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di Lanaea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** 2. Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** 3. Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4. Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** 1. Capitolo 1 ***


Non posseggo alcun diritto sui personaggi di Star Trek, né sulla trama che è di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea), ma solo la traduzione.
Se volete usare in qualche modo la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.
Romennim



Jim amava sua madre. In quello che davvero importava, lei era una brava persona, e si era sempre presa cura e aveva provato a fare del suo meglio per lui. Avrebbe potuto vivere, però, senza la sua sfilza di uomini senza importanza. Il modo in cui lei lo guardava ogni tanto, come se stesse cercando di vedere il fantasma di qualcosa intangibile lì, qualcosa oltre a solo lui – poteva vivere anche senza quello. Ma lui la amava, e così quando l'Enterprise ritornò al porto spaziale per riparare i computer dopo un incontro con una nuvola di polvere senziente a cui era piaciuto masticarsi i loro sistemi di memoria, acconsentì alla sua richiesta di fermarsi da lei a fare una visita.

Non era come se fosse un inconveniente o altro, d'altronde. L'intero equipaggio stava decisamente prendendo l'opportunità di godersi l'essere sbarcati vicino alla Terra. Ma, se doveva essere onesto con se stesso, era un po' preoccupato su cosa aspettarsi. Aveva visto sua madre brevemente prima della cerimonia dove aveva ricevuto la sua medaglia e la sua promozione a capitano, e lei era stata un po'… difficile. Come se non fosse sicura se essere esultante o terrorizzata dal fatto che lui era nella Flotta Stellare, e sembrasse rimanerci. Certo, lei aveva chiesto di vederlo, ma non c'era nessuna garanzia su come l'atmosfera sarebbe davvero stata una volta arrivato là. E non era esattamente tutto un fremito alla prospettiva di incontrare Stan o Dave o come diavolo si chiamasse l'ultimo uomo che viveva con lei.

Aveva cercato di coinvolgere Bones ad andare con lui, solo per avere qualcuno là che almeno lo aiutasse a deviare un po' dell'attenzione da lui, ma il Dottore era un uomo intelligente. Non aveva intenzione di lasciarsi trascinare facilmente in un pasticcio familiare. Tutti gli altri erano occupati con le loro famiglie, così Jim si era rassegnato. Tempo di affrontare la situazione. O qualunque dannata cosa lo stesse aspettando a casa. Peccato che la nave di Sam fosse ancora in missione, o altrimenti l'intera prospettiva sarebbe potuta non sembrare così scoraggiante.

“Vai, su, vai”

Jim esitò, il suo bagaglio in una mano mentre si girava leggermente nell'hangar navette al suono della voce di Uhura. Sia le parole che il tono avevano catturato la sua attenzione. Sembrava turbata.

Ai suoi occhi ci volle solo un momento per individuarla, e quando lo fece, notò che la sua curiosità stava crescendo, vedendo che era con Spock. Il suo primo ufficiale sembrava calmo e riservato come suo solito, mentre Uhura sembrava infastidita – persino agitata. Cosa decisamente nuova per lei.

“... Molto bene” Spock acconsentì neutralmente, solo una tensione intorno agli occhi che rivelava che anche lui era agitato. Lui si girò per andarsene, ma la voce di Uhura lo fermò di nuovo.

“Spock...” lei disse, esitando, sembrando vacillare tra due punti di indecisione. Una delle sue mani si strinse e si aprì al suo fianco.

“... Non era mia intenzione offenderti” disse Spock sinceramente dopo una breve pausa, guardando indietro verso di lei.

Per un momento la tensione sembrò allentarsi tra di loro. Ma poi Uhura sospirò e si afflosciò un poco. Allungando la mano, lei gli diede un colpetto sulla spalla come per lisciare via un’immaginaria grinza dai suoi vestiti. “Lo so” gli disse. Per un minuto Jim pensò che stava appena catturando la parte finale di un battibecco tra innamorati, e che avrebbero cominciato a baciarsi di nuovo come avevano fatto nella stanza teletrasporto. Ma non fecero alcun movimento l'uno verso l'altro. Invece Uhura degnò Spock di un sorriso piuttosto teso, e quindi tirò su la sua borsa e si voltò.

Spock la guardò andare via, e Jim guardò Spock mentre la guardava andare via, mentre la sua curiosità cresceva. La sua comprensione della 'relazione' della coppia era piuttosto limitata. A nessuno dei due piaceva parlarne con lui, e sembravano avere la bocca cucita così anche con il resto dell'equipaggio, visto che il mondo del pettegolezzo non aveva mai avuto molto su cui lanciarsi. C'erano forse problemi in paradiso?

Beh, non che sarebbe stato facile per lui scoprirlo. Non importa quanto ficcanaso tentasse di essere con quei due, loro gli rispondevano sempre solo con un fermo 'non sono affari tuoi', e quello era tutto. Scrollando le spalle, Jim si era appena risolto ad andarsene di nuovo... quando si fermò. Perché Spock era ancora fermo lì. Come un cucciolo preso a calci. Il che era strano, perché non sembrava fisicamente triste. Sembrava solo tutto stoico e vulcaniano come al solito. A un osservatore casuale poteva sembrare come se avesse appena deciso che quel particolare angolo dell'hangar navette fosse un buon posto per stare.

Beh, è il tuo primo ufficiale, Jim decise, e quindi mise la sua borsa in spalla e si avvicinò a lui.

Spock lì per lì non sembrò neppure consapevole del suo avvicinarsi, ma una volta che fu raggiunto, parlò. “Temo che non mi troverà particolarmente disponibile a ficcare il naso nella mia vita personale in questo momento,” informò Jim solennemente.

“… Okay,” Jim acconsentì con una scrollata di spalle. “Vuoi incontrare mia madre?” chiese.

Oh. Beh, quella era andata liscia come un mattone. Jim si chiese se fosse qualcosa di Spock o qualcosa di lui che sembrava sempre costringere a far volare fuori dalla sua bocca cose strane quando parlavano l’un l’altro. Non aveva neanche davvero progettato di estendere l’invito. Gli era solo venuto in mente dopo il commento di Spock, e quindi se l’era lasciato sfuggire perché non era stato in grado di pensare a qualcos’altro da dire.

Spock lo guardò.

Beh, visto che ormai era arrivato fin lì, Jim pensò che tanto valesse continuare. “Stavo appunto andando a casa per vederla, ma non mi piace mai farlo da solo. Diventa un po’… uh, beh, comunque, se non sei impegnato puoi venire con me,” spiegò. “Non è una xenofoba o altro,” aggiunse con tono speranzoso.

Trasalì prima di guardarsi attorno, sperando che fosse solo nel rendersi incredibilmente goffo di fronte a Spock. Il che era ancora abbastanza spiacevole, ma era il meglio a cui potesse aspirare a quel punto. Non è una xenofoba?! Ma che diavolo era?

“Non mi permetterei mai di intromettermi in una riunione familiare,” disse Spock. Suonò come un rifiuto ma, Jim notò, non fece neanche una mossa per andarsene.

“Beh, non ti staresti davvero intromettendo” disse. “È praticamente tradizione che io trascini qualcuno a casa con me quando sono in visita. Personalmente penso che le piaccia indovinare chi mi porterò dietro”. Solitamente era qualunque avventura della settimana avesse in quel momento.

Era sicuro che Spock avrebbe detto di no, e quello sarebbe stato tutto – la fine di un tentativo molto strano e goffo di approccio. Così Jim fu sorpreso quando, dopo pochi quieti momenti di considerazione, il suo primo ufficiale si voltò e lo squadrò accuratamente.

“È certo che non sarebbe un'intrusione?” chiese ancora. Illuminandosi da orecchio a orecchio, Jim strinse una mano sulla spalla dell’ufficiale scientifico.

“Proprio no,” lo rassicurò, e allentò cortesemente quindi la sua presa quando lo sguardo di Spock si spostò intenzionalmente verso di essa. Fece un gesto verso l'uscita dell'hangar navette, quasi incapace di credere che la cosa avesse effettivamente funzionato. Certo, non era sicuro di come sua madre avrebbe preso Spock, ma pensò che sarebbe stata una scommessa sicura il fatto che sarebbe riuscito a impedire che le cose diventassero strappalacrime. Nulla nel contegno del ragazzo invitava a versare lacrime.

In più gli impedirà di stare lì e sembrare come se qualcuno gli avesse appena portato via il gelato.

Anche se la maggior parte dell'hangar navette si era svuotato nel momento in cui lo lasciarono, c'era ancora una folla considerevole che si muoveva attorno ai trasporti per e dalla stazione. Spock sembrò irrigidirsi marginalmente mentre le persone passavano di fianco a loro, e le normali barriere di spazio personale cadevano vittima delle necessità di transito. Consapevole di quanto poco al suo primo ufficiale piaceva essere toccato, anche accidentalmente, Jim si ritrovò a fare da scudo con il proprio corpo ancor prima di averci davvero pensato, posizionandosi tra Spock e la pressione maggiore della folla. Si perse lo sguardo di fugace sorpresa che le sue azioni si guadagnarono.

Un silenzio tranquillo cadde tra di loro mentre salivano su uno dei trasporti. Jim pensò un attimo alla sua vecchia moto, che aveva dato via quando si era arruolato nella Flotta Stellare. Non aveva rimpianto la mossa - non era come se ne avesse ancora bisogno, decisamente no ma era piuttosto divertente pensare di tentare di convincere Spock ad andarci con lui. Il necessario contatto di un corpo vicino avrebbe probabilmente fatto fuggire il ragazzo ben prima che raggiungessero anche solo la strada. Per quel che sembrava, non appariva molto entusiasta del trasporto pubblico.

“Stai bene, Spock?” chiese mentre iniziavano a muoversi, e il mezzo-Vulcaniano si irrigidì notevolmente. “Sembri un po' verde.”

Spock alzò un sopracciglio verso di lui. “Capitano, lei è al corrente del fatto che la mia fisiologia vulcaniana produce una naturale, verde pigment-”

“Lo so, lo so” Jim lo rassicurò, alzando una mano. Cavoli. Bones lo stava influenzando troppo – quella era proprio una battuta schifosa. “Stavo solo cercando di alleggerire l'atmosfera. E non chiamarmi 'capitano'. È Jim.”

“... Jim” Spock acconsentì in modo riluttante, e Jim rilasciò un interno sospiro di sollievo. Bene. Cominciava a essere nauseato di essere chiamato 'capitano' o 'signore' tutto il tempo. Per prima cosa, lo faceva sentire circa dieci anni più vecchio di quello che era veramente.

Lanciò a Spock un altro sorriso, e poi portò il suo sguardo attraverso la finestra più vicina al paesaggio in movimento. Spock seguì il suo esempio, con il ronzio del trasporto che brontolava quietamente sotto i loro piedi mentre guardavano l'aperto cielo blu e la terra solida. Cose che stavano diventando velocemente una rarità visto che le loro missioni li portavano sempre più lontano dallo spazio conosciuto. Jim non avrebbe scambiato l'Enterprise per quello, ma comunque – era piuttosto piacevole essere di ritorno sulla terra ferma di nuovo.

“Non ho passato molto tempo sulla Terra al di fuori dell'Accademia della Flotta Stellare” confessò Spock dopo che parecchi minuti furono passati, e il timbro basso della sua voce scosse Jim dalle sue fantasticherie.

“Cosa?” chiese. “Non hai mai fatto il turista?”

Con un'occhiata che sembrava implicare che Jim avrebbe dovuto saperlo anche senza chiedere, Spock scosse la testa impercettibilmente. “Non sembrava esserci molta attrattiva alla prospettiva. Le temperature dell'emisfero nord della Terra sono troppo basse per gli standard vulcaniani” spiegò.

“Oh” replicò Jim, e si chiese se quello volesse dire che Spock era a disagio. Ma non c'era molto che potesse fare, e da quel che sembrava il ragazzo stava indossando vestiti molto più pesanti di quelli di cui Jim si era preoccupato a mettere. Era tarda primavera, chiara e soleggiata, e Spock sembrava stare anticipando una svolta bruscamente invernale del tempo. Buffo – aveva semplicemente assunto che il suo primo ufficiale si vestisse in quel modo perché era veramente rigido.

E di nuovo, pensò, guardando dalla coda dell'occhio i suoi lineamenti taglienti e distanti. Forse sono entrambi.

“Ho considerato conoscere meglio questo mondo, comunque” spiegò Spock. Jim era sorpreso. Normalmente tentare di avere una conversazione con il suo primo ufficiale su qualcosa non connesso al lavoro era come estrarre sangue da una pietra. Ma ora era lì, tentando di fare conversazione. Completamente da solo, pure, senza bisogno di essere persuaso o punzecchiato da Jim. All'inizio Jim si era sentito segretamente compiaciuto al cambio di comportamento. Ma poi si era ricordato la ragione più probabile per cui Spock avesse un aumentato interesse nella Terra, e il suo umore era precipitato nelle profondità della solennità.

Si chiese per quanto il fantasma di Vulcano avrebbe tormentato tutti loro. Erano passati pochi mesi sin da allora, ma Jim non poteva fare a meno di pensare – non aveva mai conosciuto suo padre, e l'uomo era morto da decadi. Tuttavia la sua presenza poteva pesare ancora molto sul suo cuore, e lasciava dentro di lui ancora domande senza risposta. Quindi quanto devastante poteva essere la morte di un pianeta? E questo anche senza contare la perdita più personale di Spock, la perdita di sua madre.

Se gli fosse stato chiesto, Jim non avrebbe mai detto di essere una persona sensibile. Lui? Diavolo, no. Era un bastardo strafottente, un ragazzo da 'amali, lasciali e nessun rimpianto'. Sempre correndo in avanti. Perché, come Spock, Jim era cresciuto nel presentare l'immagine che le altre persone si aspettavano da lui. Ma la verità era che non ci voleva molto per farlo sentire veramente male nei confronti di altre persone.

“Beh, la mia città natale non è molto” disse dopo un momento, muovendosi leggermente nel suo posto “Ma se vuoi qualcuno che ti mostri i dintorni, possiamo andarcene in qualche posto migliore dopo che abbiamo visitato mia mamma.” A dir la verità, neanche Jim aveva mai davvero esplorato molto del mondo in cui viveva. Poteva essere interessante in un certo senso vederlo attraverso gli occhi di qualcuno che non era cresciuto lì.

E di nuovo, l'idea di provare a mettersi nella testa di Spock era un po' strana. Specialmente da quando più o meno era stato nella testa di Spock una volta, e non era stata esattamente un'esperienza allegra.

“Non vorrei presumere di accorciare il tuo tempo con la tua famiglia” replicò Spock, fissandolo di nuovo con i suoi inscrutabili occhi scuri.

Jim scrollò le spalle. “Non preoccuparti per quello,” lo rassicurò. “Avevo intenzione di scappare via il prima possibile comunque. Tutto quello che faresti è darmi una buona scusa.”

Il suo primo ufficiale, sembrava, non sapeva bene cosa rispondere a quel punto. Jim suppose che ci stesse riflettendo sopra mentre il mezzo di trasporto li portava nel caos della città, e la loro conversazione rimase al minimo mentre completavano la necessaria danza con i trasporti pubblici in modo da arrivare a Riverside. Spock sembrava aver detto la verità quando aveva detto di non aver lasciato molto l'accademia durante il suo tempo sulla Terra – guardava molto del pianeta con la stessa quieta curiosità intellettuale che Jim gli aveva visto usare su mondi alieni.

Eccetto che questo non era un altro mondo alieno. Ora era l'unico mondo natale che avesse.

“Quindi, c'è qualche posto che ti piacerebbe vedere?” chiese Jim. Avevano infine raggiunto la sua città natale, e avevano lasciato ora il trasporto pubblico per camminare lungo le lunghe, antiquate e sporche strade che si snodavano tra le fattorie. Per un attimo della nostalgia si era fatta strada dentro di lui mentre guardava tutto ciò che era cambiato dall'ultima volta che era stato lì – che non era molto – e tutto ciò che non era cambiato.

“Devo confessare di avere una curiosità nel visitare il Canada” ammise Spock dopo un momento. Lì tra ambienti familiari, le sue caratteristiche aliene sembravano un po' più visibili, ma non in un cattivo modo. Esotico, pensò Jim, e poi rise di se stesso internamente.

“Canada?” chiese. “Pensavo avessi detto che non ti piace il freddo. Diventa solo peggio più vai a nord, Spock.” Cosa che naturalmente il suo ufficiale scientifico sapeva, ma sembrava che Jim fosse diventato incapace di fargli una domanda senza prenderlo un po' in giro. Forse perché a qualche livello fondamentale, il ragazzo sembrava ancora aver bisogno di tirarsi su di morale.

“Sono consapevole di questo fatto” replicò Spock, e il suo tono diceva 'così è', mentre i suoi occhi dicevano 'sei un qualche tipo di idiota se davvero hai pensato che non ne fossi consapevole'. Jim fece un grande sorriso mentre lui elaborava. “Comunque, mia madre era nata a Toronto.”

Il suo sorriso scivolò via un po'. Giusto. La madre di Spock.

Tutto in un momento Jim si chiese se stava facendo inavvertitamente il bastardo. Dopo tutto, la madre umana di Spock era morta appena qualche mese prima, e ora lui era lì, trascinando il povero ragazzo a incontrare la sua – ancora molto viva – mamma. Sulla Terra, da cui entrambe le donne provenivano. Beh, pensò, tenendo un occhio sul suo compagno. Avrebbe potuto dire 'no'.

“Non sono mai stato a Toronto” confessò Jim, cercando di alleggerire l'atmosfera. “Sono andato una volta a Vancouver con Sam, però, quando ero un bambino. O – beh, credo sia più che sono finito su un trasporto che mi ha portato lì, e Sam mi ha scovato.”

Spock gli diede un'occhiata curiosa. Così, vedendo un'opportunità per cercare di passare a un argomento che fosse un po' più lontano da madri morte, Jim decise di intrattenerlo con parecchie storie delle sue avventure giovanili – lasciando intenzionalmente fuori un particolare episodio di quando aveva circa undici anni e si era lanciato giù da uno strapiombo. Quegli anni non erano stati esattamente la parte migliore della sua vita.

Il tempo sembrò veramente volare mentre la sua voce strappava fuori episodi divertenti o interessanti dalla sua infanzia e li spiegava al suo primo ufficiale, e i loro piedi sollevavano soffici nuvole di sporco mentre camminavano, in modo uniforme e costante, fianco a fianco. Era grato che il tempo sembrasse essere stato caldo e asciutto durante la settimana prima, almeno. Significava che non c'era nessuna sferzata o colpo di freddo. Faceva gesti mentre parlava, diventando a volte animato o coinvolto dai suoi stessi pensieri o memorie, o anche ridendo a se stesso. Parlare così a un compagno che era così riservato e apparentemente senza emozioni sarebbe potuto sembrare difficile, ma non lo era. Le risposte e le domande misurate di Spock invece servivano ad aiutarlo a organizzare i suoi pensieri e le sue idee un po' meglio, e poteva dire di aver catturato l'interesse dell'altro uomo.

Al tempo in cui si erano portati verso un edificio molto familiare, Jim aveva raccontato parecchie avventure semi-illegali, spericolate o solo chiaramente stupide che aveva vissuto, la maggior parte durante la sua adolescenza, ma alcune della sua infanzia. Cominciò a sentire una fitta di colpa, chiedendosi se aveva monopolizzato la conversazione parlando di se stesso, ma visto che erano essenzialmente alla casa non sembrava che ci si potesse fare molto. E non pensava che Spock sarebbe stato dell'umore per discutere del suo passato.

