To the ground

di VeganWanderingWolf
(/viewuser.php?uid=77762)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione... ***
Capitolo 2: *** Help us raze, raze the prisons to the ground ***
Capitolo 3: *** Arrivederci ***
Capitolo 4: *** Il tuo prezioso amore ***
Capitolo 5: *** caro amico ***
Capitolo 6: *** racconto solo delle storie in cui ci siete ***
Capitolo 7: *** e non è poco ***
Capitolo 8: *** quel treno vorrei prendere ***
Capitolo 9: *** nessun ritorno ***
Capitolo 10: *** e non eri tu ***



Capitolo 1
*** Introduzione... ***


 

 

 

Dedicate a tre prezios* amic/ch* .... perchè il pensiero va spesso a loro, a volte addolcito dai ricordi e a volte amareggiato dal presente, ma sempre con molto affetto... aspettando con infinita impazienza il loro primo giorno di libertà...

Per ragioni che penso possano essere facilmente intuibili non specifico i loro nomi... anche se mi piacerebbe esplicitarli nella dedica... e, con questo, la dedico allora anche a tutt* le/i prigionier* che sanno cosa sia la libertà, e in particolare a quell* che ne sono stati privati perchè non si sono arresi ai giochi assassini dei "grandi", e che nella forza del loro lottare non hanno mai lasciato che il loro amore, la loro amicizia e il loro coraggio si affievolisse, pur nella durezza delle molte battaglie affrontate......

E allo stesso modo... la loro memoria non si affievolirà nel tempo...perchè noi la alimenteremo ogni giorno, anche se fa male...

 

 

 

Testo della canzone ‘Prison Trilogy’, conosciuta anche come ‘Billy Rose’ o ‘Three Stories’, di Joan Baez:

 

Billy Rose was a low rider, Billy Rose was a night fighter
Billy Rose knew trouble like the sound of his own name
Busted on a drunken charge
Driving someone else's car
The local midnight sheriff's claim to fame

In an Arizona jail there are some who tell the tale how
Billy fought the sergeant for some milk that he demanded
Knowing they'd remain the boss
Knowing he would pay the cost
They saw he was severely reprimanded

In the blackest cell on "A" Block
He hanged himself at dawn
With a note stuck to the bunk head
Don't mess with me, just take me home

Come and lay, help us lay
Young Billy down

Luna was a Mexican the law called an alien
For coming across the border with a baby and a wife
Though the clothes upon his back were wet
Still he thought that he could get
Some money and things to start a life

It hadn't been too very long when it seemed like everything went wrong
They didn't even have the time to find themselves a home
This foreigner, a brown-skin male
Thrown into a Texas jail
It left the wife and baby quite alone

He eased the pain inside him
With a needle in his arm
But the dope just crucified him
He died to no one's great alarm

Come and lay, help us lay
Young Luna down
And we're gonna raze, raze the prisons
To the ground

Kilowatt was an aging con of 65 who stood a chance to stay alive
And leave the joint and walk the streets again
As the time he was to leave drew near
He suffered all the joy and fear
Of leaving 35 years in the pen

And on the day of his release he was approached by the police
Who took him to the warden walking slowly by his side
The warden said "You won't remain here
But it seems a state retainer
Claims another 10 years of your life."

He stepped out in the Texas sunlight
The cops all stood around
Old Kilowatt ran 50 yards
Then threw himself down on the ground

They might as well just have laid
The old man down


And we're gonna raze, raze the prisons
To the ground
Help us raze, raze the prisons
To the ground

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Help us raze, raze the prisons to the ground ***


 

 

 

TO THE GROUND

 

 

ti ricordi quel giorno fatto di freddo e di neve?

avevo iniziato la giornata con una pizza e una birra (colazione dei campioni)

non  c'era niente di particolare da fare (a parte le solite cose)

noi non smaniavamo per nessun tipo di incarico, in ogni caso

 

avevi un modo di camminare

avevo un modo di parlare

e in un certo senso avevamo un nostro modo

di andare chissà dove non importa come da qualche parte con una birra due soldi in tasca un banchetto e una sporta troppo pesante sulle spalle e qualche scherzo sulla bocca e troppe idee nella testa

