Green Hope

di ilenia23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casa, dolce casa ***
Capitolo 2: *** Gelo ***
Capitolo 3: *** L'inizio ***
Capitolo 4: *** Rivelazioni ***
Capitolo 5: *** Non così male ***
Capitolo 6: *** How? ***
Capitolo 7: *** Bianco e Nero ***
Capitolo 8: *** Lezioni di ballo ***
Capitolo 9: *** Orgoglio e pregiudizio ***
Capitolo 10: *** Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 11: *** Tempesta ***
Capitolo 12: *** A come Arsenico ***
Capitolo 13: *** One Shot ***
Capitolo 14: *** Reminescenze ***
Capitolo 15: *** Pentimento e Redenzione ***
Capitolo 16: *** Segreti svelati ***
Capitolo 17: *** Dubbi ***
Capitolo 18: *** Frammenti- prima parte- L'inizio della Fine.... ***
Capitolo 19: *** Frammenti-seconda parte- Ritorno alla realtà ***
Capitolo 20: *** Frammenti- terza parte- La fine di tutto e l'inizio del resto della tua vita ***
Capitolo 21: *** Frammenti - Quarta parte - V di Vendetta ***
Capitolo 22: *** Frammenti - Quinta parte- Illusioni ***
Capitolo 23: *** Remember... ***
Capitolo 24: *** La verità ***
Capitolo 25: *** Semplicemente noi ***
Capitolo 26: *** Tutta la verità ***
Capitolo 27: *** James Albus Black ***
Capitolo 28: *** Impotenza ***
Capitolo 29: *** Faccia a Faccia ***
Capitolo 30: *** Il labirinto Parte 1 ***
Capitolo 31: *** Il labirinto Parte 2 ***
Capitolo 32: *** Padre e figlio ***
Capitolo 33: *** Alba ***
Capitolo 34: *** Quartier Generale ***
Capitolo 35: *** Telepatia ***
Capitolo 36: *** In bilico ***
Capitolo 37: *** Scacco matto ***



Capitolo 1
*** Casa, dolce casa ***


Adesso che tutto era finito, Harry provava solo un grande sollievo.
Come se un macigno gigantesco gli fosse stato tolto dallo stomaco dopo un’ attesa lunga diciassette anni.
Inzuppato di sudore, stanco come non mai, sorrideva timidamente e piangeva allo stesso tempo.
Fissando lo sguardo sui volti dei suoi cari, sorrideva perché era finita, aveva vinto.
Piangeva perché lungo la strada aveva perso molto,forse troppo. 
Ma per una grande vittoria servono sacrifici.
E adesso era lì, ancora tra le mura di quel castello, scenario della battaglia finale,a chiedersi se fosse un sogno o se fosse davvero la realtà.
Quando ti abitui a un fardello tanto grande, ci vuole un po’ per abituarti all’idea che non ci sia più.
Era ancora vivo , era sopravvissuto per la seconda volta.
D’ altronde lei l’aveva sempre saputo, gliel’ aveva sempre detto che ce l’avrebbe fatta.
Ed era solo grazie a lei che adesso tutto era finito.
Solo grazie a lei Harry era ancora vivo.
In fondo al suo cuore, guardando verso tutti loro, gettandosi a terra, sfinito, mentre braccia sconosciute lo sollevavano, nonostante fosse doloroso e non avesse alcuna voglia di farlo, il suo pensiero volse al momento in cui aveva incrociato per la prima volta quegli immensi occhi verdi con i quali,sapeva, avrebbe avuto per sempre un debito immenso.



Hogwarts – 30 Ottobre 1994



Quando l’ ultimo boccone di torta di zucca fu spazzolato via dai piatti d’ oro, l’ attenzione di tutta la Sala Grande venne rivolta al tavolo degli insegnanti e precisamente al saggio preside di Hogwarts, Albus Silente.
In attesa che l’anziano professore iniziasse il dovuto e convenzionale discorso, Harry Potter scrutò ogni piccolo particolare attorno a lui , spaesato ed eccitato allo stesso tempo:  mai Hogwarts era stata più splendida di quella sera, mai la Sala Grande era stata più sontuosa e immensa, mai il cielo più stellato, il banchetto più delizioso, i professori più affabili ed eleganti..
No, decisamente quella non era una sera come le altre..
Ma vi era una ragione più che motivata per l’ eccezionalità della serata: Hogwarts avrebbe dovuto accogliere, e non solo per quella sera, le delegazioni provenienti direttamente da due scuole prestigiose come Durmstrang e Beauxbaton.  
Harry  insieme al resto dei presenti era a dir poco eccitato per l’ evento eccezionale che sarebbe stato ufficializzato di li a pochi istanti.
Il torneo Tremaghi difatti, dalla sua annunciazione poco meno di un mese prima, era fulmineamente diventato il cardine in funzione del quale ruotava la vita nel castello e non è difficile capirne il motivo. Un evento rarissimo nella comunità magica per il quale molti sarebbero stati disposti a dare qualunque cosa ,solo per assistervi, figurarsi a partecipare. Hogwarts aveva ricevuto l’ onore di ospitare e di riportare così in vita il prestigioso Torneo, sospeso ormai da quasi un secolo.
“Ma quanto ci mette, Silente?”esclamò Ron, spazientito e intontito allo stesso tempo. Non si era ancora ripreso dall’apparizione delle Veele.
“Sei sempre il solito” sbuffò Hermione, tradendo anche lei una nota di curiosità nella voce.
Non appena Silente finalmente si alzò in piedi, numerosi “shh” si levarono in sala. Tutti gli occhi erano fissi su di lui.
 Il preside ebbe un attimo d’incertezza prima di iniziare il suo discorso. Si guardò intorno, a disagio, si voltò verso gli altri insegnanti,soffermandosi particolarmente su Moody. Non ricevendo risposta, finalmente cominciò: “Allora, miei cari studenti, il momento è finalmente giunto”.
Harry si voltò verso i due amici per cercare di decifrare la strana reazione del preside ma quelli fecero spallucce di rimando.
All’improvviso un tonfo sordo proveniente dal portone d’ingresso distolse l’attenzione dalle parole di Silente. Hermione riuscì ad intravedere un sorriso di sollievo nel volto del preside prima di voltarsi anche lei verso l’origine del rumore.
La Sala grande  cadde in un silenzio tombale quando le porte dell’ingresso si aprirono all’ improvviso per lasciare entrare una figura misteriosa, completamente avvolta da un mantello di ciniglia ,bianco neve.
Sussurri e bisbigli correvano di orecchio in orecchio ad una velocità surreale.  Dentro la testa di ogni studente aleggiava un unico interrogativo: “Chi diamine era?”.
La risposta non tardò ad arrivare:  la sconosciuta rivelò il suo magnifico aspetto dopo essersi sfilata con uno schiocco di dita il candido mantello che, magicamente, continuò ad aleggiare ben ripiegato dietro di lei, pronto a seguirla ovunque.
Due occhi straordinariamente verdi mandorlati scrutarono l’intera Sala: uno sguardo acuto e intenso, attento ad osservare e a catturare ogni minimo dettaglio, anche quello più insignificante. 
Quando quella creatura insolita adocchiò il vecchio preside, sulle labbra morbide e rosee apparve un sorriso impertinente e giocoso che ,solo per un attimo, smontò l’idea quasi mistica di irraggiungibilità che inevitabilmente ispirava quella giovane donna che dimostrava avere si e no tre decadi.
Iniziò a percorrere la Sala con un’innata eleganza,grazia e leggiadria. Sembrava quasi che danzasse. Fierezza e audacia caratterizzavano ogni suo passo ma niente era più evidente della magia che sprizzava da tutti i pori, come un’ aurea tutta intorno a lei, riuscivi quasi a sentirla. Probabilmente era la creatura magica più potente che Harry avesse mai visto, dopo Silente.
Non era solo fascino, non era solo incredibilmente bella. Era qualcosa che andava…Oltre ogni previsione.
Il vociare degli studenti aumentava a dismisura man mano che la creatura si avvicinava al tavolo degli insegnanti. A causa del suo incedere danzato, i lunghi, leggermente mossi, capelli castani le ricadevano dietro la schiena, discostandosi dal viso candido e lasciando quindi che si dipanasse il suo selvatico profumo per tutta la Sala, inebriando le narici degli studenti di muschio e pino.
D’un tratto risuonarono per tutta la Sala fischi e gridolini che sfociarono ben presto in un grande e lunghissimo applauso. Harry si guardò intorno spaesato: una larga parte di studenti sembrava conoscerla, soprattutto i più grandi. Si voltò verso Ron e Hermione , in cerca di una spiegazione, ma in quel preciso istante Fred e George balzarono in piedi sul tavolo, rapiti e estasiati al tempo stesso. Battevano le mani più forte di chiunque altro nella sala. Ginny cercò di farli scendere, scocciata dal comportamento ebete dei due gemelli che però sembrava stesse contagiando  molti studenti. Silente sorrideva divertito e applaudiva appassionato mentre Harry era sempre più confuso. Più guardava quella donna, più gli sembrava che avesse un’ aria familiare..
“Io l’ ho già vista da qualche parte” esclamò rivolgendosi a Ron e a Hermione ,cercando un senso in tutta quella caciara.
Ron proruppe in una gigantesca risata.
”Davvero non sai chi è?”esclamò stupito.
“Si dice chi sia,Ron!”lo corresse quasi automaticamente Hermione,distratta dal tavolo degli insegnanti.
“No! Ti vorrei ricordare che ho vissuto con dei Babbani fino ad undici anni”rispose impaziente un Harry sempre più sconvolto.
“È  Aryana Silente”intervenne Seamus Finnigan, seduto accanto a loro .  “Si, proprio così, la figlia di Silente”proseguì, notando il viso sconvolto di Harry a sentir pronunciare quel cognome. “Nonché la miglior Auror che si sia mai vista sulla faccia della terra, la mente geniale che ha organizzato il torneo Tre Maghi e la coppa del mondo di quidditch, responsabile del dipartimento Auror e ci sarebbero altre miliardi di cose da raccontare sul suo conto..”concluse, gonfiandosi il petto e cercando di sistemarsi i capelli, in attesa che passasse Aryana.
Dopo queste parole Ron si alzò in piedi per applaudire e contemporaneamente Harry stette per soffocarsi con il succo di zucca per lo stupore.
“Non ti sembra di stare esagerando, Ron?”trillò Hermione, guardandolo con disappunto.
“Silente? Una figlia? Cosa?!”strillò Harry, colpito, sovrastando le urla degli studenti attorno a loro.
Come accidenti era possibile che in quattro anni non aveva mai sentito parlare della figlia del preside?!
All’ improvviso un ricordo si fece avanti con prepotenza nella mente di Harry. Adesso gli fu chiaro dove l’ ebbe incontrata per la prima volta…alla coppa del mondo di Quidditch.

Flashback

La tribuna d’onore si riempiva molto lentamente. Harry, Ron e Hermione erano eccitatissimi per il grande evento , come tutti i presenti a giudicare dal caos. Tutto era verde e rosso: Irlanda e Bulgaria presto si sarebbero scontrate,senza risparmiarsi niente.  Tuttavia una larghissima parte di maghi lì presenti  era ben consapevole che la Coppa non era solo un evento sportivo ma ,prima di tutto, politico. A guardarsi attorno, sembrava che tutti si dessero un gran da fare ad ingraziarsi il Ministro della magia. Aleggiava un clima asfissiante di ipocrisia e convenzione nella tribuna d’onore dove sedevano le famiglie magiche più in vista e, solitamente, anche quelle più ruffiane.  
Improvvisamente ,tra la folla, una nervosissima Aryana Silente si fece largo in tribuna seguita da altri maghi,disponendo ordini a quelli che sarebbero dovuti essere Auror addetti alla sicurezza.
Stava discutendo concitatamente con un suo collega, quando Caramell esclamò:"Via,via, Aryana. Sbaglio o ti avevo impedito di occuparti ancora di lavoro? Ci sono altre persone pagate per questo. Tu hai avuto un malore,l'unica cosa che devi fare è goderti la serata che tu hai contribuito a rendere magnifica".
"Ministro, sicurezza prima di tutto..." controbatté l’ Auror, guardandosi attorno circospetta.
"Ma finora è andato tutto magnificamente, perché preoccuparsi?".
"Finora è andato tutto a meraviglia perché mi sono occupata personalmente di ogni minimo dettaglio...è assurdo levarmi l'incarico proprio adesso che è arrivato il momento più delicato".
"Nessuno vuole levarti l'incarico, Aryana. Sto solo dicendo che devi calmarti per stasera. Piuttosto, aiutami con il ministro bulgaro. Ho sentito che prima eravate impegnati in un' accesa discussione"disse sbrigativo Caramell.
 Aryana scosse la testa e fece per accomodarsi accanto al ministro ma la sua attenzione fu catturata dai Weasley e dai Malfoy,intenti a scambiarsi occhiatacce.
"Oh, Artur....”esclamò allegramente, saltellando verso di loro.
“Buonasera, Lucius, Narcissa, Draco..."disse, facendo un freddo cenno di saluto,non appena si avvicinò ai Malfoy.
"Aryana,come stai? Hai avuto un malore?"chiese il signor Weasley sinceramente preoccupato.
"Ma quale malore...sono inciampata in una radice e si sono convinti che sia svenuta..".
"Tu non sei esattamente un tipo che inciampa "disse acidamente il signor Malfoy.
"Qui come vanno le cose?"tergiversò abilmente il signor Weasley mentre Aryana gettava un’ occhiata torva contro Lucius.
" È un delirio. Avrei voluto gestirla meglio ma Caramell stasera non mi dà l'opportunità di fare nulla..".
"Oh,non preoccuparti, qui va tutto a meraviglia".
"Non lo so..Ho un brutto presentimento".
"Vecchio intuito da Auror. Non vorrei che ti finisca come Moody a vedere nemici e maledizioni ovunque" sibilò sarcastico Lucius Malfoy.
Aryana lo trafisse con lo sguardo e ,per un attimo, quest'ultimo sembrò indietreggiare,come colpito da una scossa elettrica.
"Malfoy, perché non fai accomodare la tua famiglia? Saranno stanchi"esclamò Aryana. Traduzione: levati dai piedi.
"Avevo capito che fossi tu quella ad aver bisogno di riposo".
"Io non ho bisogno di niente ,Malfoy, e se sono stanca è perché lavoro, al contrario di qualcun altro che vive di rendita" ribatté fiera Aryana.
Detto questo, Malfoy se ne andò sprezzante insieme alla sua famiglia.
"Artur, per caso hai visto Amos? Dovrei parlargli riguar..."fece per dire Aryana ma si arrestò quando i suoi occhi incrociarono quelli di Harry. Quest’ultimo non seppe come interpretare  gli occhi dell’ Auror fissi su di lui dapprima così distaccati e autoritari e poi inspiegabilmente così pieni di una strana luce e…chissà..forse anche un pizzico di dolcezza?!
"Harry…"sussurrò per la prima volta indecisa ma,prima che la sua frase prendesse forza, ancora una volta, la sua voce fu smorzata da quella del ministro.
"Aryana, adesso basta occuparsi di convenevoli e faccende di lavoro. Vuoi sederti o dobbiamo usare la forza? Stiamo per incominciare!".
Dopo aver sospirato in modo da farsi sentire, di malavoglia, Aryana raggiunse il suo posto accanto a Caramell ,intraprendendo una conversazione con il ministro bulgaro.
Un attimo dopo Ludo Bagman prese posto in tribuna.
L’Auror buttò gli occhi al cielo, sembrava non gradire la presenza ingombrante di quello che sarebbe stato il cronista della partita.

Ritorno al presente - Hogwarst

Harry non ricavò altro che quel piccolissimo frammento  su di lei quella sera. Eppure nell’ Aryana del ricordo confuso di Harry c’era qualcosa di diverso dall’ Aryana che adesso stava camminando spedita tra i tavoli della Sala Grande.
Alla coppa indossava vestiti di ottima fattura ma alquanto anonimi, non aveva il sorriso spigliato che si leggeva ora sul suo volto ,anzi, era corrucciata e la sua espressione molto preoccupata e vigile.
 Per questo motivo, e anche per gli eventi spiacevoli che avvennero dopo la finale, né Harry né Ron né Hermione ebbero occasione di parlare di lei in precedenza.
Deve essere una qualità necessaria ad un Auror saper passare inosservati ,persino se si parla di Aryana Silente.  

Nel frattempo diventava sempre più vicina alle loro sedute, procedeva spedita fino a quando ,notando Harry, si arrestò di colpo. Tornò indietro di qualche passo. Adesso lo fissava, dritto negli occhi.

Una strana sensazione lo pervase in tutto il corpo, una voce flebile ma persuasiva rimbombava nella sua testa. Harry non riusciva a capire cosa stesse dicendogli..sembrava una lingua sconosciuta. Anche se non riusciva ad afferrare il significato dei bisbigli all’interno della sua testa, il suo corpo sembrava eseguire ogni suo ordine.
Subito, nella sua mente si andavano formando ricordi e immagini confuse, volti e parole presero a vorticargli davanti agli occhi. Non riusciva più a sostenere quello sguardo così intenso ,ma ,allo stesso tempo, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Come un magnete attrae il ferro, una forza potentissima si impadronì di lui e per un attimo ebbe paura di perdersi,di scomparire, di non riottenere più il controllo su se stesso..una sensazione così sgradevole che ad Harry venne la nausea.

Poi, all’improvviso tutto cessò. Non sapeva cosa Aryana Silente gli avesse fatto. L’unica cosa certa era che Harry non avrebbe mai più voluto provare quella sensazione.
Continuarono a guardarsi ma questa volta lo sguardo era diverso, non stava usando alcun potere, lo stava semplicemente osservando.

Dopo quella che parve un’infinità, allargò ancor di più il suo sorriso e si avvicinò di qualche passo alla tavolata. Vista da vicino sembrava ancora più aggraziata.
La differenza con l’abbigliamento alquanto anonimo scelto per la coppa era palese: indossava una maglia in seta,dei pantaloni alla Ali Babà e stivali bassi in camoscio. Aveva un gusto orientaleggiante, ma sembrava appartenere ,più che all’Oriente, ad un mondo sconosciuto..

A guardarla da vicino, Harry notò parecchie somiglianze con il vecchio preside: l’acutezza dello sguardo; il candore della pelle,in Aryana sottolineato ancor di più dal bianco immacolato delle vesti; la stessa eleganza e pacatezza nei modi. Tuttavia l’Auror sembrava celare dentro di sé una forza immane, irruente, come un cielo nero che ancora non ha scatenato tempesta. Era come una calamita..attraeva tutto e tutti. Osservandola, Harry pensò che esisteva una sola  parola che potesse descriverla: carisma.  

Tese la mano a Harry che prontamente l’afferrò. Era gelida e dalla presa sicura,la stessa del padre.
“Harry, è un onore conoscerti. Finalmente possiamo completare la presentazione. Alla finale non ne abbiamo avuto modo.. non so se ti ricordi…”esclamò con una voce inaspettatamente confidenziale ma affatto invadente.
“Si,si certo che mi ricordo…anche per me è un piacere”le rispose un imbarazzato e stranito Harry.
“E voi dovreste essere la signorina Granger..”disse, indicando Hermione con la punta delle dita sottili. “e Ron Weasley..insieme a tutta la vostra famiglia di rossi..” concluse,irrompendo in una contenuta risata argentina che coinvolse tutti i diretti interessati. 
“Ho sentito grandi cose sul vostro conto..soprattutto sulle malefatte dei gemelli” disse,strizzando l’occhiolino verso questi ultimi.
Stava per proseguire ma un raschiar di gola arrivò dal tavolo degli insegnanti: era Silente. Lei sembrò tornare da uno stadio di trance e riprese il suo percorso verso il tavolo degli insegnanti, non prima di aver gettato una fugace occhiata verso Harry.
Quando finalmente arrivò di fronte al preside, con agilità felina balzò sul tavolo e vi sedette. Schioccò un sonoro bacio sulle guance del preside e incominciarono  a confabulare tra di loro.
La scena era alquanto singolare: lei seduta sul tavolo a gambe incrociate e Silente piegato leggermente sulla figura della figlia per colloquiare tranquillamente ,come se non ci fossero più di un milione di sguardi fissi su di loro.
Nessuno si era mai seduto a gambe incrociate sul tavolo degli insegnati, nessuno si era mai permesso di baciare e abbracciare il preside in quel modo. Lui era Silente. Era intoccabile ,o almeno, fino a quel momento. In più, nessuno era mai entrato in quel modo così incredibile a Hogwarst. 
Harry si voltò verso Ron e  Hermione a dir poco turbato..
“V-voi, lo sapevate? Voi sapevate che Silente avesse una figlia, organizzatrice del torneo e tutto il resto?”.
“Non sapevamo che venisse qua. Lei non è proprio il tipo che si fa vedere in giro. Ad ogni modo, parliamo solo per sentito dire, voci di corridoio, leggende metropolitane. Sulla sua vita si hanno molti interrogativi e poche certezze. Una di queste è che lavora per il Ministero, come mio padre, e che è davvero in gamba: ha vinto una marea di premi come miglior Auror,miglior strega e chissà quanti altri. Alcuni dicono che abbia preso l’Ordine di Merlino, proprio come suo padre, per essere stata fondamentale nell’alleanza con le comunità magiche mondiali” rispose Ron,senza staccarle lo sguardo di dosso.
“Tanti anni fa ,quando era ancora giovanissima, era uno degli Auror migliori del mondo. Si dice che le prigioni di Azkaban siano piene per un quarto grazie a lei. Dopo la caduta di Tu-Sai-Chi, se ne è andata dall’ Inghilterra per un sacco di tempo..saranno stati anni..
Ufficialmente ha continuato a lavorare per  conto del ministero ma si occupava perlopiù di affari esteri, cooperazione internazionali ,faccende di questo tipo. Lei è specializzata, oltre che come Auror, nello studio delle altre popolazioni magiche, conosce innumerevoli lingue e tipi di magia. Praticamente è un pozzo di scienza. Ha scritto anche un bel po’ di libri sui suoi viaggi e sulle creature magiche..mi pare di averne letto qualcuno di sfuggita…” mugugnò Hermione,pensosa.
“Alcuni ipotizzano che la sua, sia stata solo una scusa per allontanarsi dall’Inghilterra. Il suo passato però è avvolto in un alone di mistero. Non si capisce come mai sia completamente sparita dal giro. E come mai adesso è ritornata? Voglio dire prima la coppa, poi il torneo e adesso arriva direttamente ad Hogwarts…è davvero strano..”esclamò Seamus Finnigan, intromettendosi nella discussione.
“Wow..Silente ha una figlia..ma come?!”esclamò Harry, ignorando Seamus, troppo impegnato ad ammirare quella strega che si rivelava sempre più sorprendente..
“Io non mi impiccerei troppo ,se fossi in te. Se non sappiamo quasi niente di lei ,ci sarà un motivo ,e cioè che non lo vuole fare sapere” disse risoluta, Hermione.
Le chiacchiere finirono definitivamente a un cenno di mano del preside.
“Cari studenti, è con enorme orgoglio e fierezza che vi presento la persona senza la quale niente di tutto questo sarebbe mai accaduto, e cioè mia figlia: Aryana Kendra Arya Saphira Silente, una delle migliori streghe in circolazione al momento. Avrete modo di ritrovarvela tra i piedi durante il corso di quest’anno, anche se ovviamente sarà molto occupata a lavorare per voi, per il vostro divertimento e per la sicurezza totale dei campioni, insieme all’ausilio di molti operatori che faranno capo a Ludo Bagman e al signor Crouch, ma questo già lo sapete. Fatele un altro applauso di benvenuta, o per meglio dire, di bentornata”esclamò, mentre le stringeva la mano fra le sue. Si scambiarono uno sguardo pieno di significato,poi Aryana prese posto accanto al preside e il suo piatto magicamente si riempì.

Aryana

Mentre mio padre riprendeva parola, fornendo le notizie logistiche riguardanti il calice e la linea del tempo, da me creata,io pensavo a tutt’ altro...
Era da moltissimo,troppo tempo che non rivedevo Hogwarts,la mia seconda casa. Ad affollarmi la mente c’erano già fin troppe preoccupazioni, senza che ci fosse bisogno di ricordi nostalgici della mia vecchia vita.
 Purtroppo notando il posto in cui era seduto Harry,il modo in cui teneva scompigliati i capelli, la montatura degli occhiali e soprattutto quegli straordinari occhi verdi, non potei che sospirare dolorosamente.
Quelle caratteristiche potevano stupire alcuni, lasciare indifferenti altri, far sorridere, ma niente di tutto questo era paragonabile all’uragano che provocavano dentro il mio animo.
Chiusi gli occhi per un solo istante e quello fu necessario perché nella mia mente si andassero a riformare immagini, ricordi, sensazioni, che in un passato che mai mi appariva così remoto come adesso, mi avevano incendiato il cuore.

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Capitolo 2
*** Gelo ***


Hogwarts - Settembre 1975

Aryana  Silente

Spaesata,spaventata e soprattutto sola ma a questo ero e sono tutt’ora abituata.
Era così che mi sentivo.
 Ero stata strappata via dal mio rifugio sicuro per andare in un luogo in cui avevo smesso di sperare e che avevo imparato a odiare per dimenticare..
Da quando sono piccoli tutti i maghi sognano di andare ad Hogwarts, il castello dei sogni, dove si diventa grandi.  
Ma io non ci andai come invece fecero tutti i piccoli maghi inglesi.
A dire il vero io non feci quasi niente di normale nella mia vita, a cominciare dalla mia infanzia..
Fin da piccolissima il mio imperativo categorico era sempre stato quello di diventare una strega perfetta,con un’ istruzione approfondita, al di sopra delle aspettative.
Per far questo, mio padre diede inizio ai miei studi sin dall’ età di quattro anni: ebbi maestri babbani,folletti, maghi e streghe di ogni tipo e da ognuno imparai qualcosa. Potevo vantare persino gli insegnamenti di mio padre, il più grande mago di tutti i tempi, i pochi mesi che era in casa. Infatti Albus Silente, essendo uno degli uomini più importanti della comunità magica inglese, lasciava la sua adorata figlia per la maggior parte del tempo sola a Londra, nella nostra casa incantevole con uno stuolo di persone sempre diverse a prendersi cura di me. Peccato che l’unico affetto di cui mi importasse era il suo..

Trascorsi la mia infanzia conoscendo sempre personaggi stravaganti che venivano a trovare mio padre, istruendomi magicamente e non, leggendo qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani, nutrendo una curiosità sconfinata verso qualsiasi cosa a me sconosciuta…eppure così sola. Mai un amico, solo compagni di gioco passeggeri,figli di personaggi illustri che venivano a trovarci, attimi fugaci di felicità apparente.
Mio padre non aveva il tempo di occuparsi della mia vita sociale, al massimo, della mia istruzione che, viste le mie doti brillanti, procedeva spedita, senza trovare ostacoli.
Pertanto era alquanto naturale che desiderassi con tutto il mio cuore andare ad Hogwarts, dove avrei potuto conoscere ragazzi della mia età, farmi degli amici, essere felice..

Tuttavia, purtroppo o per fortuna, quando compii undici anni successe l’imprevedibile: arrivò una lettera dei miei nonni materni che, all’ effettivo, faceva forti pressioni a mio padre affinché non mi mandasse ad Hogwarts e incomprensibilmente, almeno per me, mio padre accettò la proposta di mio nonno Ernest. Decisero insieme, assolutamente contro la mia volontà, di mandarmi per i successivi cinque anni ad istruirmi nella loro terra anziché ad Hogwarts.  

La loro lettera arrivò come una doccia fredda quanto inaspettata. Infatti Ernest e Tatami erano sempre stati delle figure alquanto evanescenti ,per non dire inesistenti, nella mia vita. L’unico rapporto che ci legava era una formale corrispondenza irregolare di lettere.
Questo era dovuto soprattutto al pessimo rapporto che intercorreva tra loro e mio padre: non credettero mai che fosse davvero all’altezza di mia madre.
Se ci penso adesso mi viene quasi da ridere…Albus Silente, il più grande mago di tutti i tempi, che non è all’altezza di una donna..
Il problema centrale è sempre stato proprio questo,in realtà.
Mia madre non era una donna normale, non era neanche una strega, a dirla tutta.
“Era qualcosa di davvero, davvero speciale”. Questa era la frase che mio padre mi ripeteva da quando ero piccola quando chiedevo di lei.
Non capii fino in fondo cosa volesse dire fino a quando non arrivai dai miei nonni,su al Nord, nella foresta incantata di Shantaram, dove scoprii cose di nemmeno immaginabili e trascorsi i cinque anni più incredibili di tutta la mia vita.

I miei nonni facevano parte della razza più nobile e bella fra le creature magiche…quella degli Alti Elfi, anzi, molto di più…Re e Regina della foresta incantata di Shantaram, il posto più incantevole e magico in cui io abbia mai messo piede dopo Hogwarts.
 Amanti dell’ arte, della musica, della conoscenza in tutte le sue forme, esseri leggiadri, liberi e immortali, gli elfi mi affascinarono fin da subito, inevitabilmente…ce l’avevo nel sangue.
Mia madre Edhil era una principessa elfica mentre mio padre era solo un giovane ma ambizioso e promettente mago. Ovviamente non era abbastanza per una razza così superba e eccelsa come quella di mia madre. Così lei e mio padre scapparono,ubriachi d’amore, dopo il rifiuto categorico e algido di mio nonno alle loro nozze.
Edhil fu rinnegata e insieme a mio padre tornò a Londra dove nacqui io.
Purtroppo mia madre ,non essendo mai uscita da Shantaram, non era abituata al clima di Londra e si ammalò gravemente. Appena il tempo di darmi al mondo e se ne era andata senza che potessi vedere il suo volto,i suoi occhi, la sua straordinaria bellezza e magnificenza.

La domanda che mi ha perseguitato da sempre è: Io cosa sono? Un mezzelfo, una mezza strega o chissà cosa..
Questa fu una delle ragioni per le quali i miei nonni avevano voluto che apprendessi la maggior parte delle nozioni elfiche, prima di andare ad Hogwarts.
A Shantaram scoprii di possedere un talento innato per l’arco e per la spada, di saper padroneggiare abilmente molti incantesimi con il solo uso della mente e delle mani, di avere il dono della premonizione(che però non riuscii mai a controllare del tutto).
Appresi conoscenze impensabili e nemmeno immaginabili fino a quel momento e imparai a parlare l’elfico(cosa che successivamente si rivelò utilissima,specialmente quando non vuoi far udire ad orecchie indiscrete i tuoi segreti).
Amavo Shantaram, imparai ad amare i miei nonni e mi legai profondamente ad una cerchia ristretta di elfi, in particolare all’elfo Uriel che divenne come un fratello per me.
Lasciare quel mondo mi costò parecchio ma era necessario. In un certo senso, sapevo che la mia strada era un’ altra. Il mio mondo era diverso dal loro..mi ci ritrovavo ma non era casa.
Gli elfi sono una stirpe algida, fiera e orgogliosa, non c’era mai spazio per il divertimento e per le smancerie, poche parole, più fatti. Uno sguardo può dire tutto. Odiano le azioni eclatanti e istintive,piuttosto prediligono la meditazione e lo studio.
Io ero molto diversa…più umana. In me prevaleva l’istinto alla ragione il più delle volte, mi veniva naturale essere impulsiva, poco paziente, irruente...
Gli elfi erano spiazzati da certi miei comportamenti e non perdevano occasione di rimettermi in riga con serietà e disciplina,concetti fondamentali per loro.
Con il tempo la loro natura mi aveva resa diversa: più diffidente e fredda, quasi altezzosa, specialmente nei confronti degli estranei.
Inoltre ero sempre stata trattata come una principessa, in fondo era quello che ero, portata su un piedistallo, non abituata a confrontarmi con gli altri.

Adesso non ci sarei stata solo io, l’unica prediletta. Me la sarei dovuta cavare con altri ragazzi ,cresciuti in un modo completamente diverso dal mio:pronti ad aprirsi, a fare conversazione, a stare con gli altri. Io ero sempre vissuta in solitudine e le uniche persone con cui avevo stretto legami erano dei giovani elfi che si trovavano anni luce lontano da Hogwarts.
Per queste ragioni seppi da subito che non sarebbe stato facile suscitare la simpatia dei miei compagni di Hogwarts ,soprattutto per la mia apparente arroganza e freddezza. Ma non potevo farci niente, mi era stato insegnato così. La fiducia è un premio che si deve conquistare giorno dopo giorno,faticando.
La cosa che mi preoccupava di più, in ogni caso,non era il non socializzare, ero abituata alla semi solitudine, ma quanto il fatto di dover raccontare una marea di bugie sul mio passato. Non potevo di certo andare a dire in giro che ero una…già,una che? Un mezzo elfo? Una mezza strega? Un mezzo mostro?

Avremmo detto a tutti che avevo incominciato gli studi su al Nord (che poi non era tanto lontano dalla realtà) ma che adesso ero tornata per stare vicino a mio padre.
Non mi entusiasmava molto l’idea di dover dire delle menzogne ma quello era il modo in cui aveva predisposto mio padre per cui bisognava attenersi alle regole.
Tra l’ altro Albus riuscì a far veleggiare sul nostro passato un alone di mistero tale da lasciarmi tranquilla,almeno il primo giorno.
 
Eppure lo ricordo bene quel senso di angoscia che mi prese lo stomaco la mattina in cui avrei effettivamente iniziato la mia istruzione ad Hogwarts.
La notizia del mio arrivo si era già largamente diffusa. Dovevo solo scendere con la McGrannit al mio fianco che mi avrebbe accompagnato dai miei compagni del quinto anno.
A prima ora avremmo avuto Pozioni, non tra le mie preferite, a dire la verità, nonostante avessi una naturale predisposizione, affinata dallo studio e dall’esercizio ai quali fui sottoposta fin da piccolissima.
Ovviamente già conoscevo Horace Lumacorno,molte volte ospite in casa nostra. Un uomo tanto intelligente e abile quanto pavido,pigro e prevedibile. Non era né affascinante né interessante, lo trovavo noioso, fin troppo abitudinario e scialbo sebbene avesse una totale predilezione per me, come tutti gli amici di mio padre, d’altronde.
 
“Sei nervosa?”mi chiese la McGrannit mentre mi conduceva nei sotterranei.
“Abbastanza”.
“È normale, avere paura..”.
“Io non ho paura”risposi stoica.
Prima regola: mai mostrarsi deboli.
La McGrannit sembrò fraintendere il tono che assunsi nei suoi riguardi. Me ne pentii all’istante. Non volevo risultare acida o maleducata..semplicemente mi era stato insegnato ad essere diffidente. Cercai un modo carino per chiederle scusa ma non ce ne fu il tempo.
“Siamo arrivati. Siamo un po’ in ritardo ma è meglio così..saranno già tutti in aula ed eviteremo ripetizioni”.
Tre,due,uno.
Trattenni il respiro e seguii la professoressa dentro l’ aula gelida.
Non potevo crederci ma io, Aryana Silente, a cui era stato insegnato con così tanta disciplina la freddezza, la razionalità, la dissimulazione dei propri sentimenti, la diffidenza..Si, proprio io stavo tremando e non riuscivo a smettere.

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Capitolo 3
*** L'inizio ***


Prima di iniziare un altro chap, vorrei ringraziare chi mi ha messo tra i preferiti e tra le fic seguite però sarei contenta anche se qualcuno di passaggio mi lasciasse una recensione anche strimizita va bene..tanto per sapere se sto facendo una completa schifezza o no..
Ci tengo a precisare che per ora la storia è un pò lenta perchè devo soffermarmi sulla parte descrittiva per spiegare un pò la situazione ma vi assicuro che si evolverà e diventerà più fluida e, mi auguro, avvincente.
Per adesso sto aggiornando ogni giorno perchè ho qualche capitolo già pronto ma non vi abituate perchè non sarà così per sempre. Dopo avervi annoiato a morte, vi lascio al prossimo capitolo, sperando che abbia un pò più successo degli altri. Mi raccomando, recensite e se avete dei dubbi non esitate a chiedere..



Hogwarts - Settembre 1975

Aryana Silente

Ripresi fiato quando vidi il professor Lumacorno sorridermi rassicurante. Misi le mani nelle ampie tasche del mantello per celare il mio tremore. Non avevo guardato verso i miei compagni neanche per un secondo, tenevo lo sguardo fisso sul faccione sudaticcio del pozionista.
La mia espressione era quella di sempre: stoica e inflessibile,almeno fino a quando mi concentravo su Lumacorno. A lui ero preparata, lo conoscevo, potevo facilmente controllarmi.
Sentivo i sussurri strisciare da un orecchio all’altro, anche se non potevo afferrarne il significato per fortuna o purtroppo…Cercai di carpire qualche parola con il mio udito incredibilmente sviluppato ma me ne pentii all’istante. Non doveva importarmi niente di quello che pensavano.
“Aryana..ti stavamo aspettando tutti con grandissima ansia. Allora, come è andato lo smistamento stamattina?”esclamò gioviale.
Fortunatamente riuscii ad evitare lo smistamento insieme ai mocciosi del primo anno ,avvenuto la sera prima, rimandandolo alla mattina, di fronte ai soli insegnanti e ai capiscuola, nell’ufficio di mio padre. Prima che potessi aprir bocca per rispondere a Lumacorno, quest’ultimo mi interruppe, come era suo solito fare.
“No,no aspetta. Fammi indovinare..”disse entusiasta con l’aria di chi sa il fatto suo.
“Dunque,dunque..Possiedi sia pazienza che saggezza ma non sono le tue doti migliori, sbaglio?”mi domandò facendomi l’occhiolino. Io negai con la testa mentre il brusio di sottofondo cresceva sempre di più.
“Quindi direi che Tassorosso non faccia proprio al caso tuo. Vediamo un po’..astuzia, intuito, curiosità, intelligenza, grande spirito d’osservazione,acume, estrema abilità nelle arti magiche.. Corvonero sembrerebbe fare apposta per te..ma anche Serpeverde..sono un po’ indeciso. Ah no, no..lo vedo nel tuo sguardo, l’ambizione,la fierezza, la furbizia,la determinazione, il talento. Su di te incombe un grande destino..sarai stata sicuramente assegnata a Serpeverde”.
Sorrisi provocatoria e per tutta risposta mi sfilai il mantello, rivelando il cravattino rosso-oro appuntato sulla mia divisa.
No, io ero una Grifondoro, proprio come mio padre. Devo dire però che non mi faceva né caldo né freddo. In fondo, le tradizioni magiche alle quali ero abituata io, erano ben altre che una ridicola contesa tra case..
“Signorina Aryana, ogni volta che ci incontriamo lei riesce sempre a sconvolgermi. Dunque esiste un animo indomabile,audace e coraggioso nascosto da quella inflessibile e  impenetrabile mente?”esclamò Lumacorno, non perdendo un briciolo del suo entusiasmo.
Non gli risposi perché effettivamente non sapevo cosa dirgli. Era la stessa identica domanda che mi ponevo anch’io..
Possibile che tutti quegli anni a Shantaram non avessero temprato il mio carattere, rendendolo più prudente o forse quella era solo una facciata che nascondeva la mia vera natura?
“Adesso basta con le chiacchiere. Signorina Silente, prego si sieda vicino alla signorina Evans, sua compagna di stanza. Sono sicura che Lily risponderà a tutte le sue domande..”disse risoluta la McGrannit, interrompendo lo show del vecchio Lumacorno.
“Oh, si..la signorina Evans è senz’altro un’ottima scelta..due elementi così promettenti e brillanti insieme..faranno sicuramente scintille..”esclamò eccitato, Lumacorno.

“Ho paura che si metta a sbavare da un momento all’ altro sul pentolone..”sussurrai tra me e me, mentre prendevo posto accanto a Lily Evans, una ragazza dai capelli rosso fuoco e con due occhi verde intenso, vispi e curiosi. Assomigliavano per certi versi ai miei. Oltre che sveglia era anche una bellissima ragazza, dalla pelle candida quasi come la mia e dalle labbra rosse e carnose. 
La sentii ridere sommessamente della mia battuta mentre mi guardava sinceramente interessata con la mente sgombra da inutili pregiudizi. Non era male come debutto nel mondo degli adolescenti.
“Io sono Lily..divertente la battuta su Luma..”disse, tendendomi la mano.
“Io sono Aryana, molto piacere di conoscerti”ricambiai il saluto, stringendole a mia volta la mano.
“Credevo che fossi una di quelle serpi che muoiono dalla voglia di essere i cocchi dei professori..altezzosi e ruffiani, dall’ego spropositato”.
“Ah allora è questo che si dice sul mio conto....pensavo di peggio. La verità è che io e Lumacorno ci conosciamo da tanto tempo, per via di mio padre, ma penso che già questo lo sai,no?”.
“Diciamo che sono girate tante voci su di te ma io preferisco constatare di persona con chi ho a che fare. Non mi sono mai interessati i pettegolezzi”.
No, la ragazza non era affatto male, anzi, era proprio un bel tipo.
Mi guardai intorno mentre il professore parlottava con la McGrannit. Molti mi fissavano di sottecchi,altri mi sorridevano,altri ancora confabulavano in gruppetti da tre o più.
Tuttavia la mia attenzione fu catturata subito da due ragazzi in fondo alla Sala che mi fissavano con aria provocatoria.
Mi sbagliavo: uno di loro non fissava me, dopo pochi secondi aveva distolto lo sguardo per fermarlo sulla Evans. Invece l’altro continuava a guardarmi fisso, prima dalla testa ai piedi, poi viceversa e infine fissò il suo sguardo nel mio: due magnetici occhi grigi mi intrappolarono nella loro morsa. Qualche ciocca dei lucenti capelli corvini gli ricadeva sul viso con aria ribelle. Aveva un bell’aspetto e , non poteri negarlo, una certa eleganza. Si dondolava con la sedia, tipico atteggiamento strafottente ,e non la finiva di darsi arie.
Lo osservai bene, come era mio vezzo: proveniva sicuramente da una ricca e raffinata famiglia, lo si evinceva dalla sua cartella e dai libri di ottima fattura. Possedeva grazia nei movimenti, nonostante facesse di tutto per sembrare un gran maleducato, capii subito che era un nobile purosangue..la razza peggiore.
In quel ragazzo arroganza, boria e superbia andavano di pari passo con accortezza per il proprio aspetto (tutto, dai capelli alle scarpe, era in ordine),sguardo enigmatico e bellezza fuori dal comune.
Si, quello era certamente un tronfio proveniente da una tra le più antiche e potenti famiglie purosangue d’ Inghilterra. Mi era stato insegnato molto bene quali erano i gusti e  le priorità di quel tipo di famiglia e non coincidevano per nulla con i miei. 

All’improvviso, non pago di fissarmi insolentemente ormai da più tempo del dovuto, prese la bacchetta e disegnò in aria quello che immaginai essere il suo nome che la diceva già lunga di suo..…Sirius, la stella più luminosa del cielo. Non era difficile notare che lui stimava se stesso esattamente allo stesso modo.
Dopodiché mi regalò un sorriso, che col tempo imparai a conoscere fin troppo bene, e che non sapevi mai se volesse spalancarti le porte del Paradiso o dell’ Inferno. Un ghigno malandrino tra l’angelico e il diabolico, un mix tra faccia tosta, impertinenza o semplicemente fascino.
Mi voltai di scatto, irritata da quello sguardo troppo ingombrante e invadente, mentre mi raggiunsero dei risolini da parte dei ragazzi attorno a lui. Aveva una risata sguaiata,snervante.
Notai delle ragazze che guardavano con occhi sognanti sia lui che l’altro ragazzo accanto, il quale adesso si era deciso a smettere di fissare la Evans.
Formavano una specie di gruppetto a parte insieme ad altri due ragazzi che sedevano dietro di loro: uno aveva l’ aria un po’ malaticcia ma gli occhi erano profondi e intensi; l’altro ,un po’ grassottello, dall’aria spaurita. Quest’ultimo mi guardava stranito ma ,non appena si accorse del mio sguardo su di lui ,abbassò subito gli occhi. Di certo non era la personificazione del coraggio..

Sirius Black
Da quando Albus Silente aveva annunciato la sera prima l’arrivo di sua figlia ad Hogwarts, avevo, come tutti i miei compagni, immaginato le congetture più stravaganti e contorte che si potessero pensare ma devo ammettere che ,quando Aryana Silente entrò in quella classe, superò le mie aspettative più rosee e fantasiose.
Non era solo più che bellissima, il suo modo di fare così elegante,quasi regale,la rendeva diversa da tutte le altre. La classe non è acqua e io lo sapevo meglio di chiunque altro.
Ad ogni modo quella strega avrebbe potuto mandare fuori di testa solo per i suoi occhi,le forme sinuose servivano solo ad ipnotizzare ancora di più..ma gli occhi..verdi come due gemme,come la speranza,così intensi e allo stesso tempo così sfuggenti. 
Se non stavi attento a staccarti in tempo, ti ci potevi perdere..non sembravano nemmeno umani.
“Pss..James!” sussurrai al mio compagno di banco. “Hai visto chi è appena entrata?”.
“Si, Felpato, l’ ho vista e non è roba per te”controbatté Ramoso, suscitando l’ilarità di Remus e Peter, dietro di noi.
“Che cosa vorresti dire con questo, scusa?”.
“Primo: è la figlia del preside; Secondo: è di un altro pianeta,non è come le oche che ci vengono dietro”.
“Lo so benissimo. Lei è……Wow..Oltre ogni previsione ed è proprio per questo che deve essere mia”.
“Felpato, ha ragione James. Lascia stare ,potresti farti male. Quella non è il tipo che si lascia prendere in giro” esclamò Remus da dietro di noi.
“Tranquillo..non finirò come Ramoso con la Evans, se è questo ciò che intendi.Voglio solo provarci…tentar non nuoce. Sfodererò le mie armi seduttive migliori, vedrete”.
“Non so fino a che punto questo possa essere valido…”.
“Ok,quanto scommettete?”.
“Cosa?”.
“Dieci galeoni che ci riesci”proruppe Peter.
“Oh, finalmente qualcuno che mi da un po’ di fiducia e voi due invece?”.
“Dieci galeoni che ti da un due di picche….”disse Ramoso,ridendo.
“Io mi astengo ovviamente”borbottò Lunastorta con aria severa.
“Sempre il solito rompiballe ovviamente..”lo apostrofai gettandogli un’ occhiata sbieca.

Mi misi a fissare la preda e non fui l’unico a farlo. Era la novità del giorno e lo restò per moltissimo tempo. Era praticamente perfetta, non trovavi un difetto neanche a cercarlo come si deve: la divisa era impeccabile,neanche un filo scucito, una piega di troppo o macchie di qualunque genere, così come l’alta coda che teneva legati i setosi capelli castani,nessuna ciocca ribelle o fermagli messi male; le scarpe erano lustrate a lucido, la cartella immacolata,i libri disposti sul banco con un ordine quasi maniacale, trucco fine e leggero, usato con saggezza.
Apparentemente era un angelo serafino, gelido come un iceberg, irraggiungibile, insensibile, quasi spietato..  
Ma c’era qualcosa nei suoi occhi che mi spiazzava. Poteva fregare gli altri ma non me, un Black capisce sempre con chi ha a che fare, specialmente se si tratta di donne.
Nel profondo dei suoi occhi immensi c’era…..paura e disorientamento. Non sarebbe stata una cosa così aliena,anzi, del tutto comprensibile. Allora perché ci teneva così tanto a fare la sostenuta? Perennemente sulla difensiva. Non sarebbe stato facile conquistarsi la sua fiducia.
Osservandola, mi accorsi che Lumacorno aveva ragione, sarebbe stata una perfetta Serpeverde: abile dissimulatrice, diffidente, stoica ,quasi glaciale..  
Più mi rendevo conto di quanto sarebbe stato difficile, più la volevo..
Superare i limiti era proprio quello che mi faceva sentire vivo, affrontare nuove sfide sempre più difficili, magari impossibili, era aria nei polmoni per me..
D’altronde nessuno riusciva più di me ad essere così dannatamente autolesionista. Avrei potuto lasciare perdere, come avevano detto i miei amici, avrei potuto, ma non lo feci. Così come con la mia famiglia..Avrei potuto arrendermi, soccombere, lasciare che le cose andassero come tutti volevano che andassero..tutti meno me. Ma non lo feci. E ringrazio me stesso ogni giorno per avere avuto il coraggio di dire di No, di non uccidere la mia natura, di non soffocare in una marea di ipocrisia e menzogna. Io avevo scelto di vivere davvero.
Da quel giorno accolsi a braccia aperte ogni cosa che stimolasse il mio spirito, con la ferma convinzione che la vita non consiste nel lasciare sempre perdere…ma nel vincere…per sempre. E io avrei vinto, lo sapevo. 
 
   
Aryana Silente

“Vedo che hanno già mostrato le loro doti quegli idioti..” sbuffò Lily.
“Chi sono?”.
“Remus Lupin alla sinistra; Peter Minus, anche noto come cuor di Leone; James Potter,  quello con gli occhiali e l’ aria da arrogante e l’altro idiota è Sirius Black,quello che ti faceva le smorfie credendo che gli saresti caduta ai piedi. Si fanno chiamare i Malandrini ergo siamo una banda di infantili, boriose zucche vuote”concluse ironicamente Lily. 
Ricambiai con un sorriso e sprofondai di nuovo nei miei pensieri.
Sirius Black...e così era un rampollo della nobilissima e antichissima casata dei Black. Avevo letto di loro in uno dei tanti libri di mio padre e, anche se non ricordavo esattamente la  storia, sapevo per certo che non brillavano per bontà di cuore. Che diavolo ci faceva un loro componente a Grifondoro? 
“Hai notato lo stuolo di ochette sospiranti che abbiamo qua dietro?”sussurrò Lily, indicandomi qualche banco dietro di noi, un gruppo folto di ragazze che ammiravano i Malandrini con aria sognante. “Sono il Fans Club Potter-Black, praticamente un’istituzione in questo castello ”concluse sarcastica,Lily.
“Devo ammettere che sono di mia natura curiosa, potrei tartassarti di domande sui cosiddetti Malandrini ma la verità è che non me ne importa niente quindi..che cosa ne pensi di ignorarli?”le chiesi serena, mentre sistemavo le mie cose sul banco.
Lei mi guardò sorpresa per un attimo, dopodiché ridacchiando, disse: “Sai, ha ragione Lumacorno, sei incredibile. Ormai avevo perso le speranze di incontrare una ragazza che non abbia come unico scopo nella vita di sbavare dietro un maschio qualsiasi. Allora, sei pronta per ricevere una marea di informazioni su questo castello e sulla gente che vi abita? Mi offro per farti da Cicerone…”.
E fu in quel preciso istante che capii che Lily sarebbe stata l’unica amica vera che mi sarei fatta in quel castello, l’ unica che sarebbe stata in grado di andare davvero al di là della corazza di saccenza e fierezza che mi ero costruita per difendermi,l’unica che avrebbe potuto capire quanto fossi diversa..perché in fondo lei era come me.
Ci sono persone che nascono per brillare,persone a cui pochi riescono a stare dietro, persone che si seguono a fatica…Lily Evans era una di quelle. Aveva l’immenso negli occhi e bruciava come il fuoco, infiammava la mia vita, di entusiasmo, di audacia,di sorrisi, di risate mai banali..
Dio solo sa quanto mi manca la mia migliore amica adesso..
Non so come feci a capirlo che lei sarebbe stata quello che poi sarebbe effettivamente stata per me, lo sapevo e basta e in quel momento mi bastava così.
Ridemmo insieme per un po’, senza un perché, senza chiederci niente..come se nella sua testa vorticassero i miei stessi pensieri..Ci avrei giurato che era così, era sempre stato così tra me e Lily. Quello fu il primo momento di una lunga serie in cui la gente intorno a noi ci guardava chiedendosi se fossimo pazze. Ma noi non eravamo pazze, avevamo solo preso coscienza del fatto che non eravamo più sole.   

Il vento pungente di Settembre agitava le foglie del parco di Hogwarts, e sferzava i nostri visi mentre ci dirigevamo verso la serra A per la lezione di erbologia.
L’autunno produceva in me una malinconia quasi struggente che mi rendeva, se possibile, ancor più scontrosa e guardinga. Ma quell’ Autunno sarebbe stato molto diverso..in particolare quella giornata, stava diventando velocemente una delle più felici di tutta la mia vita.  Non ebbi neanche il tempo di tormentarmi di nostalgia perché Lily mi teneva occupata con la sua frizzante, ma non invadente, compagnia.
Per la prima volta nella vita, eccetto con Uriel e pochi altri elfi, non sentivo di dover evitare qualcuno che mi stesse così vicino. Non mi sono mai definita un tipo socievole, certamente abituata a stare al centro dell’ attenzione, ma instaurare dei rapporti non era il mio forte, preferivo scappare alla velocità della luce. Ma con Lily mi sembrava di parlare allo specchio, non mi sentivo forzata a parlare, a cercare una di quelle frasi studiate e di convenienza tanto per riempire i silenzi. Sentivo una sensazione rassicurante, un piacevolissimo calore come stare davanti al camino sulla tua poltrona preferita a leggere un libro in una giornata gelida d’inverno. Ecco, era proprio quello che provavo stando con lei…Lily Evans era casa, la mia prima vera casa. 
L’ attenzione dei miei compagni di classe, nel frattempo, dai bui sotterranei dell’ aula di Pozioni al timido sole del parco,non si era distolta neanche per un secondo da me e Lily.
Non si perdevano una parola della nostra conversazione e man mano intervenivano,alcuni più discretamente, altri più irruentemente ma tutti si rivelarono abbastanza gentili e amabili. Tutti tranne le componenti del fun club di Black e Potter e i Malandrini. Già, perché dopo quel breve scambio di sguardi, nessuno di loro si era avvicinato, al contrario di tutti gli altri..se un po’ avevo capito come erano fatti, stavano aspettando il momento propizio per distinguersi e fare uno show tutto loro. Naturalmente le mie impressioni si rivelarono esatte. 
Quando ormai mancava un breve tratto di sentiero per raggiungere la serra, ebbi il piacere-dispiacere di essere vittima delle loro lusinghe ,neanche troppo velate.
Peter e Remus si accostarono a me e Lily, mentre James e Sirius ci superarono per piazzarcisi dritti di fronte, continuando a camminare all’indietro, in modo da non interrompere il nostro percorso.
Sostenni lo sguardo intenso di entrambi, continuando a camminare. Forse si aspettavano che mi mostrassi lusingata o intimidita da quell’ atteggiamento esibizionista. Si sbagliavano di grosso. Mi guardavano come se fossi sotto esame, non capendo che erano loro quelli sotto esame.
Si passarono quasi contemporaneamente una mano tra i capelli, l’uno scostandoli dal viso con eleganza, l’altro arruffandoli ancor di più. 
“Ciao” esclamò Black con un tono di voce suadente, interrompendo così quel silenzio carico di tensione.
Aveva un’ aria accattivante e devo dire che avrebbe esercitato su di me un certo fascino, se non fosse che avevo una così disistima della sua famiglia e dei suoi modi arroganti. Cercai di non scoppiare a ridere di fronte ai suoi tentativi di farmi cadere ai suoi piedi. Davvero pensava di avere a che fare con una ragazza qualsiasi?!
“Ciao”risposi serafica, distogliendo lo sguardo.
“Ciao, Aryana. Io sono James Potter e lui è Sirius Black,piacere di fare la tua conoscenza”.
Rimasi a guardare le loro mani tese con le sopracciglia inarcate ma poi decisi di stringerle. James mi lasciò subito andare la mano mentre Black la trattenne e anzi usò la stretta per farmi avvicinare a lui e arrestare così il nostro cammino.
“Un vero piacere…Così tu saresti la figlia del preside?Menomale che non hai la barba come lui…”.
Risero in molti ma tra quelli che non lo fecero c’eravamo anche io e Lily.
“Mi lasci andare il braccio o no?”.
“Credo che non lo farò. Mi piace tanto il tuo braccio. A dire il vero, mi piaci tu”.
Presi in mano la bacchetta ,anche se non ne avevo bisogno. Volendo, l’avrei potuto mandare giù per il lago con un movimento impercettibile delle palpebre ma dovevo essere prudente.
“Ehi,calmati,stavo scherzando.Non c’è bisogno di sfoderare la bacchetta.Di solito quello lo fanno quando le scarico. Così stai un po’ bruciando le tappe…dovremmo prima stare insieme” esclamò mollando la presa.
“Ma davvero pensi che questi giochetti possano incantarmi?”risposi sarcastica, non degnandolo di uno sguardo.
“Sei un po’ acida per essere arrivata qui da due secondi,non trovi?”.
“Potrei dire lo stesso riguardo la tua assoluta mancanza di educazione, cafoneria e  arroganza”.
“Ok,abbiamo capito che ti piaccio. Perché dopo le lezioni non vieni con me a farti un giro?”.
“Io credo che sopravvivrai anche senza il mio assenso,sbaglio?”.
In un lampo li superai e mi liberai della sua fastidiosa presenza.
“Però! hai un bel caratterino,eh Silente?”.
“L’ hai detto, Black!”rispose Lily,raggiungendomi pochi metri avanti.
Mi voltai e lanciai l’ultima frecciatina della giornata:
“Io starei attenta a una delle vostre signorine…sembra che stiano per svenire da un momento all’altro..” dichiarai, riferendomi alle loro non troppo modeste ammiratrici in calore.
“Gelosa, per caso?”.
“Avevo previsto la tua battuta ancor prima che il tuo cervellino la elaborasse…se vuoi affrontare una conversazione con me dovresti aggiornare il repertorio”.

Come per Lily così con Black, intuii subito che ruolo avrebbero giocato nel mio lungo soggiorno ad Hogwarst. Se Lily sarebbe stata la mia inseparabile compagna, nel bene e nel male, quel ragazzo sarebbe diventato velocemente quel che James era ormai da tempo per Lily:una seccatura. Allora non potevo immaginare quanto sarebbe stata insieme veritiera e fasulla quell’ intuizione.  


                                       

Hogwarts, Sala Grande  -   Ottobre 1994


Una mano mi scosse pesantemente la spalla, mi voltai: Hagrid.
“Ehi, gigante! Che bello vederti! Hai ricevuto le mie lettere?”domandai entusiasta di vedere il mio vecchio amico.
“Ma certo. Se vuoi proprio la verità, ho avuto un po’ di difficoltà nella lettura. Hai una calligrafia troppo stretta e scrivi così tanto..”.
“Mi dispiace. È che non ci sentiamo mai e dovevo aggiornarti su tutto il lavoro di cui mi stavo occupando in questi mesi. Allora, da quanto tempo è che non ci vediamo?”.
“Bhe direi da quest’estate a Diagon Alley, giusto?”.
“Ah già,già..vorresti scusarmi Hagrid? Dovrei parlare con Malocchio prima che sgusci via come al solito..”dissi congedando con un cenno Hagrid e avviandomi dal mio vecchio addestratore, Malocchio Moody.
“Malocchio..”esclamai ,sorridendo.
Moody si girò verso di me, vigile e inquieto come al solito. Mi squadrò per un intenso minuto e poi fece una mezza smorfia che per lui equivaleva ad un sorriso raggiante.
“Immagino che ti stessi accertando che non fossi un malfattore, giusto?”esordii sarcastica.
“Ci hai azzeccato, Silente. Lo sai, vigilanza costante è il mio motto”.
“Certo che lo so, il tuo corso di addestramento all’ufficio Auror era basato in gran parte su questo. Naturalmente quelli erano altri tempi..”dissi, incupendomi per un istante.
“Ma non è detto che quei tempi ,per alcuni così nefasti e per altri così gloriosi, non possano ritornare..” sibilò rivolgendosi più a se stesso che a me e strisciò via, guardandosi attorno circospetto.
Rimasi per un attimo interdetta da quella dichiarazione, dopodiché scossi la testa, divertita. Di cosa mi stupivo? Era Malocchio.
All’ingresso c’era un gran baccano: gli studenti stavano ancora sgomberando la sala Grande, elettrizzati per il Torneo e per l’arrivo delle altre due scuole. Stavo per perdermi di nuovo nei miei ricordi quando ,di nuovo, una mano sulla mia spalla mi costrinse a voltarmi: mio padre.
“Temevo che fossi stata risucchiata dalla folla”dichiarò con a fianco la prof McGrannit. Risi insieme a loro mentre ci avviavamo verso le scale.
“I ragazzi hanno reagito bene alla notizia..”esclamò la prof McGrannit.
“Già, un po’ meno al fatto che non possono partecipare tutti”le rispose mio padre sorridendo.
“Io al loro posto avrei protestato in ugual modo, se non maggiormente”asserii risalendo le scale.
“Non avevamo nessun dubbio in proposito, signorina Silente. Me le ricordo ancora le sue sfuriate furibonde su tutto quello che non le andava a genio”rispose la McGrannit in tono affettuoso ma severo.
“E io mi ricordo molto bene le punizioni di Gazza e le sue, professoressa..per non parlare dei sermoni infiniti nell’ufficio di mio padre..”.
“A proposito..prima di ritirarti nel tuo appartamento potresti passare dal mio ufficio per parlare noi due soli?”.
“Certamente ,papà. Andiamo. Buonanotte professoressa, ci vediamo domani a colazione”.
“Buonanotte signorina Aryana, professor Silente”concluse scomparendo nel corridoio del dormitorio di Grifondoro.
Io e mio padre ci avviammo velocemente nel suo ufficio, salutando i numerosi personaggi nei quadri incontrati durante il percorso.


“Ah, vedo che non è cambiato niente..”asserii, ammirando l’ufficio pieno di apparenti cianfrusaglie di mio padre. L’armadio del pensatoio era aperto:riuscii a scorgere il luccichio argenteo traboccante del calice. “Vedo che neanche i tuoi innumerevoli pensieri sono diminuiti..anzi..”.
“La maggior parte è rivolta a te, naturalmente”.
Accarezzai Funny lentamente, cercando di carpire un po’ di saggezza dai suoi occhi.
“Allora, sei stata a Shantaram dopo la coppa?”.
“Si. Ho fatto avanti e indietro per due volte da Londra”.
“E lui come sta?”.
“Bene, ma vorrebbe stare qui con noi,lo sai”.
“E tu sai che è impossibile farlo stare qui. Deve rimanere a Shantaram, lì è al sicuro”.
“Purtroppo ne sono ben consapevole. Forse è stata una cattiva idea questo torneo e la coppa,forse dovevo continuare a restare nell’anonimato così gli sarei potuta stare vicino..”.
“Aryana..” sospirò mio padre accarezzandomi il viso. “Prima di tutto tu non sei nata per rimanere nell’anonimato ma per brillare come una stella e in secondo luogo i tempi stanno cambiando..Voldemort si fa ogni giorno più forte e il giorno del suo ritorno si fa sempre più vicino se le tue visioni sono esatte. Tu ci servi qui. Mi servi qui. Lui ci raggiungerà presto, vedrai. Il vento sta cambiando, Aryana”.
I miei sogni premonitori si erano risvegliati dopo un sonno di quattordici anni, questo significava solo una cosa: c’era una tempesta all’ orizzonte,la guerra stava per scoppiare di nuovo, forse ancora più violenta della precedente. Rabbrividii pensando a quanto avevo perso in quelle vecchie e tremende battaglie, non osavo immaginare a cosa avrei dovuto rinunciare stavolta. Scacciai dalla mente quegli spaventosi pensieri, fissando lo sguardo in quello rassicurante del mio vecchio.
“Adesso però vado nel mio ufficio. Devo ancora sistemare tutta la mia roba e sono molto stanca”.
“Certamente, mio piccolo elfo. Vai, ma non ti affaticare troppo come al solito tuo”.
A sentire quel nomignolo raggelai, mi chiamava così fin da piccolissima ma non era l’unica persona a farlo..
“Stai tranquillo..Buonanotte. Ti voglio bene” lo rassicurai uscendo.
Mentre camminavo verso il mio ufficio, il bisbigliare degli studenti nei corridoi, il rumore dei loro passi, il frusciare dei mantelli e l’aria magica di Hogwarst non poté far altro che trasportarmi ancora una volta indietro nel tempo. Anche se sapevo che faceva male ricordare,non potei fare altrimenti perché era l’unica cosa che mi aveva mantenuto viva negli ultimi quattordici anni. Adesso le cose erano molto diverse ma la forza dell’abitudine mi trascinava all’indietro..ad un tempo in cui ero felice..


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Capitolo 4
*** Rivelazioni ***


Eccomi tornata con un nuovo capitolo..
Spero che vi piaccia e mi raccomando recensiteee...fin ora solo una piccolissima recensione di deerockt94
che ringrazio per avermi fatto accorgere di picoli errori che ho provveduto a correggere. Mi auguro che questa volta siate più generose nel recensire. E ora..Buona Lettura. 


Hogwarts  - Ottobre 1994

“Signori, è passato un po’ di tempo da quando frequentavo Hogwarts ma credo che le regole sui duelli tra studenti non siano cambiate o sbaglio?!”esclamò Aryana Silente ,insinuandosi tra la piccola folla radunatosi attorno allo scontro.
Harry, Ron, Draco Malfoy e i suoi due guardaspalle ,Tiger e Goyle, si lanciavano occhiate di fuoco ,a bacchette sfoderate, nel bel mezzo del corridoio del sesto piano, ciascuno di loro deciso a farla pagare all’altro.  
La voce altisonante dell’ Auror aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti,eppure, nessuno l’ aveva sentita arrivare.
Portava un libro voluminoso sotto braccio con dei simboli dall’aria solenne sulla copertina ma ad Harry sconosciuti. Indossava un elegante e raffinato mantello blu notte in ciniglia, chiuso allo scollo da un alamaro dallo stile singolare. Sotto il mantello si intravedeva una tunica candida che le fasciava l’intera figura,esaltandone le forme. I capelli lucenti erano raccolti in un’alta coda di cavallo,come al solito.
La cosa che colpì di più Harry fu la catenina d’oro che portava al collo con appesi due anelli, molto rassomiglianti a due fedi. Purtroppo non riuscì ad osservarla meglio poiché Aryana,non si capisce come, si accorse del suo sguardo e la rimise immediatamente sotto la tunica.
“No,signora”le rispose Harry,abbassando lo sguardo.
“Bene, allora vi suggerisco di intascare le vostre bacchette qualunque siano le vostre ragioni. In futuro,se proprio dovete sfogarvi, vi consiglierei di essere un po’ più furbi e discreti,e magari, scegliere un posto un po’ più riservato di questo, ne convenite?”.
Qualche risatina tra l’imbarazzato e il divertito si levò. Aryana fece per andarsene ma Malfoy la bloccò chiedendo: “E lei cosa ne pensa di questa storia del Ministero ,Signorina Silente?”
“Quale storia?”finse di non capire Aryana. Allora Malfoy le passò un articolo della Gazzetta nelle mani,intitolato: “Il ministero brancola nel buio dopo la Coppa e la sparizione di una delle sue streghe”.
Malfoy ghignava sotto i baffi. Evidentemente non gli era bastato essere stato trasformato in un furetto da Moody per levargli quell’ aria insolente dalla faccia. Continuava imperterrito ad insultate l’operato del signor Weasley al ministero, incoraggiato dagli articoli della Skeeter sulla Gazzetta degli ultimi tempi, non perdendo l’occasione di sottolineare la superiorità della sua famiglia e il disgusto verso i non puri.
“Penso che Rita Skeeter non sia mai stata un’ottima giornalista, quanto un’ottima scrittrice di racconti di fantascienza” rispose tagliente Aryana,restituendo a Malfoy il giornale.
Molti risero di gusto per le risposte brillanti di Silente e nel frattempo la folla attorno continuava a crescere..
“Tutto qua? Pensavo che avesse un’opinione più ampia della situazione visto che lei ci sta dentro fino al collo dopo il fallimento dell’organizzazione della coppa”.
“Prima di tutto, non sono tenuta a condividere le mie opinioni con un quattordicenne che non ha la minima idea di cosa sta parlando e ,secondo, l’organizzazione della coppa non è stato affatto un fallimento. È andato tutto liscio fino a quando a dei fanatici non è venuto in mente di fare gli spiritosi..”.
“E come mai una grande Auror come lei ,con la sua squadra di maghi famigerati non è riuscita a portare ordine in poco tempo e a fermare un pugnetto di fanatici?”.
Aryana sgranò gli occhi stupita. Si domandò come osasse quel ragazzino rivolgersi in quel modo ma poi si ricordò da che razza di famiglia veniva e tutto le fu molto più chiaro..
“E invece tuo padre dov’era, Malfoy? Mentre io e la mia squadra facevamo il nostro lavoro credo di aver scorto i suoi occhi glaciali sotto uno di quei cappuc…”stava per concludere Aryana ma venne interrotta.
“Silente, vedo che non sei cambiata di una virgola: sempre la solita arroganza,le solite folli illazioni, persino contro chi non si può difendere..”esclamò Severus Piton,facendosi largo tra la folla.
“Piton, vedo che anche tu non sei cambiato per niente. Non hai ancora scoperto gli straordinari effetti che ha lo shampoo sui capelli !”.
Risate generali. Harry, Ron e Hermione si scambiarono sguardi complici,per poi rifissare lo sguardo sul confronto in corso.
“In ogni caso il ragazzo si sa difendere benissimo..è degno figlio di suo padre..Lucius..il tuo caro amico,no?”concluse Silente, rivolgendosi a Piton.
“Chi è amico mio non ti deve interessare”.
“Oh, per carità non volevo di certo violare la tua privacy. In effetti più che d’amicizia parlerei di vincoli. Sai, non è così facile uscire da certe frequentazioni..ne sa qualcosa anche Karkaroff..”.
“Ma come si permette..Cosa vuole insinuare?”esclamò Malfoy inviperito.
“Malfoy,sono venuto a sapere del tuo piccolo incidente con l’ Ippogrifo lo scorso anno..Molto coraggioso da parte tua” disse Aryana tra le risatine dei presenti. “Dimmi un po’, correrai dal tuo paparino a lamentarti anche questa volta, non è così?”.
“Senti chi parla,Silente. Dopo anni di silenzio ti fai rivedere per correre sotto le sottane di tuo padre ma ,hai ragione, anche io mi sarei nascosto dopo quella figuraccia alla Coppa”.
“Ti vorrei ricordare che io quella sera non ero in servizio e comunque tu hai ben altri motivi per cui andarti a nascondere ,non hai bisogno di metterti nei panni di altri, e specialmente nei miei…non te lo puoi permettere”.
“Oh già, mi ero scordato che bisogna inchinarsi davanti alla regina, perdonate maestà. I tempi sono cambiati, Silente. Adesso non sei più nessuno. Ti sei goduta quei pochi momenti di gloria e poi sei scomparsa..Cos’è avevi paura?”.
“Paura di chi? Hai la memoria corta,Piton. Quando me ne sono andata io ,era già tutto finito. C’era solo da ricostruire. E poi aspetta.. meglio scomparire che non essere mai esistiti”.
La faccia di Piton divenne verde-violacea ma Aryana rincarò la dose:  “Semplicemente perché non mi sono fatta vedere, non significa che sono scomparsa. Ho continuato a lavorare per il Ministero, a vincere premi e a vendere milioni di libri in tutto il mondo. Tu invece che cosa hai fatto? Oltre che sbavare per la cattedra di Difesa,s’intende”.
D’improvviso Piton estrasse la bacchetta ,pronto a colpire. Fu fulmineo, nessuno sarebbe stato in grado di parare il colpo..
Nessuno, tranne Aryana Silente. Per tutta risposta,l’Auror alzò semplicemente il braccio e dalla sua mano si materializzò uno scudo celeste ,formato da un liquido fluido e semi trasparente. Non aveva neanche estratto la bacchetta..veramente, non si era neanche mossa. Aveva semplicemente alzato il braccio. Tutti rimasero incantati. Piton,impietrito.
“Vedo che nonostante siano passati parecchi anni non hai ancora imparato a distinguere con chi puoi e con chi non puoi batterti” esclamò chiudendo la mano e ,di conseguenza, facendo scomparire lo scudo. Alzò i tacchi e scomparve. La stessa cosa fece un Piton più pallido del solito.
Harry, Ron e Hermione rimasero attoniti nel corridoio, scambiandosi occhiate eloquenti. Nelle loro menti un unico pensiero: Aryana Kendra Arya Saphira Silente era la degna figlia di suo padre.

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“Harry Potter” pronunciò una costernata Aryana Silente,leggendo il bigliettino sbrindellato appena uscito dal calice.
Migliaia di occhi si voltarono verso la figura del piccolo mago che sembrava sorpreso quanto gli altri.
Aryana scambiò uno sguardo breve ma eloquente con suo padre. Il messaggio era inequivocabile:la vita di Harry era in serio pericolo.
Centinaia di interrogativi rimbombavano nella sua mente ma, come le era stato insegnato, quello era il momento di agire ,non di scervellarsi. Con pochi eleganti balzi prese Harry per un braccio e lo trascinò davanti ad Albus che lo indirizzò verso una stanzetta adiacente la Sala Grande,dove attendevano i campioni.
Mentre i presidi delle altre scuole ,accompagnati da Bagman,Crouch e buona parte del corpo docente, seguirono Harry nella saletta, Aryana e suo padre si trattennero per un attimo fuori.
“Che cosa vuol dire tutto questo?” chiese l’ elfo preoccupatissimo.
“Non lo so. Per adesso dobbiamo accertarci che Harry dica la verità..ci siamo capiti? Sai quello che devi fare”concluse spiccio Silente, accompagnando Aryana dentro la sala semi buia tappezzata di quadri e tappeti.
Harry era alle prese con un eccitatissimo Ludo Bagman e la restante parte dei presenti divisa tra chi si corrucciava e chi era infuriato.
“Come hai fatto ad ingannare la linea del tempo, Potter?Ti decidi a dirmelo o devo estorcertelo con altri metodi?!”disse mellifluo Piton, estraendo la bacchetta.
“Non credo che ce ne sia bisogno ,Severus”intervenne Albus Silente, scansando educatamente il professore di Pozioni.
“Fatti da parte. Questo compito non è di tua competenza”tuonò Aryana,rivolgendosi a Piton, e ,dopo avergli lanciato uno sguardo di disprezzo, si piazzò dritta di fronte ad Harry.
Lo portò all’angolo della Sala mentre gli altri ricominciarono a litigare fra di loro,accusandosi vicendevolmente.
Non disse assolutamente nulla, si limitò a fissare Harry esattamente come durante il loro primo incontro e ,proprio come quella volta, Harry sentì quella sensazione sgradevolissima. Un brivido lo percorse da capo a piedi per un paio di secondi, fu breve ma intenso. Aryana distolse lo sguardo e, come se nulla fosse, lo riportò dagli altri. Dopo andò a sussurrare all’orecchio di suo padre: “Dice la verità. Non è stato lui”.
Uno scombussolatissimo Harry assistette attonito al resto degli avvenimenti di quella sera, con in testa solo quei due immensi e magnetici occhi verdi.
                        
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Poche ore dopo - Studio di Silente


“Papà ma non lo capisci?Sta succedendo qualcosa di terribile! Piton e Karkaroff insieme, adesso il nome di Harry che esce dal calice..queste non sono coincidenze è tutto collegato. Il torneo va annullato e subito. Non m’importa cosa dice Caramell. Qui c’è in gioco il futuro di Harry, che ti vorrei ricordare è già in pericolo di per sé” urlò Aryana Silente nell’ufficio del preside.
L’orologio segnava le quattro del mattino. Era appena finita una riunione sfiancante con gli organizzatori, Crouch, Bagman e i presidi delle altre scuole. Le regole imponevano che il Torneo continuasse senza ulteriori indugi, perciò Aryana si attenne a quello ,ma adesso che si trovava sola con suo padre poteva mostrare liberamente tutte le sue angosce e paure.
“Aryana, so cosa vuoi dire, ma in realtà è meglio così,giocare a carte scoperte e vedere quello che succede”.
“Ma così non è giocare a carte scoperte!Chi c’è l’ ha messo il nome nel calice? Perché? E soprattutto come? La mia linea del tempo è infallibile, su questo non ci sono dubbi..”.
“Bhe allora qualcuno sopra i diciassette anni ha messo il nome di Harry nel calice, sperando che..”.
“Morisse. Già, perché è questo quello che succederà. Non ha l’esperienza, non ha la conoscenza, non ha le carte in regola per partecipare a questo Torneo. Tra l’altro, visto con chi abbiamo a che fare, ho motivo di credere che i due presidi aiuteranno i loro campioni in ogni modo possibile e immaginabile”.
“Aryana, a proposito di questo, Karkaroff e Piton sono puliti. Io mi fido di loro”.
“Beh, io no. Il mio lavoro è non fidarmi delle persone ed è quello che farò. Li terrò d’occhio, contaci. E la stessa cosa vale per Harry. Non permetterò che gli accada niente”.
“Aryana, nessuno vuole questo. Stai tranquilla”.
“Stanno succedendo cose troppo strane dal mio ritorno, papà. Sono stata via troppo a lungo..”.
“Già. Ma adesso sei tornata per restare..”.
“A proposito, quando potrò farlo venire?”.
“Quando finirà il torneo o ancor prima”.
“Vorrei andarlo a trovare ma non posso muovermi di qua con quello che è successo stanotte e tutta la bufera attorno al Ministero”.
“Gli scriveremo. Anche a me manca moltissimo”.
“Non sai quanto, papà, non sai quanto..” sussurrò, trattenendo a stento le lacrime.
Tutti i suoi peggior incubi si stavano avverando, segni quanto mai chiari erano stati lanciati , pronti ad essere colti, ma mai Aryana si era sentita cos
ì impotente..

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Capitolo 5
*** Non così male ***


Eccomi qui con un altro capitolo.. Allora, ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti e chi ha recensito,anche se siete in pochi..In ogni caso non sono il tipo che supplica e non mi va di seccare la gente quindi va bene così. Godetevi la lettura e alla prossima!

Hogwarts - Settembre 1975

La fine delle lezioni quel primo giorno di scuola, arrivò fin troppo presto per i miei gusti. La tiepida sera settembrina si distese sul paesaggio magico tutto attorno il castello. Malvolentieri fui costretta ad abbandonare il gruppetto di studenti curiosi che si era ormai da tutto il giorno accodato a me e Lily. Avevo mantenuto il mio solito distacco e un atteggiamento molto contenuto senza risultare maleducata o antipatica, per lo più mi ero limitata ad ascoltare e ad osservare.  
Quindi seguii Lily su in dormitorio per rinfrescarci prima di scendere a cena. A noi si unirono le nostre compagne di stanza: Angelica McKintosh, Marion e Alexis Wetmore.
Le Wetmore erano due gemelle, provenienti da una modesta famiglia di maghi purosangue, praticamente identiche: alte, dalla corporatura fin troppo esile ma dalla lingua lunghissima, sottili capelli biondo platino e grandi occhi azzurri privi di qualsiasi luce. Davano tutta l’apparenza di essere delle ragazzine in piena tempesta ormonale, prese fin troppo da pettegolezzi e frivolezze, non di certo capaci di suscitare in me alcun tipo di curiosità o emozioni particolari ma neanche sentimenti di astio o intolleranza. Praticamente invisibili.
Angelica McKintosh invece era una ragazza mite, timida oltre ogni ragionevole limite, garbata e intelligente. Aveva piccoli ma intensi occhi neri, spesso nascosti da una folta frangetta corvina. Non era bella secondo canoni oggettivi ma aveva un’ attrattiva del tutto particolare che poteva affascinare. Non era naturalmente dotata per l’ arte magica, anzi, era impacciata e maldestra ma possedeva caparbietà, una dote senz’altro apprezzabile. Suscitava una tenerezza e un’ amabilità spontanea in chi la guardava e sembrava essere sincera e leale.
Stavamo risalendo lentamente le massicce scale di marmo bianco per arrivare al settimo piano, il regno dei Grifondoro. L’atmosfera era gioviale, l’ entusiasmo per l’inizio dell’anno elettrizzava gli animi delle mie compagne, intente a raccontarmi tutti i segreti e gli aneddoti del castello.
“Merlino, sono una stupida!”esclamò all’improvviso Marion, fermandosi di botto nell’intermezzo tra le due rampe in cui ci trovavamo.
“Che cosa hai dimenticato stavolta?”sospirò annoiata la sua gemella.
“Ho lasciato la cartella nell’aula di Trasfigurazione, o almeno, credo che sia lì”.
“Dai, ti accompagno..voi aspettateci qui”mugugnò imbronciata Alexis mentre ritornava indietro con la sorella.
“Marion è un po’ distratta. Le succede spesso di dimenticare le cose..”proruppe Lily ,ridendo.
Sorrisi, godendomi quei momenti di tanta agognata normalità e mi sedetti sul voluminoso corrimano in marmo, aspettando l’arrivo delle due gemelle.    
“Che fai sei impazzita?”esclamò Angelica.
“Che ho fatto?”le risposi sorpresa, temendo di aver fatto qualcosa di poco..umano.
“Scendi da lì, potresti cadere”.
Scoppiai a ridere, meravigliandomi della sua ingenuità. Da quel che mi ricordavo non mi era mai successo di cadere. Mai. Il mio sangue elfico possedeva sensi acutissimi, soprannaturali, oltre che un’ innata grazia e agilità nei movimenti.
“Stai tranquilla, è raro che io perda l’ equilibrio e in ogni caso non vedo come sia possibile cadere di qui, a meno che le scale non comincino a muoversi da so..”.
Non feci in tempo a completare la frase che la rampa di scale dove ero seduta si staccò dal suo ripiano e, con mia grande incredulità, si spostò bruscamente. Non potevo credere ai miei occhi, le scale si stavano movendo..da sole. Non feci neanche in tempo a mandare impulsi elettrici dal cervello agli arti per reagire, ero troppo meravigliata per fare alcunché. In una frazione di secondo persi l’equilibrio e caddi di sotto, dal quarto piano. La mia prima caduta. Il mio cervello si era freddato. L’unica cosa che riuscii a fare fu gettare un urlo.


Sirius Black
 
“Ehi, Sirius..sei ancora con noi?”esclamò James,vedendomi bloccato sulle scale mentre tentavamo di raggiungere la Sala Comune in mezzo alla marea di studenti che affollavano le rampe.
“Si..si..”balbettai, abbozzando un sorriso falso sul mio viso.
James mi guardò sospettoso ma sapeva che tanto non gli avrei rivelato niente lì in mezzo alla gente per cui lasciò correre. Lui era James, sapeva sempre cosa fare con me.
Rivolsi nuovamente lo sguardo sull’ immagine che aveva provocato così tanta irrequietezza nel mio animo, sperando che fosse semplicemente un inganno della mente ma non era affatto un inganno..era la realtà, per quanto dolorosa.
Quella serpe di Severus Piton strisciava accanto a mio fratello Regulus sulla rampa di scale adiacente la nostra. Non sembravano aver notato il mio sguardo furente fisso su di loro, tanto è vero che continuavano a parlottare concitatamente, seguiti a ruota da un branco di Serpeverde viscidi con i quali io e i Malandrini avemmo occasione di azzuffarci più d’ una volta. Erano persone malvagie, senza alcuno scrupolo, pavide, sleali, arroganti e detestabili. Avrebbero sicuramente preso tutti cattive strade e avrebbero trascinato anche Regulus con loro.
Mio fratello non era come me, lui era un debole,dalla personalità volubile ma aveva il cuore puro, come il mio. Ed era questa la cosa che mi faceva impazzire.
Mi sembrava ieri che giocavamo insieme a Grimmauld Place, gli unici momenti che potevo ricordare senza avere conati di vomito in quel posto.
Ma da quattro anni a questa parte, da quando venni smistato a Grifondoro, le cose cambiarono..
Mio fratello era completamente plagiato dai miei genitori, e definirli tali mi creava molte difficoltà. Avevano reso le mie ultime quattro estati insostenibili da qualsiasi punto di vista. Li odiavo, loro odiavano me e costrinsero mio fratello ad odiarmi a sua volta. Ormai non ci rivolgevamo quasi mai la parola e se lo facevamo era per litigare. Ma non era neanche questo che mi faceva male. Quello che mi dilaniava era il fatto che si stesse rovinando la vita per soddisfare i malati desideri della nobilissima e antichissima famiglia Black. Frequentava cattive compagnie, covava dentro di sé idee malsane ,non sue ma immesse da quelle serpi della sua casata. Se avesse continuato così avrebbe preso una strada ben precisa e io rabbrividivo all’idea.  
La verità è che avevo il terrore che si ficcasse in qualche casino da cui non avrei potuto tirarlo fuori. Era pur sempre mio fratello, io ero il maggiore, dovevo proteggerlo in qualche modo.
Quelli erano tempi strani, Voldemort non aveva ancora preso il potere, la guerra non era ancora scoppiata apertamente, ma i suoi progetti di epurazione erano molto popolari tra le famiglie aristocratiche purosangue come la mia. Al solo pensiero che io potessi essere imparentato con certa gente, montavano dentro di me rabbia e frustrazione che non potevo rivelare a nessuno. Mantenevo il mio atteggiamento sicuro e scanzonato per nascondere agli altri le mie debolezze,specialmente a mio fratello.  
Le Serpi scomparirono nel corridoio del secondo piano mentre io rimanevo ancora imbambolato nella scala sottostante, fingendo di sistemare i lacci delle scarpe.
All’improvviso un urlo sovrastò il chiasso degli studenti che salivano e scendevano per le scale. Con riflessi fulminei individuai subito da dove proveniva e istintivamente misi mano alla bacchetta.
“Immobilus” tuonai,fermando la caduta precipitosa di Aryana Silente. Un vecchio trucco insegnato dal buon Lunastorta. Ora i movimenti di Aryana erano come al rallentatore.
Con movimenti fluidi della bacchetta la feci atterrare dolcemente sul pianerottolo dove ci trovavamo noi e annullai l’incantesimo. I suoi gesti tornarono alla normalità ma se non ci fosse stata la mia mano tesa sarebbe caduta di sicuro per le scale.
“Occhio, Silente. Neanche il tempo di arrivare e già rischi la vita..”le sussurrai, rimettendola in piedi. Scansò bruscamente il mio braccio ,altrettanto velocemente di come ci era caduta. Qualsiasi ragazza di Hogwarts mi sarebbe saltata addosso, ringraziandomi e trattandomi come un eroe ma lei non era tutte le altre..era Aryana..
Non sembrava sconvolta, continuava a mantenere il solito contegno ma aveva il volto parecchio corrucciato e osservava le scale cercando una spiegazione alla sua caduta. Sussurrava tra sé e sé parole incomprensibili, mi avvicinai meglio per sentire ma non afferrai nulla di quello che stava dicendo. Sembrava stesse cantando una canzone talmente la sua voce suonasse melodiosa, pronunciando quelle parole.
“Ma che lingua stai parlando, Silente?”esclamai, cogliendola alle spalle. Anziché sussultare, si voltò lentamente verso di me con un’ espressione indecifrabile, mi guardò fisso negli occhi per una frazione di secondo e mi passò avanti, senza aggiungere una parola, dirigendosi da Remus.
Quella ragazza era pazza almeno quanto me..pazza e orgogliosa..non era una bella accoppiata..
    
Aryana Silente

“Tu sei Remus Lupin, giusto?”.
“Si..ehm..stai bene?”mi chiese preoccupato.
“Si, sto benone”tagliai corto decisa. “Lily mi ha detto che sei il meno stupido dei quattro quindi parlerò con te. Me lo sono immaginato o le scale si sono mosse davvero?”.
Sentii la risata del mio “salvatore”, simile ad un latrato fastidioso, giungere da dietro di me, seguita da quella di James Potter e del piccolo gruppo di ragazzi che si era creato attorno a noi. Odiavo fare la parte della stupida ingenua, non mi si addiceva per niente.
“No, tranquilla, non sei pazza. Qui funziona così. Ogni tanto si muovono e ti obbligano ad andare dove vogliono loro, non si sa bene come e quando ma è così.. La magia di Hogwarts è inspiegabile..”mi rispose, sorridendomi sincero. Sembrava diverso da quei due idioti che ora mi stavano alle spalle.
“Oh…grazie per la spiegazione”.
“Di nulla”.
Prima che potessi aggiungere altro una trafelata Lily Evans mi si scagliò letteralmente addosso.
“Aryana, stai bene?Morgana, meno male. Scusa avremmo dovuto avvertirti..è che queste non sono scale normali..sono un po’ capricciose..”ansimò affannata.
“Non preoccuparti,adesso sto bene”.
“A tal proposito, Silente, non pensi di esserti dimenticata qualcosa?”esclamò Sirius, intromettendosi nella discussione.
“Se ti riferisci al tuo intervento non richiesto, beh, io non ho nulla da dirti. Me la sarei cavata benissimo anche senza di te” risposi più acida e provocatoria che mai.
“A me non sembrava che avessi la situazione sotto controllo..”ghignò sarcastico.
“A me non sembra che questo sia affare tuo..”dissi, guardandolo con aria truce.
“Bene, allora la prossima volta lascerò che la tua bella testolina si spacchi, anziché salvarti la vita” disse con astio, avanzando provocatorio verso di me.
“Era esattamente ciò che volevo sentirti dire”sibilai non staccando lo sguardo dal suo.
“Non ce la fai proprio a dire grazie, vero?”.
“Non spreco parole senza motivo”.
“Senza motivo? Ti ho salvato la vita..”.
“Ma per cortesia..credi davvero che mio padre non abbia messo in questo castello un’ infinità di incantesimi di protezione per questo genere di incidenti? Sei proprio un ingenuo a credere che io abbia bisogno di te”.
Presi per mano Lily e sfrecciai via, lasciandolo boccheggiante, in affanno per trovare una battuta da lanciarmi contro, ma questa volta avevo vinto io.

