intervenire significava mettere in pericolo Dilmun e non lo avrebbe fatto per quei tizi nemmeno sotto tortura.
-ma ci serve il vostro aiuto! Quelli sono dei mostri che ci hanno voltato le spalle- protestò un altro dei sovrani facendo finalmente sentire la sua voce.
-di chi state parlando? Dei sovrani di Awan o di Gale?- chiese allora Rowan non riuscendo più a trattenere le sue parole. Ci aveva provato, ma era arrivato al suo limite. Si sarebbe fatto perdonare dopo da Skyler.
-vi prego, dovete assolutamente aiutarci- Rowan sgranò gli occhi. Avevano completamente ignorato la sua domanda, proprio come se non esistesse.
-il mio compagno vi ha fatto una domanda- disse allora completamente scocciato Skyler. Il comportamento di quegli uomini non gli stava andando per niente a genio e il fatto che avessero completamente ignorato la domanda di Ro lo faceva imbestialire ancora di più.
-quelle che ha tirato fuori quel tizio li sono solo supposizioni senza fondamento- rispose acido l’uomo.
-quel tizio è il mio compagno e dovrete trattarlo proprio come trattate me- disse allora Skyler con gli occhi iniettati di sangue per poi continuare: -se vi ha fatto quella domanda e voi l’avete sviata potrebbe benissimo significare che eravate dalla parte di Gale aspettando che vi desse qualcosa in cambio ma non è stato così e adesso volete prendervi Awan. Già non vi volevo aiutare ma dopo questo ho ancora meno intenzione di stare dalla vostra parte-
-state completamente sbagliando! La famiglia reale di Awan ha scelto spontaneamente di arrendersi a Gale dopo che il principe ereditario si è suicidato. Per non parlare di quella puttana della principessa che per essere sicura di ottenere il trono si è scopata sia Gale che il figlio. Dovete aiutarci- Rowan sbiancò completamente a quelle parole e rimase immobile per un bel po’ prima di prendere uno dei tagliacarte presenti sul tavolo che li separava dagli altri sovrani e con gli occhi ambra che erano quasi diventati rosso scuro per la rabbia salì sul tavolo per ridurre la distanza che c’era. Tutto questo sotto lo sguardo confuso di Skyler che non pensò minimamente a fermare il marito e quello impaurito degli altri sovrani.
-prova a dirlo di nuovo- sussurrò Rowan puntando il tagliacarte alla gola di quello che aveva parlato.
-ho detto solo la verità. Vostra altezza dovreste controllare meglio il vostro cagnolino- Rowan dopo quelle parole aveva ancora più voglia di ammazzare l’uomo ma non ci riuscì perché delle braccia forti che conosceva alla perfezione lo fecero staccare dell’uomo.
-è il mio compagno e non il mio cagnolino. E ora andatevene prima che sia io stesso a porre fine alle vostre vite. Da Dilmun non avrete nessun aiuto- e senza aspettare altro tempo Skyler trascinò Rowan fuori dalla stanza, lontano da quegli uomini.
-stai bene?- chiese una volta rimasti soli e Rowan non stava per niente bene. Se quello che quell’uomo aveva detto significava che Gale non aveva fatto altro che mentire e allo stesso tempo venir meno alla promessa che gli aveva fatto. Aveva passato anni di inferno per permettere al suo regno e alla sua famiglia di vivere tranquilli e invece era stato tutto il contrario. La cosa che però lo aveva fatto scattare prima era stato il modo in cui avevano parlato della sua Kayle. Rowan conosceva perfettamente la gemella ed era sicuro che prima di fare quello che quegli uomini avevano detto si sarebbe sparata.
-Ro- lo chiamò ancora Skyler terrorizzato dallo stato in cui era finito il biondo. Il re di Dilmun non lo aveva mai visto così e stava iniziando a preoccuparsi seriamente.
-sto bene- sussurrò allora Rowan -scusami per quello che è successo-
-non ti preoccupare al momento sono solo preoccupato per te- lo rassicurò Skyler che voleva capire il perché di quel comportamento da parte del biondo ma era sicuro che Ro non avrebbe detto di più quini l’unica cosa che poteva fare era stargli accanto.

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Rowan guardò Skyler che era appena entrato nella loro camera attentamente. Da quando era esploso durante la riunione con i sovrani dei regni nei dintorni di Awan Skyler non gli era stato molto affianco e la cosa aveva fatto preoccupare terribilmente Rowan. Sapeva di non essersi comportato nel migliore dei modi ma non credeva di aver fatto qualcosa per far allontanare in quel modo il moro. E aveva paura Rowan, paura di averlo perso definitivamente per qualcosa che non sapeva nemmeno di aver fatto.
-Skyler- si decise alla fine il biondo a chiamare il marito che si girò immediatamente verso di lui.
-tutto bene Ro?- chiese Skyler mantenendo sempre la distanza tra loro, cosa che faceva stare ancora più male il biondo. Possibile che non facesse altro che perdere la gente alla quale teneva di più?
-sei distante, in questi giorni non ci siamo quasi per niente toccati. Ho fatto qualcosa di male?- si decise a chiedere il biondo. Se non affrontava la questione in quel momento ne sarebbe morto.
Skyler lo guardò quasi sorpreso da quella domanda per poi raggiungere il marito con un sorriso sulle labbra e gli prese la mano sinistra prima di parlargli.
-non hai fatto niente di male. Sono stato più distante perché ho visto che non stavi tanto bene per quello che era successo e non volevo sembrasse stessi cercando di metterti sottopressione per dirmi quello che era successo, tutto qui- spiegò Skyler mentre Rowan sospirava di sollievo. Aveva davvero creduto per un momento che il ragazzo non lo volesse più tra i piedi.
-mi dispiace- sussurrò allora Rowan baciando il marito sulle labbra -credo che sia arrivato il momento di spiegarti i miei comportamenti- Rowan ci aveva pensato per tutto il tempo se parlare a cuore aperto con Skyler ed era arrivato alla conclusione che non poteva più mentirgli.
-non ce ne è bisogno…-
-invece si Skyler, tu ti fidi completamente di me tanto da non avermi nemmeno detto niente per aver provato ad ammazzare quello stronzo. Devo fidarmi anch’io di te- concluse Rowan con un leggero sorriso prima di trascinare sul divanetto della loro camera il moro. Non gli andava tanto di parlare rimanendo in piedi.
-va bene allora. Ti ascolto-
-come hai già intuito Ro non è il mio nome intero. Ro era il soprannome che usava mio fratello quando eravamo piccoli ma il mio vero nome è Rowan- fu la prima cosa che rivelò. Voleva capire quanto il marito conoscesse della famiglia reale di Awan. Ma osservandolo attentamente Rowan capì che molto probabilmente il moro non conosceva i nomi della famiglia reale di Awan altrimenti avrebbe già collegato tutto solo da quell’informazione.
-prima che tu continui posso farti una domanda?- chiese Skyler. Rowan era abbastanza confuso, ma annuì facendo continuare il moro -tu e la principessa Kayle eravate promessi?-
-certo che no!- rispose quasi schifato Rowan, il solo pensiero di essere promesso alla sorella gli faceva davvero strano. -perché lo hai pensato?-
-ti sei scaldato quando hanno parlato male della principessa Kayle e mi hai detto che provenivi da una famiglia di nobili origini quindi mi è venuto in mente questo particolare- spiegò Skyler che da una parte era anche contento di non aver indovinato.
-io…io e Kayle siamo molto legati ma non ci dovevamo sposare- chiarì Rowan mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Era un gesto che gli serviva a prendere tutto il coraggio possibile per poter finalmente dire a Skyler la verità. -la verità Skyler è che io non sono un nobile, non un semplice nobile. Io sono, ero per la precisione, il principe ereditario di Awan e Kayle è la mia gemella- Skyler sgranò gli occhi sconvolto da quelle parole. Tutto si era aspettato tranne quello. Mai avrebbe immaginato che le buone maniere e l’educazione di Ro, del suo Ro, provenissero dal fatto che anche lui era un principe.
-sei un principe- disse ancora completamente incredulo Skyler.
-lo ero. Ho rinunciato al mio titolo per salvare il mio regno e la mia famiglia dalle grinfie di Gale ma dopo quell’incontro ho scoperto di aver lottato per niente in questi anni. Gale ha fatto quello che voleva e ha anche inscenato la mia morte. Io non sono più niente ormai- sussurrò tra le lacrime Rowan. Non voleva piangere, non in quel momento e non sotto lo sguardo attento di Skyler, ma l’essersi sfogato aveva provocato in lui anche il pianto.
Skyler stava ancora cercando di metabolizzare le parole del marito ma comunque non ci mise niente a raggiungerlo e stringerselo addosso. Era felice che Rowan si fosse finalmente aperto con lui e in parte capiva anche il dolore che il ragazzo stava provando.
-sono qui e credimi non ti lascerò andare- gli sussurrò tra i capelli per calmarlo e come risposta Rowan si aggrappò ancora di più alla camicia che il moro stava indossando.
-ti prometto che sconfiggerò Gale al costo di andare a combatterlo a Qatna-
-non ti azzardare a fare una cosa del genere solo per me- disse tra i singhiozzi Rowan. Non poteva permettere a Skyler di fare una cazzata del genere.
-io lo faccio eccome amore mio. Ti ha distrutto la vita e comunque prima o poi avrei dovuto affrontarlo anch’io quindi non vedo quale sia il problema- cercò di convincerlo Skyler.
-no, rischieresti di perdere Dilmun e io non voglio che un altro regno passi nelle mani di Gale per colpa mia. Non lo fare Skyler- Rowan alzò i suoi occhi ambra arrossati per il pianto e fissò quelli purpurei del marito, marito che era fermo nella sua decisione.
-mio padre venne da voi per combattere contro Gale anni fa e lo fece solo perché il re di Awan, tuo padre, lo aveva aiutato anni addietro.-
-è?- chiese confuso Rowan, nessuno li aveva aiutati durante quella battaglia.
-dal tuo spaesamento capisco che mio padre è morto prima di poter solo raggiungervi. Gale aveva spie a Dilmun da anni e mio padre ha avuto la brutta idea di partire con un piccolo gruppo. Io ho intenzione di portare l’intero esercito e Gale non ha più le sue spie qui. Non finirà come l’ultima volta amore mio. Salveremo il tuo regno e distruggeremo Gale una volta per tutte-