 

sto qui a chiamare tutti gli spiriti che conosco

sto qui a raccogliere tutti gli auguri che conosco

sto qui a collezionare parole buone da far mangiare alla carta

sto qui a ripensare a questi giorni già andati

per mandarti un messaggio

per mandarti un pensiero

 

vorrei capire come ti senti adesso

a non stare più quasi sempre per le strade

a non poter più scegliere dove andare (quello che sappiamo fare meglio)

a non poterci più provare con una bella ragazza incontrata un giorno

e qui io a ballare con una ragazza e un branco che non smette di chiamarti richiamarti e pensarti e cercarti ancora e ancora senza posa attraverso i vuoti della tua profonda assenza

 

e stiamo qui a dedicarti le tue canzoni preferite

e stiamo qui a conservare le tue cose per quando torni

e stiamo qui in sogni da sbronza dove apri la porta ed entri

e stiamo qui a collezionare le cose più stupide per tenerti sotto spirito la coscienza

per mandarti un segnale

per mandarti un saluto

 

e spero che ti ricordi di quel giorno

da qualche parte in una qualche città come un'altra

a litigare con un branco di poliziotti e a discutere anche tra di noi

e poi installando banchetti abusivi nelle pieghe delle strade affollate

quando arrivò lei a voltarci la faccia della giornata

aveva un po' di birra nuova e un'aria incedibilmente piena di fiducia

lei andava a studiare come se fosse una brava persona come mille inutili altre

e noi restavamo a prenderci in giro da soli, noi e tutte le facciate comunicative delle nostre battaglie e le persone qualsiasi cosa qualsiasi cosa era davvero uno spasso dalla giusta prospettiva

 

e stavamo lì a dire stupidaggini a profusione

e stavamo lì a prenderci gioco dei poliziotti che non ci trovavano

e stavamo lì a non curarci delle folle che comunque ci ignoravano

e stavamo lì a pensare che se lei andava in biblioteca a studiare il mondo aveva ancora un che di meravigliosamente semplice e pulito

per passare qualche buona ora

per passare qualche brutta sensazione, e mandarla via ancora

 

e stavamo lì a scavarci la nostra nicchia per noi nel traffico di tutti e di nessuno

e stavamo lì a parlare di come si prendono le cose gratis, senza avidità

e stavamo lì a raccontare di certi banchetti che parvero rivoluzioni improvvisate

e stavamo lì a digerire un lauto pranzo scroccato e a bearci dei sorrisi a lei rubati

e stavamo lì a fregare elastici colorati dai cassetti incustoditi di uffici pubblici,

a rischiare grane dalle guardie per prendere le difese di chi nemmeno le voleva,

a raccogliere croste di pizza e paste da terra e dalle pattumiere

a improvvisare discorsi senza senso sulla natura dei peli e dei capelli

per navigare al di sopra della solita spazzatura

per trovare un ritmo giusto a cui far battere il sangue

 

ma ti ricordi di quella sera particolare

da qualche parte in qualche c.s. tra tanti altri

non era la migliore volta per stare allegri, non un buon posto

in ogni caso c'è chi riesce ad esserlo ovunque, non è vero?

 

avevi un modo di aggirarti senza posa

avevo un modo di fare la guardia alle nostre bottiglie

lei aveva un modo di allacciare relazione con le persone interessate

lui aveva un modo di essere assolutamente calmo e segretamente divertito

lui smaltiva una sbronza come se fosse un breve contrattempo

lui si procurava una sbronza e sorrideva come se fosse finito dritto in paradiso

e noi là potevamo sembrare assai lontano dai nostri soliti territori eppure eccoci là a starci vicino come se fosse scontato essere sensibilmente connessi come in quel modo ma credo non sia stato qualcosa da dimenticare no

