Le cronache di Clover

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una bellissima mattinata nel regno di Clover e tutti gli abitanti si erano svegliati e avevano cominciato le loro attività.
Beh, tutti tranne uno.
In una casetta c'era un bel ragazzo con i capelli neri che ancora dormiva.
- Trent, svegliati! La colazione è pronta! - disse una voce al piano di sotto.
Trent mugugnò e lentamente aprì i suoi bellissimi occhi verdi.
- Sì Bridgette, adesso arrivo! - rispose con voce assonnata.
Si alzò e dopo essersi vestito scese di sotto.
Geoff era già seduto a tavola e Bridgette stava finendo di servire la colazione.
- Buongiorno, figliolo! - lo salutò allegramente Geoff.
- Buongiorno - rispose Trent andandosi a sedere.
Bridgette gli mise davanti il piatto di porridge, gli diede un bacio sulla fronte e disse: - Attento, è ancora caldo.
Trent iniziò a mangiare e i due coniugi lo guardavano, sorridendo con tenerezza: in tutti quegli anni avevano fatto del loro meglio per crescerlo come se fosse stato il loro vero figlio e bisognava dire che avevano fatto un ottimo lavoro; Trent era un ragazzo molto intelligente, gentile, socievole e coraggioso, anche se un po' goffo.
Dopo che ebbero finito la colazione ed ebbero sparecchiato, Trent chiese ai genitori adottivi: - Volete che vi aiuti in negozio anche oggi?
Bridgette e Geoff erano dei maghi e si guadagnavano da vivere vendendo nel loro negozio pozioni e piccole magie.
- No, oggi vai pure a divertirti - rispose Geoff.
Trent sorrise entusiasta e uscì di casa.
Rimasti soli, Bridgette disse al marito: - Ormai Trent è un uomo, non pensi che sia arrivato il momento di dirglielo?
- No, e lo sai! - rispose seriamente Geoff. - Possiamo farlo solo quando sarà pronto!

Trent andò alla piazza del villaggio, dov'era sicuro di trovare chi stava cercando.
- Ehi, Trent!
Guardò davanti a sé e vide seduti sul bordo della fontana una ragazza pallida, con i capelli neri a strisce verdi e gli occhi neri e un ragazzo basso con i capelli castani e gli occhi azzurri.
- Gwen, Cody! - li salutò il ragazzo correndo verso di loro.
Gwen e Cody erano i suoi migliori amici fin da quando erano bambini e li considerava come fratelli.
- Oggi Geoff mi ha dato il giorno libero, quindi possiamo andare a divertirci!
- Grande! - disse Cody. - Che ne dite di andare alla pasticceria di Lindsay e Tyler? Ho proprio voglia dei loro biscotti!
I due accettarono e tutti insieme si recarono alla pasticceria, ma quando arrivarono trovarono una brutta sorpresa: lì fuori c'era un carro con attaccato lo scheletro nero di un cavallo alato che era in grado di muoversi come se fosse vivo, poiché controllato da magia oscura, e alcuni uomini muscolosi stavano portando via tutti i soldi e molti dolci dal negozio.
Lindsay e Tyler li guardavano con espressione sconsolata.
- Oh, no! Gli emissari di McLean! - mormorò Trent.
Il regno di Clover purtroppo era sotto il dominio di un mago malvagio di nome Chris McLean, che mandava spesso i suoi uomini a derubare la gente e si divertiva a far torturare e uccidere dal suo compare Chef Hatchet chiunque osasse mancargli di rispetto.
- Bene, abbiamo quasi finito! - disse uno degli uomini sogghignando verso Lindsay e Tyler.
- Come "quasi"? Avete già preso tutti i nostri soldi! - disse Tyler.
- Sì, ma c'è qualcos'altro che mi interessa: questo bel bocconcino! - esclamò l'uomo caricandosi all'improvviso Lindsay in spalla.
- AIUTOOOO!!!! TYLEEER!!!!
- Lascia subito andare la mia Lindsay! - disse Tyler cercando di liberare la fidanzata dalla presa di quell'energumeno.
Però uno degli emissari gli tirò un pugno in faccia, facendolo cadere per terra e disse: - Togliti dai piedi, mollusco! Vivrai più a lungo!
Trent a quel punto non poté più stare a guardare: prese una trave di legno che stava lì per terra, corse verso di loro e colpì in testa l'energumeno che teneva stretta Lindsay; l'uomo, per la sorpresa e il dolore, lasciò andare la ragazza, che corse a rifugiarsi tra le braccia del fidanzato.
- Ma chi diavolo ti credi di essere?! - disse l'uomo.
- Sono uno a cui non piacciono i prepotenti! - rispose il ragazzo.
L'uomo allora gli tirò un pugno sotto il mento, ma Trent rispose a sua volta con un altro pugno.
I due andarono avanti a colpirsi per un po', quando all'improvviso un altro emissario mise una mano sulla spalla del compagno e disse: - Lascia perdere, si sta facendo tardi e se non torniamo subito a palazzo sai bene cosa ci farà il Re!
L'uomo si calmò e annuì, tutti gli emissari salirono sul carro e spronarono il cavallo, che li portò via in volo.
Gwen e Cody corsero da Trent e lo aiutarono a rialzarsi.
- Amico, stai bene?! - gli chiese preoccupato Cody.
- Sì, tranquillo - rispose Trent asciugandosi con la mano un rivolo di sangue che gli usciva da un graffio sul labbro.
- Trent, grazie per averci aiutato! - gli disse Tyler con gratitudine.
- Prego, l'ho fatto volentieri!
Poi tutti insieme entrarono nel negozio.
- Non so proprio come potremo tirare avanti se gli uomini di McLean continuano a derubarci! - disse Lindsay guardando i pochi dolci rimasti e lo scrigno dei soldi vuoto.
- Dovete solo avere fiducia: i vostri dolci sono i più buoni del villaggio, è impossibile che non riusciate a venderli! - disse Trent. - A proposito, vi è rimasto qualche biscotto alla cannella?
- Certo! - rispose Tyler.
I due fidanzati diedero i biscotti ai loro amici e Trent si offrì di pagarli il doppio stavolta, per aiutarli.
Tyler e Lindsay accettarono, commossi.
I tre amici rimasero ancora un po' lì a chiacchierare con loro e a mangiare i biscotti, poi andarono via