Disagio si posò come una coltre intorno alle sue spalle mentre facevano gli scalini di legno fino alla vecchia veranda. Questa era la casa della sua infanzia, l'unica che aveva conosciuto da bambino. Non importava chi sua madre si mettesse a frequentare, lei si era sempre rifiutata categoricamente di considerare di muoversi dal posto. Anche quando sembrò stupido possedere una fattoria in cui nessuno di loro aveva interesse, o vivere così fuori dal centro generale della popolazione. Prese nota di un nuovo campanello di vetro che pendeva dalla porta dipinta di bianco, e le riparazioni che qualcuno aveva fatto alla veranda dall'ultima volta in cui era stato lì. C'erano anche tende nuove alla finestra e alcuni ornamenti da giardino dall'aria delicata che non riconobbe.

Alzando una mano, batté sulla porta, cercando di scrollarsi di dosso l'imbarazzo e, senza rendersene conto, muovendosi più vicino a Spock di alcuni passi. È solo Mamma, si disse, ma quello era il fatto, quello era il problema – 'solo Mamma' poteva portare a quasi qualunque varietà di difficili risultati.

Un momento passò senza nessuna risposta. Accigliandosi, Jim sbirciò attraverso la finestra più vicina alla porta, e poi bussò di nuovo. Niente.

Con un'occhiata a Spock, tirò su lo zerbino e recuperò la chiave d'oro macchiata sotto di esso. Nessuna elaborata serratura computerizzata per loro. Sua madre aveva sviluppato una certa leggera allergia verso la tecnologia avanzata dopo la morte di suo padre. Con un movimento familiare girò la chiave nella serratura e aprì la porta, facendo segno a Spock di seguirlo dentro e buttando la sua borsa in un angolo vicino alla porta. La casa era buia e quieta.

“Penso sia andata fuori” osservò. “Metti pure la tua borsa dove vuoi. Magari ha lasciato un biglietto...” disse, borbottando l'ultima parte a se stesso mentre Spock abbassava gentilmente il suo bagaglio molto più piccolo vicino a quello di Jim, mentre i suoi occhi curiosi vagavano nella vecchia casa.

“Avevo l'impressione che la maggior parte dei domicili della Terra fossero più avanzati di questo” notò.

Jim scrollò le spalle e andò verso la cucina. “Già, mia mamma è piuttosto all'antica” spiegò.

“Affascinante” replicò Spock, quasi in modo assente, mentre assorbiva l'architettura della casa. Anche Jim si stava guardando attorno, ma per differenti motivi. C'era qualche mobile nuovo nel soggiorno, e un nuovo tavolo in cucina. Sembrava che qualcuno avesse anche montato un banco di lavoro di qualche tipo nello studio. Fantastico – un altro 'tuttofare'. Almeno essere un capitano decorato della Flotta Stellare a poco più di vent'anni gli poteva risparmiare il trattamento indegno di essere chiamato 'amico' a questo punto. Girò per la casa, cercando qualunque segno di un biglietto o di un messaggio, e controllò il computer solitario nascosto dietro la vecchia dispensa, ma nada.

“Ah, dannazione, Mamma, ti sei dimenticata di nuovo” brontolò un po' tra sé, grattandosi dietro la testa. Davvero non era una donna con il dono di tener conto delle cose, specialmente non occasioni e date. Con un sospiro si lasciò cadere su una delle sedie al tavolo della cucina, appoggiandosi all'indietro per guardare Spock scrutare la casa della sua infanzia. Il mezzo-Vulcaniano stava dimostrando una riserva al riguardo che sembrava in contraddizione con la sua naturale curiosità.

“Va' pure e guarda” lo incoraggiò, e Spock sembrò notare per la prima volta di essere osservato. “A nessuno importerà.”

Beh, veramente, non poteva parlare per il Signor Fidanzato, ma se l'uomo si fosse fatto vivo all'improvviso e si fosse offeso ad avere il suo primo ufficiale a guardare qualche kit di attrezzi antiquato, allora Jim avrebbe solo dovuto offendersi a sua volta. Aveva sopportato un sacco di cazzate da un sacco di persone nella sua vita, e se c'era una cosa che aveva imparato era come sbattergliele in faccia. Qualche volta gli piaceva pensare di avere un talento naturale nel far incazzare le persone.

Anche se non vorrei davvero provarlo su Spock mai più, pensò, ricordandosi la batosta che si era guadagnato l'ultima volta. Per un ragazzo così magro, di certo colpiva duro.

Mentre Spock prendeva il suo permesso per carta bianca alla lettera e cominciava a esaminare qualche colorato lavoro in stile country che decorava i muri, Jim diede un'occhiata al vecchio orologio della cucina. Erano arrivati abbastanza presto durante la mattina e stava per arrivare mezzogiorno. Aveva deciso di visitare probabilmente per un paio d'ore e poi andarsene, ma se sua madre si era davvero dimenticata e non era solo uscita per caso nel momento sbagliato, allora poteva stare fuori fino al calar della notte. Era tentato di scrivere solo un biglietto sul tono di 'beh, sono venuto come hai chiesto!' e andare, ma sapeva che non lo poteva fare. Non poteva ferirla intenzionalmente in quel modo. Sarebbe stato come rivivere il suo tredicesimo compleanno di nuovo, quando aveva dimenticato la data ed era finalmente scoppiato e aveva urlato e minacciato davvero, onestamente di scappare, e allora lei aveva pianto e pianto ed era stata così furiosa con se stessa che lui si era sentito il peggior figlio mai esistito. Perché lui sapeva che non era facile per lei ricordare il suo compleanno – e la ragione per cui non era colpa di nessuno dei due.

“Tua madre sembra avere una predilezione verso gli oggetti che hanno per tema i galli” notò Spock mentre si muoveva per esaminare alcuni dei ninnoli e degli elettrodomestici della cucina. Jim ridacchiò, appoggiandosi alla sedia un po' e lasciando vagare lo sguardo.

“Veramente, molta di quella roba era di mia nonna” spiegò. “Ma anche lei l'ha accettata, in un certo senso, penso. Quasi tutto qui intorno è un pezzo d'antiquariato.”

Era in effetti un po' buffo vedere Spock dirigere le sue acute capacità di osservazione su una statua di un piccolo pollo di legno che indossava un cappello di paglia. Almeno sono tutti fuori, notò Jim, cosa che, poteva ammetterlo, era decisamente un buon segno che qualunque uomo stesse vivendo lì ora non era un completo idiota. Gli idioti tendono a mandare i galli in soffitta.

“Hanno qualche significato culturale?” chiese Spock, mentre i suoi vagavano sopra un orologio pacchiano e il timer per le uova decorato con galline che beccavano. Jim ci pensò su.

“Er, in un certo senso” decise dopo un minuto. Dopo diede un'occhiata al replicatore, che era senza dubbio il pezzo di tecnologia più avanzato nella stanza. Probabilmente nell'intera casa. Era ancora, tuttavia, un modello piuttosto vecchio – nulla come quelli sulla nave. “Beh, non so te, ma io ho fame e non ho idea di quando tornerà. Vuoi qualcosa?” chiese, controllando l'interfaccia dell'apparecchio per vedere cosa la macchina datata aveva da offrire. “Non ci sarà molta varietà” lo avvertì.

Spock gli diede un'occhiata. “Non richiedo sostentamento in questo momento” replicò. Poi sembrò esitare – fu una marginale, sottile espressione, e Jim quasi la mancò. Ma non la mancò, e così guardò l'ufficiale scientifico con l'aria di chi aspetta qualcosa. “...Un bicchiere d'acqua sarebbe tuttavia benvenuto” continuò dopo un momento.

“Certo, nessun problema” acconsentì con disinvoltura, e decise di prendere lui stesso solo acqua quando replicò le loro richieste assieme a un sandwich di pollo. Spock accettò il bicchiere educatamente e poi scivolò in una delle sedie male assortite intorno al tavolo mentre Jim si buttava sul cibo, e il curioso sguardo del Vulcaniano ancora vagava su ogni cosa.

“Sei mai stato in una regolare casa umana prima?” chiese Jim, il pensiero che gli veniva in mente tra i morsi. Spock scosse la testa brevemente.

“Non mi è stata estesa l'opportunità precedentemente” spiegò. “La rimanente famiglia umana di mia madre è distante, e non li ho mai incontrati.”

“Non sei mai andato a casa di Uhura?” chiese, e poi se ne pentì immediatamente mentre le già sottili espressioni di Spock sembrarono chiudersi e irrigidirsi, sigillando via un po' dell'apertura che si era stabilita tra di loro. Tornò immediatamente sui proprio passi, non volendo aver a che fare con un iceberg come compagnia. “Scusa, hai ragione, lo so, non sono affari miei” concesse, alzando le mani in un gesto molto umano per placare. Spock sembrò marginalmente colto alla sprovvista dalla sua immediata ritirata.

“Così insolito da parte tua, Jim” notò. “Credo che questa sia la prima volta che io ho visto te asserire che c'è un 'affare' in esistenza che non sia tuo.”

La mascella di Jim cadde mentre guardava l'espressione impassibile di Spock e la minima – forse immaginata, ma non lo credeva – giocosità che si celava appena dietro i suoi occhi. “O mio dio” disse, e un ampio sorriso si diffuse sul suo viso. “Spock, credo che tu ti stia prendendo gioco di me!”

E lo stava pure facendo, il subdolo bastardo! Aveva appena dato del ficcanaso a Jim nel suo modo contorto, molto vulcaniano. Ma l'ufficiale scientifico lo graziò meramente di un'espressione serena di cortese innocenza.

“Temo che tu stia sbagliando” disse pacatamente. “I Vulcaniani non 'prendono in giro', come la metti tu.”

“Balle!”

“Ti assicuro, non è così.”

Ma tu sei mezzo umano, disse il pensiero, giacendo quietamente tra di loro come qualche scherzo privato. Jim avrebbe potuto dirlo a voce alta e far notare il difetto nel ragionamento di Spock. Ma sembrava molto più affascinante lasciare la cosa così com'era, sospesa quietamente tra di loro come un bisbiglio di 'entrambi sappiamo la verità'. Così invece diede solo all'altro uomo un'occhiata che diceva che la sapeva lunga e poi rivolse di nuovo la sua attenzione a riempire il buco nel suo stomaco.

Quando il suo sandwich fu ridotto a non molto più che a qualche briciola lasciata giacere nel piatto, Jim pensò che potevano pure passare il tempo facendo qualcosa, così decise di mostrare a Spock il resto della casa e della proprietà. Tecnicamente sua mamma possedeva un po' del terreno coltivabile attorno al posto, ma aveva sempre pagato qualcun altro per lavorarlo, per quanto indietro potesse ricordare, e 'casa' si estendeva solo veramente all'immediata zona che che circondava dove vivevano. La sua vecchia camera e quella di Sam non erano cambiate molto dopo che se n'erano andati, eccetto che erano state messe in ordine per essere più appropriate per gli ospiti. La stia dei polli dietro la casa aveva occupanti di nuovo, e Spock osservò gli uccelli addomesticati con interesse.

Mentre portava in giro il suo primo ufficiale, Jim lo intrattenne con qualche storia e spiegazioni in più, rispondendo a domande generali sulla sua vecchia vita e sulla sua famiglia. Era strano – molte delle volte in cui portava qualcuno con sé nel passato, andava sulla difensiva se facevano quelle domande, sentendo come se stessero ficcando il naso o giudicando. Ma l'interesse di Spock era proprio troppo apertamente curioso e libero da falsità perché a lui spiacesse.

Tuttavia, c'era solo un tot che Jim poteva dire, e mentre le ore sembravano scorrere via cominciò a esaurire verve. Così fu piacevolmente sorpreso quando Spock sembrò decidere di prendere il suo posto e parlare.

Siccome il tempo aveva tenuto, il paio optò di sedere sul portico, guardando mentre i primi cenni delle più deboli tracce di rosa cominciavano a insinuarsi nel cielo del pomeriggio. Jim stava riflettendo sul fatto che Spock si stava rivelando essere una compagnia sorprendentemente buona.

“Mia madre era solita tenere fotografie della neve” disse all'improvviso il suo primo ufficiale, tirandolo fuori dai suoi pensieri con il suo commento inaspettato. “Era... scoraggiata dall'esprimere troppa sentimentalità in mia presenza, ma questo non sempre la fermava. Trovavo le sue fotografie davvero affascinanti.”

Jim lo guardò, e si chiese come doveva essere stato crescere con una madre che era scoraggiata dal comportarsi nel modo in cui molte madri umane erano istintivamente portate a fare. Certo, lui e sua madre avevano le loro difficoltà, ma almeno lei non aveva mai trattenuto affetto. “Le piaceva la neve?” chiese, sperando che Spock avrebbe continuato a parlargli.

“Glielo chiesi una volta” replicò Spock, e i suoi occhi erano lontani milioni di chilometri. “Disse che non le piaceva la neve. Che in realtà l'aveva considerata un ostacolo alla conduzione normale delle sue attività giornaliere quando era sulla Terra” spiegò. “Quando espressi confusione, mi informò che anche se non godeva della presenza della neve, si sentiva anche insoddisfatta della sua assenza su Vulcano. Era un concetto totalmente umano.

Jim aspettò, sedendo lì con l'assillante sensazione di sapere dove quel discorso stesse andando. Non dovette aspettare molto prima che Spock continuasse. “Comunque, credo di aver guadagnato una migliore comprensione del suo stato d'animo a quel tempo. C'erano molte cose che trovavo insoddisfacenti nel mio mondo natale. Non avevo intenzionato di tornare a meno che necessità non lo richiedessero. Ma ora che il ritorno non è più una possibilità, mi trovo... insoddisfatto.”

Hai un talento per minimizzare, replicò Jim mentalmente, chiedendosi cosa precisamente avesse portato a quella glaciale confessione, ma stranamente contento che nonostante ciò fosse stata concessa a lui. Non pensava che la parola 'insoddisfatto' cominciasse neanche a coprire il sentimento che Spock stava simultaneamente esprimendo e sopprimendo, ma non aveva intenzione di farglielo notare.

“Già” acconsentì mentre il suo amico smetteva di parlare, volendo dire almeno qualcosa ma non sicuro su come poteva fare a toccare Spock nel suo dolore. “Penso sia una delle parti orrende dell'essere umani” decise alla fine. Allo sguardo curioso del suo amico, decise di elaborare. “Puoi amare qualcosa e odiarlo allo stesso tempo.”

Ci fu una pausa mentre il mezzo-Vulcaniano rigirava le parole nella sua testa. Poi, lentamente, annuì. “È estremamente illogico” disse, ma in un tono che sembrò implicare accettazione più che obiezione.

“Già” acconsentì Jim.

Pensò che quella sarebbe stata probabilmente la fine della discussione. Così fu piacevolmente sorpreso quando Spock si lanciò nel discorso di nuovo, i suoi toni quieti, neutri che raccontavano qualche evento in più o aspetti della sua infanzia. Non era il caotico vortice di ribellioni e spirali di alti e bassi che aveva avuto Jim, e non aveva divulgato neanche così tanto, ma fu lo stesso sorpreso da alcune cose che apprese. Soprattutto il mezzo-Vulcaniano parlò di sua madre. Non ci furono altre grandi rivelazioni o confessioni, solo... piccole cose. Discrepanze tra la cultura della Terra e di Vulcano, che spiegavano alcuni dei comportamenti che lo avevano confuso da bambino. La sua passione per le candele profumate e i tessuti vulcaniani. Il modo in cui lei riusciva addirittura a far abbassare la cresta a suo padre, il suo logico, sempre-intimidatorio padre, se era convinta che avesse oltrepassato il limite.

Jim realizzò che erano cose di cui Spock probabilmente aveva bisogno di parlare, forse anche di più di quanto Spock stesso sapesse. Non avrebbe mai detto di identificarsi con la sua posizione, ma sapeva alcune cose sul lutto e gli umani. Non poteva dire per il lutto e i Vulcaniani, anche se suppose, data la sua educazione, che Spock avesse già coperto quella metà. Così ascoltò e basta, facendo qualche commento qui e là, e si trovò ad apprezzare i toni ritmici del suo primo ufficiale perso nei ricordi.

Nel momento in cui si riscosse dalla dolce cadenza delle parole e del sentimento oh-così-delicato il sole era tramontato all'orizzonte, e Spock lo stava guardando con sguardo assorto. “Sembra che non mi sarà possibile incontrare tua madre oggi” notò dopo un po', e Jim batté le palpebre nella sua direzione.

“Perché no?” chiese sinceramente curioso. “Cioè, dovrà tornare a casa per dormire, almeno. Spero” aggiunse alla fine con un po' di preoccupazione. Oh, dannazione, se aveva intenzione di rimanere con qualche uomo per la notte? Avrebbero passato tutta la giornata aspettando per niente. Non che potesse arrivare a pentirsene.

“Se devo arrivare ai miei alloggi temporanei della Flotta Stellare prima che il sistema di trasporto cessi le sue operazioni, allora dovrò partire ora” Spock spiegò ragionevolmente.

Jim scrollò le spalle. “Perché non rimani?” offrì. “Puoi dormire nella vecchia stanza di Sam. Non sarà un problema per lui. Poi domani possiamo uscire per un po' di esplorazione planetaria.”

Spock sembrò esitare per un momento. Prima che potesse rispondere, il tenue flash di fari e un quieto, moderno whirr di motore distrasse entrambi verso la porta. Era ora, Jim pensò, mentre guardava il familiare pezzo di ferraglia di sua madre fermarsi di fianco alla casa. Non era vecchio quanto la macchina che aveva ingloriosamente distrutto quando era bambino, ma il veicolo che ronzava dolcemente era ben lontano dagli standard moderni. Sia lui che Spock si alzarono mentre il motore si fermava, e Jim sorrise in saluto quando sua madre uscì dal lato del guidatore della macchina. Sembrava l'unica occupante.

Quando li vide, sgranò gli occhi e sul suo viso passarono una marea di espressioni prima sorpresa, poi una lieve confusione, e alla fine, imbarazzo. “Oh, Jimmy!” esclamò, chiudendo la porta della macchina con un solido 'thunk' e poi sbattendo entrambe le mani sul viso. “Dannazione, me lo sono ripetuta tutta la settimana che saresti arrivato sabato e poi arriva la mattina e me lo dimentico.”

In qualche modo, non poteva rinfacciarglielo. Invece ridacchiò, scendendo gli scalini del portico e lasciando che lo abbracciasse calorosamente.

“Non ti preoccupare” la rassicurò. “Ho solo preso l'opportunità per mostrare un po' in giro il posto a Spock.”

Lei si tirò indietro, osservando tutti i suoi cambiamenti mentre lui guardava quelli di lei – erano davvero pochi, a essere sinceri – e rivolse la sua attenzione a Spock. Gli sorrise, e il suo sorriso aveva la stessa ampia, aperta espressione che occasionalmente tradiva il lato più dolce del figlio quando lui la portava.

“Ho sentito parecchie cose su di lei, Signor Spock” disse, staccandosi da Jim per guardare il suo primo ufficiale attentamente. Le sopracciglia di Spock sembrarono alzarsi marginalmente in quello che Jim riconobbe come la sua espressione di sorpresa. “Lei ha tentato di strangolare a morte il mio Jimmy quella volta.”

