Scrittori pazzi

di Sokew86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regole ***
Capitolo 2: *** Plinio il Vecchio ***
Capitolo 3: *** Stéphane Mallarmè ***
Capitolo 4: *** Philip Pullman ***
Capitolo 5: *** Marguerite Duras ***



Capitolo 1
*** Regole ***


sv

Gli scrittori Pazzi:

  Leggi e impara!Le regole di uno scrittore pazzo sono:

1.      Non dimenticare mai di portare con sé una penna.

2.      Non dimenticare mai  di portare un foglio

3.      Scrivere sempre e ovunque e se nel caso, non si ha rispettato le prime due regole (1-2)si potrà fare uso d’altre sostanze per scrivere(rossetto, sangue e varie ed eventuali) e utilizzare come foglio fazzoletti o il proprio corpo.

 

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Capitolo 2
*** Plinio il Vecchio ***


1 capitolo

 

 

 

1 Capitolo

Plinio il Vecchio

“”Nulla dies sine linea” :

Non lasciar passare neanche un giorno senza scrivere una riga.

 

 

<< Guarda qui Caccavale!Osserva che razza di nota hai avuto! >>  il vice-preside sbatté il registro sul banco e in malo modo  indicò al ragazzo l’angolo del registro ,già nero di altri richiami , che doveva guardare.

- L’alunno Caccavale Simone esce dalla classe(ora di uscita indicata)  chiamato dalla sorella e rientra dopo un’ ora e quarantacinque minuti(ora del rientro indicata).-

<< E allora prof? >>  domandò il ragazzo annoiato.

<< Allora mi dici?Il professore Bernadini dopo la tua scomparsa,perché solo così si può chiamare il tuo allontanamento dalla  classe,ha deciso di andare a domandare in segreteria chi fosse tua sorella per andarti a chiamare nella sua aula … >>  il vice preside(che faceva in realtà il lavoro del preside ,visto che quest’ultimo nella scuola era solo una leggenda metropolitana).Si allentò la cravatta talmente tanto irritato che in quel momento assomigliava a un rospo pronto a scoppiare.

<< Ma il professore Bernadini ha fatto davvero una scoperta interessante: nello  stato civile della tua famiglia risulta che hai una sorella, ma apri bene le orecchie,ha soltanto dieci anni e quindi pertanto non frequenta le scuole superiori!  >>

<< Ora dimmi perché hai dichiarato che una perfetta sconosciuta fosse tua sorella? >>

<< Ma che noia per così poco mi fa venire qui?Professore lei è cristiano? >>

Il professore assunse una colorazione vinaccia  << Ma che diamine centra?  >>

Simone non parve minimamente toccato o intimorito dallo sproporzionato eccesso di bile del professore: << Gesù non disse che siamo tutti fratelli? Quindi io da buon cristiano opero le parole di Cristo considerando tutti miei fratelli,anche i perfetti sconosciuti. Quindi non ho fatto nulla di illecito. >>

Il vice lanciò uno sguardo di fuoco al “buon” cristiano e i capelli si rizzarono come se fosse pronto a trasformarsi in  un guerriero super potentissimo e incazzatissimo  << Non credere che con la tua buona parlantina te la caverai sempre!Sono disgustato dal suo comportamento!Esci fuori di qui! >>

Quando il ragazzo era quasi uscito sentì a stento l’ultimo grido:  << Spero che tu abbia capito! >>

Il ragazzo ignorò l’ultima dichiarazione, preso come era  a vezzeggiarsi della sua meravigliosa parlantina e …

<< Ottima capacità oratoria e buona fantasia. Chissà se riuscirà ad essere uno dei nostri. >>  un viso sottile dotato di uno strano fascino, che poteva solo avere un colonnello di un’armata, guardava l’oratore con fare divertito e vagamente incuriosito mordicchiando un tronky che aveva in mano.

Simone guardò il ragazzo come se stesse guardando uno stupido pettegolo,chi diamine era? Si domandava. Mentre il soggetto delle sue domande continuava tranquillamente a fissarlo e a mangiare la sua merendina.

<< Le tue domande sono limpide come l’acqua di una sorgente o forse dovrei dire come un libro aperto? Simone le è piaciuto l’ultimo libro della Troisi?Personalmente lo trovo vagamente noioso… sa mi dà solo l’impressione di un libro scritto per vendere… ovviamente queste sono soltanto le mie impressioni,invece sarei onorato di conoscere le sue. >>   il sottile viso si fermò conscio di essere riuscito ad avere l’attenzione meritata. Simone dapprima  sbiancò completamente e poi quando riuscì a riprendere un po’ di colore rise nervosamente.

<<  Credo che stai sbagliando persona. Ti sembro uno sfigato che passa la sua vita a leggere? >>   Simone indicò i suoi vestiti da ragazzo troppo mondano per avere tempo per simili passatempi.

<< Signor Caccavale se fossero i vestisti a classificare le persone saremmo tutti uguali,poiché la maggior parte della gente segue la moda e quindi ha un modo di vestire simile tra di loro. E’ elementare:capisco che per uno come lei è un grave colpo essere così presi alla sprovvista quando si scopre che  qualcuno conosce un suo segreto,ma sa come è, sono una persona dotata di molti informatori.  >>

Simone si guardò intorno in cerca di un disperato aiuto,domandandosi il perché di quei corridoi stranamente vuoti.

<<  Lei nonostante ciò che dichiara è un accanito lettore di romanzi di tutti i generi anche se, ultimamente si sta appassionando molto alle letture fantasy. Non frequenta personalmente la biblioteca della scuola ma commissiona a suo cugino(il quale è iscritto  al biennio) il compito di quale libri deve prelevare per lei:con questo metodo  lei non è mai apparso nei registri della biblioteca scolastica salvando la sua reputazione di bello e stupido.  >>   il ragazzo del tronky si fermò per sorridere e arrotolò tra quelle mani consumate l’involucro della merendina.

<<  Ma come…  >>

<<  Lei inoltre è iscritto sul web a parecchi forum e siti di lettura,dove gli aspiranti scrittori mettono le proprie storie. Lei fa parte della categoria dei “lettori” … devo continuare o si è convinto della mia vasta conoscenza su di lei? >>

Simone si comportava come un ferito in battaglia,ogni singolo parola dello strano colonnello era stato come una scarica elettrica di un taser,oramai Simone aveva l’assoluta certezza che chi aveva di fronte ero uno spietato mostro della strategia,un vile calcolatore capace di far arrendere chiunque alle sue volontà ma il ragazzo non voleva cedere così facilmente e gli urlò contro:  << Come fai a sapere tutte queste cose di me?!Chi diamine sei?!Cosa vuoi da me?!  >>

Dopo quella  sceneggiata  al ragazzo mancava il fiato mentre al colonnello non mancava nulla soprattutto la calma:  << Cercherò di risponderle  con ordine,chiarezza e con calma le sue domande. La risposta della prima domanda può soltanto confermare l’abilità della mia vasta rete di conoscenti che sono stati così gentili da aiutarmi a raccogliere informazione su di lei. Del secondo punto mi devo rincrescere di non essermi presentato:il mio nome è Roberto Franco e sono il capo fondatore del gruppo “ Gli scrittori Pazzi”. La terza domanda posso solo rispondere esclusivamente con invito: la vorrei nel mio gruppo perché lei ha la capacità per entrarci.  >>

<< Gli scrittori pazzi. >>   si domandò il ragazzo,il nome  non era certo una garanzia della sanità mentali dei membri.