“Quella storia su tuo padre è una balla, vero?”esclamò Lily, buttandosi sul letto del dormitorio rosso-oro.
“In realtà non so se sia vero ma era la prima cosa che mi è venuta in mente per fare zittire quel pallone gonfiato”.
“Sei geniale..”.
“Non potevo dargliela vinta così..gli avrei solo dato un motivo in più per vantarsi e sono sicura che non ne ha bisogno, si dà già abbastanza arie”.
“Stai tranquilla, Sirius Black vuole solo giocare e tu sei il suo nuovo passatempo. Quando si sarà stancato di giocare con un muro di gomma, ti lascerà perdere ed andrà da una delle tante oche che gli starnazzano attorno. Ti vuole solo perché non può averti”.
“Potter non ti ha lasciato perdere, però”esclamò Alexis, mentre svuotava il suo baule.
“Potter ti corre dietro? Avevo notato qualcosa..”.
“Potter ha una vera ossessione per Lily. Sembra gli piacciano le sfide impossibili, proprio come Sirius a quanto pare..”concluse Marion, guardando civetta Lily.
E così Sirius Black sarebbe diventato in fretta ciò che James Potter era da tempo per Lily: una seccatura.
Ad ogni modo, quella fu la prima e , a dire il vero, neanche l’ultima, che quella “seccatura”mi salvò la vita.
“Smettiamola con questi discorsi ridicoli e scendiamo giù, sto morendo di fame”dichiarò Lily balzando giù dal letto e trascinandomi verso l’ uscita.
“Come mai cambi argomento, Lilian? Hai la coda di paglia,per caso?”esclamò Alexis, sorridendole maliziosa.
“È possibile che tu non riesca a parlare d’altro se non di maschi?”.
“È possibile che tu non riesca a parlare mai di maschi? Cosa sei un’ aliena?”.
“D’accordo, lasciamo perdere..”sbuffò Lily.
“Dove andiamo adesso?”chiesi un po’ stranita.
“In sala grande a mangiare..e poi devo presentarti a una persona..”disse evasiva Lily.
Non indagai oltre, ero troppo stordita e disorientata per aggiungere qualcos’ altro. La mia mente era in totale confusione, il mio stomaco in subbuglio. Per la prima volta nella vita non sapevo cosa fare. In un certo senso, però, mi sentivo a mio agio con Lily, mi dava sicurezza e positività. Era una forza della natura.

La Sala Grande non era completamente piena, molti ragazzi erano ancora in Sala Comune ed io potevo solo che esserne contenta. Meno caos c’era, meno occhi erano puntati su di me e di conseguenza mi sarei potuta rilassare di più, o almeno, per quanto potesse rilassarsi una come me.
“Eccolo lì!” esclamò Lily, indirizzandoci all’ angolo della Sala Grande. “Oh, no..è con quegli idioti..”sussurrò, fermandosi a metà strada.
Il suo sguardo era fisso su un gruppo di ragazzi, a giudicare dalle divise, Serpeverde. Lily aveva l’aria disgustata e anche io a dire la verità. La maggior parte di loro aveva un’ espressione vuota, un atteggiamento arrogante e prepotente.
All’improvviso percepii su di me uno sguardo diverso..due occhi grigi mi stavano fissando..
Per un attimo mi sembrò che fossero quelli di Black, anche il viso sembrava il suo: gli stessi capelli, quasi la stessa espressione, le stesse labbra, lo stesso naso, lo stesso sorriso..ma quello non era Sirius Black.
“Lily!”.
Si levò una voce all’interno del gruppetto di Serpeverde, una voce quasi fastidiosa.
Si fece avanti un ragazzo dalla corporatura fin troppo esile, dal viso pallido,il naso adunco, i capelli unti e gli occhi scurissimi.
“Sev..”sussurrò Lily, con in viso una chiara espressione di delusione.
“Ma guarda un po’ chi c’è. Lily Evans, ti sei fatta una bell’ amica, complimenti”sbottò un ragazzo robusto e dall’ aria spocchiosa quanto stupida.
“Madame, lasciate che mi presenti: Sono Avary”disse, tendendomi la mano.
Avary…Lily mi aveva accennato qualcosa a riguardo..ma, in ogni caso, non avevo alcun bisogno dei consigli di Lily per capire che quello era indubbiamente un soggetto da evitare. Tuttavia prima che potessi rifiutare il gesto, a spinte, venne fuori una ragazza livida e disgustata, a deformarle un volto bellissimo, solo nell’aspetto. Sentii stringermi lo stomaco in una morsa..ogni molecola di quello splendido corpo era malvagia, lo percepivo chiaramente.  
“Ma che fai, idiota?!Non lo vedi a chi stai tendendo la mano?! Ad una filobabbana, amica dei luridi mezzosangue, esattamente come il suo degno padre. Ti stai rendendo ridicolo di fronte a della feccia, ecco cosa stai facendo,razza di sciocco”sbottò, non degnandoci di uno sguardo.
“Cugina Bellatrix, calmati”cantilenò il ragazzo così simile a Sirius. “Coraggio, andiamoci a sedere, non vorrai rovinarti la cena per questo, vero?”.
Osservai mentre l’intera combriccola si allontanava, dirigendosi al tavolo dei Serpeverde, tranne il ragazzo che Lily sembrava conoscere.
“Davvero, complimenti, Piton. Hai la capacità di farmi rimpiangere di essere ancora tua amica ogni volta che ti vedo”sibilò acida Lily.
Vidi il volto emaciato di Piton, sbiancare ancor di più. Sembrava rattristato ma niente,nemmeno la sua espressione avvilita, riusciva a levarmi di dosso la sensazione di sgradevolezza e di sfiducia che mi suscitava quel ragazzo. Il mio sesto senso elfico non sbagliava quasi mai.
“Lily sono..mortificato. Loro..non sono così male come fanno sembrare..”biascicò con un’espressione di desolazione in volto.
“Mi hanno appena chiamata mezzosangue, hanno insultato Aryana senza neanche conoscerla e tutto quello che sai fare è difenderli?”sussurrò sconvolta Lily. “Severus, ero venuta a presentarti un’ amica ma visto quello che pensano i tuoi “maestri” di me e lei, immagino che tu, da zelante accolito quale sei ormai diventato, non sai che fartene della nostra amicizia, sbaglio?”.
“Ma certo che sbagli..Lily, io..tu lo sai quanto ci tengo a te..”.
“E allora dimostralo, Sev. Smettila di frequentare quei viscidi prepotenti, altrimenti ti assicuro che potrai scordarti la mia amicizia..e stavolta per sempre”sentenziò,allontanandosi infuriata. La seguii fino al tavolo di Grifondoro, sollevata di allontanarmi da quel clima di negatività e di tensione che si era venuto a creare.
“Lily, stai bene?”le chiesi, mettendole una mano sulla spalla.
“Si..tanto ormai ci sono abituata. Come fanno le persone a cambiare in questo modo?Tu credi di conoscerle, di sapere come sono fatte, di essere loro amica, di volerle bene e invece un bel giorno scopri che niente di tutto quello in cui hai creduto è vero. Quella persona in realtà se ne frega di te e non era affatto come te la immaginavi”.
“Stai parlando di quel ragazzo? Severus Piton, giusto?”.
“Già..è una storia lunga..”.
“Credo sia molto più interessante di tutti i pettegolezzi di cui mi hanno riempito la testa Alexis e Marion quindi se sono sopravvissuta fino ad adesso..”.
“Bene, allora..”.
“No, aspetta” la interruppi prima che potesse incominciare. “Prima che inizi, volevo chiederti chi è quel ragazzo identico a Sirius Black”.
“Oh..è Regulus, suo fratello e quell’ altra di fianco è sua cugina, Bellatrix”disse indicandomi il tavolo dei Serpeverde.
“Credevo fosse solo un’esibizionista immaturo invece a quanto pare ho fatto più che bene a non fidarmi nemmeno per un secondo di lui, vista la parentela..”.
“Senti, io sono l’ultima persona che vorrebbe difendere Sirius Black ma lui davvero non c’entra niente con la sua famiglia, anzi, si odiano. Ma anche questa è una storia lunga..”.
“Senti, Lily, se c’è una cosa che so è che cattivo sangue non mente. Non m’interessa sentire la sua storia..riprendi quella che stavi raccontando prima”.
“Ok, ma sappi che ti stai sbagliando su Sirius..”.
“Lily, il mio sesto senso non sbaglia mai..”dichiarai decisa, continuando a fissare gli occhi grigi di Regulus. Per quanto li fissassi non riuscivo a scorgere così tante differenze con quelli di Sirius. No, quei due erano uguali. Stessa anima, stesso cuore. Regulus Black stava dalla parte sbagliata della barricata perché era la natura dei Black, lo dimostrava sua cugina Bellatrix infatti. Sirius Black non poteva essere diverso dal suo stesso sangue, era la sua natura essere un dannatissimo Black.
Qualche anno dopo scoprii che era vero, quei due fratelli erano uguali, i loro occhi erano gli stessi, ma nessuno dei due era malvagio.   
                   

                                                                            *********************
 
Erano passate due settimane dal mio arrivo ad Hogwarts. Nonostante questo, l’attenzione morbosa che gli studenti avevano su di me non si era affatto affievolita, anzi. Il mio essere straordinaria in ogni materia, il mio talento naturale con gli incantesimi, la mia netta superiorità magica su tutti, persino su Lily, non avevano fatto altro che accrescere il fenomeno “Aryana”.
A dire il vero, non ero abituata a tutto quello. Si è vero, a Shantaram ero trattata come una principessa ma perché ero il ritratto spiaccicato di mia madre e perché suscitavo tenerezza e affetto da parte di tutti, non per altri meriti particolari. La metà del tempo ero trattata come la piccola di casa, la bambina un po’ maldestra, un po’ monella che ne combina una al secondo. Invece ad Hogwarts tutto era alla rovescia: io ero la migliore. Per una volta nella vita non dovevo sforzarmi, non dovevo dannarmi l’anima per essere all’altezza di qualcuno, anzi, erano gli altri che facevano a gara per essere alla mia.

Quella mattina fresca di Settembre il sole non ne volle sapere di fare capolino per svegliarci e sembrava che neanche la sveglia avesse voglia di suonare.
Fatto stava che eravamo in un ritardo imbarazzante, almeno per due perfezioniste come me e Lily. Solo che mentre io ero, come al solito, imperturbabile,Lily era andata in iper agitazione. Era quasi isterica e si agitava frenetica per tutta la nostra stanza, disponendo ordini e strillando come una pazza.
“Lily, tesoro, ti vuoi dare una calmata? Non siamo così in ritardo”disse, sbadigliando Angelica.
“Abbiamo come minimo mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia”.
“Quale tabella di marcia, Lily? La tua ,probabilmente, perché noi non siamo ancora ai tuoi livelli di maniacalità. Cosa vuoi che succeda? Salteremo la colazione e allora?”.
All’improvviso bussarono alla porta e una ragazza minuta del nostro corso, Alice Paciock, entrò nella stanza.
“Scusate ragazze, vi ho cercato in Sala Grande a colazione ma non c’eravate comunque.. Lily tutti i prefetti devono andare nell’ufficio del preside..adesso”.
“Perché?”esclamarono in coro le gemelle Watmore, curiose come non mai.
“Bhe, io non lo so, veramente” balbettò timidissima Alice.
“Vai, Lily. La cartella te la portiamo noi, ci vediamo a lezione tra poco”dissi, spingendola fuori dalla porta.
“La prendo io la cartella di Lily, così a lezione ci sederemo vicine e mi racconterà tutto. Mi deve assolutamente descrivere nei particolari quanto era bello James Condor, il prefetto di Corvonero”chiosò Marion con occhi sognanti.
Io e Angelica ci scambiammo un’occhiata eloquente, sorridendo di tanta superficialità.
Dopo altri dieci minuti finalmente fummo fuori da quella stanza e ci precipitammo nell’ Aula di Trasfigurazione, quasi in perfetto orario.
Prima di entrare nell’ aula ebbi un’ illuminazione.
“Marion, l’ hai presa tu la cartella di Lily, vero?”.
“Cavolo!”proruppe Marion, portandosi la mano alla testa.
Buttai gli occhi al cielo, esasperata. Quella mattina si stava dimostrando alquanto impegnativa..
Stava per tornare indietro ma la bloccai: “Lascia stare, vado io. Sono più veloce”. Ed era vero. Ero due volte veloce un mago normale, figuriamoci un’ imbranata come Marion Wetmore.
Sfrecciai come una scheggia in dormitorio, presi la cartella di Lily e ridiscesi al primo piano, nell’aula della professoressa McGrannit.
Mentre svoltavo l’angolo , ad una velocità soprannaturale, stavo per andare a sbattere contro due figure ma ,grazie ai miei riflessi, riuscii a frenarmi in tempo.
“Wow, corri come un fulmine, Silente!”esclamò Sirius Black con al fianco una ragazza dai capelli color cioccolato identici agli occhi. Non l’avevo mai vista prima.
Stampò un bacio a fior di labbra a Black e sfrecciò via, imbarazzata.
Black mi guardava provocatorio dall’alto della sua immensa boria. Aveva la camicia fuori dai pantaloni e i capelli in disordine, per la prima volta.
“Immagino che anche tu sia diretta a lezione, Silente, e visto come corri mi sa che siamo in un ritardo spaventoso, esatto?”.
“Perché non lo sai?”.
“No, quando sto con una ragazza perdo la cognizione del tempo..”.
Prima che potessi rispondergli, la porta dell’ aula nella quale sarei dovuta entrare fin da subito, si aprì.  
“Cos’è questo chiasso qui fuori?”esclamò la professoressa McGrannit, facendo capolino nel corridoio. “Black, Silente! Cosa state facendo qua fuori?Siete in un ritardo mostruoso, entrate, forza!”.
Entrammo nell’ aula con tutti gli occhi puntati addosso. Purtroppo la scena fu fraintesa: Black con la camicia fuori dai pantaloni, il solito ghigno trionfante che odiavo ,stampato in volto e i capelli in disordine, che entrava in ritardo  in un’ aula, accompagnato da una ragazza con il fiatone. Quelle scene si erano ripetute innumerevoli volte in quella scuola. Peccato che non era una di quelle volte.
Risolini divertiti e bisbigli concitati strisciavano da un orecchio all’altro e già le componenti del fun club mi guardavano torva.
“Sedetevi, forza. Per questa volta lascerò perdere”disse risoluta la McGrannit.
Mi sedetti infuriata accanto a Lily, sbattendo la sua borsa per terra. Mi voltai verso Black che nel frattempo sghignazzava con i suoi compagni Malandrini.
“Finiscila di darti aria e dì subito che è stato frainteso tutto!”sibilai contro Black.
“Tesoro, perché diavolo dovrei fare una cosa del genere?Non ti è piaciuto ,per caso?” sogghignò beffardo.
“Spero di capire un giorno come abbia fatto il tuo cervello ad arrivare all’altezza del tuo fondoschiena!”.
“Signorina Silente, non solo è in ritardo ma non sta neanche attenta alla spiegazione. Le dirò che da lei non me l’aspettavo” trillò la professoressa, scocciata. “Visto che si sente abbastanza brava da poter snobbare le mie lezioni, perché non viene qui con la sua bacchetta e ci mostra come si trasfigura un calice d’ottone in acqua?”.
Ovviamente l’avrei potuto fare ad occhi chiusi. Peccato che non avevo la bacchetta. L’avevo dimenticata in dormitorio, non perché fossi sbadata. Io non dimenticavo mai niente, tutto era disposto in perfetto ordine ma semplicemente perché non ero abituata alla bacchetta. Non ne ebbi mai bisogno.
“Lily..dammi la tua bacchetta..”sussurrai.
“Cosa?”.
“Dammi la tua bacchetta, svelta”.
Lily si mise a frugare nella cartella ma la McGrannit fu più veloce di lei e disse: “C’ è qualche problema, Miss Silente?”.
“No, no nessun problema, professoressa. Aryana non trovava la sua bacchetta perché ce l’avevo io. Eccola qua. Sa, è finita per sbaglio nel mio mantello..” esclamò Black,porgendomi la sua bacchetta con tanto di occhiolino. Io ricambiai con un’ occhiata truce mentre il resto della classe ridacchiava di nascosto.
Andai alla cattedra ed eseguii velocemente l’incantesimo.
“Bene, sono dieci punti in meno a Grifondoro per il ritardo e per la disattenzione e venti punti in più per la sua assoluta disinvoltura ad eseguire ogni tipo d’ incantesimo, signorina Silente”.
Sorrisi soddisfatta di me stessa e con un ghigno lanciai in faccia a Black la sua bacchetta mentre la professoressa non guardava.
“Mi piaci quando ti arrabbi”.
“Sei scontato, banale e limitato come nessuno al mondo, Black”.
“E tu, invece, sei una donna dalle grandi vedute ,eh Silente?”.
“Talmente immense che non ti vedo neanche”.
“Mi perdoni ,maestà,dimenticavo che noi poveri comuni mortali non possiamo nemmeno entrare nelle sue visuali” sputò sprezzante.
“Da che pulpito viene la predica. Sei la persona più boriosa, arrogante, immatura, idiota,egoista, egocentrico, zucca vuota, esibizionista e prepotente che conosca”.
“Io avrò anche tutti questi difetti ma almeno sono umano, provo dei sentimenti. Tu invece sarai anche perfetta ma sei gelida come un pezzo di ghiaccio, sostenuta e altezzosa come se il mondo non fosse degno della tua attenzione”.
Quelle parole arrivarono dritte al mio cuore come una pugnalata. Anziché piangere o arrabbiarmi, feci l’unica cosa che mi insegnarono alla perfezione: diventai una statua di sale, mi chiusi a riccio mentre dentro di me si scatenava l’uragano.
Mi voltai impassibile, presi a tormentare il piccolo medaglione di mia madre,attorno al mio collo,unico segno tangibile del mio nervosismo. Per il resto ero imperscrutabile.
Sirius Black era riuscito nell’impresa che altri prima di lui avevano tentato,fallendo : toccare il mio cuore. Solo che lui l’aveva spezzato.

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Capitolo 6
*** How? ***


Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti e tra le seguite  oltre ai lettori silenziosi,altrettanto importanti. Sarebbe meglio se recensiste però..sarei più contenta.....Mi raccomando se avete qualche dubbio o curiosità non esitate a chiedere. La storia sta prendendo sempre più forma e vi annuncio già che sarà una cosa abbastaza lunga e travagliata...Per ora siamo solo all'inizio..
Non è che vi sto viziando troppo con tutti questi aggiornamenti continui?? Fatemi sapere se la storia vi piace ergo RECENSITE!!!!
Adesso vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo, anche se non mi convince tanto..a voi l'ardua sentenza.
Vostra Ile
 


Hogwarts – Novembre 1994

Impotenza.
Avvilimento.
Ansia.
Frustrazione.
Questi erano gli unici sentimenti che Harry era stato capace di provare in quegli ultimi giorni. L’intervista completamente falsa di Rita Skeeter sbattuta in prima pagina sulla Gazzetta, i continui attacchi d’invidia di Ron per la faccenda del Torneo, l’odio che quasi tutta la scuola provava nei suoi confronti e il contenuto ,appena svelato, della prima prova:draghi. Queste erano solo alcune delle preoccupazioni che ruotavano forsennatamente nella testa del giovane mago.
Come se non bastasse, era gravemente preoccupato per Sirius. Il loro scambio di lettere era diventato una missione impossibile: i messaggi dovevano essere sempre molto brevi e privi di informazioni importanti. Harry aveva un’ immensa necessità di parlare con il suo padrino per chiedergli aiuto riguardo Karkaroff e Piton, riguardo le prove e tutto il resto.
Fortunatamente, tramite un gufo di pochi giorni prima, avevano accordato un appuntamento quella sera stessa in Sala Comune. Harry non aveva la minima idea di come avrebbe fatto Sirius a raggiungere Hogwarts ma si fidava di lui.
In ogni caso, quella giornata si apprestava a diventare ancor più eccitante del previsto..

La giornata novembrina volgeva ormai al suo termine, il freddo pungente sferzava i visi incappucciati di Harry e Hermione mentre percorrevano il parco di Hogwarts per arrivare alla capanna del loro amico guardiacaccia, Rubeus Hagrid, con il quale avevano programmato un the.  
Prima che arrivassero sull’uscio, la porta della capanna si aprì improvvisamente e ne uscì una figura incappucciata da un lungo mantello verde. Subito un profumo dolcissimo invase le narici di Harry.
“Allora, se hai problemi con la tua lei, fammi sapere. Ciao gigante” esclamò una raggiante Aryana,uscendo dalla casetta di Hagrid di spalle. Quando si voltò, quasi andò a sbattere contro Harry.
“Oh Harry,Hermione..Scusate, non vi avevo visto”.
“Non c’è problema..scusa tu..cioè ci scusi lei..”.
“Oh, Merlino! Ti prego, ho poco più di trent’anni, non puoi darmi del lei” disse, ridendo.
“D’accordo. Bhe, noi stavamo andando da Hagrid..”esclamò un non più imbarazzato Harry. C’era qualcosa di rassicurante nel suo profumo.
“Oh, quasi mi dimenticavo, mi dispiace per quella storia delle foto e dell’intervista con la vipera. Il fatto è che abbiamo lasciato i convenevoli a Ludo Bagman e ,insomma, l’ hai visto Ludo..non credo ci sia bisogno di dire altro..è Bagman..”disse mentre si scambiava sorrisi complici con Harry. “Però ti prometto che le cose importanti le abbiamo organizzate io e Crouch ,quindi niente paura.Mi dispiace davvero. Credimi, se fosse stato per me, quella sanguisuga non ci avrebbe neanche messo piede a castello”.
“Grazie per il sostegno, comunque non ti preoccupare sono sopravvissuto”.
“E non è neanche la prima volta..”disse Aryana,lanciando un’occhiata d’intesa al mago.
“Per precisare..non c’è molto di vero nell’intera faccenda” cercò di chiarire Harry.
“Oh, ma non devi affatto giustificarti. È Rita Skeeter. Tutto quello che dice è falso”.
“Almeno qualcuno che lo capisce..”.
“Sono sicura che non sono affatto l’unica, non è così Signorina Granger?”.
“Certamente” rispose prontamente Hermione.
“È  tardissimo. Scusatemi ma devo proprio scappare. Uno di questi giorni mi piacerebbe moltissimo parlarti, Harry. Magari prendiamo un the insieme alla signorina Granger e al signor Weasley. Conoscevo i tuoi genitori e tu me li ricordi moltissimo.. una cosa discreta nel mio ufficio, così nessuno potrà parlare di favoritismi o altro. È solo per fare quattro chiacchiere..”.
“D’accordo”boccheggiò uno stupito Harry.
L’Auror si volatilizzò in un istante mentre Harry e Hermione entrarono nella capanna.

“Avete conosciuto Aryana,eh?Grande donna, grande Auror..degna figlia di suo padre”esclamò Hagrid, armeggiando ai fornelli.
“A chi si riferiva parlando della tua lei?”esclamò Hermione, fingendosi curiosa.
“Oh niente,niente..ad Aryana piace sempre scherzare..”.
Harry e Hermione si scambiarono sorrisini maliziosi di sottecchi ripensando alla cotta di Hagrid per Madame Maxime.
“Come la conosci?”.
“Combattevamo insieme Tu-Sai-Chi tanti anni fa con altri maghi brillanti. Ha fatto carriera velocemente poi però ,qualche mese dopo la caduta di Tu-Sai-Chi, scomparve per un bel pezzo. Certo, continuava a lavorare per il Ministero, faceva delle missioni importanti all’estero e poi scriveva un sacco. Ha ricevuto una marea di premi per i suoi libri, sapete?Poi quest’estate è tornata a fare l’Auror qui in Inghilterra. Guardate, mi ha regalato tutti i suoi libri con tanto di dedica personale…non è adorabile?”disse Hagrid, indicando una pila di libri sul tavolo.
“Ma perché se n’è andata tanti anni fa?”chiese Harry mentre Hermione si fiondava sui libri.
“Nessuno lo sa. Sono girate un sacco di voci in passato ma non mi va di dirle..per la maggior parte sono cattiverie e falsità..quello che conta è che lei è la migliore in assoluto, subito dopo Silente”.
“Come faceva a conoscere i miei genitori?”.
“Bah, che domande..credo andassero a scuola insieme,da quel che mi ricordo, erano proprio amici per la pelle, anche con Lupin, Peter Minus e Sirius Black..proprio inseparabili..”.
“Aryana conosceva Black?”esclamò Harry,cercando di non rovesciarsi il the bollente addosso.
“Insomma, basta con tutte queste domande..tornate al castello è tardi..”farfugliò Hagrid con tutta l’aria di chi si era lasciato scappare qualcosa che non doveva.
“Ma Hagrid..”dissero in coro Harry e Hermione,interdetti.
“Forza ,via, sciò! Vi ho già detto abbastanza”tuonò Hagrid, sbattendoli fuori di casa in malo modo. I due tornarono al castello con mille interrogativi irrisolti in testa. Per fortuna quella sera Harry avrebbe incontrato Sirius per chiarire tutto…

Era notte inoltrata, l’orologio segnava l’una passata. Su una poltrona della Sala Comune di Grifondoro, sedeva vigile e irrequieto Harry Potter, aspettando l’arrivo del suo padrino. A dire il vero, non sapeva bene a che cosa stare attento o da che parte guardare. La sua impazienza però fu ripagata in breve tempo..
All’improvviso la testa di Sirius apparve tra le fiamme del caminetto della Sala Comune.
“Sirius!”.
“Harry…come stai?”.
“Bene..fino ad adesso..Ma da dove diavolo spunti fuori?”.
“Lascia stare. Ascolta, non abbiamo molto tempo, arriverò dritto al punto: Karkaroff era un Mangiamorte. Per quello che ne sappiamo potrebbe essere stato lui a mettere il nome nel calice per metterti in pericolo..magari per ucciderti..ma tu non devi preoccuparti. Finché ci saranno Silente e Moody lì con te, nessuno ti si potrà avvicinare più di tanto..”.
“Cosa?”.
“Si è così..è stato rilasciato perché ha fatto un mucchio di altri nomi al suo posto, un accordo con il Ministero..è proprio per questo che Silente ha messo un Auror dentro la scuola..lo vuole controllare, stai sicuro. Comunque stanno succedendo troppe cose strane..troppe coincidenze..I mangiamorte sono in piena attività, prima la coppa, poi il rapimento di Berta Jorkins..”.
Harry si riprese subito dallo stupore, non avevano tanto tempo e doveva riassumere troppe cose tutte in una volta.
“Sirius, ti devo dire delle cose importanti..la prima prova sono draghi. Me l’ ha mostrato Hagrid. E poi.. sono due gli Auror a scuola”.
“Draghi?Oh Merlino! Aspetta, come due? Che vuoi dire?”.
“Non capisco come hai fatto a non saperlo ma comunque Aryana Silente è qui. È l’organizzatrice del Torneo. Sirius, avrei talmente tante cose da dirti su di lei e sul Torneo..Ho scoperto che conosceva i miei genitori e anche Lupin e te. Cosa sai di lei?”disse tutto d’un fiato Harry,inginocchiandosi davanti al camino.
Sirius restò immobile davanti ad Harry, il volto corrucciato e l’espressione vuota. Boccheggiò.
“Sirius..”sussurrò Harry,più confuso che mai.
“Io..devo venire ad Hogwarts. Farò più presto che posso..te lo prometto, Harry..”.
“Aspetta ,Sirius, ma dove vai?! No, è pericoloso..troppo pericoloso..”quasi strillò Harry,in preda al panico.
La testa di Sirius scomparve dal fuoco così come ci era arrivata, lasciando Harry con più domande irrisolte di prima…
Perché Sirius aveva avuto quella reazione? Cosa significava? E perché Hagrid li aveva scacciati in malo modo dalla capanna non appena avevano associato il nome di Sirius ad Aryana?Poteva fidarsi di lei? In fondo era la figlia del preside e lo stesso Hagrid ne tesseva gli elogi..
Allora forse non doveva fidarsi di Sirius..ma lui era il suo padrino..
L’unica soluzione possibile al momento era parlare con il secondo Auror della scuola..


                                                                                                    *****************

Nelle settimane che seguirono Harry si rese conto che parlare con Aryana Silente era un’ impresa impossibile. Non aveva mai conosciuto una persona più sfuggente e impegnata di lei, forse solo suo padre.
Ad ogni modo, Harry doveva parlarle. Tutta quella confusione in testa non faceva che accrescere l’irrequietezza e l’ansia nel suo animo. Il tempo sembrava sfuggirgli di mano come acqua, ogni occasione persa di chiarire i suoi dubbi era un macigno nello stomaco. Purtroppo l’opportunità di comunicare con l’Auror, si fece avanti solo il giorno della prima prova…
                          

                                                                                                     *****************

Padiglione dei campioni - 24 Novembre 1994
  
Aryana Silente

“Non a lui, non a lui..ti prego, fai che non tocchi a lui..”sussurravo a fior di labbra le mie preghiere in elfico. Ma fu tutto inutile.
Harry estrasse dal sacchetto che reggevo in mano il modellino del drago peggiore: l’ Ungaro Spinato. Lanciai un’ occhiata terrorizzata a mio padre che mi tranquillizzò solo con lo sguardo.
Chiunque avesse messo il nome nel calice stava riuscendo perfettamente nel suo intento: mettere seriamente in pericolo la vita di Harry. Più mi scervellavo più non trovavo risposte precise alle miriadi di coincidenze,segni e sogni premonitori che mi tormentavano. L’unica cosa certa, l’unica risposta che avevo era che Lui stava tornando,forse più forte di prima.
Rimasi con la mente ottenebrata da questi pensieri fino a quando non fu il turno di Harry.
Appena uscì dalla tenda, mi precipitai ,sempre con discrezione, verso di lui prima che affrontasse il drago e con il labiale gli chiesi: “Vuoi il mio aiuto?”.
“No,no, grazie. Ho un piano..un buon piano”balbettò,rivolgendosi più a sé stesso che a me.
“Ok, Buona fortuna”dissi mentre Harry avanzava verso lo scenario dello scontro.
“Non ci provare neanche”esclamò mio padre, cogliendomi alle spalle.
“Papà! Non provare a fare cosa?”.
“Lo sai, benissimo. Niente incantesimi scudo, anche se sono la tua specialità”.
“Papà, andiamo, nessuno se ne accorgerà. Lo sai quanto sono brava...lui parte svantaggiato..”.
“Aryana,certo che so quanto sei abile ma dobbiamo lasciare che Harry se la cavi da solo. Deve crescere e in futuro, nessuno meglio di te sa che dovrà affrontare cose ben peggiori di un drago...”.
Sbuffai, preoccupata. Mio padre aveva ragione, come sempre.
“Stasera vieni nel mio ufficio, Funny ha qualcosa per te..”sussurrò nel mio orecchio. Mi voltai con un’ espressione interrogativa in volto ma lui, imperscrutabile, non mi degnò nemmeno di uno sguardo.
Ci sedemmo ai nostri posti tra la giuria e, trattenendo il respiro, attesi che la prova finisse.

“Gran bel lavoro, Harry!”esclamai, insinuandomi tra la miriade di persone che avevano circondato Harry.
“Grazie..”mi rispose imbarazzato.
“Oh no,no..l’uovo devi tenerlo tu, Harry. Ti servirà per la prossima prova”dichiarai, rimettendo dalle mani di Seamus Finnigan a quelle di Harry l’uovo d’oro.
All’improvviso la mia attenzione fu distolta da quell’idiota di Ludo Bagman. Era seminascosto da una tenda in compagnia di due ragazzini che avrebbero dovuto avere si e no tredici anni. Ci avrei scommesso la bacchetta che stava scommettendo. Non aveva pudore quell’individuo, persino con i minorenni.   
“Che stai facendo,Ludo?”esclamai,cogliendo alle spalle Bagman che per poco non fece cadere tutte le monete per terra.
“Oh, Aryana, tesoro..Io? Che sto facendo? Ma niente..figurati!” balbettò sorridente,voltandosi verso di me.
Era insopportabile, un essere inutile, sempre in mezzo ai piedi. Creava solo guai. Ormai mi ritrovavo la sua faccia grottesca ovunque, perennemente brillo. Per di più, aveva sempre avuto una cotta per me, fin dal giorno in cui mi vide al Ministero per la prima volta. Ma pensavo che gli fosse passata, visto il mio atteggiamento a dir poco glaciale nei suoi confronti.
“Credevo di essere stata chiara riguardo le scommesse sulle prove”.
“Oh,andiamo Aryana…è solo per divertimento..lo sai che sono un giocherellone..”disse Bagman,supplichevole.
Feci una smorfia tra il disgustato e il divertito dopodiché scossi la testa e dissi: “Almeno non ti fare vedere dagli altri ragazzi..dai un cattivo esempio”.
Per tutta risposta Bagman scoppiò in una risatina stridula e mi strizzò l’occhiolino goffamente. Credeva di avere del fascino. O forse ero io che ero abituata a ben altro..
“Forse sarebbe meglio se adesso ci dirigessimo dai campioni per dargli spiegazioni riguardo le uova..saranno confusi. Sono proprio curiosa di..”stavo per dire, tentando di tergiversare sulla maldestra manovra di Bagman di provarci con me, ma il mio sguardo cadde su una strega con un vestito verde acido che stava evidentemente importunando Harry: Rita Skeeter.

 
“Che diavolo ci fa quella strega in un’area non autorizzata? Bagman, non dovevi tenerla d’occhio,tu?”tuonò Aryana.
“Si..e..mi deve essere..sfuggita..”mugugnò Bagman, trotterellando dietro Aryana che nel frattempo si fiondò davanti alla giornalista.
“Sparisci!” urlò Aryana contro la Skeeter che,presa alle spalle, saltò in aria e,non appena vide l’Auror, scomparve terrorizzata.
“Harry tutto bene?”chiese l’Auror dopo essersi accertata che Rita Skeeter fosse davvero sparita.
“Si,si grazie..sei arrivata giusto in tempo. A proposito,visto che sei qua, vorrei parlarti di una cosa importante..”disse Harry esitante ma Aryana non lo stava ascoltando davvero, si guardava attorno infuriata.
“Quell’idiota di Bagman dov’è finito? Harry, scusami, parleremo un’altra volta adesso devo andare a parlare con Crouch. Bagman sta passando ogni limite. Tu nel frattempo raggiungi gli altri campioni, vi dobbiamo comunicare alcune cose. A proposito, complimenti per la prova, sei stato bravissimo!”disse dandogli una pacca sulla spalla e volatilizzandosi.
Harry,ancora una volta, rimase con niente nelle mani, eccetto un uovo d’oro.

                                                                                                  **************
Aryana Silente

Camminavo avanti e indietro per lo studio di mio padre, aspettando il suo arrivo in fibrillazione. Ogni tanto lanciavo sguardi a Funny,cercando di capire che cosa mi avesse voluto dire mio padre tra gli spalti quella mattina.
Mentre i miei pensieri vagavano lontani la porta si aprì e apparve un sorridente Albus Silente, che stringeva nelle mani due lettere.
“Papà..allora? Che cos’ ha Funny per me?”.
“Queste due lettere..fresche da Shantaram..”disse porgendomi le lettere che stringeva fra le mani.
Le afferrai timorosa, quasi avessi paura del contenuto..
Staccai la ceralacca con i sigilli regali e quasi sussultai notando la calligrafia incerta e sbavante d’inchiostro della persona che aveva cambiato la mia vita per sempre..
“Stai tranquilla, lui sta bene..era solo nervoso”.
Allegata alla lettera c’era una foto che ritraeva Ernest e Tatami, i miei nonni, e accanto..Lui. Mi buttai sulla poltrona della scrivania mentre annegavo in quegli occhi straordinariamente grigi.  

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Capitolo 7
*** Bianco e Nero ***


Sono tornata con un nuovo capitolo...come al solito ringrazio chi ha messo tra i preferiti e tra le seguite e chi è passato anche solo per una visita. Mi raccomando, recensite!!!!!! Buona lettura...

Hogwarts - Aula di Pozioni – 1975

Aryana Silente

“No, che fai? Devi girare solo tre volte in senso orario, così rovini la pozione!”esclamai, levando il mestolo dalle mani di una Lily Evans persa in un mondo tutto suo. “Dove hai la testa,stamattina?”.
Non ci fu bisogno di una risposta verbale, il suo sguardo era puntato trucemente su Severus Piton.
“Immagino che ieri sera il vostro colloquio non sia andato come speravi, giusto?”.
“Ti giuro su Merlino che ho chiuso con quella serpe. Ha avuto il coraggio di portarsi dietro quell’arpia di Bellatrix e il resto della comitiva..”.
“Quante volte te lo devo ripetere che Severus Piton ormai l’ hai perso per sempre? È chiaro come il sole che le compagnie che frequenta l’ hanno ormai spinto verso una precisa strada..”.
“Non sai quello che mi ha chiesto: stava per analizzare davanti a me le teorie di quel certo..come si chiama?!”.
“Lord Voldemort. Mio padre mi ha parlato di lui..”le risposi mestamente.
“Esattamente. Ti rendi conto? Proprio a me le viene a spiegare. Si è completamente bevuto il cervello, fidati”.
“Adesso non ci pensare più. Finiamo la pozione prima che Lumacorno si accorga di che disastro stiamo combinando”.
Il suono della campanella arrivò come una manna, il fumo e gli odori nauseanti dell’Aula di Pozioni ci stavano quasi per avvelenare.
Ci precipitammo in cortile a prendere un po’ d’aria. Era una soleggiata e fresca giornata di Ottobre e a sollevare ulteriormente gli animi, avevamo un’ora buca.
“Ehi ragazzi, guardate un po’ qua!”esclamò James Potter, esibendo tutto l’occorrente per una partita a quidditch.
Subito partirono grida di festa e cori da stadio a compiacimento di tutti i Malandrini, organizzatori di quel baccano.
“Potter!Cosa diavolo pensi di fare? Dove hai preso quella roba?”tuonò Lily, togliendo gli occhi dai libri in cui eravamo sprofondate.
“Oh andiamo, Evans. Almeno per oggi non rompere”dichiarò Sirius, osannato dalla folla.
“Lily tesoro, lo sai che mi piace più di ogni altra cosa litigare con te ma ha ragione lui: per stavolta lasciacela passare..”disse con un finto tono supplichevole James.
“Non mi chiamare tesoro, Potter”sbuffò Lily e si riandò a sedere accanto a me, irritata come solo con lui sapeva essere.
E così iniziò una vera e propria partita di Quidditch a tutti gli effetti.  Tutto quel rumore mi infastidiva e mi impediva di rilassarmi.
Ad ogni modo, fu un bene. Se fossi stata rilassata non so se fossi riuscita ad evitare quello che di lì a poco sarebbe successo..
Come al solito Black mi fissava provocatorio, dall’ alto della sua scopa.
Fastidioso e impudente: questi erano gli aggettivi calzanti per lui.
Dal nostro breve litigio nell’ aula di Trasfigurazione le cose degenerarono parecchio..
Io fortificai ancor di più la muraglia che era già frapposta tra me e il resto del mondo e lui prese a stuzzicarmi ancor di più con il chiaro intento di far crollare la mia gelida maschera di indifferenza. E in un certo senso ci riusciva. Le sue frecciatine erano ricambiate dal mio tagliente sarcasmo e se questo non scoraggiava lo sprezzante avversario, come avveniva nella maggior parte dei casi,tutto il mio astio e la mia alterigia venivano fuori nel peggiore dei modi: ogni scusa era buona per litigare o, peggio, per tirar fuori la bacchetta.
Dopo un po’ non mi feci nessuno scrupolo ad usare la magia elfica contro di lui.
Il problema era che non ci riuscivo.
La rabbia che mi procuravano le liti furiose con lui non mi permettevano di rivoltargli contro la magia senza bacchetta: i miei poteri erano alquanto instabili in quel periodo.
In compenso ,però, ci lanciavamo in duelli favolosi a suon di maledizioni. Lui,lo devo ammettere, era davvero in gamba per essere un perfetto idiota.   
E così ci guardavamo, sprezzanti, fieri, orgogliosi, ognuno dei due deciso a non abbassare lo sguardo prima dell’ altro. C’era un eterna sfida fra di noi e il bello era che il vincitore rimaneva sempre un’incognita fino all’ultimo. Quegli occhi grigi erano come una calamita per me…
Purtroppo o per fortuna la nostra battaglia psicologica fu interrotta sul nascere poiché un bolide impazzito sfrecciava ora per tutto il cortile, minacciando di colpire chiunque si trovasse sulla sua traiettoria.
Urla di terrore e caos sostituirono in breve il clima di festa che si era instaurato fino a pochi secondi prima. Molti studenti, i Malandrini in primis, cercavano a suon di incantesimi, di fermare quella furia allo sbando ma se non avesse almeno rallentato i suoi movimenti ,sarebbe stato impossibile concentrarsi sulla sua figura e applicare un incantesimo.
All’improvviso il bolide sembrò puntare dritto nella nostra direzione: Lily sembrò non accorgersi di nulla, intenta com’era nella lettura.
Probabilmente se fossi stata da sola, l’avrei evitato con uno scatto felino ma mi dovevo occupare di una distrattissima Lily Evans.
Le afferrai un braccio, pronta a balzare via, ma ormai era troppo tardi: il bolide ci era quasi addosso.
Feci la prima cosa istintiva che mi venne: mi accucciai a terra, proteggendo Lily il più possibile e riparai la testa con le braccia in avanti a parare il colpo.
All’improvviso successe qualcosa di incredibile: dalle mie mani sgorgò un liquido semitrasparente, dalla consistenza fluida, che ci fece da scudo per il bolide che, entrando in contatto con la superficie , si arrestò, bloccato a mezz’aria.
Riuscivo a sentire la pressione che il bolide esercitava sul mio scudo, che era come una parte estesa di me stessa.
Il mio primo incantesimo scudo senza bacchetta.
D’un tratto cominciarono a mancarmi le forze, la vista mi si annebbiava, il braccio gridava riposo ma sapevo che se avessi mollato, io e Lily ci saremmo ritrovate schiacciate contro il muro di pietra del castello.
Poi, con un colpo di bacchetta, Sirius Black fece piombare il bolide sulla dura pietra del pavimento, ed il mio scudo, sentendo il pericolo cessare, spontaneamente si ritrasse.
Dovevo avere un’ espressione sconvolta in viso, visto che persino Sirius Black, la persona che mi odiava di più in tutto il castello, mi tese una mano per farmi rialzare. L’ afferrai, diffidente, e ci scambiammo una lunga occhiata. Non sembrava ostile..solo..curioso, meravigliato.
“Wow, come accidenti hai fatto?”esclamò Lily, tirandosi su.
“Non ne ho la minima idea..”dichiarai, sistemandomi la divisa e i capelli.
“Allora, Silente, questa è la terza volta che ti salvo..ti deciderai a ringraziarmi almeno stavolta?”.
“Spero che tu stia scherzando, Black. Capisco che sei un ego riferito a livelli patologici ma adesso non vorrai venirmi a dire che pensi sul serio di avermi salvato anche stavolta? E sugli altri due precedenti nutrivo già molti dubbi”.
“Dopo quasi un mese che stai qui dentro non hai ancora imparato quella semplicissima tradizione di noi comuni mortali a ringraziare, vero maestà?” sputò sarcastico. “Oh già, ma tu non hai bisogno di ringraziare, ogni gesto ti è dovuto, no?”.
“Questi tuoi discorsi mi fanno ridere, Black. Proprio tu, vieni a farmeli. Tu, che non hai la minima idea di cosa voglia dire chiedere scusa, provare vergogna, imbarazzo o pudore. Tu, che sei un cafone, viziato, al quale tutto è permesso, che si fa beffe di tutte le regole, solo perché proviene dalla nobilissima e antichissima famiglia Black, non è così? Arroganti Purosangue..sento il puzzo fin da qui”.
Per un attimo i suoi occhi grigio chiaro si incupirono, un’ ombra che sembrava molto simile al dolore..e così anche Sirius Black aveva un cuore..
“Non hai capito niente di me”sibilò stoico, fissandomi negli occhi.
Per la prima volta non c’era alcun ghigno sulla sua faccia, nessuna provocazione, solo risentimento e delusione.
“Il sentimento è reciproco, Black”ribattei altrettanto decisa.
“Esci con me” esclamò improvvisamente, rimanendo serio.
La sua non era una domanda era un’ affermazione, anzi, quasi un imperativo.
Sbottai, irritata. Era tornato l’idiota di sempre.
Feci per allontanarmi ma lui mi seguii.
“Ti dimostrerò che quello che pensi su di me è sbagliato e tu farai altrettanto”.
“Non m’interessa perdere il mio tempo a cercare di fugare i tuoi dubbi su di te. Io penso e faccio quello che voglio e sopravvivo senza chiedere cosa ne pensi tu”.
“Perché dici così?Hai paura forse?”.
“Paura di chi? Di te?”.
“Probabile, altrimenti perché rifiuteresti?”.
“Per mille ragioni diverse”.
“Dimmene una”.
“Non mi va di ripetere la vagonata di insulti che puntualmente ti arriva addosso da parte mia”.
“Quelle non sono ragioni. Sono solo impressioni”.
“Le mie impressioni? Vorresti dire che non sei un grande esibizionista,giullare, il cui unico interesse è farsi idolatrare e venerare come un Dio?”.
“Se fosse così non sarei qui a farmi insultare da te”.
“Se non fosse così ora non avresti un fun club. Sei inaffidabile”.
“Non capisco perché fingi di volere qualcuno di affidabile. Io e te siamo uguali: tu hai bisogno di qualcuno come me…assolutamente inaffidabile e rischioso. Non lo vedi come sei viva quando parli con me? Tutto il resto non ti tocca, ti annoia ed è lo stesso per me”.
“Ti sto solo facendo notare che non sono le mie impressioni ma è la realtà dei fatti”.
“Dimostralo. Esci con me e lo scoprirai”.
“Te lo ripeto : non ho tempo da perdere”.
“Perché invece non mi dici la vera ragione per la quale non vuoi?”.
“Non so di che parli”.
“Qual è il problema? Perché ti stai nascondendo?Di che cosa hai paura,eh?”.
“Cosa vai vaneggiando,Black?”.
“Io ti osservo,sai?”.
“Il fatto che tu sia ossessionato da me, cosa c’entra?”.
“Primo:chiunque è ossessionato da te in questa scuola. Secondo: tu hai paura di qualcosa,Silente, anche se ti nascondi dietro questo muro insormontabile di ghiaccio e di diffidenza e stai pur certa che io scoprirò cos’è ”.
“Hai finito di psicoanalizzarmi?”.
“Ho appena incominciato…”.
“No. Hai appena finito. Black,stai lontano da me.Ti conviene”dissi, bloccando finalmente quella che ormai era diventata una specie di maratona. Ora eravamo faccia a faccia.  
“Io non credo,ormai mi hai sfidato”.
“Io non ho fatto proprio niente e comunque questo non è un gioco e io non sono un trofeo da conquistare,chiaro? Non mi trattare come un oggetto. Lasciami perdere e basta, chiaro?”.
“Se tu non vuoi che io giochi con te..io non giocherò”.
Era affascinante, dovevo ammetterlo ma non dovevo farmi imbambolare.
Bisognava mantenere alta la guardia...niente di più facile, era la mia specialità non fidarmi.
E allora perché mi sentivo in quel modo? Perché mi tremava il sangue nelle vene? Perché mi sentivo così eccitata e adrenalinica?
“Io ti piaccio, Silente e ti fiderai di me,un giorno”.
“Certo,il giorno del poi, nell’anno del mai”.
“Non ci vuoi neanche provare?”.
“No. Adesso lasciami in pace”.
“Come vuoi, ma sappi che io non mi arrendo così facilmente”.
“Black,stai giocando col fuoco”.
“A me piacciono le cose pericolose”.
“A me, invece no”.
“Io invece scommetto di si. Devi sprigionare la tua vera natura…non puoi nasconderti per sempre”.
“Mi spieghi di cosa stai parlando? Ti conosco da appena un mese e tu mi parli di lasciarmi andare? Tu, sei pazzo”.
“Può darsi…può darsi che invece ti conosco meglio di quanto tu creda, che siamo molto più simili di quello che tu possa pensare”.
“Black, sparisci”.
“Stai facendo un grosso errore”.
“Addio”conclusi, sigillando quella conversazione che cominciava a turbarmi.
Se ne andò sghignazzando, come al solito.
Maledettissimo Black. Perché doveva far crollare così tutte le mie certezze?
Purtroppo, per quanto mi costasse ammetterlo, aveva ragione.
Io non ero una persona semplice, non mi meravigliavo delle cose semplici e banali, non ero timida, non ero superficiale. La quotidianità mi annoiava, avevo gusti diversi da tutti gli altri, ero più potente degli altri e non volevo affidabilità o serenità.
Mi era stato insegnato a ragionare prima di agire, a ponderare le mie decisioni, a meditare, ma la verità è che quelle nozioni mi erano solo servite a smussare il mio carattere, non l’avevano trasformato. Mi ero messa addosso una maschera di imperturbabilità e di seraficità, di perfezione e di saggezza che non mi appartenevano del tutto.
Black mi dava una scossa di adrenalina pura. Nessuno ci riusciva come lui. La mia indifferenza pressoché totale, che faceva ammattire in molti che volevano catturare a tutti i costi la mia attenzione, crollava quando c’era lui nei paraggi.  
Il nostro rapporto conflittuale era parecchio strano: c’era qualcosa che mi spingeva verso di lui, qualcosa che risvegliava in me istinti primordiali..qualcosa che non mi era mai successa in tutta la vita..
Lo Odiavo ma allo stesso tempo la sua presenza diventava motivo di eccitazione, e sempre più indispensabile perché mi faceva sentire viva e mi faceva bruciare, come mai nessuno seppe mai.  

                                                                                      *********************


Le domeniche pomeriggio ad Hogwarts, stranamente, a dispetto del clima inglese, si rivelarono addirittura luminose e tiepide, persino a Novembre. Per questo motivo, quasi nessuno studente rinunciava a studiare fuori, sulla riva del lago, godendosi gli ultimi attimi di fresco in attesa che arrivasse il rigido inverno inglese. Lily scherzava sempre sulle anomalie del tempo quell’anno, dicendo che ero stata io a scombussolare tutto, persino il clima.
Quella domenica non facemmo eccezione e ci ritrovammo a studiare, almeno io e Lily insieme ad altre compagne di Corvonero, sul limitare del lago. La maggior parte degli studenti, ad ogni modo, era impegnata in stupidi giochi che procuravano solo un gran chiasso.
Lily era agitatissima e distrattissima, come sempre in quell’ultimo periodo. Era leggermente cambiata dalla Lily che avevo conosciuto all’inizio dell’anno. In quell’ultimo periodo era..assente. Mi convinsi che era solo preoccupata perché quello era l’ anno dei G.U.F.O., per i litigi con Severus e per lo schiamazzo che ci circondava.
L’ attrazione del giorno era Sirius Black e questo spiegava come mai oltre a molti ragazzi, quella domenica le piccole sfide domenicali sulla riva del lago distraessero anche molte ragazze. Il gioco sul quale si sfidavano era gara di velocità, senza trucchi né inganni. La magia era bandita. Come in molti stupidi giochi che riguardavano i maschi l’intelligenza non contava, bastavano i muscoli. Di solito l’atleta malandrino protagonista di quelle ridicole sfide era Potter,mentre Black raccoglieva le scommesse, ma quando si trattava della corsa..Black batteva tutti, o almeno così diceva il pallone gonfiato.
Il suo immenso ego gli permetteva di girare in pieno Novembre, a torso nudo, con addosso solo un paio di pantaloncini e scarpe da corsa babbane, che avevano causato una smorfia di disgusto nel volto del fratello Regulus, seduto dall’ altro lato del lago con i suoi amici Serpeverde.
Lily sbuffava, irritata da tutto quel clamore e non faceva altro che lanciare sguardi verso le sfide in corso.
“Lily, così non possiamo studiare, però” dichiarai, esasperata, staccando gli occhi dal libro di antiche rune.
“Scusa è che io non ce la faccio proprio a studiare con questo chiasso. Perché non andiamo a vedere anche noi che diavolo stanno facendo?”.
“Stai scherzando, vero? Aspetta, tu hai qualcosa che non va..non è che anche tu, come quelle due galline che abbiamo in stanza, sei attratta da quello scimmione di Black?”.
“No, ma sei matta? Come ti vengono in mente certe idiozie..semplicemente non riesco a studiare..”esclamò con una faccia disgustata Lily. Sembrava sincera.
A giudicare dal caos che incrementava, Black aveva appena vinto un’ altra sfida. Decisi che quello era il momento adatto per intervenire.
Mi alzai da terra e feci qualche passo avanti verso la caciara. Presi un gran respiro e urlai con quanto fiato potessi: “ La vogliamo finire con questo baccano o no?”.
Mille sguardi si posarono su di me, minacciosi. Forse non era stata proprio un’ idea brillante..
“Che cos’ hai ,Silente? Cos’è che infastidisce così tanto la nostra regina per farla addirittura scomodare di persona?”strillò Black, mentre si avvicinava verso di noi.
“ Stiamo cercando di studiare e i vostri schiamazzi ci infastidiscono..non potreste fare più piano?”.
“Devi perdonarli, Silente. È che non sono abituati a vedere così tanta magnificenza tutta in una volta”disse, facendo una giravolta su se stesso.
Buffone.
“Scusa ma di che magnificenza parli? Io non vedo niente, eccetto te, s’intende”.
Ormai la sfida era incominciata.
Non potevo resistere alle sue provocazioni, dovevo rispondergli, era più forte di me.
La sua risata si diffuse per tutta la riva, era il suo modo per attirare l’attenzione e infatti da quel momento tutti gli occhi furono puntati su noi due.
Sentii Lily dietro di me dire: “Ecco che ci risiamo..”.
 “Cos’è che ti infastidisce di più? Il fatto che sia il più bel ragazzo della scuola o che sia il più veloce?”.
Fu il mio turno di ridere.
“Solo perché zampetti più veloce di quelle schiappe, non significa che tu sappia correre”.
Cori di indignazione e oltraggio si levarono e sul viso di Black apparve il suo solito sorriso sbilenco.
“Ci va giù pesante la piccolina” urlò verso la folla, completamente impazzita per lui.
Non riuscivo a capire la necessità delle persone di trovarsi degli eroi..non era forse sinonimo di insicurezza, di sfiducia in se stessi? Perché mai crearsi dei miti se si pensa di essere già abbastanza? Ma d’altronde nel mondo ci sono sempre state persone nate per seguire e altre per essere seguite. Per quanto detestassi Black io e lui appartenevamo al secondo gruppo.
“Dunque, Silente, ti vorrei informare che non esiste ragazzo qui che io non abbia battuto. Dimmi di tutto ma non che sono lento. Ho battuto persino James”disse facendo l’occhiolino al suo amico che nel frattempo contava i galeoni vinti.
“Quello che fai tu non è correre: è muovere le gambe. Non hai coordinazione, non hai controllo, non regoli la respirazione e non hai alcun ritmo. Se vinci è solo perché hai le gambe più lunghe..non per altro..”.
“Silente, che cosa ne sai di corsa? Non dirmi che vuoi fare la maestrina anche qui, ti prego..” supplicò sarcastico.
Quello era troppo.
“Black, rassegnati. Io sono migliore di te in tutto, persino nella corsa. Capisco che sia una ferita non rimarginabile nel tuo sconfinato ego ma esistono persone migliori di te”.
“Perché non vuoi semplicemente accettare che sono il migliore in qualcosa? Ti da così tanto fastidio?”.
“Perché dovrei farlo se non è vero?”.
“Ti ho appena detto che ho battuto tutti in questo dannatissimo castello, devi rassegnarti, sono il più veloce”.
“Ed è qui che ti sbagli. Non hai battuto tutti..con me non ti sei sfidato..Coraggio, dimostrami che sei il migliore..corri contro di me..”.
“Silente, io non corro contro le ragazze”disse, sghignazzando.
“Cos’è hai paura?”.
“Paura di te? Andiamo, Silente non farmi ridere. Semplicemente, al contrario di quello che credi tu, sono un gentleman. Non lascerei mai che ti umiliassi davanti a tutti..”.
“Oh, fidati, non sarò io ad essere umiliata..”.
“Andiamo, Silente, cos’è sei ubriaca? Sono il doppio di te, sono più alto e sono un uomo..la vittoria è scontata”.
“Facciamo così, ti conviene accettare la mia sfida”.
“Per quale motivo?”.
“Se vinci tu, in cambio avrai qualsiasi cosa vorrai da me”dissi, decisa. Scoppiarono risatine maliziose, soprattutto tra i ragazzi. Black mi guardò dalla testa ai piedi,sorridendo provocante.
“Non mi dire che sei così banale…Mi aspettavo qualcosina in più da te..”ribattei, notando la sua espressione.
“Chi ti ha detto che voglio quello? Io non ho detto niente. No, Silente, ancora una volta ti sbagli sul mio conto. Non mi piacciono le cose così facili. Voglio un appuntamento, un vero appuntamento..noi due, soli”.
“Tutto qua?”.
“Vedrai che non sarà affatto tutto qua, Silente. Ti stupirò..”.
“Parli come se già avessi vinto..”.
“Se vinci tu, invece?”.
“Mi basterà levarti quel ghigno idiota che hai sulla faccia”.
“Ci sto”disse,tendendomi la mano. L’afferrai e la sfida fu suggellata.
“Si parte da questo punto in cui siamo e si arriva al limitare della foresta, la magia non vale, né sgambetti e simili. Si usano solo le gambe, tutto chiaro?” chiese James Potter, auto proclamatosi arbitro. “Evans, tesoro, tu non vieni a fare il tifo per la tua amica?”. Lily quasi sussultò,prima di raggiungere il resto del gruppo radunatosi attorno a noi. Cominciava davvero a preoccuparmi quella ragazza, adesso addirittura si faceva intimorire da Potter.
“Silente, non vuoi riscaldarti prima? Io ho corso prima, tu sei stata seduta”.
“Non ne ho bisogno, grazie”.
“Pensi di poter correre con quella gonna?”.
“Black, a me ci penso io, ok?”lo zittii spiccia.
“Contenta tu..”disse,alzando le mani.  
“Ok, pronti, su, partenza, via” urlò Potter,già ridendo.
Naturalmente non c’era storia.
Io correvo già di per me più veloce di chiunque altro umano, per di più possedevo la tecnica e la leggiadria degli elfi.
Partii piano, lasciando che quel presuntuoso finisse tutto il gas. Lasciai che il vento gelido mi sferzasse il volto, chiusi gli occhi e poi corsi, come solo un elfo sa fare, quasi in tutt’uno con la terra, sentendo ogni passo, ogni respiro, ogni filo d’erba calpestato. Lo superai negli ultimi venti metri, facendogli scivolare definitivamente quel sorriso tronfio dalla faccia. Non avevo neanche il fiatone. Mi voltai e lo vidi piegato in due per la stanchezza, livido di rabbia.
Risi di gusto. Avevo vinto io stavolta.
“Hai..barato..”sibilò con il fiato corto.
“Come hai detto, scusa?”dissi offesa mentre tutti ci raggiungevano sconvolti dalla mia vittoria.
“Sai benissimo cosa voglio dire. Avevamo detto niente magia”.
“Non ho usato alcuna magia..è il tuo orgoglio ferito che parla, Black”.
“Andiamo, ti ho tenuto dietro per quasi metà gara e solo gli ultimi metri mi hai superato: non è normale”.
“Si chiama sprint finale: ti ho lasciato stancare per tutto il tempo e poi ho dato il massimo all’ultimo, non è nient’ altro che tecnica e intelligenza. Se sei uno zuccone vuoto non è colpa mia”.
“Silente, puoi prendere in giro gli altri ma non me. Ti piace vincere così..problemi tuoi..io sono leale, almeno. Saresti dovuta finire tra le Serpi, altro che grifoni”.
“Black, non vuoi accettare il fatto che hai perso, mi dispiace, ma capita. Fattene una ragione”.
“A me non capita”.
“Vedi? È esattamente ciò di cui parlo quando dico che sei solo un presuntuoso. Dovresti saper incassare le sconfitte, imparare dagli errori per migliorare invece ti comporti come un bambino testone”.
“Brava, rigirati la frittata come ti pare, tanto lo so io e lo sai tu come sono andate le cose veramente”.
“Sirius, era solo una gara..calmati..”disse James, battendogli pacche sulla spalla.
“Lei ha barato..”.
“Se pensi che abbia barato, dimostralo. Se non puoi dimostrarlo, taci. Sembri un bambino piagnucolante”esclamai, infervorata.
Mi guardò con aria truce.
Il suo orgoglio era stato gravemente ferito.
Venne a due centimetri dal mio volto e disse: “ Ti giuro che scoprirò come accidenti hai fatto a battermi, fosse l’ultima cosa che faccio”.
La sua figura imponente rispetto alla mia esercitava su di me un certo non so che di eccitante ma mi contenni..
“Già mi tremano i polsi…Vatti a fare una doccia, stai puzzando”lo liquidai sarcastica.
“Dì la verità ti eccita il mio odore”ansimò venendomi sempre più vicino.
“Vuoi dire l’odore dei poppanti?! Si, mi sono sempre piaciuti i bambini..specialmente i neonati..”.
“Sei una carogna, Silente”disse in tono giocoso.
“Touchè”.
“J'espère que je touche votre coeur ,mademoiselle ». (Spero di aver toccato il vostro cuore, signorina).
Rimasi sbalordita. Adesso parlava anche francese?
“Quante cose non sai di me, Silente”mi provocò notando la mia espressione stupefatta.
Detto questo si allontanò in compagnia dei suoi soliti fan fino al castello.
Non faceva altro che stupirmi.
Mi guardai attorno: Lily era scomparsa, di nuovo.

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Capitolo 8
*** Lezioni di ballo ***


Torno con un nuovo capitolo che servirà, forse, a chiarire alcuni punti ma anche a far venire a galla nuovi misteri..Ringrazio come al solito i nuovi lettori che hanno aggiunto tra i preferiti e tra le storie seguite. Mi raccomando: recensite!! Non importa se i commenti sono poco piacevoli, come è già successo. Ognuno ha le sue opinioni ma mi farebbe piacere confrontarmi con voi per cui: lasciate anche un piccolo commento, sarà ben accetto. Dopo avervi annoiato con i miei deliri,non mi resta altro da fare se non augurarvi buona lettura!!!!


Hogwarts – Dicembre 1994


I ragazzi di Hogwarts erano tutti stipati sul lato destro della Sala Grande, svuotata per l’occasione, mentre le ragazze si trovavano sul lato opposto. Al centro della Sala la professoressa McGrannit cercava di spiegare l’importanza del ballo del Ceppo ma l’unico pensiero che vorticava frenetico nella mente dei ragazzi era: dobbiamo davvero ballare?
La risposta era ovvia, per quanto terribile potesse sembrare.
Appoggiata al gigantesco grammofono, appena sistemato da Gazza sul fondo della Sala, c’era una divertita Aryana Silente che guardava i visi inquieti e terrorizzati degli studenti con grande ilarità.
“Allora, credo che possiamo incominciare con la lezione. Prego,signori, alzatevi e prendete una dama per le danze”sentenziò pragmatica la McGrannit.
Un imbarazzante silenzio scese nella Sala. I ragazzi presero a guardarsi tra di loro freneticamente, mentre le ragazze si scambiavano sorrisini maliziosi.
Aryana, cercando di riportare la situazione al livello comico, tenendo a stento le risate, esclamò: “Emm..Minerva, scusa se ti interrompo, ma non sarebbe meglio dare prima una dimostrazione di come..si danza?”.
“Oh, hai ragione. Allora, vediamo un po’…Signor Weasley, visto che non la smette di parlare, vediamo se userà la stessa tenacia nel ballo..”.
Risatine forzatamente represse accompagnarono Ron che si recava più mogio e strascicato che mai dalla professoressa McGrannit.
“Aryana, visto che ci sei anche tu, potresti aiutarmi ad insegnare qualcosa ai ragazzi? Sei un eccellente ballerina, d’altronde” disse la direttrice di Grifondoro tranquillamente.
“Con piacere. Chi vuole offrirsi come cavaliere?”replicò l’elfo, avvicinandosi al centro della Sala, insieme alla prima coppia.
Quasi tutti i ragazzi si alzarono in piedi, entusiasti di ballare con l’Auror che ,per tutta risposta, scoppiò in una risata argentina che risuonò per tutta la Sala. Al contrario, molte ragazze alzarono gli occhi al cielo in completo disaccordo.
“Ok, vedo che avete appreso a pieno lo spirito del Ballo. Diciamo che per farmi perdonare di quello scherzetto della linea del tempo scelgo uno dei due gemelli Weasley..potreste fare pari o dispari”.
Tra gli sbuffi degli altri studenti, Fred Weasley,dopo aver vinto la piccola sfida con il fratello, si piazzò di fronte all’Auror con fin troppo entusiasmo.
“Mastro Gazza, credo che possiamo dare il via alle danze” esclamò Aryana Silente mentre conduceva nei movimenti ,con grazia e leggiadria, l’incantato Fred Weasley.
“Adesso tocca a voi, ragazzi. Scegliete una dama”strillò la professoressa McGrannit sovrastando la musica proveniente dal grammofono.
Tutti gli studenti presero a volteggiare (più o meno) nella Sala Grande ma due di loro discutevano concitatamente..
“È  snervante il fatto che sia sempre in mezzo a noi ma non trovo mai l’occasione per parlarle seriamente”disse Harry, frustrato.
“Bhe, non ti aspetterai di affrontare un discorso che richiederebbe come minimo un’ ora qui davanti a tutte queste persone..”rispose Hermione, guardando preoccupata Ron volteggiare nella sala.
“Si, ma questi momenti sembrano gli unici in cui si possa catturare la sua attenzione.Ogni volta che si intravede, si volatilizza  un secondo dopo”.
“Organizzare il Torneo non deve essere esattamente una passeggiata. Io invece sono preoccupata per Sirius. Come gli è venuto in mente di venire qui ad Hogwarts?”.
“Oggi mi è arrivato un gufo, non te l’ ho detto?”.
“No! Di Sirius?Cosa diceva?”esclamò impaziente la piccola strega.
“Mi faceva i complimenti per l’ Ungaro Spinato e poi mi ha fatto sapere che sta facendo il possibile per “starmi più vicino”, il che equivale a dire che sta venendo qui alla velocità della luce, senza prendere le giuste cautele, come al suo solito”.
“Senti, ha deciso di venire qui da quando ha saputo che c’era Aryana. Che cosa vuol dire? Non si fida di lei?”.
“No…non mi ha dato quest’impressione..anzi..e poi hai sentito quello che ha detto Hagrid? Lei, mia madre e i Malandrini erano inseparabili. Qui c’è qualcosa di molto più losco sotto. Sirius si è preoccupato per tutte le coincidenze che ci sono state. Crede che la storia stia per ripetersi e, a giudicare da tutte le precauzioni che ha preso Silente quest’anno, non penso sia l’unico”.
I due caddero in un gelido silenzio,scambiandosi sguardi eloquenti, pieni di preoccupazione e incertezza.
D’un tratto una voce melodiosa si insidiò nelle loro orecchie..
“Allora, voi non ballate?”esclamò Aryana Silente,piazzandosi davanti ai due.
“Bhe..noi..”balbettarono all’unisono i due.
“Credo che la McGrannit si infurierà a breve se vi vede seduti, quindi mi sa che è meglio se vi diate da fare con i piedi”.
“Io vado a salvare Ron,allora”esclamò Hermione, dirigendosi verso l’anomala coppia di danzatori.
“Signor Potter, mi concede l’onore di questo ballo?”chiese divertita l’Auror.
“Certamente”.
Mentre prendevano posizione in pista, Harry pensò che forse quella era l’occasione migliore per parlare con l’Auror.
“Devo avvertirti che sono un pessimo ballerino..”disse Harry, cercando un argomento neutrale.
“Tutto tuo padre, allora”esclamò Aryana, trascinando Harry per tutta la Sala.
Ovviamente il mago non si lasciò scappare l’occasione e disse: “A proposito, quindi tu conoscevi i miei genitori..”.
“Se li conoscevo! Tua madre era la mia migliore amica dai tempi di Hogwarts e quando si mise insieme a James, conobbi anche lui, Remus e tutto il resto della combriccola”.
Harry notò come tergiversò abilmente sul nome di Sirius.
Forse pensava che io non sapessi..ma possibile che suo padre non gli raccontò nulla di tutta l’intera vicenda dello scorso anno?Eppure erano così legati..forse voleva essere solo prudente.
“È  strano come si possa cambiare idea sulle persone così rapidamente, basta un gesto,una parola o anche uno sguardo. Con tuo padre e gli altri è stato così. All’inizio pensavo fossero solo degli arroganti, spocchiosi, presuntuosi, egoisti, esibizionisti e loro pensavano lo stesso di me..non facevamo altro che litigare e prenderci a colpi di bacchetta..e poi..è cambiato tutto”.
“Quindi non siete diventati amici subito..”.
“Oh,no, assolutamente. Bhe, tua madre e io eravamo totalmente coalizzate contro il gruppo di tuo padre. Eravamo in eterna competizione”.
“Mia madre non sopportava mio padre?”.
“Si, ma le cose cambiano..”.
“E dopo la scuola, siete rimasti amici?”.
“Certo che si, lavoravamo insieme contro Voldemort. Naturalmente non erano bei tempi ma il nostro rapporto anziché logorarsi è diventato più solido..”.
“È  stato in quel periodo che hai vinto tutti quei premi?”:
“A dire il vero,no. Quel periodo della mia vita è arrivato successivamente. Dopo la morte dei tuoi genitori avevo una tale rabbia in corpo che ho concentrato tutti i miei sforzi nel fare giustizia”.
“Quello che non capisco è come mai ,se eri così legata ai miei genitori , io non ti ho mai conosciuto prima di quest’estate?”.
“Mi aspettavo questa domanda,Harry. In realtà io ti ho conosciuto quando eri ancora un bimbo in fasce..ovviamente tu non puoi ricordartene.Prima di quella maledetta notte, ho avuto la fortuna di stringerti tra le mie braccia quando eri ancora piccolissimo”.
“Davvero?”la interruppe Harry interdetto,fermandosi nel mezzo della sala.
“Bhe,a dire il vero, c’è dell’altro,Harry. Io…come ti ho già detto ero molto legata ai tuoi genitori..”.
“Aryana!”esclamò Albus Silente,irrompendo nella Sala improvvisamente. Appariva sereno come al solito ma i suoi occhi mostravano preoccupazione e agitazione.
Harry e l’Auror, che lo conoscevano molto meglio degli altri, lo notarono subito.
Con passi svelti ma non frettolosi,per non allarmare gli studenti, si diresse di fronte alla figlia appena chiamata in causa.
“Che è successo?”chiese allarmata Aryana.
“Niente..è che ti cerco da un’infinità. Dobbiamo appuntare alcune cose con Bagman, andiamo nel mio ufficio, non si può trattenere molto” disse il preside stoico.
Aryana parve capire immediatamente che qualcosa non andava. Senza aggiungere altro,seguì in fretta Albus fuori dalla Sala.
Ron e Hermione raggiunsero Harry interdetti quasi quanto lui.
“Che diamine è successo qui?”esclamò Ron,guardando Harry.
“Non so da che parte cominciare..”disse il mago,gettandosi su una panca e mettendosi le mani tra i capelli.
“Sei riuscito a parlarle?”chiese Hermione,curiosa.
“Poco e niente.Lei e Silente sono scappati via prima che potessi chiarire.Questa discussione è servita solo per darmi altri rompicapi da risolvere”.
“Dove sono andati?”.
“Nell’ufficio del preside, dovevano chiarire alcune cose con Bagman..ma la cosa non mi ha convinto per niente”.
“Ovviamente era una scusa. Stamattina ho sentito Fred e George lamentarsi appunto delle scommesse fatte con Bagman. A quanto pare, Ludo ha riferito che non si farà vedere per un po’ quindi non pagherà i gemelli fino al ballo”disse Ron tutto d’un fiato.
“Può darsi che abbia inventato una scusa per non pagare”.
“Impossibile. Bagman doveva pagare i gemelli ma doveva anche riscuotere da molti altri ragazzi e vi assicuro che erano un bel po’ di galeoni. Conoscendo Bagman, non si sarebbe fatto scappare un’occasione del genere se non fosse davvero impossibilitato”.
“Sembra che Karkaroff non sia l’unico a nascondere segreti..” concluse un confusissimo Harry.
Nel frattempo nei corridoi di Hogwarts Albus e Aryana Silente procedevano spediti in un silenzio carico di tensione verso l’ufficio del preside.

Aryana Silente

Chiudendomi la porta alle spalle, in preda al panico esclamai : “Allora, mi dici cosa è successo di tanto grave?”.
“Dieci minuti fa mi è arrivato un gufo da Shantaram. Sembra che abbia provato a scappare”.
“Cosa? E dov’è adesso?”.
“Sta bene, Uriel l’ ha fermato in tempo ma sembra che sia di pessimo umore. A quanto pare ha distrutto gran parte del palazzo di Ernest e Tatami. Credo che sia meglio scrivergli immediatamente, cercando di calmarlo”.
“È  impossibile calmarlo. Sai qual è l’unica soluzione a questo problema: farlo andare dove vorrebbe stare,cioè qui, con noi, con Harry”.
“E tu sai fin troppo bene che non è possibile, è troppo pericoloso. Hai la minima idea di cosa succederebbe se sapessero che l’abbiamo tenuto nascosto tutto questo tempo a Shantaram?”.
“Saremo prudenti,papà. Non posso costringerlo a stare in un posto in cui non vuole stare. Ma non lo capisci? è come un cane in gabbia. Ok, battuta infelice, ma il concetto è quello. Questa è la sesta volta che cerca di scappare per venire qui e sai benissimo che Uriel e gli altri non possono trattenerlo ancora per molto. Dobbiamo farlo venire qui”.
“Non ancora. Dobbiamo aspettare un po’ ”.
“Ma aspettare cosa? Cosa vuoi che cambi da qui ad un mese?”.
“Possiamo organizzare meglio un piano per nasconderlo”.
“Quindi sei d’accordo a farlo venire qui con noi?”.
“Penso che non ho altra scelta,giusto?”disse mio padre, sorridendo.
“Immagino di no. Sai com’è fatto..quando si mette in testa una cosa..”.
“Mi ricorda qualcuno…”disse ironico mentre afferrava dalla scrivania carta e penna. “Adesso però è meglio che lo avverti prima che distrugga completamente la residenza dei tuoi nonni”.
Risi di gusto mentre sedevo alla scrivania con piuma e pergamena in mano.
Finalmente non sarei più dovuta stare lontano dalla persona più importante della mia vita..ancora un mese e ci saremmo di nuovo ritrovati dopo un’interminabile attesa..
Ma nel frattempo insieme alla gioia cresceva dentro di me un altro sentimento…dal retrogusto amaro: la consapevolezza che con la sua vicinanza  inevitabilmente avrei continuato a sentire l’ oscura presenza che aleggiava su entrambi. La stessa ombra da cui scappavamo ormai da anni e da cui non ci saremmo mai liberati, di questo ero certa.
Non si può scappare dai propri fantasmi.
Mai.  
Perché ti troveranno,ovunque andrai.  


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Capitolo 9
*** Orgoglio e pregiudizio ***


Un nuovo capitolo pronto per voi!! Godetevelo come si deve, l'ho scritto così lungo apposta, perchè me ne andrò in vacanza quindi non potrò aggiornare per un bel pò di tempo. Nel frattempo però il mio cervellino continuerà a elaborare nuove idee e continuerò a scrivere la mia ff anche se ricomincerò a pubblicare fra tre o quattro settimane come minimo. Adesso vi lascio alla lettura ma non prima di aver ringraziato i  commentatori e i semplici lettori. E mi raccomando, recensite!!!



Hogwarts 1975 - Sala Comune di Grifondoro.


Aryana Silente

Leggevo distrattamente, accoccolata in una poltrona.
Lily non c’era, di nuovo. Non era una novità in quell’ultimo periodo.  
Le poche volte che ci incrociavamo, ci parlavamo a stento. Era sempre super impegnata e saltava alcune ore di lezione. Rimandava sempre il discorso ad un tempo indeterminato.
Ero frustrata. Non capivo quello che stava succedendo tra di noi. Lei continuava a ripetermi che io non c’entravo niente, che tra di noi era tutto apposto, era lei ad avere dei problemi.
La verità è che avevo paura che si fosse stancata di me..
Non volevo restare sola,di nuovo.
Lei era la mia prima vera amica, l’unica a cui avevo rivelato il mio segreto..forse era per quello che si era allontanata..mi reputava un mostro..
Dall’altro lato della sala c’erano Potter, intento a giocare con il suo boccino circondato da qualche compagno di corso ammirato e Peter, che fissava Black flirtare con tre ragazze. Una di loro si sedette sulle sue ginocchia e le altre si allontanarono velocemente. Era Miriam Kiffey. Una ragazza del quarto anno: la regina delle pettegole,alla ricerca perenne di attenzione. Ovviamente aveva una cotta per Black e uscivano insieme da un po’. Anche se lui non sembrava particolarmente interessato quella sera…
Infatti stava fissando me e io non potevo far altro che ricambiare.
Non potevo mollare lo sguardo. Come al solito c’era una sfida tra di noi.
Mentre amoreggiava con un’altra,mi guardava. Mentre parlava,mi guardava.
Il suo atteggiamento sembrò essere ignorato dalla ragazza che continuò a tubare dentro il suo orecchio.
Un lento ma inesorabile fuoco sottile incominciò a serpeggiare sotto la mia pelle.
Lui era mio..
Ripensai alle parole che avevo appena pronunciato mentalmente. Cosa andavo vaneggiando? Black non era mio..io non lo volevo.
Perché allora il fatto di permettere ad una qualunque smorfiosa di rubarmi il posto d’onore che Black mi aveva riservato, mi turbava?
È chiaro. La mia era solo smania di vincere. Io volevo essere la migliore, in tutto.  
Avrei solo voluto che smettesse di soffiare come una gatta.
Era assurdo.
Sapeva benissimo che lui non la stava degnando di nessuna attenzione,a parte il minimo indispensabile.
Non aveva alcuna dignità.
Quello era esattamente il genere di ragazze che si meritava quell’ idiota.  
Bambine che giocavano a fare le poco di buono, senza alcun pudore.
Distolsi definitivamente lo sguardo da quello di Black e mi allontanai da quella scena patetica con tutti gli occhi della sala comune fissati addosso, come al solito.

Sirius Black

“Quella ragazza è incredibile”sussurrai all’orecchio di James.
“Ovviamente non stai parlando di Miriam,immagino”.
“Certo che no”.
“Sirius, tesoro..” miagolò una voce alle mie spalle.
Era Miriam.
“Sparisci…” le dissi senza neanche voltarmi. “Ah e per la cronaca.. credo sia finita la qualunque cosa ci fosse tra noi”.
Se ne andò infuriata.
“Allora Ramoso..dicevamo?! Ah, si. Ho appena trovato la donna della mia vita”.
“Sicuro che lei sia d’accordo?”.
“Vedremo…”.
“Ma come? Hai già dimenticato la faccenda della corsa? Non è da te..”.
“Non l’ ho affatto dimenticata..sto solo aspettando il momento propizio per agire e capire chi o cosa diamine sia quella ragazza”.
Già, perché non ero affatto sicuro che Aryana Silente fosse…umana.
Era impossibile che tanta perfezione fosse stata personificata in un essere dalle sembianze angeliche e il carattere impossibile e viziato di un diavolo.
Purtroppo per quanto fosse strana e assolutamente irraggiungibile, io la volevo.
Ogni cellula del mio corpo era propensa verso di lei. Dentro di me si agitava una tempesta ogni volta che lei era nei paraggi. Un’attrazione disumana, un magnetismo incontrollabile mi spingevano verso di lei. Avevo l’impressione che guardando nei suoi immensi occhi verdi mi si spalancasse un mondo.
Una parte di me, voleva lasciar perdere. In un certo senso, avevo paura. Paura di perdere me stesso.
Aryana sembrava troppo persino per me.
Era troppo complessa da decifrare, era troppo imprevedibile per tentare…
Ma poi la guardavo, e un desiderio bruciante mi pervadeva.
Quella non era più solo una sfida.
Era diventata una necessità.
Aryana Silente era come un incantesimo per me.
Era impossibile resisterle.
Se non l’ avessi avuta, sarei impazzito.       



Aryana Silente

Girovagavo per il castello, affascinata come al solito dalla sua immensità. Non lo conoscevo ancora benissimo per cui non era raro che, come quella sera, me ne andassi in giro per cercare un aula tranquilla per leggere ,o per meglio dire, scacciare idee insane dalla mia testa. Optai per la torre di astronomia, una scelta già sperimentata  un paio di volte e rivelatasi molto soddisfacente.
Prima che mettessi la mano sulla maniglia, la porta si spalancò e per poco non mi venne addosso un frettolosissimo…Regulus Black.  Ci fissammo intensamente per non so quanto tempo, senza dire una parola.
Era curioso quel ragazzo.
Sembrava allo stesso tempo impaurito e sicuro di sé, goffo e elegante, un demone dalle sembianze perfette.. quasi come quelle del fratello.
Mentre Sirius era terribilmente egocentrico,lui sembrava sfuggente,il suo sguardo intenso ma evasivo come di chi cela un segreto malamente, chi porta con difficoltà una maschera.
Abbassai lo sguardo e mi scansai per farlo passare. Non si mosse.
“Tu sei Aryana, giusto?”mi chiese, guardandomi come un naufrago guarda terra.
 Non riuscivo a decifrarlo…strano…forse non nascondeva il suo segreto così male come pensavo..
“Si, sono io. Tu sei Regulus?”chiesi prudente.
“Già. Senti, io ho qui una cosa per mio fratello..cioè per Sirius..lui è ..”.
“Si, lo so che è tuo fratello..”dissi risoluta.
Frugò tra le tasche della divisa e ne estrasse una busta chiusa da ceralacca argentea. Me la porse. Fissai la sua mano tesa, poi lui.
“Non sono il tuo gufo portalettere. Se non hai nemmeno il coraggio di dare una lettera a tuo fratello, ti consiglierei di cambiare compagnia perché è ovvio che i tuoi amici ti costringeranno a fare cose ben peggiori del fattorino, o sbaglio?”dissi sadica.
La sua espressione si fece contrita. Rimise la busta in tasca e si allontanò velocemente, senza dire una parola.
Regulus Black era stretto in una morsa dalla quale molto probabilmente non sarebbe uscito mai più. Se non fosse stato per il suo orgoglio, avrebbe chiesto aiuto. Ma l’orgoglio sembrava essere inscindibile dal sangue della maledettissima famiglia Black. E così un’ altra vittima di quell’ inutile e assolutamente ingiustificato odio.
Regulus era stato condannato a portare una maschera per il resto della sua vita, una maschera sempre sorridente ma privata del dono del riso. A quanto pare, così come l’orgoglio, anche l’ autolesionismo sembrava essere nel DNA dei Black.  


Dopo  quell’ insolito incontro decisi di salire in dormitorio, nonostante fosse ancora presto per andare a dormire. C’era una sorpresa ad attendermi.
Lily era seduta a gambe incrociate sul suo letto,lo sguardo perso nel vuoto.
“Lily,finalmente ti ho trovata. Ma dov’eri finita per tutta la sera? ”.
“Aspetta,devo prima dirti una cosa”esclamò con voce decisa,fissando lo sguardo nel mio.
“Che è successo?”mormorai accovacciandomi nel suo letto accanto a lei.
“È complicato..Sai che in questo periodo sono stata molto evasiva e strana? C’ era un motivo”.
“Ah,finalmente ti sei decisa a parlare”.
“In realtà prima di parlartene volevo essere assolutamente sicura di tutto. Adesso lo sono. Ti avverto, sarà una cosa abbastanza sconvolgente”.
“Così mi fai preoccupare”.
“ In queste ultime settimane mi sono frequentata con una persona, una persona insospettabile e ho capito tante cose,mi sono ricreduta su tante cose. E credo che mi piaccia…molto. Anzi, credo proprio di essermi innamorata”.
“Non ci posso credere..Lily Evans innamorata!Le gemelle Wetmore saranno al settimo cielo. Chi è il fortunato?”.
“Ecco è questo il punto…è…James”.
“James Condor? Il prefetto di Corvonero?Si,carino. Certo, abbastanza insignificante e completamente privo di fascino ma accettabile in fin dei conti. Aspetta, ma non faceva il filo a me?”.
“No, non quel James..un altro..James Potter”mugugnò imbarazzatissima Lily.
Scoppiai a ridere.
“Lui mi piace, sul serio”.
“Sul serio quanto?”chiesi smettendo di ridere.
“Te l’ ho detto: penso di essere innamorata”.  
“Ma Lily!!! Non era un idiota,viscido,esibizionista,egocentrico?”strillai scattando in piedi.
“Lo so, ma non è davvero solo questo…è molto di più. Oh Aryana, è così dolce!!”miagolò Lily sognante.
Incredibile gli effetti devastanti dell’amore su un individuo dapprima sano.
“Stiamo sempre parlando di James Potter?”.
“Dai,stupida!”cantilenò tirandomi un cuscino in faccia.
“Aspetta un attimo…ma quindi voi state insieme?”.
“Si…credo..è tutto così strano..”.
“Bene….”dissi mestamente gettandomi sul letto.
“Aryana, davvero è molto diverso da quello che pensi. Mi ha detto che loro non sono solo così come appaiono..quello è il loro lato scanzonato ma in realtà sono sensibili e soffrono come tutti gli altri..”.
“Perché adesso parli al plurale?”.
“Sto parlando di tutti i Malandrini”disse. “Si,compreso Sirius”concluse guardando la mia faccia corrucciata.
“Da quand’è che lo chiami per nome?”esclamai schifata.
“Aryana…se solo tu ti sforzassi di andare dietro le apparenze..”.
“Senti, posso soprassedere al lavaggio del cervello che ti ha fatto Potter ma Black no!”.
E continuammo avanti così per tutta la notte..
Lily e James…Bah…Il mondo stava andando alla rovescia, completamente alla rovescia..


************************


“Non ho ancora capito ma state insieme o no?”sussurrò Marion a Lily durante l’ora di Incantesimi.
“Per la centesima volta, Marion: Si, stanno insieme”sbuffò esasperata Angelica.
“Si, ma non sembra proprio..voglio dire, non si tengono neanche per mano..”.
“Ma ti vuoi fare gli affari tuoi? Sei peggio di una comare..”.
“Era così per dire..”.
“Se devi dire le cose così per dire, taci ,Marion. Il silenzio è d’oro”bisbigliai, mettendo fine alle chiacchiere.
“Ottimo, signor Potter…Vedo che in questo periodo è inspirato: non sarà mica innamorato?”trillò il professor Vitious, dal suo sgabello.
Scambiai un’occhiata fugace con Lily, cercando di soffocare le risate. Per fortuna nessuno si accorse di niente.
“E così gli hai fatto perdere la testa al tuo James, eh?”bisbigliai al suo orecchio.
“Professore, posso andare in infermeria, non mi sento molto bene”esclamò d’un tratto Alexis.
“Certo, signorina Wetmore..vada pure..”.
“Aryana, mi accompagni?”.
Rimasi sorpresa. Perché non si portava sua sorella dappresso?
Mi alzai e uscimmo dalla classe. Cercai di capire cosa avesse ma lei tenne la mano tappata alla bocca, in segno che le veniva da rimettere, per cui non indagai. L’ultima cosa che volevo era ritrovarmi la divisa impeccabile macchiata di vomito.
Mentre raggiungevamo l’infermeria, la campana di fine ora suonò e i ragazzi cominciarono ad uscire dalle classi. Proprio in quel momento, dall’ aula di Trasfigurazione, uscì James Condor, la storica cotta di Alexis.
Immediatamente la gemella adottò il tipico atteggiamento da oca: petto in fuori, pancia in dentro, movimenti dell’anca eccessivamente accentuati e per chiudere in bellezza..scosse i capelli.
“Alexis, ma non stavi male?”.
“Io..si..certo..”.
All’improvviso ebbi un’ illuminazione.
L’ aveva fatto apposta a tirarmi fuori dall’ aula, mi voleva distrarre..ma da cosa?
In un lampo mi precipitai in cortile dove trovai Lily che parlottava con James e..Black!
“Chi Merlino ti ha autorizzato a toccare la mia borsa, Black!”esplosi, catapultandomi verso di lui.
Non gli diedi neanche il tempo di rispondere, non mi presi neanche il disturbo di prendere la bacchetta. Con un colpo di mano lo scaraventai contro il muro. Sapevo che non avrei dovuto farlo ma fu un gesto istintivo. Nessuno poteva frugare fra le mie cose. Probabilmente cercava qualcosa che provasse la mia slealtà nella sfida che ci vide protagonisti. Non m’ importava la ragione.
Istintivamente portai la mia mano al collo, il medaglione di mia madre era ancora lì. Fortunatamente quel giorno non lo misi in cartella, come facevo ogni tanto. Chissà cosa avrebbe pensato Black vedendo l’immagine di mia madre dentro il medaglione..di certo i suoi tratti non erano esattamente..umani..
Scappai via, dopo aver preso la mia borsa dalle mani di Remus che nel frattempo l’ aveva raccolta.
Incrociai Alexis e per tutta risposta la ignorai altezzosa.
Mai conosciuta un’ oca così.
Chissà che cosa gli promise Black in cambio di distrarmi per qualche minuto..
Scacciai via quei pensieri e mi rinchiusi in biblioteca.

