The time travell:il viaggio temporale di Smolly (/viewuser.php?uid=55321)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
F-prologo
Questa
storia è nata per cercare di arrivare ad un traguardo
personale. Normalmente io
e le storie serie non andiamo affatto d’accordo:fino ad ora
ho scritto solo
ficci comiche, demenziali, insomma non proprio il genere che si possa
definire
serio!! Ho deciso così di fare una prova e di mettermi
d’impegno per riuscirci.
Riguardo
ai nomi, essendo poco brava a sceglierli di fantasia, mi sono affidata
a
qualche nome inglese e a nomi arabi e fanno anche abbastanza pena, ma
quello è proprio un tasto debole della mia fantasia!!!
[Scrivo
accenti e pronunce per i nomi arabi (che poi non sono difficili):
Melèk,
Shiràn, Ròy, Nihal=Nihèl con H
aspirata)]
Riguardo
invece alla storia, probabilmente somiglia troppo ai libri fantasy che
ci sono in giro, ma per me è gia un
miracolo per me riuscire a non infilarci nel mezzo
comiche!XD Grazie
a tutti!XD
PROLOGO:
L’uomo
continuava a correre per i corridoi, saltando i corpi morti e ignorando
l’ignorabile. Avevano preso il principe, ucciso il re. Le due
principesse no, e
per questo dovevano essere salvate. Da lui. L’odore di sangue
stava
comuinciando a dargli la nausea e le sue forze stavano venendo meno.
Arrivato
vicino alle scale vacillò un attimo, quanto bastava per
doversi aggrappare al
muro per non crollare tra i corpi. Dal piano superiore si sentivano dei
passi,
segno che i soldati del Conte lo avevano preceduto. Una mormorata ma
decisa
imprecazione sintetizzò la tutta sua rabbia. Fece un lungo
sospirone e si
lanciò con uno sforzo disumano sulla rampa di scale.
Oltrepasso l’arco che
immetteva nel corridoio e svoltò a destra. La porta della
stanza reale era
aperta…ne vide uscire due soldati con la divisa del Conte
che portavano un
libro dalla rilegatura massiccia, scura, e legate due raggazzine sui
cinque-sei
anni. Se l’aspettava, e si aspettava anche di non resistere a
quei due prima di
poter liberare le piccole e il tomo. Allora impiegò le sue
ultime forze in
un’alternativa. Una luce verde attraversò tutto il
corridoio, e dopo un secondo
le due erano scomparse, e con loro il libro. “ce
l’ho fatta, sono libere”
furono le sue ultime parole prima di cadere. I due soldati gli furono
sopra e
l’uomo fece appena in tempo a vedere che lo legavano, prima
di essere avvolto
nell’oscurità dell’oblìo.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Capitolo 1
Capitolo 1:
-NELL!!-
disse una voce nel buio della notte.
-Danielle,
sono le tre di notte, stavo dormendo- disse biascicando una seconda voce,
evidentemente assonnata.
-Scusa,
principessina…è che era quel sogno, di nuovo- replicò un po’ irritata la prima
voce.
-Cosa?!?ma…ma…-
-Dobbiamo
indagare, Nell, ormai non possiamo più ignorarlo-
-E cosa
dovremmo fare secondo te?? Andiamo da nostra madre e le diciamo “mamma, sono
circa sei volte che facciamo lo stesso orrendo sogno, secondo te c’entriamo
qualcosa”???-
-No,
certo…mamma ci direbbe che siamo diventate matte. Però ricordati che non ci
ricordiamo nulla prima di sei anni…e quelle due avevano circa sei anni-
-Danielle,
tu ricordati che mamma ci ha detto che abbiamo fatto un incidente da piccole e
che abbiamo perso la memoria!-
-Giusto
anche questo!Ma non potremmo provare lo stesso? Tanto se ci siamo sbagliate e
non siamo noi non succede nulla!-
-Va bene,
hai vinto tu…buanonotte-
-Aspetta
Nell non…-
Ma la voce
aveva già ripreso sonno
La luce
del mattino rivelò l’entita delle due voci: appartenevano due sorelle,
apparentemente sui quindici-sedici anni.
-‘giorno
Nell. Ieri sera non mi hai nemmeno lasciato
finire!- Cominciò Danielle, mentre cominciava a vestirs.
-Per prima
cosa era ieri notte, secondo avevo sonno!-replicò Nell, che si stava alzando
assonnata
-Non è un
buon motivo-
-Qui a New
York evidentemente sì. E comunque abbiamo tutto il giorno per poter “indagare”,
chiaro?-
-Come vuoi
tu…Ci ritroviamo in biblioteca per cercare informazioni allora!-
-Sì, alle
due…- disse Nell. Si mise lo zaino in spalla e andò a salutare i genitori, poi
uscì di casa. Danielle potè vedere dalla finestra i suoi lunghi capelli biondi
che volavano nel vento NewYorkese, mentre si avviava a scuola.
Si decise
a prendere lo zaino e uscì di casa a sua volta:l’aspettava una dura giornata
scolastica.
Nell era
la tipica persona molto dotata, intelligente, con una vista super chilomentrica
(per questo era la più votata per l’ultima fila, dove di solito non ci si
vedeva nulla), ma aveva passava le ore come se i porfessori non esistessero,
disegnando o pensando ai fatti sui.
Danielle
era forse meno dotata mentalmente della sorella e aveva la stessa tendenza a
non stare molto attenta, ma in compenso aveva una sensibilità enorme, che Nell
si poteva sognare. Litigavano abbastanza di frequente, normalmente per cose
assolutamente inutili, ma si volevano molto bene.
Le due
arrivarono lentamente. Danielle era già da cinque minuti davanti alla porta
della biblioteca, e aspettava Nell impazientemente, arricciandosi i capelli
fulvi con un gesto nervoso.
-Sei già
qui???- domandò Nell, arrivando tranquillamente con lo zaino in spalla, con
abbondanti cinque minuti di ritardo.
-Già-
rispose Danielle – e comunque sei in ritardo sa?!-
-Sono solo
cinque minuti! Entriamo?-
-sì-
E così,
ignare di quello che sarebbe successo, la ricerca incominciò.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Capitolo 2:
-Danielle,
vieni un momento qui- cominciò Nell –vieni a vedere che cosa ho trovato-
-Nell, se
è di nuovo un’altra cavolata ti giuro che me ne vado sul serio!-
-Non lo è!
Riconosci questo libro?- Replicò seria la bionda, mostrando alla sorellina un
libro dalla rilegatura massiccia, diverso dagli altri libri di quello scaffale.
-Oh oh.
Non mi dire che è QUEL libro?! Non promette niente di buono. Mettilo via-
-Danielle,
stiamo indagando su quel sogno o no? Se questo è il libro del sogno, allora ci
dirà tutto! E poi sei stata tu a insistere, e io ovviamente ti ho assecondato!
Vuoi fermarti adesso? La porta è laggiù. Tranne me, nesssuno ti ostacola ad
andartene, perciò se ora che siamo a un passo dallo scoprire qualcosa te ne
vai, benissimo, sei assolutamente libera!Ciao-
-Scusa, è
che quel libro mi fa paura!-
-Grazie
tante…ma finchè non lo apriamo, rimarremo completamente ignare di quello che
succede nella nostra testa-
-Solo
perché odio quel sogno, altrimenti avrei già varcato quella soglia-
-Fifona,
sei solo una fifona-
Dopo di
che tolse il chiavistello che serrava il libro e lo aprì. Una testa cartacea prese
rilievo sulle pagine del libro e prese a urlare a squarciagola, facendo rompere
il vetro della finestra lì vicino.
-Chiudilo,
chiudilo!- ordinò Danielle, piegata in due e con le mani premute con forza
sulle orecchie. Nell prese il chiavistello e lo sigillò velocemente. Un’onda
invisibile attraversò la sala, costringendo le sorelle ad appiattirsi sul
pavimento.
-Cos’era?-
chiese preoccupata, rivolgendosi più a se stessa che altro.
-E poi
sono io la fifona, eh???!!!-
-Scusa,
che ne sapevo io! Meglio se lo lasciamo perdere e torniamo a libri più normali-
-Per
esempio: “Psicologia complessa:tutte le soluzioni ai misteri della mente” di
Ingrid Halpfennar-
-Mmmm…-
Ma
dall’altra parte del mondo…
Melek
venne preso da un improvviso tremito. Si girò nervosamente a destra e sinistra,
si girò dietro, controllò che nessuno l’avesse notato. Riprese a pulire le
pentole come qualche secondo prima, ma dopo poco fu preso da un altro brivido,
più forte del precedente. Capì allora che la situazione era seria, e di
nascosto sgusciò nella tenda che divideva con Roy e Ashan.
-Melek,
cosa diavolo ci fai qui??- chiese Ashan, evidentemente allarmato che il
compagno non fosse al suo posto di lavoro –è il tuo turno, dovresti essere…-
-…a
pulire, lo so, ma devo controllare una cosa veloce, non ci metterò più di dieci
secondi:non si accorgeranno nemmeno che sono uscito!-
Aprì una
busta che teneva vicino al letto:conteneva un piccolo ciondolo di cristallo,
lavorato finemente. Riluceva di una opaca luce di colore indefinito. “Allora sono vive sul serio, e hanno pure il
libro” pensò l’uomo. “devo
raggiungerle”. Rimise il ciondolo al suo posto e fece per uscire.
-Aspetta,
cosa credi di fare? Entri quando non dovresti, preoccupato, velocemente, non
dici mezza parola! Allora?- lo bloccò Roy. Melek lo guardò severo, e per
l’ennesima volta in dieci anni, pensò a quanto la mente del principe fosse
cresciuta e diventata più saggia di lui stesso, per quanto frustrato dal lavoro
che da ormai così tanti anni gravava sulle sue spalle, e di quanto poco si
addicesse la sua così ampia mente con il suo corpo snello e quasi gracile.
-Roy, per
favore, non è il momento di spiegazioni…se riuscirò a fare una cosa, stasera ti
spiegherò ogni minimo dettaglio; ma ora, ti prego, lasciami tornare alla
cucina-
-Melek, tu
sei troppo intelligente per venirmi a dire stasera che cosa stai combinando…spero
per te che non sia nulla di che…dimmelo adesso!-
-Non lo
so, ma non ha benchè minima importanza per me…Roy, levati, o sarò costretto a
toglierti di peso!-
-Faccio
sul serio io!-
-Pure io,
ragazzo!-
La durezza
di quest’ultima frase convinse Roy a farsi da parte. Melek fece un cenno di
saluto e sparì velocemente dietro il tendaggio della cucina.