<<  In questa scuola ogni settima,esattamente il mercoledì, in ogni banco di ogni classe si  trova un racconto o un capitolo di un romanzo a puntate firmato da un  pseudonimo che nasconde l’identità dell’autore:quegli autori siamo noi, i membri degli Scrittori pazzi. >>

Simone cercava di rimanere calmo e non parlava,se avesse lasciato libera la bocca di esprimere i suoi pensieri avrebbe sicuramente perso con Mister Male,che era pronto a cogliere qualsiasi passo falso per fregarlo… ma  non l’aveva già fatto?Ciò che aveva detto quel Roberto era vero:Simone Caccavale uno dei più popolari ragazzi della scuola amava leggere,era una colpa?No di  certo, ma era meglio lasciare segrete certe passioni.

<<  Lei ne ha molti a casa?Intendo dire dei racconti del mio gruppo?Un mio informatore mi ha riferito che lei  li prende e li nasconde nel suo zaino. Quale autore preferisce?  >>

Il fico della scuola si appellò al diritto di non rispondere mentre dentro di sé sentiva una rabbia crescente,che a forza di reprimerla gli stava facendo venire mal di testa, e quindi al ragazzo resto soltanto la scelta o di tenersi il mal di testa o di prendere a pugni quel detective da quattro soldi con la faccia da insetto,che parlava in un modo così assurdo che lo irritava.

<< D’accordo hai vinto,cosa vuoi che ti dica?Sì amo leggere, è una passione che ho da quando sono piccolo. Sì prendo ogni settimana i vostri maledetti racconti e in realtà il tuo informatore si è sbagliato:non ho mai e dico MAI preso un vostro racconto in classe, ho un  bidello che li mette da parte per me. MI piacciono molto … aspetta come si chiama… i racconti di quello che si fa chiamare The Victorious sono interessanti e vari … e… scusami come mai stai ridendo?  >>

La risata del Genio del Male non era spettrale come si sarebbe aspettato il fico,anzi era piuttosto dolce e gioviale:   <<  E’ironico il modo in cui lei si è arreso, all’inizio ha negato tutto ma poi all’improvviso si è aperto come se stesse parlando con un prete. E’ buffo non trova?  >>  il ragazzo prese un Tronky dalla tasca.

Simone Caccavale si rese conto solo in quel momento cosa avevo fatto:aveva ammesso il suo segreto, che da anni riusciva a gestire, a un tipo strano con la probabile dipendenze per le merendine della Ferrero. Che faceva parte di un gruppo che si chiamava “Gli scrittori Pazzi”.

Dio ma un nome più normale non potevano trovarlo?

Simone rimase sotto shock finché il tossico dei tronky(o Mister Tronky così aveva deciso di chiamarlo) posò una mano sulla sua spalle:  << Mi scuso per la mia intollerabile incapacità di ragionamento, ma non ho ben capito se è interessato o meno ad entrare nel gruppo scrittore di questa scuola.  >>

Il probabile neo membro fissò per un istante quel viso sottile dal mento appuntito :  <<  Non sono capace di scrivere un racconto. Un tema o un saggio breve sì,ma non puoi chiedermi una storia con i miei personaggi. >>

Mr Tronky morse la merendina e disse sorridendo sfacciatamente:  <<  Questo dobbiamo stabilirlo noi.  >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Stéphane Mallarmè ***


2 capitolo

2 Capitolo

Stéphane Mallarmè

Il mondo esiste per sfociare in un libro

Era un ambiente piccolo e angusto, sulla destra c’era una grossa finestra che illuminava ottimamente l’ambiente. Il pavimento sotto i piedi di Simone era leggermente lucido ma sporco. Un grande tavolo con quattro computer malconci e vecchiotti(probabilmente risalenti ai tempi del calcolatore elettronico)era al centro della stanza.

Un forte odore di inchiostro rendeva il luogo fastidioso al naso,Roberto accese la luce.

<<  Benvenuto alla sede degli Scrittori pazzi.  >>  annunciò il capo della banda.

Simone guardò stupito la stanza:  <<  Ma non c’è nessuno?  >>

<<  Ad aspettarla?No,mi dispiace:gli altri membri sono fuori a fare rifornimento di carta.  >>

<<  Ah ok.  >>  il probabile neo membro ero sorpreso ,era già stato iscritto ad altri club e di solito un nuovo componente era accolto tra la curiosità degli altri ragazzi,ma evidentemente dagli “ Scrittori pazzi” non funzionava così.

<<  Saranno i soliti alternativi comunisti che arrivano sempre in ritardo alle riunioni.  >>

Mr Tronky fece un cenno al ragazzo di sedersi su una brutta poltrona nera in pelle(o di eco pelle Simone non ne era certo)mezza sfondata, Mr Tronky non si sedette sulla poltrona  insieme al nuovo arrivato, ma prese una delle sedie del tavolo centrale della stanza e  si sedette davanti a Simone. In quel momento Simone percepì un cambiamento nell’aria,una sensazione di claustrofobia lo impaurì.

<<  Se ha delle domande sul gruppo può farle signor Caccavale.  >>

Simone si rilassò,non era lui l’interrogato ma Mr Tronky. Il fico della scuola si guardò in torno:c’erano delle cose strane che non andavano in quella sala.

<<  Come vi siete procurati i computer?  >>

<<  Ci sono stati donati dalla scuola,erano troppo vecchi e sono stati sostituiti con altri più nuovi.  >>

<<  Stai parlando dei computer del laboratorio di matematica,vero?  >>

Mr Tronky annui:  <<  Altre domande?  >>

Simone tornò ad osservare la stanza,c’era un particolare che ancora mancava.

<<  Hai detto che gli altri verranno dopo,per altri intendi anche il professore?  >>

Mr Tronky scoppiò a ridere lasciando il povero Simone perplesso.

<<  No,questo gruppo non ha nessuno tutore:tecnicamente noi non dovremmo essere qui,siamo degli abusivi.  >>

<<  C@#]^ ma doveva proprio a me capitare un gruppo clandestino?!Per caso si sentono come gli scrittori russi durante il regime ???  >>

<<  Questo gruppo non scrive per guadagnare crediti formativi per l’esame di stato. Questo gruppo non scrive per vanità,non ci interessa la fama o la gloria. Il motivo per cui questo gruppo esiste è perché ogni singolo membro crede fermamente che il duro allenamento costante ci renderà dei bravi scrittori in futuro. >>

<<  Oddio già vedo un accenno di fanatismo nei suoi occhi!!!  >> Simone sprofondò nella poltrona e Mr Male prese da una tasca del suo giubbino un tronky e iniziò a sgranocchiarlo guardando il fifone dall’ alto in basso:

<<  Lei cerca la fama signor Caccavale? Cerca la popolarità della gente o il suo desiderio più forte è semplicemente scrivere per dire la sua?Se lei cerca la popolarità la invito già ad alzarsi: noi, i membri degli scrittori pazzi non vogliamo essere soltanto degli scrittori che  scrivono per vendere,chiunque può scrivere un libro per vendere,basta che accontenta il pubblico… cosa vanno quest’anno? I vampiri?Allora quel qualunque scrive una storia di vampiri. Quest’anno vanno le storie del terrorismo islamico? Ed ecco che improvvisamente una montagna di scrittori scrive dell’argomento!Vendere!Vendere a noi non ci importa e sono sicuro nel dire che mai ci importerà e …  >>

<<  Roberto la smetti di spaventare il nuovo membro!Non lo vedi che sta cercando rifugio in quella brutta poltrona talmente che è disperato. E’ sempre la stessa storia … >>

Una ragazza strafica con una grossa scatola tra le braccia rivolse un sorriso simpatico alla vittima di Mr Tronky :  <<  Non farci caso fa così con tutti.  >>

Simone si ritrovò a stringere una mano affusolata e a guardare un sorriso amichevole:  << Piacere sono Veronica Costanzo ma penso che già mi conosci.  >>

<<  Sarebbe è una vergogna non sapere chi è il rappresentante della  propria scuola.  >>

La ragazza sorrise.

