Vedere il mare (stralci)

di Gaia Bessie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Stralci

 
I. Fred/Asteria
[Proposto da Marti Lestrange]
 
Eppure resta che qualcosa è accaduto
forse un niente
che è tutto
 
(Eugenio Montale)
 
 
E raccattammo insieme quel nulla che ci fu, te lo giuro, l’ho toccato a mano tesa e l’ho allontanato via con uno schiaffo. Cosa fu, ti chiedi?
Forse, un niente.
Asteria sospira, si sistema i capelli allo specchio, cercando un segno sul proprio volto stanco, che le faccia ricordare che esiste ancora. Che traccia tangibile ha lasciato sulla terra, e respira, certo che lo fa.
Forse, brandelli di ricordi.
«Sei morta, Ria» una voce la scuote dai propri pensieri, facendole venire le lacrime agli occhi. «Dovresti rassegnarti, sai?».
Fred sorride dolcemente.
Forse, fu tutto, perché il tutto è tangibile, mentre il niente fumoso s’arresta in volute sopra la loro testa.
 
[110 parole]
 
 
 
 
 
II. Rodolphus/Bellatrix
[Proposto da Severa Crouch]
 
"La mia testa è un sabba e tu ne sei tutte le streghe." 
(Jean Paul Sartre)
 
 
Impossibile, quella donna che gli ossessiona i pensieri come magia arcaica, oscura, insensata. Un sabba di mille streghe, e lei per mille volte, con mille volti diversi, gli ha reso altrettanto impossibile respirare.
Rodolphus lo sa: impossibile è amarla, ma impossibile è anche smettere di farlo – anche se non gli appartiene, non lo farà mai.
Bellatrix ha il sangue firmato dal nome del Signore Oscuro, sua è in ogni respiro, e impossibile è che Rodolphus si veda restituita la moglie.
Ma, nei campi bui della sua mente, mille streghe danzano attorno al fuoco in una danza primordiale. Hanno tutte il medesimo volto.
(Il suo).
 
[106 parole]
 
 
 
III. Tosca/Salazar
[Proposto da LadyPalma]
 
Il numero quattro
 
Quattro volte, quattro anime scoperchiate, mai aperte, mai disincantate: Salazar ride, pensando a come anche lui e Tosca, Godric e Corinna facessero quattro.
Di quattro l’una, lei che l’ha sempre aspettato (per quattro volte in cui è fuggito, forse di più).
Tosca silenziosa l’ha sempre riaccolto, cullandone il capo in grembo quando in lacrime s’è sciolto– domandandosi perché non esista al mondo un antidoto alla vita fallace e imperfetta cui è destinato.
Alla quinta, non è tornato indietro. Tosca Tassorosso è morta giovane, e Salazar ha smesso di avere non quattro, ma un motivo per rimanere.
Dei quattro, l’unica che l’illuminava con quegli occhi azzurri come il ghiaccio, era lei.
 
[110 parole]
 
 
 
 
IV. Fred/Asteria
[Proposto da Milla]
 
E' doloroso tenere gli occhi aperti, ma dove andrò se li chiudi?
(I diari della falena, R. Klein)
 
 
«Ria?»
Fa male svegliarsi.
Dolorosissimo è aprire gli occhi, una finestra che sul mondo si spalanca, così come lo è schiudere il cuore, propendersi verso la figura addormentata al suo fianco. Asteria sorride, ma è solo per finta, perché il sorriso non ha mai abbastanza potenza per arrivare ad illuminare gli occhi.
«Non puoi dormire» le sussurra Fred, dolcemente. «Se ti addormenti, mi farai sparire».
Asteria non dorme da tre giorni e dodici ore, da quando le hanno detto che (è sparito, perduto, dimenticato).
«Sono tanto stanca» gli sussurra, con gli occhi che lentamente si chiudono.
«Ma dove andrò se ti addormenti?» risponde lui, angosciato, scrollandola leggermente.
Apre gli occhi.
 
