La compagnia della papera

di Sia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno (Nove) ***
Capitolo 2: *** Capitolo due (Sentiero) ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre (Argento) ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro (Bodyguard!AU) ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque (Fiammiferi) ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei (Fuga) ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette (Appuntamento) ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto (Flirting) ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove (Fondo) ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci (Size Difference) ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici (Tramonto) ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici (Cliffhanger) ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici (Blu) ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici (Incanto) ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno (Nove) ***


La compagnia della papera

17 Nove

Hermione scruta la pergamena che uno dei gemelli le ha messo nelle mani. “E voi l’avete semplicemente trovata?” 

“Se consideri semplice entrare nell’ufficio di Gazza e rubare qualche oggetto confiscato, allora sì, l’abbiamo semplicemente trovata” le dice Fred, che quel giorno ha indossato il maglione verde che gli ha cucito Molly lo scorso Natale. 

Il prefetto chiude gli occhi e gli passa il foglio. “Lo considero illegale.” 

“Potremmo anche far finta di niente questa volta.” Ron la guarda speranzoso, “È una mappa del tesoro, Hermione!”

“C’è davvero il rischio di portarsi a casa la cosa più preziosa di tutta Hogwarts.” Ginny, con il capo appoggiato alla spalla di George, mette in mostra due grossi occhi da cucciolo e si mordicchia il labbro. È chiaro che ha di nuovo bisogno di soldi. 

Luna, seduta tra Harry e Neville, osserva l’espressione del prefetto che si fa ancora più arrabbiata: è il segno che sta per cedere. “Potremmo anche non trovare niente” dice appunto, sistemando una ciocca dei suoi capelli ricci dietro l’orecchio. 

“In quel caso ci saremmo fatti solo una lunga passeggiata per il castello.” Lee sorride, prima di nascondere le labbra in un boccale di Burrobirra per berne un sorso. “E non c’è nulla di illegale nel camminare.” 

George incrocia le mani e fa scontrare il pollice sinistro con quello destro per un po’. “Allora, ci state tutti?” chiede poi, quando Hermione finisce per accasciarsi contro la sedia e Neville – non gli è mai piaciuto infrangere le regole e l’idea che il comportamento dei gemelli possa mettere in pericolo i punti della Casa di Grifondoro lo rende insicuro – ha ripreso un colorito rosaceo. “Signori, chi tace acconsente.” 

“E chi acconsente si prende un nono del tesoro, quando l’avremo trovato.” finisce Fred, piegando la mappa e infilandola nella tasca del mantello. 

Se esiste un tesoro.” Lo interrompe Hermione, appoggiando il mento al palmo della mano. “E se mai saremo in grado di trovarlo.” 

Lee si mette a ridere e alza il boccale verso il prefetto, “Un sorso alla tua positività, Granger.” 

“Guarda che se continui a bere finisce che ti lasciamo qui.” Lo riprendere Harry, dopo aver fatto un occhiolino all’amica. George alza un sopracciglio, piuttosto divertito dall’idea. 

“Lee, se vuoi ti offro un altro giro volentieri.” Ginny si sporge sul tavolo di legno e sorride malandrina. Può permettersi di sacrificare due falci se così non è costretta a dividere il premio con nove persone. 

"I gemelli hanno proprio fatto un lavoro meraviglioso con te.” Jordan sostiene lo sguardo della giovane, fino a che questa non lo distoglie sconsolata. Gli occhi del ragazzo, a quel punto, si spostano un po’ più in alto e si infrangono su una marea di lentiggini. 

“Valeva la pena tentare, alla fine gli affari sono sempre affari.” mugugna lei, recuperando la sciarpa abbandonata sulla seduta della sedia. Se la attorciglia al collo e segue a passo spedito gli altri che stanno già uscendo dai Tre Manici di Scopa.

 
Salve!
Nelle ultime due settimane mi è balenata nella mente un'idea stupida e, come tutte le idee stupide, è anche quella che ha avuto la meglio per concludere il Writober. Lo ammetto, a scriverla mi sto divertendo tanto, per quanto mi renda conto che sia un esperimento senza senso che potrebbe sfociare nell'OOC molto presto. Il mio intento, comunque, è quello di farvi ridere e di alleggerire un po' la giornata. 
Concludo dicendo che sto cercando di mantenere tutti i capitoli sulle cinquecento parole. Incrociate le dita per me, che questi nove pazzi vogliono avere un sacco di spazio! 
Intanto vi ringrazio, 
Sia 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due (Sentiero) ***


18 Sentiero

Hermione picchietta i piedi per terra: è da più di venti minuti che stanno camminando a vuoto per il castello e le sta venendo la nostalgia del suo amato fuoco in Sala Comune. “Se non sapevate la strada, perché non siamo rimasti ai Tre Manici di Scopa a studiare la mappa?” 

Il gruppo è fermo alla fine di un corridoio senza uscita. “Sapevamo la strada, ma non avevamo messo in conto che ci fosse un muro a bloccare i nostri piedi.” Fred si gratta la base del collo e allontana lo sguardo dalla pergamena: in sette anni di carriera il suo istinto non l’aveva mai tradito. Gli occhi del prefetto indugiano su di lui e quando la scopre, la strega alza un angolo della bocca divertita: è stranamente calmante assistere ad un loro piano che va in fumo. 

“La nostra cara Hogwarts non potrebbe farci un torto simile, ci ha sempre permesso di percorrere qualsiasi sentiero.” Si lamenta George, infilando la mappa nella tasca del gemello e cominciando a tastare i mattoni del muro. 

“Vuol dire che la nostra cara Hogwarts ci sta offrendo il sentiero del ritorno.” Neville sembra scovare la soluzione di quel pesante – perché è una parete – problema. Luna si mette a sorridere al suo lato: ha trovato l’osservazione dell’amico particolarmente divertente e anche le altre due sembrano pensarla così. 

Lee scrolla il capo e alza gli occhi al cielo, “Siete così limitati, voi giovani.” 

“Io non sono limitata.” La più piccola dei Weasley incrocia le braccia al petto e serra la mascella. 

Ron le dà due pacche sulle spalle, “Lo sappiamo tutti che non lo sei, non serve ribadirlo.” Adesso Ginny arrossisce un po’ sulle guance, preoccupata che Harry l’abbia sentita o che, peggio, lo pensi anche lui. Invece il Prescelto sta guardando dietro un grosso arazzo sul lato del corridoio e presto sparisce sotto il drappo appeso alla parete. 

“Lui sì che non è limitato!” Lee si mette a ridere e lo segue nel passaggio segreto.

È Fred che si offre di tenere il telo per far passare i compagni nel foro ed è forse per questo che Hermione esita e lascia che sia Luna ad entrare prima di lei. Si concede un paio di secondi per riprendere fiato: un conto è prenderlo in giro da lontano, un altro è passargli talmente vicino da sentire il suo respiro sulla propria pelle. Su quel sentiero, lo sa, è la più inesperta dei due.