<<  Sembra quei sorrisi che ti propinano in una pubblicità dei dentifrici.  >> Simone sorrise cortesemente notando nel frattempo che la bella ragazza non era sola: una ragazza dai capelli ondulati e biondi cenere,dagli occhi vuoti verdi teneva tra le mani delle buste della spesa e accanto a lei c’era un energumeno dai capelli scuri, lunghi fino al di sotto delle spalle,dal viso un po’ grosso e dalle labbra tipiche di un africano.Gli occhi dello energumeno erano castani che esprimevano una strana sensibilità ma nell’insieme il ragazzo era abbastanza inquietante  con sé trasportava una scatola.

<<  Miei cari colleghi,questo è il signor Caccavale Simone un nostro probabile neo membro.  >>

L’ energumeno si avvicinò alla poltrona oscurando completamente la luce della stanza e tese la grossa mano tatuata da una croce celtica sul dorso,quando Simone strinse la mano del gigante tremava sotto l’espressione spaventosa. Simone osservò pensando e non senza ironia,le parole  del capo gruppo:  <<  Signor Caccavale se fossero i vestiti a classificare le persone saremmo tutti uguali,poiché la maggior parte della gente segue la moda e quindi ha un modo di vestire simile tra di loro.  >>  ma se non  erano i vestiti a rappresentare quel ragazzo  di certo fornivano falsi indizi su suoi gusti musicali:l’ energumeno indossava una maglietta nera dei Metallica,i jeans scuri e sportivi riportavano varie effige di gruppi metallari stranieri e non:Iron Maiden, Apocalyptica, Rammstein e gli Atroci. E non era tutto.

Il gigante aveva le dite di entrambe le mani adornate di grossi anelli d’acciaio.

<<  Un figlio del Metal?  >>  si domandò il fighetto.

<< Ciao mi chiamo Ugo D’Avino piacere di conoscerti. >>  la presa del gigante non fu così terribilmente energica come si sarebbe aspettato Simone. Il ragazzo incominciò a registrare altri particolari:l’orecchio sinistro indossava un pearcing stile tribal e l’altro orecchio ospitava altri due orecchini sullo stesso stile tranne uno che era un pugnale d’argento con la punta verso il basso.

<<  Allora in quale sezione lavorerai? La Narrativa,la poesia o …  >>

<<  Signor D’Avino.  >>  la voce severa di Mr Tronky ammonì il Metallaro.

   <<  Scusami hai ragione e un po’ presto per chiederlo. Sai il mio entusiasmo alla fine vince sempre.  >>

<<  Lo so è una dote che abbiamo sempre apprezzato in questa sede … ma il troppo entusiasmo spesso procura  solo spiacevoli incidenti.  >>  Mr Tronky rivolse un gentile e paterno sorriso a Ugo,probabilmente il metallaro doveva essere più piccolo di qualche anno.

Una  cascata  di capelli dorati si animò improvvisamente e  degli occhi spenti senza vita entrarono nello sguardo di Simone senza preavviso:  <<  Il mio nome è Flavia Caputo e il tuo è Simone Caccavale,giusto.  >>

Alla risposta affermativamente  la ragazza annuì appena.

Tutti i membri  si erano seduti alla grande tavola centrale,stava per avere inizio la riunione:la bella Veronica si alzò in piedi facendo tintinnare i tantissimi bracciali che indossava.

<<  Diamo inizio  alla riunione  del quattro marzo duemilanove. Gli oggetti del giorno sono:

1)Il rifornimento del materiale di lavoro.

2) Stato dei lavori generale di ogni singolo membro.

3)Discussione sulla ammissione nel gruppo “ Scrittori Pazzi”  di Simone Caccavale.  >>

Ugo lesse una lista:  << Materiale per lavoro recuperato e/o comprato in questa settimana: quattro confezioni di penne Bic, pacco di fogli sporchi per le bozze, cinque pacchi di fogli per stampante(comprato a basso costo perché siamo in periodo di sconti dei supermercati). Infine io e l’ Imitatrice abbiamo recuperato anche una stampante.  >>

<<  Mia madre me l’ha ceduta. Ne ha comprato una nuova per il suo ufficio.  >>

La bella Veronica consultò una lista:  <<  Ugo sei in ritardo per la consegna del manoscritto … ci vorrà ancora tempo?Se sì inizio a dattilografare gli altri lavori.  >>

Il gigante si passò le mani tra i capelli:  <<  Non penso che ci vorrà molto tempo,massimo mezz’ora,devo revisionare.  >>

<<  Mezz’ora accordata,ti voglio a lavoro appena finisce la riunione.  >>

<<  Sissignora!  >>  Ugo effettuò il saluto militare.

<<  Roberto l’ultimo punto è …  >>

<<  …il più interessante.  >>  Mr tronky iniziò a sgranocchiare la sua insostituibile merendina,tenendola alle labbra a mo’ di sigaro stile boss americano.

<<  Per essere ammesso a questo gruppo signor Caccavale deve fare una sola cosa,scrivere un racconto.  >>

<<  Come?  >>

<<  Un racconto,senza limiti di lunghezza,di stile o di tema. Avrà tutto il tempo necessario, un anno a partire da oggi.  >>

<<  Durante questo periodo hai accesso alla sede e potrai anche chiedere consigli a noi membri ufficiali ma non sarai un membro formale.  >>  Veronica indicò sia l’imitatrice che il Gigante.

<<  Scrivo il racconto. E poi che succede?  >>

<<  Lo valuteremo noi signor Caccavale.  >>

<<  Come farete a valutarlo,non siete critici o editore o chi che sia!  >>  Simone iniziava a irritarsi.

<<  Non c’è peggior critico di un lettore abituale. Lei scriva signor Caccavale alla revisione  ci pensiamo noi. >>

<<  Sì ma … mettiamo il caso che io non sono all’ altezza oppure molto semplicemente non vi piace il mio racconto,che si fa?  >>

<<  O si arrende o continua a lottare,se si fa scoraggiare per così poco:da un piccolo gruppetto di scrittori di storielle per studenti lei non sarà mai in grado di sopportare un rifiuto da una vera casa editrice e non sarà mai in grado di provare a vivere un sogno.  >>

<<  COSA TI FA CREDERE CHE VOGLIO DIVENTARE UNO SCRITTORE?!  >>  Simone incominciava ad arrabbiarsi proprio come il vicepreside che aveva incontrato di recente dopo lo scherzetto della falsa sorella.

