Prince&Princess: la sorella di Caspian

di Yu_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come incontrai i re di Narnia ***
Capitolo 2: *** La tavola di pietra,l'incoronazione e la storia di Narnia ***
Capitolo 3: *** Il sogno e Cair Paravel ***
Capitolo 4: *** Come glielo dico che sono sua sorella? ***
Capitolo 5: *** A volte è sbagliato dire la verità perchè fa male da morire. Fidatevi, l'ho provato sulla mia pelle. ***
Capitolo 6: *** Caspian quando vuole sa essere veramente cattivo. E io gli do pure retta. ***
Capitolo 7: *** Caspian deciditi!!Vuoi fare pace sì o no? ***
Capitolo 8: *** La mia prima e stupida battaglia ***
Capitolo 9: *** Il giorno dopo la battaglia ***
Capitolo 10: *** La storia della Regina Miriam X (ovvero io) e di come arrivò a Narnia ***
Capitolo 11: *** Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero: Cappello dove devo andare?Una decisione veloce è gradita! ***
Capitolo 12: *** Oddio Draco quanto sei stupido! ***
Capitolo 13: *** Che bello!Ci siamo persi! ***
Capitolo 14: *** La più grande scoperta: l'armadio funziona ancora! ***
Capitolo 15: *** Prime lezioni con la bacchetta e discorsi stupidi con mio fratello ***
Capitolo 16: *** I fratelli diventano sempre più stupidi quando ci sono di mezzo le battaglie. ***
Capitolo 17: *** Non vedevamo proprio l'ora che arrivassero i telmarini. La cosa si complica. ***
Capitolo 18: *** Ce la possiamo fare! ***
Capitolo 19: *** Strategie. ***
Capitolo 20: *** La lettera ***
Capitolo 21: *** L'incontro con Miraz ***
Capitolo 22: *** Ansia pre battaglia ***
Capitolo 23: *** La battaglia - parte 1 ***
Capitolo 24: *** La battaglia - parte 2: Le cose si complicano ***
Capitolo 25: *** La battaglia - parte 3: Al Ministero ***
Capitolo 26: *** La battaglia - parte 4: Atto finale ***
Capitolo 27: *** La fine di tutte le sofferenze ***
Capitolo 28: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 29: *** L'incoronazione - parte 1: Al castello ***
Capitolo 30: *** L'incoronazione - parte 2: A Cair Paravel ***
Capitolo 31: *** Cinquant'anni dopo ***
Capitolo 32: *** Prossima destinazione: Hogwarts ***



Capitolo 1
*** Come incontrai i re di Narnia ***


Tornai a casa dopo il mio primo giorno di scuola. Avevo appena cominciato il terzo superiore. Sembravo una turca: avevo dei pantaloni larghi blu (tipico delle turche) e anche la mia canottiera era larga, ma nera. Infine le mie inseparabili Converse nere: tipico di me. Ero anche abbastanza abbronzata. I miei lunghi capelli ricci erano sciolti sulle spalle.

“Mamma sei in casa?” dissi.

Nessuno rispose. In quel momento partì una musica. Si, ecco era quella di “Volare”. Poi sbucò William Moseley nelle vesti di re Peter e si mise a cantare:

“Penso che un sogno così non ritorni mai più, mi dipingevo le mani e la faccia di blu.”.

Si fermò davanti a me e con la sua spada si inchinò. Non sapevo che fare. Tutto ciò era strano e irreale. Mi inchinai anche io, mi sembrava la cosa più giusta da fare. Dietro di lui mi venne incontro Skandar Keynes nei panni di re Edmund e cantò il pezzo dopo.

“Poi d’improvviso venivo dal vento rapito e cominciavo a volare nel cielo infinito…”.

Anche lui venne davanti a me e si inchinò con la spada. Dopo sbucò il principe Caspian e si mise a cantare:

“Volare ooh cantare ooooh nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù.”.

Venne davanti a me e si inchinò. Dietro di lui Anna Popplewell, la regina Susan cantò:

“E volavo volavo felice più in alto del sole ed ancora più su, mentre il mondo pian piano spariva negli occhi tuoi blu.”.

Fece un inchino con la sua splendida veste viola e se ne andò seguendo Edmund /Skandar verso sinistra. Infine Georgie Henley cantò:

“Una musica suona soltanto per te.”.

Si inchinò e se ne andò verso destra. Si misero in due file davanti a me. Alla mia destra c’erano Peter, Caspian e Lucy e alla mia sinistra c’erano Edmund e Susan. Tutti insieme cantarono il ritornello di “Volare”. All’ultima nota tutti si inginocchiarono. Infine comparvero Miraz e il generale Glozelle. Susan mormorò:

“Per la cerimonia però hai bisogno ha bisogno di vestiti decenti. Certo, senza togliere niente a quelli che ha, però per Narnia è più adatto questo.”.

Mostrò un vestito viola identico al suo. A quel punto dissi:

“Aspettate…oh oh…non ci posso credere! Voi siete i re e le regine di Narnia e voi…”.

“Tu.”mi interruppe Caspian.

“…e tu sei il principe Caspian!” ricominciai. “Ma voi state sbagliando persona. Io non sono una regina. Non lo sono mai stata. Perchè proprio me? Guardate come sono vestita: questo è il mio stile, non vestiti larghi e lunghi. E poi scusate, ma di quale cerimonia state parlando?”.

“La tua incoronazione.” risposero tutti in coro.

“Vieni, mettitelo! Non c’è nessun errore, tranquilla, tu sei la prescelta, ti spiegheremo tutto quando sarai a Narnia con noi, quindi accetta il tuo destino e vieni che ti aiuto a metterlo perché sai com’è…indossando questo potresti non essere tanto esperta su come si mette” disse Lucy.

“Grazie…mia regina.”riuscii a dire.

“Oh no dammi del tu. Anche Caspian te l’ha detto. Dai del tu anche agli altri re. A Glozelle e a Miraz naturalmente dai del voi. E questa regola vale per l’incoronazione…”

Uscii dalla mia stanza.

“Sono un po’ ridicola, lo so. Mi abituerò”.

“Vieni, affrettiamoci, entriamo qua.” disse Susan ignorandomi.

“Il mio armadietto della sala? Dove tengo i piatti? Ma voi state scherzando! Sapevo che un armadio c’entrava con questa storia ma non è il mio! E poi se si rompono? Mia madre mi uccide!” dissi io.

“Dai su non c’è tempo di discutere! Entriamo e basta!” ribattè lei. Attraversammo l’armadio e sbucammo sotto Cair Paravel.

“Siamo a Narnia?” dissi io.

“Beh tu che dici?” rispose re Edmund.

“Ma non c’erano rovine.” ribattei.

“E’ una lunga storia.” mormorò Caspian.

“Trumpkin…Trumpkin dove sei?” chiamò Peter.

“Sono qua re Peter”.

“Bene, portaci alla tavola di pietra. Dobbiamo fare un’incoronazione!” esclamò Peter.

“Ma io che c’entro?! Se siete voi i re e le regine di un tempo non capisco cosa c’entri io. La profezia diceva due figli di Adamo e due figlie di Eva, non due figli di Adamo e tre figlie di Eva” gli dissi.

“Su non è il momento di perdere tempo! Ti spiegheremo dopo.” rispose Lucy.

“E Aslan?” a quella mia domanda tutti si fermarono di botto e Susan disse un “dopo” a denti molto stretti. Attraversammo una gola sul fiume che vi scorreva.

“Sono fermi, immobili” affermò Lucy.

“Beh, sono alberi.” dissi io.

“Un tempo danzavano.” ribatté lei.

“E ora?” chiesi.

“Gli ha fatto talmente schifo quello che loro ci hanno che si sono chiusi in se stessi.” mormorò Trumpkin con ripugnanza indicando Glozelle e Miraz.

“Scusalo, dopo ti diciamo.” disse Edmund bisbigliando.

“Non possiamo passare per Beruna?”.

“No.” disse Caspian facendomi l’occhiolino per farmi capire che mi avrebbero raccontato tutto in seguito. Notai che il generale Glozelle e Miraz erano legati mani e piedi con delle corde. Mah chi lo sa. Evitammo Beruna, ma ci ritrovammo su un’insenatura, poco più a est. Scendemmo dalla barca e ci dirigemmo verso un edificio incassato nella roccia e in mezzo agli alberi. Caspian slegò le caviglie a Glozelle e a Miraz e lui gli stava dietro con la spada puntata.

“E questa sarebbe la tavola di pietra?? Nel sacrificio di Aslan era all’aperto. Ma siete sicuri??” interrogai io.

“Quale sacrificio?” domandò Edmund.

“Ma nessuno, Miriam si sarà di sicuro sbagliata!” disse Susan enfatizzando l’ultima frase.

“Non gli avete detto niente?” le sussurrai.

“Ma no, ovviamente.” rispose.

“Scusa non lo sapevo.” mi scusai

“Per fortuna non ti ha creduto!” esclamò.

“Già.” risposi.

“Ehi, aspetta, ferma! Come fai a conoscere tante cose di noi?!” disse a quel punto Peter incredulo.

“I racconti del professor Diggory spiegano tutto. Al di là di Narnia voi siete delle persone normali: tu sei Anna, tu Georgie, tu Skandar e tu William.”.

“Ma questo non cambia le cose, o forse sì. Aspetta, tu consci il prof Diggory? E che ti ha detto?”. Susan era più sbalordita di Peter.

“Tutto ciò che vi ho raccontato.” dissi.

“E tu non l’hai detto a nessuno vero??” disse Edmund. Per un attimo ero rimasta incantata: era veramente carino.

“No, certo che no…” riposi.

Dietro di noi c’era Caspian che borbottava a Miraz e a Glozelle di andare avanti. Doveva essere talmente arrabbiato con loro da trattarli male anche se uno era suo zio e uno solo un generale. Ma quello con cui ce l’aveva di più credo fosse Miraz. Si capiva anche dal modo con cui gli diceva:

“Forza Miraz, vai avanti, cammina santo cielo!!”.

Se per caso non camminava lui ci andava pesante poi con i calci. Dai racconti non me lo ricordavo così Miraz. Insomma, un tempo era un tiranno e assassino e adesso lasciava conciare in quel modo da suo nipote Caspian. Non so, forse mi faceva anche un po’ pena. Glozelle no, invece. Forse era pure peggio di Miraz. Lui al contrario mi faceva ribrezzo. Ma questa era una mia impressione a prima vista. Poteva essere pure il contrario. Pensavo a cosa andavo incontro, pensavo se quella fosse stata la cosa giusta. Pensavo a Peter, Lucy, Susan, Edmund e Caspian e al loro coraggio a regnare, i primi quattro su Narnia e l’ultimo su Telmar.

“Cos’hai?” mi disse Lucy.

“Niente” risposi semplicemente.

Mentre rimuginavo sui miei pensieri ecco che stavamo per entrare dentro la tavola di pietra.

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Capitolo 2
*** La tavola di pietra,l'incoronazione e la storia di Narnia ***


La tavola di pietra era un luogo quasi sotterraneo dentro un edificio costruito alla meglio peggio dagli abitanti di Narnia. Dopo il portone c’era una grande stanza in cui fauni e centauri forgiavano e lavoravano le armi. Dopo questa c’era un lungo cunicolo con delle fiaccole ai lati che lo illuminavano. Sulle pareti di roccia c’erano dei disegni: due ragazze a cavallo di un leone, due ragazze e due ragazzi su dei troni, un fauno con un ombrello.

”Ma queste siete voi, Susan e Lucy, a cavallo di Aslan, quando stavate andando alla battaglia contro la Strega Bianca. Questi siete voi, miei re, sui troni di Cair Paravel e questo…questo è il fauno Tumnus, il tuo amico in questo regno Lucy.”.

Appena finii il mio discorso, tutti mi guardavano strano, soprattutto i quattro re.

”Ma ti ha raccontato proprio tutto di noi.”mormorò Susan.

”Sì so tutto meno quella cosa che continuate a nascondermi.”.

”Non ti preoccupare”disse Caspian. ”Dopo l’incoronazione saprai tutto.”.

Quel posto sembrava un po’ strano, forse era stato costruito come luogo di rifugio…ma da cosa? Forse era ciò che dovevo sapere dopo.

Questo continuo “dopo” cominciava a darmi un po’ fastidio perché ero tanto curiosa. La tavola di pietra era come l’avevano lasciata, c’era solo una piccola differenza: era diventata una stanza con tutte le gesta di Aslan sulle pareti. In mezzo c’era la Tavola di pietra, una tavola con delle incisioni spezzata a metà dopo il sacrificio di Aslan. Mancavano solo le corde, ma quelli erano solo piccoli dettagli. Un particolare mi colpì: c’era ancora un pezzo di pietra su cui si erano sedute Lucy e Susan tristi per l’apparente morte di Aslan.

”Qui avrà luogo la tua incoronazione.”disse Caspian.

Peter andò a chiamare gli abitanti di Narnia. Uscì dalla tavola di pietra e prese il suo cavallo, quello di Edmund e quello di Caspian. Suonò il corno di Susan e gli abitanti di Narnia saltarono fuori. Ad un certo punto tutti abbandonarono la stanza e se andarono fuori. Io gli andai dietro. Fuori c’erano persone che mai avrei pensato di vedere: fauni, centauri, minotauri, nani, animali parlanti. Erano tutti molto forti e uniti. Si disposero in ordine crescente. All’entrata, i centauri sfoderarono le loro spade e le piegarono tipo a tetto. Io andai sotto per prima e dietro di me, Lucy e Susan a piedi e Caspian, Edmund e Peter sui loro cavalli mi seguirono. Dopo i centauri c’erano i minotauri e anche loro fecero lo stesso con le loro spade. Dopo ancora c’erano i fauni, a seguire i nani e infine gli animali parlanti. Arrivai davanti alla tavola di pietra e mi girai: i re e le regine erano in ginocchio davanti a me. Tutti arrivarono lì dentro e si disposero dietro alla fila dei re e delle regine.

Peter si mise a camminare e arrivò davanti a me e disse:

”Io, re Supremo Peter il Magnifico, Signore di Cair Paravel e Imperatore delle Isole Solitarie vi do in dono la mia spada, affinché vi serva per combattere al meglio.”.

Se ne ritornò al suo posto. Poi partì Susan e venne davanti a me

”Io, Regina Susan la Gentile vi do in dono il mio arco e le mie frecce.”.

Mi aiutò a metterlo e se ne tornò in fila.

”Io, Re Edmund il Giusto vi dono il mio scudo affinché possiate proteggervi.”.

Non mi ero neanche accorta che era arrivato lui, al contrario di Lucy che arrivò in un batter d’occhio. All’inizio sembrava un po’ titubante, ma poi disse:

”Io, Regina Lucy la Gaia vi dono il mio pugnale.”.

Infine Caspian: era fermo lì davanti a me. Avevo uno strano presentimento: chi era veramente?

”Io, principe Caspian, futuro Re di Telmar vi dono il mio elmo.”.

Si portò davanti Miraz e Glozelle che riuscirono a dire a denti stretti:

”Noi abitanti di Telmar vi doniamo tutto ciò che abbiamo.”.

Dopo tutta quella roba e quelle riverenze dissi:

”Allora…grazie davvero di tutto. Siete molto uniti e….forti e avete della bella roba…”.

Susan mi diede una gomitata.

”Che ho detto?”.

Lei non disse niente e la cerimonia andò avanti e un fauno porse a Edmund un cuscinetto con sopra una corona. Arrivò davanti a me e me la mise sul capo. Dopo l’incoronazione, Susan mi fece cenno di andare avanti e mi disse:

”Dopo di te.”.

Messi spada, arco, frecce, pugnale, elmo e scudo passammo per il cunicolo e uscimmo fuori dalla tavola di pietra. Inciampai. I re mi guardarono un po’ male e alla fine dissi:

”Non ci so camminare con queste scarpe!”.

A parte la mia figuraccia devo dire che l’incoronazione fu un momento bellissimo. Per una volta mi ero sentita trattata come ero veramente, non come una bambina. Fuori c’era il vento e il mio vestito svolazzava di qua e di là. Mentre camminavo Peter mi spiegò cosa avrei dovuto fare. Avrei dovuto togliere la spada dalla custodia e dire: ”Per Narnia! Per Aslan!”.

Arrivata fuori, gli abitanti di Narnia ripresero la loro formazione e io arrivai in cima. Anche i re si inchinarono. Ma io in fondo chi ero che anche i re di Narnia e Caspian si inchinassero a me?

Presi la spada di Peter e la tirai fuori. Fece un suono scintillante che mai avrei pensato. Certo che pesava veramente tanto. A quel punto urlai:

”Per Narnia! Per Aslan.”e gli altri ripeterono.

Questa sembrava più un’incoronazione di battaglia che regale.

”Potete andare”disse Lucy in tono gentile.

”Allora”cominciò Peter infilandomi la cintura. ”Qua terrai la mia spada e il pugnale di Lucy.”e me la legò.

”Qui a tracolla, va il mio arco. Queste tre cose le devi portare sempre con te.”disse Susan.

”Invece lo scudo, l’elmo e tutto il resto ti serviranno più avanti nelle battaglie. Adesso dobbiamo andare a Cair Paravel…o perlomeno a quel che ne resta.”sentenziò Edmund.

”E la che dobbiamo fare?”chiesi.

”Bhe recuperiamo le nostre cose come armi e armature”disse Peter. ”Trumpkin, vieni con noi?”

”Sì vostra maestà.”rispose.

”Di loro che ne facciamo?”chiese Lucy.

”Li lasceremo da qualche parte e poi manderemo una lettera a Lord Sopespian se li vuole riprendere.”rispose Caspian.

”Noi andiamo a prendere la barca e tu fai il tuo dovere. Raggiungici sull’insenatura a est di Beruna.”gli disse Susan.

Riandammo alla tavola di pietra e dentro c’era in una stanza una barca con lo stemma di Telmar.

”E’ questa?”chiesi.

”Sì.”rispose Lucy.

Trasportammo la barca sull’insenatura e circa un quarto d’ora dopo arrivò Caspian.

”Ora voglio sapere tutto! La verità voglio! Su, forza, raccontate, ho aspettato anche troppo!”esclamai.

”Allora….dobbiamo cominciare dall’inizio! Chi racconta?”disse Edmund.

”Wow, interessante come inizio.”dissi ironica.

”Bhe io credo che questo spetti a Trumpkin, o perlomeno la prima parte.”disse Peter.

”Allora…”cominciò Trumpkin. ”1300 anni fa i nostri re e le nostre regine se ne tornarono nel loro paese d’origine, a Finwley.”.

”Si chiama Finchley!”ribattè Edmund.

”Vabbè, quello che è. Ma non dovevo raccontare? Comunque….Tutti cominciammo a chiederci dove eravate finiti. Trovammo i vostri vestiti, le vostre armi e armature e le riponemmo nei vostri forzieri. Pensavamo vi avessero rapito. Inoltre, dopo poco, da Telmar scomparve la sorella di Caspian.”.

Lui cambiò subito espressione, come se piangesse.

”Non si seppe mai se morì, se venne rapita. Telmar, quindi se la prese con noi e attaccò Cair Paravel. Ci fu una lunga guerra che dura ancora oggi e i telmarini ci sterminarono quasi tutti. I supersiti si rifugiarono nella foresta. Aslan questa volta non venne in nostro aiuto. Ci ha abbandonati. Gli alberi si sono talmente inorriditi da questa cosa che si sono chiusi in se stessi. Da allora non danzano più e gli animali sono diventati selvatici.”raccontò Trumpkin.

”Poi mi zia Prunaprismia rimase incinta e una settimana fa ha dato alla luce un maschio. Il mio maestro mi venne a svegliare come faceva tutte le sere. In genere a quell’ora andavamo ad osservare le stelle e mi raccontava la storia di Narnia. Per questo so così tante cose di voi. Quella sera ero stanco e gli dissi di aspettare altri cinque minuti. Quando mi comunicò che non avremmo osservato le stelle mi chiesi subito cosa sarebbe successo. Io e lui ci nascondemmo nell’uscita secondaria ed entrò Glozelle con i suoi uomini. Spararono con le balestre sul mio letto: volevano uccidermi. Il mio maestro mi disse di fuggire nella foresta perché lì non mi avrebbero seguito perché loro la temono. Prima di andarmene lui mi diede il corno di Susan. Mentre ero nella foresta battei la testa e caddi dal mio cavallo. Da una casetta uscirono lui e Nikabrik. Io avevo paura e suonai il corno che richiamò qui loro quattro. Mi risvegliai con il tasso e Nikabrik perché lui era stato catturato dai telmarino. Trumpkin venne salvato da Susan.”disse Caspian.

“Poi mentre stavamo andando a Beruna incontrammo Caspian che era insieme agli abitanti di Narnia. Poi arrivammo a Beruna dove stavano costruendo il ponte e Caspian scorse tra gli alberi suo zio e Glozelle. Li catturò e ce li portammo in giro fino a che Trumpkin non ci raccontò la profezia….”finì Lucy.

“Scusa, quale profezia? Io so che era stato predetto che due figli di Adamo e due figlie di Eva avrebbero sconfitto la Strega Bianca e avrebbero governato Narnia. Solo questo. E poi diceva due e due, non due e tre. Io non c’entro! Non è possibile, non può essere…non…”dissi incredula.

“Ehi, ferma, rallenta non abbiamo finito il racconto. C’è una profezia mai svelata che noi siamo andati a cercare sulla tavola di pietra, dove sono state scritte le leggi su cui si fonda Narnia. Questa profezia è così: Quando di Telmar l’invasore avrà un discendente traditore, una figlia di Eva sarà ritrovata e Narnia sarà salvata.

L’invasore è Miraz, e tutti i Caspian che l’hanno preceduto. Il traditore è lui.”disse Edmund rivolgendosi a Caspian. ”La figlia di Eva sei tu. Tutto torna. Narnia presto sarà liberata da questi parassiti!”esclamò Edmund.

”Ehi, ma cos’hai?”mi chiese Peter.

”Sto riflettendo su un punto della profezia che mi è poco chiaro: perché la figlia di Eva sarà ritrovata? Perchè non trovata?”risposi.

”Bhe c’è solo un ri di differenza.”disse Susan.

”E poi perché devo anche venire a Cair Paravel? Insomma, le mie cose ce l’ho già.”dissi.

“Ed è qua che ti sbagli. Prima che Telmar ci attaccasse, sulla spiaggia vedemmo una ragazza che assomigliava alla regina Susan. La rincorremmo, ma lei scappò sotto la grotta e sparì. Recuperammo i suoi vestiti e li mettemmo in un altro baule, sempre a Cair Paravel. Vi torneranno utili.”disse Trumpkin.

”Ah, va bene.”risposi.

“Sarà meglio riposare…domani dobbiamo continuare il viaggio.”disse Susan.

”No…devo tornare indietro, la tavola di pietra è senza difesa.”disse Caspian.

”Ora è notte: vacci domattina.”ribattè Edmund.

”Il ponte potrebbe essere finito da un momento all’altro, non c’è tempo, devo tornare.”adesso Caspian aveva un’aria molto terrorizzata. Fischiò e subito un grifone arrivò e lo portò via.

”Stai attento!”gli disse Susan.

Se ne andò. Quella notte feci uno strano sogno: ero al castello di Telmar e c’era Caspian davanti a me terrorizzato. Poi arrivò Miraz davanti a me con la balestra e cercò di prendermi. Arrivò Caspian che mi prese e rotolammo fuori dal ponte levatoio. Caddi sotto dove c’era uno strapiombo di cinquecento metri e mi ritrovai nel mio mondo.

 

Ecco il mio nuovo capitolo! Spero vi piaccia! Recensite per favore J

Miriam

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Capitolo 3
*** Il sogno e Cair Paravel ***


“Noooooooooooo!!! Caspian!!”urlai e mi risvegliai di colpo.

”D-d-dove sono?! Caspian….Caspian dov’è?! Ahhhhhhhhhhhhh”ri urlai come una pazza scatenata.

”Calmati era solo un brutto sogno. Sei qui con noi e stiamo andando a Cair Paravel e Caspian è alla tavola di pietra a proteggere gli abitanti di Narnia da Miraz e dal suo esercito.”disse Peter.

”Miraz! Oddio…Miraz mi vuole uccidere?!”dissi sempre più terrorizzata.

”Ehm…no, non ci risulta. Vuole uccidere Caspian perché vuole il trono libero per suo figlio, non te.”disse Edmund.

”Allora sognavo e basta?”domandai.

”Sì e anche di brutto perché sono parecchi minuti che cerchiamo di tranquillizzarti.”rispose Susan ironica.

”Dormi in mezzo a noi, magari stai più tranquilla.”mi disse Lucy.

”Grazie.”risposi.

Mi rimisi giù, ma non riuscii a dormire. Rifeci lo stesso sogno e mi risvegliai di colpo urlando come prima.

”Hai intenzione di farci dormire questa notte?”mi disse Susan.

”Non ci crederete, ma ho rifatto lo stesso sogno di prima. Non sembra neanche un sogno in effetti.”le risposi.

”Avete ragione vostra maestà! Questo non era un sogno, ma piuttosto una premonizione. Anzi, forse nemmeno questa era.”disse Trumpkin.”.

“Hai ragione! Come se fosse una cosa accaduta in passato, ma che si ripeterà perché il sogno è stato fatto due volte.”precisò Lucy.

“Perché proprio tu però?”mi chiese Edmund.

“E’ quello che mi sto chiedendo anch’io”gli risposi.

“Ma non capite?”disse Peter.

“Che cosa dovremmo capire?”gli chiese Susan.

“La profezia che dice della figlia di Eva ritrovata, la premonizione, la ragazza scomparsa. Tutto torna…tu…tu sei…tu sei la sorella di Caspian.”disse Peter.

Quando mi disse così svenni. Ero in piedi e credo di aver fatto un bel botto. Sentii delle voci offuscate che dicevano:

”Si riprenderà?”era Edmund.

“E’ solo uno svenimento, Ed!”questa invece era Susan.

“Non avresti dovuto dirglielo in modo così brusco e repentino. Con queste cose ci vuole pazienza, Peter!”questa Lucy.

“Se non glielo dicevo così come sennò? Fa più male una ferita così o una così che ci giri intorno?”di nuovo Peter.

“Non discutete. Ormai la regina è tanto che è svenuta. Dovremmo fare qualcosa.”questo era l’inconfondibile Trumpkin.

“La respirazione…”prima che potesse finire la frase Susan lo interruppe dicendo:

“No, Ed, non fare il tonto: lei respira e poi così non migliorerai la situazione.”.

“Vicino, anzi qui davanti a noi c’è il fiume. Bagnamole la testa, magari si sveglia. Vai tu Peter, io le sto reggendo le gambe!”Lucy, la più premurosa.

Mi era sembrato anche di sentire qualcuno che diceva ”quanti sono?”. Se non sognavo, chiunque l’avesse detto mi ricordava il mio compagno Elia, quando ero svenuta a scuola l’anno prima.

Ad un certo punto sentii qualcosa di freddo sulla fronte. Mi risvegliai dallo svenimento. Tutti mi fissavano.

“Allora, sentite, di che stavamo parlando?”dissi rialzandomi.

Tutti fissavano male Peter e in un certo senso anche me.

“Cosa c’è?”chiesi.

“Niente… niente.”rispose Susan.

“Tutto bene?”mi chiese Lucy sottovoce.

“Sì.”risposi.

“Bhe, allora, praticamente, tu hai fatto un sogno che non era proprio un sogno…”cominciò Susan.

“…ma una premonizione…”la interruppe Trumpkin.

“…di una cosa successa in passato…”disse Edmund.

“Tu saresti la…”riprese Lucy.

Mi stava cominciando a girare la testa.

“…sorella perduta di Caspian.”concluse Peter.

Svenni di nuovo.

“Peter, lo sai che sei proprio cretino?”disse Susan.

“Non c’è rimedio. A questo punto secchiata d’acqua, siete d’accordo?”disse Edmund.

Sulla mia faccia sentii l’acqua come se sopra di me ci fosse stata una cascata. Mi rialzai di scatto.

“Edmund, questa me la paghi!”esclamai.

Lo rincorsi sul fiume fino a che non lo bagnai. Tutti parteciparono. Ci bagnammo tutti, ma l’importante era stare insieme e divertirsi.

“Vogliamo andare a letto? Domani dobbiamo viaggiare. E’ tardi!”disse Susan.

“Hai ragione Susan! Però ricordatevi: io non sono debole di sentimenti, sono svenuta solo perché avevo sonno. Tanto l’ho capito: Caspian è mio fratello.”dissi.

Tutti si misero a ridere seguito da frasi tipo:

”Sì, certo, come no!”.

La notte passò tranquilla. Dormii in mezzo a Susan e Lucy che mi tennero stretta affinché non svenissi di nuovo. La mattina dopo Lucy fu la prima ad alzarsi. La sentii e Susan le disse:

”Dove vai?”

“Nella foresta a cercare il fiore di fuoco per la mia boccetta: sta finendo il liquido. Vieni con me?”

“Ok, va bene.”disse Susan.

Mi riaddormentai. Ad un certo punto sentii delle voci urlare e dentro di me pensai che Lucy e Susan fossero in pericolo. Mi alzai di scatto e mentre prendevo le frecce, l’arco e la spada dissi urlando:

“Peter, Edmund, Trumpkin, alzatevi! Lucy e Susan sono in pericolo.”.

Balzarono subito in piedi, ma io ero gia andata.

“Lucy, Susan, dove siete?”le chiamai.

“Siamo qui, aiutaci.”urlò Lucy terrorizzata.

Arrivai sul posto e vidi una tigre sotto un albero dove c’erano Lucy e Susan. Aveva tra le spalle il pugnale di Lucy, ma ancora non era morta. D’improvviso ebbi una forte scarica di adrenalina e presi una freccia e puntai dritta su una zampa. Cadde a terra. Le tirai un’altra freccia, dritta sul cuore e poi presi la spada e gliela conficcai nel petto. Nel frattempo erano arrivati i Pevensie e Trumpkin.

“Grazie.”mi dissero Lucy e Susan.

“Dovere. Voi qui non servite a niente morte. Tieni, questo è tuo! Non lo dimenticare più.”dissi porgendo l’arco e le frecce a Susan. I fratelli si arrabbiarono.

“Ma che stavate facendo? Susan e il tuo corno? Potevate morire.”gli disse Peter.

“Però non è successo…”intervenni.

“No, lascia stare, me la vedo io con lui. Stavamo solo raccogliendo i fiori di fuoco, quando ci siamo imbattute in questa tigre. Non so dov’è il mio corno…”disse Susan.

“E’ il tuo, se non lo sai tu chi lo deve sapere?”ribattè Peter.

“No, scusa dimenticavo che ce l’ha Caspian.”. Susan quasi ringhiò.

“Piantatela! Almeno non ci dovremmo preoccupare del cibo.”disse Edmund.

La lite era finita. Trumpkin tolse la pelle dell’animale e prese la carne.                           

“Ma dove la mettiamo?”chiesi.

“Qua ho un vecchio fazzoletto.”rispose Susan.

“Almeno sai renderti utile!”la stuzzicò Peter. Lei lo guardò male, ma lo ignorò.

“Grande!”esclamò Edmund facendo altrettanto.

Dopo aver preso carne a sufficienza riprendemmo la nostra barca per andare a Cair Paravel. Non eravamo molto distanti. Dopo qualche chilometro, infatti, uscimmo dal fiume e ci ritrovammo sull’Oceano Orientale. Mezz’ora dopo eravamo sotto le mura, o quel che restava, di Cair Paravel.

“Certo che è conciata veramente male.”dissi.

“Puoi dirlo forte! Ci hanno attaccato con dei massi lanciati con delle strutture di legno...”rispose Trumpkin.

“Le catapulte?”domandai.

“Esatto.”rispose Trumpkin.

“Come si fa ad arrivare sopra?”interrogai.

“Seguici.”disse Peter.

In mezzo alle piante c’era una scalinata molto lunga. Noi la salimmo e in breve arrivammo a quello che anticamente era il castello dei quattro troni. Gli scalini per salire erano 168. Quando ci arrivammo, in mezzo vidi e riconobbi i quattro troni, o perlomeno quello che restava di loro. Rividi nella mia mente tutti i momenti dell’incoronazione e poi quella frase di Aslan ”Quando si è re o regine di Narnia si è sempre re o regine.”

“Ehi, sei rimasta incantata?”mi chiese Trumpkin.

“No, stavo ricordando la loro incoronazione…Lucy la Gaia, Edmund il Giusto, Susan la Dolce e Peter il Magnifico. Peccato, io non avrò mai un soprannome perché non sono regina di Narnia...”risposi.

“No, non dire così. Ti abbiamo appena incoronato regina di…”mi disse Susan. Non la lasciai finire.

“Io in realtà sono una persona normale”le risposi.

“Tutti noi quattro sono persone normali Miriam. Renditene conto! Non puoi cambiare le cose!”esclamò Peter.

“Ok allora lasciamo fuori il mondo reale da questa storia. Io sono comunque regina di Telmar. Quando arriverà Aslan non sarò più regina di Narnia…”dissi calma.

Volevo staccargli la testa.

“Senti, Aslan qui non c’è e tu sei regina sia di Telmar sia di Narnia.”rispose Peter duro.

Lui e Edmund spostarono una parete e dietro apparve un portone di legno. Anche quello, come del resto tutto il castello dei troni, era mezzo sgangherato.

“Ed, dammi la torcia.”disse Peter. Lui gliela porse e scendemmo le scale.

Arrivammo in una grande stanza con cinque bauli di pietra. Almeno questa si era mantenuta abbastanza intatta. Aprii il mio. Era pieno di vestiti: uno bianco, sbracciato e semplice, una gonna di velluto viola, una rossa, un vestito blu con le maniche lunghe, uno azzurro e bianco, uno nero e corto al ginocchio, uno arancione e giallo, tre camicie, due bianche e una azzurra, un corpetto bianco, due jeans neri(avete capito bene: erano jeans), un paio di pantaloni di fustagno neri, il pezzo sopra dell’armatura con la maglia di ferro, stivali in pelle e quattro paia di scarpe con il tacco. Mi meravigliai molto della presenza dell’armatura: a Telmar le donne non combattevano.

“Ma come la portiamo tutta questa roba? Ci vorrebbe una canoa per persona e noi ne abbiamo una sola!”dissi.

“Vi ho portato apposta quattro canoe.”.

“Caspian!”disse Susan e subito sul suo volto si aprì un gran sorriso. Già sentivo la testa girare. Mi misi una mano sulla fronte.

”No, no, no, no…”bisbigliò Edmund venendo verso di me. “Senti, perché io e te non andiamo a prendere una boccata d’aria?”.

Mi portò fuori poi disse:

”Non avrai intenzione di svenire di nuovo, vero?”.

“No, no, ma ero sul punto di farlo…”gli risposi.

“E per fortuna che non eri debole di sentimenti. Ma hai intenzione di dirglielo?”mi chiese.

“Ma certo che sì. Sono sua sorella e non sa nemmeno che esisto. Tanto lo verrebbe a sapere da qualcuno di Telmar che mi conosce. Comunque ora mi devo ancora riprendere, quindi glielo dirò tra qualche giorno.”gli dissi. Poi arrivarono tutti.

“Ma cosa le è successo?”mormorò Peter a Edmund.

“Stava per risvenire.”gli rispose.

“Glielo dirà?”.

“Sì, tra qualche giorno perché ora è ancora troppo presto.”.

Caspian fischiò e subito un’enorme fenice portò su le cinque canoe. Con alcuni viaggi portammo le nostre cose ognuno su una canoa. La fenice riportò giù le canoe una per volta visto che adesso erano molto più pesanti di prima.

“Vi hanno attaccato i telmarini?”chiese Lucy a Caspian.

“No, ma il ponte è quasi finito.”le rispose.

Riscendemmo i 168 scalini e le canoe erano sulla spiaggia.

”Ognuno deve prenderne una?”domandai. Che domanda stupida: ovvio.

“Sì.”risposero tutti insieme.

“Ma c’è un piccolo problema: non so pagaiare…”risposi.

“Magari potrei insegnarti io…”si offrì Caspian.

No, cavolo, questa non ci voleva. Tutti mi guardarono malissimo. Di sicuro ero sbiancata.

“No, Caspian, tu aiuta Lucy, ci penso io a lei…Tutto ok?”disse Susan prima rivolta a Caspian e poi a me.”Sei sbiancata, non puoi continuare così, devi dirglielo…ogni volta che lo vedi o sbianchi o svieni.”riprese.

“Ce la faccio…domani glielo dico! No, non ce la faccio.”piagnucolai.

“Senti, dobbiamo mantenere la calma…là fuori c’è Miraz…c’è anche una battaglia da combattere…Se stai così non ci sarai molto utile, che invece è ciò che devi essere! Fatti coraggio.”mi confortò. Non riuscii a resistere e mi misi a piangere.

“No, no, ok, va bene, allora osservami. Si pagaia così: devi mandare i remi in avanti e spingere l’acqua indietro. Siamo d’accordo? Allora provaci! Piantala sennò lui qualche domanda comincerà a farsela.”. Susan cercò si sdrammatizzare la situazione e di consolarmi.

Per colpa delle mie stupide scenate sentii Caspian bisbigliare a Lucy:

”Ma cos’ha?”e lei rispose che non lo sapeva.

Quando li sentii, smisi di fare la fontana condannata a piangere per l’eternità. Non volevo che lo scoprisse subito, o semmai non in questa maniera.

“La fontana ha bisogno di un fazzoletto?”scherzò Peter.

“Magari.”gli risposi.

Lui me lo lanciò. Sopra c’erano le iniziali P.P. Mi asciugai il viso, che ormai doveva essere già rosso per le lacrime.

”Sembri un pomodoro.”mi urlò Edmund dalla sua canoa.

“Ma che simpatico, si, davvero, un comico nato, molto divertente!!”gli ri urlai.

“In effetti, un po’ ragione ce l’ha.”affermò Lucy.

“Ma quanto sono simpatici i Pevensie. Guardate, adesso rido.”risposi.

“Evviva, è tornata felice!”esultò Susan.

“Sì, grazie a voi.”risposi.

 

Questo è il mio nuovo capitolo. Spero vi piaccia e vi prego di recensire.

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Capitolo 4
*** Come glielo dico che sono sua sorella? ***


Scusate, sono imperdonabile, ma dovevo dividerlo perchè era venuto lungo 14 pagine. Comunque vi lascio al capitolo e vi prego di recensire per dirmi che ne pensate.

 

 

Così tra scherzi e risi giungemmo dove avevamo dormito la notte prima.

“Che dite, mangiamo?”chiese Lucy.

“Io credo di sì.”le rispose Edmund.

“Mamma mia, ma pensi sempre a mangiare!! Però non capisco come fai a rimanere così magro.”esclamò Susan.

Dentro di me pensavo: ”Ce la posso fare, ce la devi fare…su, dai, non sarà mica la fine del mondo”perché il giorno dopo gli avrei detto la verità. Mi stavo preparando psicologicamente per chiedergli dove avesse lasciato Miraz e Glozelle. Adesso glielo dico.

“Caspian, ma mentre noi preparavamo le canoe tu che stavi facendo con Miraz e Glozelle?”.

“Li ho portati vicino a Beruna, dentro il boschetto. Gli ho detto che non si dovevano muovere da lì fino a che Sopespian non li fosse venuti a prendere in qualche modo. Gli ho scritto una lettera dicendo che si trovavano al decimo albero a nord del faggio rosso…”rispose.

“Tipo una caccia al tesoro quindi?”gli chiesi.

“Più o meno. Ma già li avranno trovati…il decimo albero a nord del faggio rosso è abbastanza noto a noi di Telmar. Stasera andremo a vedere: secondo me non ci sono più.”rispose.

“Se lo dici tu…”commentai.

Mangiammo la carne della tigre. Devo dire che era abbastanza buona. Prima di riprendere le nostre canoe i Pevensie si appartarono a confabulare di qualcosa.

“Senti Caspian, se non sono indiscreta, posso chiederti di raccontarmi un po’ di tua sorella?”chiesi.

La sua espressione cambiò. Di sicuro lo presi un po’ alla sprovvista. Non si immaginava certo che sua sorella fosse davanti a lui, ma dovevo chiederglielo. Volevo capire chi ero e come ero.

“Sì, allora…”balbettò lui.

“Non sei obbligato se non vuoi.”lo tranquillizzai.

“No, no, non è quello, non è un problema. Lei era 14 anni più piccola di me e si chiamava esattamente come te.”trasalii. ”Mia madre morì subito dopo il parto ma lei no. Qualche mese dopo morì anche mio padre. Quando era già abbastanza grande, tipo l’età tua, scomparve. Mio zio diede la colpa a Narnia e si scatenò la guerra. Io non gli ho mai creduto. Lei era una persona fantastica. Era gentile e le volevo un mondo di me. Quando scomparve si creò come un vuoto dentro di me che però dopo qualche anno si richiuse. Per questo non faccio fatica a parlarne.”mi raccontò.

Non gli credevo. Gli si leggeva negli occhi, sulla faccia, dappertutto. Gli dispiaceva e adesso era triste per colpa mia. Mi sentivo uno schifo. Non mi uscivano le parole.

“Caspian, mi dispiace.”fu quello che riuscii a dire. Lo abbracciai.

“Allora, andiamo?”incitò Susan.

“Pevensie!!!!Dove eravate finiti?”gli domandai sospettosa.

“Ad allenarci per le battaglie!”rispose Edmund. Riprendemmo le nostre canoe. Susan tornò con me e mi chiese:

”Allora?Cosa gli hai detto?”.

“Gli ho chiesto come ero e quale fosse la mia storia.”le risposi. ”Per lui ero molto importante, anche se dopo qualche anno dalla mia scomparsa la sua ferita si è richiusa.”.

“Senti, noi Caspian lo conosciamo abbastanza bene. Se sapesse che tu sei sua sorella ci chiederebbe di proteggerti quando lui non c’è. Quindi considerati parte della famiglia.”mi informò.

“Io non so davvero che dire…grazie, grazie, grazie mille.”dissi abbracciandola.

Dopo poco arrivammo all’insenatura a est di Beruna.

“Andiamo a vedere se Glozelle e Miraz sono ancora lì?”chiesi.

“Con grande piacere. Se ci sono ancora gli faccio anche la linguaccia.”disse Peter.

Arrivati sul luogo non c’erano più. Le corde giacevano a terra tagliate.

“Ah, che fregatura!!! Per una volta che volevo fare qualcosa di costruttivo…”esclamò Edmund.

“Su, andiamo alla tavola di pietra.”disse Lucy.

Le canoe pesavano molto con tutta quella roba. Io ad un certo punto inciampai. Lo so che non sono molto stabile. Per quanto lo sono ho portato le stampelle due volte nell’arco dell’anno.

“Serve una mano?”mi chiese Caspian.

“No, no, grazie, faccio da sola.”risposi con disinvoltura. Inciampai di nuovo.

“Sicura?”mi richiese.

“Assolutamente sì.”risposi.

Gli altri stavano guardando la scena divertiti. Poi, come se non bastasse caddi all’indietro dentro la canoa.

“Ma sei una frana!”scherzò Edmund.

“Non c’è bisogno che me lo dici lo so da me.”gli dissi.”E’ ancora valida la proposta dell’aiuto?”dissi rivolgendomi a Caspian.

Venne verso di me e mi rialzò. Arrivammo alla tavola di pietra e andammo in una stanza dove c’erano cinque “letti” fatti alla “come viene viene”con le coperte.

“Ne dovremo aggiungere un altro.”sentenziò Lucy.

“Oh, tranquilli, faccio da sola. Calmi, sono capace di farmi un letto con quattro coperte. Prima di sera avrò rimesso a posto questa stanza.”le risposi.

Sulle pareti avremmo messo le nostre canoe. Sul soffitto c’era una striscia di ferro: li avrei messo i vestiti. In mezzo alla stanza c’era una colonna bassa e larga per le armi.

“Sicura? Se vuoi ti aiuto, resto qui con te”si offrì lei.

“Ok, va bene, ma non ora. Io vado a fare pratica con l’arco e la spada. Loro mi aiuteranno.”le dissi.

Mi cambiai l’abito e misi quello bianco perché sentivo caldo. Presi arco, frecce e la cintura rossa dove c’erano il pugnale e la spada. Andai fuori e Susan, Peter e Edmund mi stavano aspettando.

“Su come funzionano arco e frecce ho visto che non hai problemi visto che hai affrontato quella tigre. Devi prendere solo i bersagli da lontano. Prova a batterci.”disse Susan in tono scherzoso.

“Accetto volentieri la sfida. E chi dovrei battere che è così bravo?”chiesi scherzando anche io.

“Me e Lucy. Provaci se ci riesci!!”ora parlava in tono di sfida.

In linea c’erano dieci bersagli. Susan tirò e al primo colpo fece centro. Poi fu la volta di Lucy con il suo pugnale. Quasi centro. Provai io. Con gli sport non me la cavavo bene. Sulla pagella ho avuto prima sette e poi otto. Sono nota come un’imbranata per quanto riguarda gli sport. Ci provo, ma non sempre riesco. Il tiro con l’arco mi è sempre piaciuto, ma non c’avevo mai provato.

Primo tiro: la freccia si conficcò in un albero.

“Caz…cioè, volevo dire…razzo.”dissi in maniera stupida.

“Evitiamo le parolacce? Comunque riprova, magari ti riesce meglio.”disse Susan un po’ alterata (intendo arrabbiata, per non dire un’altra parola…).

Secondo tiro: centro.

“Siiiiiiiii. Ce l’ho fatta!!!”urlai a squarciagola.

“Brava, ma come hai fatto?!”chiese Susan incredula.

“Non lo so, e questa volta non ci credo nemmeno io. Un attimo fa la freccia era andata a schiantarsi contro un albero.”le risposi.

“Riprovaci, almeno fai pratica.”mi consigliò Lucy.

Riprovai una dozzina di volte. La freccia non mancò mai il bersaglio, anche se magari non andava al centro. Fu una grande soddisfazione e anche una sorpresa. Se ci fosse stata la mia (bastarda) prof di ginnastica sono sicura che mi avrebbe dato dieci anche se le sto antipatica.

“Recupera le frecce e vai da loro che ti insegneranno a diventare brava con la spada.”disse infine Susan soddisfatta del suo lavoro.

“Ok.”risposi. Raccolsi le frecce e le rimisi a posto.

Andai dove erano Peter, Edmund e Caspian. Tirai fuori la spada di Peter.

“Allora…ehm…come si fa?”chiesi un po’ titubante.

“Così.”rispose Edmund e mi colpì facendomi cadere la spada.

“Ma sei stupido o ci fai? Non sono brava come te!!”esclamai arrabbiata.

“Ma davvero…sei stupido Ed??”esclamò Peter.

“Non avevi detto che si imparava solo con tanta pratica?”ribattè Edmund divertito.

“Sì, ma così è un po’ troppo, non credi?”lo rimproverò.

Io intanto avevo recuperato la mia spada.

“Secondo me no.”rispose Caspian in anticipo.

Cavolo, tre contro uno. Va bene che magari nelle battaglie gli sfidanti erano più di uno, ma questa era la mia prima volta. Caspian mi colpì. Ma quanta forza aveva? Non riuscivo a resistergli. Comunque la spada non mi cadde ma, anzi, riuscii a combattere. Dietro di me stavano arrivando Peter e Edmund. Senza pensarci su due volte diedi un calcio a Caspian che cadde a terra. Edmund stava per colpirmi, ma gli feci cadere la spada. Agguantai una freccia e gliela tirai. Lui la prese per salvarsi la pelle, ma un telmarino sarebbe stato già morto. Caspian si era rialzato. Non demordeva, ma io ero più furba e gli tirai il pugnale. Fuori due. Ma chi si credevano di essere combattendo in tre contro una povera ragazzina indifesa? Ora la battaglia era tra me e Peter ma riuscii a metter al tappeto anche lui. Alla fine gli puntai la spada.

“Allora, visto che siete tanto bravi e soprattutto gentili avete ancora voglia di scherzare con me?”dissi ironica.

“Ma come hai fatto?!”. Edmund era incredulo.

“Sai, io ho poteri…ma scherzo, non lo so nemmeno io. Ah, la freccia. Caspian, il mio pugnale. Grazie.”gli risposi.

Susan e Lucy ci avevano osservato. Tornai da loro.

“Brava!”mi sussurrò Lucy.

“Io vado a riordinare quella specie di camera.”dissi.

“Posso aiutarti?”mi chiese Lucy.

“Ma certo. Allora…fammi pensare…sì!Ci servono nove legni lunghi.”le risposi.

“Ah, sì? Ok.”disse lei un po’ titubante.

Portammo i nove legni nell’entrata sotto gli sguardi strani di Susan, Edmund e Peter.

“Ci servono anche degli spaghi e anche 36 coperte se ce le abbiamo.”affermai.

“Ma che ci dobbiamo fare con tutta questa roba?”chiese Lucy sempre più stupita.

“Facciamo sei coperte per uno: cinque sotto la schiena e con una ci si copre. Con i legni e lo spago ci facciamo una specie di scarpiera.”le risposi.

Arrivammo dentro la “camera”.

“Mentre io lego i pali, tu sistema le coperte come ti ho detto. Quando hai fatto, vieni qua, che ti insegno, così mi aiuti.”le dissi.

Uscii dalla stanza e andai dove facevano le armi. Mi feci tagliare i legni a metà. Rientrai e mi misi subito al lavoro. Con lo spago feci un nodo parlato e comincia ad intrecciarlo sui legni, mentre Lucy continuava a sistemare le coperte. Quando ebbe finito venne da me e le feci vedere come intrecciare lo spago. In poco più di due ore finimmo. Finite le legature, appiccammo i legni con lo spago rimasto sulle strisce di ferro che erano in alto e poi ci appoggiammo le scarpe.

“I cuscini?”chiese Lucy.

“Possiamo farli addoppiando le coperte e poi sopra appoggeremo le nostre corone.”le risposi.

“Ma Caspian non ce l’ha…”disse lei.

“Tranquilla, gliela faccio io.”.

Tutto questo ci portò via un’altra mezz’ora. Ormai erano le dieci di sera.

“Vuoi un tè?”mi chiese Lucy.

“Sì, magari, per favore.”le risposi.

Mi sdraiai di traverso sui letti di Edmund, Caspian e mio. Il giorno dopo avrei detto la verità a Caspian. Mentre ero agitata e aspettavo Lucy mi addormentai. Non dormivo, ma era più un dormiveglia. Sentii le voci offuscate dei Pevensie e di Caspian, ma non riuscivo a distinguerle bene.

“Comincia a starmi simpatica.”.

“Lo credo, lei è…ahi Peter, perché quel calcione??Ah già…”.

“Edmund voleva solo dire che sta simpatica pure a noi.”.

“Brave, di chi è stata l’idea della scarpiera? Originale.”.

“L’idea è sua. È molto creativa.”.

Intanto ero fra le braccia di qualcuno che mi stava spostando sul mio letto. Non sentii più nessuna voce. Fui avvolta dal sonno più totale.

 

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Capitolo 5
*** A volte è sbagliato dire la verità perchè fa male da morire. Fidatevi, l'ho provato sulla mia pelle. ***


Feci un altro sogno strano. Io, Caspian e Miraz stavamo facendo un duello dove risultò vincente l’ultimo, quindi ci doveva uccidere. Caspian mi disse:

“Quando ti faccio l’occhiolino tu scappi e te ne vai via.”.

Io annuii. Mentre Miraz si era distratto io scappai nella foresta. Lo udii mentre diceva a Caspian in tono durissimo:

“Dov’è? Dov’è andata? Allora, parla!!!!”lui non rispondeva.

Miraz prese la spada e uccise Caspian. Scappai più veloce che potevo. Quando fui lontana dal luogo urlai:

 ”Caspiaaaaaaan!” e mi svegliai urlando. Stavo piangendo. Lui si svegliò di soprassalto e disse urlando anche lui:

“Che c’è?Che succede?”.

“No, Miriam, di nuovo?”. Edmund era sbalordito. Io intanto ero lì a fissare il vuoto come una stupida ebete che non sapeva che fare.

“Ohi, ma ci sei?”mi chiese Lucy. Non davo nessun segno di esserci né fisicamente né moralmente. Fissavo ancora il vuoto e non ci stavo capendo niente.

“Preparatevi che questa risviene…”disse Susan.

“NO, STO BENE! Non vi preoccupate! State solo zitti che non ci capisco più niente!”urlai.

“Finalmente da segni di vita!”esclamò Peter.

“Statte zitto Peter!!”esclami nel mio dialetto (sono castiglionese doc). Stavo facendo mente locale per ricordarmi qualcosa del mio sogno.

“Perché hai urlato il mio nome?”mi chiese Caspian.

“Ora ricordo. Ho urlato il tuo nome perché ti ho sognato!”risposi calma.

“Eh no, Miriam, un'altra volta?”disse Edmund, ma nessuno ci fece caso.

“Miraz ci voleva uccidere, io sono scappata, ma tu…Miraz ti ha ucciso.”risposi.

“Dammi la mano.”dissi.

“Cosa?”risposi.

“Dammi la mano. Per qualunque cosa ci sono qua io per te, capito? Miraz non ucciderà ne me ne te!”disse.

“Classico atteggiamento da fratello maggiore.”mi sussurrò Lucy.

La notte passò tranquilla e la mattina Caspian mi chiese se fosse tutto a posto. Mi allenai tutta la mattina con la spada, l’arco e le frecce e imparai ad andare a cavallo.

“Carina la corona che mi hai fatto, grazie.”mi disse Caspian correndo dopo pranzo.

“Senti, dovrei parlarti…”dissi. Volevo dirgli la verità.

“Non ora, vado di fretta.”rispose lui.

“E dove?”chiesi.

“A procurarsi armi a sufficienza per le battaglie.”rispose Susan arrivando da dietro.

Saccheggiarono i carri con le armi di Miraz e tornarono vittoriosi. Caspian mi fece l’occhiolino e andò dentro. I giorni intanto passavano, ma Caspian non aveva mai tempo per parlare. Ogni volta mi preparavo, ma lui niente.

“Cacchio, non riesco a parlarci. Tento, ma lui ha sempre qualcosa di meglio da fare.”dissi un giorno a Susan.

“E tu rapiscilo.”rispose lei.

“In che senso?” le chiesi.

“Mentre parla con qualcuno te lo porti via e ci parli.”e se ne andò sorridendo.

Finalmente dopo tanto tempo ci riuscii. Mentre stava parlando con Trumpkin lo portai via al primo piano della tavola di pietra, fuori.

“Come mai mi hai preso e mi hai portato qui?”mi chiese sospettoso.

“Scusa ma ti devo parlare…”dissi titubante.

“Ok, dimmi.”disse.

“Devi promettermi, però, che dopo quello che ti dirò rimarremo amici.”lo ricattai.

“Dipende da cos’è…”disse lui. Perfetto. Già ero in difficoltà perché non sapevo come dirglielo, in più ci si metteva anche lui che faceva il difficile. Bastava dire sì. Nient’altro.

“Allora non te lo dico”lo ricattai ancora.

“No, ok, lo giuro.”promise.

“Allora, io ho quattordici anni meno di te…”cominciai.

“No, aspetta, non dirmi che ti piaccio…”mi interruppe.

“Ehi, ma sei un Narciso pauroso!”esclamai. “Comunque no anche se non posso certo negare che, però, sei un bel ragazzo.”ricominciai.

“Comunque, stavo dicendo che ho quattordici anni meno di te, come tua sorella…e, non mi interrompere, mi chiamo come lei. Poi c’è la profezia che dice della figlia di Eva ritrovata. Ti ricordi quel ri di differenza? Significa secondo me che chi era destinato a venire qui, già veniva da Narnia prima di arrivare nel mio mondo. Bhe io non sono mai stata brava con le parole quindi andrò direttamente al sodo. Io…io…sono…tua sorella…”dissi ancora.

Lui era un po’ incredulo. Mi sentivo che sarebbe successo qualcosa che non mi sarebbe piaciuto. Tipo perderlo sia come amico che come fratello.

“Cosa? Che stai dicendo????”disse dopo alcuni secondi di silenzio.

“Che sono tua sorella…”risposi scandendo lentamente le parole.

“E cosa te lo fa pensare?”.

“Bhe te l’ho detto, e poi, ho fatto un sogno premonitore di una cosa accaduta a me quando ero a Telmar e che si ripeterà. Peter mi ha aiutato a capirlo. Miraz mi voleva fuori dai piedi. E poi c’è il sogno di ieri sera. Non ti dicono niente tutte queste cose?”.

I Pevensie erano sotto, ma era evidente che ci stavano guardando. Caspian si alzò e la sua espressione divenne dura.

“Tutto questo è impossibile…io non ti credo!!!”.

“Cosa? Perchè?”stavamo cominciando a discutere.

“Come posso crederti in base a ciò che mi hai detto?”.

“E tu pendi che queste siano tutte coincidenze?”.

“Sì, assolutamente. Tu NON sei mia sorella e io non ti credo. Vado sotto.“.

“Ah, Caspian…”.

“Che c’è?”mi chiese stizzito.

“Amici come prima?”chiesi speranzosa. Mi aveva trattato male ma non credevo fosse così stronzo da non parlarmi più. Non ci avrei creduto se me l’avesse detto.

“Non so che risponderti…adesso provo tanta rabbia mista a indifferenza…”mi rispose e si avviò per andarsene.

“Mia avevi fatto una promessa…”cominciai ma lui fece un gesto tipo “ma vai al diavolo”e mi fermai lì senza continuare la frase.

Rimasi lì ferma immobile non so per quanto. Le sue parole mi colpirono molto. Significava che non mi voleva quasi più bene. Perché si è arrabbiato così tanto?! Non lo capivo. Avevo perso mio fratello e anche il mio migliore amico. Volevo piangere, ma le lacrime facevano fatica a scendere. La mia vita stava diventando vuota. Già me lo sentivo. Sentivo la sua mancanza. La vita è ingiusta. Cavolo, ma perchè non ci credeva? Dove avevo sbagliato? Gliel’avevo detto troppo di fretta? Non riuscivo a trovarmi una risposta. Ora che ci penso credo di starci più male di lui. Meglio se ero stata zitta almeno non avrei combinato tutto questo casino perché lui è importante per me. Mentre riflettevo su ciò che era appena passato Susan e Lucy vennero da me e mi dissero:

“Ti abbiamo portato da mangiare. Sono ore che stai qui ferma e immobile. Cosa ti ha detto?”.

“Scusate ragazze ma non ho fame…e comunque non mi crede.”risposi triste.

“Cosa? Ne hai voglia di parlare?”mi chiese Lucy.

“Tanto non c’è niente da spiegare, insomma, non mi crede e non so nemmeno se siamo più amici…”spiegai.

“Perché?”Peter era arrivato ed era dietro di me.

“Pensa che siano tutte coincidenze.”gli risposi.

“E tu ci stai male?”mi chiese Edmund. Colpo basso. Non volevo dimostrargli le mie debolezze.

“No, non è questo. Non capisco perché prova indifferenza dopo che gliel’ho detto. Mi sento anche un po’ in colpa per averglielo detto…”gli risposi senza mostrare veramente i miei sentimenti.

“Vado a parlarci tanto sarà sotto a sfogarsi contro un albero.”sentenziò Peter.

“No, non farlo…questa è una faccenda tra me e lui. Ti prego Peter. Capisco che sono tua amica però ora no…ti prego.”lo scongiurai.

“Ok, ok, tranquilla non gli dirò niente. Ora andiamo a dormire perché domani sarà un’altra giornata pesante e il ponte è quasi finito e dobbiamo provvedere alla nostra difesa.”disse Peter.

Si era sbagliato: Caspian non era a sfogarsi contro qualche albero ma era già lì che dormiva. Fui la prima ad entrare. Mi fermai di botto e trasalii.

“Cosa succede…ah, ho capito.”disse Edmund.

Bastardo. Caspian aveva cambiato letto. Adesso vicino a me c’era Edmund. Per poco non mi misi a piangere. Questo era ingiusto. Lasciai perdere. Non volevo fare nessuna scenata per poi svegliare Caspian e parlare con lui.

“Conta su di me per qualche sogno strano.”disse Edmund. Annuii.

Lo fissai a lungo. In quel momento lui era l’unico che potesse colmare il vuoto che mi aveva causato Caspian. Mi stavo innamorando? Bho. Per ora simpatizzavo e basta anche se lui era molto carino anche come modi. Quella notte non feci nessun sogno strano ma ci pensò Edmund a farmi dormire poco. Ci trovammo faccia a faccia ed eravamo molto vicini, forse anche troppo. Mi svegliai e anche lui era mezzo sveglio.

“Forse è meglio se ci giriamo.”gli sussurrai.

“Sì, sì.”rispose.

Solo io mi girai e quando mi accorsi che lui non lo fece gli ri sussurrai:

“Edmund, tutti e due.”.

“Già, già.”rispose.

Secondo me non era del tutto sveglio. Una cosa mi fece però balzare di colpo.

“Edmund, Edmund, svegliati!!!!!!”gli dissi.

“Eh, eh, sì, che succede?!”secondo me dormiva quando gli avevo detto di girarsi.

“Caspian non è più nel suo letto!”ero agitatissima.

“I telmarini!Cerchiamolo!Peter…”.

“No, non svegliarlo. Andiamo solo noi due. Se poi quelli di Telmar ci sono li svegliamo.”gli dissi.

“Hai ragione. Andiamo.”rispose.

Presi la mia roba per combattere e andai con lui. Caspian era fuori dalla tavola di pietra. Feci per tornare indietro ma Edmund mi trattenne per la spalla.

“Parlaci!”mi disse. Come se fosse facile. Inventai una scusa.

“Non ho voglia. Ho sonno!”risposi.

“Non puoi continuare ad evitarlo! Vai a parlarci. Ti aspetto qui.”mi incitò.

Ero a corto di idee. Cosa potevo dirgli? Che mi dispiaceva? No. Tentare ancora una volta di fargli capire in tutti i modi che sono sua sorella? No. Allora cos’altro? Intanto mi stavo incamminando verso Caspian. Non ero pronta ma ugualmente gli chiesi:

“Cosa fai qui a quest’ora di notte?”.

“Io stavo riflettendo e tu invece?”chiese lui. Fin qui tutto bene.

“Bhe, Edmund mi ha svegliato, poi ho visto che tu non c’eri e abbiamo pensato ai telmarini…”.

“No, no, vi avrei chiamato. Adesso torna a letto!”.

“E tu non vieni?”.

“No, resto qui ancora un po’ a riflettere…”.

Me ne stavo andando quando finì la frase:

“…su ciò che mi hai detto. Mi hai scioccato.”e me ne andai senza commentare.

 

Salve!! Scusate se ho aggiornato in ritardo ma il viaggio a Cannes mi ha tenuta impegnata. Un grazie speciale a LittleCullen che recensisce sempre. Grazie anche perchè sei l'unica che lo fa. Senza di te non riuscirei a continuare. Grazie tantissimo.

 

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Capitolo 6
*** Caspian quando vuole sa essere veramente cattivo. E io gli do pure retta. ***


“Allora?”chiese Edmund impaziente.

“Allora cosa?”dissi io.

“Che ti ha detto?”insistette lui.

“Ah, sì, scusa. Mi ha detto che l’ho scioccato…”.

“Non ti preoccupare, prima o poi ti crederà. Adesso andiamo a dormire che mi sembri molto assonnata…”concluse lui.

Mentre tornavamo in camera, Susan ci stava venendo incontro tutta agitata.

“Ma dove eravate finiti?! Mi avete fatto preoccupare!!! E Caspian dov’è?! Dio, ma perché siete tutti svegli a quest’ora?”disse, anzi, urlò.

“Caspian è lì e non ha voglia di dormire. Noi siamo usciti perchè eravamo preoccupati, ma ora stavamo tornando a letto…”le risposi.

“Ok, ma avvertite la prossima volta…”. Susan tirò un sospiro di sollievo.

“Se ci fosse stato qualche telmarino da sbudellare lo avremmo fatto. E poi non volevamo svegliarvi!!”esclamò Edmund in un tono che non piacque molto alla sorella.

“Ma che spiritoso!!”si limitò a dire lei.

Tornammo a dormire in silenzio. La mattina dopo Caspian non c’era. Mi voleva evitare? Se era così forse non aveva le palle abbastanza da affrontare la situazione. Neanche per tutta la mattina si fece vedere. Come sempre feci tanta pratica. Anche se non me la cavavo male, avevo ancora tante cose da imparare. Quella giornata che sembrava essere normale si trasformò nella più brutta della mia vita. Io ero fuori con Susan e Lucy.

“Ma avete visto Caspian?”dissi ad un certo punto.

“Per tutto il giorno non si è fatto vedere…”mi rispose Lucy.

“Però dovrebbe essere tornato. Guarda se è dentro. Se trovi Peter e Edmund ce li mandi qua?”disse Susan.

“Ok!”risposi.

Mi avviai dentro. Stavo per entrare in camera, quando dentro sentii delle voci. Stavano discutendo! Uno era Caspian e l’altro…l’altro era Peter!

“Senti, tu e i tuoi fratelli statene fuori dalla faccenda Miriam-Caspian, è chiaro?”questo era Caspian.

“E perchè dovremmo? Insomma, visto che qualcuno non le crede noi le stiamo dando conforto. Perché non le credi?”.

Peter mi stava difendendo. Però gli avevo detto di non andarci a parlare. Vabbè…ormai…

“Come potrei in base a ciò che mi dice?”. Caspian era indignato e anche un vero testardo e zuccone.

“Allora per te sono tutte coincidenze…”.

“Sì. E tu, visto che parli tanto, le crederesti?”.

“Sì. E tanto che ci siamo perché non vuoi esserle più suo amico come prima?”.

“Come potrei?”.

“Non è una risposta valida. Lei sta soffrendo. Non lo fa vedere perché è troppo orgogliosa, ma so che soffre.”.

Ma perché tutti scoprono i miei punti deboli? Non sono brava a nascondere i miei sentimenti…

“Non mi importa!!”.

Cosa aveva detto?? Avevo di sicuro sentito male.

“Perché? E’ tua sorella maledizione!”.

“Non mi importa, ok? Non mi im-por-ta!”.

No! Purtroppo avevo sentito benissimo. Non gli importava di me. Che stronzo!

Ci furono delle grida e cercando di trattenere le lacrime aprii la porta con un calcio e urlai:

“Basta!! Smettetela di litigare per me!!! Caspian mi avevi fatto una promessa!! Che saremmo rimasti amici. Visto che di me non ti importa più niente scordati la mia amicizia.”Me ne andai da lì. Dovevo sfogarmi. Mentre uscivo, Caspian mi urlava:

“No, aspetta, parliamone, non volevo…”ma non mi importava perchè io l’avevo già mandato al quel paese con lo stesso gesto che mi aveva fatto lui. Adesso ero io la menefreghista. Provavo troppa rabbia e mi diressi verso i bersagli e tirai più frecce che potevo. Peter mi aveva seguito e cercò di dirmi qualcosa tipo “dai lascia perdere, non ti preoccupare!”ma non lo sentii. Presi la spada, ma lo mancai perché si scansò evitando di farsi male. Da lì cominciò un piccolo duello. Ad un certo punto gli feci un taglio su un braccio e lo disarmai. Stavo ancora trattenendo le lacrime. Gli avevo fatto male ma lui cercò di ironizzare dicendo:

“Potresti battere cento telmarini contemporaneamente senza farti neanche un graffio.”.