Passò un
tranquillo pomeriggio, facendo finta di essere sempre stato lì. Per sua fortuna
le guardie che facevano i turni di guardia alla cucina erano leggermente
distratte. Verso le sette si fermò, scrutò che nessuno lo stesse controllando
da vicino, poi mormorò qualcosa, e all’improvviso sparì…
-Nell,
sono le sette, andiamocene!-
-Ok, non
ne posso più di vedere libri inutili-
Si
alzarono, i volti stanchi. Ma non erano ancora arrivati alla porta, quando una
figura scura apparve davanti a loro
-Voi non
andrete da nessuna parte, care…-
Si tolse
il cappuccio, e davanti a loro apparve l’uomo dei loro sogni.
X Afaneia:grazie mille, sempre e comunque...
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3 del fantasy
Capitolo 3:
-Bene,
sedetevi, ne avremo per un po’-
-Nell, e
questo qui da dove spunta???- disse sottovoce Danielle, osservando con aria
spaurita l’uomo.
Nell non
rispose. Era intenta ad osservarlo per bene: coperto in volto; alta statura, un
po’ massiccia, si sarebbe detta anche atletica.
-Lei…che
cosa ci fa qui?- chiese cautamente la ragazza, cercando di nascondere la
sorpresa e anche un po’ di sana paura.
-Be’ la
faccenda è lunga, meglio se vi sedete…- cominciò calmo l’uomo.
-E noi
dovremo fidarci di voi, immagino?!- replicò Nell sempre cautamente, ma
lasciando trasparire un tocco di freddezza che rivelava quanto poco credeva
nella persona che le era appena apparsa davanti.
-Ovviamente
sì- rispose placidamente l’uomo, evidentemente non curante della freddezza di
Nell.
-Come
possiamo essere certi?non abbasso la guardia così facilmente, anche sei sei
l’uomo che abbiamo sognato così tante volte-
-Ah, ma
davvero? questa mi mancava...-constatò sorridendo l’uomo.
-Non ci
trovo niente di divertente. Se mi trovassi nei suoi panni non scherzerei!-
-In realtà
io non scherzo mai, sai?! E ti conviene abbassare il tono della voce con me, o
ti dovrò dare ragione su questa stupida questione del non fidarsi di me-
-Perspicace!
Ma non mi arrendo: come si chiama?? Come ha fatto ad arrivare fino a qui??-
-Te lo
detto, è un po’ lunga la questione, comunque io mi chiamo Melek, e vi ho
raggiunto grazie al libro…dovrete averlo aperto per forza!-
-Quindi
sai del libro. Ma probabilmente eri in qualche stanza vicino, ci hai visti con
il libro e vuoi saperene po’ di più-
-Non è
affatto esatto…sei intelligente comunque, lo sai Nell?-
-Perché me
lo dici?! Che effetto dovrebbe farmi questa frase?! Addolcirmi un po’? redere
un po’ più rilassata Danielle, che adesso sa che ha una sorella
intelligente???-
-No, era
solo una costatazione!! Ma vi prego, fidatevi di me! Non vi avrei nemmeno detto
il mio nome, magari vi avrei ucciso, ferito o quant’altro…non ho nemmeno armi-
-Dammi la
tua parola, Melek, e scopriti il capo-
-Hai la
mia parola…e mi scopro il capo…adesso la tua!-
-…Ok, hai
la mia parola!Adesso possiamo sederci-
-Bene,
anche perché ho meno tempo del previsto-
Così detto
agguantò una sedia e si abbandonò pesantemente su di essa. Poi si tolse il
cappuccio, e da sotto di essa spuntò la faccia di un uomo molto affascinante:
occhi scuri e severi, leggermente allungati; capelli scuri;pelle olivastra;orecchie
allungate.
-Sei
strano, Melek:non sembri affatto di questo mondo, eppure parli un’inglese
perfetto, con ottimo accento americano- osò dire Danielle, che per tutto il
resto della precedente conversazione era stata muta come un pesce.
-Giusta
osservazione. Prima di dirvi tutto però, dovete parlarmi di questo vostro
sogno, di cui prima avete accennato- rivolse il suo sguardo interrogativo verso
Nell che, ormai tranquillizzata, aprì prontamente bocca.
-Abbiamo
sognato varie volte lei che vagava per dei corridoi pieni di morti e cercava di
salvare due bambine sui cinque, sei anni circa, con il libro- e indicò il tomo
sullo scaffale –le ragazze sparivano e lei veniva preso. Ci siamo messe qui a
cercare informazioni-
-Strano,
vi ricordate della presa del castello ma non di tutto il resto…molto interessante-
-Molto
interessante?- domandò Danielle.
-Presa del
castello?-le fece eco Nell.
-Già. Ecco,
vedete, io non sono di qui: vengo da una sorta di luogo parallelo a questo. È
difficile da spiegare, sapete, il posto da dove vengo è quello che voi
definireste “mondo fantastico”-
-Scusa,
vorresti dire che vieni da un luogo pullulato da Elfi, Nani e quant’altro???-
-Ecco,
diciamo così…se non vi dispiace vi racconto tutto dal pricipio…-
-Certo,
visto che siamo qui, ti stiamo ad ascoltare-
-Bene:in
principio, circa duemila anni fa, furono creati due mondi paralleli. Uno era
abitato da soli uomini, e uno da tutto il resto delle creature. Un giorno un
gruppo di uomini, stufi del mondo in cui vivevano, aprì un portale per arrivare
nell’altro mondo. Vi fondarono un Regno, anche piuttosto potente, che conviveva
con quello degli Elfi, dei Nani, dei Folletti, dei Troll. Ma gli altri uomini,
scoperto che cosa c’era in quel mondo, lo attaccarono e devastarono. Si riuscì
ad arrivare ad un patto. Si chiuse il collegamento tra i due mondi, e solo
determinate persone del mondo delle creature potevano passare da un mondo
all’altro. Queste determinate persone erano principalmente maghi, o esseri
legati alla magia, e giurarono di utilizzare il passaggio solo per nescessità,
e di non recare danni all’altro mondo. Questi diventarono i custodi ufficiali
delle famiglie Reali. Inoltre venne imposto di far scorrere in maniera diversa
il tempo, cosicchè gli uomini col passare del tempo dimenticassero ciò che
avevano visto del modo parallelo. Da circa vent’anni però si è bloccato
l’avanzamento molto più veloce del tempo umano, e adesso il tempo viaggia in
maniera uguale.
Circa
dieci anni fa il cugino del re del regno degli Elfi decise di provare un colpo
di stato contro il Re, e contro quindi il suo stesso sangue. Insieme ad alcuni
uomini della contea dove abitava, uccise il Re e la Regina, poi catturò il
figlio maggiore dei regnanti, Roy, che allora aveva circa undici anni; poi
cercò di prendere le due minori, ma il custode della famiglia riuscì a farle
sparire dagli occhi del nemico, e le catapultò nel mondo parallelo. Il custode
fu ridotto in schiavitù, e così il principe, precedentemente privato della sua
aura regale, in modo che perdesse il suo diritto a regnare sugli Elfi una volta
maggiorenne. Adesso, oltre al regno degli Elfi, è in possesso del regno dei Troll
e dei Nani. Gli altri regni si stanno unendo per sconfiggerlo, anche se non
hanno molte speranze. Infatti il Conte è in possesso di un’armata vastissima,
che è alimentata dal Cristallo, una pietra molto potente creato dal primo Re
Elfico, in grado di rendere praticamente imbattibile i soldati. Adesso sta
cercando di rendersi pure immortale, per poter dare l’attacco finale alle terre
libere senza poter essere distrutto. Per farlo ha bisogno della formula che è
contenuta dentro il libro-e indicò il tomo sullo scaffale- Ah, piccola parentesuccia,
le due ragazze siete voi.-
Melek si
fermò per riprendere fiato. Scrutò le due sorelle per osservarne la reazione:
Danielle lo sganò gli occhi; Nell aveva il viso più neutro ed era intenta a
riflettere. Seguì un imbarazzante silenzio, interotto solo da un lieve
tamburellare sul tavolo. Si cominciarono a guardare, ancor più imbarazzati:non
sapevano che dire. Dopo un lasso di tempo indefinito, la minore fece un
pprofondo respiro pe ruppe quell’angosciante silenzio:
- Quindi
noi saremmo delle principesse venute da un modo completamente diverso, e tu
saresti il custode della famiglia reale, quindi anche il nostro???-
Melek si
limitò ad annuire serio. Non aveva molta voglia di aggiungere altro: stava
cominciando a preoccuparsi che lo avessero scoperto.
-Ma è
assurdo…-cominciò Nell, che sembrava essersi risvegliata dallo stato di
riflessione.
-E’ meno
assurdo di quanto non sembri…-
-Parlaci
del libro: hai detto che contiene una formula che rende immortali…ma se noi
abbiamo trovato solo una testa urlante da spaccarci le orecchie??!!!-
-Non tutti
possono utilizzare quel libro:solo e sempre i maghi possono. Il Conte non è in
grado, ma per esempio io lo sono. Ha bisogno di me anche per questo. Io posso
percepire dove si trova il libro, perché chiunque lo apra che non ha la facoltà
di leggerlo, fa scaturire dell’energia dal libro che arriva fino a me. Però io
posso dare il permesso qualcuno di
aprirlo e usarlo al posto mio, ma è pericoloso e non è una pratica usata con
nessun libro del genere-
-Ma noi
possiamo andare dall’altra parte??sempre che ci sia quest’altra parte…-
Un boato
lontano attirò la loro attenzione.
-Oh, no,
il cambio del turno…- mormorò preoccupato Melek, alzandosi in piedi
nervosamente
-Cambio
del turno???-
-Sì, devo
andare, subito. Ascoltatemi bene: anche se mi beccano, posso produrre una forma
di magia anche col cervello. Domani, a quest’ora, ripresentatevi qui; troverete
un’arco, nero. Dovete oltrepasarlo, portate con voi il libro. Dall’arco vi
ritroverete in una stanza bianca e una persona vi darà indicazioni. È un mio
amico, ditegli che siete venute da parte mia e vi aiuterà. Vi prego fate
attenzione-
E fu così
che Melek scomparve nel nulla, così come era arrivato.
***
Strisciò
velocemente nella tenda. Ci aveva messo meno del previsto, forse non erano
ancroa arrivati alla cucina. Raggiunse la tenda in fretta e furia, ma stando
attento a non passare troppo nell’occhio. Entrò. Era buio, con le pentole così
come le aveva lasciate. Accese un candelabro, e a tre centimentri dal naso si
ritrovò una lancia.
-non ti
muovere, o infilzo subito i tuoi amici- sentnziò la guardia con fare deciso,
indicando Roy e Ashan imbavagliati a due sedie.