Dopo la visita alla pasticceria, Gwen, Trent e Cody si recarono subito al negozio di Bridgette e Geoff, così che potessero curare le ferite del figlio.
Ai due coniugi prese un colpo quando lo videro.
- Trent, ma che ti è successo?! - urlò sconvolta la donna.
- Ha avuto uno scontro con gli uomini di McLean - disse Gwen.
Bridgette andò con i ragazzi nel retro del negozio, mentre Geoff rimase a occuparsi dei clienti.
La donna prese una mano di Trent e fece fluire nel corpo del ragazzo la sua energia magica, curando le sue ferite.
- Ecco fatto. Per fortuna non erano gravi - disse la donna. - Mi spieghi perché hai fatto a botte proprio con uno degli emissari?!
- Perché stavano dando fastidio a Lindsay e Tyler - rispose il ragazzo. - Bridgette, non ne posso più di tutto questo! McLean non fa altro che depredare e uccidere! Perché dobbiamo vivere sotto il dominio di un tiranno così malvagio?!
Poi all'improvviso Trent sentì uno strano calore sul suo fianco, si alzò la maglietta e ciò che vide lo sconvolse: la voglia a forma di stella a cinque punte che aveva fin dalla nascita stava brillando di un'intensa luce rossa!
- Oh mio dio... - mormorò Bridgette.
Corse subito a chiamare il marito e quando tornò gli indicò la voglia di Trent.
Anche Geoff rimase sconvolto.
- Bridgette, Geoff, mi spiegate che succede?! Perché la mia voglia brilla?! - esclamò Trent, sempre più confuso.
I due coniugi divennero seri e Geoff disse: - Ok Trent, è arrivato il momento che tu sappia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- Cosa?! Di che accidenti state parlando?! - disse Trent sempre più confuso.
- Andiamo a casa, questo non è il posto giusto per parlarne - disse Bridgette.
- Possiamo venire anche io e Cody? - chiese Gwen.
- Certo - rispose la donna.
Così, dopo essersi occupati degli ultimi clienti, chiusero il negozio e andarono a casa.
Si sedettero tutti a tavola e Geoff disse: - Trent, io e Bridgette non ti abbiamo mai nascosto il fatto che ti abbiamo adottato, giusto?
Il giovane annuì e il padre adottivo continuò: - Vedete, il regno di Clover non è sempre stato sotto il dominio di Chris McLean: molti anni fa governavano due sovrani buoni e giusti, il Re Anthor e la Regina Laowyn. Sotto di loro il regno prosperava e loro due erano molto felici insieme, poi la loro felicità divenne completa quando seppero di aspettare un figlio. Così alcuni mesi dopo nascesti tu, Trent.
- COSA?! - esclamò il ragazzo. - Volete dire che io...
- Sì Trent, tu sei il legittimo erede al trono di Clover - disse Bridgette.
Trent si mise una mano sulla fronte, sconvolto.
Poi, dopo qualche minuto di silenzio, disse: - Ma se McLean ora è il Re... Cos'è successo ai miei genitori?
I due coniugi si intristirono e Bridgette disse: - McLean e Hatchet all'epoca lavoravano a corte come capi delle guardie ed erano riusciti a guadagnarsi la piena fiducia dei sovrani, ma segretamente tramavano per prendere il controllo di Clover. Assunsero vari criminali, corruppero molte guardie e padroneggiarono la magia oscura e riuscirono a fare prigionieri i sovrani e i loro amici più fidati, tra cui anche noi.
- McLean ovviamente aveva intenzione di ucciderci tutti, ma una sera io, Bridgette, i tuoi genitori e te riuscimmo a scappare per andare a chiedere aiuto - continuò Geoff. - Purtroppo le guardie riuscirono a raggiungerci e i tuoi genitori si fecero catturare di nuovo per permetterci di scappare via con te. Poi, il giorno dopo... McLean fece giustiziare loro e tutti quelli che aveva arrestato nella piazza del villaggio!
- Non abbiamo potuto fare nulla per salvarli! - disse Bridgette con le lacrime agli occhi. - La nostra magia non era abbastanza potente!
Trent non riusciva a crederci: lui era il principe di Clover... E i suoi genitori erano stati uccisi da McLean.
Bridgette gli mise una mano sulla spalla: - Oh caro, so che è dura da accettare, ma ti assicuro che è così!
Geoff aggiunse: - Quando sei nato avevi quella strana voglia a forma di stella a cinque punte e gli indovini di corte dissero che eri destinato a compiere una grande impresa e che il momento sarebbe giunto quando la voglia si sarebbe illuminata. Beh, io credo proprio che la tua impresa sia sconfiggere McLean e riportare la pace nel regno di Clover.
- COSA?! - gridò il ragazzo. - Io?! Sconfiggere McLean?! E come posso fare?!
Bridgette rispose: - Vedi Trent, non erano solo la bontà e la saggezza dei tuoi genitori a far prosperare il regno: la famiglia reale possedeva da generazioni cinque pietre magiche che, incastonate in cinque buchi sul pavimento della sala del trono, sprigionavano il loro potere in tutto il regno, donando pace e armonia. Quando McLean prese il potere tentò di distruggerle, perché sapeva che il loro potere avrebbe potuto sconfiggerlo, ma esse erano così potenti che non ci riuscì. Allora le nascose in cinque luoghi diversi del regno e a guardia di ognuna mise dei mostri, così che nessuno riuscisse a prenderle.
- Sono sicuro che se riuscissi a trovarle e a rimetterle al loro posto, McLean verrebbe sconfitto - disse Geoff.
Trent rimase un attimo in silenzio, pensieroso, poi con tono determinato disse: - Va bene lo farò!
I genitori adottivi sorrisero, fieri.
- Cody e io veniamo con te! - disse Gwen.
- Non se ne parla, è troppo pericoloso! - disse Trent. - Non voglio rischiare di perdervi, ragazzi!
- Trent, tu sei il nostro migliore amico, non ci pensiamo nemmeno a lasciarti andare da solo! - ribatté Cody.
Trent non voleva assolutamente, ma Bridgette disse: - Trent, lascia che vengano con te. Ti servirà tutto l'aiuto possibile.
- D'accordo - sospirò il figlio. - Dove si trovano le pietre?
- Non lo sappiamo, ma conosciamo un incantesimo che ti aiuterà a trovarle - rispose Geoff.
Prese una mappa del regno e la stese sul tavolo, ci mise sopra un pendolo argentato, pronunciò alcune parole in latino e il pendolo si illuminò di una luce dorata e iniziò a fluttuare diritto sulla mappa.
- Il pendolo vi indicherà dove sono nascoste le pietre.
- Che aspettiamo, allora? Andiamo! - disse Cody.
- No, vi consiglio di partire domani - disse Bridgette. - Sarà un viaggio molto lungo.

All'alba del giorno seguente Trent, Cody e Gwen erano già svegli e pronti a partire.
Dopo aver preso i viveri che Geoff e Bridgette avevano preparato per loro, i ragazzi fecero per andarsene, ma i due coniugi fermarono un attimo il figlio per abbracciarlo.
- Mi raccomando, stai attento, mio eroe! - gli disse Bridgette con le lacrime agli occhi.
- Torna vincitore! - aggiunse Geoff.
- Senz'altro! - rispose Trent.
Così i tre partirono alla ricerca delle pietre.

