Novela di Stateira (/viewuser.php?uid=11251)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 1 *** 1. ***
X Drake aveva già fiutato il pericolo
PREMESSA
A Koorime, che se la merita.
*Spuc* çOç
Novela
1.
X Drake aveva già
fiutato il pericolo.
Forte e chiaro, fin
da quando aveva fatto clangare le sue armi contro quelle dei novellini dal
temperamento troppo vivace. Di più, fin da quando aveva spiccato il balzo che
li avrebbe fermati.
Era una posizione
rischiosa ma privilegiata, la sua, quella di un uomo che aveva tradito la
Marina per darsi alla pirateria, e che conduceva la sua ciurma di manigoldi con
il cipiglio sobrio del contrammiraglio che era stato, senza rinnegare dentro di
sé né l’una né l’altra natura. Un’ambivalenza ricca di pro e di contro.
Continuò a
camminare, nonostante si aspettasse da un momento all’altro un attacco, un
fendente, qualcosa.
“Ah” constatò
mentalmente, al pigro levarsi di un peculiare cappello di pelliccia. Finse di
non incrociare i suoi occhi, camuffato com’era dietro alla sua maschera. Ma
sapeva. “Così, sei tu il mio avversario”.
Non preparò alcuna
difesa. Non avrebbe potuto, non senza darlo a vedere e metterlo nella
condizione di ridere di lui, dato che, a quanto pareva, aveva orchestrato tutto
quello scherzo soltanto per divertirsi un po’. Ma la stilettata arrivò, arrivò
e fece centro con vertiginosa precisione.
- Drake. Tu quanti
ne hai uccisi? –
Merda.
Drake non lo disse
ad alta voce perché era un signore, ma lo pensò con limpidezza.
Quel Law. Quel
farabutto.
Faticava non poco a
considerarlo un compagno, ora che a tutti gli effetti lo era. Venivano entrambi
dal Settentrione, ed un altro pro della sua situazione era conoscere certi
polli fin da quand’erano pulcini.
La sua domanda,
l’aveva pronunciata forte e chiara.
Perché sentissero
tutti.
Tutti.
E questo poteva
significare una cosa soltanto: che sapeva. Oh sì, sapeva bene.
Decise che, a quel
punto, tanto valeva ignorarlo e continuare a camminare. La sua strada era già
segnata in ogni modo, e lo avrebbe ricondotto indietro, costringendolo a
cambiare i suoi piani. Dopo pochi secondi, infatti, la tasca interna della sua
blusa gli trasmise una sensazione familiare di calore, che non lo sorprese
affatto. Lui infilò due dita nella fessura sfiorò velocemente il piccolo rubino
che vi era nascosto, come in una tacita richiesta di aspettare.
Quel dannato
Trafalgar Law sapeva bene.
Sapeva che aveva
con sé qualcosa di prezioso. Qualcosa di Basil.
E Basil aveva
sentito tutto.
E dire che in tanti
consideravano il suo sadismo una leggenda da bettola. Se non fosse stato un
uomo d’onore, lo avrebbe fatto a pezzi seduta stante, ma Law era molto meno
imprudente e molto più pazzo di quanto dava a vedere, perciò si era preoccupato
di crearsi le condizioni ideali a lanciare la stoccata senza rischiare un
duello.
E lui, ormai, aveva
un appuntamento a cui non poteva sottrarsi.
- Diez. –
Eccolo lì. Aveva
già preso posto ad un tavolo, anzi, aveva addirittura già ordinato per
entrambi. Vino rosso, color sangue. Basil Hawkins era un pirata atipico che non
beveva mai rhum. Lui sì, ogni tanto ne beveva un po’, per prendersi in giro. Si
mise a sedere tradendo solo una minima parte del suo nervosismo, nonostante il
suo sguardo insistente lo avesse accompagnato fin dalla porta.
Lo chiamava Diez,
quando tutti lo chiamavano semplicemente Ics.
Diez. Come nessuno
osava mai.
Ah, quello sguardo
vuoto solo in apparenza. Gli faceva tornare in mente tutti i sigari che aveva
fumato durante il servizio in Marina. Anche se non erano stati tanti. Era
sempre stato un vizio piacevole ma non necessario, che aveva finito con il
sacrificare volentieri alla sua nuova vita. Non ricordava nemmeno se Basil
l’avesse mai visto fumare.
Probabilmente sì,
se ora il suo regolare sbattere di ciglia gli ricordava tanto deliberatamente
il sapore di tabacco in bocca, e tutte le sensazioni soddisfacenti del lento
aspirare.
- Che cosa voleva
dire Trafalgar Law? –
- Non è importante.
– rispose Drake senza troppa convinzione. Aveva imparato che alle domande
brucianti di Basil occorreva rispondere in modo altrettanto diretto e asciutto,
se non si voleva che la sconfitta fosse totale.
Lo vide caricare il
proprio peso sulle braccia conserte in modo quasi impercettibile. Per il resto,
la sua espressione non si modificò affatto.
- Tu credi? – lo
riprese. Anche la sua voce si era mantenuta morbida e piatta come sempre. A
pensarci bene, forse non l’aveva mai sentito gridare. A parte, si intende…
Era arrabbiato? Chi
poteva dirlo.
- Basil. –
- Vorrei che tu mi
spiegassi. –
Drake sospirò
qualcosa che assomigliava ad un improperio, mentre si abbandonava all’indietro,
la testa leggermente ciondoloni oltre lo schienale della sedia. Era stanco, o
almeno, così voleva apparire. Come un uomo che, con tutta la sua dignità, non
cerca di celare il suo senso di impotenza.
Avrebbe voluto
toccare Basil. Sfiorargli una guancia tiepida e liscia con reverenza,
dimenticando tutto il resto per poter semplicemente essere con lui. Ma ci mise
un attimo a riprendersi.
- Credevo che tu
sapessi già. Sai sempre tutto, di solito. –
- Parli con troppa
supponenza. La tua mente l’hai sempre tenuta lontana da me. Affinché io non
potessi leggerla. –
Fra loro scese
un’atmosfera sottile, carica di impalpabile pulviscolo che rendeva l’aria
irrespirabile.
- Diez. – lo chiamò
di nuovo. Quando lo faceva, esercitava un potere sconfinato su Drake, che ad
occhi chiusi, raccolse una mano guantata fra le sue e la baciò in silenzio, con
devozione.
- L’ho fatto per
proteggerti. –
- Spiegati. –
- Te lo dirò,
allora. Ti dirò tutto quel che ho fatto per te. –
ANGOLINO!
Bene, eccoci qui. questa storia consta di sei brevi
capitoli, ed è già conclusa, quindi l’aggiornamento sarà regolare, e non sapete
quanto ciò mi renda felice çOç
Sì, il titolo è in spagnolo, in omaggio al nome
spagnoleggiante di Drake. E sì, è una chiara assonanza con Supernova. E sì,
sono malata di mente. U_U
Aaaawn.. Spasimo per le Supernove. Devo averlo già detto. E
se Kidd e Law sono il l’aspetto freakin’ sexxxy della faccenda, Drake e Hawkins
sono invece talmente romantici che nemmeno il peggior Harmony della storia
oserebbe arrivare fin dove loro si sono spinti.
Gustateveli.