Spock si irrigidì, e Jim lanciò a sua madre uno sguardo incredulo – quando diavolo aveva sentito di quello? Perché lui decisamente non gliel'aveva scritto. Ma prima che uno di loro due potesse commentare continuò. “Dio solo sa che io non ce l'ho con te per quello, comunque. Se ce l'avessi con tutti quelli che hanno voluto ucciderlo, non potrei neanche andare d'accordo con me stessa. Perché eravate seduti sul portico? Su, è meglio dentro” dichiarò con insistenza, e Jim poté solo guardare in sorpresa costernazione mentre sua madre spingeva il suo primo ufficiale in casa con lei.

Dopo un attimo, li seguì.

“Mi scuso se la mia intrusione non è benvenuta” disse Spock mentre Jim chiudeva la porta dietro di loro, e sua madre gli fece cenno di tacere con insistenza.

“Oh, non essere sciocco. Jim porta sempre qualcuno a casa. Francamente, sono solo contenta che tu non sia una qualche ragazza scintillante in bikini” lo rassicurò. In alto andò una delle sopracciglia di Spock, ma quando lanciò un'occhiata a Jim, il capitano poté solo scrollare le spalle spudoratamente.

“Stavo appunto tentando di convincerlo a rimanere nella stanza di Sam” disse mentre sua madre si districava dal cappotto e dalla borsa e quindi li trascinava entrambi in salotto.

“Davvero? Oh, bene, ho appena messo le lenzuola nuove lì” disse allegramente. Quindi li spinse entrambi sul divano più vicino. “Ora, ditemi tutto di quello che avete fatto su quella nave là fuori. Oh! O dovremmo mangiar prima? Sta diventando tardi, non è vero?”

Jim guardò mentre sua madre decise, parlando a se stessa, di preparare per tutti loro la cena e mangiare in salotto mentre loro 'chiacchieravano', e poi ordinò loro di stare esattamente lì mentre lei andava e si occupava di tutto.

“Spock è vegetariano, Mamma!” disse alla sua forma mentre se ne andava, ricevendo un cenno affermativo che diceva che l'aveva sentito, e quindi si appoggiò di nuovo nel suo posto. Beh, sembrava che lei avesse deciso di essere felice che lui fosse nella Flotta Stellare, per ora, almeno. Era anche sollevato all'assenza di un uomo, almeno per il momento – assunse che ce ne fosse uno da qualche parte, comunque, dato il mistero del banco da lavoro e il fatto che lui non aveva mai visto sua madre stare sola per un lungo periodo di tempo.

“Tua madre è molto... espressiva” notò Spock.

“Sì, è pazza” acconsentì Jim.

“Credo mi abbia dato un nuovo punto di vista sulla tua amicizia con il Dr. McCoy. Ha una similare – sebbene un po' meno antagonistica – disposizione.”

Gli ci volle un minuto per realizzare il reale contenuto del commento di Spock. Una volta che ci riuscì, gli lanciò un'occhiata incredula. “Tu pensi che Bones sia come mia madre?” chiese dopo aver aperto e chiuso la bocca un po' di volte e fallendo a produrre un risultato. Spock lo guardò in un modo che implicava come la risposta fosse ovvia.

“Dr. McCoy ha spesso espresso particolare preoccupazione riguardo la tua salute e il tuo benessere, inclusi la tua stabilità emotiva, sonno, e regimi dietetici, che eccedevano i normali standard di un medico professionale scrupoloso. Ricordano comportamenti che mi hanno detto sono considerati standard nello stile umano della cura parentale. È inoltre estremamente vocale e senza riserve nel convogliare i suoi pensieri e le sue emozioni. Tua madre sembra essere egualmente dimostrativa.”

Jim guardò Spock per un momento. Poi batté le palpebre. Poi cominciò a ridere, e prima che si potesse dimenticare di controllare l'istinto, strinse la spalla del suo primo ufficiale e gli diede una scrollata affettuosa per convogliare il suo divertimento prima di lasciarla. “O Dio, Bones è come mia madre. Non ci avevo mai pensato prima! Hah, vorrei proprio vedere la sua faccia se glielo dicessi” dichiarò, scrollando la testa.

“Ho trovato nella mia esperienza con lui che il Dr. McCoy non sembra particolarmente recettivo alle mie osservazioni, per quanto logiche possano essere” notò Spock, e Jim pensò di vedere di nuovo quello sguardo molto ridotto, quietamente divertito nei suoi occhi.

“Non mi preoccuperei di quello” lo rassicurò comunque. “A Bones piace discutere:”

“Quello sarebbe un tratto assolutamente illogico. La tua valutazione è, perciò, probabile che sia accurata.”

Jim cominciò a ridere di nuovo. Aveva notato che Spock e Bones sembravano continuare a scontrarsi – la maggior parte della nave lo aveva notato, in verità, era un po' difficile da mancare – ma, come aveva sospettato, non sembrava esserci una vera ostilità tra di loro.

“Vi state godendo tutto il divertimento senza di me?” chiese sua madre, rientrando nella stanza con la loro cena replicata e posando i loro piatti sul tavolo del caffè. Sembrava aver deciso di peccare per eccesso di cautela alla luce delle preferenze alimentari di Spock e aveva concluso che tutti dovessero mangiare insalata. Jim ebbe una scrollata di spalle interna. Beh, non era come se fosse tornato a casa per il cibo, tra tutte le cose.

“Spock stava solo facendo un confronto tra te e l'ufficiale medico capo della nostra nave” spiegò Jim amichevolmente e questo portò naturalmente a parlare della vita a bordo dell'Enterprise. Su richiesta di lei, lui e Spock le parlarono di alcune delle loro missioni (revisionate da un accordo silenzioso per evitare di rivelare alcuni dei momenti più pericolosi) e avventure, e parlarono dei loro compagni. Sembrò molto divertita dal fatto che lui avesse deciso di tenere in carica Checkov per gli annunci per tutta la nave, a dispetto del suo pesante accento russo.

“Fa in modo che tutti si fermino e prestino attenzione” spiegò. “Perché devi, o altrimenti non hai idea di cosa stia dicendo.” Il suo annuncio preferito era ancora quello che il giovane uomo aveva fatto quando era programmato che incontrassero la U.S.S. Vivaldi vicino a Venere, poco dopo che aveva ottenuto il suo comando ufficiale.

Ancora una volta, anche se Jim parlava quasi sempre, trovava che i quieti contributi e interventi di Spock completavano molto bene il processo. Al tempo che la serata si era consumata la sua voce era molto stanca, ma si sentiva più felice e più rilassato di quanto aveva pensato si sarebbe sentito quel giorno. Sua madre aveva ascoltato le loro storie con bonario entusiasmo, e i suoi occhi non si erano quasi mai rivolti a lui con quello sguardo, quello che diceva che stava vedendo fantasmi.

Alla fine, però, il peso della giornata su di lui divenne evidente. Non che fosse stata sconvolgente da nessun punto di vista, ma aveva lasciato l'Enterprise solo quella mattina, e una fatica insolita era un effetto collaterale previsto del passare così tante ore sul pianeta dopo essere stati nello spazio così a lungo.

Sua madre diede un'occhiata alla sua faccia e lo notò subito. Così Jim si ritrovò cacciato via nella sua vecchia stanza mentre lei mostrava a Spock quella di Sam.

Mentre si arrampicava sul suo letto, rifletté che quella era stata la migliore visita a casa che avesse fatto in un bel po' di tempo – e l'aveva passata per la maggior parte a vagare intorno alla casa con Spock. Ma non poteva negarlo alla sua mente stanca, aveva davvero, davvero apprezzato la compagnia del suo primo ufficiale. Spock era... beh, per usare una delle parole preferite dell'uomo stesso, era affascinante. Jim era un ragazzo sveglio, ma confrontato con l'intelletto del mezzo-Vulcaniano, il suo era solo uno sputo nell'oceano. Ma la sua intelligenza non era ciò che faceva di Spock un individuo così affascinante. O, almeno, non era il solo motivo. Non era sicuro esattamente di quale fosse il fattore caratterizzante, ma pensò che avesse molto a che fare con la forza, e la debolezza, e la dicotomia, e di come queste stavano quando erano fianco a fianco.

I suoi pensieri divennero un guazzabuglio mentre si addormentava, ma le sue labbra erano curvate in un leggero sorriso.

---

Nota dell'autore: continua...

Oh, e giusto per dirlo - mi piace Uhura. Molto. E' tosta. Ma K/S è la mia passione, e così il film mi ha messo nella posizione di dover far lasciare Uhura e Spock in qualche modo. Ma non aspettatevi nessun accanimento contro Uhura da parte mia.

Nota del traduttore: l'idea di tradurre la storia è nata perché ho trovato la storia eccezionale e volevo che altre persone la potessero leggere. Detto ciò, non disdegno qualche commento o qualche domanda sul mio lavoro, o anche solo qualche incoraggiamento, almeno per sapere che non è un lavoro inutile! :)

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Capitolo 2
*** 2. Capitolo 2 ***


Non posseggo nessun diritto su Star Trek, Kirk, Spock o il lavoro di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea).. solo la mia modesta traduzione.
Se volete in qualche modo usare la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.



Jim si svegliò con un familiare, nebbioso tipo di disorientamento che viene quando hai dormito in un solo posto per un po', e, sfortunatamente, il tuo cervello si aspetta che quel posto sia dove eri al mattino, anche quando non lo è. Fissò il muro per un minuto, aspettando che il suo cervello lo raggiungesse e gli dicesse chi aveva ridipinto la sua cabina, e quindi la memoria gli ritornò e rilasciò un sospiro assonnato. Giusto. Era a casa di sua mamma.

Passandosi una mano sul viso si tirò su e sbirciò con occhi ancora offuscati la sua sveglia. Le cifre 10:05 gli lanciarono indietro uno sguardo truce e accusatore. Huh. Non aveva dormito fino a così tardi da prima che si arruolasse nell'accademia – francamente non era stata un'opzione per lui. Alzarsi all'alba era stata una delle cose più dure a cui abituarsi all'inizio, ma ora che lo stava facendo da un po', dormire fino a tardi lo faceva sentire in imbarazzo e a disagio. Con qualche brontolio scontento sottovoce si sedette sul bordo del letto e cercò di costringersi a svegliarsi. Era un po' lento, quindi gli ci volle quasi un minuto intero prima che si ricordasse.

Spock.

Dannazione. Guardò di nuovo la sveglia. Già, era ancora appena dopo le dieci – e in qualche modo non pensava che il primo ufficiale avesse preso l'opportunità di dormire fino a tardi. Il che significava che probabilmente aveva appena passato le ultime ore da solo con la madre di Jim.

Era imbarazzante? Oh, merda, e se lei avesse iniziato a mostrargli foto imbarazzanti o qualcosa così? Lo aveva fatto in passato. Lei pensava che fosse divertente. Il suo intero album fotografico era pieno di materiale da ricatto a cui non sarebbe stato in grado di sopravvivere.

Porca miseria, devo lavorare con Spock! Pensò freneticamente, muovendosi per rovistare nella sua borsa per le sue cose mentre tentava di non immaginare come sarebbe stato passare i prossimi mesi bloccato nello spazio con un uomo che sapeva che aveva mangiato sapone da bambino. O tentato, in ogni caso. Oh, dio, e c'era la recita scolastica. Con le calzamaglie. Viola.

Jim volò fuori dalla stanza fino al bagno del corridoio. Non fece quasi un tempo record a prepararsi, ma ci andò vicino. Il suo vero record coinvolgeva una ragazza, il fidanzato che lei non si era degnata di menzionare, e un'arma da fuoco che era parecchio illegale secondo le leggi della Federazione. Almeno, era piuttosto sicuro che quello fosse il record – non era stato proprio libero di cronometrarlo, date le circostanze. Ma gli piaceva pensare che la minaccia di avere alcuni dei suoi organi interni ridotti a poltiglia accendesse un fuoco sotto i suoi piedi molto più velocemente dell'idea di essere messo in imbarazzo.

Ma ancora, quello era molto imbarazzo da considerare.

Una volta che fu vestito e non più a rischio di sembrare o odorare in modo orribile, corse giù dalle scale facendo due scalini alla volta. Girando l'angolo controllò il salotto prima, che era vuoto, e poi si diresse verso la cucina. Ma non erano neppure lì.

Fortunatamente, non c'era neanche nessun album fotografico aperto e incriminante, ma a questo punto una mancanza di evidenza spudorata non era molto su cui basarsi. Tuttavia, era un segno incoraggiante. Aggrottò le sopracciglia sconcertato mentre incrociava le braccia e si chiese dove fossero i due. Andati in paese, forse?

Muovendosi in avanti mise la testa fuori dalla finestra per controllare se ci fosse l'auto, ma allora il suono molto distante e molto quieto della voce di sua madre arrivò alle sue orecchie.

Sono fuori, realizzò. Beh, almeno li aveva trovati – più o meno. Facendosi forza si mise le scarpe e poi si diresse fuori oltre la porta d'ingresso, seguendo i vaghi suoni della conversazione finché divennero più chiari, e trovò sua madre e Spock. Sua madre sembrava che stesse dando da mangiare alle galline. Spock era con lei, le sue mani chiuse dietro la schiena nella sua posizione solita, anche se leggermente più rilassata, mentre osservava. Entrambi tirarono su lo sguardo al suono delle sue scarpe che calpestavano il terreno.

Sua madre gli sorrise, e Spock lo graziò di un breve sguardo di riconoscimento, raddrizzando un po' la schiena mentre lui si avvicinava.

“Scusate se ho dormito fino a tardi” disse immediatamente, prima di notare con un po' di divertimento che una delle lisce e lucenti galline nere stava beccando vicino ai piedi di Spock. Faceva il paio coi suoi capelli.

“Non essere sciocco, Jimmy” sua madre lo rassicurò, alzando gli occhi al cielo. “Sei in vacanza. Come puoi dormire fino a tardi quando sei in vacanza?”

“Sono stato informato da tua madre che questa è una impossibilità universale, indipendentemente da fattori medici, sociali o personali che possano indicare altrimenti.” O, in altre parole, 'ti avrei svegliato ma non mi ha lasciato'. Jim sorrise a Spock. Almeno non sembrava che il suo primo ufficiale avesse perso d'un tratto tutto il suo rispetto per lui.

Ma ancora, sarebbe stato probabilmente molto esperto a nasconderlo se lo avesse perso.

“Ok, ho capito” acconsentì, cercando di prendere la via diplomatica e facendo sì che l'argomento venisse fatto cadere. “Quindi cos'avete fatto tutta la mattina?”

Sua madre mosse la mano in maniera vagamente sbrigativa. “Oh, abbiamo solo chiacchierato e badato ad alcuni lavoretti.”

'Chiacchierato' poteva voler dire qualunque cosa. Guardando rapidamente tra i due, Jim decise, e poi si schiarì la gola. “Posso parlarti per un minuto, Mamma?” chiese, sperando di non star facendo sentire Spock intenzionalmente escluso – anche se lo stava intenzionalmente escludendo. Ma Spock non mostrò alcun segno di disagio o di irrigidimento intorno agli occhi, e sua madre si limitò a sorridere allegramente ed ad annuire, dando istruzioni al suo primo ufficiale di continuare a 'badare alle galline' mentre lui la conduceva via.

Una volta che furono fuori dalla portata particolarmente impressionante dell'udito di Spock, Jim andò dritto al punto. “Non gli hai mostrato nessuna foto, vero?” chiese.

Sua madre lo guardò, sbuffò, e poi immediatamente scoppiò a ridere. Il suo umore calò a picco. Oh, no, no, no, no... Spock aveva una memoria perfetta. Non era come quella umana, che diventava tutta sfocata e rovinata col tempo. Beh, sempre che avesse detto la verità quando l'aveva detto, ma tutte le prove fino a quel momento sembravano sostenere l'affermazione. Non sarebbe rimasto sorpreso se la memoria di Spock poteva preservare immagini meglio di quanto le foto facessero veramente.

“Jimmy, tesoro, sei così carino quando sei terrorizzato” sua madre lo informò allegramente, e lui aggrottò le sopracciglia.

“Mamma, Spock è-”

Ma qualunque cosa Spock fosse non ebbe la possibilità di dirlo, perché sua madre lo interruppe. “Lo so, lo so, ti sto solo prendendo in giro. Puoi rilassarti – non ti ho spogliato della tua dignità. Per ora.”

Jim rilasciò un sospiro di sollievo. Un po' della tensione scivolò via dall'inizio dello stomaco e fuori dalle sue spalle, liberandolo dal mal di testa che aveva minacciato di crescere dietro ai suoi occhi. Allungando la mano, sua madre diede una stretta veloce, ma affettuosa al suo polso. Ma quando la guardò in viso, la sua espressione era distante. “ Se il suo ufficiale comandante, dopo tutto” disse quietamente. “Deve rispettarti se deve ascoltarti.”

Anche se i pensieri stessi di Jim si stavano muovendo in qualche modo in quella direzione, si trovò a scostarsi un po' dal commento, e dai toni rassegnati che sua madre aveva adottato. C'era una qualità ritmica nella sua voce che gli diede l'assillante impressione che stesse citando qualcuno, anche se chi o cosa non avrebbe potuto dirlo.

“Il suo lavoro non è solo ascoltarmi” disse senza riflettere, quasi sulla difensiva, cercando di muovere la conversazione fuori da territori pericolosi. “È nei suoi compiti mettere in questione i miei ordini se pensa che siano sbagliati. O se sono compromesso. Fa in modo che io non diventi ossessionato dalle mie cazzate e faccia casino.” Non che direbbe mai una cosa del genere davanti a Spock.

Ma le sue parole non fecero nulla per portare indietro sua madre da dove si era lasciata affondare ora. Invece sembrarono solo peggiorare la situazione, facendo sì che il suo viso si oscurasse un po', e disse semplicemente “Lo so, Jimmy” prima di voltarsi e tornare indietro. Discussione finita, a quanto pareva.

Non sapeva perché si sentiva così irritato. Dopo tutto, aveva ottenuto la notizia che voleva – crisi evitata – e nessuna delle vere cose che sua madre aveva detto erano cattive o sbagliate. Era solo che la notte prima sua madre era stata così allegra, e avevano passato l'intera serata parlando del fatto che lui fosse un capitano della Flotta Stellare, e ora tutto d'un tratto lei era di nuovo lì a chiudersi in se stessa diventando tutta rigida e tesa e distante... odiava quello sguardo sul suo viso quando diventata così.

Beh. Almeno non doveva sopportarlo ancora a lungo. Dopo tutto, aveva piani adesso. Con un brusco, frustato calcio alla polvere, si voltò e seguì i suoi stessi passi fino alle galline, dove Spock stava dando a sua madre una dalle sue occhiate di traverso.

“Su, Spock” disse, marciando dritto oltre di loro e rallentando solo per essere sicuro che il suo primo ufficiale avesse ricevuto il messaggio. “Andiamo a girare. Se ci muoviamo ora riusciamo probabilmente a prendere uno degli shuttle veloci verso il confine”

Sua madre rimase silenziosa mentre lo sguardo di Spock si spostava tra di loro. Esitò solo un momento, e poi si mise a camminare dietro a Jim.

“Secondo il tempo stimato dall'equipaggio per il completamento delle riparazioni del computer, ci sono un minimo di quattro giorni di permesso che ci rimangono. Non è imperativo che partiamo oggi” Spock sottolineò ragionevolmente. Jim lo guardò.