Sirius Black

“Quella è tutta pazza, te lo dico io”dissi a James, massaggiandomi la spalla sulla quale ero atterrato.
“Bhe, tu stavi frugando nella sua roba”.
“Volevo solo vedere se trovavo qualcosa che potesse aiutarmi a capire chi è in realtà, a conoscerla meglio..e guarda cosa mi arriva in cambio. Ammetto che i miei metodi siano poco ortodossi ma che cavolo! Non può reagire così..ma poi mi spieghi come accidenti ha fatto?”.
“Non ne ho la minima idea..magia senza bacchetta..dovremmo indagare su questa faccenda..”.
“Ah, non lo so…dopo oggi potremmo finire anche stecchiti se continuiamo a scavare nei segreti di quell’ aliena. E stavi solo dando un’ occhiata nella sua cartella..”disse Peter.
“Per caso ti stai tirando indietro,Peter?”chiese James provocando Codaliscia.
“Ormai andremo fino in fondo a questa storia con te o senza di te Codaliscia”esclamai mentre Peter affrettava il passo per starci dietro. Naturalmente era con noi.
 

                                                    
                                                                            *********************

Aryana Silente

Mi aggiravo tra gli scaffali della biblioteca ormai da ore. Mi ero appassionata al reparto creature magiche,non a caso avevo una curiosità innata verso razze diverse e per le loro lingue.
Alzai lo sguardo dalla pagina dedicata ai folletti per riposare gli occhi, quando guardai l’orologio meravigliata: le undici passate di sera. Era da più di sei ore che leggevo e il mio corpo cominciava a ribellarsi.
Riposi il libro sullo scaffale e mi avviai verso l’uscita quando sentii un tonfo proveniente dal reparto dei libri proibiti,adiacente a quello in cui mi trovavo io.
Il mio udito innaturale mi permetteva di sentire bisbigli e passi strascicati provenire dalla stessa direzione.
Tirai fuori la bacchetta, i miei poteri elfici non mi sarebbero stati di grande aiuto, poiché a quel tempo funzionavano solo se riuscivo a focalizzare distintamente la figura sulla quale utilizzarli e richiedevano una buone dose di energia e concentrazione.
Più mi avvicinavo,più riuscivo a distinguere plurime voci di ragazzi.
“Non capisco perché non ti sei fatto gli affaracci tuoi, Vanadium”esclamò una voce melliflua.
L’avevo già sentita quella voce: Severus Piton.
Ero a pochi passi da loro: potevo distinguere diverse figure, ma non riuscivo a distinguere i loro visi.
“Io..non..stavo ficcanasando,lo giuro. Stavo solo..io..non volevo..non ho visto niente..non m’ interessa che usiate le arti oscure..io..vi prego..non fatemi del male..” squittì un impauritissimo ragazzino, mai visto prima.
“Chiudi la bocca, Vanadium” esclamò un’altra voce conosciuta: Avery.
Mi avvicinai ancor di più, rischiando parecchio, e notai i soliti compagni di merenda di Piton: Rosier, Wilkes , Rodolphus Lestrange,Bellatrix Black con suo cugino Regulus e Avary.
“Non credi che dovremmo darti una lezione per assicurarci che non parlerai?”sibilò Piton.
“No, no vi prego..io non parlerò,non dirò una sillaba, ve lo giuro”.
“Sono sicuro che potremmo dormire sogni più tranquilli se…Crucio!” esclamò Avery.
Il ragazzino si contorse per terra, gemendo.
“No! Siete impazziti? È solo un ragazzo”urlai, aiutandolo a rialzarsi. Avevo molte bacchette puntate su di me, alzai la mia e feci del mio corpo scudo per il ragazzino.
“Fatti gli affari tuoi, Silente” biascicò Piton.
“Sono affari miei se dei codardi se la prendono con un bambino”.
“Vanadium stava ficcanasando proprio come te..”.
“Non mi importa cosa stava facendo..resta il fatto che non poteva difendersi. Bravi, sette contro uno che non è neanche al vostro livello. Che coraggio!”.
Ci stavamo lanciando sguardi di fuoco. Erano canaglie e nient’ altro, non avevo paura di loro. Notai qualcosa di particolare nello sguardo di Regulus: forse..dispiacere..terrore..no, impossibile..
Bellatrix aveva levato la bacchetta, pronta a scagliarmi una maledizione ed io ero pronta a respingerla (ero un asso con gli incantesimi di protezione), quando apparve improvvisamente la bibliotecaria.
“Cos’è questo baccano? Cosa ci fate qua? È vietato stare in questa sezione senza permesso,non lo sapete? Avete visto che ore sono? Dovreste essere a letto in questo momento..”. “Black, Avary, Piton con i soliti tirapiedi alle calcagna..è l’ennesima volta che vi trovo qui senza permesso..domani parlerò personalmente con Lumacorno e stavolta non la passerete liscia, state sicuri! Adesso andate”.
Prima di dare le spalle a quei loschi figuri, aspettai che fossero loro a superarmi.
“Questa ce la paghi, Silente”sussurrò Piton al mio orecchio.
Non appena se ne furono andati mi voltai verso il ragazzino e gli chiesi se stesse bene. Annuì con la testa e scappò via.
Piton e la sua banda di vipere se la prendevano spesso con i più deboli..chissà cosa aveva scoperto quel ragazzino…probabilmente qualcosa che già sapevano tutti ,cioè che Piton e i suoi amici trafficavano con le Arti oscure. Non mi stupiva affatto di averli trovati nel reparto dei libri proibiti. Tornai nel dormitorio e sprofondai in un sogno senza sogni.



***********************


La giornata era incominciata benissimo: mi ero svegliata prima del solito e quindi potei rimanere al calduccio sotto le coperte con Lily, come ormai era nostra abitudine fare, chiacchierando allegramente.
Purtroppo la colazione non andò così bene come speravo..
Lily si andò a sedere vicino a James e iniziarono a tubare come due piccioni. Io avevo un’ aria disgustata in volto e, per un gioco del destino, lo sguardo mi cadde in quello di Black, che, guarda caso, aveva la mia stessa espressione mentre guardava i due innamorati. Distolsi immediatamente lo sguardo e mi andai a sedere vicino a Remus. Purtroppo Black era un testone e si andò a sedere con il suo piatto stracolmo di uova dritto di fronte a me.
“Buongiorno, Silente”.
“Lo era fino ad un minuto fa”sibilai, acida.
Fece finta di non sentire e disse, serafico: “Mi arrendo”.
“Black, a qualsiasi cosa tu ti riferisca, non m’importa un accidenti. Non voglio avere niente a che fare con le tue idiozie. Pensavo di essere stata abbastanza chiara quando ti ho mandato col sedere a terra”.
“È proprio di questo che sto parlando. Sai che non faccio altro che pensare a come accidenti hai fatto a battermi in corsa, a mandarmi al tappeto senza neanche usare la bacchetta, a fare apparire scudi dal nulla? Mi sono scervellato in tutti i modi, ho cercato in biblioteca, ho frugato nella tua borsa, ho cercato di far cantare la Evans ma niente. Ebbene, mi arrendo”.
“Tu sei andato in biblioteca?”domandai sarcastica.
“No, ho schiavizzato alcuni alunni del terzo, ma non è questo il punto. Andiamo, Silente, ti ho fatto vincere, ho ammesso la tua superiorità in astuzia..me lo merito o no di sapere i tuoi trucchi?”.
“Semplicemente ho catalizzato la magia nelle mie mani anziché nella bacchetta. È quello che fanno i maghi quando ancora sono bambini e compiono le loro prime magie”cantilenai a memoria. Quella era la scusa accordata con mio padre per l’occasione. Non troppo originale ma credibile.
All’improvviso ripensai alla situazione nella quale mi trovavo:
Perché diavolo gli stavo rispondendo? Perché gli stavo parlando? Perché ero ancora seduta lì? Perché mi sentivo già inesorabilmente incatenata a lui? Perché non riuscivo a considerarmi libera da quello sguardo, insensibile al suo fascino, al suo sorriso..?
“Ci ho pensato anch’io ma non è questa la risposta, altrimenti non si spiegherebbero le altre cose che sai fare tipo correre in maniera soprannaturale. E poi tu non sei mica una strega di tenera età, Silente. Alla nostra età, chi è che usa la magia senza l’uso della bacchetta o è un mago molto potente o appartiene ad un’altra razza”.
A queste parole, un brivido mi corse per tutta la schiena ma cercai di far rimanere gelido e indifferente il mio viso.
“Per ovvi motivi dobbiamo escludere la seconda..”esclamò.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Quindi devi conoscere qualche segreto, qualche magia che non hai appreso ad Hogwarts”.
“Black, di cosa ti stupisci? È palese che io sia più intelligente e potente di te”.
“Mi sembra di averti tenuto testa nei combattimenti a tu per tu nei corridoi,non ti pare?”.  
Non ero riuscita a batterlo unicamente perché la sua presenza mi irritava così tanto da non potermi concentrare abbastanza per usare tutto il mio potenziale ma questo non potevo dirglielo,naturalmente.
“Sei esasperante. Non puoi semplicemente accettare il fatto che il mio disgusto per te è cresciuto talmente tanto che non ho controllato la rabbia e ti ho messo all’angolo?”.
“Ti mando proprio fuori di testa, eh?”.
“Non nel modo in cui pensi tu..”.
“È questo il punto centrale, Silente. Ci sono solo due sensi dell’espressione “andare fuori di testa per una persona”: il primo è l’ amore e l’altro è l’odio”.
“Nel nostro caso è il secondo, Black”.
“Ci siamo arrivati finalmente. L’odio è un sentimento negativo ma pur sempre un sentimento. Per come la vedo io la nostra situazione non è molto complicata come sembra”.
“Infatti è molto semplice: io non ti sopporto e vorrei che scomparissi”risposi glaciale.
“La smetti di interrompermi e mi lasci parlare,per cortesia? Allora, dicevo che ci sono a sua volta due tipi d’odio: quello apparente e quello reale. Il tuo ,nei miei confronti, è odio apparente perché in verità tu sei attratta moltissimo da me. C’è un confine molto labile tra l’ odio apparente e l’ amore: questo confine,nel nostro caso, si chiama orgoglio. Tu sei troppo orgogliosa e altezzosa e viziata per ammettere che ti piaccia uno come me, che ti tiene testa, che si permette di prenderti in giro, che è alla tua altezza. Sei abituata a controllare sempre tutto, ad avere adulatori e zerbini al posto di persone vere e autentiche con una vera personalità e un vero carattere.Ecco perché non puoi ammettere che io ti piaccia. È contro tutte le tue regole. Quello che non sai è che le regole sono fatte per essere infrante..”.
Scoppiai a ridere.
“Devo ammettere che hai una certa dose di fantasia, però. Ci hai rimuginato parecchio,eh?”.
Per quanto potessi insultarlo, però. Non potevo mentire a me stessa. Non potevo negare che le parole di Sirius mi avevano colpito e affondato.
“Eh va bene, non sei ancora pronta ma vedrai che verrà il giorno in cui ti stancherai di dover fingere”.
“Mi sto sforzando per non farti arrivare questo bicchiere di succo di zucca in faccia. Se fossi in te mi allontanerei, non so quanto la mia rabbia, generata dal mio odio apparente, possa resistere…”risposi ironica.
Dopo la mia frase, si alzò e fece per andarsene ma prima disse: “Sei più bella del solito oggi, Silente”.
Sparì con la sua solita eleganza innata e la sua arroganza.
Forse non era poi così diverso da me…determinato,sferzante, brillante e così pieno di sé…
Scacciai dalla testa quei pensieri e terminai di mangiare.

Ma le sorprese quel giorno non finirono affatto…

Non appena uscimmo annoiatissimi dall’ aula di Storia della Magia, in corridoio mi aspettava fiera e orgogliosa, la persona più vicina ad un fratello che avessi: Uriel.
L’elfo era bellissimo, con i capelli sciolti e fluenti a coprirgli le orecchie leggermente appuntite, la pelle lunare e gli occhi straordinariamente verdi, proprio come i miei, anche lui era di razza reale. Probabilmente era un mio lontano cugino di quarto o quinto grado..ma ,prima di tutto, era un amico, il mio migliore amico.
Non appena lo vidi nel mezzo del corridoio, circondato dal suo inseparabile mantello nero in ciniglia, gli saltai letteralmente addosso, ridendo felice. Lui ricambiò, inaspettatamente, il mio abbraccio. Mai era stato così affettuoso: non era da elfi.  
“Oh Merlino! Uriel! Che ci fai qui?”.
“Che domande! Sono venuto a vedere come stava la mia principessa..”disse con la sua voce calda e melodiosa.
Mi fece fare una giravolta ,come suo solito, per vedere come era cambiato il mio aspetto.
“Mi fa piacere che anche se indossi questa divisa a dir poco passabile non hai perso un briciolo della tua bellezza”.
“Il solito Snob..”.
“Realista, Ary, realista..”.
Risi, divertita mentre mi accorsi che tutti ci guardavano sconvolti. Persino le gemelle Wetmore non avevano nulla da dire..
“Oh, Uriel lei è Lily…Lily questo è Uriel..già sapete praticamente tutto l’uno dell’ altra..”dissi, incrociando le loro mani.
Lily era completamente rapita da Uriel, capitava spesso ai maghi non abituati alle presenze elfiche. James li guardava stranito..non sapeva se essere geloso o meno..era troppo stordito e intimorito per fare alcunché.
Black ,invece ,sì che era furioso. Guardava con odio Uriel.  Era geloso folle ed io ne ero compiaciuta. Avrei pagato per sapere se con uno come Uriel avesse ancora voglia di fare lo spaccone.. purtroppo non lo seppi mai perché l’elfo etereo mi portò con sé mentre gli altri continuarono le lezioni, a fare una passeggiata.
“Allora, qui non è così male come pensavo”disse, guardandosi attorno.
“No, affatto. Per certi versi mi ricorda Shantaram”.
“Ary..non bestemmiare..”.
“A proposito, vogliamo parlare dell’ abbraccio super affettuoso che mi hai regalato prima? Da quand’è che compi questi atti inconsulti?”.
“Avevo pensato che avessi bisogno di aiuto..”.
“In che senso?”.
“Non volevi fare ingelosire quel ragazzo che ti piace? Quel bel tenebroso con gli occhi grigi, sbaglio?”.
“Uriel…ma che dici?E poi io non ricorro mica a queste tecniche di bassa lega..”.
“Andiamo,ho visto come lo guardi e come lui guarda te. I sentimenti degli umani sono così facili da comprendere..così semplici..”.
“Ti odio quando parli così..mi fai sentire così poco importante..”.
“Lo sai che posto occupi nel mio cuore, no?Ma ,tornando al ragazzo,e così è lui che ha rubato il tuo cuore?”.
“Uriel, non mi ha rubato proprio niente”.
Mi guardò scettico, per cui aggiunsi: “Senti, non nego quella lievissima attrazione che c’è fra noi ma lui è..un idiota”.
Non riuscì a trovare altre parole. Il solo fatto di elencare i suoi interminabili difetti, mi faceva ribollire il sangue.
Rise colpito.
“Siamo proprio messi male, eh? Ti sei proprio innamorata..”.
“Uriel, la vuoi finire di entrare nella mia testa? Non è leale usare la magia elfica”.
“Allora tu dovresti sapere che mentire ad un elfo è inutile”.
“Purtroppo lo so bene..”.
“Mi ricordo quando ero io a fare a gara per averti con gli altri principi..”.
“Ero ancora una bambina..”.
“No, è che non ti piaceva essere corteggiata..finalmente ho capito cosa bisogna fare per stregarti…maltrattarti”.
“Uriel, non dire sciocchezze”.
“È quello che ha fatto quel Sirius Black, no?”.
“Sai anche il suo nome?”.
“Certo, Ary. Dovevo pure informarmi su a chi affido la mia principessa elfica, non credi?”.
“Non parliamo più di lui”.
“Ok, ma devi seguire il tuo cuore, ricordalo sempre questo”.
“Ma dove sono finiti tutti quegli insegnamenti elfici, del tipo: mantieni la guardia, non ti fidare, usa la testa, non lasciarti trasportare”.
“Ma quelli valgono in guerra, mica in amore”.
“E perché non è la stessa cosa?!”.
“Tu stai diventando troppo saggia per i miei gusti”.
“A proposito, quanti cuori hai infranto a Shantaram?”.
“I soliti..”.
“Quand è che ti sistemerai?”.
“Mai. Sto bene così”.
“Nessuno sta bene da solo..”.
E parlammo fino a che la gola non ci divenne secca. Uriel era come aria nei polmoni, acqua nella gola di un assetato, sangue nelle vene..
In uno sguardo aveva già capito tutto di quello che mi stava succedendo, era la mia ancora di salvezza. Tutti hanno bisogno di un salvagente ogni tanto, che ti salvi dal naufragio. Io mi stavo perdendo, perché non stavo seguendo la strada del cuore, ed ecco che la luce del faro mi rimise sulla giusta via.  
Purtroppo imparai a mie spese molti anni dopo che non sempre la strada del cuore per quanto giusta sia così facile da seguire..anzi..tutt’altro.  

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Capitolo 10
*** Il Ballo del Ceppo ***


Eccomi tornata dalle vacanze con un nuovo capitolo per voi! Ringrazio chi ha commentato e chi ha aggiunto la storia tra le preferite. Spero che questo capitolo (scritto un pò di getto, in realtà) vi piaccia. E' un capitolo per lo più di transizione e anche abbastanza breve ma in ogni caso indispensabile. Buona lettura e RECENSITEEE!!!!


Hogwarts – 25 Dicembre 1994


Harry non ricordava un’altra occasione in cui la Sala Grande fu più bella di quel momento.
Il corpo docente aveva superato se stesso nelle decorazioni e nell’organizzazione della cerimonia. Era stato curato ogni minimo particolare. Il tocco di Aryana era inconfondibile.
Il motivo bianco perla e argento era richiamato ovunque, dai centrotavola alle candele sospese in aria.
L’atmosfera era solenne ma allo stesso tempo frizzante.
 Harry quasi non riconosceva le persone che gli stavano attorno, ognuno era tirato a lucido per l’occasione. Persino Piton sembrava avere il suo fascino quella sera, anche se ogni tentativo svaniva nell’ intravedere la smorfia di disgusto stampata sul suo volto, guardando il preside con la figlia Aryana, splendida in argento.
All’improvviso Karkaroff, si accostò al professore tanto detestato da Harry e iniziò a discuterci animatamente.
“Pss! Che intenzioni ha Karkaroff?” sussurrò Harry a Ron, indicandogli la scena sotto i loro occhi.
“Non lo so, ma  è chiaro che non vogliono attirare l’attenzione visto che si stanno allontanando e anche abbastanza in fretta..Muoviamoci!”sentenziò Ron, avviandosi con Harry verso l’uscita e ignorando gli sbuffi delle gemelle Patil.
Prima che potesse raggiungere il portone, Aryana Silente, gli sbarrò il passaggio.
“Cosa state combinando voi due?Dovreste essere di là, il banchetto sta per incominciare..”.
“Emm..ecco noi..”balbettarono interdetti i due amici.
“Lasciamo perdere, tornate di là, io ho delle faccende da sbrigare..”disse liquidandoli frettolosamente e dirigendosi fuori dal portone d’ingresso.
“Ma che diavolo?!Vuoi vedere che stava facendo esattamente quello che stavamo per fare noi?”esclamò Harry col tono di chi ha appena fatto una scoperta sensazionale.
“Ma dai, figurati”.
“Perché no, scusa? Odia Piton come noi , per non parlare di Karkaroff..e non si fida di nessuno dei due..forse anche lei li sta tenendo d’occhio..”.
“Può darsi di si, come può darsi di no..”.
“Aryana mi deve dare parecchie spiegazioni..”borbottò tra sé e sé Harry.
“Seguiamoli,no?”.
“Potrebbero scoprirci all’istante”.
“E quando mai questo è stato un problema per noi?”rispose Harry sarcastico.
Si diressero filati verso l’uscita e, seguendo i bisbigli provenienti dal parco, si recarono velocemente verso Piton e Karkaroff. Di Aryana non scorsero alcuna traccia ,probabilmente si erano sbagliati..
Nascosti dietro un cespuglio di rose, potevano sentire e vedere distintamente le due figure confabulare tra loro.
“Io me ne devo andare di qua..Le cose stanno peggiorando a vista d’occhio”squittì Karkaroff in preda al panico.
“Igor, ricordati che fino a quando rimarremmo qui ad Hogwarts non ti può accadere nulla”.
“Questo lo dici tu. Le coincidenze sono troppe, le cose sono cambiate ora e non so fino a che punto Hogwarts può essere un luogo sicuro..e quei maledetti Auror..mi stanno addosso. Ogni scusa è buona per attaccarmi, sono stanco di sentirmi il fiato sul collo”.
“Cosa pensi di fare,scusa? Vorresti abbandonare il tuo campione nel bel mezzo della gara?Scappare senza alcuna ragione, facendo in questo modo alzare un polverone inaudito? Sarebbe questa la tua brillante idea? Ragiona, Igor. Non ha alcun senso farsi prendere dal panico. Devi mantenere la calma ad ogni costo e,in futuro, ti sarei grato se la smettessi di trascinarmi via dalle cerimonie, attirando l’attenzione tutta su di noi. Non fai altro che peggiorare la situazione in cui già ti trovi e poi non ti lamentare che Moody e Silente ti stanno addosso, gliene dai più che adito”.
“Forse hai ragione, dovremmo tornare alla cerimonia e fare finta di nulla”.
“Muoviamoci, allora. La nostra assenza avrà già destato dubbi”.
Ron e Harry rimasero acquattati per un po’ dietro il cespuglio mentre le scure vesti di Piton e Karkaroff svolazzavano verso il castello.
“Sirius aveva ragione, dovevamo dubitare fin da subito di Karkaroff”esclamò Ron.
“E per fortuna che abbiamo seguito il suo consiglio. La cosa che più mi meraviglia è Silente. Non ha ancora capito di che pasta è fatto Piton?”.
“Questo ce lo chiediamo dal primo anno che stiamo in questo castello, Harry”.
Mentre si avviavano verso l’interno, udirono alcuni scricchiolii dietro di loro.Immediatamente si voltarono ma non c’era nessuna figura visibile alle loro spalle per cui ripresero il loro cammino verso il castello, convincendosi di una suggestione datagli dalla situazione.
Quello che i due maghi non potevano sapere era che non si trattava affatto di una suggestione…

Aryana Silente
Ero completamente avvolta dal mantello dell’invisibilità, regalatomi da mio padre il giorno in cui divenni Auror, e avevo appena sentito l’intera discussione tra Piton e Karkaroff.  
Questa volta mio padre avrebbe dovuto ascoltarmi..c’erano troppi indizi a loro carico, troppe coincidenze che tenevano in piedi l’ipotesi che avevo avuto fin dall’inizio.
Quello che non mi aspettavo erano Ron e Harry che ,nonostante il mio ordine di tornare alla cerimonia, si ostinarono a seguire Piton e Karkaroff..non c’era niente da fare, sangue malandrino non mente.
Tuttavia non sapevo fino a che punto i due maghi avessero capito il vero significato di quella discussione, non conoscevo quello che sapevano su Karkaroff e Piton e soprattutto come avevano interpretato il continuo tastarsi il braccio di Karkaroff, probabilmente neanche l’avevano notato.
Per me invece aveva un unico significato inequivocabile: Voldemort stava tornando e lanciava un chiaro e forte segnale ai suoi adepti, ex e non.
Le cose stavano prendendo una brutta piega..
Dopo aver fatto sparire il mantello, tornai alla cerimonia e in men che non si dica mi fiondai al mio tavolo dove c’erano seduti anche il ministro Caramell, Bagman, Percy Weasley(in sostituzione di Crouch), i quattro campioni, Madame Maxime, Karkaroff e il resto del corpo docente, tra i quali mio padre,l’unico di cui mi interessava davvero.
Non appena mi sedetti tra il ministro e Silente, nel posto a me riservato, tutti gli sguardi si posarono su di me.  
“Oh, Aryana, finalmente..ero curioso di sentirla per avere un resoconto dettagliato dell’organizzazione del Torneo. Allora, come sta andando la preparazione della seconda prova?”esclamò pimpante il Ministro Caramell,addentando una costoletta di maiale.
“Salve signor Ministro, sarò lieta di fornirle tutti i dettagli che riterrà opportuni dopo la cerimonia. Non mi pare il caso di parlarne davanti ai campioni e poi, non so lei ma io voglio godermi la serata senza parlare di faccende di lavoro,non trova?”.
“In effetti, Ludo mi ha già informato delle cose fondamentali quindi immagino che potremmo benissimo rinviare a dopo la nostra discussione”disse, battendo una mano sulla spalla di Bagman che per tutta risposta mi lanciò uno dei suoi sorrisi smaglianti. Lo ignorai come al solito e mi rivolsi a mio padre.
“Devo parlarti urgentemente..”gli sussurrai all’orecchio.
“Adesso non mi pare il momento..rimandiamo a più tardi ,ok?”.
Annuii con la testa mentre cercavo di ingannare il mio stato d’animo mettendo qualcosa nello stomaco.     
“Dove sei stata, Aryana? Ci stavamo preoccupando per te..”sibilò sarcastico Piton.
“Oh, sono sicura che stavi per morire di angoscia..”ricambiai altrettanto ironica, senza degnarlo né di una risposta vera né di uno sguardo.
“Il vero scomparso di cui dovremmo preoccuparci qui è Barty. Da quand’è che non si vede?”esclamò gioviale Bagman.
“Il Signor Crouch è gravemente malato ma si riprenderà in fretta. Nel frattempo io lo sostituirò nel limite delle mie possibilità,ovviamente…”rispose Percy, continuando a blaterare sui suoi numerosissimi impegni di lavoro.
 Crouch malato era solo un’altra delle stranezze che stavano capitando attorno al mondo magico. Bartemius Crouch,chiuso a casa con un malanno, era semplicemente una follia.
Passai l’intera cerimonia con il Ministro e Bagman a discutere del Torneo, tanto per cambiare stavo lavorando.
Finalmente a fine serata io e mio padre riuscimmo a liberarci di tutti e ad appartarci nel mio ufficio.
“Allora, cosa è successo stavolta? Aspetta, fammi indovinare…riguarda Piton e Karkaroff”rispose mio padre tra lo stufo e il sarcastico.
“Come..?”.
“Non hai fatto altro che fissarli tutta la sera e devo dirti con sincerità che sono stufo di questa storia,Aryana”.
“Non è colpa mia se hanno passato l’intera serata a confabulare. Non sono io sospettosa, sono loro che se la vanno a cercare. E comunque non avresti questo atteggiamento se sapessi cosa ho scoperto”.
“Sentiamo..”disse mio padre, gettandosi sulla poltrona accanto alla scrivania.
Raccontai velocemente i fatti precedentemente avvenuti e attesi che mio padre facesse le sue considerazioni.
“Mi sembrava di averti già detto che Severus mi aveva informato del marchio nero sul braccio e anche riguardo le idee di Karkaroff..”.
“No,non me l’ hai detto. Deve esserti sfuggito questo piccolissimo particolare..”.
“Il punto non è questo. Il punto è che devi smetterla di tenere d’occhio Karkaroff e Piton. Ti ho già detto quello che penso di loro e non ho cambiato idea. Io mi fido di loro e tu dovresti avere un po’ più di fiducia in me”disse, alzandosi e uscendo dall’ufficio, infuriato.
Sospirai e mi buttai sulla poltrona,sfinita. Il mio istinto mi diceva che qualcosa non andava ma forse stavo concentrando i miei sforzi sulle persone sbagliate…
Chiusi gli occhi cercando di trovare parte della mia concentrazione.
La verità è che ero stanca, troppo stanca. Troppi pensieri vorticavano frenetici nella mia mente.
Scivolai in un sonno profondo dopo pochi istanti.

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Capitolo 11
*** Tempesta ***


Solo per voi un capitolo in tempo di record!!! Allora, la narrazione riprende da quando avevamo lasciato il 9 capitolo quindi dal 1975. Il rapporto tra Sirius e Aryana avrà una svolta anche piuttosto brusca se vogliamo. Il capitolo è incentrato interamente su loro due ed è anche questo non troppo lungo (perdonatemi!!). Piccola anticipazione sul prossimo capitolo: al contrario di come ho fatto negli scorsi capitoli anche il prossimo  (che pubblicherò al più presto) sarà incentrato nel 1975 perchè in pratica sarà la continuazione di questo quindi mi sembra inutile smembrarli oltre che confusionario.  Preparatevi perchè ci saranno grosse novità. Detto questo, ringrazio chi segue la ff specialmente Musa Talia che fedelmente recensisce ogni capitolo e anche tutti gli altri recensori sporadici. A proposito, mi sento in dovere di rispondere a qualche vostro dubbio:
1. Si, lo so James e Lily dovrebbero mettersi insieme durante il settimo anno ma ho voluto/dovuto anticipare un pò i tempi perchè ho calcolato la nascita di Harry un pò dopo il loro matrimonio e non subito, mi sembra un pò troppo precipitoso ma poi capirete meglio l'intera faccenda.
2. La parentesi Piton sarà molto importante per l'andamento della storia anzi direi quasi cruciale. L'odio che Aryana prova per Piton parte , non solo da un'antipatia a pelle, ma da un episodio in particolare che succederà più avanti ma di cui ho già preannunciato qualcosa nei capitoli precedenti. Ma non vi dirò più nulla. Per quanto riguarda il rapporto di fiducia tra Albus e la figlia (per la precisione il motivo per il quale Silente non rivela quello che sa su Piton), bhe, anche questo è un argomento che affronterò più avanti ma noto con piacere che avete già focalizzato i punti salienti della storia.
Adesso vi lascio alla lettura...Spero vi piaccia! E mi raccomando, recensiteee!!!



Hogwarts - 1975

Aryana Silente

L’ennesimo tuono squarciò il cielo di quella notte gelida di Dicembre e per l’ennesima volta mi rigirai nel letto ,insonne.
Affermare che ero metereopatica probabilmente era troppo poco, il mio rapporto con la natura era quasi simbiotico. Se il cielo tuonava, il mio animo non poteva non essere irrequieto.
Mi alzai ,esasperata. Era inutile provare a prendere sonno.
“Lily?” sussurrai, incerta. Niente, era completamente avvolta tra le braccia di Morfeo.
Decisi di uscire fuori a prendere un po’ d’aria, non avrei trovato nessuno in giro a quell’ora, neppure Gazza. Così entrai nel buio corridoio, fuori dalla Sala Comune, a piedi scalzi. Amavo camminare scalza, sentire il freddo del marmo contro i miei piedi..cominciai a camminare sempre più veloce..
Avete presente quando siete talmente esagitati che avete bisogno di camminare rapidamente? Questa era una di quelle volte.
Mentre camminavo, purtroppo, non mi accorsi della presenza fluttuante dello spirito più fastidioso dell’intero castello, Pix il Poltergeist. Non appena mi vide incominciò ad ululare forsennatamente, percorrendo avanti e indietro il corridoio, senza alcuna ragione.
“Taci, idiota. Perché diavolo stai urlando?”strillai, ma Pix non accennava a zittirsi.
Nel frattempo le urla bellicose di Gazza cominciarono a riecheggiare insieme ai suoi rapidi passi strascicati e ai miagolii della sua gatta pulciosa, Mrs Purr, per cui mi precipitai a rotta di collo il più lontano possibile da quel corridoio. Quello che non avevo previsto era l’inseguimento a perdifiato che lo spirito burlone intraprese ai miei danni.
Arrivai fino al quarto piano, non riuscendo a liberarmi di quell’essere malefico mentre Gazza continuava a brancolare nel buio del settimo piano..era troppo lento per me..purtroppo lo stesso non poteva dirsi di Pix..
All’improvviso, quando stavo per fermarmi esausta, due braccia, dal nulla, mi trascinarono entro lo specchio che stava appeso al muro del corridoio. Stavo per mettermi ad urlare ma una mano mi tappò la bocca. Mi ritrovai al buio totale in una specie di cunicolo più largo che alto, insieme a due braccia sconosciute.
“Silente, stai ferma. Sono venuto ancora una volta a salvarti la vita, abbi almeno la buona educazione di collaborare”sussurrò una voce roca che conoscevo fin troppo bene.
“Dove accidenti siamo?”.
“In un passaggio segreto. Stai tranquilla, non appena Pix si sarà dileguato potremmo uscire..”.
“Come fai a conoscerlo?”.
“Silente, questi sono i trucchi del mestiere. Non ti aspetterai che li riveli a te, che stai dalla parte del nemico?”.
“Quale nemico?”.
“La tua migliore amica è prefetto, te lo sei scordato?”.
“Il tuo migliore amico è il suo ragazzo, te lo sei scordato?”lo canzonai.
“Sembra che Pix si sia allontanato..”disse tendendo l’orecchio.
“Perché diavolo si è messo ad inseguirmi, urlando?”.
“Che domande fai? È  Pix. Lui vive di queste cose. È  un bravo ragazzo, solo un po’ vivace e poi con questo tempaccio si agita ancora di più”.
Detto questo, fece pressione sul retro dello specchio che si affacciò sul corridoio.
“Via libera”sussurrò, tendendomi la mano. L’afferrai e uscimmo di lì.
“Allora, Silente, che cosa ci fai in giro nel cuore della notte?”disse cominciando a camminare.
Io lo seguii, seppur cauta.
“Potrei farti la stessa domanda..”.
“A me piace girovagare di notte per il castello. Tu che scusa hai?”.
“Ti piace girovagare di notte? Sei raccapricciante, Black. Io semplicemente non riuscivo a dormire con questo tempo”.
“L’ imperturbabile Aryana Silente che ha paura di qualche tuono..”.
“Non ho detto che ho paura, ho detto che non riuscivo a prendere sonno”.
“Mi perdoni, maestà, non volevo attentare al suo incommensurabile orgoglio”borbottò mentre improvvisava un inchino canzonatorio.
“Come mai questa passione a girare di notte?”dissi, ignorando deliberatamente la sua provocazione.
Prima di rispondermi, sospirò con il volto corrucciato: “Quando ero piccolo, io e mio fratello potevamo giocare solo di notte ,almeno, giocare come volevamo noi..il resto della giornata era un rimprovero continuo..una tortura..”.
“Immagino.. già vedo come sei adesso, non oso immaginare che razza di uragano eri quando eri piccolo”dissi ironica.
“Ero solo un bambino, come tutti gli altri. Volevo solo fare le cose che facevano tutti i bambini normali”disse, serio.
Mi accorsi subito che la piega di quella conversazione non sarebbe stata affatto sullo stesso tono delle solite discussioni con Black.  
“Perché dici così?”.
“Credi di sapere tutto di me, vero? Quando hai detto quella cosa sulla mia famiglia..tu..avevi torto. Non sono come loro, non sono mai stato come loro, non ho mai fatto veramente parte dei Black. Io ero troppo diverso..troppo ingestibile, troppo impulsivo, troppo testardo, dalle vedute troppo ampie, troppo egoista..egoista perché non me n’è mai importato niente delle loro apparenze,delle loro convenzioni, del loro nome, della loro dannatissima fissazione per il sangue puro..troppo me, insomma”.
“Devo dedurne che non ci vai molto d’ accordo..”.
Scoppiò in quella sua risata, simile ad un latrato.
“Ci odiamo. Io li odio. Tutti” sentenziò gelido.
“Andiamo, è sempre la tua famiglia”.
“Loro non sono la mia famiglia..James, Remus, Peter..loro sono la mia famiglia. Hogwarts è la mia casa..non di certo loro. Non posso ritenere famiglia persone che non fanno altro che sottolineare quanto li ho delusi, amareggiati, solo perché sono stato smistato in una casa che non era quella prevista, che non rientrava nelle tradizioni di famiglia. Non posso chiamare casa un posto che sento come una prigione, dove ho solo brutti ricordi..”.
“Ci sarà stata una parte della tua infanzia che ricordi piacevolmente..prima mi hai detto di tuo fratello..”.
“Si, certo. Ma tutti i bei ricordi che ho, vengono spazzati via, annientati dalla valanga di desolazione e tristezza che ha costellato l’altra metà della mia vita famigliare, mio fratello compreso. Lui è così preoccupato di non essere un fallimento come me che fa di tutto per accontentare i miei genitori, facendo finta di essere qualcun altro. Ha la mente completamente sconvolta e ottenebrata dalla paura di rimanere da solo..hai visto con chi va in giro..”.
“Magari se provi a parlargli..”.
“Hai sentito cosa ho detto? È completamente assoggettato al volere degli altri..non sentirà mai cosa ho da dire io..ci ho già provato ed è inutile..finiamo solo per litigare. Ormai l’ ho perso per sempre..”disse amareggiato.
“è strano come vadano le cose..”.
“Che vuoi dire?”.
“Voglio dire che io ho sperato tutta la vita di avere qualcuno che mi dicesse cosa fare, che mi stesse addosso, che mi seguisse..invece tu ora mi vieni a dire che ti sentivi soffocare..”.
“Mi sentivo soffocare perché la mia famiglia ha una concezione malata dell’ educazione e del seguire i figli. Anche io ho sempre sognato di avere una famiglia..normale. Poi tu di cosa ti lamenti? Io pagherei per avere un padre come il tuo”.
Sorrisi, sarcastica. “Oh, certo. Ti piacerebbe avere un fantasma come padre, quindi”.
“Che stai dicendo?”.
“Mettiamola così: mio padre l’ ho visto più qui ad Hogwarts che in tutta la vita”.
Si fermò, sconvolto. “Stai scherzando?”.
“Magari…ho avuto solo educatori e insegnanti a seguirmi. Lui è sempre stato troppo impegnato per me. Ti ho scioccato, vero? Credevi fossi una bambolina viziata..”.
“Bhe tu credevi che io fossi il cocco di famiglia..”.
“Siamo pari..”.
“Abbiamo trovato un punto in comune, però”.
“Famiglie non troppo felici?”.
“Già..Siamo due che giocano in solitaria”.
“Così pare..”.
“Secondo me, andremmo alla grande in coppia..” la buttò lì, un po’ scherzando un po’ no ,come al solito.
“Black, non ti arrendi mai, vero?”.
“Mai”.
Cadde il silenzio tra di noi, non un silenzio imbarazzante, semplicemente silenzio. Sia a me che a lui non piaceva parlare troppo. Eravamo davvero simili.
“L’altro giorno dicevo sul serio”proruppe d’ un tratto.
“A proposito di cosa?”.
“Voglio davvero sapere come hai fatto a battermi..”.
“Ancora con questa storia?”.
“Se è come dici tu, cioè che non hai barato, che ti costa dirmelo?”.
“Non c’è niente da dire, so correre meglio e più veloce di te, punto”.
“Non molli l’osso, d’accordo. Facciamo così: insegnamelo”.
“Cosa?”.
“Insegnami a correre come te”.
“Perché dovrei farlo?”.
“Sai, Silente, nel mondo degli umani non tutto si deve fare per ottenerne qualcosa in cambio..”.
“Dove sta il trucco,Black?”.
“Ma perché devi sempre fare così? Non puoi solo..buttarti..per una volta?”.
“Non fare l’ innocentino con me..”.
“Per piacere, fidati. Devi solo dire di si, andiamo, non è così male fidarsi..non te ne pentirai, giuro”.
Prima che potessi aggiungere qualcos’altro arrivò alle nostre orecchie forte e chiaro il rumore fastidioso dei passi pesanti e strascicati del custode, seguito a ruota dai miagolii della sua inseparabile gatta.
“Presto, di qua”esclamò Black, prendendomi per mano e trascinandomi per le scale.
“Ehi, chi è là?Mrs Purr hai sentito?”urlò Gazza accelerando il passo.
Sirius scoppiò a ridere sentendo la frustrazione del vecchio custode e io non potei far altro che seguirlo a ruota mentre sfrecciavamo per le scale, diretti in Sala Comune.
“Silente, è proprio questo che intendevo quando parlavo di lasciarsi andare”disse tra le risate.
La nostra corsa terminò davanti il ritratto della Signora Grassa che russava beatamente.
“Buh..” esclamò Sirius, ad un centimetro del faccione roseo della dormiente, che per tutta risposta lanciò un piccolo urlo di sorpresa per poi lanciarsi in una carrellata di insulti ai nostri danni. Io non la smettevo di ridere da quando avevamo incominciato a correre..
Finalmente entrammo in Sala Comune, al sicuro.
“Dì un po’, Silente, non ti sei mai divertita tanto in tutta la vita, eh?”.
“Ora non esageriamo, Black”dissi buttandomi sul comodo divano al centro della sala accogliente.
“Facciamo un patto?”.
“Spara”.
“Non ci chiamiamo più per cognome…Io sono Sirius, piacere”disse tendendomi la mano, con il suo solito sorriso malandrino stampato in volto. Stava esercitando, come al solito, il fascino che sapeva fin troppo bene di possedere.
“Aryana, piacere” dissi, suggellando la stretta di mano.
“Mi sa che adesso è meglio che vada a dormire..”dissi, alzandomi.
“Aspetta, non mi hai ancora dato una risposta per le mie lezioni private di corsa, se così vogliamo chiamarle..”disse Black, alzandosi a sua volta.
“Io..”.
“Andiamo, Aryana..”.
“D’accordo..Domani alle quattro sulla riva del lago e cerca di avere un’ abbigliamento consono..”.
“Ci proverò. Buonanotte, allora..”.
“Buonanotte”.
Mi voltai verso le scale ma poi mi rigirai verso Sirius e gli stampai un bacio sulla guancia.
Dovevo essere completamente impazzita.
Non vidi, fortunatamente, la sua reazione in quanto scappai via su per le scale.
Grandioso, avevo dato un altro motivo di vanto a quel pavone..senza una reale ragione, per altro. O meglio, la ragione c’era ma io non volevo sentirla. 
 

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Capitolo 12
*** A come Arsenico ***


Un bel capitolo pronto per voi!!! Oh, vi siete sprecati con le recensioni,eh?? Siete cattivissimi. Dovete recensireeeee....cmq  passiamo al commento del capitolo. Ebbene, questo è ufficialmente uno dei capitoli che preferisco. Viene fuori la vera natura dei protagonisti della storia (ancora di più che nel capitolo precedente)  sia i pregi ma anche i mastodontici difetti. E per favore non uccidetemi per come finisce il capitolo perchè è così che deve andare tra quei due. Se vi aspettavate rose e fiori, sviolinate e frasi super romantiche che vi fanno sciogliere avete sbagliato storia e questo vale sia per ora che per il futuro. Detto questo, buona lettura.. Ah, quasi mi ero scordata....
Anticipazione prossimo capitolo: piccolo ma indispensabile.Si tornerà al "presente"esattamente da dove avevo lasciato due capitoli fa. Se non mi verrà in testa di buttare tutto all'aria e sconvolgere la storia, verrà lanciata una bomba che scoppierà solo nel 14 capitolo, già pronto e impacchettato per voi ma che devo trattenermi dal pubblicare. Troppi regali fanno male, poi mi venite su viziati!!!
Adesso ho ufficialmente finito i miei deliri....
Spero vi piaccia e commentateeeee

Hogwarts - 1975

Sirius Black

“Fermati..Cosa ti ho appena detto poco fa?”strillò Aryana, interrompendo per l’ ennesima volta la mia corsa. Quasi, quasi cominciavo a pentirmi di aver accettato quell’ invito ma ci ripensai subito, guardandola a due passi dalla riva del lago. Coperta dal suo solito mantello bianco neve, i capelli stranamente sciolti, il suo inconfondibile profumo che mi mandava fuori di testa e gli occhi verdi leggermente più scuri della norma per via del cielo coperto.
“Cosa ho sbagliato adesso?”sbuffai mentre la raggiungevo.
“Non controllavi la respirazione, non oscillavi le braccia, non tenevi il ritmo..ti devo elencare gli altri o ci arrivi da solo?”.
“Non posso contare i passi e nel frattempo contare i respiri e oscillare le braccia, è assurdo!”.
“Io ti ho detto che devi contare i passi? Cosa Merlino dici? Lo vedi che non mi ascolti?”mi urlò contro, esasperata.
“Allora, te lo ripeterò solo un’ altra volta quindi vedi di aprire le orecchie: il ritmo e la respirazione devono essere coordinati, questo non significa che devi contare ogni passo che fai..le oscillazioni delle braccia vanno in armonia con il passo gamba e ti devono venire naturali..se solo ti sforzassi..”.
“Io mi sto sforzando ma tu continui ad urlarmi contro..”.
“ È l’unico modo per farmi ascoltare da te! Credi che sia un gioco? Questa è una cosa seria quindi o lo fai bene o me ne vado. Non posso perdere il mio tempo con uno zuccone come te. Se pensavi che potessi fare come a scuola, in cui non fai un emerito niente, ti sbagliavi. Voglio vederti sudare e raggiungere un obiettivo una volta tanto nella tua vita. Non ti sei stancato di fare l’ idiota scanzonato, il vagabondo senza meta, che se ne frega di tutto e pensa di poter stare sopra il mondo? Io lo so perché lo fai, pensi che non rispettando le regole, vivendo in un mondo tutto tuo, non concludendo niente di quello che ci si aspetterebbe da te viste le tue potenzialità, andrai anche contro la tua famiglia, vincerai tu. Ma non ti accorgi che è tutto il contrario? Gliela darai vinta. Loro pensano che tu sia un fallito, un nullafacente, una delusione su tutta la linea e tu che fai? Anziché dimostrargli quanto vali anche senza il loro sostegno, avvalli le loro tesi, ti comporti come un perfetto idiota, come un bambino capriccioso. Quando sarai cresciuto, fammi un fischio”sputò tutto d’un fiato, si voltò e incominciò a correre via, verso il castello.

La odiavo perché diceva la verità e la verità faceva male. L’amavo perché era dannatamente sexy quando urlava.
Stava un po’ giocando, un po’ no, esattamente come me. Era il suo modo per darmi una svegliata e ci stava riuscendo. Presi a rincorrerla ma sapevo che se non avessi seguito le sue regole non sarei mai riuscito a batterla. Perciò prefissai chiaramente il mio obiettivo: dovevo riprenderla e sapevo di doverci mettere tutta la mia volontà, così poco usata in tutti quegli anni. Ma quello non era un problema, io volevo Aryana come non avevo mai voluto nessuno, proprio perché era una cosa irraggiungibile e mai come in quel momento fu vero. Correva a mille all’ ora e non rallentava mai anzi aumentava ancora. Dal canto mio, mi sembrava di non aver mai corso fino a quel momento. Aryana aveva ragione, prima muovevo le gambe e basta. Adesso invece, sentivo la terra pulsare sotto di me, al ritmo del mio cuore e d’un tratto tutte le regole non pesarono più..mi venivano naturali..sentivo il vento in faccia e mi sentivo libero..come non mai. Libero di essere quello che ero, senza condizionamenti, senza regole imposte da altri..
In quel momento capii una cosa fondamentale: libero non è chi vive senza regole, ma chi vive seguendo le proprie. Quell’insegnamento, come tanti altri che seguirono, me lo aveva dato Aryana che, sentendo il mio spontaneo urlo di esultanza,si arrestò di colpo. Mi fermai per un pelo ad un centimetro dal suo viso. Sorrideva spudoratamente.
“Era esattamente questo che intendevo per correre”esclamò con quella smorfia vittoriosa, e irritante, stampata in viso.
“Lo sapevo che l’ avevi fatto apposta, non ti credere”esclamai, offeso.
“Confermo e sottolineo tutto quello che ho detto poco prima, Sirius. Quelle cose le ho dette perché le penso sul serio. Non nego che, magari, ho enfatizzato i concetti per spronarti ma il succo rimane lo stesso”.
“È sleale”sussurrai sempre più vicino, provocatorio.
“I miei metodi non saranno molto didattici e ortodossi ma sono efficaci..”.
“Ne sai quante il diavolo..”.
“Ha parlato il bambino indifeso e ingenuo..”.
“Sta sicura che userò prima o poi uno dei miei colpi bassi contro di te..”.
“Non vedo l’ora..”rispose sarcastica ma io la presi in parola e feci quello che volevo fare fin da subito..la baciai.
Sul momento rimase scioccata mentre affondavo le mie mani tra i suoi capelli..era perfetta per me..combaciavamo come due pezzi di un puzzle e quel suo profumo…
Stavo scivolando in una specie di trance, un delirio mistico dal quale sarebbe stato difficile riprendermi. Passato lo stupore iniziale, incominciò a divincolarsi forsennatamente ma io la tenevo troppo forte. Sapevo che stavo esagerando, che non dovevo farlo, ma la passione che mi spingeva verso di lei era troppa. Fortunatamente rinsavì e la lasciai andare a malincuore.
Era boccheggiante e stravolta, non sapeva cosa dire. Cercai di scrutare dentro i suoi occhi ma percepivo che quella barriera che avevo abbattuto con difficoltà nell’ultimo periodo si stava di nuovo erigendo alla velocità della luce. Ancora una volta, il mio egoismo aveva rovinato tutto. Possibile che il mio dannatissimo sangue contaminava tutto quello con cui veniva a contatto? Era la maledizione dei Black, sempre più bravi a distruggere che a creare.   
“Sei..un..idiota..”sibilò, guardando per terra.
“Aryana..”.
“No, stai zitto. È per questo che mi hai portato qui, vero? La tua stupida sfida di conquistarmi, come un altro dei tuoi trofei, vero? Non te ne frega niente di correre come si deve o avere una passione..tu sei esattamente l’ idiota di sempre..quello a cui non frega niente di nessuno, che passa il suo tempo facendo lo sbruffone perché non ha nient’ altro da far vedere”.
“No, non è così. Tu non sei un trofeo, non ti ho portato qui per niente, io voglio davvero farti vedere chi sono..”.
“Tranquillo, ci sei riuscito benissimo..”.
“Silente ma perché devi farne sempre una questione d’orgoglio?Perché devi nasconderti dietro questa maschera di perfezione? Nessuno è perfetto,tu non sei perfetta…hai mille difetti esattamente come me…solo che io non ho paura ad ammetterlo. Lasciati andare…”.
“Ok, adesso io me ne vado. È chiaro che la cosa non può funzionare tra di noi”:
“Brava, scappa. Ci sei abituata,no?”.
“Ma senti da che pulpito…tu invece sei abituato ad impegnarti,no?”.
“è proprio questa la differenza…io per te potrei cambiare…mi stai facendo perdere la testa…non lo capisci?”.
“Smettila di giocare..”urlò esasperata.
“Non sto giocando..”.
“Sei assurdo…”.
“Già, sconvolgente, vero? Non puoi capirmi,non puoi schematizzarmi, non puoi studiarmi e lo sai perché? Perché io non ragiono per schemi…non faccio quello che si deve fare, faccio quello che sento… Sono esattamente come te…agisco d’istinto…Tu pensi di essere un tipo razionale e pragmatico ma stai fingendo..Vuoi il bravo ragazzo ma ti annoi, vuoi tenerti alla larga da quelli come me ma non puoi fare a meno di guardarmi e di provocarmi. Quando ti infuri con me…sei splendida…sei tu…e riesco a vedere le tue debolezze che sono anche le tue forze nei tuoi occhi e mi fanno impazzire. Ora, la domanda che mi logora è perché?Perché ti nascondi dietro questo muro di ostilità? Perché tieni le persone a distanza? Perché non vuoi che ti tocchino il cuore? Quale segreto stai nascondendo?”.
Arretrò di due passi ma le afferrai il braccio. No, questa volta non l’ avrei lasciata andare. Dovevo lottare per le cose che volevo, lei era quello che volevo, il mio obiettivo. In fondo era quello che tentava di insegnarmi,no?
“Dove stai andando adesso? Non puoi scappare per sempre…”.
“Da te, si…”.

Aryana Silente

Fece forza sul mio polso per non farmi andare via.
“E se io non te lo lasciassi fare?”.
Quegli occhi grigi mi stavano divorando. Perché non si limitava a vedere il mio aspetto e la mia freddezza? Perché aveva quest’ossessione incomprensibile per quello che c’era nel mio cuore e soprattutto come faceva ad aver capito tutto di me?
“Black…lasciami andare…”.
“Dimostrami che non sei perfetta…fai qualcosa che mostri la vera te…”.
“Cosa stai blaterando?”.
“Voglio vedere la vera Aryana…niente più orgoglio,non pensare agli altri..non pensare a niente…rilassati..”.
“Black cosa vuoi che faccia? Devi lasciarmi andare…”.
Venne sempre più vicino..no, non poteva farlo di nuovo..eppure non si arrestava, adesso era ben oltre il limite, quasi mi sfiorava le labbra ma si fermò. Rimase proprio lì a fissarmi.
Aveva ragione, non lo capivo, era un’ incognita su tutta la linea ma..mi mandava fuori di testa.

Sirius Black

Aspettavo, aspettavo che fosse lei a fare il passo successivo. Stavolta non l’avrei fatto con prepotenza e con impetuosità, come al mio solito, ma l’ avrei aspettata, avrei rispettato i suoi tempi. Ero sicuro che l’avrebbe fatto, nonostante i secondi passassero veloci, io aspettavo paziente per la prima volta nella mia vita.
E lo fece, dopo non so quanto ma non m’importava. Si sporse timida e mi stampò un delicatissimo bacio a fior di labbra. A me bastò come imput per baciarla ancora, ancora e ancora.
 Mai provato una cosa così.
Era inutile cercare di spiegarla o descriverla. Eravamo noi e basta. Insieme. Perfetti..ed io ero felice.
Quando fui quasi sazio, perché non si può mai essere completamente saturi di Aryana, mi staccai, lentamente e la osservai,rapito.
Non c’era nessuno sulla faccia della terra che esistesse come esisteva per me Aryana.
Non appena si accorse del mio sguardo, scappò via e questa volta la lasciai andare perché amare significa anche aspettare, in silenzio.

                                                                                   *************************

Aryana Silente

Niente sonno. Solo pensieri che vorticavano frenetici dentro la testa. Quella..cosa..che c’era tra me e Sirius non andava, non funzionava. Era contro tutte le mie regole. Black era troppo..Black.
“Aryana..la vuoi fare finita o no?”esclamò Lily, spalancando le tende del mio letto.
“Lily, scusa, non riesco a dormire”.
“Lo avevo notato..Che c’è che non và? Di solito dormi come un sasso, niente ti turba, niente ti scuote..cos’ è che ha stravolto la glaciale Aryana?”.
“Stai parlando come Potter”sibilai guardandola con gli occhi ridotti a due fessure.
“Ok, scusa, ho esagerato ma lo sai che stavo scherzando..so come sei fatta davvero”.
“ È colpa di Black”.
“Cos’ ha fatto stavolta?”sospirò Lily, più divertita che scocciata, a dire la verità.
“Lui…mi ha baciata”le sussurrai, temendo che le nostre compagne di stanza potessero sentire.
“Lui..cosa? Quando?Dove? Perché non me lo hai detto all’ istante? Raccontami tutto fin nei minimi particolari..”.
E così io e Lily parlammo tutta la notte, non arrivando a nessuna conclusione. Il problema era e continuava a rimanere uno solo: Sirius Black.
Quando scendemmo a colazione la mia testa ronzava, mancava solo che uscisse del fumo, tanto era in attività. Non appena entrammo in Sala Grande, purtroppo, James Potter prese a sbracciarsi per attirare l’ attenzione della sua adorata Lily e lei non poté far altro che rispondere al richiamo. Li odiavo quando prendevano a tubare l’uno nelle orecchie dell’altro, scambiandosi sorrisini ebeti ed era proprio quello che fecero.
Riempii la mia tazza di cereali, trascurando il fatto che di fronte a me c’ era Sirius che mi fissava. Trangugiai tutto velocemente, ben attenta a non alzare mai lo sguardo dalla tazza e rispondendo a monosillabi alle domande cordiali di Remus. Gettai un’ occhiata fugace a Lily e a James e capì che, almeno per quella mattina, non ci sarebbe stato modo di scollarli.  
“Io ho dimenticato una cosa in dormitorio..ci vediamo a lezione” esclamai mentre mi tormentavo una ciocca di capelli.  Mi alzai e mi diressi filata verso l’ingresso. All’improvviso una mano afferrò il mio braccio e mi costrinse a voltarmi: Sirius.
“Ehi,Sirius..lasciami il braccio”.
“Scusa, pensavo che stessi scappando da me e non sapevo come fermarti”.
“Ma come ti viene in mente?”dissi con un tono non troppo convincente.
“Non sono stupido, ho capito che mi stai evitando”.
“Sirius, ascolta, adesso io devo andare..ne riparliamo un’altra volta”.
“Vuoi davvero fare finta che tra di noi non sia successo nulla?”.
“No, assolutamente. Non fingerò affatto, infatti fra di noi non è successo nulla”.
“Vuoi che ti rinfreschi la memoria?”disse,avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
Indietreggiai,guardandomi intorno.
“Ma sei pazzo?C’è la gente che guarda..”.
“A parte che non ci sta guardando nessuno e poi non capisco cosa ci sia di strano in due persone che si baciano..è la cosa più naturale del mondo”.
“Ok,Black..sarò più chiara: ieri è stato un gioco, un nulla. Tra di noi non c’è niente e non ci sarà mai niente,capito?”.
“Mi prendi in giro? Lo sai che sono io ciò che vuoi davvero..”.
“Chi voglio io non sono affari tuoi. Stai lontano da me”.
“Io non ti capisco proprio…ti ostini sempre a fare la scelta sbagliata” esclamò scrollando la testa.
C’era delusione nei suoi occhi.
Non poteva capire che lo facevo anche per lui. Non sapeva in che guaio si stava cacciando. In effetti neanche io lo sapevo con sicurezza. Eppure sentivo che dovevo difendermi,proteggermi da qualcosa. Il mio potere empatico mi diceva che dovevo essere diffidente e chiusa. Mi ero esposta fin troppo da quando ero arrivata ad Hogwarts. Era arrivato il momento di tornare alle vecchie abitudini con le quali mi ero sempre tenuta lontano dai guai.
“Mi dispiace, Black. Ti sei fatto troppi film”.
“Sai che c’è? Mi hai proprio seccato. Addio”disse in tono duro e risentito. Mi sfiorò la spalla mentre mi superava e riuscì a sentire il suo profumo:intenso e selvatico,fatto apposta per lui.

Sirius Black

Ero sempre più infuriato con quella ragazza. Prima mi provocava, mi lanciava per aria, dopo ancora mi rifiutava, poi mi baciava e adesso mi evitava..fantastico. Non capivo come mai non mi passasse la qualsiasi cosa provassi nei suoi confronti: più si comportava incomprensibilmente ,più mi sentivo attratto da lei.
Era di un altro pianeta, forse non apparteneva neppure alla razza umana o forse ero io che ero impazzito…
Una cosa era certa: mi ero perdutamente innamorato.
Innamorato in quel modo che non si torna più indietro.
 Innamorato nel modo che ti svegli e il primo pensiero non sei più te stesso ma lei.
Innamorato che il cuore manca i battiti.
Innamorato che fa male.
Innamorato che ti scordi come ti chiami.
Innamorato che diventi cieco, folle e anche un po’ stupido.
Innamorato che non puoi farne a meno.
James diceva che quando sei innamorato vedi tutto in una luce migliore. “Il mondo sembra sorriderti”diceva.
Baggianate.
Mai stato più scontroso, suscettibile e intrattabile. Vedi tutto sfocato e l’unica cosa che ti appare chiara è quella che non potrai mai avere. È umiliante. È così dannatamente umiliante che vorrei spaccare tutto così come lei ha fatto con il mio ego.  Ha messo a soqquadro tutto il mio mondo. Senza permesso. E poi ha avuto anche la faccia tosta di alzare i tacchi e andare via. Il minimo che potesse fare era rimanere. Già perché era questa l’unica cosa che mi fosse mai importata: che lei restasse. E invece…
“James e Lily sono perfetti insieme”. “James e Lily da quando sono insieme,sono radiosi”. “Lily ha gli occhi a cuoricino”.
Al diavolo.
Cazzate. Tutte cazzate.
Rabbia.
Confusione.
Adrenalina.
Io e Aryana eravamo lontani dalla perfezione insieme, ma facevamo scintille.
Io e Aryana non eravamo radiosi.
Eravamo più incupiti che mai.
Io e Aryana non avevamo gli occhi a cuoricino ma vi assicuro che fulminavano.
Io e Aryana non eravamo James e Lily.
Non avevamo quello che avevano loro e forse mai l’avremmo avuto.
Ma io sfido chiunque a dire che il nostro non fosse amore.
“L’amore dovrebbe far star bene due persone altrimenti non è amore ma ossessione”.
Fidatevi di me:era amore. Ma non stavamo bene. No, eravamo malati. Eravamo in dipendenza.
Era vero amore,però.
Perché l’amore non è coniglietti rosa, arcobaleni e sole che splende.
No,il nostro amore era un temporale, un nubifragio,una dannazione, un’ossessione morbosa, una maledizione Senza Perdono.
Altro che radiosità, felicità e perfezione.
Fidatevi di me: l’amore è Arsenico. E uccide.

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Capitolo 13
*** One Shot ***


Eccoci qua, pronto un altro chap per voi.  Il capitolo è molto breve e preannuncia il prossimo che invece sarà più lungo e molto più corposo dal punto di vista dei contenuti e delle rivelazioni e si svolgerà anche questo nel corso del quarto anno di Harry &Co. ad Hogwarts. Quindi per rivedere Sirius e Aryana adoloscenti dovrete aspettare ancora un altro capitolo dopo questo. Vi prometto che l'attesa sarà breve visto che già ho pronti parecchi capitoli anche se devo stare attenta a far procedere la storia linearmente perchè per adesso è abbastanza confusa. Ringrazio i nuovi lettori che hanno messo la ff tra i preferiti e tra le seguite anche se nessuno ,eccetto Musa talia e lulu, recensisce!!!! Anche un piccolo commentino va bene, un dubbio, una domanda qualunque cosa è ben accetta. Adesso vi lascio alla lettura. Baci, Ile. 



Hogwarts – Dicembre 1994


Aryana Silente

Il forte picchiare alla porta del mio ufficio mi riportò alla realtà e ,leggermente scombussolata e sorpresa per quella visita a quell’ora di notte, andai ad aprire:mio padre.
“Non ti sei ancora cambiata per dormire?”disse in tutta tranquillità, entrando nella stanza.
“Già..neanche tu, vedo” bofonchiai con la bocca impastata. “Scusa,papà, ma che stai facendo qui a quest’ora?”esclamai incredula.
“Bhe,diciamo che è successo un piccolo inconveniente..”.
“Che è successo,adesso?”.
“Rita Skeeter ”.
“Che cosa ha fatto, quella sottospecie di giornalista scandalistica?”.
“Questo”sentenziò mio padre porgendomi la gazzetta del profeta tenuta fino a quel momento sotto il braccio.
“L’errore gigantesco di Silente”intitolava l’articolo di prima pagina,firmato Rita Skeeter.
Scorsi velocemente l’intero pezzo,ma mi bastarono poche righe per capire che Hagrid si trovava in un gran bel guaio.
“Ma come accidenti ha fatto a scoprirlo?Chiamo immediatamente il Ministero, dobbiamo bloccare la stampa”.
“Lascia stare, Aryana. Non è la soluzione più giusta e poi non ha scritto una menzogna, non possiamo impedire la libertà di stampa”.
“Cosa c’entra che Hagrid sia un mezzo gigante con il suo lavoro? Non ha mai creato problemi ed è molto più buono e in gamba di molti maghi. Questi pregiudizi sono infondati e irragionevoli, non fanno altro che dare adito a gente come Rita Skeeter. Io non capisco come facciano a farla lavorare ancora lì quella spietata mistificatrice”esclamai,imbufalita.
“Ok, adesso calmati. Il problema non è tanto quello che scrive Rita Skeeter bensì come reagirà Hagrid all’intera faccenda e se, come credo, lo conosciamo bene, non la prenderà tanto bene”.
“Già. Finirà col farsi mille problemi, a crearsi colpe che non esistono e si chiuderà in se stesso come al solito”.
“Esattamente. Quindi è nostro preciso dovere andargli a parlare. È meglio se gli lasciamo un po’ di tempo, però, quindi domani sera andremo a consolarlo e a farlo ragionare”disse mio padre, pulendosi gli occhiali a mezzaluna sulla veste.
“Perfetto. Allora ci vediamo direttamente lì alle cinque, siamo d’accordo?”.
“Si..adesso dormi, mio piccolo elfo e…scusami per prima..”.
“Scusami tu, lo sai come sono fatta..”dissi mentre mi alzavo per abbracciarlo.
“Quando lo faremo arrivare?”.
“Te l’ ho detto, l’unico momento nel quale sarà possibile allontanarci per andare a prenderlo sarà alla fine della seconda prova”.
“Manca ancora un’ eternità..”.
“Se pensi a quanto l’ abbiamo tenuto nascosto a Shantaram, questi mesi voleranno”.
“Io spero tanto che sia come dici tu, papà”.
L’odore della sua barba bianca che pungeva sul mio viso e la presa rassicurante e sicura con la quale mi teneva stretta a sé, mi faceva sentire a casa, nonostante la mia vera casa fosse anni luce lontano da lì..

******************

“Se non la smetti subito di piangere, non rispondo più delle mie azioni. Sei o non sei un mezzo gigante?”esclamai furibonda,rivolgendomi ad uno sconvolto Hagrid, piegato in due sul tavolo della sua capanna. Tuttavia a sentire l’ aggettivo mezzo gigante, il guardiacaccia prese a singhiozzare ancor più disperatamente di prima.
Buttai gli occhi in cielo, esausta per i vani tentativi di convincerlo a tirarsi su il morale e a reagire. Nel frattempo mio padre aveva preparato un po’ di the nella speranza di calmare il pianto e i singhiozzi del povero Hagrid.
All’improvviso qualcuno bussò alla porta ferocemente e delle urla provennero dall’esterno:“Hagrid, apri immediatamente la porta. Se non lo fai, la sfondiamo, hai capito? Cosa vuoi che ce ne importi di cosa scrive la Skeeter?”.
Mio padre si recò, divertito, ad aprire agli sconvolti Harry, Ron e Hermione, che,non appena si videro parato davanti il preside della scuola anziché l’amico guardiacaccia, rimasero di sasso. Io e mio padre scoppiammo a ridere così spontaneamente che l’ilarità non poté non contagiare anche Hagrid e gli altri tre, seppur in misura minore.
“Credo che i tre maghi qui presenti siano venuti a ribadire quello che io e Aryana cerchiamo di inculcarti in testa da più di un’ora, Hagrid”disse mio padre,dolcemente.
“Tuttavia adesso devo andare a sbrigare molte faccende. Hagrid, se non dovessi trovarti a colazione lunedì mattina, mi considererò autorizzato a prelevarti fuori da qui con la forza insieme ad Aryana, siamo intesi?”.
Prima che potesse rispondere, Albus uscì dalla capanna,facendo entrare per un attimo un vento gelido.
“Quella di mio padre non era affatto una domanda, Hagrid. Non capisco come fai a stare male per quell’arpia. In questo modo non fai altro che avvallare le sue assurde cattiverie. Il valore di una persona non si misura in base al sangue, ma proprio io devo venirti a fare questi discorsi? Ti ricordi o no che razza di gente frequentavo quando studiavo ancora in questo castello?”esclamai ironica,alludendo alla mia ex migliore amica “mezzosangue” Lily e al mansueto lupo mannaro, Remus Lupin.
Vedendo che le mie parole stavano finalmente sortendo un qualche effetto, rincarai la dose: “Ma poi mi spieghi cos’ hai preso tu dai giganti?Mi sembra solo l’altezza, visto che stai piangendo ininterrottamente da sei ore, come minimo. Vi prego ditegli qualcosa voi” conclusi, esasperata.
“Hagrid, Aryana ha perfettamente ragione. Smettila di piangere e datti una regolata …hai un aspetto indecente”esclamò Ron e a lui si aggiunsero gli incoraggiamenti di Harry e Hermione.
Finalmente il guardiacaccia sembrò rinvigorirsi con la presenza e gli incoraggiamenti dei suoi amici e la situazione cambiò ben presto tono, sfociando nella giovialità.
“Adesso è meglio che vada anch’io, Hagrid. Si è fatta una certa ora ,sai, comincio ad avere fame e, senza offesa, ma la tua cucina non è delle migliori..”.
Mentre indossavo il mantello, Harry mi si avvicinò e disse: “Aryana, senti, mi chiedevo se l’invito a quella conversazione fosse ancora valido..sai, è da un po’ che vorrei intavolare una discussione con te ma ogni volta succede qualcosa e tu devi scappare..Avrei così tante cose da chiarire..”.
“Oh, ma certo. Mi devi scusare in quest’ultimo periodo sono stata super impegnata e non ho mai trovato il giusto momento per te. Comunque anche adesso andrebbe benissimo..andiamo nel mio ufficio?”gli risposi, cordiale.

Ufficio di Aryana

“Tieni, questi sono molto meglio di quelli di Hagrid, arrivano dall’estremo Nord” dissi, porgendo ad Harry un vassoio di dolcetti, provenienti direttamente da Shantaram.
“Grazie”disse un imbarazzato Harry, guardandosi attorno, meravigliato.
“Allora, di che cosa mi volevi parlare con precisione?”.
“A dire il vero, non so da dove incominciare..”.

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Capitolo 14
*** Reminescenze ***


Eccoci qui con il capitolo che mi fa piacere avete richiesto con impazienza. Innanzi tutto vorrei ringraziarvi tutti perchè ieri c'è stato un Boom sia nelle visite che nelle recensioni. Non l'avrei mai detto. Un particolare ringraziamento a chi ha messo le storie tra i preferiti e tra le seguite e ovviamente chi ha recensito così fedelmente( lulu e Musa sempre presenti) e due new entry cioè Alohomora e Pecky che ringrazio per i complimenti. Prima di lasciarvi alla lettura ci terrei a chiarire alcune cose:
1. Aryana non è affatto una MarySue. è lontana dall'essere un angioletto e l'abbiamo visto nel capitolo scorso, commette molti errori per paura di essere ferita e per orgoglio. è una persona chiusa e molto diffidente. Oltre che alquanto superba. Comunque penso che capirete meglio la sua natura con questo capitolo..
2. Per Alohomora, tranquilla anche io , non dico che detesto Piton, ma non credo alla favoletta del rimorso. Intanto quel che ha fatto ha provocato grandi conseguenze. E nella storia questo "dettaglio"comporterà svolte inattese.
Come vedete la narrazione riprende esattamente dal capitolo scorso quindi siamo ancora nel "presente" mentre il prossimo capitolo sarà incentrato di nuovo su Sirius e Aryana ad Hogwarts con l'introduzione di un nuovo punto di vista  (nuovo si fa per dire) che credo gradirete e tante sorprese e colpi di scena. In effetti dal prossimo capitolo cambierà tutto o quasi. Comunque approfondirò meglio nell'introduzione del prossimo chap.
Adesso vi lascio alla lettura e mi raccomando....Recensitee!!! 





Hogwarts - 1994

L’ufficio di Aryana era immenso rispetto a tutti quelli che Harry avesse mai visitato fino a quel momento. Assomigliava estremamente a quello del preside, a dire la verità, ma aveva un tocco femminile più marcato e c’era anche qualcosa di rassomigliante all’ufficio di Moody. Era tappezzato di fotografie e articoli di giornale, disposti tutti in perfetto ordine geometrico. Una libreria immensa,di forma semicircolare,in linea con la forma della stanza, percorreva interamente una delle pareti laterali e conteneva libri di tutte le forme e in tutte le lingue. Sulle pareti stavano appesi o appoggiati a mensole, i più disparati trofei, targhe e riconoscimenti. Sulla scrivania in rigoroso ordine,come tutto il resto all’interno della stanza, stavano impilati rotoli di pergamena, piume d’oca di tutte i colori e vari strumenti ,che Harry era sicuro di non aver mai visto, erano sparpagliati su scaffali o mobili qua e là. Accanto alla scrivania vi era un’ aquila imponente e fiera, con un atteggiamento quasi regale, che ricordava moltissimo la padrona. Era immobile nel corpo, ricoperto da piume nere come la pece ma gli occhi, color ambra, dallo sguardo intenso, fissavano Harry attentamente, come se ne volessero carpire segreti impronunciabili.
Aryana ,avvolta in una fantastica veste blu notte, ogni tanto l’ accarezzava e, anche lei allo stesso modo guardava Harry fissamente.
“Puoi incominciare dall’inizio..”disse l’ Auror, riscotendo Harry dal torpore quasi mistico in cui era caduto, ammirando lo studio così pieno di fascino dell’elfo.
“Bhe..io..intanto non capisco cosa mi hai fatto quando ci siamo presentati”.
“Come? Intendi alla coppa?”.
“No,no..intendo il giorno in cui sei arrivata ad Hogwarts..mi hai guardato negli occhi e io ho sentito una sensazione orribile, tremenda..e la stessa cosa è successa il giorno in cui è uscito il mio nome dal calice. Tu mi hai preso in disparte, hai preso a fissarmi e sembrava ...come se mi fossi entrata dentro la testa. Dicevi delle cose che io non riuscivo a capire ,parlavi in una lingua sconosciuta..non so neanche se eri tu..”disse Harry, trovando difficoltà a scegliere le parole più giuste.
Aryana assunse un’espressione alquanto corrucciata e dubbiosa.
 Non rispose subito ma lasciò passare un paio di secondi che ad Harry parvero interminabili.
“Ti dirò la verità ,Harry. Non tutti i maghi sono in grado di sentirlo, anzi, quasi nessuno. Solo le persone davvero speciali riescono a percepire il mio…se vogliamo chiamarlo così..dono. Sono piuttosto sorpresa che tu, a quest’età soprattutto, sia fra questi..eletti. Ecco, la situazione è un po’ complicata..cercherò di spiegartela senza turbarti. Spero che tu non sia stato così ingenuo da credere che io sia un Auror come gli altri. La modestia non è mai stata una mia qualità, e di questo mi rammarico, ma posso affermare senza alcun dubbio di essere una tra le streghe più potenti in circolazione. Io possiedo delle doti particolari, Harry, che ho affinato con lo studio e con l’esperienza ma per lo più innate. Una tra queste doti è quella di poter entrare nella mente delle persone, guardandole negli occhi. Ti prego di non fraintendere quello che ti ho appena detto. Esula completamente dalle mie intenzioni controllare la mente o la volontà delle persone.     Non è mia abitudine frugare nei ricordi degli altri maghi e in ogni caso non è così semplice, come si crede. Quello che ti ho fatto è stato vedere se dicevi la verità e se il tuo cuore era puro, anche se non ne avevo bisogno, l’ ho sempre saputo. Di solito, mi limito a guardare le persone che non conosco e in questo modo capire se mentono o sono sinceri ma ,ti ripeto che non c’è malizia o malignità in questo. Nessuno se ne accorge..mai. La pressione che esercito è minima e in ogni caso non dura più di pochissimi secondi. Il discorso è ben diverso se parliamo del mio lavoro di Auror. È capitato che ho dovuto estorcere informazioni a maghi oscuri, frugare nei loro ricordi, leggere i loro pensieri, prevedere le loro azioni. Tutto questo richiede una grande concentrazione, molto più di pochi secondi di tempo e chi lo subisce prova esattamente quello che mi hai descritto poco fa, semplicemente molto più amplificato. Quello che ho fatto a te non è neanche paragonabile. Ti assicuro che non ho frugato nella tua testa, non lo farei mai. Ovviamente esistono altre tecniche simili al mio potere..il veritaserum ,per esempio o la maledizione cruciatus o imperio. Ad ogni modo io preferisco il mio metodo..è molto più rapido, più sicuro e più efficiente. Non esiste sistema più efficace del mio, credimi. So che queste mie affermazioni adesso ti avranno turbato ma non ti farò uscire da questa stanza fino a quando non ti sarà perfettamente chiaro come uso questo mio potere. Ti posso giurare sulla tomba di mia madre che non ne ho mai abusato. Ho ricevuto un’istruzione tale da avere una ferrea disciplina e un codice rigoroso. Ora, non mi sembra né il momento né la situazione adatta per raccontarti la mia storia e l’addestramento che ho ricevuto ma sappi che non sono né dissennata né incontrollabile ,anche se il mio carattere forse troppo impetuoso e fumantino te lo hanno lasciato credere”concluse Aryana sicura, con un tono di chi non ammette repliche.
“No..sei stata perfettamente..cristallina..”balbettò Harry.
Alcune frasi lo avevano lasciato di sasso come quella su sua madre..e così la donna che l’aveva messa al mondo era morta. Questo chiariva i dubbi che aleggiavano sulla ormai ex compagna del preside.
Anche l’affermazione sul suo carattere aveva colpito Harry.
In effetti il suo modo di fare algido, imperscrutabile, imperturbabile e per certi versi irraggiungibile era tradito da attacchi d’impazienza e ira improvvisi come con Bagman e con Piton.
Evidentemente, anche per sua stessa ammissione, aveva ricevuto un’ istruzione tale da smorzare il suo lato impulsivo e ribelle.
Più Harry scopriva cose riguardo l’Auror, più la sua figura si avvolgeva di ombre e di contraddizioni.
“È  la stessa cosa che hai fatto con il professor Piton?Quando hai anticipato le sue mosse e hai prodotto quell’incantesimo scudo..senza neanche usare la bacchetta..come hai fatto?”.
“Oh, no..quelli sono stati semplicemente riflessi e anche se avessi usato il mio potere, Piton è un ottimo occlumante quindi avrebbe schermato la sua mente..”.
“Occlumante?”chiese sorpreso Harry.
“L’Occlumanzia è una disciplina che permette di schermare la mente dai Legilimens,maghi che tentano di entrare dentro la tua testa, di leggerne i pensieri e i ricordi e persino di controllarla. Voldemort è un legilimens eccellente, così come mio padre. È lui che mi ha insegnato molto di quello che so fare con la magia”.
“Voldemort e il professor Silente possiedono il tuo stesso dono?”.
“Pronunci il suo nome? Credevo che fossimo rimasti in pochi..molto saggio da parte tua. In ogni caso, Voldemort ha dei poteri che non puoi neanche immaginare..non solo magici..lui è astuto e diabolico. Non devi mai sottovalutarlo ma nemmeno sopravvalutarlo. La sua debolezza più grande è la tua più grande forza ma lui pensa che sia un punto a tuo sfavore..hai capito di che parlo?”.
“Lui è solo..”.
“Esattamente. Lui crede che il non aver bisogno di nessuno e la solitudine siano punti di forza ed è un ingenuo sotto questo punto di vista. Ma devi comprenderlo..non è mai stato amato da nessuno..temuto, rispettato, da alcuni invidiato..ma l’amore o l’amicizia non sono sentimenti che gli appartengono. Devi sempre considerare le vostre differenze come punti di forza, non come debolezze. Ad ogni modo, forse è ancora troppo presto per parlare di questi argomenti..spero avremmo modo di approfondirli il più tardi possibile”disse Aryana,guardando fuori dalla finestra che si affacciava sul lago.  
“Anche se ogni minuto che passa potrebbe essere sprecato se le mie ipotesi si avvereranno..”sussurrò impercettibilmente.
“Come dici?”chiese Harry, che non afferrò l’ultima parte di conversazione.
“Niente, niente..pensieri strani..cose di cui un ragazzo come te non deve preoccuparsi.Goditi questi momenti fin che puoi Harry. Ci sarà tempo per le preoccupazioni..”.
“E adesso perché mi stai guardando in questo modo?”disse Aryana, riferendosi all’ espressione perplessa dipinta sul volto del giovane mago.
"No, no è solo che a volte parli come se avessi il doppio della tua età..come se fossi tuo padre..”.
Aryana non poté fare a meno di sorridere.
“Me lo dicono in tanti ,sai?Devo riconoscere che è lo stesso per te. È che quando la vita ci pone davanti a cose molto più grandi di noi, è naturale  che, dovendo sopportarle, dobbiamo renderci automaticamente più forti e più saggi, accelerando il percorso naturale di ogni uomo…credo si chiami istinto di sopravvivenza. È il principio universale dell’universo: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”.   
Si scambiarono uno sguardo eloquente, complice.
I loro destini erano così simili e così complicati..
“Quindi la Legilimanzia non è una magia oscura?”.
“Vedi Harry, dipende cosa intendi per magia bianca e magia nera. In realtà, non esiste questo distinguo…è come per gli esseri umani. Charles Baudelaire affermava che vi sono in ogni uomo, in ogni ora, due postulazioni simultanee, una verso Dio, l'altra verso Satana..ogni uomo ha in sé sia il male che il bene ma è da che parte scegliamo di stare che ci caratterizza. Il mondo non si divide in buoni e cattivi ma in azioni buone e cattive. La magia è unica, ed è sempre straordinaria..è il modo in cui la usiamo che la distingue in bianca e oscura. Hai capito?”.
“Già..quindi lo stesso tipo di magia usata da te e da tuo padre può diventare negativa se usata in modo malvagio, giusto?”.
“Esattamente. Comunque il mio potere non è esattamente Legilimanzia. È molto simile ma..come dire..diverso, più potente e più efficace”.  
“Ho sempre saputo che la magia che avevi esercitato su di me non era oscura..la sentivo semplicemente..diversa”.
“In effetti è diversa. Non esiste tra i maghi, diciamo, che l’ ho appresa da altre razze”.
“Non è magia umana?”.
“Non esattamente..Sai, io ho ricevuto un’istruzione molto particolare fin da piccola. Da quando avevo sette anni, ho avuto tanti insegnanti molto particolari, non sempre appartenenti alla razza umana..e poi a quindici anni sono andata ad Hogwarts e..”.
“A quindici anni?”esclamò Harry stupito.
“Si, come ti ho già detto, prima ho avuto una formazione fuori dall’ordinario, all’estero, dove ho avuto modo di conoscere altre razze, lingue, modi di vivere..Come ormai avrai capito, ne sono rimasta enormemente affascinata, tant’è che quando ho finito gli studi ho deciso di sfruttare questa mia passione innata nel lavoro per il Ministero e anche scrivendo libri, mettendo a disposizione degli altri le mie esperienze in giro per il mondo e le conoscenze apprese durante i miei viaggi. Tuttavia gli anni migliori della mia vita li ho trascorsi indubbiamente ad Hogwarts ,dove ho conosciuto i tuoi genitori, Remus, i Paciock e tante altre persone fantastiche. Sai, sono stata sempre un tipo piuttosto solitario, per non dire solo, visto che non avevo modo di stare con i miei coetanei. Ma quando sono arrivata ad Hogwarts è stato come essere a casa.. finalmente degli amici e un posto fisso in cui vivere che potevo chiamare senza alcun dubbio casa”disse Aryana con occhi sognanti.
“Ti capisco meglio di quanto possa credere..”disse Harry,sentendosi sempre più vicino all’ Auror.
“Oh, già..anche per te deve essere stata dura crescere lontano dal tuo vero mondo, con persone che non ti hanno saputo mai apprezzare davvero”.
Tu..sai dei Dursley?”balbettò Harry colpito.
“Oh certo. Mio padre mi ha detto tutto su di loro e anche Remus..io e lui ci teniamo in contatto..siamo amici dai tempi di Hogwarts”.
“Come fai a sapere tutte queste cose di me? Voglio dire, quando mi hai visto alla coppa, non hai neanche visto la cicatrice, ma sei venuta direttamente da me come se già mi conoscessi e quando ti sei presentata, conoscevi già Ron e Hermione. Adesso vengo a sapere che conosci anche il mio passato e parli di me con Lupin e tuo padre ,mi dici quelle cose su Voldemort, mi offri il tuo aiuto per la prova, ti preoccupi per me. Perché lo fai? Ti confesso che cominci davvero a farmi preoccupare..”disse Harry esasperato.
Tutti i suoi dubbi finalmente vennero a galla e adesso spettava solo all’ Auror chiarirli.
”È logico che ti chiedi come faccio a sapere certe cose della tua vita, come mai parlo di te con mio padre e con i miei amici e hai tutto il diritto di farlo. Vedi Harry, quando ti ho detto che tua madre, tuo padre e gli altri erano i miei migliori amici,intendo quello che sono per te Ron e Hermione. Fuori da Hogwarts le cose non sono cambiate di una virgola fra me e loro, anzi, con lo scoppio della guerra diventammo ancor più uniti. Quando i tuoi genitori morirono, tutto finì. La mia vita andò in pezzi e l’unico motivo che mi fece restare in Inghilterra era la voglia di giustizia. Mi gettai a capofitto nel lavoro, catturando quanti più Mangiamorte potessi e non me ne andai fino a quando il regime di Lord Voldemort non fu completamente annientato. Me ne andai perché avevo bisogno di aria pulita, di riprendere fiato dopo tutto quello che era successo. Oltre ai tuoi genitori Voldemort prese con sé molti altri amici, colleghi. Ogni vita che se ne andava era un pezzo del mio cuore che si rompeva,Harry. Non era rimasto molto di me dopo la guerra. Me ne sono andata dall’ Inghilterra per non sentire la gente parlare, per non essere classificata come un eroe perché ,solo tu puoi capire come per chi è rimasto non ci sia niente di straordinario a sopravvivere. Ti senti solo in colpa per ogni premio e onore che ricevi perché ti sembra di non aver fatto abbastanza, ti sembra che quei premi non saresti dovuta essere tu a riceverli ma qualcun altro..e più ti guardi intorno, più tutto ti ricorda quello che hai perso e senti che il tuo cuore non può sopportare oltre e così me ne andai, credendo ingenuamente che se occhio non vede cuore non duole. Ma se c’è una cosa che ho capito in questi quindici anni, Harry, è che andare via non serve a niente perché il dolore ti seguirà ovunque tu sia. Harry, tu eri l’unica cosa per cui valesse la pena rimanere, io ti amavo come se fossi stato mio figlio. Probabilmente tu te ne sarai scordato, ma non c’è stato week-end che tu non abbia passato tra le mie braccia, non c’è stato un solo giorno in cui io non scrivessi a Lily per sapere come stavi e per sapere se i giochi che ti spedivo erano di tuo gradimento. Poi però, come ti ho già detto, tutto finì e io fui costretta a lasciare l’Inghilterra per non impazzire. Ma mi sono sempre tenuta informata sul tuo conto. Te l’ ho detto, per me eri come un figlio e, alla luce di quello che oramai sai riguardo al rapporto che intercorreva tra me e i tuoi genitori, puoi comprendere facilmente il motivo per il quale so così tante cose su di te. Ho sempre sentito doveroso farlo, prendermi cura di te e adesso che posso farlo..io..”.
Mentre pronunciò questo fiume di parole, pesanti come macigni, copiose lacrime sgorgarono dai suoi immensi occhi verdi, il suo viso si incupì ed Harry sentì per la prima volta la sua voce di solito così ferma e decisa, tremare. Tutto questo però non intenerì Harry, nel quale adesso stavano montando rabbia e frustrazione crescenti e una marea di interrogativi prendevano forma..
“Come scusa?”la interruppe,rabbiosamente Harry. “Parli di dovere e di rapporti con i miei genitori ma se ti fosse davvero importato, se avessi davvero sentito il dovere di prenderti davvero cura di me, non mi avresti lasciato ai Dursley ma mi avresti portato con te oppure saresti rimasta. Come mai io vengo a sapere queste cose solo adesso? Ora è troppo tardi..troppo facile..”proseguì Harry, cercando di ignorare le lacrime che sgorgavano sul viso etereo dell’elfo da quando aveva iniziato il suo racconto.
“Harry, aspetta, lasciami spiegare..”balbettò incerto l’elfo.
“Lasciarti spiegare?!”urlò Harry, mettendosi in piedi e lo stesso fece Aryana.
“Stai parlando da mezz’ora ininterrottamente, rivelandomi cose del tutto assurde e senza senso, cercando di giustificare il tuo comportamento vigliacco..Ecco perché te ne sei andata..non volevi avere la mia responsabilità su di te, giusto?! Non mi volevi, ero d’ intralcio ai tuoi grandi progetti di diventare un’ Auror brillante e famosa in tutto il mondo, giusto?! Un neonato in mezzo ai piedi con cui non hai neanche legami di sangue..ma figuriamoci..la grande Aryana Silente non avrebbe mai potuto compromettere i suoi esaltanti sogni di gloria e fama, non è così?”urlò Harry, pieno di delusione e collera.
“Harry, non è andata così..stai delirando..Adesso calmati, mettiti seduto e ascoltami”disse Aryana, fissando Harry negli occhi.
C’era qualcosa di rassicurante nella sua voce e nel suo sguardo..
Harry non sapeva che tipo di magia stesse usando in quel momento su di lui ma sapeva che stava funzionando..forse era solo carisma..
Docilmente si riaccomodò sulla poltrona dietro la scrivania sul quale era seduto un attimo prima e aspettò in religioso silenzio che Aryana desse le sue spiegazioni.
“Non posso spiegarti esaurientemente le ragioni per le quali me ne andai ma ti posso giurare che tu non eri una causa, semmai, eri l’unica ragione che mi poteva indurre a restare. Non pensare che tu non eri un motivo sufficiente per rimanere ma io non potevo più vivere in Inghilterra, né tanto meno potevo portarti con me..stravolgere il tuo mondo, darti una vita al limite,che diritto avevo?! Io volevo che tu avessi una vita normale, serena, tutto quello che io non potevo darti perché ,in primis io, non ero pronta ad occuparmi di un bambino. Ero stravolta, esaurita, stremata…avevo solo bisogno di aiuto. Tu invece avevi dei parenti che potevano offrirti una casa e, in quel momento,non potevo immaginare che si sarebbero rivelati per come sono ora. Loro avevano la precedenza su di te e ,diciamolo pure, potevano darti molta più stabilità e sicurezza di me. Ad ogni modo, anche se avessi potuto tenerti con me, io non avrei mai potuto strapparti da quella casa..non posso spiegarti adesso i particolari ma ,credimi, è per proteggerti che ti abbiamo affidato ai Dursley. Harry, io non ti ho abbandonato..e se l’ ho fatto ti prego di perdonarmi ma davvero l ‘ ho fatto nel tuo interesse..Io vorrei tanto poterti spiegare..”.
“Sembra che tu non possa spiegarmi molte cose, Aryana. Il tuo mondo perfetto alla fine non è poi così perfetto, vero? È solo un castello di sabbia, fatto di bugie, illusioni e misteri”disse amareggiato Harry.
Aryana sembrò non saper rispondere a questa affermazione.
E come poteva d’altronde?
Rimasero per un po’ in silenzio, evitando reciprocamente i loro sguardi.
Poi, l’atmosfera parve addolcirsi.
 La rabbia, pian piano, svanì così come era arrivata.
“Io..vorrei solo sapere..perché sono rimasto solo tutto questo tempo”sospirò infine Harry.
“Harry, tu non sei mai stato solo. Ci sono state sempre tantissime persone che hanno vegliato su di te in ogni istante, in primis, mio padre. Sei circondato da persone che ti vogliono bene, che credono in te..e io sono una di queste..che ti piaccia o no”.
“Perché non puoi spiegarmi le ragioni per le quali hai lasciato l’ Inghilterra?”.
“Per lo stesso motivo per il quale non ti ho portato via con me..non voglio stravolgere il tuo mondo, non voglio darti angosce inutili e in ogni caso, sarebbe troppo complicato e doloroso da spiegare”.
“Quando sarai pronta pensi di potermela dare qualche spiegazione?”.
“Non so se sarò mai pronta ad affrontare il mio passato, Harry. L’ ho tenuto in un cassetto,nascosto da tutti per così tanto tempo che non so fino a che punto può essere saggio tirarlo fuori”.
“Me lo hai detto tu poco fa che nascondersi non serve a niente perché il dolore ti seguirà ovunque”.
“Infatti..ma il dolore preferisco tenermelo per me e affrontarlo da sola”.
“Il fardello in due è meno pesante..”.
“Non riuscirai a cavarne un ragno dal buco, Harry”concluse Aryana concisa.
“Perché no?”insistette Harry.
“Hai la stessa testardaggine di tua madre..”.
“Era davvero la tua migliore amica?”chiese Harry spontaneamente.
Per tutta risposta, Aryana si alzò e andò a frugare in un armadietto poggiato su una parete della stanza. All’interno di esso Harry poté scorgere un calice con dentro un liquido argenteo che era sicuro aver già visto molto simile nell’ufficio del professor Silente, sebbene quello che ora era davanti ai suoi occhi sembrava essere molto meno capiente. L’ Auror tirò fuori alcune fotografie che porse a Harry.
“Questa è la mia preferita..”disse, prendendo dal mucchietto una foto che ritraeva Aryana molto più giovane e sorridente con un fagotto azzurro tra le braccia che doveva essere Harry. Quest’ultimo sfogliò avido le foto rapidamente: Lily e James; Lily e Aryana; Remus e James; James, Remus e Aryana; Sirius, James e Remus; Peter e Sirius e così via.
Harry rimase turbato dal fatto che Aryana non nominò neanche per una volta né Sirius né Peter..in fondo facevano parte del gruppo anche loro..Harry continuava a rimanere dell’ idea che l’ Auror pensasse che lui non sapesse niente riguardo la verità sul suo padrino. Ma com’ era possibile che Silente non gli avesse accennato niente riguardo l’ aiuto che Harry e Hermione diedero a Sirius per la fuga con Fierobecco? Forse evitava semplicemente l’argomento poiché troppo complicato..In effetti avevano preso confidenza solo da poco.
“Puoi tenerle ,se vuoi. Io ne ho un’ infinità..”disse Aryana ad Harry nel momento in cui quest’ultimo gli porse indietro le foto.
“Grazie. Credo che adesso sia meglio che vada”.
“Hai ragione. Ti ho dato fin troppe cose a cui pensare. A proposito di cose a cui pensare…hai risolto il problema dell’uovo?”.
“A dire il vero..no”disse mestamente Harry.
“Penso che Cedric Diggory sarà contentissimo di ricambiare il favore..”esclamò Aryana, accompagnando Harry alla porta.
“Ma come..?”esclamò interdetto Harry.
“Buonanotte, campione”troncò Aryana, chiudendo la porta del suo ufficio e lasciando Harry per l’ennesima volta di sasso.