E amateli, soprattutto. Che Basil ha un musino tristino che
non gli si resiste. çOç
P.S. no, non mi sono dimenticata ciò che ho promesso in un
impeto di delirio in “Room”: sto DAVVERO scrivendo una cosaccia su Kidd che
canta le canzoni dei Kiss sotto la doccia. Prossimamente su questi schermi.
Tremate.
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Capitolo 2 *** 2. ***
- Capitano Hawkins
2.
- Capitano Hawkins!
–
- Capitano! Le vele
sono ingovernabili! –
- Capitano, cosa
facciamo? –
Era paradossale.
Il capitano Hawkins
sembrava sordo ai richiami dei suoi uomini, immobile com’era sulla prua della
sua nave che annaspava fra un’onda e l’altra. Il mare ruggiva, squassato dalla
coda di una tempesta che li aveva colti alla sprovvista, e proprio nel momento
peggiore. Per ironia della sorte, il sole che fino a quel momento li aveva
guidati era diventato un faro troppo abbagliante, dietro alle spesse nubi
grigiastre e gonfie di elettricità che sparavano i suoi riflessi ovunque in un
gioco che accecava gli occhi.
E poi, c’era la
Marina.
Erano stati proprio
quei cani a spingerli verso l’uragano, senza pensare che una strategia del
genere non avrebbe giovato a nessuno. Era una nave sola, ma era maledettamente
più grande della loro, e poco ci mancava che avesse bocche di cannone persino
sull’ancora. Se li avesse raggiunti, non avrebbe nemmeno avuto bisogno di dare
l’assalto: sarebbero bastati un paio di colpi da quelle bestie di ferro per
farli colare a picco in mare aperto, loro e tutti i loro sogni.
- Capitano, che
cosa facciamo? –
Era il suo
Nostromo. Ansimava, aveva le vene del collo gonfie per il pulsare forsennato
del suo giovane cuore che non voleva morire ancora. Hawkins lo squadrò con
quella sua mite, sottile insofferenza, come se lo avesse interrotto durante un
pasto.
- Calate una
scialuppa. Scenderò. –
- Scenderete,
Capitano? –
Fu difficile per
lui comprendere la sua confusione, subito. Il perché lo guardasse come se la
sua richiesta di calare quattro assi di legno nella furia del mare fosse una
richiesta assurda. Certe volte Basil Hawkins dimenticava che cosa si provasse a
non sapere.
- Andrà tutto bene.
– anticipò. Solo in quel momento il Nostromo si accorse del movimento
impercettibile e svelto del polso, con cui stava rimettendo in ordine le sue
carte dentro alla manica, al riparo dagli spruzzi d’acqua. Un senso di sollievo
gli informicolì le mani prima che avesse avuto il tempo di darsi dello stupido.
– La Marina vuole me. Se mi consegnerò, desisteranno dall’inseguirvi, con il
mare in queste condizioni. –
- Ma voi, Capitano…
-
- Io riuscirò a
cavarmela. Aspettatemi prima della Reverse Mountain, vi raggiungerò. –
- E’ troppo
rischioso! –
La nave diede un
sussulto che costrinse entrambi ad aggrapparsi ad appigli di fortuna per
evitare di essere sbalzati fuori bordo. Quanto a Hawkins, lo prese come un
segnale di far presto, e gli bastò uno sguardo spazientito al suo sottoposto,
per trasmettergli la stessa sensazione.
La scialuppa fu
calata, fra le proteste dell’equipaggio. Una così fragile barchetta, salvare
tutti loro e il capitano? Non avrebbe resistito a più di un’onda, senza contare
che sarebbe stata in completa balìa del veliero della Marina. Un insetto
schiacciato dallo zoccolo di un cavallo imbizzarrito che, anche se avesse
voluto, avrebbe fatto molta più fatica ad evitarlo che non a travolgerlo.
Il capitano Hawkins
sembrava così piccolo. Mai come in quel momento l’impressione che la sua figura
fosse fragile era stata più netta. Mai come in quel momento era stata più
falsa.
Le onde se lo
portarono via in un baleno, calamitandolo lontano dalla sua nave, e presto
tutto ciò che i suoi uomini riuscirono ad intuire di lui fu che la nave della
marina aveva smesso di ansimare sui loro colli.
Non restava che
obbedire ai suoi ordini, quindi. La Reverse Mountain non distava molto.
Chiuse gli occhi.
La scialuppa aveva
resistito con stoica ostinazione alla bufera, anche più di ciò che si fosse
aspettato. Poi, si era spezzata in due come un tozzo di pane secco di giorni,
scaraventandolo in mare.
Ma nonostante
l’acqua lo opprimesse e gli risucchiasse via ogni energia, non aveva paura.
Le carte avevano
parlato chiaro.
Anche la mancanza
di ossigeno parlava chiaro, certo.
Ma con l’ossigeno
si poteva combattere un duello di ostinazione che, per caparbio che fosse
l’avversario, aveva un risultato già segnato negli enigmatici disegni di un
mazzo di carte che, a quanto sembrava, conoscevano la vita di Basil Hawkins
meglio di lui.
Una mano gli fuggì
verso l’alto, galleggiando per inerzia, e qualcosa l’afferrò con inaudita
forza. A Hawkins sembrò, nella confusione della semincoscienza, l’artiglio di
qualche creatura mostruosa, ma quando socchiuse gli occhi, con le poche forse
che gli restavano, intravide una semplice mano umana, offuscata dall’agitarsi
torbido di acqua e schiuma.
Un istante dopo, i
suoi polmoni ispirarono dolorosamente e con foga l’aria umida ed odorosa di
alghe.
X Drake, il
Contrammiraglio Drake, dondolava aggrappato ad una fune che si era legata
attorno al polso. Pendeva dal parapetto della nave ed era tenuta, per ulteriore
sicurezza, da un paio di massicci uomini in divisa. Lui era a petto nudo, per
non essere intralciato nei movimenti. Evidentemente, aveva voluto rischiare il
collo in prima persona per il suo prigioniero di lusso, che ora sorreggeva per
un braccio, certo della sua totale innocuità come solo qualcuno che aveva
provato sulla propria pelle di possessore del Frutto l’effetto dell’acqua di
mare poteva essere.
- Hawkins. – raspò,
schiacciando con la sua sola autorità il muggito del mare. Si sarebbe detto che
l’avesse voluto scuotere. – Non ti lascio morire così facilmente. Non prima di
averti arrestato. –
ANGOLINO!
Ed eccoci all’inizio vero e proprio della storia.
Non chiedetemi perché, ma l’immagine di Drake appeso a
questa corda mi fa morire. La sua monoespressione applicata allo sforzo fisico
è qualcosa di impagabile, davvero.
Red Queen: Addirittura da Alexander, quanta strada
fatta! XD mi fa molto piacere che ti ricordi ancora, e sono molto felice che
questa storia ti appassioni, anche se i temerari protagonisti non sono fra i
personaggi più popolari, in effetti. Ma meritano tanto, puccini belli loro! çOç
Fujiima: ma ti pareva che potessi lasciare Law fuori
dai giochi? Ti posso garantire che il maledetto ricopre un ruolo notevole,
invece. Ti ringrazio tantissimo e spero che continuerai a seguire le avventure
dei nostri prodi! Kidd e i Kiss stanno arrivando, e credimi, mi viene da
piangere al solo pensare quanto sia surreale e demenziale ciò che sto scrivendo
in proposito…
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Capitolo 3 *** 3. ***
3
3.