Quando il prefetto si decide a mettere un piede dopo l’altro, il gemello pensa ad un modo per attaccar bottone: ultimamente parlarle è un passatempo che lo diverte molto. “Dimmi un po’, Harry è sempre così?” Le sussurra, abbassandosi verso il suo orecchio. La strega non si ferma a guardarlo, procede lesta nel passaggio che perde la luce appena Fred lascia andare l’arazzo. 

Sempre così” 

Lui ride e l’affianca, mentre alza un braccio per segnalare agli altri che stanno arrivando. “Come diavolo fate ad essere ancora vivi?” 

 
Salve! 
Sono un po' in ritardo con gli aggiornamenti oggi, perdonatemi (e perdonatemi anche se sono rallentata con le recensioni, più tardi recupero). Intanto ringrazio le persone che stanno seguendo questa storia, mi riempite il cuoricino! 
Ora scappo, 
Sia 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre (Argento) ***


19 Argento

Ginny cerca di togliersi una ragnatela dai capelli, ma quando strattona una coccia infastidita, Luna capisce che è arrivato il suo momento di entrare in scena. “Aspetta, lascia che ti aiuti” le dice. Si fermano in mezzo al passaggio e lasciano avanzare Ron, Neville e Harry. 

“Grazie” le sussurra, facendosi piatta contro al  muro e sporcandosi il maglione di polvere. Si appunta di chiedere all’amica di dare una pulita anche a quello. “Senti, Luna, hai pensato già a cosa farai con la tua parte del tesoro?” 

La Corvonero sorride, togliendosi le ragnatele dalla punta delle dita, “E se non lo troviamo?” chiede, dando valore alle parole di Hermione che adesso sta discutendo con Neville sull’ultimo compito di Erbologia. 

Ginny inclina il capo di lato, “Ma se lo trovassimo?” 

Se lo trovassimo e se fosse qualcosa di prezioso, tipo un mucchio di monete d’argento, allora le userei per finanziare le mie ricerche sui Nargilli, immagino. Tu?”

Lee incrocia le braccia al petto e si gira verso di loro, “Affretterei il passo, non vorrei essere costretto ad abbandonarvi qui.” 

“Non ci pensare nemmeno, Jordan.” Ginny prende Luna per mano e raggiunge il resto del gruppo. “Stavamo discutendo su cosa fare della nostra parte del tesoro, se il tesoro fosse un enorme mucchio di monete d’argento.” 

Hermione fa per aprire bocca, ma l’occhiataccia che Ron le riserva la convince a lasciar perdere. “Io,” continua poi il maschio più piccolo dei Weasley, “mi comprerei una Firebolt.” 

“Pensi solo al Quidditch?” Il prefetto scuote il capo, affranta. “Potresti comprarti dei bei libri, ti farebbero bene.” 

“Infatti, pensavo di aggiornare la mia collezione di volumi sull’Erbologia” la intrattiene Neville, tirando fuori dalla tasca del mantello una lista fitta fitta di nomi. “Me ne consigli qualcuno in particolare?” Fred lancia lo sguardo al sorriso che si apre sul volto di Hermione, mentre le sue mani stringono la carta che le ha passato Paciok. Si ricorda perfettamente che, quando le ha dato la pergamena con la mappa del tesoro, ha ricevuto tutt’altro trattamento. 

“Che sogni piccoli.” George alza l’angolo della bocca, ma la sua è un'espressione di pietà. “Noi ci compreremo un divano.” Azzarda poi, facendo un cenno al gemello. 

“Che ve ne fate di un divano?” Ginny storce il naso, “In camera vostra non c’è spazio.”

Fred sorride malandrino, “Ma noi non vogliamo metterlo alla Tana.” Hermione distoglie l’attenzione dalla lista di Neville e va a cercare il gemello con lo sguardo. È un’abitudine che le è venuta da poco in verità, quella di perdersi a guardarlo. 

“Un divano, eh?” Lee ride e appoggia un braccio intorno alle spalle dei gemelli. “Vedete di prenderlo bello spazioso!” 

Luna tira la manica di Ginny per attirare la sua attenzione, “Alla fine non mi hai detto che cosa ci faresti tu.” 

“Probabilmente andrei a comprarmi Mielanda.” le risponde, ignorando il fatto che l’amica si sia girata verso il Prescelto e gli abbia chiesto la stessa cosa. 

“Cosa farei del tesoro?” Harry arrossisce quando si accorge che gli occhi marroni di Ginevra indugiano su di lui, “Beh, anche a me piacciono molto i dolci.” 

 


Vi chiedo perdono per le note che saranno un po' scarse. Ringrazio tutte le persone che stanno seguendo e apprezzando la storia, mi fa molto piacere. 
A presto, 
Sia 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro (Bodyguard!AU) ***


20 Bodyguard!AU

“Allora, cosa vedi?” Ron cerca di attirare l’attenzione di George toccandogli la spalla, ma il gemello rimane in punta di piedi a guardare dall’elmo dell’armatura. 

“Vedo che siamo fregati” dice alla fine, pulendosi i gomiti e tornando a fronteggiare il resto del gruppo. “C’è il mondo qua fuori, non possiamo uscire tutti insieme.”  

Harry si sistema gli occhiali sul naso e incrocia le braccia, “Non è tanto la quantità che mi preoccupa, ma la qualità delle persone che sono in corridoio.” 

“Infatti,” George annuisce e si gratta il mento, “in poche parole, Freddie, se esci adesso ti fermerà ogni essere vivente.” 

“Potremmo semplicemente dare la mappa a qualcun altro” suggerisce Ginny, raccogliendo i capelli in una coda alta. 

“Tipo a te?” Lee sorride, “O a Hermione? Non vorrei che la desse di nuovo a Gazza”

Il prefetto alza le spalle e scuote la testa, “Lanciarla da una finestra è un modo molto più semplice per farla sparire.” 

“Quindi Fred si tiene la mappa” conclude George, tirando su le maniche del maglione e avvicinandosi agli altri. “Qui fuori ho visto un gruppo di primini, la professoressa Sprite e Angelina.” 

“Che cosa avete fatto alla professoressa Sprite?” chiede Ron a bassa voce. 

“Ci serviva qualche radice…”

“E la serra è il luogo più facile dove procurarsene un po’.”

Hermione stringe le labbra in una linea, ma non dice niente. L’unica cosa che le è rimasta fissa in testa è il maledetto divano che i gemelli vogliono comprarsi con la loro parte del tesoro. Se alla Tana non c’è posto, dove lo vorranno mettere?

“Io e Lee usciremo subito, cercheremo di tenere impegnati i primini con qualche Crostatina Canarina.” 