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Capitolo 15
*** Pentimento e Redenzione ***


Rieccomi con un nuovo chap!!! Innanzi tutto, GRAZIE a tutti i nuovi e ai vecchi recensori, appassionati e anche solo visitatori di questa storia.  Mi fa molto piacere che vi sia piaciuta così tanto. Passiamo alla chiarificazione dei vostri dubbi:
Per Musa Talia: hai come al solito centrato perfettamente il mio dilemma. Nel senso che la storia si sbroglierà ad un punto in cui tutto si riallinerà alla storia della Rowling. Il punto è che io nella mia mente contorta ho pensato a qualche ideuzza per modificare ancora una volta la trama. Però il fatto è che ho paura di incasinare troppo le cose, dopo che finalmente ero riuscita a far quadrare tutto!!!! La risposta è che sono fortemente indecisa e dipende da come riesco a sviluppare , a livello formale e di contenuti,le mie idee. Comunque non ti preoccupare perchè in linea di massima gli avvenimenti rimarranno uguali, cioè sconfitta di Voldemort per mano di Harry...ecc...come hai potuto vedere io cerco soltanto di dare voce a particolari e a storie che la Rowling non ha mai approfondito...fin ora non ho cambiato troppo il corso degli eventi...
Per quelli che mi chiedono di svelare i misteri bhe, ovviamente mi devo mordere la lingua!!!! Vi posso solo dire che siete moooolto perspicaci.
Comunque, sempre per quanto riguarda Piton, sto meditando di mettere anche un suo punto di vista per non screditarlo troppo altrimenti diventerebbe una cosa abbastanza irreale ma stiamo parlando di molti capitoli avanti. Nel frattempo godetevi questo...
Piccola anticipazione sul prossimo: si continuerà sul filone vecchia generazione...e tanti segreti saranno svelati, o almeno, tra quei due!!!  Perchè a voi non ho intenzione di rivelare nient'altro per i prossimi due chap poi arriverà una SORPRESONA!!! Leggete per credere. Baci, Ile.



Hogwarts - 1975

Regulus Black

Quella sera ero cupo, di malumore, non mi andava di fare niente.
L’unico desiderio era di restarmene chiuso in dormitorio. Ma purtroppo l’etichetta veniva prima di tutto e Bellatrix mi aveva fatto promettere di essere presente quella sera insieme a loro.
Per cui seppur di malavoglia scesi nella Sala Comune verde argento e individuai immediatamente la banda.
Li chiamavo così.
Non potevo considerarli davvero amici, i rapporti che ci univano erano ben più intricati e oscuri per poterli compendiare in normali sentimenti adolescenziali.
Forse convenienza, familiarismo,politica, diplomazia, interessi comuni, ma non di certo amicizia.
Eravamo stati cresciuti tutti con la stessa mentalità aristocratica, snob, elitaria. Era naturale che in un ambiente come quello la gente come noi si ritrovasse insieme, era quello che si aspettavano tutti ed era così che andava.
Non potevo negare che mi sentissi più che spesso costretto a frequentarli, sempre troppo contenuto nei modi e nei gesti, come se dovessi cercare in continuazione di essere all’altezza, di dimostrare che mio fratello fosse l’eccezione che confermasse la regola.
Dovevo rimediare ai suoi errori, era sempre stato così.
Ma con il tempo la mia cerchia imparò a trattarmi con rispetto e benevolenza, esattamente come gli altri adepti.
Non potevo dirmi completamente estraneo a quella realtà, mi piaceva essere ammirato e temuto dagli altri Serpeverde, era nel sangue dei Black la voglia di gloria, l’ambizione, il successo. Per non parlare delle aspettative e dell’ orgoglio che procuravo ai miei genitori e che contribuivo ad accrescere ogni giorno di più.
Tutto questo mi appagava, era come una specie di redenzione, di riscatto agli occhi degli altri per colpa di Sirius. Comportarmi nell’ esatto modo che ci si aspettava da me era la cosa giusta..per tutti.
Non ero perfettamente convinto che fosse la cosa migliore anche per me ma cercavo di convincermene…dovevo convincermi.
“Reg ,  finalmente..” biascicò Bella, accoccolata tra le braccia di Lestrange.
Il modo in cui pronunciò il mio nome, il modo in cui faceva saettare gli occhi da una direzione all’ altra come una folle, mi raggelò il sangue.
C’era qualcosa che andava al di là della perfidia in mia cugina..lei era dannata.
“Scusate..un emicrania tremenda..è colpa di questi maledetti ragazzini che scorazzano urlanti. Ormai le famiglie non insegnano più la disciplina..”.
“Regulus, vieni qua, ci penso io a te..”soffiò come una gatta Astrid Hayes, facendomi poggiare la testa sul suo ventre.
Era una ragazza bellissima, aristocratica, ricca e machiavellica.
 Perfetta per un Black, quindi.
Mi adulava e mi venerava come un dio fin dal secondo anno, da quando incominciai a frequentare quelli che “contano”.
Per ironia della sorte, Astrid era esattamente tutto quello di cui avevo bisogno.
Pensava che fosse esclusivamente lei a trarre beneficio da quella relazione, se così vogliamo chiamarla.
Fama, rispetto, invidia, attenzione…erano questi i vantaggi di stare con uno come me. Io sapevo benissimo che la realtà era ben diversa. Tutto quello che mi ero costruito attorno era pura apparenza. La mia vita era avvolta da una cupa nube di ipocrisia, convenienza e opportunismo.
In realtà stare con Astrid mi  dava lo stesso effetto che mi facevano gli sguardi delle matricole Serpeverde colmi di ammirazione, le lacrime di commozione di mia madre, le pacche sulle spalle di mio padre, i sorrisi di compiacimento, il timore e l’ invidia che leggevo nei visi dei miei nemici: carezzavano il mio spirito, curavano le mie costanti insicurezze, mi aiutavano a fissare meglio la maschera in volto, a tenere ancora tutto in piedi.
Non sapevo per quanto sarebbe rimasto eretto il mio castello di carte ma sapevo che  dovevo, dovevo resistere…per tutti gli altri.      
“Di che parlavate?”esclamai mentre mi lasciavo massaggiare le tempie dalle dita esperte di Astrid.
“Questa sera il tema è cambiato..Pensiamo che sia il giunto il momento di farla pagare alla figlia del vecchio filobabbano suonato”disse Avary, battendo le mani sulle spalle dell’esile Piton.
“V - vuoi dire Aryana Silente?”balbettai ma ripresi immediatamente il mio contegno.
“Certo, ti ricordi quella storiella in biblioteca? Avary e Piton ne stanno pagando ancora le conseguenze,non è così?ghignò Lestrange mentre accarezzava i capelli di Bella.
“È inutile che ghigni Lestrange, è solo per un colpo di fortuna che ti sei risparmiato le punizioni di Luma”gli risposi beffardo, cercando di recuperare il mio solito cipiglio.
“In più quella se ne va in giro facendo la principessa come se questo castello fosse suo, solo perché suo padre le ha insegnato qualche trucchetto per fare colpo sulla gente...feccia..”disse melliflua Bellatrix.
Era gelosa fino all’ osso, tutte le prime donne lo sono.
“Ad ogni modo, dobbiamo fargliela pagare. Per le vacanze di Natale, io e Piton rimaniamo al castello. Pensateci: scuola deserta, professori dimezzati, Gazza abbassa la guardia..è perfetto”disse Avary.
“Perfetto un corno. Io lo spettacolo non me lo voglio perdere e non ho intenzione di rimanere a castello per Natale”sputò Lestrange.
“Io e Piton faremo così, voi fate un po’ come vi pare ma io voglio vendicarmi subito, anzi, è passato già troppo tempo”.
“Ma si, Rodolphus, tanto avremmo tempo e modo di rifarci..”quasi miagolò Bella, facendo le fusa nel suo orecchio.
Non ascoltai più il resto della conversazione, ero troppo impegnato a codificare il nodo appena formatosi nel mio stomaco.
Aryana era la ragazza che piaceva a Sirius, la migliore amica della ragazza di Potter, e poi non era neanche così male. Era capitato che la trovassi intenta a guardarmi ma in un modo diverso dagli altri: non con disprezzo, adulazione o timore ma solo con curiosità. Ogni volta che lo faceva sembrava che mi stesse frugando dentro la testa.
In ogni caso, non avrei voluto che le fosse successo qualcosa.
In fondo non ci aveva fatto un torto tanto grande, era solo per noia e per l’ orgoglio ferito dalle punizioni che se la stavano prendendo con lei..
Rimasi tutta la serata a rimuginare ma scacciai dalla testa le mie idee insane..aiutarla era una follia.
Ero un Serpeverde, un Black, ero uno di loro.
Dovevo sottostare alle regole.
Niente di più facile, era la cosa che mi riusciva meglio: ubbidire.
 
*************************

“Sei solo un secchione, Sev” lo canzonò Lestrange, mentre uscivamo dall’ aula di Trasfigurazione.
Ma l’atmosfera ilare in cui eravamo avvolti si spense immediatamente non appena incrociammo nei corridoi Sirius e Potter.
Stavano come al solito scorazzando per il castello, mentre sarebbero dovuti essere a lezione, tipico di Sirius.
Probabilmente erano venuti lì apposta per litigare, non sarebbe stata la prima volta.
Si limitarono a guardarsi con sfida, beffanti, senza dire una parola e infine ognuno andò per la sua strada, ai lati opposti.
Non c’era niente da fare, le cose andavano così.
E allora perché sentivo quel macigno dentro lo stomaco, quel nodo alla gola che mi impediva persino di inghiottire? Cercai di soffocare quell’impulso che ormai cresceva dentro di me dalla sera prima ma fu inutile.
“Ragazzi, ho dimenticato una cosa in aula, scusate”dissi, correndo indietro.
Non sapevo neanche cosa Merlino stessi facendo.
Sarei andato lì, davanti a lui, e cosa gli avrei detto?
 Mi sentivo un idiota ma seguivo il mio istinto, una delle rare volte.
Magari ne sarebbe valsa la pena. Li vidi: erano esattamente a pochi metri dove li avevamo incrociati qualche secondo prima.
Ripresi un passo normale, controllato.
Non avrei fatto la figura dell’idiota che corre dal fratellone, anche se era esattamente ciò che stavo facendo.
“Ehi..”mormorai, ignorando lo sguardo schifato di Potter su di me.
“Regulus..”proferì gelido Sirius.
Era la classica piega che prendevano le nostre conversazioni: sia io che lui mantenevamo un atteggiamento distaccato e formale, cercando di non degenerare nello scontro ma allo stesso tempo marcando fortemente il concetto che nessuno dei due voleva intrattenere rapporti l’uno con l’altro.
“Se la mamma ha per me altre lettere cariche di insulti, puoi anche tenertele”sibilò stoico.
“Non è niente di tutto questo. Potrei parlarti..da solo?”.
“James non ha segreti con me”.
Tipico di Sirius anche questo.
 Gettai un’ occhiata di sbieco nei confronti di Potter e sospirai, facendo crescere in me il sentimento del rimorso per quella conversazione che non avrebbe mai dovuto iniziare.
Eppure andai a fondo, conscio dei sensi di colpa infiniti che ne avrei ricavato.
“Senti, la tua amica, la figlia di Silente..bhe..stacci attento..”borbottai risoluto e cercai di svignarmela.
“Aspetta, che vuoi dire?”.
“Quello che ho detto. Tieni gli occhi aperti, qualcuno potrebbe avercela con lei..”.
“Qualcuno chi? Per caso qualcuno degli idioti che frequenti?”.
“Probabile”.
“Sai, qualcosa di più preciso?”.
“No..solo..durante le vacanze di Natale..”.
Ci scambiammo una rapida occhiata eloquente, poi mi voltai e feci per andarmene.  
“Reg, aspetta..”esclamò titubante Sirius.
Un pugno nello stomaco a sentire quel nomignolo.
Era da millenni che non mi chiamava così.
“Che c’è?”.
“Perché lo stai facendo?”disse con un tono di voce quasi gentile.
“Facendo cosa? Io e te non abbiamo avuto nessuna conversazione, chiaro?”.
“Era sottinteso questo ma intendevo..cosa diavolo stai facendo con quegli idioti?Che ci fai con loro?”.
“Cerco di rimediare a quello che non hai mai fatto tu, Sir”dissi, voltandomi e non guardandomi indietro.

***************************

Sirius Black

“Perciò rimani qui?”disse Regulus con tutta l’aria di chi voleva chiudere il prima possibile quella dannatissima conversazione.
 Stavamo a tre metri di distanza nonostante stessimo avendo un dialogo, sempre se quello si potesse chiamare tale. Le carrozze dirette alla stazione di Hogsmeade cominciavano a riempirsi di volti felici di tornare a casa per le vacanze di natale.
“Certo che rimango qui, non penserai che voglia venire a casa?”.
“Credevo che andassi con quella feccia che ti porti dappresso”sibilò lanciando un’occhiataccia a James il quale  nel frattempo amoreggiava con Lily. “Comunque è meglio così, almeno non dovrò sentire la mamma piangere per colpa tua”.
“Da quand’è che nostra madre piange?”esclamai sarcastico.
“Da quando si ritrova un bastardo come te come figlio”.
“Continua a pensare pure che i nostri genitori siano le vittime innocenti ed io il loro carnefice..continua a startene sotto le sottane della mamma..quando diventerai un vero uomo, fammi sapere”.
“Se diventare un uomo significa essere come te..allora credo che rimarrò un poppante per molto tempo”.
“Mi sa che non ti conviene..la puzza del pannolino sporco si sente fino a qui”.
Rimanemmo per non so quanto tempo a fissarci, con gli occhi ridotti a due fessure e i pugni stretti.
Esattamente come quando eravamo bambini..solo che questo non era più un gioco..
“È  tornato tutto come prima, vero? Ti hanno rifatto il lavaggio del cervello. Non ha nessuna importanza quello che hai fatto per Aryana..è tutto tornato esattamente come prima”dissi rompendo il silenzio che mi fracassava i timpani.
“Eravamo d’accordo che non avremmo parlato mai più di questa cosa. Non so neanche io perché l’ ho fatto. Ho commesso un errore, anzi, sai cosa? Dimenticatelo”.
Fissai i miei occhi grigi nei suoi altrettanto grigi.
L’ avevo perso, di nuovo.
Quella luce in fondo al tunnel che avevo intravisto si era spenta. Non era rimasto più niente di quel barlume di speranza.
Un passo avanti corrispondeva poi a dieci passi indietro.
Era sempre stato così con Regulus, forse anche per colpa mia. Non potevo perderlo di vista un secondo ed era già nelle grinfie di qualche serpe. Avrei dovuto stargli addosso tutti quegli anni, convincerlo della nostra diversità.
Ma non lo feci, per il mio egoismo, per il mio orgoglio, per la mia svogliatezza.
Credevo che Regulus fosse un capitolo chiuso della mia vita, una sfida persa. Non volevo averci più niente a che fare perché questo voleva dire avere un legame con la mia famiglia,mentre io avrei solo voluto dimenticare. E quando stavo per riuscirci, quando stavo per liberarmi di quel fardello insostenibile che era  il mio passato, ecco che Regulus fece quel gesto inaspettato, che solo una persona con il cuore puro avrebbe potuto compiere.
Ma era solo un falso allarme, scattato per sbaglio.
Anche se ci avevo creduto intensamente che le cose stavo per cambiare, non era cambiato assolutamente nulla.   
“Bon voyage, fratellino” sibilai con odio.
Se ne andò sprezzante dai suoi infimi amici, non mancando quasi di lussarmi la spalla.
Gettai un’occhiata verso il loro gruppo: quasi tutti avevano preso posto in carrozza tranne Piton e Avary, evidentemente sarebbero rimasti al castello. Non era una novità che Piton trascorresse le vacanze di Natale ad Hogwarts ma era davvero insolito che Avary non tornasse a fare il cocco di casa nel suo castello.
Quello che Regulus aveva spifferato era vero: le serpi stavano tramando vendetta nell’ombra.
Raggiunsi Remus che stava dando gli ultimi saluti a Peter e James.
“Manco se stessero partendo per la guerra..”esclamai,stampandomi la solita aria da scanzonato in viso.
“Felpato, sei sicuro che vuoi restare qui? Lo sai che a casa mia sei sempre il benvenuto..”disse James.
“James, lo sai che devo restare qua..”.
“Andiamo, non mi dire che sei convinto di quelle idiozie che ti ha detto tuo fratello? È ovvio che è una trappola o forse l’ennesima beffa. Sanno qual è il tuo punto debole e lo usano contro di te”.
“E se invece fosse vero?Senti, Regulus non è certo molto degno di stima..ma se ha addirittura vinto il repulso di parlarmi, vuol dire che è per una cosa importante”.
“Come vuoi, ma non dire che non ti avevo avvertito..”.
“Si, si..adesso invece di fare lo sbruffone, sbrigati ad andare con Peter alla carrozza..”.
“Allora, ci vediamo tra dieci giorni..”.
“Certo e vedi di tornare qua tutto intero..”esclamai gioviale, mentre chiudevo lo sportello della carrozza.
Io e Remus restammo lì per un po’.
Le carrozze si allontanavano sempre di più fino a quando non divennero dei puntini piccolissimi.
Il mio sguardo però non era puntato sulle carrozze ma su di Lei.
Guardava il paesaggio, come tutti gli altri. Accanto a lei c’ era Angelica, l’unica che non era partita escludendo noi, Piton, Avary e qualche altro studente.
“Starai tutte le vacanze con gli occhi puntati addosso a Aryana, sbaglio?”esclamò Remus interrompendo le mie fantasie.
“Certo”.
“Ma non avevi chiuso con lei?”.
“Era quello che credevo anch’io”dissi mentre ci affrettavamo a tornare dentro al castello.
Il freddo glaciale di Dicembre cominciava a farsi sentire.


                                                                                      **************************   
Guferia di Hogwarts

Aryana Silente

Rilessi velocemente le lettere destinate rispettivamente ad Uriel e ai miei nonni.
Cercavo di concentrarmi ma non potevo far altro che pensare a Sirius.
Cosa ci faceva qui ad Hogwarts?Non sarebbe dovuto tornare a casa per le vacanze?
Mi decisi ad uccidere quei pensieri, non doveva importarmene niente di quello che faceva.
Scelsi un gufo che sembrava particolarmente veloce, gli legai le pergamene alla zampa e lo lasciai volare via. Rimasi per qualche secondo ad ammirare lo splendido orizzonte che si affacciava su Hogwarts, lasciando che il vento mi scompigliasse i capelli e mi sferzasse il volto, dopodiché mi voltai per uscire ma una spiacevole sorpresa si piazzò davanti ai miei occhi: Piton e Avery.
I due maghi mi squadrarono dalla testa ai piedi, con un sorriso provocatorio e arrogante stampato sul volto.
Decisi di ignorarli e mi avviai tranquillamente verso l’uscita ma Avery mi sbarrò la strada.
“Cosa volete?”.
“Nox” esclamò Piton e tutte le luci della guferia si spensero.
Fulmineamente mi scansai di lato per non farmi acciuffare da Avary. Sentii la dura e fredda pietra del muro premere sulla mia schiena e istintivamente mi accucciai. Afferrai la bacchetta e cercai di concentrarmi il più possibile ma non riuscivo a vedere niente.
L’unica cosa che sentivo era il frusciare delle loro vesti..mi stavano cercando.
Il loro apparente vantaggio,il buio, gli si era ritorto contro. Per fortuna la mia velocità e i miei riflessi elfici li avevano colti alla sprovvista. Purtroppo ero certa che in poco più di un minuto mi avrebbero trovata, la guferia non era poi così grande,anzi, tutt’altro.
Dovevo trovare in fretta un modo per uscire da quella situazione..
“Presa”esclamò Piton, acciuffandomi per i capelli.
 Se solo avessi potuto vederlo avrei potuto usare la magia ma purtroppo era buio pesto. Avery mi disarmò prima che potessi fare un tentativo con la bacchetta per cui non mi restava altro da fare, se non aspettare di conoscere la loro prossima mossa.
“Lumus” esclamò Piton e di colpo la guferia fu nuovamente illuminata.
Severus Piton non si accorse che aveva appena fatto la cosa più sbagliata che potesse fare.
Non appena ebbi focalizzato il volto di Avery di fronte a me, con un leggero movimento delle pupille, lo lanciai dall’altro lato della guferia. Piton era alle mie spalle per cui non potevo fare quasi niente contro di lui ma approfittati della sua sorpresa per assestargli una gomitata nelle costole e ,così facendo, mi liberai dalla sua morsa. Non appena mi voltai ,però, Piton era sparito. Doveva aver usato una delle sue oscure magie. Tenendo salda la bacchetta nelle mie mani, mi guardai attorno ma di Piton alcuna traccia. All’improvviso sentii un biascichio proveniente dall’ angolo della guferia, dove poc’anzi mi ero nascosta. Senza neanche pronunciare l’incantesimo, con un colpo di bacchetta puntai in quel preciso punto. Con uno stridulo Severus Piton ritornò visibile e si rialzò con una smorfia di dolore in volto. Stavo per mandarlo a terra quando due mani callose mi afferrarono per le spalle: Avery mi stava premendo la bacchetta dritto alla gola. Stavo per mandare un’altra volta Piton a terra quando con un movimento della bacchetta mi gettò della polvere negli occhi. Aveva capito come usavo la magia elfica. Rimasi senza poter vedere e i due maghi se ne approfittarono..
“Crucio” esclamò Piton.
Non sentii niente.
 Sorrisi.
Era la prima volta che riuscivo a pronunciare un incantesimo scudo senza l’uso della vista e della bacchetta.
 Un riflesso automatico.
Un esterrefatto Piton ripeté la formuletta per parecchie volte,invano.
“Sorpreso, Piton?” sibilai pungente.
Colpito e affondato.
Finalmente riuscii a togliermi dagli occhi la polvere e riacquisii l’uso della vista.
Prima di poter fare qualsiasi cosa, la porta si spalancò: Sirius Black e Remus Lupin avevano appena varcato l’uscio della guferia con le bacchette sfoderate.
“Ma guarda un po’ chi c’ è…”esclamò Avary,ironico.
“Leva le tue manacce di dosso a Silente, Avary”.
“Altrimenti cosa fai,Black?”.
“Questo..”rispose mentre scagliava uno stupeficium addosso a Avary che venne immediatamente scagliato sul muro. Io caddi a terra per l’impatto mentre Sirius lanciava maledizioni contro Piton, e Remus teneva a bada Avery.
All’improvviso sentimmo delle voci avvicinarsi: Gazza e Mrs Purr stavano velocemente salendo su per la torre.
“Chi è là? Cosa sono questi rumori?”urlò rocamente il guardiano.
Sirius e Piton misero giù le bacchette.
Ci lanciammo tutti occhiate piene di tensione.
In extremis il malandrino Sirius,abituato a quella serie di situazioni, esclamò: “Presto, di qua”.
Indicò una porticina di legno alta poco più di un metro,nascosta da un pagliericcio. Per primo andò Remus,poi, vedendomi riluttante, Sirius mi afferrò per un braccio e,praticamente a forza, mi fece entrare nel minuscolo buco.
“Voi restate qua e vi inventate una scusa per Gazza. Sarà meglio per voi che sia convincente…Ah, quasi dimenticavo, noi qua non ci siamo mai visti e lasciate in pace Silente o dovrete vedervela con noi..”.
“Che paura…”biascicò Piton.
“Vedrai se non ti faremo paura,Mocciosus. Devo ricordarti in quanti modi possiamo renderti la vita impossibile?”disse, non lasciando il tempo per controbattere a Piton e scomparendo nel buco,richiudendosi la porticina alle spalle.
“Lumus”esclamai,tirando fuori la bacchetta. Lo spazio attorno a noi si illuminò:eravamo in un cunicolo più stretto che lungo,posti in fila indiana,uno dietro l’altro con capofila Remus e chiudi fila Sirius.
“Forse è meglio che sia tu a fare luce, Remus”disse Sirius.
“Certo…Lumus”sussurrò Lupin e la sua bacchetta magicamente produsse un potente fiotto di luce.
“D-dove siamo?” esclamai interdetta.
“è un passaggio segreto. Non preoccuparti, Remus ed io conosciamo molto bene la strada, non hai niente da temere con noi vicino” rispose con un misto di sarcasmo e istinto protettivo Sirius. Non riuscivo mai a capire se stesse scherzando o meno.
Cominciammo a camminare dapprima velocemente, poi, visto che il cunicolo si faceva sempre più difficile da attraversare, fummo costretti a rallentare il passo.
Io inciampai un paio di volte ma fortunatamente Sirius,dietro di me, mi riusciva a prendere prima che toccassi terra.
Non era da me inciampare.
“Manca ancora molto?”dissi, asciugandomi il sudore e la polvere dalla fronte.
“Non preoccuparti siamo quasi arrivati” rispose Remus con la sua voce rassicurante.
“Dove conduce questo passaggio?”.
“Dritto alla Sala Comune” rispose Remus, pazientemente.
“Come sapete della sua esistenza?”.
“Oh, ci sono talmente tante cose che non sai su di noi, piccola e ingenua Aryana”esclamò Sirius, mentre mi tirava su per l’ennesima volta prima che toccassi terra.
“Vuoi stare attenta a dove metti i piedi? Sono stanco di doverti riacciuffare ogni due secondi..Non mi sembravi una che cadeva tanto facilmente..”disse,ridendo.
“Infatti…è che ho un po’ di problemi con gli spazi chiusi..”dissi con un tono alquanto tentennante.
“Non ti senti bene?”chiese ,sinceramente preoccupato.
“No, no…sto bene..e poi ormai siamo arrivati..”.
“Comunque stai tranquilla ci sono io qua a prenderti se cadi o se svieni..sarò il tuo angelo custode” sussurrò al mio orecchio.
“Grazie..”balbettai imbarazzata, guardando dritto davanti a me.
Odiavo fare la parte della bambina indifesa.
Non era da me.
Finalmente arrivammo alla meta.
Remus aprì una porticina di legno,identica a quella della guferia e ci ritrovammo dietro un muro della Sala Comune. Dopo esserci accertati che fosse vuota, ricomparimmo da dietro l’arazzo,luridi e sudati,nella stanza deserta.
“Allora, Silente, dopo che ti abbiamo salvato il faccino, ci aspettiamo delle spiegazioni, come minimo. Come mai Mocciosus e Avary ce l’avevano con te?”.    
“Innanzi tutto non mi avete salvato il faccino, me la sarei cavata benissimo da sola e, in ogni caso, non sono affari tuoi”.
“E dai, non partire subito sulla difensiva..era solo per sapere…” rispose Sirius, gettandosi sul divano.
“Bhe, immagino che sia perché un po’ di tempo fa li ho beccati mentre torturavano un ragazzino in biblioteca e ho messo fine ai loro giochetti perversi”.
“Lodevole da parte tua, Silente”.
“Vabbè,io mi vado a fare una doccia..ci vediamo dopo Sir..”esclamò Remus, imboccando l’ingresso del dormitorio maschile.
“Credo che anche io farò lo stesso..”dissi più a me stessa che a Sirius.
“Aspetta,dove vai?”.
Si era alzato fulmineamente e mi aveva afferrato il braccio, facendomi voltare verso di lui.
“Black, hai questo dannato vizio di bloccare le persone con la forza…”.
“E tu hai questo dannato vizio di scappare via non appena ti trovi con me da sola”.
“Ecco appunto, io qualche domanda me la porrei..”risposi sarcastica.
“Andiamo, Aryana…non mi hai neanche ringraziato per quello che ho fatto oggi..”.
“Ti ho già ringraziato nel cunicolo ma poi ,a pensarci bene, non ti devo niente. Me la sarei cavata ugualmente”.
“Certo…con una bacchetta puntata alla gola e un'altra alla schiena?”.
“Ci sono così tante cose che non sai di me, piccolo e ingenuo Sir..”gli feci il verso.
“Sbaglio o mi hai chiamato Sir?Facciamo progressi..”.
“Bene. Visto che abbiamo chiarito la situazione, credo che io possa andare adesso..”dissi, ignorando il suo tuono suadente e avviandomi verso il dormitorio.
“Andiamo, Aryana. Per quanto ancora vorrai giocare?”chiese all’improvviso serio, sbarrandomi il passaggio. “Non mi fraintendere.  I nostri scambi di idee sono uno spasso oltre che tremendamente eccitanti ma…io voglio di più”mormorò accattivante.
“E che cos’è che vorresti esattamente?”miagolai, stando al gioco.
“è estremamente semplice oltre che scontato: te”gongolò avvicinandosi al mio viso.
Mossa da manuale.
“Mai”sputai, respingendolo.  
“Basta con i giochetti, Aryana” disse serissimo, bloccandomi per un braccio. “Ascolta, io potrei continuare in eterno a giocare così con te ma non è giusto. Potrei fingere che non soffra quando ti vedo, potrei continuare a scacciare dalla mia mente l’immagine del nostro bacio che continuo a ricordare incessantemente. Potrei passare da una ragazza all’altra, fingendo che tu per me vali quanto loro cioè niente. Potrei continuare ad essere il fiero e ribelle Sirius Black. Potrei farlo,non credere che non possa.  Ma io scelgo di combattere per noi. Io scelgo te. Perché so che potrei essere molto di più di questo insieme a te. So che saremmo incredibili insieme. Lo so che hai paura. Anche io, molta.  Ma preferisco morire di paura provandoci che restare una vita aspettando qualcosa di più sicuro. Perché la verità è che non me ne frega niente della sicurezza. La verità è che stare in bilico con te e per te è una sensazione terribilmente incredibile. E non so come spiegartelo ma è così. È come trattenere il fiato fino a che non ti gira la testa. È la sensazione che provi un attimo prima di cadere, quando la vertigine ti scala la schiena e arriva dritto al cervello. La verità è che nella vita non troverò mai qualcosa di meglio di te. E so che se non lo faccio ora, me ne pentirò per il resto della mia vita…”
Mi baciò.
Mise le sue mani tra i miei capelli e mi baciò.
Le lacrime inondavano il mio viso.
Lui continuava a baciarmi.
Scossa elettrica.
Il cuore aveva smesso di battere.
Una voce fievole dentro la mia testa: no,no,no. Maledizione,no. Spazzata via dalla lingua di Sirius che accarezza la mia.
Trattengo il respiro da circa un minuto.
Realizzo che si può respirare con il naso.
Aria nei polmoni.
Mani nei capelli di Sirius. Bella sensazione.
Sirius intreccia le sue dita alle mie, mentre continua a baciarmi.
Voglio morire.
Voglio vivere.
Voglio gridare.
Non so cosa fare.
Ho paura  di quando finirà.
Non voglio che finisca.
La mia testa smette di pensare quando Sirius fa aderire il mio corpo al suo. Mai provata una cosa simile. Fuoco.
La mia mente torna a formulare pensieri anche se uno si accavalla agli altri prepotentemente: Sirius, Sirius, Sirius.
Come si fa ad abituarsi a una cosa simile?
Non voglio svegliarmi. Non voglio,non voglio, non voglio.
Suona la sveglia.
Si staccò inaspettatamente, così come si era attaccato a me. Probabilmente avevo un’espressione stupida in faccia. L’espressione di chi si sta scervellando per pensare a che diavolo di faccia si debba avere in certe situazioni.  Mi fissò negli occhi e sorrise con quella sua solita smorfia malandrina stampata in volto. Non potei fare a meno di sorridergli anch’io. Perché uno può arrabbiarsi, imprecare, piangere, ma quando arriva l’amore non puoi fare altro che mollare e lasciarti andare.

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Capitolo 16
*** Segreti svelati ***


Pronto un altro capitolo per voi!!! Vi sto viziando troppo, lo so. Ma quando ricomincerò a studiare gli aggiornamenti temo si ridurranno drasticamente per cui meglio mettere molta carne al fuoco già da ora che posso. Allora, il capitolo è la continuazione di quello dopo nel quale avevamo lasciato Sirius&Aryana finalmente insieme...godetevelo!!!
Piccola anticipazione sul prossimo capitolo: sarà incentrato completamente su Aryana e su Harry e in particolare gli avvenimenti che precedono la seconda prova. Verrà fuori il talento di Aryana come Auror e non solo....perchè questo personaggio non sarà assolutamente analizzato in funzione della storia con Sirius..anzi..tutt'altro.
La sorpresona di cui vi parlavo è un intermezzo di quattro o cinque capitoli (ancora devo organizzarli quindi non aggiornerò subito) che narrerà le vicende di Sirius, Aryana, Remus &Co. a partire da dove li avrò lasciati in questo capitolo. Sono dei frammenti di vita che riassumeranno i momenti più belli, più brutti, insomma più significativi che li hanno portati al presente. Non uccidetemi, doveva andare così. Perchè gli anni di distanza sono troppi e la storia incominciava a farsi pesante e soprattutto si allontanava troppo dalla trama della Rowling. Comunque non temete perchè ogni capitolo è abbastanza lungo e confido che verrà fuori un buon prodotto. Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra i preferiti e tra le seguite.
A presto, baci Ile. 




Hogwarts – Dicembre 1975

Aryana Silente

Avevo sempre odiato il Natale. Sempre.  
Il mio umore peggiorava drasticamente: diventavo scontrosa, acida, altezzosa, più di quanto già non fossi.
La verità è che ero invidiosa. Invidiosa della spontanea e genuina allegria di tutto il resto del mondo. Era insopportabile.
Se c’è una cosa di ancor più umiliante di starsene già soli tutto l’anno, è proprio starsene soli a Natale.
Io sognavo cenette divertenti con zio Aberforth e mio padre , a scartare regali quanto meno bislacchi e a sperimentare menù anticonvenzionali. Invece mi toccavano formali ed eleganti galà di beneficienza  e un’infinità di noiosissime cene  con maghi sconosciuti durante le quali prontamente mio padre mi ignorava.
Ma queste vacanze di Natale andarono in maniera diversa.  E il merito principale era tutto di Sirius Black.   
Anche se mi costava tanto ammetterlo per il mio incommensurabile orgoglio, mi ero innamorata follemente di Sirius.
Lui era la mia dose di adrenalina, la mia evasione, la mia via d’uscita in quel mondo fatto di schemi perfetti.
Eravamo complementari: io gli insegnavo un po’ di disciplina e ordine e lui mi insegnava a non sopprimere la mia natura entusiasta con regole assurde.
Fuoco
Elettricità
Sfrontatezza
Pazzia
Malizia
Nessun pudore
Intensità
Sfida
Audacia
Io e Sirius eravamo tutto questo…e quel briciolo d’amore che c’era.
Non avevamo bisogno di parlare troppo o di strafare alcunché. Potevamo stare in silenzio, ore e ore, ognuno immerso nei propri pensieri che spesso coincidevano. Eravamo così,due creature fuori dall’ordinario, due spiriti liberi, due solitari, ognuno con i suoi spazi e i suoi tempi ma tutti e due con un bisogno sconfinato di essere amati.
Con accanto Sirius, le vacanze stavano volando via in fretta, il tempo scivolava dalle nostre mani come acqua. Non avremmo mai voluto che finissero le nostre avventure nella scuola semi deserta. Senza i soliti occhi puntati addosso, conoscere Hogwarts era tutta un’ altra storia: passaggi segreti, camere nascoste, la torre di astronomia tutta per noi dove poter guardar le stelle, corse a perdifiato per i corridoi deserti, poter girovagare tutto il giorno, scoprendone i più piccoli dettagli..si, decisamente tutta un’ altra storia.
A riportarmi sulla retta via ci pensò mio padre con la sua nuova fissazione: lezioni di legilimanzia e occlumanzia. Continuava a sostenere che avessi un bisogno impellente di controllare la mia empatia che ,a quanto pareva, si stava velocemente trasformando in telepatia e preveggenza. Essere un mezzo elfo certe volte mi spaventava, specialmente in quel periodo, quando controllare i miei poteri era un affare non di poco conto.       
L’idea che mio padre mi frugasse nella testa non mi faceva affatto impazzire e se prima di Sirius non c’era assolutamente nessun segreto tra me e mio padre, dopo quel fatidico bacio, le cose da tenere occulte erano diventate parecchie..


“Legilimens” urlò Albus Silente con la bacchetta rivoltami contro.
Per  l’ennesima volta l’ufficio di mio padre pian piano svanì davanti ai miei occhi, lasciando il posto alla nostra casa a Londra. Avevo poco più di sette anni, sedevo sulle gambe di mio padre, nel soggiorno di casa nostra. Entrambi avevamo l’espressione divertita: aprendo e chiudendo gli occhi riuscivo a far spegnere e accendere la lampada sul comodino accanto alla poltrona sulla quale eravamo seduti. Riuscivo a sentire la felicità nei nostri cuori e non me ne volevo andare…
Ebbi un brusco risveglio quando mio padre mi riportò alla realtà.
“Aryana!Non ti stai concentrando per niente,non ci stai neanche provando”mi rimbrottò. “Non devi rimanere sospesa nei ricordi,devi chiudere la tua mente!”.
“Ci sto provando ma non è facile”sbuffai irritata.
Erano le undici passate ed era la settima volta che non riuscivo ad ostacolare mio padre.
“Fin ora abbiamo fatto molti progressi. Non ti puoi arrendere proprio adesso. Devi considerare il fatto che io sia un ottimo legilimens e non ti sto risparmiando niente, non sto avendo la mano leggera. Sai quanto tuo nonno ci tiene al tuo addestramento”mormorò avvicinandosi a me e mettendo la sua mano calda sulla mia spalla. “Prova a concentrarti solo sull’infanzia, visto che sembra questo il punto più esposto.Cerca di chiudere la parte della tua mente rivolta a quei momenti. Forse se isoliamo parte per parte sarà più semplice oscurare tutta la mente, quando sarai pronta”.
“Ok, proviamo come dici tu”.
“Legilimens”.
Riuscii a bloccare il tentativo di fare breccia nella mia mente ma solo per pochi attimi. Mi deconcentrai e persi completamente il controllo. Il muro che avevo eretto riguardo i miei ricordi infantili rimaneva saldo ma mio padre si mise a frugare ovunque.
Nuovamente l’ufficio sparì per lasciare spazio alla biblioteca del castello. Quel ricordo risaliva a qualche giorno fa. Alcuni libri erano sparsi a terra. La luce di mezzogiorno filtrava fioca dalle finestre della biblioteca deserta. Non si sentiva nessun rumore se  non i risolini e il frusciare delle vesti appartenenti a me e a Sirius. Ci stavamo rincorrendo silenziosamente fra gli scaffali ricolmi di libri.
Provai in tutti i modi ad erigere un muro tra mio padre e quel ricordo ma ero troppo stanca e mio padre non sembrava affatto interessato a lasciar perdere.
“Presa”esclamò Sirius, acciuffandomi per un braccio e attirandomi a sé.
Io ridevo spensierata e divertita dai nostri giochi.
“Adesso non mi scappi più..”sussurrò al mio orecchio, maliziosamente.
“Chi ti dice che io voglia scappare?” mormorai,fissandolo negli occhi.
“Non si sa mai con te..”disse,mordendomi il labbro.
Finimmo per baciarci appassionatamente finche non sentimmo i passi di Madama Pince affrettarsi verso di noi. Fulmineamente Sirius mi afferrò la mano e scappammo via ridendo..
All’improvviso tornai dritta nell’ufficio di mio padre.
Un silenzio tombale era calato tra noi.
Albus mi fissava ma io ero incapace di sorreggere il suo sguardo indagatore su di me ,per cui tenevo la testa bassa.
“Hai intenzione di spiegarmi cosa ho appena visto o no?”disse gelido mio padre.     
“Non c’è niente da spiegare..mi frequento con Sirius Black”.
“Ma non avevi detto che non lo sopportavi?”.
“Le cose cambiano. L’ ho conosciuto e…mi piace molto”.
“Sei innamorata di lui?”.
“Papà!”.
“Io spero di si perché per fare quelle cose…”.
“Andiamo, papà, ci stavamo solo baciando! Da quand’è che sei diventato serio riguardo  queste cose? Solo perché sono tua figlia non vuol dire che io non possa essere una ragazza normale”.
“E vi siete solo…voglio dire…baciati?”.
“Papà!”.
“Ricordi quando mi dicevi tutto?! Credevo fosse ancora così tra di noi”.
“Papà ma io sono cresciuta. è diverso per forza..non sei il mio migliore amico,sei mio padre!”.
Si buttò sulla poltrona dietro la scrivania, leggermente deluso. Lentamente andai a sedermi sulle sue ginocchia e cominciai ad accarezzargli la barba ,come facevo sin da piccolissima.
“Papà, l’unico uomo della mia vita sei e sarai tu, su questo non ci piove. Tuttavia devi accettare il fatto che io non sono più una bambina. Ti voglio bene più che ad ogni altra persona al mondo e non smetterò mai di parlarti della mia vita. Mai”.
“Piccolo elfo…”sussurrò accarezzandomi i lunghi capelli.
“Comunque, tanto per rassicurarti…Si, sono innamorata di lui e si, ci siamo solo baciati. Ho intenzione di farlo sudare ancora parecchio per quello”.
“Parecchio quanto?” mormorò mio padre mentre io ridevo.
“Quanto riterrò opportuno. Adesso me ne vado perché è tardi, dovresti andare a dormire”.
“Ah io dovrei andare a dormire?! Fila a letto, poppante” esclamò, assestandomi un’ affettuosa pacca sul sedere.
Uscii dallo studio di mio padre, felice.
In realtà tutta la stanchezza era svanita a causa di quella breve ma intensa discussione con mio padre. Visto che non era una serata così gelida, decisi di andarmene un po’ in giro per l’ immenso parco di Hogwarts, completamente ignara di ciò che mi sarebbe successo di lì a poco.

Sirius Black

Abbaiavo contro un enorme e affamato lupo mannaro, nonché uno dei miei migliori amici: Remus Lupin.
Quella era una delle sue seratine da trascorrere al chiaro di luna.
Purtroppo non facemmo in tempo ad arrivare alla Stamberga Strillante per cui ci intrufolammo nella Foresta Proibita.
Scortecciava gli alberi, mordeva e graffiava qualsiasi cosa gli si parasse di fronte e, per di più, faceva un gran baccano con quel suo ululare lupesco.
Per fortuna eravamo al termine delle vacanze natalizie per cui la scuola era semi deserta. Il rischio di trovare qualcuno all’ ‘infuori delle mura e a quell’ora di notte era pari a zero.
Mentre Lunastorta se la prendeva con un cespuglio, io rimasi estasiato da una visione: un candido e fiero unicorno era a pochi passi da me. Scuoteva la criniera dorata e batteva gli zoccoli per terra. Era bellissimo, quasi etereo. Chissà se fosse un segno..mi ricordava la fierezza di Aryana quando camminava per i corridoi, quasi altezzosa come una regina.
La magia durò ben poco poiché, non appena si accorse di me, scappò via ad una velocità ineguagliabile.
Si, assomigliava proprio ad Aryana…
Mi ridestai dal sogno e feci tornare la mia attenzione sul mio piccolo problema peloso…Sparito.
Come avevo fatto a lasciarmelo sfuggire? Tesi le orecchie e dilatai le narici, tutti i miei sensi erano allerta per fiutare le sue tracce e partire al suo inseguimento.
Dopo qualche minuto sentii un urlo agghiacciante provenire dal limitare della foresta, senza aspettare un solo istante, mi catapultai in quella direzione.

Aryana Silente

Camminare al chiaro di luna al limite della foresta proibita dapprima mi sembrò rilassante e piacevole ma, sentiti gli ululati e gli strani rumori provenienti da essa, cambiai idea all’istante.
Decisi per cui di ritornare al castello, al calduccio nel mio letto.
All’improvviso tra gli alberi vidi due occhi straordinariamente gialli, sgranati, che mi fissavano. Rimasi interdetta per un solo momento, credendo che fosse il frutto della mia immaginazione. Chiusi gli occhi e quando li riaprii, la creatura aveva fatto un passo avanti e adesso era ben visibile, al di fuori della foresta. Un gigantesco lupo mannaro ansimava qualche metro davanti a me: sbavante, nervoso, e,soprattutto, molto,molto arrabbiato.
Gettai un urlo spacca timpani in modo da farmi sentire da qualcuno e nel frattempo mi voltai per correre all’impazzata.
La creatura sembrò ancor più eccitata dalle mie grida e si lanciò al mio inseguimento. Credevo che la mia innaturale velocità elfica mi avrebbe messo in salvo ma, mi sbagliavo enormemente. Il lupo mannaro aveva, se non superiore, almeno pari velocità rispetto a me. Mancava ancora molto al castello e io sentivo il suo ansimare sempre più vicino..
Sentii un dolore lancinante alla schiena e capii che mi aveva afferrata con i suoi artigli. Mi fece sdraiare sulla schiena e , prima di mordermi sul collo, ululò forte verso la luna. Sentivo il sangue uscire caldo dal mio corpo e pian, piano le forze abbandonarmi ma non potevo mollare, non ora. Improvvisamente una figura nera come la pece si fiondò sul lupo e incominciarono a lottare. Mi rimisi in piedi con un grande sforzo e assistetti a quella scena alquanto bislacca: un grosso cane nero e un lupo mannaro ruzzolavano sul terreno, graffiando e mordendo. Non persi tempo ad osservare la rissa in corso e mi lanciai in un’altra corsa a perdifiato verso il castello. Il portone d’ingresso sembrava un miraggio ma finalmente ci arrivai e, dopo essermi fiondata dentro le mura del castello, lo richiusi alle mie spalle con un tonfo.

Sirius Black

Non poteva essere vero. Non poteva essere Aryana ma purtroppo era così. Non ero riuscito a vedere le sue condizioni poiché mi ero subito gettato su Remus. In pochi minuti ero riuscito a riportarlo nel cuore della foresta e gli diedi modo di rimanere occupato tutta la notte con una fantastica radura di alberi da sradicare. Adesso correvo a più non posso verso il castello. In pochi secondi mi trasformai in me stesso e, attraverso una scorciatoia, arrivai dritto,dritto nell’atrio. Un’ansimante e sconvolta Aryana si teneva le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Era piena di terra e di…sangue.
Oh, no.
“Aryana”esclamai, ansimando quasi quanto lei.
“Sirius..non puoi sapere quello che mi è successo..”singhiozzò tra le lacrime.
La presi tra le mie braccia e la cullai fino a quando non si calmò anche se minimamente. Sapevo che se l’avesse morsa non c’era un attimo da perdere.Dovevamo correre in infermeria per la pozione anti-lupo.
“Io..stavo passeggiando e all’improvviso..un enorme…gigantesco..io credo che fosse un lupo mannaro..anzi ne sono sicura..e poi mi sono messa a correre..io corro veloce,lo sai, molto più che veloce..ma lui mi ha raggiunto lo stesso e poi..”.
“Ti ha morso?”la interruppi.
“Io credo di si..”.
Il sangue mi si gelò nelle vene.
Non Aryana. Tutti ma non lei.
Le osservai il collo. C’erano due zannate evidenti sul suo candido collo.
Sentii l’ansia e la preoccupazione crescere in me.
“Hai capito quello che ho detto? C’era un lupo mannaro ad Hogwarts..ma come è possibile?”chiese spaventata.
Io ero più spaventato di lei. L’afferrai per una mano e la trascinai in infermeria più presto che potei.
Quando mi accorsi che faticava a starmi dietro per le ferite sulla schiena, la presi in braccio e mi misi a correre. Spalancai la porta dell’infermeria e spiegai in fretta e furia la situazione ad un’assonnata Madama Chips.
Reagì in un modo parecchio strano. Anziché affrettarsi a medicarle le ferite o a preparare la pozione si limitò a dirmi: “Svelto, va a chiamare il preside”.
Io ero interdetto.
“Ma ha capito quello che è successo? Dovrebbe darle immediatamente la pozione anti-lupo e..”.
“Basta così. Non ho intenzione di farmi spiegare il mio lavoro da un sedicenne. Vai immediatamente ad avvisare il preside”.
Boccheggiai scioccato ma ,alla fine, corsi verso la presidenza.

Aryana Silente
La mia testa era affollata di domande senza risposta.
Cosa mi sarebbe successo?
Cosa ci faceva un lupo mannaro nella foresta proibita?
Perché Sirius era all’ingresso a notte fonda,ansimante?
Perché Madama Chips non mi stava medicando e invece si limitava a fissare il morso sul collo?
Il dolore alla schiena non mi permetteva di concentrarmi per cui mi limitai ad aspettare.
Finalmente la porta dell’infermeria si spalancò e un preoccupatissimo Albus si diresse spedito verso di me,seguito a ruota da Sirius,altrettanto preoccupato.
“Mi faccia vedere..” disse,scostando Madama Chips e osservando il morso sul mio collo.
“Papà, c’era un lupo mannaro e…”.
“Shh..stai tranquilla piccola mia, adesso ci penso io a te” sussurrò con le mani sul mio viso.
“Le medichi le ferite sulla schiena e sul collo applichi l’unguento cicatrizzante. Più tardi le dia la pozione anti-lupo ma aggiunga una piuma di fenice, tutto chiaro?”.
“Cristallino”rispose Madama Chips.
“Ha fatto benissimo a chiamarmi, avremmo potuto peggiorare la situazione”.
“Peggiorare? Perché è grave?” squittii con le lacrime agli occhi.”Papà, non diventerò un mostro,vero?”.
“Prima di tutto i lupi mannari non sono mostri e secondariamente non diventerai proprio un bel niente..non ti sembra di essere già fin troppe cose?!”mi rispose,facendomi l’occhiolino.
Ovviamente Sirius non aveva la minima idea di che cosa stessimo parlando.
“Scusi, signore, ma la pozione anti-lupo non va applicata nell’immediato?”domandò scettico Sirius.
“Non con Aryana. Lei è speciale. Le ferite infertegli dal lupo mannaro non sortiranno effetti”rispose tranquillamente mio padre tenendomi il viso tra le mani mentre madama Chips mi medicava il collo.
“Scusi,signore, se insisto, ma come è possibile?”.
“Te l’ ho già detto. Lei è speciale. È diversa da tutti quanti. È unica. Adesso ,se non ti dispiace, Madama Chips finirà di medicare le ferite alla schiena di mia figlia e ,per far questo, dovrà spogliarla quindi non mi pare il caso che lei stia qui, signor Black. Potrà tornare a trovare Aryana domattina quando uscirà sana e forte dall’infermeria grazie ai rimedi efficacissimi di Madama Chips”.
“Oh, bhe..certo…io allora vado..Ciao” balbettò un imbarazzatissimo Sirius,uscendo.
“Papà cosa ci fa un lupo mannaro a scuola? È perché non mi succederà niente?”.
“Cosa ci faccia a scuola non ne ho la più pallida idea..dovrebbe stare da un’altra parte”quasi sussurrò alterato. ”Perché gli elfi non subiscono gli effetti del morso dei lupi mannari”proseguì.
“Ma io non sono un elfo al cento per cento”.
“No, ma il tuo sangue contiene tutte le sostanze presenti in quello elfico quindi anche l’antidoto anti-lupo. Comunque per essere sicuri ti daremo la pozione ugualmente ma con qualche accorgimento. Entro domani le ferite saranno rimarginate e non avrai alcun segno di questa brutta avventura,tesoro”disse accarezzandomi dolcemente la testa. “Domani faremo i conti sul fatto che girovagavi a notte fonda con Black al limitare della foresta proibita..”.
“Non ero con lui. Mi ha raggiunto all’ingresso”.
Mi guardò fissa negli occhi, mi stava leggendo la mente e capì che non stavo mentendo.
“Papà, domani potrò dire la verità a Sirius?Stai tranquillo, non gli dirò niente di troppo in là. Mi limiterò a dire l’essenziale. Lo sai che non accetterà le tue spiegazioni. Mi riempirà di domande e io non sono così brava a mentire..”.
“Non penserai di prendermi in giro? Tu sei bravissima a mentire ed è per questo che diventerai un’ eccellente occlumante. Comunque d’accordo ma puoi dirgli solo il minimo e devi fargli giurare che non lo dirà ad anima viva. Lo sai quanto può essere pericolosa quest’informazione nelle mani sbagliate”.
“Te lo prometto”.
“Buona notte ,mio piccolo elfo”disse infine,uscendo dall’infermeria.
“Notte ,papà”.


                                                                                                            *************

Sirius Black

Camminavo in fretta e furia verso l’infermeria.
Non avevo chiuso occhio tutta la notte.
Cosa volevano dire quelle spiegazioni striminzite che aveva dato Silente? Era assurdo.
Spalancai la porta senza neanche bussare e mi precipitai verso il letto di Aryana.
Era seduta con la schiena poggiata sulla tastiera del letto,intenta a leggere.
“Ehi, come stai?”.
“Benissimo..”trillò ,stiracchiando le braccia. ”Madama Chips mi ha rimesso al mondo. Non ho neanche più un segno sulla schiena”.
Mi sedetti accanto ai piedi del letto, scrutandola da cima a fondo.
“Non capisco”mormorai tra me e me.
“Lo so che non capisci e ,se fossi in te, proverei la stessa identica frustrazione”.
“Parli come se tu sapessi qualcosa che io non conosco”.
“In effetti ci sono un paio di cosette che non sai sul mio conto..”.
“Riguardo quello che ha detto tuo padre ieri? Sul tuo essere…diversa?”.
“Esattamente. Prima di dirti ciò che devo, ho bisogno che tu mi prometta che quello che sentirai non uscirà da questa stanza neanche sotto tortura, neanche in punto di morte. Mai. A meno che non sia io o mio padre ad autorizzarti”.
“Così mi spaventi..”dissi in preda alla curiosità.
“Oh, non preoccuparti, non è niente di mostruoso”.
“Se lo dici tu,mi fido. Te lo prometto, da me non uscirà un solo fiato”.
“Allora, innanzi tutto ti chiedo di non interrompermi,ok? Quando avrò finito, potrai fare tutte le domande che vorrai”.
“D’accordo”.
“Sarà meglio cominciare dal principio. Diciassette anni fa mio padre si inoltrò al Nord, nelle terre di Shantaram, e fu lì che conobbe mia madre…..”.
Le due ore che seguirono furono tra le più lunghe e sconvolgenti della mia vita.
Io le rivelai tutti i miei segreti, compreso l’essere un Animago e l’aver come migliore amico un dolcissimo lupo mannaro e Aryana si rivelò ancora più speciale e imprevedibile di quanto mi aspettassi.
Ci avevo visto fin troppo lungo su quella ragazza meravigliosa.
Sarei potuto restare lì per anni ad ascoltarla, limitandomi a guardare nel verde profondo dei suoi occhi.
Avrei dovuto capirlo che c’era qualcosa di molto più magico che in una qualsiasi strega,seppur brillante.
Avrei dovuto capirlo dal suo modo di incantare le persone quando parlava, dalla sua espressione enigmatica come di chi nasconde conoscenze e segreti immensi, dalla sua tenacia e dal suo incredibile orgoglio, dalla sua straordinaria intelligenza e bravura in ogni arte magica, dal suo essere così fuori dall’ordinario, dal suo essere così semplicemente…Aryana, la creatura più magica e straordinaria che abbia mai incontrato.

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Capitolo 17
*** Dubbi ***


Eccomi qui con un altro capitolo per voi!!!! Innanzi tutto, ringrazio come al solito per la vostra attenzione. Secondariamente vorrei informarvi che non so quando sarà il prossimo aggiornamento, nonostante ciò, stay tuned!!!!!
L'anticipazione per il prossimo chap già la sapete quindi non mi resta che augurarvi buona lettura.

Hogwarts - Febbraio 1995


Aryana Silente

Con la bacchetta magica versai l’ennesimo filo argentato nel recipiente davanti a me. Il mio pensatoio era stracolmo quasi in ugual misura a quello di mio padre. Erano passati all’incirca due mesi dal dialogo con Harry nel mio ufficio. Due mesi pieni di avvenimenti a cui non riuscivo a dare spiegazione.
La prima stranezza avvenne due settimane dopo quella fatidica discussione..

Stavo cercando distrattamente di tradurre una lettera di Uriel, appena recapitatami da Siria, la mia aquila reale. Era un fantastico esemplare, simbolo di fierezza, fedeltà, nobiltà e orgoglio. Oltre ad essere più intelligente della norma, possedeva doti straordinarie, quasi umane: capiva prima di me quando stavo poco bene, era metereopatica, e non avevo alcuna ragione per non pensare che possedesse l’ arte divinatoria e che la sapesse usare molto meglio di me. Proprio in quel momento ne ebbi una delle tante dimostrazioni.. Improvvisamente il rapace emise due gridi forti e acuti. Conoscevo bene quel segnale. Qualcuno stava arrivando. Infatti dopo pochi secondi sentii bussare alla porta.
“Avanti” esclamai, riposando la lettera nel cassetto sotto la scrivania.
Un esitante Harry entrò nella saletta circolare.
“Ciao,scusa se ti disturbo..potrei parlarti un secondo?”.
“Certo, accomodati pure”dissi,un po’ stupita.
“Non so se ho fatto bene a venire..comunque..ieri è successa una cosa e speravo tu mi potessi dare qualche delucidazione..”disse alquanto titubante Harry,sedendosi di fronte a me.  
Dopo il nostro incontro di due giorni prima avevo ben pensato di non farmi vedere da lui per un po’. Credevo che gli sarebbe senza dubbio servito un po’ di tempo per metabolizzare  l’ immensa mole di sconvolgenti notizie  appena ingerita. Tuttavia adesso era in piedi di fronte a me, pronto a confidare tutte le sue paure e i suoi turbamenti.  
“Harry, stai sicuro che qualsiasi cosa esca dalla tua bocca rimarrà tra queste mura e poi vorrei ricordarti che stiamo dalla stessa parte, agiamo nello stesso interesse, cioè il tuo”lo rassicurai, cercando di suonare il più convincente possibile.
“Già…”sospirò prima di incominciare il suo racconto. “ Ieri sera ero appena uscito dal bagno dei Prefetti perché.. bhe, me l’ ha suggerito Cedric..sai, per l’uovo. Così stavo camminando sotto il mantello dell’invi..volevo dire..ero ben coperto..”.
“Sotto il mantello dell’invisibilità di James, vuoi dire?” lo interruppi, sorridendogli.
“Tu sai di quel mantello?”chiese Harry, sconvolto.
“Stai scherzando? Tu non hai la minima idea di quante volte ci sia finita sotto quel mantello, soprattutto quando eravamo qui ad Hogwarts. Sai, che ne ho uno simile? Credo sia costato un mucchio di galeoni a mio padre” dissi, tirando fuori dal baule accanto alla scrivania, il mio mantello dell’invisibilità, ormai consunto e logoro, ma perfettamente funzionante.
“Oh, non fare quella faccia..non è eguagliabile al tuo. Quello di James è impeccabile, infallibile, semplicemente perfetto. Questo è solo uno dei tanti tentativi di imitazione. Però devo dire che si è rivelato piuttosto utile nel corso del tempo”dissi, stringendo con nostalgia il mantello tra le mie mani.
“Allora, vuoi continuare il tuo racconto? Non ci perdiamo in inutili chiacchiere..”lo esortai.
“Si, dicevo..stavo camminando sotto il mantello e per guidarmi usavo una mappa del castello..non una mappa come tutte le altre..”.
“La mappa del malandrino? Come l’ hai avuta? Pensavo l’avesse presa Gazza..”.
“Infatti..era nell’ufficio di Gazza. Me l’ hanno fatta avere i gemelli ma questa è un’ altra storia..”.
“Già, già..continua pure..”.
“Quindi stavo osservando la mappa quando ho visto qualcosa di strano. Nell’ufficio di Piton, c’era qualcuno che non doveva essere lì: Bartemius Crouch. Questo diceva la mappa”.
“Come Bartemius Crouch?”esclamai scettica.
“Proprio lui. Ovviamente mi sono stranito e ho cercato di andare a vedere cosa diavolo stesse facendo all’una di notte nell’ufficio di Piton quando dovrebbe essere a casa malato. Purtroppo non ci sono riuscito poiché ho avuto un piccolo inconveniente..una specie di incontro-scontro con il professor Piton, Moody e Gazza..”.
“Com’è andata a finire la faccenda?”.
“Nel nulla, in quanto è stato solo grazie a Moody che sono riuscito a tornare sano e salvo in dormitorio. Gli ho consegnato la Mappa e sono andato a dormire. Ha detto che ci avrebbe pensato lui”.
“Hai raccontato a Moody, quello che hai visto e gli hai consegnato la Mappa?”.
“Si..ho fatto male?”.
“Assolutamente no.Hai fatto la cosa più giusta. Al più presto ne parlerò con Malocchio. La faccenda sta cominciando a diventare parecchio strana..”.
“Intendi Crouch? All’inizio pensavo che la Mappa sbagliasse ma..”.
”La mappa non sbaglia mai”completai al suo posto. Poi ripresi: “Cosa ci faceva Piton sveglio a quell’ora e in giro per il castello?Non si era accorto che qualcuno si era intrufolato nel suo ufficio?”.
“Si era alzato perché Pix aveva prodotto dei tonfi, lanciando il mio uovo in aria e poi,  venendo da noi, si è accorto che qualcuno aveva rovistato tra le cose del suo ufficio..”.
“Capisco..”mugugnai intenta a pensare alle notizie appena apprese..
Pix aveva prodotto chiasso nel bel mezzo della notte per cui Gazza si era precipitato a vedere cosa accadeva insieme a Piton, comprensibilmente allarmato dal rumore proveniente dall’esterno. L’unico che non aveva motivo di essere lì era Malocchio.  Impossibile che fosse stato svegliato dai tonfi visto che il suo appartamento era alquanto distante dal luogo dell’ azione. L’unica ipotesi possibile era che fosse in giro di notte, a seguire una pista o semplicemente a scervellarsi…d’altronde sarebbe stato proprio tipico di Malocchio questo genere di cose. Per capirci più chiaro in quella storia l’unica alternativa sembrava essere parlare con Moody.
“D’accordo Harry, sei stato molto saggio a venirmi ad informare. Ti prego, se dovessero succedere episodi simili in futuro, di venirmeli a riferire nell’immediato, come hai fatto oggi. È vitale per la tua sicurezza e anche per quella degli altri campioni che tutto sia chiaro e che fili liscio come l’olio. Adesso, se vuoi scusarmi..devo andare a parlare con Moody riguardo questa faccenda. Ti farò sapere al più presto”.
“Oh, bene..allora io vado..”balbettò Harry stranito. Forse si aspettava delle risposte ma in quel momento non ero in grado di dargliele.
“Harry..”lo fermai, mentre varcava la porta.
“Si?”.
“Stai bene?”.
“Sono un po’ confuso..per tutto”.
“Dovresti ricordarti più spesso che cosa hai affrontato in questi quattordici anni. Sei in gamba, Harry. Se il tuo nome è uscito da quel calice, vuol dire che sei all’altezza e puoi farcela”.
“Io spero tanto che sia come dici tu”.
“è come dico io, fidati. Risolverò questa faccenda, te lo prometto”.
“Grazie”.
“Cerco di rimediare a quello che non ho potuto fare in questi anni. Ci vediamo, Harry” dissi ,salutandolo, mentre si allontanava.


                                                                                                 *****************


In questa atmosfera piena di dubbi e incertezze, arrivò il 24 Febbraio, giorno della seconda prova, e proprio quel giorno accadde la seconda stranezza..

Non avevo dormito per niente, ero stata impegnata tutta la notte nel prelievo degli ostaggi che i campioni avrebbero dovuto salvare in fondo al lago.
Ero di pessimo umore poiché non riuscivo a sbarazzarmi di Bagman, che mi trotterellava intorno dalla colazione.
Erano le nove in punto e la prova sarebbe incominciata a momenti.
Io e Ludo ci stavamo occupando di dividere gli studenti sulle gradinate, per casa. In realtà ero solo io che mi davo da fare infatti Bagman non faceva altro che blaterare riguardo le sue glorie passate, scommettendo ogni tanto con qualche studente che passava di là.
“La vuoi finire o no di parlare a vanvera?Sto cercando di finire il lavoro, Ludo!”esclamai spazientita.
“Sempre la solita permalosa..ma lo sai che a me piaci così, infiammata”mi sussurrò all’orecchio.
Mi voltai verso Bagman e ,con le sopracciglia inarcate e uno sguardo severo, sibilai:  “Prova a rifarlo e finisci in fondo al lago, in compagnia dei tritoni, intesi?!”.
“Ok, Ok…Oh, guarda chi c’è..”esclamò indicando le postazioni dei giudici.
Percy Weasley si stava accomodando nel posto riservato a Crouch, accompagnato da altri due Auror di mia conoscenza, Wiston e Roberts.
“Dove diamine è Crouch?”esclamai, irata.
“Il povero Barty deve stare molto male per non essere venuto nemmeno oggi..”.
“Oppure non vuole semplicemente farsi vedere..”sussurrai, senza farmi sentire da Bagman.
Ero inviperita.
Quella sarebbe stata l’occasione perfetta per chiedere spiegazioni direttamente al mago che però, ancora una volta, sembrava essere impossibilitato a presentarsi.
Non appena si accorse della nostra attenzione, Percy incominciò ad agitare le braccia per salutarci.
“è proprio strano quel ragazzo, non è vero?”esclamò Bagman divertito.
“Senti chi parla..”lo canzonai mentre ci avvicinavamo alla tribuna riservata ai giudici.
“Salve Signorina Silente, Bagman..”esclamò Percy, facendo quasi un inchino al nostro cospetto.
Mi chiedevo come facesse ad inchinarsi con tale riverenza di fronte ad uno come Ludo..
In ogni caso la mia attenzione fu catturata da una massa di riccioli ramati che travolsero il mio viso.
 Amanda Roberts mi aveva appena coinvolta in un abbraccio mozzafiato.
Era una mia collega del dipartimento Auror e, in tutta onestà, rimasi completamente scioccata da quel gesto. Mi aveva sempre odiato per via dell’ Auror al suo fianco, Wiston.
Ma non ebbi il tempo di volgere la mia mente a quei ricordi perché la riccia prese a parlare freneticamente, saltellando e facendo muovere innaturalmente la mano sinistra, ostentando senza pudore l’anello di fidanzamento che portava al dito.
“Aryana..finalmente ci incontriamo! Oh Merlino, avrei così tante cose da raccontarti..
Guarda qua! Ti piace?”mi chiese ,continuando a sventolare freneticamente la mano davanti al mio viso.
Senza aspettare una risposta, proseguì: ”Wiston me l’ ha regalato poco tempo fa. A breve ci sposeremo in una chiesetta adorabile, leggermente fuori Londra. Ovviamente tu devi esserci. Oh, Aryana, sono così felice, tu no?”.
Durante il monologo di Amanda, continuavo a gettare occhiate di sottecchi a Wiston il quale sembrava a dir poco ombroso. Evidentemente la mia presenza lo innervosiva parecchio ma era naturale che fosse così. D’altronde quello stesso anello era stato oggetto della mia attenzione, ancor prima di quella della sua attuale padrona.
“Si, certamente. Contentissima per voi, congratulazioni. Adesso però se vuoi scusarmi ho molto da fare”dissi, troncando la discussione sul nascere sia perché non m’interessava un accidente sia perché avevo finalmente intravisto Moody e non volevo perdere assolutamente l’occasione di parlargli.
“Ehi Malocchio! Ti ho cercato ovunque!”esclamai, prendendolo alla sprovvista.
Per poco non si rovesciò il contenuto della fiaschetta addosso. Sentii un odore nauseabondo, vagamente familiare ma non mi preoccupai, era Malocchio. Chissà che intrugli aveva messo in quella fiaschetta.
“Aryana..Come mai mi cercavi? Guai in vista?”.
“Oh, No. È solo che..Harry mi ha raccontato cosa è successo l’ altra notte a proposito di Piton e Crouch e volevo sapere da te cosa hai risolto”.
Il suo viso si fece cupo e divenne più pallido del solito.
 Sembrava stesse tremando.
“Oh, io..a dire la verità, poco e nulla. Secondo me Crouch non c’ entra niente. Il ragazzo deve essersi sbagliato, oppure la Mappa. In fondo è solo una Mappa, non è infallibile”.
“Ti assicuro che quella mappa lo è. Non sbaglia mai. Secondo me invece c’è sotto qualcosa..voglio dire…è palese: Crouch che sta male è già una stranezza degna di nota, adesso la sua improvvisa apparizione nel castello nel cuore della notte..Queste non sono per niente coincidenze, Malocchio”.
“Ma anche a volerci vedere qualcosa di strano…andiamo, Aryana, stiamo parlando di Crouch!è molto più probabile che sia stato un errore di Potter piuttosto che altro..”.
Decisi di non continuare oltre.
Era ovvio che Moody nascondeva qualcosa..non era da lui comportarsi in quella maniera così superficiale. Forse non si fidava e non voleva condividere le sue tesi con me.     
In ogni caso non ebbi modo di riflettere infatti la gara stava per incominciare e di Harry non c’era nessuna traccia. Mi recai velocemente da mio padre che, attorniato dai presidi e dai campioni, cercava di temporeggiare.
“Che sta succedendo, Silente?Dov’è il vostro campione?”chiese Karkaroff con le mani poggiate sulle spalle di Krum.
“Igor, stai tranquillo. Harry non si ritirerà. Vedrai che fra poco arriva. In fondo non è ancora scoccata l’ora stabilita”disse pacatamente Albus.
“Mio padre ha ragione, Igor. Harry non è il tipo da farsela addosso per qualche spettro ,al contrario di qualcun altro di tua conoscenza, non è così?”biascicai al suo orecchio, sadica.
Si voltò con una smorfia tra il disgustato e il terrorizzato dipinta in volto, ma prima che potessi dire qualcos’altro un brivido percorse tutta la mia schiena.
Era un segnale che ben conoscevo..una delle mie brevi visioni stava per arrivare.
Feci in tempo ad allontanarmi dalla folla e poi il paesaggio attorno a me scomparve..
Fu brevissimo, una serie di immagini sfilarono velocemente davanti ai miei occhi: Harry che dormiva sui libri in biblioteca; l’orologio segnava le 9:00, mancavano solo dieci minuti all’inizio della prova; Moody sorseggiava guardingo la sua fiaschetta, lontano dagli altri e infine Harry che correva a perdifiato dritto verso il lago.
Ritornai in me e, voltandomi, vidi mio padre dirigersi rapido nella mia direzione.
Come al solito, aveva capito tutto, nonostante intorno a lui, nessuno si fosse accorto di nulla.
“Cosa hai visto?”mi chiese, calmo.
“Harry…sta arrivando..e poi..Moody..tutto troppo strano e confuso..forse sa qualcosa che noi non sappiamo..Credo abbia una pista che non ci vuole rivelare..”.
“Malocchio? Sei sicura?”.
“No..lascia stare..ne parliamo dopo..”dissi evasiva mentre contemporaneamente Harry arrivò alla riva del lago.
“Harry, sei pronto?”gli chiesi preoccupata.
“Si..o almeno, lo spero”disse con il fiatone.
Lo guardai negli occhi intensamente, come solo io sapevo fare, e seppi che non stava dicendo una bugia.
Avrei voluto saperne di più, indagare attraverso la sua mente il piano che aveva scelto, sempre se ne avesse avuto uno,magari comunicargli attraverso i pensieri qualche trucco o incantesimo da usare,  ma non lo feci perché sapevo che gli avrebbe fatto male e non sarebbe stato d’accordo con il frugare nella sua mente. D’altro canto, ci sarebbe voluto tempo che non avevamo e instaurare un rapporto telepatico con un’ altra persona non era esattamente qualcosa di semplice..
Per cui mi limitai a sedermi nella tribuna dei giudici mentre i campioni si tuffavano in acqua. La mia indole diffidente mi obbligò ad osservare attentamente Malocchio Moody.
Più lo guardavo più mi convincevo che c’ era qualcosa di molto strano in lui..qualcosa di troppo strano..   

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Capitolo 18
*** Frammenti- prima parte- L'inizio della Fine.... ***


Hogwarts – Giugno 1978

Aryana Silente

Il sole di una giornata afosa di Giugno filtrava dalla finestra nella sala comune di Grifondoro e per me e Sirius, con la testa china sui libri, equivaleva ad una tortura. Studiavamo per i M.A.G.O. e non era una novità. Di quei tempi non facevamo altro.
“Elfo,perché non raggiungiamo James, Lily e gli altri nel parco?”supplicò Sirius disperato.
“Shh..ma sei pazzo a chiamarmi così in pubblico?”.
“Rilassati, non c’è nessuno qua dentro, siamo gli unici folli che studiano con una giornata così..”.
“È inutile che mi provochi tanto lo sai che non usciremo di qui fino a quando non avrai completato il capitolo di Storia della Magia”.
“Oh, ti prego..a cosa mi servirà sapere queste cose? Quello che voglio fare io, è altro e tu lo sai..”esclamò avvicinando la sua sedia alla mia.
“E sentiamo tu cosa vorresti fare?”.
“Lo sai..vorrei girare il mondo con te, partire, viverti..per sempre..”disse scandendo ogni parola con un bacio.
“Si ma a parte questo..dovremmo pure tornare,no?E che faremo?”dissi esasperata, chiudendo il libro sul quale studiavo da ore ormai.
“Che hai, elfo?Qual è il problema?”chiese Sirius, prendendomi di peso e facendomi sedere sulle sue ginocchia.
Così senza permesso, senza preavviso, di forza..come sempre.
“Il problema è che c’ è qualcosa che non va..lo sento”.
“Cosa ci dovrebbe essere di sbagliato? Siamo felici così, no?”.
“Infatti c’è qualcosa di sbagliato là fuori, non qui dentro..”.
“Ancora i tuoi incubi?”.
“Si. Ormai da un po’ di tempo sento che sta per arrivare qualcosa di brutto,di terribilmente brutto”.
“Stammi a sentire: non c’è niente di cui preoccuparsi, non fino a che io e te staremmo insieme. Noi siamo così..viviamo giorno dopo giorno, attimo per attimo, senza preoccuparci di nulla. Anima e respiro e nient’altro di più”.
“Ho paura di quello che potrebbe succedere una volta fuori di qui..James e Lily..lo sappiamo già come andrà a finire..loro stanno insieme ventiquattrore su ventiquattro e non si stancano mai. Noi invece litighiamo in continuazione e per un po’ dobbiamo stare lontani altrimenti ci prendiamo a suon di maledizioni. Non so quanto questo ci possa aiutare se fuori di qui scoppierà una guerra”.
“Elfo, fuori di qui non cambierà una virgola tra di noi perché siamo fatti così. Noi non siamo tutto rose e fiori, zucchero e smancerie. Ci azzuffiamo, giochiamo, non ci prendiamo mai troppo sul serio, non accettiamo compromessi e non conosciamo il senso della misura, e allora? Noi siamo giovani, pazzi e furiosi. Col tempo impareremo a calmarci un po’, a rispettare i nostri spazi, i nostri tempi e litigheremo un po’ meno, anche se non smetteremo mai di farlo realmente. Ma sai che ti dico? A me piace così. Noi siamo fuoco e libertà. E non ti sto dicendo che non sarà difficile o che là fuori non succederanno cose brutte perché non viviamo nel paese delle meraviglie e perché io sono quasi senza cuore e tu sei una rompicoglioni. Ma ti sto dicendo che io ci sarò..sempre”.
Non dissi niente per un po’, lo guardai semplicemente negli occhi e ci capimmo con uno sguardo.
Cercai di stemperare l’atmosfera e, mentre mi alzavo, fingendomi irritata, esclamai: “Cane pulcioso e rognoso che non sei altro, io non sono affatto una rompicoglioni!”.
“Oh si che lo sei” disse ,ridendo mentre iniziammo a rincorrerci per tutta la Sala Comune.
Mi lasciai acciuffare quasi subito e finimmo sul divano, ridendo.
“Sirius..seriamente..che faremo quando usciremo di qua?”.
“Viaggeremo, esploreremo, conosceremo..faremo quello per cui siamo nati..correre o morire, ricordi il nostro motto?”.
“Questo era il piano..ma le cose stanno cambiando..la guerra..”.
“Elfo, la guerra non è ancora scoppiata. Quando sarà il momento torneremo in Inghilterra e affronteremo tutto quanto..insieme”.
“Tutti penseranno che stiamo scappando..”.
“Da quand’è che ci importa cosa pensano tutti?”.
“Da mai ma..sei sicuro che non lo stai facendo per tuo fratello?”.
“No. Assolutamente”disse, fissando deciso il suo sguardo nel mio.
“Ieri avete avuto una brutta lite..”dissi, mentre gli accarezzavo i capelli.
Alludevo alla sera prima ,quando in Sala Grande Regulus era intervenuto in difesa di Piton, diventato ancora una volta bersaglio di Sirius e James.
Capitava sempre così tra quei due..non si rivolgevano la parola per mesi e poi ,all’ improvviso, una banalità diventava motivo di scontro acceso.
“Ascolta, elfo. Ti ricordi il mio stato d’animo fino a qualche tempo fa dopo le sfuriate con mio fratello? Ti ricordi come stavo, no? Uno schifo. Mi chiudevo in me stesso, nella mia rabbia e nella mia frustrazione. Potevo non mangiare e non parlare per giorni. Invece guardami adesso…sto bene. Ho finito di preoccuparmi per Reg. Lui ha fatto le sue scelte ed io le mie. Ormai è finita. L’ ho perso, non siamo più fratelli. Mi rimarrà sempre il senso di colpa per non aver fatto abbastanza forse, ma non più in là di questo. Non mi dannerò l’ esistenza cercando una spiegazione o facendomi colpe che non esistono come ho fatto con i miei parenti per troppo tempo. Perché in realtà non c’è nessunissima ragione a tutto il male e all’ odio che hanno creato tra me e loro. Loro sono fatti così, sono marci fino all’ osso e io non posso farci niente. Fine della storia. Posso solo essere contento di non fare più parte di quella famiglia maledetta”.
“Sirius…lo abbiamo già fatto questo discorso miliardi di volte e sai come la penso. Non possiamo scegliere da chi, dove e quando nascere ma possiamo di certo scegliere come vivere. Tu hai fatto la scelta giusta, non hai niente da rimproverarti”.  
“Infatti..” disse rocamente. Poi riprese con tutt’ altro tono : “Non vedo l’ora di scorazzare per tutta l’ Europa con te e la mia moto..”.
“Ti ho già detto che io su quella cosa non ci salgo”.
“Oh, ci salirai, elfo. A meno che tu non preferisca andare a piedi”.
“Sai benissimo che potrei tenere il passo”.
“Io ti farò salire su quella maledettissima moto fosse l’ultima cosa che faccio”.
“È una minaccia?”.
“No, è una promessa”.
Scoppiai a ridere e incominciai a soffiargli dentro l’ orecchio come una gatta, provocante.
Prendemmo ad annusarci, a morderci, a graffiarci perché noi eravamo così…animaleschi.
“Dovremmo finire il capitolo..”sussurrai, cercando di convincere me stessa.
Mi rispose mettendomi sotto e incominciando per metà a farmi il solletico e per l’ altra metà riempiendomi di baci audaci ovunque.
“Smettila di divincolarti, Silente. Ormai sei mia, arrenditi”.
“Mi sono già arresa..tanto tempo fa...”mormorai tra me e me mentre lo osservavo, rapita.
 Due anni.
Erano passati due anni e noi eravamo sempre lì, insieme.
Eravamo cambiati.
Io non ero più la stessa con lui al mio fianco.
Ci erano successe cose a cui non eravamo preparati,esperienze nuove, sensazioni inimmaginabili, sentimenti sconosciuti. 
E avevamo affrontato tutta quella vita insieme.
La prima volta che abbiamo realizzato di amarci, senza mai dircelo apertamente.
I primi baci più audaci.
La nostra,la mia prima volta.
Il primo esame.
La prima rottura.
Il primo litigio vero.
La prima riappacificazione.
La prima, e ultima, rosa. Perché Sirius non ripete mai la stessa romanticheria due volte. Anzi, si sforza di non ripeterla più. E a me va bene così.
La prima volta che mi hai detto che te ne andavi di casa.
La prima volta che mi hai chiesto aiuto.
Le prime lacrime che hai visto sul mio viso,sgorgate senza motivo. Ma tu eri lì, in silenzio.
Le prime invidie. E noi lì, a camminare a testa alta.
Le prime  scenate di gelosia. Quando incominci, non la smetti più…
Il primo, e non ultimo, mobile della sala comune che abbiamo fatto esplodere mentre litigavamo.
La prima volta che mi hai chiesto cosa siamo noi due. Così giusto per il gusto di sentire come suona quella parola che non diciamo mai, noi due. Non hai nemmeno voluto sentire la risposta, tanto io non avrei saputo cosa dirti.
La prima volta che mi hai guardato con una tale intensità che mi hai fatto così paura che sono scappata.
La prima volta che mi hai rincorso.
La prima volta che tu sei scappato e io ti ho rincorso.
La prima volta che hai bussato alla porta del mio dormitorio nel cuore della notte perché volevi fare una passeggiata con me come se fosse la cosa più normale del mondo. E non hai neanche chiesto scusa, come al solito.
La prima volta che mi hai teso la mano, anche se io non ti ho chiesto niente.
La prima volta che non ho avuto paura perché c’eri tu accanto a me.
La prima volta che hai detto che avresti voluto che “la qualsiasi cosa ci fosse tra di noi” durasse per sempre.
La prima volta che hai capito che sarebbe stato per sempre.
Due anni di vita intensa, confusa, complicata,bellissima. Con te. Con noi, che eravamo sopravvissuti, nonostante tutto.
Nonostante le liti furibonde, i nostri caratteri lunatici, la nostra indomabile tempra, la nostra indipendenza che ostacolava qualsiasi rapporto stabile e emotivamente soddisfacente, nonostante il nostro categorico rifiuto di ammettere che eravamo completamente persi l’uno dell’altro, nonostante i silenzi, le gelosie e le incomprensioni. Noi eravamo lì. Ancora in piedi, ancora innamorati,ancora ossessionati, ancora malati.
Ancora semplicemente  noi due.
E noi due andò avanti per molto altro tempo dopo quel giorno.
E sarebbe stato così anche per molto altro tempo…se….
Già perché ci sono sempre dei se per le cose belle.

