E una volpe

di VeganWanderingWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** e una volpe ***
Capitolo 2: *** e un gufo ***
Capitolo 3: *** e un lupo ***



Capitolo 1
*** e una volpe ***


che razza di tempi

che razza di tempi

non saprei dove andare

in un mondo

un mondo che ci ha sbattuto

le porte in faccia

noi siamo rimbalzati

sul marciapiede

sui nostri piedi ce ne siamo andati

andati senza più rimorsi

niente di valore alle spalle

 

e una volpe

una volpe mi viene incontro strisciando sul pavimento

ma io, io non ho niente da riportarle

 

che razza di ora

non è per te

e nemmeno per me

è questa strada

è questo vento

che trascina così lontano

e disperde

 

e una volpe

una volpe gioca il suo tempo fumando sulla porta aperta

tempo perso giocando a demolirsi

 

e una volpe

una volpe si trascina avanti lasciando una bava di sangue sul pavimento

nessuno ha assolutamente niente da riferirle

 

che razza di modi

con cui loro

con cui noi

forse non è colpa di nessuno

fatto sta che scegliamo

scegliamo parti diverse

dalle quali schierarci

a volte ha tutta l'importanza

a volte finge solo di averla

 

e quella volpe

quella volpe si trascina sulle piastrelle fredde con punti sottili negli occhi

divagando sollecitazioni tra i piccoli denti bianchi tutti uguali

 

e la volpe

la volpe mi viene vicino a capo basso e piccolo muso attento ai suoi passi

ad occhi spalancati sul vuoto ascolta le parole che non ho

 

che razza di gente

gente che c'è là fuori

là fuori si sposta dietro

alle proprie cose

inseguita da spettri

di ogni sorta

e il ramo

il ramo che bussa al nostro vetro

canta una ninnananna

stonata proprio

come una buona mamma

 

e qualche volpe

qualche volpe entra dalla porta senza far rumore e si abbatte sul materasso

un sospiro le sfugge dal pelo stanco di freddo e battaglie perse

 

e una volpe

una volpe mi chiude nell'angolo della stanza venendo avanti barcollando

le dico che non ho niente ma lei aspetta che io faccia qualsiasi cosa

 

che razza di momento

ci si sceglie

per essere contento

spiccare un salto

giù da un qualche gradino

sicuri di aver in mano una cartina

che poi è buona

buona giusto per accendersi

un'altra sigaretta

ricca di lucidità gretta

sai che dovevi smettere

di fumare e tante

tante altre cose dovevi smettere

tante altre

tante altre dovevi iniziare

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Capitolo 2
*** e un gufo ***


che razza di tempi erano quelli

in cui noi

in cui noi da qualche parte

qualcuno di noi azzeccava una frase

tempeste di silenzi

o risate che si infrangevano alle stelle

che razza di tempi

così lontani, miglia e miglia

e ancora accanto al mio orecchio

voci disperse

custodite gelosamente

 

e un gufo

un gufo viene a posarsi sull'albero davanti alla finestra e mi chiama addosso i sogni

vola via prima che mi risvegli

 

che razza di pensieri

colano tra le pareti del cranio saldate

colorano i capelli e gli occhi

e un istante dopo non sono più lì

ma in qualche modo le afferro

manciate di sguardi

attraverso folle di persone

attraverso maree di niente che ci desse niente

ma una rete invisibile e tangibile

una rete di occhiate

per ritrovarsi appigli reciproci

di cui fidarsi sempre

anche per gli errori

 

e un gufo

un gufo da qualche parte mi spia le spalle e il collo e cerca di leggere nelle mie

interiora il futuro

non so che vede, ma tiene d'occhio e non dice niente

 

che razza di parole

parole che trafiggono gli spazi

come lame

e fissano tacche che noi soli leggiamo

così ci orientiamo per ritrovarci

ritrovare attraverso il tempo

trovarci con il pensiero rivolto a loro

loro che non dicono niente

ma quello che hanno detto è proprio qui

nelle orecchie

e il loro contatto ancora caldo sulle mani

attraverso ogni fredda distanza

la resistenza fiorisce lentamente paziente

florida nell'attesa

del ricongiungimento

 

e un gufo

un gufo mi prende dalla testa le parole e le porta via, magari a coloro a cui sono

rivolte

o forse da nessuna parte

 

e un gufo

un gufo che vola apparentemente senza direzione sembra sapere esattamente

dove andare

voglio credere che la direzione sia giusta

 

