THE SCARY STORIES OF HALLOWEEN - 2022

di The Lone Soldier
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LA MORTE ATTENDE ***
Capitolo 2: *** IL DEMONE VADREAL ***
Capitolo 3: *** IL CAVALIERE DELLA NOTTE ***



Capitolo 1
*** LA MORTE ATTENDE ***


29 ottobre, 23.57, stato del Nebraska.
Un pullman, con a bordo cinque prigionieri, stava viaggiando su una statale a velocità sostenuta in direzione del Nebraska State Penitentiary per ricevere l’esecuzione capitale.
Di questi cinque una era una donna dai capelli rossi e corti, con i tatuaggi sulle dita, occhi neri; gli altri, quattro uomini, uno era di colore e aveva una cresta da moicano, un altro biondo e capelli rasati, fisico possente; i restanti due erano gemelli e avevano metà della loro testa rasata mentre la restante parte erano capelli ricci e viola, occhi marroni. Tutti indossavano le tute arancione ed erano legati per le mani e i piedi.
Oltre al guidatore, che indossava la divisa nera e un cappello nero, vi stava un poliziotto di cinquant’anni armato di fucile, barba folta e corporatura robusta.
Aveva uno spiccato senso dell’umorismo e continuava ad osservare l’orologio al polso sinistro, in modo molto nervoso.
-Non vedo l’ora arriviate là: devo tornare a casa e fare l’amore più volte con due belle sventole a pagamento! –
Rise di gusto per le parole dette.
-Invece che aspettare di andare dalle tue donne, che pagherai perché sei talmente un disperato che paghi una per concederti, prova me, qua, sul pullman: sono pronta a darmi tutta a te! –
Provò ad alzarsi ma il poliziotto, dopo aver sorriso, mosse il caricatore del fucile a pompa.
-O vuoi che ti faccia secca prima che arrivi? –
Calò il silenzio all’interno del veicolo e il viaggio continuò fino a quando una fortissima luce gli si parve davanti.
Tutti i presenti furono costretti a coprirsi gli occhi.
La luce scomparve e i presenti poterono tornare a vedere ma qualcosa li lasciò a bocca aperta: non erano più sulla statale, in piena notta ma si trovavano in un deserto brullo.
L’autista schiacciò il freno di colpo, causando al poliziotto di perdere l’equilibrio e cadere di lato, facendosi male.
Il guidatore si sentì dispiaciuto e lasciò il posto di guida, andando al capezzale del poliziotto.
-Sta bene? –
All’improvviso una frusta, proveniente dall’esterno, ruppe il vetro del vano guidatore e afferrò l’autista al collo, trascinandolo fuori.
Il poliziotto urlò e guardò fuori; inerme assistette al divoramento dell’autista da parte di un felino maculato con otto occhi, di colore rosso che sventrò il povero malcapitato.
Gli altri prigionieri si domandarono che stesse succedendo.
Sentirono due forti rumori provenire dal retro del veicolo, come se qualcuno volesse entrarvi.
Il vano venne letteralmente tolta.
Un essere, armato di spada dall’elsa rossa e vestito con stivali marroni, pantaloni neri e una pelliccia a protezione del petto, senza testa.
I condannati urlarono dalla paura ma il biondo, senza paura, gli saltò addosso, dandogli pugni su pugni ma prima che l’essere senza testa potesse reagire, l’uomo non si accorse che un essere dalle fattezze femminili, abbigliata con mantello viola, volto scheletrico color arancione e armata di falce era alle sue spalle.
La donna trafisse il condannato, conficcando la falce nella schiena e uccidendolo sul colpo.
Aumentò la pressione sul corpo del malcapitato fino a quando non fu in grado di toglierlo dal cavaliere senza testa e lanciarlo via senza pietà.
I quattro sopravvissuti urlarono, impauriti.
Il senza testa e la donna salirono sul bus mentre il poliziotto venne trascinato fuori dal felino; in preda a urla strazianti lo sentirono morire, divorato anch’esso.
I quattro rimasti s’abbassarono, impauriti.
-Sono Lady Dimytresk e vi do il benvenuto nell’Otherworld mentre lui, Drau, è il mio consorte. Il vostro destino era segnato nel Middleworld e, ora, lo sarà anche qui. Esprimete il vostro ultimo desiderio. –
I due si girarono, voltando le spalle ai quattro condannati e, inspiegabilmente, richiusero la porta posteriore.
I quattro pensarono di essere stati risparmiati ma, con somma sorpresa, videro il felino, con la bocca sporca di sangue e il leccarsi le labbra, urlargli contro.
 