“George Weasley!” sbotta il prefetto, posizionando le mani sui fianchi. Nessuno sembra darle retta.

“Alla professoressa Sprite possiamo pensare io e Luna, che ne dici?” suggerisce Neville, sorridendo all’amica.

Ginny e Harry si guardano e sorridono, “Noi ci occupiamo di Angelina, abbiamo giusto un paio di cose da chiederle sulla squadra di Grifondoro.” 

“Ron, Hermione, fate in modo che Fred arrivi alla fine del corridoio intatto. Proteggetelo.”

 

Ron è sulle punte che sta cercando di vedere Ginny ed Harry dall’elmo dell’armatura.

“Prendila, Hermione.” Fred le mette in mano la mappa e le chiude le dita intorno alla carta. “Nel caso succedesse qualcosa, esci dal corridoio e aspettaci lì.”

Lei alza gli occhi al cielo. “Guarda che le do fuoco.” Le viene in mente di bruciarla solo perché le sue mani adesso scottano: il gemello esercita su di lei un effetto talmente potente quanto sconosciuto.

Fred sorride, le sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e abbassa la voce per non farsi sentire dal fratello. “Correrò il rischio.” 

Ron si gira a guardarli, “Andiamo?” chiede pimpante, ma quando poi si ritrova davanti la faccia grigia di Severus Piton si rimangia l’entusiasmo e si immola per il gruppo. 

Rimangono solo Fred e Hermione e lei, senza lo scudo di libri che tiene sempre in grembo, si sente particolarmente fragile. “Siamo quasi arrivati” la rassicura, spostandosi da un lato per farla passare avanti. 

“Senti, Fred, per quanto riguarda il divano…” 

“Signor Weasley, aspetti un attimo!” Oh no. “Volevo chiederle una cosa.” La professa Umbridge tossisce e aumenta il passo per raggiungerlo: vederla camminare così fa abbastanza ridere, ma il gemello si trattiene.

“Tu vai, ti raggiungo dopo” sussurra a Hermione, dandole una pacca sulla schiena. Quando il prefetto arriva alla fine del corridoio,  si appoggia al muro e prende un lungo respiro. Almeno la mappa è salva
 


Lo so, il capitolo è un po' più lungo del solito e raggiunge quasi le 600 parole. Ho cercato di scrivere una flash, ma Fred non ce la fa proprio a stare zitto. 
Intanto vi ringrazio per il supporto e le recensioni, mi rimpite il cuoricino!
A presto, 
Sia 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque (Fiammiferi) ***


21 Fiammiferi

Quando finalmente Lee e George si riuniscono al resto del gruppo, la mappa è già tornata nella tasca di Fred. “Che diavolo stavate facendo?” chiede Ginny, incrociando le braccia al petto e alzando il capo con sdegno. 

“Soldi, abbiamo guadagnato ben una falce e sei zellini” le spiega il fratello, facendole penzolare davanti al naso un sacchetto pieno di monete. 

“George!” Hermione lo guarda storto, ma viene silenziata presto da un’alzata di spalle soddisfatta e da un braccio di Jordan intorno al fianco. “Vedi, Granger, bisogna pensare in grande.” Il commento di Lee riesce a distogliere l’attenzione dalla ramanzina e li porta ad avanzare. Seguono la linea tratteggiata, e finiscono per raggiungere l’enorme X sulla carta: sono, adesso, in vecchissima classe in disuso. 

“Ebbene, eccoci.” La voce di Ron risuona contro le pareti di pietra e si perde tra i banchi impolverati. 

Luna si guarda intorno e si fissa a guardare il pulviscolo che salta in un fascio di luce: forse è quello il tesoro che stanno cercando da più di un’ora. Hermione, ancora stretta tra le braccia di Lee, tenta in tutti i modi di nascondere la soddisfazione che le si dipinge in viso. 

“Io cerco negli armadi, qualcuno mi aiuta?” Harry prova ad alzare il morale dei compagni e si dirige con cautela verso le grosse ante di legno scuro. Viene presto raggiunto dal suo migliore amico e da Neville. Ginny e Luna cominciano a guardare sotto i banchi con poca speranza. 

“Guardo nei cassetti della cattedra” interviene Fred, soffiando via la polvere dalle manopole. George gli è presto a fianco, a tirargli una spallata e a farlo ridere. Forse è quello, pensa invece Lee, il vero tesoro: essere tutti insieme. L’atmosfera sembra colpire anche Hermione, che si inginocchia e controlla nel piccolo mobile a fianco alla lavagna. “Potrebbe essere questo?” chiede poi, tirando fuori dallo scompartimento una graziosa scatola in pelle nera. “C’è anche un bigliettino.” 

“Sì?” Ginny, già abbastanza vicina, prende il pezzo di pergamena tra le mani. “Ci sono le istruzioni su come aprirla!” Il prefetto appoggia il cimelio alla cattedra e si pulisce i palmi delle mani per togliere la polvere. 

“Beh, che dice?” I piccoli saltelli che Ron fa a destra e a sinistra indicano a tutti gli altri che non sta più nella pelle. 

“Allora, c’è scritto ‘Se aprirmi vorrai, avvicinare un fuoco acceso alla maniera babbana dovrai’ e poi aggiunge tra parentesi di avvicinare la fiamma alla serratura.” 

“Alla maniera babbana?” Lee si gratta la mascella e lancia lo sguardo agli unici due che possono risolvere l’indovinello. Harry e Hermione hanno si stanno guardando confusi: perché in una scuola magica dovrebbe esistere un oggetto che si apre solo con dei fiammiferi? 

Luna passa le mani sulle piccole rifiniture in metallo – ormai arrugginite – che coprono gli angoli. “Che peccato, non mi piace l’idea di distruggere la scatola.”

“Come credi che accendano il fuoco i babbani, scusa?” le chiede il Prescelto, un po’ turbato.

“Con i lanciafuoco, no? Me li ha fatti vedere papà una volta.” 

Hermione trattiene una risata, “No, non usciamo i lanciafiamme per accendere il fuoco, ma usciamo i fiammiferi… sono dei bastoncini di legno più o meno lunghi così, con un tondino colorato alla fine.”

“Dubito che ne troveremo uno ad Hogwarts, però.” conclude Harry, accasciandosi su una delle sedie impolverate dei primi banchi. “Finisce qui.”

 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei (Fuga) ***


22 Fuga

Lì in quella aula, stretta nella sua vestaglia ricucita, Molly si è resa conto di una nuova sensazione: è in quella fase della relazione in cui riesce a sopportare le stranezze di Arthur sei giorni a settimana. Pensa, guardando i capelli rossi del ragazzo, che è proprio un traguardo. 

“Dove siamo?” gli chiede, mentre spinge la vista nell’angolo più illuminato dalla luce della bacchetta che lui tiene in mano. 