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Stevie sospirò per la millesima volta mentre camminava tra gli altissimi scaffali della biblioteca. Stava cercando qualcosa di interessante da leggere per passare il tempo e non pensare al dolore atroce che gli stava uccidendo la schiena. Le frustate continue non gli facevano per niente bene alla schiena e anche il più piccolo movimento poteva rischiare di fargli riaprire le ferite. Il fatto stesso che il ragazzo non riusciva a mettersi l’unguento da solo non aiutava. Dopo quello che era successo con Jean non aveva più chiesto l’aiuto della ragazza per non complicarle ancora di più le cose. Le aveva già rovinato la vita e non voleva peggiorare la situazione.
Il biondo alzò un braccio per prendere uno dei libri nello scaffale più in altro ma una fitta di dolore lo fece desistere abbassando il braccio e cercando anche di sopprimere un gemito di dolore per la schiena. Nessuno doveva sapere delle sue ferite. Una volta che il dolore si fu leggermente attutito Stevie lanciò un’occhiataccia al libro che voleva prendere, come se fosse lui l’artefice del suo dolore, e ne prese un altro più alla sua portata. Teoricamente preferiva rimanere in biblioteca a leggere, ma quel giorno non aveva per niente voglia di rimanere nella sala troppo calda vestito di tutto punto. Sarebbe tornato nella sua camera dove poteva stare anche senza niente addosso e leggere con tutta calma. Non aveva nemmeno visto il titolo del libro infondo per quanti ne aveva letti in tutti quegli anni uno valeva l’altro.
Mentre stava ritornando nella sua camera, passando per la sala del trono, sentì le urla indignate della sorella e si bloccò chiedendosi se dovesse controllare cosa stesse succedendo. La situazione con la sorella era peggiorata dopo quello che era successo con Jean, non che prima fosse stato tutto rose e fiori, e aveva paura che il suo intervento non sarebbe stato gradito. Ma poi sentendo ancora la ragazza gridare si decise a capire cosa stesse succedendo. Aveva notato che da qualche giorno durante il pranzo Kayle non sembrava più tanto scocciata dallo stare affianco a Victor, anzi l’aveva vista parlare tranquillamente con lui e anche accennare un leggero sorriso.
Una volta entrato nella sala del trono non si sorprese di trovarci all’interno anche Gale, che di sicuro era la causa delle urla della sorella, e di Victor che sembrava volesse uccidere il sovrano di Qatna da un momento all’altro.
-cosa sta succedendo?- chiese Stevie palesando ai tre la sua presenza nella sala. Subito ricevette un’occhiataccia da parte della sorella.
-oh principe Stevie, ci siete anche voi. Meglio così non devo mandare nessuno ad informarvi- disse Gale girandosi verso il biondo che si fermò a pochi passi dalla sorella con ancora il libro in mano. Era quello che la sorella stava fissando insistentemente con astio.
-di cosa dovete informarmi?- chiese ancora Stevie curioso. Cos’era successo di tanto grave che aveva fatto urlare la sorella?
-ho deciso di confinare i vostri genitori nelle loro camere, stavano influenzando negativamente i sovrani- Stevie sgranò gli occhi. Significava che non potevano più parlare con loro se non sotto la concessione di Gale, cosa che non sarebbe mai avvenuta. -e poi tu avrai poca libertà di movimento non essendo uno dei re. Limitati a fare avanti e indietro dalla tua camera alla libreria solo se necessario- continuò il castano mentre Stevie rimaneva immobile, credeva che le imposizioni di Gale fossero finite e invece no.
-non è giusto tutto ciò! Non usciamo mai dal palazzo perché limitarci anche negli spostamenti?- protestò ancora Kayle incrociando le braccia al petto facendo si di far risaltare ancora di più il ventre gonfio.
-padre davvero è un po’ troppo- aggiunse Victor che sembrava realmente preoccupato per la cosa.
-e va bene ma solo a una condizione- concesse allora Gale con un ghigno che si andava ad allargare sulle labbra.
-cosa?- chiese Kayle  curiosa, anche lei aveva notato il ghigno sulle labbra dell’uomo ed iniziava ad avere un po’ di paura conoscendo quello che era realmente in grado di fare.
-Stevie si scontrerà in un duello all’ultimo sangue con un mio campione, se vincerà avrete tutte le libertà che vorrete. Ma se perderà le restrizioni saranno peggiori-
-mi rifiuto- disse prontamente Stevie, non sapeva niente di come combattere e di certo scontrarsi con il campione di Gale avrebbe portato alla sua morte sicura.
-ci credo, tieni più alla tua insulsa vita che a noi- gli disse acida Kayle.
-Kayle se accetto perdo di sicuro! Non ho mai toccato una spada in vita mia! Vuoi avere più restrizioni?- chiese il ragazzo esasperato. Possibile che la ragazza non si rendesse conto di quello che stava succedendo.
-sei stato tu a decidere che i libri erano più importanti delle armi- urlò ancora Kayle e avrebbe continuato se solo il marito non l’avesse bloccata sussurrandole qualcosa all’orecchio per calmarla.
Stevie stava per scoppiare, voleva urlare a tutti che quella non era stata una sua scelta, voleva mostrare le cicatrici che gli martoriavano la schiena ma non poteva.
-allora?- chiese ancora Gale -metto subito più restrizioni o facciamo lo scontro?- chiese Gale incurante di quello che era appena successo davanti ai suoi occhi.
-eh?- chiese Stevie sgranando gli occhi.
-se ti rifiuti perdi a tavolino- gli spiegò Gale e mai come in quel momento Stevie avrebbe voluto uccidere quell’uomo.
-e va bene combatterò ma Kayle- il ragazzo si rivolse alla sorella -sappi che non vincerò mai quindi mettiti l’anima in pace e se hai da dirmi qualcosa fallo adesso. Dopo sarò sepolto sotto la terra-
-era meglio Rowan- sussurrò la ragazza distogliendo lo sguardo e Stevie annuì. Almeno non poteva dire di non averci provato.