<<  Perché non sarebbe qui.  >>  Mr Tronky sorrise dolcemente.

La rabbia di Simone contro quella simile saccenza e arroganza si calmò. Simone ripensò al primo incontro con quello strano capo:  <<  … la vorrei nel mio gruppo perché lei ha la capacità per entrarci.  >>

Con molte probabilità quel bastardo si era preparato il discorso,infatti aveva utilizzato la parola “vorrei” e non “voglio” tra questi due termini c’era un abisso: Se Roberto avesse utilizzato la parola ” voglio” quella candidatura sarebbe apparso come un ordine e non come un’opportunità,come era effettivamente accaduto. Simone quindi era andato di sua spontanea volontà a quell’ incontro,il problema era il perché.

Forse in fondo il bel ragazzo cercava un posto dove far sfociare le sue passioni, senza essere scoperto da chi lo ammirava, paragonandolo a quei tanti VIP  presenti nella TV spazzatura nazionale.

Comunque si sentiva in qualche verso fregato.

<<  Allora che ne dice Signor Caccavale?  >>

Simone chiuse gli occhi e rispose:  <<  Sì.  >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Philip Pullman ***


3 capitolo

3 Capitolo

Philip Pullman

Noi  [scrittori] rubiamo da tutto e da tutti.

<< Potresti spiegarmi una cosa? >>

<< Certamente. >>  Veronica sorrise e a Simone venne il dubbio,non è che quella ragazza che  sorrideva in realtà lo stava prendendo in giro?Oppure la sua era paranoia?In fondo la spiegazione che voleva era molto stupida.

<< Questo gruppo …  cioè … insomma … E davvero un gruppo illegale come mi ha fatto intendere il tuo amico Roberto? >>

<< Ma certo che no! >> la ragazza si affrettò a  cambiare tono vedendo l’espressione imbarazzata di Simone:  <<  Roberto tende sempre a esagerare con le reclute,per lui è una sorta di prova psicologica … comunque questo gruppo non è illegale ma non esiste. Abbiamo la sede perché questa è l’associazione studentesca e ho le chiavi perché sono rappresentante d’istituto.  >>

<<  Quindi se non ci sei tu,gli altri non possono lavorare?  >>

<< Bhe una piccola infrazione l’abbiamo fatta,abbiamo replicato le chiavi così ognuno di noi ha la propria copia, ma di norma le chiediamo sempre per non destare sospetti. Anche se nel pomeriggio difficilmente trovi bidelli puntigliosi. Altre domande?  >>

Simone ringraziò la disponibilità e tornò ad osservare l’ambiente,nonostante la luce e la gentilezza dei membri del gruppo il ragazzo avvertiva una certa tensione,gli avevano già spiegato che odiavano fare ritardo nella stampatura dei racconti e a quanto pare c’era un leggero ritardo da parte della Imitatrice. Simone aveva scoperto che ogni membro aveva un sopranome che usavano tra di loro:la bella rappresentante era chiamata La Dattilografa,era lei che si occupava di riportare  le parole dei manoscritti a computer perché era particolarmente veloce anche se era vero, che gli  altri membri cercavano di non sfruttarla e quindi quasi mai le affidavano un intero manoscritto da ricopiare ma semmai una meta che non erano riusciti a completare. La dattilografa amava scrivere racconti sul genere sovrannaturale o horror e il suo idolo era  Stephen King,infine il suo pseudonimo era The Victorious(la tradizione del significato del suo nome in inglese).

L’altissimo Ugo D’avino non aveva in realtà un vero soprannome  nell’associazione,normalmente lo chiamavano il Metallaro(a scapito della fantasia) oppure Il Poeta perché il Metallaro amava molto scrivere poesie,infatti il suo pseudonimo era Pasa:l’unione del nome del poeta Pablo neruda e Umberto Saba,Ugo amava moltissimo entrambi poeti.

Ugo D’avino era quel tipo di persone, che si innamoravano facilmente ma non  delle persone ma  delle passioni. Ugo nella sua breve vita aveva seguito le più diverse passioni,una volta quella del nuoto,una volta quella del ballo e un’altra volta quella dell’arte però nessuna di queste passioni  erano durate a lungo.

Solo la musica metallica e l’amore per la poesia erano  costanti nella vita del ragazzo, a  cui si era affacciato ad entrambe alla giovane età di quattordici anni: quando una volta in gita con la famiglia a Londra aveva incontrato il giovane figlio diciottenne dell’albergatore che già da tempo seguiva la via del Metal,si può ben pensare che Ugo subì il fascino di quello inglese e quando si iscrisse alle superiori era già diventato un puro metallaro con la disapprovazione dei professori e dei compagni di classe,che erano tipi che sentivano solo la musica pop o tecno di moda in quel momento. I compagni di classe del ragazzo ci misero molto tempo prima di capire che Ugo non era un satanico solo perché nel suo MP3 c’erano donne o uomini che parlavano della provvidenza di Dio in inglese.

<<  Ugo non riesci a scrivere?  >> Simone si sedette affianco del gigante.

<<  … penso di avere un blocco … non ci voleva! Adesso che cosa faccio fare a questo qui? Se fa così esce fuori carattere … si è mai visto uno scrittore che fa uscire fuori carattere il suo personaggio?Solo io so che deve fare questo cristo … no,non va bene.  >>

Simone rimase in silenzio e decise di lasciar perdere Ugo,non era il momento di disturbarlo forse era meglio andarsene. In fondo i membri degli “Scrittori Pazzi” erano tesi,due su quattro dei loro computer stavano dando segni di cedimento ad esalare l’ultimo respiro. Il fico della scuola abbassò la testa sul tavolo,nonostante quell’ atmosfera tesa,chissà perché,a lui piaceva …

<<  Continui a guardarla?  >>

<< Chi?  >>

<< L’imitatrice!Hai ragione ad osservarla è una ragazza interessante:stimolerebbe qualsiasi scrittore. >> Ugo fece un occhiolino complice al ragazzo.

<<  Perché l’ha chiamate l’imitatrice? >>

<< Flavia?Potresti venire un momento qui?  >>

La ragazza si alzò e non pareva infastidita dall’interruzione che l’aveva distolta dal suo lavoro,probabilmente a lì a poco si sarebbe presa una pausa.

<<  Cosa c’è?  >>

<<  Potresti mostrare le tue capacità?  >>

Flavia fissò intensamente Simone e si schiarì la voce :  <<  Buongiorno sono Caccavale Simone.  >>

Simone sbalordito rise,la ragazza non solo aveva imitato  perfettamente la sua voce ma anche ogni suo piccolo gesto abituale,il modo di muovere le mani o il suo aggrottare le sopraciglia mentre parlava,era divertente eppure in un certo senso inquietante.

L’imitatrice tornò sedersi:  <<  Ma cosa c’entra con la letteratura la sua capacità di imitazione?  >>  domandò Simone.

