The Boy: La rivincita di Brahms

di IvanaAnkhese
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


" Greta? Torna! Farò il bravo! Te lo prometto! Greta. No. Torna qui! Torna qui! Non lasciarmi! Torna qui...

Greta..."

 

 

Si svegliò di soprassalto. Ogni volta sembrava reale. << Hey? Tutto bene?? >>, Malcolm si era girato verso di lei preoccupato. << L'hai fatto di nuovo? >>, le chiese. Greta si sollevò lentamente, e si toccò la fronte. << Mmh, si...>>, mormorò. Era da un po' di tempo che faceva sempre lo stesso sogno. Sognava luiAncora lui!  << Era solo un incubo, tranquilla! Va tutto bene. Lui non c'è più. >>, la rassicurò Malcolm. Lei si calmò. << E' vero. >>, rispose. << Dai, torna a dormire. >>, le sussurrò lui, e si ricoricarono. 

 

Ma un dubbio rimaneva: perché continuava a vederlo?

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Era passato un anno da allora. Greta era tornata in America con Malcolm, e avevano deciso di andare a vivere insieme. Scelsero però uno Stato diverso dal Montana: la giovane aveva bisogno di cambiare aria, e di tagliare completamente col passato.

<< Ma insomma, dove mi stai portando?? >>, gli chiese Greta curiosa. Ormai erano in auto da ore. << E' una sorpresa! >>, le rispose Malcolm con uno sguardo suadente. La ragazza sorrise eccitata. Con lui si sentiva al sicuro. Finalmente era di nuovo felice! Ma quando imboccarono delle strade abbandonate, grigie, senza segnaletica, e con solo due o tre casette immerse nel verde, Greta capì. << Pittsburgh?! Lincoln Way??! Ma vuoi scherzare??! >>, disse incredula. << Ti piacerà! L'ho trovato un posto molto romantico! >>, rispose lui abbozzando una risata, e fermò la macchina. Scesi dal veicolo, l'uomo le mise una mano dietro la schiena, ed esclamò soddisfatto: << Questo sarà il nostro nido d'amore! Allora, che mi dici?? Ti piace?? >>. La felicità che prima pervadeva il viso della donna aveva lasciato posto allo sbigottimento: davanti a loro figurava una struttura fatiscente circondata da giardini e da alberi secchi e spogli. << Cos'è?? >>, balbettò Greta con un'espressione di disgusto. << E' un cottage! Sei americana...dovresti saperlo! >>, scherzò Malcolm. << Era un cottage!! E' abbandonato...! >>, sbottò lei. << Che sarà mai! Basta un'aggiustatina! >>, disse risoluto. << Ma...Perché qui?? >>, chiese Greta ancora perplessa. << Non abbiamo abbastanza soldi. Tu sei disoccupata, e l'unico lavoro che io ho trovato è al supermarket a 20 minuti da qui. Questo era l'unico posto. Preferivi la villa degli Heelshire?? >>, la pizzicò Malcolm. Lei lo fulminò con lo sguardo. << Assolutamente no! >>, ribatté alzando le mani. Allora si guardarono, e scoppiarono a ridere. << Va bene...Allora...Mettiamoci a lavoro! >>, esclamò Greta rassegnata. Quando aprì la porta d'ingresso e la richiuse alle sue spalle, caddero polvere, pezzi d'intonaco e la stessa porta scricchiolò. La ragazza sospirò.

Mentre spazzava, Greta urtò dei mattoni ammassati vicino a un buco nel muro, e intravide qualcosa. Sembrava una lunga coda...Apparteneva a una carcassa. Un'immagine le tornò alla mente. La scopa le piombò per terra. Trasalì. Malcolm si girò di scatto. Si avvicinò a lei. << Oh Greta, è solo un topo! E' morto per fortuna! >>, esordì l'uomo. Lei era rimasta a fissarlo. << Brutti ricordi?? >>,  le chiese. << Sì. >>, mormorò lei. << A quanto pare topi anche qui...! Avremo bisogno di trappole...>>, continuò lui. << Sarà meglio che io vada a fare un po' di spesa. Aspettami qui! >>, concluse, e uscì dalla casa.