Dopo poco tornai in me e gli dissi:

“Oddio, scusa Peter. Non volevo. È stata una reazione a quella cosa di prima. Scusa, perdonami. Non era mia intenzione, ma quando mi arrabbio io…”.

“Tranquilla non è niente…”mi interruppe.

“Cosa?? Dovrei stare tranquilla?? Insomma, dobbiamo fare una battaglia. Io ti ho fatto male! Come puoi batteri così? Su, alzati!”gli dissi preoccupata.

“Cosa?”.

“Alzati! Andiamo a prendere dell’acqua e delle bende.”.

“Ma no, sto benissimo!”continuava a insistere.

“Cacchio Peter!! Stai perdendo sangue. Non farmi arrabbiare di più. Se ti ho fatto male è anche colpa tua! E non farmi dire parolacce sennò tua sorella si arrabbia!!”.

“Perché?!”chiese innocente.

“Ti avevo detto di non dire niente a Caspian e tu non l’hai mantenuta.”.

“Guarda che è stato lui a parlarmi per primo.”si difese.

“Veramente? Che bastardo! Questo mi incazzare ancora di più. Non mi vuole più bene. Ma perché non mi sono stata zitta sul fatto che sono sua sorella?”.

A quel punto mi misi a piangere. Peter mi abbracciò e poi mi disse:

“E per fortuna che non volevi dire parolacce. Comunque ora basta. Parlaci.”.

“No!!! No, no e no! Stavolta è lui che fa il primo passo. Ha voluto fare il bastardo? Ora ne paga le conseguenze!!”esclamai.

“Andiamo. La mia ferita peggiora.”mi incitò lui.

“Hai ragione.”risposi.

Andammo dentro. Vedevo Peter che si teneva stretta la ferita e respirava anche a fatica. La sua camicia era tutta sporca di sangue. Facevo fatica a star vicino al sangue. Sapeva di ruggine e faceva schifo. Lucy e Susan erano nel corridoio.

“Mio Dio, Peter!! Cosa…?”. Susan era preoccupatissima.

“Oh, niente, dettagli…”dissi facendo la misteriosa.

“Ma come dettagli?? Insomma…”. Lucy era dello stesso umore di Susan.

“Scusate, mentre voi è giusto che vi preoccupiate per vostro fratello, lui si sta dissanguando. Vogliamo andare??”dissi impaziente. In fondo era colpa mia se si ritrovava con un braccio mezzo sfasciato. Andammo nella tavola di pietra. La ferita per fortuna si arrestò.

In quel momento arrivò Edmund e dietro di lui c’era Caspian. Aveva pure il coraggio di farsi vedere dopo quello che aveva detto? Fossi stata in lui mi ero già trasformata in uno scarafaggio. Non volevo nemmeno sentirlo nominare.

“Ehi, ma cos’è successo? Peter ma cos’hai combinato?”chiese lui.

“E’ esattamente quello che vorremmo sapere da lui e da Miriam!!”esclamò Susan.

“Scusate…Miriam, Caspian ti vorrebbe parlare…”disse Edmund rivolgendosi a me.

“No, non se ne parla. A parte che non voglio parlarci, e poi se mi deve dire qualcosa è lui che viene qui e me lo chiede di persona. Chi sei tu, il suo schiavetto? Ha influenzato anche te?”urlai nella speranza che Caspian mi sentisse.

Peter si alzò e mi disse e senza che i suoi fratelli lo sentissero mi disse:

“Ti prego, non litigare anche con lui. Domani assalteremo Telmar e dobbiamo rimanere uniti.”.

Stavo per dire qualcosa, quando ricominciò:

“Sh, non dire niente.”.

Caspian comparve improvvisamente da dietro l’angolo e mi disse:

“Vieni con me!”.

“Ma non ci penso nemmeno!”.

Lui mi prese per un braccio. Io cerci di fare resistenza ma lui mi sollevò sulla spalla e mi portò via mentre Edmund mi disarmava, cioè mi toglieva spada, pugnale e frecce.

 

Guardate come sono stata brava?A questo giro ho aggiornato prima. Vorrei ringraziare tantissimo chi ha messo la mia storia sulle preferite e sulle seguite e anche LittleCullen che recensisce sempre. Ma a parte lei vorrei un po’ più di commentini.

Grazie grazie a tutti.

 

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Capitolo 7
*** Caspian deciditi!!Vuoi fare pace sì o no? ***


Io intanto mi ero messa a scalciare e a urlare. Non ci volevo andare con Caspian. Mi aveva detto delle cose troppo brutte.

“Caspian mettimi giù! Hai capito? Non farmi arrabbiare! Hai visto cosa è successo a Peter, vero? Pevensie!!!!!! Venitemi a prendere, vi scongiuro. Se non lo fate giuro che ve la faccio pagare! Caspian!! Ok, prometto di seguirti ma scendimi. Ok, ti dico cosa penso! Sei la persona più testarda, orgogliosa e stupida che abbia mai conosciuto. Non mi credi!! Ma dove mi stai portando, eh? Io non ci vengo a Beruna. I telmarini mi fanno schifo. Tu mi fai schifo. Cosa? No, non fare quello che stai per fare. No, Caspian. Stai giocando con il fuoco. No, Caspian, bada a cosa fai. Caspian, no, no, no, no…”.

Troppo tardi. Mi aveva buttato in acqua! Cioè, dopo aver detto che di me non gli importava niente osava pure buttarmi in acqua? Non doveva farlo. Lo avrei ucciso. Riemersi dall’acqua e gli urlai:

“Ma sei cretino?”.

“Questo è per chiederti scusa…”rispose sorridendo.

“Tu sei fuori, credimi. E non hai nemmeno molta fantasia. E sei stupido. Bel modo di chiedere scusa!”risposi irritata.

“Senti, era l’unico modo. Dopo quello che ti ho detto sapevo che non mi avresti rivolto più la parola. Quello che ho detto è stato orribile. Non volevo. Di te mi importa. Scusa.”disse con aria afflitta. Un po’ però mi faceva tenerezza, ma non volevo togliermi dalla faccia la mia aria dura. Anche lui doveva soffrire un po’. Un po’ per uno non fa male a nessuno. Chissà se anche lui conosceva questo detto.

“Mi credi?”gli chiesi. Avevo toccato il tasto dolente.

“N-n-no.”rispose dopo qualche secondo.

“Io non ti perdono se non mi credi. Ciao, io torno dagli altri così ne dico quattro anche a loro.”dissi. Stavo sentendo veramente freddo. Quello stupido non mi aveva dato nemmeno il mantello per proteggermi dal freddo. Feci per andarmene, ma lui mi prese per un braccio e mi disse:

“Aspetta. Io voglio tornarti amico.”.

“E vuoi rinnegarmi? Cavolo è così difficile da spiegarsi? Sono tua sorella. È inutile fingere che sia diverso!”esclamai.

“Senti perché non troviamo un compromesso?”.

“Caspian l’amicizia non si compra ma te la devi guadagnare e non è così che risolverai le cose e poi…”non avevo finito la frase che mi abbracciò più forte che poteva. Quasi mi stritolò. Poi mi baciò sulla testa e io arrossii un po’. Mi sciolse dall’abbraccio e disse:

“Io voglio tornarti amico come prima. Per me sei veramente importante.”era la terza volta che me lo ripeteva.”Però tu non vuoi tornarmi amica come prima e ti capisco. Anzi mi chiedo se non mi odi.”.

“Sì, un po’ sì. Insomma dopo aver detto che non mi credi e che di me non te ne frega niente…”la stavo buttando sul ridere.

“Hai riso, ma non era questo il punto. Amici e basta?”.

“Va bene.”.

“Perdonato?”.

“Sì e no. Non del tutto amici.”conclusi e poi lo schizzai.

“Ah sì?”mi schizzò anche lui. Tanto ero già tutta bagnata. Si mise un mantello sulla spalla e mi risollevò. Come prima mi riportò alla tavola di pietra mentre urlavo:

“Caspian fammi scendere. Posso tornare là da sola. Non scappo. Ti sto appiccicata come una sardina. Caspian almeno dammi un mantello, sento freddo. Nemmeno quello? Eddai sono tutta intirizzita, il vestito di Susan è davvero pesante. Guarda che prendo la spada. Ehi ma dov’è?! Ah già Edmund. Edmund crepa e vai a quel paese!!!!”.

Dopo il mio monologo(non mi ascoltava nessuno. Nemmeno Caspian) eravamo arrivati alla tavola.

“Sei tutta bagnata!”esclamò Lucy.

“Certo visto che il signor Caspian per farsi perdonare mi ha buttato nel fiume. E Peter come sta?”chiesi.

“Starebbe meglio se tu non avessi dato di matto”disse Susan.

“Scusate non…”.

“Lo sappiamo”mi interruppe Edmund porgendomi la spada.

“Edmund so che eri d’accordo con lui, ma rivorrei anche il pugnale, l’arco e le frecce!”esclamai.

“Eccoli, subito.”disse con un sorrisetto.

“E non fare quel sorrisetto da ebete…sembri ancora più scemo di quanto non sembra.”dissi ironica.

“Grazie hai molta stima di me…”.

“Eddai Ed, scherzavo!”esclamai.

Ormai era tardi e andammo in camera.

“Oh, ora non ho voglia di spostare il letto, rimaniamo così.”disse Edmund.

“Ehi, ma Peter?”chiesi.

“Ci aveva detto che veniva a letto…magari si è alzato un attimo.”ipotizzò Lucy.

Mi misi dentro il letto mentre osservavo Edmund che faceva lo stesso.

“Perché mi guardi in quel modo?”chiese sospettoso. Avevo fatto lo sguardo troppo profondo. Si era capito cosa volevo dire con quello sguardo.

“Bho, perché ne ho voglia.”mentii.

“Ok, ma ora dormi.”mi sussurrò.

Mi addormentai quasi subito senza accorgermi che non mi ero cambiata il vestito bagnato. La mattina Peter mi svegliò molto presto dicendomi:

“Miriam svegliati. Ti ricordi quella cosa? Dobbiamo prepararci.”.

“Cosa? Chi? Peter come stai? Dove sei stato? Guarda che è presto, io non mi alzo!”io ero mezza addormentata.

“Dai, su, forza!”mi incitò.

“Sento freddo!”esclamai.

“Certo visto che hai dormito così e che sei ancora bagnata. Guarda che casino!! Hai bagnato anche le mie coperte!”scherzò Edmund.

“Allora vuoi alzarti sì o no?”mi chiese Caspian.

“La seconda opzione è la migliore. Io non mi alzo!”.

“Pronti?”Cosa aveva detto Caspian? Pronti? A cosa? Mi sollevarono di peso. Quando mi resi conto di ciò che volevano fare era troppo tardi. Volevano buttarmi in acqua. Di nuovo. Respirai e il mio corpo fece splash in acqua. Riemersi dall’acqua, mi ci sedetti e esclamai:

“Basta, ok, sono sveglia. Avete vinto!”.

“Cambiati.”mi raccomandò Edmund.

“Puoi dirlo forte. Sento un freddo cane. E poi tu devi stare solo zitto. Scommetto che sei stato tu a suggerire l’idea. Scusate, ma che ore sono?”.

“Sono le cinque e mezzo del mattino!”esclamò Peter.

“Cosa?”chiesi supersbalordita.

“Sono le cinque e mezzo.”disse questa volta Caspian.

“Ma siete sicuri?”domandai.

“Ma naturalmente.”rispose Edmund.

“Ok, ciao.”dissi e mi misi a correre nella foresta. Loro mi vennero dietro ma raggiunsi la tavola di pietra prima di loro.

“Ma che ti hanno fatto?!”mi chiese Lucy.

“Aspetta, lasciami indovinare: non ti volevi alzare e loro ti hanno buttato in acqua.”la interruppe Susan.

“La tua intelligenza non ti tradisce!”esclamai.

“L’idea è stata di sicuro di quegli stupidi dei miei fratelli. Caspian non c’entra niente. Adesso cambiati.”disse Susan.

“No, faccio dopo. Credo che Peter ci debba dire qualcosa.”risposi.

“Almeno mettiti questo”disse Lucy porgendomi il suo mantello.

Andammo nella tavola di pietra. Peter aveva riunito proprio tutti: noi, i centauri, i fauni eccetera.

“Il ponte è quasi finito e gli uomini e le macchine da guerra di Miraz sono sull’altro versante pronti ad attraversarlo. Al castello non ci saranno tante protezioni.”cominciò a parlare Peter.

“Che cosa dovremmo fare, vostra maestà?”domandò il piccolo Ripicì, un topo che teneva più al suo onore che alla sua vita.

“Bisogna essere pronti ad un loro attacco. Dobbiamo aspettarci di tutto!”esclamò Caspian.

“No, Caspian, se ci attaccano siamo finiti. Ci vuole un piano.”disse Peter.

“Cosa intendi dire?”chiese Lucy.

“Dobbiamo agire prima noi!”esclamò Peter.

“Vorresti attaccare Telmar? Nessuno ha mai conquistato quel castello. Peter, restiamo qui, dammi retta.”ribattè Caspian.

“Io mi sento sicuro sotto terra.”intervenne il tasso Trafolanter.

“Potremmo resistere all’infinito se siamo ben equipaggiati!”esclamò Susan.

“Sentite io apprezzo molto quello che avete fatto, ma questa non è una fortezza, è una tomba.”disse Peter.

“Ma è difendibile!”esclamò Edmund.

“Allora Edmund non ha capito proprio niente. Se ci attaccano moriremo tutti.”ribattè Peter.

“Senti Peter, perché non aspettiamo? Ti ricordi chi ha sconfitto la strega bianca?”intervenni io.

“Tu non c’eri e poi non c’è tempo!”esclamò lui urlando.

“No, non c’ero, ma le cose le so!”ribattei.

“Aslan si è fatto attendere abbastanza a lungo. Non aspetterò ancora.”disse a me. ”Se riesco a farvi entrare vi occuperete delle guardie?”ripeté rivolto ai centauri.

“Qual è il tuo piano?”gli chiese Edmund.

“Tu entrerai per primo e farai dei segnali con la torcia. Poi arriveremo noi con le fenici. Prenderemo il precettore di Caspian e io e Susan uccideremo Miraz. Caspian e Miriam apriranno la grata e tu farai entrare le nostre truppe con un altro segnale. Alla fine il castello sarà conquistato. Siamo d’accordo?”ci illustrò lui.

Tutti annuirono.

“Adesso andate a prepararvi”concluse Peter.

Susan fu la prima ad arrivare in camera e disse ai ragazzi:

“Ah, ah, ah…no, prima le ragazze!”.

“Sì, ma fate veloci, il tempo stringe.”esclamò Peter.

“A che ora andiamo?”chiese Lucy.

“Alle undici. Lucy, comunque tu non vieni.”disse lui.

“Perché?”.

“E’ troppo pericoloso!”.

“Non è giusto! Io voglio venire!”ringhiò lei. Era la prima volta che lo faceva.

“No Lucy, è per il tuo bene!”esclamò Edmund.

“E da quando tu fai il serio?”gli chiese arrabbiata.

“Da quando è in gioco la tua vita!”disse calmo.

“Ma piantala! Non ti è mai importato di me non ci credo che cominci adesso! Io non sono più una bambina!”urlò.

“Lucy non dire cazzate io…”.

“Smettetela! Lucy vieni dentro. E tu non dire parolacce!”disse Susan ai due fratelli.

“Susan non fare tanto la grande!”esclamò Edmund.

Susan guardò Edmund malissimo. Che colpa ne aveva lui? Si preoccupava solo di sua sorella. Entrammo in camera. Lucy era arrabbiatissima.

“Non ne posso più! Mi trattano come se fossi una che non sa badare a sé stessa! Stupido Peter, stupido Edmund! Non li sopporto più! Io sono grande e non mi servono loro!”esclamò più calma.

“Comunque hanno ragione. E non dovevi comportarti in quel modo con Edmund.”obiettò Susan.

“Non difenderli! A Edmund non è mai importato niente di me!”ringhiò.

“Dici? Non giudicarlo! Lui fa un po’lo stupido e a volte ti prende in giro, ma lui è così di carattere. Quando siamo state attaccate da Maugrim hai visto come si è subito precipitato a salvarti con Peter? Lui ti vuole bene, ma non lo vuole dimostrare.”le disse Susan.

“E poi non ti preoccupare. Vedrai che Peter la prossima volta ti farà venire. Se attaccassero Telmar saresti tu a guidare chi resterà qui.”la consolai.

“Non vanno tutti? Peter fa restare qui qualcun’altro che non deve morire secondo lui?”chiese Lucy ancora arrabbiata.

“No, non vanno tutti e piantala di fare questi discorsi!”esclamò Susan.

“Dai su fai un sorriso!”la incoraggiai.

Fece un mezzo sorriso, ma poi tornò seria. Io tolsi il vestito bagnato e mi misi quello bianco.

“Credo che dovresti metterti una camicia sotto.”mi disse Lucy.

“Giusto!”esclamai.

Ne presi una bianca e me la misi sotto.

“Questa?”mi chiese Lucy riferendosi all’armatura.

“Ce l’hai. A Telmar le donne non combattono. Comunque devi prima metterti la maglia di ferro così e poi quando hai fatto ti lego il sopra dell’armatura.”disse Susan.

Feci come mi disse e poi lei me la legò strettissima. Era veramente pesante! Uscimmo dalla stanza e Caspian quando mi vide cambiò subito espressione.

“Che c’è?”gli chiesi.

“Questa…questa è l’armatura che avevo fatto per mia sorella…”balbettò.

Rimanemmo per qualche secondo in silenzio.

“Allenatevi tutte.”. Peter sviò il discorso.

“Come se servisse a qualcosa”sbuffò Lucy.

Tutto il giorno non facemmo altro che prepararci. Nel pomeriggio dormimmo due o tre ore. Quella sera mangiai pochissimo: ero agitatissima perché potevo anche morire. Nessuno parlava.

Ad un certo punto Peter disse:

“E’ ora! Andiamo. Mi raccomando state tutti calmi. Lucy, affido a te la tavola di pietra.”mi stava guardando.

”Stai tranquilla! Andrà tutto bene.”cercò di calmarmi Caspian.

Niente poteva calmarmi. Le gambe mi tremavano. Fuori faceva abbastanza freddo e il mio vestito bianco svolazzava di qua e di là.

“Ehi!”esclamò Lucy.

“Che c’è?”chiese Caspian.

“Edmund ti voglio bene! Ragazzi vi voglio bene! Buona fortuna.”.

Il fratello la abbracciò e tutti facemmo lo stesso. Poi ci avviammo.

“Voi siete con me?”ci chiese Peter.

“Fino alla morte!”esclamammo.

Le fenici arrivarono e ci portarono via.

 

Salve! Scusate il ritardo. LittleCullen sono contenta che l'altro capitolo ti sia piaciuto. Recensite!

 

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Capitolo 8
*** La mia prima e stupida battaglia ***


L’esercito sotto si muoveva lentamente. Saremmo arrivati in dieci minuti se non fosse stato così lento. Ormai erano ore che volavamo.

“Tutto bene?”mi chiese Susan.

All’inizio non capii e le chiesi:
“Cosa?”.

“Come stai?”ripetè lei.

“Male e agitata!”risposi.

“Mi raccomando state attenti e guardatevi sempre e spalle.”ci avvertì Peter.

“Peter sei monotono!”esclamò Edmund.

“Ma che spiritoso!”ribattè Peter.

“In queste occasioni ci serve un po’ di umorismo! Potrebbe essere l’ultima battuta che faccio!”si difese lui.

“Ecco Telmar!”urlò Susan.

Mi prese un colpo e cominciavo ad avere il voltastomaco. La fenice scaricò Edmund su una torre e cominciò l’assalto. Nessuna delle guardie di sotto si accorse di Edmund tranne una che lo stava mirando e che Susan uccise. Le fenici ci scaricarono là.

“Andiamo!”esclamò Peter piano.

Andammo verso la torre del precettore e ci salimmo sopra. Caspian bussò e poi sussurrò:

“Maestro?”.

Aprì la porta e a uno a uno entrammo calandoci con una corda. Dentro non c’era nessuno.

“Devo trovarlo.”disse Caspian.

“Non hai tempo!”esclamò Peter.

“Io devo salvarlo! Senza di lui nessuno di noi sarebbe qui!”esclamò.

“Va bene. Miriam vai con lui: in due fate prima. Io e Susan ci occuperemo di Miraz.”concluse Peter.

Peter e Susan risalirono con la corda. Caspian mi prese per un braccio e si mise a correre.

“Dove andiamo?”gli chiesi

“Nelle segrete dove ci sono le prigioni. Dai corri! C’è poco tempo!”esclamò.

In cima alle scale c’erano due guardie che mettemmo fuori combattimento senza problemi.

“Stai qui a fare il palo mentre libero il mio precettore”mi disse. Annuii.

Si stava dirigendo verso la cella, quando urlai:
“Caspian, le guardie!!!”.

Presi le frecce dal mio arco e ne colpii qualcuna. L’ultima sopravvissuta diede un calcio a Caspian che cadde a terra. Io la uccisi.

“Caspian? Caspian, stai bene?”chiesi preoccupata.

“Sì, ma non preoccuparti, il tempo stringe. Andiamo!”.

Corremmo lungo il corridoio fino a che non trovammo la cella.

“Presto, le chiavi!”esclamò.

“Non le trovo!”dissi. O cazzo. Ma perché sono così sdatta?

“Miriam!!! Cazzo ma stacci attenta!! Non possiamo liberarlo se non le trovi!!”esclamò.

“E da quando tu dici parolacce?”gli chiesi, mentre continuavo a cercare.

“Da quando ho conosciuto voi!”esclamò

“Ma non Susan. Lei non dice parolacce.”.

“Ma questo non c’entra niente!”.

Mentre lui parlava le trovai e le trovai e gliele porsi. Mi guardò storto, ma poi con riconoscimento.

Entrò e slegò il povero maestro.

“Cosa ci fate qui principe?”gli chiese esterrefatto.

“Vi libero maestro!”obiettò Caspian.

“Se Miraz lo sapesse…”si preoccupò.

“Oh, lo saprà molto presto…gli daremo la vostra cella.”rispose sicuro di sé.

Io stavo scendendo le scale. Li sentivo.

“Non sottovalutate Miraz come hanno fatto Miraz e vostra sorella.”lo avvertì.

“Caspian, abbiamo poco tempo!”esclamai apparendo da dietro le scale.

“Mia regina…voi siete viva! E siete qui! Dovete andarvene! Ma come siete…”era più incredulo di prima.

“Lunga storia maestro.”risposi.

“Cosa?  Miraz ha…e lei è…”.

Io gliel’avevo detto che ero sua sorella, non doveva essere tanto sbalordito.

“Mi dispiace…”rispose il maestro dispiaciuto.

“Maestro, scappate!! Miriam, noi andiamo!”disse Caspian.

Mi prese per un braccio e andammo al primo piano. Mi guardava storto.

“Io te l’avevo detto!”dissi con aria innocente.

Lui mi ignorò. Ci fermammo.

“Senti, apri la grata e fai entrare gli abitanti di Narnia.”disse.

“E tu?”domandai. E ora che altro aveva da fare? Che altre idee imbecilli si era fatto venire?

“Ho un piccolo conto in sospeso con mio zio…”.

“No, Caspian, sai che non ce la farò da sola. E poi è troppo pericoloso. Per te intendo!”.

“No, tu ce la farai! Sei stata bravissima fino ad ora! Qualunque cosa succeda sappi…”esitò”…che ti voglio bene. Ora vai, veloce!”esclamò. Si stava avviando, quando tornò indietro e mi abbracciò. Era bello averlo finalmente accanto come un fratello. Lui ripartì. Il maestro era venuto verso di me e gli chiesi:
“Maestro, dov’è l’uscita?”.

“Da quella parte!”.

Corsi verso destra e andai verso la grata. Non riuscivo a muoverla di un centimetro. Accidenti a me e al mio problema di essere sdatta. E se deludevo Caspian? Dopo dieci minuti il massimo che ero riuscita a fare erano dieci centimetri.

“Caspian, ma quanto ci metti? Dai, muoviti! Non ce la faccio!”pensavo tra me e me.

Edmund era sulla torre sopra di me. Ancora non si vedeva nessuno, nemmeno gli uomini di Miraz.

“Ehi Ed, dove sono tutti gli altri?”gli sussurrai.

“E io che ne so?! E’ mezzora che aspetto quassù!”rispose.

Mi girai e continuai il mio lavoro. Volevo chiedergli un’altra cosa, ma appena mi girai gli urlai:
“Edmund, le guardie!!”.

E successe tutto in fretta. Caspian, Peter e Susan arrivarono correndo e Peter disse:

“Ed, dai il segnale alle truppe!”.

Per fortuna vennero in mio aiuto.

“Ma dove cavolo eravate finiti? Scusate, ma da sola non ce l’ho fatta e questo e quello che sono riuscita a fare.”fu quello che riuscire a dire per giustificarmi.

“Non preoccuparti!”disse Peter sollevando la grata. Gli uomini di Miraz stavano per arrivare.

“Peter, andiamocene, non c’è tempo! Per chi lo stai facendo?! Cazzo, Peter, rispondimi!”disse Susan.

“E da quando tu dici parolacce?”gli chiese Caspian.

“Da quando sono incazzata con mio fratello.”rispose fredda.

“Ma ci sta per essere una battaglia e voi vi mettete a discutere di questo?”dissi spazientita.

La grata era alzata e gli abitanti di Narnia entrarono nel castello. Anche i telmarini si erano preparati e lo scontro ebbe inizio. Sul cammino di ronda c’erano in fila dieci telmarini con le balestre che stavano puntando Caspian.

“Caspian spostati!”gli urlai e fece appena in tempo.

Tirai una freccia a uno degli arcieri e il resto lo fece Edmund. Miraz osservava la scena dall’alto. In quel momento provavo tanto odio nei suoi confronti. Mentre combattevo con la spada, qualcosa mi cadde addosso: era Trumpkin. Tanti narniani morirono in quella stupida battaglia. Miraz, in quel momento aveva dato l’ordine di chiudere la grata. Un ariete coraggiosissimo la fermò sopra le proprie spalle. Peter urlò:

“Ritirata!”.

Portai Trumpkin ad un centauro e gli dissi:

“Portalo fuori!”.

Io intanto continuavo a combattere con la spada e le frecce. Un telmarino ad un certo punto mi fece cadere la spada e fece cadere pure me. Non sapevo a chi rivolgermi: Susan era già fuori, Caspian non lo vedevo e Peter…bho. Non potevo vederlo perché se non fosse arrivato, probabilmente sarei morta. Mi rialzò e mi disse:

“Vattene da qui! Se muori la gente di Narnia è perduta!”.

“No, non ti lascio!”.

Si girò e fece fuori un soldato.

“Ma non lo capisci che stanno tutti cercando di ucciderti?”adesso me lo urlò come un rimprovero.”Vai via!”mi stava spingendo verso la grata ma feci resistenza. Scappai e uccisi altre guardie. In quel momento uscì Caspian dalle scuderie con tre cavalli: su uno c’era lui, su uno il maestro e uno era per Peter. Ritornò e prendermi e mi urlò:

“Tieniti forte a me, okay? Ti porto via di qui, anzi, andiamo via!”.

Mi aggrappai alle redini e misi un piede sulla staffa. Miraz ci tirava con la balestra per ucciderci. Dopo cinque secondi che uscimmo l’ariete crollò. Il ponte si stava chiudendo imprigionando i narniani rimasti destinati a morte certa.

“Tieniti forte!”mi urlò Peter.

Il piede mi scivolò dalla staffa, quando ero sospesa a più di 500 metri da terra. Non so come fece Peter a reggermi. Atterrammo con un salto dall’altra parte e cacciai un urlo perché sbattei la schiena. Nessuno sembrava avermi sentito, mescolato alle urla dei narniani.

“Perché devi fare sempre di testa tua? Potevi morire! Ma non lo capisci questo?”mi rimproverò.

“Io volevo solo aiutarti.”dissi a scatti.

“Aiutarmi?”era incredulo.

In quel momento lo odiavo. Stavo per piangere: non potevo essere più triste di così. Poi pensai e mi venne in mente Edmund. Dov’era? Non potevo credere che fosse morto. Doveva sapere cosa provavo.

“Più ne sono morti meglio è.”risposi con rabbia.

“è questo il tuo ragionamento? Senza di te la profezia non si avvererà mai e quel bastardo di Miraz non si toglierà mai di torno!”.

“Peter smettila! Non hai ragione!”esclamò Susan.

“Tu non ti impicciare.”le intimò.

“Ricordati che sono ancora incazzata con te! Non hai ragione! E non fare tanto il grande!”ribattè lei.

“Peter, ti sembra che la profezia si avverata? Stasera abbiamo solo perso!”esclamai.

“Per colpa vostra!”e guardò me e Caspian. ”Perché non mi hai dato ascolto? Perchè sei…”.

“Basta, ti prego basta!”cominciai a singhiozzare. Caspian che fino ad ora era stato lì ad osservare scese da cavallo e mi prese in braccio. Urlai come una pazza.

“Cos’hai?”mi chiese Caspian premuroso.

“Mi fa male la schiena perché l’ho sbattuta. E poi mi sento da schifo…”dissi tra un singhiozzo e l’altro.

“Senti, lascia perdere quello che dice Peter, okay?”mi sussurrò.

Mi mise sul suo cavallo e partimmo. Non so quanto ci mettemmo perché fu Caspian a svegliarmi e mi disse:

“Svegliati dormigliona! Siamo arrivati!”.

Questa volta sono riuscita ad aggiornare prima. Sarebbero graditi più commentini visto che solo LittleCullen lo fa. Ringrazio chi ha messo tra i preferiti e tra le seguite.

x LittleCullen: la parte del corpetto è sul prossimo cap. Grazie tantissimo x le tue recensioni!!!!XDDDDDD!!!

 

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Capitolo 9
*** Il giorno dopo la battaglia ***


Lo guardavo in maniera strana. Non rispondevo. Mi girava la testa e metà dei miei neuroni si erano fusi. Perché? Mi accorsi che ero adagiata sull’erba davanti alla tavola di pietra.

“Stai bene? Ti fa male la schiena?”mi chiese.

Feci sì con la testa. Ce l’avevo ancora con Peter.

“Ce la fai a camminare?”mi chiese ancora.

Anche questa volta feci sì con la testa. Mi tirò su e mentre camminavamo mi sorreggeva. Ci avviammo verso l’entrata e Lucy era sulla soglia.

“Cosa è successo?”chiese.

“Chiedilo a loro!”esclamò Peter. Era ancora arrabbiato con me. Anzi con noi perché aveva citato anche Caspian nella sua lista nera del cazzo. Alzai la testa e incrociai il suo sguardo. Lo fulminai.

“Anzi, Miriam non c’entra niente, solo alla fine…chiedilo a Caspian!”esclamò.

Ma che coraggio! Si faceva intimidire da uno sguardo! O forse aveva capito di aver sbagliato? Caspian mi rimise a terra. Che voleva fare?

“Caspian che vuoi fare?”gli sussurrai..

“Pensavo avessi perso il dono della parola. Stai tranquilla, do una bella lezione al signor Peter!”

“No, Caspian, che…”non finii la frase perché si era già rialzato.

Mi stavo preoccupando. Non era il momento di litigare. C’era gente mezza morta tra noi e lui voleva litigare?

“Cosa ho fatto, Peter?” gli chiese.

“E me lo chiedi pure? Se avessi rispettato il piano senza lasciarlo in mano di tua sorella molti soldati sarebbero qui vivi!”ribattè Peter.

“Primo: non tirare in ballo mia sorella! Lei non c’entra niente”esclamò.

Alla parola mia sorella alzai leggermente la testa. Mia sorella! Aveva veramente detto mia sorella. Che bello!

“E’ tua sorella quando ti fa comodo…”insinuò Peter.

Colpo basso per Caspian. Non se l’aspettava di certo!

“Questa è un’altra storia!”gli vidi chiudere i pugni mentre lo diceva.”Secondo: se tu fossi rimasto qui come ti avevo detto lo sarebbero di sicuro!”.

“Guarda che ci hai chiamati tu!”.

“Che cretino che sono stato!”.

“No, ti sbagli. Ciò che non dovevi fare era proporti a capo di quella gente!”gli disse Peter.

“Non sono certo io quello che abbandonato Narnia.”ribattè Caspian.

“Tu l’hai invasa. Nessuno della tua gente ha diritto di governarla. Né tu, né Miraz, né tua sorella, né tantomeno tuo padre!”.

“Basta Peter!”gli urlò Susan. Lo sapeva anche lei che aveva oltrepassato il limite.

Caspian voltò la sua faccia verso di me. Suo padre. L’aveva detto. Suo padre. Mio padre. Nostro padre. Aveva gli occhi gonfi di rabbia e di lacrime. Si rigirò, ma la sua mano era sulla spada. Prima che potesse fare qualcosa di insensato mi alzai e dissi:

“Senti Peter, ti dico una cosa! Io non voglio governare Narnia e nemmeno Caspian! Tu sei sbucato dal mio armadio e mi hai portato qui! Basta!”mi prese una fitta alla schiena e caddi a terra. Edmund si inginocchiò vicino a me e disse:

“Scema, stai bene?”.

“Benissimo!”risposi decisa.

Anche Caspian e Peter vennero verso di me.

“Che avete da guardare?”chiesi. Peter se ne andò verso le sue sorelle.

“Stai bene?”mi chiese Caspian.

“Sì, però dovresti controllare i tuoi sentimenti…”gli sussurrai all’orecchio.

“Senti, io vado un attimo dentro. Non ti muovere, ok? Stai ferma qui.”disse ignorandomi.

Corse dentro. Il centauro adagiò Trumpkin a terra vicino a me e Lucy prese la sua boccetta e versò una goccia nella sua bocca. Lui si riprese come se niente fosse. I Pevensie mi fissavano.

“Si può sapere cosa accidenti avete da guardare?”dissi acida.

“Ti fa davvero così male?”mi chiese Susan.

Provai ad alzarmi e cacciai un urlo e risposi:

“Sì, direi di sì.”

Susan si alzò e si portò via Peter con lei.

“Cosa potremmo fare per voi, Vostra Maestà?”chiese Trumpkin che ormai si era rimesso.

“Niente, dovremo aspettare che mi passi!”risposi.

“No, aspetta, ci sono: perché…Lucy, dammi la tua boccetta!”esclamò Edmund.

“Cosa vuoi farci?”gli chiese lei.

“Tu dammelo. Miriam girati!”.

“No, non ci penso nemmeno!”.

“Dai, non ti faccio niente!”.

“No.”.

“E’ per il tuo bene!”.

“No! Il bustino e l’armatura mi stringono e non ce la faccio!”.

Speravo non facesse ciò che stava per fare: stava per slacciarmi sia l’armatura, sia il bustino…

La cosa era imbarazzante! Cioè voleva dire…che voleva dire? Niente…però. Dopo avermeli slacciati mi sollevò la camicia quel tanto che bastava per scoprire un bel livido.

“Oddio! Hai dato una bella botta! Se non vuoi girarti almeno gira la testa!”esclamò.

“Ne basta una goccia, sennò sverrebbe per alcune ore!”precisò Lucy.

Susan e Peter si erano spostati e stavano andando dentro.

“Dai, su, gira la testa!”esclamò lui.

“Ci sto provando!”ribattei.

Non ci riuscivo !Perchè? Lucy e Edmund mi girarono tutto di peso. Di conseguenza strillai come se fossi una pazza. Mi versarono una goccia di liquido e sentii tutta una cosa strana nel mio corpo. Come se mi fossi fatta di energia. Un’iniezione di energia pura. Non era nemmeno un bruciare, ma come se qualcuno mi avesse…non so spiegarlo. Energia. Energia e adrenalina. Comunque anche se stavo bene ero stesa ad occhi chiusi.

“Svegliati! No, oddio, l’ho uccisa!”esclamò Edmund.

“Ehi, non scherzare! Sono vivissima!”esclamai mettendomi seduta.

“Certe volte fai paura!”esclamò.

“Ma dove sono tutti?”chiese Lucy.

“Caspian mi aveva detto che andava dentro e che tornava subito.”risposi.

“Però è già tanto che è dentro. Secondo me è successo qualcosa, andiamo!”esclamò Edmund.

Corremmo dentro e lui aveva ragione. Quello che vidi fu la Strega Bianca dentro un blocco di ghiaccio e Peter che stava andando verso di lei. Susan era ferma in mezzo alla stanza come se fosse ipnotizzata. Lucy si diresse subito verso Nikabrik che stava per uccidere Trumpkin. Io, invece di restare ferma dissi a Edmund:

“Vieni!”.

Lui andò verso un lupo, mentre la fenice era già stata uccisa. Diedi una spinta a Peter e gli dissi:

“Ma che cosa volevi fare?”.

A terra c’era anche Caspian. Lei, con quella voce soffice e soave mi chiese:

“E tu chi sei, cara? Un’altra che vuole liberare Narnia? Vieni, una goccia del tuo sangue basterà.”.

“Sono quella che ti impedirà di tornare al potere. Tu stasera morirai definitivamente.”feci per ucciderla, quando lei mi disse:

“Fermati un attimo. Io non morirò mi finchè il signore oscuro è in vita. Sì, è tornato e io mi riunirò a lui per…ahhhhhh!”si interruppe perché Edmund aveva rotto il blocco di ghiaccio in cui si trovava e se n’era andata. Dovetti indietreggiare per non essere uccisa dal ghiaccio. Ero ancora scioccata. Cosa c’entrava questo signore oscuro? Chi era? Cosa voleva?

“Miriam stai bene?”mi chiese Lucy tutta preoccupata.

“Sì, tutto ok!”risposi.

Caspian e Peter si erano rialzati.

“Ci dispiace”disse Peter.

“E’ solo quello che sai dire?”gli urlò Susan. ”Ma vi rendete conto di cosa…”.

“Lascia stare…”la interruppi. “Discutere con loro è una battaglia persa. Si devono sempre mettere in competizione per essere l’uno meglio dell’altro!”.

“Hai ragione. Vieni, Lucy andiamo.”disse.

Andammo fuori e Lucy mi chiese:

“Tutto bene?”.

“Sì ragazze. Vogliate scusarmi ma voglio stare un po’ da sola…”risposi.

“Sì, ti lasciamo.”disse Susan.

Tornai indietro e mentre andavo verso le scale della terrazza incontrai Peter e Caspian. Li guardai della serie:

“Complimenti! Sì, bravissimi!”.

Passai in mezzo a loro e gli diedi una spallata e salii. Sentivo i loro occhi addosso. Di sicuro stavano pensando la stessa cosa tipo:

“Siamo due cretini e due egoisti.”.

Oppure era quello che volevo che pensassero. Salii le scale di corsa e mi ritrovai al primo piano. Fuori era nuvoloso ma da lì vedevo tutto, anche il fiume. Cosa voleva dire la Strega Bianca con la frase: ”Io non morirò mai finchè il Signore Oscuro è in vita?”.

Chi era questo Signore Oscuro? Cosa voleva? Lo trovavo alquanto strano! Insomma, nella storia di Narnia non c’era mai stato un oscuro signore. Chi poteva essere? Magari apparteneva al mio mondo! O ad un mondo dentro il mio mondo che però non conoscevo. Poi ripensai a quello stupido di mio fratello e di Peter. Si può essere così scemi? Stavano per riportare in vita la Strega Bianca! Che cosa orribile! Oltre ai telmarini ci sarebbe stato un problema in più: il suo ritorno! Poi ripensai alla mia storia. Chi ero veramente? Da dove venivo? Volevo chiederlo al maestro ma volevo solo stare lì da sola all’aria aperta.

 

 

 

 

Come vi sembra questo capitolo??? Ditemelo con qualche commentino!!!!

LittleCullen: grazie tante delle tue recensioni!!!!! Senza di te non riuscirei ad andare avanti!! Grazie mille Fra!!!!!

 

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Capitolo 10
*** La storia della Regina Miriam X (ovvero io) e di come arrivò a Narnia ***


“Posso disturbarvi?”proprio la persona che stavo cercando.

Il maestro era lì in piedi davanti a me.

“Certo!”risposi. “A dire il vero stavo addirittura per venirvi a cercare.”.

“Come mai mia Regina?”mi chiese. “Ditemi.”.

“Ecco, ora che ho scoperto che Caspian è mio fratello vorrei sapere la mia storia”spiegai. ”Nel mio mondo sono solo Miriam e abito in un piccolo paese in Italia. Come posso ritrovarmi in un altro mondo e per di più sorella di un principe e regina? E’ strano, no?”dissi.

“Ecco, vedete, vostra madre morì subito dopo avervi partorito.”cominciò. “Dopo qualche mese morì anche vostro padre.”.

“Come?”lo interruppi.

“Beh, ecco…”ma si interruppe.

Lo stavo fissando in attesa della verità. Era quella che volevo. Ero la figlia di Caspian IX e non poteva negarmela, né a me né a mio fratello. Avevo il diritto di sapere.

“Vostro padre fu ucciso da vostro zio Miraz.”disse infine.

“Miraz non è mio zio!”esclamai. “Non sono la nipote di un assassino!”.

Lui rimase colpito dalle mie parole. Mi dispiace, ma quando odi, odi fino in fondo, anche se chi odi è un tuo parente.

“Lui è malvagio…”cominciò.

“Ma che novità!”esclamai con finto sarcasmo.

“Scusatemi, potrei continuare?”chiese.

“Sì, scusatemi voi!”esclamai.

“Miraz voleva e vuole tutt’ora prendere il posto come re e voleva mettere sua moglie come regina e avrebbe fatto di tutto per avere un erede. Vi lasciò crescere e quindi Caspian si affezionò a voi. Era convinto che se voi foste cresciuta e vi foste affezionata a vostro fratello, una volta che voi non ci foste stata più lui se ne sarebbe andato.

Quando avevate sedici anni vi fece sparire. Vi convinse che dovevate andare a fare una gita all’aria aperta. Le guardie vi abbandonarono su una spiaggia e voi aspettaste tutto il giorno in attesa che vi venissero a riprendere. Ciò non avvenne e voi spaventata andaste sotto la scogliera e scompariste. Miraz diede la colpa a Narnia e si scatenò questa guerra, anche se la vera causa è lui.

Qualche giorno fa, infine, voleva uccidere Caspian e completare la sua opera. Quando ve ne andaste Caspian ne uscì distrutto ma non se ne andò mai come aveva pensato Miraz.

Non si è mai arreso anche se diceva sempre che era un ricordo passato. Non è più stato felice come quando lo era con voi.”finì il racconto. “Non dovreste essere arrabbiata con lui”aggiunse. “Vuole vendicarsi con Miraz ed è contento che siate tornata. Gli ci vorrà del tempo prima che ritorni quello di una volta.”.

“Scusate…Miriam scusami tanto! Io non volevo e…”.

Caspian era appena arrivato e aveva parlato. Non gli diedi il tempo di finire la frase perché mi alzai, andai verso di lui e lo abbracciai più forte che potei. Anche lui dopo un po’ fece lo stesso.

“Non importa, hai fatto quello che avremmo fatto tutti.”lo tranquillizzai.

“Ah, riguardo a Peter…”disse. “Mi ha chiesto di chiederti scusa da parte sua…”.

Divenni seria. Che stupidi che sono certi ragazzi!

“Che c’è?”mi chiese con un sorrisetto strano.

“Se vuole le mie scuse, me le deve fare di persona, soprattutto per come si è comportato!”risposi.

“Sei ancora arrabbiata con lui?”mi chiese.

Non risposi. Mi limitai a fare una di quelle facce che è impossibile alla gente da decifrare.

“Ti capisco…”commentò.

Non so come lui ci riuscì. È già si vedeva proprio che mi conosceva, che era mio fratello. Ero la persona più orgogliosa del mondo perché avevo un fratello così.

Lui andò verso il maestro e si mise a sedere. Io feci lo stesso.

“Maestro, ormai sapete quanto io odi Miraz.” Cominciò. “Ma perché non mi avete mai parlato di come è…”esitò. “…morto mio padre?”.

“Ecco, vedete mio principe, ho faticato tanto per salvarmi la pelle dopo che questa guerra iniziò.”spiegò. “Mia madre discendeva dai Nani Neri dei Monti del Nord e quindi anche io…beh, sì, sono un nano.”.

“Cosa?”disse Caspian sbalordito.

“Sì, sono un nano. Sono quasi come voi umani perché mio padre lo era.”.

Caspian continuava a fissarlo. Gli diedi una botta e lui si girò verso di me e poi di nuovo verso il maestro.

“Io per caso ero davanti alla porta socchiusa della camera di vostro padre. Lì venni a conoscenza del segreto di tutti i tempi: vostro zio era ed è tutt’ora un mago.

Tutto quello che ho visto è stato che gli lanciava una maledizione e che poi lo uccideva con una spada.”raccontò.

Guardai Caspian: respirava piano, nemmeno si sentiva. Era strano e aveva gli occhi lucidi. Gli accarezzai il braccio per dargli conforto.

“Quando lo scoprii mi giurai di non dire niente né a voi né a nessun altro. Se con qualche incantesimo avesse scoperto che io sapevo o che lo avevo raccontato a voi io sarei morto e voi non sareste qua.

Principe, voi state per diventare la più grande contraddizione della storia: l’uomo di Telmar che ha salvato Narnia, il che è tutto dire.”.

Avevo ascoltato tutto ed era incredibile!

“Ora scusatemi, scendo.”disse il maestro.

Si alzò e si avviò verso le scale.

Una goccia cadde sui pantaloni di Caspian.

“Caspian tutto a posto?”gli chiesi.

“Sì, tranquilla, era solo uno sbadiglio…”rispose cingendomi le spalle.

A quanto pareva nemmeno lui era capace di nascondere i suoi sentimenti. Alla storia dello sbadiglio non ci avrebbe creduto nessuno.

Ad un certo punto qualcosa mi distrasse. Dieci persone erano appena apparse nel prato. Li vedevo benissimo e potevo sentire le loro voci.

C’era un ragazzo moro con gli occhiali che diceva:

“Dove siamo andati a finire?”.

“Harry, è una passaporta!”gli rispose una ragazza che all’apparenza sembrava cinese.

“Sono morto? Sono morto? Sono nell’aldilà? Aiuto!”urlò un ragazzo biondo.

“Sta’ zitto Malfoy, lasciami andare!”gli rispose un ragazzo con i capelli rossi.

“Aiuto!!! Aiuto!!”continuava ad urlare quello con i capelli biondi.

Quello con i capelli rossi gli diede un calcio e lui svenne. Poi gli disse:

“Finalmente stai zitto!”.

“Che stai guardando?”mi distrasse Caspian.

“Secondo te chi sono quei ragazzi laggiù?”gli chiesi indicandoli.

“Non lo so!”disse all’inizio. “Ma potrebbero essere telmarini! Vieni, veloce, andiamo a vedere!”esclamò.

“Ma non possono essere! Guarda come sono vestiti! Sembrano ragazzi normali come me!”gli urlai ma ormai si era avviato e lo dovetti seguire.

Quando scesi si vedevano soldati che correvano di qua e di là. Io ero l’unica che non si stava preoccupando minimamente della situazione. Non avevo nemmeno tirato fuori le armi. Tutta tranquilla mi stavo avviando fuori. Ero arrivata alla porta quando vidi che li stavano tenendo ognuno per i capelli e con una spada o un coltello puntato sulla gola.

Non avrei fatto in tempo ad arrivare, li avrebbero uccisi, quindi tirai fuori l’arco e la mia freccia che si andò a conficcare contro un albero.

Tutti si girarono e io corsi più veloce che potevo.

“Che stai facendo?”mi urlò Caspian.

“No, Caspian, voi che state facendo! Siete dei cretini!”.

Susan mi guardò male.

“A voi sembrano telmarini, vero? Vi state sbagliando di grosso! Ma non vedete? I loro vestiti non vi ricordano niente? Io ero vestita alla stessa maniera! Non sono telmarini!”spiegai. “E abbassate queste armi!”.

Tutti fecero come gli avevo detto.

“Però, che caratterino!”commentò un ragazzo alto e dai capelli rossi facendo l’occhiolino al suo gemello.

Mi girai e li vidi: tutti i ragazzi dell’Ordine della Fenice…più uno.

“Ma io vi conosco!”esclamai. “Tu sei Harry Potter e insieme a te c’è tutto l’ordine della fenice e…Malfoy!”.

Chissà che ci faceva: lui non aveva mai aderito all’Ordine della Fenice.

“Ma perché tu conosci sempre così tanta gente?”mi chiese Edmund.

“Il professor Diggory era il nonno di…”.

“…Cedric Diggory!”. Harry finì la frase per me.

“Ma ora vogliamo sapere una cosa…”disse Fred.

“Dove siamo?”lo interruppe George.

“Cosa ci facciamo qui?”aggiunse Fred.

“E soprattutto chi siete voi?”ridisse George.

“Miriam, chi sono loro?”mi chiese Susan.

“Bhe, ecco sono…”dissi.

“Adesso ve lo diciamo. Credo di sapere perché Silente teneva il Cappello Parlante trasformato in passaporta nel suo ufficio.”disse Hermione.

 

 

 

 

 

Ehi gente!!! Sono tornata!!! Lo so sono imperdonabile ma non avevo ispirazione!! Per niente, neanche a cercarla!!! Non so come mai ma ora mi è tornata!!! Sarà stato l’ultimo film delle cronache di Narnia??

Mah, chi lo sa!!!

Ora voglio ringraziare tantissimo chi legge, chi mette tra i preferiti e tra le seguite.

Ora i commenti singoli a chi recensisce!

_Sister_: Fra come ti ho già detto ho ripreso a scrivere!!! Spero di ricevere ancora le tue recensioni!!! Le adoro e ti adoro!!!

MooN94: scusa, ma non mi ero accorta che recensivi anche tu!!! Finalmente, fin’ora era solo _Sister_ a recensire ora ci sei anche tu!! Sono contentissima che ti piaccia, mi hai dato un sacco di soddisfazione!!! Grazie mille!! Spero che anche altra gente venga a recensire e leggere la mia storia, mi farebbe molto piacere!!! E spero che ti piaccia anche questo capitolo!!!

 

Non sono sicura, ma forse cambierò il titolo alla storia…casomai ve lo farò risapere.

 

Vi prego commentate!!! Grazie ancora a MooN94 e _Sister_!!!

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Capitolo 11
*** Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero: Cappello dove devo andare?Una decisione veloce è gradita! ***


“Allora?”gli chiese Lucy curiosa. “Chi siete?”.

“Veniamo dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.”cominciò Ron.

“Hogwarts?”chiese Caspian.

“E’ una scuola di magia!”esclamò Luna.

“Quindi voi siete maghi e streghe?”chiese Peter.

“Beh, è ovvio…”rispose Fred.

“Allora, non so, dateci una dimostrazione…”propose Susan.

“Non possiamo fare magie fuori dalla scuola!”esclamò Hermione.

“Qua sì.” dissi. Tutti si girarono verso di me. “Insomma, Narnia è governata dalla grande magia e io credo che dove c’è magia si possa fare magia.”.

“Expelliarmus!”esclamò Malfoy disarmando Ginny. Lei lo fulminò con lo sguardo.

“Ma sei stupido?”gli disse lei.

“Ma era spettacolare!”esclamò Peter.

“Come vi chiamate?”gli chiese Edmund.

Tutto l’Ordine della Fenice si presentò e anche noi facemmo lo stesso.

“Ma come siete arrivati qui?”chiese di nuovo Caspian.

“Allora, a Hogwarts c’è una preside che ci ha impedito di usare la magia per difenderci dal mago oscuro che è tornato in circolazione: Voldemort.”spiegò Harry.

“Abbiamo fatto un’associazione segreta, l’Ordine della Fenice, ma sfortunatamente…”.

“…lei ci ha scoperto.”lo interruppe Neville.

“Però siamo riusciti a sfuggirle perché fortunatamente nell’ufficio di Silente, il nostro vecchio preside, abbiamo trovato questa passaporta che ci ha portato fino a qui.”finì George.

“E Malfoy che c’entra?”chiesi.

“Questi stupidi mi hanno trascinato qui!”esclamò lui duro.

“Ma se eri tu che ci rincorrevi insieme alla Umbridge!”gli rispose Fred.

Malfoy balbettò qualcosa che nessuno riuscì a capire.

“Aspetta, voi avete detto che il mago oscuro è tornato?”chiesi.

“Purtroppo è così!”esclamò Ginny.

“Perché ce lo chiedi?”mi domandò Cho.

“Così per sapere…”risposi incerta. Eppure quel nome mi diceva qualcosa.

“Invece hai fatto bene a chiederglielo!”esclamò ad un tratto Caspian.

“Perché scusa?”gli chiese Susan.

“Ehi combacia tutto!”esclamò ancora una volta.

“Combacia tutto cosa?”gli chiesi io.

La Strega Bianca ha parlato di un mago oscuro, ricordi?”mi disse. Annuii.

“Il maestro ha detto che Miraz è un mago e che ha ucciso mio padre con una maledizione…”.

“L’Avada Kedavra!”lo interruppe Hermione.

“Sì, è possibile, ma personalmente non ne capisco niente di magia.”le rispose.

Tutti ci guardavano stupiti perché la conversazione era ormai tra me lui.

“E da loro un certo Voldemort o mago oscuro è tornato.”continuò. “Forse questo potrebbe essere il motivo perché loro sono qui ora, no?”

“Caspian, sei un genio!”esclamai.

“Ehi, ma cos’è questa storia?”domandò Edmund.

Caspian raccontò brevemente cosa stava succedendo. Poi Hermione ebbe un’illuminazione:

“Voi avete detto che alla fine ci sarà una battaglia, giusto?”. Tutti annuimmo.

“Anche noi contro Voldemort.”proseguì. “E se facessimo un patto?”.

“Di che si tratta?”le chiese Peter.

“Noi vi insegniamo a combattere con le bacchette e voi con le armi!”.

Peter ci pensò poi disse:

“Non male se sconfiggeremo Miraz!”.

Però, il signorino era allegro. Ancora non mi aveva chiesto scusa. Dopo aver risposto a Hermione si mise a guardarmi. Fantastico! Sentivo i suoi occhi addosso.

“Peter che hai da guardare?”gli chiesi secca.

Lui non disse niente. E dove era finito il suo arrogante modo di fare? Se n’era andato in vacanza insieme all’umiltà?

“Interrogato, il morto non rispose!”borbottai, ma evidentemente lui mi sentì perché distolse lo sguardo da me e fissò il vuoto con uno sguardo da cane bastonato.

Intanto i membri dell’Ordine della Fenice stavano parlando. Chissà che dovevano decidere. Malfoy come al solito non stava partecipando. Che stupido asociale! E ora sì che Peter era riuscito a farmi innervosire. Quel maledetto idiota!

“Abbiamo deciso che per prima cosa, per questioni di praticità vi divideremo nelle quattro case di Hogwarts.”spiegò Harry. “Sono tipo delle squadre. Ad Hogwarts la scuola è come la famiglia: ogni buona azione le farà guadagnare punti, ogni cattiva azione le farà perdere punti. Le case sono Tassorosso, Serpeverde, Corvonero e Grifondoro. In base alle vostre capacità il Cappello Parlante deciderà dove mettervi. Avete capito?”finì.

Come al solito annuimmo come dei cretini. Siamo cretini.

“Quel coso parla?”chiese Susan ridacchiando e anche un po’ sbalordita.

“Innanzitutto è un cappello!”la rimbeccò George. “E se siamo maghi perché un cappello non dovrebbe parlare?”.

“George…”lo ammonì Hermione.

Si scambiarono degli sguardi ma nessuno ci fece caso. Volevano dire di smetterla. Si era già capito che Susan e George non sarebbero andati tanto d’accordo.

“Adesso quando vi chiamerò vi metterò il Cappello Parlante sulla testa e lui stabilirà in che casa mettervi.”disse Hermione.

“Mamma mia Hermione, mi sembri la McGranitt…”commentò Ron.

Lei lo fulminò con lo sguardo.

“Allora fallo tu Ron, visto che sei tanto bravo!”esclamò Ginny sarcastica.

“Ma che spiritosa!”esclamò offeso. “Non si può più fare nemmeno una battutina?”.

“Possiamo continuare?”li interruppe Harry.

“Allora vediamo semf0B82bjhlZpqs Content-Disposit. “Tu sei Caspian, vero?”e lo indicò. Lui annuì e si alzò. Andò verso di lei e gli mise il Cappello Parlante sulla testa. Veramente la testa non gliel’aveva nemmeno toccata che urlò:

“Serpeverde!”.

“Lui diventerà come me: il Cappello Parlante mi ha fatto lo stesso giochetto cinque anni fa!”borbottò Malfoy. “Non vedo l’ora di vederlo combattere!”.

“C’è da andarne proprio fieri, sì!”gli disse Ginny.

“Perché scusa?”chiesi io.

“Serpeverde è la casa che ha formato i più pericolosi maghi oscuri.”rispose Luna.

“Cazzate!”esclamò Malfoy.

“E allora che mi dici di Voldemort, idiota?”esclamò Ginny.

“Ma mio fratello non è cattivo!”intervenni.

“Magari qualcuno della vostra famiglia lo è…”ipotizzò Luna.

La risposta la sapevo già: Miraz. Caspian tornò a sedersi. Sembrava tranquillo, ma forse nessuno gli aveva detto di essere finito in una casa di maghi oscuri.

“Poi, Susan, vieni qua!”esclamò Hermione.

Lei si alzò e Hermione le mise il Cappello Parlante sulla testa. Quando cominciò a parlare lei sobbalzò.

“Di sicuro hai una bella testa, intelligente e vedo coraggio da vendere, quindi ti metterò a…Grifondoro!”.

“Spero di non doverle insegnare…”commentò George.

“Non la sopporti, vero?”gli chiesi.

“Non mi ha fatto una buona impressione!”esclamò. “Ma quel coso parla?”le fece il verso. “Siamo maghi veri e non gente babbana che lo fa per finta!”esclamò lui.

“Dovresti conoscerla meglio. Non è così come la descrivi tu!”gli dissi.

“Ma non ci penso nemmeno!”esclamò.

“Adesso tocca a Miriam!”disse Hermione chiamandomi.

Mi alzai e andai verso di lei. Il Cappello era pieno di toppe.

“Sono molti anni che faccio il cappello…”commentò come se sapesse leggermi nel pensiero. “Comunque, vedo molta voglia di mettersi alla prova, di andare avanti e di provare cose nuove. Vedo ambizione e coraggio, ma anche lealtà.

Ma dove ti metto? Hai un po’ le caratteristiche di tutte e quattro le case, ma forse è meglio che ti metta a Serpeverde!”.

Hermione mi tolse il Cappello e tornai a sedermi. E per fortuna che era indeciso. Ora ero con mio fratello, sangue del mio sangue. Sono cattiva anche io? No.

Se mio fratello non lo è non lo sono nemmeno io.

“Stai bene?”mi disse Cho.

Feci sì con la testa, ma non riuscivo a parlare.

“No, perché sembri un cadavere…”mi disse.

“Ma veramente?”le chiesi.

Lei annuì. Ma perché mi comportavo in quel modo? Eppure Caspian sembrava tranquillo, no?

“La tua qualità principale è la saggezza e sei leale e gentile, quindi credo che ti metterò a Taasorosso!”.

Lucy era appena andata nella casa di Tassorosso. Lei sì che era una brava persona. Era perfetta in tutto. Che fortuna che aveva.

Poi Hermione chiamò Edmund.

“Sei molto coraggioso, ma l’essere cocciuto ti distingue da tutti gli altri, quindi sarai un Corvonero!”.

E ora mancava solo Peter. Il bello doveva ancora venire. Volevo proprio sentire che gli diceva.

“Il tuo coraggio supera tutti gli altri. Sei molto intelligente e questo è il giusto carattere che deve avere un vero Grifondoro!”.

Sul fatto che lui era intelligente avevo qualcosa da ridire. Non avevo mai conosciuto una persona più stupida. Secondo me il Cappello si sbagliava di grosso.

Lui se ne tornò a sedere ed era allegro. Beato lui. A quanto pareva anche lui era perfetto in tutto.

“Adesso scriverò gli insegnanti e gli allievi, ok?”disse Hermione.

Tirò fuori la bacchetta e cominciò a scrivere nell’aria.

  • HERMIONE, RON                         LUCY (Tassorosso)
  • HARRY, GEORGE, NEVILLE         PETER, SUSAN (Grifondoro)
  • LUNA, CHO                                  EDMUND (Corvonero)
  • GINNY, FRED, MALFOY                CASPIAN, MIRIAM (Serpeverde)

 

“Hei, io ho un nome, stupida mezzosangue!”esclamò Draco inferocito.

“Non ci riprovare!”gli intimò Hermione.

“Sennò che fai?”la provocò. “Oddio che paura…”e ora stava facendo tutte mosse strane. Che incredibile deficiente.

Senza pensarci due volte Hermione tirò fuori la bacchetta e urlò:

“Stupeficium!”.

Malfoy cadde a terra e non si mosse più.

“Ma che gli hai fatto?”le chiese Peter curioso.

“Tranquillo, non è morto, anche se penso che farebbe davvero un favore all’umanità!”disse. “L’ho solo schiantato!”esclamò poi soddisfatta.

“Ma la prossima volta vacci piano.”le disse George.

“Vorrei vedere te al mio posto.”le disse lei.

“Prende in giro anche noi Weasley, ma io ci passo sopra o gli rifilo una Pasticca Vomitosa nel tè!”le rispose.

“Reinnerva!”disse Hermione e Malfoy ricominciò a muoversi.

“Che avete da guardare?”chiese gelido mentre si alzava.

“Ehi Granger, guarda che io con i Weasley non ci sto, è chiaro?”ricominciò ad urlare.

“Che pensi che noi abbiamo voglia di stare con te?”gli disse Ginny.

Lui le lanciò un’occhiataccia.

“Sai, Malfoy, anche io ho un nome!”gli disse Hermione. “Ma a me non importa niente se non ci vuoi stare! Tu ci hai voluto seguire e ora tu fai tutto quello che ti diciamo noi!”.

Malfoy diede un calcio a terra. Era arrabbiato.

“Ehi Hermione, mi faresti un favore?”le chiese George.

“Dipende da cos’è…”gli rispose lei.

Lui mi fece l’occhiolino e poi le bisbigliò:

“Non è che potrei fare a cambio con mio fratello? Perchè Susan non è che mi stia così tanto simpatica…”.

“Senti, fate come vi pare, basta che vi cambiate solo voi due.”.

“Grazie mille!”disse lui contento e si avvicinò al fratello.

“Ehi Fred, mi fai un favore?”.

“Che vuoi? Con te non c’è mai da scherzare.”gli disse Fred. “L’ultima volta che ti ho dato retta ci siamo ritrovati con barba e capelli bianchi…”.

“Facciamo cambio casa?”gli chiese lui ignorandolo.

“Non se ne parla!”.

“Perché?”.

“Perché io ora sono un serpeverde!”.

“E cosa c’entra?”.

“C’entra che io per questo breve soggiorno qui sono un serpeverde e non cambio idea solo perché me lo chiedi tu…”rispose Fred non sapendo dove fosse il problema.

“E allora?”. George era un po’ perplesso.

“E allora significa che per un po’ saremo separati anche se i nostri affari li continueremo a fare insieme.”gli rispose Fred confortandolo e dandogli una pacca sulla spalla.

“Lo sai Fred che sei veramente stronzo?”.

“Lo so!”.

Dopo questo breve battibecco tra i gemelli, Hermione richiamò la nostra attenzione.

“Come si svolgono le vostre giornate qui?”ci chiese.

“In genere facciamo pratica.”le rispose Edmund.

“Tutto il giorno?”chiese Neville.

“No, quando non sappiamo che fare andiamo a fare delle escursioni o ci prepariamo a difendere qui.”disse Peter.

“O la mattina o il pomeriggio dovrete trovare il tempo di allenarvi con noi…”spiegò Harry.

“E voi con noi…”disse Caspian.

“Bhe, è assolutamente ovvio.”sviò Hermione. Chissà perché…

“Io direi di cominciare subito.”disse Peter fermo.

“Peter non fare il secchione!”esclamò Edmund. “Non sono nemmeno arrivati e tu già vuoi cominciare a combattere!”.

“Edmund, io non voglio cominciare a combattere.”disse Peter. “Io intendevo fargli visitare i luoghi in cui dovremo combattere e in cui siamo stati, quindi io direi di andare subito dopo pranzo.”.

Peter era allegro.

C’era da essere allegri?

Io non ci vedevo niente di allegro.

Doveva essere pieno di sensi di colpa per come mi aveva trattato e invece…lui era allegro.

“Andiamo a pranzo?”chiese Ron.

“Sì!”rispose Lucy.

“Ma tu mangi e basta?”lo rimproverò Hermione.

“E allora?”ribattè lui e lei non rispose.

Ritornammo dentro e prendemmo ciò che ci avevano preparato i nani e i fauni. Poi uscimmo fuori e cominciammo a mangiare.

“Dove andiamo Peter?”gli chiese Susan.

“Sorpresa!”esclamò.

Tutti noi eravamo in cerchio e Malfoy si era allontanato. Era solo.

“Io provo a parlargli!”dissi decisa.

“Io non lo farei…”mi avvertì Ginny.

“Non costa niente provare, no?”.

Mi alzai e mi diressi verso di lui.

 

 

 

 

 

 

Gente, eccomi qua!!! Ho aggiornato prima di quanto pensavate!!

Voglio dire una cosa: HO UFFICIALMENTE CAMBIATO TITOLO!

Adesso la ff si chiama Prince&Princess: la sorella di Caspian.

Il titolo me l’ha suggerito MooN94 che ringrazio tantissimo perché mi consiglia e mi sopporta.

Anzi, questo capitolo è dedicato a lei.

Ringrazio chi legge, chi ha messo la storia tra i preferiti e le seguite.

E un ultimo ringraziamento va a _Sister_ senza la quale non riuscirei a continuare.