[110 parole]

 

Per prima cosa, ringrazio chi ieri ha partecipato alla serata: è stato bellissimo e mi sono divertita un sacco, spero che ne faremo altre.
Detto questo, queste sono le drabble che ho scritto ieri sera (quindici minuti ciascuna), spero che vi piacciano.
Gaia

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Capitolo 2
*** 2 ***


Stralci



I. Alice Paciock
[Proposto da Gaia Bessie]
 
E noi non ci ricorderemo della pioggia in cui piangevo.
 
(Giordana Angi, Amami adesso)
 
 
«Alice?».
Alice alza sempre lo sguardo, nel sentire il proprio nome, ma non risponde mai a quel richiamo.
A volte, vede Sirius che la guarda con fare scanzonato e non riesce a non sorridere.
 
«Alice?».
Alice alza sempre lo sguardo, nel sentire il proprio nome, ma non risponde mai a quel richiamo.
A volte, vede Frank che le sorride dolcemente e le tende la mano per guidarla nel loro primo ballo da sposi.
 
«Alice?».
Alice alza sempre lo sguardo, nel sentire il proprio nome.
A volte, vede Rodolphus Lestrange con sorriso oscuro e bacchetta sguainati, e allora non riesce proprio a non rispondere. Un grido le lacera le viscere.
 
(109 parole)
 
 
 


 
II. Blaise/Daphne
[Proposto da Lisbeth Salander]
 
 
Fra le muraglia di cemento e gesso, sei una specie di fiore.
 
(D. Buzzati)
 
 
C’è un muro.
Fuori dal castello, una vestigia di un’antica muraglia, ve n’è rimasto solamente un brandello inutile e scalcinato.
Blaise la trova lì sopra ogni giorno, anche se non si rende subito conto di cercarla: Daphne Greengrass siede lì sopra come se l’avessero fatta per sfidare la gravità e arrampicarsi sopra una muraglia di pietra e polvere.
Daphne lo trova lì sotto ogni giorno, anche se non si rende subito conto che la sta cercando: Blaise Zabini la guarda come se dalla vita non s’aspettasse altro che vederla emergere tra la muraglia, come un bucaneve che sfregia il gelo un’unghiata.
C’è un muro, Daphne siede lì sopra.
 
(108 parole)
 
 



 
 
III. Narcissa, Regulus
[Proposto da VigilanzaCostante]
 
Siamo fatti di carne debole e cuori forti.
 
(Facebook)
 
«Ti capita mai di cedere?».
Narcissa sbuffa, seduta composta al tavolo dei bambini al cenone di Natale di casa Black, dedicando un’occhiata gelida al cugino.
«Cedere a cosa, Reg?» domanda, compitamente. «Di certo non a un Sanguesporco, come mia sorella, o a un degrado generale, come tuo fratello».
«Niente di tutto questo» borbotta Regulus, a capo chino.
«Siamo Black» lo interrompe Cissy, prima che il cugino possa proseguire. «La carne sarà debole, ma il cuore è saldo».
Regulus sorride, di fronte alle parole della propria cugina preferita: ma non ha abbastanza parole per dirgli che lui, non parlava di carne, ma di cuore. Quello che vuole cedere al Signore Oscuro.
 
(110 parole)
 
 
 



 
IV. Draco/Hermione
[Proposto da LadyPalma]
 
Se mi disprezzasse lo perdonerei, perché se mi amasse alla follia non potrei mai perdonarlo.
 
(Shakespeare, Il Mercante di Venezia)
 
 
Dicono che Draco Malfoy si sia innamorato.
Che privo di speranze cammini per i corridoi di Hogwarts alla ricerca della propria misteriosa e sfuggente anima gemella. E importano a tutti le scommesse, le supposizioni e i fatti portati avanti da chi crede di conoscere quel famoso nome.
Pansy Parkinson, no, Daphne Greengrass, no, Asteria Greengrass.
Hermione Granger sorride, di fronte a quei nomi, come se potesse anche solamente importarle un po’. Può perdonargli il disprezzo, quello sì, l’aver combattuto una guerra sbagliata. Ma l’amore, quello invece come farebbe mai a perdonarglielo?
 
(91 parole)

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Capitolo 3
*** 3 ***


Attenzione: raccolta interamente Fred/Asteria.


 
I.
 