“Certo, ma non è che ci sia rimasto molto altro da fare qui, Spock” controbatté, mentre le sue scarpe risuonavano sugli scalini della veranda.

“Tua madre mi stava esprimendo la sua approvazione alla tua visita questa mattina. Non pensi sia prudente almeno fare qualche attività con lei prima di partire?”

Jim si fermò, la sua mano sospesa sul chiavistello della porta, e fece un respiro.

“Sembrava... estraniata dopo la tua conversazione” aggiunse Spock, con giusto un accenno di disapprovazione nella sua voce.

“Già, ma quello non è colpa mia” disse con rabbia tutto d'un tratto, sentendo la vecchia sferzata di insicurezza e atteggiamento difensivo montare dentro dentro di lui – tutto impacchettato ordinatamente in un piccolo, tenero pacco che sussurrava che magari lo era. Non aveva mai guardato Sam in quel modo, dopo tutto, e Dio solo sapeva perché. Suo fratello maggiore era pure quello chiamato come suo padre. “Non posso farci nulla se qualunque cosa io faccia la fa chiudere così.”

“Non hai espresso il tuo desiderio di partire?” Spock chiese, chiaramente un po' sconcertato.

“No” replicò Jim, forse solo un po' amaramente, e quindi decise semplicemente di continuare e aprire la dannata porta. Perché stava esitando comunque? Il chiavistello scattò sotto il suo pollice e lo spinse, e poi marciò intenzionalmente verso le scale per recuperare la sua borsa. Avevano bisogno di trovare alloggi per viaggiatori mentre erano in giro a esplorare, ma quello non sarebbe dovuto essere un gran problema.

“Quindi non sai cosa ha provocato il suo cambiamento di atteggiamento?” Spock insistette, sorprendendo Jim un po' – solitamente era lui quello che cercava di ficcare il naso nella vita privata del Vulcaniano, e non il contrario. “Inspiegabili alterazioni nell'umore e nel comportamento possono essere spesso segno di malattia...”

“Non è malata” Jim lo interruppe, avvicinandosi e posando una mano sulla ringhiera delle scale. La sua presa fece diventare le sue nocche bianche mentre il suo umore – sempre una qualità orribile e autodistruttiva dentro di lui – montava di nuovo. “So cosa non va in lei. Voglio solo andarmene prima di peggiorare la cosa.”

Per un momento rimase semplicemente lì, resistendo l'impulso di fare qualcosa di stupido. Spock lo guardava. Ma quando parlò di nuovo, la sua voce era benedettamente libera da anche un accenno di accusa. “Chiedo scusa. Non avevo intenzione di superare i miei limiti.”

Jim sospirò, mentre la ritirata calma e placante del suo primo ufficiale sgonfiava la sua rabbia come un ago un palloncino. Francamente era un po' sorpreso che Spock avesse notato che qualcosa non andava, ma non avrebbe dovuto esserlo. L'uomo era un appassionato osservatore, e solo perché sopprimeva le sue stesse emozioni non significava che non intuisse quelle degli altri.

“Non esserlo” disse. “Immagino che sembri confondere in un certo senso se non ne sai molto.” Non che Jim stesso sapesse 'molto' pure lui, in realtà. Ma aveva rinunciato a cercare di capire come la mente di sua madre lavorasse molto tempo fa. O la sua stessa mente, per quello. “Qualche volta è solo... differente. Mi aspettavo davvero che fosse molto peggio ora che sono nella Flotta Stellare, sai, così penso che dovrei solo essere grato del fatto che non sia così. Ma diventa solo peggio una volta che inizia” spiegò, nemmeno certo del perché ne sentisse il bisogno.

“Curioso” disse Spock. “Non è da te ritirarti.”

Il suo viso arrossì leggermente al rimprovero percepito in quelle parole. “Già. Che ne sai?” scoppiò. Spock non reagì al commento, ma tuttavia, Jim se ne pentì immediatamente. Tuttavia, non pensò di essere ancora arrivato al livello di umiltà richiesto per rimangiarselo. Così invece corse sulle scale, cercando di ignorare il pressante cambiamento continuo delle sue emozioni, e il passo misurato del suo primo ufficiale che seguiva dietro di lui quietamente.

Jim si rilassò marginalmente quando Spock entrò nella stanza di Sam per recuperare le sue cose, e dopo che ebbe frettolosamente preparato la sua borsa, appoggiò la testa contro il muro più vicino. Forse stava reagendo in modo eccessivo. Ma se c'era una cosa peggiore che essere tormentato da un fantasma, era essere scambiato per uno. Non ne poteva più. Quando sua madre diventata distante così, era come se lei non sapesse se volesse o meno vedere qualunque cosa fosse di lui che la faceva scivolare e cadere oltre la portata di chiunque. Non sapeva neppure come o perché lo faceva iniziare. E poi l'Ammiraglio Pike, per quanto a Jim piacesse l'uomo – beh, anche con lui c'era una cosa del genere. Anche se almeno con l'ammiraglio sembrava aver approvato di... di qualunque cosa fosse. La volta più strana, però, era stata con l'altro Spock. Jim era abituato a persone che cercavano di vedere qualcun altro quando guardavano lui. Ma era abituato a che questa persona fosse suo padre, e non se stesso da un'altra dimensione, o dal futuro, o da qualunque posto fosse. In entrambi i casi era comunque stufo.

E dannazione, perché doveva sopportarlo? Perché le persone volevano così tanto che lui fosse qualche altro ragazzo morto da tempo?

“Credo siamo pronti a partire” la quieta voce di Spock lo riscosse dai suoi pensieri, e si raddrizzò immediatamente, notando che il suo primo ufficiale era fermo in attesa appena fuori dalla porta aperta.

“Ok... ok, andiamo” Jim acconsentì frettolosamente, prendendo su la borsa e uscendo. Sua madre li stava aspettando sul portico.

“Andate via?” chiese

“Già” acconsentì.

Ci fu un momento di silenzio piuttosto imbarazzato, mentre sua madre sembrava oscillare tra sollievo e frustrazione, e una delle sue mani giocherellava lievemente con il bordo della sua manica. “Non dovete andare via così presto” disse alla fine. “Se state per un po' vi posso portare io alla stazione dei trasporti più tardi.”

Jim si accigliò, momentaneamente dibattendosi nell'incertezza all'espressione quasi supplicante sul suo viso. Questo non era come le cose andavano solitamente. Normalmente quando le cose iniziavano a diventare... tese... tra di loro lei lo lasciava solo andare. Piuttosto spesso sembrava perfino un po' segretamente sollevata, come se non potesse affrontare la situazione molto meglio di lui. Forse stava solo protestando perché Spock era lì, ma neanche quello era molto da lei.

“Mi dispiace, Jim” disse dopo un po', mentre lui cercava una risposta adatta che non fosse 'huh?'

“Non obietterei a una visita più estesa” intervenne Spock, e, scioccando completamente Jim, poi abbassò una mano leggermente contro la sua spalla. Il tocco era insolitamente caldo, poiché la sua fisiologia aliena gli dava una temperatura corporea generale più alta di quella umana. “Ci sono ancora parecchi aspetti della funzione di questa casa di cui sono curioso. Se mi permettessi un'ulteriore esame?” chiese, prima di finire quel breve contatto fisico.

Era la prima volta di cui riusciva a ricordarsi in cui Spock lo aveva toccato per qualunque motivo a parte pura necessità o provocata violenza. “Oh... certo” disse, sbattendo le palpebre un attimo mentre cercava di indovinare perché il suo primo ufficiale avesse avuto un comportamento così insolito, anche se spontaneo.

Sua madre diede a Spock un'occhiata piena di gratitudine. Poi, prima che Jim potesse fermarla, prese gentilmente entrambe le loro borse da loro e le portò intenzionalmente dentro.

“Beh, non so quanto di più vuoi imparare su questo vecchio posto, Spock, ma avevo intenzione di riverniciare la recinzione sul retro da secoli ormai. Non penso che qualcuno l'abbia toccata da quando Sam era all'asilo. Perché tu e Jimmy non mi date una mano?” suggerì, e, sorprendendo Jim, andò al nuovo tavolo da lavoro nell'altra stanza. Non poteva più vederla, ma poteva sentire il suono e lo strascichio distintivo di lei che cercava tra varie cose. “E poi possiamo andare a pranzo. Sei mai stato in un ristorante della Terra?”

“No” replicò Spock, prima di dare un'occhiata a Jim.

Realizzando di stare lì con una sorta di espressione sbalordita sul volto, Jim si schiarì la gola e tentò di recuperare la sua solita, più sicura postura. Che diavolo è appena successo? si chiese, domandandosi come la situazione era cambiata da 'usciamo da qui prima che vada tutto a puttane' a 'riverniciamo la recinzione e pranziamo assieme'. Non credeva di essere mai stato fermato così completamente e in un modo così non violento prima nella sua vita.

“Temo che la mia esperienza con la 'verniciatura' sia estremamente limitata” confessò Spock quando sua madre riemerse con un po' di contenitori molto nuovi e scintillanti di vernice, e qualche pennello molto vecchio e usato.

“Non preoccuparti, Spock, non è ingegneria del nucleo a curvatura” Jim lo rassicurò automaticamente. Il mezzo-Vulcaniano aveva una delle sue espressioni vagamente divertite.

“Chiaramente” acconsentì. “Comunque, data la mia comprensione di ingegneria del nucleo a curvatura, dubito che sarei eccessivamente ostacolato se si provasse esistente qualcosa in comune tra di loro.”

“...Giusto.”

“Ok, ok, abbastanza discorsi da spazio” si intromise sua madre, dando bruscamente a ciascuno di loro un pennello e poi guidandoli verso la parte posteriore della proprietà. Spock esaminò il suo utensile macchiato di vernice con riservato interesse, scrutando la fascia di metallo che teneva le fibre attaccate all'impugnatura di plastica nera.

Stavo per andarmene,pensò Jim, rassegnato ma ancora perplesso mentre seguiva dietro di loro. La borsa era lì nella mia mano, Spock era appena dietro di me...guardò verso il suo primo ufficiale, mentre sospetti di ammutinamento danzavano nella sua mente. Era straordinario cosa delle scuse e un'amichevole pacca sulla spalla potessero ottenere. Astuto bastardo.

“Oh, Jimmy, hai notato il portico?” chiese sua madre, distogliendolo dai suoi pensieri. Sembrava che fosse tornata a un umore più allegro, ma quando la guardò notò che stava intenzionalmente evitando di guardarlo negli occhi. Sta cercando di non farlo vedere, pensò, meravigliandosi di questo nuovo sviluppo – non l'aveva vista fare quel tipo di sforzo sin da quando era piuttosto giovane.

“Sì” ammise, e lei gli fece un sorriso che non si estese proprio sino agli occhi.

“Fatto io” si vantò. La sua sorpresa si mostrò sul suo viso, e lei mosse giocosamente verso di lui il pennello. “Scommetto che non te lo aspettavi, vero?”

“Quando hai cominciato a essere brava in questo tipo di roba?” chiese schiettamente, e poi trasalì e si fermò per un momento per togliere un sassolino dalla sua scarpa. Il cortile intorno alla casa era piuttosto rado, quindi apparentemente la nuova inclinazione di sua madre al riparare non si era estesa alla progettazione di giardini.

“Beh, tesoro, dopo che te ne sei andato all'accademia ho avuto bisogno di trovare qualcosa con cui passare il mio tempo, visto che non dovevo tirarti fuori di prigione” lo informò prendendolo un po' in giro.

“Prigione?” chiese Spock, e Jim mosse nell'aria un braccio in maniera sbrigativa .

“Niente di male” insistette.

“Risse nei bar” sua madre suggerì felicemente. “Jimmy aveva l'abitudine di andare in qualunque posto del luogo che lo lasciasse entrare e pungolare un gruppo o l'altro fino ad azzuffarsi con lui. È bravo in quello” aggiunse quello come se ci avesse pensato dopo.

“Sì, sono al corrente del suo talento” acconsentì Spock, rallentando un po' il suo passo in modo da camminare direttamente di fianco a Jim ora. “Anche se non posso fare altro che speculare sul perché un tale processo interessi.”

“Non vado cercando problemi” Jim ribatté sulla difensiva. “Solo non mi tiro nemmeno indietro quando trovano me.”

Spock sollevò un sopracciglio.

“Ok, va bene, sì, c'è stata quella volta, ma quella era diversa. E tu lo sai!” insistette.

“Sono consapevole delle circostanze mitiganti” Spock acconsentì, in un tono che implicava che era completamente non convinto dal ragionamento di Jim.

Sollevò le mani nell'aria. “Com'è che siamo finiti in questo argomento comunque?”

“Non so, Jimmy” replicò sua madre, e lui la guardò in tralice. Ma lei gli ficcò solo in mano il barattolo della vernice e iniziò a fare il punto della situazione della recinzione posteriore.

La struttura era nella proprietà da quando Jim potesse ricordare, e non era esattamente una costruzione utile o affascinante. Correva solo su un lato, facendo più da barriera che da recinzione, e parecchi dei pali erano caduti giù o si erano rotti negli anni. Se qualcuno lo avesse chiesto a lui, avrebbe detto che era ben al di là della fase della 'mano di vernice' e più in quella del 'buttiamola giù e costruiamone un'altra', ma sua madre insisteva che le piaceva il suo aspetto irregolare.

Quindi, trattenendosi dal discutere, Jim aprì invece il contenitore della vernice che gli era stato dato. “Blu?” chiese, guardando il contenuto in modo scettico. Era blu uovo di pettirosso, chiaro e deciso e indubbiamente il colore sbagliato per una recinzione. O per qualunque struttura di una misura considerevole.

“È divertente” insistette sua madre. Spock lo guardò, ma Jim poté solo scrollare le spalle – cosa poteva dire? C'erano volte in cui gli umani si sconcertavano l'un l'altro tanto quanto sconcertavano i Vulcaniani.

Jim era sul punto di chiedere se dovevano lavare la costruzione per prima cosa prima di buttarci sopra del colore, ma sembrava che sua madre avesse realmente pianificato di farlo a un certo punto – gli spazi tra i pali erano stati puliti e la maggior parte delle assi erano pulite, anche se ruvide e irregolari. Il commento morì prima che lasciasse le sue labbra, e si trovò a guardare dalla coda dell'occhio mentre sua madre mostrava il movimento in su e in giù del pennello a Spock. Chiaramente, questo non sarebbe stato un lavoro professionale. Comunque, era piuttosto sicuro che, tutte le familiarità con la verniciatura di recinzioni a parte, le assi di Spock sarebbero venute molto meglio delle sue. Specialmente se si applicava con la sua solita dedizione – e francamente, non l'aveva mai visto fare nulla di meno per un compito.

Jim andò verso le sue assi con entusiasmo incerto, scegliendo di concentrarsi invece su sua madre mentre bersagliava Spock con un po' di domande. Gli piaceva il suo lavoro? Quali erano i suoi campi scientifici preferiti? Per quanto era stato all'accademia? Aveva un ragazzo?

La mano di Jim scivolò quando sentì quella particolare domanda volare fuori dalla sua bocca, mandando una linea storta di vernice sull'asse. Voltando la testa la guardò a bocca aperta. O dio, pensò. Per favore, per favore dio, fai che mia madre non ci provi con Spock. Quello sarebbe stato molto più che bizzarro. Da rabbrividire, mostruoso... aspetta. Ha chiesto a Spock se aveva un 'ragazzo'. Il che era una strana preferenza di genere da specificare se gli andava dietro lei stessa.

Beh, quello era un sollievo. Era ancora piuttosto fuori dalla norma e strano, però. Spock sembrava come se il motore nel suo cervello si fosse momentaneamente fermato, se il modo in cui la sua mano si era gelata a metà del movimento e la sua espressione era tornata totalmente inscrutabile erano qualcosa di indicativo.

“...Non ce l'ho” il suo primo ufficiale disse alla fine. Il motore ripartì e il suo polso tornò ai suoi precisi movimenti.

“Oh, beh, sono sicura che troverai qualcuno” sua madre lo rassicurò. “E tu, Jimmy? Qualche nuova 'amicizia' di cui dirmi?”

“No” disse allegramente, non sicuro perché ma sentendosi realmente orgoglioso del fatto che era riuscito a stare per alcuni mesi senza buttarsi nelle braccia di qualche avventura causale. Pensò che era probabilmente perché quello sembrava ancora un tornare all'indietro al suo vecchio comportamento, e stava tentando di curarsi. “Sono stato troppo occupato.” Poi, perché stava iniziando a diventare un po' curioso, decise di chiedere: “non hai ancora incontrato nessun uomo nuovo, Mamma?”

“No” replicò sua madre, a sua grande sorpresa. Quando la guardò, lei gli sorrise – e questa volta, finalmente, non sembrava un sorriso teso o forzato. “Dopo che te ne sei andato ho deciso che era carino in un certo senso che le cose rimanessero calme per un po'. Pacifiche. Naturalmente, è anche un po' difficile trovare un nuovo appuntamento quando sei stata fuori con praticamente tutti gli uomini del paese” disse giocosamente.

Spock sollevò le sopracciglia, guardandoli entrambi. “Ero sotto l'impressione che frivolità in relazioni romantiche non fosse considerata un tratto desiderabile negli umani” osservò. Jim si piegò verso di lui in maniera scimmiottescamente cospiratoria.

“Non lo è” disse, e si godette il breve sguardo di costernazione che passò dietro gli occhi traditori del suo primo ufficiale. Sua madre stava guardando la loro interazione con un sguardo inscrutabile sul viso. Poi sorrise, e con piacevole sorpresa di Jim cominciò a fischiettare un vecchio motivo della sua infanzia mentre si muoveva più avanti di fianco alla recinzione.

“Signora Kirk” chiese Spock dopo un momento di verniciatura amichevole. “Che canzone è?”

“Oh, solo una specie di ninnananna che ero solita cantare ai ragazzi” replicò. “ È in realtà la sigla di una vecchia serie 'televisiva' che ero solita guardare in video economici quando ero più giovane. E chiamami Winona, 'Signora Kirk' è riservata per ragazzini sotto i venti.”

Jim guardò Spock giusto in tempo per vedere il mezzo-Vulcaniano guardare verso di lui. Ok, quindi, magari lui e sua madre avevano qualche cosa in comune – l'intera cosa dell''usa il mio nome' e della 'stringa di relazioni senza importanza fallite' e tutto. Ma che si aspettava? Contrariamente a credenza popolare, Jim non era uscito fuori da un padre morto e il nulla.

Si aspettava che Spock potesse indicare questa similarità, o fare qualche altra domanda sulla natura della canzone e le sue origini. Fu piacevolmente sorpreso, quindi, quando invece di commentare, il suo primo ufficiale rimase in silenzio per alcuni attimi – e poi cominciò a fischiettare la sigla insieme a sua madre. Fece quasi cadere il pennello mentre il forte, stabile suono fluiva senza sforzo dalle labbra di Spock, corrispondendo perfettamente il ritmo e la forma della musica che aveva solo appena sentito. Per un minuto ascoltò semplicemente in sorpresa impressionata. Poi, incapace di resistere, anche Jim intervenne, aggiungendo il suo fischiettio alla familiare sigla del duo. Non sapevo che gli piacesse la musica, pensò di Spock. Ma chiaramente all'uomo piaceva, o se no, Vulcaniano o meno, Jim non pensava che sarebbe stato capace di esprimersi così abilmente.