                                                                                      ***************
 
Shantaram – Luglio 1980

Il becchettio ossessivo del gufo alla finestra mi obbligò ad alzarmi malvolentieri.
Io e Sirius la notte prima avevamo fatto le ore piccole, al nostro solito.
Prima di andare a prelevare il fastidioso volatile, mi voltai verso di lui: continuava a russare tranquillamente. Nulla l’ aveva turbato. Una bomba avrebbe potuto colpirci ma lui avrebbe continuato a dormire beatamente.
Andai ad aprire alla finestra: era il gufo di Lily. Prima di aprire la lettera, mi soffermai per un attimo sul paesaggio che si stagliava da lassù.
Era impossibile trovare un’ alba migliore di quella di Shantaram. Il territorio era così incontaminato, il cielo così limpido che si riusciva ancora a vedere le stelle e la luna. Il verde era ovunque, con tutte le sue sfaccettature. Immensa.
Questo era l’ aggettivo adatto a descrivere la foresta di Shantaram.
 Gli elfi erano straordinari anche per questo, non avevano mai avuto la pretestuosa arroganza di vantare una qualsiasi autorità o superiorità sulla natura. Loro erano parte di lei, vivevano in tutt’uno con essa, all’unisono.
Ed era questo che rendeva magica Shantaram, la sua  assoluta incorruttibilità, inviolabilità.
Lei era sacra e viva. Se stavi a sentire con il cuore, percepivi il suo respiro e la sua energia.
Il clima mistico della foresta, degli elfi e soprattutto del palazzo regale contagiarono inevitabilmente Sirius, che a primo acchito, abbandonò la sua corazza di guerriero invincibile, sentendosi piccolissimo e imbarazzatissimo per la prima volta nella sua vita, tranne davanti a mio padre.
Era stato incredibile vedere lui e Uriel ,ormai come fratelli, insieme. L’ elfo e io gli avevamo insegnato praticamente tutto sull’ arte della spada e sulla lingua elfica. Provare ad inculcargli la disciplina e la meditazione fu praticamente inutile, Sirius non era il tipo.
Quei due mesi lì erano stati magnifici…
Ma vedendo la lettera di Lily, una ruga di preoccupazione solcò la mia fronte. Il mio potere mi diceva che c’ erano guai in vista.  
Le sue idee, supportate dai suoi molti seguaci, erano ormai nell’ aria da troppo per non accorgersi che una guerra sarebbe scoppiata di lì a poco, una vera guerra..
Come in ogni conflitto,prima dello scontro aperto, c’è la parte peggiore: il complotto, l’inganno, il panico.
Questo era quello che stava facendo Voldemort in quegli anni: stava preparando il terreno per poi raccogliere ciò che aveva precedentemente seminato.
Erano anni confusi, tutto era incerto e Voldemort approfittava di questo clima per spargere il terrore su tutta la comunità magica. Era su questo che si basava il suo impero..sulla paura.
Molti si accerchiavano attorno a lui per il potere, per la gloria o semplicemente per codardia.
Tuttavia niente era ufficiale, nessuno si azzardava a pubblicare notizie sulla guerra imminente, tutto era taciuto dalle istituzioni, apparentemente tutto era sotto controllo..apparentemente.
Come un cielo ricoperto da nuvoloni grigi carichi di pioggia attende di versare le sue lacrime, così la comunità magica attendeva impotente che la tempesta si abbattesse sull’ Inghilterra ,senza ombrelli per ripararsi.
Il meteo continuava a ripetere:cielo sereno, tutto va bene..
Ma sentivo che qualcosa era cambiato stavolta. Lo percepivo.  
Velocemente sfilai la pergamena dalla zampa del gufo:  in allegato c’era anche un articolo della Gazzetta e una foto di Harry appena nato. Lessi frettolosamente il contenuto, all’ improvviso destissima.

Carissimi Aryana e Sirius,
Spero che il vostro viaggio stia procedendo a meraviglia, purtroppo qui le cose  non vanno tanto bene. Ma incominciamo con le buone notizie: Harry è nato, è sanissimo, pesa tre chili e otto, è un gran dormiglione e ha un ottimo appetito. Ha due grandi occhi verdi e scruta tutto con immensa curiosità. Per il resto è tutto James ,come potete vedere dalla foto che vi ho inviato. Finalmente abbiamo finito di arredare casa ed è splendida, grazie anche ai vostri consigli ovviamente. A questo proposito, i libri in elfico che mi avete inviato sono molto affascinanti e hanno anche fatto colpo sul vecchio Moody. Mi ha ricordato di dirvi che vi aspetta con impazienza e anche tuo padre vuole che torniate il prima possibile. L’ ufficio Auror ha pronti due posti per voi, visto il vostro curriculum all’ estero e i vostri eccellenti voti sia ai G.U.F.O che ai M.A.G.O. Ritornando alle brutte notizie, gli attacchi sporadici dei Mangiamorte ai babbani non sono più tanto sporadici né casuali (vedi Gazzetta del Profeta). La guerra è incominciata. Forse il Ministero si sta svegliando ma in ogni caso è comunque troppo tardi per azioni di prevenzione, quindi presto si passerà all’ azione diretta. Sirius, mi dispiace, ma è stato confermato che tuo fratello è ufficialmente morto, probabilmente mostrava segni di insofferenza al regime. Inutile dirvi quanto mi dispiace dovervi avvertire in questo modo. Albus vi ha già preparato casa nella periferia residenziale di Londra, siamo andati a visitarla giorni fa, è davvero incredibile. Vi piacerà sicuramente: è grande, con un giardino immenso (così il nostro cane non soffrirà di claustrofobia), luminosa e molto particolare. Rispecchierà sicuramente i vostri gusti lontani dall’ ordinario. Io e James ci stiamo già occupando del trasloco anche se i lavori procedono a rilento per via del molto lavoro ma Remus ci dà una mano e anche Angelica (quei due sembrano fatti l’uno per l’ altra). Ad ogni modo, sarà meglio che torniate il prima possibile , soprattutto perché ci mancate troppo e poi ad Harry servono assolutamente i suoi padrini, no?  Ci sarebbero molte cose da dire ma non è il caso di metterle su carta scritta con i tempi che corrono..fateci sapere il prima possibile. Non correte troppo veloce con la moto.  
Con immenso affetto

Lily&James  

P.S. L’ aquila con la quale ci avete mandato le ultime lettere è splendida e velocissima.  
     

Afferrai l’ articolo di giornale e incominciai a leggere.
“La notte scorsa dieci case babbane nei sobborghi di Londra sono state incendiate in contemporanea, formando il disegno di un inquietante teschio, noto ai più come Marchio Nero. Si ipotizza che dietro questa azione ci possano essere i cosiddetti Mangiamorte, seguaci dell’ ormai tristemente noto Colui che non deve essere nominato, contraddistinti appunto da tale simbolo che ognuno di loro avrebbe tatuato sul braccio sinistro. Caramell assicura che l’ ufficio Auror si sta dando un gran da fare ma non risponde ad altre domande, raccogliendosi in un eclatante silenzio stampa mentre attorno a lui si innalzano critiche sempre più pesanti, specialmente da parte del preside di Hogwarts, nonché uno dei più rispettabili e insigni maghi della comunità magica, Albus Silente: “Voldemort va combattuto subito, con forza e determinazione, non con ridicoli silenzi omertosi. Tutto questo non giova affatto alla salute del mondo magico”(….)

Smisi di leggere l’articolo. Il significato era molto chiaro: dovevamo tornare a Londra immediatamente.
Sentii due braccia cingermi i fianchi e un bacio rude sul collo.
“Buongiorno, elfo..”.
“Sirius…”sussurrai con la voce rotta.
“Che succede?”.
“Dobbiamo tornare immediatamente…la guerra è iniziata..Lily..guarda qua..”balbettai tendendogli la lettera con la foto e l’articolo.
Quando smise di leggere, guardò fuori dalla finestra, esattamente come me.
“Regulus..è morto..”sussurrai quasi come per convincermene.
“Ha sempre avuto un pessimo tempismo” bisbigliò sarcastico con la voce più roca che mai, guardando in basso. Sirius era fatto così.
Quello era il suo modo per dimostrare il suo dolore..l’unico che conosceva, l’unico che gli era stato permesso. Niente lacrime, niente debolezze concesse ad un Black..solo amaro sarcasmo.
Esattamente come me.
Nessuna debolezza, nessuna possibilità di sconfitta.
Così eravamo cresciuti e così vivevamo.
Sempre all’ erta, sempre diffidenti, quasi glaciali.
In realtà più accesi che mai.
Io sapevo cosa c’ era nel suo cuore e non c’era bisogno che dicesse niente.
Perché lui sapeva che io sapevo.
E non c’era da dire nient’ altro.
Io e Sirius eravamo fatti così, capaci di isolarci dal resto del mondo con un semplice sguardo, incapaci di dirci bugie, perché parlavamo con gli occhi.
Eravamo così simili..forse troppo simili...ma eravamo perfetti insieme.
Randagi, sperduti in mezzo a troppa gente, raminghi sempre in cerca non sapevamo neanche noi di cosa..forse di niente..forse di noi stessi…
Agguerriti.
Audaci.
Pronti a tutto per sopravvivere.
Irriverenti.
Talento e grinta di pari passo.
Eternamente in sfida con la vita.
Eternamente in competizione tra di noi.
Così pieni di noi stessi..ma anche così bisognosi di amore e di affetto per fin troppo tempo negati.
E anche in quel momento, non potei fare a meno di sentirmi…viva.
Viva e felice.
Aspettai che facesse le sue riflessioni, in silenzio.
Con il tempo avevamo imparato ad aspettarci a vicenda. Nessuno di noi due poteva rinunciare ai propri spazi, ai propri tempi…per cui quello era l’unico modo per non scannarci…pazientare..per quanto potesse risultare difficile.
Quando fu pronto mi prese la mano e sempre in silenzio mi abbracciò.
Restammo così per un po’, a guardarci.
Dopodiché ,sempre senza dire una parola, incominciammo a fare i bagagli.
Non avevamo portato molte cose con noi, solo il minimo indispensabile.
Da più di un anno ormai, dopo il diploma, giravamo in lungo e in largo l’ Europa e come ultima tappa, Shantaram. Era da poco meno di due mesi che stavamo lì, insieme ai miei nonni e a Uriel.
L’ ultima volta che eravamo stati a Londra era stato per il matrimonio di Lily ma ,poiché la guerra non era ancora scoppiata, decidemmo di ripartire, godendoci quegli ultimi attimi di follia e di spensieratezza fino a quando non fosse arrivato davvero il momento di fare sul serio.
Ebbene quel fatidico giorno era arrivato e noi non avevamo più scuse per continuare a scappare.
La nostra non era codardia, semplicemente né a me né a Sirius piaceva stare con le mani in mano.
Noi eravamo o bianco o nero, o guerra o pace..non eravamo capaci di restare impotenti, senza poter urlare e agire. Quindi era stato meglio che due bombe ad orologeria come noi due, andassero via fino a quando i tempi bui non fossero arrivati sul serio.
Una parte di noi non vedeva l’ora che giungesse quel momento..eravamo stanchi di viaggiare senza meta, di non poter fare niente di utile per la comunità ma l’ altra parte aveva una paura fottuta.
Insieme ci facemmo coraggio e iniziammo il nostro viaggio per Londra, dopo aver salutato la terra meravigliosa di Shantaram con la tristezza in fondo al cuore che ,però, come la neve quando cade non fa rumore, inspiegabilmente.
E noi ce ne andammo così ,senza rumore.

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Capitolo 19
*** Frammenti-seconda parte- Ritorno alla realtà ***


Allora, ringrazio immediatamente tutti per i vostri complimenti. Vedo che avete accolto con entusiasmo l'incipit di questo intermezzo che ho deciso durerà 5 capitoli e nn più 4 per motivi formali. In ogni caso, credo che parecchi dei dubbi che avete espresso nei commenti non verranno risolti con questo intermezzo bensì nel presente....ma non voglio rovinarvi la sorpresa...Buona lettura!!!



Londra, 1980-81

Aryana Silente

Tutto successe troppo in fretta perché me ne rendessi davvero conto:
L’ incarico da Auror.
L’ Ordine.
Harry.
Il trasloco appena fuori Londra.
La profezia della Cooman e le teorie folli di mio padre, che forse tanto folli non erano: Harry, il prescelto?
E poi le sparizioni, i delitti, le nostre prime indagini.
La nostra paura.
Le notti insonni e gli incubi.
Le premonizioni.
La voglia di mollare tutto.
Le lacrime.
E poi ancora la nostra corazza impossibile da scalfire, l’ impermeabilità apparente.
La nostra forza, il nostro talento da Auror.
L’ansia dell’ attesa.
Il dolore per le perdite crescenti.
L’ angoscia che si trasformava in panico ma che non potevi mostrare a nessuno.
Gli abbracci troppo rapidi.
I falsi sorrisi di rassicurazione.
Gli sguardi pieni di troppa poca speranza.
L’ unione difficile da tenere.
I litigi e le riappacificazioni.
La diffidenza e l’odio serpeggianti.
L’ intolleranza.
Il nervosismo.
E poi ancora la rabbia, la frustrazione di non trovare risposte.
Le piste sbagliate.
Le soffiate.
Le minacce.
I combattimenti.
Tutto questo era la guerra che ci arrivò addosso come una valanga.
E in mezzo noi.
James e Lily
Io e Sirius.
Remus.
Mio padre.
E tutti gli altri. Quelli che rimanevano, almeno.

                                                                         



                                                          ***************




24 Ottobre 1981 - Casa Black/Silente, poco fuori Londra

Accoccolati sul divano, con una tazza di the in mano, io e Sirius osservavamo il temporale fuori dalla finestra.
Entrambi non riuscivamo a dormire a causa della mia visione.
Pochi minuti prima, cercando di prendere sonno, ebbi uno dei miei soliti flash, innumerevoli in quel periodo. Tutto era come al solito troppo confuso: la culla di Harry, grida, lampi verdi, visi sfocati.
Non sempre si avveravano le mie premonizioni , non erano avvenimenti sicuri e certi..erano per lo più degli avvertimenti, delle piste da seguire. In questo caso, se mi appariva Harry voleva dire che dovevamo tenere gli occhi aperti attorno a tutta la famiglia Potter. Purtroppo quella era l’ennesima visione sui nostri amici e io cominciavo a sentirmi davvero inquieta.
“Sirius” sussurrai, levando la testa dalla sua spalla e fissandolo negli occhi.
“Dimmi”.
“Stavo pensando che stanno cambiando molte cose. In questo periodo non ci si può fidare di nessuno, ogni cosa è incerta e le persone a te care possono non esserci più domani…”.
“Perché mi stai dicendo queste cose?”mi interruppe.
“Perché se un domani ci dovesse succedere qualcosa vorrei non dover rimpiangere niente. Vorrei non aver perso tempo con te”.
Un debole sorriso gli si stampò in volto.
Non sorrideva più da tanto tempo ormai.
“Mi sono chiesta così tante volte se fosse la cosa adatta a noi…però…”.
“È quello che vogliamo, no?”completò lui per me.  
“Più di ogni altra cosa al mondo”.
“Allora, Aryana Kendra Arya Saphira Silente, è deciso. Ci sposiamo” disse guardandomi fisso negli occhi.
Non era una proposta, ovviamente.
Tipico di Sirius.
Odiava tutto ciò che sapeva di convenzionale, odiava le regole..e io lo amavo così.
Ogni centimetro di me stessa lo amava.
“Assolutamente si, Sirius Black” esclamai, attirandolo per il colletto della camicia verso di me.
Prima che le nostre bocche potessero incontrarsi, bussarono violentemente alla porta.
Immediatamente a bacchette sfoderate ci precipitammo all’ingresso.
“Chi è?”tuonò Sirius.
Nessuna risposta.
Mi scansò dal lato interno della porta, mentre si preparava ad aprirla.
Anche se sapeva che io avrei potuto schiantare meglio di lui l’ospite indesiderato, doveva sempre proteggermi e ovviamente dimostrare quanto era in gamba.
Aprì lentamente la porta.
Il suo viso si rilassò quando vide chi era ma tornò subito teso.
La famiglia Potter al completo, totalmente fradicia, piombò a casa nostra, inzuppandoci l’ingresso.
I loro volti erano preoccupati e nervosi.
Il piccolo Harry dormiva placidamente tra le braccia di Lily ,ignaro di tutto.
“Che è successo?”esclamai preoccupata.
“Voldemort ci cerca e questa volta fa sul serio. Non possiamo tornare a casa nostra, ci serve un nascondiglio”.
“In realtà lo abbiamo già trovato ma abbiamo bisogno di un custode segreto prima di andarci”completò Lily, posando Harry sul divano.
James e Sirius si scambiarono uno sguardo pieno di eloquenza.
“Noi siamo pronti a farlo, lo sapete” esclamai, precedendo Sirius.
“James, posso parlarti un attimo di là…da soli?”esclamò Sirius serafico.
“Ma certo..”rispose James ,seguendo Sirius nello studio.
Rimasi interdetta per un po’ dopodiché feci accomodare Lily sul divano insieme al piccolo e sfogammo reciprocamente le nostre angosce e i nostri timori, come sempre era stato.

Sirius Black  

“In realtà non credo sia una buona idea” dissi,chiudendo la porta dello studio.
“Sir, ma che dici?” dichiarò James, stupito.
“Fratello, sai che sono pronto a dare la vita per te, Lily e Harry e ti prego di non dubitare mai un solo istante di questo. Tuttavia credo che sia troppo scontato ed inevitabilmente rischioso che sia io ad essere il custode segreto. Dobbiamo far credere a tutti che sia così ma in realtà possiamo scegliere qualcun altro, in modo da essere completamente certi che Voldemort non lo scopra mai”.
“La solita vecchia volpe…e tu chi suggerisci Felpato?Remus?”dichiarò James, mettendomi una mano sulla spalla.
“È il secondo della lista dopo di me. No, io invece prenderei il più insospettabile di noi ,quello che all’apparenza potrebbe sembrare il più pavido, il più tocco…Peter Minus”.
“In effetti nessuno sospetterebbe di lui ,e poi, io mi fido”.
“Anch’io..è la cosa migliore, Ramoso. Ah, un’ultima cosa: non deve saperlo nessuno tranne noi due”.
“Nemmeno Lily e Aryana?”domandò sorpreso.
“Meno persone ne sono a conoscenza meglio è”conclusi risolutivo.

Aryana Silente

“Allora io e Lily dobbiamo andare subito” esordì James,rientrando in salotto.
“No, dai, rimanete un altro po’”insistetti io.
“Tesoro, non c’è un attimo da perdere. Ricordati che ti scriverò prestissimo. Ti voglio bene. A presto” rispose Lily, abbracciandomi.
“Allora a presto amici miei..”disse James abbracciandoci a sua volta.
Dopodiché in fretta e furia sparirono sotto il mantello dell’invisibilità.
Non potevo sapere che quella fu l’ultima volta che rividi i miei migliori amici….da vivi.
“Tipico di te..”mormorai a Sirius.
“Cosa?”.
“Diventare il loro custode segreto, lasciandomi fuori come al solito”.
“Elfo, sai benissimo che è la cosa migliore per tutti..”.
“Tranne che per me..”.
“Se uno dei due deve morire preferisco che sia io, piuttosto che tu”.
“Peccato che per me valga lo stesso..non mi hai lasciato altra scelta”.
“Aryana, rifletti: se tu resti viva con il tuo talento e i tuoi poteri saresti molto più utile di me..”.
“Ma che discorsi fai? Parli di utilità?”.
“Elfo..basta così..non possiamo litigare per questo..”disse, stringendomi a sé.
“Non possiamo più rimandare..dobbiamo farlo subito..” mormorai, stretta al suo petto.
“Domani ti va bene?”mi rispose.
“D’accordo. Sarebbe troppo pericoloso avvertire gli altri per cui saremo solo io e te..non lo saprà nessuno..”.
“Nessuno”.
L’indomani mattina io e Sirius Black ci unimmo in matrimonio.
Non fu niente di eccezionale.
Nessun invitato, nessun ricevimento, nessun festeggiamento.
Era solo una conferma. Solo il suggellamento di quello che noi sapevamo già: ci appartenevamo.
Eravamo felici ,nonostante tutto.


                                                                                              **************

I giorni che seguirono trascorsero lenti e furono pieni di ansia e attesa.
I Potter si facevano sentire poche volte e le sparizioni si infittirono ancor di più, soprattutto tra la nostra cerchia di amici.
 I Paciock vennero torturati fino alla pazzia per mano di Bellatrix Black e molti altri sparirono in circostanze misteriose.
Voldemort voleva disperatamente i Potter e noi capimmo ben presto che non poteva essere solo per la loro posizione scomoda.
Più il tempo passava più eravamo convinti che qualcuno aveva spifferato la profezia a Voldemort.
Nel frattempo io scoprii qualcosa destinato a cambiare per sempre le nostre vite…

27 Ottobre 1981 – Casa coniugi Black

Era una mattina dal cielo plumbeo, l’ennesima brutta giornata.
Entrai in cucina, stropicciandomi gli occhi.
Sirius stava sorseggiando il suo caffè amaro mentre leggeva una lettera.
La gazzetta del Profeta sul tavolo intitolava: “È guerra?”.
“’Giorno, signor Black”sbadigliai ancora un po’ intontita.
“Elfo, guarda qua..una foto di Harry sulla scopa che gli abbiamo regalato..”esclamò entusiasta abbracciandomi da dietro. “Mi piacerebbe tanto averne anch’io uno così che mi gira per casa..”.
La buttò lì, come una bomba a mano.
“È  il tuo modo carino per dirmi che vorresti un figlio da me?”gli chiesi, lasciandomi accarezzare il ventre ,ancora totalmente piatto.
“A te no?”chiese, voltandomi verso di lui.
“Beh, forse non è così astratto come credi il tuo desiderio..”.
Il suo viso si illuminò, sgranò gli occhi e passò lo sguardo da me alla mia pancia più volte.
“Vuoi dire che…”.
“ Credo proprio che presto avremmo un piccolo Black”.
“Yuuu” urlò, sollevandomi in aria e sballottolandomi per tutta la casa.
Ridemmo per almeno mezz’ora senza proferire parola, solo guardandoci negli occhi e per un attimo dimenticammo tutto.  
Esistevamo solo noi due.
Io e Sirius.
Anzi, noi tre.
Fu in quell’istante che avvenne. Tutte le mie barriere crollarono.
Potreste dirmi che l’avevo abbassate da un pezzo ma non era realmente così.
Una parte di me aveva sempre paura che un giorno Sirius avrebbe potuto farmi del male. Che quello che avevamo potesse finire.
Ma in quell’istante preciso….il sorriso che fa Sirius, azzera tutti i dubbi miei.
Ero sua. Totalmente, inesorabilmente, sua.
La mia felicità nelle sue mani. La mia vita nelle sue mani.
Quella sensazione di pace e completezza.    
E d’un tratto una convinzione affiorò dentro il mio animo….
Sarebbe stato per l’eternità…
Non potevo sapere quanto mi stessi sbagliando e quanto l’avrei pagata per aver potuto credere ad una simile ingenuità.

                                                          
                                                           **********************
 

31 Ottobre 1981 -  Casa coniugi Black


Mi svegliai di soprassalto nel letto madido di sudore.
Subito Sirius mi stette addosso: “Che è successo?Cosa hai visto?”.
Ansimando, cercavo di fare ordine nella mia testa..
Cosa avevo visto di tanto orribile?
Casa Potter.
La porta verde d’ingresso.
Una mano bianca come il latte che gira la maniglia.
Potevo sentire il suo respiro eccitato e avido di morte e violenza..
Era venuto lì per uccidere, di questo era certa.
Due occhi verdi, che conoscevo fin troppo bene.
Un lampo.
Un urlo agghiacciante e poi più nulla.
“Voldemort…ha trovato Lily e James o lo sta per fare..”balbettai sconvolta.
“È impossibile..sei sicura?”.
“No che non sono sicura. Lo sai come sono le visioni quando riguardano qualcuno a noi caro, è tutto troppo confuso. Forse questa è una visione senza senso come le altre..”.
“Le tue visioni non sono mai senza senso. C’è qualcosa che non va stanotte..lo sento anch’io”mormorò, affacciandosi alla finestra della nostra camera da letto.
Lampi e fulmini dardeggiavano nel cielo.
Era una notte infausta e malaugurate.
“Che cosa facciamo?Avvertiamo mio padre?”.
“No, non ce n’è bisogno. Andrò io da James”.
“Vengo anch’io”esclamai, saltando giù dal letto ma Sirius mi afferrò per le braccia e mi rimise a sedere.
“Non esiste. Tu starai qui e aspetterai che ritorno. C’è un tempaccio là fuori ,non vorrai che succeda qualcosa al piccolo?!”.
“Non ti aspetterai che rimanga qui ad aspettare da sola mentre tu sei là fuori?!”.
“È esattamente quello che farai, elfo”disse dolcemente, stampandomi un bacio sulle tempie.
Andammo avanti per un po’ a battibeccare ma Sirius era irremovibile.
Giunse il momento di salutarci sull’uscio di casa.
“Non posso lasciarti andare non sapendo se tornerai”farfugliai con le lacrime agli occhi.
Lui prese il mio mento con due dita e mi costrinse a fissarlo.
“Elfo, te lo prometto, tornerò da te….da vivo”.
“Non andare, ti prego. Ho una strana sensazione addosso. Può darsi che mi sia sbagliata riguardo la visione e ti avrei messo in pericolo per nulla..”.
“O può darsi che invece non ti sia sbagliata. Aryana, lo sai che devo andare..”.
“Tieni questo almeno..”dissi con la voce spezzata mentre mi staccavo il medaglione elfico di mia madre dal collo e lo legavo a quello di Sirius.
“Te lo riporterò sano e salvo”.
“Cerca di tornare tu sano e salvo”.
“Buonanotte..”esclamò infine concedendomi un bacio intenso, che mi convinsi non poteva simboleggiare un addio.
“Ti amo..”sussurrai al suo orecchio,restia a lasciarlo andare.
Sorrise.
“Cos’è la terza volta che me lo dici in tutta la vita questa?”.
“Credo la seconda..”.
Ridemmo.
“Ti amo anch’io” mormorò ,fissandomi negli occhi.
Poi sparì.
Quella fu l’ultima volta che vidi Sirius Black, o almeno, il mio Sirius Black.

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Capitolo 20
*** Frammenti- terza parte- La fine di tutto e l'inizio del resto della tua vita ***


Salve a tutti!!! Questo capitolo immagino non piacerà quasi a nessuno perchè è alquanto triste!! Spero però che vi emozioni...io mi sono commossa a scriverlo. Detto questo, ringrazio tutti per i complimenti e no, non voglio farvi venire nessun infarto...Vi voglio vivi e vegeti perchè dovete commentare!!!!
Detto questo, un ringraziamento speciale va ad Alohomora per tutta la sua pazienza e per il suo lavoro. A proposito, vorrei segnalarvi la sua storia cioè L'erede dei Black. Andate a leggervela perchè è bellissima....
Buona lettura!!!!


Azkaban - Novembre 1981

Aryana Silente

Arrivare ad Azkaban era sempre uno shock.
Era più che una prigione, era il vessillo della disperazione, della deriva umana.
Più ci addentravamo,più capivo perché Sirius fosse impazzito..
Chiunque sarebbe impazzito in quel posto.
Certo, le mie condizioni psicologiche enfatizzavano ancor di più l’ atmosfera.  
A 21 anni mi ritrovavo sola, incinta, a dover affrontare una condanna insensata.
Sirius….
Mio marito.
Il padre di mio figlio.
Il mio Sirius.
Un assassino, una spia, un traditore.
Come avrei potuto credere al fatto che James e Lily fossero stati uccisi dal loro migliore amico, dal loro fratello, dal compagno di mille esperienze, di lacrime, di gioie, di paure?
Non potevo pensare nemmeno al fatto che fossero morti davvero.
Lily….l’unica amica che io abbia mai avuto.
E James….la cosa più vicina ad un fratello che avessi.
Non c’erano più.
E io avrei dovuto accettarlo, prima o poi.
E come potevo pensare che Sirius avesse permesso che Harry fosse rimasto solo? Senza genitori, senza di lui?
No, impossibile.
E io non potevo assistere impotente alla sua deriva.
Semplicemente non potevo.  
Anche per Harry.
Soprattutto per lui e poi per me e il mio, il nostro bambino.
Adesso non potevo prendermi cura di nessuno dei tre, a dire la verità. Harry era stato affidato ai  Dursley e io non protestai più di tanto. Era chiaro che era l’unica soluzione possibile.  La domanda che mi assillava era: e poi?
Cosa sarebbe successo dopo? Avrei perso Harry? O Sirius? O entrambi?

Chiesi a Remus di accompagnarmi ad Azkaban quel giorno.
Dovevo parlargli, dovevo rassicurarlo, dovevo aiutarlo. Anche se lui non lo aveva chiesto.
Erano le regole del nostro rapporto.
Non si parlava, si agiva. Non si chiedeva, si pretendeva.
Remus acconsentì ad accompagnarmi seppur molto restio. A detta sua, Sirius era completamente impazzito: l’ unica cosa che faceva era ridere e urlare, si rifiutava di parlare e mangiava poco e niente.
Ovviamente era a causa dello shock della perdita e di tutto quello che ne era derivato,almeno, questo era quello che pensavo io.
L’unico desiderio in me,mentre camminavo tra le gelide presenze che facevano da guardia ai prigionieri,era di scoprire la verità,scoprire cosa era successo in quella strada,dove era stato Sirius quella sera, perché non si era dichiarato innocente.
Il mio subconscio rispose a quelle domande nel momento stesso in cui ci trovammo di fronte alla cella di Sirius.
Quando il mio sguardo incrociò il suo capì subito che quello non era mia marito.
L’espressione di gelida indifferenza stampata sul volto andava in antitesi alla folle fiamma che ardeva nei suoi occhi.
Chi era quella specie di derelitto umano?!
Di certo non il Sirius che conoscevo io, quello spigliato,leale, brillante, buono..
Assomigliava ai molti fanatici di Voldemort che catturai a bizzeffe: la stessa lucentezza negli occhi, la stessa sicurezza di chi è certo essere nel giusto, lo stesso cipiglio sprezzante, provocatorio, la stessa gelida indifferenza del maligno..come se Azkaban fosse indegna di ospitare un servo fedele dell’Oscuro Signore come lui, il doppiogiochista perfetto, la spia, l’ingannatore, la talpa tra le fila della resistenza.
All’improvviso mi fu tutto molto chiaro.
Certo, un bel colpo accaparrarsi la figlia del più grande mago di tutti i tempi, un bello smacco, una beffa ai danni dei nemici. Questo bisognava riconoscerlo. Ingannarci per tutto questo tempo, fingere, illudermi, persino mettermi incinta, era degno di un mago oscuro a tutti gli effetti.
Aprirono la cella ed entrai insieme a Remus.
“Sirius..”mormorai tentennante.
Il dubbio si insinuava in me e sibilava nelle mie orecchie come una serpe.
A sentire le mie parole rise sguaiatamente, malignamente..
Si stava facendo beffe di me.
“Che ci fai qua?Non hai ancora capito niente? Mi chiami ancora per nome?”ringhiò alternando note stridule a veri e propri sibili.
Mentre parlava girava intorno a noi come un lupo affamato accerchia le sue prede.
Ogni sua parola era una pugnalata al cuore.
“Vuoi dire che sei stato tu? È per questo che non hai protestato per ricevere un processo giusto? Perché sei stato davvero tu a tradirli? A tradirci?” esclamai con la voce mezza rotta.
“E chi può essere stato se non io? Che senso aveva fare un processo? È così chiaro per tutti..l’unica a non capire sei tu..ti sei voluta ostinare a venire, perché? Non ti erano bastate le descrizioni degli incontri con lui..”disse indicando Remus disgustato. “Ma tu no..dovevi venire a constatare di persona, non è così? Tutti che parlano della tua grande intelligenza, del tuo intuito da Auror..poverini…non sanno di che parlano. Ingannarti è stato come rubare le caramelle ad un bambino. È bastato che ti facessi qualche moina e sei cascata subito ai miei piedi come una sciocca. Altro che grande Auror…sei solo un’illusa, proprio come tuo padre”.
“Adesso basta, andiamocene Aryana”disse Remus prendendomi per un braccio ma io lo scansai.
“Vorresti farmi credere che è stato tutta finzione? Tutta una messinscena premeditata dai tempi della scuola? E come avresti fatto a sapere che saremmo arrivati a questo punto?Come hai fatto a ingannarci per tutto questo tempo?Pensi davvero che io possa bermi tutte queste idiozie? Sirius dimmi la verità....Qualunque essa sia…affronteremo tutto insieme…”.
Distolse lo sguardo  e ghignò divertito.
“Mi chiedi come facevo a sapere che saremmo arrivati a questo punto. È estremamente semplice: è sempre stata la vostra natura. Voi eravate destinati a tutto questo. Ce l’avete nel DNA. E anch’io. Ricordi? Sono un Black. E se ti stai chiedendo perché, ti dirò anche questo. Perché lo so fare. Non ho scelto niente in questa vita. Sono al mondo e sono fatto così. È l’unica cosa per cui sono portato…il male”.
“Io ti conosco. Tu non sei così. Lascia stare i sensi di colpa, perché ci stai facendo questo? Vuoi distruggere tutto quello che abbiamo”.
 “Guarda in faccia la realtà. Noi non abbiamo niente. Noi….non esiste, non è mai esistito. È stato solo un gioco, una recita….solo…un gioco. E tu ci sei cascata….sei solo un’illusa”biascicò sadico.
Come cadere da una scogliera ed essere ancora coscienti. Sentire ogni centimetro delle tue ossa frantumato. Era così che mi sentivo.  
Racimolai  quel briciolo di forza che mi era rimasta , lo dovevo a James e Lily, e mi rivolsi a Sirius in questi termini:  “Meglio vivere di illusioni  ma essere libera che servire e riverire un padrone. Solo uno schiavo..una marionetta. Ti dirò una cosa: avete fallito. È finita.Il tuo signore è caduto insieme a te. Sei finito ad Azkaban e mi auguro che tu possa morirci in questo posto il più tardi possibile perché devi pagare fino all’ultimo respiro tutto quello che hai fatto. Non avrò pace fin quando non avrò sbattuto ogni verme schifoso come voi in galera. Fin quando ci saranno persone come me, come mio padre, come Remus, come James e Lily, voi non l’avrete mai vinta. Mai”.
Feci per andarmene ma le sue ultime parole mi gelarono il sangue nelle vene…
“Come sta mio figlio?”ululò, sarcastico.
Mi voltai lentamente.
“Stai tranquillo, tra pochi giorni non ci sarà più nessun figlio. Non ho intenzione di far nascere un mostro come te”.
Per un attimo vidi un’ombra muoversi nelle sue innaturalmente dilatate pupille ma era solo la mia immaginazione.  Girai sui tacchi e me ne andai seguito a ruota da Remus.
“Aryana, sei sicura? Voglio dire, lui non c’entra con tutto questo”.
“Mi dispiace ma farò quello che ho detto. La gente smetterà di parlare e mio padre sarà molto più sereno”.
“Aryana…”.
“No, no avevi ragione tu..sono stata una stupida..una stupida..”presi a singhiozzare.
Mi condusse velocemente all’uscita e mi strinse forte al suo petto.
“Shh…Aryana..nessuno di noi poteva saperlo..era impossibile capirlo..”.
“Come ho fatto a non accorgermene? La sua famiglia e tutto il resto..era così prevedibile..L’ho sempre saputo che avrebbe portato solo guai… il mio intuito..l’ho sempre saputo,capisci?” .
“Ti sei sbagliata..ci siamo sbagliati tutti. Non ti devi fare nessuna colpa”.
“Certo che lo devo fare. Devo addossarmi la responsabilità dei miei errori, Remus, altrimenti potrei anche impazzire. Se non mi convinco che sia stata colpa mia, non so se riuscirò a sopravvivere al fatto che devo pagare per gli errori degli altri. È molto più sopportabile pensare che sia colpa mia, fidati”.
Improvvisamente il cielo si fece ancor più cupo e tempestoso di quanto già non fosse e incominciò a piovere.
 Le lacrime si confusero con le gocce di pioggia.
Mi asciugai in fretta il volto, sentii il sangue tornarmi gelido nelle vene, il cuore riprendere a battere regolarmente, gli occhi asciugarsi.
Dovevo riesumare l’ Aryana che esisteva prima di Hogwarts, l’ Aryana gelida, razionale, imperturbabile.
Per sopravvivere avevo bisogno di rimettere l’ armatura.
Non avrei lasciato mai più che qualcuno entrasse dentro di me così nel profondo. Mai più.
Mi sarei dovuta fidare del mio potere empatico a suo tempo che mi urlava di stare lontano da Black.
Ecco qual’ era la mia punizione da cui avrei tratto insegnamento: aprirsi alle persone sbagliate comporta avere il cuore stracciato.
Me lo sarei dovuta ricordare un giorno o l’ altro..quel giorno era arrivato.
Lo giurai a me stessa, mai più lo avrei permesso.
A passo imperioso mi allontanai verso casa con solo un gran senso di vuoto dentro che mai nessuno avrebbe percepito perché il mio volto si era trasformato in cera , impassibile e glaciale.
Adesso ero di nuovo sola, totalmente sola, come sempre.
Quegli anni erano stati una breve parentesi di follia da dimenticare, solo un bel sogno, un sogno davvero bello.
Ma adesso era il momento di riprendere la vita normale e nella vita normale chi cade è perduto.
Non c’era tempo per piangere, non c’era tempo per disperarsi.
Se non fai il bastardo per gli altri resterai un debole.
Era il momento di riprendersi in mano la vita. E in fretta. Come solo i migliori sanno fare..
Bentornata, cara saggia, diffidente Aryana.
Era ora che ti svegliassi.


Sirius Black

Morto.
Non restava più niente di me in quel momento.
Ero morto.
Nulla per cui valesse la pena vivere,combattere.
Meglio fingersi folle e colpevole piuttosto che lottare.
Che senso aveva ormai?
Nessuno mi avrebbe creduto..nessuno. Solo Aryana, Remus ed Albus l’avrebbero fatto ma non avrei mai permesso questo, far passare mia moglie per una pazza, farla rinnegare dall’intera comunità magica, farle perdere tutto il suo prestigio, acquistato con tanta fatica nella lotta contro il male in quegli anni.
No, molto meglio farle credere che fossi colpevole,che l’avessi ingannata,darle una possibilità di essere felice con qualcun altro,ricostruirsi una vita senza di me.
La mia anima si dilaniava per ogni pensiero di lei tra le braccia di un altro ma sapevo che era giusto così.
Per me non c’era più niente da fare ormai.
Ero come un malato terminale che vive attaccato ad una macchina a cui non si stacca la spina per il poco coraggio.
Sopravvivevo ma non vivevo.
Sentivo ma non ascoltavo.
Guardavo ma non vedevo.
Mangiavo ma non gustavo il cibo.
Il mio corpo si muoveva, era vivo ma senz’anima.
L’unica cosa che non mi faceva impazzire era la consapevolezza di essere innocente,la rabbia verso i traditori,verso Voldemort che mi aveva portato via tutto,il senso di colpa perché sapevo che mio figlio non sarebbe mai nato per colpa mia, il ribrezzo verso quel posto, verso chi lo abitava e chi lo custodiva.
I giorni passavano e io marcivo in quella gabbia, rivolgendo la mente al mondo là fuori, ad una persona che continuava a farmi battere il cuore irregolarmente…
Una persona di cui avrei sentito terribilmente la mancanza.
Una persona che non avrei mai dimenticato,nemmeno volendo.
Una persona a cui ero condannato a pensare per sempre.
Una persona che non avrei mai più avuto.



*******************


Ministero della Magia - Febbraio 1982

Aryana Silente

“Aryana Kendra Arya Saphira Silente, è con enorme privilegio e orgoglio che le conferiamo il premio come miglior Auror a difesa delle Arti Oscure dell’ultimo anno” proclamò con aria solenne il ministro della magia Cornelius Caramell,porgendomi una targa dorata.
La afferrai sfoderando un sorriso di circostanza mentre il fotografo ci scattava una foto per la Gazzetta.
Negli ultimi tre mesi mi ero gettata a capofitto nel lavoro. Dalla caduta di Voldemort c’era molto lavoro da fare e per di più ero diventata velocemente capo dell’ ufficio Auror,nonostante i miei 21 anni.
Durante il periodo del terrore mi ero differenziata insieme a Lily, James e agli altri dell’Ordine per la cattura di innumerevoli maghi oscuri,per mandare all’aria molti attacchi di Voldemort e continuai a farlo non appena mi promossero.
Alcuni Mangiamorte tra cui Bellatrix Lestrange ci diedero filo da torcere, volevano instaurare nuovamente quello che avevano ai tempi di Voldemort ma senza di lui il loro progetto fu un fallimento su tutta la linea. Per la loro cattura e per aver smascherato e smantellato la rete fittizia di maghi oscuri che facevano capo a Voldemort mi venne assegnata quella targa al Ministero.
Mio padre era in prima fila, sorridente come non mai. Credeva che avessi superato totalmente lo shock per la condanna di Sirius e la morte di Lily e James.
Fingevo benissimo.
Non sapeva ancora nulla della mia gravidanza ma presto avrei dovuto dirglielo.
L’unica cosa di cui ero certa è che avrei tenuto il bambino. Non potevo ucciderlo,anche se apparteneva ad un mostro.
Pensavo notte e giorno a cosa avrei fatto, a cosa avrei detto a tutti quanti.
In fondo, la maggior parte non sapeva neanche che io e Sirius fossimo sposati.
Avevo lavorato così tanto per avere la mia reputazione..non potevo rovinare tutto.
Dovevo parlare con mio padre, lui avrebbe trovato la soluzione, lui risolveva sempre ogni problema, era la mia ancora di salvezza.
Dopo aver strinto automaticamente la mano ai maghi prestigiosi in fila di fronte a me per farmi le congratulazioni, partecipai al breve buffet, trascorrendo la serata fra i soliti convenevoli richiesti in quelle occasioni.
Fortunatamente accanto a me avevo mio padre che mi salvava quando stavo per fare una gaffe poiché ,completamente assorta nei miei pensieri,finivo col non dare alcuna attenzione a chi mi stava davanti.
A fine serata feci una capatina in ufficio, al piano di sopra, per organizzare il lavoro dell’indomani e successivamente raggiunsi mio padre all’ingresso.
Ci smaterializzammo a casa sua a Londra.
Era da tanto che non ci venivo, ma tutto era apposto, era sempre la mia casa d’infanzia.
“Allora, preparo un po’ di the, tu nel frattempo mettiti comoda”disse mio padre, andando in cucina.
Mentre lui trafficava con i fornelli, osservavo nostalgica le foto sul caminetto,immagini ingiallite e stanche che mi fecero rivivere i momenti del mio passato.
Sorridendo pensai a quanto avrei voluto tornare bambina, invece avevo ventuno anni pesanti come macigni. Riguardare quei piccoli istanti della mia infanzia mi confortava,mi faceva ricordare quanto era piena di fantasia e gioia la vita vissuta con gli occhi dei bimbi, mi faceva credere ancor di più di aver preso la giusta decisione tenendo quel bambino.  
“Che fai?”esclamò mio padre poggiando il vassoio con le tazze di the fumante sul tavolino di vetro.
Io saltai in aria e, a vedere quella reazione,Albus si buttò sulla poltrona ,ridendo.
“Papà, non sei un po’ grandicello per fare questi scherzi?”dissi sedendomi nella poltrona di fianco alla sua.
“Io non volevo fare nessuno scherzo. Sei tu che non mi hai neanche sentito arrivare. Come al solito eri fra le nuvole. A cosa pensavi?”.
“Pensavo che devo parlarti”.
“Lo sai che puoi dirmi tutto,mio piccolo elfo” mi rassicurò, sorseggiando il suo the.
“Questa volta ti infurierai”.
“Lo sai che non posso infuriarmi mai sul serio con te..è per Sirius?Guarda che lo so che sei andata a trovarlo anche se te l’avevo vietato”.
Sgranai gli occhi.
Sapevo che mio padre era più di un mago normale ma  la sua onniscienza mi faceva rimanere basita ogni volta.
“C- come..?”balbettai interdetta.
“A parte che me lo immaginavo, testarda come sei..comunque ho avuto la conferma da parte di Remus e sappi che non sono infuriato per niente”.
“Oh..quindi non sei arrabbiato?”.
“Per nulla. L’unica cosa che volevo fare era evitarti una sofferenza inutile perché immagino che ti abbia detto delle cose orribili,non è così?”.
Abbassai lo sguardo per non fare vedere l’ombra cupa che avvolse i miei occhi.
“Remus non ti ha raccontato cosa è successo?”.
“A dire il vero no. Ci siamo incontrati di sfuggita, mi ha solo confermato il vostro incontro”.
“Oh,capisco. Comunque non era di questo che volevo parlarti,o meglio, non proprio di questo”tergiversai abilmente.
“E allora di cosa?”.
“Papà..tu sai che io e Sirius ci siamo sposati,no?”.
“Si certo. Purtroppo..”.
“Aspetta, non mi interrompere. Bhe, è successo che..tre mesi fa ,prima della morte di James e Lily, io ho scoperto di aspettare un bambino…da Sirius”.
Mio padre mi fissò negli occhi per parecchio tempo, quasi un’eternità.
“Perché me lo dici solo adesso?”chiese freddo mentre poggiava la tazzina sul vassoio, evitando accuratamente il mio sguardo.
“Perché all’inizio non ci volevo pensare e non avevo ancora capito con chi avevo a che fare. Poi,dopo l’incontro con Sirius, ho deciso che non l’avrei tenuto perciò era inutile dirtelo..ti avrei procurato solo un dispiacere in più. Adesso le cose sono un po’ cambiate…io..vorrei tenerlo ,anzi, sono sicura”.
Mio padre continuava a guardare per terra.
Aspettai che dicesse qualcosa ma continuava a tacere per cui mi accovacciai accanto alla sua poltrona, presi le sue mani nelle mie e scoppiai a piangere.
Albus mi strinse forte a sé e mi accarezzò la testa per farmi calmare.
“Papà, scusami. Lo so che sono stata un fallimento. Prima sposo un delinquente e poi mi faccio mettere anche incinta…sono stata una stupida. Adesso vengo da te e ti do altri problemi..come se non avessi altro da fare. Papà ,ti prego,io senza di te non ce la posso fare…aiutami, per favore..ti prometto che non ti deluderò più ..”  singhiozzai sommessa.
Era la prima volta, dopo l’incontro con Sirius, che piangevo, che buttavo alle ortiche la mia corazza e mi abbandonavo completamente al dolore.
Era liberatorio ma non era nel mio stile fare quelle sceneggiate.
No, decisamente non nel mio stile.
“Stammi bene a sentire”tuonò mettendomi in piedi. Mi prese il viso tra le mani e in modo deciso disse: “Non ti azzardare mai più neanche a pensarle queste cose. Prima di tutto, non sei affatto un fallimento e non mi hai mai deluso ,anzi, sei invidiata da molti e sei il mio orgoglio. In secondo luogo, non è colpa tua se Black si è rivelato spregevole e maligno. Vorrei ricordarti che persino io non ho capito chi fosse ,anzi, sarei stato pronto ad affidargli la mia vita, tanto è vero che ti ho affidata a lui. Per terza cosa, aiutarti è il mio preciso dovere di padre, non mi crea nessun disturbo ,anzi, mi riempie il cuore di gioia sapere che ancora alla mia età tu hai bisogno di me e chiedi il mio aiuto. Infine,come puoi pensare che diventare nonno sia un problema per me?!è la cosa più bella che potesse capitarmi”.
“Grazie, papà..”squittii abbracciandolo.
“Allora, dobbiamo organizzarci…quanti sanno della tua gravidanza?”.
“Remus, tu,Sirius e Uriel".
"Bene. A Remus faremo un incantesimo della memoria, gli faremo dimenticare tutto. Sirius Black non potrà parlare con nessuno per molto tempo e poi lo credono tutti pazzo quindi non creerà alcun tipo di problema”.
“E poi pensa che l’abbia dato via”lo interruppi io.
“Ottima mossa,tesoro. Adesso dobbiamo pensare a quello che faremo..”.
“Mi hai fatto venire un’idea. Uriel! Potrei andare a Shantaram dai nonni e da lui. Potrei stare lì fino a quando non nasce il bambino”.
“Questa può essere un’idea..ma dopo cosa farai?”.
“Non lo so. Potrei fargli fare avanti e indietro Shantaram - Londra. Nessuno si accorgerà di lui fino a quando sarà piccolo. Riceverà un’ottima istruzione dagli elfi, da me e da te. Tu ci metti poco ad arrivare a Shantaram e ci verrai a trovare spesso..noi staremo bene..per il futuro, si vedrà”.
“E con il lavoro? Come farai?”.
“Scriverò libri. È quello che ho sempre voluto fare in fondo, oltre l’Auror. Tanti maghi lo fanno, perché io non dovrei? Poi all’estero potrei anche lavorare con altre razze magiche, mettere a frutto le capacità insolite che mi hanno sempre ammirato,no?”.
“Potrebbe essere una buona idea..”disse mio padre massaggiandosi il mento,scettico.
“Papà..”sussurrai prendendogli le mani “è una buona idea. È la cosa più giusta per tutti..sparire per un bel po’ di tempo..non far vedere la mia faccia ma mantenere vivo il mio nome..…per un po’ la gente parlerà ma poi finirà tutto quanto..”.
“Preferirei tenerti d’ occhio, qui vicino a me. E poi non voglio che getti la tua carriera alle ortiche. Hai faticato tanto..”.
“Papà,intratterrò relazioni con l’estero, affinerò le mie capacità da strega, imparerò nuove cose e avrò un bambino. Questo non è gettare la carriera alle ortiche, anzi, arricchirò il mio curriculum di prestigio. Vedrai, farò un buon lavoro..”.
“Non ne dubito, mio piccolo elfo, non ne dubito…sei sempre stata straordinaria in ogni cosa..lo sarai anche in questa..”.
“Dai, aiutami a scrivere la lettera di dimissioni per Caramell…”dissi, sdrammatizzando.
E fu così che io e il mio piccolino partimmo per Shantaram tra mille dubbi, mille ansie e mille interrogativi sul futuro ma un’unica cosa bastava per tenerci insieme:la speranza.
Ci lasciammo alle spalle il passato insieme a tutte le voci che giravano sulla nostra partenza.
Partimmo e basta, avidi di respirare aria pulita.

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Capitolo 21
*** Frammenti - Quarta parte - V di Vendetta ***


Eccomi qui con un altro chap, pronto per voi!!! Il prossimo sarà l'ultimo dei frammenti nonchè flashback quindi si tornerà al presente per sempre(scusate il gioco di parole) e da lì in poi la storia procederà scorrevolmente. Spero che vi piaccia e mi raccomando, RECENSITE!!!!

Azkaban

Sirius Black

Ci furono diverse fasi della mia vita ad Azkaban: prima il dolore, poi l’accettazione e infine l’indifferenza totale.
All’inizio l’odio era l’unica cosa capace di mantenermi in vita ma non era un tipo d’odio normale, umano.
Era peggiore di qualsiasi altra cosa...forse non era nemmeno odio..cinismo, rancore, forse.  
Poi le cose peggiorarono.
L’ indifferenza divorò qualsiasi parvenza di umanità insita in me.
Nulla poteva toccarmi o sconvolgermi.
La cosa peggiore che possiate fare ad un uomo è togliergli la voglia di vivere ma ,in ogni modo, in lui rimarrà sempre la paura della morte.
Ecco, loro erano riusciti a togliermi anche la paura della morte, anzi, per certi versi morire era un’ipotesi allettante.
Non avevo timore..l’unica cosa che ho sempre voluto dalla vita era amore o morte.
Il primo non potevo averlo perciò non rimaneva che il secondo.
Peccato che fosse impossibile procurarsi la morte senza una bacchetta e senza alcun altro mezzo perciò non mi rimaneva altro che aspettare..senza più nessuna speranza,nessuna.
E il tempo passava inesorabile e lento, come un’ agonia senza fine.
L’unico modo per ingannarlo era il ricordo.
Già, perché quando ti tieni stretti i ricordi puoi conservare un minimo di lucidità e soprattutto puoi fermare il tempo..
Ed era quello che io facevo per tutto il giorno..fermavo il tempo..ricordavo, pensavo e mi tormentavo.
Mi consolavo pensando che esistono milioni di persone al mondo che non vivono davvero la loro vita.
Si limitano ad aspettare un’ occasione senza reagire davvero. Gioiscono senza davvero provare gioia,amano ma non fino in fondo, mentono a se stessi, pensando che hanno trovato davvero la felicità ma non è così.
Loro in fondo al loro cuore, sanno che non è così.
Sono solo scimmie ammaestrate, leoni in gabbia, imprigionati nelle loro inutili e patetiche vite costellate da momenti di banale e vuota quotidianità, incentrata sulla finzione.
Se pensavo a tutte queste persone, il mio animo si rialzava leggermente anche se la soglia della mia infelicità era talmente bassa che un minimo sollevamento del mio animo non era neanche percepibile da parte dei Dissennatori.
Mi faceva bene pensarci perché, più o meno, potevo ritenermi soddisfatto della vita che avevo avuto.
Ero stato amato e avevo amato con tutta la mia anima e il mio cuore, mettendoci tutta la passione di cui ero capace.
Avevo viaggiato, avevo conosciuto razze diverse, vissuto momenti entusiasmanti, combattuto il male, avevo avuto amici straordinari al mio fianco e , ad ogni modo, ero stato parecchio felice, felice davvero.
Fra le tante cose che mi rammaricavano c’era il fatto che sarei stato ricordato per sempre come un assassino, un traditore.
Aryana e tutte le persone a cui volevo bene, compreso Harry, sarebbero andati avanti pensando quelle falsità di me.
Ma il mio peggior rimpianto rimaneva comunque quello di aver ucciso mio figlio e non avrei mai pagato abbastanza per quello.
Mai.

                                                                                **************

Azkaban - Giugno 1993

Sirius Black

Un brivido percorse tutta la mia schiena: la mia prima emozione dopo dodici anni di indifferenza.
Dopo anni di buio e di gelo, qualcosa stava smovendo la mia anima.
Quella foto..aveva riaperto ferite che pensavo cicatrizzate da tempo, aveva fatto riemergere sensazioni che pensavo di aver dimenticato.
Il mio vecchio “amico” Peter Minus era vivo e stava proprio lì, ritratto in quella foto, tra le braccia del figlio di Arthur. Aveva vissuto dodici anni nascosto, da topo, come il più vile tra gli esseri.    
Finalmente una luce in fondo al tunnel, quel briciolo di speranza, seppur fioca ,seppur debole, bastò a farmi uscire da quell’ inferno.
Incominciai a meditare la mia evasione, incominciai a risvegliarmi dal torpore in cui ero sprofondato in quei lunghissimi anni.
Dovevo fare in fretta ,però, perché i Dissennatori cominciavano ad accorgersi della differenza.

                                                                                  ****************

Azkaban - Luglio  1993


Poi, all’improvviso l’illuminazione, la mia salvezza.
Usai il mio talento di Animagus come ancora, come mezzo per evadere.
E funzionò, nonostante i miei mille dubbi.
Funzionò perché non avevo nulla da perdere.
La lucida e folle disperazione guidava i miei gesti, la mia volontà era ferma e sicura come la mano di un assassino. Occhio vitreo, immobile, imperturbabile.
Niente poteva più ferirmi.
Il mio cuore era ormai stracciato così come la mia anima.
Non era rimasto niente di me..niente fino a quel giorno..
Adesso avevo un obiettivo, un motivo per combattere, un pretesto per un riscatto, magari l’occasione di rimettere a posto le cose, di ricominciare.
La sete di giustizia, forse solo vendetta, avrebbe guidato ogni mia mossa con successo.
L’idea di libertà, seppur limitata, mi eccitava e la luce del sole sarebbe stata già una consolazione dopo anni trascorsi nel buio pesto.
Il cielo per un evaso è come aria nei polmoni.
Il mio addestramento e intuito da Auror, gli anni di peregrinazioni con Aryana mi avrebbero aiutato a sopravvivere durante il tragitto per arrivare ad Hogwarts.
Doveva funzionare.
E anche se non avrebbe funzionato, avrei preferito morire piuttosto che gettare l’occasione di vendicare i miei amici. Di rivedere Harry. E chissà, forse anche Aryana. Un giorno.
Forse era solo un sogno.
Un incantevole sogno.                         



                                                                               *********************



Shantaram – 30 Luglio 1993(giorno dell’ evasione di Sirius)

Troppo debole, troppo fievole, troppo fiacca la sua energia..ma esisteva ed io la percepivo.
Sentivo i suoi aneliti, i suoi sospiri seppur impercettibili, io li sentivo.
Ma più di tutto percepivo la sua rabbia, il suo odio, la sua sete di vendetta, il suo desiderio di potere, insaziabile. Era così forte quella brama che faceva male..sentivo il suo tormento, il suo dolore , la sua agonia causata dal suo corpo così debilitato, indegno di possederlo ,una cella troppo piccola per ospitare il più grande mago oscuro di sempre.
Non aveva paura, solo impazienza…impazienza, perché?
Poi capii..quell’ essere irriconoscibile e deformato emise un verso simile ad una risata malefica che mi raggelò il sangue.
Impazienza per il suo ritorno..
Si, perché Lord Voldemort stava per tornare, più forte di prima.
 
Mi svegliai di soprassalto, con il cuore  a mille, incapace di calmarmi.
Erano tornati i fantasmi.
L’ultima volta che ebbi un incubo premonitore fu quella maledettissima notte del 31 Ottobre di dodici anni fa.  
Misi a soqquadro la stanza, rompendo l’ordine sacro che mi contraddistingueva: mi servivano carta e penna.
In fretta e furia scrissi un brevissimo resoconto del mio incubo e spedii il messaggio a mio padre attraverso Syria. Dopodiché mi precipitai nella stanza adiacente la mia: tutto apposto, lui dormiva placidamente.  
In mente un solo pensiero: dopo un’ assenza di quasi dodici anni ,era giunto il momento di tornare a casa.
Stava per scoppiare una nuova guerra e io dovevo essere in prima linea a combatterla.
Non si può scappare per sempre.

                                                                                       *******************


Londra - Ex casa Black/Silente - Agosto 1993


“Non ho toccato niente, è tutto come lo avevi lasciato tu”disse mio padre, facendomi strada mentre trasportavamo le valigie dentro casa.
“È esattamente come l’avevo lasciata. Sul tavolo c’è persino la gazzetta del giorno in cui lasciai Londra”.
“Ho solo dato una pulita ogni tanto, nient’altro”.
“A proposito, hai la gazzetta del giorno?”.
“Si ma non penso sia una buona idea..”mormorò titubante mio padre.
“Perché? Andiamo, cosa può sconvolgermi ancora?”chiesi ironica.
Per tutta risposta, mio padre uscì fuori dal mantello la gazzetta del profeta e me la porse senza tante cerimonie.
“Questo”sentenziò indicando il volto che occupava metà della prima pagina.
Già sapevo dell’evasione di Sirius ma ritrovarmi il suo viso, mortificato e sconvolto dal male, spiattellato in prima pagina era troppo persino per me.
Non potei non provare un moto d’angoscia per lui.
Era inevitabile e questa volta non provai nemmeno a rimproverarmi tanto era perfettamente inutile.
Non puoi uccidere i tuoi sentimenti. Più cerchi di reprimerli più ti si ritorcono contro.
Il mio amore per Sirius era irriverente, implacabile, nonostante tutto.
Ed era la mia croce.
Io sapevo che non era un amore sano, che c’era qualcosa di profondamente malvagio e depravato nel mio sentimento ma non potevo farne a meno.
E mi maledicevo per la mia immensa debolezza.
Dopo qualche attimo di silenzio, decisi di riprendere la parola, cambiando totalmente discorso.
“Non penso  sia stata una buona idea lasciarlo a Shantaram”.
“Certo che è stata una buona idea. Qui sarebbe stato troppo esposto. Quando lunedì tornerai al Ministero, sai cosa succederà. Si innalzerà un polverone senza precedenti attorno a te e a questa casa. Ti assilleranno di domande, ti osserveranno, aspettano un tuo errore. Dobbiamo far assestare la terra che trema prima di pensare a ricostruire”.
“Già, hai ragione ma l’anno prossimo ci sarà il Torneo e sarà difficile vederlo quindi speravo che almeno quest’ anno saremmo potuti stare insieme..”.
“Aryana, quando hai deciso che era il momento di tornare, sai  a cosa andavi incontro. Devi avere pazienza, si aggiusterà tutto”.
“Come l’ ha presa Caramell?”.
“Abbastanza bene, anche se non se si aspettava il tuo rifiuto. Ovviamente pensava di farti un favore affidandoti l’ incarico più prestigioso dell’ Ufficio Auror al momento: la fuga di Sirius Black”.
“Già, proprio un gran favore. E si è bevuto la storia dell’ assestamento psicologico?”.
“Diciamo di si, l’ ho distratto con le idee che hai avuto per la coppa e il Torneo. È rimasto entusiasta”.
“Anche di Remus come professore è rimasto entusiasta?”gli domandai sarcastica.
“Non gliel’ ho nemmeno accennato. La scuola non deve rendere conto al Ministero delle sue scelte e in ogni caso Remus non mi ha ancora risposto”.
“Accetterà. Lo convincerò io”.
“Oh, non ne dubito. D’ altronde è impossibile dirti di no”.
“A  proposito di interventi del Ministero, Remus mi ha accennato ai Dissennatori attorno alla scuola..”.
“Oh, ti prego non parlarmene. Sai cosa penso riguardo quelle creature e adesso dovrò ritrovarmele in giro per il castello. Sinceramente, non credo che Sirius, per quanto malvagio, sia così stupido da voler affrontare i Dissennatori. Credo sia pura pubblicità quella di Caramell”.
Per un attimo pensai a Sirius baciato da un Dissennatore.
Il sangue mi gelò nelle vene.
“Credi davvero che lui voglia Harry?”.
“Non lo so ma è evidente che i tuoi incubi e la sua fuga sono chiari segnali del ritorno di Voldemort”concluse mestamente mio padre.
Presi a passeggiare per la casa..era tutto troppo familiare.
Era casa mia, in fondo.
Ma avrei preferito che ci fosse un distacco più grande tra me e quella casa, sapevo che era impossibile.
Era inevitabile che i ricordi si facessero avanti…
Mio padre aveva ragione, sapevo a cosa andavo incontro tornando in Inghilterra.
Avrei dovuto affrontare il mio passato, nonostante cercassi di sfuggirgli da dodici anni.

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Capitolo 22
*** Frammenti - Quinta parte- Illusioni ***


Eccomi qui!! Come vedete il mio aggiornamento è ossessivo ahah. Il fatto è che ne vorrei approfittare ora che siamo all'inizio della scuola per avvantaggiarmi di qualche capitolo prima che venga travolta da una mole di compiti (questo è il mio ultimo anno di liceo classico, quindi alquanto impegnativo...) per pubblicare quanti più capitoli è possibile. Verranno tempi in cui dovrete digiunare, ve lo assicuro.
Comunque tornando al chap, questo è l'ultimo frammento dei dodici anni di distacco e dal prossimo chap la storia,ormai allineatasi completamente al presente, comincerà a prendere una piega molto diversa. Un ringraziamento a tutti coloro che recensiscono assiduamente e anche ai sempre più numerosi lettori che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite. Gradirei anche un vostro commento oltre alle solite voci(per altro apprezzatissime)!!!
Ora vi lascio.
Buona lettura.



Londra, Casa di Aryana - Aprile 1994

Aryana Silente

“Sei sicuro che non vuoi qualcosa da bere?”chiesi a  Winston  mentre mi versavo un bicchiere di vino rosso.  
“Si, si, cerco di rimanere lucido”balbettò, titubante.
 Avevo sempre messo a disagio quel ragazzo, seppur involontariamente.
Lavoravamo insieme al Ministero ormai da molti mesi.
Non era il primo appuntamento che accettavo da lui, anzi, era l’ultimo di una lunga serie.
Per qualche folle motivo avevo accettato la nostra frequentazione…forse volevo semplicemente consolare il mio orgoglio ferito, rivendicare la mia dignità di donna, sentirmi desiderata.
Winston era giovane quanto me, alto , tratti regolari, complessivamente un bell’uomo.
Ero uno dei più ambiti al Ministero.
A me aveva fatto da subito simpatia per i suoi modi riservati e garbati.
Non mi piacevano le persone invadenti.
Aveva una cotta per me fin dal primo giorno in cui mi vide.
Fra di noi crebbe una timida amicizia, poco a poco, e insieme a questa crebbe l’invidia e la gelosia di Amanda Roberts, da sempre innamorata di lui.
Non mi piaceva essere al centro di questi pettegolezzi ma ci finii ugualmente, seppur controvoglia.
E così ci ritrovammo a casa mia per  l’ ennesima cena insieme.
Non si andava mai oltre le chiacchiere con Winston e a me andava benissimo così.
 Era un ragazzo rispettoso e paziente oltre ogni limite.
Spesso capitava che mi sentissi in colpa..probabilmente l’ avevo illuso o stavo illudendo me stessa di poter costruire qualcosa con qualcun altro.
 “Aryana, non hai già bevuto abbastanza?”.
“Sembri mio padre..”dissi buttandomi sul divano accanto a lui.
Mi sfilai le scarpe a tacco alto, ridando sollievo ai miei piedi.
Senza rendermene conto mi ero accoccolata sinuosa sul divano , a pochi centimetri da lui.
 Avevo decisamente bevuto troppo quella sera.
Stavo facendo delle cose che non volevo realmente fare, come essere sensuale.
Winston era già diventato porpora, un ‘altra cosa che non volevo fare.
Buttai giù il resto del bicchiere quasi automaticamente e lo poggiai sul tappeto.
Adesso ero davvero più che brilla.
“Winston, rilassati…”quasi miagolai.
Non volevo che mi uscisse quel tono di voce ma accadde.
“È difficile con te..così…”.
“ Prima hai detto che mi dovevi chiedere una cosa importante..”.
“Si, anche se adesso è un po’ complicato..Aryana, ormai ci conosciamo da tanto tempo, e posso dire senza alcun dubbio che tu sei la donna più bella e intelligente che abbia mai incontrato..”.
Lo interruppi subito.
“Ti prego, questi discorsi melensi non sono nel mio stile..arriva al punto”.
“Io..sono..innamorato di te e..mai lo sono stato di nessuna..credo che mai lo sarò..dopo di te..”.
Lo guardavo sconvolta. Avevo sbagliato tutto con lui.
“Quello che cerco di dirti è che non penso di innamorarmi di nuovo per cui faccio quello che mi hai detto tu fin dall’ inizio..mi butto”.
Lo interruppi di nuovo.
“Sai, Winston, credo che buttarsi sempre non sia una cosa saggia e sono sicura che io non ti ho detto questo..forse, volevo dire di rilassarti ma..”.
Questa volta fu lui a interrompermi, ormai parlava spedito come un treno..
“Aryana, mi vuoi sposare?” esclamò all’improvviso, tirando fuori l’ anello dalla giacca.
“Oh Merlino, Winston…io..”.
“Non mi devi rispondere adesso..io..ti saprò aspettare..”disse dolcemente.
Era un ragazzo d’oro ma io ero troppo orgogliosa, troppo stupida per “accontentarmi”.
Mentre io cercavo le parole più adatte non mi accorsi che Winston mi stava baciando.
E io non lo sentivo.
Non provavo niente.
Era qualcosa di addirittura fastidioso..le labbra di qualcun’ altro, che non fosse Sirius, sulle mie.
Lo scansai bruscamente.
 “Scusa, Winston. Non sei tu, sono io. Mi dispiace, non posso”.
“È sempre per colpa di quell’uomo di cui mi parlavi?”.
“Io..si”.
Era inutile mentire.
“Cos’ ha lui che io non posso darti?”.
“Winston, questo non c’entra niente. Tu non hai sbagliato niente, sei stato perfetto. Sei l’unico con il quale mi sia aperta dopo tanto tempo. Tu sei perfetto per qualsiasi donna sana di mente e normale. Ma io non sono così e purtroppo non fai al caso mio. Credo che nessuno faccia al caso mio. Nessuno tranne..lui”.
“Hai detto che ti ha fatto soffrire tanto e , da quello che vedo, continua a farlo..non capisco come fai ad amarlo dopo tutto questo. È il tuo carnefice, ti tiene imprigionata a lui , ti tortura e tu..riesci ad amarlo?”.
“È molto più complicato di così..c’è qualcosa che ci tiene legati..forse sono legata al ricordo di lui..non alla persona che è adesso”.
“Che vuoi dire?”.
“Lui prima era diverso. Era perfetto per me..poi, è cambiato. Io non amo l’uomo che è diventato ma quello che era. Ti assicuro che non sono pazza, sono davvero due persone diverse”.
“Di chi sei innamorata tu? Com’era l’uomo di cui mi parli?”.
“Com’era? È difficile da spiegare..lui era..lui. Indefinibile per molti versi. Ottanta per cento diavolo, venti per cento angelo, sempre con la testa per aria, fin troppo sicuro di sé, arrogante quasi, ma anche elegante e intuitivo. Capiva le persone fin da subito. Aveva capito tutto anche di me e tu sai quanto è difficile. Viveva a velocità supersonica, non si fermava mai. Corri o muori, era la sua aspettativa di vita. Era orgoglioso, testardo, fumantino, fiero. Bugiardo quanto basta, misterioso per certi versi. Chi non lo conosceva non aveva la minima idea di cosa gli passasse per la testa, era l’imprevedibilità in persona.  Era irruente, passionale , incontentabile, fin troppo istintivo,  il suo corpo si muoveva all’unisono con il pensiero e poi ancora impaziente, esagitato, caotico. Con il suo sorriso attraeva tutti e tutto come una calamita, era la sua natura. E poi..il suo sguardo..ti poteva uccidere o  rendere la persona più felice del mondo, solo guardandoti..due occhi che ipnotizzavano..intensi e decisi. Mai visti due occhi come i suoi”.
“Praticamente è quasi l’opposto di me”.
“Già…Mi dispiace, Winston”.
“Non fa niente. Non puoi comandare il cuore..”.
“Vorrei tanto smettere di amarlo, non sai quanto vorrei ricominciare daccapo ma non posso. Ci ho provato, ma è impossibile. Quando una persona ti tocca il cuore e l’anima come lui ha toccato me, non si può più spezzare il legame che vi unisce. È come una maledizione, è triste ma è così e prima lo accetterò meglio sarà per tutti. Ho sbagliato con te, dovevo essere chiara fin da subito”.
“Non c’è proprio modo di riparare con questa persona?Mi piange il cuore a vederti così”.
“Purtroppo No. Lui adesso è diverso, è cattivo. Anzi, non so se è mai stato come ti ho detto prima. Forse ha solo finto tutto il tempo..comunque è tutto troppo complicato..”.
“Senti, lo so che è scontato ma..lui non ti merita. Voglio dire, tu sei straordinaria, sotto tutti i punti di vista. Non capisco come abbia fatto a lasciarti andare. Io non ti avrei mai lasciato, mai”.
“Lo so, Winston e forse è proprio questo il problema. Comunque è meglio che tu vada ora..”dissi alzandomi e accompagnandolo alla porta.
“Certo, ti lascio sola. Volevo dirti anche che domani parlerò con Caramell. Credo che rifiuterò l’incarico per l’organizzazione del Torneo”.
“Cosa? Perché? Non lo farai per me, vero?”.
“A dire il vero, si. Scusa, non fraintendermi, non voglio darti sensi di colpa..è che..non credo di poterlo sopportare. Vederti ogni giorno e fare finta di niente..sai, credo sia troppo”.
“Oh, bhe..se la metti così..Io..mi dispiace..non so che dire”.
“Non devi dire niente..è la cosa migliore per tutti”.
“Winston..Ti voglio bene”mormorai e lo abbracciai stretta sull’uscio di casa.
Quella era una delle poche cose giuste che avevo fatto quella sera.

Sirius Black

Nascosto tra i cespugli del giardino della mia ormai ex casa, in forma canina,  osservavo mestamente la scena che mi si parava di fronte.
Lei..stava abbracciando un altro.
Cercavo di metabolizzare la cosa, pensavo di essere preparato.
Innumerevoli volte nei meandri della mia cella avevo immaginato una scena simile.
Ma niente era in confronto a quello che stavo  provando adesso.
 L’ istinto mi diceva di saltare addosso a quell’ idiota ma non potevo farlo.
Equivaleva ad un suicidio e ,se c’ era qualcosa che era cresciuto in me dopo l’evasione, era l’istinto di sopravvivenza.
 Mi scorreva dentro le vene un fuoco sottile, avevo serpi dentro la pancia, un veleno nella gola  ma  l’unica cosa che potevo fare era ringhiare.
La vedevo sorridere,con il suo solito rossore sulle gote,gli occhi immensamente verdi che luccicavano.
Forse non era felice, ma era  serena.
 Questo era l’importante.
Io morivo dentro ma lei ci stava provando ad avere una vita decente dopo che io l’avevo distrutta.  
Ero stato un idiota ad arrivare fino a Londra.
Probabilmente l’ avevo messa solo in pericolo.
Il mio piano per acciuffare Peter procedeva spedito..le cose stavano prendendo la giusta piega..ma io dovevo sempre rovinare tutto.
Ero un masochista.
Che cosa mi aspettavo di trovare?
Mi ero solo illuso, più la guardavo più mi si stringeva il cuore , più mi maledicevo per la mia cecità.  
Rimasi là anche  quando lui se ne andò, fermo a guardarla.
Lei rimase un po’ sull’ uscio, aspettando non so cosa.
Sembrava la stessa di tredici anni fa...lo stesso modo di portare i capelli dietro le orecchie, di appoggiarsi sull’ uscio della porta e guardare l’ orizzonte con quel suo sguardo così profondo, che guardava al di là delle cose, le scavava in profondità e le leggeva a modo suo..in maniera diversa..non umana.
Era sempre bellissima.
Anzi di più.
Aveva perso i tratti adolescenziali e aveva assunto una femminilità piena, matura. Di una bellezza ineguagliabile, così irraggiungibile, quasi regale..quasi austera.
Solo io conoscevo quanto potesse diventare incredibilmente passionale e folle.
Ma soprattutto, cosa molto più grave, era sempre così perfetta per me..
Poi all’improvviso i nostri occhi si incrociarono.
Un pugno nello stomaco.
Un pugno che vorrei ricevere altre mille volte.
La sentivo, sentivo il suo sguardo che mi scavava l’anima seppur per un brevissimo istante.
A malincuore scappai via, correndo veloce come lei mi aveva insegnato.
Non le avrei distrutto la vita anche stavolta.
Non potevo offrirle niente e lei invece meritava tutto il mondo.
Dovevo riprendere il mio piano da dove l’ avevo lasciato e dimenticare quella follia.
Dovevo scordarmela, per il mio e per il suo bene.  

Aryana Silente

Sirius.
Impossibile.
I suoi occhi grigi, gli stessi suoi, proprio là nel giardino.
Un grosso cane nero che scappava.
Lo rincorsi, aguzzando la vista ma lo persi.
Di nuovo.
Mi ritrovavo sola, per strada, come una stupida per colpa delle mie stupide allucinazioni ,dovute all’alcool.
Come poteva essere Sirius?
 Lui mi odiava, mi aveva solo usato.
Anche se adesso era scappato da Azkaban, anche se proprio quel giorno io ebbi quell’incubo, queste erano solo coincidenze.
La sua evasione e il mio ritorno erano solo coincidenze.
Doveva essere così, dovevo convincermene, altrimenti sarei impazzita.
Lui era un servo dell’ Oscuro Signore, uno dei malvagi, il nemico da combattere.
Dovevo tenere bene a mente questo.
E allora perché continuavo a pensare a quegli occhi grigi?
Perché non lo lasciavo andare sul serio?
Perché non avevo la forza di occuparmi della sua fuga?
Perché avevo rifiutato l’incarico?
Queste domande mi trapanavano il cervello e non c’erano risposte, nessuna risposta ,o almeno,quelle che c’erano non erano dettate da ragione.
Rientrai in casa e mi gettai sul divano.
Avrei solo voluto sprofondare in un sonno profondissimo ma quando si trattava di Sirius non si dormiva.
 Mai.
Quando si trattava di Sirius si piangeva, sempre.
E infatti piansi, composta, fredda, come al solito.
I miei pianti non erano disperati o scomposti.
Ero troppo orgogliosa per farlo.
No, io mantenevo integra la mia corazza, la mia maschera.
Non era importante che fossi sola.
Io dovevo essere inaccessibile, imperturbabile, forte.
Le mie lacrime erano amare.
Non piangevo per lui ma per me.
Perché quando mi catapultai in mezzo alla strada cercando di dare un senso alla mia visione, io speravo che fosse lui.
Io speravo che quegli occhi fossero i suoi.
Perché lo amavo, inevitabilmente lo amavo.
E mi dannavo, mi maledicevo, perché dopo tutto quanto, io non riuscivo a smettere.
E quello rappresentava il mio più grande fallimento.
Non importava quanti premi avessi ricevuto o quanto la gente mi stimava.
Io sapevo.
Quando tornavo a casa, da sola, al buio, nel mio letto vuoto, io sapevo.
Sapevo che avevo perso la mia guerra infinita contro Sirius.
Questa volta il prezzo da pagare però era stato troppo alto..il mio cuore.  



***********************


 Londra – Casa  A. Silente – Giugno 1994

“Per l’ennesima volta, Ary. Si, è così che è andata. Ha fatto un incantesimo Confundus ai tre ragazzi, convincendoli che fosse totalmente innocente raccontando quella storia assurda su Peter”disse Remus Lupin, pazientemente seduto sul divano del salotto sorseggiando la sua tazza di the fumante.
“Incredibile non si ferma neanche di fronte alla memoria dei morti. Vuoi sapere qual’ è la cosa che mi manda fuori di testa? Il fatto che quel viscido di Piton ha trovato il modo di acquistare prestigio dall’ intera faccenda, riuscendo anche a buttarti fuori dalla scuola per altro”.
Tu come stai?”.
Ecco la domanda che temeva.
In quei tredici anni aveva fatto a meno di chiedersela.
Aveva fatto finta di non averne bisogno, di non aver bisogno di niente.
“Che vuoi dire?”.
“Andiamo, Aryana, ti conosco. So che questa storia ti ha scosso e non poco, soprattutto dopo l’ incontro accidentale avvenuto nel tuo giardino”.
“Ascolta, Remus. L’ ho superata, ok? In fondo sono passati tredici anni. Me ne sono fatta una ragione. L’ unica cosa che mi preoccupa è Harry. Quel pazzo in giro per l’ Inghilterra non può che essere un pericolo per quel ragazzo, come se non avesse già abbastanza problemi. È incredibile quel bastardo non si è fermato nemmeno di fronte ai Dissennatori. Questo vuol dire che è pronto a passare sopra la sua stessa vita pur di raggiungere i suoi sordidi scopi”.
“Perché non ti sei occupata della sua fuga, allora? Sai benissimo che con un talento come il tuo lo trovereste in pochi mesi”.
“Forse ti sei dimenticato di quanto è bravo Sirius come Auror. E in ogni caso, sai che non me la sento. Voglio solo dimenticare..”.
“Prima hai detto che avevi già dimenticato”.
“Insomma Remus, cosa vuoi tirarmi fuori, si può sapere? È come se stessi cercando di farmi confessare il mio amore disperato per Sirius”.
In effetti era esattamente ciò che voleva fare Remus..trovare una speranza per l’ amico da poco ritrovato.
“Ma che stai dicendo? Sono solo preoccupato per te, tutto qua”.
“Non c’è niente di cui preoccuparsi. Piuttosto dovresti preoccuparti di te stesso. Non sono certo io quella disoccupata, senza l’ ombra di una sterlina”disse Aryana, ridendo.
 In realtà dentro di lei stava scoppiando una tempesta.

Aryana Silente

Sirius aveva trovato il modo di sconvolgermi la vita ancora una volta e non era neanche passato un anno dal mio ritorno in Inghilterra.
Ma adesso il mio obiettivo era Harry,doveva essere lui.
Non avrei mai permesso che quel bastardo facesse del male anche al mio figlioccio. Mai.
L’ incarico per organizzare il Torneo cadeva come una manna dal cielo.
Sarebbe stata un’ ottima occasione per tenere d’ occhio Harry, per proteggerlo da quel maledettissimo guaio, di cui non riuscivo a liberarmi neanche dopo quasi tredici anni.
Quel guaio portava il nome di Sirius Black. 

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Capitolo 23
*** Remember... ***


Eccoci tornati al presente. Finalmente siamo arrivati alla parte che avete tanto atteso, il punto saliente di questa prima parte della storia. Devo dire che ho scritto questo capitolo ma soprattutto il prossimo con il cardiopalma...Spero che emozioni anche voi come mi sono emozionata io. Ringrazio tutti quelli che hanno anche solo letto questa storia e chi ha commentato, come al solito.Adesso vi lascio alla lettura. Baci, Ile.

Hogwarts – Marzo 1995

Trovati allo steccato alla fine della strada che esce da Hogsmeade (dopo Mondomago) sabato pomeriggio alle due. Porta tutto il cibo che puoi.
Sirius
 
Harry rilesse più volte il biglietto, ogni volta sempre più preoccupato.
Sirius era arrivato fino ad Hogsmeade.
L’ aveva detto e l’ aveva fatto.
Harry era molto combattuto: da una parte non vedeva l’ ora di riabbracciare il padrino, dall’ altra quell’ incontro risultava essere troppo rischioso.
Questo stato d’ animo lo accompagnò per due settimane di fila ma alla fine la curiosità vinse su tutto e in compagnia di Ron e Hermione quel sabato si recarono nel posto indicato da Sirius nel biglietto.
Ad attenderli c’ era un grosso cane nero che li trascinò fin sulla montagna, in una oscura caverna che fungeva da nascondiglio.
A Harry si strinse il cuore per un attimo.
Come si faceva a vivere in quel modo? Con quale forza?
“Sirius, mi devi parecchie spiegazioni”esclamò Harry dopo aver abbracciato il padrino, più magro e sporco che mai.
“Hai ragione, ma prima ho bisogno assolutamente di mangiare”rispose, mettendosi in bocca tutto il cibo che poteva, il più velocemente possibile.
Harry incominciò a parlare come un fiume in piena, esternando tutti i suoi dubbi e le sue incertezze a partire da Crouch e finendo con Piton e Karkaroff ma lasciando Aryana fuori dal suo discorso.
Aveva paura di affrontare quell’ argomento, senza contare, che non sapeva come fare.
Insomma come poteva affrontare Sirius su di lei?
Non era nemmeno a conoscenza del legame che li univa. Non poteva di certo prenderla di petto.
Fortunatamente parlare di Crouch e Piton portò con sé abbastanza tempo, così da dare modo ad Harry di organizzare le idee.
Quando anche l’argomento torneo fu esaurito Harry non poté più aspettare..era da mesi che attendeva una spiegazione.    
Specie dopo tutto quello che era emerso dalla conversazione con Sirius, c’ era qualcosa di terribilmente marcio e oscuro che si stava estendendo a macchia d’ olio attorno alle vicende della comunità magica.
Il clima di terrore stava tornando, forse più forte di prima.
Lui stava tornando.
 Alla luce di tutto questo Harry sentiva più che mai il desiderio di far chiarezza, di scoprire la verità.
“Sirius, perché quando hai saputo che Aryana Silente era ad Hogwarts ti sei precipitato qua alla velocità della luce?”esclamò tutto d’ un fiato, interrompendo la conversazione dal clima scanzonato di Sirius e Ron, appena intrapresa.
Non trovò un modo più delicato per dirlo. Andò dritto al punto e, anzi, rincarò la dose.
“Voglio che mi dici tutto quello che sai di lei, è importante. Per adesso ho solo spezzoni di storia e sinceramente non ci sto capendo più niente. Voglio che tu incominci dall’ inizio. Voglio sapere come conosceva i miei genitori, te, Remus..voglio sapere la verità, senza omissioni”.
Prima di rispondere a Harry, Sirius sospirò forte.
Il suo sguardo sembrò incupirsi, più di quanto già non fosse.
“Aryana Silente è…era.. la donna della mia vita. È sempre stato così e sempre sarà. Frequentavamo il quinto anno ad Hogwarts quando lei piombò inaspettatamente nelle nostre vite. Che ti devo dire, Harry? L’ hai vista com’è, no? In poco tempo diventò tutto il mio mondo. Mi ha ipnotizzato. Lei e i tuoi genitori insieme a Remus e a Peter erano le persone a cui tenevo di più, eravamo sempre insieme, inseparabili. La mia famiglia. Inutile dirti che furono i migliori anni della mia vita”.
Harry cercò di metabolizzare la cosa.
“Poi cosa è successo?”chiese impaziente Hermione.
Sirius piantò lo sguardo in quello di Harry.
Sembrava risentito.
 Forse avrebbe solo voluto dimenticare…e invece adesso era costretto a tirare tutto fuori, di nuovo.
E faceva male.
Più di tutto. Più della solitudine, più dell’anonimato, più dell’ingiustizia che aveva subito.
Harry leggeva tutto questo nello sguardo del padrino.
Era restio a ricordare.
Conservava quella sorta di contegno che conservano le persone ferite e umiliate dal destino.
Quella sorta di fierezza e orgoglio che ti fa rimanere in piedi nonostante tutto.
Si, perché Sirius Black aveva semplicemente il cuore distrutto… ma sopravviveva e combatteva.
Forse senza speranza.
“Dopo il settimo anno, fummo costretti ad abbandonare Hogwarts, la nostra casa, con la morte nel cuore. Ma eravamo entusiasti. Eravamo giovani di talento, vitali, pieni di energia e avevamo tutto un nuovo mondo che si apriva davanti a noi. Io e Aryana eravamo spensierati e spericolati. Scorazzavamo in giro per il mondo con la mia moto a vedere posti e persone incredibili. Invece i tuoi genitori erano molto più tranquilli di noi, si sposarono quasi subito dopo il diploma e Lily rimase incinta di te. Inutile dirti che eravamo al settimo cielo”disse con aria trasognata.
Harry non l’aveva mai visto così…vivo.
 Doveva essere stato davvero felice con Aryana e i suoi genitori,pensò.
 Ma tanto grande è il dono che ricevi, tanto grande è la sofferenza che avrai quando sarai costretto a rinunciarci.
Il suo tono cambiò improvvisamente.
Il suo sguardo,idem.
Si tormentava le mani e i capelli e Harry non poté fare a meno di sentirsi in colpa per quel supplizio. 
“Quando tornammo in Inghilterra però cambiò tutto. Successe il finimondo. Voldemort spargeva terrore e morte per tutta l’ Inghilterra e le cose stavano peggiorando a vista d’occhio. Continuava a raccogliere seguaci e fanatici pronti a fare qualsiasi cosa per lui e per l’idea malsana che covava dentro di sé: epurare il mondo dai non puri. Ogni giorno un nostro amico perdeva qualche caro o lui stesso cadeva nelle mani dell’Oscuro Signore. Alla luce di questi eventi la nostra decisione fu quasi scontata: arruolarci come Auror a servizio del Ministero e, in segreto, combattendo per conto nostro insieme a Silente e ad altri maghi brillanti. Sparizioni, omicidi, imboscate, aggressioni ai danni di Babbani e di maghinò erano all’ordine del giorno”sputò con disprezzo. “Non avete idea di come è stato assistere a tutto questo. L’impotenza e la rabbia…”.
“Facemmo del nostro meglio per arginare il potere dilagante dei Mangiamorte. Tuttavia la nostra carriera da Auror durò ben poco perché il Ministero brulicava di talpe e il male stava invadendo anche i cuori più puri e le menti più insospettabili. Ci ritrovammo a combattere unicamente sul fronte, come dire,segreto. (n.d.a. Ovviamente Sirius non può dire a Harry&co.  dell’Ordine o comunque ho deciso di rispettare l’ordine delle cose.)Io e Aryana lavoravamo per lo più in incognito: spiavamo Mangiamorte, ci infiltravamo nelle loro case e,grazie alle notevoli doti di Legilimens di Aryana, cercavamo di carpire quante più informazioni fosse possibile. Andavamo in missione molte volte ,cercando l’aiuto di maghi, streghe e di altre razze. Lavoravamo nei bassifondi, nell’ oscurità perché << è solo se conosci il tuo nemico che puoi sconfiggerlo>>, diceva sempre Silente. Lily e James invece facevano tutto il contrario. Erano i più esposti e,per questo, i più in pericolo insieme ad Albus: mettevano in guardia, spargevano la voce, tenevano comizi pubblicamente, erano il manifesto della resistenza. Loro erano le menti dell’organizzazione e noi le membra. Eravamo una bella squadra e ,persino in tempi bui come quelli, il nostro spirito era sempre vivo. Tant’ è vero che fu proprio poco prima dell’ assassinio dei tuoi genitori che io e Aryana decidemmo di sposarci in gran segreto. Non lo sapevano neanche Lily e James, loro vivevano già nascosti sotto l’ Incanto Fidelius. Al matrimonio non c’era nessuno, solo noi due, ma fu perfetto lo stesso, a noi bastava”disse con la voce più roca che mai.
“Poi le cose peggiorarono drasticamente…Voldemort uccise i tuoi genitori e il resto della storia già la conosci. Aryana come gli altri non sapeva come erano andate le cose realmente e io non me la sentivo di metterla in mezzo, non me la sentivo di mettere in mezzo nessuno,a dire la verità, tanto meno lei. Sapevo già che sarebbe stato inutile. La spinsi ad odiarmi e a credere a tutte le accuse contro di me perciò se ne andò dall’ Inghilterra per molto tempo. So solo questo e non ho avuto notizie di lei fino a quando non sono evaso. Sono andato a trovarla a casa nostra..poco fuori Londra..ma arrivato sull’ uscio di casa non ce l’ ho fatta. Non ho avuto il coraggio. Probabilmente mi aveva dimenticato e si era rifatta una vita..era inutile piombare di nuovo all’ improvviso, senza alcun diritto, nel suo mondo e stravolgerlo. Per questo motivo quando poi ebbi modo di parlare con Silente, decisi insieme a lui che per il bene di tutti era meglio che lei non sapesse niente e credo sia ancora così. Gli ho fatto giurare di non dire una parola a sua figlia e quando Silente fa una promessa, state sicuri che ,caschi il mondo, lui la mantiene.  Se Aryana è tornata non è di certo per me. Se è tornata vuol dire che sta per succedere qualcosa di terribile, avrà avvertito qualcosa, avrà avuto una delle sue premonizioni. È esattamente come la prima volta…la guerra sta per scoppiare…di nuovo. La storia sta per ripetersi”.
Harry, Ron e Hermione avevano ascoltato l’intera vicenda con attenzione, totalmente sconvolti.
Nella mente di Harry piano, piano ogni tassello del puzzle andava a posto..
Ecco perché Aryana non gli parlava di lui, evitava l’ argomento.
Lei credeva che Sirius fosse colpevole, che fosse un’ assassino, un traditore, un bugiardo.
Ecco perché se ne era andata dall’ Inghilterra tanto tempo fa..per dimenticare..
Ora tutto era molto più chiaro.. la perenne malinconia di Aryana…
“Perché non me lo hai detto subito?”chiese Harry, quasi scusandosi per aver fatto riemergere quei ricordi fin troppo dolorosi.
“Non potevo certo dirtelo per lettera. Nessuno sa di me e Aryana. Albus mi ha detto che hanno affossato la vicenda fortunatamente. Ve lo immaginate? Il migliore Auror con il criminale più spietato.  Con me in carcere la sua vita era già rovinata, non potevo rovinarle anche la carriera”.
“Wow...non ho parole..”boccheggiò Ron, scioccato.
“Si può sapere perché non le hai detto la verità? È assurdo”quasi strillò Hermione, beccandosi le occhiatacce di Ron e Harry.
“Hermione, fidati, non è assurdo. Le avrei solo fatto perdere la faccia e il lavoro nel novantanove per cento dei casi. L’ avrebbero presa per pazza e poi..”.
Ma la strega lo interruppe prima che potesse finire.
“E adesso? Quando sei evaso? Perché non le hai detto la verità ora? Potevo anche comprendere vagamente perché non le hai raccontato tutto subito ma adesso non hai più scuse”disse infervorata Hermione.
Solidarietà femminile, pensò Harry.
“Adesso? E per quale motivo? Per il mio egoismo? Dopo quattordici anni mi ripresento e le stravolgo la vita, con quale diritto? Perché dovrei metterla in pericolo? Perché dovrei esporla ad un tale rischio? E che vita potrei offrirle?  Sempre in fuga, nascosto, un latitante. Questo è quello che dovrei fare?”.
“Lei ha il diritto di sapere..lascia che sia lei a decidere. Non puoi negarle questa scelta”.
“Hermione, ormai quel che è fatto, è fatto”.
“Ti sbagli, siamo ancora in tempo per aggiustare le cose” esclamò Harry prima che Hermione aprisse bocca per controbattere.
“Harry, davvero, non dovete fare niente. Tu ti devi concentrare sul Torneo, sulla tua vita, non puoi pensare a questo..e poi..io non voglio..”.
“Sirius, le cose potrebbero cambiare se lei verrà messa al corrente. Magari potrebbe trovare una soluzione, potrebbe aiutarti, nasconderti..”.
“Ma non capisci che è proprio questo che voglio evitare? Lei non deve essere messa in mezzo, non posso coinvolgerla, il rischio è troppo alto” urlò Sirius, alzandosi in piedi.
Era furioso.
“Ti prego, ragiona..”implorò Harry comprensivo.
“No, ragiona tu. È troppo pericoloso..Lei deve starne fuori”.
“Sinceramente Sir, tu che mi parli di pericolo fai ridere. Sei venuto qua alla velocità della luce, senza pensare ai rischi che correvi appena hai saputo di Aryana..”.
“Sai benissimo che volevo raggiungere Hogwarts ben prima che sapessi di lei..”.
“Si, ma sapere che fosse qui ti ha dato la spinta decisiva e non ti sei fatto problemi, non hai pensato a te stesso ma alle persone che amavi. Perché non lasci che lei faccia lo stesso?”disse Hermione decisa.
“Anche se fosse..probabilmente lei mi avrà dimenticato, avrà qualcun altro nella sua vita. Non voglio darle un motivo per rimpiangere il passato, un altro carico di rimorsi come se già non avesse sofferto abbastanza”.
“Tu questo non potrai mai saperlo se non le dici la verità. Allora è giusto che tu viva con il rimpianto, il rimorso di non sapere cosa sarebbe potuto accadere se solo avessi avuto un po’ più di coraggio?”.
“Si, Hermione. Ne vale la pena. È meglio che sia io a vivere con questo dolore piuttosto che lei”.
“Ma non è giusto”strillarono in coro Hermione e Harry.
“Amare una persona significa anche saperci rinunciare per il suo bene..”.
“Non puoi sacrificarti così..”.
“Io non ho più niente da perdere, lei invece tutto. È così che stanno le cose”.
“Io le dirò la verità, con o senza il tuo consenso”esclamò Harry.
“Tu non farai niente del genere. Esigo un giuramento”.
“Non posso fare un giuramento che non manterrò. Le cose cambiano, Sirius. Tu non sarai per sempre un latitante..la ruota gira..non può essere per sempre così”.
“Harry, questo è il mondo reale…È sempre così e tu non puoi farci niente”.
“Sirius, pensaci. E se le cose migliorassero?”.
“E se invece peggiorassero? Il prezzo da pagare è troppo alto”.
“Cosa vuoi fare, allora? Stare tutta la vita ad aspettare non so cosa? Vivere come un vegetale solo per paura? Non ti facevo un codardo..”.
“Io non sono un codardo. Ho molta più esperienza di te e ti dico con forza che stai commettendo un errore”.
“Sei tu quello che sbaglia, Sir. Facci almeno tentare”sussurrò Hermione.
Nel viso incavato di Sirius apparve un accenno di speranza.
Stava immaginando quello che sarebbe potuto succedere se le cose sarebbero andate come Harry e Hermione sostenevano.
“Senti, per quel poco che abbiamo conosciuto Aryana sono sicura che la prenderà benissimo”.
Sirius si sedette su una pietra con la testa tra le mani.
Infine disse: “Lei è sempre così..incredibile?”.
“Molto più che incredibile..”bofonchiò Ron a cui si arrossarono le orecchie per il pensiero appena espresso.
Tutti risero, rilassando l’ atmosfera.
“Sirius, adesso noi dovremmo andare..si sta facendo buio..”.
“Oh, già..”esclamò Sirius, riprendendosi dal torpore contemplativo nel quale era caduto.
“Noi le diremo tutto, Sir” mormorò Harry all’ orecchio del padrino mentre si salutavano.
“Non farlo, Harry..”.
“Lo faccio anche per te, non capisci?”.
“Lo so ma..”.
“Niente ma”.
“Sei testardo come tuo padre..”.
“Ci vediamo qui appena è possibile..”.
“Non mi muovo”.
“Andrà tutto bene..”.
“Io lo spero tanto, Harry. Adesso andate..”.
“Ciao Sir..”.
Sirius li guardò allontanarsi alla luce del tramonto mentre una sensazione remota si risvegliava in lui: la speranza.
Per la prima volta dopo tanto tempo pregò affinché quella fievole luce si trasformasse di nuovo in un fuoco ardente, affinché tornasse di nuovo vivo.