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Capitolo 12
*** Oddio Draco quanto sei stupido! ***


“Ciao!” lo salutai amichevolmente.
“Uhm…” si limitò a dire lui.
Ma perché certa gente è così difficile?
Dopo essere arrivata vicino a lui mi sedetti. Almeno un tentativo dovevo farlo. La cosa importante era essere uniti per combattere insieme. E io dovevo provarci.
“Siamo tutti lì, perché non vieni anche tu?” gli domandai calma.
“Io? Insieme a quegli stupidi mezzosangue amici di Potter?” esclamò. “Non se ne parla!”.
“Però rifletti: alla fine dovremo combattere tutti insieme e non credo che se stai qui da solo faremo amicizia…” obiettai.
“E IO dovrei fare amicizia con loro?” chiese.
“O chi se non tu?” urlai. “Vedi altre persone difficili e ostili agli altri?”.
Ecco, in quel momento mi guardò malissimo. Cazzo, stavo peggiorando la situazione. Ma perché a volte non chiudo la bocca?
“Ti ho già detto che io con quelli lì non ci faccio amicizia.” ripeté irritato.
“Se non vuoi farla con loro almeno falla con noi, mica ci schifiamo…”.
E anche questa volta mi guardò malissimo.
“Scusami se sono dura, solo che non riesco a essere diversa con le persone come te…”.
“Cosa ho che non va?” mi interruppe.
“Vuoi proprio saperlo?” gli dissi.
“Sì, perché io mi vedo tanto normale, ma gli altri pensano che io sia strano.” mi urlò contro. “A parte quelli di Serpeverde che naturalmente mi sostengono.”.
“Ecco, ma lo vedi come sei?” gli urlai contro pure io. “Sei un presuntuoso del cavolo! Fregatene di ciò che dicono gli altri! E smettila di fare l’attaccabrighe e di rompere. Inoltre ti isoli se non c’è la tua banda, senza non sei nessuno. Non fai amicizia e ti chiudi in te stesso.”.
“Tu non sai niente di me!” esclamò con il suo tono duro.
“Non mi sembra perché ti ho appena descritto per come sei veramente e non per come vuoi apparire!” obiettai.
“E tu chi sei per giudicarmi?”.
Stava cominciando a stufarmi, lui non era così.
“Sono la prima, forse stupida persona che ti ha chiesto di essere amico con me, Edmund, Lucy e tutti gli altri.” esclamai. “Non ti sto chiedendo di essere tutto rose e fiori con Harry e gli altri. Almeno però potresti fare uno sforzo con noi!”.
“Con voi posso anche provarci, con gli altri no!” disse.
“Ma infatti è ciò che ti ho chiesto. Ti ho detto che non ci schifiamo e non dovresti farlo nemmeno tu!” esclamai.
“Io non mi schifo!”.
“Non mi sembra se prendiamo in considerazione il tono con cui mi hai detto ‘con voi posso anche provarci’!” obiettai.
“In verità voi siete babbani e gli altri mezzosangue…”.
“E questo che vuol dire?” domandai gelida.
“Che siete sotto di me!” disse compiaciuto di sé stesso.
“E tu cosa sei?” domandai.
“Purosangue, cioè la razza che domina sui mezzosangue e soprattutto sui babbani!”.
“Ah, sì? Vogliamo proprio vedere?” dissi.
Mi ero alzata e la mia mano era scivolata sull’impugnatura del pugnale. Lo presi e glielo misi sulla gola.
“Vogliamo proprio vedere chi comanda? Eh, Draco, visto che non vuoi essere chiamato per cognome?” gli urlai. “Ti ho già detto che non conti niente, per una volta scendi dal quel piedistallo!”.
“Mi hai fatto arrabbiare!” esclamò.
Frugò nella tasca della felpa ma non trovò ciò che cercava: la bacchetta. Io intanto avevo rimesso a posto il pugnale e mi ero rialzata.
“Ce l’hai tu, vero?” disse in tono calmo.
“Beh, sono furba!” esclamai. “Quindi se la vuoi riavere ti conviene venire con me.”.
“Perché dovrei venire con una persona che ricatta la gente?” si lamentò. “Non è giusto! Voglio Pansy, Tiger e Goyle!”.
L’avevo fatto alzare, l’avevo preso per la felpa e lo stavo spingendo verso gli altri. Mi guardano tutti. Ci guardavano tutti. Era una sensazione strana avere gli occhi addosso.
“Ti prego, cerca di essere amichevole!” gli sussurrai.
“E tu fai meno la leccaculo!” esclamò.
“Hai ricevuto il messaggio?” esclamai tirandolo per la giacca. “Cerca di essere amichevole!”.
“Va bene, va bene! Sennò chissà che altro mi fai!” acconsentì in tono duro. “E piantala di tirarmi per la felpa: mi dà fastidio!”.
Arrivammo al centro del cerchio dove tutti avevano appena finito di mangiare.
“Ciao ragazzi! Lui è Draco.” dissi in tono solare. “Non ha avuto modo di presentarsi prima, ma ora ha molta voglia di fare amicizia e di conoscerci meglio, vero?”.
Lui annuì con un’aria molto da funerale. Cominciai a fare le presentazioni.
“Loro sono i Pevensie: Lucy, Susan, Edmund e Peter.” li indicai e loro lo salutarono con la mano con finto entusiasmo tanto da sembrare quattro cretini. “Lui invece è mio fratello!”.
“Pia…piacere di conoscervi!” rispose Draco con un finto sorriso.
Harry e gli altri erano letteralmente sconvolti per il cambiamento che ero riuscita a fargli fare. Almeno un passo avanti l’avevo fatto.
“Io direi che possiamo prepararci per questa mini escursione.” disse Peter.
Ci alzammo e andammo dentro la tavola di pietra a preparare le nostre cose.
“Si può sapere come diavolo hai fatto?” mi chiese Ginny stupefatta.
“Dici con Draco?”.
“Sì, come hai fatto?” disse Harry. “Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!”.
“Devi solo urlargli un po’ che poi alla fine si calma!” risposi.
“Io una volta gli ho tirato un pugno, ma non è servito a molto…” intervenne Hermione. “Continua a chiamarmi mezzosangue.”.
“Sai, penso che dopo che l’hai schiantato la smetterà.” la rassicurai.
“Ehi Miriam, puoi venire un momento?” mi disse una voce.
Mi staccai dal gruppo delle ragazze e tornai all’entrata.
“Cosa vuoi Peter?” gli dissi fredda.
“Ti dovrei parlare…” disse facendomi strada in camera. Anche se controvoglia acconsentii.
Entrammo e lui si chiuse la porta alle spalle.
“Te lo ridico Peter: cosa vuoi?” ripetei fredda. “Ti sei comportato male con me fino ad ora! Non capisco cosa tu possa volere!”.
“Lo so, ma sono qui per chiederti scusa.” disse. “Mi sono comportato da schifo e voglio rimediare!”.
“Non mi parli da quando siamo tornati e ora pretendi che ti perdoni dopo una semplice scusa? Non è così che funziona il mondo!” risposi facendo per andarmene.
“La colpa è anche tua se abbiamo perso!” mi urlò.
A quel punto mi volta, andai verso di lui e gli diedi uno schiaffo.
“Anche Susan te l’ha detto! Non hai ragione! Che colpa ne ho io se non sono riuscita ad aprire la grata perché ero sola e in più sono anche sdatta? Voglio proprio che me lo spieghi! E non sarebbe una cattiva idea se ogni tanto la smettessi di essere presuntuoso! Hai trattato male anche Caspian! Fra tutti e due fate a gara a chi vuol fare più il grande! Ma chi vi credete di essere? Non siete nemmeno capaci di guidare della gente in battaglia!”.
Finalmente mi ero sfogata. E che cavolo! Dopo un po’ sì, ma poi alla fine uno si stufa! Quando è troppo è troppo!
“Ah, maledizione!!! Mi fai spiegare invece di avere attacchi da matta?”.
“Io non ho attacchi da matta, sei tu che mi provochi!”.
“Io ti sto chiedendo scusa anche per il comportamento di adesso! So che non è colpa tua, ma dovevo trovare qualcuno su cui scaricare il mio fallimento! Ti sta bene?” urlò.
Non so cosa mi trattenne dal dargli un altro schiaffo. Mi chiede scusa in quella maniera? Ma che bel modo!
“Sì, ora sono molto più contenta! Ma almeno le tue scuse potresti farle meglio!” esclamai.
“Anche tu però dovresti capire…” si giustificò.
“Cosa dovrei capire?” urlai.
Non c’era niente da capire! Quello che aveva detto era più che sufficiente.
“Senti, io ho quattro presone da proteggere: tu, le mie sorelle e mio fratello. In più c’è anche un esercito e…”.
“Caspian non è tra le persone da proteggere, vero?” lo interruppi.
“Caspian è grande abbastanza da fare da solo!” esclamò.
Sì, certo! Tanto se gli capita qualcosa sono io quella che soffre. Che nervi!!
“Senti, non ti basta perdonarmi? Ho fallito e mi dispiace!” mi stava implorando.
Riflettei un po’, ma alla fine presi la mia decisione: l’avrei perdonato.
“Scuse accettate.” dissi.
Lui venne verso di me e mi abbracciò più forte che poteva e quasi mi stritolò. Poi sentii qualcosa di umido sulla mia spalla.
“Peter!” dissi. “Non starai piangendo, vero?”.
“No, no…”.
“Peter, stai piangendo! Perchè? Questa data è da ricordare gente! Peter Pevensie piange perché è ferito dal suo orgoglio!”.
Poi come se niente fosse successo scoppiò a ridere.
“Peter? Peter? Certo che sei strano…Due secondi fa piangevi e ora ridi come un pazzo…” commentai.
In quel momento entrò Susan.
“Perché sta ridendo?” chiese.
“Perché è completamente impazzito!” esclamai ironica.
Poi entrò Edmund che guardò malissimo il fratello.
“Non è che per caso quei maghi gli hanno fatto qualche maleficio?” chiese.
“No, probabilmente sono io.” risposi.
“Edmund, mica parlavi di noi, vero?” esclamarono i gemelli Weasley.
“No, ragazzi, tranquilli, era solo una figura grammaticale!” li rassicurò.
“Peter, dacci un taglio!” esclamò Susan.
“Ma che cos’è questa confusione?” chiese Lucy entrando.
“Peter, la vuoi smettere?” ridisse Susan.
“Tuo fratello non sta bene!” disse Edmund rivolto a Lucy.
“E’ anche tuo fratello!” gli rispose lei.
“No, no! Io non ho un fratello matto!” esclamò lui.
“Io non sono matto!” esclamò tutto d’un tratto Peter.
“Finalmente hai smesso! Cominciavo a non sopportarti più!” esclamai.
Per tutta risposta lui cominciò a imitarmi facendo tutti dei versi e delle mosse strane. Io naturalmente mi misi a ridere.
“Pure tu? Eh, ma non è possibile!” esclamò Susan.
Edmund si chinò su di me e si mise a farmi il solletico. Risi ancora più forte.
“Edmund, non ti ci mettere pure tu!” gli disse Susan mentre anche lui rideva.
“Almeno io sono tornato normale!” disse Peter.
“Non interessa a nessuno!” esclamò Susan. “Ora trova un modo per dividerli!”.
“Ragazzi ma che succede?” domandò Caspian entrando con tutto l’Ordine.
“Penso sia chiaro, no?” disse Susan, ora arrabbiata.
“Smette uno e comincia l’altra!” esclamò George. Susan lo fulminò con lo sguardo.
“Ma se andiamo avanti così apriamo la Fabbrica del Sorriso!” disse Hermione e gran parte della gente si mise a ridere.
Io stavo morendo: c’era Edmund che non la smetteva e io che ridevo come una pazza rotolandomi di qua e di là.
“Ora basta! Edmund vieni via!” gli intimò Susan.
“No, Susan non si fa così!” esclamò George. “Levicorpus!”.
Finalmente smisi di ridere. Quello che vedevo era Edmund sospeso a mezz’aria sopra di me.
“George, non è divertente! Mettimi subito giù!” esclamò Edmund.
“Sì, subito!” disse lui.
Non feci in tempo ad alzarmi che Edmund mi piombò sopra. Cavolo, anche se era magro pesava lo stesso! Tutti mi vennero incontro dicendo:
“Ma si sarà fatta male?”.
“George sei un cretino!” esclamò Ginny.
“Oddio, Miriam, stai bene?” mi chiese Edmund.
“Edmund, hai la testa dura e mi sei precipitato nello stomaco!” dissi dolorante.
“Scusami tanto! Però guarda il lato positivo: io sto bene!”.
“Edmund stai zitto e levati dalle palle, ché pesi!” esclamai.
Non ci eravamo accorti, ma ci fissavano tutti.
“E voi che accidenti avete da guardare?!” dissi acida.
“Quando avete finito possiamo anche andare.” disse Peter.
Ci rialzammo e Caspian disse:
“Certo che con voi ci vuole pazienza…”.
“Caspian…” lo ammonii.
“Sì, scusa.” disse. “Dai salta su. Ho voglia di portarti fino alle canoe.”.
Gli salii sulle spalle.
“Grazie Caspian!” esclamai e lo baciai sulla guancia.
Passammo accanto a Edmund e gli dissi:
“Ciao Edmund!”.
“Ehi, non è giusto!” esclamò. “Peter, mi porti?”.
“Col cavolo Edmund!” esclamò suo fratello. “Vai con le tue gambe.”.
Edmund tornò sui suoi passi e gli feci la linguaccia.
“Quando fai così non ti sopporto…” sbuffò.
“Ma è questo il bello di essere me, no?” risposi. “Sono fatta così.”.
“E a volte non sei per niente divertente!” esclamò una voce fredda da dietro.
“Ehi, Draco, rilassati!” lo ammonii.
“Rivoglio la mia bacchetta!” esclamò.
“Quando avrai capito come ci si comporta se ne riparlerà!” dissi.
“Stronza!”.
“Draco smettila!” lo ammonì Edmund.
“E’ tutto sotto controllo!” lo rassicurai.
Draco ci passò avanti con un’aria veramente contrariata.
“Che tipo strano…” commentò Caspian.
“Ha solo bisogno di un po’ di amicizia, tutto qui.” dissi.
Arrivammo alle canoe e Caspian mi rimise a terra.
“Peter, cos’hai in mente?” gli chiese Lucy.
“Tante belle cose per oggi pomeriggio!” esclamò lui.
“Tipo?” esclamò Susan.
“E’ una sorpresa!” disse lui.
“Basta che non ci perdiamo!” esclamò Luna.
“Tranquilla, lui è un maestro nel perdersi!” scherzò Edmund.
“Ma quanto sei spiritoso Ed!” esclamò Peter.
Gli altri risero alla battuta di Edmund. Ma come faceva a essere così?
“Se prima di notte vogliamo partire…” disse Caspian.
“Sì, hai ragione. “ rispose Peter. “Dovete andare massimo in tre su ogni canoa. Chi non sa pagaiare deve andare con uno di noi.”.
“Io so farlo!” esclamò Neville.
A quella notizia gran parte dei suoi amici rimase a bocca aperta.
“Allora puoi insegnare a chi non è capace…” gli disse Peter sorridendo.
Mi diressi verso una canoa e ci saltai dentro.
“Draco, puoi venire un attimo?” lo chiamai.
Venne verso di me e disse scocciato:
“E ora che altro vuoi?”.
“Tieni, riprenditela!” gli dissi porgendogli la bacchetta.
La riprese e se ne tornò dove era.
“Un grazie sarebbe sufficiente!” gli urlai, ma non si voltò.
“Posso venire con te?” mi chiese Ginny.
“Ma certo!” esclamai.
Vidi Hermione e Draco salire con Peter, Ron con Susan, Fred e George con Edmund, Harry con Lucy, Cho con Caspian e Luna con Neville.
Eravamo sull’insenatura a est di Beruna.
“Seguitemi!” esclamò Peter.
Ci infilammo dentro un fiumiciattolo e partimmo.
 
 
 
Ciao a tutti!!!! Come va? Eccomi ancora qua con nuovo capitolo!!
Ultimamente aggiorno molto spesso! E questo lo devo tutto a MooN94 che legge quello che scrivo e che mi sopporta!!!! Grazie, non finirò mai di dirti grazie.
E poi naturalmente c’è _Sister_ che pure lei mi sopporta e legge i miei scleri. E ringrazio tanto anche lei!
Ora che dire? Questo è il mio nuovo capitolo!
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino o una piccola recensione. A mio parere era un po’ stupido…però sta a voi decidere!!!
Un bacio!
Miriam.

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Capitolo 13
*** Che bello!Ci siamo persi! ***


“Ehi Ginny, mi insegni qualche incantesimo?” le chiesi.

“Che tipo?” mi disse. “Perché ce ne sono diversi: quelli Evanescenti, quelli di Appello, di Difesa e molti altri.”.

Non risposi subito. Sinceramente non sapevo bene quale potevo imparare, per me erano tutti uguali. Poi mi voltai verso la canoa in cui c’erano Edmund e i gemelli.

“Non ti sembra che Edmund e i tuoi fratelli stiano confabulando un po’ troppo?” le dissi e lei fece sì con la testa.

“Perché non me ne insegni uno per disturbarli un po’?”.

“C’è quello che ha fatto prima George a Edmund…” disse.

“E allora che ne dici di farli divertire un po’?” proposi.

“Ci sto!” esclamò e le diedi il cinque.

“Prima di fare l’incantesimo facciamo un po’ di prove.” cominciò. “Il movimento che devi fare con la bacchetta è questo: agitare e colpire.” e me lo fece vedere.

“Così?” dissi provando.

“Sì, esatto. Adesso, mentre fai quel movimento pronuncia ‘Levicorpus’ puntando la bacchetta verso di me per prova.”.

Presi la sua bacchetta e feci come mi disse e in breve tempo Ginny si trovò sospesa a mezz’aria.

“Brava!” esclamò Hermione dalla sua canoa.

“Adesso, molto lentamente abbassa la mano.” mi disse Ginny.

Nel giro di qualche secondo lei tornò sana e salva nella canoa.

“Come prima volta devo dire che non è stata niente male!” si complimentò.

“Grazie!” le dissi.

I tre erano ancora lì che confabulavano. Nemmeno si erano accorti che avevo appena fatto volare Ginny.

“Ma secondo te che ore sono?” le chiesi.

“Non lo so, forse sono le cinque…” rispose lei vagamente.

“Ok, sono pronta!” esclamai. “Edmund non sarà così tanto contento.”.

“Ricordati il movimento!” si raccomandò.

Mi concentrai e fissai Edmund. Gli puntai contro la bacchetta e pronunciai:

“Levicorpus.”.

Lui cominciò a fluttuare mentre si guardava intorno spaesato. Quando si rese conto che ero io a tenerlo sospeso cominciò a dire un sacco di cose a cavolo:

“Miriam mettimi giù subito! Non sei per niente divertente! Smettila! Questa me la paghi, in qualunque modo!” Oddio, come urlava. “Voi due siete gemelli e maghi! Fate qualcosa!” disse poi ai gemelli.

Alla fine lo rimisi sulla barca, ma non come avevo fatto con Ginny, lo feci cadere proprio di botto. Io e gli altri ridevamo.

Peter intanto stava accostando e disse:

“Ragazzi, ci fermiamo per un po’.”.

Accostai pure io e scesi insieme a Ginny.

“Sai Miriam, mi sa che ti conviene correre…” mi sussurrò Ginny.

Mi girai e vidi Edmund che stava correndo a tutta birra verso di me. Oh cazzo! Di quel passo mi avrebbe raggiunto subito. Non sapevo da che parte correre. Alla fine decisi di andare dritta. Lui mi arrivò quasi subito e come un felino mi buttò in acqua. A quel punto mi tuffai e cominciai a nuotare. Lui fece lo stesso e mi mise la testa sott’acqua. Quando riemergemmo scoppiammo a ridere. Che scarsa che ero!

“Hai avuto la tua rivincita!” gli dissi. “Sei contento ora?”.

“Certo che sì!” esclamò. “Prima mi hai fatto prendere un colpo.”.

Sorrisi. Mi voltai un attimo e quando mi rigirai lui era ancora lì che mi fissava.

“Ed, che c’è?” gli chiesi.

“No, niente, è che…”.

“Ragazzi…” lo interruppe Caspian. “Dovete venire immediatamente. È successa una cosa non tanto bella.”.

Ci guardammo stupiti e uscimmo dall’acqua. Che poteva mai essere successo?

Edmund e Caspian si misero a correre, ma io non riuscivo a stargli dietro.

“Prova a non farti aspettare!” esclamò Edmund girandosi verso di me.

“Edmund, attento, c’è…” non feci in tempo a finire la frase che andò a sbattere contro un albero dalla corteccia piuttosto spinosa. Cacciò un urlo spaventoso. Io gli passai avanti. Quando non lo vidi più dietro di me chiamai Caspian e lui si fermò.

“Vado a vedere che fine ha fatto quell’imbecille.” gli dissi.

“Ok, ma non ci mettete ore!” esclamò.

Tornai indietro. Era lì vicino all’albero che si stava tastando la guancia. Era piena di corteccia mista a sangue che piano piano scendeva.

“Quanto sarai cretino?” gli dissi.

“Ti prego toglimela!” esclamò.

Ne tolsi un po’, e scoprii dei taglietti. Non erano ben puliti, un po’ di corteccia era andata lì dentro.

“Cosa ho?” mi chiese impaziente.

“Tranquillo, sei ancora vivo.” gli dissi. “Ora andiamo, gli altri ci aspettano.”.

Stava per toccarsi la guancia ma lo fermai prendendogli la mano.

“Non ti toccare.” gli dissi. “E ora stai al mio passo.”.

“E se sali sulle mie spalle? Tanto sei leggera.”.

Acconsentii e in breve arrivammo dove erano anche gli altri. Stavano tutti in cerchio e Peter, Caspian, Lucy e Susan si guardavano intorno.

“Ed, Miriam” cominciò Peter. “Voi vi ricordate questo posto per caso?”.

Scesi dalle spalle di Edmund e cominciai a guardarmi intorno pure io. Poi andai verso il fiume e mi guardai sia a destra che a sinistra. L’ordine ci guardava un po’ male.

Comunque quel posto non mi ricordava niente, non c’ero mai stata, né me ne avevano mai parlato. Un pensiero mi balzò in testa: non è che ci eravamo persi?

Alla domanda di Peter io e Edmund scuotemmo la testa.

“Cazzo, cazzo, cazzo!” esclamò Peter preoccupato.

“Peter che succede?” gli chiese Lucy.

“Peter!” esclamò Susan.

“Mica ci saremo persi?” azzardò Caspian.

“Sì.” disse Peter in un sussurro.

“Come sì?” disse Hermione.

“Ci siamo persi.” spiegò. “Devo aver preso il ruscello sbagliato e mi dispiace. Per questa notte ci accamperemo qui e domani riprenderemo il cammino.”.

“Ma dove volevi portarci?” gli chiese Luna sognante.

“A Cair Paravel.” rispose lui.

“E certo che hai sbagliato!” esclamai. “E’ il primo ruscello che porta a Cair Paravel, non il terzo!”.

“Scusate, io sono desolato!” disse dispiaciuto. “Ora vado a caccia per rimediare qualcosa da mangiare. Ed, Caspian, venite con me?”.

Loro fecero sì con la testa.

“Noi che facciamo?” chiese Ron.

“Io direi di accendere un fuoco.” proposi.

“Hai ragione!” disse Lucy.

“Ecco la legna!” esclamò Cho facendo atterrare sul terreno più di dieci legni.

Ma Edmund dove era? Aveva tre tagli sulla guancia e lui andava pure a caccia? Ma che cosa intelligente.

“Edmund, torna subito indietro! Non ti porto a caccia in questo stato!” esclamò Peter.

“Scusa Peter, non mi ricordavo!” esclamò tornando indietro. “Ora vado!”.

“Miriam, mi serve un favore…” disse venendo verso di me.

“Sì, vuoi che ti curi i tagli.” obiettai.

“Sì, o magari…” disse. “Lucy, mi dai una goccia di quell’affare?”.

“Guarda che per tre tagli mica muori!” esclamò lei. “E poi se lo prendessi ti farebbe svenire per alcune ore, quindi non penso che ti convenga.”.

“Lacarnum Inflamare!” esclamò Hermione e la legna prese fuoco.

“Siediti qui!” gli indicai un albero vicino al fiume. “Ringrazia che ho con me una pinzetta, sennò avrei dovuto fare tutto con le mani e fidati sarebbe stato molto peggio.”.

Andai vicino al fuoco e ci misi sopra la pinzetta per disinfettarla e poi tornai da lui.

“Ma che gli hai fatto?” disse indicandola. “Mica mi brucerai, vero?”.

“Sì, ti do fuoco e poi ti seppellisco facendoti a pezzettini!” esclamai ironica.

“Divertente!” commentò lui.

“Dai, l’ho solo disinfettata. Stai tranquillo.” lo rassicurai. “Ora manda indietro la testa. Forse ti farò un po’ male.”.

“Ok, però fai piano.”.

“Sono solo un po’ di schegge!” esclamai. “Se stai fermo facciamo in fretta.”.

Cominciai il mio lavoro. L’avevo già fatto una volta su me stessa e mi ricordo che mi ero fatta un po’ male. Speravo di non ripetere la stessa cosa su di lui.

Poi la sua testa tornò dritta.

“Ti ho fatto male?” gli chiesi.

“No.”.

“Allora manda indietro la testa!” esclamai e lui obbedì.

Il primo taglio ricominciò a sanguinare dopo poco.

“Hai un fazzoletto?” gli chiesi.

“Sì, tieni!” e me ne porse uno con le sue iniziali.

Lo bagnai nel fiume e poi gli tamponai il taglio.

“Senti ti tengo la testa con la mano, sennò vedo che da sola non ci sta.” esclamai.

Borbottò qualcosa che non riuscii a capire. Dopo un po’ il primo taglio era privo di schegge e passai al secondo.

Si vedeva che un po’ gli faceva male, solo che non lo voleva dire. Anche il secondo taglio ricominciò a sanguinare.

“Edmund, stai fermo sennò ti faccio ancora più male. Casomai stringi il mio braccio. Tanto ho quasi fatto.” lo rassicurai.

Dopo circa cinque minuti estrassi l’ultima scheggia.

“Fatto!” esclamai.

“Grazie mille!” disse facendo per alzarsi.

“No, stai fermo qui!” esclamai. “Tienici il fazzoletto, magari smette di sanguinare.”.

“Sanguino?”.

“Sì, perché sei stupido!” dissi ironica. “Come hai fatto a non accorgerti dell’albero?”.

“Stavo urlando a te…” mi rispose sorridendo.

“Eh già!” esclamai. “Ora dammi il fazzoletto che lo ribagno.”.

Lo bagnai e glielo misi sulla guancia. Mi guardava, ma non come lo faceva di solito. Era uno sguardo molto più intenso. Il bello era che era la seconda volta che lo faceva.

“Edmund, cosa ho?” gli chiesi.

“No, così…” rispose vago. “Oh, guarda, Peter e Caspian sono tornati con un bel bottino!” sviò il discorso. Quel ragazzo non me la raccontava giusta.

I due erano tornati con un bel po’ di carne di cervo.

“Io direi di cuocerlo…” propose Caspian.

“Ed, ma la tua guancia…”. Peter aveva gli occhi sbarrati

“Tranquillo, tra poco starà meglio.” lo rassicurai.

“Tra poco intendi quando ogni goccia del suo sangue sarà uscita dal suo corpo?”.

“No, intendo dire che non sono dei tagli gravi e quindi non morirà dissanguato!” esclamai.

Susan, Lucy e tutti gli altri stavano chiacchierando davanti al fuoco. Caspian mise a cuocere la carne e poi la mangiammo. Certo, non era il massimo, però era mangiabile.

Harry si mise a raccontare delle avventure che aveva vissuto insieme a Ron e Hermione. Poi anche gli altri parlarono e quando fu la volta di Luna dissi scherzando:

“Parla, O falce di Luna Calante…”.

“Oh, ti prego, lascia stare D’Annunzio!” esclamò Susan.

“Chi?” chiese Luna.

“Lo conosci?” le chiesi ignorando Luna.

“A scuola studio letteratura italiana.” affermò.

“Scusate, ma dovrei parlare io, non voi” esclamò l’altra sempre nel suo tono sognante.

Dopo che lei finì Neville disse:

“Io ho sonno!”.

“Hai ragione, ora dormiamo.” disse Peter.

Gli altri si alzarono e io andai verso Edmund.

“Fammi vedere i tagli.” gli dissi.

Si tolse il fazzoletto e sembrava tutto a posto.

“Bene, non sanguinano più, però tienici ugualmente il fazzoletto.” gli suggerii. “Meno lo esponi alla polvere e meglio è.”.

Ora stavo cominciando a sentire freddo. Fino a quel momento non me ne ero accorta ma con il vestito sbracciato non era poi così caldo.

Incrociai le braccia per farmi caldo, però non passava.

“Senti freddo?” mi chiese Caspian. Annuii.

“Se dormi vicino a me magari ne senti meno.” mi propose sorridendo.

Mi stesi a terra e lui mi abbracciò.

“Va meglio?” mi chiese. Annuii di nuovo. Dopo poco mi addormentai.

Sognai tante persone che non avevano a che fare nessuna con l’altra. Poi di colpo mi svegliai. Ero nello stesso punto in cui mi ero addormentata. Sopra di me c’era una giacca a coprirmi. Rispetto a prima però mancava qualcosa. Alla mia sinistra c’era Edmund rannicchiato su se stesso come la sera prima. Alla mia destra però c’era Susan. Dov’era finito Caspian?

Mi misi seduta e lo vidi vicino al fiume. Mi alzai, presi la giacca e andai verso di lui.

“Caspian, che ci fai qui a quest’ora?” gli chiesi.

“Non riuscivo a dormire.” rispose. “E tu?”.

“Mi sono appena svegliata da un sogno stranissimo dove tra l’altro c’eri anche tu.” risposi. “Non ti ho visto e sono venuta a cercarti.”.

“Fico!” commentò.

“E’ strabiliante sentire come sia cambiato il tuo linguaggio.” dissi.

“Tu e i Pevensie ne siete la causa.” obiettò.

“Già…”.

“Hai visto che bel cielo stellato?” mi disse indicandolo.

Alzai lo sguardo e vidi tanti puntini bianchi che brillavano.

“Che bello!” esclamai.

“Sai, anche a papà piacevano e la notte a volte mi portava con sé a vederle.” mi raccontò.

“Tuo padre doveva essere molto buono.” dissi.

“Miriam, ti prego, non chiamarlo tuo padre. Anche tu eri e sei sua figlia!” esclamò.

“Papà doveva essere molto buono.” riformulai la frase.

“Era splendido. Ci voleva bene veramente e non ci lasciava mai da soli. Si divertiva a stare con noi.” mi disse.

“Tu ed io eravamo affezionati veramente a nostro padre, vero?” domandai.

“Molto. Se solo penso alla fine che ha fatto. Miraz lo ha ucciso nel modo più brutto.” disse. “La sera andai a letto. La mattina mi svegliai di buon umore e lo andai a cercare. Aprii la porta e quello che vidi fu tanto sangue e lui morto sul letto. Miraz era lì e cercava di calmarmi. Proprio lui che lo aveva ucciso! Però gliela farò pagare! Lo ucciderò!” aveva gli occhi gonfi e le lacrime cominciarono a scendergli sulle guance.

“Caspian.” non dissi altro e lo abbracciai. “Non fare così…” non sapevo che altro dirgli per consolarlo.

“No, lasciami finire.” continuò. “Dopo la sua morte niente è più stato come prima, però c’eri tu. Riuscivi a farmi ridere nei momenti in cui ero uno straccio. Quando lui morì tu eri piccola e incapace di capire la situazione. Quando mi vedevi triste cercavi sempre di farmi ridere e ci riuscivi. Penso che eri diventata la mia unica ragione di vita, l’unica ragione per cui non mi sono ucciso.

Poi, dopo un po’ ricominciai a vivere e a ridere senza il tuo aiuto.

Quando avevi sedici anni ti venni a cercare, ma non c’eri. Ti cercai tutto il giorno. Miraz disse che eri stata rapita dagli abitanti di Narnia. Io non ci ho mai creduto. Tu non puoi capire quanto tu mi sia mancata con il tuo sorriso e la tua voglia di vivere. Io sono troppo orgoglioso e non ho mai dimostrato a nessuno questo mio lato fragile. Ti voglio bene anche se a volte sono un po’ duro con te.” ora stava piangendo.

“Tu non sei mai stato duro con me. Anche io ti voglio bene anche se non mi ricordo niente della vita che avevo qui.” continuava a piangere e le lacrime scendevano velocemente sul suo viso. Glielo presi tra le mie mani. “Non essere triste, sono tornata e voglio farti ridere ancora!”.

Gli asciugai le lacrime. Alla fine mi sorrise e mi baciò sulla fronte.

Poveretto, chissà quanti anni erano che si voleva sfogare, che voleva dire al mondo la sua versione. E quando stava male faceva stare male pure me.

Chiacchierammo un altro po’ e poi ci addormentammo di nuovo.

La mattina fummo svegliati da Lucy che urlava:

“Svegliatevi! Peter, non ti eri perso! Guarda dove siamo!”.

 

 

 

 

 

Chissà dove saranno andati a finire i nostri cari personaggi? A voi le ipotesi!

 

Eccomi tornata con un nuovo capitolo!

Scusate, è un mese che non aggiorno, ma la scuola mi impegna molto e non ho molto tempo di scrivere. Tranquilli, continuerò ancora a scrivere questa storia.

All’inizio non funzionava, ma nel tempo ha recensito molta più gente e voglio proprio ringraziarli!

Grazie veramente di cuore. Senza di voi non potrei andare avanti.

Grazie a MooN94 che mi sopporta e mi sostiene.

Grazie a _laura17_ che mi ha fatto un recensione neutra ma la ringrazio ugualmente per aver espresso il suo parere.

Grazie a FrancyPevensie che a quanto pare ha apprezzato veramente la mia storia. Grazie mille di tutti i tuoi complimenti!

Alla prossima!

Miriam.

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Capitolo 14
*** La più grande scoperta: l'armadio funziona ancora! ***


“Lucy tappati quella bocca!” esclamò Edmund.

“Peter, svegliati! Non ci siamo persi!” continuò lei.

“Lucy, ora smettila!” le intimò Susan.

“Se sto urlando da qualche minuto un motivo ci sarà, non credi?” ribattè lei.

“Allora sentiamo!” esclamò Peter scocciato. “Cosa c’è?”.

Intanto tutti gli altri si erano svegliati, pronti ad ascoltarla.

“Guarda dove ho sbattuto la testa! Guarda Peter! Lo riconosci?” esclamò indicando un palo grigio ricoperto da piante rampicanti. Lui si alzò in piedi e lo osservò meglio.

“Hai capito dove siamo?” esclamò Lucy.

“Il lampione!” esclamò Peter incredulo.

“Il lampione? Quindi siamo vicino all’armadio!” ne dedusse Susan.

“Ma come abbiamo fatto ad allontanarci così tanto?” chiesi da sotto la giacca di Caspian.

“Che hai detto?” mi chiese Peter.

Mi tolsi la giacca di Caspian per parlare meglio e ripetei la domanda.

“Non ne ho la più pallida idea.” esclamò.

“In effetti è strano: l’altra volta abbiamo impiegato giorni per andare da qui alla Tavola di pietra, mentre oggi ci abbiamo messo solo poche ore!” osservò Edmund.

“Senti, non mettiamoci a discutere, l’importante è che non ci siamo persi!” ribattè Peter.

“Quando avete finito i dialoghi tra voi ci spiegate che succede?” disse Hermione.

Peter spiegò brevemente i fatti e sugli altri apparve il sorriso perché erano sicuri di non essersi persi. Ci alzammo in piedi e ci dirigemmo verso le canoe, tranne Edmund e Caspian.

“Scusate, dove state andando?” gli chiese Peter.

“Visto che siamo qui tanto vale fare un giretto.” rispose Edmund.

“Ma ti ha dato di volta il cervello?” lo rimproverò il fratello. “L’ultima volta che siamo passati per lì ci siamo ritrovati nel nostro mondo e non siamo più potuti tornare qua. Per non parlare dei casini che sono successi nella nostra assenza!”.

“Però io penso che se vado anche io con lui questo non accadrà.” intervenne Caspian. “Io sto a Narnia e in qualche modo devo tornarci.”.

“Vi state mettendo nei guai!” esclamò Peter.

“Io vado con loro!” esclamò Luna in tono sognante.

“Ma allora vado pure io!” sentenziò Neville.

“Io ci sto!” esclamò Cho.

“Anche io!” disse Susan.

“Ma che stai facendo?” la rimproverò Peter.

“Caspian ha ragione: lui sta qui e in qualche modo deve tornarci, quindi torniamo anche noi!” esclamò lei.

Anche tutti gli altri aderirono e anche Peter dovette cedere. Edmund e Caspian avevano il sorriso sulle labbra, come se avessero appena conquistato qualcosa. Cominciammo a seguire Edmund e i suoi fratelli attraverso un vialetto sterrato e ricoperto di erba. C’erano tanti alberi.

Oddio che affermazione cretina. Se siamo in una foresta cosa pensi che ci sia la sabbia? A volte mi meraviglio della mia stupidità.

“Ragazzi, datemi retta, quel passaggio ormai si è chiuso!” esclamò Peter.

“E questi secondo te che sono? Visoni morti?” disse Edmund indicando dei cappotti.

“Non ci credo!” esclamò Susan.

“Ma allora non si è mai chiuso!” esclamò Lucy.

“E allora perché da di là non siamo più potuti tornare?” chiese Peter.

“E chi lo sa?” disse Susan. “L’importante è che adesso possiamo andare a trovare il professore!”.

“Il professor Diggory?” chiese Cho.

“Sì, proprio lui!” dissi.

“Grandioso!” esclamò lei con finto sarcasmo.

Continuammo ad andare verso l’armadio.

“Ahi Caspian!” esclamai.

“Ehi Susan, la vuoi finire?” le disse Peter.

“Ragazzi, non urlate!” esclamò Lucy.

“Io certo che urlo se mi acciacchi i piedi!” obiettò Edmund.

“Harry, la pianti di inciampare?” gli disse Ron.

“Scusa ma è troppo buio e non ci vedo.”.

“Luna, non spingere!” esclamò Hermione.

Io ero schiacciata tra Peter e Ginny. Lei mi spinse in avanti e persi l’equilibrio. Uscimmo dall’altra parte dell’armadio con un gran frastuono.

“Ma che succede?” esclamò il professor Diggory alzandosi velocemente da un letto.

Sulla sua faccia apparve un’espressione di stupore vedendoci improvvisamente in camera sua.

“Professor Diggory!” esclamò Peter.

“Ma voi siete i quattro fratelli Pevensie?” chiese.

“Sì!” esclamò Edmund.

“Quanto siete cresciuti ragazzi!”

Poi sbirciò dietro di loro e squadrò me e Caspian.

“E loro chi sono?” chiese infine.

“Io sono il principe Caspian!” si presentò lui.

“Il principe di Telmar?” disse sbalordito.

Caspian annuì.

“Mio re!” fece per inchinarsi ma lui lo fermò.

“Questa è mia sorella, la regina Miriam decima, ma forse lei la conosce solo per Miriam.” mi presentò.

“Miriam, quanto tempo era che non ti vedevo!” esclamò.

Guardò ancora dietro e squadrò adesso tutto l’Ordine.

“E voi chi siete?” gli domandò.

“Penso che lei mi conosca bene e pure gli altri!” intervenne Cho. “Io sono Cho Chang.”.

Sul viso del professore apparve un filo di tristezza.

“La ragazza del mio Cedric?” le chiese.

Lei annuì.

“Ma allora voi siete i ragazzi di Hogwarts. E tu” indicò Harry. “Tu sei Harry Potter, colui che ha riportato il corpo del mio Cedric. Non sai quanto te ne sono grato!”.

La povera Cho si stava per mettere a piangere, quando Harry arrivò e l’abbracciò per consolarla.

“Ma che ci facevate a Narnia? E perché il passaggio non si è chiuso?” domandò il professore.

In breve spiegammo quale era la situazione a Narnia e il professore ne rimase sbalordito.

“Ma come è possibile? Un mago a Narnia? Non si era mai sentita una cosa del genere! Dovete assolutamente saperlo combattere!”.

Cominciò a camminare su e giù per la stanza.

“Dovete addestrarli!” esclamò rivolgendosi all’Ordine. “E’ l’unica soluzione. Conto su di voi per la liberazione di Narnia. Su tutti voi.” e li indicò uno per uno.

“Da quanto mi avete raccontato però posso dedurre una cosa.” riprese. “A Narnia è successo qualcosa talmente tremendo da far riaprire alcuni, forse tutti i passaggi che da qui portano lì.”.

“Professore, non capisco.” dissi.

“Come ti spieghi che il mio armadio, il tuo armadio e il Cappello Parlante si siano risvegliati così di colpo?” disse.

In effetti aveva ragione: tre portali riaperti uno dopo l’altro. La cosa era strana.

“E sono certo che c’è una sorta di comunicazione tra Hogwarts e Narnia. Che cosa strana la magia.” disse. “E sono più che sicuro che c’è ancora un ultimo portale da sbloccare.”.

“In che senso?” chiese Peter.

“Non lo so, io sto solo facendo delle ipotesi. Quattro erano i troni di Cair Paravel, quattro eravate voi…”.

“E allora?” disse Edmund.

“Ma è così difficile da spiegare?” disse il professore scocciato. “A Narnia è sempre stato tutto collegato.”.

“Caspian ci ha chiamato…” disse Susan.

“E siete sicuri che non c’è solo qualche battaglia di mezzo?” disse il professore.

Tutti si zittirono immediatamente.

“Dobbiamo andare via subito!” esclamò ad un certo punto Caspian.

“Perché? Che succede?” chiese Hermione.

“Il tasso ne sa qualcosa.” rispose cupo.

“Cosa? Significa che non ci hanno detto tutto?” esclamò Peter incredulo.

Caspian annuì. Salutammo velocemente il professore e riattraversammo l’armadio per tornare a Narnia.

“Caspian, ci dici che succede?” gli chiese Harry.

“Dopo che sono scappato ho incontrato Trumpkin, Nikabrik e Trafolanter. Mentre ero disteso su un letto con una benda in testa ho sentito il tasso parlare di qualcosa riguardo dei portali. Non avevo preso in considerazione la cosa perché non sapevo che cosa fosse. Diceva che secondo lui era un segno che fossi arrivato con il corno della regina Susan…” spiegò velocemente.

Salimmo sulle canoe. Peter riuscì a ritrovare la strada per fortuna e arrivammo a Beruna in breve tempo. Fermammo le canoe sulla solita insenatura e Caspian cominciò a correre.

“Caspian!” gli urlai ma lui era già partito.

“Ce la fai a trasportarla?” chiesi a Ginny indicando la mia canoa.

“Sicuro!” esclamò lei.

Rincorsi mio fratello ma lui era già arrivato.

“Dov’è il tasso?” domandò impaziente ad un fauno.

Lui si limitò ad alzare le spalle. Tirò fuori la spada e io affrettai il passo.

“Ti ho chiesto dov’è il tasso!” esclamò dividendo le parole.

“Caspian!” urlai e appena arrivai accanto a lui gli diedi una spinta. “Che ti prende?”.

“Cerco il tasso!” rispose.

“Ma si fa con calma!” esclamai.

“Scusa.” disse rivolgendosi al fauno.

“Non preoccupatevi mio Signore!” rispose lui calmo ma titubante.

“Dov’è Trafolanter?” gli chiesi poi io con calma.

“Penso dentro…” rispose incerto.

Caspian ricominciò a correre.

“Ehi!” esclamai. Lui si girò e io indicai il tasso mentre lavorava.

“No!” gli dissi quando stava ripartendo con la mano sulla spada. “Ci parlo io!”.

Andai verso di lui e lo convinsi ad uscire.

Fuori c’erano tutti ed erano in attesa del nostro ritorno.

“Che succede?” chiese Susan.

“Eccoli!” esclamò Malfoy in tono sprezzante. “I babbani che giocano a fare i re e che cercano invano delle porte.”.

Lo guardai malissimo, poi guardai Hermione che stava facendo la stessa cosa.

“Lo uccido io o ci pensi tu?” le dissi.

“Cosa sai dei quattro portali?” sentii Caspian

Mi girai subito per ascoltarlo. Ci avrebbe pensato Hermione. Al diavolo quello che diceva quello stupido di Malfoy.

“Si dice che siano quattro e che debbano essere liberati da quattro persone diverse.” spiegò.

“Continua!” lo esortò Caspian.

“In genere appaiono in momenti di conflitto.” disse. “Fino ad ora è successo solo tre volte. La quarta ed ultima, quando saranno di nuovo liberati verrà sprigionata una forza talmente grande da riuscire a cacciare tutto il male contro i nemici.”.

“E quindi tu pensi che questa sia la quarta volta?” gli chiese Caspian.

“Finora non c’è niente di accertato, ma io credo che questa sia la volta buona.”.

“Quindi potrebbero essere anche solo sciocchezze?” chiese Peter.

“Sono solo favole che si tramandano, generalmente di padre in figlio.” rispose il tasso. “Ma c’è di più. Un’altra profezia è legata a questo.”.

“Ancora?” domandò Edmund. “Ma quante profezie esistono?”.

“Mio re, credetemi, questo posto stupisce sempre più anche me.” affermò il tasso.

“E cosa direbbe questa profezia?” chiese Lucy.

“Quando i ragazzi i quattro portali libereranno, essi sui troni di Cair Paravel siederanno e gli antichi re supremi di un tempo gli lasceranno il posto con ardimento.” recitò il tasso.

“Ma se la profezia esiste si può accertare guardando sulla Tavola di pietra…” intervenne Susan.

“Abbiamo già controlla Vostra Maestà, ma non è stata trovata.” rispose il tasso. “Resta la scelta: crederci o no.”.

“E perché non ce l’hai detto subito?” gli domandò Lucy.

“Pensavo non fosse così importante…” rispose come dispiaciuto.

“Puoi andare!” gli dissi e lui tornò a lavorare.

“Che facciamo?” chiese Luna.

“Tu ci credi Caspian?” gli domandai ignorando Luna.

“Ai portali?” disse. “Sì! Ne abbiamo appena liberato uno.”.

“E gli altri tre?” gli chiese Hermione.

“Siamo in un vicolo cieco, ma quello di prima poteva essere un inizio.” disse Caspian.

“Ma poteva essere una coincidenza, no?” disse Susan.

“Voi credete sempre alle coincidenze!” esclamò mio fratello.

“Guarda che eri tu quello delle coincidenze!” ribattei. “Io me lo ricordo!”.

“E comunque per me non lo è! Per me esistono e dobbiamo cercarli!” si indignò.

“Ma Caspian, non abbiamo delle prove da quanto ho capito.” gli ricordò Ron.

Caspian era esasperato, nessuno gli credeva.

“Chi la pensa come me allora?” chiese infine.

Io, Edmund, Lucy, Harry e Cho alzammo la mano.

“Bene!” esclamò Caspian alzandosi.

“Dove vai?” gli domandai.

“A riflettere!” esclamò arrabbiato. “Sai, ogni tanto fa bene.”.

Lo guardai male. Io che gli avevo fatto? Se era arrabbiato non se la doveva prendere con me! Mi alzai anche io e incrociai le braccia.

“Scusami!” disse sorridendo e allargando le braccia. Io lo abbracciai. “Ma mi sono rotto! Nessuno mi crede!”.

“Io sì!” esclamai.

“Perché tu mi vuoi bene!” disse rassegnato.

“Perché io ti credo!” ribattei. “E naturalmente ti voglio bene!”.

Si sciolse dall’abbraccio e si avviò dentro.

“Caspian aspetta!” esclamò Susan seguendolo.

“Che facciamo?” ripeté Luna.

“E se cominciassimo ad allenarci?” propose Edmund.

Ci fu un coro di assenso.

“Però cominciamo noi perché siamo a corto di personale…” dissi guardando verso la Tavola di pietra.

“Ma non abbiamo spade.” disse Ginny.

“Né vogliamo averle!” esclamò Malfoy.

“Stai zitto!” esclamarono i gemelli insieme.

“Non esiste un incantesimo per duplicarle?” disse Lucy.

Hermione si alzò e cominciò a duplicare la sua e poi l’arco, le frecce e il pugnale. Tutti fecero come lei tranne Malfoy.

“Penso ti convenga.” gli consigliai. Sbuffò e poi fece come gli dissi.

“Dividiamoci per casa e cominciamo!” esclamò Harry entusiasta.

 

 

Eccomi con il nuovo capitolo! Come vi sembra?

Solo come al solito in ritardo! Credetemi, io ho un sacco di voglia di scrivere ma questa cavolo di scuola mi riempie di compiti. >.<

Per fortuna che ora però arrivano le vacanze e sinceramente non vedo l’ora! Se non aggiorno prima auguro a tutti voi una buona Pasqua! ^^

Poi volevo ringraziare _Sister_, MooN94 e FrancyPevensie. Grazie di cuore, veramente. Senza di voi non saprei come andare avanti.

Al prossimo capitolo gente.

Vi anticipo solo che sarà molto stupido! Spero che vi piacerà! :D

Miriam.

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Capitolo 15
*** Prime lezioni con la bacchetta e discorsi stupidi con mio fratello ***


Salve a tutti! Come sono andate le vacanze? Spero meglio delle mie perché il giorno di Pasqua sono stata male e volevo andare ad un concerto. _Sister_ ne sa qualcosa! Però ho aggiornato, questa volta leggermente prima del previsto! Contenti? :D

Allora per prima cosa ringrazio chi legge, chi mette tra i preferiti o le seguite e soprattutto chi ha recensito l’altro capitolo: FrancyWeasley e P e r l a. Grazie di cuore, davvero!

FrancyWeasley: non mi uccidere ti prego!!! :D

E poi ringrazio anche i recensori generali della storia: _laura17_, MooN94 e _Sister_.

Ah, vi avviso, questo capitolo è molto stupido a mio parere, però mi sono divertita molto a scriverlo! Spero piaccia anche a voi.

L’ultima cosa poi vi lascio al capitolo: volevo dedicarlo ad un mio amico. Si chiama Andrea e visto che in questo capitolo cito il sorbo (che è una pianta) e lui è soprannominato così mi ha fatto pensare a lui.

Ecco il capitolo! :D

 

 

Io avrei dovuto insegnare a Ginny, Fred e Malfoy. Certo, se Caspian fosse tornato subito sarebbe stato molto più semplice. Ci dividemmo come deciso in precedenza e gli altri cominciarono subito.

“Non sei un’esperta, vero?” mi chiese Fred.

“No, sapete, ho imparato da poco e poi non c’è stata nessuna spiegazione con me. Peter, Edmund e Caspian mi stavano attaccando e io ho reagito.” spiegai. “Però se aspettate qui lo vado a chiamare, così mi aiuta.”.

Mi stavo avviando dentro quando sentii Malfoy dire:

“Perdente!”.

Quello era veramente troppo! Ci sta la presa in giro, ma dopo un po’ basta.

Tornai subito indietro con la mano sulla spada pronta a tirarla fuori dal fodero da un momento all’altro.

“Penso che tu voglia batterti a duello con me, vero?” gli dissi.

“Io non volevo!” esclamò.

“In piedi!” esclamai con la spada puntata. “In piedi!” ripetei.

Vedendo che non lo faceva gli feci saltare tutti i bottoni della camicia. Fred rise. Malfoy si alzò subito.

“Fred, Ginny, osservate!” gli dissi.

Malfoy alzò la spada.

“Forza!” lo incitai. “Vediamo che sai fare! Così scopriremo chi è il perdente!”.

Cominciò lo scontro. Non se la cavava male, ma si muoveva come un ubriaco. Schivai un suo colpo e gli andai dietro. Lui si girò, ma gli feci cadere la spada e poi gli puntai la mia. Ci fissammo per qualche secondo, poi rimisi la spada nel fodero e dissi a Fred e Ginny:

“Vado a cercare mio fratello!”.

“Cavoli!” commentò Fred. “E poi non sapresti insegnare, eh?”.

“So combattere, insegnare è diverso!” dissi soddisfatta.

Mi diressi verso l’entrata e dissi:

“Caspian? Ci sei?”.

Poi avanzai e andai davanti alla porta della camera. Da lì sentii delle voci.

“Ma perché non mi credi Susan?” questo era Caspian.

“Perché è impossibile!” esclamò.

“Perché tu dubiti di tutto, vero?” le disse lui.

“Sempre!” urlò lei. “Se vuoi saperlo io sono stata l’ultima a credere nell’esistenza di questo mondo! Perchè io sono razionale!”.

“Sei razionale quando non devi!” le urlò lui. “I portali esistono e tu ti devi fidare.”.

“No!” disse lei.

“Allora non c’è nient’altro da dire!” esclamò. “Vado a combattere!”.

“Caspian!” urlò lei. Dalla voce si capiva che stava piangendo.

“Susan…” disse lui. “Se non ti fidi di me come puoi…”.

A quel punto entrai. Erano abbracciati e si guardavano.

“Scusate, se volete me ne vado.” dissi imbarazzata.

“No.” disse Caspian. “Stavamo per arrivare.”.

“Caspian, mi servi!” esclamai. “Non so come fare, so combattere, ma non so insegnare.”.

“Arrivo!” esclamò seguendomi, ma fissando per l’ultima volta Susan.

Uscendo la guardai pure io.

“Che c’è?” mi chiese sospettoso.

Fissa la stanza da dove era appena uscita Susan.

“Che c’è?” ripetè.

Gli sorrisi e guardai indietro.

“Non far finta di non aver capito!” esclamai.

“Non so di che parli!” si difese.

Continuai a guardarmi indietro molte volte.

“Avanti, cammina!” disse svoltando gli occhi al cielo. Poi sorrise. “Mannaggia alle sorelle pettegole!” esclamò cingendomi le spalle e baciandomi sulla fronte.

Ma che impicciona che ero! E che pettegola! Però mi divertivo. Lo sapevo, gli si leggeva negli occhi: gli piaceva Susan. Erano carini.

“Smettila di guardarmi in quel modo!” esclamò Caspian.

“Ok, scusa tanto!” esclamai continuando a guardarlo.

“Dopo me la paghi!” mi minacciò.

Arrivammo fuori dove Ginny, Fred e Malfoy stavano aspettando. Gli altri già si allenavano: erano buffi, si muovevano goffi, ma non andavano così male!

Caspian cominciò a fare la sua spiegazione dettagliata e io gli facevo da cavia e combattevo per farli allenare. L’unico che sembrava non essere entusiasta era Malfoy. Lo sapevo, mi odiava perché mi stava guardando male. Gli avevo solo rotto la camicia, nulla di più. Lui se l’era cercata.

Era l’unico che però non si applicava. Fred stava diventando sempre più bravo e Ginny aveva una grinta da far paura. Lei sì che avrebbe dato del filo da torcere ai telmarini.

“Io ci rinuncio!” esclamò Malfoy gettando la spada a terra. Poi tirò fuori la bacchetta e si ricucì la camicia.

“Io un’altra volta non glielo rispiego!” esclamai.

“Se vuoi ci penso io!” propose Ginny.

“No, tranquilla!” esclamai. “Quando ha voglia ritorna!”.

“Certo che lui è proprio strano.” commentò Fred. “Ma sei davvero così scemo come sembri?” gli urlò ridacchiando.

“Fred, non provocarlo…” gli intimai.

“Non ho paura di uno che si tira indietro!” urlò ancora.

Malfoy si alzò e con fare deciso venne verso di noi.

“Ora vediamo chi si tira indietro, Weasley!” esclamò raccogliendo la spada.

Loro cominciarono a combattere. Malfoy era bravo, solo che non aveva voglia. Dopo un po’ nessuno dei due aveva perso e Caspian disse:

“Io mi intrufolo! Questi ragazzi ci sanno fare!”.

Così diventò un duello a tre. Alla fine anche io e Ginny ci aggregammo. Gli altri ci stavano guardando. Alla fine Caspian uscì vittorioso, ma dovette congratularsi con tutti, anche con Malfoy. Naturalmente lui fece finta di non sentire, anche se si vedeva che era orgoglioso.

“E la mia sorellina è diventata brava!” si complimentò Caspian.

“Grazie Caspian!” esclamai.

“Basta così per oggi!” esclamò Peter. “Complimenti a tutti!”.

“E oggi pomeriggio lezioni di magia!” esclamò Harry.

Pranzammo e poi cominciammo ad allenarci con la magia. Loro non riuscirono a duplicare le loro bacchette perché avevano detto che era impossibile, quindi andarono a prenderle ad Hogwarts con la passaporta. Andarono via solo Harry, Hermione, Ron, Fred, Ginny e Neville. Gli altri restarono.

Avevo notato che stranamente Susan se n’era stata quasi sempre da sola nelle ultime ore.

“Eccola là!” la indicò George. “E’ proprio strana quella ragazza! Un momento parla e non si azzitta un attimo e proprio non la sopporto. Due secondi dopo invece è lì da sola, muta e ferma.”.

“Devi solo saperla prendere.” gli dissi. “Ma poi non ti stava antipatica?”.

“Se fosse sempre in quel modo non darebbe fastidio a nessuno!” esclamò.

Mi guardai in giro per il prato e tutti non stavano facendo niente. Non avendo niente da fare pure io mi limitai a fissare Edmund.

“Ehi, ti sei incantata?” mi chiese George.

“No, la nostra piccola regina è innamorata!” esclamò Caspian che era venuto accanto a me.

“Ma stai zitto!” esclamai schiaffeggiandolo più volte sulla schiena.

“E chi sarebbe il fortunato?” mi chiese George.

“Secondo te chi stava guardando?” gli disse Caspian ridendo.

“Ora smettetela! Tutti e due!” esclamai.

“Ma veramente?” mi chiese ancora George.

“Ma certo che no!” esclamai.

Mi voltai verso Caspian e vidi che stava facendo sì con la testa.

“Ehi, smettila!” piagnucolai.

Per fortuna Harry e gli altri riapparvero e cominciammo. Guardavo Caspian malissimo e lui ridacchiava.

“Che ridi?” gli dissi, ma lui continuava. Sbuffai e svoltai gli occhi al cielo.

“Abbiamo trovato queste bacchette. A turno provatele. Se nessuna vi va bene o ne servono altre le andiamo a prendere!” esordì Ron.

Aspettai che gli altri avessero finito prima di provarne qualcuna. Sull’impugnatura di ognuna c’era un’etichetta con scritto il nome di un albero e la caratteristica di un animale. Ne provai una dove c’era scritto acero e crine di unicorno. La agitai nell’aria, ma colpii Neville che volò in aria e ricadde subito a terra.

“Oddio!” dissi andando verso di lui. “Neville, stai bene?” gli domandai.

Intorno a lui si erano radunati anche gli altri.

“Sì, non è successo niente!” disse alzandosi.

“Sicuro?” gli domandai. Lui fece sì con la testa.

“Scusa!” gli dissi.

“Niente, tranquilla!” disse lui.

“Se non uccidessi nessuno sarebbe meglio.” commentò Edmund.

“No, non voglio!” esclamai. “Non voglio avere certi crimini sulla coscienza.”.

Tornai dove ero prima e raccolsi le bacchette che avevo lasciato a terra. Caspian mi fece l’occhiolino. Questa volta gliel’avrei fatta pagare, a lui e alle sue prese in giro.

Presi una bacchetta in cui c’era scritto sorbo e crine di Thestral. La agitai verso Caspian e lui cadde a terra come Neville.

“Oh, scusami tanto Caspian!” lo canzonai.

“Che sorella stupida che ho!” esclamò rialzandosi.

Poi ne presi un’altra: c’era scritto tiglio e corda di cuore di drago. La provai e questa volta nessuno cadde a terra. Si accese come una luce sopra di me e poi scomparve.

“Ti ha scelto!” disse Fred.

“Ehi Caspian, sei rimasto solo tu!” gli disse Ron.

“Guarda, ce n’è una come quella di tua sorella!” esclamò Peter. “Provala, magari visto che siete fratelli ce l’avete uguale anche se noi quattro ce l’abbiamo tutte diverse.”.

Gliela lanciò e lui la prese al volo. La agitò e successe quello che era successo a me. Ci dividemmo in case e Ginny cominciò a spiegare gli incantesimi.

“Il primo che vi insegneremo è l’Expelliarmus. È noto anche come Incantesimo di Disarmo.” cominciò.

“E naturalmente serve per disarmare l’avversario!” intervenne Fred.

“Capitan ovvio!” esclamò Ginny. Io risi.

“Dovete agitare la bacchetta in questo modo.” e fece vedere il movimento che mi aveva insegnato sulla barca: agitare e colpire. In definitiva non era difficile, solo che io avevo imparato il Levicorpus.

“Avete capito?” ci chiese lei.

Io e Caspian facemmo sì con la testa.

“Ehi tu!” Ginny si rivolse a Malfoy. “Hai intenzione di collaborare oppure no?”.

Lui non rispose.

“Bene, lo prenderò per un sì!” esclamò lei.

“Weasley, tu non hai proprio capito niente!” esclamò lui. “Col cavolo che io combatto!”.

“Ma tu non hai dato una risposta concreta, sei stato zitto!” esclamò Fred. “Non conosci il detto <<Chi tace acconsente>>?”.

“E questa da dove salta fuori?” gli chiese la sorella.

“E’ un detto babbano!” spiegò lui. “L’ho sentito dire a papà qualche tempo fa.”.

“Allora?” disse Malfoy scocciato. “Che devo fare?”.

“Ti alleni con noi!” lo fulminò Ginny.

Dovette alzarsi e cominciare a combattere.

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Capitolo 16
*** I fratelli diventano sempre più stupidi quando ci sono di mezzo le battaglie. ***


Eccoci di nuovo qua!

Su questo capitolo ci sono delle AVVERTENZE (in realtà è solo una :D): è molto, ma molto più stupido dell’altro! A vostro rischio e pericolo se lo leggete! xD

Spero che vi piacerà comunque!

L’ho scritto quasi tutto mentre stavo andando a Fermo a fare un esame al conservatorio! Il viaggio era pieno di curve quindi non so che cosa è venuto fuori! L’esame è andato bene e male perché ho bocciato una prova che devo ridare a settembre!

Ringrazio come al solito tutti, in particolare FrancyWeasley e P e r l a.

Se vi può interessare l’ho scritto ascoltando le seguenti canzoni (anche se con la storia in sé non c’entrano molto!):

Slave me – Scorpions

Rock zone – Scorpions

Ego brain – System of a down

Somebody to love – Queen

I want to break free – Queen

The show must go on – Queen

Bohemian Rhapsody – Queen

Don’t stop me now – Queen

The march of the swordmaster – Rhapsody of fire

Sugar – System of a down

Mad world – Gary Jules (colonna Sonora di Donnie Darko)

Sweet home Chicago – Blues Brothers

Come premesso non c’entrano niente, ma mi andava di scriverle lo stesso!

Ora vi lascio al capitolo!:D

 

 

 

“Io controllo!”disse Ginny.

“Scusa, non dovrei farlo io?”le disse Fred. “Io sono al settimo anno e tu al quarto. Ho un po’ più di esperienza!”.

“Ma se tra te e George di grazia se in due riuscite a prendere ‘Oltre Ogni Previsione’ “lo prese in giro lei.

“Ma ai G.U.F.O. siamo passati!”le ricordò.

“Allora prego, controlla tu!”gli cedette il posto Ginny.

“Posso controllare io?”chiese Malfoy.

“No!”esclamarono Ginny e Fred insieme.

“Io mi alleno con Ginny!”esclamai facendo la linguaccia a Caspian.

Ora lui si sarebbe dovuto allenare e sorbire Malfoy. Mio fratello mi fulminò con lo sguardo. Era la mia vendetta!

“Ora disarmami!”mi disse Ginny che era davanti a me.

Mi concentrai per bene e poi dissi:

“Expelliarmus!”.

Un lampo di luce rossa uscì dalla mia bacchetta che però non fece saltare via quella di Ginny.

“La scuoti troppo!”mi disse Fred.

Riprovai scuotendola meno ma non funzionò ugualmente.

“Ora era troppo in alto!”mi disse tirandomi giù il braccio.

“Riprova come hai fatto ora ma con il braccio più basso.”mi consigliò.

Feci come mi disse e questa volta la bacchetta di Ginny saltò via.

“Esatto!”esclamò Fred.

“Bravissima!”si complimentò Ginny.

Naturalmente Caspian ebbe la fortuna di riuscirci subito.

“La fortuna del principiante!”esclamai ma lui non ci fece caso.

Continuammo per altre ore per perfezionare l’incantesimo, poi Harry disse che per quel giorno poteva bastare. Fuori era quasi buio, ma Caspian mi chiese ugualmente:

“Andiamo a vedere a che punto è quel ponte?”.

“Sarebbe quasi buio…”gli dissi.

“Sei con me, che ti capiterà mai?”mi disse.

Alla fine acconsentii. Non poteva accadermi nulla con lui.

“Noi andiamo a vedere il ponte!”disse Caspian.

“Ok, ma state attenti!”lo avvertì Peter.

Uscimmo fuori e ci avviammo verso la foresta che ci divideva dal fiume.

“Perché mi avresti fatto allenare con quel deficiente?”mi chiese.

“Semplicemente per il fatto che non mi ci volevo allenare io!”esclamai varcando la soglia della foresta. “L’hai detto tu, è un…”.

“Zitta!”mi interruppe.

“Ehi, ma che…”.

“Zitta ho detto!”esclamò. “C’è qualcuno!”.

Entrambi tirammo fuori la spada.

“Allora torniamo indietro!”gli dissi.

Ad un certo punto qualcuno arrivò da dietro e mi puntò un pugnale alla gola. Caspian non fece in tempo a girarsi che stava già combattendo con un altro soldato di Telmar che fece fuori.

“Butta a terra la spada!”mi intimò l’uomo. “Buttala!”.

Feci come mi disse e la spada di Peter cadde sull’erba umida.

“Lasciala!”esclamò Caspian.

“Non sei tu a fare le condizioni!”esclamò il soldato.

“Mostra rispetto alla tua regina!”esclamò Caspian.

“Il mio unico re è Miraz!”esordì. “Ora butta la spada a terra anche tu se non vuoi che la tua amichetta finisca con la gola tagliuzzata.”.

“Caspian…”dissi con voce roca.

“Buttala a terra!”esclamò ancora.

Vedendo che non lo faceva aumentò la pressione sulla mia gola e sentii qualcosa di caldo scendere lungo il mio collo.

“Se provi ad aumentare la presa…”lo minacciò Caspian buttando la spada.

Il soldato mi sollevò per portarmi via, ma poi si fermò di colpo.

“Lasciala andare!”intimò una voce familiare alle mie spalle.

Caspian raccattò la sua spada.

“Altrimenti?”gli disse il soldato.

“Altrimenti sarà la tua gola a finire tagliuzzata!”esclamò ancora la voce.

Il soldato allentò la presa. Gli diedi una gomitata nello stomaco, ma girandomi di scatto sentii la lama del pugnale solcare la mia guancia e poi il naso. Me la tastai e il sangue stava scorrendo da due tagli. Non importava.

Raccolsi la spada. Il soldato si era liberato da quello che avevo scoperto essere Edmund. Mi aveva salvato. Anche gli altri erano arrivati e c’erano altre guardie. Malfoy combatteva con la spada con un soldato. Anche se se la cavava bene era in netto svantaggio.

“Draco, usa la bacchetta!”gli urlai mentre ne uccidevo un altro. Si tastò ma non la trovò. Presi la mia e corsi dietro di lui dicendo:

“Stupeficium!”.

Anche se non l’avevo imparato la guardia cadde a terra. I soldati erano stupefatti.

“Ed!”esclamai indicando dietro di lui.

Una guardia stava arrivando. Per fortuna che l’avevo avvertito.

Alla fine alcuni soldati erano fuggiti, altri morti e Peter era riuscito a trattenerne uno.

“Io non penso che al tuo capo farebbe piacere sapere che avete agito senza il suo permesso.”gli disse cattivo.

“Quei ragazzi…”disse il soldato. “Avete visto che hanno fatto? Era magia!”.

“E ti conviene non dire niente al tuo generale!”esclamò Caspian. “Non gli farebbe piacere.”.

“Lasciatelo andare!”esclamò Susan. Poi si avvicinò e gli prese il mento tra le dita. “Tornatene da dove sei venuto, codardo!”esclamò infine.

Peter lo lasciò e lui corse velocemente verso il fiume

“Ci spiavano!”osservò Caspian.

Si girò verso di me e poi sbiancò.

“Sei coperta di sangue!”esclamò sgranando gli occhi.

“Stai tranquillo!”lo rassicurai.

“No, ora andiamo!”si indignò lui. “Quella ferita non mi piace.”.

“Ma ha quasi smesso di sanguinare!”ribattei.

“Io intendevo quella sulla gola!”.

Vedendo che non mi muovevo mi prese in collo.

“Non c’era bisogno…”gli dissi.

“Vengo anche io!”disse Edmund.