Era minuscola, la
base militare in cui Basil Hawkins era stato portato. Praticamente uno scoglio
su cui la Marina aveva deciso di arroccare un unico edificio che fungeva da
porto militare, caserma e carcere. E la sua cella manteneva le proporzioni dell’insieme:
correva lunga per una trentina abbondante di sbarre, ma schiacciata nella
parete di cemento nudo, larga appena lo spazio del letto e di un paio di gambe
in piedi accanto ad esso. Era fatta apposta, insomma, perché un prigioniero ci
si potesse muovere soltanto camminando avanti e indietro come una bestia
impotente.
Ma Hawkins non era
certo un prigioniero come gli altri. Drake andava ad interrogarlo ogni giorno,
alle quattro del pomeriggio precise, e mai una volta lo aveva visto irritato o
scomposto. Faticava persino a trovare in lui qualche segno di prostrazione
fisica, nonostante il regime di prigionia non troppo gentile.
Hawkins era mite ai
limiti dell’apatia, e caparbio ai limiti dell’irrimediabilità.
No, non avrebbe
collaborato con la Marina.
Mai.
No, non avrebbe
consegnato i suoi uomini.
No, non era ancora
finita. Le carte non falliscono mai.
La gogna non gli
faceva paura, e tantomeno la ghigliottina.
Drake si era sempre
preoccupato di guardarlo ben dritto negli occhi ogni volta che gliel’aveva
paventata, e poteva giurare che diceva il vero.
Non provava il
minimo timore, ma non sembrava, il suo, il coraggio di un leone indomito,
quanto più una inattaccabile consapevolezza che non gli dava modo di temere un
nemico che, semplicemente, non c’era. Drake si sentiva calpestato, da questo,
ma anche un po’ intrigato, perché no.
Ad ogni modo,
perché volesse entrare nella Grand Line non era cosa che lo riguardasse.
Il One Piece? Forse
sì, forse no.
Perché inseguiva il
One Piece?
E lui? Perché aveva
scelto la via della Marina?
Davvero la Marina
incarnava la legge, o non sarà che la legge è decisa dalla Marina stessa?
Perché non era
forse evidente che gli uomini rispettano le regole scritte da altri uomini,
così come i cani seguono le tracce odorose lasciate da altri cani senza poter
sapere dove condurranno, soltanto armati di una primordiale fiducia nel fatto
che quelli venuti prima di loro fossero stati accorti?
Era nativo
dell’arcipelago di Irani, Hawkins. Ma lo aveva lasciato presto, non si era mai sentito
davvero a casa laggiù. Era successo anche a lui, vero? Aveva provato anche lui
quell’inquietudine inafferrabile, che lo aveva torturato come una brace sempre
accesa in fondo al cuore.
Lui, di dov’era?
Ah, di Firestum.
Non distava che un’ora di nave da Irani, se la memoria non lo ingannava.
Curiosa
coincidenza, l’essere cresciuti così vicini. Non lo pensava anche il
Contrammiraglio? Come si pronunciava, poi? Oh, Diez. Diez Drake.
No, non gli avrebbe
rivelato com’era entrato in possesso del Frutto del Diavolo. E lui? Voleva
raccontarglielo, del suo? No, certo che no. Non sarebbe servito a niente,
comunque, chiusi dentro a quella cella di agalmatolite che li fiaccava entrambi
senza fare distinzione fra prigioniero e carceriere.
Di leggende, sulla
Grand Line, ne aveva sentite innumerevoli. Molte non vere, ma la maggior parte
certamente sì, le più terribili, almeno. Davvero lui non ci era mai stato?
Nonostante il grado di ufficiale? Era lecito chiedere se non provasse
curiosità, per quel posto? La Marina, dopotutto, può attraversare le Fasce di
Bonaccia.
Così, stava
leggendo “Corsari dell’Alba”? A che punto era? È un buon romanzo. Sì, l’aveva
già letto tutto, lui. Avrebbe dovuto continuarlo, gli sarebbe senz’altro
piaciuto.
Avrebbe gradito che
gli si lavassero i vestiti, se fosse stato possibile. Non ne voleva di
ricambio, no, preferiva tenere i suoi.
Oh, Basil Hawkins
era temibile. Dopo un mese esatto di reclusione, Drake non gli aveva mai
sentito fare altre richieste che non fossero quelle di potersi lavare spesso e
mantenersi in ordine. Gli ripeteva sempre di non desiderare un trattamento di
favore soltanto perché il suo nome valeva qualche Berry in più degli altri
detenuti. Qualche milione di Berry in più, gli avrebbe voluto far notare Drake.
Non solo, non aveva mai avuto una parola meno che rispettosa nei riguardi
dell’uomo che lo aveva catturato. Non un’ombra di sprezzo nel titolo di
Contrammiraglio con cui lo salutava. Non un moto di rabbia, o almeno di
insofferenza per la sua asfissiante presenza. Anzi, al contrario, quando andava
a fargli visita vedeva chiaramente la sua ampia fronte distendersi in qualcosa
che poteva rassomigliare ad un contenuto piacere di vederlo. Andare da lui era
diventato in poco tempo un appuntamento con una mente straordinariamente
vivida, in una sorta di oasi che un po’ calmava la sua inquietudine, e poi la
accresceva sempre un poco di più, una volta fuori.
No, non era
l’effetto dell'agalmatolite.
Hawkins giocava con
le sue stesse regole, e non per strategia. Starlo ad ascoltare era come
contemplare un gemello perduto e finito chissà come dall’altra parte di un
incolmabile precipizio.
E non c’erano
ponti.
Nessun ponte, fra
le manette e il Jolly Roger. Hawkins avrebbe dovuto saltare.
In quei giorni,
Drake arrivò a provare sentimenti contrastanti per il suo lavoro con più
intensità del solito: perché, se era vero che concedersi inutili favoritismi, o
peggio ancora debolezze, nei confronti di un prigioniero, era ancora
tollerabile, di sicuro non lo era il fatto che qualche nota, nelle sue
orecchie, cominciasse a stonare.
Proprio così, c’era
qualche regola che gli restava sulla lingua, c’era qualcosa, negli orari rigidi
del cambio di guardia, che gli opprimeva il petto. E, quando uno dei suoi
collaboratori più stretti gli fece notare, con qualche esitazione, che aveva
raddoppiato il numero di sigari giornalieri, se ne impressionò perché davvero
non se n’era reso conto.
Di tutta la sua
giornata, amava le tre e cinquantanove del pomeriggio e detestava la notte,
perché nella sua cabina confortevole si sentiva un prigioniero, e non capiva il
perché.
Non capiva perché i
mezzi racconti di Basil Hawkins gli accendessero una voglia, nello spirito, di
andare per mare.
Lui c’era mai
stato, nella Grand Line?
Poi, accadde una
cosa destabilizzante.
Accadde che l’uomo
di legge si trasformò in pirata, esplodendo nell’anelito primitivo e in fondo
mai del tutto rinnegato di abbandonare le leggi della civica comunità umana per
seguire le proprie.
Diez Drake non era
preparato a gestire un evento simile. Gli era esploso fra le mani, questo
ordigno rimasto acquattato fino a quel momento.
Con il cuore che
gli prendeva il petto a pugni ed una fastidiosa sensazione di vertigine, scese
una volta ancora alle celle, di corsa, pestando con forza i pesanti stivali
scuri sulle scalette di ferro che dalla sua cabina privata conducevano di
sotto.
L’equipaggio si
allarmò.