Il loro fischiettio si distese nel cortile mentre il loro lavoro li costringeva ad allargarsi, e la formazione era resa disordinata dall'approccio causale che avevano preso al lavoro. Comunque, con tre persone e una recinzione che non era precisamente enorme, non ci volle molto prima che la prima mano di pittura fosse finita e sua madre buttasse felicemente il suo pennello nel contenitore mezzo-vuoto.

“Ok. Pranzo” dichiarò fermamente, passandosi una mano sulla fronte e lanciando un'occhiata verso il cielo. Il tempo era chiaro e caldo come era stato la giornata precedente.

“Mi suona bene” acconsentì Jim, sentendo la gola un po' secca e affamato per aver dormito a colazione. Ruotò il braccio per cercare di rilassare alcuni muscoli che avevano lavorato nel verniciare prima di lanciare un'occhiata a Spock. “Non la steak-house, però” disse pensando un po'. In qualche modo non pensava che Spock avrebbe preso bene un edificio con teste di animali morti alle pareti – per quanto artificiali potessero essere.

“No” acconsentì sua madre. “Non la steak-house.”

“Assumendo che 'steak-house' si riferisca a un luogo che ha la funzione primaria di servire carne, apprezzo la considerazione” disse Spock.

“Non preoccuparti” lo rassicurò Jim. “Non sono neanche sicura che mi sia permesso ritornare lì.”

“Lo hai” lo informò sua madre. “È la steak-hut quella in cui non puoi andare. Ricordi? Il manager mi ha fatto rimpiazzare tutte le sue torce?”

Il viso di Jim si illuminò al ricordo. “Oh già!” dichiarò, ricordando il disastro con insolito affetto. Naturalmente, aveva solo nove anni all'epoca, ed era piuttosto divertente. Decise di intrattenere Spock con un racconto dell'incidente mentre si spostavano in casa – essendo forzato un po' di volte ad assicurare al suo primo ufficiale che, no, non era un piromane, solo un amante dell'effetto-domino. Non aveva neppure notato le pensierose occhiate di sua madre verso di loro mentre continuava animatamente, o il modo in cui sembrava arrestare l'attenzione di Spock mentre parlavano. Ma guardò verso di lei una volta in tempo per vedere lei che gli sorrideva in un modo strano. Non l'inespressiva, vuota espressione che aveva prima, ma qualcosa egualmente difficile da decifrare.

“Cosa?” chiese, un po' imbarazzato mentre si chiedeva se aveva detto qualcosa di sbagliato o meno.

“Niente” sua madre lo rassicurò. Ma il suo sorriso si allargò un po'.

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Nota dell'autore: grazie a chi ha letto, commentato, messo la storia nei preferiti, negli alerts o fatto qualche combinazione di queste. Siete molto apprezzati! Volevo solo menzionare che anche se ho un'idea generale in testa per questa storia, sono aperto a suggerimenti, quindi finché non sono troppo fuori per la storia sentitevi liberi di suggerire cose che volete veder accadere. Non garantisco che ci saranno visto che devo ancora far funzionare l'intero lavoro, ma cerco sempre ispirazione.

Inoltre, visto che mi è stato chiesto - Sì, sono Canadese, ma non sono mai stato a Toronto (solo Alberta e nord del British Columbia). La mamma di Spock è davvero di lì, comunque, non ho inventato quella parte.

Nota del traduttore: capitolo fatto in tempo quasi record... Non credo riuscirò a tenere questo ritmo, ma ci provo :)
Ah, per la nota dell'autore ho tradotto al maschile tutti gli aggettivi riferiti all'autore, ma io non so effettivamente se è un uomo o una donna... Credo la seconda, però......

Tutti i commenti alla storia verranno girati all'autore.

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Capitolo 3
*** 3. Capitolo 3 ***


Non posseggo nessun diritto su Star Trek, Kirk, Spock o il lavoro di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea).. solo la mia modesta traduzione.
Se volete in qualche modo usare la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.



Sua madre insistette che provassero un posto nuovo che aveva aperto un po' di tempo dopo che lui era partito per la Flotta Stellare, anche se nessuno di loro aveva una buona idea su cosa aspettarsi. Jim quasi rise quando entrarono nel ristorante e la prima cosa che vide fu un muro dipinto di nero coperto di stelle luccicanti e pacchiane e di modellini penzolanti di navi. L'intero 'tema' del ristorante appariva essere una ripresa giocosamente economica dell'esplorazione spaziale, completo di accenni d'arredamento in colori della Flotta Stellare e una finestra in stile 'schermo'.

"Winny!" una donna all'incirca dell'età di sua madre - e pure vagamente familiare - strillò da dietro il bancone dorato del bar. Poi si precipitò in avanti, e Jim dovette fare un passo indietro per evitare che i suoi timpani scoppiassero mentre sua madre provava che, in effetti, un eccitamento vocale acuto non era limitato alle adolescenti. Guardò Spock, il quale stava esaminando il ristorante con un certo, quieto divertimento, e si sentì brevemente impressionato da quel controllo oh-così-vulcaniano. Perché era piuttosto sicuro che le sue orecchie stessero fischiando.

"Oh buon dio, è Jimmy?!" dichiarò la donna ancora senza nome, e prima che potesse reagire fu allontanato da Spock e preso in un abbraccio stritolante. "Non ti vedevo da quando Stanley ha tentato di sbatterti in prigione! Quanti anni avevi? Undici?" chiese, e lui rimase colpito quando si rese conto di chi stesse guardando - la sorella molto più simpatica di uno dei suoi assai detestati patrigni. Carol, pensava fosse il suo nome, o forse Catherine. Si chiese perché fosse così felice di vederlo, tutto considerato. Ma quando alla fine si staccò, tenendo le sue spalle in una presa quasi di ferro, stava sorridendo da orecchio a orecchio.

"Avresti dovuto vedere l'espressione sulla faccia di Stan quando hanno mostrato al notiziario il servizio sul brillante e giovane facente funzioni di capitano che aveva salvato la Terra, con la tua foto e tutto!"

Beh, qualunque fosse il suo nome, aveva una di quelle voci naturalmente potenti che riempivano appunto una stanza senza metterci un grande sforzo. Così dopo un secondo Jim realizzò che l'intero ristorante era diventato stranamente quieto, e che parecchie facce si erano voltate per osservare lo scambio con aperta curiosità. Un mormorio nacque.

"Jimmy? Intende Jim Kirk?"

"È lui?"

"Oh, è lui! Lo riconosco dal notiziario. Ricordi che avevano quella grossa foto di lui all'accademia-?"

"Pensavo fosse più alto..."

"James Kirk! Wow!"

"E quello con lui è Spock! No?"

Sbatté le palpebre, spostandosi un po' indietro mentre alcune persone lo fissavano apertamente, e un paio di ragazzini lo scrutavano da dietro i loro posti, sussurrando. Jim era abituato a ricevere attenzione, ma era generalmente di un tipo più negativo o accusatorio. Questa idea di entrare semplicemente in un edificio e creare un improvviso brusio di eccitazione era totalmente nuova. Tradizionalmente, quando tutti gli occhi erano su di lui, assumeva un'aria presuntuosa - ma quello era un meccanismo difensivo. Qualcosa che veniva fuori in reazione alle minacce o alla disapprovazione.

A essere onesti, non aveva la più pallida idea di come reagire.

Fortunatamente, comunque, non ebbe bisogno di prendere tempo per decidere, perché la loro cameriera - quale diavolo era il suo nome? - sembrò notare l'atmosfera strana che si era creata attorno a loro, e li spinse in fretta in un tavolo. Era ancora tutta sorrisi e chiacchiere, comunque. "Naturalmente, abbiamo sempre saputo che avresti fatto qualcosa di spettacolare una volta che ti fossi deciso!"

"Mmhmm" acconsentì sua madre, dandogli un colpetto affettuoso sulla spalla. "Eccetto che praticamente tutti erano sicuri che sarebbe stato illegale."

Avvicinandosi a un terreno più familiare, e sistemandosi nel suo posto in modo che almeno lui non potesse vedere le persone che lo guardavano, Jim sorrise. "È stato quasi illegale" acconsentì allegramente. Ammutinamento, dopo tutto, era un crimine di una certa importanza per i regolamenti della Flotta Stellare. Si spostò sulla panca facendo cenno a Spock di sedersi accanto a lui, e finalmente il mezzo-Vulcaniano sembrò attirare l'attenzione dell'amica di sua madre. Era uno strano ritardo. Dopo tutto, Jim pensò, Spock attirava davvero l'attenzione, ed aveva contribuito a salvare la Terra quanto lui.

"Così lei sarebbe il Comandante Spock, allora?" disse, guardandolo dalla testa ai piedi. "Non mentono quando dicono che i Vulcaniani sono tipi tranquilli, vero?"

"Oh, non sarei così sicura, Caroline" sua madre disse prima che uno di loro due potesse commentare. "Penso che tu debba solo portarlo sul giusto argomento e potrebbe parlarti fino alla morte."

Più tardi, Jim avrebbe avuto difficoltà a dire come aveva potuto capire che il modo di dire aveva confuso Spock. Ma prima che il suo primo ufficiale potesse commentare, si piegò verso di lui e gli disse quietamente: "Ricordi quando Bones stava discutendo con te sui 'colorati giri di parole'?" chiese. Occhi scuri scintillarono verso di lui in comprensione, e Spock replicò con un piccolo cenno di comprensione e di ringraziamento.

Una voce proveniente dalla porta mezza aperta dietro al bancone chiamò Caroline. Sorridendo loro un'altra volta, promise di mandare una cameriera, e si allontanò. Jim incrociò le braccia sul tavolo e appoggiò la testa su di esse. "Non posso credere che abbiano fatto vedere la mia foto al notiziario" disse. Neanche una buona foto, a quanto pareva, ma quella bruttina che aveva fatto quando si era iscritto.

"Sarebbe coerente con i modelli di comportamento stabiliti dalla storia dei media della Terra" fece notare Spock in tono ragionevole, mentre il suo sguardo esaminava con un certo interesse il turbine di rosso e giallo che decorava la superficie del tavolo.

"Quindi in altre parole, avrei dovuto aspettarmelo?"

"Esatto."

Jim inclinò la testa e fece un sorriso sardonico a Spock. "Beh, almeno non sono in questa barca da solo. Apparentemente sei famoso anche tu."

Il suo commento si guadagnò un sopracciglio alzato.

Spock aprì la bocca, chiaramente deciso a rispondere in qualche modo, ma le sue parole si bloccarono prima che fossero formate e invece girò la testa di lato con curiosità. Jim seguì la nuova direzione del suo sguardo per scoprire che i bambini che li avevano scrutati appena qualche minuto fa, quando erano stati all'ingresso del ristorante, si erano avvicinati al loro tavolo. Non potevano avere più di sette o otto anni, suppose, anche se non aveva molta familiarità coi bambini.

"Sei tu il Capitano Kirk?" chiese la bambina. Jim sbatté le palpebre. Dio, quanto era contento che Bones non fosse lì a vedere, oppure non sarebbe sopravvissuto.

Muovendosi un po' a disagio nel suo posto, adottò un sorriso in qualche modo imbarazzato, e annuì. I bambini guardarono tra lui e Spock con aperta e ingenua curiosità.

"Fantastico" dichiarò il bambino. "Hai davvero fatto tutte quelle cose che dicono tu abbia fatto?"

A Jim ci volle un minuto per capire che i bambini si stavano probabilmente riferendo alle sue avventure più eroiche. Ma ancora, quella era la sua città natale. Non era come se potessero dimenticare il terrore che era stato quando era più piccolo solo perché era riuscito a evitare di essere un completo idiota dopo che se ne era andato. Giusto?

Beh, comunque fosse, la risposta era sempre la stessa. "Certo" disse. Quando i bambini continuarono a guardarlo come se aspettassero qualcosa, si mosse un po', e poi lanciò un'occhiata imbarazzata a Spock. Il suo primo ufficiale stava guardando lo scambio con il suo solito distacco. "Uh, ma anche Spock ha fatto parecchio. Le buone cose, intendo" aggiunse in fretta. Beh, e anche alcune cose non-così-buone, ma se tutto va bene quelle non le hanno incluse nel notiziario.

I bambini guardarono Spock. Che fosse il suo aspetto alieno (improbabile, visto che avevano la loro discreta quantità di visitatori alieni anche a Riverside in quel periodo) o il suo atteggiamento (probabilmente quello), sembravano incerti di lui. Dopo che parecchi momenti imbarazzanti furono passati, Jim decise di vedere se non poteva mandarli al loro tavolo.

"Uh, beh, è stato un piacere conoscervi, ragazzi. Er... continuate a studiare" li istruì, in un tono che tentava di dire 'ecco la vostra lezione, ora andate'. Ci fu un altro momento di imbarazzato silenzio. Poi il bambino alzò gli occhi al cielo, ma almeno sembrò funzionare, perché capirono il sottinteso e si diressero verso il tavolo dei loro genitori. Ho appena detto quella roba lì? si chiese Jim un po' senza speranza, prima di guardare dall'altra parte del tavolo sua madre che stava tentando, senza riuscirci molto bene, di soffocare le risate.

"Non una parola" le ordinò di proposito mentre lei si chiudeva la bocca con le mani e tremava leggermente dal divertimento.

"Affascinante" notò Spock, mentre i suoi occhi seguivano i bambini finché non ebbero smesso di correre fino all'altra parte del ristorante. "Un incontro così infruttuoso sembra illogico."

"Oh, probabilmente volevano solo essere in grado di dire ai loro amici che vi hanno parlato" ragionò sua madre, ridendo un po' mentre parlava.

Spock si volse verso di lei. "Eppure, non hanno fatto sostanziali domande o tentativi di iniziare anche una conversazione elementare."

"Probabilmente non sapevano cosa chiedere" lei ragionò.

"Quindi a quale fine servirebbe raccontare l'avvenimento? Anche uno sbrigativo esame degli eventi rivelerebbe che niente di degno di nota è stato realizzato. Non soffriranno umiliazione se faranno finta di aver conosciuto Jim e me quando i loro compagni inevitabilmente dedurranno la vera portata del nostro contatto?"

Sua madre guardò Spock in modo assente. Jim decise di intervenire. "Sono solo bambini, Spock" disse. "Non puoi prenderli troppo sul serio."

Per un momento sembrò come se il suo primo ufficiale volesse continuare con la sua linea di domande. Ma, guardando tra i suoi due compagni umani, sembrò decidere di no. Jim sospirò, chiedendosi come qualcuno che generalmente non comunicava emozioni potesse fare un così buon lavoro nell'esternarle comunque. Guardò di nuovo verso i ragazzini per vedere che, come la maggior parte dei bambini, non erano stati capaci di stare seduti a lungo. Il paio si era invece messo su un lato del ristorante che aveva uno schermo video non sintonizzato, e uno di quei vecchi giochi con un artiglio computerizzato e un po' di giocattoli accatastati sotto di esso. Mentre guardava, si mossero verso di esso, guardando dentro e indicandosi l'un l'altro i vari giocattoli colorati.

La cameriera si avvicinò. Jim la guardò - una ragazza carina con un eyeliner luccicante e un sorriso leggermente nervoso, un'aderente maglietta scollata che sembrava più appropriata per un locale notturno che per un ristorante per famiglie. Cominciò a fare un elenco dei piatti speciali, non incontrando quasi lo sguardo di nessuno e arrossendo di una piacevole sfumatura rosa.

Jim guardò Spock, che era, come al solito, ancora espressivo come una statua, e poi di nuovo i bambini. Sospirò per la seconda volta, prima di parlare a sua madre. "Prendimi qualcosa" le disse, e poi prima che potesse cambiare idea, saltò con cura oltre lo schienale della panca e camminò verso il gioco con l'artiglio. Cercò di far finta di non essere consapevole degli occhi su di lui mentre si avvicinava ai bambini, che guardarono in alto al suo avvicinarsi.

"Quale vi piace?" chiese, facendo un cenno verso il gioco. I due si guardarono l'un l'altro, e dopo un breve, sussurrato scambio, la bambina rispose.

"L'astronave" disse, indicando un pupazzo a forma di una delle migliori della Federazione. Assomigliava abbastanza all'Enterprise, in verità. Con un sorriso, Jim schiacciò il bottone d'attivazione del gioco, e poi sperò di non aver ancora perso il tocco per quel tipo di cose. Essere al comando di una nave sembrava comportare più lavoro d'ufficio che in realtà usare qualunque delle considerevoli tecnologie del suo vascello. Era, nella sua opinione, uno degli svantaggi. Eppure. Con i bambini che guardavano ogni sua mossa - e chi sa chi altro nel ristorante che faceva lo stesso - c'era un po' di pressione.

Jim prosperava sotto pressione.

L'artiglio fece clic e cominciò a ronzare, lanciando inutili bagliori mentre il voluminoso e scoordinato sistema di controllo lo combatteva a ogni passo. Quelle cose avevano intenzionalmente una presa schifosa. Il trucco era cercare di prendere qualcosa sul gioco che si impigliasse nell'artiglio, o puntare a qualcosa vicino al punto di rilascio. Sfortunatamente, i bambini avevano scelto un gioco senza nessuna parte allentata e pendente, e che era chiaramente dall'altra parte da dove era il punto di rilascio. Ma poteva farcela - doveva solo fare in modo che l'uncino andasse intorno alle gondole di curvatura... così! Ha! Sorrise mentre l'artiglio si chiudeva in modo maldestro attorno alla nave giocattolo, ma ingarbugliandosi tra il corpo della nave e le gondole che sporgevano. Muovendolo verso lo scivolo, si ritrasse, e la nave cadde nell'apertura. Jim lo recuperò velocemente e poi lo porse ai bambini, che stavano entrambi sorridendo.

"Grazie!" disse immediatamente la bambina. Dopo un secondo, diede una gomitata al bambino.

"Grazie!" fece eco lui prima di lanciarle un'occhiata irritata.

"Ehm, prego" replicò Jim, abbassando un po' la testa in un gesto istintivo contro gli sguardi fissi che stavano ancora ricevendo, e poi si sbrigò a tornare al tavolo. Scivolò di nuovo nella panca, grato di essere di nuovo fuori dalla linea immediata di inquietante attenzione mentre si sedeva di fianco a Spock. La cameriera sembrava essersene andata.

Spock gli diede un'occhiata indagatrice. Scrollò le spalle.

"Hey, ora avranno qualcosa di 'sostanziale', giusto?" fece notare.

Il suo primo ufficiale lo guardò, e poi inclinò la testa, brevemente, in accettazione. Dopo un momento, Jim cominciò a sentirsi un po' a disagio a tentare di decifrare il sottile cambiamento nell'espressione di Spock, e così invece si voltò verso sua madre. Che stava sorridendo verso di lui. Come una maniaca. Sbatté le palpebre, perplesso mentre il viso sorridente di lei si spostava da lui, a Spock, e di nuovo verso di lui.

"Cosa?" domandò, scontento nel vedere il ritorno del suo sorriso 'misterioso'.

"Niente" disse, in un tono che naturalmente implicava che c'era qualcosa, che era divertentissimo, e che lei non aveva alcuna intenzione di dirglielo. Prima che potesse interrogarla oltre, lei cambiò bruscamente argomento. "Ti ho ordinato un'insalata."

Jim resistette al desiderio di accasciarsi in disappunto. "Mamma, sai che a Spock non importa se noi mangiamo carne, vero?" O almeno non sembrava. Lo aveva visto mangiare con Uhura un sacco di volte nella mensa della nave, e l'ufficiale delle comunicazioni non era certamente una vegetariana.

