Sono sicura che arriverà

di CherryBomb_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il principe azzurro non esiste ***
Capitolo 2: *** No, in discoteca no! ***
Capitolo 3: *** Ricordi scomodi ***
Capitolo 4: *** Incontri ***
Capitolo 5: *** Una bella chiacchierata ***
Capitolo 6: *** Voglio saperlo ***
Capitolo 7: *** Una piccola sorpresa (Ary POV) ***
Capitolo 8: *** Una piccola sorpresa (Ila POV) ***
Capitolo 9: *** Un bacio inaspettato ***
Capitolo 10: *** Messaggiando ***
Capitolo 11: *** Tutto può nascere da un semplice solletico ***
Capitolo 12: *** Non tutto il male viene per nuocere ***
Capitolo 13: *** Tutto si risolve, o quasi. ***
Capitolo 14: *** Una nuova delusione ***
Capitolo 15: *** C'è a chi va bene e a chi no ***
Capitolo 16: *** Confusione ***
Capitolo 17: *** Giro sulla giostra ***
Capitolo 18: *** Solo io e te ***
Capitolo 19: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 20: *** Ed è arrivato anche il mio momento ***
Capitolo 21: *** Gelosia ***
Capitolo 22: *** Tutto va bene, o forse no ***
Capitolo 23: *** Presentazioni ***
Capitolo 24: *** La notizia ***
Capitolo 25: *** Me lo prometti? ***
Capitolo 26: *** Primo giorno da infermiera ***
Capitolo 27: *** Secondo giorno da infermiera ***
Capitolo 28: *** Si torna a casa ***
Capitolo 29: *** Una giornata un pò strana ***
Capitolo 30: *** Voglio tornare a casa ***
Capitolo 31: *** Andava tutto bene, per adesso ***
Capitolo 32: *** Due persone di troppo ***
Capitolo 33: *** Tua figlia deve dirti qualcosa ***
Capitolo 34: *** Pranzo al lago ***
Capitolo 35: *** Provocazioni ***
Capitolo 36: *** C'è qualcosa che non va ***
Capitolo 37: *** Shopping ***
Capitolo 38: *** Mille provocazioni ***
Capitolo 39: *** Paure inutili ***
Capitolo 40: *** Il matrimonio - La cerimonia ***
Capitolo 41: *** Il matrimonio - Il ricevimento ***
Capitolo 42: *** Devo parlarti ***
Capitolo 43: *** Un regalo un po' speciale ***
Capitolo 44: *** Brescia-Cattolica ***
Capitolo 45: *** Finta gelosia ***
Capitolo 46: *** Una mia amica ***
Capitolo 47: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 48: *** No, ancora in discoteca no. ***
Capitolo 49: *** Dove tutto ebbe inizio ***
Capitolo 50: *** Un pranzo riappacificatore ***
Capitolo 51: *** La mia prima volta ***
Capitolo 52: *** Una proposta inaspettata ***
Capitolo 53: *** A casa di Edo ***
Capitolo 54: *** Auguri piccola ***
Capitolo 55: *** Natale (POV Ary) ***
Capitolo 56: *** Natale (POV Edo) ***
Capitolo 57: *** Natale (POV Ila) ***
Capitolo 58: *** Natale (POV Simo) ***
Capitolo 59: *** Ultimo dell'anno ***
Capitolo 60: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il principe azzurro non esiste ***





Il principe azzurro non esiste



Sono una ragazza di 16 anni e non ho mai avuto neanche un ragazzo. Non che non lo volessi, ma…non so come mai non ce l’ho mai avuto. L’unica cosa che so è che, non ce l’ho mai avuto.
Non mi sono mai sentita diversa o discriminata dal fatto che non ne avessi mai avuto uno, ma solo che ogni tanto mi chiedo come sia.
Ne parlo ogni tanto con la mia amica: le chiedo come sia perdersi negli occhi di qualcuno, guardarsi talmente intensamente da leggersi dentro, come sia sentirsi abbracciare, come sia sentirsi baciare, come sia tutto.
Anche lei è diciamo in “astinenza”, be, non come me. Lei è single da due anni e mezzo e ogni tanto ci capita di parlare di queste cose.
A lei manca sentire quelle sensazioni che si provano quando sei assieme ad una persona, io vorrei tanto provarle; lei va in depressione perché non ha il moroso da una vita, io vado in depressione perché non ce l’ho mai avuto.
L’altro giorno stavamo parlando di come le favole, i libri e i film, ci abbiamo dato un’idea sbagliata dell’amore.
Prendiamo ad esempio la celebre saga di Twilight: descrive un ragazzo bellissimo, che tratta la propria ragazza come una regina, che non ha altri sguardi che per lei, che è bello, gentile, premuroso, geloso allo stesso tempo. Ma quanti ragazzi esistono davvero così?
Siamo arrivate alla conclusione che ce ne siano forse una decina su sei miliardi di persone e che non saremo mai così fortunate da trovarne almeno una.
Ci siamo anche rassegnate al fatto che, forse non è il nostro momento.
Ma quando arriverà questo momento? Arriverà mai questo momento? Io sono convinta che diventerò una vecchia zitella con un sacco di gatti che scriverà libri che nessuno mai vorrà pubblicare.
La mia amica dice che prima o poi dovrà arrivare per tutti il momento ed è convinta che ci succederà qualcosa di bello, quando meno ce lo aspettiamo.
Bo, sarà. Io continuo a pensare che diventerò grassa con un sacco di gatti.






Ciao a tutti. Sì, lo so, non è tanto, ma è solo l'inizio. Le cose più interessanti arriveranno dopo.
Vorrei sapere se vi piace e cosa ne pensate.
Posterò il prossimo capitolo presto.
Grazie a chi legge e soprattutto a chi recensisce ^_^








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Capitolo 2
*** No, in discoteca no! ***



No, in discoteca, no !
Stavo parlando con la mia amica Ila su msn.
Stavamo discutendo. Era un giovedì sera tranquillo e beato, senza nessun tipo di intoppi, l’unica cosa che guastava la serata era…la Ila che rompeva. Si, rompeva. Cercava di convincermi ad andare in una stupida discoteca. Io ? In discoteca? Ma stava scherzando, manco se mi avessero pagato. Io che odio profondamente l’house e qualsiasi genere che ci girasse attorno, dovevo andare in una discoteca. Ma manco morta. Neanche la Ila era tipo da discoteca, ogni tanto ci andava, ma niente di che. Almeno non odiava l’house.
Voleva andare in discoteca per “distrarci”. Trovare un altro modo era troppo difficile? In effetti ci eravamo leggermente depresse con il discorso sul principe azzurro e compagnia bella e qualcosa per distrarci ci serviva davvero: potevamo fare tutto, ma non la discoteca. E poi i miei non mi avrebbero mai lasciato.
No comment. Anche i miei genitori si mettevano contro di me. Dopo vari tentativi la Ila mi ha convinto a chiedere almeno ai miei se mi avrebbero lasciato. Tutta convinta glielo chiedo, sicurissima della loro risposta negativa e invece…
- COSA?- ero letteralmente scioccata.
- Sì, per noi potresti andare. Tanto è una sera. Almeno ti diverti, ti distrai un po’ e almeno fai compagnia alla Ila. Pensa a lei. Chissà magari succederà qualcosa di bello.- Disse mia mamma con il sorriso sulle labbra.
-Chi sei? Cosa ne hai fatto di mia mamma?- non so come facessi a parlare.
-Davvero. Dovresti andare. Potresti divertirti. E poi per una volta. Magari dici che non ti piacciono e magari quando entrerai, mi chiederai di andare tutti i sabato sera in discoteca. E sia chiaro già da ora che tutti i sabato non ci andrai.- Disse l’ultima frase con un fare minaccioso.
Mia mamma cominciava ad assomigliare sempre più alla mia solita mamma.
-Non ci voglio andare neanche una volta.-
-Dai, vai. Prova. Potresti stupirti.-
Alla fine, convinta da mia mamma e dalla Ila che scoprendo la bella notizia, non sapeva più cosa fare dalla gioia.
Io non ero poi così felice, ma un po’ di ottimismo me lo trasmesse la Ila (e la Ila che trasmette ottimismo è molto strano, non è una persona molto ottimista, che sia fuori di testa e sempre con il sorriso sulle labbra e la battutina pronta, quella è un’altra cosa. Ma trasmettere ottimismo, non è da lei.)
Dopo molte parole sprecate a riuscire a strapparmi un “vengo”, decidemmo di andare.
Saremmo andate il sabato (era giovedì, non mancava poi così tanto).
Le avevo promesso di non parlare con nessuno del fatto che andassimo in discoteca insieme. Nessuno doveva saperlo.
L’unico posto in cui potevamo parlare di discoteca, era msn. L’unico posto sicuro dove nessuno potesse sentirci. Quindi ero al sicuro.
Per la prima volta in vita mia, avevo qualche problema su come vestirmi, io che di solito uscivo di casa con jeans, felpa e Converse.
La Ila aveva, anche lei, qualche problema, più che altro con il pensiero che dovesse mettere su i tacchi.
Bè, il problema non doveva essere suo, ma mio: se lei avesse messo i tacchi, sarebbe diventata alta tipo 1.75 se non di più, io sarei rimasta la nanetta nel mio 1.60 scarso, quindi non le sembrava il caso, sia per farmi stare a mio agio, sia perché così stava a più agio lei.
Alla fine optammo per una cosa semplicissima: jeans a sigaretta, Converse e un top un po’ vistoso e scollato. Il che voleva dire che avevo assolutamente bisogno di andare a comprare il top e un push up, che senso aveva mettere un top scollato se non “Si mostra la mercanzia?” parole usate dalla Ila. Si, mercanzia come se ce ne fosse.
-Ed è per questo che c’è urgenza di push up.- mi diceva la Ila.
Beata lei che non aveva bisogno di push up e cose varie, aveva una terza abbondante, di mercanzia ne aveva in abbondanza da mostrare.
Il venerdì ci toccò fermarci dopo la scuola per andare a fare il piccolo shopping che dovevamo fare.
La cosa che mi preoccupava maggiormente era il push up, per la magliettina non c’erano problemi.
Girammo negozi su negozio, prima guardando se mi poteva piacere qualcosa e quanto costasse, per poi tornare a provare e, in caso, a comprare. Sinceramente non avevo mai pensato a questa cosa di girare tutti i negozi in cui vendono l’articolo che vuoi comprare e poi scegliere il modello che ti piacesse di più e che magari costasse non eccessivamente troppo. La prossima volta che avrei fatto shopping, dovevo adottare quel metodo, era divertente, carino e penso che facesse anche risparmiare un po’ di tempo.
Per fortuna nel centro commerciale non c’erano chissà quanti negozi di intimo: c’erano esattamente due. Non fu poi così difficile trovare qualcosa.
Nel primo negozio trovammo un push up bellissimo, era blu con un po’ di pizzo e qualche ghirigori, stupendo secondo me; nell’altro negozio trovammo un altro bellissimo push up. Ma con il push up blu era stato amore a prima vista e quindi comprai quello.
Per trovare il top fu un’impresa davvero impossibile.
Il centro commerciale aveva tipo una decina di negozi di vestiti, se non di più, avevo davvero l’imbarazzo della scelta.
Dopo esattamente un’ora e mezza trovammo un top (blu) scollato, non troppo lungo se no mi avrebbe fatto ancora più bassa, paiettato. Dovevo ammettere che era davvero carino. Comprandolo, però, la Ila si rese conto che ci voleva un copri spalle. Detto fatto: copri spalle nero, semplice, ma carino.
Dopo due ore intense nel centro commerciale, andammo a prendere il pullman per tornare a casa. Domani la giornata sarebbe stata lunga, molto lunga.
Avremmo davvero dimenticato tutto e avremmo sgombrato la mente?
Sinceramente non ci credevo più di tanto.

Ciao a tutte, eccomi qua con il secondo capitolo di questa storia.
Vorrei ringraziare le persone che hanno letto il capitolo scorso e che hanno letto questo, vorrei ringraziare anche chiunque abbia messo la storia tra le seguite o le preferite (essendo che adesso non è più visibile vedere chi segue, non so con precisione in quante siete -.-)
Voglio ringraziare in particolar modo Iris92, ColeiCheAmaEdward e Tamara Chan che hanno recensito il primo capitolo, spero che anche questo capitolo vi piaccia e che seguirete ancora la mia storia. =D
Nel prossimo capitolo spunteranno personaggi nuovi,
Vi lascio ad un piccolo spoiler del prossimo capitolo:
Non sapevo più cosa fare. Ero fortemente convinta che tra lei e Mattia una storia ci fosse già, ma non riuscivo a capire il comportamento di lui.
- Vuoi dirmi in che discoteca andiamo??-
- DLQ – disse lei con un piccolo sorriso. Discoteca dove andava lui di solito, pensai. Lo sapevo. Sapevo che ci voleva andare per qualche motivo. Forse avrebbe voluto vederlo. Sapeva che quando andavo a ballare non andava con la sua ragazza, preferiva andare con gli amici e divertirsi.
- Ah ok
- So a cosa stai pensando: al fatto che io voglia vederlo, che voglia stare un po’ con lui. E sì, lo ammetto è così. Voglio fargli vedere cosa si è perso andando insieme all’altra. A chi sono. A cosa faccio. Sono migliore di quella stronza. E glielo dimostrerò.
Era agguerrita, il che voleva dire che poteva fare fuoco e fiamma. Ci soffriva ancora, ma voleva dimenticarlo e divertirsi, fargli capire che con lei poteva stare meglio. La adoravo quando faceva così.
- Grande. Così che si fa. Ma sei sicura che ci vada.-
- Al 99% sì. Ma non lo cercherò. Se verrà lui bene. Se lo vedrò bene. Mi godrò la serata. Come andrà, andrà.
Lei che non lo cercava era strano. Lo cercava da tutti le parti quando sapeva che avrebbe potuto vederlo. Ma più tardi avrei scoperto che quel giorno la Ila era molto determinata a divertirsi e a non pensare a niente.
Spero di avervi incuriosito =D

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Capitolo 3
*** Ricordi scomodi ***






Ricordi scomodi



Sabato. Il fatico giorno della mia prima volta in discoteca. Ore 6.30 del mattino. Dovevo svegliarmi per andare a scuola. Voglia: zero. Voglia di andare in discoteca la sera stessa: - 9999999999999999.
Non ne avevo voglia, ma ormai avevo promesso e le promesse sono promesse.
Feci colazione, mi preparai. Andai in fermata, il mio cervello non si era ancora connesso stamattina, ma quello di qualcun altro sì.
Salendo sul pullman mi ritrovai la Ila felice come una Pasqua, eccitata all’invero simile che per ogni minima cagata rideva e sorrideva.
-Dai, sorridiiiiiiiiiii. Non sei felice??- il sorrisone della Ila, mi si parò davanti.
-No- la mia faccia era così -.-
-Come no. – il suo sorriso si spense – se non vuoi venire, non andiamo.- mi disse facendo la sua faccina da cane bastonato.
Mi dispiaceva vederla così, era da una vita che non la vedevo ridere come una deficiente, da quando aveva scoperto che con il suo adorato Mattia non sarebbe mai successo niente di niente, ma quella è un’altra storia. Vederla con quella faccina imbronciata, mi cominciai a sentire in colpa. Sfoderai uno dei miei sorrisi più belli e disse – Ma secondo te, mi sono messa a comprare un push up e un top, per poi non andare??? Ma ti sembra il caso??-
Le ritornò il sorriso.
- waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa- si mise ad urlare.
- Vorrei ricordarti che nessuno deve sapere dove andiamo stasera.-
- Giuro. Nessuno. – disse mostrandomi il mignolo. Era una cosa infantile, ma la facevamo sempre quando dovevamo giurarci qualcosa. Ci prendevamo il mignolo e facevamo Giurin Giurello, proprio come fanno i bambini quando devono giurare qualcosa.
Cominciammo a parlare di tutt’altro, ma sinceramente non seguivo più di tanto. Pensavo alla Ila. A quanto ci fosse stata male quando aveva scoperto che Mattia si era fidanzato e per di più con un’altra che non fosse lei. Be, devo precisare che non uscivano nemmeno insieme, ma ci sono sempre stati scambi di sguardi e sguardi che non lasciavano nessun dubbio: quei due si piacevano. Eccome. Era un anno e mezzo che lei correva dietro a lui, cioè correva dietro, più che altro ci sbavava dietro. Avevo pensato, e non ero l’unica, che tra loro sarebbe nato sicuramente qualcosa, quando si guardavano partivano le scintille, c’era feeling, senza conoscersi erano telepatici. E poi erano una bella coppia. Un giorno, per caso, si erano anche conosciuti. Andavano d’accordo ed erano felici quando stavano insieme. Tutto sembrava perfetto e tutte si aspettavano il lieto fine, che non arrivò.
Un giorno lui arrivò a scuola mano nella mano con una sua compagnia di classe.
- Ciao Ila. Ti presento Veronica, la mia ragazza.- gli disse lui sorridendo.
Lei non ci credeva. Non poteva crederci. Eppure era così. Veronica era una compagnia di classe di Mattia, la Ila aveva sempre avuto il sospetto che tra di loro ci fosse qualcosa e infatti non si era sbagliata.
Aveva ragione a dire che aveva un sesto senso eccezionale, fino ad allora non le credevo, poi mi dovetti ricredere.
Venni risvegliata dalla Ila che mi guardava incazzata e mi diceva
- A cosa stai pensando per non ascoltarmi??-
Non sapevo cosa risponderle, non potevo dirle che pensavo a quanto tempo era che non la vedevo così, a quando venne da me in lacrime, piangendo come una fontana a darmi la bruttissima notizia. Per settimane non fu la stessa persona, rideva e scherzava, ma si vedeva nei suoi occhi un velo di tristezza. Mi spezzava il cuore tutte le volte che la guardavo negli occhi.
Con Mattia aveva comunque mantenuto un rapporto di amicizia, ma penso che anche lui si fosse accorto che non era più come prima.
- Ma niente, mi sto immaginando come sarà stasera.- Mentii spudoratamente. Non credeva nemmeno ad una parola. Mi conosceva troppo bene.
- A cosa stavi pensando veramente??- Ok, dovevo dirglielo anche se sapevo che avrei toccato un tasto ancora dolente, anche se lei faceva finta di niente.
- Stavo pensando a quando hai saputo che Mattia e Veronica erano insieme.- Sbarrò gli occhi. Un velo di lacrime gli coprì gli occhi.
- E perché ci stavi pensando??- la sua voce era rotta, riusciva a stento a trattenere le lacrime.
- Perché stavo pensando a come eri come sono salita: eccitata, ridevi per qualsiasi cosa. Era da tanto che non lo facevi. E così mi è venuto in mente.-
Si girò verso il finestrino.
- Scusa, Ila. Non volevo…-
- Fa niente. Tranquilla sto bene. – Non mi lasciò nemmeno finire la frase, ma nel momento in cui si girò per guardarmi, una lacrime le rigò il viso. Non andava tutto bene e lo sapevo pure io.
Non sapevo più cosa fare. Ero fortemente convinta che tra lei e Mattia una storia ci fosse già, ma non riuscivo a capire il comportamento di lui.
-Vuoi dirmi in che discoteca andiamo??-
-DLQ – disse lei con un piccolo sorriso. Discoteca dove andava lui di solito, pensai. Lo sapevo. Sapevo che ci voleva andare per qualche motivo. Forse avrebbe voluto vederlo. Sapeva che quando andavo a ballare non andava con la sua ragazza, preferiva andare con gli amici e divertirsi.
- Ah ok-
-So a cosa stai pensando: al fatto che io voglia vederlo, che voglia stare un po’ con lui. E sì, lo ammetto è così. Voglio fargli vedere cosa si è perso andando insieme all’altra. A chi sono. A cosa faccio. Sono migliore di quella stronza. E glielo dimostrerò.
Era agguerrita, il che voleva dire che poteva fare fuoco e fiamme. Ci soffriva ancora, ma voleva dimenticarlo e divertirsi, fargli capire che con lei poteva stare meglio. La adoravo quando faceva così.
-Grande. Così che si fa. Ma sei sicura che ci vada?
- Al 99% sì. Ma non lo cercherò. Se verrà lui bene. Se lo vedrò bene. Mi godrò la serata. Come andrà, andrà.-
Lei che non lo cercava era strano. Lo cercava da tutti le parti quando sapeva che avrebbe potuto vederlo. Ma più tardi avrei scoperto che quel giorno la Ila era molto determinata a divertirsi e a non pensare a niente.
La giornata a scuola passò tranquilla, senza nessun imprevisto o problema. Uscii da scuola, andai a casa e decisi di farmi una dormita, se no col cazzo che avrei ballato fino alla mattina.
Sarebbe venuta a prendermi a casa per le 11, mi avrebbe anche dovuto un po’ truccare.
Mi svegliai alle 9, tanto per poter fare le cose con calma e non di fretta. Mi feci una doccia bollente di almeno una mezz’oretta, mi misi a posto i capelli e mi vestii.
Guardandomi allo specchio, non potevo crederci, non sembravo nemmeno io. Però stavo stra bene. E cazzo, che tette.
Alle 11 spaccate arrivò la Ila. Quando entrò, spalancò la bocca.
-Che figona. Se fossi uomo ti salterei addosso io. – e la deficienza della Ila cominciava a farsi sentire.
Mi truccò leggermente, odiava il trucco troppo pesante, lo considerava volgare e di poco gusto. Aveva ragione, la pensavo al suo stesso modo.
Mi mise la matita, un po’ di rimmel e un po’ di brillantini sul viso.
Be, dovevo dire che stavo da dio.
Guardandoci nello specchio, eravamo molto sorprese. Eravamo delle fighe assurde: io con il mio top blu e il push up e lei con il suo top viola e un reggiseno che si intravedeva leggermente dalla maglietta. Tutte e due leggermente truccate. Ci guardammo negli occhi. Quella sera sarebbe stata la nostra sera. Nulla poteva fermarci.

Ciao a tutte. Stiamo finalmente arrivando nel vivo della storia. Nel prossimo capitolo, conoscerete due personaggi nuovi che cambieranno qualcosa.
Voglio ringraziare chi legge in silenzio e non recensisce e chi legge la storia per la prima volta.
Voglio ringraziare TheDreamerMagic e ColeiCheAmaEdward che hanno recensito il capitolo.
Voglio ringraziare Balenotta, ColeiCheAmaEdward, Iris92, rere18, Tamara Chan e TheDreamerMagic che hanno aggiunto la storia tra le seguite.
Spero tanto che piaccia anche ad altra gente.
Vorrei tanto che lasciaste una recensione, per dirm"fa schifo", "vai a fare qualcos'altro che è meglio" o per dirmi che la mia storia vi piace, se avete dei consigli sono ben accetti.
Vi lascio allo spoiler:
La Ila aveva quella sorprendente capacità di sembrare a proprio agio in un posto che non aveva mai visto o in cui non c’era mai stata. Era una capacità naturale, la faceva sembrare sicura di se e forse un po’ stronza, ma in realtà era timida, insicura e per niente stronza. È proprio vero che le apparenze ingannano.
- Due sex on the beach- urlò la Ila al barman.
- Due che??- le dissi io.
- Tranquilla è buono. – dovevo fidarmi. Era lei l’esperta in alcolici.
La Ila si girò, pensavo in cerca di Mattia, ma poi scoprii che c’era uno che la fissava. Si scambiarono degli sguardi. Be, carino. Molto meglio di Mattia sicuramente. In parte a lui c’era un tipo che sembrava anche lui un pesce fuor d’acqua come me. Mi stava già simpatico e poi, non era per niente male.
- Eccoti.- disse il barman facendo l’occhiolino e passando i due bicchieri alla Ila.
- Grazie. – lei gli ricambiò l’occhiolino. Anche il barman non era male, ma chissà a quante altre avrà fatto così.
- Tieni, - la Ila mi porse il bicchiere. Dall’odore non sembrava male e neanche a guardarlo.
Lo assaggiai titubante. Mmmmmm davvero buono.
- Ti piace vero??- disse lei facendo un altro sorriso soddisfatto.
- Sì. Buonissimo. Andiamo a fare un giro.
Stavamo camminando per la sala, quando notai ancora il ragazzo che poco prima stava fissando la Ila e in parte a lui il ragazzo che ormai ritenevo simpatico. Mi misi ad osservarlo. Alto, i capelli mi sembravano sul castano scuro un po’ arruffati. Aveva una camicia sbottonata sul petto, ma non si vedeva niente di che. Pantaloni stretti. Era davvero bello. Per mia fortuna, nella sala non si vedeva quasi niente, perché se no il tipo mi avrebbe sgamato.

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Capitolo 4
*** Incontri ***



Incontri



Arrivammo alla discoteca alle 23.30, più o meno.
Da fuori non mi sembrava male e anche se fosse stato il contrario, non potevo più tornare a casa e poi avevo una buona sensazione, dovevo assecondarla. La Ila era della mia stessa idea.
Entrammo. Venimmo investite dalla musica.
Rimasi un po’ imbambolata. Dove mi ero cacciata??
Mi ritrovai davanti un enorme stanza, fatta su due piani.
Sulla sinistra appena entrate c’era il bar, sulla destra e sul perimetro della stanza tavoli e divanetti. Il piano superiore aveva altri tavoli e sedie. Il posto non era tanto male. Era….carino. Si, avevo appena detto che una discoteca era carina.
- Vedo che non stai scappando. Deduco che non ti fa poi così schifo. – mi disse la Ila cercando di sovrastare la musica.
- No. È solo che sono gentile e rimangono perché te l’ho promesso. –
Mi guardò. Si mise a ridere. Ma ero davvero così pessima come attrice?? A quanto pare sì. O se no mi conosceva davvero troppo bene.
- Ok, lo ammetto. Non è male.
- Visto. – disse con un sorriso compiaciuto sulle labbra.
- Non ho detto che ci tornerò.
- Be, almeno puoi dire di essere entrata in una discoteca e puoi dire se ti piace o no. Ricordati che le cose bisogna provarle prima di dire che schifo.- A volte mi ricordava cose che mi diceva mia mamma da piccola, rendendomi così conto, che potevano andare bene anche diventando grande.
- Dai andiamo a prendere qualcosa da bere e a fare un giro.
Camminava come se conoscesse quel posto come le sue tasche, io, invece, ero completamente impacciata.
La Ila aveva quella sorprendente capacità di sembrare a proprio agio in un posto che non aveva mai visto o in cui non c’era mai stata. Era una capacità naturale, la faceva sembrare sicura di se e forse un po’ stronza, ma in realtà era timida, insicura e per niente stronza. È proprio vero che le apparenze ingannano.
- Due sex on the beach- urlò la Ila al barman.
- Due che??- le dissi io.
- Tranquilla è buono. – dovevo fidarmi. Era lei l’esperta in alcolici.
La Ila si girò, pensavo in cerca di Mattia, ma poi scoprii che c’era uno che la fissava. Si scambiarono degli sguardi molti intensi. Be, carino. Molto meglio di Mattia sicuramente. In parte a lui c’era un tipo che sembrava anche lui un pesce fuor d’acqua come me. Mi stava già simpatico e poi, non era per niente male.
- Eccoti.- disse il barman facendo l’occhiolino e passando i due bicchieri alla Ila.
- Grazie. – lei gli ricambiò l’occhiolino. Anche il barman non era male, ma chissà a quante altre faceva così.
- Tieni, - la Ila mi porse il bicchiere. Dall’odore non sembrava male e neanche a guardarlo.
Lo assaggiai titubante. Mmmmmm davvero buono.
- Ti piace vero??- disse lei facendo un altro sorriso soddisfatto.
- Sì. Buonissimo. Andiamo a fare un giro.
Stavamo camminando per la sala, quando notai ancora il ragazzo che poco prima stava fissando la Ila e in parte a lui il ragazzo che ormai ritenevo simpatico. Mi misi ad osservarlo. Alto, i capelli mi sembravano sul castano scuro un po’ arruffati. Aveva una camicia sbottonata sul petto, ma non si vedeva niente di che. Pantaloni stretti. Era davvero bello. Per mia fortuna, nella sala non si vedeva quasi niente, perché se no il tipo mi avrebbe sgamato.
- Chi guardi??- mi ridestò la Ila vicino a me.
- Nessuno.- per la prima volta nella mia vita, ero imbarazzata per colpa di un ragazzo.
- Dai, adesso me lo dici.-
- Hai presente il tipo con cui ti sei guardata prima??- lei mosse il capo in segno affermativo – il suo amico.- glielo indicai, cercando di non farmi vedere.
- Be, pensavo ti sarebbe piaciuto. Non è brutto. Anzi non è per niente male, ma io preferisco l’amico. Però mi sanno di un po’ stronzi. Forse il tuo, no. Sembra un pesce fuor d’acqua, ma per niente sfigato o secchione. Ottima scelta, Ary.
Il nostro piccolo discorso venne bloccato da…..
- Ila, che ci fai qui??- era Mattia. Era qui davvero. Me lo aspettavo che lo avremmo visto.
- Ah. Ciao. Abbiamo deciso di andare a ballare ed eccoci qua.- disse lei in modo molto naturale e per niente agitato, era strano il suo auto-controllo.
- Tu, Ary, in una discoteca??- disse ridendo. Lo sapeva anche lui che io le discoteche non le sopportavo.
- Mi ha convinto lei, aveva bisogno di distrarsi. – dissi con una punta acida. Lei subito si girò e mi diede una fulminata. Non sapevo cosa mi era preso, ma in un certo senso era colpa di lui se ero lì.
- E come mai dovevi distrarti???- le chiese Mattia.
- Ho scoperto che quello che mi interessava, ha la ragazza. Io ero molto presa da lui, pensavo lo stesso di lui nei miei confronti, ma a quanto pare, mi sbagliavo.- disse con una punta molto acida nella voce. Non ci potevo credere: l’aveva detto davvero??
- E come mai non mi hai mai parlato di questo ragazzo???- disse lui, forse un po’ sorpreso di non saperne niente – lo conosco per caso??-
- Be, ci mancherebbe anche che non lo conosci. Sei tu. – disse tutta la frase in un fiato e quando ebbe finito se ne andò.
Lui era letteralmente…..pietrificato. Non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Sinceramente anche io ero profondamente scioccata, non mi aspettavo che glielo dicesse così, non aveva mai avuto nemmeno il coraggio di dirgli che le piaceva e adesso, gli aveva parlato in quel momento. E brava Ila, stamattina avevi proprio ragione. Lui guardava ancora il punto in cui era lei prima di andarsene. Si girò verso di me.
- Ho sentito bene??- disse lui.
- Eccome. – dissi io annuendo.
- Cioè, io….io le piacevo.- disse visibilmente stranito da questa cosa.
- Eh sì. E tanto anche. Da un anno e mezzo. – dissi con un sorriso andandomene. Lasciandolo lì come un cretino. Stava ancora ripensando a quello che era appena successo.
Andai in bagno. Sapevo che l’avrei trovata lì.
Entrai e la trovai che usciva dal bagno. Non aveva niente di sbavato. Non stava piangendo.
-Ila. Tutto bene??- dissi io seriamente preoccupata sul fatto che non stesse piangendo.
- Benissimo. Te l’avevo detto, gli avrei fatto vedere cosa si è perso. E perché non dirgli tutto?? Magari non lo aveva neanche capito- disse con un sorriso sulle labbra.
-Be, da quanto ho capito, non lo aveva capito. – dissi cominciando a ridere.
- Non mi stupisco. Agli uomini devi sempre dire le cose, se no non ci arrivano da soli. Dai andiamo. –
Uscendo vedemmo Mattia al tavolo con i suoi amici, ancora visibilmente scioccato.
- Mi sa che ci penserà per tutta sera. – dissi ridendo di gusto.
- Bene, ne sono felice. Io no. Andiamo a ballare.- mi disse prendendomi per mano e portandomi in pista.
Cominciammo a ballare, mi sentivo scema. Però mi piaceva. Alla fine avevamo deciso di mettere i tacchi, con un ricambio di scarpe nella borsa.
Ballammo qualche canzone. Dovevo ammetterlo mi stavo divertendo.
Avevo perso di vista il tipo simpatico, ma non me ne curavo. Era carino, non ci avevo mica perso la testa.
Dopo un po’, avevo una seta pazzesca. Andammo al bar.
- Due birre.- disse la Ila al barman di prima.
- Ma sei pazza??- dissi io cercando di fermarla.
- Tranquilla. Dopo berremo solo acqua. Lo giuro.- mi disse sorridendomi. Il barman le porse le due birre.
- Sono 6 euro.- le disse barman . Lei stava tirando fuori i soldi dal portafoglio, quando le passò una mano davanti e diede i soldi al barman.
- Ma cosa…- stava cominciando a rispondere la Ila. Si stava un po’ incazzando. Ma quando alzò lo sguardo si trovò davanti il tipo che la fissava un’ora prima.
- Offro io. – disse il ragazzo.
- Ma non dovevi. – disse lei. Stava cominciando a perdere il controllo che aveva assunto fin dall’inizio della serata.
I due si scambiarono una lunga occhiata. Erano carini insieme.
- Senti, Simo. Possiamo andare?- si avvicinò il ragazzo simpatico.
Era in parte a me ed era…be..molto meglio di quello che immaginassi.
Alto, sarà stato un metro e ottanta. Castano scuro. Fisicamente era….perfetto. Gli guardai le mani ed erano….perfette: lunghe, portava anche degli anelli ed io impazzisco per le dita con gli anelli.
- Dobbiamo proprio andare, Edo??- disse Simo girandosi.
- Senti, lo sai che odio i posti affollati e soprattutto questo posto affollato.- disse Edo. Oddio, si chiamava Edoardo, cioè Edward in inglese. Boooooooooo. Che coincidenza. La Ila rise. Simo si girò e la guardò.
- Perché ridi??- gli spuntò un sorriso sulle labbra.
- Anche lei non voleva venire. – disse indicandomi. Mi ritrovai 3 paia di occhi che mi guardavano. Io arrossii leggermente.
- Davvero??- disse Simo divertito.
- Si – dissi molto molto in imbarazzo.
- E come mai siete venute qua??- chiese nuovamente Simo, ma farsi i cazzi suoi no, né??? Cioè non ci eravamo nemmeno presentati.
- Avevo bisogno di distrarmi e anche lei un po’. Così l’ho convinta e siamo venute qua. Devo ammettere che non mi piace più di tanto andare in discoteca, ma mi sembrava un buon modo per distrarci e così eccoci.- spiegò la Ila.
- Be, anche noi non siamo discotecari accaniti, cioè Edo proprio no, odia i posti troppo affollati e odia quando deve sorbirsi gli sguardi “affamati” delle ragazze. Be, sinceramente anche io lo odio, però lascio stare.- disse Simo. Modesti però, si credevano così fighi?? Be, non c’era niente da dire, erano belli. Eccome.
- Cazzo che modesti. Non siete mica dei Dei in terra.- buttò lì la Ila. Tutti e due ci rimasero di merda. A quanto pare erano davvero abituati ad essere lodati e ad essere assecondati, ma non avevano mai incontrato la Ila. Io e lei cominciammo a ridere nel vedere la loro espressione. Erano davvero scioccati, non se l’aspettavano.
- Cioè, vuoi dire che….- Simo non riusciva nemmeno ad articolare una frase.
- Noi andiamo a ballare che è meglio.- disse lei, camminando verso la pista con un passo un po’ sensuale.
- Aspetta ma non sappiamo neanche come vi chiamate.- disse Simo urlando.
- Noi lo sappiamo. – disse la Ila e in un tutt’uno- Ciao Simo. Ciao Edo.- e ce ne andammo.
Che carini però e come ci erano rimasti di merda. Ridevo tutte le volte che ci pensavo. Che incontri che si fanno, ma la serata non era ancora finita.


Ciao a tutti. Ho deciso di postare stasera perchè domani sono via tutto il giorno.
In questo capitolo sono entrati in gioco due nuovi personaggi che daranno un pò di movimento in questa storia, la Ila finalmente ha detto a Mattia che gli piaceva, cosa farà lui adesso??? Bo, si vedrà andando avanti con la storia.=)
Nel prossimo capitolo la serata delle nostre due amiche giungerà al termine.
Ringrazio le persone che leggono.
Sinceramente questa storia sta piacendo davvero poco, sono un pò delusa *me davvero molto triste*
Mi spiegate come mai non piace??? Fa così schifo???
Mi voglio scusare per non aver risposto alle recensioni dei primi due capitoli, ma non avevo molto tempo. =D
Risponde ai due angeli che hanno recensito il secondo capitolo:
TheDreamerMagic: Ti ringrazio davvero della tua recensione. =D è si Ila è leggermente sfigata, ma non ti preoccupare che dopo la serata in discoteca cambierà qualcosa. Mattia diciamo che è il classico ragazzo con le fette di salame sugli occhi, che non si accorge di niente. A parte che ai ragazzi devi sempre dirle tu le cose se non se ne accorgono -.- Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguire la mia storia. Grazie ancora.
ColeiCheAmaEdwrd: Grazie per la tua recensione =D Sono contenta che ti piaccia, spero che andando avanti ti piaccia sempre di più. Questo capitolo è il primo capitolo della serata. Spero che ti sia piaciuto =) ancora grazie per la recensione.
Vi lascio ad un piccolo spoiler:
Stavamo uscendo, quando un mano prese il braccio della Ila e la fermò.
- Cos’è successo???- non potevo credere ai miei occhi era Simo, aveva assistito a tutta la scena.
- Ma che cazzo vuoi?? Non ci conosciamo neanche e vuoi sapere i cazzi miei?? Vuoi sapere quello che ho e poi come cazzo fai a sapere che è successo qualcosa??- lo stava davvero trattando di merda. Lui era leggermente sorpreso e un po’ ferito da questo atteggiamento.
- Se non fosse successo niente non mi avresti risposto così. – gli disse tranquillo. Un ragazzo che non si incazzava quando veniva trattato di merda. Teneva ancora il suo braccio-
- Lasciami.- gli urlò lei. Lui la lasciò andare, senza fare una piega. Io rimasi a guardarlo. Sembrava quasi che avesse capito da un solo sguardo che avesse qualcosa, ma com’era possibile?? Si erano appena conosciuti. E il modo in cui gli aveva risposto?? Era come se la conoscesse da una vita. Decisi di raggiungerla fuori.
Al prossimo capitolo =D

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Capitolo 5
*** Una bella chiacchierata ***





Una bella chiacchierata


Ballammo, non so per quanto. So solo che mi stavo divertendo e che anche la Ila si stava divertendo e questo era molto importante.
Ridevamo per qualsiasi cagata, facevamo battute su battute. Eravamo ancora più cretine del solito e quindi eravamo messe male fes.
La Ila mantenne la promessa, dopo la birra bevemmo solo acqua.
Ci stavamo divertendo, stavamo ballando quando, qualcuno venne a disturbare la nostra quiete.
- Possiamo andare a parlare in un posto tranquillo?- era Mattia. Cioè ci stava ancora pensando? Non aveva proprio nient’altro da fare, poverino.
-E perché dovremmo parlare?- disse lei continuando a ballare facendo finta di niente.
-Perché dobbiamo parlare. Non puoi dirmi che ti piacevo e andartene.- disse lui. Lei si fermò lo guardò negli occhi.
-E cosa ti frega di averlo saputo? Tu hai la ragazza. Non dovresti neanche porti il problema. Non dovresti neanche chiedermi di parlare. Non dovresti nemmeno pensarci. Ma perché ci pensi? Che cazzo te ne frega? Non pensarci, lasciare stare. Fai come se non te l’avessi mai detto.- era arrabbiata.
-Ma…io…volevo…- lui biascicava poche parole, non sapere cosa dire.
-Cosa volevi fare? Spiattellarmi il fatto di quanto io sia stupida ad averci solo pensato? Va bene sono stupida lo ammetto. Adesso mi lasci stare??- disse quasi urlando. Il suo autocontrollo era andato a puttane dal momento in cui Simo ci aveva offerto da bere.
-Va bene. Me ne vado.- disse lui rassegnato.
-Ti fa niente se andiamo un attimo fuori? Ho bisogno di fumarmi una sigaretta.- mi chiese facendo un piccolo sorriso.
-Certo, tranquilla. Ho bisogno di un po’ di aria fresca.
Stavamo uscendo, quando un mano prese il braccio della Ila e la fermò.
-Cos’è successo?- non potevo credere ai miei occhi era Simo, aveva assistito a tutta la scena.
-Ma che cazzo vuoi? Non ci conosciamo neanche e vuoi sapere i cazzi miei? Vuoi sapere quello che ho e poi come fai a sapere che è successo qualcosa?- lo stava davvero trattando di merda. Lui era leggermente sorpreso e un po’ ferito da questo atteggiamento.
-Se non fosse successo niente non mi avresti risposto così. – gli disse tranquillo. Un ragazzo che non si incazzava quando veniva trattato di merda. Teneva ancora il suo braccio-
-Lasciami.- gli urlò lei. Lui la lasciò andare, senza fare una piega. Io rimasi a guardarlo. Sembrava quasi che avesse capito da un solo sguardo che avesse qualcosa, ma com’era possibile? Si erano appena conosciuti. E il modo in cui gli aveva risposto? Era come se la conoscesse da una vita. Decisi di raggiungerla fuori.
La trovai in lacrime.
-Ila.- la chiamai.
-Tranquilla, sto piangendo dal nervoso.- stava fumando avidamente una sigaretta. Ne finì una e cercò di accenderne un’altra, ma arrivò Simo che gliela tirò via di mano.
-Ne hai appena spenta una.- disse lui tranquillo.
-E allora? Non posso neanche fumarmi un’altra sigaretta in pace?? E poi che cazzo vuoi?- stava ancora piangendo dal nervoso.
-Non fa bene. – disse quasi come un papà che lo diceva alla figlia. Che tenero che era. Si preoccupava della sua salute.
-Senti, non sei mio padre. So a mala pena come ti chiami e tu non sai nemmeno come mi chiamo. Quindi non farmi la predica. Lo so anche io che il fumo fa male, ma adesso ho bisogno di fumare e non mi vieta nessuno di farlo. Ridammi la mia sigaretta.- disse lei portando la mano in avanti.
-No.- lui era lì davanti a lei, immobile che la guardava.
-Va bene ne prendo un’altra. – tirò fuori il pacchetto dalla borsa e ne prese un’altra. La mise in bocca, ma lui gliela tirò via. – Senti, stai rompendo il cazzo sul serio adesso. Voglio fumare, devo chiederti il permesso? Papà posso fumare?- cominciò di nuovo a piangere per il nervoso. So che era forte la tentazione di tirargli un pugno, ma non so perché lei rimase lì davanti a lui e non si muoveva.
-No.- disse lui guardandola negli occhi.
Decisi di lasciarli soli. Entrando, appoggiato al muro vicino alla porta c’era Edo.
-Cosa sta combinando Simo??- mi chiese.
-Non vuole che la Ila fumi. – subito mi accorsi di avere commesso un grandissimo errore. Non dovevamo fare nomi. Non dovevano sapere come ci chiamavamo. L’avevamo promesso.
-Non so cosa gli sta saltando in testa a quello.- disse lui scuotendo la testa. Era davvero bellissimo. I capelli arruffati marrone scuro erano bellissimi, mi veniva voglia di accarezzarli e aveva due occhi verdi che ti tenevano incollati a loro.
-In che senso?- dissi io cercando di parlare con lui. Dovevo continuare a parlare con lui. Sentivo il bisogno di continuare a parlare con lui.
-Simo è il classico stronzo. Prima quando ha detto che gli da fastidio che le ragazze lo guardino con occhi sognanti, mentiva, anzi lui ci gioca su questo fatto. Sa di piacere e quindi fa lo stronzo. Il classico atteggiamento di un ragazzo carino. Lui sceglie le sue prede, poi ci gioca un po’ e poi le lascia. Ma adesso, non so che cazzo fa. È tutta sera che è strano. E adesso che si mette pure a vietare alla tua amica di fumare. Ma che cazzo gli frega? Tanto ci gioca per stasera e poi passerà ad un’altra, come fa tutte le volte che andiamo da qualche parte e c’è qualche bella ragazza.- disse lui, guardandomi dal suo metro e ottanta. Bene, il classico stronzo, ma la Ila aveva capito com’era, il suo sesto senso non aveva fatto cilecca neanche stavolta.
-E tu, invece, come sei??- la domanda mi uscii dalle labbra prima che potessi fermarla.
-Io? Sono la descrizione che ha detto Simo prima. Mi da fastidio che le ragazze mi guardino con aria sognante, come se non avessero mai visto un bel ragazzo, cazzo. Non mi piace giocare con le persone. Io e lui in quel senso siamo esattamente l’opposto.- Per fortuna, aggiunsi mentalmente. Restammo un attimo in silenzio. Mi sentivo in imbarazzo in parte a lui, non per chissà quale motivo, ma perché fosse molto più alto di me. Per fortuna avevo su i tacchi.
-La tua amica si chiama Ila e tu??- mi chiese lui girandosi verso di me.
-Ary, cioè nome completo Arianna, ma lo odio. - gli dissi facendomi scappare un piccolo sorriso.
-Piacere Edoardo, ma chiamami pure Edo. – disse porgendomi la mano. Quando gliela strinsi, era come se fossi in paradiso. Il contatto con la sua pelle, mi aveva provocato una leggere scossa.
-E Ila sta per…??- chiese lui, forse solo curioso. Gli stavo dicendo troppo, gli avevo detto il mio nome e adesso gli avrei detto anche quello della Ila, ne ero sicura.
-Ilaria. - ecco, l’avevo detto. Lo sapevo.
-Che bel nome. – disse lui.
-Si, vero. Ma lei è talmente deficiente che lo odia. Se la chiami Ilaria potrebbe anche ucciderti.- gli dissi. Lui si mise a ridere. Che risata dolce e aveva un sorriso che mi poteva sciogliere. Gli si illuminavano gli occhi quando sorrideva. Era ancora più bello.
-Andate ancora a scuola immagino.- domanda sottointesa che non doveva avere risposta. Arianna, non rispondergli, non rispondergli
-Al Lunardi.- come non detto.
-Siete in….- ma in quel momento arrivò la Ila, ancora più incazzata di prima.
-Andiamo. Ciao Edo.- disse lei.
-Ciao. – disse a tutte e due.
In quel momento entrò Simo guardato male da Edo. Cominciarono a parlare.
-Ti fa niente se andiamo??- mi chiese fermandosi.
-No, tranquilla e poi sono le- guardai l’orologio- l’ora che mio papà è fuori che ci aspetta.- dissi con un piccolo sorriso.
-Di già??- era leggermente scioccata. Davvero. Erano già le 4. Com’era passato veloce il tempo.
-Cos’è successo???- le chiesi mentre prendevamo il cappotto e uscivamo dalla discoteca.
-Quello è un cretino.- mi disse lei sfoderando una voce molto incazzata.
-Ho parlato un po’ con Edo. Non te lo sei baciato vero??- le chiesi anche se sapevo già la risposta.
-Per chi mi hai preso?? Baciare quello?? È solo uno stronzo che ogni sera ne trova una diversa.- disse lei.
-Il tuo sesto senso non ha sbagliato neanche stavolta.- le dissi
-Infatti. Dai, non ci pensiamo, tanto non li rivedremo più.-
Sì, non li avremmo più rivisti.
Salimmo in macchina. Eravamo stravolte, ma alla fine un po’ la serata ci aveva distratto. E a me aveva fatto capire che potevo trovare qualcuno che mi piacesse in questo mondo, che non fosse cantante o attore famoso.

Ciao a tutte. Finalmente la storia sta entrando un pò nella parte interessante, anche se mancano ancora un paio di capitolo per i fatti più importanti e scottanti.
Per la gioia di FukoChan ho cambiato il colore delle mie note. =D
Voglio davvero ringraziare le persone che seguono la mia storia e che recensiscono.
Mi scuso davvero per il ritardo, era quasi una settimana che non aggiornavo la storia e se vado avanti così, non finisce più XD
Spero che questa storia con il tempo piaccia sempre a più persone, un pò sono aumentate dai. =D Mi piacerebbe vedere delle nuove recensioni, ma non posso pretendere tanto vero?
Rispondo alle recensioni:
TheDreamerMagic: Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia, spero che con il passare dei capitoli ti piaccia sempre di più. Eccome se sono interessanti quei due ragazzi, sono davvero molto molto interessanti. XD Diciamo che Ila ha tirato fuori il coraggio, forse un pò troppo tardi, ma c'è un motivo se lui ci è rimasto di stucco. Ihih Anche secondo me, Edo e Arianna sono carinissimi insieme *.* Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Al prossimo capitolo ^^
lisasepe9: Sono molto felice che ti piaccia. Continua a leggere e fammi sapere che ne pensi. Al prossimo capitolo. Un bacione. ^^
FukoChan: Sono felice che ti piaccia anche questa storia, continua a leggerla mi raccomando. Ahahah. Adesso ci leggi??? L'ho cambiato almeno non devi sforzare la vista, dopo mi sento in colpa se magari ti tocca portare gli occhiali. =D Complimenti sei andata leggere con il chupito, il rum è abbastanza forte =D Meglio il campari che il rum, il rum mi piace solo nel Mojito ihih Il coca malibu lo adoro, è buonissimo :) Com'è il sex on the beach??? Buonissimo, prendo quasi sempre quello, anche se ogni tanto cambio. C'è dentro:vodka bianca, liquore alla pesca, succo d'arancia e succo di ribes. Ti consiglio davvero di assaggiarlo e poi mi farai sapere com'è. Spero di leggere una tua recensione nel prossimo capitolo e che continuerai a leggerla. Al prossimo capitolo. Un bacione. ^^
Vi lascio allo spoiler:
L’acqua era calda. Mi stradai. Cominciai a rilassarmi.
Chiusi gli occhi e i ricordi della sera prima, mi riaffiorarono nella mente: i miei vestiti, la discoteca, il locale interno, il sex on the beach, io che ballavo, che mi divertivo, l’autocontrollo della Ila nel parlare a Mattia, la sua faccia, Simo, i suoi atteggiamenti nei confronti della Ila, Edo, i suoi occhi, i suoi capelli, la sua voce, lui, il viso della Ila quando ce ne stavamo andando. Volevo sapere cosa fosse successo con Simo fuori, doveva essere successo qualcosa. Volevo saperlo. Non so perché ci pensassi ancora, tanto non li avremmo mai più rivisti, erano due estranei con cui avevamo passato una bella serata, nient’altro.
Dopo siamo tornati tutti alle nostre vite normali.
Ma non riuscivo a non pensarci, al comportamento strano di Simo con lei: era possibile che con un solo sguardo, abbia capito com’è davvero?? Che l’abbia capita??? Che abbia imparato a capirla, avendoci parlato pochissimo?? No, era una cosa impossibile, ma a quanto pare era successa. Era l’unica cosa possibile. Era come….protettivo nei suoi confronti, come se volesse proteggerla e salvarla da qualsiasi cosa, aveva capito che era incazzata quando stava uscendo per fumare. A lui piaceva lei e non come con le altre, gli piaceva sul serio.
No, ok. Stavo vagando troppo con la fantasia. Non era possibile, lui era il classico stronzo, che usa tutte, ma non gli interessa effettivamente nessuna. Non poteva piacergli la Ila. E poi non sarebbe mai successo niente, lei lo odiava, lo aveva già inquadrato, aveva capito com’era. Non si sarebbe mai lasciata ingannare da uno che aveva già inquadrato. Be, non sarebbe mai successo niente perché non si sarebbero più rivisti. Io non avrei più rivisto Edo, non ci avrei più parlato insieme. Non avrei più ammirato quegli occhi verdi da far paura. Non avrei più sentito la sua voce sexy. Non avrei…
Ok, mi stavo allargando un po’ troppo.
Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 6
*** Voglio saperlo ***





Voglio saperlo



Arrivai a casa alle 5.
Da quando eravamo salite in macchina io e la Ila non avevamo spiccicato parola. La vedevo assorta nei suoi pensieri. Chissà cosa era successo con Simo. E pensando a lui mi venne in mente Edo: i suoi capelli, i suoi occhi verdi, le sue mani e la piccola scossa che mi invase quando gli strinsi la mano.
Avevo appena varcato la soglia di casa. Volevo dormire.
Andai in bagno, mi struccai.
Andai a dormire con il pensiero che quella serata era davvero stata bella e rilassante. Non era poi così male andare in discoteca.
Mi addormentai con il pensiero di Edo e Simo.
Quando mi svegliai, ero riposata e freschissima. L’unica cosa che avrei dovuto fare era una doccia, ne avevo davvero bisogno.
Scesi dal letto e guardai l’orologio.
Erano le………le 16. Le quattro del pomeriggio? No, non era possibile. Mia mamma non mi lasciava dormire così tanto di solito.
Andai in bagno e accesi l’acqua della vasca, mi sarei fatta un bel bagno rilassante.
Mentre l’acqua si scaldava, andai in salotto.
-Buongiorno. Ben svegliata.- mi disse mia mamma raggiante.
-Che ore sono?- chiesi ancora assonnata.
-Sono le quattro.- mi rispose lei tranquilla come se la cosa fosse normale.
- Come mai mi hai lasciato dormire?-
- Ci mancava anche che ti svegliassi.-
Ok, era ufficiale, mia mamma era stata rapita dagli alieni e sostituita da uno di loro. Mi lasciava andare in discoteca, mi faceva dormire fino alle 4 del pomeriggio. Non la capivo più quella donna.
-Vado a farmi un bagno.- dissi entrando in bagno e chiudendo la porta. Misi un po’ di sale grosso nella vasca e un profumino.
Mi spogliai e mi ci misi dentro.
L’acqua era calda. Mi stradai. Cominciai a rilassarmi.
Chiusi gli occhi e i ricordi della sera prima, mi riaffiorarono nella mente: i miei vestiti, la discoteca, il locale interno, il sex on the beach, io che ballavo, che mi divertivo, l’autocontrollo della Ila nel parlare a Mattia, la sua faccia, Simo, i suoi atteggiamenti nei confronti della Ila, Edo, i suoi occhi, i suoi capelli, la sua voce, lui, il viso della Ila quando ce ne stavamo andando. Volevo sapere cosa fosse successo con Simo fuori, doveva essere successo qualcosa. Volevo saperlo. Non so perché ci pensassi ancora, tanto non li avremmo mai più rivisti, erano due estranei con cui avevamo passato una bella serata, nient’altro.
Dopo siamo tornati tutti alle nostre vite normali.
Ma non riuscivo a non pensarci, al comportamento strano di Simo con lei: era possibile che con un solo sguardo, abbia capito com’è davvero? Che l’abbia capita? Che abbia imparato a capirla, avendoci parlato pochissimo? No, era una cosa impossibile, ma a quanto pare era successa. Era l’unica cosa possibile. Era come….protettivo nei suoi confronti, come se volesse proteggerla e salvarla da qualsiasi cosa, aveva capito che era incazzata quando stava uscendo per fumare. A lui piaceva lei e non come con le altre, gli piaceva sul serio.
No, ok. Stavo vagando troppo con la fantasia. Non era possibile, lui era il classico stronzo, che usa tutte, ma non gli interessa effettivamente nessuna. Non poteva piacergli la Ila. E poi non sarebbe mai successo niente, lei lo odiava, lo aveva già inquadrato, aveva capito com’era. Non si sarebbe mai lasciata ingannare da uno che aveva già inquadrato. Be, non sarebbe mai successo niente perché non si sarebbero più rivisti. Io non avrei più rivisto Edo, non ci avrei più parlato insieme. Non avrei più ammirato quegli occhi verdi da far paura. Non avrei più sentito la sua voce sexy. Non avrei…
Ok, mi stavo allargando un po’ troppo.
Qualcuno mi svegliò da quella specie di trance, stavano bussando alla porta. Era mia mamma
-Arianna, stai male??-
-No, sto benissimo. Perché??-
-Sono quasi le sei.- disse lei un po’ più tranquilla.
Come le sei. Ero stata nella vasca due ore? Alla faccia del bagno.
Uscii e andai a cambiarmi.
Dovevo fiondarmi al computer a farmi spiegare dalla Ila cosa fosse successo con Simo. Dovevo saperlo. Anche se non lo avrebbe più rivisto, dovevo sapere cosa fosse successo.
Mi vestii con una tuta e mi fiondai al computer.
Guardai nella lista dei miei contatti e non c’era traccia della Ila. Che stesse ancora dormendo?? Molto probabile conoscendo le sue abitudini.
Arrivarono le 18.30. Poi le 19.00.
Quando si collegò alle 19.30.
Aprii subito la finestrella della conversazione.
-Dove diavolo eri finita??? È un’ora e mezzo che ti aspetto. Non dirmi che stavi dormendo.-
- Ok, va bene allora non te lo dico. =D-
Cioè alle 7 di sera era ancora nel letto?? Me lo sarei aspettato.
-Dormito bene?? Fatto sogni strani??? Sognato Simo??- chiesi io. Ero troppo curiosa.
-Si, grazie. Dormito bene, tu??-
E non mi diceva ancora niente di Simo.
- Bene, bene. Ho appena finito di fare un bagno di 2 ore.-
Rise. – Alla faccia del bagno.-
-Stessa cosa che ho detto io.- ok, non ce la facevo più, dovevo sapere. E il modo più semplice per saperlo era chiederglielo direttamente. – Cosa è successo ieri con Simo??- più diretta di così.
-Niente =D –
-Non ci credo neanche se mi paghi. –
-Benissimo non crederci. Allora ti sei divertita alla fine ieri??- voleva cambiare discorso. Tanto glielo avrei chiesto più avanti.
-Si, tanto. Una sera potremmo tornarci.-
-Si, forse.- era vaga troppo. Strano. – Cazzo, Mattia. Mi sta scrivendo.
-Che vuole??-
-Vuole parlare. Ma col cazzo che gli parlo.
Per tutta sera parlammo di cagate, le nostre solite cagate. Poi tornai sul discorso Simo. Avevo una strana sensazione.
Continuammo per un’oretta, lei diceva niente e io le dicevo che non era vero. Alla fine mi arresi. C’era sempre domani.
La mattina successiva, arrivai in fermata e lei era già lì con la nostra amica che prende il pullman con noi. Parlavano del più e del meno, non di sabato sera ovviamente. Nessuno sapeva dove eravamo andate.
-Ciao.- dissi a tutte e due andandole a baciare sulla guancia.
Cominciammo a sparare le nostre cagate di prima mattina, come ogni mattina.
La giornata passò tranquilla e beata almeno per me. La Ila ogni volta che usciva dalla classe si trovava davanti Mattia che voleva parlare con lei.
Non sapeva più cosa fare per non parlarci insieme o almeno cercare di fargli capire che non doveva più pensarci e che non dovevano dirsi niente.
Tornai a casa. Cominciai a pensare ai miei compiti e a studiare.
Simo o Edo non erano più nei miei pensieri. Non ci pensavo più.
Sabato mi sembrava lontano anni luce anche se era passato solo un giorno. Quella sera era stata come un sogno e adesso tutto era tornato normale. Non potevamo vivere in quel sogno, in cui la Ila aveva il suo bello e stronzo ragazzo e io, quello figo, ma con la testa sulle spalle. Era impossibile. Se fossimo stati rinchiusi in quella discoteca, il sogno sarebbe continuato, ma niente.
Lentamente, le giornate cominciarono ad essere come le altre e, ormai a Simo e ad Edo non davamo più la minima importanza.
Fino al giovedì di quella stessa settimana.

Ciao a tutte. Ho deciso di postare oggi, perchè questo è un capitolo di transizione e un pò noioso a mio avviso, ma volevo far vedere cosa pensa Arianna. Giuro che il prossimo capitolo è molto, molto più interessante. Succederà qualcosa che le nostre protagoniste non si aspetteranno mai. =D
Voglio ringraziare le persone che leggono, quelle che hanno aggiunto la storia tra le seguite e quelle che recensiscono.
Rispondo alle recensioni:
XXX_Ice_Princess_XXX: So che magari non leggerai questa risposta alla tua recensione, ma volevo risponderti. So che la storia può sembrare già sentita, è solo l'inizio e penso che andando avanti si diversifichi dalle altre. Grazie comunque per avermi fatto sapere un tuo parere. ^^
TheDreamerMagic: Sono sempre molto felice di leggere le tue recensioni. ^^ Si, in effetti Edo è molto simpatico e molto meno complicato di Simo -.- Capirai cosa intendo continuando a leggere la storia. Ti do solo un'anticipazione una delle nostre due protagonista avrà complicazioni in tutta la storia. =D So che questo capitolo è monotono, ma fammi sapere che ne pensi, se hai qualche domandam, fammela pure. A presto. Un bacione. ^^
TamaraChan: Grazie davvero per la tua recensione. Sono felice che Simo ti piaccia molto, ma andando avanti, penso che comincierà a starti antipatico =D Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo e se hai qualche osservazione da farmi notare. A presto. Un bacione ^^
FukoChan: Sono felice di leggere le tue recensioni anche in questa storia =D Si, la Ila e Simo sarebbero una bella coppia. Nel prossimo capitolo succederà qualcosa di interessante, ma non srà tutto facile per loro due. La Ary ed Edo io sinceramente li adoro, fatti apposta per stare insieme, li trovo così teneri ** Mi dispiace che in questo capitolo non succeda niente di bello, ma è necessario. Fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacione ^^
prettyvitto: Che bello una persona nuova che segue la mia storia. Mi scuso anche con te per il capitolo poco interessante, ma il prossimo sarà molto più interessante. A presto. Un bacione ^^
Grazie davvero a tutte per seguire e recensire la mia storia. =D
Vi lascio ad un piccolo spoiler:
Per la prima volta notai Mattia con Veronica, a quanto pare avevano assistito a tutta la scena. Mattia era scioccato, lei non sapeva cosa dire.
Dopo un attimo andò da Simo.
- Simo, stai bene??- disse lei con la sua vocina del cazzo.
- Diciamo di sì. Vedi, Edo, tua sorella è più gentile di te- Edo rideva ancora come un coglione. Aspetta un attimo, tua sorella??
- Tua sorella??- la Ila si girò verso Edo.
- Eh sì. Lei è mia sorella.- disse lui facendo un sorriso. Io e la Ila ci rimanemmo di merda.
- Ci stai prendendo per il culo??- oddio, la Ila mi leggeva nel pensiero, diceva tutto quello che volevo dire io.
- Nono. –
- Ah.- dicemmo all’unisono.
- È stata grazie a lei che ti ho trovato.- disse rivolto alla Ila.
- Scusa?? E perché avresti dovuto cercarmi??- gli rispose lei al quanto confusa, lo ero anche io, non capivo più niente. Lei stava fumando avidamente una sigaretta, che ben presto finì e ne accese un’altra. Sotto lo sguardo contrariato di Simo. Lei lo guardò male come per dire “Non rompermi il cazzo”
- Dovevo cercarti perché…- stava cominciando a spiegare Edo, ma venne fermato da Simo che con fatica si alzò.
- Ehm noi dovremmo andare. Edo, andiamo. – cominciò a spingerlo.
Spero di avervi incuriosito almeno un pò. Al prossimo capitolo^^

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Capitolo 7
*** Una piccola sorpresa (Ary POV) ***


 

Una sorpresa inaspettata (Ary POV)

 

 

Ary POV

Sembrava una mattina come tutte le altre.

Non avrei mai immaginato cosa sarebbe successo di lì a poche ore.

Ero scazzatissima, non avevo voglia di andare a scuola.

Presi il pullman con la mia solita amica fuori di testa e mi diressi verso la scuola. Per fortuna c’era lei che con le sue cagate, mi faceva ridere e mi tirava un po’ su di morale, se no non so cosa avrei fatto.

La vista dei due piccioncini (Mattia e Vero) alla Ila dava ancora fastidio, eccome. Quando passavano cominciava a dire tante di quelle parolacce che non si fermava più.

Ormai la scuola era iniziata, cominciava a fantasticare come al mio solito. Quando mi arrivò un messaggio : A ricreazione andiamo giù. Ho bisogno di una sigaretta se no spacco il culo a qualcuno oggi.

Lei e il suo vizio del cazzo. Va be, sarei andata giù.

 

Eravamo appena scese.

La Ila si era appena accesa la sigaretta, quando qualcuno le  tolse la sigaretta di mano.

-Chi è quello stron…- si girò e si trovò davanti. Simo. Non ci potevo credere.

-Lo stronzo è uno stronzo.- disse lei acida guardandolo. Con lui c’era anche Edo. Che bello che era. Aveva un semplice giubbino nero e dei jeans.

-Ciao Ary- mi salutò lui.

-Ciao.- dissi io timidamente. Notai che tutto il genere femminile della scuola, aveva lo sguardo puntato su quei due semi-dei. Ormai li avrei chiamati così. Mi accorgevo sempre di più della loro bellezza.

-Ciao, anche a te, Ila.- gli disse lui facendogli un sorriso.

-Senti, vedi di… cos’è che hai detto??- disse lei, forse capendo adesso che l’aveva chiamata per nome.

-Ciao anche a te, Ila.-

-Come cazzo fai….- non finì la frase che si girò verso di me - Aryyyyyyyyyyyyyy – mi guardò con lo sguardo più incazzato che le avessi mai visto fare.

-Scusa, ti giuro non volevo. – le dissi io cercando di guardarla per calmarla. Si girò di scatto.

-Simo, dammi quella cazzo di sigaretta.- disse lei guardandolo trucida.

-No. Non te la darò. Mi sa che la spegnerò. – la gente che conosceva la Ila, stava osservando la scena.

-Stai rompendo il….- lasciò la frase a metà. In quel momento negli occhi aveva uno strano luccichio. Aveva in mente qualcosa. Ne ero sicura.

Siccome si era allontanata da Simo, camminò verso di lui guardandolo negli occhi. Lui la guardava.

Lei quando arrivò da lui, gli si piazzò davanti e si avvicinò al suo orecchio.

-Mi daresti la sigaretta, per favore??- gli sussurrò.

-No.- disse lui, ma non era più convinto come prima.

-Dai.- cominciò a baciarlo sulla guancia e poi sul collo. – Per favore.- gli disse vicino alla sua guancia. Gli toccò il braccio, per arrivare alla sigaretta. Lui spostò la mano prima che lei potesse prendere la sigaretta. Lei era leggermente sulle punte. Lui era più alto di lei di almeno 10 cm buoni.

-Dai. Lo so che stai per cedere.- disse lei con la voce ancora più dolce e sensuale. Edo rideva, Simo aveva una faccia da cretino che faceva paura.

-C-con m-me, n-non attacca la te-tecnica de-della ga-gattina.- disse lui con la voce tremante.

-Ah no?? E come mai ti trema la voce??-

-Mi sta andando giù.

-Si, come no. E io ti credo. Benissimo, non vuoi ridarmela con le buone?? Me la riprendo con le cattive.- detto questo, gli assestò una ginocchiata nelle palle.

Edo cominciò a ridere. E anch’io sinceramente non riuscii a trattenermi. La sigaretta cadde a terra.

Lei la raccolse e disse –Grazie Simo.

Edo si stava letteralmente sbogiando.

-Oddio, sei una grande.- disse venendo a darle la mano.

-Cazzo, che bell’amico che sei. Io sono qua con un dolore assurdo e tu ridi, vaffanculo.

Per la prima volta notai Mattia con Veronica, a quanto pare avevano assistito a tutta la scena. Mattia era scioccato, lei non sapeva cosa dire.

Dopo un attimo andò da Simo.

-Simo, stai bene??- disse lei con la sua vocina del cazzo.

-Diciamo di sì. Vedi, Edo, tua sorella è più gentile di te- Edo rideva ancora come un coglione. Aspetta un attimo, tua sorella??

-Tua sorella??- la Ila si girò verso Edo.

-Eh sì. Lei è mia sorella.- disse lui facendo un sorriso. Io e la Ila ci rimanemmo di merda.

-Ci stai prendendo per il culo??- oddio, la Ila mi leggeva nel pensiero, diceva tutto quello che volevo dire io.

-Nono.

-Ah.- dicemmo all’unisono.

-È stata grazie a lei che ti ho trovato.- disse rivolto alla Ila.

-Scusa?? E perché avresti dovuto cercarmi??- gli rispose lei al quanto confusa, lo ero anche io, non capivo più niente. Lei stava fumando avidamente una sigaretta, che ben presto finì e ne accese un’altra. Sotto lo sguardo contrariato di Simo. Lei lo guardò male come per dire “Non rompermi il cazzo”

-Dovevo cercarti perché…- stava cominciando a spiegare Edo, ma venne fermato da Simo che con fatica si alzò.

-Ehm noi dovremmo andare. Edo, andiamo. – cominciò a spingerlo.

-No, voi due vi fermate e mi spiegate.- gli quasi ordinò la Ila.

-Noi non dobbiamo spiegarti niente.- disse Simo un po’ preoccupato.

-No, infatti. Tu puoi stare anche zitto, che non sarebbe un problema, anzi mi faresti un piacere.- dio, quant’era acida.

-In poche parole, sai sabato che siete andati via, ecco lui…- cominciò a spiegare Edo.

-Ce ne siamo andati anche noi.- disse sorridendo Simo e cercando di portare via l’amico. Era visibilmente imbarazzato.

-È inutile che lo spingi, non andate proprio da nessuna parte.- lei bloccò il braccio di Simo. Lui si girò e la guardò. Si guardarono intensamente. Lui staccò il braccio senza dire niente e le prese la mano. Rimasero così per non so quanto tempo.

-Che cazzo fai??- lei guardò la mano che teneva la sua. Simo appena se ne accorse, tolse immediatamente la mano e un piccolo rossore gli invase le guancie. La campanella suonò.

-Bene, noi andiamo.- disse lui spingendo via l’altro.

-Ciao Ary. Ciao Ila. Spero di rivedervi presto. Ciao sorellina.- urlò Edo quasi al cancello della scuola, trascinato da Simo.

-Ciao Edo, speriamo anche noi di rivederti, ma vieni da solo la prossima volta. Quello stronzo puoi lasciarlo pure a casa.- disse la Ila

-Tranquille, verrò solo.-

Oddio, aveva detto che sarebbe tornato. Sarebbe tornato. Ero felice come una Pasqua. Aveva un sorrisone a 52 denti.

-Si, ha detto che torna. Però adesso saliamo.- mi disse la Ila ad un orecchio. Aveva già capito che mi piaceva. Che donna.

-E tu con Simo? Che cazzo hai fatto? - le chiesi.

-Dovevo riprendermi la sigaretta no? Come pensavi che avrei fatto a riprendermela? Pensavo che tattica “fare la gattina morta” mi avrebbe portato da qualche parte, ci stavo riuscendo, solo che quel ragazzo ha un autocontrollo che è pazzesco, quindi ho dovuto adottare la tattica “ginocchiata nelle palle”. – disse sorridendo.

-Ti piace.- dissi io con un sorriso.

Rise. – Stai scherzando??-

-No, sono serissima. Ti piace.

-No, per niente. Lo odio, è uno stronzo.

-Ti piace.

-Piantala. Ci vediamo dopo.- mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò in classe. Le piaceva ne ero convintissima.

 

 

Le tre ore successive le passai a ripensare ad Edo, a Simo e alla scena a cui avevo assistito a ricreazione.

Quando uscii dalla mia classe, la Ila era lì che mi aspettava.

-Non sai nemmeno quante domande mi hanno fatto. Chi erano quelli? Come hai fatto a conoscerli? E poi ci si è messa pure la Vero “Come fai a conoscere mio fratello e Simo?”- disse lei leggermente contrariata da questa cosa.

-E tu che le hai detto?

-Ha risposto Mattia al posto mio “Li avrà conosciuti al DLQ” aveva una nota contrariata nella voce. Ma vaffanculo, stai con la tua Veronica di merda. Comunque le ho detto che mi ha offerto da bere e che abbiamo parlato un po’ con tutti e due. Mi ha chiesto se l’ho baciato.

-E tu che le hai risposto?

-Di no, ovviamente. Le ho detto la verità. Mi ha detto “Strano. Di solito lui se le  fa tutte quelle con cui parla.” E io le ho detto “Io non sono tutte.” E lei mi fa “infatti nessuna lo avrebbe trattato così come l’hai trattato tu.” Mi sono girati i coglioni e gliele ho dette dietro. Che cazzo vuole? Io tratto le persone come mi pare e piace. E io uno stronzo, lo tratto da stronza. E che cazzo.

-Ma che sfigata del cazzo. E Mattia cosa diceva?

-Niente era zitto. Però mi teneva la parte.

Eravamo arrivate in fermata. Che carino che era stato Mattia, però. Spero che non si stesse accorgendo adesso di quello che aveva tra le mani fino a pochi giorni fa. Da sabato la Ila non sarebbe più stata sua, sarebbe stata di Simo. Tra quei due c’era qualcosa. Era chiaro. Anche se lei non lo ammetteva, gli piaceva, ma la paura di essere presa per il culo c’era ancora e lei non riusciva a lasciarsi andare del tutto. Ma le piaceva, ne ero convinta.

A casa, non riuscii a fare niente: non riuscivo a studiare, non riuscivo a leggere, pensavo solo al fatto che Edo sarebbe tornato a trovarci. Avrei tanto voluto che venisse per vedere me, ma chi voleva vedere questa tappettina? E soprattutto perché lui? Poteva avere tutte le ragazze che voleva, non poteva volere proprio me.

Quella notte feci fatica ad addormentarmi, ma poi mi addormentai.

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Buona Pasqua, anche se in ritardo, e spero che oggi vi siate divertite. Eccomi qua con il famoso giovedì che mette tutti molto in crisi e soprattutto che darà il via a tutto.=D Allora, che ve n'è sembrato??? Spero che vi sia piaciuto. Da come potete capire questo è il giovedì visto dal punto di vista di Ary, il prossimo capitolo sarà sempre questo giovedì visto dal punto di vista di Ila, dove si noteranno i suoi veri sentimenti, le sue sensazioni e soprattutto la mezza litigata con la stronza Veronica (scusate ma non la sopporto proprio =D). Ah, si ho dimenticato di dirvi che Ila spiegherà cosa è successo con Simo in discoteca quando la Ary se n'era andata, quindi non perdetelo se volete sapete che succede =D Ormai siamo entrate nel vivo della storia =D

Voglio ringraziare le persone che leggono, che recensiscono e che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite, sono davvero felice che le "Seguaci" (vi chiamo così con una mia amica XD) stiano aumentando sempre di più. Sono davvero molto felice che questa storia piaccia =D

Rispondo alle recensioni:

prettyvitto: Sono molto felice che ti piaccia la storia e come scrivo. Cercherò di aggiornare il più presto possibile. Ti ringrazio di seguire la storia e di recensirla. A presto Un bacio ^^

TheDreamerMagic: Grazie per i complimenti *sta congolando come una scema, non c'è abituata poverina* Spero che ti sia piaciuto, fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacio ^^

TamaraChan: ahahahahah sono felice di sapere che qualcuno mi batta. Per il bagno lungo 2 ore ho preso spunto da me stessa che faccio una doccia lunghissima facendo sempre arrabbiare la mia vecchia (mia mamma XD) Ahahah si, Ila è parecchio cocciuta e andando avanti lo sarà sempre di più. Ihih  Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. A presto. Un bacio ^^

ColeiCheAmaEdward: Adesso sai cosa succede il giovedì XD Spero di leggere un'altra tua recensione. A presto Un bacio ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler anche se non ce ne sarebbe bisogno, sapete già come va =D:

Quando arrivai vicino alla mia classe c’erano fuori un sacco di avvoltoi. Le mie compagne e le compagne di Mattia.

-Ilaaaaaaaaaaaa. Chi cazzo erano quei due? Mama che fighi.- mi chiese una mia compagna.

-Tanto per fartelo sapere lì c’è la sorella di uno dei due.- gli dissi io sorridendo. Questa si sarebbe sotterrata molto volentieri.

-E tu? Con quel figone pazzesco? Dai raccontaci qualcosa. – mi chiesero alcune mie compagne.

-Sinceramente non è nessuno di interessante, da raccontarvi come l’ho conosciuto. E poi farvi i cazzi vostri no né? – mi stavano cominciando a girare i coglioni. Non è che fossi gelosa del fatto che Simo avesse ragazze che gli sbavavano dietro vero? No era impossibile.

-Come hai fatto a conoscere mio fratello e Simo??- era la voce di quella deficiente della Veronica, dio quanto non la sopportavo.

-Gli avrà conosciuti al DLQ- disse Mattia un po’ acido. E questo che cazzo voleva adesso? Faceva il geloso? Ma vaffanculo.

-Si, li ho conosciuti al DLQ. Simo ci ha offerto da bere e abbiamo parlato un po’.- risposi io.

-L’hai baciato?- mi chiese lei un po’ schifata.

-No, non ci siamo baciati va bene?

-Strano di solito lui se le fa tutte quelle con cui parla.- mi stavo cominciando ad incazzare.

-Io non sono tutte, tesoro. – il tesoro l’avevo detto molto ironica.

-Infatti. Nessuna lo avrebbe trattato, come l’hai trattato tu.-

-Perché come doveva essere trattato?? Come un dio in terra?? Non è nessuno. È ora che qualcuno gli abbassi la cresta.

-Ma ti rendi conto di che fortuna hai sprecato?? Uno così figo, non lo incontri da nessuna parte. Poi una come te.

-Una come me?? Che cazzo significa??- avevo alzato la voce.

Spero di avervi incuriosito ragazze. Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 8
*** Una piccola sorpresa (Ila POV) ***


Una piccola sorpresa (Ila POV)

Ila POV

Quel giorno mi svegliai con il solito pensiero in testa di quei ultimi giorni: Simo. Da quando l’avevo incontrato e ci avevo parlato, mi ero totalmente infatuata di lui: era bello, alto, moro, occhi neri, un fisico atletico, braccia muscolose, una voce un po’ bassa e sexy.

Mi piaceva davvero tanto, ma aveva un unico difetto: era il classico stronzo, che ne aveva una diversa per sera. Non mi piacevano le cose diciamo “da una botta e via” e con lui non volevo fare assolutamente niente, soprattutto per il fatto che non lo avrei più rivisto.

Mi sembrava di conoscerlo da una vita, mi sembrava di capirci con uno sguardo, nonostante avessi una piacevole sensazione nel stare a parlare con lui, avevo deciso di mantenere le distanze, di fare la distaccata, diciamo anche che dovevo fare la stronza.

Be, all’inizio non la feci più di tanto. L’autocontrollo che avevo avuto per parlare con  Mattia, era sparito nel momento in cui avevo cominciato a parlare con lui.

Tutta la serata stava andando bene, anzi benissimo, fin quando Mattia non mi venne a dire che dovevamo parlare. Di che cazzo dovevamo parlare? Lo liquidai velocemente e me ne andai.

 Dovevo andare a fumarmi una sigaretta.

Ma mi fermò Simo.

Quando mi cominciò a rubare le sigarette di bocca, lo avrei ucciso.

Dopo che era andata via la Ary, ha cominciato a farmi la predica, che non dovevo fumare, che mi faceva male, che non mi rende più figa.

Mi incazzai, odiavo profondamente chi voleva farmi la paternale quando ci conoscevamo da poche ore. Io vivevo la mia vita come volevo e a lui non doveva fregargli un cazzo.

Mentre discutevamo per una sigaretta, lui mi fermò per i fianchi in modo tale che dovessi per forza guardarlo negli occhi.

Voleva baciarmi. Con mio grande dispiacere dovevo fermarmi, fermarlo.

-Non ti azzardare nemmeno ad avvicinare quelle labbra alle mie.- gli intimai. E che labbra, belle, piene, rosse. Avrei voluto tanto baciarlo, ma non volevo essere un’altra delle tante.

-Io non volevo baciarti.

-Ah no? E cosa volevi fare? – lo guardavo male.

Rimase zitto per un po’.

-Ok, va bene. Lo ammetto, volevo baciarti.- disse facendo uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto. Lo guardai male.

-Guarda che non sono scema, l’avevo capito anche da sola. E ho anche capito che il tuo orgoglio è stato ferito dal fatto che stasera non hai trovato nessuna preda. Tu quello che si crede il figo della situazione, rifiutato da un’adolescente.

-Scusa, ma quanti anni hai?- mi chiese lui, accorgendosi solo in quel momento di non sapere quanti anni avessi. Per la verità non lo sapevo nemmeno io, ma immaginavo avesse su 21/22 anni.

-Quanti anni pensi che abbia??- gli chiesi – e potresti lasciarmi i fianchi grazie?- gli disse facendogli un sorrisino acido. Mi lasciò.

-Avrai sui 20 anni. – disse lui squadrandomi.

-E se magari.- dissi io – e quanti anni pensi che abbia la mia amica?- gli chiesi io, comunque pensando all’altezza dimostrava qualche anno in meno. Lui aveva basato la mia età sulla mia altezza, ne ero sicura.

-Avrà un anno o due in meno di te.- disse lui.

-Va be, ti lascio con questa convinzione. Tanto dopo stasera non ci vedremo più. Quindi non ti frega niente saperlo.

-Ecco. Siccome te ne vai. Un bacio no?

-No. –gli dissi io. Lui venne lì e mi prese la vita.

-Dai.

-No. – facevo fatica a dire di no a quegli occhi, a quel viso, a quelle labbra, a quella voce.

-Dai.

-Mollami Simo. Vedi tu come sei? Uno stronzo, di prima categoria. A te non frega un cazzo delle ragazze che ti trovi davanti, l’importante è che ci stiano, che magari te la diano anche. Vorrei avvisarti che non tutte le ragazze sono così. Non tutte vanno insieme al primo ragazzo che passa e gliela danno. Ci sono ancora quelle che credono nei sentimenti. E tu a quanto pare no, sbaglio?? Non pensare che abbia creduto a quel teatrino del cazzo che hai fatto prima: “mi da fastidio che mi guardino” e volevi pure fare la parte del “santarellino”. Non sono scema. Sapevo tu a cosa volevi arrivare. E spero che tu abbia già adocchiato un’altra ragazza come preda per stasera, perché con me vai in bianco in tutti i sensi. Quanti cazzi di anni hai: 21/22? Non dovrebbe esserti passata la fase “Sono figo perché me le faccio tutte”? non dovresti crescere un po’? Non dico che devi trovarti la ragazza con cui magari ti sposerai o con cui farai figli, ma dico solo di divertirti in modo normale, senza farti una ragazza diversa a sera, andarci al letto e poi andartene come se non fossi mai esistito. Magari a quelle povere ignare gli dicevi anche parole dolci e carine, perché così eri sicuro che te la davano. Perché non fai come Edo? Lui si è la descrizione che hai fatto prima. Mai provato ad uscire con gli amici e pensare a divertirti con loro, invece che con qualche ragazza?

Quando finii lui era scioccato, mi teneva ancora per i fianchi.

Mi sa che nessuna gli aveva detto quelle cose. Io ero seriamente incazzata.

-Mi molli? - gli dissi urlando come una bestia.

Lui mi mollò senza batter ciglio. Me ne andai e uscii.

 

 

Ero sul pullman e quella scena, mi assalì ancora.

Era da sabato, da quando era successa che continuavo a pensarci.

-Ila, che hai?- mi chiese la Ary.

-No niente. Stavo pensando.- le risposi io.

Poi decisi di cambiare discorso. Cominciammo a parlare delle nostre solite cagate.

Negli ultimi giorni non solo mi tornava in mente quella scena, ma dovevo anche sorbirmi i due piccioncini che andavano in giro mano per mano per la scuola. -.-

A ricreazione dovevo scendere a fumare una sigaretta, mandai un messaggio alla Ary: A ricreazione andiamo giù. Ho bisogno di una sigaretta se no spacco il culo a qualcuno oggi.

 

 

 

Eravamo appena scese.

Mi ero appena accesa una sigaretta, quando qualcuno me la tolse di mano.

-Chi è quello stronz….- mi girai e mi trovai davanti Simo nel suo metro e ottanta, se non di più.

-Lo stronzo è uno stronzo.- gli dissi guardandolo. Con lui c’era anche Edo. La Ary sarebbe stata felice.

-Ciao Ary.- la salutò Edo, che tenero. Mi piacevano insieme. Volevo cercare di aiutarli a combinare qualcosa, ma avevo qualcos’altro di cui occuparmi in quel momento. Girando un attimo lo sguardo vedevo la maggior parte del genere femminile girato a guardare quei due splendidi ragazzi che erano arrivati.

-Ciao, anche a te, Ila.- mi disse Simo con la mia sigaretta in mano e sorridendomi.

-Senti, vedi di… cos’è che hai detto?- mi aveva chiamato per nome? Come faceva a saperlo?

-Ciao anche a te, Ila.- mi ripeté lui. Ok, allora non mi ero immaginata tutto.

-Come cazzo fai….- non riuscì neanche a finire la frase che mi venne subito in mente che la Ary aveva parlato con Edo e, forse, le era sfuggito qualcosa di troppo, tipo come ci chiamavamo e a che scuola andavamo. - Aryyyyyyyyyyyyyyyy – ero consapevole che in quel momento non la stavo guardando per niente bene.

-Scusa, ti giuro non volevo.- mi disse lei cercando di calmarmi con uno sguardo. Mi girai di scatto. Adesso volevo la mia sigaretta. Punto. Avrei fatto di tutto.

-Simo, dammi quella cazzo di sigaretta- gli dissi guardandolo trucida.

-No. Non te la darò. Mi sa che la spegnerò. – mi disse lui facendo il gesto, ma senza muoversi. Le persone che mi conoscevano, stavano assistendo alla scena. Farsi i cazzi loro, era un optional?

-Stai rompendo il….- mi fermai. Mi era appena venuto in mente un piano. Lui era uno stronzo? Se avessi fatto la gatta morta, forse sarebbe ceduto. Camminai verso di lui, non era tanto più in là di me. Mi piazzai davanti a lui. Mi avvicinai al suo orecchio.

-Mi daresti la sigaretta, per favore?- gli sussurrai il più lento e sensuale possibile. Per sussurragli all’orecchio, dovetti appoggiarmi completamente al suo petto. Sentire contro di me un petto atletico, sodo, anche se comunque vestito, non mi lasciava indifferente. Dovevo stare calma. Non sarebbe successo niente. Ma quel contatto mi provocò un brivido lungo la schiena.

-No.- nella voce non aveva più la sicurezza di prima, stava cedendo. Un piccolo sorriso mi increspò le labbra.

-Dai.- cominciai a baciarlo sulla guancia e sul collo. – Per favore.- gli dissi a contatto con la sua guancia. Gli toccai il braccio e scivolai lentamente per arrivare a prendere la sigaretta, ma lui spostò la mano prima che potessi prenderla.

-Dai. Lo so che stai per cedere.- gli dissi cercando di fare ancora di più la voce sensuale. Sentivo Edo ridere.

-C-con m-me, n-non attacca la te-tecnica de-della ga-gattina.- mi disse con voce tremante.

-Ah no?? E come mai ti trema la voce??-

-Mi sta andando giù.-

-Si, come no. E io ti credo. Benissimo, non vuoi ridarmela con le buone?? Me la riprendo con le cattive.- detto questo, gli assestai una bella ginocchiata nelle palle.

Edo e la Ary cominciarono a ridere.

Avevo fatto la parte della stronza, ma non avevo altre carte da giocare. Certo che pensavo che Edo lo avrebbe aiutato, ma era lì tranquillo che si spanciava.

Mi piegai e raccolsi la sigaretta – Grazie Simo.

Edo stava quasi piangendo dal ridere.

-Oddio, sei una grande.- disse venendo a darmi la mano.

-Cazzo, che bell’amico che sei. Io sono qua con un dolore assurdo e tu ridi, vaffanculo.

In parte a noi c’erano Mattia e la sua cazzo di Veronica, lui mi sembrava scioccato, lei non sapeva cosa dire o cosa fare.

Dopo un po’ la vidi staccarsi da Mattia e andare da Simo.

-Simo, stai bene?- disse lei con la sua vocina del cazzo.

-Diciamo di sì. Vedi, Edo, tua sorella è più gentile di te- Edo rideva ancora come un coglione. Aspetta un attimo, tua sorella? Cioè, la Vero era la sorella di Edo? Oddio, non potevo crederci.

-Tua sorella??- mi girai verso Edo. Non si assomigliavano per niente. Non che lei fosse una brutta ragazza, anzi, ma lui era troppo bello per essere suo fratello.

-Eh sì. Lei è mia sorella.- disse lui facendo un sorriso. Io e la Ary c’eravamo rimaste letteralmente di sasso.

-Ci stai prendendo per il culo??- le parole mi uscivano da sole, le pensavo ed uscivano. Ero scioccatissima.

-Nono.

-Ah.- dicemmo all’unisono.

-È stata grazie a lei che ti ho trovato.- disse Edo rivolto a me.

-Scusa? E perché avresti dovuto cercarmi?- dissi io. A quale scopo cercarmi? Io non avevo pensato ne a lui, ne a Simo da quando ero uscita dalla discoteca (BALLA). Mi accorsi che stavo fumando avidamente una sigaretta, quando la finì ne iniziai un’altra, sotto lo sguardo visibilmente contrariato di Simo. Lo guardai male. Che cosa voleva?

-Dovevo cercarti perché…- stava cominciando a spiegare Edo, ma venne fermato da Simo che con fatica si alzò.

-Ehm noi dovremmo andare. Edo, andiamo. – cominciò a spingerlo.

-No, voi due vi fermate e mi spiegate.- adesso uno dei due mi avrebbe spiegato.

-Noi non dobbiamo spiegarti niente.- disse Simo.

-No, infatti. Tu puoi stare anche zitto, che non sarebbe un problema, anzi mi faresti un piacere.- ero acidissima.

-In poche parole, sai sabato che siete andati via, ecco lui…- cominciò a spiegare Edo.

-Ce ne siamo andati anche noi.- disse sorridendo Simo e cercando di portare via l’amico. Era visibilmente imbarazzato, ma con me non se la cavava così.

-È inutile che lo spingi, non andate proprio da nessuna parte.- bloccai il braccio a Simo. Ancora una volta mi venne un brivido. Cazzo l’avevo appena toccato. Però era sempre piacevole avere un piccolo contatto con lui. Si girò e mi guardò. Ero completamente persa nei suoi occhi neri. Lui staccò il braccio da quello di Edo e mi prese la mano. Sentire la sua mano caldo nella mia, mi aveva resa felice, tranquilla, ma mi riportò anche alla realtà.

-Che cazzo fai??- gli dissi guardando la sua mano nella mia. Appena glielo feci notare, si staccò. Sentivo ancora il calore della sua mano nella mia. E mi parve di vedere un piccolo rossore sulle sue guancie. Lui che è in imbarazzo? Davvero? Che tenero. La campanella suonò.

-Bene, noi andiamo.- disse lui spingendo via l’altro.

-Ciao Ary. Ciao Ila. Spero di rivedervi presto. Ciao sorellina.- urlò Edo quasi al cancello della scuola, trascinato da Simo.

-Ciao Edo, speriamo anche noi di rivederti, ma vieni da solo la prossima volta. Quello stronzo puoi lasciarlo pure a casa.

-Tranquille, verrò solo.

Mi girai la Ary aveva un piccolo sorriso sulle labbra, era felice perché aveva detto che sarebbe tornato. Dio che bello vederla così. Era davvero ora.

-Si, ha detto che torna. Però adesso saliamo.- le dissi all’orecchio. Non si era nemmeno accorta della mia presenza.

-E tu con Simo? Che cazzo hai fatto?- mi chiese.

-Dovevo riprendermi la sigaretta no? Come pensavi che avrei fatto a riprendermela? Pensavo che tattica “fare la gattina morta” mi avrebbe portato da qualche parte, ci stavo riuscendo, solo che quel ragazzo ha un autocontrollo che è pazzesco, quindi ho dovuto adottare la tattica “ginocchiata nelle palle”. – dissi sorridendo.

-Ti piace.- mi disse. Cazzo. No, non doveva saperlo. Non dovevo dirglielo, non doveva averlo capito. Be, ma, come io avevo capito che a lei piaceva Edo, anche lei avrebbe potuto capire che a me piaceva Simo. Però risi.

-Stai scherzando?

-No, sono serissima. Ti piace.

-No, per niente. Lo odio, è uno stronzo.

-Ti piace.

-Piantala. Ci vediamo dopo.- le diedi un bacio sulla guancia e me ne andai. Un piccolo sorriso mi venne sulle labbra.

Quando arrivai vicino alla mia classe c’erano fuori un sacco di avvoltoi. Le mie compagne e le compagne di Mattia.

-Ilaaaaaaaaaaaa. Chi cazzo erano quei due? Mama che fighi.- mi chiese una mia compagna.

-Tanto per fartelo sapere lì c’è la sorella di uno dei due.- gli dissi io sorridendo. Questa si sarebbe sotterrata molto volentieri.

-E tu? Con quel figone pazzesco? Dai raccontaci qualcosa. – mi chiesero alcune mie compagne.

-Sinceramente non è nessuno di interessante da raccontarvi come l’ho conosciuto. E poi farvi i cazzi vostri no né? – mi stavano cominciando a girare i coglioni. Non è che fossi gelosa del fatto che Simo avesse ragazze che gli sbavavano dietro vero? No era impossibile.

-Come hai fatto a conoscere mio fratello e Simo?- era la voce di quella deficiente della Veronica, dio quanto non la sopportavo.

-Gli avrà conosciuti al DLQ- disse Mattia un po’ acido. E questo che cazzo voleva adesso? Faceva il geloso? Ma vaffanculo.

-Si, li ho conosciuti al DLQ. Simo ci ha offerto da bere e abbiamo parlato un po’.- risposi io.

-L’hai baciato?- mi chiese lei un po’ schifata.

-No, non ci siamo baciati va bene?

-Strano di solito lui se le fa tutte quelle con cui parla.- mi stavo cominciando ad incazzare.

-Io non sono tutte, tesoro. – il tesoro l’avevo detto molto ironica.

-Infatti. Nessuna lo avrebbe trattato, come l’hai trattato tu.-

-Perché come doveva essere trattato?? Come un dio in terra?? Non è nessuno. È ora che qualcuno gli abbassi la cresta.

-Ma ti rendi conto di che fortuna hai sprecato?? Uno così figo, non lo incontri da nessuna parte. Poi una come te.

-Una come me? Che cazzo significa?- avevo alzato la voce.

-Te. Non è che se tutta sta cosa è.

-Prima cosa: non ho mai pensato di esserlo. Seconda cosa: mi sento migliore di te anche se hai un fisico migliore del mio. Sono felice solo di una cosa che tuo fratello non sia come te, se no sarebbe una sfiga. Sembri molto di più sorella di Simo.

-Perché come sono??-

-Ti credi tutto te. Pensi di essere la migliore. Pensi di essere il meglio del meglio. Ma non hai ancora capito che non sei nessuno e di non tirartela da qua a Bergamo perché, tesoro, ce l’ho anch’io. E se la tiri troppo, dopo si spezza. Occhio. Perché io non lecco il culo a nessuno. So di starti sul cazzo, ma la cosa è reciproca tranquilla.

-Non so cosa ci trovi in te, Simo.

-Gelosa? Forse vorresti essere al posto mio? Io sinceramente non so cosa ci trovi in te Mattia. E ammetto che fino a qualche settimana fa mi sarei voluta trovare al tuo posto.-

Entrai in classe.

Ci mancava solo la stronza.

In classe pensai e ripensai al sapore della pelle di Simo, quando gli avevo baciato il collo e la guancia. Avevo ancora il suo sapere sulle labbra. Era buonissimo. Chissà che sapore avevano le sue labbra. Volevo sentire il suo respiro sulla mia guancia e nella mia bocca.

In poco tempo mi ritrovai a dover uscire dalla classe perché la scuola era finita. Andai davanti alla classe della Ary e la aspettai.

Le raccontai di cosa era successo.

Sul pullman parlammo delle solite cose. Fantasticavamo.

Quando arrivai a casa. Il pensiero di  Simo mi invase la mente. Ripensai anche ad Edo e alla Ary. Avevo l’impressione che si piacessero. A lei piaceva. Certo che io e lei eravamo strane. Non ci eravamo dette che quei due sconosciuti ci avevano rapito il cuore. E che avremmo voluto vederli tutti i giorni. Ma qualcosa mi diceva che, li avremmo rivisti molto presto.

 

 

 

 

Ciao a tutte. Allora? Che ne pensate? Eccovi svelato cosa è successo tra la Ila e Simo quando la Ary li ha lasciati soli in discoteca. Si, insomma non è niente di che, lui ci ha solo provato pensando di essere tanto figo (be, lo è XD). Si è svelato che la Ila prova una certa attrazione verso di lui, ma che ha paura di un'ulteriore delusione. Era scontata la cosa lo so, ma il bello deve ancora arrivare, non è una storia tutta rose e fiori come si può pensare, nè per la Ary, nè per la Ila.

Voglio davvero ringraziare tutti quelli che leggono la storia o che ci hanno dato solo un occhiata.

Non sapete come sono felice *.* la storia ha sempre più seguaci e ne sono felice =D Voglio ringraziare quelle che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite, siete sempre di più e vi voglio davvero ringraziare. Grazie anche a quelle che hanno recensito.

Rispondo alle recensioni:

prettyvitto: Ciaooo!! Sono felice che la Ila ti piaccia. =D Grazie per la tua recensione. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. Un bacione ^^

TheDreamerMagic: Ciaoooo!! Grazie davvero per la recensione ed i complimenti, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e spero che anche questo non abbia deluso le tue aspettative. La Veronica sarà sempre più stronza, ma piano piano abbasserà la cresta, anche se ad un certo punto della storia combinerà qualcosa da vera stronza (quasi quasi la ucciderei) Sono felice che la Ila ti piaccia, sembra stronza in superficie, ma poi si rivelerà molto diversa. Davvero Mattia non sa cosa si è perso, ma non scordarti di lui, non sparirà dalla scena molto presto. Edo e Ary io li adoro *.* tutti teneri e tranquilli, non come Simo e la Ila che si sbunzecchiano. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo, mi fa tanto piacere leggere le tue recensioni. Un bacione ^^

thatsamore: Ciaoooo!! Benvenuta nuova seguace =D Sono davvero molto felice che la storia ti piaccia. Non sei l'unica a cui piace la Ila =D Grazie davvero per la tua recensione. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. Un bacione ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler, aspettatevi un grande colpo di scena =D

C’era Edo, appoggiato al muro. Era così…bello, estremamente bello.

Aveva il solito cappotto marrone e dei jeans scuri. Quanto avrei voluto vedere che maglietta aveva sotto.

Non c’era Simo, un po’ mi dispiace per la Ila.

-Hai visto chi c’è?- mi disse lei con fare provocatorio come per dire “vedi chi aveva ragione”??

-Si, ho visto. Ma non c’è Simo.

-Meglio così.- mi disse, ma sapevo che in fondo le dispiaceva.

-Ciao ragazze.- ci salutò Edo con la sua bellissima voce, quanto mi era mancata?

-Non ti aspettavamo così presto. – dissi io. Non so davvero cosa mi era preso.

-E vedo che hai mantenuto la promessa.- aggiunse la Ila. Si riferiva al fatto che aveva detto che sarebbe venuto da solo. A quanto pare era vero.

-Be, no per la verità no. Simo è in macchina.- disse Edo con un sorriso. Mi stavo per sciogliere. La Ila fece una faccia scocciata, ma nel suo sguardo c’era felicità. Lo vedevo dalla piccola pagliuzza che le stava brillando nell’occhio.

-L’ho chiuso dentro. Anche se la macchina è sua.- rise. Io e la Ila cominciammo a ridere.

-E come mai?- chiesi io. Stavo prendendo confidenza e questa cosa mi piaceva, ma allo stesso tempo, mi faceva paura.

-Be, dovevo parlare con te.- disse alla Ila

-Dimmi. Che è successo?- le chiese lei. Ti prego, dimmi che questo stupendo uomo avrebbe dato ragione a me e le avrebbe detto che a Simo piace lei. Ti prego. Mentalmente avevo incrociato tutte le cose che avrei potuto incrociare. Dalla macchina c’era Simo che urlava.

-Di qualcosa e ti uccido.- disse ad Edo.

-Benissimo, allora dopo mi ucciderai. Ma ti giuro, mi fa strano vederti così. Tu non vuoi fare niente, lo faccio io. E lo faccio per te, ricordatelo.

-Se come no.

-Aspetta, magari mi ringrazierai.- gli rispose Edo facendogli un sorriso. Non avevo capito un cazzo, ma forse avevo intuito. Per verificare avrei solo dovuto aspettare.

 

Spero di avervi incuriosito =D

Ho un'altra storia in corso su Dorian Gray, non è necessario che abbiate letto il libro, non è strettamente collegato, anche se ovviamente ogni tanto ne faccio degli accenni, ma sarà tutto spiegato. Se volete dateci un'occhiata. =)

 Se solo ti avessi conosciuto prima

Vi aspetto nel prossimo capitolo =D

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Capitolo 9
*** Un bacio inaspettato ***


 

Un bacio inaspettato

Ary POV

 

Oddio, mi ero appena svegliata e avevo un sorrisino ebete sulle labbra. Adesso capito cosa provava la Ila quando si svegliava allegra di prima mattina: era bellissimo, cioè senti che niente possa fermarti, che niente ti possa buttare giù.

Avevo sognato Edo durante la notte. Non ricordo esattamente cosa succedeva, so solo che l’avevo sognato.

Andai a fare colazione con il mio sorrisino da ebete stampato sulla faccia.

Quando arrivai in fermata, la Ila aveva il mio stesso sorriso.

Dio, che amiche. Non sapevo come facessimo a capirci con uno sguardo o, certe volte, provare le stesse sensazioni. E in quel preciso istante le stavamo provando.

-Come va?- mi chiese lei con un sorriso. Che domanda provocatoria. Sapeva che andava bene. Anche a lei andava bene.

-Bene, tu?- dio, che false che eravamo. Sapevamo entrambe che quei due ragazzi ci piacevano e forse anche troppo, ma non ce lo eravamo ancora confessate. Che false.

-Bene.- disse facendo un altro sorriso. Salimmo sul pullman. Parlammo delle solite cagate, ma avevo bisogno di condividere con lei questa cosa. Non sapevo da dove iniziare.

-Senti, è inutile che parliamo di tutto, tranne di quello di cui vorremmo parlare davvero.- ci leggevamo nel pensiero, ormai l’avevo capito da tempo. Lei aveva detto esattamente quello che volevo dire io, solo che lei, ci girava meno in torno e diceva le cose più dirette.

-Pensa che volevo dirti la stessa cosa, ma non sapevo come dirtela.- le sorrisi.

-Mi piace Simo. – mi confessò lei.

-L’avevo capito. E a me piace Edo. – le dissi io sorridendo.

-L’avevo capito. Adesso devi spiegarmi una cosa. Perché cazzo hai detto i nostri nomi a Edo? E per di più anche la scuola?- mi disse lei leggermente arrabbiata.

-Non l’ho fatto apposta. È…che…è colpa di Edo. – ero in imbarazzo. Lei rise.

-E come mai?

-Quando ti ho lasciata sola con Simo, sono andata dentro e abbiamo cominciato a parlare e per sbaglio ho detto Ila, così dopo mi ha chiesto come mi chiamavo io e mi ha chiesto anche in che scuola andassimo. E….non sono riuscita a dire di no a quegli occhi.- le dissi un po’ in imbarazzo e un po’ con la sguardo da “dai capiscimi.”

-Ti capisco. Forse è stato un bene per te. – mi disse rattristendosi un po’.

-Perché un bene per me? E per te no? Quello che è successo ieri, non ti ha dimostrato niente?

-Un bene per te perché Edo voleva rivederti. Quello che è successo ieri non ha importanza.

-A me sembrava tanto che Edo, fosse venuto per Simo, ti ha cercato perché lui voleva rivederti e non l’ha fatto di certo per vedere me. Quello che è successo ieri ha importanza: il fatto che si fosse quasi fatto fregare da te, non ti dice niente? Pensi che uno che va con tutte, sia così deficiente da cadere in trucchi simili con una che non gli interessa? E quando ti ha preso la mano? Non dirmi che non hai provato nulla.

-Be, è ovvio che ho provato qualcosa, ma non significa niente. È incazzato con me, per quello che è succes…

-Che è successo? Sabato? Dimmi cosa è successso.

- Ha cercato di baciarmi e l’ho infamato: gli ho detto che non sono una delle tante e cose così. Lui adesso vuole solo arrivare al punto di rigirarmi come vuole, baciarmi e poi farmi Ciao con la mano

-Secondo me gli piaci sul serio.

-Secondo me no, ma tu piaci ad Edo.

-Per me no.

-Vedi abbiamo due opinioni diverse. Ed Edo che è fratello della stronza? Cioè non ci posso credere, com’è possibile? Cioè che coincidenza. Però voglio sapere perché Edo ci ha cercato e come avrà fatto. Be, il come mi sembra ovvio: ha chiesto alla stronza se conosceva qualcuno con il nome Ila e Ary, lei gli ha detto di sì e così ieri sono arrivati da noi. Ma voglio sapere il perché. Perché.

-Si, lo vorrei sapere anche io. Se Simo ieri non avesse fermato Edo, lui lo avrebbe detto. E penso anche di sapere cosa avrebbe detto.

-Cioè?

-Che gli interessi tu.

-Ma ti prego, pensi che, con tutte quelle che può avere, vuole proprio me? Ma ti prego, piantala.

-No, piantala tu. Sei tu quella che crede che io piaccia a Edo.

-Ma è veroooooooo.

-Ed è vero che tu piaci a Simo allora.-le feci una linguaccia. Sembravamo due bambine che litigavano per una bambola.

-Comunque, spero per te che venga di nuovo, senza il suo amico però.

-Spiegami perché fai la stronza con lui.

-Perché non voglio che giochi con i miei sentimenti. Non voglio soffrire di nuovo e sono convinta che se lo lascio fare, succederà.

-Ma che ne sai.

-Vedremo chi avrà ragione.

Senza nemmeno che ce ne accorgessimo, eravamo arrivate a scuola. Scendemmo dal pullman. Facemmo la via. Arrivammo alla porta di ingresso e…..mi paralizzai.

C’era Edo, appoggiato al muro. Era così…bello, estremamente bello.

Aveva il solito cappotto marrone e dei jeans scuri. Quanto avrei voluto vedere che maglietta aveva sotto.

Non c’era Simo, un po’ mi dispiace per la Ila.

-Hai visto chi c’è?- mi disse lei con fare provocatorio come per dire “vedi chi aveva ragione?”

-Si, ho visto. Ma non c’è Simo.

-Meglio così.- mi disse, ma sapevo che in fondo le dispiaceva.

-Ciao ragazze.- ci salutò Edo con la sua bellissima voce, quanto mi era mancata?

-Non ti aspettavamo così presto. – dissi io. Non so davvero cosa mi era preso.

-E vedo che hai mantenuto la promessa.- aggiunse la Ila. Si riferiva al fatto che sarebbe venuto da solo. A quanto pare era vero.

-Be, no per la verità no. Simo è in macchina.- disse Edo con un sorriso. Mi stavo per sciogliere. La Ila fece una faccia scocciata, ma nel suo sguardo c’era felicità. Lo vedevo dalla piccola pagliuzza che le stava brillando nell’occhio.

-L’ho chiuso dentro. Anche se la macchina è sua.- rise. Io e la Ila cominciammo a ridere.

-E come mai?- chiesi io. Stavo prendendo confidenza e questa cosa mi piaceva, ma allo stesso tempo, mi faceva paura.

-Be, dovevo parlare con te.- disse alla Ila

-Dimmi. Che è successo?- le chiese lei.

Ti prego, dimmi che questo stupendo uomo avrebbe dato ragione a me e le avrebbe detto che a Simo piace lei. Ti prego.

Mentalmente avevo incrociato tutte le cose che avrei potuto incrociare. Dalla macchina c’era Simo che urlava.

-Di qualcosa e ti uccido.- disse ad Edo.

-Benissimo, allora dopo mi ucciderai. Ma ti giuro, mi fa strano vederti così. Tu non vuoi fare niente, lo faccio io. E lo faccio per te, ricordatelo.

-Se come no.

-Aspetta, magari mi ringrazierai.- gli rispose Edo facendogli un sorriso. Non avevo capito un cazzo, ma forse avevo intuito. Per verificare avrei solo dovuto aspettare.

-Sai che ieri ti ho detto che ti ho cercato. Ecco, c’è un motivo se l’ho fatto. Quel deficiente in macchina- Simo gli fece il dito medio dalla macchina – è da sabato sera che mi rompe parlando di te. Cioè non è che la cosa mi dia fastidio, in fin dei conti è il mio migliore amico. La cosa è che non l’ho mai visto fare così, non l’ho mai visto comportarsi così ed ho capito che il suo interesse verso di te è forte.- lui era diventato serio. Io ero scioccata: avevo ragione, avevo ragione. Nel mio cervello c’era una scimmietta che ballava la macarena dalla felicità. La Ila invece, mi stupì, si mise a ridere.

-Senti, non prendermi per il culo. Sai perché gli interesso? Perché l’ho rifiutato. Sono come una sfida per lui, quando riuscirà ad ottenere quello che non  ha ottenuto sabato, sarà come se non fossi mai esistita e tornerà a fare lo stronzo con qualcun’altra. Ad averne una diversa a sera. – lei era molto divertita e incazzata, ma non lo dava molto a vedere.

-No, ti assicuro che….- cominciò a dire Edo ma la Ila lo fermò.

-Mi assicuri cosa? Che è vero? Che è davvero preso? Prima cosa se fosse così tanto interessato a me non ci saresti tu qui a parlare con me, ma lui. Seconda cosa, cosa mi dice che non finga? Per poi arrivare al suo scopo e poi andarsene? Te lo dico con tutta sincerità. Sono stufa degli stronzi, che hanno solo voglia di prendere per il culo. Ho già sofferto abbastanza per persone così e adesso mi sono rotta. Non mi piace essere tirata per il culo e penso che non piaccia a nessuno. E non voglio farmi prendere per il culo, chiaro? Men che minimo da lui.- disse girandosi verso la macchina in cui era chiuso.

-Scusa ma posso sapere quanti anni hai?- le chiese lui sorridendo.

-Quasi 17 perché?- gli rispose lei confusa.

-Non sei come le tue coetanee. Tra te e mia sorella, c’è un abisso nei ragionamenti. E non è che abbiate chissà quanti anni di differenza, alla fine è solo uno. Capisco che tu non voglia essere presa per culo, ma….no aspetta, non so nemmeno come difendere il mio amico. Hai ragione è uno stronzo- dalla macchina uscì un Grazie molto urlato.- ne ha una diversa per sera. Non ho mai capito e appoggiato questo suo atteggiamento e adesso che dovrei difenderlo, non posso, non so cosa dire. Non so come facciano ad essere così deficienti e starci con lui, forse sono solo attratte dal suo fisico, dalla sua bellezza, da come si comporta o forse anche loro sanno che il giorno dopo, non si farà più sentire, ma forse non gliene frega davvero un cazzo a queste ragazze, di essere usate e poi magari si lamentano anche. Comunque, non so davvero cosa dire per aiutarlo, perché hai ragione, ma ti dico solo fai quello che vuoi, quello che senti. E ti posso giurare che ti stimo ancora per la faccia da ebete che gli hai fatto venire ieri.- e si mise a ridere.  Anche io risi. Davvero, era bellissima la faccia e anche lui, dovevo ammettere. In quel momento passò Mattia.

-Ciao Ila. Ciao Ary.- disse lui fermandosi.

-Ciao. – dicemmo in coro.

-Senti, dopo dovrei parlarti.

-E per cosa stavolta? Se posso sapere?- era diventata di nuovo acida, brutto segno. Io intanto davo uno sbirciatina ogni tanto a Edo in parte a me. Non dovevo farmi scoprire.

-Per quello che mi hai detto sabato.

-Sei ancora dietro? Senti, va dalla Vero e non rompermi, va bene? Ti ho detto di non……..- non riuscì a finire la frase perché Mattia la prese e la baciò. Cioè lei era da un anno e mezzo che aspettava questo momento e lui la baciava adesso? Davanti a tre persone? Guardai Edo che mi guardò a sua volta e contemporaneamente guardammo Simo in macchina, la sua faccia era misto rabbia, tristezza e gelosia. Stringeva il pugno.

-Fammi uscire, Edo. – mimava con le labbra. Lui scosse la testa. Mattia si staccò dalla Ila e…gli tirò una sberla tanto forte da lasciargli le cinque dita sulla guancia.

-Ma che cazzo fai? Sei scemo? E per di più davanti al fratello della tua ragazza.

-Ma tu avevi detto che..

-Infatti avevo detto. Se tu sei talmente deficiente da non averlo capito prima, non sono fatti miei. Tu sei insieme alla Vero? Benissimo, ho cercato di dimenticare quello in cui avevo sempre creduto. E devo dire con mio dispiacere, che non è stato facile. E adesso che ho capito finalmente che non c’è stato mai niente. Tu mi baci? Ma sei scemo?

-Ne parliamo dopo con calma.- disse lui andandosene.

-Col cazzo.- urlò lei quando era già entrato. Poi si girò verso Simo, aveva uno sguardo incazzato, ma vuoto allo stesso tempo. Lui era….bo..non saprei come fosse. Mi sembrava parecchio giù per questa cosa. Tirò fuori il pacchetto e prese una sigaretta. La accese, ne aspirò un tiro. Si sentì subito un po’ meglio. Io e Edo eravamo ancora scioccati, continuavamo a guardare la Ila e poi a guardarci. Tutte le volte andavo nel mio paradiso personale. Mi perdevo completamente in quei occhi verdi.

-Ma….ma quello….- cominciò a balbettare Edo.

-Si, quello è il ragazzo di tua sorella, che mi ha appena baciato e che avrei quasi ucciso.- disse lei.

-Anch’io. – Simo disse a bassa voce. Lessi il labbiale, una cosa che mi aveva insegnato la Ila. Era geloso. Era geloso del bacio. Gli piaceva davvero. Mi venne un sorriso da ebete.

-Che hai?- mi chiese Edo.

-Stavo pensando ad una cosa.

-E cioè?- mi avvicinai. Appoggiai le mani sulla sua spalla e lui si abbassò. All’orecchio gli dissi quello che avevo appena pensato. Lui rise. Dio, che bella risata e sentire il suo profumo invadermi le narici era una cosa bellissima, facevo fatica a tenere il filo del discorso. I pensieri si intrecciavano. La Ila ci guardava. Quando finii di parlare, Edo disse

-Ecco, vedi? Non ha mai fatto così.

-Chi non ha mai fatto così?- lei era contrariata da questa cosa.

-Nessuno.

-Sentite mi sono rotta me ne vado in classe. – disse buttando la sigaretta e entrando dalla porta. Non mi aspettò neanche.

-Quindi, avevo ragione. Dio, che soddisfazione personale.- dissi facendo un sorriso. Lui rise.

-Come avevi ragione.- disse continuando a sorridere. Ero immersa nei suoi occhi verdi. Tornai nella realtà lentamente.

-Stamattina stavamo parlando e le ho detto che a lui piaceva lei. – dissi indicando Simo. – E avevo ragione. Che bella sensazione è avere ragione?? La maggior parte delle volte aveva ragione lei, ha un sesto senso quella ragazza che fa paura, ma adesso ho ragione io.

-Be, mica tanto sesto senso da paura. Non l’ha capito.

-Lei è fatta così. Tutte le cose positive le vede negli altri, se deve vederli su di lei, o per lei, non ci riesce. Ha sviluppato questa capacità di pensare sempre in negativo, per non farsi illusioni e poi starci di merda. Sulle altre persone però è difficile che si sbagli: con una sola occhiata capisce una persona, riesce a capire delle cose che…bo..non riesco a capire come faccia. Però ha ragione, si sbaglia poche volte. Anche con tua sorella e Mattia, è da tipo ottobre/novembre che dice che tra di loro c’è qualcosa e infatti, aveva ragione.

-Non è bella come cosa, però. Cioè non sempre. È prevenuta non si deve giudicare un libro da una copertina.

-Ma infatti lei non giudica un libro dalla copertina, lei fa le sue considerazioni, se le capita di conoscere e di parlare con la persona e lentamente conoscerla. Si rende conto se si sbagliava o meno.

-Nel caso di Simo è partita molto prevenuta.

-È lo so. È fatta così. Non è facile farle cambiare idea. Bisogna dimostrarle molto, bisogna dimostrarle che sbaglia.

-E come posso fare?- la voce di Simo uscii dalla macchina.

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come vi è sembrato il capitolo? Spero che vi sia piaciuto. Finalmente in questo capitolo le nostre due amiche si sono confessate l'interesse per quei due ragazzi, si è scoperto come mai Edo doveva parlare con la Ila, anche se penso che un pò tutte voi ve lo stavate immaginando. Mattia che bacia la Ila, cioè anche io che l'ho scritto mi sono stupita *lasciatela perdere è scema* dalle recensioni ho letto che dicevano che Mattia non sapeva cosa si stava perdendo, ma adesso che Mattia l'ha baciata, cosa farà? Cosa succederà? Come farà la Ary ad aiutare Simo per ottenere la fiducia della Ila? Be, continuate a leggere e lo saprete.

Voglio davvero ringraziare tutte le persone che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite, le seguaci stanno aumentando ogni volta di più e sono davvero felice.

Voglio ringraziare le 3 persone che hanno recensito, davvero grazie grazie grazie. Vorrei tanto che tutte le persone che leggono questa storia, lascino una recensione anche piccolissima per farmi sapere cosa ne pensano, so che rompo sempre su questa cosa, ma vorrei tanto sapere cosa ne pensate e le vostre impressioni.

Rispondo alle recensioni:

prettyvitto: grazie per la tua recensione. =D Ho scritto la storia da punti di vista diversi a seconda degli avvenimenti, in base agli avvenimenti e a chi coinvolgono. Mi sembra più giusto vedere i fatti a seconda di chi è coinvolto. Se hai qualsiasi altra domanda non esitare =D Allora, come ti è sembrato il capitolo? Piaciuto? Fammi sapere che ne pensi. Grazie ancora per la tua recensione. Un bacione. Al prossimo capitolo. ^^

TamaraChan: Sono davvero felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. =D Non so se sia una coincidenza, ma ti devo dire che anche io odio quasi tutte le persone che si chiamano Veronica, non so se è il nome o sono proprio le persone, devo ancora capire questo mio odio verso le persone che si chiamano Veronica. Ti voglio anche far sapere che la Veronica stronza della storia esiste davvero, non la sopporto e pensa che è nella classe in parte alla mia. è la classica ragazza che se la tira da qua in America, ma tesoro lo sai che ce l'hanno tutte quella cosa che hai in mezzo alle gambe? Cos'è la tua è d'oro? e penso anche che abbia una storia con quello che piace a me (si sta avverando la mia storia, che sia una specie di maga che predice il futuro? Adesso, devo solo aspettare di incontrare Edo e Simo, anche la mia amica sarebbe molto felice di incontrarli ). Te la immaginavi la rivelazione che doveva fare Edo, vero? Be, era scontato, ma penso che il bacio di Mattia non te lo aspettavi. Ihih. Cosa farà adesso la Ila? Che ne pensi di questo capitolo? Ti ringrazio davvero per la tua recensione, mi fa sempre molto piacere leggere i tuoi commenti =D Fammi sapere e azzarda pure con le supposizioni se vuoi, mi piace vedere come le altre persone si immaginano la continuazione della storia. Grazie ancora, Un bacione. Al prossimo capitolo ^^

TheDreamerMagic: Sono sempre felice di leggere le tue recensioni. Pensa che l'altro giorno ero in crisi, volevo cancellare tutta la storia, smetterla di scrivere e di cancellarla anche dal mio computer, pensavo (e penso tutt'ora) che sia una storiellina che faccia cagare, ma quando leggo le tue recensioni, mi metterei quasi a piangere *.* Cioè sono ancora tutt'ora indecisa se andare avanti a pubblicare questa storia o meno, non ci sono molte persone che la leggono e la cosa mi dispiace molto. Però, davvero quando leggo le tue recensioni mi riempiò di gioia. Davvero grazie per i tuoi complimenti e per le tue recensioni. *.* Se vuoi ti do una mano a strozzare Veronica, come dicevo a TamaraChan, questa Veronica stronza esiste davvero e tu non sai nemmeno quanto la vorrei uccidere tutte le volte che la vedo. Sisi, combinerà qualcos'altro, ma molto più avanti con i capitoli, farà una cosa alla Ary però in quell'occasione. =D Però è da ucciderla comunque. Ahahahah la Ila sembra tanto estroversa e forte, ma andando avanti, si vedranno le sue debolezze, la sua dolcezza. Sembra una stronza con Simo, ma in realtà è solo una corazza. Hai visto quello stupido di Mattia cosa ha fatto? Non te l'aspettavi, eh? Edo e la Ary io li adoro, non smetterò mai di adorarli. *.* Spero di aver aggiornato abbastanza presto e di non averti fatto impazzire, non vorrei non leggere più le tue recensioni. Ancora grazie davvero, per le tue continue recensioni, non sai quanto mi rendi felice. =D Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo =D al prossimo capitolo. Un bacione ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

“Tranquillo, non  fa niente. Hai ragione ad essere incazzato. Lo sono anch’io. Sono due deficienti in uno. Guarda davvero, non so cosa fare. Io così su due piedi, non saprei cosa possa fare Simo. Anche se è la mia migliore amica, non mi vengono in mente le cose così su due piedi. L’unica soluzione è che convinca la Ila a parlare con Mattia e a dirgli che non ci potrà più essere una storia tra loro due. L’unica soluzione è quella. Alla fine a Mattia piace tua sorella, almeno credo. O se no che la lasci, ma che non rompa i coglioni a lei.”

Inviai. Passarono qualche minuti e ricevetti risposta.

“Devi parlare con lei, anche se ho capito che è un peperino e che fa quello che vuole lei alla fine, anche se i consigli gli accetta. Parlaci, falle capire che ormai ha voltato pagina. Non parlare di Simo, se no si incazzerà ancora di più. Non si fida di quello che le ho detto, lasciamo stare che Simo è qua a casa mia, che da pugni al saccone per il bacio di prima. E ti giuro che non sto scherzando. È incazzato. Voleva scendere dalla macchina e pestarlo. Avrebbe fatto un piacere anche a me se l’avesse fatto.”

Risposi.

“Me lo immagino. Mi dispiace. Davvero. Io mi fido di quello che hai detto, ci ho fatto caso anch’io che gli ha dato fastidio. Devo assolutamente inventarmi qualcosa.”

 

Il prossimo capitolo, è più un capitolo di passaggio, dove Edo e la Ary cercheranno di organizzare qualcosa. Sarà abbastanza corto, forse anche noioso. Devo ancora decidere se aggiungere anche il capitolo dopo per renderlo più lungo e comunque interessante.

Al prossimo capitolo. Grazie per aver letto. ^^

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Capitolo 10
*** Messaggiando ***


Messaggiando

Ary POV

 

Come poteva fare? Avrei dovuto pensare e ripensare a qualcosa.

Quel ragazzo teneva davvero a lei. C’era stato un colpo di fulmine. E lui era stato fulminato per bene. Che carino era geloso.

Li avevo lasciati da una mezz’oretta e continuavo a ripensare a quello che era successo da poco. Mi soffermavo leggermente, al ricordo di Edo e io che ci guardavamo: quegli occhi verdi, bellissimi, che sembrava ti leggessero dentro. Quando gli avevo parlato all’orecchio, avevo percepito il suo battito, ma soprattutto il mio che accellerò notevolmente.

Erano successe troppe cose in meno di un ora: a Simo piaceva la Ila ed era ufficiale, lei non ci credeva, Mattia che la bacia, Simo geloso e che vuole farle cambiare idea e farle capire che ci tiene davvero e io ed Edo che ci trovavamo in mezzo per aiutare i nostri migliori amici. Cosa non si fa per gli amici. Non che la cosa mi dispiacesse.

Edo mi aveva lasciato il suo numero, qualora avessi trovato un modo per far cambiare idea alla Ila. Avevo il suo numero, anche se me l’aveva dato per aiutare un suo amico però fa niente, ma non aveva senso, avrebbe potuto lasciarmi il numero di Simo siccome era il diretto interessato, non aveva senso che mi lasciasse il suo. Bah strano.

Non avrei dovuto dire niente a lei che io avevo il numero di Edo, mi dispiaceva non dirglielo, ma in fin dei conti, lo stavo facendo per il suo bene.

Dovevo pensare, dovevo trovare qualcosa che l’avrebbe lasciata senza parole. Ci doveva essere qualcosa.

Mentre io pensavo ad una soluzione, le prime tre ore erano volate (ad avere qualcosa che ti tiene la mente occupata è così).

Tra poco avrei rivisto la Ila, dovevo mantenermi il più tranquilla e normale possibile.

-Senti, andiamo giù? Dovrei fumare.- disse entrando nella mia classe.

-Che è successo ancora?

-Forse Mattia molla la Vero per me.- disse lei amareggiata.

-Cosa?- no, ti prego. Non adesso. Non adesso, che c’è di mezzo Simo. Non può mollare la Vero per andare insieme a lei. Non può. Simo ci sarebbe rimasto di merda.

-Vuole mollarla perché vuole me.

In quel momento eravamo giù in cortile. Non riuscivo ancora a collegare la notizia. Ero scioccata.

-No, non può arrivare adesso così. Non può.- dissi io leggermente incazzata.

- Lo so pure io che non può. Non mi faccio mica prendere per il culo.

-Non puoi andarci insieme Ila.

-E pensi che io non lo sappia? Non sono così scema.- lei era convinta che lo facessi per il suo bene, ma in realtà lo dicevo per Simo, anche se alla fine era sempre per il suo bene. Quel ragazzo mi ispirava sicurezza, anche se faceva lo stronzo.

-Ci rimarrà di merda se succede qualcosa.- dissi a bassa voce.

-Chi ci rimarrà di merda?

-No, nessuno.- dissi io accorgendomi di averlo detto.

-Non mentirmi. Per favore.

-Stavo pensando alla stronza. Ci rimarrà di merda se succederà qualcosa.-

-E da quand’è che pensi alla stronza???-

-Ma dai comunque mi dispiace. Ha il diritto anche lei di essere felice. – se la bevve. Mi sembrò troppo strano, mi gustavo quel momento. Dovevo avvisare Edo. Dovevamo velocizzare le cose. Cazzo, ero io che dovevo velocizzare le cose, ero io che dovevo pensare e dire a Simo cosa fare.

 Appena finì la ricreazione mandai un messaggio ad Edo “Cazzo, Edo. Siamo in merda. Mattia sta pensando di lasciare tua sorella per andare insieme alla Ila. Non deve accadere, non può accadere. Cazzo. Non so più cosa fare. Ci sono rimasta di merda quando me l’ha detto. Bacio.”

Poco dopo ricevetti la risposta “Cosa?? Non è possibile. Non può lasciare mia sorella per la Ila, la Ila deve stare con Simo. Cazzo, ma perché quei due sono così deficienti?? Si piacciono. Uno è talmente deficiente che continua a fare lo stronzo, l’altra ha paura di soffrire e non si fida. Non so chi dei due è peggio. No, il peggiore è Simo. Cazzo è lui l’uomo, è lui che deve fare il primo passo non lei. Che uomo senza palle. Scusa questo sfogo personale. Bacio.”

Sorrisi leggendo il messaggio. Risposi

“Tranquillo, non  fa niente. Hai ragione ad essere incazzato. Lo sono anch’io. Sono due deficienti in uno. Guarda davvero, non so cosa fare. Io così su due piedi, non saprei cosa possa fare Simo. Anche se è la mia migliore amica, non mi vengono in mente le cose così su due piedi. L’unica soluzione è che convinca la Ila a parlare con Mattia e a dirgli che non ci potrà più essere una storia tra loro due. L’unica soluzione è quella. Alla fine a Mattia piace tua sorella, almeno credo. O se no che la lasci, ma che non rompa i coglioni a lei.”

Inviai. Passarono qualche minuti e ricevetti risposta.

“Devi parlare con lei, anche se ho capito che è un peperino e che fa quello che vuole lei alla fine, anche se i consigli gli accetta. Parlaci, falle capire che ormai ha voltato pagina. Non parlare di Simo, se no si incazzerà ancora di più. Non si fida di quello che le ho detto, lasciamo stare che Simo è qua a casa mia, che da pugni al saccone per il bacio di prima. E ti giuro che non sto scherzando. È incazzato. Voleva scendere dalla macchina e pestarlo. Avrebbe fatto un piacere anche a me se l’avesse fatto.”

Risposi.

“Me lo immagino. Mi dispiace. Davvero. Io mi fido di quello che hai detto, ci ho fatto caso anch’io che gli ha dato fastidio. Devo assolutamente inventarmi qualcosa.”

Dopo poco

“Dobbiamo. Dobbiamo inventarci qualcosa. Senti, a che ora uscite??”

Risposi

“A 13.20 perché?”

Ricevetti

“Ci vediamo fuori da scuola. A dopo Bacio.”

Cosa aveva in mente quel pazzo?

Almeno non mi avrebbe lasciato fare le cose da sola. Per fortuna. Se no un peso così, non lo avrei mai sopportato.

Mi aveva scritto A DOPO BACIO. Mi venne un sorrisino ebete. Che carino.

Ary, zitta. Non farti strane illusioni. Aiuta solo il suo migliore amico.

Giusto, aiuta solo il suo migliore amico. Aiuta solo il suo migliore amico. Aiuta solo il suo migliore amico. Aiuta solo il suo migliore amico. Lo ripetei centinaia e centinaia di volte. E alla fine me ne convinsi.

Però, al solo pensiero che lo avrei rivisto di lì a poche ore, mi fece mancare il fiato. Lo avrei rivisto. Sarebbe venuto a scuola.

Quanto mancava a 13.20?

Due ore? No, che palle.

 

 

Ciao a tutte. Come state? Lo so, il capitolo è un pò corto, ma volevo lasciarvi con un pò di suspance. Ihih. Allora, che ne pensate? Il prossimo capitolo lo posterò domenica o lunedì =D

Ringrazio davvero tantissimo quelle che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite. I seguaci stanno aumentando sempre di più *-*

Voglio ringraziare quelle persone che hanno recensito.

Rispondo alle recensioni:

prettyvitto: scusa per il leggero ritardo. A quanto pare a Mattia piace la Ila, ma non ti svelo niente. =D Grazie per la recensione. Fammi sapere che ne pensi.A presto. Un bacione ^

TamaraChan: Ahahah immaginavo che non te lo saresti aspettato il bacio di Mattia. Ihih. Scusa per il leggero ritardo -.- ma giuro di postare domenica o lunedì il prossimo capitolo. Sisi, a Veronica sta davvero bene. Che ne pensi di questo capitolo? Cortino, vero? E soprattutto, noiosino. è tutto incentrato sui messaggi della Ary e di Edo, non succede niente di così eclatante, ma nel prossimo ci saranno dei piccoli sviluppi. =D Grazie per la tua recensione. A presto. Un bacione ^^

TheDreamerMagic: Ciao ! Tutte le volte che leggo la tua recensione, mi sento davvero realizzata. Sono davvero molto felice che questa storia ti piaccia, che ti piaccia come l'ho scritta e che è scorrevole, sono davvero lusingata e felice, ma fino ad adesso sei l'unica che me l'ha detto. =( Va be. Dico che per il complotto va benissimo, quando vuoi sono pronta, anche se forse è meglio se leggi la continuazione della storia, magari cambierai la tua opinione su Mattia (su Veronica no, è impossibile che stia simpatica a qualcuno XD) anche se forse lo odierai sempre di più. =D Però fammi sapere quando vuoi fare un bel complotto e sono COMPLETAMENTE disponibile. Si, la Ila è scema, ma lo sarà ancora per poco, ma poi lo diventerà ancora di più, colpa di Simo, ma non ti anticipo niente, anche se mi piacerebbe tantissimo =D Hai visto che carini Edo e la Ary in questo capitolo? Tutti che si preoccupano, ma che non pensano a loro. Scemi -.- Allora, che ne pensi di questo capitolo? Un pò noiosino no? Non succede niente di interessante, ma ho deciso di tagliarlo per lasciarvi un pò più d i suspance =D sono un pò stronza lo so. Ihih. Mi raccomando fammi sapere com'è andata in Austria con la scuola, se ti fa piacere dirmelo ovviamente. Grazie per la tua recensione. A presto. Un bacione ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

- Quindi, come vedi. Non so come tu possa farla smettere.- osservò la Fede.

- Posso testimoniare che quello che hanno detto è tutto vero.- dissi io sorridendo. In parte a me c’era Edo, bello come il sole. Che ascoltava in silenzio.

- Quindi, dammi il mio pacchetto.- disse lei porgendo la mano a Simo. Lui guardò la mano, poi lei.

- Non ci penso neanche.- cominciò a far oscillare il pacchetto.

Edo chiamò la Fede senza farsi vedere dai due piccioncini.

Le parlò all’orecchio. Non sentii cosa le disse, ma mi ritrovai nuovamente gelosa di quel contatto che aveva avuto con un’altra persona che non fossi io.

Oddio, che mi prendeva? Sembravo una ragazza gelosa.

Vidi la Fede avvicinarsi alla Ila e cominciò a farle il solletico.

Lei, nuovamente, finì tra le braccia di Simo che era appoggiato alla ringhiera di una casa vicino alla fermata del pullman.

 

Spero di avervi incuriosito ragazze. Ihih Chissà cosa succederà tra la Ila e Simo, avete delle idee? O magari non succederà niente chi lo sa. Azzardate con le previsioni ^^ Mi raccomando ragazze, recensite in tanto per fare felice questa povera scema di un autrice =D

Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 11
*** Tutto può nascere da un semplice solletico ***


Tutti può nascere da un semplice solletico

Ary POV

Ok, erano le 13.15 mancavano cinque minuti.

Dovevo stare calma. Ero troppo in ansia, quelle due ore non erano passate per niente. La Ila mi fece uno squillo, segno che era già fuori dalla mia classe.

Bene, ora Ary calmati, tranquilla. Rilassati. Che se lei ti vede strana si insospettisce. Capisce subito che c’è qualcosa e sono in merda.

Tranquilla, fai finta che non ci sono. Che non sai della loro presenza fuori dalla scuola.

Mi vibrò il telefono di nuovo. Un nuovo messaggio.

Lo aprii. Era Edo. “Siamo fuori. Siamo sul marciapiede per andare verso la fermata. Vi aspettiamo fuori al cancello. Mi raccomando, fa finta di essere sorpresa. Non facciamoci scoprire. A tra poco. Bacio.”

Oddio, erano già fuori. Dovevo calmarmi perché….dovevo uscire.

Ary, calma. Tranquilla. Fuori al cancello ci sono solo i due ragazzi più belli che avessi mai visto e aspettano me e la Ila. Ed io lo so.

Uscii. Lei stava parlando tranquilla con la Fede, una sua compagna di classe, che ormai era nostra compagna di cazzate.

-Ciao. Come va?- mi chiese la Ila.

-Bene. Tu? Vedo che non sei più incazzata.

-No, lo sono ancora. Però grazie alla Fede qualcosa è passato.

-Vedi che servo a qualcosa ogni tanto?- disse la Fede.

Scendemmo le scale. Stranamente uscimmo da una porta secondaria.

La Ila e la Fede accesero la sigaretta. Io cominciavo già ad immaginare il cazziatone che Simo le avrebbe fatto. Ridevo al solo pensiero.

Stavamo ridendo e scherzando e stranamente riuscivo a nascondere la mia agitazione.

Arrivammo molto vicine al cancello, quando la Fede disse

-Chi sono quei due?- aveva la bocca sbavante e dire sbavante era poco. La Ila alzò lo sguardo e li vide.

-No, io me ne vado.- eravamo a qualche metro da loro- Mi rinchiudo a scuola fino a domani, non voglio uscire.

-No, Ila tu stai qua. Devi tornare a casa no?- le disse Edo prendendole un braccio. Ero leggermente gelosa di quel contatto, ma sapevo che a lei non faceva ne caldo né freddo.

-No, voglio stare a scuola. Rinchiusa. Dentro. Sola. Senza nessuno. A vagare per la scuola, in attesa di domani.

-Ciao Ary. – Simo mi salutò con un sorriso, ma era agitato.

-Ciao.

-Cioè voi due li conoscete?- disse la Fede scioccata. Ormai avevamo cominciato a camminare. La Ila era vicina alla Fede che faceva la faccina offesa (sembrava tanto una bambina, quando lo faceva).

-Si, li conosciamo. – dissi io. Per mia fortuna li conoscevo.

-Piacere Edo.- gli allungò la mano.

-Piacere Fede.

-Piacere Simo.

-Piacere.

-Ok, ora che abbiamo fatto le presentazioni ufficiali, potete anche andarvene. Grazie per essere passati a salutarci, ma ora dobbiamo proprio andare.- disse la Ila un po’ agitata.

-Babila. Non fare la scortese. – le disse la Fede. Lei girò di scattò la testa e la fulminò.

-Scusa, come l’hai chiamata?- dissero Edo e Simo in coro guardandola.

-Babila. È una lunga storia che…- cominciò la Fede.

-Lei non continuerà. – disse la Ila bloccando la Fede.

-Oh si, che la continuerò.

-No.

-Sì

-No.

-Sì. Senti non farmi usare la mia arma di distruzione.

-Quale? – la Ila si fermò. In quel momento Simo era in parte a lei. E…cazzo. Edo era in parte a me, non mi ero accorta di questa cosa. Da quanto tempo eravamo vicini? Oddio. Non parlavamo. Osservavamo la scena. Forse la Fede ci sarebbe stata d’aiuto.

-Non svelo le mie armi di distruzione.- e cominciò a ridere. La Ila la guardò male. La Fede velocissima le cominciò a fare il solletico, facendo aggrappare  la Ila a Simo, abbracciandolo. Lui sembrava leggermente scombussolato da questo contatto, ma poi la strinse anche lui, lei non se ne era ancora resa conto. Quando se ne accorse alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi. Si staccò velocemente e arrossì.

-Scusa- gli disse.

-Tranquilla, fa niente.- gli rispose Simo con un sorriso. Non era più in imbarazzo e agitato come prima, si era rilassato. Forse era la sua presenza.

Io ed Edo ci guardammo. Siiiii. Avevamo fatto un passo avanti. Ci sorridemmo. Dio, che begli occhi, che bel sorriso, che belle labbra. Oddio, quanto vorrei baciarlo. Cioè, non ho mai baciato prima, ma volevo baciarlo. Qualcuno ci riportò alla normalità.

-Ehm, scusate voi due? Volete rimanere lì tutto il giorno?- la Fede mi risvegliò dal mio sogno stupendo.

-Si, arriviamo. – dissi io. Ma mi fermai un attimo. Avevo davanti agli occhi una scena un po’ strana: la Fede era a pochi metri da me, dietro c’era la Ila e dietro di lei Simo, che cercava di aprirle la tracolla e di…bo..non so cosa cercasse di fare, ma mi sembrava strano che lei non si accorgesse di niente. Poi vidi in mano a Simo il pacchetto di sigarette e risi.

A quella mia risata la Ila si girò di scatto e trovò Simo con ancora il pacchetto di sigarette in mano.

- Che cosa pensavi di fare?- gli disse lei incazzata.

- Volevo rubarti il pacchetto.- le risposte lui.

- Allo scopo di?

- Farti smettere.- disse lui con un sorriso. La Fede cominciò a ridere.

- Scusa se infrango i tuoi sogni, ma lascia stare. Non ce la farai mai. – gli disse la Fede ridendo.

- Perché?- gli rispose lui che sembrava curioso di sapere qualcosa di più su quella strana persona che si trovava davanti.

- Perché sarà già tre volte che dico che smetto di fumare. La prima ho scommesso con lei; la mattina scommettevo che smettevo e uscendo da scuola, la prima cosa che ho fatto è andare a prendere le sigarette. La seconda volta, ho detto che smettevo e non ho smesso. La terza volta, mi sono svegliata un lunedì mattina e ho detto “finisco il pacchetto e smetto di fumare”. Il pomeriggio ho finito il pacchetto. Non ho fumato fino a sabato della stessa settimana. Poi lei- indicò la Fede- mi ha regalato una sigaretta ed ho ricominciato. Lunedì mattina arrivando a scuola ho preso il pacchetto.- spiegò la Ila. Ormai eravamo arrivati in fermata. Con molta fatica,ma ci eravamo arrivati. Di solito non ci mettevamo più di un paio di minuti, adesso erano quasi le 13.30.

- Quindi, come vedi. Non so come tu possa farla smettere.- osservò la Fede.

- Posso testimoniare che quello che hanno detto è tutto vero.- dissi io sorridendo. In parte a me c’era Edo, bello come il sole. Che ascoltava in silenzio.

- Quindi, dammi il mio pacchetto.- disse lei porgendo la mano a Simo. Lui guardò la mano, poi lei.

- Non ci penso neanche.- cominciò a far oscillare il pacchetto.

Edo chiamò la Fede senza farsi vedere dai due piccioncini.

Le parlò all’orecchio. Non sentii cosa le disse, ma mi ritrovai nuovamente gelosa di quel contatto che aveva avuto con un’altra persona che non fossi io.

Oddio, che mi prendeva? Sembravo una ragazza gelosa.

Vidi la Fede avvicinarsi alla Ila e cominciò a farle il solletico.

Lei, nuovamente, finì tra le braccia di Simo che era appoggiato alla ringhiera di una casa vicino alla fermata del pullman.

I loro visi erano vicini, troppo vicini. Si guardavano negli occhi.

Oddio, avevo le palpitazione io per lei. Chissà come stava lei.

-Lo vuoi  ancora il pacchetto?- chiese lui a pochi centimetri dalla sua bocca. Si guardavano negli occhi intensamente. Oddio, che bello. Mi stavo emozionando. Edo in parte a me sorrideva, la Fede pure.

-S-si, gr-grazie.- balbettò la Ila. Le infilò il pacchetto nella tracolla, continuando a guardarla negli occhi.

-Grazie.- disse lei. Oddio, ma quanto ci mettevano a baciarsi? Volevo vedere un baciooooooooo.

-Prego. – la distanza era diminuita pericolosamente, forse ci saremmo arrivati. La Fede mi fece segno che lei andava. Non salutò la Ila e se ne andò. Non so come la Ila, si liberò dall’abbraccio di Simo e andò a salutare la Fede.

Simo rimase lì a guardarla andarsene.

-Come ha fatto a scappare? - chiede Simo a me e ad Edo.

-Che cazzo ne so? Cioè l’ho vista lì vicino a te e pochi secondi dopo era già là.- anche Edo era scioccato.

-Sinceramente, non lo so neanche io. Come ha fatto? Adesso voglio fare una scommessa: scommettete che non arriverà qua finché voi non sarete andai via? Cioè almeno finché tu non sarai andato via.- dissi indicando Simo.

-Ma noi non ce ne andremo giusto?- mi chiese Edo.

-No, non ve ne andrete. Nascondetevi.

-Cosa? Non siamo mica due bambini. – mi dissero in coro.

-Vuoi o no salutarla?- domandai a Simo.

-Si.

-Benissimo, nasconditi o nascondetevi. Però è meglio se ti nascondi anche tu, Edo. Così almeno, non sospetta niente. Vi faccio segno quando dovete uscire.

-Che genio malefico che ho conosciuto.- disse dandomi un bacio sulla guancia. Il punto in cui mi aveva baciato era caldo e trasmetteva vibrazioni a tutto il corpo. Ero imbambolata. Oddio. Che bello. Mi ripresi quando, pochi minuti dopo, vidi arrivare la Ila.

Quanto la conosco bene quella ragazza? In questi giorni mi stupisco sempre di più di me stessa.

-Eccomi. Mi sono fermata a parlare con la Fede, si era dimenticata di raccontarmi una cosa. – disse lei sorridendo e facendo finta di niente.

-E pensi che io ti creda?- dissi io guardandola di sbieco.

-E per quale altro motivo sarei dovuta rimanere là?- chiese lei facendo la sua solita faccia da finta tonta, che faceva tutte le volte che non sapeva che scusa inventarsi.

-Forse perché Simo era ancora qua ed eri in imbarazzo per quello che era appena successo – era una domanda che voleva sembrare di più un’affermazione.

-Chi? Io? Ma no, davvero. Mi doveva parlare. – disse con un sorriso tirato.

-Ok, va bene. Allora vado a chiederle se è vero.- dissi avviandomi.

-No, fermati. Dovevo raccontarle qualcosa io. – disse cercando di uscire da quel brutto casino.

-Ah si. E cosa?- dio, mi stavo godendo questo momento. Di solito era sempre lei che mi sgamava, adesso sgamavo io lei a mentire. Che soddisfazione.

-Ehm. Di Mattia. Di cosa è successo, non lo sapeva. – disse la prima cosa che le era venuta in mente, ma era l’unica cosa che non doveva dire.

-Mi hai detto ieri che la Fede pensa che lui sia un cretino e che l’ha sempre detto. – appena sentì le mie parole, sul suo viso, comparve quel viso combattuto, non sapeva più cosa dire e cosa fare – Ila, Ila. Mi deludi. Non hai mai detto le balle in questo modo schifoso. Sei sempre stata brava e adesso mi cadi in basso così?- risi. Rise anche lei.

-Vero. Non è la mia giornata nel raccontare balle.-

-Come mai non sei tornata indietro subito?- le chiesi

-Arriva il pullman. – disse cercando di cambiare discorso.

-Lo sai, vero, che non la passi così liscia?- feci segno ai ragazzi di uscire. Quando la Ila se li trovò davanti, sbiancò. Edo rise, Simo pure. Aveva una faccia scioccata e spaventata allo stesso tempo.

-D-da qu-quanto te-tempo siete lì??- lei era terrorizzata

-Da tipo? Poco prima che arrivassi.- rispose Simo sorridendo.

Intanto Edo era venuto a salutarmi, mi aveva dato un altro bacio sulla guancia. Il pullman stava arrivando, dovevamo salutarci. Per mia sfortuna.

-Quindi avete…- Simo non la lasciò finire, le diede un bacio sulla guancia.

-Ciao Babila. Arriva il pullman - la salutò e se ne andò sorridendo. Non lo infamò, segno che era stupita dal bacio sulla guancia. Ci era rimasta di merda. Se fosse stata in un momento lucido lo avrebbe infamato perché “Solo la Fede può chiamarmi così” diceva lei, ma non gli aveva detto niente.

Li vidi attraversare la strada e rifare la via che avevamo percorso da poco, dovevano andare a prendere la macchina.

Salimmo sul pullman, la Ila era ancora imbambolata.

Dio, se era cotta. Come lo ero io.

Per un po’ non parlò. Sembrava in trance.

Ad un certo punto risi. E lei si risvegliò da questa incoscienza.

-Stai bene? – le chiesi ridendo.

-No per niente.- era ancora frastornata.

-Finalmente un po’ di sincerità oggi. Adesso lo ammetti?

-Cosa?

-Che non venivi lì perché c’era ancora Simo.

-Si, lo ammetto. Va bene? E tu volevi che lo ammettessi davanti a lui?

-Dovevo fare qualcosa. Se tu lo avresti ammesso, lui lo avrebbe sentito e….- non mi lasciò finire.

-Ne avrebbe approfittato. Avrebbe saputo di interessarmi e io ero nella merda.- era leggermente incazzata.

-Scusa, ma dovevo farlo. Lui ci tiene a te davvero. Devi capirlo, devi cercare di capirlo. Almeno sforzati.

Come risposta ricevetti un silenzio di tomba. Le voci che si sentivano erano degli altri ragazzi sul pullman.

-Gli piaci Ila. Il fatto che ti prenda il pacchetto di nascosto, dimostra che tiene alla tua salute, pensi che faccia così con tutte?? Se se le fa solo e basta, cosa gli frega a lui se fumano o no?? Cosa gli frega della loro salute? Invece della tua gli frega. E poi non dirmi che quegli improvvisi contatti, non ti hanno lasciata senza fiato. La seconda volta che la Fede ti ha fatto il solletico ed eravate a pochi centimetri l’uno dall’altra, avevo il cuore in gola per te. E questa cosa ti è piaciuta. Ti sei sentita in imbarazzo, ma ti è piaciuto.

-Ok, va bene. Mi è piaciuta. Molto. Troppo, forse. Avevo una voglia di baciarlo che tu non ti immagini neanche. Avevo lì quelle labbra a pochi centimetri da me. Sentivo il suo respiro sulla bocca e…lo volevo sentire dentro di essa. Poi sentire le sue braccia intorno a me, era bellissimo. Mi sentivo bene, in pace, completata. E tu? Quando Edo ti ha dato il bacio sulla guancia?

-Come cazzo hai fatto a vederlo?

-Eheh. Io vedo tutto. Allora?

-È stato..bellissimo. Sentivo la guancia calda e dal punto in cui mi aveva baciato, sentivo tante vibrazioni partire e spargersi per tutto il corpo. Ero in paradiso, anche quando mi ha dato il secondo bacio.

-Noooooooooooooo. E perché io quello me lo sono persa??

-Eri impegnata. – le sorrisi

Dopo esserci fatte le nostre confidenze, continuammo a parlare del più e del meno, ma immancabilmente dopo poco, tornavamo a parlare di quei due ragazzi che ci avevano cambiato la vita.

 

 

 

 Ciao a tutte. Non uccidetemi vi prego. Non ho avuto il blocco della scrittrice o cose simili, sono solo in punizione. -.- Esatto ragazze in punizione. Adesso sono in libertà vigilata. =D Sono connessa per leggere le vostre storie e per pubblicare le mie =D
Comunque vi voglio tranquillazzare dicendovi che la storia ha dei ritardi nelle pubblicazioni solo per la questione "punizione". La storia l'ho quasi ultimata e, nonostante non abbia il computer, continuo a scrivere la storia su un quaderno portandomi avanti, perchè la mia fantasia e la mia voglia di scrivere non si placa nemmeno con una punizione. Siccome la mia fantasia non si placa ho anche pensato ad altre storie che penso avrete il piacere di leggere solo dopo le vacanze estive. =D

Torniamo a parlare della storia. Per colpa di questa punizione non so dirvi esattamente ogni quanto posterò, potrà essere tra un paio di giorni come tra una settimana, anche se cerco di fare di tutto per avere la libertà vigilata il più in fretta possibile.

Le mie seguaci sono aumentate. =D Non sapete quanto sono felice. Voglio davvero ringraziare le persone che hanno aggiunto la mia storia alle seguite, alle ricordate e alle preferite. Sono davvero contenta che vi piaccia. =D

Rispondo alle vostre recensioni:

Tamara Chan: Ciao cara, chiedo umilmente scusa per il mio immenso ritardo, ma non è colpa mia =( Ahahah sono contenta che i messaggi ti siano piaciuto e soprattutto che ti piacciano Edo & Ary. Come ti è sembrato questo capitolo?? Fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacione.^^

TheDreamerMagic: Ciao Carissima. Scusa immensamente per il ritardo. =( Mi è dispiaciuto farti aspettare. Sono davvero felice che la mia storia ti lusinghi, mi fai arrossire. *.* Ahahahah si la Ary è andata, ma proprio andata di brutto. Si, hai ragione, si concentrano troppo su Ila e Simo, cosa che non dovrebbero fare. Nonostante loro ci provino in tutti i modi succederà qualcosa che rende vani i loro tentativi, ma non ti svelo niente. Ti ho fatto delirare?? Scusa, non volevo farti aspettare così tanto, ma mia mamma ha deciso di rompere, quindi -.- Spero di riuscire a postare sabato, portando a casa un sacco di bei voti, forse rivedo il pc molto presto =D Sono davero contenta che la gita ti sia piaciuta. Si, lo so che in Austria sono stra pulite le strade, al contrario delle nostre. -.- Che ne pensi di questo capitolo?? Fammi sapere mi raccomando. A presto. Un bacione. ^^

lunadArgento: Ti do il benvenuto nuova seguace. =D Sono davvero molto felice che la storia ti piaccia. =D Si, lo so che in italiano non è giusto "la Ila", ma scrivendolo senza mi sembra quasi sbagliato. Ihih. No, è solo che sono abituato a dirlo nel parlato e scrivendolo senza l'articolo mi suona sbagliato. So che è un grandissimo errore, cercherò di toglierlo per i prossimi capitoli. So anche che metto cazzo troppo volte. Forse è un pò troppo volgare. Nei capitoli successivi sono limitati perchè scrivendo la storia mi sono resa conto che era troppo volgare e soprattutto che a qualcuno poteva non piacere. Non mi hai infastidito in nessun modo tranquilla. Mi ha fatto molto piacere che mi hai fatto notare certi errori. Hai perfettamente ragione penso anch'io che questo sito permetta agli scrittori di crescere e avendo delle persone che ti fanno notare i tuoi errori, penso che cresci in modo più veloce. Accetto sempre le persone che vogliono farmi notare i miei errori, soprattutto se lo fanno in modo educato. =D Spero di leggere una tua recensione anche per questo capitolo. Fammi sapere che ne pensi =D A presto. Un  bacione ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

-E di cosa avrei paura?- chiesi alla Ary. Stavo cominciando ad incazzarmi e non poco.

-Di tutto. Di rischiare. Di essere felice.  

Cosa aveva appena detto? Mi sentii ferita da una persona per me importante. Alla fine non era tutto questo granché, ma a me aveva ferito. Anche lei, però, era scioccata dalle sue parole.

-Scusa, Ila. Non volevo, è solo che…- non volevo sentirla parlare oltre. Non ora, non adesso. Non avevo voglia.

-No, lascia stare. Vado su. Ciao.

Mi girai di scatto e me ne andai.

Feci le scale di corsa, non troppo a quanto pare, perché poco dopo avevo in parte Simo.

-Dai, Ila non fare così. – non lo ascoltai.

Ero arrivata al mio piano. Lui era in parte a me.

-Di qualcosa. – mi chiese guardandomi

-Vattene. – gli dissi acida senza guardarlo.

-Che gentile.  

-Non ti ho chiesto di venire su. Non ti ho chiesto di venire a consolarmi. Non te l’ho chiesto. Quindi puoi pure andartene.

-E se non lo facessi?

-È un paese libero, puoi fare quello che vuoi.

-Benissimo. Rimango.

-Bene.

Entrai in classe, andai al mio posto.

Tutte erano girate a guardare quel semi-dio che era arrivato con me.

-Comunque, ha ragione.

-Cosa?- mi girai di scatto. – Potevi rimanere anche giù, invece di venire su e farmi la predica come al tuo solito.

 

Cosa succederà nel prossimo capitolo?? Eheh. Chi lo sa. Io sì. Ihih.

Scusate ragazze, ma sono un pò di fretta. Devo postare l'altra mia storia e devo leggere tutte le storie che sono state aggiornate dall'ultima volta che ho acceso il computer e non sapete nemmeno quante sono. =D

Spero di leggere nuove recensioni e di avere nuovi seguaci.  Al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 12
*** Non tutto il male viene per nuocere ***


 

 

Non tutto il male viene per nuocere

 

 

 

Ary POV

Era pomeriggio inoltrato, stavo studiando.

Il cellulare vibrò.

Un nuovo messaggio.

Lo apro e….no aspetta avevo letto male. Rileggo.

Edo “Ce l’abbiamo fatta. Almeno un pochino =) Ma qualcosa deve ancora farla. Ci stai pensando? Bacio.”

Risposi. “Si, dai un pochino si. Ma è dura quando deve capire qualcosa che riguarda lei. Forse un po’ l’ho convinta, ma non più di tanto. E sinceramente non ci sto pensando. Oggi è stata una giornata un po’ strana. Scusa. Bacio.”

Edo “Cosa le hai detto? Si, è stata una giornata strana. Scusa ma per caso porti il profumo?”

Oddio, che domanda era? Perché?

Tranquilla, Ary, respira. Rispondi.

“Il concetto di tutto il discorso che ho fatto è che se non ci tenesse a lei, non si preoccuperebbe della sua salute, ma il discorso era molto più complesso ed ero molto fiera di me. =D Comunque, non porto il profumo, perché?”

Aspettavo, la risposta in ansia. Era più che chiaro che io non avrei più studiato.

Vibrò il telefono e ancora prima che smettesse di vibrare stavo già leggendo il messaggio.

“Giustissimo. E l’ha capito? Se non porti il profumo vuol dire che hai la pelle buonissima, di natura. È buonissimo. Bacio.”

Avevo la bocca aperta. Mi aveva fatto un complimento o sbaglio?

Ok, concentrati. Non essere banale.

“Penso di sì, ma ci vorrà ancora un po’ prima che lo capisca. =D Grazie. Mi hai fatto preoccupare pensavo puzzassi di chissà cosa. XD”

Inviai. Che messaggio del cazzo avevo appena mandato? Pensavo puzzassi? Oddio. Che deficiente.

Oddio, non mi avrebbe più risposto. Avevo appena finito di pensare la frase che il telefono vibrò.

“Ahahahahahah e di cosa dovevi puzzare scusa? Certo che a volte sei un genio, a volte pensi a queste cazzate. Ahahaha. Tu e la Ila avete la stessa età vero?”

E cominciammo a parlare.

Andava all’Università insieme a Simo, ma non avevano l’obbligo di frequenza. Aveva 21 anni. Aveva una sorella, cioè la stronza e un fratello più grande. Viveva a Brescia, non ho capito esattamente dove, con la sua famiglia ed un dobermann. Gli piaceva la musica di tutti generi, ascoltava anche Guns ‘N Roses , Pink Floyd e compagnia bella.

Ci stavamo cominciando a conoscere. E tutto grazie alla Ila.

Dovevo parlarne con lei, ma non potevo. Dovevo tenere questo contatto con lui, anzi anche con Simo. Dovevo dare una mano alla Ila e per darle una mano, non doveva sapere che io ed Edo ci sentivamo.

Che brutto però non poterglielo dire. Dovevo inventarmi qualcosa di stra bello che potesse fare Simo per lei. Dovevo trovarlo alla veloce. Non avrei retto tanto a tenerle nascosta questa cosa.

Ultimo messaggio che scrissi ad Edo “Mi ha fatto piacere parlare con te, ma devo chiederti un favore. Se dovessimo vederci quando c’è la Ila, dovremmo far finta di non avere contatti. Se no si incazzerebbe e addio “piano per convincerla” ti farebbe niente? Ho pensato che devo svegliarmi però, non mi piace nascondere le cose, soprattutto a lei, perché tanto prima o poi lo capisce da sola. E poi sono guai. Ciao notte. Bacio.”

Mi rispose “Tranquilla, ci avevo già pensato. E si hai ragione devi svegliarti, non è bello avere segreti con le persone a cui si vuole bene. Buona notte. Sogni d’oro. Bacio.”

Andai a dormire con un sorriso da ebete che faceva paura.

 

 

 

 

 

 

 

 

E come c’era da immaginarsi, mi ero svegliata con un sorriso da ebete.

Sul pullman niente di nuovo, io e la Ila sparavamo sempre le nostre solite cagate.

Eravamo a scuola, ci stavamo incamminando, quando mi fece una domanda che mi paralizzò

-Sai sembri molto felice stamattina, successo qualcosa?- mi chiese con il sorriso. Non poteva neanche immaginare quanto quella domanda mi mandasse nel pallone.

-Nono, sono solo felice. Ho dormito bene.

-Sognato Edo immagino.

-Si.

-E cosa succedeva?

-In poche parole parlavamo un po’ tramite messaggio e scoprivo un po’ di cose di lui e una volta c’era scappato anche un complimento. Poi  ad un certo punto siamo a guardare il tramonto non so dove: era stra romantico, eravamo abbracciati, ma mi sono svegliata prima che ci baciassimo.- rise

-Che sfiga. Però stra carino il sogno. – eh sì peccato che una parte del sogno era successa davvero. Però dai io glielo avevo detto, non in modo completo e specifico, ma glielo avevo detto. Non era una consolazione vera e propria. Mi sentivo ancora un po’ in colpa, ma lo nascondevo per il suo bene.

Parlavamo tranquille, non avevamo visto quei due semi-dei che erano  come ieri davanti alla porta secondaria.

Io li avevo notati da prima, la Ila no era intenta a dire una sua cagata.

-No, perché l’altra mattina, sai quando abbiamo incontrato i fazzoletti per la strada?- mi raccontava lei

-E li hai salutati?- cominciai a ridere.

-No.- disse togliendo il sorriso che aveva sulle labbra.- Erano bagnati e non mi sembrava il caso. – cominciammo a ridere. Lei si mise di spalle ai due semi-dei e continuò a sparare stronzate. Non se n’era accorta.

-Sai, che li abbiamo incontrati no?

-Ila, sai vero che i fazzoletti non si incontrano?

-Certo che lo so, infatti io non ho detto incontrare ho detto trovare.

-No, hai detto incontrare.

-Ah davvero?

-Si.

-Ops. È va be, mi sono sbagliata. Non c’è poi così tanta differenza tra incontrare e trovare.

-Si, certo come no. Il problema più grosso è che ti ho chiesto se li hai salutati e tu mi hai risposto che non li hai salutati perché erano bagnati e non ti sembrava il caso.

Cominciò a ridere come una deficiente.

-mi stai prendendo per il culo?

-no. L’hai detto davvero.

-Erano bagnati. Non mi sembrava il caso.- ripetè

I due semi-dei ci stavano guardando. Simo aveva occhi sognanti e guardava la Ila ridere come una pazza, da quando la conosceva, non l’aveva mai vista ridere.

Lei continuava a ridere.

-che cazzo ti sei fumata stamattina? – chiesi continuando a ridere contagiata dalla sua risata.

-Le solite due sigarette, anzi una e mezza. Non è ancora finita.

-Smettila di fumare che non ti fa bene alla tua salute mentale, oltre che a quella fisica.- dissi io

-Concordo.- disse Simo, sbucando dalle spalle della Ila.

-Oddio, che poraaaaaaaaaa.- lei fece un salto e cominciò a ridere. Rideva di gusto.

-Ti prego, Ila, piantala di farti le canne la mattina.- però ridevo anch’io non riuscivo a smettere. Cercò di ricomporsi.

-Ok, faccio la seria. – tolse il sorriso dalle labbra.

-3…..2…….u….- ricominciò a ridere. Non avevo nemmeno finito di dire uno.

-Ila, piantala. Dai ti prego smettila, mi fa male la pancia.-continuavo a ridere, non la smettevo. Edo e Simo ci guardavano con un sorriso a 32 denti, che teneri. Sembravano felici di vederci ridere.

-Ok, giuro. Adesso la pianto.

-Ila, sei rossa feeeeees.

-Immagino.

-Buongiorno ragazze, siete tornate tra noi?- chiese Edo.

-Forse. – rispondemmo guardandoci

-Cosa ci fate di nuovo qui?- chiese la Ila, le tornò quell’aria acida. Non si fidava proprio di Simo, era ovvio. Dio, quanto si sbagliava.

-Ci mancavate.- rispose Simo

-Che lecca culo. – rispose lei acida.

-Hai la luna storta, tesoro?

-Prima cosa, non chiamarmi tesoro. Seconda cosa, non ho la luna storta, è la tua vicinanza che mi fa diventare così. Colpa tua. Prenditela con te stesso.  

-Non mi sembrava che ieri ti facessi quest’effetto, però.

Colpita e affondata. Lei lo guardava, aveva aperto la bocca un paio di volte per parlare, ma non aveva detto niente. Mi venne una risatina soffocata, anche Edo mi seguì.

-E a me sembrava che non ti facesse schifo.- disse la prima cagata, che le venne in mente. Infatti a lui non aveva fatto schifo, anzi.

-Non ho mai detto il contrario.- disse sorridendo.

Lei arrossì leggermente.

-Vado in classe, devo studiare.- disse lei cercando di prendere una scusa per andarsene e togliersi dall’imbarazzo.

-Tu? Che studi? Ma se oggi non hai verifiche? E poi se studi, viene a piovere. – cominciai a ridere. Edo e Simo, mi seguirono a ruota.

-Ma vaffanculo.

-Ila, dove pensi di andare vieni qua.- arrivò la Fede. La nostra salvezza.

-No, devo andare a studiare.- le fece un sorriso come per dire assecondami.

L’unica risposta che ottenne fu una risata.

-Che cosa ridi? Ma state facendo un complotto contro di me? No, adesso voglio saperlo.

-L’hai capito anche tu?- chiese Edo alla Fede.

-Si. È più che capibile.- rispose lei.

-Infatti.- dicemmo io, Edo e Simo insieme.

-Scusate, cosa ha capito? – chiese Ila che cominciava ad infastidirsi.

-Ha capito qualcosa che dovresti cominciare a capire anche tu.- rispose Edo.

-E perché io non lo capisco?- chiese facendo un’aria da bambina, che la faceva sembrare innocente.

-Ah bo. Sinceramente non lo so. Hai due salami sugli occhi o, forse, ti fa più comodo non vedere, perché hai paura.- le risposi io. Ero stata diretta. Strano.

-E di cosa avrei paura?- mi chiese lei leggermente accigliata.

-Di tutto. Di rischiare. Di essere felice.- lei mi guardava scioccata. Ero scioccata anch’io di me stessa. – Scusa, Ila. Non volevo è solo che..- non mi lasciò finire.

-No, lascia stare. Vado su. Ciao. – entrò dalla porta e la vidi salire le scale.

Simo salì qualche minuto dopo di lei.

-Io giuro non volevo.- cominciai a piangere. Edo venne vicino a me e mi abbracciò.

-Sshh. Tranquilla. Si sistemerà. – e tra quelle braccia mi sentivo benissimo. Protetta, continuai a piangere perché sentivo che lui non mi avrebbe mai giudicato, anzi, mi capiva. Ma io ero stata davvero una merda. anzi forse di più.

 

 

 

 

Ila POV

-E di cosa avrei paura?- chiesi ad Ary. Stavo cominciando ad incazzarmi e non poco.

-Di tutto. Di rischiare. Di essere felice.  

Cosa aveva appena detto? Mi sentii ferita da una persona per me importante. Alla fine non era tutto questo granché, ma a me aveva ferito. Anche lei, però, era scioccata dalle sue parole.

-Scusa, Ila. Non volevo, è solo che…- non volevo sentirla parlare oltre. Non ora, non adesso. Non avevo voglia.

-No, lascia stare. Vado su. Ciao.

Mi girai di scatto e me ne andai.

Feci le scale di corsa, non troppo a quanto pare, perché poco dopo avevo in parte Simo.

-Dai, Ila non fare così. – non lo ascoltai.