 

e stavamo lì a smezzarci cicchetti per non diventare particolarmente impresentabili

e stavamo lì a confrontarci tra noi come isola nel mare indifferente

e stavamo lì a mischiare pasta con verdure e liquori con birra e caffè

e stavamo lì a chinarci dietro banconi come contrabbandieri del proibizionismo

e stavamo lì a raccontarci vecchie storie alcooliche e storiacce proprio stupide

e stavamo lì a farci beccare così da chi ci aveva preparato tisane per la nostra salute (ops)

aveva un che di buon sapore

aveva un che di temporaneamente speciale

 

qui spero che gli spiriti migliori siano con te

che ti accompagnino attraverso i giorni lunghi

che ti raccontino di noi nelle notti innaturalmente silenziose

che ti ricordino le belle storie quando racconti barzellette al muro

che ti portino la memoria su tutto ciò che hai visto di bello e ancora c'è, o c'è stato

che ti tocchino spalla a spalla quando ti sentirai da solo davanti a troppo

che ti facciano ridere quando troppe noie ti staranno alla gola

che ti offrano una comprensione spontanea quando ti sentirai troppo stanco

che trovino alternative quando la conclusione è una sola, e brutta

che facciano tutto quello che faremmo noi, meglio di come faremmo noi

che con noi, con noi non vedranno alcuna giustizia il giorno del giudizio

se dovessero chiedere a me un opinione di te...

se dovessero chiedere a noi un giudizio di te...

 

 

 

 

 

 

 

[And we're gonna raze, raze the prisons

To the ground

Help us raze, raze the prisons

To the ground

-

(from 'Prison Trilogy', Joan Baez)]

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Arrivederci ***


Arrivederci

 

 

Lui non direbbe facilmente da dove viene

fino all'altro giorno non importava sapere

dove fosse andato a farsi un giro per i fatti suoi

ed era sempre bello vederlo arrivare senza preavviso

 

Ma perchè diavolo le giornate sono così luminose

in questa estate troppo lunga?

Adesso che lui non può vederle direttamente

adesso che non può correre fino al lago e nuotare, nuotare...

 

Arrivederci giorni soleggiati

nessuno di noi ha un nome che gli sia stato imposto

ma lui ora ha un codice numerico e il numero di una cella

che gli si appiccicano addosso col sudore freddo

e noi sentiamo ancora la sua mancanza

 

Non chiedete perchè se n'è andato

perchè a causa della sua libertà è stato

potremmo dirvi solo che è un modo di essere...

qualcosa che non si dice parlando...

 

Lui è giusto stato costretto

a giorni che non aveva mai chiesto

e se qualcosa è stato perso

non è la sua capacità di dire sì o no

sorta di indipendenza radicale

 

Arrivederci serate tra amici

se di qualcuno è il tuo nome è solo tuo e nostro

quando guarderai una nuova data senza vederci un nuovo giorno

a noi starà ancora mancando la tua voce viva

 

Non è rimasto molto tempo da consumare

ma è ancora difficile da dire

se i tuoi sogni si sono spiaccicati

prima che potessi lasciarteli alle spalle

 

Ci sarà almeno una volta attraverso tutti i tempi mancati

in cui potrai reincontrare te e i tuoi desideri

e perderci la testa spontaneamente, scioltamente

abbandonandoti a un genere di vita inappropriata

 

Arrivederci ore di libertà

quali parole ti vengon da mormorare per ricordare?

se continuerai a rinnovarti attraverso le ore

rifiutando l'immobilità delle tue catene

noi ti aspetteremo fuori, e non ci mancherai più

 

e dirai...

 

Addio addio giorni di prigionia

come potrei darvi un nome guardandovi da lontano?

quando mi sono evoluto attraverso ogni nuovo giorno?

in barba ad ogni serratura, in barba ai vostri occhi vuoti

di certo non mi mancherete

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il tuo prezioso amore ***


Un paio di note che ritengo il minimo necessario...

1) l'io è variabile, ovvero sono diverse persone che raccontano episodi diversi raccontando esperienze passate e rivolgendosi tutti alla stessa persona.