Arrivammo alla Tavola.

“Dell’acqua e delle bende, per favore!”disse Edmund alla gente che lavorava. Mi portarono in camera.

“Le prendo io!”disse Caspian uscendo.

“Grazie Edmund!”gli dissi.

“Ma di che…”disse. “Più che altro se sei tonta!”.

Piano piano la stanza si affollò di gente. Mi sentivo tanto stupida. Avevo il vestito sporco e la faccia tutta rossa sia di sangue sia per la fatica. Caspian riapparve e mi pulì la ferita e mi fasciò.

“Secondo voi glielo dirà?”chiese Lucy.

“Sì.”rispose Caspian. “Lo uccideranno, ma è obbligato a dirlo.”.

“Questo vuol dire che siamo nei guai…”commentò George.

“Puoi alzarti!”mi disse mio fratello.

“Finalmente!”esclamai.

Uscii fuori mezza intontita e mangiai tantissimo.

“Mi sa che le ferite fanno aumentare la fame…”commentò Hermione e ridemmo.

Dopo cena gli altri andarono dentro e io e Caspian restammo fuori a guardare le stelle.

“Lo sai che mi hai fatto prendere un bello spavento prima?”mi disse lui mentre mi sdraiavo con la testa sopra le sue gambe mentre mi accarezzava i capelli.

“Già…si è visto da come sei sbiancato vedendomi insanguinata…”commentai.

“Tu non hai idea di come mi sarei sentito se avessi dovuto perderti di nuovo.”disse.

“Non dirlo a me.”dissi. “Se non ci fosse stato Edmund…”.

“E fu così che gli occhi della regina diventarono a forma di cuore…”mi prese in giro lui.

“Zitto che a te piace Susan!”esclamai.

“Non è vero!”esclamò!”esclamò.

“Sì.”.

“No…”.

“Sì”.

“Ehm no…”.

“Sì!”.

Lo guardai sorridendo e lui ricambiò.

“E va bene sì!”.

“Ah, lo sapevo!”.

“E che mi dici di Edmund?”mi disse ora lui.

“Ma stai zitto!”risposi.

“Ops, qualcuno è innamorato!”urlò lui come un pazzo.

“Deficiente!”commentai.

Ad un certo punto si affacciò Susan che disse:

“Caspian, che ti succede?”.

“Oh, niente!”esclamò lui ora serio.

“Uh, Caspiaaaaaaaaaaaaaaaaaan!”dissi come una cretina.

“Miriaaaaaaaaam!”disse lui come me.

Alla fine scoppiammo entrambi a ridere.

“Scusate, la potete smettere di urlare?”.

Peter era uscito e ci fissava imbambolato.

“Scusa!”gli disse mio fratello.

“Tre tagli ti hanno dato alla testa…”commentò Peter rientrando.

“Allora ti piace?” mi chiese.

“Ma chi?”gli dissi.

“Edmund, tonta!”esclamò.

“No…”risposi vaga.

“Strano, a me sembrava di aver sentito dire da lui qualcosa su di te…”disse.

“Veramente?”gli chiesi speranzosa.

Mi accorsi troppo tardi che mi ero tradita da sola.

“Allora lo ammetti?”mi disse e io annuii rassegnata.

“Me lo racconti che ti ha detto?”dissi ora impaziente.

“Io l’ho detto solo per farti vuotare il sacco!”esclamò.

“Brutta canaglia di un fratello! Per non dire altre parole!”esclamai alzandomi.

Cominciai a fargli il solletico.

“Brutto…bastardo…Caspian…decimo…principe…di Telmar!”esclamai dividendo le parole.

“Dai scusa, te lo dico!”urlò. “Però smettila!”.

“Ma allora ha veramente detto qualcosa?”gli chiesi.

“Sì…”.

“E cosa?”.

“Che sei carina!”.

Oh. Non sapevo che dire. Non me lo sarei mai aspettato.

“Rimasta senza parole, eh?”mi disse.

“No, è che non me l’aspettavo.”dissi sognante.

“Mi sembri Luna…”commentò e io sorrisi.

“Ma provaci con Susan!”esclamai.

“Ma come?”mi chiese.

“Cazzo, Caspian, sei un bel ragazzo!Usa…”mi bloccai. “No, niente, lasci che ci provi lei.”.

In quel momento mi guardava con una faccia da punto interrogativo, ma poi scoppiò:

“Uh…ahahahaha! Hai confessato!”.

Ora ero io che lo guardavo male.

“Smettila!”esclamai.

Tanto non la piantava. Ricominciai a fargli il solletico. Poi fu il contrario: era lui che lo faceva a me e poi di nuovo io che lo facevo a lui.

“Vogliamo smetterla entrambi e avviarci dentro?”gli proposi.

“Direi di sì!”concordò.

Ci alzammo e lui mi cinse le spalle.

“Io mi devo cambiare il vestito…”dissi.

“E io ti voglio bene!”esclamò abbracciandomi.

“Pure io!”ricambiai.

Alcuni ragazzi erano alla Tavola e qualcuno in camera. Entrata in essa vidi subito che era enorme.

“Gli abbiamo fatto un incantesimo!”mi spiegò Ron.

“Bravi!”mi complimentai.

Guardai in cerca di un vestito e ne trovai uno rosso identico a quello bianco. Feci uscire un attimo gli altri e mi cambiai velocemente, poi uscii dalla stanza per andare verso la Tavola. Lungo il corridoio incontrai Malfoy che andava nella direzione opposta alla mia.

“Ehi, aspetta!”esclamò.

Mi voltai e lui era davanti a me.

“Grazie…”disse.

“Come scusa?”.

“Grazie!”esclamò.

“E per cosa?”.

“Per avermi salvato prima.”rispose. Riuscii a intravedere un mezzo sorriso sulla sua faccia. “Senza di te non sarei qui. Grazie davvero.”.

Poi fece una cosa inaspettata: mi abbracciò. Ero stupita tantissimo! Ricambiai l’abbraccio.

“Di niente!”dissi infine e lui andò in camera.

Che tipo! Quel gesto era stato strano ma mi aveva colmato di felicità: non tutti i giorni Draco Malfoy decide di diventare educato e di abbracciare qualcuno. Andai alla Tavola: chiacchierammo un po’ di strategie di combattimento e poi andammo a dormire.

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Capitolo 17
*** Non vedevamo proprio l'ora che arrivassero i telmarini. La cosa si complica. ***


Nei giorni seguenti ci allenammo di continuo. Imparammo nuovi incantesimi per combattere e difenderci. Non era sicuro che li avremmo utilizzati ora che i telmarini lo sapevano. Per un po’ nessuno parlò dei quattro portali anche se io e Caspian ogni tanto ne parlavamo tra di noi e ipotizzavamo i posti in cui potevano essere, ma più ci pensavamo e più ci sembrava impossibile. Ogni tanto qualcuno, tra cui anche Edmund e Susan, ci chiedeva che avevamo da ridere quella sera che guardavamo le stelle. Entrambi fummo molto vaghi. Al solo pensiero veniva da ridere anche a noi. Che serata che era stata.

“Caspian sta lentamente tornando quello di prima.”mi disse il maestro qualche giorno dopo. “Vi ho visti qualche sera fa. Mia regina, voi non sapete da quanto tempo non rideva in quel modo.”.

Sorrisi.

“Vi vuole bene!”.

Sorrisi ancora.

I tagli sulla faccia erano guariti e lì mi tolsi le bende, mentre Caspian insistette sul fatto che tenessi ancora quelle sulla gola perché sosteneva che ancora non era guarito. Io non ci credevo, me lo diceva solo per stare più tranquillo, ma per lui l’avrei fatto.

Ormai mi divertivo: i giorni non erano più tutti uguali come prima. Però mi insospettivo sempre di più perché spesso trovavo Edmund, Fred e George che parlavano fitto fitto. Chissà che avevano da confabulare? Li trovai molte volte in questa maniera. L’importante era che non tramavano contro di noi, ma tanto era impossibile.

Tutto sembrava andare per il meglio. Nessun telmarino nelle vicinanze, nessuno che ci spiava, nessuno che ci attaccava. Tutto questo però era destinato a durare ben poco. Dopo dieci giorni successe. Tanto lo sapevo che doveva accadere.

Come al solito ero seduta sulla terrazza a guardare il panorama, quando vidi qualcosa di inaspettato: tra gli alberi c’era l’esercito dei telmarini. Saranno state almeno quattro armate di fanti davanti, due armate di cavalieri, le catapulte più altre due armate di fanti. Il ponte era finito e questa volta erano venuti a dichiararci guerra per davvero, se non attaccarci subito.

Decisi di scendere immediatamente per avvertire gli altri. Erano tutti alla Tavola e ridevano e scherzavano. Arrivai correndo.

“Venite subito!”esclamai.

“Che succede?”mi chiese Caspian.

Io non risposi. Mi voltai e cominciai a correre.

“Miriam!”mi chiamò Susan.

“Dove cavolo vai?”mi chiese Ron urlando.

Salii le scale e arrivai sulla terrazza. Le truppe nemiche erano schierate e davanti a tutti c’era Miraz su un cavallo bianco e ognuno su un lato il generale Glozelle e lord Sopespian entrambi su un cavallo marrone.

“Ci spieghi che…”.

Peter era arrivato insieme a tutti gli altri. Caspian arrivò da dietro e mi abbracciò.

“Non ti preoccupare…”mi sussurrò.

“Non devo preoccuparmi?”urlai. “Ma hai visto quanti sono? Noi saremo sì e no la metà!”.

“E ora che facciamo?”chiese Harry.

“Io direi di scendere e capire che vogliono.”propose Edmund.

“E’ chiaro quello che vogliono!”esclamò Hermione.

“Significa scontro aperto!”esclamò Lucy.

“Scendiamo comunque e capiamo come vogliono procedere!”sentenziò Peter.

Scendemmo velocemente e ci avviammo fuori. Intanto tutto il nostro esercito era uscito e osservava i nostri avversari. Eravamo veramente pochi. Appena uscimmo l’esercito si fece largo per farci passare.

“Guardiamoli male!”esclamò male.

“Se servisse a qualcosa…”gli dissi.

“Se non stai zitto sarò io a guardarti male!”lo rimbeccò Susan e lui si zittì.

Arrivammo davanti al nostro esercito tutti in fila: noi, i sei re di Narnia eravamo in mezzo e ai lati c’era l’Ordine della Fenice. Tra noi e Miraz c’erano solo cento metri di distanza. Un soldato nemico suonò un corno e il generale Glozelle scese da cavallo e srotolò una pergamena. Poi la sua voce risuonò per tutto il campo:

“Re Miraz, re di Telmar e di Narnia desidera conferire con i capi dell’esercito dei protestanti narniani tra un’ora e mezza. Sono pregati di presentarsi.”.

I protestanti? E da quando? Per quanto ne sapevo erano loro che erano venuti a rompere per qualcosa che non avevamo commesso.

“Dobbiamo rispondere.”disse Susan voltandosi verso Peter.

“Peter?!”gli disse Cho.

“Che gli dico?”ci chiese.

“Digli che va bene!”rispose Caspian. “Però l’incontro avverrà in quello spazio circolare laggiù.”e lo indicò. Era circondato da colonne mezze diroccate.

“Forse è meglio che non glielo dica il re, ma uno che fa le sue veci…”intervenne Neville.

“Fai tu?”gli chiese Peter. Lui annuì.

“Per ampliare il suono della voce metti la bacchetta vicino alla gola e dì Sonorus.”gli consigliò Hermione.

“Ma lo so!”esclamò lui.

La sua voce risultò il triplo più forte quando parlò.

“I veri re di Narnia accettano. Tra un’ora e mezza conferiranno con re Miraz in quello spiazzo circolare laggiù.”e lo indicò.

I telmarini restarono stupiti dalla sua voce e anche dal fatto che aveva detto “i veri re di Narnia”. Vidi lord Sopespian sussurrare qualcosa a Miraz, ma lui scosse la testa. Nessuno rispose, ma era evidente che accettavano. Tutto l’esercito si girò e tornarono verso la foresta.

“Miei re, che succede?”ci chiese un fauno.

“Non lo sappiamo.”rispose Caspian. “Dobbiamo aspettare quello che ci dirà Miraz.”.

Andammo dentro.

“Che facciamo?”chiese Ron.

“Dobbiamo prima capire che vogliono.”gli rispose Lucy.

“Ma ora dove sono andati?”gli chiese Harry.

“Conoscendo Miraz si accamperanno nella foresta per tenerci d’occhio.”rispose Caspian.

Alcuni si sedettero sulla tavola, altri in terra. Gli altri cominciarono a parlare e noi re ci mettemmo da una parte.

“Non venire Caspian!”gli dissi, ma lui fece finta di non sentirmi.

Mi alzai in piedi e lo convinsi a venire con me.

“Ho visto la tua reazione!”.

“E io la tua!”esclamò.

“Scusa.”gli dissi infine.

“No, scusami tu.”mi disse. “Forse non dovrei venire. Se lo vedessi ancora lo ucciderei. Almeno credo.”.

“Io ho paura.”dichiarai.

“Hai ragione ad averne.”concordò.

“Non ho paura della guerra.”insistetti. “Ho paura di perdere te e tutti gli altri.”.

Gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime. Lui mi abbracciò.

“Senti, nessuno e ripeto nessuno ci separerà. Non devi permetterlo di farlo di nuovo!”.

Mi sciolse dall’abbraccio e mi asciugò le lacrime.

“Ehi, vedi di tirare fuori quella grinta. So che ce l’hai.”.

Sorrisi. Le sue parole mi facevano sempre tornare il buon umore.

“Andiamo!”esclamai.

Tornammo dai Pevensie.

“Allora vieni?”gli chiese Susan.

“Ancora non lo so.”rispose lui.

“Che vorrà Miraz secondo voi?”chiese Edmund.

“Farci un ricatto o qualcosa del genere.”risposi.

“Ma i portali?”disse ad un certo punto Cho alzandosi.

“Dobbiamo concentrarci sulla battaglia.”le disse Peter cercando di mantenere la calma.

“Mi sembrava che tu prima avessi detto che non sapevi che dovevamo fare!”ribattè lei.

“Ma una battaglia ci sarà! E’ un dato di fatto!”urlò lui. “Secondo te che ci fa l’esercito? E’ venuto a darci in benvenuto?”.

“Se li trovassimo sarebbe più semplice.”intervenne Caspian.

"Allora tu li vai a cercare mentre io guido la gente in battaglia, va bene?"strillò Peter. “Non abbiamo più tempo! Miraz vorrà darci un ultimatum.”.

“Ci inventeremo qualcosa!”esclamò Edmund.

Peter era esasperato e stava per uscire di testa.

“A quelli si può dire di no poche volte!”esclamò.

“La fantasia non ci manca!”dichiarai.

“Devo risponderti male, cazzo?”gridò. “Ma per cosa ci siamo allenati a fare? Per poi morire? Vacci tu là, io non voglio perdere le persone che amo!”.

“Peter, basta!”esclamò Lucy. “Se cominciamo a litigare tra noi è finita.”.

La tensione in quel momento era al massimo.

“Abbiamo scoperto che Cho ha le palle di dire qualcosa!”bisbigliò Edmund.

Sorrisi. Susan invece lo schiaffeggiò sul braccio.

“Ma la smetti di dire parolacce?”disse fulminandolo con lo sguardo.

Dopo questo battibecco con Peter un’ora e mezzo volò via e noi re cominciammo ad avviarci fuori.

“Scusami.”mi disse Peter. “Non volevo risponderti in quel modo.”.

“Non importa!”lo rassicurai.

“Faccio così perché sono preoccupato.”si giustificò.

“Non sei il solo…”aggiunsi.

Mi abbracciò. La cosa mi sorprese: lui, Peter, quello coraggioso e orgoglioso era addirittura più preoccupato di me. Si scusò anche con gli altri, pure con suo fratello e con Caspian (che all’incontro con Miraz non venne).

Fuori c’erano sette troni: davanti ai sei disposti per noi ce n’era uno per Miraz. Se fosse stato per me sarebbe stato in piedi.

Ci sedemmo e aspettammo.

“Ma che persona puntuale…”commentò Edmund.

“Zitto, che sta arrivando!”esclamò Susan indicandolo.

Non era solo: i nostri soldati lo stavano scortando.

“Buonasera!”disse quando arrivò.

“Siete in ritardo!”gli fece notare Peter.

“Perdonatemi, re Peter.”si scusò.

“Sedetevi pure!”gli disse Edmund.

“Però non vedo mio nipote Caspian.”disse Miraz. “Dov’è?”.

“Non sono affari che vi riguardano!”lo aggredii.

“Capisco, è solo troppo codardo per venire…”disse.

“No!”esclamò una voce alle nostre spalle. Era lui. “Ero solo un attimo impegnato.”.

Ero felice che fosse lì, così gliele avrebbe cantate a Miraz.

“L’essere codardo è l’ultima cosa che mi si addice.”aggiunse.

Miraz si mise a ridere.

“Avete qualcosa da ridire?”domandai. Smise subito.

“Ma voi chi diamine siete?”mi chiese.

Lo guardai negli occhi. Ma era stupido o ci faceva?

“Non siamo qui per discutere di identità!”incalzò Peter. “Perché volevate conferire con noi?”.

“Mi sono stufato di questa guerra!”.

“Allora perché non la smettiamo e viviamo in pace?”propose Susan.

“Di sicuro sapete che Narnia mi ha portato via mia nipote, vero?”.

“Ma falla finita!”tuonò Caspian. “Lo sanno tutti che la volevi togliere di torno per poi togliere di torno pure me.”.

“Come puoi…”.

“Tu non devi neanche nominarla mia sorella!”esclamò alzandosi.

“Caspian!”esclamò Peter.

Lui si rimise subito a sedere.

“Vi do tre giorni per decidere.”ci avvertì Miraz. “A quel punto vi attaccheremo e poi sarete veramente estinti.”.

Ora era cattivo. La sua espressione era cattiva.

“Volete duellare insomma.”disse Lucy.

“Proprio così!”rispose lui. “Il mio è un ultimatum.”.

“Le cose però si possono fare anche con calma!”esclamò Lucy indignata. “Si può trattare.”.

Prima che Miraz potesse dire qualcosa intervenne Edmund.

“Non si può. Ci vuole eliminare del tutto.”.

“Avete tre giorni di tempo!”ci avvertì ancora Miraz.

“Perché allora non ci avete attaccato subito?”gli chiese Susan.

“Ho pensato che fosse corretto informarvi sulle mie intenzioni.”.

“Non sei mai stato corretto, mica comincerai ora?”lo canzonò Caspian.

Gli pestai un piede.

“Non abbiamo altro da dirci.”disse Miraz ignorando mio fratello. “Avete tre giorni.”.

Ci alzammo e lui si congedò.

“Lunga vita ad Aslan!”esclamò Edmund.

Mentre stavamo tornando dentro Miraz mi prese per un braccio.

“Tu hai un volto familiare.”mi disse sorpreso. “Chi diamine sei?”.

“Lasciala immediatamente!”esclamò Caspian puntandogli la spada. “Lasciala!”.

“Caspian, ti sei fatto la ragazza?”lo prese in giro lo zio.

“Lasciala ho detto!”.

Alla fine mi lasciò e i nostri soldati lo riportarono al suo campo.

 

 

Eccolo qua pronto il nuovo capitolo!

Dai, questa volta ho aggiornato leggermente prima, anche perché la scuola finalmente è finita *ride compiaciuta* e poi perché da domenica vado ad un campus per musicisti, quindi ho deciso di farvi una piccola sorpresina.

Spero vi piaccia. La pacchia per i nostri eroi è finita. Una battaglia è in arrivo. Che succederà? A voi le ipotesi! :D

Ah, tra l’altro voglio ringraziare chi ha recensito l’altro capitolo, ovvero FrancyWeasley, SummerEnd ( che è una nuova lettrice e che ringrazio molto! I nuovi lettori fanno sempre piacere!:DD), MooN94 (che senza di lei non so come farei ad andare avanti! Grazie! Questo capitolo è tutto per te!) e P e r l a.

Ah, e poi ci sono naturalmente quelli che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate. Grazie, grazie, grazie.

Alla prossima.

Miriam.

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Capitolo 18
*** Ce la possiamo fare! ***


Caspian mi portò dentro. Era veramente furioso, si vedeva dalla faccia che aveva. Stavolta Miraz non l’avrebbe passata liscia, ne ero sicura.

“Se ti toccava ancora, io giuro che…”non ce la fece nemmeno a finire la frase per quanto era arrabbiato.

“Stai calmo Caspian!”cercai di tranquillizzarlo. “Forse ha solo capito chi sono…”.

“Non doveva toccarti nemmeno se l’avesse capito del tutto!”continuò.

“Calmati, ti prego!”gli dissi afferrandolo per le braccia.

“No!”urlò.

“Ma che succede?”disse Edmund arrivando dalla Tavola.

“Non riesco a farlo calmare!”risposi.

“Posso aiutarti?”mi chiese.

“No, tranquillo!”risposi. “Ci penso io.”.

Lui se ne tornò dall’altra parte. Forse non gli avevo risposto nemmeno tanto bene, ma ora dovevo preoccuparmi di mio fratello.

“Caspian guardami!”esclamai, ma lui non lo fece. “Guardami, cazzo!”.

Alzò leggermente lo sguardo e i suoi occhi marroni incrociarono i miei.

“Non mi ha fatto del male!”ripetei. “Non devi preoccuparti!”.

Mi fissò per qualche secondo e dopo un po’ sembrò tornare in sé stesso.

“Oddio, scusami, non volevo comportarmi così!”disse abbracciandomi.

Intanto gli altri erano arrivati e ci guardavano interrogativi.

“L’esercito vuole sapere che succede!”ci informò Peter.

“Bene!”disse Caspian. “Raduniamoci fuori!”.

“Puoi ridarmi il corno?”gli chiese Susan.

“Sì, scusami!”rispose lui sorridendole.

Io, come al solito, gli feci l’occhiolino che lui ricambiò con un’occhiataccia. Poi uscimmo fuori e lei lo suonò. In breve tempo tutti accorsero per capire. Peter amplificò la sua voce e Harry disse:

“Muffliato.”e poi tracciò un cerchio intorno a noi.

“Così i telmarini non ci sentiranno!”ci spiegò lui.

Anche noi avevamo un esercito bello grosso, ma saremmo stati la metà di quello dei nemici.

“Miraz ci ha dato un ultimatum!”cominciò Peter. “Tra tre giorni, se non avremo deciso cosa fare ci attaccherà. Il suo scopo è quello di eliminarci del tutto.”.

L’esercito era scoraggiato. Erano sicuri di andare incontro a morte certa.

“Questo però non accadrà!”esclamò dopo un attimo di pausa. Tutti lo guardarono. “Guardate il lato positivo!”disse sorridendo. “Dalla nostra parte noi abbiamo la magia, loro solo le armi. Noi guardiamo lontano, loro hanno una mente chiusa. Vogliono eliminarci per avere il territorio libero. Ci hanno provato e per un periodo ci sono anche riusciti. Li abbiamo lasciati fare e hanno preso le nostre terre, le nostre case e le nostre famiglie!”il suo tono di voce stava salendo. “Ma questa volta sarà diverso. Non li lasceremo fare! Combatteremo! Perchè noi non siamo i loro schiavetti!”esclamò sempre più acuto. Tutto l’esercito si era alzato in piedi. “Non posso fare quello che vogliono! E noi glielo faremo capire! Insieme! Tra tre giorni combatteremo e gli faremo capire loro non sono nessuno e che non possono fare quello che vogliono!”urlò infine.

Ecco, ora si era gasato troppo. Il problema era che ora tutto l’esercito lo era e cominciava ad urlare:

“Sììììììììì! Vai! Yeeeeeee!”.

“Per Narnia!”urlò Caspian e l’esercito rispose urlando la stessa cosa.

“Per Aslan!”urlò Peter e l’esercito ripetè.

“Ora alleniamoci!”esclamò Edmund.

L’entusiasmo era ancora sulle loro facce.

“Complimenti Peter!”gli dissi. “E’ stato illuminante!”.

“Grazie!”rispose.

“Discorso epico!”mi complimentai e lui mi sorrise.

“Era di sicuro un discorso epico, ma accadrà?”disse Edmund.

“Ma perché devi sempre rovinare l’atmosfera gioiosa?”lo rimbeccò il maggiore. “E poi ci inventeremo qualcosa di sicuro! Una scorciatoia si trova sempre!”.

“Anche in tre giorni?”disse il minore e lui non rispose.

“Stasera ognuno di noi penserà a qualcosa!”intervenne Susan.

“Come se fosse facile…”intervenne George.

“Almeno la volontà di provarci!”ribattè lei.

“Dai, su, non discutiamo!”esclamò Lucy. “L’agitazione ci gioca brutti scherzi…”.

“Repello babbanum!”esclamò Ron.

Noi lo guardammo perché non sapevamo cosa significasse.

“E’ per i babbani.”spiegò. “Così se ci spiano vedranno solo che ci alleniamo con le armi e non con le bacchette.”.

“Dovrei sapere di che parli?”gli disse Caspian.

“I babbani sono persone che non hanno poteri magici!”intervenne Hermione.

“Geniale Ron!”esclamò Luna.

“Grazie!”esclamò.

“Ma non ti gasare!”lo ammonì Hermione.

Appena lei si girò lui le fece la linguaccia. Che carino! Mi misi a ridere.

“Ho una sorella troppo furba per i miei gusti!”commentò Caspian.

“E io un fratello troppo stupido per capire.”ribattei.

“Brutta peste!”esclamò.

“Vuoi vedere?”lo provocai.

Tirai fuori la spada e lui fece lo stesso.

“En garde!”esclamai e cominciammo a combattere.

Schivai un suo colpo e lui fece un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. Stranamente me la stavo cavando bene. Gli altri guardavano la scena divertiti. Ad un certo punto Caspian mi fece cadere la spada che purtroppo non feci in tempo a prendere. Quindi tirai fuori il pugnale. Ero un po’ svantaggiata però cercavo di mettercela tutta, ma niente, mi cadde anche quello. Allora presi una freccia e tesi l’arco.

“Non oserai!”disse.

“Oh, invece oso!”lo sfidai.

Non la lanciai contro di lui, ma in alto, e nel frattempo che lui la guardava presi la spada da terra.

“Sei furba cara!”osservò.

“Più di te sicuro!”esclamai sicura di me.

Combattemmo qualche altro minuto poi finimmo incrociando le nostre spade.

“Sei brava!”si complimentò. Il suo tono di sfida era svanito.

“Grazie!”esclamai.

Gli altri ci batterono le mani. Poi cominciammo ad allenarci per case e anche con le bacchette. Malfoy sembrava leggermente più amichevole con noi re. Acconsentiva sempre a combattere e parlava di più.

Poi la sera arrivò in fretta. Dal campo nemico provenivano rumori di armi: anche loro si stavano preparando. Qualunque cosa gli avessimo detto loro ci avrebbero dichiarato guerra. I telmarini non erano persone di parola. Non so cosa mi spingeva a dire questo, forse il solo fatto che io un tempo appartenevo a quella razza.

Delle voci mi distolsero dai miei pensieri: Susan e George stava discutendo nuovamente.

“Io non li sopporto più!”esclamò Ginny.

“E per fortuna che non dovevamo litigare…”aggiunse Edmund.

“George piantala!”gli intimò la sorella.

“Stanne fuori!”esclamò lui.

“Susan!”esclamò Peter.

“Ha cominciato lui!”l’accusò lei.

“Ma lo vedi che sei una bambina?”disse lui.

Gli occhi di Susan ardevano di rabbia e sembravano dardi infuocati.

“Oh, ma basta!”esclamò Neville. “Non dobbiamo litigare.”.

“Qualcosa non vuole farci stare uniti!”affermò Hermione. “Lo sento.”.

Susan era sparita.

“Dov’è?”chiese Caspian.

Alzai le spalle.

“Noi andiamo dentro!”esclamai tirando Caspian per una manica.

Andammo dentro.

“Io ne approfitterei…”gli dissi.

Mi guardò male e poi svoltò gli occhi al cielo. Attraversammo il corridoio e vedemmo che lei stava venendo verso di noi. Piangeva.

“Susan, che ti succede?”le chiese Caspian mettendosi davanti a lei.

Lei lo abbracciò e lui naturalmente ricambiò. Decisi di tornare indietro per concedergli un po’ di privacy.

Harry rimosse la protezione. Aveva fatto bene a mettercela: li vedevamo, ci stavano spiando. Erano delle persone veramente sleali.

“Che dite, ne mettiamo una anche per stasera?”chiese Cho.

“No…”risposi. “Manterranno la promessa, sennò non si sarebbero messi là.”.

“Come volete voi.”.

Richiamammo dentro l’esercito e andammo a mangiare. Caspian e Susan erano in corridoio che ci aspettavano. Lanciai a Caspian uno sguardo molto eloquente. Lui mi sorrise facendo finta di non capire, ma io volevo sapere di più. Sì, lo so, ero molto impicciona, soprattutto se si trattava di mio fratello. Con lui stavo bene, anche se in quel momento l’agitazione saliva ogni momento di più. E avevo anche paura, era maggiore della prima battaglia. Harry e Ron dopo cena fecero una porta e la misero all’entrata. Era una bella idea: riparava dal freddo e dal nostro lato era trasparente, cosicché noi potevamo vedere i nemici, ma loro no.

“Non è prudente stare fuori stasera.”esordì Caspian. “Amplieremo le camere così ci entreremo tutti.”.

Il nostro esercito non faceva caso alle bacchette. Ci guardavano un po’ perplessi, ma erano contenti di avere un’arma in più.

Dopo cena rapii Caspian e lo portai in terrazza.

“Come ho già detto, non è prudente stare fuori…”ribadì.

“Ma tecnicamente noi non siamo sul prato, siamo comunque sull’edificio…”precisai.

“Ok!”disse. “Lo so che ti piacciono le stelle.”.

“Non sviare il discorso!”esclamai. “Lo sai perché sono qui!”.

“Sei proprio un’impicciona!”esclamò lui. “Una buona volta fatti gli affari tuoi!”.

Sorrisi. Ero ansiosa di sapere, ma lui non parlava.

“Devo aspettare molto?”gli chiesi. “O devo farti il solletico?”.

“Ok, ora te lo dico.”cedette. “Si sentiva in colpa e ha detto di aver sbagliato a trattare male George. Io ho cercato di farle capire che poteva rimediare. Un po’ si è calmata alla fine…”.

“E basta?”gli dissi.

“Scusa, ma che altro dovevo fare?”mi chiese stupito.

“Ma guardati!”esclamai. “Sei un figo assurdo, con un fisico da paura! Sfodera un po’ il tuo lato sensuale!”.

Mi guardava ad occhi spalancati.

“Fisico hai detto?”mi chiese ancora più sbalordito. “Come fai a…”.

“Intuito!”lo interruppi. “Mica avrai pensato che ti avessi visto mentre ti spogliavi!”.

Scosse la testa e rimase a fissare il vuoto per alcuni secondi. Forse era troppo imbarazzante per lui un argomento del genere.

“Dici davvero?”mi chiese ancora spiazzato.

“Mica ti direi una cavolata!”esclamai. “Se tu vivessi nel mio mondo avresti centinaia di ragazzine stupide che ti sbavano addosso.”.

“Nessuno mi aveva mai fatto un complimento così!”disse.

“Forse perché qui non ci sono abbastanza donne.”ipotizzai.

“Ci sono, ci sono.”disse “Solo che io non sono uscito quasi mai dal castello.”.

“Per una volta Miraz ha fatto qualcosa di giusto, no?”dissi.

Lui mi guardava interrogativo.

“Se non avesse tentato di ucciderti, tu non saresti mai scappato, non avresti mai chiamato i re e non avresti mai conosciuto Susan.”spiegai.

“Sei troppo intelligente!”mi disse. “Ma avrei potuto chiamarli in qualunque momento. Il corno ce l’aveva il Maestro.”.

“Non l’avresti fatto!”precisai. “Il corno si sente e Miraz ti avrebbe ucciso senza pensarci.”.

“Ma insomma! Vuoi proprio dare tutto il merito a lui?”mi disse.

“Io facevo per dire!”mi difesi. “Il merito è tutto tuo! Sei un figone del cavolo Caspian!”.

Sembrava imbarazzato, però sorrise.

Il cielo quella sera era nuvoloso e a malapena si vedeva la luna.

“Secondo te che stanno facendo?”mi chiese indicando la foresta.

“Non so…”risposi.

Restammo un altro po’ lì, però in silenzio.

“Quanto amo queste stelle.”commentai.

“Lo so, me l’hai già detto!”mi disse. “Somigli così tanto a papà.”.

“Penso pure tu.”affermai.

“No.”rispose. “Lui non si tirerebbe indietro di fronte alle difficoltà. Io ho paura di perderti.”.

“Anche io!”lo confortai. “Però penso che se fosse qui ti direbbe che sei stato bravissimo fin’ora e di continuare ad andare avanti.”.

A quel punto mi sorrise.

“Caspian, devi farti la barba!”cambiai discorso.

“Ma tu non ci stai mai zitta?”sbuffò.

“Potrei chiedere a Susan se gli uomini le piacciono con o senza la barba.”proposi.

“Sei veramente una palla! Andiamo giù?”disse cambiando discorso anche lui. Sorrisi e poi dissi di sì.

Erano tutti in camera e Peter stava ripetendo ancora una volta di pensare a cosa dire a Miraz. Susan era in un angolo. Provai a parlarle, ma non alzò nemmeno lo sguardo, quindi ci rinunciai. Dopo poco quasi tutti crollammo a causa del sonno.

 

Ehilà bella gente!

Buon pomeriggio a voi! Che caldo che fa. Non ne posso più! >.<

Visto che brava? Ho aggiornato in anticipo. :D

Ma veniamo al capitolo. Più che altro è di passaggio. Le cose vere cominceranno nel prossimo capitolo. Perdonate la mia poca modestia, però devo ammettere che vado fiera del discorso di Peter. Mi è piaciuto un sacco scriverlo. Lo definirei epico (come lo definisce anche la protagonista! :D).

I discorsi con Caspian sono abbastanza stupidi, come al solito.

Ringrazio chi ha recensito l’altro capitolo ovvero SummerEnd, MooN94 e FrancyWeasley e chi ha messo tra preferite/seguite/ricordate.

Vi annuncio che ho quasi finito di scrivere questa storia su carta. Mancano solamente due capitoli! ç___ç

Oddio, dopo chissà quanto mi ci vorrà per copiarli tutti (e chissà quanti saranno perché i capitoli su carta vengono lunghissimi, a volte anche 10 pagine e quindi mi tocca ridividerli, quindi, prima che la finirò al computer passerà del tempo).

Dopo ho in mente una storia su Harry Potter (di cui ho già scritto 8 capitoli).

Alla prossima!

Miriam!

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Capitolo 19
*** Strategie. ***


“No Lucy, no!” esclamò Peter. “Non se ne parla!”.
Ecco, eravamo all’ennesima discussione. Era dal giorno prima che cercavamo di studiare un piano, ma niente sembrava fare al caso nostro. In più il giorno dopo avremmo dovuto comunicare le nostre decisioni a Miraz, altrimenti ci avrebbe attaccato. Tanto lo avrebbe fatto comunque, però uno ci poteva provare.
“Falla parlare Peter!” disse Edmund. “Non ci ha nemmeno detto la sua nuova brillante idea.”.
“Fai poco lo spiritoso Edmund!” esclamò Lucy.
“Ma io l’ho capito, l’ha già accennato l’altro giorno!” disse Peter ignorando la sorella.
“Allora sentiamo la tua teoria!” lo sfidò lei.
“Tu vuoi andare a cercare Aslan.” esclamò Peter.
“Sì, e allora?”.
“Se i telmarini ti trovassero? Se ti uccidessero?” sbraitò Peter. “Hai una vaga idea di come mi sentirei? Io non voglio averti sulla coscienza!”.
“Potrei accompagnarla!” proposi.
“No, tu mi servi qui.”esclamò Peter.
“Ma non abbiamo scelta!” parlò Susan per la prima volta. “Personalmente nemmeno io sono contenta di mandare Lucy da sola nella foresta, ma stavolta è diverso. La magia non verrà da noi, dovremo essere noi ad andare a cercarla. Secondo me questo è quello che ci vuole dire Aslan.”.
“Allora sei d’accordo…”le disse Peter sbalordito.
“No, ma non c’è scelta, se non lo cerchiamo perderemo.”.
“I telmarini la vedranno e la inseguiranno. Vuoi vederla morta?”. Non c’era verso di far ragionare Peter.
“Possiamo trovare un diversivo.”intervenne Caspian. “Miraz deve seguire le tradizioni del popolo e deve dimostrare coraggio.”.
“Che vuoi dire?” gli chiese Edmund.
“Se noi gli proponessimo un corpo a corpo?” continuò Caspian. “Non oserebbe rifiutare, è troppo orgoglioso.”.
“Ma chi si scontrerà?” domandai.
“Voi ragazze no di sicuro!” esclamò Edmund.
“Che abbiamo che non va?” chiese Lucy stizzita.
“Lucy, lascia stare, ti prego!” esclamò Caspian.
“Mi sembra logico decidere chi deve combattere.” disse Edmund che si voltò verso Peter e Caspian.
“Tocca a me!” disse Peter. “Ma sono contrario che tu vada nel bosco.”disse infine a Lucy.
“Possiamo accompagnarla.”dissi ancora.
“Voi servite qui!” insistette Peter.
“E allora Peter ti attacchi e vado da sola a cercare Aslan e i portali.”ribattè Lucy.
“Ancora con questi portali?” esclamò Peter. “Ma allora non avete capito che non esistono!”. Lucy sbuffò.
“Possiamo farla accompagnare da uno dell’Ordine.”proposi.
“Ci servono anche loro!”esclamò Peter.
“Se devi dare retta a chi ci serve, tutti sono importanti!”ribattei.
“E se ci andassi da sola?”chiese di nuovo Lucy.
“No!”esclamammo tutti insieme.
“Come non detto!”commentò lei.
“L’accompagno io!”dissi decisa.
“Servi a Caspian!”esclamò Peter.
“Qua sono quella che seve di meno: Susan guida gli arcieri, Caspian la cavalleria, Edmund i fanti e tu combatti.”dissi.
“Ma tu vorresti combattere?” mi chiese Edmund.
“Sì.”risposi. “Ma voi servite più di me, quindi se a voi va bene l’accompagno io.”.
“Io mi fido di mia sorella e se dovessero incontrare difficoltà so che lei proteggerà Lucy in qualunque modo.”affermò Caspian.
“Concordo con lui!”esclamò Edmund. “E’ una combattente straordinaria e non ho mai visto nessuno che, come lei, impara così in fretta.”.
Naturalmente Caspian mi fece l’occhiolino. Era veramente un rompipalle.
“Posso confermare dopo aver visto la sua tenacia nella prima battaglia.”disse Peter. “Mai visto nessuno così testardo, a parte mio fratello…”.
Edmund sorrise e pure io.
“Mi hanno preso le parole dalla bocca!”esclamò Susan. “Posso solo dire che sono d’accordo con loro.”.
“Anche io.”intervenne Lucy. “Ti voglio tanto bene e ti dico grazie perché mi accompagni.”.
Oh cavolo! In quattro erano riusciti a farmi commuovere…
“Grazie ragazzi!”esclamai abbracciandoli. Caspian mi baciò sulla fronte come al solito. “Ho ricevuto più complimenti in questi cinque minuti che in sedici anni di vita.”.
Alla fine mi sciolsi dall’abbraccio.
“Sì, però smettila di piangere, no?”mi disse Edmund asciugandomi una lacrima.
Sorrisi. Poi sbirciai dietro di me e vidi Caspian con la coda dell’occhio che stava cercando di trattenere le risate in tutti i modi. Eh no, stavolta aveva davvero superato il limite. Giuro che l’avrei ammazzato se non l’avesse fatto Miraz.
“Che ne dite, vogliamo informare prima l’Ordine e poi tutto l’esercito?”propose Peter e tutti fummo d’accordo.
“Usate il meno possibile le bacchette!”si raccomandò Caspian all’Ordine. “Di sicuro lo sapranno e metteranno in atto ogni tipo di strategia per capire che intenzioni abbiamo.”.
“Ma non siamo così abili con le armi!”disse Hermione.
“No, ma che dici!”le disse Peter. “Te la cavi!”.
Aveva fatto un complimento a Hermione? Io e Caspian avevamo trovato un’altra cavolata di cui sparlare. Ci sembravamo delle vecchiacce di 80 anni che non si fanno mai gli affari loro. Poi ebbi un flash e mi venne in mente lui e io vecchi seduti sulla terrazza di un palazzo (o Cair Paravel o Telmar). Accanto a lui c’era una donna dai lunghi capelli bianchi che pur essendo anziana aveva comunque un bel viso: era Susan. Lei e Caspian si tenevano la mano. Accanto a me un uomo dai capelli bianchi, ma simpatico come lo era da giovane: quello era Edmund. Io e Caspian spettegolavamo come al solito.
“Ehi, bella addormentata?”.
Susan mi distolse dai miei pensieri
“Chissà a che pensava…”commentò Caspian.
“Stupido!”esclamai. “Pensavo a me e a te da vecchi, ok?”.
“Ma certo!”disse lui.
“Ma io ti uccido!”esclamai.
“Scusate, rimandate a dopo i vostri propositi di uccidervi.”disse Peter. “Dobbiamo comunicare agli altri le nostre intenzioni.”.
Li chiamammo e gli parlammo del nostro piano. Anche a loro andava bene, tranne a Trumpkin che insisteva nel fatto di non mandare Lucy nel bosco.
“Non sarà sola!”esclamò Edmund.
Dopo questo si tranquillizzò e anche lui acconsentì. Ognuno tornò ad allenarsi per conto proprio. Malfoy era in un angolo. Era tanto che non si isolava, soprattutto da noi re. I rapporti con l’Ordine erano ancora freddi.
“Stai bene?”gli chiesi. Fece sì con la testa.
“Tutto questo dovrebbe gasarmi, e invece mi toglie tutto l’entusiasmo.”affermò.
“Perché?”.
“Ehi, Miriam!”esclamò Edmund. “C’è tuo fratello che ti cerca.”.
Mi alzai continuando a guardare Draco.
“Stai tranquilla, te lo dirò un’altra volta.”mi disse.
Andai a cercare Caspian e vidi che stava parlando con Peter.
“Caspian, mi volevi?”chiesi interrompendoli.
“In verità volevo chiamare tutti.”disse lui. “Dobbiamo decidere chi mandare da Miraz per dirgli che vogliamo fare.”.
Chiamò solo gli altri re e Caspian ripeté quello che aveva detto a me.
“Il re non può andarci.”disse Lucy. “Deve andarci qualcuno che fa le sue veci.”.
“Non sarai tu!”esclamò Peter.
Lei si rassegnò, già era tanto se la mandava nel bosco con me.
“E se ci andassi io?”proposi, ma avevo fatto male.
“Stai scherzando, vero?”disse.
“No…”risposi.
“Miraz ti ha quasi riconosciuto!”esclamò. “Hai una vaga idea del fatto che potrebbe ucciderti?”.
“Voglio vedere la sua faccia, ok?”ribattei.
“Non te lo permetterò!”urlò.
“Nemmeno se l’accompagno io?”intervenne Edmund. Tutti si voltarono verso di lui. “Cosa ho che non va?”.
“Tu niente, Ed!”disse Caspian. “E’ lei che vuole uccidere!”.
“Allora tu non sei un telmarino!”dissi. “Non lo conosci proprio il tuo popolo. Non possono uccidermi! Non possono violare un patto. Di sicuro vorranno fare in modo che siamo noi a violarlo per poterci attaccare.”.
Rimase in silenzio, consapevole del fatto che avevo ragione.
“Va bene!”disse rassegnato. “Ma tu Edmund tienila d’occhio! Lo sai com’è fatta, no?”.
“Certo!”esclamò lui sorridendo.
Caspian si calmò un pochino e per sdrammatizzare mi fece l’ennesimo occhiolino. Ok, ora ero veramente stufa! Tirai fuori la bacchetta ed esclamai:
“Tarantallegra!”.
Lui cominciò a saltellare come un deficiente.
“Ehi! Perché?”mi disse Susan.
“Lo sai lui il perché!”esclamai sorridendo.
“No, dai, smettila!”esclamò.
“Ma no dai!”esclamai. “Sei più figo così!”.
Quanto godevo!
“Giuro che te la faccio pagare!”urlò lui.
“Forse è il caso di smetterla, no?”mi disse Lucy.
“No!”le dissi.
“Per favore ragazzi!”esclamò Caspian disperato. “Almeno voi non aiutatela!”.
Susan tirò fuori la bacchetta ed esclamò:
“Finite!”.
Caspian smise subito di saltellare.

“Grazie!”esclamò. “Insettino, dopo me la paghi!”disse infine a me.
“Ma certo!”dissi sicura di me.
“Anzi, mi vendico ora!”esclamò atterrandomi e cominciando a farmi il solletico. Quando alla fine si decise a smetterla dissi:
“Però devi ammettere che la mia idea era un po’ più originale della tua.”.
“Zitta!”esclamò. “E ora alleniamoci un pochino, dai!”.
Come al solito si ripeteva la solita routine quotidiana. Non si poteva biasimarli, era chiaro. C’era sempre tanta tensione e si vedeva che anche gli altri erano spaventati. Peter ad esempio si allenava come un cane, senza smettere un secondo, se non per mangiare o per parlare di strategie. Noi cercavamo di dirgli di calmarsi un po’, ma lui niente, continuava imperterrito. Forse a volte era anche più cocciuto di suo fratello.
Lui invece sembrava più rilassato. Anche l’Ordine era abbastanza calmo.
Malfoy ultimamente era strano: mi cercava sempre, ma non riusciva mai a dirmi quella cosa che ormai rimandava da tempo, anche perché la maggior parte delle volte era Edmund o Caspian ad interromperci. E poi c’erano sempre Edmund, Fred e George che a volte si appartavano e parlavano fitto fitto. Chissà che avevano da dirsi…
Finimmo l’allenamento molto più tardi del solito. Decisi di non mangiare. Non avevo fame. Caspian invece insistette, ma io non cedetti e me ne andai in terrazza.

 

Buonasera a tutti voi. Aggiorno molto tardi e soprattutto molto in ritardo. Spero sappiate perdonarmi, ma tra vacanze e stage musicale non sono riuscita a trovare il tempo di scrivere. Mi dispiace, sono stata crudele.
Ah, dimenticavo. Il capitolo è dedicato a FrancyWeasley. Senza di lei che mi diceva “Quando aggiorni?” non so se avrei aggiornato oggi. Grazie davvero! <3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Anche questo è un pochino di passaggio, come quello precedente. Volevo dirvi che la storia l’ho finita di scrivere su carta (state tranquilli, ancora prima che la scrivo tutta al computer passerà un bel po’ di tempo, quindi non dovete preoccuparvi!). Ho quasi pianto: è la storia a cui tengo di più.
Ora non so più che scrivere. Ah sì: recensite! xD
Alla prossima ragazzi!
Miriam.

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Capitolo 20
*** La lettera ***


Mi misi a sedere. Ormai quello era diventato il mio luogo preferito: da lì si vedeva tutto, ma più che altro le stelle. Le amavo tantissimo e potevo stare lì ore a guardarle.

“Disturbo?”mi chiese una voce dietro di me. Era Edmund e aveva una pergamena in mano.

“Certo che no!”esclamai.

“Tra poco arriveranno anche Caspian e gli altri…”disse lui. “Dobbiamo scrivere qualcosa da leggere a Miraz, non solo da dire.”.

“Ok.”dissi. Lui mi sorrise. Aveva un sorriso stupendo ed estremamente contagioso, infatti sorrisi pure io.

Mise in terra la pergamena e poi tirò fuori un calamaio e una penna e posò anch’essi a terra.

“Edmund?”lo chiamò una voce femminile dal basso.

“Che vuoi Lucy?”le chiese lui scocciato.

“Vieni un attimo?”.

Lui sbuffò, poi disse:

“Torno subito!”e scese trascinando i piedi.

Mentre lui scendeva, stava salendo Caspian.

“Te l’ha già detto Edmund?”mi chiese sedendosi accanto a me.

“Detto cosa?”gli domandai.

“Di quello che scriveremo a Miraz!”esclamò.

“Ah, sì, certo!”gli dissi.

“Scusa, ma tu a che pensavi?”mi chiese lui.

“Oh, a niente!”risposi vaga.

“Sì, certo, come no.”disse incerto. “Non continuare a nasconderti dietro un dito.”.

Sbuffai. Non pensavo che fosse così faticoso avere un fratello che non si fa gli affari suoi.

“Lo so a che pensavi.”aggiunse.

Ecco il mio piccolo psicologo. Non era poi così divertente.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Oh, ma hai visto prima che bel complimento che Peter ha fatto a Hermione?”gli dissi cambiando argomento.

“Non ti sfugge niente!”esclamò sorpreso.

“Potrebbe scapparci qualcosa, tu che dici?”ipotizzai.

“Forse…”rispose lui vago.

“Sembriamo davvero delle vecchiacce che non fanno che spettegolare dalla mattina alla sera!”esclamai.

“Eh già!”concordò. “Comunque si vede che la tua non è una cottarella come un’altra!”.

“E ora che cosa c’entra?”gli chiesi.

“Fammi finire il discorso!”esclamò.

“Mi prendi in giro?”gli dissi.

“No, stavolta è una cosa seria!”esclamò. “Si vede come lo guardi. È uno sguardo intenso e profondo. Generalmente una persona lo fa quando è veramente innamorata.”.

“Da quando fai anche lo psicologo?”gli dissi.

“Non faccio lo psicologo!”dichiarò. “Certe cose si capiscono a pelle!”.

Lo guardavo con una faccia da punto interrogativo.

“Come te lo spiego? Ah ecco!”continuò. “Prendi Harry e Cho per esempio. Non è una cosa che durerà a lungo. Nei loro sguardi non c’è abbastanza intesa. Lei non fa niente per essere sé stessa e soprattutto felice.”.

“Se tu vivessi nel mio mondo dovresti davvero fare lo psicologo.”commentai.

“Ancora con questa storia?”sbottò.

“E’ la verità!”mi difesi. “E poi guadagnano un sacco!”.

“La smetti di sparare cavolate e fai la persona seria per una volta?”si lamentò.

“E allora che mi dici del rapporto che c’è tra te e Susan?”chiesi.

“Pero fortuna che dovevi smetterla di dire cavolate!”esclamò.

“Ora ero seria!”lo rimbeccai.

“In questo caso non sono io che devo giudicare…”disse.

“Secondo me sareste una splendida coppia!”affermai e le sue guance si tinsero leggermente di rosso.

“Che fai arrossisci?”lo presi in giro.

“Ma zitta va!”ribattè lui.

“Ma hai visto che prima solo perché le hai fatto gli occhi dolci ha fatto smettere l’incantesimo che ti avevo fatto?”dissi sorridendo.

“Smettila!”esclamò.

In quel momento arrivarono i Pevensie.

“Ma voi due che avete sempre da chiacchierare?”ci domandò Peter.

“Spettegolare, piuttosto.”disse Edmund.

“Sono molti anni che l’aspetto.”disse Caspian. “Ora l’ho ritrovata e non me la lascio sfuggire.”. Sorrisi.

“Facciamoci venire qualche idea per questa specie di tema.”disse Susan cambiando argomento. “Come lo cominciamo?”.

“Caro Miraz!”esclamò Edmund.

“A questo punto mandalo direttamente a quel paese, che fai prima.”disse Lucy. “Bisogna essere formali. Non è una persona qualunque.”.

“Per me è uno zerbino da piedi!”disse Caspian.

“Lasciamo stare ciò che è lui per te?”intervenne Peter.

Caspian alzò le mani in segno di resa.

“E se la cominciamo tipo: Io, Re Peter il Magnifico, imperatore di…”mi interruppi. Non mi ricordavo su che terre regnava.

“Secondo me è giusto come inizio.”disse Caspian.

“Sì, non è male.”commentò Susan.

“E dopo tutte le presentazioni, signore di quello e di quell’altro che mettiamo?”disse Edmund.

Peter aveva una faccia della serie “posso strangolarlo da un momento all’altro”.

Era signore di talmente tanti posti che nemmeno si poteva ricordarne il nome. Anche lui poteva capirci un pochino.

“Ci scriviamo le nostre intenzioni, o meglio, le intenzioni di Peter.”disse Susan.

“Il combattimento.”disse lui.

“E basta?”chiese Edmund.

“Mica vorrai scrivere un poema, vero?”esclamò Caspian.

“Io però metterei una condizione.”intervenne Lucy. “Chi perde sarà ucciso e il popolo si arrenderà senza ulteriori scontri.”.

“Perfetto!”disse Peter e anche gli altri furono d’accordo.

“Chi va a parlarci scriverà queste quattro cose!”disse Susan guardando me e Edmund.

“Cosa?”disse lui. “Nemmeno un piccolo aiutino?”.

“Ve ne abbiamo dato fin troppo.”disse Peter e poi tutti cominciarono a scendere le scale.

“Almeno tu, Caspian!”esclamai.

“No, mia cara, fate da soli!”disse lui. “Buonanotte!”.

Rimanemmo solo io e Edmund.

“Allora che scriviamo?”mi domandò.

“Io, Peter il Magnifico signore di quello, di quell’altro e di quell’altro ancora.”dissi.

“Tanto per la cronaca, se volete vi ricordo di quali terre sono sovrano!”disse una voce alle nostre spalle. Peter era in piedi contro il muro e stava mangiando una mela.

“Ehi, non darti troppe arie!”esclamai.

“Il mio era puro scopo informativo!”si difese continuando a darsi arie. Il fratello non riuscì a trattenere le risate.

“Comunque se hai fatto di ridere posso sempre dirvi di cosa sono signore.”disse infine.

“Se aspetti un minuto!”esclamai. Presi carta e penna e cominciai a scrivere.

“Peter il Magnifico, grande re di Narnia, Imperatore delle Isole Solitarie, Lord di Cair Paravel, Cavaliere dell’Ordine più nobile del Leone e Flagello dei lupi.”disse.

“Ma quanti cavolo di titoli hai?”disse il fratello.

“Quanti ne bastano.”rispose lui.

“Ma smontati un pochino!”esclamai ironica.
“Mi ritengo offeso.”disse con una punta di amarezza.

“Poverino!”esclamai.

“Vi lascio lavorare. La regina stasera vuole essere troppo simpatica!”disse scendendo.

“Vedere tuo fratello che sclera è spettacolare!”esclamai.

“Non sai quanto!”ribattè Peter dalle scale.

“Appunto!”esclamò Edmund mettendosi a ridere.

“Dai, dai scriviamo qualcosa che prima finiamo, prima dormiamo!”esclamai.

“Che mettiamo?”mi chiese.

“Dai, che ti detto!”esclamai.

“Ma non scrivevi tu?”mi interruppe.

“La mente sono io! Tu sei il braccio!”gli dissi. “E poi scrivo abbastanza male.”.

“Va bene!”acconsentì prendendo la penna e la pergamena. “Però secondo me scrivi bene.”disse commentando ciò che avevo scritto prima.

“Perché mi ci sono impegnata.”gli dissi.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Allora che scrivo?”mi chiese.

“Prima di scrivere senti se va bene.”gli dissi. “Io metterei: sfido domani a mezzogiorno Miraz…”

“Non sarebbe meglio re?”mi interruppe e lo guardai malissimo. “Forse meglio usurpatore!”.

“Meglio!”dissi. “…l’usurpatore Miraz in un corpo a corpo sul campo di battaglia. Il perdente avrà la resa totale e sarà ucciso e il suo popolo sottomesso.”.

“Basta?”mi chiese lui.

“Sì, ti va bene?”gli dissi.

“Sì, però ora dovrei scriverlo.”.

Gli dettai e in breve tempo finimmo. Poi ci sdraiammo a pancia in su e osservammo un po’ le stelle stando in silenzio. Poi vidi che c’erano rimasti dei fogli di pergamena.

“Vuoi giocare a tris?”gli domandai destandolo dai suoi pensieri.

“Tris?”mi chiese.

“Sì, tris!”affermai. “Tu come lo chiami? Filetto?”.

Mi guardava con una faccia da punto interrogativo.

“Vuoi dirmi che non lo conosci?”esclamai sorpresa.

Presi un foglio e disegnai una pergamena.

“Quello dove devi mettere crocette e pallini…”.

“…e devi metterne tre in fila.”concluse lui.

“Allora lo conosci!”esclamai. “Ma allora mi prendi in giro?”.

“No, all’inizio non avevo capito.”si giustificò. “Da me si chiama Three.”.

“Eh vabbè, tris o three è uguale.”mormorai.

“Non proprio!”precisò.

“Sempre così pignolo!”lo punzecchiai.

“Dai, comincia!”disse cambiando discorso.

“Però io sono la crocetta!”gli dissi.

“Ma no, volevo essere io la x!”si lamentò.

“Chi tardi arriva male alloggia.”dissi facendogli la linguaccia.

Cominciammo a giocare e alla fine lui era in vantaggio.

“Ma la vuoi smettere di vincere?”gli dissi.

“Non è mica colpa mia.”disse innocente.

“Ah no?”dissi in tono di sfida. Gli tirai una goccia di inchiostro sotto l’occhio.

“Ehi!”urlò. “Vuoi vedere che io stasera trovo il modo di farti diventare mora?”.

Aveva la boccetta dell’inchiostro in mano.

“Non oserai!”mormorai.

“Io invece oso!”.

Cominciai a correre in tondo sulla terrazza e lui mi rincorreva con la boccetta in mano. Poi mi fermai di colpo e urlai:

“Un telmarino!”.

Ci cascò in pieno e si voltò dove gli avevo indicato. Andai verso di lui e lo spinsi verso il muro. La bottiglietta era in bilico. Poi cercò di spingermi lui e io cercai di fare resistenza, ma caddi lo stesso all’indietro e lui sopra di me. Mi fissò per qualche secondo e io gli tirai un altro po’ di inchiostro. Il suo vestito si sporcò.

“Ma tu vuoi proprio la guerra!”esclamò versandomi l’intera boccetta.

Cercai di evitarlo, ma non ci riuscii e l’inchiostro mi cadde sul vestito, sulla faccia e sui capelli.

Edmund si alzò e mi guardò soddisfatto.

“Comincia a correre!”esclamai.

All’inizio mi guardò divertito, ma poi quando mi alzai cominciò a correre veramente giù per le scale. Lo rincorsi e arrivai nel corridoio. Vidi delle boccette d’inchiostro ed ebbi un’idea. Presi la bacchetta e pronunciai:

“Wingardium Leviosa!”.

Se ne sollevarono alcune e ricominciai a correre portandomele dietro. Quando vidi Edmund esclamai:

“Oppugno!”.

Le boccette si schiantarono e lui non riuscì a schivarle tutto, quindi si sporcò anche lui. Evitò l’ultima perché aveva tirato fuori la bacchetta e aveva detto:
“Protego!”.

Quella tornò verso di me e l’afferrai al volo. La svitai e corsi verso di lui cercando di buttargliela addosso. Un po’ ci riuscii, ma poi anche io finii con l’essere tutta sporca di inchiostro. A quel punto eravamo pari e cominciammo a ridere come due cretini. Non mi ero mai divertita così tanto come quella sera.

“Io direi di tornare di sopra, sennò qua facciamo confusione e svegliamo gli altri.”gli dissi.

“Perché noi fin’ora non l’abbiamo fatta, vero?”mi rimbeccò e gli feci la linguaccia

Lentamente tornammo sopra, ma dopo quel piccolo combattimento eravamo entrambi esausti. Inoltre, visto che avevo cominciato a rompere come una bambina di tre anni, mi diede vinta la partita a tris. Poi si piegò e qualcosa penzolò dal suo collo.

“E questa?”gli chiesi.

“Me l’ha regalata mio padre.”rispose.

“E’ molto bella!”mi complimentai. “Non dovresti nasconderla!”.

“Io non la nascondo!”si difese, ma non ci riuscì molto bene, però il discorso finì lì.

Stemmo qualche altro minuto a parlare d’altro, però dopo i miei occhi cominciarono a farsi pesanti perché avevo sonno. Dopo poco mi addormentai addosso a Edmund. Sentii lui che mi posava dolcemente a terra e che mi copriva con una giacca. Poi crollai completamente.

 

 

 

Salve a tutti! Sì, lo so aggiorno con molto ritardo, ma purtroppo la scuola è ricominciata e visto che andrò in Irlanda con lo scambio a dicembre mi stanno concentrando compiti e interrogazioni tutti in questo periodo. Cavoli, non ce la faccio già più!

Comunque spero che vi piaccia. Chiedo umilmente perdono!

Ringrazio comunque di cuore FrancyWeasley che ha recensito anche l’altro capitolo! Grazie davvero!

Al prossimo capitolo.

Miriam.

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Capitolo 21
*** L'incontro con Miraz ***


La mattina dopo una forte luce colpì i miei occhi. Era già giorno da molto quando mi svegliai. Molto lentamente provai ad aprire i miei occhi. Come la sera prima ero coperta con la giacca di Edmund ed ero girata a pancia in su. Lui era girato verso di me, tutto rannicchiato come se sentisse freddo e dormiva profondamente. Non l’avevo notato ma le nostre mani erano intrecciate. Rimasi decisamente sorpresa.

Mi tolsi la giacca e la misi addosso a lui. Poi, visto che gli altri ancora non erano venuti a chiamarci, decisi di rimettermi a dormire. Però questo pensiero non durò a lungo. Sentii un po’ di trambusto e poi qualcuno che saliva le scale.

“E questo come lo chiami?”urlò una voce femminile.

“Susan, vai sotto…”le disse una voce maschile. “Ci penso io.”.

Sentii dei passi che scendevano le scale.

“Miriam…”mi sussurrò una voce all’orecchio. Era Caspian. “Miriam, svegliati…”.

“Devi arrivare sempre nei momenti meno opportuni tu!”sbottai.

“Perché?”chiese lui.

“Perché mi stavo per riaddormentare!”esclamai.

“Dai, su, alzati!”mi incitò con il suo tono sempre dolce.

Piano piano riaprii gli occhi e lo vidi che andava verso Edmund a svegliare pure lui che ancora dormiva profondamente.

“Edmund…”lo chiamò. “Edmund…”disse ancora più e più volte anche se lui non dava segni di volersi alzare. Poi cominciò a scuoterlo e alla fine si svegliò di soprassalto.

“Che succede?”disse agitato.

“Niente Ed!”esclamò mio fratello. “Buongiorno!”.

Edmund sbuffò. Mi misi seduta e soffocai uno sbadiglio.

“Posso chiedervi che diavolo è successo?”ci chiese Caspian.

Io e Edmund ci guardammo e poi ci voltammo verso di lui con sguardo da punto interrogativo.

“Sotto è tutto sporco di nero e ci sono dei vetri rotti in terra.”spiegò. “Qui è esattamente la stessa cosa e tu Miriam sembra che ti sei tinta i capelli…”.

Io e Edmund ci riguardammo e poi scoppiammo a ridere.

“Ehm, piccolo scontro...”dissi.

“Sì, beh, avevi perso…”commentò Edmund.

“No, ti spiego.”dissi vedendo il volto interrogativo di mio fratello. “Stavo perdendo a tris e gli ho tirato una goccia di inchiostro. Da qui abbiamo cominciato a tirarci intere boccette di inchiostro rompendole tutte.”.

Ci guardava malissimo.

“Ma dopo mettiamo a posto eh!”lo rassicurò Edmund.

“Voi due siete proprio matti!”esclamò sorridendo. “Comunque sotto l’Ordine ha già provveduto a ripulire il vostro macello. Potete farlo qui voi?”.

Entrambi annuimmo.

“Noi vi aspettiamo di sotto.”ci disse infine. “Tra poco dovrete andare da Miraz.”.

Prima di scendere naturalmente lo stupido mi fece il segno dell’ok con le dita. Cominciavo quasi ad abituarmi, ormai le volte che gli avevo detto di smetterla non riuscivo a contarle più.

“Allora, ci servono acqua e un secchio.”disse Edmund ancora assonnato.

“Ma no, Ed!”esclamai tirando fuori la bacchetta. “Tergeo!”esclamai e subito tutto l’inchiostro si ritirò al suo interno.

“Giusto, giusto.”disse lui.

“Buongiorno Ed!”gli dissi.

“Come avrai notato ho ancora molto sonno.”affermò. “E comunque stai bene mora.”.

“No, mi è sempre piaciuto il mio colore naturale.”dissi. “Non mi ci vedo.”.

“Ora anche per forza!”.

“Ma saranno solo quattro peli colorati di nero.”.

“Secondo me ci staresti bene allora!”insistette.

Lo ringraziai e poi scendemmo sotto. Tutti gli altri erano fuori, nello spiazzo dove il giorno dopo avrebbe avuto luogo lo scontro tra Peter e Miraz. Erano tutti seduti in cerchio.

“Grazie per aver ripulito il nostro casino!”esclamai rivolta verso di loro.

“Di niente!”rispose Fred.

“Certe idee però potete avercele solo voi.”commentò Peter.

“Come si fa a litigare per una partita a tris?”si domandò Susan.

“Almeno apprezza l’originalità.”le disse Lucy.

Nel frattempo noi ci eravamo seduti.

“Almeno avete scritto qualcosa?”domandò Caspian.

“Ma certo!”esclamai. “Mica abbiamo giocato tutta la sera a tris!”.

“E che avete scritto?”domandò Ginny.

“L’abbiamo lasciato sopra.”disse Edmund rialzandosi.

“Ed, faccio io.”dissi fermandolo. “Accio pergamena!”.

Essa arrivò direttamente nelle mie mani.

“Scusate, a volte di dimentico di essere quasi un mago.”si giustificò lui.

Passai il foglio a Peter che poi lo passò agli altri.

“Diciamo che per due che litigano a tris è davvero niente male.”commentò infine. “Bravi!”.

“E ora che si fa?”domandai.

“Ora vi andate a preparare e poi andrete da Miraz.”disse Peter.

“E voi?”gli chiese Edmund.

“Allenamento!”rispose Caspian. “E preparazione delle armi.”.

“Cominciamo allora!”disse Malfoy entusiasta.

Per un momento tutti lo guardarono, poi si alzarono e distolsero lo sguardo.

“Vengo con te!”esclamò Susan dirigendosi verso di me. “Così ti aiuto.”.

“Aspetta Susan!”esclamò Hermione e noi ci girammo verso di lei. “Te lo pulisco io il vestito, anche se con i capelli non posso fare niente.”.

Con un colpo della bacchetta il mio vestito tornò rosso fuoco come prima.

“Se non puoi far tornare i suoi capelli come prima perché non la fai tutta mora?”propose Susan.

“Solo se lo vuole lei.”le rispose Hermione.

“Ma io voglio!”esclamai e con un altro colpo di bacchetta diventarono neri.

“Stai bene!”esclamò Susan.

“Grazi Herm!”dissi, poi io e Susan andammo dentro.

Lei mi sistemò per bene l’arco e tutto il resto. Mi strinse l’armatura e fui pronta.

“Ma tu e mio fratello?”mi chiese mentre uscivamo.

“Cosa?”le chiesi colta alla sprovvista.

“Lo sai…”disse lei sorridendo.

“Allora vogliamo parlare di TE e mio fratello?”esclamai. Beccata. Mica se l’aspettava.

“Lasciamo perdere?”disse e fui d’accordo con lei.

