Ti lascio una canzone

di Placebogirl_Black Stones
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tantissimo ***
Capitolo 2: *** Beautiful James ***
Capitolo 3: *** Miele ***
Capitolo 4: *** Just Tonight ***



Capitolo 1
*** Tantissimo ***


TANTISSIMO
 
 
 
C’era l’aria che ci univa in mille persone
C’era un tempo per dare e avere
C’è ancora la mia vita piena di tante cose
Ho imparato a stare bene nel mezzo sempre

Oggi penso a tutte le occasioni sprecate
Alle giornate in strada tra tanta gente
E a quella polvere che ho tolto piano dal mio cuore
Per salvare quello che comunemente
Chiamiamo amore, per quante volte
Facciamo finta di non ricordarci il nome
Che sottovoce si sente eccome
Ma di profilo c’è il tuo seno che mi vuole
E anche se non lo dico
Mi fa male tantissimo
Male male tantissimo
 
 
Ho ritrovato mio padre, la mia famiglia si è riunita dopo più di diciassette anni lontani gli uni dagli altri. Sarei ipocrita se dicessi che non ne sono felice, in fondo era ciò che volevo, ma il prezzo che ho pagato per questo obiettivo è stato più alto del previsto. Ho perso due donne che amavo: prima te e poi Akemi. Mi sono privato di tante cose, un po’ per necessità e un po’ per punirmi degli errori commessi. Ho imparato ad accontentarmi di ciò che avevo, ho lasciato che molte occasioni mi sfuggissero di mano, come quella di dirti ciò che ancora provo per te nonostante tutto.
Sono passati anni dall’ultima volta che ti ho stretta fra le braccia, dal giorno in cui ti ho lasciata senza troppi giri di parole per dirti che avrei iniziato a frequentare un’altra. Il lavoro prima di tutto, il mio obiettivo prima di me stesso. Ma quella che era cominciata come una missione è diventato altro. L’ho amata davvero, quella cugina che non sapevo di avere. L’ho amata e l’ho usata come uno strumento. Eppure, nonostante questo amore, non sono mai riuscito a metterti davvero da parte. Quella parte di me profonda e nascosta, che avevo seppellito sacrificandoti, ha continuato ad emergere.
Quando sono tornato in America sei stata la seconda persona con cui ho parlato: una conversazione fredda, come se fossimo due estranei. Sono io che ho mantenuto le distanze, perché rivederti e ripensare alla facilità con cui avevo rinunciato a te mi ha fatto male. Ero così concentrato sul mio lutto da non accorgermi di quanto anche tu stessi soffrendo nel vedermi così. Sapevi che nel mio cuore c’era un’altra donna, eppure mi hai sorriso e mi hai offerto la tua amicizia, senza pretendere nulla in cambio. Mi sono odiato per questo.
Ad oggi sono ancora fermamente convinto di non meritarti ed è il motivo per cui non posso tornare da te a dirti che ti voglio. Non sarebbe giusto, non dopo quello che ti ho fatto.
Il tempo ha rimarginato le ferite e piano piano ho sciolto, in parte, quella corazza che avevo creato per proteggermi dal dolore degli errori commessi. Avevo promesso a me stesso che non avrei più amato, perché finivo sempre con il perdere la donna a cui avevo concesso di entrarmi dentro; tuttavia non ci sono riuscito. Il mio cuore era pieno di polvere e tu hai saputo soffiarci sopra, delicatamente, per farlo tornare a battere.
Vorrei poterti dire questo, ma so bene che non lo farò. A volte mi ritrovo a fissare la tua figura slanciata, quelle forme morbide risaltate dagli abiti che indossi, desiderando di riaverti.
Diamine, quanto fa male.

 
C’era una casa, un divano e vuoti da colmare
Ed un bel fiore nero è il mio presente
Quanta fatica facciamo a dimenticare
Certi ricordi ci rimangono addosso sempre

L’amore sottopelle è
Un’arma nella mano.

