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Autore: Lanaea    22/03/2010    3 recensioni
Traduzione da parte di Romennim.
K/S che si evolve lentamente, ambientato nell'universo di Star Trek XI.
Un incidente riporta l'Enterprise vicino alla Terra per un po' e questo dà la possibilità a Kirk e Spock di conoscersi meglio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Non posseggo alcun diritto sui personaggi di Star Trek, né sulla trama che è di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea), ma solo la traduzione.
Se volete usare in qualche modo la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.
Romennim



Jim amava sua madre. In quello che davvero importava, lei era una brava persona, e si era sempre presa cura e aveva provato a fare del suo meglio per lui. Avrebbe potuto vivere, però, senza la sua sfilza di uomini senza importanza. Il modo in cui lei lo guardava ogni tanto, come se stesse cercando di vedere il fantasma di qualcosa intangibile lì, qualcosa oltre a solo lui – poteva vivere anche senza quello. Ma lui la amava, e così quando l'Enterprise ritornò al porto spaziale per riparare i computer dopo un incontro con una nuvola di polvere senziente a cui era piaciuto masticarsi i loro sistemi di memoria, acconsentì alla sua richiesta di fermarsi da lei a fare una visita.

Non era come se fosse un inconveniente o altro, d'altronde. L'intero equipaggio stava decisamente prendendo l'opportunità di godersi l'essere sbarcati vicino alla Terra. Ma, se doveva essere onesto con se stesso, era un po' preoccupato su cosa aspettarsi. Aveva visto sua madre brevemente prima della cerimonia dove aveva ricevuto la sua medaglia e la sua promozione a capitano, e lei era stata un po'… difficile. Come se non fosse sicura se essere esultante o terrorizzata dal fatto che lui era nella Flotta Stellare, e sembrasse rimanerci. Certo, lei aveva chiesto di vederlo, ma non c'era nessuna garanzia su come l'atmosfera sarebbe davvero stata una volta arrivato là. E non era esattamente tutto un fremito alla prospettiva di incontrare Stan o Dave o come diavolo si chiamasse l'ultimo uomo che viveva con lei.

Aveva cercato di coinvolgere Bones ad andare con lui, solo per avere qualcuno là che almeno lo aiutasse a deviare un po' dell'attenzione da lui, ma il Dottore era un uomo intelligente. Non aveva intenzione di lasciarsi trascinare facilmente in un pasticcio familiare. Tutti gli altri erano occupati con le loro famiglie, così Jim si era rassegnato. Tempo di affrontare la situazione. O qualunque dannata cosa lo stesse aspettando a casa. Peccato che la nave di Sam fosse ancora in missione, o altrimenti l'intera prospettiva sarebbe potuta non sembrare così scoraggiante.

“Vai, su, vai”

Jim esitò, il suo bagaglio in una mano mentre si girava leggermente nell'hangar navette al suono della voce di Uhura. Sia le parole che il tono avevano catturato la sua attenzione. Sembrava turbata.

Ai suoi occhi ci volle solo un momento per individuarla, e quando lo fece, notò che la sua curiosità stava crescendo, vedendo che era con Spock. Il suo primo ufficiale sembrava calmo e riservato come suo solito, mentre Uhura sembrava infastidita – persino agitata. Cosa decisamente nuova per lei.

“... Molto bene” Spock acconsentì neutralmente, solo una tensione intorno agli occhi che rivelava che anche lui era agitato. Lui si girò per andarsene, ma la voce di Uhura lo fermò di nuovo.

“Spock...” lei disse, esitando, sembrando vacillare tra due punti di indecisione. Una delle sue mani si strinse e si aprì al suo fianco.

“... Non era mia intenzione offenderti” disse Spock sinceramente dopo una breve pausa, guardando indietro verso di lei.

Per un momento la tensione sembrò allentarsi tra di loro. Ma poi Uhura sospirò e si afflosciò un poco. Allungando la mano, lei gli diede un colpetto sulla spalla come per lisciare via un’immaginaria grinza dai suoi vestiti. “Lo so” gli disse. Per un minuto Jim pensò che stava appena catturando la parte finale di un battibecco tra innamorati, e che avrebbero cominciato a baciarsi di nuovo come avevano fatto nella stanza teletrasporto. Ma non fecero alcun movimento l'uno verso l'altro. Invece Uhura degnò Spock di un sorriso piuttosto teso, e quindi tirò su la sua borsa e si voltò.

Spock la guardò andare via, e Jim guardò Spock mentre la guardava andare via, mentre la sua curiosità cresceva. La sua comprensione della 'relazione' della coppia era piuttosto limitata. A nessuno dei due piaceva parlarne con lui, e sembravano avere la bocca cucita così anche con il resto dell'equipaggio, visto che il mondo del pettegolezzo non aveva mai avuto molto su cui lanciarsi. C'erano forse problemi in paradiso?

Beh, non che sarebbe stato facile per lui scoprirlo. Non importa quanto ficcanaso tentasse di essere con quei due, loro gli rispondevano sempre solo con un fermo 'non sono affari tuoi', e quello era tutto. Scrollando le spalle, Jim si era appena risolto ad andarsene di nuovo... quando si fermò. Perché Spock era ancora fermo lì. Come un cucciolo preso a calci. Il che era strano, perché non sembrava fisicamente triste. Sembrava solo tutto stoico e vulcaniano come al solito. A un osservatore casuale poteva sembrare come se avesse appena deciso che quel particolare angolo dell'hangar navette fosse un buon posto per stare.

Beh, è il tuo primo ufficiale, Jim decise, e quindi mise la sua borsa in spalla e si avvicinò a lui.

Spock lì per lì non sembrò neppure consapevole del suo avvicinarsi, ma una volta che fu raggiunto, parlò. “Temo che non mi troverà particolarmente disponibile a ficcare il naso nella mia vita personale in questo momento,” informò Jim solennemente.

“… Okay,” Jim acconsentì con una scrollata di spalle. “Vuoi incontrare mia madre?” chiese.