Uscimmo fuori e Edmund era già pronto con la spada nel fodero e un grosso leone disegnato sul davanti della casacca. Lo raggiunsi.

“Mi raccomando, state attenti!”si raccomandò Caspian. “Soprattutto tu!”disse rivolgendosi a me.

Lo salutai e poi feci lo stesso anche con gli altri prima di andare con Edmund verso il campo nemico.

“Tutta mora?”mi chiese.

“Sì.”risposi.

“Ottima scelta!”commentò.

“Grazie.”.

Pian piano avanzammo verso i nostri avversari.

“Senti, Miri, chi annuncerà a Miraz le nostre intenzioni?”mi chiese. Come? Come mi aveva chiamato?

“Scusa?”gli dissi per farmelo ripetere ed essere sicura di aver capito bene.

“No, dico, chi parla con Miraz?”ripetè.

“No, io dicevo il nome…”gli dissi.

“Ah sì, Miri.”esclamò. “Che c’è, non ti piace?”

“Certo che mi piace!”esclamai. “Eh che non me l’aspettavo!”.

“E’ più corto e poi ti si addice di più perché sei piccolina!”disse. Wow!

Chiacchierando non ci eravamo quasi resi conto che eravamo arrivati. C’era una sorta di cancello davanti al quale stavano delle guardie. Appena ci videro incrociarono le loro lance davanti a noi. Che accoglienza carina!

“Che volete abitanti di Narnia?”disse la prima guardia in tono sprezzante.

Edmund strinse la sua mano intorno al fodero della spada.

“Vorremo conferire con Lord Miraz.”dissi in tono educato.

“Re!”precisò la seconda guardia.

“Perdonatemi!”esclamai. “Vorremmo conferire con re Miraz.”.

“Non possiamo farvi passare, abitanti di Narnia!”esclamò la prima guardia con lo stesso tono sgarbato di prima.

“Sai, la cosa è strana.”disse Edmund in tono sarcastico. “Tu pretendi che il titolo del tuo re venga rispettato. Anche noi pretendiamo che voi rispettiate i nostri!”.

Gli diedi uno schiaffo sul braccio.

“Io sono re Edmund e potete chiamarmi anche abitante di Narnia perché è questo ciò che sono.”continuò. “Ma dovreste inchinarvi entrambi alla vostra sovrana, la regina Miriam X, sorella del principe Caspian X! Il nome non vi dice niente?”.

Lo stupore si dipinse sui loro volti.

“Fateli passare!”disse una voce autoritaria alle loro spalle. Era il generale Glozelle.

Le due guardie tolsero le lance e ci aprirono il cancello. Entrammo e ci fermammo davanti a lui.

“Vi faccio strada!”disse incerto.

Forse aveva sentito ciò che aveva detto Edmund?

“Non ce n’era bisogno!”gli sussurrai riferita a quello che aveva fatto.

“Sì che ce n’era!”esclamò indignato. “Questa gente deve capire con chi ha a che fare e soprattutto deve abbassare la cresta!”.

Ad un certo punto il generale si fermò e ci disse di aspettarlo lì. Lui continuò ad andare avanti e io decisi di andargli dietro.

“Dove vai?”mi chiese Edmund.

“Lo seguo!”esclamai.

“Ma che diavolo dici?”strepitò lui. “Vuoi farti uccidere?”.

“Esiste l’incantesimo di Disillusione che rende invisibili.”dissi.

“No, non ti ci faccio andare!”esclamò. “Miraz è un mago e soprattutto non è stupido. Sa riconoscere un incantesimo quando lo vede.”.

“Ma potremmo scoprire i loro piani!”esclamai.

“E se ti uccidono perché li hai sentiti?”ipotizzò. “Lo sai che Caspian ucciderebbe me?”.

“Almeno ci ritroveremmo nell’aldilà.”dissi e non appena finii la frase diventai invisibile.

“No, ti prego!”imprecò. “Non voglio averti sulla coscienza!”.

“Torno subito, aspettami!”dissi.

“Non ti stai rendendo conto della cazzata che stai facendo.”esclamò lui, ma io ero già partita.

Mi misi a correre e ben presto trovai il generale. Stava andando verso un casotto in legno con la porta chiusa. Bussò.

“Avanti!”disse la voce di Miraz.

Il generale entrò e si chiuse la porta alle spalle. Restai fuori, potevo comunque sentire tutto.

“Ditemi generale!”esclamò.

“Ci sono il re e la regina di Narnia che vorrebbero conferire con voi.”lo informò.

“Finalmente si sono decisi!”disse. “Fateli passare!”.

“Per il vostro piano?”domandò il generale.

“Come previsto!”gli rispose Miraz. “Sappiamo che sanno manovrare la magia, quindi ho contattato alcuni Mangiamorte ancora fedeli al Signore Oscuro. Raduneremo un esercito e appena uno di loro si lascerà sfuggire un incantesimo loro arriveranno dal nulla. A quel punto li annienteremo!”concluse soddisfatto. “Ora chiamateli!”.

Cominciai a correre più veloce che potevo perché non dovevo farmi sentire e soprattutto dovevo essere da Edmund prima del generale per non far capire che l’avevo seguito.

Quando arrivai lui stava camminando avanti e indietro impaziente.

“Dovresti esercitare cautela!”gli dissi togliendo l’incantesimo di Disillusione.

“Tu mi fai preoccupare!”esclamò indicandomi e io sorrisi.

“Almeno hai scoperto qualcosa?”mi chiese acido. “Perché io non ci trovo niente da ridere!”.

“Non vorrei interrompere i tuoi pensieri poco carini verso di me, ma ti spiace se te lo dico dopo?”gli sussurrai all’orecchio.

Sentivo i passi del generale sull’erba secca e i rami staccati.

“Venite!”esclamò poco più tardi.

Lo seguimmo e arrivammo allo stesso casotto dove era andato prima. Ci aprì la porta e aspettò che entrassimo prima noi, poi lui ci seguì e si chiuse la porta alle spalle. Miraz era seduto su una poltrona e attorno a lui c’erano seduti altri Lord di Telmar.
“Buonasera!”ci disse e Edmund rispose al saluto.

“Ditemi, miei re!”ci esortò.

Edmund mi passò il foglio di pergamena e cominciai a leggere. Dopo aver finito la arrotolai.

Miraz aveva la stessa espressione di prima. Non era cambiato di una virgola!

“Perché dovrei accettare?”ci chiese.

“Perché dovreste rifiutare?”ribattè Edmund.

“Ma perché dovrei accettare?”insistette lui.

“Fino a qualche mese fa ci credevate estinti.”rispose Edmund pronto.

“E lo sarete veramente!”esclamò lui.

Quanta sfacciataggine! Perché era così sicuro di vincere? Erano superiori sia in numero sia con le armi, ma non con la mente e il cervello.

“Quindi non avete nulla da temere!”obiettò Edmund. “Oppure avete paura di quattro selvaggi e di un re che ha la metà dei vostri anni?”.

Ora Miraz era rimasto spiazzato.

“Non si sta parlando di coraggio.”ribattè con tono autoritario.

“Quindi rifiutate con coraggio.”disse Edmund traendone le conclusioni.

Ero decisa a sfottere Miraz. Lo guardava con quel tono da duro ma si vedeva che aveva paura.

“Ma voi che siete il re non dovreste essere il più forte e coraggioso?”dissi. “Non dovreste essere il primo che accetta subito senza indugiare?”.

“State zitta!”mi interruppe.

Feci un passo avanti. Edmund cercò di trattenermi ma non ci riuscì.

“Che fate? Vi tirate indietro?”dissi ancora. “Vi comportate da vigliacco?”.

“Ho detto che dovete stare zitta!”. Miraz tirò fuori la spada e me la mise sul collo. I Lord accanto a lui si irrigidirono di colpo. Edmund tirò fuori la sua, ma il generale lo fermò. I suoi occhi erano colmi di rabbia e preoccupazione.

“Molto tempo fa, una barca sotto Cair Paravel e una bambina scomparsa. Tutto questo ti dice niente?”lo provocai.

“Che state dicendo?”. Il terrore era dipinto sul suo volto.

“Quella bambina scomparsa ero io.”risposi.

“Mio re, che storia è questa?”esclamò Lord Sopespian. Miraz non rispose. Non ne aveva il coraggio.

“Chi siete?”mi chiese Sopespian.

“Sono la regina Miriam X, sorella di Caspian X e futura sovrana di questa terra.”.

Miraz era stupito quanto tutti i Lord presenti. La spada gli cadde dalla mano cadendo sopra al tavolo davanti a lui e Edmund mi tirò indietro vicino a lui. Mi strinse forte a sé.

Si sentiva un mormorio da parte dei Lord.

“Abbiamo sentito bene? Miraz l’ha fatta sparire?”.

“E’ tornata la regina!”.

“Ma come è possibile? Non l’avevano rapita gli abitanti di Narnia?”.

“Come ha potuto il nostro re?”.

“Silenzio per favore!”esclamò Miraz e subito tutti tacquero. “Dovete sperare che la spada di re Peter sia più affilata della sua penna!”esclamò duro. Non aveva gradito la figuraccia.

“E voi dovete solo sperare che Caspian non lo venga a sapere.”dissi indicandomi il collo.

“Andiamo!”mi sussurrò Edmund tirandomi per un braccio.

“Generale, accompagnateli fuori!”ordinò Miraz.

“Certo, mio re!”disse lui incerto.

Per tutto il tragitto fino al cancello non aprimmo bocca. Il generale ci salutò con un inchino e Edmund con un gesto della testa. Ci allontanammo e quando superammo gli alberi che ci separavano dal campo nemico potevamo finalmente stare tranquilli.

 

 

 

Ta daaaaaaaaaan!xD

Con il mio solito (stavolta enorme) ritardo eccomi ad aggiornare. Sono davvero lenta e mi dispiace un sacco, ma lo scambio in Irlanda mi ha preso davvero molto tempo. Spero sappiate perdonarmi!:)

Ringrazio FrancyWeasley e SummerEnd che recensiscono sempre e hanno tanta pazienza con me. Grazie di cuore!

Alla prossima (sperando di aggiornare più in fretta!).

Miriam.

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Capitolo 22
*** Ansia pre battaglia ***


“Ma sei completamente impazzita?”mi disse Edmund.

“No, era necessario!”esclamai.

“Farti mettere una spada sulla gola era necessario?”.

“Non avrei mai immaginato la sua reazione.”ribattei. “E poi non mi avrebbe mai fatto del male! Vuole fare in modo che siamo noi a violare il patto.”.

“Quella gente non la puoi prevedere!”esclamò lui.

“In questi casi sì!”insistetti.

Continuammo a continuare nell’erba alta.

“Non lo diciamo a Caspian, vero?”dissi sicura della sua risposta.

“Ma mi prendi in giro?”esclamò. “Certo che no!”.

“Non ci credo che hai paura di lui!”dissi.

“Non ho paura di lui, ma quando si tratta di te cambia completamente!”esclamò.

“Se lo dici tu…”risposi ridacchiando.

“Invece di ridacchiare perché non mi dici che hai scoperto?”.

“Io non ridacchio.”ribattei.

“Allora me lo dici sì o no?”ripetè ignorandomi.

Gli raccontai brevemente ciò che avevo sentito.

“Quindi non possiamo usare la magia, giusto?”mi disse alla fine.

“Non è che non possiamo, non dobbiamo!”esclamai.

“Quindi siamo svantaggiati…”affermò.

“Capitan ovvio!”esclamai.

“E anche l’ordine è svantaggiato. Con le armi se la cavano, ma non bene come noi…”affermò di nuovo.

“Capitan ovvio colpisce ancora!”esclamai.

“Ma la smetti?”sbottò.

“Guarda che sei tu!”esclamai.

“Ah certo, è sempre colpa mia! Ti metti nei guai è colpa mia, fai casini è colpa mia.”si lamentò. “C’è una volta in cui la colpa è tua?”.

“Mmm no, non credo.”risposi.

Non rispose. Poverino, ci era rimasto male. Però mi divertivo a punzecchiarlo in quella maniera.

Dopo circa due minuti eravamo tornati alla Tavola. Erano tutti fuori che si allenavano e appena ci videro arrivare smisero e corsero verso di noi. Ci guardavano con aria interrogativa.

“Che volete?”chiese Edmund.

“Ma secondo te che vorranno?”gli dissi ovvia.

“Appunto, ma sei stupido?”gli disse Susan.

“Sì, lasciamo stare!”esclamò Peter. “Piuttosto, raccontateci cosa vi ha detto.”.

“Questo non è il posto più adatto.”dissi.

Ci spostammo dentro e ci sedemmo in cerchio.

“Muffliato!”esclamai.

“Ehi, ma che cosa sono tutte queste protezioni?”mi chiese Fred.

“Ora ve lo dico”risposi.

“Miraz ha accettato anche se abbiamo dovuto convincerlo.”li informò Edmund.

“Cosa?”chiese Caspian incredulo.

“Sì, stava per rifiutare quando poi lei lo ha convinto ad accettare.”disse riferito a me.

“Peter, lui ha paura di te. Approfitta di questa cosa!”esclamai.

“Lo farò…”rispose lui.

“Ma oltre questo? Ha detto altro?”chiese Hermione.

Né io né Edmund sapevamo come dirglielo.

“Allora?”insistette Ginny.

“Non dobbiamo usare la magia.”dissi.

“Perché?”chiese l’Ordine in coro.

Raccontai anche a loro quello che avevo sentito.

“No, è impossibile!”esclamò Ron.

“Ci spiavano e quindi diventa automaticamente possibile.”dissi.

“Giocano sporco alla grande!”esclamò Neville.

“E fanno anche di peggio!”aggiunse Caspian.

“E ora che facciamo?”chiese Lucy.

“Dobbiamo usare solo le armi, non la magia.”risposi.

“Ma noi non ce la caviamo così bene!”esclamò George.

“Vedi alternative?”sbottò Draco.

“Ehi, scusate, ma chi ha detto che ci sarà una battaglia?”intervenne Edmund. “Il patto non prevede questo!”.

“Fidati, ci sarà!”esclamò Caspian. “E’ quello che vogliono!”.

“Non li facciamo scendere in battaglia!”propose Peter.

“Sì, e secondo te noi stiamo dentro a guardare mentre voi vi andate a far uccidere?”protestò Hermione.

“No, però potete stare con Susan e gli arcieri!”ribattè lui.

“Non c’entriamo tutti!”esclamò Cho.

Infine calò il silenzio. Non sapevamo che fargli fare. Se scendevano in battaglia le probabilità di morire per loro erano alte, ma loro volevano farlo anche a costo della vita.

“Io combatterò!”esclamò ad un certo punto Ginny. “Chi è con me?”.

Tutto l’Ordine alzò la mano.

“Andate incontro a morte certa!”li avvertì Peter.

“Tutte le volte che combattiamo contro i Mangiamorte ci andiamo!”esclamò Harry. “Una volta in più o in meno cambia qualcosa?”.

“Fate come volete, ma ricordatevi che la battaglia è domani.”li avvertì ancora Peter.

“Alleniamoci, no?”disse Cho.

Tutti si alzarono e andarono fuori. Rimanemmo solo io e mio fratello.

“Voi non venite?”ci chiese Lucy.

“Sì, tra un attimo.”le disse lui e lei si avviò all’esterno.

“No, ti prego, non ricominciare con le tue solite battutine!”esclamai.

“Volevo parlare di Miraz.”.

Oddio. Perché voleva parlare di Miraz? Magari aveva scoperto che mi ero quasi fatta uccidere per farlo accettare? No, era impossibile. Era furbo e loquace ma non poteva averlo capito.

Non avevo motivo di preoccuparmi e quindi dovevo fare la faccia più naturale possibile.

“Spiegati meglio.”gli dissi.

“In che modo lo hai convinto a cedere?”mi chiese.

“Gli ho parlato di orgoglio.”risposi.

“E basta?”mi chiese. “Che altro gli hai detto?”

“Solo quello…”risposi titubante e mi tradii da sola.

“Non sai mentire, non a me almeno.”mi sgamò.

Avevo mentito malissimo. E ora che gli potevo raccontare? Se gli dicevo del fatto che Miraz mi aveva messo la spada sulla gola potevo pure dire addio a Edmund.

“Ora sa chi sono.”gli dissi alla fine.

“Gli hai detto chi sei?”mi chiese e annuii senza guardarlo.

“Tanto lo avrebbe scoperto da solo in qualche modo”disse.

“Non sei arrabbiato?”gli domandai stupefatta.

“E perché dovrei?”mi chiese.

“Per il mio comportamento scavezzacollo…”risposi.

“Mi rendo conto che è stata molto azzardata come mossa, ma non ti avrebbe torto un capello davanti all’intero Consiglio dei Lord”.

Potevamo dire che Edmund era ancora nel regno dei vivi.

“E poi c’era Edmund che ti avrebbe difeso a qualunque costo!”aggiunse ammiccando.

“Caspian, smettila!”lo avvisai, ma lui continuava a ridere.

“Ehi, questa volta hai rotto!”lo avvertii ancora. “Vuoi che ti faccia passare la voglia di ridere?”lo ricattai. “Ricordati che questa volta non ci sarà Susan a salvarti il culo!”.

A quel punto smise subito.

“Andiamoci ad allenare che è meglio!”disse cingendomi le spalle.

“Ho vinto!”gli sussurrai.

“Non ci giurerei, piccola peste!”.

Fuori sembrava che fosse in corso una battaglia vera e propria. Peter sembrava un dannato. Secondo me aveva bisogno di qualcosa per i nervi ed era troppo agitato per i miei gusti. Avevo provato anche a tranquillizzarlo dicendogli che Miraz aveva paura di lui (tra l’altro era anche vero), ma nemmeno quello era servito.

Combattei anche contro di lui, ma resistetti poco e caddi a terra. Caspian mi rialzò.

“Vacci piano con lei!”esclamò.

“Scusami Caspian.”disse Peter.

“Tranquillo, combatti normalmente!”lo rassicurai. “Quando saremo in battaglia i telmarini non avranno pietà di me.”.

Ci allenammo fino a sera. Alla fine eravamo esausti e stanchissimi. L’esercito si ritirò nelle proprie stanze quasi subito.

Noi mangiamo tutti insieme, ma eravamo tutti zitti. Io avevo paura. Tutto l’entusiasmo del pomeriggio e le chiacchierate con mio fratello erano niente. E se fossi morta lì?

Mi alzai e andai fuori in terrazza. In quella stanza c’era troppa tensione ed era insopportabile.

Volevo cercare di mandar via quei brutti pensieri.

Sentii dei passi dietro di me. Qualcuno mi aveva seguito. Salii le scale e mi sedetti contro il muro. Dopo qualche secondo arrivò anche l’altra persona: era Malfoy.

“Torna giù!”esclamò.

“No, c’è una tensione assurda!”risposi.

“Perché, tu sei contenta?”.
“No!”urlai. “Ma cerco di scacciare via i brutti pensieri. Ho una famiglia sia di qua sia di là!”.

“Tutti abbiamo bene o male una famiglia.”affermò.

“Io ho trovato mio fratello da poco! Che faresti al posto mio se tu fossi quasi consapevole di perderlo?”.

Non rispose. Era rimasto incantato.

Arrivò un’altra persona e stavolta era Caspian.
“Draco, ti vogliono sotto.”disse a lui che scese le scale a testa bassa.

Mio fratello si sedette accanto a me e mi prese il viso tra le mani.

“Che hai?”mi chiese ma io non risposi. Lo abbracciai e basta.

“Ti voglio bene!”gli dissi.

“Anche io!”disse ricambiando l’abbraccio.

“Troviamoci qualcosa da fare!”proposi. “C’è troppa tensione!”.

“Che cosa?”mi chiese.

“Avete qualche strumento musicale?”gli chiesi.

“Noi no, ma i fauni sì”.

“Chiediamoglieli!”esclamai.

Scendemmo sotto e come previsto loro ce l’avevano. Avevano anche flauti e qualche liuto.

“Ora puoi spiegarmi chi li suona?”mi chiese.

“Io so suonare il flauto”dissi. “Di voi nessuno sa farlo?”.

Scosse la testa.

“Dai, in qualche modo facciamo.”.

Entrammo nella stanza dove c’erano gli altri. La tensione si era alleggerita, ma di poco.

“A che servono?”disse Cho indicando gli strumenti.

“Adesso alleggeriamo un po’ questa tensione.”esordii. “Chi sa suonare il liuto?”.

Nessuno alzò la mano o rispose. Avevano dei musi talmente lunghi che a breve avrebbero toccato terra.

“Potete incantarli?”dissi all’Ordine.

Hermione tirò fuori la bacchetta, fece un incantesimo e lo strumento cominciò a suonare una dolce melodia.

Tutti erano ancora a sedere tristi. La prima ad alzarsi fu Ginny. Una intelligente.

“Beh, che volete fare?”disse lei. “Volete restare lì a fissare il pavimento tutta la sera?”.

Alla fine si alzarono anche loro.

“Grazie.”le sussurrai e lei mi sorrise.

“Valzer!”esclamai e il liuto cominciò a suonarne uno di Strass. “Forza, formate le coppie e cominciate a ballare.”li esortai.

Vidi Caspian andare verso Susan e cominciarono la danza. Io mi misi a sedere in terra a suonare il flauto.

“Sei brava.”mi disse Edmund che era seduto accanto a me.

“Non balli?”gli chiesi smettendo di suonare.

“La mia dama sta suonando.”disse. Voleva ballare con me!

“Ma la tua dama può anche incantare un flauto.”obiettai sorridendo.

Feci in quel modo e cominciò a suonare da solo. Edmund mi porse la mano, la afferrai e mi alzai. Poi mi mise le mani sui fianchi e io sulle sue spalle.

“Ora devo confessarti una cosa…”disse. “Non so ballare.”.

“La cosa non mi sorprende!”esclamai. “La maggior parte dei ragazzi non sa ballare.”.

“Allora insegnami.”mi disse.

Ci guardammo negli occhi, ma io abbassai lo sguardo.

“Muovendoci di lato devi alzare prima un piede e poi l’altro così.”spiegai mostrandogli come fare. Cominciò ad alzare i piedi, ma sembrava un soldatino.

“Guarda che mica è una marcetta…”gli dissi.

“Sono negato per questo tipo di ballo.”confessò.

“Non è difficile…”.

“Vabbè, fortuna che sono in buone mani.”mi sorrise.

“Posso cambiare?”disse ad un certo punto Peter.

“Proprio ora che avevo imparato!”si lamentò Edmund fermandosi.

“Dai, metto una cosa che ti piace!”esclamò. “Break dance!”.

La musica cambiò completamente: da lenta a energica.

“Peter vuole mettersi in mostra.”commentai.

“Peter sei un grande.”esclamò Edmund.

“Sai ballarla?”.

Peter nel frattempo si era messo a fare mosse di break dance sotto lo sguardo stupito e attonito di tutti.

“Sì.”rispose. “Tu?”.

“Diciamo che la mia amica Alexandra mi insegna quando a scuola non abbiamo niente da fare.”.

“Ma veramente?”mi chiese stupefatto e io annuii. “Vieni!”mi disse poi.

“Io non ballo!”lo avvertii.

“Perché?”.

“Perché non sono brava come voi.”dissi.

“E allora?”.

“Devo proprio?”chiesi.

“Sì cara!”esclamò.

Anche Edmund cominciò a ballare. Cavoli, erano davvero bravi. Se ci fosse stata Alexandra chissà che avrebbe detto. Secondo me sarebbe letteralmente impazzita.

“E tu?”mi disse Edmund.

“Ma ne so fare solo tre!”mi lamentai.

“Fammele vedere ugualmente!”esclamò.

Mi guardai intorno in cerca di aiuto e scorsi il sorriso di Caspian. Era davvero contento abbracciato a Susan.

Mi inginocchiai, poggiai la testa a terra di lato e poi mi sollevai con le braccia.

“Non è male!”esclamò Peter.

Poi misi un braccio a terra e misi tutto il peso sul gomito e sollevai il corpo.

Per la terza ed ultima che sapevo fare poggiai la testa a terra e tirai su le gambe facendo una verticale. Era tutto lì, non sapevo fare altro. Gli altri ci fecero l’applauso.

“Ehi, finita la guerra voglio qualche lezione!”esclamò Fred.

“Se saremo ancora vivi…”disse Cho.

“Stai zitta!”esclamò Ginny.

“Che musica volete?”chiese Lucy. Ballava con Fred!

“E se io dico Queen o Led Zeppelin o System of a down?”dissi.

“Ma che roba è?”chiese Neville.

“Rock.”rispose Hermione. “Musica babbana.”.

“Ma queste non puoi ballarle!”esclamò Susan.

“Appunto, pogaaaaaaaaaaaaaaa!”dissi.

“Cosa?”chiese lei.

“Pogaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”e cominciai ad andare addosso alla gente mentre “Cigaro” dei System of a down risuonava per tutta la stanza.

“No, no, mettiamo le Sorelle Stravagarie!”disse Harry che si era appena preso una gomitata in faccia.

“Chi?”chiese Caspian.

“E’ un gruppo famoso tra noi maghi.”disse George. “Sono ganzi!”.

Gli strumenti partirono a suonare la loro musica. Non era poi così male.

Naturalmente non eravamo a coppie. C’era Edmund vicino a me che era scatenato come un pazzo. Lo stesso era Caspian: di sicuro non aveva mai sentito una canzone del genere, ma non se la cavava per niente male. Ma la sorpresa della serata fu Lucy: quella ragazza si muoveva benissimo, quasi come una dea. Naturalmente tutti rimasero stupefatti e le fecero i complimenti.

Poi ad un certo punto Susan gridò:

“Tango!” e la musica cambiò completamente.

Proprio un tango doveva mettere? Era troppo appassionata come musica.

“Devo insegnarti?”dissi a Edmund.

“Credo di sapere come si balla!”esclamò.

Mi prese in vita e cominciammo a ballare. Era bravo e sapeva trasportarmi facendomi provare una marea di emozioni. Alla fine del pezzo le nostre facce erano molto vicine. Stavamo facendo il caschè e i nostri nasi si sfioravano. La cosa era imbarazzante. Evitai di guardarlo negli occhi.

“Vuoi ballare con tuo fratello?”mi chiese Edmund quando finimmo il caschè.

Acconsentii e cambiammo coppia. Lui era allegro e sognante.

“Da quanto tempo non ti divertivi in quel modo?”gli chiesi.

“Troppo!”esclamò.

“Diglielo Caspian!”esclamai indicando con lo sguardo Susan. “La veneri quando la guardi.”.

“Ti prego, no!”esclamò. “Io guardo in quel modo pure te.”.

“Ma non penso proprio!”lo corressi.

Dovette arrendersi. Sapeva che avevo ragione.

Comunque ballava molto bene.

“Chi ti ha insegnato?”gli domandai.
“La mia ex-nutrice.”.

“Perché ex?”.

“Miraz l’ha cacciata perché continuava a raccontarmi la storia di Narnia.”.

Alla fine tornai danzare con Edmund. Ballai con tutti: i gemelli, Neville, Harry, stranamente con Malfoy, Ron, con le ragazze e infine con Peter. Varie musiche si succedettero: dall’hip hop ai balli di gruppo, dalla musica da discoteca (che tra l’altro nemmeno mi piaceva) ai latini americani e così via. Fu una serata memorabile e ci divertimmo un sacco.

“Sei brava a far sciogliere la tensione.”si complimentò Caspian.

Poi Peter arrivò e mi abbracciò.

“Che succede?”gli chiesi, ma lui non rispose. “Battaglia in arrivo?”. Fece sì con la testa.

“Andrà tutto bene!”lo rassicurai baciandolo in fronte.

“Ti voglio bene!”mi disse infine.

Dopo un po’ decidemmo di andare a dormire. La mattina ci saremmo dovuti alzare abbastanza presto per prepararci.

Avevo ancora paura per il giorno dopo. Avevo paura di perdere Caspian, ma decisi di non rimuginarci più sopra.

Per addormentarmi pensai alla giornata e alla serata che avevo appena passato.

 

 

Ehilààààààààààààààà!

Sono in ritardo come al solito anche se devo dire che stavolta sono stata più brava, visto che l’ultima volta avevo aggiornato dopo 4 mesi. Stavolta dopo due, però so che è comunque tardi.

Ci ho messo parecchio a scriverlo perché è quasi interamente fatto da discorsi diretti. Spero che non diventi troppo peso come capitolo.

Volevo ringraziare FrancyWeasley che recensisce sempre! Grazie di cuore!:)

Questo capitolo è dedicato alla persona più pazza che abbia mai incontrato (che ho citato nel capitolo per la sua passione per la break dance): si chiama Alexandra, è la mia vicina di banco e una delle mie più grandi amiche.

Non credo di dover aggiungere altro. State pronti, la battaglia finale sta per avvicinarsi! *rullo di tamburi* Preparatevi per il gran finale (no, come minimo mancano ancora più di dieci capitoli, quindi non allarmatevi :D).

Alla prossima gente!

Miriam

PS: i gruppi che cito nel capitolo (Led Zeppelin, Queen e System of a down) non stanno lì per caso. Sono i miei gruppi preferiti. Ci tenevo a dirvelo J

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Capitolo 23
*** La battaglia - parte 1 ***


Naturalmente quella notte non dormii bene. L’agitazione mi faceva proprio dei brutti scherzi, anche se la sera prima non ero proprio dello stesso umore.

Saranno state le cinque del mattino e io ero già sveglia.

“Miri, che hai?”mi chiese Caspian accarezzandomi i capelli.

Non riposi. Feci finta di dormire.

“Tanto lo so che non stai dormendo!”insistette.

“Stai tranquillo, sto bene.”mentii.

“Non raccontarmi cavolate. Sai che con me non funziona.”mi sgamò.

“Ho pensieri.”ammisi.

“Se ci pensi è peggio.”obiettò.

“Che perle di saggezza!”commentai.

“Ehi, prendi poco in giro.”disse. “Dormi.”.

“Sono spiacente di interrompervi…”disse Fred alzandosi e accendendo le torce.

“Ma che cavolo…”imprecò Edmund colpito dalla luce improvvisa.

“…ma noi dell’Ordine abbiamo un problema: non abbiamo le armature.”.

“Che cosa?”esclamò Peter scattando in piedi sul letto. “E voi lo dite ora?”.

“Pensavamo lo sapeste…”disse Ron.

“In fondo siamo maghi e non ci servono protezioni quando combattiamo”si giustificò Harry.

“E ora?”disse Lucy.
“Dobbiamo svegliare l’esercito per farle fare.”disse Susan.

“No, non li svegliare.”disse Hermione. “Forse possiamo incantare i macchinari.”.

“O forse possiamo sempre rubarle a quelli di Telmar!”disse Edmund che nel frattempo si era svegliato.

“Pessima idea Ed!”gli dissi.

Gli altri si alzarono e cominciarono a prepararsi.

“Ho un’idea!”esclamai.

“Spara!”esclamò George.

“Le ragazze dovranno combattere con i vestiti, giusto?”

“Ovvio!”esclamò Susan.

“Trasformiamo le loro gonne in vestiti! È possibile?”proposi.

“Sì, ma dobbiamo dividerci il lavoro”disse Hermione. “Alcuni restano qui, gli altri vanno a fabbricare armi e armature.”.

Stavano tutti zitti.

“Facciamo che i ragazzi vanno di là e noi ragazze stiamo qua?”disse Ginny.

Naturalmente non ci fu nessuna risposta.

“Ma vi svegliate?”esclamò Lucy. “Non c’è un minuto da perdere!”.

Gli altri mormorarono qualcosa e poi i ragazzi cominciarono ad andare nell’altra stanza.

“Io posso combattere con i pantaloni?”domandai. Lo trovavo molto più comodo.

“E’ abitudine delle donne combattere con la gonna.”disse Susan. “Quindi no.”.

Sbuffai. Avrei trovato sicuramente un modo per farlo anche senza il suo permesso. Non mi era mai piaciuto seguire le regole e lei non era certo mia madre.

Nel giro di mezz’ora le gonne diventarono dei lunghi vestiti neri. Poi dall’altra stanza si sentì un grande scoppio. Ci affacciammo e c’erano i gemelli che ridevano come pazzi e Ron abbastanza con dei pezzi di ferro in mano.

“Siete due idioti!”esclamò infuriato. “A forza di fare i vostri giochetti ci siete riusciti a farla esplodere!”.

“Mica l’abbiamo fatto apposta!”si giustificò Fred che ancora ridacchiava.

“Ma certo!”disse lui. “E ora come facciamo?”

“Duplichiamo quelle che abbiamo già fatto!”propose Neville.

“Quanto avete?”chiese Cho dopo che ebbero finito di discutere.

“Non molto.”le rispose Harry.

“E’ quantificabile?”disse Susan.

“Venti minuti.”le disse Peter.

Io e le altre tornammo dentro.

“Vogliamo cominciare a prepararci?”disse Lucy.

Chiudemmo la porta a chiave. Dovevo trovare davvero il modo di mettere i pantaloni sotto la gonna senza farmi vedere.

Poi ebbi un’idea.

Avevo già messo il bustino con sotto una sorta di coprispalle e sopra la maglia di ferro. Poi avevo messo delle calze e sopra la gonna rossa. Presi i pantaloni di fustagno, li nascosi sotto la gonna e con la scusa di andare a prendere il pugnale che avevo lasciato nella Tavola di Pietra (naturalmente non era vero) uscii dalla stanza.

“Caspian, vieni un attimo?”lo chiamai.

Lui si staccò dal gruppo e mi seguì attraverso il lungo corridoio. Appena fummo abbastanza lontani presi i pantaloni e li diedi a Caspian.

“Ma che…?”.

“Tienili un attimo!”esclamai.

“Si può sapere perché mi hai chiamato?”mi domandò.

“Devo fare un lavoretto e tu devi farmi da palo.”risposi.

“Chissà perchè ho paura…”esclamò.

“Non è un problema mio…”dissi.

Mi guardò malissimo.

“E se ti dicessi di no perchè non mi fido?”azzardò.

“Non lo farai!”esclamai.

“E tu come fai ad esserne così certa?”

“Ti conosco.”.

Non seppe controbattere. Poi arrivammo alla Tavola.

“Quindi? Che dovrei fare?”mi chiese ancora.

“Non essere insistente!”esclamai. “Passami i pantaloni.”.

“Non potevi fare questo in camera con le altre?”mi domandò.

“La tua ragazza mi rompe!”risposi. “Io voglio combattere con i pantaloni, ma lei non mi lascia il permesso. Quindi li metterò sotto alla gonna, così alla battaglia quando me la toglierò non potrà sicuramente dirmi niente.”.

“Susan non è la mia ragazza!”esclamò.

“E chi ti dice che parlavo di lei?”dissi. Ahahahahahahah, l’avevo beccato.

“Era palese!”disse incerto.

“Comunque lo sarà presto!”gli dissi.

Svoltò gli occhi al cielo e sbuffò.

“Quindi in definitiva che dovrei fare?”cambiò argomento.

“Guardare che non arrivi nessuno”.

Mi slaccia la gonna e quella cadde a terra sollevando un gran polverone.

“Ma fai piano!”esclamò lui girandosi verso di me, però si rigirò subito, come se fosse imbarazzato.

“Ci vuole molto?”chiese ancora.

“Come scusa?”dissi. “Se non ti giri non ti sento!”.

Si girò titubante. Sì, era visibilmente imbarazzato nel vedermi solo con un paio di calze color carne. Comunque quando si voltò avevo già i pantaloni.

“Hai finito?”mi domandò.

“Eh, aspetta che mi rimetto la gonna, sennò tutto questo a che è servito?”dissi.

La tirai su ed era tutta impolverata. Riuscii ad allacciarla e cominciai a camminare. Mi muovevo in modo goffo ed era impossibile correre velocemente. Come diavolo facevano le altre? Per me era un’impresa.

“Sei buffa.”commentò Caspian e sorrisi.

Tornammo dall’altra parte.

“Ci hai messo tanto!”constatò Lucy.

“Non l’ho trovato!”esclamò.

“E dove ce l’hai allora?”mi chiese Ginny.

Sapevo benissimo dove era. Guardai un po’ in giro in camera e poi lo trovai.

“Ma per caso ti sei rotolata in terra?”mi domandò Susan. “Sei tutta impolverata.”.

Cavoli, ero davvero tutta sporca di polvere. Speravo non si fossero accorte di niente.

“Che facciamo ora?”chiese Luna.

“Dobbiamo dire all’esercito di prepararsi.”disse Susan distogliendo lo sguardo da me.

Guardai i vestiti delle ragazze dell’Ordine: erano molto belli, ma incutevano leggermente paura visto che erano tutti neri.

Ci volle quasi tutta la mattina per preparare tutto e verso l’ora di pranzo si cominciarono a vedere alcuni uomini di Miraz.

Peter era il più agitato, anche se cercava di non darlo a vedere.

Dopo aver pranzato andai con Lucy e Caspian a preparare il cavallo.

“Conto su di te.”mi disse Caspian. “Anzi su di voi.”. Poi ci abbracciò.

Infine ci incontrammo con gli altri, forse per l’ultima volta. Salutai prima i ragazzi dell’Ordine, in particolare George, Fred, Hermione e Ginny. Poi anche Malfoy. Mi abbracciò talmente forte che stava per stritolarmi.

In seguito fu il turno di Susan. Stavamo entrambe per metterci a piangere. Dopo ci fu Lucy, ma tanto l’avrei accompagnata, quindi finchè eravamo insieme eravamo entrambe al sicuro.

Successivamente Caspian mi abbracciò.

“Ti voglio bene sorellina!”esclamò.

“Anche io fratellone!”.

“Nessuno ci dividerà mai! È una promessa!”mi rassicurò e non feci che aumentare la presa intorno alla sua vita.

Poi si staccò e salutò Susan, mentre io Peter. In quel viaggio avevamo litigato tante volte, ma restava comunque il migliore amico del mondo.

“Stai calmo!”lo rassicurai. “Fallo per me!”.

“Sì!”mi disse.

“Tanto vincerai.”gli dissi abbracciandolo nuovamente.

Dopo fu la volta di Edmund. Gli corsi incontro e lui mi sollevò da terra mentre mi abbracciava. Mi baciò sulla guancia. Probabilmente arrossii, ma in quel momento non mi importava. Ricambiai il bacio sulla guancia. Quando mi mise giù ci guardammo negli occhi. Poi guardai Susan e Caspian e stavano molto vicini. Gli altri si stavano salutando tra di loro.

“Prima di questa battaglia dovrei dirti una cosa…”mi disse Edmund.

“Arrivano!”esclamò Ginny.

“Cosa?”gli chiesi velocemente.

“Mi sa che dovrò dirtelo dopo.”rispose lui.

“Bene, cercherò di non morire allora!”esclamai.

“Non devi farlo in nessun caso.”.

“Ti voglio bene!”esclamai abbracciandolo per l’ultima volta.

“Anche io!”.

L’esercito era già tutto fuori in formazione compatta. Peter si stava avviando all’esterno, ma non era convinto. Forse sapevo come farlo combattere per bene.

“Peter!”lo chiamai.

“Che c’è?”.

“La smetti di fare così?”lo provocai.

“Così come?”mi disse stupito.

“Hai paura!”esclamò.

“Non ne ho!”ribattè.

“Ma certo che ce l’hai, si vede lontano un miglio!”.

“Stai zitta!”urlò.

“Peter, quell’uomo mi ha quasi ucciso, ha quasi ucciso mio fratello, ha ucciso la tua gente! Mi ha fatto scomparire come cancellata dal mondo. Oggi c’è in ballo anche la tua famiglia. Vuoi che questo accada di nuovo? Lo vuoi davvero Peter?”.

“No!”urlò furioso.
“Allora promettimi che ora vai lì fuori e gli dai una bella lezione! Fallo Peter! Per il tuo popolo!”.

Schizzò subito fuori. Era proprio in quel modo che volevo vederlo. In un certo senso ero fiera del mio lavoro.

“Miriam, muoviti!”mi disse Caspian tirandomi per il braccio.

“Scusa, ma dovevo svegliarlo un pochino.”mi giustificai.

“Allora sei perdonata.”disse.

“E con Susan?”gli chiesi.

“Ma ti pare il momento?”esclamò esterrefatto.

“Sì, mi pare il momento.”esclamai indignata.

“Dai, te lo dico dopo la battaglia.”

“Ma lo fate tutti apposta allora!”esclamai. “Prima Edmund e ora tu! Siete incredibili! Non è che vi siete messi d’accordo?”.

“Ah perché anche lui deve dirti qualcosa…”mi fece l’occhiolino.

“Nemmeno ti rispondo.”esclamai.

Arrivammo nella stanza dove c’erano il cavallo e Lucy. Entrambe ci salimmo sopra aiutate da mio fratello.

“State attente!”si raccomandò.

“Tranquillo!”esclamò Lucy.

“E’ di lei che non mi fido.”scherzò lui.

Gli feci la linguaccia e lui sorrise.

“Ora andate!”esclamò.

“Ciao Caspian!”esclamammo io e Lucy insieme e poi partimmo verso la foresta.

Tra gli alberi intravidi lo scontro che era già cominciato. Scorsi Peter che in quel momento era appena caduto a terra dopo un calcio di Miraz. Non osai guardare altro. Tirai avanti e ci addentrammo sempre di più nella foresta. Il nostro cavallo non era particolarmente veloce perché anche Lucy aveva la sua bella armatura. Sembrava più grande vestita in quel modo. Non capivo perché suo fratello non voleva farla scendere in battaglia. A volte pensavo che a volte era più matura lei che sua sorella. Aveva un potenziale assurdo.

“Secondo te dov’è?”le chiesi.

“In teoria dovrebbe essere in questa foresta per salvarci. Lui non vorrebbe la distruzione del suo popolo, no?”.

“Non credo.”dissi poco convinta. Fino ad ora mi sembrava che fosse stato a guardare. Non aveva impedito che il suo popolo fosse sterminato. Non aveva fatto proprio niente per salvarci. Almeno questa volta si sperava sarebbe venuto da noi.

All’improvviso sentimmo dei fruscii e dei rumori, come di zoccoli.

“Aslan?”urlò Lucy.

Ma non era lui. Lo sapevo. Infatti poco dopo sbucarono dei soldati telmarini che ci stavano inseguendo.

“Lucy, sono gli uomini di Miraz!”esclamai.

Tirai le redini e il cavallo si fermò.

“Che fai?”mi chiese Lucy.

“Ho promesso a tuo fratello che ti avrei protetto in qualunque modo. L’ho promesso anche a me stessa.”le dissi e poi scesi dal cavallo.

“Stai attenta!”mi mise in guardia.

“Sì, ma tu vai!”esclamai.

“Ti voglio bene.”.

“Anche io!”.

Lei partì. Ora ero da sola contro i telmarini.

Poi li sentii arrivare. Erano quattro cavalli. Cominciai a tendere l’arco. Quando sbucarono dalla curva uccisi il primo soldato, poi il secondo e anche il terzo. Il quarto scese da cavallo con la spada levata. Anche io presi la mia e cominciammo a duellare.

Ad un certo punto la spada mi volò via e caddi a terra.
“Stupida ragazzina che vuol giocare a fare la regina.”mi canzonò. Cercai le frecce ma non le trovai.

“Io sono la tua regina!”ribattei.

“No, il mio re è solo Miraz.”disse maligno.

“Sì, certo, e a Voldemort piacciono i babbani.”esclamò una voce alle sue spalle. Era George che mirò e lo uccise.

“Ehi che ci fai qui?”gli chiesi.

“Ho visto dei soldati che si staccavano dalla mischia e ho pensato che sarebbero venuti a cercarvi.”rispose.

“E come hai fatto a trovarci?”domandai.

“Mi sono smaterializzato!”esclamò.

“Ma sei impazzito? E se arrivano i Mangiamorte?”esclamai incredula.

“Sarebbero arrivati subito.”mi rassicurò e poi lo ringraziai.

“Come sta andando lo scontro?”chiesi infine ansiosa.

“Entrambi sono feriti, però non sta andando male. Peter sta dando del filo da torcere a Miraz.”rispose.

Ora ero più tranquilla.

“Andiamo?”dissi.

“Sì, afferra il mio braccio.”.

Feci come mi disse e ci smaterializzammo. Arrivammo come dei fulmini sulla terrazza dove c’erano tutti gli arcieri. Susan sobbalzò.

“Perché siamo arrivati quassù?”chiesi a George.

“Non lo so.”rispose lui.

“Ma tu che ci fai qui?”mi chiese Susan. “Dov’è mia sorella?”.

“Sta bene.”la rassicurai. “Ho dovuto combattere contro alcuni telmarini che ci avevano seguito e ho dovuto farla andare avanti da sola.”.

George scese.

“Tuo fratello ha bisogno di te.”mi informò.

“Vado!”esclamai.

Decisi di non prendere le scale, quindi optai per saltare direttamente sulla terrazza sottostante. Arrivai con un gran balzo. Giunta lì decisi che era ora di togliermi la gonna. La slacciai e rimasi in pantaloni.

“Non cambierai mai”mi urlò Susan da sopra.

Le sorrisi e poi scesi ancora più in basso fino ad arrivare a terra. Avanzai verso il luogo del duello che era terminato. Peter era salvo e Caspian stava per uccidere Miraz. Urlò ma poi conficcò la spada a terra. Gli disse qualcosa e poi si girò per tornare dove c’erano Peter, Edmund e l’Ordine. Dietro di lui intravidi il generale che stava preparando la balestra che puntò verso Caspian.

“Caspian, giù!”urlai correndo verso di lui.

Si abbassò e la freccia continuò verso Peter. Fortunatamente arrivai in tempo e la bloccai con lo scudo.

“Come mai sei qui?”mi chiesero Edmund, Peter e Caspian insieme.

“E Lucy?”mi chiese Peter.

“Sta bene!”dissi.

“Grazie!”esclamarono Peter e Caspian abbracciandomi.

“Meno male che mi hai dato ascolto Peter.”gli dissi.

“Meno male che mi hai detto quelle cose! È stato un bene!”.

“Non penso che quelli di Telmar manterranno la promessa.”intervenne Edmund.

Sopespian aveva ucciso Miraz con una freccia di Susan.

“Tradimento!”esclamò. “Tradimento!”.

Guardai Edmund e poi corsi verso Caspian. Salii su un cavallo e andammo dentro.

“Vostra Maestà?”chiese un centauro.

“Come previsto i nostri nemici non hanno rispettato l’accordo.”spiegò. “Dobbiamo aspettare il primo suono, poi correremo verso sinistra. Dopo aver contato fino a dieci romperemo le colonne e poi usciremo fuori. Avete capito?”.

Ci fu un coro di sì.

“Come la vedi?”gli domandai.

“Non so, però i telmarini sono tanti.”rispose.

Aspettammo qualche minuto in silenzio e poi sentimmo il segnale.

“Caricaaaaaaaaaaaaaa!”esclamò Caspian e cominciammo a correre. “Uno!”.

“Due!”dissi io.

“Tre!”Caspian mi sorrise.

“Quattro!”sorrisi anche io complice.

“Cinque.”.

“Sei.”.

“Sette.”.

“Otto.”la tensione si faceva sentire dentro di me.

“Nove.”.

“Dieci!”.

“Oraaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”urlò mio fratello e cominciammo a rompere le colonne.

Però forse non avevamo valutato l’aspetto negativo: il soffitto ci stava crollando addosso.

“Non è stata una buona idea Caspian!”esclamai.

“Fidati, lo è!”mi rassicurò.

I massi continuavano a cadere. Se non ci fossimo sbrigati ad uscire saremmo di sicuro morti schiacciati. Poi in lontananza intravidi l’uscita e mi ci fiondai urlando:
“All’attaccoooooooooooooooo!”.

Fuori vidi cosa era successo: avendo rotto le colonne il soffitto era sprofondato ed essendo sotto terra i cavalli nemici erano caduti in una grande buca mentre correvano verso di noi.

“Geniale Caspian!”gli urlai.

Accennò un sorriso, ma poi si girò subito perché l’esercito telmarino avanzava.

Lo scontro era definitivamente iniziato.

 

 

 

Saaaaaaaaaaaaaalve a tutti!

Ecco il nuovo capitolo! Come avete visto lo scontro è appena iniziato. Diciamo che questo è una sorta di capitolo di passaggio prima della battaglia vera e propria che durerà parecchi capitoli (già vi avviso che non vi liberete così presto di me xD).

Ringrazio SummerEnd che ha recensito l’altro capitolo e che ancora mi segue. Spero ti piaccia anche questo capitolo J

Ringrazio chi legge, chi mette tra le preferite/seguite/ricordate.

Mi dispiace, ma oggi non ho molto tempo per le spiegazioni che vado di fretta.

Al prossimo capitolo!

Miriam

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Capitolo 24
*** La battaglia - parte 2: Le cose si complicano ***


Susan e gli arcieri erano ancora sulla terrazza e tiravano frecce a più non posso. Nel frattempo i telmarini avevano cominciato a lanciare massi con le catapulte. Quello era un grosso svantaggio. Oltre che ai soldati bisognava stare attenti pure a quelli e le cose si complicavano.

Con il cavallo aggirai la buca e tirai altre frecce con la balestra. Un soldato venne verso di me con la spada levata e lo uccisi anch’esso con una freccia.

Un altro arrivò e mi fece cadere da cavallo. Ero a terra stordita. Poi vidi qualcosa di luccicante e, rendendomi conto che era una spada e non facendo in tempo a prendere la mia alzai le mani ed essa mi colpì. Sentii subito il sangue scorrere caldo prima sulle mani e in seguito sulle braccia. Poi arrivò qualcuno e uccise il soldato.

“Grazie.”dissi. Edmund, il mio salvatore, era in piedi davanti a me e mi aiutò a rialzarmi.

Poi un cavaliere venne verso di noi. Presi il pugnale e glielo tirai, poi corsi subito a riprenderlo.

Sopra di noi le fenici stavano scagliando massi sui telmarini.

Glozelle e Sopespian osservavano la scena lateralmente. Erano quasi divertiti vedendo che ci stavano per sconfiggere.

Riuscivo a vedere Peter che si stava battendo eroicamente. L’unico che non riuscivo a vedere era mio fratello. La cosa non mi metteva allegria. Naturalmente sapevo che era un guerriero forte e valoroso, però avevo uno strano presentimento. Tornai indietro verso l’entrata della Tavola, ma non c’era. Continuai a guardarmi intorno, ma niente. Poi lo sguardo mi cadde sulla buca: era lì disteso e privo di senso. Mi sentii morire.

“Non fare l’idiota!”disse una voce alle mie spalle. “Non buttarti.”.

“No!”esclamai. Draco mi prese per il braccio.

“Non risolverai niente!”urlò.

“Non dirmi cosa devo o non devo fare!”esclamai liberandomi dalla presa.

Mi buttai dentro cercando di schivare le frecce e corsi velocemente verso di lui.

“Caspian! Caspian! CASPIAN!”lo chiamai scuotendolo. Non rispose. “Caspian, dovevi dirmi una cosa!”esclamai con le lacrime agli occhi. “Me l’avevi promesso. Svegliati, ti prego! Sei forte e so che puoi farcela.”.

Mentre cercavo di farlo rinvenire un telmarino si accorse di noi e venne con la spada levata. Bastò tirargli una freccia che lui morì. Andai poi verso di lui, gli diedi un calcio e mi ripresi la freccia. Lo guardai per l’ultima volta con disprezzo e infine tornai da Caspian. Era ancora immobile e pallido.

Mi aveva promesso che sarebbe rimasto vivo a qualunque costo. Perché non aveva mantenuto ciò che aveva detto?

Mentre pensavo al peggio lui mosse le ciglia e improvvisamente aprì gli occhi. Lo sapevo, non poteva essere morto.

“Caspian!”esclamai abbracciandolo più forte che potevo.

“E’ finita la battaglia?”mi chiese.

“Veramente non siamo nemmeno a metà!”risposi.

“Allora andiamo a farli fuori sorellina!”esclamò alzandosi. “Glozelle mi ha fatto svenire, ma evidentemente non aveva abbastanza coraggio da uccidermi viso che ero il suo principe.”.

“Lo sai che mi hai fatto prendere un colpo vedendoti in quel modo?”gli dissi.

“Non succederà più, fidati.”mi rassicurò sorridendo.

Mi prese per mano e risalimmo la buca. La battaglia continuava e sembrava non aver fine. C’erano morti da entrambi i lati. Sicuramente era stato sciocco credere di poterli battere.

“Che hai?”mi chiese mio fratello.

Schivai una freccia buttandomi a terra. Lui duellò con un telmarino e quando ebbe finito gli risposi:

“Stiamo perdendo.”.
“Non avverrà, te lo dico io.”.

Avevo qualche dubbio al riguardo. L’esercito era sempre più vicino e ci dovemmo separare. Intravidi Fred (o forse era George) che uccideva un telmarino. Salii di nuovo sul cavallo, ma questa volta in piedi e cominciai a tirare frecce a destra e a sinistra. Ad un certo punto vidi che le fenici cadevano a terra morte: la causa era il fatto che i telmarini avevano cominciato a tirare delle lance. Adesso eravamo ancora di più in svantaggio. Poi vidi il sole oscurato: una di esse stava per cadere proprio sopra di me. Feci un salto all’indietro e piombai di schiena a terra poco prima che essa si schiantasse. Era una cosa orribile vedere quella strage.

“Vieni via!”disse una voce alle mie spalle.

Di nuovo Malfoy. Per girarsi e dirmi di andarmene venne colpito da un soldato. Che stupido! L’ultima cosa che doveva fare era perdere la concentrazione. Mi alzai e corsi verso di lui. Mi abbassai per schivare l’attacco del soldato, però mentre mi rialzavo quello mi ferì vicino alla spalla. Non badai al dolore, ma pensai a farlo fuori.

“Ancora tu?”dissi a Draco. “Brutto idiota, vedi che se pensi a tutto meno che a combattere dopo combini casini?”.

Poi sentii una fitta al braccio. La mano mi tremò e la spada mi cadde dalla mano.

“Che ti succede?”mi chiese.

“Penso che lo vedi.”risposi indicando il braccio. Ora perdevo sangue anche da lì oltre che dalle mani. Lui tirò fuori la bacchetta.

“Che vuoi fare?”gli chiesi.

“Ti rimetto a posto quel taglio.”rispose.

“Dietro!”urlai vedendo un telmarino alle sue spalle. Lui si girò e lo colpì talmente forte che svenne.

“Non puoi farlo!”esclamai. “Arriveranno i Mangiamorte!”.

“Non mi importa!”esclamò.

“Ma a me e al mio popolo sì!”ribadii. “Ti prego, lasciami qui e vai a combattere.”.

Cercò di aiutarmi ad alzarmi ma lo respinsi.

“Salvati. Non preoccuparti per me.”.

Riuscii a convincerlo. Corse via guardandomi per l’ultima volta.

Il mio braccio sanguinava parecchio, ma decisi di alzarmi sapendo che bene o male potevo farcela.

“Puntiamo dentro!”urlò Peter.

Tutti andammo verso la Tavola, ma poi mi fermai di botto: i telmarini ce lo stavano impedendo. I massi stavano colpendo l’entrata in modo da bloccarci il passaggio. La terrazza crollò. Caddero le mie speranze: su quella terrazza c’erano tutti i miei ricordi più belli come le chiacchierate con Caspian e la serata con Edmund. Susan stava per cadere di sotto e sicuramente si sarebbe fatta molto male. Per fortuna Trumpkin la afferrò. Vidi il terrore dipinto sul volto di Caspian. Ad un certo punto Trumpkin dovette lasciare la presa perché Susan gli scivolò dalla mano. Fortunatamente cadde su una trave che si era inclinata. Il salto da lì non era tanto alto.

Raggiunsi gli altri che erano davanti alla porta. Caspian spalancò gli occhi vedendo la mia ferita. Lo ignorai.

“Come stai?”mi chiese Draco.

“Tutto ok!”risposi.

“Insomma ci stanno battendo.”disse Susan che era riuscita a scendere.

“Ma noi non glielo permetteremo!”esclamò Hermione decisa.

“Esatto!”esclamò Edmund. “Dobbiamo fargli il culo!”.
“Ed!”lo ammonì la sorella.

“Non mi importa Susan!”esclamò. “Io voglio che questi parassiti si levino di torno.”.

“Lo faranno.”disse Ron.

“Allora andiamo là e facciamogli vedere chi siamo!”urlò Peter. “Per Narnia!”.

Cominciammo a correre.

“Per Narnia!”ripetemmo.

Fu il momento in cui ci battemmo meglio. Peter e Edmund ci avevano dato una carica assurda che ci voleva in momenti del genere. Essi si lanciarono sui telmarini. Le prime file avevano formato con gli scudi una sorta di muro protettivo. Alcuni leopardi riuscirono a sfondarlo e a toglierli di mezzo. Edmund era già pronto ad affrontare le seconde. Neville era in mezzo e io decisi di mettermi sull’altro lato. Insieme a Trumpkin riuscimmo a sfondare anche la seconda fila. Diedi un calcio ad un soldato che cadde addosso ad un altro come nel domino. Esultai, ma la cosa durò poco perché un guerriero stava per colpirmi. Poi cadde subito a terra a causa di una freccia. Mi girai e vidi Trumpkin ancora con l’arco tirato.

“Non dovete mai abbassare la guardia.”mi avvertì. “Guardatevi sempre le spalle.”.

Partì nuovamente a combattere. Aveva ragione, non dovevo distrarmi perché sennò facevo come Draco: combinavo solo casini.

Mi voltai per vedere come era messa la situazione sul lato sinistro quando vidi qualcosa di strano: Susan era trascinata via da un telmarino che le teneva la spada sulla gola.

“No!”dissi. “Susaaaaaaan!”.

Corsi verso di lei, ma qualcuno mi afferrò la vita. Mi divincolai, ma non riuscii a liberarmi.

“Lasciami! Lasciami!”imprecai mentre l’altro stava trascinando Susan fuori dal campo e lontano dalla battaglia. Diedi poi un calcio al soldato e riuscii a fuggire. Corsi di nuovo verso di lei. Colui che la teneva allentò la presa e lei ne approfittò: gli diede una gomitata nello stomaco e si liberò.

“Idiota!”gli urlò Susan puntandogli la spada.

“Idiota sarai tu!”ribattè quello.

“Nei tuoi sogni!”esclamai arrivando. Susan mi guardò con sguardo complice. Il telmarino si mise a ridere.

“Ti sembra divertente?”gli disse Susan.

“No, voi mi fate ridere.”ci derise. “Voi che volete giocare a fare le regine!”.

“Questa te l’ha detta Miraz o è tutta farina del tuo sacco?”lo schernii.

“Voi due mi avete stufato!”esclamò.

“Anche tu!”.

Presi la rincorsa e con un calcio lo colpii e lui cadde a terra.

“Ben fatto!”esclamò Susan. “Ma guarda tu se dobbiamo metterci pure a discutere con gente del genere.”.

“Già!”concordai. “Ora andiamo!”.

Ci tuffammo nuovamente nella mischia. Ad un certo punto noi re e tutto l’Ordine ci trovammo insieme. I telmarini arrivavano sempre più in massa e non ce la facevamo a fronteggiarli. Poi accadde tutto velocemente. Tra urla e rumori di spade che si incrociavano vidi un lampo di luce rossa preceduto da qualcuno che urlava:

“Stupeficium!”.

Ci girammo verso colui che l’aveva detto: era stato Draco.

“Sei un idiota!”esclamò Ginny. Lui si mise le mani sul viso consapevole del fatto che sarebbero arrivati i Mangiamorte.

“Stupido!”esclamarono i gemelli insieme.

Guardai il cielo: le nuvole si raggrupparono velocemente a formare un grande buco nel cielo.

“Stanno arrivando!”disse Peter.

“Di nuovo tu! Ancora tu! Sempre tu!”urlai a Draco. “Non finirò mai di dirti che sei un deficiente!”.

“Mi dispiace!”si scusò.

“Si può capire cosa hai nella testa? Prima fai le cose e poi dici che ti dispiace? Ma dove vivi?”esclamai furiosa. “Il mio popolo perderà e sarà solo colpa tua. Tienilo bene a mente!”.

“Eccoli!”esclamò Luna.

Arrivarono sulle scope come fulmini dal cielo: scagliavano maledizioni a destra e a sinistra.

“Giù!”esclamò Caspian buttandomi a terra.

“Caspian…”dissi vedendo che la situazione degenerava.

“Tranquilla, escogiteremo qualcosa.”mi rassicurò.

“Stiamo perdendo.”gli dissi.

“Arriverà Aslan.”disse. “Ne sono sicuro.”.

“Nemmeno Aslan può sconfiggere Voldemort.”affermai.

“Correte verso la foresta!”esclamò Peter.

Tutti cominciammo a dirigerci dietro la Tavola di Pietra. I telmarini esultavano. Tirai fuori la bacchetta.

“Protego!”esclamai, ma nel farlo inciampai e caddi a terra.

“Miriam!”urlò Edmund che tornò indietro per aiutarmi. “Stai bene?”.

“Sì, più o meno.”risposi rialzandomi. “Ma perché scappiamo?”.

“Moriremo.”rispose.

“E nasconderci a che servirà?”domandai. “Affrontiamoli! Noi sappiamo usare la magia!”.

“L’esercito no.”.

Ad un certo punto cominciò a fare freddo e si stava formando tutto ghiaccio intorno a noi.

“Che succede?”chiese Edmund.

“Potrebbero essere i Dissennatori.”affermai.

“Chi?”disse stupito.

“Non possono essere loro.”disse Fred ignorando Edmund.

“Perché?”gli chiesi.

“Prova a ridere.”.

Ci provai e ci riuscii. Allora cosa poteva essere?

“Non possiamo ritirarci un’altra volta!”esclamò Susan. “Peter, prendi una decisione decente!”.

“Non mi importa, io adesso torno lì insieme all’esercito.”disse Caspian uscendo dalla foresta e io lo seguii.

“Non mi dai nemmeno il tempo di parlare!”esclamò Peter.

“Non c’è tempo per parlare in battaglia!”ribattè mio fratello. Stavano per litigare di nuovo.

“Come se non lo sapessi.”.

“Per Narnia!”urlò Caspian ignorandolo, ma si bloccò: il ghiaccio ormai ci circondava.

“No!”dissi avendo capito la causa.

Si nascondeva, ma era stata lei, lo sapevo. Cominciammo a correre di lato verso il campo di battaglia. Riposi la spada nel fodero perché ormai potevo fare tutto con la bacchetta. Schiantai una decina di telmarini. Poi dovetti affrontare un Mangiamorte e lì le cose si fecero più complicate. Schivavo le maledizioni ma non riuscivo a reagire. Poi nell’attimo in cui si distrasse lo schiantai. Il nostro esercito era nettamente calato ma, con mia sorpresa, anche i telmarini non erano rimasti in molti.

Poi la vidi: bianca come il latte, occhi azzurri come il ghiaccio e fredda come la neve. Era la Strega Bianca. Come poteva essere tornata in vita? Ci pensai su e poi mi vennero in mente le sue parole: io non morirò finchè è in vita l’Oscuro Signore. Quindi dipendeva da Voldemort. Era viva a causa sua.

“E quella?”disse Neville indicandola.

“E’ la protetta di Voldemort.”gli risposi.

“Aslan, ma dove sei quando ci servi?”imprecò Edmund vedendola.

“E’ la fine.”disse Susan.

“No, non può!”si indignò Caspian. “Possiamo farcela!”.

“Come?”lo sfidò Peter

“Improvvisiamo!”disse Hermione indicando la Strega che avanzava con lo scettro in mano. “Dobbiamo urlare al mio tre Ventus!”.

“Sicura?”disse Ron.

“Ma ti pare che mi sbaglio?”lo fulminò lei.

Facemmo come ci disse e dalle nostre bacchette uscì un getto d’aria potentissimo che fece cadere dalla scopa molti Mangiamorte. Poi sentii un canto e tutti si voltarono: era un uccello rosso che ammaliava. Appena toccò terra però prese fuoco creando una barriera e infine di trasformò in Lucy.

“Lucy?”disse Peter.

“Venite! Non c’è tempo!”esclamò lei riportandoci nella foresta.

“Guidate l’esercito!”ordinò Peter all’Ordine.

“Hai trovato Aslan?”le chiese Susan e lei annuì.

“Allora perché ci sta facendo morire?”chiese Edmund.

“Fermo!”esclamò Lucy. “Non può aiutarci finchè non avremo sbloccato l’ultimo portale.”.

Tutti quelli che non ci avevano creduto rimasero stupefatti.

“Io ve l’avevo detto!”esclamò Caspian. Peter aveva la bocca spalancata.

“E mi servi proprio tu Caspian.”continuò Lucy.

“Perché?”.

“Sarai uno dei prossimi a sedere a Cair Paravel.”gli disse Lucy.

“E allora?”. Caspian non capiva.

“Ricordati la profezia e capirai!”esclamò lei. “Ora devi venire subito con me.”.

Improvvisamente mi sentii afferrare e qualcuno mi mise la mano davanti alla bocca.

“Stai zitta!”mi sussurrò lei.

La Strega Bianca mi aveva preso. Mi agganciò una pietra sul piede e mi portò sopra al fiume. Riusciva a sorreggermi anche se non era né morta né viva: era a metà, tipo uno spirito. Nessuno si accorse di niente finchè non parlò.

“Tu non andrai da nessuna parte, mio principe!”esclamò lei e tutti si voltarono.

“Miriam!”esclamò Susan.

“Lasciala subito!”le intimò Caspian tirando fuori la spada.

“Qui le condizioni le metto io!”esclamò lei.

“Caspian fai qualcosa!”lo esortò Edmund.

“Che cosa vuoi?”le chiese Peter. La strega si rivolse a Caspian.

“Di sangue di Adamo ne basta una goccia e io sarò libera. Fallo, mio principe, e lei vivrà. Fallo e tua sorella non morirà.”.

“Caspian, non farlo!”esclamai per quanto mi era possibile. “Vai con Lucy.”.

“Zitta!”esclamò lei puntandomi il suo scettro.

“Caspian, muoviti! Che stai aspettando?”lo esortò Peter. Tirò fuori la spada e si fece un taglio su una mano.

“Ascolta Peter!”esclamò la Strega.

“No.”dissi debolmente mentre Caspian avanzava con la mano grondante di sangue.

“Caspian fermati!”esclamai con le lacrime che cominciavano a scorrermi lungo le guance.

“Non ti lascerò di nuovo!”mi disse. “Se devi morire io verrò con te.”.

“Il ragazzo è intelligente!”commentò la Strega.

La sua mano e quella di Caspian stavano per toccarsi. Sentivo l’adrenalina salire all’interno del suo corpo. Improvvisamente da dietro dieci voci urlarono:

“Avada Kedavra!”.

Dieci lampi di luce verde volarono verso la Strega che lasciò la presa su di me. Velocemente entrai in acqua. Il sasso legato alla mia caviglia mi trascinava sempre più velocemente sul fondo del fiume. Mi mancava l’aria e nessuno sembrava essersi accorto del fatto che ero precipitata. Toccai il fondo. Scossi le braccia per cercare di risalire, ma non ci riuscii. Non riuscii nemmeno a sganciarlo. Dopo qualche minuto sentii le forze venir meno e mi accasciai a terra sperando che qualcuno sarebbe venuto a salvarmi. Il mio ultimo pensiero fu Caspian. Poi non ce la feci a resistere ancora e i sensi mi vennero meno. Infine il nulla.