SPAZIO RINGRAZIAMENTI E ALTRO:
scusate, ci ho messo un po' per finirlo, ma tra la scuola e la musica sono parecchio impegnata!!!.
X AFANEIA:volevi l'omino simpatico???volevi l'omino simpatico???eh eh????accontentata...spero ti piaccia!!!!
X DANYCULLEN:non credo che mi offriranno di scrivere un fantasy
da pubblicare...scrivere qui su EFP è già tanto per
ora!!!Tra qualche anno ci posso fare un pensierino...ma per ora mi
sembra improbabile!!!sono contenta che ti piaccia
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Cap 4...
Capitolo 4:
-Allora
Melek, parla- ordinò con tono perentorio una scura figura incappucciata- I tuoi
amici si sono dovuti sottoporre allo strizzamente perché non parlavano…quasi li
ho uccisi! Adesso sono in infermeria al campo e perciò ho quattro mani in meno
e due uomini da rimpiazzare per qualche giorno! Ma io non ho uomini per
rimpiazzarli…Non fare lo stesso errore. Parla. Cosa ci facevi dall’altra
parte?-
-Anche
sotto tortura non parlerei! Non ritengo opportuno riferire a tiranni come te-
Melek alzò la testa –Anche se sono legato ad un palo non ho paura!-
-Andiamo
vecchio mio, guardati intorno: è da ieri sera che sei nelle segrete del palazzo
reale, sono umide e fredde; meglio un bel letto morbido in una tenda, lassù,
qualche metro più in alto, al calduccio della primavera! PARLA!-
Il cambio
di tono non fece spostare di un millimetro la mimica facciale del prigioniero.
Scosse la testa per liberarsi dei ciuffi che ricadevano sulla fronte in maniera
scomposta. Alzò nuovamente gli occhi e osservo il basso soffitto pieno di
ragnatele e si immaginò quante persone quei ragni avevano visto passare.
-Fai
quello che ti pare, ma non tradirò gli Elfi, né tantomeno me stesso-
-Non sei
facile da persuadere, Melek, devo ammetterlo. Adesso dovrei ucciderti. Ma ho
bisogno di te, lo sai perfettamente. Lo so che lo sai. Dimmi che cosa stavi
facendo e ti lascerò libero- provò di nuovo la figura. Nell’ombra del cappuccio
e di una maschera due occhi rossi rilucevano bramosi di vederlo cedere.
-La mia
risposta l’ho già data e non ritengo opportuno aggiungere altro-
-Te ne
pentirai, mago, te ne pentirai! GUARDIE, PORTATELO IN SALA TORTURE-
-Subito
signor Conte- le guardie slegarono Melek, che non oppose resistenza. Non
avrebbe avuto senso comunque. Tanto non aveva intenzione di parlare. Il
cancello si richiuse ferraginosamente dietro la piccola scorta. Le torce
illuminavano l’angusto e umido corridoio che collegava le celle vere e proprie
con la sala torture; sul pavimento resti di morti e topi che zampettavano qua e
là alla cerca di resti di cibo. I passi risuonavano e rendevano lugubre il
tutto. Ma Melek non pensava alla lugubrità del luogo, ma alle principesse, e
sperava che avessero seguito il suo consiglio.
***
-Nell,
sveglia, sono le sette!! È ora di alzarsi- biascicò Danielle stiracchiandosi
sul suo letto.
-Ciao,
come va?-
-Bene, se
non fosse che mamma ha deciso di segregarci per un mese in casa a causa di iere
sera! Scuola e basta…non possiamo tornare a casa non un minuto più tardi!
Immaginati che barba…-
-Non
intendevo in quel senso…insomma, dopo l’inconrto di ieri sera…-
-Non
riesco a crederci, nonostante che abbiamo il libro-
-Già, che
hai intenzione di fare tu??? Dovremo tentare di andare all’appuntamento o
no???-
-Nell, non
lo so…quello che so è che non ho le idee cheiare…insomma, un uomo appare dal
nulla, ci dice che non siamo di questo mondo, sparisce sotto i nostri occhi,
possediamo un libro che urla, abbiamo pure un presunto incidente alle spalle,
almeno secondo nostra madre…-
-Non
capisco neanche io…secondo me dovremo provare…non vedo molte possibilità per
capire-
Quella
mattina passò angosciosamente e senza molta attenzione. L’irrequietezza era
padrone del loro cervello e non riuscirono a pensare ad altro che al misterioso
Melek, l’uomo che le aveva cambiate in così poco tempo, l’uomo che le aveva
messe in una strana e oscura situazione.
Dopo
cinque ore di scuola la casa sembrò ad ambedue la loro salvezza, anche se
teoricamente e praticamente la loro prigione
-Ecco le
due brave bambine- la voce sarcastica della madre era inconfondibile anche
dall’altra parte della casa.
-Danielle,
andiamo, veloce- mormò la bionda con un gesto che non lasciava spazio ai dubbi.
Coresero in camera e si chiusero dentro, prima che la madre potesse vederle.
-Nervose,
eh???- fu quello che gridò la donna alla porta chiusa.
Il tempo
cominciò a passare inesorabile.
***
-Siamo
arrivati, prigioniero, muoviti- e la guardia gettò avanti con una spinta Melek,
che cadde a terra e vi rimase, legato.
-Non
riesci nemmeno ad alzarti, mago? Su, facci vedere i tuoi poteri. E non ti
conviene fare tanto il nobile-
-Non mi
servirebbe rialzarmi. E se devo salvare qualcuno, e per salvarlo devo soffrire,
così sia: per questo mondo c’è di nuovo una speranza. Non voglio fermarla ora.
Comunque non parlerò. Morirei per questo… e ti assicuro che non scherzo- fu
l’amara risposta dell’uomo
-Se la
metti in questo modo, mago, allora non c’è nient’altro da fare. Portatelo alla
ruota-
La ruota
era un grande, enorme attrezzo metallico. Era ricoperto di sangue. Tutto delle
povere persone delle quali il Conte non aveva avuto pietà. Melek venne legato
stretto al ferro freddo della ruota. Le guardie si posizionarono e la tortura
lentamente cominciò. La ruota si muoveva prima lentamente, poi sempre più
veloce, sempre più veloce. Dopo poco la testa del mago cominciò a far male.
Pulsava e gli girava maledettamente. Cercò fin da subito di mantenere il
controllo sul suo corpo: non voleva, non doveva e non poteva cedere. Né ora, né
mai. Doveva essere certo dell sua missione. Provò a trovare la concentrazione,
l’arco doveva essere creato. Al suo cervello stavano arrivando segnali di
scombussolamento. La nausea cmoinciava a farsi sentire, lì, nell’esofago,
pronta a salire. Strizzò gli occhi e lottò contro un prepotente senso di
vertigini. La ruota girava incessantemente, sempre allo stesso ritmo. I minuti
scorrevano lenti, sembravano infiniti, quasi come se il tempo si fosse
bloccato. Le vertigini aumentavano, la nausea saliva, la testa faceva ancora
più male. Quell’attrezzo non causava danni permanenti, ma certo non era affatto
piacevole. Non era concentrato, e si fece coraggio. I suoi arti tirati
sembravano chiedere una possibilità alternativa alla rottura. Il tutto era
complesso. Doveva calmarsi, cavolo, doveva calmarsi; non era in grado di
creare? Doveva provarci…e ancora e ancora. Finchè non riusciva. Il prezzo era
caro, ma forse ne valeva la pena. Tentò di far affluire la magia fino al cervello.
Un senso di calore stava arrivando ai suoi neuroni. Poi un colpo violento nello
stomaco. Forte, imprevisto e troppo doloroso. Una terza guardia, che era
arrivata evidentemente per assistere allo spettacolo, aveva ben pensato di
colpirlo con una mazza. E la ruota continuava. Oramai la nausea era
intrattenibile e gli urti di vomito non si fecero aspettare. Chiuse gli occhi,
li strizzò. Ce la poteva fare. Isolare il dolore. Isolare il dolore. Il calore
si era bloccato. La testa si faceva pesante. Passi, sicuri, leggeri. Era quasi
sicuramente il Conte. Stava tornando a controllare il suo stato. Si sentì un
lontano saluto. A fatica l’uomo alzò la testa.
Non aveva
mai guardato il Conte in faccia. Era sempre coperto da una maschera o portava
il cappuccio. Anche prima del colpo di stato non l’aveva mai visto. Sfuggiva
sempre ai suoi sguardi, era sempre da parte. Alzò la testa, sicuro che anche
stavolta non avrebbe fatto eccezione. Ma la tenue luce rivelò un volto
scoperto, con i tratti stranamente familiari. Gli occhi lo sfidavano, così
pareva. Un sorrisetto malefico, ironico e assolutamente odioso gli solcava la
faccia da parte a parte come una piaga. I suoi lineamenti gli erano familiari,
ma non riuscì ad afferrare a chi assomigliava. Quell’orreibile persona si allontano
da lui e si sistemò da una parte. Melek riabbassò la testa e respirò
pesantemente. Il dolore era onnipresente, non aveva più il senso del tempo,
chissà che giorno era, se erano passate ore o minuti. Isolò la nausea, il
pulsante dolore e con molta molta fatica sentì che il calore affluiva in lui e
che un arco si formava dall’altro capo del mondo. Cosa diavolo avessero
combinato intanto quelle due gli era ingoto, ma sperava bene per loro. Il Conte
bloccò le guardie e la ruota si fermò. Il prigioniero potè rilassarsi per una
frazione di secondo. Poi fu trasportato su una piattaforma, ampia e consumata.
Quando lo appoggiarono, Melek fece una smorfia.
-Ancora
convinto mi pare eh???Non resisterai in eterno…e comunque anch se non parli
adesso, saprò tutto: un demone è stato appena inviato nel luogo dove sappiamo
che sei stato…sono curioso di sapere che ci riporta!-
Una risata
fredda, penetrante, risuonò per tutta la prigione.
- Forse ci
rivedremo…se resisterai! Addio!- e con uno schiocco partì una frustata. Uno
spruzzo di sangue cadde ai piedi del tiranno. Questo tranquillamente si piegò,
raccolse il sangue con l’indice e –come se fosse la cosa più naturale del
mondo- l’osservò.
-Hai un
buon sangue, vecchio. Proprio un peccato sprecarlo, non trovi?- sorrise
malignamente. Melek si ritrovò a sperare di potersela in qualche modo cavare. -Credo
che una cinquantina di frustate siano più che sufficienti. E fate in modo che
sia nacora vivo. Moribondo, ma ancora in vita-
Mosse un
passo, sembrò però cambiare idea, perché tornò dal mago.
