Mai abbastanza

di blackjessamine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Silenzio ***
Capitolo 2: *** Sussurri ***
Capitolo 3: *** Singhiozzi ***



Capitolo 1
*** Silenzio ***


Tematica: schierarsi o non schierarsi

Prompt stilistico: introspezione in terza persona

Lunghezza del racconto: da 90 a 100 parole



 

Silenzi



 

Lucy tace.

 

Taceva quando da bambina papà insisteva che fosse un altro Guaritore a visitarla, perché magari nuovi stimoli riescono a sbloccarle la magia, Audrey, non ci arrivi?

 

Taceva quando i suoi cugini piccoli tornavano da Hogwarts per Natale e la mamma prendeva a dire che alla Tana non ti ci porto, sarebbe solo una sofferenza, lo faccio per te.

 

Tace quando Molly le rinfaccia che quel divorzio forse non ci sarebbe stato, se Lucy fosse stata in grado di fare magie.

 

Lucy tace.

 

Nel silenzio, coltiva una pace stanca.

Non offrirà il suo sangue diluito come campo di battaglia.





 

 


 

Note: 

Da tanto tempo vorrei scrivere in maniera più approfondita di Percy e della sua famiglia. Ho tanto da dire ma inizio a pensare che non scriverò mai la storia giusta per parlarne, e allora tanto vale iniziare a scrivere quando mi capita l’occasione, e pazienza se qualcosa sarà dato per scontato.

Spero che anche senza troppo contesto la storia risulti chiara: immagino la vita adulta di Percy una continua lotta (più o meno interiore) per accettare una secondogenita Maganò (nata da una moglie babbana): da qui l’espressione del sangue diluito di Lucy, che non è sporco come quello dei Nati Babbani, ma neanche può considerarsi come quello della sorella. 

Lucy sceglie di non scegliere, di non schierarsi con uno o l’altro dei suoi genitori, rifiutando di accettare che la colpa delle loro liti possa appartenere a lei (anche qui, nella mia testa la sua è una presa di coscienza che ha un senso e arriva da un percorso lungo, non so quanto questo percorso abbia senso in una storia di 100 parole giuste, ma ci ho provato).
 

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Capitolo 2
*** Sussurri ***


Prompt: 

Tematica: ritratto di persona (anche in questo caso, vi lascio libera interpretazione: la “persona” non è detto debba coincidere con il narratore del racconto)

Prompt stilistico: narratore interno o narratore esterno (quindi no a narratori onniscenti)

Lunghezza del racconto: da 90 a 200 parole




 

Sussurri



 

Percy è in ritardo. 

Di nuovo.

E di nuovo Audrey riesce a trasformare quel ritardo in una colpa indelebile, una colpa che gli scaglia addosso con una sola alzata di sopracciglio.

Come se fosse colpa di Percy se l’unico posto adatto alla Materializzazione vicino a quella stupida scuola babbana richiede una scarpinata di almeno venti minuti.

 

Percy è così in ritardo che nell’auditorium sono rimasti solo pochi capannelli di famiglie: fratellini recalcitranti e nonne impellicciate e profumate di orgoglio. 

Lui non ha fatto in tempo a vedere la premiazione – di Lucy ha visto solo le sue spalle ostinate voltate di scatto.

 

Ha tempo però di passeggiare in mezzo al corridoio della scuola adibito a mostra, osservando le fotografie immobili scattate dagli studenti.

Ha tempo per fermarsi davanti agli autoritratti che sono valsi a sua figlia un applauso in auditorium e un premio di centociquanta sterline: rettangoli pieni di nero, ombre taglienti che rendono irriconoscibile la figura umana. Solo un occhio – azzurro pallido, specchio del suo – grida il nome di sua figlia da quel groviglio di nero.

 

Lucy gli piomba alle spalle. 

Non lo saluta, ha solo un sussurro per lui: 

“Vedi che così non ci somigliamo per niente?”





 

 


 

Note: 

Ecco un altro spaccato sulla famiglia di Percy: di nuovo, sono sicura che provare ad analizzare questi personaggi e queste dinamiche con una raccolta di drabble e flash non sia affatto una buona idea, ma ormai sono a bordo di questo progetto e provo a restare a galla.

Il contesto, di nuovo, temo sia un po’ fumoso, ed è un po’ “spoiler” della storia su Lucy che forse non scriverò mai (o forse sì, o forse la scriverò ma non avrò il coraggio di pubblicarla su questo account, non lo so), ma spero sia comunque comprensibile.

 

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Capitolo 3
*** Singhiozzi ***


Prompt: 

Tematica: legame indissolubile (a scelta se trattare amici, nemici, innamorati, amanti, familiari)

Prompt stilistico:inserire almeno un flashback o un incipit in medias res

Lunghezza del racconto: da 90 a 300 parole

 

 


 




 

Singhiozzi




 

“...e se hai freddo, le coperte sono nell’armadio in corridoio”.

Lucy annuisce, lascia vagare uno sguardo vacuo sul materasso bitorzoluto del divano letto e mormora che sì, va bene, naturalmente la stanza va bene e le coperte vanno bene e lo spazzolino di plastica rossa in un secondo bicchiere sul lavandino del bagno va bene.

 

Suo padre sembra il sussiegoso proprietario di una casa da affittare per le vacanze, più che un genitore che apre le porte di casa al figlio che ha provato a gettarsi nel mondo e dal mondo è stato calpestato.

E forse è davvero un ospite tramortito dal suo arrivo improvviso, e davvero sta cercando di fare del suo meglio con una figlia che ha fatto tutto partendo dal verso sbagliato – ironico che Percy Weasley di quei versi sbagliati conosca solo lo strato più superficiale.

Non sa niente di una facoltà frequentata solo per dispetto, non sa dell’atletica abbandonata per capriccio. Non sa, soprattutto, delle macerie sotto cui è crollata la sua relazione, degli anni d’amore e di incertezza e delle speranze che un uomo potesse cambiare la sua vita e della certezza infine che lui non sarebbe mai stato abbastanza.

 

Non lo sa, ma è da suo padre che Lucy si è rifugiata, e lui non ha fatto domande – sua madre sarebbe stata solo una raffica di come stai tesoro  e ma perché te ne sei andata e parlami, spiegami, starai meglio.

Forse è anche da questo giogo di affetto che Lucy è fuggita – perché un po’ egoista lo è sempre stata.

 

Eppure, la certezza che suo padre avrebbe letto tutti i suoi singhiozzi nella sua finzione composta è l’unica prospettiva in grado di allentare la morsa nel suo petto.






 

 


 

Note:

Sono un po’ dispiaciuta, perché avrei voluto concludere questa raccolta diversamente, con una storia un po’ più incisiva e strutturata. E invece mi ritrovo con una flash molto debole che però non ho il tempo di provare a rafforzare.

Ancora una volta ho la certezza che il formato breve non sia quello adatto a questa storia, soprattutto a quest’ultimo capitolo, ma non avrei potuto comunque scegliere un tema diverso: so che troppo è dato per scontato, ma preferisco non specificare dettagli e headcanon nelle note, perché rischierei di non fare comunque giustizia alla storia.

Spero che comunque il contesto sia chiaro (e che emerga che il  legame indissolubile, nonostante tutto, è quello di Percy e Lucy, che in fondo soprattutto nel modo di soffrire si somigliano terribilmente e non possono che rincorrersi per tutta la vita).

 

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