 

 

 

Ehilà! Eccomi con il nuovo capitolo! Ho aggiornato un giorno prima (in genere aggiorno dopo più di un mese, stavolta un giorno prima :333 Mi sento potente xD)

Che ne dite? Le cose cominciano a complicarsi un pochino, ma cos’è la vita senza un po’ di complicazioni?

E ho anche interrotto il capitolo sul più bello (vabbè, bello si fa per dire D: ) e ora mi odierete per questo, sicuramente. Volevo creare un po’ di suspence.

Per parecchio non ci sarò! Dopo domani vado al mare, poi riparto per uno stage di musica e poi vado di nuovo al mare. Mi dispiace, dovrete aspettare un po’ per il prossimo.

Ultima cosa: vorrei ringraziare la mia nuova lettrice, Smile__, che ha recensito l’altro capitolo! Mi fa tanto piacere avere nuovi lettori :3

Alla prossima carissimi!

Miriam

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Capitolo 25
*** La battaglia - parte 3: Al Ministero ***


Ciao a tutti!

Eccomi di nuovo qua con il capitolo! Pensavo di metterci molto di più a scriverlo e invece eccomi qua pronta per postare J

Prima di leggere vorrei dirvi delle cose (ve lo dico, questo capitolo mi è parso strano):

  1. Troverete un Draco un pochino diverso. Un Draco che è sempre lo stesso diciamo, ma con la differenza che odia le arti oscure e i Mangiamorte.
  2. La protagonista farà un gesto inaspettato nei confronti di Draco. Nonostante negli altri capitoli l’avesse trattato male, qui si rivela un po’ più umana nei suoi confronti. Diciamo che diventa capace di capirlo!

 

Ho già detto troppo, quindi vi lascio al capitolo! Buona lettura!

Miriam

 

PS: grazie mille a Smile__ e SummerEnd che hanno recensito l’altro capitolo! Siete favolose :D

 

 

 

“Dai, respira!”esclamò qualcuno.

Le voci erano indistinte. Ero già morta? Oppure dovevo ancora soffrire?

“Andate a combattere!”esclamò qualcun altro.

“Io non la lascio.”disse un altro ancora.

“Ma voi non conoscete nessuna magia?”chiese una.

Non ci fu nessuna risposta. Forse stavo sognando. O forse ero semplicemente a metà, in una sorta di limbo in attesa di entrare nel regno dei morti come gli antichi egizi.

“Cazzo! Non può morire! Non ora!”esclamò uno con voce rotta.

Delle mani si posarono sul mio petto e cominciarono a farci pressione. Il mio cervello cominciò a connettere. Riuscivo a capire le voci e soprattutto non ero morta. Uno. Due. Tre. Uno. Due. Tre.

Tossii e aprii gli occhi di colpo. Ero adagiata sulla riva del fiume.

“Oddio!”esclamò Edmund. “Miri!”.

Mi tirò su e mi abbracciò più forte che poteva. Era così dolce quel ragazzo.

“Ed.”dissi addormentata e ricambiando l’abbraccio.

“Ci hai fatto prendere un bello spavento!”esclamò Lucy.

“Miriam!”ora fu il turno di Caspian. Era tutto bagnato e con gli occhi velati di lacrime. “Non devi farmi mai più una cosa del genere, capito? Mai più! Ti credevo già morta e io… io… io…”.

Gli accarezzai i capelli dolcemente, come una madre ad un figlio piccolo.

“Caspian!”gli dissi. “Non sarei mai morta. Avrei continuato a lottare. Te l’ho promesso, ricordi? Non ti avrei mai abbandonato! Non di nuovo!”.

Le lacrime continuavano ad uscire dai suoi occhi. Anche Edmund e Lucy mi abbracciarono.

“Ragazzi, calmatevi, ora sto bene!”esclamai.

Restammo qualche altro minuto in quel modo. Sembrava come se ancora non credessero al fatto che io ero ancora viva.

“Ma gli altri dove sono?”chiesi.

“A combattere!”esclamò Lucy.

Oh, giusto! Ancora eravamo nel bel mezzo della battaglia. E la Strega? Che fine aveva fatto? E i Mangiamorte? E i telmarini? Troppe domande avevo in testa.

“Caspian, devi venire con me, ricordi?”disse infine Lucy.

“Vieni anche tu!”lui si rivolse a me.

“Non mi caccio nei guai.”lo rassicurai.

“Ti voglio accanto!”esclamò.

“Allora vi dispiace se vengo pure io?”disse Edmund.

“Dobbiamo sbrigarci!”esclamò Lucy.

Ci alzammo in piedi. Barcollai un pochino.

“Ce la fai?”mi chiese mio fratello.

“Certo!”mentii. In verità mi sentivo molto debole visto che non avevo respirato per diversi minuti.

“Sicura?”mi chiese Lucy.

“Assolutamente!”esclamai cercando di essere il più convincente possibile.

“Afferrate il mio braccio!”ci ordinò e appoggiammo le nostre mani su di esso.

Lei cominciò a correre molto velocemente, ma noi non riuscivamo a starle dietro.

“Rallenta sorella!”esclamò Edmund.

“Zitto!”gli urlò lei.

Lei continuava ad aumentare di velocità. Chiusi gli occhi e quando li aprii nuovamente qualche secondo dopo eravamo su una piazza davanti ad un albero. In lontananza riuscivo a scorgere il castello di Telmar. Che ci facevamo là?

“Benvenuti Re e Regine di Narnia.”esordì una voce. “Vedo che siete al completo!”.

Ci girammo tutti. Un enorme leone con una criniera foltissima era apparso dietro di noi. Rimasi stupefatta davanti a tanta maestosità e regalità che quella creatura trasmetteva. Avendo capito chi era subito mi inginocchiai in segno di rispetto.

“Alzati, Miriam, Regina di Telmar e di Narnia.”mi disse dolcemente e io mi rimisi in piedi.

“Aslan, non avrei mai pensato di incontrarvi!”esclamai. Il leone rise.

“Eccomi qui!”disse poi.

“Aslan, di che si tratta?”gli chiese Caspian.

“L’ultimo portale è proprio quell’albero davanti a te!”lo informò.

Caspian si girò, lo guardò e poi avanzò. Sfiorò la corteccia con un lieve tocco delle dita e l’albero cominciò a sciogliersi. Alla fine si aprì: dall’altra parte si vedevano bene le colline, ma sapevo che una volta passati da lì non si poteva tornare indietro. Infine una forte luce illuminò tutto il paesaggio circostante.

“Aslan, che succederà adesso?”gli chiese Caspian.

“Ci aiuterai?”domandò Lucy.

“Ma certo, mia cara.”rispose il leone. “Verrò in vostro aiuto come ho sempre fatto e sempre farò.”.

“Ma questo portale?”chiese Edmund.

“Attraversatelo e sarà completamente libero.”ci spiegò il leone.

“No, è troppo semplice!”disse Edmund diffidente.

“Se lo attraversiamo ci ritroveremo nel mio mondo e qui accadrà davvero un putiferio!”esclamai.

“Miriam!”mi chiamò il leone. Forse avevo espresso la mia opinione in maniera irrispettosa. “Ti fidi di me?”.

“Ma certo!”esclamai.

“Allora attraversa l’albero insieme agli altri re e nulla ti accadrà.”mi rassicurò.

Mi girai verso di loro che vennero verso di me.

“Prendiamoci per mano.”propose Lucy.

Caspian si mise davanti a me

“No, fai andare tua sorella per prima.”gli consigliò Aslan. “Solo affrontando le sue paure potrà vincerle.”.

Lui andò in fondo. Dietro di me c’era Edmund che strinse la sua mano sulla mia. Quello mi dava davvero forza e coraggio. Mentre attraversavo chiusi gli occhi e poi precipitai. Non sentivo più il terreno sotto i miei piedi e già pensavo al peggio. Cominciammo tutti ad urlare. Ci girava la testa e non riuscivamo a scorgere la fine di quel vortice. Ad un certo punto la mano di Edmund si staccò dalla mia.

“Ed!”strillai, ma non mi sentì perché era più in basso di me.

Poi, piano piano rallentammo fino a toccare i piedi in terra. Gli altri erano accanto a me ed eravamo tornati sul luogo della battaglia che ancora impazzava. Tutti e quattro tirammo un sospiro di sollievo vedendo che eravamo ancora a Narnia.

Appena avevamo toccato terra era successa una cosa straordinaria: la stessa luce di prima aveva invaso il campo di battaglia e un vento fortissimo aveva travolto i Mangiamorte facendoli tornare indietro nel buco creato dalle nubi. La luce sovrastò quelle nuvole scure e la voragine si richiuse. I Mangiamorte se n’erano andati e non potevano più tornare. Il nostro esercito esultò.

“Miriam!”esclamò Susan abbracciandomi

“Sei viva!”aggiunse Peter, anch’esso abbracciandomi.

“Sì, a quanto pare!”risposi ricambiando l’abbraccio.

“Ora possiamo usare la magia quanto vogliamo!”constatò Ron.

“E allora annientiamoli.”disse Luna con aggressività.

“Harry!”urlò Cho.

Ci girammo e a terra c’era Harry accasciato, come se fosse svenuto.

“Harry!”disse ancora.

“Che succede?”chiese Lucy.

“Oh, ma fatti da parte!”ruggì Ginny rivolta a Cho. “Si vede proprio che non lo conosci per niente!”.

“Cos’ha?”domandò Luna.

“Voldemort può entrare nella sua mente.”spiegò Hermione. “E gli fa vedere le vittime che uccide.”.

Cho si era offesa, si vedeva dallo sguardo.

“Harry!”lo chiamò Ron.

Aveva gli occhi sbarrati e non si muoveva. Faceva quasi paura.

Peter uccise un telmarino che stava venendo verso di noi. Non potevamo stare ammucchiati in quella maniera. Eravamo bersagli facili visto che ancora era in corso la battaglia.

Improvvisamente Harry si mosse e scattò in piedi.

“Sirius!”esclamò.
“Che succede Harry?”gli chiese Neville.

“Sirius è in pericolo!”esclamò fremente.

“Ma dov’è?”gli chiese Hermione.

“Voldemort lo sta torturando al Ministero!”disse. “Non c’è tempo!”.

“Noi veniamo con te!”esclamò Edmund.

“Non sai nemmeno di che si tratta!”lo rimbeccò la sorella.

“Abbiamo promesso di aiutarli come loro di aiutare noi!”insistette Edmund.

“E qui chi lo guida l’esercito?”lo rimbeccò Peter.

“Possiamo fermare il tempo!”propose Fred.

“Sì, ma solo chi pronuncia l’incantesimo può muoversi come gli pare.”lo corresse Hermione.

“Possiamo sempre dirlo tutti insieme!”intervenne George.

“Non funzionerà.”disse Hermione.

“Tentar non nuoce.”dissi.

“Allora afferrate la mia bacchetta e al tre urlate Aresto Momentum.”.

Facemmo come ci disse e il tempo si fermò. Erano tutti immobili. Facevano quasi ridere.

“Sei un grande George!”esclamò Luna

“Chi l’avrebbe mai detto?”commentò Hermione.

“Dobbiamo sbrigarci!”esortò Harry.

“Ma come ci arriviamo?”chiese Lucy.

“E poi cos’è questo Ministero?”chiese Caspian.

“Possiamo Smaterializzarci!”propose George ignorando mio fratello.

“Mi devo rimangiare le parole?”lo fulminò Hermione. “Noi non sappiamo farlo!”.

“Perché nessuno ci spiega mai niente?”borbottò Caspian.

“Non è questo il momento!”esclamò Draco.

“Alla fine come ci andiamo?”chiese Cho.

“La passaporta!”esclamò Neville.

“Giusto, Neville!”esclamò Fred.

“Accio cappello!”urlò Ginny e il Cappello Parlante atterrò davanti a noi. “Ora afferratelo!”.

Lo prendemmo e subito cominciammo a girare come se fossimo sulle giostre. La terra scomparve e una voragine si aprì sotto di noi, un po’ come era successo quando prima io, Lucy, Edmund e Caspian avevamo attraversato l’albero. Inoltre intorno a noi era tutto buio e non si vedeva un accidenti.

“Oddio!”urlò Susan.

“Lasciate la passaporta!”urlò dopo qualche minuto Hermione.

“Voi ci volete uccidere, l’ho sempre saputo!”esclamò Edmund.

“Tu lasciala e vedrai che alla fine non sarà tanto male!”gli intimò Hermione.

Lui ubbidì e anche io feci come lui. Cominciammo a precipitare molto velocemente all’interno della voragine. Lì cominciai ad avere paura e urlai. Ci saremmo schiantati come minimo!

Infatti noi re cademmo a terra con dei tonfi sordi (ma non come avevo immaginato) mentre l’Ordine arrivò camminando dall’alto.

“Te l’avevo detto che non vi avremmo ucciso!”esclamò Hermione rivolta a Edmund. Lui la guardò con una smorfia, ma accettò volentieri la sua mano che lo aiutava ad alzarsi.

Mi guardai intorno: i muri erano tappezzati con piccole mattonelle nere e in mezzo alla stanza c’era una fontana enorme. Quell’edificio era enorme e come minimo avrà avuto una cinquantina di piani. C’era una sorta di poster enorme che raffigurava un uomo calvo sulla sessantina. L’immagine si muoveva! Era una cosa pazzesca che mai avrei immaginato.

C’erano parecchie porte che davano su degli ascensori. Tutto era molto silenzioso e sembrava che non ci fosse nessuno.

“Ma dove diavolo siamo?”chiese Susan.

“Questo è il Ministero della Magia.”spiegò Fred. “E quello raffigurato lassù è Cornelius Caramell, il nostro Ministro della Magia!”e indicò il poster enorme. Noi lo guardavamo interrogativi.

“E’ come il governo babbano e il presidente della Repubblica.”intervenne Hermione.

“Ah!”esclamò Edmund.

“Non siamo venuti qui per una visita turistica!”sbottò Harry.

“Scusaci!”disse Peter.

Dov’è Sirius?”domandò Ron a Harry.

“Dietro la stessa porta che sogno ormai da mesi, ovvero quella dell’Ufficio Misteri.”rispose lui. “Sirius è là dentro e Voldemort lo sta torturando.”.

“E allora muoviamoci!”esclamò Hermione.

Entrammo dentro una di quelle porte che effettivamente si rivelarono ascensori. Esse si chiusero e partimmo a tutta birra. Non essendomi aggrappata a niente caddi addosso a mio fratello dando una bella testata sul manico della sua spada. Gli altri cominciarono a ridere.

“Ahi!”esclamai.
“Tonta!”mi disse mio fratello aiutandomi a rialzarmi. “Se ci sono dei manici un motivo ci sarà, non credi?”.

Gli feci il verso e lui sorrise.
“Sei buffa quando fai quelle facce.”commentò mentre gli altri continuavano a ridere.

“Ehi, voi, la volete finire?”esclamai.

Poi una voce esclamò:
“Ufficio Misteri!”e loro cessarono subito la risata.

La porta si spalancò e davanti a noi si aprì un lungo corridoio. In fondo ad esso c’era una porta con una maniglia che sembrava un teschio.

“E’questa!”esclamò Harry.

Tirammo fuori le nostre bacchette e avanzammo. Harry, che era in testa al gruppo, aprì la porta. Quando si chiuse alle nostre spalle eravamo completamente al buio.

“Lumos!”esclamò e la sua bacchetta si accese.

Intorno a noi c’erano tantissimi scaffali con delle palle di vetro con all’interno del fumo su ogni ripiano.

“Sirius?”lo chiamò Ron.

“Alla fine di tutto potremmo sapere che cosa ci facciamo qui?”disse Edmund. Susan gli pestò un piede e capì che doveva tacere.

Harry cominciò a camminare più velocemente.

“Harry!”esclamò Ginny, ma lui continuò ad andare avanti imperterrito guardando dei numeri sugli scaffali in corrispondenza delle palle. Chissà cosa erano?

Poi ci fu un gran rumore. Tutti ci girammo e vedemmo che la porta si stava spostando.

“Anche la porta!”imprecò Edmund.

Harry si fermò e cominciò a guardarsi intorno nel buio.

“Dovrebbe essere qui!”esclamò Harry.

“Harry, su questa palla c’è il tuo nome!”esclamò Luna.

“Cosa?”.

“Su questa palla c’è il tuo nome!”ripetè lei.

Lui tornò indietro. La prese in mano e la osservò meglio. Poi si sentì una voce che proveniva proprio dalla palla. Riuscii a comprendere solo una frase: nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive.

“Harry!”esclamò Lucy ad un certo punto.

Delle figure incappucciate avanzavano verso di noi nell’oscurità. Erano i Mangiamorte. Chi lo sa, magari erano anche quelli che prima erano apparsi dal nulla a Narnia.

“Dov’è Sirius?”chiese Harry tornando davanti con la palla.

Noi ci disponemmo a raggiera in maniera tale che potevamo tenere d’occhio tutti i lati anche se ormai eravamo circondati.

“Dovresti imparare a riconoscere la differenza tra sogno e realtà!”lo schernì il Mangiamorte davanti a lui togliendosi la maschera.

“Dov’è Sirius?”ripetè Harry.

“Non ti è nemmeno passato per l’anticamera del cervello il fatto che forse il Signore Oscuro stava solamente giocando con la tua mente?”disse ridendo.

Malfoy improvvisamente si girò di scatto. L’orrore si dipinse sul suo volto.

“Papà?”esclamò sorpreso.

“Draco!”esclamò lui altrettanto sorpreso. “C-Che ci fai qui?”.

Ci fu un attimo di silenzio. Draco era immobile davanti a me, come paralizzato. Poi si riprese come se niente fosse.

“No, la domanda è che cosa ci fai tu qui, e per di più con la veste da Mangiamorte!”. Ok, ora il suo tono era veramente schifato.

“Draco, non è come sembra!”disse il padre calmo.

“Cosa non è come sembra?”esplose. Era arrabbiato, anzi, infuriato.

“Draco, calmati, ti prego!”gli sussurrai, ma lui non mi sentì.

“Che succede Lucius?”chiese una vocina di donna dietro di lui. Sembrava quasi la voce di una bambina. “Potter non vuole darti la profezia?”.

“Non è quello Bella!”esclamò lui.

“E allora cosa?”disse lei. Poi si guardò intorno. “Oh, ma guarda, quello è Dracuccio!”.

“Papà, da quando lei è diventata Bella per te?”ruggì Draco. “Avevi detto che avevi perso tutti i contatti, che era una codarda e una vigliacca e poi la chiami addirittura Bella invece di Bellatrix?”.

“Figliolo, calmati!”cercò di rimediare il padre.

“Non mi calmo!”esclamò lui. “Fai combriccola con loro! Che diavolo sei?”.

“Non ti riguarda!”.

“Non mi riguarda?”insistette lui. “Cazzo, sono tuo figlio e ho diritto di sapere che razza di feccia sei diventato!”.

“Portami rispetto!”tuonò Lucius. “E portalo anche a tua zia!”.

“Perché dovrei portare rispetto ad una squilibrata evasa di prigione e a un Mangiamorte convinto?”. Il ragazzo era furente di rabbia.

“Non sono un Mangiamorte!”gridò Lucius.

“Vallo a dire al tuo Signore se ne hai il coraggio!”lo schernì Draco. “Ma tu di coraggio non ne hai! Sei solo un codardo e un ipocrita.”.

“Draco, ne parliamo a casa.”.

“Io a casa non ci torno!”urlò. “Mi fai schifo!”.

Il padre avanzò e gli diede uno schiaffo che risuonò per tutta la stanza. Entrambi gli orgogli, sia quello del padre, sia quello del figlio erano stati feriti.

“Resti comunque un codardo! E uno schifoso! E un ipocrita! E un traditore! E …”.

“Draco, basta!”lo interruppi.

Respirava molto velocemente e potevo sentire il suo battito cardiaco molto accelerato. Di colpo la sua mano si chiuse sulla mia. Cominciò a stringerla più forte che poteva.

“Stai tranquillo Draco! Sfogati quanto vuoi! Sono qui!”.

Questo fu il mio pensiero. Perché sapevo cosa voleva dire essere traditi. Sapevo cosa voleva dire essere feriti nell’orgoglio. Sapevo cosa voleva dire essere abbandonati.

Il padre comunque lo ignorò.

“Adesso, Potter, dammi quella profezia.”incalzò.

“Perché serve a Voldemort?”disse Harry. “Perché dovevo prenderla io?”.

“Tu osi pronunciare il suo nome?”sputò Bellatrix. “Tu, lurido mezzosangue!”.

“Di certo non ho paura di un nome!”disse Harry sicuro di sé.

“Stiamo molto calmi!”esclamò Lucius frapponendosi tra i due. “Allora Potter, le profezie possono essere prese solamente dal suo destinatario e quella è indirizzata a te. Fidati, se me la consegnerai saprai il segreto della tua cicatrice. Perché il Signore Oscuro non poteva avvicinarsi a te. Perché sei protetto.”.

“Non dar retta a quello schifoso!”esclamò Draco.

Tutti rimasero sorpresi. Era la prima volta che lui dava un consiglio a Harry. Era la prima volta che si schierava con loro dell’Ordine.

Harry fece finta di non averlo sentito. Faceva tutto parte del piano ovviamente! Non avrebbe mai consegnato la profezia a Lucius.

Avanzò. Le loro mani si stavano per toccare quando lui urlò:
“Ora!”.

Vari “Stupeficium” volarono nell’aria. Draco mollò la mia mano e corse nella direzione opposta alla mia.

“Draco!”esclamai. Sicuramente avrebbe cercato suo padre per avere la sua vendetta.

“Perdonami, non posso lasciarlo fuggire!”rispose.

Lo lasciai andare. Sicuramente sarebbe riuscito a trovare la porta. E poi suo padre nongli avrebbe torto un capello.

Un Mangiamorte mi bloccò la strada ad un certo punto.

“Stupeficium!”esclamai, ma lui respinse l’incantesimo.

“Levicorpus!”riprovai e questa volta lui volò in aria.

Continuai a correre, anche se non vedevo più nessuno. Dove erano finiti tutti gli altri?

Improvvisamente alla mia sinistra vidi un lampo di luce rossa e mi diressi là. Era stata Luna.

“Dove sono gli altri?”le chiesi.

“Stavo per farti la stessa domanda!”rispose lei.

Poi dall’altra parte una voce urlò:
“Reducto!”e le profezie esplosero.

Gli scaffali cominciarono a cadere l’uno addosso all’altro.

“Corri, Luna!”esclamai.

La presi per un braccio e cominciammo a correre velocemente per cercare l’uscita. La porta si era spostata. Riuscii a scorgerla in lontananza ed esortai Luna muoversi per non essere travolte da tutti quei vetri e dagli scaffali.

Perché mi ero separata dagli altri? Dov’era Caspian? E Edmund? E Peter? E Lucy e Susan?

Un vetro (o forse anche più di uno) mi solcarono la faccia. Ero a pochi metri dalla porta e mi ci lanciai contro aprendola. Con mia sorpresa non mi ritrovai nel corridoio, ma precipitai nel vuoto.

“Lunaaaaaa!”la chiamai, ma non sentii nessuna risposta.

Intravidi il pavimento! Cominciai a recitare le mie ultime preghiere perché mi sarei sfracellata come minimo. Invece con mia sorpresa rimasi sospesa a mezz’aria a pochi centimetri dal pavimento. Poi caddi a terra davanti ad un’arcata vuota.

“Eccola!”esclamò una voce alle mie spalle.

Mi girai: era Caspian. Gli corsi incontro e lo abbracciai. Avevo temuto di averlo perso un’altra volta.

“Manca Luna!”esclamò Neville.

“Era con me, ma non so se ha oltrepassato la porta.”lo informai.

Lui guardò in alto speranzoso, ma non arrivò nessuno.

“Vi giuro che li uccido ad uno ad uno questi Mangiamorte!”esclamò furioso. “Prima i miei genitori, ora Luna! Non è possibile!”.

Dopo quelle parole una figura precipitò dall’alto come me e si fermò a pochi centimetri da terra prima di toccare il pavimento: era Luna. Era immobile con la faccia più pallida del suo solito.

“Luna!”esclamò Neville gettandosi su di lei.

“Cos’è successo?”chiese Harry.

“Io non lo so!”esclamai agitata. “Era dietro di me!”.

“Lucy, la tua boccetta!”esclamò ad un tratto Peter.

“Cosa?”disse Neville.

“Lasciatela fare!”esclamò Edmund.

Lucy prese il cordiale e versò una goccia del liquido nella bocca di Luna. Dopo qualche minuto cominciò a muoversi e infine aprì gli occhi. Neville l’abbracciò.

“Ho fatto un sogno strano!”esclamò lei. “Mi cadeva addosso uno scaffale.”.

Ridemmo. Evidentemente non era stato un sogno, ma ciò che le era accaduto.

“Harry, non potremmo andarcene via?”propose Hermione. “Sirius non è qui, non c’è motivo di restare.”.

“Sento delle voci!”esclamò lui. “Non le sentite anche voi?”.

“Io riesco a sentirle!”concordò lui.

Io non sentivo nessuna voce. Cosa era successo? Erano impazziti tutti e due?

Mentre cercavamo di capire se ci fossero davvero quelle voci riapparvero i Mangiamorte.

“Giù!”esclamò Harry tenendosi stretto la profezia.

Sentii la mano di Caspian staccarsi dalla mia. Qualcuno mi prese in vita. Cercai di divincolarmi, ma non ci riuscii in nessun modo. Quel qualcuno mi mise addirittura una mano sulla bocca per impedirmi di urlare. Chiusi gli occhi. Volevo che quell’incubo finisse all’istante. Ero stanca. Erano ore che combattevo e non vedevo l’ora di fermarmi.

Quando li riaprii un Mangiamorte mi teneva in vita con la bacchetta puntata vicina alla testa. L’incubo era destinato ad andare avanti.

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Capitolo 26
*** La battaglia - parte 4: Atto finale ***


Gli altri erano davanti a me, ognuno con un Mangiamorte anche loro. L’unico libero era Harry, anche se davanti a lui c’era Lucius.

“Lasciami, lasciami!”esclamò Draco divincolandosi.

“Smettila o ti uccido!”esclamò il Mangiamorte.

“Tu non torcerai nemmeno un capello a mio figlio, Macnair!”tuonò Lucius girandosi.

“Perché invece non mi fai uccidere?”lo canzonò suo figlio. “Sei un Mangiamorte convinto!”.

Il padre non lo ascoltò e si girò verso Harry per impedirsi di avere uno scatto d’ira.

“Potter, dammi la profezia ora oppure guarda i tuoi amici morire!”esclamò.

Guardai Caspian e lui fece la stessa cosa con me. Il terrore si dipinse sui nostri occhi. Beh, almeno c’era qualcosa di positivo: eravamo insieme.

“Non dargliela, Harry!”urlò Neville.

Un brivido mi passò attraverso tutto il corpo.

“Paura, eh?”mi fece il mio Mangiamorte.

“Non di voi!”esclamai sicura di me.

“Tanto morirete tutti!”mi schernì. “La paura non fa che aumentare questa consapevolezza.”.

“Questo lo dici tu!”ribattei.

Harry non ascoltò Neville e consegnò la profezia a Lucius. Avrebbe fatto di tutto pur di salvare i suoi amici, anche dare la sua vita. E questo gli faceva onore.

Lucius la prese in mano e chiuse gli occhi gustandosi il sapore della vittoria.

Poi verso l’arcata vuota vidi una luce e poi si materializzò un uomo dai lunghi capelli neri e ricci e una piccola barbetta: era Sirius.

Si diresse verso Lucius.

“Lascia stare il mio figlioccio!”esclamò e poi gli rifilò un pugno.

Il mio Mangiamorte allentò per un attimo la presa. Mi girai e gli diedi uno schiaffo. Poi da dietro qualcuno lo schiantò. Mi girai e c’era una strega alta dai capelli viola.

“Grazie!”esclamai.

“Di niente!”rispose lei. “Però dovete andare via. Qui ci pensiamo noi adesso! Devi radunare gli altri!”.

Feci segno di aver capito e cominciai a correre per cercare gli altri schivando i vari lampi di luce. Vidi Peter in lontananza che combatteva.

“Peter!”urlai e lui si girò. “Aiutami a radunare gli altri! Ce ne dobbiamo andare via subito!”.

“Ok!”disse lui.

Corsi della direzione opposta alla sua, solo che non feci caso a dove andavo, quindi mi scontrai con Draco. Lui mi prese prima che cadessi oltre l’arcata vuota.

“Ehi, hai visto mio padre?”mi chiese.

“No.”risposi.

Mi lasciò e ripartì.

“Ehi, aspetta!”lo fermai mettendomi davanti a lui. “Che vuoi fare?”.

“Prima non ho avuto abbastanza tempo!”rispose fuori di sé. “Ma ora ci vuole una bella lezione!”.

“No, fermati!”esclamai. “Ora dobbiamo andare via! Questi qua fanno sul serio! Ci uccideranno!”.

“Mi ha mentito per tutti questi anni, non posso passarci sopra!”disse. “Scusami!”e mi spinse a terra continuando a camminare. Aveva individuato suo padre.

Subito mi rialzai da terra e lo presi per la camicia, ma riuscì a liberarsi. Cercai di farlo inciampare, di spingerlo, ma lui continuava imperterrito.

Arrivammo dove c’era un duello tra Harry, Sirius e Lucius.

“Draco!”esclamò il padre e in quel momento Sirius lo schiantò.

“Ti prego, lasciami!”mi disse Draco.

Sentii poi Bellatrix che diceva:
“Avada Kedavra!”e poi una luce verde e rossa che veniva verso di noi.

“Miriam!”urlò Caspian lanciandosi su di me.

Io, lui e Draco cademmo tutti addosso a Sirius a pochi centimetri dall’arcata vuota. Mio fratello mi precipitò di peso sullo stomaco e cacciai un urlo spaventoso. Stavo per vomitare il pranzo di prima.

Bellatrix rise a crepapelle. Cercai di alzarmi ma Caspian non si muoveva. Bellatrix scappò e Harry la inseguì. Draco e Sirius riuscirono a tirarsi su da terra.

“Caspian, alzati!”esclamai.

Lui era immobile.

“Caspian, dai, non è il momento di fare l’imbecille!”dissi ancora, ma senza successo.

Lo sollevai, ma ricadde a terra a peso morto. Cominciai a scuoterlo prendendolo per le spalle.

“Ehi!”esclamai. “Caspian!”.

Lo schiaffeggiai, ma lui rimaneva fermo.

“Che succede?”chiesero Sirius e Draco insieme.

“Ma non vedete?”esplosi.

“Posso?”disse Sirius chinandosi verso di lui.

Mise due dita sul suo collo in corrispondenza della carotide. Poi toccò i polsi per sentire se il suo cuore batteva ancora. Infine provò a fare un incantesimo no verbale. In quel momento ebbi paura. Paura che quella maledizione non fosse andata a vuoto come avevo pensato. Paura che avesse colpito lui.

“Allora?”disse Draco.

“Mi dispiace.”disse Sirius affranto.

La mia paura divenne realtà. Rimasi immobile. Avevo capito bene? Probabilmente no, era impossibile, non poteva essere morto! Non lui! Non il mio Caspian. Non mio fratello! Non di nuovo! No, no no! Io e Sirius ci eravamo sbagliati e lui si sarebbe rialzato come quando era finito nella buca spinto dal generale Glozelle. Ma non accadde niente di tutto questo.

Volevo dire che li odiavo tutti, ma di colpo persi tutte le parole. Non avevo più niente da dire di fronte al corpo freddo e immobile di mio fratello.

Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Mi accasciai su di lui mentre ancora Mangiamorte e Ordine ancora combattevano e lo abbracciai anche se non poteva più sentire quel calore. Gli accarezzai i capelli e poi la barba che naturalmente non si era fatto. Lo baciai sulla guancia come se fosse servito a qualcosa.

Di colpo mi passarono davanti agli occhi le immagini dei nostri momenti più belli. Di quando l’avevo ritrovato. Di quando mi aveva consolato. Di quando chiacchieravamo di cose stupide. E lì sentii la rabbia salirmi in corpo.

“Nooooooooooooo!”esplosi.

“Mi dispiace!”mi disse Draco accovacciandosi vicino a me.

Non risposi. Mio fratello era fermo davanti a me. Non c’era nulla da fare ormai, non più.

“Non puoi restare qui, sei un bersaglio facile!”mi disse Draco.

“Io non lo lascio!”urlai abbracciando il corpo di Caspian.

“Dobbiamo andarcene!”esclamò tirandomi per un braccio. “L’hai detto tu prima!”.

“Perché non te ne vai a cercare tuo padre per soddisfare la tua sete di vendetta mentre io rimango ancora con lui e poi cerco Bellatrix?”esclamai. “Tu soddisfi la tua, io la mia!”.

“Ora capisco perché ti hanno messo a Serpeverde!”commentò Draco. “Sei proprio come noi!”.

“Draco, ma che diavolo vuoi?”.

“Andare via!”.

“No!”.

“Per favore!”mi prese un braccio.

“Lasciami!”dissi alzandomi di scatto e scandendo le parole.

“Non puoi stare qui per l’eternità!”continuò a tirarmi.

“Lasciami ho detto!”.

“Andiamo!”.

“Vaffanculo!”esclamai rifilandogli un pugno nello stomaco.

Lui si piegò in due cadendo a terra. Non volevo farlo veramente, ma spinta dall’ira, dalla tristezza, dall’odio e dal fatto che mi aveva stufato è stata la prima cosa che mi era passata per la mente. Fu una cosa impulsiva.

Mi girai verso Caspian dando le spalle a Draco e provai a sollevarlo, ma era veramente pesante. Riuscii a trascinarlo fino ad un angolo e lo adagiai lì. Draco se n’era andato. Era quello che voleva e aveva fatto la cosa migliore.

Io dovevo saldare un conto in sospeso. Stavolta mio fratello era davvero morto. Era morto davanti a me e non potevo passarci sopra, quindi raggiunsi Harry nella stanza accanto per avere la mia vendetta. Lui stava già infliggendo la Maledizione Cruciatus a Bellatrix.

“Crucio!”mi aggiunsi e lei cominciò a contorcersi ancora di più a terra.

“Che stai facendo?”mi chiese lui.

“Quello che devo fare!”risposi e gli occhi mi si bagnarono nuovamente di lacrime. “Ha ucciso mio fratello!”.

“Caspian?”domandò incredulo e io feci sì con la testa. “Mi dispiace!”.

Harry tolse la bacchetta e dopo poco lo feci pure io! Doveva soffrire di più, ma avrei aspettato.

Lui la disarmò. Tirai fuori la spada e piombai sopra di lei mettendogliela sulla gola.

“Che pensi di fare, ragazzina?”mi schernì.

“Come ci si sente Bellatrix?”dissi io. “Come ci si sente a stare dalla parte della vittima?”.

“Non riuscirai ad uccidermi!”esclamò sicura di sé.

“E chi lo dice?”la sfidai.

“Io!”esclamò una voce fredda alle mie spalle.

La vidi sorridere come non mai. Aveva vinto. Di nuovo.

Mi girai: Voldemort era in piedi dietro di me e teneva per i capelli mio fratello. Aveva la stessa smorfia di dolore che aveva prima, ma era in grado di respirare e di vedere. In poche parole era miracolosamente vivo.

Mi alzai e mi misi le mani sul viso. Ero incredula! Era impossibile. L’Anatema che Uccide l’aveva colpito in pieno petto! Eppure lui era lì, davanti a me.

Altre lacrime mi rigarono il viso, ma stavolta erano lacrime di gioia. Non l’avevo perso! Lui era ancora lì.

“Capisco la tua sorpresa, ma lui era stato solo schiantato!”spiegò Voldemort.

Feci per avvicinarmi ma lui mi bloccò.

“Non ti avvicinare!”esclamò puntandogli la bacchetta alla testa. Mi fermai. “Adesso lascia andare Bellatrix o tuo fratello morirà veramente stavolta!”.

Mio fratello era vivo. Non avevo più motivo di vendicarmi.

“Andiamo, questa non è la tua guerra!”disse il Signore Oscuro scuotendo Caspian che cominciò a urlare di dolore.

“Smettila!”.

Presa dal terrore che avrebbe potuto ucciderlo misi la spada nel fodero. Lei si alzò da terra e riprese la sua bacchetta.

“Mio signore, guardate quanta carne al fuoco che c’è!”esclamò lei con quell’odiosa voce da bambina.

“Taci Bellatrix!”esclamò Voldemort. “Mi occupo io di loro! Ora vai!”.

“Certo mio Signore!”esclamò le chinando la testa. Si mise a correre verso l’altra stanza.

Voldemort non aveva ancora lasciato mio fratello. Perché? Avevo bisogno di abbracciarlo per accertarmi che non fosse tutto frutto della mia immaginazione.

“Puoi lasciarlo!”esclamò Harry. “Come hai detto tu questa non è la loro guerra!”.

“Non sarà la loro guerra, ma io so tutto di loro.”disse con voce gelida. “Conosco il passato della regina Miriam e le paure del principe Caspian.”.

Lui continuò ad urlare. Non doveva essere piacevole essere tenuto per i capelli.

“Stai fermo!”gli intimò il Signore Oscuro.

“E’ impossibile!”esclamai.

“Tu pensi così, vero?”disse ridendo. Sapevo a cosa stava pensando e non seppi resistere alla curiosità. Dovevo sapere cosa c’entrava lui con me e la mia famiglia.

“Legilimens!”esclamai ed entrai nella sua mente, più precisamente in un ricordo.

Non riuscivo bene a distinguere il posto in cui ero perché era buio.

“Miraz, alzati!”esclamò una voce fredda. Era proprio quella di Voldemort! Cosa c’entrava con Miraz?

“Chi osa disturbare…?”si interruppe vedendo il Signore Oscuro. “Mio Signore!”.

“Muoviti, non ho tutta la notte!”gli intimò.

Miraz si alzò dal letto. La moglie sembrava non aver sentito niente, infatti continuò a dormire tranquillamente. Quando fu fuori dalla stanza prese una torcia.

“Stupido! Usa la bacchetta!”lo schernì l’altro.

“Lumos!”esclamò dopo aver riposto la torcia.

Cominciarono a camminare lungo un corridoio fino a che non arrivarono davanti ad una porta molto alta.

“Hai paura?”chiese Voldemort e Miraz scosse la testa.

Aprirono quel portone: nel mezzo della stanza c’era un letto con un uomo che dormiva coperto fino al collo. Ai lati c’erano dei mobili tipici dei nobili re. Alla mia sinistra una scrivania con dei fogli: chiunque fosse la persona che dormiva scriveva!

Miraz inciampò e fece cadere un vasetto rompendolo. L’uomo che dormiva si svegliò di colpo.

“Miraz, che succede?”gli chiese assonnato e in parte coglievo una punta di paura nelle sue parole.

“Avada Kedavra!”esclamò e una luce verde partì dalla sua bacchetta.

“Noooooooooo!”urlai.

Fin’ora non l’avevo capito! Che sciocca che ero stata. Miraz, Voldemort, il castello, l’uomo! Il ricordo che avevo visto era il ricordo della morte di mio padre!

Avrei dovuto svegliarlo e portarlo via con me! Lui era lì, tranquillo e beato e incurante della situazione. Non sapeva di morire. Solo che essendo un ricordo non potevo fare niente. Provai a dare un pugno a Miraz, ma andò a vuoto! Era solo un ricordo.

Dopo averlo ucciso tirò fuori la spada e gliela ficcò in mezzo alla pancia per far sembrare che l’avevano ucciso con quella.

Perché Voldemort mi stava facendo questo? Perché mi faceva vedere quelle cose?

Poi la stanza scomparve e di colpo si fece giorno. Ora ero in un corridoio, probabilmente il corridoio della sera prima. Un ragazzo stava camminando lungo di esso.

“Caspian!”esclamai.

Era proprio lui e avrà avuto più o meno 17 anni. Era uguale a adesso, solo con i capelli leggermente più corti e senza quella leggera barbetta che gli contorna il mento.

In quel momento era felice e stava andando verso la porta della sera prima, quella dove c’era mio padre morto.

“No!”esclamai, ma lui non poteva sentirmi.

Aprì la porta ed entrò.

“Buongiorno padre!”esclamò, ma si bloccò di colpo vedendo la spada conficcata nel suo corpo.

“No!”esclamò di nuovo correndo verso il letto.

Lo seguii ed entrambi vedemmo il sangue. Lui gli prese le spalle e cominciò a scuoterlo sapendo che comunque non si sarebbe mai risvegliato.

Osservai mio padre per un attimo: era identico a Caspian. Stessi occhi, stessa barba, stessi capelli. Io non gli somigliavo per niente. Probabilmente avevo preso tutto da mia madre.

Mio fratello corse fuori verso un’altra camera. Aprì la porta e al suo interno c’erano Miraz e sua moglie che dormivano.

“Svegliatevi!”esclamò Caspian agitato e con le lacrime che avevano cominciato a scendere lungo le sue guance.

“Caspian! Che succede?”chiese la zia anche lei ignara di tutto.

“Mio padre!”urlò lui sconvolto. “E’ stato ucciso!”.

“Come è possibile?”chiese Miraz alzandosi dal letto. Era sorpreso: che bravo attore.

Anche la zia si alzò e abbracciò Caspian come se fosse suo figlio. Miraz nel frattempo andò ad avvertire le guardie.

“Tenete lontano Miriam!”aggiunse. “Lei non deve vedere!”.

“Caspian, stai tranquillo, ok?”gli disse la zia dolcemente. “Adesso vai da tua sorella e prova a spiegarle la situazione.”.

Lui annuì e uscì dalla stanza. Mentre camminava alla mia ricerca incontrò una bambina piccola dai lunghi capelli mossi e con una bella veste bianca: ero io.

“Caspian, che cos’è tutta questa confusione?”gli chiese lei.

“Se vieni da un’altra parte te lo spiego per bene.”disse cercando di sorridere.

“Perché hai pianto?”chiese ancora lei e poi si girò verso la stanza del padre. “E perché ci sono tutte quelle persone davanti alla camera di papà?”.

“Ti prego, vieni con me!”esclamò lui prendendola per un braccio.

“No!”.

La bambina corse verso la stanza e l’aprì vedendo il corpo insanguinato di suo padre steso sul letto. Lei cominciò a piangere di fronte a quella visione. Miraz, che non era riuscito a fermarla, andò subito da lei per consolarla.

“Esci da qui e vai da tuo fratello.”le disse calmo.

Lei uscì subito di corsa e andò da Caspian abbracciandolo. Lui  la prese in collo e la portò in camera sua adagiandola sul letto.

“Cosa è successo?”riuscì a chiedere tra le lacrime.

“Papà non è più con noi.”rispose lui anch’esso piangendo. “E’ stato ucciso.”.

Lei cominciò a piangere ancora di più. Caspian si stese accanto a lei e le accarezzò i capelli. Poi la strinse forte a sé.

“Non ti abbandonerò mai Miriam! È una promessa!”esclamò Caspian.

Alla fine si addormentarono insieme, mano nella mano.

La scena cambiò per la terza volta. Ero in una barca insieme a due guardie e ad una ragazza: ero sempre io, solo parecchi anni dopo.

Ero più alta, i capelli castano-rossicci mi arrivavano sotto le spalle e avevo un vestito azzurro corto al ginocchio e stretto in vita.

“Vostra Maestà, ma non avevate un vestito un pochino più lungo?”le chiese una delle due guardie.

“Non ho mai amato i vestiti lunghi.”rispose felice. “Io sarei addirittura per fa indossare i pantaloni alle donne.”.

“Maestà, con tutto il rispetto, ma questa è un’assurdità!”esclamò l’altra guardia quasi inorridita.

“Forse sì.”disse lei. “O forse no. Vi immaginate che comodità per correre, per camminare, per cucinare e per muoversi in generale?”.

Non risposero consapevoli che la giovane regina aveva ragione.

La barca cominciò ad accostarsi alla riva. Ci stavamo fermando. Scendemmo tutti e quattro su una spiaggia con un’apertura sotto uno scoglio.

“Non possiamo abbandonarla!”bisbigliò una guardia all’altra.

“Lo so!”esclamò l’altra. “Ma io non voglio morire.”.

“Che facciamo?”chiese la regina.

“Noi andiamo a prendere delle provviste.”la informò la prima guardia. “Voi aspettate qui.”.

La giornata passò velocemente, ma le guardie non tornarono. La ragazza era impaurita e cominciò a guardarsi intorno e a chiamare i loro nomi. Poi arrivata sotto lo scoglio scomparve nel nulla.

La scena cambiò di nuovo. Mi guardai intorno e riconobbi il Ministero della Magia. Ero tornata nella vita reale.

Ora ricordavo tutto ciò che era successo nella mia vita precedente. Respiravo a fatica al ricordo di mio padre morto nel letto.

“Piaciuti questi bei ricordi?”mi chiese Voldemort ridendo.

“Lascia mio fratello!”gli intimai urlando di rabbia. “Io ho lasciato andare via Bellatrix.”.

“Expelliarmus!”esclamò Harry verso di lui che però respinse l’incantesimo.

“Harry, Harry, Harry!”lo canzonò il Mago Oscuro. “Che pensavi di fare?”.

Harry gli sputò e questa fu una grande offesa per il Signore Oscuro. Lasciò Caspian che fece un bel botto in terra e si concentrò su Harry. Io corsi verso mio fratello.

Lo abbracciai più forte che potevo. Prima avevo temuto di averlo perso per sempre e al pensiero mi scendevano ancora le lacrime.

“Stai bene?”gli chiesi e lui fece sì con la testa.

“Poi ero io quella che si cacciava nei guai, vero?”gli dissi. “Mi hai fatto prendere un colpo!”.

“Radunate gli altri e andate via!”esclamò Harry mentre combatteva.

Io e Caspian ci alzammo da terra, lui mi cinse le spalle e cominciammo a correre verso l’altra stanza.

“Ma non possiamo abbandonarlo!”esclamai.

Caspian si girò e poi disse:

“E quello chi è?”.

Un uomo alto con una lunga barba bianca era appena comparso.

“Vieni!”esclamai entrando nella stanza dell’arcata vuota.

“Ma chi era?”chiese ancora.
“Harry è in buone mani.”risposi. “Quello è il mago più famoso e potente del mondo.”.

“Allora che facciamo?”mi chiese.

“Raduniamo gli altri, prendiamo Harry e torniamo a Narnia.”risposi. “Quando li hai trovati troviamoci qua.”.

Corsi verso la parete sinistra e dietro alcuni massi crollati c’erano Lucy, Luna e Cho.

“Dobbiamo andare via!”.

Ci facemmo strada in mezzi ai combattimenti tra Auror e Mangiamorte e trovammo Draco.

“Draco andiamo!”esclamai.

“Come? Adesso vuoi andare via?”esclamò furioso. “Mi era sembrato di capire che volessi morire qui insieme a tuo fratello!”.

“Idiota, non stare a perdere tempo!”esclamai. “Mio fratello è vivo e vegeto.”.

Fece una faccia strana, ma poi ci seguì. Ci ritrovammo davanti all’entrata della stanza con Caspian.

“Siamo tutti?”chiese lui. Mi girai e annuii.

“La passaporta ce l’hai tu, Hermione?”le chiesi e lei fece si con la testa.

Entrammo nella stanza. Voldemort e Harry combattevano ancora, ma Harry era a terra.

“Veloci!”esclamai.

Corremmo velocemente verso di lui, lo afferrammo e il Ministero scomparve.

Si riaprì nuovamente una voragine e piano piano intravidi le colline di Narnia.

“Lasciate!”esclamò Ron.

Cademmo tutti a terra e nel preciso istante in cui eravamo arrivati la battaglia era ricominciata di colpo.

“Sono stanca!”esclamò Luna.

“Ce la fai a resistere?”le chiese Neville.

“Certo!”rispose lei.

“Io mi sono rotta!”esclamò Ginny. “Vediamo di concludere velocemente!”.

“Aslan?”chiese Susan.

“Abbiamo liberato i portali!”esclamò Peter. “Non ci serve lui!”.

Poi sentimmo dei rumori verso la foresta, come di rami e radici spezzati: gli alberi avevano preso vita e stavano distruggendo con la loro forza le catapulte dei telmarini. Il nostro esercito esultò.

“All’attacco!”urlò Peter.

Ci lanciammo contro i nemici. Lucy era davvero molto brava e precisa. Li faceva fuori uno dopo l’altro senza dare il minimo segno di stanchezza. Non capivo perché suo fratello non voleva farla combattere. Probabilmente perché era la sua sorella minore e gli sembrava piccola e indifesa.

“Attiriamoli sul fiume!”esclamò un soldato telmarino vedendo che ora erano in netto svantaggio.

“A Beruna!”urlò Sopespian.

Un altro soldato suonò un corno per avvertire gli altri che dovevano spostarsi.

“Inseguiamoli!”esclamò Peter.

“No Peter!”esclamai. “E’ una trappola!”.

“Non temere, so quello che faccio!”mi rassicurò. “Non andranno lontano. Si fermeranno davanti al fiume.”.

Tutto il nostro esercito cominciò a correre loro dietro.

“Schieratevi a semicerchio!”ordinò Caspian. “Dobbiamo bloccarli!”.

Arrivammo velocemente al limitare della foresta. Superai l’esercito e arrivai davanti insieme agli altri re e all’Ordine. I telmarini si erano fermati come aveva detto Peter.

Ne vidi la causa: davanti a Lord Sopespian, sopra al ponte che avevano costruito c’erano un leone enorme dalla folta e maestosa criniera. Aslan. Era davvero venuto a salvarci.

Alcuni soldati telmarini si girarono verso di noi. Lentamente tirai fuori la spada in segno di difesa.

“E’ solo un leone!”urlò un telmarino.

“All’attacco!”urlò Sopespian.

Il suo cavallo cominciò a correre e alcuni soldati gli andarono dietro, mentre altri passavano per il fiume.

Poi Aslan ruggì di colpo e Sopespian si fermò a metà del ponte.

Stavo per esultare. Ormai avevamo vinto. Era quasi impossibile e quasi non riuscivo a crederci.

Dopo qualche secondo cominciammo a sentire uno scroscio d’acqua. Guardai il cielo, ma era limpido e sereno. Nelle vicinanze non c’erano cascate. Allora cosa stava succedendo?

Poi vidi che il livello dell’acqua del fiume cominciava a salire sempre di più. Alcuni soldati cercarono di tornare indietro.

“Voi non andate da nessuna parte!”esclamò Edmund con la spada levata.

Cominciarono a correre in avanti. Il rumore si faceva sempre più vicino. Improvvisamente una gran massa d’acqua arrivò impetuosamente. Poi prese le sembianze di un uomo d’acqua con barba e capelli: era il dio narniano dell’acqua. Con le sue braccia riuscì a sradicare il ponte e a sollevarlo. Sopra c’era rimasto solo Sopespian. I suoi soldati schizzavano da tutte le parti. Chi tentava di fuggire (e noi glielo stavamo impedendo in tutti i sensi), chi tornava indietro, chi cercava di salvarsi.

Sopespian cominciò a scuotere la spada contro il dio come se fosse servito a qualcosa. Una spada non può niente contro l’acqua. Il dio riprese le sembianze di una grande onda e lo travolse con il suo corso. Dopo poco l’acqua tornò alla sua solita altezza.

Vedemmo il terrore sui volti dei telmarini. Avevano perso. Sapevano di aver perso.

Aslan ruggì di nuovo.

“Insomma?”disse Edmund ancora con la spada levata.

“Penso che tu non sia così stupido come vuoi farci credere!”esclamò Lucy. “Abbiamo vinto, caro!”.

“Non ci credo!”esclamò Susan incredula fissando i telmarini.

“Credici cara!”le disse Caspian.

“Sì!”esclamarono i gemelli dandosi il cinque.

Era chiaro ormai: avevamo vinto e la battaglia era finita. Tutte le nostre preoccupazioni erano finite.

 

 

 

Eccomi qua con il nuovo capitolo! :D

Beh, da come termina sembrerebbe che tutto sia finito qui, ma ancora ho altri capitoli da postarvi! Mi dispiace ma non vi libererete così presto di me xD

Volevo ringraziare coloro che hanno recensito l’altro capitolo, ovvero Smile__ e Lily45 (mia nuova fan :D) e vorrei scusarmi con quest’ultima perché le avevo promesso che avrei aggiornato prima, invece non ci sono riuscita. Però c’è una spiegazione a tutto.

Mi sono messa a fare una correzione (grammaticale) dei primi capitoli. Li avevo scritti tra la seconda e la terza media e il mio stile era ancora molto acerbo. Quindi se volete dare un’occhiata li ho corretti un pochino (pur sempre mantenendo cosa avevo scritto). Inoltre ho cambiato l’età della protagonista (ora ha sedici anni, non più tredici).

Ecco perché ho aggiornato in ritardo. E poi mi ci è voluto un sacco per scriverlo! Ti giuro, non finiva più e poi è venuto lunghissimo D:

Bene gente, mi pare di aver detto tutto! Alla prossima,

Miriam

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Capitolo 27
*** La fine di tutte le sofferenze ***


Trumpkin passò davanti a noi e attraversò il fiume insieme agli altri arcieri puntando i loro archi e le loro frecce contro i nemici.

“Non provate a muovervi!”urlò lui. “Non avremo problemi a lanciarvi addosso le nostre frecce!”.

Gettarono le loro armi a terra.

Anche noi attraversammo il fiume e arrivammo davanti a Aslan. Ci inginocchiammo

“Fatevi avanti, re e regine di Narnia.”ci esortò il leone.

I Pevensie si alzarono e passarono avanti lasciando me, Caspian e l’Ordine più indietro. Noi non eravamo niente, solo combattenti che erano stati utili per la liberazione di Narnia.

“Tutti!”esclamò Aslan rivolto a me e Caspian. No, ok, non eravamo solo combattenti, forse qualcosa contavamo. “Ora il destino di Narnia dipende anche da voi due, i prossimi re e regina di questa terra.”.

E i Pevensie? Su cosa avrebbero regnato? Sarebbero tornati a casa per lasciare spazio a due giovani senza arte né parte (almeno per quanto riguardava me)?

Io, ancora incerta, mi misi accanto a Lucy e Caspian accanto a Edmund.

“Ti dobbiamo porgere le nostre scuse, Aslan.”esordì Peter. “Non ti abbiamo creduto. Solo Lucy, Miriam e Caspian l’hanno fatto. Noi non meritiamo tutto questo.”.

“Peter.”disse il leone. “Voi non avete nessuna colpa. Tutti facciamo degli sbagli e questo è stato il vostro. Chiediti perché il tuo appellativo è Magnifico. Perché sai sempre ristabilire la situazione proprio come un re.”.

“Cosa succederà ora, Aslan?”chiese Lucy.

“Una cosa per volta, mia cara, una cosa per volta.”rispose lui.

Dietro di noi Trumpkin insieme a Ripicì e all’Ordine stava facendo mettere in riga tutti i soldati che avevano già posato le loro armi.

“Chi sono quei giovani fanciulli?”chiese Aslan. “Vorrei ringraziarli per i servigi resi a Narnia.”.

“Sono maghi venuti da un altro mondo anche loro.”spiegai. “Fanno parte dell’Ordine della Fenice.”.

“Li porto qua, se vuoi.”propose Edmund.

Il leone fece sì con il capo e Edmund si precipitò subito da loro. Dopo qualche minuto attraversarono il fiume e davanti alla maestosità del leon si inginocchiarono pure loro, pur non conoscendo le nostre usanze.

“Alzatevi! Al massimo sono io che devo inginocchiarmi dinanzi a voi.”li esortò. “Non credo ci siano parole per esprimervi la mia gratitudine. Per questo riceverete un encomio speciale. Senza di voi forse Narnia sarebbe perduta ora.”.

“Ma noi non abbiamo bisogno di niente.”disse Neville umilmente.

“Mio caro ragazzo, la tua umiltà è smisurata e per questo tuo dono sarai sempre ripagato.”disse Aslan.

“Aslan, volevo presentarti un mio amico.”lo informò Lucy.

“Portalo qui davanti a me.”disse lui sorridendo.

Lucy andò a chiamare Trumpkin. Lui credeva nell’esistenza di Aslan, ma dopo l’invasione dei telmarini aveva cominciato a pensare che fosse un fantasma frutto dell’immaginazione di tutti quelli che avevano tramandato racconti oralmente.

Infatti quando arrivò era molto titubante. Sembrava quasi che tremasse mentre si inginocchiava.

“V-v-vostra Maestà.”balbettò.

Aslan fece un ruggito da far rizzare i capelli in testa. Trumpkin chiuse gli occhi e li riaprì solo quando smise di ruggire.

“Ora ci credi?”gli disse Lucy. Entrambi sorrisero.

“Aslan, ora che ne facciamo di loro?”gli domandai indicando i telmarini.

“Dovremo stabilire nuove leggi, no?”disse Susan.

“Naturalmente, ma per ora forse è meglio tenerli fermi là.”rispose Aslan.

Trumpkin tornò a fare il suo lavoro.

“Miei re e regine, seguitemi. Anche voi dell’Ordine, prego.”ci esortò Aslan.

Lo seguimmo e dovemmo attraversare nuovamente il fiume. Per me era troppo alto e non toccavo. Mi toccò nuotare, poi arrivò Caspian che mi prese sulle spalle e mi portò fino all’altra riva.

“Grazie!”esclamai.

“Per te questo ed altro.”esclamò lui.

Passammo attraverso la foresta e arrivammo davanti al campo di battaglia. Era una cosa indescrivibile per quanti corpi insanguinati vi erano. Mi dispiaceva per loro. Alcuni li avevo uccisi anche io e inoltre erano vittime di una guerra di cui non c’entravano niente. Mi strinsi a mio fratello. Era una cosa che non potevo guardare ancora.

“Tranquilla, è tutto finito.”mi sussurrò all’orecchio.

“Ma come facciamo a seppellirli tutti?”disse Lucy.

“Non sappiamo nemmeno i loro nomi!”aggiunse Edmund.

Per tutta risposta Aslan ruggì. Mi staccai da Caspian. Sopra il campo scese tipo una polvere argentea che impediva la vista. Quando si dissolse i corpi erano spariti e sul campo c’erano solo armi.

“Ma dove sono finiti?”chiese Hermione.

“Ora sono in un posto migliore di quello da cui sono venuti.”rispose Aslan. “Riposano in pace.”.

“Ora dove andiamo?”chiese Harry.

“A Telmar c’è un’intera popolazione che aspetta di sapere l’esito di questa battaglia.”rispose il leone. “Dovrete prendere delle decisioni stasera.”.

“Allora è meglio fare veloci!”esclamò Peter. “Caspian, quanto ci vuole per arrivare a Telmar?”.

“Da qui non lo so.”rispose lui.

“Fidatevi di me e se correrete in breve tempo arriverete.”disse il leone. “Chiamate a rapporto il popolo di Telmar!”.

“Ma come…”disse Edmund.

“Fate come vi dico.”ripetè Aslan.

Ci prendemmo tutti per mano e cominciammo a correre. Il mio corpo e quelli degli altri cominciarono a sparire piano piano.

“Ma che succede?”chiese Ginny.

Io ormai ci avevo fatto l’abitudine. Con tutte le stranezze che mi erano capitate da quando ero arrivata a Narnia questo era niente.

La Tavola di pietra e la foresta scomparvero mischiando i loro colori. Poco tempo dopo si ricominciarono a definire i contorni: le montagne in lontananza, un castello sullo sfondo, un paesino arroccato e una piazza con un albero, la stessa in cui eravamo prima di finire al Ministero e la stessa del portale.

“Dove siamo?”chiese Ron.

“Questa è la piazza principale di Telmar.”spiegò Caspian.

“Susan, suona il tuo corno!”ordinò Peter.

“Ma io non ce l’ho con me…”disse lei.

“E scusami, dove ce l’avresti?”esclamò Peter.

“Tieni Susan.”disse Caspian porgendoglielo.

“Grazie.”rispose lei arrossendo.

Lo suonò tre volte e piano piano la gente cominciò a riempire la piazza. Nel giro di venti minuti tutto il popolo era lì davanti a noi. Tutti si chiedevano cosa fosse successo, chi avesse vinto, dove fosse finito il loro re e le loro facce esprimevano tutte emozioni diverse. Chi era sconvolto nel vederci tutti feriti, chi sorpreso nel vedere che eravamo ancora vivi, chi triste, chi con un mezzo sorriso e chi ansioso.  Poi apparve Aslan e la gente cominciò ad impaurirsi, ad urlare e a scappare.

“Calmatevi!”disse. Appena videro che parlava tutti si zittirono subito e lo stupore si dipinse sulle loro facce.

“Popolo di Telmar.”esordì Peter. “Il vostro re è morto e il vostro esercito ha perso. Siamo qui per comunicarvi le nostre intenzioni.”.

Il terrore si dipinse sui loro volti: avevano paura della loro sorte perché quando si perde una guerra al popolo vinto può accadere qualunque cosa.

“Non temete!”ricominciò Peter. “Per voi stabiliremo nuove leggi. La vostra vita sarà come quella di sempre, non subirà variazioni. Non sarete venduti come schiavi, né torturati, né uccisi. Siete stati portati ad una guerra di cui non sapevate le motivazioni. Però tutto questo a delle condizioni: se scoppieranno delle rivolte esse verranno subito domate, i responsabili trovati e puniti come è giusto che sia. Combatteremo il pacifismo con il pacifismo, la violenza con la violenza.”.

La gente ora era molto più sollevata e acclamò le parole di Peter.

“Ci saranno delle nuove incoronazioni e saranno rese pubbliche. Tutti potrete assistere, telmarini e narniani ma in pace e tranquillità, senza asti.”continuò e lo acclamarono di nuovo. “Pertanto vi invito a dare ugualmente il benvenuto ai vostri nuovi sovrani: re Caspian X, Re Edmund, la regina Miriam X e la regina Lucy.”.

Ci furono applausi e grida di approvazione e poi tutti si inginocchiarono davanti a noi.

“Mentre alla mia destra i nuovi regnanti, l’Ordine della Fenice di Hogwarts!”.

“Regnanti?”domandò Hermione incredula.

“Ve l’aveva detto che avreste ricevuto un encomio speciale!”disse Susan sorridendo.

Poi una donna si fece strada tra la folla. Ella si inginocchiò ai piedi di Caspian piangendo. Il silenzio era sceso tra la folla. Caspian era rimasto spiazzato e non sapeva che fare.

“Cosa vi affligge, mia cara?”domandò poi.

Lei alzò lo sguardo e fu in quel momento che la riconoscemmo: era nostra zia.

“Zia?”dissi incredula. Caspian, incredulo quanto me, la aiutò a rialzarsi.

“Perdonatemi!”disse ancora piangendo.

Caspian la abbracciò: mi ritornò in mente il ricordo di Voldemort in cui lei abbracciava mio fratello dopo la morte di nostro padre.

“Non hai colpe di niente!”la rassicurai.

“Miriam…”disse. “Sei sempre più bella! E pensare che non ti ho nemmeno vista crescere!”.

“Come ho già detto tu non c’entri niente.”ribadii.

“Esatto!”concordò Caspian. “E per questo verrai a vivere con noi e ti aiuteremo a crescere tuo figlio.”.

“Non me lo merito.”confessò lei.

“Proprio perché dici così, lo meriti!”intervenne Aslan.

“Vi ringrazio!”esclamò lei.

Le cingemmo le spalle e la portammo tra di noi.

“Come vi chiamate?”le domandò Lucy.

“Prunaprisimia.”rispose lei.

“Siete la benvenuta.”la accolse Peter sorridendo.

Poi anche un’altra donna si fece largo tra la folla. Era molto diverso da mia zia: meno dolce, con lineamenti più marcati.

“Miei…re!”disse quasi schifata. “Siamo in molte ad aver mandato dei mariti in guerra. Dove sono finiti?”.

“Mi duole annunciare che in molti sono morti in questa sanguinosa battaglia.”la informò Aslan. “I deceduti riposano in pace nel cimitero. I sopravvissuti a breve torneranno qui e potrete riabbracciarli senza problemi.”.

La donna tornò indietro e vedendo che avevamo finito di parlare anche il popolo in breve si dissolse.

“Zia, per questa sera stai dove sei stata fin’ora.”le disse Caspian. “Domani ti verremo a prendere.”.

“Grazie!”esclamò abbracciandoci. “E grazie anche a voi!”disse agli altri. Loro sorrisero e lei tornò indietro.

“Bel discorso Peter!”si complimentarono i gemelli insieme.

“Ormai è un esperto di discorsi del genere!”esclamai e lui sorrise.

“Domani andremo a Cair Paravel!”disse Aslan interrompendoci.

“E ora dove vai?”gli chiese Lucy.

“Non preoccuparti mia cara.”rispose lui. “Veglierò su di voi.”.

Detto questo cominciò a camminare e nel giro di poco sparì. Noi ci avviammo verso la Tavola. Cominciammo a scendere dal paese verso la valle. Io mi ero staccato dal gruppetto iniziale. Lì ridevano, scherzavano e si godevano la pace. Io pensavo ancora a mia zia, vittima delle menzogne di Miraz, rimasta vedova e con un figlio piccolo da crescere.

“Che hai?”. Edmund interruppe i miei pensieri.

“Pensieri, tanti pensieri.”risposi vaga.

Lui stette zitto. Non domandò né il perché né a chi erano riferiti. Amavo la sua discrezione in situazioni simili, ma capii che voleva saperne di più e in un certo senso avevo voglia di parlarne con lui.

“Il comportamento di mia zia mi ha colpito molto. Non sapevo niente di lei e non pensavo sbucasse di nuovo fuori così all’improvviso!”spiegai. “Non pensavo nemmeno che mi volesse così bene.”.

“Beh, erano tutte marionette nelle mani di Miraz, compresa sua moglie.”constatò lui. “E poi scusa, come si fa a non volere bene ad una persona come te?”.

“Perché non lo chiedi a Miraz?”domandai sarcastica.

“Ma piantala!”ribattè lui cingendomi le spalle.

Ora ero davvero a mio agio. Il pensiero di mia zia già era lontano e niente poteva farmi cambiare umore. Lui era perfetto e nulla poteva farmi stare bene come in quel momento.

“Senti io volevo…”cominciò.

“Ehi, voi due! Volete muovervi?”esclamò Susan e cominciammo ad accelerare il passo.

“Che dicevi?”gli domandai.

“Oh dai, nulla di importante.”mi rassicurò. “Prima o poi te ne parlerò.”.

Raggiungemmo velocemente gli altri.

“Ragazzi, non so voi, ma io non è che mi senta molto bene…”disse Fred.

“Non sei il solo!”disse Peter indicando il polso slogato.

“Nessuno di noi è messo bene!”constatò Lucy.

“Allora è meglio muoversi che appena arrivati al campo i nani e i fauni sapranno sicuramente cosa fare.”disse Susan.

“Ma se provassimo a correre come abbiamo fatto poco fa?”propose Caspian. “Arriveremmo molto prima.”.

“Potremmo provare.”concordò Peter.

Ci prendemmo nuovamente per mano e cominciammo a correre. Fortunatamente l’incantesimo di Aslan su di noi non era ancora svanito e in breve tempo ci ritrovammo sul campo di battaglia ormai ripulito anche di tutte le armi.

Non eravamo soli: tutti i combattenti erano con le loro famiglie ed erano stati tutti curati. Su quel campo come minimo c’erano più di cinquemila persone.

“Lunga vita ai nostri re!”ci accolsero inchinandosi.

Poi tra di loro si fecero strada Trumpkin, Trafolanter, Ripicì e i suoi topi e altri due nani. Ognuno reggeva una spada.