-Ah,
dimenticavo- e sferrò un colpo di bastone nello sterno del prigioniero. Poi
scomparve. Melek, stanco, dolorante, sudato, si preparò ad una nuova tortura.
***
Era sera.
Due esili figure sbirciarono guardinghe fuori dalla finestra sul retro del
palazzo. Sparirono dentro e pochi secondi dopo avavanno appoggiato i piedi
sull’asfalto.
-Bel
salto, Danielle-
-Ok. Però
mi dispiace per la mamma. Le faremo predere un colpo. E se poi non la rivediamo
più…-
-Lo so.
Più che lasciarle un biglietto non possiamo fare altro.-
Attraversarono
la strada poco trafficata. La biblioteca stava per chiudere e a malincuore la
minore si ritrovò a farfugliare una scusa per farle entrare. Ritrovarono
facilmente la stanza di poco tempo prima e, dopo avevr acceso la luce, notarono
un’enorme arco nel mezzo della stanza. Era di un nero lucidissimo, quasi
abbagliante; ma non fecero in tempo ad avvicinarsi che davanti a loro si
stagliò una cosa mostruosa: un mostro rosso e nero, possente, con occhi
inquietanti.
-Oh, oh,
pensavo di trovare di meno sinceramente. Sembrate gracili, ma non si sa mai-
Delle funi
scaturirono dal terreno e avvolsero le principesse, bloccandole.
-Nell,
adesso che facciamo?-
***
Le
frustate erano sempre peggio, e una dopo l’altra stavano massacrando la sua
schiena. Era distrutto. Eppure molti poveri innocenti erano finiti peggio di
lui e prima, anche. Ogni frustata durav un’infinità, e il rumore della frusta
era insopportabile. Non era affatto piacevole. Piano piano ci si avvicinava a
cinquanta; ad un tratto le frustate si bloccarono. Sperò bene per un misero
attimo, uno soltanto. Gli occhi affaticati notarono un leggero barlume. Una
mazza. Ancora. Non gli bastavano quelle poche che gia gli avevano infierito?
Melek percepì la guardia dirgli qualcosa del tipo “Sei ancora troppo cosciente,
un paio di mazzate oltre alla frusta ti massacreranno per bene”. E la botta
arrivò, più forte di prima. Fu sicuro in quel momento che non avrebbe più
retto. Pensò a Roy: quel giovane, che neanche sapeva di avere due sorelle vive,
e forse neanche l’avrebbe saputo. Lo aveva cresciuto da sempre, e il ragazzo
non lo avrebbe voluto morto, ci teneva troppo a lui. E poi Ashan: da quando lo
aveva addocchiato tra i prigionieri, avava visto in lui qualcosa di strano. SI era
affezionato a lui per questo. Non aveva mai saputo come era finito lì, ma di
sicuro era avvenuto qualcosa di troppo particolare. Quanto avrebbe dato in quel
momento per rivederlo e chiedergli tutto. Non respirava quasi più. C’era un
mormorio lontano. E poi, per la seconda volta in dieci anni, svenne.
***
-Ahahahah…non
mi sfuggirete…-sghignazzò il demone. I suoi occhi guizzavano malignamente. Si
avvicinò alle sorelle, tirò fuorì una lama e la preparò bene. Si
avvicinava…sempre più, sempre più, lentamente.
-Voglio
farvi morire con l’angoscia, perciò credo che mi prenderò tutto il tempo-
Dei passi
risuonarono nel corridoio.
-O forse
no- si corresse il demone.
-NELL,
DANIELLE…siete…-la madre delle due ragazze entrò nella stanza e rimase senza
fiato. Il demone si distrasse, voltandosi.
-Lasciale
stare, mostro!- gridò la donna dopo un attimo di silenzio. Si lanciò verso il
suo avversario e con un urlo lo gettò a terra. Allentò le corde, ma non fece in
tempo a slegarle del tutto, perché il demone si lanciò contro di lei. Intanto
le principesse si erano slegate e non persero tempo a correre verso l’arco. Il
demone se ne accorse e cambiò la sua rotta con la lama sguainata puntata in
avanti. Quando ormai sembrava dovvesse finire tutto, la donna si parò davanti alle
ragazze e la spada la centrò in pieno petto. Nell, lucida, strattonò Danielle e
la spinse dentrò l’arco, prima che il demone le raggiungesse.
***
Aprì gli
occhi, ma li richiuse subito poiché la luce gli dava noia.
-Ben
svegliato. Sei stato cinque giorni a poltrire- Roy era accanto a lui.
-Ciao…
come va?-
-Bene.
Sono ancora un po’ rintontito, ma sto bene. Ashan sembra passarsela peggio:
anche stamattina è dovuto farsi controllare. La semi tortura deve avergli
creato qualche danno più grave-
-Speriamo
bene…è arrivato nessuno?-
-Perché?
No!-
-Niente,
te lo spiegherò-
-Su,
vecchio. Dimmi che cosa hai combinato. Su, ti prego, ti prego-
-NO, non
ora!-
-Per
favore…-
e andarono
avanti così tutta la sera, riportando un po’ di allegria in quella giornata
triste e piena di sofferenza.
SPAZIO AUTRICE:
e così anche questo capitolo è
finito!!!C'ho sudato un sacco, perchè far torturare il mio
povero Melek - o Melly, visto che QUALCUNO (leggi:Afaneia)non riesce a
fare a meno di dare soprannomi a tutti- e stata un'impresa...
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Cap 5
Capitolo 5:
Nella luce
accecante si delinearono i contorni di un uomo. Avanzava lento, avvolto in un
mantello scuro che risaltava sempre più sul bianco dell’ambiente. Era la
guardia della Stanza di Passaggio. La Stanza di Psassaggio era come un enorme
deserto bianco, dove non c’erano che la casa del sacerdote che custodiva e
controllava il luogo con il suo assistente; qui vi passavano tutti quelli che
desideravano passare da un mondo all’altro. Da un punto indefinito comparvero
due figure:l’una reggeva l’altra, appoggiata pesantemente sulla spalla della
prima figura. Parevano due donne, a occhio e croce. Avevano vestiti semprlici,
e una borsa.
-Chi
siete???- chiese con voce grave la guardia alle due figure appena si fermarono
a poca distanza da lui. Non ricevette risposta. Pensò che fossero due anime
sorde, morte o quant’altro, che viaggiavano nella Stanza di Passaggio senza
meta:a volte accadeva che le anime dei morti venissero mandati dai maghi nella
Stanza di Passaggio e che lì vagassero senza meta alcuna; sinceramente l’uomo
non aveva mai capito il perchè. Poi una delle due alzò la testa,
precedentemente poggiata alla spalla dell’altra e un paio di occhi verdi
cerchiati di rosso per pianto fissarono la guardia con immensa tristezza. Dopo
qualche secondo anche l’altra figura alzò la testa e la guardia si sentì
raggelare dallo sguardo di due occhi neri, anch’essi molto tristi.
-Chi siete
voi due??- ripetè di nuovo, sperando in una risposta.
-Veniamo
dal mondo degli uomini, siamo amici di Melek, dobbiamo arrivare nell’altro
mondo- fu Danielle, con voce spezzata, a prendere parola.
-Non
conosco nessun Melek. Forse il sacerdote del luogo sì e vi può dare una
mano…venite con me- e la guardia fece cenno di seguirlo.
Sembrò che
nessuna delle due ragazze volesse andargli dietro, poi pian piano si mossero
verso di lui e fu così che iniziò il breve percorso verso il sacerdote.
Il
guardiano abitava in una specie di cottage, che col suo rosso mattone risaltava
su tutto quel bianco inconsistente del posto. Era l’unica casa che c’era.
-Signore,
ci sono visite- disse la guardia bussando delicatamente alla porta. Ad aprire
fu un uomo giovane di aspetto, rasato,
con un tatuaggio a forma di drago sul braccio destro e una tunica nera.
-Entrate
pure- rispose il sacerdote. Aveva una voce calma e profonda, quasi spettrale,
tanto che il primo pensiero di Nell fu che l’uomo che aveva d’avanti era solo
un sogno. Ma le immagini della madre morta erano troppo vive in lei per poter
dubitare della veridicità dell’accaduto, anche se avrebbe preferito un altro
modo per vedere la morte della donna.
-Siamo qui
da parte di Melek, pare che vi conosciate. Dobbiamo arrivare da lui il più
presto che possiamo:ci può aiutare?- Nell soppesò le parole in modo da
risultare più calma e gentile possibile.
-Sì,
Melek. È passato qui giusto l’altro giorno; era molto di fretta e aveva una
grande paura di essere beccato da qualcuno, a quanto pare-
-E sai se
gli hanno fatto qualcosa?-
-Credo che
non l’habbiano trattato molto bene laggiù!non so che cosa di preciso, ma niente
di troppo grave credo, o mi avrebbero avvertito della sua morte- le scrutò per
un secondo e un lampo attraversò gli occhi del sacerdote –ma voi…voi siete le
principesse. Oh santo dio-
-Ma si
vede così tanto???- riuscì a dire Nell.
-Accipicchia,
dove ho la testa??? Come ho fatto a non accorgermi subito di chi eravate:gli
stessi occhi di quando eravate piccole.-
-Scusi, ma
lei ci conosce???-
-Certo!
Ogni sacerdote della Stanza di Passaggio deve essere informato sulle famiglie
reali-
-Buono a
sapersi. Però preferirei che il nostro argomento tornasse sulla richiesta che
abbiamo avanzato poco fa!- s’azzardò a dire Danielle, che si era messa a
sedere.
-Certo, lo
farò; prima però fareste meglio a riprendervi con una bella tazza di tè fumante
e a dirmi che cosa vi è accaduto-
-Esistono
i tè anche da voi?-curiosarono le due sorelle, cercando di distrarsi.
-Certo,
non crederete che i due mondi siano completamente differenti, senza niente in
comune…anche se piccolo- e agitò delle bustine.
-Grazie
infinite-
Passò una
buona mezz’ora prima che una delle due principesse si decidesse a raccontare
l’accaduto:
-Io mi
chiamo Danielle e lei e Nell. Melek ci aveva rintracciato grazie a questo
libro- iniziò la rossa, togliendo dalla borsa il tomo borchiato –ci ha spiegato
tante cose sul mondo parallelo. Quando se n’è andato ci ha detto che avrebbe
creato un’arco che noi avremmo dovuto attraversare il giorno dopo alla stessa
ora. Siamo venute all’appuntamento senza il permesso di nostra madre:eravamo in
punizione. Le abbiamo scritto un biglietto dove le dicevamo che volevamo
conoscere la verità e che doveva scusarci. Ha pensato bene di venirci a cercare.