E può fare male male tantissimo
Ma quale amore, per troppe volte
Facciamo finta di non ricordarci il nome
Che sulla pelle poi si confonde
Quando le labbra vogliono poggiarsi altrove
E anche solo a pensarci mi fa male tantissimo
Te lo confesso
Fa male tantissimo
 

Era una fresca sera di ottobre, il giorno in cui mi hai lasciata. Lo ricordo ancora come se fosse ieri, nonostante siano trascorsi parecchi anni. Da quel momento il sole non è più riuscito a scaldarmi, le giornate sono diventate gelide e l’inverno è arrivato. La sera mi ritrovavo sola in quell’appartamento che improvvisamente sembrava diventato troppo grande e vuoto. Appallottolata sul divano mi avvolgevo in quella stupida coperta con i coniglietti che criticavi sempre, per ritrovare lo stesso calore delle tue braccia, ma non è mai servito a nulla.
Ci ho provato, ci ho provato davvero a dimenticarti, a riempire le mie giornate con il lavoro, gli amici, le mie passioni…Non ci sono riuscita. In ogni gesto che facevo, nei colori della città, nel volto di uno sconosciuto, in un profumo portato dal vento per la strada: qualsiasi cosa mi ricordava te. I momenti vissuti insieme erano indelebili nella mia memoria.
Il tempo che ho trascorso con te potrei paragonarlo a un meraviglioso giardino pieno di rose fiorite, mentre il mio presente non è altro che un giardino ricoperto dalla neve sotto la quale giacciono fiori morti, resi neri dalle bruciature del gelo.
Ti ricordi di quella volta in cui Vermouth mi ha sparato? Quel proiettile nel corpo faceva un male assurdo, ma non era niente se paragonato al dolore di un amore finito che continua a bruciare sotto la pelle.
Quando sei tornato dal Giappone dopo che la tua copertura era saltata avrei voluto riabbracciarti, ma mi sono limitata a salutarti tenendo le distanze. Non c’era più posto per me nel tuo cuore, ormai il fantasma di un’altra donna si era insinuato fra di noi.
Ad un certo punto mi è sembrato che avessi ripreso a guardarmi con gli stessi occhi con cui mi guardavi quando stavamo insieme, ma forse il mio è stato solo lo sciocco desiderio inconscio di una donna che vorrebbe solo essere ricambiata dall’uomo che ama. Mi ero illusa che potesse esserci una seconda occasione per noi, ma quell’occasione non è mai arrivata.
Non l’hai mai dimenticata, non è così, Shu? Devi averla amata tanto, molto più di quanto tu abbia amato me. Mentre eri in missione mi sono chiesta infinite volte se mi pensassi quando la stringevi a te, se fingessi che fossi io al suo posto quando posavi le tue labbra sulle sue. La risposta non ha fatto altro che accrescere il dolore.
Ti guardo e continuo a desiderare di riaverti.
E fa male, tantissimo.
 

 
ANGOLO DELL’AUTORE
La canzone che ha ispirato questa storia è Tantissimo della band italiana Le Vibrazioni

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Capitolo 2
*** Beautiful James ***


BEAUTIFUL JAMES
 
 
 
Bring me back to life
Never let me go
Your troubles and your heart strife
I saw them
 
 
Non so se avrò mai l’occasione di dirtelo, ma credo che il giorno in cui ti ho conosciuto sia stato quello in cui sono tornata a vivere davvero. Nonostante gli sforzi di James negli anni per non farmi mancare nulla, per non farmi sentire diversa dagli altri bambini o ragazzi, per farmi vivere una vita quasi normale…era come se una parte di me fosse rimasta sotto le macerie di quella casa, insieme alle ceneri dei miei genitori.
Ridevo, mi impegnavo duramente per raggiungere il mio obiettivo, ma non vivevo la vita.
Mi sentivo terribilmente sola, come se fossi l’unica sulla faccia della terra a dover portare sulle spalle un fardello troppo grande da sopportare.
Poi un giorno sei arrivato tu, con quella faccia seria e quell’aria intimidatoria che teneva alla larga tutti in ufficio. Tutti tranne la giovane Jodie, curiosa e un po’ ribelle, desiderosa di innamorarsi come tutte le ragazze a ventitré anni.
Alla fine ho trovato molto più di un amore, durato troppo poco, come un’estate tanto attesa che trascorre in un battito di ciglia. Ho trovato qualcuno in grado di capire il mio dolore, poiché lo condivideva. Entrambi desiderosi di vendicare un padre che ci era stato portato via troppo presto, alla ricerca di giustizia per le nostre famiglie distrutte.
Posso vederlo ancora oggi il tuo dolore, nonostante tutto. Perché è lo stesso che provo io.
Anche se il tempo in cui mi stringevi fra le tue braccia è andato, mi basta che resti accanto a me, a condividere insieme il dolore che ci accomuna. Quel dolore che non può essere cancellato, ma che può essere meno difficile da sopportare se qualcuno ti aiuta a farlo.
 