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


-posso dirti la mia?- chiese Victor mentre lui e Kayle stavano andando nella sala d’armi dove di li a poco si sarebbe svolto l’incontro tra Stevie e il campione di Gale, il tutto sotto lo sguardo di tutto il palazzo tranne l’ex famiglia reale.
-parla, lo sai che lo puoi fare- gli disse Kayle stringendo la sua mano. Non voleva ammetterlo ma era terrorizzata da quello scontro e anche per Stevie.
-sei stata troppo dura con tuo fratello. Nonostante tutto è comunque parte della tua famiglia ed è l’unico fratello che ti è rimasto-
-fratello che fra un po’ perderò comunque e che non ha mai fatto niente per ribellarsi a tutto questo. Ha accettato tutto passivamente e non si è mai interessato al combattimento cosa che adesso gli si ritorce contro- concluse Kayle sospirando.
-sai, ho il presentimento che non abbia accettato tutto passivamente come credi. Nel suo sguardo, nei suoi occhi leggo tanta oscurità. Ho paura che abbia passato qualcosa che noi non sappiamo- sussurrò Victor.
-o è semplicemente il suo sguardo. Vediamo sto incontro e basta- disse Kayle una volta che furono arrivati nella sala.
Mancavano solo loro a quanto pareva visto che tutta la servitù era presente così come Stevie che si stava aggiustando i polsini della camicia nera che indossava e Gale con il suo campione che era si più basso di Stevie ma comunque tre volte più grosso. Era impossibile non capire come sarebbe finito lo scontro: Stevie morto.
Stevie alzò lo sguardo e lo incatenò per un momento in quello della sorella quasi preoccupato prima di prendere una delle spade presenti sul tavolo. Il ragazzo cercò di mantenere una faccia inespressiva per non far capire la sua sorpresa nel prendere quella spada. Era pesante e non era per niente sicuro di riuscire a tenerla per tanto tempo in mano. E pensare che quella era anche la più leggera di tutte!
-bene, direi che si può iniziare- disse Gale tutto felice e contento scambiando uno sguardo veloce con il suo campione che sembrava assetato di sangue. -ricordo che lo scontro non finisce fino a quando uno dei due non muore- e con quelle parole lo scontro.
Stevie osservò attentamente il suo avversario cercando di trovare una sua qualche debolezza, ma sembrava non averne. Era spacciato. Il suo avversario si lanciò immediatamente verso di lui e Stevie fu abile a scattare indietro per schivare il corpo, ma facendolo sentì chiaramente le ferite sulla schiena aprirsi e storse la bocca. Alzando il suo sguardo dorato per guardare il suo sfidante incrociò per un solo attimo lo sguardo di Jean. La rossa lo aveva guardato inizialmente confusa, poi il suo sguardo si era fatto pieno di consapevolezze e infine di rabbia. La rossa era arrabbiata con lui perché aveva appena scoperto che il ragazzo aveva altre ferite fresche sulla schiena e non aveva chiesto il suo aiuto. Stevie si sorprese di quello sguardo, dopo quello che aveva fatto non credeva che la ragazza potesse essere arrabbiata con lui per non aver chiesto il suo aiuto per le ferite. E quella distrazione momentanea di Stevie fu punita visto che il suo sfidante riuscì a raggiungerlo facendogli un taglio sul torace. Stevie gemette mentre un rivolo di sangue iniziò ad uscire dal suo torace e la camicia nera si apriva leggermente sulla ferita.
Stevie digrignò i denti. Non poteva permettere di essere usato come carne da tagliare a piacimento di quello li e decise di provare ad attaccare anche lui. Si mosse e riuscì a ferire il suo avversario sul braccio solo e soltanto perché lo aveva colto si sorpresa.
Solo dopo quell’azione il respiro di Stevie si appesantì parecchio. Era già stanco e non aveva fatto niente. Non sarebbe durato molto in quello stato.
Il suo avversario lo capì subito e iniziò ad attaccarlo con ferocia e furia senza lasciargli nemmeno un attimo di pausa tra un affondo e l’altro riuscendo a ferirlo ripetutamente sulle braccia e sulle bambe fino a quando Stevie non cadde in ginocchio non riuscendo più a sorreggersi sulle sue gambe.
Stevie sentì ridacchiare il suo avversario, era stato semplice per lui metterlo a tappeto. Il biondo non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo per quanto il suo corpo stesse urlando dal dolore e avvertì solo indistintamente la spada del suo avversario che si alzava per colpirlo. No, non poteva permetterlo, doveva fare qualcosa, doveva dimostrare di valere qualcosa. Con un ultimo sforzo il biondo strinse l’elsa della sua spada e solo quando avvertì l’altra arma calare su di lui alzò la sua e la conficcò nel corpo dell’uomo che aveva difronte. Avvertì qualcosa di denso finirgli in faccia, probabilmente il sangue del suo avversario, e si scostò con le ultime forze che aveva facendo finire a terra il corpo morto dell’uomo.
Il respiro di Stevie era affannato e il ragazzo aveva ancora il cuore che batteva a mille nel suo petto per non parlare della sua schiena e delle ferite su tutto il suo corpo che lo stavano uccidendo.
-oh, che sorpresa. Il principino ha vinto- decretò Gale e Stevie fece un piccolo sorriso felice di non essere ancora una volta la causa della distruzione della sua famiglia prima di cadere definitivamente di faccia a terra.
-Stevie- gridò Jean non curante del fatto che aveva chiamato per nome il suo principe. La rossa corse sotto lo sguardo attento di tutti i presenti verso il ragazzo e si accovacciò affianco al suo copro cercando di capire se il ragazzo fosse ancora vivo. A quanto pareva il biondo era solamente svenuto e la ragazza fece un sospiro di sollievo. Ma doveva comunque curare le sue ferite e soprattutto la sua schiena. Aveva solamente appoggiato la mano sopra la stoffa scura della camicia e aveva chiaramente avvertito il sangue che stava uscendo. Il solo fatto che avesse combattuto in quel modo era già tanto.
-devo curare le sue ferite- disse la ragazza alzando lo sguardo sperando nell’aiuto di qualcuno. Gale sembrava disinteressato della cosa, troppo preso a guardare male quello che era il suo campione e che aveva fatto una brutta fine.
-ti aiuto io- disse Victor e Jean sgranò gli occhi ma permise comunque al re di prendere il corpo del ragazzo e portarlo fuori di li.

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Mentre Victor aveva portato Stevie nella sua camera Jean era corsa a prendere tutto l’occorrente per curare le ferite del ragazzo.
Quando entrò nella camera del principe trovò la coppia reale all’interno e la rossa quasi si sorprese nel vedere lo sguardo preoccupato di Kayle. Non l’aveva mai vista in quel modo per Stevie.
-ti serve qualcos’altro?- chiese Victor notando la presenza di Jean nella camera.
-no, grazie vostra altezza- rispose la rossa poggiando tutto sul letto per poi dirigersi a passo spedito verso il comodino dove la ragazza sapeva si trovasse l’unguento per la schiena.
Quando ritornò verso il principe storse la bocca nel vederlo in posizione supina ma decise di approfittare della cosa per il momento e strappandogli la camicia nera che oramai era inutilizzabile completamente piena di sangue. Decise allora di pulire prima la ferita sul torace che sembrava la peggiore e poi, una volta finito, cercò di girare di peso il ragazzo, ma era troppo debole per farlo.
-serve una mano?- chiese Victor notando il suo sforzo.
-se potete si vostra altezza, devo curargli la schiena o finisce male- sussurrò Jean arrendendosi al fatto che doveva per forza farsi aiutare dal castano.
-ma non è stato ferito alla schiena- sussurrò invece Kayle, aveva seguito lo scontro con attenzione e ansia.
-non oggi- rispose Jean con un sorriso amaro e Kayle sembrò parecchio confusa fino a quando il suo sguardo non si trasformò in terrore puro quando vide la schiena martoriata del fratello.
-e quelle da dove vengono?- chiese quasi sconvolta la ragazza iniziando a tremare. Era quello il motivo per il quale Stevi indossava sempre camicie e giacche coprenti?
-Edward e Gale- rispose Jean iniziando il suo lavoro -gli hanno impedito fin da subito di toccare armi e quando ci ha provato quando era più piccolo lo hanno punito con le frustrate imponendogli di studiare e non combattere. Il principe Stevie non ha più toccato armi da allora ma Edward si divertiva a dire il contrario facendogli procurare tutte queste ferite. Io lo aiutavo quando potevo ma dopo quello che è successo non mi ha più chiamata. Credevo fosse finito ma mi sono resa conto che non era così oggi quando ho visto il suo sguardo dolorante. Non so di quanto siano fresche queste ferite ma di certo non hanno più di due giorni- concluse la ragazza che aveva tenuto lo sguardo fisso su quelle ferite.
-è per questo che ti chiamava sempre, non per altro-
-si, ero l’unica a saperlo anche perché non poteva parlarne con nessuno- Jean iniziò a fasciare la schiena del ragazzo sentendosi in colpa. Se solo non avesse gridato contro Stevie quella sera il ragazzo non si sarebbe sentito in colpa e non l’avrebbe tenuta all’oscuro delle altre frustate che aveva ricevuto. Anche perché non volendo Stevie l’aveva salvata da un matrimonio che in realtà lei non voleva. Aveva accettato di sposarsi solo perché tutte le altre cameriere l’avevano convinta a farlo visto che aveva un buon pretendente, ma a lei quel ragazzo che le aveva chiesto di sposarlo non le era mai piaciuto. Il suo cuore era sempre appartenuto ad un’altra persona e in quel momento era felice della cosa.
Dentro Kayle invece stavano lottando sentimenti contrastanti. Si sentiva una stronza, un’enorme stronza. Si era sempre e solo concentrata sui suoi problemi che non si era accorta di quello che stava passando il suo fratellino. Gli aveva detto le peggio cose gridandogli ogni santa volta che non era come Rowan, che non voleva usare le armi quando lui soffriva più di lei.
-Kayle- le sussurrò Victor notando il mutismo della ragazza.
-scusate ho bisogno di andarmene- disse la ragazza con le lacrime agli occhi uscendo dalla camera del fratello.
-posso lasciarlo nelle tue mani-
-non vi preoccupate vostra altezza, l’ho già curato tante volte- rispose Jean non mentendo e Victor seguì la moglie fuori dalla camera.
Rimasta sola con Stevie Jean finì di curare il principe togliendogli anche i pantaloni per curare meglio le ferite sulle gambe e andò nel bagno privato del ragazzo per pulirsi le mani ancora sporche di sangue. Era preoccupata per Stevie, anche se il ragazzo era solamente svenuto quelle ferite erano molto pericolose.  La rossa si soffermò un attimo a controllare il suo riflesso nell’enorme specchio presente nel bagno e non si sorprese nel vedere la sua faccia ancora sconvolta per quello che era successo. Sospirò mettendosi una ciocca rossa dietro l’orecchio per poi ritornare nella camera dove incrociò le braccia al petto per la scena che aveva davanti.
-non vi muovente altrimenti vi uccido con le mie mani- disse la ragazza palesando la sua presenza e Stevie, che si era da poco ripreso, desistette dal provare ad alzarsi per mettersi seduto.
-che è successo?- chiese poi il ragazzo con voce roca. Si sentiva ancora un pezzo di stoffa maltrattato.
-siete svenuto per le troppe ferite, ma avete vinto. Perché non mi avete chiamata per la schiena? Era un disastro- chiese la ragazza avvicinandosi per permettere al biondo di osservarla.
-non volevo causarti altri problemi. Ti ho già rovinato la vita- sussurrò Stevie.
-ormai il danno era fatto quindi perché farsi male da solo?- chiese ancora la rossa sospirando. -vostra sorella e il re hanno scoperto le cicatrici-
-cosa?- chiese sconvolto Stevie. Come avevano fatto a scoprirle? Gale non ne sarebbe stato per niente contento.
-il re vi ha portato qui di peso, io non ci sarei riuscita da sola, e sono rimasti qui mentre ti curavo e le hanno viste-
-che hanno detto?- chiese quasi preoccupato Stevie.
-vostra sorella era sconvolta- sorrise leggermente Jean e Stevie sospirò. Come doveva comportarsi con Kayle in quel momento? -io vado, se avete bisogno di qualcosa sapete dove trovarmi-
-Jean, mi dispiace averti rovinato la vita- la bloccò il biondo.
-non l’avete fatto- rispose la ragazza prima di uscire lasciando Stevie abbastanza confuso.
 