Ci ha trovate. Eravavo davanti a quell’arco e con noi c’era un demone, che
voleva ucciderci. Mamma è morta per riuscire a farci passare. Ancora non mi
capacito di questo- si coprì il volto con le mani eriprese a piangere
sommessamente.
-Oh,
Danielle- mormorò Nell. Poi abbracciò la sorella con tutta la forza che aveva.
La guardia si commosse a vederle in quello stato.
-Come sono
tristi- e, non potendo trattenersi dal’impulso, andò da loro e le abbracciò
entrambe.
-Adesso è
l’ora di smetterla. Voi dovete andare da Melek. Non possiamo aspettare
troppo;il demone è in circolazione:prima agiamo e meglio è- decretò il
sacerdote spezzando la fragilità del precedente momento.
-Vi
travestirete, in modo che non vi riconoscano. Potrete così raggiungerlo
tranquillamente passando inosservate-
-Ma non
sappiamo dov’è. Come facciamo a travestirci?-
-aspettate
un attimo- il sacerdote scomparve un secondo e poi ricomparve con uno
scatolone–è in infermeria di uno dei campi dell’esercito nemico. Quindi sarete
travestite da infermiere!semplice…ecco i vostri vestiti- e dalla scatola
saltarono fuori due completi perfetti per loro.
-Per caso
li tieni qui per quando due ragazze hanno bisogno di travestirsi da infermiere
per iintrufolarsi in un campo nemico???-
-Non
proprio-sorrise il sacerdote.
Pochi
minuti dopo le principesse erano pronte ad andare. Perciò fu evocata la magia,
con la quale si formo un’arco aperto sul mondo delle creature.
-buona
fortuna ragazze, è stato un vero piacere-
-Grazie a
te. Una sola domanda: Melek non ha accennatoi ai nostri nomi in questo mondo-
-Ovviamente
non sono gli stessi che avete adesso. Danielle, il tuo nome vero è Shiran e
quello di Nell è Nihal. Ma meglio se non vi azzardate a pronunciarli finchè non
siete al sicuro-
-Non lo
faremo- e, salutando l’uomo e il suo
assistente, attraversarono l’arco.
***
Il campo
era cupo e molto vasto. Schiere di uomini si strascicavano verso le tende acora
più scure dell’atmosfera. Le armi erano appoggiate ovunque: spade, asce e
lance. Una tenda bianca si distingueva fra le altre: evidentemente doveva
essere l’infermeria, che era di quel colore per poter essere distinta meglio.
-Nessuno
si è accorto di noi- disse Nihal.
-facciamo
veloci, soo ansiosa di arrivare laggiù. Non ce la faccio a restare qui ancora
per molto- rispose Shiran.
-Calmati!!!-
e si avvicinò alla tenda con cautela, seguita a ruota dalla minore delle due.
Erano quasi arrivate quando un omone massiccio si stagliò davanti a loro
-Due
infermiere che sono fuori a quest’ora??non dovresteessere a controllare i
malati-
-Stiamo
giusto andando…è che siamo nuove- implorò Nihal. “fa che non ci dica niente, fa che non ci dica niente” sperò
vivamente.
-Potete
entrare, ma la prossima volta che vi becco fuori orario non farete un altro
passo da vive!-
-Ok-
dissero in coro le false infermiere, e non se lo fecero ripetere due
volte:entrarono dentro quasi correndo.
***
(poco
prima)
- Buona
sera Melek-
-‘sera
Roy-
-Come
andiamo oggi?-
-Meglio
del solito. E tu?-
-Bene.
Ashan dovrebbe essere rimandato qui tra poco- E in quel momento entrò una
guardia, portando Ashan con lui.
-Toh
guarda, parliamo del diavolo e spuntano le corna. Bentornato Ashan caro- lo
salutò Melek, contento di aver ritrovato ambedue i compagni di stanza. Ashan si
mise seduto sul lettino accanto al loro e a quel punto la guardia se ne andò.
Melek, impaziente com’era, si mise subito a fare domande all’amico:
-Ashan, ma
che ti è successo?-
-Niente,
mi sono fatto solo più male del previsto-
-Non è
possibile: tu e Roy avete ricevuto lo stesso trattamente-
-Senti
Melek:io sono tuo amico, siamo compagni di stanza, ma di questo non voglio
proprio parlare-
-Perché? Dieci
anni fa ti ho trovato solo e abbandonato tra tutti gli schiavi del Conte,
triste, distrutto psicologicamente:ho sempre pensato che ti fosse successo
qualcosa ed è dieci anni che non ricevo nessuna risposta, e anche Roy si chiede
perché. Almeno a noi puoi dire tutto. E come puoi esserti fatto più male di
lui?-
-Togliti
quella domanda dalla testa. Mi è successo qualcosa, sì, ma per favore non lo
voglio dire-
-sei
proprio un bambino quando fai così Ashan. Proprio un bambino-
in quel
momento due infermiere entrarono nella stanza. Melek si accorse subito che cosa
c’era che non andava in loro. Erano le principesse. LE due si guardarono
intorno per controllare presenze indesiderate e si avvicinarono a loro.
-Ce
l’abbiamo fatta- Disse Shiran.
-Melek, vi
conoscete?- lo interrogò Roy.
-Sì, pare
proprio di sì. È un po’ lunga da spiegare, ma se mi date del tempo vi spiegherò
chi sono!-
***
SPAZIO AUTRICE:
finalmente ho finito questo capitolo. Lo considero
più un capitolo di passaggio, che mi serviva per far
ricongiungere i personaggi. Spero appreziate lo stesso.
X DANYCULLEN:Innanzitutto grazie per il
complimento. Mi fa piacere sapere che sto migliorando...adesso sai che
hanno fatto le "bimbe"...e perchè Roy non le ha trovate...anche
a me dispiace per la mamma, ma era necessario!!!!....1 bacione
X AFANEIA:Sì,certo che è sopravvissuto, non potevo farlo
morire!!!!e trovare quella tortura non è stato semplice, erano
tutte troppo atroci per lui...XD
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
CAPITOLO 6
Capitolo 6:
-CHE
COSA???ti ho mandato per uccidere quelle due mocciose, non per perdere tempo
con altre persone …aaaaaaaaaaaah…sospettavo che fossero ancora in vita,
maledette loro, ma adesso che ne ho la certezza vengo a sapere che un demone
–stupido, incapace e tonto- se l’è fatte scappare!!!Che devo fare con te,
sudicio mostriciattolo insignificante???????????!DIMMELOOOOOOOO!- e il Conte
scagliò un paio di pugnali contro il demone, che cercava di nascondersi come si
sarebbe nascosto un bambino di fronte alla madre arrabbiata, facendosi
minuscolo.
-Io ho
cercato di fare del mio meglio, signor Conte…-
-Ma ti
stai sentendo, lurida feccia insignificante???Non si cerca di fare del proprio
meglio, si deve fare e basta…!Non voglio scuse, tontolone di un demone, brutto
mostriciattolo da quattro soldi; ti disintegro, ti squarto,
ti…ti…AMMAZZO!!!!fra tutte le orde dempniache che ci sono proprio te mi doveva
capitare?è meglio che esci di qui entro tre secondi o farai una seria brutta
fine…UNO!...DUE…E TRE…- lanciò un altro pugnale, che si conficcò nella porta
della camera, chiusa appena in tempo dal povero demone.
Il Conte
era veramente nervoso, arrabbiato come non mai. Il verme schifoso s’era
lasciato sfuggire quelle ragazzine, e chissà se erano arrivate da Melek. No
pensò, Melek è troppo furbo per farle venire da lui. Le farà nascondere da
qualche parte.
-DEMONEEE;
torna subito qui!!!ho un altro incarico da darti…e non deludermi questa volta…-
***
-Allora
vecchio? Parla- chiese in tono supplichevole Roy –sono impaziente di sapere
tutto-
-Sicuro?-
domandò Melek.
-Certo,
sì!-
-Ok. Ma
per favore devi stare calmo-
-va bene-
- Allora.
Ti ho detto che le tue sorelle erano scomparse con il mio libro magico e non se
ne era saputo più niente?-
-Certo che
me l’hai detto!-
-Ti ho
detto che il libro crea delle specifiche onde particolarmente forti che
rivelano dove si trovano lui e le principesse?-
-Credo che
tu mi abbia detto anche questo…ma cosa c’entra?-
-Ecco…c’entra.-
fece un profondo respiro: sapeva che Roy avrebbe avuto una reazione non certo
calma, ma doveva essere lui per primo ad avercela.
- Perché
loro due- e indicò le due ragazze con un cenno della mano -avevano il libro, e
le onde particolarmente forti mi sono proprio l’altro giorno mentre loro stavano
aprendo il libro-
Ci fu
un’imbarazzante pausa di silenzio, molto imbarazzante. Ashan era perplesso,
Nihal e Shiran tenevano gli ochi bassi, Roy stava fulminando Melek con lo
sguardo. La sua voce ruppe l’incantesimo in modo molto brusco.
-Ma sei
impazzito per caso????NO dico sei impazzito???? Mi vorresti dire che per dieci
anni mi hai raccontato balle, cioè che le mie sorelle erano scomparse chissà
dove sicuramente per non tornare – che poi la hai fatte scomparire te- e ora
sono davanti a me, sedute tranquillamente in fondo al tuo lettino e parlano
pacificamente con noi????- la rabbia dentro Roy cresceva visibilmente.
-Roy, non
ti scaldare…posso spiegarti-
-Non ti
scaldare?io mi scaldo eccome.-la sua voce cresceva di volume.
-Scusa,
io…senti Roy non avrei voluto farti questo, ma in realtà non ero affatto sicuro
di…-
-Non eri
affatto sicuro di che cosa??Non eri affatto sicuro di che???Eh?dimmelo!-
-In realtà
io credevo di averle catapultate nel mondo parallelo, ma non sapevo che fine
avessero fatto. Pensavo fossero morte o chissà quali altre sciagure!-
-Io non ti
capisco. E ti lamenti di Ashan che non ti vuol dire che gli hanno fatto. E ti
lamenti di me, anche. Perché?-
-Senti
Roy, lo so. Avrei dovuto parlare, ma capisci, non volevo darti…-
-…speranze
vane???meglio vane speranze che niente!-
-Invece
no, Roy, ci saresti rimasto ancora peggio!-
-No, non
ci sarei rimasto un bel niente. Pensavo che come mio Custode valessi qualcosa
per te. Parecchio. Ma mi sono letteralmente illuso per più di vent’anni.