Intanto, al castello di Clover, il perfido tiranno Chris McLean respirava aria di inquietudine.
Ma non era la solita inquietudine che adorava, no. Questa non piaceva nemmeno a lui.
- Hatchet, portami qui Dawn! - disse al suo amico accanto a lui.
Chef lasciò la sala del trono e tornò subito dopo con una donna con le mani ammanettate e l'aria triste: era molto carina, aveva la pelle chiarissima, i capelli biondo platino e gli occhi azzurri.
- Cara Dawn, è da ieri che ho la sensazione che stia per accadere qualcosa di brutto: vorrei sapere se ci sono minacce all'orizzonte.
Hatchet tolse le manette a Dawn, lei mise le mani davanti a sé e chiuse gli occhi.
- Ecco, vedo... vedo... sì, c'è qualcosa!
- Cosa?! - insistette il tiranno.
- Ci sono tre ragazzi diretti verso il nascondiglio della prima pietra... uno di loro ha i capelli neri e gli occhi verdi... è il principe Trent!
- No... NON È POSSIBILE! - urlò McLean battendo un pugno sul bracciolo del trono.
- Invece vi assicuro che è lui! - disse Dawn riaprendo gli occhi.
- Hatchet, riportala nella sua cella! - ordinò McLean.
L'energumeno fece come gli era stato detto, poi tornò lì.
- Il principe Trent è ancora vivo... Non riesco a crederci! - mormorò il tiranno scuotendo la testa, sconvolto.
- Se si sta dirigendo al nascondiglio della prima pietra significa che ha scoperto tutto - disse Hatchet.
- QUESTO LO SO ANCH'IO, IDIOTA! - urlò McLean. Poi aggiunse con un ghigno sinistro: - Ma non disperiamo, in fondo deve ancora vedersela con le mie "sorpresine"!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Trent, Cody e Gwen stavano camminando nella foresta da un'ora, seguendo le indicazioni del pendolo.
- Trent, sei sicuro che il pendolo ci porterà davvero alla prima pietra? - gli chiese Gwen.
- Sì, tranquilla! - rispose l'amico. - Geoff non sbaglia mai un colpo!
Nonostante la sua faccia serena, Gwen capì che c'era qualcosa che preoccupava l'amico.
- Sei sicuro di sentirti bene? - gli chiese mettendogli una mano sulla spalla.
- No, in realtà no - sospirò Trent. - È solo che... fino a ieri ero solo un normale ragazzo di Clover e poi all'improvviso vengo a sapere di essere il figlio dei vecchi sovrani e che devo sconfiggere Chris McLean! È successo tutto così in fretta, io non mi sento pronto!
- Lo so che hai paura, è normale! Ma dobbiamo avere fiducia! - disse Gwen con un dolce sorriso. - E poi, se tu non fossi pronto, la voglia non si sarebbe illuminata, no?
Trent le sorrise con gratitudine, poi disse con occhi sognanti: - Pensa a quanto diventerà bello il regno quando McLean non ci sarà più!
- Già! - disse Gwen. - Vero, Cody? Cody?
L'amico però non rispose.
All'improvviso sentirono un urlo: - AAAHH!!!
Si voltarono e videro che Cody era caduto in un fosso.
- Cody! - gridò Gwen preoccupata.
- Sta tranquillo, ti tiriamo fuori! - aggiunse Trent.
Lui e Gwen saltarono nel fosso, Cody si appoggiò a loro e piano piano uscirono dal fosso.
- Stai bene? - gli chiese Trent.
- Credo di sì... Ahi! - si lamentò Cody toccandosi una caviglia.
Trent gli alzò la gamba dei pantaloni e vide una brutta contusione.
- È grave? - chiese preoccupato Cody.
- No, non credo - rispose Trent. Poi si guardò intorno e vide un cespuglio con delle foglie molto grosse: - Forse possiamo bendarla con queste.
Fece per prenderle, ma una voce lo fermò: - Fossi in te non lo farei, quella pianta è velenosa.
Si voltarono e videro una ragazza molto bella poco più grande di loro, con lunghi capelli neri e occhi dello stesso colore.
- E tu come fai a saperlo? - chiese Gwen.
- Fidati, sono un'esperta di piante - rispose la ragazza. - Mi chiamo Heather. Venite con me, ci penserò io a curare la ferita del vostro amico.
I tre seguirono Heather fino a una capanna e quando entrarono videro un sacco di mensole piene di erbe, un alambicco e una cucina.
- Andate in camera mia e fatelo sdraiare sul mio letto, io intanto preparo la cura - disse a Trent e Gwen.
Loro ubbidirono e Heather si mise a lavoro: mescolò dell'argilla verde con dell'acqua fredda fino a ottenere una pasta abbastanza solida, poi a parte mescolò dell'olio d'oliva con delle gocce di olio essenziale di menta, di issopo e di canfora e amalgamò il tutto.
Poi andò in camera dagli altri e disse: - Fatemi vedere la ferita.
Cody si alzò la gamba dei pantaloni e Heather spalmò la crema sulla contusione.
- Ecco fatto. Ora devi solo tenerla in posa per un po' e poi la sciacqueremo.
- Grazie - disse Cody.
- Avevo sentito che da queste parti viveva una guaritrice: immagino sia tu, vero? - chiese Gwen.
- Sì, esatto - rispose Heather. - Ora che ci penso, non vi ho ancora chiesto come vi chiamate.
- Io sono Trent e loro sono Gwen e Cody.
- Piacere. Dove siete diretti?
- Stiamo cercando delle pietre magiche per sconfiggere McLean - rispose Trent.
- Cosa?! - esclamò scioccata Heather. - E perché stareste facendo questa follia?!
- Ok, so che può sembrare assurdo, ma io sono il figlio dei vecchi sovrani di Clover.
Dopo un attimo di silenzio, Heather disse: - Lasciate perdere.
- Cosa? - dissero i tre in coro.
- È impossibile farlo, scordatevelo.
- Sappiamo che è una missione suicida, ma le pietre che stiamo cercando sono molto potenti, sono sicuro che potranno aiutarci! - ribatté Trent.
- NO, INVECE! - urlò Heather. - Voi non potete immaginare quanto siano spaventosi i poteri di McLean!
- Invece lo sappiamo! - disse Trent. - Un sacco di volte abbiamo visto i suoi uomini fare i prepotenti con gli abitanti del nostro villaggio!
- Questo non è niente in confronto a quello che ho visto io! Non sapete quante persone che sono state ferite da lui sono venute da me... e quante purtroppo non ho potuto salvare! - disse Heather con voce addolorata.
- È proprio per questo che non possiamo arrenderci! - disse Trent determinato.
Heather sospirò e disse: - Fate come vi pare. Intanto che la crema si riposa vado a mettere a posto la cucina.
Mentre la ragazza puliva, ripensò con nostalgia a sua madre e a tutto quello che le aveva insegnato sulle piante fin da bambina.
Quando due anni prima la donna era morta per colpa di una brutta malattia, l'unica ragione di vita di Heather era curare la gente con le piante, come faceva lei.
Le piaceva molto farlo, ma questo non significava che amasse la sofferenza di tutte quelle persone.
E la maggior parte era causata da Chris McLean.
Qualche minuto dopo tornò in camera con dell'acqua e lavò via la crema dalla contusione di Cody, che era completamente sparita.
- Grazie ancora per l'aiuto, ma ora dobbiamo rimetterci in viaggio - disse Trent.
- Aspettate, voglio venire con voi!
- Eh? Ma non dicevi che era una pazzia? - disse Gwen.
- Sì, però sono stufa di tutta questa sofferenza! - rispose Heather. - Io adoro preparare rimedi erboristici per aiutare le persone, ma non significa che mi piaccia vederle stare male! E il responsabile di tutto è Chris McLean! Avete ragione, dobbiamo fermarlo!
Trent sorrise e disse: - Allora ok, puoi venire con noi.
- Grazie - disse Heather. - Fatemi solo prendere alcune cose.
Mise in una sacca alcuni barattoli di erbe e oli che potevano essere utili e si avviò con loro.

Il gruppo camminava già da un po' quando all'improvviso Trent, che camminava davanti a tutti, si fermò.
- Che succede? - gli chiese Cody.
Erano davanti a una grotta di roccia azzurro chiaro.
- Il pendolo indica questo posto - rispose Trent. - Non ci sono dubbi, la prima pietra è qui.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il gruppo entrò nella grotta guardandosi intorno con circospezione e man mano che avanzavano si accendevano delle torce sulle pareti.
- Questo posto è davvero inquietante! - disse Cody spaventato.
- Già - aggiunse Gwen. - Ho la sensazione che ci sia qualcosa di inquietante ad aspettarci dov'è la pietra.
- Lo penso anch'io, ma non possiamo tirarci indietro - disse Trent.
Alla fine arrivarono in un'enorme sala circolare e al centro, su un piedistallo, c'era una pietra perfettamente sferica di colore rosso.
- Eccola, dev'essere lei! - disse Trent.
I ragazzi fecero per andare a prenderla, quando sentirono la terra tremare leggermente.
All'improvviso spuntò da sottoterra una ragazza: era grassa, con i capelli corti castani sormontati da un fiocco rosso e indossava un vestito bianco.
Aprì gli occhi, che erano completamente bianchi e iniziò a dire in tono cantilenante: - Noi siamo le Staci... Noi siamo le Staci...
Spuntarono poi tante altre ragazze identiche a lei tutte intorno alla sala, dicendo anche loro: - Noi siamo le Staci... Noi siamo le Staci...
- Ragazzi, mi sento un po' stanca... - disse Heather sbadigliando.
- Anch'io... - disse Cody.
Anche Gwen e Trent cominciavano ad avere sonno.
Intanto le strane ragazze continuavano a dire: - Noi siamo le Staci... Noi siamo le Staci...
Trent allora capì: - Ragazzi, è la loro voce che ci sta... yawn... facendo venire sonno!
- Dobbiamo fare qualcosa! - disse Heather. - Non credo che il nostro sonno sarebbe solo... yawn... temporaneo!
- Noi siamo le Staci... Noi siamo le Staci...
Trent vide per terra dei sassolini molto piccoli ed ebbe un'idea: - Ragazzi, infiliamoci questi sassi nelle orecchie!
I tre obbedirono.
- Sta funzionando! - esclamò Gwen.
Trent allora corse verso la pietra e la tolse dal piedistallo e nel momento stesso in cui lo fece, la pietra sprigionò alcuni raggi rossi che incenerirono i mostri cantilenanti.
- Wow! - esclamò Cody. - Ma come hai fatto?!
- Io non ho fatto niente! - rispose Trent. - È la pietra che ci ha aiutati! Emana uno strano calore... Non lo so, è come se fosse viva!
- Secondo me lo è davvero - disse Gwen. - Sì, la pietra deve aver capito che tu sei il figlio dei vecchi sovrani e che sei qui per salvare il regno!
- Già, e ce la faremo! - disse Trent con entusiasmo. - Forza, rimettiamoci in marcia!
Uscirono dalla grotta e ripresero il cammino.