Ero arrivata al mio piano. Lui era in parte a me.

-Di qualcosa. – mi chiese guardandomi

-Vattene. – gli dissi acida senza guardarlo.

-Che gentile.  

-Non ti ho chiesto di venire su. Non ti ho chiesto di venire a consolarmi. Non te l’ho chiesto. Quindi puoi pure andartene.

-E se non lo facessi?

-È un paese libero, puoi fare quello che vuoi.

-Benissimo. Rimango.

-Bene.

Entrai in classe, andai al mio posto.

Tutte erano girate a guardare quel semi-dio che era arrivato con me.

-Comunque, ha ragione.

-Cosa?- mi girai di scatto. – Potevi rimanere anche giù, invece di venire su e farmi la predica come al tuo solito.

Tutte guardavano lui e poi me.

Uscii, gli passai davanti. Andai al calorifero.

Lui mi seguì e venne anche lui.

Si appoggiò al calorifero, io mi staccai.

Non dovevo stare vicino a lui, dovevo stare lucida, non dovevo fare cagate.

-Bene, adesso inizia a farmi la predica.

Ero davanti a lui con la braccia incrociate.

-Si, tu hai paura. Hai paura di rischiare, di essere felice e forse anche di innamorarti. Non so perché tu abbia paura di questo.

-E tu che ne sai di cosa si prova ad essere innamorati?- gli risposi acida.

-So che può sembrare strano, ma sono stato anch’io innamorato. Avevo 14 anni, era la mia prima ragazza, aveva la mia stessa età. Io ero cotto e stra cotto di lei, da una vita praticamente e quando cominciammo ad uscire, ero il ragazzo più felice al mondo. Lei era bellissima castana, ricciola, con gli occhi neri. Siamo usciti per qualche mese e più ci stavo insieme e più capivo di essere innamorato di lei. Fino a quando non scoprii che lei usciva con 4 o 5 ragazzi contemporaneamente. A me aveva detto di essere innamorata di me e penso che lo avesse detto anche agli altri. Ci stetti male per mesi, io ero davvero innamorato di lei e non avevo giocato con i suoi sentimenti, lei invece sì. Da quel giorno ho cominciato a trattare le donne, come lei aveva trattato me: una ragazza diversa ogni sera, quello che riuscivo a farci ci facevo e poi il giorno dopo era come se fossi mai esistito. Avevi ragione in discoteca, sono esattamente così, uno stronzo, bastardo.

-E ringraziamo quella stronza che ti ha fatto diventare così. -  ero scioccata da questa rivelazione, ma non volevo darlo a vedere.

-         

-E tu hai paura di questo: hai paura di essere trattata di merda, di essere usata. Ma non succederà.

-Non ci credo. – lo guardavo negli occhi.

-Perché?

-Perché mi sono sentita dire quella cosa due volte e adesso basta. Alla fine quella che ci rimaneva di merda e ci soffriva, ero io. Quindi non ci credo più.

-Non c’è due senza tre.

Lo guardai male.

-Si, ok. Questa potevo risparmiarmela.

-Infatti.

-È impossibile che ti abbiano detto le stesse cose due volte.

-Non è solo quello che mi hanno detto e anche tutto il resto. Ho avuto 3 storie fino ad adesso. La prima avevo 11 anni, dovevo compiere i 12, sono uscita con uno di 3 anni più grande di me. Eravamo insieme, ci siamo baciati, dopo 3 giorni mi ha mollato. Lì per lì chissene. Dopo una settimana mi parla “Sono stato uno stupido, scusa” perdonato. Torniamo insieme. Dopo meno di una settimana, mi dice che se non gli faccio “qualcosa” va con un’altra. L’ho lasciato andare con un’altra di conseguenza, ci sono stata male per un mese. Dopo un mese scopro che mi era venuto insieme solo per scommessa. Dopo pochi mesi esco con un altro che aveva assistito a tutta la storia con il primo, ci mettiamo insieme, dopo tutta l’estate che eravamo nella stessa compagnia. Mi fa “Non ti preoccupare io non sono così stronzo.” Mi lascia dopo un mese, perché c’è un’altra. Dopo una settimana torna, “sono stato un cretino, scusa”. L’ho mandato a fanculo. Un anno dopo, esco con un altro. Usciamo tutta estate e ci mettiamo insieme. Sono stata insieme a lui per 7 mesi. – venni interrotta da Simo.

-Non ci hai fatto niente insieme?- mi guardò male.

-E che cazzo centra adesso?

-Rispondi.

-Se intendi quello no. Ma ci siamo arrivati vicini un paio di volte. Comunque stiamo insieme  7 mesi. Sapeva la storia sia del primo che del secondo, “no tranquilla, non ti prendo per il culo”. Mentre era insieme a me ha baciato una mia amica, usciva con un’altra e ci provava con altre. Lasciata dopo 7 mesi senza spiegazioni, così tutto  ad un tratto se né andato. Tanti cari saluti e baci. Ci sono stata male per 7 o 8 mesi. Fin quando ho deciso di mandarlo a fanculo e che non dovevo soffrire per un cretino. Quindi, credi ancora che io riesca a fidarmi?

-No. Scusa ma allora tu. No, aspetta….tu sei single da….- stava facendo il calcolo.

-Due anni e mezzo.- ero ancora davanti a lui.

-Cazzo.

Lo guardai male.

-Scusa.

-E di cosa? Non mi preoccupo io e ti preoccupi tu?

-Cioè…oddio…2 anni e mezzo.

-Si, Simo.

-Due anni e mezzo.

-Piantala. – urlai.

-Scusa.

Andai al calorifero e mi misi seduta con la schiena contro di esso.

-Che stai facendo?- mi chiese

-Mi siedo. Mi fanno male le gambe.

Rise. Che risata che aveva. Era bellissima.

-Comunque, non devi prendertela per quello che ha detto Ary.

-Ah no? A me la cosa che ha dato più fastidio non sono state le parole che ha detto, ma mi ha dato fastidio che lei lo dicesse. Mi sono sentita ferita.

Cominciai a piangere. Nervoso, arrabbiature dei vari giorni e uno dopo scoppia. La cosa che mi scocciava era che ero scoppiata proprio quando c’era lui.

Mi abbracciò. Misi il viso nel suo petto. Piansi.

Il suo profumo mi invase le narici. Oddio, non saprei nemmeno descriverlo, era così uomo, era così suo.

-Hai un buon profumo.

Lo sentii iniziare a ridere, sentivo le scosse dal suo petto.

-Grazie.

-Oddio, l’ho detto ad alta voce?

-Si

Rideva. Mi sentivo un pomodoro.

-Anche tu, hai un buon profumo i tuoi capelli sentono di …..

No, ti prego non toccarmi i capelli se no impazzisco.

-Di cocco.- dissi togliendo il viso dal suo petto.

-Fammi sentire, dai.

-No, Simo, davvero.

-Dai.

-No, Simo è meglio di no.

-Perché?

-Non ti conviene toccarmi i capelli.

Non so per quale motivo, ma cominciai di nuovo a piangere.

Mi abbracciò di nuovo e cominciò a toccarmi i capelli.

-Mmmm

Un verso di piacere mi uscii dalle labbra.

Aumentò la stretta.

-Simo? La smetti?

-No. Voglio sentirlo di nuovo.

-No.

-Falle i grattini sulla gamba e lo fa lo stesso. – disse la Fede arrivando.

-Fedeeeeeeeeeee.

-O anche sulla schiena. E sul collo.

-Fedeeeeeeeeeeeee. – mi sarei alzata volentieri a picchiarla.

-Tranquilla, Ila. Stai lì dove sei che sei comoda.

-Simo, non azzardarti a farmi i grattini sul collo, sulla schiena o sulla gamba.

Cominciò a farmi i grattini sulla schiena.

Un altro verso di piacere, mi uscii.

-Ti odio.

-Io no.

Da lontano vidi arrivare, la Ary con Edo.

-Simo

-Dimmi, tesoro.

-Sta arrivando.

Si girò e vide arrivare il suo migliore amico con la mia migliore amica.

Di mala voglia mi alzai.

La Ary mi venne incontro correndo e mi abbracciò.

-Scusa. Davvero. Non volevo dire quelle cose.

-No, non devi scusarti. Avevi e hai ragione. Ma non posso, comunque, fidarmi delle persone così a caso.

La campanella suonò. Ci staccammo, ci salutammo.

Salutai Edo e Simo, venne da me.

-Vedi? Si è sistemato tutto.

-Si.

Gli sorrisi. Se lo meritava. Mi aveva aiutato, mi aveva sopportato e mi aveva raccontato una piccola parte della sua vita.

-Dovresti sorridere sempre lo sai?

Arrossii .

-E anche arrossire.

Rise. Io arrossii ancora di più.

Mi diede un bacio sulla fronte. Mi beai della ventata del suo profumo che mi invase.

-Sia chiaro che non mi fido ancora.

Gli urlai.

-Non ci credo, ma se lo dici tu.

Era troppo sicuro di se quel ragazzo. Troppo.

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? E la nostra storia sta andando sempre più avanti, ma il bello deve ancora arrivare. Eccomi, qua a postare. Penso che posterò una o du volte a settimana in questo periodo per colpa della mia punizione -.-

Comunque, ringrazio tutte le persone che leggono, che hanno inserito la storia tra le seguite, ricordate e preferite la storia. Sono davvero felice che la storia vi piaccia.

Non mi dilungo più di tanto in chiacchiere e passo a rispondere alle vostre recensioni:

lunadArgento: Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto. Che ne pensi di questo? Fammi sapere. Per la storia che mi hai consigliato, non ho ancora avuto tempo di darci un'occhiata, magari più tardi ci faccio un giro. A presto. Un bacione ^^

TamaraChan: Ahahahahahah anche io voglio Ila e Simo, ma non sarà tutto semplice cara mia. Vedrai continuando a leggere. Fammi sapere che ne pensi di questo capitol. A presto. Un bacione ^^

TheDreamerMagic: =( Mi è dispiaciuto leggere la tua piccola recensione. =( Anche se sono felice che hai lasciato comunque una recensione. è sempre un piacere leggere le tue recensioni =) E non ti preoccupare per il ritardo, anche io posto in ritardo per colpa della punizione. Fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacione^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Stavo uscendo da scuola, non vedevo l’ora di tornare a casa e rilassarmi, ne avevo davvero bisogno.

Stavo fumando la sigaretta e stavo ridendo e scherzando con la Fede.

Mi trovai davanti Edo e Simo.

-Cosa ci fate voi qui?- ero davvero scioccata. Pensavo di non vederli. Cioè per la verità non mi era nemmeno passata per l’anticamera del cervello che venissero a scuola.

-Passavamo di qua.- mi rispose Simo sorridendo

-Si, come no. E io ti credo.

Eh ragazze mie. Ricche curiosità nel prossimo capitolo, anche se è quello dopo che vi lascierà con il fiato sospeso.

Spero di risentirvi presto. Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 13
*** Tutto si risolve, o quasi. ***


 

Tutto si risolve, o quasi

Ary POV

Mi era dispiaciuto litigare con la Ila. Cioè litigare, dirle quelle parole. Non volevo, anche se comunque avevo ragione, era vero e lo sapeva pure lei.

Era da qualche minuto che Simo era andato a raggiungerla.

Io ero ancora abbracciata ad Edo.

Continuavo a piangere.

Non sapevo cosa mi era preso, per la prima volta avevo detto quello che pensavo, anche se alla Ila avevo sempre detto quello che pensavo, ma stavolta era diverso. Mi sentivo davvero male.

-Ary, tranquilla. Ssh. Non piangere. Si risolve. Vedrai che Simo la farà ragionare.

-Proprio la persona giusta, guarda.- dissi singhiozzando.

Mi sentivo bene tra le sue braccia. Non avrei mai voluto staccarmi.

-Magari, ci stupiscono. Non so perché, ma sono fiducioso.

-Lo spero, ma sono sicura che non si fiderà ancora per un po’ di tempo.

-Oh, ma come sei pessimista, per fortuna la pessimista è lei.

Cominciai a ridere.

-Non è colpa mia, la conosco.

-Hai ragione. Non so quanto si fiderà, magari un po’ di più, ma non al massimo –rispose la Fede che era lì ancora con noi.

-Be, ma almeno un po’ si fiderà. Cazzo, ma ragazze. Positività un po’.- disse Edo alzando un po’ la voce.

Mi ero staccata da lui, lo guardavo. Mi sentivo gli occhi gonfi.

-In che condizione pietose sono? – chiesi

-Pessime.- mi rispose la Fede ridendo.

-No, dai, non è vero. Hai gli occhi un po’ gonfi, ma sei bellissima lo stesso.- disse sorridendomi.

Io arrossii. Oddio mi aveva fatto un complimento. Sbagliavo?

Poi ad un certo punto, mi imbambolai.

-A cosa stai pensando? – Edo mi ridestò dai miei pensieri.

-Oggi è sabato vero?

-Si, perché?- mi chiese confuso.

-È solo una settimana che ci siamo conosciuti? Cioè in una settimana sono successe così tante cose?

-A quanto pare sì. È passata solo una settimana.

-Scusate se mi faccio i cazzi vostri, ma come vi siete conosciuti voi quattro? – chiese la Fede

Cominciai a ridere.

-Se te lo dico giuri di non ridere?

-Oddio, dove vi siete incontrati in uno strip club?

-Nooooooooooo.- cominciai a ridere – cosa odio più di tutto?

-La musica house.

-E….

-Noooooooooooooooo. Non dirmi che vi siete incontrati in discoteca. – era profondamente scioccata.

-Ehm. Sì.

-Oddio, strano che non piove. E come hai fatto a farti convincere?

-Colpa della Ila, ma soprattutto di mia mamma. Quando le ho chiesto se potevo andare mia mamma mi risponde “Si, così almeno ti distrai un po’” ma ti pare? Cioè in quel momento avevo seri dubbi che mia mamma fosse stata rapita o sostituita da un alieno. E non è finita, sai dove siamo andate?

-Non dirmi al DLQ.

-Si, proprio lì. Però alla fine sono andata perché la Ila aveva bisogno di distrarsi per la questione Mattia e allora ho detto “Andiamo”. Alla fine mi sono divertita. Ah, sì. Dimenticavo sono andata anche a fare shopping.

-E cosa hai comprato?

-Te lo dirò quando saremo da sole. – disse guardando Edo

-Ah, ma non fare caso a me, fa come se non ci fossi.

Lo guardai male.

-No, meglio che non tu non lo sappia.

-Io invece voglio saperlo. – disse la Fede

-Un push up. – le dissi mimando con la bocca e mettendomi una mano davanti alla bocca per non far leggere il labbiale ad Edo.

-Ah. Dovevi mettere un top ?

-Si .

-Allora fatto bene.- disse cominciando a ridere.

-Cosa fai sfotti?

-Nono, per niente. Solo  che se metti in mostra, bisogna mettere in mostra qualcosa.- disse facendomi un sorrisone.

-Ma senti te questa.

-E vai avanti a raccontare.

-Non so cosa dirti. Ci siamo conosciuti perché Simo ci ha pagato da bere, poi una cosa tira l’altra. La sfollata della Ila che ha infamato Mattia e ti giuro che mi sono sentita fiera di lei quando l’ha fatto. Tipo l’ha stra infamato. La mia donna.

-Questo è successo prima che usciste vero? – mi chiese Edo

-Si, perché?

-Sai quando siete arrivate, che Simo ha fermato la Ila? Mi fa “è successo qualcosa”

-E come faceva a saperlo?- ero scioccata.

-Non so, davvero. L’ha vista che si avvicinata e ha detto così.

-Che tenero.

Cominciammo tutti a ridere.

-Spiegami cosa ha detto a Mattia.

-In poche parole gli ha detto che gli piaceva e poi..mmm..non ricordo. Dopo lui l’ha fermata e voleva parlare. A lei sono girati i coglioni e gli ha risposto male e poi è andata a fumarsi una sigaretta. Poi è uscito Simo ed è successo quel che è successo.

-Cosa è successo? – mi chiesero in coro Edo e la Fede.

-Non lo sai?- chiedo ad Edo – Non te l’ha detto?

-No, da quella sera ha cominciato a non parlare più, non voleva uscire, non voleva andare da nessuna parte. Voleva solo stare a casa. Poi dopo ha cominciato a continuare a parlare di lei. Gli ho chiesto cosa fosse successo, ma non me l’ha spiegato.

-Be, se non te l’ha spiegato non te lo dico.

-Dai, dimmelo- mi guardò con i suoi occhioni verdi, sembrava un orsetto. Ary, devi dirgli di no. Non lasciarti abbindolare così.

-No, dai. È meglio se te lo spiega lui.

-Dai. – Oddio, se continuava ancora un po’, sarei svenuta. Ary, non dirgli niente.

-Be, è cominciato tutto dal fatto che lui non voleva che fumasse e poi una cosa tira l’altra Simo ha provato a baciarla. Lei si è incazzata, gli ha detto che non era come tutte le altre, che è uno stronzo che approfitta delle persone. Poi altre cose, ma sinceramente non ricordo.

-L’ha ferito nell’orgoglio.

-Ti prego non dirmi che è orgoglioso.

-Si, perché? – mi guardò in modo strano.

-Merda.

-Ti prego, non farmi preoccupare.

-Odia le persone orgogliose pensa che siano le persone più senza palle su questo pianeta.

Mi guardò male.

-Siamo a posto. Certe volte lui è una testa di cazzo perché mette l’orgoglio davanti a tutto. Se lo tira fuori anche con lei è in merda.

-Eh si.

-Ary, ma non sei orgogliosa anche tu? – mi chiede la Fede.

-Ehm. Sì.

-Ma a te non ti odia. – fece notare Edo

-Sì, lo so. Ma odia quando sono orgogliosa. Lo odia soprattutto in un ragazzo, dice che lo porta a mentire e a non essere spontaneo. Ok, sarà meglio se saliamo.

-Giusto.

-Vi accompagno, così vado a prendere quello là.

Salimmo le scale. Tutte le ragazze che passavano fissavano senza alcun ritegno Edo e mi dava molto fastidio questa cosa.

Cominciai ad irrigidirmi.

-Stai bene?- mi chiese Edo

-Si, perché?

-Mi sembri strana.

-Nono. Tutto a posto tranquillo. – gli feci un sorriso. – metto giù la roba e torno.

Entrai , posai lo zaino.

Notai che entrò Edo perché tutte le ragazze si erano girate.

-è lontana la classe della Ila?

-No, è infondo al corridoio. Vengo anch’io voglio chiarire. Non voglio rimanere così fino alla ricreazione.

-Ok.

Uscimmo dalla classe. Avevo paura ad andare da lei, non sapevo come l’avrei trovata.

-Dici che Simo è morto? No, perché non è venuto più giù magari, l’ha ucciso.

Cominciammo a ridere.

-non pen….-

Eravamo a una decina di metri dalla classe della Ila e al calorifero c’erano lei e Simo: lei era abbracciata a lui e lui che la abbracciava e le accarezzava i capelli.

-Oddio, che teneri.

Avevo gli occhi lucidi.

Simo ci girò di colpo e ci vide. Quanto erano teneri?

Vidi la Ila alzarsi. Cominciai a correre ed andai ad abbracciarla

-Scusa. Davvero. Non volevo dire quelle cose. - Le dissi.

-No, non devi scusarti. Avevi e hai ragione. Ma non posso, comunque, fidarmi delle persone così a caso.

La campanella suonò. Ci staccammo, ci salutammo.

Tanto ci saremmo visti a ricreazione, avevamo un po’ di cose da raccontarci.

Vidi Simo andare là da lei, parlavano tranquilli, lei non era ne acida né scontrosa. Forse ce la stava facendo o forse era tutto merito di lui.

Le diede un bacio sulla fronte.

Oddio, mi stavo per mettere a piangere che teneri.

-Non piangere mi raccomando. – mi disse Edo all’orecchio.

Avevo il suo respiro sul collo, un brivido mi salì per la schiena.

-Quasi. Ma è solo l’inizio. Ne sono sicura.

-Anch’io.

-Sia chiaro che non mi fido ancora. - disse la Ila ad alta voce.

Simo si girò e la guardò.

-Non ci credo, ma se lo dici tu.

-Allora? Com’è andata?- chiese Edo molto agitato, volendo sapere l’esito.

-Bene. – disse lui facendo un sorrisone a 32 denti.

-Si vede.

-E voi due?- chiese lui.

-Noi due? Cosa? – dicemmo in coro io ed Edo, solo che la differenza fu che io diventai leggermente rossa.

-Dai, non fate i finti tonti. Pensate che io sia scemo? C’è qualcosa tra voi due e non negatelo.

Il mio imbarazzo era indescrivibile.

-Che cazzo dici, Simo?- Edo era sconcertato

-La verità.

-Senti, non perché adesso ci hai parlato 15 minuti, lei si è aperta completamente a te e ti appartiene. Che cazzo, non tirartela.

-Almeno, sono più avanti di te.

Edo lo guardò scioccato.

-Cosa vorresti insinuare? Io almeno il suo numero di cellulare ce l’ho e tu no.

Mi sembrava di assistere ad una litigata tra bambini di 4 anni.

-E allora?

-Io posso sentirla quando mi pare, tu no.

Simo mise il broncio.

- Ragazzi, ma lo sapete che avete 21, vero?? Sembrate due bambini di quattro

Mi misi in mezzo io.

A quanto pare si erano completamente dimenticati della mia presenza. Infatti Edo diventò rosso. Dio, era bello anche in imbarazzo, anzi forse anche di più.

- Mi sa che è meglio che ce ne andiamo.- disse. Venne a baciarmi sulla guancia, lasciando la scia di vibrazioni che lasciava tutte le volte che mi baciava.

Entrai in classe e, gli occhi erano puntati tutti su di me.

-Chi sono quei due fighi che c’erano con te.

-Ragazze, calmatevi.

-Sono bellissimi. Tutti e due. Ce li presenti?

Cosa presentarveli? Ma siete matte? Manco se mi pagate. Sono miei e della Ila chiaro? Ovviamente Simo era della Ila ed Edo mio. Loro che cazzo volevano?

-Sono occupati.

Dissi sorridendo. Si, con noi. Zitte. Tacete.

-Ma prima o poi si molleranno.

Non portate sfiga per favore, grazie.

-Non so.

Entrò la profe. Salvata in corner. Avrei ucciso qualcuno, se facevano ancora qualche domanda strana.

Che giornata strana. Davvero strana.

Da quando avevamo conosciuto quei due semi-dei, le nostre vite erano cambiate. Tanto. Si erano movimentate, ogni giorno ce n’era una nuova, ma qualcosa di positivo, che ti faceva capire che non tutto era perduto. Stavo ripensando alla mezz’ora appena passata. Con Edo, abbracciata a lui, a ridere e poi a vederlo arrossire.

A proposito di quella conversazione: che cosa significavano tutti quei commenti? Sembravano due bambini che litigavano per chi avrebbe avuto prima la ragazza ed io sembravo la ragazza prescelta per diventare la futura ragazza di Edo.

Si, ok. Stavo fantasticando un po’ troppo.

Non era possibile che gli piacessi.

A ricreazione avrei dovuto parlare con la Ila.

Non sapevo se dirle che avevo il numero di Edo.

No, aspetta. Ideona.

Presi il telefono di tasca e scrissi un messaggio ad Edo

“Avete da fare domani pomeriggio?? Ho un’idea. Bacio.”

Pochi minuti dopo il telefono vibrò.

“Illuminami o sapiente genio. Non abbiamo niente da fare. Bacio.”

Risposi.

“Domani io e la Ila andiamo a vedere Avatar. Venite? Cioè aspetta, ci incontriamo là facciamo finta di niente. Dobbiamo organizzarla bene come cosa. Che ne dici? Bacio.”

Continuavo a guardare il telefono, non rispondeva più.

Dopo un po’. Nuovo messaggio.

“Be, mi sembra ovvio che va bene. Volevamo andare anche noi e almeno prendiamo due piccioni con una fava. Dove? A che ora? Tipo noi ci facciamo trovare là. Arriviamo nello stesso momento in cui arrivate voi. Non ti preoccupare ci pensiamo noi a rendere le cose molto casuali. Bacio.”

Oddio, sarebbero venuti. Quanto sono un genio da 1 a 10??

“Al king. Il film è a un quarto alle tre. Tipo arriveremo per le due e un quarto. Comunque dovrà sembrare tutto molto casuale. Bacio.”

Arrivò subito la risposta.

“Non ti preoccupare. Non capirà mai che ci siamo messi d’accordo. Bacio.”

A ricreazione parlammo. Di quello che era successo la mattina.

Della confidenza che si erano fatti.

Dio, che teneri.

Sul pullman quel giorno non ci saremmo viste. Io uscivo un’ora prima, lei usciva alla solita ora tutti i giorni, cioè alle 13.20.

Va be, ci saremmo sentite la sera.

Per l’ennesimo sabato, mi vennero a prendere i miei genitori.

 

 

 

Ila POV

Stavo uscendo da scuola, non vedevo l’ora di tornare a casa e rilassarmi, ne avevo davvero bisogno.

Stavo fumando la sigaretta e stavo ridendo e scherzando con la Fede.

Mi trovai davanti Edo e Simo.

-Cosa ci fate voi qui?- ero davvero scioccata. Pensavo di non vederli. Cioè per la verità non mi era nemmeno passata per l’anticamera del cervello che venissero a scuola.

-Passavamo di qua.- mi rispose Simo sorridendo

-Si, come no. E io ti credo.

-La Ary non c’è?

-Il sabato esce un’ora prima. A me tocca stare qua fino a quest’ora.

Mi sentivo stanca, stanchissima. Giornata troppo lunga e ricca di imprevisti.

-Sembri stanca- mi chiese Simo con una voce abbastanza preoccupata.

-Sembro? Sono. Giornata troppo lunga.

-E se ti dessimo un passaggio?

-Fino a casa? – ero scioccata – tu sei pazzo. No, lascia stare.

-Dai, te lo do volentieri.

Cominciai a ridere.

-Cosa ridi?

-Niente. – la Fede mi guardò e capì

-Di la verità che ti piacerebbe. – dandomi dei colpetti con il gomito.

-Si, tutti i giorni.

E risi.

- Be, questo si sapeva. Diciamo che almeno hai ampliato gli orizzonti,

anzi li hai migliorati.

-è be, direi.

Ridemmo.

-Rendeteci partecipi di questo delirio. – Disse Edo ridendo.

-Meglio di no.

Sorrisi io.

Vidi Simo fermarsi davanti ad una  BMW X5

-è tua? – dissi mezza sbavante.

-Ehm si. Dai che vi do un passaggio.

-Anche a me? – chiese la Fede

-Basta che non devo allontanarmi tanto.

-No, tranquillo è sulla strada per andare a casa della Ila.

-Ah, ok. Va bene.

-Vai, pure davanti. – mi disse Edo

-No, vai tu. A me va bene anche stare dietro. Basta salire.

Edo mi fece segno di salire davanti.

-Non pensavo di farti questo effetto.

-Quale? - chiesi. Oddio, che stavo facendo?

-Sembri sbavante. Poi dici “Basta salire.”

A sentire quelle parole cominciai a ridere.

- No, cioè….tu pensi che…..

Non riuscivo a smettere di ridere.

-Perché ridi?

-Non sei tu che gli fai quest’effetto, ma la macchina.- disse la Fede, cominciando a ridere.

Vidi che a Simo gli caddero le braccia.

Edo cominciò a ridere.

Io continuavo.

-Basta, non parlo più. Tutto sto casino per una macchina.

Sembrava offeso.

-Te la sei presa?

Continuavo a ridere.

Mise in moto e quasi ebbi un sussulto. Oddio, ero su una BMW X5.

Si, ok dovevo trattenermi.

-No.

Era imbronciato come una bambino. Era davvero…sexy. Gli sarei saltata addosso in quel preciso istante.

-Ma dai. Non è colpa m…….- accellerò e il motore fece le fusa. – mia.

Finii la frase, eravamo fermi ad aspettare di fare la rotonda.

Lui mi guardava ancora con quella faccia.

Io ero in fibrillazione ed eccitata.

-Cioè è possibile che una macchina faccia questo effetto?

-Dovresti sentire che versi faccio quando passa una moto o una Porsche o una Lamborghini o vedo una R8. Be, potrei andare avanti.

-Bah. E che versi faresti, come stamattina?

Arrossii. Oddio, che vergogna cominciai a guardare fuori dal finestrino.

-Si, più o meno. Ma…come posso dire..più…orgasmatici. – gli rispose la Fede.

Lui inchiodò.

-Cosa?

-Hai capito benissimo. – le disse lei.

Continuai a guardare fuori dal finestrino.

Ero sicura di essere la sorella del pomodoro in quel momento.

-Be, non so se ti converrebbe sentirla. Cioè almeno non in quell’occasione, magari in un’altra. – continuò  lei tranquillamente.

-Fedeeeeeeeeee. – mi girai fulminandola. Ormai ero bordeaux.

-Cosa ho detto? Prima o poi dovrà succedere. Ah e poi ti consiglio di non sentirla cantare Did it again di Shakira.

-Fede. Piantala, subito. – la fulminai.

Edo rideva. Simo guardava la strada…non sapevo dare una descrizione al suo sguardo: eccitazione, sconcerto, scioccamento.

-Sai, quando fa i versi? Be, ecco. Quando la canta li fa e soprattutto, le mosse che fa.

-Fede. Giuro che ti butto giù dalla macchina.

Adesso Edo rise ad alta voce.

-Ah e poi dovresti sentire che sogni fa la notte.

Simo si girò e mi guardò malissimo.

-Ok, Fede adesso basta. Scendi immediatamente dalla macchina.

-Ma cosa sto dicendo? Tanto prima o poi verrà a saperlo.

-E se non lo avesse mai scoperto?

-Be, devo spiegarti tutto dall’inizio? Quando due persone stanno insieme, fanno certe cose e penso anche che ne parlino e magari ci fantasticano pure su.

-Quando due stanno insieme? Ma ti sembra che io e lui stiamo insieme? Chi ti dice che succederà?

-Ma io pensavo che…

-Che cosa? Che fosse tutto così semplice? Non lo è va bene?

Mi impiantai nel sedile e non mi mossi.

Non ero più in imbarazzo, ero solo incazzata.

-Scusa, Ila. Davvero, io stavo scherzando. Cioè non pensavo che dicendo queste cose, succedesse il fini mondo.

-Prima cosa, questi due li conosco da una settimana e non mi sembra il caso di fargli sapere che versi faccio quando vedo una macchina o una moto, o che ogni tanto sogno di portarmi a letto qualcuno o che ogni tanto durante le lezioni non so che cazzo fare e faccio pensieri porchi. Non serve che lo sappiano.

-Quello dei pensieri porchi in classe, non l’ho detto.

-Be, tanto ormai. Mancava solo quello, gliel’ ho detto io.

-Hai dimenticato che per un giorno hai fantasticato con la Ary sui piercing alla lingua. Ti immaginavi chiunque con il piercing alla lingua e poi ti immaginavi chissà che cosa. E dicevate “Prima o poi faremo un giro sulla giostra.”

Mi fermai a fantasticare. Ad immaginare Simo con il piercing alla lingua. Mi uscii uno strano verso.

-Ila? – mi riportò alla realtà la Fede - Non te lo stavi immaginando vero?

-Nooooooo. -Sorrisi.

Edo e Simo si schiarirono la voce.

Simo mi fece vedere la lingua.

Quando lo vidi, stavo per svenire.

Aveva il piercing alla lingua. Sbiancai.

-Oddio, che figura di merda.

-No, perché? Almeno so che ti piace.

-Che vi piace. – fece eco Edo facendomi vedere la lingua.

-Volete farmi morire per caso? No perché ditelo subito.

Arrivammo a casa della Fede.

Edo disse che l’avrebbe accompagnata, immaginavo l’avesse fatto per lasciare me e Simo da soli.

Appena scesero decisi che sarei andata anch’io con loro.

Stavo scendendo dalla macchina, ma Simo mi prese per un braccio.

-Dove pensi di andare?

-Con loro.- dissi guardandolo negli occhi.

-Perché?

Perché? Perché se sarei rimasta lì con lui, non avrei risposto di me stessa.

-Perché mi sento in imbarazzo.

-Per quello che ha detto la Fede?

Annuii. Rise

-Che cazzo ti ridi? Non è divertente  che una spiattelli le tue fantasie, soprattutto se poi mi fa fare figure di merda.

-Non potevi saperlo che avevamo i piercing alla lingua. Cos’è sta cosa di “fare un giro sulla giostra”??

-Ehm – deglutii a vuoto –niente.- Arrossii.

-Non ci credo.

Si avvicinò a me. Mi guardava fisso negli occhi, mi sta completamente perdendo in quei pozzi di petrolio.

Si avvicinò e cominciò a baciarmi sul collo.

Dove passava lasciava una scia calda. Un gemito mi uscii.

Stavo cominciando a non capire più niente.

Sentivo i suoi baci sul mio collo, il suo profumo, i suoi capelli sotto le mie mani, un calore che mi cominciava a percorrere.

Più continuava a baciarmi, più io gemevo.

-Simo…- avevo il fiato corto, il battito cardiaco accelerato – smettila.

Continuò. Cominciò ad accarezzarmi i capelli.

No, i capelli no ti prego.

-Simo.

-Uhm .- aveva cominciato a togliermi il giubbino, le sue mani erano passate dai capelli a sotto la maglietta. Mi percorse la schiena lentamente con le mani calde.

-Simo. Smettila.

Dovevo riacquistare il controllo.

Continuò.

-Simo. Smettila. - dissi staccandomi da lui.

Mi guardava.

-Scusa, mi sono leggermente lasciato prendere la mano.

-Leggermente dici?

Io ansimavo. Lui pure. Mi cadde l’occhio su un rigonfiamento nei pantaloni. Però, potremmo anche continuare.

Scossi la testa, cercando di far svanire quel pensiero.

No, Ila. A che cazzo pensi?

-A cosa stai pensando?

Il suo respiro era tornato regolare.

Era sereno, non aveva più lo sguardo da “stai ferma che ti salto addosso.”

Io invece ero ancora un po’ scombussolata.

-A calmarmi. -Rise.

-Che cazzo ridi? Guarda che così non aiuti, mi fai solo girare i coglioni e così mi agito ancora di più.

Si avvicinò. Era a pochi centimetri dal mio viso, sentivo il suo respiro sulle mie labbra.

-E se facessi così?

Si piegò per baciarmi. Io mi girai e mi baciò sulla guancia.

Dalla guancia cominciò a spargere baci sulla mia faccia, voleva arrivare alle labbra. Ok, non mi stava aiutando.

-Simo, non mi aiuti se fai così.

-Lo so. – disse all’angolo della mia bocca.

-E non mi aiuti nemmeno a fidarmi di te.-Si bloccò.

-Giusto. Scusa.

-Pensi davvero che sia come le altre? Che bastano parole dolci e carine, che mi consoli una volta per baciarmi e portarmi al letto? Ti sbagli. Te l’ho già detto io non sono le altre, se non l’hai ancora capito cerca di farlo. Il fatto che tu abbia saputo certe mie “fantasie” non ti da il diritto ed il permesso di fare quel cazzo che ti pare.

Si staccò e tornò al posto di guida.

In quel momento entrò dentro in macchina Edo.

Ci guardò in faccia

-Cos’è successo?

-Niente.- rispondemmo in coro.

Per tutto il viaggio non parlammo.

Ero ancora frastornata da quello che era appena successo.

Mi feci lasciare all’inizio della via.

Edo voleva vedere dove abitassi e conoscere i miei genitori. Non sapevano ancora che avevo i genitori separati.

-Forse un’altra volta. – gli risposi. – Ciao

Scesi dalla macchina e sentii poco dopo la macchina partire.

Troppe emozioni in un giorno.

Avevo bisogno di non pensare a lui.

Una persona appena conosciuta non poteva arrivare e sconvolgere così la mia vita. Non poteva.

 

 

 

Ciao ragazze. Come state? Scusate per il ritardo, dovevo postare ancora ieri sera, ma internet ha fatto i capricci. =(

Che ve ne pare di questo capitolo? Questo capitolo è la calma che preannuncia la tempesta, il prossimo capitolo vi svelerà tutto =)

Voglio davvero ringraziare le persone che leggono, che recensiscono, che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Vi ringrazio davvero tantissimo. Le mie seguaci sono aumentate che bello *.*

Sono un pò di fretta, quindi rispondo alle vostre recensioni:

TheDreamerMagic: Ciao carissima. =) Sono davvero felice che il capitolo ti sia piaciuto. =) Davvero ti è piaciuta la parte in cui si raccontano i loro amori?? A me sembrava noioso, ma sono contenta che ti sia piaciuto. Nessuno dei due ha avuto delle belle storie. Si, Poverino Simo T.T Povero cucciolo. Be, si. Ci sta cominciando a credere, ma mi dispiace anticiparti che non sarà rose e fiori ancora per molto, nel prossimo capitolo succederà qualcosa di strano. Ihih. Esatto carissima qualcosa di brutto accadrà. In tutti i sensi. =D Siiiiii. Io adoro Edo e la Ary, sono tenerissimi. Edo è un grande, per adesso XD ti sto anticipando troppo, dovrei stare zitta. Spero di aver postato presto. Il prossimo capitolo, ti avviso subito, che lo posto sabato. =D Allora, che te ne pare questo capitolo? Spero che ti sia piaciuto. =) Scusa, ma posso sapere come ti chiami? così posso chiamarti per nome, mia carissima seguace, mi farebbe davvero tanto piacere. =D Al prossimo capitolo. Un bacione ^^

TamaraChan: Ciao. Sono davvero molto felice che ti sia piaciuto. =) Si, forse hai ragione, sapendo come ci si sente non dovrebbe farlo, ma sai ognuno reagisce al "dolore" in modo diverso. Lui ha preso la scelta di fare lo stronzo di sua volta e di non impegnarsi, ma forse le cose stanno cambiando. XD Sono davvero molto felice che la storia ti intrighi? Mi diresti il tuo nome? O fai parte di qualche società segreta? XD Mi piacerebbe davvero tanto chiamarti per nome. XD Il prossimo capitolo lo posterò sabato, almeno ti prepari al peggio. XD Che ne pensi di questo capitolo? Spero davvero che ti sia piaciuto =) Al prossimo capitolo. Un bacione^^

Balenotta: Ciao. Sono felice di leggere le tue recensioni, mi sembra che è la prima volta che recensisci, o sbaglio?  Comunque sono davvero felice ^^ Si, in effetti Ila è un pò esagerata, però sai com'è quando lo prendi in quel posto e difficile fidarsi facilmente dopo, almeno per me è così, non so tu. Sono davvero felice che questo capitolo ti sia piaciuto =D Grazie davvero per i complimenti e per la recensione. Spero di avere una tua opinione anche per questo capitolo. Che ne pensi? Al prossimo capitolo. Un bacione^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Eravamo sedute sul mio letto.

Cominciai a piangere.

-Te l’avevo detto che era come gli altri. E per fortuna che non mi sono fidata.

-Ila, lo sai pure tu che se non ti fossi fidata almeno un po’, non avresti reagito così.

-L’ha detto anche lui.

-Si, sistemerà.

-Si, sistemerà un cazzo. Si è dimostrato come gli altri. Basta per me ha chiuso. Non vorrei nemmeno più vederlo.

Spoiler tratto dal POV di Ila. Cosa avrà combinato Simo? Si sistemeranno le cose? Be, ragazze continuate a leggere..

Alla prossima puntata. Ihih. ^^

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Capitolo 14
*** Una nuova delusione ***


Una nuova delusione

Ary POV

Ero a casa, rilassata sul divano.

Quando mi arriva un messaggio. Leggo. Era la Ila.

“Non sai con chi sono tornata a casa oggi e soprattutto su che macchina e ho fatto leggermente una figura di merda. Anzi abbiamo colpa della Fede non mia. Appena ti connetti ne parliamo. Ti adoro.”

Oddio, cos’era successo?

Dovevo assolutamente sapere.

Mi alzai dal divano ed accesi il computer.

Appena fu acceso la cercai.

-Cos’è successo?

-Cosa ti interessa sapere per primo? Su che macchina sono salita o la figura di merda?

-Macchina

-BMW X5

-Di chi?

-Di Simo e mi stavo chiedendo, ma giovedì non erano venuti mica con un’altra macchina che era sempre di Simo?

-Sarà stata dei genitori.

-Può darsi.

-Adesso dimmi la figura di merda.

-La Fede ha spifferato che ci piacciono i piercing sulla lingua e che ci fantastichiamo sopra.

-E qual è la figura di merda?

-Edo e Simo hanno il piercing sulla lingua.

Mi paralizzai. Cosa aveva appena detto? Avevano i piercing alla lingua? Volevano farci morire?

-Cosa?

-Hai capito benissimo. Hanno i piercing alla lingua

Merda. E io il giorno dopo avrei dovuto vedere Edo? Ma manco morta.

-Si e Simo me lo fa vedere e mi fa “Sono felice che ti piaccia” ed Edo fa “Che vi piaccia”.

-Oddio. la Fede non ha accennato al giro in giostra vero?

-Sì. -.- Solo che non l’hanno capito o hanno fatto finta di non capirlo.

-Ah. Ok. Siamo a posto.

-Ah. E c’è stato un momento, diciamo un po’ hot con Simo, ma gli ho detto delle cose.

-Cosa gli hai detto?

-Non mi ricordo.

Sentii vibrare il telefono. Era Edo

“Oggi siamo venuti a scuola. Mi aspettavo di vederti, ma non c’eri. Avevo voglia di parlare un po’. Ma almeno ho scoperto che ti piace il piercing alla lingua. Non preoccuparti a rispondere. Ci vediamo domani al king. Bacio.”

Ma porca puttana. Che figure di merda.

Parlai tutta sera con la Ila delle nostre solite cagate. Siamo sfollate come al solito.

Andai a dormire, facendomi un viaggio mentale su me ed Edo.

 

 

 

 

 

Mi svegliai, feci i compiti, mangiai.

Alle 13.45 sarei dovuta andare a prendere la Ila.

Oggi era il grande giorno di andare a vedere Avatar e in più sarei stata un po’ con Edo. Al solo pensiero il cuore accellerò il battito.

Mi preparai, salii in macchina e andai a prendere la Ila.

In macchina parlammo con mia mamma.

Arrivammo al cinema.

Ero già in ansia chissà dove li avremmo incontrati.

Mia mamma partì.

-Ti fa niente se mi fumo una sigaretta adesso?

Mi stavo guardando in giro.

-Cosa?

-Se ti fa niente se fumo adesso. Poi andiamo dentro.

-Sisi. Va bene.

-Stai cercando qualcuno?

-Nono. Nessuno.

Lei era seduta sul muretto del cinema, dando le spalle al parcheggio, io rimasi in piedi, volevo vederli arrivare.

Stavamo parlando del più e del meno. Vidi arrivare Edo e Simo da lontano, ma cercai di fare finta di niente.

-Sempre tu con il tuo solito vizio. -era stato Simo a parlare.

Lei si girò e li vide salire le scale.

-Come mai siete qua?– era senza parole.

-Secondo te? È un cinema siamo venuti a vedere Avatar.

-No, non ci credo. Io me ne torno a casa. – fece segno di andare.

-Dove pensi di andare?

Simo la fermò per un braccio. Si guardarono. Lei si fermò.

-Finalmente ci vediamo.

Edo mi venne vicino e mi abbracciò. Ok, questa non me l’aspettavo. Ero letteralmente con la bocca aperta.

-Ciao.

-Ciao. – mi sorrise. Oddio, chiamate l’ambulanza arresto cardiaco in corso.

-Stai bene?

-Sisi.

-Voi che film andate a vedere?- chiese Edo sia a me che alla Ila, che in quel momento stava finendo la sua adorata sigaretta.

-Avatar. – ammise lei facendo una faccia afflitta.

-Dai, piccola, non fare quella faccia. – le disse Simo sorridendo.

-Piccola, tua sorella.

-Dai, andiamo a prendere questi biglietti che andiamo a vederlo insieme. – propose Edo.

-Dobbiamo proprio?- la Ila non aveva voglia di passare del tempo con Simo, non riuscivo a capire perché.

-Dai, andiamo.- disse Simo abbracciandola per la vita.

Lei lo guardò senza parlare. Lui la guardò e stranamente lo lasciò fare.

Che teneri. Prendemmo i biglietti vicini.

-I pop corn li paghiamo noi.- dissero in coro i due ragazzi.

-No, col cazzo che pagate voi. – disse la Ila con la sua solita finezza.

-Paghiamo noi.

-No. Non so cosa vi faccio se pagate voi.- li minacciò la Ila

-Cosa vorresti fare?- Simo le si avvicinò pericolosamente, lei diventò rossa.

Non sentii cosa gli disse, glielo aveva detto a bassa voce.

-Io ti direi che pago io. Punto.

-Ti ho detto che non paghi.

-Si, che pago.

Andò verso la cassa prese i pop corn e tornò.

-Sono tutto tuo fammi quello che vuoi.

Lei si avvicinò con un’aria sconsolata.

Lui era pronto a baciarla, sembrava che anche lei lo fosse, ma sul più bello lei gli scoccò un bacio sulla guancia.

Lui ci era rimasto malissimo, lei rise.

-Non ti avevo detto dove.

-Mi hai imbrogliato.

-Leggermente.

-Si, ti ha fatto proprio fesso.- disse Edo ridendo – e sia chiaro che pago io per te.- disse guardandomi.

Non opposi resistenza, come potevo dire di no a quegli occhi verdi che mi guardavano? Non potevo.

Entrammo in sala. Ci sedemmo.

Io e la Ila in mezzo, i due ragazzi ai nostri lati.

Cominciai a parlare con Edo, di scuola, della sua scuola e di cosa facesse davvero. Parlammo di musica e, ahimè, piercing alla lingua soprattutto. Me lo fece vedere. Oddio, quanto era bello?

Era bellissimo, stupendo e poi su di lui ispirava. Gli sarei saltata addosso in quel momento, davanti a tutti quei testimoni, ma chissene fregava. Il film iniziò ed Edo mi abbracciò. In quel momento ero appena morta ed ero in paradiso. 2 ore e 40 passarono come niente. Il film era stato stupendo, soprattutto tra le braccia di Edo, che ogni tanto mi accarezzava la schiena. Non sapeva neanche che cosa provocava con quei semplici gesti.

Come c’era da aspettarsi la Ila aveva pianto, ma si era consolata facilmente tra le braccia di Simo.

Quel giorno non poteva andare meglio.

 

 

 

 

Ila POV

Ero stata quasi tutto il film abbracciata a Simo. Ero in paradiso, ero al caldo, mi sentivo protetta. Non poteva andare meglio quella giornata.

Stavamo ridendo e scherzando mentre uscivamo dalla sala.

Vidi una tipa fissare spudoratamente Simo. La guardai male, ma lei non mi vide neanche, lo stava fissando senza alcun ritegno.

Lui stava parlando con Edo e non si accorse di niente.

-Ma tu sei Simone?- chiese questa ragazza avvicinandosi a lui.

-Si, perché?

-È stato bellissimo ieri sera. Ci sono rimasta un po’ male quando stamattina mi sono svegliata e tu non c’eri.

Cosa? Stava scherzando? Aveva scopato con questa?

-Scusa, ma sinceramen….

Non potevo ascoltare altro. Dovevo andarmene, volevo piangere.

Ecco, c’ero cascata di nuovo. Cazzo, di nuovo.

Fuori pioveva.  Anzi diluviava, ma non me ne fregava niente.

Avevo bisogno di stare sola, chissene fregava se mi fossi bagnata, chissene fregava se mi fossi ammalata, chissene fregava  di tutto, chissene fregava di Simo.

Ero al buio. In parte al cinema dove non arrivavano le luci.

Cominciai a piangere.

Che cazzo piangi, Ila?? Lo sapevi. Lo hai sempre saputo, fin dall’inizio. Lo sapevi di non fidarti e di non affezionarti. Lo sapevi che era uno stronzo. Non ti sei lasciata coinvolgere più di tanto, ma quel poco è bastato. Sei una deficiente, è inutile che piangi.

 

 

Venni risvegliata dai miei pensieri. Era lui.

-Piccola.

-Cazzo, non chiamarmi piccola. Non sono piccola e soprattutto non sono tua, va bene.

-Perché non prendi l’ombrello?

-Sai dove te lo ficco quel ombrello? Usalo tu, se ci tieni tanto. A me non può fregar di meno.

-Non so chi fosse la tipa.

-Ma a quanto pare lei sapeva chi tu fossi e a quanto pare conosceva anche il tuo fratellino. – dissi guardando in mezzo alle sue gambe. – Non te la ricordavi davvero o facevi solo finta perché c’ero lì io?

Per un po’ mi guardò senza parlare.

-Si, me la ricordavo. È solo che ieri dopo quello che è successo in macchina, avevo bisogno di sfogarmi. Sono uscito ho trovato quella lì che ci è stata e una cosa tira l’al…

-Non voglio nemmeno saperlo. Stai zitto.

-Io ci teng…

-Ci tieni? E dimostri di tenerci andando a letto con un’altra?

-No, ma in realtà io immaginavo di farlo con te. Avevo solo te in testa. La tua immagine, la tua voce, il tuo profumo, il tuo collo, la tua schiena. Lo facevo con lei quando in realtà lo avrei voluto fare con te. Lo voglio tutt’ora fare con te.

-Mi fai schifo. Dicevi di essere diverso, ma ti sei dimostrato esattamente come gli altri e soprattutto come ti avevo sempre inquadrato. Non dovevi nemmeno fare quei discorsi di merda sull’innamoramento. Per fortuna non mi sono fidata.

-Se non ti fossi fidata non avresti reagito così

-Ila? È arrivata tua mamma.- la Ary mi richiamò. Cominciai a camminare.

-Scusa.

-Infilate dove sai le tue scuse.

Andai verso la Ary, che stava dando un bacio sulla guancia ad Edo.

Beata lei, che aveva trovato il tipo tranquillo, educato, dolce. A me era toccato lo stronzo. Fanculo a me.

-Come mai sei bagnata? – mi chiese mia mamma salendo in macchina. Bagnata era un eufemismo, ero letteralmente inzuppata.

-Ero sotto la pioggia. Mamma, la Ary può venire da noi a mangiare?

-Deve chiedere ai suoi, se mai ci fermiamo a prendere una pizza.

Chiamò i suoi genitori e chiese.

-Hanno detto che va bene. 

Eravamo a casa mia, mi stavo mettendo una tuta intanto che lei era da me. Poi sarei andata a fare una doccia.

-Grazie per essere venuta.

-Sapevo che avevi bisogno di me.

Eravamo sedute sul mio letto.

Cominciai a piangere.

-Te l’avevo detto che era come gli altri. E per fortuna che non mi sono fidata.

-Ila, lo sai pure tu che se non ti fossi fidata almeno un po’, non avresti reagito così.

-L’ha detto anche lui.

-Si, sistemerà.

-Si, sistemerà un cazzo. Si è dimostrato come gli altri. Basta per me ha chiuso. Non vorrei nemmeno più vederlo.

Il resto del tempo lo passammo parlando di Edo.

Ero felice che a lei le cose andavano bene, che fosse felice, che finalmente avesse trovato il ragazzo che sapeva renderla felice. Glielo avevo detto: il suo momento prima o poi sarebbe arrivato.

Andai a dormire con una domanda in testa: quando sarebbe arrivato il mio di momento ?

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? L'ha combinata davvero grossa Simo è? Cosa farà la nostra Ila adesso? Cosa farà lui? Dovrete leggere il prossimo capitolo, anche se non sarà tutto così chiaro.

Voglio ringraziare le persone che leggono, che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite  e ricordate. Davvero un grazie mie carissime seguaci.

Rispondo alle vostre recensioni:

TamaraChan: Ciao Asia, sono davvero contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero di non deludere le tue aspettative con questo capitolo. Piaciuto il colpo di scena? Spero davvero che ti sia piaciuto questo capitolo. A presto. Un bacione ^^

TheDreamerMagic: Ciao Yu. Davvero molto carino come nome. Mi piacerebbe davvero tantissimo andare in Cina almeno una volta. Dev'essere bellissima.  Peccato che tu non sappia scrivere in cinese, mi sarebbe tanto piaciuto vederlo scrivere (non so come avresti fatto a scrivere qua su Efp però fa niente XD) Grazie davvero per i complimenti, anche se penso di non meritarmeli. Sono davvero felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e che li adori, ma con il piccolo sbaglio che ha fatto Simo in questo capitolo, siamo messi male. Era questo il casino che intendevo. Era il fatto che lui andasse a letto con un'altra. Povera Ila T.T Si, mi dispiace, ma li separo di già. Si riavvicineranno tra cinque o sei capitoli. Per adesso e per un paio di capitoli, Simo ci sarà ancora per poi scomparire, fino a quando succederà qualcosa. Non posso dirti tutto, se no non leggi più la storia XD Della coppia Ary-Edo ti posso dire che per adesso non succederà niente, tra moltissimi capitoli succederà qualcosa, ma non ti preoccupare adesso, manca ancora un sacco =) Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere mi raccomando. Un bacione ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

-Cosa hai fatto con lui?- era la voce di Mattia sulla porta della sua classe.

-Non sono cazzi tuoi.

-Si, che lo sono.

-E come mai?

-Perché io ti amo, non voglio che quello stronzo ti abbia fatto qualcosa.

Tornerà alla carica Mattia? Cosa succederà adesso? La nostra Ila, dopo che Mattia le ha detto di amarla, cosa farà?

Lo scoprirete nella prossima puntata ^^

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Capitolo 15
*** C'è a chi va bene e a chi no ***


 

C'è a chi va bene e a chi no

Ary POV

Il lunedì mattina era sempre tragico.

Ma speravo di rivedere Edo sulla porta ad aspettarmi.

La Ila non era dell’umore di ridere e scherzare, ma nonostante tutto lo faceva.

Quanto era scema quella donna, non si poteva nemmeno quantificare.

Arrivammo a scuola.

La Ila ad un certo punto, sbiancò.

-Mi sa che è la macchina di Simo.

Scese una ragazza e la macchina ripartì.

Lei riprese colore.

-E se entrassi da qui oggi?

-Non ci sarà, Ila. Tranquilla.

Manco a farlo apposta. Ce li ritrovammo ad aspettarci al solito posto.

-Ciao Ary. Ciao Ila. – ci salutò Edo

-Ciao Edo. Io vado in su. Tu rimani pure se vuoi. – disse rivolta verso di me.

Non aveva degnato di uno sguardo Simo.

-Ciao Simo. – lo salutai.

-Ciao. – mi fece un piccolo sorriso.

Lo vidi dirigersi verso le scale.

-Finalmente soli.

Mi fece Edo sorridendomi.

-Che stronzo. Il tuo migliore amico soffre e tu sei felice. – dissi ironica

-Se l’è voluta lui. Non è colpa mia, non è colpa tua, non è colpa della Ila. È solo colpa sua. Non so cosa farci. Non so più cosa dirgli. Adesso ne pagherà le conseguenze, come tutti quelli che fanno un errore.

-Si, ma….- ok, non riuscivo a replicare. Se l’era voluta lui. quanto mi sarebbe piaciuto aiutarlo.

-Non essere triste.

-Mi dispiace.

-Anche a me davvero. Ma deve cercare di risolverle lui le cose, adesso. Noi abbiamo cercato di aiutarlo, ha rovinato le cose?  Bene, adesso si arrangia.

Lo vidi scendere dalle scale.

-Che è successo? – chiesi io guardando la sua faccia. Era a pezzi.

-Non mi ha rivolto parola. Continuavo a parlarle, ma faceva finta di non ascoltarmi. Alla fine me ne sono andato dicendole “Tanto torno”

-Ha fatto bene cazzo. Sei stato tu il coglione, tu che hai rovinato tutto. E ti aspetti che ti accolga a braccia aperte? Povero illuso. – Edo era stato diretto e tagliente.

-Basto già io a ricordarmi quanto sono stato coglione, non servi anche tu. E poi non rompere i coglioni a me, se tu sei a posto tranquillo, felice e ti sei trovato una ragazza che non è….

-A volte stronza, che ama provocare, che non si lascia mettere i piedi in testa e che ti dice le cose come stanno.- conclusi la sua frase, arrossendo.

-Esatto.

-Be, non pensare che io non sia così. Sono solo leggermente più timida e non pensare che lei non lo sia. Lo è e anche tanto, solo che nasconde la sua timidezza con il suo carattere aperto.

-Lei timida? Non ci credo neanche se mi paghi.

-Credici. Quando diventa rossa non è solo perché è in imbarazzo, ma anche perché è timida. So davvero che non sembra, ma è timida. E devi prepararti, quelle volte che l’hai vista incazzata, non era arrabbiata sul serio. Era solo una leggera rabbia. Quando si incazza sul serio fa paura.

-Non mi sembra troppo buona.

-Oh si. Eccome se lo è. Buona, sopporta tutti, anche quando dovrebbe mandarli a fanculo. Resiste, resiste, poi scoppia.

-Me la saluti? Io vado in macchina.

-Certo.- gli sorrisi.

-Non dovresti aiutarlo.- mi disse Edo guardandomi negli occhi, quando Simo ormai era lontano.

-Non l’ho aiutato. Ho solo cercato di fargli capire com’è.

-Peggiori le cose così.

-Può darsi, ma così capirà davvero se gli interessa e soprattutto quanto gli interessa. Sono sicura che quando capirà cosa deve fare, lo farà.

-Dio, come sei saggia. – mi prese per i fianchi e mi abbracciò

Quel contatto improvviso, mi aveva fatto diventare rossa.

-Non volevo imbarazzarti. - mi disse guardandomi dall’alto.

-Non mi hai imbarazzato. È solo che non me l’aspettavo, tutto qui.

-Sono felice di averti conosciuto, davvero. Noi che non sopportiamo le discoteche ci siamo incontrati in una discoteca.

-È davvero il colmo.

Cominciammo a ridere.

-Ma guardarli che cariniiiii.-

-Ciao Fede.- dicemmo in coro io ed Edo.

-Buongiorno e gli altri due? Sono ancora su abbracciati al calorifero?

-Eh magari. No, Simo è in macchina la Ila è in classe.

-Cos’è successo?

-Penso che ti spiegherà.

-Mi comincerò a mettere la super tuta anti-pianto.

-Perché?- chiese Edo.

-Piangerà. – dicemmo in coro io e la Fede.

-Ah. Davvero?

-Molto probabile. – risposi io.

-Niente io vado in su. Ciao ragazzi.

-Ciao.- dicemmo in coro.

-Senti, pianti di dire le frasi insieme a me? – gli dissi io.

-E se non la piantassi?

-Mi vendicherei.

-E come?

-Sinceramente……non ne ho la più pallida idea.- io cominciai a ridere seguita da lui.

-Volevi per caso imitare la Ila?

-Si, ma ho come l’impressione che non ci sia riuscita molto bene.

-Be, lei può permetterselo. Tu no.

-Grazie è. – ero profondamente offesa da questa affermazione.

-Ma non nel senso che intendi tu scema, in senso che lei sa farlo. Sa giocare, ha la battutina pronta. Tu no. Però mi piaci lo stesso.

Appoggio la mano sulla mia guancia. Era calda, morbida, l’unico contatto freddo che avevo era con i suoi anelli, che adoravo.

Ci stavamo guardando fissi negli occhi.

-Mi sa che è meglio che vada.- gli dissi io di mala voglia. Stavo così bene con una sua mano sui miei fianchi e l’altra sulla mia guancia.

-Ok, ci sentiamo. – mi diede un bacio sull’angolo delle labbra.

Era stato bellissimo, dolce, leggero. So che non era un bacio vero, ma a me sembrava già tanto. Stavo cominciando a perdere la testa.

Cominciando? Ormai l’avevo persa. E non mi preoccupavo minimamente di quello che lui poteva fare mentre io non ero con lui, mi fidavo lo conoscevo e sapevo che non l’avrebbe mai fatto, se fosse potuto succedere qualcosa con un’altra lui me lo avrebbe detto. Lui non era Simo. Lui era Edo. E per fortuna aggiungerei.

 

 

 

 

 

Ila POV

Lo avevo appena visto. Non capivo più niente. Volevo stare con lui, sentivo il bisogno di stare con lui.

Il mio corpo sentiva il bisogno di un contatto con il suo.

Ma non potevo, non potevo lasciarmi illudere ancora un po’.

Stavo per mettermi a piangere, quando qualcuno mi chiamò.

-Ila.- era lui.

Non mi girai, non gli risposi. Non lo guardai, perché sapevo che se lo avessi guardato, gli avrei parlato, ci avrei fatto pace. Avrei sorvolato su tutto e fatto finta di niente. Era in parte a me.

-Ti prego, parlami insieme.

Eravamo al mio piano.

-Ciao Ila.- mi salutò una compagna di classe della Ary.

-Ciao. – dissi facendo un sorriso.

-Mi dispiace, sul serio. Non sarei qua se non ci tenessi, non verrei a parlare con te. A quale scopo dovrei venire?

C’era Mattia al calorifero con la sua morosa. Che vadano a fanculo pure loro.

-Ciao Ila.- mi salutò Mattia.

-Ciao.- feci un sorriso anche a lui, tanto per fare ancora di più la stronza.

Entrai in classe.

-Non sarei venuto qua, avrei dormito stanotte se non mi fregasse niente, ma mi dispiace sul serio. Ti ho spiegato cosa è successo e perché.

Ah be. Certo per lui scoparsi un’altra mentre pensava a me era una motivazione valida. Si, come no povero illuso.

-Ila, non puoi non parlarmi per sempre.

Uscii, seguita da lui.

-Che cazzo devo fare per farmi perdonare? Dimmelo, ti giuro. Faccio qualsiasi cosa.

Qualsiasi cosa? Non provocarmi.

-Anche se me ne vado adesso, non vuol dire che rinuncio. Tanto torno.

Oddio, tornava. No, ti prego non tornare. Non riuscirei a sopportare la tua voce rotta in quel modo dall’agitazione non potrei sopportarlo.

Mi misi al calorifero dove il sabato eravamo seduti io e lui, mi sedetti.

E cominciai a piangere.

- Ila. Cos’è successo?- mi chiese Mattia sedendosi vicino a me.

- Niente che ti debba interessare. – dissi piangendo. – Torna dalla tua Veronica non ho bisogno del tuo aiuto.

- Ma io voglio dartelo. Se tu soffri, soffro anch’io.

Cominciai a ridere.

-è una cagata lo sai vero?

-Io non ho dimenticato quel bacio. - mi disse nell’orecchio.

-ma intanto sei ancora assieme alla Veronica.

-Lo sai che io aspetto solo te.

-Stando insieme ad un’altra.

-No, per la verità ci siamo lasciati. Lo stesso giorno che ti ho baciato.

-Ah.

-Mi vuoi spiegare cosa è successo? Perché c’era qua l’amico di Edo?

-Ti ho detto niente di importante.

-Non piangeresti.

-Mi vuoi fare un piacere?

-Certo.

-Vattene.

In quel momento arrivò la Fede. Mi vide piangere.

-Mi spieghi cos’è successo?

Cominciai a singhiozzare.

-Metto giù la roba e arrivo.

Annuii.

Pochi secondi dopo era seduta in parte a me.

Mi abbracciò.

-Tranquilla. Passerà anche questa. Le hai sempre superate. Adesso racconta.

-Sai, che sabato era qua e poi è venuto a prendermi, no??

-Si.

-Quando Edo ti ha accompagnato fino a casa, diciamo, Simo ha cominciato a baciarmi sul collo, ci stavamo spingendo oltre. L’ho fermato, dicendogli cose che sinceramente non ricordo. Ieri io e la Ary siamo andate al cinema e incontriamo loro. Prendiamo i biglietti insieme, Simo mi paga i pop corn, passiamo tutto il film abbracciati. Stavamo uscendo dalla sala, quando una tipa fissa Simo e poi gli dice che la sera prima gli era piaciuto, ma che si aspettava di trovarlo la mattina quando si era svegliata. Ci era andato a letto ti rendi conto? Sono uscita.

-Sotto il diluvio che c’era ieri?

-Si, piangevo. Arriva lui e comincia a dirmi che mentre scopava lei immaginava di farlo con me, di sentire le mie labbra, il mio profumo, la mia schiena. Io gli ho risposto che si era dimostrato esattamente uguale a tutti gli altri. Poi mi ha pure detto che aveva voglia di farlo con me, anche in quel momento. Cioè aveva scopato una tipa mentre pensava a me. Non è la stessa cosa trombarsi un’altra o me. Io non sono l’altra io sono io, cazzo.- cominciai ancora a singhiozzare – stamattina è venuto a parlarmi, ma non gli ho rivolto parola, non l’ho nemmeno guardato. Sapevo che se lo avessi guardato, avrei ricominciato a parlargli e avrei sorvolato sulla cosa. Ma non posso sorvolare. Feci silenzio.

Dopo un po’ ricominciai a parlare.

-Mi aveva detto che non era come gli altri. Cazzo, ma perché tutti devono dirmi così e poi immancabilmente mi trattano come gli altri?

-Cosa hai fatto con lui?- era la voce di Mattia sulla porta della sua classe.

-Non sono cazzi tuoi.

-Si, che lo sono.

-E come mai?

-Perché io ti amo, non voglio che quello stronzo ti abbia fatto qualcosa.

-Cosa? – sbaglio o aveva appena detto che mi amava?

-Ti amo, ti ho sempre amato. L’unico problema è che l’ho capito solo adesso. Ho capito che ti amo quando ti ho visto in discoteca e mi hai detto che ti piacevo, quando ti ho visto parlare con Simo. Sentivo di essere geloso e poi ho capito di essere innamorato di te. Non voglio che quello stronzo abbia fatto qualcosa.

La campanella suonò.

-Io ti amavo. Non so se ti amo ancora, sono confusa.

Non capivo più niente, il mio interesse per Mattia non era scomparso, era stato solo accantonato da una parte, quando avevo capito che non potevo farci niente e che lui era insieme alla stronza. Poi è arrivato Simo, non ho mai creduto che tra di noi ci potesse essere qualcosa ed infatti stavo piangendo per un coglione.

Ma quando Mattia mi aveva detto Ti amo, mi si era aperto il cuore e si era riempito di felicità.

-Ti capisco. Sappi solo che ti amo.

E mi diede un piccolo bacio a stampo.

Non ero abituata al contatto con le sue labbra.

Mi sembrava diverso il bacio dalla prima volta. Mi sembrava più…boh forse…non mi stava dando le stesse emozioni.

Ma no ero solo confusa. Sicuramente era così.

 

 

 

Ciao a tutte.Come state? Scusate il ritardo, ma mia mamma ha deciso di rompere sta settimana e mi ha dato il pc solo stasera -.- Sono leggermente incazzata.

Allora, voglio ringraziare le persone che leggono, quelle che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Davvero grazie a tutti. Sono davvero felice che la mia storia vi piaccia, non pensavo che potesse piacere.

E che ne pensate di questo capitolo? Spero davvero che vi sia piaciuto. =)

Rispondo alle vostre recensioni:

TamaraChan: Ciao Asia. =) Nooooooooo. Non puoi stare in silenzio stampa per colpa delle azioni di Simo. Vorrei sapere che ne pensi =( è stato uno scemo lo so, ma voglio sapere che ne pensi. =( Mi raccomando fammi sapere sia dell'altro che diquesto capitolo. =) Un bacione ^^

TheDreamerMagic: Ciao Yu. =) Si, infatti è stato un cretino, ma dire cretino è riduttivo. -.- Sono tutti dei cretini assoluti. =) Hai ragione la Ila non gli crederà facilmente, ma magari succederà. Non si sa mai no? =) ahahahah no, dai non voglio essere denunciata, ma non ti preoccupare che tra Edo e la Ary andrà tutto bene ancora per un pò. Tranquilla. =D Ma volevo rendere le cose un pò più movimentate. = ) Ahahahahahah Vuoi mordere Mattia? Accomodati, ma io direi di aspettare i prossimi capitoli.Ihih Grazie davvero tanto per i complimenti. Sono davvero felice che il capitolo ti sia piaciuto. Spero che anche questo non abbia deluso le tue aspettative. Spero di sentirti presto e spero di aggiornare presto.Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. Un bacione^^

Sunlight_girl: Ciao cara. Una nuova lettrice che bello =D Sono davvero felice che la storia ti piaccia. Be, l'importante è che tu l'abbia scoperta, no?? XD Come la prendi di questo sentimento di Mattia verso Ila? Eheh. è ovvio che ci saranno maggiori sviluppi tra Edo e Ary, mi sembra ovvissimo. Cosa pensi che abbiano un amore platonico? Ma quando mai. XD Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto e sono contenta di aver letto la tua recensione. Spero di leggerla anche per questo capitolo. Un bacione ^^

lisasepe9: Ciao. Sono stata davvero felice di leggere la tua recensione. Sono davvero felice che la storia ti piaccia e che l'adori. XD Mi potrei mettere a piangere. T.T Mi fa sempre piacere leggere nuove recensioni. =) Spero di leggere una tua recensione anche per questo capitolo. Fammi sapere che ne pensi. =) Un bacione. A presto. ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Edo guardò me, poi la lettera, poi Simo.

-Non vorrai leggerla, vero?- mi chiese Simo.

-Non lo so. – guardai la lettera, poi Simo.

-Non guardare me, di certo non parla di me quella lettera. Quindi non mi frega. – disse Simo andandosene. Io lo fermai per il giubbino.

-Non è vero che non ti frega, cazzo Simo. Ti frega. Muori dalla voglia di sapere cosa gli ha scritto. Muori dalla voglia di parlarle, di abbracciarla e di baciarla. Non dire cazzate, per piacere.

Tutti e tre mi guardarono male.

-Ha ragione, lo sai. – disse Edo guardando Simo.

-Certo che lo so, ma cosa posso farci? Non la posso obbligare a stare con me o in mia compagnia se lei non vuole. Voglio sapere cosa gli ha scritto l’altro coglione, ma non leggerò la lettera. – disse andandosene, salì sulla sua BMW e avviò.

 

Cosa farà la nostra Ila? Parlerà con Simo? La Ary ed Edo, arriveranno a qualcosa di concreto?

Be, lo scoprirete nel prossimo capitolo ^^

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Capitolo 16
*** Confusione ***


Confusione

Ary POV

Finalmente era suonata la ricreazione, grazie a Dio.

Uscii e vidi arrivare la Ila.

-Ciao. Come va? – le chiesi.

-A parte che Mattia ha detto di amarmi, che mi ha sempre amato e che ha mollato la stronza per me. Simo viene, vuole parlarmi, mi chiede ancora scusa. E io che non lo guardo nemmeno perché so che se lo guardassi negli occhi, sorvolerei su qualsiasi cosa. Per il resto tutto bene, tu?

-Benissimo. Da dio. Mi ha dato una bacio sull’angolo della bocca.

-Oddio, che tenero. – le vennero le lacrime agli occhi.

-E poi ci siamo abbracciati. Mi ha detto che gli piaccio perché sono timida.

-Ok, quel ragazzo lo adoro. Che teneri che siete. – mi fece un sorriso. Non un sorriso tirato di quelli che dovrebbe avere una persona giù di morale, ma quello di una persona sinceramente felice e contenta.

-Sono felicissima.

-Lo immagino.

-Che hai intenzione di fare con Mattia?- di Simo non avevo nemmeno il coraggio di chiederglielo. Sapevo che non avrebbe fatto niente, per un po’ sarebbe stata a guardare. Avrebbe guardato cosa faceva lui e come si comportava, alla fine di tutto forse avrebbe fatto qualcosa.

-Non so. Vedrò. Cioè a me lui piace, ma….cioè….

-Pensi a Simo.

-Si. – ammise abbassando la testa.

-L’hai capito, che non si arrenderà?

-Si. – cominciò a piangere.- Cioè, no. Non lo so. Come posso saperlo? Non voglio soffrire. Ci sto già soffrendo adesso, figurati se mi fidavo. – la campanella suonò, ma la lasci parlare. – Come posso fidarmi, come posso solo credere a quello che mi ha detto?

Piangeva. Troppo per i miei gusti e forse anche per i suoi.

Non vedemmo neanche arrivare Mattia, che la prese da dietro, le mise le mani sui fianchi e le baciò una lacrima che stava scendendo dalla sua guancia. Al contatto con le sue labbra, lei chiuse gli occhi e un’altra lacrima le rigò il viso. Che teneri, erano carini insieme, ma ce la vedevo di più con Simo. Lei aveva la faccia sofferente. Povera, chissà che confusione aveva in testa.

-Mattia, lasciami. – gli domandò tranquilla.

-Ma amore perché….-

-Non..chiamarmi…amore…- disse prendendo e scappando, passando in parte alla Fede.

-Ila. – lei la chiamò.- Cos’è successo?- mi chiese.

-Confusione.

-Ah. Viene anche oggi?

-Immagino.

-Chi? Chi viene anche oggi?- chiese Mattia, guardando prima una poi l’altra.

-Ti dico solo che hai sbagliato momento. Non hai scelto il momento giusto per dirle di amarla.

-E perché? Quando l’ho capito gliel’ho detto.

-Ma non puoi saltare fuori di punto in bianco. Ti rendi conto che se n’era fatta una ragione? Aveva cominciato a girare la pagina.

-Be, cominciato è un parolone.- disse la Fede.

-In effetti. Va be, aveva preso in mano la pagina per girarla e tu dici di amarla? Quando quell’altro coglione ha fatto il coglione?

-Niente io vado a raggiungerla. Tanto ho religione. Ciao Ary ci vediamo dopo. Ciao Mattia.- disse la Fede andando nella direzione in cui era sparita la Ila.

-Vado anch’io. Ciao. – disse Mattia andando verso la sua classe.

Quanto avrei voluto che tutto si risolvesse in un batter d’occhio, ma non era possibile.

Passai le successive tre ore a pensare alla Ila, alla situazione di merda che si era creata. Finché non la vidi.

Portava gli occhiali da sole nonostante piovesse.

-Ila. – andai verso di lei e l’abbracciai.

-No, tranquilla. Non è niente.

La guardai male. Sapevamo tutti che non stava bene.

Uscimmo da scuola, le due fumatrici accesero la sigaretta.

Al cancello c’erano i nostri, o meglio il mio, semi-dio che mi aspettava.

-Ciao ragazze.- poi venne da me e mi diede un bacio sulla guancia.

-Ciao Edo. – dissero la Ila e la Fede.

-Ciao Simo. – disse la Fede.

La Ila non lo guardò minimamente. Non lo calcolò.

Lui stava quasi per parlargli, quando…..

-Ila.- era il compagno di classe di Mattia.

-Ciao Gio. – disse girandosi.

-Mi hanno pregato di darti questa.- e le porse un foglio o tanti fogli non riuscivo a capire.

-Grazie. – vidi la sua bocca fare una strana smorfia. Sapeva già di chi era, lo aveva capito.

-Ciao. – disse Gio andandosene via.

Lei non gli rispose. Si diresse verso il cestino. Voleva buttare il foglio.

-Naaaaaaaaa. Ferma questa è mia. Tu non la butti chiaro? Voglio vedere cosa ha scritto. – le tolsi dalle mani il foglio, che scoprii, erano più fogli.

-Bene, fai come vuoi.- cominciò a camminare.

-Guarda che scherzavo, Ila.- le dissi. Se fosse stata in stato normale mi avrebbe rincorso, avrebbe fatto di tutto per prenderla.

-Si, lo so. Io no, fai quello che vuoi. Facci quello che vuoi. Non voglio più sapere niente. Di nessuno.

-Dai, Ila. – dicemmo in coro io e la Fede.

Se ne andò con i suoi occhiali da sole e la sua musica.

Edo guardò me, poi la lettera, poi Simo.

-Non vorrai leggerla, vero?- mi chiese Simo.

-Non lo so. – guardai la lettera, poi Simo.

-Non guardare me, di certo non parla di me quella lettera. Quindi non mi frega. – disse Simo andandosene. Io lo fermai per il giubbino.

-Non è vero che non ti frega, cazzo Simo. Ti frega. Muori dalla voglia di sapere cosa gli ha scritto. Muori dalla voglia di parlarle, di abbracciarla e di baciarla. Non dire cazzate, per piacere.

Tutti e tre mi guardarono male.

-Ha ragione, lo sai. – disse Edo guardando Simo.

-Certo che lo so, ma cosa posso farci? Non la posso obbligare a stare con me o in mia compagnia se lei non vuole. Voglio sapere cosa gli ha scritto l’altro coglione, ma non leggerò la lettera. – disse andandosene, salì sulla sua BMW e avviò.

La Ila a quell’ora era già arrivata in fermata.

Camminai tutto il tempo con Edo a parlare e a scherzare, insieme ovviamente anche alla Fede. Ad un certo punto mi prese per mano. Mi stavo per sciogliere. Ero al settimo cielo. Sentire le sue mani calde a contatto con le mie che erano leggermente fredde.

Arrivammo in fermata. Non c’era traccia né della Ila, né di Simo.

Dov’erano finiti?

-Ali, hai visto la Ila?- chiesi io.

-Si, è salita in macchina con uno con una BMW nera.

-Simo.- dicemmo in coro tutte e tre.

-Grazie.

-Prego.

-Che cosa stanno combinando quei due?

 

A poca distanza in macchina...

-  Non mi piace vederti così. – mi disse Simo mentre guidava.

- Se dovessi lasciare stare e non venire più, non mi vedresti così e di conseguenza non ti darebbe fastidio.

- Smettila di trattarmi così.

- Così come?- ero sull’orlo di piangere ancora una volta. No Ila. Non davanti a lui.

- Di merda. mi stai trattando di merda. Mi dispiace. Basto io a farmi sentire una merda, non metterci anche tu.

- Io non ti faccio sentire una merda.

- Si, invece.

Mi girai di scatto e lo guardai.

-No.

Oddio, era distrutto. Sembrava una vita che non dormiva.

-Da quant’è che non dormi? – nel frattempo ci fermammo in un parcheggio, non eravamo molto distanti dalla scuola.

-Da domenica mattina alle 6.

Era un giorno e mezzo, che non dormiva. Era distrutto. D’istinto mi venne da abbracciarlo, ma mi fermai.

-Cosa è successo oggi? Non penso che sei così per colpa mia.

-Perché dovrei essere così per colpa tua? Ti ho detto che non mi fidavo di te e quindi non ci sto nemmeno male.

-Togliti gli occhiali.

-No. Ho le occhiaie e poi non…- mi prese gli occhiali dal viso.

Ora vedeva realmente il mio stato. Occhi gonfi, rossi. Infossati.

Avevo un’aria stanchissima.

Non riuscivo a guardarlo negli occhi.

Mi prese il viso con le mani e mi fece alzare lo sguardo.

Ci guardavamo, io mi vedevo riflessa nei suoi occhi neri, lui si specchiava nei miei azzurri.

Per fortuna eravamo fermi.

Nonostante mi tenesse il viso, abbassai lo sguardo. Una lacrima mi rigò il viso. Con il pollice me la tolse.

-Dimmi cos’hai. Cosa è successo oggi. Posso aiutarti.

-Non penso.

-Che ne sai?

-Mi ha detto di amarmi.

Sentii la sua mano sul mio viso irrigidirsi e il suo sguardo si fece sbarrato.

-Cosa?

-Mi ha detto di amarmi, di avermi sempre amato. Che l’ha capito quando mi ha visto con te, ha capito di essere geloso.

Mi asciugò un’altra lacrima dal viso.

-Non è solo questo vero?

-Si, è tutto. – lo guardai negli occhi, cercando di non fargli capire che in realtà mentivo.

-Non ci credo.

-Non so cosa fare. Io…cioè….mi piace ancora, ma…non…non sento più quello che sentivo prima. E io di te non mi fido. Cioè non posso fidarmi.

-Sono qua, con te adesso. E tu sei qua. Ti sei fidata, sei venuta. Perché?

-Perché…avevo bisogno di sentire la tua voce.- ormai ero crollata. Piangevo come non so che cosa. Mi abbracciò.

-Lasciami Simo. – mi lasciò senza fare storie.

-Voglio che tu ti fidi di me.

-E come posso fidarmi? Me l’avevi detto anche sabato di fidarmi, eppure lo stesso giorno, hai……- mi caddero una serie di lacrime.

-Io….- si fermò. Non andò più avanti.

Il cellulare suonò.

-Pronto.

-Ila, veloce che tra poco arriva il pullman.

-Arrivo

Era la Ary.

Simo aveva già messo in moto.

Arrivammo alla fermata in meno di cinque minuti.

Edo vedendo arrivare la macchina salutò la Ary con un bacio sull’angolo della bocca.

-è fortunata, lei. – disse Simo, vedendo che sorridevo.

-Si, davvero fortunata. – dissi scendendo.

-Lo potresti essere anche tu.

-Dipende tutto da te.

-Ciao Ila. – mi salutò Edo salendo in macchina.

-Ciao.

  

Eravamo lì, io e lei. Sole.

-Questa è tua. – le dissi io.

-L’hai letta?

-No.

La nostra conversazione per quella giornata finì lì. Sapevo che non aveva voglia di parlare ed io ero troppo felice. Doveva pensare, doveva ragionare. Doveva capire. Io ci sarei stata per ogni cosa, ma doveva arrivarci da sola ad una conclusione.

Ciao a tutte. Come state?

Devo chiedervi immensamente scusa per il ritardo, ma ho avuto piccoli problemi tecnici, che non riguardano con il fatto di scrivere i capitolo (sto scrivendo il 43° capitolo =D), ma proprio con il fatto che mi mancasse la materia prima (il pc).

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Chissà cosa c'era scritto sui fogli... non lo sappiamo, perchè la Ila non ha voluto leggerlo. Alla fine la Ila è salita in macchina con Simo... non è che abbiano fatto grandi passi avanti, però è sempre qualcosina =D

Allora, devo dirvi una cosa ragazze: quella che ha postato non sono io. So che forse non vi può fregare molto, ma la mia migliore amica mi sta facendo questo enorme favore. Dovete ringraziare lei se ho continuato a scrivere questa storia, sinceramente non ne avevo molta voglia, ma poi, giorno dopo giorno a dirmi di scrivere ed ecco che la storia si è evoluta. =D

Quindi, avendole passato tutti i capitoli in precedenza, me li posta e mi fa l’enorme piacere di riscrivere questo monologo che sto scrivendo durante l’ora di economia aziendale =D

Ringraziate insieme a me la mia migliore amica =D

Ho pensato di farmi fare questo piacere perché non sapevo quando avrei potuto postare e non volevo farvi aspettare troppo e tenervi con il fiato sospeso. Non mi sembrava il caso. Preciso che le note dell’autore e risposte alle recensioni ovviamente le scrivo io, non mi sembra il caso di farlo scrivere dalla mia migliore amica, no?

Allora, bando alle chance. Voglio ringraziare le persone che leggono, che recensiscono, che hanno aggiunto la storia tra le seguite, ricordate e preferite. Davvero grazie. Non mi aspettavo un così successo e ogni volta che vedo nuove seguaci mi si riempie il cuore di gioia. *.* Davvero non so come ringraziarvi.

Rispondo alle vostre recensioni:

ColeiCheAmaEdward: hai perfettamente ragione: Simo è uno stronzone, non posso davvero crederci che abbia fatto una cosa simile -.- ( la cosa è davvero preoccupante, dato che la storia l'ho scritta io ihih). Edo e Ary sono davvero tenerissimi *.* Ma come mai odi così tanto Mattia? nessuno che lo vuole poverino, eppure lui è così tenero *.* Magari tra Ila e Simo non si risolverà mai. Tutto puù succedere, no? Spero che il capitolo ti sua piaciuto e scusa davvero il ritardo. Un bacione. Al prossimo capitolo ^^

Tamara_Chan: Ciao Asia. Scusa, scusa scusa per l'immenso ritardo. Mi metto in ginocchio ad implorare perdono. *me in ginocchio per terra*. Quello che sta facendo la Ila secondo me è il minimo. Dopo quello che ha fatto farei anche di peggio, ma dovrei trovarmi nella situazione. E' facile dirlo quando non si è davvero coinvolti (anche se, essendo Ila un mio personaggio, mi sento coinvolta per forza). No adesso voglio sapere perchè nessuno sopporta Mattia. Poverino alla fine non ha fatto niente, povero patato *.* Carissima, spero che il capitolo ti sia piaciuto e spero di leggere la tua recensione. Al prossimo capitolo. Bacione ^^

Sunlight_girl: Ti ringrazio per il complimenti. Mi fai arrossire @^_^@ Eh sì, Ila e Simo hanno una storia tormentata che li fa da protagonisti, ma non ti preoccupare che  Ary e Edo saranno protagonisti anche loro con molti retroscena. E poi sai, l'amore tutto rose e fiori non è tanto interessante o sbaglio? Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere mi raccomando. Al prossimo capitolo. Bacione ^^

TheDreamerMagic: Caraaa, come stai? Scusa il ritardo, non so davvero come scusarmi e di certo il capitolo non mi aiuta di certo -.-' Effettivamente Simo è cambiato, ma una volta che sei stata presa in giro, non è facile fidarsi, purtroppo. Voglio ringraziarti per il tuo continuo sostegno. Grazie davvero. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. A presto. Un bacione ^^

effe_95:Grazie per i complimenti e sono davvero felicissima che la storia ti sia piaciuta e che sei venuta a dare un'occhiata alla mia storia. Devo confessarti una cosa: non so nemmeno io cosa ci sia scritto in quella lettera. Non ci ho pensato sinceramente. Era come una scusa per far allontanare la Ila e far ingelosire Simo. Sì, lo so è un piccolo errore che ho fatto. Chiedo scusa. @^_^@ Spero di non aver deluso le tue aspettative non avendo svelato cosa ci fosse in quella lettera. Pensa che la Ila, facendo la strada per andare a prendere il pullman, l'abbia buttata via. Non sai nemmeno quando mi sento in imbarazzo per non aver accennato niente della lettera. @^_^@ Spero di leggere la tua recensione. Scusa ancora. Un bacione. Al prossimo capitolo. ^^

Vi lascio un piccolo spoiler:

-Senti- disse prendendomi per i fianchi e facendomi avvicinare a lui. – Come è stato il giro sulla giostra???

Arrossii. Avevo leggermente caldo.

-Ehm. Bello. – ammisi.

 

Stavo pensando, ma mi spiegate perchè nessuno vuole Mattia? Alla fine è carino, simpatico, ama la Ila e non è stronzo. Cos'ha che non va?

Voglio proprio saperlo =)

Allora, volevo sottoporvi ad un mio piccolo dilemma. Non so cosa fare con la storia durante l'estate, cioè se fermarla fino all'inizio della scuola (ma mi sembra eccessivo), se postare una volta al mese o fare qualcos'altro. Vorrei sapere voi cosa preferite. Alla fine siete voi che leggete e seguite la storia, io devo solo postare. =D

Quindi, proponetemi qualcosa, fatemi sapere cosa preferite =)

Al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 17
*** Giro sulla giostra ***


Ary POV

Stavo pensando ancora ad Edo.

Ormai era costantemente e inevitabilmente nei miei pensieri, non sapevo cosa farci. Dovevo solo arrendermi a questa cosa.

Ormai era chiaro che tra di noi c’era qualcosa, anche se ancora non ufficializzato.

Il pomeriggio ci sentimmo tramite messaggio.

“Ciao piccolina. Come va? Mi manchi già. =( Bacione. Ti voglio bene.”

Mi stavo completamente per sciogliere. Che tenero *.*

“Tutto bene, tu?? Anche tu mi manchi. Dai che domani mattina ci vediamo. Bacione Ti voglio bene.”

“Va bene, adesso che ti sento. Si, domani mattina ci vediamo, ma dici che sia il caso che venga anche Simo? Bacione Ti voglio bene.”

“E perché non dovrebbe venire? È già un passo avanti se oggi è salita in macchina con lui, magari domani fanno altri passi avanti. =D Bacione Ti voglio bene.”

Continuammo a parlare tutto il pomeriggio, di stronzate, di cose serie, di musica.

La sera non sapevo se raccontare alla Ila di quello che era successo in tutta la giornata con lui. Mi collegai e stranamente lei non c’era. Rimasi collegata per un’oretta, poi mi scollegai anch’io.

Il mattino successivo, non venne in fermata, non mi mandò un messaggio dicendomi che sarebbe stata a casa. Mi preoccupai. Sarà stata sicuramente male,stranamente. Lei non stava mai male.

Mandai un messaggio ad Edo
“Buongiorno. Volevo solo avvisare che la Ila oggi non c’è, quindi mi sembra che la presenza di Simo, sia superflua, sbaglio? Ti voglio bene.”

“Giusto, la presenza di Simo è superflua. Ti voglio bene. A dopo.”

Mi venne un sorrisone da ebete.

Arrivai a scuola, ad aspettarmi c’era solo Edo.

Si, finalmente soli.

-Ciao.- disse venendomi incontro e abbracciandomi.

-Ciao.                                                                     

Si abbassò su di me e….mi baciò.

Prima delicatamente sulle labbra, sentivo le sue morbide labbra completamente premute sulle mie. Poi lentamente sentii che dischiuse le labbra e con la lingua mi leccò le labbra, le dischiusi e le nostre lingue si unirono. Si toccavano dolcemente, lentamente, sentivo il suo respiro dentro la mia bocca. Era un’emozione unica. Incontravo il suo piercing e diciamo che ad un certo punto mi ci misi a giocare.

Avevo aspettato 16 anni il mio primo bacio e giuro ne era valsa la pena, soprattutto con uno che aveva il piercing alla lingua, soprattutto era Edo.

Dire che ero al settimo cielo era poco.

Ci staccammo. Ci guardammo. Mi sentivo un sorriso da ebete, lui pure.

-Hai visto la Ary come si è data da fare?

La Fede mi fece prendere paura. Diventai rossa. Che figura di merda.

-Da quanto sei qui? – le chiesi imbarazzata

-Più o meno dall’inizio. – disse cominciando a ridere.

-Ah.

-Non ti preoccupare, non mi sono mica scandalizzata e poi sai che scherzo. Sono felice per te. La Ila? Non dirmi che è successo ancora qualcosa con Simo.  

-Nono. Penso sia malata in fermata non c’era.

-Adesso la chiamo io.

Prese il cellulare e la chiamò.

-Buongiorno bell’addormentata, stavi dormendo?............mi sembra ovvio che stavi aspettando la mia chiamata…..ahahahah, vedo che la rispostina pronta non ti va via nemmeno quando sei a casa. Che hai??.............sese come no. Di la verità che sei a casa con Simo e state scopando come ricci

Io ed Edo la guardammo male.

-Ti immagini?- gli dissi io a lui.

-Be, stamattina non ho dovuto mandargli neanche il messaggio per dirgli di non venirmi a prendere, me lo ha mandato prima lui, dicendomi che non sarebbe venuto.

-E se…..- lasciai a metà la frase.

-Non penso. Come avrebbe fatto a saperlo??

-Ahahahahah. Dai, Ila. Non incazzarti così, scherzo. Ci vado dopo. Mi presteresti Simo per andarci………..Ila? ci sei?.

Sentii una voce uscire dal telefono.

-Vaffanculo. Non te lo presto nemmeno se mi paghi. Toccalo e ti uccido,chiaro?

Stava urlando come una pazza.

-Cazzo, Ila. Scherzavo…………ok, scusa, era di cattivo gusto hai ragione….Ti mando un messaggio dopo……..si te li saluto….ciao..

Butta giù il telefono.

-Era leggermente incazzata. – fece notare Edo.

-Leggermente. – dicemmo io e la Fede.

-Mi sa che oggi è meglio se non ti aspetto vero??- mi chiese la Fede guardando Edo.

-Be, ma no figurati….

-Vi lascio soli. Non dovete avere nessuno in mezzo ai maroni. Tranquilla, ti capisco.- disse la Fede andandosene.

-Che carina.- disse Edo.

-Già.

-Senti- disse prendendomi per i fianchi e facendomi avvicinare a lui. – come è stato il giro in giostra???

Arrossii. Avevo leggermente caldo.

-Ehm. Bello. – ammisi.

-Davvero non avevi mai baciato uno con il piercing alla lingua?

-No e, se devo dirla tutta, non avevo mai baciato nessuno.

Mi guardò in un modo strano.

-Davvero?

-E se no perché te lo direi?

-E quindi tu non hai ancora…..

-Esatto. – gli ammisi sorridendo.

Silenzio.

-Guarda che non è un problema, non è una tragedia. Non guardarmi così ti prego. – dissi sorridendo.

-Non pensavo fossi così piccola.- disse sorridendo.

-Questo vorrà dire che mi crescerai tu.

Ci ribaciammo. Avevo l’impressione che non mi sarei mai abituata alle sensazioni che provavo quando lo baciavo. Ogni volta se ne aggiungeva una.

Mi venne un sorrisino maligno.

-Che hai?- mi chiese Edo sorridendo felice.

-Ho vinto. Per una volta ho vinto. Ho fatto un giro sulla giostra prima di lei.

Si mise a ridere. Che risata stupenda che aveva.

Ma poi mi venne in mente una cosa. Il mio sorriso sparì.

-Ma ho anche perso.

-E perché?

-Perché la Ila aveva detto che ti piacevo. Uffa.

-Be, allora non ha vinto. Non solo mi piaci, ma io impazzisco per te.

Lo guardai scioccata. Mi stavo per mettere a piangere.

-Davvero?

-E se no perché te lo avrei detto?

Mi accarezzò una guancia e delicatamente mi baciò.

No, non mi sarei mai abituata.

Ciao ragazze. Purtroppo sono di nuovo io, la migliore amica dell'autrice di questa fantastica storia. Questa volta sono io che faccio questo discorso conclusivo perchè lei non è riuscita a scrivermelo dato che pensava di postare lei, ma ci sono stati dei problemi che le hanno impedito di collegarsi T.T Per questo, manda le sue scuse.

Per questo motivo, stavolta non ci sono le risposte alle vostre fantastiche recensioni che ovviamente ho stampato per farle leggere alla diretta interessata (giuro che ogni volta vedevo una recensione nuova gongolavo come se fosse mia la storia xD).

Allora, che ne pensate di questo capitolo? E' un po' corto ma è intenso *.* Chissà che fine ha fatto Ila.... e chissà dov'è Simo... io non dico niente, altrimenti CherryBomb_ mi ammazza xD

Sper(iamo) di vedere le vostre recensioni =)

Ora vi lascio un piccolo spoiler.

-Ti ha detto qualcosa oggi?

-No, sono andato a trovarlo. Ho visto solo sua mamma. Si era chiuso in camera. Non so cosa stesse facendo. Sua mamma mi ha detto che era tornato da circa un’oretta e che da allora si era chiuso lì dentro.

-Non sapeva dove fosse andato?

-No. Quando si è svegliata lei, è tornato lui. Erano tipo le 10. Non ci ho parlato molto, mi ha detto che voleva dormire. L’ho salutato e me ne sono andato.

Al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 18
*** Solo io e te ***


 

Solo io e te

Ary POV

Avevo quell’immagine impressa nella mente: il suo viso a contatto con il mio, le sue labbra a contatto con le mie.

Avevo quelle sensazioni impressa sulla pelle: lui che mi baciava, sentire per la prima volta di interessare a qualcuno e che questo qualcuno voleva stare con me.

Mandai subito un messaggio alla Ila.

“1:0 per me. Ho fatto il giro sulla giostra prima di te. 1:1 avevi ragione gli piaccio. Ci sentiamo stasera. Ti adoro tanto tanto tanto.”

E se fosse stata davvero con Simo?

Ma no, com’era possibile? Come faceva lui a sapere che lei era a casa? Non si erano scambiati il numero.

Dilemma. Grande dilemma.

Dovevo pensare a questa situazione.

Mi arrivò un messaggio sarà la Ila.

Ah. No. Edo.

“Ciao piccola, volevo solo avvisare che Simo non è con la Ila. Mi ha detto di essere rimasto a casa a dormire. Però mi sembra strano, deve essere andato da qualche parte e non mi dice niente. È successo qualcosa ne sono sicuro. Tu sentito la Ila? Ti voglio bene.”

“No, non l’ho sentita. Dobbiamo fare i cupidi con questi due. Sono così teneri insieme e poi si piacciono, è evidente. Voglio sapere perché quella là è stata a casa. È strano. Ieri sera non si neanche collegata. Ti voglio bene tanto.”

“Altro che cupidi, qua dobbiamo fare peggio di Stranamore. .-.- Dobbiamo indagare. Dobbiamo sapere che è successo. Ti voglio bene tanto. Ci vediamo più tardi.”

Certo che stavamo pensando le cose più assurde, ma se davvero si fosse ammalata? O se no sua mamma è stata buona e l’ha lasciata a casa a dormire. Mah. Mi sembra strano che sia così, però, potrebbe anche essere.

Passarono una, due, tre ore e i miei pensieri continuavo a vorticare intorno al mio primo bacio e alle sensazioni che mi aveva scaturito.

Che bello. =D

 

 

 

 

 

 

Era l’ora di uscire e di andare a casa. E di conseguenza avrei visto Edo. Al solo pensiero mi venne un sorriso da ebete.

Uscii dalla porta e me lo trovai davanti, appoggiato al calorifero con le mani in tasca.

Dio, quant’era bello. Aveva i capelli ancora più arruffati del solito e i suoi occhi non erano del solito verde splendente. Erano spenti, tendenti al grigio, tutta colpa del tempo, ma erano stupendi comunque.

-Ciao piccola.

-Ciao.

Mi prese e mi baciò delicatamente. Era casto, tranquillo.

Ma io avevo voglia di un contatto più “approfondito” con lui.

Dischiusi la bocca e gli passai la lingua sulle labbra. Lui sorrise ed entrai nella sua bocca.

Un miscuglio di emozioni mi invasero.

Adoravo immensamente il piercing alla lingua, soprattutto su di lui, soprattutto quando ci potevo giocare.

Adesso capivo cosa significa quando tutti mi dicevano – Quando bacerai, vedrai che ti verrà spontaneo come andare in bicicletta. Non è così difficile. Poi ti piace e vai avanti.-

Eccome se mi piaceva ed ormai ero partita in quarta, non mi sarei fermata tanto facilmente.

-Vedo che ci stai prendendo gusto. – disse sorridendo.

-Nooooooo. Cosa te lo fa pensare?

Cominciai a ridere.

-Senti, starei qua tutto il giorno, ma io dovrei prendere un pullman.

-E che problema c’è?? Ho la macchina, non lo sapevi???

Ah certo, che stupida. Aveva la macchina.

Avrei saputo che macchina aveva.

Eravamo mano nella mano che stavamo scendendo le scale.

-Scusa, ma che macchina hai?

-Be, adesso la vedi.

-Che risposta è? Voglio un nome.

Dissi mettendo il broncio.

-Adesso la vedi. Punto. – disse sorridendo.

Arrivammo alla porta, uscimmo dal cancello. Sul marciapiede c’era parcheggiata una Audi TT neri, prese le chiavi e la aprì.

-Davvero è la tua?

-Si. Di chi dovrebbe essere se non mia?

Avevo gli occhi sognanti.

Ero letteralmente elettrizzata.

Aprii la portiera.

Interni in pelle, rigorosamente neri. Che bellaaaaaaaaaa.

Salì.

-Vuoi salire o vuoi stare lì tutto il tempo a guardarla?- mi disse già seduto sul suo sedile.

-Se sto qua e la guardo cambia qualcosa?

Dissi sorridendo.

-Be, in teoria no, ma perdi il pullman e poi devo riportarti a casa. Anzi adesso che ci penso stai lì così ti porto a casa.

Aveva appena finito la frase che ero già nell’abitacolo.

-Speravo che saresti rimasta lì ancora un po’. – mi disse un po’ dispiaciuto.

-No. Non voglio che mi accompagni a casa.

-E perché?- era addolorato da questa mia dichiarazione.

-Perché non voglio che mia mamma ci veda arrivare insieme e poi non approverebbe mai.

-Che ne sai? Non puoi saperlo.

-E se dovessi dirglielo e poi mi vieta di vederti?

-Come farebbe a vietartelo? Ti vengo a trovare tutti i giorni  a scuola. Non può controllarti.

-Si, hai ragione, ma per adesso non voglio. Cioè non è per te, è che non mi fido a rischiare. Un giorno sicuramente mi accompagnerai a casa. Promesso. – dissi sorridendo.

Lui si rilassò un po’.

Mise in moto. Il motore fece un rombo. Oddio, senti che roba.

Ero letteralmente in fibrillazione.

-A te e alla Ila piacciono le macchine da quanto ho potuto dedurre. – presuppose ridendo

-Esatto. Siamo le uniche che ci diamo soddisfazioni a vicenda a guardare macchine. Se dovessi dirlo a qualcun’altra, non mi danno soddisfazioni di dire “Wooooooo che bella.” O “Guarda una Porsche”. Con le altre non ho soddisfazione di andare in giro, se vedo una macchina gliela faccio notare, se la vede lei me la fa notare a me. Le amiamo le macchine.

-L’ho notato, anzi l’abbiamo.

Sapevo che si riferiva a Simo.

-Ti ha detto qualcosa oggi?

-No, sono andata a trovarlo. Ho visto solo sua mamma. Si era chiuso in camera. Non so cosa stesse facendo. Sua mamma mi ha detto che era tornato da circa un’oretta e che da allora si era chiuso lì dentro.

-Non sapeva dove fosse andato?

-No. Quando si è svegliata lei, è tornato lui. Erano tipo le 10. Non ci ho parlato molto, mi ha detto che voleva dormire. L’ho salutato e me ne sono andato.

Eravamo arrivati in fermata.

-Io vado. – dissi avvicinandomi a lui per dargli un bacio casto.

Stavolta fu lui ad approfondire il bacio, mi mise la mano dietro la nuca e mi baciò.

-Ciao piccola. Ci sentiamo.

-Ciao.

Scesi dalla macchina. Che giornata.

Io ero sistemata. Il mio momento era finalmente arrivato. Adesso dovevo solo cercare di far arrivare il momento della Ila. So che non dipendeva da me. Cioè non dipendeva proprio da me, ma quei due dovevano stare insieme, solo che non se ne rendevano conto o se se ne rendevano conto non sapevano cosa fare. Dovevamo aiutarli noi. Come ce l’avevamo fatta noi, potevano farcela anche loro.

 

 

 

 

 Ragazzeeeeeeeeeeeeeeeeeee. Sono io e non la mia migliore amica. =) Mi siete davvero mancate molto.

Allora, devo dirvi che per colpa vostra la mia migliore amica se la tira in una maniera assurda da quando ha letto le vostre recensioni dove la ringraziavate e volevate divinizzarla. é insopportabile. Non ce la faccio davvero più. Potrei uccidervi per questo.

Ahahahahah No ragazze, scherzo. Primo: non potrei mai uccidervi. Secondo: non è vero che la mia migliore amica se la tira. Stavo scherzando.

Siete contente che la scuola sta per finire? Almeno io sabato la finisco. Non so voi. Non ditemi che l'avete già finita. -.- 

Allora, mi spiace, ma in questo capitolo non si sa ancora che fine ha fatto la Ila. Ho lasciato un pò di spazio alla Ary e ad Edo, anche se molto più avanti, avranno tutto lo spazio per loro. =D

Sono stra di fretta. Ma ragazze, devo assolutamente ringraziarvi. Nello scorso capitolo 7 recensioni. Dico 7 ragazze. Io mi sono messa a piangere, anche dopo che ho visto quante persone hanno aggiunto la storia alle seguite, alle preferite e alle ricordare. Non so davvero come ringraziarvi. Mi metterei ai vostri piedi se potessi e voi immaginate che lo faccia.  

Chiedo nuovamente scusa per non aver risposto alle vostre recensioni dello scorso capitolo, ma voglio solo farvi sapere che sono stata felicissima di leggerle, mi hanno commosso e vi ringrazio per i vostri complementi che penso di non dover meritare. =)

Passo a rispondere alle recensioni:

TamaraChan:  Ciao cara. Grazie davvero per i complimenti e per il fatto di seguire e recensire la mia storia ad ogni capitolo. Davvero grazie tante. Eheh si. Edo e la Ary sono carinissimi. La Ila??? Simo?? Mi dispiace lo saprai nel prossimo capitolo. Comunque, divinizzare la mia migliore amica mi sembra troppo è. -.-  Be, si effettivamente la Ila sta un pò rompendo, ma sai quando si prende una delusione non è facile riprendersi. Ognuno ha i propri tempi. Per l'amico di Edo e di Simo, non posso anticiparti niente. Forse ci sarà, forse no. =) Mi dispiace che non andrai molto in vacanza, anche se sono contenta così leggerai la mia storia. Allora, che ne pensi di questo capitolo?? Fammi sapere. Un bacione. Alla prossima ^^

 jimmina: Una nuova seguace che bello. =D Sono davvero felicissima che la storia ti piaccia. Mi raccomando fammi sapere che ne pensi. Un bacione ^^

CrisAngels Oddio *.* un'altra nuova seguace. *.* Che bello. Sono davvero molto felice che la storia ti piaccia. Spero di leggere un'altra tua recensione. Un bacione ^^

Cate1994: Woooooooooooo, la terza nuova seguace che si è appena aggiunta. *.* Sono molto felice che la storia ti piaccia. Non pensavo che sarebbe piaciuta a così tante persone. E invece....Edo e Ary sono davvero molto teneri e la Ila e Simo stanno bene insieme, ma, da come avrai capito, non è tutto rose e fiori. Si, Mattia è leggermente allocco, ma sai com'è, ai ragazzi per fargli capire le cose gliele devi dire se no non le capiscono -.- Esatto, Simo è il classico stronzo per cui si perde la testa, ma le persone possono cambiare. =) Noooooooooooo, parti?Mi abbandoni così presto?? Dove vai di bello??. Che ne pensi di questo caitolo?? Fammi sapere. Un bacione.^^

Miley90: Mi vuoi fare arrossire e magari piangere?? Davvero è così bella? Siiiiiiii, I ragazzi con i piercing alla lingua sono davvero stupendi :Q_____ Eeeeeeeeeeeee la Ila e Simo, non si sa ancora dove sono. Lo scoprirai nel prossimo capitolo.Ho lasciato un pò spazio alla Ary e ad Edo. =D Spero di leggere una tua recensione con un parere. A presto. Un bacione ^^

effe_95: Ehehe non si sa ancora dove siano Simo e la Ila. Magari erano insieme, ma magari no. =) é ovvio che la scorsa recensione mi ha fatto piacere, come mi fanno piacere tutte le tue recensione e quelle delle altre ogni volta per ogni capitolo. =) Ogni volta mi metto quasi a piangere. *.* Sono davvero felice che il capitolo ti sia piaciuto. Si, della mia migliore amica mi fido e molto anche, se no, non le avrei mai lasciato postare questa storia. =) Grazie davvero per i complimenti. Mi fai arrossire *.* A me non sembra molto ovvio comunque che io scriva bene, anzi mi sembra di scrivere malissimo. -.- E di questo capitolo che ne pensi?? Fammi sapere. Un bacione. A presto. ^^

ColeiCheAmaEdward: Ahahahahah si, la mia migliore amica è davvero brava (ahahaah) Siii, il loro primo bacio finalmente *.* Tenerissimi *.* Tutti che si chiedono che fine abbiano fatto la Ila e Simo, ma nessuno che lo sappia. A parte io e la mia migliore amica (ihih). Spero di leggere un altra tua recensione. Un bacione.^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Ad un certo punto, mi addormentai tra le sue braccia.

Mi svegliai non so dopo quanto, mi stava baciando sul collo.

-Mmmmmmmmmmh

-Finalmente. Pensavo non ti svegliassi più.

-Da quant’è che dormo?

-Un’oretta. Più o meno.

-Andiamo a dormire che è meglio.

-Si.

Mi alzai, mi stiracchiai, spensi la televisione.

Ad un certo punto venne lì e mi prese da dietro. Mi girai e mi baciò.

Quanto avevo sognato di farlo?

 

 

Forse nel prossimo capitolo mi ucciderete. Ihih. Alla prossima puntata, ragazze. Spero sempre più numerose ^^

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Capitolo 19
*** Una visita inaspettata ***


 

Una visita inaspettata

Ila POV

Ero a casa. Sola, come al solito.

Avevo mille pensieri in testa, la maggior parte erano su Simo e su Mattia.

Non sapevo cosa fare: uno mi amava, l’altro…bo. Be, non mi aspettavo che mi amasse, alla fine ci conoscevamo solo da una settimana, ma almeno un interesse doveva pur provarlo. Ma non sapevo, non ero sicura. Non sapevo cosa pensare.

Mattia voleva stare insieme a me, mi amava, lo conoscevo da più tempo e, comunque, di lui mi fidavo. Non avevo letto la sua lettera, l’avevo bruciata, non volevo leggerla, non volevo confondermi ancora di più.

Simo non sapevo cosa pensasse di me, non sapevo se gli interessassi, lo conoscevo da una settimana e, cosa molto importante, non mi fidavo di lui. Non mi fidavo perché aveva la classica faccia da stronzo, di quello che ti prende per il culo e poi ti lascia, l’aveva ammesso anche lui di essere così, ma che con me non l’avrebbe fatto: e chi me lo poteva assicurare? Chi mi garantiva che non lo avrebbe fatto? Alla prima occasione che ha avuto, si è scopato un’altra, pensando a me, dice lui e io dovrei credergli? Su che basi? No, dovevo smettere di pensare a lui. Non avevamo certezze o meglio, io non avevo certezze.

Sarei uscita con Mattia, sarei stata con Mattia e avrei dimenticato Simo. Alla fine Mattia mi piaceva ancora e anche tanto, dovevo pur far qualcosa, non potevo stare lì con le mani in mano.

Ero talmente immersa nelle mie riflessioni che non mi accorsi che era arrivata mia mamma.

Con lei parlai del più e del meno, non sapeva niente di Simo, sapeva solo che Mattia mi aveva baciato e che lo avevo incontrato in discoteca. Non sapeva niente di Simo e neanche di Edo. Forse un giorno gli avrei parlato di loro, anzi solo forse di Edo, ma di Simo no. Prima o poi questa “storia” con lui sarebbe pure finita e mia mamma non doveva sapere niente, non era una cosa così importante.

Non mi collegai, non ne avevo voglia. Con la Ary avrei parlato il giorno dopo.

Mia mamma quella sera sarebbe dovuta andare in palestra, ero felicissima: sarei stata a casa da sola e, cosa molto importante, non avrei visto il suo ragazzo.

Stavo ascoltando Tiziano Ferro, riusciva a tirarmi su, forse perché cantavo e piangevo come una fontana tutte le volte che sentivo una sua canzone. Ero in pigiama, con le ciabatte. Cantavo. Ogni singola canzone.

Finché non sentii suonare il campanello.

Chi era che rompeva a quell’ora?

Aprii la porta e mi trovai davanti……

-Mattia? Che ci fai qui?- lo vidi illuminato dal lampione poco distante da lui.

-Volevo parlarti.- non potevo vedere la sua espressione. Non sapevo cosa fare, non sapevo se farlo entrare oppure farlo stare fuori. Volevo uscire con lui, ma trovarmelo davanti, mi aveva scombussolato le idee. Che psicologia avevo? In teoria trovarmelo davanti avrebbe dovuto chiarirmele le idee, non scombussolarmele.

-Come hai fatto a sapere dove abito?- chiesi apparentemente tranquilla.

-Ho i miei informatori. – rise.

Suo papà partì con la sua Audi.

Andai in casa e gli aprii il cancello, uscii sulla porta e me la chiusi alle mie spalle.

-Dimmi. – gli dissi, piantandomi davanti a lui, non volendo farlo passare.

-Non mi fai entrare?- sembrava deluso.

-Non mi sembra il caso. Cioè tu vai a casa delle persone alle 20.45 perché non sai che cazzo fare?- non avevo alzato la voce, ero solo infastidita dal fatto che me lo fossi trovato a casa.

-Ti da fastidio che sia qui?- era serio. Cosa dovevo dirgli: la verità, una bugia o una mezza verità? Decisi di essere vaga.

-Si, più o meno. – in realtà era molto molto meno che più.

Ci sedemmo per terra.

-Voglio sapere cos’hai in questi giorni. Ti vedo strana, agitata, a volte triste. Non mi piace vederti così. Se sono io la cau….

-No. Perché dovresti essere tu? È solo uno di quei periodi in cui ti senti giù senza nessun particolare motivo.

-Non ti credo.

-Fai senza. – non mi fregava se mi credesse o meno. Non volevo spiegargli cosa avevo davvero. Non volevo parlare di Simo, almeno non con lui e poi quello stesso pomeriggio avevo promesso che Simo sarebbe stato il passato.

-A cosa pensi?

-A niente.- dissi facendo un sorriso .

-Non riesci a dirmi le bugie lo sai vero?

-Stavo pensando a quest’ultima settimana. Sono cambiate molte cose.

-Già. Io ho scoperto di essere innamorato di te. È un bel cambiamento.

-Be, si.

-Io non voglio obbligarti a stare con me, Ila. Devi volerlo tu, io non ti obbligo. Non voglio che passi del tempo con me solo perché ti faccio pena o non sai che cazzo fare. Se non ti piaccio più, dimmelo. All’inizio sarà difficile, ma poi me ne farò una ragione. Non voglio obbligare nessuno. Io voglio stare con te. Punto. Se tu non vuoi…

-Cosa fate fuori? E tu chi sei? – mia mamma era sul cancello. Tirò fuori le chiavi ed entrò nel cortile.

-Stavamo parlando. Mamma, questo è Mattia.

-Aaaaaaaaaaaaaa. Il famoso Mattia. Finalmente ci conosciamo. Piacere Carla e non darmi del lei o ti uccido.

-Piacere Mattia. – disse ridendo.

-Volete stare fuori o entrate? Ma tu dove abiti?

-Mamma, una domanda alla volta.

Mattia cominciò a ridere.

-Tranquilla. Abito in città.- rispose lui tranquillo, forse solo un po’ in imbarazzo.

-Si, ma dove. Dammi un riferimento per capire dove abiti.- mia mamma sapeva a malapena girare per il paese e i paesini intorno, figuratevi girare per la città.

-Prima dell’ospedale.- Perplessa, pensò alla strada.

-Ah, capito. vicino alla scuola, quindi.- rispose lei capendo dove si trovasse.

-Esatto.

-Come hai fatto ad arrivare qui?

-Mi ha portato mio papà. Dopo viene a prendermi. Non preoccuparti tra poco lo chiamo e mi faccio venire a prendere.

-E se stessi qua a dormire?

Mi girai di scatto verso mia mamma. Che cosa le era saltato in mente?

-Cosa?- lui spalancò la bocca.

-Si. Rimani qua a dormire. Cioè se domani non volete andare a scuola fate pure. Per me non ci sono problemi. Devi solo chiedere a tuo papà.

-Ti sei fumata una canna?- chiesi. Ero leggermente scioccata. Che cazzo le era preso? Invitarlo qua a dormire? Ma la cosa che mi stupiva ancora di più, era il fatto che il giorno dopo potevamo stare a casa da soli tutto il tempo.

-No. Sto benissimo. Chiama tuo papà. Che almeno arriva anche prima a casa.

Mattia prese il telefono e cominciò a parlare con suo papà.

-Mamma, ma che ti è saltato in mente?

-Dai, non dirmi che non ti fa piacere che rimanga qua.

-No, non è quello il problema. Il problema è che hai detto che domani posso non andare a scuola.

-Certo, almeno passate un po’ di tempo insieme e poi mi fido di te. – disse sorridendomi. So a cosa si stesse riferendo. Però continuavo a supporre che un alieno le avesse fatto il lavaggio del cervello.

-Guarda che vuole parlarti assieme. – le disse Mattia, passando il telefono a suo papà.

Mia mamma parlava con suo papà.

-Non pensavo fosse così. Che le è saltato in mente?

-E a me lo chiedi? Ci sono rimasta di merda anch’io.

-Bene. Sarai ospite a casa nostra fino a domani sera.- gli disse mia mamma

Il che significava una giornata intera con lui. Evvai.

Entrammo in casa e guardammo il Grande Fratello.

Mia mamma andò a dormire nel mio letto, perché ci lasciava il matrimoniale a me e a Mattia.

-Così stanotte dormiremo insieme. – mi sussurrò ad un orecchio facendomi stendere su di lui. Avevo la schiena appoggiata al suo petto.

-Non farti idee strane. In quel letto si dorme solo e basta. – gli risposi mettendomi sulla difensiva.

-Be, ovvio. Ma io intendevo che dormiremo insieme.- sembrava contento al solo pensiero.

Mi accollai ancora di più sul suo petto.

Mi sentivo bene, ma non come quando mi abbracciava Simo: con lui mi sentivo protetta, riscaldata…

E cosa c’entrava Simo?

Ero abbracciata a Mattia, non a lui.

Ad un certo punto, mi addormentai tra le sue braccia.

Mi svegliai non so dopo quanto, mi stava baciando sul collo.

-Mmmmmmmmmmh

-Finalmente. Pensavo non ti svegliassi più.

-Da quant’è che dormo?

-Un’oretta. Più o meno.

-Andiamo a dormire che è meglio.

-Si.

Mi alzai, mi stiracchiai, spensi la televisione.

Ad un certo punto venne lì e mi prese da dietro. Mi girai e mi baciò.

Quanto avevo sognato di farlo?

Ogni giorno per un anno e mezzo. E adesso stava succedendo davvero.

D’istinto gli morsi un labbro.

-Sarà meglio che andiamo a dormire. – mi sussurrò lui ancora a contatto con le mie labbra.

Salimmo in camera.

-Problema. Ma tu come dormi stasera?– chiesi guardandolo.

-Di certo non vestito.- Lo guardai. Cominciò a spogliarsi.

Ok, Ila. Distogli lo sguardo veloce.

Cercai di trovare qualcosa da fare mentre si spogliava.

-E se stessi in mutande e maglietta a maniche corte è un problema?- mi disse mentre si stava togliendo la felpa. Per me? Problema? Ma scherziamo? Anzi apprezzo.

-Nono. Tranquillo.- Entrai nel letto, seguita da lui.

-Ho fred…

Non avevo ancora finito la frase che mi abbracciò da dietro.

Sentivo il suo corpo completamente appoggiato alla mia schiena.

Cominciò ad accarezzarmi i capelli. Poi lentamente il braccio e poi cominciò a baciarmi il collo.

Però c’era qualcosa che mi dava fastidio.

Ah. Ecco. Avevo su i pantaloni del pigiama.

-Scusa un attimo.- Con un breve movimento di bacino, mi tolsi i pantaloni che finirono per terra.

-Non riesco a dormire con i pantaloni. Mi danno fastidio.

Mi riaccolse tra le sue braccia. Ricominciò a coccolarmi.

Avevamo le gambe intrecciate. Sembravamo una cosa sola.

Con le sue carezze e la mia stanchezza, mi addormentai tra le sue braccia.

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? Finalmente posso dire BUONE VACANZE. Il mio ultimo giorno di scuola è stato oggi e non ce la facevo più.

Ok, ragazze. Non uccidetemi vi prego. Se mi uccidete come farete a sapere cosa succederà poi?? Lo so. Non dovevo fare stare insieme la Ila e Mattia, ma ragazze, capitemi, volevo rendere la storia più interessante. Simo non è scomparso nel prossimo capitolo tornerà e anche in quello successivo, ma poi per qualche capitolo non ci sarà. Non vi preoccupate torna. Eccome se torna, ma non posso dirvi niente. =)

Siccome ci sono nuove seguaci pongo di nuovo la stessa domanda che ho posto in qualche capitolo fa: la frequenza degli aggiornamenti dei capitoli. Tipo una volta a settimana o due. Cioè ditemi voi. Siete voi che leggete, io devo solo postare i capitoli già scritti.  Se faccio come questa settimana va bene? O forse è meglio postare una volta a settimana? Fatemi sapere.

Voglio ringraziare tutte quelle persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite o ricordate. Le seguaci stanno aumentando ogni capitolo di più. Non so come ringraziarvi per il consenso per questa storia. =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni che sono ben 8 *.* potrei mettermi a piangere *.*

Miley90: Si, è dal punto di vista di Ila come hai potuto notare da questo capitolo. E ti prego non mi uccidere. Non voglio morire così giovane, ho ancora tutta la vita davanti. Grazie ancora per i complimenti, non so più come ringraziarti ormai. Edo è stupendo, ma non è tutto oro quello che luccica. Scusa, un'aticipazione di qualcosa che succederà tra troppo tempo. Esatto beata Ary. XD Che ne pensi di questo capitolo?? Non mi ucciderai vero? Un bacione. Al prossimo capitolo ^^

CrisAngels: Un grandissimo in bocca al lupo per gli esami e penso che forse questo capitolo non riuscirai a leggerlo presa come sei per la tesi. Però spero che ce la farai. Si, Edo e Ary sono bellissimi e tenerissimi *.* Come hai potuto notare si, lo spoiler era dal punto di vista di Ila. E , non vuoi uccidermi vero? Per Mattia? Anche tu lo odi come tutte le altre? Lo sai vero che sono stata obbligata? Spero di sentirti presto Un bacione. Alla prossima ^^

Cate1994: Grazie per i complimenti. Ormai non so più come ringraziarti =)Si, per Simo è così, solo che Ila è una testa dura e non capisce niente. Certe volte siamo davvero sceme noi ragazze. Solo che quando lo prendiamo nel sederino è difficile andare avanti dopo e passarci sopra. =( Beata te che vai al mare. Io non ci vado. =( Ahahahahah Si, si. Se lo fai anche per me mi fai un piacere XD Non mi vuoi uccidere vero? Spero di leggere la tua recensione. Un bacione. Alla prossima ^^

effe_95: Non mi vuoi uccidere vero? Era Mattia quello che immaginavi? Simo ci sarà nel prossimo capitolo non è morto, ma poverino, ci rimarrà un pò male. Spero di non averti fatto piangere con questo capitolo. =D Alla prossima. Un bacione. ^^

Tamara Chan: Si, quel capitolo era un pò cortino. Era uno dei pochi, se non l'unico. Non ti preoccupare i prossimi capitolo viaggieranno tutti tra le 6 e le 20 pagine di word, quindi non ti preoccupare. Non mi vuoi uccidere vero? Alla prossima Un bacione ^^

jimmina: Grazie per i complimenti. spero che anchequesto ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

FUNNi: Woooooooooooo. Una nuova seguace. *.* Che bello. *.* Grazie per i complimenti sono contenta che ti piaccia e mi dispiace che ti sei dovuta leggere tutti i capitoli d'un fiato. No, non mi sono ispirata ad Edward Cullen per lui. Sinceramente non pensavo che gli assomigliasse, forse un pò per le caratteristiche fisiche, quello sì.  è un Dio disceso dal cielo, tranquilla. Ihih Eccome se ha il suo fascino Simo, ne ha da vendere davvero. Vuoi far conoscere questo racconto a qualcun altro? Se conosci qualcuno su EFP faglielo leggere XD ovviamente scherzo. Però pensa che è stato grazie ad una mia amica che ho scoperto EFP, ha cominciato a farmi leggere delle storie e poi mi ha convinto ad iscrivermi dato che scrivevo. Ed eccomi qua. Così magari utilizzando lo stesso metodo puoi fare conoscere questa storia ad altri se vuoi =D Comunque, scherzo. Puoi fare quello che vuoi. Non era insieme a Simo visto? Non vuoi uccidermi per questo vero? Spero di sentirti ancora. Un bacione. Alla prossima ^^

ColeiCheAmaEdward: Si, la AUDI TT è fantastica. La adoro anche io. Poi nera è uno spettacolo. *.* Cosa pensavi che stesse facendo? E mi dispiace, ma non era con Simo. Non vuoi uccidermi vero? Alla prossima. Un bacione ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Mi appoggiai di nuovo a lui. Calò il silenzio fino a pochi minuti dopo.

-Che cosa c’è stato tra te e Simo? – la sua voce era leggermente inclinata, sembrava quasi che disprezzasse Simo.

Mi irrigidii di colpo.

-Niente. Perché? – cercavo di nascondere il mio nervosismo a quella domanda, anche se avevo risposto con sincerità perché era vero che io e Simo non avevamo mai fatto niente. Non ci eravamo nemmeno baciati. Però io avrei voluto avere una storia con lui o forse l’avrei voluta ancora, se solo non fossi stata dotata di buonsenso, sarei andata da lui e l’avrei baciato.

-Perché mi sembra che tra di voi ci sia qualcosa. – di nuovo quel tono strano.

Ci sentiamo alla prossima ragazze. ^^

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Capitolo 20
*** Ed è arrivato anche il mio momento ***


Ed è arrivato anche il mio momento

Ila POV

Mi svegliai perché sentii il telefono vibrare sul comodino.

Mi stavano chiamando. Era la Fede.

Rompere i coglioni a qualcun altro, no né?

-Buongiorno bella addormentata stavi dormendo?

-No, guarda aspettavo la tua chiamata. Non sapevo che cosa fare.

-Mi sembra ovvio che stavi aspettando la mia chiamata.- ridacchiava.

-Si, col cazzo che aspetto la tua chiamata, stavo dormendo così bene.

Mi girai e vidi Mattia che dormiva beato. Aveva le braccia aperte. Ero nelle sue braccia pochi secondi prima.

La Fede stava ridendo.

-vedo che la rispostina pronta non ti va via nemmeno quando sei a casa. Che hai?

-Avevo sonno e mia mamma mi ha lasciato stare a casa.- Bugia.

-sese come no. Di la verità che sei a casa con Simo e state scopando come ricci. – disse ridendo.

-Vaffanculo. – mi uscì di getto.

-Dai, Ila. Non incazzarti così, scherzo. Ci vado dopo. Mi presteresti Simo per andarci?

Ero paralizzata. Simo? Non glielo avrei prestato neanche morta.

In quel momento non mi ricordavo che Mattia era lì nel mio stesso letto.

Sentivo solo la gelosia montarmi dentro.

-Ila, ci sei?- la Fede mi chiamava, io dovevo ancora reagire.

-Vaffanculo. Non te lo presto nemmeno se mi paghi. Toccalo e ti uccido,chiaro?- urlai forse un po’ troppo perché Mattia si svegliò di colpo. Mi abbracciò e mi lasciò un bacio sul collo. Gli feci segno di stare zitto.

-Cazzo, Ila. Scherzavo.

-Non era divertente.- dissi cercando di controllarmi un po’.

-Ok, scusa, era di cattivo gusto hai ragione. – cambiò completamente tono.

-Fa niente. – era una bugia anche quella.

-Ti mando un messaggio dopo.

-Ok, ci sentiamo dopo. Salutami la Ary ed Edo, ho sentito la sua voce prima. Ciao.

-Ciao.

Chiusi la chiamata, misi il cellulare sul comodino e mi appoggiai sul mio cuscino. Avevo ancora sonno. Avevo voglia di dormire.

-Chi era?- mi chiese Mattia con la voce ancora impastata dal sonno abbracciandomi di nuovo.

-La Fede.

-Ah. Come mai urlavi prima?? Che hai detto ho solo capito “Vaffanculo” poi tutto il resto non l’ho capito.

-Ma no niente. Ha fatto una delle sue battute stronze.

-Ah ok.

Mi appoggiai al cuscino.

Era ancora abbracciato a me, ma non lo sentivo più.

Mi sentivo sola. Mi ritornarono in mente gli abbracci di Simo, i suoi occhi, il suo viso. Cominciai a piangere in silenzio.

Tanto non se ne sarebbe mai accorto.

Mi riaddormentai, così, piangendo per un coglione, quando avevo in parte un ragazzo che mi amava e voleva stare con me.

 

 

 

 

Quando mi svegliai era l’una e mezza.

Non avevo nemmeno sentito mia mamma che arrivava dal lavoro, che preparava da mangiare e ripartiva.

Notai solo in quel momento di essere nel letto matrimoniale.

Cominciai a ricordare. Tastai il letto in cerca di Mattia. Non c’era.

Dov’era finito?

Mi misi i pantaloni del pigiama e andai giù.

Era sdraiato sul divano, vicino al fuoco, che guardava la televisione.

-Buongiorno.- disse sorridendomi.

-‘Giorno.- ero ancora un po’ assonnata.

Andai sul divano e mi sdraiai sopra di lui, abbracciandolo leggermente. Lui cominciò ad accarezzarmi la schiena.

-Che succede? – mi chiese sorridendo leggermente.

-Ho ancora sonno.- gli risposi accoccolandomi a lui. Lui cominciò a ridere.

-Per la verità anch’io. – ammise lui.

Mi alzai da lui e tolsi i cuscinoni del divano. Così saremmo stati più comodi.

Lui si allargò e mi fece spazio.

Mi misi sotto le coperte. C’era un caldino che adoravo.

Spensi la televisione.

Mi girai e mi appoggiai sul suo petto e gli cinsi la vita.

-Stamattina è venuto qua Simone. – sembrava un po’ geloso e titubante se poterlo dire o meno, ma ormai lo aveva fatto.

-Cosa?- mi alzai di scattò e lo guardai.

-È venuto qua. Penso che ti cercasse. Non so. Gli ho chiesto perché fosse venuto e mi ha detto che non faceva niente. Gli ho detto che dormivi ancora. Pensa che io mi ero svegliato da poco, ero ancora in boxer e maglietta.

-Ah. E poi? – cercai di contenere la mia curiosità e la mia agitazione. Di sapere perché Simo fosse venuto a trovarmi e soprattutto mi resi conto che avrei voluto vederlo.

-Ha preso la macchina e se né andato. – lui sembrava tranquillo come se la cosa non gli desse fastidio.

-A che ora?- cercai di non sembrare minimamente interessata alla cosa, ma mentivo spudoratamente.

-Alle 9 e mezza più o meno.

-E io non ho sentito niente.

-A quanto pare. – lasciammo cadere il discorso.

Cosa era venuto a fare Simo a casa mia?

Come faceva a sapere che ero a casa?

Mi appoggiai di nuovo a lui. Calò il silenzio fino a pochi minuti dopo.

-Che cosa c’è stato tra te e Simo? – la sua voce era leggermente inclinata, sembrava quasi che disprezzasse Simo.

Mi irrigidii di colpo.

-Niente. Perché? – cercavo di nascondere il mio nervosismo a quella domanda, anche se avevo risposto con sincerità perché era vero che io e Simo non avevamo mai fatto niente. Non ci eravamo nemmeno baciati. Però io avrei voluto avere una storia con lui o forse l’avrei voluta ancora, se solo non fossi stata dotata di buonsenso, sarei andata da lui e l’avrei baciato.

-Perché mi sembra che tra di voi ci sia qualcosa. – di nuovo quel tono strano.

-Ma cosa vuoi che ci sia? È uno stronzo. Cambia una ragazza a sera. Pensi che a me piacciano i tipi così?

-Be, si. Penso che comunque ti piacciano. – e aveva ragione. A chi non piacciono i tipi stronzi? Praticamente a nessuno.

-No. Non c’è stato niente con lui. – dissi ancora.

-E quel giorno che gli davi i baci sul collo? – e lui cosa ci faceva invece insieme alla Stronza? Avrei potuto chiederglielo, ma lasciai perdere.

-Ma quelli erano per avere la sua attenzione, per farmi ridare la sigaretta. Non mi è neanche piaciuto darglieli.- se come no. Mi era piaciuto eccome. – glieli ho dati solo per provocarlo. Uno così non sarebbe stato calmo ad un atteggiamento provocatorio. Sei geloso?

-No. – non mi convinceva. Era orgoglioso, lo avevo capito ormai da tempo.

-Sei geloso di lui. Lo sei davvero?

-Lo sai che sono orgoglioso. – era leggermente in imbarazzo.

-Il che significa che…

-Che sono geloso. – ammise alla fine con molta fatica.

-Scusa non ho capito bene.- classica tattica che usavo con le persone orgogliose: gli facevo ripetere quello che ammettevano, mi piaceva che un orgoglioso ammettesse qualcosa.

-Sono geloso, va bene?- ammise alzando leggermente la voce.

Che tenero. Mi alzai e lo baciai.

All’inizio era un bacio casto.

Ma ad un certo punto: mi misi a cavalcioni su di lui continuando a baciarlo, lui cominciò a percorrermi la schiena con le mani.

Gli morsi un labbro.

E non so perché in quel momento mi venne in mente Simo e mi eccitai ancora di più.

Mattia cominciò a farmi i grattini sulla schiena, sulle gambe. Ormai ero completamente andata.

Lui ribaltò la situazione. Si mise sopra di me.

Era completamente appoggiato su di me. Sentivo il suo membro eccitato contro la mia coscia.

Cominciò a baciarmi il collo.

Stavamo superando il limite ed era troppo presto.

E poi non potevo fare l’amore con lui mentre pensavo a Simo; non ero come lui che lo faceva con un’altra mentre pensava a me.

- Amore. Fermati.- gli dissi con il fiatone.

- Come mi hai chiamato? – anche lui era nelle mie stesse condizioni.

- Amore. È meglio se ci fermiamo. – dovevamo fermarci. Siccome ero dotata di buon senso, capii che non aveva senso.

- Hai ragione. - Ritornò a sdraiarsi sul divano.

Appoggiata al suo petto sentivo il cuore battergli a mille.

Era ancora eccitato.

Be, penso che non gli sarebbe passato velocemente.

Lentamente feci scivolare la mano sul suo stomaco. Poi arrivai alla cintura.

Sentivo il rigonfiamento sotto i jeans.

Al mio tocco leggero lo sentii ingrossarsi ancora.

Volevo slacciarli i pantaloni e sentirlo, toccarlo.

-Non migliori la situazione se fai così.- mi disse con il fiato corto.

Non lo ascoltai. Volevo almeno toccarlo.

Gli slacciai la cintura e tirai giù la cerniera.

Scesi lentamente tra i pantaloni.

Cominciai ad accarezzarlo lentamente.

Sentii Mattia fare un piccolo gemito di piacere.

Pensai di nuovo a Simo

-Scusa. Dovevo fermarmi quando avevamo detto di smetterla.

-No. Niente. Tranquilla. – disse con il fiato ancora più corto rispetto a prima.

-No. È qualcosa. Scusa davvero. - Gli riallacciai i pantaloni e la cintura.

Mi alzai e me ne andai su di sopra a prendere il cellulare.

Non sapevo cosa mi era preso. Non sapevo perché avevo fatto quel gesto dettato da non so che cosa.

Ero stata affrettata e non avevo migliorato la situazione.

Cosa mi era preso? Forse sapere che lui fosse eccitato da me, mi aveva reso felice o forse…… o forse ero solo impazzita completamente.

Guardando il cellulare trovai un messaggio. Era la Ary me lo aveva mandato quella mattina presto.

 “1:0 per me. Ho fatto il giro sulla giostra prima di te. 1:1 avevi ragione gli piaccio. Ci sentiamo stasera. Ti adoro tanto tanto tanto.”

 Feci un urlone.

Oddio, che teneri. Cominciai a piangere di gioia per lei.

-La Ary ha il ragazzo. La Ary ha il ragazzo. – ripetevo scendendo le scale.

-Chi è? – mi domandò Mattia curioso.

-Edo. Dio, che teneri. Si sono anche baciati. Però non è giusto ha fatto il giro sulla giostra prima di me. Non è giusto. – misi il broncio come una bambina.

-Il giro sulla giostra? – aveva un enorme punto di domanda stampato sulla faccia.

-Ah. Sì. Tu non lo sai. Ha baciato uno con il piercing alla lingua prima di me.

-Edo ha il piercing sulla lingua?

-Eh sì. L’ho visto io. Cioè me l’ha fatto vedere, anche Si…. - mi bloccai. Non riuscivo a parlare di lui, come se niente fosse.

-Anche Simo ce l’ha? – di nuovo quel tono di disprezzo puro.

-Sì. Me l’ha fatto vedere anche lui. – ammisi debolmente.

-Solo vedere spero.

-Se mi avesse fatto fare un giro prima della Ary, non direi che è ingiusto. - mi guardò male.

-Avresti baciato Simo?

-Si, solo per provare il piercing. – bugia, altra gigantesca bugia.

-Ah. – disse lui dispiaciuto.

-Dai, non fare così. Io voglio te.- mi sdraiai vicino a lui e mi baciò.

 

 

 

Ci eravamo addormentati di nuovo.

Erano le 6 e mia mamma era appena tornata a casa.

Mi ero resa conto solo in quel momento che non avevo pranzato.

-Come mai non hai pranzato?

-Non avevo fame. E poi mi sono dimenticata.

-Avete dormito tutto il giorno?

-Si, a parte un’oretta che abbiamo parlato.

Mi alzai e lo lasciai dormire.

-Comunque è carino. Poi è gentile ed educato. Stavolta mi sembra che hai fatto un’ottima scelta.

In quel momento pensai “E cosa avrebbe detto se avesse visto Simo?”

Parlammo un po’.

Finché il bell’addormentato non si svegliò.

Cenammo insieme. Parlammo. Guardammo la televisione.

Alle 8 e mezza suo papà venne a prenderlo.

Ci saremmo visti il giorno dopo.

E finalmente avevo voltato pagina.

Finalmente era arrivato il mio momento.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? Come stanno andano le vacanze? Si, lo so. Sono appena iniziate, ma avrete cominciato a fare qualcosa di divertente e di carino immagino.

Tra le lettrici ci sono molte ragazze che stanno studiando per gli esami. Voglio fare un enorme IN BOCCA AL LUPO a tutte quante. Vedrete che andrà tutto bene =)

Allora, eccomi qua di nuovo a postare. Siccome ho visto che avete recensito tutte ho deciso di postare oggi, spero che non vi dispiaccia. E poi volevo darvi un piccolo accenno di che fine avesse fatto Simo. Nel prossimo capitolo tornerà non vi preoccupate, un pezzo del capitolo sarà anche dal suo punto di vista. Ma poi scomparirà per qualche capitolo. E lo so che mi ucciderete per questo. =) Be, eccovi la giornata della Ila insieme a Mattia. Lei è sempre più confusa e non riesce più a capire niente. E Simo che è andato a casa sua? Vi chiederete perchè doveva aprire la porta proprio Mattia in boxer e me lo chiedo anch'io, ma dovevo rendere Simo un pò geloso no?

Voglio davvero ringraziarvi ragazze. Per aver aggiunto la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Le seguaci aumentano ogni capitolo di più e sono davvero molto felice. Grazie ragazze. Voglio ringraziare le 8 persone che hanno recensito il capitolo. Non pensavo di poter arrivare ad avere 8 recensioni. Spero che col tempo aumenteranno. La mia felicità raggiungerebbe l'apice. =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

Miley90: Ciao. Hai ragione la Ila non è felice come dovrebbe e nei prossimi capitoli se ne renderà conto anche lei. =)Sono davvero felice che non mi uccidi =) si, la madre di Ila è davvero pazza. quale mamma sana di mente avrebbe lasciato un ragazzo a dormire nello stesso letto con la propria figlia? Nessuna. Ma la mamma della Ila si fida di lei ed è per questo che ha fatto quella proposta, poi sapeva quanto la ragazza aspettasse quel momento. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima. ^^

jimmina: Ciao. Si, beata la Ila che ha una mamma così. Comunque, Simo era a casa sua, dato che il capitolo precedente era ambientato di sera e di notte. In questo. Be, l'hai appena letto sopra e per sapere dove è andato dopo che se nè andato da casa della Ila, devi aspettare il prossimo capitolo in cui lui lo spiegherà, dato che un pezzo del capitolo è dal suo punto di vista. Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere. Un bacione. Alla prossima^^

Cate1994: Ciao. Io ho postato oggi proprio il giorno che tu parti. =( Sono davvero scema. Si, prima o poi il mio nome lo saprete. O forse no. Ihih. No, dai scherzo.Forse un giorno ve lo dirò. Sono davvero felice che non mi voglia uccidere. =) si, volevo stupirvi. Non potevo fare le cose semplici, ma tranquilla che tra qualche capitolo le cose si sistemeranno, in un modo strano però =) ahahah la proposta della mamma della Ila è davvero folle, ma sapeva che la figlia aspettava quel momento da tempo e vedendo che Mattia fosse andato fino a casa loro, l'ha convinta che della figlia gli importa davvero e così ecco uscire quella proposta folle =)  Be, da quello che puoi aver notato in questo capitolo, la Ila non riesce a lasciar perdere Simo. Ed è normale. Chi lo lascierebbe perdere? Io no di certo. =) Mi dispiacerà non leggere la tua recensione, ma non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi quando tornerai e mi raccomando non abbandonarmi. Spero che stai via solo una settimana, così non perdi molti capitoli. =) Sono molto felice che tu sia loquace, almeno leggo delle belle recensione e che mi rendono davvero molto felice. =) Spero di sapere presto cosa ne pensi di questo capitolo. Un bacione. Alla prossima^^

TheDreamerMagic: Ciaoooo carissima. Pensavo che mi avessi abbandonato e devo dire la verità mi stavo preoccupando che la storia non ti piacesse più. Ti faccio un enorme in bocca al lupo per l'esame. Vedrai che andrà tutto benissimo, non ti preoccupare e non fa niente se non recensisci (anche se mi farebbe davvero tanto piacere leggere le tue recensioni) capisco che devi studiare ed è più importante passare un esame che recensire la mia storia =) Noooooo, non strozzarmi ti prego. si, Mattia e la Ila. Dovevo farlo. Lo sai che dovevo farlo, ma la nostra carissima Ila non si sente a suo agio, da quello che hai potuto leggere in questo capitolo. Ti  aspetto allora. Dirò a mia mamma che avremo un ospite =) No, tranquilla non hanno fatto niente Ila e Mattia. La mamma l'ha lasciato dormire con lei, perchè sapeva quanto la figlia aspettasse quel momento, perchè si fida di lei e soprattutto perchè non sa dell'esistenza di Simo. La Ila non gliene ha mai parlato. Ed è per questo che fa quella proposta folle. Sicura che per quello sbaglio di quella sera Simo abbia perso la Ila? Da quello che hai potuto notare la Ila pensa ancora a lui, anche se non capisce ancora il perchè, anzi cerca di nascondere a se stessa il perchè. nooooooooooo, non voglio farti morire di tristezza. giuro , non voglio. La Ary ed Edo sono in pace non ti preoccupare, la loro storia va avanti senza intoppi per adesso. Ancora pochi capitoli e la storia della Ary e di Edo sarà accantonata un attimo, anche se comunque saranno sempre presenti nella storia. =) ahahahaha. Spero davvero che potrai leggere questo capitolo presto e spero di leggere la tua recensione il più presto possibile. Un bacione. Alla prossima sperando che sia molto presto. Fammi sapere come vanno gli esami ^^

Tamara Chan: Ciao cara. Sono davvero molto felice che il capitolo ti sia piaciuto. tutte voglio Simo tesoro, ma purtroppo era Mattia, ma hai visto che in questo capitolo si è scoperto che fine aveva fatto. Cioè non proprio si dice solo che è andato a casa della Ila. quindi quel giorno non erano insieme = ) ahahaha si è una mamma un pò assurda, ma unica. =) Devi essere curiosa per i prossimi chappy. Non ti anticipo niente però =) Edo e la Ary ci sono ci sono tranquilla, anche se tra qualche capitolo la loro storia verrà un pò accontanata per lasciare spazio alle avventure della Ila, che vi racconterà cosa succede. Per la Fede, be non so se posso dirvelo. Non vorrei darvi false speranze per qualcosa che non ho ancora cominciato a scrivere. =D Spero di aver aggiornato abbastanza presto. Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere mi raccomando. Un bacione^^

CrisAngels: Ahahaha tutte pensavano che ci fosse Simo con Ila invece no. C'era Mattia. Simo in questo capitolo viene solo menzionato, ma nel prossimo capitolo sarà presente, molto presente dato che un pezzo del capitolo sarà dal suo punto di vista. =) Vedremo cosa ci raconterà e cosa proverà. =) Si, poteva svegliarsi prima, ma prima aveva due salami sopra gli occhi. -.- Visto dov'è Simo? Be, la sera era a casa sua, ma la mattina eheh. grazie davvero per la tua clemenza. Un enorme in bocca al lupo per gli esami e spero di leggere presto una tua recensione. Ovviamente se mi farai sapere come va l'esame, ne sarei davvero felice. Un bacione. Spero di sentirti presto. ^^

effe_95: Nessuna madre penso che avrebbe fatto come quella della Ila, ma lei aveva le sue ragione: sapeva quanto la figlia aspettasse quel momento, vedeva che Mattia ci teneva davvero e poi non sa assolutamente niente di Simo. =) Esatto la storia prende una piega diversa e può continuar ancora per un bel pò. Vedrai nel prossimo capitolo come la prenderà Simo e devo dirti che non è nessuna della due opizioni che hai detto tu. =) il tuo migliore amico assomiglia a Simo? caratterialmente o fisicamente? Noooo, io non voglio ucciderti, quindi penso di postare due volte a settimana, se riesco anche di più =D Grazie ancora per i complimenti che mi fai ogni volta. Prima o poi piangerai di gioia o almeno lo spero. Spero di leggere una tua recensione. Un bacione^^

ColeiCheAmaEdward: Noooooooooooo, non uccidermi. Si, Ila e Mattia. =D Simo torna torna, anzi è già tornato. =) Spero di sapere che ne pensi di questo capitolo. Un bacione^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler dal POV di Simo:

Che cosa ci faceva quello stronzo a casa sua ieri?

E perché non mi aveva risposto alla domanda?

Perché non voleva dirmi niente?

Aveva ragione a me non mi doveva spiegazioni, non mi doveva niente.

Ero io quello geloso, ero io quello che era completamente cotto di lei, ero io quello che aveva sbagliato e che adesso ne stava pagando le conseguenze, ma io volevo lei. Punto.

Per una volta volevo stare solo con una ragazza e non con altre, volevo stare solo con lei, baciarla, abbracciarla, consolarla. E io cosa avevo fatto? Avevo tradito la sua fiducia che ancora non mi aveva dato e adesso ne pagavo le conseguenze.

 

 

Spero di avervi incuriosito. Spero anche di leggere tante recensioni e di vedere nuove seguaci.

Alla prossima ragazze ^^

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Capitolo 21
*** Gelosia ***


 

Gelosia

Ary POV

Ero ancora mezza addormentata.

Ero in fermata, dormivo in piedi.

Nel vedere la Ila:

-Che fine hai fatto ieri?- non le chiesi neanche come stava. Ero troppo curiosa di sapere che fine avesse fatto ieri.

-Sto bene, grazie per averci pensato e tu?- mi chiese lei tranquilla.

-Sto bene. Che cos’hai combinato? È venuto da te Simo? Perché non ti sei connessa ne ieri sera ne l’altro ieri?- feci domande a raffica.

-Voglio un avvocato prima di rispondere alle sue domande.

La mia faccia era scioccata per questa battuta.

-Rispondi .- ero serissima.

-Non mi sono connessa lunedì perché non avevo voglia. Non so perché tutti pensiate che ieri sia stata con Simo, mi chiedo perché proprio lui. Ieri non mi sono connessa e tanto per informarti, ieri ho passato tutto il giorno a casa mia con Mattia.

Avevo capito bene?

-Cosa?- ero scioccata.

-Ho passato tutto il giorno con Mattia e abbiamo dormito insieme.- sembrava tranquillissima nel dirlo.

-Dormito in senso di dormire?- ero ancora più scioccata.

-Si, Ary. In senso di dormire. – si era offesa. Leggermente.

-Ah ok. E….

-E siamo insieme. Cioè non ce lo siamo detti, ma è ovvio.

Ero scioccata. Non poteva essere insieme a Mattia, doveva uscire con Simo.

-E con Simo?- mi uscii la domanda spontanea.

La sua espressione cambiò completamente.

-Ma perché tutti mi parlate di Simo? Non lo voglio più vedere. Punto.- alzò leggermente la voce.

-Ma…….a lui piaci. – ammisi quasi sussurrando.

-Non mi sembra.

Salimmo sul pullman, facemmo cadere il discorso. Non avevamo voglia di litigare.

-E tu raccontami del giro sulla giostra. – mi chiese lei tutta felice

-È stato semplicemente stupendo. Bellissimo. Dopo un bacio ne volevo un altro e un altro ancora. Comunque mi ha chiamato Piccolina.

-Che tenero.- le vennero gli occhi lucidi.

-Si. E ha l’Audi TT .

-Waaaaaaaaaaaaaaaa. Cioè Sim….- si bloccò.

Voleva parlare di Simo, ma a quanto pare non ce la faceva. Non era vero che non le fregasse niente, voleva bloccare questo sentimento che stava per nascere verso di lui. Non voleva andare avanti. Non voleva pensarci.

Arrivammo a scuola e c’era il mio tesoro che mi aspettava, ma non era solo.

-Ciao Simo. – gli dissi sorridendo.

-Ciao Edo. Ary ci vediamo a ricreazione.- mi disse la Ila, superando Simo, ma lui subito la bloccò prendendole un braccio.

-No, tu ti fermi e parliamo. – era alterato, agitato.

-Di cosa vorresti parlare?- lei era agitata. Le tremava leggermente la voce.

-Che cazzo ci faceva lui a casa tua in maglietta e mutande ieri mattina?- alzò la voce.

-Era venuto a trovarmi la sera e mia mamma l’ha lasciato dormire da me. Ma perché cazzo ti sto dando delle spiegazioni? Io non te ne devo.- la alzò anche lei.

-Invece si. – disse sicuro.

-No, perché dovrei darti delle spiegazioni? Faccio quello che voglio con chi voglio, quando voglio. – acida, fredda. Dura. Diretta.

-Ci hai scopato?- nel suo tono notai un leggero pizzico di gelosia.

-Ma che te frega.- di nuovo acida.

-Non deve provare nemmeno a toccarti.- disse Simo digrignando i denti.

-E perché scusa? Deve chiederti il permesso per toccarmi? E da quando?

-Da quando ci siamo conosciuti.

-Senti, non fare il finto geloso. Non ti devo spiegazioni. Non ti devo dire se abbiamo scopato o se abbiamo dormito insieme. Non ti devo spiegazioni, non ne vedo motivo. Quindi non rompere.

Si liberò dalla presa di Simo e se ne andò.

-Ti ha detto cosa è successo?- in quel momento arrivò Mattia.

-Ciao Ary.

Simo partì, lo prese per il giubbino. Era leggermente più alto di lui.

-Che cosa è successo ieri?- disse alzando la voce.

-Chiedilo a lei. – Mattia non era minimamente spaventato da questo comportamento.

-Non me lo dice.- disse digrignando.

-Benissimo non ti dico niente neanche io.

Simo lo guardò, avevo lo sguardo carico di odio e di rabbia.

Lo fece scendere e se ne andò.

-La Ila è già salita?- mi chiese Mattia sorridendo, come se niente fosse stato.

-Si, pochi minuti fa. – gli risposi io educata, anche se non avrei voluto esserlo.

-Ok, grazie. Ci vediamo dopo.- e lo vidi sparire dalla porta.

-Mi vorresti spiegare che succede?- Edo in parte a me, mi guardava come se dovesse aver appena visto un alieno. Non capiva più niente.

-Sinceramente non so perché Simo è sfollato. So solo che ieri la Ila è stata tutto il giorno con Mattia a casa sua, hanno dormito insieme e, be, adesso formano una coppia.

Lui mi guardò stupito.

-Cosa?- urlò. Forse un po’ troppo forte.

-Ieri la Ila è stata tutto il giorno con Mattia a casa sua….

-Sisi. Ho capito, ma…..non ci posso credere. E Simo come ha fatto a saperlo?- era incredulo. Forse peggio di me.

-E che ne so. – non capivo davvero più niente. sembrava peggio di Beautiful.

-Aspetta. Ieri io glielo avevo detto che la Ila era a casa. Dopo che mi ha mandato il messaggio dicendomi che non sarebbe venuto, gli ho risposto dicendo che era meglio così perché lei non c’era.

-Ah. Quindi lo sapeva. E se fosse andato a casa sua per parlare e per fargli compagnia e gli ha aperto la porta Mattia in maglietta e mutande? Lui non se l’aspettava. Così ha chiesto spiegazioni a lei e poi stava quasi per picchiare Mattia.

-Potrebbe essere.

-La Ila non vuole nemmeno che nomini il nome Simo. Dopo questa penso proprio che non lo voglia più vedere del tutto.

-Non può finire così.- disse sconsolato.

-Lo so, ma non so più cosa potremmo fare. gli unici che possono risolvere questa situazione sono loro due o forse è solo la Ila.

-Giusto.

-Senti, ma invece di parlare degli altri, perché per un momento non ci salutiamo come si deve?- sorrise e lentamente si avvicinò.

Ci baciammo. Era un bacio dolce, delicato, tenero.

Parlammo ancora un po’ di questa situazione.

Non sapeva se dirglielo a Simo.

Io pensavo che doveva dirglielo.

Ci salutammo con un altro bacio. Mancavano solo 6 ore al nostro prossimo incontro.

 

 

 

 

 

 

 

Simo POV

 

Che cosa ci faceva quello stronzo a casa sua ieri?

E perché non mi aveva risposto alla domanda?

Perché non voleva dirmi niente?

Aveva ragione a me non mi doveva spiegazioni, non mi doveva niente.

Ero io quello geloso, ero io quello che era completamente cotto di lei, ero io quello che aveva sbagliato e che adesso ne stava pagando le conseguenze, ma io volevo lei. Punto.

Per una volta volevo stare solo con una ragazza e non con altre, volevo stare solo con lei, baciarla, abbracciarla, consolarla. E io cosa avevo fatto? Avevo tradito la sua fiducia che ancora non mi aveva dato e adesso ne pagavo le conseguenze.

Non volevo che uscisse e passasse del tempo con quello lì. Doveva passare del tempo con me, solo ed esclusivamente con me.

Ero egoista, lo sapevo. Ma era quello che pensavo.

Ero in macchina che aspettavo il ritorno di Edo. Lui  era fortunato: non era uno stronzo come me e infatti adesso si divertiva e passava il tempo con la sua piccola Ary.

Lo vidi arrivare con un’espressione grave in volto. Salì in macchina.

-Che è successo?- gli chiesi guardandolo preoccupato.

-Niente. Andiamo a casa, andiamo da qualche parte.

-Cos’è successo?- non volevo muovermi da lì finché non mi avesse spiegato

-Tu allontanati da qua e poi te lo dico.

Lo guardai male.

Misi in moto, mi allontanai di qualche chilometro. Non sapevo dove stavo andando. Volevo sapere cosa fosse successo.

-Ok, adesso posso dirtelo.

-Dimmi. – ero preoccupato, non mi piaceva la faccia che aveva.

-La Ila è insieme a Mattia.

Lo guardai, inchiodai di colpo.

-Cosa? – ero scioccato.

-Sono insieme. Ieri era a casa sua, è stato a dormire da lei e hanno passato tutto il giorno insieme.

Lo guardavo, ero senza parole.

Non poteva essere, lei….lei…lei stava insieme ad un altro e non a me.

Non le fregava un cazzo di me.

-Ah ok. Va bene e allora?- feci finta di non essere interessato a questa cosa.

-Non fingere che non te ne freghi niente. Per una volta. Di le cose come stanno.

-Davvero non mi frega niente.

Mi guardò come per dire “E io dovrei crederti?”

-Ok, va bene. Mi frega. La volevo per me, volevo che lei stesse insieme a me e invece adesso è insieme a quello stronzo. Non gli frega e non gli è mai fregato un cazzo di me. Alla fine da chi è tornata? Dall’altro, di certo non tornava da me. È la prima ragazza con cui voglio passare del tempo davvero, non per scopare o per divertimento, ma perché voglio parlare con lei, sentire quello che pensa, parlare della sua vita, della mia. È la prima ragazza di cui mi interessa davvero. Ma sono rimasto fregato.

-Non dire così, non puoi arrenderti.

-Ho perso. Basta.

Edo riaprì la bocca per parlare, ma lo bloccai.

-Non dire non arrenderti. Lei ha scelto. Io mi sento diverso, grazie a lei sono cambiato. La ringrazio, ma adesso devo lasciarla vivere la sua vita.

Accompagnai Edo a casa.

E io me ne andai alla mia.

Parcheggiai, entrai in casa, salii le scale e mi chiusi in camera mia.

Mi chiusi dentro, completamente.

Chiusi tende, ante. Qualsiasi cosa.

Volevo stare solo.

Non potevo dire di essere innamorato di lei, era troppo presto, ma ero sulla buona strada. Quel poco tempo che passavo con lei, stavo bene, mi sentivo diverso o forse ero semplicemente la persona che ero davvero. Avrei voluto passare del tempo con lei, ma adesso era insieme a quello. Cioè cosa ci trovava in lui che io non avevo? Non era tutta sta bellezza, ma a lei piaceva non potevo farci niente. Non riuscivo comunque a capire cosa le piacesse di quello: io se l’avessi abbracciata l’avrei protetta, lui no. Be, non aveva poi così tanti difetti per stare con lui, forse ne avevo di più io, lui era più all’altezza di stare con lei e io no.

Cosa si può fare quando tu vuoi una persona e questa persona non ti vuole? Niente, te ne vai. Le lasci vivere la sua vita, insistere troppo ti renderebbe pesante e io non lo sono mai stato.

Non dormii e non mangiai. Pensai e ripensai tutto il giorno ai quei pochi momenti che avevamo passato insieme: a quando mi aveva baciato sul collo per provocarmi, non riuscivo a resisterle in quel momento, sentivo il profumo dei suoi capelli, le sue labbra delicate sul mio collo, il suo respiro che mi solleticava quando mi parlava; a quando mi aveva parlato delle sue storie passate, di come fosse diffidente nel fidarsi delle persone, in particolar modo dei ragazzi.

Lei aveva un modo di parlare che mi affascinava, poteva dire la più minima stronzata, ma io la ascoltavo senza nessun problema, di solito era difficile che io ascoltassi le persone o che mi aprissi con gli altri, ma con lei era stato tutto diverso.

Infatti, era.. non avrei più avuto niente a che fare con lei.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? Spero che le vostre vacanze vadano bene. Eccovi, il capitolo dove il nostro Simo finalmente fa ritorno e dove un pezzo del capitolo è tutto dal suo punto di vista. Povera scricciolo =( Mi dispiace farlo soffrire così tanto, ma dovevo farlo per forza.  Questo è l'ultimo capitolo in cui Simo ci degnerà della sua presenza, ma non vi preoccupate rimarrete solo due capitoli senza di lui. Sono davvero due ve lo giuro non uno di più =) La Ila è davvero una scema devo proprio dirlo. -.-

Allora, sapete cos'ha pensato il mio cervellino bacato? Di fare un blog, dove potrete seguirvi, dove metterò gli spoiler smettendo di scriverli qua ovviamente. Dove potrete tenere d'occhi le altre mie storie e le mie future, che devo avvisarvi sono davvero tante. Ho un cervello che non smette mai di pensare a delle storie nuove. Solo che non riesco a stargli dietro. =) Però, bo, cioè non so se fare il blog. Mi sembrava una cosa carina però. Vedremo. Voi fatemi sapere che ne pensate. =)

Ringrazio come sempre le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate. Le mie seguaci aumentano sempre di più per la mia gioia *.*

La mia migliore amica vorrebbe uccidermi perchè in questo periodo sto postando sempre io Ihih Solo che ormai il pc ce l'ho e quindi posto io =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni, come sempre sono felicissima per le 7 recensioni =) Grazie ragazze davvero

Miley90: Lo so che con Simo al posto di Mattia tutto sarebbe stato perfetto, ma non ti preoccupare che quei momenti arriveranno anche con Simo. =) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Grazie della recensione. Alla prossima. Un bacione^^

CrisAngels: Spero che riuscirai a leggere questo capitolo in qualche pausa di studio. Era davvero ora che Simo capisse di essere innamorato, anche se diciamo che ancora non ne è del tutto consapevole. Comunque, ancora in bocca al lupo. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. alla prossima ^^

effe_95: si, per fortuna la Ila si è fermata se no davvro avrebbe fatto l'errore più grande della sua vita. Simo, be, anch'io non avre voluto essere nei suoi panni. Be, la storia andrà molto per le lunghe se devo proprio dirtelo. Non è tutto rose e fiori. Per avere notizia di Edo e della Ary basta aspettare il prossimo capitolo e quello dopo ancora. Poi lascieranno spazio alla Ila e a Simo. =) Grazie ancora per i complimenti, ma non penso di meritarli. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione^^

FUNNi: Si, la Ila è decisamente pazza. è pazzissima. Come sua mamma. =) Infatti il sogno di tutte. peccato che la mia non sia così. =) Sono davvero felice che la storia ti piaccia e che l'abbia scoperta. Come avrai visto sono passata a dare un'occhiata alla tua storia. Fammi sapere come va. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che non abbia deluso le tue aspettative. Un bacione^^

Tamara Chan: Non fare lutto, non ti preoccupare che tutto si risolverà. =) Manca ancora poco. Be, mi sembra giusto lasciare spazio anche alla Ila, alla fine è lei quella che non ha ancora una storia fissa e che è troppo confusa. Povera stela. =( Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione^^

lunadArgento: Ila capirà molto presto che non ci vuole buon senso, ma cuore in amore. Se ne renderà conto non ti preoccupare. La loro attrazione è al massimo, come non poterlo notare? Non è possibile. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. Un bacione ^^

ColeiCheAmaEdward: Noooooooooo, non uccidermi ti prego. Si clemente. Eheh vedrai se mollerà il broccolo o no. Forse si o forse no. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo.Un bacione^^

Vi lascio un piccolo spoiler:

Stavo piangendo. Piangevo come una deficiente.

Si stava innamorando di me?

No, aspetta avevo sicuramente sbagliato a leggere.

Lessi. No, c’era scritto proprio che si sta innamorando di me.

-L’hai letto, mamma?

-No, volevo che prima lo leggessi tu e poi se avresti voluto me lo avresti fatto leggere.

Glielo porsi per farglielo leggere.

-Che tenero. Si sta innamorando di te. La mia bambina sta crescendo. Finalmente ha il ragazzo. Vedi che andare in discoteca è stata una buona cosa?

 

Spero di vedervi sempre più numerose. Al prossimo capitolo^^

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Capitolo 22
*** Tutto va bene, o forse no ***


 

Tutto va bene, o forse no.

Ary POV

Erano passate ormai 3 settimane dal fatidico giorno in cui io ed Edo ci eravamo baciati per la prima volta.

Andava tutto benissimo, ormai eravamo legati più che mai ed ero quasi pronta a farlo conoscere ai miei genitori.

Cioè a mia mamma avevo già parlato di lui, gli avevo detto che ci eravamo baciati e dove l’avevo conosciuto, ma mio papà non lo sapeva ancora.

Ci vedevamo sempre a scuola e per adesso mi andava bene così.

La Ila era felice e contenta insieme al suo Mattia, ma io avevo sempre la sensazione che qualcosa in lei fosse cambiato, che non fosse più la stessa. Ormai eravamo sempre io ed Edo con la Ila e Mattia, parlavamo di tutti i discorsi possibili ed immaginabili, ci scambiavamo idee ed opinioni.

Un po’ la invidiavo , che doveva solo uscire dalla sua classe e poteva vederlo. Io invece dovevo aspettare 6 ore tutti i giorni.

Avevo già detto alla Ila che avevo il numero di Edo fin dall’inizio, non si è incazzata, forse non gli è nemmeno sorto il dubbio che certe cose le avessimo organizzate.

Non avevamo più parlato di Simo, da quel giorno in cui lui venne a scuola a fare la scenata di gelosia. Non lo vidi. Ogni tanto Edo mi diceva che lui chiedeva come lei stesse e se fosse felice. Mi raccontava anche che non era più uscito di casa, girava solo per casa sua e non faceva nient’altro, a volte non mangiava neanche, a sua mamma sembrava di sentirlo piangere ogni tanto.

Diciamo che tutti stavano bene tranne lui e la Ila, ero sicura che la sua felicità non fosse reale.

Si stava avvicinando S.Valentino. Sarebbe stato la domenica di quella settimana. Edo non voleva dirmi niente, non voleva anticiparmi niente, mi ha solo detto che era qualcosa di carino e semplice, niente di impegnativo.

La Ila sarebbe andata a cena con Mattia e poi a casa sua, ovviamente con i suoi genitori.

Alla fine ero felice per lei che comunque fosse insieme al ragazzo per cui sbavava da un anno e mezzo, ma ero sicura che lei non si sentisse a suo agio. Pensavo che ogni tanto pensasse ancora a Simo, anche se non me l’aveva mai confessato. Me ne avrebbe parlato quando si sarebbe sentita.

Avevo appena salutato Edo, eravamo in fermata ad aspettare il pullman.

Io e la Ila stavamo parlando.

-Senti, posso chiederti una cosa?- mi chiese lei titubante.

-Certo.- sapevo che c’era qualcosa che non andava.

-Ti è mai capitato di passare del tempo con una persona, ma di immaginarti qualcun altro? Cioè non so se hai capito, ad esempio, passi del tempo con me, ma intanto ti immagini di fare le stesse cose con altra persona a cui magari tieni di più.- fece fatica ad articolare la frase.

Si stava riferendo a Simo o sbagliavo?

-Si, alcune volte mi è capitato, ma solo con le amicizie.- ed era vero. Non stavo mentendo per farmi dire cosa le succedeva.

-E chi ti ha detto che non è in un’amicizia?- mi chiese facendo finta di fare l’ingenua.

La guardai come per dire “Chi vuoi fregare??”

-Ok, va bene. Non mi stavo riferendo a delle amicizie, va bene?- ammise lei scocciata.

-e a chi ti stavi riferendo?- per una volta nella mia vita, ero io ad avere in mano la situazione.

-Devo proprio dirlo?- oh, sì. Che  doveva dirlo. Doveva ammetterlo. Quanto mi sentivo stronza in quel momento.

-Si. Ammettilo.- stronza la massimo proprio.

-Quando sto con Mattia, a volte mi capita di immaginare di fare la stessa cosa con Simo. Non capita sempre, a volta succede. Basta che senta una parola che potrei collegare a Simo e penso a lui. Ma non so perché ci penso. Alla fine io con Mattia sto bene, anzi sto benissimo. È stato il momento che ho aspettato per tanto tempo. Ma perché allora mi s…..

-Ti senti come se ti mancasse qualcosa.- completai la sua frase.

-Esatto. Non voglio cercarlo. Non voglio andare da lui. Sicuramente avrà già trovato un’altra, anzi tante altre. Ma non voglio nemmeno lasciare Mattia, sto bene con lui, ci tengo a lui.