 
Take me by the hand
As we cross through battlefields
Nobody understands
'Cause there's nobody at the wheel
 
 
Vorrei che mi prendessi per mano, come facevi quando stavamo insieme. Vorrei sentire ancora una volta quel calore che mi infondeva sicurezza e che a volte mi faceva sentire invincibile.
Così, mano nella mano, attraverseremo il campo di battaglia diretti verso quella vittoria che tanto desideriamo.
Per quelli come noi ogni giorno è una guerra, le ferite sono medaglie e sopravvivere è l’obiettivo. Non è facile, ma è la vita che abbiamo scelto. Siamo saliti su una macchina che non tutti riescono a guidare, troppo veloce, troppo pericolosa. La verità è che non ci siamo saliti per nostra volontà, ma perché era l’unica opzione possibile. Quando perdi tutto non hai molte scelte.
Tua madre non ha mai accettato fino in fondo la tua scelta, così come non lo ha fatto James. Ci volevano al sicuro, lontani da quel male che si era portato via i nostri cari. Non sono mai stati in grado di capire davvero, forse non capiscono nemmeno adesso.
Nessuno capisce, perché nessuno di loro è al volante di quella macchina.
Solo noi sappiamo guidarla, anche se tu diresti che la mia tecnica è pessima.
 
 
Beautiful James
I don't wanna wake you
Beautiful James
I don't wanna wake you
 
 
Ti sei addormentato sul divano senza nemmeno accorgertene, concedendoti un raro momento di pausa. Non sei mai stato uno che dorme molto e anche quando lo fai una parte di te resta sempre vigile e pronta a scattare. Solo poche volte ti ho visto cadere in un sonno profondo, incapace di sentire rumori intorno a te. Lo fai solo quando sai di potertelo permettere e mi piace pensare che in questo momento la mia presenza in questa grande casa dove trascorri solo le tue giornate ti abbia fatto sentire al sicuro.
Sul tuo volto è dipinta un’espressione serena, i lineamenti sono distesi. Non vi è traccia dell’intimidatorio Shuichi Akai.
Questa è l’altra parte di te, quella che sa anche sorridere, quella dolce (a suo modo). Non è la maschera che indossi ad averti cambiato, non è il ruolo di Subaru Okiya a farti recitare: è solo un lato di te che non vuoi mostrare al mondo, non troppo per lo meno. Forse per paura che possa diventare un’arma a doppio taglio, forse perché per sopravvivere devi essere un lupo e non un agnello.
L’unica cosa che so è che amo quella parte di te, così come tutto il resto.
Dovremmo continuare il nostro lavoro, ci sono diversi file da visionare, ma non voglio svegliarti per nulla al mondo.
Ti lascerò sognare ancora per un po’ in quell’universo onirico dove il dolore si annulla, sperando che tu sia in un posto felice. Sperando di essere anche io nel tuo sogno, sempre al tuo fianco, lontani dalla cruda realtà.
 
 
Everybody lies
One hundred times a day
The silence in your hard eyes
Is far too rare to give away
And it's exactly why I stay
 
 
Siamo tutti costretti a fingere, in un modo o nell’altro: tu devi vivere nei panni di un uomo che non esiste, io devo mantenere il mio status di americana in vacanza in Giappone, Conan ha inscenato la tua morte e ha mantenuto la copertura fino all’ultimo. Si dice che a volte sia necessario mentire a fin di bene, ma una bugia resta pur sempre una bugia, una trappola da cui non puoi scappare se non rivelando la verità. Mi chiedo se talvolta anche tu, come me, ti senti sopraffatto da queste menzogne. È difficile decifrare i tuoi pensieri, sempre chiuso nel tuo mondo fatto di silenzi e sguardi profondi. Solo in certe occasioni i tuoi occhi parlano per te e il silenzio si riempie di parole non dette, che restano a marcire dentro di te. Tutto questo dovrebbe farmi desistere dallo starti ancora appresso, ma non posso negare che amo anche questo lato del tuo essere. Non potrei starti lontana nemmeno se mi respingessi.
 