“Vostre Maestà.”cominciò Trumpkin. “Abbiamo pulito le vostre spade e ora ve le offriamo come simbolo di riconoscenza.”.

Presi la mia: era così bella e scintillante alla luce del tramonto.

“Non dovete ringraziare solo noi.”disse Peter. “L’Ordine ha fatto buona parte del lavoro. È anche grazie a loro se siamo qui.”.

“Popolo di Narnia, rendete omaggio all’Ordine della Fenice di Hogwarts che ci ha dato un grande aiuto contro Telmar.”esordì Caspian.

Tutti si inginocchiarono nuovamente.

“Miei re, avete bisogno di cure.”osservò Ripicì.

Ognuno andò o dai nani o dai fauni, esperti guaritori. Diciamo che nel giro di qualche ora eravamo quasi tutti rimessi in sesto. Mi alzai dalla brandina che avevano preparato per me e decisi di andare verso la Tavola. La prima terrazza era crollata proprio davanti alla porta e quindi l’intero edificio era inagibile e non ci si poteva più entrare. La seconda terrazza, ovvero quella in cui stavo con mio fratello, era crollata a metà. Mi dispiaceva perché dentro quel posto, seppur scomodo e polveroso, c’erano un sacco di ricordi.

Mi misi seduta davanti alla discesa che portava all’entrata. Cominciarono a riaffiorare i ricordi e con essi anche un po’ di malinconia. Poi pensai al mio futuro e in quel momento qualche lacrima solcò il mio viso. Lo sapevo, potevo tornare nel mio mondo da un momento all’altro, ma non volevo andarmene proprio ora che avevo ritrovato mio fratello. Nel mio mondo è una cosa che mi era sempre mancata e ora che l’avevo trovata non potevo perderla così.

Mi tornò in mente il “Carpe Diem” di Orazio che significava “Cogli l’attimo”. Forse in quel momento era ciò che dovevo fare. Non piangere davanti ad un edificio ormai vecchio e pericolante, ma andare dagli altri e divertirmi, perché sarei potuta andarmene in qualsiasi momento.

“Hai intenzione di stare lì tutta la sera?”mi chiese una voce alle mie spalle. Era Edmund.

“No, infatti stavo per tornare indietro.”risposi girandomi.

Lui cambiò subito espressione vedendo che qualche lacrimuccia scendeva ancora sul mio viso, ma comunque non chiese niente.

“Pensavo nuovamente.”aggiunsi. “A cosa succederà dopo.”.

“Non pensare al futuro, pensa al presente.”mi suggerì sedendosi accanto a me.

“Ho paura di perdere mio fratello quando torneremo nel nostro mondo.”dissi.

“Non lo perderai.”mi rassicurò.

“Grazie!”esclamai abbracciandolo e lui ricambiò.

Sentii dei passi alle mie spalle. Mi girai e vidi Draco dietro di noi.

“Pevensie, potrei parlarle un minuto?”chiese freddo.

“Mmm, vediamo…”disse lui. “No!”.

Draco lo guardò pieno di odio e poi tornò indietro senza proferire parola.

“Ehi, ma sei stato cattivissimo!”esclamai.

“Diciamo che abbiamo un conto in sospeso.”spiegò vagamente.

“Sei stato cattivissimo lo stesso!”dissi. “Devo anche chiedergli scusa. L’ho mandato a quel paese durante la battaglia.”.

“Hai fatto bene!”esclamò e lo guardai male. “Se era per una buona causa.”aggiunse per discolparsi.

Decisi di non continuare a criticarlo per il suo comportamento con Draco e cambiai discorso.

“Secondo te potrò tornare lì dentro?”chiesi indicando la Tavola.

“Magari quando sistemeremo tutto.”rispose. “Sai, mi piacerebbe tornarci e riprendere quelle splendide corone che avevi fatto a me, ai miei fratelli e a Caspian..”.

“Ehi, non prendermi in giro!”esclamai.

“Non era una presa in giro!”si giustificò. “Era la pure verità.”.

“Devo crederti?”domandai sospettosa.

“Credimi!”.

Lo osservai per l’ennesima volta. Potevo sentire il suo profumo e il suo cuore che batteva attraverso il suo petto caldo. Quegli occhi color nocciola, quelle lentiggini che gli contornavano il viso, quei capelli neri e ribelli e quella frangetta che gli copriva la fronte fino alle sopracciglia mi facevano perdere la ragione.

“Sarebbe pronta la cena!”esclamò Susan.

Gli altri avevano acceso il fuoco e avevano già cominciato a mangiare. Io e Edmund ci alzammo e andammo verso di loro. Per una sera mangiai decentemente e senza la paura di essere attaccati da un momento all’altro e fu una bella serata. Dopo cena giocammo a ruba bandiera (scarsa fantasia nel decidere qualcosa da fare) e ci divertimmo un sacco. Io ero contro mio fratello e naturalmente persi sempre tranne una volta in cui Trumpkin chiamò il numero 7 (il nostro) e lui si era distratto un attimo, quindi approfittai della situazione e riuscii a vincere. La mia squadra era abbastanza equilibrata e c’erano tutti gli estremi: io e Edmund che eravamo veramente scarsi, lui si metteva a ridere ogni volta che suo fratello gli fregava la bandiera da sotto il naso. Fred si divertiva a far vincere Lucy perché sennò lui avrebbe vinto sempre. Gli unici che si impegnavano a fondo erano Ginny (che era contro, quindi si può solo immaginare la competizione che c’era tra di loro), Harry (che era contro Draco e quindi valeva la stessa cosa) e Susan (che era contro George e anche per loro valeva la stessa cosa). Gli altri andavano normalmente. Nell’altra squadra invece c’era molto più spirito. A parte Peter che quando toccava a lui rideva come un cretino insieme al fratello e Lucy che si arrabbiava quando Fred la faceva vincere, gli altri erano molto più bravi di noi. La cosa si vide anche dal risultato finale: vinsero tre partite a una.

“Ve le abbiamo fatte vincere!”esclamò Edmund.

“Certo, certo!”disse Caspian.

“Ti rode la sconfitta, vero Ed?”lo stuzzicò la sorella Lucy.

“Ahahahahah ti piacerebbe!”gli rispose lui per le rime. “Meglio perdere che vincere perché te lo concedono gli altri.”.

“Oh Edmund caro, non è mica colpa mia se Fred correva piano.”si discolpò lei.

“Cara Lucy, avresti perso sempre…”disse Fred e lei sorrise abbassando lo sguardo.

Peter era veramente su di giri e non l’avevo mai visto sorridere in quel modo.

“Da quanto tempo non ti divertivi così?”gli chiesi.

“Troppo!”rispose lui.

“Sono contenta di vederti di nuovo felice!”gli dissi.

Lui per tutta risposta mi sollevò da terra e cominciò a girare.

“Peter, tu hai bevuto troppo!”commentai.

“Ma se nemmeno c’era il vino!”esclamò lui. “Sei tu quella rincoglionita!”.

“Ti prego, ora comincia davvero a girarmi la testa!”lo implorai. “Mettimi giù.”.

Fece come gli dissi, ma dovetti sedermi perché mi girava tutto. Che scemo. Lo vidi correre verso Caspian, abbracciarlo e baciarlo sulle guance. Caspian era visibilmente stupito, ma sorrise ugualmente davanti allo strano comportamento di Peter.

Poi mi si avvicinò una figura: era Lucy.

“Possiamo parlare?”mi chiese.

“Certo, siediti!”esclamai.

“No, andiamo più lontano.”mi bisbigliò all’orecchio.

Mi alzai e ci allontanammo dal cerchio del fuoco.

“Che mi devi dire?”le chiesi.

“Guarda che l’ho capito, sai?”.

“Ma cosa?”.

“Che sei interessata a mio fratello Edmund.”.

Ero rimasta spiazzata questa volta. Innanzitutto non pensavo l’avesse capito, ma poi non pensavo volesse parlarmi proprio di questo.

“Sai che prima o poi ce ne torneremo nel nostro mondo?”mi avvertì.

No, no e no! Non volevo, ma mi tornarono alla mente tutti i pensieri e le insicurezze di prima. Io non volevo pensarci e lei mi aveva sbattuto in faccia la realtà.

Feci sì con la testa. Se parlavo mi mettevo a piangere.

“Secondo me ti conviene dirglielo.”mi consigliò.

“E se la cosa non è corrisposta?”chiesi.

“Anche se non fosse, ma ne dubito grandemente dato il suo comportamento, comunque non ci rivedremo mai più, quindi non dovrai né vergognarti né chiedere scusa.”.

“E invece che dovrei fare con mio fratello?”domandai.

“Stai con lui finchè puoi.”rispose. “Aslan potrebbe richiamarci in qualsiasi momento.”.

“Non vuoi andartene, vero?”le chiesi.

“No e sinceramente non ne capisco il motivo!”esclamò indignata. “Perché non posso stare qui e governare? Perché devo tornare in un mondo pieno di falsità e incoerenza? Perché deve esserci sempre la parola fine a tutto?”.

“Non lo so.”risposi. “Ma almeno tu sei fortunata. Io lascio un fratello…”.

“Mi dispiace.”scoppiò Lucy e a quel punto non seppi resistere nemmeno io. Ci abbracciammo e piangemmo insieme.

“Ragazze?”ci chiamò una voce. Era Peter. Alzai il volto rosso e coperto di lacrime.

“Che vi succede?”chiese inginocchiandosi davanti a noi.

“Sai che prima o poi ce ne andremo?”gli feci notare e lui annuì. “E non ti dispiace neanche un po’?”.

“Certo che mi dispiace!”esclamò abbracciandoci. “Ma sono sicuro che la cosa non avverrà prima di una settimana o due. Ci sono tante cose da fare, come incoronazioni, nuove leggi e molto. Non c’è bisogno di preoccuparsi per ora.”.

Dopo qualche minuto ci calmammo e smettemmo di piangere. Poi tornammo insieme a tutti gli altri ancora con un po’ di tristezza in noi.

“Si può sapere che ti succede stasera?”mi chiese Caspian.

“Niente, ho solo capito che questo non è il momento di preoccuparsi per cose future!”risposi. “Ti voglio bene e non voglio pensare a cosa succederà quando tornerò nel mio mondo.”.

“Ricordati sempre che questo qui è il tuo vero mondo.”mi disse. “Anche quando te ne andrai.”.

“E’ per questo che ti voglio bene!”gli dissi.

Dopo questo mi appoggiai a lui e piano piano mi addormentai.

 

 

 

Ehilà! Salve a tutti!

Ce l’ho fatta ad aggiornare anche questa volta, però mi dispiace un po’ perché più capitoli scrivo e più mi avvicino alla fine D: Come sapete è la storia a cui tengo di più in assoluto (visto che è stata anche la prima che ho scritto).

Passiamo ai ringraziamenti. Vorrei dire grazie a SummerEnd, Lily45, Smile__, Fiammetta Scott (nuova lettrice ;D) e rachele1999 (anche lei nuova lettrice). Grazie, mi fate sempre un sacco felice! :D

Che altro dire? Al prossimo capitolo :D
Miriam

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Capitolo 28
*** Finalmente a casa ***


Quando aprii gli occhi il sole era già sorto. Caspian e gli altri dormivano ancora. Provai in tutti i modi a riaddormentarmi, ma senza successo, quindi decisi di alzarmi. Senza fare rumore tornai dove ero la sera prima, cioè davanti alla Tavola di Pietra. Cominciai a osservarla per bene, quando qualcosa oscurò il sole sulla mia destra: era Aslan.

“Cosa ti affligge, mia cara Miriam?”mi chiese.

“Non voglio tornare nel mio mondo.”risposi. “Non voglio lasciare mio fratello.”.

“Non devi preoccuparti di ciò che sarà, pensa al tuo presente.”mi consigliò il leone. “Sul futuro si deciderà in seguito.”.

Aslan riusciva sempre far riflettere le persone.

“Non c’è modo di farla tornare normale?”chiesi indicando la Tavola.

“Solo tu puoi scoprirlo.”mi disse e poi sparì così come era apparso.

Il solo difetto di Aslan era che lasciava i discorsi incompleti e quindi le cose le dovevi capire da solo. Il problema era che non tutti erano esseri supremi intelligenti come lui

Poi improvvisamente mi ricordai della gonna che avevo tolto prima della battaglia. Era in mezzo alle macerie. Pur sapendo che era pericoloso mi ci diressi e cominciai a spostare i massi per cercarla. Appena toccai il primo, esso si sollevò in aria e tornò esattamente al suo posto, cioè dove era prima di cadere. Ne toccai un altro e accadde la stessa cosa. Non riuscivo a capire come poteva essere successo, ma sicuramente ero contentissima. Cominciai a toccarli tutti e nel giro dieci minuti la Tavola di Pietra era tornata come nuova.

Poi in mezzo al prato vidi qualcosa di rosso. Corsi fino a quel punto e constatai che era un pezzo di stoffa. Lo sollevai e lo guardai meglio: era la mia gonna (o meglio quello che rimaneva di essa). Era tutta impolverata e naturalmente rotta da alcune parti. La presi e decisi di andare dentro.

Aprii la porta della camera e con mia sorpresa vidi che era intatta, come la sera prima della battaglia in cui ci eravamo messi a ballare per scacciare via le nostre preoccupazioni.

Riposi la gonna dentro la mia canoa. Più tardi avrei pensato ad un modo per aggiustarla. Dovevo assolutamente informare gli altri dell’accaduto e non stavo più nella pelle dalla felicità.

Uscii dalla stanza e sentii un gran trambusto.

“Ma come è possibile?”chiese una voce che mi sembrò quella di Hermione.

“Aslan?”propose la voce di Lucy.

Aumentai il passo.

“Ehi, ma dov’è mia sorella?”questo era Caspian.

“Miriam?”mi chiamò Draco.

Arrivai e li trovai tutti all’entrata.

“Eccoti!”esclamò Susan.

“Ma tu hai visto che cosa è successo?”mi domandò Luna.

“Ti sei alzata prima di noi.”constatò Peter. “Hai visto chi è stato?”.

Esitai un attimo: non sapevo che dire. Non volevo fare la presuntuosa. Non era nel mio stile.

“Non vorrei vantarmi”cominciai. “Ma sono stata io. Non chiedetemi come, so solo che quando ho cominciato a toccare le macerie esse sono tornate al loro posto.”.

Rimasero sbalorditi. Non mi avrebbero creduto come minimo e avrebbero pensato che ero pazza.

“Veramente?”chiese Trumpkin e annuii.

“Straordinario!”esclamò Ripicì.

“C’è tutto.”li informai. “E’ come se non fosse mai successo niente.”.

Gli altri avanzarono piano e poi alla fine corsero in camera.

“Grazie!”esclamò Edmund abbracciandomi e sollevandomi da terra. Le mie guance si tinsero leggermente di rosso.

“Adesso puoi riprenderti la corona che ti avevo fatto.”gli dissi.

“Assolutamente!”esclamò.

Mi posò a terra e anche lui andò subito in camera urlando:

“Ehi, ragazzi! E’ qui la festa??”.

A quell’esclamazione cominciai a ridere come un’idiota. Perché lui era un idiota, un simpatico idiota di cui ormai ero innamorata persa.

Anche io andai in camera. Tutti erano indaffarati a mettere a posto le loro cose e l’Ordine duplicava le canoe perché non bastavano per tutti.

“Ma che è successo alla tua gonna?”mi chiese Susan.

“Niente!”risposi innocente. Ci penso un attimo e poi si ricordò cosa le era successo. Mi guardò malissimo. “Però quando saremo di nuovo a palazzo la aggiusto!”esclamai infine alzando le mani.

“Quali sono i vostri ordini, maestà?”chiese Trumpkin a Peter.

“Aslan ci ha chiesto di andare a Cair Paravel.”rispose lui.

“Scusate, miei re.”intervenne Ripicì. “Non vorrei sembrare né impiccione né scortese. So di non esserne degno, ma il mio sogno più grande è sempre stato quello di incontrare il grande Aslan.”.

“Dopo quello che hai fatto per noi è d’obbligo!”esclamò Lucy. “E vieni pure tu, Trumpkin!”.

Dopo circa mezz’ora finimmo di caricare le canoe e partimmo. Per fortuna questa volta Peter azzeccò il ruscello giusto. Il viaggio parve breve perché naturalmente se ci si diverte il tempo passa più velocemente. I ragazzi dell’Ordine facevano dei giochi con l’acqua e si divertivano a schizzarci.

Alla fine approdammo sulla spiaggia sotto il palazzo. Le rovine spiccavano sulla collina.

“Benvenuti, re e regine di Narnia.”.

La voce di Aslan risuonò per tutto quel tratto di costa. Ci girammo e lui era dietro di noi.

“Benvenuti anche a voi, Trumpkin e Ripicì!”.

Il topolino appena lo vide fece subito un profondo inchino.

“E’ una gioia e un onore per me essere qui oggi!”esclamò. “Desideravo tanto fare la vostra conoscenza!”.

“Beh, il piacere è mio, piccolo ma coraggioso Ripicì!”.

“Grazie, Vostra Maestà!”disse il topo rialzandosi.

“Come mai ci hai richiamati qua?”gli chiese Peter.

“Siete stati bravi, ragazzi miei, avete combattuto con valore e lealtà.”cominciò. “Avete salvato questa terra e ve ne sono davvero molto grato.”.

“Ma cosa c’entra Cair Paravel?”chiese Susan.

“Ai tempi dell’Età dell’Oro è in questo palazzo che siete stati incoronati e in cui avete vissuto fino alla vostra scomparsa.”rispose il leone. “Molti anni or sono e voglio farvi tornare là con la stessa magia come successe secoli fa.”.

“E’ impossibile!”esclamò Susan. “Insomma, è tutto in rovina.”.

“A Narnia niente è impossibile!”esclamò Lucy sorridendo complice con Aslan.

“Quindi non vivremo a Telmar?”chiese Caspian.

“Una cosa per volta, mio caro, una cosa per volta.”rispose lui.

Aslan intonò un canto dolce e melodioso. Dava davvero gusto ascoltarlo: quietava l’animo, metteva allegria e faceva venir voglia di saltare dalla gioia. Insomma, la cosa più bella che abbia mai ascoltato.

Guardai verso la roccia e vidi che piano piano il castello si ricostruiva. I massi tornavano al loro posto (proprio come avevo fatto io con la Tavola di Pietra), le erbacce scomparivano, le scale si ricostruivano e tutto tornava come milletrecento anni prima. Era davvero una cosa fantastica e allo stesso tempo indescrivibile.

Dopo circa cinque minuti il castello era tornato normale. Aveva un tetto di vetro circolare che corrispondeva alla sala dei quattro troni. C’erano molte finestre ed erano enormi. Doveva essere un castello immenso, arioso e luminoso data la quantità delle finestre.

Edmund scoppiò a ridere per la felicità e Lucy abbracciò il leone.

“Grazie Aslan!”disse.

Eravamo tornati a casa. Quella era la nostra vera casa.

“Possiamo andare?”chiese Susan.

“Ma certo!”esclamò Aslan. “E’ vostro!”.

Noi re ci avviammo per la scalinata, ma ben presto ci accorgemmo che l’Ordine era rimasto indietro.

“Voi non venite?”chiese Peter.

“Noi non c’entriamo niente.”esclamò Hermione. “Non siamo re e non è casa nostra.”.

Peter andò verso di lei, le prese la mano e le fece un inchino.

“Non importa!”esclamò. “Sei una mia amica e chiunque sia mio amico è il benvenuto in casa mia.”.

Lei sorrise e poi insieme all’Ordine ci avviammo sulle scale verso il palazzo lasciando le canoe sulla spiaggia. Quando fummo su (le scale erano davvero tante) ci fermammo davanti al portone: era molto grande e maestoso. Peter lo aprì e davanti a lui apparve un grande corridoio con colonne bianche. In fondo ad esso c’era una scalinata molto ampia. Sulle pareti erano appesi molti quadri che ritraevano i quattro re dell’Età dell’Oro alla loro prima incoronazione. Continuammo ancora salendo le scale e arrivammo di fronte ad un altro portone.

“Aprilo!”disse Peter a Caspian.

“Perché io?”domandò lui stupito.

“Perché so che devi essere tu a farlo.”rispose lui sorridendo.

Mio fratello aprì cautamente la porta e davanti a noi si innalzò un grande salone con un tetto di vetro e in fondo i quattro troni. I troni dell’incoronazione.

Tutti rimanemmo all’inizio della stanza stupiti dalla bellezza del salone e dalla maestosità dei troni.

Poi Susan e Peter avanzarono e si girarono verso di noi.

“Ora tocca a voi.”disse Peter.

“Che intendi?”gli chiese Caspian.
“Noi ormai siamo cresciuti, invecchiati e lasceremo il posto ad altri re.”spiegò lui guardandoci.

“Ma è impossibile!”esclamai.

“Ti sbagli mia cara. Peter ha ragione.”.

Anche Aslan era arrivato.

“Voi sarete i prossimi re.”disse ancora.

“Ma noi siamo già stati re.”osservò Lucy.

“Non re supremi, però.”disse Aslan. “Voi vi sottovalutate e non dovreste. Siete molto più saggi di quanto credete!”.

Una cosa era certa: sarei diventata regina. Ma che sarebbe successo quando me ne sarei andata insieme ai Pevensie e all’Ordine? Sarebbe rimasto solo mio fratello a governare da solo. Da solo. Avrei affidato a lui la mia stessa vita, ma non poteva restare da solo un’altra volta.

“Aslan, però tu sai che proveniamo da un altro mondo…”cominciai. “Quando ce ne andremo che succederà?”.

“Mia cara, ora è tutto diverso!”rispose lui. “Liberando i portali si è sprigionata una forza immensa che rimarrà nell’aria fino alla fine di Narnia. Questa energia ha fatto riaprire i passaggi con il vostro mondo e a causa di questa forza rimarranno aperti per molto tempo. A questo punto sta a voi decidere se restare, se tornare o se fare una vita a metà. Ora siete voi i padroni del vostro destino.”.

Avevo sentito bene? Avevo davvero sentito bene? Potevo fare come volevo. Una vita a metà è una cosa complicata, ma avrei trovato un modo per riuscire a farla. Una volta avevo sentito Hermione parlare di una certa giratempo, tipo una clessidra che ti faceva tornare indietro nel tempo. Sicuramente me la sarei fatta prestare per riuscire a fare tutto. Se ci riusciva lei a seguire così tante lezioni in così poco tempo, perché non potevo riuscirci io facendo una vita a metà?

Aslan si avviò su per le scale.

“Dove vai Aslan?”gli chiese Lucy.

“Non preoccupatevi per me, riflettete sul vostro futuro.”rispose e se ne andò.

Tutti cominciammo a mormorare e piano piano la sala si riempì di risate e chiacchiere. Caspian prese Susan per un braccio e la trascinò da una parte.

“E tu che farai?”le chiese.

“Io non lo so...”rispose lei sorpresa. “Mi serve tempo.”.

“Però hai intenzione di restare?”le chiese ancora.

“Io qui sto bene e sono felice, ma lo sono anche nel mio mondo.”rispose lei.

“Devi fare una scelta adesso.”la avvertì Caspian.

“Cosa faresti al posto mio?”gli chiese lei.

“Io resterei se ci fossero di mezzo persone a cui voglio bene.”le rispose lui.

“Le persone a cui vogliono bene qui sono probabilmente molte di più di quelle a cui voglio bene nel mio mondo.”commentò lei. “Quindi magari posso restare qui.”.

“Non devi farlo perché te l’ho detto io.”le disse Caspian dolcemente.

“Non lo faccio perché me l’hai detto tu.”mormorò lei. “Me l’hai fatto capire tu. Qui c’è qualcuno a cui tengo più di tutti. Il mio affetto verso questa persona supera tutto ciò che lascerei se restassi qui.”.
“E, se posso chiedere, chi è?”disse lui.

Ma era scemo oppure estremamente intelligente? Lo sapeva, perché doveva chiederglielo?

“Lo sai.”ripose lei sorridendo.

Lo prese per la camicia e lo portò a sé. Si guardarono per un attimo prima di unirsi in un bacio.

Nessuno tranne me se ne accorse perché erano tutti impegnati a chiacchierare.

Ero proprio contenta e tutti dovevano sapere cosa era successo. Come perdersi una scena così importante?

Cercai Peter. Sicuramente non l’avrebbe presa bene poiché anche se non lo dava a vedere era davvero geloso di sua sorella. Quando lo trovai gli sussurrai:
“Guarda!”.

Come previsto non la prese bene. Diventò tutto rosso, strabuzzò gli occhi e poi tornò subito normale.

“Ehm… dai, sono contento!”esclamò battendo le mani.

Il suo comportamento non mi era del tutto chiaro, ma se era contento allora io ero più felice di lui.

Anche io cominciai a battere le mani. Pure gli altri se ne accorsero e ci seguirono a ruota.

Susan e Caspian si staccarono e lei era diventata tutta rossa. Poi entrambi sorrisero mentre noi continuavamo a guardarli.

“Non c’è niente da vedere qua!”esclamò Caspian ironico.

“Ragazzi, vogliamo andare a prendere le nostre canoe?”propose Peter e cominciammo ad avviarci per le scale.

Feci l’occhiolino a Caspian. Per la prima volta non svoltò gli occhi al cielo ma mi sorrise a trentadue denti e mi mostro il pollice della mano. Ero proprio felice per loro. Poi si presero per mano e li lasciai da soli nella Sala dei Troni.

“Lo sapevi, vero?”mi chiese Edmund che mi era venuto accanto.

“Se non lo avessi saputo l’avrei capito di sicuro!”risposi.

“Però lo sapevi…”insistette

“Sì, certo che lo sapevo!”esclamai. “Non ci voleva nemmeno così tanto per comprenderlo.”.

“Ora capisco…”disse.

“Che cosa?”.

“Quelle lunghe chiacchierate che facevi con lui dopo cena…”rispose. “Era per quello.”.

“E non solo.”aggiunsi. “Perché sei così stupito?”.

“Perché io non parlo molto con le mie sorelle.”rispose dispiaciuto. “Susan è troppo grande e se vuole parlare di qualcosa lo fa o con Peter o con Lucy. Con Lucy ho finito di litigarci da poco.”.

“Beh, non è troppo tardi per aggiustare le cose.”gli consigliai. “Devi capire che è un sacco di tempo che non stavo con mio fratello e in tanti anni di assenza le cose si accumulano.”.

Vedemmo Susan e Caspian passarci avanti abbracciati e stavolta noi rimanemmo in fondo da soli.

“Non l’avevo capito che era innamorata di Caspian.”disse.

“Ed, non fare così!”mi indignai. “Hai ancora una vita per conoscerla e capirla meglio.”.

Mi abbracciò.

“Grazie!”esclamò. “Grazie per farmi sentire sempre bene.”.

“Non mi costa nulla.”dissi accarezzandogli i capelli neri.

Mi stampò un bel bacio sulla guancia. Tentai con tutte le mie forze di non arrossire, ma probabilmente fu un tentativo vano. Ci guardammo negli occhi ed eravamo molto vicini.

“Ma vi muovete?”disse una voce facendoci staccare immediatamente. Era George. “Oh scusate…”.

“Stavamo arrivando.”dissi.

“Certo!”esclamò come se fosse stata una presa in giro.

Andammo verso le scale e le scendemmo senza parlare. Alcuni già stavano risalendo con le canoe. Gli avevano fatto un incantesimo, perché pesavano troppo e non potevano essere portate su a mano, quindi volavano. Una volta arrivati sulla spiaggia Fred ce le incantò e poi tornò sopra velocemente ad occuparsi della sua canoa lasciandoci nuovamente da soli. Mentre tornavamo su non parlammo.

“Secondo te avrò una stanza?”gli chiesi quando eravamo già all’interno del palazzo.

“Ma certo!”rispose lui. “Questa è la nuova Cair Paravel. Ci deve essere per forza.”.

Caspian mi stava aspettando nella sala dei quattro troni.

“Miri, vieni!”esclamò quando arrivai.

Mi prese per mano e cominciò a correre lungo un corridoio.

“Caspian, rallenta!”esclamai ridacchiando.

Arrivò davanti a una porta e la spalancò. Subito una luce mi colpì gli occhi. Poi la guardai meglio: era la nostra camera.

“Ti piace?”mi chiese entusiasta.

Annuii.

“Nostra?”chiesi.

“Nostra!”.

Ci entrai: era circolare. Sulla sinistra c’era una grande vetrata e un letto matrimoniale. Davanti a me invece c’erano due letti separati da due comodini. Sulla destra c’era uno scrittoio e due poltrone. Poi tutt’intorno c’erano mobili di legno pregiato. Vicino ai due letti c’era una porta che portava al bagno.

“E’ stupenda!”esclamai.

“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta!”esclamò lui felice. “Vai a prendere la canoa, così sistemi le tue cose.”.

Andai nella Sala dei Troni dove l’avevo lasciata e la trascinai fino in camera facendo uno sforzo immane. Era davvero pesante senza l’incantesimo di Fred.

Entrata in camera cominciai a mettere a posto le mie cose. Mentre facevo questo mio fratello andò a farsi una doccia. Cercai un vestito pulito e tra i tanti che avevo vidi quello con cui ero sparita. Quello era perfetto per una normale serata tra re.

Dopo circa venti minuti Caspian uscì dal bagno e ci entrai io. Anche quello era circolare con al centro una grande vasca rotonda. Mio fratello l’aveva svuotata e già ci aveva rimesso l’acqua. Mi ci immersi quasi completamente: era bollente. Era bellissimo riuscire finalmente a farsi un bagno caldo. L’acqua del fiume era sempre e costantemente fredda. Non volli farmi scappare quell’occasione e quindi rimasi un buon quarto d’ora a godermi quell’acqua calda che sognavo da mesi.

Poi uscii e mi vestii velocemente. Infine mi asciugai i capelli, me li appuntai e me ne andai dal bagno. Vidi Caspian sdraiato sul letto che dormiva beatamente e mi diressi verso di lui. Mi dispiaceva svegliarlo perché era stupendo mentre dormiva, ma dovevamo andare a prendere la zia a Telmar. Mi sedetti accanto a lui.

“Caspian…”lo chiamai e lui si svegliò di soprassalto. “Ehi, l’era in cui ci svegliavamo in questo modo è finita!”lo rassicurai sorridendo.

“Ancora mi ci devo abituare.”mi disse.

“Ti capisco.”gli dissi.

“Come mai mi hai svegliato?”chiese, ma non come un rimprovero.

“Dobbiamo andare a prendere la zia.”gli ricordai.

“Hai ragione!”esclamò lui improvvisamente.

“Allora andiamo!”esclamai alzandomi dal letto.

“E questo vestito così corto?”mi chiese.

“Lo trovo molto più comodo!”gli risposi.

“Ti sta molto bene.”disse.

Lo ringraziai e uscimmo dalla camera. Raggiungemmo la sala dei quattro troni dove c’erano già tutti. Avevano ognuno un vestito nuovo, anche i ragazzi dell’Ordine: le ragazze con quelli lunghi, i ragazzi con i pantaloni di fustagno e una camicia larga.

“Per una volta potevi anche evitare di fare l’anticonformista, non credi?”mi rimbeccò Susan osservando il mio vestito.

“E’ comodo!”esclamai scocciata.

“Ed è anche carino!”si complimentò Lucy.

“Grazie.”.

“Io e Miriam dobbiamo andare a prendere nostra zia a Telmar.”li informò Caspian. “Voi venite?”.

Gli altri annuirono. Attraversammo la sala e scendemmo le scale. Non ci avevo fatto caso prima, ma intorno al palazzo c’era un gran giardino pieno di fiori e piante.

Sulla spiaggia c’erano otto cavalli pronti a galoppare e a portarci a destinazione. Naturalmente ci dovevamo andare in coppia perché eravamo esattamente il doppio. Decisi di prendere le redini di uno di essi e quindi ci salii sopra.

“Posso?”mi chiese una voce: era Edmund.

“Ma certo!”risposi felice che me l’avesse chiesto lui.

Scorsi Malfoy ancora sulla spiaggia. Ci stava guardando malissimo e aveva una faccia molto contrariata. Chissà con chi ce l’aveva. Era un ragazzo davvero strano.

“Sicura di voler prendere le redini?”mi chiese Edmund.

“Certo!”esclamai.

“Comunque bel vestito!”mi disse.

“Grazie!”.

Cavolo, quel vestito faceva davvero un sacco di scena. Alla faccia di Susan la per fettina (senza offesa naturalmente).

Peter si girò per vedere se eravamo tutti e partimmo al galoppo. Per arrivare ci volle circa un’oretta e mezza tra le varie soste. Dopo un po’ non ce la facevo più e Edmund prese il mio posto.

“Te l’avevo detto che non reggevi!”mi disse.

“Dove sta il problema?”esclamai e lui non rispose.

Telmar era diversa rispetto al giorno prima: c’era una sensazione di pace e le persone erano in giro. Tutti ci accolsero benevolmente e poi ci indicarono la via per la casa della zia.

Scendemmo per una stradina sotto il paese. Lei stava in una casetta a dir poco minuscola con un piccolo giardino. Caspian bussò.

Lei ci venne ad aprire: aveva una veste da casa, ma non di certo tipica dell’ex moglie del re.

“Caspian!”esclamò abbracciandolo. “Allora sei venuto veramente!”.

“Io mantengo sempre le mie promesse!”le disse lui.

“Hai preparato le tue cose?”gli chiesi.

“Tanto non sono molte…”disse lei tristemente.

“Ma perché stavi qui e non al castello?”le domandò Caspian.

“Sono una donna…”rispose lei. “A Telmar le donne non possono governare da sole, quindi mi hanno cacciato.”.

“Sapendo che avevate anche un figlio da mantenere?”chiese Edmund scandalizzato e lei annuì.

“Dovrebbero imprigionarli solo per questo!”si indignò Peter. “E’ una crudeltà.”.

“Tanto quello che è fatto è fatto!”si rassegnò lei. “Sobespian mi aveva mandata via. Ora è morto e ha pagato per quello che ha fatto.”.

Andò in un’altra stanza e poi ci portò suo figlio.

“Ti dispiace tenerlo un secondo?”mi chiese.

Me lo porse e lo tenni in braccio mentre lei prendeva le ultime cose. Il piccolo dormiva tranquillo e beato.

“Ecco fatto!”esclamò la zia. “Possiamo andare.”.

Uscimmo dalla casa e quando la zia si fu sistemata sul cavallo le porsi il bambino e poi salii insieme a Edmund come prima. Dopo poco arrivammo a casa e le mostrammo la sua stanza che non era lontano dalla nostra. Io poi andai in camera mia e mi rilegai per bene i capelli.

Quando uscii nuovamente incontrai Peter. Sembrava che mi stesse aspettando.

“Ah eccoti.”esclamò agitato. “Puoi dire a tuo fratello di andarci piano con Susan?”.

“Peter, calmati.”cercai di tranquillizzarlo.

“Dimmi che lo farai!”esclamò.

“Sì, lo farò!”esclamai prendendolo per le spalle. “Però ora datti una calmata!”.

Dopo qualche secondo tornò in sé.

“E’ normale che tu sia geloso.”gli dissi.

“In fondo è sempre mia sorella.”spiegò. “Anche Caspian farebbe così se ti vedesse sbaciucchiare Edmund.”.

Aveva l’aria di uno che la sapeva lunga. A quanto pare anche lui l’aveva capito.

“Lui mi prende solo in giro!”mi difesi.

“Ora fa così.”disse lui. “Voglio vedere quando ci si troverà davanti quello che farà.”.

Riflettei un attimo. Avrebbe davvero reagito in quel modo? Beh, da come si comportava non sembrava. E poi non ce lo vedevo mio fratello come tipo geloso. Protettivo magari, ma non geloso.

“Perché tu pensi che un giorno o l’altro mi ritroverò a sbaciucchiare Edmund?”gli domandai cambiando argomento.

“E’ possibile…”rispose lui vago.

“Certo, come no.”dissi.

“Scommettiamo?”propose lui.

“Non ho voglia di perdere nemmeno un centesimo con te!”esclamai.

“Perché sai già che accadrà.”.

“Perché se accadrà non voglio perdere nemmeno un centesimo con te.”riformulai la frase.

“Fai come ti pare.”si rassegnò. “Poi vedremo chi aveva ragione.”.

Lo guardai male prima di dirigermi in sala da pranzo. Non avevo voglia di ammetterlo. Le mie emozioni erano così ovvie che non potevo nemmeno smentirmi. Era un po’ fastidiosa come cosa.

La sala da pranzo aveva un bel lampadario con pendenti di cristallo e in mezzo c’era un bel tavolo di legno lavorato. Le sedie erano in pelle e tutt’intorno c’erano affreschi e mobili d’epoca.

Mi misi a sedere anche se non era ancora arrivato nessuno.

“Già fame?”mi fece una voce alle mie spalle facendomi sobbalzare: era Draco.

“No, sono solo un pochino in anticipo.”risposi.

Lo osservai meglio. Con gli abiti in stile narniano stava proprio bene.

“Non voglio fare tanti rigiri di parole, quindi andrò dritto al sodo.”disse.

“Dimmi tutto.”.

Poi qualcuno spalancò la porta.

“Miriam, mi servi un secondo!”esclamò George.

“Eh no Weasley!”esclamò Draco. “Prima ci sono io!”.

“Peccato che mi serve urgentemente in cucina!”ribattè il gemello.

“Calmatevi!”esclamai guardandoli. “Ora vado giù in cucina e quando torno mi dirai ciò che devi dirmi.”.

Seguii George al piano di sotto. Il motivo “urgente” per cui mi aveva chiamato era che dovevo sentire se ciò che aveva preparato Lucy era giusto o no di sale. Che idiozia. Il bello era che ci stetti un buon quarto d’ora. In un certo senso ero davvero curiosa di sentire cosa aveva da dirmi Draco. Era un botto di tempo che rimandava e anche io mi ero un pochino stufata.

Quando tornai su lui non c’era. Uscii dalla sala da pranzo e mi misi a cercarlo. Feci il giro di tutto il castello, ma non lo trovai. Mentre stavo per rassegnarmi incontrai Edmund. Teneva una mano sulla faccia.

“Ehi Ed, hai visto Draco?”gli domandai e lui mi fece segno di no.

“Va tutto bene?”gli chiesi.

Si tolse la mano dalla faccia e scoprì un livido evidente sotto l’occhio sinistro.

“Che diavolo ti è successo?”.

“Sono andato a sbattere contro una mensola!”rispose.

Non so perché, ma sapevo che ciò che mi aveva detto non era vero.

“Sei sicuro?”domandai ancora e lui fece segno di sì, ma non gli credei.

“Edmund, non mentire a me!”esclamai. “Chi te lo ha fatto?”.

“Nessuno, te l’ho detto!”rispose. “Sono solo andato a sbattere contro una mensola.”.

“Sai, puoi provare a convincermi meglio con qualche scusa un pochino più decente…”mormorai.

“Ti dico che è andata così.”.

“Non ti credo!”.

“Fidati!”.

Ero determinata a scoprire chi gliel’aveva fatto. Tirai fuori la bacchetta dal vestito e urlai:
“Legilimens!”.

Entrai nel ricordo di Edmund. Erano lui e Draco.

“Pevensie, mi sono stufato!”esclamò Draco furioso. “Sei proprio una persona odiosa, quasi quanto Potter. Il problema è che io non mi faccio mettere i piedi in testa dai fighettini.”.

“Non nego di essere un fighettino ma io non ho fatto niente di male!”si difese Edmund.

“Non hai fatto niente di male?”esclamò lui prendendolo per il colletto della camicia. “Tu non hai idea di quello che hai fatto! Non ci arrivi perché sei troppo stupido!”.

“Allora perché non ti prendi ciò che vuoi? Cosa ti impedisce di farlo? La tua timidezza?”.

Draco gli tirò un pugno e Edmund cadde a terra urlando di dolore. L’altro corse via senza nemmeno vedere se gli aveva fatto male o meno. Bene non gli aveva fatto di sicuro e non era di sicuro sua intenzione.

Il ricordo finì.

“Ma che diavolo è successo?”esclamai. “Perché quell’idiota ti ha dato un pugno?”.

Silenzio. Perché non voleva dirmelo? In fondo si fidava di me.

“Edmund, guardami!”esclamai. “Che hai fatto?”.

Ancora silenzio. Per caso avrei dovuto usare la Maledizione Cruciatus?

“Edmund non costringermi a fare cose che non vorrei fare!”urlai.

“Secondo lui faccio troppo il simpatico ora che diventerò pure re.”rispose infine. “Ho fatto lo sbruffone con lui e si è arrabbiato.”.
Silenzio. Non sapevo se credergli, ma decisi che stavolta diceva la verità.

“Aspetta qui che guardo se trovo una pomata.”gli dissi.

“Non dirlo a Draco.”mi disse. “Ti prego.”..

Lo ignorai e andai a vedere se c’era qualche medicina. Draco era un idiota e Edmund quasi quanto lui. Si può litigare per cose del genere? È stupido quanto insensato!

Trovai la pomata, tornai da Edmund e gliela diedi.

“Grazie!”esclamò.

“Sperando che faccia effetto su questo bel faccino!”esclamai e lui tornò in camera sua.

Andai in sala da pranzo decisa a parlare con Draco (ma non del litigio, sia chiaro). Avrei fatto finta di non sapere niente o perlomeno di essermi bevuta la storia della mensola. Quando entrai lo vidi. Feci per parlarci, ma venni bloccata da Hermione. Insomma, arrivata alla fine della serata non ero riuscita ad avere un dialogo con lui.

La cena fu molto divertente: c’erano suonatori che erano venuti a vedere il nuovo castello e si erano fermati per allietarci con le loro canzoni. Erano davvero bravi e le loro musiche mi ricordavano l’oriente del mio mondo. Mentre ascoltavo Edmund mi sciolse i capelli che ero riuscita ad acconciare in uno chignon quasi perfetto per la cena.

“Potrei avere un istinto omicida!”esclamai. “Ci avevo messo parecchio per farlo!”.

“Ma stai meglio così!”.

“Questo non ti giustifica!”esclamai. “Senti caldo!”.

“Dai te lo rifaccio, così mi perdoni.”si rassegnò.

In qualche modo riuscì a rifare la crocchia, anche se molto peggio di come era prima. Infatti dopo qualche minuto si sciolse.

“Ops!”esclamò recuperando il fermaglio. “Ci riprovo…”.

Tentò di nuovo, ma anche questo tentativo fallì miseramente.

“Sei un parrucchiere veramente pessimo!”commentai.

“E’ colpa dei tuoi capelli!”si difese lui. “Sono troppi, ricci e non c’entrano in questo fermaglio.”.

“Certo, ora diamo la colpa ai ricci!”.

“Esattamente!”esclamò giocando con essi.

“Almeno rendimi il fermaglio!”esclamai e lui me lo posò sulle mani.

Gli osservai meglio il livido e un pochino si era sgonfiato. Gli altri si erano bevuti perfettamente la storia della mensola.

“Ha fatto effetto.”dissi.

“Un pochino!”esclamò. “Grazie.”.

Continuò a giocare con i miei capelli fino a che i musicisti non smisero di suonare. Dopodiché lo salutai e andai verso camera mia. Vidi Caspian e Susan che si stavano baciando in un angolino del corridoio. Ridacchiai e poi feci finta di non vederli e entrai in camera. Cercai nell’armadio qualcosa per dormire. Trovai solo camicie da notte bianche.

Rimasi un po’ male. Io ero abituata a dormire con una maglia enorme o al massimo anche con un pantalone di una tuta.

“Perché fissi l’armadio?”mi chiese Caspian che era appena entrato.
“Cerco qualcosa per dormire!”esclamai.

“La scelta non sembra vasta.”obiettò.

“Non è che mi presteresti una tua camicia?”gli chiese.

“Perché?”.

“Le camicie da notte sono scomode…”.

Andò verso il suo armadio, ne tirò fuori una e me la porse.

“Ehi, non ti ci abituare!”esclamò. “Non pensare che ti presterò camicie per tutta la vita!”.

“Grazie!”esclamai stampandogli un bacio sulla guancia.

Andai in bagno e mi cambiai velocemente. Quando uscii lui era già nel letto matrimoniale.

“Posso?”gli chiesi avvicinandomi.

“Certo!”esclamò facendomi posto. “La mia camicia ti sta grande.”.

“E’ quello che deve essere”.

Mi cinse le spalle.

“Ah, Peter mi ha chiesto di dirti di andarci piano con Susan.”.

“E tu puoi tranquillamente dirgli che non sarò frettoloso!”esclamò.

“Su questo non avevo dubbi caro!”esclamai.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Se io mi mettessi con Ed, tu che faresti?”gli chiesi.

“Sarei contento.”rispose.

“Non geloso?”.

“Forse un pochino.”rispose. “Ma non molto.”.

Sorrise. Sarei annegata nel suo sorriso che era magnifico.

“Ti voglio bene, Caspian!”esclamai.

“Anche io cara!”.

Detto questo mi appoggiai a lui, chiusi gli occhi e mi addormentai fantasticando sui giorni che sarebbero venuti.

 

 

 

 

 

Ma salve cari J

Eccomi qua a postare finalmente (era tipo più di un mese che non aggiornavo D:). Scusatemi, ma di solito scrivo la sera e quasi tutte le sere ho avuto prove per concerti vari D: Non uccidetemi, vi prego :D

Ma veniamo al capitolo (che tra l’altro nemmeno mi piace ed è per questo che ci ho messo tanto a scriverlo D:). Qualcuno magari ancora non sarà rimasto contento perché vuole questo benedetto bacio tra Edmund e Miriam, però dai, diciamocelo: in questo c’è stato il bacio tra Caspian e Susan, il che è tutto dire :D Li trovo molto carini insieme :D

Ragazzi, ci stiamo avvicinando alla fine. Ci sono rimasti tre o quattro capitoli purtroppo D: E il bacio… boh, non so *la lettrice si diverte a far arrabbiare i lettori che prima o poi la uccideranno se non vedranno questo maledetto bacio*

Buon Halloween a tutti :D

Miriam

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Capitolo 29
*** L'incoronazione - parte 1: Al castello ***


“Incoronazione, incoronazione! Domani l’incoronazione dei nuovi re!”.
“Siete invitati a partecipare all’incoronazione dei nuovi re di Narnia!”.
“Udite, udite: sabato mattina, presso il castello di Cair Paravel avrà luogo l’incoronazione dei re di Narnia!”.
Questo era ciò che la gente andava dicendo da giorni. I narniani erano tutti in festa e in fibrillazione. Avevano addobbato le loro case con fiori e stoffe che ritraevano il nostro stemma con Aslan il leone. Perfino a Telmar c’erano manifesti su manifesti.
Tutte le sartorie erano aperte poiché tutti cercavano il vestito migliore per la cerimonia imminente. Lavoravano senza sosta per produrne addirittura di nuovi. Infatti tutto il popolo era stato invitato al grande evento.
Al castello l’atmosfera era festosa, ma allo stesso tempo anche tesa. I nani e i castori avevano preparato anche loro dei vestiti fantastici. Io avevo insistito dicendo che potevo benissimo mettere quello corto (avevano tanto lavoro da fare loro), ma Susan aveva dichiarato che non dovevo nemmeno provare a presentarmi con quel vestito con aria talmente minacciosa che non osai dire di no.
Anche l’Ordine era contento anche se non sapeva della sorpresa che tutti noi stavamo per fargli. Anche loro sarebbe diventati sovrani. Sapevamo che ne sarebbero stati felici e quindi avevamo deciso di non dirglielo.
Ma eccoci arrivati al fatidico giorno.
Caspian mi svegliò di buon’ora. Saranno state circa le sei e mezza. Era talmente presto che non ne capivo il motivo.
“Ma perché?”gli domandai.
“Devi prepararti per bene!”esclamò lui. “E comunque anche gli altri sono già svegli, forse anche da più tempo di noi.”.
“E va bene, ora mi alzo!”dissi rassegnata.
Feci scivolare le coperte in fondo al letto lasciando scoperte le gambe dato che avevo solo la camicia di Caspian. Appena scesi mio fratello scoppiò a ridere.
“E ora che c’è?”dissi scocciata.
“Guarda i tuoi capelli!”ridacchiò.
Andai davanti allo specchio e vidi che erano più scompigliati del solito.
“Voglio proprio vedere come farà la parrucchiera a sistemarteli!”esclamò.
“Siamo spiritosi questa mattina!”esclamai sarcastica. “Perché non pensi ai tuoi?”.
“Anche se sono lunghi non raggiungeranno mai i tuoi livelli!”ribattè. “E poi sono lisci i miei!”.
“Ti faccio pentire di essere nato!”esclamai. “Non far diventare questa giornata il delitto a palazzo invece che l’incoronazione a palazzo!”.
Alla fine si decise a smettere e uscimmo dalla stanza per andare a fare colazione. Là c’erano solo Lucy, Edmund e alcuni membri dell’Ordine tra cui Draco, Hermione, Luna, Ron e Neville.
“Per fortuna che erano tutti in piedi, vero?”dissi a Caspian uccidendolo con lo sguardo.
“Loro sì!”si difese lui.
“Ma non sono tutti.”precisai.
Svoltò gli occhi al cielo, poi ci mettemmo a sedere ad aspettare gli altri e fare colazione tutti insieme.
“Buongiorno!”mi disse Edmund. “Pronta per il gran giorno?”.
“Sì e no.”risposi. “Ho tanto sonno!”e guardai male Caspian.
“Dai, che quello ti passa!”esclamò cingendomi le spalle.
Draco ci stava fissando malissimo. Dopo l’episodio di qualche sera prima se io e Edmund scambiavamo due parole non faceva altro che guardarci in malo modo. Ma dove stava il problema? Aveva tirato un pugno a Edmund solo perché aveva fatto lo sbruffone. Non capivo perché doveva continuare a fare così. Lo ignorai, tanto ormai era da quella sera che non mi parlava nemmeno. Affari suoi. Era lui che doveva dirmi qualcosa.
Appoggiai la testa sulla spalla di Edmund e chiusi gli occhi decisa a stare i quel modo solo per qualche secondo, ma non ci riuscii. Mi addormentai di nuovo.
Poi dopo poco Edmund mi diede un colpetto e io mi svegliai disorientata.
“Capisco che hai tanto sonno!”esclamò. “Però ora si mangia!”.
Mugolai in segno di disapprovazione. Non volevo alzarmi da quella posizione così comoda.
“Dai che c’è una bella norcina!”disse.
A quella parola scattai subito. Quello era il mio piatto preferito composto da pasta, panna e salsiccia.
“Dove?”chiesi guardandomi intorno.
Gli altri scoppiarono a ridere e guardai male Edmund.
“Se non lo dicevo non ti saresti mai svegliata!”si giustificò.
“Visto che comunque su questa tavola c’è ogni ben di Dio sei perdonato!”esclamai indicandola.
Infatti mangiai tutto ciò che mi era possibile. Avevo bisogno di forze ed energie.
“Guarda che dopo non ti entra il vestito…”mi prese in giro Fred.
“Spiritoso!”esclamai.
“Poi voglio vedere come pettinerai questi capelli…”disse Caspian.
“Insisti ancora?”esclamai.
“I suoi capelli sono perfetti!”mi difese Susan. “E’ inutile che la prendi in giro.”.
Caspian la guardò e poi la zittì con un bacio. Lei sorrise. Erano troppo belli insieme.
Peter sembrava ancora un pochino geloso di sua sorella. Quindi mi diressi verso di lui.
“Caspian ha detto che andrà piano.”lo informai.
“Lo spero!”.
“Calmati, tra poco ci incoronerai!”esclamai dandogli un amichevole bacio sulla guancia.
Poi uscii dalla stanza e mi diressi in camera per prepararmi. Caspian era già lì e mentre mi aspettava si era rimesso sul letto.
“Vorrei tanto mettere questo vestito corto…”dissi osservandolo.
“Rischieresti la morte con Susan in giro…”mi avvertì Caspian.
“Lo so…”risposi. “Ma so già che quello che metterò ora sarà scomodissimo e pesantissimo”.
“Allora fai così: stasera torni su e ti metti questo!”mi consigliò.
“E chi mi dice che Susan non prenderà un coltello e me lo pianterà nella schiena?”ipotizzai.
“Ma dai, non è mica così lei!”la difese.
“Sì, ma quando vuole riesce veramente a incutere paura!”.
“Anche tu a volte!”esclamò. “Soprattutto quando ti arrabbi.”.
Lo guardai male sperando di riuscirci.
“Mi dispiace, ma stavolta è stato davvero un tentativo fallito!”commentò.
“Aspetta che ci riprovo.”.
Feci la faccia più cattiva che abbia mai fatto. Mio fratello scoppiò a ridere.
“Mi dispiace, ma oggi mi sa che non è giornata!”.
“Sei un piccolo bugiardo!”urlai.
“No, ehi, ho detto la verità!”esclamò continuando a ridere.
Poi bussarono alla porta. Caspian scese velocemente dal letto sfuggendo alle mie grinfie e andò ad aprire ridacchiando ancora.
Entrarono quattro persone facendo un piccolo inchino: due donne e due uomini. Ma chi diavolo erano?
“Accomodatevi.”disse Caspian tirando fuori delle sedie.
“State tranquillo mio re, noi siamo qui al vostro servizio!”disse il primo uomo in modo serio.
“Come preferite…”rispose Caspian.
“Vogliamo cominciare?”disse la seconda donna entusiasta.
“Ma a fare cosa?”chiesi e tutti si girarono sconvolti verso di me.
“Ah perdonami Miriam, non ti avevo avvertito.”disse Caspian. “Loro sono i nostri preparatori!”.
Cosa? Preparatori? Quindi questo voleva dire che mi sarei dovuta sorbire ben due ore di trucco e parrucco! Oh signore! Stavo per sentirmi male.
“Per questioni di praticità sarebbe più comodo per noi andare in bagno e voi restare in camera.”esordì la prima donna.
“Non vi è problema alcuno!”esclamò il secondo uomo.
“Signore…”disse Caspian alle due dame. “In bocca al lupo con i capelli di mia sorella!”e poi scoppiò a ridere.
Loro mi guardarono e fecero davvero uno sforzo immane per trattenere le risate. Stavolta guardai davvero molto male Caspian. Infatti cambiò subito espressione. Beh, almeno stavolta c’ero riuscita a mettergli un po’ di paura.
“Fossi in te non riderei così tanto!”esclamai. “Signori, mio fratello vorrebbe fare una ceretta il prima possibile! Non immaginate nemmeno che foresta ha sotto quei pantaloni!”.
Detto questo entrammo e l’ultima dama chiuse la porta a chiave. Potevo ritenermi soddisfatta di quello che avevo detto a Caspian. Mi sentivo molto malefica, ma l’idea di mio fratello che si faceva una ceretta era troppo divertente.
Smisi di pensarci (altrimenti mi sarebbe venuto da ridere) e mi concentrai su quello che avrei dovuto fare. Osservai meglio le mie preparatrici. Entrambe avevano dei vestiti enormi come quello che avrei dovuto indossare io. La prima ce l’aveva viola, l’altra rosso. Messe vicino stonavano tantissimo, però erano molto belli. I loro corpetti avevano delle perle cucite e i loro capelli erano legati in deliziosi chignon retti da una retina in cui erano incastrati dei fiori. Le maniche dei vestiti avevano dei pezzi di stoffa svolazzanti dello stesso colore degli abiti. Il trucco era leggero, ma allo stesso tempo risaltava i loro occhi.
“Il mio nome è MaryJane…”esordì la prima, quella bionda con il vestito rosso.
“Io sono Melanie…”disse la seconda, quella con i capelli carota.
“Molto piacere!”esclamai. “Con cosa cominciamo?”.
“Con il vestito, altrimenti i capelli si rovinerebbero.”rispose Melanie.
Già sentivo la noia salirmi addosso. Volevo uscire di lì il prima possibile.
“Prego, Vostra Maestà, accomodatevi dietro quel separè laggiù!”disse MaryJane indicandone uno oltre la vasca da bagno.
Mi ci diressi e scoprii che dietro di esso c’era una doccia.
“Ma devo farmi pure la doccia?”domandai perplessa dato che l’avevo fatta la sera prima.
“Certo, ma senza lavarvi i capelli.”mi informò Melanie.
Che cosa antipatica. Odiavo fare la doccia di mattina.
Mi appuntai i capelli per non bagnarli, poi mi spogliai e feci scorrere un pochino l’acqua per farla venire calda. Quando mi ci misi sotto cacciai un urlo pauroso: era gelida.
“Che succede Vostra Maestà?”chiese Melanie.
“E’… ghiacciata!”esclamai.
“L’acqua fredda fa bene!”esclamò MaryJane. “Tonifica!”.
Come se non lo avessi saputo. Per tutto il tempo della guerra mi ero lavata in un fiume con l’acqua gelida. Ora che potevo approfittare dell’acqua calda erano arrivate quelle due a farmi prendere una polmonite!
Cercai di fare più velocemente possibile. Quando spensi l’acqua cercai il mio asciugamano ma non lo trovai.
“Scusate, non vorrei essere noiosa, ma dov’è il mio asciugamano?”chiesi.
“Perdonatemi, ve lo passo subito!”esclamò Melanie.
Mi asciugai e poi mi diedero il vestito: era azzurro chiaro. Misi prima la gonna. Come avevo previsto era davvero pesante. La allacciai e poi mi porsero il sopra del vestito. Era a maniche lunghe e sia davanti sia dietro si intrecciava con dei fili. Davanti ci riuscii da sola, ma dietro ci volle l’aiuto delle due dame.
“Ragazze, non… respiro…”dissi loro per quanto mi era possibile.
Infatti me l’avevano stretto talmente forte che veramente non riuscivo a respirare. Lo allentarono subito, ma mi cadde e rimasi in reggiseno.
“Perdonateci, Vostra Maestà.”esclamò MaryJane imbarazzata.
Lo ritirarono su e finalmente riuscirono a trovare una via di mezzo.
Poi passammo ai capelli. A differenza di quanto diceva Caspian-lo-stupido riuscirono a fare un’acconciatura perfetta. Me li lavarono, li asciugarono dolcemente e cominciarono a legarli e intrecciarli a formare una treccia. Poi la arrotolarono e la appuntarono per fare uno chignon. Intorno ci incastonarono delle perle. Dal mezzo della crocchia presero una ciocca e la arricciarono facendola ricadere sulle mie spalle. Infine mi truccarono: mi misero una polvere nera sugli occhi che poi ripassarono con una pennina e resero le mie ciglia incredibilmente lunghe. Quei trucchi non avevano niente a che fare con quelli del mio mondo. Erano diversi, molto più belli e brillanti e sembravano addirittura magici. Poi mi misero un po’ di rossetto rosso sulle labbra.
Presero le scarpe e me le portarono. Erano nere, di raso, con un tacco che all’inizio mi sembrava decisamente troppo alto, ma che poi non lo era così tanto. Mi alzai in piedi e mi guardai allo specchio: facevo davvero una bella figura.
Erano state davvero brave, anche se all’inizio avevo dubitato di loro.
“Siete magnifica!”esclamò Melanie.
“Splendida direi!”aggiunse MaryJane.
“Lo devo solamente a voi!”le ringraziai sorridendo. “E dopo sarete presenti?”.
“Naturalmente!”esclamò MaryJane.
“Vi accompagniamo da vostro fratello!”disse Melanie aprendo la porta.
Uscii per prima e loro chiusero la porta. Caspian mi stava aspettando seduto sul letto perché lui aveva finito da un bel pezzo.
Le dame uscirono facendo un inchino. Appena mio fratello mi vide si alzò e venne verso di me.
“Insomma come è andata la ceretta?”gli domandai sarcastica.
“E con i capelli?”ribattè lui con lo stesso tono.
“Beh, i miei capelli, come puoi vedere, sono perfetti!”esclamai.
“E i miei peli sono intatti!”esclamò lui tirando su i calzoni.
Scoppiammo a ridere a causa della nostra stupidità.
“Ora lasciamo da parte le cavolate!”disse. “Sei stupenda!”.
“Grazie!”.
Lo guardai meglio. Aveva un paio di pantaloni di fustagno blu scuro che si infilavano dentro gli stivali marroni. La camicia bianca ritraeva un leone. I suoi capelli erano stati tirati all’indietro e ricadevano fluenti sulle spalle. I suoi occhi erano stati messi in risalto e non c’era la minima traccia di barba sul suo volto. Gli accarezzai il mento.
“Finalmente senza barba!”esclamai.
“Almeno sarai contenta!”.
“Sono contenta di tutto!”esclamai. “E sei un figo pure tu!”.
Mi sorrise a mò di ringraziamento.
“Vostra Altezza, vogliamo ora dirigerci verso il corridoio?”esordì lui.
“Naturalmente mio re!”esclamai. “Molte ore or sono che vaneggio aspettando  questo momento.”.
Scoppiammo di nuovo a ridere come due idioti. Era bello riuscire a scherzare con lui anche in un giorno importante come quello.
Lui mi offrì il braccio e io lo afferrai uscendo a braccetto dalla stanza.
Saremmo dovuti andare a Telmar dove sarebbero stati incoronati i membri dell’Ordine. Poi avremmo fatto il corteo da Telmar a Cair Paravel e lì avremmo pranzato e poi ci sarebbe stata la nostra incoronazione. Il pomeriggio avremmo fatto tutti un discorso e si sarebbero svolti dei giochi degli spettacoli in nostro onore. La sera ci sarebbe stato una sorta di rinfresco e poi ancora balli e concerti.
Io e Caspian scendemmo nelle scuderie. Il castello era quasi vuoto: o erano tutti a prepararsi oppure erano già tutti a Telmar. Gli altri re e l’Ordine erano tutti lì intenti a preparare ognuno il proprio cavallo. Eravamo stati noi a chiedere di non essere accompagnati in delle carrozze. Ci saremmo sentiti decisamente fuori luogo dato che non c’eravamo abituati.
Comunque anche loro erano magnifici: i vestiti erano stupendi, ma comunque tutti quel giorno sembravano più belli.
Andai verso il mio cavallo: era nero con delle piccole macchie bianche vicino agli occhi.
“Dire che sei meravigliosa è dire poco…”mi disse una voce alle mie spalle: era Edmund.
“Posso concordare con mio fratello?”si intromise Peter.
“Grazie!”esclamai. “Ma vorrei proprio sapere a quante altre persone l’avete detto prima di me…”.
“Io a dire la verità aspettavo proprio te per aprire bocca sulle altre…”mi disse Edmund.
Peter nel frattempo si era allontanato, di sicuro per fare altri complimenti in giro, ma anche per lasciarci un momento da soli.
“E devo dire che loro sono niente in confronto a te!”continuò avvicinandosi.
Con una mano mi sfiorò la guancia e poi afferrò il mento. Il suo occhi color nocciola fissavano i miei.
“E’ ora di andare…”urlò Caspian entrando.
Ma che diamine! Perché tutte le sante volte doveva arrivare sempre sul più bello? Perché, Caspian, perché?
“Andiamo!”disse Edmund contrariato.
Salì sul suo cavallo bianco e io sul mio. Scoprimmo una strada molto più corta del normale che collegava direttamente il castello di Cair Paravel a quello di Telmar. La gente non la utilizzava molto perché era sospesa su uno strapiombo. Impiegammo circa mezz’ora.
Arrivammo al castello e dopo essere scesi da cavallo ci dirigemmo tutti nella Sala Grande. Aslan già era lì.
“Benvenuti re e regine di Narnia!”esordì e noi ricambiammo il saluto. “Subito una cosa devo rivelare.”.
Tutti si voltarono. Ero certa che volesse dire all’Ordine della loro prossima incoronazione.
“O re e regine di Narnia, come sapete, non sarete gli unici ad essere incoronati.”proseguì. “Anche voi, che fate parte dell’Ordine della Fenice diverrete sovrani per i servigi resi a questo mondo. Quattro di voi saranno re supremi, gli altri consiglieri, ma tutti avranno lo stesso potere politico.”.
I ragazzi dell’Ordine erano rimasti un pochino perplessi. Non se l’aspettavano davvero.
“Ma noi non c’entriamo niente.”disse Hermione. “Un giorno dovremo tornare a Hogwarts e affrontare altre battaglie e…”.
“Ma falla finita Hermione!”la interruppe Draco. “Insomma, dall’altra parte, quando siamo scappati abbiamo fermato il tempo. Possiamo quanto vogliamo. Accetta una cosa una buona volta!”.
“Non siamo in grado!”lo rimbeccò Cho.
“Si vede proprio che sei una Corvonero!”ribattè Draco. “Vi tirate sempre indietro per tutto! Ma che avete nel cervello?”.
“Calma, ragazzi, calma!”tuonò l’imponente voce di Aslan. “Litigare non serve a niente. Avete tutti una parte di ragione, ma se vi ho scelto per governare su queste terre un motivo ci sarà. Siete forti e intelligenti e questo basta per diventare re. Poi il resto viene da sé.”.
“Vostre Maestà, comincia ad arrivare gente!”ci informò Trumpkin. “Prendete i vostri posti.”.
Andammo nella stanza accanto lasciando la porta socchiusa. Trumpkin aprì il portone e subito la stanza di riempì di gente. Non ci sarebbe entrata tutta.
“Accidenti! Accidenti!”esclamò Hermione. Era rossa quanto il suo vestito.
“Hermione che succede?”le chiesi.
“Sono agitata!”esclamò isterica. “Non ce la faccio!”.
“Calmati!”la rassicurò Susan.
“E’ solo un’incoronazione.”le disse Lucy sorridendo.
“Ma come avverrà?”chiese Luna.
“E’ probabile che vi chiamino uno ad uno visto che non ne sapevate niente.”rispose Peter.
“Poi saprete esattamente quello che dovrete fare.”aggiunse Edmund. “Ve lo sentirete dentro.”.
Guardai attraverso la porta socchiusa: come previsto la sala era già piena e pure la piazza e tutto il corso.
Aslan ci fece segno di uscire e ci disponemmo vicino al portone attaccati contro il muro.
Il giorno più bello della mia vita stava per cominciare.
 
 
 
 
 
Buon pomeriggio a tutti :D
Eccomi con questo nuovo capitolo (che non mi piace per niente, nemmeno come l’ho scritto D:). Stavolta ho aggiornato decisamente prima!
Qualcuno e non faccio nomi probabilmente vorrà uccidermi o cruciarmi perché ancora non ho messo quella famosa scena! D:
Non disperate, dai, la speranza è l’ultima a morire ;)
Ringrazio chi mi ha recensito l’altro capitolo, ovvero tinny, catty456, Fiammetta Scott, Lily45 e rachele1999 :D
Grazie davvero
Al prossimo capitolo,
Miriam
PS: siamo a -3 capitoli alla fine D:

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Capitolo 30
*** L'incoronazione - parte 2: A Cair Paravel ***


“Benvenuti!”esordì Aslan. “Siamo tutti riuniti qui oggi per celebrare i nostri nuovi re!”.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Per un lungo periodo questa terra ha conosciuto solamente la guerra ed è giusto che ora ci sia un periodo di prosperità.”.

Mentre Aslan continuava a parlare ci chiamò una voce: era Trumpkin.

“Vostre Maestà.”sussurrò. Lui e altri quattro nani avevano in mano ognuno un cuscino con due corone su ciascuno.

“Dovete portarli su e il più piccolo tra di voi porrà le corone sui capi dei nuovi re.”disse.

“Sei tu!”mi disse Caspian.

“Ma come?”chiese Peter. “Non è Lucy?”.

“Io ho un anno in più!”esclamò lei.

“Sei scandaloso!”sbottò Susan. “Non sai nemmeno l’età di tua sorella!”.