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


-puoi anche andare sai?- disse con voce roca Stevie alla rossa che dopo avergli portato il pranza in camera si era seduta su una poltroncina presente al fianco del letto del principe di Awan.
-il re ha detto di controllarvi perché dovete rimettervi e non ho nessuna intenzione di disobbedire- disse convinta la ragazza incrociando le braccia al petto.
-non serve davvero. Non sono stupido- sussurrò Stevie.
-invece è proprio il contrario visto che non mi avete mai chiamata per quelle ferite. Avete vinto solo per fortuna e potevate morirci per colpa di quelle ferite sulla schiena- disse risoluta Jean e anche leggermente arrabbiata con il ragazzo.
-ti ho già spiegato il motivo. Ti ho rovinato la vita e non volevo peggiorare la situazione- spiegò nuovamente Stevie.
-non avete rovinato la mia vita. All’inizio credevo di si perché le altre cameriere mi avevano messo in testa l’idea che dovevo per forza sposarmi prima di arrivare ai diciassette anni ma io all’inizio nemmeno volevo. E quello che era il mio promesso non mi piaceva nemmeno. Mi avete fatto solo un favore- spiegò la ragazza sospirando.
-ma ho comunque rovinato la tua reputazione-
-se mai un giorno troverò qualcuno che mi vorrà sposare scoprirà che la mia reputazione non è mai stata rovinata- disse tranquillamente la ragazza -e poi non sarò ne la prima e ne l’ultima cameriera ad aver avuto una “tresca” con il suo padrone- concluse la ragazza con un’alzata di spalle.
-ti prometto che ti aiuterò. Non voglio che per colpa mia tu sia trattata male e ingiustamente- Stevie era fermo nelle sue idee e nessuno l’avrebbe fermato quindi Jean decise di non ribattere altro. Non voleva affaticare troppo il biondo con quella discussione.
-comunque ormai puoi anche darmi del tu-
-non credo sia il caso vostra altezza- rispose dopo un po’ Jean completamente scioccata da quella proposta.
-oh andiamo! Almeno quando siamo soli puoi farlo, non ti sei fatta scrupoli quando hai gridato il mio nome durante l’incontro- le fece notare il biondo con un sorrisetto mentre Jean gelava.
-eravate ancora cosciente-
-si, ho perso conoscenza subito dopo ma ho riconosciuto la tua voce-
-comunque è stata una cosa istintiva e dettata dalla paura- specificò la ragazza incrociando le braccia al petto -e non vi darò del tu. Quello che è successo durante l’incontro è stato solo un mio errore-
-Jean non me la sono presa, anzi mi ha fatto piacere. Quindi per favore, almeno quando siamo solo noi due dammi del tu- continuò il ragazzo e non si sarebbe arreso.
-continuo ad essere dell’idea che non sia il caso- sussurrò Jean distogliendo lo sguardo, il ragazzo stava iniziando a convincere Jean e lei non voleva.
Per fortuna della ragazza qualcuno bussò alla porta.
-vado ad aprire- disse la rossa alzandosi di fretta mentre Stevie la osservava attentamente chiedendosi da quanto fosse così bella la ragazza. Prima non si era mai soffermato molto sull’aspetto di Jean ma averla così vicino per tutta la mattina non aveva fatto altro che far interessare Jean a Stevie.
Jean nel mentre era completamente ignara dei pensieri di Stevie e si affrettò ad aprire la porta trovandosi davanti un’ancora molto sconvolta Kayle.
-Jean- disse la bionda vedendo che era stata la rossa ad aprire la porta -mio fratello è sveglio?-
-si vostra altezza, vi lascio soli- disse la rossa facendo un leggero inchino e uscendo dalla camera di Stevie chiudendosi la porta alle spalle dopo che la regina fu entrata.
Stevie guardò la sorella senza dire niente anche se il suo sguardo tradiva i suoi sentimenti contrastanti nel vederla li. Aveva capito da come Jean si era irrigidita che era Kayle la persona alla porta.
La bionda si avvicinò al fratello con attenzione per poi sedersi alla poltrona che era stata occupata fino a poco tempo prima da Jean.
-come stai?- chiese la ragazza palesemente a disagio.
-non ti dovrebbe interessare visto che non sono niente per te- rispose acido Stevie.
-so che ti ho trattato male e non ho scuse. Ma voglio comunque sapere come stai, voglio realmente sapere come sta mio fratello- disse decisa Kayle. Sapeva perfettamente di essere in torto.
-vuoi la verità?- chiese ironico Stevie ridacchiando poi nervosamente -sto uno schifo. Il mio corpo è un insieme di dolori intensi che mi stanno uccidendo. E la tua presenza qui non aiuta visto che guardandoti mi viene il nervoso. Mi hai sempre trattato uno schifo non sapendo cosa stessi passando e adesso che lo hai scoperto sembri interessata a me. Mi da fastidio- disse sinceramente il ragazzo guardando per tutto il tempo la sorella negli occhi.
-capisco, sono stata troppo intenta a pensare ai miei problemi senza accorgermi dei tuoi e mi dispiace. Volevo solo farti le mie scuse per tutto, anche per averti paragonato a Rowan. Non siete la stessa persona e io devo ancora rendermi conto che il mio gemello non c’è più. Ma invece di realizzare di aver perso un fratello ho peggiorato la situazione perdendone due- la ragazza si alzò dopo quelle parole prima di continuare -non mi aspetto il tuo perdono perché non me lo merito ma nonostante tutto ti voglio bene fratellino- sussurrò la ragazza prima di uscire. Stevie non aveva intenzione di rispondere alla ragazza. Aveva tutto il diritto di restare incazzato con la ragazza per tutto quello che gli aveva fatto passare in tutti quegli anni.
-tutto bene vostra altezza?- Stevie girò di scatto lo sguardo. Troppo perso nei suoi pensieri non si era accorto che Jean era tornata nella sua camera con una tazza fumante.
-cos’è?- chiese Stevie osservando la tazza quasi preoccupato.
-è un infuso, dovrebbe aiutarvi con il dolore facendolo calmare per qualche ora. State bene?- ripeté la domanda la ragazza lasciando la tazza nelle mani del biondo.
-no, non sto bene Jean anche se sono leggermente felice del fatto che mia sorella abbia finalmente capito che esisto anch’io- sussurrò il ragazzo bevendo con calma l’infuso ancora bollente e guardando con la coda dell’occhio la rossa che si era seduta sul letto per stare più vicina a lui in caso di bisogno. Poi prese la sua decisione e in caso alla ragazza non sarebbe andata a genio la cosa le avrebbe concesso di picchiarlo. Lasciò la tazza ancora piena sul comodino a suo fianco e Jean fece per dire qualcosa ma non ci riuscì trovandosi con le labbra di Stevie sulle sue.
 