*******************

Hogwarts –  Maggio 1995 

“Harry, cosa stai aspettando?” lo sollecitò spazientita Hermione mentre Harry continuava a fissare la porta dell’ ufficio di Aryana incapace di fare nulla.
“Ho cambiato idea..forse è meglio se andiamo..”.
“Non se ne parla. Adesso tu bussi a questa porta e vuoti il sacco”.
“Hermione..io..”.
“È da quasi un mese ormai che ci crogioliamo in questo dilemma. Sono stufa. Se non lo fai tu, lo faccio io”.
Ma non ci fu bisogno di fare nulla in quanto la porta si spalancò davanti ai loro volti stupiti: Aryana Silente li stava fissando, sorridente.
“Che cos’è che dovreste fare voi tre?”.
“Ehm..noi..dovremmo parlarti”balbettò Harry a disagio.
“Entrate, allora”disse, facendoli accomodare dentro la stanza.
“Volete qualcosa da bere o da mangiare?”.
“No, grazie..”.
“Lei invece si..”disse Aryana mentre apriva la finestra per far uscire Syria. Era l’ ora della caccia.
“Cosa succede?”disse serafica, sedendosi sulla poltrona dietro la scrivania.
È molto complicato..”mormorò Harry titubante, lanciando un’ occhiataccia a Hermione.
“Harry puoi parlare liberamente..”.
“è una storia lunga..”.
“Abbiamo tutto il tempo..”disse con voce vellutata. Era impossibile resisterle.
Dopo aver scambiato un rapido sguardo con i due amici, Harry iniziò a parlare: “Quando i miei genitori sono morti, scoppiò il caos. Tra gli innumerevoli avvenimenti, ci fu anche l’ arresto di Sirius Black”.
A sentire quel nome, Aryana sussultò, tradendo il suo solito atteggiamento stoico ma lasciò che Harry continuasse.
“Fu condannato per crimini terribili: l’uccisione di Peter Minus e di tutti quei babbani, il vincolo oscuro che lo teneva legato a Voldemort e, non ultimo, il tradimento dei miei genitori”.
Aryana lo interruppe immediatamente.
Proprio quello che Harry temeva.
Adesso come avrebbe fatto ad andare avanti?
“Sapevo che prima o poi avremmo affrontato l’argomento, Harry. In fondo, hai scoperto da meno di un anno chi era il tuo padrino. Probabilmente vorrai sapere qualcosa in più da me visto che ero così vicina ai tuoi genitori. Beh, quello che posso dirti è che io non ho mai conosciuto Sirius Black. O meglio, non il vero Sirius Black. Ai tempi della scuola ho conosciuto questo ragazzo, il migliore amico di tuo padre e credevo fosse una delle persone più incredibili che avessi mai incontrato. Era spigliato, intelligente, testardo, molto carismatico, brillante. Ma questa era solo una maschera,purtroppo. Devi credermi, nessuno poteva immaginare che si sarebbe rivelato per quello che è in realtà. Quindi se ti stai chiedendo quello che mi chiedo io da tutta la vita, cioè se si poteva evitare, se si potevano salvare i tuoi genitori, beh, la risposta è no. Mi sono fatta mille sensi di colpa, mille domande, sul perché e sul come non abbiamo fatto ad accorgerci che lui non era chi diceva di essere…Ma dopo anni sono giunta ad una conclusione: era impossibile prevederlo. Ho cercato di pensare innumerevoli volte a situazioni equivoche o perplessità a cui potevamo non aver dato il giusto peso..ma niente. Non c’è stato mai niente che potesse insinuare in noi qualsiasi tipo di dubbio. Sirius Black probabilmente è il Mangiamorte più in gamba che io abbia mai conosciuto. Non ha mai fatto un errore”.
Aryana non aveva parlato con enfasi.
Non c’era stato alcun tipo di tremore o  esitazione nella sua voce.
Era chiaro che si era preparata quel discorso da tempo.  
 “Non sono venuto a chiederti questo”disse Harry con semplicità.
Aryana lo guardò perplessa.
Capitava poche volte di cogliere impreparata l’Auror ma questa era una di quelle.
Lo sguardo sapiente di Aryana metteva a disagio Harry, si sentiva un idiota.
“Ti prego di lasciarmi finire il discorso che avevo iniziato…”disse precipitosamente Harry prima che l’ Auror potesse aggiungere qualcos’altro.
Per tutta risposta Aryana alzò entrambe le sopracciglia, sempre più preoccupata ma in un modo quasi sarcastico. Guardava Harry come se fosse un pazzo.
Era tipico di Aryana assumere quell’atteggiamento saccente nei confronti di chi si arrogava il diritto di conoscere meglio di lei qualcosa.
Harry cercò di rifuggire il suo sguardo e riprese il suo discorso, sentendosi alquanto patetico.  
“Dunque, dicevamo…Quando Sirius fu arrestato tutti pensavano che giustizia fosse stata fatta, che l’assassino, il criminale, il bugiardo, il servitore dell’ Oscuro Signore fosse stato rinchiuso per sempre nel posto più tremendo che ci fosse, il posto che si meritava. Questo mi è stato raccontato e a questo ho creduto io stesso. Ma ora, prova ad immaginare per un solo secondo, se tutto quello che ti hanno detto, se tutto quello in cui hai creduto fino ad adesso, fosse solo una gigantesca menzogna? Un piano escogitato alla perfezione da una mente disperata e sconvolta dalla paura?”.
L’espressione perplessa di Aryana si trasformò velocemente in una maschera impenetrabile di ghiaccio.
“Che cosa vaneggi, Harry?”chiese glaciale Aryana, fissando Harry negli occhi.
“E se Sirius Black fosse innocente? E se il cattivo fosse un altro, invece?Come la prenderesti?E se fosse stato Peter Minus a rivelare il nascondiglio dei miei genitori a Voldemort, ad uccidere tutti quei babbani, inscenando una strage per mano di uno dei suoi migliori amici, mentre lui fuggiva in forma di topo, terrorizzato e solo? Non è strano che di lui si sia trovato solo un dito? Non ti ha fatto sorgere delle domande? Ah no, già. Perché quando tu hai chiesto spiegazioni a tuo marito, lui ti ha indotto a credere a quelle falsità per proteggerti. Prova a pensarci, a volte la soluzione più scontata è quella reale e per questo la più insospettabile. Sirius all’ ultimo minuto convinse i miei genitori a cambiare il loro custode segreto, scegliendo Peter al suo posto. Chi mai avrebbe sospettato del povero, pavido, indifeso Peter Minus? Nessuno, infatti. Purtroppo la paura lo divorò e fu lui ad andare da Voldemort a spifferare tutto, non facendosi scrupoli ad incolpare Sirius quando fu il momento più adatto. Per tredici anni, mentre Sirius marciva ingiustamente ad Azkaban, visse in forma di topo nella famiglia Weasley, ignara del fatto che il loro topolino era in realtà un Animago. Fece quello che sapeva fare meglio: si nascose, vivendo ancora una volta nel terrore che il suo segreto fosse rivelato ,o peggio, che il suo vecchio padrone potesse ritornare per vendicarsi dei servi infedeli e pavidi come lui che preferirono fuggire piuttosto che aiutarlo. Fortunatamente il 30 Luglio di quasi due anni fa, Sirius, riconoscendo Peter da topo in una foto sulla Gazzetta, scappò da Azkaban, trasformandosi in un cane per cercare vendetta. Voleva a tutti i costi uccidere Peter ma noi lo impedimmo. Mio padre non avrebbe mai voluto che Sirius diventasse un assassino perciò lo risparmiammo ma lui riuscì a scappare approfittando dell’ improvvisa trasformazione del professor Lupin. Sirius fu catturato di nuovo e raccontare questa storia sarebbe stato assurdo, non avevamo prove, nessuno ci avrebbe creduto. Quindi tuo padre ci ordinò di far scappare Sirius e da quel giorno si da alla macchia. Noi continuiamo ad avere contatti discontinui con lui e..”.
“Non voglio sentire un'altra parola. Ascolta, Harry, il professor Lupin mi ha detto che Black vi ha fatto un incantesimo Confundus, evidentemente ancora ne pagate le conseguenze. Dovete dimenticare le menzogne che vi ha propinato quel vigliacco..”.
“È  la verità, Aryana.Nessun incantesimo Confundus e il professor Lupin sa tutto di questa storia. Ti ha mentito perché Sirius gliel’ ha chiesto, come lo ha chiesto a tuo padre e loro hanno giurato di non dirti niente per il tuo bene..ma è la verità, Sirius è innocente e...”.
Ancora una volta l’ Auror lo interruppe più infervorata che mai.
“Remus Lupin e mio padre non potrebbero mai mentirmi e Sirius Black è un folle criminale”.
“No, è una delle persone più coraggiose e straordinarie che conosca”.
“Basta così. Fuori di qui, subito”disse Aryana, alzandosi in tutta la sua fierezza.
“Aspetta non ho finito..non è..”.
“Ho detto fuori”sentenziò Aryana senza ammissione di replica.
Mestamente i tre maghi uscirono dalla stanza circolare, senza sapere se essere scioccati, delusi o arrabbiati per la cecità dell’ Auror.
Come era possibile che fosse cambiata così tanto?
Quella che conoscevano loro era l’ Aryana aperta, brillante, pronta a tutto pur di sapere la verità, sempre e comunque, l’ Aryana coraggiosa, sicura di sé, generosa.
Quella che si trovarono di fronte invece era una donna che aveva quasi paura delle loro parole, che voleva nascondersi dalla verità, che ne rifuggiva come se le rivelazioni appena confessate da Harry contenessero un veleno letale.
Forse tutto quel fiume di parole dal contenuto sconvolgente era stato troppo, persino per una come Aryana Silente.
È meglio una bugia alla quale è possibile rassegnarsi, abituarsi e col tempo affezionarsi o una verità sconvolgente che possa mettere in discussione tutta la nostra vita?
È una vigliaccheria squisitamente umana scegliere sempre di star fermi e accettare l’inaccettabile piuttosto che compiere un salto nell’ignoto.
Ma Aryana Silente non era una tipica umana..a dire la verità, non era affatto umana. 

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Capitolo 24
*** La verità ***


Eccoci qui!!! Capitolo volutamente breve. è il preludio al tanto atteso incontro!!Ebbene si...finalmente tutto si chiarirà...o magari no...Per saperlo dovrete aspettare il prossimo aggiornamento...Si, lo so sono sadica...XD
RECENSITEEEE!!!!
Baci, Ile.


Ufficio di Albus Silente – Maggio 1995


“Severus, ti ho già detto che devi avere pazienza con Igor, vedrai che..”stava per completare  il preside di Hogwarts ma come una furiosa tempesta di neve Aryana, avvolta dal suo usuale mantello candido, si fiondò dentro l’ ufficio del padre senza neanche bussare.
“Fuori di qui, ora” ringhiò rivolgendosi a Severus Piton, ospite nell’ ufficio del preside, che per tutta risposta la guardò con sprezzo.
“Severus, ti dispiacerebbe lasciarci un attimo da soli?”.
 “Preside, ci vediamo più tardi”biascicò Piton mentre usciva dalla stanza alquanto seccato.
“Che cosa succede, tesoro?”disse pacatamente il preside, restando composto sulla sua poltrona.
“Bhe..dunque..da dove incominciare? Ah già, sono venuti nel mio ufficio tre ragazzini che tu conosci molto bene a raccontarmi una storia assurda su Sirius Black e su Peter Minus. Guarda un po’, era la stessa storia che  mi è stata raccontata meno di un anno fa quando Harry è stato attaccato da quel folle criminale alla Stramberga Strillante, la stessa storia a cui mi è stato detto di non credere per nessuna ragione al mondo. Te lo ricordi o no? E adesso invece un ragazzo di quattordici anni mi viene a dire che era tutta una messinscena, una menzogna di cui tu e Remus eravate complici, che non è mai stato fatto nessun dannatissimo Confundus ai loro danni ma che anzi erano lucidissimi quando hanno fatto scappare Sirius Black dai dissennatori sotto tuo preciso ordine. Esigo spiegazioni immediate ”urlò frustrata Aryana.
L’ espressione di Albus si fece corrucciata e nervosa.
A Aryana non sfuggì questo dettaglio.
“Aryana, lascia che ti spieghi con calma..”disse, cercando di riprendere in mano la situazione.
“No, non voglio calmarmi. Sono stanca di stare calma. Io voglio la verità, subito. Hai un secondo per dirmi se questa storia è del tutto priva di logica o se invece mi hai mentito. Non mi interessano le tue spiegazioni pacate, chiaro?”strillò sempre più irritata dall’ atteggiamento stoico del padre.
“No, tu devi ascoltarmi”disse più deciso Albus.
“Non voglio ascoltarti, voglio sapere se è vero o no. È  una domanda semplice, non c’è bisogno neanche che ti sforzi a parlare, basta che annuisci o scuoti la testa”.
“Non parlarmi in questo modo e con questi toni” sibilò Albus con tono di rimprovero.
Aryana abbassò lo sguardo per un attimo, poi, si sedette nella sedia al di là della scrivania, proprio di fronte a suo padre.
“Allora, sentiamo cosa hai da dire”disse in tono di sfida.
“Visto che vuoi la verità subito, te la dirò, ma dopo devi sentire anche le mie spiegazioni”.
Aryana ridusse gli occhi a una fessura, cercando di carpire qualche informazione da quegli occhi azzurrissimi ma codificare la mente di suo padre era impossibile.
Non ricevendo alcuna risposta Albus proseguì: “Quello che Harry ti ha raccontato è vero, non c’ è una sola menzogna nel suo racconto. Io ho saputo la verità il giorno stesso in cui l’ hanno saputa Harry, Ron, Hermione e Remus, quindi circa un anno fa. Da quel giorno mi sono tenuto in perenne contatto con lui, anche se la nostra corrispondenza deve essere breve e povera di informazioni essenziali per ovvi motivi di sicurezza. Sirius, quella notte stessa, ha fatto giurare a me e a Remus di non dirti niente. Non voleva che la tua vita venisse stravolta ancora una volta, non voleva darti il peso dei suoi errori, non voleva farti pagare il prezzo che deve pagare un latitante per sopravvivere. La sua scelta è stata tutt’ altro che facile, credimi. Io ho visto nei suoi occhi il dolore di un uomo che, nonostante tutto riusciva ancora ad amare, e proprio per amore, ha rinunciato a te. Non voleva farti patire altre angosce, non voleva darti preoccupazioni, non voleva esporti a rischi…è stata una sua scelta e non potevo negargliela”.
“Non potevi negargliela?E invece a me potevi tranquillamente negare il mio diritto alla verità, vero? Io non avevo diritto di scegliere? Tu..lo sapevi..l’ hai sempre saputo quanto io stessi soffrendo per Sirius, potevi mettere fine a tutto in un solo secondo, dicendomi la verità e il mio tormento sarebbe cessato. Invece cosa hai fatto? Mi hai mentito per tutto questo tempo, lasciandomi agonizzante nella mia beata ignoranza, no?”.
“Ma non capisci, mio piccolo elfo? Io l’ ho fatto anche per te, non solo per Sirius. Se ti avessi raccontato la verità il tuo tormento non sarebbe finito, come tu invece sostieni. Sarebbe possibilmente aumentato, facendo crescere dentro di te il rimorso, il rimpianto per la vita che avresti potuto avere e che invece non hai avuto per un’ ingiustizia, covando dentro di te il rancore e la frustrazione che ha chi conosce la verità ma sa anche di non poterla rivelare. Tutto questo dolore ha deciso di sovraccaricarselo lui, anche per te. Lui ti ama ed è per questo che non vuole darti il peso di condividere con lui il fardello della vita di un latitante. Lui per te vuole il meglio..”.
“Non capisci che per me il meglio è sempre stato Sirius? Come puoi pensare che io possa lontanamente comprendere quello che tu e Remus avete fatto? Come mi hai potuto fare una cosa del genere? Io sono tua figlia..dovresti conoscermi..”.
“è proprio perché ti conosco che ho dovuto farlo. Sapevo già cosa avresti fatto..saresti corsa da lui, buttando all’ aria tutta la tua carriera, non pensando alle conseguenze delle tue azioni, mettendo in pericolo te stessa e forse anche Harry. Avresti scatenato una bufera, non saresti stata lucida e prudente e io questo non potevo permetterlo, non adesso che i tuoi presagi si stanno avverando ad uno ad uno. Avevo intenzione di dirti la verità a breve ora che lui è qui a..”si interruppe subito.
“Lui è qui? Dove?”disse frenetica Aryana.
“Ad Hogsmeade..in una caverna..”.
“Dimmi come arrivarci”.
“Non puoi andare adesso..Sono le otto di sera e domani arriva la delegazione da Shantaram..dobbiamo andare a prenderlo..”.
“No,io andrò a prenderlo. Tu rimarrai qui, lontano dalla mia vista. Adesso dimmi come posso raggiungerlo”.
“Elfo..”.
“è il minimo che puoi fare”tagliò corto Aryana.
“Devi risalire il sentiero che porta alla cima della montagna fino a quando non troverai una piccola insenatura”.
“Ancora una cosa..Gli hai detto di lui?”.
“No..io..non ho ritenuto..”.
Prima che potesse finire, Aryana si era già volatilizzata dall’ ufficio.  

Poco fuori Hogsmeade – Maggio 1995


Sirius Black

Stravaccato per terra con la schiena poggiata alla parete della caverna umida, lanciai l’ ultimo topo rimasto a Fierobecco che non perse tempo a divorarlo.
Mi guardai annoiato attorno. Non era un bel posto dove dormire, ma di certo un perfetto nascondiglio. Sarei rimasto lì per un bel po’, almeno fino alla fine del Torneo per stare vicino ad Harry e inevitabilmente ad Aryana..già..Aryana.
Non avrei mai dovuto raccontare niente a Harry, non avrei mai dovuto permettere che sapesse la verità. Adesso l’ avrei coinvolta irrimediabilmente nella mia semi vita da redivivo.
A riscuotermi da quei pensieri ci pensarono dei rumori provenienti da fuori.
Da quando ero evaso il mio udito si era affinato notevolmente, i miei riflessi si fecero più pronti e la vista più acuta. L’ istinto di sopravvivenza prevaleva su tutto.
Fulmineamente fui fuori dalla caverna, pronto a scorgere ogni minimo particolare. Tesi le orecchie e aguzzai la vista ma fuori sembrava tutto tranquillo, riuscivo a percepire solo i suoni della natura, tipici della sera.
Improvvisamente un odore fin troppo familiare mi invase le narici. Respirai lentamente e a fondo quel profumo intenso che ,solo per un istante, fin troppo breve, mi riportò indietro nel tempo..
“Aryana..”sussurrai quasi automaticamente. Solo lei possedeva quell’ aroma, solo la fragranza della sua pelle avrebbe potuto risvegliare in un attimo il mio animo assopito dalla rassegnazione.
Non mi ero sbagliato.
Dall’ oscurità emerse la testa di Aryana, apparentemente galleggiante.
Era avvolta dal suo inseparabile mantello dell’ invisibilità.
Il suo volto era racchiuso in una maschera fredda e diffidente ma era ,come sempre era stata, stupenda.
Rimasi boccheggiante mentre avanzava verso di me.
I nostri sguardi incatenati in un secondo.
I nostri cuori a tre passi l’uno dall’altro.
Le nostre anime vicine.
La percezione della sua essenza.
Il peso delle verità non dette.
Il rimorso per le bugie dette.
Paura.
Vergogna del mio aspetto sfatto, sporco e assolutamente non alla sua altezza.
Emozione.
Fiato corto.
Il mio cuore batteva, il mio spirito provava sensazioni dimenticate.
Resurrezione.
Mi superò ,distogliendo lo sguardo dal mio, sprezzante, ed entrò nella caverna.
La seguii ipnotizzato.

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Capitolo 25
*** Semplicemente noi ***


Eccoci qua. Ci siamo arrivati finalmente alla parte che tutti aspettavano. Io non so se vi deluderò o se sarà esattamente come l'avreste immaginato o come l'avreste voluto. Magari vi farà emozionare. Magari no. Forse vorreste linciarmi o boicottarmi. Magari finirete di leggere seduta stante l'intera storia. Quello che so è che ho cambiato milioni di volte questo capitolo. L'ho scritto e riscritto cercando la perfezione. In un certo senso tutta la storia(quella che sono arrivata a scrivere) verte attorno a questo capitolo. è da lui che è partita tutta la storia. è stato il primo capitolo che ho scritto, la prima immagine che mi sono trovata davanti, la prima cosa che mi è venuta in mente. Proprio così. è grazie a lui che sono arrivata fino a qui. Quindi potete immaginare il mio tentennamento nel pubblicarlo. Ma io me lo sono immaginato proprio così. E non importa se non sarà perfetto. Sarà semplicemente...loro. Sirius e Aryana. Loro sono così. Questa è l'essenza di tutta la loro storia. Se non vi innamorerete di questo capitolo non vi innamorerete mai di loro due. Io mi sono innamorata e spero che possa immischiarvi un pò di Amoressia.
Commentate!!
E grazie. A tutti.

P.S. Il prossimo capitolo sarà un continuum di questo mentre dal prossimo ancora cambierà tutto...preparatevi a conoscere una nuova Aryana, un nuovo Silente e un nuovo personaggio!!!


Poco fuori Hogsmeade – Maggio 1995

Aryana Silente

Per tutto il tragitto da Hogwarts a lì dentro la mia testa non facevano che riecheggiare le parole di mio padre:
“È stata una sua scelta e non potevo negargliela . ..non voleva farti pagare il prezzo che deve pagare un latitante per sopravvivere…il rimorso, il rimpianto per la vita che avresti potuto avere..Io ho visto nei suoi occhi il dolore di un uomo che, nonostante tutto riusciva ancora ad amare, e proprio per amore, ha rinunciato a te…lui ti ama..”.
Follia.
Poteva prendersi così gioco di me il destino? Ancora? Non avevo già sopportato abbastanza? Evidentemente no.
C’era ancora qualcosa in serbo per me.  Una speranza? O un nuovo incubo?
Dove avrei trovato la forza di affrontare questa nuova baraonda?
Fortunatamente la mia rabbia era più forte di tutto.
Prima che me ne potessi accorgere era proprio lì di fronte a me.
La sua presenza era così ingombrante da infastidirmi quasi. Il prezzo della solitudine: prima o poi ti ci abitui.
Lo squadravo sprezzante, gelida.
Dentro di me si riaccendeva un’antica fiamma.*
E d’un tratto successe di nuovo…come sempre succedeva con lui
Il cuore torna a battere.
Respiro dopo una lunga apnea.
Il gelo sembra quasi sciogliersi.
Formicolio.
Terremoto.
Resurrezione.
Pugno nello stomaco, uno di quelli che ti piega in due.  
Reazione.
Risveglio.
Ora, in quel momento avrei potuto fare qualsiasi cosa.
Avrei potuto confessargli cosa stava scatenando in me ,di nuovo .
Avrei potuto affrontare e navigare i miei sentimenti, lasciarmi guidare dal cuore, una delle poche volte.
Avrei potuto rivelargli che non avevo smesso di amarlo per un solo secondo.
Avrei potuto chiedergli perdono per aver creduto che fosse colpevole.
Avrei potuto dire tutto quello che non ci eravamo mai detti. Erano tante le cose che non ci eravamo mai detti. Avrei potuto parlare fino a farmi seccare la gola e spiegare cosa mi era successo. Cosa ero diventata senza di lui.
Avrei potuto fargli tante di quelle domande.
Sarei potuta rimanere in silenzio e avrei potuto semplicemente prendergli la mano.  
Avrei potuto abbracciarlo, toccarlo, così, senza dire una parola, e lui avrebbe capito.
Avrei potuto perdonarlo.
Avrei potuto perdonare me stessa.
Avrei potuto perdonare il destino e ringraziarlo di averci dato un’altra possibilità.
Avrei potuto arrendermi all’amore.
Qualunque cosa avrei fatto, sarebbe stata perfetta.
Ma la verità è che io non sono mai stata perfetta.
E quindi non feci assolutamente niente.
Perché?
Perché ero arrabbiata.  Ero arrabbiata con lui, con il destino, con me stessa. E non potevo perdonare. Non potevo.
Perché  il mio orgoglio in quegli anni si era solo intestardito. Era l’unica cosa che mi era rimasta. Il mio orgoglio. Dopo che mi avevano tolto ogni cosa.
Per cui non feci assolutamente niente.
Mi limitai ad osservarlo attentamente, cercando di ignorare le contrazioni dolorose del mio cuore nel vedere gli scavi sulle sue guance, le borse sotto gli occhi, i suoi capelli bellissimi, adesso arruffati e sporchi, la sua fierezza smorzata, il suo fisico atletico fiaccato dalla fatica e dalla preoccupazione. Era in uno stato miserevole.  
Un attimo di debolezza.
Un pensiero sfuggì alla barriera infrangibile della ragione: avrei scambiato il suo posto con il mio all’ istante.
Dopo poco, rinsavii, conscia del fatto che avevo passato anni a cercare di ricostruire pezzo per pezzo la mia anima…solo per colpa sua.
E feci una cosa stupida.
Una cosa senza senso.
Perché? Perché ero arrabbiata.
Estrassi la bacchetta dal mantello e gliela puntai contro.
“Sai benissimo che quella non ti serve” mormorò con la voce roca che non sentivo da troppo tempo.
“Dammi un buon motivo per non chiamare subito qui un dissennatore a farti succhiare l’ anima, sempre se tu ne abbia una”.
 “Perché sono innocente”.
“Oh, già. Come ho fatto a farmi sfuggire questo particolare? Quindi è tutto risolto,no? Solo un equivoco..se dici di essere innocente..”squillai ironica.
“Capisco il tuo amaro sarcasmo, purtroppo”.
“Capisci il mio amaro sarcasmo? Tutto qua quello che hai da dire dopo quattordici anni?” urlai mentre dalla mia bacchetta sprizzarono scintille rosso fuoco.
“Ho troppe cose da dire ma sai benissimo che adesso sei troppo arrabbiata per volerle ascoltare..e ti capisco”disse pacatamente.
“Da quand’è che sei diventato così comprensivo e premuroso nei miei riguardi? Oh..forse deve essere stato il senso di colpa. Dicono che abbia le stesse proprietà delle onde sugli scogli: li logora lentamente, senza fretta, li lascia macerare granello per granello fino a quando non rimane niente..è stato così anche per te?”biascicai sadica.  
“Fortunatamente non sai quanto..”.
“Ti dirò..sei proprio bravo a fare la vittima..quasi, quasi ci credo. Ma d’altronde c’era da aspettarselo, ti è sempre riuscita benissimo la parte del martire, fin da quando ti conosco: Sirius, il povero rinnegato,lo studente dotato ma con un carattere così difficile e problematico, l’animo solitario, l’amico fedele ma troppo impulsivo a cui è sempre stato perdonato tutto per le sue tormentate vicende famigliari. È facile così, vero? Che bel modo di affrontare la vita, sempre ad addossare le colpe sugli altri e a piangersi addosso senza mai prendersi le proprie responsabilità, fingendo chissà quale trauma. La potrai dare a bere a quei tre ragazzini ma io a questa sceneggiata assisto da troppo tempo per credere alla storia del candido agnello sacrificato sull’ altare” ringhiai rabbiosa.
Non sapevo nemmeno da dove mi venisse fuori tutto quel fiume di parole, che probabilmente non avevo mai nemmeno pensato. Poco importava.
L’ obbiettivo era fargli più male che potessi.
Continuò a guardarmi, mai negli occhi, tenendo fisso lo sguardo su un punto imprecisato del mio volto.
Sembrava mortificato.
Volevo solo fargli provare un decimo del dolore che mi aveva dato.
Tuttavia al termine del mio discorso, inaspettatamente scoppiò a ridere, così, senza un’ apparente ragione mentre io lo guardavo piena di furia con la bacchetta levata.
Una risata roca, di chi non rideva da tempo, ma allo stesso tempo un simbolo di vitalità.
Sirius era vivo e stava ridendo…di me.
Era chiaro che il mio tentativo era naufragato. L’unica cosa che avevo ottenuto era fargli fare una grassa risata, di fronte al mio dolore. C’ era da aspettarselo. In fondo mi aveva abbandonato, lasciandomi sola e incinta quattordici anni or sono e da quando era evaso non si era più fatto vedere.
Ero stata io a cercarlo, io ad umiliarmi, ancora una volta, io a farmi ridere in faccia, io. La colpa di tutto era solo e sempre stata mia.
Prima che potessi scagliarmi contro di lui, mi precedette:   
“No, no..non fraintendermi. Rido perché tra i mille errori della mia vita, almeno sono riuscito in qualcosa. Aryana, non lo capisci?! Il mio solo scopo è sempre stato questo: farmi odiare da te il più possibile, farti credere che le accuse contro di me fossero fondate. Ti avrebbe aiutato a dimenticarmi più in fretta..Era la cosa più semplice, la cosa più facile..per tutti. Sarebbe stato inutile dirti la verità fin da subito, nessuno ci avrebbe creduto. Se dovevamo cadere a fondo era meglio che cadessi solo io”.
“Sarebbe stato inutile? Da quand’ è che la verità è inutile? Tu credi che per me non avrebbe fatto nessuna differenza sapere se tu fossi innocente o meno?Come Merlino hai fatto a guardarmi negli occhi e a mentirmi, rovinandoci la vita?”.
“Rovinarti la vita? Come fai ad essere così cieca? Io te l’ ho salvata la vita. Ho  evitato che perdessi il lavoro, la tua reputazione, il tuo nome..quello che ti eri costruita con così tanto impegno e fatica”.
“A me importava di me e di te. Se mi avessi detto la verità, sarebbe cambiato tutto..”dissi con la voce mezza rotta.
“Ah davvero? Che cosa avresti fatto? Avresti passato gli ultimi quattordici anni della tua vita a crogiolarti nel dolore e nell’ impotenza, esattamente come me. Che senso aveva trascinarti nel baratro? Perché diavolo avrei dovuto far soffrire la donna che amavo? È stata la cosa più giusta da fare..lasciarti andare..Ti ho dato un motivo per la fine della nostra storia. Credimi, è infinitamente meglio trovare una ragione per le cose che ci capitano piuttosto che dannarsi l’ esistenza a chiederti cosa hai fatto di male per meritare tutto ciò che ti è arrivato addosso”disse mestamente Sirius.
Nei suoi occhi vedevo nero come un abisso nel fondo del quale doveva essere rimasto il mio vecchio Sirius. Adesso in superficie c’erano solo rassegnazione e vuoto.   
“Almeno se mi avessi detto la verità avrei saputo che l’ uomo che amavo è davvero esistito e quello che avevamo non è stata solo finzione. Questo sarebbe stata ben più di una consolazione per me. Invece hai lasciato che io ti odiassi..come hai potuto? E quando sei evaso? Perché non sei venuto immediatamente da me a raccontarmi la verità?Perché hai costretto Remus e mio padre a mentirmi? Non pensavi di dovermi quanto meno una spiegazione decente dopo tutto il male che mi avevi fatto, che mi hai fatto e che contini a farmi?” mormorai con la voce ormai ridotta ad un sussurro.
“Non..non pensare che non l’ abbia pensato..ci sono andato molto vicino..ma poi..mi sono fermato. Come potevo esporti ad un rischio simile? Metterti in pericolo in modo assolutamente gratuito, addossarti un segreto troppo grande,dopo tutti quegli anni..perché?”.
“Perché ?! Per noi, forse?! O non ti è passato neanche per la testa il fatto di poter recuperare le cose, di riparare?!”. Ormai singhiozzavo.
La bacchetta si era abbassata da un pezzo.
“Offrendoti cosa? Una vita da latitante, sempre in fuga, senza niente, senza una casa, senza neanche il cibo per mangiare..secondo te, ti avrei potuto chiedere una cosa del genere?”.
“Oh,no, figuriamoci. Tu sei troppo orgoglioso e troppo stupido per capire che l’ unica cosa che dovevi offrirmi e di cui mi importava eri tu”.
“Aryana, andiamo. Tu avresti fatto lo stesso con me, io lo so. Hai tutte le ragioni per essere arrabbiata con me ma..io..ho solo voluto darti l’ opportunità di rifarti una vita, di essere felice, se ti avessi detto come stavano le cose questo non sarebbe mai stato possibile..”.
Mi guardava con l’ aria corrucciata, frustrata, combattuta.
Una parte di me avrebbe voluto prenderlo a calci seduta stante, un’ altra avrebbe voluto solo abbracciarlo. Qualsiasi uomo si sarebbe gettato ai miei piedi, chiedendomi perdono per elemosinare amore. Invece lui stava lì fermo ad aspettare, fiero, nonostante tutto.
 “Ma che stai dicendo? Rifarmi una vita, essere felice..senza di te?”sussurrai come se non avessi voluto che lui mi sentisse.
In fondo, quell’esclamazione equivaleva ad una sconfitta con i fiocchi, gettava a terra tutte le mie maschere.  
 “Ti ho visto con quell’ uomo,fuori da casa nostra..tu mi sembravi serena..era quello che volevo. Vederti stare bene..”.
“Quale uomo? Di che stai parlando? Non c’ è nessun uomo, non c’è mai stato nessuno oltre te”.
“Tu lo stavi abbracciando sull’ uscio di casa. Mi hai anche visto, ci siamo guardati per un attimo e poi sono scappato via”.
Rivolsi la mente a quella sera.
Pensavo che fosse stata un’ allucinazione l’ aver incrociato il suo sguardo, un abbaglio dovuto al troppo alcool.
Ricordavo il freddo e la delusione cocente scorrermi nelle vene come fosse ieri.
Ricordavo di aver punito me stessa col digiuno e l’ insonnia durati giorni, per aver sperato fosse Sirius.
Ricordavo il gran rifiuto di rifarmi una vita con Wiston perché sapevo fin troppo bene che il solo pensiero di me insieme ad un altro uomo mi faceva tremare le mani e mi scuoteva il cuore nel petto dal terrore della noia e dell’infelicità.   
“Come hai potuto pensare che una vita con lui potesse essere paragonabile anche ad un solo istante insieme a te?”dissi, dando voce ai miei pensieri.
Quell’affermazione sembrò colpire entrambi come una cannonata.
Io non potevo credere di averlo detto ad alta voce, il mio secondo tradimento.
 Lui non poteva credere di averlo sentito davvero.
Non credeva di aver sposato una donna così debole da non riuscire a dimenticarlo nemmeno dopo quattordici anni.
Eppure era la verità e per quanto mi facesse stare male non potevo più fingere.
Si portò ad un centimetro da me ed alzò la mano per carezzarmi in volto, ma prima che lo raggiungesse mi scostai bruscamente.
“Non ti azzardare…”bisbigliai, portandomi dall’ altro lato della caverna. “Ho capito cosa vuoi fare, sai? Cos’ è pensavi che facendomi raccontare la storiella dell’ eroe da tre ragazzini mi sarei intenerita?D’ altronde un’ Auror fa sempre comodo ad un latitante,no? Mi credi così stupida?”urlai con quanto fiato avessi in corpo.
Il fatto che l’amassi ancora non significava che sarebbe tornato tutto come prima, tutt’altro…
“Non sai quanto ti sbagli. Io ho cercato di impedire in tutti i modi ad Harry di dirti l’intera faccenda..”.
Una valanga mi travolse.
“Hai ragione. Non te ne è mai fregato niente per quattordici anni di me, figuriamoci se ti passa per la testa di cercarmi ora”.
“Aryana, stai fraintendendo tutto, io volevo solo proteggerti..solo darti un’ altra opportunità”.
“L’unica cosa da cui devo proteggermi sei tu, non la verità. E , per la cronaca, No, tu non mi hai dato nessuna opportunità. Mi hai solo reso la vita un inferno per il tuo egoismo e per la tua vigliaccheria. Dì la verità, Sirius. Volevi fare l’ eroe, come al solito. È stato il tuo orgoglio e la tua vanagloria a guidarti perché se avessi seguito il cuore avresti scelto noi, invece hai scelto di andartene per la tua strada da solo. Credevo che sia io che tu avessimo deciso di smetterla di stare da soli, credevo che avessimo deciso di crescere..insieme.. e invece hai scelto te stesso”.
“NO, IO HO SCELTO TE..”urlò in modo disumano.
Risollevai la bacchetta.
“Hai ragione non ho scelto noi, e sapevo di darti un dolore quando ho messo fine alla nostra relazione ma sapevo che prima o poi te ne saresti fatta una ragione perché ad ogni modo tu avresti continuato a vivere. TU..saresti sopravvissuta, in un modo o nell’ altro. Non ti saresti distrutta, annientata, come invece ho fatto io. Infatti tu ora sei qui, davanti a me e hai ancora una carriera, una reputazione, una casa, il tuo nome. Pensaci. Se io ti avessi detto la verità, non avremmo più niente…”.
“Avremmo avuto noi, saremmo stati insieme..io sarei stata felice ovunque, comunque, qualsiasi cosa fosse successa..insieme..”.
“Sei tu l’ egoista se dici questo. Io posso sopportare il fatto di non averti tra le mie braccia, sotto i miei occhi, sotto il tocco delle mie mani ma non potrei assolutamente sopportare il fatto di vederti nelle mie condizioni di adesso. Con che coraggio ti avrei potuto fare questo?”.
“Invece credi che io stia bene, adesso? Credi che io non sia distrutta, annientata? Il tuo errore è sempre stato quello di pensare che io sarei riuscita a dimenticarti..davi così poca importanza al mio amore?”.
“Io..ho solo fatto la scelta che credevo migliore..e sono sicuro di quello che ho fatto. Se potessi tornare indietro, lo farei altre mille volte perché tu vali mille volte me o noi”.
“Stai solo usando una patetica e melensa scusa..sei un maestro in questo”dissi tentando di ricacciare indietro le lacrime,invano.
“Io avrei fatto qualunque cosa per te..qualunque…e come lo era allora, lo è oggi. Non è cambiato niente per me. Non si è mai esaurito il mio amore, né si è mai affievolito. Non è una scusa melensa o patetica. È la realtà”.
“Perché non mantieni la tua posizione?”.
“Che vuoi dire?”.
“Sei ancora un latitante, no? Cos’è cambiato da quando sei evaso ad ora? Dovresti continuare a ribadire il fatto che non puoi offrirmi niente, che sprecherei la mia vita dietro ad un fantasma, sempre in fuga, senza nessuna aspettativa di miglioramento, senza niente di niente. Perché non mi dici queste cose al posto di dirmi che mi ami? Perché non mi rifiuti e non mi mandi via? Perché non mi spezzi il cuore, come hai fatto quattordici anni fa?”.
“Hai ragione, dovrei fare quello che dici tu ma il problema è che sei qui di fronte a me. E non ho più né la forza né il coraggio di mandarti via perché la realtà è che tu sei una tra le pochissime cose belle che mi siano capitate da quattordici anni a questa parte” disse, avanzando verso di me.
Non mi mossi. Ero esausta. Non riuscivo più a combattere. Non c’ era più rabbia dentro di me, solo un’ immensa malinconia e un enorme bisogno di essere amata.
Venne dritto di fronte a me e prese a carezzarmi, lentamente, asciugando tutte le lacrime sul mio viso. Questa volta non mi scansai.
A sentire il suo tocco su di me, rabbrividii.
“Tu non mi odi, vero?Ti prego dimmi di no”mormorò rocamente, appoggiando la sua fronte sulla mia, dopo avermi sfilato la bacchetta dalle mani e averla riposta nel mio mantello.
“Ci ho provato a odiarti, a dimenticarti, ma è stato inutile”.
“Mi ami anche se..”.
Lo interruppi mettendogli una mano sulla bocca. Lo guardai come non avevo mai guardato nessun altro prima, come mai nessuno avrei guardato in futuro.
Lo osservai. Non era cambiato poi di molto: le stesse spalle larghe, lo stesso corpo affusolato, anche se scarnito, lo stesso sorriso accattivante, gli stessi occhi magnetici, gli stessi lineamenti eleganti e armoniosi. Era bello. Produceva in me lo stesso effetto: desiderio ardente.
“Aryana..”sussurrò Sirius al mio orecchio mentre dirigeva le sue mani esperte sul mio corpo che mai da nessuno ,eccetto lui, era stato toccato.
Sapeva ancora come farmi impazzire con assoluta classe.
“No, aspetta..non qui..con me..adesso..faccio schifo..”mormorò staccandosi dal mio abbraccio.
“Tu non puoi farmi schifo..né ora né mai..”mormorai impaziente di lui.
“Io non..”.
Lo zittii con un bacio. Non avrei sentito altre scuse. Non avrei resistito a nient’altro. Nient’altro che noi.
In fretta gli levai la veste di dosso. E lui fece lo stesso con me,posando il suo sguardo sul mio corpo.
Frenetici.
Avidi.
Impazienti.
Desiderosi.
Esitammo un istante prima di iniziare a sfamarci l’uno dell’altra.
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
A distanza di anni, mi ricordo ogni piccolo particolare di quella sera ma se la mia mente vaga distrattamente alla ricerca di un piccolo particolare che descriva perfettamente me e Sirius, si, esatto è quell’istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.  
Prima che ci saltassimo addosso, un luccichio mi frenò.
Una collanina attorno al suo collo, la percorsi con le dita fino a quando non arrivai al medaglione che conoscevo fin troppo bene ,alla base del collo di Sirius.
“Ce l’ hai ancora..il mio medaglione. Credevo che te l’ avessero preso insieme alla bacchetta e alla fede ad Azkaban”.
“Volevano togliermela ma li convinsi a non farlo, gli dissi che non potevo farmene niente di uno stupido medaglione di fattura a loro sconosciuta. Non potevano sapere che questo medaglione è una tra le poche cose che mi ha tenuto sano di mente in quel maledetto posto e poi ti avevo fatto una promessa, no? Ti avevo detto che te lo avrei riportato e così è stato”.
Mi sganciai la collana che tenevo al collo, una catenina di fattura elfica con due anelli appesi.
“Devo rivelarti un segreto..”mormorai mentre facevo scivolare nelle mie mani i due anelli.
“Quel giorno in cui ci siamo incontrati ad Azkaban..io mi sono fatta dare la tua fede..l’ ho tenuta al collo insieme alla mia tutti questi anni..”.
Feci per metterla al suo dito ma lui fermò la mia mano.
“Tienila tu, al tuo collo..”.
“Ma..”.
“Non mi serve una fede al dito..io ho fede nel mio cuore..l'ho sempre avuta persino quando non lo sapevo”.
Gli sorrisi debolmente mentre rimettevo le fedi al mio collo.
“Ti amo..sempre stato..”mormorò, aspettando la mia risposta.
“E sempre sarà”completai, baciandolo.
 “L’ attesa aumenta il desiderio, lo sai?” fremei al suo orecchio.
“Bene..perché noi abbiamo un’ attesa che dura da quattordici anni..”contraccambiò con tono suadente.
 “Mi sei mancato”.
“Anche tu..non sai quanto ,Aryana, non sai quanto..”.
“ Adesso però basta parlare..”.
“Hai ragione, elfo”.
A sentire quel nome sussultai.
Vedendo la mia reazione, afferrò la mia mano e baciò ogni dito, lentamente, senza smettere di guardarmi negli occhi.  
Adagiò il mio mantello sul pavimento e ci sdraiammo sopra.
“Sei sicura?”mi chiese, improvvisamente.
L’espressione era tesa. Sembrava che dentro di lui si stesse svolgendo una battaglia all’ ultimo sangue.
“Ma che domande fai? Certo che sono sicura. Perché non dovrei?”chiesi ,stupita.
“Per…quello che ho fatto a nostro figlio. Non sai che fardello mi tengo addosso da anni..la colpa mi divora l’ anima..”.
“Shh.. Parleremo dopo di questo..adesso, per favore..amami..”dissi, interrompendo subito il suo sfogo.
Ero troppo impaziente per spiegargli tutto..e poi volevo prendermi una piccolissima rivincita su di lui, facendolo agonizzare ancora per un po’.
“Non chiedo altro” disse, prendendomi il viso tra le mani e  baciandomi come solo lui sapeva fare, trasportandomi in un oceano di sensazioni diverse.
 Ogni suo tocco era una scossa di elettricità, una febbre sottile, un piacere dispiacere, un dolceamaro sapore sulla pelle.
Il modo perfetto per consumare il lieve rancore che ancora si agitava in me, facendomi sua.
Non c’era molto spazio per la dolcezza nei nostri gesti..solo impetuosità, ma non fretta,smania e desiderio di viverci l’ un l’ altro, stretti nel nostro abbraccio, carico di passione.
E ci amammo, follemente, avidamente, immensamente, innumerevoli volte per recuperare il tempo che avevamo perduto. 
Semplicemente noi.


*(N.d.A.  Scusate, ma ormai la mia prof. Mi ha instillato Virgilio a forza nella testa)  
Ah a proposito, no, non sono ripetitiva. Oh, meglio, ho voluto esserlo perchè mi piaceva il fatto che S&A pensassero le stesse cose nel momento in cui si rivedevano dopo tanti anni.

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Capitolo 26
*** Tutta la verità ***


Eccomi qua! Ringrazio tutti per i bei complimenti e per le visite. Allora, il capitolo come già vi ho detto riprende da dove ho lasciato il precedente e dopo questa parte cambieranno molte cose...Infatti si faranno delle rivelazioni abbastanza sconvolgenti....Mi raccomando, COMMENTATE!!!
Se avete qualche dubbio io sono a vostra disposizione.
Baci, Ile.


Poco fuori Hogsmeade – Maggio 1995

Aryana Silente

“Sei sicura che non vuoi niente?” bofonchiò Sirius con la bocca piena di torta alle mele.
“No,stai tranquillo. Mangia pure quanto vuoi”risposi raccogliendo i vestiti dal pavimento e incominciando a rivestirmi di malavoglia.  
“Mancano poco più di due ore all’ alba..”sbuffai, calzando gli stivaletti.
“Non ricordarmelo”sussurrò attirandomi a lui con lo sguardo.
Mi sedetti a gambe incrociate di fronte a lui e con la punta delle dita ripulii la bocca dalle molliche. Lui la afferrò e incominciò a baciarla,senza smettere di guardarmi.
Potrei riempire le pagine per la descrizione delle sensazioni che mi invadevano in quel momento. Ma sarebbero inutili.
La verità è che ero semplicemente felice.
Era questo che mi ero persa in tutti questi anni?
“Vieni con me..” bisbigliai, come per esprimere un desiderio sottovoce per paura che non si avveri.
“Assolutamente no, elfo”disse rocamente.
Il suo sguardo era cupo.
Una lacrima rigò il mio volto, inaspettatamente.
“Temevo questa risposta da parte tua. La temevo più di ogni altra. Perché ti conosco”.
Sorrise debolmente.
“Immagino sia inutile dirti ciò che già sai. Con il mio aiuto potresti avere un riparo molto più sicuro, non saresti costretto a vivere in questo modo..come un animale..avresti tutto ciò di cui necessita un uomo per poter vivere decentemente: un tetto sopra la testa, un letto dove dormire, cibo decente..e poi avresti me”.
“Non mi tentare. È già abbastanza difficile così..”.
“Hogwarts è un posto sicuro”.
“Davvero? Con Piton che ci sta con il fiato sul collo? Con la perenne paura di essere scoperti? No, elfo, non posso farti una cosa del genere. Il rischio è troppo alto. L’ ultima delle cose che vorrei è metterti in pericolo”.
“È un rischio che io scelgo di correre..per te. Perché si da il caso che non sei solo tu a non volermi mettere in pericolo. Sarei molto più tranquilla se potessi essere io stessa a nasconderti”.
“Aryana, ho detto di no, chiuso il discorso”.
“Potresti stare più vicino ad Harry, più vicino a me. In questi anni nessuno ha scoperto del nostro matrimonio..è stato facile nasconderlo..potremmo fare lo stesso con te. Lo sai quanto siamo bravi a mentire, a mantenere i segreti, a scappare e ad agire nell’ ombra. Non so neanche perché siamo finiti a Grifondoro. Siamo due perfetti, diabolici Serpeverde”.
Riuscii nuovamente a far apparire un debole sorriso sul suo volto scarno.
“Aryana, ti prego. Sai benissimo che è impossibile. Basta” disse con tono dolce ma con uno sguardo deciso e perentorio.
 Ci guardammo per un po’, l’ uno in contemplazione dell’ altro, completamente persi nell’ immensità dei nostri sguardi.
“Invece di perdere tempo a parlare di quello che succederà domani, parlami di oggi. Parlami di te. Cosa ci fai qui? Voglio sapere tutto. Ogni cosa che hai fatto da quando ci siamo lasciati”disse, tormentando il filo d’oro appeso al mio collo.
“Perché non inizi tu?”gli chiesi, tergiversando con nonchalance.
“Non voglio parlare di Azkaban. Ti basta sapere che è stato un inferno. Dodici anni là dentro sono pesati  come duecento. E credo di non avere nient’altro da dire”disse più cupo che mai.
Tacqui. Ci sono cose che non hanno bisogno di spiegazioni.
“Poi ho visto quel dannato topo sul giornale e non so…è scattato qualcosa in me. La voglia di vendetta è diventata più forte di tutto. Ho fatto cose di cui non mi credevo nemmeno capace…Sono sopravvissuto con niente. Vivevo di rancore e di ossessioni. Non conoscevo neanche la paura. È durato poco questo periodo delirante. Poi è arrivato Harry nella mia vita. Quei tre ragazzini mi hanno salvato la vita, ho ritrovato Remus e ho riscoperto la speranza,capisci? Sono tornato umano.
Con i suoi svantaggi,però. Innanzi tutto dovevo provvedere a mangiare almeno una volta ogni due giorni e poi ho ripreso ad avere paura. Ora, ho qualcosa da perdere perciò devo stare attento. Devo prendermi cura del nostro figlioccio adesso e anche di te”disse dolcemente.
“Sai benissimo che me la so cavare da sola”ironizzai.
“Perché sei tornata Aryana?”chiese all’improvviso.
Adesso era il mio turno.
“Sei stata a Shantaram, non è così? Tutti questi anni…per colpa mia?”.
Ghignai sarcastica. Il destino era stato una carogna con noi due. Ma adesso…    
“In un certo senso…”.
“Perché sei così vaga?C’è qualcosa che vuoi dirmi?”.
“Ci sono tante cose di cui vorrei parlarti…Sono tornata perché Lui sta tornando di nuovo. Ma questo penso che tu lo abbia già intuito,no?”.
Annuii in attesa che dicessi qualcos’ altro.
“Scusa è che non mi va di parlare di lavoro. Non faccio altro da mesi..”.
“Certo, ti capisco”.
“No, non capisci. La verità è che…c’è qualcosa che devo dirti..qualcosa che ti ho tenuto nascosto..” incominciai titubante.
Era giunto il momento di svelare la verità che mi aveva legata a Sirius inevitabilmente tutti quegli anni. Quel segreto era una delle ragioni principali per la quale non riuscii ad odiare Sirius neanche per un istante. Poiché quella realtà celata per così tanto tempo, mi rimandava inevitabilmente al Sirius che avevo conosciuto ad Hogwarts e di cui mi ero follemente innamorata, nonostante mi avessero fatto credere che quel Sirius non fosse mai esistito, che era soltanto una finzione. Io continuavo ad essergli intrecciata con una catena impossibile da rompere..quella catena era il mio segreto, la mia salvezza, il mio porto sicuro in tutti quegli anni, l’ unica cosa che mi faceva ancora sperare.
“Quando sono venuta a trovarti ad Azkaban..io ti ho detto che…avevo..che avevo”singhiozzai, scossa.
Mi guardò preoccupato, abbracciandomi.
“Elfo, va tutto bene, stai tranquilla..”.
“No, non va tutto bene. Oh Merlino, Sirius, sei stato così stupido a non dirmi la verità! Ti saresti evitato quattordici anni di sensi di colpa!”strillai isterica.
“Elfo, non fare così. Ti ho visto piangere di più in queste ore che in tutta la vita. Non ti riconosco più..”cercò di tirarmi su il morale.
“Io ti ho detto che avevo ucciso..il nostro bambino..”.
L’atmosfera cambiò improvvisamente.
“Io..non sai quanto..”mormorò mortificato.
“No, stai zitto, fammi finire. Io non l’ ho fatto”dissi,mettendogli una mano sulla bocca.  
Mi ero appena levata un macigno dallo stomaco.
Quattordici anni a fingere e adesso era quasi tutto finito.
“Cosa?”bisbigliò incredulo Sirius.
Si alzò in piedi e incominciò a camminare avanti e indietro per la caverna, mugugnando frasi sconnesse e insensate.
“Non capisco…cosa stai dicendo..io..”.
“Sirius, ascoltami. Io ho tenuto il bambino”.
“No, è impossibile..poi tu hai continuato a lavorare..e hai arrestato Bellatrix e Lestrange…io..”.
“Dopo il nostro incontro ad Azkaban, volevo davvero darlo via ma più il tempo passava più ero titubante. Nell’ incertezza ho continuato a lavorare come Auror, buttandomi a capofitto nel lavoro, cercando di distrarmi. Ma tu rimanevi sempre lì ,nella mia testa. La situazione è andata avanti così per mesi, fino a quando non ho potuto più nasconderlo e ho confessato tutto a mio padre. Insieme abbiamo deciso che la cosa migliore per tutti fosse quella di andare via per un po’ di tempo, a Shantaram. All’ inizio doveva essere una situazione temporanea, solo fino alla nascita del bambino in modo tale che nessuno avrebbe scoperto nulla. Avrei dovuto fare avanti e indietro da Londra a Shantaram,mentre il bambino sarebbe rimasto nella foresta insieme ai nonni. Ma poi non ce la feci a lasciarlo per cui anch’ io sono rimasta lì per dodici lunghissimi anni. Continuavo a lavorare per il Ministero negli affari esteri e scrivevo libri..”.
“Si, ho sentito dei tuoi libri e del tuo lavoro con qualche notizia sentita per sbaglio in prigione”.
“Ad ogni modo, il giorno della tua evasione, ho avuto un incubo tremendo e da quel giorno non sono finiti. Sono esattamente come quelli durante la prima guerra, te li ricordi, vero? Ogni volta che ne avevo uno tremava tutta la stanza. Come sai, non credo nelle coincidenze quindi decisi di tornare in Inghilterra definitivamente, lasciando nostro figlio a Shantaram mentre io mi occupavo della coppa e adesso del torneo”.
“Aspetta, aspetta…figlio?A Shantaram?Lui è ancora lì?”.
“Scusa, sto andando troppo veloce....”.
“Prova a incominciare dall’ inizio..”.
“Uriel mi ha aiutato per tutta la gravidanza..è stato difficile senza di te..avevo paura che qualcosa potesse andare storto, che facessi la fine di mia madre, ero terrorizzata dal dolore e dal futuro. Il parto non è stato né facile né poco doloroso ma andò tutto bene.  Il 23 giugno 1982 nacque il bambino ed era bello, sano, perfetto..”.
“Quindi è un maschio?”.
“Si, è un maschio. Si chiama James”.
Lo vidi sussultare,sconvolto.
Aveva gli occhi sbarrati, una strana luce negli occhi ma poi sorrise, un sorriso raggiante che invase tutto il mio animo.
Sorrisi anch’io e iniziammo a ridere insieme.
“Oh, Merlino, ho un figlio. Voglio sapere tutto di lui: com’è, cosa gli piace..tutto!”esclamò frenetico mentre si precipitava su di me.
“Lui è uguale a te: gli stessi occhi, gli stessi capelli, il tuo stesso carattere. Lo sai che ha quasi distrutto il palazzo di Ernest e Tatami per scappare da Shantaram e venire ad Hogwarts con me?”.
“Cosa?”.
“Si, non riesce a stare rinchiuso in un posto per troppo tempo. Esattamente come suo padre. Ha provato a scappare non sai quante volte”.
“È  ancora a Shantaram?”.
“A dire il vero, no. Il piano originale era farlo rimanere lì fino a quando il polverone sollevatosi per il mio ritorno, la coppa e il Torneo si fosse calmato ma poi le cose sono cambiate. Vista la sua insofferenza volevo tenerlo a tutti costi nascosto ad Hogwarts con me e con mio padre..avrebbe conosciuto anche Harry, sarebbe stato perfetto. Purtroppo con tutte le cose che sono successe è stato impossibile trovare il momento adatto per il suo viaggio perciò abbiamo aspettato la fine della seconda prova prima di farlo arrivare con Uriel come accompagnatore”.
“Aspetta, la seconda prova è stata qualche settimana fa..quindi lui è qui?”.
“Ancora no, arriverà fra circa tre ore ad Hogsmeade. Con il mantello dell’ invisibilità lo condurrò ad Hogwarts dove sarà al sicuro, al mio fianco. Potresti fare lo stesso”.
“No, no aspetta..quindi lui adesso ha quattordici anni?”.
“Tredici. Ne compierà quattordici a Giugno. Dovresti vederlo, è alto quasi quanto te ormai. E dovresti vedere com’ è bravo a formulare Incantesimi, proprio come me ma non ha molta voglia di studiare. A lui piace di più la pratica”.
“Davvero? Non è andato ad Hogwarts, quindi? Dove ha studiato tutto questo tempo?”.
“No, ha studiato a Shantaram. È molto dotato e così precoce... Parla l’ elfico quasi meglio di noi due, ormai, e dovresti vedere come usa la spada…Uriel non riesce a batterlo nemmeno se si impegna. È testardo, non conosce né modestia né pudore ed è fin troppo pungente nelle risposte, però sono riuscita ad insegnargli almeno qualche rudimento sull’ educazione da tenere in pubblico. Poi è vanitoso oltre ogni limite..”.
“Ha la stessa eleganza e classe di suo padre?”chiese accattivante.
“Purtroppo si. Non dimenticare che ,in più di te, lui è di razza reale. Ha anche il tuo stesso sorriso malandrino e ruffiano, fa fare alla gente tutto quello che vuole. Faccia d’ angelo e mente di un diavolo. Quando vuole qualcosa, stai sicuro che la ottiene. È troppo orgoglioso e fumantino ed è arrogante e superficiale quasi quanto lo eri tu ad Hogwarts”.
Scoppiò nella sua solita risata sguaiata.
“Ha anche moltissimi pregi, però: da me ha preso il talento per le arti magiche. Mantiene sempre la parola data, è generoso, intelligente, leale, coraggioso. Ti guarda sempre negli occhi quando ti parla. Sempre. Anche se all’ apparenza sembra non ascoltare, percepisce tutto quello che gli sta attorno, è un grande osservatore. Ha un grande cuore e una forte sensibilità, anche se è troppo orgoglioso per ammetterlo”esclamai,senza smettere di sorridere.
Lo giuro, mai sorriso così tanto in tutta la vita.
“Elfo, voglio che tu sappia che...si, insomma…io avrei capito. Se tu avessi…beh, lo sai…io avrei capito e non sarebbe cambiato niente”disse improvvisamente serio.
“Sarebbe cambiato qualcosa invece. È inevitabile che sia così. Ma non è successo fortunatamente”.
“Hai fatto un lavoro straordinario”.
“Aspetta di vederlo, almeno”.
“Non ne ho bisogno. Già il fatto che tu sia la madre e io sia il padre è una garanzia. Sarà straordinario..è nostro figlio, in fondo”.
“Già ma c’è un’ altra cosa che devo dirti”.
“Io ho ancora così tante cose da chiederti”.
“Gli ho detto che tu sei morto”dissi tutto d’un fiato, smorzando il sorriso raggiante sul suo viso. Boccheggiò per qualche secondo, incredulo.
“Oh..io..lo capisco..cioè è stato giusto così..”.
“Era la cosa più facile da dire, Sir. Perdonami”.
“Elfo, io non ho niente da perdonarti. Hai fatto la cosa giusta in quel momento, io avrei fatto lo stesso, probabilmente”.
“Sistemeremo le cose,te lo prometto. Se venissi con me ad Hogwarts tutto sarebbe più semplice”.
“Aryana, questa non è la soluzione più adatta”mi interruppe immediatamente.
“Non puoi passare tutta la vita, scappando e nascondendoti. Dobbiamo cambiare questa situazione”.
“Non parlare così”.
“Così come?”.
“Come se a me piaccia fare questa vita”.
“Non ho mai detto questo”.
“Aryana, per adesso le cose stanno così. Presto la guerra scoppierà e io potrò uscire allo scoperto”.
“Non è ancora giunto quel momento..potrebbero volerci mesi,anni..”.
“Allora, aspetterò. Preferisco marcire piuttosto che mettervi in pericolo”.
“Sei peggio di un mulo. Pensavo che la prigione avesse smorzato la tua presunzione di aver sempre ragione ma a quanto pare..”.
“Vieni qui”bisbigliò rocamente.
Mi accoccolai tra le sue braccia, godendomi quei brevi attimi di libertà.
“Non ti devi preoccupare per me, elfo. Tu devi pensare a te stessa, a James e a Harry”.
“Mi stai chiedendo l’ impossibile”.
“Devi stare tranquilla, io me la saprò cavare. Ce l’ ho fatta fino ad ora”.
“Perché sei il miglior Auror con il quale abbia mai lavorato..”lo coccolai, sensuale.
Conoscevo fin troppo bene Sirius per sapere che quelle piccole adulazioni facevano ruggire il suo orgoglio.
“Non a caso sono tuo marito”.
Restammo l’ uno tra le braccia dell’ altro fino all’ alba, il momento di tornare al castello.
“Ci vediamo tra due giorni al tramonto, intesi?”.
“Si, elfo. Adesso vai e stai attenta”.
“Tu stai attento”.
Dopo un fugace bacio fui fuori dalla caverna, sul sentiero di montagna che conduceva dritto ad Hogsmeade.
Il mio cuore sarebbe stato leggerissimo se non fosse stata per la preoccupazione che attanagliava le viscere nel mio stomaco.
Adesso sarei dovuta stare molto attenta ad ogni mio passo, ne andava della vita di Uriel e James. Nessuno avrebbe dovuto sapere, nessuno avrebbe dovuto fare domande e per questo dovevamo essere invisibili.
Era giunto il momento di ricongiungermi a mio figlio, James Albus Black. 

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Capitolo 27
*** James Albus Black ***


Poco fuori Hogsmeade – Marzo 1995

Aryana Silente

La pungente aria mattutina teneva all’erta i miei sensi, assopiti dopo la notte insonne e alquanto movimentata. Anche se sarebbe bastata l’enorme quantità di adrenalina che avevo in circolo a mantenermi sveglia per almeno una settimana.
 Frullavano troppi pensieri dentro la mia testa.
Il mio animo era fin troppo irrequieto.
E a me non piaceva neanche un po’ essere nervosa, non avere tutto perfettamente sotto controllo e quella non era certo la situazione per commettere passi falsi.
Era solo colpa sua.
Lui, che aveva sconvolto tutto di nuovo.
Ero arrabbiata, eccitata, indispettita, felice…di una felicità strana, quasi controvoglia.
Avevo perso con Sirius.
Avevo giurato che non mi sarei arresa, che avrei tenuto duro,che avrei resistito, tenuto il gioco, tenuto testa davanti a quegli occhi…Ma come potevo farlo?
Era come se per colpa del mio stupidissimo orgoglio non volessi essere felice.
Avrei voluto tenere il muso ancora per un po’.
Mi piaceva tenere le persone sulla graticola, farle stare in attesa, completamente dipendenti da me.
Avere ragione era uno sfizio troppo soddisfacente per privarmene.
Ma con Sirius quei trucchetti non avevano mai funzionato più di tanto. Fare la bambina capricciosa era un divertentissimo gioco sia per me che per lui ma che durava meno che poco. Non potevo resistere troppo a lungo al tormento di stargli lontana solo per dispetto..e questo mi innervosiva e non poco.
Ero sempre stata abituata ad avere tutto sotto controllo, sotto il mio potere..io ero Aryana Silente, che diamine!
Ma con Sirius era sempre stato tutto diverso. E fu diverso anche la scorsa notte.
Scossi la testa come per risvegliarmi da quei dolcissimi ricordi.
La situazione richiedeva concentrazione . Dovevo stare ben attenta a non attirare occhi indiscreti, anche se il rischio in quella zona di aperta campagna , e per di più nelle prime ore del mattino, era nullo.  
Guardai l’orologio per la quarta volta in cinque minuti. Naturalmente arrivai nel punto prestabilito in perfetto  orario.
Di lì a poco sarebbe arrivato Uriel con James, non sapevo ancora come  ma mi fidavo della discrezione e della competenza dell’ elfo.
Mi arrampicai sul ramo più basso di una quercia ed incominciai a giocherellare con gli aghi di pino per ingannare l’ attesa.  
D’improvviso con un “pop” comparve sotto di me, la figura imponente di mio padre che alzò la testa con un sorriso divertito.
Ovviamente sapeva già che ero là su.
Lui sapeva sempre tutto.    
“Ti avevo detto di tenerti alla larga dalla mia visuale”ringhiai irritata.
“Oh, andiamo. Ti servirà aiuto con James”.
“Sai benissimo che non è vero”.
“Si, ma è meglio non rischiare”.
“Con me non si rischia. Sono una garanzia di affidabilità, al contrario di qualcun altro”.
“Aryana, se fossi stata in me avresti fatto lo stesso”.
“Ed è qui che ti sbagli. Io non ti avrei mentito per quasi un anno, anzi, io non ti avrei mentito neanche per un secondo perché mi fido di te”.
“Quando si tratta di Sirius o James non sei obiettiva. Non potevo permetterti di rovinarti”.
“Sai qual è la cosa più irritante? Credete tutti di sapere alla perfezione cosa avrei fatto,se avessi saputo. Vi siete presi questo diritto di poter scegliere per me, di poter pensare per me”.
“Non c’è nessuno che ti conosce meglio di me quindi si, elfo, so cosa avresti fatto perché so come sei fatta tu”.
È evidente che non ne hai la minima idea altrimenti sapresti quanto odio le bugie, essere presa in giro e fare la figura della povera ingenua”.
“È  il tuo orgoglio a parlare”.
 “E anche se fosse il mio orgoglio?Non ho il diritto di sentirmi ferita?”.
“Certo che puoi ma non è andata come dici tu. Stai ingigantendo la situazione. Nessuno pensa che tu sia ingenua o stupida, nessuno ti ha commiserato o preso in giro. È proprio perché ti amiamo che te lo abbiamo tenuto nascosto”.
“Bene. Da questo momento in poi, sappi che non potrò mai più fidarmi di te e Remus  come prima. Mai più”.
“Aryana, questo non ha niente a che vedere con il nostro rapporto di fiducia. È stata una promessa che ho fatto a Sirius. Io ti confido tutto, lo sai”.
“A dire il vero no, non lo so. Come faccio a sapere se mi stai mentendo o se stai omettendo qualcosa?Tu lo sai benissimo cosa significano per me le bugie. Se menti su qualcosa, vuol dire che sei capace di mentire su tutto il resto. Sai, papà, tu e Remus siete le uniche persone al mondo alle quali non ho mai detto una bugia e lo sai perché? Perché siete le uniche di cui mi fidavo e credevo fosse lo stesso. A quanto pare , hanno ragione gli elfi. Gli umani mentono. Sempre. L’unica sulla quale posso contare sono io”.
“Lo capisco che sei arrabbiata ma farò di tutto per recuperare”.
“Bene, allora credo che sia giunto il momento di svelarmi ogni cosa riguardo il tuo particolare rapporto di fiducia con Severus Piton.  Me lo devi”.
“Elfo..”sospirò mio padre ma prima che potesse aggiungere altro, dal nulla comparvero due figure avvolte da mantelli verde scuro di evidente fattura elfica.  
Con un balzo gli fui addosso.
Non avevo mentito a Sirius, era esattamente la sua miniatura.
Gli stessi occhi, lo stesso naso, gli stessi lineamenti, lo stesso portamento, la stessa andatura, lo stesso atteggiamento da canaglia.
“James, stai bene?”esclamai preoccupata.
“Starei meglio se potessi respirare”disse,cercando di liberarsi del mio abbraccio spaccaossa.
“Oh, già hai ragione”dissi asciugandomi le lacrime di commozione.
“Oh, mamma, ti prego..”sbuffò, roteando gli occhi.
“Hai ragione, non è esattamente nel nostro stile,vero?”.
“No, infatti”disse, tornando serio.
Si scostò i capelli dal viso e rimise in perfetto ordine gli indumenti.
Era esattamente figlio di suo padre .
Aveva solo tredici anni e con il suo fascino avrebbe potuto avere ai suoi piedi tutte le donne.
“Sei cresciuto un paio di centimetri o mi sbaglio?”dissi esaminandolo da capo a piedi.
“Ma non mi ha ancora raggiunto il nanetto..”esclamò Uriel mentre cominciava uno scherzoso duello di spada con James.
“Lo sai quanto odio che mi fai la radiografia. Devi farlo per forza ogni volta che ci vediamo?”esclamò riportando la concentrazione su di me.
“È inutile che cerchi di fare l’adolescente distaccato, che non ha bisogno della mamma,  tanto lo so che hai fatto il diavolo a quattro per venire da me”.
“Oh, uno a zero per la nostra principessa Ary”decretò Uriel, cingendomi le spalle con un braccio.
“Solo perché Shantaram era diventata di una noia mortale…”si difese James.
“Deve averla sempre tu l’ultima parola, eh?”disse Uriel, dandogli buffetti sulla testa, cosa che infastidiva James più di ogni altra.
Scoppiai a ridere, felice e serena come non lo ero da tanto.
“Ehilà, Albus, come te la passi?”esclamò James,dando il cinque a mio padre che, per contro, ridacchiava tra se e se.
Iniziarono a parlottare tra di loro,come al solito.
“Cosa? Ho avuto un’allucinazione,vero?”esclamai stupefatta, rivolgendomi a Uriel. “È questo quello che gli insegnate a Shantaram? Ed io che pensavo che la disciplina e il rispetto fossero le priorità..”.
“Tuo figlio non vuole sentire ragioni, soprattutto quando si tratta di suo nonno..”.
“Già…”mormorai tra me e me.
“Qualunque cosa sia successa tra te e lui, non scordare mai che è tuo padre ed è l’uomo più incredibile che io conosca e sai quanto mi costa ammetterlo”sussurrò Uriel al mio orecchio, abbracciandomi.
“A volte vorrei che le persone fossero esattamente come sei tu..così capace di leggermi dentro..e comprendermi in un solo istante..”.
“Piccola Ary, lo sai che la perfezione tra gli umani non è contemplata..”ridacchiò sarcastico.
“Non mi hai ancora detto come siete arrivati”.
Si stampò una smorfia di disgusto sul viso, prima di rispondermi.
“Oh, bhe, abbiamo preso una deplorevole,squallida,lurida Passaporta”mugugnò, schifato.
“Tu hai preso una Passaporta?”  sogghignai , conoscendo i gusti aristocratici di Uriel.
“Lasciamo perdere. Quel manipolatore di tuo figlio ha sfoderato uno dei suoi soliti sorrisini accattivanti ai quali Ernest e Tatami non hanno saputo resistere. È da secoli che mi tortura con queste idee orribilmente, volgarmente umane. Non ho la minima idea di come tu abbia fatto a regalargli quei libri dalle idee insane”.
Quei libri illustrano alla perfezione il mondo magico umano, Uriel. Quello che tu snobbi tanto ma di cui io e James facciamo parte che ti piaccia o no”lo rimbrottai scherzosamente.
“Oh, contenti voi. Ad ogni modo, è tardi. Prima che qualcuno ci veda, è meglio che io torni  immediatamente da dove sono venuto e che il piccoletto vada sotto il mantello dell’invisibilità”esclamò ad alta voce, in modo che anche mio padre e James sentissero.  “Albus, è stato come sempre un piacere vederti. Spero che la nostra corrispondenza sia più costante d’ora in avanti”disse, stringendogli le mani affusolate. Poi proseguii: “Ary, mi raccomando, non c’è bisogno che ti dica niente”disse, intrufolandosi nella mia mente. “Giovanotto, le raccomandazioni te le ho già fatte a Shantaram e non sono un tipo che si ripete. Voglio solo che tu sappia che trovare un valido duellante di spada come te a Shantaram sarà dura. Cerca di non essere troppo…te, intesi?”. Si scambiarono un breve e intenso sguardo e ,dopo una fugace stretta di mano, Uriel sparì con il suo profumo di Shantaram.
“Allora, tesoro, sarà meglio che tu vada sotto adesso”dissi coprendolo con il mantello.
“Ma è proprio necessario?”si lamentò.
“Assolutamente si e ti consiglierei di non fiatare per tutto il tragitto ”completò mio padre per me.
“Tragitto? Non prendiamo un’ altra Passaporta?”esclamò sorpreso.
“Quante volte devo dirti che ad Hogwarts non ci si può Smaterializzare e che l’unico modo per arrivarci è non magico?”.
“Era solo una domanda. Sono il principe di Shantaram, sarò libero di fare almeno una domanda, no?”.
“Ma sentitelo…Hai detto bene, di Shantaram. Qui non sei un bel niente, eccetto un grande insolente. Parleremo più tardi della tua sfacciataggine”.
“Mamma?”.
“Ancora stai parlando? Non hai capito che devi chiudere il becco fino a quando non arriviamo? O vuoi farti scoprire già da subito?”.  
 “Mamma, volevo solo dirti che sono contento di essere qua con te e con il nonno”.
“Anche io, tesoro”.
“Ma non mi chiamare tesoro”.
“È inutile non cambierai mai..”.
Scambiai un’occhiata fugace con mio padre.
Era contento quasi quanto me.
Entrambi sapevamo che, dopo aver sistemato James, avremmo avuto una lunga discussione.
Una discussione che aspettava di venire alla luce da troppo tempo ormai..

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Capitolo 28
*** Impotenza ***


Ecco un lungo capitolo tutto per voi...carico di novità e spero di spunti per la comprensione della storia. Innanzi tutto grazie perchè il numero dei preferiti e delle seguite è in continuo aumento...25 Preferiti e 28 seguite...certo, se recensiste un pò più spesso non sarebbe male...
Mi fa piacere che vi sia piaciuto il personaggio di James che verrà approfondito più avanti nella storia, anche i suoi lati meno malandrini e più profondi...
Per quanto riguarda il prossimo capitolo preparatevi perchè è incentrato su un faccia a faccia Albus-Aryana da tachicardia!!! Almeno, quando l'ho scritto mi sembrava essere dentro un thriller di Faletti!! Detto questo, vi lascio alla lettura....
Baci, Ile. 


Hogwarts – Alloggi di Aryana Silente -  Marzo 1995
Aryana Silente
                                                        J.  sta benissimo. Tutto è andato liscio. Appuntamento confermato. Verrò da sola.
                                                                                                                                                                                 A.
Trascritto il brevissimo messaggio, lo legai alla zampa di Syria e le aprii la finestra per farla volare il più in fretta possibile da Sirius. Fatto ciò, mi lasciai andare sul divanetto verde  in morbido velluto al centro del mio appartamento.  
La giornata era stata lunga  e sfiancante ma per fortuna niente era andato storto: James era stato recuperato e trasportato ad Hogwarts nella massima riservatezza e discrezione. Nessuno si era accorto di niente. Persino Piton non insinuò alcun sospetto.  
Ma la parte più difficile sarebbe dovuta ancora venire: tenere nascosto un ragazzino ad Hogwarts non sarebbe stato facile, persino per me e per mio padre.
Tuttavia decisi di scacciare dalla mente quei pensieri  a cui avrei avuto tempo e modo di dedicarmi più in là. Adesso il vero problema che mi si poneva di fronte era Sirius.  
Per quanto tempo sarebbe potuto rimanere in quella caverna? Non per molto, ormai.
E dove si sarebbe rifugiato? Non aveva importanza. Tanto ovunque si fosse nascosto,  non sarebbe stato per niente un bene perché sarebbe stato lontano da noi, dalla sua famiglia.
Il solo pensarlo mi metteva i brividi.
Fino a quel momento eravamo sempre stati io e James.
Solo io e James.
E non avevo mai pensato a noi due come una vera famiglia.
 Noi eravamo noi due e basta.
Adesso invece era tutto cambiato. Adesso eravamo tre, e se c’era una cosa di cui potevo essere certa era che dovevamo rimanere uniti.
Non avrei mai più permesso al male di privarmi della mia famiglia, dei miei cari, della mia vita.
Mai più.
 In testa avevo solo la notte scorsa..la nostra notte. Il suo odore, le sue mani, i suoi occhi nei miei..Non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Sarà che avevo bisogno di ricordarmene continuamente per convincermene.
Mi ero così tanto abituata alla mia vita senza Sirius che, riaverla indietro, mi sembrava un’illusione.  
Dopo anni passati a negare e a reprimere la verità sui miei sentimenti ,persino a me stessa,ora gettare la maschera faceva quasi paura.
Il muro eretto intorno a me era talmente alto ormai che abbatterlo sembrava quasi impossibile. Se avessi abbattuto quel muro, sapevo già a cosa andavo incontro..sarei tornata di nuovo vulnerabile. Mi avrebbero ferita, di nuovo.  Nell’arco di quei tredici anni, avevo stoppato la mia vita. Mi ero nascosta sotto una campana di vetro e avevo lasciato tutto il mondo fuori. Potevo vederlo ma non potevo sentirlo davvero. Le cose mi accadevano ma non mi toccavano realmente. Sopravvivevo ma non vivevo. Può sembrare orribile ma non è così. Solo grazie a quel muro mi sono salvata. Era la mia protezione, la mia corazza che impediva di legarmi alle persone e quindi inevitabilmente di stare male.
Ma adesso quel muro non esisteva più.  
Sirius era riuscito a rompere quella barriera, ancora una volta.  
Era entrato di nuovo con tutta la sua forza e impetuosità nella mia vita, anzi no, non è esatto.
Io non avevo una vita senza di lui per il semplice fatto che la vera vita era lui.
Tutto aveva di nuovo colore e sapore con lui al mio fianco. Tutto aveva molto più senso. Tutto aveva una poesia.  E dove prima c’era cinismo e desolazione adesso c’era speranza. Quando tutto sembrava ormai perduto, lui aveva riacceso la luce nel mio spirito.   Era sempre stato così e sempre sarebbe stato.
A riscuotermi dal mio torpore contemplativo ci pensò una folata di vento la quale mandò a terra molte delle mie scartoffie.   Mi alzai per chiudere la finestra ed inevitabilmente l’occhio mi cadde sulla porta socchiusa della camera da letto, dove dormiva James.  Rimasi per un attimo incerta sull’uscio, poi mi decisi ad entrare.
Mi sedetti ai piedi del letto e lo osservai, mentre dormiva placidamente.
Era del tutto identico a suo padre.  
Quante volte  mi ero fermata a guardarlo riposare, anche per tutta la notte, senza dire una parola, solo contemplando la sua figura così tanto simile a Sirius.  Solo che se quel dettaglio in passato recò al mio animo irrequietezza e malinconia, quella sera mi inorgoglì e mi rese felice.  
“Mamma..”sussurrò assonnato James, stropicciandosi gli occhi.
“Tesoro, tranquillo, torna pure a dormire..”.
“Che fai qui?”.
“Niente, semplicemente notavo quanto è meraviglioso il mio principino quando dorme”.
“No, sul serio..”disse, mettendosi a sedere preoccupato. “Ho notato che c’è qualcosa che non va, già da stamattina..”.
“Tu sei troppo perspicace, J. Dovrei ricordarmene più spesso.  Ad ogni modo, c’è qualcosa di cui dovrei parlarti ma te ne parlerò domani o nei prossimi giorni, o quando lo riterrò opportuno ma non certo stasera. Ora riposati”.
“Sono troppo assonnato per controbattere ma sappi che non sono d’accordo”disse, rimettendosi sotto le coperte.
Risi di gusto.
“Francamente, me ne infischio”.
“Mamma, meno film babbani,eh?”.
“A nanna, immediatamente, poppante”.
“Mamma, ti voglio bene”.
“Anch’io , tesoro”.
“Eh, mamma?”.
“Si?”dissi proprio quando stavo per chiudere la porta.
“Non chiamarmi più tesoro”.
“Ok, tesoro”.
Chiusi la porta, ridacchiando ma questo non mi impedii di sentire i suoi sbuffi dall’interno.
 Guardai l’orologio che segnava mezzanotte e trenta.
 Pensai che era troppo tardi per continuare a pensare alle miriadi di preoccupazioni che affollavano la mia mente. Piton, Moody, mio padre, Sirius, Voldemort, Harry, avrebbero aspettato domani mattina per  tormentarmi.
 Ora, il mio unico desiderio era sprofondare in un lunghissimo e piacevolissimo sonno senza sogni.