-Devi fare quello che ti senti, non posso darti consigli.

-Lo so.- abbassò lo sguardo.

Salimmo sul pullman e la tensione si sciolse un po’.

Lo sapevo che ogni tanto pensava ancora a lui, ma non si sarebbe mai decisa ad andare a cercarlo. Pensava che quella sensazione era solo momentanea e che prima o poi se ne sarebbe andata via. Io ne dubitavo anche se speravo per lei.

 

 

 

 

Domenica. Giorno di S.Valentino.

Mi svegliai. Tranquilla.

Andai in salotto e trovai mia mamma felice come una Pasqua.

-Che succede?- le chiesi con la bocca ancora tutta impastata.

-Questo è per te.- Mi passò un mazzo di rose rosse.

Che belle che erano. C’era un bigliettino.

“Ciao Piccolina, mi dispiace che oggi non possiamo stare insieme, ma il regalo te l’ho fatto avere lo stesso. Si, lo so è solo un mazzo di rose, ma alla fine è la cosa più semplice che potevo farti. Da quando ti ho conosciuto, sono la persona più felice su questo pianeta, quando sto con te è come se il resto non esistesse: esistiamo solo io e te. E nessun altro. Ti stupisci se ti dico che mi sto innamorando di te??”

Stavo piangendo. Piangevo come una deficiente.

Si stava innamorando di me?

No, aspetta hai sicuramente sbagliato a leggere.

Lessi. No, c’era scritto proprio che si sta innamorando di me.

-L’hai letto, mamma?- le chiesi con le lacrime agli occhi.

-No, volevo che prima lo leggessi tu e poi se avresti voluto me lo avresti fatto leggere.- mia mamma aveva un sorrisone a 32 denti.

Glielo porsi per farglielo leggere.

-Che tenero. Si sta innamorando di te. La mia bambina sta crescendo. Finalmente ha il ragazzo. Vedi che andare in discoteca è stata una buona cosa?

È si, andare in discoteca era stata la cosa più giusta che avessi mai fatto. Se dovessi tornare indietro la rifarei altre mille volte.

Passai tutto il pomeriggio a guardare film sdolcinati e a dare qualche occhiata ogni tanto al mio mazzo di rose.

Che tenero.

Gli avevo mandato un messaggio per ringraziarlo e per dirgli che anche io mi stavo innamorando di lui.

Quanto ero al settimo cielo in quel preciso momento?

Anche se, quando pensavo che non l’avrei più rivisto fino a mercoledì, mi mancava l’aria. Avevo bisogno di quel ragazzo, del contatto con la sua pelle, con le sue labbra, perdermi in quegli occhioni verdi, affondare le mani nei suoi capelli, assaggiare le sue labbra. Avevo bisogno di qualsiasi cosa lo riguardasse.

 

 

 

 

 

 

Due giorni passarono velocemente, tra le cazzate dette con la Ila e i racconti dei nostri rispettivi S.Valentino.

Lei era andata a cena in un ristorantino del centro con Mattia, avevano cenato e poi erano andati a vedere i negozi. Dopo un po’ di giri, se ne sono andati a casa a guardarsi un film e poi sono andati a dormire. Una seratina tranquilla, ma carina.

Le aveva regalato un piccolo peluche di Winnie The Pooh con una rosa. Che tenero.

Lei gli aveva regalato……..un cuoricino con i cioccolatini. Solite stronzatine insomma.

Però si era divertita.

Non toccammo più il discorso Simo.

Non mi sembrava il caso di parlarne per prima io, doveva essere lei a volerne parlare, non volevo che per colpa mia magari lo ricordasse e si facesse paranoie per un cazzo. Non volevo farla stare male.

Mi sembrava che quella strana sensazione le fosse passa, che fosse più tranquilla e simile a prima, ma c’era ancora qualcosa che non andava.
Il martedì sera ero agitata, avrei rivisto il mio amore dopo quattro giorni, non vedevo l’ora di vederlo.

Non dormii tutta notte, non ci riuscivo.

Continuavo ad immaginare il momento in cui avrei rivisto Edo e non stavo più nella pelle.

 

 

 

Il mattino dopo ero ancora più agitata e avevo davvero sonno.

Sul pullman, non riuscivo a stare ferma e a smetterla di parlare.

Non ero mai stata così agitata.

Arrivai a scuola ed………….ecco….mamma che bello che era. Mi ero dimenticata di quanto fosse bello.

Portava un giubbino marrone e dei jeans che gli fasciavano le gambe.

Era possibile che non avessi ancora visto quel ragazzo senza giubbino? Cioè volevo vedere come era messo fisicamente, anche se sicuramente non avrebbe deluso le mie aspettative. Ne ero sicura.

Quando ero vicina a lui, mi misi a correre e gli saltai in braccio. Lui mi prese senza problemi e ci baciammo. Mi mancavano i suoi baci, la sua lingua a contatto con la mia, le sue labbra che prendevano le mie. Mi mancava il morso che mi dava sul labbro ogni tanto.

-Ciao Ila. Come va?- gli chiese lui.

-Bene. A te non lo chiedo neanche, si vede che va bene.- disse lei sorridendo felice per me

-Giusto.- le sorrise.

-Ciao amore. – arrivò Mattia che la abbracciò da dietro e la baciò.

Che teneri.

Edo non stava guardando.

-Succede qualcosa?- gli chiesi a bassa voce.

-Non mi piace vederli. Di solito mi piace vedere qualcuno che si bacia, ma tutte le volte vedo che bacia Mattia invece di Simo.- sembrava davvero infastidito.

Lo guardai. Che strana cosa. Anche a me capitava.

-Sai che capita anche a me? Cioè molto spesso mi succede.- ammisi.

-È bruttissimo. Quei due devono stare insieme, ma mi sa che non era il loro momento per stare insieme.

-Forse.

-Niente, noi andiamo su. Ci vediamo dopo Ary. Ciao Edo. – ci salutò la Ila.

Salirono le scale e se ne andarono.

-Bellissime le rose, grazie. Sono piaciute molto anche a mia mamma. Anche il bigliettino le è piaciuto. A me è piaciuto molto di più ovviamente.- ammisi arrossendo.

-Volevo ben vedere.

Ridemmo. Andai verso di lui e lo baciai di nuovo.

Ormai era come aria per me un suo bacio, non riuscivo a farne a meno.

Cinque minuti dopo ci salutammo.

Lo avrei visto 6 ore dopo. Sembravano un’eternità.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Che bel giorno uggioso eh? Almeno da me piove, non so da voi. Così non sapendo cosa fare ho deciso di postare un nuovo capitolo. =) Come avete potuto vedere la nostra Ila comincia a capire di non essere totalmente felice con Mattia, anche se pensa che sia solo un momento di passaggio. La nostra Ary ha ricevuto un regalo di S.Valentino davvero molto speciale. Edo si sta innamorando di lei. *.* Che patato *.*Scusate se ho raggruppato un pò di giorni in uno stesso capitolo, ma era necessario. Non c'era niente di interessante da raccontare. XD In questo capitolo, si nota ancora quanto Simo stia soffrendo, nonostante lui non sia presente nel capitolo. Capitolo un pò noiosetto lo so. =(

Allora, volevo avvisarvi che ho creato il blog. Stanotte. XD Pubblicherò gli spoiler lì così che nessuno si senta obbligato a leggere gli spoiler. Chi vorrà leggerli dovrà solo andare sul blog e se volete lasciarmi una vostra impressione o un piccolo commento. http://cherrybombswonderland.blogspot.com/ questo è il link del blog che potete trovare anche nella mia pagina personale qua su EFP. Magari un giorno pubblicherò anche le immagini di come ho immaginato Simo, Edo, Mattia e gli altri personaggi. Solo se volete ovviamente. Se volete farmi qualche richiesta di qualsiasi genere chiedete che, se possibile, la pubblicherò sul blog. =)

Voglio ringraziare tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate. E ragazze, la storia ha superato le 100 recensioni. *.* Non sapete quanto sono felice. E poi per lo scorso capitolo ci sono state 8 recensioni *.* Davvero non pensavo di avere così successo con questa storia.

Rispondo alle vostre recensioni:

ColeiCheAmaEdward: Tranquilla che le cose si sistemeranno molto presto e non dovrai uccidermi. Almeno lo spero. Sì, Simo è tenerissimo geloso *.* Io gli sarei saltata addosso subito senza troppi problemi. Alla prossima. Un bacione^^

Miley90: Si, è proprio geloso Simo. Deve soffrire un pò? Ma povero. Io nel momento in cui ha fatto il geloso, gli sarei saltata in braccio e lo avrei baciato. Altro che farlo soffrire. =) Però tranquilla che presto le cose si sistemeranno (forse). Spero che il capitolo ti sia piaciuto nonostante sia un pò confuso e palloso. Un bacione. Alla prossima ^^

effe_95: noooo, come la Ila ti è diventata anticapitica. Povera =( Spero che sia solo perchè è insieme a Mattia. Si, la storia della Ary e di Edo va a gonfie vele, per adesso. Noooo. Non volevo farti piangere non era mia intenzione. Cioè per la verità non pensavo che il pezzo di capitolo dal punto di vista di Simo, l'abbia scritto con così tanta enfasi da far piangere. Anche se comunque mi fa piacere. ok, la smetterò di dire che non è vero che scrivo bene, anche se lo penso comunque. Ok? Ti chiedo scusa per l'orrendo capitolo che hai appena letto, ma il prossimo penso che mi farà perdonare. Un  bacione. Alla prossima^^

lunadArgento: Certo che puoi aprire un club "picchiate Mattia". Ogni club è ben accetto XD Ahahah proteggilo pure, intanto che è solo. Comunque, non ti preoccupare che le cose si sistemeranno. =) Chiedo scusa anche a te per il capitolo orrendo. =( Alla prossima. Un bacione^^

Tamara Chan: A tutte che è piaciuto parecchio il Pov di Simo, sono davvero felice. E stranamente nessuno che è dalla parte di Mattia, ma ormai mi sono arresa all'idea che tutte lo odiano,povero. =( Chiedo scusa anche a te per il capitolo orrendo, ma il prossimo è migliore. Almeno credo, il giudizio spetta a voi alla fine. Un bacione. Alla prossima^^

lisasepe9: Spero di aver aggiornato abbastanza presto. =) Eh si, Mattia non doveva andare dalla Ila, ma ci è andato. Purtroppo. Anch'io voglio Simo insieme alla Ila. =( Chiedo scusa anche a te per il capitolo orrendo. Ma mi farò perdonare con il prossimo. un bacione. Alla prossima ^^

CrisAngels: Sono contenta che ti sia piaciuto trovare un Pov di Simo. =) Speravo piacesse e che non fosse una cattiva idea. No, non tutto è andato perso e tra pochissimo lo vedrai. =) Edo e la Ary sono carinissimi *.* Chiedo scusa anche a te per il capitolo orrendo. Il prossimo dovrebbe essere scritto meglio e molto più interessante. Domani incominci gli esami vero? Ancora in bocca al lupo. Un bacione.Alla prossima^^

FUNNi: Simo ha deciso di arrendersi, l'ha detto nel POv dal suo punto di vista, ma preso succederà qualcosa che gli farà cambiare idea. =) Non voglio anticipare niente però. Si, la Ila sbaglia e tantissima. Dovrebbe affrontare la situazione, ma ha sempre paura di soffrire e con lui ne ha moltissima. Simo è orgogliosissimo. Davvero tantissimo. Figurati. è stato un piacere venire a leggere il primo capitolo della tua storia. Spero di leggere presto il secondo capitolo e di poter dare un parere migliore di quello che t ho dato nel primo. Mi scuso anche con te per il capitolo orrendo. =( Alla prossima. Un bacione^^

Per lo spoiler ragazze. Ci vediamo nel blog. Non appena ho finito di pubblicare il capitolo. Andrò subito a scriverlo sul blog.

Spero di leggere dei  vostri commenti anche nel blog. Alla prossima ^^

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Capitolo 23
*** Presentazioni ***


Presentazioni

Ary POV

Io ed Edo stavamo per festeggiare due mesi insieme e avevo deciso di farlo conoscere almeno a mia mamma. Era quella di cui avevo meno paura. Era mio papà quello che mi preoccupava: ero la sua unica figlia che stava avendo la sua prima storia vera, anzi la sua prima storia e basta.

Ero consapevole del fatto che i papà sono gelosi delle figlie, ma io sapevo quanto lo fosse il mio. L’avevo sentito tante volte farmi il discorso del “sarai per sempre la mia bambina”, “non ti sposare mai”, “rimani sempre con il papà” e discorsi come se io fossi una pianta e lui dovesse marcare il territorio. Per lui dovevo morire zitella circondata da gatti e magari anche orribile. Ecco, quello sarebbe stato il massimo per lui, anzi quella era la prospettiva della mia fine prima che arrivasse Edo e cambiasse la mia convinzione che non avrei mai avuto un primo bacio e invece tutto era cambiato.

Era un sabato e avevo detto a mia mamma che le avrei fatto conoscere Edo e che, quindi, mi avrebbe accompagnato a casa lui.

La fortuna, che stranamente girava dalla mia parte, era che mio papà il sabato lavorava praticamente sempre ed io avevo  via libera di fare tutto quello che volevo a patto che mia mamma lo sapesse e fosse d’accordo.

Il sabato era il giorno più leggero della settimana e a scuola non facevo praticamente niente, ne si deduceva quindi, che il tempo passasse velocemente. Ma quel sabato, quel giorno che il tempo sarebbe dovuto volare via, non aveva intenzione di andare avanti.

Cercavo di fare qualsiasi cosa, mi ero messa pure a seguire le lezioni pensando che forse così il tempo sarebbe passato più velocemente, ma niente, sembrava tutto inutile.

Con molta fatica arrivarono le 12.40 ed io ero al settimo cielo per due motivi: primo, non avrei dovuto fare la strada con la mia “migliore amica”, che di migliore amica non aveva davvero niente; secondo, perché sarei andata a casa su un’ Audi TT accompagnata da Edo.

Cosa c’era di più bello di farsi vedere con il proprio ragazzo figo che guidava una macchina stupenda? Assolutamente niente.

Per mia sfortuna, la mia “migliore amica” quel giorno decise di rompere proprio a me e fu così che tragitto classe-macchina lo dovetti fare con lei.

-Allora, tu chi sei?- chiese la mia pseudo migliore amica.

-Sono il suo ragazzo.- disse Edo cingendomi con un braccio.

La faccia di lei era favolosa. Non poteva credere ai suoi occhi. Lei che diceva che io ero lesbica e che non avrei mai avuto un ragazzo.

Tié. Ciapa e  porta a ca’  (frase detta in dialetto bresciano. Sarebbe: prendi e porta a casa. )

Stavo letteralmente gongolando per la sua faccia.

-Piacere. Io sono la sua migliore amica- gli porse la mano.

Guardai Edo cercando di scrutare qualche suo cambiamento all’aver sentito che quella diceva di essere la mia migliore amica, ma lui non si scompose. Sembrava non averci nemmeno fatto caso.

Peccato. Avrei potuto prenderla in giro con lui nel dire quanto fosse patetica a dire una cosa del genere, ma invece non avrei potuto farlo.

-Piacere.- le sorrise, stringendole la mano.

-Da quanto siete insieme?- chiese lei.

Non te l’hanno mai regalata la macchinetta per farti i cazzi tuoi? Se vuoi te la regalo io.

Edo non rispose e cominciai a pensare che non avesse capito la domanda.

-Hai detto di essere la sua migliore amica, giusto?- disse indicandomi. Non riuscivo a capire perché ad una domanda aveva risposto con un’altra domanda. Non riuscivo a capire dove volesse arrivare.

Lei annuì.

-Benissimo. Allora, siccome sei la sua “migliore amica” – enfatizzò con le dita la parola “migliore amica”-dovresti già saperlo. Dovremmo già esserci visti e dovresti sapere ogni dettaglio della nostra storia. E invece non lo sai. Non ti sorge spontaneo farti una domanda: come mai non so niente? A me la domanda sorgerebbe spontanea poi a te non so – lei lo guardava allibita, come se stesse vedendo un alieno o un fantasma.

- Co-co-co-cosa stai dicendo?- balbettava, non riuscendo ad articolare una stupidissima domanda.

-La verità. Quella che forse tu non avevi ancora capito e che io ho capito con una sola domanda.

-Mi stai dando della stupida forse?- era tornata la solita stronza di sempre. Non potevo sapere come avrebbe reagito a questa sua domanda, non lo avevo mai visto “litigare” con qualcuno.

-Si, ti sto dando della stupida. Da quanto tempo è che non senti la Ary fuori da scuola?- sembrava sicuro di sé. Era completamente sicuro di sapere chi fosse la mia migliore amica, come io ero completamente sicuro di chi fosse il suo di migliore amico.

-Da ieri- rispose lei sicura.

-Da una vita. – controbatté lui – vuoi che ti dia altre prove? Se fossi la sua migliore amica saresti stata con lei il giorno che ci siamo incontrati.

Vidi lei girarsi ed andarsene, senza lasciare che Edo finisse. Era consapevole del fatto che avesse ragione.

-Come facevi a…

-Saperlo?- annuii – se fosse stata davvero la tua migliore amica l’avrei saputo e poi, essere amica di quella? Piuttosto il suicidio.- scoppiai a ridere, seguita da lui.

-Non dirmi che ti sta sulle palle.- gli chiesi divertita, nonostante sapessi la risposta.

-E a te sta sulle palle?- era talmente ovvia la nostra risposta che non bisognava neanche pronunciarla.

- è ovvio che mi sta sulle palle- gli risposi.

-Come è ovvio che non mi stia sulle palle anche a me. – replicò avviandosi verso la macchina.

-Aspettami che ho le gambe corte.- dissi mettendomi a correre cercando di raggiungerlo, ma lui accellerò il passo. – sei uno stronzo.- mi uscì di getto e lui si bloccò a qualche metro di distanza da me.

-Cos’hai detto?- non capivo se fosse arrabbiato o se stesse facendo finta.

- Che sei uno stronzo- glielo ripetei, tanto il danno l’avevo fatto.

Mi stupii perché scoppiò a ridere.

Mi raggiunse e mi baciò. Mi aveva preso di sorpresa e non potevo immaginare che potesse reagire così.

-Dai, andiamo. – mi prese per mano e percorremmo il breve tragitto giardino della scuola-macchina.

E poi, la vidi. Bella come il sole che mi strizzava l’occhio in segno di amicizia: la sua macchina, l’Audi TT, la macchina più bella dopo l’X5.

Rimasi ad ammirare la carrozzeria, il colore che luccicava al sole, la linea, le gomme. La ammirai in ogni più piccolo dettaglio.

-Senti, vuoi salire o vuoi stare lì tutto il tempo?- mi disse Edo aprendomi la portiera dall’interno.

-Lasciami godere questo momento- sbuffò divertito.

Rimasi ancora qualche minuto ad ammirare la macchina.

-Eccomi.- dissi sedendomi sul sedile del passeggero.

-Era ora, pensavo di diventare vecchio qua dentro.

-Ahahahahah simpatico. Guarda il lato positivo della cosa: ci mettiamo poco a fare la via, c’è poco traffico.

-Non passa neanche una macchina.

-Infatti.- scoppiò a ridere.- smettila di prendermi per il culo.

-è meglio se andiamo- mise in moto – se no chiama tua mamma e mi infama perché non arriviamo più.

Tra di noi calò il silenzio.

Dopo qualche minuto in cui io mi ero un attimo persa nel mio mondo, lui ruppe il silenzio.

-Ma mi spieghi chi era quella?- ovviamente si stava riferendo alla ragazza che diceva di essere la mia migliore amica.

-La mia pseudo migliore amica?- annuì- cominciò dall’inizio?

-Comincia da dove io possa capire.- disse lui continuando a guardare la strada.

-In prima superiore io e la Ila eravamo in classe insieme ed eravamo delle semplici amiche, con il passare del tempo ci siamo legate molto. Certo, non come adesso, ma comunque avevamo una bella amicizia. Io sono stata bocciata e l’anno dopo ho avuto in classe quella.- calcai molto sul quella.

-E come si chiama?

- Ornella.

-Come sc-scusa?- non riusciva a formulare una frase da quanto rideva. – Che cazzo di nome è Ornella?- non la smetteva più di ridere.

-Non so. Non chiedermelo a me. –dissi ridendo anch’io contagiata dalla sua risata.

-Eh va be, tralasciamo il discorso del nome e vai avanti- disse cercando di trattenere le risate, ovviamente con scarsi risultati.

-Avendocela in classe, ci siamo stra avvicinate e siamo diventate amiche. Era amica anche della Ila, ma poi ci sono stati dei litigi e adesso non si parlano più. Va be, dopo io e la Ila abbiamo litigato – lui fece la faccia allibita – si, lo so. Non mi ricordo nemmeno il motivo del litigio, so solo che mentre noi non ci parlavamo, la Ornella ci metteva l’una contro l’altra, quando noi avremmo voluto fare pace. Poi le cose sono migliorate. La scuola finì. Sentivo poco la Ornella, ma tantissimo la Ila e siamo diventate amiche. La Ornella nel frattempo era cambiata. Era diventata insopportabile. Aveva sempre da ridire su tutto e tutti, lei era la perfetta. Lei era la più bella, faceva le cose bene solo lei. Poi ho capito che di me non le importava niente, che mi definiva la sua migliore amica quando in realtà non lo ero. Mi dava, e mi dà, della lesbica, mi sfotte. Tipo ogni mese mi veniva a chiedere scusa perché non mi considerava. Dava la colpa al fatto che avesse il ragazzo, ma non era affatto vero. Per tutti gli altri trovava tempo, per me no e continuava a dire che ero la sua migliore amica. Adesso non posso vederla. La sua sola vista mi fa irritazione, la sua voce mi dà fastidio. Non posso vederla, non la sopporto. – avevo parlato troppo veloce e per la rabbia che avevo nei suoi confronti, avevo il respiro accelerato e il fiatone.

-Scusa un attimo, ma come la chiamate tra amiche? Orny?- chiese divertito.

-E cosa c’entra adesso questo? Dopo tutto quello che ho detto, tu pensi al suo soprannome?- alzai la voce, irritata dalla sua domanda e leggermente stizzita.

-Scusa, era solo una domanda. Non volevo che te la prendessi con me. Comunque, tornando a quello che hai detto, che stronza. Che cazzo vuole? Vedi che il fatto che mi stia sui coglioni a pelle, non è una cosa sbagliata? Ho ragione.

-Non ho mai pensato che tu non avessi ragione. Era più che ovvio che avessi ragione.- gli risposi dura e ferma. Ero ancora arrabbiata.

Rimanemmo in silenzio per un bel pezzo di strada.

-Sei ancora arrabbiata?- io mi limitai a non rispondere e a continuare a guardare fuori dal finestrino. – ok, sei ancora arrabbiata, ma mi spieghi cosa è successo? Cos’ho fatto per farti arrabbiare?- sembrava dispiaciuto per questo fatto, ma non era colpa sua. Pensava di fare una domanda simpatica e invece mi ero incazzata.

-Cos’hai fatto……cos’hai fatto……- stavo parlando più a me stessa che a lui.- hai fatto una domanda stupida in un momento sbagliato. Ero già incazzata perché stavo parlando della mia pseudo migliore amica e tu salti fuori con quella domanda di merda sul suo soprannome, ma cosa te ne fregava? Dopo che ti avevo detto quanto mi stesse sui coglioni, tu salti fuori con quella domanda. Ma cosa c’entrava poi? Mi hai fatto girare ancora di più le palle.- presi un respiro cercando di calmarmi. Poi, ritrovata la tranquillità, ricominciai a parlare. Non urlai più e soprattutto non sudai sette camicie. –Sono consapevole che non dovevo arrabbiarmi con te. Tu pensavi di fare una domanda simpatica e di migliorare il clima. L’hai fatto con tutte le buone intenzioni e io ti ho attaccato. Scusa non volevo. – l’ultima parte del discorso, mi uscii flebile e poco udibile se ci fossero stati altri rumori a circondarci all’interno dell’abitacolo.

L’espressione del suo viso passò da preoccupato/dispiaciuto a sollevato/rilassato.

-Tranquilla, non pensavo che ti stesse così sui coglioni da farti arrabbiare così tanto. Non pensavo. Diciamo che abbiamo sbagliato tutti e due. – si girò lievemente e mi sorrise.

Solo a vedere quel sorriso, mi rilassai e il buon umore si impossessò di me.

-Comunque si. La chiamiamo Orny. – non riuscii nemmeno a finire la frase che cominciò a ridere.

-Potevate chiamarla Nella. Nella la porcella. No, cioè non voglio nemmeno immaginarmela.- scoppia a ridere- Nella che ha la testa a forma di cartella. Nella la ragazza non bella. – sembrava concentrarsi davvero tanto per trovare delle frasi che facessero rima con Nella e che potessero descriverla.

-Ok. Va bene. Ho capito. adesso, puoi smetterla. –gli indicai di svoltare a sinistra.

Ed eccola lì. La mia via. Dovevamo percorrerla interamente e ci saremmo trovati davanti casa mia.

L’agitazione cominciò a salire e a farsi sentire.

Non sapevo cosa pensare, soprattutto, non sapevo come pensare, dato che il mio cervello era andato in stand by nel momento in cui avevo visto la mia via.

Avevo fatto l’errore più grande della mia vita, non dovevo far conoscere il mio ragazzo a mia mamma. Cosa mi era saltato in mente quando avevo partorito quell’idea?

-Edo. Torna indietro. Fermati.- ansimavo. Avevo il fiatone.

Ero agitata, ma perché lo ero solo in quel momento?

-Ary, calmati. Tranquilla. Dovrei essere io quello agitato,invece lo sei tu. Andrò benissimo.- mi sorrise rilassato o forse era quello che voleva farmi vedere per tranquillizzarmi. Com’era possibile che fosse lui a dover rassicurare me e non il contrario? Ero messa davvero male.

-è quella casa là a sinistra. – gliela indicai.

Parcheggiò esattamente davanti al cancello.

Spense il motore e mi guardò.

-Ce la puoi fare?- mi misi a ridere.

Lo amavo. Amavo che sapeva come consolarmi e rassicurarmi. Sapeva sempre come farmi ridere nei momenti in cui ne avevo bisogno. Sapeva sempre trovare la cosa giusta da dire nel momento giusto.

Presi un profondo respiro.

-Possiamo andare.- dissi aprendo la portiera uscendo, seguita poco dopo da Edo.

Entrammo dal cancello e ci fermammo davanti  alla porta.

Ok, Ary. Ce la puoi fare. è solo tua mamma e lui è adorabile. Gli piacerà. È ovvio che le piacerà.

Mi girai a guardarlo.

Si, le sarebbe piaciuto.

Aprii la porta ed entrai.

-Mamma, sono io.- non riuscii a trattenere una voce tremolante ed agitata.

-Ciao Ary. Arrivo subito un attimo.- perché mia mamma sembrava provenire dall’oltretomba, quando casa nostra era su un solo piano?

Ok, il fatto che non arrivasse subito, mi preoccupò.

-Siediti pure.- dissi ad Edo, ricordandomi improvvisamente delle buone maniere.

Mi sedetti in parte a lui e rimasi in silenzio.

Non so quanto tempo passò, ma mi sembrò un’eternità.

-Eccomi. Scusate, ma stavo caricando la lavatrice.- buono a sapersi. Almeno non avrebbe pensato che non mi cambiavo mai e non lavavo mai i vestiti.

Si avvicinò al divano e sia io che Edo ci alzammo in piedi.

-Mamma, questo è Edo. Edo questa è mia mamma.

-Piacere.- dissero in sincrono stringendosi la mano e facendo una risata spontanea.

Almeno era un buon inizio.

-Allora, come va l’università?- gli chiese mia mamma armeggiando con qualche elettrodomestico.

-Bene, dato che non ho l’obbligo di frequenza. Riesco ad organizzarmi abbastanza bene- ma come faceva a essere così calmo? Io stavo sudando.

-Cosa studi?- ma cosa stava facendo mia mamma?

-Medicina.

-Uuuuuuuuuuuuuuh. Un medico. Davvero molto interessante.

-Mi spieghi cosa stai facendo? – le chiesi ormai troppo curiosa di sapere perché stesse armeggiando in cucina.

-si è incastrato qualcosa nel frullatore, ma non riesco a toglierlo.

-E devi farlo proprio adesso?- le chiesi un po’ seccata.

-No. Tranquilla. Tanto io devo andare. Sono venuto solo a conoscere tua mamma e, dato che ho raggiunto il mio scopo, posso tornare a casa.- mi sorrise.

-Va bene.

-è stato un piacere conoscerla. Non so come si chiama però. – disse stringendole la mano dato che lo aveva raggiunto.

- Paola. Mi chiamo Paola. Anche per me è stato un piacere conoscerti e mi raccomando la prossima volta non darmi del lei.- gli rispose stringendogli la mano.

-Ciao.- lui sorrise.

-Ciao.-lei sorrise.

Gli aprii la porta e uscii ad accompagnarlo.

-Non mi sembra andata così male, no?- mi chiese tutto sorridente.

-No, anzi. È andato tutto bene. Pensavo peggio, sinceramente. – la mia voce stava tornando normale e non stavo più sudando come una maiale.

-Ci sentiamo allora.- si avvicinò a me,mi mise le mani sui fianchi e mi attirò a se.

-Puoi contarci.- dissi io in modo, che io definivo sexy, e avvicinai il viso al suo.

Ci baciammo. Dopo due mesi che eravamo insieme, ogni volta che ci baciavamo, mi sembrava sempre la prima volta. Ogni volta erano emozioni diverse, più profonde, più…è difficile spiegarlo, ma ogni volta si aggiungeva un qualcosa di diverso che cambiava il bacio, lo rendeva più speciale, più unico. Lo rendeva diverso dagli altri.

-Ciao piccola.- mi sussurrò a pochi millimetri dalla mia bocca.

Il suo respiro mi aveva solleticato le labbra e mi aveva fatto desiderare un altro bacio. Ma nel momento in cui mi decisi a baciarlo, era già in macchina.

Guardai la macchina percorrere la via e tornai in casa.

-C’è da mangiare in tavola.- la guardai interrogativa. Volevo sapere cosa ne pensasse.

-Allora??-le chiesi.

-Ma,non so.- come, ma non so?

Non sapeva che cosa? Non doveva mica dirmi che lo amava alla follia, doveva dirmi solo com’era la prima impressione. Dicono che la prima impressione sia quella che conta ed io volevo quella. Cazzo.

La guardai malissimo.

Lei rise.- mi piace davvero tantissimo. Mi ha fatto una buona impressione e sono certissima che tu gli piaccia davvero.- a quell’affermazione sorrisi involontariamente.

Vidi mia mamma fiondarsi su di me ed abbracciarmi.

-O piccola, sono davvero felicissima per te. te l’avevo detto che prima o poi, sarebbe arrivato il tuo momento. E devo dire che è davvero un bel ragazzo.- concluse staccandosi da me.

Il resto della giornata lo passai tranquilla e riuscii a farmi anche una bella dormitina, prima di dover passare una serata a raccontare tutto alla Ila, sparando cazzate e, soprattutto, ridendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Allora, come state? Come vanno le vacanze? Spero tutte promosse, al contrario di me =) Che ve ne pare di questo capitolo? Tutte che pensavate che quella ragazza avesse a che fare con Edo e invece no. Sono stata un pò stronza lo so. =) Alcune di voi dicono che Edo è troppo perfetto per essere vero ed avete assolutamente ragione, ma non vi preoccupate per adesso non fa niente di strano. Per adesso sarà un angioletto. Mamma, e la pseudo migliore amica della Ary?? Insoppotabile. Non vi preoccupate non la vedrete più =) Era solo di passaggio, per nostra fortuna. In questo capitolo la Ila e Simo sono stati un pò messi da parte, ma nel prossimo torneranno, tutti e due. Non riuscirete mai a capire cosa succederà =) Almeno lo spero, perchè voglio stupirvi. =)

Ragazze, voglio ringraziarvi per tutte le vostre recensioni. Le leggo sempre molto volentieri e il vostro entusiasmo per questa storia, mi fa davvero piacere e mi fa quasi venire da piangere. =( Voglio ringraziare tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite, preferite e ricordate =) E anche a tutte quelle che mi hanno aggiunto tra gli autori preferiti (Finalmente posso dirlo anch'io =D)

Rispondo alle vostre recensioni che sono ben 9 o.O sono davvero molto molto molto felice ragazze, spero che aumentino sempre di più =)

FUNNi: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto nonostante fosse solo di passaggio. =) Siii, la sorpresa di Edo per la Ary è stata davvero carina *.*Patato lui *.*Per vedere se Simo cambierà idea non devi aspettare tanto, o forse qualcun altro cambierà idea chi lo sa =) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. =) Un bacione. Alla prossima ^^

Miley90: Noooo, tranquilla Edo per adesso sarà un angioletto, si rivelerà diverso molto più avanti, non ti preoccupare =) Rispondo subito alla tua domanda: Edo non c'era a S.Valentino perchè il papà della Ary non sapeva niente di lui, così lei non è potuta uscire e non si sono potuti vedere. è una cosa semplicissima =) Adesso, ti chiederai, ma suo papà non ha visto il mazzo di rose? Be, sicuramente, ma poteva averli mandati per scherzo la Ila XD Ti ringrazio per il complimento, spero davvero di migliorare con il corso del tempo e le uniche che potete dirmelo siete voi =) Come dovete dirmelo voi se risulto scorrevole, non monotona. Davvero grazie per i complimenti. Come ti ho già detto, la tua idea per il blog mi è piaciuto molto  e cercherò di farla il prima possibile =) Spero davvero che ti venga in mente qualcos'altro. Sono davvero felice che voglia darmi una mano =) Sono stata davvero molto felice di leggere una recensione così lunga, mi piacerebbe sempre riceverne di così *.* Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima ^^

lunadArgento: Io sono la prima iscritta per il club anti- Mattia, anche se per me è così tenero, ma rimango sempre dell'idea che la Ila deve stare con Simo. Può adottarlo ancora per poco, poi non sarà più disponibile =) Sono stata felice di aver colorato la tua giornata uggiosa. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

GinevraMalfoy90: Davvero sei di Brescia? Brescia città o provincia? La battuta io l'adoro IHih Simo torna tranquilla. Torna torna. =) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. =) Alla prossima. Un bacione^^

jimmina: In questo capitolo ho scritto un pò più di loro, ma nei prossimi capitoli non sarai accontentata mi dispiace. Cioè, io i capitoli li ho già scritti e per parlare solo di Edo e la Ary devi aspettare un pò. Mi spiace =( Be, comunque, spero che questo capitolo con la tua coppia preferita ti sia piaciuto =) Alla prossima. Un bacione^^

ColeiCheAmaEdward: Salve rompi balle della mia aiutante di babbo natale XD Quando si sveglierà la Ila? Presto molto presto, manco poco lo assicuro =) Notato niente di strano in questo capitolo? Riferimenti puramente casuali? XD Ci sentiamo tra poco su msn appena torni da cena XD

TheDreamerMagic: Carissimaaaaaaaa. Come sono andati gli esami? Non ti preoccupare, avevi in ballo gli esami. Sono più importanti quelli della mia storia, quindi tranquilla =D Sono felicissima di risentirti finalmente. L'ho dovuto fare =( Anche a me dispiace vederlo soffrire, sono pro Ila e Simo, molto pro. è una fortuna che tu abbia recensito adesso, perchè così devi aspettare poco al ritorno di Simo =) Ahahaahah come hai potuto leggere in questo capitolo, la tipa non ha creatò nessun casino tra la Ary ed Edo. Ho solo voluto depistarvi un pò. è solo una persona odiosa che per vostra fortuna ha fatto apparizione solo in questo capitolo =) Ti sei completamente sbagliata =) Spero davvero di sentirti presto perchè mi piace leggere le tue recensioni, è da sempre che mi segui e mi sosteni quindi. =) Alla prossima. Un bacione^^

effe_95: Non ti preoccupare anch'io sono una persona molto emotiva e per qualsiasi cosa piango, rido e sclero. Potremmo sembrare delle pazze a chi non ci conosce, ma siamo fatte così. Non ci possiamo fare niente =) Non ti preoccupare che prima o poi i personaggi li vedrai. =) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto nonostante sia stato soft, come l'hai chiamato tu =) GRAZIE per avermi inseriti negli autori preferiti. Mi hai fatto davvero felice *.*Mi sono quasi messa a piangere *.*Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima ^^

Little_Dreamer93: Gemellinaaaaaaaaaaaaa. Waaaaaaaaa. *.*Tu qua. *.* Che onore *.* allora, comincio a dire siediti perchè sarà una cosa lunga anche la mia. =) Adori questa storia? Ma non essere esagerata e poi, non se ne vedono in giro. Be, io non ne ho mai viste, ma penso che esistono, che io non ho una mente contorta e strana che inventa storia che non pensa nessuno =) Noooooooooooo. Non riesco a sopportarti. ODdio è una sfiga. Quando mai ti ho conosciuto? hahahahaha sto scherzando ovviamente. Sono davvero molto felice di sentirti anche qua. =D La descrizione della Ary è stata perfetta ed anche di Edo, ma ricordati che non tutto è oro quello che luccica =) Simo, be, gli stronzi piacciono eccome XD Per quanto riguarda la Ila, amare Simo forse è un pò troppo. GLi piace, è cotta marcia quello sì, ma innamorata no. almeno non ancora. Ahahahahahah Non sei l'unica che odi la Ila in questo momento, ma si farà perdonare lo giuro. ahahahah prendere un coltello e castrarlo. ahahahah sto morendo rileggendola ancora adesso ahahahaha No, dai. Povero lasciagli l'utilizzo del suo arnese e poi è stata un pò anche colpa della Ila. Devi prendertela anche un pò con lei, anche se lo stai facendo abbastanza per colpa di quello che tsta facendo a Simo. =) Be, no. Mattia non è proprio un cesso =) ahahaha non ti preoccupare che le foto prima o poi le metto, anche se per la tua sanità mentale forse è meglio di no XD Comunque per quanto riguarda il comportamento della Ila è normale quando hai paura di essere ferita di nuovo. Ha fatto la scelta "più giusta" anche se di giusto non c'è niente. Le piaceva Mattia e sapeva che lui non l'avrebbe mai fatta soffrire. Sperava che non avrebbe più pensato a Simo ed invece non è così. Prima o poi si renderà conto che la scelta che ha fatto non è stata quella più giusta =) Ahahah La Fede è un mito. No, lei il ragazzo per adesso no. Aiuta solo i nostri protagonisti e molto spesso li mette in imbarazzo =) Ma forse arriverà qualcuno anche per eli prima o poi =) Lo voglio anch'io uno come Simo? Bello e stronzo, ma allo stesso tempo gentile e carino *.* e poi è così bello stuzzicarsi, se no che rapporto monotono =)Ahhahahah il giro sulla giostra. Chi non vorrebbe farlo? Io sono già in lista per farne uno, ma ancora nietne. Edo dirà ti amo alla Ary? Per adesso non è nei miei programmi. Be, tu sai che capitolo sto scrivendo di questa storia e be, in quello. Quindi ti tocca aspettare un bel pò =) è abbastanza presto? Spero davver di sì. Ahahah venerarmi esagerata Ahahahahah Comunque, voglio proprio vedere se riesci a battere le mie recensioni. Ihih. *.* no, a parte gli scherzi, mi piacerebbe ricevere tante recensioni come quella che mi hai lasciato. Quando l'ho letta mi si è aperto il cuore e mi stavo per mettere a piangere, oltre che per la felicità anche perchè stavo ridendo come una scema. Stavo per cadere dalla sedia. Ahahahahah Non vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione. Ti voglio bene gemellina mia. Un bacione^^

Ecco dopo aver risposto a tutte le vostre recensioni. Vi saluto.

Vi ricordo lo spoiler sul blog che posterò non appena avrò tempo e soprattutto non appena riuscirò ad accedere. Controllato nei prossimi giorni. Spero di postarlo presto.=) Alla prossima ^^http://cherrybombswonderland.blogspot.com/

 

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Capitolo 24
*** La notizia ***


 

La notizia

Ary POV

 

Erano incominciate le vacanze di Pasqua. Sarei stata una settimana senza Edo. Il mio umore rasentava terra. Ero triste, disperata, per fortuna c’era la Ila che mi teneva compagnia e mi faceva distrarre un po’. Ci vedevamo quasi ogni giorno e ci sentivamo ovviamente sempre.

I giorni passarono, all’inizio lentamente e poi sempre più veloci: ormai si stava avvicinando il giorno che sarei dovuta tornare a scuola e l’idea non mi allettava più di tanto, ma scuola significava Edo e quindi andava benissimo.

 

 

Ultimo giorno di vacanze. Agitazione a mille.

Lo scorrere del tempo era lento. L’unico giorno che doveva passare veloce, passava troppo lento.

Nella settimana che non ci eravamo visti, io ed Edo ci sentivamo di continuo: chiamate e messaggi, ci sentivamo sempre, ma è normale che è meglio vederla una persona che parlarci al telefono e poi io volevo baciarlo, toccarlo, giocare con il suo piercing.

Ok, dovevo piantarla. Stavo fantasticando troppo.

Dovetti studiare quasi tutto il giorno e mi addormentai beatamente nel mio letto alle 22.30.

 

 

La mattina mi svegliai con un sorrisone sulle labbra.

Ero felicissima, l’avrei rivisto.

Arrivai in fermata presi il pullman che mi avrebbe portato da lui.

Ridevo e scherzavo.

Feci la strada della scuola quasi correndo.

Arrivai là e….non c’era.

Gli mandai un messaggio.

Amore, successo qualcosa? Stai bene? Come mai non ci sei? Mi sto preoccupando. Bacione.”

Ricevetti subito la risposta.

“Scusa, mi sono addormentato. Ci vediamo oggi a fine scuola. Ciao bacio.”
Dovevo aspettare ancora un po’ per baciarlo. Uffa.

Ma cosa era successo? Il fatto che si fosse addormentato mi sembrava tanto una scusa, cosa era successo davvero?

No, dovevo credergli. Dovevo credere al fatto che si fosse addormentato.

La mattinata era lunga troppo lunga: lentamente passarono le prime tre ore e le ultime tre un po’ più velocemente.

Erano le 13.15 dovevo uscire.

Uscii dalla classe e il mio angelo personale era lì.

Mi fece un sorriso tirato.

-Cos’è successo?- ero curioso e preoccupata alla stesso tempo.

-Ti spiego quando arriva anche la Ila.- fece un lieve sorriso tirato.

-Ok.- se poco prima ero preoccupata, in quel momento lo ero ancora di più. Vederlo così, tirato, preoccupato e stanco, non mi rendeva di certo felice.

-Vieni qua, piccola. È una settimana che non ci vediamo.

Mi prese per i fianchi e mi baciò. Prima delicatamente poi con più passione. Lentamente mi dischiuse le labbra con la lingua e cominciai a giocare con il suo piercing.

Ci staccammo. Vidi arrivare la Ila.

-Ciao Edo. Co…..Che succede?- oddio, se n’era accorta anche lei?

-Usciamo che vi spiego.- disse avviandosi per le scale.

-Edo, dicci cosa è successo. – gli dissi io.

-Usciamo. È meglio.- disse lui serio, cominciando a scendere per le scale.

Le scale sembrano non finire più.

Uscimmo.

-Mi sa che devo fumarmi una sigaretta. – disse la Ila.

-Forse sì.- un altro brutto segno, se la Ila aveva il permesso di fumarsi una sigaretta era davvero grave.

Il più velocemente possibile tirò fuori una sigaretta e la accese.

Sia io che lei lo guardammo.

-Cinque giorni fa Simo ha fatto un incidente…- disse Edo guardando negli occhi la Ila.

-E come sta?- gli domandò lei che tirava la sigaretta avidamente.

-Non si è ancora svegliato.

Io ero scioccata, non potevo crederci.

La Ila tirava ancora più avidamente la sigaretta, le veniva da piangere, ma si trattenne.

-è in questo ospedale?- chiese lei riferendosi all’ospedale vicino alla nostra scuola.

-Sì. Se vuoi possiamo andare a trovarlo. Tanto devo andare là.

-Si, andiamo. Chiamo mia mamma.- ero consapevole del fatto che si stesse per mettere a piangere dato che aveva la voce stranamente bassa ed incrinata.

-Anch’io.

Chiamammo le nostre mamme e spiegammo. Dalla conversazione prolungata della Ila, non aveva mai parlato a sua mamma di Simo, adesso avrebbe dovuto farlo.

-Ok. Possiamo andare.

Salimmo sull’Audi TT nera di Edo. La Ila era leggermente stretta dietro, ma per arrivare all’ospedale non ci avremmo messo tanto.

Entrammo in ospedale e andammo nel reparto terapia intensiva.

Arrivammo davanti alla stanza 22.

Immaginavo che Simo si trovasse lì.

Proprio in quel momento, una signora sulla cinquantina usciva dalla stanza: non era troppo alta, mora, riccia, occhi azzurrissimi.

Ci guardò, poi Edo le andò incontro e la abbracciò.

-Ciao Bea, come stai?- disse abbassando la voce.

-Bene dai. Tu?- la voce della donna era roca e bassissima.

-Bene. Simo come sta?

-Dicono che stia meglio, ma non si è ancora svegliato.- disse lei con uno sguardo sconsolato e triste. Aveva il viso stanco.

-Bea, questa è Arianna, la mia ragazza. – disse lui indicandomi.

-Piacere tesoro. So di non essere nelle migliori condizioni, ma sono felice di conoscerti.- disse stringendomi la mano.

-Piacere tutto mio.- feci un leggero sorriso.

Ad un certo punto si girò e guardò la Ila.

-è lei?- disse rivolta ad Edo.

-Si.- Io guardai Edo cercando di capire cosa stesse succedendo.

-Piacere sono Bea, la mamma di Simo e ti prego dammi del tu.

-Piacere. – disse lei leggermente in imbarazzo stringendole la mano.

-Ho sentito molto parlare di te.- disse Bea con un lieve sorriso.

-E da chi?- Ila, Ila, certe volte sei proprio stupida.

-Da Simo, ovviamente. – lei arrossii immediatamente.

-Scusa, se ti sto mettendo in imbarazzo.

-No, niente.- era incerta ed in imbarazzo.

-Entra pure. Tanto non può sentirti.- la invitò Bea ad entrare. – noi aspetteremo fuori.

La Ila entrò lentamente nella stanza.

-Simo me l’aveva descritta in modo diverso. Lo metterò in punizione perché non dà la giusta descrizione alle persone.

Ridemmo.

-Tranquilla, non lo metto in punizione più o meno da quando aveva 12 anni. – disse rivolta verso di me.

Chissà come stava Simo e soprattutto che effetto avesse fatto sulla Ila.

 

 

 

 

 

Ila POV

-è lei?- disse la donna che ormai avevo capito fosse la mamma di Simo: una bella donna, aveva la classica faccia da mamma protettiva.

-Si.- gli rispose Edo. Cos’avevo fatto adesso? Non è che mi avrebbe ucciso vero? Venne verso di me, mi tese la mano e gliela strinsi.

-Piacere sono Bea , la mamma di Simo e ti prego dammi del tu.

-Piacere.- le risposi leggermente in imbarazzo. Che situazione. Conoscere la mamma di Simo, mentre lui era in un letto d’ospedale.

-Ho sentito molto parlare di te. – mi disse guardandomi con quei suoi occhi azzurri e con un leggero sorriso sulle labbra.

-E da chi?- dio, certo che alcune volte ero proprio scema.

-Da Simo, ovviamente. – appena lo disse, avvampai. Avevo improvvisamente caldo.

-Scusa, se ti sto mettendo in imbarazzo.

-No, niente. – ormai ci avevo fatto l’abitudine.

-Entra pure. Tanto non può sentirti.- mi invitò ad entrare con un braccio.

Avevo paura ad entrare a vedere in che condizioni fosse.

Quando Edo ci aveva detto che aveva fatto un incidente e che era in ospedale, il mio cuore aveva perso molti battiti. Non potevo crederci, cioè non lui, non Simo.

Le lacrime volevano uscire, ma cercai di trattenerle.

Entrai nella stanza.

Non sembrava tanto una stanza d’ospedale normale, sembrava più accogliente, sembrava quasi di stare in una camera da letto.

Quando entrai, sulla sinistra vidi un solo letto, strano perché di solito c’erano almeno due persone per stanza, ma forse pagando potevi permetterti una stanza, come dire “singola”.

Guardai il letto in cui era sdraiato Simo.

Sembrava un bambino che dormiva, peccato che avesse attaccati macchinari e tubicini di ogni genere.

Sembrava così indifeso e piccolo, tenero, quasi innocuo.

A vederlo dormire non avresti mai immaginato che nella vita reale fosse uno stronzo che andava con tutte.

Mi tolsi lentamente la tracolla e la appoggiai contro il muro.

Mi avvicinai lentamente, come se non volessi svegliarlo, nonostante sapessi che non si sarebbe svegliato, dato che erano cinque giorni che dormiva profondamente.

Cominciai a percorrere il suo corpo con lo sguardo, cercai di non soffermarmi sulle braccia con i vari tubicini, mi avrebbero fatto stare male e non era il caso (odiavo gli aghi).

Lentamente arrivai al collo, con il suo pomo d’Adamo abbastanza pronunciato. Salii per il mento. Mangiai con gli occhi le labbra che mi dicevano di baciarlo. Gli occhi chiusi e rilassati.

Dall’aspetto non sembrava stare poi così male, avevo l’impressione che le labbra avessero un leggero cenno di sorriso, magari anche in quel momento se ne stava facendo una dopo l’altra. Quel pensiero mi fece attivare un moto di rabbia o meglio, di gelosia.

Ormai ero seduta sulla sedia, messa in parte al letto.

Gli presi una mano. Cominciai ad accarezzargli un braccio.

Ed improvvisamente l’elettroencefalogramma segnalò l’aumento di battiti. Presi paura.

Si precipitò Bea in camera.

-Che succede?- mi chiese guardandomi preoccupata.

-Non lo so.- istintivamente lasciai la mano di Simo ed l’elettroencefalogramma smise di suonare velocemente.

Nel frattempo erano entrati anche Edo e la Ary.

-Rifallo. – mi disse Bea guardandomi speranzosa.

-Cosa?- qualsiasi cosa avevo fatto, non l’avevo fatta apposta, ma di certo non avevo intenzioni di rifarla.

-Prendigli la mano. Fai quello che stavi facendo prima.

Gli presi la mano e ricominciai ad accarezzargli il braccio.

Di nuovo il battito cardiaco accellerò.

-Edo, ora fallo tu.- appena lo mollai i battiti cominciarono a rallentare.

Edo venne al mio posto e lo fece. Non successe niente.

-Ila, rifallo.- nella voce della Bea scorsi speranza. Speranza che suo figlio potesse uscire da quel coma in cui ormai era da tre giorni.

Tornai a sedermi sulla sedia.

Appena toccai ed accarezzai il braccio a Simo, il suo battito accellerò.

-Ti riconosce. – cominciò a piangere. – devo andare a chiamare il dottore e chiedergli se è un buon segno.

Bea se ne andò. Uscirono anche Edo e la Ary.

Appena furono usciti, cominciai ad ammirare il volto di Simo.

Com’era possibile che mi riconoscesse? Cioè non è una cosa possibile. E se l’avessi baciato l’avrebbe sentito? Non volevo rischiare di far preoccupare qualcuno, se il battito cardiaco fosse aumentato troppo. Però potevo provare, quella del braccio non era una prova. E se avessi…

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Come state? Come stanno andando gli esami? Spero a tutte bene. Allora, in questo capitolo vediamo un piccolo ritorno di Simo, ma povero scricciolo è in coma. Non ve l'aspettavate eh? Lo so, lo so. Povero Simo T.T Però vi assicuro che si rimetterà presto, molto presto. =) Be, bellissimo la Ila ha conosciuto la mamma di Simo, ma in una circostanza un pò brutta. =( Ma ragazze, cosa volete farci. Doveva esserci un colpo di scena,no? Ihih Preparatevi perchè nei prossimi capitoli avrei qualcosa su cui parlare. Ahahah ok, non fateci caso oggi sono pazza.

Avrei dovuto postare ieri, ma ero da mio papà -.- (per la mia gioia -.-) e sono arrivata a tardi. Mi è piaciuto arrivare tardi almeno mi sono rimirata bene il cameriere della pizzeria, però fa niente. Volevo postare ieri, ma questo piccolo contrattempo mi ha bloccato. Così ho postato oggi. =)

Ma mi spiegate ragazze, com'è possibile che ad ogni capitolo nuovo si aggiungano sempre nuove seguaci? In questo capitolo se ne sono aggiunte tre o.O e io che pensavo che molte non leggessero le storie cominciate da un bel pò, ma a quanto pare mi sbagliavo. Sono davvero felicissima che le seguaci aumentino =) Quindi, ringrazio tutto le persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite, le preferite e le ricordarte e quele che mi hanno aggiunta come autore preferito. Davvero grazie ragazze.

Poi, passando oltre, per quanto riguarda le foto dei protagonisti, non vi preoccupate che arrivano. Solo che voglio avvisarvi che non penso di mettere le foto delle due protagoniste perchè mi piacerebbe che voi vi immedesimaste. Nella storia non le ho mai descritte e non le descriverò mai in dettaglio, descrivo solo pochi particolari: occhi cerulei, l'altezza, presenza di tatuaggi o no ecc. Comunque, se volete delle foto cercherò anche quelle delle protagoniste. =)

Poi, altra notizia e giuro passerò a rispondere alle vostre recensioni. Ci sarà un seguito per questa storia con protagonista la Fede =) No, non pensate che la storia stia giungendo la termine perchè mi dispiace dirvelo, ma dovrete sopportarmi ancora per tanto con la storia della Ary e della Ila, ancora troppi colpi di scena vi attendono non vi preoccupate. Comunque, ho pensato ad un seguito con la Fede, avviso immediatamente che non sarà una storia lunga e piena di ostacoli come questa sarà diversa, ma ve ne parlerò in seguito. Avevo sempre pensato ad un seguito con la Fede e vedendo alcune vostre recensioni dove mi chiedevate un ragazzo per la Fede ho pensato di accontentarvi. Non vi preoccupate la Ila, la Ary, Simo ed Edo non andranno da nessuna parte, saranno solo personaggi secondari che appariranno in qualche capitolo ogni tanto. =) Spero che l'idea vi piaccia.

Adesso, (direte voi finalmente) passo a rispondere alle vostre recensioni:

TheDreamerMagic: Carissima, magari in questo momento starai facendo l'esame orale o magari l'avrai già finito. Incrocio le dita per te. =)Ma vedrai che sarà andato tutto bene, non ti preoccupare. Ma tranquilla, non mi stressi, anzi mi interessa, voglio proprio sapere com'è andata =) Ma dai esagerata, come fa a farti impazzire sempre di più? Non è possibile. Perchè pensi che non continuerei più la mia storia? Non ti preoccupare che non succederà. Io in questi giorni sto scrivendo i capitoli finali di questa storia, quindi, mi dispiace dirtelo, ma dovrai sopportarmi ancora un pò con questa storia e ti avviso che non è cortissima =) Mi adori?? Potrei mettermi a piangere *.* Ahahah si, la ragazza è decisamente insopportabile, ma tranquila che non intralcerà con la storia di nessuno, era solo un piccolo personaggio di passaggio =) Si, comunque il nome è obbrobioso come la persona che è. Ti faccio sapere che esiste davvero una persona così. -.- e purtroppo la conosco. -.- Ma noooooo, perchè immaginavi di peggio?? Anch'io sono pessimista non ti preoccupare. Siamo in due. =) Comunque, come hai potuto leggere, eccoti la conoscenza della Ila con la mamma di Simo =) Carina, no? Non vedo l'ora di leggere la tua recensione. Un bacione. alla prossima^^

Miley90: Si, per fortuna è andato tutto bene. Be, era normale che la Ary si preoccupasse. =) Eccoti qua, un piccolo assaggio della Ila e Simo, nella prossima avrai di più. Un bacione. alla prossima^^

Little_Dreamer93: Gemeeee, adesso voglio vedere se trovo io qualcosa da dirti Ihih, magari ci siamo già dette tutto su msn =) Comunque, vedi che ho postato oggi? Ti ho già spiegato i motivi del perchè non ho postato. Poca voglia di postare alle undici e mezza di sera =) Ahahahah come fai a non sapere come si fa una faccina triste? Non è possibile. Aahahahah sto morendo. Come sempre stavo morendo dal ridere leggendo le tue recensioni. COmunque, ricordo che siamo 1-1 Ihih vediamo come attacchi. XD Oddio, favoloso esagerata. Era carino. Divertente, penso e spero. =) Ahahah si Ornella è un nome obbrobioso e schifo e ti giuro che la tipa a cui mi sono ispirata assomiglia più o meno ad un ornitorinco, anzi, forse l'ornitorinco è più bello. ahahaha Be, se tu uccideresti la tipa uguale a questa, io le farei molto di peggio a questa. -.- Ahahahah un anfiteatro di cazzi tuoi ahahahah lo diceva sempre la mia vicina di banco a scuola ahahahahah Si, ma guarda davvero la gente non sa farsi i cazzi suoi, ma dico, ma che te frega della nostra amicizia, trovati qualcuno e fatti un'amicizia. A parte che non puoi creare un amicizia a comando, è impossibile, però fa niente. Se tu non sei riuscita ad avere un amicizia con lei, come ce l'ho io? Non so cosa dirti. Fattene una ragione e non rompere i coglioni a noi -.- Ok, Tea, calma. Respira. Ce la puoi fare. =)Ok, si vede che la questione mi riguarda vero? Ahahahah era ovvio che le bruciava. Ahahaha ma non ti preoccupare pensi che Edo, sarebbe stato con una così? Povero il ragazzo che se la prende -.- Ahahahah si, anch'io l'ho adorato ancora di più mentre scrivevo. Ma infatti, chi non troverebbe adorabile uno come Edo? E poi sapevo che lui si stava innamorando della figlia, come poteva non piacergli? impossibile. Ahahah be anch'io gli salterei addosso Ihih Però preferisco Simo *.*Ahahahah penso che la Ary sia in dubbio nel portarlo a letto, è la sua prima volta, ma io non esiterei. E siamo nella stessa situazione ahahah Come vedi c'è una piccola comporsa del tuo adorato Simo, spero che sei contenta =) Come potrei non sopportarti? Certo che ti sopporto, penso che sei tu quella che non sopporta me XD Ma certo che la Fede si rende conto delle figure di merda che fa fare alla Ila, ma lo fa apposta. Ahahahah Però dai senza il suo preziosissimo aiuto, i due piccioncini non avrebbero avuto un incontro ravvicinato se lei non le avesse fatto fare figure di merda. =) Ok, faremo una gara io, te e la mia best per chi fa prima il giro sulla giostra, ma scommetto che lo farai tu. =( qua da noi pochi hanno il piercing alla lingua =( Per mia sfiga, anzi nostra, per mia sfiga e per quella della mia best =(Ahahah nono, Ornella non tornerà più tranquilla e  be, Mattia andrà da un'altra parte =) Comunque, scusa per il piccolissimo ritardo =) Allora, hai visto il tuo amore in coma? Non piangermi nè? non vorrei mai. Ihih Spero che il capitolo ti sia piaciuto, geme. Un bacione. Ti voglio bene^^

FUNNi: Ahahah Edo sembra tanto carino, carino, ma quando deve tirare fuori la sua parte da stronzo la tira fuori, eccome se la tira fuori. =) Per la conoscenza con il papà dovrai aspettare ancora un pò di capitoli =) Ma non ti preoccupare che la saprai la sua reazione =) Si, la frase in dialetto è bellissima Ihih. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

jimmina: Ti prometto che presto metterò le foto =) Così potrai vederli =) Be, tranquilla che per adesso non finisce Ihih la storia è ancora lunga =) Lo spero anch'io per te che prima o poi incontrerai qualcuno che ti ami e vedrai che sicuramente sarà così, come spero per me =) Alla prossima. Un bacione^^

ColeiCheAmaEdward: Davvero moltissimi riferimenti puramente casuali. ahahah ma magari tu-sai-chi facesse una figura di merda così ahahahahah sarei la prima a riderle in faccia ahahah Eccome se la Ary sfolla parlando di tu-sai-chi com'è successo stamattina, nè?? ahahah La Ila?? Sfollare? Nooooo, le verrebbe solo da tirarle un cazzotto quando la vede XD Decisamente meglio se stai zitta ahahahahah non combina niente di strano. Per adesso. ahahahahahah Ok, meglio se la pianto di ridere. =D A tra qualche nano secondo su msn (mi hai appena scritto ahahaha)

CrisAngels: Finalmente ti sento =) Vedrai che l'orale andrà benissimo e mi raccomando fammi sapere =) Non ti preoccupare per la ragazza è stata solo una piccola parentesi diciamo divertente. =) Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima ^^

Ed ecco fatto, ho finito =) Allora, per lo spoiler vi lascio come al solito al mio blog =) http://cherrybombswonderland.blogspot.com/

Alla prossima girls. Sperando di vedervi sempre più numerose anche nelle recensioni ^^

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Capitolo 25
*** Me lo prometti? ***


 

Me lo prometti?

Ila POV

 Dovevo avere maggiori prove di questo effetto che gli facevo.

Mi avvicinai e gli diedi un leggero bacio sul collo.

Il battito aumentò ancora. Mi staccai. Feci regolarizzare il battito.

Gli diedi un leggero bacio a fior di labbra. Il battito aumentò.

In quel momento arrivò il dottore.

Bea era decisa a fargli vedere quello che aveva appena scoperto.

Feci la stessa cosa di prima ed Edo pure.

-Allora, dottore? – chiese Bea speranzosa.

-A quanto pare suo figlio riconosce questa ragazza. Non capisco per quale strano motivo, ma riconosce il tocco, la mano, forse anche la voce. È un buon segno che riconosca qualcuno. Dovresti parlargli di qualsiasi cosa. Prova a parlargli.- disse rivolto a me.

-Ci proverò. – dissi facendo un piccolo sorriso.

-Ci vediamo più tardi per un controllo.- disse avviandosi verso la porta.

-Ok, grazie dottore. – disse Bea, ancora più speranzosa di prima.

-Vi lasciamo soli.- disse poi.

Ok, gli avrei parlato. Gli presi una mano e cominciai ad accarezzarla.

Il battito aumentò cercai di non farci caso.

-Dalla prima volta che ci siamo visti ho capito che tu mi avresti fatto impazzire e infatti è stato così. Non ti sopportavo, sei il classico ragazzo figo, che sa di essere figo, che se la tira e che se le fa tutte. Ti avevo già inquadrato dal primo sguardo che ci siamo dati. Però passando del tempo con te ho capito che eri diverso da come apparivi. Sapevo di non dovermi fidare di te, se mi fossi fidata di te, tu mi avresti usato come qualsiasi altra. Non sai che fatica resisterti e fermarti quando ti spingevi un po’ oltre, ma, in quel momento, la paura di essere delusa di nuovo si faceva sentire. Non volevo essere usata di nuovo. Non volevo essere una delle tante della lunga lista, non volevo cercarti per tutta la città e poi trovarti mentre baciavi un’altra. Però conoscendoti, un po’ ho cominciato a fidarmi, fino a quando non siamo andati al cinema e…….abbiamo incontrato la ragazza della sera prima. In quel momento mi sono di nuovo resa conto che potevi usarmi e che io ci avrei sofferto. Non potevo permettere che accadesse. Così cominciai ad evitarti, a non guardarti, non perché ti odiassi solo perché se ti avessi guardato, non avrei pensato più a niente e avrei seguito il cuore. Poi quando Mattia mi ha cercato ho pensato “Che ho da perdere? Tanto Simo non mi vuole, a me Mattia piace. Ci si può provare. Ma non so se ti è mai capitato, di fare qualcosa con una persona e di immaginare di farla con un’altra. – mi misi a ridere. – se in questo momento stessi ascoltando e,fossi conoscente,  mi avresti chiesto cosa avessi fatto con quello stronzo e io ti avrei risposto che non ci avevo fatto niente e che se comunque fosse, io non dovevo dare spiegazioni a te. Tutto con la mia solita voce acida ed incazzata. – risi ancora e mi sembrò di vedere un piccolo sorriso increspato sulle labbra di Simo, ma forse erano solo delle allucinazioni.- comunque a me è successo con Mattia, baciavo lui, abbracciavo lui e certe volte immaginavo di farlo con te. Non sai che sofferenza per me, sapere di non avere speranze con te e che non te ne fregasse niente, mentre io ci ero cascata con tutte le scarpe. Finché Edo oggi non ci ha dato la notizia del tuo incidente. Non potevo crederci. Mi sentivo mancare, morire. Non potevi morire. Dovevi rimanere in vita, per me, per stare con me. Così mi sono precipitata qui e ho conosciuto tua mamma. Sembra simpatica e pure molto protettiva. È anche molto bella, perché non hai preso gli occhi azzurri da tua mamma? Sai che figo che saresti stato moro con gli occhi azzurri? Altro che una a sera, ne avresti avute almeno due o tre.- risi e di nuovo mi sembrò di vedere un piccolo sorriso sulle sue labbra. Probabilmente era solo stanchezza.- è cinque giorni che sei in coma. Quando deciderai a svegliarti? Se dovessi sentirmi sappi solo che sono qua con te e rimarrò finché non ti sveglierai, anzi finché non guarirai del tutto. – perché feci caso solo in quel momento che aveva una gamba e un braccio ingessati e qualche graffio sul viso. Non ci avevo fatto nemmeno caso, eravamo messi bene. Scesi con lo sguardo e cominciai a guardare la mano che era tra le mie.

-Me lo prometti?- disse una voce un po’ roca.

-Certo che te lo…..- alzai di scatto la testa e trovai Simo che mi guardava e che mi sorrideva leggermente.

-Non guardarmi come se fossi un fantasma.- mi disse sorridendo. Aveva una voce roca, dovuta al troppo dormire. Ma era tremendamente sexy. Mi sedetti sul suo letto e lo abbracciai. Lui mi abbracciò come poteva, era leggermente bloccato.

Nonostante fosse in ospedale la sua pelle sentiva ancora di arancio mista al profumo di Armani. Era buonissimo.

In quel momento entrò la Bea, la Ary ed Edo.

-Non ci posso credere, Simo. – disse la Bea che cominciò a piangere.

Io mi allontanai da lui che non voleva lasciarmi andare.

-Simo, non ti sembra il caso di abbracciare tua mamma?- gli dissi all’orecchio.

-Non voglio che te ne vada. – mi sussurrò all’orecchio.

-Non me ne andrò. – gli dissi guardandolo negli occhi. Mi lasciò andare e sua mamma venne ad abbracciarlo.

-Ciao mamma.- disse lui con la voce  che cominciava a tornare normale.

-Pensavo che saresti morto.- si staccò da lui. anche lei era seduta sul letto come lo ero io poco fa. – invece la Ila ti ha salvato la vita e soprattutto tu sei in punizione da oggi.- disse severa la Bea, puntando il dito contro il figlio. Simo era scioccato.

-Cosa?? Ma se saranno 10 anni che non mi metti in punizione.

-Hai descritto malissimo la Ila. Sembrava una ragazza qualunque, invece non lo è.- disse guardandomi.

-No, non lo è. – disse guardandomi anche Simo con un sorrisino. Io arrossii come al mio solito. Andarono a salutarlo anche Edo e la Ary.

Non sono una ragazza qualunque? E pensare che io mi sono sempre considerata nella media, cioè anzi forse anche un po’ di meno. Non ero tutta questa bellezza, ero normale, mi consideravo normale. Sentirmi dare della “ragazza non qualunque” mi lasciò un po’ senza parole.

Erano le quattro del pomeriggio.

Cominciavo ad essere stanca.

Bea, la Ary ed Edo uscirono.

-Senti, forse è meglio se vado anch’io.- dissi alzandomi dalla sedia quando Simo mi prese un polso.

-Dove pensi di andare?- mi chiese. Ormai la sua voce era tornata normale, ma era ancora dannatamente sexy.

-Ti lascio riposare.- che cazzata che avevo detto, aveva riposato per 5 giorni, potevano bastare.

-Ma si ho appena dormito 5 giorni. – disse ridendo per tirarmi in giro. Lo guardai male.

-Scusa. Grazie per avermi parlato insieme.

O merda, non dirmi che aveva sentito tutto.

-  Mi sentivi?- chiesi io più incuriosita nel sapere se avesse sentito

tutto e ricordasse o non ricordasse proprio niente.

-Si, ti sentivo, ma non mi ricordo cosa mi dicevi. L’unica cosa che mi ricordo è quando mi hai detto che saresti rimasta finché non sarei guarito.

Tirai un respiro di sollievo.

-Perché sospiri?- mi chiese incuriosito. Mi guardava come se volesse leggermi nel cervello.

-Niente.- dissi arrossendo.

-Eri preoccupata, non sapevi se avessi sentito tutto e se ricordavo. Cosa mi hai detto di così strano? Vorrei tanto ricordarmelo.- mi guardava, ormai ero seduta sulla sedia. Sbadigliai.

-Sonno?- mi chiese.

-Leggermente. Sono in piedi dalle 6 e poi parlare ininterrottamente con uno che non ti risponde neanche, è un po’ stancante.

-Appoggiati.- disse posando una mano sul letto. – appoggiati con la testa e almeno riposati.

Mi appoggiai. Cominciò ad accarezzarmi i capelli.

-Mmmmmm.- lui rise.

-Senti, non ridere. Così è sicuro che mi addormento.

-Bene, tanto devi rimanere qua.- mi alzai di scatto.

-Simo, non posso. Devo andare a scuola, devo farmi la doccia. Non posso stare qua.

-Si, che puoi. Dormiresti qua, ti faresti portare i vestiti puliti e i libri dalla Ary. Poi massimo vai a casa mia e ti fai una doccia. Hai detto che mi saresti stata vicina finché non fossi guarito, ricordi?

-Quando mai ti sei svegliato, non potevi dormire ancora un po’?

-Ila, sono le cinque. Io dovrei andare ci da un passaggio Edo. – entrò la Ary.

-Con l’Audi? E io tutto il viaggio devo stare spiaccicata dietro.- in quel momento entrò Bea.

-No, gli presto la mia macchina. Non mi sembrava il caso di farti stare dietro scomoda. – disse gentilmente con il sorriso.

-Che carina, grazie.- gli risposi sorridendo.

-Ok, allora arrivo.- mi stavo alzando dalla sedia, ma Simo mi prese per un polso e mi fece appoggiare sul letto. La Ary e la Bea uscirono.

-Ma cosa stai facendo?- gli chiesi. Ero seduta sul suo letto  appoggiata sulle mani e con il suo corpo in mezzo alle braccia. Si alzò lentamente. Poi fece una smorfia di dolore, ma rimase comunque nella posizione in cui era.

-Non dovresti stare tranquillo tu?- gli dissi appoggiandogli una mano sul petto. Sotto il pigiama, sentivo i suoi pettorali. Ci guardammo negli occhi. Mi guardò e lentamente si avvicinò. Ci stavamo per baciare. Istintivamente, mi spostai e gli diedi un bacio sulla guancia.

-Ciao. Ci vediamo domani.- dissi uscendo dalla stanza e prendendo la mia tracolla, senza nemmeno girarmi.

-Bene, possiamo andare.- dissi. – piacere di averti conosciuto, Bea.- feci il gesto di stringerle di nuovo la mano. Invece lei mi prese e mi abbracciò.

-Ti devo ringraziare. Se non ci fossi stata tu, mio figlio sarebbe ancora in coma.

-Non ti preoccupare che si sarebbe svegliato lo stesso, non è merito mio. Non serve ringraziarmi.

-Invece è tutto merito tuo e prenditene il merito.

Uscimmo dall’ospedale. Andammo a prendere la macchina di Bea e mi trovai davanti un BMW X5.

-Ma non è quello di Simo?- chiesi ad Edo.

-Si, è sua. Ha fatto l’incidente con la macchina della Bea.- mi disse.

-Quindi vuol dire che salirò su una BMW X5?- chiese la Ary sognante-

-Si. Non è sta gran cosa, te lo assicuro. – dissi io.

Edo mise in moto.

-Vorrei tanto sapere come hai fatto.- mi chiese Edo.

-A fare cosa?

-A svegliarlo.- mi guardava dallo specchietto retrovisore.

-Non lo so. So solo che ho cominciato a parlare ed ad un certo punto mi ha risposto. Non so cosa ho fatto, anzi penso proprio di non aver fatto niente.

Edo accompagnò a casa prima me, poi la Ary, come era giusto che fosse.

Arrivata a casa, mi dovetti sorbire l’interrogatorio di mia mamma: chi fosse questo Simo che era in ospedale, come avessi fatto a conoscerlo,  che cosa c’era stato tra noi due, che fine aveva fatto Mattia, chi mi aveva accompagnato a casa, quanti anni aveva Simo e, di conseguenza Edo, dove abitassero e via dicendo.

Dopo averle spiegato la situazione nei minimi particolari.

Era felice, ma anche scioccata.

-Cioè, Simo si è svegliato grazie a te.

-Si.- era la cinquantesima volta che lo ripeteva.

-Devi piacergli molto.

-Ma ti prego mamma. È il classico fighetto di turno che se la tira e che ne ha una diversa a sera.

-Potrebbe cambiare.- disse stranamente positiva.

-Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.- io ovviamente non mi contraddicevo mai.

-E che ne sai.

-E vuole che stia là con lui. cioè mentre dormiva gli ho detto che gli sarei rimasta vicina finché non sarebbe guarito del tutto e adesso vuole che stia in ospedale con lui, quando non ho la scuola.

-Be, puoi farlo. Magari ti dà una mano a studiare.

-Magari.- sottolineai ridendo.

-Si, si può fare. Magari viene a prendere la Ary quello che ti serve e i libri e te li porta.

-Ok. Poi per fare la doccia non preoccuparti, troverò qualcosa.

-Ok.

Andai a dormire con quella sensazione di smarrimento: quella era l’ultima notte che avrei dormito nel mio letto.

Però ero felice. Avrei passato del tempo con Simo, anche se eravamo solo amici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Come state? Finalmente il nostro Simo si è svegliato *.* Patato lui *.*E la nostra Ila che gli ha aperto il cuore? Per sua fortuna (o forse sfortuna non lo so) lui non ha sentito niente. Quindi, posso ufficialmente dirvi che SIMO è tornatoooooo. Spero che ne siate felici. =) Detto questo, avviso che per un pò la Ary ed Edo, lascieranno lo spazio ai due rincretiniti della Ila e Simo, devo risolvere un pò di cose e ne avranno di tempo da passare insieme, lei deve fargli da infermeriera. Ahahahah vi assicuro che se ne vedranno delle belle ed i capitoli saranno abbastanza lunghi, se saranno troppi lunghi e vi annoieranno mi raccomando avvisatemi che li accorcerò e li dividerò =)

Altra cosa che volevo dirvi, ma voi volete vedermi morta? O almeno farmi venire un infarto? Ragazze, non ci posso credere, aumentate sempre di più, ma com'è possibile? Dovete assolutamente spiegarmelo. Io sono sicura che un giorno di questi morirò. Ogni volta aumentate sempre di più e non riesco a capirne il motivo, prima o poi mi verrà un infarto. Ihih

Ho deciso di postare oggi, anche se forse non ho scelto il giorno migliore per postare dato che oggi è uscito al cinema Eclipse *.* Siete felici? Io vado domenica con la mia migliore amica *.* Allora, spero che chi va a vedere oggi il film non sia troppo eccitata da non leggere il capitolo. ahah

Volete darmi la soddisfazione di leggere 10 recensioni? Ma se volete farmene leggere di più non è un problema, ne sarei davvero felicissima. Voglio davvero ringraziare tutte le stupende 9 persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Tutte le recensioni erano lunghe  e bellissime ed ad ogni recensioni una lacrima scendeva. A leggere tutte quelle recensione lunghe, avevo l'espressione così *-* uguale come la faccina  e avevo anche gli occhi lucidi oltre tutto.

Quindi ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia che hanno inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate. Ringrazio le persone che mi hanno inserito tra gli autori preferiti. Mi state davvero rendendo felici ragazze, non pensavo in così tanto consenso che aumento ogni volta di più.

Voglio dare un benvenuto alle nuove seguaci =) Carissime, sono felice che la storia vi piaccia =) Sarei felicissima di sapere le vostre opinioni.

Passo a rispondere alle vostre recensioni pulzelle:

FUNNi: Grazie per aver lasciato una recensione nonostante fossi di fretta. Lo apprezzo molto. =) Be,non sei stata l'unica a pensare che la Ila avrebbe conosciuto la mamma di Simo in un'altra occasione, ma purtroppo è stata questa. Spero che il capitolo del risveglio di Simo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

lunadArgento: Ahahah non chiedermi come mi sia venuto in mente, mi è venuto in mente e basta. Mi sembrava una cosa carina che si riavvicinassero per un incidente. =) Be, Edo non ha detto niente alla Ary perchè non voleva dirglielo al telefono e poi pensavano che fosse una cosa meno grave, cosa che invece non era e poi non voleva preoccuparla per niente, anzi preoccuparle. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

Little_Dreamer93: Ciao Geme, noooo dai non essere in lutto. Come hai potuto leggere il tuo adorato, nonchè unico amore Simo si è svegliato. Perchè portare il lutto, alla fine non è durato tanto il suo coma. Ahahahah hai paura di farmi esaurire? Ma dovresti saperlo che io sono già esaurita. Ihih Oddio, questa storia ti coinvolge in una maniera assurda, esagerata come sempre, devo dirtelo. =) Edo non ha detto di Simo alla Ary perchè pensava non fosse una cosa grave e poi non voleva far preoccupare nè lei nè la Ila. La Ila appena l'ha saputo si è fatta portare subito da lui perchè voleva vederlo. Lo avrei fatto anch'io a precipitarmi da lui. *.* Eccome se l'avrei fatto. *.* Ahahahahah stile Heidi con le caprette, sono caduta dalla sedia quando l'ho letto ahahahah Non ti chiederei mai che ti sei fumata perchè primo ci sono abituata e secondo tu protresti chiederlo a me ogni giorno, ma non lo fai. Quindi. =D Effettivamente il contesto è molto triste, ma lei che gli tocca la mano e lui che lo sente *.* è romantico. *.* Che patati *.* Eh si la Ila lo vorrebbe baciare, ma per il fatidico bacio devi aspettare ancora un pò. IHih. Certo che li faccio vedere magari stasera mi metterò d'impegno e farò tutto sul blog come si deve. =) E poi cosa rompi tu li hai già visti -.- Magari a Londra sarai fortunata e troverai un ragazzo con il piercing sulla lingua. *.* MAgari *.* anche se non andrebbe bene perchè vinceresti tu -.- Sisi, tranquilla che il seguito è già in fase di scrittura, sto già scrivendo il secondo capitolo =) Sembrerà strano se te lo dico, ma stavolta sono io quella che non sa cosa dirti. Ihih. Davvero. Vedi finalmente il tuo love si è svegliato =) Con il piccolo aiuto della Ila =) Be, ti dico solo che nei prossimi capitoli ci sarà da divertirsi con lei che va in ospedale a fargli da infermiera. Ihih. Ti saluto geme. Ci sentiamo su msn. Ti voglio tanto bene. Un bacione^^

TheDreamerMagic: Ciao cara! Siamo in due a non avere i compiti delle vacanze sono stata bocciata =D Ahahahah quello è il lato positivo della cosa. Ihih. Appena sai qualcosa degli esami,fammi sapere nè? Mi raccomando. Ohoh certo la mia è la prima della lista, come se ci credo che la mia storia è bellissima -.- per me esageri. ahahahah per le tue storie mi sa che seguo solo quella sui volturi o forse anche altre, ma non ne sono sicura. Quella dei Volturi mi piace un sacco, rido sempre fino a cadere dalla sedia. Oddio, una maga. Ma perchè tutte mi definite in modi strani? Io non controllo l'umore degli altri non sono mica Jasper eh. ahahahah. No, comunque, non conosco una ragazza che si chiama ornella, conosco una ragazza come ornella, è da lei che ho preso l'ispirazione per questo personaggio di passaggio =)Come vedi Simo si è ripreso il prima possibile =) Come vedi non hai aspettato molto per questo capitolo e non sei rimasta molto in ansia =) Spero che ti sia piaciuto. Un bacione^^

CrisAngels: Non ti preoccupare questa storia andrà avanti ancora per un pò, non siete nemmeno a metà storia figurati, anche se ci arriverete molto presto. =) Poi ci sarà anche il seguito, quindi mi potrai sopportare anche là. Allora ti è piaciuto il risveglio di Simo? E quello che gli ha detto la Ila? Finalmente quella ragazza ha parlato con il cuore in mano anche se lui non ha sentito. =( Spero ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

ColeiCheAmaEdward: Ahahaha vuole che aggiunga ancora qualcosa sul colore degli occhi della Ary?Facciam prima a dire che ha gli occhi arcobaleno almeno siamo a posto. ahahah Senta, non se la tiri perchè sa come andrà avanti la storia, perchè sa quanti capitoli mancano alla fine e perchè sa come finisce -.- pensi alle povere lettrici che devono aspettare che io posti per leggere la storia.-.- lei basta che apre la cartella dei documenti e si trova lì tutti i capitoli belli e pronti da leggere. -.- ahahahah ma cosa vuoi che pensino. Pensano che succeda qualcosa, ma di certo non che la Ila gli salti addosso -.- Che tenerezza *.* Ok, la pianto. Vorrei dire qualcosa di più, ma non posso (su te e me non sulla storia =D) Ci sentiamo quando torni dal pranzo =)

Cate1994: Finalmenteeeee, ti stavo dando per dispersa o sotterrata da qualche parte per colpa dell'inondazione anche se speravo davvero di no. Quando ho sentito dell'inondazione ho pensato a te che eri partita per la francia lo stesso giorno.Ahahah comunque tranquilla non sei l'unica che voleva uccidere Mattia. Almeno leggendo tutti e 3 i capitoli insieme non hai dovuto restare con l'ansia di sapere cosa sarebbe successo nel capitolo dopo. =) Grazie per l'idea geniale, non mi ricordo neanche come mi sia venuta in mente. =) ahahaha non ti preoccupare il citrullo lo molla prima poi stai tranquilla. Ahahah ti consolo dicendo che Edo non è nè un vampiro, np un serial killer, nè un assetato di sangue, nè nient'altro. =) Si è troppo perfetto per essere vero, ma non saltare a conclusioni affrettate. =) Noo, come il bagno fatto per me è stato quasi doloroso T.T non volevo. potevi anche non farlo o farlo un altra volta. Non ti preoccupare che anche con me la sfiga ha molto da lavorare, anzi vive in me senza pagare l'affitto, dice che solo con me guadagna poco, ma che non può avere altri clienti perchè io le occupo tutta la giornata -.- Tranquilla per la follia,mi è piaciuta un sacco la tua recensione, davvero molto, spero che sarai di buon umore anche quando recensirai questo capitolo. =) Sperando che ti sia piaciuto ovviamente. un bacione. ^^

jimmina: Si, leggermente troppo drammatica la tua supposizione, ma in un certo senso è colpa della Ila tra qualche capitolo lo capirai. =) Carine le protagoniste che ti sei immaginata, be sulle protagoniste lascio libera fantasia non metterò mai delle loro foto. =) ahahahaha la mia testa non farebbe mai morire un personaggio importante come Simo, ti assicuro che in questa storia non muore nessuno. Nono Edo non farà incidenti. =) tranquilla. Spero che il capitoolo ti sia piaciuto. Un bacione. ^^

effe_95: Sono felice che tu abbia lasciato una piccola recensione anche se non avevi molto tempo. Lo apprezzo molto. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione^^

Come sempre per lo spoiler vi lascio al mio blog http://cherrybombswonderland.blogspot.com/  e vi prometto che per il prossimo capitolo avrò messo le foto di tutti: Edo, Simo, Mattia, la stronza. =) Sperando che vi piacciano.

Alla prossima ragazze^^ Piccolo avviso ragazze,ho appena postato le immagini dei protagonisti con piccole descrizioni^^

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Capitolo 26
*** Primo giorno da infermiera ***


 

 

 

Primo giorno da infermiera

Ila POV

Mi svegliai con un sorriso ebete stampato sulle labbra.

Scesi dal letto e ricordai.

Quel giorno dopo la scuola sarei dovuta andare da Simo a fargli compagnia e a fargli da infermiera, non poteva svegliarsi 10 secondi dopo? Così cercai di prendere le cose più importanti: carica batterie, spazzolino, dentifricio, cuffie del telefono, soldi, pigiama, qualche vestito di ricambio, reggiseno, anche se la Ary mi avrebbe portato qualsiasi cosa mi sarebbe servita dovevo portarmi dietro qualcosa.

Uscii di casa con la mia tracolla e la borsa.

Arrivai in fermata, presi il pullman.

Con la Ary parlammo del più e del meno.

Scendendo dal pullman accesi la mia solita sigaretta.

Arrivammo a scuola e c’era già Edo che aspettava la Ary. Che teneri che erano, stavano benissimo insieme.

Aspettavo la Fede con impazienza non so perché.

Ero felice, ma allo stesso tempo impaziente.

Il sorriso da ebete che avevo avuto da quando mi ero svegliata, mi scomparve quando vidi arrivare Mattia da lontano.

Cazzo, Mattia. Ecco di chi mi ero dimenticata e adesso che facevo? Non potevo dirgli che per i prossimi giorni sarei stata all’ospedale per fare da infermiera a Simo, cazzo. Non sapevo cosa inventarmi. La Ary in quel momento mi guardò e capì il mio stato d’animo.

-Ila, che pensi di dirgli? – mi chiese la Ary.

-Ho un parente all’ospedale? E se non glielo dicessi? Alla fine io e lui ci vediamo solo a scuola, non sarebbe un problema se non glielo dicessi. Tieni questa in mano. – le lanciai la borsa con dentro lo stretto necessario che mi sarebbe servito.

-Ciao amore.- mi disse Mattia che mi venne vicino e mi baciò.

-Ciao.- gli sorrisi. – Vengo su dopo.

-Ok.

-Mi spiegate che cosa non dovresti dire a Mattia?- la Fede era in parte a me che guardava prima me, poi la Ary e poi Edo.

-Simo una settimana fa più o meno ha fatto un incidente è in ospedale. – dissi io.

-Fino a ieri era in coma, poi è arrivata la Ila e si è svegliato. Adesso deve fargli da infermiera e lui vuole che stia là a dormire con lui. – aggiunse Edo.

-Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.- la Fede si mise ad urlare. – Che teneri.

-Si, va bene. Ok. Io me ne vado. – dissi io. Salii le scale e me ne andai.

Mi stavo mettendo in un guaio che in quel momento non potevo nemmeno immaginare: come avrei fatto a stare con Simo e in più studiare? Sarei riuscita a dormire? Di certo non sarebbe guarito in poco. forse lo avrebbero mandato a casa in pochi giorni e io sarei tornata alla mia vita normale.

Va be, era inutile che mi fasciavo la testa prima del tempo, oggi sarei andata là e sarebbe successo quello che sarebbe successo.

 

 

 

La giornata passò abbastanza velocemente con i miei soliti scleri e le mie cazzate sparate.

Avevo voglia di vedere Simo, ma non avrei dovuto lasciarmi andare troppo. Ieri era la prima volta che lo vedevo dopo quasi un mese. Pensavo che rivederlo non mi avrebbe fatto più lo stesso effetto, ma forse, era anche peggiorato.

Uscii dalla classe ed andai a prendere la Ary, fuori dalla sua classe c’era già Edo.

-Ciao. Pronta per una nuova avventura?- mi chiese Edo sorridendo.

-Diciamo di sì. Non so nemmeno perché lo sto facendo. Non poteva svegliarsi qualche secondo dopo, così non mi avrebbe sentito?

-No, non poteva. Forse è meglio così.

Uscii la Ary dalla sua classe.

-Dopo ti do un passaggio fino all’ospedale, se vuoi.

-Non serve grazie.

Scendemmo le scale e facemmo la via. Io parlavo con la Fede e la Ary era dietro con Edo.

Salutai tutti e presi la filo per andare all’ospedale.

Arrivai nel reparto di Simo e successivamente alla stanza 22, la sua. Fuori c’era sua mamma.

-Ciao Ila. Come va?- mi chiese notevolmente felice e serena.

-Bene, grazie. Tu?

-Molto meglio. Senti, qua ti ho portato da mangiare.- mi porse un cestino con dentro da mangiare.

-Non dovevi, davvero. Potevo arrangiarmi.- le dissi sorridendo.

-È il minimo. Stai qua al posto mio, fai compagnia a Simo, l’hai salvato. Finché verrai qua ti porterò il pranzo tutti i giorni.

-Grazie, mi dispiace che ti disturbi e soprattutto che disturbo.

-Ma tu non disturbi tesoro, anzi. Tranquilla, non sei d’impiccio. Senti, quando hai voglia di farti una doccia o di darti una rinfrescata, basta che chiami e ti vengo a prendere. Vieni a casa mia e ti sistemi. Ok?- era davvero gentilissima.

-Davvero grazie.

-No, grazie a te. Io vado a casa. Per qualsiasi cosa chiama.

-Grazie. Ciao.

Entrai in camera con il cestino con le cose da mangiare. Che tenera che è stata. Appoggiai il cestino sul tavolo.

-Buongiorno.- la voce di Simo, mi ricordò perché ero lì.

-Buon pomeriggio, forse.- lo corressi.

-Non cominciare a mettere i puntini sulle i.- era nel letto sdraiato. Si vedeva che stava meglio, aveva riacquistato la sua faccia da stronzo. Gli avevano tolto tubi e tubicini. Appoggiai la tracolla.

-Come è andata la giornata?- mi chiese. Sembrava una conversazione tra moglie e marito, che brutta roba.

-Bene. – ero seduta sul tavolo.

-Non mordo lo sai vero?- disse indicandomi la sedia in parte al letto.

-Lo so, ma non ho voglia di sedermi su una sedia.

-E allora ti siedi sul tavolo?- sembrava divertito.

-Si. – ero seduta sul tavolo con le gambe piegate appoggiata contro il muro - sono più comoda -  e così mantengo le distanze da te. Pensai.

Feci vagare lo sguardo per la stanza, era carina nel complesso. Era proprio vero che se avevi i soldi eri un po’ agevolato e immaginavo che Simo lo fosse.

-Non vorrai rimanere zitta per tutto il tempo, vero?

-E se anche fosse?- stavo tornando acida come sempre.

Il suo sorriso divenne una smorfia di dispiacere.

Il giorno prima ero tutta gentile e carina, e in quel momento? Lo trattavo di nuovo di merda.

-Scusa. Non volevo risponderti male. – dissi guardandolo.

La sua espressione cambiò, ma non del tutto.

Decisi di andare a sedermi sulla sedia in parte al suo letto, mi sarei appoggiata, mi sentivo la testa pesante.

Scesi dal tavolo e mi diressi verso la sedia.

Mi sedetti e appoggiai la testa sul letto.

-Ti fa niente?- gli chiesi guardandolo.

-No, tranquilla.- sembrava felice.

Chiusi gli occhi. Avevo sonno. Durante la settimana dormivo davvero poco e il pomeriggio tornavo a casa stanchissima.

Cominciò ad accarezzarmi i capelli.

-Non dovresti odiarmi?- gli chiesi ancora con gli occhi chiusi.

-Perché dovrei odiarti?-

-Se fossi in te, io mi odierei.- Lui rise, le sue mani passavano ed accarezzavano i miei capelli.

-Invece io non ti odio. Sei tu che odi me. – spalancai gli occhi di colpo e lo guardai.

-Io non ti odio. Non mi fido di te, è diverso.

-Hai ragione l’odio sarebbe sempre un sentimento, ma non provi neanche quello per me.

Non sapevo cosa dirgli, cosa rispondergli. Non lo odiavo, non lo amavo, ma comunque, nonostante tutto, gli volevo bene.

-Io……- non sapevo cosa rispondergli.

-Non serve che mi dai spiegazioni o dici qualcosa, va bene così, me ne farò una ragione.- si zittì, ma continuava a toccarmi i capelli.- come va con Mattia?

-Con chi?- mi stavo avvicinando tra le braccia di Morfeo.

-Con Mattia

-Mmmmm.- mi uscì un verso di piacere. Lui rise. – diciamo che….mmmmmm….va.- lentamente passò dai capelli alla schiena e cominciò a farmi i grattini. Pochi secondi dopo mi alzai di scatto.     

-Smettila. – lui mi guardò e rise.

-Sto fermo, giuro.- mi riappoggiai e chiusi gli occhi. Poco dopo le sue dita erano di nuovo sulla mia schiena.

-Mmmmmm. Non ti……avevo detto di…s-smetterla??- la mia voce non era più sicura come prima. Non mi rispose neanche.

Lentamente caddi tra braccia di Morfeo, accompagnata da quelle dita che scorrevano lentamente sulla mia schiena.

 

 

Mi svegliai con delle voci in sottofondo.

Erano entrati i ladri in casa? Oddio, ed io ero lì che dormivo tranquilla.

Poi mi accorsi di essere seduta su una sedia ed appoggiata ad un letto, quando aprii gli occhi, mi trovai davanti il viso di Simo.

-Dormito bene?- mi chiese sorridendo.

-S-siiiiiiii.- dissi sbadigliando. – Che ore sono?

-Le tre e un quarto. – disse guardando l’orologio appoggiato sul comodino.

-Vai sul sei. – dissi svegliandomi velocemente.

-Che c’è di così importante sul sei? – chiese sorridendo.

-Smallville. Ho un appuntamento con il mio ragazzo, ma lui non lo sa. - Lui mi guardò e rise, poi girò il canale.

C’erano ancora i Simpson.

-Dai vieni su. – disse spostandosi prima con il busto, poi prese la gamba.

-Sei pazzo? Stai comodo, non ne ho bisogno io.- ero seriamente preoccupata che stesse comodo e che non provasse dolore.

-Vieni su e basta.- Sconfitta, salii.

Volevo lasciargli più spazio possibile, non volevo essere di troppo. Infatti ero sul bordo del letto.

Cominciai ad avere freddo. Tremai.

Lui mi prese e mi abbracciò.

Avevo la testa appoggiata al suo petto e il braccio attorno alla sua vita.

Cominciò il telefilm e, come d’abitudine, cominciai a cantare la sigla. Era più forte di me, dovevo sempre cantarla.

Lui rise. Io gli diedi una manata sulla pancia, ma piano.

Fece un verso di dolore. A quanto pare gli avevo fatto male.

-Scusa, non pensavo di avertela data forte. Non volevo farti male.

Mi staccai da lui e lo guardai.

-Non è colpa tua, ho un taglio.

-Posso vederlo? – il mio lato materno stava uscendo a dismisura.

-Vedi solo i punti. – alzò la maglietta del pigiama. Gli diedi una mano. Rimase a dorso nudo e…..be, avevo davanti una visione celestiale. Aveva gli addominali e i pettorali scolpiti. Cioè era….era…perfetto. ero imbambolata che lo guardavo. Mi ripresi quando lui si schiarì la voce.

-Scusa.- arrossii. Mi avvicinai e guardai la ferita. Era proprio nel punto in cui l’avevo colpito. Stavo rischiando di stare male, a vedere ferite, tagli e quant’altro, rischiavo sempre di svenire, ma se fosse successo, sarei stata sicura di non morire ero in un ospedale.

-Ne ho un altro qua. – mi prese la mano, mi fece accarezzare gli addominali ed i pettorali e mi fece toccare una benda sul fianco. – per la verità sono tutto pieno.

Aveva la pelle morbida e i muscoli scolpiti. Tornai nella posizione iniziale

- Qual è il tuo ragazzo?- mi chiese incuriosito e con una certa nota ironica nella voce.

-Appena arriva te lo faccio vedere e non ti preoccupare che te ne accorgerai.

Guardammo il telefilm ad un certo punto…..

-Ciao amoooooooore. Come stai? Sai che oggi sei più bello del solito.- avevo letteralmente la bavetta alla bocca.

-E quello sarebbe il tuo ragazzo?- mi chiese un po’ contrariato.

-Si, perché cos’ha? – chiesi continuando a guardare il mio “ragazzo” alla televisione.

-È biondo.- disse con una faccia strana.

-E allora?- che cosa c’entrava il fatto che fosse biondo? Non è che era geloso vero?

-Pensavo ti piacessero i mori. – che affermazione stupida.

-Se uno è figo, è figo sia che sia moro, biondo o anche castano. Se è figo è figo. Penso che sia la stessa cosa per te con le ragazze.

-Esatto. Ma è….è biondo. – titubante.

-Ancora. Cosa c’è se è biondo.- sbaglio o stavo avendo una mezza discussione?

-È biondo.- sembrava disgustato.

-Senti anche il mio ex era biondo, non ci vedo niente di male.

Rimase in silenzio. Io continuai a guardare il telefilm. Quando facevano vedere Oliver Queen, io facevo perennemente un sospiro di ammirazione, lui sbuffava.

-che cos’hai da sbuffare?- mi stava dando sui nervi

-Niente. – mi girai e aveva un broncio da bambino sul viso. Risi.

-Si, come no.

Cominciò la pubblicità e noi due avevamo gli sguardi legati.

Io mi specchiavo nei suoi occhi neri petrolio, che in quel momento sembravano ancora più neri.

Dovevo slegarmi da quel filo immaginario che ci stava legando in quel momento.

Tornai ad appoggiarmi sul suo petto.

Guardammo tutto il telefilm, poi mi riaddormentai.

Era bello dormire tra le sue braccia.

Sognai di essere in una gigantesca villa, in non so quale posto sperduto. C’eravamo io e Simo. La vista era bellissima, la villa era uno spettacolo. Era tutto molto romantico, ci stavamo per baciare, ma mi svegliai. La fame mi stava chiamando.

Erano le sei e mezza. Tra poco sarebbe arrivata la cena a Simo.

Feci in tempo a scendere dal letto ed arrivò.

-Buona sera. Gliela lascio qua. Vengo a prendere il carrello più tardi.- disse l’infermiera.

-Grazie. Buona sera.

Andai a rovistare nel cestino che mi aveva lasciato la Bea. C’era riso freddo, panini di tutti i generi, insalata, frutta, brioches. Quanto pensava che mangiassi? Per un reggimento?

Tirai fuori del riso freddo e cominciai a mangiarlo seduta sul tavolo mentre guardavo fuori dalla finestra.

Ero persa nei miei pensieri, non mi ero nemmeno accorta, che non so come, Simo si era alzato dal letto ed aveva preso il carrello con il cibo.

Quando mi girai, me lo ritrovai che mangiava.

-Come hai fatto a prendere il carrello? – avevo capito che si era alzato dal letto e se l’era preso da solo.

-Con le mani, forse? –  pensava di fare una battuta?

-Che spiritoso.- Misi a posto il contenitore del riso freddo.

Andai in bagno.

Avevo bisogno di una sigaretta, mentre mangiato avevo cominciato a pensare alla mia storia con Mattia, a che piega stava prendendo in quel momento, al fatto che, da quando era arrivato Simo, Mattia non aveva più lo stesso effetto su di me. Dovevo schiarirmi le idee. Avevo la possibilità di stare da sola, lontana dal mondo.

Andai alla mia tracolla e presi una sigaretta e l’accendino.

-Dove vai?- mi chiese.

-A fumarmi una sigaretta.- mi sembrava una risposta ovvia. Cosa pensi che faccia una persona con in mano una sigaretta ed un accendino? Che vada a giocare a carte?

-Non hai ancora smesso?- mi chiese lui come se fosse mio padre.

-No. – presi su il giubbino e me ne andai.

Trovai subito l’uscita e mi rilassai su una panchina accendendo la sigaretta.

E come se li avessi chiamati, i pensieri cominciarono a vorticare nella mia testa.

Ero a massimo un chilometro di distanza da Mattia, abitava lì vicino. Se avessi voluto, avrei potuto vederlo, avrei potuto parlare e passare del tempo con lui, ma non ne sentivo il bisogno, non ne sentivo la voglia. Questo era un brutto segno, non era possibile non avere voglia di vedere il proprio ragazzo, non era assolutamente possibile. Eppure io non ne avevo voglia, cioè sì, ne avevo, ma non troppa.

Che cosa provavo io per Mattia? So che cosa provavo per lui una volta, lo amavo o forse ne ero solo convinta, ma in realtà non lo ero. Adesso? Provavo amicizia, affetto, cioè lui mi piaceva, ma l’idea di poter stare con Simo, mi piaceva molto di più. Stare con Simo mi dava le stesse emozioni di quando stavo con Mattia prima che sapesse che mi piaceva. Dovevo fare solo una cosa: lasciare Mattia. Non potevo continuare con lui qualcosa che in realtà non esisteva più, ci ho provato, ho provato a stare con lui, ma Simo tornava sempre nei miei pensieri. Ormai era deciso, lo avrei mollato, dovevo solo trovare il modo giusto, non volevo perdere del tutto i rapporti con lui, volevo rimanergli amica, avere almeno un’amicizia.

La pausa sigaretta serviva sempre a qualcosa, mi aiutava a riflettere quando ero sola.

Rientrai ed arrivai nella stanza, proprio nel momento in cui il dottore era uscito dalla stanza.

Misi l’accendino a posto e mi misi a sedere sul tavolo con le gambe piegate. Ero ancora assorta nelle mie riflessioni.

Incrociai le gambe, scesi dal tavolo, presi le cuffie ed il telefono e tornai a sedere.

Avevo bisogno di ascoltare musica, di sfogarmi. Non era il massimo farlo davanti a Simo, ma era l’unico modo per farlo.

Misi su la mia playlist delle canzoni tristi che ascoltavo nei momenti no e che faceva l’effetto di un calmante. Simo mi guardava sul suo letto, non aveva ancora detto una parola.

Mi guardò e poi spense le luci.

Così sarei crollata.

Infatti. Poco dopo cominciai a piangere. Il modo migliore per sfogarsi è piangere e quando ne hai bisogno, è molto meglio farlo.

Ero a gambe incrociate sul tavolo, guardavo fuori e piangevo.

Poco dopo Simo accese le luci e mi guardò.

Mi fece segno di andare là con lui. Scesi dal tavolo ed andai ad appoggiarmi al suo petto. Mi abbracciò. Senza dire niente. Gli stavo rigando tutto il pigiama di lacrime. Spense di nuovo le luci.

Quando mi sentii meglio, mi alzai, tolsi gli auricolari e li misi a posto. Erano le 8, in tempo per vedere i Simpson.

-Metti sul sei.- gli dissi come una bambina.

Accese la tv.

-Ma tu non devi fare i compiti?- perché ogni volta doveva sempre fare la parte del papà?

-Sinceramente? Non mi ricordo. – dissi ridendo.

-Siamo a posto. – allargò il braccio per farmi posto.

-È la tua vicinanza che mi fa questo effetto.- dissi a pochi centimetri dalla sua bocca. Stavolta mi misi con la schiena contro il cuscino, nella sua stessa posizione.

-Se vuoi ti do una mano.

-A fare cosa?- mi girai e lo guardai.

-I compiti. – mi rispose facendo una faccia come per dire “era ovvio”.

-Non ho voglia di farli e poi adesso voglio vedere i Simpson.

-Sembri una bambina.

-A volte sono molto peggio.- ammisi sorridendo.

Guardammo il cartone, tranquilli senza parlare.

Quando finì cominciò il programma 100x100 con Raffaella Figo, che mi stava leggermente sui coglioni.

-Bene, adesso puoi spegnere. – gli dissi sorridendo.

-No. Adesso ti farò conoscere la mia ragazza.

-Non dirmi che è la Fico, se no me ne vado.- e di nuovo quel moto di gelosia. Pensare che lui volesse qualcun’altra, ma dovevo sopportare, io avevo fatto la stessa cosa il pomeriggio.

-Si, è lei. – ammise sorridendo.

-Bene. Ringrazia tua mamma per avermi fatto da mangiare, dille che domani non vengo, anzi che non verrò più in ospedale a trovarti, dille che è stato un piacere conoscerla.- dissi cominciando a raccogliere la mia roba.

-Dove stai andando? – cambiò immediatamente espressione. Il sorriso sulla labbra scomparve e vidi il terrore nei suoi occhi. Di cosa aveva paura? Che me ne sarei andata?

-A casa. Te l’avevo detto che me ne sarei andata se avessi detto che la tua ragazza era…..quella.- dissi con una faccia schifata, indicando la televisione.

Lui rise.

-Che cos’ha? A me piace così tanto.- sfrontato, stronzo. Aveva forse capito che mi dava fastidio?

-Mi sta sui coglioni.- adesso ancora di più, avrei aggiunto molto volentieri.

-A me no. Guarda che bel culo, guarda……- cominciò ad elencare i pregi della ragazza, ma io non riuscii a sopportarlo.

-Si, va bene. Basta, non voglio sentire altro. Ciao.

-Dai, stai qua. Oggi ti ho fatto vedere il tuo ragazzo e io non volevo vederlo? Adesso guardi tu la mia ragazza. – sogghignava lo stronzo.

-Ma a me sta sui coglioni.

-Anche a me stava sui coglioni il tuo ragazzo.

-Non ti stava sui coglioni, non ti piaceva perché era biondo. A me lei sta proprio suoi coglioni.- più andavo avanti a parlare più sembravo una bambina.

-E a me no. È questo che conta, ma tu rimani.- diventò serio verso la fine della frase.

-No.- misi il broncio. Lui rise.

-Non ridere, non ti azzardare a prendermi per il culo.- lo intimai stavolta con la mia solita voce, forse un po’ più alterata.

-Scusa. - andai a sedermi sul tavolo in modo da non vedere la televisione. Rimanemmo in silenzio per un po’ di tempo.

-certo che ha un bel culo. – ok, non potevo sopportare oltre.

-Vado a fumarmi un’altra sigaretta.- lui cominciò a ridere.

-Dai, dove vuoi andare? – rideva. Ma non riusciva a capire che io ero serissima.

-A fumarmi una sigaretta. Non voglio vedere quella per mezz’ora e sentire te che dici “Che bel culo”, “Guarda questo”, “Guarda quello”.

Ormai ero uscita dalla stanza.

Ero appena stata gelosa di una della televisione?

Ma fino a che punto ero arrivata?

Andai nel posto di prima a fumarmi un’altra sigaretta.

Stavolta i pensieri non vorticavano, ero tranquilla, non avevo niente a cui pensare. Ormai avevo preso la mia decisione.

Finii la sigaretta ed entrai.

Quando arrivai nella stanza c’erano la Bea ed Edo.

-Ciao.- li salutai.

-Ciao.- mi salutò Edo dandomi un bacio sulla guancia.

-Mio figlio ha detto che non lo sorvegli e scompari.- mi disse la Bea sorridendo.

-Sa badare a se stesso e dove vuoi che vada conciato così?

-Ha detto anche che te la fai con un dottore. – disse ridendo.

-Si, è alto, biondo, con gli occhi marroni. Di giorno è un dottore, ma di notte è un paladino della giustizia, si chiama Freccia Verde, va in giro con una tutina attillata nei punti giusti, verde ovviamente. Quando non sa cosa fare viene a trovarmi a casa, ma siccome in questo momento sono qua, viene qua.- Simo era leggermente infastidito da questa cosa.- infatti prendo la scusa di andare a fumarmi una sigaretta, per vederlo di nascosto e fare una sveltina. In realtà non la chiamerei sveltina, dura più di mezz’ora e ti giuro che……..mmmmmmmmmmmmm.

Simo era incazzato e continuava a sbuffare. Sua mamma ed Edo ridevano come scemi.

-Ma tu non eri vergine?- mi chiese lui.

-No, in realtà no. Lo dico a tutti, ma in realtà lo faccio tre volte al giorno con lui. Ci piace farlo nei posti più strani e nelle posizioni più strane.- cominciai a ridere anch’io, unendomi alla Bea ed ad Edo.

-Anch’io mamma, ho la ragazza sai? Si chiama Raffaella Fico ed eccola lì che lavora. Appena può prende un aereo e viene a trovarmi. Quel “appena può” vuol dire tutti i giorni e non ci limitiamo a farlo 3 volte al giorno, ma tre volte di seguito. – mi stava cominciando a dare fastidio anche me. Sentivo gli occhi più infuocati. Presupposi che avessero cambiato colore, cambiano con il mio umore e con il tempo.

-Ila, che occhi grigi che hai, non erano azzurri? mi chiese Edo, per fortuna nessuno di loro conosceva questa mia caratteristica.

-Sisi. Ho gli occhi cerulei.

-Che belli. – esclamò Edo.

-E mi stavi parlando di questa ragazza, vai avanti.

Andai alla mia tracolla e presi un’altra sigaretta.

-Ciao Bea, Ciao Edo. Se non ci vediamo dopo, buona notte. Vado a fumare. – ero appena tornata dalla pausa sigaretta da meno di cinque e volevo già fumarne un’altra, quel moto di gelosia mi aveva spinta a fumarne un’altra. Non so se potete capirmi.

-Vengo anch’io. – disse la Bea. Dopo poco mi raggiunse.

-Non sapevo fumassi. – mi disse.

-Si, fumo. Tuo figlio non ti rompe se fumi? –era meglio se cominciavo ad indagare.

-No, non ha mai detto niente. – ammise lei sorridendo.

-Solo a me rompe?- chiesi sbuffando. Lei rise.

-A quanto pare si.- se la rideva bellamente.

-Bene. Quanto deve stare in ospedale?- chiesi sperando che questa tortura prima o poi sarebbe finita. Volevo già tornare a casa, anche se passare del tempo con Simo mi andava bene, ma ero già stanca.

-Pensano una settimana ancora, ma penso che sarà di meno.

-Bene ed io devo rimanere qua una settimana. Il che vuol dire circa 3° 4 sigarette al giorno quando sono qua, il che vuol dire sentirlo farmi la predica come se fosse mio papà per 3 o 4 volte.- mi misi a sedere su una panchina.

-Sei la prima con cui lo fa. Non l’ha mai fatto con nessuna. Tiene particolarmente a te e adesso che ti ho conosciuto ho capito perché: sei una persona gentile, solare, diretta, ma penso che sotto sotto sei timida, romantica. Hai una corazza da cui ti difendi dalle persone che ti potrebbero far del male, ti stai difendendo anche da Simo, l’ho capito. E posso assicurarti che Simo sembra uno stronzo, superficiale, ma alla fine è come te. Anche lui porta una corazza.

-Non mi piace essere presa in giro. Mi sono fidata troppe volte delle persone e poi l’ho preso nel culo, adesso faccio fatica a fidarmi e di lui non ci riesco.

-So che cosa ha fatto e capisco la tua reazione, ma lui a te ci tiene, prima quando scherzavi sul dottore-paladino della giustizia, lui era geloso, parecchio anche. Lasciati andare, non te ne pentirai.- mi sorrise.

Finimmo la sigaretta.

Entrammo.

Simo stava parlando con Edo.

-Io direi che potremmo anche andare.- disse la Bea ad Edo.

-Giusto. Ciao Ila. Ci vediamo domani.- Edo mi baciò su una guancia.

-Ciao Ila. Spero che seguirai il mio consiglio. – disse abbracciandomi.

-Ciao Simo a domani.

Se ne andarono.

-Che consiglio ti ha dato mia mamma? – e per fortuna che dicono che sono le donne curiose.

-Cose da donne. – cercai di rimanere sul vago.

-Di cosa avete parlato mentre eravate via?- ancora? Era un curioso e che cosa?

-Di Freccia Verde. – sbuffò. – sei geloso?

-Io? Perché dovrei essere geloso? Di un uomo che va in giro con una tutina attillata? Naaaaaaaaaaaaaah. – mi sembrava ironico, ma non volevo azzardare supposizioni.

-Va be, se lo dici tu.- presi il pigiama ed andai in bagno a cambiarmi.

Uscii con il pigiama addosso e gli occhiali.

-Come mai porti gli occhiali? – mi guardava in un modo strano che non riuscii a decifrare.

-Perché porto le lenti a contatto forse?- non ci voleva mica un genio per capirlo.

-Davvero? – no, guarda per finta.

-Si.

-Stai così bene con gli occhiali.- mi girai di scatto fulminandolo.

-Non dirlo mai più, chiaro?- mi sentivo delle saette che uscivano dagli occhi da quanto lo stavo fulminando.

-Perché?- mi guardava basito.

-Odio gli occhiali. Li ho sempre odiati.

Presi il telefono. Chiamai la Ary.

-Buonaseraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. – dissi come una scema.

-Seraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa – mi rispose lei.

-Come sta?- le dissi.

-Bene, lei?- tendevamo a darci del lei alcune volte.

-Insomma. Senti bella,- dissi imitando la voce della Fede - domani dovresti portarmi i libri di…..aspetta che prendo il diario. Che mi racconti?

-Niente di che. Oggi Mattia ti ha cercato in fermata. – ecco, che cosa voleva adesso?

-Cosa voleva?- cercai di sembrare il più naturale possibile e di non far trasparire quanto la cosa non mi facesse piacere.

-Mi ha detto che voleva salutarti.

-Ah ok. A tal proposito, ricordami che devo dirti una cosa.

-Su te e Mattia?- la Ary mi capiva sempre troppo bene.

-Si.- stavo rovistando nella tracolla per tirare fuori il diario.

-E perché non me lo dici adesso?

-Perché non posso.

-Perché c’è Simo?

-Si. – poteva arrivarci anche prima.

-Ah ok. Dimmi i libri che ti devo portare.

-Mmmmmm. Allora, storia dell’arte, il libro lo vedi subito qual è, il quaderno è quello con su le due volpi.

-Ok. Poi?- sentivo il rumore della penna sul foglio.

-Poi Russo. Il libro quello giallo, il quaderno e la cartelletta rossa. In teoria basta. – le dissi pensando alle varie copertine dei libri e dei quaderni.

-Sicura?

-Come minimo quando metto giù mi viene in mente qualcosa.

-Come minimo.

-Salutami Spike. Digli che mi manca e che lo amo alla follia, che mi dispiace abbandonarlo a se stesso tutto il giorno, senza di me. Povera stela.- Spike era il mio cane, il mio fratellino, eravamo cresciuti insieme.

-Si, ok. Ciao, buona notte. E fai la brava.- mi disse ridendo.

-Cercherò di fare il possibile.- dissi ridendo. – a domani.

Lasciai giù il telefono.

-Cazzo. È va be, ormai.- Cosa avevo detto? Che mettendo giù il telefono mi sarebbe venuto in mente qualcosa, infatti.

-Ti è  venuto in mente qualcosa adesso. – disse ridendo.

-Si, stranamente.

-Devi dormire con me stanotte. Il letto lo mettono domani.- perché non mi sembrava affatto dispiaciuto?

-Dormo anche sulla sedia, non ci sono problemi e poi se dovesse entrare qualcuno, non mi sembra il massimo che ci vedano dormire insieme.- non volevo che ci trovassero nel letto insieme, non eravamo mica a casa nostra. Eravamo in un ospedale. Non mi sembrava il caso.

-Tranquilla, non entra nessuno se non succede niente.

-Ok.- Entrai nel letto con lui, anche se non ero ancora molto convinta.

-ti fanno male il braccio e la gamba?- chiesi preoccupata. Ricordandomi anche che non gli avevo chiesto come stava.

-Ogni tanto prudono, ma riesco a sopportare.- mi fece un sorriso che mi rassicurò completamente.

-E i punti? I tagli?- mi stavo preoccupando troppo.

-Anche quelli prudono e poi non è che sono cosparso. Ne ho uno sulla pancia, uno dietro la schiena, uno sul fianco e uno sulla gamba.

Gli tirai leggermente su la maglietta del pigiama, per vedere il taglio. A me faceva fastidio vederlo. Soprattutto per i punti.

-Perché questo non è bendato?- chiesi notando che uno era in bella vista, pronto a farmi stare male.

-Sinceramente non so.

Alla televisione stavano facendo un film.

Gli rimisi a posto la maglietta.

-Non ti do fastidio, vero?- dissi abbracciandolo e appoggiando la testa sul suo petto.

-No, anzi.- mi sentivo bene. Protetta. Al sicuro.

Ci fu un momento di silenzio, poi lui cominciò a parlare.

-Parlami della tua famiglia.

-Cosa vuoi sapere?- odiavo parlare della famiglia.

-Tutto quello che vuoi dirmi.

-Ti fa niente se ne parliamo domani? Voglio stare tranquilla e poi ho sonno.- non avevo molta voglia di parlare della mia famiglia e poi non volevo rovinarmi il sonno.

-Non è un modo per sviare il discorso vero?

-No. Sono davvero stanca. – piccola bugia. Era un modo per sviare il discorso. Speravo che il giorno dopo se ne fosse dimenticato e non avrebbe più fatto domande.

-Ok.- disse chiudendo il discorso.

Ero ancora nel dormiveglia, quando sentii che Simo mi tirava via gli occhiali e mi dava un bacio sui capelli.

Sentii lo schienale del letto, abbassarsi un po’.

Adesso ero più comoda.

Mi addormentai. Era stata una giornata lunga e il giorno seguente, lo sarebbe stata ancora di più.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Come state? Dopo un bella domenica passata al cinema con la mia migliore amica. Eccomi qua a postare. =) Be, eccovi il primo giorno da infermiera della Ila. Eheh. Non vi preoccupate, questo è il solo il primo giorno e devo dire anche quello meno movimentato =) Quindi preparatevi, questo è solo l'antipasto ahahahah Sarete felici tutte della decisione della Ila di lasciare Mattia, starete pensando "era anche ora" ahahah Ma sapete doveva chiarirsi le idee, fermarsi a riflettere, passare del tempo con Simo. Era solo quello che avrebbe fatto scattare tutto. Doveva solo passare del tempo con Simo e sarebbe stato tutto facile =)

Posso dire ufficialmente di aver terminato di scrivere questa storia. L'altro giorno ho scritto l'epilogo. Dovrete sopportarmi fino a 60 capitoli ragazze. Avete capito bene. =)  Sperando che fino a quel numero rimaniate tutte. =)

Ma voi ragazze me le state facendo sudare queste 10 recensioni eh? Mi fareste davvero felice a leggere ben 10 recensioni, ma anche se fossero di più non sarebbe un problema. =)

Voglio ringraziare tutto le persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite, preferite e ricordate e le persone che mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti. Davvero grazie ragazze. =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

jimmina: Sono davvero felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. =) Be, la storia tra Ila e Simo è più movimentata certo, è diversa rispetto alla storia tra Ary ed Edo perchè le persone sono diverse, il loro amore è diverso. Non pensare che la storia tra Ary ed Edo sia perfetta perchè non è così. Ricorda che non tutto è oro quello che luccica e di certo la storia tra Ary ed Edo non è perfetta. Devi capire che sono persone diverse che vivono un amore diverso. Alla fine una storia dipende anche dagli atteggiamenti e dai comportamenti di una persona e qua è la stessa cosa. =) No, non mi stai facendo diventare pazza. Si può cambiare idea e tu la stai cambiando =)  Spero che anche questo capitol ti sia piaciuto. =) Un bacione. Alla prossima^^

lisasepe9: Tutte vorremmo un ragazzo così mia cara. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

TheDreamerMagic: Ciaoo, scusa il leggero ritardo =) Bravissimaaaaaaaaaaaa, sono davvero felice che ti sia andata così bene.=) Famm sapere che regalino ti faranno i tuoi genitori. Sono troppo curiosa. =) Ahahah no, non sei scema. Io invece Eclipse l'ho visto oggi e devo dire che è stupendo =)Mi è piaciuto un sacco.=) Sono davvero felice che il capitolo ti sia piaciuto. Si, il discorso che la Ila ha fatto a Simo, è stato bellissimo *.* Peccato che lui non abbia sentito niente. =( Mi dispiace, ma non lo capirà così presto o meglio lo capirà che lei lo ama, ma prima che se lo dicano ci vuole ancora un pò =) Si, anche Bea la adora. Le piace molto. Io non voglio farti impazzire, perchè noi scrittrici vogliamo farti impazzire? Non ti preoccupare che fino alla fine della storia ci saranno pochi capitoli corti e questi capitoli dei giorni in cui Simo è in ospedale sono quelli più lunghi, quindi goditeli =) Grazie davvero. =) Aspetta di sapere cosa succederà nei prossimi Ihih. Alla prossima un bacione^^

FUNNi: Tu pensi che la Ila consideri lei e Simo solo amici? Ti sbagli di grosso, lei non sa definire cosa siano lei e Simo, non è così stupida da pensare di essere solo amici. Per lei lui è qualcosa di più di un semplice amico e anche per lui è la stessa cosa, solo che non se lo son ancora dimostrato. Ahahahah non la vedrai in uniforme da infermiera. Più che fargli da infermiera gli tiene compagnia e che compagnia. Be, in questo capitolo c'è stato solo un piccolo assaggio della compagnia che gli fa. ahahaha. Alla prossima. Un bacione^^

ColeiCheAmaEdward: ooooo, signorina buona sera ahahah Si, la proposta è assurda, ma chi potrebbe resistere al fascino di Simo? Assolutamente nessuno. Ihih Be, ovvio che l'X5 è stupenda. Come potrebbe non esserlo? (noi sappiamo quant'è figa dentro ahahahaha) Certo che so che cosa dovevi leggerlo, come potrei non saperlo? ahahah E sai anche qualcosa su Cristiano Ronaldo, nè? Chissà chi ha questa strana mania. ahahahah Ci sentiamo tra 7 nano secondi su msn. =)

effe_95: Sono davvero felice che il capitolo tia sia piaciuto. =D Simo la tormenterà? e lei tormenterà lui. Ahahah ti dico solo che ne succederanno delle belle, un piccolo assaggio è questo capitolo. =) Be, la reazione di Mattia non tarderà ad arrivare tranquilla =) Simo è bello tuttoooooooooo. :Q____ Ogni tanto quando sono giù di morale guardo le sue foto e mi passa ahahah Scusa, per il leggero ritardo non volevo farti aspettare così tanto. =) Spero che il capitolo non abbia deluso le tue aspettative un bacione. Alla prossima^^

CrisAngel: Spero che a questo punto tu abbia finito di studiare per la tesi =) Si, sono fatti per stare insieme e non ti preoccupare che questi giorni da infermiera aiuteranno i due rincretiniti. =) è davvero un peccato che Simo non abbia sentito. =( Si, Simo ed Edo sono stupendi :Q___ Non ti preoccupare che le foto della Ila e della Ary arriveranno. Ormai tutte me le avete chieste e non fare altro, se non accontentarvi. =) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto =) Un bacione Alla prossima^^

Lua93: Ciao gemeeeeeeeee, Certo che conosco benissimo i motivi per cui hai un altro nome. Non ti preoccupare che se ti serve una mano per uccidere tua sorella, sarò felicissima di farlo XD Ma figurati, non serve che mi ringrazi. L'ho fatto con piacere. =) So che non dovevo dirti quello che ho appena scritto, ma fa niente =)Tu sei pazza per avermi messo negli autori preferiti.Sei davvero pazza. Come hai potuto aggiungermi agli autori preferiti? Per me ti sei sbagliata e volevi aggiungere qualcun altro.  Però ti ringrazio. Non sai quanto mi hai reso felice. ** Noooooooo, geme, non piangere =( Grazie, potrei arrossire. *.* Certo che non dimentico che Simo è sempre Simo, quello è ovvio. Si, Simo è proprio andato per la Ila. Non voleva perderla di nuovo, aveva paura che se ne andasse *.* Patato lui *.* Be, non ha chiamato te, perchè di te non gli frega. Gli frega della Ila prrrrrr. e tu non metterti in mezzo a rovinare tutto. Ahahahaha Si, è un idea assurda il fatto ch esiano solo amici. Lo sa pure lei che non è vero. A lei piace. Eccome se le piace. Ma è scema (come me XD) Ahahahhaha bellisimo il discorsetto che hai fatto alla Ila, non ti preoccupare che l'ha ascoltato ed ha detto << Se ti azzardi solo ad arrivare a mezzo metro da Simo ti picchio. Ti faccio pentire di essere nata, chiaro? Lui è MIO>> aahahahah capito la Ila? Agguerrita eh?? ahaha Non farci caso geme, ma oggi sono più scema del solito. ahahah ODdio, semplicemente meraviglioso, tu sei esagerata come sempre.=) Si, ti stai avvantaggiando e non è giusto -.- Ti riprenderai dalla batosta non ti preoccupare ti darò una mano io =D Be, per quanto riguarda la foto di Simo non ti preoccuopare che faccio fati anche a controllare me stessa. Dio se esistesse un ragazzo così qua da me, gli salto addosso e non lo lascio più andare. Mi fa nascere di qeulle voglie che fanno paura. ahahahaah Infatti, la stronza l'ho presa proprio pensando a Gossip Girl. In quel telefilm rompe talmnet e tanto che ho pensato <<è perfetta come stronza>> Aahah ok, La ila e Simo sonoi tuoi preferiti, ricevuto *alza il pollice* Ahahah si, se la caverà benissimo come infermiera eccome  se se la caverà. =) Digli alla tua best di non rompere quando recensisci la mia storia ahahahaha ovviamente scherzo. XD Oddio, ancora co questo capitolo favoloso. -.- sei sempre esagerata. -.- Allora, questo capitolo ha soddisfatto la tua voglia di Simo? Ci sentiamo presto. Geme. un bacione. ti voglio bene^^

Ragazze, vi lascio. Sperando di vedervi al prossimo capitolo sempre più numerose. =)

Alla prossima^^

Ps: ricordo il blog per gli spoiler.  http://cherrybombswonderland.blogspot.com/ 

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Capitolo 27
*** Secondo giorno da infermiera ***


Secondo giorno da infermiera

Ila POV

Mi svegliai durante la notte perché mi venne in mente che non avevo messo la sveglia. Però non potevo metterla, non avrei voluto svegliare Simo.

Così mi rimisi a dormire.

Mi svegliai alle 7 ed era davvero bello svegliarsi un’ora più tardi.

Mi rannicchiai ancora un po’ contro Simo, quanto era bello dormire con lui? Poi era perennemente caldo e mi sentivo protetta dal suo abbraccio.

Decisi di alzarmi lentamente, senza svegliarlo.

Mi misi le lenti a contatto. Presi i miei vestiti e cominciai a cambiarmi. Mi misi di spalle rispetto a lui, non si sa mai che si fosse svegliato.

Mi tolsi i pantaloni del pigiama e mi misi i jeans.

Mi tolsi la maglietta del pigiama e mi misi il reggiseno.

-Non serve che fai di soppiatto come una ladra.- disse con la sua voce dannatamente sexy e roca dovuta al sonno.

-Non volevo svegliarti. - Mi sentivo osservata. -Cosa c’è?

-Non sapevo avessi un tatuaggio.- ammise.

-In realtà ne ho due.

-Dov’è il secondo? - Mi girai e mi avvicinai.

Mi sedetti sul letto in modo da fargli vedere la farfalla sulla mia spalla.

-Quando l’hai fatta?- sembrava curioso di sapere ogni cosa di me.

-Un anno e mezzo fa. – mi stava accarezzando la spalla, un brivido mi salì su per la schiena e mi fece venire la pelle d’oca.

-Hai freddo?- sentivo una nota di compiacimento nella sua voce.

-No…cioè…sì.- non ero molto brava a mentire con lui.

-E perché hai scelto la farfalla?

-Storia lunga…

-Che mi spiegherai oggi pomeriggio.- continuò lui la mia frase.

-Se vuoi. – dissi cominciando ad infilarmi la maglietta.- e l’altro è questo.- gli feci vedere la luna sul mio piede.

-E questo quando l’hai fatto?- chiese accarezzandomi il piede.

-L’anno scorso a settembre.- Continuai a prepararmi.

Andai in bagno mi lavai i denti, mi misi la matita mi bagnai un po’ i capelli ed uscii.

Erano le 7 e 20. Il pullman con su la Ary sarebbe arrivato a 30.

È va be, tanto ero vicina.

Presi una brioches dal cestino e un frutto per merenda.

-Di a tua mamma di non farmi da mangiare c’è ancora un po’ di riso. – dissi prendendo la tracolla.

-Tanto te lo farà comunque. Non vorresti andare a farti una doccia?

-Perché puzzo?- gli chiesi guardandolo male.

-Non dicevo questo.- disse cominciando a ridere. – è che magari devi farti una doccia.

-Non voglio disturbare, ecco tutto.

-Cioè tu stai facendo un piacere a noi e vorresti disturbare? Ma non scherziamo. Le dico di portarti a casa oggi quando torni da scuola. Così ti fai una doccia.

-No, ma davvero…. – non volevo disturbare e solo in quel momento mi resi conto che non sapevo neanche perché avevo accettato quell’assurdo “incarico”.

-Ssssh. Zitta. Oggi vai a casa mia e basta.

-Ok, niente. Io vado che sono in ritardo.- Andai da lui e gli lasciai un bacio sulla guancia.

-Ciao buona giornata. – mi disse con la voce bassa e roca.

 

 

 

Ero ormai fuori dalla stanza, quando tornai indietro.

-Mi faranno problemi se esco adesso?- chiesi sbucando dalla porta.

-Sanno della tua presenza li abbiamo avvisati.- disse sorridendo.

-Ah ok. - Uscii di nuovo dalla stanza.

 

 

 

Simo aveva ragione. Sapevano della mia esistenza, infatti nessuno mi chiese niente o mi fece problemi.

Presi la filo ed arrivai nello stesso momento in cui arrivò la Ary.

-Eccola qua, l’infermiera.- Risi.

-Sembra che non hai dormito molto stanotte.- mi disse lei maliziosa.

-Ma se ho dormito come un bambino.- dissi.

-E dove hai dormito?- chiese maliziosamente.

-Nel letto.- avevo omesso apposta “di Simo” pensando che magari non lo avrebbe chiesto.

-Con chi?- curiosa come non so che cosa.

-Con Simo.- ammisi sbuffando.

-Waaaaaaaaaaaaaaaaa.- urlò facendo girare un sacco di persone.

-Ary,stai calma non è successo niente.- cercando di calmarla.

-Sese come no.

-No, davvero ho dormito con lui, eravamo abbracciati, ma niente di più.- tanto valeva dirgli che avevamo dormito pure abbracciati.

-Tu devi dirmi qualcosa.- mi ricordò

-Ah giusto. Voglio mollare Mattia. – ammisi tutto d’un fiato.

-Era ora finalmente e quando avresti preso questa decisione?

-Ieri mentre fumavo una sigaretta, ho capito di volergli bene, ma che non provo più le stesse cose di prima.

-Finalmente l’hai capito. così puoi buttarti addosso a Simo. - Mi girai e la guardai male.

-Non è detto.- e infatti non lo era. Non era automatico che se avessi mollato Mattia, sarei andata direttamente da Simo. Non era tutto così semplice. Solo che non mi sembrava il caso di stare insieme a Mattia, quando non provavo più le stesse cose e le provavo per un altro. E così potevo avere anche via libera in caso fosse successo qualcosa.

Andammo a scuola. Dove c’era Edo ad aspettarci.

-Ciao Edo è da un po’ che non ci vediamo.- Lui rise.

-Da ieri sera.

-Sei andato a trovare Simo?- gli chiese la Ary

-Si, diciamo che ti ho visto per due minuti, però.- Risi.

-Vero. Io aspetto Mattia che così gli parlo subito.

-Come mai avete litigato?- chiese Edo

-No. Lo lascia.- Edo si girò di scatto

-Davvero?- gli venne un sorrisone enorme.

-Si.- ammise la Ila guardandolo un po’ male.

-È successo qualcosa ieri con Simo?- mi chiese.

-Te lo avrebbe detto, non credi?

-Magari io ero già andato via.

-Nono. Tranquillo.

-Ciao amore. – parli del diavolo e spuntano le corna. Mi si avvicinò per baciarmi, ma mi ritrassi.

-Devo parlarti.- lo presi per mano e lo portai in disparte.

-Dimmi.- sembrava tranquillo o forse sapeva nascondere bene le sue emozioni.

-Ieri stavo riflettendo sul nostro rapporto, anzi stavo riflettendo a quello che provavo per te davvero ed ho capito che, non provo più le stesse cose che provavo all’inizio, ancora quando eravamo amici. Quando eravamo amici, mi abbracciavi e mi sentivo morire, adesso non succede più. Io non voglio stare con te così tanto per fare. ho voluto dirtelo subito. Voglio comunque mantenere un rapporto con te perché io ti voglio bene sul serio e ci tengo. Spero che questa cosa sia possibile. – mi sentivo un peso in meno sul cuore.

-Mi dispiace, che sia così davvero, ma sono felice che me l’hai detto subito. Non ti dico che non ci soffrirò, ma capisco. Anch’io vorrei mantenere un rapporto d’amicizia.- Mi abbracciò.

Mi era sembrato troppo facile. Non aveva fatto scenate strano e mi sembrava che l’avesse presa troppo bene.

Lui salì, io rimasi lì con la Ary ed Edo.

Il telefono di Edo suonò.

-Pronto?...Ciao. Si te la passo. È per te.- disse passandomi il cellulare.

-Pronto?- risposi incerta.

-Ciao. Mia mamma viene a prenderti a scuola e andate a casa mia per fare la doccia. – era Simo.

-Bene, grazie.- e doveva proprio chiamare?

-E…….

-Cosa?

-Ti metteresti su le culottes?- ma che richiesta era?

-Simo, ma sei scemo? E per quale motivo dovrei metterle su?

-Perché mi piacciono. – malizioso. Voce sexy all’inverosimile.

-E chissene frega se ti piacciono.- ero diventata bordeaux.

-Sto scherzando.- disse ridendo.

-Vaffanculo. – gli buttai giù il telefono.

-Ma guarda te questo deficiente.

-Che succede? - mi chiese la Ary.

-La Bea viene a prendermi a scuola, perché mi porta a casa sua a fare una doccia.

-Ah wow.- disse la Ary

-Mi raccomando preparati.- mi disse Edo.

-Perché?

-Vedrai.

Li lasciai soli, non volevo disturbare la loro intimità.

Erano così carini insieme.

Salii in classe.

Mi ritrovai davanti Mattia.

-Ho saputo che Simo è in ospedale.- mi disse lui davanti a me.

-Sì, da una settimana ormai.- cercando di sembrare il più naturale possibile.

-Vai a trovarlo?- l’avevo detto che era stato troppo semplice. Adesso cominciava a fare domande e supposizioni.

-Sono andata l’altro giorno quando me l’ha detto l’Edo. Poi non l’ho più visto.- dovevo mentire. Per me. Ma soprattutto per lui.

-Come sta?- sembrava volermi cogliere in fallo. Dovevo stare attenta.

-Quando l’ho visto io stava ancora dormendo.

Non potevo dirgli la verità, avrebbe pensato che lo stessi mollando per colpa di Simo e non era così, o forse sì.

 

 

 

La mattinata passò più in fretta di quanto avessi potuto immaginare.

Seguii poco e niente come c’era da immaginarsi.

Uscii a l’una e venti dalla classe con la Fede, andai a prendere la Ary e fuori dalla classe mi trovai Edo e la Bea.

-Ciao.- salutai tutti e due.

-Ciao.- la Bea venne a darmi un bacio sulla guancia.

-Fede, questa è Bea la mamma di Simo.- dissi alla Fede.

-Cominciamo a conoscere anche i parenti adesso? - chiese maliziosa.- Piacere Fede.

-Piacere.- la Bea rise.

Nel frattempo uscì la Ary dalla sua classe.

-Noi andiamo subito?- mi chiese la Bea.

-Quando vuoi andare andiamo, ma Simo sta là da solo?- chiesi io. Mi rispose Edo.

-Vado là io a fargli compagnia.

-A dopo allora.- salutai Edo, la Ary e la Fede.

Scesi e salii sulla macchina della Bea, che in realtà era di Simo.

D’istinto mi accesi una sigaretta.

-Scusa, magari non posso.- dissi bloccandomi.

-Nono. Fai pure. Fumo anch’io, anche se Simo non vorrebbe che si fumasse sulla sua macchina.

-Lui adesso non c’è.- dissi io sorridendo.

-Infatti. Ha avuto dolori stanotte?- mi chiese lei uscendo dalla via della mia scuola.

-Non che io sappia. Cioè, non si è mai mosso se no mi sarei svegliata, anche se ho il sonno un po’ pesante quando dormo bene.

-Ti saresti svegliata?- mi chiese lei.

-Ehm sì. – cazzo. Che le dicevo adesso?

-Ti ha fatto dormire con lui, vero?- arrossii immediatamente.

-Si.

-Lo immaginavo.

-Ma non è successo niente. Giuro.- dissi guardandola.

-Lo so. Conoscendolo, se fosse stato per lui forse sì, ma da parte tua, lo so.

Fumavo la mia sigaretta, tranquilla.

-Sei mai stata innamorata? Te lo chiedo perché sei giovane, magari non ti è mai capitato.- mi chiese la Bea, la reputavo una domanda strana, non capivo perché me la facesse.

-Sì, sono stata innamorata.

-Quando?

-Due anni e mezzo fa con il mio ultimo ragazzo.

-E com’era? Cioè stare con lui.

-Bellissimo, ovviamente. Però quando ho capito di essere stata usata, che mi trattava di merda e che non gli fregava un cazzo di me, mi sono sentita di merda. L’ho capito dopo che ci eravamo lasciati e che io continuavo a corrergli ancora dietro come una deficiente. Quando l’ho capito, ho pianto per 6 ore di fila con la stessa canzone e ho deciso di chiudere definitivamente.

-È per quello che adesso hai paura?

-Non ho paura. Non ho mai avuto paura di innamorarmi, forse ho paura solo di soffrire di nuovo.

-Mio figlio sembra la persona meno adatta su cui riporre la propria fiducia vero?- mi chiese lei con un mezzo sorriso.

-S…………..

Non riuscii a finire la frase. Mi ritrovai davanti ad un cancello, che portava ad un viale circondata da un enorme giardino.

Percorremmo con la macchina un po’ di viale per poi trovarci davanti ad una villa. Ero a bocca aperta, era bellissima, gigantesca.

-Ila?- la Bea mi stava chiamando dalla porta d’entrata. Ero ancora in macchina con la bocca aperta.

-Si, scusa arrivo.- lei rise.

-Ti piace??

-E me lo chiedi anche? è bellissima. Scusa la domanda, ma che lavoro fa tuo marito?

-L’avvocato, ma la casa l’ha ereditata dal padre. Sai solite cose d’eredita.

-Magari mio nonno lasciasse una casa così a mia mamma.

Lei rise.

La porta d’ingresso dava su una piccola entrata che portava poi ad un salotto enorme, con due divani e delle poltrone sparse per la stanza, un televisore al plasma, tappeti, lampade. Tutto molto semplice e non troppo ricercato, molto di buon gusto. C’era anche una bellissima scala in marmo che portava ai piani superiori.

Dalla piccola entrata si poteva andare poi ad una sala da pranzo, immaginavo che da lì si potesse andare alla cucina. E che cucina, grandissima anche quella, moderna a penisola, un tavolo da sei persone. Dove c’era il piano cottura c’era molto spazio per muoversi, per stare comodi. Era bellissima. C’era una porta finestra che dava sul giardino sul retro, ben curato ed estremamente verde, la piscina era leggermente spostata in modo da essere un po’ distante dalla casa.

C’erano sdraio, lettini, c’era una doccia, lo scivolo ed il trampolino. Mai visto una piscina così in una casa.

Salimmo al piano superiore.

-Ti faccio usare il bagno di Simo che c’è in camera sua.

-Ha un bagno personale?- le chiesi scioccata.

-Si, come ogni stanza in questa casa.

-Mi adotti?- le chiesi con gli occhi sognanti. Lei rise.

-Questa è la stanza di Simo. Mi ha detto di dirti che se vuoi puoi prendere una o due delle sue tute. Guarda pure nell’armadio. Fai come se fosse camera tua.

-Grazie.

La stanza di Simo era l’ultima porta in fondo al corridoio.

Entrai in camera con la mia borsa con i miei ricambi.

Mi ritrovai in una stanza abbastanza grande, con un letto matrimoniale sulla destra, un armadio che occupava gran parte della parete vicino alla porta. Davanti al letto un televisore al plasma, con impianti hi-fi, lettore Dvd, Xbox, Playstation ed addirittura la Wii. Nell’angolo vicino alla porta finestra una poltroncina molto carina. Vicino alla porta nell’angolo a sinistra una scrivania con libri, quaderni, dizionari, penne, era leggermente in disordine. Non era brutta come stanza per essere di un ragazzo.

La porta finestra dava su un balcone con vista sulla piscina e sul giardino.

Entrai in bagno.

Che figata era avere il bagno personale? E per di più con idromassaggio e pure la doccia?

-Se vuoi puoi fare un idromassaggio. Possiamo stare via tutto il tempo che vogliamo.

-Davvero posso?- avevo gli occhi a cuoricino. Io adoravo l’idromassaggio.

-Almeno qualcuno lo usa, Simo non lo usa mai.

-Grazie.

Riempii la vasca, la Bea mi portò oli e Sali da mettere nell’acqua. Mi accese l’idromassaggio ed entrai. Prima di uscire la Bea mi accese la radio.

Oddio che goduria. C’era la canzone Sto pensando a te di Vasco, di solito mi faceva pensare a Mattia, ma in quel momento mi rilassò completamente.

Ero in un dormiveglia stupendo.

-Tutto bene?- era la Bea.

-Benissimo. –dissi con voce sognante.

-Sono due ore che sei lì dentro.

-Quanto?- mi risvegliai subito. Ero stata due ore nella vasca??? Cazzo.

-Quasi due ore. – lei rise.

-Mi faccio una doccia veloce e poi andiamo.

-Fai con comodo, ricordati le tute.

Giusto, le tute. Perché voleva che prendessi delle sue tute?

Bah, vai a capirlo quel ragazzo.

Uscii dalla vasca ed accesi l’acqua della doccia.

Mi rilassai ancora notevolmente.

Mi asciugai con l’accappatoio di Simo che era l’unico presente nel bagno.

Si sentiva che era suo, profumava di lui.

In accappatoio aprii l’armadio.

Era pieno di jeans, camicie, maglioncini, magliette, cravatte, felpe, trovai anche le tute.

Ne trovai una blu, stra bella, presi quella con una felpa grigia che mi piaceva molto, poi presi un’altra tuta nera e una felpa violetta stra bella.

Frugando tra i vestiti trovai un completo giacca e pantalone, con una camicia bianca. Mi immaginai subito Simo con quel vestito.

Era indescrivibile l’effetto che mi faceva solo il pensiero di vederlo vestito in quel modo. Mmmmmm. Pensavo che gli uomini vestiti con giacca e pantaloni, fossero dei fighi pazzesci o con la camicia ed un jeans. Adoravo le camicie e le cravatte. facevano l’uomo ancora più uomo.

Misi a posto il completo e mi vestii con i jeans e una felpa semplice.

Uscii dalla stanza con in mano i pantaloni della tuta e le felpe.

-Pronta?

-Prontissima. – dissi.

Non mi ero nemmeno asciugata i capelli. Non riuscivo ad immaginare in che condizione mi trovassi, non mi ero nemmeno piastrata il ciuffo. È va be, pace e amen. Non dovevo trovare il moroso.

-Mi ha detto di darti queste. – mi passò una scatola

La aprii, c’erano delle scarpe da ginnastica bianche basse.

Stra belle.

-Non dirmi che me le hai comprate.

-Sì. Mi ha detto di comprartele, stanno bene con la tuta mi ha detto.

Quindi si aspetta che io le porti davvero le sue tute.

Allora le avrei portate.

Salimmo in macchina e mi accesi un’altra sigaretta.

Suonò il telefono alla Bea.

-Stiamo arrivando………siamo leggermente in ritardo e allora?.............senti, Simo non rompere…………la Ila si è fatta un idromassaggio e si è un attimo persa via……….Non rompere Simo, arriviamo.- spense la chiamata. – che rompi coglioni di figlio che ho.- risi.- è possibile che guardi le due ore che siamo via? Che problema. Va be, sono più di due ore, però che gli frega. Non ti torturo mica. Oddio, che maleducata, non ti ho chiesto se volevi qualcosa da mangiare.

-Tranquilla, non ho fame.

-Sicura? Massimo il cestino è in ospedale, oggi ho portato ancora qualcosa.

-Grazie davvero.

-Di niente.

Pochi minuti dopo arrivammo in ospedale.

Quando entrai in stanza stavo litigando con i capelli.

-Finalmente ce….- Simo non finì la frase. Mi guardava con la bocca aperta.

-Si, lo so ho i capelli che fanno cagare. Non li ho asciugati perché così ci mettevo di meno, va bene?- Lui continuava a guardarmi.

-Stai benissimo. - Appoggiai le cose. Non feci nemmeno caso al suo commento.

-Niente, io qua non servo più. Ci vediamo domani. Ciao. – Edo se ne andò.

-Me ne vado anch’io. – disse la Bea, baciando suo figlio su una guancia. – Ciao, mi raccomando.- mi disse baciandomi su una guancia. Le sorrisi.

Uscii dalla stanza e rimanemmo soli.

-Ciao. – mi salutò

-Ciao. Senti togliti quell’ espressione dalla faccia.- dissi leggermente infastidita.

-Non ci riesco.- aveva una faccia da ebete.

-Cerca di togliertela.

Presi il quaderno di italiano ed il libro.

Dovevo fare una prosa. Quanto la odiavo.

Mi misi a sedere sul tavolo, cominciai a scrivere appoggiata alle gambe.

Leggevo e cercavo di capire come meglio scriverla.

Non ero per niente brava.

Ad un certo punto mi sentivo osservata.

-Che c’è?- gli chiesi senza distogliere lo sguardo dal libro.

-Sei bellissima.

-Va bene. Se lo dici tu.

-Perché pensi di non esserlo?

-Non mi sono guardata allo specchio prima di uscire dal tuo bagno e sinceramente non mi interessa. - Continuai a scrivere.

-Che tute hai preso?

Le presi e gliele lanciai. Non so come feci a tirargliele esattamente sul letto senza guardare.

-Uhm.

-Cosa?

-Hai scelto bene.

-Scelgo sempre bene. Comunque non dovevi farmi comprare le scarpe e non riesco a capire perché debba portare le tue tute.

-Non potevi andare in giro con le All con queste tute e vorrei che portassi le tute perché ho pensato che non volessi andare in giro tutti i giorni con i jeans e magari qua in ospedale volevi metterti comoda. Con le mie tute sarai comoda.

-Ok.- non riuscivo a capire il suo discorso sconfusionato. Non avevo ancora capito perché dovevo avere delle sue tute.

-Cosa stai facendo?- chiese dopo qualche minuto di silenzio.

-Una prosa di italiano.- dissi concentrandomi su quello che stavo leggendo.

-Le odiavo.

-Le odio anch’io. Però ho…..finito.- dissi finendo di scrivere l’ultima frase soddisfatta di me stessa.

Lui accese la tv.

Finì su un programma dove facevano vedere i cantanti, gli attori, i modelli famosi.

-Fermo, fermo. Questo mi interessa.- dissi scendendo dal tavolo e andando vicino al letto in modo da vedere.

Stavo guardando quando fecero vedere Cristiano Ronaldo.

-Aspettami a casa che torno tardi stasera. Porca vacca che figo.- dissi io quasi sullo sbavante. Simo girò canale.

-Ma perché hai girato?- mi girai e lo guardai male.

Non mi rispose. Mi avvicinai al letto.

-Rimetti dov’era prima.

-No.

Mi misi in ginocchio sul letto e cercai di prendergli il telecomando di mano.

Non so come ce la faceva, ma non riuscivo a prenderlo.

-Ridammelo. – cercai di prenderlo in ogni modo, ma non ce la facevo.

-No.- Mi misi a cavalcioni su di lui.

Feci un po’ fatica a raggiungere anche uno spigolo di telecomando, ma, quando ormai lo avevo preso, Simo lo abbassò di scatto portando con se la mia mano.

Mi ritrovai a pochi centimetri dal suo volto.

Lo sentivo respirare. Sentivo il suo profumo.

Avevo quelle sue labbra a pochi centimetri dalle mie. Avrei voluto tanto baciarlo, ma volevo trattenermi.

Eravamo davvero vicinissimi.

Mi suonò il telefono, ma ero completamente incatenata agli occhi di Simo, che nel frattempo mi mise le mani sui fianchi, anche se un braccio era ingessato.

-Dovrei rispondere.- dissi con una voce che somigliava molto ad un sussurro.

-Io penso di no. – disse lui avvicinandosi a me.

-Invece devo proprio rispondere. – dissi scendendo dal letto, proprio mentre il telefono smise di suonare.

-Te lo avevo detto di non andare.- mi sorrise. Presi il telefono in mano e tornai sul letto nella stessa posizione in cui ero prima. Non so perché lo feci, feci tutto d’istinto senza pensarci.

Mi ritrovai di nuovo le sue mani sui miei fianchi

-Come mai sei tornata?- mi chiese lui con uno sguardo compiaciuto. Il telefono cominciò a squillare. Salvata in corner.

-Pronto?- avrei fatto un monumento a chiunque mi avesse salvato.

-Ciao, come va?- era mia mamma, la mia cara mamma che mi aveva appena salvato. La amavo ancora di più.

-Bene, tu?- risposi tranquilla.

-Bene, dai. Come sta Simo?

-Sta…....bene.-Simo mi aveva appena tirato su la maglietta e aveva cominciato a baciarmi la pancia, lentamente, lasciando scie di calore. Mi abbassai la maglietta. Lui me la rialzò e continuò a baciarmi. Mi morsi il labbro per non fare rumori strani.

-La scuola come va?- cominciavo a non capire niente. Simo continuava a baciarmi sulla pancia. I miei ormoni avevano cominciato a ballare. Non potevo continuare a mordermi il labbro ancora per un po’.

-Cosa?- cercai di non dire niente.

-Come va la scuola?

-Be- bene.- mi tirai giù nuovamente la maglietta e lo guardai negli occhi. Mi sorrise. Fanculo te e il tuo sorriso di merda. Di merda? Ma stavo scherzando? Era bellissimo. – mamma, scusa un attimo.- misi una mano sul telefono- piantala.

-Non ho molta voglia di smettere.- mi disse sorridendo.

Scesi dal letto, andai a prendere una sigaretta.

-Eccomi, scusa.- sentii abbaiare il mio cane. – Spike. Amore. Come sta?- andai in direzione della porta

-Dove vai?- sentii chiedermi da Simo.

-Cazzi miei.- gli mimai con le labbra.

-Sta bene. Però gli manca la compagnia.- disse mia mamma.

-Verrei a fargli compagnia volentieri, ma ormai ho promesso di stare qua con questo deficiente e mi tocca starci.

-Di la verità che non è che la cosa ti faccia poi così tanto schifo.

-Be, schifo. No. Oggi ho fatto l’idromassaggio e va benissimo così.

-Da quanto mi ha detto la Ary non è un brutto ragazzo.

-Be, no. Per essere brutto non è brutto, ma è uno stronzo. Punto. Questo dice tutto.

-Ma ti piace.

-No.

-Si.

-No, mamma no.

-Ok, va bene se lo dici tu. Ci sentiamo domani va bene?

-Si mamma. Ciao.

Avevo appena  chiuso la chiamata che mi accesi la sigaretta.

E quel deficiente che cosa stava facendo prima?

Be, e io? Come mai ero tornata sul letto a cavalcioni su di lui?

Che cosa mi era preso?

Bah, vai a capirmi. Sono una deficiente, che si sta prendendo una cotta gigantesca per un cretino fuori di misura.

Finii la sigaretta e tornai dentro.

Dovevo cercare di non far cadere il discorso su quello che era appena successo.

Presi un libro di scuola e cominciai a far finta di studiare, mi misi nella mia solita posizione sul tavolo.

Ero in imbarazzo, sentivo che mi guardava, ma non volevo dire niente.

Ad un certo punto mi sentii prendere il libro dalle mani.

Mi ritrovai davanti Simo in piedi.

-Che cazzo stai facendo?- ero sconcertata.

-Attiro la tua attenzione.

-Torna a letto.- sembravo una mamma iper protettiva che aveva paura che il suo figliolo potesse cadere e farsi male, solo facendo un passo.

-Se vieni con me.- Scesi dal tavolo, cercavo di aiutarlo in qualche modo a camminare avendo la gamba sinistra ingessata.

Si mise a letto e poco dopo mi misi vicino a lui.

-Perché non mi dici quanto sia cretino, irresponsabile e  coglione?

-Perché tanto lo sai già.

-Ma detto da te sembra un complimento.

-Io non ci conterei.- dissi facendo uno di quei sorrisi tirati.

Ero appoggiata al letto, era rialzato in modo che potesse stare semi-dritto.

Stavamo guardando Pomeriggio cinque, ormai erano quasi le sei.

-Raccontami la storia della farfalla.

-Vuoi sapere tutto?

-Be, spiegami in modo che capisca.

-Erano mesi che io e il mio ragazzo ci eravamo lasciati. Fino a giugno avevo continuato a sperare che tornasse, poi una sera, ho cominciato a pensare che stavo soffrendo per un cazzo, che tanto non gli fregava niente. Mi sono convinta di questa cosa, ho pianto per 6 ore con la stessa canzone. Ho cominciato a cancellare tutte le foto che avevo sul computer, ho cominciato a strappare frasi, disegni, qualsiasi cosa che riguardasse lui. Quando lo vedevo in giro, l’unica cosa che sapevo pensare era “quanto ti darei un pugno sul muso.” Poi un giorno d’Agosto sono andata in Trentino, ho ascoltato tutto il giorno Libero di Fabrizio Moro. Mentre la stavo ascoltando una farfalla mi si è posata sulla coscia, poi le ho collegate con la canzone facendo collegamenti: farfalla = libertà, nella canzone diceva…..mmm.. aspetta…”libero perché ognuno è libero di andare, libero da una storia che è finita male”. Quindi, dopo varie decisioni. Ho scelto la farfalla.

-E quello al piede?

-Mi piaceva l’ho fatto. Non c’è un motivo particolare.- mentre parlavo non lo guardavo.

-Mi fai rivedere la farfalla? Non l’ho vista bene stamattina.

Mi suonava tanto come una scusa, ma mi sollevai la maglietta e gliela feci vedere.

Con il braccio ingessato mi prese il fianco e con la mano cominciò ad accarezzarmi la spalla nel punto esatto in cui avevo il tatuaggio. Mi venne di nuovo un brivido su per la schiena come la mattina.

Lentamente cominciò ad accarezzarmi tutta la pelle e la pelle d’oca aumentava sempre di più.

Perché questo ragazzo doveva fare così?

Mi stavo massacrando un labbro da quanto me lo mordevo. Non volevo fargli sapere che mi piaceva.

-Hai freddo?- mi chiese.

-S-si, un po’.- voce di merda che mi tremava. Fanculo.

-Sicura?- disse cominciando a baciarmi il collo.

-S-si.- dissi di nuovo con la voce tremante. E se avessi ceduto? Almeno alla tentazione di baciarlo? No, avrei ribaltato io le cose adesso.

Mi girai di scatto e mi misi a cavalcioni su di lui.

Certe volte pensavo a come cavolo facevo a saper fare certe cose, a sembrare così esperta quando non avevo mai fatto l’amore con nessuno. Ogni volta mi stupivo di me stessa.

Lo guardai, mi guardò.

Non riuscivo a capire come potessi resistere a quel ragazzo.

Gli presi le braccia e gliele portai sopra la sua testa.

Gli baciai il collo delicatamente. Lui chiuse gli occhi. Con le mani gli accarezzai le braccai e lentamente scesi, come scesi dal letto pochi istanti dopo, rimettendomi la maglietta.

-Che stai facendo?- mi chiese lui sconvolto vedendo che mi stavo rimettendo su la maglietta.

-Mi rivesto.

-E perché?- era al dir poco sconcertato.

-Perché ho freddo.- Mi girai, lo guardai e risi.

-Cioè io ti odio. - Risi ancora di più.

-Non mi odiavi prima, mi odi adesso.- Mi avvicinai al letto.

-Solo perché non ti lasci andare. – mi disse lui

-Perché tu pensi che voglia lasciarmi andare?

-Il tuo corpo dice di si. – era sicuro di quello che diceva.

-Non è lui che decide. – ed era vero. Non era il mio corpo che doveva decidere per me. Dovevo decidere con la testa.

-Ma è lui che esprime quello che il cuore non dice.

Parlavamo a distanza ravvicinata.

-Scusate, vi lascio qua il carrello.- Ancora appoggiata al letto, mi girai e vidi l’infermiera che usciva.

Mi sentivo accaldata. Mi girai e vidi Simo con un sorriso sulle labbra.

-Anche questo è un segnale.

-Non è segnale di un bel niente. Sono io così. Per ogni minima cosa arrossisco. – dissi andandomi a sedere sul tavolo.

-Chi vuoi prendere in giro?

-Nessuno. È la verità.

-Sese. Come mai sei andata lì?

-Così mangi.

-Tu non mangi?

-Finirò il riso. - gli dissi sorridendo.

Finimmo di mangiare.

Andai di nuovo sul letto con lui, stavolta lo abbracciai.

-Hai voglia stavolta di parlare della tua famiglia?

-Se parliamo solo di mia mamma, sì.

-Come mai?

-Chiedimi di tutti i parenti, ma non di mio papà.

-È….??

-Nono. Alcune volte vorrei che lo fosse. So che non è una bella cosa da pensare, ma a volte lo penso. Però ti prego non parliamone stasera.

-Va bene.

-Vivo con mia mamma, la mia donna, la persona che amo, ma che allo stesso tempo odio. Fuori di testa come me, di carattere forte, ha la mia stessa caratteristica di nascondere la propria timidezza con la sua spontaneità. Dice e fa quello che vuole, non le frega di cosa potrebbe pensare la gente. Le ho sempre detto tutto, be, no quasi detto tutto: è convinta che abbia avuto solo un ragazzo e che non fumi. Lasciamola nella sua “ignoranza”. Ho cominciato a volerle bene davvero negli ultimi anni. Prima non la calcolavo più di tanto. A pensare come la trattavo una volta mi sento una merda. – cominciai a piangere. Questi discorsi mi hanno sempre portato un po’ di malinconia addosso. – ho scoperto solo negli ultimi anni che persona è, quanto mi voglia bene e quanto per me abbia sempre fatto tanto. La amo, semplicemente la amo. Quando la deludo mi dispiace anche se ai suoi occhi sembro una stronza menefreghista, ma non lo sono. – continuavo a piangere.

Lui più sentiva che piangevo, più mi abbracciava.

Non osavo guardarlo, non volevo che mi vedesse.

-Scusa, non dovevo farti parlare di queste cose. – sentivo rammarico nella sua voce.

-No, tranquillo. Fa niente.

-No, fa qualcosa. Tu stai soffrendo, non voglio che tu soffra.

-Non sto soffrendo. Mi ricordo solo delle cose passate tutto qua.- gli risposi guardandolo. Mi prese il viso tra una mano e mi asciugò una mano con il pollice.

-Sei vuoi puoi fermarti.

-Ma no. Vuoi sapere qualcos’altro?

-Quando sei nata?

-Il 7 Luglio 1993. Alle 13.30 del pomeriggio. Che piccola che sono vero?

-Sono molto più piccolo io di te. – ammise.

-Non dovevi nemmeno dirlo.- cominciai a ridere.

-Ma senti questa, io sto qua che la consolo e lei mi prende per il culo. Ma pensa te.- io ridevo ancora di più. Lo guardai negli occhi e poi mi strinsi ancora di più a lui.

-Ho freddo.

-Guarda in quella borsa lì per terra. C’è una coperta. – disse indicando una borsa appoggiata contro il muro che sinceramente era la prima volta che vedevo.

Scesi dal letto e presi la coperta che c’era nella borsa.

Era in pile. Solo a toccarla, mi ero sentita meglio.

Stesi la coperta sul letto e mi misi sotto, nonostante tutto però, mi rannicchiai contro il petto di Simo.

-Tu quando sei nato?

-Il 5 Aprile 1989.

-Vivi con tua mamma e tuo papà. Tuo papà fa l’avvocato giusto?

-Si. Come fai a saperlo?

-Appena ho visto casa, ho chiesto a tua mamma che lavoro facesse tuo papà. – lui rise.

-Mi sembra normale.

-Cazzo, non è piccolissima.

-Piaciuto l’idromassaggio?

-Bellissimo, rilassante. Era una vita che non ne facevo uno decente. Camera tua è stranamente ordinata.

-Stranamente?

-Un ragazzo che ha la camera in ordine? è stranissimo e poi è carina, mi piacciono soprattutto la televisione, l’X-box, la Playstation e la Wii.

Lui rise.

-E del letto cosa ne pensi?

-Ho fatto solo caso che è un matrimoniale, ma non mi sono nemmeno seduta.

-Peccato, volevo sapere cosa ne pensavi.

-Per aggiungere alla lista dei commenti lasciati dalle varie ragazze? No, grazie. – ero seccata ed irritata da questa domanda.

-Per la verità in quel letto ci sono entrato solo io e basta.- lo sentii accarezzarmi un braccio.

Sentivo gli occhi cominciare a chiudersi.

-Scusa, ma ho sonno. – dissi poco prima di chiudere gli occhi.

-Dormi, piccola.- mi sembrò di sentire Simo dirlo, ma forse stavo già sognando.

 

 

 

Sognai di essere nel giardino della casa di Simo, era bellissimo. C’eravamo io e lui che facevamo un pic-nic. C’era anche un laghetto da qualche parte. Ci stavamo per baciare mentre guardavo il tramonto, quando venni svegliata da delle voci.

-Hanno detto che domani o domenica ti fanno andare a casa. Va tutto bene. Non hai avuto ricadute.

-Va bene.- sentivo la sua voce un po’ triste.

Cominciai a rannicchiarmi ancora di più per mantenere il contatto con lui.

Lentamente aprii gli occhi e mi trovai davanti la Bea, Edo e……la Ary.

-Buona sera. – mi dissero tutti e tre in coro.

-Sera. – mi alzai un attimo, li guardai, poi tornai sotto le coperte abbracciata a Simo. Tutti risero, compreso Simo che, così facendo, mi faceva muovere tutta.

-Se non stai fermo, mi muovo anch’io.- gli dissi da sotto le coperte. Per tutta risposta rise ancora di più.

-Bene, allora vado in bagno.- Scesi dal letto e mi chiusi in bagno.

Uscii qualche minuto dopo per rimettermi sotto le coperte.

Cominciai a muovermi leggermente nella nuova posizione che avevo preso.

Simo tirò su le coperte e mi chiese

-Che stai facendo?

-Scaldo il mio nuovo posto letto, perché se tu ridi io mi muovo.- rise e mi portò sul suo petto.

-Così non devi scaldare niente.

C’era la Ary che mi guardava con un sorrisone a 32 denti.

-Tu piantala di guardarmi così, ti prego. Mi sembri una deficiente.- lei rise.

-Che faccia ho?- voleva fare la finta tonta?

-Non fare quella vocina da “Io non ho pensato niente, non ho detto niente” ormai ti conosco.

-Ti giuro non ho pensato niente.

-Se come no. Come fai ad essere qua?

-Mio papà non c’è e mia mamma mi ha dato il permesso di venire a trovarvi.

-Che tenera, però non dovevi disturbarti a venire, io dormivo ancora un po’.

-E come minimo domani mattina, avrà la faccia di una che non ha dormito tutta notte.- disse lei.

-Senti, stamattina ti eri fatta una canna tu. Avevo la faccia normalissima, avevo dormito beatamente, eri tu che dicevi cagate e avevi voglia di rompere le balle.

-Sembrava davvero non avessi dormito. – la guardai male.

-No, ok. Scusa, scherzavo.

-Ti conviene.

-Ti ho portato i libri per domani.

-Che tenera. Tanto esco un’ora prima.- sorrisi.

-Come mai ? – mi chiesero insieme sia la Ary che Simo.

-Quella di russo non c’è.

-Ecco, così vieni qua e non prendi il pullman.

-Vieni qua con me a tenere d’occhio il bambinone.- sorrisi.

-Niente allora noi andiamo. Ciao ci vediamo domani.- disse Edo.

-Ciao Ila a domani.- questa era la Ary.

-Niente ragazzi vi saluto anch’io. Ci vediamo domani.- Ci diede un bacio sulla guancia a testa e se ne andò anche la Bea.

-Che ore sono?- chiesi accoccolandomi sul petto di Simo

-Le otto e mezza.

-Bene, torno a dormire. Notte.

-Non mi fai compagnia a guardare la Raffaella Fico??

Per tutta risposta mi misi la testa sotto la coperta.

-Voglio dormire.

Cominciò ad accarezzarmi la schiena, i capelli, le spalle.

Stavo completamente andando tra le braccia di Morfeo, ma mi ricordai delle lenti a contatto.

-Cazzo.- scesi dal letto presi lo scatolino, tolsi le lenti in due secondi e tornai nel letto.

-Speedy Gonzales. – risi.

-Ho voglia di dormire. Ho sonno.

-Dormi, piccola. Non ti dico niente.

-Come mi hai chiamato?

-Piccola. – disse con un sorriso.

Mi rannicchiai ancora di più al suo petto.

Mentre lui ricominciò ad accarezzarmi, io mi addormentai con un sorriso sulle labbra.

