CAPITOLO
4
10 DOMANDE PER CONOSCERTI
Una
volta che anche Brigitte li
ebbe raggiunti, si sistemarono a tavola.
-E
così siete in viaggio?-
domandò Anna portando a tavola un piatto carico di cibo.
Diana
la aiutò a posarlo,
passandole i piatti per riempirli –Esatto, io e Brigitte
siamo arrivate qui
oggi, da un paesino tra Vienna e Graz.-
-Capisco.
E se posso, dove state
andando?- chiese Keith prendendo il piatto dalle mani di Diana.
-Nessun
posto in preciso a dire
la verità…-
-Non
è che siete in fuga vero?-
Anne si era seduta dopo aver servito i piatti, e ora fissava Brigitte e
Diana.
-Direi
sì. Una specie di
fuga…-riflettè Diana pensando alla loro
situazione. In effetti era una vera e
propria fuga.
-E
da chi?- continuò Anne
Brigitte
guardò Diana, non erano
convinte che fosse il caso di dirlo. In fondo il duca di Preminger era
pur
sempre un nobile, e loro avevano appena conosciuto queste persone. Non
potevano
ancora fidarsi.
-Da
chi fuggite?- chiese Johan
–Da un cattivo?-
-Sì,
da un cattivo Johan.-
Anne
e Keith capirono che le
ragazze non ne volevano parlare e rispettarono la loro decisione. In
fondo come
dar loro torto? Erano ancora estranei per loro.
Però
non riusciva a smettere di
fissare Diana, era veramente troppo simile a Nadja perché
fosse una semplice
coincidenza.
-Diana,
conosci per caso una
ragazza di nome Nadja Applefield?-
La
ragazza lo guardò soppesando
anche questa volta, se era il caso di parlare o meno.
-Dimmi,
come fai a conoscerla
tu…E poi forse ti dirò se la conosco.- rispose
Diana.
-Ci
siamo incontrati varie volte
e ci siamo conosciuti…Lei mi ha aiutato in molte occasioni,
è veramente una
brava ragazza…- Keith ancora una volta si perse nei ricordi
e nel dolore.
Doveva dimenticarla, lei aveva scelto Francis. Certo però,
questa nuova ragazza
uguale a lei non lo aiutava nell’impresa.
-Sei
innamorato di lei, non è
così?- domandò Diana vedendo la sfumatura triste
che avevano preso gli occhi
del ragazzo.
Keith
alzò la testa di scatto,
domandosi come aveva fatto quella ragazza a capirlo così
velocemente. –Può
darsi…- rispose piano con un sorriso –E allora, la
conosci?-
-Diciamo
di sì…-
Quella
risposta non fece altro
che aumentare i dubbi di Keith. Chi era quella ragazza misteriosa? Da
chi stava
scappando? E come conosceva Nadja? Erano parenti?
Riprese
il controllo. Non poteva
certamente farle tutte quelle domande, non dal momento in cui si erano
appena
incontrati.
-Sai
Diana,- parlò Brigitte – il
cognome di Keith è uguale a quello di una famiglia di
aristocratici…-
-Non
mi dire...-mormorò Diana
sorpresa, fissando Keith che nel frattempo aveva iniziato una
discussione con
Anne. Quel ragazzo non le piaceva, sapeva troppo cose su Nadja che
avrebbero
potuto ricondurre a lei. Era ovvio che era innamorato di lei, lo si
notava da
come ne parlava e dal espressione che prendevano i suoi occhi. Ma chi
era
veramente Keith? E perché Johan lo chiamava
l’aiutante “magico”?
-E
quale sarebbe?- domandò a
Brigitte continuando a tenere lo sguardo su Keith
-Arcouth.-
-Cosa??!!-
urlò Diana sorpresa.
Tutti gli occhi si rivolsero su di lei. Era troppo strano
perché potesse essere
una semplice coincidenza.
-Cosa
succede?- domandarono Anne
e Keith all’unisono.
-Stavo
dicendo a Diana che Keith
ha –
Diana
interruppe Brigitte prima
che dicesse qualcosa che sarebbe stato meglio non dire –Mi
diceva che Keith ha
il soprannome di “aiutante magico”. Lo avevo
sentito anche da Johan, come mai
questo strano soprannome?-
-Bhè
questo è un segreto. Se
rivelassi la mia magia poi non sarebbe più magica. Ma un
giorno ve la mostrerò,
promesso.-sorrise Keith poi si rivolse nuovamente verso Anne
continuando la
discussione di prima a cui presto si unì anche Brigitte.