<< Non puoi immaginare dove mi ha portata...! >>, diceva Greta a sua sorella al telefono. << Credo sia il posto più abbandonato della Pennsylvania...Che dico?! Di tutta l'America!! E' dimenticato dal mondo! >>, si lamentava. << Rimanevamo in Montana, poi! >>, concluse. << Beh, sempre meglio della casa in cui sei andata a fare la babysitter l'anno scorso!! Almeno lì sei in buona compagnia! >>, le rispondeva la sorella. << Ah...Questo è poco, ma sicuro. >>, sospirò Greta. Poi la salutò, e chiuse la telefonata. 

Dopo aver ispezionato ogni angolo del cottage, Greta, alzando le lenzuola luride e impolverate del letto al piano di sopra, fece inavvertitamente cadere un foglio spiegazzato che era nascosto tra le coperte. Curiosa e guardinga, si abbassò, e lo aprì. C'era scritto un messaggio: "Ti lasciamo questa casa. E' tua ora. Prenditene cura! ". La ragazza ebbe un colpo. Quella frase le ricordava qualcosa. Le ricordava quella lettera. Le ricordava quel momento...quel momento in cui fece quella macabra scoperta...Lei sarebbe stata la ragazza lasciata a lui, quella che lui avrebbe dovuto amare. Allora si alzò di scatto. Era furiosa. Evidentemente quelli che prima abitavano in quel cottage  si divertivano a lasciare messaggi all'inquilino che sarebbe venuto dopo! "Oh grazie tante!! ", disse Greta tra sé e sé mentre bruciava quel foglietto. Improvvisamente, sentì la porta d'ingresso sbattere al piano di sotto.  << Malcolm?? Sei tu?? >>, chiese ad alta voce, ma non ebbe risposta. Sbuffò, e scese le scale. Si avvicinò alla porta, e si accorse che non chiudeva bene. << Sono qui! >>, disse Malcolm dietro di lei. La ragazza sobbalzò. L'uomo ridacchiò: << Scusami!! >>, e la abbracciò. << Ti va di iniziare questa nuova vita insieme? >>, le chiese lui dolce stringendola a sé. << Non vedo l'ora! >>, gli sussurrò lei. E si baciarono.

Non sapeva che la Maledizione era appena ricominciata.





Eccomi qui!! Che ve ne pare di questo inizio?? Fatemi sapere! Seguitemi!!



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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


" Greta...Perché?? Perché te ne sei andata?? Ti avevo anche salvata...Perché, Greta?? Greta..." 

Quegli occhi sbarrati e torvi, che spuntavano dalle fessure di quella maschera lurida, erano fissi su di lei. E quella voce infantile, più inquietante che dolce, si era tramutata in lamento. Greta poteva sentire la sua collera. Lo sentiva vicino...sempre più vicino. La sua faccia era a pochi millimetri dalla sua. Una lacrima scorreva sulla sua maschera dal suo occhio sinistro...

"Greta..."



Aprì gli occhi. Si guardò intorno agitata. Realizzò che stava solo sognando! Era mattina inoltrata. Malcolm non era accanto a lei. Si accorse che il suo cellulare lampeggiava, e lo afferrò. Malcolm le aveva scritto un messaggio: "Sono andato a lavorare presto. Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti! Mi spiace lasciarti sola. Tornerò stasera. Spero che riuscirai ad ambientarti nella nostra nuova casa! Mi manchi già. Ti amo." Greta sospirò e si alzò dal letto. Si infilò la vestaglia e si affacciò alla finestra. Fuori c'era la desolazione, il cielo era grigio e tirava un bel venticello freddo. La donna sbuffò. Quante volte l'avrebbe lasciata sola in quella casa sperduta?? Richiuse la finestra, e si diresse verso la porta. Improvvisamente le sembrò di sentire la risata di un bambino, e le girò la testa. "Strano", pensò: era completamente sola, lì! Forse era frutto della sua immaginazione: era ancora un po' addormentata! Inoltre, aveva fatto di nuovo lo stesso sogno! Non si sentiva neanche tanto bene: era debole e le scoppiava la testa. Per la fame, si precipitò in cucina: desiderava mangiare il suo sandwich preferito! Mentre lo divorava, rivisse un flashback: era solita prepararsi la colazione da sola quando era alla villa degli Heelshire. E ora era di nuovo sola. Anche se lì c'era lui. E il sandwich glielo aveva preparato proprio lui, una volta. Da quel giorno non ne aveva più mangiato uno. Allora la ragazza, col boccone in bocca, abbassò lo sguardo e vide dai pezzi di sandwich  un po' di marmellata che le colava tra le dita. Sembrava sangue. Avvertì una forte nausea, e corse al bagno. Giusto in tempo, si accovacciò e vomitò nel gabinetto. Cosa le stava succedendo?? E come mai le era tornata la voglia di sandwich?? Poi ebbe l'illuminazione: era di nuovo incinta...!

