Come le foglie d'autunno (il nostro amore brucia)

di Kokus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


1a
1. Passeggiare in una foresta di aceri rossi



Era maestoso.
Il paesaggio che li avvolgeva in un abbraccio rosso fuoco splendeva baciato dal sole del primo pomeriggio.

Circondato dagli aceri rossi, mentre muoveva un passo dopo l'altro verso il cuore della foresta, Ryoken provò quasi un senso di devota soggezione.
L'aria profumava di autunno e lui lasciò che gli riempisse i polmoni.

Poi si voltò verso Yusaku, che camminava accanto a lui, e a riempirsi questa volta furono gli occhi, di meraviglia pura e assoluta.
Yusaku non se ne rendeva nemmeno conto, ma era in grado di spiccare anche laddove l'incanto regnava sovrano.
(I suoi occhi verdi soprattutto).

Ryoken non disse nulla.
Semplicemente lo prese per mano e continuarono ad avanzare insieme.

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Capitolo 2
*** 2 ***


2a
2. Stare al caldo sotto una coperta morbida mentre fuori piove



Quel giorno pioveva.
Era un pomeriggio autunnale come tanti altri, ore di piombo alle quali ci si doveva ancora abituare, e Yusaku non faceva certo eccezione.

Seduto sul divano con le gambe incrociate e un libro aperto tra le mani, cercava di memorizzare una sequenza di codici che gli sarebbero tornati utili per il test imminente, ma con scarsi risultati.
Era un po' stanco e odiava sprecare il tempo in quel modo, fissando per ore sempre e solo le stesse pagine.

Per questo si sorprese quando Ryoken gli sfilò il libro di mano e lo poggiò sul tavolo del salotto.
Dovrei studiare, avrebbe voluto dirgli, ma quel pomeriggio era stato così infruttuoso che quell'argomentazione non avrebbe sicuramente retto.

(Ryoken che prendeva posto accanto a lui sul divano e avvolgeva entrambi con una coperta morbida e profumata, invece, reggeva qualsiasi giustificazione al mondo).

Con il capo poggiato al petto del suo amato e gli occhi socchiusi, Yusaku si lasciò cullare dal suono ritmico della pioggia che picchiettava sui vetri delle finestre e dalle carezze delicate di Ryoken.
Andava tutto bene.

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Capitolo 3
*** 3 ***


3a
3. Bere la prima cioccolata calda dopo la calura estiva



Quando il profumo della cioccolata calda invase la cucina, Yusaku si lasciò scappare un sospiro colmo di sollievo.
Gli era mancata quella sensazione.
Gli era mancata proprio tanto.

Le giornate avevano iniziato ad accorciarsi e, cosa migliore fra tutte, il freddo faceva sempre più capolino in città, pronto a insidiarsi in ogni via per tutto il periodo autunnale e invernale.
E Yusaku non vedeva l'ora.
L'aveva atteso per mesi interi e finalmente avrebbe potuto rivivere tutti i momenti che più amava: addormentarsi sotto le coperte calde, stare accoccolato a Ryoken la sera sul divano mentre guardavano un film, le zuppe autunnali, la perenne e costante ricerca del calore umano che tanto bramava, perché abbracciare Ryoken era la cosa più bella del mondo.

Ma oltre a questo c'era anche la prima cioccolata calda, quella che sanciva l'inizio della stagione fredda e che Ryoken aveva preparato abbondando con la panna.
Era deliziosa, proprio come Yusaku la ricordava.

Era in procinto di bere il secondo sorso quando Ryoken gli sfilò la tazza dalle mani e la poggiò sul tavolo, lontano dalla sua portata.
Yusaku avrebbe voluto protestare, ma non ne ebbe il tempo: nel giro di un attimo Ryoken poggiò le labbra sulle sue ed entrambi si lasciarono cullare dalla dolcezza di quel bacio che sapeva di panna e cioccolato.

Frattanto, fuori aveva ricominciato piovere.

