Di brace e di vento

di GladiaDelmarre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brace ***
Capitolo 2: *** Vento ***
Capitolo 3: *** Assenza ***



Capitolo 1
*** Brace ***


Cammino lento sui carboni ardenti,

Sul sentiero che tu hai tracciato, incurante, 

Benedetto dal tuo passaggio e dalla tua purezza.

Basterebbe solo riposare un attimo. Uscire dal tracciato, rinfrescarmi in una polla, poggiare i miei piedi martoriati sull’erba fresca. 

Eppure non posso, per timore che il sentiero sparisca.

Se fosse questa l’unica possibilità che ho?

Se una volta persa di vista la strada anche solo per una frazione di tempo, questa svanisse?

 

Non sei sempre a vista. A volte ti seguo, da lontano.

A volte è solo il tuo odore. 

Altre ancora non è nulla, solo un barlume di brace sotto la cenere.

Mi riposo un poco in quei momenti. Rari attimi di quiete, in cui quasi non sento più calore. 

O forse è soltanto l’abitudine al dolore che lo rende più sopportabile.

 

Quando mi avvicino mi bruci dentro. 

Quando sono così vicino da poterti toccare

È come andare a fuoco. 

Ed io ostinato, un passo dopo l’altro, caparbiamente brucio.

 

I demoni conoscono il fuoco dell’inferno.

Rosso cupo, violaceo.

Nulla vale contro il calore bianco e dorato che emani.

Tu, fatto di miele e spezie pregiate, splendido e crudele, ignaro del tuo potere.

 

Così continuo, inghiottendo parole di dolore e di accusa

Perchè mi fai questo

Perchè mi lasci ad ardere a fuoco lento

Perchè non mi tieni tra le braccia.

 

Gli umani hanno scelta.

Il libero arbitrio, il dono dato dall’aver scelto la mela che gli offrii.

Ironico che io senta di non averne. 

Mi hai legato

Corde di capelli intrecciati, che rifulgono come i tuoi capelli

tagliano la carne a fondo, lasciando segni indelebili ai miei occhi

Forse

Invisibili ai tuoi.

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Capitolo 2
*** Vento ***


Seduto sotto a un ginkgo all’inizio dell’autunno,

Le sue foglie hanno creato un tappeto d’oro sotto di me.

Tutto ciò che riesco a pensare è che i tuoi occhi, di tanto in tanto, assumono questa sfumatura.

 

Quanto spesso li nascondi,

Mi nascondi parti di te.

Ma molto più spesso ti vedo camminare tenendo il tuo cuore tra le mani

Incosciente

Indomito. 

 

Ti vedo nelle ricche corolle screziate di rosso e arancio dei ranuncoli

E nei cieli stellati riflessi sul tuo viso e le tue spalle.

 

Segui i miei passi

Senza esitare mai. 

 

A volte credo - spero - che tu mi abbia lasciato andare

Che stanco dell’eterno mio contemplare

Abbia portato altrove il turbinio delle tue azioni.

 

Perché tu sei fuoco, e avvicinarmi a te mi fa bruciare di forza e dolore e passione, tutto quello che nella mia quieta vita ho cercato di far scivolare sotto di me.

Perché io sono aria, ti accarezzo da lontano e ti faccio crepitare, ma se arrivo troppo vicino avvampiamo insieme.

 

Piango, a volte.

 

Tu credi forse sia un pallido riflesso del tuo dolore,

Quando un sorriso ti stira le labbra

E si trascina sul tuo viso, senza arrivare ai tuoi begli occhi d’oro.

 

Anche io conosco il dolore, diverso dal tuo, che è primordiale e radicato, di cuore e di pancia.

Il mio passa per i polmoni e la mente, per gli occhi ed i ricordi.

Li colleziono

Come tengo i libri.

Alla rinfusa, poggiati sui muri, su scaffali polverosi che non tocco per non smuovere neanche un minuscolo granello di polvere.

 

Ogni cosa ha la sua storia.

Ogni cosa ha il suo tempo.

 

Sei ancora qui.

 

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Capitolo 3
*** Assenza ***


Quanto tempo passato sull’orlo di un abisso

Il desiderio di lasciarmi cadere

E una codarda incapacità di farlo.

 

Non ho più ali 

Che possano sorreggermi

Bruciate, strappate, 

Scheletro di ciò che erano.

 

E i legami che mi ancorano alla vita

Senza mai dare sollievo

Come corde ruvide sulla pelle nuda

Ad ogni movimento

Strappano

Lacerano

Tirano e mordono.

 

Ogni passo che ti allontana da me

È una stretta ai nodi che tu stesso hai fatto.

Soffro un poco di più

Respiro con più difficoltà.

 

Mi hai lasciato così

Senza poterli sciogliere

Senza tagliarli di netto

 

Eppure li tengo stretti 

Non posso perderli.

 

Il dolore è parte di te.

 

Una lenta oscillazione

Centimetro dopo centimetro

E sono lame che entrano nel petto

Scivolano tra le costole

Graffiando

Tagliando

Facendo scempio 

Senza uccidere mai.

 

Infiniti “perchè?”

Come un urlo

Riassunti tutti nella tua assenza.

 

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