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come stanno andando le vacanze? Spero davvero bene. In questo capitolo i nostri due piccioncini si sonno avvicinati ancopra di più. =) Che teneri *.* E finalmente la Ila è libera di fare quello che vuole con Simo, ha lasciato il cretino ahahahahah Vorrà dire che lo consolerò io =)

Allora, voglio avvisare che posterò di meno la storia, vedo che molte non recensiscono e che magari non riescono a leggerla causa vacanze =) Mi dispiace per quelle che leggono e recensiscono la storia sempre motlo puntuali che dovranno aspettare un pò di più per i capitoli nuovi. Mi dispiace davvero, ma non so cos'altro fare. Non mi sembra il caso di bloccare la storia, quindi ho deciso di postarla di meno, magari una volta alla settimana o ogni due. Così lascierò il tempo di leggerla a tutte. =)

Chiedo davvero scusa alle persone che leggono e recensiscono sempre puntuali, ma vorrei che tutte leggessero capitolo per capitolo. =)

Voglio ringraziare le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, alle preferite e alle ricordate =) Voglio ringraziare le persone che mi hanno aggiunto agli autori preferiti. Davvero grazie ragazze. =)

Passo a rispondere a quegli angeli che hanno recensito =)

Lua93: Ciao geme, per la tua felicità sto postando =) Ma da come hai potuto leggere sopra lo farò di meno =( Purtroppo. Ma ne parleremo sicuramente su msn. =) Ahahahahah Che grandissimo onore aver avuto la sua recensione e poi per prima, quando mi ricapiterà una cosa simile?? Forse mai. Ahahahah Mi raccomando non sbavare troppo da far arrivare la bava fi a su da me ahahahah Si, ha deciso di lasciarlo e da come hai potuto leggere, l'ha lasciatooooo finalmente dovrei dire. Eccome se si vede lontano un miglio, ma bisogna che qualcuno si svegli se no qua facciamo notte =) ahahahah Be, magari nella realtà potrebbero anche cagarli,ma è una cosa poco probabile, si rifanno solo gli occhi ecco. =) Il tempo in questi capitoli deve passarlo per forza con Simo, per nostra fortuna =) *.* Che tenera, ti ringrazio ancora per avermi aggiunto agli autori preferiti, davvero. E ti ringrazio per i complimenti. Ahahah il primo bacio arriverà presto tranquilla =)Spero che il capitolo ti sia piaciuto. =) Ci sentiamo più tardi su msn. Geme bacione^^

jimmina: Mi dispiace ma non penso proprio di finire di postare la storia per il 30 Luglio. Quanto stai al mare?? Una settimana?? Non ti preoccupare che ti perderai solo un capitolo o forse neanche. =) Ho già spiegato sopra che ho deciso di postare di meno perchè molte non leggono e le recensioni non sono più le stesse, quidni non ti preoccupare, non perderai molti capitoli. Spero che questo ti sia piaciuto come il precedente =) Un bacione. Alla prossima^^

effe_95: Grazie come al solito per il complimento. =) Be, in questo capitolo hai potuto vedere come l'ha presa Mattia, bene, ma è tutta un'apparenza in  realtà sofre povero =( Magari con i ltempo si innamoreranno sul serio chi lo sa. =) Spero che il capitolo ti sia piaciuto. =) Un bacione, alla prossima ^^

lisasepe9: Anch'io avrei baciato subito Simo e non ci avrei pensato due volte, ma  non siamo la Ila e purtroppo lei non l ha ancora baciato. =) Spero che il capitolo ti sia piaciuto =) Un bacione. Alla rpossima ^^

ColeiCheAmaEdward: Si, il capitolo era decisamente lungo. Come questo =) Mi dispiace farti perdere così tanto tempo a leggere  =) Ci sentiamo tra pochissimo su msn se riesco a finire di fare tutto =)

Allora, avviso che sul blog sono presenti le foto delle nostre protagoniste e lo spoiler del prossimo capitolo.

Spero di risentirvi presto.

Alla prossima ^^

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Capitolo 28
*** Si torna a casa ***


 

 

 

 

 

Si torna a casa

Ila POV

Ero in camera di Simo sul suo letto.

Ci stavamo strusciando, baciando.

Io ero molto eccitata, lui pure, sentivo il suo membro eretto contro la mia coscia. Lentamente ci stavamo spogliando.

Poi all’improvviso…..mi svegliai.

Cioè in sogno non potevo baciarmelo e non potevo neanche farci l’amore insieme? Ma cos’era un complotto contro di me?

Alzai leggermente lo sguardo per vedere l’orologio. Erano le 7.15. Ero in ritardo.

Guardai Simo che dormiva beato. Sembrava davvero un angelo quando dormiva. Gli guardai i lineamenti, il naso, ogni minimo particolare, ma puntualmente mi bloccavo sempre sulle labbra: bellissime in una strana espressione.

Gli diedi un bacio a fior di labbra.

-Mmmmmm.- mugugnò.

Era meglio andarmene prima che si svegliasse.

Presi i pantaloni neri della sua tuta e la felpa violetta e me li misi. Andai in bagno mi lavai i denti, mi misi le lenti, mi truccai leggermente.

Uscendo mi misi le scarpe, presi il giubbino ed ero pronta a partire.

Andai vicino al letto a dare un bacio sulla guancia a Simo, ma, nel momento in cui mi appoggiai, lui mi prese un braccio e mi fece sdraiare sul letto, facendo cadere il giubbino per terra.

-Rimani ancora un po’.- mi chiese lui ancora assonnato.

-Non posso. Devo andare, sono già in ritardo.

-Dai, vieni sotto.- disse alzando le coperte.

-Si, va bene. Ma cinque minuti.

Mi misi sotto le coperte e lui mi abbracciò.

Ero a pochi centimetri dal suo mento.

Lo osservai. Cominciai a delineare il suo profilo con un dito, quando gli toccai le labbra sorrise e mi diede un bacio sul dito. Sorrisi anch’io.

-Non pensi di pensare troppo a volte?- mi chiese lui guardandomi.

-Non a volte. Penso troppo, soprattutto per le cose importanti, se non hanno nessun valore per me, non ci penso neanche un secondo. Perché me l’hai chiesto?

-Ti ho osservata e sembri sempre molto pensierosa. Anche quando potresti fare qualcosa d’istinto ci pensi e non la fai più.- mi disse ancora con gli occhi chiusi.

-Vero. Se mi chiedi di fare una cagata che non riguarda ne sentimenti ne cose importanti, non ci penso due secondi a farla. Chissene frega. Rido e mi diverto. Ma se è qualcosa che riguarda i sentimenti e soprattutto i miei, mi è inevitabile pensare. Però certe volte sono l’istinto e il cuore che hanno la meglio.

-Come in questo momento.

-Come in questo momento.- gli stavo ancora passando il profilo con il dito, lo accarezzavo.

Sentii vibrare il telefono. Merda, mi ero dimenticata che dovevo andare. Era un squillo della Ary.

-Io vado. – dissi uscendo dal letto. Mi stavo già alzando, lui mi bloccò un braccio. Mi girai e ci guardammo. Si avvicinò, mi prese il viso in una mano e mi baciò. All’inizio era un normalissimo bacio a stampo, poi dischiudemmo le labbra contemporaneamente e le nostre lingue cominciarono ad accarezzarsi, a giocare insieme, mentre io mi gustavo il mio primo giro sulla giostra. Ci staccammo.

-Ok, va bene. Puoi andare adesso.

-Mi sa che adesso non voglio andarmene io.- dissi lambendoli le labbra. Lui sorrise. Sentire ancora la sua lingua a contatto con la mia mi riempì di gioia immensa. Ci staccammo di nuovo.

-Non potresti entrare un’ora dopo?- mi chiese in un sussurro.

-Che ore sono?

-Un quarto alle otto.

-Ops. Ho perso il pullman. – dissi avvicinandomi a lui e baciandolo di nuovo. Rise. Sentivo il suo respiro nella mia bocca che mi solleticava il palato insieme alla lingua. Prima di staccarci mi leccò le labbra. Tornai ad abbracciarmi a lui.

-Molto probabilmente oggi mi fanno tornare a casa. – disse lui triste.

-Quando stamattina?- non c’è bisogno di dire che ero davvero dispiaciuto in un certo senso, ma dall’altro ero felice. Felice di poter tornare a casa mia.

-No, penso oggi pomeriggio.

-Va bene.

-Non verrai a farmi da “infermiera” anche a casa vero?- mi chiese lui con una strana luce negli occhi.

-Non penso, ho disturbato troppo. Non vorrei approfittare e poi finché guarisci  è dura. E poi c’è tua mamma a casa.

-Ma mia mamma non è te.- mi stavo quasi sciogliendo.

-Verrò a trovarti. – gli sorrisi.

-Adesso ti fidi di me?

Abbassai lo sguardo in imbarazzo.

-Si.

Mi strinse ancora di più a se.

Alzai lo sguardo ed incrociai il suo. Ci baciammo con delicatezza e tenerezza. Le nostre lingue si toccavano piano. Lentamente ci staccammo.

-Oddio, che teneri.- presi paura ed arrossii nel momento in cui vidi la Bea davanti al letto.

-Da quanto tempo sei lì, mamma?- gli chiese Simo guardandola male.

-Da tempo sufficiente.

-Senti, io vado.- dissi guardando Simo.

Scendendo mi infilai le scarpe, raccolsi il giubbino che era caduto, tolsi una brioche dal cestino ed un frutto e li infilai nella tracolla.

-Non serve che te ne vai.- mi dissi sorridendo la Bea.

-No, tranquilla. Dovevo partire comunque. – andai a darle un bacio sulla guancia, anche se ero ancora in imbarazzo e andai a dare un bacio sulla guancia a Simo, che mi prese e mi baciò sulla bocca.

-A più tardi. – dissi uscendo dalla stanza.

Mi sentivo benissimo.

Finalmente sentivo di stare bene e che non mi mancasse niente.

Anzi qualcosa mi mancava già: lui.

Avrei potuto. Mandargli un messaggio. E come cazzo facevo a mandargli un messaggio se non avevo il suo numero?

Tornai indietro, avrei preso come scusa il fatto che avessi dimenticato un libro, che non era una vera e propria scusa perché scoprii davvero di aver dimenticato un libro.

Entrai la Bea non c’era.

-Che ci fai ancora qui?- mi chiese Simo con un sorriso.

-Ho dimenticato un libro. – dissi andandolo a prendere sul tavolo.

-Certo che io e te siamo scemi.

-Perché?- risi.

-Perché non ci siamo ancora scambiati il numero.

-A quanto pare non ci serviva. Se no ce lo saremmo scambiati.

-Giusto. Adesso mi servirebbe. – mi disse sorridendo.

-E come mai?

-E se avessi voglia di sentirti?

Gli diedi il mio numero e lui mi diede il suo.

Uscii dall’ospedale ancora più contenta.

Avevamo pensato la stessa cosa, nello stesso momento. Non andava bene come inizio.

Presi la filo ed arrivai a scuola, in tempo per la fine della prima ora.

La prima ad uscire fu la Fede.

-Stavo per chiamare “Chi l’ha visto?”

-Come se fosse una vita che non mi vedi. Sono entrata un’ora in ritardo, che problemi ci sono?

-Il problema fondamentale è che dormi all’ospedale e non è lontano sta vita. E chissà cosa hai fatto in quest’ora tu.

-Mi sono addormentata. Avevo sonno.

-Avevi sonno. E pensi che io ci creda? Con quel figone di Simo in parte non so chi si limiterebbe a dormire.

-Io ho solo dormito. Giuro. – lei rise.

-Simo? – era la voce di Mattia. Merda.- dormi con Simo?

-Ehm…..sì. Ci ho dormito insieme sia stanotte che l’altra notte.-chiara, diretta. Ci era rimasto male.

-Mi hai lasciato per lui?

-No. Non ti ho lasciato per lui, per stare con lui, se è questo che pensi. Ti ho lasciato perché non provavo più le stesse cose che provavo prima, le stesse sensazioni.

-Che invece provi con Simo.- sembrava più un affermazione che una domanda.

-Si.

-Sono felice per te.- se ne tornò in classe ed io pure.

Gli avevo detto la verità e l’avevo ferito, ma si sa a volte la verità fa male. Sinceramente preferisco dire le cose come stanno piuttosto di prendere per il culo una persona. Mi dispiaceva, gli volevo bene, ma gli avevo detto la semplice verità.

Entrammo in classe.

Stavo cazzeggiando allegramente come tutti i giorni, quando la Fede volle sapere che ore erano. Guardai il cellulare due messaggi.

“Mi prenderesti per stupido se ti dicessi che mi manchi già? Mi mancano il tuo sorriso, i tuoi occhi azzurri che mi guardano, il tuo viso che diventa rosso quando sei in imbarazzo, le tue labbra che sento ancora sulle mie, il tuo dito che accarezza il mio viso. Mi manca tutto di te.”

“Ho ancora in testa te che esci dalla stanza con i miei vestiti addosso. Non sai nemmeno quanto stai bene.”

Dio, che tenero.

-Pianeta Terra chiama Ila. Qualcuno mi riceve?- c’era la Fede che sventolava la sua mano davanti alla mia faccia.

-Cosa?- chiesi cadendo dalle nuvole.

-Finalmente. È mezz’ora che ti chiamo. Che è successo?

-Niente.- dissi con un sorrisino da ebete.

-Dimmelo.

-Niente. Giuro.

Gli risposi.

“Siamo due stupidi, allora. Anche tu mi manchi. Tanto. E stamattina non sono tornata indietro per il libro, ma perché volevo il tuo numero. =D”

La Fede prese il cellulare e guardò i messaggi.

-Oddio, che tenero.

-Ridammi il cellulare.

-Mi manca tutto di te.

-Fede, ridammi il cellulare.

-Mi manca tutto di te.

-Senti, piantala.

-Un messaggio.

-No, Fede. Non leggerlo.

-Non dirmi che ci leggiamo già nel pensiero, sarebbe davvero un bel problema e sia chiaro che oggi tu vieni a casa con me. Vengono anche Edo e la Ary. Non ammetto una risposta negativa. =D- stava leggendo tutto il messaggio.- che gli rispondi?

-Non rispondergli.

-Che maleducata che sei.

-Ridammi il cellulare.- glielo presi di mano.

Mi persi nei miei pensieri.

Sentivo ancora le mie labbra a contatto con quelle di Simo. La sua mano sul mio viso.

E solo in quel momento mi venne in mente che non gli avevo mai chiesto come aveva fatto l’incidente. Avevamo quasi sempre parlato di me e mai di lui.

Gli risposi al messaggio.

“Ok, va bene vengo. Stavo pensando che non ti ho mai chiesto come hai fatto a fare l’incidente. Abbiamo quasi sempre parlato di me. Bacio”

“Ero in giro con la macchina di mia mamma, mi sembra che stessi andando a fare la spesa o qualcosa del genere. Uscendo da un incrocio, una macchina è passata con il rosso e mi ha preso in pieno. Sono le uniche cose che mi ricordo dell’incedente e le prime cose che ricordo sono la tua voce ed il viso. Bacio”

“Tu che fai la spesa??? Ahahahah non ti immagino per niente. Ma davvero non ricordi niente di quello che ti ho detto mentre eri in coma??? Bacio”

“Sembra strano, ma anche io faccio la spesa. Più che altro mi ha fatto uscire con la forza mia mamma era un mese più o meno che non uscivo più di casa. No, non ricordo niente, davvero. Cosa mi hai detto?? Bacio.”

“Come mai non uscivi più di casa da un mese??? Forse un giorno te lo dirò. Bacio.”

“E se te lo spiegassi un altro giorno??? E se quel “Forse un giorno” fosse oggi??? Bacio.”

Non sapevo cosa dirgli, cosa rispondergli. Gli avevo detto troppe cose per scriverle in uno squallido messaggio e non erano cose che si potevano scrivere e leggere in un messaggio.

Non gli risposi.

Passai le ore successive a pensare a lui, ad ogni suo minimo particolare.

A ricreazione andai dalla Ary, avevo bisogno di parlare con lei, ma il cellulare mi vibrò. Era Simo.

- Pronto?

- Ciao. Come stai?- mi chiese lui, mi sembrava che stesse sorridendo. Nel  frattempo arrivai nella classe della Ary.

- Bene. Tu??

- Adesso che sento la tua voce, molto meglio.

Mi stavo per sciogliere.

-è successo qualcosa?- gli chiesi io con la voce tremolante.

-Mi fanno uscire adesso. Porto le tue cose a casa, sperando di non dimenticare niente. Ti aspetto a casa mia, Edo verrà a prendere sia te che la Ary e verrete tutti insieme da me. Ok?

-Si, va bene.- mi uscii una voce incrinata. Non so perché, ma stavo per piangere. Non so se è mai capitato anche a qualcun altro, ma me a volte capita di avere dei momenti in cui dovevo sfogarmi o mi veniva un attacco di pianto improvviso. E quello era uno di quei momenti.

-Cos’hai?- Simo sembrava preoccupato.

-Niente.- cercai di fare la voce più normale possibile.

-Non è vero, che successo??- stavo cominciando a piangere a dirotto.

-Niente Simo, devo andare. Ci vediamo dopo.

Gli buttai giù il telefono senza neanche lasciarlo rispondermi.

Mi richiamò appena misi giù, ma non risposi.

Stavo piangendo con la Ary che mi guardava male.

-Che è successo?- mi chiese lei preoccupata da questo mio improvviso pianto.

-Non lo so. S-sai che…che ogni tanto mi capita di avere crisi di pianto. Simo se ne torna a casa. Oggi viene a prenderci Edo e andiamo a casa sua.

-Ed è una buona cosa, no?

-Ho paura.

-E di cosa?

-Che non ci rivedremo mai più. Che adesso che se ne torna a casa, tornerà tutto come prima.

-Ila, stai diventando paranoica lo sai vero?? Piangi per una cosa così? È solo una della tue classiche paranoie, non è niente.

Si, sembravo una pazza sclerotica, lo sapevo. Ma non riuscivo a non piangere. Forse dovevo sfogarmi. Forse avevo solo gli ormoni scombussolati. Forse avevo davvero paura di innamorarmi come mi aveva detto un mese fa Simo. Forse avevo davvero paura di tornare ad amare qualcuno, ad essere insieme  a qualcuno, perché diciamolo dopo un po’ ti abitui a stare da sola e, nonostante tu voglia un ragazzo, avrai sempre e costante la paura di fare qualcosa di sbagliato, di essere fregata di nuovo, che quel ragazzo non sia perfetto. Alla fine noi ragazze cerchiamo davvero il principe azzurro, ma ogni volte rimaniamo deluse. E se fosse solo colpa nostra? Siamo noi che dobbiamo cominciare a renderci conto che il principe azzurro, perfetto, su un cavallo bianco non esiste, perché neanche noi siamo le principesse rinchiuse in una torre perfette. Ci facciamo mille problemi per qualsiasi cosa, quando non dovremmo farceli, è solo nostra la colpa per qualsiasi nostro problema o insicurezza, siamo noi che ce li creiamo e in quel momento me li stavo creando anch’io come ogni volta. Dovevo cominciare a pensarla come mia mamma “l’amore è eterno, finché dura”, come il titolo di un film di Verdone. La differenza sostanziale tra me e mia mamma, era che le aveva quarant’anni e io sedici anni e che un concetto così “duro” non lo avrei mai assimilato almeno finché non avessi compiuti i trent’anni almeno.

Ok, ora dovevo smetterla di piangere, di pensare che adesso non avrei più visto Simo, che non lo avrei più baciato. Dovevo pensare positivo e come doveva andare, sarebbe andata. Se non dovevamo più vederci si vede che doveva essere così. Ormai ero troppo coinvolta per pensare di tirarmi indietro. Ormai tenevo troppo a lui e, cosa molto grave, mi fidavo di lui. Non dicevo di essere innamorata di lui, ma c’ero vicina.

Non potevo piangere prima del tempo, farmi paranoie assurde per cosa? Per qualcosa di cui non era sicuro neanche il tempo? Solo lui mi avrebbe dato delle risposte che neanche lui adesso sapeva.

Smisi di piangere, calmandomi.

Mi sentivo davvero tanto una pazza psicotica, che piangeva senza motivo. La Ary era in parte a me che mi guardava sconcertata.

-Stai bene?

-Volevi chiamare il manicomio vero?

-C’è mancato poco che lo facessi.

-Scusa, non so cosa mi è preso. Mi sento così tanto scombussolata oggi, che tu non ti immagini neanche.

La campanella suonò. Ci salutammo. Tanto ci saremmo riviste di lì a poco meno di 2 ore.

 

 

 

 

 

Ary POV

 

Non riuscivo a capire perché la Ila stesse piangendo prima. Che fosse successo qualcosa con Simo che non mi aveva raccontato?

Non poteva avere avuto una crisi di pianto senza motivo, così perché voleva. Non mi aveva spiegato cosa avesse.

L’avevo lasciata piangere in silenzio perché sapevo che bastavano tutti i pensieri che le vorticavano per la testa a far rumore: faceva sempre così, quando piangeva aveva un sacco di emozioni e di pensieri che le passavano per la testa, era come se quelle lacrime servissero per farle chiarire qualcosa o per farle trovare una soluzione. Dopo avere pianto si sentiva sempre meglio, va be, si è sempre saputo che piangendo ci si sfogava, ma con lei sembrava quasi che sortisse l’effetto di chiarirla, di tranquillizzarla da qualcosa che la preoccupava.

Ripensai a quello che aveva detto la Ila prima di piangere.

Cazzo. Mi accorsi solo in quel momento che sarei andata a casa di Simo. La Ila mi aveva accennato qualcosa, ma non avevo capito molto bene, avevo solo capito che fosse gigantesca.

Le due ore successive passarono con mille pensieri per la testa, ma quando meno me lo aspettai, suonò la campanella.

Misi via la roba ed uscii.

Edo e la Ila erano giù lì che mi aspettavano.

- Ciao piccola.- mi disse Edo venendomi incontro, prendendomi per la vita e baciandomi. Ero quasi del tutto abituata a lui, all’effetto che mi faceva quando ci baciavamo, ma in quel momento cominciai a perdere il controllo. Infatti ho detto “quasi del tutto abituata”, ma quel “quasi del tutto abituata” corrispondeva ad un scarso 5%.

Non mi sarei mai abituata a lui, alle sue labbra sulle mie, alla sua lingua che si accarezzava e giocava con la mia, al suo respiro nella mia bocca. Di mala voglia mi staccai da lui ricordandomi che fossimo a scuola.

-Senti, ma mi spieghi cosa avevi prima?- chiesi alla Ila. Volevo togliermi quella curiosità.

-Te lo spiegherò quando saremo sole.

-Fai come se io non ci fossi.- le disse Edo.

-Mi sono venute in mente, una di quelle mie paranoie che mi vengono ogni tanto, niente di che. Poi ci ho riflettuto su e mi sono calmata.

Eravamo arrivate alla macchina. Simo aveva ancora prestato la macchina ad Edo, va be, più che Simo sua mamma, siccome lui non poteva temporaneamente usarla.

Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso una meta a me sconosciuta.

-Adesso che mi viene in mente- dissi io, ricordandomi di una cosa- che fine hai fatto stamattina? Ti ho aspettato dieci minuti in fermata, ti ho fatto anche uno squillo, ma non sei arrivata.- mi girai e guardai la Ila che inizialmente sbiancò.

-Mi sono addormentata.- disse arrossendo.

-E perché arrossiresti se ti fossi addormentata???- non so perché, ma mi girai a guardare fuori dal parabrezza e….mi bloccai.

Eravamo davanti ad un cancello che si aprì quando Edo suonò al campanello.

Percorremmo un viale circondato da un giardino enorme, con un sacco di alberi e fiori da tutte le parti.

Mi trovai davanti una villa, si perché era una villa non una casa.

Edo parcheggiò davanti la macchina.

Arrivò la Bea ad aprirci la porta.

Ci salutò ad uno ad uno dandoci un bacio su una guancia.

Entrammo in casa e….be… era favolosa anche all’interno: arredata con stile e gusto, mi piaceva. Venne interrotta dai miei pensieri dalla Bea.

-Ragazzi, andate un cucina che c’è da mangiare: pizza per tutti. Ho optato per una margherita, quella piace a tutti.

-Pizzaaaaaaaaaaaaaaaaa.- io e la Ila pensammo e dicemmo la stessa cosa. Non avremmo mai detto di no ad una pizza, di qualsiasi gusto fosse.

Entrammo in cucina passando per l’enorme soggiorno.

Proprio davanti all’entrata della cucina c’era una porta finestra.

Vidi Simo su una sedia a rotelle fuori vicino alla piscina.

-Guarda  una quadrupede. – disse Edo uscendo dalla porta finestra.

-Non ho quattro gambe, scemo. Sono solo su una sedia a rotelle e non per sempre, ricordatelo.- gli rispose guardandolo male.

Io e la Ila li avevamo raggiunti.

Mi persi a guardare la visuale che c’era in quel giardino. Era bellissimo, pieno di alberi. Era tutto molto tranquillo, mi ero innamorata perdutamente di quel posto, di quella casa.

Simo si girò, vide la Ila e fece un sorriso di 52 denti.

Lei era persa a guardare qualcosa tra gli alberi, forse neanche lei, quando era venuta qua, aveva avuto la possibilità di guardarlo bene.

Penso che si sentì osservata perché poco dopo si girò e guardò Simo.

Arrossii e sorrise. Cos’era successo tra quei due?

-Prego, ragazzi. Venite a tavola.

La Ila fu la prima ad entrare seguita da me e poi da Edo che portava Simo sulla sedia a rotelle.

-Prego, sedetevi dove volete.

Ci sedemmo ai lati del tavolo: io vicino ad Edo e la Ila vicino a Simo. Eravamo una davanti all’altra.

Ad un certo punto vidi la Ila, irrigidirsi e guardare malissimo Simo, lui si mise a ridere.

-Ma piantala, cazzo Simo.

Lui per risposta continuava a ridere.

-Che palle, smettila.

-Ci spiegate che succede?- domandò Edo rubandomi le parole di bocca.

-Niente.- disse continuando a ridere Simo, guardando la Ila e cominciando a mangiare.

Mangiammo parlando del più e del meno, quando ad un certo punto…

-Senti, Simo posso chiederti una cosa?- gli chiesi.

-Certo dimmi.

-Cos’è successo stamattina?

-In che senso?- mi chiese lui un po’ perplesso.

-Be, la Ila stamattina mi ha dato “buca” e volevo sapere come mai. È successo qualcosa?

Lui guardò la Ila.

-Si sarà addormentata.

-E tu non l’hai svegliata?

-Non lo sai che la tua amica qui, ha il sonno pesante?- rise, la Ila gli tirò una gomitata.

-Ahia. – disse lui, piegandosi.

Lei lo guardò.

-Scusa, davvero. Me n’ero dimenticata. – disse tirandogli su la maglietta. – oh cazzo.

-Tranquilla non è niente.

-Non è niente. scherzi? Scusa davvero.- si guardarono negli occhi, ma vidi che poco dopo la Ila distolse lo sguardo. E che cazzo, non si erano ancora baciati quei due?

Lei gli tirò giù la maglietta e tornò a posto.

Continuammo a mangiare in silenzio.

-Questo silenzio mi fa davvero pena, ragazzi. Che succede?- era la Bea che era entrata in cucina.

-Niente.- dicemmo quasi tutti e quattro in coro.

-Se lo dite voi.

Finimmo di mangiare.

-Potremmo fare un idromassaggio io e la Ary? Magari mentre tu ed Edo giocate alla play magari.- disse la Ila a Simo

-Si, ma dovresti aiutare Edo a portarmi su.- lui le sorrise.

La Ila aiutò Edo a portare su Simo ed io dovevo portare la carrozzella.

Arrivammo fino in fondo al corridoio ed entrammo proprio nell’ultima camera.

-Io non è che ho molta voglia di fare l’idromassaggio.- dissi io alla Ila.

-Non ti fa niente se ti lascio da sola con loro? Ne ho bisogno.- mi rispose lei.

-No, tranquilla fai pure.

Andò in bagno. Sentii che l’acqua cominciò a scorrere.

Simo ed Edo cominciarono a giocare alla play sdraiati sul letto, con la schiena appoggiata alla testa del letto. Io mi misi sdraiata a pancia in giù a guardare loro che giocavano.

Passai l’ora successiva a sentire Edo e Simo che dicevano  parolacce a tutto spiano. La Ila non tornava più.

Andai alla porta del bagno.

-Ila, ti senti bene?

-Mai stata meglio.- sentii un voce leggera che rispose, non sembrava nemmeno lei.

-Senti piccola che ne dici di andare a fare un giro nel giardino?- mi chiese Edo.

-Va bene, andiamo.

Uscimmo dalla camera, lasciando Simo giocare da solo.

Scendemmo le scale e uscimmo dalla porta finestra.

-Stavo pensando una cosa- gli dissi ad un certo punto.

-Dimmi.- eravamo mano nella mano che cominciammo a percorrere quel giardino che sembrava immenso.

-Vorrei farti conoscere mio papà. – lo sentii irrigidirsi in parte a me.

-E come mai hai cambiato idea?

-Perché penso che sia giusto che ti conosca. Cioè, insomma, penso che non sia una storiellina qualunque. Vorrei che anche lui ti conoscesse. Non penso che potrebbe pensare male di te, ma non si sa mai. Però mi sembra giusto che lo conosci e che ti conosca. Non voglio continuare a fare le cose di nascosto da lui, vorrei anche che qualche volte mi venissi a prendere per uscire o mi portassi a casa, ma finché lui non lo sai queste cose non sono possibili.

-Hai ragione, anche io vorrei conoscerlo.

-Stavo pensando di andare a pranzare un giorno e di fartelo conoscere.

-Ok, va bene. Dimmi solo quand’è che poi io ci sarò.- mi sorrise.

-Ok.

Decidemmo di tornare in camera di Simo con lui. Io volevo anche vedere se la Ila fosse uscita dal quel benedetto idromassaggio.

Salimmo le scale, percorremmo il corridoio. La porta era aperta.

Mi sembrava di sentire sia Simo che la Ila che parlavano.

Entrammo e ce li ritrovammo che si baciavano.

Lei era in accappatoio a cavalcioni sopra di lui, lui era nella stessa posizione in cui era prima.

-E finalmente ce l’hanno fatta i nostri due eroi. – disse Edo entrando e mettendosi sul letto.

La Ila era diventata rossa, Simo l’aveva seguita.

-Ma è possibile che oggi arrivino tutti nel momento sbagliato?- chiese Simo rivolto alla Ila ancora a cavalcioni su di lui.

-A quanto pare si.- disse lei facendo una piccola risata.

-Perché tutti?- chiesi io.

-Stamattina mia mamma è arrivati in ospedale proprio mentre ci stavamo baciando.- risero sia lui che la Ila.

-Ecco, perché eri in ritardo. – dissi io.

-Se devo dirtela tutta sono entrata un’ora dopo.- mi disse lei sorridendo.

-Oddio, non ditemi che…….l’avete già fatto.

La Ila mi tirò un cuscino in piena faccia.

-Per chi mi hai preso? Per una che così, gliela da.

-No, assolutamente.

-Siamo solo voluti rimanere un po’ insieme. Tutto qui.- scese da Simo e se ne andò in bagno a rivestirsi immaginavo.

Edo e Simo ricominciarono a giocare alla play, io andai in bagno con la Ila. Entrando chiusi la porta.

-E quando avevi intenzione di dirmelo?

-Di cosa?

-Non fare la finta tonta Ila. Ti prego. Mi fai solo girare di più i coglioni.

-Prima o poi lo avresti saputo. E poi oggi non ci siamo viste molto da sole e….

-Non inventare scuse. Io te l’ho detto subito.

La Ila uscì in mutande e reggiseno dal bagno, ero scioccata che uscisse.

-Senti, mi sono dimenticata va bene?

Io la segui fino a fuori la porta e poi la seguii con lo sguardo.

Simo smise di giocare alla play, Edo cominciò a ridere per l’espressione di Simo.

Solo in quel momento notai che la borsa con le cose della Ila era appoggiata per terra contro il muro vicino all’entrata.

Si piegò e ne tirò fuori un paio di jeans, una magliettina e una felpa.

-Ti sei dimenticata di una cosa così?

-Si. Ok. Sono stata un po’ presa a pensare ad altro, va bene?- stava ancora frugando nella borsa.

-E a cosa?

-Niente.

-Ila.

-Niente davvero.

Simo la stava fissando. Edo rideva. La Ila sembrava non farci nemmeno caso.

Si alzò con le cose in mano ed era rossa.

-Ila, dimmi a cosa pensavi.

-Te lo dico dopo.

In quel momento si accorse di Edo che rideva.

-Perché ridi?

Edo rispose con un cenno del capo verso Simo.

In quel momento diventò ancora più rossa ricordandosi che fosse in mutande e reggiseno.

Corse in bagno, io entrai e chiusi la porta.

-A cosa stavi pensando?

-Ma dai, le solite cose a cui penso, fantasie, discorsi, solite cose. E poi dammi ragione che non siamo state tanto sole oggi.

-Be, si quello è vero.

-Quindi è inutile che ti arrabbi perché non te l’ho detto.

Si stava vestendo.

-Ma ti sei fatta anche una doccia?

-Ecco, perché ci hai messo tanto.

-Ma va.

Uscimmo dal bagno. I ragazzi stavano ancora giocando alla Play, giocavano a Tekken, un gioco che sapevo che la Ila adorava.

-Posso giocarci anch’io?- chiese la Ila.

Edo e Simo si guardarono e risero.

-Che c’è da ridere?

-Vorresti fare la sfida con uno di noi due?- le chiese Simo ancora ridendo.

-Si, certo.

-Hai mai giocato?

-Un paio di volte.- un paio?Ma se giocava quasi ogni giorno. La lasciai fare e stetti zitta.

-Dai, vieni fai la sfida con me. – le disse facendole segno di andare vicino a lui. Edo fece segno di andare là con lui. Aveva appena passato il joystick alla Ila.

Io andai da Edo che mi fece sedere in parte a lui e mi abbracciò. Era la prima volta che ci abbracciavamo, diciamo, seduti. Be, non che non mi fece piacere anzi, ma solo a stare abbracciata a lui, mille scariche elettriche avevano percorso il mio corpo.

-Mi raccomando gioca come giochi di solito, non voglio che giochi male perché giochi con una donna. – disse la Ila a Simo.

-Sicura?- gli chiese lui guardandola – io stavo già cercando il modo di diventare scarso.

-No, davvero. Voglio che giochi come sai fare, senza risparmiarti.

-Ok, va bene. Ma l’hai voluto tu.

-Tranquillo.- io mi stavo per mettere a ridere. Cosa sarebbe successo?L’avevo vista giocare ed era un mostro.

-Sei pronta?

-Prontissima.

Iniziarono a giocare. Pochi minuti dopo, Simo era KO.

-Ok, il prossimo round faccio sul serio.

Iniziò il round e pochi minuti dopo Simo era di nuovo KO.

Edo cominciò a ridere facendomi saltellare anche a me.

-Rivincita.- disse Simo rivolto alla Ila. Lei non si era mossa di un centimetro e non aveva parlato.

Scelsero gli stessi personaggi, ma vinse sempre la Ila.

-Ok, stavolta gioco davvero bene lo giuro.

Niente, anche stavolta vinse la Ila.

Edo si stava sbogiando, non ce la faceva più da quanto rideva.

-Simo, ma non lo capisci che stai giocando come al solito? Arrenditi all’evidenza che lei è più forte di te.

-Mai e poi mai. Ancora.

Continuarono a giocare per circa un oretta, ogni tanto la Ila faceva vincere qualche round a Simo, per dargli false speranze, ma poi vinceva sempre lei.

-Adesso lo vuoi ammettere?- gli chiese Edo.

-No. Ancora.

-L’orgoglio brutta bestia. – disse la Ila.

Ecco, avevamo toccato l’orgoglio. Brutto segno.

Edo mi guardò. Sapeva anche lui che lei odiavo le persone orgogliose.

-Cosaaaaaaaaaa?- urlò Simo.

-L’orgoglio è una brutta bestia.

-Io non sono orgoglioso.

La Ila scoppiò a ridere.

-Si, come no. E io dovrei crederti?

-Fai senza credermi.

-Dio, quanto odio le persone orgogliose.- disse a bassa voce la Ila.

Simo si girò di scatto.

-Cos’hai detto?- le disse lui quasi ringhiando.

-Dio, quanto odio le persone orgogliose.

-Quindi mi odi.

-In questo momento sì.

-Solo perché sono orgoglioso?

-Aaaaaaaaaaaaaa. Vedi che lo ammetti, adesso? Si, perché sei orgoglioso. Odio le persone orgogliose. Le odio profondamente.

-Simo, ti conviene smetterla. Potreste andare avanti per ore a discutere.- gli dissi io.

-Ma cosa me ne frega di discutere. Non riesco a capire cosa abbia contro gli orgogliosi.- mi rispose lui.

-Le considero persone senza palle, che non sono capaci di fare quello che gli dice il cuore solo perché c’è di mezzo quel fottutissimo orgoglio che li blocca. L’orgoglio cambia ogni cosa, altera gli atteggiamenti, gli istinti, il modo di pensare, perché tutte le volte che pensi di fare o dire qualcosa, ci si mette di mezzo e ti blocca. E non dire che non ho ragione.- gli rispose lei

Lui non le rispose subito.

-No, non hai ragione.

Lei rise.

-Vedi, mi hai dato una risposta pensata con l’orgoglio. Se non fossi stato orgoglioso mi avresti dato ragione e basta. Siccome ce l’ho.

-Guarda, Simo che ha davvero ragione. – gli disse Edo.

Ci pensò su.

-Ok, va bene. Hai ragione, sono un orgoglioso, faccio parlare l’orgoglio invece del cuore o della testa. Sei felice???

-E….- lo incitò a parlare.

-Giochi meglio di me.

-Scusa non ho capito bene.-gli disse lei.

-Cosa?- gli chiese lui non capendo il senso di quella sua affermazione.

-Tutto. Non ho capito tutto.

La tattica di far ripetere le cose che avevi appena detto e che lei ovviamente aveva capito. Lo faceva anche con me e puntualmente ci cascavo sempre.

-Sono orgoglioso e giochi meglio di me.

Lei sorrise.

-Ne vuoi fare un’altra di partita?

-No, grazie. Mi basta così per oggi. Ma non avevi detto di non aver mai giocato?

Io e lei cominciammo a ridere.

-Ma se gioca quasi tutti i giorni.- gli risposi io.

-Mi hai imbrogliato.- si girò di scatto a fulminarla con lo sguardo, ma quando la vide ridere come una scema, quello sguardo scomparve, lasciando spazio ad uno sguardo dolce e comprensivo.

-Si, leggermente.

All’improvviso guardai l’orologio. Erano le sei. Di già? Era già passato tutto quel tempo.

-Scusate se disturbo, ma io dovrei tornare a casa.- dissi rivolta a tutti.

-Di già?- mi disse la Ila, facendo scomparire il suo sorriso sulle labbra.

-Sono le sei. Tesoro. – le risposi io.

-Ah.

-Va be, ti porto a casa. – mi disse Edo.

-Mi porteresti a casa anche a me?- gli chiese la Ila.

-Ce…..

-Ti porterà a casa, mia mamma più tardi.- rispose Simo alla Ila.

-Perché disturbare tua mamma, quando c’è Edo che va da quella parte.

-Perché voglio che stai qua con me.

-E se non volessi?

Simo rimase scioccato da questa frase.

La Ila scese dal letto.

Io ed Edo decidemmo di scendere in salotto.

Edo andò a prendere la sua macchina, non so dove perché arrivando non l’avevo vista.

Pochi minuti dopo vidi scendere la Ila.

-Digli ad Edo grazie per il passaggio, ma mi faccio accompagnare più tardi dalla Bea.

-Ok. Ci sentiamo domani. – le dissi dandole un bacio sulla guancia.

-Salutami Edo e vi saluta anche Simo.

-Ok, va bene.

Scomparve pochi minuti dopo su per le scale.

Uscii nel cortile e mi trovai davanti l’Audi TT nera di Edo.

Scese dalla macchina.

-La Ila si fa accompagnare più tardi.

-Ok, va bene. Andiamo allora.

Salimmo in macchina.

Mise in moto e uscimmo dal cancello di quella bellissima villa.

Per la strada cominciammo a parlare.

-Finalmente quei due si sono dati una mossa.

-Infatti, finalmente. Non so che cosa stessero aspettando, che qualcuno gli inviasse un invito scritto?

Edo rise. Sentire la sua risata, in quel abitacolo semi buio, mi fece salire una scarica elettrica su per la schiena.

-Non mi hai mai parlato di tuo fratello.

-Davvero? Pensavo di averlo fatto.

-No, mi hai solo detto di averne uno, ma nient’altro.

-Be, è più grande di me, ha 25 anni e si chiama Davide. Lavora come concessionario. Non abita a Brescia, abita verso Verona, dice di vendere di più. Ha la fidanzata da 4 anni, più o meno, sinceramente non ne sono nemmeno sicuro. Ci vediamo pochissimo e ci sentiamo quasi ogni giorno anche per sapere come stiamo. Quando abitava ancora con noi, usciamo io, lui e Simo insieme, eravamo inseparabili, diciamo che siamo cresciuti come 3 fratelli, anziché due. Penso che lo senta più Simo di me. Simo sa certe cose che io non so e ovviamente le scopro da lui.

-Come si chiama la sua ragazza?

-Camilla.

-Quanti anni ha?

-24 anni.

-E che tipo era tuo fratello prima che avesse la ragazza?Come te o come Simo?

-Se ti dico come Simo, mi credi? Si è messo a posto la testa conoscendo Camilla, se no prima era come Simo, forse anche peggio.

-La pecora nera di famiglia insomma.

-Più o meno. Non pensare che io non abbia mai fatto niente e che sia un santo.

-Non l’ho mai pensato. Non ti vedo come un Dio in terra, Edo.

Rise.

-Lo spero. Non sono perfetto e lo so pure io.

-Be, che non sei perfetto non ci sono dubbi. – risi.

-Cosa vorresti dire con questo??

-Che tutti abbiamo difetti e anche tu ne hai, come è normale.

-Vero.

Senza che nemmeno me ne accorgessi, ero davanti a casa mia.

-Siamo arrivati. – mi disse guardandomi dolcemente.

-Peccato. – gli sorrisi.

Lentamente ci avvicinammo, mi prese il viso tra le mani e ci baciammo.

-Passa una buona serata.- mi disse ancora a contatto con le mie labbra. Il suo fiato mi solleticò in bocca.

Lo baciai ancora.

-Anche tu. – dissi scendendo dalla macchina.

Andai in casa, felice come una Pasqua. Mio papà non era ancora arrivato. Mia mamma mi accolse con un sorrisone a 32 denti.

-Ho una notiziona da darti e un idea da esporti.

-Dimmi la notiziona prima.- mi rispose mia mamma.

-La Ila e Simo si sono baciati.

-Finalmente. Ci voleva così tanto?

-A quanto pare sì.

-E che idea avresti in mente?

-Vorrei fare conoscere Edo al papà

Mia mamma in quel momento stava bevendo. Sputò tutta l’acqua sul tavolo.

-Cosa? E come mai?

-Perché non è una storiella, è qualcosa d’importante. E sono stufa di fare le cose di nascosto. Voglio che lo conosca, che ci parli insieme. Voglio che mi venga a prendere o portarmi a casa senza che abbia paura che lo veda papà. Voglio uscire con lui il sabato pomeriggio o la sera o la domenica.

-Hai ragione, tesoro. E quando vorresti farglielo conoscere??’

-Devo ancora vedere. Mi è venuto in mente un’altra cosa. Devo parlarne con Ila però.

-Ok. Basta che mi fai sapere.

-Certo.

Avevo pensato di fare una cosa in grande: far venire anche la mamma della Ila e farle conoscere Simo, cioè quando fosse guarito ovviamente. No, forse era una cattiva idea, ma no alla fine avrebbe aiutato la presenza della mamma della Ila, di lei e di Simo, avrebbero allentato la tensione che avrebbe sicuramente creato mio papà. Ne avrei parlato il giorno dopo o la sera stessa con la Ila, ma avevo come l’impressione che quella sera non sarebbe tornata a casa a dormire.

Passai il resto della serata a guardare un film con i miei, che si addormentarono poco dopo.

Alle 22 cominciavo ad avere sonno ed andai a dormire.

Sdraiata nel letto, ripercorsi mentalmente tutti gli attimi di quella giornata, soffermandomi sull’ultimo bacio avuto con Edo.

Mi addormentai così con un sorrisino ebete sulle labbra, abbandonandomi nel mio letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? Allora, che dire di questo capitolo. Finalmente la Ila e Simo si baciano *.* Che tenerezza *.* Quanto amo quei due? Ma soprattutto quanto amo Simo? Ok, lo ammetto. La prima ad essere innamorata di SImo sono io=) Eccome, se son innamorata di lui *.* Poi, vado avanti. Be, la piccola paura della Ila è lecita, almeno per me. è normale che abbia paura di perderlo, adesso che si è resa effetivamente conto di quanto lei ci tenga a lui. Voi che ne pensate? Poi il capitolo dal punto di vista della Ary. Be, lei non sa niente di loro due, quindi mi sembrava giusto farlo vedere da una persona esterna =) E poi era un pò che non parlavo di lei ed Edo. Ci mancavano, almeno a me mancavano un pò. Non so a voi. =) Anche se il prossimo capitolo è completamente Ila POV, lei è rimasta a casa di SImo, no? Dovrà raccontare cosa succede =)

Si, lo so. Vi starete chiedendo come mai sto postando dato che avevo detto che avrei postato una volta a settimana. Vi rispondo subito, ho visto che avete letto e recensito tutte e quindi ho pensato di postare =) Spero che ne siate felici. =)

Voglio ringraziare le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite, ricordate e a chi mi ha inserito come autori preferito =) Davvero grazie ragazze. =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

Lua93: Dopo aver recensito la tua storia, eccomi qua a postare la mia, dato che rompevi -.- Però ti ho accontentato. =) Oddio, la canzone di Ligabue-Un colpo all'anima è stra bella. Davvero. Oddio, rischio di ucciderti, ma stai scherzando? Be, chissà come sarai andata in combustione in questo capitolo, ma hai mai pensato che un giorno lo faranno per la prima volta? Cioè tu cosa farai in quel capitolo? Morirai? Andrai in autocombustione? Ahahahah vorrei davvero poterti vedere =) Hai ragione. davvero. A volte desideriamo davvero tanto una cosa che quando la otteniamo non ci frega più niente e pi ti senti una stupida per aver desiderato quella cosa talmente tanto da non esserti resa conto che magari in realtà non la volevi. =) Si, lo so è un pensiero molto contorto =) Si, effetivamente Mattia l'ha presa davvero bene, ma, da come hai potuto leggere in questo capitolo, non l'ha presa molto bene. Come c'era da aspettarsi, pensa che lei lo abbia mollato per Simo e diciamo che in un certo senso è così, ma nell'altro la Ila l'ha lasciato soprattutto per se stessa, ma anche per fare un piacere a Mattia. Di poter pensare ad un'altra ragazza. =) E ti assicuro che dopo un pò si consolerà =) -.- No, Simo non ti adotta, ho meglio la famiglia di Simo non ti adotta, soprattutto se dici che vorresti avere rapporti poco professionali. -.- Altro che una fortuna incredibile, hanno un culo della madonna ahahah magari ce l'avessimo noi, geme =) Beatrice vuole solo che lei le parli insieme, per darle dei consigli, ma tranquilla, non gliele riferirebbe mai a Simo. Mai. Quindi tranquilla =) E poi ti ricordo che la Ila e Simo hanno già parlato delle loro storie quindi =) non ci sono problemi. ahahaha un neurone inge di essre morto perchè non ha voglai di lavorare, così a qeullo vivo toccafare il doppio turno. -.- stronzo -.- Penso che il rapporto con le mamme a questa età sia uguale per tutte. =) Si, tranquillizzati. Siamo tutte sulla stessa barca per il rapporto con le mamme =) oddio, avresti diurbato  la Ila e Simo ahahaha esagerata. Oddio, non epnso di essere così brava. Te lo continuo a ripetere. Be, penso che un rapporto come quello della Ila e di Simo sarebbe il massimo, non è monotono, anzi ci si diverte. =) Sorvolo quello che hai scritto sulle mie storie. Lo sorvolo volontariamente =) Adesso voglio vedere cosa scriverai nella mia recensione. Spero di prendermi il mio punticino =) e di vincere =) Non annuisco perchè non sono bravissima e smettila di dirlo -.- anche se mi fai arrossire. Allora? Come ti è sembrato il capitolo? Ci sentiamo stasera, geme. Un bacione. ti voglio bene^^

jimmina: io? tutto bene, grazie e tu? Spero che non avrai ancora probelmi di cuore =) Tranquilla per la recensione, sono contenta che abbia recensito lo stesso nonostante avessi problemi amorosi =) Mi dispiace che andrai in vacanza tutto il mese d'agosto e che così non potrai leggere la mia storia =( mi dispiacerà non leggere le tue recensioni. Però divertiti in vacanza, goditi il posto dove vai anceh per me che non vado in vacanza =)Spero che questo pcaitolo ti sia piaciuto=) Un bacione alla prossima ^^

Miley90: non ti preoccupare per non aver recensito, fa niente =) Be, si Simo torna a casa troppo presto, ma con la Ila passerà altro tempo non ti preoccupare =) Spero che ti sei divertita in piscina he questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione alla prossiima ^^

effe_95 No, Mattia non farà niente di strano tranquilla =) Noooooooo, anche tu vai in vacanza? Ma tutte che mi abbandonano? eh va. Spero solo che non resterai tanto via. =) e spero che ti perderai solo pochi capitoli. Mi dispiacerà non leggere le tue recensioni. =( Però me ne farò na ragione. Divertiti e fatti un tuffo anche per me =) Un bacione.- Alla prossima ^^

CrisAngels: Ciao. Oddio, ma stai ancora studiando?Che scuola fai? Devo dedurre che vai all'università se non hai ancora finito di studiare. =) Comunque tranquilla, lo studio è più importante della mia storia. =) Grazie per i complimentio =) Spero che riuscirai a leggere questo capitolo e che ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima ^^

Cate1994: Come tra una vacanza e l'altra? Ma quante vacanze fai? Beata te, io non vado da nessun aparte. =( Però sono felice che recensisci i capitoli =) Si, finalmente la Ila ha mollato il broccolo e be in questo capitolo c'è il primo bacio della Ial e di Simo *.* che tenerezza =) Grazie. Spero di aver postato abbastanza presto e spero di leggere una tua recensione =) Un bacione. alla prossiima^^

FUNNi: Ciao cara! Tranquilla, fa niente non ti preoccupare se hai perso un capitolo =) Si, questi capitoli sono decisamente molto lunghi, ma tra poco diminuiranno tranquilla. Mi rendo conto che siano pesanti da leggere =) Si, Simo sta diventando dolcissimo ed è tutto merito della Ila =) La storia dell'infermiera purtroppo dura poco =) è già finita =( Spero di legger una tua recensione e che la storia ti sia piaciuta. Un bacione. alla prossima ^^

lisasepe9: Si, simo è carinissimo =) è patatoso *.* Non ti preoccupare siamo in due a volere un ragazzo come simo =( ma purtroppo di ragazzi come lui ne esistono pochi a quanto pare =( Be, per mettersi insieme basta un bacio no? infatti eccoti il bacio =)Spero di aver postato abbastanza presto. Un bacione alla prossima ^^

ColeiCheAmaEdward: Lo sapevi benissimo che il capitolo era lungo -.- io ti avevo letto di leggerlo su word -.- Ahahahah si li conosci bene tutti e due =) oh, ma non fare troppi spoiler -.- sono ricchi, molto ricchi ed a noi ci piace, anche se diciamolo non siamo fissate solo per quello . cioè non guardi un ragazzo solo perchè è ricco =) giusto??Strano è che la Ila ci metta tanto? Non ti sembra qualcuno ? Ok, uccidimo per questo non bacio, ma per il bacio di questo capitolo ??? eheh non puoi uccidermi =) Si, qeul bellissimo cagnolino lo chiamo Spioke, il primo nome ch emi è venuto in mente =) Grazie e be, anche questo capitolo è davvero lungo =) Ci sentiamo tra un nano secondo =)

Alloram, ragazze per ultima cosa vi ricordo lo spoiler nel blog =) http://cherrybombswonderland.blogspot.com/

Alla prossima ragazze ^^

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Capitolo 29
*** Una giornata un pò strana ***


 

Una giornata un pò strana

Ila POV

La Ary aveva appena detto che doveva andare a casa ed Edo, ovviamente, la accompagnava a casa. Mi dispiace fare il terzo incomodo, ma volevo tornare a casa mia a dormire e chiedere un passaggio mi sembrava la cosa più giusta da fare.

-Mi porteresti a casa anche a me?- chiesi ad Edo.

-Ce…

-Ti porterà a casa, mia mamma più tardi.- mi rispose Simo.

-Perché disturbare tua mamma, quando c’è Edo che va da quella parte.

-Perché voglio che stai qua con me.

-E se non volessi? – ero stata un po’ bastarda, avrei voluto passare del tempo con lui, ma volevo tornarmene a casa mia, volevo dormire nel mio letto.

Lui mi guardò scioccato.

Io scesi dal letto, in quel momento la Ary ed Edo scesero in salotto.

-E perché non vorresti rimanere con me?- mi chiese lui con la voce un po’ rotta.

-Perché so che alla fine mi convinceresti a dormire con te anche stanotte e io voglio dormire nel mio letto, voglio andare a casa.

-Hai ragione ti convincerei a stare qua a dormire, ma guarda che siamo in una casa, non siamo in ospedale, questo è un letto matrimoniale. – disse toccando il letto sotto di lui – ti prego, resta con me anche stanotte. Giuro che domani ti lascerò tornare a casa senza fare storie. Te lo prometto.

-Ci potrei pensare.- dissi vaga. Lui mi guardò con uno sguardo talmente sexy che cedetti subito.- Ok, va bene. Vado giù ad avvisare Edo e a salutare la Ary.

-Salutameli.

-Certo.

Percorsi il corridoio e feci le scale velocemente.

In salotto c’era la Ary che mi guardava scendere.

-Digli ad Edo grazie per il passaggio, ma mi faccio accompagnare più tardi dalla Bea.

-Ok. Ci sentiamo domani.- mi disse dandomi un bacio sulla guancia.

-Salutami Edo e vi saluta anche Simo.

-Ok, va bene.

Non la vidi nemmeno uscire dalla porta. Corsi su per le scale.

-Ti salutano tutti e due.

Andai verso la porta finestra, la aprii ed uscii.

Mi misi a sedere sul terrazzo.

-Che stai facendo?– mi chiese Simo dal letto.

-Niente. Guardo in giro.

Chiusi gli occhi e una piccola brezza mi investì il viso.

Che pace, che tranquillità. Sentire quella brezza leggera toccarmi il viso e girare intorno a me, mi dava come la sensazione di volare, ma ad un certo punto, un brivido di freddo, mi fece tornare nella realtà.

Entrai e chiusi velocemente la finestra.

-Vieni qua. Prima che ti congeli.

Andai a sedermi vicino a Simo, che nel frattempo si era spostato in mezzo al letto.

-Non avevi freddo lì fuori?

-Adesso, si. Prima no. Stavo benissimo.

Lo abbracciai e lui mi abbracciò.

Prese il telecomando della televisione e la accese.

Cominciai a tremare.

-Andiamo sotto le coperte?

-Si, se non ti fa niente. Ma come fai ad entrare?

-Non ti preoccupare che ce la faccio. Tu vai pure sotto.

In pochi secondi fu sotto anche lui. Non riuscii a capire come fece.

-Come hai fatto?

-Agilità, tesoro. Agilità.

Mi abbracciai a lui.

Aveva Sky quindi potevamo vedere tutto quello che volevamo.

-Guarda se fanno un bel film.

Fece zapping.

-Fermo. Immobile, qui.

-Perché?

-Quanto è bello questo film?

-Che cos’è?

-Non hai mai visto I passi dell’amore?

-Non l’ho nemmeno mai sentito nominare.

-È arrivato il momento che lo guardi. Siamo anche fortunati che è appena iniziato. Intanto chiamo mia mamma.

Presi il cellulare e composi il numero.

-Pronto?

-Ciao mamma. Come va?

-Ciao. Bene, tu? Tutto bene?

-Benissimo. Senti volevo avvisarti che torno a casa domani.

-Ah ok. Per che ora?- Guardai Simo, conoscendolo verso sera.

-Verso sera. comunque domani ti chiamo per farti sapere.

-Come sta Simo?

-Simo? Bene. L’hanno fatto uscire oggi.

-Ah ok. – silenzio.- e stai a dormire a casa sua?

-Sì, mamma.

-E Mattia? Che fine ha fatto?

-L’ho lasciato ieri, mamma.- Silenzio. Simo di fianco a me, mi guardava.

-Cosa? E perché l’avresti lasciato?- sembrava leggermetne indignata

-Non possiamo parlarne a casa mamma? Ti preoccupi che dormo insieme stasera a Simo, quando sono due notti che ci dormo insieme??

-Cosaaaaaaaaaaa?

-Non cadermi dalle nuvole, ti prego.

-Ne parliamo quando torni. E mi spieghi OGNI COSA. Chiaro?

-Chiarissimo. Ciao buona serata.

-Anche a te. E che non sia troppo una BUONA serata.

-Mamma.

-Ciao.

-Se ciao. – chiusi la chiamata.- Ma vaffanculo.- Mi rimisi nella posizione di prima, abbracciata a Simo.

Mi stava ancora guardando.

-Che c’è?

-Hai mollato Mattia?- mi chiese

-Si, ieri.

-E perché? Perché non me l’hai detto?

-Perché dovevo lasciarlo. Non te l’ho detto perché non sono affari tuoi. Tu pensi che io baci una persona mentre sono insieme ad un altro?

-No, però. Sinceramente non mi ricordavo nemmeno più di Mattia.

-Neanche io. Possiamo continuare a guardare il film per favore?

Passammo la successiva mezz’ora a guardare il film, fin quando io non cominciai a piangere.

Mi sentivo osservata da lui, che mi guardava mentre piangevo per tutto il film. Piansi fino alla fine, fino all’ultimo secondo. Sempre abbracciata a lui.

Mi alzai ed andai in bagno a soffiarmi il naso.

Quando uscii, me lo ritrovai che mi sorrideva.

-Che c’è?- gli chiesi curiosa di quel suo sguardo.

-Niente. – mi sorrise.

-Senti, avrei un po’ fame. – gli dissi sorridendo.

-Guarda se c’è qualcosa di pronto giù. In teoria mia mamma dovrebbe aver già preparato da mangiare.

Scesi in cucina. Trovai la Bea ed un uomo molto affascinante che parlavo mentre mangiavano. Immaginavo che fosse il papà di Simo, be, avevo capito che fosse lui, erano uguali, almeno da quel poco che potevo vedere.

Entrai in cucina.

-Scusate, se disturbo.

-No, tranquilla Ila. Vieni pure. Ti presento mio marito, Alessandro.

Mi avvicinai al tavolo, lui si alzò e mi porse la mano.

-Piacere Ilaria.- dissi io, stringendogli la mano.

-Piacere Alessandro.- mi sorrise. Aveva una stretta forte e vigorosa, da uomo.

Lo osservai velocemente, il sorriso era uguale a quello del figlio, gli occhi erano neri, forse meno scuri di quelli di Simo e i capelli neri. Sembrava di vedere Simo da vecchio, be vecchio, avrà avuto l’età di mio papà più o meno, sui 44 anni, ma era ancora un bellissimo uomo, aveva fascino.

-Be, tesoro, devo dire che si avvicina molto di più alla tua descrizione che  a quella di tuo figlio. – gli disse lui a sua moglie.

-Te l’avevo detto che aveva fatto una descrizione sbagliatissima di lei.

Arrosii.

-Avresti qualcosa da mangiare? Avremmo fame. – le dissi ancora rossa in volta.

-Tesoro, non serve che ti senti in imbarazzo. Comunque, qui ci sono due piatti di pasta pronti. – mi porse un vassoio.

-Grazie. È stato un piacere conoscerla.- dissi rivolta al papà di Simo.

-Ti prego dammi del tu. Non sono così vecchio.

-Io…..io….non intendevo questo.- dissi arrossendo.- non penso che sia vecchio. – lui rise.

-Non ti preoccupare. Lo so che non volevi darmi del vecchio, stavo scherzando.

Uscii dalla cucina e portai il vassoio in camera.

Ero ancora rossa.

-Come mai sei rossa?- mi chiese Simo prendendo il vassoio.

-Ho conosciuto tua papà. – il mezzo sorrisino che aveva in volto scomparve.

-Cosa ti ha detto? – sembrava arrabbiato.

-Niente. Stai tranquillo, non serve che ti arrabbi.

-Dimmi, cosa ti ha detto?

-Ma niente, gli ho dato del lei e mi ha detto che non è così vecchio. Sono arrossita in quel momento. Non ti preoccupare non ha detto chissà che cosa.

Sembrava essersi rilassato.

-Tranquillizzati. – gli dissi avvicinandomi e baciandolo.

Appoggiò il vassoio sul letto e mi prese in braccio.

Gli morsi un labbro, prima di staccarmi.

-Mmmmm.- mugugnò lui. Sorrisi.

-Hai anche tu un sogno?- mi chiese tenendomi ancora in braccio.

-In che senso?

-Be, sai la ragazza del film voleva sposarsi nella chiesa in cui si era sposata sua mamma. Tu cosa vorresti fare?

-Ma io non sto morendo.

-Be, spero proprio di no. Cosa vorresti fare? Cioè avrai qualche sogno, immagini ogni tanto di fare qualcosa, no?

-Be, la cosa a cui ogni tanto penso è che vorrei che mia mamma smettesse di lavorare, in senso, lavora troppo, per pagare le bollette, per pagare le cose che voglio e cose varie. Alcune volte vorrei che lavorasse di meno, che avessimo abbastanza soldi da parte, da non farle fare due o tre lavori al giorno.

-Scusa, ma tuo papà non le da una mano? Almeno per quanto riguarda te.

-È come se non esistessi per lui.

-Non è possibile.

-Possibilissimo. È così. Io per lui è come se non esistessi, inventa scuse su scuse per non darmi i soldi e io ci credo. Non riesco mai a dirgli le cose che penso, ho sempre paura…..non so neanche di cosa. Cioè io alla fine sotto, ma molto sotto gli voglio bene, è pur sempre mio papà, ma un giorno dovrò digli le cose come stanno anche se lui, ovviamente, negherà. Però gliele avrò dette.

-Per è una cosa impossibile che si dimentichi di te.

-Per me non è un problema. Il problema fondamentale è per mia mamma e mi dispiace soprattutto per lei che deve lavorare di più perché lui non da i soldi, ma a me non frega più di tanto di vederlo. Quando non lo vedo sto bene, non ho problema, è quando vado giù che per 3 giorni devo sopportare mia mamma che rimugina su quello che dice mio papà.

-Me lo farai conoscere?- risi a quella sua domanda.

-Assolutamente no.

-Perché?- lui era serio. – vorrei conoscerlo sul serio.

-E io mi impegnerò nel non fartelo conoscere.

-Perché?

-Vuoi vedermi morta? Vuoi vedervi tranquilla? E soprattutto vuoi vedermi ancora?

-No, non voglio vederti morta. Si, voglio vederti tranquilla e soprattutto voglio ancora vederti.

-Benissimo, allora non dovrai mai conoscere mio papà

-Cosa mi farebbe?

-Cosa farebbe a te? Cosa farebbe a me. Comincerà ad essere paranoico – ossessivo convinto che io la dia via come il pane, comincerà a chiamarmi dicendomi che conosce persone che ti conoscono e dicono che non sei un tipo affidabile, comincerà a dirmi che sa dove abiti e che se ti rivedo anche solo una volta ti manda all’ospedale, mi chiamerà una sera tenendomi un’ora e mezza al telefono continuando a ripetermi che sono una zoccola che la da via come niente. Comincerà ad origliare ogni minimo discorso che faccio con la sua ragazza, solo per sapere se gli parlo di te. Be, potrei andare avanti.

-Ah. Wow. Be, allora qualcosa gli frega di te.

-Solo quando gli passa per l’anticamera del cervello che potrei andare a letto con qualcuno e magari questo qualcuno a 5 anni in più di me. Lasciamo stare che lui l’ha fatto per la prima volta con una di 19 anni e lui ne aveva 14, che si è dato alla pazza gioia da quel momento. Che non era il classico figlio modello tranquillo e che faceva preoccupare non poco sua mamma. Queste cose se le dimentica e poi guarda quello che faccio io.

-Mmmmh. Ok, mi sa che non voglio più conoscerlo.

-Ecco. Meglio.

-Poi quale altro sogno avresti?

-Be, sarà tipo un anno che io e la Ary stiamo programmando il nostro viaggio a New York che, ovviamente, per quest’anno non avremo.

-Perché no?

-È impossibile. Almeno per me. Ci limitiamo ad organizzare il viaggio in ogni minimo particolare. Due settimane in un albergo all’angolo di Broadway, anche se la Ary ne vorrebbe uno con la vista su Central Park, ma il costo si sarebbe alzato notevolmente. Va be, il massimo sarebbe albergo vista Central Park, ma voliamo basso, immaginiamo qualcosa di fattibile per noi.

-Poi? Qualcos’altro?

-Be, non ci sarebbe solo New York, ci sarebbero Parigi, Londra, Barcellona, Roma, Las Vegas, Los Angeles, Miami, Hollywood.

-Non sei mai andata a Roma?

-Mai. Ed è una cosa che fa alquanto ridere, essendo italiana, ma non ci sono mai stata.

-Poi altri sogni?

-No, penso nient’altro. Adesso potrei mangiare? Ho lo stomaco che richiede cibo. – rise e mi lasciò andare.

Presi il piatto di pasta e mi misi seduta in parte a lui sul letto, guardando una puntata dei Simpson.

Quando finimmo, presi i piatti e portai giù il vassoio.

In cucina c’era il papà di Simo, circondato da fascicoli, carte e quant’altro.

-Lavori anche di sabato?- dissi appoggiando il vassoio.

-Purtroppo si. Ho una causa importante in ballo e ho un sacco di cose da fare, per mia sfortuna.

Tolsi i piatti dal vassoio e li infilai nella lavastoviglie.

-Che tipo di causa è? – gli chiesi io incuriosita.

-C’è in ballo un’indagine su uno che sembra che abbia rubato, ucciso e cose simili.

-Tu sei l’accusa o la controparte?

-Accusa.

-Vuoi fare l’avvocato da grande?

-Sinceramente non so. Ogni tanto ci penso, ma poi penso che dovrei studiare fino ai 30 anni se non di più, mi girano leggermente.

-Hai ragione. Deve piacerti studiare e soprattutto il lavoro. Se non ti piace sei fregato.

-Cosa ti hai spinto a fare l’avvocato?

-Mio papà. Anche lui era avvocato ed era uno degli avvocati più famosi di Milano. Sono cresciuto a pane e legge, se così possiamo dire. Crescendo mio papà ha cominciato a farmi lavorare da lui d’estate, facendogli da segretario. Era il mio destino diventare avvocato, avrei voluto che anche mio figlio mi seguisse, ma, purtroppo non è stato così.

-Ti sarebbe piaciuto che lui diventasse un avvocato?

-Moltissimo. Lavorare insieme. Affiancarci. Aiutarci nel nostro lavoro. Mi sarebbe piaciuto tantissimo.

-Va be, scusa se ti ho disturbato.

-Figurati, mi ha fatto piacere parlare con te e soprattutto mi hai distratto, ne avevo davvero bisogno.

-Prego. Buon lavoro, allora.- dissi sorridendo.

Salii le scale e mi scontrai con la Bea che usciva da una stanza che non avevo mai visto.

-Oh, Ciao Ila.

-Ciao. Scusa. Avevo portato giù il vassoio con i piatti e mi sono fermata a parlare con tuo marito.

-Che stranamente deve lavorare. – disse un po’ triste.

-Lavora tutti i sabato?- chiesi io intuendo dalla sua espressione

-Sì, ma ormai ci ho fatto l’abitudine.

Solo in quel momento feci caso alla sua tenuta sportiva e al fatto che stesse sudando.

-Stavi facendo palestra?

-Si, questa è la nostra palestra in casa. Almeno quando non so cosa fare, faccio quella. – disse indicando la camera da cui era appena uscita.

Mi fermai un attimo ad osservarla.

-Succede qualcosa?- mi chiese dopo un po’ che la osservavo.

-Avete bisogno di una serata fuori. Tutti e due.

-Chi?

-Tu e tuo marito. Vai a farti una doccia, mettiti un completino sexy e un vestito. Vai giù e lo obblighi ad uscire. Non potete passare tutti i sabato uno a lavorare e l’altro a fare palestra.

-Stai scherzando?

-Da quanto tempo è che non uscite? Soli, intendo, non in una di quelle cene di lavoro.

-Saranno anni.

-È giunto il momento di uscire, di nuovo soli. Al bambino ci penso io, non dovete nemmeno chiamare la babysitter.- si mise a ridere.

-Hai ragione, dobbiamo uscire. Vado a farmi una doccia e a prepararmi. Grazie. – disse dandomi un bacio sulla guancia.

-Prego.

Entrò nella stanza davanti alla palestra.

Entrai in camera di Simo.

-Mi stavo preoccupando.

Mi misi sotto le coperte insieme a lui.

-Mi sono fermata un po’ a parlare con tuo papà che stava lavorando.

-Strano. È da quando sono piccolo che lavora ogni santo giorno, non esiste sabato o domenica per lui.

-Perché non hai deciso di fare l’avvocato come tuo papà??

-Non mi ci vedo come avvocato.

-E ti ci vedi come…?

-Medico. Sto studiando medicina.

-Un lavoro che ovviamente ti fa tornare a casa tutte le sere, il sabato e le domeniche, ovviamente.

-Be, si. Forse il medico è peggio dell’avvocato, ma mi piace. Aiutare le persone, guarirle.

-Vorresti diventare ginecologo?

-Ci ho pensato una volta.

Mi misi a ridere.

-Perché ridi?

-Me lo sarei immaginato. E invece vorresti fare?

-Il pediatra.

-Ti piacciono i bambini?

-Molto. A te no?

-Dipende. Se sono carini e stanno buoni, sì. Se cominciano a rompere, no.

-Non vorresti avere dei figli?- lo guardai sconcertata.

-Cosa?

-Non ti piacerebbe avere dei figli?

-Sinceramente?- annuì con la testa. – no. Cioè non ci ho mai pensato. A parte che sono ancora un po’ piccola per pensare a dei figli, ma sinceramente, non mi ci immagino mamma.

-Io ti ci vedrei.

Mi alzai di scatto e lo guardai male.

-Cosa?

-Ti ci vedrei a fare la mamma.

-Ma se non mi hai mai visto con un bambino. Magari li picchio e li maltratto.

-Non potresti mai farlo.

-E che ne sai?

-Perché si vede.

Passammo un ora o due  a parlare di bambini, delle nostre aspettative del futuro, dei nostri sogni, dei nostri progetti.

Finché non sentii il bisogno di mettermi il pigiama.

Mi alzai, andai alla mia borsa e tirai fuori il pigiama.

Simo in quel momento stava guardando la televisione.

Decisi di cambiarmi lì. Di schiena.

Mi tolsi la felpa, poi la maglietta.

Rimasi in reggiseno.

Ops. Avevo dimenticato che io dormivo senza.

Cazzo, non potevo togliermi il reggiseno davanti a Simo, anche se ero di spalla.

Mi girai lo trovai che mi guardava.

-Ti gireresti per favore?

-Ma non vedo niente, giuro.

-Fa niente, girati.

-Ok.

-Giuro che se ti giri non so cosa ti faccio.

Lo vidi girarsi dall’altra parte.

-E perché dovrei rimanere girato?

-Perché devo cambiarmi.

-Ma se ti sei cambiata fino adesso e non hai detto niente.

-Ma adesso devo togliermi una cosa.

-Cosa?

-Una cosa e non guardare.

Mi slacciai il reggiseno e lo appoggiai sopra la mia roba.

Presi la maglietta del pigiama.

-Mmmmmh.

-Ti avevo detto di non girarti. – mi girai di scatto scoprendomi con la maglietta del pigiama che non ero ancora riuscita a mettermi. Simo mi guardava voglioso. Mi girai di scatto e mi misi la maglietta. Ero arrossita, in imbarazzo.

-Non potevi stare senza maglietta?

Non lo ascoltai mi tirai via i jeans.

Allora, dilemma: per quelle due sere in ospedale avevo dormito con i pantaloni, ma in un letto normale non riuscivo a dormire con i pantaloni, dovevo per forza dormire senza. Dormire senza o con?

Va be, stavo senza. Volevo dormire bene quella notte.

Passai davanti a Simo con su solo la maglietta per andare in bagno.

Quando uscii, stava guardando ancora la televisione.

-Dormi così stanotte?- disse squadrandomi notevolmente.

-Ehm, si perché? Cosa c’è di strano?- gli chiesi confusa.

-Niente. – disse facendomi la radiografia. Entrai nel letto e misi la testa sul suo petto abbracciandolo.

Sentivo il suo battito accelerato. Notevolmente.

Alzai la testa e lo guardai. Mi sorrise, ma nel suo sguardo c’era qualcosa di diverso. Non lo avevo mai visto guardarmi così.

-Perché mi guardi così?

-Come ti guardo?

-Come se dovessi mangiarmi.

-Magari.- disse abbassando notevolmente la voce e facendo scendere la sua mano lungo la mia schiena.

Tante scariche elettriche cominciarono a percorrermi ogni parte del corpo.

Con la mano prosegui sotto la mia maglietta. Continuava ad andare su e giù. Passò lentamente davanti toccandomi la pancia e salendo fino a toccarmi il seno.

Quando me lo toccò, feci un piccolo gemito di piacere.

Cominciai a sentire un calore nel basso ventre, mi misi a cavalcioni sopra di lui e lo baciai, mentre lui cominciò a giocare con il mio seno.

Mi morse il labbro, mi baciò il collo. Mi accarezzò la schiena.

Quando bussarono alla porta.

-Chi è?- rispose Simo con il respiro un po’ corto. Io continuavo ad ansimare.

-Tesoro, sono io. Posso entrare? – nel sentire la voce della Bea, tornai ad abbracciarlo.

-Si, entra. – sentivo che era contrario a questa cosa.

-Non disturbo niente, vero?- chiese la Bea con il sorriso.

-No, certo che no. – dissi cercando di recuperare la calma.

-Mi servirebbe una mano. – disse rivolta a me.

-Per cosa?

-Consigli.- Notai solo in quel momento che era ancora in accappatoio.

-Non siete ancora usciti?

-No. Non so cosa mettermi.

-Bea, ma saranno passate due ore da quando ti ho parlato insieme.

-Lo so. Ho dovuto fare un po’ di cose.

-Capisco. Ok, va bene.

-Io vado in camera che la metto un po’ in ordine. Tu fai con comodo.

Uscii dalla stanza chiudendo la porta.

Mi rialzai quando Simo mi prese.

Mi baciò con passione e desiderio.

Mi prese e mi mise a cavalcioni su di lui.

Ricominciò a baciarmi sul collo.

-Simo, devo andare ad aiutare tua mamma. – gli dissi in un sussurro.

-Ci vai dopo.- disse a contatto con la mia pelle.

Dovevo mantenere il controllo e la ragione. Non potevo farlo con lui. Non in quel momento, non quel giorno.

Ero appoggiata sul suo membro duro. Solo a sentirlo sotto di me, mi fece eccitare ancora di più.

Cominciò a sbottonarmi la maglietta del pigiama. Ogni bottone slacciato corrispondeva ad un suo bacio.

Stavo cominciando a perdere ancora di più la ragione.

-Simo, devo andare. Se non vado torna.

-Non è vero.

-E poi non lo farò con te, almeno, non stasera.- Si fermò.

-Perché?- sembrava che gli avessi appena detto che stavo per morire.

-Perché….perché…. non lo so. Ma non possiamo, cioè non posso. Non mi sembra giusto, cioè, non so come spiegartelo.

-Si, va bene. Non vuoi farlo con me. – disse rassegnato.

-Vorrei farlo con te, ma non adesso. Non so perché, ma adesso non posso. Però lo vorrei fare con te.- dissi baciandolo. All’inizio non ricambiò il mio bacio, ma poi mi prese e mi baciò con più passione rispetto a prima.

Scesi dal letto e andai in camera di sua mamma.

La trovai davanti ad un armadio. E che armadio, era gigantesco, forse troppo.

Diedi una piccola occhiata alla camera: era carina accogliente, con un letto a baldacchino, ai lati due comodi e davanti un enorme armadio. Tende arancioni quasi delle stesso colore delle pareti. Mi piaceva molto quella stanza.

-Aiutami. – mi chiese la Bea disperata.

-In cosa?

-In tutto. Biancheria intima, vestito.

-Fammi vedere che cos’hai.

Cominciai a frugare nell’armadio. C’era di tutto e di più: gonne corte e lunghe, camicie, magliette, felpe, completi, tubini.

Tubino. Mmmmm. Pensa Ila pensa. Bene, tubino nero, con il copri spalle di finta pelliccia che era appoggiato su un cappotto, autoreggenti, sperando che ce le avesse. Per la biancheria intima, dovevo vedere.

Feci tutti mentalmente tirando fuori quello che mi interessava.

-Hai delle autoreggenti color carne?

-Si.

-Benissimo. La biancheria intima dov’è?

-Il quel cassetto.- disse indicandomi un cassetto nell’armadio.

Aprii e mi trovai davanti un negozio intero di Victoria’s Secret. C’erano pizzi, merletti di tutti i generi e colori.

Doveva mettere un tubino, quindi gli serviva qualcosa che non si vedesse ma allo stesso tempo che esaltasse le sue forme.

Trovai un corpetto nero molto vedo non vedo, delle culotte nere che si abbinavano perfettamente.

-Ecco. Metti questi.- dissi passandoglieli.

Lei guardò le cose allibita.

-Non dici sia troppo?

-Troppo? Massimo ti salta addosso, ma non è un problema. Hai dei preservativi?- dissi scherzando. Ero sempre stato abituata a parlare così, apertamente, diretta, di tutti gli argomenti, anche di sesso, non mi facevo problemi. Lei però arrossì.

-No. Dici che serviranno?

-A parte che scherzavo, però secondo me sì. Vado a chiederli a Simone?

-Vuoi chiedere i preservativi a mio figlio? E se ti chiedesse perché?

-Gli dico di farsi i cazzi suoi.- Dissi uscendo dalla camera e chiudendo la porta.

Percorsi il corridoio ed entrai nella camera di Simo.

-Dove hai i preservativi?- vidi lui sbiancare inizialmente e poi, riprendendosi, mi guardò malizioso.

-A cosa ti servono?

-Tu dimmi dove sono e basta.

-In quel comodino. – disse indicandomi il comodino più vicino a me.

Aprii il cassetto e in bella vista c’era la scatola di preservativi.

Uno? Due? Inizialmente presi in mano un preservativo, poi decisi di prenderne due. Li divisi, riposi la scatola e chiusi il cassetto.

Ma, be dai, siamo ottimisti.

E se si dessero alla pazza gioia?

Arrivai alla porta poi tornai indietro a prenderne un altro.

Simo mi guardava allibito, senza capire cosa stessi facendo.

Chiudendo la porta gli feci la linguaccia.

Entrai nella camera della Bea, che nel frattempo si era vestita.

Dire che era uno schianto era dire poco.

-Ecco, tieni.- dissi porgendole i 3 preservativi.

-Tre?

-Sii ottimista, non si sa mai. Comunque sei una stra figa.

-Davvero?

-Eccome. Ora pensiamo alle scarpe.

-Apri quell’anta.

Aprendo l’anta mi trovai davanti il paradiso terrestre delle scarpe: un armadio apposta per le scarpe. Non era gigantesco, ma ci saranno state quasi 100 paia di scarpe. Stavo per morire.

Intravidi un paio di scarpe nere, alte, molto da panterona, chiudevano in bellezza tutto il resto.

-Ecco, metti queste.

-Ok. Mi trucco, mi metto a posto i capelli e poi vengo a farmi vedere da te.

-Ok. – dissi uscendo dalla stanza.

Mi venne improvvisamente sete.

Scesi in cucina, dove c’era ancora il papà di Simo che lavorava.

-Ti conviene prepararti per uscire.- gli dissi.

-Non posso.

-Penso che deciderai di liberarti. – gli sorrisi. – posso prendere un bicchiere d’acqua?

-Certo, fai come se fossi a casa tua. Perché deciderò di uscire?

-Aspetta e vedrai.

-Cosa sta combinando?- mi chiese capendo che mi riferissi a sua moglie

-Colpa mia. Per qualsiasi lamentela, parla con me, anche se sono convinta che non ce ne saranno. Comunque devi parlare con me, l’ho convinta io e l’ho vestita io. – gli sorrisi.

Salii in camera con il bicchiere e la bottiglia in mano.

Entrai in camera, Simo stava guardando la televisione.

-Mi spieghi a cosa ti servivano tre preservativi?

-E chi ti dice che erano per me. – dissi sedendomi sul letto.

Lui ci rifletté un po’ su, poi sbiancò.

-Non dirmi che li hai presi per i miei genitori.

Annui.

-Tu sei matta. Pensi che quei due lì facciano ancora qualcosa?

-Sono sicura che stasera sì.

-Perché?

Bussarono alla porta.

-Posso entrare? – era la Bea.

-Adesso vedrai.- gli dissi a bassa voce.

Entrò lentamente. Mi si parò davanti in tutta la sua bellezza con il tubino nero, il copri spalle di finta pelliccia. Era perfetta.

Si era truccate leggermente gli occhi solo con un po’ di mascara e aveva un rossetto rosso.

-Perfetta.- le dissi.

Mi girai a guardare Simo che aveva completamente la bocca aperta, cominciai a ridere.

-Ti prego Simone, non fare quella faccia da pesce lesso.

-Mamma, sei bellissima.

-Ok, adesso. Ti raccomando, vai giù. Ti aspetta. Gli ho detto di prepararsi ad uscire. – le dissi.

-E se non volesse uscire?

-Uscirà, uscirà. Buona serata.

-Grazie.

Uscii dalla stanza, poi rientrò.

-E grazie di tutto, davvero. Sarei ancora là a decidere cosa mettere e soprattutto è la prima volta che metto questo corpetto, mi sta che è una favola.

Risi.

-Be, non posso saperlo. Non ti preoccupare che non lo avrai addosso ancora per molto. – cominciammo a ridere tutti e due.

-Ciaooooooooooo.- uscì definitivamente dalla stanza.

Simo era scioccato, non riusciva a parlare.

Continuava ad aprire e chiudere la bocca, ma non emetteva nessun suono.

-Dimmi. Cosa c’è. So che devi dire qualcosa.

-Cioè, tu…..tu…tu hai appena sottointeso a mia mamma che staserà mio papà la spoglierà e si daranno alla pazza gioia?

-Si.

-E tutto questo lo avresti fatto davanti a me?

-Si. Non ci vedo nessun problema.

-Io sì. Cioè sapevo che io miei genitori ogni tanto lo facevano e che lo avevano fatto, ma saperlo così….apertamente…..mi spiazza.

Lo guardai male.

-Hai 21 anni, non serve che ti spieghi che è una cosa normale e che è normale che anche i genitori lo facciano. Non puoi scandalizzarti per così poco.

-Ti scandalizzeresti anche tu se sentissi tua mamma parlare così.

Risi.

-E da questo si capisce che non conosci mia mamma. Con lei parlo di sesso in modo diretto, senza tanti giri di parole. Sono cresciuta sentendo parlare di sesso in modo libero e sinceramente non ci vedo niente di strano. So che lo fa con il suo ragazzo, mi sembra più che normale.

Lui mi guardava allibito, io non riuscivo a trattenermi dal ridere.

Mi misi sotto le coperte continuando a ridere.

-Mi stai prendendo in giro vero?- mi chiese Simo offeso.

-Chi, io? Nooooooooooooooo. – mi nascosi sotto le coperte.

-Sono molto offeso dal tuo atteggiamento nei miei confronti.

-Si, giusto. Non è colpa mia se pensi che l’unico che puoi farlo sei tu  e nessun’altro.

-Io non lo penso. Lo so che lo fanno anche gli altri, ma non i miei genitori.

-Come sei inquadrato. Ti facevo diverso.

-E cioè come?

-Be, pensavo che fossi, diciamo aperto, in senso, siccome……- arrossii.

-Siccome cosa?

-No, cioè….si…..va….be…siccome sei andato insieme a molte ragazze, pensavo fossi più…..non so come spiegartelo…..

-Esperto?- lo guardai male.

-Che cazzo centra adesso? E poi cosa ne so se sei esperto o no. No, intendevo, diciamo………….si, va be, lasciamo stare non so come spiegartelo. – arrossii maggiormente.

Mi sdraiai e diedi le spalle a Simo.

Mi venne improvvisamente sonno.

Ero nel dormiveglia quando sentii un braccio abbracciarmi da dietro.

Avevo talmente sonno che non avevo sentito Simo spostarsi.

-Sonno, Piccola?- mi chiese all' orecchio.

-Un po’- dissi con la voce molto bassa e roca.

Lo sentii spegnere la Tv.

-Puoi rimanere sveglio se vuoi. – dissi facendo fatica ad articolare quella frase.

-voglio dormire con te.- sentivo il suo respiro sul collo.

-Non sei scomodo con la gamba? E con il braccio?

-No, tranquilla. Tu pensa a dormire.- Chiusi gli occhi.

Dopo poco sentii la voce di Simo.

-Ti amo.

Non so se stessi già sognando. So solo che dopo quelle due semplicissime parole, mi spuntò un sorrisino ebete sulle labbra.

Caddi definitivamente nel sonno.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Come state? Eccomi qua a postare il nuovo capitolo =) Allora, che dire, in questo capitolo Simo e la Ila hanno avuto molto tempo da passare insieme. Davvero tanto. Non ci sono molti momenti di imbarazzo o di tristezza, ma penso che in compenso ci siano dei momenti carini =) La Ila scopre qualcosa di più di Simo, era anche ora. Fino ad adesso aveva sempre parlato la Ila di lei. =) Comunque, io avrei voluto come ginecologo Simo, non so voi.  Ahahahahah Be, dai dovremmo accontentarci di portare i nostri figli da lui ahahahah ok, ok. La smetto. =)

Voglio ringreaziare le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, alle preferite e alle ricordate =) Voglio ringraziare anche le persone coraggiose che ad ogni nuovo capitolo scoprono la storia e si cimentano a leggere ben 28 capitoli di arretrati. Sono davvero felice che succeda. Ringrazio davvero tutte =) E ringraezio le persone che mi hanno aggiunto come autore preferito =)

Anche se non potranno leggere questo saluto, saluto le ragazze che in qeusto momento sono in vacanza a godersi il mare e che non psossono leggere il capitolo. Beate loro. =)

Ah vi avviso, i capitoli si accorceranno notevolmente =) Per la vostra gioia. Sono consapevole che a volte sia così pesante leggere capitoli così lunghi. Quindi, non vi preoccupate, si accorceranno, ma spero che saranno sempre interessanti. =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

Cate1994: Ciaooo. Sono davvero contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Spero che anche questo ti sia piaciuto. =) Un bacione^^

Lua93: Gemeeeee, ho letto la tua email e ti ho risposto =) Ti spiegherò che cosa è successo ieri e mi dispiace averti fatto preoccupare =) Comunque, eccoti qua il capitolo che avrei dovuto postare ieri, ma internet scongiurava contro di me -.- Ahahahah dovevo smontarti i tuoi castelli in aria. Simo non può avere un futuro insieme a te, se lo avrà lo avrà con la Ila. =) e con nessun'altra. =) certo che so come sei fatta e sai anche che anch'io sono come te. Da una frase posso fare un discorso interoe contorno, magari anche senza senso. =) Ahahah si si la Ila è sfigata ecome se è sfigata. Non può nemmeno sognare di fare del sano sesso con Simo che si sveglia. Per mai fortuna quando io sognavo di farlo con qualcuno, non mi sono mai svegliata prima di arrivare al bello ahahahahahah Siiiiiii, *.* il bacio è bellissimo *.* Teneri loro *.* Non chiederlo a me, non so come si possa essere passionali e romantici anche in un letto d'ospedale. Non so ocme sia possibile, ma è possibile e per fortuna vorrei aggiungere. Il discorso che hai scritto è  bellissimo, geme *.*  e te l'ho già detto *.* è stupendo. Sarebbe bellissimo poter fermarsi a rivivere solo una giornata o un momento. Magari continuare a rivivere 10 minuti di una giornata o riviverne una intera. *.* sarebbe bellissimo. *.*Io so quale momento vorresti rivivere =) e mi piacerebbe davvero che lo potresti rivivere =) e vorrei che lo completassi con un bel bacio. =) Si, Simo ed Ila rimarrano sempre Simo e Ila anche se loro si dovessero lasciare. Spero davvero che la storia sembri reale, non voglio che sembri tutto una fantasia. Non voglio che sembri una fantasia di una povera pazza. Spero davvero che sembri reale. =) certo lo so che il tuo tempo si sta avvicinando. Ogni giorno si avvicina sempre di più. (ma va XD) anche a me + piaciuto un sacco il pezzo dove la Ial dice a Simo di fidarsi di lui *.* si capisce i passi avanti che la Ila ha fatto, ma non si è ancora lasciata andare del tutto, ogni tanto torneranno ancora le sue paure e tu lo sai bene =) Non fare riferimenti a cose che accadranno più avanti se no ti uccido ahahaha Non preoccuparti per la salute di Edo, andrà tutto bene, più o meno, ma di nuovo lo sai già =) Ok, va bene. Io ti do Edo e tu mi dai Jacob, ma se invece di darti Edo di dessi un personaggio che deve ancora arrivare? un personaggio che a te piace? Non è Simo e non fare quella faccia afflitta. L'altro giorno avevi detto che ti piaceva e se vuoi consolarti lui è single e può consolarti con i suoi occhioni di ghiaccio =) Perchè le ragazze che recensiscono le mie storie dovrebbero picchiarti?Cos'ha fatto? è ovvio che anch'io ho avuto una crisi come quella della Ila, penso di non averla mai potuta scrivere se no=) Non ti preoccupare per il piccolo sfogo, puoi farlo quando vuoi sia qui che su msn ricordatelo =D -.- Io accetto i sentimei che stanno per nascere. -.- Sono sicura che adesso avrai una faccia come per dire "Se come no". Ok, va bene. Non è vero. Non riesco ad accettare i miei sentimenti perchè sono sicura di non doverlo amare. Almeno non amare lui. Oltre che ho paura nuovamente di soffrire e di prenderla nuovamente in quel posto come l'anno scorso, sempre con lui.-.- Sonouna masochista -.- c'è poco da fare. =) -.- I non devo combinare proprio niente -.- Sono davvero felice che il capitolo ti sia piaciuto, che sia piaciuto tutto =) Si, davvero. Sono una coppia bellissima *.*  ahaha davvero quando lo faranno ci morirai ahahahah No, la tua recensione non mi ha scocciata, anzi mi è piaciuta unsacco come tutte le tue recensioni del resto. Spero che le tue recensioni rimangano sempre uguali nonostante tu abbia già letto tutti i capitoli =) Cioè mi mancherebbe leggere recensioni così lunghe e sopratutto le tue. =) Be, ovviamente se non riesci fa niente, non devi essere obbligata a fare qualcosa che non vuoi =) Ok, meglio che chiudo se no questa risposta alla recensione sarò ancora più lunga del mio capitolo ahahah ci sentiamo stasera, anzi spero di sentirti stasera =) Ti voglio bene ^^

jimmina: Sono stata davvero felice di leggere la tua ecensione così lunga e soprattutto ancheun pò personale. Mi piace che tu mi parli un pò di te collegandomi alla storia. Mi piace davvero molto =) Grazie davvero per aver messo la mia storia tra le preferite =) Sono davvero felice che il pezzo delle principesse ti piaccia. Sono davvero felice =) Si, la Ila e Simoche si baciano sono teneri *.* Lo so gli orgogliosi non si possono cambiare sono così e basta, ma penso che dovrebbero cercare di metterlo da parte l'orgoglio alcune volte =) Sono davvero felice che la mia storia ti prenda come la storia di Twilight =) Mi fa davvero molto felice =) Si, twilight è molto bello. =) Non importa quando recensisci, l'importante èche lo fai no? =) hai potuto leggere cos'ha inventato la mia testolina per questo capitolo. adesso devi solo immaginare cosa succede nel prossimo =) Speroche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione.^^

lisasepe9: ahahah Be, tranquilla per il pranzo con i genitori ci vuole ancora un pò quindi stai tranquilla e non epnsare al peggio =) scusa per il ritardo, avrei dovuto aggiornare ieri, ma internet rompeva -.- Sono davvero felice che tu adora la mia storia =D Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione^^

FUNNi: Ciao. Sono davvero molto felice che il capitolo ti sia piaciuto =) Per avere un ritorno non del tutto definito devi aspettare il prossimo capitolo =) Per un pò la ary ci narrerà la storia =) Si, la Ila vuol far conoscere Edo a suo papà Ihih dovraei aspettare un pò pr il pranzo =) Hai ragione Edo non è un santo, ma per sapere cos'ha combinato devi aspettare un bel pò. =) Almeno una decina dicapitoli =) Quando parti? Sperando davvero che non sei già partita =) Un bacione^^

CrisAngels : Ciaooo, bravissima. Com'è andata? Spero davvero bene. ahaha be dai ti prendi una bella pausa rilassante almeno finchè non inizia l'univertà=) sonocontenta che il capitolo ti sia piaciuto =) Si, la Ila e Simo sono teneri *.*Terissimi *.* Per la cena e per il passato di Edo, bisogna aspettare ancora un pò, anche se non ti immaginare chissàche cosa. è sempre stato un bravo ragazzo e non ha mai fatto niente di strano, ma non si può mai sapere cosa farà dopo =) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione^^

TheDreamerMagic: Ciao. Alle tue lunghissime scuse ti ho già risposto per email. =) Non ti preoccuapre davvero l'importante èSi,e continui a recensire da adesso in poi. =) Si, la storia si sta facendo sempre più interessante =) Si, Simo tratterà benissimo la Ila stai tranquilla =) Ora la storia avrà una stallo in cui andrà tutto bene, ma non durerà per sempre succeerà qualcos0altro. Non alla Ila e Simo ovviamente, ne hanno già passate troppe =) si, Simo è innamorato pazzo e l'ha detto anche in questo capitolo =) ahahah non sei l'unica che adora più la Ila e Simo di la Ary ed Edo, ma poverini sono carini anche loro *.* Speroche anceh questo capitolo ti sia piaciuto. Unn bacione^^

ColeiCheAmaEdward: Ahahah Ciao amur ahahah Chi è questo genio che ti ha consigliato di legger eprima il libro di vedere il film? Di a quella persona che è un genio (modestamente lo so XD) ahahaha Eh scusa cosa avresti pensato tu?Io ginecologo che ci posso fare. Comunque mi farei guardare in mezzo alle gambe da Simo. Eccome se mi farei guardare in mezzo alle gambe così me la lecca ahahahahhahah no, ok questa potevo rispariamiarmela ahahah. Spero davvero che scriverai di più -.- Ahahah scherzo =) Ti adofoooooo a tra pochisimo =)

Sperodi vedervi numerose nel prossimo capitolo. =) Vi ricordo il blog per gli spoiiler =)http://cherrybombswonderland.blogspot.com/

Alla prossima ^^

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Capitolo 30
*** Voglio tornare a casa ***


 

Voglio tornare a casa

Ila POV

Non sapevo esattamente da quanto stessi dormendo, sapevo solo che mi sentivo in paradiso. Ero calda, mi sentivo protetta e al sicuro.

Mi svegliai leggermente e guardai la sveglia sul comodino.

8.45. Potevo dormire ancora tranquilla. Mi riaddormentai immediatamente.

Feci uno dei miei soliti sogni strani e sconnessi, a cui non riuscivo mai a dare un significo e soprattutto che non ricordavo mai al mio risveglio.

Ero in quel dormiveglia prima di svegliarti completamente.

Non mi sentivo più protetta e al sicuro e quel caldino che mi scaldava prima, era scomparso.

Toccai con il braccio destro il letto dietro di me, in pochi secondi incontrai una gamba di Simo.

-Buongiorno.- mi disse sorridendo.

Alzai lo sguardo e mi ritrovai due pozzi neri che mi guardavano.

-‘Giorno.- dissi girandomi e andando ad abbracciarlo per accoccolarmi contro di lui.

Mi cinse le spalle.

-Che ore sono?- chiesi cercando di non sbadigliare, ma era difficilissimo.

-Più o meno l’una del pomeriggio.

-Cosa?- mi alzai di colpo – stai scherzando?

Mi girai verso la sveglia sul comodino ed effettivamente erano l’una del pomeriggio.

Mi ripresi dal leggero shock e tornai sotto le coperte ad abbracciare Simo.

Rise. Cominciai a tremare.

-Senti, potresti smetterla di ridere? Vorrei dormire.

-E io avrei leggermente fame. – mi disse ridendo.

Il mio stomaco rispose al richiamo brontolando.

-E a quanto pare anche tu.- aggiunse.

Immaginavo che la Bea non fosse riuscita preparare da mangiare, chissà se fosse tornata a casa, chissà cosa avesse combinato quella notte.

Ad un certo punto, sentì urlare.

Mi alzai di colpo e mi fiondai fuori dalla porta finestra.

La scena che mi trovai davanti era a dir poco carinissima.

C’erano la Bea ed Alessandro che ridevano e scherzavano come due adolescenti in piscina.

Sorrisi e mi beai di questa visione.

-Buongiorno Ila.- mi dissero in coro.

-Buongiorno.

-Non ti abbiamo svegliato, vero?

-No, era da qualche minuto che ero in piedi, ma mi sono preoccupata nel sentire urlare.

-Scusa, non volevo preoccuparti.- mi disse la Bea con fare colpevole.

Risi. – Tranquilla. Vi lascio soli.

-Ila?- questo era Alessandro.

-Grazie.

-E di cosa?

-Se non fosse stato per te avrei lavorato anche stanotte. Sono davvero felice che mio figlio ti abbia incontrato, hai cambiato la vita a tutta la famiglia.

Rientrai in camera con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

-Cos’è successo?

-Erano solo i tuoi genitori.- risi.

-Come mai hai quel sorriso sulle labbra?

-Perché tuo papà mi ha detto che è contento che tu mi abbia incontrato e che ho cambiato la vita a tutta la famiglia.

-La mia è certo.

Mi prese per un braccio e io mi misi a cavalcioni su di lui.

-Cosa avresti intenzione di fare adesso?- volevo provocarlo. Amavo provocare, lo avevo sempre amato.

-Cosa pensi che voglia fare?- mi guardava dritto negli occhi. Il mio autocontrollo stava andando a quel paese e tutto per colpa sua.

-Mhmh non so. Forse…

-Questo. – mi mise una mano sulla nuca e mi baciò. Ci avevo quasi fatto l’abitudine all’effetto che mi facevano i suoi baci. Sottolineo il quasi, perché era quel quasi che mi mandava in subbuglio tutte le volte.

Volevo capire come faceva tutte le volte a farmi quell’ effetto e poi a prendermi impreparata. Aveva un gesso ad un braccio, santo cielo e pure ad una gamba, ma questi “impedimenti” non sembravano fermarlo.

Ci staccammo solo quando il mio stomaco brontolò.

-Vado a vedere se c’è qualcosa da mangiare.

Scesi dalle sue gambe e me ne andai.

Arrivai in cucina dove i due piccioncini si erano spostati.

-Scusate il disturbo.- dissi entrando in cucina.

-Oh niente. Nel frigo c’è qualcosa da mangiare.

Aprii il frigo e…..

-Sushiiiiiiiiiiiiiiii- adoravo il sushi, lo adoravo immensamente.

-Si, ce né un sacco.

Be, si in effetti, un po’ ce n’era.

Presi i due piatti con su una quantità infinita di sushi, presi le bacchettine e una forchetta, in caso che quello stordito al piano superiore non sapesse maneggiare delle bacchette.

Salii facendo attenzione a non inciampare in qualcosa e fare una rovinosa caduta che avrebbe sparso per terra tutto il sushi e rotto i piatti.

Arrivai in camera.

-Buongiolno, sono la sua cameliela pel oggi. Il piatto di oggi è sushi. La vollei infolmale che è gladito l’utilizzo delle bacchette, in caso non ce la faccia le ho poltato una folchetta. Glazie e buon appetito.

Aveva cominciato a ridere non appena cominciai a parlare.

Continuava a ridere. Appoggiai un piatto sul letto e gli tirai un cuscino.

-Piantala.-Fece segno di ritirarmelo.-Eh no. Ho in mano un piatto.

Mi sedetti in parte a lui, gli appoggiai un piatto sulle gambe e l’altro sulle mie.

Mangiammo guardando la televisione e ogni tanto facendo qualche risate perché eravamo imbranati con le bacchette. Per fortuna non stavamo mangiando gli spaghetti o il riso, saremmo morti dalle risate.

-Signole le polto via i piatti.

-Poi torna e mi fa un massaggio?

-Ne avrei bisogno io né? Siccome sei invalido e non hai l’utilizzo di tutte e due le braccia, te lo faccio, ma solo per stavolta sia chiaro.

Portai i piatti in cucina.

Il papà di Simo era tornato al lavoro.

-Finita la pacchia?- gli chiesi mettendo i piatti nella lavastoviglie.

-Si, finita. Il lavoro mi chiamava.

-Potevi farla durare di più la pacchia però.

-Avrei tanto voluto, ma non potevo. Mi sono ripromesso che il sabato dopo mezzogiorno non lavorerò più e neanche la domenica mattina.- mi disse sorridendo. Perché doveva assomigliare così tanto al figlio? Mi sembrava davvero di vedere suo figlio da vecchio.

Mi trovai a fantasticare su come potrebbe essere stata la vita con lui, cioè non come era in quel momento, ma come sarebbe stata se io e lui fossimo stati sposati. Scossi la testa leggermente per togliermi quel pensiero dalla testa.

Che cosa stavo pensando? Ad avere una famiglia e magari dei figli con Simo? Ok, il sushi mi aveva fatto male, non potevo aver immaginato davvero il mio futuro.

Salutai Ale e me ne tornai in camera.

Di nuovo il mio cervellino cominciò a fantasticare su una possibile vita in quella casa, con dei figli che giravano per casa e dormivano in quelle camere. Io sommersa di vestiti, di scarpe, di macchina, di qualsiasi cosa desiderassi.

No, Ila. Basta. Non puoi pensare a queste cose. Forse, se tra un paio d’anni foste ancora insieme, allora potresti pensarci, ma non adesso. Ti ricordo che devi ancora compiere 17 anni e non mi sembrerebbe il caso che per il tuo compleanno tornassi a casa incinta ed annunciando le nozze a tua mamma.

Infatti, stavo proprio vaneggiando.

Stavo pensando a delle cose assurde.

Anzi non era colpa del sushi, era colpa del fatto che non avessi ancora fumato una sigaretta. Svelato il mistero.

Entrai in camera, presi la mia tracolla, imprecai perché non riuscivo a trovare, come sempre, il pacchetto e l’accendino e uscii dalla porta finestra.

-Non avresti intenzione di smettere di fumare?- mi chiese guardandomi dal letto.

-E tu non avresti intenzione di non rompere?

Mi guardava dal letto mentre fumavo fuori sul balcone.

Ci guardammo. Mi sentivo tanto sicura di me stessa in quel momento.

Dopo aver acceso la sigaretta mi sentii subito meglio, quei pensieri idioti non erano tornati ed io ero tranquilla.

Lui continuava a guardarmi. Io come risposta lo guardavo.

-Mi spieghi perché hai iniziato a fumare?

-Sinceramente non mi ricordo.

Lo vidi aprire le labbra per ribattere e lo bloccai.

-Non dire che ho cominciato a fumare per farmi vedere perché se no ti rompo l’altro braccio e l’altra gamba, chiaro?

-Raccontami come hai fatto il primo tiro ed arriva fino ad oggi.

-13 anni. Il ragazzo di una mia amica buttò le sigarette perché lei non voleva che fumasse. Ne aveva una accesa e ne feci un tiro. Non ho più fumato fino…..Mmmm. In prima superiore. Ho cominciato a comprare le sigarette con una mia amica, facevamo a metà. Le compravamo tipo ogni 2 o 3 mesi. Quando ci veniva voglia lo compravamo. In seconda stessa cosa. Fumavo un pacchetto o due e poi smettevo. Be, adesso. Ho cominciato a ricomprarmi le sigarette verso ottobre, novembre, mi sono detta sarà l’unico pacchetto come al solito. Non ho più smesso.

-Ma ci hai provato da quanto mi ricordo.

-Si. seriamente l’ho detto una volta, per scherzare ho perso il conto.

-E se smettessi adesso?- mi chiese guardandomi ancora più intensamente negli occhi.

-E perché dovrei smettere?

-Per me.

Mi bloccai a mezz’aria con la mano.

Avrei dovuto smettere di fumare per lui?

-E cosa ci guadagni tu nel farmi smettere.

-Ci guadagni tutto tu: i soldi e la salute, specialmente.

-Be, certo, la salute. Sto parlando con un futuro medico, è vero.

-Non prendermi in giro.

-Non ti sto prendendo in giro, ma se non lo avessi ancora capito, non me ne frega della salute. Pensi che tutti i fumatori non lo sappiano che fa male? Eppure fumano lo stesso, a quanto pare non gli interessa.

-Dovrebbe interessare a tutti invece.

-A me non interessa di smettere di fumare, non voglio.

-E perché non vuoi?- stava alzando la voce.

-Perché…perché…- bella domanda. Perché non volevo smettere? Era come la domanda “perché fumi” non sai dare risposta, fumi e basta, non c’è risposta. Se vuoi far stare zitto un fumatore chiedigli “perché fuma” e “perché non vuole smettere”, otterrai un silenzio di tomba.

-Allora? Sto aspettando la tua risposta.- la sua voce era dura e ferma.

-Non lo so, va bene? Non lo so perché fumo, non lo so perché non voglio smettere. Non ne ho la più pallida idea va bene?- lo mezzo urlai.

-Ormai sei dipendete. Sei dipendente dalla nicotina, dal fumo, dal dover aspirare da un maledetto filtro.

Ecco, aveva toccato il tasto che non doveva toccare. Ero sempre stata convinta di poter smettere quando volevo, bastava che lo volessi davvero e avrei smesso. Non dovevi dirmi che ero dipendente se no mi sarei incazzata.

Non mi ero mai messa in testa davvero di smettere di fumare, era per quello che non smettevo, non perché fossi dipendente. Figuriamo io dipendente? Ma quando mai.

-Non sono dipendente. Posso smettere quando voglio.

-Ah, si? Puoi smettere quando vuoi? Benissimo smetti da adesso.

-Ok, va bene. Ti dimostrerò che non sono dipendente.

Buttai la sigaretta e non appena la buttai, ne volevo un’altra.

No. Dovevo resistere.

-E se smetti vinci tu, se non smetti vinco io.- mi disse Simo.

Ero in parte a lui in piedi.

-E se vinco cosa succede? – gli chiesi sfidandolo.

-Ti chiedo scusa e basta.- mi disse lui serio.

-Nono. Sbagliato su tutto. Se vinco io, tu….Mmmmm…ti dovrai guardare un mio spogliarello…

-Mi piace- gli venne un sorrisino da scemo in faccia.

-Non ho finito.- dissi fermandolo – tu sarai legato, non potrai toccarmi, dovrai solo guardarmi, mentre mi tocca un altro.

Lo vidi sgranare gli occhi.

-Non se ne parla nemmeno.- sembrava contrario. Chissà come mai.

-Si che se ne parla.

-Benissimo, e se vinco io, cosa che avverrà, ti dovrai sorbire due ore di programmi con la Fico, mentre io faccio commentino, non dovrai lamentarti, non dovrai dire niente. Se volessi dire qualcosa, devi dire solo complimenti.- bastardo. Era ufficialmente un bastardo.

-Questa si chiama guerra, lo sai vero?- gli dissi assottigliando lo sguardo.

-Ne sono consapevole.

Ci stringemmo la mano.

-Affare fatto.- dicemmo in coro.

Mi sedetti sul letto lontano da lui.

Ero in un certo senso arrabbiata. Perché dovevo smettere di fumare? Perché lui doveva decidere della mia vita?

Mi toccò un braccio. Lo spostai.

-Non dirmi che sei arrabbiata?- mi chiese sorridendo.

-Io? Arrabbiata? E cosa te lo fa credere?- gli dissi sarcastica.

-Il fatto che hai gli occhi azzurri scusi, misti verdi.

Come aveva fatto a notare che avevo gli occhi cerulei e che cambiavano anche con l’umore e non solo col tempo?

-Non sono arrabbiata.- continuai a mentire.

-Si, ok va bene se lo dici tu.

Restammo qualche minuti di silenzio.

-Si, ok. Sono arrabbiata, va bene?- dissi alzandomi dal letto – non riesco a capire perché tu debba decidere della mia vita, non lo fanno nemmeno i miei genitori, figurati se devi farlo tu. Non mi spiego perché devo fare qualcosa che non voglio fare. Se volessi davvero smettere di fumare l’avrei fatto, ma non voglio.

-Benissimo, allora ammetti di avere perso.

-MAI- urlai.

-Non sei un po’ orgogliosa pure tu?- mi domandò lui con un sorrisino beffardo.

-Io non sono orgogliosa, non mi piace darla vinta agli altri così facilmente, almeno ci provo.

Con lui facevo la dura, ma sapevo già di avere perso.

Stavo già pensando alla sigaretta che mi sarei fumata quando avessi lasciato quella casa. Lo sapevo benissimo che avrei perso e che avrei dovuto vedere 2 ore di programmi della Fico. Lo sapevo, ne ero consapevole, ma non potevo farglielo capire così, almeno non così presto.

E mi dispiace dirlo, ma….avevo bisogno di una sigaretta.

Guardai nervosamente la tracolla, mentre cercavo di non farmi vedere da Simo e prendere il pacchetto.

-Lo so cosa vuoi fare.- disse continuando a guardare la televisione.

-E cosa voglio fare?- cercai di non far trasparire nessun tipo di emozione.

-Vuoi prendere una sigaretta.

-No.- forse mi uscì la voce un po’ troppo inclinata e stridula.

-Sì, invece.

-Vado a trovare tua mamma. – dissi aprendo la porta, sapendo che lei sarebbe stata la mia salvezza.

-è uscita prima, ho sentito la macchina uscire dal garage.

Merda, la mia unica via di fuga, era uscito. Fanculo.

Mi sedetti sul letto.

-E quando torna?- gli chiesi.

-Non so perché?- mi chiese continuando a guardare la televisione.

-Voglio tornare a casa.

Lo vidi girarsi di colpo e guardarmi con occhi vuoti.

-Cosa?!?!- lo urlò.

-Dai, Simo. non ti ho detto che sto per morire o che sto per andare in guerra, ho solo detto che voglio tornare a casa. È da giovedì mattina alle 6.30 che non torno a casa e sinceramente vorrei tornarci.

Mi guardava spaesato, come se gli avessi detto davvero che stavo morendo o che stavo per partire per la guerra.

-è normale che voglia tornare a casa, lo sai, vero? Ho voglia di vedere mia mamma, di vedere il mio cane, di stare un po’ da sola. ho voglia di dormire nel mio letto, tranquilla. Ho voglia di tornarmene a casa.

Vidi che prese il cellulare in mano, non so chi chiamò.

-Mamma, dove sei?........verresti a prendere la Ila che vuole tornare a casa?......ok, glielo dico.

Chiuse il telefono

-Arriva tra 10 minuti.- freddo, distaccato e mi sentii male per quello.

-La stai prendendo male.- ero seria. La stava prendendo troppo male. Era normale che volessi tornare a casa, non che non volessi passare del tempo con lui, ma volevo tornare a casa mia. Non riuscivo a stare troppo lontana da casa, dovevo tornaci dopo un po’ di giorni.

-Non la sto prendendo male.- guardai fuori dalla finestra con gli occhi persi.

Andai davanti a lui, spostò lo sguardo.

-Guardami.- non voleva guardarmi. Gli presi il viso tra le mani – Non voglio tornare a casa perché non voglio passare del tempo con te, è solo che casa è casa, Simo, prima o poi ci vuoi tornare, anche se stai bene, stando fuori.

Mi stava guardando, ma sembrava che non mi guardasse davvero.

La Bea aprì la porta.

-Pronta?

-Si, arrivo.- dissi lasciando il viso a Simo.

Mi allontanai da Simo, presi la mia roba e uscii senza voltarmi.

Sentii la Bea chiudere la porta dietro di me.

-Cos’è successo?- mi chiese.

-Niente.

Salimmo in macchina e partimmo.

Ero sola, ero con la Bea.

Presi una sigaretta e la accesi.

Al diavolo lui e la sua scommessa di merda. Avevo perso, ma non mi importava.

-Vuoi parlarne?- mi chiese dolcemente la Bea.

-Ma è una cagata, è lui che ha messo il muso, per una cagata.

-Era successa prima che mi chiamasse, vero?- annuii.

-è cominciato tutto per una scommessa di merda, ti stavo cercando per venire a fumare una sigaretta, quando lui mi dice che non c’eri, io gli chiedo quando torni, lui risponde che non lo sa e poi io gli dico che voglio tornare a casa. Ci è rimasto male, mi guardava come se gli avessi detto che avevo un tumore o cose simili. Ti ha chiamato e basta, ci è rimasto male.- ero arrabbiata, triste. Dieci mila emozioni tutte insieme.

-Su cos’era questa scommessa?- chiese lei guardando la strada.

-Dovevo smettere di fumare.

Si girò e guardò la sigaretta nella mia mano.

Sorrise.

-Hai perso.- mi disse divertita.

-Avevo già perso in partenza, ma non gliel’ho detto.- ammisi io.

-Vedrai che capirà che l’ha presa troppo male.

Cinque minuti dopo, seduta sul divano di casa mia a raccontargli di Simo, di Mattia e di tutto quello che era successo negli ultimi due mesi di cui lei non era al corrente. La maggior parte delle volte parlavo di Simo.

-Quindi, adesso sei insieme a questo Simo.- mi chiese per la centesima volta.

-Si, mamma.- ammisi sbuffando.

-E quando lo conoscerò?- mi chiese con un sorriso.

-Non lo so. Vedremo. Adesso è impossibilitato.- non volevo nemmeno pensare al giorno che lo avrebbe conosciuto. Non volevo sapere che cosa avrebbe pensato di lui.

-Giusto.

Lasciammo cadere il discorso.

Mi feci una doccia di quasi un’ora.

La doccia mi faceva da calmante, serviva sempre a farmi ritrovare la lucidità.

Mi misi il pigiama ed andai a dormire nel mio letto.

Ero lì nel letto che mi giravo e mi pirlavo, ma non riuscivo a trovare una posizione comoda. Capii solo nel pieno della notte che non riuscivo a dormire perché non avevo in parte a me Simo.

Gli mandai un messaggio, non mi importava se lo avessi svegliato.

Dovevo farglielo sapere.

“Non riesco a dormire. =D è dalle 10 che continuo a girarmi nel letto, ma non riesco a trovare una posizione comoda, mi sono resa conto solo ora che non riesco a dormire perché non ci sei tu. Avrei dovuto dormire con te, ma prima o poi sarei dovuta tornare a casa comunque. Ah, si dimenticavo HAI VINTO”

Tornai nel letto sicura di non ricevere risposta.

Cinque minuti dopo, non riuscendo ancora a prendere sonno, mi arrivò un messaggio.

“Non riesco a dormire nemmeno io =D ma lo sapevo già che non sarei riuscito a dormire, non l’ho capito adesso. Lo sapevo che avevo già vinto.”

“Non vorrai tenermi compagnia tutta notte vero? Tu tra 4 ore potrai ancora dormire, io invece dovrò svegliarmi.”
“Allora, usa la fantasia. Immaginati nel letto insieme a me, abbracciata a me, mentre ti accarezzo i capelli. Pensa al mio cuore che batte troppo veloce a causa della tua vicinanza.”

Feci come mi aveva detto lui.

E…mi addormentai pensando di essere ancora nella sua stanza abbracciata a lui.

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? Spero bene e spero che le vacanze vi stiano andando alla grande. Eccovi il nuovo capitolo. I nostri due piccioncini hanno la loro prima "litigata" anche se non la definirei tale, è più un battibecco ecco, che finisce in un modo decisamente romantico *.* Quanto li amo questi due. Soprattutto Simo *.* patatone lui *.* Be, allora nel prossimo capitolo torneremo a vedere la storia dal punto di vista della Ary =) Avrete notizie del fatidico pranzo che la Ary vuole far per far conoscere Ed a suo papà. =)

Ragazze, con questo capitolo siamo a metà della storia *.* quante cose che devono ancora succedere. Molte moltissime cose =)

Voglio ringraziare le persone che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordarte. Voglio ringraziare chi mi ha inserito tra gli autori preferiti. =) E per ultimi, ma non per importanza, le persone coraggiosissime che leggono la mia storia dall'inizio, quando siamo ormai a metà. Non sapete quanto mi fate felici tutte voi *.*Davvero mi rendete felice con le vostre recensioni e anche facendomi solo vedere che leggete la storia *.*

Rispondo alle vostre recensioni:

lisasepe9: Be, prova ad immaginartela la faccia di Simo e ti assicuro che sarebbe piaciuto anche a me vederla. Ahahah No, Edo non è malato. Non posso dirti che cosa succederà perchè se no ti faccio capire troppo. Ti dico solo che si comporterà male =) Sono davvero molto felice di sapere che la storia ti incuriosisce. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. a presto^^

jimmina: Ciao. Io sto bene. Tu? Sono davvero felice che la storia ti piaccia così tanto da aspettare il giorno di poter leggere il nuovo capitolo. Non sai quanto mi faccia felice il fatto che tu lo dica. =) Allora, Si, la Ila è convinta di stare già sognando. Quindi non da molto peso a quelle parole, ma non ti preoccupare che non sarà l'ultima volta che le sentirai pronunciare dalla bocca di Simo. Anche a me piacerebbe che fosse Simo a dirmelo *.* Ma sogno. =( Anch'io sono come la Ila e te. Parlo di sesso con mia mamma liberamente, di qualsiasi cosa. E non ti preoccupare, anch'io sono ancora vergine nonostante abbia 17 anni e sinceramente non me ne faccio un problema, anzi sono felice di dirlo. Non ci vedo niente di male. Non voglio darla al primo che capita per poi ritrovarmi pentita ed avere un bruttissimo ricordo. Voglio farlo con uno che amo e che sono sicura che mi ami a sua volta. =) Hai ragione. è un pò presto per te. =) Io penso che l'età non centra con il farlo. Lo si fa con la persona che si ama quando si è pronte. =) Si, ho capito di che parte intendi. =) Si, arrabbia perchè conosce il papà. Sa che gli piace mettere in imbarazzo le persone =) Non c'è niente di strano sotto tranquilla =) Be, che ne pensi di questo capitolo ? Un bacione. Alla prossima ^^

Lua93: Geme, Mentre tu sei a fare la doccia. Io rispondo alla tua recensione =)Si,so perchè sei morta di paura e mi dispiace di averti fatta preoccupare davvero =) Comunque quello che hai pensato, è davvero impossibile e utopico. Walt Disney è un cretino -.- ha solo contribuito ad illudermi e farmi credere al principe azzurro -.- Sto stronzo. E si sarà, anche vero che sei puoi sognarlo,puoi farlo, ma non sempre i sogni diventano realtà. Bisogna vivere un pò con i piedi per terra, se no siamo messi davvero male. -.- Si, contaci che tu e Simo vi sposerete e avrete tanti piccoli Simo che girano per casa. -.- Contaci davvero. Secondo me, credere alle parole di Walt Disney ti ha fatto male. Ahahahahah come mai sono così stronza stasera? ahahah Vedi hai detto una cosa giusta. Quel gay depravato ci ha solo illuso e basta. Ci ha fatto credere alle favole, al lieto fine, al principe azzurro, quando non esiste niente di tutto questo nella realtà. -.- Stronzo.-.- aahahah l'orco shrek con ciuchino. ahahaha sto morendo. davvero ahahaha sto morendo dal ridere ahahahah Anch'io non ho ancora visto nè il principe azzurro nè il cavallo. Per me era un gioco di ruolo che faceva Walt Disney con il suo moroso per avere una vita sessuale più entusiasmante. ahahahah non chiedermi da dove mi sia uscita questa roba perchè non lo so ahahahah  Hai ragione i primi baci devono essere i più belli e su msn abbiamo già parlato dei nostri schifosissimi primi baci -.- che è meglio se non ricordo -.- mi viene solo da andare da quel cretino che mi ha dato il mio primo bacio e picchiarlo -.- in questo momento lo farei molto volentieri. =) Comunque, non ti preoccupare per le parole. Io vorrei dire di peggio a quel cretino che ha rovinato il mio primo bacio. -.- Certo che sarebbe meraviglioso poter rivivere i momenti. Io lo farei sempre. ahahahah mi drogherei dei bei momenti passati rivivendoli ahahah Quel momento dovresti proprio approfondirlo. Ma davvero non poteva venire a svegliarti? O lasciare il salone e poi aspettarti per poi sbatterti al muro e baciarti? Era troppo difficile? a quanto pare si -.- Ahahah vero, lo dici, ma non lo fai mai. Anch'io dico che faccio la seria, ma la maggior parte delle volte non la faccio, anzi non la faccio mai. ahahahah no, dai. a parte gli scherzi. quando c'è da essere seri, lo sono. =) Non posso competere con te? Vuoi che ti ricordo la recensione che ti ho lascaito ieri? Occhio che con me la partita non è finita finché non si legge GAME OVER. Quindi preparati che io non mollo. =) Si, Simo è possessivo al punto giusto *.* Al punto da sentirti desiderata ed amata *.*  La Ila lo fa dannare e lo farà dannare. Povero Simo non vorrei essere nei suoi panni. ahahah Hai ragione, per fortuna simo aveva le stampelle se no addio carissima virtù. Ma sei sicura che la Ila non l'avrebbe fermato ? Io penso proprio di si =)Ti immagino stra presa bene e poi immagino anche la tua faccia quando avrai sentito bussare alla porta ahahah Comunque tranquilla ceh me lo farei anch'io il padre. è come Simo solo più vecchio e chi non se lo farebbe? Comunque la Bea ha scelto davvero un brutto momento, ma doveva fermarli no? Chissà dove sarebbero arrivati quei due. ahahah lasciami sfogare le mie voglie ahahahahah be, ma non ti preoccupare che di sesso ne avrà fatto anche la Bea quella sera. ahahahah ha sfogato le sue voglie, ma non ha lasciato sfogare quelle del figlio ahahahh Hai ragione io li scrivo, ma non mi rendo conto ahahahab sono scema, ma questo non devo dirtelo, lo saprai già ahaahh Ahahahahahahha anch'io mi eserciterei per farlo con Simo, eccome se mi eserciterei. Sarei in forma perfetta a forza di su e giù su e giù hahahahah è chiaro che sto sfollando ahahaha Ma davvero la Bea non sapeva cosa mettersi per far penare il marito ahahaha colpa della passione persa, ma ormai è stata trovata e chi li ferma più ahahahab ma daiiiiiii, volevo sapere cosa volevi dire sui genitori ahahah La ila è proprio una mongola pensava di dormire. Sta scema -.- Esatto è un passo enorme per Simo e lei non se lo ricorderà neanche, ma diciamo che anche lu poteva scegliere un momento migliore per dirglielo, non mentre è nel dormiveglia. Il tempismo non è il tuo forte vero Simo ? Ma non è vero che la tua recensione mi secca. Anzi, l'ho adorata *.* Come tutte le tue recensioni d'altro canto. =) Ok, tralascio volutamente il fatto che tu abbia detto che sia bravissima -.- e sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e spero che ti piaccia anche questo. =) Comunque, ti ho gi battuto. Adesso voglio vedere cosa sai fare. ahahah ci sentiamo su msn, quando ho finito di postare ahahah se non sfollo prima ahaha Ti voglio bene ^^

TheDreamerMagic: Ciaooo!! Prego per il perdono. =) Sono davvero molto felice che il capitolo ti sia piaciuto. =) Come avrebbe potuto la Ila resistere allo sguardo, al corpo e a tutto Simo? Cioè io solo a pensarci non riesco a resistergli ahahaha -.- Vuoi fregarlo alla Ila? Saresti capace di fare questo e di rovinare la storia? Davvero? -.- Ok, dopo questa cosa non sei più perdonata XD ahahahah scherzo ovviamente Cosa vuoi che abbia pensato? La prima cosa che gli sarà venuta in mente era che voleva usarli con lui e si stava già immaginando di tutto e di più. cosa poteva immaginare se non questo? è un uomo e pensa solo a quello ahahah Mi dispiace ma non saprai che fine hanno fatto i genitori di Simo, anche se lo puoi almeno un pò dedurre da questo capitolo =)Non sono crudele. Tengo solo l'interesse del lettore alto. =) Comunque, tranquilla che ancora per un pò andrà tutto bene tra la Ary ed Edo =) Ahahah concordo con Simo *Q* concordo pienamente ahahah Grazie per i complimenti e scusa il leggerissimo ritardo =) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un  bacione. alla prossima ^^

FUNNi: Rispondo alla tua recensione, nonostante non sia sicura che tu riuscirai a leggerla =) Sono davvero felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto =)Non fai altro che rendermi felice dicendolo *.* Ahahah anche per me le bambine vorrebbero andarci tutti i giorni, ma sono sicura che saranno le mamme ad insistere ad andare dal pediatra. aahahah *.*Ti mancherò anc'io *.* potrei mettermi a piangere Anche tu mi mancherai con ile tue recensioni e la tua storia *.* spero che riuscirai presto a legger questo capitolo. Un bacione. alla prossima^^

ever: da un lato sono contenta che la mia storia ti faccia impazzire, ma dall'altra non voglio che sia io a farti andare in un manicomio XD Sono davvero molto felice che questo capitolo ti sia piaciuto =) Si, in precedenza è stato un coglione Simo, ma adesso non si può fare altro che adorarlo.=) Scusa se te lo chiedo, ma la tua storia? Non  voglio farmi gli affari tuoi, ma ho visto che è un pò che non posti =) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima^^

ColeiCheAmaEdward: Dopo essere stata pregata e ripregata ti degni di recensire -.- Fagiuola -.- Stronza-.- e Susina-.- aahahahahha ok, sto sfollando. ahahah Non commento la tua recensione, perchè l'ho già fatto (chissà di chi è la colpa ahahahahah) A tra pochissimo via messaggio ^^

Vi ricordo il BLOG lo spoiler.

Alla prossima ragazze ^^

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Capitolo 31
*** Andava tutto bene, per adesso ***


 

 

Andava tutto bene, per adesso.

Ary POV

Ero ufficialmente fuori di testa. Si, lo ero.

Era da sabato sera che pensavo a come organizzare la cena per far conoscere Edo a mio papà. Ormai avevo deciso, che la Ila volesse o no, sarebbe venuta anche lei con sua mamma e ovviamente Simo.

Doveva venire. Doveva venire per forza. Lei o sua mamma avrebbero riempito i possibili silenzi imbarazzanti e avrebbero portato un po’ di allegria, non che i miei genitori fossero noiosi, è solo che ero sicura che mio papà avrebbe osservato attentamente Edo in ogni suo più piccolo movimento. Osservare attentamente era uguale a stare perennemente zitto e non volevo che accadesse.

Ero agitata, avevo voglia di arrivare in fermata e di parlare con la Ila di questo “programmino” che avevo in mente.

Arrivando in fermata, lei non c’era ancora.

Speravo che non si fosse fermata a dormire da Simo anche quella notte, se avrei dovuto aspettare ancora un po’ per parlargliene.

Arrivò cinque minuti dopo di me. Era ancora mezza addormentata.

-Stai bene?- le chiesi un po’ preoccupata, non che non l’avessi mai vista mezza addormentata, ma così mi faceva paura.

-Diciamo che potrei stare meglio.- sentii una voce, a me estranea, uscire dalla bocca della Ila. Sembrava che stesse tornando dall’oltretomba.

-Hai dormito stanotte?

-Stanotte? Mi sono addormentata stamattina alle 2 o alle 3 non mi ricordo. Ah, aspetta. Leggi l’ultimo messaggio guarda a che ora mi è arrivato.- mi porse il cellulare.

Andai nei messaggi ricevuti, l’ultimo era di Simo.

“Allora, usa la fantasia. Immaginati nel letto insieme a me, abbracciata a me, mentre ti accarezzo i capelli. Pensa al mio cuore che batte troppo veloce a causa della tua vicinanza.”

-Oddio, che carino. – esclamai.

-Ssh. Ary, abbassa la voce, non urlare per favore.- sembrava quasi che fosse in un post-sbornia.

-Te l’ha mandato alle 2.35.

-Ecco, quella è l’ora in cui mi sono addormentata.

Cioè, aspetta. Aveva dormito…… non ero molto brava in matematica……tre ore più o meno.

-Cosa facevi in piedi alle 2 e mezza?

-Non riuscivo a dormire. Mi ero lasciata male con Simo la sera e poi non riuscivo a dormire perché lui non c’era.

-Adesso, capisco il senso del messaggio.

Che tenerino che era stato però.

-Dopo che ti ha mandato il messaggio ti sei addormentata.

Annuì.

Non riuscivo a capire come si poteva non riuscire a dormire per la mancanza di una persona, cioè non aveva senso.

Non riesco a dormire perché non c’è qualcuno che ti abbraccia o ti protegge? Va be, che io non me ne intendevo di queste cose, non avevo mai dormito con Edo e quindi non potevo sapere che cosa provasse la Ila stanotte.

Salimmo sul pullman.

-Senti, avrei un “programmino” da esporti.

-Dimmi, anche se non ti guardo, ti ascolto, giuro.- disse con la voce ancora roca.

-Allora, stavo  pensando di far conoscere Edo a mio papà.

Si svegliò immediatamente.

-E come mai?- si, si era svegliata. La voce era normale ed aveva ripreso un po’ di colorito.

-Mi sembra giusto che lo conosca, siamo insieme da quasi due mesi e non l’ha mai conosciuto, voglio che lo conosca, così magari posso uscirci insieme anche durante il fine settimana.

-Giusto. E come mai dovevi espormi questo “programmino”?

-Perché vorrei che quel giorno ci foste pure te e Simo.

Sgranò gli occhi.

-No, scusa non ho capito.

-Vorrei che ci foste anche tu e Simo.

-E come mai?- non mi sembrava molto entusiasta della cosa.

-Così tu fai conoscere Simo a tua mamma e mi eviti dei silenzi imbarazzanti, cioè mi evitate.- sorrisi convinta.

La vedevo pensierosa.

-Si, potrebbe fare, ma ovviamente quando Simo sarà guarito e sinceramente non so quando guarirà del tutto.

-Fa niente, appena guarirà la facciamo, va bene?

-Per me va benissimo.

-Ti sei ripresa?- le chiesi vedendola più pimpante rispetto a prima.

-Sisi.

-Come mai ieri sera vi siete lasciati male tu e Simo?

-Ma no è iniziato tutto per una scommessa del cazzo.

Risi.- Cioè?

-Che smettessi di fumare, ma la cosa non è così semplice, lui diceva che non ce l’avrei fatta a smettere e io dicevo che invece ce l’avrei fatta. Ho accettato la scommessa, sapendo ovviamente che avrei perso già in partenza.

La guardai male. Lei fece un sorriso.

Ero anch’io contraria che fumasse, quando eravamo fuori insieme guardavo quante sigarette fumava e soprattutto in quanto tempo, poi facevo il conto. Non le facevo la predica come gliela faceva Simo per ogni singola sigaretta, ma diciamo che cercavo di fargliele almeno diminuire.

-Dopo una battuta tira l’altra e gli ho detto che volevo andarmene a casa. Se l’è presa, ha chiamato sua mamma per farmi venire a prendere e per portarmi a casa.

-Perché se l’è presa?- le chiesi io non comprendendo perfettamente il motivo di prendersela.

-Perché pensava che non volessi stare con lui, che volessi tornarmene a casa perché mi dava fastidio stare con lui. In realtà volevo tornarmene a casa perché volevo tornare a casa, cioè casa mia, non casa di qualcun altro. Ho cercato di spiegarglielo, ma non ha capito. Poi stanotte mi sono decisa a mandargli un messaggio, finché non mi è arrivato quello che hai letto prima e mi sono addormentata.

Stavamo facendo la via della scuola, ovviamente lei con la sua sigaretta in mano.

-E gliel’hai detto che hai perso?

-Certo. Non voglio nemmeno sapere quando mi toccherà avere la punizione.- la sua faccia era alquanto eloquente, non aveva voglia di fare la punizione.

-E cosa devi fare?- ero curiosa. Dannatamente curiosa.

-Cosa devo fare? Devo sorbirmi due ore di programmi con la Fico, senza dire niente e se devo dire qualcosa devo solo dire apprezzamenti.- sbuffò.

Scoppiai a ridere. In un certo senso le stava bene.

Conoscendola bene avrebbe preferito camminare sui carboni ardenti piuttosto di guardare due ore di programmi con la Fico.

In lontananza vidi il mio angelo che mi stava aspettando e… non potevo crederci c’era anche Simo sulla sedia a rotelle

-Buongiorno ragazze.- Vidi la Ila sgranare gli occhi.

-Mi spieghi tu che ci fai qui, invece di rimanere a casa a dormire?- sembrava indignata, arrabbiata,ma allo stesso tempo felice.

 -Sono venuto a controllare che non fumassi.- cominciò a ridere. Aveva appena tirato l’ultimo tiro di sigaretta e l’aveva buttata via.

-Ormai, avevo già perso ieri. Ho fumato appena sono salita in macchina.- fece un sorriso.

Andai dal mio angelo e lo baciai.

-Buongiorno. – disse a pochi centimetri dalla mia bocca.

-Buongiorno. – sorrisi.

-Senti, non cominciare a rompere va bene?- era la Ila che aveva alzato la voce. Simo rideva come uno scemo.

-Smettila di ridere.- per tutta risposta lui continuò.

-Benissimo me ne vado.- gli girò le spalle, ma lui le prese il polso e la tirò sulle sue gambe.

La baciò.

Mi stavo per mettere a piangere. No, ok. Non dovevo piangere era solo un bacio.

-E finalmenteeeeeeeeee. – questa era la Fede.

I due piccioncini si staccarono e la Ila si girò.

-Stava per arrivare la fine del mondo, lo sai vero?- chiese sarcastica.

Cominciammo tutti a ridere tranne la Ila.

-Ahah ah simpatica guarda.

La Ila fece per alzarsi, ma Simo la bloccò.

Non sentii cosa le disse, ma poco dopo si ribaciarono.

-No, ok. Ragazzi, non esageriamo, prendetevi una stanza, se continuate così.- disse la Fede

-La paghi tu?- ribatté Simo staccandosi dalle labbra della Ila.

La Fede ci rimase un po’ di sasso.

Stavamo tutti ridendo.

In quel momento passò Mattia.

Cazzo, Mattia.

-Ciao. – salutò lui soffermandosi parecchio sulla Ila per poi guardare Simo.

-Ciao.- lo salutò lei con un sorriso.

La cosa che fa più male? L’indifferenza, quella che aveva appena ricevuto.

-Io e la Ary dobbiamo avvisarvi di una cosa.- disse tranquillamente la Ila come se non si fosse accorta di come l’aveva guardata Mattia, al contrario di Simo, che, se avesse potuto, gli avrebbe dato qualche pugno, ma sembrava non fare caso, nemmeno a quello.

-Cioè?- chiese Edo curioso, cominciavo a pensare che fosse peggio delle donne.

-Quando Simo sarà guarito, avrà luogo la cena genitori-figlie-ragazzi-delle-figlie.

Sia Edo che Simo rimasero zitti.

-Cosa?!?- chiesero in coro.

-Incontrerete i nostri genitori.- Simo stava per parlare – no, mio papà no.- lo anticipò la Ila.

-Ah no, ecco. Non volevo venire ucciso.- tirò un sospiro di sollievo.

Ridemmo tutti insieme.

Sapevo che scenata che aveva fatto suo papà quando aveva saputo che era insieme al suo ex ragazzo e che avrebbe potuto farlo.

Capivo perché Simo non avrebbe voluto conoscerlo, ma prima o poi sarebbe dovuto succedere.

-A proposito di tuo papà, non dovresti andare giù?- le chiesi. Mi avrebbe risposto che sembravo sua madre che le ricordavo di chiamarlo e soprattutto di andare giù, quando lei non ne aveva la benché minima voglia.

Si girò di scatto.

-Sembri mia mamma quando fai così. Non c’è lei che rompe per chiamarlo e per andare giù e ci sei tu?- ecco, per l’appunto.

-Comunque, non hai risposto alla domanda.- le feci notare.

Mi guardò malissimo, ma ormai non ci facevo nemmeno più caso.

-Se. – ammise stizzita.

-Ecco, quindi vedi di chiamarlo.- le dissi io con un sorriso.

-Si, mamma.- mi rispose sbuffando.

Ormai eravamo sotto la bella vista di tutti, conoscenti, non conoscenti e chi più  ne ha più ne metta.

Tutti che ci guardavano (farsi i fatti loro era difficile? A quanto pareva si).

-Niente io ragazzi vado.- disse la Ila. Baciò Simo e poi cercò di alzarsi.

-Simo. Mollami.

-Mi si sono incollate le mani sulle tue gambe.- Lo guardò male.

-Fede. Tira.

Arrivò la Fede a tirarla, facendo così partire la carrozzella.

Cominciammo tutti a ridere.

-Fede. Fede. Ferma.

Se qualcuno vedeva cinque coglioni che ridevano come dei deficienti alle 8 di mattina, quelli eravamo noi.

La Ila si liberò dalla morsa di Simo, io salutai il mio angelo e salimmo tutte e tre insieme.

Ormai sembrava andare tutto bene.

Io ero insieme ad Edo e la Ila era insieme a Simo, non sembrava andare meglio.

Per adesso andava tutto bene e sottolineo, PER ADESSO.

 

 

 

 

 

Ciao a tutte ragazze. Come state? Come vanno le vacanze? Spero davvero che vi vadano bene. Allora, eccovi il nuovo capitolo. Lo so è un pò noiosetto e privo di "azione". è solo un capitoletto di passeggio. =( Diciamo che i prossimi capitoli saranno di passaggio, dove succederà poco e niente. E un pò mi dispiace =(

Allora, voglio ringraziare le persone che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate. E le persone che mi hanno inserita come autore preferito. Davvero grazie ragazze, per tutto. =) è grazie a voi se questa storia va avanti. =)

Sto pensando di decidere un giorno della settimana fisso in cui postare così saprete quando trovare il capitolo postato. =) Appena lo avrò deciso vi farò sapere.

Allora ragazze, volevo chiedervi: quante di voi rimangono a casa per agosto? Riuscirete a leggere i capitoli? Se no ditemelo che blocco la storia per un pò, fino agli inizi di settembre. =)

E altra piccola domanda: le ragazze che sono andate in ferie sono tornate? Spero proprio di si. =)

E altra cosa, spero davvero che le persone che hanno appena cominciato a seguire la storia riescano presto a mettersi in pari. =) Mi piacerebbe davvero sapere un vostro parere e qualsiasi cosa voglia dire di questa storia =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

Lua93: Gemeeeeeeeee, Oddio, la tua puntualità nel farmi sapere che ore sono, è davvero esilarante. Cosa vuoi sottolineare? Che ci metti tanto anche te a recensire la mia storia? Ahahahah La faccina famosa è bellissima U.U Mi sa che comincerò a farla dappertutto. Ahahahhah Un capitolo del kamasutra, ma come sei esagerata ahahahah Comunque, per il nome della risposta alle recensione non dobbiamo più preoccuparci, si chiama fringuello o dicasi anche fringuellino, dipende da come ci aggrada di scriverlo in quel momento. Ahahahha Chiedi a me il consiglio per uno bravo? Allora sei messa davvero male. Lo chiedi alla persona sbagliata. Dovrei cercare anch’io uno bravo, ma non riesco a trovarlo. Ormai mi sto convincendo che dovrò rimanere così tutta la vita e a me va più che bene. Ahahahah non vedo perché andare da uno bravo a farmi curare quando i primi ad avere problemi sono loro. =) Ahahahah Mattia, partner sessuale di Walt Disney ahahahahah Poverino lo odi così tanto da farlo diventare dell’altra sponda? Sei crudele davvero tanto. Ahahah Io lo dico sempre sfollo. =) Cioè quando vado fuori di testa, quindi lo uso molto spesso. Ahahahah sfollare. Noi lo diciamo qua a Brescia, tu no? Ahahahha va be, adesso hai cominciato ad usarlo e non ti preoccupare che non te lo toglie nessuno dal dirlo. Ahahahah Decisamente, geme in questa recensione sei sfollata di brutto. Ahahahah Hai ragione, era un povero pervertito che non si è riuscito a trattenere, ma ormai quello che è passato è passato  e non possiamo farci niente. i nostri primi baci gli abbiamo dati e non possiamo farci niente =) Dobbiamo solo uccidere mentalmente quei poveri cretini che ce li hanno dati Ahahahah Davvero peccato che non sia possibile cristallizzare il tempo =( sarebbe davvero bellissimo. =( Cip e Ciop avrebbero avuto più coraggio ahahahah bellissima. Ti giuro che ho riso per mezz’ora quando l’ho letta e anche adesso sto ridendo. Ahahahah si, infatti. Due minuscoli scoiattolini avrebbero avuto più coraggio. =) Magari è davvero diventato un bellissimo uomo, ancora più bello di quello che era una volta. Magari ti stupisce. Quando arrivi si fa trovare all’aeroporto con una mazzo di rose rosse *.* Che romantico *.* Mi piace troppo come immagine *.* Ahahahahah rispondo hai tuoi 10 comandamenti. 1)Sai già che continuerei a sfornare storie perché sai quante storie ho in mente e quindi questo non vale. Ahahah 2)Non ho ancora le prove che tu continuerai a sfornare storie, anche se sono sicura che un’altra storia la scriverai. 3)Che la mia recensione sarà sempre più lunga della tua questo è ovvio XD 4)Non ne sarei così sicura XD 5)Prima o poi questa storia finirà lo sai vero? E addio parlare ore ed ore di Simo XD 6)Anche Edo se ne andrà perché la storia finirà e quindi addio anche a lui.  7) Che alla Ila dovrebbe essere fatta una statua quello è un dato di fatto e non c’entra niente con le recensioni però. Ahahahahah 8)Concordo. La Ary è un po’ smorta. Ma non pensi che dopo si sveglierà un po’? 9)Si era capito. ahahahah 10) Volevo vedere come ci si sentiva a scrivere i 10 comandamenti. Ahahah  Noooo, un altro neurone partito. Siamo messe male. Ahahahah ti ho già detto che quella canzone di Rihanna è stra bella. Ahahahah Te l’ho già detto ieri nella mia recensione alla tua storia che io sono una pervertita, ma sono contenta di non essere la sola ahahahah Ahahahah a quella del Velo stavo morendo, sto morendo per quella frase. È bellissima Ahahahahahahah Davvero il sushi ha una carica erotica? Non lo sapevo. Ahahah lo farò mangiare al mio futuro fidanzato (molto futuro mi sa ahaha) così mi salterà addosso senza pensarci due volte. Ahahahha la scenetta dei tuoi neuroni è troppo forte. Ahahahah si, hai ragione il fumo non è il massimo e te lo dico io che fumavo ( e come minimo quando torno a scuola ricomincerò =D perché per mia sfiga non è un ragazzo stupendo come Simo che mi faccia dimenticare del fumo T.T) Anch’io odio quella prostituta della Fico. Mi sta sui coglioni in una maniera assurda ed è più forte di me, non riesco a sopportarla. Be, pensi che sia impossibile che la Ila non guardi la Fico? Scommetto che farebbe qualsiasi cosa per non  guardarla, come Simo farebbe qualsiasi cosa per non doversi sorbire lo spogliarello della sua ragazza, mentre viene toccata da un altro, sono sicura che anche la Ila farebbe di tutto per non doversi sorbire quella zoccola. Ahahahah Si, davvero hanno litigato per una stronzata -.- Ma è colpa di Simo, questo devi ammetterlo e devi farlo perché è stata colpa sua -.- Si è offeso per un cazzo. -.- Ahahahah sarebbe vietato anche a Rocco Siffredi pensarle ahahahhaha oddio, geme,a cosa hai pensato? Ahahahah Ahahahahah la geme è sfollata pensando a cosa vorrebbe fare a Simo ahahahahahh. Ma almeno mi consolo di non essere l’unica a fare pensieri osceni su Simo. Ahahahahah Ok, faccio finta di non aver letto i complimenti così non ti contraddico e non mi uccidi =) Be, ci sentiamo dopo su msn. Ti voglio bene ^^

Jimmina: Ciao. =) Sono davvero felice di sapere che sei una persona diretta come me. Sai di persone come noi ne esistono poche e quando ci troviamo, dobbiamo tenerci stretti. Ahahah Oh ma non ti preoccupare se siamo a metà storia, ci vorrà un po’ per postare tutti gli altri capitoli. =)  Sono davvero felice che aspettavi il mio aggiornamento e mi dispiace di averti fatto attendere tanto questo, ma stavo aspettando che tutte quelle che recensiscono, lo facessero, ma mi rendo conto che siamo d’estate ed alcune saranno in vacanza a crogiolarsi al sole. Beate loro. *sospira rassegnata* Per sapere la fine dovrai aspettare il 60esimo capitolo. (certo che io fare una storia più corta no né? Ahahah) E spero di non perderti durante il viaggio per arrivare a quell’ultimo capitolo =) Sono davvero molto felice che il capitolo ti sia piaciuto. =) Ma tranquilla, non è una domanda personale, anzi, è una domanda davvero lecita e non ho nessun problema a risponderti. Mi rispecchio decisamente nella Ila, io e lei siamo molto simili, forse troppo =) Per la pubblicità ti ho inviato un email, sperando che l’hai letta. Ihih Mi dispiace davvero di averti fatto aspettare così tanto. Chiedo umilmente perdono. *me si inginocchia ai tuoi piedi* Non sai davvero quanti mi rendi felice a leggere che la storia ti piaccia davvero tanto. Speravo di scrivere davvero qualcosa che piacesse e sentirmelo dire mi riempie davvero il cuore di gioia. *.* Grazie a te per seguire la mia storia, è merito anche tuo se questa storia arriverà alla fine. =) Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Ti voglio bene. Alla prossima^^

CrisAngels: Ciao. Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. =) Si, Simo e la Ila sono carinissimi anche quando litigano. Soprattutto lui *Q* Io gli salterei addosso quando se la prende. Si, davvero Simo è stato dolcissimo *.* Io lo adoro, anzi lo amo *.* Ti chiedo scusa per il ritardo, sono davvero imperdonabile, soprattutto perché il capitolo non è un granché =( è solo un capitolo di passaggio. =)  Spero che ti sia piaciuto comunque. Un bacione. Alla prossima^^

lisasepe9: Ciao, si la Ila è davvero fortunata ad avere un ragazzo come Simo. =) Purtroppo anche io non ho la fortuna di avercelo uno come lui =( Mi sa che dovrò continuare a sognare di trovarne uno così. =(  Ahahahahahahahahahah ok, un piccolissimo indizio. C’entra la ex di Edo. =) E non farmi dire nient’altro se no capisci tutto e non va bene Ahahahahah Comunque penso che adesso che lo sai sarà ancora peggio perché ti arrovellerai il cervello per capire cosa possa succedere. Ahahahahah. Quindi perderai comunque ore di sonno e il tuo neurone dovrà fare gli straordinari =) Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto =) Mi fa sempre molto piacere leggere le tue recensioni. Spero di non averti annoiato con questo capitolo di passaggio. Un bacione. Alla prossima ^^

TheDreamerMagic: Ciaoooo cara!! Come stai? Come va in Cina? Non so se riuscirai a leggere questo capitolo (anche se lo spero tanto), però ti rispondo lo stesso, incrociando le dita e sperando di leggere una tua recensione =) Oddio, ti faccio impazzire con questa storia? Non ti sembra di essere un po’ esagerata? Ahahahaha anche se sono felice che tu lo dica e che la storia ti piaccia davvero così tanto. Non fai altro che rendermi felice a dirlo. Speravo davvero che piacesse. =) Ahahahahahah questa storia un film. Ahahahah Oddio, non voglio nemmeno immaginare a cosa salterebbe fuori. Ahahahah Non penso che la storia abbia così successo da poter venir anche solo minimamente considerata per un film. Ahahahah non penso proprio. Ahahahah Non ti sembra di essere un po’ modesta dicendo che con te come regista verrebbe fuori un bel film? Ahahahahahh Ovviamente scherzo. =) Tesoro, non sei l’unica ad amare Simo. Lo amo anch’io con tutta me stessa ed ogni volta che ho dovuto pensare a lui per scrivere la storia andavo in autocombustione. Quindi non ti preoccupare non sei la sola. Magari incontrassi qualcuno così anch’io *.* sarebbe il sogno di tutte penso, anzi senza penso, ne sono sicura. Ahahahah diventerei anch’io ancora più pazza di quello che non sono già e sarebbe davvero un problema per le persone che devono sopportarmi tutti i giorni. Ahahahahah sarebbe davvero un problema, penso che mi ucciderebbero. Come tua mamma non ti fa uscire con un ragazzo perché non si fida? Ma dai. Non è che devi per forza uscire con un ragazzo e farci qualcosa, potrebbe essere solo un amico. -.- Queste mamme -.- Ma non è vero, non hai scritto frasi senza senso, anzi un senso ce l’hanno. =) Be, si fa bene a pensare di avere una famiglia con Simo, ma non ti sembra un po’ troppo presto? Insomma non l’hanno nemmeno fatto ancora. Sta un po’ correndo e sembra una pazza. Ahahahah  Magari faranno dei bambini, non si può mai sapere. Ahahahah Ma non ti preoccupare le faccine mi piacciono tanto, anzi tantissimo, anche nelle mie recensioni ne metto un  sacco. Ahahahahah non so se faccio venire il nervoso agli scrittori, ma stai pure tranquilla che a me non danno fastidio =) Be, per il crudele destino della Ary dovrai aspettare ancora un po’. =) C’è tutto il tempo per il suo crudele destino =)  Sono contenta che la recensione più lunga l’abbia dedicata alla mia storia. Ne sono davvero onorata =) Grazie davvero per i complimenti, mi fa davvero molto piacere sapere che la storia ti piaccia così tanto e che ti faccia delirare più delle altre =) Spero di sentirti presto. Un bacione^^

 ColeiCheAmaEdward: è normale che sei sempre ultima se non ti dai una mossa. Ahahahahah ma comunque ti perdono =) Non saresti obbligata a farlo, ma lo fai comunque e ti adoro per questo =) Ahahaha esatto le scuse me le fai ogni giorno XD Non conosci nessuno che dorme come lei? Davvero? Mi stupisco signorina. Ognuno di noi conosce uno che dorme tanto e lei no? Mi stupisco davvero. XD Ma povero Simo. Lui non fa sviolinate è solo terribilmetne innamorato e romantico *.* Patatone lui *.* La Ila ama il sushi da quando lo ha assaggiato. -.- Te ne ho anche parlato comunque. -.- Che volevo portare anche te a mangiarlo -.- Rimango offesa da questa sua affermazione -.- Davvero in cinese si chiamano CHOPSTICK? e tu me lo dici adesso con così tanta nonchalance? Ti odio -.- Ahahah si la Ila ha appena compiuto gli anni, ha smesso di fumare (per adesso, prevedo che riinizi con l'iniziare della scuola XD) Ahahahah cosa dubitavi che la Ila fosse una donna? Ahahahaha Si, è decisamente lunga e mi è piaciuta Grazie tesoro =D Ci sentiamo quando torni dalla cena XD

Concludo con il ricordarvi il blog per gli spoiler. =)

Alla prossima. ^^

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Capitolo 32
*** Due persone di troppo ***



Due persone di troppo

Ary POV

Eravamo verso la fine di aprile e stavamo organizzando il fatidico

pranzo. Si, stavamo, io e la Ila.

Simo aveva tolto i gessi da pochi giorni, doveva fare terapia e cose varie per tornare a camminare e a muovere il braccio, ma diceva che in un paio di settimana sarebbe tornato come nuovo.

Non eravamo molto sicure io e la Ila di questa cosa, ma provavamo a crederle.

Ero a casa sua, stavamo organizzando il pranzo, cioè dove andare, almeno per prenotare ed essere sicura di trovare un tavolo.

-Senti, dove andiamo a mangiare?- chiesi io per la centesima volta alla Ila.

-Non lo so. Non ne ho la più pallida idea. Tu che dici?

-Non so nemmeno io.

-Ragazze, se andate avanti così farete notte.- si intromise la mamma della Ila.

-Vero. Dobbiamo pensare a qualcosa Ary.

Si, lo sapevo pure io, ma a cosa?

-Quando avreste intenzione di fare questo “pranzo”?- disse mettendo tra virgolette la parole pranzo con le dita.

-Verso metà maggio, una domenica.

-Forse so dove potremmo andare.- disse la mamma della Ila, la nostra salvezza a quanto pareva.

-E cioè?

-Sai che i nonni in quel periodo vanno sempre in vacanza due settimane, potremmo andare a casa loro e fare da mangiare noi. Io e la Au facciamo da mangiare e stiamo là. La vista è magnifica, la casa pure. Non è un brutta idea, no?

Brutta idea? Era perfetta. Non dovevamo spendere i soldi per il ristorante e forse avremmo risparmiato. A casa dei nonni della Ila era perfetto, la casa era stupenda, la vista era a dir poco spettacolare. Avevano un balcone che dava completamente vista lago, era da togliere il fiato, soprattutto se la giornata era bella. Poi c’era anche la piscina.

-Perfetto, mamma. È perfetto. Non ci avevo pensato. Bene, quindi per il posto siamo a posto, non dobbiamo nemmeno preoccuparci, dobbiamo solo sapere quando quel rincretinito riuscirà a camminare.

Sua mamma rise, io la guardai male.

-Senti, certe volte è un rincretinito va bene?- si giustificò la Ila.

Ma dai, povero. Non era un rincretinito, non era colpa sua se aveva fatto un incidente e si era rotto una gamba e un braccio, bisognava ringraziare che non fosse morto, se no in quel momento non saremmo state ad organizzare il pranzo.

-Chiamalo. – le dissi.

-Chi dovrei chiamare?- mi chiese incredula.

-Simo. – mi sembrava ovvio.

-A fare?- ma era mai possibile che questa ragazza, non capisse mai un cazzo?

-Chiamalo.

Prese il cellulare e lo chiamò.

-Ciao……volevo sentire come andava……Saluta Edo alla Ary e a me……ti saluta – rivolta verso di me –si, certo……chi è questa?.........da quant’è che ti hanno tolto il gesso? Tre fottutissimi giorni? E tu sei già in un bar? Ma quando cazzo crescerai un po’?.........fottiti.

Chiuse la chiamata.

-Dove sono?- le chiesi vedendo che fosse arrabbiata.

-Non lo so.- mi disse arrabbiata.

Rimasi paralizzata. Aveva appena fatto una scenata e non sapeva nemmeno dove fosse? Cioè fossero, c’era anche Edo.

-Cioè, scusa hai appena fatto una scenata e non sai neanche dov’è. Potrebbe essere al supermercato, in un negozio.- ero indignata.

-Simo al supermercato?- mi chiese lei sbalordita.

-Non sei stata tu a dirmi che Simo aveva fatto l’incidente mentre stava andando al supermercato?

Abbassò lo sguardo, segno che avevo ragione.

-Richiamalo.- le dissi io convinta.

-No.- mi rispose lei secca.

-Veloce.- le dissi in modo da non ammettere repliche.

-No.- ed invece lei aveva replicato. Come c’era da aspettarsi.

Stavamo ancora discutendo se doveva chiamarlo o no, elencando i vari motivi per cui avrebbe dovuto chiamarlo o meno.

Stavamo leggermente gridando, avevamo la porta aperta, il cane abbaiava, ma non ci facemmo molto caso, abbaiava quasi sempre e per tutto.

Per nostra fortuna la mamma della Ila era uscita, se no avrebbe cominciato anche a lei a dircele dietro.

Suonarono al campanello. La Ila si alzò e andò a vedere.

-Senti, piantala. Non lo…..- si bloccò.

-Che cosa ci fate qui?- sentì dire dalla Ila.

Chi c’era?

-Siamo venuti a trovarvi.

Questa era la voce di Simo, il che voleva dire che c’era anche Edo.

Mi fiondai alla porta.

-Ciao Ary.- mi disse Simo sorridendo.

-Ciao.- sorrisi.

-Io non faccio entrare gli sconosciuti.- disse la Ila seria.

Stava scherzando? Non voleva farli entrare? Io si che volevo che entrassero. Poi ad un certo punto si mise a ridere.

Andò ad aprire il cancello. Simo era con le stampelle, anche se qualcosa riusciva a camminare.

-Ciao.- Edo si avvicinò a me e mi baciò. Dovetti alzarmi sulle punte per baciarlo, ma poi mi prese in braccio.

Ero avvinghiata a lui con le gambe.

Entrammo in casa e si mise a sedere sul divano, continuando a baciarmi.

Mi stava sfuggendo la situazione di mano. Cosa stava succedendo?

Mi staccai da lui controvoglia, ma dovevo far tornare la situazione normale e cercare di calmare i miei ormoni impazziti.

Non appena mi staccai, lui mi prese ancora il viso tra le mani e venne vicino per ribaciarmi. Lo lasciai fare, mi appoggiò le mani sulla schiena e mi attirò più a se.

Stavolta mi staccai con più forza.

-Edo, mi spieghi che stai facendo?- gli chiesi poco convinta.

-S-si scusa, mi stavo lasciando prendere un po’ la mano. Non volevo, ma ho voglia di te.- mi disse con il fiatone.

Cosa? Aveva appena detto che aveva voglia di me?

Un po’ la cosa mi faceva piacere, ma eravamo insieme solo da tre mesi, non volevo fare le cose troppe veloci e soprattutto affrettate. Non volevo fare la fine di una che conoscevo che aveva perso la verginità con uno a cui era insieme da un mese e poi dopo una settimana si erano mollati. Non volevo fare la stessa fine e poi non mi sentivo ancora pronta, nonostante con lui lo avessi voluto fare, ma di certo non adesso e non a casa della Ila.

Venni riscossa dai miei pensieri dalla Ila che urlava e rideva.

-Da-dai Simo p-piantala.- rideva – mi fai cadere la sigaretta.

Andai a vedere cosa stavano combinando e vidi due scemi che ridevano: Simo era sopra la Ila che le faceva il solletico, lei era sdraiata per terra che si dimenava, rossa come un peperone.

-A proposito di sigaretta, quando guardiamo quelle due ore di quelle bella gnocca della Fico?- chiese lui divertito.

Lo fulminò con lo sguardo.

-è possibile il giorno del mai?- gli rispose lei.

-No. Hai perso, ora paghi.

-Se avessi perso tu, non penso che mi avresti fatto fare uno spogliarello con un altro mentre tu mi guardavi però.

Rimase in silenzio, la guardò.

-certo che te lo avrei fatto fare.- poco convinto.

Lei lo guardò come per dire “si, certo come no.”

-Ok, va bene. Avrei cercato in tutti i modi di non fartelo fare.

-Benissimo, quindi io non voglio sorbirmi due ore di te che dici “che bella gnocca” “che bel culo” “guarda questo” “guarda quello” “ma quello è un brufolo sul culo? Si, oddio è bello pure quello.”

Simo cominciò a ridere.

-Sai che ti adoro quando fai la gelosa?- disse chinandosi per baciarla.

-Io non sono gelosa.- disse lei guardandolo male.

-Ah no? Cosa sei allora?- aveva alzato il sopracciglio.

-Provo una certa repulsione verso quella ragazza, è più forte di me.

Erano a pochi centimetri di distanza.

Si stavano guardando intensamente negli occhi, si avvicinarono piano…

-Spike…- urlò la Ila.

Cominciai a ridere. Spike si era intromesso e aveva leccato tutta la faccia alla Ila.

-Oddio, che puzza. Mamma mia.

Ci stavamo sbogiando tutti tranne lei.

Simo la aiutò ad alzarsi.

Entrammo in casa ed andammo a guardare un film.

Eravamo su due divani diversi: io ed Edo su uno e la Ila e Simo su un altro.

La Ila mise su un Dvd.

-Scelgo io?- chiese.

-Basta che non scegli qualcosa di palloso.- disse Simo.

-Palloso? Non credo proprio.

Parte la pubblicità iniziale. Poi mi trovo davanti la faccia di Vin Diesel. Oddio, Fast and Furious Solo parti originali. Se adoravo quel film.

Mi misi ad urlare.

La Ila si mise a ridere.

-Pronta?- mi chiese.

-Prontissima.- le risposi sorridendo.

Cominciammo a dire tutte le battute e ridavamo come delle sceme.

-Non vorrete farci vedere tutto il film così vero?- chiese Simo divertito.

-No.

Partì una canzone stra bella e la ballammo e la cantammo.

-Dovreste andarvene.- disse ad un certo punto la Ila.

-E perché?- chiesero insieme i nostri due ragazzi.

-Mia mamma sta per arrivare e non è il giorno giusto per conoscervi.

-Ah certo. Il giorno del pranzo. Ok, va bene. Ce ne andiamo.

-Sarà meglio che andiamo davvero.- disse Edo a pochi centimetri dalla mia bocca. Il respiro sulla mia bocca, mi provocò un brivido.

Ci baciammo e se ne andò.

Uscirono tutti e due di casa.

Andammo alla porta e guardammo l’Audi TT nera di Edo che partiva.

Quella stessa sera a casa, ripensavo a quello che ero successo il pomeriggio. Immaginavo che Edo ad un certo punto volesse di più, ma non pensavo così presto, ok, va bene, era un uomo e per un uomo non era mai presto, ma pensavo fosse diverso, che fosse diverso dagli altri. Era normale che comunque volesse approfondire il rapporto con me, voleva dire che ci teneva a me, ma non pensavo di dover pensare a questa cosa così presto. Pensavo che avrebbe aspettato o che comunque non avesse queste voglie.

Forse era solo la foga del momento, non potevo pensarci oltre, magari non sarebbe più successo e poi aveva detto che mi avrebbe aspettato, che avrebbe aspettato finché io non fossi stata pronta.

Feci fatica ad addormentarmi quella notte, la scena del pomeriggio continuava a rigirarmi per la testa.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte come state? Come vanno le vacanze? A me abbastanza bene dai. Allora, eccovi qua un altro capitolo di passaggio =) Ci sono la Ila e la Ary che stanno decidendo il posto dove fare il pranzo ed i ragazzi che vanno a trovarle =) Che teneri *.* Be, la piccola scenata di gelosia della Ila è assurda lo so. Ahahah Il nostro Edo si lascia leggermente andare è. Eheh Ma la nostra Ary non sembra disdegnare per niente. Ahahah

Allora, ragazze, vi do una notizia, forse la considererete brutta, ma sono obbligata a farlo =) Questo sarà l’ultimo capitolo che posterò per il mese di Agosto. =) Voglio lasciare il tempo alle ragazze che sono andate in vacanza un po’ di tempo fa, alle persone che hanno aggiunto da poco la storia, alle ragazze che sono andate in vacanza in questo periodo e le persone che hanno aggiunto la storia alle ricordate, di mettersi in pari con la storia. =) Vorrei che tutte riuscissero ad arrivare al capitolo che posto oggi e che non perdano altri capitoli. Mi rendo conto che alcune ne hanno persi davvero tanti e vorrei che in questo mesetto si rimettano in pari e che ricomincino a farsi sentire (se vogliono ovviamente). Non so dirvi precisamente quando ricomincerò a postare. Dico solo che quando vedrò che tutte quelle che recensivano sono tornate, ricomincerò a postare =)

Ovviamente sono ben accetti i pareri delle nuove arrivate =) Mi piacerebbe davvero sapere che ne pensate =) Mi fareste davvero felice =)

Voglio ringraziare le persone che hanno aggiunto la storia alle preferite, alle seguite e alle ricordate (spero che in questo mese riusciate a mettervi in pari con la storia =D). Voglio ringraziare le persone che mi hanno messo come autore preferito. Grazie davvero a tutte ragazze.