Lui concesse agli
uomini presenti sul ponte solo il tempo di cercare di fare una domanda, prima
di inchiodarli tutti quanti con un risoluto gesto della mano.
Era una cosa fra
loro due, si diceva.
Brandì la chiave
della cella.
Una cosa fra loro
due.
ANGOLINO!
*O* vi ringrazio tanto per il sostegno, tutti quanti!
Quando questa piccola avventura è partita, davo per scontato
che non sarebbe mai assurta agli onori della popolarità, per via dei personaggi
che tratta, un po’ di secondo piano, almeno per ora.
Adesso, fermo restando che secondo me la gente sottovaluta
il fatto che X Drake sia un benedetto quarto di manzo che all’occorrenza può
trasformarsi in un Tirannosaurus Rex – un Tirannosauro, capite? Vi sembra forse
che Hawkins sia scemo? – sono davvero contenta di vedere un riscontro
entusiasta, e sapere che altri oltre a me amano questi due tenerini.
Parliamo un attimo di Drake. Drake è un esponente di quella
categoria di Seme-Che-Non-Ce-La-Possono-Fare. Cioè, è davvero molto seme, ma
non ne viene fuori, con quella sua monoespressione e quell’atteggiamento tutto
d’un pezzo, quando sappiamo benissimo che è un budino di riso che se Hawkins
reclina la testolina bionda esce a comprargli un mazzo di rose titanico. Non
cambiare mai, Diez, noi ti amiamo.
Una minuscola nota: come avrete notato, per
rispettare la brevità dei capitoli e non dilungarmi troppo, mi sono inventata
un espediente particolare per riassumere un po’ gli interrogatori di Basil, una
specie di botta e risposta tutti da un unico punto di vista. Sono abbastanza
soddisfatta del risultato, ma spero che risulti ben chiaro anche a chi legge,
quindi vi prego di farmi sapere se lo trovate confuso o se vi sembra poco
adatto!
Prometto che tornerò presto con una lunga e pornografica
storia su Kidd e Law, dopo l’esperienza di “Room”. Sì, sì, sto mantenendo la
premessa che vi ho fatto nelle note di quella shot, perciò tremate, ma intanto
coccolatevi loro, che se lo meritano!
ScarletDragonfly: oh no, devi assolutamente rimediare
con la lettura turbo del fumetto! Perché per quanto le amiche enciclopedie ce
la possano raccontare bene, il solo modo per amarli incondizionatamente è conoscerli
di persona, e invitarli fuori a cena per guardarli tubare. U_U Spero che il
continuo ti piaccia!
Yuuko: Tranquilla, gli aggiornamenti come vedi sono
regolari, giorno più giorno meno ogni settimana arriva il capitoletto! Beh
senti, guarda, il momento in cui mi sono follemente innamorata di Drake è
quello in cui arriva a mettere a cuccia Killer e Urouge, ma non solo. Presente
quando Kizaru lo attacca subito dopo aver battuto Apoo? La faccia tesissima che
fa nel vedersi il suo piede davanti? Beh, insomma, sexy. U_U Per non parlare
del fatto che dai, Hawkins, ti ritrovi preso in mezzo fra un Pacifista e un
Ammiraglio, e non trovi di meglio da dire che “Tranquilli, oggi non morirò, il
mio seme verrà a salvarmi da un momento all’altro”? è amore. Kidd e Law li amo
follemente, lo avrai notato leggendo Room, che è seriamente una delle cose più
porno che abbia mai scritto. E ne sto scrivendo ancora, su di loro, perché sono
oggetti di perversione. Oltre a questi quattro, devo dire che non ne ho
pensate, ma possiamo sempre valutare una bella Capone/Urouge, eh? *urgh*
Fujiima: Oh no, dai non fare così, che non devi
aspettare molto per leggere! çOç Drake appeso mi ammazza, fa così cavernicolo,
povero tesoro! XD
Red Queen: Aaaawn, ma grazie, voglio morire se mi
dici tutte queste cose così carine! Ha, ecco qui il seguito. Dì la verità, che
un pochettino siamo tutte invidiose di Hawkins, che pare se la passi fin troppo
bene… Drake è adorabile.
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Capitolo 4 *** 4. ***
4
4.
- Diventa un
pirata. – esclamò appena fu dentro, e al diavolo i soliti convenevoli. La porta
della cella fece un fracasso doloroso alle sue spalle, e lo costrinse a
strattonare le sbarre di agalmatolite per farla chiudere a dovere. – Il
capitano diventa un pirata. –
Basil Hawkins aveva
gli occhi un po’ segnati, ma il suo sguardo era lucido e casto come sempre,
quando si posò sul contrammiraglio. – Oh. – fece, senza mostrare il benché
minimo segno di turbamento. – Buongiorno. Sei già arrivato a quel punto? Leggi
in fretta. –
Drake strinse con
forza i pugni, e per la prima volta da un mese a quella parte provò per Hawkins
l’antipatia istintiva che aveva sempre provato per i filibustieri, e da cui lui
si era fino a quel momento salvato. Desiderò con tutto il cuore di poterlo
riempire di botte.
Gli occhi di
Hawkins erano velati di malinconia come sempre, quella sua eterna, quieta
malinconia di chi guardava gli altri scoprire una trama che lui conosceva già.
Non voleva sottrarsi; non abbassò lo sguardo, e, anche se si trattava di uno
stupido libro, sembrava prendere la cosa sul serio, almeno quanto stava facendo
lui.
- Perché? –
Drake era trafelato
come se avessero davvero lottato per lunghi minuti. Hawkins se ne rimase lì
immobile, inespressivo, ma non poté fare a meno di notare le tracce di sudore
sui suoi vestiti. Così, lo invitò a sedersi con un gesto elegante che gli
indicò la sua branda. Se volesse favorire.
Drake capì che era
venuto il momento di calmarsi, perché era sempre stato un uomo che non cedeva
agli eccessi. Si stupì di sé stesso, anzi, ma non del fatto che fosse stato
mosso in tal modo dalla trama di un libro, quanto più per il fatto che questa
consapevolezza non aiutasse in nessun modo a diminuire la sua eccitazione.
- Perché, dimmelo.
–
- Dirti che cosa? –
- Ho bisogno di
sapere perché diventa pirata. –
Hawkins osservò a
lungo le sue mani coperte da spessi guanti di foggia un po’ sorpassata, ma che
lui ricordava nitidamente come belle e forti, quando l’avevano salvato dal
mare. Le teneva in grembo, a tormentarsi l’un l’altra in modo discreto ma
continuo. Lo colse un poco alla sprovvista, lo dovette ammettere. Non aveva mai
conosciuto nessuno così in ansia per le sorti di un personaggio fittizio.
- Se te lo
rivelassi, ti guasterei il finale del libro. – osservò, laconico.
- Al diavolo il
finale. Dimmelo e basta. –
Hawkins scrollò
brevemente le spalle. Al solito, lo guardava e non lo guardava, quando parlava
con lui. – D’accordo, allora te lo dirò. Diventa un pirata per ritrovare il
fratellino che era scomparso all’inizio della storia. –
Drake sollevò il
volto per guardarlo e corrucciò le sopracciglia.
Deluso.
Ma Basil non perse
la sua espressione fatalista per godersi questa sorta di piccola vittoria.
- La mia risposta
non ti soddisfa? – domandò dolcemente.