2) con 'amore' non si intende solo ed esclusivamente l'amore tra due (o più) persone, in senso di innamoramento/relazione/etc., bensì (cerco di esprimermi al meglio possibile): 'l'amore che si mette nel fare le cose' in senso ampio...procedendo a cuore aperto

3) anche il 'noi' va inteso in senso più ampio, non solo come le due persone (quella che è l'io di volta in volta e la persona comune a cui tutti si riferiscono) ma esteso di volta in volta alle persone che sono state in quell'occasione 'compagni/e'... in vari e molteplici preziosi sensi.

 

 

 

 

ti ricordi quella volta quando non c'era più uno sprazzo di luce?

tutte le persone intorno non sapevano far altro che dire

non c'è modo

noi non la pensavamo per niente così, non quel giorno

ma loro non avrebbero fatto nient'altro che dire

non c'è modo

 

prendi le tue cose e iniziamo a camminare

possiamo accompagnarci parlando

e c'è qualcosa che può funzionare

proseguendo così sul ritmo dei nostri passi

 

andiamo a inseguire i fantasmi

andiamo ad afferrare tutti gli spettri

andiamo a spaventare gli ectoplasmi

noi siamo più fuori dal tempo di loro

noi abbiamo il nostro prezioso amore

 

tu sapresti fare un assolo luminoso

mentre stiamo in mezzo alla strada

sai essere così incredibile

da farmi dubitare che stia accadendo ora

qualcuno ha detto che potresti essere tutto

tutto ciò che una persona vorrebbe prendere a calci

ma saltellando intorno alle malelingue io ho canticchiato loro

che sei uno dei miei tesori più preziosi

 

e adesso andiamo a rincorrere gli spiriti

andiamo a giocare con i fantasmi

andiamo a prenderci gioco degli spettri

andiamo a fleshare gli ectoplasmi

noi possiamo essere più vivi e più morti di loro

noi abbiamo sempre il nostro amore

 

non mi girava la testa se ci gravitavamo attorno

ho urlato grazie che ti ho trovato e ritrovato

non mi hai mai voluto chiedere se ci credevo

ma adesso lascia che ti dica che non c'è nient'altro in cui credo

 

andiamo a ballare con i fantasmi

andiamo a terrorizzare gli spettri

andiamo a cantare con gli spiriti

andiamo a scherzare con gli ectoplasmi

noi possiamo saltare più in alto di tutti loro

noi abbiamo sempre il nostro prezioso amore

 

hey dimmi ti ricordi di quella domenica bruciante

eravamo da qualche parte, ma davvero non eravamo lì

non avevo niente da nascondere neanche quel giorno

non avrei avuto bisogno di dimostrare niente comunque

 

c'era solo il nostro modo di camminare

c'era solo il nostro modo di parlare

tutto quello che suona essere a proposito di te

io non dico niente ma mi ricorda che

non avrei voluto essere da nessun'altra parte con nessun'altro

 

scappa da tutti i fantasmi

corri via da tutti gli spettri

nasconditi dalle ombre

celati da ogni spirito che viene in caccia di te

tieni stretto il tuo prezioso amore

abbi cura del tuo prezioso amore

 

quella volta non avevo più niente da dirti

mentre stavamo per la strada

tu avevi così freddo, dio mi sembra sia adesso

una ragazza che ti poteva piacere ti faceva il filo fingendosi timida

ma hai guardato quella ragazza e gli hai detto

non penso di essere il tuo tipo di ragazzo

e attraversando la strada sei venuto a prendermi a braccetto

 

non farti ingannare dai fantasmi

non farti abbagliare dalle promesse

non farti mettere all'angolo dalle lusinghe

non farti abbattere dalle minacce

ti riporterò il tuo prezioso amore

conserverò per te il tuo prezioso amore

 

e tutto quello che si dice attorno a te

lo sfilaccerò finchè non ti avrò trovato

stavo in disparte mentre dicevi che non avevi più niente in cui credere

ma lascia che ti dica che non c'è mai stato nient'altro in cui credere

che noi qui adesso e quello che facciamo

 

sono venuti i fantasmi a chiedermi di te

ho detto ai fantasmi che non so dove sei

vorrei correre con gli spiriti buoni per cercarti

vorrei spaventare gli spettri che ti girano sulla testa

aspetta che verrò con il tuo prezioso amore

ho ancora qui con me il tuo prezioso amore

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** caro amico ***


stavamo in piedi all'angolo

un tappo di bottiglia stretto nel mio pugno

lui era sempre lì per correre

lei era sempre sulla lista nera

e tu ti eri fatto un tatuaggio da rock'n'roll

ah!