<<  Flavia sa imitare alla perfezione tutto ciò che vede,che sente e che legge. Come posso spiegarti … ecco ai presenti le imitazione dei quadri?Flavia è capace d’imitare lo stile di scrittura di un autore a tal punto che se un suo scritto o di un tale autore X,facciamo  Vernon Lee, vengono confrontati,probabilmente la critica assocerebbe il racconto di Flavia a quello autore  pensando che sia tipo un manoscritto perduto dello scrittore.  >>

<<  Puoi spiegarti meglio?  >>

<<  Flavia ha acquisito questa capacità scrivendo Fan Fiction.  >>

Simone fece una brutta faccia,non amava per niente le fan fiction:molte di queste l’avevano traumatizzato a vita.

<<  Non fare quella smorfia,non tutte le fan fiction sono scritte da autrici under 12 anni in piena tempesta ormonale che travolgono interamente le trame e i personaggi dei loro libri,film o fumetti preferiti. Flavia è una di queste,lei si attiene fedelmente alle parole dell’autore e quindi le sue storie seguono così meticolosamente l’originale che sembrano degli episodi che l’autore non ha ancora scritto. Per Flavia la Fan Fiction è una sorta di elogio all’autore e deve spingere ai non lettori ad avvicinarsi alla saga. Probabilmente in futuro diventerà un ottima sceneggiatrice.  >>

<<  Capisco…  >>

<<  Bhe Simone parliamo di te,a che punto stai?  >>

Simone abbassò lo sguardo e fece una smorfia,come aveva sospettato non era capace di scrivere.

La sera precedente era stato lì con una penna in mano per un ‘ora a sentirsi un deficiente,nessuna idea era passata nella sua testa. Vuoto assoluto come se qualcuno gli avesse aperto la testa e sostituito il suo cervello con un mucchio di paglia.

<<  Ci sono quasi.  >>

<<  Quella non è la faccia di uno scrittore che ci è quasi.  >> commentò il Metallaro.

<<  Roberto è assurdo!Cosa significa scrivi racconto? Non è esattamente una cosa che insegnano a fare all’elementari. Non ho la più pallida idea di come si scrive.  >>

<<  Perché se qualcuno ti avesse dato qualche spiegazione,avresti saputo come fare?  >>

Cavolo per essere del terzo anno il Metallaro era più furbo di Simone,aveva una buona capacità di botta e risposta.

<<  Simone osserva Flavia,dimmi che cosa vedi e dirmi cosa vuoi farmi notare.  >>

Se era un modo per molestare Flavia non capiva perché doveva essere lui a farlo. Ma nonostante tutto Simone obbedì e iniziò ad osservare la bella ragazza.

No,non era una bella ragazza a pensarci bene, nonostante fosse bionda. Simone si sedette meglio sulla sedia iniziando a studiare con insistenza il volto della ragazza. Perchè ne era così attratto se non era bella?

Cosa riusciva ad avere quella ragazza per essere degnata di tutti quei sguardi?

Aveva degli occhi particolari,non belli per la forma o per il comune verde.

Era qualcosa nello sguardo,ne era certo, come potevano degli occhi privi di vita affascinare chi li guardava?... Ugo interruppe il filo dei pensieri di Simone.

<<  Hai visto qualcosa di interessante?Descrivimelo!  >>

<<  In terza persona?Al presente o …  >>

<<  Descrivi e basta.  >>

<<  Dunque: “ Gli occhi erano privi di particolare bellezza,non avevano ne forma ne un colore così straordinari ma, laddove mancavano queste qualità erano sostituite da un velo d’ inquietante indifferenza” … scusami non so come continuare.  >>

<<  Mettici qualche indizio sulla persona.  >>

<<   “Eppure .., eppure quella ragazza osservava tutti i particolari del mondo e dopo era capace di ricopiarli con maestria e facilità” … penso che un punto vada bene… “Per questo motivo era chiamata l’imitatrice.”                                  >>

Simone sentì una violenta pacca sulla spalla destra:  << Ecco hai visto?Hai creato il tuo primo personaggio.   >>

<<  Non può essere così semplice!  >>

<<  Perché?  >>

<<  Perché ci sono tracce autobiografiche,insomma io conosco il mio personaggio!  >>

<<  Cosa significa? Ricordati sempre questa frase: ” Noi  [scrittori] rubiamo da tutto e da tutti”. Veramente pensi che uno scrittore non rubi dalla realtà?Dalla gente che conosce?  >>

Simone era alla stazione Ferroviara  in cerca della sua ispirazione,ora qualsiasi probabile scrittore avrebbe preferito un bel parco immerso nel verde per appagare prima i sensi del corpo e poi dell’anima e successivamente provare a scribbiacare qualcosina.Invece di una stazione ferroviaria che è ben nota(soprattutto nelle grandi città)come il ricovero per i senzatetto,ubriaconi o  malati mentali(spesso pervertiti che molestavano le ragazze in attesa del loro treno),senza contare del sottofondo rumoroso degli altoparlanti in funzione o del viavai della gente. Per l’appunto a Simone piaceva quel sottofondo e soprattutto quel viavai della gente,formato da tantissime persone che forse non avrebbe mai conosciuto ma che avevano una propria vita che lui non avrebbe mai saputo. C’era gente che saliva o scendeva il Paese:chi per affari,chi per viaggio,chi per amore.

Ognuno di loro aveva una ragione che sarebbe valsa la pena di scrivere,tutte bellissime,se eri capace di scriverli riportando la stessa intensità di vicinanza con cui le sentivi. A questo pensava Simone quando si era steso stile barbone su una panchina poco pulita della stazione(al quel proposito si doveva ricordare di lavarsi i capelli la sera stessa).

Era stata una buona idea andare alla stazione come le aveva suggerito Veronica:  <<  Vai nel tuo posto preferito e pensa a un po’ di tutto e osserva la gente. L’ispirazione ti verrà all’improvviso!  >>

Bhe Simone era li da tre ore e l’ispirazione non era arrivata.

<<  Va bene,non concluderò niente oggi. >>   il ragazzo si avviò lentamente,forse in fondo in fondo sperava di notare  qualcosa negli ultimi minuti ma non successe nulla.

In realtà c’era qualcosa che irritava profondamente Simone nei “ Gli scrittori pazzi”:la musica.

Nel primo incontro al ragazzo era sfuggito il piccolo lettore Cd appoggiato alla finestra,ma purtroppo negli incontri successivi non aveva più avuto la fortuna di non notare quell’aggeggio infernale.

I gusti musicali dei membri dei “ Scrittori Pazzi” erano particolari o erano i suoi troppo semplici?

Del Metallaro Simone aveva già intuito i gusti,ma non sapeva che anche gli altri membri gli davano man forte …

<< Flavia accenderesti lo stereo?  >>  l’imitatrice si era affrettato ad obbedire a Roberto e Simone in quel momento  dormicchiava sul tavolo quando una musica dal ritmo efferato aveva invaso completamente la stanza con la voce di una cantante che urlava una parola tipo Moskau seguita da una profonda voce rauca che poteva avere solo un serial killer.

Simone stordito aveva domandato stranito e spaventato che cos’ era e alla fine aveva saputo che era tipo un gruppo metal con un rock che cantavano insieme una canzone contro la Russia paragonando la capitale a una puttana. Simone ascoltava ben altre canzoni più frivole,era ben lontano ad apprezzare simili gusti. In pratica nel gruppo la maggior parte ascoltavano gruppi stranieri rock o punk con tendenza a preferire canzoni a tema sociali.