Greta si era ritrovata in balia di diverse emozioni: timore, euforia, e immensa felicità. Nonostante ciò era anche fortemente sorpresa: difficile rimanere incinta dopo un aborto! Soprattutto dopo il tipo di aborto che aveva avuto lei! Aveva bisogno però di esserne sicura. Così tornò in camera da letto, si sedette alla specchiera e cercò sulla mappa una farmacia in zona. Intanto il tempo era peggiorato: il vento era più forte e aveva incominciato a piovere. Mentre leggeva, lo specchio davanti a lei rifletté l'immagine di qualcosa che era fuori la finestra alle sue spalle. Improvvisamente sentì un ticchettio dietro di lei. Subito si voltò. Qualcosa sbatteva sui vetri della finestra. Purtroppo dall'interno non si vedeva granché, tanto il vetro era vecchio e macchiato! Si alzò curiosa, e si avvicinò. Aprì l'anta della finestra, e le arrivò un forte colpo alla faccia, come uno schiaffo. La ragazza urlò, e si mise le mani sugli occhi per controllare se fosse ferita. Poi guardò cos'era stato. Si era trattato di un ramo con molte foglie, che apparteneva all'albero che si trovava proprio di fronte la finestra del cottage. Evidentemente il vento era stato talmente potente che aveva inclinato l'albero e il ramo aveva sbattuto violentemente verso la loro finestra! Greta sospirò stufa, richiuse la finestra, e aspettò la fine della bufera per uscire a cercare la farmacia!

Si era fatto buio. << Hey, sono tornato!! >>, esordì Malcolm entrando dalla porta d'ingesso. Trovò Greta in salotto, seduta sul divano impolverato, illuminata unicamente dalla luce fioca di una lampada. Sembrava in ansia. << Tutto bene?? >>, le chiese preoccupato. Lei alzò lo sguardo, e gli sorrise. Lui si accomodò accanto a lei, guardandola con fare interrogativo: aveva una strana luce negli occhi la sua Greta! << Aspettiamo un bambino...! >>, dichiarò lei trepidante. Malcolm rimase di stucco per un istante, poi esclamò: << Cosa!?? Sei sicura??! >>; forse doveva ancora elaborare quella notizia! Greta saltò in piedi e urlò felice: << SI, SONO INCINTA! CE L'HO FATTA!! >>. << Ma è meraviglioso...! >>, disse lui, ancora sorpreso ma entusiasta. Stava per abbracciarla, quando udirono un forte rumore che li fece sobbalzare. Proveniva dalla camera da letto. Immediatamente salirono al piano di sopra. Quando aprirono la porta, quello che videro fu agghiacciante: la finestra era completamente distrutta, e pezzi di vetro e di intonaco cospargevano il pavimento.







Rieccomi!! Piaciuto questo nuovo capitolo?? Il prossimo sarà più spaventoso. Continuate a seguirmi!! Se vi va, lasciatemi una recensione!