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


-è una pessima idea- stava dicendo Skyler guardando male il marito che stava camminando al suo fianco.
-è un’ottima idea- gli disse invece Rowan con un sorriso sulle labbra che erano quasi rosso fuoco per via del rossetto che il biondo ci aveva messo sopra.
Ci avevano messo un mese intero per ideare un modo per poter entrare indisturbati ad Awan e soprattutto all’interno del palazzo senza far insospettire Gale. L’idea era venuta a Rowan che aveva deciso di sfruttare il fatto di avere una gemella. Infatti in quel momento non solo era truccato ma indossava anche un vestito, prestato dalla suocera, per poter ingannare tutti e far finta di essere Kayle. In quel modo i due ragazzi sarebbero riusciti ad entrare nel palazzo senza problemi. Quando Rowan aveva proposto quell’idea per la prima volta Skyler si era opposto. Non voleva far rischiare il ragazzo inutilmente e dopo aver scoperto che i dubbi impossibili del ragazzo erano più che fondati. Gale ci era riuscito alla fine ma il figlio che Rowan aveva in grembo non era il suo ma quello di Skyler che sarebbe diventato alla fine l’erede di Dilmun.
Skyler da quando aveva scoperto la gravidanza del marito aveva fatto di tutto per impedire a Rowan di andare insieme a lui ad Awan ma Rowan aveva insistito e Skyler non era riuscito ad averla vinta con il biondo.
-per quanto tu possa essere il gemello di Kayle non credo le guardie ci crederanno- disse Skyler sospirando e mettendo un braccio intorno alla vita del marito per tirarselo il più vicino possibile ed evitare allo stesso tempo che andasse a sbattere contro i passanti.
-credimi ci cascheranno. Siamo sempre stati uno la copia dell’altra e adesso che ho anche tratti molto femminili per colpa di Gale ancora di più- rispose Rowan tranquillo per poi accelerare il passo avendo visto il portone d’ingresso del palazzo di Awan. Esso si riconosceva da lontano grazie anche al fatto che era completamente rivestito in oro che brillava alla luce del sole.
-cosa volete- chiese prontamente una delle due guardie bloccando i due e subito Rowan ne approfittò per abbassare il cappuccio che aveva tenuto alzato per tutto il tempo che avevano camminato per le strade di Rowan, non avevano nessuna intenzione di farsi riconoscere subito attirando troppo l’attenzione.
Appena il suo volto fu davanti lo sguardo delle guardie quelle rimasero sorprese nel vedere una faccia identica a quella di Kayle.
-dobbiamo entrare- parò Skyler per il marito. Se Rowan avesse parlato le guardie si sarebbero immediatamente accorte che quello che avevano davanti era un ragazzo e addio piano.
-chi sei e cosa ci fai con la regina Kayle, sempre se lo sia- disse una delle guardie riprendendosi dalla shock iniziale. Sembrava non essere tanto facile riuscire ad entrare nel palazzo e Rowan si chiese il perché.
-state dubitando della vostra stessa regina?- chiese Skyler cercando di aggirare la domanda della guardia. Non sapeva come rispondere e di certo non voleva essere lui quello che incasinava il tutto.
-stiamo dubitando di qualcuno che potrebbe assomigliare alla nostra regina ma non esserlo- rispose tranquillamente la guardia che aveva preso un bel po’ di confidenza nel sostenere che quella che aveva difronte non era la sua regina. E Skyler stava iniziando ad andare in panico come poteva far capire a quella guardia che si stava sbagliando.
Anche Rowan dal canto suo iniziava ad innervosirsi e si mosse leggermente aprendo involontariamente il mantello che copriva il suo vestito. Il biondo aveva tenuto il mantello solo e soltanto perché la pancia iniziava ad intravedersi e voleva nasconderla a tutti i costi. Solo che la guardia si accorse di quel movimento e di conseguenza della pancia sgranando gli occhi. Rowan immediatamente si diede dello stupido da solo --interpretando male lo sguardo della guardia.
-scusate vostra altezza non vi avevamo riconosciuta- disse allora la guardia e Rowan a stento riuscì a mantenere la faccia tranquilla e non sorpresa. Sua sorella era incinta ed era per quello che le guardie avevano qualche dubbio a farli entrare. A saperlo avrebbe mostrato prima la sua pancia.
-ora possiamo entrare per favore?- chiese Skyler che si era leggermente tranquillizzato anche se non aveva ancora capito come mai la guardia avesse cambiato idea.
-non mi hai detto ancora chi sei- Skyler si morse le labbra e rispose solo dopo che il marito gli indicò senza farsi vedere la sua pancia.
-sono l’aiuto medico. Ho accompagnato la regina e ho l’ordine di accompagnarla fin nelle sue camere- rispose allora Skyler e la guardia alzò un sopracciglio dubbioso ma comunque si fece da parte per lasciarli entrare, proprio in tempo perché di li passasse una ragazzo biondo che guardò curioso tutta la scena.
-cosa sta succedendo?- chiese proprio il ragazzo avvicinandosi alle guardie e osservando attentamente la ragazza identica alla sorella, perché si era accorto nonostante la somiglianza che la bionda non fosse Kayle, e il ragazzo che era con lei.
-principino, vostra sorella è tornata dal controllo-
-e l’uomo che è con lei?- chiese Stevie che non corresse l’uomo perché voleva capire chi fossero quelle persone prima di smascherarle. Rowan osservò il biondo che aveva difronte quasi con gli occhi lucidi. Se lo ricordava come un bambino indifeso e quello che aveva difronte era un ragazzo bellissimo e anche più alto di lui se possibile.
-sono l’aiuto medico. Mi è stato detto di riportare la regina sana e salva nelle sue camere- disse Skyler continuando la recita ma iniziando a maledire mentalmente quella famiglia. Com’era possibile fossero tutti spilungoni? In quel momento il moro indossava degli stivali con i tacchi e arrivava a stento all’altezza di Rowan!
-allora vi accompagno così mi aggiornate- rispose Stevie dandogli le spalle e iniziando a camminare, Rowan e Skyler si lanciarono un veloce sguardo prima di seguire il biondo lasciandosi alle spalle le guardie.
 