Voglio ringraziare le ragazze che lasciano le recensioni. Voglio dirvi che adoro ogni singola vostra recensione, mi fate morire dal ridere e mi fa piacere sapere il vostro parere su questa storia. =)

Rispondo alle recensioni:

lisasepe9: Ciao. Perché il tuo cervellino sto andando in confusione? Oddio, che è successo? Be, non penso che devi farle un disegnino, non ci può arrivare da sola, deve farglielo capire qualcuno =) Comunque ti ho detto che non devi preoccuparti per adesso di quello che succederà alla Ary =) Non serve scervellarti per capire che succede. =) Spero che anche questo capitolo di calma (apparente XD) ti sia piaciuto. Mi dispiace farti attendere per i prossimi capitoli, ma penso sia meglio aspettare. =) Un bacione. A presto ^^

jimmina: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto nonostante fosse solo di passaggio =) Noooo, mi dispiace che tu parta =) Ma non ti preoccupare, penso che ti perderai solo questo capitolo =) Comunque, spero che ti divertirai al mare. Un bacione. A presto. ^^

Lua93: Tu sei furiosa ed io? Anch’io volevo essere la prima ed invece, sono stata la terza o la quarta. -.- Almeno sei stata ripagata con la stessa moneta. Ahahah No, non l’ho fatto apposta. Ho postato quando dovevo postare. =) E sai che ci metto di meno perché rispondo alle recensioni prima =) Quindi ci metto decisamente di meno. Devo solo copiare ed incollare tutto. =) Tu sei puntuale come lo sono io. E questo è tutto dire. Ahahahah L’anguria, buona l’anguria, a me piace davvero un sacco. Non mangerei altro =) Ahahahah be, dai il capitolo non è stato poi così tanto da kamasutra. Ahahahahah No, non l’ho mai letto. L’ho visto su una bancarella sul lungo lago e mia mamma voleva comprarlo, ma poi ha cambiato idea perché non sapeva cosa farsene Ahahahah No, cioè, ha detto che quello che c’è scritto è di una palla, l’unica cosa interessante sono le figure. Ahahahahah Ma sono quelle che mi interessano. Ahahahah che cosa me ne frega di quello che dicono, io voglio vedere le figure ahahahah Be, prima o poi dovrò sperimentarle no? E quindi mi sa che prima o poi dirò a mia mamma di prenderlo. Le dirò che mi serve perché devo scrivere una storia ed è sicuro che me lo compra. Ahahahahah Tranquilla, mi sbogio con i tuoi sproloqui, quindi tranquilla. Ahahahahah Ok, diciamo che la descrizione dei sintomi delle malattie mentali, corrispondono più a te che a me, anche se alcune cose combaciano anche con me. Ahahahha -.- Io non voglio un dottore che si chiama S. Massimo lo voglio che si chiama Simo, ma non Stefano. -.- Si, esatto solo la sedia elettrica sarebbe capace di guarirti. Ahahahah ma dopo non saresti messa molto meglio di adesso. Saresti morta. Ahahaha Ma dare di matto è molto italiano, da noi sfollare è una specie di parola dialettale. Ecco, diciamo che se la scrivi in un tema di dicono che è sbagliato. =) Certo, hai la mia autorizzazione per usare la parola Sfollare. =) Ahahahah anche secondo me Cip e Ciop hanno sbattuto i piatti facendo traumatizzare i suoi neuroni. Ahahahah Ma davvero, cosa pensava quando ti ha detto quelle parole? Cioè, che cosa voleva fare? Cacciarti la lingua in bocca e poi farti parlare? Ma dopo quelle parole, che cosa pensava, che volessi ribaciarlo? Certo che i ragazzi sono proprio stupidi. -.- Secondo me pensano che siamo noi le stupide. =) Ahahahah non bevo e non faccio uso di stupefacenti. Ahahahah Si, grazie. Di a tua nonna che se vuole i frutti esotici mi piacciono molto e sapevo che sono degli afrodisiaci =) -.- NON arriverà molto presto. -.- E penso di capire a chi ti riferissi, ma stai tranquilla che non succederà niente con lui. -.- tralasciamo la frase da Rocco Siffredi. Ahahahah Si, che me la ricordo la canzone di Hakuna Matata. Dopo che ho letto il tuo piccolo sfollo, mi sono messa ad ascoltarla. Ahahahah Che giorno è il Giobato? Ahahah no questa devi spiegarmela. Ahahahahah Non ti preoccupare che io avrei fatto peggio della tua best. Io mi sarei fatta sentire senza problemi. Ahahahah gli avrei detto. <> Ahahahah e lui mi avrebbe sentito. Eccome se mi avrebbe sentito. Non ti picchierei mai, geme. Mai e poi mai. Ahahah no, non mi sono stufata di leggere ahahahah anzi mi piacciono ahahah Certo che potremmo rispondere senza problemi a quella domanda “Stavo parlando con la geme.” Ahahaha oppure scrivendo, ma quello è un altro paio di maniche. Infatti, non può sempre essere al centro dell’attenzione Simo, bisogna lasciare un po’ di spazio, anche agli altri. Ahahah Il tuo compagno da notti da leoni, ma non hanno ancora fatto niente. Ahahahah ma quando lo faranno. *ammicca* Anch’io perdono senza problemi Simo. Qualsiasi cosa fa. Ahahah Infatti una gallina in meno nel pollaio.-.- Quanto mi sta sulle palle -.- Nono, certo che la Ary lo vuole ancora il suo Edo. =) Mi sembra ovvio. Ahahaha Noooooo, non piangere. Anche se sai cosa succederà. =) Ok, faccio finta di non aver letto i complimenti a me, al capitolo, al fatto che tu sia felice. Va bene? Ihih Ci sentiamo su msn. Un bacione. Ti voglio bene^^

CrisAngels: Ciao! !! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, spero che anche questo non sia stato da meno. =) Tu diresti al tuo ragazzo cosa fare o non fare o a tuo papà? Be, penso che sia più probabile la prima. Ahahah. Penso che tua papà non ti ascolterebbe. XD Non ti preoccupare per la tua amica. Cioè fai bene, anche la mia si preoccupa quando fumo (anche se per adesso ho smesso XD) Ti giuro che si metteva a contare quante sigarette fumavo. Ahahah comunque, penso che smetterà presto. Da quanto tempo è che fuma? Anni? Ahahahah anche tu non sopporti la Fico? Anch’io. Ahahah e non siamo le uniche da quanto ho letto nelle recensioni. Si, presto succederà qualcosa. Be, non molto presto però. =) Tu non vai in vacanza? Mi dispiace farti attendere i prossimi capitoli, ma penso che sia giusto fare una piccola pausa. Non credi? Un bacione. A presto^^

ColeiCheAmaEdward: Woooooooooooo, ma che bella sorpresa che mi hai fatto. *.* Ero così quando ho letto la tua recensione *.* Che patatona *.* (come la tua cagnolina rastona ahahah) Mi hai sconvolto la vita in tutto e per tutto, non sono riuscita a dormire per tre notti perché mio hai sconvolto così tanto la vita. Ahahahah Ahahahah non dirò mai più che non mi fai sorprese (anche se non sarebbero questo tipo di sorprese che intendo io XD) Ahahahah Esatto, entrambi i genitori devono sapere che la figlia sta diventando grande, sarebbe bello se succedesse anche nella realtà, ma non possiamo pretendere chissà che cosa. XD Ahahahah te lo sei già sentita dire? Forse in quest’estate te lo continuo a dire ahahah Comunque, tranquilla il tuo esame andrà bene e poi ci sarò io a farti da supporter XD Ahahah esatto, in poche parole non aveva la voce come la nostra amica Angolo Ahahahah La Fede è una grande donna dappertutto Ahahahah Infatti. Deve ricordarti quel periodo. -.- Quando mi dicevi quelle cose, mi sembravi davvero mia mamma ahahah Tu brutta stronzetta sai già cosa succede quindi stai zitta Ahahahah Ci sentiamo via messaggio. =)

TheDreamerMagic: Ciao carissima!! Nooooooo, volevo leggerla la recensione stra lunga =( Ho capito cosa è successo =) Anche a me succede quando scrivo recensioni stra lunghe e ti dico un trucco. Quando scrivi una recensione, prima di inviarla, seleziona tutto quello che hai scritto e copialo =) Se la recensione viene inviata, non fai niente. Se invece ti succede come ti è successo, fai il login, vai al capitolo che ti interessa, fai inserisci una recensione ed incolli quello che hai copiato. =) Invii la recensione ed ecco la tua recensione lunga inviata =) Spero che sia stata chiara e be spero anche di poter leggere un’altra bellissima e lunghissima recensione per questo capitolo, anche se non c’è molto da commentare. =) Waaaaaaaa, hai recensito. Il che vuol dire che in Cina si apre la pagina. Allora come sta andando? Spero davvero tutto bene =) Non ti preoccupare per la recensione corta, spero che quello che ti ho spiegato, sia stato chiaro e che seguirai il consiglio =D Spero di leggere una tua recensione e mi dispiace bloccare finché non tornano tutte la storia =) Un bacione. A presto. ^^

Ragazze, spero di sentirvi tutte presto. Di rivedere le recensioni di quelle partite e di sapere che vi siete divertite in vacanza. =)
Vi lascio comunque lo spoiler sul blog .

BUONE VACANZE !!

Un bacione. Spero a presto. ^^

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Capitolo 33
*** Tua figlia deve dirti qualcosa ***


Ciao!! Eccomi tornata a postare un nuovo capitolo. Avevo detto che avrei ricominciato a postare per i primi di settembre ed eccomi qua a postare. =) Vi ricordate di me vero? Spero di sì, altrimenti mi offenderei parecchio Ahahahah Vi lascio al capitolo, ci sentiamo sotto. =)







Tua figlia deve dirti qualcosa.





Ary POV
Ormai era tutto deciso.
Simo era completamente guarito, camminava benissimo, riusciva a correre e a muovere il braccio.
La seconda domenica del mese di maggio avrebbe avuto luogo il famoso pranzo che ormai occupava i miei pensieri da un mese.
Mancavano 3 giorni al fatidico giorno e a me sembrava che fosse il giorno stesso. Ero agitata perché dovevo ancora dire a mio papà per che cos’era questo pranzo speciale.
Non aveva fatto storie nel sapere che andavamo a casa dei nonni della Ila a mangiare, ma non gli avevo ancora detto il perché. Molte volte me lo aveva chiesto, ma io continuavo a non dargli risposta o sviavo la domanda.
Sapevo che dovevo dirglielo, sapevo che dovevo affrontare l’argomento, ma non ce la facevo.
Quella mattina a scuola, la Ila mi ripeteva per la trecentesima volta:
-Sai che devi dirglielo.- mi disse guardandomi seria.
-Certo che lo so. So che devo dirglielo, ma non so quando, non so come. Ho paura che la prenda male, non voglio che la prenda male.- sbuffai.
- Non la prenderà male. Magari ci rimarrà male perché non gliel’hai detto, ma poi capirà. Magari invece non farà storie. Non puoi sapere come la prenderà, non puoi sapere niente. Quindi non farti problemi. Prendi coraggio e parlagli. Ti ricordo che mancano due giorni al pranzo.
-Mancano tre giorni, comunque.- la corressi un po’ stizzita.
-Eh va be. Hai un giorno più, ma vorrei farti notare che se glielo dici all’ultimo minuto si arrabbierà sicuramente. Devi dirglielo prima. Stasera. Devi farlo prima o poi,no? Quindi meglio prima che dopo.- mi sorrise.
-Non ne sono molto sicura. Però devo farlo. Devo assolutamente farlo.- sbuffai.
Ovviamente non parlai di quel mio piccolo problemino con Edo, non volevo agitarlo ancora più di quello che era.
Ogni volta che gli chiedevo come stava, mi rispondeva che stava bene, ma sapevo benissimo che mi mentiva. Era agitato, troppo agitato e più il giorno si avvicinava più lo vedevo irrigidirsi e chiudersi in se stesso.
Non pensavo che avessi fatto qualcosa di sbagliato, sapevo che era di poche parole per quel motivo, ma ogni tanto avevo paura che avesse qualche problema con me.
Spesso esternavo la mia paura e lui mi rispondeva con un sorriso e mi baciava. Poi mi diceva “Tranquilla, tra un paio di giorni passerà”. Ed era anche grazie a quella frase che capivo che il suo atteggiamento era strano a causa del pranzo.
Quando tornai a casa parlai con mia mamma delle mie paure e ovviamente anche lei mi disse che dovevo parlare con mio papà quella sera stessa. Non potevo rimandare ancora un po’.
Quel pranzo mi stava facendo venire i nervi a fior di pelle. Ero nervosa perché il mio ragazzo doveva conoscere mio papà e avevo paura non gli sarebbe piaciuto. Dovevo dire a mio papà che la sua bambina, non era più una bambina perché stava avendo il suo primo ragazzo.
Alle sei, come ogni sera, mio papà arrivò a casa dal lavoro sbuffando.
Io cercavo di ritardare ancora quel momento, ma mia mamma continuava a mandarmi occhiate significative. Le facevo sempre di no con la testa, cercando di farle capire che era appena arrivato dal lavoro e che volevo lasciarlo rilassare prima di dirgli tutto.
Andò a farsi la doccia, nel frattempo parlai con mia mamma.
-Dopo cena giuro che gliene parlo. Voglio che sia rilassato e sai che dopo cena lo è sempre. Quando starà guardando la televisione sdraiato sul divano, glielo dirò. – dissi sorridendo a mia mamma.
Durante quella mezzoretta che mi separava dal mio fatidico compito, provai a farmi un discorso mentale che speravo avrei ricordato nel momento in cui avrei dovuto parlare con mio papà.
Quando finimmo di mangiare, mio papà andò a sdraiarsi sul divano come ogni sera.
Avrei voluto rimandare, far tornare indietro il tempo e fermarlo alla cena, così non avrei mai dovuto parlare con mio papà, ma non potevo ritardare ancora tanto, dovevo dirglielo.
Cominciai a camminare su e giù per il salotto mentre mia mamma lavava i piatti. Ogni tanto sentivo il suo sguardo su di me, ma non alzavo mai la testa. Quando la alzai, la trovai che mi guardava.
-Cosa stai aspettando?- mi chiese a bassa voce.
-Non ce la faccio. Non posso dirglielo.- dissi in un sussurro.
-Devi dirglielo.- mi fece segno di andare, ma non ce la facevo.
-No!
-Tesoro, tua figlia ti deve dire qualcosa.
Stronza.
-Mamma. – le mezzo urlai.
-Tesoro, cosa devi dirmi?
Tornando a guardare mio papà, me lo trovai che mi guardava.
E adesso? Che gli dicevo?
Quello che devi dirgli, che il pranzo che si terrà tra 3 giorni sarà per conoscere il tuo ragazzo e per far conoscere il ragazzo della Ila a sua mamma. Ary ce la puoi fare non è difficile, è pur sempre tuo papà cosa vuoi che ti faccia?
-Volevo parlarti del pranzo di domenica.- gli dissi con voce incolore.
-Dimmi, è stato rimandato?- mi chiese girandosi a guardarmi
-No, volevo spiegarti perché io e la Ila abbiamo organizzato questo pranzo.- cercai di assumere un tono di voce sicuro, ma sapevo solo essere un po’ incerta.
Avanti, Ary, puoi farcela. Fai un respiro profondo e parla.
-Lo abbiamo organizzato per farvi conoscere i nostri ragazzi.
In un primo momento vidi mio papà sbiancare per poi diventare rosso.
-Scusa? E da quand’è che avresti il ragazzo tu?- sembrava seccato e anche un po’ geloso, ma non potevo esserne sicura. Non avevo mai visto mio papà geloso.
-Da quasi tre mesi. – sapevo che stava andando tutto male, che l’avrebbe presa male.
-E dirmelo prima, no né?- sembrava un po’ arrabbiato, ma neanche più di tanto.
-Io l’ho già conosciuto, è un ragazzo così carino e simpatico.- si intromise mia mamma. Se avesse saputo che a mia mamma piaceva, non avrebbe fatto molte storie.
-Davvero? E come si chiama?- mi chiese serio.
-Edoardo.
-Quanti anni ha?
-21- Lo vidi di nuovo sbiancare.
-Quanti?!- urlò.
-21.- ripetei torturandomi le mani.
-E dove l’hai conosciuto?
-Sai quella sera che siamo andate in discoteca io e la Ila? Ecco lì abbiamo conosciuti lì.
-Ah, quindi anche la Ila ha conosciuto lì il suo ragazzo?
-Sì
-E quanti anni ha?
-21
-La stessa di Edoardo.
-Sono amici.- dicevo il minimo e indispensabile solo per dargli le informazioni basilari.
-E come si chiama?
-Simone.
-Quindi domenica anche la mamma della Ila conoscerà questo Simone.
-Si.
Lo vidi distogliere lo sguardo da me e rimase in silenzio.
Oddio, si era arrabbiato. Si era arrabbiato perché non gliel’avevo detto prima. Lo sapevo. Lo sapevo. Avevo sbagliato.
Hai sbagliato su tutto, Ary. Dovevi dirglielo prima. Dovevi prendere coraggio prima e parlargliene. Adesso si sentirà preso in giro e si sentirà deluso.
-Sinceramente speravo me ne parlassi prima, ma, una cosa mi consola: almeno la mamma lo sapeva e non hai fatto tutto di nascosto, anche se mi sento un po’ deluso, speravo me ne parlassi. Però non posso dirti che non mi faccia fastidio, anche se speravo che rimanessi da sola ancora per un po’, che non ti vedessi con nessuno, ma non posso tenerti nel nido per sempre e prima o poi dovrai volare via. Voglio solo vedere con che ragazzo esci, sperando che sia adatto a te. Però non posso oppormi a questa cosa finché non lo vedrò.- mi disse sorridendo rilassato.
-E sia chiaro che non vieterai a nostra figlia di vederlo, se non dovesse piacerti. Lei ci uscirebbe comunque, chiaro?- gli intimò mia mamma.
-Se dovesse non piacermi, vedremo. Non ti posso assicurare che non farò una cosa, quando poi invece la farò. Sia chiaro che sono un po’ geloso.- dissi guardandomi.
-Ma non serve.- sorrisi.
-Sono un padre e un padre è sempre geloso della figlia, soprattutto se è figlia unica.- mi sorrise.
-Non ti preoccupare.- sorrisi.
-Spero che non serva farti il discorso sul sesso adesso.
-Papà. – gli dissi per riprenderlo.
-Ok, sono felice di non dovertelo fare. Se ti serve qualcosa chiedi alla mamma, ma mi raccomando aspetta ancora un po’.- mi disse serio.
Non era andata poi così male, no?
Per fortuna ci sarebbe stata anche la Ila, mi avrebbe fatto forza. Conoscendo mio papà avrebbe riempito Edo di domande, non solo quelle di cui sapeva già la risposta, ma anche altre e molto probabilmente anche imbarazzanti tipo “Non hai intenzione di farlo con mia figlia vero?” “Hai usato il preservativo quando lo hai fatto?” e mi aspettavo anche delle domande molto più personali e delicate.
L’avevo sempre detto che non doveva fare l’elettricista, ma l’investigatore.
Questa l’avevo superata, adesso dovevo prepararmi per domenica, mi dovevo preparare al peggio.

Allora, come sono andate le vacanze? Spero bene, raccontatemi qualcosa se volete che non potrà far altro che farmi piacere. Almeno vivrò un po' delle vostre vacanze dato che io non sono andata da nessuna parte =( *me piange disperata* Non sapete nemmeno quanto mi è mancato pubblicare la storia e leggere le vostre recensioni. Ho una paura matta che nessuno torni a recensire la storia o che qualcuno si sia dimenticato di quello che è successo nei capitoli precedenti =(
Non so se, quelle che erano indietro, si siano messe in pari e abbiano letto o se le nuove arrivate hanno letto tutta la storia, sinceramente non so, ma spero tanto di sì. Vorrei che queste persone che sono tornate o le nuove arrivate, lasciano una recensione almeno per farmi sapere che ne pensano, mi va anche bene un "Fa schifo, ritirati." o "Datti all'ippica che è meglio:"
Oddio ragazze, ma vi rendete conto che tra poco inizia la scuola? Io non ne ho molta voglia =( ma purtroppo bisogna andarci.
Allora, forse è meglio se comincio a parlare del capitolo e non mi dilungo tropppo. Un altro capitolo di passaggio, ma avviso che nel prossimo ci sarà il fatidico pranzo dal punto di vista di Edo. *ammicca* Il papà della Ary l'ha presa abbastanza bene, ma cosa penserà del ragazzo? Gli piacerà? Purtroppo per saperlo dovete aspettare ancora un po'. =)
Avete visto che bella impaginazione ragazze? Mi sono finalmente decisa a scaricare NVU e devo dire che lo adoro. Ahahahahah
Ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia alle preferite, seguite e ricordate. Ringrazio le nuove arrivate che spero abbiano letto la storia. Ringrazio con tutto il cuore le ragazze che mi hanno aggiunto agli autori preferiti, mi fate davvero felice. *me fa l'inchino*
Vi ricordo il blog per gli spoiler. =)
Passo a rispondere alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeeee, finalmente torno a rispondere alle tue recensioni. =) Comincio con il rispondere al tuo fringuello. Voglio proprio conoscere la lista dei ragazzi che vorrebbe provare il kamasutra con me. Dici anche che la lista è lunga. Mah. Io non ne ho mai visto neanche uno. Fammeli conoscere che poi ne riparliamo.
Alessandro è assolutamente il nome più erotico di tutta Italia. Hai ragione *Q* Mi fa impazzire. *Q* Nome straniero invece mi piace parecchio Matthew o Chad. Non so come mai, ma mi ispirano. Ahahahah
OK, mi sa che ormai io e te non dovremo più fare allusioni a nessuno dei due, né a T. né a S. sei d’accordo? Anche se ormai non possiamo più parlare di T. perché è tutto finito ç_ç
Mi ringrazi per la parola sfollare? Sembra quasi che hai scoperto l’acqua calda.
Mi sto improvvisamente rendendo conto che questo fringuello fa cagare. Davvero parecchio. -.- Non so che mi sta succedendo.
Ahahahahah Sì, è vero che i capitoli sono già finiti, ma questa pausa di un mese è andata bene. Non so come si sarebbe abbassata la mia autostima se avessi continuato a postare ricevendo poche recensioni. Mi sa che mi sarei buttata giù da un ponte. Ahahahah no, ok. Ho un po’ esagerato. Forse da un ponte, no, ma sicuramente avrei cancellato la storia e fatto qualche pazzia.
Nooooo. Come hai intenzione di scriverti prima le recensioni, ma come faresti? Ma dai ti prego. Non sapresti cosa ti risponderei. Ma… aspetta. Tu leggeresti il capitolo che hai salvato sul pc e scriveresti la recensione a quel capitolo, giusto? E poi quando recensirai metterai il commento al mio fringuello. Certo, geme, che sei proprio un genio Ahahahahahahahah. Anche se io non lo farei mai. ahahahah
Sì, Edo è un patato *.* Smettila di dire di amare Simo che lui è solo della Ila. Prrrrrrrr.
Anch’io sinceramente l’avrei già fatto. Insomma cosa si aspettano le ragazze? Che loro aspettino mesi e mesi? Sono pur sempre degli uomini e hanno i loro bisogni. (Non so perché mi ricorda tanto qualcuno di una certa storia che ho appena finito di scrivere -.-)
Ahahahah comunque, la tua recensione corta me la lego al dito, anche se comprendo che in quel momento fossi agitata perché dovevi partire, ma me la lego al dito.
Allora, questo capitolo ti è piaciuto? Non dovrei neanche chiedertelo, insomma è merito tuo se l’ho allungato e non è più corto come l’originale. Prima faceva davvero pena.
Comunque, avviso che ho finito la storia (tu sai quale), corretto il capitolo e adesso sto rispondendo alle recensioni. Sono le 16.13 se ti interessa Ahahahahha Invierò l’email stasera perché voglio sapere il parere tuo e delle mia best perché quella stronza è partita proprio quando avevo bisogno di lei. Se lei ci fosse stata le avrei fatto leggere il capitolo, le avrei chiesto che ne pensava e l’avrei inviato. Quindi dai la colpa a lei se non l’ho fatto. Ahahahah.
Spero che almeno tu riuscirai ad essere la prima perché io non ce l’ho fatta, ma voglio vedere se a continuare a barare riusciremo ad essere sempre prime a recensire le nostre storie.
Ci sentiamo su msn, geme. Ti voglio bene. Un bacione ^ _ ^
CrisAngels: Ciao!! Come sono andate le vacanze? Spero bene. =) Ahahah fai bene a dire sia a tuo papà che al tuo ragazzo cosa fare, insomma, devono sapere come comportarsi. Ahahahah I genitori tendono sempre a raccontare episodi imbarazzanti, ma non si rendono conto che ci mettono in imbarazzo? Sono degli stronzi in un certo senso. Be, dai, la tua amica non fuma tanto, un paio di sigarette al giorno non sono niente, anche se non dovrebbe fumare nemmeno quelle =) Quindi, adesso stai studiando per l’esame? Quando ce l’hai? Spero che riuscirai a leggerlo questo capitolo allora, magari sarai sommersa dallo studio. =) Esatto, anche Edo è un uomo, la cosa che mi sembra strana è che Simo non abbia ancora fatto niente con la Ila, in senso, che non ha ancora provato a andare oltre. Non ti sembra strano? Ahahahahah per me sì e sono io che ho scritto la storia. Però tranquilla che non ha un’altra o non pensare a cose simili. =) Sì, dico che è stato un bene, anche se non so quante abbiano letto la storia perché non hanno recensito, ma non potevo far altro che postare. Avevo detto che hai primi di settembre tornavo e sono tornata come promesso. =) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, anche se la Ary ha SOLO parlato con il padre. Un bacione. A presto. ^_^
ColeiCheAmaEdward: Salve! Ahahahahah Certo che tu approfitti di ogni recensione per far sapere che tu sai come finisce e come continua. -.- Sei una stronza. Metti che una delle altre lettrici legge la tua recensione, ci rimane male povera. Ahahahahahah Sono sicurissima che alla Ary non dispiaccia affatto, anzi, la Ary apprezza vero? Ahahahah Sì, Spike è il vampiro biondo di Buffy, ma non ho assolutamente pensato a lui quando ho chiamato il cane in quel modo. Ahahahh Ma sai che ogni tanto chiamo il mio cane così? Ahahah Invece di Lillo lo chiamo Spike Ahahahah Povero, mi sa che un giorno avrà una crisi d’identità. Ahahahahah Altro che cose folli nell’Audi TT di Edo, cose folli nella BMW X5 di Simo *Q* Sììììììì Lì, sì che si fanno cose folli. *Q*
Io invece in questo momento sono qua da sola che ti sto aspettando per sapere cosa ne pensi dell’ultimo capitolo della storia che ho scritto per poi inviare l’email, ma tu genio, hai deciso di andare a prendere il microfono. -.- Stronza -.- Ahahahahah Ci sentiamo tra poco appena mi rispondi al messaggio.
TheDreamerMagic: Ciao carissima!! Come sono felice di leggere una tua recensione *.* Io che pensavo non sarebbe tornato nessuno invece, hai recensito *.* Com’è andata in Cina? Tutto bene? Spero di sì. Non ti preoccupare per non aver recensito prima l’importante è che l’abbia fatto, no?
Prego =) Non sai quante volte è successo a me, fino a quando mi sono decisa di copiare la recensione, altrimenti due palle rifarla di nuovo. Be, l’unica cosa che posso sperare è di leggere una tua recensione lunga un giorno, sperando che ti ricorderai di copiarla prima di inviarla. Ahahahah Attaccati un post-it sullo schermo del pc così magari ti ricordi. Ahahahah Sì, tra Edo e la Ary succederà qualcosa, ma non posso dirti cosa. Be, il capitolo della grande rivelazione si avvicina sempre di più e poi finalmente lo saprai =)
Hai ragione, due coppie nei casini sarebbe davvero brutto, infatti è per quello che ho alternato le cose: prima era la Ary felice e la Ila soffriva, poi invece è il contrario perché comunque la cosa mi sembra più interessante. Non credi?
Ti posso dire che non sarà la Ary la crudele =) Sarà tutta colpa di Edo, quindi puoi già cominciare ad odiarlo. Ahahahahh
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se comunque succede poco, se non niente. Non vedo l’ora di leggere la tua recensione. Un bacione. A presto. ^_^
jimmina: Ciao! Sono molto felice di leggere una tua recensione. Sì, per fortuna non hai perso molti capitoli. =) Le vacanze mi sono andate abbastanza bene. =) Tu dove sei andata di bello? Spero che il capitolo, anche se nuovamente di passaggio, ti sia piaciuto, e spero di leggere una tua recensione. Un bacione. A presto ^_^
Spero di leggere i vostri bellissimi commenti. =)
Alla prossima. Un bacione a tutte ^_^

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Capitolo 34
*** Pranzo al lago ***


Capitolo 34




Pranzo al lago





Edo POV
Erano le 8 di mattina della fatidica domenica di maggio.
In che condizioni ero?
Erano solo le 8, avrei potuto dormire ancora un po’ e invece eccomi lì a girare per casa, casa non mia. Simo mi aveva invitato ad andare a dormire da lui e così eccomi lì, a vagare nella camera degli ospiti di una casa non mia.
Avrei voluto andare a vedere se Simo era sveglio, ma, come minimo, stava ancora dormendo come un ghiro.
Decisi lo stesso di andare a fare un giro. Entrai nella camera di Simo e stranamente stava dormendo.
Non riuscivo a capire come potesse stare così tranquillo, come non fosse agitato. Io non riuscivo a stare fermo, avrei conosciuto i genitori della mia ragazza e avevo paura di fare qualcosa di sbagliato.
Era da una settimana che ne parlavo con lei e tutte le volte mi rispondeva che bastava che rimanessi me stesso e sarebbe andato tutto benissimo.
Be, si, in effetti sua mamma l’avevo già conosciuta, ma bisogna sempre avere paura del papà della tua ragazza.
Sono i papà quelli protettivi nei confronti delle figlie, che vogliono che la loro figlia abbia il meglio.
Scesi in cucina, alla ricerca di cibo. Avevo fame.
Trovai Bea intenta a leggere una rivista in vestaglia.
-Come mai già sveglio?- mi chiese vedendomi.
-Non riesco a dormire.- ammisi imbarazzato.
-Agitato?- si vedeva così tanto?
-Leggermente.- feci un sorriso tirato.
-Tranquillo, andrà tutto bene, vedrai.- mi fece un sorriso sincero.
-Devo conoscere il papà, non la zia. Non riesco a capire come possa dormire così tranquillo Simo.
-Vorrei ricordarti che la Ila ha i genitori divorziati e non lo conoscerà oggi, anzi, da quanto ho capito forse non lo conoscerà mai.
Cazzo, era vero. Ecco perché era così tranquillo. Fanculo lui e la Ila che aveva i genitori divorziati, anche se non era colpa sua.
-Non me lo ricordavo.
-Comunque, tranquillo. Andrà benissimo. Hai già conquistato la mamma, conquistare il papà sarà una passeggiata.
-Perché scusa?
-Tutti pensano che il più difficile da conquistare sia il papà, ma si sbagliano, sono le mamme che capiscono se è il ragazzo per la figlia, che decidono se è giusto che lo frequentino o no, il papà viene usato come diversivo. Del papà non devi avere paura, se piace alla moglie, la moglie farà di tutto per farlo piacere anche al marito.
-Vale lo stesso discorso per i maschi?- le chiesi incuriosito. Sinceramente non avevo mai parlato di questo discorso con mia mamma, parlavamo di tante altre cose, ma mai di queste.
-No, per il maschio è un po’ diverso, il papà non si cura molto con chi esce il figlio, è la mamma che lo controlla, che osserva in ogni minimo dettaglio la ragazza. È sempre la mamma quella che fa il lavoro sporco, il papà se ne frega ed è anche normale.
-Io mi interesso delle ragazze che frequenta Simo- entrò Ale in cucina.
-L’unica a cui ti sei presentato fino adesso è la Ila. Va be, che non ne portava a casa neanche una, però lasciamo stare.
-Ecco, quindi vedi? Sono giustificato.- disse lui sorridendo.
Risi. Ale era la copia sputata di Simo. Più Simo cresceva e più assomigliava a lui. Erano praticamente due gocce d’acqua.
-Non sei per niente giustificato. Tu te ne freghi e basta. È diverso.- la Bea si stava leggermente arrabbiando.
-Chi se ne frega di chi?- disse Simo facendo la sua entrata in boxer.
-Tuo padre se ne frega di chi frequenti.- disse la Bea stizzita.
-Non è vero, ha conosciuto la Ila.- disse Simo prendendo da bere da l frigo.
-Vedi, lo dice anche lui. – rispose Ale come per difendersi.
-Scusa, ma conoscere una ragazza è interessarsi di chi frequenti?- stava alzando la voce.
-Be, no. Ma anche tu non ne hai conosciute poi così tante.- disse smettendo di bere Simo.
-Be, ho conosciuto la tua prima ragazza, poi un paio di quelle dopo, poi non ne hai mai portate a casa nessuna.- cercava di fare mente locale la Bea.
-Non ti sei mai chiesta perché non le portavo mai a casa? Forse perché non duravano mai fino al giorno dopo? O forse perché non c’è né mai stata una fissa?- le chiese tranquillo Simo.
-Quindi aveva ragione la Ila, sei uno stronzo. Non dirmi che te le portavi anche a letto.- la Ila aveva detto che Simo era uno stronzo? E quando? E, soprattutto, perché?
-Si, me lo portavo a letto, va bene? E perché la Ila avrebbe detto che io sono uno stronzo?- aveva cominciato ad alzare anche lui la voce.
-Per il motivo che hai appena detto. Te le porti a letto tutte e poi basta, come se non fossero mai esistite.
-Me le portavo a letto tutte, grazie. Non ci ho ancora scopato con la Ila, tanto per fartelo sapere, e di certo non è una delle tante. Io la amo.
Ci girammo di scatto tutti.
Cosa? Lui cosa? Avevo sentito male o lui aveva davvero detto che la amava?
-Tu cosa?- chiedemmo in coro io, sua mamma e suo papà.
-La amo.  – rispose seriamente Simo.
-No, giuro non ti capisco. Sembra che dici che la ami o sto sentendo male?- gli chiesi io.
-Non hai sentito male. Io la amo. – mi disse di nuovo tranquillo.
-Sai che l’ultima volta che te l’ho sentito dire avevi 14 anni, vero?
-Si, lo so.
-E sei convinto di quello che hai detto?
-Convintissimo.
-Bene, ma adesso andiamo a prepararci che dobbiamo andare a prendere le ragazze a casa.
Salimmo in camera di Simo dove cominciammo a cambiarci.
-No, scusa, se torno sul discorso, ma davvero ti sei innamorato di lei?
-Si, mi sono innamorato di lei.
Rimanemmo qualche minimo in silenzio.
-Ti invidio. – gli dissi ad un certo punto.
-Perché?- disse infilandosi un maglioncino nero con scollo a V.
-Perché sei così rilassato, io sono tremendamente agitato, non so come fare a calmarmi.
-Rilassati, non succederà niente. Io sono tranquillo perché non mi preoccupo.
-Non ti preoccupi perché non devi conoscere il papà. – rise.
-Vero, non devo conoscerlo e per fortuna, ma non per me, per lei. Da quanto mi ha detto la Ila non rompe le palle al ragazzo, ma a lei, quindi è meglio così. Se vorrà farmelo conoscere, me lo farà conoscere, se non me lo vorrà far conoscere, vivrò lo stesso. Non mi interessa più di tanto.
Eravamo pronti. Vestiti, sbarbati, pettinati e perfetti. Si,va be. Perfetti insomma. Però faceva niente.
Uscimmo di casa parlando, salutando i genitori di Simo.
Saremmo andati con la sua macchina, non mi era piaciuto fargli da taxista nel periodo in cui era stato infermo, cosa che invece a lui piaceva fare. A lui piaceva guidare, era una delle cose che adorava fare.
In macchina parlammo delle nostre solite cagate: macchine, nuovi modelli, motomondiale. Solite cose da ragazzi insomma.
Dovevamo andare a prendere le ragazze a casa delle Ila, poi avremmo raggiunto il fatidico luogo del pranzo.
Non ci avevano voluto dire dove saremmo andati a mangiare e ci avevano detto che era una sorpresa.
Simo parcheggiò davanti a casa della Ila.
La prima ad uscire fu la mia piccola.
Era vestita con un jeans chiaro e una magliettina semplicissima, stava benissimo. Stava parlando animatamente con la Ila, che parlava e rideva.
Lentamente si avvicinarono.
-Ciao.- dissero insieme. Era così rilassate, sembravano non avere nessuna preoccupazione. Ero l’unico che stava sudando sette camicie lì? A quanto pareva sì.
Le diedi un piccolo bacio.
-Senti, stai pure davanti con Simo che noi due finiamo di parlare.
Avrei preferito abbracciarla piuttosto di stare davanti con Simo, ma se voleva parlare con la sua amica, la lasciai fare, di certo non ero mica geloso della sua amicizia.
-E vai avanti. – disse salendo in macchina.
La Ila andò a baciare Simo ed entrò in macchina.
-E niente mi fa “Ma non ti sembra il caso di piantarla?”e io “Scusa? Stai collegando il cervello alla bocca o sai sparare solo stronzate?” Ti giuro che io un giorno o l’altra quella stronza la prendo a calci, ma deve ancora rompere i coglioni a me? Non può andarli a rompere al suo ragazzo, invece che a me? Non ci parliamo nemmeno da quando l’ho lasciato.
-Di chi state parlando?- chiese Simo evidentemente curioso di sapere chi la sua ragazza avesse lasciato e soprattutto chi volesse prendere a calci.
-Be, della Vero.- sentendo parlare di mia sorella mi girai – scusa, lo so che è tua sorella, ma mi sta sui coglioni. Mi rompe ancora per Mattia, ma sai a me quanto mi frega se ti rompe i coglioni parlando di me? A me non frega assolutamente niente, sei tu che devi chiarire con lui, non io, io ho già chiarito.
-Si, lo so. Mia sorella è un po’ una testa di cazzo.- ammisi io.
-Un po’? Io direi che è solo quella.- mi disse la Ila.
-Ma l’unico “normale” sei uscito tu?- mi chiese la mia piccolina.
-Be, normale insomma. Io reputavo normale Davide e lui una persona strana. – disse Simo ridendo.
-Lo reputavi normale perché eravate uguali, io sono stato sempre diverso da voi due, ma ricordati che sei diventato come me.
Mi guardò. Non sapeva cosa ribattere.
Avevo ragione. Punto. Lo aveva ammesso lui che amava la Ila, quindi stava diventando come me e come lo era diventato anche mio fratello.
-Mi spieghi dove devo andare?- chiesi Simo alla Ila.
Seguendo le sue istruzioni arrivammo su una piccola collinetta, che dava sul lago, non poto distante c’era una villetta molto carina.
-Scusa, ma qua non ci sono ristoranti. – chiesi guardandomi in giro.
-E chi ha detto che andiamo a mangiare in un ristorante?
Vidi la Ary e la Ila avviarsi verso la villetta.
Villetta, insomma, non era piccola, ma nemmeno tanto grande.
-Vuoi stare lì impalato o entri?- mi chiese Simo arrivato quasi alla porta.
Ok, Edo respira, andrà tutto bene. Andrà tutto bene.
Allungai il passo per raggiungerlo ed entrammo.
Ci trovammo davanti una casa dalle pareti completamenti bianche.
Sembrava una di quelle case al mare. La adoravo.
-Prego, venite. – disse la Ila prendendoci per mano.
Ci accompagnò su un terrazzo pazzesco: era grande con al centro una grande tavolata, c’era degli scalini che portavano sotto, non sapevo cosa ci fosse.
La vista, be, la vista era spettacolare. Si vedeva completamente il lago. La giornata era stupenda e agevolava la vista della fine del lago.
Rimasi imbambolato a guardare il panorama come Simo.
-Scusate un attimo arriviamo subito. – disse la Ila lasciandoci soli.
Rimanemmo in silenzio per un paio di minuti.
-Ma………ma hai visto che roba? Che vista? Che casa?
Lui annuii.
A distrarci dalla nostra “conversazione” arrivarono la Ary e la Ila con la tovaglia, i tovaglioli, i bicchieri e lo posate.
-Mangiamo qua?- chiesi continuando a guardare il panorama.
-Dove vorresti mangiare, scusa?- mi accorsi solo in quel momento di avere vicino la mia piccola. Si alzò sulle punte e mi baciò.
-Potrei essere gelosa lo sai vero?
Cominciò a preparare la tavola.
Simo aveva abbracciato da dietro la Ila.
La seguiva in tutti i suoi movimenti.
-Mamma, Simo, mi lasci fare qualcosa in pace?- gli chiese lei.
-No.- cominciò a morderla.
-E da quand’è che mi mordi tu? Ma guarda un po’ questo.
Appoggiò il bicchiere prima che Simo gli assestò un morso sulla spalla.
-Ahia, cazzo Simo, ma sei scemo?- si mise ad urlare.
In quel momento uscirono anche la mamma della Ary, un altro uomo e un’altra donna.
Tutti nel vedere Simo che mordeva la Ila, si misero a ridere.
-Cazzo, piantala.
Si fermò con le mani incrociate e lui cominciò a morderla su tutto il viso.
-Quando hai finito, mi fai un fischio?- chiese sarcastica.
Lui annuii.
-Mamma, ti presento Simone. Simone, se la piantassi, ti presento mia mamma Carla.
-Piacere di conoscerla.- disse lui stringendole la mano.
-Il piacere è mio e dammi del tu. – gli rispose con un sorriso.
Vidi la Ary arrivare da me.
-Pronto?- voleva davvero una risposta o potevo anche stare zitto?
-Insomma.- mi sorrise, mi prese per mano e mi portò davanti a sua mamma e suo papà.
-Va be, hai già conosciuto mia mamma.
-Sono felice di rivederti – le dissi stringendole la mano.
-Anch’io.
-E questo è mio papà, Edo questo è mio papà Paolo, papà questo è Edo.
-Piacere – mi disse.
-Il piacere è mio. – gli risposi.
Stretta salda e vigorosa. Era un uomo sulla cinquantina se non di più, molto più basso di me, moro con qualche capello bianco. Mi guardava dal basso verso l’alto, ma il suo sguardo mi incuteva una leggera ansia.
-Ok, ragazzi, noi finiamo di fare da mangiare e poi arriviamo. – andandosene mi lanciò uno sguardo di rimprovero.
-Vedi non è andata poi così male, no?
-Nono. Per niente.
Mi diede un bacio passionale e deciso. Non aveva quasi mai preso l’iniziativa, ma apprezzavo.
Ci staccammo e la abbracciai.
Stavamo ammirando la vista, quando arrivarono con i piatti pieni di cibo.
Ci andammo a sedere.
Stavamo ridendo e scherzando.
I più chiacchieroni erano Carla, la mamma della Ary, la Ila e Simo.
Paolo non parlava, rimaneva zitto, ogni tanto mi dava qualche occhiata. Mi incuteva paura, mi guardava male, mi guardava come se avesse voluto trovare qualcosa che non andava. Mi stavo sentendo a disagio e mi irrigidivo tutte le volte che sentivo il suo sguardo su di me.
Cos’avevo che non andava?
La mia principessa mi prese la mano e mi sorrise, cercando di rassicurarmi. Aveva capito che mi sentivo a disagio?
Le feci un sorriso tirato.
-Rilassati.- mi mimò con le labbra.
Ok, aveva ragione dovevo rilassarmi, ma appena alzai lo sguardo vidi suo papà che mi guardava in cagnesco. Presi paura.
La stretta della Ary si intensificò.
La sua mano cercava di stringere la mia il più forte che poteva cercando di farmi coraggio, ma non la sentivo neanche da quanto ero agitato. Speravo davvero di piacere a sua mamma, perché se non piacevo neanche a lei ero nella merda, nella merda profonda.                                              







Ciao ragazze! Come state? Oddio, ma ci pensate che domani comincia la scuola? E chi ha voglia di ricominciare? Io sinceramente no =( Però che ci posso fare devo andare a scuola per forza. =(
Allora, vedo che alcune di voi sono tornate e le altre? Dove siete? Spero che tornate. Lo so, sembrerò paranoica a dirvelo, ma ho pensato che non sareste più tornate e che avreste abbandonato la storia =(
Devo essere sincera ragazze, mi sono resa conto che scrivevo davvero male nel periodo in cui ho scritto questa storia (non che adesso scriva meglio) Ahahaha Però, davvero, mi sono resa conto che qua scrivevo alla leggera, cioè, non so come spiegarvelo XD Comunque, ci tenevo a ricordarvi che questi capitoli li ho scritti tipo 3 o 4 mesi fa, se non di più, quindi non giudicate il mio modo di scrivere da questi capitoli. =)
Poi volevo farvi sapere che ho appena postato una storia in Twilight, An Indissoluble Love. =) Per chi è interessato, passi a darci una lettura e magari a lasciare una recensione (se vuole).
Forse è meglio se mi fermo e comincio a parlare di questo capitolo.
Allora, finalmente il pranzo. Il capitolo aspettato da molte. Be, spero di non avervi deluso e di avervi dato un’idea di come si sentisse Edo. Cosa pensate che abbia il papà della Ary? Oltre ad essere molto geloso? Eheh starete a vedere. E Simo? La rivelazione dell’inizio del capitolo, Simo è innamorato della Ila *-* Ma ci credete? Io no. *-* Quando glielo dirà? Continuate a seguire e lo saprete =)
Allora, cosa volevo dire? Ah sì, che questo sono le note dell’autrice più lunghe fino adesso ahahah.
Comunque, volevo avvisarvi che ho fatto una nuova presentazione =) Se volete darci un’occhiata fate pure. Un’altra cosa di cui volevo avvisarci che da un paio di giorni, oltre al blog, ho creato anche un contatto FB e Twitter, quindi, se volete aggiungermi, non esitate =) Spero di vedervi in tante.=)
Come sempre ringrazio tutte quelle che hanno aggiunto la storia alle seguite/preferite/ricordate, ringrazio chi mi ha aggiunto come autore preferito e le nuove arrivate. Grazie tante ragazze, davvero.
Rispondo alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeee, rispondo al tuo fringuello. Allora, sì, hai ragione. Hai commentato i capitoli su msn e non solo di questa storia, ma di tutte quelle che ho scritto quest’estate e mi sono resa conto che in tre mesi ho scritto un sacco. O.o No, ma davvero ho scritto un sacco. Altro che vacanze mi svegliavo presto tutti i giorni per scrivere. Mi sa che vado a scuola ancora più stanca di quello che già ero. Ahahaah Per fortuna quest’anno posso riposare. Ahahahah altrimenti non so come farei, anche se sono sicura che non riposerò perché tutte le volte che cazzeggerò e  non seguirò la lezione penserò a qualche mia storia e ai capitoli successivi, quindi non mi riposo neanche in quel caso. Ahahahah Sono messa davvero male. Ahahah
Comunque, è meglio che vado avanti a rispondere al tuo fringuello altrimenti qui non finisco più ahahahaha. Quella del pigiati il culo è stata bellissima Ahahahah rileggendola rido ancora ahahahahah E pensa che il mio pc dovrebbe scriverlo sempre dato che scrivo sempre veloce e li pigio forte. Ahahah Mi sa che un giorno si rivolterà e me lo scriverà davvero quello che hai detto. Ahahaha Questi nomi mi piacerebbe davvero saperli e vedere questi poveri cristi che vorrebbero fare del sesso focoso con me. Ahahah secondo me non mi hanno vista bene ahahahah Comunque, voglio mettere i puntini sulle “i” e dire che Milano non è circa ad un’ora da Brescia, sono quasi due ore se ti va bene e non becchi la coda, altrimenti lo prendi nel culo e ti tocca pure farti la coda. Ahahah oggi sto sfollando, si nota? Mi sa di sì. Ahahahah
-.- Rapporto amore/odio con S.? Ma io non lo odio. Sicuramente lui odia me però Ahahaha Oddio, non farmi pensare che ce l’avrò nuovamente in classe insieme altrimenti mi viene da spararmi. E comunque io non mi nascondo e ci parlo. Da un mese a questa parte ci siamo parlati 4 o 5 volte e per noi è tanto dato che gli altri anni non ci parlavamo nemmeno. Quindi non rompere. =)
Frasi profonde? Fringuello molto intelligente e profondo? Siamo sicura che stiamo parlando dello stesso fringuello? No, perché io non ho letto niente di quello che dici. Ahahahahah
Oddio, non parlare di quella storia ti prego. Non vedo l’ora di sapere quanto ha fatto schifo. Ahahaha Anzi, no aspetta, mi rimangio tutto altrimenti cominci a dire quanto sia bellissima e fantastica e che sicuramente sarò tra i primi posti. (parole a vanvera secondo me) Sul poco casto però sono d’accordo. Ahahah
Ahahah per adesso i giochini erotici sono troppo presto, anzi, decisamente troppo presto. Ahahaha e No. toglietelo dalla testa. Niente fisioterapia con te . Te l’ho già detto e ripetuto. Simo è della ILA, non della geme, della ILA. ILA. ILA. Tu non ti chiami ILA: Quindi, niente Simo. SIMO E ILA. Non Simo e Geme. Quindi toglietelo dalla testa. Ahahahah
La Ary assomiglia a qualcuno per le pippe? Ah sì? La conosco questa persona? XD Ahahha oddio sto decisamente sfollando. Ahahahah
Io? Geniaccio? A me non sembra. Ahahah
Ahahah No, per adesso è ancora il papà che dovrebbe dare dei consigli alla figlia, magari più avanti sarà lei, ma per adesso no. Ahahah Gli direbbe solo che la donna ha la vagina. Ahahah oddio, come sono fine. Ahahah Vagina. Ahahahah Certo che è una bella parola, mi fa ridere, però è bella. Vagina. Ahahahah Ok, forse è meglio se smetto ahahaha.
Scrittrice, parolona geme, piantala di usarla. Non sono una scrittrice, non mi ci avvicino neanche lontanamente. Quindi smettila. =)
Ma perché tu riesci sempre ad essere prima e io mai? =( Non è giusto. =(
Niente geme, ci sentiamo tra pochissimo su msn. =) Ti voglio bene. ^_^
Vanilla_sky: Waaaaaaaaaaaaa, che bello una nuova lettrice *_* Anzi, recensitrice (si dice? Bah Ahaha) Che bello *_* Davvero è da un po’ che segui la mia storia? Ma che bello. *_* E come facevi tutte le volte a sapere se aggiornavo? Cercavi la storia? Oddio, che voglia. Ahahahaha scusa, non farci caso oggi sono un po’ fuori. Ahahah Hai ragione Edo e Ary hanno faticato tanto per vederli insieme e alla fine eccoli felici e contenti. Il mio Simo *_* Sì, sono innamorata di Simo, come tutte voi del resto. *_* Ma che ci posso fare io lo adoro *_* Anzi, lo amo *_* Sarà che lo stronzo a noi ragazze ci piace sempre tanto, ma vedo che Edo non va tanto, forse perché ha l’aria del bravo ragazzo e a noi non attira. Ma dai anche Edo è bello, simpatico. *_* e poi è dolcissimo *_* Ok, non può competere con Simo lo ammetto. Simo è.. Simo *_* Mi sto rendendo  conto che in questa risposta alla tua recensione ci sono tante faccine sognanti. Oddio, sono messa bene. Ahahah  Dispiace anche a me che non sono andata in vacanza, ma purtroppo è stato così =( Spagna *.* Francia *.* Ma che bello, spero che ti sei divertita. Abiti a Roma? Ci credi che non l’ho mai vista? =( *me tristina* Non devi preoccuparti. =) Anch’io che sono registrata da un po’ di tempo, ogni tanto mi dimentico. A volte mi ritrovo che dopo mezz’ora penso “Ma ho inserito quella storia là nelle seguite?” vado a controllare e non c’è. Quindi tranquilla. =) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima ^_^
CrisAngels: Ciao! Sì, tutto bene. Tu? Auguriiiiiiiiiiiiiiiii!! Anche se in ritardo =D E sono sicurissima che l’esame ti sarà andato benissimo. Fammi sapere appena sai qualcosa. =) Sono davvero rimasta contenta della tua risposta, alla mia pseudo domanda. =) Insomma, ti fidi ciecamente di Simo e non pensi che possa andare con un’altra a soddisfare quel bisogno. Be, ne sono felice perché hai ragione. =) Il motivo per cui non cerca un’altra è spiegato in questo capitolo. Dice di essere innamorato di lei, ma ci credi *_* Che tenero *_* Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima. ^_^
FUNNi: Ciao! Pensavo che non saresti più tornata. Ahahah la mamma della Ary è stata un po’ bastarda e ha fatto bene. Dai, doveva darsi una mossa, se aspetta lei la sera alle dieci era ancora lì. -.- Palinuro non so nemmeno dove sia. Ahahahah Ma tralasciamo questo fatto. Immagino che in Bosnia non sia stato bellissimo. =) Be, spero che almeno ti sarai divertita a Palinuro. (spero di averlo scritto giusto. Ahahahah) Io non ho avuto compiti. Ahahaha Ecco, scusa sono stata bastarda. Ahahha non ne ho avuti. =P (c’è un motivo di fondo se non ce li ho ahaahh) Non parlarmi di inizio di scuola altrimenti impazzisco. Domani inizia. =( Non ne ho voglia.
Per le confessioni piccanti devi aspettare ancora un po’, ma tranquilla che i capitoli in questione stanno arrivando. Tranquilla =)  Ma non ti devi disperare. La storia non è ancora finita, quindi tranquilla. =) Lo farai quando sarà finita, allora sì, lì potrai dire che ti sembra ieri che hai cominciato a leggere la storia. Be, spero di non averti deluso con questo capitolo del pranzo. Lo aspettavi così tanto e penso che sia un po’ deludente. =( Fammi sapere. Un bacione. Alla prossima ^_^
jimmina: Ciao! Sono contenta che ti abbia fatto ridere. Un po’ l’intento era quello. =) Ti sei fidanzata? Davvero? Che bello *_* Sono davvero felice. *_* capisco perché ti siano andate bene allora *_* Che tenerezza *_* Voglio anch’io =( Eh va be, non tocchiamo questo tasto che è meglio. Ma non ti preoccupare, non è importante essere prime, ma recensire, no? almeno io la penso così. =) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. Bacione ^_^
ColeiCheAmaEdward: Oh salve! Io non la sento da circa, un nano secondo perché ho appena messo giù il telefono. Ahahah Oddio, ma è possibile che provi tenerezza solo a mettere i loro nomi vicini? Siamo messi davvero male. Ahahah Infatti, era giusto avvisare il secondo genitore che non si sa come prenderebbe la notizia nella realtà. Ahahahab Hai ragione, anche per me se ci dovessi essere dentro davvero, non so cosa succederebbe. Ahahaha  Ma la pianti di dire che tu sai le cose? ANSIA. Ahahaha Ciao rompi palle, ci sentiamo tra poco XD
 
 
Alla prossima. ^_^

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Capitolo 35
*** Provocazioni ***


Capitolo 36






Provocazioni

Simo POV
Avevamo ormai finito di mangiare.
Edo davanti a me era alquanto agitato, ogni volta che il papà della Ary lo guardava male, lui si irrigidiva.
Aveva qualche problema? Non Edo, il papà della Ary. Non riuscivo a capire cosa potesse mai avere contro Edo, ma cercai di mettermi nei panni di un padre che vede sua figlia con un ragazzo per la prima volta. Forse avrei fatto così anche io, non aveva proprio tutti torti. A pensarci bene, io avrei fatto di peggio.
La mamma della Ila era troppo simpatica, uguale a lei, non fisicamente o di viso, ma di carattere.
A guardarla mi immaginavo come sarebbe diventata la Ila alla sua età. Mi lasciai estasiare da quell’immagine, fino a quando non sentii la mano della mia ragazza posarsi sul mio braccio. Mi girai e incontrai i suoi bellissimi occhi cerulei.
-Stai bene?- mi chiese leggermente preoccupata.
-Benissimo.- avevo un sorrisino da ebete.
Non sapevo cosa mi stesse prendendo. Mi guardò ancora per un po’ preoccupata, poi tolse la sua mano dal braccio e cominciò a sparecchiare la tavola.
Disse agli altri che avrebbe fatto tutto da sola.
Voleva riflettere, pensare? A quale scopo rimanere da sola allora?
Fece un paio di giri e sparecchiò tutta la tavola. Ogni volta che tornava sul balcone, ammiravo ogni suo più piccolo movimento e ogni volta vedevo un leggero rossore sulle sue guancie. Sapeva che la guardavo, ma non diceva mai niente. Strano.
Non tornò più. Decisi di andare a vedere cosa stesse combinando.
Era davanti al lavandino intenta a lavare i piatti.
Mi avvicinai lentamente cercando di non far rumore.
La abbracciai da dietro, prendendogli le mani e aiutandola a pulire.
-Ciao.-le sussurrai ad un orecchio. La sentii rabbrividire.
Sorrisi compiaciuto.
-Ciao. – mi rispose con un filo di voce, leggermente rauca.
Le cinsi la vita.
-Cos’hai?- le chiesi capendo che aveva qualcosa. Non mi scostava, non mi insultava, non mi diceva niente. Non ci ero abituato.
-Niente. Perché?- sembrava sincera.
-Perché non mi hai insultato prima mentre ti guardavo e sapevi benissimo che lo stessi facendo. Non mi hai detto niente adesso e la cosa mi sembra alquanto strana.
Non mi rispose. La cinsi più forte e la portai completamente al mio petto. Smise di lavare i piatti e mise le sue mani sulle mie.
Le sue mani stranamente calde, mi invasero di un calore inaspettato, di un calore che solo la sua vicinanza sapeva darmi.
Rimanemmo così, finché non si girò e non mi guardò.
Mi specchiai in quegli occhi che in quel momento erano azzurro-grigio. Amavo i suoi occhi, gli amavo quando pioveva, quando c’era il sole, quando c’era nuvoloso. Li amavo sempre, ma amavo tutto di lei ormai. Amavo ogni più piccola cosa di lei.
Mi soffermai brevemente sulle sue labbra rosate e sensuali. Le volevo, le volevo sentire sulle mie.
Sorrise lievemente. Mi avvicinai e la baciai. Lentamente, delicatamente. Sapevo che se mi fossi spinto leggermente oltre, molto probabilmente non avrei resistito, ma quando lei mise le mani nei miei capelli, cominciai a perdere il controllo. La volevo completamente mia, in ogni aspetto, in ogni più piccola parte.
Era completamente appoggiata a me, alzata leggermente sulle punte.
D’istinto la presi in braccio e la appoggiai sopra il ripiano della cucina.
Teneva le gambe incrociate dietro la mia schiena, le mani mi tenevano attaccata a lei.
La volevo mia in quell’istante.
Dalle labbra scesi al collo baciandolo lentamente.
La mia eccitazione era al massimo, non era la prima volta che osavamo un po’ di più, ma quella volta era diverso, lei era diversa, io ero diverso. La amavo, volevo fare l’amore con lei.
Qualcuno in quel preciso istante si schiarì la voce.
Io mi girai. Per fortuna era solo Edo.
-Si stanno chiedendo che fine abbiate fatto.- disse guardandoci. Dovevo riprendere il controllo.
-Arriviamo. – lo vidi andarsene e tornai a guardare la mia tentatrice.
Aveva il respiro accelerato.
Tornai a baciarla. Ricominciai da dove avevamo finito.
Mi teneva attaccato a lei, non voleva lasciarmi, mi voleva come io volevo lei.
Lentamente passò una mano sul davanti dei miei pantaloni, a quel tocco inaspettato, il mio amichetto si svegliò ancora di più. Se voleva farmi morire ci stava riuscendo.
Dovevamo tornare dagli altri, prima era arrivato Edo e se fosse arrivata sua mamma? O qualcun altro?
Mi distaccai da lei. La guardai, arrossì.
-Scusa. – mi disse abbassando lo sguardo.
La baciai.
Decisi di staccarmi da lei per lasciarla riprendere, ma soprattutto per riprendermi.
La guardai finire di lavare i piatti seduto sul ripiano della cucina, dove poco prima c’era lei.
-Di chi è questa casa?- chiesi ricordando di non sapere di chi fosse.
-Dei miei nonni. Sono in vacanza per due settimane, ci lasciano sempre le chiavi se avessimo bisogno di qualcosa o se solo avessimo voglia di farci un bagno.
-Dov’è la piscina?- chiesi non avendola notata.
-Sotto il terrazzo. Cioè sotto, dal terrazzo ci sono dei gradini che portano alla piscina.
-Potremmo farci il bagno una volta. – dissi a bassa voce.
La vidi girarsi di scatto e guardarmi. Vidi nei suoi occhi eccitazione e desiderio.
Vedendo nel suo sguardo quello che desiderava, avrei voluto prenderla e portarla immediatamente a fare un bagno, ma in quel momento entrò sua mamma portando le ultime cose che erano rimaste in disordine.
-Mi stavo preoccupando, pensavo foste andati in qualche camera a darvi alla pazza gioia.- sbiancai.
Speravo fosse appena una battuta e che non lo avesse capito davvero. Mi sarebbe piaciuto essere in una camera con lei. Notai solo in quel momento che lei non aveva fatto una piega, sembrava non essersi nemmeno accorta che qualcuno avesse detto qualcosa.
-No, mamma. Sto solo lavando i piatti e lui mi sta tenendo compagnia, tutto qua.- disse lei continuando a lavare.
-Si, certo come no. Adesso lo chiamano lavare. – sbiancai ulteriormente. Carla uscì dalla stanza, tirai un respiro di sollievo.
-Come mai sospiri?- mi chiese ridendo.
-Avevo paura che tua mamma l’avesse capito.
-Non ha capito proprio niente, ha fatto solo una battuta. – mi rassicurò continuando a ridere.
Mi rilassai maggiormente.
-Mi stavi parlando della casa.
-Be, non c’è nient’altro da dire.- disse spegnendo l’acqua e avvicinandosi a me.
-Mi stavi parlando della piscina.- al solo pensiero nei suoi occhi vidi di nuovo desiderio ed eccitazione, o forse me lo stavo solo immaginando.
Mi appoggiò le mani sul petto e mi baciò, poi lentamente sentii le sue mani scendere soffermandosi sulla cerniera dei miei pantaloni.
Quel piccolo gesto aveva già svegliato il mio amico.
A contatto con le mie labbra sorrise.
Ok, era ufficiale voleva davvero vedermi morto. Muoveva lentamente le sue mani come se stesse facendo un massaggio, aumentando in me l’eccitazione. Poco dopo si staccò da me e si diresse verso il balcone.
No, scusate un secondo, ma cosa era successo? Mi aveva stuzzicato per poi andarsene? Era ufficiale, mi voleva vedere morto.
Restai un paio di minuti in cucina cercando di calmarmi.
Quando tornai, tutti si girarono a guardarmi, tranne la mia piccola provocatrice che se la rideva sotto i baffi.
-Scusate, ero in bagno.-non rendendomi conto di quello che avevo appena detto, feci scoppiare a ridere la Ila.
La guardai male. Mi imitarono anche sua mamma, i genitori della Ary e i due piccioncini.
-Sc-scusate davvero. Non era per quello che ha detto, è che mi è venuta in mente una cosa. Scusate davvero, non volevo disturbare.- continuò a ridersela. L’aveva fatto apposta allora. Eravamo arrivati alle provocazioni? Benissimo, non sapeva con chi aveva a che fare.
 











Ragazze! Scusate, scusate, scusate! Chiedo umilmente perdono per essermi fatta attendere così tanto *me si mette in ginocchio *, ma ormai la scuola è iniziata e devo trovare il tempo di postare, cosa che non è affatto facile.
Allora, avviso che ho deciso che posterò una volta a settimana la domenica. =) Quindi, se vi interessa, l’appuntamento con questa storia è per la domenica sera, almeno vi organizzate e leggete.
Vedo che le recensioni sono diminuite dal solito, ma non mi faccio problemi, ormai voglio che questa storia arrivi alla fine e ci arriverà. Non posso abbandonarvi adesso che sta per arrivare il bello e che ormai vi siete affezionate ai personaggi.
Mi sono resa conto che per vedere la fine di questa storia dovrete attendere ancora tanto, per arrivare ai 60 capitoli è ancora lunga e mi sembra che questa fine non arrivi mai =( Spero di non perdervi tutte per strada altrimenti sono messa male. Ahahah
Ah sì, avviso che io ho messo l’appuntamento settimanale, ma se vedo che tutte recensite subito, potrei anche aumentare gli aggiornamenti =) Almeno la fine si avvicina più velocemente. Quindi, dipende tutto da voi.
Arrivo a parlare di questo capitolo che forse è meglio. Simo e la Ila stanno davvero andando oltre, ma è una cosa normale. Alla fine sono innamorati e gli ormoni girano, non ci si può fare niente. Quando gli ormoni impazzano, impazzano. XD Ahahah
Nel prossimo capitolo torniamo di nuovo POV Ary e non sarà un capitolo piacere per quanto le riguarda, qualcuno le dirà qualcosa.
Ricordo il blog per gli spoiler e avviso che stavolta l’ho messo per il prossimo capitolo. =)
Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/ seguite e a quelli che mi hanno aggiunto come autore preferito. Davvero grazie ragazze. =)
Se vi interessa, ho pubblicato ieri sera una nuova storia, non so quante di voi passano leggerla è a raiting rossa ed è Lemon, ma mi farebbe davvero piacere leggere delle vostre recensioni se vi piace. =) è sul fandom Twilight, ho partecipato ad un concorso ed ho scritto quella storia. Non è una Bella/Edward, è una cosa un po’ particolare. Il topic del concorso era sullo scambio di coppie, quindi potrete immaginare che le coppie siano diverse rispetto al solito. Be, se vi fa piacere dateci un’occhiata e lasciate magari anche una piccola recensione. Nothins is as it seems
Rispondo alle vostre recensioni perché mi sono resa conto che le note sono lunghissime oggi:
Lua93: Salve geme! Finalmente torno a postare questa storia, contenta? Forse te ne sarai anche dimenticata dato che stai leggendo le altre. Ahahahah Ma cosa, hai già dimenticato Simo? Guarda che dopo piange. Ahahahah Va be, rispondo al tuo fringuello che è meglio, anche se è decisamente vecchio. =) Io matta?! Ma quando mai? No, ma davvero, io mi chiedo come fai a dire di conoscermi se mi chiami pazza, per me conosci un’altra persona. Ahahahah Il ladro non è ancora arrivato a prendere Simo, non so se si è perso per strada o se proprio ti sei dimenticata di ingaggiarlo. Comunque avviso che la Ila l’ha chiuso in un bunker sotterraneo, non so nemmeno io dove sia. Ahahahahahah Niente, geme. Ci sentiamo tra pochissimo. Ti voglio bene. ^_^
Vanilla_sky: Ciao! Scusa per l’enormissimo ritardo. =) Tu  che volevi che postassi presto, mi perdoni vero? * fa gli occhietti dolci * Edo agitato è dolcissimo, ma andrà tutto bene? Mah, non posso dirtelo altrimenti ti rovino la sorpresa. Esatto, non ho mai visto Roma (e me ne vergogno). Davvero è una cosa imperdonabile, non riesco a farmene una ragione. Comunque se mi vieni a rapire non è un problema, anzi, mi va bene. Ahahah Mi dispiace non ho 15 anni, ma ne ho 17 =) Tu ne avrai, sui 14/15, più o meno. =D Sono felice che ti sei registrata, almeno hai cominciato a recensire la storia e a farmi sapere il tuo parere.
Tranquilla per la piccola gaffe, cose che capitano. Ahaha. Spero di leggere di nuovo una tua recensione e che non mi abbia abbandonato per il mio clamoroso ritardo. =) Un bacione. Alla prossima ^_^
jimmina: Ciao! Scusa il clamoroso ritardo. Davvero, sono davvero in ritardissimo. Io comunque sto bene, tu? Il primo giorno di scuola è andato decisamente bene, anzi, meglio di quello che pensassi. =) Il tuo?
Sono davvero felice che ti piaccia il mio modo di scrivere. Mi rende davvero molto felice sapere che riesco a farti immaginare le scene e le emozioni che sentono i personaggi. =)
No, Edo, non ha mai detto di essere innamorato della Ary. =) Ma glielo dirà? Ti lascio con questo dubbio. Un bacione. Alla prossima. ^_^
CrisAngels: Ciao! Mi scuso anche con te, e di nuovo, per il ritardo. Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Anch’io sarei nervosa se dovessi conoscere i genitori del mio lui, anche se in questo momento non esiste, ma quelli sono dettagli. =)
Eh non lo so, se il papà della Ary lo accetta o meno, forse sì o forse no.
Ho 17 anni e abito a Brescia, tu?
Scusa ancora per il ritardo, non so come farmi perdonare. Alla prossima. Un bacione ^_^
TheDreamerMagic: Ciao cara! Come stai? Scusa, scusa, scusa, scusa per l’immenso ritardo. * si mette in ginocchio * Oddio, *.* una tua storia preferita *.* sono davvero commossa.
Io, al contrario tuo, non mi preoccupo di mia mamma e sinceramente a mio papà non lo direi neanche se ho il ragazzo, quindi non mi faccio problemi. Ahahha Mi piacerebbe davvero vedere tua mamma che da fuori di matto. Ahahahah  
Be, le protagoniste non sono molto tranquille e beate, tra qualche capitolo lo vedrai. Non è tutto oro quello che luccica ricordatelo, oppure ricorda che quando sei troppo felice è il bello che succede qualcosa di terribile che cerca di rovinarti la tua felicità. Ok, forse è meglio se mi fermo, altrimenti ti trasmetto la mia poca positività. =)
Grazie per i complimenti. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. =)
Un bacione. Alla prossima ^_^
ColeiCheAmaEdward: Non ti preoccupare per la recensione corta. =) Anzi, è già tanto se me l’hai fatta. Ahahahah E piantala di fare spoiler. Ahahah A domani mattina. XD
Alla prossima ragazze. ^_^

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Capitolo 36
*** C'è qualcosa che non va ***


Capitolo 37

C’è qualcosa che non va





Ary POV
Dovevo dire che la giornata era andata bene. Non c’erano stati battibecchi o scontri di nessun genere, stranamente la Ila e Simo non avevano litigato e io cercavo di fare forza ad Edo che in parte a me sbiancava e si irrigidiva tutte le volte che mio papà lo guardava male.
Si, mio papà stava esagerando, non pensavo che avrebbe fatto così. Ad un più piccolo movimento di Edo corrispondeva uno sguardo di fuoco di mio papà, prendevo paura io, ma cercavo di tranquillare Edo che non sapeva
più cosa fare.
La Ila e Simo sembravano più “intimi”.
Non è che l’hanno già fatto, vero?
No, era impossibile, ma sembrava che un certo lato di loro fosse uscito, cosa stavano combinando?
Alla fine di quel pomeriggio, avevo salutato con un bacio Edo e lo avevo visto salire sulla macchina di Simo per poi partire.
Rientrai in casa insieme alla Ila e ci trovammo davanti i nostri genitori.
-Che succede?- chiedemmo in coro preoccupate.
-Be, sinceramente pensavamo di peggio.- parlò la mamma della Ila.
-Che cosa intendi dire, mamma?- chiese la Ila non capendo dove volesse arrivare sua mamma, sinceramente non lo capivo neanche io.
-Be, pensavo di trovarmi un ragazzino immaturo e insicuro, invece mi trovo davanti un uomo, già maturo e formato, molto ben formato, direi che andiamo benissimo. Poi sinceramente Ila, è un gran figo.- disse sua mamma per tutta risposta. Io risi accompagnata da me e i miei genitori.
-Mamma. – la richiamò la Ila.
-Dai, quello che c’è da dire bisogna dirlo, è figo. Punto. Se uno è figo è figo e lui è figo.
-Si, va be. Mamma, hai ripetuto figo 3 volte, ho capito è figo.
-Cosa sei gelosa di me?- la Ila la guardò male – stavo scherzando. Anche Edo è simpatico, davvero molto figo pure lui, sembra più sulle sue, diverso da Simo, comunque.
-Per me c’è qualcosa che non va in quel ragazzo.- si intromise mio papà. Alle sue parole il mio cuore perse un battito, non gli piaceva Edo.
-C-che co-cosa?- avevo paura di fare quella domanda, infatti la voce mi uscì titubante e molto tremula.
-Non lo so, non riesco a capirlo.
Avrei voluto piangere. Il mio ragazzo non piaceva a mio papà, non mi avrebbe fatto uscire con lui, perché non gli piaceva?
Cercavo di trattenere le lacrime, avrei voluto che a mio papà e a mia mamma lui piacesse, ma invece ad uno dei due non piaceva.
-Mi spieghi Paolo perché devi rovinare tutto?- gli urlò contro mia mamma – Non vedo cosa ci trovi di sbagliato in quel ragazzo, è bravo, è gentile e soprattutto non è uno stronzo, non potrebbe avere di meglio in questo mondo di merda in cui ci ritroviamo.
-Se dico che c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa che non va. Io non mi sbaglio mai.
-Ma se ti sbagli sempre e sia chiaro che tu non impedirai a tua figlia di uscire con lui. Non lo permetterò.
Stavo per mettermi a piangere, non volevo più ascoltare i miei genitori che litigavano per colpa mia. Andai sul terrazzo a piangere da sola.
Ero lì ad ammirare il sole che piano stava tramontando riflesso nel lago.
-Ary, non piangere?- venni abbracciata dalla Ila che mi aveva raggiunta.
-Lo sapevo che era un cattiva idea fargli conoscere mio papà. Lo sapevo, lo sapevo fin dall’inizio, perché non mi hai convinta a non farlo? – gli chiesi sull’orlo di un’altra crisi di pianto.
-Perché era giusto che lo conoscesse, che Edo conoscesse tuo papà, era giusto così.- disse con la voce bassa.
-Allora, anche tu dovresti far conoscere Simo a tua papà.
-è….diverso…tu vivi con tuo papà, tuo papà si interessa della tua vita, il mio no. Perché fargli conoscere una persona che fa parte della mia vita e che lui non merita di conoscere? Voglio stare tranquilla, sai che mio papà romperebbe se sapesse che sono insieme a lui.
Aveva ragione, la mia situazione era diversa dalla sua. Io avevo i genitori sposati e ancora felici, anche se ogni tanto litigavano, ma era normale. Lei aveva i genitori divorziati, sua mamma si interessava per la sua vita e il suo futuro e suo papà, si accorgeva della sua esistenza solo quando aveva qualcuno con cui usciva, solo in quel momento si ricordava di avere una figlia.
Non la invidiavo, preferivo avere un padre che mi diceva che il mio ragazzo aveva qualcosa che non andava, piuttosto di un padre che si accorgesse di me solo per il fatto che avessi il moroso.
Mi calmai con l’aiuto della Ila e tornammo in casa.
Salutammo la Ila e sua mamma e ce ne andammo.
In macchina c’era un silenzio di tomba, l’unica cosa che si sentiva era il rumore del motore.
Sentii vibrare il telefono, mi era arrivato un messaggio, era Edo.
“Ciao piccola, grazie per la bella giornata, sono stato davvero bene e grazie per aver provato a tranquillizzarmi, ma con tuo papà che mi guardava malissimo, non riuscivo a stare tranquillo. Ci vediamo domani. Un bacione.”
Non gli risposi, non perché non sapessi cosa fare, ma non avevo su i soldi. Sorrisi per il messaggio che mi aveva appena mandato.
Mi accorsi solo in quel momento che mio papà mi guardava dallo specchietto retrovisore. Il sorriso dalle mie labbra scomparve.
Non poteva compartirsi così tutte le volte che vedeva in me un minimo di felicità dovuta al fatto che stessi con Edo.
-Mi spieghi cos’hai contro di lui?- gli chiesi ad un certo punto.
-A guardarlo ho una strana sensazione. La cosa è abbastanza preoccupante perché di solito quelle strane sensazioni ce le hanno le donne, non gli uomini, ma ti giuro che a guardarlo ho come la sensazione che non sia giusto per te, che non sia degno di stare con te e che prima o poi ti farà soffrire. Io non voglio che tu soffra, sei la mia bambina, vorrei tenerti a casa fino ai 40 anni, ma so che non è possibile. Non voglio che tu ti innamora di questo tipo che poi ti spezzerà il cuore, sono sicuro lo farà.
A quelle parole una stretta alla stomaco si fece sentire.
Perché mai avrebbe dovuto lasciarmi?
Non avevo mai pensato alla possibilità che lui un giorno avrebbe potuto lasciarmi, non avevo mai pensato che potrebbe non innamorarsi di me e per questo lasciarmi. Non ci avevo mai pensato e a causa di mio papà avevo cominciato a farlo.
Non ci avevo mai pensato perché sinceramente speravo che non finisse mai, io con lui stavo bene e mi divertivo, perché sarebbe dovuta finire? È vero, perché niente dura per sempre.
Odiavo mio papà, mi aveva fatto pensare che prima o poi ci saremmo lasciati, sperando che succedesse il più tardi possibile.
 
* * * * *
 
La sera ne parlai con Ila. Ovviamente, saltava fuori con i suoi ragionamenti detti con il cuore e tutti assolutamente veri.
Mi diceva di godermela finché durava, di non fasciarmi la testa prima del tempo, quando sarebbe successo, avrei affrontato la cosa, ma perché porsi un problema che non esisteva?
Aveva ragione, dovevo continuare a passare del tempo con lui e a dirmi che non dovevo pensare a quando io e lui ci saremmo lasciati.
 
* * * * *
 
Il mattino seguente, in preda ancora ai postumi della tristezza dovuta a quella brutta uscita di mio papà, uscii dal letto per andare a scuola.
Arrivai in fermata che mi sentivo uno zombie.
-Che succede?- mi domandò la Ila leggermente preoccupata dal mio sguardo.
-Ho dormito male.
-Non dirmi che stai ripensando ancora a quello che ha detto tua papà. – ripensando? Era il mio pensiero fisso.
Sul pullman cercò di convincermi a non pensarci, a godermi la giornata, ma non riuscivo a convincermi.
Arrivammo a scuola e, come ogni giorno, c’erano Edo e Simo che ci aspettavano.
Guardai Edo che mi fece un sorriso a 32 denti.
Ok,Ary, tranquilla. Non pensare a quello che ha detto tuo papà, pensa a quello che ha detto la Ila invece. Pensa a quello, pensa a quello.
Mi avvicinai a lui e lo baciai. Avevo bisogno di sentire le sue labbra più del solito. Approfondii il bacio, lui all’inizio si irrigidì, forse non aspettandosi questa mia mossa, ma poi si lasciò andare. Aveva le mani sui miei fianchi, me li prese e mi tirò ancora più a sé.
Non ci eravamo mai baciati così, sentivo desiderio, smania di sentirsi.
Mi staccai da lui, anche se non ne avevo molta voglia.
-Allora, ragazze dovremmo dirvi una cosa. – disse Simo evitando un silenzio imbarazzante.
-Cioè?- chiesi ancora leggermente scossa dal bacio di poco prima.
-Siete invitate al matrimonio di mio fratello il 20 di giugno, insieme a noi due.- un matrimonio? Che bello. Adoravo i matrimoni.
-Che bello. Un matrimonio, il che vorrebbe dire shoppiiiiiiiing.- no, un’altra giornata di shopping no. Tutto, ma non una giornata di shopping.
-Non fare quella faccia, tu verrai con me.- mi disse la Ila. Mi intristii ancora di più.
-Veniamo anche noi con voi. – disse Edo, abbracciandomi. Lo guardai e mi sorrise.
Il mio Edo veniva a fare shopping con me per tenermi compagnia. Oddio, che tenero. Mi sarei quasi sciolta.
Restammo a parlare ancora un po’ del matrimonio e di cercare di organizzare qualcosa, tipo io andavo a dormire a casa della Ila o cose simili.
Salutai Edo baciandolo con un bacio leggermente più casto di quello di prima.
Non vedevo l’ora di andare al matrimonio, ma non sapevo che quel giorno non sarebbe stato affatto bello.

 

 

Ragazze, scusate il leggero ritardo, ma ieri non sarei davvero riuscita a postare. Vi giuro che il giorno per l’aggiornamento sarà domenica. Lo giuro, lo giuro, lo giuro.
Spero mi perdoniate per il piccolissimo ritardo. =)
Allora, che dire di questo capitolo, la nostra Ary si trova a fare i conti con un papà cui non piace il proprio ragazzo. A quante sarà successo? E quando succede non è sempre facile. La Ary ha perfettamente ragione a farmi mille seghe mentali? Ma il papà avrà ragione? Non manca tanto per scoprirlo. Avrà ragione il papà? Sono aperte le scommesse ragazze.
Come sempre voglio ringraziare le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e alle ragazze che mi hanno inserito tra gli autori preferiti. Davvero grazie mille ragazze, non potete nemmeno immaginarvi come mi fate felici.
Fate un giro nella mia pagina autore e leggete qualche altra mia storia se vi fa piacere, mi piacerebbe davvero tantissimo leggere le vostre recensioni da qualche altra parte.
Ricordo come sempre il blog per gli spoiler.
Rispondo alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeeeee, ma buona sera! (Come se non ci fossimo già sentite) ahahahah. Davvero, ormai hai sempre di meno da dire per questa storia, ma mi sto rendendo conto che forse un po’ sta stufando, insomma, è stra lunga. Giuro che se dovessi rifarla, la rifarei più corta perché 60 capitoli sono davvero tantissimi me ne rendo conto solo ora.
Sì, Simo e la Ila si stanno dando fuoco da soli, ma io con vicino Simo sarei andata a fuoco già da tanto tempo e se fossi stata nella Ila avrei già fatto quello che avrei dovuto fare. Ahahahah A parte gli scherzi, sai che non sono il tipo che va subito al sodo soprattutto perché c’è di mezzo la verginità. Poi comprendo appieno il motivo per cui la Ila vuole aspettare e mi sembra una cosa giustissima.
Certo che, ti rendi conto che in tutta la recensione hai parlato quasi sempre delle storie nella sezione di twilight? Guarda che Simo, la Ila e gli altri, ma specialmente Simo, se la prendono a morte e potrebbero non cagarti più per il resto della tua vita. Quindi, vedi un po’ tu cosa fare. Ahahah Un bacione. Ti voglio bene ^_^
CrisAngels: Ciao! Sono davvero contenta che hai ancora voglia di sapere come andrà a finire, sto cominciando a pensare che 60 capitoli sono davvero tanti e che ho fatto una grande cagata scriverne così tanti, ma ormai non posso più tornare indietro, devo solo aspettare che lentamente la storia vada avanti. =) E poi sono curiosa di sapere come la prenderete quando le cose cominceranno a farsi di nuovo interessanti, perché ammettilo in questi capitoli c’è calma piatta.
Ormai la Ila e Simo sono allo stremo, forse di più Simo perché lui ha già avuto esperienze in quell’ambito. Ma la nostra Ila farà dannare Simo in quel senso. Eccome se lo farà dannare.
Il link del blog lo trovi poco sopra. =) Alla prossima, un bacione ^_^
TheDreamerMagic: Ciao! Noooo, non devi essere stata male per colpa mia. =( Così mi fai sentire in colpa per aver ritardato così tanto. =( Spero che stavolta non sia stata così male.
La Ila e Simo vanno a gonfie vele e non ti preoccupare che tra di loro non succederà più niente di strano. =) Su questo puoi starne certa. Adesso dovrai concentrare la tua attenzione sulla Ary ed Edo, saranno loro i protagonisti dei prossimi capitoli, anzi, la protagonista sarà soprattutto la Ary.
Non mi farai fuori vero? In fin dei conti sono in ritardo solo di un giorno. Ihih =)
Un bacione alla prossima. ^_^
Vanilla_sky: Ciao! Ma no dai, non è una minaccia. Io sono felice di leggere le tue recensioni, anzi, felicissima. =)
Ovvio che noi amiamo Simo anche per quel motivo. Se non fosse così non sarebbe Simo. =)
In un certo senso è un bene che non dimostri la tua età. Anch’io da piccola dimostravo sempre qualche anno in più della mia età, ma alcune volte non è molto positiva come cosa. Pensa che a me me ne danno 20/21 di soliti, quindi siamo sulla stessa barca. =) Un bacione, alla prossima ^_^
 
 
 
Alla prossima ^_^

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Capitolo 37
*** Shopping ***


Capitolo 37

Shopping

Ary POV
La scuola era finita e mancava un settimana al matrimonio di Davide, il fratello di Edo, il che voleva dire che era un bruttissima giornata: stavo andando a fare shopping.
 La cosa bella era che ero seduta sul sedile posteriore di una Bmw X5, mano nella mano con Edo perché, come promesso, erano venuti anche lui e Simo con noi.
La Ila non aveva gradito molto questa intrusione, a quanto pareva voleva passare un pomeriggio con me da sola, ma anche quella volta i suoi piani furono rovinati.
Decisione unanime, tranne io che non ero d’accordo ovviamente, decidemmo di partire la mattina verso le 10-11 per restare là a mangiare al  centro commerciale.
L’idea mi allettava perché così passavo del tempo con Edo, ma dall’altra parte mi disgustava alquanto restare più di due ore in un centro commerciale.  
Ci stavamo dirigendo verso il centro commerciale, eravamo a metà strada, più o meno.
Mi stavo, per l’ennesima volta, lamentando.
-I-O N-O-N M-E-T-T-ER-Ó M-A-I U-N V-E-S-T-I-T-O CHIARO?- urlai leggermente. Era la quarta o la quinta volta che lo ripetevo, ma la Ila non mi stava dando ascolto.
-Dai, Ary, ci sarà bel tempo e poi così sfoggerai le tue gambe, bianche, ma sono pur sempre gambe.
-No, no, no e ancora una volta no. Non metterò mai su un vestito, neanche se mi paghi e poi ho le gambe bianche, che brutto è vedere una con le gambe bianche con la gonna? È disgustoso, quindi io non la metto.- conclusi la mia tesa con un sorriso.
Edo e Simo continuavano a ridere perché la Ila insisteva e io continuavo a sbuffare e a trovare scuse per non mettermi un maledettissimo vestito.
-Mettitelo tu il vestito, no? Visto che ci tieni tanto.
-Ma manco morta.- rispose lei, facendo scoppiare a ridere Edo e Simo e facendo venire a me la faccia di una a cui cadono le braccia.
-Vedi? Non lo vuoi mettere tu? Non lo metto neanche io. – sorrisi.
-Ok, però sia chiaro che non ti metterai i tuoi soliti jeans, chiaro? Siamo qua per fare shopping e compreremo tutto nuovo. Soprattutto le scarpe.- sorrise all’idea di poter comprarsi un paio di scarpe.
Sì, perché alla Ila, falle fare shopping per prendere magliette o jeans, era come una tortura, ma quando le si parlava di scarpe, si illuminava.
Oggi era particolarmente felice di fare shopping perché sapeva di dover prendere delle scarpe nuove e, di conseguenza entrare, in tutti i negozi di scarpe, il suo paradiso terrestre.
Parcheggiammo ed entrammo nel centro commerciale.
Cominciammo a girare i negozi di abbigliamento, avevamo pensato che era perfetto come ultimo acquisto, era un acquisto “leggero” insomma, che non richiedeva un certo sforzo e forse era quello che avrebbe richiesto anche più tempo.
Entrammo in un negozio, lo girammo e lo rigirammo. Trovammo qualcosa di carino: entra in camerino, ti guardi allo specchio per vedere se ti convince, esci dal camerino perché quella stordita della Ila ti vuole vedere, convincila che non ti piace, rientra nel camerino, spogliati, rivestiti ed esci. Così per tutti i negozi finché lo stomaco di tutti non  brontolò.
Avevamo passato più o meno due ore a girare negozi e a provare vestiti, e non avevamo ancora trovato niente.
Decidemmo di andare a mangiare qualcosa. Optammo per pizza, patatine e coca-cola.
Stavamo ridendo e scherzando quando un ragazzo arrivò al nostro tavolo.
-Ila? – chiese il ragazzo che mi sembrava di avere già visto.
Lei spostò lo sguardo da Simo al ragazzo sconosciuto, ma dal suo sguardo doveva averlo riconosciuto.
-Matteo?- domandò lei, forse sperando che non fosse lui, dall’espressione che stava facendo.
-Allora, sei tu davvero? Da quanto tempo è che non ci vediamo?- chiese lui cordiale, sorridendo.
Perché avevo la sensazione di averlo già visto quel ragazzo?
-Be, sono due anni che non ci vediamo. – ammise lei con una certa nota di incazzatura nella voce.
-E come stai?
-Bene, grazie, tu? Sempre insieme alla solita?- chiese lei un po’ acida.
-Ah, si. come fai saperlo?
-Le voci corrono – dal viso di lui scomparve quel sorrisino – e si sa anche delle tue continue corna, di cui sinceramente non mi stupisco, a quanto pare l’unica cogliona che non lo capisce è lei.
-Ti saranno arrivate anche altre voci su di me, immagino- disse provocatorio.
Continuavo a fissarlo per cercare di capire chi fosse. Sapevo di averlo già visto, ma dove?
-Ti riferisci alle tue doti da amatore? Be, si. Mi sono arrivate. Cosa vuoi che ti dica che mi pento di non averlo fatto con te? Che mi rendo conto di cosa mi sono persa? Ma neanche se dovessi essere l’ultimo uomo sulla terra. Non sei cambiato per niente, sei sempre il solito egocentrico, bambino del cazzo che si crede un figo pazzesco. Ammetto che sei migliorato notevolmente di aspetto, ma di cervello sei ancora ai bassissimi livelli di quando avevi 14 anni.
Simo vicino alla Ila guardava con occhi di fuoco il ragazzo e strinse i pugni. La Ila finendo la frase, vide l’agitazione di lui e gli toccò una mano.
-Matteo? Matteo l’ex della Ila?- chiesi ad un certo punto.
-Si, sono io.- rispose lui, ancora toccato da quello che gli aveva detto la Ila.
-Sono Arianna. Ero venuta in gita….
-Con me in terza media.- rispose lui finendo la mia frase. – tornando al discorso di prima –disse guardando la Ila – tu invece sei cambiata, notevolmente anche, una volta non mi avresti mai parlato così.
-Vorrei correggerti, durante l’estate non ti avrei parlato così, ma poi ho capito quanto stronzo e approfittatore fossi e ho cominciato a trattarti come ti si doveva trattare, da stronza.
-Tirato fuori le palle a quanto pare. Be, ti ho rivisto e volevo parlarti insieme se poi magari volevi anche fare qualcos’altro non c’era problema. Ciao. – disse andandosene.
Simo si stava per alzare furioso dall’ultima frase del Matteo.
-Simo, calmati. Rilassati e respira.- gli disse la Ila prendendogli una mano e cercando di farsi guardare.
Lui con molta fatica si girò verso di lei. Incontrando i suoi occhi, la sua espressione si calmò e le sorrise.
-No, ma scusa. Era davvero il Matteo?- chiesi ancora incredula nell’essermelo visto davanti e averlo visto molto uomo e anche molto figo.
-Si, era proprio lui. Perché?- mi chiese lei non capendo il mio interesse.
-Be, insomma. È…è diventato figo.- ammisi io, leggermente in imbarazzo avendo in parte Edo.
-Be, diventato, era già figo una volta, è migliorato notevolmente, devo ammetterlo, ma è sempre quella testa di cazzo che era quando aveva 14 anni.
-Quindi, quello era il tuo ex. – le chiese Simo leggermente contrariato.
-Si, era lui, ma sentite possiamo cambiare discorso? Non voglio parlare di lui, voglio divertirmi, fare shopping e rilassarmi chiaro? E non voglio che tu ti incazzi, gli ho tenuto testa no? Di che ti preoccupi?- abbassò leggermente la voce per farsi sentire solo da Simo, anche se lo sentimmo anche io ed Edo. Si baciarono.
Finimmo di mangiare e tornammo a girare i negozi.
C’erano ancora dei negozi che non avevamo guardato e girato.
Entrammo in uno dei tanti che ci mancava. Girammo il negozio in lungo ed in largo, trovando un paio di jeans e una magliettina a testa. Erano indumenti semplici, ma non volgari, potevano andare benissimo.
Entrammo entrambe in un camerino e provammo i vestiti che avevamo trovato.
Mi spogliai e mi misi i jeans e la magliettina blu.
Carina, stavo bene e mi sentivo a mio agio, cosa più importante.
Non era un vestito e questo mi andava più che bene.
Mi spogliai e uscii dal camerino trovando davanti Edo, Simo e la Ila che a quanto pare mi aspettavano.
-Allora?- chiese la Ila impaziente.
-Mi piacciono, li prendo.- sorrisi.
-E dopo scarpe – si mise ad urlare la Ila. Ero pronta a passare altre ore a girare per i negozi di scarpe.
Andammo alla cassa, pagammo ed uscimmo.
Ero contenta dei nuovi acquisti, avrei potuto usarli anche dopo il matrimonio e la cosa andava benissimo, il problema adesso sarebbero state le scarpe. Conoscevo benissimo la Ila e sapeva che non mi avrebbe fatto uscire dal centro commerciale con delle semplici ballerine, ma sicuramente con un paio di scarpe tacco 12. La cosa non mi dispiaceva affatto, anzi, sarei stata leggermente più alta per una giornata, non era male come idea.
Entrammo nel primo negozio, non c’era bisogno di dirlo, la Ila aveva trovato delle scarpe che le piacevano, ma nessuna che la convinceva, diceva che non si abbinavano bene ai nostri vestiti o che erano troppo appariscenti.
Uscimmo dopo 10 minuti.
Era quasi un’ora che stavamo girando e non avevamo trovato ancora niente che ci convincesse, finché la Ila non si fermò di colpo.
-Guarda quelle. – disse quasi spiaccicandosi contro la vetrina del negozio indicandomi due modelli di scarpe, entrambe nere, ma con la piccola differenza dell’altezza del tacco e perché la suola rossa di una.
Davvero belle, mi piacevano, nere, eleganti, alte e perfette. Il nero si abbinava con tutto, andava benissimo.
-Sono perfette, mi piacciono un sacco. Ovviamente, quelle più basse sono le mie.- dissi sorridendole.
Entrammo nel negozio, trovammo il nostro numero, le provammo, pagammo. In meno di 5 minuti eravamo fuori.
Uscimmo con i nostri sacchetti e ci dirigemmo alla macchina.
-Contente?- ci chiese Simo mentre stavamo uscendo dal parcheggio del centro commerciale.
-Siiiiiii.- urlammo insieme io e la Ila.
-Allora, ragazze. Ne ho parlato con Edo e ho una proposta da farvi. – ecco, mi stavo preoccupando, che proposta doveva farci? Speravo che fosse stato qualcosa di carino, se no che palle.
-Dicci.- rispose la Ila.
-Allora, stavamo pensando che il giorno prima del matrimonio potreste venire a casa mia, facciamo un bagno, facciamo qualcosa insomma e poi state lì a dormire.
Mi andò di traverso la saliva. Dormire con loro?
-No, scusa un attimo come dormire con voi?- chiesi io leggermente scioccata.
-Be, si, tu ed Edo dormite nella stanza degli ospiti ovviamente. Cosa pensi che dormiamo tutti e quattro insieme?
Al solo pensiero di dormire con Edo, diventai bordeaux.
Cercai di nascondermi guardando fuori dal finestrino, ma ad un certo punto sentii la sua risata. Se n’era accorto? Merda.
-Non vuoi dormire con me?- non lo avevo sentito avvicinarsi. Sentivo la sua voce a pochi centimetri dal mio orecchio, era roca, bassa. Il suo respiro si era infranto sul mio collo, un brivido mi percorse la schiena. Mi girai di scatto e mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
Arrossii ancora di più. Perché dovevo arrossire? Come se non l’avessi mai avuto così vicino.
Mi sorrise.
Sentivo il suo profumo. Era vivo, era presente, era forte e tremendamente buono.
Sorrise per poi avvicinarsi e baciarmi.
Delicato, dolce, ma a me ormai non bastava più, volevo sempre un bacio più passionale. Gli misi le mani sulla nuca e lo avvicinai ancora di più a me.
Improvvisamente mi prese e mi fece andare contro la portiera.
Stavamo superando il limite, ma la cosa mi piaceva. Mi ero dimenticata dove fossi e chi ci fosse.
Le sue mani mi stavano accarezzando la schiena.
-Voi due? La mia macchina non è una camera da letto e soprattutto non mi interessa vedervi darci dentro.- disse Simo ridendo.
Edo con il fiato corto, si staccò da me e io messa peggio di lui, lo guardavo, respirando pesantemente per poi arrossire.
-Scusa Simo.- rispose Edo con il fiatone.
Portarono a casa prima me. Baciai velocemente Edo e scesi dalla macchina.
Ero davvero pronta per fare l’amore con lui? Lo amavo. Sapevo di amarlo, ma ero davvero pronta? Se Simo non ci avesse fermato chissà dove saremmo arrivati.
La cosa mi spaventava leggermente, ma mi piaceva. Lo avrei fatto con lui, ma non adesso, non oggi, non domani o dopo domani. Solo quando sarei stata sicura di essere pronta. Quando sei pronta non ti devi fare la domanda, lo senti e basta. Non ti fermi a pensare se sia giusto o sbagliato.
Ecco, avrei aspettato quel giorno, perché quel giorno sarebbe arrivato, ne ero sicura.

 

 

 

Ragazze, oggi sono puntuale con il mio appuntamento settimanale per gli aggiornamenti. =) Vedete stavolta sono stata puntuale ahahah
Allora, vediamo. In questo capitolo i nostri cari ragazzi si sono divertiti e hanno passato una bella giornata a parte l'intrusione di un certo ex della Ila, ma non vi preoccupate non tornerà a rompere. =) Era solo di passaggio. =)
Come vi ho già detto dovrete concentrare l'attenzione sulla Ary ed Edo nei prossimi capitoli, saranno loro i protagonisti assoluti dopo il capitolo 40. La Ila e Simo faranno solo da sfondo, ma ci saranno sempre in un modo o nell'altro, quindi di loro non perderete mai le traccie. =)
Ringrazio tutte le ragazze che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate e a quelle che mi hanno inserito come autore preferito. Davvero grazie ragazza non so come ringraziarvi.
Vorrei ricordarvi che ho postato delle nuove storie nella sezione Twilight e mi farebbe davvero piacere vedervi anche lì. Se vi interessa andate nella mia pagina autore e dateci un'occhiata. =)
Ricordo come sempre il blog per gli spoiler.
Rispondo alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeeeee, ma la smetti di fare spoiler anche se involontari? Dai, smettila, anche se tutte sanno che durante il matrimonio succederà qualcosa, ma tu non devi dire cosa. Ahahah (so che non lo hai mai fatto ahahaha)
è sì, purtroppo il papà della Ary ha l'occhio lungo, ma possiamo anche dire che si sbagliava. Edo è un bravo ragazzo, è realmente preso, non è cattivo di per sè, ma non si può sapere prima cosa ci riserva il destino e purtroppo il giorno del matrimonio succederà qualcosa XD 
Sese, tu hai già dimenticato Simo solo che non vuoi ammetterlo. Guarda che se lo ammetti non è un problema, anzi, Simo sarà felice e anche la Ila devo dire la verità. Ahahahahahh Ovviamente, scherzo, forse XD Ti voglio bene. Un bacione ^_^
CrisAngels: Ciao! Io sto bene, grazie, tu? Anch'io spero che il papà della Ary non ci abbia preso, ma come sai, le apparenze a volte ingannano. =)
Ti ho dato un'indizione. Ahahahah No, ti ho solo confermato che succederà qualcosa, ma adesso mi cucio la bocca e sto zitta altrimenti dico troppo. Ihih. Un bacione. Alla prossima ^_^
TheDreamerMagic: Ciao carissima! Vedi, stavolta sono stata bravissima ad aggiornare, no? *fa gli occhi dolci*
Puoi ucciderlo il papà della Ary se vuoi, non è che serva poi a molto, come hai detto sa portare solo sfiga quindi. Ahahahahah Anche se, non è lui che porta sfiga, ma, in questo caso, sono io la stronza. XD 
Mi dispiace, ma il matrimonio si sta avvicinando sempre di più. Ti posso dire che i prossimi due capitoli saranno il giorno prima del matrimonio visto dal punto di vista della Ila e della Ary e poi ci sarà il fatidico matrimonio diviso in due capitoli altrimenti mi avrei fatto passare la voglia di leggere. =) Quindi, come vedi, il matrimonio è più vicino di quanto pensi =)
Non devi dare la colpa al mio amorino Simo. Povero lui. Non è colpa sua. Non è a csa sua che succede il finimondo, ma al matrimonio, quindi non dare la colpa a lui, povero =( Un bacione. Alla prossima ^_^
Vanilla_sky: Ciao! Poverina davvero la nostra Ary, ma siamo sicure che il papà si sbagli? Ahahah Metto leggermente la pulce nell'orecchio XD
Come hai potuto vedere i nostri ragazzi si sono divertiti parecchio ahahahah Un bacione. Alla prossima ^_^
ColeiCheAmaEdward: ahahah non mi stupisce che sei sfollata per qualcosa su msn ahahahahah Mi chiedo come mai il capitolo ti piaccia e mi chiedo anche come mai tu sappia come vada avanti la storia. Bah, sono molto perflessa. Non è che sei una spia della CIA o qualcosa di simile? AhahahahahBe, i capitoli puoi leggerli quando vuoi, quindi fai con comodo. XD A tra poco tramite messaggio o msn XD
 
 
Alla prossima ^_^

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Capitolo 38
*** Mille provocazioni ***


Capitolo 37

Mille provocazioni


Ary POV
Sabato. Giorno prima del fatidico matrimonio che si sarebbe tenuto in quel di Verona.
Ero agitata, non per il matrimonio ovviamente, ma per il fatto che avrei passato tutto il giorno con Edo e anche la notte. Non che mi aspettassi chissà che cosa, non è che mi aspettassi chissà quali gesti, però ero agitata comunque.
La mamma della Ila ci aveva portato a casa di Simo.
Erano le 10 di mattina di un sabato di giugno. Faceva caldo e il sole splendeva alto, mi si prospettava una giornata davvero interessante.
Entrando nel vialetto, fuori dalla porta c’erano già Edo e Simo che ci aspettavano.
-Ciao ragazze. Divertitevi e mi raccomando. – disse la mamma della Ila.
Ai miei genitori avevo detto una piccola bugia, più che hai miei genitori, l’avevo solo detta a mio papà, mia mamma sapeva che sarei andata di Simo e che avrei dormito con Edo, si fidava di me e questa era la cosa importante.
-Buongiorno piccola.- Edo mi prese con avvicinò a lui con talmente tanta forza che sbattei contro il suo petto appoggiandoci le mani sopra e lasciando cadere la borsa con dentro le mie cose.
 Ci guardammo negli occhi.
Sentivo il suo petto sotto le mie dita, sodo, scolpito. Cominciai ad accarezzarlo.
Ok, Arianna, calmati. Se cominci così la giornata siamo messi bene. Rilassati, respira.
Smisi di accarezzare il suo petto e mi bloccai in quei bellissimi occhi verdi.
Mi appoggiò una mano sulla guancia per poi accarezzarla lentamente e delicatamente. Mi guardò negli occhi e si avvicinò piano piano alle mie labbra. Mi baciò delicatamente e mi lasciai trasportare dalle sue labbra e dal suo sapore così buono.
Si staccò da me.
-Raggiungiamo quei due. – mi disse ancora a contatto con le mie labbra.
Entrammo in cucina da dove provenivano le loro voci.
Trovammo la Ila sulle spalle di Simo.
-Simo, mollami immediatamente. – urlò lei dandogli delle pacche sulla schiena.
-Rilassati. – gli rispose lui ridendo.
Uscii dalla porta finestra e si avviò verso la piscina.
-Non avrai intenzione di buttarmi in piscina vero?- suppose la Ila.
-E se anche fosse?- Simo se la rideva.
-Ho il telefono nella tasca dei pantaloni, scemo.- urlava ancora più forte. Per fortuna Simo non viveva vicino a nessuno, se no avrebbero di certo chiamato i carabinieri.
-In  quale tasca?- gli chiese lui fermandosi a pochi metri di distanza dalla piscina.
Io ed Edo stavamo osservando la scena alquanto divertiti.
-La destra, ovviamente.- gli rispose lei.
Vidi Simo infilare una mano nella tasca destra dei jeans della Ila. Lei fece una faccia un po’ sbigottita da questo gesto, ma non disse niente.
Simo estrasse il cellulare e lo poggiò sulla sedia a sdraio lì vicino.
Poi cominciò a correre buttandosi in acqua con la Ila sulle spalle.
Gli schizzi di acqua arrivarono fino a noi.
Stavo ridendo come una scema, quando Edo mi prese per le gambe e mi mise nella posizione in cui era pochi istanti prima la Ila.
-Edo, non ti azzardare a fare la stessa cosa.- gli urlai io.
-Hai il cellulare nei jeans anche tu?- mi chiese lui fermandosi.
-No, ce l’ho nella borsa.
-Allora, non mi ferma nessuno.- cominciò a correre con me in spalla e si tuffò nell’acqua.
Pochi istanti dopo, sentii quel tipico rumore di quando entri in acqua. Riemersi e mi trovai davanti Edo, Simo e la Ila che ridevano.
Cominciai a ridere anch’io.
-Scusate, ma fare il bagno come le persone normali, in costume era difficile?- chiese la Ila.
-A quanto pare si.- risposi io ricominciando a ridere.
Ridemmo e scherzammo in acqua finché la Ila disse di avere freddo e salì, seguita a ruota da Simo, ovviamente.
Eravamo rimasti io ed Edo soli e per fortuna vestiti.
Eravamo uno di fronte all’altra che ci guardavamo a qualche metro di distanza.
Improvvisamente si tuffò e poi secondi dopo me lo trovai davanti, a pochi centimetri dal mio viso.
Mi guardò con quei suoi occhi verdi. Con i capelli bagnati era ancora più dannatamente bello. Mi guardava dritta negli occhi, non si muoveva, non mi muovevo e non avrei voluto muovermi, solo per andare verso di lui.
Continuando a guardarmi appoggiò la sua mano sulla mia guancia, mi accarezzò, mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lentamente si avvicinò a me. Un altro dei nostri soliti baci dolci e delicati, ma improvvisamente mi prese per la vita e mi tirò su, istintivamente gli misi le gambe intorno alla sua vita e le braccia intorno al suo collo.
Si mosse nell’acqua e mi fece sbattere con la schiena contro il bordo della piscina.
Le sue mani dalla vita salirono per la mia schiena, provocandomi brividi per tutti il corpo. Ci baciammo, ci mordemmo il labbro a vicenda, avevo caldo, improvvisamente caldo e di certo non era colpa del sole che ci batteva sulla testa, eravamo nell’acqua. Era lui, era lui che mi faceva venire così caldo.
Dalle mie labbra, passò al mio collo bagnato, baciandolo e leccandolo. C’era trasporto, desiderio in quei gesti e in quei movimenti.
Ad un certo punto si bloccò. Mi guardò con gli occhi carichi di desiderio. Avevamo il fiatone tutti e due.
Restammo a guardarci per qualche minuto.
-Forse è meglio se andiamo a cambiarci.- mi disse sorridendo. Non volevo andarmene, volevo rimanere lì, nell’acqua con lui.
Se ne stava andando, lo presi per un polso e lo fermai, facendolo girare verso di me.
Gli saltai in braccio nella stessa posizione in cui ero poco prima. Non so cosa stavo facendo esattamente, ma per una volta avevo fatto qualcosa che mi sentivo davvero.
Ci baciammo con desiderio e passione, ma lui si fermò di nuovo.
-Non qua, non adesso.- mi sussurrò ancora a contatto con le mie labbra. Sentivo il suo respiro nella mia bocca e venni invasa da crescente voglia di lui.
-Ti giuro che lo farei, ma non qua.- mi sorrise.
Mi prese per mano e mi portò fuori dalla piscina, cercammo i due piccioncini per il piano inferiori, poi ci rassegnammo al fatto che fossero in camera.
Prima di entrare, bussammo.
-Avanti.- disse Simo. Non mi sembrava ne che avesse il fiato corto, né che fosse stato interrotto sul punto più bello.
Entrando, infatti, trovammo Simo che giocava alla play e dal bagno proveniva il rumore dell’acqua che scendeva.
A quanto pare la Ila stava facendo la doccia.
Simo ci buttò un occhiata per poi tornare a fissare il televisore.
-Pensavo vi foste persi.- disse con un sorriso furbo, che avesse già intuito cosa stava per succedere? Impossibile.
Eppure lo vidi fare un sorriso complice ad Edo che rispose con un sorrisino tirato. Si, lo aveva capito, ma come cazzo aveva fatto? Va be, era meglio non indagare.
Pochi minuti dopo uscii la Ila dal bagno in accappatoio.
-Da quanto siete arrivati?- ci chiese.
-Pochi minuti. – le risposi io – vedo che stranamente ci hai messo poco a fare la doccia. – me la risi.
-Be, per la verità è da quando siamo saliti che era dentro. – rispose Simo leggermente avvilito dal fatto che non avesse passato del tempo con lui.
-Avevo paura che mi stuprasse e allora mi sono chiusa in bagno. – disse con un sorriso provocatore.
-Ah, si. Certo. Adesso sono io quello che vuole stuprarti? Vorrei ricordarti cosa è successo a casa dei tuoi nonni quando abbiamo fatto il pranzo, piccola tentatrice- rispose Simo continuando a giocare, a lui si era unito Edo.
-Io? Cosa ho fatto? Cos’è successo a casa dei miei nonni?- fece quella voce e quel viso da finto angioletto che non faceva mai niente di male, le riusciva sempre benissimo. E cos’era successo a casa dei suoi nonni? Cosa non mi aveva raccontato?
-No, certo tu non hai fatto niente. Ho fatto tutto io.
-Si, hai fatto tutto tu. Vorrei ricordati che hai iniziato tu,non io. – gli rispose lei, tornando un po’ acida.
-Se tu non mi avessi messo le mani nei capelli, non saremmo arrivati fino a quel punto. – disse mettendo in pausa il gioco e guardandola.
-E se tu non fossi arrivato a rompere le palle, non sarebbe successo niente va bene? Il bello è che sembra che sia successo chissà che cosa, ma alla fine non è successo un cazzo.- urlò lei.
-Perché mi sono trattenuto dal farti mia in quel preciso istante sul ripiano della cucina, con gente che stava a pochi metri di distanza da noi. – sputò tutto in un fiato. La Ila rimase scioccata, io peggio di lei ed Edo rideva. Dopo aver finito la frase arrossì e tornò a giocare alla play.
-Cos’hai detto?- chiese lei con un filo di voce. Lui ancora tremendamente imbarazzato non rispose.
-Simo, mi dici cos’hai appena detto?- le richiese lei in modo dolce.
-Niente. Non ho detto niente.
-Sia chiaro che non finisce così.- disse lei prendendo la sua roba e andando in bagno.
Cioè avevo capito bene o Simo e la Ila lo stavano per fare? Be, come io ed Edo insomma. Forse loro lo stavano per fare in un posto “normale” se così si può definire.
Stavo guardando i due uomini che stavano giocando alla play, ero intenta a guardare quegli specie di cartoni animati che si picchiavano. Si, stavano giocando di nuovo a Tekken, ma stavolta la Ila non voleva stracciare nessuno.
Era ancora in bagno, quando il cellulare di Simo squillò.
-Dimmi, mamma…… aspetta che chiedo…che pizza volete ragazzi?- rivolgendosi verso di noi.
-Capricciosa.- rispose Edo.
-Con le patatine- risposi io.
-Tentatrice, tu cosa vuoi?- chiese Simo rivolto verso la porta del bagno.
-Patatine anche io come la Ary.- urlò lei da dentro.
-Sentito??......allora, capricciosa, due patatine e una frutti di mare……ok, a dopo. – chiuse il cellulare e ricominciò a giocare con Edo.
Ad un certo punto la Ila uscii dal bagno in costume.
-Vuoi fare un altro bagno?- le chiese Simo.
-No, ma siccome non voglio rischiare di rovinare l’intimo che devo mettere domani, l’unica cosa asciutta che ho è il costume. – gli fece un sorrisino.
Lentamente vidi lo sguardo di Simo abbassarsi dal suo viso, al suo collo, per poi scendere sul seno e lentamente scendendo facendogli una radiografia completa.
Lei era girata di spalle, non so cosa stessa macchinando.
-Simo, hai perso. – gli disse Edo che nel frattempo si mise a ridere. –Simo? Simo sei tra noi? Simo?- cominciò a scuotergli una mano davanti, proprio quando la Ila si era girata e si era trovata il suo sguardo addosso.
-Che cazzo ti guardi pervertito- gli lanciò dietro il suo pigiama.
-Stavo ammirando.- gli rispose lui, mezzo rincretinito.
-Bene, ammira finché puoi tanto non lo vedrai molto presto questo corpo. – gli rispose entrando in bagno facendo un po’ la gattina e prendendogli il pigiama dalle mani. Io risi. Lui si alzò di scatto ed entrò in bagno.
-Scusa? Cos’è che non vedrò per un po’?- lo sentivo a mala pena, ma stavo ridendo.
-Questo. Quello che vedi in questo momento.
-Ah si? Bene, vedremo.- sembrava tanto l’inizio di una battaglia, una dichiarazione di guerra. Uscii dal bagno e sbatté la porta.
-Ragazziiiiiii, è arrivata la pizza. – io ed Edo ci fiondammo giù, non aspettando nemmeno la Ila e Simo.
Arrivammo in cucina e trovammo una pila di pizze.
-Ciao Ary, come stai?- mi chiese guardando le scatole delle pizze con aria ghiotta.
-Bene, grazie. Tu?- le risposi io con un sorriso.
-Bene. Gli altri due?-chiese lei non vedendo suo figlio e la Ila.
-Non guardare noi, non sappiamo niente.- disse Edo alzando le mani come per discolparsi.
Arrivarono poco dopo i due piccioncini.
La Ila aveva su il suo pigiama.
-Che ci fai già con il pigiama tu?- le chiesi io, non riuscendo a capire.
Lei mi rispose con uno sguardo di fuoco. Ok, va bene, era meglio che non parlavo, avevo recepito.
-Mamma, guarda che ho dato un tuo intimo alla Ila, uno di quelli che sono incartati da anni. – le disse lui sedendosi a capo tavola.
-Ah si. Va bene. Cos’hai combinato Ila?- chiese lei con un sorriso.
-Cos’ho combinato io? Cos’ha combinato tuo figlio piuttosto. Appena sono arrivata mi ha buttato in piscina, mi sono fatta una doccia, mi sono messa il costume perché non volevo rischiare di rovinare l’intimo di domani e questo cretino che cazzo fa? Mi prende e mi butta sotto la doccia, cazzo.- lo urlò.
La Bea rise. – tranquilla, non è un problema. E il pigiama?
-I miei vestiti sono tutti bagnati. Ultima cosa asciutta che non debba mettere su domani.
-Prego, ragazzi. Sedetevi.
Simo era seduto a capo tavola  che ci guardava. Edo si sedette in parte a lui, sulla sua sinistra ed io in parte ad Edo. La Ila sulla sinistra di Simo, in parte ci sarebbe stata la Bea e a capo tavola Ale.
-Capricciosa.- disse Ale.
-Mia.- Edo prese in mano il cartone.
-Quattro stagioni, è mia. Vegetariana è tua tesoro. – mettendo il cartone davanti alla Bea. – Patatine.
-Mia.- avevo fame, non si era capito?
-Frutti di mare. Simo. E be, l’ultima è per forza tua, Ila.- porse il cartone sia a me che a Simo.
La Ila fregò un pezzo di frutto di mare a Simo.
-Ehi. Quello è mio.
-Ormai, non lo è più – gli fece un sorriso, lui le rubò una patatina.
-Ehi.
-Occhio per occhio, frutto di mare per patatina.
Scoppiammo tutti a ridere tranne lei.
-Pietosa, davvero. – rispose lei scuotendo la testa.
-Gli altri intanto ridono.- gli rispose lui.
-Rideranno perché sanno che sei un cretino patentato.
Be, aveva ragione più o meno, io avevo riso per la faccia della Ila, non per la sua battuta, altamente pietosa.
-Se devo essere sincera, io ho riso per la faccia della Ila, non per la tua battuta pietosa.- risposi ridendo.
-Anch’io.- dissero insieme Edo, la Bea ed Ale.
-Basta, non parlo più per tutto il giorno. – disse Simo mettendo il broncio come un bambino.
-Che bello. Le mie preghiere sono state ascoltate, non lo sentirò rompere i coglioni per tutto il giorno, sia ringraziato il cielo.
Tutti si misero a ridere.
Simo fece ancora di più l’offeso.
-Allora, Edo come stanno i tuoi? È un po’ che non li vediamo.- gli chiese la Bea. Giusto, i suoi, non mi aveva mai parlato di loro, a parte accennato qualcosa, ma non sapevo che lavoro facessero o perché non li avessi mai visti.
-Sono molto impegnati in questo periodo, non ci sono molto a casa, gli fanno fare turni extra e alcuni volte non tornano neanche a casa a dormire.- rispose lui mangiando la sua pizza.
-Che lavoro fanno i tuoi?- chiese la Ila.
-Mio papà è medico, mia mamma è infermiera. – rispose lui.
-Ecco, perché vuoi fare il medico, lavoro di famiglia.- suppose lei. Un attimo, aveva detto medico? Come faceva a sapere la Ila che lui voleva fare il medico? Ma era mai possibile che io non sapevo che cosa studiasse il mio ragazzo? Probabilmente la Ila lo sapeva perché glielo aveva detto Simo.
-Be, si. Diciamo che mi affascina la medicina, non la studio perché è il lavoro dei miei genitori.
Chissà come mai non me l’aveva detto.
Forse perché non glielo hai mai chiesto.
Ci si metteva pure la coscienza a rompere le balle.
Mangiammo la pizza tranquilli, parlando del più e del meno, anche se io ero persa nei miei pensieri.
C’erano ancora tante cose che non sapevo di Edo, non sapevo nemmeno che studiasse per fare il medico, mi rendevo conto di quanto sembrassi patetica a non aver nemmeno chiesto al mio ragazzo che cosa studiasse. Mi sentivo patetica e stupida, pensavo di sapere quasi tutto di lui ed invece non sapevo neanche le cose minime ed insignificanti.
Venni risvegliata dallo sguardo della Ila, sembrava scioccato, perso nel vuoto e mi sembrava che si stesse trattenendo dal fare qualcosa. Ormai la conoscevo come le mie tasche, faceva quella faccia lì……quando gli facevano i grattini sulla gamba.
Simo parlava tranquillamente, ma aveva una mano sotto il tavolo.
Si, le stava facendo i grattini sulla gamba e si stava trattenendo dal non spostarsi o scoppiare a ridere, anche se forse non era proprio quella la sua reazione con lui.
Si girò di scatto e lo guardò male.
Lui le sorrise. Lei gli rispose assottigliando lo sguardo.
-Allora, ragazzi. Che ne dite di farci un bagno? – propose Simo, ignorando la sguardo della Ila.
Andai a prendere la mia borsa che avevo lasciato all’ingresso e salii.
-Ary, questa è la stanza dove dormirete tu ed Edo – mi disse la Bea.
Io ed Edo. Quanto mi piaceva sentirlo dire? E soprattutto “Dove dormirete tu ed Edo”? Solo al pensiero un brivido mi percorse la schiena.
Ero ancora davanti alla porta che guardavo il legno.
Guardai la maniglia. Non avevo la forza di aprire quella porta, di abbassare quella maniglia. Appoggiai la mano e la abbassai.
Mi trovai davanti una grande stanza, con i tendaggi e il copriletto tutti blu. Le pareti anche su una tonalità di blu, i mobili neri si perdevano in quel blu. Quella era la mia stanza, adoravo già quella stanza. Adoravo il blu, il mio colore preferito e quella era la mia stanza ideale, la mia stanza dei sogni, anche se nella mia stanza ci sarebbe stati anche i mobili blu, però erano dettagli.
Appoggiai la borsa sul letto anch’esso blu. Completamente blu. Mi sentivo gli occhi a cuoricino per quella stanza.
Mi sedetti sul letto e mi sdraiai. Ok, avevo deciso, quando avrei avuto una casa mia la mia camera sarebbe stata la copia spiaccicata di questa.
-Ary, che stai facendo?- la voce di Edo mi riportò alla realtà.
-Sono in paradiso?- chiesi io sorridendo.
-Non che io sappia.- mi rispose lui.
-Voglio vivere e passare tutta la mia vita in questa stanza.
-E come mai?- mi chiese lui divertito.
-Il blu è il mio colore preferito. Questa è la mia camera ideale e io non mi muoverò da qui per tutto il giorno sia chiaro.
-Io non appongo resistenza.- disse sdraiandosi in parte a me.
Il suo corpo era vicinissimo al mio, sdraiato. Girai la testa per guardarlo e mi ritrovai i suoi occhi verdi che mi fissavano.
-Che cosa c’è?- gli chiesi io non capendo come mai mi guardasse con quella faccia strana.
-Davvero hai intenzione di rimanere in camera tutto il giorno?- mi chiese alzandosi e appoggiandosi al gomito.
Avevo i suoi occhi verdi puntati nei miei.
Volevo passare tutto il giorno in camera? Be, si, in un certo senso si, ma in un altro no. Volevo stare con lui, ma volevo anche divertirmi e stare con gli altri.
Alzandomi, presi la mia borsa ed andai in bagno.
Mi misi il costume da bagno blu ed uscii.
-Be, immagino che non vuoi ri……- Edo si girò e mi guardò. Aveva la bocca aperta, mi squadrava da capo a piedi ed io arrossii per quello sguardo. Mi guardava come se avesse voluto spogliarmi da quell’unico indumento che avevo addosso. Arrossii maggiormente.
Appoggiai la borsa in un angolo ed uscii dalla stanza.
Andai in cucina, dove c’era la Bea.
-Allora, ti piace la stanza?- mi chiese lei.
-La adoro. Io amo il blu, è il mio colore preferito.
-Sono davvero contenta che ti piaccia. Anche a me piace particolarmente.- mi sorrise.
Scese la Ila con il suo costume bianco che le metteva in risalto il seno.
-Adesso sono gli uomini che arrivano in ritardo?- chiese lei divertita.
Io e la Bea cominciammo a ridere come delle sceme.
Arrivarono anche gli altri due e quando entrarono in cucina.
La mascella si staccò completamente dalla mandibola.
Avevo davanti due uomini perfetti.
Uno alto, castano scuro, occhi verdi con quel sorriso stampato in faccia. Fisico slanciato e palestrato, ma non troppo. Spalle abbastanza larghe, anche se non come piacevano a me, ma era perfetto. Assolutamente perfetto. Con la pelle leggermente abbronzata che gli faceva risaltare gli occhi. Un pantaloncino blu notte che lo copriva fino a metà coscia. Era bellissimo, perfetto.
L’altro alto, moro, occhi scuro, con la scritta “stronzo” scritta a caratteri cubitali sulla faccia, anche se si era leggermente addolcito dalla prima volta che lo avevo visto. Fisico leggermente più palestrato di quello dell’altro, spalle larghe come sarebbero piaciute a me. Anche lui era perfetto con quella sua pelle olivastra. Pantaloncino nero metteva in mostra le gambe.
Io e la Ila eravamo imbambolate a guardarli.
Ognuna persa negli occhi e nel corpo del proprio ragazzo, anche se ogni tanto uno sguardo cadeva anche sul ragazzo dell’amica.
Erano stupendi, sembravano davvero troppo belli per essere veri, soprattutto Edo.
-Ragazzi? La piscina è fuori. – disse la Bea cominciando a ridere.
-Cosa?- domandammo tutti insieme continuando a guardarci negli occhi l’uno con l’altro.
-Che la piscina è fuori. – continuava a ridere.
-Ah, si giusto. Ragazzi, andiamo.- disse Simo riprendendo il controllo. Non sapevo se stesse ancora guardando la Ila, io ero completamente persa negli occhi di Edo, che mi guardava intensamente.
Mi ero innamorata di lui, nonostante non sapessi molte cose, lo amavo. Amavo tutto di lui, non solo il suo corpo, ma amavo il suo carattere, il suo modo di fare. Si, lo amavo, ne ero sicura.
Si avvicinò a me e mi baciò delicatamente. Mi prese per mano e mi portò fuori dove la Ila e Simo ci stavano aspettando.
Erano sdraiati sulla stessa sdraio con il viso verso il sole.
La Ila era sdraiata sul petto di Simo in mezzo alle sue gambe.
Dietro di me avevo Edo che mi prese di peso e mi buttò in piscina come un sacco di patate. Stavolta non scese anche lui con me. Mi ritrovai sott’acqua con quella piacevole sensazione di calma e solitudine, se avessi potuto restare per sempre sott’acqua ci sarei rimasta volentieri.
Sott’acqua non puoi parlare, non puoi ridere e scherzare, puoi solo rimanere sola con i tuoi pensieri. È una sensazione stupenda.
Decisi di tornare in superficie per non far preoccupare qualcuno.
Tornai in superficie nel momento esatto in cui la Ila urlò:
-Bombaaaaaaaaaaaaaaaaaa – e si tuffò a bomba nell’acqua, facendomi spaventare.
Edo e Simo risero.
Dopo pochi secondi la Ila tornò a galla.
Tossiva.
-Non dirmi che hai bevuto.- le chiesi io divertita.
-E anche se fosse? Mi sono dimenticata di chiudere la bocca prima di toccare l’acqua, va bene?- disse la Ila leggermente contrariata dal fatto che volessi prenderla in giro. Scoppiammo tutti a ridere.
-Cosa fate mi prendete per il culo?- fece l’offesa. Uscii dalla piscina e si andò a sdraiare su una sdraio prendendo il sole.
Chiuse gli occhi e prese il sole.
Simo si avvicinò a lei.
-Non ti azzardare a muovere un passo verso di me.- lo intimò la Ila alzando un dito, ma come aveva fatto a vederlo? Dal punto in cui era lei non avrebbe potuto vederlo nemmeno se avesse avuto gli occhi aperti, figuriamo con gli occhi chiusi.
-Ma……come fai a sapere che sto arrivando?- chiese lui scioccato peggio di me.
-Io so tutto ricordatelo.- alle sue parole rise da sola, seguita a ruota da me.
Simo tornò a sedersi sulla sdraio avvilito, chiudendo anche lui gli occhi.
Improvvisamente, venni presa per la vita e fatta aderire completamente al corpo di Edo. Si, era lui. Ormai riconoscevo le sue braccia, il suo profumo, il suo respiro sulla mia spalla.
Mi staccai da lui e nuotai nell’acqua. La temperatura era perfetta, il sole batteva esattamente sopra di noi ed io stavo da Dio.
Passai tutto il pomeriggio tra la piscina e le sdraio prendendo il sole.
Io e la Ila non parlammo tanto con i ragazzi, parlavamo più che altro io e lei, sdraiate su due sdraio vicine. Era un po’ che non lo facevamo da quando eravamo insieme ad Edo e Simo.
Non avevamo ancora passato un pomeriggio da sole a parlare delle nostre cose e a parlare di loro.
Be, quel pomeriggio non eravamo sole, non potevamo parlare completamente di tutto, ma era lo stesso una bellissima sensazione, stare tranquilla con la mia migliore amica.
I ragazzi non avevano disdegnato questa “piccola separazione” ci disturbavano di rado, con qualche bacio e scherzetto e poi se ne tornavano per i fatti loro, lasciando noi da sole.
Non avevo mai sopportato il sole così tanto, forse perché non c’era mai stato un venticello fresco che accompagnava i miei bagni di sole, o forse anche perché non ero mai stata così tanto sotto il sole. Non ero una da stare sotto il sole per ore, ma, forse, il fatto che stessi parlando e mi stessi distraendo, rendeva la situazione più facile e sopportabile.
Arrivò l’ora di cena.
Eravamo tutti seduti al tavolo in cucina come quello stesso pomeriggio. Stavamo ridendo e scherzando, mangiando un piatto di pasta.
Avevamo deciso di guardare un film tutti insieme quella sera, in salotto.
In quel momento stavamo discutendo su che film vedere.
Gli uomini, ovviamente, volevano vedere un film, d’azione con sangue, combattimenti, robe simili, noi donne volevamo guardare qualcosa di più tranquillo.
-Scusate, ma se guardassimo un film d’azione, con macchine e quant’altro? – propose la Ila.
Macchine? Il primo film che mi venne in mente era Fast and Furious, cioè tutti e 4.
-Si, potrebbe fare. No, Bea?- disse Ale.
-Sinceramente? Un film d’amore, no?- rispose la Bea – Scusate ma voi due non siete delle ragazze? Non dovreste preferire un film d’amore piuttosto di uno d’azione e sanguinolento?
-Ary, film d’amore o d’azione, sanguinolento e possibilmente con macchine?- mi chiese la Ila.
-D’azione, sanguinolento e possibilmente con macchine.- dicemmo all’unisono.
-Cioè non che non mi piacciano i film d’amore, ma so come va a finire che piango come una cogliona per un film e sinceramente non sono in vena. – aggiunse la Ila.
Be, si. In effetti non era il massimo per la Ila guardare film romantici o strappa lacrime, alla minima cosa piangeva. Io non ci facevo nemmeno più caso, piangeva per qualsiasi cosa di romantico, dolce e carino, ma se uno non sapeva di questo suo “atteggiamento”, l’avrebbero sicuramente presa per pazza. Colpa della sua ipersensibilità, lo considerava il suo difetto più grande, per ogni minima cagata le scendeva una lacrima e non sopportava quando succedeva.
Decidemmo di guardare Fast And Furious: solo parti originali per la gioia mia e della Ila.
Finimmo di mangiare, aiutammo a mettere a posto per poi andare tutti insieme sui due divani del salotto.
Io, Edo, la Ila e Simo eravamo sul divano più grande, la Bea ed Ale erano su quello più piccolo.
Già dalla musica d’inizio io e la Ila eravamo con l’adrenalina a mille, come ci metteva i brividi quel film lo sapevamo solo noi.
-Ciao, Vin. Come stai?- disse la Ila.
-Un altro tuo ragazzo?- le domandò Simo.
-No, per la verità, no, ma mi piace guardare le sue braccia e la sua schiena.- la faccia letteralmente sbavante della Ila mi fece morire dal ridere – e quella voceeeeeee – la faccia sbavante era peggiorata.
-E quella voceeee.- mi unii anch’io a lei.
-Comunque, il mio ragazzo arriva un po’ più tardi. Poi, te lo presenterò. – aggiunse la Ila.
-Senti è mio, chiaro?- ribattei io. Brian era mio. Punto. Di nessun altro.
Cominciammo a litigare per finta, finché non arrivò l’oggetto desiderato.
-Ammmmmmmmoooooore. Ciaoooo – disse la Ila.
-Un altro biondo?- chiese Simo.
-E che problemi ci sono? È figo. Cioè guardalo. Guardarlo. – disse indicando lo schermo.
-Be, io sono d’accordo. Davvero tanto. – disse la Bea.- anche quello di prima non scherzava, aveva un culo che……che………
-Parlava, cantava, ballava, suonava, recitava una poesia e queste cose tutte insieme.- aggiungendo insieme io e la Ila, per poi scoppiare a ridere.
-Si, si esattamente.
-Mi sa che possiamo mettere su un film romantico.- aggiunse Edo.
-Concordo.- aggiunsero Ale e Simo.
-è no, adesso questo film mi ha proprio incuriosito. Voglio vederlo tutto.- aggiunse la Bea.
-E brava, Bea.
Ci spostammo tutte noi sullo stesso divano, lasciando gli uomini soli tra di loro.
Passammo tutto il film a fare commenti di tutti i generi e gli uomini ascoltavano i nostri deliri. Sembravamo delle pervertite. Stavamo ridendo come delle sceme.
Erano le 23 quando finimmo di vedere tutto il film e restammo a fare i commenti della fine.
Salimmo tutti insieme le scale.
-Buona notte, ragazzi. Mi raccomando, riposatevi che domani sarà una giornata lunga.- disse la Bea.
-Buona notte. Ci vediamo domani.- dicemmo tutti e quattro in coro.
La Bea entrò nella sua camera. Ale era rimasto un attimo a guardare delle carte per il suo lavoro.
-Allora, ragazzi. Buona notte.- ci disse la Ila, mi diede un bacio sulla guancia ed entrò in camera.
-Notte ragazzi. A domani. –disse Simo, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
Ero ancora imbambolata in mezzo al corridoio.
-Vuoi rimanere qui tutta notte?- mi sussurrò Edo ad un orecchio prendendomi per la vita.
Il cuore mi accellerò. Il respiro era irregolare.
-Ehm, n-no- risposi io titubante.
-Allora andiamo. – sussurrò ancora al mio orecchio. Se voleva farmi morire quello era il modo giusto. Mi prese per mano e mi portò in camera. Che cosa voleva fare adesso?
Mi staccai da lui, presi la mia borsa e andai in bagno a cambiarmi. Quando uscii Edo era già nel letto.
Entrai anch’io e mi raggomitolai sotto le coperte. Rabbrividii.
Edo mi prese e mi avvicinò a lui.
Sentivo completamente il suo corpo, era caldo e mi dava un senso di sicurezza essere nelle sue braccia in quel modo.
Sentivo il suo respiro tra i miei capelli.
Ad un certo punto mi girai per guardarlo negli occhi.
Restammo a fissarci per qualche minuto.
-Che c’è?- mi chiese con voce sensuale. Non so se se ne rendeva conto di quella sua voce così bassa e roca. Gli sarei saltata addosso in quel momento.
-Niente. Non posso guardarti?- chiesi arrossendo.
-Certo che puoi.- si avvicinò e mi baciò.
Con la mano destra mi teneva dalla guancia, l’altra vagava per la mia schiena.
Piccoli brividi mi percorsero.
Non so perché, ma istintivamente mi portai sopra di lui. Gli andai a cavalcioni continuando a baciarlo.
Non sapevo esattamente cosa stessi facendo, ma mi sentivo bene.
Ad un certo punto lui si mise a sedere con ancora me in braccio.
Mi scostò leggermente la maglietta del pigiama cominciando a baciarmi il collo.
Mi piaceva, eccome se mi piaceva.
Mi sarei fatta fare qualsiasi cosa da lui, qualsiasi.
Con le mani lentamente passò sotto la mia maglietta.
Aveva le mani calde, io il corpo freddo. Quel contatto caldo-freddo mi provocò ancora più brividi.
Mi tolse la maglietta e rimasi in reggiseno, ma……
Improvvisamente mi bloccai.
Lo fermai.
-Non possiamo. – gli dissi con il fiatone.
-E perché?- mi chiese non riuscendo a capire quel mio improvviso cambio di direzione. In fondo ero stata io a cominciare, ero stata io a mettermi a cavalcioni su di lui, ero io che avevo iniziato quella cosa ed ero io ora che volevo farla finire.
-Scusa, ma non………mi……cioè…
-Si, va bene. Tranquilla. Io aspetto solo te. – mi diede un bacio delicato e quando ci staccammo tornai sul letto.
Lui mi abbracciò da dietro.
-Buona notte piccola. – disse lasciandomi un bacio tra i capelli.
-Notte.
Non so cosa mi ero preso a lasciarmi andare così, ma la cosa che non riuscivo a capire davvero, era come mai mi ero fermata. C’era qualcosa che mi bloccava, che mi impediva di continuare, avevo come la strana sensazione che non fosse il momento giusto e, per una volta, avevo seguito una mia sensazione.
Poco dopo le mie riflessioni, mi addormentai tra le braccia di Edo, che mi stringeva e mi scaldava, facendomi addormentare con un sorriso ebete sulla faccia.

 

 

 

 

Ciao! Eccomi di nuovo qua. Di un paio di giorni in ritardo, ma ci sono. XD
Ma solo a me la scuola sta uccidendo? -.- No, ma davvero. Verifiche su verifiche. -.- Per fortuna questa settimana ne ho solo una -.- Va be, la smetto e vado avanti.
Ah sì, voglio dire una cosa prima di fare il mio monologo: se recensite subito, potrei farvi una sorpresa postando prima il prossimo capitolo =) Dipende tutto da voi, girls.
Che ve ne pare di questo capitolo? Eheh. POV Ary, giorno prima del matrimonio. L’aria è alquanto surriscaldata. Edo comincia ad avere voglia di approfondire il rapporto con la nostra Ary. Lei? Be, lei sembra apprezzare, ma poi prende paura e si tira indietro. Arriveranno i nostri carissimi ad approfondirlo questo rapporto? Eh non si sa.
Mi sembra di avervi già anticipato che nel capitolo del matrimonio succederà qualcosa che metterà in crisi la nostra coppia =( Purtroppo. E mi dispiace anticipare che il capitolo si sta avvicinando sempre di più. =)
E Ila e Simo? Be, vanno di bene in meglio, anzi, vanno alla grande. Sono ormai una coppia collaudata quasi. Ahahahah. Ma quello che avete letto in questo capitolo è niente in confronto a quello che leggerete nel prossimo capitolo. Piccolissimo spoiler, anche se non lo è tanto. Il prossimo capitolo è POV Ila, giorno prima del matrimonio e vedremo tutto quello che è successo dal suo punto di vista, le sue sensazioni e cosa succederà quando lei e Simo andranno a dormire. Succederà qualcosa. Eheheh Basta. Mi sto allargando troppo. Ahahah
Va be, la smetto di parlare e ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate. Davvero grazie ragazze. =)
Ringrazio anche le ragazze che mi hanno aggiunto come autore preferito. =)
Ricordo che ho pubblicato due nuove storie nella categoria Twilight. Se vi va di leggerle, andate nella mia pagina autore.
Passo a recensire le vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeee, sì. Nel fringuello ho detto che Simo non ti ha mai voluto. Ahahah Ma tanto a te, non importa molto. Ormai stai pensando a Jasper.
Oddio, eresia. O.O Jasper più erotico di Simo? Ma questo mai. MAI. MAI. MAI. Simo è Simo. Simo è tutto erotico. Simo è tutto bello. -.- Ma anche Jasper non scherza. Ahahaha Ma Simo è il top del top. Ahahah
Sai che ho voglia di fare shopping? Una voglia di spendere soldi a go go. Di spendere e spendere. Peccato che i soldi manchino =( Che disdetta. =( Voglio scarpe, magliette, felpe, cappellini, accessori. Di tutto.
Oddio, non mi parlare di Londra. =( Tra un po’ partirai. =( Non mi ci far pensare. =( Be, una cosa positiva ci sarà. Quando tu sarai in Inghilterra io andrò a dormire abbastanza presto. Ahahahah
Be, anch’io lo detesto Matteo. Lo detesto anche nella realtà. Ahahah. Non è vero. Ahahah. Non lo detesto. Mi è indifferente. Ahahah. Non ci sarà una prossima volta. È stata solo una piccola comparsa per nostra fortuna, ma soprattutto per la sua. Perché sono sicura che Simo non lo avrebbe risparmiato la volta dopo. Ahahah.
Edo anche a me attizza parecchio. Ahahahah. Soprattutto quando la situazione comincia a scaldarsi. Ahahah. Ma io rimango sempre con Simo.
Ci sentiamo tra poco, Geme. Un bacione. Ti voglio bene ^_^
CrisAngels: Ciao! Immagino che l’università sia pesante. Ne sto sentendo talmente tante sull’università che se anche avessi avuto un minimo, ma minimissimo pensiero di andare all’università, non ci andrò più XD Comunque, consolati, anche per me la scuola è pesante, soprattutto per il fatto che devo farmi quasi un’ora di pullman per tornare a casa =( Che brutto. =( E poi verifiche su verifiche.
Ma non fermiamoci a pensare a queste brutte cose. Io ho voglia di fare shopping in questo momento. Ahahah.
Sinceramente, rileggendo adesso il capitolo, mi sarebbe piaciuto scrivere una bella rissa, ma non mi sembrava il caso. Alla fine, Matteo è solo un ex rompi scatole, ma che non prova più nulla per la Ila. È solo uno stronzo in pratica. XD Quindi la scazzottata sarebbe stata bellissima da leggere, ma non indispensabile.
Da quanto hai potuto leggere, la Ary ed Edo si stavano spingendo un po’ oltre, ma poi la Ary si è fermata. Tutto per paura. Ti metto una piccola pulce nell’orecchio: avrà fatto bene? Un bacione. Alla prossima ^_^
ColeiCheAmaEdward: Ma buonaseraaaaaaaaaaa! Giuro che un giorno alla Ary glielo farò indossare un vestito, anche a costo di legarla e vestirla io stessa. Ahahahah
Il bacio passionale sull’auto ci ha lasciato alquanto accaldate, vero? Soprattutto a te. Ahahahah *ammicca*
Quel giorno arriva Ary, tranquilla, che arriva, ma non subito. Ahahahah
TheDreamerMagic: Ciao cara! Ti stavo dando per dispersa. Ahahahah Certo che è importante anche il ruolo di essere l’ultima a recensire. È importante come è importante quella che recensisce per prima. =)
E se non ti dovessi perdonare che fai? Eheh. Non ti perdono, anzi, mi offendo. =( Per fortuna che non ho postato domenica altrimenti non eri nemmeno l’ultima. Hai pensato a questa cosa? Non saresti stata l’ultima. Ahahah No, aspetta. Ahahaha Sto facendo un discorso senza senso. Ahahahah.
Sono contenta che questo capitolo ti abbia divertito. Lo scopo era quello. Diciamo che volevo farti sorridere prima che succeda il fini mondo. Ahahah No, dai. Spero che divertirai anche nei prossimi capitoli e che ti sia divertita anche con questo. =)
Mi dispiace, ma il matrimonio si sta avvicinando sempre di più. Pensa che con questo capitolo ne manca solo uno a quel fatidico giorno XD Sì, mi sento molto stronzo. Ahahah. Comunque, dai. Ti dico che il fini mondo vero e proprio, avverrà nel capitolo 41 =) Quindi, rilassati. Non manca così poco.  
Comunque, quello che si sposa è il fratello di Edo. XD Un bacione. Alla prossima ^_^
 
 
 
Alla prossima ^_^

 

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Capitolo 39
*** Paure inutili ***


Capitolo 37

Paure inutili

Ila POV
Ero davanti allo specchio di casa mia che mi stavo mettendo la matita ed ero stranamente in ritardo. Dovevamo andare a casa della Ary a prenderla per poi andare a casa di Simo per passare una giornata con lui ed Edo. Il giorno dopo ci sarebbe stato il matrimonio del fratello di Edo ed avevamo deciso di andare tutti a dormire da Simo per fare prima.
Avevo preparato tutto, la borsa con dentro i ricambi e l’altra borsa per il matrimonio. Avevo tutto, assolutamente tutto, mi sembrava di tornare indietro a quando stavo preparando la borsa per passare qualche giorno in ospedale con Simo.
La piccola differenza era che in quel momento io e lui non stavamo insieme, invece adesso sì.
Scesi di corsa e partimmo a prendere la Ary.
In macchina mia mamma si lasciò andare alle sue piccole raccomandazioni, finché non arrivammo a casa di Simo.
Appena mia mamma frenò davanti a casa, Simo ed Edo erano già fuori dalla porta ad aspettarci.
-Ciao ragazze. Divertitevi e mi raccomando. – sempre premurosa la mia mammina.
Simo mi prese per mano e mi portò dentro in cucina, dove appoggiai la borsa.
-Ciao.- mi sussurrò a pochi centimetri dal mio viso, le sue mani mi teneva in viso.
-Ciao.- sorrisi per poi baciarlo.
Ed ecco un flashback di quel giorno a casa dei miei nonni, in cui io e lui ci eravamo lasciati un po’ troppo andare, anche se la cosa mi era piaciuta parecchio. Volevo andare avanti continuare e arrivare fino al punto in cui lo avremmo fatto. Volevo lui. Avevo voglia di lui e questo era tutto quello che contava, ma lui decise di fermarsi e forse fu anche meglio così.
-Allora, come stai?- mi chiese sorridente.
-Bene, grazie tu?
-Benissimo. Stanotte ti ho sognato.
Non dirmi che lo stavamo facendo.
Mi sembrava tanto una di quelle scene “Sai stanotte ti ho sognato” “E cosa facevamo” e intanto alla persona viene in mente la scena di sesso con quell’altra, mi sentivo in quello stesso caso.
-Be, lo stavamo facendo.- e chi aveva ragione? Il mio sesto senso non faceva cilecca nemmeno in quell’occasione.
-Ah si? Bene, mi sono persa qualcosa di importante non essendoci?- chiesi io cercando di essere maliziosa e di fare la voce più distaccata possibile.
-Eccome, sai com’è ho grandi doti io. – cominciai a ridere.
-Immagino. – stavo morendo dal ridere.
-Cosa fai mi prendi per il culo?- mi chiese leggermente arrabbiato.
-No.- la mia risata era incontenibile.
-Ah, si? Mi prendi per il culo? Adesso ti faccio vedere io.
Mi caricò sulla sua spalla.
-Simo, mollami immediatamente. – cominciai ad urlare sbattendo le mani sulla sua bellissima schiena.
-Rilassati. – mi rispose ridendo. Ma che aveva tanto da ridere? Io non stavo ridendo, anche se poi ci avrei riso su.
Uscimmo dalla porta finestra e Simo si avviò verso la piscina.
Non avrà mica intenzione di buttarmi in piscina vero? Se lo fa, lo ammazzo.
-Non avrai intenzione di buttarmi in piscina vero?- tramutai il mio pensiero, in una domanda.
-E se anche fosse?- e se anche fosse cosa? Mai pensato che la sottoscritta potrebbe tenere il cellulare nella tasca dei pantaloni?
-Ho il telefono nella tasca dei pantaloni, scemo.- alzai ancora di più la voce.
-In  quale tasca?- mi chiese lui fermandosi improvvisamente.
Non mi ero accorta della presenza della Ary e di Edo, fino ad allora, sentivo le loro risate che assistevano divertiti alla scena.
-La destra, ovviamente.- dove lo metteva lui il cellulare? La maggior parte delle persone, mette sempre il cellulare a destra (fateci caso)
Lo sentii infilarmi una mano nella tasca destra. Sgranai leggermente gli occhi a causa di quel gesto,ma non gli dissi niente.
Prese il cellulare e lo lasciò sulla sedia a sdraio lì vicino.
Ma era mai possibile che ero caricata su una spalla, e che spalla, come un sacco di patate?
Simo cominciò a correre verso la piscina e si tuffò con me sulle spalle.
La sensazione del rumore che sentii sott’acqua mi invase.
Avrei voluto rimanere lì sotto per sempre, ma i miei polmoni richiedevano già ossigeno, così riemersi.
Quando tornai in superfici, vidi Edo correre con in spalla la Ary come un sacco di patate, per poi tuffarsi.
Era divertente vederla da fuori la scena, però. Ridevo come una scema.
-Scusate, ma fare il bagno come le persone normali, in costume era difficile?- chiesi io. Eravamo vestiti. Non che non avessi mai fatto il bagno vestita, ma era leggermente fastidiosa la cosa, soprattutto perché mi sentivo tutto i vestiti aderire al mio corpo e mi dava fastidio.
-A quanto pare si.- risposa la Ary ricominciando  a ridere.
Era felice, mi piaceva vederla così. Finalmente la vedevo raggiante e felice sul serio.
Stavamo facendo battute, scherzando, ma ad un certo punto un brivido di freddo mi invase.
Dissi che sarei andata su perché avevo freddo e Simo mi seguì.
Simo appena entrai in casa mi prese per i fianchi e mi tirò verso di sé.
-Adesso vieni a leccarmi il culo?- gli chiesi – mollami.
Mi lasciò andare. Io salii per le scale di corsa e mi fiondai in bagno.
Lui bussò alla porta.
-Non hai voglia di fare le coccole con me?- mi chiese con la voce talmente dolce e sensuale che se avessi ceduto solo un attimo, gli avrei detto di sì, ma non dovevo cedere. Dovevo smetterla di cedere ogni volta che lui faceva qualcosa.
-No, voglio farmi una doccia. Se non mi avessi buttato in piscina, adesso potremmo farci le coccole insieme.
-Quindi, è colpa mia?
È no, se no di chi? Chi era stato a buttarmi in piscina vestita? Di certo non mi sono caricata in spalla da sola e non mi sono buttata in acqua.
-Adesso, faccio una doccia e se ti azzardi solo ad entrare non sai cosa ti faccio.- gli intimai, anche se, in un certo senso, avrei voluto che entrasse da quella porta di soppiatto.
-Ok, lo giuro che non entrò. Mi metto a giocare alla play.
Aprii l’acqua della doccia e cominciai a spogliarmi.
Mi misi sotto il getto caldo e mi lasciai andare ai miei pensieri.
Ripensai a quegli ultimi mesi, a come Simo fosse riuscito a fidarmi di lui o forse lo avevo sempre saputo che di lui potevo fidarmi. Erano cambiate tante cose negli ultimi mesi, non sarebbe potuto andare meglio. Con Simo non mi sentivo forzata per fare niente, non mi sentivo obbligata a fare qualcosa che non volevo fare e, la cosa più importante, era che ero completamente me stessa, in tutti i miei lati, anche quelli da pazza sclerata, ero semplicemente io, io e basta e questa cosa mi piaceva. Non dovevo fingere, non dovevo trattenermi, non mi sentivo in dovere di nascondere certi miei lati ed era una sensazione stupenda.
Non so quanto tempo passò. So solo che quando spensi l’acqua della doccia, sentii le voci della Ary e di Edo. Erano arrivati finalmente.
Uscii dalla doccia e presi l’accappatoio appeso lì in parte ed andai fuori.
La Ary mi guardò.
-Da quanto siete arrivati?- chiesi.
-Pochi minuti. – fece un sorrisino beffardo, per poi ricominciare a parlare - vedo che stranamente ci hai messo poco a fare la doccia. – cominciò a ridere. Che cosa c’era da ridere? E soprattutto che senso aveva la sua ultima frase? Ci avevo davvero messo così poco? Sinceramente non lo sapevo sotto la doccia perdo la cognizione del tempo e non so quanto sto dentro.
-Be, per la verità è da quando siamo saliti che era dentro. – guardai Simo, era in un certo senso offeso che non avessi voluto passare del tempo con lui, ma non mi importava più di tanto, volevo fare una doccia e l’avevo fatta. Non potevo lasciare a casa le mie battutine, però.
-Avevo paura che mi stuprasse e allora mi sono chiusa in bagno. – gli dissi per provocarlo. Sapevo che avrebbe ceduto alla tentazione di rispondermi. Mi piacevano quegli scambi di battutine, scherzi e giochi, rendevano meno monotona la cosa.
-Ah, si. Certo. Adesso sono io quello che vuole stuprarti? Vorrei ricordarti cosa è successo a casa dei tuoi nonni quando abbiamo fatto il pranzo, piccola tentatrice- mi rispose lui ancora concentrato a giocare alla play con Edo.
Ma come si permetteva di tirare in ballo una storia di un mese prima quasi? E poi, io volevo stuprarlo in quel frangente? Ma se era lui che aveva iniziato.
-Io? Cosa ho fatto? Cos’è successo a casa dei miei nonni?- cercai di fare la voce da angioletto e di fare una faccia da cane bastonato. Non so se mi venne bene o meno, lui non mi stava guardando.
La Ary mi guardava, in un certo senso, sconcertata. Ops. Non le avevo mai parlato di cosa era successo tra me e Simo quel giorno. Ecco perché mi guardava così, perché non riusciva a capire di cosa stessimo parlando.
-No, certo tu non hai fatto niente. Ho fatto tutto io.
Si, hai fatto tutto tu, bellissimo rincretinito.
-Si, hai fatto tutto tu. Vorrei ricordati che hai iniziato tu,non io. – ma perché stavamo semi-discutendo poi?
-Se tu non mi avessi messo le mani nei capelli, non saremmo arrivati fino a quel punto. – mise il gioco in pausa.
Ops. Be, si quello era stato un mio “errore”, mi ero lasciata leggermente trasportare dalla situazione.
-E se tu non fossi arrivato a rompere le palle, non sarebbe successo niente va bene? Il bello è che sembra che sia successo chissà che cosa, ma alla fine non è successo un cazzo.- stavolta alzai leggermente la voce per enfatizzare il fatto che non avessimo fatto niente di strano, ci eravamo solo baciati santo cielo, dovevamo fare tutta quella scena?
-Perché mi sono trattenuto dal farti mia in quel preciso istante sul ripiano della cucina, con gente che stava a pochi metri di distanza da noi. – rispose lui continuando a guardarmi.
Io ero scioccata, non pensavo che si fosse trattenuto così tanto e poi il termine “farti mia” detto dalle sue labbra, mi piaceva tantissimo.
Lui ad un certo punto, in imbarazzo e arrossendo, distolse lo sguardo e tornò a giocare. La Ary era scioccata quanto me, Edo rideva, ma cosa aveva da ridere quello?
-Cos’hai detto?- la mia voce sembrava più un sussurro.
Non mi rispose. Era ancora leggermente rosso e non si girò nemmeno a guardarmi.
-Simo, mi dici cos’hai appena detto?- gli richiesi in modo dolce e tranquillo.
-Niente. Non ho detto niente.
-Sia chiaro che non finisce così.- presi la mia roba e me ne tornai in bagno.
Ma avevo davvero capito bene? Si era davvero trattenuto così tanto, da non farmi sua in quell’istante? Non pensavo di averlo fatto destabilizzare così tanto, cioè non avevo fatto niente di speciale.
Ero immersa nei miei pensieri quando sentii squillare il cellulare di Simo. Non mi soffermai molto a cercare di capire con chi stesse parlando, sinceramente non stavo neanche ascoltando.
-Tentatrice, tu cosa vuoi?- urlò dal letto.
- Patatine anche io come la Ary- urlai per farmi sentire. Aprire la porta era un optional ovviamente.
Tra le cose che avevo preso prima, mancava il pigiama. L’unica cosa asciutta che avessi a disposizione.
Uscii dal bagno con il mio costume bianco.
-Vuoi fare un altro bagno?- mi chiese Simo. Dovevo ridere? Si credeva simpatico?
-No, ma siccome non voglio rischiare di rovinare l’intimo che devo mettere domani, l’unica cosa asciutta che ho è il costume. – gli feci un sorrisino tirato per fargli capire quanto quella cosa mi dava davvero fastidio.
Ero di spalle, stavo trafficando nella borsa.
Sentivo uno sguardo che indugiava su di me, ma non volevo indagare e soprattutto non volevo girarmi con la convinzione che fosse Simo e poi magari non era nemmeno lui.
-Simo, hai perso. – disse Edo a Simo, ma stranamente lui non reagiva. Che stava combinando quello scemo?
–Simo? Simo sei tra noi? Simo?- di nuovo Edo.
In quel momento mi girai e mi trovai Simo che mi guardava con una faccia da scemo ed Edo che gli sventolava una mano davanti alla faccia per farlo riprendere.
-Che cazzo ti guardi pervertito- dissi lanciandogli il pigiama dritto in faccia.
-Stavo ammirando.- mi rispose lui con una faccia da pesce lesso che non avevo mai visto fare da nessuno.
-Bene, ammira finché puoi tanto non lo vedrai molto presto questo corpo. – si, avevo intenzione di non cedere a nessuna tentazione, a nessun tipo di provocazioni o quant’altro. Quindi, non avrebbe nemmeno mai visto il mio corpo, a parte in casi eccezionali, come fare il bagno in piscina.
Gli passai davanti cercando di fare dei movimenti sensuali e, prendendogli il pigiama dalle mani, tornai in bagno.
Poco dopo entrò in bagno anche lui.
-Scusa? Cos’è che non vedrò per un po’?- mi chiese un po’ sconcertato e forse arrabbiato, non riuscivo a capire bene, ma ero di spalle e quindi non lo vedevo.
-Questo. Quello che vedi in questo momento. – gli risposi indicando il mio corpo. Non che fosse il massimo dei corpi, intendiamoci. Non ero di certo la classica magra, per niente proprio.
-Ah si? Bene, vedremo.- uscì sbattendo la porta.
Cos’avevo scatenato la guerra?
Ad un certo punto mi accorsi che non c’erano più voci in camera.
Uscii dal bagno e trovai Simo ancora alla play.
-Dove sono andati quei due?
-Sono andati giù, è arrivata la pizza.- mi rispose senza guardarmi.
-E come mai tu non sei sceso?- c’era qualcosa che mi puzzava.
-Perché volevo aspettarti.- si girò e mi fece un sorriso.
Mi preoccupava quel sorriso, sembrava tanto beffardo e vendicatore.
Si alzò di scatto dal letto, mi prese in spalla e mi buttò nella doccia.
-No, fermo. Fammi togliere almeno il pigiama.- lo supplicai.
Si, lo stavo supplicando. Io che supplicavo lui, ma dove ero finita?
-Ok, toglilo.- sembrava davvero uno di quei generali in guerra, un generale molto figo, dovevo aggiungere.
Mi tolsi il pigiama e lui immediatamente aprì l’acqua della doccia.
L’acqua era gelata, cercai di non urlare. Non volevo dargli la soddisfazione di vedermi urlare per l’acqua gelata.
Non provai neanche a scappare, non sarebbe servito a niente, mi avrebbe ripresa senza problemi.
Lo vidi uscire dal bagno per poi tornare qualche minuto dopo.
-Tieni, mettiti questi. Veloce che ti aspetto.- mi allungò una confezione di Victoria Secret. Era un intimo. Be, dai, almeno era stato gentile a portarmi della biancheria pulita.
Velocemente mi spogliai, mi cambiai ed uscii indossando di nuovo il pigiama.
Sentii lo sguardo di Simo su di me, lo guardai e poi me ne andai dalla stanza.
Scesi velocemente e trovai già tutti in cucina.
Ovviamente le domande non mancarono, del perché ero in pigiama e cose varie. Simo spiegò anche a sua mamma di avermi prestato dell’intimo che, da quanto avevo capito, non era mai stato usato.
Ale ci consegnò le nostre pizze.
Cominciammo a mangiare dopo che io ebbi rubato un frutto di mare a Simo e lui mi ebbe rubato una patatina. Poi ci furono battutine su battutine finché la Bea non chiese ad Edo come stavano i suoi.
Da quel momento mi distaccai completamente dalla conversazione. Mangiai in silenzio, cercando di sembrare presente anche se in realtà non c’ero. Non stavo pensando a niente in particolare, ero solo immersa nel vuoto e basta.
Improvvisamente sentii una mano sulla mia gamba che lentamente mi accarezzava. All’inizio ebbi un brivido, poi cercai di riprendere il controllo di me stessa.
Era Simo, mi stava provocando ed io non dovevo cedere.
Sapevo che la mia faccia in quel momento non era delle migliori: mi stavo sforzando di non fare o dire niente e soprattutto sto scemo, mi stava facendo i grattini sulla gamba.
Notai lo sguardo della Ary indugiare su di me. Sapeva cosa stava succedendo, ormai mi conosceva benissimo, ma la cosa che mi lasciava letteralmente a bocca aperta, era il comportamento di Simo, totalmente distante e impassibile, sembrava non farci nemmeno caso, anche se sapevo che stava ridendo sotto i baffi.
Mi girai di scatto, ad un certo punto, e lo guardai male. Per tutta risposta lui propose di farci un bagno, ignorando completamente la mia fulminata.
Andammo in camera a cambiarci. Entrai immediatamente in bagno e mi chiusi dentro a chiave.
Simo poco dopo bussò.
-Da quand’è che ti chiudi dentro?- mi chiese lui.
-Da quando non voglio che tu entri in bagno da un momento all’altro.
Mentre parlavo con lui, mi spogliai e mi misi il costume.
Quando aprii la porta, mi trovai a pochi centimetri dalla mia faccia Simo.
-Sei arrabbiata con me?- mi chiese con un sorrisino divertito.
-No, per niente. perché dovrei essere arrabbiata con te?- forse perché mi aveva cacciato sotto la doccia? O forse perché mi voleva provocare davanti a tutti per farlo apposta? Be, erano tutti dei buoni motivi per essere arrabbiata con lui.
-Perché ti ho buttato sotto la doccia e perché ti stavo provocando davanti a tutti.
-Si, sono arrabbiata con te, per queste cose va bene?- ero arrabbiata, ma lui, con un sorriso, si avvicinò a me e mi baciò. All’inizio opposi resistenza, ma come potevo apporre resistenza a lungo a quelle labbra? Impossibile.
Restammo a baciarci per un po’, cercando di mantenere il controllo della situazione.
Mi staccai da lui ed andai in cucina, dove trovai la Ary che parlava con la Bea.
-Adesso sono gli uomini che arrivano in ritardo?- in effetti mancavano proprio i due uomini. La Ary e la Bea cominciarono a ridere. Che fine avevano fatto?
La Ary indossava un bikini blu che le stava davvero bene, Edo sarebbe stato contento della visione.
Arrivarono anche gli altri due e quando entrarono in cucina.
La mascella si staccò completamente dalla mandibola.
Avevo davanti due uomini perfetti.
Uno alto, moro, occhi scuro, con la scritta “stronzo” scritta a caratteri cubitali sulla faccia, anche se si era leggermente addolcito dalla prima volta che lo avevo visto. Fisico leggermente palestrato, spalle larghe come piacevano a me. Era perfetto con quella sua pelle olivastra. Pantaloncino nero metteva in mostra le gambe.
L’altro alto, castano scuro, occhi verdi con quel sorriso stampato in faccia. Fisico slanciato e palestrato, ma non troppo. Spalle abbastanza larghe, anche se non come piacevano a me, ma era perfetto. Con la pelle leggermente abbronzata che gli faceva risaltare gli occhi. Un pantaloncino blu notte che lo copriva fino a metà coscia.
Io e la Ary eravamo completamente imbambolate a guardarli.
Io non riuscivo a staccare gli occhi da Simo, dal suo corpo, dai suoi occhi. Ero completamente attratta da quel uomo. Si, perché era un uomo, a 21 anni io uno lo consideravo già uomo e lui lo era. O meglio loro lo erano.
-Ragazzi? La piscina è fuori. – disse la Bea cominciando a ridere.
-Cosa?- domandammo tutti insieme continuando a guardarci negli occhi l’uno con l’altro.
-Che la piscina è fuori. – continuava a ridere.
-Ah, si giusto. Ragazzi, andiamo.- disse Simo riprendendo il controllo, anche se continuava ad avere lo sguardo legato al mio.
Si avvicinò a me e mi prese per mano per portarmi fuori.
Si mise a sedere su una sdraio e mi fece sedere in mezzo alle sue  gambe completamente appoggiata a lui.
Sentivo il petto contro la mia schiena, le sue braccai intorno alla mia vita, il suo respiro nei miei capelli. Adoravo tutto di lui o forse lo amavo? Non lo sapevo, ma forse era così.
Poco dopo arrivarono la Ary ed Edo mano nella mano.
Edo la prese da dietro e la buttò in piscina da sola stavolta.
Mi misi a ridere, ma più il tempo passava e più mi stavo preoccupando. Non tornava più in superficie, non vedevo movimenti strani.
Decisi di fare un tuffo a bomba, tanto per divertirmi e controllare la situazione.
-Bombaaaaaaaaaaaa – mi misi ad urlare proprio mentre la Ary tornò in superficie.
Mi tuffai sollevata dal fatto che non le fosse successo niente.
Ero talmente scema, che mi ero dimenticata di chiudere la bocca entrando in acqua. Così avevo bevuto un sacco di acqua e tornando in superficie la prima cosa che feci fu tossire.
Vedevo tutti che mi guardavano con una certa aria divertita.
-Non dirmi che hai bevuto.- mi chiese la Ary. E che problemi c’erano se avevo bevuto? Capita a tutti.
-E anche se fosse? Mi sono dimenticata di chiudere la bocca prima di toccare l’acqua, va bene?- risposi un po’ acida e contrariata dalla sua affermazione- domanda.
Scoppiarono tutti a ridere.
Come erano simpatici, ridevano di me. Che bella gente che avevo conosciuto.
-Cosa fate mi prendete per il culo?- chiesi facendo l’offesa. Mi dava fastidio quando le persone mi prendevano per il culo. Lo odiavo come atteggiamento.
Uscii dalla piscina e andai a sdraiarmi su una sedia a sdraio, da sola, senza Simo. Volevo prendere un po’ di sole, non me l’ero presa davvero.
Non so come, ma sentii che Simo si stava per avvicinare.
-Non ti azzardare a muovere un passo verso di me.- lo intimai. Non sapevo davvero come avevo fatto a sentirlo.
Avevo gli occhi chiusi ed ero pure in una posizione sfavorevole per vederlo, quindi come avevo fatto? Certe volte mi stupivo davvero di me stessa.
-Ma……come fai a sapere che sto arrivando?- mi chiese lui scioccato.
E se ti dicessi che non lo so neanche io mi prenderesti per pazza?
Era probabile e di certo non un problema, mi ero sentita dare della pazza tante volte, una volta in più non contava tanto.
-Io so tutto ricordatelo.- cercando di mantenere un’aria altezzosa e da stronza, anche se stavo scherzando ed un sorriso mi comparve sulle labbra.
Qualche minuti dopo venni raggiunta dalla Ary.
Parlammo delle nostre cose e ridemmo e scherzammo, come non facevamo più da tempo. Da quando erano arrivati i ragazzi io e lei passavamo difficilmente dei momenti insieme, anzi dei pomeriggi, perché di momenti ce n’erano tantissimi, ma di pomeriggi era un sacco che non ne facevamo.
Parlammo delle nostre cose e i ragazzi non ci disturbavano più di tanto, anche se qualche volta facevano un giretto per poi tornare al loro posto.
Il pomeriggio passò così mentre io mi gustavo il dolce sole pomeridiano di una giornata di giugno.
Per cena mangiammo un piatto di pasta tutti insieme e discutemmo su che film avremmo potuto volere. Ovviamente la scelta era tra un film d’azione più da uomini o un film romantico più da donna.
Scioccammo tutti quando io e la Ary proponemmo Fast and Furious: solo parti originali, però quasi tutti furono d’accordo.
Dall’inizio del film io e la Ary ci lasciammo andare ai nostro soliti commenti sui protagonisti e sulle varie macchine.
Poco dopo si unì anche la Bea, facendo delle notevoli lodi ai protagonisti.
Facemmo sfrattare gli uomini e ci sedemmo tutte sullo stesso divano.
Mi ero davvero divertita tanto, non avevo mai riso così.
Ogni tanto lo sguardo mi cadeva sul profilo di Simo illuminato dalla luce della televisione. Era ancora più bello in quella penombra.
Gli sarei saltata addosso se avessi potuto.
Mi scopriva quasi sempre che lo guardavo, ma non mi rispondeva, mi sorrideva e poi tornava a guardare il film, per poi guardare me ed io sorridere a lui.
Passammo la maggior parte del film a fare così, ma ovviamente il film lo seguivo eccome.
Dopo che il film fu finito ci lasciammo andare agli ultimi commenti e decidemmo di andare a dormire.
Salimmo tutti, tranne Ale che aveva deciso di guardare un attimo le pratiche per una nuova causa.
Salimmo le scale ancora ridendo e scherzando.
-Buona notte, ragazzi. Mi raccomando, riposatevi che domani sarà una giornata lunga.- disse la Bea fermandosi davanti alla porta della sua camera.
-Buona notte. Ci vediamo domani.- dicemmo all’unisono. Mi sentivo tanto una bambina dell’asilo in quel momento, che rispondeva in coro con gli amichetti ad una domanda della maestra.
La vidi entrare nella sua stanza.
-Allora, ragazzi. Buona notte.- decisi di salutare velocemente la Ary ed Edo, non perché avessi voglia di passare del tempo da sola con Simo, solo perché avevo sonno, tanto sonno. Il sole, il bagno in piscina e tutto il resto, mi avevano messo stanchezza.
Ero in camera. Sinceramente non sapevo cosa fare, se mettermi nel letto o andare in bagno. Mi sentivo in un certo senso in imbarazzo e non riuscivo a capire come mai.
Pochi minuti dopo entrò anche Simo.
Io ero ferma a guardare il letto, persa a cercare di capire cosa volessi fare.
Rimasi a fissare il letto.
-Cosa stai facendo?- mi chiese Simo alle mie spalle. Sapevo che era lì, ma non pensavo che avrebbe parlato. Sussultai leggermente.
-A cosa pensi?- la sua voce si fece ancora più bassa e roca. Sentivo la sua presenza ancora più vicino.
-A qualsiasi cosa.- cercai di rispondergli con un tono pacato e normale, ma verso la fine la mia voce si incrinò.
-E tra queste cose ci sono anch’io?- mi prese per la vita e mi attirò a se, destabilizzandomi completamente. Cioè era una domanda da fare? Era ovvio che nei miei pensieri ci fosse anche lui.
Sentivo il suo respiro nei miei capelli, per poi penetrare nella mia pelle. Un brivido mi invase la schiena.
Non gli risposi. Oltre al fatto che non sapevo se dirgli la verità o se dirgli una bugia solo per provocarlo, ma decisi di tacere.
-Come mai non mi rispondi?- mi chiese posando le labbra sul mio orecchio. Un altro brivido mi percorse.
Cosa gli avrei risposto? Cioè che cosa potevo dirgli?
Rimasi zitta nuovamente, assaporandomi le sue labbra che mi baciavano il lobo dell’orecchio per poi scendere al collo.
Ok, stavamo incominciando davvero male. Avevo detto che non avrebbe rivisto il mio corpo per un bel po’ e non lo avrebbe rivisto, ma se faceva così era altamente impossibile fermarsi.
Le sue mani erano ancora sui miei fianchi, le sue labbra vagavano sul mio collo.
Io ero un brivido unico, mille scariche elettriche mi invadevano il corpo.
Mi girai di scatto e lo baciai.
Non potevo sopportare di non sentire quelle labbra sulle mie, di non sentire il suo respiro nella mia bocca e di non poter giocare con il suo piercing.
Lui mise le mani sul mio fondoschiena, indugiando leggermente, ma facendo una certa presa per avvicinarmi di più a lui.
Sentivo il suo corpo a contatto con il mio, potevo sentirlo benissimo e forse il fatto che fossi solo con la maglietta del pigiama, non migliorava la situazione.
Continuando a baciarci, ci avvicinammo lentamente al letto fino a quando non mi trovai completamente sdraiata con lui sopra.
Le sue mani cominciarono a vagare per il mio corpo ed io l’unica cosa su cui sapevo concentrarmi era la sua eccitazione contro la mia coscia. Cercai di riprendere leggermente il controllo di me stessa per non concentrarmi unicamente su quella parte, ma anche su tutto il resto.
Le sue labbra, in quel momento, erano all’inizio dell’incavo del mio seno.
Il mio fiato ormai era inesistente.
Le sue mani esperte mi sbottonavano lentamente i bottoni della maglietta.
Non so come mai, ma mi venne in mente, che probabilmente aveva fatto quel gesto con un centinaio di ragazze e questa cosa mi bloccò.
Gli bloccai le mani, lui alzò il suo sguardo pieno di desiderio, per puntarlo nei miei occhi.
Non so che espressione avessi, so solo che mi sentivo terribilmente triste ed amareggiata, ma non riuscivo a capirne il motivo.
Eravamo completamente immobili che ci guardavamo negli occhi, la mia mano ancora appoggiata alla sua per bloccarlo.
-Che c’è?- mi chiese con un po’ di fiatone.
Scossi la testa, ma avevo capito dal suo sguardo che non mi credeva.
-Scusa.- gli seppi solo dire. Non sapevo come giustificare il mio comportamento.
Mi guardava ancora con uno sguardo pieno di desiderio, ma era leggermente preoccupato.
Mi sollevai leggermente e lui si alzò lasciandomi libera di andare in bagno.
Quando entrai mi chiusi dentro e mi fiondai nella vasca idromassaggio vuota e mi rannicchiai.
Cominciai a pensare a quello che per stava per succedere prima: io e Simo uno sopra l’altra carichi di desiderio, ma improvvisamente io che penso che l’aveva fatto con altre centinaia di ragazze, che l’aveva fatto con altre e che poi se n’era andato. Una parte remota di me, pensava ancora che Simo avrebbe potuto farmi del male, avrebbe potuto farmi del male e quella remota parte, in quel momento, aveva fatto breccia nel mio cervello.
A parte questo fatto, avevo paura del confronto, che lui facesse il confronto con le altre con cui lo aveva fatto e che io non potessi reggere il confronto neanche se avessi voluto. Oltre per l’aspetto fisico, che decisamente erano l’opposto di me, ma anche per il fatto che loro fossero più grandi di me e che quindi avessero più esperienza nel campo “sesso”.
Io di certo in quella materia non ero molto afferrata, nella teoria andavo bene, ma nella pratica andavo…..be, non ne avevo mai fatta, quindi.
Rannicchiata nella vasca idromassaggio cominciai a piangere, cercando di non farmi sentire.
Avrei voluto uscire e farmi abbracciare da Simo, ma avevo paura che lui facesse domande a cui io non avrei saputo dare una risposta.
Quando mi calmai, andai a lavarmi la faccia ed uscii dal bagno.
Davanti alla porta c’era Simo che mi guardò con lo sguardo vuoto e triste.
Lo superai e mi infilai nel letto, rannicchiandomi.
Avrei voluto farmi piccola piccola e nascondermi da tutti, anche da lui.
Lo sentii alzare le lenzuola ed entrare nel letto.
Mi abbracciò da dietro, facendomi appoggiare con la schiena a tutto il suo corpo.
In quel momento mi immaginai lui nella stessa posizione con un’altra e ricominciai a piangere.
Lo facevo in silenzio, potevo già dormire, ma Simo non era come Mattia, che quel giorno lontano di più di due mesi prima, non si era nemmeno reso conto che stessi piangendo. Lui era Simo ed aveva capito cosa stava facendo.
Rafforzò ancora di più l’abbraccio ed io scoppiai a piangere singhiozzando.
Mi sentivo una bambina, una bambina che doveva essere protetta, non mi succedeva più da un sacco di tempo.
Io e Simo eravamo una cosa sola, uniti da un abbraccio così forte che quasi mi si bloccò la circolazione di tutto il corpo, ma avevo bisogno di quel abbraccio.
-Amore, passerà lo sai vero?- mi sussurrò all’orecchio, ma l’effetto della sua voce, mi fece singhiozzare.
Avevo paura che non sarebbe stato più mio, che improvvisamente mi avrebbe lasciato come aveva fatto con tutte le altre, ma la differenza tra me e le altre esisteva: il giorno dopo lui c’era ancora, anche se non lo avevamo ancora fatto, però tutte le volte che avevamo dormito insieme, lui la mattina c’era sempre.
Dovevo calmarmi per il mio bene. Non potevo piangere per una cosa così, era normale che lui avesse avuto altre ragazze (non così tante però) come era normale che ne avessi avuti anch’io prima di lui.
Ma la cosa mi sembrava diversa, io con gli altri non avevo fatto quasi niente, mentre lui con le altre chissà cosa aveva fatto. Questa cosa mi metteva tristezza, non avrebbe mai provato qualcosa di nuovo insieme a me, aveva già provato tutto, invece io avrei provato tutto con lui, era leggermente frustante la cosa.
Smisi di piangere, mi alzai ed andai in bagno, cercando di non incontrare lo sguardo indagatore di Simo.
Mi sciacqua la faccia, mi soffiai il naso e tornai in camera.
Mi misi sotto le coperte e mi misi nella stessa posizione di prima.
Simo mi abbracciò nuovamente, rimanendo in silenzio.
-Simo?- spezzai il silenzio con la mia voce tremante e roca.
-Dimmi, amore.- mi rispose.
-Spegneresti la luce?- sentii che il suo corpo si smollò leggermente come se gli fossero cadute le braccia. Sapevo che avrebbe voluto che io gli parlassi di che problema avevo, ma non fu così.
Spense la luce e tornò ad abbracciarmi.
-Simo?- lo chiamai di nuovo.
-Adesso devo riaccenderla?- mi chiese. Risi.
-No.
-Dimmi, allora.- si fece con il viso più vicino a me, finché non sentii la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla.
-C’è qualcosa che non hai mai fatto?
-In che senso?- ok, era più difficile di quanto avevo pensato.
Rimasi in silenzio.
-In che senso, amore?- mi richiese dolcemente.
-Nel senso……di……si……insomma…………nel senso di fare l’amore.- l’ultimo pezzo della frase lo sputai come se fossi stata una macchinetta.
-Non ho mai fatto l’amore io.- non capivo.
-Scusa?
-Non ho mai fatto l’amore, ho sempre fatto sesso, era solo sesso, solo ed esclusivamente puro piacere sessuale, non c’era sentimento.- mi rispose pacatamente.
-Ah, va bene. Va be……comunque…c’è qualcosa che non hai mai fatto facendo sesso?- si, la domanda era leggermente contorta, ma non riuscivo ad essere più chiara di così.
-Non riesco a capire dove vuoi arrivare.- lo sapeva benissimo invece, solo che non voleva rispondermi. Cominciavo ad odiarlo.
-Hai capito benissimo.- gli risposi un po’ acida.
-Be……Mmm…no, forse non c’è mai stato niente che non abbia fatto.-mi rispose.
A quella domanda le lacrime tornarono a pungermi agli angoli degli occhi.
-Be, non ho mai fatto l’amore. L’amore, amore, non sesso.
Be, era già qualcosa.
-Se dovessi farlo con te, sarebbe amore. – mi sussurrò all’orecchio.
Un piccolo sorriso mi increspò le labbra, ma non ero del tutto soddisfatta.
-Solo quello non hai mai fatto?- gli chiesi.
-Non mi sembra poco.
-Be, no, non è poco. Lo so, ma tipo c’è qualcos’altro che…non…hai….mai provato?- ma perché mi sentivo così in imbarazzo, io che di solito a parlare di sesso, non mi vergognavo nemmeno a pagarmi?
Rimase in silenzio.
-Si, c’è una cosa che non ho mai provato.
Mi illuminai.
-E cioè?- la mia felicità non era nemmeno misurabile in quel momento.
-Quando arriverà il momento di farla, te lo dirò. – disse dandomi un bacio tra i capelli.
-Ma io voglio saperlo adesso. – misi il broncio, ma lui rise comunque come se mi avesse visto.
-Sembri una bambina.- disse continuando a ridere.
-Te l’ho già detto che alcune volte sono peggio di una bambina.
-Si, lo so, ma è anche per questo che ti amo.
Mi paralizzai.
No, scusate? Cosa aveva appena detto?
-Cos’hai detto?- gli chiesi con un filo di voce.
-Che è anche per questo che ti amo.
Mi girai a guardarlo, nonostante ci fosse buio, potevo scorgere i suoi lineamenti. Non sembrava scherzare, mi sembrava serio e sincero.
-Anch’io ti amo. – mi sporsi per baciarlo mentre lui mi abbracciava.
Quella notte mi addormentai accoccolata sul petto di Simo con un sorrisino ebete sulle labbra e la consapevolezza che non avrei potuto essere più felice.