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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


" Greta...E' pronta la colazione...! " << Mmmh...>>, si lamentò Greta rigirandosi sotto le coperte. Fu improvvisamente inebriata da un forte odore, che la fece svegliare. Sbagliava o aveva sentito qualcuno chiamarla?? Improvvisamente udì il rumore della porta d'ingresso al piano di sotto, e vide che la camera da letto dove dormiva era aperta. << Malcolm...? >>, disse piano. Scese lentamente dal letto, e ripetè a voce alta: << Malcolm??! >>, ma non ricevette risposta. Allora scese le scale e arrivò in cucina. Era sola. Il suo ragazzo era andato a lavorare. Sull'uscio, si accorse che la maniglia della porta d'ingresso era rotta. << Ahh maledizione! Qui è tutto distrutto! >>, brontolò tra sè e sè. Si voltò, e vide sul tavolo  un piatto con due sandwich e una tazza di latte caldo. Sorrise gioiosa: Malcolm le aveva preparato la colazione prima che se ne andasse! Si sedette e mangiò con gusto. La gravidanza la rendeva affamata! 

Dopo essersi occupata di qualche faccenda domestica, si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Il cielo era un po' nuvoloso, ma le previsioni non portavano pioggia. Riflettè. Quante volte ancora Malcolm l'avrebbe lasciata sola in quella casa?? Doveva trovare anche lei qualcosa da fare! Anche se era incinta doveva avere la sua indipendenza! Così sentì il bisogno di uscire da quella prigione dove avevano deciso di abitare, e si avventurò per la strada alla ricerca di qualche fermata per l'autobus. Purtroppo fu tutto inutile: qualsiasi stradina imboccasse, le sembrava di ritornare sempre al punto di partenza! Quella Lincoln Way era terrificante: c'erano solo strade deserte e case distrutte e abbandonate. Sembrava un labirinto! Improvvisamente sentì un fruscìo. Si girò spaventata: si trattava di un cespuglio mosso dal vento...o almeno, così pareva. Avvilita, decise di chiamare un taxi. Aspettò un bel quarto d'ora al freddo, finchè non vide arrivare un'auto verso di lei. << Signorina Evans? E' lei?? >>, chiese il vecchio tassista non appena fermò la macchina davanti alla ragazza. << Sì, grazie, salve! >>, sospirò lei mentre si accomodava sui sedili posteriori. << Dove la porto? >>, domandò lui. << Nel Centro di Pittsburgh! >>, rispose lei. Il tassista strabuzzò gli occhi. << Ma signorina, ci vorrà più di mezz'ora! E' molto distante! >>, esclamò. << Non importa, basta che lei mi porti via da qui! >>, rispose secca Greta. Quello mise in moto senza fiatare. Durante il viaggio, l'uomo chiese sbigottito alla ragazza: << Cosa ci fa una signorina come lei in un posto come Lincoln Way?? E' un'amante della solitudine?? >>. Ci mancava anche il vecchio impiccione! Greta tagliò corto: << Io e il mio ragazzo abbiamo deciso di abitare lì! >>. A quel punto il tassista commentò ironico: << Ahh...proprio un rifugio d'amore !! >>. La ragazza fece una smorfia di fastidio, e non replicò. Caddero in un silenzio imbarazzante, che durò per tutto il viaggio. Nonostante ciò Greta si rilassò guardando fuori dal finestrino.

Non appena arrivò a Pittsburgh, la donna si sentì subito a suo agio. Scese dal taxi e salutò il tassista. Si guardò intorno. Finalmente era nel centro cittadino! Data la forte innovazione che caratterizzava Pittsburgh, Greta pensò che avrebbe trovato i negozi giusti dove poter acquistare qualcosa per la nuova casa, così cominciò lo shopping.