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


-chi siete?- chiese Stevie quando fu sicuro che nessuno li avrebbe sentiti, almeno non le guardie che li avevano fatti entrare.
-ve l’ho già detto sono…-
-la donna che è al vostro fianco non è mia sorella anche se le assomiglia parecchio quindi chi siete? Se date una risposta interessante potrei continuare a mantenervi il gioco- continuò il biondo mentre Rowan a stento tratteneva le risate. Non era però quello il momento per rivelare la sua identità.
-vi diremo tutto quando saremo in un luogo sicuro e indiscreto- concesse allora Skyler sperando che il principino, che non era altri che suo cognato, li capisse.
-e perché dovrei darvi questa possibilità? Potreste benissimo essere degli assassini spietati- Stevie si girò verso i due bloccando il suo cammino e incrociando le braccia al petto osservandoli attentamente chiedendosi come quella ragazza potesse essere così simile a Kayle.
-dovete crederci sono sulla parola, non possiamo davvero dire altro in un corridoio- fece notare Skyler, Skyler che stava per aggiungere altro ma fu bloccato dall’arrivo di un’altra persona.
-Stevie tutto bene?- chiese Victor avvicinandosi al biondo. L’aveva visto di sfuggita fermo in mezzo al corridoio ed era andato a controllare. Il biondo annuì e Victor spostò lo sguardo sulle altre due persone presenti e per un momento parve sorpreso e Stevie interpretò male quello sguardo.
-Victor non è Kay..- provò a dire Il biondo ma il castano non lo stava ascoltando perché aveva perfettamente capito chi era il biondo che aveva difronte.
-sei vivo- sussurrò infatti quasi incredulo. Rowan di conseguenza sorrise leggermente facendo capire al suo migliore amico che ci aveva visto giusto. -come?- sussurrò poi Victor ancora incredulo. Suo padre non gli avrebbe mai mentito sulla morte di Rowan. Gale credeva che Rowan fosse veramente morto e la cosa stava iniziando a diventare interessante. -e tu chi sei?- chiese poi il castano osservando il moro.
-se hai capito chi è puoi arrivare alla mia identità tranquillamente- rispose invece Skyler incrociando le braccia al petto. Rowan gli aveva parlato tanto di Victor ma ancora doveva decidere se il castano gli piaceva oppure no.
-ah- disse Victor che aveva fatto i collegamenti velocemente -okay cosa ci fate qui tutti e due e soprattutto tu- continuò rivolto al moro.
-ho già detto al principe Stevie che parleremo solo in un luogo sicuro- parlò Skyler serio.
-va bene, venite con me-
-Victor ma cosa…-
-Stevie ci possiamo fidare, anzi va a chiamare Kayle deve esserci anche lei- concluse Victor lanciando una veloce occhiata a Rowan che annuì. Stevie non ne sembrava tanto convinto ma fece come Victor gli aveva chiesto mentre quest’ultimo portò i suoi due ospiti in giro per il castello e Rowan sgranò gli occhi quando capì dove il castano li stava portando.
-sei sicuro?- chiese infatti, con lui poteva tranquillamente parlare senza rivelare troppo.
-è il luogo che le guardie di mio padre controllano meno e Stevie lo sa, ultimamente parliamo li quando dobbiamo organizzarci con qualcosa-
-si fidano di te- disse quasi sorpreso Rowan, era felice della cosa. Molto felice.
-ci è voluto un bel po’ di tempo ma si, si fidano di me- rispose Victor con un sorriso sulle labbra prima di aprire la porta dell’armeria e far entrare i due ragazzi richiudendo poi la porta alle sue spalle. Non perse tempo e una volta soli corse ad abbracciare stretto il biondo, biondo che rispose all’abbraccio felice. I due non dissero niente ma restarono abbracciati fino a quando la porta non si riaprì facendo entrare sia Stevie che Kayle, Kayle che guardò curiosa i due abbracciati e che si staccarono successivamente.
-allora, qualcuno vuole spiegare?- chiese Stevie incrociando le braccia al petto e appoggiandosi a una delle pareti vicino alla porta.
-sono il re di Dilmun e sono qui perché voglio aiutarvi a sconfiggere Gale- disse chiaramente Skyler notando che il marito sembrava bloccato dal trovarsi dopo tanto tempo vicino ai suoi fratelli.
-Dilmun?- chiese Kayle confusa -così lontano? E perché?-
-Gale ha attaccato anche noi anche se non è riuscito a sconfiggerci. Mio padre era amico del vostro e quando scoprì dell’attaccò partì per aiutarvi, parlo di otto anni fa, ma c’erano già le spie di Gale e quindi morì prima di arrivare da voi. Questa volta ho intenzione di aiutarvi seriamente e distruggere Gale, senza offesa- aggiunse infine guardando in direzione di Victor.
-puoi insultarlo quanto vuoi per me non è parte della famiglia anche se lo è biologicamente- gli rispose il castano con un’alzata di spalle.
-non capisco comunque perché adesso- disse Stevie. Skyler e Victor guardarono entrambi Rowan che sospirò. Doveva parlare in quel momento.
-Gale ha mentito, su parecchie cose. E sia a me che a voi- parlò Rowan attirando su di se lo sguardo dei suoi fratelli che ancora non lo avevano riconosciuto. Era cambiato molto in otto anni. -per esempio non ha mantenuto promesse che doveva mantenere e ha inscenato la mia morte, due volte a quanto pare- aggiunse poi guardando Victor che annuì.
-eh?- chiese Stevie quasi incredulo. -sei davvero…-
-si, sono io- rispose Rowan capendo le parole di Stevie. Kayle invece era ancora parecchio confusa. Stevie era immobile con le lacrime agli occhi. Non riusciva ancora a crederci e fu Rowan a fare il primo passo avvicinandosi al fratello e abbracciandolo. Una volta tra le sue braccia Stevie scoppiò a piangere stringendo forte Rowan a se. Suo fratello era ancora vivo, vivo tra le sue braccia.
-Kay- disse allora Rowan estendendo un braccio verso la gemella che a quel soprannome comprese finalmente l’identità dell’altro biondo e non ci pensò un attimo a fiondarsi anche lei tra le sue braccia. Erano finalmente tutti insieme.
 

 

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


-ci devi spiegare tutto- disse convinta Kayle una volta che lei e Stevie si furono ripresi dalle mille emozioni. Ripresi solo momentaneamente visto che Stevie era ancora incredulo al tutto.
-non c’è molto da spiegare: Gale mi ha tenuto prigioniero mentendomi su quello che stava facendo ad Awan. Poi non gli servivo più a niente e mi ha mandato come spia a Dilmun sperando mi uccidessero. E Gale crede realmente che io sia morto motivo per il quale mi sono finto Kayle per entrare qui- spiegò velocemente Rowan.
-in che senso morto?-
-siamo riusciti a trovare tutte le spie di Gale e l’uomo ha pensato che avessimo ucciso le spie- spiegò Skyler con un’alzata di spalle.
-in realtà credo l’abbia pensato quando ci hanno attaccati e sono quasi morto- fece notare Rowan al marito.
-davvero credi sia per quello? Ma se li abbiamo distrutti tutti! nessuno è tornato a riferire a Gale quello che è successo- disse Skyler ed era sicuro fosse così visto che quando aveva visto il corpo di Rowan a terra era letteralmente impazzito e aveva ucciso tutti.
-Gale è il primo che sfrutta i suoi prigionieri…-
-state davvero litigando per una cosa del genere?- chiese sconvolto Victor.
-non stiamo litigando- dissero in contemporanea i due ragazzi.
-quindi potrebbe essere anche che Gale sappia che tu sia ancora vivo. E potrebbe essere un problema- disse Stevie sospirando.
-no, sono sicuro non pensi minimamente che io sia ancora vivo altrimenti avrebbe fatto molta più pressione su Dilmun preoccupato che potessi rivelare qualcosa- spiegò Rowan facendo un leggero sorriso in direzione di Skyler.
-cosa che alla fine hai fatto visto che siete entrambi qui. Ora però la domanda nasce spontanea: cosa c’è tra voi due?- chiese Victor che tra i tre era l’unico a sapere come Gale aveva mandato Rowan a Dilmun.
-perché lo vuoi sapere?- chiese Skyler socchiudendo gli occhi dubbioso.
-non iniziare a fare il geloso- borbottò invece Rowan per poi alzare la mano sinistra e far vedere l’anello all’amico.
-siete fidanzati?- chiese quasi sconvolto Victor, aveva intuito ci fosse qualcosa di forte tra i due ma non così tanto, infondo lo stesso moro aveva ammesso di essere il re di Dilmun.
-no, sposati- specificò proprio il moro facendo vedere l’anello a sua volta.
-eh?- chiese confuso Victor -non che non mi faccia piacere la cosa ma tu non sei il re?-
-e allora? Decido io chi sposare visto che sono il re- rispose tranquillamente Skyler  per poi sospirare -le cose da noi sono molti diverse quindi è anche grazie a ciò che sono riuscito a sposare Rowan-
-io sono sconvolto- sussurrò Stevie. Per anni aveva creduto che il fratello fosse morto e invece non solo era vivo ma si era anche sposato nel mentre e non con una persona qualunque ma con il re di Dilmun.
-perché mi sono sposato con un ragazzo?- chiese curioso e un po’ preoccupato dalla risposta del suo fratellino. Non aveva minimamente pensato al fatto che a qualcuno della sua famiglia non potesse andare bene la cosa.
-certo che no- rispose Stevie che non aveva minimamente pensato al quello -è solo che ti credevo morto e non lo sei, e poi sei anche sposato. È troppo per la mia testa-
-allora non diciamo l’altra cosa- rise Skyler ricevendo un’occhiataccia dal marito e gli sguardi confusi degli altri tre.
-quale altra cosa?- chiese Kayle sgranando gli occhi. Cos’altro dovevano sapere?
-niente di importante. Di quella cosa possiamo parlarne anche dopo aver sconfitto Gale- rispose Rowan lanciando la seconda occhiataccia a Skyer che non riusciva a smettere di ridere.
-va bene ma come facciamo a sconfiggere Gale? Nessuno ci è mai riuscito e anche se Dilmun è dalla nostra parte sai quante guardie ci sono qui? Anche se siete riusciti ad entrare senza problemi non possiamo fare niente- cambiò argomento Victor sospirando anche. Voleva assolutamente sconfiggere il padre.
-in città ci siamo solo noi due ma tutto intorno c’è il mio esercito, ben nascosto ovviamente- rispose prontamente Skyler sorridendo felice della cosa. Mai avrebbe fatto lo stesso errore del padre andando ad Awan con una sola legione. Si era portato tutto il suo esercito, se dovevano sconfiggere Gale dovevano farlo definitivamente.
-okay il tuo esercito è qui ma quando dovremmo attaccare? Mio padre fa avanti e indietro da Qatna in continuazione, a momenti vive più qui che nel suo regno e da quando Kayle è rimasta incinta e lo ha scoperto è diventato anche più assillante- spiegò Victor. E dicendo quelle parole iniziò anche a pensare che erano stati un po’ troppo tempo li dentro e qualcuno poteva essersene accorto.
-e se lo attaccassimo qui? Le mie spade sono ancora qui?- chiese Rowan iniziando a camminare per la stazza cercando le sue spade. Riusciva a combattere bene solo con quelle. Ci aveva provato ad usarne altre ma non si era mai trovato bene.
-si, sono nella mia stanza. Le ho nascoste dalle grinfie di Gale- rispose Stevie bloccando il fratello da una ricerca inutile.
-Gale è attentissimo quando si trova qui e io non posso portare armi quando sono al suo cospetto- spiegò Victor.
-e io non so combattere visto che Gale mi ha impedito di farlo- aggiunse Stevie.
-infatti voi dovrete comportarvi come sempre. Avviserò Walter e gli dirò di partire per Qatna non appena vede Gale arrivare qui. Prenderemo il suo regno mentre non c’è e lo coglieremo di sorpresa qui- disse Skyler rivolgendosi soprattutto a Rowan che annuì.
-siete sicuri? Sembra troppo semplice in questo modo- chiese Kayle che non riusciva ad immaginare potesse essere così semplice attaccare Gale.
-tu ovviamente rimani al mio fianco per tutto il tempo- disse invece Victor guardando la moglie che gli annuì.
-provare non costa niente, nel peggiore dei casi posso tenere una spada in più in modo da passarla a Victor- disse tranquillamente Skyler -io combatto con una sola spada diversamente da qualcun altro- aggiunse poi con un sorriso in direzione del marito.
-e va bene, Rowan vieni con me così faranno meno domande- propose immediatamente Victor e il biondo annuì.
-io vengo a prendere le spade invece- disse Skyler rivolto a Stevie.
Il loro piano poteva avere inizio.
 