Oh. Beh, quella era andata liscia come un mattone. Jim si chiese se fosse qualcosa di Spock o qualcosa di lui che sembrava sempre costringere a far volare fuori dalla sua bocca cose strane quando parlavano l’un l’altro. Non aveva neanche davvero progettato di estendere l’invito. Gli era solo venuto in mente dopo il commento di Spock, e quindi se l’era lasciato sfuggire perché non era stato in grado di pensare a qualcos’altro da dire.

Spock lo guardò.

Beh, visto che ormai era arrivato fin lì, Jim pensò che tanto valesse continuare. “Stavo appunto andando a casa per vederla, ma non mi piace mai farlo da solo. Diventa un po’… uh, beh, comunque, se non sei impegnato puoi venire con me,” spiegò. “Non è una xenofoba o altro,” aggiunse con tono speranzoso.

Trasalì prima di guardarsi attorno, sperando che fosse solo nel rendersi incredibilmente goffo di fronte a Spock. Il che era ancora abbastanza spiacevole, ma era il meglio a cui potesse aspirare a quel punto. Non è una xenofoba?! Ma che diavolo era?

“Non mi permetterei mai di intromettermi in una riunione familiare,” disse Spock. Suonò come un rifiuto ma, Jim notò, non fece neanche una mossa per andarsene.

“Beh, non ti staresti davvero intromettendo” disse. “È praticamente tradizione che io trascini qualcuno a casa con me quando sono in visita. Personalmente penso che le piaccia indovinare chi mi porterò dietro”. Solitamente era qualunque avventura della settimana avesse in quel momento.

Era sicuro che Spock avrebbe detto di no, e quello sarebbe stato tutto – la fine di un tentativo molto strano e goffo di approccio. Così Jim fu sorpreso quando, dopo pochi quieti momenti di considerazione, il suo primo ufficiale si voltò e lo squadrò accuratamente.

“È certo che non sarebbe un'intrusione?” chiese ancora. Illuminandosi da orecchio a orecchio, Jim strinse una mano sulla spalla dell’ufficiale scientifico.

“Proprio no,” lo rassicurò, e allentò cortesemente quindi la sua presa quando lo sguardo di Spock si spostò intenzionalmente verso di essa. Fece un gesto verso l'uscita dell'hangar navette, quasi incapace di credere che la cosa avesse effettivamente funzionato. Certo, non era sicuro di come sua madre avrebbe preso Spock, ma pensò che sarebbe stata una scommessa sicura il fatto che sarebbe riuscito a impedire che le cose diventassero strappalacrime. Nulla nel contegno del ragazzo invitava a versare lacrime.

In più gli impedirà di stare lì e sembrare come se qualcuno gli avesse appena portato via il gelato.

Anche se la maggior parte dell'hangar navette si era svuotato nel momento in cui lo lasciarono, c'era ancora una folla considerevole che si muoveva attorno ai trasporti per e dalla stazione. Spock sembrò irrigidirsi marginalmente mentre le persone passavano di fianco a loro, e le normali barriere di spazio personale cadevano vittima delle necessità di transito. Consapevole di quanto poco al suo primo ufficiale piaceva essere toccato, anche accidentalmente, Jim si ritrovò a fare da scudo con il proprio corpo ancor prima di averci davvero pensato, posizionandosi tra Spock e la pressione maggiore della folla. Si perse lo sguardo di fugace sorpresa che le sue azioni si guadagnarono.

Un silenzio tranquillo cadde tra di loro mentre salivano su uno dei trasporti. Jim pensò un attimo alla sua vecchia moto, che aveva dato via quando si era arruolato nella Flotta Stellare. Non aveva rimpianto la mossa - non era come se ne avesse ancora bisogno, decisamente no ma era piuttosto divertente pensare di tentare di convincere Spock ad andarci con lui. Il necessario contatto di un corpo vicino avrebbe probabilmente fatto fuggire il ragazzo ben prima che raggiungessero anche solo la strada. Per quel che sembrava, non appariva molto entusiasta del trasporto pubblico.

“Stai bene, Spock?” chiese mentre iniziavano a muoversi, e il mezzo-Vulcaniano si irrigidì notevolmente. “Sembri un po' verde.”

Spock alzò un sopracciglio verso di lui. “Capitano, lei è al corrente del fatto che la mia fisiologia vulcaniana produce una naturale, verde pigment-”

“Lo so, lo so” Jim lo rassicurò, alzando una mano. Cavoli. Bones lo stava influenzando troppo – quella era proprio una battuta schifosa. “Stavo solo cercando di alleggerire l'atmosfera. E non chiamarmi 'capitano'. È Jim.”

“... Jim” Spock acconsentì in modo riluttante, e Jim rilasciò un interno sospiro di sollievo. Bene. Cominciava a essere nauseato di essere chiamato 'capitano' o 'signore' tutto il tempo. Per prima cosa, lo faceva sentire circa dieci anni più vecchio di quello che era veramente.

Lanciò a Spock un altro sorriso, e poi portò il suo sguardo attraverso la finestra più vicina al paesaggio in movimento. Spock seguì il suo esempio, con il ronzio del trasporto che brontolava quietamente sotto i loro piedi mentre guardavano l'aperto cielo blu e la terra solida. Cose che stavano diventando velocemente una rarità visto che le loro missioni li portavano sempre più lontano dallo spazio conosciuto. Jim non avrebbe scambiato l'Enterprise per quello, ma comunque – era piuttosto piacevole essere di ritorno sulla terra ferma di nuovo.

“Non ho passato molto tempo sulla Terra al di fuori dell'Accademia della Flotta Stellare” confessò Spock dopo che parecchi minuti furono passati, e il timbro basso della sua voce scosse Jim dalle sue fantasticherie.

“Cosa?” chiese. “Non hai mai fatto il turista?”

Con un'occhiata che sembrava implicare che Jim avrebbe dovuto saperlo anche senza chiedere, Spock scosse la testa impercettibilmente. “Non sembrava esserci molta attrattiva alla prospettiva. Le temperature dell'emisfero nord della Terra sono troppo basse per gli standard vulcaniani” spiegò.