"Beh, l'insalata ti fa bene" replicò sua madre con disinvoltura.

Jim scosse solo la testa, domandandosi della sua fortuna. La prima volta in secoli che aveva la possibilità di mangiare cibo non replicato ed era insalata. Che aveva già mangiato la sera prima, poteva aggiungere. Non che ci fosse qualcosa che non andasse particolarmente nel cibo replicato, era solo che... beh, c'era un motivo per cui le persone andavano ancora nei ristoranti. Niente arrivava proprio agli stessi livelli del cibo fatto nel modo tradizionale. Almeno avevano ancora parecchi giorni di permesso, così quella non sarebbe probabilmente stata la sua ultima opportunità.

"Ho trovato nella mia esperienza sotto il tuo comando, Jim, che istruzioni vaghe spesso minano le tue capacità di leadership" aggiunse Spock inutilmente.

Almeno non ha aggiunto 'proprio come sono' questa volta, pensò Jim, ricordando l'ultima volta che il suo primo ufficiale aveva messo in discussione le sue abilità a dare ordini. Pensò che aveva ragione - non che glielo avrebbe detto - ma davvero, era così strano il solo pensare di potersi fidare che le persone conoscessero le cose che conoscevano?

Irritato adesso, Jim passò i momenti successivi a fissare con uno sguardo imbronciato l'arredamento, ignorando i tentativi di sua madre di coinvolgerlo di nuovo nella conversazione. Naturalmente, era stupido tentare di comandare dicendo a tutti ogni più piccola cosa. Non era un pilota bravo quanto Sulu, ad esempio, così non aveva mai presunto di dire al ragazzo come far volare la nave. Ma... dall'altro lato, Spock aveva inteso il suo commento più nel senso di fare in modo di dirgli in quale direzione pilotare la nave. Ci stava volendo un po' ad abituarsi all'intera questione dell'essere una figura d'autorità, quando non era solo parte di una simulazione. Dopo tutto, Jim aveva sempre mal sopportato in un certo senso le figure d'autorità nella sua vita. Era un po' inquietante, quindi, andare e diventarne una.

"Penso stia rimuginando" sentì sua madre sussurrare a Spock in modo confidenziale. Jim le lanciò un'occhiataccia.

"La tua valutazione sembrerebbe essere accurata" acconsentì Spock.

Era sul punto di lanciarsi nel processo di brontolare sul fatto che il suo stesso primo ufficiale non sembrava neanche poter stare dalla sua parte quando la loro cameriera ritornò, portando un vassoio pieno del loro pranzo. Quando vide Jim arrossì un po' di più e distolse lo sguardo velocemente, concentrandosi invece nell'abbassare lentamente i loro piatti e i loro bicchieri. Beh, guarda un po', pensò, notando alla fine che il comportamento nervoso di lei era un risultato della sua presenza. Ma poi si diede una scrollata di spalle interna. Era perché pensava che fosse carino (che lo era, grazie tante) o perché era 'James T. Kirk, quel Ragazzo Che Ci Ha Fermato Dal Saltare In Aria'?

Okay, essere famosi in un certo senso fa davvero molto più schifo di quel che pensassi, decise, non sapendo se quella ragazza carina stava mostrando che era attratta da lui o che era colpita dalla celebrità. Il che probabilmente spiegava perché si sentisse più vagamente imbarazzato per lei che interessato alla risposta.

"Posso portarvi qualcos'altro?" chiese, prendendo abbastanza coraggio per guardare direttamente Jim mentre parlava.

"No" rispose Spock bruscamente. La ragazza fece un piccolo salto di sorpresa, chiaramente non aspettandosi che lui parlasse.

"Siamo a posto" la rassicurò Jim in maniera più amichevole, sentendosi un po' male. Dopo tutto, era uscito con molte ragazze come lei anche nei suoi giorni all'accademia, e la bruschezza del suo primo ufficiale probabilmente dava un'impressione sbagliata.

Gli lanciò un grato, mezzo sorriso seducente, e poi con un'ultima occhiata nervosa a Spock se ne andò.

Jim guardò in basso verso la sua insalata, che era abbellita con cose come mirtilli rossi essiccati, noci, e scorza d'arancia. Sentendo un'altra breve ondata di delusione cominciò a mangiare, e poi notò con la coda dell'orecchio che Spock stava esaminando il suo pasto curiosamente. Non penso che i mirtilli rossi siano programmati nei replicatori dell'Enterprise, realizzò quando il suo primo ufficiale riuscì a trafiggerne con destrezza uno con la sua forchetta e lo esaminò. Dopo un momento, Spock lo mise in bocca, e Jim guardò i suoi occhi mentre esaminava i sapori alieni.

"Affascinante" disse il suo primo ufficiale dopo un momento. "Sono mirtilli rossi disidratati."

Jim sbatté le palpebre in sorpresa. "Già" acconsentì. "Come fai a saperlo?"

Spock stava ancora considerando il suo piatto quando rispose. "Quando ero più piccolo mia madre una volta preparò per noi un pasto tradizionale della Terra mentre i doveri di mio padre come ambasciatore lo avevano chiamato lontano per un periodo esteso di tempo. Sebbene si lamentasse della sua incapacità di ottenere parecchi ingredienti, incluso un prodotto di carne basato su del pollame, uno dei piatti che preparò conteneva queste bacche. In quel caso erano state modificate in una forma gelatinosa. Comunque, il sapore è abbastanza simile da essere riconoscibile" spiegò.

Jim e sua madre si scambiarono un'occhiata.

"Ti piace la gelatina di mirtilli rossi, Spock?" chiese sua madre, proprio mentre lui cominciava a divorare metodicamente la sua insalata.

"I Vulcaniani non esprimono preferenze dietetiche oltre a interessi nutrizionali e dietetici" rispose automaticamente. Jim si chiese quale di quelle due categorie stava spingendo il suo primo ufficiale a individuare e mangiare prima tutti i mirtilli rossi. Nota a se stessi - far aggiornare i replicatori prima di lasciare il porto spaziale, pensò. Dopo tutto, lo poteva ammettere, non erano male. Non c'era davvero nessun motivo per cui non dovessero averli.

Mentre sua madre tempestava Spock con domande su come il cibo era davvero su Vulcano, Jim si trovò a tirarsi fuori dal suo umore imbronciato, e smise di lamentarsi interiormente del suo pasto. Era più o meno a metà del suo piatto quando un'ombra cadde sulle sue spalle, e sua madre smise di parlare. Un'espressione molto apprensiva si formò sul suo volto. Jim alzò lo sguardo.

"Non potevo crederci quando Caroline mi ha detto che eri qui" brontolò una voce che sarebbe stato veramente felice di non sentire di nuovo nella sua sua vita. "Ma credo che tu abbia pensato che potevi semplicemente farti vedere ora che tutti sembrano pensare che tu sia un qualche tipo d'eroe."

"Stanley!" la voce di Caroline risuonò duramente da qualche parte dietro di loro. Jim non si volse a guardare - stava tenendo il suo sguardo incollato all'uomo rude, simile a un armadio, che al momento si appoggiava alla parte alta della loro panca. "Ti ho detto di non farlo - su, vieni" insistette la cameriera, e la sua mano si chiuse attorno all'avambraccio del fratello. Lui la scrollò via immediatamente.

"Beh?" insistette Stanley, e Jim sentì un familiare, oscuro attorcigliarsi nella sua pancia - avversione. Huh. Era parecchio che non la sentiva. Non da Nero.

"Togliti dalle palle, Stan" replicò, la sua bocca lavorando più velocemente del suo cervello. Non si stava esattamente aspettando il pugno che gli arrivò. Stanley non l'aveva mai colpito prima, ma ancora, Jim era ancora un bambino l'ultima volta che le loro strade si erano incrociate. Un bambino insolente, ribelle, irritante al massimo, ma pur sempre un bambino. Quindi anche se c'erano state più volte in cui era sicuro che l'uomo volesse attaccarlo e spaccargli la faccia, si era sempre trattenuto.

Apparentemente, avere una versione parlante adulta di Jim era un bersaglio davvero troppo invitante.

Il colpo fu goffo, forzato dalla natura delle loro posizioni a piegarsi ad un angolo strano e venendo giù più su un lato del suo collo che in qualunque altro posto. Il pugno di Stan si strinse nel tessuto della sua maglietta. Dall'altra parte del tavolo sua madre protestò acutamente, sbattendo le mani sul tavolo. Jim, vacillando, si spostò più lontano che poté da lui, preparandosi a reagire - ma fu Spock che afferrò il braccio dell'uomo.

Il pugno di Stan era ancora serrato nel colletto di Jim, e il suo intento era chiaramente quello di strattonarlo fino a farlo uscire dalla panca così da poterlo colpire meglio. La stessa presa forte di Spock era chiusa attorno al polso di Stan, comunque, e giudicando dal lento cambiamento di colore della mano di Stan, lo stava tenendo in modo piuttosto stretto.

"L'aggressione di un capitano della Federazione non è un reato marginale. La linea d'azione più intelligente sarebbe quella di desistere da quest'impresa" lo informò il mezzo-Vulcaniano freddamente.

"Lascialo stare, Stanley. Non ha fatto nulla" aggiunse sua madre, chiaramente piuttosto arrabbiata.

"Già, Stan" Jim non poté resistere dall'aggiungere, il suo tono solo un po' odioso. "Levati. Dalle. Palle."

Sembrò che l'uomo non volesse fare nient'altro che colpirlo di nuovo. Ma Spock stava ancora bloccando la circolazione nel suo polso, e l'intero ristorante era diventato teso e quieto. Caroline sembrava mortificata. Così, dopo pochi secondi, le sue dita lasciarono la loro presa sul colletto di Jim. Spock lo lasciò andare e Stan tirò via la sua mano, frizionandola in chiara agitazione.

"Così adesso sei un capitano importante. Mi devi ancora una dannata macchina, piccolo pezzo di merda" sputò. "Tutti gli altri potranno essersi dimenticati che rompicoglioni fossi veramente-"

"Oh, dannazione, Stanley, chiudi quella bocca!" intervenne Caroline all'improvviso, mentre la sua mano schizzava in avanti e colpiva la nuca dell'instabile uomo. Lui sembrò vagamente sbalordito. "Abbiamo tutti pensato che fosse dannatamente divertente quando ha fatto andare la tua stupida macchina giù da quello strapiombo. Ora mettiti il cuore in pace!" Detto questo, fece di nuovo presa sul braccio dell'uomo, e cominciò a trascinarlo via di peso dal loro tavolo.

Per un momento sembrò come se Stan avesse intenzione di scrollarla via di nuovo. Ma fu così sbalordito - per la seconda volta quando, nel ristorante attorno a loro, scoppiò un breve applauso - che obbedì. Jim guardò gli altri clienti, tutti che sembravano disapprovare largamente di Stan. Malgrado la sua mancanza di familiarità con questo tipo di attenzioni, e la difficoltà che ancora veniva con essa, era una cosa... buona. Massaggiò il collo livido e fece a Spock un sorriso che era egualmente imbarazzato e contento. Ma il suo primo ufficiale era ancora concentrato nel guardare Caroline e Stanley.

"Dannazione, Caroline-" sentì la voce di Stan affievolirsi mentre l'uomo spariva in una stanza sul retro, e i suoi commenti venivano interrotti da un altro colpo sulla nuca. Questo si guadagnò una corrente sommessa di risate dal resto della sala mentre la porta si chiudeva dietro ai due.

"Stronzo!" urlò qualcuno dopo, provocando ancora qualche risata. Dopo un minuto o due, però, quando sembrò che lo spettacolo fosse finito, il ristorante si calmò di nuovo.

"Un uomo assai arrabbiato" osservò Spock, voltandosi verso Jim di nuovo.

"Non so cosa ci abbia mai visto in lui" acconsentì sua madre, prima che si voltasse per fissarlo con un'occhiata. "Ma comunque, Jimmy, non avresti dovuto provocarlo in quel modo. Insomma, ci sono bambini nel ristorante, e sai benissimo che ha sempre voluto menarti." Sembrava agitata, dandosi, stranamente, anche un po' di colpa, mentre lo rimproverava.

"Qualunque individuo che richieda una provocazione così scarsa per commettere atti violenti troverebbe probabilmente giustificazioni per essi, indipendentemente dal fatto che siano o meno fornite liberamente" fece notare Spock. Jim lo guardò, mentre le sensazioni positive che aveva avuto dal supporto del ristorante aumentavano mille volte a quel sottile, piccolo segno di supporto. "Non posso evitare di professare curiosità, comunque, per la fonte della sua rabbia. Uno strapiombo?" chiese.

Oh, merda, pensò Jim. Generalmente preferiva tenere la storia sotto silenzio. Non era, considerò, il suo miglior momento, anche quando uno non sapeva tutti i crudi dettagli. E solo Jim li capiva davvero.

"Solo qualcosa di stupido che ho fatto da bambino" ripose velocemente, interrompendo qualunque risposta sua madre potesse dare e cercando di mettere quanto più 'non dire una parola' possibile nel suo tono. Spock sembrò, se possibile, ancora più curioso alla sua risposta - ma fortunatamente si trattenne.

Il resto del pranzo passò in un silenzio in qualche modo difficile. Jim mangiò velocemente, stancandosi ancora una volta degli sguardi degli altri clienti. Alcuni degli adulti sembrarono dibattere se avvicinarsi in quel momento. Voleva andarsene prima che succedesse - non sapeva cosa avrebbe detto loro, o quali tipi di domande potessero fare. Sfortunatamente, proprio mentre erano sul punto di andarsene, un uomo di mezza età si fece coraggio e si avvicinò.

"Guardi" disse, e Jim si mosse un po', a disagio. "Credo di parlare a nome di tutti quando dico che siamo davvero grati per ciò che ha fatto per tutti. E siamo dannatamente orgogliosi che il capitano che ha salvato la Terra venga dalla nostra città."

Ci fu un breve mormorio di consenso da quelli seduti abbastanza vicini da sentire. Tutti gli occhi erano su di lui, aspettando una risposta. Il cervello di Jim ne mandò parecchie da valutare. Alcune, come 'beh, è ironico, perché ho sempre odiato questo posto' solo non sembravano terribilmente appropriate, anche se aveva una voglia matta di lasciarsele sfuggire e basta.

"...Grazie" decise invece dopo un minuto. Poteva essere la sua immaginazione, ma pensò che l'uomo - e gli altri clienti - sembrassero delusi. Andò subito sulla difensiva. Beh, cosa si aspettavano? Un discorso? Poteva farlo, ma probabilmente sarebbe sembrato solo un idiota insincero mentre lo faceva. Per qualche motivo una certa qualità di sarcasmo si infilava sempre nel suo atteggiamento quando fingeva sicurezza. La vera sicurezza era un'altra cosa, ma non ne avrebbe trovata neanche un po' lì.

Così invece diede solo una scrollata di spalle interna, e su quella nota di partenza non particolarmente epica, si affrettò a uscire dal ristorante. Spock, per suo quieto sollievo, camminò direttamente accanto a lui finché non furono fuori all'aria aperta del parcheggio. Sua madre disse qualcosa che non capì bene all'uomo che li aveva avvicinati prima che anche lei li seguisse fuori.

"Beh, quello è stato imbarazzante" disse, muovendosi di qualche passo dall'edificio, come se si aspettasse che qualcuno della moltitudine di disagi filtrasse fuori dalla porta.

"Solitamente non sei stato agitato da esposizioni pubbliche nel passato" fece notare Spock. Il modo in cui parlò la fece suonare come una domanda. Jim scrollò le spalle.

"Credo dipenda dall'esposizione" ragionò.

Ma anche se tentò di ristabilire l'atmosfera più leggera che si era stabilita tra di loro prima dell'apparizione di Stan, sembrò che fosse morta. Sua madre era seccata dall'intera questione, la sua espressione agitata quando emerse dal ristorante, e quello a sua volta mise Jim estremamente a disagio. Prima, dopo che avevano finito di verniciare la staccionata, aveva pensato che lei avrebbe tentato di parlargli per farlo rimanere almeno un'altra notte. Ma ora sembrava aver deciso il contrario. Così, invece, tornarono alla casa brevemente per recuperare le loro borse, e poi lei li accompagnò in macchina - come promesso - alla stazione dei trasporti.

"È stato bello vederti, Jimmy" gli disse, avvolgendolo in un sorriso teso e un abbraccio non rilassato.

"Già. È stato bello anche per me, Mamma" replicò, e in molti modi, lo era stato. Qualche volta era facile dimenticare che poteva divertirsi e godere della sua compagnia. Facile perdere di vista gli aspetti che gli piacevano quando si concentrava su quelli che non gli piacevano. Tuttavia, era sollevato in un certo senso che le ore di visita fossero ormai finite.

"Spock" disse sua madre con un tono di quasi finta-formalità, guardando verso il suo primo ufficiale. "Ti chiederei di tenerlo fuori dai guai, ma so che è impossibile. Così invece dirò solo che la prossima volta che visita voglio vederti di nuovo."

Spock sembrò un po' sorpreso. Però, quando rispose, la sua voce aveva i suoi soliti toni neutri. "Farò il possibile per onorare la tua richiesta" replicò cortesemente.

"Saresti il primo 'ospite' che Jimmy abbia mai portato a casa due volte se verrai" lo informò.

"Interessante."

"Sì, sì, okay" disse Jim, interrompendo prima che sua madre e il suo primo ufficiale iniziassero a valutare il suo comportamento sociale mentre lui era proprio lì davanti a loro. "Voi due vi siete parlati abbastanza. Abbiamo uno shuttle da prendere." Dimenticandosi di sé stesso per un momento, afferrò l'avambraccio di Spock e gli diede una gentile spinta nella direzione della stazione. Realizzando il suo errore solo un secondo troppo tardi, lo lasciò quindi andare velocemente.

"Scrivimi due righe domani, Jimmy" gli ordinò sua madre.

Ancora imbarazzato per il suo passo falso, Jim annuì solamente e le fece un saluto con la mano prima che lui e Spock si allontanassero. Non vide mai l'occhiata speculativa che il suo primo ufficiale diede al suo braccio, dove il materiale della giacca era stato stropicciato dal contatto.

Inoltre non ebbe assolutamente nessuna possibilità di vedere sua madre incrociare le dita dietro la schiena.

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Nota dell'autore: dite tutti addio a Mamma Kirk, visto che questa è la fine del suo contributo sostanziale alla storia!

Grazie a tutti per le recensioni. I suggerimenti sono stati molto divertenti, e parecchi di essi mi hanno veramente spinto a riscrivere alcune scene in questo capitolo di cui non ero soddisfatta. Quindi avete tutti la mia riconoscenza!


Nota del traduttore: questo capitolo mi ha creato qualche problema e non credo sia venuto molto scorrevole... Però non volevo farvi aspettare troppo tempo e neanche impazzire chiedendomi se e come potevo migliorarlo, quindi questo è il risultato! Spero lo apprezziate lo stesso :)
Adorerei sapere che ne pensate

Tutti i commenti alla storia verranno girati all'autore.

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Capitolo 4
*** 4. Capitolo 4 ***


Non posseggo nessun diritto su Star Trek, Kirk, Spock o il lavoro di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea).. solo la mia modesta traduzione.
Se volete in qualche modo usare la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.