                                                                             ************************

Quando Aryana  scese a colazione quel giorno era assolutamente certa di avere gli occhi di tre maghi in particolare puntati addosso. Evitò accuratamente i loro sguardi, come evitò la presenza di suo padre, andandosi a sedere accanto ad Hagrid.
“Abbiamo fatto un grandissimo errore, un madornale errore, a dirle la verità. Dovevamo farci gli affaracci nostri. A cosa Merlino stavamo pensando quando siamo andati nel suo ufficio?Come al solito abbiamo voluto fare i paladini della giustizia, fallendo, per altro! Che stupidi! Adesso chissà cosa ne farà delle nostre rivelazioni a dir poco avventate. Preghiamo che non vada dritta filato da qualche Auror”esclamò Harry, irritatissimo.
“Harry, ancora con questa storia? Cosa ti aspettavi che facesse i salti di gioia? È chiaro che le servirà del tempo per metabolizzare l’ intera faccenda. È una donna orgogliosa quindi sarà infuriata con tutti a causa del nostro piccolo segreto che nessuno le ha rivelato fino ad oggi. Le hanno..abbiamo..volutamente nascosto la situazione di Felpato e , per di più,ne è dovuta venire a conoscenza da noi tre, che praticamente siamo quasi come degli sconosciuti. Se fossi stata in lei, neanche io avrei reagito benissimo..”soffiò Hermione con tutta l’aria di chi era stufa di ripetere sempre le stesse frasi.   
“Harry, è inutile lambiccarsi il cervello. Ormai la frittata è fatta. Vedrai, si chiarirà tutto. Ha ragione Hermione, è solo infuriata. Prima o poi le passerà e poi stai sottovalutando il fatto che Albus Silente è suo padre e le spiegherà dettagliatamente la vicenda quindi non c’è da che preoccuparsi”bofonchiò Ron con la bocca piena di uova e l’aria gioviale.  
Nonostante le rassicurazioni dei due amici, però, l’animo di Harry rimaneva turbato e per questo motivo non riusciva a staccare gli occhi di dosso all’ Auror.  
Fece il suo ingresso in sala Ludo Bagman più allegro e sornione che mai. Si avvicinò ad Aryana e le sussurrò qualcosa all’orecchio con chiaro disappunto di lei. Dopo aver scambiato qualche parola con Ludo, l’ Auror si alzò e venne dritto verso loro tre. Il cuore di Harry fece un salto e si riempì di sollievo, credendo che Aryana avesse finalmente dimenticato il suo rancore ma si ricredette immediatamente quando questa si fermò a  circa un metro dalle loro sedute e gelidamente disse: “Tutti i campioni dovranno recarsi al campo di Quidditch stasera alle nove, Potter. Il signor Bagman”indicò con una smorfia mal celata il saltellante uomo al tavolo degli insegnanti “vi illustrerà la terza prova”.
“Aspetta”esclamò frenetico Harry, quando vide l’ Auror allontanarsi.  
“È tutto, Potter”dichiarò gelida senza voltarsi.
Harry si risedette mogio, mogio. Avrebbe voluto sprofondarci in quella panca di legno.

Aryana Silente

Mi liberai in fretta di un trotterellante Ludo Bagman e mi precipitai di filato nel mio ufficio. Syria era passata dalla Sala Grande per farsi vedere da me e poi era risalita verso i miei appartamenti affinché  mi recapitasse il messaggio che aspettavo con impazienza.
James era disteso sul divano e leggeva un volume di incantesimi in elfico, facendo pratica con la bacchetta magica. Lui non era un mezzo elfo come me ma era davvero un mago brillante.  Rimase sorpreso dal mio arrivo ma ,prima che aggiungesse qualcosa, gli indicai l’aquila alla finestra e dopo avermi fatto un cenno di assenso sprofondò nuovamente nella sua attività. Mi affrettai ad aprire la finestra e ,dopo aver slegato il messaggio dalla zampa di Syria, lessi con impazienza.
 
A, mi dispiace tantissimo ma non penso ci possano essere altri incontri tra di noi per adesso. La caverna non era più un posto sicuro e sono stato costretto ad andarmene. Me ne starò in giro per un po’, ma credo di tornare da voi per la terza prova. H. mi tiene aggiornato su tutto quello che succede e anche tuo padre. Spero che tu voglia fare altrettanto. Mi aiuta a non sentirmi da solo e poi la tua scrittura è incantevole. Credo che le tue lettere profumino di te. Forse sono impazzito o forse mi manchi troppo. Mi mancate troppo. Hai già parlato di me a James? Se non lo hai fatto, non ti preoccupare, non voglio metterti fretta. Anche se non mi dispiacerebbe ricevere qualche riga anche da lui. So che è pericoloso ricevere troppi gufi ma credo che Siria, nel posto in cui sono ora, non dia troppo nell’occhio. A proposito, mi è mancata anche lei. Credo abbia cercato di comunicare con me. Ha chiuso gli occhi e nella mia mente sono apparse le vostre immagini. Se non è stata la mia immaginazione, avevi ragione, James è uguale a me ed è incredibile.  Vi sogno tutte le notti e vi penso in ogni attimo della giornata. Sono davvero preoccupato sia per H sia per voi due.  Quello che sta succedendo è tremendo. Vorrei parlartene da vicino. Vorrei starvi vicino. Vorrei essere lì a proteggervi ma penso che il modo migliore di farlo sia tenermi lontano da voi il più possibile. Scusami per tutto questo. Spero un giorno mi perdonerai per tutto. Manda un bacio da parte mia a mio figlio. Pensarlo mi mette i brividi, figurati scriverlo. Spero di tenerti tra le mie braccia prestissimo, anche perché ,dopo ieri notte, penso che non potrei più rinunciare a te, neanche se lo volessi. Credo che morirei. Ti Amo immensamente. Vi amo. Ora e Sempre.

 Sinceramente vostro, S.                                                                                                                                             

Credevo mi stesse scoppiando il cuore.  Prima che James si accorgesse della mia commozione mi andai a rifugiare in bagno.  Sirius aveva ragione, l’impotenza è la cosa peggiore. Tuttavia avrei scambiato all’istante quell’impotenza che adesso stava facendo tremare il mio cuore, come solo un cuore solleticato dall’amore può, con il tormento che avevo provato per quei lunghissimi e interminabili anni, non solo lontana da lui ma anche nella convinzione di essere stata illusa e tradita.
Sorrisi improvvisamente fra le lacrime.
Un pensiero ironicamente divertente era corso tra i miei pensieri: Sirius, non aveva mai detto così tante cose romantiche tutte insieme. Non era esattamente nel nostro stile.                                                                                 
                                                                                    
                                                                                     ************************

“Ma certo che no, signorina Fleur.  Non dovrete solo attraversare il labirinto. Ci saranno molti ostacoli: creature, maledizioni,incantesimi..vedrete, vedrete!”esclamò Bagman gioviale, sorridendo in particolar modo ad Aryana e ad Harry.
Mentre Ludo continuava a blaterare eccitato, Harry osservò l’ Auror sempre più incupito. Da quando aveva messo piede al campo da Quidditch non l’ avevo degnato nemmeno di uno sguardo.
Possibile che fosse così dannatamente orgogliosa? In fondo Harry non aveva fatto nulla di così aberrante.
“Ludo, credo sia abbastanza. Non gli vorrai dire tutto, no?”sbuffò irritata Aryana, con tutta l’aria di chi avrebbe voluto tornarsene subito al castello.
“Già, già. Hai ragione come sempre, Ary. D’altronde ci priveremmo di tutto il divertimento,no?”ridacchiò estatico mentre per tutta risposta Aryana aggrottava le sopracciglia schifata e si dirigeva a passo spedito verso il castello.
D’un tratto Harry ebbe un’illuminazione.
Forse a rendere così irritabile  Aryana non era solo il suo orgoglio ferito..forse c’era qualcosa che la preoccupava all’ interno del castello, un segreto..forse..o forse Harry stava uscendo matto a furia di scervellarsi per psicoanalizzare il comportamento dell’Auror.
Aryana non si psicoanalizzava.
Aryana era semplicemente un arcano mistero.

                                                                         ********************

Aryana Silente

Percorrevo a passo svelto i corridoi del castello in attesa di arrivare ai miei alloggi.
Ero in ansia per J.
Sapevo che non c’era alcun motivo di esserlo ma era così. Ogni minuto senza di me era un minuto di nevrosi. Non vedevo l’ora di averlo sotto i miei occhi per tenerlo al sicuro.
All’improvviso una mano mi afferrò il braccio e mi costrinse a voltarmi: Albus.
 Se fosse stato un mago come gli altri probabilmente l’ avrei sentito arrivare da chilometri ma lui era mio padre ed evidentemente voleva cogliermi alla sprovvista. Sapeva fin troppo bene che se avessi saputo del suo arrivo mi sarei defilata in un battibaleno. Ero ancora parecchio infuriata con lui e con tutta la situazione.
“Che vuoi?”ringhiai irritata.
“Vorrei parlarti, da soli. Andiamo nel mio ufficio”disse calmo.
“Non credo sia una cosa fattibile”.
“Hai notato come la mia voce non abbia enfatizzato la parte finale della frase? Non era una domanda, Ary. Dobbiamo parlare e prima lo faremo meglio sarà . Puoi anche insultarmi e tirarmi oggetti addosso se ti fa sentire meglio ma non puoi ignorarmi”.
“Oh si che posso”.
“No, non puoi. Per James”.
Ci riflettei un attimo. In fondo avrei anche potuto far finta di ascoltare e rifiutare le sue scuse. Mi decisi e lo seguii.  Appena prima di arrivare davanti al gargoyle per accedere all’ufficio di mio padre,una scena alquanto bizzarra si presentava davanti ai nostri occhi.  
 “Devo vedere il Professor Silente!Il signor Crouch..quante volte dovrò ripeterglielo?”esclamò un Harry sempre più sconvolto rivolgendosi a Piton al quale apparve un sorriso mellifluo in volto.
“C’è qualche problema?”esclamò mio padre, venendo loro incontro.
“Signor Silente, Crouch..è nella foresta..sta male..”.
“Andiamo immediatamente”dissi laconica con uno sguardo incoraggiante rivolto ad Harry. Piton ci guardava interdetti. Il suo odio verso quel ragazzino lo rendeva completamente cieco e ottuso.
“Guidaci”disse mio padre conciso.
Ascoltavamo con attenzione il resoconto di Harry, scambiandoci occhiate eloquenti. Da tempo ormai sospettavamo che la malattia di Crouch fosse un’ abile messinscena, il suo apparire e riapparire negli uffici dei professori e adesso la sua presenza al limitare della foresta. Da quello che diceva Harry sembrava essere in uno stato a dir poco confusionale, alternava momenti di irrequietezza, nei quali profetizzava l’avvento del Signore Oscuro, e momenti di tranquillità massima, nei quali addirittura scambiava Harry per il suo assistente. Tutto lasciava presagire che  fosse sotto la maledizione Imperius.  Ne avevo visti troppi di casi simili per non capire al volo di cosa si trattasse.
Arrivati sul posto, trovammo un Krum semi cosciente e di Crouch nemmeno l’ombra. Imprecai mentalmente.
Mentre mio padre si occupava di Krum e della sua testimonianza ,dal nulla apparve Malocchio Moody.
Cosa ci faceva lì ? Come aveva fatto a sapere cosa stava succedendo se mio padre non lo aveva ancora mandato a chiamare? Borbottò qualcosa a proposito di Piton. Ma come aveva fatto ad arrivare in così poco tempo e a sapere il punto esatto in cui fossimo?
In mezzo al pandemonio che si stava creando lì attorno, esclamai: “Papà, dobbiamo trovare Crouch!”.
“Ci penso io, Silente”si offrì Moody.
“Ma dove vai, da solo? Dobbiamo organizzare squadre di ricerca..o quanto meno dovrei venire anch’io..”lo rimbrottai.
“Non può essere andato così lontano, no? E poi è meglio se tu resti qua a tenere a bada la situazione”disse e scomparve nella foresta,prima che potessi aggiungere qualcos’altro.
“Aryana! Mi serve che leggi nella mente di Krum prima che arrivi Karkaroff e scoprire cosa è  successo”ordinò mio padre.
Senza aggiungere una parola, mi chinai verso Viktor e cercai di ispezionare la sua mente cercando di non turbarlo più di tanto. Inutile. I suoi ricordi si fermavano alla botta in testa. Chiaro segnale o di un Confundus o di un Imperio.
“Niente. È stato stregato”.
Nel frattempo era arrivato Karkaroff più agitato e scomposto che mai. Riuscivo a leggere il terrore nel suo sguardo. Incominciò a lanciare insulti e ingiurie contro l’Inghilterra e contro mio padre, blaterando a proposito di un complotto ai suoi danni. Hagrid per poco non gli saltò addosso per la rabbia.  Soltanto dopo ore fu ristabilita la calma. Inutile dire che il mio unico pensiero era cosa Merlino stesse facendo Moody nella foresta. I miei sospetti su di lui crescevano di secondo in secondo.

Poche ore dopo – Ufficio di Albus Silente

“Ti dico che sta mentendo!”strillai infuriata.
“Ma se hai ispezionato la foresta da cima a fondo fino a poco fa e l’ hai detto tu stessa che non c’è niente”ribatté mio padre.
“Appunto. Non c’ è nulla. Nessuna traccia di come è arrivato né di come se ne è andato. Qualcuno ha cancellato di proposito le impronte. Ed è chiaro che Moody ha raccontato una balla dicendo che sulla Mappa non c’era segnato nessuno. È impossibile che sia evaporato. Dovevo andare io a cercarlo. Almeno forse avremmo saputo da dove arrivava. Dovevo insistere di più e soprattutto devo farmi restituire quella mappa. In fondo è più mia che di Moody, non ti pare?”.
“Aryana, sono d’accordo con te. Malocchio ha qualcosa di strano e di sospetto ma non sono sicuro di che cosa e prima di formulare accuse voglio essere completamente certo di cosa gli stia capitando”.
“Io non sto formulando nessuna accusa. Se proprio vuoi sapere la verità, non ci sto capendo niente. Non ho idea in che razza di imbroglio sia coinvolto Malocchio ma ti sto dicendo che nasconde qualcosa e che ci ha mentito riguardo Crouch. Lo so, l’ ho percepito”.
“E di questo sospetto anch’io, purtroppo”.
“Proporrei un faccia a faccia. Dovrà darci conto e ragione delle sue stranezze”.
“Assolutamente no. Negherebbe tutto e farebbe il finto tonto. Non è il tipo che si fa mettere alle strette. E se fosse sotto la Maledizione Imperius? Manderemmo a monte i suoi piani e non sapremmo più chi dobbiamo tenere d’occhio. Invece quello che dobbiamo fare è sorvegliarlo, cercare di capire i suoi atteggiamenti senza dare nell’occhio, come solo tu sai fare, elfo”.
“Non dobbiamo più dargli incarichi di estrema importanza tanto per cominciare”.
“Si, ma dobbiamo stare attenti a non estrometterlo altrimenti sospetterà di qualcosa”.
“Perfetto. Adesso però devo andare da James. Gli avevo detto che tornavo alle nove e mezza e invece è notte fonda e non mi sono nemmeno fatta sentire”dissi andando alla porta.
“Aspetta,elfo. Adesso vai a riposare ma domani dobbiamo parlare”sentenziò serio.
Non risposi e richiusi la porta alle spalle. Mi diressi nel mio alloggio con mille domande irrisolte in mente e con una grande inquietudine addosso. Le parole del signor Crouch, riferite da Harry, continuavano a rimbombare nella mia testa: “Il Signore Oscuro..sta tornando..più forte..”. Era esattamente quello che sognavo ormai da troppo tempo per pensare che fossero solo coincidenze..

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Capitolo 29
*** Faccia a Faccia ***


Ecco il face to face tra padre e figlia...Ho cercato di aggiungere dei dettagli alla storia di Silente...troppo spesso ignorati dalla Row. Spero gradiate le mie aggiunte. Per quanto riguarda i ringraziamenti: cresce sempre di più il numero dei preferiti e delle seguite (27 e 28) mentre diminuisce sempre di più il numero delle recensioni :( Cercate di commentareeeee!!!
Il prossimo capitolo riprenderà il normale svolgimento della storia che si sta avvicinando inesorabilmente al ritorno di Voldy....
Buona Lettura!!
Baci,Ile.


Hogwarts – Ufficio di Albus Silente - Maggio 1995


Aryana Silente


Richiusi la porta alle mie spalle e mi sedetti di fronte alla scrivania dove sedeva mio padre. Avevo promesso che avremmo parlato e così eccomi lì.
Il mio stato d’animo non era infervorato come il giorno precedente ma era ugualmente turbato e inquieto. Di lì a poco avrei forse avuto la discussione più difficile che avessi mai intrapreso con mio padre.  
“Allora, sei giunto a qualche conclusione nuova per quanto riguarda Crouch?”esordii prendendolo alla larga.
“Tra un’ ora verranno a farci visita Caramell,Moody e Piton per approfondire il caso Crouch e allora potremmo dar voce a tutte le nostre congetture, escludendo i sospetti su Malocchio naturalmente. Ma adesso non siamo qui per discutere su questo, giusto?”.
“Io non ho niente da dirti. Quello che penso già lo sai”.
“D’accordo, allora parlerò io per primo. Aryana, tu sei mia figlia ma prima di tutto sei la persona che stimo di più al mondo e di cui mi fido ciecamente, con la quale posso parlare liberamente, affrontare qualsiasi tipo d’argomento , alla quale affiderei la mia stessa vita. Se ti ho mentito, sappi che non l’ ho fatto con piacere. Ma Sirius me l’ ha chiesto e in quel momento l’ultima cosa di cui avevi bisogno era scatenarti un cataclisma come quello che si sarebbe abbattuto su di te se ti avessimo dato questa notizia. Ti giuro che io volevo dirtelo da quando sei arrivata qui ad Hogwarts e non c’è stata lettera in cui io non scrivessi a Sirius di rivelare la verità. Guarda..”disse, prendendo un malloppo di lettere e tendendomele. Le afferrai: erano lettere di Sirius indirizzate a mio padre. Le misi in grembo, aspettando che continuasse.
“Davvero, abbiamo agito nel tuo interesse. Aryana, tu sei il centro della mia vita. Perché avrei dovuto mentirti se non fossi stato costretto dalle circostanze? Per puro piacere? Che cosa me ne sarebbe venuto in tasca?”.
“Mettiamo ,per ipotesi, che possa accettare queste spiegazioni. Io esigo un rapporto di completa fiducia e di completa onestà. Non ti ho mai nascosto niente, ti ho sempre detto tutte le mie ipotesi, tutti i miei dubbi, le mie congetture,le mie operazioni da Auror anche se in teoria ,non lavorando tu per il ministero, non avrei potuto. Perché , come hai detto tu poco prima, noi due non siamo solo padre e figlia. Noi abbiamo quasi un rapporto di lavoro. Siamo una squadra. Abbiamo combattuto il male fianco a fianco, e continuiamo a farlo tutt’oggi, senza esclusione di colpi. È sempre stato così e io credevo che non facessi niente per conto tuo ma che avessimo fatto sempre tutto insieme”.
“Ed è così..”.
“No, non è vero” lo interruppi immediatamente. “Tu tenevi una corrispondenza con quello che io pensavo fino due giorni fa essere il traditore di James e Lily. A prescindere dal fatto prettamente personale, non pensi che questo dettaglio potesse far luce su molte questioni riguardo Voldemort e i suoi piani? Oppure pensi che il fatto che Sirius sia innocente fosse un dettaglio trascurabile? Questo non è un gioco. Ci sono delle vite in ballo. Se non mi racconti ogni cosa per filo e per segno, lasciando fuori i dettagli personali, come puoi pretendere che io combatta al tuo fianco? Se non conosco ogni minimo dettaglio, come posso sconfiggere il mio nemico? Queste sono cose elementari che non ti dovrei neanche spiegare. Non possiamo sbagliare. C’è il futuro in palio. Papà, io lo so che vuoi proteggermi ma da adesso in poi promettimi che smetterai di fare il padre e  lavoreremo come faresti con un Auror”.
“Il tuo discorso non fa una piega, elfo. Mi stai chiedendo l’impossibile ma ci proverò. Per te”.
“Bene, allora incomincia a dirmi tutto quello che non mi hai mai voluto dire su Piton e Karkaroff”.
“Aryana, sai già tutto quello che devi sapere. E anche se non te l’ ho esplicitamente detto ciò non vuol dire che tu non ci sia arrivata con la tua intelligenza. Vuoi solo sentirtelo dire e questo non è leale”.
“Cosa non è leale? Metterti alle strette o il fatto che tu non mi dica come fai a fidarti di Severus Piton?”.
“Ti ho già spiegato le mie ragioni”.
“Quando quattordici anni fa, venisti da me blaterando un pentimento da parte di quell’uomo mi stavi nascondendo qualcosa ma ho lasciato correre e sai benissimo i motivi. Ero a pezzi per Sirius,James e Lily, ero incinta e l’unico mio pensiero era arrestare quanti più criminali potessi. Quando mi hai chiesto di proteggere Piton ai processi, l’ ho fatto ma solo ed esclusivamente per le informazioni che poi effettivamente ci ha dato. E ricordati che spifferare quattro nomi di Mangiamorte non  può essere una garanzia di fiducia. Per quanto riguarda le idee a cui io sarei arrivata con la mia intelligenza, come dici tu, riguardano solo Igor Karkaroff, cose tra l’altro che ti ho già rivelato: per me è un vigliacco, scarafaggio, mezzo fanatico. Non vale niente nemmeno come Mangiamorte.Invece per quanto riguarda Piton che ,come sai, per me rimane un mistero, attendo le tue ragioni…quelle vere, però, non te le tue baggianate”.
“Non ti ho mai raccontato bugie su Piton”.
“Non credevo che dovessi stare attenta alla forma con te,papà.  Allora, mettiamola così ,voglio sapere le motivazioni più profonde che l’ hanno spinto a strisciare ai tuoi piedi”.
Sospirò e rifletté qualche secondo in silenzio prima di parlare, tirando ancor di più la tensione tra noi. Non c’era nessuno che potesse mettere all’angolo Albus Silente..nessuno tranne sua figlia. Sapevo essere molto persuasiva quando volevo. In più mio padre aveva un debole per me e non poteva dirmi di no quando guardava nei miei occhi…gli stessi della mamma.
Riprese a parlare ma senza guardarmi in volto. Brutto segno.
“Aryana, Piton era molto innamorato di Lily ma questo già lo sai. Quello che non sai è che lo è sempre stato e che lo è ancora, nonostante tutto”.
“E allora?”lo esortai vedendo che non continuava.
“Non pensi che l’amore sia una ragionevolissima motivazione per il pentimento?”.
“Tu stai mentendo!”esclamai, fissandolo.
“Non ti sto mentendo, è così. Piton è venuto da me per amore di Lily”.
“Quello che dici non ha senso. Amava Lily anche prima di arruolarsi come Mangiamorte, amava Lily anche quando serviva Lord Voldemort eppure l’ ha fatto lo stesso. Ci deve essere una ragione, un motivo, un fattore scatenante..insomma deve essere per forza successo qualcosa che l’ ha fatto venire da te”.
“Certo che c’è stato. Il fatto che Lily e James fossero dichiaratamente il bersaglio di Voldemort. Quando Severus ha capito le sue mire, si è immediatamente accorto di star agendo contro Lily e si è pentito”disse placidamente con uno strano sollievo nello sguardo..come se era riuscito a scampare a qualcosa. Era chiarissimo che gli avevo servito una scusa seppur non troppo convincente ma senz’ altro plausibile su un piatto d’argento. Lui aveva colto l’occasione al volo e si era messo a riparo ma aveva sottovalutato la mia telepatia. Lo sapevo che mi stava nascondendo qualcosa e lui capì che io sapevo, tanto è vero che abbassò lo sguardo.
“Non insultare mai più la mia intelligenza in questo modo. Devi proprio sottovalutarmi per pensare che io ci creda”.
“Aryana..”.
“Magari non mi stai mentendo ma stai omettendo qualcosa..io lo so…”.
“È il tuo odio verso Piton che ti fa parlare così…”.
“Dimmi solo perché non vuoi dirmelo..”.
“Dirti cosa?”.
“Smettila di fingere”.
“D’accordo. Vuoi sapere perché non posso dirtelo? Ho paura”.
“Paura di cosa?”.
“Paura del tuo odio, del tuo istinto, della tua reazione. Ho il terrore che tu faccia qualcosa di cui potresti pentirti per sempre”.
Lo guardai esterrefatta. Sembrava sincero…era davvero terrorizzato.
“Piton ci serve in questa guerra e non puoi nemmeno immaginare quanto. Lui farà il doppio gioco per noi e non ci tradirà semplicemente perché non può tradire se stesso, non tradirà Lily…di nuovo”. 
Fece suonare quelle ultime parole in un modo diverso..come se per lui avessero tutto un altro significato..
“Aryana, deve bastarti questo. Mi dispiace”.
“Dispiace anche a me. Mi dispiace che non hai ancora capito che credo in questa lotta più di te e che non farei mai qualcosa che possa rovinare tutto, non agirei mai contro di noi solo per il mio istinto..Mi dispiace che non ti fidi di me e che non mi stimi abbastanza degna per rivelarmi tutti i tuoi segreti. Mi dispiace che credi che io sia ancora una bambina e non hai mai accettato il fatto che io sia cresciuta e che sia perfettamente in grado di prendermi la responsabilità delle mie azioni. Mi dispiace tanto, papà.  Non sai quanto..”sputai amareggiata.
Chiuse gli occhi. Forse l’avevo ferito ma non quanto lui aveva ferito me.
Mi sembrava di essere scivolata nella mia infanzia quando mio padre non c’era mai e io pensavo di non fare mai abbastanza per attirare la sua attenzione. Quando l’unica cosa a cui aspiravo era essere perfetta per avvicinarmi seppur di un millimetro alla sua grandezza. Tutto quello che avevo fatto fin ora era per lui..la mia carriera da Auror, i miei studi approfonditi, la mia conoscenza nelle arti magiche, il mio talento..tutto per lui..per sentirmi amata e stimata, o quanto meno, considerata. Dopo trent’anni credevo di esserci riuscita a diventare..sua pari. L’ordine, le missioni, le nostre congetture, le nostre discussioni fino all’alba sulla magia più complessa, i nostri successi, le nostre sconfitte, la nostra complicità..credevo davvero che fossimo una vera squadra di maghi brillanti, l’uno nelle mani dell’altro, in perfetta simbiosi. Naturalmente io conoscevo fin troppo bene un lato del carattere di Albus Silente che pochi altri avevano visto: la vanità. Evidentemente dieci anni di collaborazione fianco a fianco non erano bastati a mio padre per riconoscere il mio valore. Aveva una stima troppo alta di sé per vedere qualcun altro al suo livello. Del resto, io non ero più una ragazzina e non potevo lasciare che le mie insicurezze puerili prendessero il sopravvento. Dovevo smetterla di idealizzare mio padre. Lui era umano e come tale poteva sbagliare. Io sapevo quanto valevo e non avrei lasciato che mio padre distruggesse la mia autostima come avevo permesso tante volte fin da piccola.
Prima che uno dei due parlasse di nuovo, ecco bussare alla porta il ministro della magia Cornelius Caramell ,accompagnato da Malocchio Moody e dal Piton a cui serbai un’occhiata furibonda che lui ricambiò altrettanto teneramente.  
Dopo uno scambio di ridicoli convenevoli, iniziammo, o meglio, iniziarono un’ acceso quanto inutile discussione sulla scomparsa di Crouch. Io nel frattempo ero troppo scossa, anche se non lo davo a vedere, per impelagarmi in una conversazione con Caramell, un uomo ritenuto da sempre troppo diplomatico, mediocre e cieco come una talpa. Ascoltavo distratta le assurde teorie di Cornelius sull’assassinio di Crouch ad opera di Madame Maxime, facendo roteare di tanto in tanto gli occhi esasperata, quando all’improvviso Moody rivelò la presenza di Harry fuori dalla porta. La mia salvezza. Sembrava alquanto scosso. Volevo assolutamente sapere cosa fosse successo. Cercai di stabilire un qualche contatto, incrociando il suo sguardo ma purtroppo non ci riuscii.
 Caramell continuava a blaterare di voler andare nel punto in cui fu trovato Crouch e non c’era modo di fargli cambiare idea per cui ci recammo nel parco per fare un’inutile ispezione mentre Harry aspettava da solo nell’ufficio.
“Naturalmente non c’è nulla”esclamai, terminato il sopralluogo.
“Qualcuno deve averlo portato via”dichiarò Caramell come se avesse fatto una scoperta sorprendente. Decisi di non replicare. Ero troppo annoiata per fare alcunché.
“Beh, Cornelius, puoi rimanere qui con Severus, Malocchio e Aryana quanto riterrai opportuno e potrai fargli tutte le domande che ritieni necessarie. Io però devo andare..il dovere di preside mi chiama”disse mio padre, defilandosi. Rimasi interdetta. Cercai il suo sguardo ma era già sparito.
Perché diavolo era andato da Harry da solo? Voleva farmela pagare, per caso?


                                                           *****************

Entrai come una furia nell’ufficio di mio padre. Naturalmente Harry era già andato via.
“Si può sapere perché hai lasciato che rimanessi con loro piuttosto che essere qui con te e Harry?”urlai verso mio padre che nel frattempo sorseggiava il suo the placidamente.
“Ho fatto quello che volevi facessi. Siamo una squadra, no? Non potevo lasciare Caramell da solo senza uno di noi due, si sarebbe sentito offeso e poco considerato. Allo stesso tempo, dovevo correre qui da Harry ,prima di tutto perché la curiosità mi stava mangiando vivo e ,seconda cosa, l’avevo visto molto turbato”.
“Ti stai prendendo gioco di me”.
“Elfo, vorrei semplicemente che la smettessimo con tutte queste congetture e questi pensieri malevoli. Vorrei che tra di noi fosse tutto come due giorni fa. Come è giusto che sia”.
“Niente più giochetti?”.
“Te lo giuro. Torniamo a lavorare insieme come sempre”.
“D’accordo però adesso raccontami subito cosa è successo con Harry”dissi, sedendomi.
“Quello che pensavamo è vero, purtroppo e per fortuna. Harry e Voldemort hanno instaurato una sorta di legame mentale, anche se ancora non capisco le modalità e se sia reciproco”.
“Che intendi con reciproco?”.
“Non penso Voldemort sia cosciente del fatto che Harry possa vedere quello che fa..non ancora,almeno”.
“Non penso,nemmeno io. Ma Harry ha avuto un altro dei suoi incubi?”.
“Non esattamente un incubo. Ha visto Voldemort che torturava Peter. Questa volta era sveglio ,però. Un po’ come le tue visioni, solo, non penso che le sue siano premonizioni bensì..”.
“come delle finestre mentali..lui riesce a vedere cosa fa Voldemort e non solo..ma anche le sue sensazioni, cosa pensa, i suoi desideri più reconditi”completai per lui.
“Esattamente”.
“Pensi che sia una buona cosa o una cattiva?”.
“Non so. Per questo ho detto purtroppo e per fortuna. Da un lato è un vantaggio, possiamo sapere anticipatamente cos’ ha per la testa. Dall’altro se Voldemort dovesse venire  a saperlo potrebbe manipolare Harry molto facilmente”.
“Già..Dovremmo premunirlo, addestrarlo ad utilizzare al meglio questa connessione. Dobbiamo fargli capire come usarla, quando chiuderla e quando aprirla, con saggezza”.
“Pensi a delle lezioni di Occlumanzia?”.
“Si, assolutamente. Ma non adesso. Deve pensare al Torneo e poi queste visioni, per così dire, non sono molto frequenti..non ancora, almeno”.
“Lo credo anch’io. Dobbiamo attendere la fine del Torneo”.
Mi alzai preoccupata e presi a camminare su e giù per la stanza, come era mia abitudine.
“Hai detto che torturava Peter..ciò vuol dire che ha acquisito una forma e che addirittura usa la magia..”dissi senza smettere di camminare, inquieta.
“Proprio così…Ho la netta sensazione che diventi ogni giorno più forte, anche con l’aiuto di Minus e di quel suo serpente, Nagini..”rispose mio padre e nel frattempo venne verso di me e arrestò il mio percorso. Mise le mani sulle mie spalle come per calmarmi, invano.
“So che ci siamo fatti questa domanda milioni di volte ma non posso fare a meno di richiamarla ogni volta alla mente..Come è possibile? Come ha fatto?”dichiarai frustrata.
“Abbiamo formulato una marea di ipotesi ed è inutile che ti dica che non ci hanno portato a niente. La verità è che non ne ho idea ma ,qualunque cosa sia, è di certo qualcosa di tremendo..”.
“È come se..come se..non morisse mai..è un incubo senza fine..come se fosse…immortale. Ogni volta che pensiamo di averlo sconfitto, ecco che resuscita. Sembra abbia sette vite come i gatti..”farfugliai scoraggiata.
“Elfo, cosa hai detto?”esclamò mio padre tutto ad un tratto destissimo.
“Niente, ho detto che sembra immortale e che abbia sette vite..”dissi, sorpresa di quella strana reazione.
“E se fosse vero?”sussurrò perplesso.
Poche volte nella mia vita vidi mio padre così assorto e allo stesso tempo sorpreso. Questa era una di quelle volte.
“Che vuoi dire?Che Lord Voldemort è un gatto?”ironizzai.
“Pensaci: cos’è che può volere un uomo come lui, così ambizioso e vanaglorioso? Quale potrebbe essere il suo desiderio più grande?”.
“Credo..il potere?”.
“No..troppo poco..lui vede le cose in grande, lui guarda al futuro. Ricordati che ha una concezione di se stesso altissima..”.
“L’immortalità?”.
“Certo e ti dico che l’ ha già fatto. Quando ha cercato di..”.
“rubare la pietra filosofale..”terminai per lui.
“Esattamente. Ma lui è troppo pieno di sé..lui..ma certo…lui vuole fare qualcosa che nessuno ha mai fatto..qualcosa per cui sarà ricordato per sempre..si vuole spingere più in là..è come hai detto tu: ogni volta che viene distrutto,rinasce. Lui non vuole solo vivere per sempre lui vuole anche essere..”.
“Invincibile..”lo interruppi di nuovo, sempre più sconvolta.
Mio padre ormai era in preda all’esaltazione. Il suo cervello frullava a mille all’ora, mancava solo che uscisse il fumo. Camminava su e giù per la stanza, in una specie di delirio, sussurrando frasi sconnesse che non potevo capire.
“Ma come? Insomma, ci sono tanti modi per rendersi più forti, per allungarsi la vita, molte magie oscure..”.
“No…deve essere qualcos’altro..qualcosa di più glorioso, qualcosa che nessun mago ha mai osato..deve essere per forza qualcosa che sia al suo livello..”borbottò mio padre, riflettendo.
“Ok, dobbiamo solo pensare..solo riflettere..”dissi sedendomi alla scrivania.
 Chiusi gli occhi, cercai di concentrarmi.
Allora, qualcosa che nessuno ha mai osato..nessun mago...qualcosa di grandioso..immortalità, invincibilità…qualcosa al suo livello..ogni volta che viene sconfitto,resuscita..resurrezione..ma come?no, non resurrezione..come un’ altra possibilità..sette vite come i gatti…sette vite…sette possibilità…sette corpi…No, non sette corpi…la forma muore,l’essenza rimane.. l’essenza..sette essenze..sette anime…No,come fa ad avere sette anime? Rifletti,Aryana…cosa sai sull’immortalità? L’immortalità legata al concetto di anima, di essenza..
“Credo di aver capito qualcosa, papà”mormorai.
“Credo anch’io”disse mio padre, sedendosi nella sedia di fronte a me. “Inizia tu. Così ragioniamo insieme”.
“Si, d’accordo. Allora, ecco cosa ho pensato :Voldemort vuole l’immortalità. Come fare a raggiungere l’immortalità ed insieme l’invincibilità? È semplice: se muori, resusciti ovvero hai tante possibilità…tante vite..ma non esattamente vite..Infatti è come se il corpo morisse e restasse solo l’essenza che in un modo o nell’altro riuscisse poi a diventare man mano più forte e a riacquistare una nuova forma,come in una specie di reincarnazione, mi segui?” chiesi, scoprendomi sempre più eccitata. Sentivo di essere quasi alla soluzione. Mio padre mi seguiva rapito e annuiva con la testa. Capiva esattamente quello che stavo dicendo, probabilmente aveva pensato le stesse cose. “Però come si fa ad avere tante anime? È impossibile..L’anima è una”conclusi ad alta voce.
“Già..come si fa? Questo è il problema”.
“Una magia oscura..”.
“Si, ma è troppo semplice, troppo scontato”.
“Aspetta. Secondo te ha inventato un nuovo tipo di magia?”chiesi sbalordita.
“Non credo. Stiamo parlando di Voldemort. Lui è una persona molto conservatrice, che vive delle glorie passate, che non accetta le differenze, che vuole riportare il mondo ad un certo ordine, per l’appunto, passato”.
“E allora deve essere necessariamente qualche magia oscura già esistente, magari qualcosa di arcano, di vietato, di talmente oscuro che nessuno ha mai più voluto..”.
“No,no. Lui vuole fare qualcosa che nessuno ha mai osato. Nessuno”.
“Ok, allora qualcosa di già esistente però…ingrandito?espanso?”.
“Si,potrebbe essere…No, deve essere così”dichiarò mio padre estatico.
“Abbiamo detto: immortalità attraverso più vie, più possibilità e c’entra l’anima…Una magia oscura già esistente ma più tremenda, estesa ad un limite che nessuno aveva mai osato..Quindi è come se avesse…per così dire..diviso la sua anima..in modo che ogni volta che viene sconfitto possa vivere”.
Dopo un minuto di silenzio, lentamente mio padre mi prese la mano e fissò il suo sguardo nel mio. Mai mi era sembrato così vecchio,così mortificato, così disperato e allo stesso tempo esaltato, eccitato. Mi fece quasi paura.
“Aryana..”sussurrò con un fil di voce. “Ho capito cosa ha fatto, Tom”.
Non ebbi il coraggio di dire nulla. Non ero più sicura di volerlo sapere. Per un attimo ebbi una tale paura che il mio unico desiderio diventò quello di scappare via dall’Inghilterra con Sirius, Harry, James e mio padre e lasciare perdere tutto.
Ad un tratto ero ad un bivio: combattere una nuova guerra, questa volta ancor più spaventosa o lasciar andare tutto il dolore, tutta l’incertezza, la sofferenza che mi avrebbe provocato stare lì e scappare.  Quell’attimo passò in un lampo esattamente come era venuto. Non ero il tipo che scappava.
Proseguì subito dopo: “Ricordi quando da piccola ti parlai degli Horcrux?”.

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Capitolo 30
*** Il labirinto Parte 1 ***


Eccomi qui con un nuovo chap. Allora, siamo giunti finalmente alla terza e ultima prova del torneo Tremaghi. Ho deciso di spezzare il chap in due parti..giusto per essere cattiva. Recensiteeeee!!!!!!! Baci,Ile. 


Hogwarts – 23 Giugno 1995


Aryana Silente
Riemersi con nonchalance dal groviglio di rovi del campo da quidditch ,ormai diventato un vero e proprio labirinto. Winston,  Kingsley Shacklebolt, Amanda Roberts, Malocchio Moody e un’ altra schiera di Auror si trovava dritto di fronte a me,pronti ad eseguire ogni mio ordine. L’allestimento dell’ultima prova richiedeva massima attenzione e soprattutto un controllo di sicurezza serrato ed efficiente.
“Bene, credo che sia tutto pronto. Adesso manca solo una cosa..Aspettate, ma..dove Merlino è Bagman?”chiesi guardandomi attorno.
“Roberts, non l’avrai mica lasciato solo là dentro, vero?”domandai ad Amanda.
“C’erano una marea di cose a cui pensare e lui continuava a blaterare. Non era d’aiuto”si giustificò la riccia.
“Non posso darti torto purtroppo”cantilenai a bassa voce, cercando rapidamente di trovare una soluzione.
“Andiamo a cercarlo?”mi domandò Winston. Era la prima volta che mi rivolgeva la parola da tutta la sera e aveva anche accuratamente evitato il mio sguardo.
“No, Winston. Noi siamo Auror, non baby-sitter. Abbiamo cose più importanti a cui pensare che tenere a bada un bambinone esaltato come Ludo”dissi, sorridendogli. Ricambiò. Sembrava felice o ,quanto meno, più allegro rispetto alla prima volta che ci eravamo visti, al lago ,qualche mese prima.  Buon per lui.
All’improvviso dalle siepi, ricoperto di tagli e fango, emerse un affannosissimo ma sempre sorridente Bagman. Nessuno poté fare a meno di ridere.
“Stai bene, Ludo?”gli chiesi a metà arrabbiata e divertita.
“Ora che ho visto il tuo splendore, si. Naturalmente volevo solo testare la validità degli incantesimi che avete disseminato per il labirinto..”disse, scrollandosi qualche rametto di dosso.
“Ah si? E com’erano?”ribatté Winston .
“Efficientissimi”rispose goliardico.
“Menomale allora. Adesso ti dispiacerebbe portare qui la coppa così la mettiamo al suo posto e ce ne andiamo tutti a dormire? Domani sarà una giornata pesante”dissi esasperata.
“Non credo di poterlo fare”disse calmo.
“Che significa,Ludo? È un altro dei tuoi giochini?”.
“No, semplicemente..”stava per dire ma Malocchio fece un passo in avanti, interrompendolo.
“L’ho già sistemata io, Aryana. Non c’è da preoccuparsi. Voi stavate tutti organizzando i percorsi per cui ,visto che non c’era nulla da fare, me ne sono occupato”.
“Capisco..”dissi, cercando di apparire convincente. “Beh, la prossima volta però niente iniziative personali, d’accordo Ludo? E questo vale per tutti..”conclusi, soffermando il mio sguardo su Malocchio in particolare. “Adesso possiamo andare tutti a dormire”.
In tutte quelle settimane non feci altro che osservare il comportamento del vecchio Auror e più lo guardavo più mi convincevo che per chiunque si spacciasse quel tale, di certo, non era il mio vecchio addestratore, Alastor Moody.


                                                
                                                **************************
La mattina dopo mi svegliai con un gran mal di testa. James si stava già lamentando. Voleva assistere a tutti i costi alla prova.
“Ma perché no? È da un mese che me ne sto rinchiuso qui dentro a studiare. Ho sempre fatto quello che mi hai detto e l’hai affermato tu stessa stamattina che quasi non mi riconosci più”.
“Ah e così ti saresti comportato bene tutto questo tempo solo per assistere alla prova, non è così? Sei una canaglia, James Albus Black”.
“È un Si?”chiese con un sorriso malandrino stampato in viso. Non potevo dirgli di no. Era troppo difficile resistergli.
“Mi starai appiccicato come la colla e dal mantello dell’invisibilità non dovrà uscire neanche un pelo, chiaro?”.
“Signor si, signore”esclamò, mimando un sull’ attenti.
“Muoviti, soldato. Siamo in ritardo”.
 
 “Qual è  il programma, mamma?”sussurrò al mio orecchio James mentre attraversavamo i mille corridoi di Hogwarts, oggi più affollati e caotici che mai, per raggiungere la Sala Grande, sperando di fare colazione.
“Cosa non ti è chiaro della parte: tu sei invisibile e non puoi parlare?”gli mandai telepaticamente. Di solito non era così semplice contattare telepaticamente un mago ma con James avevamo avuto anni di esercizio e poi lui era parte di me. Non era raro che comunicassimo in quel modo.
“Ricevuto ma puoi rispondermi, no?”.
“Adesso andiamo a fare colazione e poi manderemo i campioni dai loro parenti. Dopo di che staremmo tutta la giornata a tranquillizzare i genitori, ad informare il Ministro, delegando e monitorando gli Auror, contento?”.
“Vuoi dire che vedremo Harry?”.
“Si ma ricordati che..”.
“Si, lo so. Sono invisibile”.
Riuscivo a percepire il suo entusiasmo. Non sapeva quanto potessi capirlo. Fino all’età di quindici anni mi sarei potuta considerare una ragazza sola, circondata esclusivamente da adulti e da elfi. Lui si trovava nella mia stessa situazione e per di più lui era un mago a tutti gli effetti. Ora aveva l’ occasione di conoscere la persona più vicina ad un amico che conoscesse, cioè Harry. A volte mi pentivo di non aver mandato James ad Hogwarts. Con il suo carattere spigliato e affascinante avrebbe avuto un’adolescenza spensierata e piena di amicizia e affetto. Ma con il suo cognome una cosa simile era impensabile..
Finalmente entrammo in Sala Grande. C’era una bolgia. A stento riuscimmo a raggiungere il tavolo degli insegnanti. Come già avevo previsto, non riuscii ad ingurgitare neanche un boccone. C’era troppo lavoro da dirigere e ,per di più, Bagman non sembrava volersi staccare di dosso.
Prima che potessi accorgermene, era giunto il momento di condurre i campioni in una saletta adiacente dove avrebbero incontrato i loro parenti.
“Bagman, avverti i campioni mentre io tengo a bada i genitori in subbuglio di là”esclamai più per levarmelo di torno che per necessità.
Inutile dire che la parola subbuglio era abbastanza riduttiva per descrivere lo stato d’animo dei parenti dei campioni. Ansia, preoccupazione e agitazione andavano di pari passo a urla isteriche, scenate furibonde e sguardi assassini..nel complesso un gran baccano.
Quando entrarono i campioni, con ben dieci minuti di ritardo, la situazione sembrò gradualmente appianarsi con mio grande sollievo.
Ogni tanto tendevo la mano a James per vedere se era ancora lì con me, nonostante percepissi chiaramente il suo entusiasmo.
“Molly, tutto bene?”esclamai sorridente alle spalle della signora Weasley che stava spupazzando Harry.
“ Oh si, magnificamente. Siamo tutti molto eccitati..”.
“Lo immagino. Harry,tutto a posto?”gli chiesi incoraggiante. Cercai di trasmettergli il mio segnale di pace. Non ero più minimamente arrabbiata con lui, anzi. Semmai ero iperagitata per la prova.
“Si, grazie Aryana”disse altrettanto sorridente.
Scambiai qualche altra parola con la famiglia Weasley ma poi dovetti a malincuore salutarli per dedicare il resto del pomeriggio al lavoro, sempre con James alle calcagna. Pensavo si stesse annoiando invece il suo umore era alle stelle. A volte dimenticavo che non era abituato a vedere tanti maghi tutti insieme. Non era neanche abituato alla magia umana, a dire il vero. Era quasi come un babbano, sebbene imparasse in fretta e l’avessi istruito fin da piccolo ai vezzi magici umani.
La giornata fu stressante ma ben al di sotto delle mie aspettative e tutto andò liscio. Persino il banchetto non fu noiosissimo,anzi, con la compagnia di Hagrid e gli altri Auror non fu così tremendo.
Tuttavia con l’avvicinarsi della prova un senso di inquietudine crebbe in modo spaventosamente veloce in me. Non si trattava di semplice ansia o preoccupazione per Harry. Era qualcosa di più…tremendo. Conoscevo bene quella sensazione…
Il mio potere funzionava fin troppo bene per sbagliarsi. Sarebbe accaduto qualcosa di molto spiacevole quella sera, qualcosa destinato a cambiare le nostre vite per sempre..

                                                          
“Allora, noi staremo all’esterno del labirinto. Qualora vi trovasse in difficoltà massima e decidesse di lasciare il Torneo, non esitate a farlo. Basta che mandiate con la bacchetta delle scintille rosse in alto e qualcuno di noi verrà a prendervi, chiaro?”dissi concisa e a voce alta in modo da risultare comprensibile a tutti. “Perfetto, allora. Adesso il signor Bagman vi illustrerà il da farsi. Buona fortuna a tutti”.
Mi andai a posizionare insieme agli altri Auror nei punti prestabiliti del labirinto. Strinsi forte la mano di James, più eccitato che mai e attesi fino a quando tutti e quattro i fischi non fossero stati emessi. Adesso tutti i campioni erano dentro.
La sensazione di inquietudine non accennava a scomparire, tutt’altro continuava a crescere e si stava tramutando in panico.
Dopo circa quindici minuti vidi delle scintille rosse sparate in aria. Non ero vicina a quel punto per cui non andai io stessa a prendere il campione ma, poiché ero la responsabile, mi recai al punto di partenza ad accertarmi chi fosse: Fleur Delacour. Sembrava svenuta. Mi accostai al suo corpo esanime e con un movimento quasi impercettibile delle dita la feci rinvenire. C’era qualcosa che non quadrava.
“Cosa è successo?”le chiesi.
Poiché non mi rispondeva ripetei la domanda ad Amanda, l’Auror che era andata a riprenderla.
“Non lo so, l’ ho trovata svenuta per terra e l’ ho portata qui”.
Guardai negli occhi Fleur e in poco più di un secondo catturai il suo ricordo. Era stata schiantata. Ma da chi?
C’era qualcosa che non andava in tutta quella storia. Scambiai una fugace occhiata con mio padre sulla tribuna dei giudici. Percepì il mio stato d’animo, o almeno, me lo auguravo.
“Amanda, porta Fleur lontano da qui. Magari in infermeria e voi tornate alle vostre postazioni”delegai impaziente.
Tornai al mio posto e attesi, cercando di tranquillizzarmi. La presenza di James era stata un grosso errore. Sarebbe successo qualcosa di molto pericoloso di lì a poco. Lo sapevo.
“James, stammi incollato,chiaro?”gli sussurrai.
“Si, mamma. Stai tranquilla”. Il suo tono non era più scanzonato ed eccitato. Si era reso conto che non era più un gioco.
Proprio quando stavo meditando di rimandarlo al castello, vidi nella mia circoscrizione sprizzare in aria delle scintille rosse. Non persi tempo e mi precipitai a soccorrere il campione. Da un lato speravo fosse Harry, così finalmente sarebbe finita, dall’altro non volevo che gli fosse capitato qualcosa di male.  Le mie paure però si rivelarono infondate. Il campione da soccorrere era Viktor Krum, anche lui esanime. Decisi di agire esattamente come per Fleur e ripercorsi i suoi ricordi. Ma quello che vidi non mi piacque per niente…
Alastor Malocchio Moody che usava la maledizione Imperius su Krum, aizzandolo contro Cedric.  Tutto ciò era a dir poco assurdo. Non solo per Malocchio, infatti sospettavo già che quello non fosse affatto Moody ma perché non capivo le ragioni del suo agire. Se il suo scopo era Harry, perché agire contro altri?
Tuttavia mentre trasportavo il corpo di Krum verso l’ingresso, la mia attenzione tornò su Alastor.  Se quello non era Malocchio, allora chi diavolo era?
Ad un tratto ebbi un flash. Harry aveva detto che la sera del furto nell’ufficio di Piton la Mappa del Malandrino indicava Barty Crouch. La mappa non sbaglia mai. Ecco perché Malocchio prese con leggerezza la questione..non poteva mica indagare contro se stesso. Tutto sembrava avere un senso logico..
Ma com’era possibile? La mia mente navigava veloce.
Quando finalmente arrivai all’ingresso, adagiai il corpo di Krum a terra e ordinai a due Auror di prendersi cura di lui.
“Wiston! Potresti prendere la mia posizione? Io devo parlare con mio padre immediatamente”ordinai perentoria. Lui annuì ,per cui senza indugi mi diressi spedita da mio padre.
Sorrisi al Ministro per rassicurarlo mentre con discrezione sedetti accanto a mio padre.
“Ary, che succede?”sussurrò.
“Moody non è Moody. Non so chi diamine sia ma non è lui. Ha schiantato con molte probabilità Fleur Delacour e ha usato la maledizione Imperius contro Krum per aizzarlo contro Cedric. Non so a che gioco stia giocando ma sicuramente è un gioco sporco. Credo che ce l’abbia messo lui il nome nel calice..”.
“Aspetta, vuoi dire che ha messo fuori gioco tutti e tre i campioni meno Harry? Non ha senso. Dal suo comportamento sembra che lo stia avvantaggiando..”.
“Si, infatti. È proprio questo che non capisco è come se..lo stesse aiutando ma, andiamo, non è da Moody. C’è qualcosa di marcio.. E poi non so..credo c’entri Barty Crouch”.
“Crouch? Intendi dire..”.
Non riuscii ad afferrare il resto della frase. Un dolore lancinante alla testa mise fuori gioco i miei sensi. Mi piegai in due e la testa cominciò a vorticare. In un attimo fui strappata dalla realtà..
Una serie di orribili immagini mi travolsero come una valanga. Fortunatamente finì in fretta, o meglio, lo credevo.  
Tornai alla realtà così come mi ero allontanata. A giudicare dal volto preoccupatissimo di mio padre, ero stata via per qualche minuto. Fortunatamente erano tutti troppo impegnati per accorgersi di me. Avevo il fiato corto, il cuore all’impazzata e l’ansia alle stelle. Mio padre continuava a fissarmi incredulo con aria interrogativa.
“Lui..è ricominciato tutto quanto..la coppa Tremaghi è diventata un vortice di colori e luci e poi all’improvviso un cimitero, una tomba di marmo con su inciso: Tom Riddle..senior, immagino. Un lampo verde..un fagotto..un calderone..un uomo basso con un mantello..un rituale magico..oscuro..e poi all’improvviso tanto sangue. E poi un uomo alto e scheletrico con due grandi occhi rossi…e poi il marchio nero..tante figure incappucciate con una maschera in volto,Mangiamorte..un combattimento, la sua risata, il suo dolore..E poi James e Lily..no, impossibile..gli spettri di James, Lily, Cedric Diggory..Cedric..morto…”.
Mio padre mi strinse forte a sé e aspettò che il mio respiro tornasse regolare. Quando mi fui relativamente calmata, cercò di farmi ripetere, magari dando un filo logico al discorso, ciò che avevo visto. Ma non ce ne fu il tempo.
All’improvviso Harry e Cedric, stringendo la coppa Tremaghi, atterrarono all’ingresso del labirinto, il punto esatto dove era iniziato quel maledetto incubo. Ringraziai il cielo che Harry fosse tornato indietro da qualsiasi inferno fosse venuto. Il mio primo pensiero in ogni caso fu quello di afferrare con quanta più forza potessi uno spaventato James, ancora dietro di me. Mentalmente gli comunicai forte e chiaro questo messaggio: “James, ascoltami bene. Corri più veloce che puoi, senza mai fermarti, con il mantello ben aderente, nell’ufficio del nonno. Chiuditi là dentro e aspetta fin quando non ti vengo a prendere. Non fare entrare nessuno, non parlare con nessuno. Aspetta solo me. La parola d’ordine sarà Shantaram, chiaro?”.
“Mamma..non ti lascio qua sola”.
“Niente mamma. Corri”. Il mio tono non ammetteva repliche.
Sentii il suo polso scivolarmi dalle mani e per un attimo avrei voluto riacciuffarlo e stringerlo a me.
Abbandonai in fretta quei pensieri e cercai di riprendere il controllo della situazione. A spinte, raggiunsi mio padre di fronte al corpo di Cedric. Distolsi lo sguardo da Amos. Era un mio amico ed era anche un uomo distrutto. Immaginai se mi fosse successo lo stesso con James. Per un attimo vidi i suoi magnifici occhi grigi, vuoti e fissi come ora quelli di Cedric. Strinsi i pugni, ricacciai indietro le lacrime e mi accostai a mio padre che parlava con Caramell e i Diggory.
“Dove è Harry?E il finto Malocchio?”chiesi in preda al panico, guardandomi attorno. C’era il caos.
In un attimo sentii la presa forte e sicura di mio padre sul mio polso che mi trascinava via, verso il castello.
Ancor prima di rendermene conto, io, mio padre, Piton e la McGrannit correvamo verso l’ufficio del cosi detto Alastor Moody.
“Avevi ragione tu, Aryana. Come sempre, del resto”disse mio padre nervoso.
Da lontano si sentivano le urla ovattate dal campo di quidditch. Tutto ciò sembrava ancora più inquietante e funereo nel silenzio dei corridoi in marmo di Hogwarts.
In quel preciso momento seppi che la guerra era ricominciata sul serio. Ma questa volta sarebbe stato diverso. Stavolta non ci sarebbero stati conti in sospeso. Ci sarebbero stati uno sconfitto e un vincitore.  E quello che sarebbe venuto fuori dalla guerra, inevitabilmente avrebbe cambiato la comunità magica per sempre. 

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Capitolo 31
*** Il labirinto Parte 2 ***


Ehilà, eccoci qui con un nuovo capitolo. Causa febbre sono a casa e ne ho approfittato per aggiornare. Ormai la scorta di capitoli pronti sta man mano esaurendosi infatti non so ancora come farò quando arriverà quel momento. Ho un vuoto mentale e soprattutto mi manca il tempo di riempirlo. La cosa strana è che l'andamento della storia è perfettamente chiaro nella mia mente: il problema è metterlo nero su bianco. Ad ogni modo, spero che questo chap sia di vostro gradimento. Per l'occasione mi sono cimentata anche con l'elfico...tutto approssimativo ovviamente...non lo parlo e non sono esattamente un'esperta...Comunque...vi lascio alla lettura. A proposito, RECENSITEEEEE!!!!!!!!Siete troppo pochi a confronto di chi ha messo tra i pref e le seguite!!Va bene anche un piccolissimo commento. Se avete dei dubbi, sarò felice di chiarirli. Buona lettura.
Baci, Ile.


Hogwarts – 24 Giugno 1995

Aryana Silente

“Stupeficium”tuonò mio padre, mandando a pezzi la porta dell’ufficio di Moody.
Avevamo ragione: Moody, o chiunque fosse, aveva trascinato Harry là dentro. Era terrorizzato, ferito e sconcertato. Con un groppo alla gola, mi trattenni dal saltargli addosso in un moto di istinto protettivo. Era il momento di concentrarsi, non c’era tempo per le smancerie per cui distolsi lo sguardo dal suo dopo essermi accertata che di lui si occupasse Minerva.  
Mi chinai sul corpo esanime dell’impostore e frugai nelle sue tasche: una fiaschetta e un mazzo di chiavi. Subito mi venne alla mente il baule magico del vero Malocchio e dissi a mio padre: “Malocchio deve essere in uno di quei compartimenti del baule…”.
Poi odorai la fiaschetta, aveva un odore nauseabondo. Ci misi un po’ a identificare l’intruglio.
“Immagino Pozione Polisucco, non è così?”chiese mio padre. Annuii.
“Minerva, torna al campo da Quidditch .Dai istruzioni ai Capiscuola di condurre tutti gli studenti ai rispettivi dormitori. Conduci le famiglie e il ministro con qualche Auror di scorta in Sala Grande e ordina agli elfi domestici di portare della camomilla. Ordina agli Auror restanti, facenti capo a Wiston, di perquisire da cima a fondo il labirinto e di ricostruire ciò che è successo. Sono addestrati a prendere ordini solo da me per cui se fanno storie porta il mio Patronus con te”ordinai decisa mentre dalla bacchetta usciva la mia fenice, pronta a seguire Minerva ovunque.
“Severus, porta qui del Veritaserum e  l’ elfa domestica Winky che dovrebbe essere nelle cucine. Aryana, vai alla capanna di Hagrid. Troverai un grosso cane nero,prendilo e conducilo nel mio ufficio e aspetta lì fino a quando io e Harry non vi raggiungeremo. Ah Minerva, quando hai concluso, gradirei se tornassi qui con il ministro. Vorrà interrogare l’impostore. Oh, e porta qui anche Madama Chips”.
Senza farcelo ripetere due volte, uscimmo dalla stanza per adempiere ai nostri compiti.  
Sospettavo che quel testardo di Sirius volesse tornare per la terza prova ma non avevo la minima idea che fosse stato tutta la giornata vicino alla capanna di Hagrid. Ero infuriata. Per prima cosa avrebbe dovuto dirmelo e in più non avrebbe dovuto rischiare a quel modo. Allo stesso tempo non vedevo l’ora di rivederlo, di riabbracciarlo, finalmente. Senza rendermene conto mi misi a correre. Avevo il respiro mozzato per l’emozione e il cuore  a mille. Sapevo che essere felici in quelle circostanze tremende equivaleva a un delitto ma non potevo farne a meno. Quando si trattava di Sirius, non potevo mai farne a meno. Lui era l’unica persona al mondo capace di mandare all’ aria tutti i miei schemi mentali, tutto il mio autocontrollo. Non c’era una spiegazione. Era così e basta.
Ormai ero quasi arrivata quando una doccia fredda mi arrivò addosso.  
Sirius…nell’ufficio di mio padre…James..nell’ufficio di mio padre..insieme.  James non sapeva ancora di lui. Certo quella non era esattamente l’occasione migliore per fare una bella rimpatriata padre e figlio ma d’altronde non c’era via d’uscita. Non potevo escogitare niente sul momento: non avevo né il tempo né la concentrazione necessaria. Il loro incontro sarebbe stato inevitabile. Pensai che di lì a poco saremmo stati per la prima volta insieme, come una vera famiglia. Tutto quello che avevo sempre sognato…non poteva capitare in circostanze peggiori. Di certo il tempismo non era la miglior dote di Sirius.
Raggiunsi la capanna di Hagrid e individuai immediatamente un grosso cane nero che mi saltò letteralmente addosso, leccandomi ovunque.
“Si , si..anch’io sono contenta di vederti ma adesso comportati da cane normale” dissi, scrollandomelo di dosso. “Ascoltami, è successo il finimondo..Voldemort è tornato, Harry adesso è al sicuro ma..dopo ti spiego. Adesso dobbiamo andare nell’ufficio di mio padre. C’è anche James lì ma lui non sa niente di te..non ho avuto il tempo..perdonami. Quindi gradirei se prima di trasformarti aspettassi che gli racconti tutto, intesi?”.
Annuì con la testa e ci dirigemmo spediti nell’ufficio di mio padre. I corridoi si stavano man mano riempiendo di studenti ma riuscimmo ad evitare di essere notati e ad arrivare illesi.
Bussai alla porta, aspettai che James si avvicinasse e dissi con voce chiara: “Shantaram”. La porta si aprì ed entrammo.

Sirius Black

Ero sicuro che il mio cuore saltò un battito, quando i miei occhi incrociarono quelli identici di mio figlio. Credetti fosse un miracolo..come si fa a dare una spiegazione a quella sensazione, a quel bizzarro salto nel tempo, a quell’incrocio generazionale? Era come guardarsi in uno specchio di dieci anni addietro. Io lo avevo creato quel miracolo. Era parte di me. Era un pezzo di me stesso, solo in un altro corpo, un pezzo della mia anima. Una sensazione travolgente mi pervase, mi venne la pelle d’oca, una forza indomabile mi spingeva inevitabilmente verso quel ragazzino..verso quel pezzo di me stesso. Anche se avessi voluto, non c’era modo di contrastare quella forza. Sarebbe rimasta per sempre, al di là del tempo, dello spazio, delle difficoltà.  Io ero suo, completamente e incondizionatamente. In quel momento compresi appieno il significato della parola, amore incondizionato.  
Solo lo scossone che mi diede Aryana per entrare dentro la stanza circolare, mi fece tornare semi lucido. Infatti poco dopo, tornai nella contemplazione della mia famiglia.
La mia famiglia…
 Finalmente mi sentivo a casa. Una vera casa. Meglio di Hogwarts…più completa, più vera. L’unico desiderio era abbracciarli entrambi. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, né da lui né da Aryana. Ormai non mi volevo più staccare da quella magica sensazione…di pace. Seppi immediatamente che quello era il mio posto, il mio scopo, la mia vita. Mi sentivo come se tutto quello che avevo passato fosse successo solo ed esclusivamente in funzione di quel momento. Sentivo dopo tanto tempo di appartenere a qualcosa, a qualcuno e non volevo svegliarmi da quel sogno meraviglioso. Immediatamente, però, il senso di colpa mi travolse. Come potevo sentirmi felice in quelle circostanze? Qualcosa di terribile era accaduto e io stavo lì come un idiota nel mio brodo di giuggiole. Uscii dal mio delirio mistico e incominciai ad andare avanti e indietro per tutta la stanza, impotente e frustrato. Non vedevo l’ora di potermi trasformare..se solo Aryana si fosse sbrigata..
“Mamma, cosa è successo? Che ci fa questo cane qui?”disse James, guardandomi curioso.
“James, è meglio se ci sediamo. Devo spiegarti una cosa molto importante”.
James non se lo fece ripetere due volte e si sedettero nelle due sedie dietro la scrivania.
“Allora,  è molto difficile…però dobbiamo sbrigarci..non c’è molto tempo..”.
“Riguarda Harry? Cosa gli è successo?”chiese preoccupato.
Lui conosceva Harry?
“No, no…non riguarda lui. Questo te lo spiegherò dopo. Prima devo dirti un’altra cosa, prima che arrivi il nonno con Harry”.
“Stanno arrivando qui?”.
“Si ma ti prego, J, non mi interrompere.  Allora, riguarda tuo padre”.
Gelo totale.
“M-mio padre?  Lui è…morto. Credevo che mi avessi già raccontato tutto di lui, della sua carriera da Auror e di come sia morto, combattendo contro i Mangiamorte”.
Il mio cuore si riempì di orgoglio e di gioia verso quella donna straordinaria che era mia moglie. Mi maledissi per non esserci stato né per lei né per James o J., come lo chiamava lei. Era solo colpa mia se era stata costretta a raccontare quelle ,seppur bellissime, bugie. E adesso la stavo mettendo in difficoltà. D’un tratto mi venne un desiderio ribollente di trasformarmi in un umano, mettendo fine alle chiacchiere, lasciando parlare i fatti alle parole e ,così facendo, tirandola fuori da quella situazione scomoda.  Ci ripensai. Avrei potuto urtare sia i nervi della mia incantevole Ary, sia la sensibilità di James.
“È proprio questo il punto. Io,fino ad un mese fa, credevo che fosse…Beh, incominciamo con il fatto che ti ho raccontato una bugia e mi rammarico ma non volevo farti soffrire. Tuo padre non è morto”.
“C-come non è morto? Ma allora perché me lo hai detto? Perché hai lasciato che credessi a tutte quelle storie..”.
Lo interruppe subito.
“Te l’ ho raccontato perché il fatto che fosse morto era una bugia indolore che ti avrebbe invece risparmiato una dolorosa verità, o almeno, quella che credevo essere la realtà.  La verità è che fino ad un mese fa io credevo che tuo padre fosse un pazzo criminale, un servo dell’ Oscuro Signore che aveva finto di essere un Auror per fare la spia e che era stato mandato ad Azkaban, dove aveva perduto la ragione, quattordici anni fa, quando tu ancora eri nel mio grembo.  I dettagli della vicenda te li racconterò in un secondo momento, ora non c’è tempo. Comunque, il fatto è che io sono scappata dall’Inghilterra quando ancora nessuno sapeva di te e del matrimonio con tuo padre, ma questo già lo sai. Quello che non sai è che io me ne sono andata perché nessuno sapesse che io ero la moglie di Sirius Black  e soprattutto che aspettassi un bambino dal mago più odiato della comunità magica. Ti ho costretto ad una vita al limite del tuo vero mondo, isolato dai tuoi coetanei, per la mia vigliaccheria e ti autorizzo ad odiarmi per questo. Ad ogni modo, l’anno scorso quando siamo tornati in Inghilterra a causa delle mie premonizioni, ho saputo che tuo padre era evaso da Azkaban ed era a piede libero. Ed è tutt’ ora a piede libero. Solo che sono cambiati i punti di vista. Vedi, un mese fa, come ti dicevo, ho scoperto che tuo padre è innocente. Siamo in pochi ad avere questa informazione perché non abbiamo prove a sufficienza per dimostrarlo, ma è così. Per il resto della comunità magica è un traditore, un servo di Voldemort, un criminale in fuga, un evaso della peggior specie ma per noi lui è solo Sirius, l’Auror coraggioso protagonista delle storie che ti ho raccontato fin da piccolo, l’uomo affascinante  che mi ha rubato il cuore, mio marito, tuo padre. Ora, l’ultima cosa che devi sapere è che lui è qui, in questa stanza”.
Si guardò intorno, più scombussolato che mai e poi posò il suo sguardo su di me.
“Lui è un Animagus, per caso?”.
Perspicace, il ragazzo.
Mi trasformai in un batter d’occhio, dopo il cenno di intesa con Aryana.  Mi squadrò per un minuto buono con lo sguardo accigliato. In quel momento mi ricordò Aryana col suo modo di osservare ogni minimo dettaglio con maniacale attenzione.  Non sapevo cosa fare. Fissai il suo sguardo nel suo e feci la cosa che mi riusciva meglio: seguire il mio istinto. Lo tirai per la manica e lo abbracciai. Mi lasciò fare.  
Sentivo l’odore di Shantaram, l’odore di Aryana. Le lanciai un’occhiata supplichevole. Non sapevo più davvero cosa fare. Si alzò e ci raggiunse. Intrecciò la mia mano con la sua, a mo di incoraggiamento.
“J, ti giuro, ti spiegheremo tutto con calma e potremmo parlare per tutto il tempo ma non adesso. Adesso dobbiamo risolvere un gran bel problema. Voldemort è tornato. Capisci cosa significa questo?”gli chiese Aryana chinandosi un po’ verso di lui, anche se J era alto quasi quanto lei, ormai.  Lui annuì, silenzioso e ombroso. “Lo so che sei arrabbiato e hai il diritto di esserlo però devi fare quello che ti dico. Adesso devi andare nei nostri alloggi e lì devi rimanere ad aspettarci. Quando arriveremo tutta la nostra attenzione sarà per te e potremmo spiegarti tutto con calma ma adesso devi indossare il mantello e devi correre molto veloce, intesi?”. Annuì di nuovo con la testa e dopo essersi infilato il mantello, uscì a testa bassa, cupissimo. La mia attenzione si posò su Aryana. Era sempre stupenda. Non resistetti e le saltai addosso, baciandola appassionatamente.

Aryana Silente

Avrei voluto rimanere lì tra le braccia di Sirius per sempre e dimenticare tutto il mondo fuori da quella stanza ma era impossibile.  Per non so quanto tempo, ci perdemmo nei nostri sguardi, senza dire una parola anche se c’erano troppe cose non dette, lasciando che parlasse il nostro amore per noi.
“Mi sei mancata da impazzire..”sussurrò al mio orecchio.
“Stai bene?”.
“Si, ora benissimo. In verità mi sento in colpa, non dovrei essere felice con tutto quello che sta succedendo..ma è così. Guardo te, guardo James e mi sento..vivo..dopo tanto tempo. E non posso farne a meno. A volte penso che hai ragione, non avrei mai dovuto mentirti, perché anche se attorno a noi ci sarebbe stata desolazione e tristezza, avremmo potuto vivere benissimo solo del nostro amore..”.
“Io sento le stesse cose”dissi, stringendo ancor di più le sue mani nelle mie. “Ci sono troppe cose che dovrei dirti..”.
“Abbiamo una vita intera per parlarci, per spiegarci..Adesso so qual è il mio posto. Non vi lascerò mai più, te lo prometto”disse, stringendomi forte a sé e facendo aderire i nostri corpi perfettamente.
“La nostra famiglia si è riunita..non ci posso credere. Adesso. In questo momento tremendo..E io non ti ho mai amato così tanto come ora”.
“Il tempismo non è mai stato il nostro forte,vero?”esclamò sarcastico, prima di baciarmi con foga.
“Sir..dobbiamo parlare, sul serio”.
“Già…ma adesso voglio solo te…”sibilò al mio orecchio mentre mi afferrava per la nuca e mi riempiva di baci sul collo.
“Ti amo, Sirius Black ”mormorai, aggrappandomi a lui come se ne dipendesse la mia vita. “Ti amo, elfo”disse lui, stringendomi ancor di più.  
“Goheno nin”sussurrò in elfico.                                                     
(perdonami per tutto quanto)
“Im gosta”singhiozzai mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.
(ho paura)
“Q Le meluvan úne ar alye lúmessen tenna nurucilie”.
(Non devi perché io ti amerò nel bene e nel male per sempre).
“Non voglio che questa guerra ci tolga tutto un’ altra volta”.
“Non succederà, te lo prometto”.
“In che lingua state parlando?”esclamò un debolissimo e sconvolto Harry con a fianco mio padre.
Staccammo i nostri corpi ma non le nostre mani che rimasero intrecciate saldamente.
“Harry, come stai?”si precipitò subito Sirius. “Cos’è successo?”.
Mio padre ci spiegò rapidamente come Crouch si fosse appropriato dell’identità di Moody e dei suoi piani distorti al servizio di Voldemort.
“Allora, Harry, devi dirci cosa è successo quando sei stato trasportato in quel cimitero”incalzò mio padre.
Harry aggrottò le sopracciglia perplesso.
“Ti starai chiedendo come facciamo a saperlo. Beh,Aryana ha un dono che non può controllare: la preveggenza. In questo caso ha visto alcune immagini confuse di quello che è avvenuto con Voldemort ma sarebbe senz’altro meglio se tu ci raccontassi come siano andate le cose”.
Sirius mi guardò allibito. “Hai avuto una premonizione?”.
“E non è nemmeno l’unica in questo periodo. Ti racconterò dopo”tagliai corto.
“Non sarebbe meglio farlo riposare, prima? È anche ferito..”esclamò Sirius, massaggiando le spalle di Harry. “No, è necessario che ricordi tutto adesso. Ogni minuto che perdiamo è un minuto di vantaggio per Voldemort”.
“Ci penso io alle ferite. Harry tu incomincia a raccontare, nel frattempo”dissi, chinandomi su di lui. Mentre Harry incominciava il suo terribile e raccapricciante racconto, misi le mani sulle ferite e mormorai qualche parola in elfico. Subito un po’ della mia energia mi abbandonò e venne catalizzata nel corpo di Harry, le cui ferite si rimarginarono. Cara, vecchia, affidabile magia elfica.  Fece una debole smorfia di gratitudine e io ricambiai con un sorriso incoraggiante.
Quando ci fu chiaro ogni piccolo dettaglio della resurrezione di Voldemort, decidemmo di portare Harry in infermeria dove Sirius gli avrebbe fatto compagnia.
Io e mio padre invece avevamo una mole di lavoro immensa da svolgere, senza permetterci di poter perdere un minuto di più.   
Un attimo prima che Sirius si trasformasse, ci guardammo intensamente. Quello sguardo bastò a tranquillizzare il mio animo. Qualunque cosa fosse successa, io non l’ avrei temuta perché lui sarebbe stato con me e insieme avremmo affrontato tutto. 

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Capitolo 32
*** Padre e figlio ***


Eccomi qua con un nuovo chap! Il precedente nn ha riscosso molto successo...ma dove sono andate a finire tutte quelle personcine che recensivano??? Non vi piace più la storia? Illuminatemi!!!! Detto questo, il capitolo è breve ma spero che vi piacerà..Ho una sorpresa per voi...in questi giorni mi è venuta in mente un'ideuzza...però sono ancora indecisa se farla o meno...avrei bisogno del vostro parere...Che ne dite di un intermezzo su James?? Sul suo passato e sulla sua infanzia? Premetto che sarà una cosa molto breve...non ho certo intenzione di raccontare tutto...ma vorrei approfondire le sue emozioni, il suo rapporto con Aryana e soprattutto con Sirius...anche perchè andando avanti vi accorgerete che la collocazione del suo personaggio è alquanto problematica. Infatti non volendo sconvolgere il corso degli eventi(che penso rimmarranno pressochè uguali) il suo personaggio non è "attivo", non avrà un ruolo cruciale negli eventi per cui l'approfondimento psicologico è l'unica arma che ho per farvelo amare...oltre le relazioni interpersonali s'intende...che ne pensate?? Se preferite continuare sul filone del presente, a me va bene comunque!!Solo che non avendo molte idee per la testa gli aggiornamenti diventeranno molto più sporadici....Adesso vi lascio alla lettura!! Spero che le recensioni siano più di due stavolta!! La cosa che mi lascia perplessa è che le visite sono tante, i preferiti e le seguite ormai sono 30 e nessuno lascia commenti!!! Fatemi sapere...In ogni caso, grazie a tutti!! 

Baci, Ile.


Hogwarts – Ufficio di Albus Silente – 24 Giugno 1995

Aryana Silente

“Prima cosa da fare: ripristinare l’Ordine della Fenicie. Secondo: avvertire i membri. Terzo: trovare una base sicura. Quarto: andare a parlare con Caramell. Non so quale sia la più difficile”esclamò mio padre, andando avanti e indietro per tutto l’ufficio.

“Allora, dobbiamo mandare un Patronus a tutti i membri..dovremmo fare una lista..”.

“Dunque, quelli che sono già qui sono esclusi, quindi la famiglia Weasley, Hagrid, Minerva, Severus, Moody, quello vero però..sto pensando..Madame Maxime..può risultarci utile..”.

“Ci avevo pensato anch’io..magari con Hagrid, una missione per le reclute..”.

“Questa è un’idea. Sarà una delle primissime cose da fare”.

“Allora, dicevamo i Patronus da mandare a chi?”.

“Oh, si, si. Beh, naturalmente Remus, Kingsley Shacklebolt, Elphias Doge, Aberforth, Dedalus Lux, Hestia Jones,Sturgis Podmore, Amelia Bones,Ted e Andromeda Tonks, Emmelina Vance, Arabella Figg e poi..devo pensare..”.

“Che ne pensi di Mundugus Fletcher? Ok, non è una presenza gradevolissima ma lavora nei bassifondi, è un abile ricettatore e ha il cuore puro. Potrebbe farci comodo. Oh, anche Wiston, il collega di cui ti parlavo..è molto in gamba..e sua moglie..Amanda Roberts. E anche Ninfadora Tonks. L’avevo già notata all’ inizio dell’anno. Alla coppa ha fatto un gran lavoro. È  giovane, entusiasta e poi…buon sangue non mente, giusto?”.

“Mi sembrano delle ottime idee. Non c’è un minuto da perdere. Mandiamo i Patronus”.

Dopo pochi secondi, due fenici argentee erano volate velocemente via da Hogwarts.

“Adesso dobbiamo pensare ad un luogo sicuro, insospettabile..”mormorai tra me e me.

 Prima che potessimo fare alcunché un Patronus a forma di gatto, appartenente a Minerva McGrannit, entrò nella stanza e così parlò: “Caramell ha appena terminato di interrogare Crouch jr. Insiste per farlo sorvegliare dai Dissennatori. Non c’è modo di dissuaderlo. Sarebbe gradito il vostro intervento”.

“D’accordo, penseremo dopo al posto, adesso vediamo di non farci bruciare il testimone”.

 

Ci precipitammo nell’ufficio di Moody dove di guardia trovammo Wiston e Amanda Roberts.

“Wiston, dov’è Caramell?”.

“è venuto a cercarvi insieme alla McGrannit e a Severus Piton. Credo fossero diretti in infermeria”.

“Crouch è ancora lì dentro, non è così?”.

“Si ma..il Dissenatore gli si è  scaraventato addosso e lui..beh..”.

“Cosa?”.

“Purtroppo Caramell ha insistito..”.

Scambiai un’occhiata fin troppo eloquente con mio padre. Questo voleva dire niente testimoni. Niente prove del ritorno di Voldemort.

“Ci siete solo voi due qui?”.

“Si. Dentro c’è solo Crouch in condizioni..non saprei nemmeno come definirle..”.

“Bene, papà tu raggiungi Caramell in infermeria. Io resto qui a parlare di Tu-Sai- Cosa  con loro”.

Mio padre annuì brevemente e poi scomparve dietro l’angolo a velocità supersonica.

“Di cosa devi parlarci?”chiese curiosa Amanda Roberts.

“L’argomento è delicato e confido nella vostra massima discrezione..”.

Ovviamente non avevo bisogno del loro consenso. Qualora si fossero trovati in disaccordo avrei scagliato contro un Confundus tanto potente da fargli dimenticare persino il nome Fenice. Tuttavia sapevo che usare la gentilezza in questi casi era utile per cui aspettai un loro cenno d’assenso.

“Bene, la faccenda è molto grave. Lord Voldemort stanotte è risorto. Non chiedetemi come, non ha importanza quando, dove o perché. Quelle saranno domande a cui risponderemo, sempre se potremmo trovare delle risposte, in un secondo momento, meno urgente di questo”. Feci una breve pausa per fargli elaborare la notizia ma erano Auror quindi erano addestrati a non farsi prendere dal panico.

“Ora, per sconfiggere Voldemort è necessario che non ci siano fughe di notizie, anzi, più agiremo nell’ombra meglio sarà. Per questo motivo lavorare solo sul fronte del Ministero è sempre stato molto rischioso e poco efficiente. Al contrario, degli Auror come noi, hanno il dovere di agire su più fronti, in particolare quello segreto. Io e mio padre stiamo istituendo un Ordine di maghi e streghe, Auror e non, pronto ad agire nella massima segretezza, a giurare fedeltà solo al Bene e a combattere Lord Voldemort a costo della vita. Questo vuol dire che non esisteranno orari, giustificazioni, pause, dimissioni o quant’altro. Ovviamente non ci saranno stipendi né premi né garanzie di vittoria. In compenso ci saranno molte notte insonni, pericoli, paure, perdite, sconfitte. Nessuna medaglietta ma molto onore e molto coraggio. Se vorrete entrare a far parte dell’ Ordine della Fenicie dovrete essere preparati a quello che vi aspetta. Dovrete fidarvi ciecamente dei vostri compagni di squadra, dovrete essere pronti ad affidargli la vostra stessa vita, dovrete rimboccarvi le maniche, essere disposti a spaccarvi la schiena, a mentire, a ferire, ad uccidere, se necessario. L’unica cosa che non dovrete fare mai è tradirci o mollare. Ora, la domanda che io vi pongo è: siete disposti ad entrare a far parte dell’ Ordine della Fenice?”.

“Si” esclamarono in coro, con aria seria.  Sorrisi. Li avevo addestrati bene quei pulcini.

“Siete assolutamente certi?”.

“Assolutamente”.

“Ricordate, non potrete dire a nessuno che fate parte dell’ordine, anzi, non potrete nemmeno parlare dell’Ordine al di fuori dei membri, chiaro?”.

“Certo, capo. Per chi ci ha preso?”chiese Amanda, fingendosi offesa.

“Bene, allora. Ci manterremo in contatto via Patronus. Niente gufo. Troppo lenti e troppo rischiosi”.

“Guarda che sei stata tu ad addestrarci, non te lo scordare”ribatté, facendomi l’occhiolino.  

“Ragazzi, sono orgogliosa di voi. Mi raccomando, non deludetemi. E potreste anche avvertire Kingsley?”.

“Ci può contare, capo”.

“A proposito, nell’ Ordine c’è un solo capo: mio padre. Per il resto, se volete più potere decisionale, dovrete conquistarvelo sul campo di battaglia”.

“Non aspettavo di sentire nient’altro di meglio”esclamò Wiston.

“A dopo, allora”.

Con un peso in meno, mi precipitai in infermeria. Già dal corridoio si sentivano le urla furibonde di mio padre e Caramell. Prima che potessi poggiare la mano sulla maniglia , un infuriatissimo Caramell uscì dall’infermeria, non mancando di lussarmi la spalla.

“Che sta succedendo?”esclamai esterrefatta entrando nella stanza.

“Caramell si comporta come un’idiota. Non vuole accettare che Voldemort sia tornato, nega tutto e si nasconde dietro un dito”dichiarò concisa Minerva.

“Che cosa?”strillai in preda all’ira. Feci per inseguire quel vigliacco ma mio padre mi fermò.

“Aryana, lascia perdere. È  del tutto inutile parlargli in questo momento. È cieco e ha la mente ottenebrata dalla paura”.

“Oh, Merlino! Tipico di quel codardo, ruffiano di Caramell. Consegnerà la comunità magica in mano a Lord Voldemort in meno di un anno, se siamo fortunati”.

“Suvvia non siamo catastrofici! A te spero sia andata meglio..”.

“Magnificamente,grazie”.

“Almeno una buona notizia..Allora, Molly, c’è del lavoro da fare come la scorsa volta. Siete dei nostri?”esclamò mio padre, riprendendosi subito dal litigio con Caramell.

“Certo”rispose prontamente. Bill, quando finiamo qui vai ad avvertire tuo padre..”.

“Bene, bene…Adesso, c’è qualcosa che tutti voi dovete sapere..”disse, mio padre facendo cenno a Sirius di trasformarsi.  “Prima che scoppi il panico, Sirius è innocente. Avete la mia parola. Non ha tradito nessuno, non era una spia e tanto meno un folle.  Ci darà una mano, esattamente come tutti gli altri”.

Dopo lo shock iniziale e soprattutto dopo la raggelante stretta di mano tra Piton e Sir, sentì come un bisogno impellente di dire tutto quello che era stato nascosto fino a quel momento. Visto che quello era il momento delle rivelazioni, perché non fare le mie?!

“C’ è dell’altro”dichiarai, attirando l’attenzione di tutti.

Mio padre sembrava aver già capito tutto, come al solito, e mi mise una mano sulle spalle per incoraggiarmi.

Sirius mi venne di fianco e intrecciammo le nostre mani. Molly ci guardava sconvolta. In quella stanza nessuno sapeva che io e Sirius eravamo sposati. 

“Lo dirò una sola volta perché odio ripetermi e non perché me ne vergogno,sia chiaro. Quattordici anni fa Sirius e io ci siamo sposati”dissi, mentre ignoravo gli altri e gli sorridevo, guardandolo negli occhi. “Ed io rimasi incinta subito prima che lui venisse arrestato. Io lo credevo come tutti voi colpevole e quindi potete immaginare il mio stato d’animo. Per cui quando non potei più nasconderlo, me ne andai dall’ Inghilterra. Ecco svelato il mistero della mia scomparsa”. Naturalmente omisi il luogo dove me ne andai. Svelare che ero un mezzo elfo, era troppo persino in quella giornata. “Un anno fa sono tornata in Inghilterra da sola perché sentivo che Voldemort si faceva sempre più forte e quindi volevo combatterlo oggi come ieri con tutte le mie forze. Poco tempo fa, però,  ho scoperto che Sirius era innocente e nello stesso tempo, per una pura coincidenza, ho fatto tornare James, è questo il suo nome, in Inghilterra”.

“Ad ogni modo, noi tre siamo una vera famiglia,adesso. L’unica cosa importante per ora è questa. Per i dettagli piccanti…ne parleremo in un momento più goliardico”concluse Sirius per me, vedendo che non potevo più continuare. Lui mi salvava sempre. Tutti risero della sua battuta e il clima si distese, per quanto fosse possibile in quelle circostanze, almeno.

“Severus, sai quello che devo chiederti. Sei pronto?”chiese mio padre discretamente a Piton ma il mio udito era ipersensibile. E così Piton avrebbe saltato nella fossa coi leoni. Per quanto mi riguardava, dovevo ancora capire se fosse un gladiatore o una belva.

“Bill, credo sia meglio che tu vada ad avvisare tuo padre e digli anche di prendere qualche contatto al Ministero.  Ary, voi due venite nel mio ufficio. Credo che riceveremmo molti messaggi a breve. Minerva, potresti far chiamare Madame Maxime e Hagrid e farli venire nel mio ufficio, non appena possibile? Harry, mi raccomando, riposati”disse, mio padre uscendo dall’infermeria. Dopo aver fatto un breve cenno di saluto ad Harry, seguimmo anche noi mio padre, mano nella mano.

Non appena la porta si fu richiusa dietro di noi, subito notammo molti gufi, dietro la finestra.

“E menomale che avevamo detto niente gufi..”esclamai sarcastica.

“Bene, dovremmo metterci a lavoro. Il contenuto delle lettere è chiaro:  vorranno delucidazioni che non possiamo dargli se non decidiamo immediatamente quando ma soprattutto dove dovrà avvenire la prima riunione dell’Ordine”sentenziò mio padre gravemente. Nel frattempo Sirius aprì la finestra per far entrare i volatili.

“Aspettate. Potrei..ma certo..posso mettere a disposizione la mia vecchia casa al numero 12 di Grimmauld Place. È disabitata da tempo, coperta da magia anti babbana e contro i nemici ed è insospettabile. Insomma è come andare a cercare nella tana del lupo”.

“Ottima idea, Sirius. Davvero un’ottima idea. Allora, tu e Aryana dovreste partire quanto prima per cercare di dare un’occhiata alle condizioni della casa, disporre incantesimi di difesa e quant’altro”.

“Certamente”esclamò raggiante.

“Adesso non rimane che decidere quando”.

“Io direi il prima possibile. Anche la settimana prossima, se possibile”.

“Bene, allora . Occupiamoci dei gufi”.

Dopo una mezz’ora buona, tutti i gufi avevano una risposta con le disposizioni necessarie.

D’un tratto bussarono alla porta e fecero il loro ingresso Madame Maxime e Hagrid. Un attimo prima Sirius si era trasformato in cane.

“Olympe, Rubeus…accomodatevi, prego. Ho una missione estremamente importante da affidarvi”dichiarò mio padre, serio.

“Papà, se non ti dispiace, io andrei nel mio ufficio. C’è una persona molto impaziente che mi aspetta.  Verrò qui quanto prima per i dettagli della mia partenza, intesi?”.

“Si, vai pure, Ary”.

Uscimmo in fretta dallo studio di mio padre per dirigerci nel mio. Era ancora notte ma entro un’ora si sarebbero intraviste le prime luci del mattino . Ormai tutti gli studenti erano rientrati nei propri dormitori ma evidentemente nessuno era sveglio. Nessuno avrebbe potuto dormire dopo quello che era successo quella sera.

Non appena aprì la porta subito Sirius si precipitò dentro e si trasformò.

“Non ne posso più di stare come un cane..”esclamò, ironico.

“Vedo con piacere che stai riprendendo lo spirito..”.

“Solo merito tuo”disse in elfico.

“Tu parli elfico?”esclamò James, sbucando dall’altra stanza.

“Certo. Me l’ ha insegnato tua madre”disse un po’ timido Sirius. “E mi ha anche detto che tu lo parli meglio di me e lei messi insieme”.