 

erano davvero altri tempi, amico?

tu sai, il tempo non smette mai di scivolare

ma nonostante tutti i nostri strafalcioni

certe persone hanno imparato la parte

ma noi siamo sempre gli stessi in fondo, sì

penso tu ci possa vedere come se fossimo davanti ai tuoi occhi

 

e sai lui si è messo a studiare davvero

e lei si è messa a lavorare quasi a tempo pieno

ed entrambi sanno il valore dei soldi

eh, sono certo che sai di che malattia parlo

 

ma siamo ancora arsi dal fuoco molto spesso

accendiamo la radio a tutto volume

e ci manchi sempre così tanto

quando continuiamo a protestare

con tutta la nostra voce, e gli occhi sempre più in alto

 

penso che tu possa sentire lui che dice

dai, andiamo!

come se fosse proprio lì vicino a te

e cosa posso dirti di più o di meno?

 

noi siamo ancora tutti qui

e siamo ancora tutti liberi

e tutti prigionieri di ciò che ci circonda

ma tu non pensare ad altro che al tuo primo giorno di libertà

perchè noi saremo là

 

caro amico

mi chiedo cosa ti raccontano ora lì

so che esistono mucchi di quelle persone

che hanno la testa piena di spazzatura

 

diranno che esistono regole ben precise

e diranno che tu le hai infrante

diranno che esiste una linea tra il giusto e lo sbagliato

e diranno che tu sei dalla parte opposta

 

sono certo che ridi digrignando i denti al sentirli

sono certo che gli rimandi parola per parola

e, oh, sono certo che li farai parecchio arrabbiare

e so che la tua rabbia e il tuo umorismo

saranno più forti del loro odio

 

e noi siamo ancora tutti qui

e noi siamo ancora tutti dalla tua parte

e noi ti stiamo ancora tutti aspettando

e noi ti stiamo ancora tutti pensando

 

ho dovuto prendere da parte il mio sciroppo preferito

quello di milano che ci fanno la pubblicità

io non sapevo di che scrivere ma mi ha dato una mano

mi ha spinto le dita sulla biro per tracciare segni

qualsiasi cosa possano riuscire a dire

e abbiamo fatto finta per un momento che

non poterti parlare non fosse così terribilmente innaturale

ma lo è. sempre

sempre

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** racconto solo delle storie in cui ci siete ***


 

 

io sto qui a rotolarmi la coscienza sul pavimento

guardo fuori dalla finestra e non capisco

perché tutto non stia andando in fiamme

mentre noi sbattiamo con il nostro tormento

contro le pagine rotte di lettere impedite

mentre noi lanciamo le nostre grida di rabbia e dolore

gridando il vostro nome…

 

non che mi sia mai fatto illusioni di felicità pura

per questo son rimasto completamente di stucco

quando ho trovato qualcosa di molto simile

lottando, vivendo, parlando, ballando con voi

non c'era niente di speciale, niente di eccezionale

eravamo solo io e voi, eravamo solo noi

e guardando ora il vuoto non mi capacito ancora…

 

non dategli retta mai

voi lo sapete come son fatti loro

non abbiate mai timore

che loro abbiano capito qualcosa di voi

che sia vicina al vero

perché io stesso dico solo i vostri nomi

a me dicono di tutto e di più

ma a loro non diranno niente di niente

un'altra voce sull'elenco muto…

 

noi stiamo qui a disegnarci la faccia di emozioni

e di immaginari segni tribali di battaglia

non capisco perché tutti non stiano protestando

ma io non riesco a spiegare a nessuno chi siete

racconto solo delle storie in cui ci siete

perché se non le dicessi mi abbatterebbero la testa

e voi siete anche qui dentro…

 