 

 


Buonasera ragazzuole! Eccomi di nuovo qua a postare questa storia. Sì, lo so. Ho postato solo qualche giorno fa, ma siccome avevo detto che avrei postato sempre di domenica, ho deciso di postare oggi e di rimettermi in riga. Quindi, buona domenica! Come state? Com’è andato il week-end? Che avete fatto di bello? L’inizio di settimana?
Ho deciso che posto come mi capita. Non riesco mai a postare di domenica e non mi piace arrivare in ritardo. Prometto che posterò una volta a settimana, anche due se riesco a vedo che ci siete tutte. =) Come minimo adesso comincerò a postare tutte le domeniche Ahahaha sarebbe il colmo. Ahahah
Ok, la smetto di rompere e vado avanti a parlare di questo capitolo. Be. Be. Be. È importante, un capitolo davvero molto importante. Simo dice alla Ila di essere innamorato di lei e lei gli dice la stessa cosa *_* patati *_* Era anche ora. Insomma, di Simo lo sapevamo già che era innamorato di lei, ma non gliel’aveva ancora detto. Ed ecco arrivato il momento *_* Che teneri *_*
Ma non è stato un capitolo solo rivelatore, ma anche pieno di paure, di dubbi. La Ila si è fermata per le sue paure. Paure legittime dato che avrebbe dovuto farlo per la prima volta, ma che non sono dovute a questo. Sono dovute al fatto che lei è ancora insicura di Simo, del loro rapporto, ha ancora paura che lui un giorno la possa lasciare. Possiamo dire che non si fida ancora del tutto di lui, ha ancora quella paura addosso di essere lasciata, di venir tradita. Secondo voi sono paure insensate?
Spero che sia questo quello che vi è arrivato mentre leggevate il capitolo. =)
Ringrazio tutte le ragazze che continuano a seguire e a recensire questa storia. Siete davvero dei tesori *_* Ringrazio tutte le ragazze che hanno aggiunto tra le seguite, le preferite e le ricordate. *_* E ringrazio anche le ragazze che mi hanno aggiunta come autore preferito *_*
Ah sì, mi scuso per l’altra volta che non ho messo lo spoiler. Davvero scusa. *si inginocchia* ma stavolta lo spoiler c’è. Andate nel mio blog e lo troverete. =)
Rispondo alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeee, stasera ti tocca fare due recensioni, mi dispiace =( Ahahah ma davvero, quando leggerai il patatrac non so cosa succederà ahahahah E pensare che devo modificarlo quel capitolo ahahah mi sono resa conto che è troppo spinto, decisamente troppo spinto e anche se alzo il raiting da giallo ad arancione, non cambia molto. Dovrei metterlo a rosso, ma penso che alcune non riuscirebbero più a leggere la storia, quindi mi toccherà contenermi e trattenermi. =)
Ahahah Altro che esaurimento nervoso. Ahahaha starà decisamente molto peggio. XD
Oddio, non farmi pensare a Simo in piscina bagnato altrimenti potrei avere un collasso. Ahahahha Altro che collasso, potrei avere un attacco di cuore. XD
Be, più che altro è che la Ila si sente in imbarazzo. Ovvio che può guardarla, ma non in mezzo a tutti e con quella faccia da affamato. Ahahah io sinceramente gli sarei saltata addosso e basta ahahahaha Non so tu XD
Va bene, mi sa che una lezione da Jacob farà bene a tutte a due. Devono informarsi queste ragazze, eccome se si devono informare.
Comunque neanch’io l’avrei fermato. Per niente. e parlando di questo capitolo non avrei fermato nemmeno Simo. XD Un bacione. Ti voglio bene ^_^
CrisAngels: Ciao cara! Mi sarebbe piaciuto anche a me essere al posto della Ila e della Ary, eccome se mi sarebbe piaciuto *Q* Ok, meglio se mi tolgo dalla testa l’immagine di quei due bonazzi in costume e vado avanti, altrimenti non rispondo più a nessuna recensione. XD
Anche a me piace parecchio il blu. Anch’io sto facendo una stanza che tende sulle tonalità del blu, dell’azzurro e mia mamma mi sta dando una mano. Certo, non verrà bella come quella che ho immaginato per la storia, ma fa niente.
Ahahahahah Davvero anche a te piace quel film e fai commenti? Ahahah non ci credo. Per quel capitolo ho preso ispirazione da me e la mia migliore amica che lo facciamo ogni volta che vediamo quel film.  Ne siamo innamorate *_*
Eheh la Ary fa la birichina.
Cosa significa la mia domanda? Lo vedrai nei prossimi capitoli. Come ho detto a una di voi, il capitolo del matrimonio è quello importante, è quello dove succederà qualcosa, ma non dirò assolutamente niente. Tanto tra poco lo leggerai =)
Scusa per il ritardo. =) Un bacione. Alla prossima ^_^
effe_95: Caraaaaaa! Ma come sono felice di rivederti *_* pensavo che te ne fossi andata, che non ti piacesse più la storia o qualcosa del genere *_* Non sai quante pippe mentali che mi sono fatta. -.- Sì, lo so. Sono una cretina, non serve dirmelo XD
Sono davvero felice che ti sia letta tutti i capitoli che ho postato in vacanza e che sei tornata per recensire *_* Non puoi neanche immaginare quanto sia felice *_*
Oh be, se sei saltata dalla gioia quando Simo ha detto di amare la Ila, chissà cosa avrai fatto quando gliel’ha detto a lei *_* Tenero lui *_*
Non parlarmi della scena dei costumi che solo a pensarci sbavo *Q* Quando sono particolarmente addormentata penso a quella scena e mi sveglio, eccome se mi sveglio *Q*
Mi scuso davvero per il ritardo =( Mi dispiace. Spero di non averti fatto aspettare troppo =) Un bacione. Alla prossima ^_^
ColeiCheAmaEdward: Ma salveee piccola aiutante di Babbo Natale Ahahah era un po’ che non ti chiamavo così. AHAH
Ti sembra di averla già sentita la scena di Fast & Furious? Sembra anche a me sai? Eccome se mi sembra XD
E per fortuna che nella scena finale non volevi che Edo vedesse la Ary in reggiseno. AHAHA forse non ti sei nemmeno resa conto che non l’ho cambiata alla fine. Ahahahah
Ci sentiamo tra poco tramite messaggi XD

 

 

 

Alla prossima ragazzuole ^_^



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Capitolo 40
*** Il matrimonio - La cerimonia ***


Capitolo 37

Il matrimonio -  La  cerimonia

Ary POV
Sentii delle braccia che mi stringevano. Un caldo tremendamente piacevole. Non mi ricordai immediatamente dove mi trovassi. Solo successivamente, quando sentii la sua voce roca, mi resi conto di dove fossi.
-Buongiorno piccola.- sentire quella voce pericolosamente vicino al mio orecchio, mi fece rabbrividire.
-‘Giorno- mi uscii una voce che non mi apparteneva: roca, sussurrata. Si, ok. Mi ero appena svegliata, ma non avevo mai avuto una voce così da transessuale.
Lui strinse la presa su di me ed io sentii il suo corpo completamente contro il mio.
-Che ore sono?- chiesi schiarendomi la voce.
-Le sette.- mi sussurrò lui all’orecchio.
-E a che ora dobbiamo partire?
-Be, andrebbe bene alle nove, ma se riusciamo a partire prima, non è un problema sai?- aveva messo una piccolissima punta di sarcasmo nella voce che mi piacque particolarmente.
-Allora, vado a vedere se la Ila è sveglia che cominciamo a prepararci. – dissi sfilandomi dalla sua presa e uscendo dal letto, ma venni trattenuta dal braccio e fatta cadere sul letto.
-Non mi dai il bacio del buongiorno?- avevo il mio angelo tentatore che mi sorrideva malizioso a poca distanza da me.
Mi fermai a guardarlo, beandomi di quel suo sorriso e poi lentamente mi avvicinai a lui.
A quanto pareva, per lui era troppo lento il mio movimento, perché mi posò una mano sulla nuca e mi avvicinò a sé.
I sensi mi si ampliarono. Sentivo il suo profumo più intenso, il suo respiro più irregolare ed accentuato. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.
Mi ritrovai le mani nei suoi capelli e il respiro irregolare.
Cosa mi stava succedendo improvvisamente?
-Scusa, ora vado.- dissi staccandomi, con un certo sforzo e uscendo dalla camera.
Non mi girai a vedere come l’avesse presa lui, non volevo saperlo.
Ero confusa. Non riuscivo a capire questo mio improvviso cambiamento: fino a ieri sera non mi sentivo pronta e adesso? Avevo una voglia matta di farlo. Stavo impazzendo era chiaro. Non c’era nessun’altra soluzione.
Arrivai davanti alla camera di Simo ed appoggiai l’orecchio alla porta, non avrei mai voluto interrompere qualcosa, anche se non mi aspettavo che fosse successo, almeno conoscendo Ila.
Appoggiai l’orecchio e non sentii niente.
Mi decisi ad aprire la porta cercando di fare il meno rumore possibile.
Mi ritrovai davanti la scena più tenera che avessi mai visto: Ila e Simo abbracciati formando una cosa sola, che dormivano beatamente come due bambini.
Mi dispiaceva svegliarli e rompere quella tenerezza, ma dovevo farlo.
Mi avviai verso il letto, ma poco dopo mi fermai.
Non ci riuscivo. Non riuscivo a svegliarli.
Venni presa da due braccia e sobbalzi.
Sentii una risata soffocata dietro le mie spalle.
-Scusa, non volevo spaventarti. – sussurrò cercando di trattenere le risa Edo.
-Niente.- dissi ancora con il fiato corto.
-Che stai facendo?- mi sussurrò all’orecchio.
-Non riesco a svegliarli. Sono così carini che non voglio rovinare tutto.
-Mi spiace, ma o lo fai tu con le buone o lo faccio io con le cattive.
Mi girai a guardarlo non riuscendo a capire che cosa volesse dire.
Poi mi girai a guardare di nuovo i due piccioncini.
-No, non ci riesco mi dispiace.- ammisi con le lacrime agli occhi.
-Ok, va bene. Ci penso io.- sciolse la presa da me  e lo vidi dirigersi verso le tende.
-Sveglia. Dormiglioni. È l’ora di svegliarsi e di cominciare a prepararsi. Oggi è il fatidico grande giorno. Mio fratello si sposa e tu, caro Simo, sei uno dei testimoni. – andò verso il lenzuolo e scoprì Simo- su, avanti. Alzati. Lo sai che sei peggio delle donne a prepararti.
-Mmmmm.- vidi Simo stringere ancora di più Ila.
-Dai, su dormiglione. – disse Edo andando a muoverlo un po’.
-Ma dai, lascialo stare.- lo ammonii io.
-Deve svegliarsi. Se no, non ce la faremo mai ad essere pronti. Siamo in sei persone che devono fare la doccia e prepararsi. Siamo tre uomini e tre donne….
-E ci sono tre bagni. Mi spieghi cosa vuoi da rompere le palle?- Ila lo interruppe con la sua bellissima voce assonnata.
-Concordo con la mia ragazza.- disse Simo con una voce estremamente sexy. Strabuzzai gli occhi per lo stupore della voce bassa, roca e profonda. Hai capito Simo che voce.
Ary, calmati. È solo la sua voce quando è da poco sveglio. Che vuoi che sia?
-Dai, ragazzi. Dobbiamo prepararci.- ma cosa aveva Edo quella mattina che rompeva così  tanto?
-Mi spieghi cos’hai?- gli chiesi stupendo anche me stessa.
-Perché?- mi domandò lui girandosi incredulo, non aspettandosi la mia domanda.
-Perché continui a rompere a tutti. Rilassati. Sembra che ti debba sposare tu. È tuo fratello che si sposa vorrei ricordartelo e non tu. Quindi stai tranquillo e lasciali dormire. Intanto ci prepariamo noi, poi loro si arrangeranno. Sono grandi abbastanza e di certo non sto qua a lavarli e a cambiarli.- era la prima volta che rispondevo così ad Edo. Ci rimase un po’ male, ma sapevo di avere ragione e lo sapeva anche lui. Per la prima  volta nella mia vita avevo detto qualcosa nel momento stesso in cui l’avevo pensato. Non era mai successo ed in un certo senso mi sentivo fiera di me stessa, dall’altra parte mi sentivo una merda perché avevo trattato male Edo.
-Ok, va bene. Dormite, ma quando saremo in ritardo non arrabbiatevi se vi facciamo fare tutto di corsa.
-Ok, ora Edo, puoi andare fuori dalle palle?- Simo era ancora assonnato o forse faceva finta per godersi qualche altro minuti abbracciato alla Ila.
-Si, me ne vado. A dopo.
Io ed Edo uscimmo dalla camera chiudendo la porta.
-Scusa per averti richiamato.- ammisi mentre entravamo nella nostra camera.
-No, hai ragione. Sono agitato come se il matrimonio dovesse essere mio, quando in realtà non lo è. Non so che cosa mi sta succedendo. Se sto così per il matrimonio di mio fratello, figuriamoci per il mio. – fece una piccola risata nervosa.
Edo. Sposato. Sarebbe stato un marito adorabile ed un padre perfetto. E non appena immaginai Edo sposato, lo vedevo in parte a me. Era mio marito ed io sua moglie. Come se stesse succedendo davvero mi trovai davanti le immagini di me vestita da sposa mano nella mano con Edo vestito da sposo. Era il giorno delle mie nozze ed io ero la donna più felice della mia vita. Poi mi vidi con figli, che avevano preso le migliori qualità di Edo.
-Ary? Stai bene?- vidi solo in quel momento Edo che sventolava la mano davanti al mio viso.
-Si, scusa. Mi sono solo incantata.- era davvero un bellissimo sogno, ma sto davvero pensando troppo in grande e decisamente troppo in là. Non pensavo assolutamente che Edo sarebbe stato l’uomo che mi avrebbe sopportato tutta la vita, anche se a volte ci pensavo a quel poveretto che avrebbe dovuto sopportarmi nella buona e nella cattiva sorte, non pensavo minimamente ad Edo.
-Vado a farmi una doccia. – mi disse dandomi un bacio a stampo sulle labbra.
-Ok.
Lo vidi entrare nel bagno e chiudere la porta.
Non l’aveva chiusa a chiave, il che voleva dire che sarei potuta entrare in qualsiasi momento, ma decisi di non farlo.
Mi persi di nuovo nel mio piccolo sogno ad occhi aperti, finché non sentii bussare alla porta.
-Avanti.- dissi cercando di riprendermi. Mi sentivo davvero in un pessimo stato e mi sentivo davvero pessima a fantasticare su di un mio possibile matrimonio con Edo. Non aveva senso.
-Non disturbo niente, vero?- vidi sbucare la Ila dalla porta.
-No, tranquilla. Edo è sotto la doccia.- le sorrisi.
-Allora, com’è stato dormire insieme per la prima volta?- mi chiese.
-Be, bello. Decisamente piacevole. Scusa per averti fatto svegliare così. Io non volevo svegliarvi eravate così carini, ma Edo è arrivato e ha rovinato tutto.- mi dispiaceva davvero. Sapevo quanto alla Ila piacesse dormire. Lo adorava. Lei ed il letto erano una cosa sola.
-No, tranquilla. Fa niente. tanto prima o poi dovevamo svegliarci no? – disse sorridendo.
-Si, lo so. Ma tu magari volevi dormire.- mi guardò male.
-Penso che Simo avesse messo la sveglia, quindi col cazzo che avrei dormito. – mi misi a ridere.
La Ila odiava le sveglie perché erano quello strumento che bloccavano il suo sonno sul più bello e la cosa la irritava e la rendeva acida tutto il giorno.
-Senti, non ridere. Per fortuna siete arrivati voi. Non avrei mai sopportato di essere svegliata da una sveglia di domenica mattina, in estate. Non l’avrei mai accettato. Quindi devo ringraziarti. – mi sorrise – senti e se venissi in camera di Simo e ci cambiassimo insieme? Almeno parliamo un po’. Gli uomini si cambiano qui. Così loro si parlano insieme. Avranno qualcosa da raccontarsi, immagino. Come lo abbiamo noi.
-Ok, va bene.
Presi la mia roba e andai in camera di Simo.
Era ancora bellamente sul letto.
La Ila andò là e gli si sdraiò sulla schiena. Mi sembrava di essere il terzo incomodo, anche se mi faceva tanta tenerezza vederli.
-Simo. Vai fuori dalle palle? Dovremmo cambiarci.- disse lei con la sua poca finezza.
-Amore, se ti togli dalla mia schiena, vado, anche se la cosa non mi dispiace. Se la cosa fa piacere anche a te, puoi rimanere lì. – sbaglio o l’aveva chiamata Amore? Non era mai successo. L’aveva sempre chiamata per nome o con qualche nomignolo strano.
-Non mi da assolutamente fastidio, ma conoscendo te e conoscendo soprattutto me, so che ci mettiamo una vita a prepararci e non vorrei far incazzare Edo, quindi, vorrei che uscissi dal letto e andassi da Edo. Ti fai una bella doccia, parli di ieri sera ad Edo e poi vi preparate. Passate un po’ di mattinata tra uomini.- scese dalla sua schiena.
-Ok, ma sia chiaro che vado contro la mia volontà. – disse uscendo dal letto e fermandosi davanti alla Ila.
-Ok, ne sono consapevole.- la baciò. – ora vai fuori dalle palle.
-è così che dimostri il tuo amore per me? Mi butti fuori da camera mia?- disse ironico lui.
-Vai via. – lo intimò la Ila ridendo.
-Sisi. Vado. Vado. – Simo uscì chiudendosi la porta dietro alle spalle.
-Allora, cos’è successo stanotte?- le chiesi ripensando al piccolo teatrino che avevo appena visto.
-Niente. perché?- la vidi distogliere lo sguardo.
-Perché c’è qualcosa di strano tra voi due, qualcosa di diverso. Qualcosa che vi rende ancora più teneri.
-Mi ha detto di amarmi.- rispose tutto d’un fiato.
-Co-cosa?- ero incredula. Aveva detto di amarla. Le aveva detto di amarla.
-Mi ha detto di amarmi.
-Waaaaaaaaaaaaaaa. E quando una persona dice di amarti ti rende così…così…così…
-Così come?- non riuscivo a trovare un aggettivo che la descrivesse. Era diversa. Sembrava più luminosa, aveva qualcosa di diverso che la rendeva diverso dal solito.
-Non riesco a trovare una parola che ti descriva. Quanto vorrei che me lo avesse detto anche a me.- effettivamente, se dovevamo guardare i tempi di sviluppo della relazione io ed Edo eravamo insieme da più tempo e non mi aveva ancora detto ti amo, mentre Ila e Simo si erano messi insieme da qualche mese e già lui aveva detto di amarla.
Si,lo so. Ognuno ha i suoi tempi per esternare i propri sentimenti, ma quanto ci metteva? A volte invidiavo la Ila, aveva un ragazzo più spontaneo e diretto, che molte volte agiva d’istinto. Quanto mi sarebbe piaciuto averlo anche a me.
Non mi capivo. Non riuscivo a capire come non riuscissi a rendermi conto di quanto Edo fosse fantastico, che anche lui aveva i suoi difetti e che non era di certo un dio o qualcosa del genere. Anche lui faceva errori ed aveva difetti.
Passammo un’oretta a farci la doccia e a prepararci. Eravamo in accappatoio che doveva metterci i vestiti per la cerimonia.
Effettivamente, andare ad un matrimonio metteva una certa agitazione anche a me. Chissà come mai.
Ero in bagno che mi stavo infilando i miei jeans nuovi strappati leggermente sul davanti. La Ila si stava infilando i suoi jeans a sigaretta neri. Quando qualche giorno prima eravamo andate a fare shopping avevamo optato per cose casual, semplice, ma al tempo stesso eleganti.
Indossai la mia magliettina blu e mi guardai allo specchio.
L’insieme era carino. Decisamente non eccessivo, ma elegante e casual. Andava benissimo. Era decisamente qualcosa che potevo permettermi.
Venne in parte a me la Ila con i suoi jeans neri ed una maglietta della stessa colore con uno scollo a V sul davanti un po’ profondo.
Stavamo davvero bene.
Ci truccammo leggermente con un po’ di matita nera e di mascara.
Uscimmo dal bagno e guardammo l’orologio.
Sentimmo bussare alla porta.
-Chi è?- chiese la Ila come se la camera fosse sua.
-Ragazze, noi saremmo pronti per partire. Vi aspettiamo giù.- era Simo. ok, eravamo pronte e dovevamo andare. Stava per cominciare ufficialmente la giornata più lunga della mia vita.
-Pronta?- mi chiese la Ila guardandomi.
-Non ne sono molto sicura.- ammisi sincera.
La Ila si mise le sue scarpe 12 con il tacco e si avviò alla porta con passo deciso e tutt’altro che traballante.
-Non sono sicura di essere capace di camminare con quei cosi.- dissi indicando le mie scarpe tacco 10 lì a pochi metri di distanza da me.
-Sei andata in giro per casa con le scarpe da quando le hai comprate?
-Si.
-Benissimo. Allora non preoccuparti. Ti faranno male i piedi dopo un po’, ma è assolutamente normale.
Decisi di arrampicarmi su quei trampoli.
Mi ero quasi abituata all’altezza che avevo in più, ma mi sentivo ancora un po’ goffa e impacciata.
-Dai, andiamo.
La Ila mi prese sotto braccio ed uscimmo dalla stanza.
Ci incamminammo verso le scale, dove ci fermammo per fare scena.
Quattro occhi erano puntati su di noi, ma gli unici che riuscivo a vedere erano quelli di Edo.
Che mi guardavamo come se non mi avessero mai visto, non immaginavo che reazione avrebbe avuto se avessi messo un vestitino.
Poi lo notai meglio: era fasciato in un completo nero, camicia bianca e cravatta nera, all’occhiello una rosa rossa. Era assolutamente perfetto. Era ancora più bello in quel completo. In quel momento capii cosa intendesse la Ila quando diceva che i ragazzi in giacca e cravatta hanno il loro fascino. Eccome, se hanno il loro fascino. Sono dei fighi pazzeschi.
Scendemmo lentamente le scale, mentre continuavo a godermi quella visione celestiale.
 
 
Edo POV
Erano dieci minuti che io ero pronto e non ce la facevo più ad aspettare. Sapevo che qualcosa sarebbe andato storto e saremmo arrivati in ritardo.
Non riuscivo a capire perché fossi così agitato. Non dovevo sposarmi io, ma mio fratello e a me sembrava il contrario.
Avevo una strana sensazione, che sarebbe successo qualcosa.
Speravo davvero che fosse solo una stupida sensazione dettata dalla mia stupida agitazione, ma, nella mia vita avevo imparato, mai sottovalutare le sensazioni, a volte hanno ragione. Ed infatti, quello stesso giorno più tardi l’avrei capito.
Ero davanti alla porta che mi stavo agitando perché le ragazze non arrivavano più. Non riuscivo a stare fermo.
Mi tranquillizzai leggermente solo quando cominciai a sentire i tacchi avvicinarsi verso di noi, finché…
Eccola lì, in cima alle scale, vestita in modo semplice, con dei jeans che le rendevano giustizia e che la rendevano ancora più bella.
Mi persi ad ammirarla per non so quanto tempo, assaporando ogni suo movimento, ogni scalino che scendeva lentamente.
Con quei tacchi arrivava con la fronte alla mia bocca, giusto per poter sentire il suo profumo.
Finalmente salimmo in macchina e partimmo in direzione Verona.
Verona. Romeo & Giulietta. Quale posto migliore per celebrare un matrimonio? Non c’era niente di meglio, secondo mio fratello e la sua futura moglie. Non mi sembrava niente di originale, come invece lo definivano loro. Ma era il loro di matrimonio ed io non volevo intromettermi.
Ero in macchina con Simo, Ila e la mia piccolina. Stavano ridendo e scherzando. Io, invece, ero seduto al mio posto agitato.
Non sapevo perché lo fossi o forse lo sapevo, ma non riuscivo a capirlo.
Ero agitato da morire e c’era quella strana sensazione che albergava su di me da quando mi ero svegliato e questo non migliorava la situazione. 
-Tutto bene?- mi chiese la mia piccola toccandomi la mano e riportandomi alla realtà.
-Potrebbe andare meglio. – ammisi facendo un sorriso tirato ed agitato.
-Dai Edo. Sembra che il quasi novello sposo sia tu. Calmati. Tranquillizzati.  Respira.- mi disse Simo cominciando a ridere e guardandomi dallo specchietto retrovisore.
-Senti, tu guarda la strada e non pensare a me.- sibilai tra i denti. Mi stavano girando le balle. Non lo sopportavo quando si comportava così e il fatto che fossi agitato non migliorava la situazione.
-Ooooooooooooo. Siamo nervosetti eh. – mi prendeva in giro.
-Senti, Simo piantala. – stavo per scoppiare. Ribollivo dalla rabbia e non andava bene.
-Oh, dai Edo. Non dirmi che ti stai incazzando. Tranquillo. Respira. Sto scherzando. Ma vederti così, mi fa ridere.- cominciò a ridere.
-Hai rotto il cazzo, Simo.- lo urlai facendolo ammutolire immediatamente. Non avevo mai alzato la voce, difficilmente mi arrabbiavo e non avevo mai realmente litigato con Simo. Non che stessimo litigando in questo momento, ma se andava avanti così ci arrivavamo vicini. Stava rompendo e lo avevo urlato.
Ero agitato, nervoso e l’unica cosa che avrei voluto fare era urlare. Volevo anche che quella bruttissima sensazione che avevo se ne andasse a fare un giro da un’altra parte  e andasse a rompere a qualcun altro. Bastavo io a rendermi nervoso.
Per l’agitazione e non so per cos’altro. Ansimavo.
Il battito del mio cuore era accelerato. Ansimavo.
Non mi capivo.
Simo mi guardava preoccupato dallo specchietto retrovisore. La mia piccola in parte a me mi guardava come se non mi avesse mai visto prima. La Ila dal canto suo, sembrava indifferente alla cosa o forse mi capiva più di quello che voleva far trasparire.
Nessuno parlava. Non girava nemmeno una mosca nell’abitacolo e l’unico rumore che si sentiva, era il mio respiro troppo affannoso.
-Vuoi che ferma la macchina?- mi chiese Simo tranquillo e,per la prima volta dall’inizio del viaggio, in modo serio.
-Si, grazie. – risposi a fatica a casa del mio fiatone inaspettato e ingiustificato.
Pochi minuti dopo Simo fermò la macchina nel parcheggio di un Autogrill.
Scesi dalla macchina, cercai di respirare a fondo e di calmarmi, ma ottenni l’esatto contrario. Cominciai a camminare agitato.
Simo scese dalla macchina.
-Andiamo a prendere qualcosa da bere, Ary.- si rivolse alla mia ragazza e non capivo per quale motivo. Li vidi allontanarsi ed entrare nell’autogrill.
Poco dopo sentii una portiera chiudersi.
Sentivo che qualcuno mi stava osservando.
Mi girai verso questa presenza e mi trovai davanti la Ila che mi guardava. Non decifravo quello sguardo. Non riuscii a capire in che modo mi guardasse. So solo che vedendola, mi resi conto di essermi leggermente tranquillizzato. Perché la Ila aveva quello strano sguardo che rassicurava le persone?
Non credevo a Simo quando diceva che solo guardandola ti saresti tranquillizzato, pensavo che succedesse solo a lui perché era innamorato di lei. Invece non era così. Aveva il potere di tranquillizzare chiunque. Non sapevo come facesse, ma la ringraziavo.
-Tutto bene?- mi chiese poi con un sorriso sincero.
-Adesso si. Grazie. – cercai di farle un sorriso sincero, ma l’unica cosa che mi uscì fu un sorriso falso e tirato.
-E di cosa scusa?- sembrava sorpresa del mio ringraziamento.
-Per avermi calmato. – perché mi sentivo leggermente in imbarazzo ad ammetterlo?
-Io non ho fatto niente.- mi disse, guardandomi come stessi dicendo la cretina più grossa al mondo.- Ma mi spieghi cos’hai oggi? Voglio saperlo sinceramente e non dirmi niente.- assunse quel tono di rimprovero che sentivo fare solo da mia mamma ogni tanto. Era da un sacco di tempo che non lo sentivo più. Risi.
-Sembri tanto mia mamma con quella voce.- continuai a ridere con lei che mi guardava come per dire “Ti conviene smetterla, sembri un cretino” e forse lo ero davvero – Comunque, sono solo un po’ agitato ed in più ho…- mi bloccai. Mi credeva già un cretino e non volevo peggiorare le cose dicendole che avevo una brutta sensazione che mi metteva ancora più in agitazione.
-In più hai che cosa?- mi chiese indagatrice.
-Ecco…io…- cominciai a grattarmi la testa imbarazzato.
-Non dirmi che ti senti in imbarazzo con me. Avanti. Cos’hai?- mi sorrise.
-Ecco…Ho una strana sensazione che mi agita ancora di più.- il sorriso sulle sue labbra, scomparve. Assunse un’aria seria e adulta. Non che sembrasse una bambina quando non era seria, ma sembrava ancora più adulta di quello che sembrava già. Chissà se Simo se n’era mai accorto.
-Ti capisco.- mi stupii a sentire quelle parole. –Anche a me a volte capita. Ed è bruttissimo sentire quell’enorme peso sulle spalle che non ti abbandona finché non succede qualcosa e ti liberi. È frustante. Non puoi farci niente. Devi solo aspettare che quello che debba accadere, accada.- la guardai stupito. Mi capiva. Mi capiva. Aveva ragione. Avevo un enorme peso sulle spalle che non voleva andarsene.
Capendo che non potevo fare altro che sopportare quella sensazione, cominciai a prepararmi psicologicamente per il peggio.
-Sai cosa devi fare? Devi cercare di non pensarci. Di goderti la giornata. Non vorrai rovinare il matrimonio a tuo fratello Davide, vero?- era ovvio che non avrei mai voluto rovinare il matrimonio a mio fratello, ma non volevo nemmeno passare la giornata facendo finta di niente. Vedendo che non rispose, la Ila andò avanti.
-Guarda che più ci fai caso, più è peggio. Tanto quello che deve succedere, succede. Non sai cosa debba succedere e quindi non puoi fermarlo. Devi solo vivere la giornata. Fallo per la Ary almeno. Non farti vedere così.- nel sentire il nome della mia piccolina subito capii che dovevo fare qualcosa. Se lei mi avesse visto così, si sarebbe preoccupata e le avrei rovinato la giornata. Non dovevo pensarci.
In quel momento sentii le voci di Simo e la Ary che scendevano le scale e ci raggiungevano.
La mia piccola camminava sui tacchi come se non avesse fatto altro da tutta la sua vita. Sorrisi.
Mi girai verso la Ila, sorridendo.
-Grazie.- le dissi abbracciando.
-E di cosa? Gli amici non servono mica a questo?- mi rispose staccandosi da me, sorridendomi.
-Ehi ehi. Cosa stai succedendo qui? Non è che adesso scopro che c’è una relazione segreta tra di voi vero?- ci chiese quel cretino di Simo, mentre si avvicinava e mi guardava malissimo.
-Sei un cretino. Sai cosa vuol dire, cretino? Basta che ti guardi allo specchio e vedi un cretino. Sapevi benissimo che gli avrei parlato.- gli rispose la Ila. Quindi aveva “organizzato” tutto. L’avevano fatto apposta allora ad andare a prendere qualcosa all’autogrill.
In quel momento, ringrazia ancora di più la Ila mentalmente. Ero felice che il mio migliore amico avesse trovato una ragazza come lei. Era diversa dalle sue solite scappatelle. Era seria, matura, nonostante la sua giovane età e, cosa molto importante, sapeva tenergli testa. Lui ne era innamorato perso, penso che avrebbe fatto di tutto per quella ragazza pur di renderla felice.
Salimmo in macchina e percorremmo quei pochi chilometri che ci separavano dalla città di Romeo & Giulietta.
Arrivammo davanti alla chiesa con largo anticipo.
Simo parcheggiò la macchina e noi scendemmo avviandoci verso la chiesa.
All’entrata c’erano gli amici delle superiori di mio fratello, che forse non vedeva da una vita, ma che aveva invitato al suo matrimonio solo perché loro avevano invitato lui.
-Edo, Simo. come state?- disse uno dei due dandoci la mano.
-Bene, ragazzi e voi? Le moglie come stanno?- chiese Simo educato.
-Troppo incinte.- disse l’altro indicando le moglie poco dietro di loro che parlavano con delle altre invitate.
Ridemmo.
-E voi? Sempre i soliti sbandati?- chiese il primo.
-Sempre i soliti? Dovrei dire solito sbandato e lo sai bene. – precisai io ridendo. Sapevano benissimo anche loro della reputazione di Simo.
-Hai ragione. Dimentico sempre che tu esci con lui, ma sei il completo opposto.- mi rispose. – Allora, sempre il solito sbandato?- chiese rivolgendosi a Simo.
-No, per la verità no.- la faccia dell’uomo era tutto un programma. Il sorriso sulle labbra era svanito sostituito da una faccia molto stupida ed incredula.
-Stai scherzando?- gli chiese l’uomo non riuscendo a capire se fosse uno scherzo o meno.
-No, per la verità no. Questa è la mia ragazza, Ila.- disse prendendo per la vita la Ila.
-Mi stai prendendo in giro, vero?è un’attrice? Una spogliarellista di ieri sera. Una prostituta.- cominciò a ridere il tipo.
Questo era davvero fuori di testa, ma sapevo quanto fosse difficile credere al fatto che Simo avesse la ragazza.
Simo strinse i pugni, ma prima che potesse aprire bocca, ci pensò la Ila.
-Senta. Della spogliarellista o della prostituta, glielo dà a qualcun altro chiaro? Non a me. Non ci conosciamo nemmeno e mi ha subito dato della facile. Crede che Simo sia talmente coglione e senza palle da presentarsi con una prostituta o un’attrice per non essere da solo? Conoscendolo ne avrebbe sicuramente trovata una tra le invitate da portarsi a letto, non serviva di certo un’attrice o, peggio, una prostituta.- aveva completamente zittito l’uomo. Io ridevo sotto i baffi.
-Quindi, tu sei davvero la sua ragazza?- gli chiese l’uomo ancora incredulo.
-Si. Ma non si aspetti che mi presenti. Può andare anche a fare in culo.- si sfilò dalla presa di Simo e se ne andò. A passo spedito andando a prendere uno di quei fiori bianchi da appendere alla macchina.
Non pensavo fosse così permalosa o forse si era solo offesa.
-Che tipa. - disse l’altro uomo. –Hai trovato una che sa tenerti testa è Simo?- chiese l’uomo divertito continuando a guardare la Ila.
-Puoi dirlo forte.- l’uomo rise.
-Scusa, Simo. Non pensavo fosse davvero la tua ragazza. Sai non sono abituato a sentirlo dire. Anzi da quando ti conosco non ti ho mai sentito presentare una ragazza, come la TUA. Quindi pensavo fosse uno scherzo.- l’uomo era leggermente in imbarazzo.
-Non devi chiedere scusa a me. Devi chiedere scusa a lei.- disse indicando la Ila che stava andando verso la macchina.- non sono io quello che ti ha appena mandato a fare in culo.- concluse ridendo.
Lo vidi andare a verso la sua macchina.
-E quindi, questa deve essere la tua di ragazza.- presuppose l’uomo che non aveva fatto nessuna figura di merda.
-Esattamente. Questa è Ary, la mia ragazza. – lei si avvicinò e strinse la mano ai due uomini.
-Quella è la tua amica?- chiese l’uomo che ormai non sapeva più dove nascondersi, alla Ary.
-Si, è la mia migliore amica.- ammise facendo un sorrisino di sfida. Non glielo avevo mai visto fare, quant’era sexy?
Ci raggiunsero Simo e la Ila che stavano avendo un piccolo battibecco, anche se lui rideva divertito.
-Dai, senti cosa ti deve dire il signore.- disse divertito Simo.
-Non sono una bambina e non trattarmi come se lo fossi, capito?- lo fulminò con lo sguardo la Ila, che sembrava notevolmente alterata.
-Volevo chiederti scusa, pensavo davvero che fosse uno scherzo. Sai non è da tutto i giorni sentirsi presentare una ragazza come la ragazza di Simo. è un evento strano.- l’uomo rise, cercando di nascondere l’imbarazzo.
-Ne sono consapevole.- rispose la Ila ridendo. Ed anche in quel caso il sorriso della Ila tranquillizzò l’uomo. –e poi scusa, Simo. L’hai chiamato signore, ma avrà due anni in più di te. Allora anche tu sei un signore? Oddio, sono insieme ad un vecchio.- tutti scoppiarono a ridere.
-Simpatica, guarda. Non sono mica un pedofilo.- rispose lui.
-In  teoria lo sei eccome.- gli rispose lei andandosene prendendo sotto braccio la mia piccola.
I due uomini rimasero scioccati da quell’ultima frase.
-S-sc-scusa ma quanti anni ha la tua ragazza?- chiesero in cori i due.
-17. Non proprio pedofilo dai. Gli manca un anno alla maggiore età e poi non ci ho ancora fatto niente.- ecco. Quella era la frase che scioccò definitivamente i due uomini.
-Vuoi dire che non te la sei ancora portata al letto?
-No. Non l’ho ancora fatto e non ho intenzione di farlo finché lei non vorrà.- No. Avevo sbagliato. Quella era la frase che scioccò definitivamente i due.
-Non dirmi che è ancora vergine.- Simo annuì –Oddio, che fine ha fatto il vecchio Simo?
-Se né andato.- rispose lui serio.
-Allora, il prossimo a sposarsi sarai tu.- dissero i due uomini.
Sentimmo una risata alle nostre spalle e ci girammo.
-Ma nemmeno per sogno, non ho la minima intenzione di passare il resto della mia vita con questo cretino.- disse la Ila andando ad abbracciare Simo.
Salutammo i due amici di mio fratello e ci decidemmo ad entrare in chiesa.
-Quante persone si scioccheranno quando mi presenterai come la tua ragazza? No, perché voglio prepararmi psicologicamente dal sentirmi dare della prostituta.- chiese la Ila ridendo.
-Parecchie.- rispose Simo abbracciandola.
Ci dirigemmo verso l’altare, abbracciati alle nostre ragazze.
Ed eccolo lì, mio fratello vestito come un perfetto pinguino, come tutti noi del resto.
Era girato di spalle e non ci vedeva finché non si girò.
Il suo sorriso si spense non appena ci vide avvicinarsi con delle ragazze abbracciate a noi.
-Ho le allucinazioni o mio fratello e il suo migliore amico hanno portato delle ragazze? Ma che bello fratellino hai la ragazza. Tu Simo dove l’hai trovata? In qualche night club. – la Ila scoppiò a ridere e Simo la seguì poco dopo.
-Mi sa che a fine giornata ci avrò fatto l’abitudine.- disse continuando a ridere.
-Ci avrai fatto l’abitudine a cosa?- le chiese mio fratello.
-A sentirmi dare della prostituta. Potrei farci l’abitudine.- continuò ridendo.
-Non ti azzardare nemmeno.- l’ammonì Simo.
-Sto scherzando.- la Ila stava letteralmente morendo.
Mio fratello assisteva alla scena con gli occhi sbarrati.
-Piacere sono Ila, la ragazza di Simo.- disse lei porgendo la mano a mio fratello che rimase a guardare la sua mano tesa per poi stringerla.
-Sicura che lui lo sappia?- chiese mio fratello ridendo.
-Non lo so. Non ne sono tanto sicura. A volte mi chiama Laura e non riesco a capire perché. Anzi, non sono nemmeno sicura che lui sia il mio ragazzo. L’altra sera ho preso un colpo alla testa e non mi ricordo neanche chi sono.- mio fratello scoppiò a ridere.
-E tu invece sei la ragazza di mio fratello.- presuppose. – Piacere Davide.
-Piacere Arianna.- si strinsero la mano e la mia piccola sorrise leggermente.
-Quindi, vi siete sistemati.- disse sospirando mio fratello.
-Vorrei ricordarti che tu ti stai per sposare.- lo informò la Ila.
-Non ricordarmelo.- disse mio fratello abbassando gli occhi.
-Non vuoi più sposarti?- chiese la Ila scioccata.
-Certo che voglio sposarmi, io la amo. – si sedette sugli scalini – ma ho paura di non essere all’altezza di fare il marito.
-Sai che non è possibile vero?- gli disse la Ila sedendosi in parte a lui.
-Hai ragione. Non è possibile che non sarai un buon marito.- disse la mia piccolina andandosi a sedere vicino a mio fratello, dalla parte opposta rispetto alla Ila.
-Si, sarò un cattivissimo marito. Non ne sono capace.- disse mettendo il viso tra le mani. Non avevo mai visto mio fratello così e sinceramente vedere che venisse consolato dalle nostre ragazze, mi faceva quasi venire da piangere. Ma non l’avrei mai fatto. Era tenera come scena.
-Sai che nessuno nasce sapendo fare le cose? Le impara con il tempo. Anche tu da piccolo non sapevi camminare, eppure eccoti qua.- mio fratello la guardò.
-Non sapevi nemmeno cosa fosse l’amore finché non hai incontrato la tua futura moglie, eppure hai imparato a capire cosa fosse e, di conseguenza, a comportarti in maniera differente da quello  che facevi prima.- si girò a guardare la Ary.
-Si, impara a fare qualsiasi cosa. Se la ami che problemi ti fai? Anche lei non sarà la moglie perfetta, anche lei non saprà fare la moglie. Ma spiegami cosa cambia dal convivere all’essere sposati. Niente. Solo il fatto che hai una fede al dito e hai altri compiti in più. Non cambia molto. Sei la stessa persona. Lei è la stessa persona.- la Ila sorrise. Sia la Ary che la Ila lasciarono un bacio sulla guancia a Davide ed andarono a sedere in parte alla Bea e ad Ale che le abbracciarono e la baciarono.
Mio fratello si alzò dai gradini e guardò insieme a noi le nostre due ragazze che salutavano i genitori di Simo.
-L’hai già presentata ai tuoi genitori?- chiese mio fratello a Simo.
-Ha conosciuto mia mamma ancora quando ero in coma. Mio papà qualche giorno dopo. Quando li ha conosciuti io non c’ero mai. La prima volta dormivo, la seconda ero nel mio letto che non potevo muovermi.- Davide rise.
-è in gamba. È davvero molto carina. È diversa dalle tue solite. Bella scelta.- gli diede una pacca sulle spalle.
-Io non ho scelto proprio nessuno. È lei che ha scelto me.- ammise Simo.
-Da quand’è che non ti fai una sana scopata tu?- gli chiese mio fratello. Simo strabuzzò gli occhi.
-Siamo in una chiesa Davide.- lo riprese.
-Non cambiare discorso e rispondi.
-Sinceramente non ricordo.- Simo cominciò a pensare.
-Da quanto Simo.
-Metà- fine gennaio.- rispose dopo un po’ di minuti.
Mio fratello sorrise.
-Sei innamorato cotto di lei, lo sai vero?
-Ovvio.
-E tu fratellino? Anche la tua non è male. Completamente diversa dall’altra, ma hanno qualcosa che le lega. – si fermò a pensare.
-Sono migliore amiche.- rispondemmo in coro io e Simo.
-Ecco. Legame affettivo che le lega. Sono molte legate. Ho captato un legame forte.- scoppiammo a ridere.
-E da quand’è che capti tu?- chiesi io divertito.
-Ho scoperto di avere poteri sovrannaturali.- rispose lui serio.
-Nel cervello hai problemi mentali è diverso.- disse ridendo Simo.- Dai, mettiamoci a posto che deve cominciare la cerimonia.
Seguii la cerimonia passo per passo.
Guardai la sposa che era raggiante, ma, al tempo stesso, nervosa.
Mio fratello, al contrario di lei, era tranquillo.
Quando la guardava vedo amore incondizionato ed era ora che mio fratello decidesse di sposarsi.
Finita la cerimonia ci trasferimmo al ristorante.
Ed era lì che avrei incontrato la persona che mi avrebbe stravolto la giornata.

 

 

 

 

 

 

Lo so, lo so. Lo so. Sono in ritardo. -.- Di nuovo. Ma la mia settimana è stata allucinante, sia la scorsa che questa ed è solo adesso che riesco a postare il capitolo. Non so davvero come farmi scusare, ma vi prometto che vi farò un regalino magari entro fine settimana se fate le brave xD
Allora, eccovi la prima parte del matrimonio. Come vi ho già accennato l’altra volta questo capitolo è abbastanza tranquillo, a parte gli attacchi di panico di Edo, ma è abbastanza tranquillo. Molto leggero e spero di avervi strappato un sorriso ogni tanto. =)
Tutti sono tranquilli, ridono e scherzano, ma Edo è inquieto. Ha come la sensazione che succederà qualcosa. Ma cosa succederà? Vi ho sempre detto che ha questo matrimonio sarebbe successo qualcosa, ma cosa? Fatemi sapere le vostre ipotesi, voglio vedere se qualcuno ci arriva. XD
Comunque, ringrazio le ragazze che hanno aggiunto la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate. Ringrazio anche quelle che mi hanno messo come autrice preferita.
Vi ricordo il blog per lo spoiler =)
Stasera sono di poche parole, ma voglio assolutamente postare per farvi leggere il capitolo. Non voglio farvi aspettare ancora. =)
Rispondo alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeee, è la seconda volta (o terza? Non ricordo) che rispondo ad una tua recensione da quando tu non ci sei =( Quando torni? Effettivamente metà del tuo viaggio se né già andato e non ti sei ancora degnata di farti sentire. =( cattiva. Va be, lasciamo stare la tua essenza e rispondo al tuo fringuello, anche se non so quando lo leggerai. =)
È sì, la nostra Ila è stata scottata troppe volte e adesso ha paura anche solo ad avvicinarsi un metro a quella fiamma (assomiglia a qualcuno XD)
Non vedo l’ora di risentirti, Geme. Davvero =)
Un bacione. Ti voglio bene. ^_^
CrisAngels: Ciao! È inutile, devo di nuovo chiedere scusa per il ritardo *me si inginocchia e chiede perdono* =( Lo prometto, entro fine settimana mi farò perdonare postando subito l’altro capitolo =)
Finalmente davvero. Anch’io mentre scrivevo la storia non stavo più nella pelle di scrivere di quei due che si dicevano “Ti amo”, ma ci hanno messo il loro tempo *_* Teneri*_*
Scusa ancora per il ritardo, spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione ^_^
effe_95: Ciao! Scusa, scusa, scusa. Come ho già detto, entro fine settimana mi farò perdonare e posterò un altro capitolo. Lo giuro. =)
Me lo chiedo anch’io perché al mondo non esistano ragazzi  come Simo, ma non so rispondermi. =)
Scusa le poche parole, ma sono davvero molto di fretta. Mi rendo conto di essere in ritardassimo. >.< Un bacione. ^_^
TheDreamerMagic: Ciao! Be, a te non devo farle le scuse perché sei quella che ha aspettato di meno XD quindi tralascio.
Non so come fai a dimenticarti, questo puoi saperlo solo tu XD Non so se posso perdonarti questa volta, davvero. non lo so.
Eh sì, lo so. Sono crudele, ma ho dovute fermare tutto. Era tutto troppo presto e non mi sembrava il caso di accelerare le cose, poi mi sembrava l’atmosfera giusta per far dire a Simo che ama Ila, quindi, non mi sono lasciata scappare l’occasione di scriverlo XD
Per tua fortuna il capitolo che rovinerà tutto è il prossimo, ma come ho detto, lo posterò entro fine settimana per farmi perdonare del ritardo. xD Tanto sono sicura che recensirai anche questo in ritardo e che leggerai tutti e due i capitoli insieme. =)
Un bacione. ^_^

 

 

 

 

Alla prossima ragazze ^_^

 



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Capitolo 41
*** Il matrimonio - Il ricevimento ***


Capitolo 37

Il matrimonio -  Il ricevimento

Edo POV
Mentre i novelli sposini erano impegnati a fare le foto in giro per lo stupendo parco che circondava il ristorante, noi invitati eravamo riuniti nel giardino per un piccolo rinfresco prima di cominciare il pranzo vero e proprio.
Ero lì che stavo parlando con la mia piccola, la Ila, Simo ed io suoi genitori tranquillamente, finché non sentii la voce di mia sorella.
Era la prima volta che la vedevo quel giorno, penso che non sia nemmeno venuta alla cerimonia, conoscendola.
Era vestita decisamente troppo provocante e poco adeguata per la sua età e, soprattutto, per un matrimonio.
Aveva in mini vestito che avrebbe mostrato le sue grazie non appena si fosse piegata un attimo. Ma non era sola.
Con lei c’era…non potevo crederci: Mattia.
Non parlavo molto con mia sorella, ma non potevo pensare che fosse tornata con lui. Per quale motivo tornare con lui?
Lui era vestito decisamente in modo adeguato, anche se non troppo elegante: un paio di jeans, una camicia e la cravatta. Molto sofisticato dovevo ammetterlo.
-Fratellino. Come stai? Com’è stata la cerimonia?- mi chiese con una voce troppo stridula.
Nessuno si era ancora accorto della sua presenza e forse era meglio. Non volevo che la Ila, o meglio Simo, vedesse l’accompagnatore di mia sorella, soprattutto perché stava mangiando con gli occhi la Ila e Simo non avrebbe di certo gradito.
Stavano ridendo insieme, ignari di chi si sarebbero trovati davanti se avessero spostato lo sguardo.
-Bene. Immaginavo che non avresti visto la cerimonia. Che problema c’è stato stavolta? La piastra non andava?- le chiesi sarcastico.
-La piastra andava benissimo. Mi sono solo svegliata tardi e così siamo arrivati in ritardo.- mi rispose acida.
Non correva buon sangue tra di noi. Non buonissimo almeno.
-E mamma e papà?- chiesi non vedendoli.
-Non ci sono. Dovevano lavorare, ci hanno accompagnato, hanno salutato Davide e se ne sono andati. – mi sorrise amareggiata. Anche se non voleva ammetterlo apertamente, sapevo che le mancava la presenza dei nostri genitori. Non c’erano mai a causa del loro lavoro.
Crescendo maggiormente ci avrebbe fatto l’abitudine come ormai ce l’avevo fatta io.
Mattia stava ancora guardando spudoratamente la Ila, quando questa si girò. Stava ridendo, ma incrociando lo sguardo con quello di Mattia, perse d’intensità.
Simo si girò immediatamente e non appena vide che Mattia era lì. Lo vidi digrignare i denti.
-Ciao Mattia.- lo salutò la Ila sorridendo. Non mi sembrava un sorriso tirato o finto, mi sembrava abbastanza vero.
La Ary in parte a me che fino a quel momento era rimasta zitta salutò Mattia.
-Ciao Mattia. Come mai qui?- chiese. Notai una piccola nota acida nel suo tono di voce. Bene, non ero l’unico a cui dava fastidio la sua presenza.
-Mi ha invitato la Vero, cioè…invitato…- sembrava in imbarazzo.
-Mi ha accompagnato dato che è il mio migliore amico. Cosa pensavi che volessi passare del tempo con voi?- chiese mia sorella acida rivolgendosi alla Ary.
Si mise in mezzo la Ila che rideva.
-Il problema non è se tu avessi voluto passare del tempo con noi, ma se noi avessimo voluto passare del tempo con te. Non ti preoccupare non ci dispiace affatto non poter godere della tua presenza. Tranquilla.- le disse acida la Ila. Era da un sacco di tempo che non la sentivo più parlare così, precisamente da quando era insieme a Simo.
-Non avrei mai passato del tempo con voi. Non sono così disperata.- rispose mia sorella.
-Tu…brutta stronza…-la Ila stava quasi partendo per picchiarla. Venne fermata da Simo che la prese per la vita e la strinse a sé. –Simo, mollami immediatamente. Veloce.
-No, non ti mollo.-lo vidi stringere ancora di più la presa.
-Simo, cazzo. Mollami.- la Ila cercava di togliersi dalla sua presa.
-No, finché non ti calmi.
-Sono calmissima.- rispose lei digrignando i denti. Simo scoppio a ridere. –Non ti azzardare a ridere di me.
Tutti scoppiammo a ridere per la scena che ci si era parata davanti.
Finché non venni riscosso da una voce un po’ troppo famigliare per me.
-Vero. Scusa, cara il ritardo. Ma non riuscivo a trovare parcheggio.- no, tutti, ma non lei. Non poteva essere davvero lei.
Simo smise di ridere nel momento in cui posò gli occhi sulla persona appena arrivata. Guardò me e mollò la presa sulla Ila.
Lei non aspettandoselo si girò a guardarlo.
Avevo paura a girarmi. Non volevo vedere la persona a cui apparteneva quella voce.
-Simo. Tesoro. Come stai?- non servì girarmi. Lei andò ad abbracciare Simo.
E la vidi. Lei. La mia ex. Era da un anno che ci eravamo mollati.
Non l’avevo mai rivista da quel giorno. Ed eccola lì al matrimonio di mio fratello che stava abbracciando il mio migliore amico.
-Ciao Jessica.- la salutò Simo che nel frattempo guardava me.
Non sapevo che faccia avessi, forse sembravo un cretino.
Proprio in quel momento si girò.
-Edo. – sembrava quasi stupita di vedermi.
E fu lì che  l’ammirai in tutta la sua bellezza.
Alta, oltre il metro e ottanta con i tacchi, bionda, capelli lunghi che le ricadevano sulle spalle e sulla schiena, occhi azzurri che ti penetravano nell’anima. Era vestita con un abito corto che metteva in evidenza le sue lunghe gambe e un decolleté invidiabile.
In quel momento mi dimenticai dove fosse, con chi fossi e soprattutto che in parte a me ci fosse la mia ragazza.
Mi ero perso nei suoi occhi, mi ero perso in quei pozzi azzurri che brillavano.
-Jessica. – riuscii a dire sussurrando.
L’avevo lasciata io, non perché non l’amassi, ma perché ero stufo del suo lavoro, del fatto che non ci vedessimo mai e che, mi tradisse anche. Non ce la facevo più e, nonostante l’amassi con tutto me stesso, la lasciai.
Avevo passato mesi e mesi a starci male, ma poi mi era passata. Ero convinto che mi fosse passata.
-Je, tesoro andiamo, non stiamo con questi sfigati.- mia sorella la prese e la portò via.
No. No. No. Perché era dovuta venire al ricevimento?
Perché?
Simo era davanti a me che mi guardava preoccupato, la Ila e la Ary avevano un enorme punto di domanda stampato in faccia.
-Amore, perché non andate al tavolo? Noi arriviamo subito. – disse Simo alla Ila, ricevendo per tutta risposta uno sguardo pieno di curiosità.
Prese la Ary sotto braccio e entrarono nel ristorante.
-Stai bene?- mi chiese Simo.
-Si, tutto bene. Perché?- gli risposi cercando di mentire in un modo convincente.
-Edo, hai appena rivisto la tua ex e ti giuro che la tua faccia è tutta un programma.- era serissimo, ma notai la nota sarcastica nella sua voce.
-Vorrei ricordarti che tu te la sei portata a letto.- gli risposi io per tutta risposta.
-Prima che tu la conoscessi, aveva 18 anni. E se non sbagliato te l’ho fatta conoscere io. Dopo che ci sono andato a letto insieme però.- rise.
-Be, ti ringrazio, ma non ricordarmi questo piccolo particolare, grazie.- gli risposi un po’ infastidito dal fatto che mi avesse ricordato che fosse andato a letto prima di me con lei. Mi dava ancora fastidio.
-Che cos’hai intenzione di fare?- mi chiese.
-In che senso?-non riuscivo a capire il senso di quella stranissima domanda. Non provavo più niente per la mia ex, non c’era nessunissimo problema. – senti andiamo al nostro tavolo e cominciamo questo pranzo.
Ed era in quel momento che mi resi conto che quello sarebbe stato il giorno più lungo della mia vita.
Entrammo al ristorante e vidi la mia piccola che parlava con la Ila al tavolo con…eh no… non andava per niente bene.
Al tavolo con noi c’erano mia sorella, Mattia e Jessica.
Si, era ancora più ufficiale, quello sarebbe stato il giorno più lungo della mia vita.
Simo ed io ci scambiammo uno sguardo carico di significato.
-Allora, come va?- disse Simo andando a dare un bacio tra i capelli alla Ila.
-Potrebbe andare meglio.- rispose lei tutt’altro che felice.
Mi sedetti in parte alla mia piccolina e a mia sorella, per mia fortuna Jessica era vicina a Simo anche se mi aspettavo di veder succedere il peggio.
-Tutto bene?- mi chiese la Ary appoggiando la sua mano sulla mia.
E per la prima volta da quando stavamo insieme, quel contatto mi diede fastidio.
-Si, benissimo.- risposi forse un po’ troppo infastidito, facendole cambiare completamente espressione. Sembrava esserci rimasta male.
Cominciavamo davvero bene.
-Allora, Simo è una prostituta o un’attrice?- chiese Jessica a Simo.
Vidi la Ila stringere i pugni sul tavolo.
-Senti, bionda rifatta del cazzo, non ti azzardare a darmi della prostituta, chiaro? Non voglio mica fare il tuo stesso lavoro.- era davvero arrabbiata.
-Senti, ragazzina, attenta non sai con chi stai parlando.- le rispose Jessica per tutta risposta.
Simo assisteva alla scena allibito e non sapendo cosa fare.
-Chi sei una di quelle che Simo si è scopato? Non mi stupirei, sinceramente.- sputò fuori lei digrignando i denti.
-No, sono una modella.- rispose lei- e ho scopato con Simo.
-Ooooo, aspetta che ti faccio un inchino.- si alzò in piedi e si inchinò. –Scusi se non l’ho riconosciuta. Sai quanto cazzo mi frega sei fai la modella? Tu della prostituta non me lo dai, anche se dovessi esserlo.
-Ok, Ila calmati.- le disse Simo.
-Non dirmi di calmarmi.- non lo guardava. Guardava Jessica come se dovesse staccarle i capelli.
Simo si alzò e la presa per un braccio.
-Andiamo.- disse guardandola.
-No.- guardava ancora Jessica con uno sguardo infuocato.
-Amore, vieni con me.- lo disse in un tono talmente dolce che la Ila si girò di colpo e lo guardò.
Si alzò e li vidi andarsene.
-Edo, dovresti dire a Simo di non andare con le bambine.- mi disse Jessica.
-Non è una bambina.- quello che rispose non fui io, ma Mattia.
-Non dirmi Mattia che sei innamorato di lei. Ti facevo più intelligente, ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Si, la amo. Qualche problema? Non dovresti giudicare le persone prima di conoscerle. Dovresti saperlo bene, tu che vieni sempre considerata un’oca senza cervello.- gli rispose.
Mi stupì quel ragazzo, non pensavo che fosse talmente innamorato di lei da difenderla. Lo ammiravo per quello che aveva fatto.
In quel momento arrivarono la Ila e Simo mano nella mano.
Si sedettero.
-Senti, volevo chiederti scusa per averti dato della prostituta, ma…- cominciò Jessica, ma la Ila la fermò.
-Non sei abituata a pensare a Simo con una ragazza. Lo so. Sarà la quarta volta che me lo sento dire oggi e penso che dovrò passare tutto il giorno a sentirmi dare della prostituta. – lei sorrise.
Pensavo che Jessica volesse accennare alle parole appena dette da Mattia, ma lasciò perdere.
La vecchia Jessica, non avrebbe perso occasione per far fare una figura di merda a qualcuno. A quanto pareva era cambiata.
E non so come mai, ma in quel momento lo sperai davvero tanto.
Cominciarono a servire le portate e noi cominciammo a parlare tutti insieme senza battibecchi o frecciatine.
Forse non stava andando come me l’ero immaginato ed andava benissimo così.
Jessica era esattamente davanti a me e la cosa non mi piaceva.
Continuavo a soffermarmi a guardarla, ad ammirare il suo sorriso, le sue labbra che si muovevano quando parlava.
Ammiravo le sue mani che muovevano i capelli.
Ed immancabilmente, cominciai a ricordare i momenti passati con lei. Ero stato con lei un anno, di alti e bassi, ma un anno.
Cominciai a ricordare il nostro primo bacio, la nostra prima volta e le nostre successive volte.
L’avevo amata da subito. Fin dal primo momento che l’avevo vista.
Ricordavo ancora il nostro primo incontro. Aveva appena finito le superiori, stava festeggiando con le sue amiche in centro, ridevano, scherzavano. Ed io rimasi colpito dalla sua spontaneità. In quel periodo non faceva ancora la modella, era nel periodo in cui era insieme con me che aveva cominciato a fare casting e provini.
Quando stava con me, non si rendeva minimamente conto della sua bellezza e dell’effetto che facesse sugli uomini.
Adesso se ne rendeva troppo conto.
Ed eccoli lì, i ricordi di quando facevamo l’amore insieme. Era bellissimo, stupendo.
E dovevo ammetterlo, mi mancava fare l’amore in quel momento. Anzi, mi mancava fare l’amore punto e basta.
Con la Ary non potevo farlo, cioè, avrei potuto, ma non volevo che lei facesse le cose forzate. Che lo facesse perché io la obbligavo.
Mi ero perso nel mio mondo dei ricordi, non rendendomi conto che  ero al tavolo e tutti mi stessero chiamando.
-Edo, cos’hai ti senti male?- sentivo qualcuno che mi toccava il braccio.
-Senti, sto benissimo, va bene?- dissi spostando velocemente il braccio.
Quando mi girai vidi gli occhi della Ary scioccati per la mia risposta.
Perché mi stavo comportando da scemo? Perché facevo così?
Perché continuavo a pensare alla mia storia con Jessica?
Continuammo a mangiare, io in rigoroso silenzio, gli altri cercavano di non fare caso a me.
Dopo minuti o ore, non saprei ben dire quanto tempo passò.
-Sei sicuro di stare bene?- di nuovo la Ary.
-Sto B-E-N-I-S-S-I-M-O. Va bene? Adesso la smetti di rompere i coglioni?- oddio, non mi riconoscevo più.
Cosa stavo facendo? Ma soprattutto dicendo?
-Senti, Edo. Adesso hai rotto veramente il cazzo. Non sono tua sorella e non mi rispondi di merda, chiaro? Hai i coglioni girati per i cazzi tuoi? Benissimo, non prendertela con me. Non ti ho fatto niente. Ma permetti che essendo tu il mio RAGAZZO mi preoccupo se non parli e sembri assente. La prossima volta non ti chiedo niente. Mi farò i cazzi miei, come tu ti fai i tuoi.- si alzò e se ne andò.
La Ila immediatamente la seguì.
Cosa stavo facendo?
Mi girai e trovai gli occhi azzurri di Jessica che mi guardavano.
Ed immediatamente mi dimenticai tutto, della litigata appena avuta, del fatto che avessi la ragazza e…
Edo, che stai dicendo? Hai bevuto forse? Da quand’è che tu ti comporti così?
Decisi di andare a fare un passeggiata fuori.
Dovevo schiarirmi le idee.
Dovevo pensare. Capire cosa stesse succedendo.
Mi alzai e me ne andai.
Era tutto così confuso, mi sentivo così confuso.
Non sapevo cosa fare, pensare. Non sapevo come comportarmi.
Uscendo dal ristorante mi resi conto che stava quasi per tramontare il sole.
Un’immagine davvero romantica, se solo non fossi stato solo come un cane.
Non mi ero mai comportato come quella stasera, soprattutto con la mia piccolina. Chissà come ci era rimasta male, ma non potevo chiederle scusa, quando non sapevo ancora cosa mi prendesse.
Mi sedetti su una panchina in mezzo allo spettacolare giardino.
C’era silenzio. Pace. Nessuno che urlava o parlava. Solo la voce nella mia testa che mi diceva che c’era qualcosa che non andava.
Era davvero molto perspicace la mia testa. L’avevo capito anch’io che qualcosa non andava, ma cosa?
Cosa non andava, cazzo?
-Edo, sicuro di stare bene?- no, non quella voce ti prego.
Mi girai ed…eccola lì.
Bellissima nel suo vestito, con quei capelli biondi che le incorniciavano il viso e quel sorriso che mostrava i suoi bellissimi denti bianchi.
-Si, sto benissimo.- se mi avesse conosciuto bene, avrebbe saputo subito che mentivo.
-Lo so che menti.- mi conosceva bene, a quanto pareva.
Si sedette in parte a me e la sentii tremare.
Mi tolsi la giacca e gliela appoggiai sulle spalle. Per scaldarla maggiormente l’abbracciai.
-Grazie.- mi sorrise sinceramente.
Effettivamente c’era davvero una fresca brezza che tirava.
-Prego. – per un momento sembrava essere tornata la ragazza di un anno e mezzo prima. La semplice ragazza di un anno e mezzo prima.
-Sono stata davvero molto felice di rivederti oggi.-mi disse.
-Anche io. – ammisi. Ero davvero felice di averla rivista, anche se forse non avrei dovuto esserlo.
-Senti, io ti ho pensato molto in questo periodo e…mi manchi.- mi girai a guardarla.
I suoi bellissimi occhi azzurri brillavano. Si, sembrava davvero la ragazza di cui mi ero innamorato.
La vidi avvicinarsi lentamente ed io non mi spostai, anche se sapevo avrei dovuto farlo per evitare una catastrofe.
Ma non lo feci. La guardai avvicinarsi lentamente a me e mi soffermai a guardare quelle sue labbra scarlatte.
Finché non le sentii premere sulle mie.
Ed ecco che le sensazioni di allora riaffiorarono.
Ci baciammo lentamente, per poi dischiudere le labbra all’unisono e facendo incontrare le nostre lingue, che giocarono insieme come un anno prima.
Riscoprii sentimenti che pensavo di non provare più per lei.
Che pensavo di provare solo……
Un attimo.
Mi staccai da lei all’improvviso.
-Non possiamo.- sussurrai.
-Ma io ti amo ancora, Edo.- mi disse lei dolcemente.
Mi alzai dalla panchina, le tolsi il giacchetto dalle spalle e me ne andai.
Cos’avevo fatto? Stavo diventando come Simo, uno stronzo. Era davvero questo che ero diventato?
Entrai nel ristorante. Passai in parte a Simo che si girò velocemente a guardarmi.
Non so se mi stesse seguendo. So solo che lo sentivo alle mie spalle.
Arrivai al parcheggio e andai verso la macchina di Simo.
Cominciai a tirare calci sulle ruote.
-Merda. Merda. Merda. Merda.- continuavo a tirare calci cercando di scaricare la rabbia verso me stesso.
-Ehi ehi ehi. Quella è la mia macchina. Calmati e dimmi che succede. – Simo sarà stato anche il più grande stronzo con le donne, prima di incontrare la Ila, ma come amico era davvero incredibile. Mi ascoltava sempre. Mi aiutava sempre. E per questo gli volevo bene.
-Sono diventato come te. Sono diventato come te e non posso sopportarlo.- ammisi.
-Sei diventato un gran figo?- chiese lui ridendo.
-Non è il momento di ridere, Simo. Sono serissimo.- lo  vidi cambiare completamente espressione.
-Ok, allora. Dimmi che…
-Io e Jessica ci siamo appena baciati in giardino.- ammisi tutto d’un fiato.
-Co-com COSA?- lo gridò un po’ troppo forte.
-Abbassa la voce per favore. Non vorrai mica attirare l’attenzione su di noi.
-Ma sono tutti dentro.- mi fece notare Simo.
-Lo so, ma metti che qualcuno ci sentisse.
-Non dirmi che ti piace ancora Edo.- sapeva anche lui la risposta, ma voleva sentirsela dire da me.
-Penso di amarla ancora, Simo.- ammisi distogliendo lo sguardo da lui.
-Ma l’hai lasciata tu. Dio santissimo, Edo. L’hai lasciata tu. Cosa pensi che adesso la storia possa andare tranquilla senza intoppi? Fa lo stesso lavoro e già tanto se oggi è venuta. E poi Edo, la Ary? Ci hai pensato? Non rovinare tutto per tornare con la tua ex ti prego.
-Non voglio prenderla in giro, Simo. Non sono te che usa le persone. Anzi, mi correggo, non sono il tuo vecchio te.
Rimanemmo in silenzio per interminabili minuti.
-Mi manca fare l’amore.- ammisi dopo non so quanto tempo.
-Come, scusa?- cosa voleva una conferma di quello che aveva detto? Lo aveva capito benissimo.
-Mi manca fare l’amore.
-Certo che ti manca è un anno che sei in astinenza, mancherebbe anche a me sinceramente, anche se…-sembrava titubante.
-Cosa?- sentivo tanto che quella sera, sarebbe stata la sera delle rivelazioni.
-Io non ho mai fatto l’amore, cioè era sempre sesso, puro e sano sesso. Anche se forse di sano non aveva proprio niente.- era serio, serissimo.
-E io invece non ho mai fatto quel puro e sano sesso, ho sempre fatto l’amore.- eravamo due persone completamente diverse, eravamo l’uno l’opposto dell’altro, ma andavamo d’accordo nonostante queste enormi differenze che ci segnavano. Forse erano proprio queste differenze che ci legavano ancora di più.
Ma quella sera, senza accorgercene, ci rendemmo conto che stavo diventando come l’altro.
-Non ti manca fare sesso?- gli chiesi improvvisamente. Non avevamo mai parlato così, cioè parlavamo di sesso, ma non in modo così serio. Si, eravamo decisamente seri.
-Se devo essere sincero?- annuii- No, per niente. Alla fine era solo l’atto sessuale. Era solo un soddisfare la voglia. Non c’era niente di più. E adesso che…che sono insieme alla Ila, non mi manca. Voglio qualcosa di più. Per la prima volta non voglio soddisfare solo i miei bisogni, ma anche i  suoi. Non voglio limitarmi solamente all’atto fisico, anche se mi rendo conto che non lo sarebbe. Non voglio farle fretta, quando lei si sentirà pronta, lo sarò anch’io semplice. E poi sai che se fosse solo per sesso, non sarei arrivato fino a questo punto. Sto andando contro la mia prima regola. – vedere Simo innamorato, era come vedere l’eclisse. Non ci ero abituato e se continuava a stupirmi con queste uscite, non mi ci potevo abituare mai.
Comunque, la prima regola di Simo era: non andare mai con una vergine. In quel senso era corretto. Sapendo che non avrebbe mai avuto una storia seria, preferiva andare con quelle esperte e non con quelle che dovevano ancora consumare la loro prima volta. Diceva che non era giusto che perdessero la verginità con uno stronzo. Dovevano perderla con uno che l’amassero e con cui potevano avere una storia seria, non con uno stronzo.
Ma forse Simo non aveva capito una cosa, che erano poche le vergini che la davano al primo che passava, anche se ne aveva incontrate lungo il suo cammino.
-Si, lo so che infrangeresti una delle tue regole più importanti.- dissi un po’ scocciato.
-E a te come mai manca fare l’amore?- bella domanda come mai mi mancava?
Non me n’ero reso conto fino a quello stupidissimo giorno, fino a quello stupidissimo ricevimento dove avevo rivisto la mia ex.
-Cioè, non pensavo che mi mancasse. Fino ad oggi non ne ho mai avuto il “bisogno”, ma oggi…cioè…-non riuscivo andare avanti. Mi sentivo troppo in imbarazzo ad ammetterlo.
-Hai sentito di averne il “bisogno” quando hai rivisto Jessica.- concluse la frase per me. Mi stupivo quando succedeva. Non pensavo mi capisse così tanto.
-Si, ecco e…cioè mi manca. Farlo con lei.- ero titubante.
-No, ti prego, Edo no. Non dirmi che vuoi tornare con lei.- era davvero quello che volevo?
Non riuscivo a capirlo.
Io amavo la Ary, cioè ero convinto di amarla. Ma da quando avevo rivisto Jessica, non ne ero più convinto.
Avevo capito di amarla ancora, di non avere mai smesso di amarla.
E questo era un male. Non volevo far soffrire la Ary e sapevo che se glielo avessi detto ci sarebbe rimasta male, ma non potevo neanche non dirle niente. Non era giusto prenderla in giro e io non volevo fare la parte dello stronzo, quale non ero.
-Non so cosa fare, Simo.- ero disperato. Non mi capivo. Non sapevo cosa fare. Era in una confusione totale.
-Devi pensarci. Bene. Non puoi affrettare le cose. Forse è solo perché non la vedevi da tanto e pensi che sia chissà che cosa. Stai tranquillo, rilassati e cerca di non rispondere male alla Ary. Non se lo merita.
-Grazie.- lo abbracciai. Si, lo so. È strano vedere due ragazzi che si abbracciano, ma noi spesso lo facevamo. Ovviamente non davanti a tutti. Come avremmo potuto rovinare la nostra reputazione? E soprattutto quella di Simo?
-Entriamo che si chiederanno che fine abbiamo fatto.- disse Simo avviandosi.
Entrammo in rigoroso silenzio, per poi trovarci nella confusione più totale.
Tutti che stavano ridendo e scherzando.
Al nostro tavolo c’erano seduti mia sorella, Mattia e Jessica, ma neanche l’ombra della Ary e della Ila.
Io e Simo ci guardammo.
-Scusate se vi disturbo, ma sapete dirmi dov’è la Ila?- chiese Simo ai tre.
-è andata con la Ary prima che uscite voi, poi non l’ho più vista e neanche la Ary.- a rispondere fu Mattia.
-Grazie. – gli rispose Simo con un sorriso. Sbaglio o non si erano scannati? Sbaglio o si erano pure messi a fare una mini-conversazione? Ok, quello era il giorno peggiore della mia vita, ma era anche il giorno dove mi stupii maggiormente.
-Forse è meglio che tu resti qui.- mi disse a bassa voce Simo prima di andare a cercare le ragazze.
Rimasi lì. Su quella sedia senza parlare con nessuno, a riflettere su tutto quello che stava succedendo quel giorno.
-Fratellino che ti succede? Sembra che ti sia appena passato sopra un camion. – era mio fratello Davide.
-Davvero molto simpatico, guarda. Non ti preoccupare, non è niente e anche se fosse qualcosa di importante non te lo direi. Non vorrei mai rovinare il giorno più felice della tua vita. – dissi facendo un sorriso tirato.
-Dov’è Simo? E la mia cognatina preferita? – mi chiese mio fratello malizioso.
-E chi sarebbe la tua cognatina preferita?- gli chiesi divertito.
-La Ila. Chi vuoi che sia? Allora, dove sono? Si sono imboscati?- chiese lui sorridendo.
-No, per la verità lei è con la Ary. Simo è andato a cercarle perché non sappiamo dove sono.- gli risposi io – E comunque, come fa la Ila ad essere la tua cognatina, quando Simo non è nemmeno tuo fratello.- ero scocciato, ma anche divertito. Io, Simo e lui eravamo praticamente cresciuti insieme. Ci consideravamo come fratelli.
-Guarda che lui è più mio fratello di te.- rise –Be, dimmi da dove è uscito Simo che provo a raggiungerli.
-è uscito verso il giardino.
-Allora, ci vediamo dopo. Almeno stacco un po’ da questa confusione.- salutò con la mano e se ne andò.
E rimasi di nuovo lì solo, anche se non lo ero.
Al tavolo c’erano altre tre persone, tra cui quella che aveva reso la mia giornata un inferno.
Mi aveva confuso e reso la giornata un completo disastro.
Come può una persona rovinarti la giornata così? A quanto pareva poteva. Eccome, se poteva.
Ed io, per colpa sua, ero lì a pensare. A rimuginare su tutto quello che era successo quel giorno. A rimuginare su quello che successo un anno prima. A quello che era successo negli ultimi sei mesi più o meno.
Dovevo pensare per capire quello che avrei dovuto fare successivamente.
Mi sentivo sporco. Avevo ancora il sapore sulle mie labbra di Jessica, quando avrei dovuto avere quella della Ary. Era preoccupante, non riuscivo più a chiamarla “la mia piccolina”.
Non posso rovinare tutto così. Non posso pensare di mandare in merda quasi sei mesi. Di punto in bianco. Per lei.
E che lei. Bellissima. Stupenda. In ogni sua forma e sfumatura.
L’amavo ancora, non c’era niente da dire. Eppure pensavo che mi fosse passata. Che non fossi uno stupido ragazzino che, non appena rivedeva la sua prima ragazza, se ne ritrovava ancora innamorato.
L’avevo lasciata io. Dio santo. Io. Non lei.
Quell’atteggiamento sarebbe stato comprensibile se fosse stata lei a lasciarmi, ma dato che era il contrario, non potevo accettarlo.
Anche se, io l’avevo lasciata, amandola ancora. Eccome se l’amavo.
E l’amavo anche in quel momento.
Con lei tutto era fantastico, l’amore era fantastico, fare l’amore era stupendo.
E se…no impossibile. Non ero così smanioso di farlo, ma…forse.
Forse pensavo di essere innamorato di lei, perché volevo fare ancora l’amore. Sapevo che con lei avrei potuto farlo senza problemi e non avrei dovuto aspettare che lei si sentisse pronta. Con lei avrei potuto prenderla, baciarla ed andare nel bagno a farlo sul lavandino.
Con lei potevo farlo, con la Ary no. Oltre al fatto che l’avrei spaventata. Poi non potevo. Lei era vergine. Doveva essere speciale. Non doveva essere fatto in un bagno di un ristorante durante un ricevimento di nozze.
Venni riscosso dai miei pensieri, vedendo l’immagine di mio fratello che aveva a braccetto la Ila che rideva e Simo, invece, aveva la Ary.
-Io dico che ti rapisco per un po’.- disse mio fratello alla Ila.
-E come mai?- gli chiese lei divertita.
-Sei una di famiglia. Devi cominciare a conoscere qualcuno.- lei arrossì notevolmente.
-Ma…co-co- - era notevolmente in imbarazzo.
Simo nel frattempo aveva accompagnato la Ary a sedersi. Non mi rivolse la parola. Me lo meritavo.
Quando mio fratello sarebbe stato fuori dal nostro raggio, le avrei parlato.
-Lasciala in pace, Dave. – gli disse Simo ridendo.
-Oh, si presenta tanto come una pantera, ma in realtà è una micina.- mio fratello rise e quella battuta non fece che peggiorare il rossore della Ila.
-Dave. – urlammo insieme io e Simo.
-Ok, va bene. La smetto. Ma è vero, sembra tanto una pantera, ma guardala come arrossisce. – se avesse potuto la Ila si sarebbe sotterrata molto volentieri. Lei si staccò da lui ed andò a bere un goccio d’acqua.
-Ti giuro che non farò così sempre. – lei sorrise ancora un po’ in imbarazzo.- Benissimo, Simo te la rapisco. Non so quando te la riporterò e forse le farò conoscere anche qualcuno meglio di te. Lei non deve stare con uno come te, merita di meglio.
Se ne andarono insieme mentre parlavano.
Ero felice che andasse d’accordo con la Ila.
Mi ritrovai a pensare che forse era meglio che si portasse via anche la Ary con lui, non sapevo cosa dirle.
Non avevo ancora fatto chiarezza in tutto quello che era successo.
Poi c’era ancora quel bacio con Jessica, che mi occupava la mente, non lasciandomi pensare come avrei dovuto.
Mi girai verso di lei.
Stava scrutando la sala, guardando gli altri tavoli.
Non aveva ancora guardato nella mia direzione. Era ancora arrabbiata con me, anche io lo sarei stato se fossi stata in lei.
Mi odiavo per quello che avevo fatto, per averle risposto male.
-Ti va se andiamo a fare un giro?- le chiesi dolcemente.
-Sinceramente non ne ho voglia.- mi rispose acida e con tono troppo duro.
-Vorrei parlare con te. Da SOLO.- cercai di calcare su l’ultima parte della frase pur mantenendo un tono dolce.
-Ok, va bene.- acconsentì, ma il tono acido e duro rimase.
Provai a toccarle un braccio, ma si scostò.
Uscimmo in giardino.
Passeggiammo un attimo rimanemmo in silenzio.
Ormai il sole era tramontato da un pezzo.
Tirava una leggera brezza fredda. La luna piena splendeva nel cielo.
La guardai. Per vedere se si rendesse conto del luogo romantico in cui ci trovavamo, ma lei sembrava scrutare in giro, come se non volesse incontrare il mio sguardo.
-Senti, voglio chiederti scusa per prima. Non volevo risponderti male. È…è solo che è…una giornata strana, ecco.- volevo sembrare sicuro di quello che stavo dicendo, ma ottenni tutto il contrario. Balbettai e la mia voce non trasudava sicurezza. Cominciavamo bene.
-Sinceramente? Non me ne frega se è una giornata strana. Non vedo perché rispondermi male. E, a parte questo, è da quando è arrivata quella Jennifer, Joanna  o come diavolo si chiama che sei strano. Penso che non solo Simo ci sia andato a letto, vero?- colpito e affondato. Non solo per la frase che aveva detto, ma con il tono in cui l’aveva detto. Era tagliente. Deducevo che fosse gelosa di lei.
-Be, si… cioè…- cioè cosa Edo? Ci sei andato a letto e non solo quello, era la tua ragazza dio santo. Quanto ti ci vuole per ammetterlo? L’ha capito. Cosa vuoi, continuare a mentire? Ci eri insieme. L’amavi. Era la tua ragazza.
-Cioè cosa?- chiese lei assottigliando lo sguardo.
-Si, ci sono andato a letto insieme. Era la mia ragazza.- risposi tutto d’un fiato, anche se era la mossa più sbagliata che potessi fare.
Lessi lo stupore sul suo viso, nei suoi occhi nonostante fossimo quasi completamente al buio. Illuminati solo dalla luce lunare.
-Quanto siete stati insieme?- il suo tono di voce si era addolcito.
-Un anno, un anno fa. – anch’io mi ero calmato. Anche se non ero pronto al suo “interrogatorio”.
-L’hai lasciata tu?- non mi aveva ancora guardato nemmeno una volta. Le facevo davvero così schifo?
-Si. Perché non ci vedevamo mai, a causa del suo lavoro e mi ha tradito.- a quell’ultima parola la vidi sussultare.
-Da quanto tempo è che non la vedevi?
-Da quando ci eravamo lasciati. Senti, non ho voluto fare una passeggiata per parlare di lei.- mi sedetti su una panchina poco lontana. Lei era in piedi davanti a me, che non intendeva muoversi.
Guardava l’orizzonte assorta nei suoi pensieri.
-E di cosa vuoi parlare?- mi chiese non distogliendo lo sguardo nemmeno un secondo.
-Voglio parlare di noi. Siamo insieme, giusto?- gli chiesi.
-è quello che chiedo io a te. Siamo insieme?- stavolta si girò a guardarmi. Io annuì. – Allora, è normale che io mi preoccupi quando tu ti zittisci all’improvviso, quando sembri strano e completamente assente. E io per tutta risposta cosa ricevo? Un atteggiamento di merda. Sai cosa farò? La prossima volta me ne sbatterò il cazzo e farò finta di non farci nemmeno caso. Poi voglio vedere come reagisci. Ah. E questo è il massimo. Invece di venire a cercarmi per chiarire, chissà dove sei andato, ma sinceramente? Non mi interessa. – mi sembrava di vedere i suoi occhi luccicare. Credo che si stesse trattenendo dal piangere.
-Dovevo chiarirmi le idee. –ed immediatamente, mi pentii delle mie parole.
-Chiarirti? E su cosa illuminami.- disse lei sarcastica.
-Non riuscivo a capirmi. A capire perché ti avessi risposto male. Non sono uno stronzo Ary, non lo sono mai stato. E oggi non mi capisco. È da stamattina che sono agitato e che mi comporto in modo strano. Non è colpa tua, è solo colpa mia. Non so cosa mi stia succedendo. Ma giuro che non avrei mai voluto ferirti e risponderti male.-ero sincero. Almeno pensavo.
Lei si mise a sedere in parte a me.
-So che ci possono essere delle giornate no. Ne sono consapevole. Come ce le ho io, ce le hai anche tu. Ma vorrei che me ne parlassi o se non ne avessi voglia di parlarmene che almeno non mi trattassi di merda. So che può non essere facile, ma non voglio litigare tutte le volte che tu hai una giornata no.- sembrava più rilassata. Mi sorrise.
L’abbracciai.
Il suo profumo mi invase le narici.
-Scusa.- seppi solo sussurrare.
Mi staccai da lei e mi soffermai a guardarla.
Alla luce della luna era ancora più bella.
La sua pelle sembrava ancora più chiara e perfetta.
Lentamente mi avvicinai a lei per posare le mie labbra sulle sue, per poi insinuarmi lentamente nella sua bocca e giocare con la sua lingua.
Il bacio era stupendo, fantastico, ma c’era qualcosa che non andava.
Non era come quello…no. Alt. Fermi un attimo.
Lei era la mia ragazza, non Jessica.
Eppure il bacio con lei era stato favoloso. Aveva riacceso in me scintille, fiamme.
Mi staccai lentamente da lei sorridendo, quando in realtà avrei voluto morire.
Avevo più o meno fatto, quello che aveva fatto Simo quando aveva appena conosciuto la Ila: avevo baciato la Ary pensando a Jessica.
Solo che i ruoli erano invertiti. Avrei dovuto pensare alla Ary mentre baciavo Jessica e non il contrario.  Mi preoccupai maggiormente.
-Andiamo dentro.- dissi alla Ary prendendola per mano.
Entrando ci trovammo davanti molte coppie che ballavano al centro della pista.
Tutti che parlavano, ridevano e scherzavano.
In mezzo alla folla vidi spiccare mio fratello che balla con la Ila. Ma non avrebbe dovuto ballare con Camilla? Non lo capivo davvero quell’uomo.
Vidi Simo che parlava con i suoi genitori e li raggiunsi portandomi dietro la Ary.
-Finalmente vi stavamo dando per dispersi.- disse ridendo Simo.
-Cosa ci siamo persi?- chiesi io con un sorriso.
-Il ballo dello sposo e della sposa.- mi disse la Bea.
-Vedo che mio fratello ha di nuovo rapito la Ila.
-Diciamo che non l’ha mollata un secondo. L’ha portata in giro a far conoscere a tutti, nemmeno fosse la sua di ragazza.- Simo era davvero felice. Non l’avevo mai visto così in tutti gli anni che lo conoscevo. O meglio. L’avevo visto così a 14 anni quando si era innamorato della ragazzo che poi gli spezzò il cuore. Mi sembrò di tornare indietro con gli anni.
-Dai, Dave. Non ce la faccio più, mi fanno male i piedi.- la Ila arrivò seguita da mio fratello.
-Ma dai. Io volevo fare ancora un ballo. – mio fratello faceva la parte dell’offeso.
-Forse più tardi.- la Ila perse l’equilibrio e venne presa al volo da Simo, facendola arrossire.
-Dovresti stare attenta la prossima volta.- le disse lui a pochi centimetri da lei.
-Scusa, ma non riesco a reggermi in piedi mi fanno male i piedi.- Simo la rimise in piedi.- Vado a cambiarmi le scarpe. Ary, vieni con me. – la prese e la portò via con se.
-Allora? Avete parlato?- mi chiese Simo.
-Si. abbiamo parlato.- rimasi sul vago. Gli avrei spiegato più tardi dei miei problemi.
Vidi arrivare la Ila correndo e nascondendosi dietro Simo.
-Che succede? E sbaglio o ti sei abbassata?- gli chiese lui divertito.
-Dave, vuole rapirmi di nuovo. E si, mi sono abbassata. Ho tolto i tacchi. Avevo un paio di ballerine nella borsa.- lei gli abbracciò completamente la vita. –Non azzardarti a muoverti.
-Non ho intenzione di andare da nessuna parte.
-Ila. Dai vieni con me.- arrivò Dave. Non riuscivo a capire se fosse ubriaco o se fosse solo cretino.
-Non ti sembra il caso di lasciarmi godere la mia ragazza per un po’?- gli chiese Simo.
-Oooooh, certo. Fai pure. Vado da mia moglie. Che strano dirlo.- sembrava davvero un po’ brillo.
-Sbaglio o è ubriaco?- chiesi io.
-No, ma è sulla buona strada.- rispose Simo ridendo.
La serata o meglio la nottata, finì tra risate, balli di gruppo, canti e divertimenti di ogni genere.
Non avevo quasi più rivisto Jessica. Forse se n’era anche andata. Non lo sapevo di preciso.
All’una di notte eravamo in macchina che stavamo tornando a casa.
Tutti distrutti.
Io ero seduto nei sedili posteriori insieme alla Ary che era appoggiata alla mia spalla che mi aveva abbracciato la vita.
La Ila davanti con Simo si stava per addormentare sul sedile del passeggero.
-Amore, non addormentarti devi farmi compagnia. – gli disse Simo.
-Non ce la faccio. Sto morendo, Simo. Ho sonno.-si sentiva dal suo tono di voce che la Ila stava per andare nel mondo dei sogni.
Dopo pochi minuti il respiro della Ary si era regolarizzato e la Ila dormiva bellamente.
-Simo, ma, dove dormono le ragazze stanotte?- gli chiesi curioso dato che non ne avevo la più pallida idea.
-Ancora da me. Se vuoi puoi tornare a casa.- mi guardava dallo specchietto retrovisore.
Si, forse era meglio che tornavo a casa. Mia sorella era anche a casa da sola e non volevo le succedesse qualcosa.
-Forse è meglio.
Percorremmo il resto della strada in rigoroso silenzio.
Arrivando a casa, Simo parcheggiò la macchina ed io portai nel letto la Ary, cercando di non svegliarla.
Le tolsi le scarpe ed i jeans e la infilai nel letto.
Coprendola bene.
Le diedi un bacio tra i capelli e me ne andai chiudendomi la porta alle spalle.
Nel corridoio trovai Simo ad aspettarmi.
-Ce la fai ad arrivare a casa? Se no ti accompagno.- mi chiese gentilissimo, ma vedevo che aveva solo voglia di andare a dormire. Era stanchissimo e forse voleva passare anche un po’ di tempo da solo con la Ila.
-No, tranquillo. Ce la faccio.- gli risposi con un sorriso.
-Ci vediamo. E mi raccomando. Pensaci bene. Quando avrai deciso qualcosa, fammi sapere.- mi disse aprendo la porta della sua camera.
-Ti farò sapere. Buona notte.- scesi le scale.
Ormai potevo entrare ed uscire in quella casa come se fosse mia.
Uscii dalla porta d’ingresso e salii sulla mia macchina.
Che cosa avevo intenzione di fare?
Io amavo la Ary, ma avevo scoperto di amare ancora Jessica.
Che cosa potevo fare? Lasciare una e riprovarci con l’altra?
Dovevo decidere, ma non avevo tutto il tempo del mondo.
Se avessi deciso per il peggio, non avrei voluto far soffrire troppo la Ary.
Dovevo prendere una decisione ed in fretta.

 

 

 

 

 

 

Buonasera! E come promesso, eccomi qua a postare un altro capitolo per farmi perdonare dell’immenso ritardo dell’altra volta. Spero che ne siate felici =)
Allora, il fatidico capitolo è arrivato. Purtroppo. Sono sicura che molte si sfogheranno in questo capitolo per quello che ha fatto, ma soprattutto ha pensato Edo. Lo so ragazze. Lo so, l’avrei ucciso anch’io, ma è un cretino. Rivede la sua ex, ricorda i loro momenti passati insieme, risponde male alla Ary, bacia la sua ex, parla con Simo, risolve con la Ary, ma intanto pensa alla sua ex. Il ragazzo è parecchio confuso. Eccome se lo è. Cosa deciderà di fare? Be, per saperlo dovrete leggere il prossimo capitolo. =)
Be, penso che lo possiate immaginare, no? Altrimenti la storia sarebbe finita e buonanotte. Ci saluteremmo e abbandoneremmo questi personaggi, ma invece no. Vi ricordo che mancano ancora 19 capitoli per la fine. XD *in sottofondo si sentono fischi di dissenso* Eh lo so, è lunghetta, ma vi avevo avvisato. =)
Ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia alla preferite, alle seguite e alle ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito. Davvero grazie ragazze *_*
Ricordo il blog per gli spoiler e vi ricordo anche il mio account di Facebook e di Twitter per chi volesse aggiungermi. =)
Rispondo alle vostre recensioni:
Red76: Ciao! Ahahah No, non sei in pensione, diciamo che sei in un prepensionamento. xD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione ^_^
TheDreamerMagic: Ciao cara! Vedo che stai cominciando a migliorare xD Sei riuscita ad arrivare seconda, è davvero un buon traguardo dato che arrivavi sempre ultima xD
Edo che ha quella strana sensazione, che sente come se dovesse succedere qualcosa. A me capita spesso, ma non posso dire in anticipo se succederà una cosa positiva o una negativa.
Daiiii, come puoi odiare Jessica? È così carina, simpatica. Come puoi odiarla? Io la adoro. Ovviamente scherzo. Come potrei odiarla? Per colpa sua Edo ha capito di essere ancora innamorato di lei, di provare ancora qualcosa per lei e questo non va affatto bene. -.-
Ti sei preparata abbastanza bene? Spero davvero di sì, ma devi prepararti maggiormente per il prossimo capitolo. Sarà quello la mazzata finale =( (ti ho lasciato anche leggero spoiler se riesci a coglierlo)
Simo è sempre carino, qualsiasi cosa faccia *_* io lo adoro *_*
Purtroppo il capitolo della strage è arrivato e l’hai appena letto, se non sei morta prima xD un bacione ^_^
Vanilla_sky: Ciao! Non ti preoccupare per non aver recensito. Capisco che abbiate altro da fare e non pretendo che recensiate tutti i capitoli. L’importante è che seguiate la storia =)
Penso che la curiosità non ti abbia logorato più di tanto. Ho postato presto, no? Un bacione ^_^
effe_95: Ciao! Sono contenta di averti fatto ridere, alla fine l’intento era un po’ quello perché volevo alleggerire l’atmosfera prima di questo capitolo.
Allora, cosa ne pensi Jessica? Immagino che non ti stia tanto simpatica. xD
Non devi preoccuparti delle recensioni corti, l’importante è che leggi il capitolo e che ti piaccia. Poi se hai tempo di lasciare una recensione lunga, quello è qualcosa in più. Un bacione ^_^

Alla prossima ^_^

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Capitolo 42
*** Devo parlarti ***


Capitolo 37

Devo parlarti

Ary POV
Era dal giorno del matrimonio che non vedevo e non sentivo più Edo. Mi ero ritrovata addormentata nella stanza blu degli ospiti di Simo, ma lui non era in parte a me.
Quando mi ero svegliata e avevo chiesto a Simo dove fosse, mi aveva detto che non era rimasto a dormire, che voleva tornare a casa perché sua sorella era a casa da sola.
Era da quel fottuttissimo giorno che non lo vedevo e lui non si era nemmeno fatto sentire.
Dopo che mi aveva trattato male tutto il giorno, non si faceva nemmeno più vedere. Eravamo messi davvero male.
Ogni tanto provavo a chiamarlo, ma non mi rispondeva mai oppure mi mandava un messaggio dicendomi che stava bene e di non preoccuparmi.
Non dovevo preoccuparmi? Eh be, certo. Era solo da 4 giorni che non si faceva sentire e l’ultimo giorno che eravamo stati insieme aveva rivisto la sua biondissima, bellissima, sexissima e, soprattutto, altissima, ex, ammutolendosi completamente.
Certo, non era successo niente e io non dovevo preoccuparmi, era ovvio, no?
Ormai ero preparata a tutto, qualsiasi cosa mi avesse detto quando ci saremmo rivisti, ero preparata. A tutto. A qualsiasi cosa.
Nella mia testa vagavano le ipotesi più assurde: che avesse fatto un incidente e che fosse rimasto paralizzato, che avesse paura di vedermi perché aveva paura che io non lo accettassi; che in realtà aveva capito di essere gay, ma sarebbe stato un tale spreco; che lo avessero rapito gli alieni e che gli lasciassero mandare un messaggio al giorno. Pensavo a qualsiasi cosa, ma non alla più ovvia.
Ero fortunata di non dovermi svegliare presto per andare a scuola, non avrei davvero saputo come fare i compiti e studiare. Non c’ero con la testa e non dormivo. Tutti i giorni mi vedevo con la Ila per parlare, per vedere se Simo le avesse detto qualcosa su Edo, ma tutte le volte riceveva la stessa risposta “ Sinceramente non lo so. È dal matrimonio che non lo vedo e non lo sento.”
Ila non gli credeva, pensava che stesse nascondendo l’amico, come lei avrebbe fatto con me, ma avevo come l’impressione che mi nascondesse qualcosa. Che lei sapesse qualcosa che io non sapevo.
Sia chiaro che io mi fidavo di lei,non pensavo che mi stesse nascondendo cosa stesse combinando Edo, ero solo consapevole del fatto che lei mi stesse nascondendo qualcosa, che non mi diceva realmente tutto quello che pensava. Che avesse capito qualcosa che io non riuscivo a capire?
In quel momento odiavo il suo sesto senso del cazzo.
Passai tutta la mattinata del quinto giorno a guardare distrattamente la televisione, finché non ricevetti un messaggio. Era di Edo.
“Oggi pomeriggio alle 2 vengo a prenderti, devo parlarti.”
Rilessi il messaggio un centinaio di volte.
Non mi piaceva. Era troppo distaccato e freddo. Mi metteva ansia.
Mi preparai cercando di rendermi il più presentabile possibile, nonostante avessi occhiaie enormi ed ero bianca cadaverica.
Alle 2, suonarono al campanello.
Aprendo la porta mi trovai davanti Ila.
-Che ci fai tu qui?- le chiesi leggermente sorpresa dalla sua presenza. Pensavo che saremmo usciti solo io ed Edo, ma a quanto pareva non era così. Non che non mi facesse piacere che ci fosse anche lei, almeno se fosse successo qualcosa, sapevo che lei sarebbe stata lì con me.
-Non so. Simo mi ha mandato un messaggio dicendomi che sarebbe venuto a prendermi e dopo ho visto in macchina Edo. Sinceramente mi sto preoccupando.- infatti non era felice di questa situazione.
- Sapessi come sono preoccupata io.- pensai- ma almeno ci sarai tu con me.
Scendemmo gli scalini insieme e salimmo in macchina.
Eravamo entrambe sul sedile posteriore che ci scambiavamo sguardi confusi e per niente sicuri che quello che sarebbe successo di lì a poco, sarebbe stata una cosa piacevole.
La mia agitazione e la mia preoccupazione crebbero maggiormente con il passare dei minuti. Gli unici rumori che si sentivano, erano il motore della macchina e la radio.
Dovevo sapere almeno dove stessimo andando. Non andavo così alla cieca, anche se l’idea di una sorpresa, mi avrebbe notevolmente rialzato il morale, ma volevo almeno tentare di ricevere una risposta, anche se immaginavo che non mi sarebbe stata data.
-Mi spiegate che sta succedendo?- domandai con una voce che non sapevo mi appartenesse.
- Quando arriveremo lo vedrai. – in un primo momento non riconobbi la voce che mi aveva risposto. Non la riconoscevo, non l’avevo mai sentita prima di allora. Solo dopo qualche minuto collegai che l’unica persona a cui poteva appartenere quella voce era Edo.
Non era la sua solita voce calda, gentile e sensuale. No. Era bassa, fredda, che non rilevava nessun tipo di emozione.
Cominciai a muovermi sul sedile, non riuscendo a stare ferma.
Ila allungò una mano e la appoggiò sulla mia stringendola.
Mi girai e la guardai. Mi fece un sorriso sincero che mi tranquillizzò leggermente.
Ci fermammo in un parcheggio. Scendemmo.
Davanti a noi si espandeva un bellissimo giardino.
Simo si avvicinò ad Ila e le disse qualcosa all’orecchio.
Li vidi allontanarsi mano nella mano e sedersi su una panchina.
-Vieni sediamoci qui.- la stessa voce di prima, mi indicò una panchina poco distante da noi.
Mi sedetti ed Edo vicino a me.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Non riuscivo a capire perché Edo fosse così freddo e distaccato.
-Scusa per non essermi fatto sentire in questi giorni- mi girai a guardarlo- è che dovevo chiarirmi le idee.
Aveva bisogno di chiarirsi le idee? E su cosa?
-Dovevo pensare a noi, a me. Pensare in generale.
E pensare a Jessica, avrei voluto aggiungere io, ma non lo feci.
Il mondo intorno a me girava troppo veloce. Non riuscivo a collegare le cose, a capire cosa stesse succedendo.
-Perché siamo qui, Edo?- volevo arrivare al dunque. Volevo sapere cosa stesse succedendo e lui sembrava volerci girare intorno.
-Ecco…sono stato davvero molto felice di conoscerti, mi piaci. Sto bene con te, ma…- ecco, era ovvio che ci fosse un “ma, c’era sempre un “ma” e ovviamente c’era anche in quel momento – ecco…domenica rivedendo Jessica mi è…riscattato qualcosa, cioè…avevo fatto fatica a dimenticarla, ma rivedendola, mi è riscattato qualcosa. Non ho mai smesso di amarla e non mi sembra il caso di stare ancora insieme. Non voglio prenderti in giro. Ci ho pensato quattro giorni apposta. Volevo essere sicuro, non volevo farti soffrire. Ci tengo a te, ma a quanto pare non abbastanza.
No, cioè…mi stava…lasciando? Mi stava lasciando davvero?
Be, non dovevo stupirmi. Lei era il massimo, la perfezione, una spilungona bionda. Cos’ero io in confronto? Una tappa alta un metro ed uno sputo che era tutt’altro che perfetta.
Era normale che fosse ancora innamorato di lei, che gli piacesse ancora. Non dovevo stupirmi, ma…ero pronta a qualsiasi cosa tranne a questa. Avevo pensato alle cose più possibili ed inimmaginabili, ma non avevo pensato alla cosa più semplice e possibilissima: che volesse lasciarmi.
-Se è questo quello che vuoi.- l’unica cosa che seppi dirgli.
-Sono contento che tu abbia capito.- la voce era tornata normale. La sua bellissima voce che era diventata diversa solo per lasciarmi, ma che adesso era tornata normale. Dovevo godermi questo momento,non l’avrei più sentita dopo quell’ultima frase. Dovevo imprimermela nella mente. Doveva rimanere lì, insieme a tutti gli altri ricordi. Al suo profumo. Alle sue labbra. Ai suoi capelli. Ai suoi pettorali. Alla sua schiena. Ai momenti passati insieme. Al nostro primo bacio. Sarebbe rimasto tutto impresso nella mia mente.
A quanto pareva, sembrava sollevato dal fatto che l’avessi presa bene, ma lui non poteva sapere che dovevo ancora assimilare la notizia.
Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò sorridendo.
Fissavo il vuoto, ripensando alle sue parole.
Ripensavo alla sua espressione quando aveva capito di non avermi ferito. Povero, se non credeva davvero che soffrissi, non mi conosceva. Non l’avrei mai ammesso, ovviamente, da orgogliosa quale ero non l’avrei mai fatto.
-Ary. –sentendo la voce della Ila, mi girai e la guardai.
Come se mi fosse scattata una molla, le lacrime cominciavano a chiedermi di uscire. Lei mi abbracciò e scoppiai a piangere.
Notai solo in quel momento che Simo ed Edo, con c’erano. Capendo di non essere guardata da nessuno, mi lasciai andare e singhiozzai.
Mi aveva lasciata. Mi aveva lasciata.
La mia prima storia e la mia prima volta che ero stata mollata. Non pensavo fosse stato così. Sentivo un dolore immenso che mi lacerava il petto. Sentivo il cuore pesante, talmente pesante da volermelo quasi strappare via. Avevo lo stomaco in subbuglio, ma non era la stessa cosa di quando vedevo Edo. Non erano le farfalle nello stomaco, era bile. Bile che voleva salire e uscire fuori. Era possibile che da quanto stessi male, volessi vomitare?
Non potevo saperlo, era la prima volta e non sapevo se quei “sintomi” erano normali. Non volevo nemmeno saperlo.
Io lo amavo. Sapevo di amarlo ormai da tempo. Avrei anche voluto farlo con lui, ma vedendo come erano andate le cose, era meglio così. Decisamente meglio così. Forse mi sarei anche pentita di quello che avrei potuto fare e non era certo il caso che succedesse. Io non volevo pentirmi proprio di niente. Io volevo fare l’amore per la prima volta con qualcuno che mi amasse, non che alla prima occasione mi lasciasse per tornare dalla sua ex. Capivo che l’interesse poteva essersi affievolito e poi fosse rinato dal momento che l’aveva vista, ma io non mi facevo tirare per il culo. Se lo avessi fatto con lui avrei fatto l’errore più grande della mia vita.
Si, lo amavo, ma a quanto pareva lui non amava me.
-è un cretino Ary, lo sai vero? Preferisce una modella del cazzo, rifatta e, soprattutto, truccatissima. Invece di preferire una ragazza acqua e sapone, che non è rifatta e che non se la tira da qua a Palermo. Meglio perderlo che trovarlo, uno che preferisce l’apparenza alla sostanza. – disse continuando ad abbracciarmi.
Sapevo che cercava di tirarmi su, ma non aveva avuto molto successo.
-E tu che ne sai che non ha anche sostanza?- chiesi singhiozzante. Cercando di calmarmi. Cercavo di trovare un po’ di calma nei suoi occhi azzurri, ma anche quelli traspiravano rabbia. Rabbia che sapevo essere dedicata ad Edo.
-Perché…perché lo so. Già che va d’accordo con la stronza, immagino quanta sostanza abbia. – cominciai a ridere. Vero. Andava d’accordo con la stronza. Eravamo messi davvero male.
-Certo che l’hai visto Mattia? Cioè…insomma…- la Ila lasciò la frase a metà. E questa cosa mi lasciò alquanto perplessa. Non volevo neanche immaginare ai possibili significati che poteva avere quella pausa.
-Non dirmi che l’hai trovato bello.- risposi indignata.
-Be sì. Insomma…cioè…- distolse lo sguardo ed arrossì
-Ila- la richiamai.
-è bè. Quello che c’è da dire, c’è da dire. Era bello. Stava bene vestito così… cioè…era davvero bello.- scoppiai a ridere.
-Ma quando mai quello lì è bello, ma ti prego Ila. Comunque penso che la pensasse anche lui allo stesso modo da come ti guardava. – effettivamente aveva passato tutto il ricevimento a guardarla. La amava davvero, ma era arrivato troppo tardi. Il suo cuore era stato portato via da qualcun altro.
-Sinceramente non ci ho fatto caso.- era sempre stata impegnata a parlare con me, con Simo e con Edo. Ma anche con i genitori di Simo e chiunque avesse voluto parlare con lei. Aveva conosciuto quasi tutti gli invitati a furia di parlare con chiunque.
Aveva parlato molto anche con Davide, con cui andava molto d’accordo.
-Simo invece si - eccome se ci aveva fatto caso. Ogni volta che incontrava lo sguardo di Mattia lo fulminava. Questo gesto sembrava non far desistere Mattia dal guardare la Ila e così Simo le metteva un braccio intorno alla vita e la stringeva a sé.
-Ecco, perché era così appiccicoso. E va bè. Sinceramente non mi importa.- ammise sorridendo.
Mi resi conto solo in quel momento di essermi distratta, di aver parlato di tutt’altro a parte di quello che era appena successo.
-Grazie.- dissi facendo un sorriso alla mia migliore amica.
-Per cosa?- sapeva benissimo di cosa stavo parlando.
-Per avermi aiutato. – mi aveva richiesto un certo sforzo ammetterlo, ma decisi di lasciare da parte l’orgoglio per una volta ed ammettere che il suo aiuto mi aveva davvero aiutato.
-Preparati che passerai giorni peggiori, ma ricordati che la cosa migliore è sfogarsi e parlarne, poi dovrai cominciare a distratti. Dopo dovrai essere tu a dire di smettere di deprimerti. Poi il resto verrà da sé. – disse sorridendo.
-Ovviamente, chiamerò te, quando succederà. – era una cosa ovvia.
-Be, chi vorresti chiamare scusa?- aveva ragione, non avrei potuto chiamare nessun altro. C’era sempre Ornella, la mia pseudo migliore amica. Stando a quello che diceva lei potevo chiamarla se avevo qualche problema, ma non l’avrei mai fatto.
L’unica amica “vera” era la Ila. Sapevo di potermi fidare di lei e che mi avrebbe sempre dato un consiglio sincero, anche se quello che voleva dirmi non era proprio quello che volevo sentirmi dire.
Odiavo le persone che mi dicevano quello che volevo sentirmi dire. Se chiedevo un consiglio o un parere volevo che la persona davanti a me mi dicesse quello che pensava davvero della situazione e non qualcosa che sapeva che mi avrebbe fatto piacere sentire. 
Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse la verità. La dura verità anche se avrebbe potuto farmi male.
Volevo una persona che realmente mi dicesse quello che pensava (come penso lo vogliano tutti) e per mia fortuna avevo trovato un’amica così.
Continuammo a parlare di cose di poco conto. Non me la sentivo ancora di parlare di quello che era successo.
Non so dopo quanto tempo, arrivò Simo.
-Scusate, sono andato ad accompagnare Edo.- disse tranquillo.
Edo. Quel nome. Lui mi aveva lasciato ed in quel momento stava già a casa della spilungona.
Fanculo lui. Fanculo il fatto che fossimo andate al Dlq quel fottutissimo sabato. Fanculo. Fanculo. Fanculo.
Non ero arrivata già nella fase “odio”, era ancora troppo presto. Ero solo leggermente presa dalla sconforto.
Se quel sabato sera non fossimo andate in discoteca, non li avremmo mai incontrati e…forse io non avrei avuto ancora il mio primo bacio. In tutto questo c’erano delle note positive: avevo avuto il mio primo bacio (e che primo bacio), avevo passato dei bei momenti con lui, mi ero innamorata. Il fatto di essermi innamorata era sia una nota positiva che una nota negativa. Se non fossi stata innamorata sarebbe stato tutto molto più semplice.
-Volevo stare ancora un po’ qua o vi porto a casa?- ci chiese Simo.
-Per me è uguale.- rispose la Ila.
Ed io? Che volevo fare? Tornare a casa e, di conseguenza, deprimermi oppure restare un po’ con la Ila a parlare di cazzate?
-Ary? Ci sei?- vidi la mano della Ila che sventolava davanti alla mia faccia.
-Cosa c’è?- cercai di tornare nel mondo reale.
-Cosa vuoi fare?- mi chiese la Ila paziente e tranquilla come al solito.
-Torniamo a casa.- avevo capito di voler stare da sola.
Non sapevo se dirlo o meno a mia mamma, ma, sinceramente, lo avrebbe capito da sola. Era dirlo a mio papà il problema, non tanto più grave, ma era come ammettere che il giorno del pranzo, aveva davvero avuto una sensazione giusta su Edo.
Ricordavo quel giorno come se fosse stato il giorno prima. Era appena finito il pranzo e Simo ed Edo se n’erano appena andati. Mio papà mi aveva appena dato la notizia che non gli piaceva Edo, che c’era qualcosa in lui che non lo convinceva. In quel momento mi sentii strana. Non volevo nemmeno pensare al fatto che a mio papà non piacesse il mio ragazzo. Diceva che mi avrebbe fatto soffrire.
Ed aveva ragione. Stavo soffrendo come non avevo mai sofferto prima di allora.
Salimmo in macchina e mi misi a guardare fuori dal finestrino, perdendomi nei ricordi della mia storia con Edo.
Cosa avevo fatto di sbagliato? Non avevo fatto niente di sbagliato, mi ero sempre comportata bene, avevo sempre cercato di fare quello che sentivo, ma a quanto pare avevo fatto qualcosa di sbagliato.
Poi non avevamo mai…
Che fosse quello? Non avevamo mai litigato. Mai. Neanche per una minima cazzata. Si dice che l’amore è bello quando è litigarello e il fatto che non avessimo mai litigato, rendeva il rapporto monotono e noioso.
In poco tempo, o forse a me parse poco tempo, finimmo davanti a casa mia. Scesi, ringraziai per il passaggio ed entrai in casa.
Mia mamma non appena entrai, era ai fornelli che cucinava. Si girò e non appena vide il mio viso, si fiondò ad abbracciarmi.
Era davvero così evidente che fossi stata lasciata?
-Cos’è successo?- mi chiese preoccupata tenendomi abbracciata ancora a lei. A quella semplice domanda, scoppiai a piangere.
Tra mille singhiozzi, soffiate di naso e indugi, raccontai a mia mamma quello che era successo qualche ora prima.
-Tuo padre aveva ragione a non volersi fidare di lui. Ma perché io non l’ho capito? Perché mi sono illusa anch’io insieme a te? Era troppo perfetto per essere vero. Perché non ci ho pensato anch’io. Perché non l’ho capito.- mia mamma stringeva i pugni arrabbiata.
-Si vede che qui la donna di casa è il papà e non tu. È lui quello che ha l’intuito femminile.- risi.
-A quanto pare si.- rise anche lei.
Tornai di nuovo a pensare a quanto mio papà ci avesse visto lungo e, soprattutto, giusto. Avrei sperato tanto che si sbagliasse.
Passai il resto della serata a parlare con mia mamma che cercava in tutti i modi di strapparmi un sorriso o di consolarmi.
Anche se apprezzavo il gesto, non era la Ila, ma era pur sempre mia mamma.
La sera mi addormentai piangendo, ascoltando November Rain dei Guns ‘N Roses.
 

 

 

 

 

 

 

Buonasera girls! Finalmente sono tornata per postare. Scusate questo leggero ritardo =( Ormai non ho più scuse per farmi perdonare, continuo ad essere in ritardo. Sono davvero incorreggibile. =(
Davvero ormai non so come chiedervi scusa. =(
Forse è meglio se parlo di questo capitolo invece di continuare a chiedere scusa, tanto le cose non cambiano.
Allora, Edo ha lasciato la nostra Ary =( Ila cerca di starle il più vicino possibile, ma è anche consapevole che ha bisogno di passare del tempo da sola, per pensare, per chiarirsi le idee e per soffrire, sfogarsi, piangere. Si può dire quello che si vuole, ma quando un amore finisce, quando si soffre la soluzione migliore non è distrarsi. Io penso che inizialmente sia normale soffrire, piangere, ricordare, ingozzarsi, è un modo per sfogarsi, per liberarsi, ma poi la cosa più difficile da fare è rialzarsi, capire che alla fine se quella persona ci ha lasciato non era davvero la persona giusta. Penso che ci siano tante fasi da superare, da passare e la prima è in assoluto quella di piangere e sfogarsi.
Non nego che sarà difficile per la Ary, ma poi cercherà di rialzarsi, di ricominciare, di divertirsi, di non pensarci e la Ila, e anche Simo in un certo senso, le daranno una mano. =)
Vi ringrazio per aver inserito la mia storia nelle seguite, nelle preferite e nelle ricordate, per avermi inserito come autore preferito e per continuare a seguire la mia storia. =) Davvero grazie ragazze.
Risponderò alle recensioni attraverso la nuova modifica apportata da Erika. =)
Alla prossima ^_^

 

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Capitolo 43
*** Un regalo un po' speciale ***


Capitolo 37

Un regalo un po' speciale

Ary Pov
Era passata una settimana da quando Edo mi aveva lasciata e da quel giorno, i giorni erano tornati monotoni e tutti uguali.
Ero tornata alla mia vita di prima e non era facile.
Durante il giorno cercavo di distrarmi in ogni modo, ma ogni volta c’era sempre qualcosa che mi ricordava lui: una parola, un sorriso, un’espressione. Alcune volte immaginavo anche delle parole che non venivano dette, ma che molto spesso, Edo diceva.
Ma il giorno non era niente in confronto alla notte: sognavo noi due ancora insieme, ad abbracciarci, baciarci e, stranamente, a fare l’amore. Tutto sembrava perfetto fino a quando, il ricordo del giorno che mi aveva lasciata si insinuava nel mio sogno, facendomi svegliare piangendo.
Non riuscivo mai a riaddormentarmi, passando così il resto della notte a piangere e a ricordare.
Mi mancava tutto di lui: il suo modo di guardarmi, i suoi baci, i suoi abbracci, le sue labbra, i suoi occhi, il suo fisico, il suo sorriso, la sua risata, la sua voce. Ogni più piccola cosa di lui mi mancava.
Mi sentivo quasi una masochista: pensavo che era meglio che non mi lasciasse, che stesse sia con me che con la bionda. Tutto pur di non soffrire in quel modo. Tutto pur di non perdere lui. Ma poi riflettendoci bene, mi rendevo conto che era un pensiero assurdo, che venendolo a sapere mi sarei sentita presa in giro e, di conseguenza, ci avrei sofferto ancora di più.
Una settimana divenne due, due divennero tre e lui non era ancora tornato.
La Ila passava più tempo con me che con Simo.
Molto spesso le dicevo che doveva stare con lui, passare del tempo con lui e non con me. Io me la sarei cavata anche da sola, ma tutte le volte mi rispondeva: “Se Simo non vuole capire, può anche andare a cagare. Sei la mia migliore amica e preferisco aiutare te che stare con lui. E poi cosa pensi, che non ci vediamo? Lo vedo già abbastanza, non ti preoccupare.” E mi faceva un sorriso sincero.
La adoravo. Sono queste le persone ti vogliono realmente bene e che ci tengono a te, mica quelle che pensano solo a loro stesse.
Tutto il tempo che passavamo insieme parlavamo di cazzate, ma poi, immancabilmente tornavo a parlare di lui.
Ormai dicevo sempre le stesse cose, ma la Ila mi ascoltava e mi dava sempre una sua visione dei fatti che era sempre più precisa ogni volta.
Cercavo anche di spronarla a parlare di lei e di Simo, sapevo che pensasse che non mi facesse piacere sapere della sua vita di coppia, ma non era affatto così. Volevo che lei continuasse a parlarmi di qualsiasi cosa.
Dopo varie volte che “litigammo” per questa faccenda, lei cominciò a parlare liberamente di loro due.
Mentre mi parlava, mi veniva voglia di chiederle se Edo le avesse parlato di me o se lo avesse visto e se l’avesse visto, come l’avesse trovato. Ma mi trattenni sempre dal chiederglielo.
Fu così fino agli inizi di luglio.
Fino a quando, il giorno del compleanno della Ila, non andai a casa sua.
Mi aveva accolto in casa con il suo solito sorriso.
Ci eravamo sedute sulla sua terrazza, sedute in terra.
La Ila stava fumando una sigaretta, parlando allegramente.
-Ho una notiziona per te e sia chiaro che non accetto una risposta negativa. – strano che mi avesse detto così. Lo diceva sempre quando doveva propormi di fare qualcosa.
-Dimmi tutto, ma non assicuro niente.- dissi sincera e preparandomi al peggio.
-Tra due settimane partiamo per andare in un centro benessere. Tu ed io sole. Tutto pagato.- disse fin troppo felice.
Ero incredula. Come? Una settimana in un centro benessere tutto pagato? E da chi?
-Scusa, ma come hai fatto?
-Regalo di compleanno di Simo. Ha pensato che mi facesse piacere passare una settimana a fare massaggi ed a rilassarmi completamente con te. Ci divertiremo, ma soprattutto, ci rilasseremo. – finì la frase con un sorriso.
Aveva pagato tutto anche per me? No, non potevo andarci. Aveva fatto un regalo a lei, per quale motivo aveva pagato tutto anche per me?
-No, Ila. Non posso.
-Si, che puoi. Anzi devi venire.- tolse il suo sorriso dalle labbra e assunse quell’espressione con cui voleva ammonirmi.
-Perché non ci viene Simo con te?- era il suo ragazzo, perché non andava con lui? Potevano passare una settimana da soli, sarebbe stata una cosa romantica e carina. Ed invece quella stupida voleva passare la settimana con me. Ma quanto era scema la mia migliore amica?
-Non lo voglio. Io voglio andare con te, con la mia migliore amica e poi sai che ne hai bisogno.
Effettivamente, aveva ragione. Avevo davvero bisogno di allontanarmi dal mio paesino di provincia, di rilassarmi. Era dalla fine della scuola che non avevo fatto una sana dormita. Una dormita che abbia il diritto di essere chiamata tale.
Si, ne avevo bisogno, ma non mi piaceva che Simo avesse pagato per me e, soprattutto, non sarebbe andata a genio nemmeno a mia mamma.
-Si, ne ho bisogno, ma sai che mia mamma non mi lascerà venire per il fatto che ha pagato tutto Simo.
-Verrà lui a parlarle.- disse maliziosa la Ila.
Si, perché mia mamma aveva un debole per Simo. Gli piace sia fisicamente che caratterialmente e diceva che aveva un fascino pazzesco. Quando gliel’avevo raccontato alla Ila aveva riso come una scema per poi rispondermi che mia mamma aveva ragione e buon gusto.
-E dai raccontami cosa ti ha detto. Dove eravate.- ero smaniosa di sapere come glielo avesse detto. Sembrava che le avesse chiesto di sposarlo dalla mia voglia di sapere ogni dettaglio.
-Be, eravamo in un bar in centro. C’erano anche…- la vidi bloccarsi.
-Chi c’era?- perché avevo come la sensazione che non volesse dirmi chi c’era con loro?
-No, nessuno.- mentiva. Me ne rendevo conto dai suoi occhi e dal suo viso.
-Ila, stai mentendo. Chi c’era con voi?- cercai di apparire tranquilla.
-No, davvero. Non c’era nessuno.- mi chiedevo come facesse sua mamma a non capire quando mentiva. Era 17 anni che la conosceva e non se ne rendeva conto. Non riuscivo davvero a capire come facesse.
-Ila, c’era…- improvvisamente capii. Con loro. C’erano Edo e la bionda.- c’erano loro due vero?- lei annuì.
-Quindi esci con lei? Cioè uscite mai a 4?- dato che eravamo in ballo, potevo togliermi le mie curiosità. Anche se avrebbero potuto farmi male.
-Si, ma non molto spesso. Io e lei non andiamo molto d’accordo – mi misi  a ridere. Potevo immaginarmelo che non andassero d’accordo. Mi sembravano l’una l’opposto dell’altra e poi avevano anche incominciato con il piede sbagliato.
In un certo senso, ero felice che non si piacessero.
-Come mai?-chiesi continuando a ridere.
-Come mai? Hai anche il coraggio di chiedermelo? Ma l’hai vista al matrimonio come si comportava? E come si è comportata con me? Ecco, ancora peggio. Vuoi sapere quello che ho scoperto su di lei?- annuii –preparati mi raccomando. Va be, si chiama Jessica, ha 21 anni e fa la modella. Ma questo lo sapevi già. Ex ragazza di Edo e, tra le altre cose, è andata a letto con Simo. Ma sai anche questo. Quello che non sai è che prima è andata a letto con Simo e poi lui l’ha fatta conoscere ad Edo. Sono usciti per un po’ e poi si sono messi insieme. Sono stati insieme un anno più o meno e poi si sono lasciati un anno fa. Quando si sono conosciuti lei non faceva ancora la modella. Ha cominciato a farla nel periodo in cui stavano insieme da un po’. Ed è in quel periodo che lei ha cominciato a cambiare. Così Edo stufo di non vederla mai e dei suoi continui tradimenti, l’ha lasciata nonostante la amasse.- e adesso era rinato l’amore per mia sfiga.
-E adesso sono tornati assieme. – dissi amareggiata.
-Si, ma, comunque, non è sta bellezza. Fa colpo perché è alta, magra e bionda. Prima cosa è bionda tinta, secondo ha le tette rifatte. L’ho vista in costume da bagno e non ha culo. Si è anche rifatta il naso. Senza trucco è orribile. Pensa che fa il bagno con il trucco e non vuole bagnare la testa perché ha paura che il trucco le vada via nonostante sia waterproof. Ah , si. e poi le si rovinano i capelli. Cara, se vuoi una mano per immergere la testa, te la do, ma poi non so se torni a galla però.- scoppiai a ridere.- sembra una bambola gonfiabile. Devi stare attenta a come la tocchi se no si sgonfia. Ma vaffanculo. Va.
-Vai avanti.- la esortai a continuare.
-Allora…Mmmmmmm…Ah si. è una di quelle classiche ragazze con cui non puoi scherzare,non puoi fare il solletico, non puoi scompigliarle i capelli. Non le puoi fare niente. Non  la può toccare neanche Edo, quindi figurati. – pensare Edo con un’altra mi aveva provocato una stretta allo stomaco.
La Ila se ne accorse, ma le feci segno di andare avanti con la mano.
-è perennemente vestita con tacchi alti. È tutta fighettina. L’altro giorno li abbiamo incontrati e mi ha squadrato perché portavo la tuta e non ero truccata. Mi ha guardato malissimo. Le ho chiesto se avesse qualche problema e mi ha chiesto come mi fossi conciata. Le ho risposto dicendole che non sono una fighettina del cazzo e che non ho paura di farmi vedere in giro in tuta e senza trucco, come lei. Diciamo che abbiamo litigato, pensava che non le rispondessi. A quanto pare, non aveva ancora capito che non ho paura di lei.- cominciai a ridere immaginandomi la scena.
-E cosa hanno detto Edo e Simo?- avevo ancora quella brutta abitudine di mettere prima il nome di Edo di tutti gli altri. Avrei dovuto smetterla prima o poi.
-Niente. Cosa avrebbero dovuto dire? Se Edo si metteva in mezzo gliene dicevo 4 anche a lui. Non avrei avuto problemi.- ammise.
Lo sapevo che non aveva paura di lui. Per far paura alla Ila ce ne voleva.
-E quando l’hai rivista al bar?- cercai di avere maggiori informazioni.
-Niente, non mi guardava. Se avesse qualcosa da ridire ancora, non avrei esitato a risponderle di nuovo.
-E brava la Ila.- tifavo per lei. Sapevo che non mi avrebbe deluso.
Certo che Edo, prima era insieme a me che ero acqua e sapone ed in quel momento era insieme ad una barbie formato gigante.
Era proprio vero che noi donne non avremmo dovuto farci problemi, ad un uomo saremmo piaciute come eravamo. Non bisognava guardare le ex che aveva avuto un uomo perché sicuramente, sarebbero state tutte molto diverse da te.
Passammo tutto il pomeriggio a parlare, a ridere ed a scherzare.
Tornando a casa, parlai a mia mamma della settimana tutta pagata in un centro benessere.
-No, non puoi andarci. O almeno, se vuoi andarci, lo pagheremo noi. Non voglio che qualcun altro paghi per mia figlia.- disse mia mamma piuttosto seria.
-Sai che non ti farebbero pagare.- non volevo dirle che se non mi avesse detto subito si, sarebbe venuto Simo a parlarle perché non mi avrebbe mai detto subito sì.
-Non mi frega. Non voglio che qualcun altro paghi. Punto.- il discorso era chiuso. Per quel momento.
Mandai un messaggio:
“Mamma, ha detto di no =(“
Pochi minuti dopo mi arrivò un messaggio.
“Arriviamo =)”
Feci finta di niente e cominciai a guardare la televisione.
10 minuti dopo, suonarono al campanello.
Mia mamma andò ad aprire, bloccandosi trovandosi Simo davanti.
-Ciao.-disse lui sorridendo.
-Ciao.-disse la Ila.
-Ciao ragazzi, come mai siete qua?- chiese mia mamma.
-Dovrei parlarti.- le disse Simo sorridendo.
Lei arrossì leggermente.
-Entrate avanti.- aprì meglio la porta e li fece entrare.
Li fece sedere. Io li raggiunsi sedendomi vicino alla Ila.
-Allora, come mai devi parlarmi?- mia mamma era molto più in imbarazzo di quello che avrebbe mai ammesso.
-Ecco, volevo dirti che non serve che paghi per la Ary per la settimana al centro benessere. Ho fatto un regalo di compleanno alla Ila e ho pensato che avrebbe fatto bene anche a tua figlia. L’ho fatto con piacere, non voglio che paghi niente.
Mia mamma lo guardava in modo strano.
-No, ma davvero. Non mi sembra giusto. –non aveva più la stessa sicurezza di qualche istante prima.
-è giustissimo. Hanno bisogno tutte e due di rilassarsi come si deve, soprattutto tua figlia e tu lo sai bene.- si, lo sapeva benissimo.
Lo sapeva che era una vita che non facevo una dormita decente. Lei guardò me.
-Ok, va bene.- cedette poi.
Dovevo ricordarmi di chiamare Simo quando avrei avuto bisogno di qualcosa o quando volevo andare da qualche parte. Avrebbe convinto mia mamma con poche frasi.
Era ufficiale: due settimane e sarei partita per andare in un centro benessere. Mi ci voleva proprio.
Ma non sapevo ancora, che mi sarei tutt’altro che rilassata.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Arriva in punta di piedi sperando che nessuno se la prenda con lei.* Scusateeeeee, ormai davvero non so più cosa fare per farmi perdonare, anzi, una cosa potrei farla, magari vi fa anche piacere: tutte le volte che sarò in ritardo posterò velocemente un nuovo capitolo. E sapete che se lo dico lo faccio. L’altra volta sono stata brava, no? Be, ci state? Ogni volta che arrivo in ritardo, posterò un nuovo capitolo qualche giorno dopo quello nuovo. Vi va bene?
Ok, quindi questo fine settimana avrete un altro capitolo.
Va be, parliamo di questo capitolo che forse è meglio.
Ary soffre parecchio per quello che è successo con Edo, non vi ho voluto descrivere giorno per giorno il suo stato d’animo altrimenti vi sareste annoiate e i capitoli non sarebbero più stati 60, ma almeno una settantina. Quindi, vi ho risparmiato la noia passando subito al momento in cui Simo e la Ila cercano di farla svagare.
Simo è stato tenerissimo a voler regalare una settimana di vacanza alle due amiche *_* io lo sposerei quel ragazzo *_* eccome se lo sposerei *_*
Quindi le nostre ragazze partiranno per questa vacanza. E cosa succederà? Be, preparatevi a vederne delle belle. Succederà qualcosa davvero di inaspettato.
Ringrazio come sempre le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a quelle che mi hanno inserito come autore preferito.
Non riesco a lasciarvi lo spoiler sul blog. Ah sì, ho intenzione di toglierlo e di ricominciare a darvi gli spoiler qua è più semplice e quel blog è praticamente inutilizzato. Comunque se volete contattarmi andate nella mia pagina autore e troverete gli indirizzi al mio FB e al mio Twitter.
Alla prossima ^_^
 

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Capitolo 44
*** Brescia-Cattolica ***


Capitolo 37

Brescia-Cattolica

Ary POV
Due settimane erano passate velocemente.
Il fatidico giorno della partenza era arrivato ed io non stavo più nella pelle.
La valigia era pronta da giorni indefiniti.
Stranamente avevo portato più cose del necessario. Avevo due valigie e sei io ne avevo due, voleva dire che la Ila ne aveva come minimo tre.
Non erano proprio due valigie, una era grande per i vestiti, l’altra un po’ più piccola, per le cose che non entravano nella valigia.
Stavo aspettando che arrivassero Simo e la Ila a prendermi.
Giravo per casa agitata, non riuscivo a stare ferma.
La vacanza mi serviva più di quanto pensassimo: io, mia mamma, mio papà e soprattutto i due piccioncini che dovevano arrivare.
Quanto avevo sognato in quelle due settimana, che il giorno della partenza arrivasse?  Troppo. Avevo sognato di fare massaggi, di stare nella piscina completamente rilassata a parlare con la Ila. A godermi la vista, anche se non sapevo esattamente dove si trovasse il centro benessere dove saremmo andata, ma non importava. Io sognavo me rilassata ed in pace e questo mi bastava.
Solo il pensiero di essere tranquilla mi faceva stare bene.
Suonarono al campanello e mi fiondai alla porta.
Non avevo mai corso così veloce.
Per la troppa velocità e per l’agitazione, andai a sbattere contro Simo. Per fortuna c’era davanti lui e non la Ila se no, saremmo cadute in mezzo al giardino, trovandoci magari in piena faccia una cacca della mia cagnolina.
Simo mi tenne ferma per non farmi cadere.
-Ehm, scusa.- dissi rossa in volto.
-Tranquilla.- mi sorrise lui. Si, ok. Forse era da troppo tempo che non stavo abbracciata ad un ragazzo, ma quel contatto con Simo mi piacque. Eccome se mi piacque.
Be, avevo sempre detto che Simo era un bel ragazzo, ma non pensavo mi piacesse. Cioè non poteva piacermi, era il ragazzo della mia migliore amica.
Però aveva indubbiamente un petto che ti lasciava senza fiato.
Mi staccai e li feci entrare.
La Ila mi guardava e se la rideva. Che avesse capito quello che avevo pensato?
No, era impossibile. Non ci leggevamo così tanto nel pensiero.
E poi, se davvero fosse stato così, che fine aveva fatto la privacy?
Non potevo neanche fare pensieri sul suo ragazzo che lei lo capiva subito. Che cosa frustrante.
Se davvero l’aveva capito, mi avrebbe tirato fuori il discorso prima o poi. La conoscevo troppo bene.
-Ciao Simo. Ciao Ila. Come state?- chiese mia mamma sorridente che per l’occasione aveva deciso di vestirsi come se dovesse uscire, tutto perché sapeva che doveva arrivare Simo.
Io non la capivo quella donna. Aveva 50 anni eppure si comportava come una ragazzina di 20, se non di meno. Era sposata santo cielo e stava sbavando dietro ad un 22 enne.
Mi stupivo sempre di più di mia mamma.
Anche se aveva un buon motivo per sbavare, dovevo proprio ammetterlo.
Ok, no. Basta. Ary. Piantala. Stai quasi fantasticando su Simo. Simo. Santo cielo. Non hai mai pensato a Simo in quel modo, nonostante avessi sempre ammesso che era bello, ma adesso stai esagerando.
Quando parlavo con me stessa ero piuttosto autoritaria, cosa che non lo ero mai con gli altri.
-Bene, grazie. E tu?- chiese Simo sorridente.
A mio parere sapeva benissimo che effetto facesse su mia mamma e quindi ci giocava parecchio. Stronzo. Non aveva mai smesso di esserlo, anche se era migliorato.
Era stronzo perché giocava con mia mamma, ma sapevo che lo faceva per ridere sotto i baffi e poi faceva bene al suo ego.
-Bene, grazie.-rispose lei mezza trasognata.
-Allora, ragazzi. Pronti per partire?- arrivò mio papà tutto sorridendo e felice. Da quando Edo mi aveva lasciato era divento più felice e solare. Era anche diventato molto più rompi palle. Da quando gli avevo detto che aveva ragione, che non dovevo fidarmi di Edo, era diventato un pallone gonfiato. E lo odiavo per questo.
-Siamo prontissimi. Prendo le valigie di tua figlia e andiamo.- Simo gentiluomo come sempre, mi prese le valigie e si diresse verso la porta.
C’era da dire una cosa di Simo, sarà stato anche un completo stronzo, ma in  quanto ad essere gentiluomo e cavaliere, non lo batteva nessuno. Almeno, io non avevo conosciuto nessuno più cavaliere di lui.
-Allora, divertiti Ary. E mi raccomando, fai la brava.- mia mamma mi prese e mi abbracciò.
-Ciao. Mi raccomando. Non tornare a casa più stressata di prima.- anche mio papà mi abbracciò.
-Ci vediamo tra una settimana.- dissi io sorridendo alle loro raccomandazione. Come avrei potuto tornare a casa più stressata di prima dopo una settimana di totale relax? Non era possibile.
-Ciao. Spero di riportarvela sana e salva.- disse la Ila uscendo. Era la prima volta che la sentivo parlare da quando era arrivata.
-Ciao. – salutò Simo scendendo le scale con le mie valigie in mano.
Arrivammo alla macchina e Simo sistemò le mie valigie nella macchina dove c’erano già altre 2 valigie, decisamente molto più grosse delle mie.
-Stai partendo per un viaggio di un mese?- le chiesi io ridendo.
-E pensa che ho portato lo stretto necessario. E non ho portano neanche, chissà che vestiti. Ho portato cose comode. Hanno occupato più spazio le scarpe.- ammise lei.
Oddio, non osavo immaginare che scarpe avesse portato.
Speravo che non avesse intenzione di andare a fare qualche serata folle da qualche parte perché io non avrei accettato.
-Hai portato le scarpe con il tacco, vero?- mi chiese lei in fare intimidatorio.
-Ma certo.- cercai di fare un sorriso naturale e spontaneo.
-Vai a prenderle, immediatamente.- mi indicò con un dito casa mia, manco fossi un cane.
-Non le voglio.- disse decisa.
-Non mi frega tu vai a prenderle. Velocemente.- disse lei alzando la voce e facendo la voce dura.
-No.- non so per quale strano motivo ma scoppiammo a ridere.
-Vuoi sapere la verità?- mi disse cercando di non ridere.
-Dimmi.- Simo assisteva alla scena, non potendo credere ai suoi occhi.
-Non ho portato le scarpe con il tacco. Ho solo preso un sacco di cose inutili che forse non mi serviranno mai, ma che ho pensato di portare.- mi sorrise.
-Meglio. Non avevo intenzione di tornare in casa a prendere le scarpe. Non l’avrei mai fatto.- disse salendo sulla macchina seguita poco dopo da Simo e dalla Ila che, naturalmente, era al posto del passeggero.
-Siete pronte?- ci chiese Simo.
-Sono nata pronta.- disse la Ila.
-Decisamente.- dissi io.
Simo mise in moto e partimmo.
-Si può sapere dov’è questo centro benessere?- chiesi ormai incuriosita.
-No, non potete sapere niente. Vedrete tutto quando arriverete. Ma vi assicuro che è bellissimo.- disse lui sorridendo.
-Ah, quindi non sai niente nemmeno tu?- chiesi alla Ila.
-No, niente. Sono andata a casa sua, ho cercato disperatamente in tutti i cassetti se ci fosse almeno il nome di un albergo, ma niente. Numeri di telefono di un sacco di ragazze, quelli sì, ma del nome dell’albergo neanche l’ombra.- disse la Ila sbuffando.
-Mi spiace, ma non saprete niente fin quando non arriveremo.- disse lui ridendosela.
-Senti un po’. Anche se ci dici il nome del paese o della città dove si trova il centro. Non muore mica nessuno. Non è che siamo dei computer umani e sappiamo a memoria tutti i centri benessere d’Italia.- aveva leggermente alzato la voce. Nervosetta?
Forse un po’ incuriosita perché non sapeva dove stessimo andando.
-Be, forse hai ragione. Se vi dico dove andiamo però, dovete promettermi di non fare più domande su niente che riguardi il centro benessere.- ci disse lui.
Ma cosa eravamo delle bambine? Che se ci diceva una cosa dovevamo zittirci? Be, io avrei accettato. Eccome se avrei accettato. Tanto valeva sapere qualcosa piuttosto di non sapere niente.
-Per me va bene.- dissi io sorridendo.
-Ok. Se proprio devo.- disse la Ila sbuffando.
-Stiamo andando a Cattolica.- disse Simo sorridendo.
Ok, un attimo. Dove cazzo era Cattolica? Io e la geografia, soprattutto italiana, non andavamo d’accordo.
-Wooooooooooooooo.- urlò la Ila. – Davvero?
-Si, davvero.- rispose lui, felice che la sua ragazza avesse così tanto entusiasmo.
-Scusate, non per fare la guasta feste, ma dov’è Cattolica?- chiesi io un po’ titubante.
La Ila si girò verso di me incredula, Simo mi guardava dallo specchietto retrovisore.
-Scusate, ma non so dove sia. È inutile che mi guardate così non è colpa mia. Non so tutte le città ed i paesi di tutta Italia. – dissi sbuffando. Loro cominciarono a ridere.
-è in provincia di Rimini. È sul mare. Vedrai ti piacerà tranquilla.- mi disse la Ila continuando a ridere.
-Ah ok. Quindi è in…- in che cazzo di regione si trovava Rimini. Mi misi a pensare perché non volevo fare la figura della stupida.
-Emilia Romagna, Ary.- disse la Ila ridendo.
Ok, lo ammetto. Io e la geografia non andavamo molto d’accordo.
Però che problema c’era? Io a scuola non facevo geografia e non era di certo colpa mia.
 
 
 
Passammo interminabili ore in macchina.
Non so nemmeno quanto tempo passò, mi sembrava una vita.
-Simo?- chiesi io stanca e stremata da questo viaggio.
-Dimmi.- mi chiese lui sorridente.
-Quanto manca?- sembravo una bambina che chiedeva al papà quanto ci voleva ancora per arrivare al parco giochi.
-Siamo quasi arrivati.-mi disse lui tranquillo. Almeno non perdeva la pazienza come faceva mio papà con me quando ero piccola.
Ed eccolo lì. Il cartello che avevo sognato di vedere da quando eravamo in macchina.
BENVENUTI A CATTOLICA
Tirai un sospiro di sollievo.
Finalmente eravamo arrivati.
Non ce la facevo più a stare seduta in macchina. Ci eravamo fermati a fare qualche pausa all’Autogrill ovviamente.
Simo voleva riposarsi un po’, oltre che abbracciare la Ila.
Durante il viaggio non avevano fatto una piega. Non avevano fatto la coppia smancerosa, non avevano litigato o non avevano parlato di cose che sapevano solo loro. Mi avevano coinvolta. E di questo ne fui felice, non volevo fare la terza incomoda.
Poi quando io decisi di accasciarmi sul sedile posteriore, ormai stremata dal vedere continuamente strada.
Loro avevano cominciato a parlare anche se la Ila faceva fatica a tenere una conversazione.
Anche lei era stanca. Simo cercava continuamente di farle notare che doveva fargli compagnia, ma lei dopo un po’ cedette e smise di parlare.
Solo vedendo il cartello di benvenuti, la Ila si svegliò.
-Finalmente, dopo tre ore e passa di viaggio. Si vede il cartello di “Benvenuti a Cattolica”. Ci voleva così tanto? Adesso ci metteremo un’altra ora ad arrivare al centro benessere.- disse lei accasciandosi sul sedile.
-No, dieci minuti e siamo arrivati. Certo che proprio soddisfazioni fare i regali a te, eh? Rompi i coglioni per tutto il viaggio perché ci mettiamo troppo e, come se non bastasse, non ti va neanche bene che ti ho accompagnato.- disse lui infastidito.
-Ma io non ho detto niente.- disse la Ila facendo la faccia incredula.
-Era una cosa sottointesa.- disse lui ancora più infastidito.
-No, scusa, ma stai scherzando? Hai le tue cose per caso? No, perché non mi sembra di averti detto niente. Lo sappiamo solo tu ed io, quante volte ti ho ringraziato per il regalo. Quanto volte ti ho detto che non c’era nessun motivo per farmi questo regalo. Che non serviva neanche mi accompagnassi. E adesso? Io non ti do soddisfazioni quando mi fai i regali? Ma vaffanculo.- si girò dall’altra parte.
L’aria era tesa e pesante. Insopportabile.
Cosa potevo fare se non farle notare che era un sacco di tempo che non fumava? Forse lei si sarebbe resa conto che alla fine aveva davvero smesso di fumare per lui, anche se lei inizialmente non voleva.
-Senti Ila, ma da quant’è che non fumi una sigaretta?- chiesi io cercando di apparire calma e di non far trasparire la mia felicità.
-Sinceramente non lo so, perché?- chiese ancora un po’ arrabbiata.
-Be, sbaglio o hai smesso di fumare?- chiesi io facendo finta di fare l’ingenua.
-No. Io non ho smesso di fumare.- si girò improvvisamente fulminandomi con lo sguardo.
-Si, è vero. Hai smesso di fumare. È un po’ che non ti vedo prendere una sigaretta in mano. – confermò la mia tesi Simo.
-Sta zitto, tu!- fulminò anche lui con lo sguardo.
-Oh,ma Ila. Che problema c’è ad ammettere di aver smesso di fumare? È solo un bene.- dissi io.
-Sentite. Non so perché voi due pensiate che io abbia smesso di fumare. Non ho smesso. E poi cosa c’entra con quello che stavamo dicendo prima?- chiese lei irritata.
-Hai smesso grazie a me.- disse Simo sorridendo.
-Come scusa?- chiese lei alzando leggermente la voce.
-Hai smesso di fumare grazie a me.- era gongolante e felice.
-Questo sta delirando.- disse la Ila guardando fuori dal finestrino.
-No, ha ragione.- dissi io cercando di smuovere la situazione.
-Non ti ci mettere anche tu adesso.- dissi la Ila disperata.
-Dici a noi due di essere orgogliosi, ma tu non sei da meno. Ammettilo, cazzo. Ammetti che hai smesso di fumare, che è anche grazie a Simo che hai smesso. Non dico che sia tutto merito suo, ma un po’ lo è. Ammettilo, cazzo. – dissi io cercando di mantenere un tono di voce controllato e di non risultare troppo cattiva.
-Non devo ammettere proprio niente io.- disse lei continuando a guardare fuori dal finestrino.
Simo in quel momento, mi guardava dal finestrino e  presi l’occasione per dirgli di farmi un piacere.
-Prendile la borsa.- gli mimai con le labbra. Lui sorrise e con un gesto rapido ed efficace, prese la borsa alla Ila e me la passò.
-Ma che cazzo stai facendo con la mia borsa?- chiese guardando Simo come se dovesse fulminarlo.
-Guardiamo se hai un pacchetto di sigarette nella borsa, se non c’è vuol dire che hai smesso del tutto.- dissi io con un ghigno malefico.
Aprii la borsa e non so per quale strano motivo, ma trattenni il respiro. Ero sempre stata contraria al fatto che fumasse e volevo proprio vedere se avesse smesso. Ci avevo provato un sacco di tempo a convincerla, ma non c’era riuscita. E se in quel momento avesse davvero smesso di fumare, dovevo solo dare tutto il merito a Simo.
Lei diceva che ogni vizio nasceva per la mancanza di qualcosa e aveva quasi sempre attribuito la sua “dipendenza” dalla nicotina al fatto che non avesse un ragazzo. Non l’aveva mai ammesso apertamente, ma sapevo benissimo che era così.
Quindi se questa sua “dipendenza” era improvvisamente passata, era perché nella sua vita ora c’era Simo.
Perlustrai attentamente tutta la borsa, ma non c’era traccia né di un accendino né di un pacchetto di sigarette.
Simo mi guardava dallo specchietto retrovisore in attesa di una mia reazione.
Sorrisi e ricominciai a respirare.
-Non c’è niente. Nessuna traccia di nicotina o di gas. – dissi raggiante. Simo sorrise.
-Posso riavere la mia borsa adesso?- chiese lei girandosi improvvisamente e fulminandomi.
-No, non finché lo ammetterai. Mia dolcissima orgogliosa. – disse Simo guardandola. Lei sbuffò.
Due contro uno. Voglio proprio vedere se ha ancora qualcosa da ridire.
-Ho sm…………- sentii solo un brusio provenire dalla Ila. Non avevo capito una singola parola di quello che aveva detto.
-Scusa, cos’hai detto?- chiedemmo in coro io e Simo.
-Ho smesso di fumare, va bene?- disse tutto d’un fiato.
Sia a me che Simo, spuntò un sorriso felice.
-Bene. Grazie per avercelo detto e siamo arrivati.- disse Simo girandosi verso destra.
Sia io che la Ila ci girammo.
Eravamo davanti ad un hotel bellissimo, dalla struttura moderna, ma allo stesso tempo non troppo.
Un hotel di quattro piani. Non ero nemmeno sicura che fosse l’unica struttura o se fosse solo l’entrata.
Hotel a quattro stelle. Ok, potevo morire sul colpo.
Lentamente scesi dalla macchina ammirando ogni singolo centimetro di quel posto.
Passammo sul marciapiede che portava all’entrata dell’albergo.
Salendo quattro scalini e passando sotto un mini arco di trionfo con il nome dell’hotel.
Sotto il portino c’erano sedie foderate di bianco e tavolini dello stesso colore.
La porta d’entrata era una grande porta scorrevole che al nostro avvicinamento si aprii immediatamente.
Se fuori era spettacolare, dentro era da togliere il fiato.
Le pareti erano sulle tonalità del marrone e del beige. Ogni particolare era bianco, marrone chiaro o scuro.
Tutta la hall era arredata da divani bianchi e tavolini bassissimi in legno di mogano. Al centro esatto della stanza c’era un separé fatto come uno scaffale con depliant e volantini di ogni genere.
Simo davanti a noi ci guardava visibilmente contento che l’hotel ci piacesse.
-Vi piace?- ci chiese.
Era davvero una domanda da fare? Era ovvio che ci piacesse.
Entrambe annuimmo, ancora con gli occhi che vagavano per la hall.
Seguivamo Simo come degli automi.
Superanno il separé e ci dirigemmo al bancone della reception.
Sentii Simo che parlava, ma non capivo bene cosa stesse dicendo.
Ero persa in quel mondo, in quell’hotel da sogno.
In parte alla hall troneggiava il bar, anch’esso arredato da divani bianchi.
Un’enorme bancone occupava la stanza.
Televisioni al plasma in ogni angolo sintonizzati su canali di musica.
Una settimana mi sembrava poco, avrei voluto passare un mese, ma cosa, anche un anno in quel posto.
-Se questo vi piace aspettate di vedere il resto. Io vado a prendere le valigie. Aspettatemi qui. – disse Simo uscendo dalla hall.
Aveva intenzione di farmi morire quell’uomo? Non poteva pagare una vacanza così alla Ila, ma soprattutto a me. Cioè io non centravo niente in questa storia.
Tornò con le nostre borse e con il fattorino al suo fianco.
-Questa è la chiave della vostra stanza. Prego. Fateci da guida.- disse lui con il gesto della mano.
Prendemmo l’ascensore  in parte alla hall e salimmo nella nostra stanza.
-Stanza 146. Terzo piano. – ci disse il fattorino.
Arrivammo al piano ed  io e la Ila percorremmo lentamente il piano.
-Non per dire ragazze, ma le vostre borse pesano.- ci fece notare Simo.
Accelerammo il passo e aprimmo la stanza.
E che stanza. Un piccolo corridoio portava alla vera e propria camera da letto.
Spaziosa, minimalista. Con il letto matrimoniale al centro che dava verso l’enorme porta finestra.
Tende marroni. Tutto in quel hotel era marrone, beige, bianco. Ogni cosa.
Televisore al plasma alla parete. Parquet che copriva la stanza.
Sulla sinistra la porta del bagno.
Aprimmo anche quella.
Parquet anche in bagno. Uno specchio enorme.
Un doccia che poteva fare invidia a quella delle piscine. Enorme. Forse troppo.
Era definitivo mi sarei trasferita lì.
Io e la Ila non riuscivamo a proferire parola.
-Allora? Che ne pensate?- chiese Simo con un sorrisone a trentadue denti.
-Lo sai che ti amo, vero?- disse la Ila saltandogli addosso e guardandolo.
-L’ho sempre saputo.- sorrise lui – anche se io dovrei essere arrabbiato con te.
-Scusa. Lo so. Dovevo ammetterlo subito che avevo smesso di fumare.- disse lei.
-E io non dovevo accusarti di non essere felice per il regalo. Non era vero.- si baciarono.
Ed io tornai ad ammirare quel paradiso.
Sarebbe stata la settimana più bella della mia vita me lo sentivo.
Uscii dalla porta finestra e……trattenni il fiato.
Mare. Una distesa immensa di mare e un pezzo di spiaggia.
Sabbia bianca. Mare azzurro.
Era sicuro, ero in paradiso.
Venni raggiunta dalla Ila e Simo.
-Woooooow. È bellissimo. Quanto dobbiamo stare qua? Una settimana? Solo? Io ci sto almeno tutta la vita. – disse la Ila al settimo cielo. Aveva espresso a voce quello che io avevo pensato.
Non mi sarei mai permessa di dirlo ad alta voce.
-Niente. Io ragazze vi lascerei. Così vi mettete in ordine, fate un giro per l’hotel. Insomma fate quello che volete e cominciate la vostra vacanza. Ci vediamo tra una settimana.- baciò la Ila.
-Grazie ancora. Davvero.- disse lei staccandosi.
-Grazia Simo. –sorrisi io.
-Ma vi pare. Divertite e soprattutto rilassatevi.- uscì dalla stanza chiudendo la porta.
-Sto sognando o siamo davvero qui?- chiesi io ancora incredula.
-Siamo davvero qui.- la Ila cominciò ad urlare ed a saltare di gioia.
La seguii anch’io. Sarebbe stata la settimana più bella e rilassante della mia vita.
-Che facciamo?- mi chiese la Ila fermandosi.
-Io direi che andiamo a perlustrare il luogo della nostra settimana.- dissi incamminandomi verso l’uscita.
La Ila, con chiavi alla mano, mi seguì e si chiuse la porta alle spalle. Alle valigie ci avremmo pensato dopo.
 
Prendemmo l’ascensore e scrutammo il luogo.
Hall già vista. Potevamo passare avanti.
Bar. Visto.
Girammo l’angolo e…sala pranzo con vista mare. Tutto il perimetro era circondata da vetrate che lasciamo in bella vista il paesaggio.
Piscina sulla sinistra e sabbia, un’immensa distesa di sabbia che veniva poi inghiottita dal mare.
Sulla spiaggia lettini e ombrelloni dell’hotel.
Tutto era magnifico, stupendo.
-Io avrei una certa fame. – disse la Ila.
-E mangiamo, è l’ora di cena. – dissi io.
Solo in quel momento mi resi conto che nella sala c’erano altri clienti che stavano mangiando.
Ci sedemmo ad un tavolo e aspettammo di ordinare.
Passammo il resto della serata a parlare e a ridere.
Il resto del centro benessere l’avremmo visto il giorno dopo.
Quello che avevamo visto fino a quel momento ci andava benissimo, forse era anche troppo.
Andammo in spiaggia a goderci il tramonto ed andammo in camera a guardare un po’ di televisione.
Ci mettemmo il pigiama, ci infilammo sotto il letto e ci guardammo un filmettino.
-Non tiri calci e sberle mentre dormi, vero?- mi chiese la Ila all’improvviso.
-Non penso.- dissi ridendo – e tu?- le chiesi.
-A volte sì.- mi rispose ridendo.
-Coooosa?- mi alzai di scatto.
Lei rise ancora di più.
-Scherzo. Se avessi tirato calci e sberle, penso che Simo me l’avrebbe detto.- continuava a ridere.
Finimmo di guardare il film e andammo a dormire.
Il giorno dopo sarebbe incominciata la nostra settimana di completo relax.

 

 

 

 

 

Buonasera! Come promesso eccomi qua a postare. =)
Allora, avviso che non riesco a rispondere alle recensioni dello scorso capitolo. Sono solo venuta per postare il capitolo come promesso e dopo devo tornare a studiare -.-
Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito, sappiate che ho letto le vostre recensioni e ho riso davvero un sacco. Risponderò sicuramente a quelle del prossimo capitolo, ma oggi non ce la faccio proprio a rispondere, mi spiace, magari domani rispondo, ok? =)
Be, in questo capitolo non succede molto. Il nostro amatissimo Simo porta le due ragazze in questo bellissimo albergo a Cattolica. Avviso che esiste davvero ed è davvero bellissimo *_* Ho passato un intero pomeriggio con la mia migliore amica a cercare un posto che ci piacesse ad entrambe dove far passare le due amiche della storia e quando abbiamo trovato questo albero-centro benessere, ce ne siamo innamorate subito *_*
Comunque, nel prossimo capitolo le cose si movimenteranno un po’ xD
Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite o ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito.
Come sempre vi ricordo che nella mia pagina autore ci sono i link per il mio Facebook e per il mio Twitter, se volete aggiungermi fate pure. =)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Alla prossima ^_^

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Capitolo 45
*** Finta gelosia ***


Capitolo 37

Finta gelosia 

Infondo troverete le note con gli auguri.
Buona lettura ^_^

 

 







Ary POV

Era due giorni che eravamo lì ed erano due giorni che dormivo come una bambina, come non avevo mai dormito prima di allora.
Dormire in quell’enorme letto matrimoniale mi faceva davvero bene.
Era un lunedì mattina. Tutto era tranquillo. Io ero tranquilla.
Mi ero svegliata abbastanza presto, stranamente, e avevo deciso di andare sulla terrazza a godermi l’aria fresca e la bella vista.
Non volevo svegliare la Ila e così, mi infilai le pantofole e l’asciugamano dell’hotel ed uscii in terrazza.
La brezza mattutina mi muoveva i capelli, il rumore del mare mi solleticava l’udito. Non avevo mai visto un posto più rilassante di quello.
I giorni precedenti li avevamo passati facendo massaggi, bagni in piscina, maschere al viso e qualsiasi cosa ci andasse di fare.
Facevamo passeggiate sulla spiaggia a piedi nudi.
Prendevamo il sole in riva al mare.
Tutto era perfetto e avrei voluto che quella vacanza non finisse mai.
Ma come ogni cosa bella, anche quella doveva finire, solo che non finì con il finire della mia settimana vacanza. No, finì quello stesso giorno.
 