“Oh” replicò Jim, e si chiese se quello volesse dire che Spock era a disagio. Ma non c'era molto che potesse fare, e da quel che sembrava il ragazzo stava indossando vestiti molto più pesanti di quelli di cui Jim si era preoccupato a mettere. Era tarda primavera, chiara e soleggiata, e Spock sembrava stare anticipando una svolta bruscamente invernale del tempo. Buffo – aveva semplicemente assunto che il suo primo ufficiale si vestisse in quel modo perché era veramente rigido.

E di nuovo, pensò, guardando dalla coda dell'occhio i suoi lineamenti taglienti e distanti. Forse sono entrambi.

“Ho considerato conoscere meglio questo mondo, comunque” spiegò Spock. Jim era sorpreso. Normalmente tentare di avere una conversazione con il suo primo ufficiale su qualcosa non connesso al lavoro era come estrarre sangue da una pietra. Ma ora era lì, tentando di fare conversazione. Completamente da solo, pure, senza bisogno di essere persuaso o punzecchiato da Jim. All'inizio Jim si era sentito segretamente compiaciuto al cambio di comportamento. Ma poi si era ricordato la ragione più probabile per cui Spock avesse un aumentato interesse nella Terra, e il suo umore era precipitato nelle profondità della solennità.

Si chiese per quanto il fantasma di Vulcano avrebbe tormentato tutti loro. Erano passati pochi mesi sin da allora, ma Jim non poteva fare a meno di pensare – non aveva mai conosciuto suo padre, e l'uomo era morto da decadi. Tuttavia la sua presenza poteva pesare ancora molto sul suo cuore, e lasciava dentro di lui ancora domande senza risposta. Quindi quanto devastante poteva essere la morte di un pianeta? E questo anche senza contare la perdita più personale di Spock, la perdita di sua madre.

Se gli fosse stato chiesto, Jim non avrebbe mai detto di essere una persona sensibile. Lui? Diavolo, no. Era un bastardo strafottente, un ragazzo da 'amali, lasciali e nessun rimpianto'. Sempre correndo in avanti. Perché, come Spock, Jim era cresciuto nel presentare l'immagine che le altre persone si aspettavano da lui. Ma la verità era che non ci voleva molto per farlo sentire veramente male nei confronti di altre persone.

“Beh, la mia città natale non è molto” disse dopo un momento, muovendosi leggermente nel suo posto “Ma se vuoi qualcuno che ti mostri i dintorni, possiamo andarcene in qualche posto migliore dopo che abbiamo visitato mia mamma.” A dir la verità, neanche Jim aveva mai davvero esplorato molto del mondo in cui viveva. Poteva essere interessante in un certo senso vederlo attraverso gli occhi di qualcuno che non era cresciuto lì.

E di nuovo, l'idea di provare a mettersi nella testa di Spock era un po' strana. Specialmente da quando più o meno era stato nella testa di Spock una volta, e non era stata esattamente un'esperienza allegra.

“Non vorrei presumere di accorciare il tuo tempo con la tua famiglia” replicò Spock, fissandolo di nuovo con i suoi inscrutabili occhi scuri.

Jim scrollò le spalle. “Non preoccuparti per quello,” lo rassicurò. “Avevo intenzione di scappare via il prima possibile comunque. Tutto quello che faresti è darmi una buona scusa.”

Il suo primo ufficiale, sembrava, non sapeva bene cosa rispondere a quel punto. Jim suppose che ci stesse riflettendo sopra mentre il mezzo di trasporto li portava nel caos della città, e la loro conversazione rimase al minimo mentre completavano la necessaria danza con i trasporti pubblici in modo da arrivare a Riverside. Spock sembrava aver detto la verità quando aveva detto di non aver lasciato molto l'accademia durante il suo tempo sulla Terra – guardava molto del pianeta con la stessa quieta curiosità intellettuale che Jim gli aveva visto usare su mondi alieni.

Eccetto che questo non era un altro mondo alieno. Ora era l'unico mondo natale che avesse.

“Quindi, c'è qualche posto che ti piacerebbe vedere?” chiese Jim. Avevano infine raggiunto la sua città natale, e avevano lasciato ora il trasporto pubblico per camminare lungo le lunghe, antiquate e sporche strade che si snodavano tra le fattorie. Per un attimo della nostalgia si era fatta strada dentro di lui mentre guardava tutto ciò che era cambiato dall'ultima volta che era stato lì – che non era molto – e tutto ciò che non era cambiato.

“Devo confessare di avere una curiosità nel visitare il Canada” ammise Spock dopo un momento. Lì tra ambienti familiari, le sue caratteristiche aliene sembravano un po' più visibili, ma non in un cattivo modo. Esotico, pensò Jim, e poi rise di se stesso internamente.

“Canada?” chiese. “Pensavo avessi detto che non ti piace il freddo. Diventa solo peggio più vai a nord, Spock.” Cosa che naturalmente il suo ufficiale scientifico sapeva, ma sembrava che Jim fosse diventato incapace di fargli una domanda senza prenderlo un po' in giro. Forse perché a qualche livello fondamentale, il ragazzo sembrava ancora aver bisogno di tirarsi su di morale.

“Sono consapevole di questo fatto” replicò Spock, e il suo tono diceva 'così è', mentre i suoi occhi dicevano 'sei un qualche tipo di idiota se davvero hai pensato che non ne fossi consapevole'. Jim fece un grande sorriso mentre lui elaborava. “Comunque, mia madre era nata a Toronto.”

Il suo sorriso scivolò via un po'. Giusto. La madre di Spock.

Tutto in un momento Jim si chiese se stava facendo inavvertitamente il bastardo. Dopo tutto, la madre umana di Spock era morta appena qualche mese prima, e ora lui era lì, trascinando il povero ragazzo a incontrare la sua – ancora molto viva – mamma. Sulla Terra, da cui entrambe le donne provenivano. Beh, pensò, tenendo un occhio sul suo compagno. Avrebbe potuto dire 'no'.

“Non sono mai stato a Toronto” confessò Jim, cercando di alleggerire l'atmosfera. “Sono andato una volta a Vancouver con Sam, però, quando ero un bambino. O – beh, credo sia più che sono finito su un trasporto che mi ha portato lì, e Sam mi ha scovato.”