La ragazza si chiedeva ancora come mai Malcolm avesse scelto Lincoln Way, la zona più solitaria e vecchia di tutta la Pennsylvania, visto che il Centro di Pittsburgh era senza dubbio più vivibile! Forse, abituato a lavorare in un piccolo villaggio inglese, in una casa come quella degli Heelshire, non avrebbe mai potuto sopportare il rumore di una metropoli americana! Mentre la ragazza passeggiava, le sembrò di sentire una voce che la chiamava, e si voltò. Non c'era nessuno. Forse si era sbagliata! Poi uno strano negozio attirò la sua attenzione. In vetrina erano esposti dei bambolotti con indosso dei deliziosi vestitini per neonati! Greta sorrise, ed entrò incuriosita: le era venuta la voglia di comprare già qualcosa per il suo bambino, nonostante la sua gravidanza fosse ancora all'inizio! Quando fu dentro, un odore di mobili antichi la avvolse. L'arredamento di quel posto era davvero antiquato! Percepì un certo disagio. Qualcuno la distolse dai suoi pensieri: << Desidera...? >>, era la proprietaria. Si trattava di una donna di una certa età; aveva dei lunghi capelli grigi ricci e un po' scompigliati, dei bizzarri orecchini pendenti, e una camiciola nera larga. << Ehm...cercavo vestiti per bambini...ma forse mi sono sbagliata! >>, balbettò Greta. << Nono venga, forse qui troverà quello che cerca. Mi segua! >>, disse la signora. La ragazza annuì, e la seguì. "Che tipa strana!", pensava. << Questo è un negozio di antiquariato...Collezioniamo, ripariamo e vendiamo bambole antiche. Cuciamo anche vestitini per bambini, volendo! Ecco, le faccio vedere...>>, e così dicendo la donna la portò in una piccola camera illuminata da una luce fioca. Improvvisamente Greta si vide circondata da bambole di svariate epoche e manifatture, ma una in particolare le saltò all'occhio. Un brivido le percorse la schiena. Il suo cuore si fermò per un istante. Cambiò espressione. << Q-Quella...? Da dove l'ha presa...?? >>, chiesa Greta quasi tremando. << Oh! Quella me l'hanno lasciata qui! Doveva essere riparata! Bella, vero? >>, rispose la signora. La giovane notò i segni dei pezzi che erano stati rimessi insieme. Non poteva essere...Quella maledetta bambola...! Ma com'era possibile??! Poi vide qualcosa che colava dall'occhio sinistro del bambolotto...Allora ebbe un flash del suo ultimo sogno: Brahms la guardava, e gli scendeva una lacrima dall'occhio sinistro...! Greta sussultò. << Il bambolotto...piange...?! >>, sussurrò sgomenta. La proprietaria del negozio lo osservò, poi rispose: << Oh nono! E' una goccia di colla! Niente di che...>>. Quella cosa le era già capitata una volta! La ragazza sentì una fitta alla pancia, seguita da un'improvvisa nausea. << Qualcosa non va? >>, chiese la signora. << N-Niente...Mi scusi, mi gira un po' la testa. Devo andare. >>, e così dicendo, Greta uscì dal negozio.

Si era fatto buio. Quando rientrò in casa, cercò di sigillare la porta alle sue spalle. Ansimava. Era spaventata. Telefonò il suo ragazzo. << Malcolm? Ci sei?? Torna subito! >>, gli disse allarmata. Poi raggiunse il salotto e si lasciò andare sulla poltrona.  Non poteva credere ai suoi occhi! Le sembrava un incubo! Corse in bagno, e aprì la fontana della vasca: aveva bisogno di rilassarsi con un bagno caldo, per lavare via i ricordi.




"Greta! Perché?? Perché l'hai fatto, Greta?? Perché hai scelto lui?? Perché, Greta?? Poteva essere nostro figlio...Perché, Greta?

Greta..."

Era sempre quella voce infantile...! La ragazza abbassò la testa, e vide che l'acqua nella quale era immersa si era colorata di rosso. Era sangue. "Mi hai deluso, Greta!", tuonò un'altra voce, maschile. Greta si rese conto che aveva perso il bambino. << NO! >>, urlò. Con le mani cercava di fermare il sangue, ma non c'era più nulla da fare. Pianse disperata.


<< Hey, sono qui, è tutto a posto! Che è successo?? >>, le chiese Malcolm preoccupato mentre la sollevava dalla vasca. La ragazza aprì gli occhi e guardò l'acqua. Non c'era sangue. Non aveva perso il bambino. Era solo un sogno! Si era addormentata nella vasca! << Stavi urlando...>>, le spiegò l'uomo. Allora Greta lo abbracciò: si era spaventata a morte!