Drau e Dimytresk, all’esterno, videro i finestrini del pullman macchiati di sangue e le urla, tenendosi la mano.
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Capitolo 2
*** IL DEMONE VADREAL ***


1° maggio 1945 Hitler si era suicidato nel bunker, Goebbels e la sua intera famiglia si erano tolti la vita. Quel giorno per i nazisti era tempo di arrendersi ma non per tutti era così; infatti, per Gerolf Franke, un Reichsführer delle SS la guerra non era ancora persa e un folto gruppo lo seguiva, tra questi Franz Seidel, suo vice. Rintanati nelle profondità di Berlino, pensavano ad un piano. Franke, abbigliato con la divisa nazista di colore nero, che rappresentava l’alto grado che aveva, pistola d’ordinanza, capelli biondi e ben pettinati, occhi azzurri come il ghiaccio, pregustava la “riscossa nazista” e, in gran segreto, anche dalle alte cariche nazionalsocialiste, lavorò incessantemente per creare un portale con l’Otherworld dove sperava di trovare un’armata da comandare e portarla nella realtà e riconquistare il potere. Di certezze, però, non ce n’erano. 5 maggio, 1945 Un grossissimo fascio di luce, proveniente dal laboratorio adiacente i dormitori dei soldati, portò Franke e Seidel in quel punto. Uno degli scienziati, dai capelli grigi e stempiati, applaudì. -Mio signore, il passaggio è stato aperto. Dobbiamo fuggire prima che sia troppo tardi a parer mio! – disse l’uomo Franke, mostrandosi fiero e speranzoso di quella scoperta, reagì malamente alla frase di quell’uomo e lo punì, sparandogli un colpo di pistola alla coscia destra. -Neumann, dirò io ciò che dobbiamo fare e non lei! - esclamò Gerolf Molte esplosioni vennero udite di sopra e la polvere cadde sopra le teste dei nazisti rimasti. Seidel, con il dovuto rispetto, si avvicinò a Franke. -Mio signore, potremmo di certo trovare un’armata ma non sappiamo che tipo di viaggio potremo intraprendere. Dobbiamo prendere tempo e ci serve un diversivo. – -Ve lo do io! – Franke e Seidel si girò e vide un soldato nazista che si tolse il cappello, i vestiti e rimase nudo. La sua pelle cominciò a bruciare e, di lì a poco, divenne uno scheletro di colore rosso; venne poi avvolto da un mantello grigio e arrivò a brandire una falce, la cui lama era rossa e bianca. Franke gli puntò la pistola. -Vi darò io il diversivo prima che possiate venire catturati. Non sopravvivrete qui! Fuggite in quel portale e nessuno vi cercherà. Entrate nell’Otherworld e fate ciò che volete ma andatevene. – -Cosa sei? Un demone? – domandò Seidel -Esatto. Sono Vadreal e vi sto aiutando, molto di più del Dio che pregate ogni giorno. Entrate in quel portale, muovetevi! – Franke continuò a puntare la pistola al demone e Vadreal cercò di convincerli che non c’era margine di trattativa: fece lievitare lo scienziato e in una manciata di secondi, dopo esser stato preda di spasmi, lo trasformò in un altro essere dagli occhi vitrei e dalla pelle morta. -Quello è un non morto e ha molta voglia di mangiarvi. Se non ve ne andate ve lo mando contro e vi trasformerete tutti, nessuno escluso. Saranno il vostro diversivo mentre voi entrerete nel vortice. – Il non morto continuò a dimenarsi e ciò convinse i presenti. -A coloro che sono rimasti qui fino all’ultimo e rivolgo la mia parola a venti persone, vi ordino di seguirmi! – Franke rimise la pistola nella fondina ed entrò nel portale. Dopo di lui, in fila indiana, vi entrarono dieci persone ma non Seidel, piuttosto restio. -Posso lanciartelo contro quando vuoi Franz! – disse Vadreal. Capì la serietà della minaccia e seguì il suo Comandante. Tutti i presenti entrarono nel vortice e il demone lanciò la falce a modi boomerang, distruggendo le prove di quel macchinario. -È ora di far tornare in vita i morti! – Vadreal schioccò le dita. Nelle strade ricolme di macerie i soldati russi dell’Armata Rossa avanzavano alla ricerca di sacche ribelli sopravvissute. Molti erano i cadaveri. Un gruppo di dieci militari entrò in un vicolo parzialmente crollato e videro degli esseri avanzare verso di loro. Urlarono loro, in russo, ma costoro camminavano verso i soldati. I sovietici aprirono il fuoco ma restarono a bocca aperta quando videro che non sortirono nessun effetto. Le urla, provenienti da lontano, rivolsero gli sguardi dei sovietici che furono assaltati. Esseri simili a umani ma con occhi vitrei, pelle rugosa assalirono i sovietici, mordendoli e affondando i loro denti acuminati nelle carni. Si contavano assalti da molte parti della città di Berlino, le chiamate di soccorso si sprecavano. I sovietici, pur di non ammettere di essere in difficoltà, richiamarono i sopravvissuti e passarono ad un bombardamento a tappeto della già martoriata capitale nazista. Vadreal, il demone che aiutò i gerarchi nazisti a fuggire, si mostrò soddisfatto dell’azione compiuta anche se quella città splendente che era Berlino venne rasa al suolo.