Intanto, non lontano da lì, c'era qualcun altro che si stava preparando per una missione molto simile alla loro.
Si trattava di un giovane ragazzo e aveva appena finito di tagliare a pezzi dei manichini con la spada, come faceva tutti i giorni da alcuni anni.
Più precisamente dal giorno in cui quel mostro gli aveva portato via tutto.
Decise di vedere se era pronto: si mise davanti a un albero particolarmente grande, fece un respiro profondo e riuscì a tagliare il tronco con la spada.
La pianta cadde a terra facendo un gran fracasso.
Il ragazzo sorrise soddisfatto: sì, era pronto.
Si rimise la spada nel fodero e strinse i pugni con rabbia, ripensando a quel giorno infame.
"Mi vendicherò, McLean! Puoi stare certo che mi vendicherò!"

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


- Ehi, ascoltate! - disse Trent agli altri.
C’era uno strano rumore che proveniva da dietro i cespugli.
- Lo sento anch'io! - disse Heather.
- Che siano gli uomini di McLean? - disse Cody spaventato.
Trent prese un ramo molto grande da terra e si fece avanti per controllare.
Con un urlo fece per colpire la possibile minaccia, ma si bloccò quando vide che era soltanto un ragazzo.
Anche quest'ultimo lo aveva scambiato per un pericolo, ma si era fermato in tempo dal colpirlo con la spada.
Era un ragazzo molto carino, muscoloso, con la pelle scura, i capelli castani, lisci e medio-lunghi e gli occhi verdi.
- Ehm... ciao - lo salutò Trent, un po' imbarazzato. - Scusa la reazione, ma pensavo ci fosse un pericolo.
- Non ti preoccupare, ho pensato la stessa cosa - disse il ragazzo. - Io sono Alejandro, e voi?
- Io sono Trent e loro sono i miei amici Gwen, Cody e Heather.
- Ma che ci fate qui? - chiese Alejandro. - Questi boschi sono pericolosi.
- Lo sappiamo, ma abbiamo una missione importante da compiere: sconfiggere McLean! - rispose Trent.
- Che coincidenza, ho lo stesso desiderio! Infatti stavo giusto andando al suo castello!
- Noi invece dobbiamo prima recuperare alcune pietre magiche - disse Gwen. - Ne abbiamo già una, ne mancano quattro.
- Perché non vieni con noi? - gli chiese Trent. - Un altro po' di aiuto ci farebbe comodo.
- No, mi dispiace - rispose Alejandro.
- Perché? - chiese Trent, non capendo.
- Perché affrontare McLean non è uno scherzo e, senza offesa, non mi sembrate abbastanza forti per farlo.
- Beh, io sono il figlio dei vecchi sovrani e mi hanno detto che sono destinato a sconfiggerlo! - ribatté Trent.
- Principe o no, tu non sei abbastanza forte! - disse Alejandro. - Consiglio a te e ai tuoi amici di tornarvene a casa, o vi farete sicuramente uccidere!
Trent rimase un attimo in silenzio, pensando, poi chiese: - Quindi, se ti dimostro di essere abbastanza forte verrai con noi?
- Sì, si può fare - rispose Alejandro. - Ma ti avverto: io non sono di certo una mammoletta!
Tirò fuori la spada e abbatté un enorme albero lì vicino, come aveva fatto a casa sua.
Trent e gli altri sgranarono gli occhi per lo stupore.
- Vediamo se sai fare di meglio! - gli disse Alejandro con un sorriso arrogante.
Il ragazzo si guardò intorno, vide un'enorme pietra ed ebbe un'idea: - Sì, sei molto forte, ma scommettiamo che io riesco a fare appezzi quella pietra con un solo dito?
I suoi amici lo guardarono come se fosse pazzo.
- Cosa?! - esclamò Alejandro mettendosi a ridere. - Ma non farmi ridere!
- E invece ci riuscirò!
In realtà Trent, per quanto fosse un ragazzo atletico, non aveva affatto la forza di fare a pezzi una pietra con un solo dito, ma aveva letto su un libro che le pietre sono piene di cavità e che è possibile farle appezzi se si fa un po' di pressione in quella giusta.
Iniziò a tastare la pietra e, dopo qualche secondo, trovò la cavità che cercava.
Ci infilò il dito dentro, fece un po' di pressione e la pietra si ruppe in mille pezzi, lasciando gli altri senza parole.
- No... Non è possibile... - mormorò sconvolto Alejandro.
- Allora? - disse Trent con un sorriso soddisfatto. - Ti ho dimostrato di essere abbastanza forte? Verrai con noi?
Ripresosi dallo shock, Alejandro rispose: - Beh, i patti sono patti, quindi verrò.
I quattro sorrisero soddisfatti e ripresero il viaggio.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Dopo un po' che camminavano, Trent si fermò e disse: - Bene, secondo il pendolo, la pietra dovrebbe essere qui.
Guardarono davanti a loro e infatti la pietra, di colore blu, era incastonata nel tronco di una grande quercia.
Il principe fece per prenderla, ma venne interrotto dall'arrivo di una strana creatura: era coperta di pelo nero e sporco, si vedevano solo il viso abbronzato con gli occhi neri e minacciosi e le dita delle mani e dei piedi.
- Io sono Beardo, il guardiano della pietra! - disse la creatura con voce roca. - Non vi permetterò di portarla via!
- Questo lo dici tu, scimmione! - ribatté Alejandro tirando fuori la spada.
Si avventò su Beardo e riuscì a ferirlo a un braccio e la creatura si rannicchiò a terra, tremante di paura.
Intanto Trent prese la pietra e questa, inaspettatamente, creò una barriera attorno a Beardo.
- Cosa?! Ma perché lo sta proteggendo?! - esclamò Heather.
Trent rifletté un attimo e disse: - Ma certo! Le pietre attaccano solo ciò che è pericoloso, quindi...
Si avvicinò a Beardo e gli parlò con calma: - Ciao. Scusa se ti abbiamo attaccato ma, vedi, quella pietra ci serve assolutamente! Io sono il principe Trent e devo usarla per sconfiggere McLean!
Beardo sgranò gli occhi, sconvolto: - C... Cosa?! Voi siete il figlio dei vecchi sovrani?!
Trent annuì, sorridendo.
- Oh, scusate! Mi dispiace tanto di avervi attaccati! - disse la creatura scoppiando a piangere.
- Non scusarti, non è successo nulla di grave! - lo rassicurò il principe.
- Piuttosto, scusami tu se ti ho fatto male! - disse Alejandro un po' imbarazzato.
- Non importa - disse Beardo.
- Tranquillo, ti curerò io! - gli disse Heather avvicinandosi.
Dopo che la ragazza ebbe curato la ferita con le sue erbe, Trent chiese alla creatura: - Perché non volevi farci prendere la pietra?
- Anni fa vivevo felicemente in questa foresta con la mia famiglia, ma McLean ci trovò e ci fece catturare e portare al castello - raccontò tristemente Beardo. - Dato che ero il più grosso mi disse che voleva che facessi la guardia a quella pietra, ma io rifiutai: non volevo avere niente a che fare con un mostro simile. Allora lui fece imprigionare i miei parenti e mi disse che se non gli avessi obbedito li avrebbe fatti uccidere tutti, così da allora sono rimasto qui, senza neanche sapere se loro stanno bene!
- Non ti preoccupare, Beardo! - lo rassicurò Trent mettendogli una mano sulla spalla. - Se Chris ne aveva bisogno per ricattarti, sono certo che stanno bene! E ti prometto che li libererò quando l'avrò sconfitto!
A Beardo vennero le lacrime agli occhi: - Grazie!