 

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***


Jean non riuscì ad urlare solamente perché il suo grido spaventato fu bloccato dalla bocca di Stevie sulla sua. La ragazza stava camminando per i corridoi del castello di Awan intenta a svolgere le sue faccende quando era stata presa per un braccio. Si era spaventata molto ma quando aveva sentito le labbra di Stevie sulle sue si era leggermente tranquillizzata.
Quando Stevie l’aveva baciata la prima volta, quando ancora il ragazzo era relegato al letto per colpa delle ferite, aveva creduto fosse tutto uno scherzo oppure che il ragazzo la stesse semplicemente ringraziando. Di certo non che fosse serio con lei. Ma si era presto dovuta ricredere visto che con il passare del tempo il biondo non aveva fatto altro che continuare a baciarla quando poteva e alla fine Jean si era ritrovata costretta a chiedere al ragazzo cosa significassero realmente quei baci. Mai si sarebbe aspettata di piacere al principe, soprattutto quando anche lei aveva una cotta colossale per lui.
Dopo quel chiarimento Stevie si era sentito autorizzato a baciarla in qualunque momento possibile stando comunque attento a non farsi vedere da nessuno, non che non volesse far capire a tutti che Jean era sua, ma per il fatto che non voleva causare altri problemi alla ragazza per il momento. Quindi le faceva agguati del genere quasi sempre e la ragazza ancora non si era abituata.
-in questi giorni stai attenta e soprattutto non stare in posti con troppe guardie di Gale. Evita anche la sala del trono- sussurrò Stevie sulle labbra rosee della ragazza prima di baciarla nuovamente.
-cosa sta succedendo?- sussurrò a sua volta la rossa capendo che se il ragazzo era arrivato a dirgli ciò in quel modo stava succedendo qualcosa di grosso, molto grosso.
-fidati di me, non posso dire altro- continuò il ragazzo prima di guardarsi intorno, controllando che il corridoio fosse completamente vuoto, e trascinò la ragazza verso la sua camera.
-dovrei fare il mio lavoro- protestò debolmente la rossa quando Stevie chiuse la porta alle loro spalle.
-ma lo stai facendo. Ho bisogno di questo- rispose il ragazzo con un sorriso lanciando verso Jean il barattolino dell’unguento.
-si sono riaperte? Ieri stavano bene- chiese curiosa la ragazza soffermando il suo sguardo sul corpo del principe che si era appena tolto la camicia. Dopo quello che era successo tutti a palazzo avevano scoperto le cicatrici e quindi il ragazzo non era più costretto a nasconderle il più possibile. Jean era stata presente anche quando il ragazzo aveva spiegato la cosa ai genitori, che non avevano potuto assistere allo scontro visto che erano stati reclusi nella loro camera da Gale, e la ragazza aveva chiaramente visto crescere l’odio negli occhi dei due ex regnanti nei confronti di Gale.
Stevie si sedette sul letto come suo solito e Jean gli si mise alle spalle iniziando a fare il suo lavoro. Le cicatrici non si erano aperte come aveva temuto la rossa quindi molto probabilmente avevano iniziato a far male.
-fanno male e non voglio avere problemi- le rispose il ragazzo beandosi del massaggio che la ragazza gli stava facendo. Voleva tanto parlarle di Rowan, di tutto quello che era successo quella mattina ma non poteva. Se Jean fosse stata presa di mira da Gale per una qualunque ragione, l’uomo era li quando Jean aveva gridato il nome di Stevie dopo lo scontro, non voleva che potesse rivelare qualcosa perché costretta. Oramai sapeva di cosa era capace Gale motivo anche per il quale aveva detto alla ragazza di stare attenta in quei giorni. Non voleva perderla, non in quel momento che l’aveva appena trovata.
Una volta finito tutto quel macello, perché Stevie credeva nel fratello e nella riuscita del loro piano, avrebbe ufficializzato la sua relazione con la ragazza. Stevie dubitava che la sorella non avesse capito il tutto, aveva avuto il dubbio quando gli lanciava un sorrisetto ogni qual volta Jean era vicino a lui, ma Kayle non gli aveva mai detto niente a riguardo. La cosa era anche giusta visto che Stevie ancora non aveva nessuna intenzione di parlare civilmente con la sorella. Era ancora arrabbiato con la ragazza per tutto quello che gli aveva fatto passare in quegli anni e non l’avrebbe perdonata tanto facilmente.
-a cosa stai pensando?- chiese curiosa Jean, Jean che dopo due giorni si era lasciata andare e aveva iniziato a dare del tu al ragazzo quando erano da soli. Di solito Stevie chiacchierava molto per non concentrarsi sul dolore delle cicatrici e quindi le sembrava abbastanza strano quel comportamento.
-a mia sorella- rispose sinceramente il ragazzo. -non so se riuscirò mai a perdonarla-
-non devi farlo per forza. Io c’ero e so perfettamente come ti sentivi ogni volta, vedo il tuo sguardo. Non devi per forza perdonarla. Poi parlare tranquillamente anche senza perdonarla- disse Jean chiudendo il barattolo e alzandosi dal letto per andare a pulirsi le mani, quando ritornò in camera Stevie la prese per un braccio e la fece finire inevitabilmente seduta sopra di lui.
-cosa vuoi fare?- chiese leggermente spaventata la ragazza, ma non solo visto che la sua faccia era diventata rossa proprio come i suoi capelli.
-tranquilla, voglio solo baciarti- le rispose Stevie facendo quello che aveva appena detto. Non avrebbe mai fatto qualcosa che Jean non voleva. Non avrebbe mai costretto la ragazza, gli bastava solo tenerla tra le braccia e baciarla, il resto sarebbe arrivato con calma e quando Jean si sarebbe sentita pronta.
La ragazza si rilassò durante il bacio e mise le braccia intorno a collo del biondo e si sistemò meglio mentre Stevie la stringeva ancora più a se.
-mi raccomando stai nascosta il più possibile, non voglio perderti va bene?- sussurrò il biondo guardando la ragazza negli occhi per essere sicuro che lo avesse capito.
-non ti preoccupare, starò attenta- sussurrò Jean e questa volta fu lei a baciare il ragazzo.

 