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Capitolo 3
*** IL CAVALIERE DELLA NOTTE ***


Correva l’anno 1276 e nel villaggio di East Baltimore, in Irlanda, si avvicinava sempre più la ricorrenza della notte dei morti e non era una festività: ogni anno un bambino dai zero ai dieci anni veniva consegnato a Nybgo, un uomo con un mantello nero e logoro, cappello circolare dello stesso colore, mano sinistra di colore rosso; per questa ragione veniva chiamato il Demone dalla mano Rossa. Cosa facesse con questi bambini non era dato saperlo ma se non avesse ricevuto nessuno “dono”, avrebbe lanciato una maledizione sugli abitanti. Il prelato dai capelli grigi, Padre Gabriel, riunì gli abitanti del villaggio vicino alla piccola abbazia, costruita in legno e con un crocifisso intagliato a mano posta sopra la porta d’ingresso. -Mancano tre notti prima che Nygbo venga qui da noi. Sulle nostre teste non sono mai cadute disgrazie e perciò chiedo ad una famiglia uno dei figli per compiacerlo. Fatevi avanti prima che arrivi al galoppo del suo destriero! – Si alzarono diversi mormorii e nessun genitore sembrava disposto a sacrificare il sangue del loro sangue. -E’ una situazione difficile ma non abbiamo possesso del fato. Il Signore vi proteggerà se compirete questo sacrificio! – ridisse il padre Ad un certo punto si fece avanti un uomo con una forca, cappello di paglia, vestito in lana pieno di toppe. -Sono stanco di vedere ogni anno padri e madri lasciare andare gli infanti. Mi sacrifico io, se il demone vuole un essere per cibarsene. – -Maodhog, in nome del Signore, ragiona: Nygbo non accetta un adulto! – ammonì il padre Le parole dell’agricoltore colpirono molto e si cominciò a levare il senso della protesta ma il Padre non sembrava dello stesso avviso. A quel punto Maodhog esclamò: -L’unica speranza di abbattere quel demone è che torni il nostro eroe, colui che fondò il villaggio. Jack O’Lantern è l’unico che ci può salvare. Le sue armi ci difenderebbero e la sua lanterna catturerebbe l’anima malvagia di Nygbo! – -Eresia! – Padre Gabriel cercò di aizzare la folla contro l’agricoltore e fu in quel momento che il popolo, spinto dalla paura, accerchiò l’uomo. -Sei tu il demone! – tuonò il Padre L’uomo vide attorno a sé forconi e imprecazioni, mostrandosi, però, imperturbabile. -Lascerò questo villaggio e cercherò il nostro eroe. Farò ritorno con lui prima che il demone possa portare via un altro innocente! – Si voltò, dando le spalle ai suoi compaesani e raggiunse il punto d’ingresso di East Baltimore. Guardò il cielo nuvoloso, intravedendo il sole. -Tornerò! – Il pomeriggio passò velocemente il 31 ottobre e nessun infante era stato ancora scelto, nonostante gli ammonimenti del Padre e di Maodhog non vi era ancora traccia. Impauriti come mai, il Padre riunì il villaggio davanti all’abbazia. -Gli zoccoli del cavallo stanno già scalciando, manca poco prima che la notte prenda il sopravvento. Concedete il vostro figlio al demone! – I mormorii aumentarono e un uomo di trent’anni, dai capelli biondi, si fece avanti. -Darò mio figlio Barry al demone, per la salvezza di tutti. – Il figlio scoppiò in lacrime mentre il padre lo portava al cospetto del Padre. -Non voglio! – Il padre scoppiò a piangere ma la paura era forte. -Il sacrificato è qui e quando verrà Nygbo lo prenderà e se ne andrà, come ha sempre fatto per tutti questi anni. – Maodhog camminò senza soste per giorni alla ricerca del luogo di sepoltura di Jack O’Lantern e, secondo le leggende, il luogo di riposo dell’antico guerriero era sotto un albero vicino ad un laghetto. Del piccolo corso d’acqua non vi fu traccia e c’erano così tanti alberi che la ricerca divenne ardua. Stremato dinanzi ad un albero perse l’equilibrio, cominciò a respirare affannosamente pensando di aver fallito la missione. -Non potrò cambiare il fato! Sono solo un fallito! – Sferrò