“In una grossa X rossa!” dice divertito, mostrandole di nuovo il disegno di cui va tanto fiero. Se lo sopporta davvero sei giorni su sette, allora quelle sono le ventiquattro ore sbagliate. Tira le labbra in una linea dritta ed è un messaggio abbastanza cristallino, perché aggiunge, “Ti ho portato a vedere il regalo per il nostro anniversario.” 

“In piena notte, in un aula in disuso? Piuttosto sospetto, Arthur.” Il ragazzo arrossisce sul naso e si gratta il colletto del pigiama: darglielo in pieno giorno con tutti gli studenti in giro sarebbe stato molto peggio. Si limita ad alzare le spalle e la luce della bacchetta si infrange sul soffitto dell’aula, oscurando il volto di Molly. 

“Hai… hai portato quello che ti ho detto di prendere?”  le chiede ancora poi, allungando una scatolina nera sulla cattedra, insieme alla pergamena che le ha scritto con tanta cura quella stessa mattina. 

“I fuochiferi? Sarà bene per te che non mi bruci, Arthur!” Lo avvisa, ma sorride, mentre un po’ impacciatamente cerca di accenderne uno. Non ci riesce e il ragazzo appoggia la bacchetta e le va a fianco. “Ecco, così.” L’aiuta, prendendo le mani tra le sue e finendo per unire insieme le dita di quella libera dal fiammifero

“E adesso?” 

“E adesso vacci vicino, così si apre.” 

Molly si lascia guidare da un braccio più esperto, finché un clack rumoroso non echeggia tra le pareti e la scatolina rivela il suo contenuto. “Oh, Arthur caro, non dirmi che è di nuovo…” 

“Questa volta è diverso, non vedi che è…”

Molly incrocia le braccia al petto, ma a suo malgrado sorride. “Lo vedo che è diverso.” Il suo tono è dolce, mentre tocca il regalo con l’indice della mano e l’accarezza persino. Le piace così, in fondo. Le piace che Arthur sia tanto prevedibile, quanto dolce. “Grazie.” Riesce a dirgli, stampandogli un profondo bacio sulla guancia priva di barba. 

“Ti piace quindi?” 

Molly non fa in tempo a rispondergli, perché il pesante passo di qualcuno in fondo al corridoio l’informa dell’arrivo di un nuovo ospite. Capiscono presto, dalla voce gracchiante che li raggiunge, che è Apollyon Pringle. “Molly, dobbiamo fuggire, forza.” Le intima, nascondendo la scatola in un cassetto dell’armadietto a fianco a lui. Si dimentica della mappa, accartocciata sulla cattedra: per anni, quella finirà nascosta nell’ufficio dei custodi fino all’arrivo dei gemelli Weasley. 

“Domani torniamo a prendere il regalo, adesso andiamo.” Una bugia onesta, alla fine. Non trovarono più il tempo di tornare e poi non trovarono più l’aula e il regalo rimase ad aspettare per altri ventisette anni. 

 
Grazie del supporto che state dando alla storia, ve ne sono gratissima. Aggiungo poi che un'attenta ricerca mi ha permesso di scoprire che Apollyon Pringle era il vecchio custode di Hogwarts. 
Niente, vi mando un super abbraccio, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Sia 

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Capitolo 7
*** Capitolo sette (Appuntamento) ***


23 Appuntamento

Hermione scruta con particolare attenzione le facce degli altri nella stanza e, s’accorge, solo quelle di Luna e Neville sembrano essere sollevate dall’improvvisa interruzione della caccia al tesoro. La prima probabilmente, immagina il prefetto, è ancora convinta che per ottenerlo serva dare fuoco alla graziosa scatolina. Osserva poi il Prescelto, sdraiato su una sedia, con il capo appoggiato alla seduta. Anche gli altri hanno assunto una simile posizione e solo lei, tra tutti, è rimasta in piedi. 

“Non è detto che sia finita” sussurra, passandosi il pollice sulle labbra. Fred è il primo che la sente e anche il primo che la guarda: è proprio per la sua capacità di non fermarsi mai che gli piace. 

“Come?” chiede Ron, smettendo di giocare con le ciocche dei capelli. 

“Non è detto che sia finita” ripete a voce un po’ più alta, prendendo Ginny per le mani e tirandola su, “Vai da Hagrid, magari nella sua capanna c’è qualche fiammifero.” 

Harry inclina il volto e si fa più dritto sulla sedia, “Ci andiamo anche io e Ron, in quattro si fa prima a cercare.” 

George sembra aver assimilato il piano di Hermione e si alza in piedi. “Lee, ci vieni con me nell’ufficio di Gazza?” gli chiede, proprio mentre il prefetto incontra il suo sguardo: bisogna andare nei posti in cui i fiammiferi sono alquanto necessari, perché non c’è magia ad alimentare le fiamme. Infatti, per quanto Hagrid abbia la sua bacchetta spezzata ben nascosta, non sempre può usarla a piacimento e il custode, come hanno scoperto tutti, è un Magonò.

Jordan lascia la sedia e saggia sotto le scarpe lo spessore del pavimento di legno. “Mi stai chiedendo di uscire?” 

“Si potrebbe cercare anche nell’aula di Pozioni.” Suggerisce Luna, tirando la manica del maglione di Neville e riponendo nuovamente della fede in quell'avventura. La sua domanda censura, con appena due secondi di anticipo, la risposta malandrina di George: sarebbe stato un sì? 

“Restiamo noi due.” Hermione si avvicina un po’ al gemello che è rimasto fino ad ora senza compiti e si mordicchia il labbro. “Potremmo provare a vedere nelle cucine, anche se dubito che possano esserci fiammiferi.”

“Vale un tentativo, mal che vada prendiamo due succhi di zucca e ce ne torniamo qui ad aspettare gli altri.” 

Ron incrocia le mani al petto e, un po’ geloso di dover andare nella capanna di Hagrid piuttosto che nelle ricche cucine, dipinge il proprio volto con una smorfia. “Guarda che le cucine sono enormi, ci metterete una vita a cercare un fiammifero!” 

È Luna che si intromette nella conversazione, sorridendo lievemente al Grifondoro offeso, “Sembra che molti di noi si siano dimenticati che siamo dei maghi, basterà usare un incantesimo di appello.” 

Il più piccolo dei Weasley serra le labbra e le dà ragione, permettendo all’aria di riempirsi del suono del silenzio. Lo spezza George che, di nuovo pieno di entusiasmo, li sta guardando con un'espressione eccitata in volto. “Appuntamento qui tra un’ora, vediamo di trovare un maledetto fiammifero, ragazzi.”

 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto (Flirting) ***


24 Flirting

“Ti ricordi il piano?” George si gira a guardare Lee e gli appoggia una mano sulla spalla. Il ragazzo di colore manda giù un po’ di saliva e cerca di non pensare che se si avvicina ancora di qualche centimetro finisce per baciarlo. Non rispetterebbe il piano, ma sarebbe una di quelle mosse azzardate che ai gemelli piace tanto fare. 