“Beh, Si. Me la cavo un po’ meglio di voi due vecchietti”.

Scoppiammo tutti a ridere. “Capisco che il mio aspetto possa ingannare ma tu aspetta di vedermi in forma, non sono tanto male, sai?”.

“In effetti la mamma mi ha detto che ti assomiglio molto quindi tutto questa magnificenza devo averla presa da te, giusto?”si pavoneggiò facendo una mezza giravolta.

“James!” esclamai sconvolta dalla sua arroganza.

“Dai, mamma, sto scherzando. Sto cercando di metterlo a suo agio..”disse, facendoci l’occhiolino.

“Tu lo sai che è tutta colpa tua, se è uscito fuori così, vero?”chiesi sarcastica a Sirius, a mo di rimprovero. 

“Perché tu invece sei la modestia personificata, non è così?”ribatté, ridendo.   

“Ok, adesso però basta giochetti. Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, per favore, mi spiegate cosa diamine è successo? Voglio i dettagli. E per favore, mamma, fai parlare lui. Vorrei fare un discorso tra  padre e figlio…senza offesa”.

Alzai le mani come per arrendermi. “Nessuna offesa, tesoro. Allora, mentre voi fate i vostri discorsi da uomini, io mi vado a fare una doccia…senza offesa”dissi, stampando un bacio ad entrambi e allontanandomi.

 

Sirius Black

 

“A noi due..”esclamai con tono di sfida.

Mi sorrise raggiante. Sembrava felice, quasi quanto lo ero io.

“E così tu saresti mio padre..”.

“Così pare..”.

“Ho sognato tutta la vita questo momento..”.

“Anche io, non sai quanto. Pensavamo entrambi di essere morti..”.

“Dunque, io un po’ di cose su di te ,le so. La mamma mi ha raccontato come vi siete conosciuti, come siete diventati Auror, le battaglie e il resto della storia. Solo che la narrazione si interrompe nel momento in cui tu sei ipoteticamente morto..penso che coincida con il fatto che ti abbiano arrestato. Per cui se non ti dispiace mi piacerebbe sentire il resto della storia da te”.

“Non mi dispiace affatto raccontartela. Però è meglio che ci sediamo. Sai, sarà una cosa un po’ lunga..”.

Ci sedemmo e io iniziai la mia storia. Parlai come non avevo più fatto da quattordici anni, parlai fino a quando non mi divenne la gola secca, parlai con il cuore in mano, descrivendo la più piccola sensazione, il più piccolo dettaglio, senza vergogna. Perché lui era me ed io ero lui. Eravamo padre e figlio, per la prima volta insieme. E parlò anche lui..per quasi un’ora ininterrottamente..ma a me parvero fin troppe poche informazioni. In fondo dovevamo recuperare una vita di mancanze. Ma ci sarebbe stato tutto il tempo...

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Capitolo 33
*** Alba ***


Scusate ma questo periodo è un delirio. Ora come ora aspetto solo le vacanze di Natale per un pò di pace. Comunque..ecco qui questo brevissimo capitolo...ho deciso di rimandare l'intermezzo su James per questioni pratiche..quando la storia giungerà ad un punto meno incasinato lo aggiungerò anche se prima dovresi scriverlo...XD....Vi lascio alla lettura e mi raccomando...RECENSITEEE!!!Siete pochi ma buoni!

Hogwarts -  25 Giugno 1995

Sirius Black

“Ehi, guarda fuori dalla finestra!”esclamai, interrompendo James, intento a raccontarmi di quando aveva preso in mano una spada per la prima volta.
“Cosa dovrei guardare?”chiese, curioso.
“È l’alba”dichiarai come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 “Quella di Shantaram è dieci mila volte meglio” sbuffò, prendendomi in giro.
“ Forse hai ragione ma non tieni conto del valore affettivo. Non hai idea di quante volte io e i  Malandrini l’abbiamo attesa svegli”dissi nostalgico.
“Ti mancano molto?”.
“Già..”.
“Almeno tu ce li hai avuti degli amici..”sospirò un po’ serio un po’ sarcastico.
“A Shantaram..”provai a chiedere ma mi interruppe subito.
 Si strinse nelle spalle e disse: “Si, ma non è la stessa cosa. Non è come avere degli amici..normali..umani. È
 diverso. Sai com’è lì…sono tutti troppo seri”.
Scoppiai a ridere, seguito a ruota da James. Mi accorgevo solo adesso che avevamo una risata molto simile..tra le tante altre cose.
Rimanemmo in silenzio ad osservare l’alba e io ne approfittai per sprofondare nei miei pensieri.
Il mio cuore galoppava a redini sciolte da un bel po’ ormai..
Non era stato per niente inutile lottare per rimanere in vita. Prima, quando ancora ero rinchiuso ad Azkaban, pensavo che fosse solo codardia, non avere il coraggio di farla finita con quell’ esistenza inutile. Poi , quando evasi, credetti che la cosa che mi teneva ancora in piedi fosse voglia di giustizia, la voglia di vendicare i miei amici. Le cose incominciarono a cambiare dopo che incontrai gli occhi di Harry. In quel momento capii che dovevo rimanere vivo…per lui, per suo padre, per sua madre. E lottai con tutte le mie forze per adempiere al mio dovere da padrino ma sentivo che mancava qualcosa.
Mancava il fattore felicità che invece avevo riottenuto solo adesso. Adesso sentivo la mia vita piena, in pace, o almeno, sentivo che poteva diventarlo. Gli elementi c’erano tutti.
Quando tornai alla realtà e mi voltai verso James, scoprì che si era profondamente addormentato, con la testa appoggiata alle braccia incrociate sul tavolo. Per esperienza personale sapevo che risvegliarsi dopo aver dormito in quella posizione per ore non era esattamente la cosa più piacevole del mondo, per cui lo presi di peso e lo poggiai sul divano, senza che lui si accorgesse di niente. Un’ altra cosa che avevamo in comune: se dormivamo, niente poteva svegliarci.
Rimasi a guardarlo per un po’  e ripensai un momento al fatto che quello era mio figlio.  Fino a poco tempo fa mi credevo un uomo distrutto e finito e invece la vita aveva qualcosa di meglio in serbo per me.  Qualcosa di meraviglioso…
Sentii due braccia abbracciarmi da dietro e il profumo inconfondibile di Aryana invadermi.
“Credevo che non la finiste più di parlare..”sbuffò capricciosa, facendomi voltare verso di lei.
“Hai origliato la nostra conversazione?”esclamai fingendomi scioccato.
“Come ogni bravo Auror, devo conoscere i miei nemici. Sarete due uomini contro di me, ora. Dovrò almeno prendermi dei vantaggi, no? E comunque stai tranquillo, non ho ascoltato tutta la conversazione. Come potevi pretendere che mi sorbissi per l’ennesima volta i vostri aneddoti, triti e ritriti da millenni? Quante migliaia di volte l’avrò sentita la storiella della finale di quidditch?”.
“È inutile che sfotti, elfo. Sei solo gelosa..”.
“Gelosa, io? Di un cane pulcioso come te? Non farmi ridere..”disse, tirandomi a sé e baciandomi.
“Ary, sono preoccupato”mormorai mentre la stringevo al mio petto.
“Anch’io ma non posso fare a meno di essere felice..per noi”.
“E come potremmo non esserlo?”.
“Tra poco dovrò andare nell’ufficio di mio padre a stabilire i dettagli della nostra partenza. Dovremmo raggiungere Grimmauld Place il più in fretta possibile. Penso anche che dovrò presentare le dimissioni a Caramell..”.
“Cosa? Perché? La tua presenza all’ interno del Ministero è importantissima per l’ Ordine”.
“Forse fino a ieri ma dopo stasera… Dopo il litigio furibondo con mio padre, il codardo farà scendere la nostra credibilità sotto zero. Lavorare ancora al Ministero sarebbe solo un pericolo, mi terranno sotto torchio. Preferisco investire il mio tempo e le mie energie per qualcosa di più proficuo”.
“In effetti hai ragione. Io invece stavo pensando a cosa farà James..”.
“Che domande…starà con noi. Dove vuoi che vada?!”.
“Io veramente pensavo che potremmo mandarlo ad Hogwarts l’ anno prossimo”.
Scoppiò a ridermi in faccia. Io non feci una piega.
“Aspetta, ma sei serio?”esclamò notando la mia espressione.
“Perché no? Potremmo dargli un falso nome e inventare una storia convincente sul suo passato. Così facendo, gli faremo vivere almeno un’adolescenza normale, in compagnia dei suoi coetanei, si farà degli amici e poi…l’ hai detto tu stessa che non c’è posto più sicuro di Hogwarts”.
“Prima di tutto, l’ho detto quando Voldemort non era ancora tornato. Ormai nessun posto lontano da noi è sicuro per lui. E poi non stai trascurando dei dettagli? Per esempio, che non servirà a niente cambiare il suo nome visto che è del tutto identico a te? Credi che nessuno se ne accorgerà? E per di più non voglio che James abbia storie da occultare o segreti inconfessabili.  Non voglio che sia costretto a mentire”.
“Ma se non fa altro da tutta la vita? Lo tieni nascosto a Shantaram in mezzo agli elfi e sai benissimo che non potrà raccontarlo mai a nessuno. Questo non è mentire?”.
“Come fai a rinfacciarmelo? Come ti permetti?”.
I nostri toni si erano alzati da un bel pezzo.
“No, no..scusa..non volevo dire questo..è solo che..non voglio tenergli le ali tarpate”.
“E invece a me piace, no?”.
“Non sto dicendo questo. Sto dicendo che il rischio c’è ma non  puoi impedire a quel ragazzino di vivere la sua vita solo per la paura”.
“Tu non ti rendi conto di quello che dici. Qua non si tratta di paura. Si tratta della certezza di una catastrofe. Se io faccio uscire James da questa stanza, scoppierebbe il finimondo. Diventeremmo il fenomeno da baraccone del secolo”.
“Ma da quand’è che ti importa cosa pensa la gente?”.
“Tu credi che sia questo? Credi che si riduca tutto a cosa pensa la gente. Forse ti sfugge qualcosa. Se si viene a scoprire una cosa del genere, ci saranno delle ripercussioni molto gravi, soprattutto per l’ Ordine. Innanzi tutto, mio padre perderebbe la stima e la fiducia di gran parte della comunità magica, per non dire tutta.  Secondariamente, la tua posizione potrebbe aggravarsi ulteriormente e la tua taglia sarà davvero la cosa più appetibile in Inghilterra.  Io verrei arrestata nell’immediato per aver mentito tutti questi anni riguardo i nostri rapporti e potrebbero anche accusarmi di favoreggiamento o che so io”.
“Stai ingigantendo la situazione..”.
“Io sono realista. Se dovessero prenderti, metti a rischio tutti non solo te stesso”.
“Cosa c’entra James con la mia situazione?”.
“Nel momento stesso in cui lo vedranno, capiranno chi è, non lo capisci? E come pensi di spiegare tutti questi anni di silenzio?”.
“Ti comporti come se la tua parola valesse più della mia”.
“Non si tratta di potere decisionale. Qui si sta parlando di buon senso. James non può avere una vita normale perché lui non è normale. Noi non siamo normali. Io sono un mezzo elfo con poteri fuori dal normale, che scompare e riappare da non si sa dove, figlia di un ultracentenario che si comporta come un pazzo agli occhi della comunità magica. Tu sei un latitante, potenzialmente pericoloso, un pazzo assassino e sei anche un Animagus non registrato. James è un ragazzino di tredici anni che parla l’ elfico, si destreggia con la spada e fa delle magie impensabili per molti maghi adulti e ,ciliegina sulla torta, nessuno sa che esiste. Che vita normale potrebbero mai avere dei tipi del genere?...E non ridere!”esclamò mentre io mi piegavo in due dalle risate. Mi seguì a ruota, prendendomi a schiaffi per gioco.
“Smettila. Non c’è niente da ridere”.
“Ma che razza di famiglia siamo?”chiesi tra le risate, attirandola a me.
“Siamo delle persone pericolose..matte da legare..dei loschi figuri da evitare accuratamente…brutta gente da tenere a distanza”continuò ridendo.
“È stata proprio ingiusta la vita con noi, eh?”dissi asciugandomi le lacrime.
“ Ci sono persone che stanno peggio..”.
“E chi per esempio?”chiesi sarcastico.
“Frank e Alice” disse sommessamente.
“Sei andata a trovarli in questi anni?”.
“Non come avrei dovuto. Troppe poche volte. Non mi hanno neanche riconosciuto”.
“Ehi, noi non permetteremo che accada ancora a qualcuno di noi, chiaro?”dissi prendendole il viso tra le mani.
“È facile dirlo adesso Sir, ma quando tutto ricomincerà davvero, sarà diverso”.
“Adesso non pensiamo a niente, ok? Viviamo questi momenti di apparente calma prima che si scateni tutto il putiferio, d’accordo?”.
Annuì con la testa, dolcemente.
Mi ero sempre meravigliato dell’effetto che facevo ad Aryana. Lei era una creatura così fiera, orgogliosa, altezzosa, austera…poi invece con me sembrava così..fragile. La qual cosa mi faceva impazzire. Mi dava la consapevolezza del fatto che lei fosse mia, solo mia. Eravamo come adrenalina e dopamina insieme.
“Devo andare..”sussurrò stampandomi un bacio a fior di labbra.
“Torna presto da me..”.
“Tranquillo, io non sono mica te che quando dici che torni poi non torni più”.
“Ehi, elfo, non succederà mai più. È una questione di statistiche. Se ci è capitato una volta, le probabilità che ci accada di nuovo un fatto così tremendo, sono vicino allo zero”.
“È quel vicino che mi preoccupa”sbuffò allegra, chiudendosi la porta alle spalle.
Per fortuna non sapevamo ancora quanto ci dovessimo preoccupare per quel vicino

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Capitolo 34
*** Quartier Generale ***


Eccoci qui con un nuovo chap!!Innanzi tutto ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti e tra le seguite, i vecchi fedeli e i nuovi recensori ()...
La storia slitta di qualche settimana e arriva direttamente all' Agosto del 1995, più o meno il periodo dell'udienza di Harry...ma non vi preoccupate non vi troverete disorientati (o almeno lo spero). In ogni caso delle piccole annotazioni per non farvi confondere:
1. La famiglia Black e i Weasley si sono trasferiti in pianta stabile a Grimmauld Place (almeno per le vacanze estive)
2. Aryana si è licenziata dal Ministero e continua il suo lavoro per l'Ordine anche se nel frattempo lei
e Albus stanno indagando in segreto sul passato di Voldemort per avere conferma della loro teoria sugli Horcrux.
Chiarito questo, RECENSITEEEEEEE!!!!
Buona lettura. Baci, Ile.

Casa di Aryana Silente, Londra Agosto 1995

Aryana Silente

“Non credo sia una buona idea”rispose conciso mio padre, tornando a sorseggiare la sua tazza di the.
“Perché no?”chiesi esasperata,lasciandomi andare su una poltrona del salotto di casa mia.
Ormai era da ore che io e Albus discutevamo in modo acceso.
Era passato poco più di un mese dal ritorno di Voldemort e non era raro che prima di tornare a Grimmauld Place per la notte, mi fermassi nella mia ormai ex casa a fine giornata, prima di tutto perché tutti dovevano credere che io vivessi ancora lì e poi c’era un’ altra buona ragione. Infatti non si poteva parlare di certi argomenti con tutti i componenti dell’ Ordine, anzi, con nessuno.
Mio padre aveva insistito per tenere segreta la faccenda degli Horcrux, che, per il momento, rimaneva solo una spaventosa teoria. In attesa di conferme, oltre alle normali missioni di spionaggio e di reclutamento, io e mio padre avevamo un compito: indagare da cima a fondo ogni più piccolo particolare della vita di Tom Riddle, dalle origini della sua famiglia fino alla presa di potere. Ma tutto quello che eravamo riusciti a scoprire era quello che più o meno sapevamo già, solo con qualche dettaglio in più.
“Aryana, addentrarci nelle sue memorie è la cosa più importante ed utile che possiamo fare, almeno fino ad ora”disse pacato Albus, riposando la tazza di the sul basso tavolino di fronte a lui.
“Si ma dovremmo trovare delle prove concrete, non fantomatiche congetture”.
“Oh, se ti aspetti di trovare delle prove concrete, forse ti è sfuggito che stiamo parlando di Lord Voldemort”.
“La verità è che sono solo stanca di andarmene in giro ad interrogare ogni mago o babbano che sia entrato minimamente in contatto con lui e che possono fornirci solo dettagli insignificanti..”.
“Insignificanti? Un giorno qualcuno disse che il diavolo è nel dettaglio..”mi sorrise con aria complice.
“Piuttosto, facciamo il punto della situazione, così possiamo finalmente tornare a Grimmauld Place per un’altra noiosissima riunione. A proposito, oggi arriva Harry,no?”.
“Esattamente…”.
Prima che potesse aggiungere qualcos’altro un giaguaro argentato entrò nel salotto: il Patronus di Winston, così parlò: “Sturgis Podmore è stato arrestato mentre cercava di forzare una porta dell’Ufficio Misteri, stiamo ancora cercando di capire cos’è successo. Aryana, è meglio se ci raggiungi, con il mantello dell’invisibilità”.
“Sturgis stasera non era di guardia?”chiese mio padre allerta.
Annuì con la testa mentre recuperavo la bacchetta e il mio mantello dell’invisibilità.
“Tiger non aveva mentito, Voldemort sta davvero cercando di mettere le mani sulla profezia”.
“Certo che non ha mentito, la mente di un uomo non può mentire. Quando ho guardato dentro di lui gli intenti di Voldemort erano chiarissimi: lui vuole togliere di mezzo Harry e per farlo ha bisogno della profezia, o almeno, questo è quello che crede lui”dissi, mentre mi sbarazzavo del the. “Dovremmo intensificare i turni di guardia..”.
“Non posso pensare che Sturgis fosse una spia..l’avranno necessariamente maledetto”mormorò mio padre.
“Questo lo scoprirò tra poco, ci vediamo al quartier generale”esclamai, smaterializzandomi.


Ministero della Magia- Ufficio Auror


“Winston..”gli sussurrai all’orecchio ignorando il suo sussulto. L’ Auror era seduto alla sua scrivania,intento a scrivere febbrilmente, inquieto e vigile, come il resto dei presenti d’altronde.
Tutti l’ ufficio Auror era stato convocato: metà di loro,tra cui Winston, era stata incaricata di insabbiare la notizia in tutti i modi possibili, soprattutto facendo pressioni sulla Gazzetta; l’altra metà invece doveva tenere d’occhio Sturgis e cercare di farlo parlare, o meglio, di non farlo parlare. Meno si sapeva, meglio era.
“Dov’è lui ora?”chiesi con un fil di voce.
“È nell’ufficio del capo. Per adesso è solo, a fare la guardia davanti alla porta c’è solo Amanda ma tra dieci minuti dovrebbero interrogarlo quindi ti conviene andare subito”.
Senza farmelo ripetere due volte, sgattaiolai dalla scrivania di Winston all’ Ufficio di Rufus Scrimgeour, il capo del Dipartimento Auror ergo il mio sostituto.
Strattonai il braccio di Amanda per avvertirla della mia presenza, dopo il suo breve cenno, aprì cautamente la porta ed entrai.
Avvertii una strana sensazione non appena entrai nel mio ormai ex ufficio. Era molto diverso da come l’avevo lasciato. Non era più pieno di libri o oggetti magici, non c’era più quell’atmosfera da vecchia scuola, a dire il vero sembrava molto vuoto e impersonale, non che il mio fosse esattamente il posto più accogliente del mondo,ma aveva un suo stile, il mio tocco elfico.
Sturgis Podmore era seduto in maniera scomposta sulla sedia dietro la scrivania. Era in evidente stato confusionale. I suoi occhi andavano da una parte all’altra ad una velocità innaturale, la bocca era spalancata e il corpo si muoveva a scatti. Non c’era bisogno che usassi il mio potere per ricostruire la faccenda, il terrore nei suoi movimenti parlava da solo: Maledizione Imperius. Qualunque Auror, degno di chiamarsi tale, l’avrebbe riconosciuta. Tuttavia, decisi di tentare comunque. Senza rivelare la mia immagine, mi posi di fronte a lui e lo fissai intensamente negli occhi.
Niente. Nessun ricordo che potesse rivelare il suo aggressore, solo una gran accozzaglia di rumori e di immagini sfocate, senza alcun nesso logico.
Uscii dalla stanza esasperata. Quella era stata una lunghissima giornata, conclusa con un buco nell’ acqua. Mi accostai ad Amanda e le bisbigliai: “Voglio avere subito una lista delle persone che sono entrate al Ministero stanotte. Sturgis ha agito sotto effetto della Maledizione Imperius, dobbiamo scoprire chi è stato. Quando l’hai ottenuta ci vediamo all’ingresso, accanto all’ultimo camino, come al solito, per andare alla riunione. Dì a Winston che rimarrà lui stanotte a fare da guardia all’ Ufficio Misteri,intesi?”.
Aspettai il suo cenno d’assenso poi mi dileguai.


Grimmauld Place numero 12, Londra


Sirius Black

Ormai mancava solo lei. Tutti i membri dell’ Ordine erano stipati in cucina in maniera ufficiosa, meno quelli di guardia. L’ ennesima tediosa riunione dell’ Ordine era cominciata da un bel pezzo. Persino Albus Silente, seppur in uno spaventoso ritardo, ci aveva raggiunto. Aveva borbottato qualcosa a proposito di Sturgis Podmore ma aveva detto che avrebbe aspettato Aryana per un quadro più specifico della faccenda. Scontato. Ogni volta la stessa storia. Ormai era diventata un’ abitudine fastidiosa tutto quel mistero, quella complicità. Quella situazione mi rendeva cupo e di malumore. Perché accidenti dovevano sempre farsi aspettare? Cosa dovevano dimostrare? Che loro hanno maggior impegni, incarichi della massima importanza, che sono il fulcro di quel maledettissimo Ordine? Perché dovevano sempre..distinguersi? Che poi era esattamente ciò che avrei voluto fare io.
La verità è che ero geloso, dannatamente geloso e ferito nell’ orgoglio. Loro due se ne andavano scorrazzando per tutta l’Inghilterra, in nome di missioni top secret mentre io rimanevo chiuso in quella stramaledettissima casa a fare le pulizie in compagnia dell’ insopportabile quadro strillante di mia madre e degli impolverati e ingombranti cimeli della famiglia Black e a sopportare quell’insulso, viscido serpente di Piton con tutta l’aria boriosa di chi possiede un incarico della massima importanza. Pallone gonfiato. Come se ci fosse da andare fieri di essere il cocco di Voldemort. Meglio morti che spie.
L’unica mia consolazione era James che sembrava stare peggio di me. Passavamo le nostre giornate a scambiarci sguardi a metà tra l’infuriato e il malinconico. Ormai non c’era neanche più bisogno di parlare tra di noi, anzi, parlare era addirittura scocciante perché faceva ancora più male. Per due tipi orgogliosi come noi due, esternare i propri sentimenti , specie se negativi, era qualcosa da evitare accuratamente.
A risollevarmi leggermente il morale ci avrebbe pensato l’arrivo di Harry, appena introdotto in casa, ma che ancora non avevo avuto l’occasione di incontrare infatti la riunione non era ancora terminata.
Senza l’arrivo fondamentale di Aryana, ovviamente, non si poteva andare avanti per cui fino a quel momento si era parlato come al solito di turni di guardia, pedinamenti e altre banalità del genere. Io e Mundugus stavamo per addormentarci sul tavolo.
All’improvviso la porta della cucina si spalancò: Amanda e Aryana fecero il loro ingresso trionfale.
Mi dedicò un sorrisino a metà tra il dolce e il malizioso. Ricambiai con un ghigno. Il fatto che lei fosse così dannatamente dolce, comprensiva e sexy era solo un motivo di irritazione in più.
“Imperius?”esclamò Albus, ancor prima che Aryana o Amanda dicessero qualcosa.
Ecco, di cosa stavo parlando prima. Perché non poteva aspettare che Aryana parlasse?NO, lui doveva sempre sottolineare, seppur involontariamente ma poco importava, che lui ne sapeva di più, che aveva il suo rapporto speciale.
Ero nero.
“Proprio così ma c’è dell’ altro”.
“Potreste spiegare anche a noi comuni mortali?”intervenni con un sorrisino sarcastico.
“Sturgis Podmore è stato arrestato perché cercava di introdursi nell’Ufficio Misteri. Era sotto Imperius. Molto probabilmente sarà portato ad Azkaban,nonostante sia palese che non era in sé. Naturalmente per il Ministero è molto meglio credere al fatto che Sturgis sia un ladro qualunque piuttosto che ammettere che una spia di Lord Voldemort si sia introdotta al Ministero e abbia attaccato un’ Auror” disse Amanda Robert, prendendo posto.
“L’ hai setacciato?”chiese Remus ad Aryana.
Quell’ espressione fece apparire un debole sorriso sul mio volto. Era un vecchio modo di dire che io e Aryana avevamo inventato durante la prima guerra, quando entravamo a casa dei Mangiamorte e lei usava il loro potere su di loro dopo che io li avevo schiantati. Passava al setaccio i loro ricordi in modo da scoprire ogni loro piccolo segreto. Un velo di malinconia scese sul mio cuore quando realizzai che adesso non lavoravamo più come una squadra e lei aveva setacciato senza di me.
“Si ma come ha detto Amanda era sotto Imperius per cui era in uno stato confusionale che addirittura risaliva alla mattina prima quindi ciò può farci supporre che l’ Imperius è stata fatta da un mago molto abile, abituato a fare questo genere di incantesimi”.
“O che la maledizione fosse stata fatta la mattina prima”suggerì Tonks.
“Impossibile. Ho parlato con Sturgis a pranzo e me ne sarei accorta se fosse stato sotto l’ effetto di un Imperius. Ad ogni modo, Amanda si è procurata una lista di tutti i maghi che sono entrati al Ministero in serata e indovinate un po’?! Lucius Malfoy era presente e fra tutti i maghi è decisamente il più appetibile”rispose prontamente Aryana.
Un mormorio si diffuse velocemente per tutta la cucina.
“Aspetta, ma allora abbiamo la conferma che Voldemort voglia proprio la profezia?”domandò Remus.
“Assolutamente”.
Malocchio si lasciò sfuggire un basso ma sonoro fischio.
"Si ma questa non è una novità, no?! Piuttosto come mai Malfoy se ne andava in giro senza che qualcuno gli stesse alle calcagna?”esclamai.
“In realtà lo seguivamo noi ma..capisci che non possiamo stargli addosso a vista. Se è al Ministero è scontato che stia lavorando, non possiamo seguirlo in ogni stanza per la quale si muove. È un uomo astuto, lo capirebbe”esclamò Amanda.
“Ho capito ma non può sfuggirvi il fatto che in tarda serata sia ancora a lavoro e passeggi indisturbato lanciando maledizioni ai nostri”ribattei inviperito.
“Veramente Lucius Malfoy sta spesso in ufficio fino a tardi, lo sapresti se lo avessi sorvegliato anche tu, come il resto di noi”rispose acida.
La trafissi con lo sguardo.
“Basta così. Non è il momento di attaccarci su queste stupidaggini. Piuttosto, notizie di Hagrid e Madame Maxime?”disse Moody, riportando una calma apparente.
“Sembra abbiano intravisto Rookwood tra le montagne”disse Aryana mestamente.
“A questo punto la vedo dura, Albus. Insomma, obbiettivamente, Voldemort può offrire loro doni alla lunga più vantaggiosi di un legame d’amicizia tra le nostre comunità”esclamò Arthur.
“Noi, comunque, non perdiamo le speranze. In fondo sono ancora in viaggio,c’è ancora molto tempo a nostra disposizione”.
“Strano, pensavo fosse proprio quello che ci mancasse”bisbigliai ironico tra me e me.
Non appena Silente si fu alzato, subito tutto il resto dei presenti fece altrettanto.
La riunione si era ufficialmente conclusa.
Nonostante Aryana fosse accanto a me, mi allontanai. Volevo che fosse lei ad avvicinarsi: una piccola rivincita che avrebbe scosso il mio ego, ormai condannato al coma più profondo. Mi accostai a Mundugus, l’unico che riuscivo a sopportare ben volentieri perché non parlava mai del lavoro per l’Ordine. Non deluse le mie aspettative e iniziò a blaterare riguardo il suo traffico illegale di alcool babbano.

Aryana Silente


“Ci vediamo tra sei giorni a casa mia per leggere tutti i rapporti e fare il punto della situazione su quell’altra faccenda di cui sai solo tu, d’accordo?”chiese mio padre, trascinandomi in un angoletto della cucina.
“Certo. Nel frattempo cosa farai?”.
“Quello che faccio sempre, cerco di diffondere il verbo”disse sarcastico.
“Quindi sono libera per quasi una settimana, o sbaglio?”.
“Beh, libera è una parola grossa. Diciamo che potrai rimanere a dirigere i lavori da qui. Mi raccomando, per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi anche se so già che non ce ne sarà bisogno”.
“D’accordo. Ah, un’ultima cosa. Sei sicuro di volerti prendere tu la responsabilità della difesa di Harry all’ udienza?”.
“Ma certo. Anche se mi considerano un pazzo, ho delle ottime carte da giocare, stai tranquilla. E poi Amelia sta già cercando di far ragionare il Wizengamot,ovviamente all’insaputa di Caramell e con molto cautela, quindi puoi dormire tra due guanciali”.
“Bene. Adesso ,se non ti dispiace, vado a consolare il mio scontroso e infuriato maritino”esclamai sarcastica, allontanandomi.
Sirius stava scherzando con quel balordo di Mundugus, come al solito. Come diceva quel detto babbano, chi si assomiglia si piglia. Tra canaglie ci si riconosce.
“Ehi..”trillai sorridente mentre gli afferravo la mano e lo facevo voltare verso di me. Anche se in realtà ero a pezzi, cercavo di trasmettergli un po’ di energia positiva. Sapevo che lui stava peggio di me quindi strinsi i denti e feci quello che facevo ormai quasi ogni sera per consolarlo.
Mi lanciò un breve sguardo, ghignante, e poi prese a guardarsi intorno indispettito e incurante dei miei baci impazienti sul suo collo. Teneva la testa alta in modo che non potessi arrivare alle sue labbra e si divertiva vedendomi affannata e desiderosa di lui. Era il suo gioco-vendetta personale. Devo dire che non mi dispiaceva viziarlo un po’,farlo sentire al centro dell’attenzione, fargli capire che avevo bisogno di lui più d’ogni altra cosa al mondo. In fondo ero pronta a mettere il mio immenso orgoglio da parte, se questo lo faceva sentire meglio..
“Ne hai ancora per molto?”gli chiesi, afferrandolo per il viso e puntandolo verso di me. “Voglio un po’ d’attenzione”proruppi sensuale.
“Ma come? Non ne ricevi già abbastanza da tutti quanti? Quel Winston non ti leva gli occhi di dosso e se ne sta tutto il tempo in giro con te, scodinzolando. Non ti basta la sua di attenzione?”.
“Sei sexy quando fai il geloso, lo sai? M’interessa la tua d’attenzione”dissi,stringendolo con le braccia a me. Riuscii a fargli apparire un debole sorriso sulle labbra e, approfittando di quel breve momento, lo attirai a me e lo baciai appassionatamente. Non poteva non ricambiare. Ora, era di nuovo al guinzaglio.
“Non vale così..”soffiò ad un centimetro dal mio naso dopo essersi staccato dal nostro breve ma intenso incontro ravvicinato.
“Da quando in qua ci sono regole?”lo canzonai divertita mentre giocherellavo con i suoi capelli.
“Com’è andata la giornata?”disse un po’ controvoglia ma vinse la sua curiosità.
“Stancante. E la tua?”.
“Noiosa”disse storcendo la bocca in una strana smorfia.
“Oh! Ho una bellissima notizia..Resterò chiusa qui dentro con te per sei lunghissimi giorni, fino al giorno dell’ udienza”.
Vidi i suoi occhi illuminarsi ma non si sbilanciò, come al solito.
“Neanche un mese di lavoro e già ti prendi le ferie..non me l’aspettavo da te, elfo”.
“Lo sai che starti lontana mi logora..”scherzai ma con tono suadente.
Il ghigno divertito e malizioso sulla sua faccia decretava la fine del nostro gioco che ,come al solito, non aveva visto né vinti né vincitori: io ero riuscita nel mio intento e mi sarei goduta il resto della serata in santa pace e lui non aveva più l’aria da cane bastonato e, se i miei piani si fossero rivelati buoni, non l’avrebbe avuta per tutta la settimana. Di solito il nostro giochino durava molto di più ma le cose quella sera erano andate meglio del previsto, forse per il ritorno di Harry o forse anche per un fastidioso cimelio dei Black nella spazzatura, chi poteva saperlo? Neanche il tempo di pensarlo e già Walburga Black urlava come una forsennata per tutto l’ingresso.
Buttai gli occhi al cielo e staccai malvolentieri le braccia dal collo di Sirius che, insieme a Remus, accorse verso il quadro impazzito.
Feci appena in tempo a vedere la chioma spettinata e l’inconfondibile, verdissimo sguardo di Harry, prima che un furioso James Albus Black si chiudesse la porta della cucina alle spalle con un tonfo, rovinandomi la visuale.
Ci risiamo..secondo round.
“Dove sei stata tutto il giorno?”.
“Ciao mamma, come stai, come ti è andata la giornata?”cantilenai sarcastica.
“È inutile che fai la spiritosa. Avevi detto che tornavi per pranzo e invece mandi sempre quegli stupidissimi e insopportabili gufi per disdire”.
“Hai ragione. Mi dispiace ma c’è stata un’emergenza e..”.
“C’è sempre un ‘emergenza da quando siamo arrivati qui. A parte la prima settimana praticamente ti vedo solo qualche minuto di sera”mi interruppe rude.
“Ehi, lo so che ti sto trascurando, ok? Però ho una buona notizia per il mio principe”dissi, sorridente.
“Quale sarebbe? Un’ altra delle tue promesse non mantenute?”.
“No. Questa settimana sarò tutta per te, d’accordo? Poco lavoro e starò sempre a casa”.
“Davvero?”disse addolcito ma con aria guardinga.
“Assolutamente”conclusi, abbracciandolo.
Si dimenò come in preda a un attacco di vespe. Odiava essere abbracciato. In realtà odiava qualsiasi tipo di smanceria ma la verità è che mi adorava ed era super geloso. Esattamente come suo padre.
La porta della cucina si spalancò e fecero il suo ingresso tutti gli invitati per la cena, compreso la novità della serata: Harry.
Afferrai la spalla di James e feci un gran sorriso ad Harry che ricambiò, avvicinandosi.
“Ciao Harry, come stai?”.
“Un po’ scombussolato”rispose senza togliere gli occhi di dosso a James.
Non si erano ancora presentati, nonostante l’uno sapesse dell’ esistenza dell’ altro.
“Immagino tu sappia chi sia”proruppi, indicando James con gli occhi.
“Oh, si..ciao James, io sono Harry”disse imbarazzatissimo, tendendogli la mano.
“So chi sei”disse sicuro di sé J, afferrando la sua mano e sorridendogli incoraggiante.
Non potevano essere più diversi quei due…
Eppure c’era qualcosa di così…familiare…
“Bene, adesso che sono state fatte le presentazioni direi che possiamo prepararci per la cena”esclamai entusiasta, lasciandoli soli con il cuore improvvisamente più leggero.


Sirius Black


“Stai pensando la stessa cosa che penso io?”bisbigliò al mio orecchio Aryana, infilandosi sotto le coperte con me.
“Dipende..”risposi incupito.
“Non mi dire che te la stai prendendo per il litigio con Molly! Lo sai com’è fatta, è iperprotettiva”.
“Lo so ma..io non capisco come si fa a trattare Harry ancora come un bambino dopo tutto quello che ha passato. Questa assurda fissazione di tuo padre di non dirgli niente è incomprensibile per me”.
“Sir..ti prego,sai come la penso. Anche se ha tante esperienze non significa che dobbiamo sovraccaricarlo di responsabilità in più”.
“Tuo padre tende sempre a nascondere le cose, a tenere segreti, l’hai notato,no?”
“Tu sei solo geloso. Non ti teniamo nascosto niente. Solo delle teorie che sarebbe meglio non diffondere in giro”.
“Forse ti è sfuggito il fatto che io non posso andarmene in giro. Marcirò qui dentro insieme a tutti i miei dannati segreti”.
“Sirius, te l’ho già detto, sono solo congetture sul passato di Voldemort. Niente di concreto. Quando troverò qualcosa da raccontarti, te la dirò. Per ora non abbiamo nulla”.
“Io odio avere dei segreti con te”.
“Non ne abbiamo, ok? Adesso potremmo parlare di qualcosa di più allegro, per favore?”gorgheggiò accoccolandosi tra le mie braccia.
“Ad esempio?”chiesi rude.
“Ad esempio a come vanno d’accordo James e Harry. Sai chi mi ricordano?”.
“Chi?”.
“Un certo Sirius Black e un certo James Potter, non so se ti suonano familiari questi nomi”.
Sorrisi. In realtà era la stessa cosa che avevo pensato per tutta la sera, senza levargli lo sguardo di dosso.
“Era un sorriso o sono impazzita?”chiese ironica.
“Elfo, smettila. Sono davvero irritato con te. Non mi piace per niente questa specie di inciucio tra te e tuo padre mentre mi lasci fuori”.
Per tutta risposta mi salì sopra a cavalcioni.
“Sta diventando noiosa questa tua paranoia insensata, lo sai?”mormorò, sbottonandomi la camicia e accarezzandomi il petto con le mani. “Sir…basta fare il burbero..godiamoci questa settimana in santa pace poi potrai pure tornare ad essere arrabbiato con me, d’accordo?”miagolò mentre mi baciava dappertutto.
Non ci fu bisogno di dire altro. In un lampo le levai la camicia da notte di dosso in maniera forse un po’ troppo scorbutica e la misi sotto mentre lei cominciava a ridere divertita.
Guardando i suoi magnifici occhi, dimenticai la mia rabbia insieme a qualsiasi altra cosa, persino il mio nome.

Mi facevo cullare dalle sue risate e dai suoi gemiti mentre perdevo me stesso dentro di lei.


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Capitolo 35
*** Telepatia ***


Scusate per il ritardo ma questo è un periodo delirante. Come ormai avrete capito ho rinunciato a pubblicare in maniera regolare e soprattutto in un giorno prestabilito perchè è un'impresa persa in partenza. Aggiornerò quanto potrò. Tornando a questo nuovo capitolo, è molto leggero e breve, ci sarà tempo per le lacrime più avanti. Sto cercando di dare un pò di pace a questi poveri disgraziati, non so se si è capito XD. Ringrazio le nuove persone che hanno messo la storia tra i preferiti. Gradirei se ogni tanto ci fosse una vocina fuori dal coro nelle recensioni...anche se quelle che ci sono sono fedelissime e graditissime :). A proposito colgo l'occasione al volo per rispondere a qualche vostro dubbio. Per quanto riguarda James, verrà fuori a poco a poco...anche perchè è difficile collocare un personaggio nuovo in schemi già prestabiliti...per quanto riguarda il suo rapporto con Harry anche quello verrà approfondito più avanti perchè per adesso mi è quasi impossibile...perdonatemiiii ma mi rifarò presto, promesso. Ho già prono un suo punto di vista tra pochissimi capitoli. Adesso però vi lascio alla lettura...e mi raccomando RECENSITEEEE!!!!!!
Baci, Ile.


Grimmauld Place,Londra – Agosto 1995


Aryana Silente


“Buongiorno”trillai entrando in cucina, seguita a ruota da un assonnato Sirius.

La stanza era deserta.
“Stanno dormendo ancora tutti quanti. Te l’avevo detto che era ancora presto”sbadigliò Sirius lasciandosi cadere su una sedia.
“In effetti dopo le bombe che hai lanciato ieri sera, credo si debbano ancora riprendere”dissi mentre armeggiavo con i fornelli.
“Ehi, aspetta, cosa credi di fare?”scattò Sirius, levandomi la teiera dalle mani.
“Sto solo cercando di preparare la colazione..”dichiarai sorpresa.
“Cos’è, vuoi avvelenarci tutti?”esclamò sarcastico privandomi anche della padella. “L’ultima volta che hai preparato il caffè, hai fatto esplodere la cucina”.
“È successo secoli fa. Sono migliorata, adesso”esclamai offesa mentre mi riprendevo la teiera.
“Elfo, la cucina ci serve..”.
“Smettila di prendermi in giro!”.
“Solo se tu poggi quella teiera. Avanti, va tutto bene…mettila giù..lentamente..andrà tutto apposto”mi canzonò, ridendo.
“Sei..proprio..un cane..”mormorai indignata mentre mi prendeva tra le sue braccia, continuando a sghignazzare sommessamente.
 “Visto che ti credi tanto bravo perché non ci pensi tu a preparare la colazione?”gli chiesi impertinente mentre me lo scrollavo di dosso.
“Perché invece non la finite e la prepariamo insieme?”esclamò una voce dall’ingresso: James. “Sto morendo di fame”disse come per giustificarsi e avanzando verso il piano tavola.
“Allora, mamma tu prendi le uova e il resto degli ingredienti, quando hai finito apparecchi la tavola, così ti terrai lontana dai fornelli. Papà, tu prendi la padella e accendi il fuoco. Al resto ci penso io”ordinò  categorico, mentre mi lanciava un grembiule.
“Chi sei tu? Che fine ha fatto nostro figlio?”chiese uno sconvolto Sirius.
“Vi volete muovere? Quante volte devo dirvelo che ho fame?”.
“Tu non sai cosa è capace di fare a stomaco vuoto”sussurrai a Sirius, sogghignando.
Passammo almeno mezz’ora a ridere e a scherzare mentre preparavamo la colazione.
Indubbiamente James era un cuoco migliore di me ma l’ordine non era il suo forte. Eravamo tutti sporchi di uova, olio e marmellata e la cucina era un completo disastro. Non sapevamo nemmeno noi come era successo. Forse era iniziata quando Sirius aveva rovesciato il latte per terra e ci era scivolato sopra, aggrappandosi alla tovaglia e rovesciando tutto per terra. Oppure quando James facendo roteare l’omelette per aria l’aveva spiattellata sulla faccia di Sirius anziché riportarla nella padella, dando inizio a una vera e propria battaglia di cibo. In realtà non ricordavo nemmeno quando avevo incominciato a ridere così tanto da piangere. Non ricordavo nemmeno quando era stata l’ultima volta che mi ero divertita così. L’unica cosa che sapevo è che eravamo completamente ubriachi di gioia.  
Non potevo che essere felice perché finalmente eravamo insieme, nonostante i nostri terribili difetti, il nostro orgoglio, le nostre liti, le circostanze nefaste, nonostante tutto, noi eravamo lì e niente poteva impedire ai nostri cuori di battere irregolarmente.  
Mio padre aveva ragione. Noi saremmo stati sempre più forti di Lui perché non c’è niente di così forte come l’amore. E non importa quanto ci avrebbe scoraggiato, quanto ci avrebbe ferito o quanto ci avrebbe tolto quella guerra perché niente poteva cancellare quei momenti che forse sarebbero diventati solo lontani ricordi eppure sarebbero esistiti, sarebbero sopravvissuti nella nostra memoria. Non importa come, l’importante è continuare ad amare. Il ricordo è una forma d’amore. L’amore sopravvive comunque, ovunque e sempre, in qualsiasi forma. Lui non avrebbe mai potuto cambiare ciò. Non avrebbe mai potuto cancellare i nostri ricordi.  
Ancor prima che ce ne accorgessimo una serie di facce sconvolte ci guardava dalla porta della cucina.
“Ma che Merlino avete combinato?”esclamò sconvolta Molly Weasley, entrando in cucina.
“Molly, scusaci, ora sistemiamo tutto”dissi, tra una risata e l’altra.
“Però abbiamo preparato la colazione”esclamò James indicando quel che restava delle omelette. La sua affermazione non fece altro che acutizzare ancor di più i nostri schiamazzi.
“Non riesco più a respirare..”ululò Sirius, piegato in due.
“Adesso, basta così. Uscite immediatamente dalla mia cucina. Levatevi dai piedi” urlò furibonda Molly, spingendoci fuori a forza.                                                           
                                                                      ************
 
Sei giorni volarono come sei minuti. Un secondo prima stavamo ripulendo la casa dai Doxy e l’attimo dopo consumavamo silenziosamente l’ultima cena prima dell’udienza.  
La breve tregua era finita, una piccola illusione fatta di spensieratezza e dolci risa, prima di tornare all’angosciosa tensione della guerra. Un bellissimo sogno, nient’altro di più.  E come l’animo imbizzarrito di chi viene bruscamente svegliato dal proprio dolcissimo sogno, Sirius era tornato più brusco e cupo che mai.
Il tavolo in legno attorno al quale eravamo seduti sembrava più animato di noi quella sera.  
“Che allegria..”sussurrai all’orecchio di James il quale mi sorrise complice.
Questo piccolo gesto sembrò incupire ancor di più un Sirius particolarmente intrattabile.
Non avrei potuto sopportare un secondo di più quell’ atmosfera funerea.
“Harry, andrà tutto bene, levati quell’espressione da martire dalla faccia”esclamai infrangendo il silenzio crucciante.
Harry parve destarsi da un sonno profondissimo e mi guardò sorpreso.
“La maggior parte dei maghi del Wizengamot è dotata di buon senso e grande intelligenza quindi automaticamente è dalla nostra parte. E poi cosa ti aspetti che facciano? Espellere un mago per essersi difeso? Non devi farti influenzare da questo genere di cose. Lo so che è dura ma dovrai affrontare cose ben peggiori di questa e il tuo stato d’animo atterrito e mortificato non ti aiuterà di certo”continuai decisa.
“Aryana ha ragione, Harry!Così gliela dai solo vinta a quegli zucconi codardi”proruppe Fred, all’improvviso infervorato.
Seguirono diversi incoraggiamenti che animarono il resto della cena. L’unico a rimanere freddo e impassibile era Sirius. Ero preoccupata per lui. Capivo la sua frustrazione e la sua impotenza e purtroppo per quanto mi sforzassi di migliorare quella situazione, tutto quello che facevo sembrava irritarlo ancora di più. La cosa peggiore era che la sua irrequietezza stava contagiando inevitabilmente anche me.

                                                                   ******************

Ministero della Magia – 12 Agosto 1995

Percorrevo nervosamente avanti e indietro l’ampiezza dell’ultimo camino nell’atrio del Ministero.
La scelta di quel determinato luogo come punto di ritrovo per lo scambio di informazioni tra i componenti dell’Ordine non era affatto casuale. Era il camino meno usato da sempre a causa dei suoi fastidiosi e frequentissimi inceppamenti, nell’ultimo periodo non sempre casuali..

Lanciai l’ennesima occhiata al grande orologio in oro affisso sulla parete dell’ingresso. Sbuffai irritata. Se Amanda Roberts e Amelia Bones non fossero arrivate di lì a poco, sarei arrivata in ritardo all’appuntamento con mio padre e  di conseguenza non avrei fatto in tempo per la cena a Grimmauld Place,peggiorando ulteriormente l’umore di mio marito e di mio figlio, l’ultima cosa che mi serviva in quel momento.
Finalmente vidi in lontananza le due streghe venire nella mia direzione.  A circa un metro dal camino finsero di confabulare tra di loro mentre io,coperta dal mio indispensabile mantello dell’invisibilità, mi accostavo e le tiravo la veste come segnale della mia presenza.
“Ci sono brutte notizie, purtroppo.  Non abbiamo molto tempo per cui andrò dritto al punto : Caramell continua a ripetere che vuole prendere dei provvedimenti per quanto riguarda il comportamento di tuo padre. Lì per lì abbiamo lasciato perdere visto che è da un’ intera estate che lo dice ma poi Amanda ha scoperto qualcosa di a dir poco agghiacciante all’ Ufficio Auror”.
“Sembra che Caramell voglia mandare un membro del Ministero ad Hogwarts per controllare l’operato di Silente”dichiarò Amanda spiccia.
Mi lasciai sfuggire un ghigno.
“Purtroppo la faccenda è seria, Aryana. Credo che Caramell voglia farlo sul serio. La cosa peggiore comunque è che sembra che il candidato più papabile sia Dolores Umbridge”concluse Amanda, esprimendo visivamente come me tutto il disgusto e il disprezzo verso quella donna.   
“Con tutte le probabilità prenderà la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure”mormorò mestamente Amelia Bones.
“Difesa?! Ma se a stento sa reggere la bacchetta in mano! È una frana con gli incantesimi. L’unica cosa che le riesce sono le maledizioni visto che è perfida e senza cuore. Quella donna è disgustosa e inumana. Oltre che ruffiana, leziosa e insopportabile”sussurrai orripilata.        
“Adesso dobbiamo andare. Questi sono i rapporti della settimana per tuo padre”disse facendo scivolare nel mio mantello delle pergamene. Dopodiché si avviarono spedite verso i loro corrispettivi uffici mentre io scomparivo diretta a casa di mio padre.

Casa di Albus Silente – pochi minuti dopo

“Papà?”lo chiamai ad alta voce mentre poggiavo le pergamene di Amanda e Amelia sul tavolo del salotto insieme agli altri rapporti dell’ Ordine e ad altre scartoffie. Mi accomodai sulla poltrona,sorseggiando il the preparato apposta per il nostro incontro,  dopo aver sentito i passi leggeri di mio padre che arrivava.
“Elfo..”mi salutò pacatamente, accomodandosi.
“Allora?”chiesi ,senza neanche salutare, in trepidante attesa.
“Assolto da tutte le accuse”disse compiaciuto mio padre,ovviamente riferendosi all’udienza di Harry.
Sospirai sollevata.
“Bruttissime notizie dal Ministero”esclamai d’un tratto.
“Tranquilla, so già tutto. Tonks mi ha inviato un Patronus, breve ma cristallino, purtroppo. E subito dopo ho ricevuto un gufo da Caramell. È naturalmente contrariato per il mio operato degli ultimi tempi ed è così preoccupato per la mia salute mentale di, cito testualmente, vissuto uomo anziano,  che vuole offrirmi una spalla per il mio lavoro ad Hogwarts, gentile da parte sua, no?”mi interruppe con il suo solito fare umorista.
“Questa situazione comincia a diventare ridicola. Credevo che l’unico contro il quale dovessimo combattere fosse Voldemort..Se Caramell non la smette di intralciarci,  dovremmo levarcelo di torno con la forza”.
“Elfo, noi non faremo nulla di questo genere. Il problema non è Caramell, lui è solo il manifesto di una società chiusa e refrattaria, piena di paura e maldisposta contro qualsiasi cosa possa turbare il suo equilibrio perfetto. Se ci sbarazziamo di Caramell, ci sarà comunque un altro simile a prendere il potere. No, noi abbiamo bisogno di persuadere la comunità magica con prove convincenti, di  credibilità e fiducia da parte della gente. Solo così possiamo davvero essere sicuri del loro appoggio. Purtroppo al momento possiamo offrire solo orribili verità fragili agli occhi degli scettici e della massa debole e influenzabile ,mentre Caramell può offrire solide e bellissime bugie. È facile trascinare persone dalla tua parte quando hai un carro pieno di fuochi d’artificio e dolciumi”.
“Sai a volte mi fa proprio orrore darti ragione”esclamai mestamente.
“Lo penso anch’io molte volte”sorrise mio padre ironico.
“Allora, scoperto qualcosa in questi giorni?”chiesi, versandomi altro the.
“Niente, purtroppo. Non ho avuto molto tempo per le ricerche”disse mestamente mio padre.
Restammo qualche istante in silenzio a riflettere.
“Papà, credo che Sirius voglia accompagnare Harry alla stazione per la partenza”esclamai improvvisamente.
“Non credo sia una buona idea. Potrebbero riconoscerlo”.
“Lo penso anch’io ma niente e nessuno lo fermerà stavolta. Ci è rimasto abbastanza male per oggi e non voglio abbattere il suo umore ancora di più. Voleva davvero esserci all’udienza per Harry, sai, fargli sentire la sua presenza..come padrino”.
“Faccia come crede ma è una sua responsabilità e che sia l’ultima imprudenza, mi auguro”disse duro mio padre.
“Papà, devi capirlo..”.
“La verità: ho cose ben più importanti di cui occuparmi che l’orgoglio ferito di mio genero”.
“Quello che dici non è per niente corretto sia nei confronti di Sirius sia nei miei”dissi risentita.
“Hai ragione, elfo. Scusami. È solo che sono molto stanco…”mormorò pulendosi lentamente le lenti sulla veste.
“Credo sia meglio che adesso torni a casa. Vieni per cena?”.
“No, devo vedere Moody e Kingsley. Ci vediamo alla prossima riunione”.
“D’accordo. Allora, buonanotte”dissi, schioccandogli un bacio sulla guancia e dileguandomi.

Grimmauld Place numero 12 – pochi secondi dopo

“Ehilà..”esclamai entrando allegra in cucina. Gli altri erano già seduti a tavola a chiacchierare gioiosamente mentre la cena stava per essere servita. “Ho saputo che qualcuno presto tornerà ad Hogwarts..”.
Harry mi fece un gran sorriso e ricominciò la caciara. Stampai un bacio sulle labbra a Sirius che armeggiava con le posate. Non sembrava molto contento.
“Che succede?”gli sussurrai all’orecchio.
Alzò lo sguardo verso di me e scosse la testa. Qualsiasi cosa gli frullasse per la testa era rimandata a dopo, quando saremmo stati soli.
Osservai James. Ormai non mi degnava più di uno sguardo. Era troppo impegnato nella socializzazione. Gli riusciva così bene..era proprio un peccato che non potesse frequentare Hogwarts. Sarebbe stato incredibilmente ammirato e almeno metà del suo talento riconosciuto. Invece doveva starsene rinchiuso in casa a fare finta di non esistere proprio come suo padre.  Incrociai per un attimo il suo sguardo e gli sorrisi malinconica. Notando la sua espressione corrucciata però, feci subito marcia indietro ed esclamai: “Hai letto tutto il capitolo che ti ho assegnato sugli incantesimi scudo, vero?”.
“Si, si..”sbuffò, seccato. “E ho anche fatto pratica con papà..”.
“Senti come dice papà..”mormorai a Sirius che scoppiò in una debole risata.  “E sentiamo, paparino, come se la cava nostro figlio negli incantesimi scudo?”.
“È un asso come la mamma, ovviamente”disse, accarezzandomi il viso.
Un sottile raggio di sole in mezzo a nuvoloni neri. Buon segno.
“Cosa hai fatto oggi?”.
“Sono stata tutto il giorno di guardia all’Ufficio Misteri e poi sono andata a prendere informazioni un po’ là e un po’ qua..ci sono delle brutte notizie..”.
Riassunsi brevemente l’incontro con Amanda, Amelia e mio padre.
“Dolores Umbridge? Ma non è quella che ha proposto la legge anti lupo?”chiese quando ebbi terminato.
“Proprio così..”dissi mestamente.
“Perciò posso uscire da qui il giorno della partenza, no?”sussurrò entusiasta, focalizzando l’attenzione su temi più allegri.
“Diciamo che ho costretto mio padre a chiudere un occhio ma..”.
“Si, lo so: stai attento”ironizzò mentre mi stampava un bacio, felice.
“Mi vuoi spiegare perché eri così cupo prima?”dissi mentre Molly ci riempiva i piatti.
“Nulla, adesso non ha più importanza” disse laconico.
“Voglio saperlo”insistetti, dolcemente.
“è solo che..ecco..per un attimo ho sperato che Harry non andasse ad Hogwarts così..sarebbe potuto rimanere qui.. con noi..Io credevo che avremmo potuto..formare una famiglia..”balbettò restio.
“Vuoi sapere cosa penso? Noi siamo già una grande famiglia. Non c’è bisogno di vivere sotto lo stesso tetto o di vedersi ogni giorno. Quello che conta è quello che sentiamo l’uno per l’altro. Vedrai, un giorno quando questa guerra sarà finita e noi vinceremo, il nostro sogno si realizzerà. Finalmente potremmo vivere liberamente il nostro amore, potremmo seguire Harry ovunque andrà senza pericoli, potremmo scrivergli e  vederlo quando vorremmo, potremmo far conoscere James e il suo straordinario talento a tutti, senza doverci vergognare di niente, anzi, andando orgogliosi di quello che abbiamo costruito..insieme”.
Mi guardava rapito ed io uguale. Era il nostro sogno da tutta la vita.  Vivere come volevamo davvero: correre o morire. I nostri pensieri viaggiavano sulla stessa lunghezza d’onda, non c’era bisogno di dire niente, vedevamo le stesse immagini, sentivamo le stesse sensazioni. Ci intendevamo a meraviglia. All’improvviso qualcuno fece capolino  tra i nostri pensieri: James. Ecco la sfiga di avere instaurato un contatto telepatico con tuo figlio: inevitabilmente lui è sempre nei tuoi pensieri quindi è molto semplice perdere il controllo e aprire il contatto anche quando non si vuole.    
“La volete smettere di fare gli asociali?”ci comunicò telepaticamente in elfico per di più.
Scoppiammo a ridere tutti e tre insieme, attirando tutti gli sguardi su di noi. Scambiai un’occhiata complice con Sirius e poi finalmente tornammo alla realtà.

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Capitolo 36
*** In bilico ***


Rieccomi tornata! L'atmosfera a Grimmauld Place si fa un pò pesantuccia...stanno per succedere grandi cose ma non tanto a breve, per adesso sto solo preparando il terreno.Insomma un capitolo pieno zeppo di indizi e di presagi per il futuro...starà a voi coglierli! 
Mi raccomando recensite!!



Grimmauld Place numero 12 – Settembre 1995


Aryana Silente


Caro Tartufo,

Spero che tu stia bene, i primi giorni qui sono stati terribili, sono proprio felice che sia arrivato il finesettimana. Abbiamo una nuova insegnante di Difesa, la professoressa Umbridge. È simpatica quasi come la tua mamma. Scrivo perché la cosa di cui ti avevo scritto la scorsa estate è successa di nuovo ieri sera mentre ero in castigo con la Umbridge.
Il nostro più grande amico manca a tutti quanti, speriamo che torni presto.
Ti prego, rispondi in fretta.
I migliori saluti,
Harry*
*(tratto da Harry Potter e l’ Ordine della Fenicie - Capitolo 14 “Percy e Felpato”- pagina 273)

“Solo una settimana di scuola e già si fa mettere in punizione..”esclamò improvvisamente allegro Sirius dopo aver letto la lettera appena arrivata.
Dalla partenza di Harry il suo umore era sceso ai minimi storici. Ma con quella lettera si era velocemente rialzato.   
“Che significa la cosa di cui ti avevo scritto la scorsa estate è successa di nuovo?”citai perplessa mentre mi mettevo a sedere appoggiando la schiena alla tastiera del letto.
“Credo si riferisca al dolore alla cicatrice..”mormorò preoccupato Sirius. “Dovremmo parlarne con tuo
padre?”.
“No, sai già come la pensa. Questi dolori saranno sempre più frequenti adesso che Lui è tornato e si fa ogni giorno più forte. E poi se Harry ha scritto a te e non è andato da mio padre un motivo ci sarà”.
“Forse aveva paura di disturbarlo o di fargli perdere tempo”.
“Ecco, appunto. Quindi anche lui stesso è dell’opinione che non sia poi così catastrofica questa faccenda”.
“Questo legame tra Voldemort e Harry mi preoccupa..non mi piace per niente”sussurrò livido.
“Immagino che non piaccia a nessuno ma potrebbe anche essere un vantaggio se solo lui lo sapesse controllare..”.
“Dovresti convincere tuo padre a quelle lezioni di Occlumanzia..”.
“Lui crede che Harry abbia già abbastanza cose a cui pensare in questo momento e poi non pensa sia pronto”.
“Io invece credo che tuo padre sottovaluti Harry. È sempre stato così. L’unica che creda all’altezza sei tu”.
“Avanti Sirius, stai diventando noioso con tutto questo astio nei confronti di mio padre”esclamai insofferente, alzandomi dal letto.  
Ero esausta e infuriata dell’atteggiamento di Sirius specialmente nei confronti di mio padre.  Era geloso di lui. Geloso del mio rapporto con lui, dei nostri segreti e forse persino dei nostri poteri. Un pensiero così non mi avrebbe nemmeno sfiorata un mese fa ma Sirius mi aveva fatto perdere la pazienza, mi aveva esasperato con il suo egocentrismo.
“Che cosa vorresti dire, scusa?”rispose astioso.
Ecco un’altra lite in arrivo. Come se già non ne avessimo avute abbastanza.
“Senti, sono esausta. È stata una giornata difficile, d’accordo? Non voglio litigare”.
“No, non puoi certo tirare il sasso e nascondere la mano. Perché non mi dici quello che pensi davvero?”.
“Vuoi sapere quello che penso davvero? Che ti attacchi ad ogni minima sillaba perché vuoi litigare. Ecco quello che penso. Non perdi occasione di fare polemica, sei sempre di malumore, scontroso e non sopporto più la tua ironia gratuita. Devo sempre essere io a venirti incontro, mai una volta che capissi il mio stato d’animo. Pensi sempre che siano gli altri a doverti comprendere. Sei un egocentrico e un egoista”.
“Oh, scusami se non posso sempre essere brillante ed eccezionale. Sai, ho solo passato dodici anni della mia vita in un carcere e solo ora realizzo che sono evaso per ritrovarmi in un’ altra prigione. E per di più, sono costretto ad assistere alle vostre riunioni, ai vostri fantastici progetti su come combattere la guerra senza neanche poter mettere bocca. Sono costretto a vedere i vostri sguardi complici, i vostri insopportabili sospiri, le vostre maledettissime frasi in codice e i vostri sguardi di compassione. Devo assistere a quelle  inutili riunioni dove si parla a vanvera per ore e ore e non si agisce mai. A questo punto preferisco starmene all’oscuro di tutto tanto è la stessa cosa”strillò sconvolto.
“Stai delirando. Le riunioni non sono affatto inutili. Tu non sei affatto inutile. Devo ricordarti quanto ci sono serviti i tuoi interventi nella pianificazione delle operazioni?”.
“Proprio di questa penosa ipocrisia sto parlando”.
“Innanzi tutto, abbassa la voce. Questa non è ipocrisia è la realtà dei fatti. Se tu non fossi così impegnato a crogiolarti nella tua patetica disperazione, te ne accorgeresti e sarebbe meglio per tutti”.
“Che cosa vorresti dire per patetica disperazione? Avanti, ci siamo arrivati finalmente. La verità è che mi trovi patetico, non è così? Dillo che ti faccio pena..”.
“Merlino, Sirius! Perché devi fare sempre così? Perché? Stai ingigantendo la situazione, la stai esasperando come al solito.  Devi sempre fare queste scenate, questi drammi. Basta con questo vittimismo. Non è il mondo contro di te, chiaro? Smettila di frignare e fai l’uomo. Comportati da Auror. Vuoi renderti utile per l’Ordine? Studia i rapporti, proponi delle idee, partecipa più attivamente alle riunioni, suggerisci delle soluzioni alternative, usa le armi che hai a disposizione”.
“L’abbiamo già fatto questo discorso. Io non sono fatto per questo. Io voglio agire, voglio combattere”.
“In questo momento tu puoi fare solo questo. E se ti impegni puoi farlo. Sei un ottimo Auror e ci hai dato delle idee interessanti i primi tempi quando non eri ridotto così. Non vedo perché non puoi farlo”.
“Tu potresti farlo? Stare chiusa in casa tutto il tempo mentre altri rischiano la vita per la causa in cui credono? Tu potresti star ferma mentre il mondo si muove? Andiamo, non prendermi in giro”.
“ È proprio questo il punto. Tu non vuoi combattere per la causa in cui credi, tu non vuoi farlo per la guerra. Altrimenti ti andrebbe bene anche collaborare da qui. Tu vuoi farlo solo per te stesso. Devi fare sempre l’eroe, sempre il protagonista. Non puoi mettere da parte il tuo ego solo per una frazione di secondo e comprendere tua moglie?”.
“E che cosa dovrei comprendere? Sei il fulcro dell’Ordine, non hai alcun tipo di problema”.
“Sei tu il mio problema. Ogni sera che torno a casa distrutta, mi aspetto un po’ di affetto, un po’ di comprensione e invece mi ritrovo davanti un muro di gomma che mi accusa di complotti segreti con mio padre e di escluderlo dalla mia vita quando non capisce che è lui la mia vita e ogni mia giornata ruota al fatto che presto tornerò da lui”mormorai sfinita.
“È facile per te perché hai tutto quello che serve a quelli come noi: il rischio,l’adrenalina, l’azione. Ed io invece…”.
“Tu invece non sai apprezzare le cose che hai davanti,Sirius. E un bel giorno ti accorgerai che ci hai perso e ripenserai a questi mesi quando non ti accorgevi che ci stavi rovinando”sussurrai cadaverica.
“Io non voglio rovinare la nostra famiglia. Mi dispiace che sono così..patetico e disperato come dici tu ma non posso farci niente. Sto impazzendo. Vorrei fare qualcosa ma non posso. È come se avessi le catene e tu sai cosa significa per me”disse mortificato avvicinandosi.
“Sirius, io lo capisco il tuo stato d’animo. Ma vorrei anche che tu ci venissi incontro e la smettessi invece di accusare me e mio padre soprattutto. Noi non c’entriamo niente. Smettila con questa ironia insopportabile. Non è con noi che devi prendertela”mormorai carezzandogli il viso.
“Ho la sensazione che voi mi teniate all’oscuro di qualcosa..Cosa sono tutte queste missioni? Quest’incontri tra te e lui? Non è normale”.
“La tua è solo gelosia..”.
“Certo che sono geloso. Tu metti al primo posto lui che me e non posso sopportarlo. Mi sento messo da parte e io odio essere messo da parte. Dimmi cosa state tenendo nascosto all’Ordine tu e tuo padre”disse prendendomi per le spalle.
“Se te lo dirò, mi devi promettere che la finirai di venirci addosso e ,soprattutto, mi devi promettere che non dirai nulla ad Harry”ordinai perentoria.
“D’accordo, te lo prometto. Adesso dimmi di che si tratta”.
“Sirius, non sto scherzando. Non devi dire nulla ad Harry”dissi fissandolo negli occhi.
Sapevo che gli stavo chiedendo una cosa difficile ma era necessario.
“Lo so che non stai scherzando. Non gli dirò niente”.
Ebbi un attimo di esitazione.  Lo fissai.  Uno sguardo fugò tutti i miei dubbi.
“Io e mio padre stiamo indagando sul passato di Voldemort, come già ti ho detto, perché pensiamo di aver scoperto l’origine della sua apparente invincibilità”.
L’atmosfera cambiò in un istante. Mi guardava accigliato e meravigliato insieme.
“Dici davvero?”mormorò serio.
“Si tratta di una magia molto oscura..”.
Presi a raccontare tutto quello che io e mio padre sapevamo sugli Horcrux e le nostre mirabolanti teorie a riguardo.
Ogni parola era un macigno che si levava dallo stomaco.
Adesso non ci sarebbero stati più misteri o bugie tra di noi.
I segreti hanno sempre distrutto tutto e io non volevo che distruggessero anche il mio matrimonio.
C’ero già passata e non l’avrei mai più permesso.
 Quando terminai di parlare non ci fu bisogno di chiarificazioni o domande.
Lui era Sirius, non solo mio marito ma anche l’unico Auror con il quale potevo lavorare a meraviglia perché mi capiva al volo, perché ragionava come me, perché eravamo uguali.
Io e Sirius eravamo anomali: due persone fuori dall’ordinario, complicate, solitarie, diffidenti.
Persino i nostri amici facevano fatica a comprenderci, a starci affianco.
Non eravamo per tutti.
Ma una cosa era certa: eravamo fatti l’uno per l’altra, anime gemelle.
E questo nostro legame andava al di là delle semplici parole, al di là dei gesti.
Non era solo Amore.
Era dipendenza, sostanza, completezza, perfezione.
Stare insieme non significava solo essere felici.
Significava esistere.
Ed è questa la differenza tra amare qualcuno ed invece esserne l’anima gemella.
L’amore non è egoista, insano, folle o brutale.
Invece noi eravamo esattamente così.
Se non fossimo stati irresistibilmente attratti l’uno dall’altra, saremmo stati gemelli siamesi, ci avrebbe unito un legame fraterno, indissolubile..
Era qualcosa di troppo potente e di troppo magico per essere controllato o dominato.
Era qualcosa di eterno.   
                                                                           
                                                                         
                                                                         ************

Sirius Black

“Che Merlino stai facendo,papà?”esclamò una voce fin troppo familiare alle mie spalle.
Subito estrassi la testa dal camino e mi voltai a guardare un accigliatissimo James.
“Ehm..ecco..io”balbettai mentre cercavo disperatamente una patetica scusa alla quale appigliarmi.
Decisi di sfoderare un incantevole sorriso malandrino . Funzionava sempre.
“Con chi parlavi?”chiese sempre più accigliato.
Era chiaro che la mia naturale qualità a tirarmi fuori dai guai si era arrugginita da un pezzo.
Insieme al mio sorriso.
Mi arresi.
“Con Harry”borbottai,rialzandomi.
“Harry era dentro il camino?”chiese ridendo.
“No, però io ero dentro il camino della Sala Comune di Grifondoro”risposi, ridendo. “Diciamo che è un vecchio trucco imparato a scuola”.
“Beh, ad ogni modo non dovresti farlo. È pericoloso”.
Roteai gli occhi al cielo. No, per favore, anche lui no.
“James, per favore, non farmi la predica anche tu. Non sai cosa significa..”.
Mi interruppe subito.
“Non so cosa significa? Starai scherzando, spero. È da tutta la vita che vivo nascosto dal resto del mondo. Da quattordici anni. E vorrei ricordarti che è anche a causa tua.  Solo adesso ho l’occasione di toccare una bacchetta magica, di vivere con degli esseri umani, di essere quasi normale. D’accordo non è il massimo ma almeno è qualcosa. Se tu venissi beccato, non avrei più nemmeno questo. Quindi scusami se mi preoccupo del mio futuro. Scusami se non voglio tornare a vivere in una prigione di cristallo a Shantaram.  Perdonami, papà, se non mi lamento abbastanza come invece fai tu”sputò imbestialito.
Incredibile. Messo K.O. da un quattordicenne. Aveva ragione su tutta la linea.
“Mi dispiace, J. Però ti giuro che sono stato attento. Io…So che può sembrare che io stia scappando da voi ma non è così. Vorrei tanto trovare le parole per esprimere quello che ho dentro..”.
“Papà, io lo so che cosa provi. Ogni giorno mi sveglio e penso a come sarebbe camminare in mezzo alla gente, senza il mantello dell’invisibilità o altri trucchi. Immagino la loro espressione mentre mi guardano, come sarebbe se mi urtassero, se mi sorridessero. Io sogno di poter aprire la finestra e fare entrare la luce del sole , sogno di correre per i corridoi di Hogwarts, di avere degli amici, di poter vivere. Non c’è istante in cui io non immagini una situazione normale, quotidiana. Qualcosa che possa farmi sperare. Ma poi non succede niente. Io so che dobbiamo combattere per la nostra libertà. So che vinceremo. Io lo so. Perché sono vivo e ho bisogno di crederlo. E se combattere significa nascondersi, beh, allora io starò buono nella mia cantina. Non è facile. Sono così arrabbiato che vorrei spaccare tutto, a volte. Anzi, quasi sempre. Ma poi mi faccio una domanda: Essere arrabbiati,  trattare male gli altri e di conseguenza stare male io, cambia le cose? Piangere, spaccare tutto, logorarmi dentro, migliorerà la mia situazione? Risposta: No. Bene, allora è meglio combattere. Che per noi significa nasconderci e non rischiare. Ma sperare. Sperare che un giorno le cose possano cambiare”.   
Aveva fatto tutto quel discorso con una calma esemplare. Come se fosse la cosa più logica e normale di questo mondo. E io…io l’avevo capito. Io sapevo che era la cosa giusta.
Andai verso di lui e lo abbracciai. Anche quella era la cosa più normale del mondo.
“Tu diventi ogni giorno più simile a tua madre, per fortuna”sussurrai al suo orecchio. Mentre cercavo di trattenere le lacrime.
Avrei tanto voluto che qualcuno capisse in che situazione fossi.
Mi sentivo prossimo alla fine di tutto. Una specie di delirio.
Sentivo che il mio cuore sarebbe esploso da un momento all’altro.
 Non riusciva più a reggere tutte quelle sensazioni. Troppo intense.
Se ci fosse stata una parola atta a descrivere il mio stato d’animo sarebbe stata: felicità straziante.
Avevo la mia famiglia, ero innamorato, ero vivo.
Non nel modo in cui avrei voluto ma ero vivo.
Per qualche assurda ragione allo stesso tempo mi sentivo sull’orlo di un baratro.
Pronto a cadere da un momento all’altro.
Sentivo che la mia natura moriva poco a poco. Stavo uccidendo il mio istinto che era sempre stato la cosa più forte che avessi mai avuto.
Passavo da momenti di estasi assoluta ad attacchi d’ira improvvisi.
Odiavo essere così lunatico.
Sentivo che stavo andando fuori di testa.
Essere felice era uno strazio perché sentivo che ogni minuto di felicità era un minuto di agonia per la mia natura selvaggia.
Mi sentivo addomesticato, in cattività, in catene. Quasi mi sentivo in colpa per la mia felicità.
Era impossibile andare avanti così.
 Sentivo che presto o tardi sarebbe successo qualcosa, qualcosa di irreparabile.  
O sarei morto io o la mia famiglia.
Non c’era scampo.
In ogni caso, per me non c’era via d’uscita. 

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Capitolo 37
*** Scacco matto ***


Perdono, perdono, perdono. Chiedo umilmente perdono per il ritardo, per non aver avvertito e per avervi abbandonato per un pò ma tranquilli sono tornata!! E ci terrei a ribadire con forza che non ho alcuna intenzione di lasciare in sospeso questa storia...il problema è che quest'anno sono di maturità e non è per niente facile tenere tutto sotto controllo! Per quanto riguarda il chap...beh...breve ma intenso! godetevelo fino al prossimo aggiornamento. Mi raccomando recensiteeee!! Baci, Ile.

Grimmauld Place n. 12 – Novembre 1995

 

Sirius Black

 

“Scacco matto”gongolai soddisfatto,mettendo KO il re di Aryana, per l’ennesima volta.

Si lasciò andare sul divano accavallando le gambe e mettendosi a braccia conserte.

“Sono stufa di giocare”sbuffò, guardando distratta fuori dalla finestra del salone cupo di Grimmauld Place.

“Forse sei stufa di perdere..”ghignai,lanciandole un sorriso malizioso. Non lo notò neanche.

“Cosa c’è che non và?” chiesi paziente.

“Quello che non andava esattamente cinque minuti fa quando me lo hai chiesto:niente”dichiarò annoiata.

“Ah si? E da quando ti lasci battere per tre volte di fila a scacchi? E soprattutto da quando non ti infuri quando perdi? Dovresti saperlo che la finzione con me non funziona..”.

Mi lanciò un’occhiata scocciata e chiese come se nulla fosse: “Dov’è James?”.

Risi di gusto.  “Aspetta, fammi indovinare…tuo padre…”esclamai sarcastico.

“Sono già due settimane di silenzio..”mormorò preoccupata.

“Forse non ha niente da dirti riguardo quella faccenda…”.

“O magari è successo qualcosa che non vuole dirmi…qualcosa che ha a che fare con un certo Severus Piton..”disse con una chiara espressione di disgusto stampata in viso.

“Non sono certo un grande fan di Mocciosus ma forse non è con lui che devi prendertela…”borbottai, mettendo da parte gli scacchi.

“Ah già, secondo la tua prospettiva dovrei litigare ancora con mio padre, giusto? Guarda cosa è successo l’ultima volta..”.

“Allora non lamentarti se ti tiene nascoste le cose! Sei tu che hai un problema di fiducia con lui o è il contrario? ”.

“Io comunque non lo cercherò per prima..”ribatté testarda.

“È incredibile…” ridacchiai mentre mi accoccolavo accanto a lei.

“Cosa?”.

“Quando si tratta di tuo padre diventi una bambina capricciosa e testarda…”.

“Tu invece lo sei sempre testardo e orgoglioso..”.

“La smetteremo mai di punzecchiarci io e te?”chiesi mentre le davo un leggero pizzicotto sul braccio per la battuta precedente.

“Non credo..è troppo divertente vincere contro di te”disse dopo avermi restituito il pizzicotto. Sfrecciò via prima che potessi aggiungere altro.  Il suo profumo rimase nell’aria per un po’. Odorava di felicità. 

Una leggera inquietudine smuoveva il mio animo.   

 

Aryana  Silente

 

“Lunastorta, perché non ti fermi a cena?Resta anche Ninfa..ehm..Tonks..”rettificai notando l’occhiataccia che mi stava lanciando.

“Si, dai, sarebbe inutile aver fatto un viaggio a vuoto..”insistette Sirius.

Remus e Ninfadora erano venuti per parlare con mio padre ma all’ultimo momento quest’ultimo aveva mandato un gufo per disdire. E non era raro di quei tempi.

Sirius mi lanciò uno sguardo eloquente. Sapeva che ero preoccupata per la delicata situazione con mio padre ma quello che non sapeva era che la mia maggior preoccupazione era lui.

Era strano, molto strano, troppo strano.

E io facevo finta che andasse tutto bene nonostante dentro di me sapessi che dentro Sirius stava cambiando qualcosa, irreparabilmente.

Riuscii a scrollarmi quei pensieri dalla testa solo quando fummo seduti tutti a tavola di fronte ad un piatto di roast beef,accompagnato da pane elfico, l’ultima specialità di James. In mancanza di Harry&co. una delle poche cose che lo rallegrava era dilettarsi in cucina, oltre che provare incantesimi su incantesimi in compagnia di suo padre.

Lo guardai per un attimo.

A volte mi chiedevo se non fosse il caso di rimandarlo a Shantaram ma lui non voleva.

Voleva rimanere con noi nonostante tutto.

“Prigione per prigione..almeno sono con la mia famiglia”.

Erano queste le parole che aveva usato.

Sapevo che voleva essere un’ affermazione carina detta in tono sinceramente affettuoso ma mi dilaniava in due sapere di aver messo in una situazione del genere mio figlio.

Ricordo che in quel periodo pensavo che mi odiasse nonostante lui non facesse assolutamente nulla che desse adito a quella mia fissazione. Mi sorrise interrogativo, notando la mia espressione assorta. Scrollai la testa per tranquillizzarlo e mi intromisi nella discussione tra gli altri commensali.

“Qualcuno deve pur fermarla…sta mettendo le mani su tutta Hogwarts..”disse accalorato Sirius.

“Di chi parlate?”esordii, dopo aver fatto l’occhiolino a James.

“Della Umbridge, mamma. In che pianeta eri?”mi rispose a mo di rimprovero mentre portava alla bocca il bicchiere.

Nello stesso momento Sirius fece la stessa identica cosa.

Nello stesso identico modo.

Una strana inquietudine attanagliò il mio stomaco.

Perché non riuscivo a sorridere di fronte ad una scena simile? Perché invece sentivo che c’era qualcosa di incredibilmente malinconico e allo stesso tempo fatalistico in tutto quello?

“Oh, mi sono dimenticata di dirvi una cosa importantissima!”esclamò quasi affocandosi Tonks. “Ho incontrato Mundugus prima di arrivare qui, alla testa di porco. Ha detto che poco prima Harry, Ron, Hermione e altri ragazzi del suo corso stavano organizzando una specie di esercito..”.

“Esercito?”chiese sorpreso James.

“No, non proprio un esercito. Quello era solo il nome…più che altro una specie di Club segreto. Dato che la Umbridge ha bandito ogni genere di iniziativa di questo tipo, hanno pensato bene di infrangere le regole”.

Sul volto di Sirius apparve un sorriso malandrino.

“L’ intento è quello di creare un gruppo di difesa…”.

“AH! È tutto suo padre!”esclamò entusiasta Sirius.

“Già, peccato che i ragazzi manchino di un po’ di furbizia. Insomma, la testa di porco…andiamo…”proruppe Remus.

“Noi sapevamo aggirare meglio questo genere di ostacoli, eh vecchio lupo?!”.

Forse le mie paranoie su Sirius non erano poi così fondate…sembrava essersi rianimato.

“Ad ogni modo, qualcuno dovrebbe fargli sapere di essere più prudenti…”.

“Ci penserò io..”rispose Sirius.

Mi voltai verso di lui sorpresa.

“Tanto era da un po’ che non sentivo Harry, per cui, quale migliore occasione di questa, no?”.

“Ah si? E sentiamo come vorresti fare con la Umbridge che controlla la posta a scuola?”gli chiesi a metà tra l’infuriato e il sarcastico.

Sirius non aveva ancora capito che doveva starsene buono.

“Tu non ti preoccupare. Ho i miei metodi…e non uscirò da qui, stai tranquilla”mi precedette, scoccando un’occhiata d’intesa a James.

Decisi di lasciar correre. Qualsiasi cosa che rendesse James un po’ più coinvolto era un bene per lui.

 

                                                                         ************

 

Sirius Black

 

“Si, papà,per l’ennesima volta, ho capito: devo stare fermo immobile qui a fare la guardia prima che la mamma sappia cosa stiamo combinando”sbuffò impaziente il mio James.

“La parte più importante…”chiesi impaziente.

“E soprattutto non devo mettere per nessun motivo la testa dentro il caminetto con te. Posso soltanto stare a guardare..”.

“Bene, possiamo incominciare..”dichiarai estatico.

Non era solo il fatto che di lì a poco avrei parlato con Harry.

Stavo facendo qualcosa con James, solo io e lui.

Nonostante da quando eravamo arrivati a Grimmauld Place non avessimo fatto altro che stare insieme, non mi ero ancora abituato al nostro rapporto.

Ero ancora troppo scosso per capire che ero diventato padre.

Cullato da questi pensieri, mi accucciai accanto al fuoco scoppiettante, pronto per ricongiungermi seppur limitatamente al mio figlioccio. Non avevo idea di che rischio stessi per correre…

 

                                                                             

 

                                                                                *********

 

 

James Albus Black

 

Fissavo insistentemente la porta socchiusa del salone da un quarto d’ora. 

Come se lo smalto del ciliegio scrostato fosse riuscito a convincermi.

Cosa stavo facendo? Avevo fatto una mezza promessa a mio padre..lui si fidava di me.

E adesso ero ad un passo dal tradirlo.

Ma in fondo era per lui che lo facevo..anzi..per noi.

Sbirciai per l’ennesima volta dentro la stanza cupa. La scena non era cambiata: mia madre era sempre accovacciata sul divano, con un grosso tomo impolverato sulle gambe e l’aria concentrata.

Immobile  da più di un quarto d’ora.

Io invece mi dondolavo nervosamente sui piedi, torcendomi le mani, in attesa di qualche segno.

Che non arrivava.

Mi feci coraggio.

In fondo non c’era molto da pensare: o sarebbe andata male o molto male.

Sarei caduto in entrambi i casi.

L’ unica cosa che avrei potuto controllare era l’atterraggio.

Presi un respiro profondo e entrai.    

“Ah, finalmente ti sei deciso..”esclamò mia madre, cogliendomi di sorpresa.

“Dovevo immaginarlo…”sussurrai in elfico.

“Allora, che cosa hai combinato stavolta?”disse in tono irritantemente paziente,mentre riponeva il volume nell’imponente libreria.

“Perché avrei dovuto combinare per forza qualcosa per venirti a parlare?”tergiversai malamente.

“James…”cantilenò,venendo più vicina.

Maledizione. Sapeva che non avrei mai potuto resistere al suo sguardo…

“Senti, non so se posso dirtela questa cosa…”esclamai, voltandole le spalle.

“Ah, provo ad indovinare: si tratta di tuo padre..”dichiarò in tono sarcastico.

“Questa cosa è diversa..”mi giustificai. “Gliel’ho promesso..”.

“Se sei venuto fin qui a dirmela, rompendo la sacra coalizione padre/figlio contro la mamma cattiva, significa che è qualcosa di importante,no?”.

“Prometti che non ti arrabbi?”supplicai tentennante.

“James, andiamo, non sei più un bambino..”.

“D’accordo..beh..hai presente che papà cercava un modo per contattare Harry?”.

Annui, perplessa.

“Beh, l’ha trovato..e prima di oggi..l’aveva già fatto…e tutto era filato liscio…solo che questa volta è sopraggiunto un problema..e lui non voleva che te ne parlassi..perché pensa che sia una stupidaggine ma io credo che finga e che sia preoccupato anche lui solo che non può dirtelo perché ha paura che tu o il nonno vi infuriate e gli leviate anche quel minimo di autonomia che gli resta..e..”.

“Ehi, aspetta…rallenta un attimo. Innanzi tutto quale sarebbe questo metodo di comunicazione? E soprattutto che problema sarebbe sorto?”mi interruppe subito allerta.

“Non so cosa sia di preciso…so solo che avviene attraverso il camino, un po’ come la Metropolvere. Lui ha detto che ad Hogwarts lo faceva spesso..”.

“Si, si ho capito..vai avanti”disse più cupa che mai.

“Beh, come ti dicevo, l’altra volta era andato tutto bene..Io l’ho ammonito lo stesso,però. Gli ho spiegato che è rischioso e tutto quanto. Poi però lui era così entusiasta…e anche io..insomma ci siamo un po’ lasciati prendere e allora abbiamo ritentato ieri sera. Solo che..”.

“Solo che, cosa?”chiese incalzante.

“Ecco, dopo un po’…è successa una cosa strana…si sono sentiti dei rumori esterni, come un’interferenza e una mano è apparsa dal nulla..nel fuoco…ed è stato come se volesse afferrare la testa di papà..”.

“Cosa?”esclamò turbata.

“Si, esatto. Era una mano di donna..tozza e aveva molti anelli..Poi, ovviamente, abbiamo chiuso subito il collegamento con Hogwarts e lui mi ha fatto promettere di non dirti niente e che non c’era di che preoccuparsi, che poteva capitare…”.

Prese a passeggiare perplessa per tutta la stanza. Sembrava infuriata ma il suo cervello stava elaborando i dati…e prima di fare una sfuriata contro mio padre, voleva scoprire cosa era successo davvero. Sembrava davvero preoccupata…

Subito mi sentii meglio per aver svelato il segreto. C’era qualcosa di terribilmente pericoloso in quella faccenda..non potevo mettere in gioco la mia nuova vita per l’orgoglio di mio padre.  

All’improvviso la porta del salone si aprì e fece il suo ingresso un raggiante Sirius Black.

 

Aryana Silente

 

“Remus è appena andato via, ha detto che Hagrid e Madame Maxime hanno appena dato loro notizie e..”.

La voce gli morì in gola, non appena vide il mio sguardo furioso.

“No io vorrei solo sapere come ti è venuto in mente!”gli inveii contro.

Parve rendersi conto tutto d’un tratto di essere finito nelle sabbie mobili.

“James!”esclamò irritato.  Per tutta risposta quello si defilò in camera sua, cosa che aveva imparato a fare da tempo ormai durante le nostre liti.  

“Non provare a dare la colpa a lui! Sei tu l’irresponsabile…”

“L’incosciente, l’impulsivo, che non pensa, che non capisce, che non si rende conto…”mi fece il verso prima che potessi completare la frase. “Tutte queste cose me le sento dire da un’eternità. Non ne posso più. Tu non sai, non c’eri…non era pericoloso, era incredibilmente geniale!”.

“Così geniale che ti sei fatto beccare da Dolores Umbridge. Dì un po’, ti è mai passato per la testa che controlli la posta di Harry, o semplicemente i camini di Hogwarts?”.

“Oh, e anche se fosse? Valeva la pena provare”.

“No, invece. Quando lo capirai? Quando capirai che la nostra sicurezza non è qualcosa che può essere messa in gioco?”.

“E tu quando capirai che non me ne frega niente della sicurezza? Non me ne frega niente di morire. Perché io sto già morendo! Non mi rimane niente, non ho altro se non quel briciolo che posso rischiare”sbraitò esasperato.

Le sue parole mi arrivarono dritte al cuore come lame.

“Non hai niente? Io e James saremmo niente?”chiesi sconvolta.

“Oh, andiamo, hai capito che cosa volevo dire..”ringhiò brusco.

Almeno aveva abbassato la voce.

Forse aveva capito che aveva sbagliato. Ma non sapeva ancora quanto.

“Te lo giuro, Sirius. Un’altra serata come questa, e ti accorgerai davvero che cosa significa non avere niente”sibilai minacciosa mentre il portacarte di cristallo dietro di noi andava in frantumi magicamente.

Uscii dalla stanza furibonda.       

Quanto ancora avrei dovuto sopportare i suoi malumori e i suoi sbalzi d’umore?

Per quanto ancora avrei dovuto far finta che tutto stesse andando bene?

La mia mente conosceva già la risposta: quando sarebbe finita quella maledetta guerra.

Già, ma se fosse successa qualcosa prima?    

 

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