Così
Diana si prese un po’ di tempo
per pensare, lei conosceva bene la famiglia Arcouth era una delle
più
prestigiose e influenti famiglie d’Austria. L’erede
del casato Francis Arcouth
aveva qualche hanno in più di lei. E quest’anno
avrebbe preso moglie e di
seguito le redini del casato. E guarda caso adesso questo Keith non
solo aveva
la stessa età ma anche lo stesso cognome di Francis. Era
possibile che Francis Arcouth
si stesse fingendo un’altra persona per scappare dalla sua
famiglia? E se fosse
stato così perché mantenere il cognome? Non era
un’azione molto astuta, ed era
sicura che Francis Arcouth non fosse così stupido da fare un
errore del genere!
Questa
storia non le quadrava del
tutto.
-…sì
anche Diana! Non è così?- la
interpello Brigitte
-Ah
ehm, sì…-
rispose Diana riprendendosi dai suoi pensieri.
-Brigitte
tra
poco dobbiamo andare. Il nostro viaggio continua.- disse Diana
Brigitte
la
guardò interrogativa sapeva che Diana aveva notato qualcosa
che non andava così
annuì –Sì-
-E’
stato un
piacere, Anne, Keith.- mormorò Diana –Adesso si
è fatto tardi e io Brigitte
vorremmo tornare alla locanda per riposare. Johan, ci vediamo
lì. Stai attento
quando torni.-
E
prima che
qualcuno potesse dire qualcosa, le due ragazza uscirono dirigendosi
alla
locanda.
-Cosa
c’è che
non va, Diana?- chiese Brigitte nel percorso.
-C’è
qualcosa
di sospetto in quel Keith Arcouth, ammesso che questo sia il suo vero
nome.-
sussurrò
-Che
intendi?-
-Non
lo so
ancora bene nemmeno io, ma quel ragazzo nasconde qualcosa.-
Brigitte
la
guardò, poi sopirò – Capito. Ho
imparato a fidarmi delle tue sensazioni…-
Diana
le
sorrise ricordando l’episodio a cui si riferiva Brigitte. Era
succedo qualche
hanno fa,quando una sera aveva detto a Brigitte che una cameriera
appena
assunta non le sembrava affidabile. Ed ecco che il giorno dopo era
stata
arrestata per aver rubato due quadri preziosi nella villa.
-Bene.
Adesso non so se sia il
caso di cambiare locanda….-
-Perché?-
-Dobbiamo
cercare di stargli alla
larga prima che scopra qualcosa che non deve.-
-Capito.
Allora che ne dici se
restiamo ancora un po’, così vediamo se il
papà di Johan si rimette, e poi ce
ne andiamo?-
-Mi
sembra una buona idea.-
Le
due ragazze arrivarono alla
locanda ed entrarono nella loro stanza.
-Che
stanchezza…Non vedo l’ora di
farmi una dormita.- disse Brigitte sfilandosi i vestiti e indossando
una
camicia da notte.
Diana
fece lo stesso e si sedette
sul letto.-Eccoti accontentata allora.-
-Già.
Buona notte Diana.- mormorò
l’altra stesa nel letto prima di addormentarsi.
-Buona
notte Brigitte.-
Diana,
nonostante quel giorno si
fossero svegliate molto presto non riuscì a prendere sonno.
Aveva troppi
pensieri per la testa. Molti dei quali riguardanti il duca di
Preminger. Sperava
con tutto il cuore che non la trovasse ma a questo punto,
pensò Diana, il nonno
avrà già assunto delle persone per cercarla
ovunque.
Visto
che non riusciva proprio ad
addormentarsi Diana uscì dalla stanza e andò sul
balcone che c’era sul
corridoio.
Uscita,
respirò a pieni polmoni
quell’aria che ancora sapeva così tanto di
libertà. Le piaceva quel posto.
Pieno
di casette e di persone,
forse la gente ci poteva essere abituata, ma per lei che era la prima
volta,
sembrava tutto così bello.
Si
prese un po’ di tempo per
godersi il panorama e l’aria scura e pacifica della notte.
-Pssss.
Ehi Diana? Sei tu…?- una
voce dietro di lei la stava chiamando bisbigliando.
Diana
si voltò sorpresa e dietro
di lei trovò Keith con in braccio Johan dormiente.