Drake si sentì
avvampare per l’imbarazzo. Un po’ burberamente, ribatté: – Non è questo. –
- Eppure, ora hai
perso tutto l’entusiasmo di prima. Posso sapere come mai? –
- E’ una
sciocchezza. Mi ero semplicemente fatto coinvolgere troppo dalla sorte del
protagonista, tutto qui. –
- Capisco. Dunque,
la strada che egli decide di intraprendere, tu non la condividi? –
- Mi ero fatto
un’idea diversa, ma questo non ha nulla a che vedere con le mie convinzioni. –
- È un libro, non
la tua vita. –
- La mia vita,
dici? Non so di che parli. –
- Tu per cosa
diventeresti pirata? –
- Per amore. –
… Oh, no.
Diez Drake, no.
No.
Quasi non poteva
crederci, di aver detto una cosa simile, ma le sue orecchie erano sempre fin
troppo sincere con lui. Distolse lui lo sguardo da Basil per primo, usando
l’ombra del cappello per proteggersi da occhi miti che, tanto, non lo avrebbero
giudicato a prescindere.
Sentì il bisogno di
bere qualcosa di forte.
- Puoi restare
ancora un momento? –
La voce di Basil Hawkins
era lieve come una benda che si posa con attenzione su una ferita ancora
fresca. Lui, però, non ebbe il coraggio di guardarlo. Stupido e vigliacco che
non era altro.
- Se resterai. –
insistette a mezza voce. – Molte cose cambieranno. –
- Cambieranno? –
- Se desideri
toccarmi, puoi farlo. –
Finirono stesi sul
povero lettino scomodo della cella, che reggeva il peso di entrambi per puro
miracolo, ma senza quasi respirare. Hawkins, semplicemente, lo lasciava fare,
docile nei fatti come lo era stato a parole, ma senza subire nulla dei suoi
gesti. Ci fu un momento in cui Drake lo desiderò febbrilmente, e le sue mani
presero da sole le vie dei suoi fianchi, lo strinsero e lo toccarono con
insistenza. E dire che non lo trovava poi così attraente, nonostante i lunghi
capelli biondi e tutta la purezza che promanava costituissero un po’ il suo
astratto ideale.
Lo fermò solo la
remora di essere scoperto dai suoi uomini ed essere scambiato per uno dei tanti
ufficiali che non disdegnavano di divertirsi un po’ con i prigionieri, fintanto
che restavano lì. Oh, nessuno l’avrebbe giudicato, no. Lo facevano tutti.
- Se stanotte… -
cominciò, ruminando le parole senza avere il coraggio di pronunciarle come si
deve. – Venissi a prenderti. –
- Per portarmi
dove? –
- Nel mio alloggio.
–
- D’accordo. –
- Io vorrei… -
- Non serve che tu
dica niente. – lo interruppe Basil, guardandolo da una distanza troppo
ravvicinata e costringendo Drake ad ammettere che, benché i suoi occhi non
avessero niente che valesse la pena di essere ammirato, erano irrimediabilmente
magnetici per lui.
ANGOLINO!
Dunque, ci tengo a dire che sono contentissima che la
trovata dell’interrogatorio sia piaciuta, e soprattutto che sia risultata ben
chiara, che era ciò che mi premeva soprattutto. Sono rimasta in dubbio fino
all’ultimo, vi assicuro!
Poi, una noticina su Drake che mi è stata ispirata dalla
recensione di Yuuko, che ringrazio tantissimo. Dunque, quando l’ho conosciuto
sulle pagine di One Piece, e poi quando ho deciso di scrivere questa storia, mi
sono detta “Beh, se prima era un pezzo grosso della Marina, e ora un pirata
tutto d’un pezzo, evidentemente qualcosa dev’essere cambiato in lui.”. è questa
la “what if” principale. Quindi sono partita da un Drake “diverso”, che si tormenta,
si sente fuori posto, per poi cercare di arrivare al Drake di Oda, quello
“finito”, che ha compiuto il suo percorso, che ha capito. Si può dire che
questa storia sia il racconto del loro amore, ma anche un’indagine su Drake, su
come e perché sia cambiato. Il modo in cui Hawkins lo guida durante
l’interrogatorio è, alla fine, il far emergere i tormenti che aveva già. Ecco,
ci tengo molto a quest’aspetto, e spero che sia abbastanza lineare come
sviluppo!
Kymyt: Ti ringrazio tanto! E sono felice che Drake
abbia una fan, se lo merita. U_U
Scarlet Dragonfly: Bravissima, portali al ristorante
e rimpinzali. Soprattutto Drake che, sai, con lo stomaco da T-Rex che si
ritrova potrebbe costarti un po’ caro, eh. Sono contentissima che questo genere
di strano ti piaccia. Cioè, per quanto la coppietta sia deliziosamente canon
(dai, su, Drake corre al salvataggio del suo uke contro Kizaru), è la storia
nell’insieme che è strana! XD E la causa te la faccio perché, tirando in ballo
il cioccoblocco, mi hai fatto venire tantissima voglia di cioccolato! çOç
Yuuko: sei stata bravissima! çOç Lo so che sono corti
corti, e ti giuro che è una scelta precisa, non è che non abbia niente da dire
su questi due. Figurati, me li spuccio così tanto. XD dai non esagerare,
l’Hawkins di Odacchi ha il potere di farsi capire con poche vignette, che è una
qualità che in Oda e in pochi altri apprezzo in maniera assoluta. Comunque,
sono contentissima, e in effetti gli aspetti che hai sottolineato, il suo
rispetto profondo e la sua pacatezza, sono le caratteristiche che hanno colpito
di più anche me, di questo personaggio. Per quanto riguarda lo shampoo, non sei
l’unica, ma il maledetto dice che le probabilità di rivelare il suo segreto
sono dello 0% çOç
XD giuro che prima o poi scriverò “Corsari dell’Alba” e poi
ci fagirlerò sopra pensando che è il libro del destino! Oh no che divertente il
totocoppie, sicuramente Bepo-Law è qualcosa di… morbidoso, ecco. Oddio, che
paura. ._. Non temere che la kiddlaw sta per arrivare, almeno la shot introduttiva,
e poi sotto con la long!
Red Queen: çOç oh no mi hai scoperta! È che essendo
così brevi, insomma dai, perdonamela, almeno li faccio finire un po’ così!
Guarda, siamo d’accordo che siano entrambi molto controllati, ma non hai anche
tu la sensazione che Drake sia quello, diciamo, più suscettibile agli scleri?
Lo vedo come uno che non si infiamma facilmente, ma quando succede… ehm, vedi
sopra. *indica*. XD Kidd e Law stanno arrivando! Ho appena ultimato una shot
che pubblicherò già domani, credo, e che fa un po’ da ambientazione, diciamo.
Poi, sarà la perdizione totale, yay!
Fujiima: Awn, ma la responsabilità di farli amare il
più possibile me la prendo volentieri! Gh, guarda, per quanto riguarda il toto
pairing folli, io sono più che aperta a proposte! Devo dire che il livello
estetico di certe accoppiate, è, come dire, inquietante. XD
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Capitolo 5 *** 5. ***
5
5.
Così, la sera,
tornò. Conosceva ogni palmo della sua base, perciò si mosse sicuro al buio
quasi totale delle carceri affossate sotto al livello del mare. Si muoveva con
il solo pensiero, in mente, che di lì a poco lo avrebbe abbracciato e forse,
finalmente, avrebbe capito.