Dopo aver salutato il loro nuovo amico, il gruppo continuò a viaggiare finché non cominciò a calare il sole e decisero di accamparsi per la notte.
Accesero un fuoco e si sedettero lì attorno a mangiare alcune delle provviste che Trent aveva portato.
- Alejandro, non avresti dovuto essere così impulsivo con Beardo - disse all'improvviso Cody.
- Beh, mi sono scusato, no? - disse l'interpellato.
- Sì, ma ti rendi conto che potevi uccidere un innocente?! - ribatté Gwen, un po' infastidita dalla sua indifferenza.
- Ma che volete da me?! - esclamò lui arrabbiato. - È stato lui ad attaccarci per primo! Non potevo sapere quello che gli era successo!
- In effetti ha ragione, ragazzi - disse Trent.
- Grazie! - disse Alejandro. - So di essere stato un po’ impulsivo, ma non possiamo sottovalutare ogni pericolo che ci si presenta davanti! Non voglio che gli ultimi anni passati a cercare di diventare più forte per vendicarmi siano buttati al vento!
I ragazzi lo guardarono con aria interrogativa: in effetti ancora non avevano chiesto ad Alejandro perché volesse sconfiggere Chris.
- Vendicarti? - gli chiese Trent.
Alejandro sospirò tristemente e cominciò a raccontare: - Vedete, un tempo avevo un fratello maggiore che si chiamava José. Quando i nostri genitori sono morti qualche anno fa, lui era l'unica famiglia che mi fosse rimasta. Infatti è stato lui a insegnarmi a usare la spada. Era bravo in tutto quello che faceva, io lo ammiravo molto. Un giorno, mentre stavo facendo una passeggiata, ho visto alcuni uomini di McLean importunare una ragazza, così sono intervenuto per difenderla, ma non ero ancora forte come adesso e mi hanno sconfitto facilmente. Mi hanno rinchiuso nelle segrete del palazzo, ma dopo qualche ora sono stato liberato e mi dissero che mio fratello aveva pagato per il mio rilascio. Però, quando tornai a casa, José era sparito. Lo cercai per tutto il giorno, continuando anche il giorno seguente, finché vidi che gli uomini di McLean avevano radunato delle persone in piazza per una delle sue solite esecuzioni. Incuriosito, mi avvicinai e... vidi che, con la testa appoggiata sul tronco, c'era mio fratello! Aveva il corpo pieno di graffi e ferite e il viso tumefatto! Capii allora che aveva proposto a McLean di farsi uccidere purché mi lasciassero andare! Cercai subito di correre da lui e di liberarlo, ma le guardie mi trattennero! José mi guardò, sorrise e disse "Ti voglio bene, Al!" e poi... il boia gli ha tagliato la testa!
I ragazzi erano sconvolti: davvero Alejandro aveva visto morire il fratello in un modo così orribile? Non c'era da stupirsi che volesse vendicarsi!
All'improvviso Alejandro si alzò e corse via.

Heather aveva seguito l'amico e per fortuna lo trovò non molto lontano dall'accampamento che stava colpendo con rabbia il tronco di un albero con la spada.
La ragazza gli mise una mano sulla spalla: - Ehi.
Alejandro si voltò e Heather vide che aveva le lacrime agli occhi.
- Mi dispiace molto per quello che ti è successo. Sai, anch'io ho perso qualcuno a cui tenevo: mia madre. Però a te è andata anche peggio che a me.
Il ragazzo sospirò e disse: - Io e mio fratello litigavamo spesso, ma eravamo molto legati. Lui era una persona buona... Perché se n'è dovuto andare?!
Heather gli accarezzò la guancia e disse: - Al mondo ci sono persone davvero crudeli, come Chris McLean, che calpestano gente innocente solo per il loro divertimento! Purtroppo ce ne saranno sempre e questo non lo possiamo cambiare, ma possiamo impedire che causino altro dolore! Ecco perché stiamo andando a sconfiggere Chris McLean! Però devi stare attento, perché se muori chi vendicherà tuo fratello?
Alejandro sorrise commosso e la abbracciò: - Grazie, Heather!
La ragazza arrossì e mormorò: - P... Prego!

- Finalmente! Cominciavamo a preoccuparci! - disse Gwen quando Heather e Alejandro tornarono all'accampamento.
- Scusate se vi ho fatto preoccupare, ragazzi - disse Alejandro.
- Non fa niente - lo rassicurò Cody. - Sappiamo che non dev'essere stato facile per te raccontarci tutto questo.
- E sai, ti capisco, anch'io voglio vendicarmi di McLean - aggiunse Trent. - Quando lui prese il potere, tanti anni fa, uccise i miei genitori, i vecchi sovrani di Clover. Voglio molto bene ai miei genitori adottivi, ma quando ho scoperto cos'era successo ai miei veri genitori mi sono sentito a pezzi! Desidero che nel regno torni la pace, ma desidero anche farla pagare a quel bastardo per avermeli portati via!
Alejandro sorrise ed esclamò: - Allora lo faremo tutti insieme!
- SÌÌÌÌ!!!! - esultarono i ragazzi in coro.
Rimasero svegli a chiacchierare ancora un po' e poi andarono a dormire.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Il giorno seguente, dopo aver fatto colazione, il gruppo riprese il cammino.
Stavolta il pendolo li portò in una grande area circolare in mezzo agli alberi al cui centro, su un piedistallo di roccia, c'era la terza pietra, di colore arancione.
Non appena Trent fece un passo per andare a prenderla, sentirono un rumore di passi così forte da scuotere il terreno.
TUMP
TUMP
TUMP

- Che cos'è stato?! - disse Cody spaventato.
TUMP
TUMP
TUMP

All'improvviso da dietro gli alberi arrivò un enorme mostro dalle fattezze femminili: aveva i capelli corti e verdi, gli occhi rossi e la pelle arancione e indossava un top e dei pantaloncini rosa strappati.
- ROAAARRR!!! - ruggì il mostro. - Io sono DakotaZoid! Che cosa ci fate qui nel mio territorio?!
- Siamo qui per prendere la pietra! - disse Trent.
- Dovrete passare sul mio corpo prima!
DakotaZoid cominciò subito a inseguirli, ma per fortuna loro erano abbastanza veloci da riuscire a sfuggirle.
A un certo punto però il mostro riuscì ad afferrare Heather.
- AAAAAHHHH!!!! LASCIAMIII!!!
- Ti spezzerò come un ramoscello! - disse il mostro ridendo.
- Heather! - la chiamò Alejandro spaventato.
Tirò fuori la spada e la usò per infilzare il piede del mostro, che con un grido di dolore lasciò cadere la ragazza e Alejandro la prese appena in tempo.
- Va tutto bene? - le chiese con sguardo intenso.
- Sì... Grazie - rispose Heather arrossendo.
- QUESTA ME LA PAGHERETE! - urlò il mostro.
Fece per attaccarli, ma in quel momento Trent tolse la pietra dal piedistallo e da questa partì un raggio che incenerì il mostro.
- SÌÌÌÌ!!!! - esultò Gwen. - Abbiamo recuperato un’altra pietra!
Trent mise la pietra nello zaino con le altre due e il viaggio proseguì.

Per qualche ora il gruppo camminò senza incontrare pericoli, quando a un certo punto accadde qualcosa di strano: il pendolo, invece di indicare una sola direzione, iniziò a muoversi all'impazzata sulla mappa.
- Eh? - disse Alejandro confuso. - Ma che gli prende?
- Non lo so - rispose Trent.
- Trent, ma non dicevi che gli incantesimi di tuo padre non sbagliano mai? - gli chiese Gwen.
- E infatti è così! - affermò il principe. - Non lo so, forse c'è un'interferenza magica!
- Questo significa che potrebbero esserci dei pericoli qui intorno, meglio stare in guardia! - disse Heather.
- Ma come facciamo a trovare la prossima pietra se il pendolo non funziona più? - chiese Cody.
- Io propongo di dividerci e di perlustrare i dintorni - disse Alejandro. - Ci rivediamo qui tra qualche minuto e se qualcosa va storto, cacciate un urlo.
Gli altri accettarono e così si divisero.

Dopo qualche minuto di cammino, Trent sentì qualcuno chiamarlo: - Treeent...
Era una voce femminile molto dolce.
- Treeent...
Poi vide una figura venire verso di lui con addosso un pesante mantello nero con un cappuccio che gli copriva il viso.
- E tu chi sei?! - chiese il ragazzo diffidente.
- Non preoccuparti, non voglio farti del male! - rispose la figura.
Si tolse il cappuccio e rivelò di essere una ragazza molto carina, con lunghi capelli arancioni e gli occhi verdi.
- Mi chiamo Scarlett - disse la ragazza.
- Che cosa vuoi da me? - chiese il ragazzo, rimanendo sempre in guardia.
Per tutta risposta, Scarlett tirò fuori un sacchettino, versò sulla sua mano un po' della polvere viola che conteneva e lo soffiò in faccia a Trent.
Gli occhi del ragazzo divennero viola e il suo sguardo perso nel vuoto.
Scarlett gli accarezzò la guancia e disse con voce seducente: - Immagino sarai stanco. Vieni a casa mia, così potrai riposarti.
- Sì... - disse il ragazzo con voce incantata.
Scarlett lo prese per mano e lui la seguì senza opporre resistenza.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Dopo qualche minuto di perlustrazione, Gwen, Cody, Alejandro e Heather si riunirono nel punto in cui si erano separati come stabilito.
- Avete trovato qualcosa di strano? - chiese Gwen.
I tre scossero la testa.
- Ehi, dov'è Trent? - chiese Cody.
- È strano, avevamo deciso di ritrovarci qui - commentò Alejandro.
- E se fosse nei guai?! Meglio andare a cercarlo! - disse preoccupata Heather.
Gli altri annuirono e iniziarono le ricerche.