Spock gli diede un'occhiata curiosa. Così, vedendo un'opportunità per cercare di passare a un argomento che fosse un po' più lontano da madri morte, Jim decise di intrattenerlo con parecchie storie delle sue avventure giovanili – lasciando intenzionalmente fuori un particolare episodio di quando aveva circa undici anni e si era lanciato giù da uno strapiombo. Quegli anni non erano stati esattamente la parte migliore della sua vita.

Il tempo sembrò veramente volare mentre la sua voce strappava fuori episodi divertenti o interessanti dalla sua infanzia e li spiegava al suo primo ufficiale, e i loro piedi sollevavano soffici nuvole di sporco mentre camminavano, in modo uniforme e costante, fianco a fianco. Era grato che il tempo sembrasse essere stato caldo e asciutto durante la settimana prima, almeno. Significava che non c'era nessuna sferzata o colpo di freddo. Faceva gesti mentre parlava, diventando a volte animato o coinvolto dai suoi stessi pensieri o memorie, o anche ridendo a se stesso. Parlare così a un compagno che era così riservato e apparentemente senza emozioni sarebbe potuto sembrare difficile, ma non lo era. Le risposte e le domande misurate di Spock invece servivano ad aiutarlo a organizzare i suoi pensieri e le sue idee un po' meglio, e poteva dire di aver catturato l'interesse dell'altro uomo.

Al tempo in cui si erano portati verso un edificio molto familiare, Jim aveva raccontato parecchie avventure semi-illegali, spericolate o solo chiaramente stupide che aveva vissuto, la maggior parte durante la sua adolescenza, ma alcune della sua infanzia. Cominciò a sentire una fitta di colpa, chiedendosi se aveva monopolizzato la conversazione parlando di se stesso, ma visto che erano essenzialmente alla casa non sembrava che ci si potesse fare molto. E non pensava che Spock sarebbe stato dell'umore per discutere del suo passato.

Disagio si posò come una coltre intorno alle sue spalle mentre facevano gli scalini di legno fino alla vecchia veranda. Questa era la casa della sua infanzia, l'unica che aveva conosciuto da bambino. Non importava chi sua madre si mettesse a frequentare, lei si era sempre rifiutata categoricamente di considerare di muoversi dal posto. Anche quando sembrò stupido possedere una fattoria in cui nessuno di loro aveva interesse, o vivere così fuori dal centro generale della popolazione. Prese nota di un nuovo campanello di vetro che pendeva dalla porta dipinta di bianco, e le riparazioni che qualcuno aveva fatto alla veranda dall'ultima volta in cui era stato lì. C'erano anche tende nuove alla finestra e alcuni ornamenti da giardino dall'aria delicata che non riconobbe.

Alzando una mano, batté sulla porta, cercando di scrollarsi di dosso l'imbarazzo e, senza rendersene conto, muovendosi più vicino a Spock di alcuni passi. È solo Mamma, si disse, ma quello era il fatto, quello era il problema – 'solo Mamma' poteva portare a quasi qualunque varietà di difficili risultati.

Un momento passò senza nessuna risposta. Accigliandosi, Jim sbirciò attraverso la finestra più vicina alla porta, e poi bussò di nuovo. Niente.

Con un'occhiata a Spock, tirò su lo zerbino e recuperò la chiave d'oro macchiata sotto di esso. Nessuna elaborata serratura computerizzata per loro. Sua madre aveva sviluppato una certa leggera allergia verso la tecnologia avanzata dopo la morte di suo padre. Con un movimento familiare girò la chiave nella serratura e aprì la porta, facendo segno a Spock di seguirlo dentro e buttando la sua borsa in un angolo vicino alla porta. La casa era buia e quieta.

“Penso sia andata fuori” osservò. “Metti pure la tua borsa dove vuoi. Magari ha lasciato un biglietto...” disse, borbottando l'ultima parte a se stesso mentre Spock abbassava gentilmente il suo bagaglio molto più piccolo vicino a quello di Jim, mentre i suoi occhi curiosi vagavano nella vecchia casa.

“Avevo l'impressione che la maggior parte dei domicili della Terra fossero più avanzati di questo” notò.

Jim scrollò le spalle e andò verso la cucina. “Già, mia mamma è piuttosto all'antica” spiegò.

“Affascinante” replicò Spock, quasi in modo assente, mentre assorbiva l'architettura della casa. Anche Jim si stava guardando attorno, ma per differenti motivi. C'era qualche mobile nuovo nel soggiorno, e un nuovo tavolo in cucina. Sembrava che qualcuno avesse anche montato un banco di lavoro di qualche tipo nello studio. Fantastico – un altro 'tuttofare'. Almeno essere un capitano decorato della Flotta Stellare a poco più di vent'anni gli poteva risparmiare il trattamento indegno di essere chiamato 'amico' a questo punto. Girò per la casa, cercando qualunque segno di un biglietto o di un messaggio, e controllò il computer solitario nascosto dietro la vecchia dispensa, ma nada.

“Ah, dannazione, Mamma, ti sei dimenticata di nuovo” brontolò un po' tra sé, grattandosi dietro la testa. Davvero non era una donna con il dono di tener conto delle cose, specialmente non occasioni e date. Con un sospiro si lasciò cadere su una delle sedie al tavolo della cucina, appoggiandosi all'indietro per guardare Spock scrutare la casa della sua infanzia. Il mezzo-Vulcaniano stava dimostrando una riserva al riguardo che sembrava in contraddizione con la sua naturale curiosità.

“Va' pure e guarda” lo incoraggiò, e Spock sembrò notare per la prima volta di essere osservato. “A nessuno importerà.”

Beh, veramente, non poteva parlare per il Signor Fidanzato, ma se l'uomo si fosse fatto vivo all'improvviso e si fosse offeso ad avere il suo primo ufficiale a guardare qualche kit di attrezzi antiquato, allora Jim avrebbe solo dovuto offendersi a sua volta. Aveva sopportato un sacco di cazzate da un sacco di persone nella sua vita, e se c'era una cosa che aveva imparato era come sbattergliele in faccia. Qualche volta gli piaceva pensare di avere un talento naturale nel far incazzare le persone.