non che mi sia mai fatto illusioni di semplicità

ma forse non è mai stato tanto personale

e al di sotto di tutto ciò che facciamo e tiriamo fuori

c'è questa vena larga di forza e di debolezza

attraverso cui voi scorrete sempre e fluidamente

non c'è niente di particolare da spiegare

il giorno e la notte sogno il vostro giorno di libertà nuova…

 

non dategli soddisfazione

sapete come camminare al di sopra

non abbiate mai esitazione

se dimenticherete il vostro valore

noi ve lo ricorderemo ogni volta con prontezza

se dimenticherete com'è la speranza

noi ve ne cucineremo un altro po' per gradire

e non lasciate mai che vi sommergano

noi faremo di tutto per tenervi a galla ad ogni onda

 

Tu, bellissima, che hai fegato da vendere

non lasciare che ti insegnino cattiva musica

quando non c'è nessuno a spiarti puoi cantare

tra te e te le tue, le nostre melodie

Non lasciare che la distanza abbatta il tuo amore

perché lui non ti dimenticherà attraverso il tempo

e io so, che sapete combattere uniti come divisi

e io so, che già l'avete fatto una volta e avete vinto

e io so, che le tue idee sono già limpide e floride

Se le tue parole sono intricate è perché c'è così tanto

così tanto da dire e di cui parlare

noi continueremo con le nostre parole le tue, nostre battaglie

per te e con te, perché sappiamo come averci a che fare

con i muri e le sbarre

Quello che non da pace è la tua assenza

mi immagino di vedere il tuo baluginio capelli di grano

mi immagino di vedere la tua figura esile eppure forte

mi immagino di sentire la tua voce decisa e insieme dubbiosa

So che tu conosci quel tipo di trucco meraviglioso

anche se rinchiusa in una scatola

invece di appassire continuerai a crescere e rifiorire

e mentre loro non se lo sapranno spiegare

noi ti diremo di nuovo 'salve'

e sarai anche più splendida

 

Tu, che avrei voluto conoscerti prima e parlare di più

per me puoi sempre avere la mia spalla

su cui dormire, riposare e sognare un altro po'

E se siamo quel tipo di persone che non si limitano a sognare

se non ci limitiamo a lamentarci e stare a guardare tutto cadere

se ci lanciamo ancora e ancora nella mischia

e aldilà dei lividi del cuore e dei battiti mancati

e oltre le paure, le mancanze e le sconfitte o le vittorie

so che saresti l'ultimo a dire che qualcosa non si può fare

Allora non pensarci nemmeno a cambiare per loro

allora sappiamo che ciarlano sul cambiare per te

ma io lo vedo come se fosse ora, non cambierai

ma io lo sento come se fosse qui, non cambieremo

E se la forza e i perché delle nostre battaglie si misurassero coi sacrifici...

ma io preferisco misurarle con le vittorie e imparare dalle sconfitte

e se questo me l'hai insegnato tu non lo saprei dire

ma rimarrai una fonte di ispirazione

per tutte le tue battaglie che non moriranno

finché uno solo di noi avrà fiato e potrà pensare

E se temi per lei ricordati della sua forza

e se temi per voi, ricordati che ce l'avete già fatta una volta

e se ti sentirai solo ricordati di noi, che non lo sarai mai

perché nemmeno io smetterò mai di raccontarti

mai cesserò di ricordarti e di aspettarti libero

anche se prigioniero non lo sarai mai

Una volta rotte le catene fin dall'inizio non si riaggiustano più

non è così?