La donna raccontò a Malcolm della sua esperienza in quel negozio. << Naa esistono tante bambole simili...Ti sarai confusa! Sei ancora scioccata...Non riesci neanche a dormire! >>, cercò di rassicurarla lui. Ella stette zitta per qualche minuto, poi gli disse: << Comunque, grazie di avermi lasciato la colazione pronta sul tavolo, stamattina! >>, ma lui aggrottò la fronte, e le rispose: << Quale colazione?? >>.









Eccomi qui!! Allora, piaciuto il capitolo?? Cosa ne pensate?? Vi sta piacendo questa storia? Alla prossima!! ;)










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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Greta era immobile sotto le coperte, con le mani sul suo grembo. Guardava un punto fisso del soffitto, mentre si tormentava. "E' una gravidanza a rischio", aveva detto il medico. Molto probabilmente non l'avrebbe portata a termine. Un'altra volta. Possibile che non dovesse andarle mai bene niente!?? Era delusa ed impaurita. Le sembrava una maledizione che non fosse destinata a finire. 

Malcolm entrò nella stanza. << Mi spiace lasciarti sola adesso, ma il dottore ha detto che devi riposare. >>, le dichiarò affranto. Lei si sollevò lentamente: << Malcolm, lui è qui...E' tornato...E non vuole che noi abbiamo questo bambino! >>, mormorò corrucciata. Egli sospirò. << Sciocchezze! Tu l'hai ucciso! Me l'hai detto tu, che l'hai visto morto! >>, ribattè. << E se non fosse così...? Forse dovevo rimanere lì con lui...Lui voleva così...Ecco perchè sta facendo tutto questo...Lui mi voleva tutta per sè!! E ora vuole portarmi via il bambino!! E' una vendetta... >>, continuò Greta. << No, sei solo sotto shock! Hai paura di perdere un altro bambino! Devi stare tranquilla e riposare!! >>, cercò di calmarla con dolcezza. << Malcolm, ascoltami: anch'io pensavo non fosse possibile, ma sono successe troppe cose strane ultimamente!! Non mi credi?? >>, protestò lei. Lui la guardava come si guardano i matti. << Forse è una reazione psicologica...Che ne dici se quando torno ci mettiamo a cercare uno specialista? Forse hai bisogno di un aiuto...>>, disse l'uomo. Greta cambiò espressione. << Io non sono pazza! >>, gli rispose. << Non sto dicendo questo...>>, cercò di giustificarsi Malcolm. << Va bene. Senti, io vado a lavoro. Se hai problemi, chiamami! Cerca di riposare. >>, le disse dolce mentre la salutava con un bacio. Così scese al piano di sotto e si tirò la porta alle spalle. Ecco, se n'era andato. Di nuovo. Anche lui! Quella fu la prima volta in vita sua in cui Greta si sentì davvero sola. Fino a un attimo prima pensava di aver trovato l'uomo della sua vita, l'unico che l'avrebbe capita, protetta, amata. Invece neanche lui le credeva più. Stava perdendo di nuovo tutto...e forse anche la sua stessa vita. Ma niente la preoccupava più del suo bambino. In quel momento quella creatura era diventata la sola cosa più importante per lei! No, non poteva perdere anche lui. Non un'altra volta! Improvvisamente però, avvertì il pavimento e le mura scricchiolare. Si guardò intorno spaventata. Era ancora lui...!? Indietreggiò tremante, poi ansimò: << Brahms...? Sei tu? Sei qui?? >>. Non ebbe risposta. << Se sei ancora tu, vattene ti prego! >>, disse con voce rotta, poi si lasciò andare sul letto. << SEI TORNATO DAL MONDO DEI MORTI PER FARMELA PAGARE, EH??! O SEI SOPRAVVISSUTO ALLA MIA PUGNALATA?? COM'E' POSSIBILE??! ORA VUOI PORTARMI VIA MIO FIGLIO??! ALLORA??! RISPONDI! MOSTRAMI DI NUOVO CHE NON SONO PAZZA!! >>, esclamò a voce alta. Ma la donna non sentì più nulla. Così si raggomitolò nelle coperte, e, accarezzandosi il ventre, sussurrò: << Tranquillo piccolo mio, non ti succederà niente! La tua mamma è qui. >>. Piangendo silenziosamente, si addormentò.