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Capitolo 4
*** 4 ***


4a
4. Camminare sotto la pioggia



Aveva perso l'autobus.
Di nuovo. Per l'ennesima volta.

Con un sospiro, Yusaku si avviò a piedi verso casa, conscio che anche quel giorno avrebbe fatto ritorno tra le sue quattro mura in ritardo.
Come se ciò non bastasse, aveva da poco iniziato a piovere e non aveva l'ombrello con sé.
(Ottimo, perfetto, non chiedevo di meglio).

Nell'ultimo periodo le cose non stavano andando per il verso giusto e lui non capiva come mai.
Desiderava solo una tregua, poter tornare a respirare come un tempo e lasciarsi tutto alle spalle.
Il passato soprattutto.
Quel passato che si faceva ogni giorno sempre più lontano, ma per nulla sbiadito.
Sempre pronto a ricordargli ciò che erano stati un tempo.

Camminare sotto la pioggia e pensare a lui erano due azioni che non voleva compiere in contemporanea, ma era proprio ciò che stava facendo.
Quantomeno la pioggia avrebbe nascosto le sue lacrime, fidate compagne di notti solitarie e insonni.
(Si scordava sempre di dimenticarlo, era più forte di lui).

Per questo si irritò quando avvertì che qualcuno lo stava proteggendo sotto il proprio ombrello.
Qualcuno che si era silenziosamente avvicinato a lui e che sperava di compiere una buona azione.
(Vattene, voglio solo piangere in santa pace).

Ma quando si voltò, ecco che tutto ebbe un senso.
E forse quel giorno perdere l'autobus non era stato un caso.
E forse quel giorno la pioggia era arrivata all'improvviso per un valido motivo.
E forse quel giorno ripensare a lui così tanto l'aveva reso reale.
Come se l'avesse inconsciamente chiamato.

«Ryoken…»
Era lì. Era proprio lì, vicino a lui, con il suo ombrello bianco simile alle ali di un angelo che lo proteggeva dalla pioggia.
Era lì, dopo mesi di assenza, che lo guardava in un modo che Yusaku non avrebbe mai dimenticato.
(Bellissimo e tormentato al tempo stesso).

«Non ce la faccio, Yusaku. Non riesco a stare senza di te».

Tracciamo un punto e non voltiamo pagina.
Cambiamo direttamente il libro, scriviamone uno nuovo.
Sotto la pioggia.
Insieme.

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Capitolo 5
*** 5 ***


5a
5. Preparare una zuppa calda per qualcuno che è ammalato



Ryoken aveva la febbre.
Aveva impiegato mezza mattinata ad ammetterlo, ma finalmente se n'era fatto una ragione e ora riposava sul divano, le mille scartoffie da compilare nascoste in un cassetto e gli occhi socchiusi.

Yusaku stava preparando una zuppa calda per aiutarlo a rimettersi in sesto e non poté fare a meno di pensare a quanto il suo ragazzo fosse in realtà fragile.
(Sicuramente molto più di quanto volesse lasciar intendere).

Una volta versata la pietanza in una ciotola, si diresse in salotto, sedendosi accanto a Ryoken.
«Ti ho preparato una zuppa di miso» disse, mescolandola con il cucchiaio. «Vedrai che presto starai meglio».

Ryoken parve rinvigorirsi un po' e sorrise.
«Come farei senza di te?» domandò mentre prendeva in mano la ciotola.

Yusaku arrossì.
«Non lasciare che si raffreddi» disse con fare quasi sbrigativo, alzandosi in piedi.
Notando il suo imbarazzo, Ryoken si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito.
«Te ne vai di già? Non ti va di imboccarmi?»

Se possibile, Yusaku divenne ancora più paonazzo.
«Arrangiati!» borbottò mentre si dirigeva in cucina a grandi falcate.
E Ryoken non riuscì a non ridere.
Anche se questo significava avere a che fare con la tosse.

Ma Yusaku che sbottava imbarazzato ne valeva sicuramente il prezzo.

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