Erano tante le domande di Simone però le premeva in particolar modo una:non aveva mai visto Mr Tronky scrivere,era un bastardo dichiarato ma non sembrava così infame da sfruttare i membri del suo gruppo,solo le persone esterne a lui.

Domandarglielo era fuori discussione. Il malvagio l’avrebbe semplicemente guardato dritto negli occhi senza dirgli nulla:  <<  Signor Caccavale venga qui,non ozi!C’è del materiale da distribuire! >> Simone velocemente si alzo,in realtà lui si annoiava quando non faceva niente quindi fu un in parte contento quando venne chiamato … fino a quando non seppe il compito che doveva fare: << Ma è una montagna di roba!  >>

<<  Le classi della nostra scuola sono tante.  >>

Mr Tronky  si avvicinò e porse al povero fico della scuola una grossa massa di fogli:

 <<  Questi sono i racconti di questa settimana,li metta su tutti i banchi delle classe,se ha proprio bisogno da aiuto può chiedere al signor Cardini di darle una mano.  >>

Il signor Cardini era ultraottantenne inpensionabile bidello della scuola,così vecchio e così feroce quando era necessario che tutti gli alunni della scuola rispettavano e adoravano. Un tipo così era meglio averlo come alleato che nemico e così Roberto aveva fatto di tutto per ottenere l’ approvazione del vecchio bidello prima di fondare gli scrittori pazzi. Ottenuta l’approvazione del vecchio, Roberto Franco aveva iniziato il suo gruppo. A Simone  chiedere una mano a quel vecchietto quasi a un passo dalla tomba  sembrava una cattiveria e decise di fare da solo,ma dopo tutto il primo e secondo piano,il ragazzo era quasi morto:

<<  Tutto bene ragazzo?  >>

<<  Sì … >>   ansimando il fico della scuola si asciugò la fronte.

Il vecchio bidello si avvicinò e esaminò il materiale trasportato da Simone e fischiettando quasi commentò allegramente:   <<  Sei uno dei nuovi!Allora Robertino ne ha trovato un altro. >>  il vecchio diede una pacca  sulla spalla al ragazzo.

<<  Sei un nuovo membro? Lavori da matricola,eh?   >>

Simone prese una parte dei fogli ed entro in una classe:  <<  Non proprio, non sono  un membro effettivo,devo ancora scrivere un racconto…  >>

Un sorrisone caldo e gioviale apparve sul viso rugoso del bidello:   <<  Bha non dire così!Si deve sempre cominciare dal basso della piramide per arrivare al vertice! Tra poco sarai anche tu un membro effettivo!  >>

Il bidello fece per prendere dei fogli ma Simone lo fermò,non gli piaceva l’idea che un vecchio scheletro ambulante girasse con un peso così grande sulle spalle.

<<  Non si preoccupi,ci penso io …  >>  il vecchio fece il segno di zittirsi:  <<  Giovanotto,ai nostri tempi non eravamo così debolucci come voi.  >>

Ai nostri tempi… a quale epoca si  riferiva il vecchio rugoso?

Il bidello caricò sulle braccia un bel bloccò di fogli e iniziò ad avanzare lentamente.

Un rumore sinistro si udì dagli arti inferiori del baldanzoso vecchio,ma Cardini avanzò caparbiamente sforzando fino all’estremo il suo corpo.

Simone rimase allibito da quella imminente distruzione di vita umana finchè la voce squillante del vecchio lo richiamò alla realtà:  <<  Forza ragazzo,ho detto che voglio aiutarti !Ma non voglio fare il tuo lavoro!Muoviti!  >>

Alla fine della sfacchinata,il bidello prese l’ultimo foglio rimanente  <<  I racconti di Robertino li leggo volentieri.  >>   e ridacchiò come se nulla fosse,mentre Simone riprese improvviso interessi per i fogli distribuiti, ne prese uno e dopo un rapido saluto era già verso casa.

Il racconto aveva un titolo in francese( era già un  punto in meno per Simone poiché odiava il francese): Défauts d'un ange.

La storia non si volgeva in Francia,bensì in una cittadina di confine della valle d’Aosta: una giovane ragazza Elisa,ingenua e inesperta, assisteva a un crimine del delinquente Riccardo.

Il delinquente decide di non uccidere la giovane ma la plagia fino ad imprigionarla nella sua ,eppure alla fine l’amore trionfa.

Simone avrebbe voluto urlare che era una storia patetica ma non poteva,cioè forse comune,non originale.

Eppure l’aveva letto tutto d’un fiato nonostante che lui odiasse quel genere di storie.

Il ragazzo sospirò e buttò la fotocopia sulla scrivania,probabilmente era il modo in cui era scritto un’ atmosfera satura di tensione con echi lontani di romanticismo,era un modo di scrivere affascinante.

Era bravo indubbiamente.

Però preferiva ancora i racconti di Veronica per il contenuto.

Simone si addormentò vestito mentre leggeva nuovamente il racconto.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Marguerite Duras ***


M4

 

 

 

4 Capitolo

Marguerite Duras

 

La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.

 

La mattina per Simone era un supplizio.

Odiava svegliarsi, per lui era una cosa intollerabile, soprattutto per andare a scuola.

Forse Simone non si era mai reso conto che per tutti era così,ma dall’altra parte il ragazzo era un tantino egocentrico e quindi era normale per lui sentirsi l’unico così abbattuto dal risveglio.

Prese la borsa e si avviò,il freddo gli punse le guance e il ragazzo ci passò una mano sopra,tra un paio di giorni avrebbe dovuto farsi la barba:una scocciatura.

Nonostante le difficoltà Simone era riuscito a scrivere un racconto,non lo convinceva per niente.  Ammetteva di essersi  parecchio ispirato agli ultimi film che aveva visto,sperava solo che gli Scrittori pazzi non se ne accorgessero.

Ma in fondo che cosa c’era di male?Anche L’imitatrice ,cioè Flavia, scriveva cose ispirate ad altre opere.

Quindi era tutto in regola,no?Ma allora perché si sentiva così maledettamente nervoso?

Simone era fuori la porta,si era seduto sulle scale :una vecchia abitudine acquisita dalle medie.

Sentiva il suo batticuore iper-veloce.

Non era solo emozione,la sua era paura di essere giudicato.

I membri non l’aveva cacciato fuori ,ma lui non ce l’aveva fatta ad assistere ad altre persone che leggevano  e commentavano il suo scritto.

L’imitatrice posò una sua mano sopra la spalla del ragazzo facendolo voltare di colpo,gli occhi spenti della ragazza si incontrarono con i suoi carichi di stress.

Nella stanza Simone trovò i membri del giuria seduti al grande tavolo centrale,l’unico posto libero era quello a capo-tavola.

<<  Respinto.  >>   dura e crudele senza fronzoli di giri parole, la verità risuonò nella testa del ragazzo che non ebbe neanche la forza di chiedere il perché.

<<  Simone questo racconto … bhe d’accordo che è il primo,ma … come posso dire… sì è confuso quasi come se non sapessi cosa dire.  > >   il metallaro guardò sott’occhi Simone,per lui era difficile  fare le critiche.