Jim era stato così sollevato quando erano fuggiti dalla calca di riconoscimento e attenzione al ristorante che non aveva considerato l'idea di essere riconosciuto sullo shuttle. Quando lui e Spock erano saltati su e giù dai trasporti per raggiungere Riverside non avevano ricevuto molta attenzione. Ma ancora quelli erano stati tratti brevi, con passeggeri che andavano e venivano alle diverse fermate per tutto il tempo e c'erano molte distrazioni che evitavano che chiunque desse troppa attenzione ai suoi compagni pendolari. Gli shuttle veloci che correvano fino a luoghi come i confini canadesi o messicani, o fino all'Alaska, erano creature completamente differenti. La loro corsa era di un paio d'ore, e con un design di posti spazioso e non-militare che era fatto apposta per far sentire i passeggeri a proprio agio, c'era abbondanza di opportunità per guardarsi attorno e assorbire tutto.

Si irrigidì un poco quando il mormorio cominciò, notando che alcune persone gli lanciavano occhiate furtive e sussurravano tra di loro.

James Kirk? Oh, QUEL ragazzo? No, beh, non sono io. Mi è stato detto che gli assomiglio, però. Dicono sia la bocca, pensò dentro di sé in modo quasi disperato. Era così concentrato verso il suo mondo interiore che perse cosa Spock avesse detto la prima volta.

"Hmm?" chiese. Spock sembrava completamente imperturbato, e se Jim non avesse saputo delle sue capacità d'osservazione, avrebbe pensato che l'uomo non avesse idea di quello che stava succedendo attorno a loro.

"Ho detto, hai una qualche conoscenza riguardo alle specifiche dei motori usati in questi 'shuttle veloci'? Ho meno familiarità con i vascelli terrestri che con le costruzioni per viaggi spaziali" ripeté Spock pazientemente.

"Oh" disse Jim, e poi pensò per un momento. Gli piaceva armeggiare. Non era assolutamente il livello-Scotty di ossessione meccanica, ma sapeva il fatto suo in una simulazione d'ingegneria. Prima che si unisse alla Flotta Stellare, smontare veicoli (in modi meno drammatici di altri) era stato uno dei suoi hobby più legittimi. Quindi in verità, aveva effettivamente una certa conoscenza di 'vascelli terrestri'. "Motori, huh? Beh, in un modello come questo direi..."

Spock ascoltò attentamente e fece domande in tutti gli intervalli appropriati mentre Jim descriveva prima i motori del loro shuttle, poi i suoi probabili sistemi di funzionamento, e poi passava agli altri veicoli che conosceva. Andò in gran dettaglio sulla moto a cui aveva rinunciato quando si era unito alla Flotta Stellare - il suo piccolo progetto per quasi due anni prima di quello. Era una cosa complicata racimolare alcune informazioni dal suo cervello, dato da quanto tempo non lo usava. La tecnologia per il trasporto spaziale era, per necessità, molto differente da quella per il trasporto terrestre. A parte tutte le complicazioni presentate dallo spazio stesso, una nave stellare poteva andare molto, molto più veloce di quanto fosse consigliabile per un veicolo che vedeva regolare uso planetario. Lo spazio era come un grande campo aperto - una persona da sola poteva correre veloce e forte dall'altra parte del pavimento perché c'era davvero poco contro cui sfracellarsi, e se qualcosa stava arrivando, si sarebbe certamente visto. Se il campo diventava ingombro allora era un inferno per la nave stellare. Ma i veicoli terrestri richiedevano molta meno velocità e molta più manovrabilità, perché un pianeta era pieno di ostacoli. Edifici, montagne, altre persone, altri veicoli... poi c'erano le emissioni da considerare. Su un pianeta un motore doveva andare nel modo più pulito possibile, ma nello spazio c'era più margine per le radiazioni e altri spiacevoli reazioni negative. Molto presto la conversazione progredì in una dissertazione sulle differenze tra la tecnologia della Flotta Stellare contro la tecnologia della Terra, con Spock che offriva la sua prospettiva unicamente vulcaniana in toni piani e quieti. La conversazione era quasi ipnotica.

Jim era così preso nei suoi pensieri che non notò se qualcun altro stava ascoltando, o guardandoli. Non aveva idea di star sorprendendo una marea Spock, che non si era aspettato che la conoscenza del suo capitano sui veicoli terrestri fosse né così approfondita né così perspicace di comequanto fosse veramente.

"Affascinante" dichiarò Spock alla fine, quando si allontanarono dall'argomento degli shuttle per il trasporto spaziale e le inerenti complicazioni al loro design. "Non ero a conoscenza del fatto che tu fossi così ben versato in questo argomento."

Jim sorrise, e dovette veramente resistere al desiderio di pavoneggiarsi un po'. "Beh, ho veramente passato tutti i miei test attitudinali, sai" fece notare in modo quasi provocatorio, ben conscio che Spock stesso aveva esaminato quegli stessi test attitudinali prima dell'udienza della Kobayashi Maru. Il suo primo ufficiale lo aveva ammesso davanti a lui durante le prime, decisamente tese, settimane del loro comando assieme, mentre stavano ancora stabilendo le regole principali per il loro rapporto di lavoro.

La loro tranquilla conversazione arrivò alla fine, comunque, quando si sentì un tono basso e una voce computerizzata annunciò che dovevano sbarcare. In mezzo al rumore e al movimento che risultò dai passeggeri che si muovevano per fare ciò che la voce aveva detto, Jim notò, di nuovo, alcuni sguardi prolungati e speculativi. Ma si forzò di ignorarli, realizzando che non gli davano così tanto fastidio se poteva concentrarsi su qualcos'altro.

Fortunatamente, aveva un mezzo-Vulcaniano davvero interessante che lo aiutasseper aiutarlo in questo.

Salirono a bordo di alcuni shuttle più lenti sulla strada per Toronto, e la loro conversazione ancora leggera, ma affascinante, lo distrasse completamente. Jim si ritrovò a ridere un po' di volte, preso dal sottile senso dell'umorismo di Spock. Sarebbe potuto essere difficile ridere da soli. Ma non lo fu, perché gli occhi di Spock lo tradivano piuttosto maliziosamente quando era divertito, e così Jim sapeva che non era davvero il solo a divertirsi.

Per il momento in cui arrivarono in città era rilassato e allegro, le apprensioni momentaneamente abbandonate a Riverside, mentre il potenziale per l'esplorazione si apriva davanti a loro. L'obiettivo principale fu trovare degli alloggi in qualche complesso per viaggiatori. Dopo quello, però, raggiunsero come un' impasse.

Credo di sapere ora perché le persone tendono a organizzare veramente le loro vacanze, pensò Jim, mentre lui e Spock consideravano dove andare dopo. Toronto era una città interessante. Non era sicuro di come la vedesse il suo primo ufficiale, ma per Jim, era piuttosto affascinante vedere un luogo così vicino a casa, eppure anche distintamente unico. La Terra aveva molta varietà sul pianeta, semplicemente superando gli standard posti da altre culture senzienti. C'era un mescolato senso di unità e unicità a cui erano serviti secoli per costituirsi e mantenersi. Lo skyline che si estendeva e allargava da oltre le finestre dei loro alloggi era decorato con edifici in molte forme strane e affascinanti, a testimonianza del gusto della città per l'architettura creativa. Macchie di verde e marrone e fiori dai colori pallidi fiancheggiavano le strade dove giardini piccoli e ben tenuti aggiungevano al tratto urbano un senso della natura molto sentito, e le estese radici di alberi allineati con fiori contrastavano con il luccichio metallico degli edifici a più piani.

Brevemente, a Jim occorse che qualcuno come Spock si sarebbe potuto trovare davvero meglio se avesse dato precedenza al suo lato umano, invece che a quello vulcaniano. I Vulcaniani, per loro natura, erano tenuti a presentare un'immagine molto fissa. Avevano tutti un unico concetto ideale di comportamento, condotta, e maniere ai quali era supposto loro aspirassero. Ma gli umani cercavano (anche se non sempre lo ottenevano) di unire le loro qualità contrastanti e separate pur sempre preservandole. Per un essere con la naturale dualità di Spock, quello sarebbe potuto essere utile.

Guardò verso il mezzo-Vulcaniano che occupava i suoi pensieri, e notò che anche Spock stava esaminando la vista della città con interesse. Jim si chiese se stesse pensando a qualcosa di simile.

"Allora" disse, incrociando le braccia e appoggiandosi al materiale resistente della finestra. "Qualche idea su quello che dovremmo fare adesso?"

Spock ci pensò su un momento. "Devo confessare di non aver anticipato l'essere presentato con l'opportunità di esaminare il luogo di nascita di mia madre così improvvisamente. La mia familiarità con la città è davvero troppo limitata per darmi idee su come procedere."

Non poté evitare lo sbuffo che produsse in risposta. "O in altre parole, 'ehi, sai, venir trascinato in giro dal mio capitano non era davvero parte del mio itinerario originale'?"

In alto andò una di quelle sopracciglia peculiari, ma quella non poté mascherare completamente lo scintillio di divertimento nell'occhio sotto di essa. "Credo che il detto dica - 'l'hai detto tu, non io'" replicò Spock senza inflessioni. Jim sbuffò di nuovo, ma poi un sorriso largo quasi un miglio si fece strada sul suo viso, e dovette resistere al desiderio di afferrare semplicemente Spock e trascinarlo fuori a vagare in giro senza meta di fianco a lui. Aveva la sensazione che se avessero fatto quello allora avrebbero probabilmente incontrato qualcosa che valesse la pena prima o poi, ma non voleva monopolizzare il loro tempo lì. Spock era stato davvero sportivo nel sopportare sua madre. Ora era il suo turno.

"Beh..." considerò. "Hai detto che tua madre aveva solo dei parenti lontani qui. Pensi che sarebbero interessati a conoscerti comunque?" Specialmente ora che sei un importante eroe che ha aiutato a salvare l'intero pianeta? aggiunse mentalmente.

Spock fece l'equivalente di un aggrottare le sopracciglia, il più lieve piegamento all'ingiù delle labbra. "Non lo so" ammise. "La mia conoscenza di loro è, come ho detto, assai limitata."

Jim ci rifletté sopra, muovendo leggermente una scarpa contro le fibre della moquette sotto di lui mentre pensava. "Hai qualche informazione per contattarli?" chiese dopo un po', spostandosi in modo che la sua schiena poggiasse contro la finestra, ma la sua testa fosse ancora rivolta verso il suo primo ufficiale. "Potremmo solo scrivere loro due righe e far sapere che sei in città. Poi decideranno loro se vogliono incontrarti o altro."

Lentamente, Spock fece uno dei suoi piccoli ed economici cenni col capo. "Mio padre ha mandato loro una trasmissione per informarli del decesso di mia madre. Posso richiamare le informazioni da lì" disse, e poi si mosse verso la console del computer degli alloggi. Jim lo seguì, fermandosi dietro una spalla di Spock mentre le sue dita si muovevano con destrezza sul touch-pad, e poi - una pausa. L'indecisione regnò momentaneamente. Che cosa dire? Ma dopo alcuni secondi il momento umano passò, e vide Spock dettare un messaggio molto formale, breve e distaccato.

Dannazione, pensò Jim. Penseranno che sia un qualche tipo di androide o qualcosa del genere. Ma se lo tenne per se stesso, sentendo, mentre lo faceva, un tipo di autocoscienza nervosa nelle parole interamente non sentimentali. Un istante più tardi il messaggio fu mandato.

"Ok" disse Jim dopo un po', mentre Spock sembrava essersi ritratto un po' dentro se stesso. "Ci deve essere un centro informazioni per turisti qui da qualche parte..."

Come videro successivamente, c'era. La ragazza che era al banco informazioni e che scaricò parecchie destinazioni nel datapad di Jim aveva uno di quei sorrisi rosa da gomma da masticare, e continuava a fare gli occhi dolci a Spock, che era o ignaro dell'attenzione o stava facendo un lavoro davvero buono a fingere di esserlo. Jim non poté fare a meno di chiederselo - la stava ignorando perché era Vulcaniano, per qualcosa a che fare con Uhura, o perché senza mezzi termini non era il suo tipo?

Beh, qualunque fosse la ragione, l'incontro non sembrò terribilmente importante una volta che ebbero ottenuto le loro informazioni e furono usciti per, come Jim l'aveva chiamato, 'fare il turista'. Dopo aver ricevuto alcune occhiate di riconoscimento nella strada, trascinò Spock in un negozio di abbigliamento lì vicino, e andò con lo standard di travestimento delle vecchie celebrità di mettere un paio di occhiali da sole. Pensando che Spock fosse più riconoscibile di lui (onestamente, perché le persone stavano guardando lui, quando non era neppure quello alto con le orecchie a punta?) consigliò al suo primo ufficiale di travestirsi in modo simile.

Quasi morì quando vide Spock indossare un berretto di maglia bianco che copriva efficacemente le punte delle sue orecchie e l'andamento all'insù delle sue sopracciglia.

"C'è qualcosa di divertente, Jim?" chiese Spock mentre tentava di forzare il suo senso dell'umorismo a comportarsi bene.

"No, no, niente" negò. Spock gli diede un'occhiata che riuscì a convogliare come stesse avendo dei pensieri molto esasperati sulla specie umana in generale ora. Ma si tenne per sé quei pensieri mentre vagavano per la città, saltando su e giù dai trasporti ed esaminando pietre miliari da cui la madre di Spock poteva essere cresciuta circondata. Quando il suo primo ufficiale menzionò che sua madre era stata un'insegnante, riuscirono a scovare la scuola dove aveva lavorato prima che incontrasse Sarek. Spock menzionò solo una volta che una tale impresa era illogica, e la protesta sembrò più simbolica che altro. Jim decise di giocare la carta umana e essere ostinato al riguardo.

Sì, Spock. Io, illogico umano, voglio vedere la scuola dove tua madre ha lavorato, pensò tra di sé, divertito dai suoi stessi tentativi di essere 'manipolatore'. La scuola era solo un edificio normale, e non aveva nessun vero interesse per lui. Ma si stava divertendo tremendamente con Spock. Dovrei iniziare a portarlo in più missioni di ricognizione quando torniamo sulla nave, considerò. Prima aveva teso a lasciare indietro il suo primo ufficiale a comando dell'Enterprise. Lentamente, comunque, aveva cominciato a pensare che per quanto fosse ragionevole da una prospettiva di comando, da una prospettiva personale ci stava perdendo. Spock era uno scienziato di mestiere, ma un esploratore per natura. Faceva domande a cui Jim non avrebbe mai pensato, e notava dettagli che scappavano ai suoi occhi.

Stava iniziando a sembrare come se quella fosse la migliore vacanza che avesse mai fatto, e fino a quel momento non aveva compreso nessuna trovata pericolosa per sfidare la morte, belle ragazze scarsamente vestite, risse, o alcol. Solo parecchio andare in giro con Spock, e visitare sua madre. Non l'avrei mai immaginato, pensò, chiedendosi che cosa pensare della cosa.

Alla fine il loro girovagare li portò vicino alla riva del lago, dove la CN Tower nuovamente riparata si slanciava nel cielo - una caratteristica architettonica unica e antiquata accoccolata tra molte. Considerarono l'idea di salire, ma per qualche ragione la tranquillità dell'acqua e la natura rinfrescante dell'aria aperta li dissuase.

"Non posso fare a meno di chiedermi se abbia mai 'fatto il turista' qui" confessò Spock mentre Jim guardava qualche uccello fare pigramente dei cerchi sopra di loro. La sua voce era abbastanza quieta, le sue parole abbastanza esitanti, che era quasi come se non avesse nemmeno avuto intenzione di parlare.

Jim ci pensò su per un po'. "Era un'insegnante, giusto?" disse dopo un po'. facendo scivolare le mani nelle tasche. "Quindi scommetto di sì. Probabilmente ha dovuto portare i suoi studenti in qualche gita in giro per la città." Poteva ricordare le gite che aveva fatto lui stesso quando era stato alle elementari, apprendendo la cultura e la storia della Terra. Sebbene lo negasse con veemenza quando chiesto, gli erano piaciute - parte di lui era ancora quietamente intrigato dal passato dell'umanità. La Flotta Stellare era sempre stato un punto teso di discordia in casa sua. La fonte di orgoglio e sofferenza. Quindi, l'idea di un tempo in cui l'esplorazione e l'avventura poteva essere vissuta anche senza mai dover lasciare la Terra era una fantasia irresistibile.

Era anche una fantasia estremamente intellettuale e da secchione, e aveva imparato duramente che permettere alle persone di sapere di quelle sue qualità era un invito alla derisione e alle critiche. Così fu un po' sorpreso da quanto si sentì spinto ad ammettere a Spock il suo interesse.

"Mi sono piaciuti sempre molto quei tipi di gite quando ero a scuola" si lasciò sfuggire nel silenzio contemplativo che si era creato tra di loro. Oh, porca miseria! Era come se Spock emettesse qualche strana frequenza che inceppava il connettore tra il suo cervello e la sua bocca. Abbassò la testa per il momentaneo imbarazzo, ma tutto ciò che il suo primo ufficiale fece fu guardare verso di lui e dire in tono uniforme, "Davvero?"

Jim si schiarì la gola. "Uh, già" confermò. "Beh, intendo dire che era interessante, sai? Uscire dalla classe e...er..." La sua voce si spense mentre si sforzava di trovare un modo per elaborare senza rendersi un idiota.

"E ottenere informazioni di prima mano su varie materie?" suggerì Spock.

Schioccò le dita. "È un buon modo di metterla. Sì, davvero buono" convenne.

Occhi scuri guardarono, valutando, nella sua direzione. "Anche io mi trovavo più adatto alle rare occasioni nelle quali mi era permesso esplorare al di là del regno di apprendimento computerizzato."

La rivelazione sorprese Jim. "Davvero?" chiese. "Ma tu sei bravo coi computer." Lo sapeva. La Kobayashi Maru non era stato un sistema facile in cui entrare.

Spock inclinò la testa. "Vero. La mia competenza è eccezionale. Comunque, è solo una delle tante abilità che posseggo."

Jim sbuffò, e poi rise apertamente a quella dichiarazione. "E sei anche modesto, huh?" notò.

"Dato che l'umiltà è tecnicamente definita come consapevolezza delle proprie limitazioni, debolezze, e una posizione sociale libera da orgoglio o esagerazione, e i Vulcaniani non esagerano, la tua intuizione sarebbe accurata."

Jim sorrise a Spock, incredibilmente divertito dal suo gioco d'arroganza, e dal sottile cambiamento in finta ignoranza e innocenza che la sua espressione aveva adottato. Per un istante, allora, le nuvole si spostarono sopra di loro, liberando il sole che ancora indugiava nel cielo della loro ombra. Il cambiamento di luce portò momentaneamente in un acuto contrasto i lineamenti del mezzo-Vulcaniano - la linea del suo orecchio che scendeva giù lungo la curva della sua testa, l'angolo del suo naso e la fronte elegante erano evidenziate mentre i suoi occhi scintillavano di divertimento sommesso.

Per un momento, tutta l'aria scomparve dai suoi polmoni, e la sua bocca si inaridì. La forma di Spock lo derubò di tutti i pensieri coscienti.

Fu breve, così momentaneo che un istante dopo era passato, e la normalità ritornò con un tale rapido compimento che fu come se nulla fosse successo. Jim continuò a sorridere. La loro conversazione andò oltre. Ma l'impressione rimase, un'immagine prolungata di luce e ombra che racchiudevano tutte le stesse misteriose promesse dello spazio. Non era certo di cosa farne proprio in quel momento, e quindi, invece, la mise da parte, al sicuro in un angolo quieto della sua mente.