 
Beautiful James
I don't wanna wake you
Beautiful James
I don't wanna wake you

 
Beautiful James
I don't wanna wake you
 
 
Sistemo la coperta sopra il tuo corpo abbandonato all’immobilità del sonno e ti sfioro una guancia con le dita, sperando di non svegliarti.
Dormi sereno, Shu. Al tuo risveglio sarò qui accanto a te.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
La canzone che ha ispirato questa storia è Beautiful James dei Placebo.

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Capitolo 3
*** Miele ***


MIELE
 
 
 
Tu no
Non hai lasciato niente
E non riesco a capire
Se ti ricorderai
Di me
Forse ti ho dato il peggio di me
Resto sveglia e mi chiedo perché
Piove su questa città
Dove tu mi hai voluto bene
Dove io ti ho voluto bene
 
 
New York sembra più piccola vista dalla finestra del mio appartamento, un concentrato di luci che si riflettono sull’asfalto bagnato dalla pioggia che cade ormai da un paio d’ore. L’aria fresca della primavera e l’umidità dell’aria mi penetrano la pelle costringendomi ad abbracciarmi da sola nel caldo maglione che sto indossando.
È ormai notte fonda, eppure non riesco a dormire. Appena chiudo gli occhi il mio pensiero va immediatamente a te e il mio animo è colto da un’improvvista tristezza. Sono trascorsi quasi sei mesi da quando sei partito per il Giappone per infiltrati nell’Organizzazione degli uomini in nero e da allora non ho praticamente più avuto notizie di te, se non qualche informazione strappata a James. Vorrei tanto sapere come stai, se va tutto bene, persino se sei felice accanto alla donna per la quale mi hai piantata in asso. Ma tutto ciò che mi resta di te è un grande vuoto e l’eco dei ricordi.
Può un amore svanire così, senza lasciare traccia?
Mi chiedo se anche tu pensi a me qualche volta, se in tutto questo tempo ti sei ricordato di me anche solo per un istante mentre eri lontano da quella che ormai è diventata la tua terra, da questa città in cui abbiamo consumato la nostra storia.
Osservo le auto passare sulle strade una dopo l’altra e mi tornano alla mente i momenti in cui guidavi senza meta mentre io mi godevo il panorama al tuo fianco e ti tempestavo di domande a cui spesso non ottenevo risposta. Forse mi trovavi insopportabile, forse avrei dovuto comportarmi in modo diverso con te.
No, la verità è un’altra. Mi hai amata esattamente come io ho amato te, di questo ne sono certa. Ho visto il dispiacere nei tuoi occhi mentre mi dicevi che dovevamo lasciarci, ho capito che non era ciò che volevi ma ciò che dovevi fare. Tuttavia, non mi hai telefonato nemmeno una volta in tutti questi mesi trascorsi, come se non fossi mai esistita.
Mi hai già dimenticata, Shu?
 
 
Perché questa notte non corri da me
Ti ho lasciato nel vento una musica
Spero che ti parli di me
L′amore non se ne va
Vola via ma poi torna da te
Come un treno preso di domenica
Certe volte non c'è un perché
E spero ti porti da me
 
 
Nonostante l’ora tarda ho acceso lo stereo per ascoltare quella canzone che piaceva anche a te, quella che per me era diventata la nostra canzone. La musica risuona nella stanza per poi uscire dalla finestra come una falena che vola libera nel cielo notturno. Spero che oltrepassi l’Oceano e ti raggiunga, ovunque tu sia, per portarti un pezzo del mio cuore.
I miei occhi sono fissi sulla strada, su ogni macchina che passa. Cerco disperatamente di distinguere la sagoma di una Chevrolet C-1500 per illudermi che tu sia tornato da me. Non riesco davvero a pensare che sia finita così, che non ci sia più nessuna scintilla che arde per me nel tuo petto. A volte l’amore compie un lungo viaggio, ma poi ritorna a casa.
Spero che anche tu ritornerai da me, dovessero trascorrere dieci, venti, mille anni.
 