Avresti dovuto mettere le cose in chiaro fin da subito.-
-Oh, Roy,
non puoi credere che io non ti voglia bene. Te ne voglio eccome-
-No,
bugliardo, non me ne vuoi. Sei un bugliardo, e per questo adesso io ti odio- e
con questa frase sprezzante Roy prese e andò a contrattare con la guardia fuori
dalla porta. Voleva cambiare posto. La guardia lo portò via. E per la prima
volta nella loro breve conoscenza del personaggio, Shiran e Nihal videro Melek
piangere. E non fu l’unica cosa, perchè ci fu un’altra prima volta: Nihal,
vedendo quell’uomo piangere, le mani sul viso, i capelli neri che gli
ricadevano sulla faccia, capì di essersene innamorata. Fu una sensazione
insolita, strana e quasi incomprensibile. In fondo lo conosceva da poco ed era
pure il suo Custode, ma ormai non poteva tornare indietro. Ma in fondo penso
che fosse solo una stupida allucinazione, poi era capitata in un momento che
non era proprio il massimo. Passò una mezz’ora buona prima che Melek smettesse
di piangere. Le lacrime gli avevano conferito un’aria stanca e triste che
sapeva più di umano, in confronto alla sua solita aurea che di umano aveva ben
poco.
-Ci
dispiace, non pensavamo di creare tutta questa confusione-
-No, non è
colpa vostra. È solo colpa mia. Sono uno stupido. ma ormai non posso tornare
indietro. Dovrà capire che non può sottrarsi a questa verità. Voi siete
tornate, questo è quello che ora conta. E conta che capiate che qui avrete
parecchio da affrontare. Avrete una fondamentale missione da compiere, e anche
Roy dovrà. Perciò deve capire.- Melek respirava ancora rumorosamente e si
fermò.
-C’entra
con la guerra? Con il Conte?- esordì Shiran –dovremmo affrontare ostacoli?-
-Temo
proprio di sì, volenti o nolenti sì…adesso però non posso spiegarvi, si sta
facendo tardi e le guardie si insospettiranno se state ancora per molto
dentro…meglio se andate a riposarvi; non vi sarà difficile capire la zona dove
dormono le infermiere e le altre poche donne che ci sono in questo posto.
Venite domani dopo il primo turno della mattina. Dopo quello nessuno viene fino
al pranzo e le infermiere di solito non hanno molto da fare e nessuno si
preoccupa per loro. Non a quell’ora. Ci vediamo domani-
-Ci saremo
di sicuro- fu così che la bionda e la rossa sparirono dietro i tendaggi. Fuori
era buio.
-Melek-
-Sì, Ashan?qualcosa
non va?-
-No, cioè
sì. È che non mi piace vederti così-
-Non piace
neanche a me, ma Roy…-
-Non penso
che credesse in quello che a detto. Sono sicuro che non ci credeva veramente.-
-Lo spero.
Mi dispiacerebbe tanto se io e lui non dovessimo più parlarci-
-Non dirlo
a me. Vi conosco da dieci anni, e so che Roy è duro come le pigne, ma so anche
–e lo sai anche tu- che è legato molto a te-
-Lui…-
-Andiamo,
pian piano si risolverà tutto. È solo un po’ arrabbiato. Ne sono sicuro!-
-Davvero?-
-Davvero…comunque
non ti voglio vedere con questa faccia per i prossimi dieci anni! Quanto meno
smettila di tenere questo broncio da funerale-
-Facile…adesso
buonanotte-
-Ehi, ti
ho dato forse il permesso di addormenarti. Guarda che non ho finito con te…-
-Sembri
Roy quando mi vuole convincere a fare qualcosa-
-Non
proprio-
-Cioè?-
-E’ che
prima mi ha fatto pensare-
-Ah, sono
contento di scoprire che anche tu pensi ogni tanto-
-Non
ricominciare con le tue battute sarcastiche. Penso che tu hai fatto arrabbiare
Roy perché non gli hai detto tutta la verità…neanche io l’ho fatto, ma fino ad
ora non ritenevo opportuno…forse è l’ora…ma per favore, giurami che starai muto
come un pesce…-
-Giuro-
SPAZIO AUTRICE:
grazie a tutti...per i commenti, per chi ha aggiunto questa storia tra
i preferiti ecc....in realtà questo capitolo non mi piace molto,
però non ho saputo fare di meglio...mmm....per i curiosi
sul raccontino di Ashan...continuerò a tenervi sulle spine
ancora un po'...prima o poi si saprà...XD, spero sia stata una
buona lettura!!!!XDXDXD
Ciao ciao
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Cap 7
Capitolo 7:
AVVISO:Scusate per il mega mega ritardo,
ma sono proprio una lumacona incapace!!!!!!!!!!*me lumaca, **me incapace*…spero
che questo capitolo, benchè non particolarmente lungo, sia passabile…XD XD XD
XD…comunque per quanto riguarda la storiellina di Ashan, ci sono dei
particolari che io ho provato a mettere anche nei precedenti capitoli che
dovrebbero far capire in parte una cosa…è parecchio semplice la questione, c’è
solo da farci caso(parlo anche per te Marghe, anche se sai già a cosa mi
riferisco). Buona lettura a tutti e grazie a tutti quelli (o quelle!!!) che
hanno recensito XD XD…Ciao Ciao
PS:avrei bisogno di qualche cosiglio sulla
forma…se a qualcuno viene in mente qualcosa a cui dovrei far caso per favore me
lo segnali…grazie 1000… By Smolly
Trovare la
tenda fu più semplice del previsto. Era una tenda come le altre, ma attorno vi
gironzolavano meno soldati. Tutte e due notarono che non c’erano solo Elfi
sottomessi al Conte, come pensavano, ma c’erano anche parecchi Troll e un
gruppo di soldati di una razza che non avevano mai visto.
-Certo che
questo accampamento è proprio enorme, e anche i soldati non sono male-
-E penso
che non sia l’unico!e poi sai che tipi sono quelli laggiù-disse Nihal indicando
i misteriosi soldati sconosciuti.
-Non ne ho
assolutamente idea, ma non deve essere niente di buono, o non sarebbero qui. Deve
proprio volerci male il Conte…-
-Oh…Hai
scoperto l’acqua calda…-
-Ti
ringrazio del sarcasmo…intendevo:che cosa l’ha portato a rivoltarsi contro il
suo stesso sangue?-
-Una
parola:potere!semplice-
-Forse:ma
per conquistare l’intero mondo ce ne vuole di bramosia…-
-Perché mi
fai queste domande complicate????sta’ zitta ed entriamo!-
La tenda
era spoglia e conteneva un esiguo numero di donne. C’erano due file di giacigli
consunti, e vicino un cassetto dove venivano tenuti i propri averi (cioè quasi
niente). L’odore non era dei migliori. Le donne si voltarono al passaggio delle
nuove arrivate, ma non spiccicarono neanche mezza parola di saluto:si
limitarono a borbottare tra loro. Erano quasi tutte giovani, con faccie tristi
e provate e indossavano vestiti che davano l’idea di non aver mai visto
l’acqua. C’erano due giacigli liberi dall’altro lato della tenda, vicino ad una
ragazza apparentemente molto piccola che se ne stava solitaria sul suo.
-Buonasera-
disse improvvisamente la giovane. Le principesse erano così sorprese di sentire
qualcuno rivolgergli anche solo una parola che sobbalzarono.-Scusate-disse
subito la giovane, vedendo la reazione delle due –non pensavo di spaventarvi-
-Scusaci
te. È che mi sembravastrano che qualcuno ci rivolgesse la parola-
-Sì, lo
so. Ma io faccio eccezione, se non vi disturba.-
-Certo che
no.-
-Io sono
Meryan-
-Piacere
Meryan…possiamo chidere quanti anni hai?-
-Dodici.
Sono qui da quasi tutta la vita.-
-Povera
te-
-Ci ho
fatto l’abitudine. Ora dovrete scusarmi, ma ho sonno e vorrei dormire-
-fai pure-
e la bambina si distese girandosi dall’altro lato.
-ce la
farò io invece ad addormentarmi??- chiese piano Shiran alla sorella.
-Boh, se
non proviamo…-
E si
distesero sui loro letti. E prima che prendessero sonno ci volle parecchio
tempo.
***
Il Conte
aveva appena finito di dare gli ordini a quell’insulso demonietto. Adesso se ne
stava nella sua camera, seduto sulla scrivania, a pensare. Intorno a lui era
tutto scuro, a partire dalle pareti:nere, piene di arazzi scuri raffiguranti
morti, il letto a baldacchino nero, la scrivania in ebano, i tappeti scuri.
L’unico tocco di colore era l’unico ritratto che il Conte teneva sul tavolo:
una bellissima donna sorridente con due ragazzi di circa quindici anni, che
sorridevano, ed erano molto simili.
***
La mattina
era fresca, la temperatura ottima. Due infermiere si dirigevano verso il
tendone bianco per il turno della mattina; nessuno ci fece caso. Infatti
gl’ingnari soldati non sapevano niente di chi erano veramente, e se lo avessero
saputo, sarebbe stato un bel guaio per tutti.
-Eccoci
qua!- dichiararono le due principesse.
-Vi
aspettavamo- rispose con un sorriso un po’ tirato Melek.
-Notte
tranquilla??-domandò curiosa Nihal.
-Non
proprio…ma non ci possiamo lamentare!-rispose tranquillo Ashan.
-Ci
dispiace per ieri sera!Non pensavamo che nostro…fratello…fosse così
irascibile…non ci siamo neanche presentati per bene- disse a sua volta Shiran,
rivolgendosi anche ad Ashan.
-No, è che
siamo molto legati io e lui, e non sopporta che io gli dica bugie…comunque lui
è Ashan, mio compagno di stanza da circa dieci anni…-
-piacere,
Nihal e Shiran…-
-È
assolutamente un piacere far meglio conoscenza con le principesse-
-Il
piacere è nostro. Hai per caso un legame con la faccenda di cui stiamo per
parlare per caso??-
-Sì,
diciamo pure di sì-
-Ok…allora?-
-Curiose
di sapere tutto e subito?-
-certo-
-Accidenti…-
-Be’ in effetti
siamo un po’ troppo precipitose…-
-Non
importa, perché vi dobbiamo spiegazioni comunque.- sia Ashan che Melek si
misero a sedere sul lettino.