Anche se non vorrei davvero provarlo su Spock mai più, pensò, ricordandosi la batosta che si era guadagnato l'ultima volta. Per un ragazzo così magro, di certo colpiva duro.

Mentre Spock prendeva il suo permesso per carta bianca alla lettera e cominciava a esaminare qualche colorato lavoro in stile country che decorava i muri, Jim diede un'occhiata al vecchio orologio della cucina. Erano arrivati abbastanza presto durante la mattina e stava per arrivare mezzogiorno. Aveva deciso di visitare probabilmente per un paio d'ore e poi andarsene, ma se sua madre si era davvero dimenticata e non era solo uscita per caso nel momento sbagliato, allora poteva stare fuori fino al calar della notte. Era tentato di scrivere solo un biglietto sul tono di 'beh, sono venuto come hai chiesto!' e andare, ma sapeva che non lo poteva fare. Non poteva ferirla intenzionalmente in quel modo. Sarebbe stato come rivivere il suo tredicesimo compleanno di nuovo, quando aveva dimenticato la data ed era finalmente scoppiato e aveva urlato e minacciato davvero, onestamente di scappare, e allora lei aveva pianto e pianto ed era stata così furiosa con se stessa che lui si era sentito il peggior figlio mai esistito. Perché lui sapeva che non era facile per lei ricordare il suo compleanno – e la ragione per cui non era colpa di nessuno dei due.

“Tua madre sembra avere una predilezione verso gli oggetti che hanno per tema i galli” notò Spock mentre si muoveva per esaminare alcuni dei ninnoli e degli elettrodomestici della cucina. Jim ridacchiò, appoggiandosi alla sedia un po' e lasciando vagare lo sguardo.

“Veramente, molta di quella roba era di mia nonna” spiegò. “Ma anche lei l'ha accettata, in un certo senso, penso. Quasi tutto qui intorno è un pezzo d'antiquariato.”

Era in effetti un po' buffo vedere Spock dirigere le sue acute capacità di osservazione su una statua di un piccolo pollo di legno che indossava un cappello di paglia. Almeno sono tutti fuori, notò Jim, cosa che, poteva ammetterlo, era decisamente un buon segno che qualunque uomo stesse vivendo lì ora non era un completo idiota. Gli idioti tendono a mandare i galli in soffitta.

“Hanno qualche significato culturale?” chiese Spock, mentre i suoi vagavano sopra un orologio pacchiano e il timer per le uova decorato con galline che beccavano. Jim ci pensò su.

“Er, in un certo senso” decise dopo un minuto. Dopo diede un'occhiata al replicatore, che era senza dubbio il pezzo di tecnologia più avanzato nella stanza. Probabilmente nell'intera casa. Era ancora, tuttavia, un modello piuttosto vecchio – nulla come quelli sulla nave. “Beh, non so te, ma io ho fame e non ho idea di quando tornerà. Vuoi qualcosa?” chiese, controllando l'interfaccia dell'apparecchio per vedere cosa la macchina datata aveva da offrire. “Non ci sarà molta varietà” lo avvertì.

Spock gli diede un'occhiata. “Non richiedo sostentamento in questo momento” replicò. Poi sembrò esitare – fu una marginale, sottile espressione, e Jim quasi la mancò. Ma non la mancò, e così guardò l'ufficiale scientifico con l'aria di chi aspetta qualcosa. “...Un bicchiere d'acqua sarebbe tuttavia benvenuto” continuò dopo un momento.

“Certo, nessun problema” acconsentì con disinvoltura, e decise di prendere lui stesso solo acqua quando replicò le loro richieste assieme a un sandwich di pollo. Spock accettò il bicchiere educatamente e poi scivolò in una delle sedie male assortite intorno al tavolo mentre Jim si buttava sul cibo, e il curioso sguardo del Vulcaniano ancora vagava su ogni cosa.

“Sei mai stato in una regolare casa umana prima?” chiese Jim, il pensiero che gli veniva in mente tra i morsi. Spock scosse la testa brevemente.

“Non mi è stata estesa l'opportunità precedentemente” spiegò. “La rimanente famiglia umana di mia madre è distante, e non li ho mai incontrati.”

“Non sei mai andato a casa di Uhura?” chiese, e poi se ne pentì immediatamente mentre le già sottili espressioni di Spock sembrarono chiudersi e irrigidirsi, sigillando via un po' dell'apertura che si era stabilita tra di loro. Tornò immediatamente sui proprio passi, non volendo aver a che fare con un iceberg come compagnia. “Scusa, hai ragione, lo so, non sono affari miei” concesse, alzando le mani in un gesto molto umano per placare. Spock sembrò marginalmente colto alla sprovvista dalla sua immediata ritirata.

“Così insolito da parte tua, Jim” notò. “Credo che questa sia la prima volta che io ho visto te asserire che c'è un 'affare' in esistenza che non sia tuo.”

La mascella di Jim cadde mentre guardava l'espressione impassibile di Spock e la minima – forse immaginata, ma non lo credeva – giocosità che si celava appena dietro i suoi occhi. “O mio dio” disse, e un ampio sorriso si diffuse sul suo viso. “Spock, credo che tu ti stia prendendo gioco di me!”

E lo stava pure facendo, il subdolo bastardo! Aveva appena dato del ficcanaso a Jim nel suo modo contorto, molto vulcaniano. Ma l'ufficiale scientifico lo graziò meramente di un'espressione serena di cortese innocenza.

“Temo che tu stia sbagliando” disse pacatamente. “I Vulcaniani non 'prendono in giro', come la metti tu.”

“Balle!”

“Ti assicuro, non è così.”

Ma tu sei mezzo umano, disse il pensiero, giacendo quietamente tra di loro come qualche scherzo privato. Jim avrebbe potuto dirlo a voce alta e far notare il difetto nel ragionamento di Spock. Ma sembrava molto più affascinante lasciare la cosa così com'era, sospesa quietamente tra di loro come un bisbiglio di 'entrambi sappiamo la verità'. Così invece diede solo all'altro uomo un'occhiata che diceva che la sapeva lunga e poi rivolse di nuovo la sua attenzione a riempire il buco nel suo stomaco.