Un quarto d'ora dopo il gruppo arrivò a una capanna di legno.
- Andiamo a vedere, forse Trent si trova lì - propose Gwen.
Si avvicinarono dalla finestra e videro una ragazza dai capelli arancioni e gli occhi verdi che stava facendo sdraiare Trent su un letto.
Gli occhi del ragazzo erano viola e lo sguardo spento.
- Ti senti comodo? - gli chiese la ragazza.
Trent annuì.
- Bene, riposati e non preoccuparti di nulla.
E mentre diceva queste parole, la ragazza fece apparire un pugnale nella sua mano.
- OH NO! - gridò Gwen. - Dobbiamo entrare, presto!
Alejandro prese a spallate la porta della capanna e la buttò giù e il gruppo fece irruzione lì dentro.
- E voi chi siete?! - chiese la ragazza arrabbiata.
- Lascia stare il nostro amico! - le intimò Cody.
- Temo proprio di non poterlo fare! - rispose la ragazza e si avventò contro di loro con il pugnale.
Intanto che gli altri la tenevano impegnati, Gwen si avvicinò a Trent.
- Trent? Trent, mi senti? - lo chiamò accarezzandogli la guancia.
Il ragazzo rispose con dei deboli mugolii.
Gwen allora prese il suo viso tra le mani e lo baciò sulle labbra.
Trent a quel punto si risvegliò dall'incantesimo e, quando comprese quello che l'amica aveva fatto, arrossì: - Gwen, ma tu...? Tu...?
- Ma come hai fatto?! - urlò arrabbiata la strega.
All'improvviso si sentì uno strano tremolio e Trent vide su un tavolino un piccolo cofanetto che si muoveva.
Si alzò per vedere di cosa si trattava, ma la strega cercò di fermarlo: - NOOO!!! NON TOCCARLO!!!
Per fortuna venne trattenuta da Alejandro.
Trent allora aprì il cofanetto e al suo interno trovò una delle pietre magiche, di colore rosa.
- È finita, Scarlett!
Prese la pietra e questa sprigionò un raggio che incenerì la strega.
- Stai bene? - gli chiese Heather.
- Sì - rispose il principe. - E voi?
- Sì, stiamo bene - rispose Cody.
- Ecco perché quella strega ha cercato di ucciderci: era uno dei guardiani delle pietre magiche e sapeva che tu sei il principe - commentò Gwen.
- Già e scommetto che è stata la sua magia a far impazzire il pendolo - aggiunse Trent. - Ma ora che abbiamo recuperato questa pietra ce ne rimane soltanto una! Ve ne rendete conto?! Abbiamo quasi finito!
- E allora che aspettiamo?! Rimettiamoci in marcia! - disse Alejandro con entusiasmo.

I ragazzi continuarono il viaggio finché non si fece buio e decisero di accamparsi.
Mentre tutti gli altri dormivano, Trent si allontanò un po' e si mise a guardare la luna piena in cielo.
- Non riesci a dormire? - disse una voce alle sue spalle.
Si voltò e vide che era Gwen.
- No - rispose il principe. - In effetti sono un po' nervoso.
- Beh, è normale, il nostro viaggio sta per arrivare alla fine - disse Gwen avvicinandosi. - Senti... sei arrabbiato con me per il bacio che ti ho dato oggi?
- Cosa?! No, perché dovrei?! Mi hai liberato dall'incantesimo di Scarlett.
- Ah, meno male!
- Ma come facevi a sapere che avrebbe funzionato?
- Non lo sapevo, ho solo pensato che qualcosa di scioccante avrebbe potuto svegliarti.
- Capisco... Sai una cosa? Secondo me dovresti essere tu la regina di Clover!
- EH?! - esclamò Gwen arrossendo.
No, un momento! Trent le stava davvero chiedendo di...?!
- Sì, sei così intelligente e sicura di te, riesci sempre a capire qual'è la cosa giusta da fare in pochissimo tempo! - spiegò Trent.
- Ah, ok - disse Gwen calmandosi. - Comunque anche tu sei pieno di risorse: hai difeso Lindsay e Tyler al villaggio, sei riuscito a convincere Alejandro e Heather a venire con noi... Sei buono, intelligente e coraggioso, Trent. Sono sicura che sarai un ottimo re!
- Grazie! - disse il ragazzo commosso.
I due rimasero a fissarsi per un po' con gli occhi che brillavano.
Trent aveva sempre considerato Gwen solo come un'amica o una sorella, ma da quando era iniziato quel viaggio aveva iniziato a provare qualcosa di più.
E per Gwen era lo stesso.
Poi entrambi distolsero lo sguardo e arrossirono.
- Bene... direi di andare a dormire adesso, domani sarà una giornata molto lunga - disse il principe.
- Sì, giusto - disse l'amica.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Il giorno dopo i ragazzi si alzarono di buon'ora, fecero colazione e ripresero il viaggio.
Stavolta il pendolo li portò in una zona del bosco molto fitta e buia.
A un certo punto Trent si fermò davanti a una parete di rampicanti e disse: - Ok, secondo il pendolo l'ultima pietra si trova qui dietro. Alejandro, pensaci tu.
L'amico sguainò la spada e tagliò i rampicanti, così poterono passare.
Trovarono un grande spazio circolare e al centro c'era un piedistallo di roccia con sopra l'ultima pietra, di colore bianco.
Non appena fecero qualche passo verso di lei, sentirono due voci dire: - Se fossi in voi...
- ... non lo farei!
A parlare era stato un mostro a due teste dalle fattezze femminili: aveva la pelle viola, indossava solo un top e un perizoma bianchi, le due teste avevano entrambe gli occhi azzurri e i capelli biondo platino e una aveva un neo sulla guancia.
- Noi siamo le guardiane della pietra! - disse una delle teste. - Io sono Amy!
- E io Sammy!
Amy sputò fuoco dalla bocca, mentre Sammy del ghiaccio.
Il gruppo riuscì a evitare gli attacchi, ma a un certo punto Sammy riuscì a bloccare il piede di Gwen nel ghiaccio.
- Oh, no! - esclamò Gwen cercando di liberarsi.
- Per te è finita! - disse Amy preparandosi a sputare fuoco.
- NOOOO!!!!
A urlare era stato Trent che, non appena vide che la sua amica era in pericolo, si mise davanti a lei per proteggerla e si ustionò la spalla.
- AAAAHHH!!!
- Come osi?! - urlò Amy arrabbiata.
Fece per attaccare di nuovo, ma Alejandro si mise in mezzo e deviò l'attacco con la spada, mentre Cody e Heather tenevano impegnato il mostro lanciandogli dei sassi.
- Qui ci pensiamo noi, Trent! - gli disse Alejandro. - Tu prendi la pietra!
Trent corse subito verso il piedistallo e non appena tolse di lì la pietra, questa sprigionò un raggio che incenerì il mostro.
Alejandro fece a pezzi il ghiaccio di Gwen e tutti insieme corsero dall'amico.
- Trent, stai bene?! - gli chiese preoccupata Gwen prendendogli il viso tra le mani.
- Sì, non ti preoccupare!
Gwen lo abbracciò e disse: - Grazie per avermi salvata!
- Non avrei mai permesso che ti accadesse qualcosa! - disse l'amico ricambiando la stretta.
Heather curò l'ustione di Trent, poi il principe prese tra le mani le pietre e disse: - Ma vi rendete conto? Ce l'abbiamo fatta! Abbiamo recuperato tutte le pietre!
Tutti e cinque esultarono e si abbracciarono.
- Sì, però adesso viene la parte più difficile - commentò Cody.
- Già, dobbiamo ancora sconfiggere McLean - aggiunse Heather.
- Non preoccupatevi, se restiamo uniti ce la faremo! - li rassicurò Trent.