Io sono quello che fuma e non parla
Tu sei rimasta un'altra volta fuori casa
(Las Vegas, Tancredi)
[Proposto da Gaia Bessie]
 
Asteria fuma e non parla.
Vergognati, le ha detto Daphne, fumare sigarette Babbane: e se mamma ti scoprisse, cosa dovrebbe pensare?
Che non ci sono più parole – pensa lei, soffiando fumo nell’aria con espressione ispirata – e nemmeno fatti che riescano a risolvere il fatto che. Che i polmoni bruciano e lui non è qui.
 
Fred ha perso le chiavi di casa.
Sei incredibile, gli ha detto George, perdere le chiavi: e guarda un po’ se devo rimproverarti io, mi fai sentire come mamma!
Lui ride: è tutta una questione di mancanza, non ha le chiavi per entrarle dentro (e lei l’ha inevitabilmente chiuso fuori, in una giornata di marzo).
 
(109 parole)
 
 
 
II.
 
E tutto mi sa di miracolo
(Specchio, S. Quasimodo)
[Proposto da Maqry]
 
La neve che inizia a sciogliersi sa di una preghiera che finalmente si realizza: ha le scarpe bagnate, Asteria, e l’anima ammuffita sotto quella brina che comincia a macchiarle d’umidità i pensieri.
Marzo, quando è tornato – un momento di inaspettata primavera, forse un po’ in anticipo.
 
Il vento che soffia sa di caldo e d’estate, sa di profumi, e forse è l’ennesimo miracolo che l’equinozio gli ha finalmente concesso: Fred ha i pensieri che s’impigliano tra le foglie verdissime di un pesco, così che la clorofilla gli tinge i capelli e i pensieri.
Marzo, quando si sono ritrovati – e che importa se mancano ancora due giorni alla primavera?
 
(108 parole)
 
 
 
III.
 
Ti sveglierai sull’indaco del mattino, quando la luce ha un piede in terra e l’altro in mare.
(F. De Andrè)
[Proposto da Lisbeth Salander]
 
 
Ogni volta, Asteria pensa che il mare non l’ha mai visto veramente – perché c’è differenza, tra mare d’inverno e mare quando fa primavera, perché c’è un abisso tra onde alla sera e onde indaco nel mattino pungente.
Ogni volta, si ripromette che quella sarà la volta in cui s’alzerà e, il mare, lo vedrà per davvero: e dirà a Daphne che. Io, il mare, l’ho visto, era il diciotto marzo – e tu?
Ogni volta, Asteria s’incanta a osservarlo mentre i pensieri lo confondono e allora si ferma sulla sabbia, indecorosamente asciutta. Ma ha gli occhi che schiumano albe violacee, Fred, e allora forse (il mare sta lì).
 
(107 parole)
 
 
IV.
 
Il principe e il povero!AU
[Proposto da Maqry]
 
Draco le ha detto che potrà finire l’inverno – e la vita le scivolerà sempre via come mancata comprensione – ma lei rimarrà una principessa.
Asteria sospira, ormai fa male perfino quel gesto, e nello specchio lo vede: c’è qualcosa di volgare, in quella somiglianza che hanno dentro, in un mondo (negli specchi) dove conta solamente l’anima.
Fred sorride, la sua sofferenza è poco principesca, ma permane nel tempo.
 
«Ti hanno mai detto che sei nata per portare la corona?» scherza lui.
«E a te che ti stanno bene le toppe sui gomiti?».
«Meglio povero che morire così, Ria» sospira. «Adesso svegliati, però».
 
Nei sogni, sono ancora identici – lì, è già primavera.
 
(110 parole)
 
 
 
V.
 
"T'innamorerai a marzo, il 16 marzo"
(Achille Lauro)
[Proposto da LadyPalma]
 
Sedici.
Se dici che.
Se dici ci dimenticheremo, sì?
 
Daphne è sempre stata brava con i fondi di caffè, li ha sempre letti come una lettera scritta a stampatello o un graffito sul muro. Mi versi un po’ di tè, Ria, per favore?
«T’innamorerai, prima o poi» le fa l’occhiolino. «A marzo, dici che il sedici andrebbe bene?».
 
Sedici, se dici che, ci dimentichiamo, sì?
 
Asteria non credeva, non ha mai creduto – eppure, il sedici marzo, lui è lì.
 