–Sì sono io.- sospirò
rientrando e andando loro incontro.
-Scusa
il disturbo. Qual è la
stanza di Johan?-
La
ragazza indicò una porta lì
vicino, e li si diresse Keith. Dopo qualche minuto ne uscì
chiudendo la porta
lentamente.
Il
ragazzo si avvicinò a Diana
–Che facevi lì fuori?- chiese
-Prendevo
una boccata d’aria e
guardavo il panorama.-mormorò Diana –Saresti
libero adesso, Keith?-
-Sì…perché?-
-Ti
vorrei chiedere alcune cose…-
-D’accordo,
seguimi.- sussurrò
Keith prendendola per mano e conducendola su un altro balcone. Poi
d’un tratto
la sollevo in braccio e con un agile salto salì sul tetto
delle casa affianco.
-Da
qui il panorama è migliore.-
disse sedendosi sulle tegole.
Diana
che era senza fiato per il
salto, espirò lentamente prima di dargli un pugno sul
braccio. –La prossima
volta che decidi di farmi prendere un colpo, avvertimi!-
Però
era vero, da lì il panorama
era migliore. Si poteva vedere una distesa immensa di case e luci, in
contrasto
con il cielo quasi nero. Così si sedette a sua volta.
-So
chi sei.-mormorò Diana
fissando Keith negli occhi azzurri.
Per
un attimo il ragazzo
trattenne il respiro. A che si riferiva? Al fatto che era un nobile? O
che era
Rosanera?
-Di
che parli?- le domandò con un
finto sorriso che nascondeva una certa inquietudine.
-Dai,
pensavo fossi più
intelligente, veramente. Tu sei Francis Arcouth l’erede di
uno dei casati
nobili più prestigiosi dell’Austria! Sinceramente,
non sei stato molto furbo a
cambiare solo il nome e non il cognome... Ma alla fine chi sono io per
farti la
morale?! Visto che anche io sono scappata…- sorrise Diana al
buio.
-Mi
stai dicendo che pensi che io
sia Francis???- chiese Keith incredulo.
-Sì.
Ci sono troppe cose in
comune perché possa essere una coincidenza. Certo, io non ho
mai visto Francis
quindi non so com’è però so che ha la
tua età e che fa cognome Arcouth. E ti
assicuro che nella lista dei cognomi comuni in Austria,
“Arcouth” è l’ultimo.-
A
quel punto Keith scoppiò a ridere. Lui,
Francis? Come se fosse possibile
che suo fratello venisse mai ad abitare nei quartieri poveri di Vienna,
anche
se stesse scappando, era assurdo!
-Se
conoscessi Francis non lo
avresti mai pensato…- mormorò smettendo di ridere
ma comunque sorridendo.
-Ah
e tu lo conosci?-
-Diciamo
di sì-
-O
è sì o è no!-
-Facciamo
un patto allora.
Abbiamo 10 domande a testa. Io rispondo sinceramente e tu fai lo stesso
d’accordo?- sussurrò Keith con un sorriso
-Non
so…I miei segreti valgono
sicuramente di più dei tuoi…!-
-Io
non ne sarei così sicuro.-
-Come
faccio a sapere che mi
posso fidare di te?-
-Prometto
che quello che mi dirai
stasera resterà un segreto a il resto del mondo. Hai la mia
parola.- Gli occhi
di Keith erano così limpidi e sinceri che Diana ci volle
credere. In fondo
doveva iniziare a fidarsi delle persone, fin’ora non era
stata molto propensa a
farlo a causa dell’ambiente in cui viveva, ma adesso che era
circondata da
gente comune avrebbe potuto iniziare a riporre in loro un po’
più di fiducia.
-D’accordo
allora, accetto!-
sorrise a sua volta
-Bene
allora ti concedo la prima
domanda…-
-Che
gentiluomo… Allora domanda 1,
ammesso che Keith sia il tuo vero nome, chi sei veramente?-
Keith
sospirò, perché si fidava
già di quella ragazza così tanto che era pronto a
dirle la verità? Forse perché
assomigliava a Nadja?
-D’accordo.
Vedo che sei arrivata
dritta al punto… Vediamo, probabilmente non ci crederai.-
-Vedremo,
forza parla!- disse
Diana, entusiasta all’idea di scoprire qualcosa di scottante.