Quando il suo sandwich fu ridotto a non molto più che a qualche briciola lasciata giacere nel piatto, Jim pensò che potevano pure passare il tempo facendo qualcosa, così decise di mostrare a Spock il resto della casa e della proprietà. Tecnicamente sua mamma possedeva un po' del terreno coltivabile attorno al posto, ma aveva sempre pagato qualcun altro per lavorarlo, per quanto indietro potesse ricordare, e 'casa' si estendeva solo veramente all'immediata zona che che circondava dove vivevano. La sua vecchia camera e quella di Sam non erano cambiate molto dopo che se n'erano andati, eccetto che erano state messe in ordine per essere più appropriate per gli ospiti. La stia dei polli dietro la casa aveva occupanti di nuovo, e Spock osservò gli uccelli addomesticati con interesse.

Mentre portava in giro il suo primo ufficiale, Jim lo intrattenne con qualche storia e spiegazioni in più, rispondendo a domande generali sulla sua vecchia vita e sulla sua famiglia. Era strano – molte delle volte in cui portava qualcuno con sé nel passato, andava sulla difensiva se facevano quelle domande, sentendo come se stessero ficcando il naso o giudicando. Ma l'interesse di Spock era proprio troppo apertamente curioso e libero da falsità perché a lui spiacesse.

Tuttavia, c'era solo un tot che Jim poteva dire, e mentre le ore sembravano scorrere via cominciò a esaurire verve. Così fu piacevolmente sorpreso quando Spock sembrò decidere di prendere il suo posto e parlare.

Siccome il tempo aveva tenuto, il paio optò di sedere sul portico, guardando mentre i primi cenni delle più deboli tracce di rosa cominciavano a insinuarsi nel cielo del pomeriggio. Jim stava riflettendo sul fatto che Spock si stava rivelando essere una compagnia sorprendentemente buona.

“Mia madre era solita tenere fotografie della neve” disse all'improvviso il suo primo ufficiale, tirandolo fuori dai suoi pensieri con il suo commento inaspettato. “Era... scoraggiata dall'esprimere troppa sentimentalità in mia presenza, ma questo non sempre la fermava. Trovavo le sue fotografie davvero affascinanti.”

Jim lo guardò, e si chiese come doveva essere stato crescere con una madre che era scoraggiata dal comportarsi nel modo in cui molte madri umane erano istintivamente portate a fare. Certo, lui e sua madre avevano le loro difficoltà, ma almeno lei non aveva mai trattenuto affetto. “Le piaceva la neve?” chiese, sperando che Spock avrebbe continuato a parlargli.

“Glielo chiesi una volta” replicò Spock, e i suoi occhi erano lontani milioni di chilometri. “Disse che non le piaceva la neve. Che in realtà l'aveva considerata un ostacolo alla conduzione normale delle sue attività giornaliere quando era sulla Terra” spiegò. “Quando espressi confusione, mi informò che anche se non godeva della presenza della neve, si sentiva anche insoddisfatta della sua assenza su Vulcano. Era un concetto totalmente umano.

Jim aspettò, sedendo lì con l'assillante sensazione di sapere dove quel discorso stesse andando. Non dovette aspettare molto prima che Spock continuasse. “Comunque, credo di aver guadagnato una migliore comprensione del suo stato d'animo a quel tempo. C'erano molte cose che trovavo insoddisfacenti nel mio mondo natale. Non avevo intenzionato di tornare a meno che necessità non lo richiedessero. Ma ora che il ritorno non è più una possibilità, mi trovo... insoddisfatto.”

Hai un talento per minimizzare, replicò Jim mentalmente, chiedendosi cosa precisamente avesse portato a quella glaciale confessione, ma stranamente contento che nonostante ciò fosse stata concessa a lui. Non pensava che la parola 'insoddisfatto' cominciasse neanche a coprire il sentimento che Spock stava simultaneamente esprimendo e sopprimendo, ma non aveva intenzione di farglielo notare.

“Già” acconsentì mentre il suo amico smetteva di parlare, volendo dire almeno qualcosa ma non sicuro su come poteva fare a toccare Spock nel suo dolore. “Penso sia una delle parti orrende dell'essere umani” decise alla fine. Allo sguardo curioso del suo amico, decise di elaborare. “Puoi amare qualcosa e odiarlo allo stesso tempo.”

Ci fu una pausa mentre il mezzo-Vulcaniano rigirava le parole nella sua testa. Poi, lentamente, annuì. “È estremamente illogico” disse, ma in un tono che sembrò implicare accettazione più che obiezione.

“Già” acconsentì Jim.

Pensò che quella sarebbe stata probabilmente la fine della discussione. Così fu piacevolmente sorpreso quando Spock si lanciò nel discorso di nuovo, i suoi toni quieti, neutri che raccontavano qualche evento in più o aspetti della sua infanzia. Non era il caotico vortice di ribellioni e spirali di alti e bassi che aveva avuto Jim, e non aveva divulgato neanche così tanto, ma fu lo stesso sorpreso da alcune cose che apprese. Soprattutto il mezzo-Vulcaniano parlò di sua madre. Non ci furono altre grandi rivelazioni o confessioni, solo... piccole cose. Discrepanze tra la cultura della Terra e di Vulcano, che spiegavano alcuni dei comportamenti che lo avevano confuso da bambino. La sua passione per le candele profumate e i tessuti vulcaniani. Il modo in cui lei riusciva addirittura a far abbassare la cresta a suo padre, il suo logico, sempre-intimidatorio padre, se era convinta che avesse oltrepassato il limite.

Jim realizzò che erano cose di cui Spock probabilmente aveva bisogno di parlare, forse anche di più di quanto Spock stesso sapesse. Non avrebbe mai detto di identificarsi con la sua posizione, ma sapeva alcune cose sul lutto e gli umani. Non poteva dire per il lutto e i Vulcaniani, anche se suppose, data la sua educazione, che Spock avesse già coperto quella metà. Così ascoltò e basta, facendo qualche commento qui e là, e si trovò ad apprezzare i toni ritmici del suo primo ufficiale perso nei ricordi.