«Pensi che ci dimenticheremo, domani?» le domanda Fred, porgendole la mano.
«Cosa dimenticheremo?» chiede lei, incerta.
Lui ride – dimentichiamoci dei silenzi.
 
Se dici che è finita, è di nuovo inverno.
 
(109 parole)

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Capitolo 4
*** 4 ***


 Raccolta Fred/Asteria.
I.
 
Babbani!AU
{Proposto da Severa Crouch}

 
 
«Mi hai stregato, donna, e dici di essere normale!».
«Non dire cazzate, Fred, lo sai che la magia non esiste».
 
Asteria Greengrass alza lo sguardo sul cielo che riluce di stelle, cercandovi una risposta che abbia un senso e uno scopo, e non trovandola.
«Solo perché pensi che a sedici anni ci si possa innamorare» commenta, atona.
«Certo che puoi» risponde lui, scrollando le spalle. «Potresti morire a diciassette».
 
Ci vuole una magia per portarla via di lì – sotto le stelle, lei glielo dice: io non penso di potermi innamorare di te.
Nemmeno con una magia.
(Asteria Greengrass morirà a diciassette anni).
 
(102 parole)
 
 


 
II.
 
Le carezze sui graffi si sentono di più
(S. Plath)
{Proposto da Catherine94}
 
 
Squarciata, graffiata, scuoiata viva.
Asteria Greengrass è un cucciolo di pantera che è stato privato a forza della pelliccia.
Si tuffa nel mare, per poi scomparire – il sale ustiona le ferite, in un sibilo immerge il viso tra le onde e poi scompare.
 
Squarciato, graffiato, scuoiato vivo.
Fred Weasley ha dovuto imparare a togliersi la pelle e a reinventarsi pur di sopravvivere: i serpenti non li ha mai amati, ma come loro dismette il proprio passato per riscoprirsi da zero.
Sulla spiaggia, posa i piedi sulle impronte di lei – in un sibilo di dolore, la scopre, quando prova ad accarezzarla.
In un bacio la riconosce: sa di sale e sangue.
 
(110 parole)
 
 
 
 
III.
 
Atelophobia
{Proposto da Marti Lestrange}
 
Scopre un giorno che è imperfetta – perfetta mai, né perfettibile.
Scopre che ha i fianchi con piccoli cuscinetti di grasso, una smagliatura sul seno sinistro, una cicatrice minuscola le trapassa il sopracciglio.
Scopre che non a tutto si può porre rimedio: e, nello specchio, Asteria si vedrà sempre come l’essere fallibile che è – a Daphne è successo mai, di sentirsi così?
Scopre lui. Lui che non gli importa né dei suoi fianchi né delle smagliature né della cicatrice. Lui che la guarda e le intravede l’anima cangiante e niente di quel che le sta sopra.
 
(95 parole)
 
 
 
IV.
 
“Sono pochi i piaceri che non hanno controindicazioni”
(Lo strano mondo di Carrie Pilby)
{Proposto da Milla}
 
Foglietto illustrativo, piegato in un angolo della scatola: Fred. Capelli rossi, sorriso esagerato e battuta sempre pronta. Fred.
Da consumare a piccole dosi e lontano dai pasti – una volta l’ha fatta ridere a tavola e l’arrosto ha rischiato di soffocarla e lui le ha preso la mano e le ha detto. Sei bella perché ridi.
Può avere effetti collaterali di varia entità: ridarella, emicrania, rossori. Può farti innamorare in una manciata di istanti e non lasciarti andare più.
Accartocciato in un angolo, scritto su pietra e con i fiori a rendergli omaggio. Foglietto illustrativo, Fred.
Funziona troppo bene per durare in eterno.
 
(102 parole)
 
 
 


 
V.
 
Cercavo solo un uomo, vero
Un bandolero
Che mi rubi il mare,
amore criminale
(Pistolero, Elettra Lamborghini)
{Proposto da Gaia Bessie}
 
«Cercavo solamente un uomo vero».
«E lo cercavi in Zabini, Asteria?».
 
«Qualcuno in grado di…».
Di rubarmi la marea che mi si agita dentro, vorrebbe dire, ma lo guarda e tace.
«E lo cercavi in Nott, Asteria?».
 