“E tu sei noiosa!”ribattè lui. “Ti metti a discutere anche il giorno dell’incoronazione!”.

“Ma smettetela!”esclamò Edmund. “A volte sembro più maturo io di voi!”.

Susan e Peter trattennero la risata. Fortunatamente il diretto interessato non se ne accorse, altrimenti sarebbero iniziati nuovi battibecchi.

Passando nei corridoi laterali arrivammo in cima alla sala. Aslan stava per chiamare i membri dell’Ordine uno ad uno. Il silenzio era sceso nella sala.

“Ecco a voi la duchessa Cho Chang, la Grintosa, primo membro interno del Consiglio e spadaccina di Narnia.”esordì il leone.

Lei venne avanti per il corridoio centrale. Avanzava lentamente ed era molto titubante. Sfoggiava un lungo vestito bianco che contrastava con i suoi capelli corvini che ricadevano dolcemente sulle sue spalle. Quando arrivò in cima, salì i tre scalini e fece un piccolo inchino quando arrivò davanti ad Aslan. Poi andò davanti ad un trono. A quel punto presi la corona d’oro che era sul cuscino di Lucy e gliela posi sul capo. Accennò un sorriso.

“Ecco a voi il duca Ron Weasley, il Rosso, secondo membro interno del Consiglio e spadaccino di Narnia.”.

Anche lui attraversò il corridoio centrale. Aveva un’aria leggermente contrariata, ma forse era una conseguenza del suo portamento fiero e sicuro. Anche lui fece un inchino e andò davanti al trono opposto rispetto a quello di Cho. Posi una corona d’oro anche sulla sua testa e poi me ne tornai al mio posto.

“Ecco a voi la duchessa Luna Lovegood, la Sognatrice, terzo membro interno del Consiglio e arciere di Narnia.”.

Camminò sul corridoio con la sua solita aria sognante. Il suo vestito era color argento e svolazzava di qua e di là e i capelli erano raccolti in un delizioso chignon. Si inchinò e poi andò vicino a Cho. Presi la corona d’argento dal cuscino di Edmund e gliela posai sul capo.

“Ecco a voi il duca Fred Weasley, il Burlone, quarto membro interno del Consiglio e arciere di Narnia.”.

Lui sfoggiava un completo rosso scuro intonato con i suoi capelli. Quando arrivò sul trono vicino a quello di Ron gli andai davanti lasciando la corona d’argento sopra la sua testa.

“Ecco a voi il duca George Weasley, il Buontempone, quinto membro interno del Consiglio e cavaliere di Narnia.”.

Lui era vestito esattamente come suo fratello e con fare compiaciuto arrivò vicino a Luna. Presi la corona d’oro dal cuscino di Susan e gliela posai sulla testa. Mi fece l’occhiolino.

“Ecco a voi il duca Draco Malfoy, il Testardo, sesto membro interno del Consiglio e cavaliere di Narnia.”.

Venne avanti con la sua veste verde e la sua solita aria strafottente e arrogante. Non era contento di essere seduto vicino a Ron e quando gli misi la corona d’oro mi rivolse un sorriso che era quasi una smorfia.

“Ecco a voi la regina Ginny Weasley, la Cacciatrice, membro esterno del Consiglio e sovrana di Telmar.”.

Si fece avanti con la sua veste blu sorpresa di essere una delle due regine. Era indescrivibile l’emozione sulla sua faccia. Presi la corona d’argento dal cuscino di Caspian e gliela posi in capo.

“Ecco a voi re Neville Paciock, il Coraggioso, membro esterno del Consiglio e sovrano di Telmar.”.

Venne avanti titubante e incerto, come il suo solito. Cercai di rassicurarlo con lo sguardo quando gli posai la corona in testa.

“Ecco a voi la regina Hermione Granger, la Brillante, membro esterno del Consiglio e gran sovrana di Telmar.”.

Rossa in faccia come il suo vestito avanzò velocemente, i capelli castani raccolti ai lati della nuca. Quando le posai la corona d’oro dal cuscino di Peter mi sembrò come se tremasse.

“E infine ecco a voi re Harry Potter, il Prescelto, membro esterno del consiglio e gran sovrano di Telmar.”.

Mentre avanzava verso il suo trono, quello centrale, il mantello marrone gli andava di qua e di là. Gli misi la corona in testa: aveva il sorriso stampato in faccia.

I dieci si misero tutti a sedere.

“Possa la vostra saggezza e la vostra lealtà illuminarci finchè vivrete. Sono certo che governerete questa terra con giustizia.”disse Aslan sorridendo.

La folla esultò e cominciarono applausi e grida di acclamazione.

“Sei stata brava.”commentò Edmund.

“Grazie.”risposi.

Mi abbracciò di colpo.

“Ehi!”esclamai. “Come mai?”.

“Perché sì.”rispose. “Perché per me sei unica, stupenda e rara. Perché io…”.

“Vostre Maestà…”ci chiamò Ripicì.

Mi sciolsi dall’abbraccio e vidi Caspian che mi faceva il pollice all’insù. Edmund sbuffò, ma poi ascoltò il topo.

“Tra poco dobbiamo andare fuori perché dovete chiudere il corteo.”disse.

“Adesso ci sarà un corteo fino a Cair Paravel, dove avrà luogo l’incoronazione dei re di Narnia.”disse Aslan rivolto alla gente.

La gente cominciò ad uscire dalla sala e a disporsi ai lati della strada per farci passare.

“Sono regina, ti rendi conto?”trillò Hermione.

“E’ un bene, no?”le dissi. Era davvero felice in confronto a qualche minuto in cui tremava di paura a causa dell’agitazione.

“E ora che facciamo?”chiese Harry.

“Disponetevi a coppie come siete nei troni.”ordinò Peter. “Si va a Cair Paravel.”.

Harry e Hermione che aprivano il corteo reggevano lo stendardo con lo stemma. Ci facemmo largo tra la folla che ci seguiva. Io ero in coppia con mio fratello. Oggi era più bello del solito: sembrava cambiato, era diventato un uomo dal portamento fiero e sicuro, pronto a governare su Narnia. Durante il corteo tenne sempre un atteggiamento fiero e quasi non batté ciglio. Susan lo venerava con lo sguardo e lui ne era consapevole. I fauni dietro di noi cominciarono a suonare e a ballare. Impiegammo circa un’ora e mezza per arrivare, ma nessuno sembrava essere stanco. Il nostro lungo cammino finì dentro la sala dei quattro troni.

“Caspian…”bisbigliai, ma lui non mi sentì.

“Caspian!”esclamai con più forza e lui si girò.

“Dimmi.”disse.

“Ma ora si pranza, vero?”gli chiesi. Mi era venuta una fame da lupi.

“Veramente ora ci incoroneranno…”disse.

Rimasi sbigottita. Io avevo capito che dopo la prima incoronazione ci sarebbe stato il pranzo. Uffa, avrei dovuto aspettare un’altra ora come minimo.

“Ehi, sembra che hai visto un fantasma.”mi canzonò.

“Ho fame!”mi lamentai.

“Dai, non pensarci!”mi rassicurò.

“State zitti!”sussurrò Susan.

Ci zittimmo, ma Caspian mi fece l’occhiolino. Poi avanzammo ancora in mezzo alla folla e alla fine io, lui, Edmund e Lucy ci ritrovammo davanti ai quattro troni. I membri dell’Ordine erano seduti su delle sedie laterali, cinque a destra e cinque a sinistra. Con la coda dell’occhio sbirciai all’indietro e vidi che dietro di noi non c’erano più né Susan né Peter. Era giunto il grande momento. I fauni smisero immediatamente di suonare e si spostarono per far passare il grande leone.

“Benvenuto popolo di Narnia!”cominciò. “In questo palazzo oggi celebreremo i nuovi re di Narnia come mille anni fa.”.

Breve pausa. Quasi nessuno respirava da quanto silenzio c’era. Era davvero un momento magico.

“In nome dell’Ordine del Leone ecco a voi la regina Miriam, la Virtuosa.”.

Peter, che faceva la stessa cosa che avevo fatto io nel palazzo di Telmar, prese una coroncina d’argento dal cuscinetto di Susan e me la posò sulla testa. Mi sorrise, ma non era uno dei suoi soliti sorrisi. Il suo voleva dire “Sono fiero di te”. Ricambiai il sorriso.

“In nome delle Isole Solitarie, ecco a voi re Caspian, il Navigatore.”.

Quando Peter arrivò per posargli sulla testa la corona d’argento, mio fratello dovette abbassarsi perché era un pochino più alto di lui.

“In nome dello sfavillante Mare dell’Est ecco a voi la regina Lucy, la Valorosa.”.

La sua corona era uguale a quella che la sorella aveva portato in passato. Quasi cadde all’indietro dall’emozione quando il fratello gliela posò sulla testa.

“E in nome del grande Bosco dell’Ovest ecco a voi re Edmund, il Giusto!”.

Lui, il nuovo re, risplendeva nella sua veste color argento come nessuno aveva mai fatto. Peter non sembrava dispiaciuto, anzi, era orgoglioso e felice per fratello.

Ci sedemmo tutti sui troni.

“Quando si è re o regine di Narnia si è sempre re o regine!”ripetè Aslan la frase tanto amata. “Possa la vostra grandezza illuminarci finchè resterete in vita.”.

La folla acclamò.

“Lunga vita a re Edmund! Lunga vita alla regina Lucy! Lunga vita a re Caspian! Lunga vita alla regina Miriam!”.

Sorrisi e quasi mi venne da piangere per la felicità.

“E ora, che inizi il banchetto!”finì Aslan.

Tutte le persone cominciarono a dirigersi verso la sala da pranzo. Lacrime di gioia solcarono davvero il mio viso. I gemelli se ne accorsero.

“Eh no bella mia!”esclamò Fred.

“Così ti va via il trucco…”disse George.

“E poi mica vorrai dare spettacolo, vero?”aggiunse Fred.

“Insomma, sei la nuova regina!”disse George guardandosi intorno. “Un pochino di contegno!”.

“Ma voi due zitti mai, eh?”li rimproverai smettendo di piangere.

“Ecco, lo vedi?”strepitò Fred. “Hai il trucco colato!”.

“Dove? Dove?”dissi correndo in cerca di uno specchio.

“Ce l’abbiamo fatta a farla smettere!”bisbigliò George.

Io li adoravo. Tra tutte le persone che avevo conosciuto loro erano davvero le migliori. Iniziai subito a ridere.

“Visto?”disse Fred.

“Però hai veramente il trucco scolato…”osservarono insieme.

“Non ci credo!”esclamai.

Fred alzò le spalle. Non gli credevo, ma dovevo avere una conferma. Mi girai verso Edmund.

“Ed, ho il trucco sbaffato?”gli chiesi.

“Ma dai pure retta a quei cretini laggiù che ora si stanno sbellicando dalle risate?”disse lui indicando i gemelli. “Sei magnifica come sempre!”.

Sentii le guance avvampare e anche le sue si erano leggermente tinte di rosso.

Nel frattempo Fred e George se l’erano svignata e erano spariti nella sala da pranzo.

“E se andassimo anche noi a mangiare?”proposi.

Lui annuì e ci indirizzammo anche noi verso il banchetto.

La sala era tutta addobbata con gli stemmi reali ed era piena di cose da mangiare. Credo che in quel giorno presi almeno un chilo. Feci a gara con i gemelli a chi mangiava di più. Naturalmente vinsero loro e per questo mi presero in giro tutto il giorno. Dopo pranzo ci spostammo sulla terrazza che dava sulla spiaggia. Lì Edmund, da nuovo re, fece un discorso parlando delle nuove leggi, del nuovo governo, delle tradizioni, di ciò che sarebbe successo. Un discorso da vero re supremo che durò circa mezz’ora. Poi ci furono dei giochi sportivi in nostro onore, come lotta, incontri di spade e gare di tiro con l’arco (erano pacifici, non moriva nessuno). Poi ci fu uno spettacolo di danza e un concerto con flauti e liuti organizzato dai fauni. Le driadi intonarono vari canti e fu tutto molto bello ed entusiasmante.

Dopo questo pomeriggio intenso arrivò l’ora di cena.

“Vuoi continuare con la gara?”mi chiese George.

“No, grazie!”risposi. “Mi fate ingrassare e dopo non mi entrano più i vestiti!”.

Entrambi scoppiarono a ridere.

“Ma smettetela! Dopo come posso mantenere la mia linea e rimanere bella e magra?”.

Risero ancora più forte.

“Allora andate a quel paese!”esclamai facendo per andarmene. “Accidenti a me che mi confondo con voi!”.

“Aspetta!”mi chiamò Fred. “Perché non vai da Edmund?”.

Continuarono a ridere.

“Perché se non sparite dal mio raggio visivo vi picchi entrambi!”esclamai e loro scapparono a gambe levate.

Ora la sala era tutta illuminata con un lampadario gigante ed era piena di gente. C’erano altri re e principi venuti da altre terre. Non mancavano satiri, fauni, centauri, nani e driadi venuti per acclamarci. Le cose da mangiare erano buonissime e c’era ogni ben di dio, come piatti tipici narniani che nel mio mondo non esistevano. Conobbi tantissime persone.

Dopo il banchetto cominciarono i balli. A noi re venne chiesto di aprire le danze. Ballai con mio fratello e le musiche erano simili a quelle rinascimentali del mio mondo.

Dopo il primo ballo lasciai andare mio fratello e ballai con Peter.

“Secondo me è la serata buona.”mi disse.

“Per cosa?”chiesi ingenuamente.

“Dai, che hai capito…”disse.

Svoltai gli occhi e continuai a ballare.

“Ehi, se vuoi ti lascio andare…”continuò.

“Vuoi pensare a ballare e chiudere quella bocca?”lo rimproverai.

Mi sorrise malizioso, ma poi non osò dire altro. Dopo la seconda danza ballai con Fred.

“Lo sai che è carina?”mi disse.

“Ma chi?”gli chiesi.

“Lucy!”esclamò a bassa voce. Spalancai la bocca.

“Che c’è?”disse.

“Vai a ballare con lei immediatamente!”esclamai.

“Ma perchè?”.

“Tu fallo e basta!”esclamai accompagnandolo, anzi, spingendolo da lei che stava ballando con Malfoy. Ci scambiammo e lui ballò con me.

“Felice?”mi chiese.

“Certo!”esclamai. “Perché tu non lo sei?”.

“Sì…”biascicò.

Sapevo che non lo era. Si limitava ad avere quella solita aria da superiore che lo caratterizzava.

“Che hai?”gli chiesi.

“Niente, stai tranquilla…”rispose, ma non fu affatto convincente. Fece un sorrisetto forzato per rassicurarmi. Risposi al sorriso, ma non ero affatto convinta. Qualcosa non gli andava bene e si vedeva tanto!

Ad un certo punto Edmund venne verso di noi.

“Mi fai questo onore?”disse con voce profonda e offrendomi la mano.

Draco nemmeno ci guardò e subito si staccò in cerca di qualcun’altra con cui ballare. Era proprio insopportabile quando faceva così.

“Certo che vi faccio questo onore, mio re!”risposi facendo un inchino.

Il ballo che feci con lui fu il più bello. Sapeva trasportarmi e coinvolgermi come nessun altro.

“Senti…”mi disse lui alzando lo sguardo verso di me.

“Ehi Miriam!”mi chiamò George. “Posso ballare con te?”.

Edmund svoltò gli occhi al cielo.

“Mi dovevi dire qualcosa?”gli chiesi.

“No, tranquilla!”esclamò sarcastico. “Tanto c’è ancora tutta la sera, no?”.

Mi sembrò guardasse male George. Infatti anche lui quando gli passò accanto fece una faccia strana, a mo’ di scusa.

Dopo di lui ballai anche con estranei, come altri principi o re che erano stati invitati. Tante persone mi consigliarono di cominciare a mettere gli occhi su qualcuno, ma nessuno di loro mi aveva colpito particolarmente. E poi a me piaceva Edmund, di certo non me ne andavo con il primo principe che passava.

Alla fine ero stanchissima e in quella stanza era talmente caldo che non riuscivo a respirare. Decisi quindi di uscire fuori in terrazza. Mi sedetti sulle scalette che portavano in giardino e tolsi le scarpe. Anche quelle avevano cominciato a farmi veramente male.

In un certo senso ero uscita anche per osservare le stelle e in modo particolare la luna. Era enorme, del colore dell’oro e si specchiava perfettamente nell’acqua del mare formando un cerchio quasi perfetto. Potevo stare lì ore a guardarla senza mai stancarmi. Infatti non so quanto stetti lì fino a quando una voce mi distolse dai miei pensieri.

“Ehilà!”esclamò Edmund. “Come mai qui tutta sola?”.

“Non ne potevo più!”risposi. “Dentro quella stanza non si respira, quindi sono uscita a prendere una boccata d’aria.”.

Si sedette accanto a me.

“E scommetto che non sei uscita solo per la troppa afa, ma anche per osservare le stelle.”constatò.

“Sì!”esclamai. “Da Cair Paravel si vedono molto meglio rispetto alla Tavola di Pietra.”.

Lui sorrise mostrando i suoi denti perfetti.

“Sembra giorno.”osservò.

“Davvero!”dissi. “Stasera la luna è speciale, emana una luce particolare. La trovo stupenda.”.

“Tu sei stupenda!”esclamò deciso.

Rimasi spiazzata. Avevo forse sentito male? Ero completamente rincoglionita?

Mi voltai verso di lui per chiedere spiegazioni, ma vidi che piano piano la sua faccia si stava avvicinando alla mia. Sapevo cosa stava per succedere, quindi non osai dire niente. Abbassai lo sguardo e i miei occhi incontrarono i suoi. E accadde tutto velocemente. Posò delicatamente le sue labbra sulle mie e risposi al bacio senza esitare. Mi mise una mano sulla guancia e io nei suoi capelli. La sua lingua entrò nella mia bocca e incontrò la mia. Cominciarono a muoversi insieme, l’una che seguiva il movimento dell’altra. Ad un certo punto ci staccammo.

“Non sai quanto ho aspettato questo momento.”gli dissi.

“Anche io!”esclamò.

Stavolta fui io a baciarlo, però con molta più foga e più intensamente. Mise le mani sui miei fianchi e mi strinse forte a sé. Poi sentii degli schiamazzi misti a risate e urletti. Poi un applauso.

Edmund si staccò e ci girammo: una folla capitanata dai gemelli ci aveva appena visti baciare. Sentii le guance avvampare. Sorrisi e mi rimisi le scarpe pronta per tornare dentro.

“Re e regina, cosa avete da dirci?”disse Fred a mo’ di intervista.

“Dico, Fred, che ho imparato il mestiere e che non ci metto niente a farvi uno scherzo.”disse Edmund.

La folla (in cui c’erano anche i suoi fratelli, l’Ordine e Caspian) rise.

“Va bene ragazzi, qui non c’è niente da vedere!”esclamò George. “Circolare!”.

Presi la mano di Edmund e posai di nuovo le mie labbra sulle sue e andammo dentro. I fauni stavano ancora suonando. Sbirciai e vidi che tutti ci guardavano sorridendo. Scorsi poi una testa bionda che sbaciucchiava una driade.

“Ma è Draco!”esclamai indicandolo.

“Che ipocrita!”esclamò Edmund incredulo. “Che ipocrita! Ti prego, posso ucciderlo?”.

“Perché?”esclamai. “Ora che ha combinato? Sta sbaciucchiando una driade, non credo sia un crimine, no?”.

“Come ben sai l’occhio nero me l’ha fatto lui!”urlò. “Ma non ti ho mai detto il vero motivo. Mi ero messo d’accordo con i miei fratelli e i ragazzi dell’Ordine che se ti si avvicinava loro dovevano distrarre o te o lui con una qualunque stronzata. Tu gli piacevi e secondo quelli dell’Ordine non aveva mai provato un sentimento del genere per qualcuno.”.

Rimasi di stucco.

“Lo so, sono stato proprio un egoista. Ho messo davanti solamente i miei sentimenti, non pensando che stavo facendo del male a lui e pensando che tu potessi ricambiare i miei.”disse. “Mi dispiace.”.

Ero incredula. Aveva fatto tutto questo per me. Non nascondo che quella era stata davvero una cosa egoista, ma l’aveva fatto per me. Lo baciai senza pensarci due volte. Qualunque cosa avesse fatto per allontanarmi da casa non importava in quel momento.

“Non importa!”esclamai e lui sorrise.

Lo portai in mezzo alla sala e continuammo a ballare per tutta la sera. Non ero mai stata così felice come in quel momento. Mi piaceva e sapevo che lui provava la stessa per me.

Poi ci mettemmo a sedere poiché eravamo esausti.

“Posso chiederti una cosa?”gli domandai.

“Ma certo!”esclamò.

“Un po’ di tempo fa ho visto che parlavi fitto fitto con Fred e George.”cominciai. “Che avevate da dirvi?”.

Esitò un attimo.

“Mi hanno chiesto se volevo andare a lavorare con loro nel negozio di scherzi che hanno a Diagon Alley.”disse infine. “Mi insegnavano i segreti del mestiere.”.

Avevo paura di chiederglielo, ma lo feci comunque.

“E tu cosa hai risposto?”.

“Che ci avrei pensato…”disse. “Ma ora che ci sei tu credo che dirò di no…”.

“No, non puoi dire di no!”esclamai. “Avete lavorato insieme fino ad ora, non puoi buttare tutto all’aria!”.

“Non avevo dato una risposta sicura!”insistette.

“Ma puoi fare un po’ di qua e un po’ di là!”esclamai. “Potete lavorare anche a distanza!”.

“Secondo te è possibile?”chiese.

“Sì!”esclamai. “E non voglio che rinunci a ciò che ti piace fare per me! Qualunque decisione prenderai sappi che ti sosterrò.”.

Mi baciò delicatamente mordicchiandomi le labbra.

Facemmo l’ultimo ballo e dopo circa mezz’ora la serata finì con degli stupendi spettacoli pirotecnici e tutti cominciarono ad andare via. La sala era una confusione paurosa, ma avremmo messo a posto il giorno dopo. Cominciai con il dare la buonanotte a tutti.

“Sarai contenta spero!”esclamò Malfoy sprezzante.

“Spero pure tu!”ribattei.

Mi guardò malissimo, poi girò i tacchi e andò dritto in camera sua senza nemmeno salutare gli altri.

Salutai Edmund baciandolo appassionatamente.

“Ehm…”esclamò Caspian.

“Arrivo.”gli dissi. “Tu nel frattempo puoi salutare Susan.”.

“Grazie del permesso, mia regina, ma l’ho già fatto!”disse.

Sbuffai. Diedi un ultimo bacetto a Edmund e poi mi diressi con mio fratello in camera.

Entrai e subito mi buttai sopra il suo letto.

“Ehi, avevamo deciso che quello stasera era mio!”esclamò, ma non mi alzai. “Hai capito?”.

Rimasi lì ad osservare il soffitto.

“Forse non mi sono spiegato bene!”.

Piombò sopra di me e cominciò a farmi il solletico. Cominciai a ridere e a urlare.

“Smettilaaaaaa!”esclamai.

“Ma certo che no signora Pevensie!”mi schernì.

Continuò fino a quando non lo implorai di smettere.

Il fermaglio, le forcine e le perline erano in terra e i miei capelli erano tutti scompigliati.

“Dovresti vederti!”esclamò.
“Pensa per te!”ribattei.

Mi alzai dal letto e mi diressi in bagno per togliermi il vestito e struccarmi.

“Ma veniamo alle cose serie.”mi urlò dalla camera. “Stai con Edmund?”.

“Così pare!”risposi provando un pizzico di imbarazzo.

Misi la camicia di Caspian, mi tolsi il trucco velocemente e tornai in camera.

“Sono contento per te!”esclamò abbracciandomi. “Finalmente ce l’hai fatta, anche se devo ammettere che un pochino sono geloso.”.

Alzai lo sguardo e lo strinsi ancora più forte a me.

“Ed è per questo che ti voglio un bene dell’anima!”esclamai. “Sei unico e mai ti sostituirò. Sarai per sempre il mio fratello, il mio consigliere e il mio migliore amico.”.

“Ti prego, dormi qui con me!”esclamò.

“Con molto piacere!”concordai.

Mi sdraiai accanto a lui. Anche se era davvero molto tardi non avevo sonno. Lo guardai addormentarsi mentre gli carezzavo i capelli. Era incredibile come un persona come lui poteva essere dura e forte e allo stesso tempo così fragile. Tutto ciò non importava. Era mio fratello e gli volevo bene così com’era. Andava tutto bene.

 

 

 

 

Buon anno miei cari :DDDDD

Avete che visto che bel regalino che vi sto facendo? Vi ho postato il capitolo il primo dell’anno. Però non è un capitolo come un altro! Eh, già, finalmente l’avete avuto il vostro bacio :DD
Siete contente? Così almeno non continuerete a mandarmi minacce di morte o roba varia xD

Mi dispiace solo che la prima parte del capitolo sia un pochino noiosa, però ammettetelo, la fine è bella :D

È stato proprio bello scrivere questo capitolo! Mi ci sono proprio divertita.

Poi ho svelato un po’ di cose: perché Edmund, Fred e George parlavano fitto fitto e perché Draco ha dato un pugno a Edmund J

Bene, con questo vi saluto, vi auguro ancora buon anno e al prossimo capitolo!

Miriam

PS: mancano solo 2 capitoli D:

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Capitolo 31
*** Cinquant'anni dopo ***


Quella era una piovosa serata di novembre. Sembrava che stesse per venire giù il diluvio universale. Osservavo la scena dal divano del salotto. Sopra di me c’era una coperta e stavo sorseggiando il mio tè. Poggiai la tazza sul tavolino davanti a me, spostai la coperta e mi alzai.

“Avete bisogno di qualcosa, Vostra Maestà?”mi chiese Melanine, la mia dama di compagnia.

“Stai tranquilla, cara, posso fare benissimo da sola.”.

“Siete sicura?”mi disse ancora e annuii.

“Puoi andare!”le dissi e lei si congedò con un piccolo inchino.

Anche se non ero più giovane come un tempo ce la facevo ad arrivare in camera per prendere un coprispalle. Nel tragitto verso la stanza non incontrai quasi nessuno tranne qualche servitore che mi salutò cordialmente. In quel momento il castello era vuoto.

Caspian e Edmund erano usciti a fare una sorta di gita con i miei figli, Elyon e Oliver.

Susan era in bagno e stava facendo la doccia e guai a chi l’avrebbe disturbata.

Lucy invece si trovava in salotto, ma ormai dormiva da ore. La sera prima era stata sveglia fino a tardi per finire di giocare a scacchi con Peter. Dove fosse lui in quel momento invece era difficile dirlo: o era da qualche parte a coccolare sua moglie, Alexandra de Finnegan, una nobile delle Isole Solitarie, oppure istruiva i suoi nipoti, ovvero i figli di Susan e Caspian, Caleb e Jimmy. I due ragazzi ne combinavano più di Fred e George e per di più erano proprio gemelli.

La zia era morta circa dieci anni dopo la fine della guerra e toccò a noi crescere mio cugino, Henry. Lui non viveva più con noi dopo che si era sposato. Ogni tanto però passava per Cair Paravel e ci veniva a salutare.

L’Ordine aveva dovuto far ritorno a Hogwarts. In quel momento quindi ero sola.

Tornai in salotto dove Lucy ancora dormiva come un ghiro e mi misi a fantasticare e a ripensare agli anni dopo la nostra incoronazione.

 

Il caro Fred si era innamorato della nostra Lucy e viceversa, mentre Peter faceva la corte a Hermione. Quindi alla fine si erano formate due belle coppie. Il clima di tensione tra Susan e George si era attenuato tanto che alla fine erano diventati amici molto stretti.

Io avevo attuato una sorta di movimento femminista che si concluse più che bene: più diritti per le donne, potevano combattere, indossare pantaloni e fare anche lavori che facevano solo gli uomini.

Edmund aveva deciso di accettare il lavoro con i gemelli e quindi lavorava a distanza e ogni tanto anche lui andava a Diagon Alley per spiegare loro a cosa stava lavorando.

Poi l’Ordine se ne andò tra lacrime e singhiozzi a causa del ritorno di Lord Voldemort, il mago più pericoloso di tutti i tempi. Lui aveva ucciso il loro preside, Albus Silente e dovettero tornare anche perché Harry doveva cercare degli Horcrux per distruggere Voldemort. Quando trovavano tempo (tra una battaglia e l’altra) ci venivano a trovare.

L’unica che però si faceva vedere poco era Hermione e Peter si preoccupava sempre. Un giorno fece una scenata assurda e sembrava quasi impazzito.

 

“Ma dove sarà finita? Perché non viene più? Che fine ha fatto?”si chiese Peter. “Dov’è? Starà bene ora che è tornato Voldemort?”.

“Sai, non lo sappiamo nemmeno noi dove sia finita!”lo aveva informato Fred.

“Per quanto ne sappiamo è sparita con Ron e Harry.”aggiunse Fred.

“Ed è tanto su cui basarsi, no?”urlò. “Abbiamo in mano tutti gli indizi per trovarla!”.

“Stanno cercando di distruggere Tu-Sai-Chi, mica si stanno divertendo tutti insieme appassionatamente!”insistette Fred.

“E sono ad un passo dal farlo come dal tornare, vero?”gridò Peter esasperato.

“Secondo me si sta sbaciucchiando Ron!”disse George con non chalance.

Fred gli acciaccò un piede. Aveva esagerato ora.

“Oh ma certo che…”Peter si bloccò. “Aspetta, lei e Ron cosa???”.

Era diventato rosso di rabbia e improvvisamente afferrò George per il colletto.

“Ho solo detto che stavano CUCINANDO insieme!”esclamò lui visibilmente impaurito.

“Amico calmati!”disse Fred a Peter. “Prendi del Whisky Incendiario! Ti tirerà su!”.

“Che cosa?”sbraitò Peter. “Adesso volete dare fuoco al castello? Voi siete matti!”.

Uscì dalla stanza e gli si erano davvero drizzati i capelli in testa. Entrai nella stanza e i gemelli si stavano davvero sbellicando dalle risate.

“Ma che avete combinato?”chiesi loro.

“E’ veramente fuori di sé!”esclamò George.

“Gli abbiamo offerto del Whisky incendiario e ha capito che volevamo dare fuoco al castello!”aggiunse Fred.

“Non vi smentite mai!”dissi loro e cominciai anche io a ridere.

Vedere Peter arrabbiato in quel modo era sempre un bello spasso.

 

Quel ricordo mi mise subito allegria perché i gemelli mi facevano sempre questo effetto e Caleb e Jimmy me li ricordavano un sacco. Comunque dopo quell’episodio Peter si era calmato e gli avevamo spiegato ancora una volta che Hermione non si presentava perché era con Ron e Harry per una buona causa. Era comunque preoccupato, ma cercava di non darlo a vedere.

Meno di un anno dopo l’accaduto, l’Ordine comparve a Narnia al completo anche con Harry, Hermione e Ron. C’erano anche due nuove membri: Dean Thomas e Seamus Finnegan.

Erano lì per un motivo e dopo che si furono presentati ci spiegarono subito il problema.

 

Peter corse incontro ad Hermione,  l’abbracciò e la baciò appassionatamente. Mentre lui era al settimo cielo (non la vedeva da sei mesi) lei non sembrava dello stesso umore. Era felice di vederlo, ma era palese che qualcosa era cambiato.

Ron invece era molto contrariato e stava guadando male Peter.

“Che succede?”chiese Lucy che era corsa tra le braccia di Fred.

“Siamo qui perché abbiamo bisogno del vostro aiuto!”esordì Neville che nel frattempo era diventato più alto.

Osservandoli meglio avevano tutti il volto ricoperto di ferite. Cosa diavolo era successo a Hogwarts?

“Che dobbiamo fare?”chiese Caspian.

Edmund non era ancora arrivato.

“Dov’è Edmund?”domandai a Susan.

“Qualcuno mi ha chiamato?”disse entrando nella Sala. Mi cinse le spalle e posò un delicato bacio sulle mie labbra.

“Forse è meglio se ripetete il motivo per cui siete qui.”dissi perché nemmeno io avevo ascoltato.

“Voldemort è tornato ormai da tre anni, ma adesso è più forte che mai: ha preso il comando del Ministero, della Gazzetta del Profeta e di Hogwarts.”ripetè Harry.

“In poche parole vuole farci fuori.”aggiunse George.

“Abbiamo davvero bisogno del vostro aiuto!”esclamò Ron.

“Noi c’eravamo quando voi eravate in difficoltà!”aggiunse Ginny.

“E quando dovremmo partire?”chiese Susan.

“Subito!”rispose George.

“Immediatamente?”chiese Peter.

“Cosa della parola subito non ti è chiaro, Peter?”ironizzò Edmund e Peter fece una smorfia.

“In questo momento è fuori dai confini di Hogwarts.”insistette Fred. “Fra poco romperà le barriere e non risparmierà nessuno!”.

“Che stiamo aspettando?”disse Lucy.

“Vado a prendere le bacchette!”esclamò Edmund.

“Accio bacchette!”disse Luna.

Arrivarono fluttuanti dal corridoio e presi subito la mia al volo. Quando l’afferrai mi sentii subito più forte.

“E il regno?”chiese Peter.

“Non è il momento per decidere. Quando toccava a noi nessuno ci ha chiesto niente!”ribattè Ron.

“Tu non puoi capire!”esclamò Peter. “Tu non sei re!”.

“Posso capire benissimo!”ribattè l’altro. “Abbiamo combattuto una guerra che non era la nostra e per poco non ci abbiamo rimesso la pelle! Ce lo dovete!”.

“Calmati Ron!”esclamò Seamus.

Convocammo velocemente i nostri consiglieri migliori il cui capo era Trumpkin e affidammo loro temporaneamente il regno.

“Avete la mia parola Vostre Maestà!”esclamò lui.

“Il regno è in buone mani!”esclamò Caspian.

“Allora andiamo?”disse Luna.

Tutti ci eravamo fatti avanti tranne Peter che era rimasto un po’ indietro.

“Peter, ti vuoi muovere?”lo rimbeccò Hermione.

Poi lo prese per una manica e lo portò con sé nel vortice della Smaterializzazione.

 

Dal quel momento in poi i miei ricordi non sono così nitidi. Eravamo arrivati a Hogwarts e c’era veramente una gran confusione: gente che scappava, gente che correva e gente che combatteva.

I ragazzi del primo anno erano scortati nella stanza delle necessità da alcuni professori e da lì avrebbero attraversato un passaggio che li avrebbe condotti a Hogsmeade e quindi al sicuro.

Ah, sì, mi ricordo dell’ultima parte della battaglia.

 

“Dividetevi e proteggete Hogwarts!”esclamò Harry. “Io, Ron e Hermione dobbiamo cercare l’ultimo Horcrux qui nel castello.”.

Prendemmo strade diverse.

“Ed!”urlai vedendo che stava andando nella direzione opposta alla mia.

Lui si girò e subito mi corse incontro. Ci abbracciammo più forte che potemmo e poi ci baciammo con foga. Un bacio veloce, ma intenso. Un bacio corto, ma energico.

“Cerca di non morire!”mi disse.

“Anche tu!”esclamai.

Non eravamo tipi da “ti amo”. Eravamo giovani e stupidi e la consideravamo una cosa più grande di noi, quindi momentaneamente avevamo decisi di non dircelo.

Lui corse verso il corridoio, mentre io ero uscita fuori e ero salita su una torre. Iniziai ad aspettare. La situazione non era delle migliori. La barriera che circondava Hogwarts stava per cedere.

Dopo cinque minuti si ruppe e i Mangiamorte piombarono su di noi. Quelli sulle scope si scagliarono tutti addosso a me. Riuscii a schiantarne alcuni, ma non resistetti a lungo e quindi tornai dentro, dove la situazione era anche peggiore.

Schivai alcune maledizioni e schiantai altri Mangiamorte. Iniziai a correre: ero rimasta da sola e non vedevo più nessuno di mia conoscenza. Il panico mi assalì e non riuscivo nemmeno a vedere dove andavo. Ad un certo punto andai a sbattere contro una colonna e caddi a terra. Tentai di rialzarmi, ma il sangue scendeva copiosamente dal mio naso e mi girava la testa. Nonostante ciò decisi di non arrendermi e iniziai nuovamente a correre. Finalmente riuscii a trovare Harry, Ron, Edmund, Lucy, Fred e Percy, suo fratello.

Non feci in tempo nemmeno a salutarli che il corridoio esplose e volai dall’altra parte. Quando l’esplosione finì e si fu ristabilita la calma realizzai che cosa era successo: Fred era a terra immobile e Lucy si stava disperando sopra di lui piangendo ininterrottamente.

Ron e Percy urlarono di rabbia e per la prima volta vidi Ron piangere.

“Lucy, cos’è successo?”le chiesi.

“Lui è…”non riuscì a finire la frase.

Riflettei un attimo. Non poteva finire così! Lui, Fred, non poteva andarsene. Non così. Non senza averci fatto un altro scherzo.

“La tua boccetta Lu!”esclamai.

Mi guardò interrogativa.

“La tua boccetta!”insistette Edmund.

Frugò nella tasca dei pantaloni e la tirò fuori. Ne versò una goccia nella bocca di Fred.

Per qualche secondo rimanemmo tutti col fiato sospeso e il tempo sembrò fermarsi. Poi Fred riaprì gli occhi e Lucy lo stritolò.

“Fred che scherzo era mai questo?”gli chiesi abbracciandolo.

“Degno di Tiri Vispi Weasley!”esclamò lui.

“La battaglia non è ancora finita!”esclamò Harry.

“E allora cosa stiamo aspettando?”esclamò Fred.

“Se ti cacci in qualche altro guaio vedi che ti faccio eh!”lo ammonì Lucy.

Ricominciammo a combattere. Questa volta però non volevo farlo da sola. Presi per mano Edmund.

“Insieme!”esclamai.

“Insieme!”ripetè.

Ci baciammo e poi l’aria esplose nuovamente. Un lampo di luce bianca ci divise e caddi a terra battendo la testa. Edmund era dall’altra parte del corridoio a terra proprio come me. Poi persi i sensi.

Mi risvegliai distesa nella Sala Grande. Mio fratello mi abbracciò più forte che mai e anche gli altri. Mi raccontarono che Harry aveva finalmente sconfitto Voldemort e che Luna e Neville si erano messi insieme. Furono entrambe delle belle notizie.”

 

A quel punto noi tornammo a Narnia e anche l’Ordine ci seguì.

Successe però quello che nessuno voleva che succedesse: Hermione lasciò Peter. La maggior parte di noi o lo sapeva o comunque l’aveva già capito.

In genere non veniva a trovarci perché non aveva voglia di vedere Peter (tranne quando era partita con Ron e Harry).

All’inizio era davvero innamorata di Peter. Lo vedeva quasi come un principe azzurro. Poi però aveva iniziato a passare tanto tempo con Ron e aveva ricominciato a provare qualcosa di più che una semplice amicizia per lui.

Lei mi aveva raccontato che durante la battaglia di Hogwarts aveva baciato Ron. Non poteva più continuare a mentire a Peter e quindi quando tornarono a Narnia lei glielo disse.

Noi naturalmente ci mettemmo ad origliare tutta la conversazione. Ci aspettavamo che lui come minimo avrebbe dato di matto. Ron era già pronto fuori dalla stanza con una spada in caso l’avesse sfiorata. Però non successe niente del genere.

Parlarono per circa mezz’ora e poi uscirono dalla stanza. Mi ricordo che Peter era bianco come uno straccio. Lui e Hermione si salutarono abbracciandosi, poi lei andò da Ron. Peter corse via.

Ron e Hermione tornarono a Diagon Alley con la passaporta e io andai a parlare con Peter. Stava malissimo. Non capiva perché l’avesse lasciato per “quel Roscio”.

Da quel giorno non fu più lo stesso. La cosa non gli andò giù per molto tempo fino a quando non conobbe Alexandra de Finnegan, una contessa delle Isole Solitarie.

Un giorno la incontrammo io, lui, Lucy, i gemelli e Luna. Eravamo in giro nella foresta perché non avevamo niente da fare e lei era lì: lunghi capelli rossi e occhi verdi da far paura. Si era persa e non riusciva a ritrovare la strada per tornare a casa. Lei ci spiegò più o meno dove abitava e Peter che conosceva la strada si offrì di accompagnarla.

Da quel momento cominciarono a vedersi spesso e quindi si misero insieme e dopo quattro anni si sposarono.

Eravamo tutti molti felici anche perché il loro non fu il solo matrimonio: io mi sposai con Edmund, Caspian con Susan, Lucy con Fred, Harry con Ginny, Luna con Neville, Ron con Hermione e George con Angelina, una strega di Hogwarts.

Inoltre dalla morte di Miraz non c’era stata più nessuna guerra ed eravamo riusciti a riunificare le terre e a raggiungere la pace in tre anni.

E dopo ciò per tutti arrivarono i figli.

Io e Edmund avemmo per primo un maschio che chiamammo Oliver e a distanza di tre anni Elyon, una ragazza bella e vivace che era tutta suo padre. Si volevano bene come me e Caspian e sembravano la nostra copia.

Susan e mio fratello invece ebbero due gemelli, Caleb e Jimmy. Nessuno riusciva a spiegarsi perché fossero così tanto simili a Fred e George. Ne combinavano anche più di loro facendo dannare i genitori.

Poi fu la volta di Lucy e Fred. Loro ebbero solo una figlia, Helen, che era quasi identica alla madre (tranne per i capelli che erano rossi), ma con il carattere del padre. A volte si divertiva a fare scherzi insieme a Jimmy e Caleb.

Poco dopo nacque Jack, il figlio di Alexandra e Peter. Lui dopo molto tempo era diventato un famoso navigatore e commerciante, quindi a casa ci stava veramente poco.

I figli dell’Ordine li conoscevamo poco perché stavano a Hogwarts e ci vedevamo poco.

Comunque Harry e Ginny ebbero tre figli: Albus Severus, James Sirius e Lily Luna.

Ron e Hermione due, Hugo e Rose.

Luna e Neville una sola, Janis, strana come la madre ma forte e coraggiosa come il padre.

George e Angelina uno, Fred.

Questo era ciò che era accaduto in cinquant’anni.

 

Qualcosa mi distolse dai miei pensieri: avevano bussato alla porta.

Andai ad aprire senza far scomodare i servi. Caspian, Edmund e i miei figli erano appena tornati tutti bagnati fradici.

“Entrate immediatamente!”esclamai facendomi da parte.

“Mamma, oggi ci siamo divertiti un sacco con papà e lo zio!”esclamò Elyon.

“E’ vero!”concordò Oliver. “Sparivano e riapparivano facendo spaventare la gente.”.

Mi girai verso Edmund e vidi che stava facendo segno ai nostri figli di stare zitti. Lo guardai male.

“Ma che bell’esempio che danno questi re ai loro sudditi!”commentai. “E come avete fatto?”.

Loro non risposero.

“Caspian, tu c’entri qualcosa?”gli chiesi e lui scosse la testa.

“Allora sarò costretta a scoprirlo da sola.”conclusi.

Tirai fuori la bacchetta e la puntai verso Edmund.

“Vuota le tasche!”esclamai.

“Va bene, hai vinto!”esclamò arrendendosi. “Ho usato la Polvere Buiopesto Peruviana!”.

Tutti scoppiammo a ridere.

“Mamma sei proprio imprevedibile!”esclamò Elyon.

“Ed è per questo che l’ho sposata!”esclamò Edmund dandomi un veloce bacio sulle labbra.

“Dai, sorellina, fatti dare un abbraccione forte forte!”esclamò Edmund allargando le braccia.

“Sei bagnato fradicio!”esclamai. “Guai a te se ci provi!”.

“Dici che non ne avrei il coraggio?”.

Lo guardai e poi iniziai a correre per quel che me lo permetteva il vestito.

“Tanto ti raggiungo!”esclamò. “Quel vestito è decisamente troppo ingombrante!”.

Infatti ciò accadde: arrivò e mi abbracciò da dietro. Subito sentii il vestito tutto umido.

“Ti voglio bene pure io Caspian!”esclamai.

Quando ci staccammo mi cinse le spalle e tornammo dagli altri che nel frattempo si stavano sbellicando dalle risate.

“Mamma posso abbracciarti?”mi chiese Oliver.

“E io non sono da meno!”esclamò Elyon.

“Ehi, lasciate stare vostra madre!”disse Edmund.

Alla fine tutto culminò con un abbraccio di gruppo. Risultato? Ero tutta bagnata anche io. Nonostante ciò era un bel momento e niente poteva rovinarlo.

Ad un certo punto però vidi Edmund cadere e accasciarsi a terra.

“Ed! Edmund! Ed, che succede? Ed!”esclamai mettendomi vicino a lui e cominciando a scuoterlo.

Sembrava uno svenimento, ma non sembrava dare segni di risposta.

“Papà!”esclamarono Elyon e Oliver.

Improvvisamente anche Caspian cadde proprio come Edmund.

“Ma che succede?”esclamò Elyon.

“Caspian!”urlai con le lacrime che già mi solcavano il viso.

“Elyon vai a chiamare qualcuno!”esclamò Oliver e lei partì correndo.

Poi anche io sentii le forze venir meno. Mi accasciai accanto a Caspian e Edmund sotto le urla di Oliver. Il mio cuore batté ancora per qualche altro minuto.

Poi cessò.

E vidi il buio.

 

 

 

 

Salve a tutti!

Chiedo perdono per questo mio immenso ritardo causato dalla scuola D:

Pensavo di aggiungere un altro capitolo, ma non ho davvero avuto tempo, quindi ho scritto direttamente questo (tinny, perdonami D: ). L’ultima parte probabilmente è un pochino noiosina perché non sapevo come descrivere i matrimoni e i vari figli D:

Finale scioccante, eh? Tranquilli, tutto si risolverà nel prossimo capitolo e per il meglio (:

Aspettate ma… il prossimo è l’ultimo capitolo D:

Oddio… oddio… sto per mettermi a piangere :’(

Vi giuro, è la storia a cui tengo di più e mi dispiacerà un sacco quando davvero finirà L

Grazie per le recensioni nell’altro capitolo J

Alla prossima L

Miriam

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Capitolo 32
*** Prossima destinazione: Hogwarts ***


“Uhaaaaaaaaaaaaaaaa!”urlò una voce, mentre entravo in camera mia.

Sobbalzai e poi urlai anche io! Il mio spavento fu così grande che non si poteva nemmeno immaginare.

Poi la porta si scostò leggermente e Edmund sbucò da dietro.

“Ed!”esclamai. “Ma sei completamente impazzito? Mi hai fatto spaventare a morte!”.

Edmund scoppiò a ridere.

“Sei un idiota!”esclamai.

“Quanto adoro quando ti arrabbi!”esclamò continuando a ridacchiare.

“Se non la smetti ti faccio vedere io eh!”.

“E come?”disse sorridendo in un modo a cui non potevo resistere.

Mi tirò a sé e mi baciò appassionatamente. Intrecciai le mie mani nei suoi capelli e lo strinsi a me. Lui chiuse la porta e piano piano mi fece indietreggiare fino ad arrivare al letto. Mi sedetti e poi mi sdraiai. Si fermò, mi guardò un attimo e poi ricominciò.

Sentivo il suo respiro affannato mentre ci baciavamo. Le mie mani cercarono la sua camicia e cominciarono a sbottonarla. Adesso riuscivo a toccare la sua pelle liscia, i suoi addominali, i suoi muscoli.

Mi carezzò il collo e piano piano arrivò alla cerniera del corpetto. Me la slacciò e poi me lo sfilò.

In breve tempo, tra baci e carezze rimanemmo entrambi nudi e la stanza si riempì di gemiti.”.

 

Ma che diavolo…?

Che stava succedendo? Perché quel ricordo? Ero morta, oppure solo svenuta?

Aprii gli occhi piano piano. Ancora non riuscivo a vedere nitido. Quando iniziai a riprendere conoscenza realizzai che ero ancora viva. Ero a terra su un pavimento che mi pareva alquanto familiare, ma non era quello di Cair Paravel.

Mi alzai da terra e mi trovai davanti… i mobili di casa mia.

No, fermi tutti! Quello era solo un brutto sogno dal quale ancora dovevo svegliarmi. Chiusi gli occhi di nuovo e mi misi le mani davanti al viso, mi stropicciai gli occhi e alla fine molto lentamente li riaprii.

Non era successo assolutamente nulla! Ero proprio a casa mia e non mi ero sognata un bel niente.

Guardandomi allo specchio notai che ero vestita esattamente come quando i re di Narnia erano venuti a prendermi. Ero ritornata precisamente a quel giorno.

L’unica differenza era che in quel momento ero da sola. Niente vestiti sfarzosi. Niente armi. Niente re. Niente Ordine. Niente “Volare”. Niente di niente.

Ma non potevamo essere spariti così dal nulla e soprattutto tutti insieme. Un motivo ci doveva pur essere.

Pensai ai miei figli. Li avevo praticamente lasciati da soli con il regno.

E Caspian? Oddio Caspian! E ora come avrei fatto senza il miglior fratello mai esistito?

E Edmund e gli altri? Indubbiamente si trovavano in Inghilterra, a Finchley a farsi domande su domande come me. L’unica cosa di cui ero certa era che sicuramente non si ricordavano di me.

Tutte queste cose mi misero una tristezza assurda e non resistetti. Scoppiai a piangere.

 

Perché? Perché mi avevano fatto andare a Narnia se poi dovevo tornarmene a casa?

 

È il genere di cose che proprio odio. Avrei preferito non esserci andata e quindi non aver mai conosciuto mio fratello. Così non avrei sofferto.

Decisi di uscire in giardino. L’aria stava cominciando a diventare consumata dentro quel salotto. Mi sdraiai sull’erba fresca appena tagliata. Ricordai tutti i bei momenti passati con Caspian. Per una volta dopo anni ero riuscita a trovare un fratello dolce che mi stava vicino e mi consolava nel momento del bisogno.

E invece no! Le cose sono belle finchè durano. Il sogno di Narnia era durato più di cinquant’anni e come dal nulla era comparso dal nulla si era dissolto. Non avevo avuto nemmeno il tempo di salutare qualcuno.

Dopo circa venti minuti immobile sul prato decisi di rientrare.

Accesi la radio, ma non c’era nessuna canzone interessante. Niente sembrava più interessante in quel momento.

Allora presi un cd dei Queen e lo inserii nello stereo. Magari le loro canzoni mi avrebbero rallegrato. Purtroppo nemmeno quelle funzionarono, anzi, peggiorarono la situazione. Non era mai successa una cosa del genere. Di solito mi mettevano di buonumore.

Spensi la radio. Che potevo fare?

Improvvisamente ebbi un’idea. Mi girai verso l’armadio. Magari potevo provare ad attraversarlo di nuovo, ma sicuramente non funzionava più.

Poi vidi sbucare qualcosa: sembrava metropolvere. Cosa poteva significare? Magari il passaggio non si era chiuso del tutto e potevo tornare indietro a Narnia. O magari faceva davvero tutto parte di un incubo che si sarebbe dissolto appena riattraversato l’armadio. Ed era seriamente quello che speravo.

Aprii le ante e un soffio di aria calda mi arrivò in faccia. La speranza si riaccese: forse potevo davvero tornare.

Ci entrai facendo attenzione a non far cadere i piatti.

Appena sbucai dall’altra parte però non mi ritrovai sulla spiaggia di Narnia. Sinceramente non somigliava a nessun posto in cui fossi mai stata. Sembrava una specie di limbo.

“Dove diavolo sono?”mi chiesi tra me e me. “C’è nessuno?”.

“Miriam!”esclamò una voce profonda dietro di me.

Mi girai. Il grande leone, colui che governava l’equilibrio di Narnia era davanti a me.

“Aslan!”esclamai abbracciandolo.

“Che ci fai qui, mia cara?”mi chiese.

“Sinceramente non lo so…”risposi. “Io volevo solo tornare a Narnia!”.

“E hai tentato nello stesso modo con cui ti ci hanno portato la prima volta?”mi domandò.

Annuii.

“Ma dove mi trovo?”chiesi. “E’ la tua terra?”.

“No, la mia terra si trova oltre i confini del mondo.”rispose. “Sei nel posto in cui sono stati tutti quelli che hanno cercato di tornare a Narnia attraverso una maniera ovvia.”.

“Ma qui non c’è nessun altro!”esclamai.

“Perché sei stata tu la prima a farlo!”esclamò il leone. “Questo posto lo hai inaugurato tu e ciò ti fa onore!”.

“Perché scusa?”.

“Vuol dire che ti sei affezionata veramente a Narnia e che la porti nel cuore.”.

“Affermazioni esatte!”dissi. “Però vorrei tornare veramente lì, superare questo posto e arrivare lì!”.

“Mia cara Miriam, mi dispiace dirtelo, ma non potrai tornare a Narnia. Almeno non per il momento.”.

“Ma Aslan!”esclamai. “Avevi detto che i passaggi di Narnia sarebbero rimasti aperti per sempre!”.

“Non ho detto questo!”precisò. “Ho detto che sarebbero rimasti aperti per un lungo periodo!”.

“Sessantasette anni ti pare un lungo periodo?”strepitai.

“Non hai capito!”esclamò lui. “I passaggi in questo momento sono aperti, ma non per te, Peter, Edmund, Susan e Lucy!”.

“Ma perché?”urlai.

“Voi siete morti!”ruggì il grande leone. “Se tornaste lì loro impazzirebbero perché siete morti e non vi crederebbero. Sareste come dei fantasmi!”.

“Ma ti pare logico?”gli chiesi. “Siamo morti tutti insieme! I miei figli, quelli di Caspian e Susan, quelli di Peter e Alexandra, insomma, tutti quelli al castello non sono scemi! La cosa non desta sospetti?”.

“Calmati!”esclamò calmo. “Questo era il vostro destino e nemmeno io posso cambiarlo!”.

“Ma ti rendi conto? Non ho nemmeno salutato mio fratello!”dissi con voce rotta. “Per una volta ero riuscita a trovare una persona buona, un fratello che nella vita reale non ho! Lui era tutto per me! Era protettivo, a volte geloso, ma gli volevo bene per questo. Quando ero triste lui c’era, sempre pronto in ogni momento ad asciugarmi le lacrime. Faceva lo stupido quando mi prendeva in giro per via di Edmund e quando facevamo discorsi cretini. Era orgoglioso, tremendamente orgoglioso. Tutto questo era Caspian. E io vorrei vederlo almeno per l’ultima volta.”.

“Miriam, non tutto è perduto…”disse il leone.

“Che vuoi dire?”gli domandai asciugandomi le lacrime.

“Ho detto che per il momento non potrai tornare a Narnia. Magari in futuro potremo avere ancora bisogno di voi…”rispose vago.

“E mio fratello?”chiesi ancora.
“Tu ti fidi di me?”mi domandò.

“Ma certo!”esclamai.

“Allora stai sicura che lo rivedrai molto presto, molto prima di quanto tu possa immaginare!”concluse.

Ci fu una breve pausa.

“Credo che sia arrivato il momento di salutarci.”disse infine.

“Ti rivedrò ancora?”gli chiesi abbracciandolo.

“Naturalmente!”rispose. “Ma un giorno, mia cara, un giorno!”.

Iniziai di nuovo a piangere.

“Non disperare, non è la tua ultima volta qui!”mi consolò.

“Ma mi dispiace!”esclamai.

“Lo so, ma è arrivato il momento di andare.”mi esortò.

Mi avviai verso l’armadio, ma guardai un’ultima volta Aslan. Mi sorrise e io andai avanti. Aprii l’anta dell’armadio e rotolai fuori rompendo un numero incredibile di piatti.

“Questa non ci voleva!”esclamai. “E ora chi la sente mia madre?”.

Poi sentii qualcosa spuntare dalla tasca dei miei pantaloni: era la mia bacchetta.

“Reparo!”urlai contro i piatti rotti, ma non accadde nulla.

Ancora per un attimo avevo sperato che potessi ancora fare magie. Prima di avere uno scatto di rabbia la presi, la rimisi in tasca e uscii.

Non ce la facevo a stare un attimo di più in casa. Mi sarei fatta una bella passeggiata e quando mi fossi calmata sarei rientrata. Cominciai a camminare per strada molto velocemente. In genere era così che sfogavo parte della mia rabbia.

Ero quasi arrivata davanti alle scuole medie, quando inciampai e caddi distesa a terra. La cosa strana era che avevo il dizionario di latino in mano. L’avevo preso prima di uscire? Non mi sembrava…

Però quando ero caduta si era rotto tutto (già che era vecchio). Si erano sparse addirittura le pagine. Mi rialzai e cercai di recuperare le pagine. Un ragazzo alto corse verso di me.

“Tutto a posto? Stai bene?”mi chiese.

Che strano. Conoscevo molto bene quella voce, ma era impossibile.

“Sì, tutto a posto!”esclamai.

Lui mi aiutò a recuperare le pagine sparse per la strada. Ancora non l’avevo visto in faccia. Aveva un paio di jeans lunghi, una maglietta a maniche corte nera e converse nere. Io nel frattempo cercavo di ricomporre il vocabolario. Sfogliandolo mi soffermai sulla lettera n e in particolare mi colpì la parola Narnia. C’era scritto “antico nome della città di Narni”. Ma che volevano dire tutte queste cose? Erano solo coincidenze?

“Mi dispiace, ma una pagina è volata via…”si scusò porgendomi le altre.

Lo guardai per bene. No, era impossibile. Non poteva essere lui. Mi alzai in piedi.

“Caspian!”esclamai.

Prima che potesse dire qualcosa lo abbracciai più forte che potevo.

“Miri!”.

“Come può essere?”gli chiesi. “Insomma, sei tu! Vivi a Narnia! Come puoi stare qui?”.

“Una volta sono venuto qua, nel tuo mondo, ricordi? Questo mi ha in un certo senso legato qui.”rispose.

“Pensavo di averti perso!”gli dissi.

“Anche io. Quando mi sono risvegliato qui è stato strano. Sapevo di non essere più a Narnia, ma sapevo cosa dovevo fare: aspettare. E aspettando sono comparsi i Pevensie uno dopo l’altro. Mancavi solo tu.”raccontò.

“E loro dove sono?”gli domandai impaziente.

Mi indicò i tavolini della pizzeria proprio lì davanti. Erano seduti lì e ci guardavano.

Su un altro tavolino c’era Elia, il mio compagno di scuola, quello stupido. Era insieme ai suoi amici e guardava i Pevensie in maniera strana.

“Ma almeno si ricordano qualcosa?”domandai a Caspian.

“Si ricordano tutto!”esclamò e io sorrisi.

“Puoi scusarmi un attimo?”dissi.

“Ma naturalmente!”rispose. “Credo che Edmund sia impaziente di salutarti…”.

Mi fece l’occhiolino. Non si smentiva mai eh! Continuava ad essere stupido quando si trattava di queste cose. Gli feci la linguaccia e poi attraversai la strada. Mi stavano aspettando.

Gli feci segno di non alzarsi perché prima dovevo prendermi una piccola rivincita.

Andai verso il tavolo di Elia e posai il dizionario di latino davanti a lui.

“Questo domani me lo metti sotto il banco!”ordinai.

“Oh, ma che vuoi da me?”mi disse scontroso.

“Te l’ho appena detto!”.

“Perché non ce lo porti tu, secchiona?”disse ridendo di me con i suoi amici.

Eh no, questo non doveva dirmelo. Non ancora! Ero al limite e mi ero veramente stufata.

Venivo da Narnia, diamine! Ero una regina e sapevo combattere e difendere il mio orgoglio! Avevo combattuto ben due battaglie e mai l’avevo fatta passare liscia a chi mi prendeva in giro!

Gli rifilai un pugno talmente forte in faccia che cadde a terra e il suo enorme naso iniziò a sanguinare.

“Voglio il mio dizionario sul banco domattina!”esclamai di nuovo e lui non seppe controbattere.

A quel punto andai verso il tavolo dei Pevensie. Li osservai meglio: erano…wow!

“Ma siete davvero fighi oggi!”esclamai.

Abbracciai Lucy, Susan e Peter. Quando arrivai a Edmund non seppi resistere. Lo baciai con foga stringendolo forte a me. Mi erano mancate le sue labbra giovani e carnose sulle mie. Intrecciai le mie mani dietro al suo collo.

“E’ un po’ che ti aspettiamo, sai?”mi disse Susan. A malincuore mi staccai e mi girai verso di lei.

La guardai un attimo ed era veramente bella. Aveva i capelli legati in un elegante chignon. Portava una canottiera rosso fuoco e dei jeans molto aderenti. Le scarpe erano dei tacchi a spillo che si intonavano con la canottiera.

“Davvero?”le chiesi.

“Almeno due ore…”rispose Lucy.

“Ma come siete arrivati qui?”domandai loro.

“Con questo!”esclamò Edmund tirandomi qualcosa. “Ti ricorda niente?”.

Me lo rigirai tra le mani.

“Il Cappello Parlante!”esclamai.

“Ci ha portato fino qui!”affermò Peter.

“Tuo fratello invece si trovava già qua!”disse Susan.

“Già, e ho anche aspettato un bel po’ prima che arrivaste!”esclamò Caspian da dietro le mie spalle.

Ora che ce li avevo tutti davanti li guardai meglio. Edmund aveva un paio di jeans lunghi, converse e la maglia degli Who, mentre Peter ce l’aveva dei Pink Floyd. Lucy invece aveva un vestitino verde molto carino. Caspian una giacca di pelle e occhiali da sole tondi. L’unica vestita fuori luogo ero io.

“Mi ha chiamato Fred!”esclamò Lucy.

“E loro dove sono?”chiesi impaziente.

“Esattamente dove devono stare!”esclamò Caspian.

“E in cui andremo anche noi!”aggiunse Susan.

“Dopo ti spieghiamo…”mi sussurrò Peter.

“E insomma tu dove sei stata?”mi chiese Edmund.

“Ho cercato di tornare a Narnia attraverso l’armadio…”risposi.

“Ma non ci sei riuscita, vero?”mi disse Susan.

“No, però ho incontrato Aslan!”esclamai.

“E che ti ha detto?”mi chiese Caspian.

“Che per ora non possiamo tornare, ma che forse in futuro potrebbero avere ancora bisogno di noi.”risposi.

“Sarebbe davvero bello…”disse Peter improvvisamente triste.

“Che hai Pete?”gli chiesi.

“Quando ce ne siamo andati Alexandra è rimasta a Narnia…”rispose.

“Dai, la rivedrai!”lo consolò Susan. “In fondo ha detto che torneremo, no?”.

Annuii.

Lucy che nel frattempo era andata da una parte per parlare al telefono con Fred tornò.

“Non è ancora capace a usare il telefono che ancora chiama feletono!”esclamò sorridendo. “Ma se ho capito bene ci aspettano tutti quanti alla stazione di King’s Cross a Londra!”.

“E poi che facciamo là?”le domandai.

“Hogwarts!”esclamarono tutti insieme.

“Oddio, veramente?”esclamai.

“Ma certo!”rispose Caspian.

“Inizia una nuova avventura, non stupirti!”mi disse Peter.

“E con che cosa ci andiamo?”domandai.

“Con questo!”esclamò Susan indicando il Cappello Parlante. “Ma non dobbiamo farci vedere dai babbani.”.

“Quindi usiamo quelle!”aggiunse Edmund indicando delle moto nere al lato della pizzeria.

Ero rimasta a bocca aperta. Erano delle Harley Davidson. Forse erano completamente impazziti, ma l’idea mi piaceva.

“E voi sapete guidarle?”chiesi.

“Tranne Caspian. Infatti guido io!”esclamò Susan dandogli un bacetto sulle labbra.

“Allora che stiamo aspettando?”disse Lucy.

Ci incamminammo verso le moto, ma prima mi fermai di nuovo al tavolo di Elia.

“Ora che ci penso il dizionario mettimelo nell’armadietto!”gli dissi sprezzante. “Non credo che tornerò a scuola! Almeno per un bel po’!”.

Non osò rispondere. Non dopo il cazzotto che gli avevo rifilato.

Edmund mi cinse le spalle. Salì sulla moto e aiutò anche me visto che erano così alte.

“Verso Hogwarts e oltre!”esclamò Peter.

Edmund mise in moto e partimmo a tutta birra.

Sinceramente non sapevo che cosa aspettarmi, andavo verso l’ignoto. Non tornare a Narnia per un po’ mi dispiaceva, ma conoscevo bene i miei figli e sapevo che sarebbero stati in grado di governare con saggezza e giustizia. Un giorno li avrei rivisti, ne ero certa!

Una nuova avventura stava per iniziare e non mi importava. Ero con le persone che più amavo, con i Pevensie, con Edmund, con Caspian e niente era più importante di questo. Sarei andata a Hogwarts, la scuola che avevo sempre sognato di frequentare.

Ero semplicemente felice.

E dovevo solo dire grazie ad Aslan.

 

 

 

The End

 

E fu così che le lacrime cominciarono a scendere lungo il mio viso! D:

Ebbene sì, eccoci giunti al capitolo finale di quello che considero il mio piccolo capolavoro! È stata la mia prima FF, la prima che ho deciso di scrivere in seguito ad un sogno. La cosa è iniziata così, quasi per gioco e poi un giorno una mia amica mi ha parlato di questo sito. Quindi ho cominciato a svilupparla e quindi eccomi qua!

Finirla è stato brutto, ma purtroppo tutte le cose hanno la parola fine (anche se io la odio questa parola xD).

Come avete potuto notare si conclude bene e non come pensavate nell’altro capitolo xD

Ma ora veniamo ai ringraziamenti!

Devo veramente ringraziare tutti, ma proprio tutti: chi l’ha messa tra le preferite (angie_ange, Dream96, Fiammetta Scott, KaMiChAmA EllY, Lily45, Livingyoungwildandfree, MrNiam, Muffins, risotto, tinny e weasley_fg), chi tra le ricordate (Lily45, Maddi97 e tinny), chi tra le seguite (Alambil, AliAliEfp, AniaS, bertuccia95, GilmoreGirl_, Lils_lover, Lily45, LittleWitch_, LuceLu, Muffins, Penelope Potter, piccola_cullen, SummerEnd, tinny, _Mik_ e _Sister_).

Grazie a chi ha recensito (scusate se non faccio la lista, ma non riesco a ritrovare l’elenco di chi mi ha recensito D: ), senza la quale non sarei riuscita ad andare avanti.

Grazie a chi ha solo letto: anche voi mi date conforto e soddisfazione.

Questo capitolo è per tutti voi, ma in particolar modo voglio dedicarlo ad un mio caro amico. Diciamo che ultimamente mi sono ispirata parecchio a lui per scrivere il personaggio di Caspian proprio perché mi ci sono avvicinata parecchio e ho avuto l’occasione di conoscerlo meglio. Lui è il mio migliore amico, quello di cui sono gelosa, quello con cui parlo di cavolate ma anche di cose interessanti, quello un po’ scemotto, quello che sa sempre consolarmi e cui voglio un bene dell’anima. In poche parole ha tutte le caratteristiche di Caspian.

Insomma, questo capitolo finale (ma anche la storia in generale) è per te, Mattia! Perché ti voglio troppo bene e non ti cambierei assolutamente con nessuno!

Dopo quest’ultima dedica vi devo lasciare! Non vi dirò più “al prossimo capitolo”, ma “alla prossima storia”.

Miriam <3

PS: tinny, mi riferisco specialmente a te! Sto pensando ad un sequel, ma (e dico MA xD) non farci troppo la bocca perché non è detto che lo scriva (:

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