-Keith
Arcouth è il mio vero
nome. Sono il figlio del famiglia aristocratica Arcouth
nonché fratello gemello
di Francis.-
-COSA?!?!?
Scherzi? E che ci fai
qui?- Come faceva a credere che quello era veramente il figlio della
famiglia
nobiliare… Certo che come situazione era simile alla sua,
ora che ci pensava.
-Eh
no.. Questa è un’altra domanda
ed ora è il mio turno. Domanda 1, ammesso che Diana sia il
tuo vero nome, chi
sei veramente?-
-Che
fai mi copi?- rise Diana
-Proprio
così. – rise Keith a sua
volta.
-D’accordo.
Però mi devi giurare
che non lo dirai a nessuno.-
-Ti
ho già dato la mia parola che
quello che mi dirai stasera resterà segreto al mondo.-
-Sono
sicura che si finirà a
parlare di Nadja…-mormorò Diana a se stessa
–D’accordo allora, Diana è il mio vero
nome, Diana Preminger. Sono la figlia di
Colette Preminger, il duca di Preminger è mio nonno, Nadja
è mia sorella.-
Keith
non parlò nemmeno. Era
troppo sorpreso. Non aveva mai sentito parlare della sorella di Nadja,
eppure
avrebbe dovuto dirglielo! E se nemmeno Nadja stessa sapeva
dell’esistenza di
Diana? Okay, okay calma. Keith cercò di tranquillizzarsi
invano. Se quella
ragazza era veramente la sorella di Nadja, allora che ci faceva
lì? E da chi
stava scappando?
-Tocca
a me. Cioè almeno appena
ti sarai ripreso dallo shock di sapere che la tua amata ha una sorella
gemella.-
-Non
è la mia amata.- sussurrò
Keith mentre gli occhi riacquistavano quella sfumatura triste.
-No!
Per favore no! Non assumere
quello sguardo perché, seriamente, non lo reggo. Scusami, mi
dispiace
d’accordo? Figurati!Se non vuoi parlare di Nadja fai un
favore anche a me…-
Keith
rialzò lo sguardo con un
sorriso.
-Allora
tocca a me no?
Mh…vediamo…domanda 2: Che ci fai qui?-
-Sono
scappato quando avevo
ancora 15 anni e
adesso, diciamo che
vagabondo…-
-Capisco…-
-Mio
turno! Domanda 2: Che ci fai
qui?-
-Sei
proprio un copione allora!-
mormorò Diana fingendosi esasperata ma con un sorriso sulle
labbra.
-Mi
hai scoperto!- esclamò Keith
alzando le mani, ma ridacchiando.
-Sono
scappata quando avevo 15
anni, e adesso, diciamo che vagabondo…-
Keith
rise -Ehi!! Poi dici a me?-
-Okay,
okay…Sono scappata oggi
alle una di notte. E adesso vagabonderò, voglio vedere il
mondo!-
-Perché
sei scappata?-
-Mi
spiace, turno mio domanda
mia! Domanda 3: perché sei scappato?-
Keith
si fece serio rivolgendo lo
sguardo al panorama di fronte a lui –Perché
detestavo l’ipocrisia che regnava
padrona in quegli ambienti. Mentre qui fuori c’era, e
tutt’ora c’è, gente che
lotta per un pezzo di pane, che è in bilico tra la vita e la
morte! E mentre i
nobili e gli aristocratici organizzano i loro sfarzosi balli qui ci
sono
bambini che lavorano sodo per guadagnarsi soldi per
medicine…-
-Capisco.-
Diana era incredula,
la loro storia era così simile. E come se lo capiva, lo
capiva fin troppo. Lei
era stata prigioniera 16 anni di quell’ipocrisia.
Dall’altra
parte Keith si
domandava come faceva a rivelare a quella ragazza, appena incontrata,
le cose
con tanta facilità. E la cosa ancora più assurda
è che quella ragazza sembrava
veramente capire.
-Tu
invece, perché?-
-Più
o meno per lo stesso tuo
motivo. Ma se rispondo a questa domanda risponderò
praticamente a tutte.-
-Allora
facciamo che vale 2…-
Keith, che aveva iniziato il gioco solo con lo scopo di scoprire se
quella
ragazza aveva cattive intenzioni, adesso ne era veramente interessato.
-Va
bene.- sorrise Diana -Sin da
quando ero piccola sono stata prigioniera in una villa. Dire che ero
prigioniera è esagerato: avevo tutto quello che desideravo.