<<  Forse ti abbiamo dato fretta e non ce ne siamo accorti … >>  Veronica lesse velocemente le prime righe del racconto che stavano criticando

 Roberto fissò gelidamente i due colleghi che si zittirono immediatamente,il messaggio era chiaro:una delle prime regole degli scrittori pazzi era che la critica doveva essere feroce.

< <   Non da’ nessuna sensazione,sembra una lista della spesa. E’ vagamente ispirato o forse il termine giusto è copiato dal film trasmesso in TV la settimana scorsa. E’ la prima volta che utilizzo questo termine, è patetico.   >>

Patetico,era una parola che mai era stata rivolta a Simone e di certo il ragazzo era contento della cosa.

Patetico era un termine così cattivo che se  fosse stato per  Simone, andava eliminato dai vocabolari di tutti il mondo,lo scrittore patetico si alzò dalla sedia: << Prova a ripeterlo!  >> disse a bassa voce minacciosa.

<<  Si sieda e non faccia l’idiota.  >>

<<  Non mi siedo.  >>

Mr Tronky restò seduto:  <<  Qui non sei a scuola,dove i professori per non sporcarsi le mani le permettano di fare tutto ciò che vuole. Si sieda immediatamente. Dannato ”VIP” da strapazzo.  >>

Gli altri membri degli Scrittori pazzi erano spaventati,Roberto non si era mai tanto alterato. Eccetto l’imitatrice che sembrava interessata al nuovo catalogo d’espressioni da memorizzare e da imparare a imitare.

L’Imitatrice in realtà aveva un atteggiamento molto più positivo alla vita di quello che dimostrava,quando succedeva qualcosa di brutto cercava di rimanere lucida e di trovare il lato costruttivo. Quale era il suo migliore lato costruttivo, se non quello di imparare a imitare qualche nuova espressione? Quindi si sistemò meglio sulla sedia e osservò eccessivamente incuriosita la scena.

<<  Prego.  >>   ironizzò Simone con una mano invitando l’altro a parlare.

<<  Lei può fare di più,lei potrebbe davvero scrivere qualcosa di meglio se avesse il coraggio di farlo.  >>

 

<<  Cosa diavolo stai dicendo.?  >>  Simone fissò il capo senza capire,aveva la vaga impressione che il discorso stesse prendendo una strana piega personale.

<<  Lei ha paura di essere giudicato signor Caccavale. Una paura così forte che trattiene i suoi pensieri più anticonformisti nella sua mente e che non osa di riportarli sulla carta. Lei è così preso dal giudizio degli altri ,che è sempre lì con l’orecchio teso pronto ad ascoltare le maldicenze della gente, ma vuole sapere la vera differenza tra uno scrittore e un non scrittore? Lo scrittore,se non è corrotto, se ne frega dell’opinione degli altri anzi ostenta con arroganza ingiustificata la sua,anche se questa è uguale alla maggior parte delle persone. Uno scrittore osa,osa immaginare una vita,delle persone con il loro aspetto e carattere,osa. Questo è l’azione principale di uno scrittore.

Un vero scrittore scrive e basta. Certo se gli arriva la fama e la ricchezza non la rifiuta. Lo scrittore è  anche umano. E come tale anche lui può sbagliare e questo racconto è uno sbaglio imperdonabile, per le capacità che ha!Cosa stava pensando quando scriveva ? Anzi meglio ancora,che cosa provava quando scriveva?  Uno scrittore scrive perché vuole scrivere , perché si sente bene quando scrive!  >>

Era una lezione di scrittura oppure una lezione di vita?

<<  Questo discorso non ha senso,lo sai che mi sembra signor Franco?Soltanto un unione di banali luoghi comuni di un intellettuale che si crede superiore a tutto e a tutti!  >>

<< Di certo superiore  a lei signor Caccavale.  >> ringhiò Mr Tronky.

Veronica si alzò di scatto, abituata come era a  gestire le assemblea d’istituto di quella scuola,che a volte finivano con le porte rotte della palestra: avvertì il pericolo imminente di uno scontro tra i due scrittori e trascinò fuori dalla stanza Simone.

La rabbia aveva sconvolto il bel viso del giovane che, Veronica quasi non riconobbe.

<<  COME PUOì SOPPORTARLO?  >> un urlo demoniaco uscì  dalla bocca del ragazzo.

Veronica lo colpì con uno schiaffo,lo stupore offuscò totalmente la rabbia.

La rappresentante d’istituto teneva le spalle del ragazzo bloccate con le mani:  <<  Ti sei calmato?  >>

Prima che Simone potesse dirgli qualcosa,Veronica lo fissò:  <<  Devi imparare ad accettare le critiche.  >>

Veronica gli indicò le scale:  <<  E anche i consigli. Adesso vai a casa fatti una doccia e rilassati. Chiaro?  >> ordinò la ragazza con voce chiara e autoritaria.

E mentre il Vip della scuola scendeva le scale, Veronica gli urlò:  <<  Per rispondere alla tua domanda!Io a Roberto  voglio bene!  >>

Giorno seguente,Simone si trovò in classe l’imitatrice. I suoi occhi vuoti lo fissarono a lungo   <<  Ti voglio portare in un posto. Avverti i tuoi genitori,ci vediamo a fine lezione.  >>

L’imitatrice non era un tipo socievole,non ti permetteva neanche di sentirti a tuo agio: guardava dritto davanti a sé ,soltanto ogni tanto lanciava una occhiata fugace dietro alle sue spalle, per vedere che chi era con lei la stesse seguendo.

Simone cercava di tenere il passo senza riuscirci,era troppo veloce persa in un mondo, che lei non permetteva a  nessuno di entrarci,forse neanche a se stessa.

C’era una chiesa davanti a Simone, una chiesa piccola. Il ragazzo indicò perplesso l’entrata.

La ragazza annuì semplicemente,per lei era ovvio.

Simone entrò, un improvvisa sensazione di freddo lo pervase.

Una lungo corridoio con due sbocchi laterali formavano una croce: era in una chiesa romanica.

L’imitatrice si sedette su una panca e il ragazzo la imitò:  <<  E qui che scrivo.  >>

Simone fissò la ragazza per un lungo istante,una chiesa gli sembrava un posto troppo spettrale per scrivere.

Flavia fissò Simone:  <<  Questo è anche un posto ottimo per piangere quando si ha fallito,nessuno ci fa tanto caso se qualcuno piange in chiesa, soprattutto se si è silenziosi.  >>

Simone rise nervosamente,quella ragazza aveva la capacità allarmante di stupirlo, di farlo sentire a disagio:lui che tutta la sua vita aveva venduto pezzi della sua anima per essere accettato per non sentirsi mai un pesce fuor d’acqua.

 <<  Fallito?  >> domandò scioccamente.