-Allora,
da dove cominciare?-
-Innanzitutto
spiegateci meglio come funziona questo posto, dove siamo ecc.-
-giusto:questo
è la seconda sezione dell’esercito del Conte. L’esercito conta sei sezioni in
tutto. Sembrano poche, ma gardatevi intorno e vedete la quantità di soldati che
ci sono…ci troviamo al confine fra la terra degli Elfi e quella dei Nani. Io e
lui siamo solo servi nel periodi di “pace”, ma nel bisogno abbiamo l’obbligo di
militare…finora non abbiamo avuto questa sfortuna. Il Conte vive nel castello
appartenuto alla vostra famiglia, nel nord della terra.- spiegò brevemente
Ashan. Una sua caratteristica era di spiegare in modo piuttosto spartano. Melek
prese invece parola per spiegare la missione:
- Voi
avete un compito importante:rendere l’esercito un semplice esercito, nel senso
che dovete distruggere il Cristallo. Solo voi potete farlo, e Roy, perché siete
i discendenti della casata Elfica e solo voi tre ce la potete fare…quindi voi e
vostro fratello dovete andare a distruggere quella pietra. Mentre voi sarete in
viaggio, il Conte vorrà attaccare, perché credo sia già informato della vostra
presenza in questo mondo. Io e Ashan andremo ad avvertire il Re degli Uomini di
mobilitare l’esercito. Il Conte però avrà bisogno della mia formula e del mio
rituale per essere invincibile. Io cercherò di prendere tempo in questo senso.
Lui non andrà in guerra senza essere immune a tutto. E io farò in modo che
muoia senza che abbia mai messo piede nel campo di battaglia-
-la cosa
non mi sconfinfera tanto sinceramente, ma se lo dite voi, mi fido- annunciò
Shiran.
-Visto che
insistete- borbottò Nihal
-Non ho
finito. Nei giorni che resteremo qui, voi vi comporterete da brave infermiere.
Noi, appena ci rimetteremo, parleremo con Roy e prepareremo il viaggio…-
-Mi chiedo
il perché di questo cambiamento così rapido…sono passati così pochi
giorni…insomma..che ci succede?! -
-il tempo
non si controlla ragazze…su questo non possiamo farci nulla-
-magari si
potesse-
-Nihal.
Non puoi essere padrona di tutto; ci deve essere per forza qualche fenomeno
naturale al quale devi sottometterti-
La
discussione si troncò di netto, così, senza avere più nulla da dirsi. Il resto
della mattinata lo passarono raccontandosi storie e parlando del più e del
meno.
Verso le
una la campana che segnava il pranzo suonò e i quattro si dovettero dividere,
raccomandandosi attenzione a vicenda. Il giorno successivo sia Ashan che Melek
furono dimessi. E la prima cosa che fecero fu di andare a cercare Roy, non
avendo la minima idea di dove si fosse cacciato, dal momento che non era nella
loro tenda.
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Capitolo 8°
Capitolo 8
Trovarono
Roy in una tenda dall’altra parte dell’accampamento. Fece per ignorarli, ma
dopo un po’ non potè più evitare gli sguardi fissi degli amici.
-Che
volete adesso?siete venuti a presentarmi qualche altro parente scomparso? Avete
intenzione di perseguitarmi???ANDATE VIA!!!-
-Perché
fai così?non ha assolutamente senso- controbattè Ashan –non puoi fare l’offeso
a vita, solo per una bugia necessaria…-
Silenzio.
-Roy, sei
proprio un bambino quando fai così…è vent’anni che ti seguo, e ti comportavi così
solo quando avevi sei anni-
Silenzio.
-Smettila
di ignorarci, smettila!!!non sono un mostro, sono Melek…-
Silenzio.
-Roy,
siamo i tuoi vecchi amici. Abbiamo ambedue più anni di te econosciamo
perfettamente tutti e due le nostre azioni. Non puoi chiuderti ancora per
molto…io l’ho fatto per dieci anni, e ti assicuro che sono stato malissimo…dopo
l’altra sera ho capito che non potevo restare chiuso per sempre: gliel’ho detto
a Melek che cosa avevo che non andava. IO, che per anni sono rimasto zitto. Pensaci
Roy, e torna da noi appena puoi- concluse Ashan.
E poi se
ne andarono così come erano venuti, rapidi e silenziosi.
Passarono
due giorni senza grosse novità. Roy ancora non si era fatto vedere; Ashan e
Melek discutevano nel tempo libero sui particolari, attenti a non tralasciare
nulla; Nihal e Shiran continuavano a fingere. Avevano fatto amicizia con
Meryan, evitando accuratamente di raccontare tutti i particolari più importanti
della loro storia. Si comportavano normalmente, e sembrava che nessuno si fosse
accorto di loro.
Ma alle
loro spalle, qualcuno osservava tutti i loro gesti.
***
-Sono
nell’accampamento, dici?? Dobbiamo agire in fretta. Io non posso venire in
guerra senza la mia formula, o troverebberò senz’altro qualche imprevedibile
trucchetto per uccidermi, anche se la mia arte militare non è certo da poco:mi
attiverò subito per andare da Melek. Tu vai ad avvertire la prima sezione che
deve incominciare a mobilitarsi ed avvertire pian piano tutte le altre. Non
voglio storie!-.
Il Conte
uscì a grandi passi dallo studio e si avviò nella palestra:aveva bisogno di
pensare, e il modo migliore era dopo essersi allenato Si cambiò rapidamente,
sostituendo un’ampia tunica nera con un abito da combattimento, che lasciava
intravedere le forme dei muscoli ben modellati dal tempo e dall’allenamento
costante. Prese una spada e cominciò a roteare velocemente, sempre più
velocemente, fio ad essere quasi una trottola. I suoi gesti erano impeccabili
con ogni muscolo attivo. Poi una breve distrazione e gli partì la maschera che
di solito portava. Si guardò allo specchio e quasi non si riconobbe. Erano anni
che non si specchiava decentemente. Si faceva quasi paura da solo. Il volto che
un tempo avrebbe suscitato ammirazione era spettrale. Ma non poteva biasimarsi,
in fondo era sempre lui; e così si calcò nuovamente la maschera sulla faccia e
impugnò la spada con maggiore forza. Doveva essere ancora più concentrato, ogni
movimento preciso. Era o non era un grande assassino? Se non riusciva a
controllare la propria spada, poteva scordarsi l’immortalità.
L’immortalità,
che bella parola. Risuonava nella sua testa come un canto. Era quello che aveva
sempre voluto, e sua madre non l’aveva mai potuto capire. Voleva tante cose, e
per poterle avere doveva essere eterno. Voleva trasformare il mondo. E doveva
essere eterno, immortale. La formula non sapeva esattamente in che cosa
consisteva: sapeva che non era molto semplice da fare ed aveva un procedimento
lungo, ma non aveva idea poi degli altri particolari.
Finito con
la spada, prese due pugnali e li lanciò come se fossero state frecce, che si
andarono a conficcare esattamente al centro del cerchio appeso al muro, che
serviva appunto per tirare con l’arco. Compì una serie di voteggi con due spade
ad una mano e poi prese un’alabarda. Doveva scaricare tutta la tensione,
concentrarsi per riuscire a pensar meglio. Un cigolio e poi dei passi. Il Conte
non si fermò nei suoi esercizi, nemmeno si voltò
-Chi è?-
-Sono un
messaggero venuto con un telegramma signore. Ho bisogno di una risposta,
subito-
-Non
adesso, lascia qui il telegramma e vai a farti un giro. Devo finire di
allenarmi-
-Ma
signore…-
-Sparisci,
mostriciattolo, non capisci quando ti parlo?-
-Sì,
signore, ma a me ès stato ordinato così-
-A me non
importa cosa ti è stato ordinato- rispose gelido il Conte, fermandosi un attimo
e girandosi verso il messaggero- sparisci e basta-
-Però…- ma
non finì mai quella frase, perché l’alabarda gli tranciò la gola di netto, e la
testa del messo rotolò a terra con una striscia di sangue.
-Stupidi
messaggeri, non riescono proprio a rendersi conto quando hanno davanti
qualcuno che non dovrebbero MAI contraddire.-
Poi
riprese l’alabarda con fare tranquillo, la pulì e riprese l’allenamento come se
niente fosse.
***
Note dell’autrice:non ci credo, sono
arrivata al capitolo 8…fino a poco tempo fa non ci credevo!!!mi sono riletta
quello che ho scritto, e sono abbastanza contenta del risultato…non è certo
perfetto (lo dimostra il fatto che mi sono resa conto di un’incongruenza
abbastanza palese tra il capitolo 1 e 2 ^___^scusatemi!!!!!)Comunque non mi
lamento:per essere la ia prima seria esperienza…Grazie ad Afaneia x la
recensione…vale sempre il discorso che facevo nello scorso capitolo:chi mi
vuole dare un consiglio, può farlo…mi servirebbe molto, anche per capitoli brevi come questi!! ciao ciao
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
Cap 9
Capitolo 9:
Melek non
poteva partire. Sarebbe stata un sciocchezza partire e ritornare; infatti
sarebbe partito solo Ashan, e al più presto. Così fu. Ashan non salutò neanche
Roy, il quale teneva ancora ostinatamente il broncio a tutti e due. Partì di
nascosto e il più possibile sotto copertura. Melek doveva solo addolcire il principe
e poi spiegare i piani.
Shiran e
Nihal si erano ormai abituate al luogo, anche se non del tutto al tipo di
persone:solo le loro compagne di stanza erano un po’ inquietanti. Meryan
sembrava essere l’unica normale, e anche lei ogni tanto era più di là che di
qua.
Finalmente,
dopo tentativi su tentativi, Roy tornò da Melek e si scusò.
-Mi
dispiace-
-un po’
tardi per dirlo, non ti pare?-
-lo so,
ma…-
-so cosa
vuoi dire, e io rispondo che la prossima volta devi cercare di
autocontrollarti…chiaro??-
-scusa- e
lo abbracciò…
-adesso
però dobbiamo recuperare il tempo che abbiamo perduto…vieni che ti spiego i
miei piani-
Quella
notte nessuno dei due dormì più di qualche minuto, tanto erano intenti nella
conversazione, e sembrava che tutto fosse tornato esattamente come prima, se
non meglio. Roy ebbe anche occasione di scusarsi con le sorelle, la mattina
dopo.
-Mi
dispiace di essere stato troppo impulsivo, ma dovete capirmi-
-Non ti
preoccupare. Mi sarei preoccupata più per Melek che per noi!!-
-infatti
con lui ho già parlato…davvero, sono l’idiota più idiota che ci sia in questo
mondo…-
-Stasera
abbiamo un po’ di tempo in più: ti va di fare quattro chiacchere, così, tra
parenti?-
-Volentieri,
vorrei proprio rimediare al mio carattere-
E dal
pentimento di Roy, l’amicizia profonda tra lui e il suo tutore non si fermò
più.