che strano modo è questo

tracciare segni su un foglio

e affidarlo a sconosciuti

mancanza di codici

mancanza dei nostri modi

dei nostri tempi e momenti

per scambiarci occhi o parole

sguardi o silenzi

mentre ormai qui

qui rimangono solo pensieri affaticati

si trascinano a morire sull'impotenza

come animali feriti da troppi colpi

e qui, qui dove batte la loro assenza

il cuore tace

e aspetta

 

e un gufo

un gufo si siede di fronte a me per bere, nei suoi occhi spettri presenti e passati

non ha nulla da dirmi prima di spiccare il volo

 

e di quel gufo

di quel gufo vedo la traiettoria di ali fumo disegnarsi nel contenuto del bicchiere

ovunque sia diretto gli auguro buona fortuna, anche per la deriva

 

forse il problema è facile

che siano solo idee, che siano solo modi

diversi, quanto?

eppure diventano tutto

diventano il no se ti offre da bere

la mano che prima e dopo ti colpisce

la mano che porta via

ha portato via loro

loro quelli con cui bere aveva senso

li ha messi in gabbia come canarini

e loro no, so che non cantano per quelle mani

cantano per , se cantano

cantano per noi, se cantano

qui si balla, si beve, si canta per loro

e un cappello ci fissava dalla cima

di una bottiglia vuota

segnava la direzione del vento

o non segnava niente di più e di meno

della direzione che prendono i nostri pensieri

via su oltre quelle montagne, e aldilà...

tre punti cardinali

il quarto, il quarto siamo noi

 

e il gufo

il gufo la sua ombra inghiottita dalla nebbia non ha bisogno di alcun riferimento

scioglie nell'umidità dell'aria qualsiasi cosa, nebulosamente

 

e un gufo

un gufo ha capito che non ho più niente oggi da ballare, cantare e rimuginare

egli si sveglia quando noi chiudiamo gli occhi, e in silenzio porta via le nostre fatiche su penne grigie

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Capitolo 3
*** e un lupo ***


che genere di vita

vorresti avere

puoi averla, certo

cerca solo di ottenerla

guarda come fanno alla tivù

guarda come puoi piacere tu

renditi un quadrante di pulsanti

chi arriva ne spingerà uno

e tu non potrai essere assente

dovrai essere lì per lo spettacolo

me, mi fai sempre piangere senza lacrime

per te, per noi, non so più perché...

 

e il lupo

il lupo comparve un giorno come un altro

non sono più riuscito a togliermelo di dosso

 

e un lupo

un lupo prese l'abitudine di accompagnarmi

non ci ho più capito niente d'allora, o forse ho iniziato a capire quasi tutto

 

che tipo di aria

si respira qui

annusando il vento nella

speranza di sentire voi

lontani, sulle vostre

strade e con le vostre

cose di sempre e di mai

quando ci rivedremo, poi

ce le racconteremo

ma io, io con lei

la solitudine, andiamo d'accordo

però rivederci, una festa, un incontro

nel sollievo di sentirvi

ancora vivi, tangibili, e in fondo

inafferrabili, forse

un po' come me

 

e il lupo

il vecchio lupo mi sorride, si scuote via di dosso il passato

mi ammicca sempre come se fosse la prima e l'ultima volta

 

e quel lupo

quel familiare lupo che batteva il marciapiede, seguendomi

gli ho detto che poteva tornare, ad essere me, ed io lui, come in origine è

 

che specie di razza

quella mia, quella sua

mi hanno detto

di totem, spiriti e magie

io non credo a niente

come di consueto

tranne che a voi, tranne

che a noi, come al solito noi

e qualsiasi cosa ci porti

come da capo su stesse strade

dove voi vedete aria e vuoto

scorgo brillargli i denti

sfavillargli gli occhi

dice le parole che forma

la mia bocca assorta

è come il mio riflesso

senza specchio

affinché mi riconosca

affinché io lo riconosca

e ci riconosciamo

 

e un lupo,

mi ha confidato le sue debolezze, ma non riuscivo a dirgli di me

capii, che i lupi si riconoscono, solo se ci sono grandi sprazzi nelle nuvole

 

e il lupo,

il lupo che io sono e me è, uno strano tutt'uno di bianco-grigio-nero, e caffé

cantando nella notte, senza le scarpe rotte, corrono veloci le zampe nude

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