Nel momento in cui si riscosse dalla dolce cadenza delle parole e del sentimento oh-così-delicato il sole era tramontato all'orizzonte, e Spock lo stava guardando con sguardo assorto. “Sembra che non mi sarà possibile incontrare tua madre oggi” notò dopo un po', e Jim batté le palpebre nella sua direzione.

“Perché no?” chiese sinceramente curioso. “Cioè, dovrà tornare a casa per dormire, almeno. Spero” aggiunse alla fine con un po' di preoccupazione. Oh, dannazione, se aveva intenzione di rimanere con qualche uomo per la notte? Avrebbero passato tutta la giornata aspettando per niente. Non che potesse arrivare a pentirsene.

“Se devo arrivare ai miei alloggi temporanei della Flotta Stellare prima che il sistema di trasporto cessi le sue operazioni, allora dovrò partire ora” Spock spiegò ragionevolmente.

Jim scrollò le spalle. “Perché non rimani?” offrì. “Puoi dormire nella vecchia stanza di Sam. Non sarà un problema per lui. Poi domani possiamo uscire per un po' di esplorazione planetaria.”

Spock sembrò esitare per un momento. Prima che potesse rispondere, il tenue flash di fari e un quieto, moderno whirr di motore distrasse entrambi verso la porta. Era ora, Jim pensò, mentre guardava il familiare pezzo di ferraglia di sua madre fermarsi di fianco alla casa. Non era vecchio quanto la macchina che aveva ingloriosamente distrutto quando era bambino, ma il veicolo che ronzava dolcemente era ben lontano dagli standard moderni. Sia lui che Spock si alzarono mentre il motore si fermava, e Jim sorrise in saluto quando sua madre uscì dal lato del guidatore della macchina. Sembrava l'unica occupante.

Quando li vide, sgranò gli occhi e sul suo viso passarono una marea di espressioni prima sorpresa, poi una lieve confusione, e alla fine, imbarazzo. “Oh, Jimmy!” esclamò, chiudendo la porta della macchina con un solido 'thunk' e poi sbattendo entrambe le mani sul viso. “Dannazione, me lo sono ripetuta tutta la settimana che saresti arrivato sabato e poi arriva la mattina e me lo dimentico.”

In qualche modo, non poteva rinfacciarglielo. Invece ridacchiò, scendendo gli scalini del portico e lasciando che lo abbracciasse calorosamente.

“Non ti preoccupare” la rassicurò. “Ho solo preso l'opportunità per mostrare un po' in giro il posto a Spock.”

Lei si tirò indietro, osservando tutti i suoi cambiamenti mentre lui guardava quelli di lei – erano davvero pochi, a essere sinceri – e rivolse la sua attenzione a Spock. Gli sorrise, e il suo sorriso aveva la stessa ampia, aperta espressione che occasionalmente tradiva il lato più dolce del figlio quando lui la portava.

“Ho sentito parecchie cose su di lei, Signor Spock” disse, staccandosi da Jim per guardare il suo primo ufficiale attentamente. Le sopracciglia di Spock sembrarono alzarsi marginalmente in quello che Jim riconobbe come la sua espressione di sorpresa. “Lei ha tentato di strangolare a morte il mio Jimmy quella volta.”

Spock si irrigidì, e Jim lanciò a sua madre uno sguardo incredulo – quando diavolo aveva sentito di quello? Perché lui decisamente non gliel'aveva scritto. Ma prima che uno di loro due potesse commentare continuò. “Dio solo sa che io non ce l'ho con te per quello, comunque. Se ce l'avessi con tutti quelli che hanno voluto ucciderlo, non potrei neanche andare d'accordo con me stessa. Perché eravate seduti sul portico? Su, è meglio dentro” dichiarò con insistenza, e Jim poté solo guardare in sorpresa costernazione mentre sua madre spingeva il suo primo ufficiale in casa con lei.

Dopo un attimo, li seguì.

“Mi scuso se la mia intrusione non è benvenuta” disse Spock mentre Jim chiudeva la porta dietro di loro, e sua madre gli fece cenno di tacere con insistenza.

“Oh, non essere sciocco. Jim porta sempre qualcuno a casa. Francamente, sono solo contenta che tu non sia una qualche ragazza scintillante in bikini” lo rassicurò. In alto andò una delle sopracciglia di Spock, ma quando lanciò un'occhiata a Jim, il capitano poté solo scrollare le spalle spudoratamente.

“Stavo appunto tentando di convincerlo a rimanere nella stanza di Sam” disse mentre sua madre si districava dal cappotto e dalla borsa e quindi li trascinava entrambi in salotto.

“Davvero? Oh, bene, ho appena messo le lenzuola nuove lì” disse allegramente. Quindi li spinse entrambi sul divano più vicino. “Ora, ditemi tutto di quello che avete fatto su quella nave là fuori. Oh! O dovremmo mangiar prima? Sta diventando tardi, non è vero?”

Jim guardò mentre sua madre decise, parlando a se stessa, di preparare per tutti loro la cena e mangiare in salotto mentre loro 'chiacchieravano', e poi ordinò loro di stare esattamente lì mentre lei andava e si occupava di tutto.

“Spock è vegetariano, Mamma!” disse alla sua forma mentre se ne andava, ricevendo un cenno affermativo che diceva che l'aveva sentito, e quindi si appoggiò di nuovo nel suo posto. Beh, sembrava che lei avesse deciso di essere felice che lui fosse nella Flotta Stellare, per ora, almeno. Era anche sollevato all'assenza di un uomo, almeno per il momento – assunse che ce ne fosse uno da qualche parte, comunque, dato il mistero del banco da lavoro e il fatto che lui non aveva mai visto sua madre stare sola per un lungo periodo di tempo.

“Tua madre è molto... espressiva” notò Spock.

“Sì, è pazza” acconsentì Jim.

“Credo mi abbia dato un nuovo punto di vista sulla tua amicizia con il Dr. McCoy. Ha una similare – sebbene un po' meno antagonistica – disposizione.”