Bramava la pace
della sua povera anima più di qualsiasi altra cosa, X Drake, e sapeva per
certo, perché glielo diceva il suo istinto, che la risoluzione del suo
personale romanzo doveva trovarsi nascosta in Basil Hawkins.
Che si fece trovare
pronto accanto alle sbarre che non osava toccare per non crollare, fiaccato
dall’ agalmatolite.
Nel suo alloggio
non ce ne sarebbe stata, e non era forse un rischio, questo? Un rischio corso
per che cosa, per un romanzo?
Ma bravo,
Contrammiraglio Drake, proprio bravo. Oh, sì, conducilo pure fuori offrendogli
la mano, come se fosse una fragile donzella spaurita. Fagli strada senza
nemmeno farti sfiorare dal dubbio che lui tenti di sfuggirti, e che magari provi
ad ammazzarti come un cane nel primo angolo cieco, per poi andarsene di lì.
Aprigli la porta
della tua cabina con nient’altro nel petto che non sia il peso di un timore
adolescenziale che pensavi non avrebbe mai trovato posto dentro ad un cuore
come il tuo, saturo di onore e pregno del vino ormai acetato di una devozione
stolta. Almeno, la decenza di richiuderla, quella porta, anche se non lo stai
facendo perché temi una fuga, ma solo perché non vuoi che i tuoi uomini vi
sorprendano assieme alle luci dell’alba, tu e quell’altro, che sembra sapere di
te molte più cose di quante il suo corpo magrolino riesca a sopportare.
Quindi via, che si
salga pure fino alla nube più alta del cielo e si precipiti giù subito dopo,
con le ali rotte spiegate alle correnti violente che fanno un male insopportabile.
E se mancasse
l’aria, la si strapperà via alla spuma del mare, la si fermerà fra le dita e la
si verserà, liquida, salina, sulla lingua.
Lo baci e lo tocchi
e lo fai tuo. È meccanico ogni singolo gesto che compi sulla sua pelle opaca,
ma è dolce il modo in cui accarezzi i suoi capelli iridescenti, e, del resto,
tu sei scarsamente capace di dolcezza, se non in modo involontario. Lo dice
anche il frutto che hai mangiato, che sei troppo forte e arrabbiato per saper
vivere.
Ma lo stai facendo.
Immerso fra le sue
lunghe gambe, stai provando a vivere più che puoi, e se è vero che il tuo corpo
ti sta dicendo che tutto ciò è glorioso e sconvolgente, la tua testa invece sta
sbandando lungo una rotta che non avresti mai potuto prevedere fosse così
tempestosa.
I sensi esplodono e
si squagliano nei baci e nei sospiri scossi di una prima volta che forse è la
prima, e forse sarà anche l’ultima. Lo sai. Il cuore si spacca, ma non
sanguina, perché il sangue è altrove, adesso, e dentro non è rimasta che una
grandinata di semi di melograno da mangiare assieme, tu e lui.
Lui che è un
pirata, un pirata.
Uno stramaledetto
pirata.
Diez Drake si
svegliò e si sorprese spaesato come dopo un sogno troppo intenso, che non se ne
vuole svanire. Fuori da uno dei tre oblò della cabina, indovinò un sole pigro,
appena a pelo dell’orizzonte, che non aveva ancora fatto in tempo a scaldare
l’aria. Fra non molto, l’odore rassicurante di cibo avrebbe cominciato ad
affiorare dalle cucine. Quando avvertì accanto a sé il corpo di Basil, che si
era leggermente rannicchiato nell’angolo sotto al suo braccio, non se ne stupì
più di quanto non si sarebbe stupito di sentire che le creature dei sogni
esistono, e qualche volta qualcuna di loro viene a dormire accanto a te.
Lo svegliò con un
tocco che sperò sufficientemente delicato, ma probabilmente non lo fu. Avrebbe
voluto dire qualcosa, ma poté soltanto schiarirsi la voce arrochita dal sonno e
sorridere quando Hawkins, dando un’improvvisa dimostrazione di umanità,
sbadigliò.
- E’ sicuro riportami
in cella adesso? – gli sentì domandare con naturalezza. – Ci saranno parecchi
uomini in giro. –
- Non è difficile
dirottarli. Il percorso è breve, per tornare giù. Vuoi…? –
- Non occorre che
tu mi ceda la tua colazione, no. Mangio a sufficienza. –
Drake arricciò il
naso, scocciato. – Parli come se sapessi leggere nella mente. –
- Mi chiamano “Il
Mago”. –
- Ma non è così,
vero? Non ne sei capace? –
- No, in effetti.
Non so leggere nella mente delle persone. Però so leggere il futuro, con le mie
carte. –
- Con le carte? –
- Si chiama
probabilità. La probabilità svela il futuro senza ambiguità. La probabilità di
vincere uno scontro, la probabilità di riuscire a scappare da qui… -
- … La probabilità
di portarti a letto il Contrammiraglio. –
- Anche. –
Drake strabuzzò gli
occhi, preso in contropiede. – Era una battuta, quella? – domandò, sinceramente
confuso. Perché la prospettiva che quelle parole fossero vere era inquietante
quanto scoprire che Basil Hawkins sapesse fare delle battute.
- No, non direi. –
- Hai organizzato
tutto in modo che…? –
- Non ho
organizzato. Lo sapevo e basta. –
- Quindi mi stai
dicendo che tu sapevi già che cosa sarebbe successo? – ruggì, ritrovando
all’improvviso il suo senso del pudore, perché cercò con un gesto secco di
agguantare i pantaloni.
Hawkins lo guardò
strattonare i vestiti senza capire come mai tanta foga. – Sto dicendo. –
spiegò, monocorde. – Che sapevo che non sarei morto annegato, un mese fa.
Sapevo che in prigione avrei trovato te. Sapevo che qualcosa sarebbe accaduto.
–
- E magari credi
che a causa di questo. – Drake indicò il letto disfatto e, seppur di sfuggita,
la porzione del corpo di Basil che emergeva pigramente dalle lenzuola. – Io ti
lascerò andare, vero? –
- Non lo credo. Ma
so che presto me ne andrò di qui. –
- Sarebbe a dire
che io non ho alcun potere su ciò che è accaduto? Non è vero niente, di ciò che
ho provato, e tutti i dubbi che ho avuto in questo periodo sono privi di senso,
perché tu avevi già previsto tutto? –
- Cerca piuttosto
di vederla sotto un altro punto di vista. – rispose, senza scomporsi. – Ho
aspettato per molto, molto tempo, di incontrarti. –
ANGOLINO!
Mi spertico di nuovo in ringraziamenti, soprattutto da parte
del nostro Digimon e della nostra Barbie Veggente preferiti! *O*
Approfitto anche per ringraziare tutti quelli che hanno
letto e recensito la shot su Kidd Law e i Kiss, che ovviamente erano i veri
protagonisti della storia. U_U Quando comincerò a pubblicare la long prometto
che risponderò alle recensioni!
Yuuko: Beh, cara mia, se fai delle recensioni
interessanti, mi sembra il minimo commentarle per bene e ringraziarti a dovere,
no? E meno male che l’hai scritta prima di QUELLO, sì. U_U. No, “Corsari” non
gli è piaciuto, poverino, è rimasto schiantato al muro per colpa del maledetto
colpo di scena. Che ridere dai, prima o poi va a finire che lo scrivo davvero!