Si fece pomeriggio. Greta era sveglia, ma ancora nel letto: aveva seguito i consigli di Malcolm e del medico. << Eddai, rispondi!! >>, sbuffava mentre aspettava che il suo fidanzato le rispondesse al cellulare.  << Ah perfetto! >>, borbottò quando scoprì che era scomparso il segnale di rete. Non ci voleva! Sospirò e si alzò dal letto. Da quando era sola non faceva che dormire e annoiarsi! Si trascinò al piano di sotto e sbirciò fuori dalla finestra. Era già buio pesto, e ovviamente si era unita la pioggia. Greta si sforzò di scorgere qualcosa tra gli alberi che si agitavano, ma non riuscì a vedere perfettamente niente! Così si arrese e tirò la tenda...ma non si era accorta che qualcuno lì fuori c'era, e la stava osservando. Non le rimaneva che guardare la tv! Si sedette sul divano e la accese. Dopo una lunga carrellata, si rese conto che neanche la televisione era in grado di soddisfarla! Il sonno stava di nuovo per impossessarsi di lei, quando improvvisamente le capitò un canale di musica classica. Che strano, non le sembrava di aver pigiato alcun tasto! Eppure, si lasciò trasportare dal suono familiare di quelle note, e si addormentò. 


"Greta..." Era di nuovo quella voce. Ma stavolta era diversa. Non era più quella di un bambino. Era una voce calda, tenebrosa...Era la voce di un uomo che sapeva quello che voleva! "Greta, ti avevo detto di non andartene! Io ti avrei protetta, amata, per sempre. Ma tranquilla, sono qui, sono tornato! E il bambino che porti in grembo sarà nostro figlio. Non gli succederà niente di male, te lo prometto. Ma tu devi seguire le regole!"

Riaprì gli occhi. Sussultò. Questa volta le parve davvero ci fosse qualcuno con lei! Ansimò. La televisione era ancora accesa. Il campanello suonò. Si girò di scatto. Chi poteva essere a quell'ora?? Non poteva essere Malcolm: avrebbe avuto già le chiavi! Si alzò lentamente dal divano ed avanzò cauta. << Chi è??! >>, chiese. Non ebbe risposta. Aprì la porta, ma la sua più grande sorpresa fu quella di non trovare nessuno. Oltrepassò l'uscio per controllare meglio. << Heylà...? Chi è??! Malcolm...? >>, domandò ad alta voce. Poi sentì un fruscìo dietro di lei. Si voltò, e vide per terra un pacco. Stranita, lo raccolse, rientrò in casa e chiuse la porta. Poggiò sul tavolo la scatola misteriosa, sulla quale c'era un biglietto con su scritto: " Per Greta Evans." Che strano...Non aveva ordinato niente! Lo aprì sospettosa, e alla vista del contenuto un forte senso di orrore la pervase. Un urlo le si strozzò in gola. Era quella bambola. I pezzi erano stati riattaccati alla perfezione!  Era lui. Era Brahms. Ma le sorprese non erano ancora finite: c'era anche una lettera! La donna, tremante e con le lacrime agli occhi, decise di leggerla. Essa recitava: 1. Riposa. 2. Mangia quello che ti preparo io. 3. Prendi le medicine. 4. Passa la maggior parte del tempo a letto. 5. Non uscire. 6. Non parlare con nessuno. 7. Prenditi cura di te e del bambino. 8. Digli parole dolci. 9. Fagli ascoltare la musica o canta per lui. 10. Dagli sempre la buona notte accarezzandoti il grembo. 

Non poteva crederci. Stava accadendo di nuovo! Quando finì di leggere la lettera, si accorse che il concerto alla TV era finito. Si avvicinò allo schermo: si trattava della "Ninna nanna", opera 49 numero 4,  di Johannes Brahms.








Rieccomi dopo tanto tempo! Scusatemi per la mia assenza! Sono mortificata!! Mi siete mancati tanto <3 Spero vi sia piaciuto questo capitolo!! Ora si aprono le danze!! Non abbandonatemi! Alla prossima!!


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