Tutto tranne la
libertà di poter uscire. Per 16 anni non ho mai messo piede
fuori dal cancello
di quella villa, tranne oggi quando sono scappata. Perché
sono scappata? Credo
che adesso potrai capirlo anche tu. Ero stanca, stanca dei piani loschi
di mio
nonno, stanca della monotonia della vita e stanca che ci fosse sempre
qualcuno
che decideva della mia vita al mio posto.-
Quando
finì di parlare Diana
aveva gli occhi lucidi, si volse a guardare il cielo, per non
incontrare gli
occhi di Keith e per non mostrargli le sue lacrime. Ma fui lui stesso a
prendergli il viso e voltarlo delicatamente per poi asciugarle con un
sorriso
rassicurante quelle gocce salate.
-Grazie.-
sussurrò Keith
-Grazie
a te per avermi
ascoltata.- mormorò Diana riscoprendo un sorriso
–Ora però è il mio turno...
Domanda 4: non ti manca tuo fratello o la tua famiglia?-
-Qui
si va sul
personale…Onestamente no. Io e mio fratello andiamo
d’accordo a tratti. E
comunque qualche volta ci incontriamo. Quindi non mi manca del tutto
per poter
sentire nostalgia. Per quanto riguarda i miei genitori… mia
madre è morta e sì,
lei mi manca, ma mi mancava anche quando vivevo lì. E mio
padre è una versione
un po’ meno cattiva di tuo nonno quindi no, non mi manca.-
-Mi
spiace…, per tua madre
intendo…-
-Non
ti preoccupare, è passato
tanto tempo… Diciamo che un po’ ci ho fatto
l’abitudine.- lo sguardo di Keith
si spostò dagli occhi di Diana al cielo stellato, per poi
ritornare sul viso
della ragazza. –Adesso la mia domanda sarà diversa
dalla tua. Domanda 5: tua
mamma o tua sorella, sanno della tua esistenza?-
Ancora
una volta lo sguardo di
Diana si fece malinconico –No.-
Keith
si morse la lingua per il
modo in cui le aveva posto la domanda. Era stato troppo diretto.
-Mi
dispiace.-mormorò
-Non
farlo. Non le ho mai avute
al mio fianco quindi non so come sia averle, è per questo
che non mi sono
mancate. Se una cosa non ce l’hai dall’inizio non
ti può mancare…- disse Diana
più a se stessa che a Keith –Ora tocca a me!!
Domanda 5: Cosa hai fatto dopo
che sei scappato di casa?-
Keith
imprecò mentalmente. Sapeva
che prima di arrivare alla numero 10 lei avrebbe posto questa domanda.
E ora
cosa le avrebbe detto?! Che era un ladro di nome Rosanera?!
D’altronde se non
glielo avesse detto avrebbe mentito. Non se la sentiva di mentirle.
-Rubavo.-
FINE CAPITOLO QUARTO
***Angolo Autrice***
GRAZIE A TUTTI PER
AVER LETTO IL QUARTO CAPITOLO DELLA FANFICTION
SPERO VI SIA
PIACIUTO E CHE LASCERETE QUALCHE COMMENTO ^^
NEL PROSSIMO CAPITOLO
IL GIOCO DELLE 10 DOMANDE PROSEGUIRA' E SCOPRIREMO ANCHE COME REAGIRA'
DIANA ALLA VERITA' RIGUARDO LA ROSA NERA!!^^
PASSIAMO AI
RINGRAZIAMENTI^^
RINGRAZIO LE
PERSONE CHE L'HANNO AGGIUNTA TRE LE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE!
E COLORO CHE HANNO
RECENSITO:
ANELIN :
Grazie mille per i complimenti sono felice che ti piaccia! Anche
perchè nemmeno io ne ero molto convinta! Spero che anche
questo capitolo ti sia piaciuto! Un po' lunghetto xD
Grazie per le
recensionI! Ti aspetto nel prossimo capitolo! Baci Irene
EMILISSA15:
Grazie ^^ Mi fa piacere che la storia ti piaccia!! ^^Non sono proprio
una fan della coppia Nadja Francis, in realtà sono molto
indecisa^^ Mi dava solo un po' fastidio che Keith rimaneva da solo. Ma
francamente non so' con chi la preferisco^^ Tu? Spero che il capitolo
ti sia piaciuto anche se era un po' lungo! Ti aspetto nel prossimo!
Baci Irene
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