“Entro nell’ufficio, gli dico che Piton ha tanto bisogno di lui giù al campo da Quidditch, così quando Gazza esce sei libero di cercare i fiammiferi.” Il gemello sorride, provocando un inevitabile spostamento verso destra delle lentiggini che ha vicino alle labbra. Farebbero la stessa cosa, se la bocca di Jordan fosse contro la sua. 

Lee si avvicina alla porta semichiusa e bussa con la nocca dell’indice sinistro. Scoprono presto che l’ufficio del custode è vuoto. “Forza, vieni qui.” 

“Guarda che ce l’hai anche tu la bacchetta, puoi procedere senza di me.” 

Jordan trattiene tutto il fiato che ha in corpo, mentre lo osserva lentamente: gli occhi scuri si fermano in quelli marroni di George, che solleva il capo come a sfidarlo. Non c’è gara però, se entrambi hanno la vittoria in tasca. Il gemello si fa avanti e si appoggia allo stipite della porta. “Ti servo, non è vero?” 

“Sei tu che mi hai chiesto di venire.” Gli ricorda Lee, incrociando le braccia al petto e meditando la prossima mossa. Dovrebbe essere quella di appellare i fiammiferi, ma prende più le pieghe di un altro passo verso il suo compagno di stanza. George lo accoglie, poco importa che ci siano appena sei centimetri a dividerli davanti all’ufficio del custode. O meglio, importa che siano così tanti.

“L’ho fatto?” Adesso respira l’aria di Lee, che ha il dolce sapore della Burrobirra bevuta prima. 

Jordan ride, con l’indice e il pollice aggrappa il maglione di George. “Lo volevi fare?” Sta tutto lì alla fine, nella distanza che si sono permessi di ridurre, negli sguardi che si lanciano ogni tanto in Sala Comune e poi in ogni angolo del castello.

George sorride, i centimetri diventano millimetri. “Da un po’.” Gli confessa, mentre le lentiggini danzano ancora su un altro punto del suo viso. 

Le labbra di Lee sfiorando quelle del gemello, ne assaporano per poco le pieghe e ne prendono la forma. Non fanno in tempo a stringersi di più, perché Jordan scorge con la coda dell’occhio un movimento felino, “C’è quel dannato gatto”

“E dove c’è il dannato gatto, ci sta anche un dannato uccello. Facciamo in fretta.” George appoggia il capo allo stipite della porta e prende un lungo respiro. È in quel momento che la mano di Lee scivola via dal maglione e mettono piede nell’ufficio. 

Accio fiammiferi.”

 
Salveeee! 
Ok: approdo con la mia prima storia su George e Lee, mi piacciono tanto. Spero di essere riuscta a conquistarvi in qualche modo. Intanto vi ringrazio per il continuo supporto, adoro scrivere questa storia anche perché i vostri commenti mi sono tanto cari. (e sono felice anche solo a sapere che qualcuno la legge, giuro. Grazie mille)
Sia 

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Capitolo 9
*** Capitolo nove (Fondo) ***


25 Fondo

Neville segue il lento ondeggiare di Luna per i corridoi, ma si affretta a raggiungerla per non rimanere troppo indietro. “Non ci potevamo mandare Ginny nell’aula di Pozioni?” domanda, grattandosi il naso. 

“Ginevra?” la strega sorride, “Piton la odia, deve essere successo qualcosa quest'estate a casa sua, sai? Penso gli abbia incastrato il mantello senza volere sotto una sedia.”

“E non è morta?”

“No, non è morta, però Piton le lancia delle occhiate spaventose durante le lezioni.” La Corvonero alza le spalle, muovendo gli orecchini a forma di rapanello. “Non è poi diverso dal solito, le occhiatacce le tira a ogni studente.”

Neville soffoca una risata e si porta una mano davanti alla bocca. “Mi rasserena che fa così con tutti, allora.”

“Non con tutti, so che con te è molto peggio.” Gli fa notare, piantandosi davanti alla porta dell’aula e sbirciando dalla vetrata per accertarsi che sia vuota. “Oh, ma c’è Draco!” 

Draco?” 

Non sente una risposta, perché Luna è già entrata in classe e sta picchiettando sulla spalla del Serpeverde. Neville li guarda, ma non mette piede nella stanza: qual è l’incantesimo che riempie l’aria? Perché la sua dolce amica se ne va in giro a chiamare Malfoy per nome? 

“Come va?” Le voci gli arrivano ovattate all’orecchio, capisce a malapena che Draco sta bene, ma è un po’ stanco perché è andato a dormire tardi. Comunque la magia si spezza presto: sembra che il Serpeverde preferisca l’uso dei cognomi. 

“Senti, ma ti sposti o hai intenzione di diventare una porta?” Neville si gira e i suoi occhi finiscono in quelli infastiditi di Pansy Parkinson, “Sto cercando di andare da Draco.” Continua lei imperterrita, fissandosi le unghie della mano destra. Il Grifondoro – che tanto Grifondoro non si sente – annuisce, si sposta di qualche passo nell’aula e cerca con lo sguardo la sua ancora di salvezza: Luna, però, è ancora impegnata a raccontare a Draco dei Nargilli che ha sulla spalla. 

“Vedi, sono tre.” 

“Lovegood, te l’ho già detto, queste cose non esistono.” La strega sorride, si rimette un po’ dritta e finalmente guarda Paciock.

“Grifondoro e Corvonero che girano indisturbati nei sotterranei? Hogwarts ha proprio raggiunto il fondo.” Pansy appoggia la borsa al tavolo. “Non c’è più posto nelle stalle?” 

“Perché dovremmo andare nelle stalle? Lì non ci sono Nargilli.” Luna alza un sopracciglio e lancia i suoi occhi argentei sul viso di Draco. Prova per lui una simpatia profonda, per quanto ci abbia parlato all’incirca cinque volte. 

Neville prende coraggio – ora Grifondoro ci si sente – e va vicino all’amica. “Almeno nelle stalle si respira aria migliore.” 

“Sterco di cavallo è aria migliore?” Lo ribecca Pansy, appoggiando i palmi al legno e leccandosi le labbra. Sono improvvisamente tanto vicini. 

“Meglio del tuo profumo.” Conclude Neville paonazzo, mentre l’odore di lei gli riempie le narici: non è davvero così cattivo, sa di lavanda e deve mordersi il labbro e chiudere le dita in pugni per non dirle che invece le dona molto. 

Draco alza gli occhi al cielo, “Loovegood, che ci fate qui?” 

“Ah, già.” Luna sembra ridestarsi da un sonno profondo, infila la mano nella mantella e tira fuori la bacchetta, “Accio fiammiferi!”