Poi con un titolo così tamarro diventerà un best seller per forza… U_U. Oh no,
Gloomy Drake è la cosa più chibi-pucci che esista al mondo, temo. Come sono
d’accordo, in effetti secondo me una delle cause possibili del suo tradimento,
al di là delle romanticherie, è proprio la frustrazione. Però, accidenti a lui,
davvero, ha una morale di ferro, non si riesce a smontarlo! Basil è il più
astuto di tutti, e nessuno se n’è accorto, maledetti occhioni tristi che ti
fregano, riuscirebbe a farsi portare un caffè da Sengoku se glielo chiedesse!
He he, sono d’accordo, siamo tutti qui ad attendere di rivederli, mi sa. Adesso,
quando torneranno a prendere la Sunny alle Isole Sabaody, e poi presumibilmente
partiranno per l’isola degli uomini pesce, forse li rivedremo… Ho cercato in
giro dei gashapon, ma pare che anche in Giappone ne abbiano prodotti
pochissimi, proprio perché aspettano di vederli tornare. Al momento esistono
solo dei deformed di Kidd e Law adorabili, degli altri niente. çOç.
Grazie per la segnalazione, ho corretto subito! È inutile,
puoi rileggere mille volte, che qualcosa scappa sempre…
Red Queen: è vero, sigh, non posso farci niente, la
mia crudeltà sta avendo il sopravvento! Gh, evviva il subdolo, visto che con
questi due purtroppo si ha vita dura a voler fare dell’hot esplicito, eh.
Appena ci provi, Drake parte con una sviolinata sull’onore, e Basil fa gli
occhioni lucidi e borbotta “probabilità di finire piegato a 90°: 100%”. Ti
prego, fondiamo un comitato per la protezione dei momenti pucciosi di Drake!
Che è tutto d’un pezzo, ma è talmente romantico che ti smonta. XD. E poi
Hawkins è palesemente un dom-uke, lo tiene in pugno! *C*. He, il suo potere gli
ha permesso di comprarsi una nave con i ricavi del gioco d’azzardo, eh. Giocava
con le sue carte a Poker… Oh no, pulisci la bava! O_o XD
Kymyit: hehhe, hai visto come sono romanticoni, loro?
Aaawn, in effetti avremmo tutti gradito qualcosa di più sporcaccione, ma non
avevo cuore di buttarli in una lemon porno alla Law/Kidd. XD. Grazie mille, mi
fa piacere che tutte le sofferenze del povero Drake ti appassionino! XD
Fujiima: Ha, ed eccotela qua, la scenaccia erotica.
U_U Non molto scenaccia, in effetti, però si fa quel che si può con sti due
romanticoni. He, vero che Basil non è mica fesso? Si è scelto un T Rex, eh,
alla faccia. U_U Ace è invidioso marcio… Oh no, vai con le
peggio coppie, che te ne pare di Moria-Kuma? Un orso e una pera, quanto amore!
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Capitolo 6 *** 6. ***
6.
Ogni passo
produceva un fastidioso “clang” che poteva farli scoprire dagli uomini che
montavano il turno della prima, assonnata pattuglia mattutina.
Drake stava
praticamente strisciando contro le pareti di metallo dei corridoi di servizio,
ancora gelidi per la notte, ed Hawkins gli andava dietro, pur essendo sempre
più sicuro, ad ogni passo, che non stessero ripercorrendo a ritroso il cammino
fatto per salire. Ma non osò interpellarlo per paura che con la sua espressione
buia stesse cercando di nascondergli qualcosa.
Superarono
due botole patinate di salsedine, all’ultima Drake gli offrì addirittura la
mano, tradendosi in un gesto di galanteria del tutto fuori luogo, ma che gli
era venuto spontaneo perché era evidentemente radicato in lui, un barlume della
sua stessa natura. Basil quindi l’accettò e la strinse forte. Più forte ancora
quando realizzò, con molta sorpresa, di essere all’aria aperta. Ora, era Drake
che non lasciava più la presa. Lo condusse a passo spedito attraverso una corta
piattaforma da sbarco che girava bruscamente attorno all’edificio principale.
Dietro, placidamente insenato in un golfo naturale troppo stretto e irregolare
per poter essere sfruttato, c’era un piccolo brigantino a due alberi che
dondolava assieme alla corrente pacifica.
Drake
glielo indicò.
- Vai. –
- Diez… -
- Vai! –
Vedendo che
non gli obbediva, irrigidì la mascella in un moto di stizza da vero comandante.
Naturalmente si trattenne dall’invocare un’obbedienza che quell’uomo libero non
gli doveva, non certo perché adesso, solo perché una notte li aveva visti
sciogliersi insieme sullo stesso cuscino, il suo cuore lo considerava già suo.
- Basil. Ascolta.
Io non posso sapere se tu avessi o meno previsto che ti avrei fatto scappare. Tutto
questo non è alla mia portata. – mormorò fra i denti. – Se sì, allora sono uno
stolto caduto nella tua trama, e sono pronto a pagarne le conseguenze. Quello
che so per certo, però, è che sono io soltanto responsabile delle mie azioni.
Non delle carte, non il destino, io. E io ora decido, in piena coscienza, di
offrirti un modo per fuggire, perché non c’è niente al mondo che io desideri di
più che saperti in salvo. –
A quel
punto, Hawkins esitò in maniera evidente. Era combattuto fra il controbattere,
persino fra il pregarlo di non fare sciocchezze, e l’agghiacciante certezza di
chi è allenato a riconoscere il fato che si compie ineluttabilmente.
- Non
potevo sapere come sarei fuggito. – sussurrò, provando forse a discolparsi un
po’ ai suoi occhi. – Troverò di certo un altro modo che non ti coinvolga
direttamente, Diez. Lasciarmi scappare così è una follia, significa proclamare
la tua colpevolezza. –
- Lo so
bene. Ma non organizzerò una stupida messinscena solo per evitare delle
responsabilità che mi cadranno addosso comunque. –
- Ma sei un
Contrammiraglio. –
- Appunto. Con
chi credi che se la prenderanno, anche se dovessi fingermi vittima dei tuoi
poteri? –
- Non puoi
rinunciare a tutto per… -
- E’ tardi,
Basil. Lo sto già facendo. –
Hawkins
stava per aggiungere qualcosa, ma Drake lo strattonò e lo sospinse dietro ad un
carro di palle di cannone giusto in tempo perché due marines non li vedessero. Passarono
oltre, ignari di avere il loro comandante e il prigioniero più prestigioso
della base ad un braccio di distanza, e, se non altro, non mostrarono segni di
agitazione.
- Non posso
coprire la tua fuga troppo a lungo. – snocciolò, pratico. – Si accorgeranno
della tua assenza da un momento all’altro. E quando la tua barca si allontanerà
da qui, verrà avvistata, suoneranno la sirena, e qui si scatenerà il finimondo.
Devi filare via come il vento e non voltarti mai indietro. Nemmeno quando sarai
fuori dalla portata dei cannoni, anzi, non fermarti finché non avrai raggiunto
i tuoi. Ci siamo capiti? –
- E tu? –
- Ti
ritroverò. Te lo giuro. –
- Sai che
cosa intendo. Verrai accusato di tradimento, quando scopriranno l’accaduto. –
Drake
chiuse gli occhi, e gli diede una specie di bacio che voleva cercare di
tranquillizzarlo. – Allora, forse, diventerò un pirata. Per amore. –
E diceva sul
serio. Maledettamente sul serio.