 
Ma a volte capita
Di incontrare qualcuno in mezzo alla via
Che ti ricorda cos′è la vita
Che cos'è
Fino a qui
Senza te
È una lama che sa di miele
Cade a terra un altro bicchiere
 
 
Questi mesi senza te mi sono sembrati un brutto sogno dal quale volevo disperatamente svegliarmi, ma non ci si può svegliare quando si è già svegli, giusto?
Niente sembra avere senso senza di te, tutti i colori sono spenti e le giornate sono solo un lungo susseguirsi di ore di vane attese.
A volte cammino per strada e incrocio gli sguardi di altri uomini, ma nessuno di loro potrà mai prendere il tuo posto.
L’amore sa essere dolce e spietato al tempo stesso, trasformando i sorrisi in lacrime. Prima ti accarezza il cuore e poi lo trafigge con la lama affilata della sua spada. Così è stato anche per noi: tutto perfetto fino a quel tardo pomeriggio in cui mi hai detto “dobbiamo parlare”. Non avrei mai immaginato che quello che avevi da dirmi era “dobbiamo porre fine al nostro rapporto”. Se ci ripenso riesco a sentire ancora adesso il rumore del mio cuore andato in mille pezzi, come un bicchiere di cristallo che si frantuma al suolo spargendo i suoi taglienti cocci ovunque.
Mentre le mie lacrime si confondono con le gocce di pioggia nella notte, mi rassegno all’idea che non vedrò la tua Chevrolet fermarsi sotto casa mia. Ti sento sempre più distante, a separarci non c’è più solo l’oceano ma anni luce.
La musica si interrompe, la canzone è finita.
Eppure so già che la farò suonare ancora una volta domani.
Mi chiedo perché continuo ad amarti nonostante tutto, ma per certe domande non esiste una risposta.
Ovunque tu sia in questo momento, spero che il mio sentimento arrivi fino a te.
Ovunque tu sia in questo momento, spero che il tuo amore per me non si sia eclissato.
 
 
Questa notte non corri da me
Ti ho lasciato nel vento una musica
Spero che ti parli di me
L′amore non se ne va
Vola via ma poi torna da te
Come un treno preso di domenica
Certe volte non c'è un perché
E spero ti porti da me
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
La canzone che ha ispirato questa storia è Miele di Giusy Ferreri.

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Capitolo 4
*** Just Tonight ***


JUST TONIGHT
 
 
All at once the music stopped, the feeling went away
An ugly picture, me and you, but nothing I can change
You know what happens with the lights back on
The less you know the more you want (you want, you want)
 
 
Mi hai chiamata all’improvviso dicendomi di venire alla Villa dei Kudo. Ho provato a chiederti la motivazione, ma hai eluso la domanda, come sempre. Mi sono precipitata lì, temendo che potesse essere successo qualcosa, pervasa dalla preoccupazione e da quell’immortale voglia di vederti. Credo che in cuor tuo tu lo sappia che ti basta schioccare le dita per farmi correre da te.
Quando ho fermato l’auto di fronte al cancello d’entrata non hai aspettato nemmeno che scendessi: sei uscito tu di casa e ti sei avvicinato. Probabilmente stavi spiando il mio arrivo da dietro le tende.
Mi hai chiesto di fare cambio posto, desideroso di guidare la tua Mustang rossa. Mi chiedo se ti ci sei affezionato più che alla tua vecchia Chevrolet nera, compagna di mille avventure. Anche a me era cara quell’auto, perché l’associavo a tanti ricordi di quando siamo stati insieme. Mi portavi sempre a fare lunghi giri, attraversando il ponte di Brooklyn, tra le luci della città. Sembrano ricordi così lontani da appartenere ad un’altra vita.
Rimetti in moto l’auto e parti, mentre ti chiedo di nuovo come mai mi hai chiamata. È allora che mi rispondi con un “Avevo voglia di guidare questa macchina”, lasciandomi di sasso. Non riesco davvero a credere che tu mi abbia fatta venire qui solo per questo futile motivo. Forse c’è di più, qualcosa che non vuoi dirmi o che non sai come dirmi.
Ti rinchiudi nel tuo silenzio e accendi la radio; mi aspetto di sentire una canzone giapponese di quelle in vetta alle classifiche, invece sei sintonizzato su una stazione che sta trasmettendo musica d’oltreoceano. Una canzone nella nostra lingua madre risuona dentro la vettura e io la riconosco subito: potrei distinguerla fra mille, perché è l’unica in grado di farmi battere il cuore come il giorno in cui mi è rimasta impressa sulla pelle. È la canzone che davano alla radio quando ci siamo scambiati il primo bacio, dopo essere usciti insieme almeno quattro volte. Anche quel giorno mi avevi portata a fare un giro in auto e ci eravamo fermati per osservare da lontano le luci di Manhattan che brillavano come stelle nella notte.
Trasportata dalle note e dalle parole, ripercorro l’autostrada dei ricordi che ad oggi hanno un sapore dolceamaro. Mi chiedo se anche a te questa canzone fa lo stesso effetto, se anche tu ci ripensi a quello che eravamo.
La canzone finisce e si porta via quella sensazione di malinconia, lasciando spazio a una fotografia ingiallita del tardo pomeriggio di ottobre in cui mi hai lasciata. È un ritratto che ad oggi detesto, come Dorian Gray, ma non posso fare altro che fissarlo impotente. Non posso cambiare ciò che è stato, non posso tornare indietro a quel giorno e convincerti a non farlo, perché la tua decisione l’avevi già presa.
Dentro una macchina abbiamo vissuto i nostri momenti più belli e dentro una macchina è stata la nostra fine. Così sono diventata la vecchia Chevrolet nera in fiamme e lei la tua nuova, sfavillante Mustang rossa.
Quando sei partito per il Giappone sono tornata spesso in quel punto dove mi avevi baciata, ma le luci della città non mi sembravano più così luminose. La notte aveva inghiottito tutto nella sua coltre nera.
Non abbiamo più avuto nessun contatto, l’unico a sapere come andassero le cose era James. Ho atteso tanto un tuo messaggio che non è mai arrivato. Le luci si erano spente sul palcoscenico della nostra storia.
Quando si sono riaccese al tuo ritorno, niente era più come prima. Avrei voluto chiederti così tante cose, ma conoscendoti avresti evitato di rispondere. Non sapevo nulla di cosa fosse successo a te o alla tua nuova ragazza e nonostante una parte di me avesse paura della verità, meno sapevo e più ardeva in me il desiderio di sapere.
Com’è stata la tua vita accanto a lei in quei tre anni? Anche con lei andavi a fare lunghi giri in auto? Mi hai pensata, qualche volta?
 