- NOOOOOO!!!! - urlò Chris furibondo.
In quei giorni aveva tenuto d'occhio Trent e i suoi amici grazie ai poteri di Dawn: ogni volta che recuperavano una pietra dava di matto, ma non era mai intervenuto perché era convinto che il mostro successivo li avrebbe sistemati. Solo che non aveva fatto i conti con i loro coraggio e le loro risorse.
- È proprio così, il principe e i suoi amici hanno recuperato tutte le pietre - disse Dawn.
- Non chiamarlo "principe"! - urlò Chris scagliandole contro un calice, che per fortuna lei evitò.
- Arrendetevi, ormai non potete fare più nulla! - disse Dawn. - Il principe verrà qui e vi sconfiggerà, il vostro regno del terrore è finito!
- Stai zitta! - urlò Chris tirandole uno schiaffo sulla guancia.
Poi fece cenno a Chef di riaccompagnarla nella sua cella.
Rimase un attimo in silenzio a pensare, poi disse con un sorriso sinistro: - Forse c'è un modo per battere quel moccioso e i suoi amici! Hatchet, prendi alcuni soldati e andate al villaggio a cercare più informazioni possibili su di lui!
- Subito, Maestà!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Dopo quattro giorni di viaggio, i cinque ragazzi arrivarono al castello di McLean.
Era molto alto, tutto nero e lì intorno si respirava un'atmosfera inquietante.
- È spaventoso proprio come lo ricordavo - commentò Alejandro.
- Già - disse Cody. - Però è strano: perché il portone è aperto? E perché non ci sono guardie qui fuori?
- Sì, in effetti è strano - disse Heather.
- Credo proprio che McLean ci abbia preparato una trappola - disse Gwen.
- Lo penso anch'io, ma dobbiamo entrare per forza - disse Trent.
Entrarono nel castello con passo felpato e raggiunsero la sala del trono.
Sul pavimento c'era un enorme cerchio bianco con al centro una stella a cinque punte dorata, che aveva dei buchi sulle punte.
- Dev'essere lì che dobbiamo infilare le pietre - disse Trent.
- Già, peccato che non ci riuscirete mai!
A parlare era stato proprio lui: Chris McLean!
- Finalmente ci conosciamo, principe Trent!
- Siamo qui per sconfiggerti, McLean! - disse l'interpellato. - Abbiamo ritrovato tutte le pietre!
- Lo vedo, ma credo che sarai proprio tu a darmele!
- E perché dovrei?
- Perché altrimenti potrebbe accadere qualcosa di brutto a questi due!
In quel momento arrivò Chef, che stava trascinando Geoff e Bridgette ammanettati.
- Geoff, Bridgette! - li chiamò Trent.
- Ciao, caro! - lo salutò Bridgette con un sorriso triste.
Chef buttò i due coniugi a terra e poi prese un'ascia.
- Ti conviene darmi subito le pietre se non vuoi che le loro teste volino via!
Chef sollevò l'ascia e fece per colpirli, quando Trent urlò: - D'ACCORDO! Va bene, va bene, ti darò le pietre!
- No, Trent, non puoi farlo! - urlò Geoff.
Trent però tirò fuori le pietre e le consegnò a malincuore al perfido tiranno.
Poi arrivarono altri soldati e misero le manette a Trent e ai suoi amici.
Fecero per portarli nelle segrete, quando Chris posò lo sguardo su Alejandro e disse: - Un momento, ma io ti conosco! Tu sei quel ragazzino che ho arrestato qualche anno fa! Il tuo fratellone è stato molto generoso a sacrificarsi per te! Non immagini che goduria è stato farlo torturare prima di ucciderlo!
- BRUTTO BASTARDO!!! - urlò Alejandro cercando di saltargli addosso.
- Oh, non ti preoccupare, lo rivedrai presto! - disse Chris ridendo con crudeltà. Poi, guardando Trent, aggiunse: - Adesso i tuoi genitori si staranno rivoltando nella tomba!

Trent, i suoi amici e i suoi genitori vennero portati nelle segrete e rinchiusi in una cella.
Il ragazzo abbracciò subito Geoff e Bridgette: - Oh, sono così felice di vedervi!
- Anche noi, caro! - disse la donna.
- Hai sacrificato tutto quanto solo per salvarci! - disse Geoff.
- Ho dovuto farlo! Io vi voglio bene! - disse Trent.
- Sei un ragazzo straordinario! - disse Bridgette accarezzandogli la guancia.
Poi i due coniugi si accorsero della presenza di Heather e Alejandro e Geoff chiese: - Ciao... Voi chi siete?
- Io sono Heather e lui è Alejandro - disse la ragazza. - Trent, Cody e Gwen ci hanno conosciuti durante il loro viaggio e ci hanno convinti ad andare con loro.
- Volevamo aiutarli a sconfiggere McLean, ma... purtroppo abbiamo fallito! - disse Alejandro abbassando lo sguardo.
- Io non ne sarei così sicuro! - disse Trent con un sorriso furbetto.
Si tolse lo zaino e tirò fuori le pietre magiche.
- Cosa?! - esclamò Bridgette. - Ma come?! Non le avevi date a McLean?!
- No, quelle erano dei falsi! - rispose Trent. - Mentre venivamo qui, ho trovato dei sassi che avevano la stessa forma delle pietre magiche e li ho dipinti con dei colori naturali che ho fabbricato da solo, come mi avete insegnato voi quando ero piccolo. Ho pensato che dei falsi potessero esserci utili e infatti avevo ragione!
- Amico, sei un genio! - disse Cody.
Trent prese le pietre tra le mani e queste emanarono dei raggi che distrussero le loro manette e aprirono la cella.
- Forza, andiamo! - disse Gwen.
Uscirono tutti dalla cella, ma vennero bloccati da alcune guardie.
- Dove pensate di andare?! - disse una.
Ma non ebbero il tempo di fare niente perché vennero inceneriti dalle pietre.
- Wow, queste pietre sono ancora più potenti di quanto ricordassi! - commentò Geoff.
- Geoff...? Bridgette...? - mormorò una voce da dentro una cella. - Siete voi?
I due coniugi sussultarono: avevano già sentito quella voce!
Si diressero verso quella cella e videro che all'interno c'erano quattro persone, due uomini e due donne: il primo era abbronzato e aveva gli occhi neri e i capelli castani; il secondo aveva i capelli arancioni e gli occhi verdi e portava gli occhiali; la terza era grassoccia, aveva la pelle scura e occhi e capelli neri; e infine l'ultima aveva la pelle chiarissima, i capelli biondo platino e gli occhi azzurri.
- Brody, Harold, LeShawna, Dawn! - esclamò Bridgette con le lacrime agli occhi.
- Ma com'è possibile?! - esclamò Geoff sconvolto. - Vi credevamo morti!
- Chris ha deciso di risparmiarci perché pensava che i nostri poteri potessero essergli utili - disse Brody abbassando lo sguardo.
- Ci ha costretti a lavorare per lui per tutti questi anni! - aggiunse Dawn.
- E invece Emma, Noah, DJ, Mike, Cameron e Zoey? - chiese Bridgette temendo di sapere già la risposta.
- Loro sono stati giustiziati anni fa con il Re e la Regina! - rispose tristemente Harold.
Poi lo sguardo dei quattro si posò su Trent.
- Un momento, ma voi... voi siete il principe Trent? - chiese LeShawna.
- Ehm, sì - rispose il ragazzo.
- Ma è fantastico! - esultò Brody.
Tutti e quattro si inchinarono.
- Siamo così felici di vedervi! - disse Dawn.
- Siete venuto qui per salvare il regno, giusto? - chiese Harold.
- Certo! - rispose Trent.
Usò il potere delle pietre per liberarli e loro poterono riabbracciare Bridgette e Geoff.
- Liberiamo anche gli altri prigionieri! - disse LeShawna. - Sono sicura che saranno felici di darci una mano!
Nelle celle erano rinchiuse un sacco di persone e anche alcune creature pelose (la famiglia di Beardo).
Quando vennero liberati, come aveva previsto LeShawna, furono davvero felici di aiutarli a spodestare McLean, soprattutto dopo aver saputo che Trent era il figlio dei vecchi sovrani.
- Forza, andiamo! - disse Trent con tono determinato.