<<  Fallito.  >>   lo sguardo della ragazza tornò a vagare per la chiesa:  <<  Per me significa che sei caduto ma cerchi di risalire e di non cadere più nella stesso errore.  >>

<<  Ah.  >>

<<  E’ patetico significa “che è mesto e malinconico e desta tristezza e commozione.” Quindi il tuo racconto non è una lista della spesa, perché da’ una sensazione patetica ma da’ una sensazione. Uno scrittore quando scrive deve pensare a quale sensazione vuole dare al lettore:paura,allegrie e ecc. Per me quando hai scritto quel racconto hai pensato che era patetico ed è quella sensazione che hai dato.  >>

L’imitatrice si alzò e fece una vago inchino:  <<  Adesso vado,ci vedremo in sede scrittore.  >>

Perplesso sia per le parole della ragazza che per il comportamento non troppo educato ,Simone riuscì a bofonchiare qualcosa come ah.

Sentì solamente un leggero sbattere della porta d’ingresso.

Era una tipa strana l’imitatrice eppure in qualche modo riusciva quasi ad apprezzare la sua strana personalità,Simone guardò il soffitto della chiesa concentrandosi sui particolari.

Effettivamente … quando aveva scritto quel racconto, non era sicuro della sua bellezza,anzi per tutto il tempo, si ero preoccupato della possibilità che la  commissione  si sarebbe accorta dello scopiazzamento del film spunto.

Ma si era davvero concentrato sulla storia?Sui personaggi?Anzi a dire la verità Simone non ricordava neanche che cosa avesse scritto,come poteva pretendere che un racconto che lui aveva scritto e che non gli piaceva minimamente, potesse arrivare nel cuore di un lettore?Non aveva senso.

Un piccolo risata trattenuta uscì dalle labbra del ragazzo,no non aveva senso ,come non aveva senso rimanere lì a fissare un soffitto di una chiesa,però …

<<  Adesso come vado a casa?  >>

Non aveva la più pallida idea di dove fosse, nel tentativo di stare a passo con la ragazza, non aveva dato neanche un’ occhiata alla strada che stavano percorrendo.

Si era perso e di brutto.   

Era riuscito a prendere di corsa la metropolitana e Simone stava recuperando fiato per lo sforzo appena compiuto.

Simone riaprì gli occhi,

una donna gli era di spalle,aveva i capelli raccolti  in una treccia alla francese lunga fino al sedere.

Sembrava un elfo:

donne con i capelli così lunghi non si vedono così spesso  in Italia.

La donna attirava gli sguardi degli uomini e delle donne alcuni semplicemente curiosi,altri invidiosi.

Il ragazzo iniziò a guardala sott’occhio e poi piano piano prese una penna.

Scrisse una breve descrizione sulla donna dai capelli lunghi,all’inizio era solo fisica.

Simone tornò a guardala,che tipo di donna porterebbe i capelli così lunghi?Un’esibizionista? Di sicuro una donna paziente:c’era la madre di Simone che si lamentava perché ci metteva “troppo” tempo ad asciugare quei quattro spaghetti che aveva in testa. Quella signora minimo mezz’ora ci metteva per asciugare i suoi.

Una donna paziente,

Simone riprese il foglio dove aveva appuntato la sua descrizione.

Alla fine si pensa che scrivere sia una cosa difficile invece no,per scrivere ci vuole solo un minimo di interessamento agli altri ed imparare ad osservare,solo questo chiede la scrittura.

Soprattutto imparare a non farsi beccare a fissare fisso qualcuno.

L’elfo di Simone lo guardava con uno sguardo che non prometteva niente di buono.

<<  Maleducato.  >>

 Simone passò alcune notti insonne prima di dichiarare:  <<  Finito.  >>

Sfogliavano con assoluta lentezza il racconto di Simone,quasi come volessero studiare a tatto la consistenza della storia.

C’erano di nuovo tutti gli Scrittori pazzi,nel viso di ogni membro un’espressione indecifrabile ma  il VIP della scuola si sentiva sicuro di sè anche se gli avrebbero detto rimandato,lui avrebbe sorriso comunque fiero e orgoglioso del suo primo racconto.

<<  E’ bel racconto fantasy.  >>

Tutto qui,alla fine uno scrittore non vuole sentirsi altro, basta così poco per rendere felice uno scrittore.

L’Imitatrice guardò Simone per un lungo istante.

Il metallaro e Veronica sorrisero.

Ognuno ebbe la propria reazione naturale.

C’è l’aveva fatta, ci era riuscito,aveva scritto il suo primo racconto.

La sua mente sembrava in costante lavoro, pronto a cogliere ogni frammento di vita per descriverlo.

Simone si sentiva bene,in pace,si divertiva un mondo nella sede degli scrittori pazzi e non aveva rinunciato alla sua vita mondana,anzi come gli aveva spiegato Roberto,la maggior parte degli scrittori aveva la vita da Vip come la sua.

Come Balzac che era sempre immischiato in problemi di donne e di gioco

L’imitatrice era al tavolo con l’espressione vagamente accigliata, i suoi occhi erano carichi di rabbia,quegli occhi senza vita si erano finalmente accessi per qualcosa.

Quel qualcosa era la firma della madre di Simone Caccavale che come aveva definito la ragazza:  <<  Queste non sono lettere. Queste è un incrocio tra l’alfabeto arabo,cirillico,latino e con gli ideogrammi cinesi!Dì a tua madre ,da parte mia, che non ci sarà mai nessuno capace di copiare la sua grafia! Se così la vogliamo chiamare per intenderci.   >>

Il metallaro si avvicinò alla amica nel tentativo di calmarla:così arrabbiata non sarebbe mai riuscita a falsificare la firma della madre del nuovo membro!

<<  Per favore signorina Caputo non si alteri,una firma non perfetta basterà per far uscire il signore Caccavale prima.  >>

Mr Tronkie mangiucchiò un lato della sua merendina,composto e con il suo solito atteggiamento da adulto irritante,come sempre.

<<  E’ una fortuna Simone!Stiamo per andare a vedere il tuo scrittore preferito!  >>

Veronica sorrise.

Era tutto tranquillo,perfetto?

Simone,il nuovo membro degli Scrittori pazzi,rimase incantato dal cielo azzurro mentre mostrava l’autorizzazione,con la firma faticosamente copiata dall’imitatrice, d’uscita alla portinaia.

Tra meno di un’ ora sarebbe andato a sentire il suo scrittore preferito … e c’era anche qualcuno con cui condividere la sua passione per la letteratura.

<<  Su,signor Caccavale andiamo.  >>  Simone si voltò verso la voce di Roberto  Franco sorridendo.

Il genio del male sembrava in quel momento, data la posizione, immerso in quel cielo limpido,il suo sguardo e la mano che indicava a Simone di sbrigarsi, sembravano accennargli un nuovo mondo infinito:la letteratura

Un modo che anche lui,avrebbe contribuito come meglio poteva nel suo piccolo.

Simone aumentò il passo e raggiunse il colonnello dalla faccia d’insetto,anche se tra di loro non scorreva buon sangue erano pur sempre colleghi.

Anche se Simone aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai scritto lo stesso genere di Roberto.

In fondo era meglio evitare la competizione con quello strano ragazzo.

<<  Senti Roberto avevo pensato di scrivere questa storia parla …  >>

 

FINE

 

 

 

NOTE DELLO SCRITTORE PAZZO:

 Spero che questo sciocco racconto vi sia piaciuto,mi dispiace immensamente per i continui errori di ortografia ma ho preferito lasciarlo intatto come corpo da reato,da osservare per rendersi conto degli errori passati. Comunque sia auguro a tutti di diventare uno scrittore pazzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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