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Capitolo 38
*** Epilogo ***


-perché non sono venuto a conoscenza di quello che sta succedendo qui?- chiese Gale infuriato entrando nella sala del trono facendo leggermente spaventare Kayle che si affrettò a stringere la mano di Victor che era al suo fianco. I due erano nella sala del trono perché stavano discutendo con il rappresentante dei mercanti della città per la conta delle risorse e di certo non si erano aspettati l’arrivo furente di Gale.
-puoi andare, continueremo il discorso dopo- disse prontamente Victor facendo uscire il rappresentante prima di rivolgersi al padre -cosa succede?-
-cosa succede? Perché non mi hai detto che tua moglie ha avuto problemi con l’erede?-
-era solo un controllo di sicurezza, si è sentita male ma non è successo niente di preoccupante- rispose prontamente Victor. Sapeva perfettamente che il padre sarebbe venuto a conoscenza della scusa che Rowan e Skyler avevano usato per entrare nel castello e si era preparato una veloce risposta credibile.
-e perché non mi hai avvisato?-
-perché non è successo niente di grave e non c’era bisogno di avvisarti- continuò Victor sperando che Skyler e Rowan si muovessero. Quella era la loro occasione per poter uccidere Gale definitivamente.
-cosa non capisci che voglio sapere ogni cosa? Io controllo questo regno e voglio sapere ogni cosa, e non dalle mie guardie ma da te che sei il mio sostituto qui- Gale era palesemente arrabbiato e Victor davvero non riusciva a capire l’uomo. Perché si scaldava molto per una presunta visita per la gravidanza di Kayle quando lui stesso non molto tempo prima aveva quasi ucciso la ragazza per minacciarlo.
-credevo non fosse una cosa importante visto che non era successo niente di pericoloso, e poi ti hanno avvisato comunque- borbottò il ragazzo che nemmeno per un istante aveva smesso di stringere la mano della ragazza che aveva al suo fianco. In realtà era lei che gli stava stringendo la mano per la paura, anche se era al fianco del marito aveva paura che Gale potesse farle qualcosa di male.
-so perfettamente come ragioni signorino e non mi fido per niente di te- disse Gale completamente infuriato e tirando fuori il pugnale che aveva in vita per minacciare il figlio -so che non ti sono mai andato a genio e il fatto che tu non mi abbia avvisato di ciò mi ha fatto incazzare. Dammi tua moglie- e mentre diceva quelle parole Gale iniziò ad avvicinarsi. Kayle chiuse gli occhi completamente terrorizzata ma li riaprì quando sentì l’urlo terrorizzato di Gale. Rowan era perfettamente dietro l’uomo e lo aveva conficcato con entrambe le sue lame gemelle.
Gale sgranò gli occhi girandosi in direzione del biondo che credeva morto e cercò di colpirlo con pugnale ma le forze lo stavano abbandonando tanto velocemente che si ritrovò quasi subito accasciato a terra senza vita. Rowan tolse velocemente le lame sporche di sangue dal corpo dell’uomo e spostò il suo sguardo in quello della sorella.
Era davvero finita in quel modo?
-è morto?- chiese sconvolta Kayle. Era stato tutto molto veloce.
Rowan stava per risponderle ma le porte della sala del trono si aprirono nuovamente facendo entrare alcune delle guardie di Gale, erano stata richiamate dall’urlo dell’uomo e Skyler non ci mise molto prima di sguainare la sua spada e mettersi davanti al marito per proteggerlo.
-cosa succede? Chi siete e dov’è Gale?- chiese una delle guardie mentre anche Edward stava arrivando richiamato da tutto il trambusto.
-Gale è morto e questo regno è di nuovo nostro- disse convinto Rowan spostandosi per uscire da dietro la copertura sicura del marito.
-e tu chi saresti?- chiese Edward gridando ma sembrava l’unico intenzionato a protestare, le guardie infatti quando avevano saputo della morte di Gale avevano prontamente abbassato le armi.
-sono il principe Rowan e tu mio caro Edward finalmente pagherai per quello che hai fatto- sorrise Rowan, finalmente poteva ritornare a respirare e Skyler pensò che suo marito non fosse mai stato tanto bello come in quel momento. Era sicuro di se e sembrava a tutti gli effetti il principe che era.
-non è possibile-
-invece si Edward, guardi sbattetelo in prigione- parlò Kayle alzandosi dal trono e raggiungendo il fratello. Era finalmente al sicuro. Le guardie annuirono e fecero proprio come la regina aveva ordinato trasportando fuori dalla sala del trono un Edward protestante, nel momento stesso in cui Stevie e gli ex regnanti di Awan entravano nella sala.
-è finita?- chiese Stevie correndo verso i fratelli, era arrivato leggermente tardi ma appena aveva scoperto che era arrivato Gale era corso a chiamare i genitori.
-si, è finita- rispose Victor dando un calcio al corpo senza vita del padre per accettarsi fosse realmente morto -cosa volete fare di me?- chiese poi cercando di celare un leggero terrore.
-che cosa dovremmo fare scusa?- chiese Kayle confusa dalla domanda del marito.
-be’ ci siamo sposati per volere di mio padre e adesso che non c’è più puoi decidere di fare quello che vuoi-
-ma sei impazzito? Ammetto che ti ho odiato all’inizio ma adesso….adesso è diverso. Non ho intenzione di lasciare mio marito- rispose con sicurezza Kayle e Victor sorrise felice di quella risposta prima di baciare la ragazza, sua moglie -e poi stiamo aspettando un figlio no?- sussurrò la bionda sulle labbra del castano che annuì.
-com’è morto?- chiese l’ex regina che non riusciva a credere ai suoi occhi.
-l’ho colpito alle spalle, non è stata la più corretta delle mosse ma non avremmo mai vinto altrimenti- rispose Rowan ai suoi genitori che ancora non sapevano di lui. Avevano deciso di aspettare prima di rivelare la loro presenza li.
-non importa come è morto, nessuno era presente a parte noi e nessuno saprà la verità- rispose Victor a quelle parole. Non era coretto vero, ma nessuno lo avrebbe scoperto.
-bene ma voi chi siete?-
-sono Skyler re di Dilmun- rispose il moro facendo un leggero inchino con la testa.
-il figlio di Zhy- disse sorpreso il re di Awan.
-si, mio padre venne ad aiutarvi anni fa ma Gale lo intercettò prima che potesse fare qualcosa, questa volta è stato diverso- continuò il moro.
-grazie allora, non mi sarei mai aspettato il vostro aiuto-
-l’esercito di Dilmun in questo momento dovrebbe essere arrivato a Qatna per prendere il regno- spiegò Rowan sospirando -sono Rowan comunque- rivelò poi facendo sgranare gli occhi ai suoi genitori.
-Gale ci ha mentito, Ro è sempre stato vivo per tutti questi anni- spiegò Stevie vedendo che i suoi genitori erano rimasta confusi dalla cosa. Ma una volta realizzato il tutto abbracciarono stretto il loro primogenito.
-posso farvi una proposta?- chiese Victor dopo che tutti si furono staccati dagli abbracci.
-cosa?- chiese Kayle curiosa.
-vorrei poter governare Qatna. Quel regno è stato massacrato per anni e ha bisogno di una guida-
-vengo con te- rispose subito Kayle -non che non mi piaccia Awan ma non ti lascio solo- si affretto a spiegare la biondo mentre i suoi genitori annuivano.
-va benissimo, Rowan puoi prendere tu il posto di tua sorella allora- disse il re convinto di quello che stava dicendo e fu in quel momento che Stevie sbiancò capendo dove stava andando a parare la conversazione e inevitabilmente come sarebbe finita. Kayle e Rowan ebbero lo stesso pensiero e lo guardarono, infondo per il momento solo loro lo sapevano.
-ehm c’è un piccolo problema: non posso- rispose Rowan facendo un sospiro -servo a Dilmun- Rowan guardò il marito -io e Skyler siamo sposati- rivelò alla fine il biondo facendo sgranare gli occhi ai suoi genitori.
-non mi potete fare questo- sussurrò Stevie prendendosi la testa tra le mani -io sono l’ultimo!-
-in che senso siete sposati?- chiese la regina confusa.
-in tutti i sensi, sono il compagno del re di Dilmun e c’è anche altro…- sussurrò poi il biondo guardando i due fratelli -Gale ha fatto degli esperimenti utilizzando il succo di Bunkalar su di me e ha funzionato. Sono incita di Skyler- rivelò il ragazzo per poi scoppiare a ridere notando le facce sconvolte di tutti -credetemi sono sconvolto anch’io ma è la verità- il ragazzo allora indicò la sua pancia leggermente gonfia per la gravidanza.
-aspetta un attimo. Tu ti sei mosso con una vita dentro di te? E tu non lo hai fermato?- chiese Victor sconvolto per poi guardare Skyler.
-credimi ci ho provato ma non ho avuto scelta- borbottò Skyler sbuffando.
-sto bene- cantilenò Rowan alzando gli occhi al cielo. Perché tutti si preoccupavano per lui se stava benissimo?
-okay, devo ancora metabolizzare la cosa ma va bene. Stevie il regno è tuo- disse alla fine il re di Awan con quel poco che gli permetteva il cervello in pappa. Erano troppe informazioni tutte insieme.
-solo se posso sposare chi voglio- tento di chiedere Stevie approfittando del momento.
-si si quello che vuoi- borbottò il re, di certo non voleva perdere un altro erede.
 














ANGOLO AUTRICE
Come sempre ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa storia, grazie davvero. Senza di voi non sarebbe stato divertente scriverla.
Vi lascio due piccole curiosità sul continuo della storia visto che le avevo pensate ma non ho trovato il modo per metterle senza far sembrare il tutto troppo forzato:
1) Jean e Stevie saranno costretti a seguire un "corso" intensivo per diventare sovrani tenuto da Rowan e Kayle essendo entrambi poco avvezzi alla cosa.
2) Ferret, il figlio di Victor e Kayle, nascerà in ritardo di qualche settimana. Imogen, la figlia di Rowan e Skyler, nascerà con qualche settimana di anticipo. I due cugini nascono lo stesso giorno.


Grazie ancora a tutti e alla prossima storia
la_pazza_di_fantasy





 

 

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