Melek
sentiva che il Conte sarebbe venuto presto, e sperava di riuscire a trattenerlo
il più possibile. Intanto aspettava il ritorno di Ashan e preparava i tre
ragazzi alla prossima partenza per la missione del Cristallo, come diceva lui.
***
Ashan
avvistò il palazzo che era pomeriggio inoltrato. Si era riposato ben poco,
perché non c’era tempo, proprio non c’era tempo. Arrivato finalmente sotto le grandi
porte di legno, richiamò l’attenzione di una guardie e, fattosi riconoscere,
fece la sua entratanel famoso palazzo del Re. La stanza di sua Maestà era ben
riconoscibile: era parecchio protetta e portava sullo stipite della porta il
simbolo reale, tre spade incrociate.
Il Re
degli Uomini era una persona molto intelligente quanto strana, a suo modo. Era
più che altro un po’ inquietante, se così lo si poteva definire. Era giovane,
ma sembrava avere una saggezza molto più ampia del padre, morto da ormai un
paio d’anni, che già di per se era molto saggio. Aveva degli occhi marroni
troppo penetranti per una persona normale, e chi riusciva a sostenere il suo
tagliente sguardo era considerato, cioè due o tre persone in tutto, un genio.
Ma era una brava persona, e man mano che si portava avanti una conversazione
con lui da amioco e alleato, ci si sentiva un poco rinquorati.
Ashan
entrò titubante e si inchinò al cospeto del Re.
-e dunque
tu sei ashan, l’amico di Melek, lo schiavo misterioso di cui non si conosce
bene il passato?-
-Già, sono
io. Vengo con notizie importanti, maestà: io e Melek abbiamo scoperto che il
Conte si sta muovendo. Tra non molto tempo comincerà ad attaccare il regno.
Dovete mobilitarvi, subito-
-Ah, è
così? Venite Ashan, credo proprio che conoscerete il mio Consiglio stanotte.-
il consiglio
era formato dalle persone più disparate: vecchi o giovani, più nobili o meno
nobili. Erano stati scelti in base alla loro intelligenza e astuzia politica,
più che per il loro rango, e questo Ashan lo capì subito e lo apprezzò. Si
sedette all’estremità del lungo tavolo di noce che serviva per le riunioni e
aspettò che entrassero tutto, prendendosi l’occasione di eraminare la gente del
uongo, almeno in parte. La media della statura non era molto alta, sul metro e
sessanta, ma tutti, sia giovani che non, sembravano in buona forma. Di sicuro
c’erano disparità sociali, ma apparentemente non così accentuate da non
permettere al popolo di stare in salute.
Il
consiglio durò un infinità. Non la finivano più di parlare e parlare e parlare
ancora. MA alla fine si decise di fare qualcosa. E Ashan potè riposare
tranquiollo per qualche ora prima di tornare all’accampamento nemico.
***
Melek
accolse l’amico con calore.
-Ashan,
eccoti qua…come è andata??stai bene???-
-Bene,
bene, stai calmo. In consiglio hanno deciso prima di quanto mi aspettassi. Mi
hanno trattato bene. Non c’è motivo di preoccuparsi-
-Stai
scherzando? Adesso parte Roy, e noi dobbiao creare un po’ di casino…almeno non
darà nell’occhio, e neanche le altre due. Andiamo-
Il piano
di partenza era che Melej e Ashan creavano di nascosto scompiglio
nell’accampamento, di modo che la fuga di Roy e delle sorelle fosse in qualche
modo coperata e meno apparisciete. Con lo scompiglio che avrebbero creato, i
soldati avrebbero dato poca importanza alla cosa, tonti com’erano, fino
all’arrivo prossimo del Conte. Così i tre fratelli potevano avere del vantaggio
sui nemici. Come entrare nel castello era un propblema, ma Melek contava che
Roy fosse abbastanza capace di trovare un piano.
-Roy,
dovete andare, Ashan è tornato!!!-
-Ah,
eccoti!!ben tornato-
-Non è
l’ora di fare chiacchere: vai ad avvertire le tue sorelle,partite. ADESSO-
-Ok, ok,
vado-
Dieci
minuti dopo era tutto pronto, e il piano d’azione ebbe avvio con successo.
C’era tanta di quella confusione che filò tutto liscio.
-Per ora è
andata, bisogna vedere come me la cavo io col conte-
L’Autrice Smolly dice:
miseria ragazzi…quant’è che non posto questo cavolo di fantasy…mi dispiace,
allo scorso capitolo avevo promesso di fare più in fretta e poi…è un mese
passato abbondantemente che non posto..se le poche persone che mi sostegono in
questa storia mi abbandonassero di colpo per non tornare mai più non me ne stupirei….mi devo riprendere del
tutto, devo decidermi a riportare il ritmo ad un livello normale, perciò questo
capitolo farà ancora schifo, se posso usare il termine…mi dispiace…chiunque
avesse intenzione di insultarmi giustamente per recensione è autorizzato a
farlo!!!!ciao ciao!!!
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
MALEDETTO CAPITOLO 10
Capitolo 10:
L’accampamento
era lontano ormai, e calava la sera. Tre affannate figure si stavano accampando
ai ripari di un piccolo smilzo boschetto. La sera era pungente, ma il riparo
sufficientemente caldo per tre persone. La prima si tolse il cappuccio,
rivelando nell’ombra il volto di Roy, il principe elfico. Si guardava intorno
per controllare presenze nemiche, ma non ce n’erano, per sua fortuna. Fece un
lieve cenno alle altre due figure incappucciate, Shiran e Nihal, che si
liberarono dai cappucci.
-Finalmente
a sedere-
-Aspetta a
cantare vittoria:non sappiamo infatti per quanto riusciremo ad evitare i
nemici-
-possiamo
almeno sperare che per una sera non ci vengano dietro?abbiamo bisogno di
riposarci-
-TU non
hai idea di quanto veloci siano le truppe del Conte. Proprio non ne hai idea
Nihal-
-Lo so.
Ricordati che io non ho sempre vissuto qui. Veniamo da un posto completamente
diverso, e non puoi biasimarci di non conoscere tutto quello che succede e come
avviene-
-Scusate,
sono sempre un po’ troppo precipitoso nel dire le cose…ma sono agitato:
insomma, siamo in missione, dobbiamo distruggere quel cristallo!-
-questo lo
abbiamo capito!!dove siamo di preciso???questa è una cosa che non sappiamo…-
-Credo
dovremmo essere nel boschetto delle ombre…circa…10 miglia dall’accampamento…-
-Va bene.
Quanto vantaggio abbiamo su di loro?-
-Non
molto…un paio di giorni direi!ma dobbiamo stare attenti se non vogliamo
rischiare di farci prendere sul serio!-
-Ok…ma
adesso vorrei dormire un po:mi si stanno chiudendo gli occhi!-
i tre
giorni successivi furono molto faticosi: la piccola compagnia non faceva altro
che camminare in mezzo ad una steppa deserta ed esposta al sole…era una delle
poche zone completamente disabitate del mondo parallelo, ed era anche una delle
più fastidiose: pochissimi alberi e molto sole, solo uccelli e nient’altro
cibio che piccole piantine selvatiche. Roy dovette mettere in moto tutto il suo
ingegno per tenersi al riparo dagli eventuali ed invisibili occhi delle spie
del conte. Non appena il paesaggio si trasformò in una piacevole collina,
affiancata da un fiume, le due ragazze fecero salt di gioia.
-Shiran,
un fiume!!finalmente acqua fresca, vieni-
-Ragazze,
non isamo molto al sicuro:mi pare che da qui il villaggio di Baaltimora disti
solo un…tre miglia diciamo…e Baaltimora è una ottima base nemica!!! Richiamo di
farci sentire-
-E dai
Roy…sono tre maledettissimi giorni che non facciamo altro che camminare,
fermiamoci, visto che ne abbiamo l’occasione!!-
-Non posso
concordare con voi…-
-Su,
fratello…vieni con noi-
-Ho detto
no, ragazze-
-Ti
convinciamo noi…-
e le due
gli spruzzarono dell’acqua addosso. A quel punto Roy non potè più resistere,
scrollò i capelli e le raggiunse. Si divertirono talmente tanto che le loro
risate sarebbero bastate e avanzate per un paio di milioni di persone. E Roy si
dimenticò pure della sua preoccuazione, fino a che non sopraggiunse il tramonto.
UN fruscio sospetto attirò le orecchie acute di Roy.
-che
cos’era?-
-non lo
so!- rispose accigliata Shiran.
-sembra
quasi che ci sia qualcun qui…state all’erta-
-Ma non
c’è ness…- …nessuno avrebbe dovuto dire la ragazza, ma non era così, perché una
stretta freccia nera le passo ad un centimetro dalla faccia, apportandole un
piccolo graffio rosso acceso.
-Merda-
imprecò il principe, e tirò fuori l’arco a sua volta. Ma non aveva nemmeno
finito di tirarlo fuori che lo rimise al suo posto: non gli sarebbe servito a
moto in uno scontro con una pattuglia armata fino ai denti di vigorosi troll.
Perciò sguainò prontamente lo spadone che teneva sempre a portata di mano. E
partì lo scontro. I tre troll che si fecero avanti per primi erano i più deboli
della squadra, e per Roy fu piuttosto semplice meterli fuori combattimento con
un paio di vigorosi fendenti. Erano gli altri il problema. Ne schivò uno
parandosi dal lato destro, e si slanciò in avanti, trovandosi faccia a faccia
con un altro molto robusto. Provò a colpirlo dal basso, ma la clava del suo
avversario era già pronta; riprovò dall’alto, ma anche questa volta la clava
salvò il troll. Allora lasciò che questo tentasse di abbassare la clava sulla
sua testa, si schivò gettandosi in avanti e lo colpì con un affondo sulla parte
interna della gamba. Ne uccise un paio all’incirca allo stesso modo, poi si
voltò per vedere come se la cavavano le sue sorelle, e constatò che non andava
tutto molto bene. Due o tre si stavano avicinando alle ragazze indifese, che intanto
indietreggiavano senza sapere cosa fare. Roy le raggiunse e si parò davanti a
loro.
-Quanto
vorrei che non fossimo qui!- esclamò Nihal.
-e dove
vorresti essere…?-replicò il fratello. –non possiamo spostarci!_
-A New
York…vorrei tanto che fossimo a New York…-
e qui
accdde una cosa strana: alla parola New York, i tre elfi sentirono uno stappo
allo stomaco, videro i volti dei troll sfuocarsi e tremare e poi scomparirono
con un botto e una forte scarica di densa energia magnetica…per ricomparire
svenuti a Street Avenue, New York, e proprio in mezzo alla strada, sotto gli
occhi di una marea di persone e alla merce dei taxi.
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