Non c’era
tempo, però, anche se avrebbe tanto voluto rispondergli qualcosa, qualsiasi
cosa. Le mani di Drake tremavano, inguainate in un paio di spessi guanti scuri
che non aveva mai visto addosso agli altri uomini della Marina. Basil le fermò
con gentilezza, sfilò da chissà dove dentro la camicia un minuscolo tronchetto
di rubino, grande quanto un’unghia, e glielo fece stringere nel pugno. Brillava
come sangue fresco, sul campo monotono del mare blu e viola.
- Tienilo.
–
Drake lo
accettò senza contestare. Lo capiva da solo che il dono di un mago, per quanto
potesse essere prezioso in sé, valeva infinitamente di più per ciò che celava
dentro di sé.
- Guiderà
il tuo cammino, se vorrai ancora ritrovarmi. –
- Ti
ritroverò. Devi avere fiducia in me, anche se le tue carte non potranno
aiutarti. Abbi fiducia nella mia promessa. –
Basil fece
come gli aveva detto. Non si voltò indietro fino a quando non sentì un ruggito
abominevole squassare l’atmosfera troppo ferma del mattino. Poté scorgerla solo
in lontananza, quella figura mostruosa che si ergeva al di sopra dei tetti,
scatenando una furia vecchia di millenni sugli edifici della prigione, e sugli
uomini che c’erano dentro. Ad un certo punto fermò l’assalto, levò fra le fauci
un enorme brandello di tessuto rosso, forse un telo di copertura per le casse
di armi: sembrava una specie di lugubre bandiera, a paragone con la sua stazza
colossale. E ruggì, sfidando il cielo.
I suoi
poteri gli permettevano di governare il brigantino senza troppa fatica, e
comunque, all’occorrenza, avrebbe trovato una nave più piccola per raggiungere
i suoi uomini. Stese una mano di carte sopra ad un barilotto pieno di polvere
da sparo che doveva servire ad alimentare l’unico cannone della barca: ebbe così
la certezza che li avrebbe ritrovati là dove aveva indicato loro di aspettarlo,
e dopo il ricongiungimento, vide il promontorio della Reverse Mountain, e da lì
poi vide la nebbia che avvolgeva ciò che li avrebbe attesi una volta giunti
nella Grand Line.
Quello che
Hawkins non vide, naturalmente, fu il numero di uomini che rimanevano
schiacciati dalle macerie della base militare che crollava sotto i micidiali attacchi
di un Tirannosauro scatenato.
Quel che
non vide, fu come Diez Drake riuscì a scappare, come attraversò da solo la
Reverse Mountain, come mise insieme una ciurma, come sfuggì per anni alla
persecuzione della sua antica vita e come lo rincorse, lo cercò, lo raggiunse uccidendo,
uccidendo ancora, fino a sfinirsi, finché, un giorno le notizie delle sue
imprese giunsero alle orecchie accorte di un certo chirurgo della morte.
Il racconto
di Drake cominciò proprio da lì. Dal punto in cui ogni buon romanzo finisce.
ANGOLINO!
çOç siamo
già arrivati alla fine! È stato breve ma intenso, soprattutto per i nostri due
poveri sventurati, ma spero che questa storia vi abbia appassionati. Adesso non
ho più scuse, perciò tenetevi pronti per la long su Law e Kidd, che ormai dovrà
coinvolgere un po’ anche i nostri due moschettieri pucciosi, qui. Sto tremando
alla sola idea, giuro.
Awn, grazie
di tutto a tutti quanti! Non so dirvi la gioia per aver scoperto un piccolo
gruppetto di amanti di questi due irrecuperabili romantici.
Yuuko: figurati, non devi nemmeno
pensarci a scusarti, sono contenta della tua recensione e basta! éOè. Mi
dispiace per la brutta settimana, povera? Va, che libro hai letto? *curiosa*. Eh
sì, la parte “erotica” non è per niente tale nel senso canonico, però appunto,
mi sembrava l’unica maniera per metterla giù in maniera appropriata, visto come
sono fatti loro e com’è l’atmosfera generale della storia. Oh sì, sì che ha già
scelto la strada, anche se ha capito quanto gli costerà. Confesso che mi piace
proprio tanto questo coraggio che secondo me Drake ha, è così raro e genuino,
anche perché, accidenti, lo fa per amore. Gh, Basil è pucciosissimo anche se
non vuole, non potevo resistere a ficcare dentro qualche dettaglio un po’ più
gustoso, perché non sembrasse proprio una bambola di porcellana. Lo sbadiglio
lo rende la creatura più uke del pianeta terra. XD. No no figurati se
racconterebbe mai bugie, a che gli servirebbe? Tanto sa già come andrà a finire…
più o meno. Quello che sa lo dice, il povero Drake ci farà pian piano l’abitudine.
Sigh, la questione dei gashapon mi rende molto triste, ma sono fiduciosa. Al limite
ci consoleremo con i chibi, che fanno sufficientemente ridere. Hai visto nelle
foto che sono rappresentati insieme nella tesserina che ti danno? *O*
ScarletDragonfly: di che ti scusi, non c’è
nessunissimo problema, anzi, evviva il super commentone! Oh no, mi spiace che
il passaggio del libro non fosse chiarissimo, in effetti ho fatto apposta a
creare un po’ di confusione, non ti preoccupare. XD. Gh, ma dai, hai pianto per
il gladiatore! È tutta colpa della musica finale, tzk. Non ho capito tanto bene
la parte su Drake, cioè, ti sembra un personaggio ansioso? Beh, secondo me un
po’ lo è, tipo quando sono contro Kizaru mi fa morire perché Hawkins è così:
=_= mentre Drake è così: O_O. puccino, lui! Ha, bene bene, sono contenta che ti
piaccia il percorso, e che ti piaccia Basil, e se Drake è un gran pezzo di
manzo, chi siamo noi per non fangirlare impunemente?
Fujiima: own, grazie di tutto! çOç. Heh, la
notte ahimè resterà per lungo tempo un episodio isolato, ma figurati, adesso
che si sono ritrovati alle Sabaody recupereranno tutto. Gh, Kidd e Law sono i
nostri due Supernova Porn. Ma sì, come fai a non tifare un po’ per Drake,
Hawkins è veramente un mostro se ci si mette, accidenti! È che lo fa con
assoluta innocenza, il maledetto… Ma no, figurati, guarda che Kidd e Law sono
due persone serie e composte che discutono insieme di filosofia platonica,
mentre Hawkins fa il comico da cabaret. U_U. XD Doflamingo… E se ci provasse
con Mihawk? Dio mio, che paura…
Red
Queen: no, non
temere, vogliono eccome. Almeno credo. Insomma, sono pucciosi, non è che si può
far finta di no. Per quanto riguarda i momenti pucciosi di Drake, credo che
abbia esaurito le sue cartucce, ma le frasine sibilline di Basil lo
caricheranno di nuovo. Perché no, non hai esagerato il significato, intende
dire proprio ciò che ha detto. Oh, le fan art! Se avessi ricevuto in dono la
capacità di saper tenere in mano una matita… =_=. Guarda, Hawkins può possedere
soltanto uno humor britannicissimo e nero come il carbone, e credo lo usi anche
poco, perciò in realtà capisco la preoccupazione di Drake. XD
Kymyit: sono contenta che ti la svolta ti
sia piaciuta! Eccoci qui alla conclusione, che magari invece è più liscia. XD
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