 
We'll never be the same, never feel this way again
I'd give you anything but you want pain
A little water please, I taste you all over my teeth
Never again
Just tonight?

Ok
 
 
Siamo cambiati, non siamo più le stesse persone che eravamo cinque anni fa. Probabilmente non ci sentiremo mai più come ci siamo sentiti nei primi mesi della nostra conoscenza e anche in quelli successivi: il profumo delicato di un nuovo amore che sboccia, che accarezza il cuore come la brezza delle fresche sere di maggio, il seme di qualcosa di importante che mette le radici. Nessuno di noi due ha mai creduto alle favole, eppure la mia storia con te è stata proprio questo. Avrei dato tutto ciò che avevo per te, anche adesso sarei disposta a darti qualunque cosa tu desideri per vederti sereno, ma sembra che tu voglia solo continuare ad annegare in silenzio nel tuo dolore.
La luce del tramonto che poco prima aveva tinto Tokyo di un caldo arancione sta lasciando spazio alla violacea sera. Presto il cielo muterà, vestendosi di stelle, anche se con le luci artificiali di questa metropoli è difficile vederle.
Continui a guidare in silenzio, senza dirmi nulla e io siedo accanto a te facendo lo stesso. Se volevi fare un giro per sfuggire alla prigionia del vivere una vita che non è la tua, perché non lo hai fatto da solo? Perché mi hai portata con te? Che cosa rappresento per te, Shu?
Mi mordo le labbra e mi sembra di sentire il sapore del tabacco misto all’aroma di menta del dentifricio. Di questo sapevano i tuoi baci. Vorrei tanto bere dell’acqua per cancellare quel gusto: ricordarlo fa solo male. Eppure non riesco a separarmi da questa bugia che prende forma nella mia mente, portandomi a fingere di essere tornata indietro nel tempo e di trovarmi ad uno dei nostri appuntamenti. Forse non torneremo più ad essere una coppia, ma per stanotte voglio pensare che le radici di quel seme che avevamo piantato siano ancora salde nella terra, da qualche parte.
 
 
We'll never be the same, never feel this way again
We'll never be the same, never feel this way again
We'll never be the same, never feel this way again
Never again
Just tonight?

Ok
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
La canzone da cui è tratta questa breve one-shot è Just Tonight dei Jimmy Eat World

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