La Ila si era svegliata e avevamo deciso di andare a far colazione.
Mangiammo in tutta tranquillità e calma la nostra colazione e ci andammo a cambiare in camera per andare a fare un bagno nel mare.
Uscimmo con il nostro accappatoio e ci avviammo verso la spiaggia.
Ci appropriammo di due lettini e ci sdraiammo.
In spiaggia c’era un gruppo di ragazzi che ridevano e scherzavano.
Non pensavo che i ragazzi andassero in un centro benessere, pensavo fosse più cosa da donne, cioè solo un ragazzo che aveva la ragazza andava in un centro benessere.
-Ne hai visto uno carino?- mi chiese la Ila vedendo che stavo guardando il gruppo di ragazzi.
-Per la verità mi stavo domandando, cosa ci facessero dei ragazzi in un centro benessere- dissi.
-Semplice, per rimorchiare. Cosa vuoi che ci facciano altrimenti?- mi disse sorridendo.
Il gruppo di ragazzi si spostò improvvisamente e vidi una coppia che passeggiava mano nella mano.
Perché avevo la sensazione di averli già visti? Mi soffermai a guardare il ragazzo.
Si, io quello lo conoscevo.
O mio dio. Più si avvicinavano e più notavo la somiglianza.
Ma che somiglianza. Era lui. Con la bionda.
-Ila. Ti prego, dimmi che quello non è Edo.- la supplicai.
Lei seguì il mio sguardo e poco dopo la sua mascella partì dal suo controllo.
-Non ci posso credere. Che cazzo ci fanno loro qui?- chiese lei scioccata quanto me.
-E io che ne so? Con tutti i centri benessere, dovevano proprio scegliere questo?- la mia bellissima vacanza relax era ufficialmente finita.
Sbuffai.
-Ok, facciamo finta di niente nascon……
-Ila.- non riuscì nemmeno a finire che Edo la chiamò.
-Edo. – sorrise lei nel modo più falso possibile.
-Cosa ci fai qui? Con chi sei…- ed eccolo che posò lo sguardo su di me.
Era da quel giorno che mi aveva lasciata che non l’avevo più visto.
Era bello. Troppo bello. In quel momento ancora di più perché aveva preso quel colorito scuro grazie al sole preso.
Gli sarei saltata addosso se solo non fossi stata completamente indignata e scossa dalla LORO presenza.
Si, perché era con lei. La bionda completamente rifatta. Erano mano nella mano. Lì davanti a me. Bastardo. Lo odiavo.
Mi soffermai forse un po’ troppo sulle loro mani perché Edo liberò immediatamente la mano della bionda.
E lì un sorriso bastardo mi si curvò sulle labbra.
-Ary. – mi salutò forse un po’ in imbarazzo.
-Edo. – salutai cercando di essere superiore e di dimostrare che ero matura e non mi dava fastidio.
Ci guardammo intensamente negli occhi.
Cos’aveva, ripensamenti? Povero scemo. Non sarei tornata di certo con lui. Eh no. Almeno, non così facilmente.
-Allora, che ci fate qua?- chiese la Ila cercando di distrarre Edo da me. Internamente il mio sorriso si era trasformato in un ghigno bastardo e io godevo, godevo come non avevo mai goduto prima.
Ok, dovevo darmi un contegno.
-Siamo qua per una piccola vacanza. – rispose Edo guardando la Ila.
-E come mai proprio qua? – chiese.
-L’abbiamo trovato su internet, ci è piaciuto e siamo venuti.- rispose lui.
Ma guarda un po’ il destino cosa mi combina. Mi rovina la mia vacanza relax in compagnia della mia migliore amica facendo venire anche il mio ex con la sua biondona. Davvero simpatico il destino, devo dire.
-Niente. Noi andiamo. Magari ci vediamo in giro. Ciao.- disse lui prendendo la sua ragazza per un braccio.
-Ciao. –salutammo in coro io e la Ila.
Quanto mi dava fastidio vederlo con un’altra? Ma anche estremamente contenta per il fatto che non mi avesse tolto gli occhi di dosso neanche un secondo.
No, ok. Forse viaggiavo troppo con la fantasia.
-Ma spero di non rivederti più, guarda.- dissi con una nota di disprezzo.
-Dico, ma proprio qua dovevano venire a rompere?- mi chiese la Ila.
-Ah quanto pare il destino mi ha tirato un brutto tiro. – le dissi guardando l’immagine dei due che entravano nell’hotel.
-Sicura che è stato il destino?- mi chiese la Ila.
-Cosa intendi dire?- non seguivo davvero più il suo ragionamento.
-Che forse Simo ci ha messo lo zampino. Aspetta che lo chiamo.- prese il cellulare di borsa, avviò la chiamata e mise il vivavoce.
-Amore, come stai?- le chiese lui tutto felice di sentirla.
-Mi spieghi che cazzo ci fa Edo qua?- gli chiese immediatamente andando al sodo.
-Grazie, amore. Sto bene anch’io. Aspetta un attimo. Edo?!?- sembrava sorpreso anche lui.
-Non dirmi che tu non ne sapevi nulla.- gli chiese molto insospettita.
-No. Ti giuro.- le rispose. Sembrava sincero.
-Sei sicuro di non aver accidentalmente detto ad Edo che ci avessi comprato una vacanza qua a Cattolica, vero?- non sapevo più riconoscere la voce della Ila.
-Ti giuro che non gliene ho mai parlato. Gli ho solo detto che ti avrei fatto un regalo. Non gli ho nemmeno mai detto che avrei regalato la vacanza anche alla Ary. Mi spieghi che cazzo succede adesso?- gli chiese incuriosito.
-Te lo spiego subito. Abbiamo appena incontrato Edo con la sua rifatta. Potrai immaginare la nostra sorpresa nel vederceli davanti.
-Sarei stato stupito anch’io. Ti giuro che non gli ho detto niente e non mi ha mai detto niente nemmeno lui. Cioè mi ha accennato ad una vacanza con Jessica, ma non pensavo andassero proprio a Cattolica.- disse, sembrava amareggiato- Sono in vivavoce vero?- chiese.
-Si.
-Benissimo. Allora, ti chiedo scusa Ary. Non pensavo che Edo sarebbe venuto lì. Ti avevamo promesso una vacanza relax, dove non avresti dovuto pensare a niente e invece ecco che il tuo pensiero ti si para davanti. Scusa, non lo sapevo davvero, altrimenti avrei fatto di tutto per cambiare la prenotazione.- era davvero dispiaciuto. Lo capivo dal tono della sua voce.
-Tranquillo, Simo. Fa niente. Va bene così. – eccome se andava bene così. Vederlo mi aveva fatto capire che dovevo smetterla di soffrire.
Lui aveva già un’altra? Ed io sarei passata sopra alla nostra storia come ci era passato sopra molto facilmente lui. Era semplicissima la cosa. Anche se dovevo ammetterlo, rivederlo, mi aveva riportato alla mente delle bellissime sensazioni che anche in quel momento provai.
-Ci sentiamo più tardi Simo. Ti amo. – disse lei.
-Ti amo anch’io.- chiuse la chiamata.
-Che hai intenzione di fare?- mi chiese la Ila scrutandomi.
-Godermi la mia vacanza relax.- le risposi sdraiandomi al sole.
-Mi spieghi cos’hai in testa in questo momento?- mi chiese. Continuava a scrutarmi cercando di capire che cosa provassi in quel momento.
-Ho capito che devo passare sopra la nostra storia. Come ci è passato sopra lui, lo farò io. Lui ha un’altra? Ed io, se ne avrò l’occasione, ne troverò un altro.- ero decisa. Convintissima di quello che stavo dicendo. Niente e nessuno al mondo mi avrebbe distratto dal mio obiettivo. Nessuno.
 
 
Passammo il resto della giornata in spiaggia. Non avevamo voglia di fare massaggi o qualsiasi altra cosa per il nostro corpo.
Volevamo rilassarci e prendere il sole, cosa che sinceramente io odiavo, ma lo feci, fregandomene altamente di una possibile insolazione.
Il gruppo di ragazzi di quella mattina, era ancora nei paraggi e avevo potuto osservarli meglio nel corso della giornata.
Con la Ila, ovviamente, facemmo commenti su tutti.
C’erano un paio carino, ma uno su tutti: un tipo alto, moro, occhi di ghiaccio, fisico scolpito. Decisamente un bel ragazzo.
Ero rimasta colpita da lui. Aveva solo una piccolissima pecca: sembrava uno stronzo.
Per tutto il corso della giornata io e quel bel ragazzo ci scambiammo sguardi, ma feci quasi finta di niente.
Non avevo la presunzione di pensare di essere guardata da uno così.
-Senti Ary. Mi spieghi cosa sono questi scambi di sguardi con quel fustacchione?- mi chiese la Ila indicandolo con la testa.
-Che scambi di sguardi?- cercai di fare finta di niente, ma il rossore che si propagò sulle mie guancie, mi tradì. Merda.
Lei cominciò a ridere.
-Ah no? E come mai sei arrossita?- mi chiese ridendo ancora di più.
-Si, ok. Va bene ci sono stati un po’ di scambi di sguardi.- ammisi ancora più rossa.
-Un po’ dici?- lei se la rideva bellamente.
-Senti, non è colpa mia se tu porti gli occhiali da sole e non ti vede nessuno se fissi spudoratamente uno. Io non li porto quindi sono molto visibile.- sbuffai.
-No. Non hai capito. Lui ti sta mangiando con gli occhi.- rise ancora lei.
Avevo capito bene? Aveva detto che quello mi stava mangiando con gli occhi?
-Ma l’hai guardato bene? Ha la faccia da stronzo e non lo voglio uno stronzo.- dissi io.
-Anch’io non lo volevo uno stronzo, eppure eccomi qua, insieme ad uno stronzo. E poi, Ary, è bello. È stupendo. Guarda che pettorali scolpiti, che spalle larghe. Che capelli. Che sedere. Ok, forse è meglio se placo i miei ormoni.- sbuffò la Ila, cercando di calmarsi.
-Forse è meglio se placo anche i miei.- ammisi io.
Tornammo a prendere il sole quando, sentii abbassarsi il mio lettino e una presenza ai miei piedi.
Aprii gli occhi e mi trovai davanti gli occhi ghiaccio del bel ragazzo.
-Ciao. Scusa se ti disturbo.- mi disse mostrandomi i suoi bellissimi denti bianchi. Nessun disturbo. Puoi disturbare quanto vuoi tranquillo.
-Non stai disturbando.- sorrisi. Ormai la Ila osservava la scena con un sorrisone enorme.
-Comunque, volevo presentarmi. Sono Federico, ma chiamami pure Fede.- mi disse allungando la mano.
-Sono Arianna, ma puoi chiamarmi Ary. – gli dissi stringendogli la mano.
-E tu sei?- chiese alla Ila.
-Piacere Ilaria, ma chiamami Ila.- rispose lei sorridendo.
-Sentite, vorrei proporvi una cosa.- sembrava carino, simpatico. Ok, forse il mio cervello era leggermente partito ormai.
-Dicci.- rispose la Ila.
-Uscireste con me e un mio amico stasera?- chiese lui sorridendo.
La mia felicità non poteva essere misurata, stavo per rispondere quando…
-Non mi sembra il caso.- rispose una voce a me troppo famigliare.- Sono entrambe qua con me e non mi pare il caso che escano con te ed un tuo amico.
-Ah ok. Scusate, non pensavamo che aveste il ragazzo. Ci vediamo.- Fede si defilò immediatamente.
-No, aspetta guarda che…- cercai di dire per fermarlo, ma non appena capii che non mi sentiva nemmeno più, mi girai a guardare il possessore di quella maledettissima voce che aveva appena fatto sfumare un mio possibile appuntamento.
-Mi spieghi che cazzo vuoi, Edo? Vieni qua e cosa fai? Mi rovini un possibile appuntamento?- grugnivo da quanto ero furiosa con lui.- E poi da quand’è che siamo qua con te?- grugnivo. Ci mancava poco che non mi uscisse il fumo dalle orecchie.
-Be, pensavo che ti stesse infastidendo.- mi rispose imbarazzato.
-Ti sembrava che mi desse fastidio?- gli chiesi acida.
-Be, per la verità io…- cominciò, ma non lo lasciai finire.
-Tu. Niente. Tu non ti devi intromettere nella mia vita, chiaro? Hai deciso di non farne più parte e non devi più azzardarti a metterti in mezzo nei fatti miei, chiaro? Devi lasciarmi vivere la mia vita come io ti sto lasciando vivere la tua.- non so spinta da quale strana forza, ma andai da Fede.
-Scusa, senti. Volevo dirti che io e la mia amica non siamo con quel ragazzo che ha parlato poco fa. È uno che conosciamo di vista, non sappiamo nemmeno chi è quasi.- gli dissi guardando quei bellissimi occhi ghiaccio.
-E quindi stasera uscite con noi?- mi chiese sorridente.
-Venite là ai nostri lettini che ne parliamo.- avendo visto che Edo se n’era andato, avevo trovato giusto che ne parlassimo anche con la Ila.
-Questo è l’altro mio amico. Marco. Quello che vorrebbe uscire con la tua amica.- mi disse lui facendomelo vedere.
Era carino. Non era questo granché, ma era carino. Non troppo alto, biondo, occhi marroni.
-Venite con me che andiamo dalla mia amica.- dissi dirigendomi verso la Ila.
-Ila questo è Marco, un amico di Fede. È quello che vorrebbe uscire con te.- dissi sedendomi sul lettino.
-Piacere Ila.- gli porse la mano.
-Piacere- disse lui timidamente.
-Allora, uscite con noi stasera?- ci chiese Fede tutto sorridente.
-Per me va bene, ma, voglio essere sincera.- esordì la Ila.
-Siete lesbiche? Guardate che per noi va bene.- disse Marco ridendo.
-Noo.- rispose la Ila ridendo.- Io ho il ragazzo.- disse sorridente.
-Ah.- Marco sembrava un po’ deluso.
-Mi dispiace. Ma possiamo uscire lo stesso stasera. Ci conosciamo. Se non ti fa niente.- la Ila era stata sincera o forse non era nemmeno il suo tipo e l’aveva rifiutato gentilmente. Anche se era vero che aveva il ragazzo.
-No, fa niente. Possiamo uscire lo stesso.- disse sorridendo Marco.
-Ok, allora. Dove ci vediamo?- ci chiese Fede.
-Bussate alla stanza 146. Alle otto.- disse la Ila.
-Allora a più tardi ragazze.- vidi i due tipi dileguarsi lentamente.
Tirai un sospiro di sollievo per essere riuscita a mettere a posto quello che Edo aveva rovinato, ma cosa voleva quel cretino da rompere?
Come lo odiavo. Lo odiavo con tutta me stessa.
Lui aveva la sua biondona ed io non potevo avere un bel moro con cui consolarmi? Eh no. Non era giusto.
Sapevo perfettamente che se fosse successo qualcosa, era poco importante. Era una storiella passeggera che sarebbe durata solo fino alla fine di quella settimana.
-Come mai non commenti l’uscita di Edo?- mi chiese la Ila continuando a prendere il sole.
-Devo anche commentarla? Cioè, ma cosa vuole? Dio, che nervoso.- dissi.
No, dovevo rilassarmi. Dovevo stare tranquilla. Quella sera avrei avuto il mio primo appuntamento con un nuovo bellissimo ragazzo e non dovevo rovinare niente.
Verso le sei andammo a farci una doccia e scendemmo a mangiare.
Salimmo in camera a prepararci.
-Allora, dilemma. Che mi metto?- chiesi. Mi stupii io stessa della domanda.
-Ooooo. La Ary che chiede cosa mettersi. Questa è da segnare sul calendario.- si mise a ridere.
-Dai, sul serio.- le dissi. Stavo per uscire con un ragazzo bellissimo, dovevo prepararmi.
-Be, io mi metto un paio di jeans, una semplice maglietta e le infradito.- mi disse. Prese una maglietta bianca che avrebbe risaltato l’abbronzatura che aveva preso dall’inizio dell’estate.
-E be, io opterei più o meno per la stessa cosa. Va bene?- le chiesi. Ma perché, ero così agitata e attenta al mio abbigliamento?
Con Edo non era mai successo e perché con Fede sì?
Vai a capirmi.
Alla fine optai per un paio di jeans ed una magliettina e le infradito, come la Ila insomma.
Alle otto in punto, bussarono alla nostra porta.
-Ciao ragazze.- aprendo la porta ci trovammo davanti due bellissimi occhi di ghiaccio.
-Ciao. Andiamo?- domandai io.
-Certo.- presi subito Fede sotto braccio ed andammo.
-Ti fa niente se andiamo a fare un giro da soli?- mi chiese lui.
-No, certo che no.- gli sorrisi io.
-Ragazzi, ci vediamo dopo al bar per le undici. – disse lui rivolto agli altri due che nel frattempo se la stavano ridendo bellamente.
-Allora, di dove sei?- mi chiese lui.
Stavamo scendendo verso la spiaggia.
-Brescia. Tu?- gli chiesi io forse un po’ in imbarazzo.
-Torino. Come mai sei qua con la tua amica?- mi chiese lui sorridendo rilassato. Ero ancora a braccetto e il contatto con la sua pelle, mi provocava calore.
La sua pelle emanava calore.
-Il suo ragazzo le ha fatto un regalo di compleanno e eccoci qua. Ha pagato tutto anche a me, anche se non avrebbe dovuto. Dicevano che dovevo rilassarmi ed infatti è successo.- sorrisi rilassata.- Tu e tuoi amici come mai in un centro benessere? Pensavo che solo le ragazze venissero in questo genere di posti.- chiesi curiosa. Ricordando quello che avevo pensato la mattina vedendoli.
-L’hai detto proprio tu. Solo le ragazze vengono qua e così magari potevamo trovarne un paio carine.- risi della sua risposta.- Ti faccio ridere?- mi chiese divertito.
-No. È che la Ila stamattina ha detto la stessa cosa.- gli dissi ridendo.
-Perspicace la ragazza.- cominciò a ridere anche lui.
Stavamo camminando sulla spiaggia.
-Ti va se ci sediamo?-mi chiese. Annuii.
Il sole era quasi del tutto tramontato e, quel poco che ne restava, si specchiava nel mare.
Paesaggio bellissimo.
Una piccola brezza fredda mi colpii la schiena ed io tremai.
Lui mi abbracciò immediatamente, imprigionandomi nel suo corpo caldo. Troppo caldo. Cos’era una stufa umana?
Rimanemmo parecchio tempo in silenzio.
-Sai, tu mi piaci.- mi sussurrò.
-Anche tu. Ma non credo nelle storie a distanza.- gli dissi.
-Neanch’io. Però…- mi staccai dalla sua spalla.
Vidi il suo viso avvicinarsi lentamente. I suoi occhi ghiaccio puntavano nei miei.
Rabbrividii solo per quello sguardo.
La distanza tra di noi era ormai minima.
Chiusi gli occhi pronta per il contatto con le sue labbra.
Quando sentii di non avere più contatto con la sabbia.
Aprii gli occhi e mi trovai davanti il viso di Edo.
Fede dietro di noi, era ancora seduto sulla spiaggia incredulo.
-Mettimi giù immediatamente.- urlai.
-Non urlare.- mi disse lui.
-Se tu mi metti giù io non urlo. – dissi io urlando.
-Non finché non saremo lontani da quello.- disse lui.
Mi dimenai.
-Lasciami. Lasciami. Lasciami. Lasciami.- urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
Tutte le persone che erano sulla spiaggia si girarono preoccupati.
-è solo un po’ ubriaca. La riporto in camera.- disse Edo sorridendo.
-Ma sei scemo? Io non sono ubriaca.- continuavo a dimenarmi, ma lui non accennava a lasciare la presa e a lasciarmi andare.
-A me sembrava che prima lo fossi.- mi mise improvvisamente giù.
-Mi spieghi perché mi hai portato via?- gli chiesi urlando.
-Avevi detto che se ti avessi lasciato, non avresti più urlato.- mi fece notare lui.
-Prima. Adesso ho deciso di continuare ad urlare. Perché tu…- grugnì.- Tu vuoi rovinarmi la vita? Perché se è così dimmelo subito che mi metto il cuore in pace. Non è bastato che mi hai lasciato, adesso non vuoi nemmeno che vada con un altro?- gli chiesi indignata.
-Ma con quello sarebbe stata la storia di un paio di giorni.- mi fece notare.
-E pensi che io non lo sappia? Forse adesso ho bisogno di una storia di un paio di giorni, va bene? Ne ho bisogno. Voglio una storia di un paio di giorni. E poi a te cosa frega se voglio una storia di un paio di giorni? Sono cazzi miei. CAZZI MIEI, Edo. Non tuoi.- dissi girandomi per andarmene.
-Aspetta.- mi fermò per un braccio.
Mi girai.
-Cosa devo aspettare, Edo? Tu che sei insieme ad un’altra? No, grazie. Non voglio aspettare. Non riesco ad aspettare. Non voglio nemmeno pensare di aspettarti. Non ci riesco.- ero seria. Non ero più arrabbiata.
Stavo quasi per mettermi a piangere, ma non dovevo farlo davanti a lui.
Me ne andai e per caso incontrai la Ila con Marco.
Vedendomi arrivare con le lacrime agli occhi, salutò velocemente il ragazzo e mi raggiunse.
-Che è successo?- mi chiese.
-Voglio andare in camera. Ne parliamo dopo.- il mio viso rigato di lacrime, mi fece capire che amavo ancora Edo e che non ero ancora pronta per una storiella o per iniziare un’altra storia. Io volevo ancora lui. Punto.
Il telefono della Ila squillò.
-Pronto?- sentii un urlone uscire dal cellulare. La sentii ridere. –Senti, dì ad Edo di informarsi bene prima di riferirti qualcosa. Si, sono uscita con un ragazzo, ma gli avevo specificato da subito che avevo il ragazzo. Siamo usciti in amicizia.- lei rideva.- Non dirmi che sei geloso.
Si, lo era. E gli stava facendo una scenata di gelosia.
Come pensavo me l’avesse fatta Edo a suo modo.
Perché quel pomeriggio si era messo in mezzo e non voleva che uscissi con quel tipo? Perché mi ha portato via quando ci stavamo per baciare?
Dov’era finita la sua biondona in quel momento?
Lo odiavo. Lo odiavo perché non faceva che scombussolarmi le idee.
Lo odiavo perché mi aveva lasciata.
Ma lo amavo. Lo amavo ancora. Per il suo sorriso. Per il suo modo di fare. Per i suoi occhi. E per i miei ricordi.
Ero ancora troppo innamorata di lui, per lasciarlo perdere.
Che poi cercassi di fare la dura, erano un altro paio di maniche.
Pensavo di essere uscita dalla fase “innamoramento post-rottura”, ma a quanto pareva non era così.
Quella giornata si era rivelata tutt’altro che rilassante.
Ero ancora più stressata e stanca.
Avevo bisogno di una dormita.
Mentre la Ila stava spiegando la situazione a Simo, mi cambiai e mi misi nel letto.
Dopo qualche minuto la Ila mi raggiunse.
Parlammo di quello che era successo e, soprattutto, di quello che avevo capito di provare ancora per Edo.
Ci addormentammo verso l’una e quella notte sognai Edo, per la prima volta da quando mi aveva lasciata.

 

 

 

 

Buonaseraaaaaaaa! Ho deciso di postare oggi dato che nei prossimi giorni saremo tutti impegnati in cene e cenoni per festeggiare il Natale, quindi ho pensato di farvi questo piccolo regalo sperando che vi abbia fatto piacere e ho postato per farvi anche gli auguri di Buon Natale, per quelli del Buon Anno ci sentiamo settimana prossima. =)
Allora, parliamo di questo capitolo. La Ary in questo capitolo io l’ho adorata. All’inizio pensava di poter sopportare la presenza di Edo con la bionda, che non le desse fastidio e che potesse tranquillamente passare sopra la loro storia come aveva fatto lei, ma quando lui le quasi rovina un suo possibile primo appuntamento diventa una bestia. Dice le cose in faccia ad Edo come forse non ha mai fatto, gli dice di farsi i fatti propri e va a parlare con quel Fede. Assicuro che la Ary non sarebbe mai andata a parlarci, ma diciamo che l’ha fatto anche grazie ad Edo. E vogliamo parlare di quello che ha fatto Edo dopo? Sembrava quasi che stesse osservando la scena da fuori e che aspettasse il momento migliore per agire.
Cosa pensate del comportamento di Edo? Vi sembra geloso?
Be, qualcuno aveva detto che la vacanza della Ary non sarebbe stata poi così tanto rilassanti e infatti, si trova davanti il proprio ex con la sua nuova ragazza, cosa ci può essere di peggio?
Alla fine del capitolo Ary capisce di essere ancora innamorata di Edo e questa consapevolezza la fa stare male perché pensava di aver risolto e di poter smettere di soffrire, ma alla fine non è così.
Ah sì, prima che mi dimentichi, voglio farvi vedere com’è Fede, il ragazzo dagli occhi ghiaccio che esce con la Ary. =) FEDE
Ringrazio le persone che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate e quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito. Davvero grazie *_*
Avviso anche il blog lo cancello definitivamente, è lì inutilizzato ed è inutile tenerlo.
Be, potrei darvi anche un piccolo spoiler prima di concludere.
Allora, nel prossimo capitolo saremo ancora in vacanza ed Edo sarà ancora in mezzo alle scatole facendo alquanto infastidire la Ary, anche se non troppo.
Ecco, mi fermo qua e non dico più niente.
Concludo facendo gli Auguri di Buon Natale a voi e a tutte le vostre famiglie, sperando che siano dei giorni felice e spensierati. ^_^
Alla prossima ^_^
 

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Capitolo 46
*** Una mia amica ***


Capitolo 37

 Una mia amica

Ary POV
Quel giorno mi svegliai ancora più stanca di prima.
Maledetto Edo e le sue uscite del giorno prima.
Non lo sopportavo e l’avevo sognato anche tutta notte.
Ma perché non voleva lasciarmi vivere la mia vita in pace?
Come il mattino precedente mi svegliai troppo presto e decisi di andare sul balcone ad ammirare la bella vista e a cercare di smettere di pensare ad Edo.
Ovviamente, questo non avvenne. Lo pensai tutto il tempo e ebbi molte conversazioni con la me “ma perché pensi ad Edo” e l’altra me “Perché lo amo ancora”. Conversazioni mirate a auto-criticarmi e a darmi della stupida.
Quando si svegliò la Ila, restammo ancora un po’ sul terrazzo a parlare.
-Allora, com’è andata stanotte?- mi chiese guardandomi. O avevo la faccia di una che non aveva dormito per niente o lei mi capiva davvero troppo bene.
-Di merda. Mi credi? L’ho sognato tutta notte. Non ce la faccio più. Continuo a pensare perché ieri si è comportato in quel modo. Perché non vuole lasciarmi vivere la mia vita in pace. Non ce la faccio davvero più.- ammisi sconfitta. Anche se lo amavo ancora, non ero pronta a farmi mille seghe mentali per colpa sua e il suo comportamento. Non volevo tollerarlo e nemmeno accettarlo.
-Scusa.- mi chiese la Ila con gli occhi bassi.
-Per cosa?- le chiesi non riuscendo a capire il motivo delle sue scuse.
-Diciamo che è anche colpa mia e di Simo. Se io non avessi compiuto gli anni non saremmo qui, se Simo non mi avesse fatto questo regalo, tu non saresti qua e, soprattutto, non saresti qua se sia io che Simo non ti avessi quasi “costretto” a venire qua. È tutta colpa nostra. Se tu non fossi venuta con me, non avresti rivisto Edo e non saresti in questo stato.- mi disse ancora con gli occhi bassi. Mi misi a ridere.
-Non è né colpa tua né di Simo. Voi non potevate saperlo. E,sinceramente, se non aveste insistito, ora non sarei a passare la mia prima vacanza con la mia migliore amica in un posto favoloso. Ti assicuro che va bene così. E poi se non avessi rivisto Edo, sarei ancora nella convinzione di non provare nulla per lui, quando non è assolutamente vero. Questa vacanza mi ha aperto gli occhi. Prima o poi smetterò di pensarci, no?- le dissi con un sorriso, toccandole un braccio.
Lei mi guardò con quei suoi occhi verdini acqua. Era davvero dispiaciuta e il fatto che non ci fosse il sole, le comportava quel colore strano. Quanto avrei voluto avere i suoi occhi?
-Sicura che vada tutto bene? – mi chiese ancora.
-Non va bene, ma sono sicura che andrà meglio.- avevamo la capacità di compensarci. Quando una pensava in negativo l’altra pensava in positivo, quando una era felice, l’altra era triste, ma immancabilmente miglioravamo il nostro umore. Ecco perché ci compensavamo ed anche in quel caso, ci stavamo compensando.
-Andiamo a fare colazione?- le chiesi dopo qualche minuto di silenzio.
-Ci sto.- disse lei sorridendo.
Tornammo nella stanza, ci cambiammo ed andammo a fare colazione.
Il sole entrava già nella sala da pranzo, scaldandoci il corpo.
Mangiammo e andammo in stanza a metterci il costume per fare un altro bagno di sole e in mare.
Eravamo sdraiate sul lettino, quando si dimenticò di aver dimenticato il cellulare in camera e che doveva chiamarla Simo.
Andò in stanza e mi lasciò lì sola.
Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi, ma mi sentivo a disagio, così cominciai a guardare il paesaggio e i passanti.
Venni attratta dall’immagine di un ragazzo, alto, moro, con un fisico decisamente niente male, che stava passeggiando sulla spiaggia con una ragazza.
Il ragazzo era di spalle per cui non lo vidi bene, finché non si girò, mostrando la sua dentatura perfetta e gli occhi di ghiaccio.
Prese tra le mani il viso della ragazza e la baciò.
Bastardo. Cioè non mi aveva neanche più cercato per avere spiegazioni che se n’era già trovata un’altra. Stronzo.
Speravo che mi avesse considerato almeno fino alla fine della settimana o almeno per un paio di giorni, non che il giorno dopo non mi considerasse nemmeno più.
Era un stronzo. Sembrava la copia sputata di Simo, anche se io non avevo mai visto Simo fare apertamente lo stronzo, io l’avevo conosciuto già quando stava cominciando a cambiare, quindi non l’avevo visto all’attacco.
Ma che stronzo e io che pensavo di piacergli davvero. Povera illusa.
Non avevo ancora capito che quello voleva solo una cosa e pensavo che da quella la avrebbe ottenuta.
Uno così era meglio perderlo che trovarlo.
Però che stronzo. Continuavo a pensarci.
Non faceva di certo bene al mio ego, anche se non ne avessi molto.
-Vedo che il tuo amichetto si è consolato facilmente.- la voce di Edo mi fece prendere paura e saltai leggermente sul lettino.
Mi girai e lo vidi sdraiarsi sul lettino della Ila.
-Non è il mio amichetto.- dissi acida. Ci voleva solo lui a mettere il dito nella piaga. Un altro stronzo.
-Ah no? Ieri sera mi pareva di sì.- disse continuando a guardare Fede.
-No. Non era il mio amichetto.- gli dissi ancora più acida.
-Allora, perché lo stavi per baciare?- mi chiese.
-E perché tu non sei con la tua ragazza?- gli chiesi girandomi a guardarlo.
-è a fare una qualche seduta di bellezza, non so nemmeno quale ed io non avevo voglia di andare con lei.- si girò a guardarmi.
-E quindi, sei venuto a rompere a me?- mi stavo per perdere in quei suoi occhi verdi, ma cercai di mantenere il controllo e distolsi lo sguardo, sperando di non essere arrossita.
-Diciamo di sì.- disse ridendo leggermente.
Quella risata mi portò alla memoria un sacco di bellissimi ricordi che scacciai immediatamente scrollando leggermente la testa.
-Non si vede che sprizzo gioia da tutti i pori?- ero sarcastica ovviamente, anche se mi faceva piacere passare del tempo da sola con lui. Avrei preferito che fossimo ancora insieme, ma non potevo pretendere troppo dalla vita.
-Ma come hai potuto uscire con uno così?- mi chiese lui dopo un po’.
-Che cos’ha di strano scusa?- gli chiesi, ammirando Fede.
Non aveva decisamente niente di strano. Aveva tutto al posto giusto: un bel sedere, fisico da paura, gli occhi ti inchiodavano alla parete con uno sguardo. No, non aveva niente di strano ai miei occhi.
-Be, è…è…stronzo. È…strano.- disse lui.
-Che era stronzo ci ero arrivata anche da sola grazie. Ancora ieri se per quello. E poi ti ricordo che hai un amico stronzo. Dovresti esserci abituato a vedere un ragazzo fare così.- gli ricordai.
-Mi dava fastidio quando lo faceva Simo, figurati vederlo fare ad un altro con la mia…- si bloccò improvvisamente.
-Con la tua cosa?- gli chiesi stupendomi del suo blocco momentaneo.
-Con un’amica.- rispose lui immediatamente.
Ero quello per lui? Solo un’amica? Be, certo, ci eravamo mollati, ma non ero nemmeno amica sua.
-Io e te saremmo amici?- gli chiesi scrutandolo.
-E che cosa saremmo, scusa?- mi chiese evitando di guardarmi.
-Ex, Edo. Ex. Questa è la definizione di due persone che si sono lasciate. Non siamo amici, non credo nell’amicizia tra ex. – gli dissi sinceramente continuando a guardarlo, dato che lui non guardava me.
-E perché non ci credi?- mi chiese girandosi a guardarmi.
-Perché non sarebbe un’amicizia sincera, perché uno dei due potrebbe essere ancora interessato all’altro. Non sarebbe giusto. Per nessuno dei due. – distolsi lo sguardo dai suoi occhi che mi guardavano così intensamente da non riuscire a resistere alla tentazione di baciarlo.
-Quindi, chi dei due sarebbe interessato in questo caso?- mi chiese, sentii la sua voce a pochi centimetri di distanza da me.
Quando mi girai me lo trovai davanti.
-Io di certo no, non so tu.- dissi con la voce un po’ incerta.
Merda. Ci mancava solo che diventassi rossa e completavo l’opera.
-Edo, non dovresti essere con Jessica?- per fortuna era arrivata la Ila. Le avrei fatto un monumento.
-Ciao, anche a te, Ila.- la salutò lui girandosi.
In quel momento stavo santificando la mia migliore amica.
Mi aveva appena salvato da una figura di merda, colossale.
-Rivorrei il mio lettino.- disse lei sorridendo, ma la nota acida nella sua voce si poteva notare senza nessun problema.
-Prego. Si sieda.- le disse Edo alzandosi.
-Grazie.- ancora più acida.
-Be, ci vediamo ragazze.- disse lui andandosene.
Aspettai qualche minuto, girandomi per accertarmi che non ci fosse.
-Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie.- dissi toccandole un braccio.-Se non fossi arrivata in quel momento non sai che figura di merda avrei fatto.- le dissi sorridendo come un ebete.
-Per la verità era un po’ che ero dietro, mi sono nascosta bene ed ho ascoltato tutto. Ho pensato che quando ne avessi avuto bisogno, sarei uscita e ti avrei salvato facendo apparire tutto naturale. – mi sorrise.
La adoravo ancora di più.
-Grazie, davvero grazie. No, ma davvero, da quanto sei qua?- le chiesi tornando a sdraiarmi sul lettino.
-Da quando ti ha definito una sua “amica”.- enfatizzò la parola amica con le dita.
-Non sai quanto ci sono rimasta di merda quando l’ha detto. Cioè io amica sua? Ma quando mai.- dissi io sbuffando.
-Gli hai tenuto testa bene però, quando ti si è avvicinato, ho quasi pensato che lo baciassi. Forse stando con me, hai imparato.- disse lei ridendo.
-Oh be. Con tutte le volte che sei resistita con Simo, ho imparato tranquilla.- dissi.
Restammo un po’ in silenzio. Pensavo che la Ila si fosse addormentata, aveva la capacità di addormentarsi dovunque, anche al sole.
-Ma quello non è Fede?- mi chiese scioccatissima.
-Quello che si sta sbaciucchiando la ragazza bionda?- le chiesi, non curante della faccenda.
-Si.- mi rispose lei scioccata.
-Si, è lui. Lo so è uno stronzo. Non è venuto nemmeno a cercarmi, si è subito buttato nelle braccia di un’altra e non mi ha nemmeno calcolato. Ma va bene così. Voleva solo una cosa e da quella magari la riceve.- dissi continuando a prendere il sole senza aprire gli occhi.
-Di la verità che l’avevi già visto.- mi disse capendo che forse ero troppo calma per aver appena visto di essere stata “scaricata”.
-Si, prima. Ci stavo pensando prima che arrivasse Edo. – dissi tranquillamente.
-Capisco la tua tranquillità allora.- tornammo in rigoroso silenzio.
Forse mi addormentai anche o forse era tutta una mia impressione, so solo che quando riaprii gli occhi.
La spiaggia era ormai semi vuota ed il sole era a tre quarti del suo percorso per tramontare.
La Ila in parte a me, dormiva bellamente a pancia in giù.
-Ila. Svegliati. Dovremmo andare a mangiare.- le dissi muovendola un po’.
-Mmmmmh. Voglio dormire ancora un po’.- mi disse con la voce ancora impastata dal sonno.
-Ila c’è Simo nudo che ti aspetta.- dissi pronta per vedere la sua reazione.
-Dove? Dove?- chiese alzandosi improvvisamente.
Mi guardò malissimo. –Ma vaffanculo.- io risi.
-Non avevi intenzione di svegliarti. Dovevo fare qualcosa.- ammisi tra le risate.
Andammo a farci una doccia e restammo in camera a guardarci un film.
La spiaggia ci aveva talmente stancato da non farci avere nemmeno la forza di andare a mangiare.
Chiamammo il servizio in camera che ci portò il nostro cibo.
Lo mangiammo sul letto e  guardammo la televisione.
Il massimo.
Crollammo dal sonno prestissimo.
Un’altra giornata era finita e l’ultimo mio pensiero chi poteva essere se non Edo?
Lo sognai anche quella notte.

 

 

 

 

 

Buonasera! Eccomi qua con un nuovo capitolo di questa storia.
Allora, come avete passato il Natale? Tutto a posto? Guadagnato qualche soldo con le tradizionali tombole di Natale? Io sono spennata -.- non ho più nemmeno uno spiccio. -.- in compenso, ho tanti bigliettoni Ahahah 
Va be, passiamo altre. Avete visto che sono arrivata prima dell’ultimo dell’anno? Eheh, sono diventata brava. Forse troppo xD
Allora, in questo capitolo abbiamo di nuovo tra i protagonisti un Edo un po’ invadente, anzi, parecchio invadente che si comporta leggermente da stronzo mettendo il dito nella piaga in qualcosa che alla Ary da fastidio. Stronzissimo proprio -.-
Comunque, parlando con la Ary arriva addirittura a definirla un’amica, ma cosa voleva dire in realtà? Eheh, provate a pensarci. Se ci pensate bene bene forse potete capire cosa stava per dire e quindi anche cosa gli passava per la testa.
Ha abbandonato la stronza per stare con la Ary, qualcosa vorrà dire, no? Non si sa. xD
Come sempre ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito. Davvero grazie ragazze. *_*
Augurissimi di un buon anno sperando che vi porti tante cose buone, magari anche uno come Simo, non ci starebbe affatto male xD
Alla prossima ^_^

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Capitolo 47
*** Ritorno a casa ***


Capitolo 37

Ritorno a casa 

Ary POV
Finalmente, o forse in un certo senso no, il giorno del nostro ritorno a casa era arrivato.
Gli ultimi tre giorni li avevamo passati tra saune, fanghi, maschere facciali e massaggi.
Non avevo più incontrato Edo, forse era tornato a casa o forse aveva capito di starmi alla larga. Anche se mi era dispiaciuto non averlo più rivisto.
Fede lo vedevo ogni giorno con una ragazza diversa e una domanda mi sorgeva spontanea, ma noi ragazze siamo davvero così sceme? Cioè alcune ragazze ed io non mi consideravo tra quelle.
Stavamo preparando le valigia. Di lì a poco sarebbe arrivato Simo a prenderci.
Non volevo nemmeno immaginare cosa avrebbe fatto la Ila quando lo avrebbe visto.
Volevo assistere, ma allo stesso tempo no.
Bussarono alla porta e la Ila andò ad aprire.
Non sentii niente, nessun rumore. Nessuna voce.
Che alla porta fosse un serial killer che l’avesse uccisa e che poi avrebbe ucciso me?
Mi affacciai lentamente vero il corridoio che portava alla porta.
Ed eccola lì, avvinghiata stile Koala a Simo che si baciavano.
E io che mi ero preoccupata che l’avessero uccisa.  
Tornai a mettere a posto la mia valigia.
-Ciao Ary.- mi disse Simo facendomi prendere paura.
-Ciao.- gli dissi con un po’ di fiatone a causa del piccolo spavento che avevo appena preso.
-Finito di preparare la valigia?- mi chiese la Ila raggiante.
-Se. – risposi girandomi e guardandola male.
-Perché mi guardi così?- mi chiese facendo scomparire il sorriso dalle sue labbra.
-Tu mi hai fatto preoccupare un sacco prima.- le dissi puntandole il dito contro. La mamma mi aveva insegnato che non bisogna puntare con il dito le persone, ma in quel caso serviva.
-Perché?- mi chiese leggermente impaurita la Ila.
-Non ti ho sentito parlare con nessuno quando sei andata alla porta e ho pensato che un serial killer ti avesse ucciso e che avrebbe ucciso anche me. Poi mi affaccio verso la porta e dov’eri? Avvinghiata a Simo che vi baciavate. Ma vaffanculo. Io che mi preoccupo per te, quando non c’è minimamente bisogno.- tornai a guardare la mia valigia.
Improvvisamente mi sentii abbracciare da dietro.
-Grazie per esserti preoccupata per me e scusa per averti fatto preoccupare.- mi disse la Ila dolcemente.
Non eravamo ragazze da abbracciarci, da baci sulla guancia si, ma abbracci, difficilmente accadevano.
Ma quando accadevano erano pieni di affetto e di amore.
Chiusi la valigia e Simo la prese insieme al fattorino che nel frattempo era arrivato.
Uscendo dalla stanza guardai ogni particolare, ogni dettaglio, che sarebbero rimasti nella mia memoria per sempre.
Ovviamente avevo fatto delle foto, ma non si sapeva mai cosa sarebbe potuto succedere a quelle foto. Erano decisamente meglio i ricordi.
Salimmo sull’ascensore, arrivammo alla hall. Quella favolosa hall che avevo visto per una settimana. Quanto l’avevo amata?
Uscimmo dall’hotel. Lasciandoci alle spalle l’entrata.
Percorremmo la strada al contrario rispetto a quello che avevamo fatto una settimana prima.
Era passata solo una settimana e a me era sempre di essere da una vita in quel luogo favoloso, di aver sempre vissuto in quel luogo magico.
Parcheggiata davanti all’hotel, c’era l’X5 di Simo.
Quella macchina mi avrebbe riportato alla mia vita quotidiana, alla mia famiglia, al mio stupido paesino di provincia, al fatto che non ci fosse più Edo al mio fianco.
Avevo vissuto una settimana di quasi completa fantasia. Quasi perché non era vero, la realtà era venuta a farmi visita anche in quella settimana.
In quel momento la realtà reclamava la mia presenza ed io stavo rispondendo presente. Forse non come lei avrebbe voluto, ma risposi presente.
Salimmo sulla macchina di Simo e partimmo.
Ci lasciammo alle spalle quell’hotel, quella spiaggia, quella settimana. Tutto quello che  era successo quella settimana, stava per rimanere lì.
Fui di poche parole. Non ascoltai nemmeno i discorsi della Ila e di Simo, se li stessero facendo, non sapevo nemmeno quello.
Le tre ore di ritorno furono un massacro, come quelle di andata se proprio dovevo essere sincera. C’era un’unica differenza: all’andata non avevo pensato tutto il tempo ad Edo. A quel cretino che mi aveva lasciato e che durante la MIA vacanza, non mi aveva lasciato baciare un ragazzo fantastico, anche se stronzo. Ma quelli erano solo dettagli.
Quanto lo odiavo per quello che aveva fatto? O forse dovevo ringraziarlo. Mi aveva risparmiato un errore. Ma quale errore. Lo avrei solo baciato Fede, non ci sarei mica andata a letto insieme, almeno potevo avere la conferma del fatto che Edo baciasse bene.
Ecco, si spiegava tutto. Non mi aveva lasciato andare perché aveva paura del confronto, che io preferissi baciare l’altro a lui. Temeva il confronto. Si faceva così tanto schiappa?
Peccato che non potevo davvero sapere se lui fosse una schiappa o meno, rimanevo ancora con la convinzione che lui era il miglior baciatore, soprattutto con il piercing alla lingua.
Chissà se Fede ha il piercing sulla lingua.
Cosa me ne fregasse in quel momento, non lo sapevo nemmeno io.
Ma se lo avessi baciato avrei provato a baciare uno senza il piercing e avrei potuto fare un ulteriore confronto.
A quanto pareva Edo temeva davvero parecchio il confronto.
Tre ore. Le tre ore più lunghe della mia vita, soprattutto quando l’unico pensiero è una persona in particolare. 
Quando vidi la mia via, non ero mai stata così felice di tornare a casa, anche se sarei tornata in quell’hotel molto volentieri.
Quando Simo parcheggiò la macchina, scesi un po’ troppo di corsa e mi fiondai a suonare il campanello.
Aspettando mia mamma che aprisse il cancello, stranamente chiuso, Simo arrivò con le mie valigie, seguito dalla Ila.
Mia mamma aprii il cancello ed io salii le scale due a due, per quanto mi fosse possibile, data la mia altezza.
Arrivata alla porta mia trovai davanti mia mamma e mi fiondai ad abbracciarla.
-Allora, divertita?- mi chiese staccandosi da me.
-Tantissimo.- le risposi io con un sorriso.- Dov’è papà?- le chiesi non vedendolo davanti alla tv.
-è ancora al lavoro, tesoro.- mi disse un po’ sconsolata.- Ciao ragazzi. Prego entrate pure.- disse rivolta a Simo ed alla Ila.
-Allora, che cosa mi raccontate ragazze? Vi è piaciuto il posto? Devo dedurre dal vostro colorito scuro che siete state parecchio al sole.- notò mia mamma.
Il mio colorito scuro era quanto quello di un cagnolino bianco sporco di terra, cioè il colore di una persona normale quando era inverno.
La Ila, a mio confronto, sembrava originaria del Marocco o posti simili. Era davvero abbronzata.
-Si, be. L’abbiamo un po’ preso.- disse la Ila.
Vedendola in parte a Simo, che aveva la carnagione olivastra di suo, stavano benissimo.
-Niente. noi toglieremmo il disturbo. Ho voglia di andare a casa.- disse la Ila.- Ciao. Ci vediamo. Con te, Ary, ci sentiamo.- disse la Ila avviandosi verso la porta, mentre mia mamma si era alzata per accompagnarli.
-Ciao. Ci vediamo.- disse Simo sorridendo a mia mamma e facendola arrossire violentemente.
-Ciao ragazzi.-uscirono dalla porta e mia mamma chiuse la porta dietro di loro.
-Allora? Cos’è successo? Cos’è quella faccia?- mi chiese mia mamma che probabilmente aveva già capito che c’era qualcosa che non andava.
-C’era Edo nel nostro stesso albergo.- le dissi guardandola per notare ogni cambiamento della sua espressione.
-Come scusa?- mi chiese incredula.
-Hai capito benissimo. C’era anche lui con la bionda.- dissi sbuffando.
-E..? Cos’è successo?- mi chiese curiosa.
-Niente. Cioè, niente, quella mattina che lo abbiamo incontrato, ma il pomeriggio mi stava quasi per far sfumare un uscita con un ragazzo bellissimo, ma per fortuna ho risolto tutto io dopo.- le dissi sorridendo.
-Quindi, sei uscita con un altro.- dissi mia mamma.
-Si. Era davvero bello: alto, moro, occhio ghiaccio, fisico niente male.- le descrissi Fede.
-Be, decisamente niente male.- disse lei.
-La serata stava andando bene, ci stavamo per baciare io e quel ragazzo e chi arriva a portarmi via?- adoravo fare le domande ad effetto, anche se si sapeva benissimo la risposta. Era talmente ovvia.
-Edo. – rispose mia mamma.
-Edo. –confermai.-mi ha portata via di peso. Ma dico io che cosa vuoi? Mi sono un po’ incazzata. Come se non bastasse il fatto di averlo dovuto vedere tutto il giorno, l’ho sognato tutta notte. Ma la cosa più bella è l’uscita che ha fatto il giorno dopo che mi ha rovinato l’appuntamento.- continuai a raccontare a mia mamma.
-Che uscita ha fatto?- mia mamma seguiva curiosa tutto il racconto.
-La Ila era andata a prendere il cellulare in camera ed eccolo che se ne arriva tranquillo e si sdraia sul lettino della Ila. Vede che in spiaggia c’è il tipo con cui ero uscita la sera prima e mi chiede se quello non era il mio amichetto. Abbiamo avuto una serie di scambi di battute e poi mi ha definita la sua “amica”.- conclusi io, anche se di concluso non c’era niente.
-Non può essere finita così.- mi fece notare mia mamma.
-No, non è finita. Io gli ho detto che eravamo ex e non amici, perché un’amicizia tra amici e non può esistere, che uno dei due potrebbe essere ancora innamorato o attratto dall’altro. Lui mi chiede chi di noi due sarebbe ancora attratto dall’altro, quando mi giro me lo trovo a pochi centimetri dalla mia faccia. Per fortuna in quel momento è arrivata la Ila se no, avrei sicuramente fatto una figura di merda.- dissi io.
-E cosa gli hai risposto alla sua domanda?- certo che mia mamma non perdeva una parola. Per fortuna non aprivo la bocca per niente.
-Che di certo non ero quella che era ancora attratta da lui.
-Fatto bene, anche se non è vero. Non deve sapere che sei ancora attratta da lui, lo userebbe a suo favore. Mi dispiace davvero che sia finita.- disse alzandosi dalla sedia e andando a fare qualcosa in camera.
Non sapeva nemmeno quanto dispiacesse a me.
Avrei voluto tornare insieme a lui, ma non era possibile.
Lui aveva fatto la sua scelta, io dovevo solo accettarla e farmene una ragione, anche se sarebbe stata dura.
 

 

 

 

 

Buonasera! Eccomi qua con un altro capitolo. Allora, che ne pensate?
Capitolo abbastanza tranquillino, è un capitolo di passaggio in cui non succede praticamente niente. è anche abbastanza corto, ma dovevo farlo, mi spiace =(
Ary e Ila devono tornare a casa. Ila rilassatissima, anche se le mancava il suo Simo ( infatti hanno fatto preoccupare parecchio Ary xD), ma quella che si sarebbe dovuta rilassare è tornata a casa forse più stressata di prima. Povera =( Non la compatisco.
Sono davvero di poche parole stasera ragazze, ma non c’è molto da dire di questo capitolo. xD
Ah sì, stavo pensando, di cominciare a postare due volte settimana se per voi non è un problema. Vorrei arrivare velocemente alla fine di questa storia. Mancano 13 capitoli e poi è finita. =( Mi dispiacerà un po’ abbandonare questi ragazzi. =( Eh va be, fatemi sapere che ne pensate. Ovviamente, non assicuro di postare sempre due volte (causa impegni), ma state sicure che una volta a settimana è assicurata =)
Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito. Davvero grazie *_*
Alla prossima ^_^  
 

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Capitolo 48
*** No, ancora in discoteca no. ***


Capitolo 37

No, ancora in discoteca no. 

Ary POV
Era passato quasi un mese dalla mia mini-vacanza con la Ila e la mia vita era un disastro.
Non che fosse così brutta, ma pensavo ancora troppo alla mia storia con Edo e soprattutto a lui.
Non riuscivo a togliermelo dalla testa, non riuscivo a non pensare a lui ed era frustrante. È frustrante pensare ad una persona a cui non frega niente di te.
Ripensavo anche a quei pochi momenti che avevamo passato insieme durante la mia mini-vacanza, per trovare un indizio, qualsiasi cosa che mi facesse capire che io gli interessavo ancora, ma niente.
Cioè c’era qualcosa, ma pensavo che il mio cervello si stesse immaginando tutto e quindi lasciavo stare.
Ogni volta che il campanello suonava, mi ritrovavo a trattenere il respiro. Mi sentivo davvero pietosa. Come potevo aspettare che lui tornasse quando aveva accanto una ragazza bellissima e fantastica? Ero davvero una stupida solo a pensarlo.
Ormai le vacanze stavano quasi per giungere al termine ed io sarei dovuta tornare a scuola.
Come l’avrei presa a tornare a scuola? A non vederlo più la mattina davanti la porta ad aspettarmi? Sarebbe stato una tragedia lo sapevo.
Non volevo nemmeno pensarci.
Suonarono alla porta e come al solito trattenni il respiro.
Lentamente camminai guardando la porta, come se dovesse scoppiare da un momento all’altro. Misi lentamente la mano sulla maniglia e l’abbassai.
Mi trovai davanti la Ila e tirai nuovamente un sospiro di sollievo o forse era di dispiacere?
-Ciao. Scusa, lo so che ti ho fatto prendere un colpo, ma devo parlarti.- mi disse lei. Aveva preso l’abitudine di venire a casa mia invece di chiamarmi o di mandarmi un messaggio. Mi era anche passato per la mente che lo facesse apposta, che volesse suonare il campanello per farmi pensare che fosse lui, ma sapevo che era un pensiero dettato dal mio stato d’animo di quel periodo.
Mi odiavo per pensare che lei facesse le cose solo per farmi soffrire o per farmi stare in ansia, ma quei pensieri erano più forti di me.
-Niente. Come mai sei passata?- le chiesi chiudendo la porta.
-Ecco. Voglio proporti una cosa.- mi disse sorridendo e sedendosi sul divano.
Il fatto che mi dovesse proporre qualcosa, mi faceva davvero paura.
Cosa aveva in mente quella pazza della mia migliore amica?
-Ho paura a dirti “dimmi”.- la guardai preoccupata.
-Non ti preoccupare, non ti voglio proporre niente che tu non abbia già fatto.- e quella frase mi fece preoccupare molto di meno, anche se avevo ancora paura di quello che poteva propormi.
-Mi sto preoccupando.- le dissi guardandola con gli occhi sbarrati e sedendomi sul divano comoda.
-Allora, siccome in questo periodo sei un po’ giù, ho pensato di portarti dove tutto è iniziato. Dove chiuderai il capitolo Edo e, magari, se ne aprirà un altro.- disse lei sorridendo.
-Sia chiaro che io in discoteca non ci torno.- le dissi guardandola malissimo e cercando di mantenere un tono di voce tranquillo, ma allo stesso tempo duro ed autoritario.
-Oh si, che ci torni. Tu verrai con me in discoteca.- mi disse lei sorridendo.
Proprio in quel momento arrivò mia mamma. Non poteva aspettare ancora un po’ prima di entrare in salotto?
-Chi andrà in discoteca?- chiese lei guardandoci e sorridendo.
-Noi.- rispose tutta felice e raggiante la Ila.
-Wow. Che bello. Si, Ary. Ti farebbe proprio bene andare di nuovo in discoteca. Magari incontri qualcun altro.- guardai con la bocca aperta mia mamma.
L’avevano rapita gli alieni per la seconda volta in un anno? Non era davvero possibile che fosse così tranquilla e raggiante.
Lo sapevo. Potevo anche immaginarmelo che mia mamma avrebbe dato corda alla Ila. Ero nella merda. In quel momento o dicevo che andavo o dicevo che andavo. Non c’erano alternative.
-Vedi, Ary? Anche tua mamma è d’accordo.- disse la Ila sorridendo.
Vaffanculo te e il tuo sorrisino. Hai rotto, io in discoteca non ci vengo.
Mentalmente incrociai le braccia e misi il broncio come una bambina.
-No, io non ci vengo chiaro? Non ho nessunissimo motivo di tornare in quel posto. Nessuno.- stavolta incrociai davvero le braccia al petto e mi imbronciai.
-Oh si. Che ci vieni. Ti sei divertita l’altra volta, no? Quindi adesso ci torni.- disse lei alzandosi in piedi.
Dovevo cedere, sapevo che dovevo cedere e poi ripetere l’esperienza non sarebbe stato così grave come avrei creduto.
-Ok, ci vengo, ma ad una condizione.- dissi prendendo in mano la situazione.
-Dimmi tutto.- disse sorridendo.
-Non andremo di nuovo a fare shopping. Per quest’anno ho già dato – dissi seria. Lei rise.
-Ok, va bene. Ma sia chiaro che ti rimetti i tacchi.- continuò a sorridere.
Sbuffai ed annuii.
-Quindi tornerai in discoteca?- mi chiese mia mamma.
-Se. – sbuffai .-Scusa, ma con Simo come fai? Non avrai mica intenzione di dirgli che andiamo in discoteca spero.- non volevo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se avessimo incontrato lui ed Edo di nuovo in discoteca. Sarebbe davvero stato il colmo.
-Tranquilla. So già cosa dirgli. Che faremo una serata di sole donne e che ci divertiremo a casa comode.- aveva davvero programmato tutto.
-Bene, allora. Quando andiamo?- le chiesi. Dovevo saperlo per prepararmi psicologicamente, fisicamente e mentalmente.
-Questo sabato.- mi rispose tranquilla.
Il che voleva dire…
-Domani? Tu sei completamente pazza.- urlai indignata, forse troppo forte.
-Lo sai adesso che sono pazza? Eppure è un sacco di tempo che mi conosci.- se la rise.
Lei rideva ed io ero completamente scioccata.
No, no. E ancora una volta: no. Io non vado domani a ballare. Non ci vado punto e basta. Perché devo avere un’amica così pazza e fuori di testa? Perché non potevo avere un’amica normale come tutte le altre ragazze? Una che quando stai male ti porta un barattolo di nutella, invece di portarti a ballare. Perché sempre tutte a me?
Dire che fossi disperata, era un eufemismo.
-No, non lo so adesso, ma sai benissimo che io devo prepararmi psicologicamente per andare in discoteca.- le urlai quasi contro.
-Hai tutto oggi e un po’ di domani. Quanto tempo ti serve ancora?- mi sorrise con quel suo sorriso beffardo. Si stava prendendo gioco di me. Stronza.
-Mi serve più tempo.- le urlai contro. Lei rise.
Si divertiva a vedermi arrabbiata? Quanto la odiavo in quel momento? Le volevo bene, la adoravo, ma aveva rotto le palle.
Continuò a ridere.
-Smettila di ridere e di prendermi per il culo.- le urlai ancora più forte.
-Do-dovresti vederti. Sei buffissima.- e rise di gusto, ci mancava poco che cadesse dal divano da quanto rideva.
Mi imbronciai e rimasi zitta ad aspettare che le smettesse di ridere.
Ci vollero non so quanti minuti per farla smettere.
-Comunque, andiamo al DLQ.- mi disse lei.
-Potevo immaginarlo.- sbuffai scocciata.
-Ok, adesso posso anche andarmene.- dichiarò lei, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la porta.
-Sei venuta solo per darmi questa bruttissima notizia?- le chiese raggiungendola alla porta.
-Diciamo di sì.- ammise ridendo.
-Come sei simpatica oggi.- le feci notare in modo ironico.
-Molto né?- chiese conferma ironicamente.
-Ciao,Ila. Ci vediamo domani.- le dissi vedendola scendere le scale e facendo un sorriso.
-A domani.- mi urlò lei ormai fuori dal cancello.
La odiavo con tutta me stessa in quel momento, ma le volevo anche un bene dell’anima. Lei, la persona che mi era rimasta vicino nei momenti bui. Lei che cercava di tirarmi su anche con una minima cazzata.
E quella era una delle cazzate che aveva fatto per tirarmi su.
Passai tutto il pomeriggio a prepararmi psicologicamente alla serata in discoteca.
Non ero pronta. Non ero pronta di vedere un sacco di ragazzi e di ragazze che si strusciavano, che si baciavano, incuranti del fatto che a me desse fastidio. Non ero pronta a rientrare nel luogo dove tutto ebbe inizio: dove lo vidi la prima volta, dove gli parlai per la prima volta e dove capii che mi avrebbe cambiato la vita.
Quanto avevo avuto ragione? Mi aveva cambiato la vita, sia in negativo che in positivo. Mi aveva fatto innamorare di lui e poi mi aveva lasciato come se non ci fosse stato niente tra di noi.
Immancabilmente i ricordi di quella sera, riaffiorarono nella mia mente.
A quanto fosse bello e dannatamente sexy. A quanto mi avesse colpito fin dal primo momento. A quanto fosse stato così carino e simpatico da parlare con me. Era stato tutto fantastico.
Tutto. Non solo l’inizio della nostra storia, ma anche tutto quello che c’era in mezzo, prima ovviamente della rottura.
La rottura non era stata bella, almeno per me, lui sembrava sollevato quando aveva visto quanto l’avessi presa bene.
Peccato che non si fosse reso conto che fosse soltanto una maschera. Una stupida maschera che avevo deciso di mettere. Non so neanche per quale strano motivo. Quella maschera che forse non avrei dovuto mettere per fare in modo che si sentisse in colpa, che non fosse così felice di avermi lasciato.
Ma non sarebbe stato neanche giusto farlo sentire in colpa, non doveva stare con me per convenienza o perché gli facessi pena, doveva stare con me perché mi amava, perché mi voleva. Ma non era così.
Lui se n’era andato ed io come una stupida, non me n’ero ancora fatta una ragione.
Ma le cose sarebbero cambiate presto ed io non ne avevo la minima idea.

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera! Come state? Io male perché avrei preferito essere ancora a casa da scuola, ma non possiamo avere tutto, no? Oddio, ma è appena passata una settimana, a me sembra una vita. O.o
Va be, andiamo avanti. Eccomi di nuovo qua a postare un nuovo capitolo. Anche questo è un capitolo di passaggio, annuncia solo quello che succederà nel prossimo capitolo. E sì, avviso che nel capitolo c’è un leggero spoiler, se state attenta potete scoprire cosa succederà in discoteca, ovviamente una piccola parte di quello che succederà in discoteca.
Ila che propone ad Ary di andare di nuovo in discoteca. Un ritorno alle origini in pratica, dove tutto è iniziato e dove tutto finirà, dove sì chiuderà una porta e si aprirà un portone. Ary conoscerà un nuovo ragazzo? Si innamorerà di nuovo e la discoteca dovrà venir considerato come un posto sacro? Oppure succederà altro?
Ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia nelle seguite, preferite o ricordate e a quelli che mi hanno messo tra gli autori preferiti. Grazie. *_* Vedo che i numeri continuano ad aumentare anche se non me ne spiego il motivo, comunque fa niente. Grazie davvero. *_*
Alla prossima ^_^

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Capitolo 49
*** Dove tutto ebbe inizio ***


Capitolo 37

Dove tutto ebbe inizio.

Ary POV
Giorno della mia seconda volta in discoteca ed io ero distrutta.
Non avevo dormito per tutta notte, forse agitata al solo pensiero di andare di nuovo in discoteca o forse solo perché non volevo tornare nel luogo dove era iniziato tutto.
Perché avevo accettato di andare? Perché avevo dato retta a quella pazza della mia migliore amica?
Una cosa positiva fu che il pomeriggio riuscii a dormire un paio d’ore, risvegliandomi carica e piena di energie. Più o meno.
La Ila mi chiamò per ricordarmi l’abbigliamento: jeans, non i soliti, magliettina un po’ scollata e tacchi.
Optai per i vestiti che usai al matrimonio di Davide.
No, ecco di nuovo ricordi. Il nostro ultimo giorno insieme. Il giorno dove cambiò tutto.
Sono sicura che fu quello il giorno dove lui cambiò idea su di me e decise di tornare con la biondona. Quello era l’ultimo giorno in cui fossi stata felice.
Forse quell’abbigliamento mi avrebbe portato fortuna.
Essendo quello stato il mio ultimo giorno di felicità, forse quel sabato sarebbe stato il mio primo giorno di felicità dopo quasi due mesi.
Speravo davvero in bene.
Cercai di dormire ancora un paio d’ore prima di mangiare.
Mia mamma ebbe la brillante idea di mangiare tardi, così da non far passare un sacco di tempo dalla cena a quando sarei uscita.
Verso le otto e mezza, mangiammo.
Alle nove, ricevetti il messaggio della Ila che mi diceva che alle 23.00 sarebbe passata a prendermi.
Quindi, mi feci una doccia rilassante. Mi vestii, mi asciugai i capelli, mi truccai velocemente e le 23.00 arrivarono in un lampo.
Ero appena uscita dal bagno quando suonarono alla porta.
-Che tempismo. Ho appena finito di prepararmi.- le dissi con un sorriso, raggiungendola con una camminata abbastanza goffa a causa dei tacchi.
-Stranamente sono in orario.- mi fece notare facendomi ridere.
La Ila ed il ritardo andavano a braccetto. Dove andava una andava anche l’altro. Era perennemente in ritardo, sempre, ed era per quello che sua mamma si arrabbiava la maggior parte delle volte.
Immaginatevi una mamma che vuole arrivare in orario, o addirittura in anticipo, e una figlia perennemente in ritardo. Le litigate erano assicurate, ma anche le risate.
Avevo assistito ad un paio di loro litigate per il ritardo e stavo per morire dal ridere.
-Ciao mamma. Ci vediamo più tardi.- le dissi dandole un bacio sulla guancia ed uscendo di casa.
-Alle 03.00 tuo padre sarà fuori dalla discoteca.- mi disse sulla porta.
Era tutto come 7 mesi prima. L’orario di partenza era uguale. L’orario di uscita era uguale.
C’erano solo delle piccolissime differenze: i vestiti, sia miei che della Ila; io, io ero quella che era cambiata di più in quei sette mesi; la Ila era cambiata, aveva un ragazzo ed era felice. La persona che doveva divertirsi durante quella sera per dimenticare, ero io e non lei. Sperai con tutta me stessa che non avrei incontrato Edo, come la Ila aveva incontrato Mattia, altrimenti, dovevo arrendermi al fatto che la sfiga mi seguisse come se fosse la mia ombra e che non mi avrebbe mai abbandonata.
In macchina chiacchierammo del più e del meno con la mamma della Ila, percorrendo le strade di Brescia per arrivare a quella maledetta discoteca.
Circa 30 minuti dopo la partenza, la mamma della Ila ci lasciava davanti al Dlq.
Scendemmo e respirai l’aria fresca che tirava in quel momento.
Facemmo la fila e quando entrammo, la musica assordante mi rimbombò nelle orecchie. Mi faceva male la testa dopo neanche un minuto che eravamo dentro.
-Allora? Pronta?- mi chiese urlando la Ila cercando di sovrastare il frastuono della musica.
-Non ne sono tanto sicura.- le risposi sinceramente.
Mi prese per mano e mi portò al bar dove prese da bere.
Non capii bene cosa prese, vidi solo che mi porse un bicchiere.
-Che roba è?- esaminai il contenuto del bicchiere.
-Non ti preoccupare, la prima volta che l’hai bevuto ti è piaciuto.- sorrise. Bene. Almeno sapevo che sapore aveva. Era già qualcosa.
Camminammo per la stanza con il nostro bicchiere in mano.
Guardai in mezzo alla pista e dalla parte opposta mi sembrò di vedere……Simo ed……Edo.
No. No. No. No. Avevo anche le allucinazioni?
Non potevano essere loro.
-Ila? Mi sembra di aver appena visto Simo ed Edo.- le dissi ingenuamente, con un certo tono di paura nella voce.
-è impossibile. Simo mi ha detto che andavano fuori Brescia stasera, ma se stavano in città stavano a casa.- mi informò.
Non ero sollevata per niente. Era un problema se cominciavo ad avere anche le allucinazioni.
Entrammo in pista a ballare.
E di nuovo mi sembrò di scorgere Edo e Simo che parlavano. Ma subito dopo sparirono.
Avevo davvero le allucinazioni.
-Sei sicura che Edo e Simo non possano essere qua?- le chiesi ancora più spaventata.
-Simo mi ha detto…- cominciò lei, ma non la lasciai finire.
-Anche tu a Simo hai detto che avremmo fatto una serata tra donne eppure eccoci qua in discoteca.- le feci notare urlando.
La vidi sbiancare, per quanto mi fosse possibile con quelle luci.
-Andiamo a fare un giro di perlustrazione.- mi prese per un braccio e mi tirò.
Sembrava preoccupata anche lei, non sapevo se fosse per me o per il fatto che sarebbe stata scoperta da Simo ad avergli mentito.
Stavamo per andare in bagno quando…
-Ila.- merda, era Simo.
La vidi girarsi lentamente mentre io avevo davanti la visione completa: Simo ed Edo, uno vicino all’altro davanti a me.
-Ciao Simo.- disse lei con un sorriso tirato.
Non ci potevo credere. Con tutti i posti dove sarebbero potuti andare, proprio in quella discoteca.
L’avevo detto che la sfiga mi pedinava.
-Non dovevate fare una serata tranquilla tra donne?- chiese Simo avvicinandosi a noi.
-Ehm. Si. Infatti.- gli rispose la Ila.
Io non sapevo più chi guardare o cosa guardare.
C’era Edo che mi guardava ancora nella stessa posizione di poco prima.
Mi sentivo in imbarazzo per quel suo sguardo così profondo.
Sembrava che mi volesse leggere dentro, che volesse sapere cosa pensassi in quel momento.
-Ila.- la richiamò Simo come per rimproverarla.
-Ho pensato di portare la Ary a distrarsi, ne aveva bisogno. E quale posto migliore se non di questa discoteca? Siamo venute qua quando ne ho avuto bisogno io ed adesso eccoci qua per lei.- aveva riassunto con quel suo modo acido ed autoritario.-E comunque, se vogliamo dirla tutta. Non sono l’unica qua che ha mentito “Forse andiamo fuori Brescia, ma se rimaniamo in città stiamo a casa.”- cercò di fare la voce da uomo. –E io come una scema ci ho creduto.
-Anch’io ho creduto alle tue parole.- le fece notare lui arrabbiato.
-Benissimo. Abbiamo creduto entrambi all’altro. Cosa ci possiamo fare se ci fidiamo?- gli chiese.
Distolsi lo sguardo per concentrarmi su qualcuno che continuava ad fissarmi insistentemente.
Mi girai e trovai Edo che mi fissava. Quando vide che lo guardavo, mi sorrise.
Io mi girai imbarazzata, ritornando ad ascoltare il piccolo litigio dei due piccioncini.
-Non ci possiamo fare niente.- rispose lui.
Si guardarono per un po’ in silenzio e poi scoppiarono a ridere.
Chi li capiva quei due era bravo.
Sentii una presenza vicino a me e quando mi girai mi trovai vicino Edo.
-Vieni che parliamo?- mi disse porgendomi la mano.
Io annuii, facendogli segno di andare avanti.
Non mi sembrava il caso di prenderlo per mano, non almeno finché lui avesse avuto una ragazza.
Uscimmo fuori sotto il cielo stellato.
-Non ti sembra strano incontrarci dove ci siamo incontrati la prima volta?- mi chiese guardandomi con quei suoi occhi verdi.
Rabbrividii sentendo la sua voce. Non me la ricordavo così dannatamente sexy. Cercai di controllarmi per rispondere e, soprattutto, cercare una risposta che non avrebbe ingannato il mio reale stato d’animo a quella situazione.
-Strano. Molto. Ma non è come la prima volta. Questo spero che tu l’abbia capito.- gli dissi cercando di controllare la mia voce.
Non volevo che tremasse o che facesse notare quanto fossi agitata nel stare con lui, soli.
-E cosa c’è di diverso?- mi chiese tranquillo continuando a guardarmi.
-Io. Il momento. Tu. Vuoi dirmi che tu non sei diverso da allora?- mi sedetti su una panchina.
-Certo che lo sono. Lo sono anche molto.- se sedette vicino a me e guardò davanti a sé.
Restammo in silenzio.
-Ti ho pensato molto.- esordì stupendomi completamente.- Da quando ci siamo rivisti in quell’hotel, ho pensato parecchio a te, parecchie volte.- si appoggiò con i gomiti sulle ginocchia e si girò a guardarmi.
Arrossi leggermente.
-Non dovresti pensare alla tua ragazza?- gli chiesi ormai titubante.
-Ci siamo lasciati.- in quel momento il mio cuore smise di battere per interminabili minuti. – L’ho lasciata io, pensavo troppo ad un’altra.- mi guardò e sorrise.
Il mio cuore non aveva più intenzione di tornare a battere. Sarei morta per un infarto, era ormai chiaro.
Rimasi in silenzio completamente in imbarazzo per la situazione. Non sapevo cosa fare, cosa dire. Non avevo quasi il coraggio di guardarlo.
Dopo un po’ di silenzio, lui andò avanti.
-Sono stato uno stupido a lasciarti.- continuò guardando davanti a sé. Sembrava quasi che stesse parlando più con se stesso che con me. -E tutto per cosa? Per uno stupido rapporto fisico? Voglio dirti la verità, non ti ho lasciato perché non ti amassi, anzi, ti amo e ti amavo anche quel giorno, ma ti ho lasciato perché mi mancava un rapporto fisico, un rapporto che portasse ad andare a letto insieme e sapevo che con te non potevo averlo, cioè, avrei potuto averlo, ma non volevo affrettare le cose. Ti amo, non ti avrei mai fatto fare qualcosa che tu non avresti voluto fare. E così decisi di lasciarti, convinto che ti avrei dimenticato, ma così non è stato.- ero senza parole, senza fiato. Il cervello era completamente scollegato dal corpo, ero solo consapevole che il mio cuore batteva troppo veloce.
Si girò e mi guardò.
-Ho pensato che mi avresti dimenticato e che ti avrei dimenticato, ma quando ti ho rivisto in quell’hotel, ho capito che non l’avevo fatto, che non avevo mai smesso di amarti e che nessun rapporto fisico poteva essere messo a confronto con il nostro rapporto. Ho capito che non mi importa il rapporto fisico, che è tutto il resto che è importante, quando quello arriverà ne sarò felice, ma non è importante. Non è tutto. C’è molto di più. Moltissimo di più. E poi quando ho visto che stavi per baciare l’altro, be, non ci ho più visto. Non potevo pensare che tu mi avessi già dimenticato. Non avrei potuto sopportarlo.- lo guardavo con la bocca aperta e incredula, mentre i suoi occhi verdi luccicavano nella notte –e così l’ho lasciata. Ho lasciato Jessica. Subito dopo che siamo tornati a casa, ma non avevo il coraggio di chiamarti, di cercarti. Poi Simo, mi ha proposto di venire in discoteca ed eccoci qua. Forse il destino ha fatto tutto il resto.- disse guardandomi e sorridendomi.
Il mio battito era impazzito, io ero impazzita, avrei voluto piangere e ridere dalla gioia.
L’unica cosa che seppi fare fu sorridere e piangere.
Lui mi guardò, sorrise e mi abbracciò.
Ero di nuovo tra le braccia del mio Edo. Mi era mancato il calore del suo corpo, il suo abbraccio, il suo sguardo, la sua voce. Mi era mancato tutto, tutto. Ogni cosa. Ogni suo più piccolo difetto. Ogni cosa.
Piansi di gioia tra le sue braccia. Mi alzai e lo guardai. Mi sorrise.
-Comunque, ti amo anch’io.- prima di avvicinarmi e di baciarlo.
E quel bacio fu spettacolare. Non c’era niente di più dolce e di più magico in quel semplice bacio.
Staccandomi dalle sue labbra, mi venne normale sorridere.
Aprendo gli occhi, mi trovai davanti la visione più bella che avessi mai visto: lui che mi guardava con un sorriso felice e gli occhi che brillavano. Avrei ricordato tutta la vita quel momento, quel viso, quello sguardo.
-Che c’è?- gli chiesi dopo che notai che continuava a fissarmi in modo strano.
-Sto cercando di spiegarmi come ho fatto a lasciarti.- disse sorridendo. Io arrossii.
-Se non lo sai tu, io non posso saperlo.- gli sorrisi.
-Vi davamo per dispersi.- disse la Ila ridendo parandosi davanti a noi.
Io sorrisi imbarazzata, Edo in parte a me era raggiante.
-Allora? Andiamo o volete rimanere qua ancora un po’?- ci chiese Simo guardandoci.
-Andiamo dove?- chiesi ingenuamente.
-Fuori da questo posto. Andiamo a farci un giro da qualche parte, tutti e quattro insieme.- disse la Ila sorridendo.
Era così ovvio che io ed Edo avevamo fatto pace? Cioè a me non sembrava.
Ok, dovevo guardare la situazione da un punto di vista diverso.
Guardai attentamente in che posizione fossimo io ed Edo: uno davanti all’altro, abbracciati, ancora in posizione di “bacio”.
Si, era facile capire che avessimo fatto pace.
-Per me possiamo andare.- mi alzai.
-Andiamo.- Edo mi prese per il fianco e mi attirò a se.
Mi sembrava quasi più protettivo, più smanioso di tenermi attacca a sé. Cos’aveva paura che scappassi? Non sarei mai scappata, non l’avrei mai potuto lasciare.
Entrammo nella discoteca affollata e rumorosa ed uscimmo dalla porta di ingresso.
Era passata la mezzanotte da poco e noi stavamo giù uscendo.
-Allora, dove andiamo?- chiesi abbracciata ad Edo, sorridente come non mai.
-Lago?- chiese Edo.
-Ok.- dissero in sincrono la Ila e Simo.
Eravamo tornati tutti insieme. Noi. I fantastici quattro.
Quanto mi era mancato uscire tutti insieme? Parlare tutti insieme? Passare delle giornate tutti insieme?
Ed eravamo lì in macchina tutti e quattro, come qualche mese prima che ridevamo e scherzavamo.
Pensavo che non sarebbe più successo ed invece, eccoci lì.
Mentre ridevo, osservavo la scena in modo distaccato.
Edo era felice, rideva, mi abbracciava. Sembrava davvero stare bene.
La Ila al posto del passeggero era girata verso di noi che rideva felice e spontaneamente.
Simo alla guida, cercava di non ridere troppo per mantenere la vista lucida sulla strada.
Eravamo tutti spensierati, felici. Ed era quello il bello.
Ci divertivamo sempre, tutti insieme.
Vivevamo le nostre storie e le nostre amicizie in sincrono.
Molte coppie, molto spesso, si distanziano dai propri migliori amici o semplicemente dagli amici, facendo così la parte degli stronzi inconsapevolmente.
Invece noi, no. Noi eravamo l’eccezione che confermava la regola o forse avevamo avuto solo fortuna ad essere insieme a dei ragazzi che fossero anche amici.
Noi potevamo uscire in coppia, ma allo stesso tempo con i nostri migliori amici. Non perdevamo un’amicizia perché avevamo un ragazzo.
Arrivammo al lago e facemmo una passeggiata sulla spiaggia tutti mano nella mano a parlare.
Sembrava la serata più romantica che avessi mai passato.
Il lungo lago era poco illuminato, solo piccole luci soffuse sulla camminata che davano un aspetto intimo e molto romantico alla passeggiata.
Sopra di noi c’era un cielo stellato, una notte limpida e una luna piena.
Sembrava tutto perfetto. Ogni particolare, ogni espressione, ogni frase. Tutto era estremamente perfetto.
Ci fermammo sulla spiaggia a sederci e a guardare la luna piena.
-Che ne dite di un bagno?- chiese la Ila tra le braccia di Simo.
-E come vorresti farlo il bagno, scusa?- chiesi guardandola male per quanto le fosse possibile vedermi.
Avevamo scelto un pezzo di spiaggia dove non ci avrebbe visto nessuno, dove ci vedevamo a mala pena tra di noi.
-Be, le alternative sono due: in mutande e reggiseno oppure nudi.- concluse la frase come se fosse naturale fare il bagno nudi nel lago.
-Stai scherzando spero.- le chiesi indignata.
Ok, non potevamo vederci. Però la cosa mi sembrava alquanto imbarazzante.
-No, non scherzo. Io opto per il mutande e reggiseno, se non vi dispiace.- e detto questo sentii un fruscio di vestiti e il rumore dei sassi che si muovevano.
-Io vado. Se volete restare qua.- e poi qualche minuto dopo sentii il rumore dell’acqua.
Vicino a me anche Simo aveva cominciato a spogliarsi.
-Ciaooo. –disse lui prima di tuffarsi.
-Tu che hai intenzione di fare?- mi chiese Edo all’orecchio, facendomi prendere paura.
-Be, io direi che…potremmo andare.- mi alzai e cominciai a spogliarmi. Dietro di me sentii che anche lui stesse facendo la stessa cosa.
Andammo mano nella mano nell’acqua.
-Oddio, ma è caldissima. Si sta benissimo.- cominciai a nuotare beatamente.
-Oooo. Eccovi qua finalmente.- disse la Ila spuntando esattamente davanti a me da sott’acqua.
-Aaaaaaaaaaa- urlai facendo ridere tutti.-Ila, ma sei scema ho preso paura.- dissi con il cuore che mi batteva a mille.
-L’ho notato.-disse ridendo.
Improvvisamente mi ricordai che mio papà doveva venirci a prendere.
-Merda. Merda. Merda. Merda.- uscii dall’acqua.
-Che succede?- mi chiesero tutti e tre in coro.
-Ila, mio papà doveva venirci a prendere in discoteca alle 3 e mi sono dimenticata di chiamarlo. Merda.- continuavo ad agitarmi.
Guardai il cellulare, era appena l’una e mezza.
Be, almeno non lo avrei fatto partire per niente.
Composi il numero agitata pensando a cosa dire a mio papà.
-Ehm. Ciao. Volevo avvisarti che non serve che ci vieni a prendere.- ero titubante.
-E come mai?- mi chiese con la voce impastata dal sonno.
-Ecco…in discoteca abbiamo incontrato Simo ed…………Edo.- sussurrai leggermente il nome di Edo. Non volevo nemmeno immaginare la sua reazione.
-Mi è sembrato di sentirti pronunciare il nome di Edo, del tuo ex.- disse lui sbadigliando.
-Ecco…Si. Ho detto proprio Edo e non è più il mio ex.- dissi tutto d’un fiato.
-Cosaaaaaaaaa?!?!- il suo stupore e la sua indignazione erano al massimo.
-Siamo tornati insieme.- pronunciai ogni singola parola lentamente. Ormai erano tutti e tre usciti dall’acqua e mi stavano guardando.
-Facciamo i conti dopo e ne parliamo. E spiegami, dove siete adesso?- urlava. Era davvero arrabbiato.
-Al lago.- tanto valeva dirgli la verità.
-Al lago. Questa è al lago quasi alle due di notte, ma ho fatto una figlia stupida? A quanto pare si, torna insieme a quel cretino del suo ex e per di più va al lago di sabato sera alle due di notte. – urlava ed io non volevo pensare alle sue parole. Odiava Edo, lo odiava con tutto se stesso.
Sarebbe stato difficile che lo avrebbe perdonato dopo quello che aveva fatto.
Rimanemmo entrambi in silenzio. Sentivo mio papà respirare dall’altro lato del telefono.
-Faccio finta di non aver sentito con chi sei e soprattutto dove sei. Puoi stare fuori fino alle 3.30 come se tornassi dalla discoteca, ma sia chiaro che poi domani facciamo i conti.- mi disse tornando normale.
-Va bene. Grazie. Ciao.- mise giù il telefono senza nemmeno salutarmi.
-Bene, il papà della mia ragazza mi odia. Di bene in meglio.- disse Edo sedendosi sulla spiaggia.
-Be, se devo dirtela tutta ti ha sempre odiato, ma da quando mi hai lasciato ti odia ancora di più.- gli dissi sorridendo.
Lui mi guardò male.
-Non mi fai sentire meglio se mi dici così.
-Lo so, ma è la verità. Meglio dirti la verità che una bugia. Ti ha sempre odiato e lo sapevi anche tu. Non so come farò a fargli cambiare idea su di te.- mi sedetti vicino a lui e poggiai la testa sulla sua spalla.
Non sapevo che fine avessero fatto la Ila e Simo, sinceramente non mi importava più di tanto, di certo sapevano badare a loro stessi.
Edo mi cinse le spalle così mi potei accoccolare di più sul suo petto ancora nudo.
Rimanemmo in silenzio per interminabili minuti.
-Perché tuo papà mi ha sempre odiato?- mi chiese rompendo il silenzio.
-Quando ti ha conosciuto ha avuto una strana impressione. So che sembra strano, di solito sono le mamme che hanno queste sensazioni, ma quella volta ce l’aveva lui. Quando te ne sei andato, mi ha detto chiaramente quanto non gli piacessi. Ovviamente in quel momento non sapevo per quale strano motivo mio papà sembrava avercela così tanto con te, non riuscivo proprio a capirlo, a me sembravi perfetto, sei perfetto- ammisi con un leggero imbarazzo- anche se comunque so che non lo sei, però mi sembrava che non avessi niente di male. Purtroppo mio papà non si sbagliava – aggiunsi tristemente.
-Probabilmente tuo papà ha un sesto senso molto sviluppato. È stato più o meno in quel periodo che ho sentito il bisogno di… di…
-Di fare sesso, Edo- completai la sua frase cercando di toglierlo dall’impiccio.
-Stavo cercando un modo diverso per dirlo perché non era propriamente quello. Avevo bisogno di sfogarmi, probabilmente, solo che avevo paura, non sapevo cosa fare. Non avevo nessuna intenzione di mettermi fretta, ti amavo e ti amo, non riuscirei mai a metterti fretta, quando tu sarai pronta, lo sarò anch’io. In quel momento non lo capivo, pensavo che il sesso fosse tutto, probabilmente perché nelle relazioni che ho avuto ho quasi sempre avuto rapporti subito, mi sembrava normale. Tuo papà è stato molto istintivo ed aveva ragione.
-Dovrei fargli i complimenti, allora?- chiesi scherzando.
Accennò ad una piccola risata –Non mi sembra il caso. Non facciamogli aumentare il suo odio nei miei confronti.
-Giusto, hai ragione.
Il silenzio cadde di nuovo su di noi.
-Sai, Edo, stavo pensando che non mi hai mai parlato delle tue storie passate- ero curiosa di sapere qualcosa in più. Non sapevo come mai, ma sembrava quasi che quell’argomento fosse un tabù, qualcosa che non doveva assolutamente essere toccato.
-Non ho avuto poi così tante ragazze come potrai pensare. Storie serie, che sono durate un po’, ne ho avute solo tre: una a 15 anni, con la mia prima ragazza. Ho fatto le mie prime esperienze con lei, siamo stati insieme due anni e poi ci siamo lasciati. Avevamo capito che non c’era più niente da fare, stavamo insieme solo perché eravamo abituati a farlo e poi lei voleva farsi altre esperienze, io pure, così ci siamo lasciati. La seconda storia importante l’ho avuta ha 18 anni, è durata un anno e mezzo, credo, o di più? Sinceramente non ricordo, comunque era durata più di un anno. Lei mi aveva tradito, con una persona di cui mi fidavo anche, quando l’ho scoperto l’ho lasciata e be, dopo…
-Jessica- pronunciai quel nome digrignando i denti.
-Esatto. Ovviamente in mezzo a queste storie serie, ne ho avute qualcuna di poco conto, ragazze con cui magari uscivo un paio di volte, capivo che non facessero per me e le lasciavo stare.
Mi strinsi maggiormente ad Edo cominciando a sentire freddo. Tirava una leggera brezza che mi fece venire la pelle d’oca.
-Forse è meglio se ci vestiamo- mi disse dolcemente.
-Sì, forse è meglio.
Mi alzai e cercai per terra i miei vestiti, impresa alquanto impossibile dato che vedevamo pochissimo.
Mi vestii e cercai di capire dove fossero la Ila e Simo.
-Ila?- chiami sperando che mi rispondesse.
-Dimmi- sentii una voce provenire da lontano.
-Dove siete?
-Non dove siete voi- rise.
Restammo ancora un po’ in spiaggia a chiacchierare, finché non arrivò l’ora di tornare a casa.
Tornammo alla macchina e ripartimmo.
Per tutto il viaggio nessuno fiatò.
La prima ad essere accompagnata fui io, che salutai Edo con un bacio e me ne andai.
Entrai in casa e trovai mio papà sul divano.
Erano le tre ed avevo deciso che era il caso di tornare a casa un po’ prima per fargli vedere che ero una brava figliola.
-Papà? Vai nel letto che è tardi.- gli dissi dolcemente.
-Sei tornata? Che ore sono?- mi chiese con la voce impastata dal sonno.
-Le tre.- gli risposi togliendogli la coperta per farlo alzare.
-Domani parliamo di quello che è successo stasera, insieme a tua madre.- disse cercando di fare la voce grossa.
-Va bene, ma ora vai a dormire.- lo feci entrare in camera per poi andare nella mia.
Mi spogliai e mi infilai nel letto.
Ripensai a tutta la serata.
La mia storia con Edo era iniziata di nuovo, dove tutto era iniziato la prima volta, sperando che quello fosse un buon segno e che avrebbe portato fortuna.
Speravo davvero che le cose sarebbero andate meglio, che quello che era successo era solo un piccolo intoppo nella nostra storia.
Ero sicura che da quel giorno in poi sarebbe andato tutto bene.
Mi addormentai con l’immagine degli occhi di Edo mentre mi parlava seduto fuori dalla discoteca.
Ed ovviamente, sognai noi due tutta notte.
 

 

 

 

 

 

Buonasera! Scusate il ritardo, davvero, sono imperdonabile, ma come al solito prometto che posterò un altro capitolo entro il fine settimana per farmi perdonare. =)
Sono sicura che qualcuna vorrà uccidermi, anzi, sono sicura che ci saranno due persone che vorranno uccidermi perché ho fatto cedere troppo presto Ary, ma a queste persone ho anche spiegato largamente i motivi che l’hanno portata a fare come ha fatto. Quindi, non uccidetemi vi prego.
Dovete ricordare che Ary è alla sua prima esperienza in fatto di relazioni e non ha di certo le carte per giocare e far penare Edo, non ne sarebbe capace, anzi, probabilmente comincerebbe a farsi un sacco di pippe mentali e penserebbe di perdere Edo, quindi, morale della favola, è che si è comportata in questo modo perché doveva farlo, perché essendo alla sua prima esperienza non sapeva che doveva farlo penare un po’, ecco tutto.
Tanto sono sicura che queste persone mi uccideranno lo stesso, anzi, mi citeranno in giudizio, sappiate che sono pronta. u.u
Da qua ragazze, assicuro che andrà tutto bene, ma c’è ancora una cosa che la nostra Ary e il nostro Edo dovranno affrontare, l’ira del papà di lei. Eh sì, suo papà non è tanto d’accordo con il fatto che lei sia tornata con Edo. Nel prossimo capitolo Ary dovrà affrontare il discorso con i suoi genitori, genitori che saranno divisi da questa situazione, la mamma sarà alquanto felice mentre il papà sarà arrabbiato, ma succederà qualcosa che gli farà cambiare idea, eccome se gli farà cambiare idea.
Ah sì, avviso che ho alzato il raiting da giallo ad arancione perché ci stiamo per avvicinare ai capitoli in cui le nostre due protagoniste faranno l’amore per la prima volta e quindi mi sembra giusto aumentare il raiting, già faccio fatica a rimanere all’interno dell’arancione, figuriamoci se devo rimanere dentro quello giallo.
Ringrazio tutte le ragazze che continuano a seguire la storia con tanto amore. Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a quelle che mi hanno inserito come autore preferito. Grazie davvero a tutte. *_*
Alla prossima ^_^

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Capitolo 50
*** Un pranzo riappacificatore ***


Capitolo 37

Un pranzo riappacificatore

Ary POV
Mi svegliai con un sorriso beato sulle labbra.
Avevo sognato tutta notte Edo. In tutte le salse: che mi abbracciava, che mi baciava, che mi sorrideva, che mi guardava in modo dolcissimo.
Guardando il cellulare, vidi un suo messaggio.
“Piccola, questa è stata la serata più bella che avessi mai passato. Non riesco a spiegarmi come abbia preferito un relazione puramente fisica, alla relazione che tu mi avevi dato e mi stavi dando in quel periodo. So che non mi avrai perdonato completamente, ma voglio davvero farmi perdonare. Io ti amo davvero e questo periodo di distacco, me l’ha fatto capire. Mi ha fatto capire che non cerco solo un rapporto puramente fisico, ma cerco qualcosa di più. Non devi sentirmi obbligata a fare niente con me. Non dovrai mai fare niente che tu non voglia fare. Ti amo. Spero di vederti presto.”
Mi venne da piangere.
Era ovvio che non lo avevo perdonato del tutto, ma non potevo non ammettere di amarlo. Lo amavo e vederlo che mi guardava con quegli occhi luccicanti, non avevo resistito a dirgli quello che provavo.
Andai in bagno a lavarmi la faccia per poi entrare in cucina, dove c’era già mio papà che mi aspettava seduto al tavolo.
Per un misero secondo, mi ero dimenticata che avrei dovuto sopportare l’inferno quel giorno.
Dovevo spiegare tutto ai miei genitori e non sarebbe stato una passeggiata.
-Signorina? Non dobbiamo mica parlare noi?- mi chiese in tono minaccioso mio papà.
-Tesoro, ma lascia almeno che si svegli.- gli disse mia mamma tranquilla.
Come potevo immaginare mia mamma era felice, era mio papà che era quello difficile da abbindolare e da convincere.
Sarebbe stata una lunga mattina.
-Ok, va bene. Mi sedo e ne parliamo.- dissi tirando la sedia e sedendomi sopra. Non ero pronta ad affrontare tutto quello che sarebbe successo dopo, avevo sonno. Troppo e volevo non incazzarmi già alla mattina o dare spiegazioni, era una cosa che odiavo, ma che dovevo fare.
-Bene, comincia a raccontarci della serata.- mi chiese mia mamma in tono gentile sedendosi davanti a me.
Presi lei come mio punto di riferimento per parlare.
-Allora, siamo partite da casa, siamo arrivate in discoteca. Siamo andate al bar a prendere qualcosa da bere e poi siamo andate a ballare. Mentre ballavo mi era sembrato di vedere Simo ed Edo. Ho chiesto alla Ila dove fossero e lei mi ha detto che Simo le aveva detto che andavano fuori città o che se sarebbero rimasti in città, sarebbero rimasti a casa. Li rivedo ancora e stavolta anche la Ila si insospettisce. Stavamo facendo il nostro giro di perlustrazione, quando sentiamo Simo che chiama la Ila. Hanno avuto un piccolo battibecco. Nel frattempo, dopo pochi minuti, sono uscita fuori con Edo. E abbiamo parlato.- ripresi un po’ di fiato.
-E cosa vi siete detti?- mi chiese mia mamma con gli occhi già sognanti.
-Mi ha detto che non ha mai smesso di pensare a me, che dopo che mi ha visto all’hotel, non ha fatto altro che pensare a me e ha lasciato la bionda perché aveva capito che non gli interessava davvero, che non gli interessava puramente l’aspetto fisico del rapporto, ma anche tutto quello che c’era intorno. Che gli abbracci ed i baci sono più importanti di un rapporto fisico. Be, poi ha detto di amarmi.- mia mamma piangeva seguita da me.
-E tu come una stupida gli credi? Pensi che sia stato sincero? Ti ha lasciato già una volta per un’altra pensi che non lo farò di nuovo?- mi chiese durante mio papà.
-Paolo. – lo riprese mia mamma.
-Voi due siete troppo sentimentali e credulone. Non dovete credere a tutto quello che dicono le persone. Rimarrete fregate spesso altrimenti.- disse mio papà in tono duro.
-Tu, papà, non l’hai visto com’era mentre lo diceva. Era imbarazzato, emozionato. Era sincero. Quale altro motivo avrebbe per tornare insieme a me? Con l’altra aveva tutto. Aveva anche un rapporto fisico che con me non può avere, che per adesso e forse per un bel po’ non avrà. Io cosa gli servo a fare? L’altra gli dava tutto quello di cui aveva bisogno, ma a quanto pare non erano le cose giuste. Perché per una volta, papà, non puoi fidarmi di me? Di quello che sento e che provo? Anch’io lo amo, papà. – gli dissi guardandolo negli occhi.
-Tu- tu cosa?- mi chiese lui allibito.
-Lo amo. Cosa potrei fare se non riprovarci? Ci amiamo e credo alle sue parole, non vedo perché non crederci.- gli dissi continuando a guardarlo negli occhi.
Ero sicura di quello che stavo dicendo. Ero sicurissima e nessuno mi avrebbe mai tolto dalla mia convinzione.
-Io mi fido di te e di quello che hai pensato e provato mentre ti ha parlato.- disse mia mamma prendendomi una mano.
-Ecco. Tu l’appoggi. Non avevo mica ragione la prima volta che avevo pensato che non bisogna fidarsi di lui? Te l’avevo detto che ti avrebbe fatto soffrire e così è stato. Non ti ha visto lui per due mesi stare male per colpa sua, ti ho visto io e tu sei mia figlia. Non permetterò mai e poi mai che succeda un’altra volta, chiaro? Io non ti permetterò di uscire con lui.- era duro, arrabbiato e non ammetteva repliche.
A quelle parole le lacrime mi spinsero per uscire, ma mi trattenni.
Dovevo replicare nonostante lui non ne volesse sentire.
-Si, avevi ragione. Ma tu non l’hai visto stanotte. Non l’hai visto come mi guardava, come mi abbracciava, come mi baciava.- a quell’ultima parola lo vidi fare una smorfia.- Non lo sentivi come lo faceva prima. Era tutto diverso. Ogni cosa è diversa. Dovresti vederlo per capirlo con i tuoi occhi.- dissi io con tono duro, ma allo stesso tempo dolce e gentile.
-Idea. Perché non lo invitiamo da noi a mangiare oggi?- chiese mia mamma sorridente.
-Cosa?!?- urlammo insieme mio papà ed io.
-Si, così almeno suo padre si fa un’idea di come stanno le cose. Così può rendersi conto che le cose sono diverse.- mia mamma sorrideva vittoriosa.
Edo a mangiare da noi? Per me andava bene, ma spettava tutto al capo supremo decidere.
Mi girai a guardare mio papà.
Mia mamma lo guardava con occhi da cerbiatta ed io aspettavo una sua risposta.
-Ok, va bene. Invitalo.- disse abbassando gli occhi.
Ero felice. Felice che Edo avesse la possibilità di riscattarsi, di far capire cosa provasse davvero per me.
Andai in camera mia a prendere il cellulare per chiamarlo.
Composi il numero in attesa di una sua risposta, sperando che non stesse ancora dormendo.
-Pronto?- oddio, aveva ancora la voce assonnata.
-Scusa, stavi dormendo. Ti richiamo dopo.- stavo per mettere giù.
-No, piccola. Ferma. È successo qualcosa?- mi chiese, sentivo un fruscio di lenzuola. Forse si stava alzando.
-Ecco…no, cioè…ti chiamo più tardi davvero.- gli dissi ancora un po’ in imbarazzo per averlo svegliato.
-Ary? Dimmi che c’è?- lo disse in un modo talmente dolce che cedetti.
-Ecco, mia mamma ti avrebbe invitato a mangiare a casa nostra.- sussurrai.
-Sbaglio o mi sembra di aver sentito che sono invitato a casa tua a mangiare?- mi chiese sorpreso.
-Ehm..si.- gli dissi un “Sì” un po’ troppo stridulo.
-E c’è anche tuo papà?- mi chiese lui immediatamente.
-Si, c’è anche lui, ma non ti preoccupare, ti prometto che non succederà niente. è solo che gli ho appena detto tutto e vogliono vederti. Tutti e due.- dissi ancora più in imbarazzo.
Che situazione di merda era?
Ed io c’ero dentro con tutte le scarpe.
-Ok, va bene. Dimmi a che ora che ci sarò.- disse lui ormai con la voce normale e un po’ più rilassato.
-Per mezzogiorno e mezzo, va bene?- certo che andava bene. Mi aveva appena detto che qualsiasi ora ci sarebbe stato.
Stavo davvero ammattendo.
-Si, ci vediamo dopo. Ti amo. –mi disse. Mi sembrò di sentirlo sorridere.
-Anch’io.- chiusi la chiamata.
Erano le dieci. Quindi mancavano ancora due ore e mezza a quel pranzo.
Perché avevo detto di sì? Perché avevo acconsentito a questo pranzo? E non c’era nemmeno la Ila con sua mamma o con Simo. E se…?
No, non potevo invitare loro due, per aiutarmi, per pararmi il culo. Dovevo cavarmela da sola. Va be, sola con Edo.
Non avrei dovuto pensare alla spalla di qualcun altro. Per una volta dovevo affrontare i miei genitori da sola, con Edo e nessun altro.
Ci sarebbero stati momenti imbarazzanti? Bene, li avremmo affrontati. Anche se sarebbero stati i più imbarazzanti, li avremmo risolti. Tutti. Ogni più piccolo silenzio imbarazzante.
Ok,Ary. Respira. Andrà tutto bene. Andrà tutto benissimo. Ce la puoi fare. Ce la puoi fare. Oddio, devo parlare con la Ila. Che ore sono. Le 10.30. Merda, quella là non sarà ancora sveglia, essendo andata a dormire alle 3. No, ok. La chiamo. Se risponde bene, se non risponde la uccido. Tanto dorme con i tappi nelle orecchie se dorme non mi sente. A meno che, magari, Simo non si sia fermato da lei. No, cioè..o si? Ary, stai sfollando. Calmati. Stai parlando da sola da cinque minuti buoni e cammini su e giù come una pazza. Calmati. Respira a fondo.
Inspirai ed espirai.
Ce la puoi fare. Chiama la Ila. È da una vita che ti ripete che se avessi avuto bisogno di lei, potevi anche chiamarla alle 3 di notte. Non sono propriamente le 3 di notte, ma penso che il concetto sia quello. Posso svegliarla anche adesso. Ok, devo chiamarla. Devo parlare con lei, altrimenti parlo da sola e impazzisco.
Inspirai ed espirai di nuovo.
Presi in mano il cellulare e chiamai la Ila.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli…quatt..
-Pronto?- sembrava leggermente assonnata.
-Ti prego dimmi che non stavi dormendo.- le chiesi quasi speranzosa che non lo stesse facendo. Ma pensare alla Ila che non dorme alle 11 di una domenica mattina, anche se è estate, è come pensare che la terra è piatta e il cielo è viola. È uguale.
Quindi, le mie speranze di non averla svegliata, erano alquanto vane.
-è successo qualcosa?- mi chiese ancora con la voce assonnata.
Tenera, non voleva farmi sentire in colpa ancora di più per averla svegliata.
-Edo viene a mangiare da noi.- le dissi tutto d’un fiato.
-Edo cosa?!?!- alzò leggermente la voce-e come mai?- mi chiese abbassandola di nuovo.
-Amore, che succede?-ops, era Simo. Avevano davvero dormito insieme. –Non volevo di…-cominciai a dire.
-Vai avanti.- mi disse lei con un tono intimidatorio.
-Ecco, stamattina ho parlato con i miei genitori di quello che è successo stanotte e be, a mia mamma gli è venuta la brillante idea di invitare Edo qua a casa per convincere mio papà che  sia cambiato, che mi ami davvero.- ero abbattuta moralmente, davvero. Sbuffai.
-E gliel’hai detto?- mi chiese lei. Ormai si era completamente svegliata.
-Si, l’ho chiamato prima di chiamare te e ha detto che va bene ovviamente.- oddio, sarebbe andato tutto di merda, ne ero certa.
-E tu adesso sei preoccupata che vada tutto di merda e che tuo papà ti vieti di uscire con lui.- oddio, ero così ovvia? Be, per lei si. Ci capivamo sempre.
-Si.- ammisi abbassando gli occhi nonostante lei non potesse vedermi.
-Andrà tutto bene. È diverso. Si vede. L’ho notato e lo noterà anche tuo papà. Pensa al mio se dovesse conoscere Simo, altro che dirmi che conosce tutti i suoi amici, mi direbbe anche che conosce tutte quelle che si è fatto.- risi.
-Ehi. Io cosa c’entro?- chiese lui con la voce assonnata.
-Torna a dormire che è meglio.- gli rispose lei.
Sembravano moglie e marito. Esilarante come scena.
-Tanto sto ascoltando cosa dici.- disse lui avvinandosi a lei. Sentii che gli lasciò un bacio da qualche parte.
-E poi dicono che siamo noi quelle curiose.- disse la Ila, immagino alzando gli occhi al cielo.-Comunque, stavo dicendo. Guarda il lato positivo della cosa: vuole il tuo bene, ti vuole bene e non vuole vederti soffrire. È una buona cosa.- la sentii sorridere.
-Si, lo so però ho paura cioè…e se fosse come l’altra volta?
-Non sarà come l’altra volta- mi interruppe la Ila.
-Lo spero.- sbuffai sconsolata.
-Chiamami quando sarà finito tutto ok?- mi disse come una mamma che si preoccupata per la figlia.
-Si. Ciao. Ciao Simo.- urlai leggermente.
-Ciao.- mi dissero in coro per poi chiudere la chiamata.
Ok, andrà tutto bene. Andrà tutto bene.
Forse se lo ripeto un po’ di volte, me ne convinco. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Posso farcela. Ce la faremo.
Era ufficiale stavo impazzendo.
Sembravo una madre in travaglio da quanto respiravo velocemente.
Non era possibile che mi fossi ridotta in quello stato.
Senza neanche accorgermene mezzogiorno arrivò.
Preparai la tavola, mi vestii, mi resi almeno presentabile e mi preparai al peggio.
Se prima sembravo una madre in travaglio adesso sembravo una madre che stava per partorire due gemelli.
Sentii suonare il campanello. Feci un salto per lo spavento e cercai di ricompormi.
Se lui avesse visto me agitata si sarebbe agitato anche lui e non andava bene. Per niente.
Ok, respira. Respira. È solo un pranzo. Un pranzo. Un benedetto pranzo con tua mamma che lo adora e tuo papà che lo odia. Semplice. Che felicità. Ok, no. Controllati. Non sei impazzita. Non devi impazzire. Non adesso che lui è arrivato.
-Hai intenzione di aprire o vuoi stare lì tutto il giorno?- mi chiese mia mamma ridendo. Arrosii.
Mi girai ad aprire, ma mi mamma mi prese per un braccio.
-Andrà tutto bene. Tranquilla. Ci sono io con te. Tuo padre è innocuo alla fine.- mi disse sorridente.
Se lo diceva lei, non doveva far altro che crederle.
Aprii la porta e me lo trovai davanti che mi fece un sorriso tirato.
-Ciao.- mi disse guardandomi intensamente negli occhi.
Sarà stato anche agitato, ma aveva due occhi verdi, così profondi e belli che mi calmai immediatamente.
-Ciao.- dissi avvicinandomi a baciarlo. Cosa che lui non sembrava minimamente intenzionato a fare dato che lo presi di sorpresa.
-Rilassati. Se mi baci non finisce il mondo.- gli dissi a fior di labbra.
Lui rise.
Il suo respiro mi solleticò le labbra e lo baciai di nuovo.
-Arriva tua papà. – mi sussurrò mia mamma.
Finimmo di baciarci e ci staccammo.
Lo presi per mano.
In quel momento stavo decisamente meglio.
Solo a vedere i suoi occhi verdi, ancora che luccicavano. Mi rilassai.
Sarebbe andato tutto bene. In quel momento me ne resi conto.
Strinsi la mano di Edo per fargli coraggio.
-Paolo. Vieni che è pronto.- urlò mia mamma facendo finta che non sapesse che stesse arrivando.
-So’ che. So’ che. Rie (Sono qua. Sono qua. Arrivo)- disse mio papà in tutta la finezza del dialetto bresciano.-Oh, non pensavo che fossi già arrivato.- disse mio papà vedendo Edo e assottigliando lo sguardo.
Lui vicino a me si irrigidì. Gli strinsi ancora di più la mano in segno che ce l’avrebbe fatto. Avrebbe dovuto farcela. Per me. Per noi.
-Salve. Sono felice di rivederla.- disse Edo in modo educato stringendo la mano con mio papà.
-Non posso dire lo stesso.- disse mio papà.
-Paolo. – lo richiamò mia mamma.
-Vieni Edo siediti.- gli disse mia mamma gentilmente.
La guardai come per dirle “Dammi una mano” e lei annuì.
-Allora, Edo come va l’università?- gli chiese mia mamma ricordandosi che ci andava.
-Bene, adesso ho preso un momento di pausa non avendo tesi da preparare quindi. Mi sto rilassando.- rispose lui e lo stava facendo davvero. Si stava mettendo leggermente a suo agio.
-Che università fai?- chiese mio papà incuriosito.
-Medicina. Vorrei diventare un medico come mio padre.- disse lui sorridente.
-Vuoi seguire le orme di tuo padre? Davvero ammirevole.- anche mio papà si lasciò andare maggiormente.
-Si, mi è sempre piaciuta la medicina, poi da piccolo passavo molto tempo con mia mamma e mio papà in ospedale.- disse lui rilassato.
-Tua mamma che lavoro fa?- chiese mia mamma che intanto aveva servito a tavola.
-L’infermiera nel reparto di mio padre, è lì che si sono conosciuti.- sembrava davvero molto più rilassato ed io sorrisi.
-Oddio, che storia romantica. Lavorare nello stesso reparto e poi innamorarsi.- Edo rise. Mio papà scosse la testa.
-Sempre detto che sei troppo romantica.- continuando a scuotere la testa.
-Sei tu che sei troppo poco romantico.- gli lanciò una fulminata.
Io risi seguita da Edo per questa piccola litigata.
Mangiammo chiacchierando del più e del meno.
Mio papà alla fine si lasciò andare raccontando aneddoti sulla sua storia con mia mamma quando erano giovani. Ridemmo e scherzando insieme ed il pranzo non poteva andare meglio.
Edo si era rilassato e avevano un po’ parlato da soli di macchine e calcio sotto lo sguardo mio e di mia mamma compiaciuto e divertito.
Accompagnai Edo alla macchina. Ci baciammo, ci salutammo ed ero pronta per tornare a casa, con un sorriso soddisfatto sulla faccia.
-Devo chiederti scusa.- mi disse mio papà appena entrata.- Hai ragione è diverso. Ti ama davvero e non potrei essere più felice. È un ragazzo molto simpatico e a modo. Non potevi scegliere meglio. A quanto pare questa distanza gli ha fatto bene.- mi disse sorridendo e si stava quasi per mettere a piangere.
Mi fiondai ad abbracciarlo.
-Oh, papà. – gli dissi io cominciando a piangere anch’io.
-No, davvero. Sto bene.- disse tirando su con il naso.- La mia bambina è diventata grande e ha un ragazzo che la ama. Sto bene. Davvero.- lo guardai, staccandomi da lui e rise.
Era comica come scena, vedere mio papà che piangeva.
Me lo sarei ricordato tutta la vita.
Chiamai la Ila preoccupata per dirle che era andato tutto bene.
Le raccontai tutto per farmi stordire le orecchie con un suo urlo.
Passai tutto il resto della giornata a ridere come una scema.
Non poteva andare meglio.
Ero felice. Avevo un ragazzo che mi amava e che amavo. Piaceva ai miei genitori?
Cosa potevo desiderare di più?
Assolutamente niente.

 

 

 

 

Buonasera! Non potete assolutamente perdonarmi. Avevo promesso di postare un capitolo primo della fine della scorsa settimana, invece non l’ho fatto =( Quanto mi odio. Ok, questo fine settimana prometto che posto. Lo giuro. =)
Allora, ragazze, con questo capitolo ne mancano 10 alla fine della storia. Sembrava che dovesse durare per sempre e invece, eccoci qui, a 10 capitoli dalla fine.
Ormai le cose sono a posto, il papà della Ary ha capito che Edo è cambiato, lui e la Ary stanno felicemente insieme. Ila e Simo vanno benissimo, come avete potuto leggere in questo capitolo stanno dormendo insieme, quindi, tra loro va tutto bene. Tutto va assolutamente bene. Si capisce che la storia sta giungendo alla fine, vero?
Be, ma ci sono ancora alcune cose che devono succedere. La Ary sta per compiere gli anni e deve ancora conoscere i genitori di Edo, poi mancano ancora la prima volta delle nostre due protagoniste, quindi, ci sarà ancora qualcosa da leggere.
Come sempre ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto questa storia alle preferite, seguite e ricordate e che mi hanno aggiunto come autore preferito. Grazie davvero a tutte *_*
Vi ricordo che potete trovarmi su Fb e su Twitter. Aggiungetemi pure =)

Alla prossima ^_^

PS: per il prossimo capitolo vi dico solo Ila, Simo, casa libera. A buon intenditore poche parole. xD
 

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Capitolo 51
*** La mia prima volta ***


Capitolo 37

La mia prima volta

Ila POV
Avevo passato quasi tutta un’estate, divisa tra la Ary e Simo e non ce la facevo più.
Cioè chiariamoci. Mi faceva piacere passare del tempo con la mia amica, ma ero stufa di vederla soffrire.
Aveva dovuto passare un brutto periodo anche quando eravamo in vacanza e avremmo dovuto divertirci, ma invece anche lì Edo è venuto a rompere.
Non ho mai scoperto come abbia fatto a sapere che fossimo lì, ma mi piace pensare che fosse tutto merito del destino.
Quando passavo del tempo con la Ary, mi sentivo morire. Vederla soffrire per Edo, soffrire per il suo primo amore.
Mi sentivo quasi in colpa a raccontarle della mia storia con Simo che andava a gonfie vele.
Dopo quella volta che lo stavamo per fare la sera prima del matrimonio di Davide, non c’erano più state occasione, anche se sapevo che ormai lui fosse allo stremo.
Lo provocavo la maggior parte delle volte e sapevo che non ce la faceva più.
Non riuscivo a capire come mi sopportasse, come potesse stare ancora con me quando lo facevo soffrire con tutte quelle provocazioni.
Mi aveva detto più volte che aveva voglia di me, che voleva amarmi, ma che voleva che io fossi sicurissima e pronta perché non voleva mettermi fretta e farmi fare le cose perché dovevo farle.
Rispondeva alle provocazioni senza mai tirarsi indietro, ma io non mi spingevo mai troppo oltre.
Mi bloccavo sempre quando avevo attraversato nettamente il limite.
Non facevo la verginella che aveva paura.
Ci eravamo spinti a fare il classico petting, e devo dire che petting, ma non eravamo mai andati oltre. Lui diceva che gli bastava quello, ma non ne ero convinta. Sapendo che fama avesse e facendolo tutte le sere, non doveva essere facile avere quasi la cintura di castità.
Si, il petting c’era, ma sapevo che gli mancava tutto il resto.
Non voleva mettermi fretta ed io non volevo metterla a me, ma sapevo che avevo giocato troppo con il fuoco e che ormai ero sulla buona strada per bruciarmi.
Era un giorno di settembre quando capii che fossi pronta.
Doveva iniziare la scuola di lì ad una settimana ed ero a casa di Simo a dormire.
Mi svegliai tra le sue braccia calde e come al solito ero pervasa da uno stato di beatitudine e protezione.
Era sempre lo stesso l’effetto che mi faceva stare tra le sue braccia.
La sera prima eravamo usciti con Edo e la Ary a fare un giro in centro. Serata carina e molto piacevole come al solito, ma quando arrivai a casa di Simo ero stravolta.
Crollai non appena mi abbracciò.
Non so per quale strana ragione, ma alle 8 di mattina ero già sveglia.
Mi accoccolai maggiormente tra le braccia di Simo e cercai di addormentarmi nuovamente, ma non ce la feci. Ogni tentativo di riaddormentarmi non andava a buon fine.
Mi girai verso di lui e feci aderire perfettamente il mio corpo al suo, lo abbracciai, intrecciai le gambe con le sue e mi beai della sua presenza. Ero a pochi centimetri dal suo viso, lo guardai beandomi di quella visione celestiale. L’avevo sempre trovato tenero mentre dormiva, era bellissimo e sembrava così tranquillo e innocuo.
Non avevo intenzione di svegliarlo, volevo solo stare lì e ammirarlo.
Guardai ogni piccolo particolare: le labbra rosate, gli occhi chiusi, il naso dritto, la mascella che adoravo tanto e sentivo il suo corpo completamente addosso al mio, ogni centimetro di pelle era a contatto con la mia.
Improvvisamente sentii le sue mani arpionarmi i fianchi e stringermi maggiormente a sé.
-Che risveglio- sussurra con la voce roca ancora con gli occhi chiusi.
Sorrisi, sfiorando le sue labbra.
-Non volevo svegliarti- gli dissi lentamente.
-Non mi hai svegliato, ero già sveglio quando ti sei girata- apre gli occhi con uno scatto e mi ritrovo a specchiarmi in due pozzi neri.
Rimasi immobile, osservandolo in silenzio e in quel momento capii: volevo fare l’amore con lui, mi sentivo pronta, lì completamente attaccati l’uno all’altro, capii che non c’era nient’altro al mondo che volessi. Lo amavo, l’avevo sempre amato e cosa ancora più importante lui amava me, lo sentivo, lo percepivo ogni volta che mi parlava, mi abbracciava, mi accarezzava, il suo amore nei miei confronti si poteva toccare. Anch’io lo amavo e volevo che il nostro rapporto diventasse ancora più profondo.
Non c’era niente che non andava, a parte qualche litigata ogni tanto, per il resto andava tutto bene.
-Che c’è?- mi chiese guardandomi negli occhi.
Non risposi, mi limitai a sfiorare le sue labbra. Le sentii schiudersi e sospirò.
Lo baciai dolcemente, gli baciai prima il labbro inferiore e poi quello superiore. Ci baciammo lentamente, ci sfiorammo le labbra. Portai una mano sul suo viso e cominciai ad accarezzarlo.
La mano sul mio fianco mi strinse maggiormente, schiacciandomi maggiormente contro il suo corpo.
Approfondì il bacio che diventò passionale e profondo.
Contro la mia pancia lo sentivo già eccitato. Sorrisi compiaciuta.
Mi morse un labbro e gemetti, ormai presa completamente dalla situazione che si era creata.
Si sdraiò portandomi sopra di lui continuando a baciarmi.
Mi staccai dalle sue labbra e scesi a baciargli la mascella, il collo, accarezzandogli il petto nudo.
Lo sentivo sospirare, vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi.
Percorsi il suo petto di baci, scendendo gradualmente.
Arrivai all’elastico dei boxer e mi fermai, alzando lo sguardo verso di lui che mi guardava in attesa.
Rimasi ferma immobile.
-Che hai intenzione di fare?- mi chiese con la voce rotta dal desiderio.
Risalii verso le sue labbra e ripresi a baciarlo, le sue mani si posarono sulle mie gambe e cominciarono ad accarezzarmi, salendo fino ad arrivare alla maglietta del pigiama che si sollevò con il passare delle sue mani.
Mi staccai da lui per permettergli di liberarmi da quell’impiccio.
Rimasi a seno nudo completamente davanti a lui che cominciò a baciarlo sapientemente facendomi perdere la testa.
Gemevo senza ritegno, le mie mani erano nei suoi capelli che lo incitavano a continuare con il suo operato.
Portai una mano tra i nostri corpi e la infilai nei suoi boxer facendolo gemere.
Eravamo allo stremo, lui peggio di me. Potevo solo immaginare quanto si fosse trattenuto in quel periodo, potevo solo immaginarlo dato che non avevo la più pallida idea di come ci si sentiva quando si era in astinenza.
Lo accarezzai intimamente facendolo gemere e sospirare. Era un goduria sentirlo in quel momento, era un afrodisiaco, era altamente eccitante.
Mi fece sdraiare sul letto e ricominciò a baciarmi ogni centimetro di pelle mentre con le mani mi accarezzava le gambe lentamente, salendo e scendendo.
Mi sentivo al limite, sarei impazzita di lì a poco.
Arrivò al mio intimo, che cominciò ad accarezzare facendomi inarcare la schiena.
-Simo…- gemetti quando mi accarezzò maggiormente e con più attenzione.
Mi tolse l’intimo che finì da qualche parte per la stanza.
Mosse le dita in me, giocò con la parte più sensibile di tutto il mio corpo facendomi impazzire.
Con il viso arrivò a baciarmi, mordendo, esplorando la mia bocca.
Percorsi con le mani la sua schiena, poi passai davanti, accarezzandogli il petto scendendo e cominciando a giocare con l’elastico dei suoi boxer.
-Ila, ti prego…- sussurrò ancora a contatto con le mie labbra.
-Ti prego cosa?- gli chiesi sensualmente aprendo gli occhi e trovandomi davanti i suoi.
-Sto impazzendo- si getta sul mio collo baciandolo.
Le sue dita non avevano smesso un secondo di farmi impazzire.
La mia mano è ancora lì, che gioca con l’elastico dei suoi boxer.
Mi comportavo da vera stronza, ma era più forte di me, mi piaceva provocarlo.
-Ila, se hai intenzione di farmi fare la figura dell’imbecille, ci riuscirai sicuramente se vai avanti così. Non sono fatto di marmo- mi dice cercando di prendere un po’ di lucidità e allontanandosi di qualche centimetro dal mio viso.
-A me sembra di sì- dissi toccandolo.
Sospirò socchiudendo gli occhi.
Era una visione celestiale, mi piaceva vederlo gemere, sentirlo, gustarmi il suo corpo nudo. Era la visione più bella che avessi mai potuto vedere.
Gli abbassai i boxer e lui si allontanò da me per sfilarseli.
Lo squadrai, lo esaminai in ogni più piccolo particolare: era bellissimo.
Tornò sopra di me portando subito una mano sulla mia intimità.
Presa dalla foga portai le mani sul suo sedere e spinsi il suo bacino verso il mio facendo scontrare le nostre intimità. Gemettimo entrambi all’unisono.
-Simo… - lo chiamai con il fiato corto.
Mi guardò con quel suo sguardo carico di eccitazione, di voglia.
-Cosa?- si piegò verso il mio orecchio.
-Ti voglio- gli sussurrai.
Lo volevo, ogni fibra del mio corpo lo reclamava, avevo bisogno di lui, di sentirlo mio in modo più profondo.
A quelle mie parole lo sentii rabbrividire, si allontanò dal mio collo per guardarmi in viso.
-Sei...sei sicura?- balbettò.
-Mai stata più sicura di qualcosa- sorrisi raggiante.
Ovviamente avevo un po’ di paura, non sapevo cosa aspettarmi, ma non mi preoccupavo, c’era Simo, era con lui che stavo per fare quel grande passo e non dovevo preoccuparmi di niente.
-Sai che non ti obbligo, sei non vuoi fa niente, io aspetto- sapevo che lo pensava sul serio, anche se mi guardava come se gli sarebbe costato un grande sforzo non approfondire nuovamente il contatto.
-Sono sicura. Ti amo, Simo e voglio fare l’amore con te. Come potrei non volerlo? Tu sei quello giusto, tu sei quello che voglio in questo momento e voglio sentirti mio anche in quel senso, voglio che mi senta tua anche in quel senso- lo guardai negli occhi cercando di fargli capire maggiormente le mie parole.
Lo vedevo rilassarsi, lo vedevo convincersi che dicessi sul serio.
Portò le mani ai lati della mia testa e si avvicinò al mio orecchio.
-Se ti faccio male fermami, ti prego- mi sussurrò roco quando si avvicinò a me.
-Non lo farò mai, ti voglio troppo.- mi cominciò a baciare il collo quando entrò in me lentamente.
Sussultai leggermente, sospirai.
Non sentivo ancora dolore.
Simo continuò a baciarmi, ad accarezzarmi il seno cercando di rilassarmi e di non farmi pensare al dolore.
-Ila…- sussurrò al mio orecchio prima di mordermi il lobo –sei così…sei…- aveva il fiato smozzato, come il mio del resto.
E fu in quel momento che sentii la barriera rompersi, che sentii dolore, istintivamente strinsi Simo, avvicinandolo maggiormente a me.
-Scusa- mi ripeteva tra un bacio e l’altro mentre entrava maggiormente.
-Poi passa- gli presi il viso e lo baciai, cercando di dimenticarmi del leggero dolore che provavo.
Lo rese talmente passionale che mi dimenticai per un momento di quello che stava succedendo, quando si staccò dalle mie labbra, era immobile in me.
Mi guardò, lo guardai, gli sorrisi, mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Sei bellissima- mi sorrise con gli occhi lucidi.
-Anche tu non sei male- gli dissi in tono scherzoso.
Anche in un momento come quello non sapevo rimanere seria, ma com’era possibile.
Lo feci ridere e si piegò nuovamente su di me.
Appoggiò la fronte sulla mia e mi guardò.
-Posso muovermi? Non so quanto riuscirò a stare fermo così, sto leggermente impazzendo- mi disse quasi imbarazzato.
-E mi chiedi il permesso?- gli sorrido di rimando.
-Magari non ti sentivi pronta- sviò il mio sguardo. Vedere Simo in imbarazzo era alquanto strano, ma era anche tenerissimo.
-Ormai il peggio è passato, adesso puoi fare tutto quello che vuoi- sussurrai sulle sue labbra prima di baciarlo.
Lo prese come un segnale perché cominciò a muoversi.
Quello che avvenne dopo fu spettacolare, tutto era stato spettacolare: le sensazioni, i sospiri, i baci, i ti amo sussurrai, le carezze, i gemiti, i nostri nomi detti durante il culmine. Tutto era stato perfetto.
Ancora ansanti, lo strinsi a me gustandomi ancora il suo corpo sul mio.
Inspirai il suo profumo.
Poco dopo si alzò ed uscì da me per poi abbracciarmi.
Solo in quel momento mi resi conto di una cosa: ci eravamo amati senza precauzioni. Per tutto il tempo avevo sentito il suo corpo, per tutto il tempo avevo sentito lui e non un coso di lattice.
-Simo.- gli chiesi accarezzandogli un braccio.
-Dimmi.-disse baciandomi tra i capelli.
-Eri tu.- dissi stupidamente.
-Come ero io. Certo che ero io.- sembrava preoccupato.
Mi girai verso di lui e lo guardai.
-Eri tu, Simo.- dissi accarezzandogli il petto.-Ho sentito te, il tuo corpo.-continuai ad accarezzarlo guardandolo.
Aveva la confusione dipinta sul volto, poi lo vidi illuminarsi.
-Ed io ho sentito te, e devo confidarti che anche quella era la mia prima volta.- disse sorridendomi ed accarezzandomi una guancia.- Ho sempre usato il preservativo. È la prima volta che sento realmente tutto.- sorrisi a quelle parole, sorrisi perché capivo che mi amava. Che mi aveva sempre amato e in quel momento sperai che mi avrebbe amato per sempre.
Lo baciai cercando di fargli capire quanto lo amassi e lui ricambiò.
Quando ci staccammo mi soffermai a guardarlo pensando a quello che era appena successo.
Era stato tutto così romantico, cauto e bellissimo che non riuscivo a capire perché tutte avessero paura della loro prima volta.
Era stato fantastico, favoloso, bellissimo e non me ne sarei mai pentita.
Dopo che avemmo finito di amarci ci addormentammo nudi abbracciati.
 
 
 
Non so dopo quanto tempo mi svegliai, so solo che la stanza era ancora immersa nel buio.
Mi alzai lentamente dal letto e mi misi a cercare la mia biancheria.
-Mi spieghi che stai facendo?- mi chiese Simo guardandomi dal letto.
Si era appoggiato su un gomito per vedermi meglio e sul suo volto c’era un sorriso felice e beato.
-Sto cercando la mia biancheria.- gli risposi continuando a cercare a tentoni nel semi buio.
-E a cosa ti serve scusa?- mi chiese con un sorrisino beffardo e spavaldo.
-Devo andare in bagno.- gli dissi.
-E perché non vai nuda, scusa?- mi chiese con un sorriso beffardo.
-Perché altrimenti tu vedi troppo.- gli feci notare, non rendendomi conto che la mia risposta era assurda.
-Ormai ti ho già vista tutta.- arrossii.
Andai in bagno, passando davanti a lui che si ammirò tutta la mia passeggiata, facendomi arrossire ancora di più.
Quando tornai in camera lo vidi guardare le lenzuola.
-Cosa stai guardando?- gli chiesi curiosa.
-Il piccolo regalino che hai lasciato.- non capii subito a cosa si riferisse finché non vidi la piccola macchiolina rossa sul lenzuolo.
Arrossii maggiormente.
-Oddio, scusa. Scendi che le cambiamo e se dovesse vederlo qualcuno?- dissi preoccupata. Non perché mi fossi pentita, ma non mi sembra il caso di far sapere al popolo che avevo perso la verginità in quella stanza, su quel lenzuolo.
Lui rise.- Vieni qua con me.- disse continuando a guardarmi dal letto.
-No, esci che cambiamo le lenzuola.- gli dissi non ricordandomi che fossi completamente nuda.
-Dai, vieni qua, ci pensiamo dopo- il suo sguardo era carico di tenerezza che andai tra le sue braccia e mi riscaldai con il suo corpo caldo e ancora completamente nudo.
Mi accoccolai tra le sue braccia.
Eravamo uno di fronte all’altra abbracciati.
Appoggiai la fronte sul suo petto.
-Scusa.- gli dissi a bassa voce.
-E per cosa scusa?- lo sentii abbozzare una risata.
-Per averti lasciato il regalino.- gli risposi un po’ in imbarazzo.
-è il regalino più bello che potessi mai farmi.-mi disse accarezzandomi i capelli e lasciandomi un bacio tra di essi.
Io gli lasciai un bacio sul petto.
Mi girai sul lato opposto e poco dopo sentii Simo abbracciarmi.
Non avevo più la forza di dormire, anzi non ne avevo voglia.
Guardai l’orologio. Erano l’una.
-Vado a prendere qualcosa da mangiare.- dissi uscendo dal letto e andando in bagno a prendere l’accappatoio di Simo.
Mi controllai allo specchio e mi stupii.
Sembravo radiosa, felice. Emanavo una strana luce.
Pensai che fosse solo frutto della mia immaginazione e fosse colpa della luce del bagno.
Uscendo dal bagno mi scontrai con Simo finendo addosso al suo petto.
-Ciao.- mi salutò lui a pochi centimetri dalle mie labbra, tenendomi un braccio dietro la schiena.
-Ciao.- gli dissi prima di baciarlo.
Un piccolo bacio diventò un bacio pieno di passione e per la foga, finii contro il muro.
L’accappatoio si era leggermente aperto lasciando scorgere i miei seni.
Simo mi baciava il collo.
Lo bloccai e gli sorrisi specchiandomi in quegli occhi petrolio.
Adoravo quello sguardo. Avrei voluto vederglielo sempre.
-Vado a prendere da mangiare.- gli dissi dandogli un bacio prima di uscire dalla sua presa.
Scesi le scale e quando entrai in cucina mi trovai davanti la Bea ed Ale che mangiavano un pizza.
-Buongiorno.- dissi con un sorrisone a 32 denti entrando.
-Buongiorno.- mi dissero tutti e due in coro guardandomi in un modo strano.
-Che c’è?- gli chiesi quando notai che continuavano a guardarmi in modo strano.
-Nono. Niente. – disse la Bea per poi scuotere la testa e sorridere.
Guardai Ale in attesa di una sua risposta.
La Bea gli diede una gomitata.
-Niente.- anche lui alla fine della frase sorrise.
Presi una sedia e mi sedetti davanti a loro.
-Cosa c’è? Me lo volete spiegare?- davvero non riuscivo a capire perché mi guardassero così.
-Niente. La pizza è nel forno.- mi disse la Bea guardandomi.
-Potrò sembrare stupida, ma non lo sono.- dissi guardando entrambi.
In quello stesso momento entrò Simo in boxer.
-Buongiorno.- disse lui sorridendo andando a prendere dell’acqua in frigo.
-Buongiorno.- dissero la Bea ed Ale in coro forse un po’ troppo felici.
-Che c’è?- chiese lui girandosi di scatto, senza aver tirato fuori l’acqua.
-Niente.- risposero loro due insieme guardandolo con un sorrisino.
Simo guardò me in fare interrogatorio e io scossi la testa.
-Sono vostro figlio. Vi conosco da tutta la vita che c’è?- chiese lui appoggiandosi con le mani sul ripiano della cucina.
Oddio, in quella posizione mi fece venire in mente pensieri poco casti e puri e non mi sembra il caso.
Poi con quello sguardo…
No, Ok. Ila. Basta. Un  po’ di contegno.
Distolsi lo sguardo da Simo prima che perdessi il controllo definitivamente.
Sentii ridacchiare la Bea.
-Mamma. Piantala.- gli disse lui.- Lasciala in pace. Lasciaci in pace. Mi spiegate cosa avete tutti e due con quel sorrisino stampato sulla faccia?- gli chiese lui ancora in quella posa tremendamente sexy.
Cos’ero diventata? Una pervertita? Dovevo contenermi, ma come potevo contenermi quando lui era appoggiato sul ripiano della cucina a dorso nudo, in boxer.
Di certo non era la visione più casta e pura.
Mi morsi un labbro.
Non so come mai, ma lui si girò a guardarmi.
Arrossii nel momento stesso che mi guardò.
-Be, io direi che vado e vi lascio parlare.- dissi dirigendomi verso la porta.
Simo mi prese per un braccio.
-Eh no. Tu stai qua con me. Centri anche tu in questa storia ne sono sicuro.- mi imprigionò nel suo abbraccio e si mise dietro di me.
Eravamo esattamente davanti ai suoi genitori, tutti e due con le mani appoggiate sul ripiano della cucina, solo che Simo era dietro di me e non era il massimo.
Soprattutto perché sentivo il suo corpo completamente appoggiato al mio e mi vennero in mente le immagini di qualche ora prima.
Scossi la testa.
-Allora, che c’è?- chiese lui soffiando tra i miei capelli.
Eh no. Già ero messa male di mio, poi se ci si metteva anche lui eravamo messi male.
Mille brividi mi percorsero la schiena e tutto il corpo.
Dopo quella “chiacchierata” mi sarei fatta rinchiudere da qualche parte.
Stavo impazzendo e tutto per una sola volta e che volta.
-Simo, mi sa che è meglio che la lasci andare.- disse la Bea ridendo.
Io sgranai gli occhi ed arrossii.
-Stai male?- mi chiese Simo preoccupato.
-No, sto benissimo. –dissi con una voce stranamente normale, ma il mio imbarazzo era palpabile. Mi sarei sotterrata volentieri in quel momento.
Simo mi lasciò leggermente andare e io mi misi di spalle rispetto alla Bea ed ad Ale.
Avevo caldo. Troppo. E non era colpa di Simo, ma del fatto che fossi rossa come un pomodoro.
Simo mi guardò per poi guardare i suoi genitori.
-Non ditemi che voi……mamma, papà. – disse ad un certo punto Simo.
Non avevo nemmeno il coraggio di girarmi. Che figura di merda.
Avrei voluto sotterrarmi.
-Be, scusa è entrata con un sorriso raggiante e be, non sono come spiegartelo……è diversa…L’abbiamo solo pensato, ma quando sei entrato tu ne abbiamo avuto la conferma.- disse la Bea tranquillamente.
Mi lasciai scivolare con la schiena, per sedermi per terra.
-Ma almeno potevate far finta di non averlo capito.- disse leggermente alterato.
-Ma perché ti scaldi tanto. È una cosa normale. Dobbiamo solo esserne felici.- sentii dire Ale.
Solo in quel momento mi resi conto che fossi totalmente nuda sotto l’accappatoio.
Sentii Simo sbuffare e guardarmi, cioè sentivo il suo sguardo su di me.
Ero bordeaux, anzi dire bordeaux era dire poco.
-Niente. Noi usciamo. La pizza è nel forno. Ci vediamo dopo.- disse la Bea prima di sentire la porta chiudersi e la macchina partire.
Simo si chinò vicino a me.
-Scusa. Davvero. Non pensavo che……ecco…- era in imbarazzo anche lui.
-Tranquillo, fa niente.- dissi abbozzando un sorriso e feci per alzarmi, ma lui mi bloccò.
Lo guardai. Il mio viso ancora rosso e la mia agitazione per la figura di merda appena fatta
-Scusa. Non volevo che dovessi passare questo, cioè non pensavo che l’avrebbero capito.- mi sussurrò.
-No, davvero. Fa niente. Hanno ragione è una cosa normale, ma non è per quello che sono rossa.- gli dissi.
-E per cosa allora?- mi chiese lui non riuscendo a capire per quale strano motivo dovevo essere rossa.
-Ecco, ehm. Prima…sai quando tua mamma…ecco…ti ha detto di lasciarmi andare?- gli chiesi un po’ in imbarazzo. Lui annuì.-è…che…ecco…ho avuto pensieri pochi casti e puri sulla posizione in cui eravamo.- ammisi l’ultima frase tutto d’un fiato.
All’inizio mi guardò stranito, poi sorrise e infine si inorridì.
-Oddio e mia mamma l’ha capito.- disse sconvolto.
-Eh si.- ammisi ancora più rossa in volto.
Restammo un po’ in silenzio e poi abbassai lo sguardo.
-Be, se ti può consolare anch’io ho avuto pensieri poco casti e puri. Se non ci fossero stati i miei genitori, ti avrei amato in quell’istante.- mi sussurrò all’orecchio.
Alzai lo sguardo e lo guardai ancora rossa.
-Ah sì?- mi avvicinai a lui poggiandogli le mani sul petto e sedendomi a cavalcioni.
Lo vidi deglutire. L’accappatoio si era allentato nuovamente e si poteva scorgere il mio seno.
Portai le braccia dietro il suo collo.
-Potremmo provare, no? Tanto casa è libera- gli sussurrai a qualche centimetro di distanza.
Sembravo davvero una pervertita, mi era bastata una volta per perdere già la testa.
-Forse un giorno proveremo, ma non oggi. Più avanti sicuramente- mi accarezzò una guancia e mi fece scendere dalle sue gambe.
Si alzò e prese i cartoni di pizza dal forno.
Lo vidi uscire con tranquillità dalla cucina, guardai tutto quel ben di dio uscire dalla cucina. Era una visione, non sapevo cosa farci.
Mi ricomposi e salii in camera dove lui stava togliendo le lenzuola dal letto.
-Che stai facendo?- gli chiesi quasi sconcertata.
-Sto facendo quello che tu volevi fare prima, cambio le lenzuola- non si girò nemmeno a guardarmi.
-Fermo- lo abbracciai da dietro.
-Che c’è?- mi guardò.
-Non ha senso cambiarla, ormai i tuoi lo sanno e poi c’è odore di noi- mi buttai sul letto e annusai le lenzuola.
-Quindi non le cambiamo?
-Per adesso no-  gli sorrisi e mi girai a guardarlo.
Mi guardava sorridente e scosse la testa, mi porse lo scatolone della pizza e si sedette vicino a me.
-Sai vero che prima o poi dovrò cambiarle? - mi fece notare dopo qualche minuto di silenzio.
-Lo so,ma noi ci ameremo di nuovo tra le lenzuola pulite così sentiranno ancora di noi.- dissi sorridendo.- almeno nelle prossime lenzuola, non ci sarà nessun regalino.- cominciai a ridere.
Tornai a guardare la televisione mentre mangiavo la pizza.
Il pomeriggio lo passammo tutto il giorno nel letto a coccolarci e solo coccolarci, non  a fare altro.
Ero leggermente preoccupata per come l’avrebbe presa mia mamma quando avrebbe scoperto cosa era successo quella mattina.
Ma come l’avevano capito i genitori di Simo, l’avrebbe capito anche lei, quindi tanto valeva affrontare il discorso non appena avrei varcato la soglia di casa.
Simo mi accompagnò a casa ed io mi feci coraggio dandogli un bacio più passionale del solito.
Scesi dalla macchina e mi preparai al peggio.
Suonai il campanello e mia mamma mi aprì la porta.
Mi sorrise, ma non appena mi vide in faccia, cambiò completamente espressione.
-Non dire niente. Entriamo in casa che te lo dico.- dissi fermando ogni sua minima possibilità di aprire bocca.
Lei si sedette sul divano ed io cominciai a camminare su e giù.
-Ti ho bloccato perché sono consapevole che si noti un cambiamento in me, anche se non ho ancora capito in cosa, però quelli sono dettagli. L’hanno notato anche i genitori di Simo e quindi la mia dose di figure di merda giornaliera, l’ho già consumata. Quindi, voglio dirti che io e Simo l’abbiamo fatto. Stamattina. In camera sua ed è stato…wow. – dissi io con un sorrisone a 32 denti.
Mia mamma mi guardava scioccata.
-Cos’è che avete fatto?- mi chiese lei ancora scioccata.
-Abbiamo fatto l’amore mamma.- dissi io seria.
-Ah. Allora avevo capito bene. Cioè be, mi aspettavo che prima o poi lo facessi, ma non così presto.- sgranai gli occhi a quell’affermazione.
-Ho 17 anni, mamma. L’ho fatto consapevole di quello che facevo e con la persona che amo. Non vedo cosa ci sia di male.- cominciai a dirle io.
-Assolutamente niente. Infatti, sono felicissima. Simo mi piace, è un bravo ragazzo. Non ho niente da ridire. Sono felice per te.- mi disse con un sorriso.
-Grazie mamma.- le dissi abbracciandola.
Quella notte prima di andare a dormire ricevetti un messaggio di Simo.
“Non sono riuscito a cambiare le lenzuola. Si sente odore di te, di me, di noi. Voglio dormire beatamente con l’odore di te tutt’intorno come se fossi qua. Ti amo, amore mio.”
Gli risposi.
“Piacerebbe anche a me dormire immersa nel nostro profumo. Ti amo anch’io, mio piccolo ladro di cuori.”
Andai a dormire con un sorrisino stampato in faccia, con le immagini della mia prima volta e mi addormentai così, pienamente soddisfatta di quella giornata.
 
 

 

 

 

 

Eccomi qua, finalmente con un nuovo capitolo. Avrei voluto postarlo durante la settimana, ma impegni vari e il mio umore alquanto basso non hanno migliorato la situazione, quindi, arrivo a postare stasera. =)
Allora, questo è un capitolo importante, importante per Ila e per Simo. Finalmente fanno l’amore insieme per la prima volta e non è una cosa da poco. Simo è rimasto in astinenza, non ce la faceva proprio più. Quando diceva a Ila che gli bastasse il semplice petting, era sincero, però. Era al limite, questo è vero, voleva sentire la sua ragazza completamente sua, ma voleva che lei fosse realmente pronta, non voleva sforzarla, anche se non vedeva l’ora che il momento arrivasse.
Ila, come avete letto, sapeva quanto ormai lui fosse al limite, lo amava, ma la paura di qualcosa che non conosceva la impadroniva.
Alla fine però a questo importante passo ci sono arrivati. Teneri *_*
Spero di essere rimasta nel raiting, di non aver esagerato e soprattutto di aver espresso come si sentivano i due personaggi.
Vi ringrazio davvero per aver aggiunto la mia storia alle seguite, preferite e ricordate e per avermi aggiunto come autore preferito, davvero grazie. *_*
Se qualcuno si sta chiedendo quando sarà la prima volta di Ary, non disperate, arriverà anche la sua, tra pochi capitoli sicuro.
Piccolo anticipo per il prossimo capitolo: Edo, genitori, pranzo xD voglio sapere che cosa pensate che succederà.
Alla prossima girls ^_^

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Capitolo 52
*** Una proposta inaspettata ***


Capitolo 37

Una proposta inaspettata

Ary POV
La scuola era cominciata da un mese ed io non ne potevo già più.
L’unica cosa che mi faceva svegliare la mattina, era sapere che avrei rivisto Edo.
La Ila e Simo ormai erano su un’altra terra, da quando l’avevano fatto sembrano diversi. So che può sembrare strano, ma sembravano più uniti, più…intimi, oltre che dal lato fisico, anche spirituale.
Non credo molto a queste cose, ma il loro rapporto sembrava diverso.
Già prima si punzecchiavano e si facevano i dispetti a vicenda, dopo erano diventati ancora peggio.
Erano carini da guardare, erano così teneri e romantici.
Di certo non erano quella classica coppia che dopo che l’avevano fatto pensavano solo a quello, ovviamente riferimenti sessuali ce n’erano sempre, come c’erano sempre stati, ma non osceni.
Speravo che anch’io avrei avuto un rapporto così con Edo dopo che noi avessimo consumato, lo speravo vivamente.
La Ila me l’aveva raccontato più o meno nei minimi dettagli e mi sono messa a piangere. Come una stupida. Ma il modo in cui lo raccontava era favoloso: sembrava su un altro mondo, mi aveva raccontato di una dolcezza infinita, che lui era titubante. In poche parole mi aveva raccontato tutto, tutto, anche del dolore e della piccola perdita di sangue. Cose che sapevo già, comunque.
Cosa che apprezzai parecchio, fu che la Ila non cambiò di una virgola, non aveva cominciato a tirarsela, non ne parlava quasi mai. Non è che mi vedeva la mattina e mi diceva “Sai ieri l’ho fatto con Simo sulla lavatrice”.
Avevo giurato che se una mattina fosse arrivata in fermata e mi avesse detto quelle cose, non le avrei parlato per molto molto tempo.
Ma non fu così. La Ila non me ne parlava mai, anzi, ero io che volevo sapere, non i minimi dettagli ovviamente, anche se ogni tanto ci stavano.
Comunque non vedevo perché prima potevamo parlare di sesso quando nessuno delle due lo faceva e poi quando una aveva provato, non dovevamo più parlarne. Non mi sembrava giusto.
Come ne parlavamo prima, potevamo benissimo parlarne anche dopo.
Così dopo un bel po’ di tempo a farle domande, quando succedeva qualcosa la Ila me lo raccontava.
Ormai ero curiosa e non vedevo l’ora di poterle raccontare anch’io qualcosa.
In un certo senso, volevo farlo con Edo, ma non volevo che il nostro rapporto cambiasse. Perché sarebbe cambiato. Tutti i rapporti dopo che si ha un rapporto fisico cambiano. Speravo solo che non cambiasse in peggio. Il massimo sarebbe stato di essere una coppia come la Ila e Simo, ma non potevo pretendere chissà che cosa.
Ogni persona è diversa, quindi anche il rapporto è diverso.
Dopo che io ed Edo tornammo insieme, andò tutto a gonfie vele. Ci amavamo e si vedeva.
Il nostro rapporto era più maturo ed intenso rispetto a quello che era prima. Lui aveva capito di essere realmente innamorato di me ed io di lui e quello aveva cambiato le cose.
Come ogni mattina, io e la Ila ci stavamo dirigendo verso la scuola con le nostre tracolle in spalla. Per mia fortuna la Ila aveva smesso di fumare da un sacco di tempo, ma il vizio poteva sempre tornarle, anche se Simo l’avrebbe uccisa se fosse successo.
Stavamo parlando delle nostre solite cose, quando arrivammo vicino alla porta e vedemmo i nostri ragazzi.
Non so come potessero svegliarsi presto solo per vederci.
Forse io non l’avrei mai fatto, avrei preferito dormire, ma per fortuna io non ero Edo.
Ormai il bel tempo se ne stava quasi andando, lasciando spazio alle mattine buie che ti mettono tristezza.
Appena arrivammo dai nostri ragazzi, entrammo subito a scuola.
Per quel periodo la routine era diversa rispetto a come facevamo all’inizio: niente più parlare e chiacchierare giù davanti alla porta, ma parlare e chiacchierare davanti alla classe della propria ragazza ed andava benissimo.
Arrivando in classe, poggiai le mie cose ed uscii a passare un po’ di tempo con Edo.
-Finalmente ci salutiamo.- mi disse prendendomi per i fianchi e facendomi aderire al suo corpo.
Ci baciammo. Prima un lieve bacio a stampo e poi lui mi leccò le labbra come per chiedermi di entrare, come se ce ne fosse bisogno, e poi le nostre lingue giocarono insieme, riempiendomi di gioia immensa. Ci staccammo ed io, come al mio solito, sorrisi.
-Ti ho mai parlato dei miei genitori?- mi chiese Edo girandosi a guardarmi.
-Ne hai parlato quando sei venuto a pranzo da me, poi non mi hai più detto niente.- gli risposi sincera.
-Allora, cominciamo. Mio papà si chiama Marco, medico ortopedico dell’ospedale di Brescia. Ha 50 anni. È alto, biondo, occhi azzurri, fisico atletico dovuto agli anni di nuoto fatto da giovane. Mia mamma, Maria. Infermiera del reparto ortopedico dell’ospedale di Brescia. Ha 47 anni. È alto come la Ila, più o meno, mora, occhi azzurri, magra.- lo feci finire. Sembrava felice di parlare dei suoi genitori.
-E raccontami come si sono conosciuti ed innamorati.- gli chiesi. Mi aveva incuriosito quando ne aveva parlato al pranzo con i miei ed ormai volevo sapere. Qualsiasi cosa.
-Be, penso che te lo racconteranno loro quando li conoscerai.- mi disse tranquillo.
Io. Conoscere i suoi genitori?
No, guarda Ary. Li conosce la prima pecora che passa per strada. Certo che devi conoscerli tu scema, come lui ha conosciuto i tuoi, tu conoscerai i suoi è normale quando stai insieme ad una persona.
-Conoscere i tuoi genitori?- chiesi titubante.
Sembravo una ritardata mentale.
-Si. Non vuoi?- mi disse facendo scomparire il sorriso dalle sue bellissime labbra.
-Certo che voglio. È solo che…non me l’aspettavo.- gli confessai ancora stupita.
-Però non so quando succederà, cioè i miei non sono quasi mai a casa, quindi…- mi spiegò un po’ dispiaciuto.
-Tranquillo. Quando loro potranno, potrò anch’io.- sorrisi.
-Niente, mi sa che devo andare.- mi girai e vidi arrivare Simo.
-Ok, ci vediamo dopo.- gli dissi sorridendo a fior di labbra per poi baciarlo.
-Ciao Simo.- dissi staccandomi.
-Ciao.- mi sorrise lui.
Entrando in classe, ero ancora scombussolata dalla proposta di Edo di conoscere i suoi.
Ero felice di conoscerli, ma allo stesso tempo avevo paura.
E se non gli fossi piaciuta? E se non gli fossi stata simpatica?
Improvvisamente capii come doveva sentirsi Edo quando gli avevo dato la bellissima notizia che volevo fargli conoscere mio papà.
Tornando indietro mi sarei uccisa con le mie stesse mani.
Passai tre ore a pensare e ripensare a come potessero essere i genitori di Edo. Mi persi a pensare a come sarebbe stata casa sua e poi…
No, no. E ancora no. La stronza era sorella di Edo.
Perché me ne dimenticavo sempre? Ci sarebbe stata anche lei.
Perché tutte le sfighe a me?
Tre ore passarono velocemente.
Per la ricreazione dovevo andare io in classe della Ila.
-Non immaginerai mai cosa mi ha detto Edo stamattina.- dissi entrando facendomi guardare da tutti male.
-Che è gay.- dissero insieme lei e la Fede. Scoppiarono a ridere e le guardai male.
-No. Che vuole farmi conoscere i suoi genitori.- dissi tutto d’un fiato.
-Era ora. Ci voleva ancora tanto?- mi chiese la Ila.
-Senti, tu stai zitta. Che hai conosciuto sua mamma solo perché lui era in ospedale, altrimenti chissà quando la conoscevi. E poi se Simo non fosse finito in ospedale, tu e lui non sareste neanche insieme.- le feci la pernacchia.
-E che ne sai.- mise il broncio.
-Perché conoscendoti tu saresti stata insieme a Mattia e lui ci avrebbe sofferto come un cane. Anche se tu volevi lui. Per fortuna è finito in ospedale, non oso nemmeno immaginare quanto mi avresti rotto le palle.- dissi seria.
-Oh, come osi. Se non fosse stato per me, tu ed Edo non sareste ancora insieme.- mi disse facendomi la pernacchia.
-E se lui non fosse finito in ospedale tu saresti ancora vergine.- mi misi ad urlare in mezzo alla sua classe.
Tutte le sue compagne si girarono a guardarla.
Lei mi guardava sbigottita.
Io cercai di parlare, ma guardavo lei che mi guardava.
Poi cominciò a ridere.
-Sai che forse hai ragione? Se non fosse andato in ospedale Simo, io sarei ancora insieme a Mattia, lo avrei fatto soffrire come un cane e sarei ancora vergine. Oh be, forse quello no, ma la mia prima volta non sarebbe stata come lo è stata e sinceramente mi va benissimo com’è.- mi disse continuando a ridere.
Fui felice che non se la prese, mi sarebbe dispiaciuto tantissimo, ma le facce delle sue compagne incredule non aveva prezzo.
-Parli del diavolo ed eccolo che chiama.- disse tirando fuori il cellulare.
-Amore? Sai che se non fossi andato in ospedale, io sarei ancora con Mattia e molto probabilmente la mia prima volta l’avrei fatta con lui?- gli chiese lei. Sia io che la Fede eravamo vicino al cellulare per sentire la sua risposta.
-E perché ci stai pensando adesso?- le chiese un po’ alterato.
-è venuto fuori il discorso con la Ary.- gli rispose tranquillamente.
-Senti, non voglio nemmeno pensarti insieme a quello là. Non voglio nemmeno ricordare a quando l’ho visto a casa tua in boxer e canottiera e non voglio nemmeno immaginarti mentre…mentre…- non riusciva neanche a dirlo. Si sentiva chiaramente che stesse digrignando i denti.
-Simo, calmati. Stavo scherzando. Sai cosa vuol dire la parola scherzare? Ci sei andato alla fine in ospedale, no? Ho lasciato Mattia, no? L’ho fatto per la prima volta con te, no?- lui annuì- benissimo, quindi non ci sono problemi, massimo gli darò una botta in amicizia.- aggiunse ridendo.
Io, la Fede e Simo dall’altra parte del telefono urlammo.
-Ilaaaaaaaa.
-Oh scusate scherzavo. Mamma mia, ma tra tutti qua non so chi è peggio. Scherzavo. Scherzavo. Era una battuta. Non sapevo il significato di battuta?- rideva come una scema.
Dall’altra parte Simo sembrava ringhiare.
-Simo. Calmati. Scherzavo. E poi penso che ce l’abbia piccolo. Anzi, no. Aspetta. Mmmmmm. No, no. Non era affatto piccolo, anzi.- disse pensandoci su.
Io e la Fede scuotemmo la testa. Solo lei sapeva mettersi nei guai. Cosa pensava che Simo non si sarebbe arrabbiato? Io prevedevo già che Simo non avrebbe gradito questa sua ultima uscita.
-E mi spieghi tu come fai a saperlo?- le chiese ringhiante Simo.
-Ehm. Niente. Io? Non so assolutamente niente.- disse in imbarazzo la Ila. Si stava mettendo nella merda da sola, quella stupida.
-Ila.- la richiamò ringhiando.
-Ecco…non possiamo parlarne dopo da soli? Ci sono tutte le mie compagne che mi guardano.- gli disse con la voce flebile.
-No. Adesso, Ila. Non dopo. Subito. Immediatamente.- non l’avevo mai sentito così arrabbiato.
-Ecco…hai presente il giorno che l’hai visto a casa mia?- lo sentii grugnirei, lei lo prese come un sì.- Ecco…io…cioè…noi…- era in imbarazzo non riusciva ad andare avanti.
-Voi cosa?- ormai la rabbia di Simo era incontenibile.
-Ecco…cioè stavo pensando a te e…stavo per farlo con lui…ma non l’ho fatto è questo l’importante, no?- cercò di sviare il discorso.
-Si, è importante, ma adesso dimmi come hai fatto a vedere il suo amichetto.- sibilò.
-Ecco, io…gliel’ho toccato. – abbassò notevolmente la voce.
-Tu cosa?!?!- urlò Simo dall’altra parte del telefono.
-Hai capito benissimo.- gli disse sbrigativa.
-Ne parliamo dopo.- chiuse la chiamata arrabbiato.
-Certo che tu stare zitta, no?- gli dicemmo io e la Fede insieme.
-Be, ehm..- la Ila sembrava in imbarazzo.
Sentii vibrare il cellulare e guardai: Edo.
-Ma buongiorno.- gli dissi sorridente.
-Sei una cretina Ila, lo hai fatto incazzare per niente.- urlò la Fede.
-Perché la Fede urla contro la Ila? E chi ha fatto incazzare? – mi chiese preoccupato.
-Ha appena telefonato Simo e lei avuto la brillante idea di dirgli che ha visto l’amichetto di Mattia.- gli dissi seria.
-Ah. Oddio, non oso immaginare come si sia incazzato Simo.- disse Edo che lo conosceva decisamente meglio di noi.
-Si, un pochino.
-Tra un po’ mi chiamerà allora.- disse lui.-Tu come stai?- mi chiese gentilmente.
-Bene, grazie e tu?- gli chiesi sorridente.
-Mi manchi.- mi disse in un modo decisamente dolce.
Ok, Ary. Non piangere. Tranquilla.
-Anche tu, tanto.- cercai di trattenere le lacrime.
-Ci vediamo dopo che mi sta chiamando Simo.- mi disse ridendo.
-Ok, a dopo.- chiusi la chiamata.
-Ila, l’hai combinata grossa. Simo sta chiamando Edo e vuole dire che è incazzato di brutto.- le dissi io seria.
-Senti, non l’ho fatto apposta. Non pensavo che mi scappasse così tanto. E poi lui si incazza perché ho toccato l’amichetto di Mattia, ma io non sono mai incazzata per tutte quelle che ha avuto o non voglio nemmeno immaginare cosa ci abbia fatto.- disse lei che si stava innervosendo solo all’idea.
-Ma le ha avuto tutte prima di te.- mi guardò male.
-Si, va bene. Ok, non proprio tutte.- la guardai - ma solo per una. Comunque, lui non ha mai tirato fuori le sue ex.
-Non me le tira fuori perché non si ricorda nemmeno i nomi, se glieli chiedeva e poi ex, quelle erano da una botta e via. L’unica di cui dovrebbe parlarmi è quella di quando aveva 14 anni. Ah no, aspetta, me ne ha già parlato.- mi disse ironica.
-Ma tu, cretina, gli hai raccontato di quando lo avevi già conosciuto, di quando lui era già innamorato di te. Non riesci ancora a capirlo quanto abbia sofferto lui in quel periodo?- le domanda, ormai preda delle mie urla.
-Ed io non ho sofferto? Divisa tra due ragazzi e scegliere quello che ero sicura che non mi avrebbe preso in giro, invece di scegliere quello che volevo davvero. Cosa credi che io non ci abbia sofferto? So che lui ci ha sofferto, posso immaginarlo. Ed è colpa mia se lui è finito in ospedale, pensi che non me lo ricordi tutti i giorni quando lo vedo? È finito all’ospedale perché sua mamma l’ha spedito a fare la spesa perché per causa MIA si era chiuso in casa. E l’unica volta che esce di casa, cosa succede? Incidente e va in coma. Pensi che io non me lo ricordi tutti i santi giorni. Lo faccio. Me lo ricordo.- urlava, ma piangeva allo stesso tempo.
Andai ad abbracciarla.
-Scusa, ma non pensavo che fosse colpa tua. Non me ne avevi mai parlato e non pensavo che tu ci pensassi ancora. È stato un incidente, non è stata colpa tua. È stato il destino. E anche tu lo sai.- l’abbracciai e la campanella suonò.
-Ci vediamo dopo, va bene?- le dissi piano.
La lasciai singhiozzante con la Fede.
Non pensavo che si desse la colpa per l’incidente di Simo.
Non era colpa sua, avrebbe potuto fare un incidente in qualsiasi momento e purtroppo è successo quando lei non gli parlava insieme.
Era stato meglio così, lo ripeto, anche se sarebbe stato meglio che non fosse successo.
Avrei preferito che si fossero avvicinati in un altro modo e non per colpa di un incidente, ma le cose erano andate così e non era colpa di nessuno.
La Ila non doveva darsi la colpa di niente. Non era stata colpa sua.
Le tre ore successive le passai a pensare all’incidente di Simo, alla Ila che pensava di essere la responsabile e di quanto stesse soffrendo per quella situazione. Non pensavo che ci pensasse ancora.
Non potevo saperlo se lei non me ne parlava.
Alle 13.20 uscii dalla mia classe e mi trovai davanti sia Edo che Simo.
-Che succede?- mi chiese immediatamente Edo.
-La Ila pensa che è colpa sua se tu hai fatto l’incidente.- mi rivolsi direttamente a Simo.
-E perché dovrebbe essere colpa sua?- mi chiese lui sbalordito.
-Perché eri chiuso in casa per colpa sua, così tua mamma ti ha fatto andare a fare la spesa ed hai fatto l’incidente.- gli spiegai in poche parole.
Mi girai e vidi arrivare la Ila con la Fede.
Simo andò immediatamente da lei.
-Mi spieghi perché pensi che sia colpa tua? Ho avuto l’incidente, ma poteva succedermi in qualsiasi momento.- le disse accarezzandole una guancia.
-Non è vero. È colpa mia. Colpa mia che avevo deciso di dimenticarti quando sapevo benissimo che non l’avrei fatto. È colpa mia.- si mise a piangere abbracciandolo.
-Perché non vedi il lato positivo della cosa? In quei tre giorni ci siamo avvicinati. Amore, non devi darti colpe che non hai.- le accarezzò i capelli.
Ci avviammo tutti insieme giù per le scale mentre Simo teneva ancora abbracciata la Ila che piangeva.
Facemmo la strada in rigoroso silenzio, anche se non ne sapevo il motivo.
Salutai la Fede, Simo e la Ila e salii sulla macchina di Edo.
Mi avrebbe riaccompagnato a casa lui, come ormai faceva tutti i giorni da quando era cominciata la scuola.
Mi portava a casa, rimaneva un’oretta da me e poi se ne tornava a casa. Così avevamo più tempo per rimanere soli.
Quando Edo era a casa, mia mamma non veniva quasi mai in salotto o cercava di essere meno nei piedi possibile, anche se non c’era motivo. Non è che facevamo chissà che cosa in salotto.
Parlavamo. Ridevamo. Guardavamo un film. Ci coccolavamo. Solite cose.
Anche quel giorno Edo si fermò a casa mia.
Stavo mangiando mentre lui era seduto davanti a me che parlava.
-No, scusa. Ripeti. La Ila pensa che sia colpa sua se Simo ha fatto l’incidente.- mi ripetè lui di nuovo.
-Si, per la trecentesima volta Edo. Si.- gli dissi mandando giù il boccone.
-Ma non è colpa sua.
-So anche questo. E gliel’ho detto, gliel’ha detto anche Simo, ma non capisce o forse adesso avrà capito non lo so.- misi il piatto nel lavandino.
Andammo sul divano e ci abbracciammo.
Guardammo un film, scambiandoci opinioni e ogni tanto qualche frase, ma me andava benissimo, anche stare in silenzio. Adoravo stare abbracciata con lui, sentire il calore del suo corpo sul mio, mi faceva sentire amata e protetta.
Mi girai a guardarlo. Lui mi sorrise e io ricambiai.
-Ah prima che mi dimentichi. Domenica vieni a mangiare da me.