Gli ci volle un minuto per realizzare il reale contenuto del commento di Spock. Una volta che ci riuscì, gli lanciò un'occhiata incredula. “Tu pensi che Bones sia come mia madre?” chiese dopo aver aperto e chiuso la bocca un po' di volte e fallendo a produrre un risultato. Spock lo guardò in un modo che implicava come la risposta fosse ovvia.

“Dr. McCoy ha spesso espresso particolare preoccupazione riguardo la tua salute e il tuo benessere, inclusi la tua stabilità emotiva, sonno, e regimi dietetici, che eccedevano i normali standard di un medico professionale scrupoloso. Ricordano comportamenti che mi hanno detto sono considerati standard nello stile umano della cura parentale. È inoltre estremamente vocale e senza riserve nel convogliare i suoi pensieri e le sue emozioni. Tua madre sembra essere egualmente dimostrativa.”

Jim guardò Spock per un momento. Poi batté le palpebre. Poi cominciò a ridere, e prima che si potesse dimenticare di controllare l'istinto, strinse la spalla del suo primo ufficiale e gli diede una scrollata affettuosa per convogliare il suo divertimento prima di lasciarla. “O Dio, Bones è come mia madre. Non ci avevo mai pensato prima! Hah, vorrei proprio vedere la sua faccia se glielo dicessi” dichiarò, scrollando la testa.

“Ho trovato nella mia esperienza con lui che il Dr. McCoy non sembra particolarmente recettivo alle mie osservazioni, per quanto logiche possano essere” notò Spock, e Jim pensò di vedere di nuovo quello sguardo molto ridotto, quietamente divertito nei suoi occhi.

“Non mi preoccuperei di quello” lo rassicurò comunque. “A Bones piace discutere:”

“Quello sarebbe un tratto assolutamente illogico. La tua valutazione è, perciò, probabile che sia accurata.”

Jim cominciò a ridere di nuovo. Aveva notato che Spock e Bones sembravano continuare a scontrarsi – la maggior parte della nave lo aveva notato, in verità, era un po' difficile da mancare – ma, come aveva sospettato, non sembrava esserci una vera ostilità tra di loro.

“Vi state godendo tutto il divertimento senza di me?” chiese sua madre, rientrando nella stanza con la loro cena replicata e posando i loro piatti sul tavolo del caffè. Sembrava aver deciso di peccare per eccesso di cautela alla luce delle preferenze alimentari di Spock e aveva concluso che tutti dovessero mangiare insalata. Jim ebbe una scrollata di spalle interna. Beh, non era come se fosse tornato a casa per il cibo, tra tutte le cose.

“Spock stava solo facendo un confronto tra te e l'ufficiale medico capo della nostra nave” spiegò Jim amichevolmente e questo portò naturalmente a parlare della vita a bordo dell'Enterprise. Su richiesta di lei, lui e Spock le parlarono di alcune delle loro missioni (revisionate da un accordo silenzioso per evitare di rivelare alcuni dei momenti più pericolosi) e avventure, e parlarono dei loro compagni. Sembrò molto divertita dal fatto che lui avesse deciso di tenere in carica Checkov per gli annunci per tutta la nave, a dispetto del suo pesante accento russo.

“Fa in modo che tutti si fermino e prestino attenzione” spiegò. “Perché devi, o altrimenti non hai idea di cosa stia dicendo.” Il suo annuncio preferito era ancora quello che il giovane uomo aveva fatto quando era programmato che incontrassero la U.S.S. Vivaldi vicino a Venere, poco dopo che aveva ottenuto il suo comando ufficiale.

Ancora una volta, anche se Jim parlava quasi sempre, trovava che i quieti contributi e interventi di Spock completavano molto bene il processo. Al tempo che la serata si era consumata la sua voce era molto stanca, ma si sentiva più felice e più rilassato di quanto aveva pensato si sarebbe sentito quel giorno. Sua madre aveva ascoltato le loro storie con bonario entusiasmo, e i suoi occhi non si erano quasi mai rivolti a lui con quello sguardo, quello che diceva che stava vedendo fantasmi.

Alla fine, però, il peso della giornata su di lui divenne evidente. Non che fosse stata sconvolgente da nessun punto di vista, ma aveva lasciato l'Enterprise solo quella mattina, e una fatica insolita era un effetto collaterale previsto del passare così tante ore sul pianeta dopo essere stati nello spazio così a lungo.

Sua madre diede un'occhiata alla sua faccia e lo notò subito. Così Jim si ritrovò cacciato via nella sua vecchia stanza mentre lei mostrava a Spock quella di Sam.

Mentre si arrampicava sul suo letto, rifletté che quella era stata la migliore visita a casa che avesse fatto in un bel po' di tempo – e l'aveva passata per la maggior parte a vagare intorno alla casa con Spock. Ma non poteva negarlo alla sua mente stanca, aveva davvero, davvero apprezzato la compagnia del suo primo ufficiale. Spock era... beh, per usare una delle parole preferite dell'uomo stesso, era affascinante. Jim era un ragazzo sveglio, ma confrontato con l'intelletto del mezzo-Vulcaniano, il suo era solo uno sputo nell'oceano. Ma la sua intelligenza non era ciò che faceva di Spock un individuo così affascinante. O, almeno, non era il solo motivo. Non era sicuro esattamente di quale fosse il fattore caratterizzante, ma pensò che avesse molto a che fare con la forza, e la debolezza, e la dicotomia, e di come queste stavano quando erano fianco a fianco.

I suoi pensieri divennero un guazzabuglio mentre si addormentava, ma le sue labbra erano curvate in un leggero sorriso.

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Nota dell'autore: continua...

Oh, e giusto per dirlo - mi piace Uhura. Molto. E' tosta. Ma K/S è la mia passione, e così il film mi ha messo nella posizione di dover far lasciare Uhura e Spock in qualche modo. Ma non aspettatevi nessun accanimento contro Uhura da parte mia.

Nota del traduttore: l'idea di tradurre la storia è nata perché ho trovato la storia eccezionale e volevo che altre persone la potessero leggere. Detto ciò, non disdegno qualche commento o qualche domanda sul mio lavoro, o anche solo qualche incoraggiamento, almeno per sapere che non è un lavoro inutile! :)

  
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