Quando l'ultima parte del giorno si spense nell'oscurità, concordarono alla fine di cercare un ristorante e mangiare, prima di tornare ai loro alloggi per vedere se c'era qualche messaggio dalla famiglia allargata di Spock. Poteva essere la sua immaginazione, ma Jim pensò che sembrasse quasi come se il suo amico stesse procrastinando, cercando di rimandare il loro ritorno. Naturalmente, lo conosceva abbastanza da aspettarsi che chiedere avrebbe prodotto solo una risposta dal tono 'i Vulcaniani non diventano nervosi'.

Chiese comunque.

"Il nervosismo è una qualità umana" replicò Spock, e Jim sbatté le palpebre. Leggendo tra le righe, era come un'ammissione. E io sono mezzo-umano, era la parte importante, di nuovo lasciata in silenzio come un segreto tra di loro.

"Certo che lo è" acconsentì sottovoce. Poi, più forte, chiese: "Quindi cosa sai di loro? La tua famiglia, intendo." Non voleva dare l'impressione di ficcare il naso nella vita personale del ragazzo, ma date le circostanze, la domanda probabilmente non era inappropriata. Inoltre, a un certo punto tra quel giorno e quello prima, il suo primo ufficiale aveva probabilmente imparato di più sulla famiglia stessa di Jim rispetto a chiunque altro sulla nave.

Spock rispose all'inizio con solo una scrollata di spalle, un gesto che sorprese Jim nella sua informalità. Sembrò essere un movimento inconscio. "La mia conoscenza di loro è solo basilare. So che i miei nonni morirono durante un incidente di shuttle molto prima della mia nascita. La sorella di mia nonna ebbe due figli, uno dei quali si è trasferito in una colonia. Sono incerto delle specifiche riguardanti la sua ubicazione corrente o i suoi motivi per lasciare la Terra. L'altro rimase qui, ed è la sua famiglia che ho contattato."

"Capito" replicò Jim con cenno del capo.

La temperatura era calata piuttosto significativamente nel tempo in cui ritornarono al complesso per i viaggiatori. Jim dovette ammettere che, dopo aver passato un certo tempo nello spazio, aveva ottenuto familiarità con le strutture di molti mondi progettati per ospitare visitatori con permesso di scendere a terra o visitatori del posto, e quelle di Toronto erano fatte piuttosto bene. L'edificio era alto, con uno stile curvo, drammatico nella sua struttura, e aveva, come già sapevano, una buona vista della città. Gli ricordarono vagamente gli alloggi della Flotta Stellare per i cadetti, semplicemente per la diversità di facce aliene che si potevano trovare a muoversi lì attorno.

Quando si diressero verso gli alloggi loro assegnati, Jim diede un'occhiata a Spock, e notò un'aria di disagio attorno a lui. Mentre il suo amico si muoveva verso la console del computer, lui si diresse verso i sistemi di controllo ambientale, e alzò la temperatura della stanza. Non aveva davvero freddo, ed era piuttosto sicuro che il disagio di Spock era più interno che esterno, ma non poteva fare male. Poi gettò i suoi occhiali da sole - che erano stati messi nella sua tasca non appena il sole era scomparso - sulla superficie disponibile più vicina, e si lasciò cadere in una delle scialbe sedie grigie nella stanza. Lui e Spock sembravano camminare parecchio.

"Allora?" chiese, tenendo il suo tono leggero mentre guardava con curiosità Spock, chiedendosi quale fosse il verdetto sull'intera questione della 'famiglia estesa'.

Il suo primo ufficiale rimase in silenzio per un momento.

"Non c'è risposta" disse alla fine, e poi spense il computer e si mosse rapidamente lontano da esso. Il suo passo lungo e leggero lo portò con decisione alla finestra, che ora mostrava le luci scintillanti della città di notte. Jim aggrottò le sopracciglia.

"Magari sono in viaggio?" suggerì.

"È irrilevante" disse Spock bruscamente. "La loro connessione con me è distante. Perseguire un contatto con loro era illogico."

A Jim non piacque il tono nella voce di Spock. In qualche modo riuscì a essere... più vuoto di quanto fosse di solito. Il tono più atono, l'assenza di inflessione o emozione quasi eccessivamente pronunciata. Era una strana osservazione. Un po' come asserire che ci poteva essere un'oscurità che fosse 'più profonda del nero'. Ma sapeva che non se lo stava immaginando. C'era qualcosa.

Non sembrava che avrebbe avuto la possibilità di scoprire cosa ci fosse, comunque, perché durante la mezz'ora successiva, Spock pose fine a qualunque tentativo lui fece per ottenere informazioni da lui, anche con delle lusinghe. Era completamente freddo e anche un po' aspro - ombre del primo Spock, che Jim non vedeva da un bel po' di tempo.

"Necessito solitudine" disse alla fine in tono secco il mezzo-Vulcaniano dopo un tentativo fallito da parte del suo capitano di fare una battuta, e poi scivolò nella piccola sezione separata degli alloggi che conteneva due letti stretti. Prima ancora che Jim potesse rispondere la porta si era chiusa con uno 'whoosh' dietro al suo amico, e la serratura si era attivata.

Per un minuto intero Jim rimase semplicemente seduto, chiedendosi perché si sentiva come se qualcuno lo avesse appena accoltellato con un rompighiaccio, e perché l'amichevole, estremamente affascinante Spock di poco tempo prima era scappato urlando.

Diede alla console del computer un'occhiata sospettosa. Poi guardò di nuovo la porta chiusa, in qualche modo incriminante nella sua superficie liscia e priva di segni.

Al diavolo, imprecò mentalmente prima di marciare fino al terminale ed accedervi. Come si aspettava, tutti i messaggi erano stati cancellati. Ma gli servì solo un minuto per recuperare i file. Se Spock si fosse preso il tempo per eliminarli completamente, non avrebbe avuto alcuna possibilità, ma apparentemente il suo primo ufficiale non si era reso conto dell'abilità di Jim di vedere oltre le sue stronzate. O semplicemente non si era trovato nello stato adatto per rendersi conto di qualunque cosa.

'I Vulcaniani non mentono' era, nell'opinione di chiunque avesse un po' di familiarità con loro, una frase molto appropriata, perché era esattamente il tipo di bugia che i Vulcaniani erano inclini a dire. Proprio come 'i Vulcaniani non hanno emozioni'. Spock non stava dicendo la verità quando aveva detto che non c'era risposta dai suoi parenti - anche se quella era probabilmente la realtà che avrebbe preferito.

Jim sentì la sua collera aumentare di parecchio mentre leggeva il contenuto maligno, offensivo e assolutamente odioso della risposta del lontano cugino. Parole come 'mostro' e 'innaturale' erano usate con scioccante frequenza, un'attitudine spiacevolmente obsoleta di xenofobia e odio che grondava da ogni parola. La risposta non era chiaramente un invito a fermarsi per fare una visita e magari raccontarsi qualche storia. Era una critica non provocata e non necessaria di Spock, sua madre e dei Vulcaniani in generale. Dopo tutto quello che era successo, dopo la morte di un intero pianeta pieno di persone, che qualcuno con questo tipo di attitudine potesse... potesse...

Con forza eccessiva, Jim diede un colpo al comando per cancellare il messaggio di nuovo, e poi balzò dalla sedia del terminale. Scaricò l'indirizzo della famiglia nel suo datapad e si mise la giacca sulle spalle, i suoi movimenti secchi ed energici. Con un breve colpo secco alla porta chiusa disse a Spock in un tono inconsciamente teso che stava uscendo per fare una passeggiata.

Stava ancora vedendo rosso quando salì su uno shuttle di trasporto per una parte della città che non avevano ancora visitato. Un po' della sua rabbia doveva essere palese, perché le persone stavano alla larga, ma lui non le notò nemmeno. La sua mano destra rimase stretta al suo fianco e le sue nocche bianche.

Prima che si unisse alla Flotta Stellare Jim non aveva mai visto un Vulcaniano in persona. L'unico che aveva mai conosciuto personalmente era Spock, che era anche mezzo-umano. Ma tutte quelle morti, e tutta quella distruzione che avevano sofferto frequentavano ancora i suoi incubi di tanto in tanto. Poteva ricordare la sonda, e la vista del dispositivo che cadeva oltre lui e Sulu - diretto nel cuore del pianeta. Miliardi di persone erano morte perché non era stato in grado di fermarlo. Qualche volta pensava che se gli avesse sparato col suo phaser, o se in qualche modo lo avesse visto arrivare prima... sapeva che era inutile. Lo sapeva. Era solo il tipo di senso di colpa oppressivo e impotente che tutti i consulenti della Flotta Stellare li avevano avvertiti avrebbero affrontato. Nella scia di un disastro terribile, era esclusivamente umano ripensare a tutto quello che uno avrebbe potuto fare per prevenirlo, e chiedersi se fosse in qualche modo colpa propria.

Non portava in giro il peso della morte di Vulcano nel modo in cui lo faceva Spock, perché non era stata casa sua. Così se il contenuto di quel messaggio avevano toccato un nervo scoperto in lui, poteva solo immaginare come fosse per il suo primo ufficiale. Specialmente dato che queste persone erano veramente, fisicamente imparentate con lui. E si supponeva fossero una famiglia per lui.

Voleva dare un pugno a qualcosa. Voleva distruggere qualcosa. Le parole 'come osavano' continuavano a girare nella sua testa, un rifiuto e un'accusa assieme - e il più debole dei commenti che i suoi pensieri stavano producendo.

Dopo tutto gli ci volle quasi un'ora e mezza per raggiungere la sua destinazione, facendosi strada attraverso le strade meticolosamente organizzate, il suo datapad ficcato nella sua tasca e solo brevemente consultato per avere direzioni. Lo informò che erano appena le diciannove passate quando, dopo essersi fatto strada attraverso strati di alloggi residenziali, trovò il posto, adagiato ordinatamente e quietamente in una fila di semplici e innocue case. Un albero di ciliegio era in fiore nel giardino davanti. Ricontrollò l'indirizzo, lo confermò.

E poi si fermò. Perché non era sicuro di cosa fare ora.

La sua rabbia e il suo oltraggio lo avevano portato fino a lì. Ma ora la complessità della decisione davanti a lui lo fece esitare. L'impulso più forte era quello di semplicemente marciare sugli scalini davanti alla casa e battere forte sulla porta finché non potesse identificare la persona giusta da pestare a sangue. Poi sarebbe passato alla Fase 2 - pestarli veramente a sangue. Ma ricacciò indietro quell'impulso. Non era, e non lo era davvero mai stato, il tipo di persona a cui piaceva infliggere dolore. Oh, gli piaceva combattere, ma quello era leggermente differente, e aveva sempre lasciato che fossero i suoi opponenti a iniziare. Era un difensore, non un aggressore. Gli stessi istinti difensivi che gli avevano causato una rabbia puramente fisica, sufficiente da portarlo lì, gli stavano causando un conflitto ora.

Beh. Anche se non avesse veramente ceduto alla tentazione di commettere degli atti di violenza perfettamente giustificati, poteva ancora dare al bastardo una lavata verbale che gli avrebbe fatto girare la testa. E chi lo sapeva? Magari avrebbe tirato lui il primo pugno, e Jim avrebbe finito le ragioni per trattenersi.

Camminò sul piccolo e pulito sentiero di mattoni fino alla porta. Dentro alla casa, le luci erano accese.

Il suono di un bambino che rideva lo fece esitare di nuovo.

Ok, quindi c'erano dei bambini dentro. Un motivo in più per essere turbato - presumibilmente gli adulti della casa avrebbero passato le loro filosofie incredibilmente offensive a un'altra generazione adesso. Magari facevano giochi eccitanti di 'sediamoci e insultiamo la razza aliena che ha appena sofferto la perdita del loro mondo natale'.

Alzò la mano, preparato a bussare o suonare il campanello. Ma il movimento non si completò mai. Per un lungo e internamente teso momento rimase semplicemente lì, un confuso miscuglio di emozioni. Nessuna di loro buona.

Poi si voltò su se stesso e camminò via, mentre i suoi piedi lo portavano via dal bagliore disgustoso della casa, via dal movimento anche troppo 'casalingo' dei rumori prodotti dai suoi occupanti. Arrivò alla fine dell'isolato, dove un piccolo parco giochi era stato fatto, circondato nella maggior parte dei lati da un muro di pietra alto fino alla vita. Una semplice, piccola oasi per i bambini del vicinato. Appoggiò i gomiti su di esso e fece cadere la testa tra le mani, facendo alcuni respiri profondi e regolari. Poi portò il suo sguardo verso l'alto, verso i distanti puntini delle stelle che tremolavano sopra di lui.

Che diavolo stai facendo, Jim? chiese a se stesso, anche se da qualche parte lungo il corso degli ultimi anni la sua coscienza aveva iniziato a suonare molto come la voce di Bones. Una brezza fredda aveva iniziato a fluttuare intorno alla sua testa. La dura compattezza della pietra sotto le sue braccia filtrò attraverso la sua giacca, ma invece che tirarsi via, semplicemente si appoggiò di più su di essa. I muscoli nella sua mascella si contrassero e si rilassarono mentre riprendeva il controllo delle sue emozioni.

Le stelle aiutarono.

Dopo un po', cominciò a pensare di nuovo - a concentrarsi oltre il classificare semplicemente le sue emozioni e lasciare che il suo cervello facesse un po' di vero lavoro. Si chiese allo stesso tempo che cosa gli avesse provocato una reazione così forte, e che cosa lo aveva fermato dal seguire la sua impulsività. Non era da lui fare le cose a metà.

Si era arrabbiato. Il fanatismo lo aveva sempre fatto arrabbiare, quindi quello non era sorprendente. Si era infuriato particolarmente a causa di tutti i fattori che contribuivano - che il fanatismo fosse contro i Vulcaniani, che i commenti erano stati diretti al suo amico. Ed era piuttosto sicuro che Spock avesse la qualifica di 'amico' adesso, il che lo aveva precedentemente reso felice. Ma un piccolo incidente sembrava che avesse scaricato acqua ghiacciata sul tutto quel facile cameratismo. Così, era incazzato anche per quello.

Allora perché non poteva semplicemente battere contro la porta di quello stronzo e sfogare le sue frustrazioni?

Ci pensò su, e ci pensò su, e guardò le stelle mentre l'aria diventava fredda e pesante nella notte intorno a lui. Gli sopravvenne dopo un bel po' di tempo che i trasporti potevano non essere più funzionanti. Dovrò camminare per tornare indietro, pensò, e pensando così si tirò via dal muro del parco, recuperando il suo datapad per vedere che era stato fuori per parecchie ore davvero. E ancora era insicuro di se stesso.

Passò vicino a quella casa di nuovo, rallentando il passo, vedendo le luci abbassate e la quiete che si era posata su di essa. Non molto tempo prima avrebbe afferrato l'opportunità. Forse avrebbe potuto vandalizzare il piccolo veicolo parcheggiato fuori. Era ancora abbastanza arrabbiato per farlo.

Quindi cos'era cambiato? Perché pensava di fare qualcosa, ma si fermava ora? Era diventato una qualche specie di codardo?

Sorrise senza divertimento a se stesso. Neanche due settimane prima stava andando alla deriva nello spazio, con nulla tra se stesso e morte certa, se non una tuta ambientale; e non aveva sbattuto una palpebra. Diventare capitano non lo aveva trasformato improvvisamente in un qualche tipo di smidollato indeciso. Se altro, lo aveva reso ancora più deciso, forzandolo ad affidarsi alle sue idee e attenersi alle sue decisioni una volta che le aveva prese.

La consapevolezza lo colpì così bruscamente che si fermò totalmente sui suoi passi. Quello era il motivo per cui non poteva farlo.

Era un capitano della Flotta Stellare adesso. Era orgoglioso di se stesso, di quel risultato - e buttare giù la porta di casa di qualche civile solo perché lo avevano fatto incazzare (davvero, davvero incazzare) era un comportamento indecoroso per un capitano.

Non lo poteva fare, perché era meglio di così adesso. Era meglio di persone come loro adesso, e così Spock.

Risoluto e riempito di un tipo stranamente rinfrescante di forza interiore, Jim camminò via risolutamente dalla casa, non dandosi il disturbo di guardare indietro. Così avevano inveito contro il suo primo ufficiale. Avrebbe fatto veramente qualcosa per aiutare Spock - lo avrebbe distratto, lo avrebbe rallegrato (anche se quello avrebbe probabilmente richiesto un po' di prove ed errori, probabilmente) e sarebbe stato un buon amico. Avrebbe compensato per quella reazione deludente dei suoi viventi parenti umani facendogli dimenticare tutto al riguardo. O, beh, magri non 'dimenticare', con quella memoria quasi perfetta e tutto il resto, ma la cosa più vicina a quello che i Vulcaniani avessero.

Era un buon piano. Jim incontrò solo un ostacolo circa un'ora dopo che aveva iniziato a camminare, quando realizzò che c'era stato un passo falso cruciale da parte sua per quanto riguardava quell'idea. Non aveva praticamente familiarità con la città. Le direzioni nel suo datapad operavano sotto l'assunzione che il sistema di trasporto pubblico fosse funzionante - erano estremamente vaghe quando riguardavano i pedoni.

E ora era perso.

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Nota dell'autore: Un altro capitolo fatto! Yay! Sto praticamente postando appena li finisco, visto che so per esperienza personale che può essere frustrante aspettare gli update. Un sacco di domande sono venute fuori questa volta sulla storia - ma tutto quello che posso dire è che si stanno avvicinando l'una all'altra, e a prescindere da altri fattori, continueranno a farlo finché non si incontreranno. Oh, e non ho un beta. Correggo io stessa gli update prima di postarli, ma è tutto qui... il che probabilmente spiega qualunque errore di grammatica o di scrittura che incontrate. E ora ho una domanda per tutti voi, miei piacevoli e splendidi commentatori - nella serie originale, una delle grandi paure di Kirk è essere completamente solo. Non so assolutamente dire se questo è vero o meno per la sua controparte del film del 2009. Pensieri?

Ah sì, e prima che mi dimentichi (perché è venuto fuori più volte) - Kirk ha ancora la sua libido - Fino ad ora una combinazione di crescente maturità e responsabilità l'hanno tenuta a bada, comunque, e al momento è in un certo senso intrigato dal suo stesso senso di controllo (come abbiamo appena visto). Ma ho dei piani che ruotano attorno a questo, e verranno fuori più avanti.

Nota del traduttore: prima che mi dimentichi, ringrazio di cuore Maverick per aver controllato il capitolo. Se c'è ancora qualche errore, è completamente colpa mia che ho fatto qualche piccolo disastro con OpenOffice... Ogni tanto sono davvero un'inetta :)
Come avete notato, ho deciso di cambiare nome: i dettagli del motivo sono così imbarazzanti che la mia inettitudine tecnologica, al confronto, è nulla. Quindi, per favore, non chiedete...
Riguardo alla storia, cominciano a vedersi i primi segnali di dove la storia andrà e spero apprezzerete la crescente maturità di Jim, che si sta lentamente trasformando nel grande capitano che un giorno sarà, pur non smettendo di avere alcune caratteristiche che lo continueranno a distinguere da quello della serie originale.

Tutti i commenti alla storia verranno girati all'autore.

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