 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci (Size Difference) ***


26 Size Difference

Il silenzio è caduto tra Fred ed Hermione come la neve il giorno di Natale. Ora il gemello si scalda la gola e si gira a guardarla, stanco dell'atmosfera tesa. “Volevi sapere del divano?” 

Il prefetto restituisce lo sguardo e cancella la sfumatura di sicurezza che le ha riempito gli occhi fino ad ora. “Non scrivi lettere” dice poi, nascondendo le mani nelle tasche. 

Fred sorride e ci mette più del previsto a trovare le parole adatte. È raro che Hermione, la stessa che arrossisce sotto le sue battute, mostri così i suoi punti deboli. “Io e George vogliamo comprare un divano per decorare il nostro appartamento, è proprio sopra il negozio che apriremo a breve.” 

“Quanto è questo breve?” 

“Qualche mese, non finiremo la scuola.” S’affretta a spiegarle ed è sorpreso di non trovare sul volto del prefetto un'espressione di fastidio. “E poi andremo a vivere nell’appartamento con il divano e io non scrivo lettere.” 

“Tu non scrivi lettere.” Si fermano davanti alla porta delle cucine e la strega si intrufola dentro, tenendo la maniglia per far entrare anche lui. Mentre sono lì posa gli occhi sugli Elfi Domestici che stanno preparando la cena e la tristezza che già le attanagliava il cuore per il discorso con Fred aumenta a dismisura. 

“Mi piacerebbe iniziare però, c’è qualcuno che vorrei continuare a sentire anche se sono nell’appartamento e lei ad Hogwarts.” Il gemello attira l’attenzione di Hermione su di sé e colora la stanza del suo sorriso. “Ti va del succo di zucca?” Lei annuisce e osserva per un attimo i movimenti del gemello che, girato di schiena, si è messo ad aprire una bottiglia di vetro. 

“Prendo i bicchieri” dice infine, trovando il coraggio di muoversi. Allo stesso tempo, cerca inutilmente di non pensare alle parole che lui ha lanciato lì in mezzo qualche secondo prima. Si alza in punta di piedi e allunga il braccio destro per raggiungere l’unico scompartimento ancora ripieno di stoviglie: evidentemente, la Sala Grande sta già venendo addobbata per la cena. 

Fred la guarda a braccia conserte e, quando lei sta per prendere la bacchetta e tirare giù due bicchieri con la magia, si avvicina e fa combaciare il suo petto alla schiena della strega. È così piccola rispetto a lui. Li prende e glieli posa in mano. “A te piacerebbe?” le sussurra poi all’orecchio. 

Hermione arrossisce sulle guance, le sente bollenti e persino il vetro si scalda sotto le sue mani. Appoggia il capo ai pettorali del gemello e si limita ad annuire, mentre le braccia di Fred la avvolgono in un abbraccio. “Dobbiamo cercare i fiammiferi.” 

“Io non mollo la presa,” le dice, “però tu hai la bacchetta proprio in tasca.” 

Alza gli occhi al cielo, ma un sorriso le spunta sul viso, “Accio fiammiferi!”

 

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Capitolo 11
*** Capitolo undici (Tramonto) ***


27 Tramonto

Harry sale ancora uno scalino prima di fermarsi a guardare il cielo. “C’è il tramonto” dice, girandosi verso Ginny che prende fiato. “Si abbina ai tuoi capelli.” La strega sorride e si sistema la sciarpa al collo per dissipare l’imbarazzo che le colora il viso. Quattro anni prima sarebbe morta a sentirlo parlare così, mentre ora riesce a tirare fuori un po’ di autocontrollo. 

L’odore di legno della capanna di Hagrid riesce a raggiungerli anche a quell’altezza e il ricordo della tazza di tè al limone offerto dal mezzo gigante qualche minuto prima risveglia le loro papille gustative. Tornerebbero indietro volentieri, se non fosse che qualche scalino più in basso Ron e Lavanda si stanno raccontando la storia delle loro vite: il reciproco interesse, sempre mal celato, è esploso quando lei è inciampata in un sassolino ed è finita nelle sue braccia. Tornerebbero indietro volentieri poi, se non fosse per il tesoro, ancora chiuso in una maledetta scatolina nera di pelle. “È un bel tramonto.” Ginny prende un lungo respiro e si avvicina al Prescelto. “Ed è un peccato averlo sprecato così.” Lancia uno sguardo divertito a suo fratello che balbetta qualcosa e diventa tutto rosso. 

“Ce ne saranno altri.” 

“Ce ne saranno altri?” Incalza lei, infilando le mani nelle tasche e osservando con cura il colore del tramonto che si mescola alla meraviglia con gli occhi verdi di Harry. S’abbia anche a lui quel cielo. 

Tocca al Prescelto fotocopiare le movenze di Ron: arrossisce e si gratta il collo, mentre si maledice mentalmente per non essersi preparato prima. O per aver parlato troppo. O per il silenzio che adesso sta riempiendo l’aria aperta e si sta aggiungendo al rosa sopra di loro. Cerca di calmarsi e pensa a Hermione, una delle poche ragazze con cui riesce a intrattenere una conversazione senza morire, che ha passato le ultime due settimana ad incoraggiarlo. Non potrà andare peggio di quella volta che Cho ti ha dato un due di picche in mezzo a duecento gufi, no?

“Potremmo farci un volo sopra il lago dopo i prossimi allenamenti di Quidditch” propone alla fine fine, trattenendo il respiro fino a sentire la pelle congelata. 

Il sangue torna a fluire solo quando lei si mette a ridere e annuisce, “E appena possiamo, andiamo a spendere il tesoro da Mielanda.” 

“Affare fatto.” Ginny toglie la mano sinistra dal taschino e gliela porge. 

“Affare fatto.” 

Si lasciano andare quando il rumore dei passi di Ron comincia ad avvicinarsi. “Prima che voi me lo chiediate, no, non abbiamo un appuntamento.” Li aggiorna, superandoli velocemente e salendo gli scalini a due a due. 

“Che avete quindi?” domanda Harry, avanzando per raggiungerlo. 

“Abbiamo che lei vuole leggere il mio futuro in una palla di vetro.” 

“Romantico” commenta Ginny, trattenendo le risate. Non serve, perché Ron si gira comunque a guardarla storto, “Nel linguaggio di Lavanda Brown, mi pare una cosa romantica.” 

Lui scuote il capo, ma non riesca a nascondere il rossore che gli si è palesato sulle guance, “Muoviamoci, o George ci fa a pezzi per essere arrivati due minuti in ritardo.” 