Maledice ogni tipo di amore, da quel giorno, giura che mai più s’accorgerà di chi le respira attorno. Lui ride.
«E lo cercavi in Malfoy, Asteria?».
Lei sospira, Fred le prende le mani – ha gli occhi azzurri come il mare che le ha rubato, secchiata dopo secchiata, fino a prosciugarla.
«Lo cercavo in te, Weasley».
 
(92 parole)

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Capitolo 5
*** 5 ***


Raccolta interamente Draco/Hermione.

 
I.
 
“Haven’t you heard? I don’t have an heart. Everyone knows that”
(Downton Abbey)
[Proposto da Lisbeth Salander]
 
Gli dice: sicuro di non aver amato troppo? – lui scuote il capo, sospira pesantemente: amor che ha troppo amato, ma di perdonare non perdona mai.
Hogwarts è stata ricostruita, di Draco Malfoy rimane un cumulo di cenere bagnata.
«Chiedi a chiunque, Granger» commenta, atono, il giorno che lei è abbastanza coraggiosa da domandarglielo. «Io non ce l’ho, un cuore».
Lei alza il sopracciglio – non replica, ma di credergli non crede mai.
E continua a domandarglielo: dici di non amare mai, perché lo dici?
Lui un giorno si volta, ed è sinceramente disperato – glielo dice così: che ha il cuore che è divenuto polvere calpestata e Asteria Greengrass non c’è più.
 
(110 parole)
 
 
 
II.
 
"Perderti era il divenire di me stessa"
[Proposto da CatherineC94]
 
 
Draco lo sa: la Granger non ha paura di perdere – una scommessa, una gara a chi risponde a più domande di Incantesimi, e perfino le persone: la guerra le ha tolto così tanto che, tutto il resto, a scelto di negarselo giorno dopo giorno. Anche lui.
È una perdita in divenire ma l’atto non c’è mai.
Lui non domanda mai – se lo chiede silenziosamente, dove finiscono i suoi silenzi e dove comincia lei: che è sé stessa a intermittenza e, per ritrovarsi, lo sa fare solamente nella mancanza.
Un giorno poi la ferma per un braccio, dicendole che.
«Voglio vincere io».
Lo guarda in divenire bacio, da silenzio che era.
 
(110 parole)
 
 
 
III.
 
“L’amore è un malinteso tra due pazzi.”
(Oscar Wilde)
[Proposto da Severa Crouch]
 
Lui pensa di non averla mai compresa – che, per quanto provi a interpretarla, Hermione Granger rimarrà sempre un origami di cartapesta: si sfalderà tra le dita pur di non rivelargli quel lato di sé cui Draco anela con tutto sé stesso.
Lei pensa che non si possono comprendere – che, per quanto lei provi a spiegarsi, comunque Draco Malfoy finirà per tagliarsi le dita con la carta: continuerà a macchiare il foglio di sangue, pur di non arrendersi.
Non si sono compresi mai – lei carta e cartapesta, lui pelle e sangue – nemmeno il giorno in cui lui ha rinunciato a comprenderla, lei a spiegarsi, e semplicemente si sono detti.
Ti amo.
 
(110 parole)
 
 
 
IV.
 
Siamo sulle giostre, salgo io poi sali pure tu
(Sangiovanni, Malibù)
[Proposto da Gaia Bessie]
 
«Non se ne parla, Granger, io su quella robaccia Babbana non ci salirò mai, figurati».
La ruota panoramica è una liason dolcissima nel cielo che lentamente si spegne sul tramonto, è insicurezza, incertezza, possibilità – lei che scuote il capo e capelli riccissimi oscillano nell’aria in maniera insensata, indecente quando lui la guarda e vorrebbe solamente toccarle capo e anima a mani nude. Chissà cosa ne ricaverebbe, poi, se non quell’appiccicosa inadeguatezza che gli stinge i pensieri.
«Salgo io, sali pure tu» commenta lei, lapidaria. «Sarà divertente, vedrai».
Lui ha imparato a fidarsi, ma non glielo dice mai – ma, quando Hermione gli porge la mano, Draco l’afferra senza esitazioni, facendola ridere.
 
(110 parole)

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