- Bene, domani farò giustiziare quegli imbecilli, così nessuno minaccerà più il mio potere! - disse soddisfatto McLean.
- Io non ne sarei così sicuro!
Si voltò e vide Trent insieme a tutti i prigionieri.
- COSA?! Ma come avete fatto a uscire?!
- Grazie a queste! - rispose Trent mostrando le pietre.
- NOOO!!! FERMATELI!!!
Un sacco di guardie arrivarono e li circondarono.
- Oh, ce la spassiamo! - disse divertito Alejandro.
Le guardie li attaccarono, ma loro riuscirono a tenerle a bada chi grazie ai poteri, chi grazie alla forza e chi grazie alle armi.
Trent e i suoi amici presero ognuno una pietra e fecero per inserirle nei buchi, ma Chris usò i suoi poteri per trasformarsi in un gigantesco drago verde.
- Non vi permetterò di prendervi il mio regno! - urlò per poi sputare fuoco.
Per fortuna i ragazzi riuscirono a evitare la fiammata e Bridgette, Geoff, Brody, Dawn, LeShawna e Harold iniziarono a lottare con McLean con i loro poteri.
- Ragazzi, voi infilate le pietre! - gridò Bridgette. - Qui ci pensiamo noi.
- Maledizione, no! - urlò Chris cercando di raggiungerli.
I ragazzi corsero verso la stella e infilarono le pietre nei buchi. Queste iniziarono a brillare debolmente, poi la loro luce divenne sempre più forte, così forte che tutti i presenti dovettero coprirsi gli occhi.
Ci furono delle raccapriccianti grida di dolore e poi più nulla.
Quando i presenti riaprirono gli occhi non trovarono più Chris e i suoi uomini: di loro erano rimasti solo dei mucchietti di cenere.
- È fatta... - mormorò Trent incredulo. - È FATTA!!!
Tutti quanti cominciarono a esultare e abbracciarsi dalla gioia.
Sì, ce l'avevano fatta!
Chris e i suoi uomini erano stati sconfitti!
L'incubo era finito!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Tutti quanti uscirono fuori e videro che il castello si era trasformato: non era più nero e lugubre, ma bianco e luminoso.
E non solo, anche il regno era diventato molto più bello.
Le pietre avevano sprigionato il loro potere benefico ovunque.
All'improvviso videro arrivare un enorme corteo di persone che urlava in maniera festosa.
Avevano capito che Chris era stato sconfitto e stavano venendo ad acclamare il loro nuovo sovrano.
- Ancora non riesco a credere che ce l'abbiamo fatta! - disse Gwen.
- Neanch'io! - disse Cody. - Cioè, finalmente non dovremo più sopportare le angherie di McLean! Sembra quasi un sogno!
- Trent, sei stato davvero grande! - disse Bridgette al figlio. - Hai portato a compimento l'impresa per cui sei nato!
- Siamo davvero molto fieri di te! - aggiunse Geoff.
- Grazie! - disse Trent abbracciandoli, commosso.
- Adesso potrai regnare, com'è giusto che sia! - disse Heather.
- Sì, ma prima c'è una cosa che devo fare.
Trent si rivolse a Gwen e disse: - Gwen, tu sei sempre stata come una sorella per me, fin da quando eravamo piccoli. Però in questi giorni in cui abbiamo rischiato così tante volte la vita e tu mi sei sempre stata accanto, ho capito di provare qualcosa di più per te.
Le prese le mani, si inginocchiò e disse: - Gwen... vuoi sposarmi?
La ragazza divenne rossa come un peperone e gli occhi le brillavano per l'emozione.
- Sì... Sì, lo voglio!
Trent la baciò con passione e tutti quanti urlarono di gioia.




Pochi giorni dopo si tennero le nozze.
Trent era nervoso ed emozionato mentre aspettava l'arrivo di Gwen sull'altare.
Quando la vide gli si mozzò il fiato: era bellissima nel suo abito da sposa!
Al matrimonio partecipò tutto il regno: c'erano anche Lindsay e Tyler (che erano davvero felici per loro e ancora increduli che Trent fosse il legittimo sovrano di Clover) e Beardo (che finalmente poté ricongiungersi con la sua famiglia)
Dopo che Gwen e Trent furono dichiarati marito e moglie, tutti si spostarono nella sala dei banchetti a gustare un meraviglioso pranzo.
Poi venne la sera e ci fu il gran ballo.
I due sposi erano senza dubbio la coppia più bella della serata: non avevano mai ballato in vita loro, eppure erano davvero aggraziati.
Mentre tutti si divertivano, Heather era andata sul balcone a guardare la luna.
- Che ci fai qui?
Si voltò e vide che era Alejandro.
- Nulla, avevo voglia di stare un po' da sola.
Alejandro si mise accanto a lei e disse: - Anche la luna sembra più bella ora che McLean non c'è più.
- Già - disse Heather con un sorriso.
- Sono davvero contento che ce l'abbiamo fatta. Adesso José potrà riposare in pace.
- Sono sicura che sarebbe molto fiero di te - le disse la ragazza mettendogli una mano sulla spalla.
- Grazie. Anche tua madre lo sarebbe di te.
I due rimasero a fissarsi per qualche minuto, poi Alejandro parlò: - Heather, c'è una cosa che devo dirti: dopo la morte di mio fratello, il mio cuore è sempre stato pieno di rabbia e dolore, ma tu mi hai fatto provare gioia per la prima volta dopo tanto tempo! Sei così bella e intelligente, sei la ragazza più stupenda che abbia mai conosciuto! Quello che sto cercando di dirti, Heather... è che... sì, insomma... IO TI AMO!
Heather sgranò gli occhi e lui per un attimo temette un rifiuto, ma lei gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
- Ti basta come risposta?
I due si baciarono di nuovo, poi Alejandro disse: - Forza, andiamo a ballare e dimostriamo a Gwen e Trent che non sono loro la coppia più bella della serata!
- Ben detto!




Qualche minuto dopo, mentre i due sposi continuavano a ballare, Geoff e Bridgette si avvicinarono e la donna disse: - Trent, puoi venire con noi un attimo? Dobbiamo darti una cosa.
Trent lasciò Gwen e li seguì in un'altra stanza.
- Allora? Cosa volete darmi?
- Il nostro regalo di nozze! - disse Geoff dandogli una boccetta. - Su, bevi.
Trent la aprì, bevve il contenuto e delle immagini gli apparvero nella mente...

Era una stanza riccamente arredata, con una culla, un armadio e un baule pieno di giocattoli.
Sul pavimento c'era un bambino di qualche mese con i capelli neri e gli occhi verdi che giocava con un orsetto di peluche.
All'improvviso entrò nella stanza una donna bellissima: aveva dei lucenti capelli neri, lisci e lunghi fino alle spalle e dei dolcissimi occhi marroni.
Prese in braccio il bambino e gli diede un bacio sulla fronte.
Poi entrò un uomo anche lui molto affascinante: aveva i capelli corti e biondi e degli occhi verdi che esprimevano sicurezza e coraggio.
Circondò i fianchi della donna con un braccio, poi diede anche lui un bacio sulla fronte al bambino e baciò la donna sulle labbra...


Quando la visione finì, Trent era sconvolto.
- Ma... Ma cos'è successo?
- Trent, questa è una pozione che fa rivivere a chi la beve i ricordi più cari del passato - spiegò Bridgette.
Allora il ragazzo capì chi erano le persone che aveva visto: quel bambino... era lui! Mentre l'uomo e la donna erano i suoi genitori, il Re Anthor e la Regina Laowyn!
Abbracciò Bridgette e Geoff, piangendo di gioia: - Grazie! Grazie per avermeli mostrati!
- Trent, i tuoi genitori erano delle persone meravigliose e ti amavano più della loro stessa vita! - disse Geoff.
- Non li dimenticherete, vero? - chiese Trent preoccupato.
- E come potremo dimenticarli? - rispose Bridgette asciugandogli le lacrime. - Ogni volta che guardiamo te... Noi guardiamo loro!
Trent sorrise e tutti e tre tornarono alla festa.




Il giorno dopo Trent e Gwen salirono al trono.
Cody venne a vivere a palazzo con loro e poco tempo dopo sposò Sierra, una delle nuove dame di corte; Bridgette, Geoff e gli amici che avevano ritrovato divennero i nuovi maghi di corte; Heather divenne la nuova guaritrice e Alejandro il capo delle nuove guardie e poi anche loro convolarono a nozze.
Trent e Gwen governarono con saggezza e generosità, e così anche i loro discendenti e nessuno osò più minacciare la tranquillità del loro regno.
Vissero in pace per sempre.

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