Il prescelto ride, “Di solito quella è la parte di Hermione.” 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici (Cliffhanger) ***


28 Cliffhanger 

Quando Luna e Neville entrano nell’aula del tesoro, vedono Hermione e Fred appartati in un angolo. Lei è seduta su un vecchio tavolo rigorosamente pulito e lui le è vicino, in piedi, con una mano appoggiata a qualche centimetro dalla sua coscia. Sono, pensa Neville arrossendo sulle guance, in una posizione molto intima, più o meno alla stessa distanza che per un attimo l’ha separato da Pansy Parkinson. Si chiede, tossendo per annunciare la loro presenza, quale sia il suo problema: perché non riesce a scordare il suo profumo di lavanda? Non fa in tempo a trovare la risposta, perché qualcuno gli bussa sulla spalla. 

“Vedo che siamo già in tanti” esclama George con un largo sorriso stampato in volto.

Fred lancia lo sguardo al gemello e si allontana da Hermione, infilando una mano nella tasca dei pantaloni, “Mancano due Weasley e un Potter.” 

“Hagrid gli avrà intrattenuti con qualche aneddoto divertente.” Ipotizza Lee, piegando il collo in una direzione per tirare i muscoli. Gli occhi di George si posano sul neo dipinto sulla pelle scura, sulla linea della mascella accentuata dalla luce della finestra, sulle labbra che si aprono in un sorriso quando Jordan si accorge di quella attenzione. Che peccato, pensano, non essere più soli. 

“Non più lungo del solito, a dire la verità.” L’atmosfera di calma viene presto interrotta dall’arrivo di Ginny, seguita velocemente da Harry e Ron. 

Hermione scende dal tavolo, si avvicina alla cattedra e guarda gli altri con un’espressione seria, “Spero che voi abbiate avuto più fortuna di me e Fred.” 

George scrolla il capo e prende un lungo respiro, “Noi abbiamo trovato una scatola vuota, che è già qualcosa.” 

“Tanti Nargilli, ma nessun fiammifero nemmeno in aula di Pozioni” constata Luna e Neville si perde a considerare che Pansy ha avuto, in quel contesto, un po’ le sembianze di una fiamma incandescente. Arrossisce, ma non dice niente e ascolta con apparente interesse Harry che decreta l’ennesima sconfitta. 

Ron si gratta la guancia e passa lo sguardo su tutti i suoi compagni, che d’un tratto si sono fatti mogi: capisce quella sensazione, perché è la stessa che gli ha preso il petto a sentire solo brutte notizie. “Qualcuno di noi ha provato a cercare qui dentro?” 

Il primo a prendere la bacchetta è George, che si appresta a usare l’incantesimo di appello. In appena due secondi una piccola scatola di cartone gli arriva sul palmo della mano sinistra. “Beh, questo è imbarazzante.”

“Non lo racconteremo a nessuno.” Suggerisce Lee, osservando Hermione che armeggia con i fiammiferi. Quando il prefetto riesce ad accendere la fiamma, i compagni trattengono il fiato. Clack

“Ma che diavolo è?” Neville storce le labbra. 

“Che cosa graziosa, assomiglia a un Nargillo!” Luna sorride e si sporge in avanti per guardare meglio. 

Harry e Hermione si guardano increduli, i fratelli Weasley fanno altrettanto. 

“Dopo questo, è sicuro che non lo racconteremo a nessuno.” Ribadisce Lee, trattenendo le risate. 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici (Blu) ***


29 Blu

Fred si stringe nelle spalle e appoggia un pollice alle labbra. 

“Perché diavolo dovrebbe essere blu?” chiede il Prescelto, posizionando le mani davanti alla scatola ed indicandola con i palmi aperti. “Le paperelle di gomma non sono blu!” 

“Io le avevo anche rosse.” Interviene il prefetto, nel tentativo di calmarlo. 

Luna si illumina e si avvicina ad Hermione, “Esistono di tanti colori? Ci sono gialle?” 

Harry scrolla il capo, “Ci sono gialle? Le paperelle di gomma devono essere gialle.” 

George annuisce e abbraccia la sorella più piccola, “Tutte quelle che papà ha a casa sono gialle e probabilmente impazzirebbe a sapere che esistono anche blu.” 

Luna, di nuovo, non riesce a contenere il suo entusiasmo, “Ne avete tante? Ginny, mi devi far vedere la collezione, ti prego.” 

“Mamma la tiene in un piccolo armadio del salotto, il che ci è sempre sembrato strano perché di solito minaccia papà di bruciare tutti i gingilli babbani che le porta alla Tana.” 

Hermione fissa la paperella di gomma che è ancora nella scatola – nessuno ha osato toccarla fino ad adesso – e un pensiero sembra balenarle nella mente. Il silenzio di Fred è poi la prova che anche lui sta immaginando la stessa cosa. Avvicina la mano al tesoro e lo sfiora appena con l’indice: a quel contatto, sente che il materiale si scalda e s’allontana d’istinto.

“Che diavolo hai combinato, Hermione? Si sta muovendo, si sta muovendo!” Ron si sposta dietro la schiena di Harry e gli stringe il maglione impaurito. 

“L’ho appena toccato non posso…” 

“Cara Molly” un suono di voce metallico esce dal becco della papera e si aggiusta presto per prendere il suono di quella di Arthur. Fred sospira e annuisce, segno che ha proprio indovinato la natura di quel tesoro. Ginny e George chiudono gli occhi e Ron appoggia la fronte alla spalla di Harry.

“Oggi è il nostro terzo anniversario e ti amo come fosse il primo giorno. So che adesso, mentre guardi il regalo, stai facendo quella faccia che fai sempre e pensi che il tuo Arthur caro non ce la fa proprio a crescere. La verità è che con te cresco ogni giorno e che con te voglio crescere fino alla fine della mia vita. Stucchevole, lo so, ma sono sicuro che sulla tua faccia ora ci sia un bellissimo sorriso. Sto lavorando a questa sorpresa da un mese, ma non sono tanto bravo in incantesimi e ho finito per colorare la paperella di blu: non penso che i babbani le abbiano blu, anche perché quelle che ti regalo ogni anno sono gialle. Questa però è speciale, parla.” Qui il discorso prende una pausa e Hermione ne approfitta per spostare lo sguardo sui fratelli Weasley: si sono messi tutti a sorridere e, anche lei, non riesce a trattenersi. 

“Non so nemmeno quale sia la funzione di una paperella di gomma, non me lo vuole dire nessuno. Mi piace pensare di averle dato una nuova utilità: per me le paperelle saranno un modo di dirti ti amo. Adesso ridi, vero? Spero che diventi un linguaggio universale e che le anime gemelle esprimano il loro amore con le paperelle di gomma e, perché no, paperelle di gomma anche non gialle! Questa è blu e spero che ti possa ricordare i nostri anni ad Hogwarts insieme.”

 


Mi prendo un pezzetto qui sotto per ringraziare tutte le persone che stanno seguendo la storia. E per scusarmi per la pazzia di questo capitolo: sto rasentando la follia, lo so
Spero che la storia via piacendo, domani arriva l'ultimo capitolo! 