 

 

 

 

 

Buonasera! Come state? Eccomi qua con un nuovo capitolo. Avviso che cercherò di postare almeno due volte a settimana, se riuscirò, ormai la storia è agli sgoccioli quasi e io in un certo senso non vedo l’ora che finisca, dall’altra vorrei non abbandonare mai Simo, ma quello non sarà mai possibile dimenticarlo, lui è il mio uomo ideale *_*
Comunque, parliamo di questo capitolo. Edo vuole far conoscere i suoi genitori alla Ary, ovviamente lei è un po’ preoccupata, non sa come sono, non sa se gli piacerà o meno e non riesce a pensare a nulla di positivo. Alla fine però ci va e succederà qualcosa in quella cosa, qualcosa di molto molto importante, qualcosa che in questo capitolo viene citato all’inizio. Vediamo chi capisce xD
E poi scopriamo anche che la Ila si sente colpevole per quello che è successo a Simo, prima ancora che la loro storia iniziasse, si sente in colpa anche se dovrebbe semplicemente andare avanti, ma lei non ce la fa. Nei momenti di sconforto le viene in mente che Simo ha avuto un incidente per colpa sua, anche se comunque non è propriamente colpa sua. È lei che è una scema e lo pensa, ma lei ormai ne è convinta.
C’è anche un piccolo siparietto, spero carino, in cui la Ila e Simo parlano, anzi, Simo più che parlare ringhia e marcia il suo territorio come un cane. Ahahhaha
Ringrazio tutti per aver aggiunto la storia in una qualsiasi delle liste e per avermi aggiunta come autore preferito. Grazie *_*
Vi ricordo che potete aggiungermi su Fb o su Twitter =)
Alla prossima ^_^

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Capitolo 53
*** A casa di Edo ***


Capitolo 37

A casa di Edo 

Buonasera!
Scusate il ritardo, spiegherò tutto nelle note finali.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Un bacione ^_^

 

 

 

 

 

Ary POV
Domenica. Ore 7. Giorno fatidico del pranzo con i genitori di Edo.
Avrei potuto dormire ancora un paio d’ore, ma non ce la facevo.
Era tutta notte che non riuscivo a dormire, che mi giravo e rigiravo nel letto ed ormai ci avevo rinunciato.
La sera prima mi ero messa d’accordo con la Ila che sarebbe venuta a casa mia ad aiutarmi psicologicamente, mentalmente, con i vestiti e… in tutti i sensi insomma.
Sarebbe arrivata alle 9.30, più i consueti minuti di ritardo, e quindi mancavano ancora due ore e mezza.
Non sapevo cosa fare. Stavo camminando su e giù in camera, cercando di non far rumore per non svegliare i miei genitori.
Presi un libro e cominciai a leggere, ma mi accorsi dopo non so quanto tempo che avevo riletto la stessa frase almeno cento volte e non andava bene.
Misi via il libro e mi decisi ad andare in salotto a guardare la televisione. Almeno il tempo sarebbe passato velocemente.
Totalmente colta di sorpresa, trovai mia mamma in cucina che faceva colazione.
-Come mai sei già sveglia?- mi chiese.
-Non riesco a dormire.- le risposi ormai con la voce più che normale dato che erano le 8 ed ero sveglia da un0ora.-E tu cosa fai già in piedi?- le domandai rendendomi conto che fosse strano che lei a quell’ora fosse già sveglia.
-Non riesco a dormire.- mi disse sorridendo.
Sembra quasi…
-Non dirmi che sei agitata.- le dissi incredula.
-Ehm si. Effettivamente si.- mi fece un sorriso tirato.
-Dovrei essere io quella agitata. Be, lo sono, ma tu dovresti stare tranquilla.- risi.
-è solo che, ho la sensazione che oggi succeda qualcosa.- diventò improvvisamente pensierosa.
-In che senso?- le chiesi preoccupata.
-Boh, sono sicura che oggi sarà un grande giorno.- mi sorrise sincera.
Mi sedetti sul divano ed accesi la televisione.
Ero persa nei miei pensieri che non mi accorsi che erano già le 9.30 e la Ila stava suonando al campanello.
Le aprii mia mamma.
-Eccola là, la nostra fortunata ragazza che oggi conoscerà i genitori del suo ragazzo.- disse la Ila vedendomi e ridendo.
Per tutta risposta la guardai male.
-La piccola è agitata, vero?- mi chiese sarcastica.- Comunque, vedrai che andrà tutto bene. Ho un buon presentimento oggi.- sorrise.
Ma perché tutti avevano buoni presentimenti tranne io?
Ero l’unica che pensavo che sarebbe andata male?
A quanto pareva si.
-Anche tu? Anch’io.- le disse mia mamma raggiante.
-Vedi. Abbiamo tutte e due lo stesso presentimento, andrà benissimo- mi sorrisero entrambe.
Come minimo andava di merda.
-Allora, andiamo a prepararci?- mi disse. Sembrava che parlasse con una bambina di due anni. Mi sembrava di tornare con il pannolino.
-Andiamo.- mi alzai dal divano.
Entrammo in camera mia e chiusi la porta alle nostre spalle.
-Allora? Mi spieghi perché sei agitata?- mi chiese lei stavolta seria.
-Devo conoscere i suoi genitori, non il suo cane. Cioè è normale che sia agitata. E se non gli piacessi? E se..- mi toccò un braccio e mi bloccai.
-Non potrai non piacergli. Sei adorabile. Non ti devi preoccupare.- mi disse sorridente.
Incontrai i suoi occhi azzurri e mi calmai leggermente.
-Adesso, vai a farti una doccia rilassante e poi ti preparai, ok?- mi disse in tono gentile.
-Si. vado.- uscii dalla camera.
Entrai in bagno ed accesi l’acqua.
Mi guardai allo specchio e mi spaventai di me stessa.
Sembravo uno zombie. Avevo scelto la notte giuste per non dormire.
Andrà di mer….
No, Ary. Positiva. Andrà benissimo. Gli piacerai. Non ti adoreranno, ma gli piacerai, parlerete tranquillamente e andrà tutto benissimo.
Come auto-convincitrice di me stessa facevo proprio pena.
Feci la doccia. Cercai di rilassarmi e di calmarmi e forse un po’ ce la feci.
Quando uscii, andai in camera mia e trovai la Ila che parlava al telefono.
Sento aprirsi la porta alzò lo sguardo.
Mi sorrise.
-Simo? Guarda che è uscita dal bagno……Si, ok…vieni qua a prendermi a casa della Ary……quanto sei cretino…- rise- a dopo, amore.- chiuse la chiamata.
-Allora? Rilassata almeno un pochino?- mi chiese sorridente.
-Si, un po’si.- le dissi sincera
-Allora, ho trovato i vestiti. Semplice. Comoda. Di certo non ti faccio mettere i tacchi.- mi disse ridendo.- Jeans carino strappato davanti. Davvero molto carino e una magliettina violetta leggermente scollata, abbinata ad una giacca bianca.- parlava come se fosse uno stilista di moda professionista. Dico UNO stilista, perché stava facendo la voce da maschio, anche se di maschile aveva ben poco. Sembrava più uno stilista gay.
Risi di gusto.
-Ok, va bene. Dammi la biancheria che mi cambio.- le indicai il cassetto della biancheria.
-Guardiamo che biancheria dobbiamo far mettere alla qui presente Arianna.- frugò un po’ nel cassetto e poi mi passò un reggiseno viola e le mutandine dello stesso colore.
-Grazie.- le sorrisi per andare in bagno a vestirmi.
Quando tornai in stanza la trovai sdraiata sul letto.
-Non stai dormendo, vero?- gli chiesi a bassa voce.
-Mi sto riposando gli occhi. Qualcuno stamattina mi ha fatto svegliare presto.- mi disse con gli occhi ancora chiusi.
-Dormirai oggi da Simo.- lei rise.
-Ho in mente di fare tutt’altro invece di dormire.- si alzò.
Io risi.
-No, a parte gli scherzi. Penso che una bella dormita me la farò davvero. Ne ho bisogno.- si sdraiò nuovamente sul letto.
Cominciai a cambiarmi mentre lei “riposava” gli occhi.
Mi guardai allo specchio quando ebbi finito.
Ero comoda e stavo bene. Quello era l’importante.
-Ila? Guarda che sono le 11.15. Arriverà Edo tra poco.- la mossi leggermente cercando di svegliarla.
-Ok, quindi vuol dire che devo alzarmi e fare un squillo a Simo. Dovunque sia. Deve venire a prendermi qui.- mi disse sorridendo con la faccia un po’ assonnata.
Uscimmo dalla camera e ci mettemmo sul divano a guardare un film.
Suonarono il campanello ed io mi fiondai alla porta ad aprire.
Mi trovai davanti Edo e Simo che ridevano e scoppiai a ridere anch’io.
-Ila, i nostri cavalieri sono arrivati.- le dissi facendoli entrare.
Lei li vide insieme e scoppiò a ridere.
-Non ci credo siete arrivati insieme?- chiese ridendo.
Loro due annuirono.
-Sono sceso dalla macchina e non vedo mica questo scemo che scende anche lui dalla macchina?- disse ridendo Simo.
-Oh, scemo lo dici a tuo fratello.- rispose  ridendo.
In poche parole si stavano dando degli scemi a vicenda. Erano come fratelli, praticamente cresciuti insieme. Le loro famiglie si conoscevano ed erano amici. Erano fratelli acquisiti, in poche parole.
-Andiamo?- disse Simo alla Ila.
-Andiamo. Ciao.- disse dandomi un bacio.
-Ciao.- le dissi vedendola uscire sorridendo. Ormai entrava ed usciva da casa mia come se fosse casa sua. Più o meno. Ovviamente suonava prima di entrare, però poteva venire quando voleva, usciva quando voleva.
-Mamma, guarda che io vado.- mi misi ad urlare non sapendo dove fosse finita.
-Oh, è arrivato Edo.- disse spuntando dal corridoio che portava alle camere.
-Eh si.- lo guardai.
-Ciao Edo. Come stai?- gli chiese sorridendo.
-Bene, grazie. Tu?- gli sorrise di rimando lui.
-Bene.- gli sorrise.
-Allora, noi andiamo. Ci vediamo stasera.- le dissi uscendo da casa e sentendo a mala pena un suo “Ciao”.
Salimmo in macchina e per quasi tutto il viaggio rimasi in silenzio.
-Agitata?- mi chiese prendendomi la mano che era appoggiata sulla mia gamba.
-Noooo. Cosa te lo fa credere?- gli chiesi sarcastica.
-Be, almeno adesso capisci come mi sentivo io quando ho dovuto conoscere tuo papà- mi disse sorridendo e togliendo la mano dalla mia per cambiare marcia.
-Si, ti capisco e giuro che non prenderò mai più in giro una persona agitata perché potrei trovarmi agitata anch’io per lo stesso motivo.- dissi sorridendo leggermente.
Arrivammo ad un cancello  enorme, al cui interno c’era un altrettanto giardino enorme.
Passammo sul vialetto con la macchina e parcheggiammo davanti ad una villa. Si, il nome esatto è villa.
Grande, bella. Stupenda. Avevo quasi paura ad entrare per paura di rovinarla camminando.
Scesi dalla macchina con la testa completamente all’insù ad ammirare quella meraviglia di casa. Era semplicemente stupenda.
Edo mi aprii il semplice portone d’entrata e mi fece segno di entrare.
-Mamma, papà. Siamo arrivati.- disse lui dietro di me.
-Siamo in cucina, venite.- disse una voce femminile. Presupposi che fosse sua mamma.
Edo mi mise una mano sul fianco e mi portò in cucina.
Rimasi a bocca aperta.
Quella era una cucina? Era più grande del mio salotto.
Uno spettacolo pure la cucina.
Vidi una donna mora ai fornelli che cucinava ed un uomo biondo che leggeva il giornale seduto al tavolo.
Quando mi videro sorrisero ed io sorrisi un po’ in imbarazzo a loro.
-Mamma, papà. Questa è Arianna, la mia ragazza.- disse Edo sorridendo.
Suo papà venne verso di me e mi tese la mano.
-Piacere sono Marco e ti prego non darmi del lei che mi sento già vecchio abbastanza.- rise e notai che aveva lo stesso sorriso del figlio.
-Piacere.- sorrisi e gli strinsi la mano, cercando di non soffermarmi a guardare il suo sorriso.
Era decisamente un bel uomo. Diverso dal figlio, ma un bel uomo.
Alto, biondo, occhi azzurri che ti inchiodavano alla parete non appena ti guardavano. Fisico davvero atletico, spalle larghe.
Se con il figlio va male ci provo con il padre.
Risi mentalmente per la mia battuta cretina, anche se un pensierino ce l’avrei fatto volentieri.
-Ed io sono Maria. Piacere. Stessa cosa di Marco, non darmi del lei, bastano gli anni che passano a ricordarmi che sono vecchia.- rise e mi porse la mano.
-Piacere. E comunque, non siete vecchi, i miei genitori lo sono più di voi.- risi e li feci ridere.
-Bene, allora, siamo in buona compagnia.- Maria tornò dietro ai fornelli.
Notai che Edo aveva il naso della mamma e il taglio degli occhi.
Anche lei, come il marito, era caratterizzata da due occhi azzurri, alta, mora. Decisamente una bella donna.
Mi chiedevo da chi avesse preso Edo e, soprattutto, la stronza che dei due genitori non aveva niente, anzi, non assomigliava nemmeno ad Edo.
-Ragazzi, ci dispiace avvisarvi, ma appena finiremo di mangiare, noi dovremo andare al lavoro.- ci disse dispiaciuta Maria.
-Ok, va bene. Ma la Vero non c’è?- chiese Edo non vedendo sua sorella.
Ma anche no. Cioè se non c’era non era un problema.
Non volevo proprio vederla quella stronza.
-No, è da Mattia.- rispose sua mamma tranquilla.
Mattia? Erano ancora insieme? Be, meglio, almeno la Ila se l’era tolto dalle palle definitivamente.
-Posso aiutarvi ad apparecchiare la tavola?- chiesi gentilmente vedendo che la tavola fosse ancora spoglia.
-Oh, grazie cara, ma sei un ospite e gli ospiti a casa nostra non fanno niente.- mi disse Marco sorridendo alzando gli occhi dal giornale.
Io persi un battito nello scontrare il mio sguardo con il suo.
So che non era una cosa normale, ma era più forte di me, gli occhi di quell’uomo avevano uno strano effetto su di me, spero solo che lui non l’avesse notato. Volevo evitare figure di merda colossali.
-No, insisto davvero. Non mi piace stare qua con le mani in mano e poi non mi dispiace aiutare.- sorrisi.
A quelle parole vidi Maria con gli occhi lucidi, venne verso di me e mi abbracciò.
-Sei la figlia che avrei sempre desiderato.- si mise a piangere.
Io ero schiacciata contro il suo seno, almeno sapevo che erano naturali, anche se non mi importava molto sapere se fossero vere o finte.
Si scattò da me e tornò a cucinare togliendosi con la mano una lacrima dal viso.
Aiutata dalle indicazioni della mamma di Edo per trovare piatti, forchette e via dicendo, preparai la tavola, aiutata anche da Edo e da suo papà.
Chiacchierammo del più e del meno, in modo spensierato e divertendoci.
Erano davvero simpatici e a quanto pareva io stavo simpatica a loro.
Forse avevano ragione mia mamma e la Ila a pensare che sarebbe andato tutto bene, mi ero preoccupata e non avevo dormito per niente. Mi ero fasciata la testa prima del tempo, come mio solito.
Quando fu pronto, ci mettemmo tutti al tavolo e cominciammo a mangiare.
-Vorrei tanto sapere come vi siete conosciuti. Edo mi ha detto che lavorate nello stesso reparto. – sorrisi e li guardai.
-Ma perché tutti sono sempre curiosi di sapere come ci siamo conosciuti?- chiese Maria al marito.
-A quanto pare la ritengono una cosa romantica. Non sanno che sopportarsi sia sul lavoro che a casa, è faticoso.- disse lui sbuffando.
-Vuoi dire che non mi sopporti più?- chiese lei irritata.
-Be, a volte non sei proprio leggerissima da sopportare, tesoro.- disse con il sorriso e carezzando una mano alla moglie.
-Be, neanche tu sei facile da sopportare.- gli lanciò un’occhiata storta.-Comunque, io avevo appena finito di studiare per fare l’infermiera e avevo trovato lavoro all’ospedale qui di Brescia. Ero ancora giovane e bella ed ero fidanzata. Essendo nuova, mi spostavano molte volte di reparto. Mi assegnavano turni di altri, mi facevano fare lavoro extra, loro dicevano che era per “farmi le ossa”. Era un periodo difficile e finalmente mi assegnarono un reparto dove sarei rimasta fino alla fine dei miei giorni. Il reparto ortopedico. Lì vidi per la prima volta l’uomo che vedi vicino a me. Rimasi folgorata dalla sua bellezza e dal suo sorriso, persi la testa subito per lui, ma ero fidanzata. Avevo anche l’anello e tutto. Dovevamo solo decidere la data delle nozze. Dopo vari mesi che lavoravamo insieme e l’energia che si sprigionava tra di noi, capii di essermi innamorata di lui. Lasciai il mio fidanzato, facendo arrabbiare la mia famiglia, lui e la sua. Ma non potevo farci niente, non volevo sposare un uomo che non amavo. Non lo avrei mai fatto. Così, dopo che lasciai il mio fidanzato cominciai ad uscire con lui, finché non ci sposammo e non avemmo figli.- disse lei sorridendo e stringendo la mano al marito.
Oddio, che tenerezza.
Si erano amati dal primo sguardo. Il classico colpo di fulmine.
Quando Maria finì di raccontarmi, avevamo già tutti finito di mangiare e stavamo ascoltando la storia in silenzio.
-Scusate, ragazzi, ma dobbiamo andare. Ci vediamo stasera, Edo. Ary, spero di vederti presto.- mi disse Marco facendomi il baciamano.
-Spero di vederti ancora.- mi disse Maria dandomi un bacio sulla guancia.
Li vidi uscire e poco dopo sentii la macchina partire e lasciare il vialetto.
Io ed Edo cominciammo a spreparare la tavola, mettemmo in ordine e mettemmo i piatti nella lavastoviglie.
Stavo chiudendo la lavastoviglie quando Edo mi abbracciò da dietro.
Sussultai per quel gesto inaspettato e trattenni il respiro.
-Respira.- mi sussurrò all’orecchio prima di mordermi il lobo.
Mille scariche elettriche mi percorsero il corpo.
Le sue mani cominciarono a vagare sul mio ventre e la sua bocca sul mio collo.
Mi lasciai andare a gemiti di piacere senza neanche sapere di saperli fare.
Il cervello stava per andare a farsi friggere. L’unica cosa che sentivo erano le scariche elettriche che andavano a concentrarsi tutte nel mio basso ventre e la voglia immensa che avevo di lui.
Mi girai per baciarlo. Sentivo il bisogno di avere un contatto con le sue labbra, con la sua lingua che rincorreva la mia.
Per la foga del momento, lo spinsi contro l’isola della cucina, ma lui invertì immediatamente la situazione. Mi mise le mani sul fondoschiena e mi portò a sedere sull’isola.
Continuò a baciarmi mentre le sue mani calde percorsero la mia schiena lentamente e lasciando scie immaginarie.
-Andiamo in camera.- mi disse a fior di labbra.
Il mio cervello era completamente andato.
Mi prese in braccio e continuando a baciarmi, salì le scale fino alla sua camera.
Quando arrivammo in camera sentii il contatto con il materasso.
Edo sopra di me cominciò a baciarmi il collo in modo delicato e gentile.
La sua mano sul mio corpo, lasciava scie calde nonostante avessi come barriera i vestiti. Sentivo il suo tocco infuocato, il suo tocco che dovunque passasse lasciava un calore immenso, provocandomi brividi per tutto il corpo che si concentravano nel mio basso ventre.
Mi guardò per poi prendere possesso delle mia labbra in modo famelico e passionale.
Sentivo dai suoi baci e dal suo tocco che mi desiderava, che mi voleva, ma sembrava anche che si stesse trattenendo per non andare troppo di fretta.
La sua mano si insinuò sotto la maglietta e cominciò ad accarezzarmi il ventre. Il suo tocco era leggero, lento, a volte mi accarezzava solo con i polpastrelli provocandomi brividi per tutta la schiena. Accarezzava prima il ventre e poi lentamente il fianco e successivamente la schiena.
Quando cominciai a sentire la mia maglietta salire insieme alla sua mano, mi tirai su pronta per farmi sfilare la maglietta.
Lui si staccò svogliatamente da me e mi tolse la maglietta.
Si fermò a guardarmi con i suoi occhi verdi scuro, almeno mi sembravano scuri, ma non ne posso essere certa, non ero molto lucida in quel momento.
Posandomi una mano sulla nuca ricominciò a baciarmi riaccompagnandomi lentamente verso il materasso.
Stavolta il vagare delle sue mani, fu accompagnato da quello delle sue labbra e dei suoi baci.
Sinceramente non stavo capendo nemmeno quello che stava succedendo, mi ero così lasciata andare che non collegavo nemmeno le cose. Mi stavo lasciando trascinare dai baci e dalle carezze di Edo, mi stavo fin troppo lasciando andare.
Mugugnai qualcosa e posai una mano sul petto di Edo per allontanarlo.
-Edo – sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra.
-Cosa?- la sua voce era roca, non l’avevo mai sentita in quel modo, ma già l’adoravo.
Aprii gli occhi e scontrai lo sguardo con il suo di un verde scuro quasi innaturale. Mi persi a guardare quegli occhi che già amavo, che già occupavano i miei pensieri.
Mi persi così tanto a guardarlo che mi dimenticai ogni cosa, volevo baciarlo, volevo vedere dove saremmo finiti, massimo avrei potuto fermarlo, no?
Mi alzai leggermente per arrivare a baciare le sue labbra. Lo sentii sorridere e lo sentii spingere leggermente per farmi sdraiare nuovamente sul letto.
Non avevamo mai avuto l’occasione di spingerci così in là, non avevamo mai avuto l’occasione di provare a vedere fino a dove ci saremmo spinti, quella era la prima volta che ci ritrovavamo ad avere un contatto così intimo.
Ci baciammo con fin troppa passione, feci vagare le mie mani sulla sua schiena, la percorsi tutta, interamente, gustandomi ogni centimetro. Arrivai all’orlo e infilai le mani sotto per tastare quella pelle perfetta che avevo visto infinite volte, ma che avevo la possibilità di toccare solo in quel momento. La consistenza della sua pelle era qualcosa di assolutamente perfetto, scottava, bruciava, ardeva. Gli accarezzai la schiena con i polpastrelli facendolo fremere.
Cominciò a baciarmi la mascella, scendo poi per il collo facendomi gemere come mai avevo fatto fino ad allora.
Il cervello era completamente scollegato ed io mi sentivo strana. C’era qualcosa che mi impediva di allontanarlo da me, non che volessi, anzi, volevo che si avvicinasse sempre di più, volevo sentire la consistenza di tutta la sua pelle, volevo sentire la sua voce rotta dall’eccitazione, sentire la sua pelle fremere sotto i miei tocchi.
Qualsiasi cosa facessi era tutto dettato dal mio istinto, dalla mia voglia di assaporare tutto di lui.
Le mie mani non facevano altro che accarezzare la sua schiena perfetta, lottando con la maglietta. Gliela sfilai, capendo che ormai fosse un indumento inutile e che sarebbe servito a ben poco.
Ritrovarmi lui, sopra di me, a petto nudo, era qualcosa di altamente destabilizzante, già non capivo più niente, in quel momento, davanti a quella visione, il mio unico neurone aveva preso le valigie e se n’era andato, via, non si sa dove.
Edo si fermò a guardarmi, immobile, un po’ affannato.
Rimanemmo così, a fissarci negli occhi per minuti o forse ore, non saprei dirlo con certezza, ma quando tornò a baciarmi, era più dolce, cauto.
Affondai le mani nei suoi capelli, accarezzandoli, stringendoli, tirandoli leggermente. Se il bacio era iniziato in modo dolce, più andavamo avanti e più la situazione si faceva nuovamente infuocata.
Il mio obiettivo diventò conoscere a fondo il suo petto. Lo percorsi, lo accarezzai, arrivando alla cintura dei suoi jeans.
Mi ancorai con le mani a quell’accessorio, sentendo una strana presenza sotto di essa. Sussultai leggermente. Era la prima volta per me che sentivo e percepivo la virilità di un ragazzo, non mi era mai successo e sentire quanto Edo mi desiderasse, fu qualcosa di stupendo.
Potrà sembrare strano, ma arrossii e mi irrigidii, togliendo le mani dalla cintura.
Lui si fermò immediatamente e si staccò da me, guardandomi preoccupato.
-Scusa, forse… forse ci siamo spinti un po’ troppo oltre- cercò di allontanarsi da me, ma lo fermai.
-No, non è che questo….è che…ecco… è una cosa nuova per me e… non so cosa fare- gli spiegai con gli occhi bassi e la voce flebile.
-Ti aiuterò io, va bene?- mi sussurrò all’orecchio per poi mordermelo.
Annuii leggermente, portando le mie mani sulla sua cintura.
Ricominciò a baciarmi, con una mano arrivò a toccare la mia facendomi segno che potessi toglierli la cintura.
Lentamente e un po’ impacciata, gli slacciai la cintura, aprii con mani tremanti i bottoni dei jeans, toccandolo sempre di più e facendolo gemere.
Quando finii, lui si allontanò da me per togliersi i jeans e tornò sopra di me con solo un boxer a dividerci.
Cominciò a baciarmi, scendendo lungo il collo e cominciando a toccarmi il seno facendomi gemere e inarcare.
Con movimenti rapidi, arrivò dietro la schiena e sganciò il reggiseno facendolo volare da qualche parte.
Portai automaticamente le mani davanti ai miei seni.
-Perché ti copri?- mi chiese Edo guardandomi perplesso.
-Perché mi vergogno, sono piccole- lo guardai cercando di coprirmi maggiormente con le mani.
-Io le trovo perfette - disse togliendomi le mani e cominciando a baciarmi il seno.
Bastò quel poco a farmi dimenticare quel mio piccolo problema, bastò solo quello a farmi dimenticare che considerassi i miei seni delle piccole noccioline.
Edo, dal canto suo, mi fece capire quanto il mio seno fosse perfetto e bello, dato che continuò a baciarlo e leccarlo sapientemente mentre una sua mano aveva cominciato a slacciarmi i pantaloni e a farmeli scivolare lungo le gambe.
Inarcai il bacino per sfilarmi del tutto i jeans e buttarli per terra.
In quel momento eravamo lì, uno sopra all’altro con solo l’intimo che ci divideva.
Edo tornò a baciarmi il seno, facendomi gemere come una scema.
La sua mano cominciò a percorrere la strada per arrivare al mio centro, per arrivare in quel posto dove non aveva avuto accesso mai nessuno.
Ogni suo tocco era fuoco, erano scariche elettriche, era qualcosa che mi mandava completamente fuori di testa sempre di più.
Mi ritrovai ad ansimare e a gemere mentre lui mi toccava.
Quando lo sentii insinuare un dito in me sussultai e un leggero dolore si fece sentire, ma resistetti, le emozioni, le sensazioni che stavo provando mettevano in secondo piano il dolore, comunque sopportabile.
Mi fece completamente impazzire, continuando anche a dedicarsi al mio seno.
Si muoveva esperto, lento e poi veloce, facendomi impazzire, fino a quando non arrivai al culmine, gemendo e stringendolo a me.
Ancora ansante, lo sentii allontanarsi da me e sdraiarsi di schiena sul materasso.
Mi girai a guardarlo, non riuscendo a capire cosa volesse fare.
-Che stai facendo?- gli chiesi quando il respiro fu quasi del tutto regolare.
-Cerco di darmi una calmata, altrimenti non so che cosa combino- mi spiegò guardando il soffitto.
-Edo?- lo chiamai sperando che mi guardasse.
-Cosa?  
-Guardami- gli dissi dolcemente.
Lo vidi sospirare e poi spostare lo sguardo su di me.
-Che cosa dovresti combinare?- mi sistemai su un fianco guardandolo meglio.
Lo vidi sospirare e tornare a guardare il soffitto.
Mi avvicinai a lui e mi accoccolai sul suo petto.
-Ary - lo sentii sospirare.
-Che c’è?- alzai la testa per guardarlo.
-Mi faresti un favore?- mi chiese guardandomi intensamente negli occhi.
-Dimmi- gli sorrisi.
-Non pensare che sia facile per me dirlo, ma potresti… - sospirò - allontanarti?- sviò lo sguardo quando pronunciò l’ultima parola.
Lo guardai con un punto di domanda stampato in faccia.
-Perché?
Rimase in silenzio.
-Ho bisogno… di… di calmarmi, ecco. Diciamo che avere il tuo corpo nudo appoggiato al mio, non migliora la situazione. >>
-Ah- rimasi un attimo in silenzio assorbendo la notizia. << Be, e se non ti calmassi? >>
Si girò a guardarmi scioccato.
-Cosa stai dicendo?
-Be, Edo… non c’è bisogno che ti calmi, insomma, potremmo… potremmo… potremmo andare avanti- abbassai la testa imbarazzata.
Lo sentii irrigidirsi.
-Ary, ti prego. Non mi sembra il caso. Insomma, siamo tornati da poco insieme, abbiamo da poco sistemato le cose e non voglio rovinare tutto per… per… per questa cosa. Non voglio rovinare le cose obbligandoti a fare qualcosa che non vuoi.-
Pensava davvero che non volessi farlo con lui? Pensava davvero che mi avrebbe obbligato a fare l’amore con lui? Lo facevo più intelligente, pensavo che avesse capito che lo amavo con tutta me stessa e che non mi avrebbe mai obbligato a fare qualcosa che in quel momento avrei voluto fare con tutta me stessa.
Mi sdraiai sopra di lui, appoggiando i gomiti sul suo petto. Lo vidi sbarrare gli occhi e guardarmi scioccato. Contro la mia coscia potevo già sentire quanto fosse eccitato.
-Voglio mettere in chiaro una cosa, - ok, forse era meglio che acceleravo la mia lingua, altrimenti mi sarei bloccata non appena mi sarei resa conto di quello che stavo per dire - tu non mi obbligherai mai a fare qualcosa e, Edo, io voglio fare l’amore con te. Sono pronta, anzi, lo sarò sempre fino a quando ci sarai tu, quindi, non penso tu debba calmarti, non in questo momento almeno- abbassai lo sguardo imbarazzata.
Non avevo più il coraggio di guardarlo negli occhi, non avevo più il coraggio di guardare quelle iridi verdi perché mi resi conto che avevo detto qualcosa di importante, avevo detto qualcosa che probabilmente, se ci avessi pensato qualche secondo in più, non avrei detto.
Le sue mani mi arpionarono i fianchi facendomi rabbrividire.
-S-sei sicura?- balbettò.
Alzai lo sguardo e lo vidi deglutire a fatica.
Annuii abbassando lo sguardo.
-Non voglio obbligarti- sussurrò.
Mi strusciai lentamente su di lui fino ad arrivare al suo orecchio e lo sentii sospirare.
-Edo, te l’ho già detto- gli baciai il collo dolcemente.
Le sue mani cominciarono ad accarezzarmi la schiena, lentamente, così lentamente da farmi impazzire. Avrei preferito che mi toccasse velocemente, ma lui sembrava intenzionato a torturarmi.
-No-non credi che dovremmo aspettare?- lo sentii balbettare nuovamente mentre la sua voce si faceva sempre più roca.
-Edo- gli baciai la mascella, scendendo lungo il collo.
Le sue mani salirono fino alle spalle, per poi accarezzarmi il seno davanti e stringerlo facendomi scappare un gemito.
Rimanemmo così: io a cavalcioni sopra di lui, che baciavo e leccavo quella pelle stupenda, quella pelle dal sapore forte, da uomo; lui che accarezzava e massaggiava il mio corpo, che ne studiava le forme, la consistenza.
Ci assaggiammo e ci toccammo, per minuti, forse ore, facendomi perdere completamente la testa, ma era tutto così dannatamente dolce che avrei continuato per ore.
Da lì a diventare una cosa sola, non so bene come ci arrivammo. L’unica cosa che ricordo, l’unica cosa di cui sono pienamente sicura è che quel momento non lo dimenticherò mai, che le sensazioni, le emozioni, i brividi provati quel giorno, non li dimenticherò mai. Fu come se fossero stati impressi nella mia pelle, come se continuassero a crescermi dentro.
Quel giorno non l’avrei mai dimenticato e ora, potevo capire quando la Ila mi disse che era una sensazione fantastica. Be, lo era, non potevo darle torto.
Avevo provato le sensazioni più belle della mia vita e capii ancora di più quanto io ed Edo ci amassimo.
 
 
Qualche ora dopo, sentii una voce stridula a me famigliare che mi ronzava nelle orecchie.
Non sentii più il calore del corpo di Edo e mi preoccupai.
D’istinto toccai le lenzuola in parte a me e sentii il suo corpo.
Mi avvicinai e mi accoccolai a lui, che cominciò ad accarezzarmi la schiena.
Lo sentii parlare, ma io ero ancora completamente nel mio mondo di pace e di quiete. Non volevo neanche azzardarmi ad ascoltare.
Però poi decisi che un po’ di fatti altrui potevo farmeli.
-Non ci posso credere con lei? L’amica della Ila? Non potevi cadere più in basso, mio caro.- ecco di chi era quella vocina stridula che odiavo. La stronza.
-Senti, Vero. Non puoi farti i fatti tuoi per una buona volta? È la mia vita, scelgo io con chi fare cosa. Io che sono tuo fratello maggiore non ti ho detto niente perché hai perso la tua verginità con quel coglione di Mattia, quindi non metterti in mezzo nella mia. Faccio ciò che voglio con chi voglio. E poi, tu ami Mattia, giusto?- la sentii annuire.- Anch’io la amo, non vedo perché non saremmo dovuti arrivare a questo punto un giorno.- era arrabbiato, ma la sua mano continuare ad accarezzare la mia schiena. Forse si sentiva meglio e si calmava, facendo così. Di sicuro, non sarei stata io quella che avrebbe deciso di smettere quella bellissima tortura.
Sentii uscire la stronza sbuffando ed io aprii gli occhi.
-Hai sentito tutto, vero?- mi chiese sorridendo leggermente.
-Non proprio tutto. Ho sentito solo gli ultimi due scambi di battute.- dissi sorridendo felice.-Comunque, ciao. – gli dissi alzandomi, toccandogli il petto e baciandolo.
-Ciao.- mi sussurrò tra un bacio ed un altro.
Quando tornai ad accoccolarmi sul suo petto, l’occhio mi scappò sulla sveglia.
-Edo, devi riportarmi a casa sono già in ritardo.- gli dissi uscendo dal letto e cominciando a vestirmi.
Lui fece lo stesso ed in poco tempo, fummo in salotto raccogliendo la mia giacca, la mia borsa e le chiavi della sua macchina.
Guardai il cellulare sperando che non avessero chiamato i miei genitori. 5 chiamate perse ed ero in ritardo solo di mezz’ora.
Composi velocemente il numero di casa e aspettai che qualcuno rispondesse.
Pregai tutti i santi, in tutte le lingue che a rispondere fosse mia mamma e non mio papà.
Le mie preghiere furono ascoltate. Rispose mia mamma.
-Mamma, sto arrivando.- gli dissi con il fiatone.
-Mi spieghi cos’è successo?- d’istinto guardai Edo e gli sorrisi.-Ti sto chiamando perché tuo padre è uscito. Non immagino sapere cosa penserebbe se arrivasse a casa e tu non ci fossi ancora.- qualcuno lassù mi voleva bene. Mio papà non era a casa e non sapeva del mio ritardo. Io ed Edo, soprattutto, non eravamo morti.
-Ti spiego dopo, mamma. Ok? Arrivo subito.- misi giù la chiamata, non aspettando nemmeno una sua risposta.
-Edo devi correre. Devo essere a casa prima di mio papà. – gli dissi guardandolo.
Non appena finii la frase, premette il piede sull’acceleratore.
Per tutta la strada non parlammo.
Io ero agitata perché volevo arrivare a casa in tempo e lui la stessa cosa.
Quando vidi la mia via, cominciai a respirare anche se non normalmente.
Edo mi lasciò davanti a casa.
-è stato stupendo oggi.- gli dissi prima di baciarlo.
-Anche per me.- mi disse a fior di labbra.
Scesi dalla macchina velocemente e lui, ancora più veloce di me, partii.
Mia mamma era sulle scale che mi aspettava.
-Dai, entra veloce.- mi disse sorridendo.
Mi sdraiai sul divano e presi un profondo respiro.
Mia mamma mi guardava con un sorrisone sul viso.
-Che c’è?- le chiesi notando che non accennasse a smettere di guardarmi con quel sorriso strano sulle labbra.
-La mia bambina è diventata grande.- disse mia mamma abbracciandomi e scoppiando a piangere.
-Per..-stavo per chiedere perché, ma poi capii cosa intendesse.- Come hai fatto a capirlo?- le chiesi davvero scioccata da quanto l’avesse capito in fretta.
-Si, vede. Sei diversa. Più..bella. So che sembra strano, ma lo so.- mi disse sorridendo asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
-Spero solo che il papà non lo noti. Sarebbe capace di uccidere Edo, lo sai vero?- le dissi tutt’altro che sorridente.
-Ne sono consapevole, ma non penso che lo capisca. Solo le mamme di solito lo capiscono.- mi disse lei sorridendomi in modo rassicurante.
Ma non si ricordava che mio papà aveva il sesto senso di una donna? Ero messa male.
-Mamma, il papà ha il sesto senso di una donna.- le ricordai.
-Oh merda. Speriamo che oggi sia difettoso.- mi disse lei sorridendo.
Pochi minuti dopo andai a cambiarmi e mi misi davanti alla televisione.
Esattamente mezz’ora dopo che arrivai io, arrivò mio papà tutto felice e contento.
-Allora? Come sono i suoceri? – mi chiese ridendo.
-Sono simpatici. Davvero molto carini.- gli risposi io sorridendo cercando di nascondere il mio reale stato d’animo. Speravo che non capisse niente di quello che era successo quel pomeriggio.
-Meglio.- mi guardò ancora un po’ ed io trattenni il fiato per paura che avesse capito qualcosa.
-Come mai mi guardai così, papà?- notai con la coda dell’occhio che anche mia mamma si era fermata e guardava la scena.
-Sembri diversa.- mi disse scrutandomi meglio.
-E come posso essere diversa? Sono sempre io, non ho fatto niente.- dissi sorridendo un po’ in agitazione.
-Sarò io che ho le allucinazioni.- disse mio papà prima di andare in camera a cambiarsi.
Tirai un sospiro di sollievo.
Quella sera ero ancora immersa nel mio mondo.
Io ed Edo quel pomeriggio eravamo diventati una cosa sola ed era stata la cosa più bella che avessi mai potuto fare.
Il mio pensiero mi seguì fino in sogno, facendomi dormire con un sorriso beato tutta notte.
 

 

 

 

 

 

 

Buonasera! Scusate l’immenso ritardo, ma questo capitolo doveva ancora essere scritto, o meglio, la parte più piccante doveva ancora essere scritta e in questo periodo ho avuto molto da fare e poco tempo per scriverlo. Il capitolo era pronto da giorni, avrei dovuto postarlo ancora mercoledì, ma ho avuto piccoli problemi miei personali e purtroppo non sono riuscita a postare prima di stasera.
Come sempre per farmi perdonare posterò subito un altro capitolo domenica, almeno da farmi almeno perdonare un po' per l'enorme ritardo.
Allora, questo è un capitolo importante, fondamentale per la storia di Ary ed Edo. Finalmente hanno fatto il grande passo, finalmente hanno condiviso qualcosa di importante. Edo in realtà avrebbe voluto fermarsi perché non voleva rovinare tutto, insomma, pensava che non fosse necessario farlo, non avevano mai avuto contatti intimi e lui avrebbe voluto fermarsi solo lì, per non andare troppo veloce, per non affrettare le cose e per non mettere fretta alla Ary. Certo, ammetto che per lui darsi una calmata sarebbe stato qualcosa di difficile, che per lui darsi una calmata non fosse facile, insomma, ama la Ary è normale che abbia voglia di approfondire il contatto, ma non voleva affrettare le cose, gli sembrava già tanto quello che avevano fatto.
Che ne pensate invece dei genitori di Edo? Sono simpatici e davvero molto carini, a sto punto mi chiedo se la Stronza sia davvero figlia loro.
Dalla piccola discussione che hanno lei ed Edo, potete capire che lei sia insieme a Mattia, ancora, che lei fosse davvero innamorata di lui e che anche loro hanno condiviso qualcosa d’importante. Insomma, Mattia è fuori dalle scatole definitivamente per quanto riguarda la Ila xD
Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito. Grazie *_*
Vi ricordo che potete aggiungermi su Twitter e Fb. Aggiungetemi pure =)
Per il prossimo capitolo vi dico solo una parola: regalo, auguri. xD Chi compierà gli anni?
Alla prossima ^_^
 

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Capitolo 54
*** Auguri piccola ***


Capitolo 37

Auguri piccola.

Ary POV
Era il giorno del mio compleanno e la mia voglia di andare a scuola era sotto zero.
Già gli altri giorni era bassissima, ma quel giorno lo era ancora di più.
Era una fredda e buia mattina di fine ottobre ed io non volevo andare a scuola, ma purtroppo mi toccò andarci.
Quando uscii dalla mia camera, trovai mia mamma che sorrideva come una scema e mio papà con la bocca aperta che guardava dalla finestra.
-Che succede?- chiesi vedendo che tutti erano scombussolati.
-C’è c’è…- mio papà che balbettava era un evento da segnare sul calendario.
-No, Paolo. Non dirle niente. Ciao tesoro. Ci vediamo oggi. Vai a scuola- disse mia mamma spingendomi fuori casa e chiudendomi la porta in faccia.
-Ma che…- dissi nel momento stesso che mia mamma mi chiuse la porta in faccia.
Mi girai ancora non capendo quel comportamento e… parcheggiata davanti casa mia una Lamborghini bianca, appoggiato sul cofano Edo con un mazzo di rose rosse in mano.
Lo guardai con la bocca aperta, lui mi sorrise.
Lentamente cercando di non inciampare, scesi gli scalini.
Arrivando sempre più vicino la macchina notai che sulla fiancata della macchina ci fosse uno striscione.
“Auguri piccolina. +17. Ti amo.”
Frase semplice, ma tremendamente carina. Mi stavo per mettere a piangere e poi vederlo con le rose in mano con quel sorriso.
Mi misi a piangere mentre andavo ad abbracciarlo e baciandolo.
Lui mi accarezzò il viso e con il pollice mi tolse le lacrime dalla guancia.
-Auguri piccola.- mi disse dopo che ci fummo baciati.
-Grazie.- disse ancora con gli occhi chiusi.
Aprii gli occhi e trovai lui che mi guardava felice e con un enorme sorriso sulle labbra.
Ci guardammo per interminabili minuti.
-Dai, vieni che ti porto a scuola.- mi disse sorridendo e salendo in macchina.
Io raccolsi lo striscione, lo piegai per bene e salii in macchina.
-Sarà meglio che avviso la Ila che non ci sarò in fermata.- dissi cercando il cellulare nello zaino.
-Tranquilla, è andato Simo a prenderla.- mi disse Edo mettendo in moto, provocandomi mille brividi solo per il rombo del motore.
Sembravo una scema e potevo sembrare una scema, ma io per i rombi dei motori delle macchine impazzivo e poi, ero seduta in una Lamborghini. Dovevo godermi quel momento.
-Quindi, non sono l’unica ad avere una sorpresa stamattina.- gli sorridendo e cominciando a guardare per tutto l’abitacolo.
C’era profumo di sedili in pelle, di nuovo.
Gli interni era neri, lucidi, bellissimi.
Tornai un attimo a soffermarmi sull’odore che c’era in macchina.
Nuovo? Non è che questo cretino ha preso la macchina nuova, né?
-Edo, ma come hai fatto ad avere questa macchina?- gli chiesi io un po’ preoccupata.
-Che gusto c’è ad avere un fratello che vende belle macchine se non posso chiedergliene una in prestito ogni tanto?- mi chiese ridendo.
Tirai un sospiro di sollievo. Non avrei mai potuto sopportare di dover vedere quella macchina tutti i giorni, non che mi desse fastidio, sia chiaro, solo che il mio povero cuoricino non avrebbe resistito a tutti quei rombi.
Decisamente meglio.
Avevo ancora sonno, nonostante fossi con Edo e avrei dovuto svegliarmi, ma il tempo non migliorava la situazione.
Se fosse venuto a piovere mi sarebbe dispiaciuto parecchio per la macchina. Non volevo che si rovinasse e se fosse venuto a grandinare? Non potevo nemmeno pensarci.
Raggiungemmo la scuola in un battito di ciglia o almeno a me sembrò tale.
Scesi dalla macchina forse un po’ in imbarazzo perché ero al centro dell’attenzione ed io odiavo esserlo, come la Ila.
Erano le sette e mezza e a quell’ora la maggior parte degli studenti arrivavano a scuola.
Bene, ma perché tutti guardano me? Ok, va bene . Guardano la macchina non proprio me, però alcuni guardano me che sono scesa dalla macchina. Ok,Ary rilassati.
Respirai. Edo mi mise un braccio intorno alla vita.
-Respira, tranquilla.- mi disse sorridendo.
-Lo dici facile tu. Sei sempre al centro dell’attenzione con la tua notevole bellezza. Io odio essere al centro dell’attenzione.- dissi sbuffando infastidita.
Ci mettemmo al solito posto ad aspettare la Ila e Simo. Chissà che fine avessero fatto.
-Piaciuto il regalo?- mi chiese abbracciandomi da dietro.
-Sì, parecchio- strinsi le mie mani alle sue.
-So che non è molto, ma non sono molto bravo con i regali- dalla sua voce potei capire quanto fosse imbarazzato.
Mi girai a guardarlo e lo vidi leggermente rosso.
-No, non ti devi preoccupare Edo, a me va benissimo, è il pensiero quello che conta e non il regalo vero e proprio. Comunque, sappi che mi è piaciuto un sacco, anche a mio papà – scoppiai a ridere.
-Be, allora se è piaciuto anche a tuo papà, posso stare tranquillo, no?- disse in tono ironico.
-Cos’hai contro mio papà?- gli chiesi incrociando le braccia.
-Ma niente- rise di gusto- solo che una volta mi odiava e sapere che ha gradito anche lui il mio regalo mi fa piacere, non lo nascondo.
-Uhm, spero che sia solo questo.
-Lo giuro, solo questo
Mi avvicinai a lui per lasciarli un bacio a fior di labbra.
-Ne voglio ancora uno – mi sussurrò sensualmente ancora a contatto con le mie labbra.
-E se io non volessi?- sussurrai.
-Mi sentirei molto offeso e probabilmente me ne andrei lasciandoti qua da sola.
-Faresti una cosa del genere il giorno del mio compleanno?
-Potrei fare anche di peggio.
-Non sapevo fosse così cattivo, Signore- gli misi le mani sul petto e mi avvicinai maggiormente a lui. Quanto stavamo flirtando da uno a dieci?
Lentamente baciai le sue labbra, senza cercare un contatto più profondo fino a quando lui non mi mise una mano sulla nuca e delineò le mie labbra con la lingua in un tacito permesso di entrare.
Ci assaporammo, ci assaggiammo senza nessun ritegno.
-Ragazzi, una stanza quando si sta in queste condizioni sarebbe gradita.- la voce di Simo mi arrivò quasi ovattata. Ero talmente in un altro mondo che non sapevo nemmeno dove mi trovassi. Esisteva solo Edo, io e quel bacio passionale e togli-fiato.
Ci staccammo di mala voglia guardando malissimo Simo.
-Scherzavo, guardate. Facciamo andare indietro il tempo e facciamo finta che non abbia mai detto niente, ok? – sorrise.
-Ormai ci hai disturbato, adesso ci sopporti e ci parli insieme.- disse Edo.
-Da quando tu parli al plurale?- gli chiese lui.
-Da quando tu hai la ragazza?
-Touchè
-Comunque, auguri!- la Ila venne ad abbracciarmi –Se solo non stavi facendo qualcosa di decisamente interessante, ti avrei fatto gli auguri meglio, ma purtroppo, o forse per fortuna, eri impegnata- ammiccò come una stupida.
-Allora, ragazzi, oggi combiniamo qualcosa?- chiese la Ila andando ad abbracciare Simo.
-Cosa dovremmo combinare?- chiesi io perplessa.
-Come, cosa dovremmo combinare. È il tuo compleanno, giusto? Andiamo da qualche parte, non so, alla freccia, a mangiare un gelato.
Un gelato? Ila si era completamente bevuta il cervello? Era fine ottobre, faceva freddissimo e lei voleva andare a prendere un gelato? L’avevo sempre detto che la mia amica era fuori di testa, ma non pensavo così tanto.
-Ila, siamo ad ottobre e tu vuoi prendere un gelato?
-E perché no? Io lo mangio anche a dicembre se mi viene voglia.
-Basta che certe voglie non ti vengano per altri motivi- aggiunse serio Simo.
Lei gli diede un sberla.
-Ahia – si massaggiò la testa.
-Sei un cretino- proruppe guardandolo male –massimo è colpa tua, tesoro, mica mio, cioè, anche, ma da sola non farei niente.
-Ok, va bene, va bene, mi rimangio quello che ho detto. Fai finta di niente- alzò le mani in segno di resa.
Quei due non sarebbero cambiati mai.
Restammo a parlare del più e del meno ancora un po’ e poi salimmo in classe.
Durante le prime tre ore di lezione, mi soffermai a pensare sul mio rapporto con Edo, cioè sul nostro rapporto.
Non era cambiato da quando avevamo fatto l’amore insieme, anzi era migliorato. Non era il rapporto scherzo che avevano la Ila e Simo o un continuo punzecchiarsi, ma mi piaceva.
Non dovevamo per forse finire a farlo se la situazione era leggermente alle stelle, anche se la maggior parte delle volte succedeva.
Per mia fortuna, mio papà non aveva ancora scoperto nulla, anche se forse sospettava qualcosa.  Non volevo immaginare la sua reazione se l’avesse saputo, anche se forse un giorno gliel’avrei detto.
Quando sarei stata maggiorenne.
Le prime tre ore passarono velocemente e la Ila a ricreazione venne a darmi IL regalo. Perché era un regalo davvero bellissimo.
Sono sempre stata fan dei Guns ‘N Roses, cioè sempre, me li ha fatti conoscere un ragazzo che avevo conosciuto tramite chat e li ho subito amati. Non ho mai avuto la possibilità di comprare tutti i cd originali e così le canzoni le ho sempre scaricate, ma da quel giorno avrei potuto dire di averli tutti.
Quella pazza della mia migliore amica mi aveva regalato tutto il repertorio dei Guns in cd, originali. Ogni singolo cd era tra le mie mani.
Avevo la bocca completamente aperta e non sapevo cosa dire. Non sapevo davvero come esprimere la mia felicità, anzi forse un modo lo trovai perché piansi.
-Grazie. Davvero. Com’hai fatto a trovarli tutti?- le chiesi asciugandomi una lacrima con il palmo della mano.
-Mi ha dato una mano Simo.- mi disse lei sorridendo felice.
Passammo la ricreazione a ridere ed a scherzare.
Finché suonò e lei se ne tornò in classe.
Le tre ore successive le passai ancora a pensare, a rimuginare su qualsiasi cosa, non avevo per niente voglia di seguire la lezione.
Aspettavo in ansia l’ultima ora perché sarei andata a mangiare il gelato con Edo, la Ila e Simo.
A fine ottobre noi mangiavamo il gelato, ma io mangiavo il gelato in pieno inverno se ne avevo voglia.
Quando alle 13.20 uscii da scuola vidi il mio angelo personale al calorifero.
 
 
 
 
 
Edo POV
Avevo passato tutto il giorno a pensare alla mia piccola.
Da quando avevamo fatto l’amore per la prima volta, l’amavo ancora di più. Il nostro non era un rapporto completamente fisico, potevamo coccolarci senza per forza arrivare a farlo e questo mi piaceva davvero molto. Non avevo mai sopportato avere rapporti che si basavano prettamente sul rapporto fisico, non c’era sentimento, non c’era niente, non si faceva altro che finire a letto tutte le volte che ci si vedeva e non mi sembrava una bella cosa.
Con Jessica il mio rapporto era così. Rapporto prettamente fisico, non parlavamo quasi mai di niente, ma con la mia piccolina, tutto era diverso. Io ero diverso. E questo mi piaceva.
Il pomeriggio sarei dovuto andarla a prenderla insieme a Simo.
Avevamo deciso di portare le ragazze al centro commerciale per mangiare un gelato e fare un giro, così avremmo anche festeggiato il compleanno della Ary.
Ovviamente, tutti accettarono. Ormai eravamo praticamente inseparabili, tutti e quattro e ci divertivamo davvero tantissimo ad uscire tutti insieme, anche solo per andare a prendere un dvd in videoteca. 
Le 13.20 si avvicinarono ed io e Simo partimmo, ovviamente sulla sua macchina. Simo odiava non guidare.
Arrivammo in tempo per vederla uscire dalla classe e per veder arrivare la Ila con la Fede.
Con il tempo avevo imparato a conoscere anche la Fede, era davvero simpatica e mi chiedevo come facesse ad essere ancora single, gliel’ho chiesto molto spesso, ma diceva di non saperne il motivo.
La salutammo, salimmo in macchina e ci dirigemmo verso il centro commerciale.
Appena arrivati prendemmo il gelato nella yogurteria e ci andammo a sedere in un tavolo.
Io avevo davanti la mia piccolina, alla mia destra Simo e davanti a lui la Ila.
Non so come mai, ma in quell’occasione decidemmo di metterci in quel posizione.
Non sapevo di essere in pericolo di morte finché la mia piccolina non cominciò a mangiare il gelato.
Leccava il cucchiaio, se lo metteva in bocca in un modo sensuale, da farmi eccitare immediatamente. Lei non se ne rendeva conto, rideva e scherzava con gli altri, ma io l’unica cosa che sapevo fare era guardare la sua bocca che si chiudeva sul cucchiaio o la sua lingua che lo leccava.
La mia eccitazione era alla stelle, anche se non era la prima volta, ma almeno le altre volte eravamo da soli e non in pubblico.
Dovevo trattenermi, ma ormai non sapevo più cosa fare.
Tutto di lei mi sprizzava sensualità e mi faceva venire in mente pensieri poco casti e puri. Da quando l’avevamo fatto la prima volta, la mia mente non sapeva nemmeno più cosa voleva dire essere pudico.
Ogni suo movimento mi faceva venire in mente fantasie che non oserei ripetere, la maggior parte delle volte potevo dargli “sfogo”, ma non in quel momento.
In quel momento eravamo davanti alla sua migliore amica e al mio migliore amico che forse non si sarebbero scandalizzati, dato che loro facevano di peggio, ma non mi sembrava il caso farlo in un centro commerciale, non volevo essere arrestato per atti osceni in luogo pubblico.
Cercai di concentrarmi a mangiare il mio gelato senza guardarla minimamente, ma immancabilmente mi cadeva lo sguardo su di lei.
Per mia fortuna, finii il gelato, ma fece una cosa peggiore.
Si mise a leccare l’interno della coppetta in un modo dannatamente erotico che ormai non riuscivo più a trattenermi.
I pantaloni stringevano troppo ed io ormai non capivo più niente.
Simo in parte a me rideva, come la Ila davanti a lui, l’unica a non accorgersi dell’effetto che mi faceva, era lei.
Finimmo tutti di mangiare il gelato e andammo a fare un giro.
Cercai di calmare il mio testosterone impazzito e passai il pomeriggio più tranquillo che potessi immaginare.
A parte quel piccolo episodio che aveva rischiato di farmi morire d’infarto per il resto andò tutto bene.
Riaccompagnammo le ragazze a casa e tornammo alle nostre rispettive case.
Da solo pensai alla scena con il gelato ed il mio amichetto mi fece una visitina.
Com’era possibile che quella ragazza mi facesse quell’effetto, quando non faceva niente di speciale?
Ormai ero innamorato perso. Non c’erano dubbi.
 

 

 

 

 

Buonasera! Come promesso, eccomi qua a postare un nuovo capitolo. L’avevo promesso per farmi perdonare e sapete che mantengo sempre le promesse. xD
Allora, rileggendo il capitolo a distanza di mesi da quando l’ho scritto mi sembra tutto troppo esagerato e assurdo, però fa niente, il capitolo era nato così ormai 9 mesi fa ed era giusto rimanesse così.
Un capitolo abbastanza leggerino e carino, penso e spero. La parte finale POV Edo mi sembrava qualcosa di carino e mi sono divertita troppo scrivendolo e rileggendolo.
Avviso che dal prossimo capitolo saremo già dentro nei capitoli che porteranno alla fine della storia. I prossimi quattro capitoli saranno dello stesso giorno, ogni capitolo visto da un punto di vista diverso: prima sarà Ary che ci racconterà la mattinata delle ragazze, secondo Edo che racconterà la mattinata dei ragazzi, poi Ila che racconterà il pomeriggio e quello che succederà e per finire Simo che anche lui racconterà il pomeriggio. Leggendo i capitoli capirete cosa succederà in quella giornata e cosa festeggeranno. =)
Con il capitolo di Simo saremo al 58, quindi -2 capitoli alla fine della storia, ho voluto fare una cosa del genere perché volevo far lasciare un saluto da tutti a modo loro e poi ci sono altri motivi che spiegherò con i capitoli.
Be, ormai questa storia sta giungendo alla fine e quei quattro capitoli ne sono la prova.
Ringrazio come sempre le persone che hanno aggiunto la mia storia ad una qualsiasi delle liste e a quelle che mi hanno inserito come autore preferito. Grazie davvero. *_*
Alla prossima ^_^

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Capitolo 55
*** Natale (POV Ary) ***


Capitolo 37

Natale (POV Ary) 

Ary POV
Giorno di Natale. I ragazzi, io e la Ila avevamo convinto i nostri genitori a fare il pranzo tutti insieme.
C’eravamo proprio tutti: io ed Edo, mia mamma e mio papà, Ila e Simo, sua mamma con il suo ragazzo, i genitori di Edo, i genitori di Simo, il fratello di Edo e sua moglie, Veronica e Mattia.
Si, purtroppo c’erano anche loro, ma non potevamo farci assolutamente niente.
Erano una coppia collaudata ormai, formavano una coppia da tantissimo tempo e sembravano innamorati.
Non poteva non partecipare la stronza, era pur sempre la sorella di Edo e non potevamo non invitarla, anche se non ero del tutto felice di avercela tra i piedi quel giorno.
Ero a casa della Ila che ci stavamo preparando.
Ci eravamo messe d’accordo per prepararci insieme e poi andare al ristorante con sua mamma.
Il tempo era perfetto, c’era fresco e si prevedeva neve per quel giorno, sarebbe stato davvero il massimo.
Ci stavamo vestendo e stavamo chiacchierando o meglio, lei stava chiacchierando, io stavo pensando bellamente ai fatti miei.
Stavo ripensando a questo anno, immancabilmente ogni volta che si stava per avvicinare la fine dell’anno facevo le mie considerazioni, riportavamo alla mente i ricordi di quell’anno e cercavo di fare una specie di bilancio.
-Tu lo fai mai il bilancio dell’anno a fine anno?- chiesi improvvisamente a Ila bloccando il suo discorso.
-Certo, ma non mi limito a fare solo quello. Quando tipo finisce la scuola tendo a fare un bilancio anche di quella, non di certo “Sono andata bene” “Ho fatto cagare” “Potevi fare più la secchiona”, ma tipo il mio anno con i compagni, con la mia vicina di banco fuori di testa, litigi dell’anno, amicizie all’interno della scuola. Si, tendo tanto a fare i bilanci di quando finisce qualcosa, be, più che bilanci potremmo chiamarli quasi dei fllashback, ricordi i momenti passati e ti fai quasi un esame di coscienza, diciamo.- mi rispose lei pensierosa e seria.-Tu li fai?
-Si, certo che li faccio, ma solo a fine anno e quando finisce un’amicizia o un amore.- con l’ultima parola feci scoppiare a ridere Ila.- Perché ridi, stupida.- le chiesi infastidita.
-Perché adesso puoi dire anche tu la fine di un amore, anche se questo amore sta andando avanti anche adesso.- mi sorrise.
Eh si, il mio amore era finito e poi ci siamo rimessi insieme. Be, non era finito del tutto, io lo chiamavo il periodo di pausa.
-Senti, stavo pensando per l’ultimo dell’anno, potremmo invitare anche la Fede e invitiamo anche Lorenzo. È da un sacco di tempo che voglio farglielo conoscere, ma declina sempre l’invito. Sono stufa ed io che volevo darle una mano. Non mi frega all’Ultimo viene, a costo di andarla a prendere a casa e di prenderla di peso. – disse lei sicura di quello che stava dicendo. Risi.
-Chiamala e diglielo. Non penso che i ragazzi abbiano problemi, sono stati anche loro ad organizzare gli altri incontri a cui lei non è mai venuta. Non serve chiedergli se siano d’accordo.- le dissi mettendomi la maglietta.
Lei già pronta e vestita, stranamente, prese in mano il telefono e chiamò la Fede mettendo in vivavoce.
-Pronto.
-Ciao Fede, come va?- le disse lei sorridendo.
-Bene, tu?- rispose lei.
-Benissimo. Senti hai un minuto da dedicarmi?- le chiese speranzosa mentre mi infilai i pantaloni.
-Certo. Dimmi tutto.
-Tu per l’ultimo torni in su, vero?- Si, perché la Fede era andata a trovare i parenti in Basilicata e aveva detto che sarebbe tornata per il capodanno, ma era sempre per essere sicure.
-Sisi. Vengo su il giorno dopo S. Stefano. Perché?- le chiese la Fede immaginandosi che avesse in mente qualcosa.
-Sia chiaro che non accettiamo una risposta negativa. Tu a capodanno vieni con noi. Se non vieni, vengo a prenderti a casa e ti prendo di peso. L’Ultimo tu lo passi con noi. Punto e stop. Non accetto repliche, non accetto scuse, non accetto niente.- la Ila aveva usato il suo tono autoritario e duro. Difficilmente riuscivi a dirle di no, almeno io difficilmente riuscivo a dirle di no. La Fede non era me.
-NO. Categoricamente ed assolutamente no.- la Fede si mise ad urlare e mi fece prendere paura.
-Fede, ti ho detto che non accetto un no. Non mi frega, tu vieni. Mi offendo profondamente se non vieni.- la sua voce assunse un tono più dolce.
-Non voglio fare la terza incomoda.- sbuffò.
-Non farai la terza incomoda. Ci saranno altre persone.- la Ila sorrise vittoriosa.
-Ok, va bene. Verrò.- sbuffò nuovamente.
-Grazie. Ah e buon Natale. Ci sentiamo per metterci d’accordo.- le disse lei sorridente e felice.
-Buon Natale anche a te. Ciao.- chiuse la chiamata.
-Ce l’abbiamo fatta. Ce l’abbiamo fatta.- cantò la Ila mettendosi a ballare.
La scena era alquanto pietosa, ma ero felice che finalmente la Fede avesse accettato. In realtà non ci sarebbero state altre persone, solo Lorenzo, un amico di Edo e Simo che volevamo farle conoscere da un po’. Noi non lo avevamo ancora visto, ce ne avevano parlato solo Edo e Simo e sembrava un ragazzo a posto. Lo avremmo conosciuto anche noi lo stesso giorno in cui lo conosceva la Fede.
Finimmo di prepararci e di truccarci, cantando e ballando come delle sceme, ma almeno non eravamo da sole.
Carla, la mamma della Ila, salendo dalla doccia, aveva cominciato a ballare e a cantare anche lei. Diciamo che si mise in mezzo anche il cane in un modo o nell’altro.
Passammo quasi mezz’ora così, fin quando Carla non chiese aiuto per i vestiti.
Dovevamo essere pronte e scattanti entro le undici perché sarebbe arrivato Diego, il ragazzo della mamma della Ila, a prenderci e se non fossimo stati pronti, si sarebbe incazzato.
Io e la Ila eravamo pronte, ma bisognava pensare alla Carla.
Rovistammo nel guardaroba e optammo per un gonna tubino in pelle, calze a rete, camicia, cravatta e tacco alto nero.
Quando suonò il campanello la Carla si era appena messa su le scarpe. Incazzatura scampata.
La Ila sperava tanto che il ragazzo di sua mamma non venisse. Non lo voleva in mezzo ai piedi e non andavano tanto d’accordo.
Lo odiava ancora di più da quando aveva detto a Simo delle cose poco carine su di lei, cosa che in teoria Simo non avrebbe dovuto sapere o almeno non in quel momento.
Simo non ci aveva nemmeno fatto caso, lei si era incazzata litigando con Diego e dicendogli di farsi i cazzi suoi. Lui la stava quasi per picchiare, ma ci sorvolò sopra. Ebbe anche una piccola discussione con Simo perché non riusciva a capire come lui potesse stare tranquillo. Lui le aveva risposto che non gli importava, non si ricordava nemmeno cosa gli avesse detto esattamente.
Dopo quel momento la Ila aveva smesso di parlarci e faceva come se non esistesse. Simo, invece, lo salutava per educazione, ma poi non lo cagava molto.
Diciamo che Diego aveva trovato un modo per farsi odiare, già non era molto simpatico, poi se si comportava anche in quel modo.
In macchina io e la Ila ascoltammo la musica con il suo mp3 improvvisando balletti con le braccia e ridendo come cretine.
Davanti Carla e Diego parlavano di qualcosa di cui sicuramente non mi importava niente e poi non erano fatti miei.
I ragazzi avevano prenotato un ristorante carino nella periferia di Brescia, che reputavano carino ed accessibile.
Guardando le strade non sapevo nemmeno dove mi trovassi.
Per me era come se fossimo all’altro capo del mondo.
Parcheggiammo nel parcheggio di un ristorante davvero molto carino.
Ad aspettarci c’erano già tutti.
Edo con i suoi genitori. Sua sorella con Mattia. Simo con i suoi genitori. Davide con Camilla.
Tutti ci sorrisero. Fortunatamente né io né la Ila avevamo deciso di metterci i tacchi, in quel parcheggio ciottoloso sicuramente avremmo fatto qualche volo o almeno, io ne avrei fatto qualcuno.
Davide venne verso di noi.
-La mia cognatina preferita.- disse prendendo in braccio la Ila.
-Per la verità la tua cognatina sarebbe lei.- disse indicandomi.
-Oooh, ma questi sono dettagli.- rise e la fece girare.
-Ma perché la mia ragazza devi salutarla prima tu?- gli fece notare Simo. Sembrava geloso anche del suo fratello acquisito.
-Perché lei è mia.- appoggiò Ila per terra e la strinse.
-Non ti sembra di esagerare? Ti ricordo che sei sposato ed io sono minorenne.- gli fece notare la Ila ridendo.
-Per essere ancora minorenne non è un problema, non mi sembra che Simo si faccia tanti problemi quando ti porta a letto.- Davide rise lasciando la Ila.
Lei sbiancò e poi arrossì. Tutti scoppiarono a ridere.
-Davide. – gli urlò Simo riprendendolo.
-Ma scusa è vero. Non mi sembra che tu ti sia fatto tanti problemi a farlo con lei…- disse lui guardando Simo.
Era comica come scena, anche se mi sentivo in imbarazzo io per la Ila.
-Davide, smettila.- gli disse Simo ringhiando. L’avevo sentito solo una volta ringhiare, quando quella scema della Ila lo aveva fatto ingelosire parlando dell’amichetto di Mattia.
A proposito di Mattia, lui assisteva alla scena allibito circondato dagli altri che ridevano.
-Dai, ragazzi smettetela. Ma perché tutte le volte che vi vedete dovete quasi picchiarvi? Non siete più dei bambini o dei ragazzini. Siete adulti, uomini. Quindi vedete di piantarla, chiaro?- disse la Bea passando in parte ai due e dirigendosi verso Carla e Diego, per presentarsi a quest’ultimo.
-Ha ragione tua madre, Simo. Dovresti piantarla e poi non è più un segreto che voi due lo fate. – disse passando Ale dando una pacca sulla spalla al figlio.
-Papà- lo riprese Simo. Lui rise.
Mi sembrava che in mezzo a tutta quella mischia mancasse qualcuno.
Infatti vidi arrivare la macchina dei miei genitori in quel momento, che parcheggiarono.
Edo mi si avvicinò e mi baciò con passione, anche se non mi sembrava il caso dato che mio papà non sapeva nulla della nostra attività sessuale e non volevo che lo scoprisse proprio in quel momento.
Mi prese per mano e ci dirigemmo verso i miei genitori.
-Ciao. Avete fatto fatica a trovare il posto?- gli chiesi.
-Nono. Tutto a posto. Siamo gli ultimi?- mi domandò mia mamma.
-Si, stranamente si.- risi.
-Ciao Paolo. Ciao Paola. Come state?- gli chiese lui cortese.
-Bene, grazie e tu?- rispose mia mamma sorridendo.
-Bene.- sorrise.
Tornammo dagli altri seguita da loro.
Gli presentai tutti, uno per uno, finché non dovetti presentargli i loro suoceri. Edo era in parte a me che vegliava su ogni mia azione.
-Mamma, questa è la mamma di Edo, Maria. Maria questa è mia mamma Paola.- dissi facendo le presentazioni.
-Lieta di conoscerla.- le disse mia mamma educata, allungando la mano.
-Oh, non diamoci del lei. Avremo più o meno la stessa età.- le rispose Maria stringendole la mano.
-Maria, questo è mio papà Paolo.- le dissi facendoglielo vedere con una mano.
-Paolo e Paola che carini. Piacere.- gli disse sorridendo e stringendogli la mano.
-E questo è Marco, il papà di Edo.- gli dissi indicandolo.
Rimasi spiazzata dalla bellezza dell’uomo.
Era vestito in giacca e cravatta in modo davvero elegante.
La sua figura era fasciata perfettamente dal suo completo.
-Piacere di conoscervi.- disse stringendo la mano sia a mio papà che a mia mamma.
Anche mia mamma sembrava al quanto provata dalla visione che aveva davanti, ma poi si riscosse dai suoi pensieri.
Entrammo tutti insieme e prendemmo posto cercando di dividere i giovani dai vecchi.
La tavolata era divisa in due parti: a destra i vecchietti e a sinistra i giovani. Io avevo vicino Simo ed a capo tavola Edo, la Ila non era vicino a me perché Davide voleva averla vicina e Simo pure quindi, ero circondata da maschi. Davanti a me quella persona che mi stava davvero molto simpatica, la Veronica con vicino Mattia che era esattamente davanti a Simo che lo guardava decisamente male. Vicino a Mattia la moglie di Davide che sembrava pienamente a suo agio in quella famiglia. Forse c’era abituata al marito fuori di testa che non voleva stare vicino a lei, ma ad un’altra. A quanto pareva la prendeva sul ridere e poi si vedeva che la Ila e Davide andassero d’accordo come amici e se anche solo Davide avesse provato ad allungare le zampe, c’era Simo pronto all’attacco. Quindi non bisognava preoccuparci. 
 

 

 

 

 

 

 

Buonasera! O tra un po’ dovrei dire buonanotte, ma va bè. Mi sono persa un po’ via tra le nuvole (sono così tenere e coccolose *_* ok, sono scema xD) e quindi sto postando adesso, alle dieci e passa di sera. Ho pensato di postare direttamente domani, ma poi ho pensato che non volevo farvi aspettare. =)
Allora, questo è il primo capitolo dei 4 che poi andranno a formare la giornata di Natale. Questo è dal punto di vista di Ary che ci racconta tutta la mattina, dalla preparazione più chiamata a Fede per l’ultimo, all’arrivo al ristorante.
Be, non c’è molto da dire.
Ah sì, chiarisco una cosa. Ila e Ary stanno cercando in un qualche modo di far fidanzare Fede, solo che lei non ne vuole sapere. Volevano farle conoscere Lorenzo, un amico di Simo ed Edo, un ragazzo simpatico, carino e con la testa a posto. Ila e Ary non l’hanno mai conosciuto, ma si fidano del giudizio dei loro ragazzi. Tutti e quattro hanno organizzato degli appuntamenti, ma Fede non si è mai presentata perché, a detta sua, non voleva un ragazzo, non volevo avere degli appuntamenti al buio, ma questa non è la verità. Lei si è sempre lamentata di voler una storia seria, ma non ha mai trovato il ragazzo giusto, Ila e Ary in un qualche modo stanno cercando di farglielo conoscere, ma lei non capisce niente. -.-  Questa cosa l'avrei spiegata meglio nella storia che avrei dovuto scrivere, il seguito di questa, ma che poi alla fine ho deciso di non scrivere. In quella storia avrei spiegato meglio tutto, ma poi ho deciso di non scriverla più, o meglio, di non pubblicarla. =)
Ma alla fine Fede è ceduta e dovrà andare all’ultimo con loro *_* Va be, poi per quel capitolo dovrete aspettare un pochino, prima deve finire il “lungo” Natale. xD
Ringrazio tutte le persone che continuano a leggere e recensire la storia, che l’hanno inserita nelle seguite, preferite e ricordate. Davvero grazie a tutte *_*
Alla prossima ^_^
 

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Capitolo 56
*** Natale (POV Edo) ***


Capitolo 37

Natale (POV Edo) 

Edo POV
Finalmente il giorno di Natale era arrivato.
Erano le 9 di mattina e come sempre ero il primo che si svegliò. Simo aveva sempre l’abitudine di dormire tanto e come minimo avrei dovuto aspettarlo un’oretta, se mi andava bene.
Non sapevo esattamente il motivo per cui mi trovavo lì, a casa sua, a dormire nella stanza degli ospiti. Il giorno prima mi aveva chiesto di andare da lui a dormire per passare una serata tra uomini. Ary e Ila erano insieme, avrebbero dormito a casa della Ila e Simo voleva imitare le ragazze. Non comprendevo appieno il motivo di quella decisione, insomma, loro erano ragazze, era normale che ogni tanto si trovassero per stare insieme, che prima di un giorno importante volessero prepararsi insieme, non vedevo perché noi maschi dovevamo fare lo stesso, ma comunque avevo accettato, mi piaceva sempre passare del tempo da solo con Simo, a parlare di cose da uomini e a fare i cretini come al solito.
Mi alzai dal letto e mi diressi in cucina. Ormai ero abituato a fare come se fossi a casa mia, passavo più tempo lì che nella mia vera casa e Bea mi aveva quasi obbligato a fare come se abitassi davvero lì con loro. Mi aveva obbligato un giorno, quando avevo ancora 12 anni e continuavo a chiedere qualsiasi cosa in modo gentile, continuavo a chiedere tutto nonostante sapessi esattamente dove si trovasse ogni cosa. Quel giorno, Bea mi costrinse quasi con la forza a smettere di chiedere e di arrangiarmi, che tanto sapevo dove fossero le cose e che potevo girare come volevo. Così feci. Conosco quella casa come le mie tasche, la conosco forse meglio di Simo e questo è tutto dire.
-Buongiorno! Dormito bene?- esordì Bea quando entrai in cucina. Ormai la consideravo come una seconda mamma, avevo passato più tempo con lei che con la mia, potevo dire lo stesso di Ale che vicino a lei sorseggiava il caffè.
-Benissimo, voi?- aprii il frigo e tirai fuori il latte.
-Benissimo- rispose in coro.
Presi il latte, i cereali, la scodella, il cucchiaio e mi sedetti a tavola.
-Allora, oggi conosceremo la mamma della Ila.- era più un’affermazione che una domanda.
-Esatto.- risposi versando il latte ed i cereali nella tazza.
-E com’è?- mi chiese Bea curiosa.
-Come Ila, cioè caratterialmente è come lei, per il resto è diverso. Penso abbia preso dal padre.- spiegai cominciando a mangiare.
-Ed i tuoi conosceranno i genitori della Ary, allora.- mi fece notare Ale.
-Be, si, ma non mi preoccupo. Massimo è normale odiarsi tra suoceri, quindi anche se non dovessero piacersi non è un problema.- sorrisi e poi continuai a mangiare.
-Ma non dire stupidate, non è normale odiarsi, non si va d’accordo, tutto qui. Non bisogna farne un dramma. Se non ci si sta simpatici non ci si può far niente.- sorrise Bea.-Spero solo di non stare sulla palle alla mamma di Ila, ci terrei ad avere un buon rapporto con lei, cioè non dico che dobbiamo vederci per andare a fare shopping o per fare palestra insieme, ma almeno da non mangiarci vive quando ci vediamo. Ci tengo che Ila rimanga con mio figlio e vorrei avere un buon rapporto anche con la mamma.- abbassò gli occhi leggermente in imbarazzo.
-E ci andrai d’accordo. Non dico che andrete a mangiare insieme tutti i giorni, ma andrete d’accordo. Non è la solita donna con la puzza sotto il naso che vedi tu di solito. È molto alla mano, è divertente. Non ti preoccupare.- disse Simo entrando in cucina in boxer nonostante fosse pieno inverno e avrebbe dovuto almeno usare una maglietta.
Simo e il pigiama non andavano d’accordo. Da piccola Bea lo obbligava ad usarlo, facendogli mettere il broncio praticamente tutte le volte che doveva indossarlo, poi con il passare del tempo, Simo cominciò a fare di testa sua, a fare come vuole e quindi lentamente il pigiama si dimezzò: prima i pantaloni, poi la maglietta per ritrovarsi così a dormire solamente in boxer. Estate, inverno, primavera, -20° con un metro di neve, niente poteva costringere Simo a mettere il pigiama.
L’ultima volta che l’avevo visto mettere un pigiama era stato quando era in ospedale e anche lì era stato obbligato per una questione d’igiene, ma lo aveva odiato con tutto sé stesso.
Per Ila trovarsi davanti quella visione tutte le mattine appena sveglia non doveva essere male, ma per me, anche se ormai non ero abituato, non era il massimo.
Simo andò al frigorifero e prese la bottiglia dell’acqua per poi bere a canna.
-Davvero dici che andremo d’accordo?- gli chiese Bea speranzosa.
-Sicuramente.- disse chiudendo la bottiglia e mettendola nel frigo.
-Non vorrei fare una domanda inappropriata, ma il papà?- si informò Ale.
-Il papà non c’è. Sinceramente non l’ho conosciuto neanche io, Ila non sembra molto dell’idea di farmelo e per quello che mi ha raccontato, preferisco così, non vorrei far saltare fuori discussioni per niente. Comunque, penso non vi piacerebbe.
Da quello che mi aveva raccontato Simo quando gli avevo domandato che fine avesse fatto il papà della Ila, mi aveva spiegato un po’ la situazione e anch’io ero dell’idea che era meglio non conoscerlo, soprattutto se si voleva davvero bene alla Ila. Era un papà davvero molto rompi palle solo quando voleva lui e lei non lo sopportava. Simo mi aveva anche spiegato che non voleva rendergli conto della propria vita perché tanto lui non vi faceva parte e non voleva nemmeno che vi facesse parte.
-Capisco, quindi, deduco che è un argomento di cui non bisogna parlare-  intuì Ale.
-Esatto- annuì Simo- Andiamo a prepararci?- mi chiese guardandomi e poi andando verso le scale.
Finii di fare colazione, misi la ciotola a lavare e salii in camera.
Simo era già sicuramente sotto la doccia, quindi decisi di rimanere nella stanza degli ospiti a farmene una anch’io, non volevo perdere tempo inutile e poi Simo era peggio delle donne, ci metteva ore a farsi una donna, non capivo mai cosa facesse lì dentro.
Andai in bagno, accesi l’acqua e cominciai a spogliarmi.
Infilandomi sotto il getto d’acqua calda, mi misi a riflettere: su quello che era successo in quell’anno che stava ormai per giungere al termine, su quante cose erano cambiate in un anno, su quante cose erano successo, ma soprattutto stavo facendo un confronto su cosa stessi facendo in quel preciso istante un anno prima e quello che ricordai non era per niente piacevole.
Ero solo, certo, c’era Simo, ma la mia vita sentimentale era alquanto fiacca. Eravamo ad una festa e Simo, come al solito, si stava dando alla pazza gioia, in tutti i sensi, si stava divertendo ed io sembravo un pesce fuor d’acqua: ero in un angolo, con il mio bicchiere di vodka in mano. Mi ero dato al bere, al bere pesante perché in un certo senso avevo capito che bevendo qualcosa dimenticavo, almeno per un po’. Quando improvvisamente arrivò Simo, era stufo di vedermi triste, di vedermi bere come un alcolizzato, voleva fare qualcosa per me, diceva che mi serviva una sana scopata, che avevo bisogno di divertirmi. Certo, era bravo lui a dirlo, era bravo lui a parlare quando era nel suo carattere comportarsi in quel modo, ma io non ero proprio capace a limitarmi ad una sana scopata senza sentimento, era qualcosa più forte di me e lui lo sapeva bene. Se di solito non ero tipo da una scopata e via, in quel periodo lo ero ancora meno.
Sì, in quel periodo ero depresso, ma non avevo la minima idea che di lì a un mese la mia vita sarebbe cambiata completamente.
La sera della discoteca Simo era venuto a buttarmi letteralmente giù dal letto, mi aveva vestito, pettinato e mi aveva dato un calcio nel sedere per farmi uscire di casa. Ovviamente non erano mancati litigi e battibecchi, non volevo uscire e non avevo nessunissima intenzione di cambiare idea, neanche lontanamente, ma uscii, non so esattamente come fece Simo a convincermi, ma ce la fece.
Non potevo immaginare che quella sera la mia vita sarebbe cambiata radicalmente.
Non potevo immaginare quello che sarebbe successo nei mesi successivi.
Non potevo immaginare che mi sarei innamorato così tanto.
Non potevo immaginare che io sarei cambiato.
Si, perché ero cambiato e anche molto. Mi consideravo una persona migliore.
Quando la vidi per la prima volta fu come un raggio di sole dopo mesi e mesi di pioggia.
Lei piccola e bellissima. Lei così timida, ma che sapeva essere sexy con un semplice gesto, almeno, ai miei occhi un semplice gesto poteva essere altamente sexy.
Era bastato guardarla una volta per capire che per lei avrei perso la testa, che in realtà l’avevo già persa con un solo sguardo. Potrà sembrare stupido, ma da quel momento ero rinato.
Avevo cercato di farle domande per capire come poterla rintracciare, non avrei mai avuto il coraggio di chiederle il numero così, senza nemmeno conoscerci, non mi sembrava quel tipo di ragazza. Ero riuscito a scucirle ben poco quando Ila rientrò nel locale e me la portò via, ma comunque sapevo delle cose importanti: il nome e la scuola, scuola che fortunatamente frequentava mia sorella, non sarebbe stato difficile scoprire qualcosa di più.
Per quattro giorni ebbi la testa piena di lei, anche se avevamo passato poco tempo insieme mi aveva colpito, non potevo farci niente, non sapevo cosa farci era qualcosa di più forte di me e a quanto pareva non ero l’unico che era stato colpito dalla freccia di Cupido, anche Simo era particolarmente preso da Ila, anche se non l’avrebbe mai ammesso, anche se per farglielo ammettere avrei dovuto usare ogni minimo trucco.
Poi scoprire le informazioni fu facile: parla con la sorella, descrivile le ragazze e il gioco è fatto. Non mi ci volle poi molto.
Potrà sembrare strano, ma mi sentivo un completo cretino con lei, non sapevo come comportarmi, non sapevo cosa fare, sembrava che fosse la prima ragazza che mi interessava, sembrava che fossi un ragazzino alle prime armi, invece non lo ero affatto.
Ogni volta che ero in suo compagnia cercavo di capire qualcosa di più di lei, la osservavo, la studiavo e devo dire che quello che vedevo mi piaceva parecchio.
Frequentandola e parlandole, mi ero ritrovato ad essere cotto perso e non sarei più tornato indietro. Neanche Jessica mi piaceva così tanto ed invece lei si, la mia piccolina.
Con lei le cose andavano tutto bene, ero felice, contento, mi sentivo al settimo cielo, ma poi rividi Jessica e in quel momento qualcosa in me scattò. Forse era anche dovuto al fatto che fossi in astinenza, che avessi voglia di fare l’amore e che ne avevo bisogno, forse era perché non avevo ancora del tutto superato la storia di Jessica, ma alla fine rivederla mi aveva leggermente scombussolato. Decidere di lasciare Ary fu qualcosa di difficilissimo, sinceramente non so come feci, tornassi indietro non lo farei più. Come potevo solo pensare che Jessica fosse la scelta migliore? Che fare l’amore con lei valeva più di aspettare la mia piccolina? Ero un completo cretino e mi ero comportato da tale.
Certo, in quel periodo di lontananza da lei, pensai che fosse tutto a posto, pensavo di essere felice, di aver finalmente trovato il mio posto nel mondo, ma non potevo sbagliarmi più di così. Quando rividi Ary a Cattolica capii ogni cosa: capii che fosse stato il destino a farci incontrare, capii che avevo fatto l’errore più grande della mia vita a lasciarla, a scegliere Jessica invece di lei, capii che dovevo tornare sui miei passi e per la prima volta nella mia vita tutto mi sembrava chiaro, sapevo quello che dovevo fare.
Capii di amarla, di non aver mai smesso di farlo e che nessun altro doveva averla tranne io, era mia e di nessun altro. Non volevo che quell’energumeno la toccasse e non volevo nemmeno che la baciasse, come osava pensare solo di toccarla? Lei era MIA e di nessun altro. Poi non volevo che soffrisse, non volevo che quel coso la prendesse in giro, non doveva farlo per nessuna ragione al mondo. La portai via per quel motivo e perché nessuno doveva provare a portarla via da me, nessuno. Ovviamente e lei non lo spiegai, non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo, non almeno fino a quando lei si sarebbe preoccupata in quel modo e poi c’era ancora Jessica nella mia vita, dovevo pensarci bene.
Il giorno dopo quel piccolo incidente, lasciai Cattolica e lasciai anche Jessica sotto il suo sguardo arrabbiato e incredulo. Non avrebbe mai immaginato che l’avrei lasciata, aveva detto che io non avevo nessuno diritto di lasciarla e che lei non poteva essere lasciata da me, lei non veniva mai lasciata da nessuno, era lei che lasciava e con quel suo piccolo discorso capii ancora di più che la Jessica che conoscevo io esisteva ancora, solo che lei l’aveva ampiamente camuffata.
Passai giorni a pensare a come potermi riavvicinare a lei, a come poter tentare di rimettere a posto le cose, anche se pensavo non sarebbe stato facile.
Non riuscii mai a trovare un modo per riavvicinarmi senza che si sentisse in trappola. Passai settimane a pensare a lei, passai mesi a continuare a ripetere quanto l’amassi, peccato che solo il muro lo sapesse.
Non avevo trovato un modo per riprovarci, ma a quanto pareva il destino era dalla mia parte. Quando la vidi in discoteca non potei far a meno di pensare a quanto fosse bella, non era quella classica bellezza da copertina, non era quella bellezza finta e costruita, ma aveva quella bellezza che ti colpisce per la sua semplicità. Era bellissima e quella sera non feci altro che darmi del cretino continuamente. Più la guadavo e più mi rendevo conto che ero innamorato di lei più di ogni cosa al mondo.
Avrei voluto abbracciarla, baciarla, fare l’amore con lei in quel momento, senza nemmeno pensarci, ma non era possibile, sapevo che avrei dovuto aspettarla stavolta e che non avrei dovuto commettere lo stesso errore che avevo fatto, anzi, non avrei mai commesso lo stesso errore, non ero pronto a separarmi da lei, forse non lo sarei mai stato.
La portai in disparte e le parlai, con il cuore in mano, spiegandole cosa fosse successo, cosa mi fosse passato in quei mesi, dichiarandole tutto il mio amore. In quel momento sapevo che lei avrebbe potuto rifiutarmi, che avrebbe potuto mandarmi a quel paese e di dirmi di non farmi più sentire, avrei capito e l’avrei lasciata in pace. Ok, forse non l’avrei lasciata in pace, avrei insistito, avrei cercato di dimostrarle il mio amore per quello che era davvero, non mi sarei arreso così facilmente.
Con mio grande stupore, mi perdonò senza neanche fare troppa resistenza. Mi aspettavo di tutto, mi aspettavo chissà che cosa, ma non avrei mai pensato che mi avrebbe riabbracciato come se niente fosse successo.
Devo ammetterlo, ogni tanto qualche discussione c’era e finivamo sempre per parlare di quei mesi che eravamo stati distanti, la ferita c’era e probabilmente solo il tempo avrebbe risistemato tutto.
Ma con il passare del tempo non solo la ferita si stava rimarginando, ma anche la mia voglia di averla, di farla mia, di fare l’amore con lei. L’amavo con tutto me stesso, volevo aspettarla, ma avevo anche un certo bisogno di fare l’amore, con lei.
Il giorno più bello della mia vita fu quando a casa mia facemmo l’amore per la prima volta guardarla, sentirla gemere, sospirare, vederla mordersi il labbro, fu qualcosa di assolutamente stupendo. Non ero mai stato con una ragazza vergine, non sapevo cosa fare, come comportarmi, ma fu tutto così naturale e semplice che mi venne tutto senza pensarci, l’amavo, solo di quello ero sicuro.
Da quel giorno tutto fu in salita, ogni cosa andò bene e io mi sentivo l’uomo più felice sulla faccia della terra. Lei era la cosa più bella che mi era mai capitata nella mia vita. Non l’avrei mai cambiata con niente al mondo e sinceramente ero pronto a sposarla anche in quel momento.
Sotto la doccia, con l’acqua che scrosciava lungo il mio corpo mi resi conto che ero pronto a sposarmi anche in quel preciso istante. Potevo sembrare uno stupido, ma io ero sicuro, ero certo, era lei, lei era quella giusta, quella che incontri solo una volta, lo sapevo, ne ero sicuro e avrei fatto qualsiasi cosa per far sì che diventasse mia mamma, un giorno o l’altro.
Mi riscossi dai miei pensieri e dalle mie riflessioni e uscii dalla doccia.
Non osavo nemmeno immaginare quanto tempo avessi passato sotto la doccia. Mi avvolsi nell’accappatoio e andai in camera.
Guardai l’orologio: avevo passato appena 20 minuti nella doccia. Certo, c’ero stato dentro più del mio solito, ma pensavo fosse passato più tempo perso com’ero nelle mie riflessioni.
Mi infilai un paio di boxer e andai verso la camera di Simo per vedere se fosse uscito dalla doccia.
Quando entrai in camera potei sentire ancora lo scrosciare dell’acqua.
Bussai alla porta.
-Cosa ti bussi, scemo! Guarda che è aperto!- urlò Simo. Potrà sembrare una cosa strana, ma io e Simo entravamo tranquillamente in bagno mentre l’altro faceva la doccia. Ovviamente non c’era niente di malizioso in quello che facevamo, avevamo passato ormai da tempo il periodo in cui ci guardavamo rispettivamente il nostro amichetto laggiù guardando che fosse messo meglio, era passato ormai il periodo in cui facevamo battutine idiote sulle nostre dimensioni, ormai eravamo uomini adulti e non c’era più nessun problema. Eravamo talmente abituati a vederci nudi che ormai mi sembrava di vederlo fare la doccia vestito.
-Mi spieghi che cosa ci fai sempre mezz’ora sotto la doccia?- mi appoggiai allo stipite della porta incrociando le braccia al petto.
-Devo lavarmi per bene ogni centimetro di pelle, non si sa mai.
-Ok, non voglio assolutamente sapere a cosa ti riferisci- alzai le mani al cielo.
-Be, metti che la Ila deve leccarmi…
-Ho detto che non volevo saperlo- dissi uscendo facendo finta di essermi scandalizzato, ma in realtà stavo ridendo.
Poco dopo sentii l’acqua della doccia chiudersi e Simo comparve dal bagno con indosso l’accappatoio.
-Stavo pensando, perché non invitiamo anche Lore all’ultimo? È da un po’ che proviamo a fargli conoscere Fede, ma lei ha sempre rifiutato. Potrebbe essere la volta buona per farli conoscere, che ne pensi?- mi sdraiai sul letto mentre Simo finì di parlare.
-Mi sembra perfetto- gli sorrisi.
-Lo chiamo subito.- Simo prese in mano il telefono e compose il numero. Mise in vivavoce.
-Ciao bello. Dimmi, successo qualcosa?- esordì Lorenzo.
-No, tutto a posto. Senti, all’ultimo vieni con noi?- gli chiese Simo andando subito al dunque.
-Non so se è il caso. Non voglio fare il quinto incomodo.- scherzò.
-No, ma tranquillo. Ci saranno altre persone.- Simo prese il completo e la camicia dall’armadio.
-Ok, allora. Ci sarò.- mi sembrò di sentirlo sorridere.
-Allora, ti farò sapere. Buon Natale.- gli disse Simo.
-Buon Natale anche a te.- gli rispose Lore chiudendo poi la chiamata.
Finimmo di vestirci, parlando del più e del meno e di varie altre cazzate e partimmo per andare al ristorante.
Quando arrivammo al ristorante ci trovammo davanti i genitori di Simo, i miei genitori, mia sorella e Mattia, mio fratello e Camilla.
C’eravamo quasi tutti, a parte Ila con sua mamma e il suo ragazza, la mia piccolina e i suoi genitori, poi ci saremmo stati tutti.
Quando arrivarono, il primo ad andarle a salutare fu Davide, o meglio il primo che perse in braccio la Ila fu Davide, facendo scattare Simo sulla difensiva. Mio fratello era talmente stupido che cominciò a prendere in giro Ila e Simo perché lo facevano, speravo solo che non facesse simili battute anche su di me e la Ary davanti a suo papà, altrimenti saremmo stati davvero nella merda.
Parlando del diavolo, spuntò la macchina dei genitori della mia piccolina.
Andai verso di lei per baciarla con passione e la presi per mano andando verso i suoi genitori.
-Ciao. Avete fatto fatica a trovare il posto?- chiese lei sorridendo.
-Nono. Tutto a posto. Siamo gli ultimi?- domandò sua mamma vedendo quanta gente ci fosse nel parcheggio.
-Si, stranamente si.- effettivamente era strano che fossero gli ultimi ad arrivare. Gli ultimi potevano essere solo la Ila e Simo e quindi quelli che arrivavano con loro, invece stranamente erano puntuali entrambi.
-Ciao Paolo. Ciao Paola. Come state?- chiesi ricordandomi le buone maniere.
-Bene, grazie e tu?- rispose lei sorridendomi gentile.
-Bene.- sorrisi anch’io di rimando.
Tornammo dagli altri e la Ary cominciò a presentare tutti ai suoi genitori, ma doveva presentarli anche i miei di genitori.
Quando ci avvicinammo a loro, mi strinse la mano che teneva la sua.
Forse fu solo un gesto involontario di cui lei non si rese nemmeno conto, ma io me ne resi conto, eccome.
La guardai, cercando di notare una sua qualche paura, ma sembrava tranquilla e rilassata.
-Mamma, questa è la mamma di Edo, Maria. Maria questa è mia mamma Paola.- disse indicando mia mamma che sorrideva.
-Lieta di conoscerla.- disse sua mamma allungando la mano.
-Oh, non diamoci del lei. Avremo più o meno la stessa età.- le rispose mia mamma stringendole la mano.
-Maria, questo è mio papà Paolo.- glielo presentò facendoglielo vedere con una mano.
-Paolo e Paola che carini. Piacere.- disse sorridendo e stringendogli la mano.
-Piacere.
-E questo è Marco, il papà di Edo.- disse lei indicandolo.
Guardai meglio mio papà. Era vestito davvero in modo elegante e, nonostante la sua età, era ancora un bel uomo.
-Piacere di conoscervi.- disse mio papà stringendo la mano sia al papà della Ary che a sua mamma.
Finite le presentazioni, entrammo tutti insieme al ristorante.
La tavolata era divisa in due parti: i giovani a sinistra ed i vecchietti a destra.
Io mi misi a capotavola con la Ary vicino a me.
Avevo la visione completa di tutta la tavolata.
Vedevo le persone che si guardavano.
Mio fratello aveva voluto stare a tutti i costi in parte alla Ila, facendo sedere così Camilla, davanti a lei.
Non riuscivo a capire come facesse a sopportare uno come mio fratello e come facesse a non essere gelosa, o almeno infastidita, dal fatto che non fosse voluto rimanere vicino a lei. Ma a quanto pareva, non le aveva dato fastidio.
Sapeva e conosceva com’era fatto mio fratello.
Sapeva benissimo che lui provava solo un profondo affetto per la Ila, nonostante l’avesse vista poco, la considerava una sorellina minore.
Mi soffermai a guardare tutta la tavolata.
Tutti che ridevano felici e contenti.
Sembravano tutti felici di stare dove fossero.
Tutto sembrava al posto giusto, ma soprattutto io sentivo di essere al posto giusto con la persona giusta.

 

 

 

 

 

Buongiorno! Come state? Io bene e come al solito sono in un tremendo ritardo, di nuovo. Stavolta però non c’entrano scuola o impegni vari, c’entra il fatto che il mio pc ha deciso di rompere e non appena ho parlato a mia mamma del piccolo problema lei mi ha praticamente preso il pc e portato a far vedere.    Questo giovedì scorso e il pc me l’hanno ridato solo martedì sera. Poi, come se non bastasse, questo capitolo dovevo anche riscriverlo, quindi ecco perché sono nuovamente in ritardo. -.- Ormai non mi sembra più neanche il caso di chiedervi scusa e di promettervi che non lo farò più, tanto succederà comunque che lo voglia o meno. -.-
Allora, questo capitolo è completamente POV Edo, ci sono tutti i suoi pensieri, quello che ha passato in un anno e cosa gli stava succedendo prima che incontrasse Ary. È un capitolo per farvi dare un addio anche da lui. Be, non c’è molto da dire, no?
-4 alla fine della storia. =( in un certo senso sono triste, mi dispiacerà non leggere più le vostre recensioni e non postare, ma ormai questa storia la trovo molto lontana da me, ogni volta che rileggo qualcosa mi chiedo come faccia a piacervi, però siamo alla fine ed è giusto che leggiate fino alla fine. =)
Ho notato che le persone che mettono nella lista la storia stiano aumentando sempre di più, ma siete pazze? Chi è che leggerebbe questa roba? E poi leggersi 56 capitoli non è cosa da poco, eh. Per me siete completamente pazze, ma comunque vi ringrazio, tutte, una per una per aver letto e continuare a leggere questa storia. Grazie davvero *_*
Alla prossima ^_^

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Capitolo 57
*** Natale (POV Ila) ***


Capitolo 37

Natale (POV Ila) 

È davvero strano come a volte il mondo è piccolo.
E anche quel giorno di Natale fu così.
Quando presentai mia mamma ai genitori di Simo, rimasi sorpresa che Ale la conoscesse già.
Parlando scoprirono come facevano a conoscersi.
Era lui l’avvocato che aveva assistito mia mamma durante il divorzio da mio papà. Non lo sapevo e non avrei mai potuto immaginarlo.
In un certo senso fui felice di vedere che il mondo fosse così piccolo, dall’altro mi ritrovai a pensare che forse avrei potuto conoscere prima Simo, ma non avrei mai potuto saperlo.
Ed ero lì, in quell’immensa tavolata circondata da due uomini: uno, ovviamente, era Simo, l’altro era quel rompi scatole di Davide, anche se lo trovavo simpaticissimo.
La moglie davanti a me, mi guardava in modo dolce e simpatico, come se non mi odiasse per il fatto di averle tolto il marito, anche se comunque io non avevo fatto niente.
Era Davide che si era attaccato a me come una cozza, provocando così la gelosia di Simo, ma era geloso anche del suo fratello acquisito? Non potevo crederci, eppure mi sembrava più che ovvio che lo amassi con tutta me stessa.
Eravamo a quasi metà del pranzo ormai e non ce la facevo più dal ridere.
Davide in parte a me, non faceva che raccontare battute e farmi ridere. Non ce la facevo più, facevo fatica a mangiare.
-Senti, Davide. Smettila. Vorrei mangiare.- cercai di dirgli tra le risa.
Lui mi guardò e rise.
Improvvisamente prese la sedia ed andò a sedersi vicino alla moglie.
Così ebbi il tempo di pensare. La mattina la Ary mi aveva chiesto se io facevo mai il bilancio a fine anno ed io le avevo risposto che lo facevo per qualsiasi cosa. Stranamente, quell’anno, non l’avevo ancora fatto.
Non era il momento migliore per farlo, durante la cena di Natale, ma avevo bisogno di pensare, di pensarci e l’unico momento che trovai era quello.
C’era una pausa tra una portata e l’altra e decisi di andare a prendere una boccata d’aria.
-Vado un attimo fuori a fare un giro. – dissi alzandomi dalla sedia.
Simo si stava già alzando per seguirmi.
-Vado da sola se non ti dispiace.- gli sussurrai all’orecchio per poi lasciargli un bacio.
Uscii nel parcheggio, incamminandomi verso il giardino del ristorante.
Ero circondata da pace e tranquillità ed in quell’atmosfera i miei pensieri mi assalirono.
Pensai all’anno appena passato, a quante cose erano cambiate in solo 12 mesi. Troppe cose erano cambiate, ma erano pur sempre cambiate in meglio.
Non avrei mai immaginato che mi sarei innamorata di un uomo come Simo, anzi non avrei mai immaginato di incontrare uno come lui.
Qualche settimana prima di incontrare lui, immaginavo il mio futuro con Mattia, mi immaginavo di stare con lui, di baciare lui, ma dopo che Simo entrò nella mia vita, tutto cambiò.
Dopo quei pochi momenti passati insieme quella sera, era cambiato tutto.
Lui mi aveva completamente stravolto la vita senza avvertirmi, senza che io lo volessi. Perché io non volevo che mi travolgesse la vita, non volevo che la sconvolgesse totalmente.
In quel periodo non volevo che uno stronzo come lui entrasse nella mia vita per rovinarla, ma non potevo immaginare che non l’avrebbe mai rovinata.
Be, forse all’inizio la rovinò, entrò prepotentemente nel mio cuore senza chiedermi il permesso, senza che io lo volessi, per poi spezzarmelo andando a letto con un’altra.
Per i mesi successivi, lo odiai con tutta me stessa, ma ogni fibra del mio corpo reclamava la sua presenza, un suo tocco, una sua carezza, il mio cuore reclamava lui, nonostante fossi insieme a Mattia, il ragazzo che mi amava e che amavo prima di incontrare Simo.
 Non so perché non lo cercai in quel periodo, forse ero ancora troppo cieca per capire che avevo bisogno di lui, che ogni cellula del mio corpo avesse bisogno di lui, ma quando seppi del suo incidente mi sentii morire.
Pensai che avessi perso la mia occasione, che lo stessi perdendo e che non avrei più potuto dirgli che volevo lui, che l’avevo sempre voluto, ma quando si risvegliò capii che non tutto era perduto, che il mio amore nei suoi confronti aveva la possibilità di crescere.
Passare quei giorni con lui in ospedale, era per me la cosa più bella e poi capire che fossi ricambiata.
Capii in quei tre giorni che lui fosse realmente interessato a me.
Lo capii dai suoi sguardi, dai suoi atteggiamenti, dal suo cambio d’umore quando io gli rispondevo male.
Fu lì che capii tutto, ogni cosa. Che capii cose che non avevo mai capito.
Gli ero sempre interessata e lui era cambiato…per me…per noi…per un nostro possibile futuro insieme.
I mesi successivi furono i più belli. Tutto era perfetto, anzi perfetto no, il perfetto dopo un po’ storpia.
Era tutto bello per quello che era: per le nostre provocazioni, per le nostre discussioni, per le nostre gelosie, per i nostri scherzi.
Andava tutto bene, per com’era.
Quando la sera prima del matrimonio lo stavamo quasi per fare e venni sopraffatta da quei pensieri strani, non seppi nemmeno io per quale motivo venni presa da quella paura.
Non dovevo avere paura, lui aveva scelto me, voleva stare con me, non mi avrebbe mai lasciato. Non avrebbe mai fatto l’amore con me per poi non farsi trovare la mattina.
Ma quella sera pensai lo stesso a quelle brutte paranoie.
Tutto poi passò, finendo con la confessione del nostro amore. Di amarci. Di volerci.
Poi arrivò il mio compleanno, il regalo.
Tutto sembrava bellissimo, ma se in quel periodo la mia vita sentimentale andava a gonfie vele, non potevo dire lo stesso per la Ary.
Dovevo combattere tra la mia relazione e la mia migliore amica, cercare di non farle pesare il fatto che io avessi il ragazzo e lei no.
Vederla piangere, soffrire, chiudersi in se stessa, mi faceva chiudere lo stomaco.
Non potevo vederla soffrire così. Non potevo proprio. Ma per fortuna poi tutto si risolse.
Ricordo ancora la prima volta con Simo, era stato favoloso, magnifico e non avevo mai immaginato di poterlo fare in modo migliore e con una persona migliore.
Lui era la cosa più bella che potessi avere, la persona più bella che potessi conoscere ed amare.
Non mi accorsi delle lacrime che mi solcavano il viso, non mi accorsi nemmeno di aver cominciato a piangere.
Ma non erano lacrime di dolore, erano di gioia immensa nel ricordare quei momenti, che sicuramente non sarebbero mancati anche nel futuro.
-Stai bene?- mi chiese Simo preoccupato.
Alzai lo sguardo verso di lui ed incontrai i suoi occhi neri.
Era preoccupato. Vedevo sul suo viso l’indecisione se avvicinarsi o guardarmi da lontano. Gli sorrisi.
-Sto benissimo.- ammisi sorridendo, ma piangendo ancora.
-Perché piangi?- mi chiese avvicinandosi e sedendosi sulla panchina dove mi ero seduta qualche minuto prima.
-Perché sono felice.- gli dissi guardandolo e ricominciando a piangere.
-Per me dovrebbero rinchiuderti, lo sai?- mi disse asciugandomi una lacrima con il pollice.
Risi.
-L’ho sempre detto che dovevano farlo, ma ancora nessuno l’ha fatto.- gli dissi guardandolo negli occhi.
-Questo vorrà dire che ti farò rinchiudere io, ma con me però.- disse prima di baciarmi.
Il mio primo bacio misto a lacrime.
Era dolce e salato allo stesso tempo.
Dischiusi le labbra per accogliere la lingua di Simo.
Quando ci staccammo appoggiai la fronte su quella di Simo.
-Lo sai che ti amo, vero?- gli chiesi con gli occhi chiusi.
-Come io amo te.- mi rispose accarezzandomi una guancia.
Cercai di contenermi e di non piangere.
Restammo ancora qualche minuto seduti sulla panchina a guardarci, a baciarci e, soprattutto, a tranquillizzarmi.
In quell’anno non potevo volere di meglio.
Ero insieme ad un ragazzo favoloso che mi amava, cosa potevo volere di più dalla vita?
La mia vita andava benissimo così com’era.
 

 

 

 

 

 

Buon pomeriggio a tutte! Eccomi qua nuovamente con un nuovo capitolo. Lo so, è abbastanza corto, ma diciamo che Ila non aveva molto da dire. xD
La storia tra lei e Simo l’abbiamo quasi sempre vista attraverso i suoi occhi, quindi mi sembrava inutile ripercorrere troppo la storia da capo. =)
Piccolo dettaglio: Ale, il papà di Simo, ha assistito la mamma di Ila per il divorzio. xD Pensate a cosa sarebbe potuto succedere se i nostri due amati protagonisti si fossero conosciuti prima. Probabilmente si sarebbero uccisi o forse Ila avrebbe avuto il cuore spezzato. Sinceramente, penso che sia stato meglio che non si siano conosciuti allora, non era il caso, Ila era troppo piccola e immatura ancora per capire come comportarsi con Simo e avrebbe rischiato di soffrire solo e basta. Simo, invece, non sarebbe stato ancora pronto a fare questo grandissimo salto. Non si sarebbe mai innamorato di Ila perché non era ancora il momento giusto.
Quindi, è stato meglio così. =)
Questo capitolo era decisamente corto e vi dico che per compensare, posterò il prossimo capitolo in settimana, va bene?
Ormai siamo in dirittura d’arrivo, ragazze. -3 capitoli e questa storia sarà finita.
Ringrazio con tutto il cuore le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a quelle persone che mi hanno aggiunto come autore preferito *_* Davvero grazie, per tutto *_*
Ah sì, avviso che ho cambiato la mia presentazione nella pagina dell’autore, se volete passare a darci un’occhiata fate pure.
Scusate se non rispondo alle recensioni, ma sono stanca e volevo almeno postare =) 
Alla prossima ^_^
 

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Capitolo 58
*** Natale (POV Simo) ***


Capitolo 37

Natale (POV Simo) 

Quel giorno di Natale fu pieno di novità.
Scoprimmo che mio papà e la mamma della Ila si conoscevano, era stato lui ad assisterla durante il suo divorzio.
Non potevo crederci a quanto fosse piccolo il mondo.
Forse avrei potuto conoscere prima la Ila, invece di quel lontano giorno in cui la vidi per la prima volta in discoteca.
Il pranzo era cominciato da un po’ ed io ero vicino al mio amore.
Vicino a lei c’era Davide che la faceva ridere e scherzare.
Non sapevo come mai, ma mi sentivo geloso di lui. Geloso del fatto  che la facesse ridere, geloso del fatto che volesse stare del tempo con lei, geloso del fatto che lei lo lasciasse fare.
Non riuscivo a capire come mi stava succedendo. Non sapevo perché ero gelosa di lui, di Davide, del mio fratello acquisito. Come potevo essere geloso di lui? Non ero mai stato geloso di lui, neanche quando ci provava con le ragazze che interessavano a me, anzi ero felice che ci provasse con loro, era come avere il suo consenso, come se lui fosse d’accordo con la mia scelta.
Ma quella volta non fu così. Ero tremendamente geloso di lui, geloso di tutto, pur sapendo che fosse sposato e che sua moglie stesse aspettando un figlio.
Mi sentivo geloso, ma non volevo darglielo vedere, almeno a lei. Non volevo essere ossessivo e starle addosso. Non volevo che pensasse che non mi fidassi di lei, quando mi fidavo di lei, ma si sa che la gelosa è più forte di qualsiasi altra cosa, non si può trattenere.
Quando Davide prese la sedia ed andò a sedersi vicino a sua moglie, mi sentii sollevato ed ero felice di poter passare del tempo con lei, dato che c’era una pausa tra una portata e l’altra.
Improvvisamente lei si alzò.
-Vado un attimo a fare un giro. – mi sorrise, ma vedevo che c’era qualcosa la turbava. Ormai la capivo con un solo sguardo e sapevo che aveva qualcosa.
Mi stavo per alzare quando mi fermò.
-Vado da sola se non ti dispiace.- mi sussurrò all’orecchio provocandomi un brivido e lasciandomi un bacio. Non riuscivo a capire come potesse avere quella voce sensuale, anche quando non eravamo in atteggiamenti intimi.
Rimasi seduto a parlare con gli altri, ma continuavo a pensare alla sua espressione prima di salutarmi.
Avevo capito che voleva rimanere da sola, ma ero preoccupato di sapere che cosa le succedesse, che avesse qualche problema e avrei voluto che me ne parlasse. Quindi decisi di andarla a cercare.
Girai per il parcheggio e pensai che forse fosse andata nel giardino del ristorante.
Finché non la vidi. Seduta su una panchina assorta nei suoi pensieri.
La osservai nella sua bellezza. Osservai il suo profilo, il suo viso, i suoi occhi, la sua figura seduta sulla panchina.
Mi persi a guardarla e mi resi conto che l’amavo più di qualsiasi cosa, che l’avevo sempre amata.
Ed immancabilmente i ricordi della prima volta che la vidi, mi tornarono in mente.
La vidi in mezzo alla folla, mi colpì per la sua semplicità, ma anche per la sua sicurezza. Sembrava essere nata per stare in mezzo alle persone, non sembrava per niente in imbarazzo.
Mi colpì con un solo sguardo, ma cercai di non pensare a lei.
Senza volerlo, mi trovai a cercarla tra la folla, a cercare i suoi capelli ricci, la sua figura, la sua linea morbida.
Quando incontrai il suo sguardo, mi sembrò che il mondo si fermasse, che esistessimo solo io e lei. Quando distolse lo sguardo, mi ritrovai a fissare la sua schiena che se ne andava.
Poi, quando la vidi uscire fuori nervosa, mi trovai a capirla, a capire il suo stato d’animo e a capire che fosse successo qualcosa.
Avevo bisogno di raggiungerla, di sapere cosa fosse successo, di consolarla, sentivo il bisogno di vederla felice e ridere.
Passai del tempo con lei, ma mi sentivo in imbarazzo, impacciato e avevo paura di fare qualcosa di sbagliato con lei, di sbagliare qualcosa e di perderla, di non rivederla mai più. Non volevo che accadesse, non poteva succedere e non doveva succedere.
Provando emozioni totalmente nuove dal solito, mi ritrovai scombussolato e non sapevo cosa fare. Io, Simone, che non sapevo cosa fare? Era strano. Io sapevo sempre cosa fare. Sapevo sempre come comportarmi con una ragazza, ma con lei non lo sapevo.
Mi ritrovai a comportarmi come con tutte le altre, anche se sapevo benissimo che con lei non avrebbe funzionato.
Mi presi un suo rifiuto, ma fu il rifiuto più bello che avessi mai ricevuto. Avrei dovuto prenderla male essendo il mio primo rifiuto, ma fu quello l’incentivo per cercarla.
Tornando nel locale e vedendo che lei se ne andava con la sua amica, non potei trattenere un sorriso.
Parlando con Edo, mi diede informazioni importanti su di lei: come si chiamasse e che scuola frequentasse.
Da quella sera, non feci che pensare a lei: ai suoi occhi, al suo sguardo, alle sue labbra che avrei voluto tanto sentire sulle mie.
Poco giorni dopo, quando scoprii che Edo sapeva che classe facesse e che aveva un piano per rivederla, mi illuminai.
Erano passati solo 4 giorni, da quando l’avevo vista, ma io non facevo altro che pensare a lei. Era il mio pensiero fisso e non mi era mai successo. Non ero più andato a letto neanche con una ragazza perché non volevo una ragazza qualsiasi, io volevo solo lei, a qualunque costo.
Andando alla sua scuola, mi trovai agitato. Avevo voglia di rivederla, ma sapevo che lei non sarebbe stata molto felice, nonostante lo sperassi con tutto me stesso.
Arrivando nel cortile della scuola, la vidi con la sua sigaretta in mano che rideva spensierata e felice ed istintivamente sorrisi della sua felicità, ma allo stesso tempo ero infastidito perché fumasse.
Era la prima volta che mi infastidiva che qualcuno fumasse, non mi era mai importato e poi non era un mio problema, ma con lei era come se lo fosse.
Togliendole la sigaretta e provocandola, mi ritrovai ad essere provocato. Dalle sue morbide labbra sul mio collo, dal suo respiro dolce e leggere, dalla sua lingua che leccava leggermente. Mi ritrovai a non avere più un briciolo di controllo di me stesso. Per quei semplici baci, mi ero ritrovato a non capire più niente, ad avere il cervello scollegato dal mio corpo. Nessuna ragazza mi aveva mai fatto quell’effetto. Lei era la prima. Era la prima che mi provocava quelle sensazioni, che mi faceva provare quelle emozioni e che mi faceva perdere il controllo di me stesso.
Cercai di darmi un contegno e le resistetti, prendendomi così una bella ginocchiata nei gioiellini di famiglia. Il dolore era insopportabile e me l’ero cercata. Avrei preferito perdere il controllo di me stesso e lasciargliela vinta subito, ma era una cosa più forte di me.
Passando i giorni, io mi accorsi che lei era diversa, che lei era la ragazza dei miei sogni: che sapeva tenermi testa, che sapeva provocarmi, ma che allo stesso tempo era dolce e sensibile.
Era il giusto mix per avere la mia ragazza ideale.
Poi quella tragica sera andai a letto con quella ragazza.
Non so cosa mi passasse per la testa, come feci a prendere quella decisione o come mi trovai a letto con quella ragazza, so solo che mi lasciai andare al mio puro piacere.
Quando mi svegliai a casa di quella ragazza, mi resi conto dell’enorme errore che avevo fatto. L’errore più grande della mia vita.
Decisi di fare finta di niente e di non parlarne con nessuno a parte Edo. Mi godetti il pomeriggio con lei, abbracciandola e godendomi le sensazioni che mi provoca la sua vicinanza.
Poi la vidi, la ragazza della sera prima che mi fissava come un’ebete. Avrei voluto morire, sotterrarmi pur di non farmi vedere da lei, ma mi vide e mi riconobbe soprattutto, facendo scoppiare il fini mondo.
Lei se ne andò forse piangendo. La segui, non curandomi della reazione dell’altra ragazza. Volevo solo pensare alla Ila, alla mia Ila, perché la definivo tale. Sapevo che lei sarebbe stata mia e che, soprattutto, doveva essere mia.
La trovai sotto la pioggia, seduta per terra che piangeva. Mi si strinse lo stomaco a vederla e sapere che fossi stato io a ridurla in quello stato mi fece sentire ancora più male. Cercai di spiegarmi, ma non mi lasciò fare, mi fermava e poi la vidi andarsene, lasciarmi sotto la pioggia.
La notte non riuscii a dormire, stavo perdendo la cosa più importante che potessi avere in tutta la mia vita, la stavo perdendo e tutto per colpa del mio piacere, tutto per colpa di una mia stupida cazzata.
Provai a cercarla, a parlare con lei, ma fu tutto inutile.
La cercai anche a casa, trovandomi davanti la scena di Mattia in boxer a casa sua.
Lui era a casa sua ed io avrei voluto ucciderlo, picchiarlo. Avrei voluto fare di tutto. Era a casa della MIA Ila, era a casa della MIA unica ragione di vita.
Provai ad avere spiegazioni, ma poi ricevetti la notizia più brutta di tutta la mia vita: lei era insieme a lui, a quel coso che mi aveva aperto la porta in boxer.
Non potevo fare altro che andarmene e farle vivere la sua vita. Dovevo farle vivere la sua vita. Aveva scelto lui e io dovevo andarmene, prima che fosse troppo tardi. Passai il resto dei due mesi in casa a disperarmi.
Capii che quella ragazza fosse per me molto di più di una semplice ragazza, era diventata la cosa più importante della mia vita, mi aveva rubato, corpo, anima, cuore e cosa ancora più importante, per lei ero cambiato senza rendermene conto.
Lei aveva cambiato lo stronzo, in un bravo ragazzo.
Aveva portato il ragazzo che andava a letto con tutte, ad amarne solo una.
Si, perché mi resi conto di amarla. Di amare tutto di lei, ma non potevo farci niente, lei aveva deciso.
Poi feci quell’incidente e giuro che lo rifarei mille volte quell’incidente se sapessi che mi porterebbe ad averla.
Passai dei giorni fantastici con lei mentre ero in ospedale ed il nostro rapporto cambiò. Tutto di noi cambiò, infatti eravamo una coppia che discuteva, si stuzzicava e rideva insieme.
Mi ritrovai a fare cose che non avevo mai fatto, stavo facendo tutto per la prima volta con lei. Avrei fatto tutto con lei per la prima volta.
Non avevo mai avuto una ragazza fissa per cui fare regali, coccolarla, baciarla.
Era tutto nuovo e bellissimo che non mi sarei mai abituato a quella sensazione.
Quando la sera prima del matrimonio di Davide, mi spinsi leggermente oltre, speravo di non essere bloccato, che anche lei mi desiderasse come io desiderassi lei, ma mi bloccò.
La sua mano finì sulla mia che stava sbottonando la maglietta del pigiama ed alzai lo sguardo.
Nei suoi occhi vidi eccitazione si, ma anche paura, dubbio.
Non riuscivo a capire che cosa le fosse passato per la testa e non me lo spiegò mai, non me ne parlò ed io non chiesi mai per paura di farla soffrire in qualche modo.
I mesi passavano ed io avevo sempre più voglia di farla mia, di possederla, di sentirla ansimare a causa mia, ma sapevo che dovevo aspettarla, volevo aspettare che lei fosse pronta e lo volesse davvero.
Ma lei non migliorava la mia situazione, non faceva altro che provocarmi ed io ovviamente provocavo lei, ma era difficile mantenere il controllo di me stesso.
Finché quella domenica non mi svegliò baciandomi e da un suo solo bacio, capii che era pronta.
Feci tutto con calma e gentilezza, cercando di trasmetterle tutto l’amore che avevo per lei. Io andavo piano cercando di prepararla al meglio, ma lei sembrava che non riuscisse ad aspettare più il momento.
Per la prima volta nella mia vita, feci l’amore e lo feci senza preservativo. Sapevo che lei aveva avuto il ciclo pochi giorni prima e non mi preoccupai. Volevo sentirla a pieno, fino in fondo. Volevo sentirla in ogni modo e con il preservativo non era certo possibile.
Quando entrai in lei fui percorso da mille sensazioni diverse.
Era bellissimo, la sentivo calda, bollente, bagnata. Tutto solo per me. La sentii ansimare, gemere e sussurrare il mio nome e quello fu il piacere massimo per me.
Per la prima volta pensavo al suo piacere, prima che al mio ed era la sensazione più bella che potessi avere.
Il nostro rapporto poi fu in salita in tutti i sensi.
Non potevo desiderare di avere un rapporto migliore.
Venni riscosso dai miei pensieri vedendo una lacrima che solcava il suo viso e mi preoccupai. Volevo sapere cosa facesse piangere il mio amore.
-Stai bene?- gli chiesi istintivamente preoccupato.
Lei alzò il viso e incontrai i suoi occhi azzurri.
Mi sorrise continuando a piangere.
-Sto benissimo.- mi disse sorridendo sincera, ma continuando a piangere.
-Perché piangi?- mi avvicinai e mi sedetti sulla panchina vicino a lei.
-Perché sono felice.- mi disse sorridendo e alcune lacrime ricominciarono a solcarle il viso.
-Per me dovrebbero rinchiuderti, lo sai?- le dissi divertito asciugandole una lacrima con il pollice. La feci ridere.
-L’ho sempre detto che dovevano farlo, ma ancora nessuno l’ha fatto.- mi guardò intensamente negli occhi, facendomi perdere la concezione del tempo.
-Questo vorrà dire che ti farò rinchiudere io, ma con me però.- le dissi poco prima di baciarla.
Volevo passare tutta la mia vita con lei, a baciarla, toccarla, accarezzarla, amarla. In quel momento non volevo fare altro che passare tutto il tempo della mia vita con lei.
Il bacio fu salato e dolce allo stesso tempo, per colpa delle lacrime e del nostro amore.
Dischiudemmo le labbra per assaporarci maggiormente.
Quando ci staccammo, lei appoggiò la fronte sulla mia.
-Lo sai che ti amo, vero?- mi chiese chiudendo gli occhi.
-Come io amo te.- le accarezzai la guancia osservando il suo viso rilassato.
Restammo ancora qualche minuto a baciarci e a coccolarci e cercai in tutti i modi di tranquillizzarla.
Tornammo nel ristorante e lei decise di andare in bagno a risciacquarsi ed a mettersi a posto.
Io decisi di andare a sedermi, ma poco prima di arrivare nel salone, tornai indietro ed entrai nel bagno delle donne.
Non era propriamente giusto farlo, ma lo feci lo stesso.
Quando aprii la porta, la vidi girarsi verso di me e sorridermi, non appena mi vide.
Si sciacquò il viso, si asciugò e si guardò allo specchio.
Mi appoggiai allo stipite della porta a contemplarla.
Adoravo vederla prepararsi. Vedere come si mettesse a posto i capelli, come se li asciugasse, come si lavasse il viso e si mettesse la matita agli occhi. Come si vestiva.
Mi sarei perso ore ed ore a vederla prepararsi.
Mi piaceva molto guardarla farsi la doccia quando era a casa mia.
Mi sedevo sul bordo della vasca idromassaggio e la guardavo lavarsi.
A volte parlavamo, a volte rimanevo a guardarla in silenzio.
Non c’era malizia in quello che facevo, non la guardavo perché volevo eccitarmi o cose simili, volevo solo ammirarla in ogni sua forma, in ogni momento della giornata, per capirla meglio e per studiarla.
Da quanto la osservavo avrei potuto fare un ritratto perfetto di lei, se solo avessi saputo disegnare.
Anche in quel momento la osservai e come al solito le sue guance erano imporporate di un lieve rossore.
Era leggermente in imbarazzo quando la osservavo, ma non diceva mai niente, segno che non le dava poi così tanto fastidio, ma era solo perché odiava essere al centro dell’attenzione.
Forse essere al centro della mia attenzione le faceva piacere.
Vedendola girarsi e guardarmi capii che quello era stato l’anno più bello della mia vita e che non avrei mai voluto cambiarlo con nessun altro.
Avevo trovato la ragazza più straordinaria della mia vita, che mi aveva fatto cambiare e mi aveva reso un uomo migliore.
Si, perché finalmente potevo definirmi un uomo, un uomo che amava una donna straordinaria.
La MIA donna.
 

 

 

 

Buon poreggio! Scusate il leggero ritardo, ma questo week-end sono stata da mio papà ed ero senza connessione, quindi non ho potuto aggiornare il capitolo ieri, ma l’importante è che sia qui, no?
Bene, capitolo 58, -2 al capitolo finale e questa storia sarà finita.
Ho notato un leggero calo, ma non mi preoccupo, quando la storia sarà finita magari recupererete quello che non avete letto =)
Allora, in questo capitolo parla Simo (*_*) io lo adoro questo ragazzo, non so cosa farci. Be, si capisce che è innamorato pazzamente di Ila e che probabilmente non riuscirà mai a separarsi da lei. Tenero *_*
Cos’altro posso aggiungere? Penso niente.
Vedrò se riesco a postare il capitolo in settimana, magari se vedo i numeri di sempre potrei postare prima, altrimenti, ci vedremo martedì 26 dato che domenica è Pasqua non mi sembra il caso di postare. xD
Quindi, ne approfitto per farvi gli AUGIRI DI BUONA PASQUA!
Ringrazio come sempre le persone che leggono e continuano ad aggiungere la storia alle liste, voi siete pazze! Ma per questo vi adoro *_*
Vi ricordo che potere aggiungermi su Fb e su Twitter =)
Alla prossima girls! ^_^

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Capitolo 59
*** Ultimo dell'anno ***


Capitolo 37

 Ultimo dell'anno

Ary POV
Senza rendermene conto l’ultimo dell’anno era arrivato.
Avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli e cosa molto importante, la Fede e Lorenzo sarebbero venuti, ignari del nostro complotto.
Avevamo detto ad entrambi che ci sarebbero state altre persone, in realtà quelle altre persone erano loro.
Sapevamo benissimo che se avessero saputo che sarebbero stati gli unici non accoppiati, non sarebbero venuti o meglio la Fede non sarebbe venuta, perché a Lorenzo non importava molto di non essere accoppiato.
Era da un sacco di mesi che cercavamo di combinare un appuntamento tra la Fede e Lorenzo, ma puntualmente lei, appena sapeva che doveva incontrare un ragazzo, rifiutava.
Non riuscivamo a capire perché non voleva conoscerlo, perché almeno non ci volesse provare, ma dopo un po’ lasciammo stare.
Fino a quel punto.
Avevamo deciso di organizzare la cosa io e la Ila, avvisando in un secondo tempo i ragazzi del nostro programmino, ma quando gli raccontammo di quello che avevamo organizzato la mattina di Natale, loro ci confessarono che avevano fatto la stessa cosa.
Avevano chiamato Lorenzo, la mattina di Natale e lo avevo invitato per l’ultimo.
Era un bene, almeno non avremmo dovuto sopportare discussioni strane.
Così, dopo quel giorno, organizzammo tutto.
Avremmo passato l’ultimo a casa di Simo, la Bea ed Ale sarebbero stati a casa di Edo con i suoi genitori.
Saremmo stati a dormire a casa di Simo in salotto tutti insieme  e avremmo passato una serata divertente, magari bevendo anche.
Questo era quello che pensava la Ila.
Diciamo che alla Ila piaceva bere. Non beveva come un’alcolizzata, ma diciamo che le piaceva bere, solo che non perdeva mai la lucidità.
Così Simo avrebbe conosciuto anche quel suo lato che sinceramente non avevo mai visto neanche io, ma mi fidavo di lei e sapevo che non avrebbe mai bevuto così tanto da essere ubriaca.
Quel giorno mi ritrovai a casa di Simo dopo le quattro del pomeriggio. Dovevamo finire di sistemare le cose, dovevamo comprare le ultime cose e poi sarebbe stato tutto pronto.
Alle sette la Ila e Simo sarebbero andati a prendere la Fede per portarla al luogo della festa ed io ed Edo avremmo aspettato Lorenzo a casa di Simo.
Dalle quattro fino alle cinque e mezza fummo occupati per supermercati, dalle cinque e mezza in poco ci preparammo tutti facendoci la doccia e vestendoci.
Quando uscii dalla doccia, la Ila e Simo erano già partiti ed Edo stava guardando la televisione sdraiato sul divano.
-Dici che andrà tutto bene?- chiesi sedendomi vicino ad Edo. Lui mi fece spazio per sdraiarmi vicino a lui.
Mi sdraiai e mi accoccolai vicino a lui.
-Andrà benissimo.- mi disse lui cominciando ad accarezzarmi i capelli.
-Non intendevo la festa. Intendo se andrà tutto bene tra la Fede e Lorenzo.- chiesi io un po’ in imbarazzo.
-Be, penso che si piaceranno e poi lui non è come gli altri ragazzi. Diciamo che in quel senso ci assomigliamo molto.- sentendo quelle parole mi rilassai.
Speravo davvero che Lorenzo sarebbe stato diverso dagli altri.
La Fede ne aveva davvero bisogno, aveva davvero bisogno di un ragazzo diverso, di un ragazzo che le facesse capire che c’era molto di più oltre al sesso, che il sesso non era tutto.
Speravo davvero che sarebbe andato tutto bene, che si sarebbero piaciuti.
Il campanello suonò annunciandoci l’arrivo di Lorenzo.
Edo si alzò, cercando di non farmi cadere ed andò ad aprire.
Mi alzai anch’io rimanendo leggermente nascosta.
-Lore, come stai?- gli chiese Edo aprendo la porta.
-Bene, grazie. Tu? Simo?- sentii una voce un po’ roca e bassa. Non l’avevo mai visto prima di allora ed ero curiosissima di sapere come fosse.
-Tutto bene. Simo è andato a prendere un’amica della sua e della mia ragazza.- gli rispose sincero Edo.
Poco dopo mi trovai davanti un ragazzo alto, castano che mostrava la sua dentatura bianca perfetta.
-Lore questa è Ary, la mia ragazza.- disse Edo per presentarci.
Io mi avvicinai e gli strinsi la mano.
-Piacere.- gli dissi felice di appurare che fosse davvero un bel ragazzo.
-Piacere mio.- mi disse guardandomi negli occhi.
Notai i suoi occhi marroni, misti a grigi, un colore strano, ma che ti colpiva decisamente.
-Allora, quando arriva Simo? Voglio proprio conoscere la sua ragazza.- disse lui sedendosi sul divano.
Io guardai Edo e gli sorrisi.
Lui mi fece un cenno con la testa segno che avesse capito cosa intendessi. Era davvero carino e mi sembrava anche simpatico.
Sentii la voce della Ila.
-Senti Fede, ma mi spieghi che cazzo di problemi ti fai? Sorridi e vivi una buona volta.- disse lei appendendo il giubbino.- Quanti cazzo di problemi che ti fai.- le disse sbuffando.
-I problemi che ti facevi tu una volta, vorrei ricordarti. Te ne facevi un sacco di problemi ed io dovevo pure sopportarti. Non vorrei ricordarti quel periodo dove stavi di merda, vero?- le rispose lei decisa.
La Ila stava facendo il suo ingresso in salotto quando si girò di scatto.
-Non oserai dirlo, vero?- la minacciò con il dito alzato.
-Osare dire cosa?- disse Simo entrando.
-Niente.- sibilò tra i denti la Ila prima di girarsi e di bloccarsi completamente vedendo un estraneo che la guardava e che sorrideva.
-Come mai ti sei…- in quel momento arrivò anche la Fede e si bloccò anche lei. Tutte e due avevano la bocca aperta.
-Che succede?- arrivò Simo. – Lore. Come stai?- gli chiese andandolo ad abbracciare.
-Bene, tu?- gli disse distaccandosi.
-Bene bene.- rispose lui sorridendo.
Le facce della Ila e della Fede erano eloquenti.
Avevano ancora la bocca aperta.
-Ila?- la chiamò Simo.
-Cosa?- gli rispose lei chiudendo la bocca.
-Ti manca solo la bavetta alla bocca.- rispose lui infastidito.
-Be, scusa e chi se l’aspettava. Mi avevi detto che era carino, non uno schianto assurdo. Vedersi queste visuali appena entrata e poi quando non te l’aspetti, non è proprio il massimo per la mia sanità mentale.- la Ila riprese controllo di se stessa.
Simo la guardò male.
-Senti, non guardarmi così. Non è colpa mia. Dovevi essere più preciso. Avrei lasciato te per lui.- aggiunse lei guardandolo seria.
Simo la guardò malissimo.
-Bene, lasciami per lui, se vuoi. Io ricomincerò ad andare con tutte.- gli rispose lui stizzito.
Prevedevo aria di tempesta.
-Se ti manca così tanto scopartele tutte. Vai, esci. Entra in una discoteca e prendi la prima che ti capita, non ti obbligo a stare con me, anzi non mi sembra di averti mai obbligato a passare del tempo con me. Se vuoi tornare a scopartele tutte, basta dirlo che mi metto il cuore in pace. – urlò lei per poi guardarlo con sguardi carichi di delusione.
-Io non stavo dicendo questo.- disse Simo abbassando la voce rispetto a prima.
-A me sembra tanto di sì.- disse la Ila passandogli in parte ed andando in cucina. Lui la seguii. Sentii sbattere la finestra che dava sulla piscina.
-Che caratterino.- disse Lorenzo ridendo.
-Decisamente. Ma ormai noi ci abbiamo fatto l’abitudine. Capita che discutano. Dopo un po’ ci fai l’abitudine.- gli dissi io ridendo.
-Comunque, io sono Lorenzo.- disse andando verso la Fede.
-Federica. – gli strinse la mano. La vidi sussultare leggermente quando la sua mano andò a contatto con quella di lui.
Simo e la Ila tornarono proprio in quel momento.
-Piacere, io sono Ilaria. Scusa per la piccola cosa di poco fa. – gli disse entrando e allungando la mano.
-Piacere Lorenzo. E non ti preoccupare. È bello sapere che Simo abbia trovato qualcuno che sappia tenergli testa.- disse stringendo la sua mano e sorridendo.
Chiamammo immediatamente la pizzeria per farci portare le pizze.
Mentre aspettammo, parlammo del più e del meno, ridendo e scherzando.
Lorenzo si stava dimostrando un ragazzo davvero simpatico e soprattutto gentile, ma mi dava anche l’idea che se si fosse arrabbiato sarebbero stati guai.
La Fede non faceva altro che guardarlo e perdersi nelle sue parole.
A quanto pareva il ragazzo aveva davvero fatto colpo.
Io e la Ila ci guardammo, scambiandoci uno sguardo carico di significato.
Finalmente avevamo trovato qualcuno che alla Fede piacesse e che non fosse un completo deficiente.
Quando arrivarono le pizze ci mettemmo tutti a sedere.
Non ce la facevo più dalle risate tra Simo e Lorenzo, non sapevo chi era peggio e se si metteva in mezzo la Ila o Edo erano davvero esilaranti.
Guardammo un film tutti insieme, cercando di far passare la serata.
Senza che ce ne rendessimo conto, le undici arrivarono.
-Oddio, ragazzi. Ma sapete che ore sono?- chiese la Ila scioccata.
-Che ore sono?- chiedemmo tutti insieme ridendo.
-Le undici. Su, forza. Cappotti, andiamo fuori.- disse alzandosi dal divano, lasciando Simo di stucco.
Si affacciò alla finestra e si bloccò.
-Che succede?- chiese Simo preoccupato vedendo che il suo entusiasmo si fosse improvvisamente bloccato.
-Nevica.- disse girandosi verso di noi.
Tutti scattammo in piedi dirigendoci verso la finestra.
Un manto di candido bianco, copriva il giardino e gli alberi circostanti.
Andammo tutti a metterci i giubbini per uscire a giocare con la neve come dei bambini.
Il primo ad uscire fu Simo che prese un po’ di neve e gliela lanciò in piena faccia alla Ila.
-Questa è guerra lo sai, vero?- le disse lei con ancora tutta la faccia sporca di neve.
-Eccome se lo so.- disse lui ridendo.
Stavo guardando la scena divertita, quando mi arrivò una palla di neve in piena faccia.
-Edo, sei morto.- lo guardai malissimo e cominciai a rincorrerlo.
Eravamo tutti talmente presi a rincorrerci che non ci rendemmo nemmeno conto che mancavano due persone.
Due persone importanti per quella serata.
Dopo qualche minuto a giocare a coppie, cominciammo a fare una vera e propria battaglia di neve.
Mi bloccai improvvisamente quando sentii una risata a me famigliare.
La Fede rideva.
Stava uscendo in quel momento dalla porta seguita da Lorenzo.
Erano così carini che ridevano insieme, che stavano parlando.
Ci bloccammo tutti quando arrivarono finalmente in giardino.
-Che c’è?- chiese la Fede arrossendo leggermente.
Se non la si conosceva si poteva pensare che quel rossore era dovuto al freddo che c’era quella sera, ma, in realtà, era in imbarazzo. Decisamente molto in imbarazzo.
-Niente.- dicemmo in coro io e la Ila ricominciando la battaglia con la neve.
Eravamo felici. Ci stavamo divertendo come pazzi, anche se da fuori potevamo sembrare dei bambini, alcuni un po’ troppo cresciuti.
Rientrammo giusto in tempo per stappare la bottiglia di spumante.
-Pronti, ragazzi?- urlò Simo con la bottiglia in mano.
-10…9….-cominciammo a fare il countdown tutti insieme.-8…7…6…5…4…3…2…1…Buon annoooo.- urlammo talmente tanto che mi fischiò un orecchio.
Io d’istinto baciai Edo e vidi che la Ila fece lo stesso con Simo.
In quel momento non mi ricordai che la Fede e Lorenzo potevano essere a disagio per questo nostro comportamento, ma quando mi distaccai da Edo, potei ben constatare che stavano parlando seduti sul divanetto vicino alla finestra.
Che fosse scoccata la scintilla? Lo speravo davvero.
Simo passò a versare lo spumante a tutti e brindammo al nuovo anno.
Ritrovandoci tutti insieme, a vedere Simo e la Ila che si baciavano ed avendo finito di baciare Edo, mi ritrovai a pensare.
L’anno che mi aveva cambiato la vita, che mi aveva fatto conoscere una persona fantastica quando ormai avevo perso le speranze, era ufficialmente finito e non potevo farci assolutamente niente.
Pensando all’anno che era appena passato, mi resi conto che era stato un anno difficile, pieno di alti e bassi, ma era stato anche l’anno più bello della mia vita.
Senza volerlo, le principali immagini di quell’anno mi passarono davanti.
La prima volta che vidi Edo, il nostro primo bacio, le nostre giornate passate insieme, il matrimonio, il giorno che mi aveva lasciato, la sofferenza dei giorni in cui lui non c’era, in cui non era accanto a me. La vacanza. Il mio stupore quando lo avevo visto, il suo sguardo puntato nel mio. La scena di essere stata portata via da lui di peso, della chiacchierata del giorno seguente. Della discoteca, della sua dichiarazione del suo amore nei mie confronti.
Il mio compleanno, la nostra prima volta o meglio la mia prima volta e la nostra prima volta insieme.
Amavo tutto di quel ragazzo. Non potevo fare a meno di lui.
Come potevo fare a meno dei suoi occhi verdi? Dei suoi capelli arruffati? Delle sue carezze? Dei suoi baci? Delle sue coccole? Delle volte che facevamo l’amore?
Di una cosa ero certa: il mio primo amore l’avrei ricordato per tutta la vita, non avevo dubbi.

 

 

 

 

Buongiorno! No ragazze, non sono un miraggio. Sono proprio io con il penultimo capitolo di questa storia. Lo so, lo so, avevo detto che avrei postato il 26, ma ho pensato di darvi oggi il penultimo capitolo e il 26 postare l’ultimo. Non mi sembra davvero possibile di essere arrivata alla fine.
Comunque, vediamo di parlare di questo capitolo. Ultimo dell’anno, le nostre due coppie hanno programmato un appuntamento al buio tra Fede e Lore come avete potuto leggere nei capitoli di Natale e in questo giorno si incontrano. Andrà tutto bene? Avranno una storia? In teoria per risolvervi tutti i vostri dubbi ci sarebbe dovuta essere la storia di Fede, ma non ci sarà, quindi, dovrete aspettare fino all’ultimo capitolo per sapere se tra loro sarà andata a buon fine e se anche per le nostre due coppie è andato tutto bene.
Il prossimo capitolo l’ultimo capitolo o forse sarebbe meglio definirlo l’epilogo. Sarà svolto dieci anni dopo e vedremo cosa è successo ai nostri protagonisti. =)
Ringrazio come sempre le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordare e hai 7 angeli che hanno recensito lo scorso capitolo. Davvero grazie *_*
Vorrei darmi una piccola notizia, che magari non interesserà a nessuno, ma voglio darvela comunque. Dopo aver finito di pubblicare questa storia, ne pubblicherò un’altra sempre romantica. Se vi potesse interessare, tenete gli occhi ben aperti, non so ancora di preciso quando la pubblicherò, ma sono sicura di farlo =)
Vi ricordo come sempre che potete aggiungermi su Twitter e su Fb se vi fa piacere. =)
Vi rifaccio nuovamente gli Auguri di Buona Pasqua ragazze. =D
Alla prossima con l’ultimo capitolo ^_^
 

 

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Capitolo 60
*** Epilogo ***


Capitolo 37

Epilogo  

Ila POV
Dieci anni dopo.
Non sapevo più cosa fare, chi ascoltare.
Non ce la facevo più. Volevo sapere chi era quel pazzoide che mi aveva convinto a cambiare casa.
Io che mi faccio convincere in queste cose assurde. Ma perché sono stata così scema da accettare?
Stavo guardando la miriade di scatoloni sul pavimento di tutta casa.
Cercando di organizzarmi in modo da non dover perdere la testa, avevo messo in ogni stanza, gli scatoloni con gli oggetti che sarebbero andati in quella stanza.
Se non ci avessi pensato io di certo mio marito, stupido com’era, non ci avrebbe minimamente pensato.
Non riuscivo ancora a credere di averlo sposato più di quattro anni prima.
Come avevo potuto sposare uno come lui?
Lo vidi entrare dalla porta d’entrata ed ecco che ogni mio motivo per aver accettato la sua proposta di matrimonio, mi si era parato davanti.
Avevo accettato di sposarlo perché lo amavo con tutta me stessa, lo trovavo il marito più bello che potessi avere e volere e poi avevo adorato la sua proposta di matrimonio.
Vivevano insieme da due anni, ci consideravamo una copia consolidata.
Mi aveva portato fuori a cena, cosa che avveniva abbastanza spesso, e mi aveva anche comprato un vestito elegante ed un paio di scarpe.
Eravamo in un bellissimo ristorante con vista lago.
In lontananza si vedeva la costa illuminata.
La luna piena splendeva in cielo e sul tavolo una piccola candela ci faceva luce.
Il suo viso era ancora più bello, leggermente illuminato.
Aveva un gioco di luce ed ombra che lo rendeva ancora più bello ed affascinante. Le sue labbra erano talmente invitanti e provocanti che non riuscivo a trattenermi dal baciarlo, ma poi dovetti farlo.
Dovevo fare la parte della donna di classe e ben educata, ma la tentazione che avevo davanti era bellissima.
Poi era vestito in giacca e cravatta, il mio punto debole e lui lo sapeva benissimo, gliel’avevo confessato quando ero ancora una ragazzina.
Cenammo tranquillamente, parlando di ogni cosa, finché non arrivò il dolce servito su un vassoio stranamente coperto.
Quando sollevai il coperchio mi trovai davanti una scatolina blu.
Guardai sconcertata la scatolina davanti a me e mi ritrovai ad aprirla con mani tremanti.
Non avrei mai immaginato che un giorno mi avrebbe chiesto di sposarlo. Non avrei mai immaginato che sarei arrivata fino a quel punto con lui.
Aprii la scatolina per trovarmi davanti il solitario più bello che avessi mai visto.
Non sapevo di quanti carati fosse e non volevo nemmeno saperlo, non volevo neanche sapere quanto avesse speso.
Alzai lo sguardo incontrando il suo che mi guardava in attesa di una risposta. L’unica cosa che gli seppi dire fu “Ma sei pazzo?” per beccarmi un suo sguardo carico di amore e sicurezza.
Capii che non stava scherzando, che voleva sposarmi davvero, che voleva passare il resto della sua vita con me.
Accettai con le lacrime agli occhi.
Si inginocchiò davanti a me e mi mise l’anno.
Per il resto della cena, parlammo del nostro matrimonio, di dove volevamo farlo, di quante persone avremmo invitato, quando sarebbe stato.
Due mesi dopo, ero ufficialmente sposata.
Continuammo a vivere insieme, finché non gli venne quell’assurda idea di cambiare casa ed io che avevo pure acconsentito.
Diedi un pugno allo scatolone che stavo portando.
-Ehi, piano. Ci sono cose delicate qua dentro.- mi disse togliendo lo scatolone dalle mie mani.
Lo guardai malissimo.
-Sei ancora arrabbiata con me perché ho deciso di cambiare casa?- mi chiese appoggiando lo scatolone per terra e scrutandomi.
-Nooo, cosa te lo fa credere?- gli dissi sarcastica.
-Potevi opporti.- mi disse guardandomi in modo duro.
-E quando mai mi sono opposta a te?- gli chiesi guardandolo meglio.
-Quando ti ho conosciuto ti opponevi eccome a quello che ti dicevo.- mi disse sorridendo .
Era vero, quando ci eravamo conosciuti mi opponevo sempre contro di lui, non avrei mai voluto fare quello che mi diceva, ma non avrei nemmeno mai pensato che l’avrei sposato.
Lo amavo si, ma non pensavo che il nostro amore sarebbe durato anche dopo 10 anni.
-Questo è vero, ma le cose sono cambiate. Sono tua moglie…- venni interrotta da una brusca interruzione.
-Mamma. – era mio figlio, anzi nostro figlio di 3 anni, Luca.
-Dimmi, amore.- gli dissi piegandomi alla sua altezza.
-Posso andare a giocare da Matteo?- mi chiese con quella sua vocina piccola e flebile.
-Certo che puoi. Salutami la zia Ary, dille che tra poco arrivo.- gli dissi vedendolo uscire.
-Va bene.- mi urlò da fuori.
-Cosa stavi dicendo?- mi disse avvicinandosi e prendendomi per i fianchi tirandomi a se.
Come poteva farmi quell’effetto? Non avevo più 17 anni, ne avevo 27. Dovevo essere una donna che sapeva controllare i propri istinti e le proprie reazioni, ma con lui non potevo farlo. Non ero mai riuscita a farlo. Quindi, come quando avevo 17 anni, arrossii per quel contatto.
-Ti stavo dicendo che adesso sono tua moglie e non posso più oppormi.- gli dissi cercando di controllarmi.
-E pensare che io ti ho sposato proprio per quello.- mi disse sfiorandomi le labbra. Arrossii maggiormente.
-Perché mi opponevo a te?- gli chiesi con quel briciolo di autocontrollo che era rimasto in me.
-No. Perché discutevamo, perché eri una testa dura, perché non me ne lasciavi scappare una, perché…-mi disse dolcemente.
-Stai dicendo che sono cambiata?- gli chiesi staccandomi leggermente.
-No, ti sto solo dicendo che ti sei addolcita ed è questo il motivo per cui ti amo adesso, perché ti amo ancora di più, mia tentatrice.- mi baciò con passione togliendomi il respiro.
Aveva ancora l’abitudine di chiamarmi tentatrice, nonostante fossero passati dieci anni e lui non avesse più gli ormoni impazziti come allora o almeno così sarebbe dovuto essere ed ovviamente non era così.
Sembravamo ancora quelli di dieci anni prima, ormoni in subbuglio, farfalle nello stomaco, l’amore per l’altro era smisurato.
Com’era possibile che dopo tutti quei anni fossimo ancora gli stessi? Non l’avrei mai potuto capire o forse non l’avrei mai voluto capire.
-Simo?- lo chiamai ancora a contatto con le sue labbra.
-Mh.- mugugnò.
-C’è qualcosa di diverso in me rispetto a 10 anni fa?- gli chiesi guardandolo negli occhi.
-Si, tutto.- a quelle parole mi stupii. Lo guardai malissimo, aprii la bocca per commentare, ma lui mi mise un dito sulle labbra per farmi tacere.
-Si, tutto, ma in meglio. Posso discutere con te senza bisogno di alzare la voce, ti sei addolcita, non sei più così prevenuta nei miei confronti, mi dici qualsiasi cosa e questo non succedeva dieci anni fa e adesso facciamo cose che dieci anni fa non avremmo mai sognato di fare. Dieci anni fa non eri mia moglie e non avrei mai potuto immaginare di sposarti, anche se il pensiero qualche volta mi aveva attraversato la mente. Be, forse non sei poi così diversa da allora. Ti piace ancora provocarmi e a volte lo fai senza accorgertene. Aspetta però una cosa è cambiata: il mio amore per te è più forte e potente di prima. Se prima ti amavo con il cuore, adesso ti amo con il cuore, con la mente, con l’anima, con il corpo. Ogni giorno mi innamoro sempre di più di te, non chiedermi come sia possibile, non so spiegarlo nemmeno io, so solo che è così.- lo guardai con le lacrime agli occhi.
I suoi occhi luccicavano per l’emozione.
Mi resi conto che non ero sola, anche lui provava le stesse emozioni di dieci anni prima, anzi forse le provava in modo più profondo.
Lo baciai con passione.
-Scusate se disturbo il vostro momento dei piccioncini. Volevo dare il benvenuto ai nuovi vicini.- staccandomi da Simo, vidi la mia migliore amica camminare verso di noi.
-Piacere, io sono Ilaria.- le dissi tendendole la mano.
-Piacere, Arianna.- mi disse stringendomi la mano.
Ci guardammo negli occhi per poi scoppiare a ridere.
Il trasloco che noi avevamo appena fatto, era per stare vicino ai nostri migliori amici Ary ed Edo, che si erano sposati un anno prima di noi. Avevano un bambino, Matteo, di 4 anni ed andava molto d’accordo con Luca.
La mia amicizia con la Ary non era cambiata, anzi con gli anni si era rafforzata ed era cresciuta. Eravamo diventate inseparabili.
Simo ed Edo erano le classiche persone che crescono insieme e poi condividono tutta la vita.
Simo mi aveva proposto di traslocare perché non potevamo tutte le volte spostarci in macchina per andare a trovare i nostri migliori amici per ogni minima stronzata, quindi aveva pensato di comprare la casa in parte a loro in vendita per poter vivere vicini.
In caso di necessità avremmo dovuto solo fare un pezzo di marciapiede.
-Vado a vedere come sta Edo.- disse Simo uscendo dalla porta.
Io e la Ary andammo in giardino dove trovai Luca e Matteo che giocavano.
-Ed ecco a voi, i nuovi Simo ed Edo.- dissi ridendo.
La Ary mi seguì immediatamente.
-Ci credi che siamo arrivate fino a qui?- mi chiese continuando a guardare i nostri figli.
-No, non ci credo ancora. Ti ricordi 10 anni fa quando fantasticavamo sul nostro futuro marito?- le ricordai ridendo.
-Si, che non riuscivamo ad immaginarcelo. Avremmo mai immaginato che ci saremmo sposate con Edo e Simo?- mi chiese guardandomi.
-Be, io non lo sapevo. Invece, per te, l’avevo sempre sperato. Edo è perfetto per te.- le dissi con gli occhi lucidi.
-Anche Simo è perfetto per te.- mi disse lei a sua volta con gli occhi lucidi.
Ci abbracciammo.
A differenza dei ragazzi, noi ci eravamo incontrate alle superiori per non dividerci mai più.
Avremmo cresciuto i nostri figli insieme ai nostri mariti.
Era tutto perfetto.
-Come va la gravidanza?- Ary era incinta di 5 mesi. Avevamo messo su qualche chilo, ma era radiosa, brillava di una luce strana, una luce di cui solo le donne incinte potevano avere.
Quando mi disse che fosse nuovamente incinta, rimasi spiazzata. Aveva sempre sognato di avere due figli, un maschio e una femmina, e probabilmente il suo sogno si sarebbe realizzato, doveva solo aspettare di vedere di che sesso fosse.
Il giorno che me lo disse, rimasi senza parole, ma poi mi misi ad urlare e a saltare di gioia. Me lo disse ancora prima di dirlo ad Edo come aveva fatto anche per la prima gravidanza e come avevo fatto io quando seppi di essere incinta per la prima volta.
-Bene, la cosa che odio è che continuo a mangiare. Ho paura di ingrassare troppo- quello era sempre stato il suo problema. Aveva paura di ingrassare troppo e di sembrare una balena, ma soprattutto che poi avrebbe fatto fatica a tornare in forma. Pensava di essere ridicola dato che era bassa e aveva una bambina enorme, aveva davvero paura di sembrare una piccola mucca. Era solo fissata e non capiva che era bellissima. Qualsiasi donna incinta era bellissima, ma lei lo era ancora più delle altre.
-Piantala! È normale ingrassare un po’, ma non farti questi problemi, cerca solo di non mangiare troppo- le sorrisi dolcemente.
-Certo, certo, tu sei di parte, anche se fossi grassa e fossi bruttissima, mi diresti lo stesso che sono bella e che sono magra
Feci finta di non averla ascoltata. Quando era incinta era altamente paranoica, più paranoica del solito e bisognava solo ignorarla.
-Allora, la chiamerai Angelica, vero?- era una domanda retorica, sapevo benissimo che adorava quel nome e che avesse sempre voluto chiamare sua figlia con quel nome.
-Ovvio, ho detto ad Edo che non doveva replicare e anche se non gli fosse piaciuto doveva farselo piacere- scoppiammo a ridere.
-Guardate cosa è arrivato?- esordì Edo entrando nel giardino di casa mia seguito da Simo.
-Abbia un invito per delle nozze.- ci disse guardandoci.
-E di chi sono?- chiedemmo in coro io e la Ary.
-Sono di ……
 
 
 
Due mesi dopo
Come al solito eravamo in ritardo. La cosa non mi stupiva, ma stavolta non ero io quella in un ritardo pazzesco, era Simo che si stava ancora facendo la doccia.
Entrai trafilata in bagno vestita di tutto punto, con il mio vestito da damigella rosa confetto, le scarpe con il tacco, i capelli raccolti in un coda perché avrei dovuto farmi i capelli insieme alla sposa, se arrivavo al suo matrimonio, ma a questo punto ne dubitavo.
-Simo? Datti una mossa. Sono già in ritardo, anzi, siamo, vorrei ricordati che anche tu sei un testimone, non so se te lo sei dimenticato- il mio tono di voce era serio, duro.
-Sì, amore, arrivo, lo giuro. Ho finito- la sua voce mi arrivò attutita a causa dell’acqua che gli scorreva addosso, su quel corpo perfetto e…
Ok, no, non è il momento di farsi prendere da queste fantasie.
-Simo, saremmo già dovuti essere per strada.
-Guarda che non dobbiamo fare chissà quanta strada- mi ricordò chiudendo l’acqua e uscendo dalla doccia.
Gli passai l’accappatoio e lo guardai malissimo.
Sbuffai ed uscii dal bagno ritrovandomi nella nostra camera da letto.
Il completo nero di Simo era appoggiato sul letto, con la cravatta e le scarpe già pronto per essere indossate. Almeno si era preparato prima i vestiti.
Entrò in camera mentre si frizionava i capelli.
Andai allo specchio posizionato sopra la cassettiera e mi misi a posto i capelli decisamente orrendi. Potevo essere vestita malissimo, ma i miei capelli dovevano essere a posto. Li adoravo.
Quando mi girai, Simo si stava tirando su i pantaloni e aveva la camicia ancora slaccia e la cravatta penzolante.
Mi avvicinai a lui e cominciai ad abbottonargli la camicia mentre lui si allacciava i pantaloni.
-Non sono abituato a vederti mentre mi vesti, di solito mi spogli- mi sussurrò all’orecchio provocandomi un brivido.
-Infatti, di solito. Ora non c’è tempo. Per fortuna Luca è dai tuoi altrimenti non so quanto sarei resistita a dover vestire due bambini – cominciai ad allacciargli la cravatta.
-Sarei un bambino?- mi chiese offeso.
-In questo momento sì, ti sto vestendo perché siamo in ritardo.
-Se vuoi vado al matrimonio nudo, penso che farei notizia e avrei molto successo- alzai lo sguardo verso di lui e lo guardai male, facendolo ridere.
-Andiamo- gli dissi quando gli feci il nodo alla cravatta.
Scendemmo le scale e ci mettemmo in macchina.
Un quarto d’ora dopo, con ben mezz’ora di ritardo, arrivai a casa di Fede dove c’era già Ary ad aspettarmi.
Suonai il campanello e poco dopo arrivò sua mamma ad aprirmi.
-Ciao Ila! Come stai?- mi diedi due baci sulla guancia di rito.
Con gli anni, la mamma di Fede si era addolcita leggermente ed era meno scorbutica, aveva cominciato a considerare meglio anche la figlia.
-Bene, grazie. Tu?
-Siamo un po’ agitati- mi sorrise leggermente.
-Immagino. Sono nella sua stanza, giusto?
-Certo, vai pure, ti staranno aspettando.
Salii le scale sperando di non cadere ed inciampare.
Aprii la porta e mi trovai davanti un caos infernale.
-Finalmente! Ma che fine avevi fatto?- mi chiese Ary mentre mi veniva incontro tenendosi il pancione di 7 mesi.
-Stai tranquilla che altrimenti il bambino nasce prima del previsto- le dissi dandole un bacio sulla guancia.
-La bambina. E comunque, tranquilla, non nascerà prima, io sono tranquillissima.
-Certo, ovviamente.
-Allora, Fede, come va?- era sotto i ferri. I ferri della parrucchiera. Aveva deciso di farsi fare un’acconciatura boccolosa e raccolta. Avevamo fatto un sacco di provo un mese prima e quella ci era sembrata la più adatta sia per il vestito che per il viso di Fede.
-Per adesso sto bene, ma chiedimelo tra un’ora- bevve un sorso dal suo bicchiere.
-Martini? – mi avvicinai al tavolo su cui c’erano bicchieri e bottiglia.
-Esatto, con due olive come piace a noi – mi sorrise.
Con il passare degli anni l’amicizia tra me, Ary e Fede è cresciuta notevolmente, siamo diventate inseparabili e ormai facciamo praticamente qualsiasi cosa insieme. Sono convinta che Fede si sente un po’ in disparte perché alcune volte io e Ary parliamo ancora in un modo che ci capiamo solo noi, ma cerchiamo sempre di renderla partecipe di quello che diciamo.
Diventando grandi e capendo che dovevamo avere una spazio tutto per noi, avevamo deciso di scegliere una serata che sarebbe stata solo nostra e che niente e nessuno ci avrebbe impedito di vederli quella sera.
Decidemmo di vederci il venerdì sera, serata che anche i nostri uomini avevano deciso di passare tra di loro. Per non c’erano problemi.
La serata del venerdì sera era soprannominata “Martini Night”. Lo assaggiammo una volta per puro caso, una sera che uscimmo anche con i ragazzi, e ce ne innamorammo subito. Martini con due olive, il massimo. Non avremmo mai rinunciato al Martini e poi ci rilassava e ci inibiva, soprattutto, più del solito.
Mi sedetti su una sedia e mi versai il contenuto della bottiglia nel bicchiere, ma poi non lo bevvi.
Cominciammo a parlare del più e del meno, facendo battute, dicendo doppi sensi, non saremmo state noi se non l’avessimo fatto.
La parrucchiera finì di acconciare Fede, poi passò a me e infine ad Ary.
Ovviamente eravamo in ritardo, si sa, la sposa non deve mai arrivare puntuale, senza rigorosamente in ritardo, anche se Fede aveva deciso di fare un matrimonio tipicamente americano con damigelle d’onore e all’aperto. Aveva affittato apposta un giardino botanico bellissimo che avrebbe ospitato la cerimonia.
Simo stava aspettando me e Ary fuori da casa di Fede. Era già andato da Lorenzo, l’aveva portato al giardino e poi era passato a prendere noi. Quanto era adorabile il mio amore?
Fede aveva noleggiato una macchina d’epoca, una di quelle che piacevano tanto a lei. Suo papà l’avrebbe accompagnata fino in chiesa e poi fino all’altare, come da tradizione.
Durante il tragitto io e Ary parlammo molto mentre Simo sembrava perso tra i suoi pensieri, ma non indagai, almeno non in quel momento.
Arrivammo al giardino prima di Fede, Simo mi lasciò un bacio veloce sulle labbra e raggiunse Lore ed Edo.
Io e Ary ci fiondammo vicino a Fede quando arrivò la sua macchina.
Ci mettemmo in fila, prima io, poi Ary e infine la sposa al braccio del padre.
Una musica classica scelta da Fede accompagnò me e Ary fino ai ragazzi.
Durante la camminata vidi Simo lì, vestito in giacca e cravatta che mi guardava in modo strano. Esistevamo solo io e lui che ci guardavamo e mi ritrovai ad andare indietro con la mente, a ricordarmi il nostro matrimonio. Mi venne normale.
Aveva indosso lo stesso abito che aveva quel giorno, era bello come quel giorno e mi guardava come quel giorno, anzi, in un modo completamente diverso che non riuscivo a decifrare.
Con il passare degli anni avevo imparato a capire Simo in ogni più piccola forma tanto da conoscerlo a memoria, ma quello sguardo mi mancava, che ne avesse inventato uno nuovo?
Mi misi vicino al prete al mio posto e guardai Ary che stava avanzando nel suo vestito rosa –che aveva sempre odiato dal primo istante- e con il suo pancione. Era bellissima e raggiante.
Mi sentii osservata e quando mi girai trovai Simo che mi guardava. Gli feci segno di guardare dall’altra parte, ma scosse la testa sorridendo.
Alzai gli occhi al cielo, sorrisi e arrossii. Quanto odiavo quell’uomo? Non poteva farmi ancora quello stupido effetto, non ero più una ragazzina.
E finalmente la marcia nuziale partì, annunciando l’arrivo di Fede. Era bellissima nel suo abito avorio, era raggiante e un sorriso era stampato sulle sue labbra.
Anch’io mi misi a sorridere e le lacrime mi chiesero di uscire, ma cercai di darmi una calmata, non era ancora arrivato il momento di piangere.
Per tutta la cerimonia alternavo lo sguardo tra i due futuri sposi e Simo che non la piantava di guardarmi con quel sorriso strano. Avevo giurato che se non l’avesse piantata lo avrei preso a sberle. Era insopportabile.
Edo e Ary si guardavano teneramente mentre lei si accarezzava il pancione.
Era un’abitudine che si era presa, continuava ad accarezzare la pancia come se coccolasse suo figlio e la scena era molto tenera.
Quando finalmente la cerimonia finì e i novelli sposi si baciarono, le lacrime cominciarono a scendermi.
Simo mi si avvicinò e mi accompagnò per attraversare in mezzo agli ospiti.
In quei pochi metri cercai di darmi una calmata.
Ci trasferimmo in un ristorante di campagna che era la fine del mondo. Era circondato da giardini enormi, con fiori bellissimi e piante che non avevo nemmeno mai visto.
Noi testimoni eravamo in una tavolata vicino agli sposi.
Mangiammo, ballammo e ci divertimmo parecchio.
Ero a bordo pista, che stavo osservando gli invitati ballare, scatenarsi, ridere, scherzare tra di loro.
Due braccia forti e ormai conosciutissime, mi abbracciarono da dietro.
<< Non sono bellissimi? >> mi chiese sorridendo e lasciandomi un bacio sulla tempia.
Sì, lo erano. Erano lì tutti e quattro insieme che ballavano come degli scemi.
In mezzo a quelle quattro persone c’era la mia migliore amica che non mi aveva mai abbandonato e che nel momento del bisogno era sempre presente. C’era l’altra mia migliore amica che si era appena sposata, che era felice, che finalmente aveva avuto quello che dalla vita aveva sempre desiderato. Con quelle due pazze avevo passato gli anni migliori della mia vita, ma ci avrei passato anche tutti i seguenti. Le amavo, le amavo come si possono amare delle sorelle e loro per me lo erano.
Vicino a loro c’erano i loro mariti, mariti che erano i migliori amici di mio marito, di quel marito che ogni tanto non sopportavo, ma che amavo con tutta me stessa.
Tutti avevano avuto quello che volevano, tutti erano felici.
Ary avrebbe avuto un altro bambino di lì a pochi mesi facendo diventare Edo padre per la seconda volta, Fede e Lore erano sulla buona strada per farne uno tutto loro, ma avevano ancora tempo, prima dovevano godersi il periodo da neo sposini.
Poi c’ero io, che non potevo volere di più dalla vita, avevo tutto: amici fantastici, un marito stupendo, un figlio che purtroppo stava prendendo dal padre e forse…
<< Amore, posso chiederti una cosa? >> mi chiese dolcemente appoggiando una mano sulla mia pancia facendomi sussultare.
Sa?
<< Dimmi >> deglutii a fatica.
<< Sei incinta, vero? >>
Tre parole, tre parole che mi fecero capire che sapeva, che aveva capito, ma da cosa?
<< Come fai a saperlo? >> mi girai leggermente a guardarlo con un sopracciglio alzato.
<< Sei più bella del solito e sei dannatamente sensuale. Sei una bomba sensuale quando sei incinta, più di quanto tu lo sia sempre e questo è preoccupante >> mi sussurrò all’orecchio facendomi rabbrividire.
Tutto era perfetto e tutto alla fine era finito nei migliori dei modi.
 

 

 

 

THE END

 

 

Siamo giunti alla fine di questa storia. 60 capitoli sono tantissimi, secondo me anche troppi.
Ho postato questa storia più di un anno fa e con questa ho iniziato a pubblicare su EFP. È stata la prima storia che ho pubblicato in assoluto.
È passato più di un anno e sinceramente mi sembra come se questa storia non mi appartenesse più. Ho continuato a postarla solo perché mi sembrava giusto che sapeste che cosa sarebbe successo a tutti i protagonisti, ma se fosse stato per me probabilmente avrei smesso di farlo mesi e mesi fa.
Ma non mi pento di aver scritto questa storia, ho iniziato a scrivere con lei, ho amato tutti i personaggi di questa storia e all’interno di essa ci sono tantissime cose di me stessa, non potreste nemmeno immaginare quante.
Ho scritto un mese intero per completare la storia, ci ho davvero messo tanto, ma mi sono anche divertita.
Con questa storia probabilmente mi sono in un certo senso fatta conoscere, anche se adesso mi piacerebbe che si andasse avanti. Penso di essere migliorata nel corso del tempo e questa storia mi ha aiutato parecchio.
Le devo molto, davvero tanto, mi ha permesso di sognare, di immaginare ragazzi quasi perfetti (perché nessuno è perfetto), mi ha permesso di far viaggiare la fantasia e di sfogare i miei momenti di tenerezza attraverso di loro.
Devo molto alla storia, ma devo molto anche a voi perché senza di voi questa storia non sarebbe arrivata fino a questo punto. Se voi non aveste inserito la mia storia nelle varie liste, questa storia non sarebbe arrivata fino al 60esimo capitolo. Se non mi aveste dimostrato l’affetto per i miei personaggi e per questa storia, avrei mollato molto prima.
Quindi GRAZIE, davvero grazie a tutte voi, grazie per aver letto in silenzio, grazie per aver recensito ogni capitolo, grazie per avermi fatto sorridere e per avermi dato la forza per continuare a postare questa storia. Penso che un grazie sarebbe riduttivo, ma non saprei davvero come fare per ringraziarvi come si deve.
Ringrazio ogni singola persona, anche gli ultimi arrivati, ringrazio davvero tutti dal profondo del mio cuore.
Ho conosciuto davvero persone fantastiche grazie a questa storia che spero di incontrare nuovamente anche in futuro.
Adesso che questa storia è giunta alla fine, bisogna pensare ad altro, guardare in avanti e vi dico questo che farvi sapere che pubblicherò presto un’altra storia romantica. Sarà decisamente molto diversa da questa, ma spero vi piacerà comunque.
Se vi dovesse far piacere e vorreste leggerla, sappiate che probabilmente posterò già il prologo in questi giorni. Quindi tenete gli occhi aperti (sempre che vi interessi) oppure aggiungetemi su FB o Twitter che sicuramente lì avviserò del nuovo capitolo.
Detto questo ragazze, mi sembra doveroso lasciarvi, mi sono dilungata già abbastanza. xD
GRAZIE ANCORA *_*
Spero di rivedervi presto,
 
CherryBomb_

 

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