un pugno sul tronco, ferendosi alla mano destra. Allontanandosi dalla pianta, però, notò di come il sangue che aveva perso si moltiplicò, cadendo copioso sul terreno. Poco sotti rami, nella parte più alta del fusto alto un metro e settanta si formò un cerchio e ci fu una piccola esplosione. Maodhog si spaventò e da lì uscì un teschio dagli occhi rossi, fissi sul fattore. -Il tuo sangue è puro, uomo valoroso. Io sono lo spirito errante di Jack e il tuo sangue mi ha risvegliato dopo secoli. Tu, ora, sarai il mio corpo e potrò tornare in vita, proteggere il villaggio la notte dei morti come sarebbe servito in questo tempo. Ora tu diventerai potente e sarai il difensore degli innocenti ed avversario dei demoni che infestano questo mondo! – Il fattore venne preso per la caviglia sinistra da un ramo e trascinato all’interno dell’albero. Era mezzanotte, le campane risuonarono nel villaggio. In lontananza il nitrire di un cavallo e gli abitanti, impauriti, si rintanarono nelle case, attendendo che Nygbo portasse via il bambino e se ne andasse. Un uomo a cavallo, alto un metro e ottanta, mantello nero e vestito dello stesso colore, cappello anch’esso nero, naso a punta e mascella squadrata, entrò a passo lento in East Baltimore guardandosi su entrambi i lati, mostrandosi sorridente per la paura che avevano nei suoi confronti. Il Padre teneva per le mani Barry, il sacrificato che non smise di piangere un secondo. Aumentò il passo, arrivando dinanzi all’abbazia. Scese da cavallo tenendosi la mano sinistra vicino al petto. -Questo è il prescelto? Che scelta! – disse il demone parlando stretto. Il Padre si limitò a fargli cenno di prenderlo e Nygbo allargò le braccia. -Vieni dal tuo nuovo padrone! – -Non questa volta! – Un eco lontano, proveniente dalla cinta esterna al villaggio, portò l’attenzione dei presenti. Un cavaliere, con un elmo a forma di teschio, occhi rossi, spallacci in argento, bracciali in cuoio entrò nel villaggio su un cavallo nero dagli occhi azzurri, tenendo la briglia con la mano sinistra e una spada con la destra. Arrivò a gran velocità contro Nygbo e prima che quest’ultimo potesse reagire il Cavaliere lo decapitò, facendo volare il capo due metri alla destra del corpo. Rimise la spada nel fodero e tirò fuori una lanterna, l’aprì e il corpo senza vita di Nygbo cominciò a essere vittima di spasmi fino a quando la sua anima non si staccò dal corpo e venne attirata all’interno della lanterna; la forza era così imponente che lo spirito non fu in grado di resistere e ci finì dentro. Una volta che l’anima del demone venne presa, la lanterna venne chiusa e il Cavaliere scese da cavallo. -Io sono il Cavaliere della Notte, colui che vi proteggerà ogni notte dei morti per impedire al male di prendere anime innocenti. Nygbo era molto debole e non uccise nessun bambino. Guardate l’ingresso del villaggio. – Il Padre non crebbe ai suoi occhi: bambini, alcuni cresciuti e altri adulti entrarono a East Baltimore ed erano coloro che erano stati rapiti in questi anni. -Una volta ero Maodhog e l’uomo, che voi avete cacciato era puro d’animo e ho preso il suo corpo per tornare. Io fui anche conosciuto come Jack O’Lantern. Ora devo andare e ci vediamo la prossima notte dei morti! – Aizzò il cavallo e se ne andò, permettendo ai genitori di riabbracciare i figli perduti, compreso Barry che abbracciò forte il padre. -Perdonami figlio! – -Il Signore ci proteggerà nonostante il ritorno di Jack! – disse Padre Gabriel Questa frase non fu presa bene: il popolo, infatti, divenne rabbioso nei confronti di chi sollecitava un sacrificio ogni anno e l’accerchiò, con forche e braci accese. -Vade retro Diavolo! – disse il Padre La folla non si risparmiò e picchiò selvaggiamente il prelato, portandolo fuori dal villaggio e lasciandolo al proprio destino. FINE

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