Sia 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici (Incanto) ***


30 Incanto

“Dimmi, Harry, qual è esattamente la funzione di una paperella di gomma?” 

“Una paperella di gomma, signore?” Il silenzio di Arthur lo invita a continuare. “È un giocattolo, lo usano i babbani mentre fanno il bagno ai loro figli.”

“Un giocattolo?” L’uomo sorride e lancia un’occhiata alla moglie in piedi. Molly è ancora arrabbiata con i gemelli e Ron, ma la luce nei suoi occhi tradisce una certa nostalgia. “Devi sapere, Harry, che è molto più di un giocattolo per me." 

“Anche per me.” Aggiunge la strega, pulendosi le mani nel grembiule. 

Il Prescelto sposta lo sguardo dall’uno all’altro, aspettando di sapere cosa diavolo ci facciano i maghi con delle paperelle di gomma. Invece se ne stanno zitti. “Oh, Harry caro, troverai anche tu la giusta utilità di una paperella di gomma, vedrai!” 

 

Hermione si arrischia ad appoggiare il capo alla spalla di Fred. “Sai,” le dice, “forse alla fine non ti scriverò lettere.”

“No?” 

“Invece del divano, penso che comprerò due papere di gomma: una me la porto via e l’altra la lascio a te.” Le prede la mano e le accarezza il dorso. “Non dovrebbe essere tanto difficile connetterle per poter parlare, come quella cosa che avete in casa voi babbani.” 

“Il telefono?” L’aiuta e il cuore le si riempie di un sentimento a cui deve ancora dare un nome. “Posso fare qualche ricerca in Biblioteca.” Continua Hermione, chiudendo gli occhi e respirando il profumo di Fred. 

Il gemello sorride e le lascia un bacio sui capelli, “Verrò a disturbarti, allora.” 

“Volevi dire che verrai ad aiutarmi?” 

“Assolutamente no.”

  

Harry atterra sulla sponda del lago e raggiunge Ginny, già seduta su una roccia con la scopa al suo lato. Il tramonto si mescola al colore rossastro dei capelli della strega creando uno spettacolo meraviglioso: gliel’ha già detto che in quel momento del giorno è da togliere il fiato? 

“Ti ho preso una cosa.” Cerca nella mantella una piccola scatolina verde e gliela passa, “Mi ha aiutato Hermione a trovare l’incantesimo, però alla fine l’ho trasformata da solo.” 

Ginny scarta il regalo e ci trova dentro una piccola paperella di gomma, “Harry?” 

“È un portacaramelle.” 

Lei sorride e stringe il regalo nel palmo della mano, “Mi piace davvero tanto, grazie.” Dopo un secondo di silenzio, Ginny apre il becco della papera e fa uscire due Api Frizzole, “L'hai riempita con le mie preferite. Ne vuoi una?” 

 

“Lovegood?” Draco osserva con un po’ di irritazione la compagna di Corvonero che non gli permette di attraversare il corridoio. 

“Ho trovato un Nargillo” gli dice, trafficando nella sua tasca e tirando fuori una piccola paperella di gomma.

“Questo sarebbe un Nargillo?” 

“Ti ho sempre detto che esistevano.” Luna sorride e il corridoio prende luce. Draco abbassa lo sguardo, un po’ impaurito: da quanto tempo gli fa questo effetto? “Prendila tu, te la regalo. Poi sto lavorando con i gemelli Weasley ad un incantesimo per farle muovere e ne ho un centinaio nel mio baule.” 

Il Serpeverde non si arrischia a prenderla. “Draco, voglio che l’abbia tu.” 

“Se proprio insisti, Luna.” 

  

George prende un cucchiaio di porridge e lancia lo sguardo a Lee, seduto di fianco a lui a colazione. “Hermione e Fred stanno lavorando ad una specie di telefono-papera.” 

“Sì, lo so, la tua copia non la smette di parlarne.” 

Le labbra di George si trasformano in una linea, mentre rimugina sul resto che gli vuole dire. “Gli ho chiesto di farne due anche per noi.” Noi

Lee, con il bicchiere di succo di zucca in mano, si gira a guardarlo e rimane immobile per un attimo. Poi porta la bevanda alle labbra e sorride, mandandola giù. “Vedete di non scambiarli, non vorrei mai dire a Fred quanto è bello il suo… ”

Lee!” George ride e infila il cucchiaio nel porridge, “Guarda che alla fine è più o meno uguale e, poi, un complimento è sempre un complimento.”

  

Pansy ascolta con poco interesse il discorso che le sue compagne di casa stanno portando avanti. Sposta lo sguardo verso le serre e scorge la figura di Neville Paciock in mezzo alle piante. “Voi andate, vi raggiungo dopo.” 

Bussa ad una finestra e attira l’attenzione del Grifondoro, che appoggia a terra uno strano annaffiatoio a forma di papera. “Che cosa c’è?” le chiede, inclinando il vetro. 

Pansy si appoggia al davanzale con i gomiti e si infila sotto alla finestra. “Vengo in pace, Paciock,” s’affretta a dire, “che stai facendo?” 

Neville la guarda e la trova bella, si chiede se ha ancora sulla pelle lo stesso profumo di lavanda che ha sentito qualche giorno prima. “Do da bere alla piante, mi piace farlo senza magia, ho la sensazione di essere più vicino a loro.”

“Con quello?” Pansy indica l’annaffiatoio e trattiene le risate. 

“Era una paperella di gomma.” Paciock scuote il capo, ma tutto sommato sorride, “Vuoi provarla? Fa uscire l’acqua dal becco.” 

 

Ron una utilità non l’ha ancora trovata, in verità. Tuttavia, tiene una piccola paperella di gomma sul comodino in camera e qualche volta la guarda ed immagina: gli piace tanto l’idea di suo padre. Gli piace che una paperella sia un modo di poter dire ti amo all’anima gemella. 

“La troverò?” chiede a Lavanda, che sta ancora guardando nella sfera di cristallo. 

“La tua anima gemella?” Lei sorride, accarezza la tovaglia rossa del tavolino su cui si sono accomodati. “Forse è molto più vicina di quanto pensi.” 
 



È il momento di dire addio a questa storia. Mi sono divertita tantissimo a scriverla, sopratutto perché la vera protagonista di questa storia è stata una paperella di gomma. Ringrazio Arhtur, per primo, perché mi ha dato l'idea. Ringrazio poi Mari Lace, Bluebell e VigilanzaCostante per aver dato una lettura ai punti più critici: cercare di rendere IC tutti questi personaggi è stata una sfida aggiuntiva a quella del Writober. E poi ringrazio anche tutti quelli che hanno letto la storia e che si sono divertiti capitolo per capitolo. 
Siete stati preziosissimi e ve ne sono grata. Vi mando un caldo abbraccio e vi auguro un buon weekend! 
Sia 
 
 

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