 

Ogni tanto mi sembra di rivedere un accenno di te

ovunque, nelle cose, nelle persone e nei ricordi

la tua memoria rimane viva e mai ti considereremo perduto

perciò contiamo che non lo farai nemmeno tu

Dovessero passare anni e anni, e io dovessi non riuscire mai ad accettare

di non poterti avere qui, o altrove a farti la vita che vuoi

non smetteremo di raccontarti delle stagioni che cambiano

non smetteremo di dire il tuo nome per farti e farci forza

non smetteremo di parlare in faccia a chi ti rinchiude

E so che hai rifiutato un pezzo di cemento troppo stretto

perché noi abbiamo sempre bisogno di tutto lo spazio che c'è

Quindi non cambiare un grammo di te per loro

quindi non cambiare un solo frammento di te per noi

quindi non tradirti mai cambiando per i vantaggi che svendono

a noi i ricatti travestiti da patteggiamenti vanno sempre di traverso

Ogni volta che faccio qualcosa di buono ti porto con me

cerco di prestarti gli occhi, la pelle, l'olfatto e il gusto

dando ogni fiducia a ciò che ci collega anche se non dovesse esistere

E se le parole scritte non ti rendono nulla ne inventerò altre

cercando di creare una breccia attraverso i muri non tuoi

cercando di dare altro spazio ai tuoi canali verso l'esterno

Cerco di insegnarti in silenzio come farti albero o pianta rampicante

ed estendere le tue radici attraverso le fessure per trovare acqua, aria e terra

e dei tuoi occhi come ghiaccio e delle tue emozioni come eco..

Dimmi come posso darti il cambio ogni tanto

rinchiudermi al tuo posto e lasciarti uscire per un po' a fare un giro

cercherò di delinearti il modo delle montagne ritte nel cielo

e delle valli intatte che si stendono tra i loro piedi

di ricordarti il sapore buono delle cose da bere che piacciono ad entrambi

 

Noi alzeremo le braccia verso l'alto,

e tu affidati alle nostre mani,

ti solleveremo al di sopra delle tempeste,

poi ti faremo ridiscendere in mezzo a noi

per abbracciarti e ballare

per abbracciarti e ballare

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** e non è poco ***


 

 

a piedi nudi sul pavimento

di quel centro sociale

a ballare

e poi a gara a chi ha

i piedi più o meno neri

lo rifarei sempre volentieri

e tutta quella birra bionda

rubata da un biondo

ah, ma il biondo è relativo...

 

e ti aveva preso

per i polsi per le caviglie

pazzamente a volteggiare

un ammanco di presa

e il tuo volo basso

con la testa contro un tavolino

tondo come il mondo

nessuno spigolo per fortuna

 

e tutti quei bicchieri dimenticati

di nascosto a ripulire

un gusto diverso o uguale

giocando agli assaggiatori

e gli altri a rovesciare

travolti dai movimenti scomposti

troppe mattonelle da solcare

e il calcolo delle distanze in briciole...

oh, un altro giro per favore

 

benvenuto dissi al nuovo

compagno del vecchio club 'bordopista'

poi le mani e i sorrisi amici

mezza malizia e mezza solidarietà

in ballo a trascinare

nessun modo per dire 'no'

a costo di ritrovarsi

a danzare soli eppure

mai isolati, mai

lo rifarei sempre volentieri

 

e su una sedia a recuperare

stravolti dal bere, dal mangiare

fumare e giocare tra le nuvole

dei nostri ricordi spezzettati

la tua mano sulla spalla

un tocco leggero

di complicità impalpabile

sempre qui disposti

sapore d'amicizia a scambiare

quando ormai le parole

fungono solo da contorno eventuale

 

Ma tu, tu stella a ragnatela

capelli lunghi color di erba di raggio

con tutti quei discorsi

dall'apparente intricarsi di senso

e in fondo un unico argomento

sempre pronto a ricominciare

di discussioni mai interrotte

sempre da riprendere e arricchire

quant'era piacevole

una stessa lingua, e diverse prospettive

un solo sentire, un simile divenire

pur se discordante l'inizio, e chissà la fine...

Come finimmo a parlare

io non lo so

ma il tuo ieri rimane il mio domani

e i nostri oggi sono qui per tutti noi

sempre volentieri con voi

E curioso di te, oh sì, mai dirtelo

e ritrovarti curiosa di me, sul serio?

la tua modestia inconsapevole

dolceamara come un germoglio appena nato

ammirandoti senza nemmeno saperlo

invidiandoti il coraggio e la forza, quasi

il tuo condividere senza intermissione

il tuo spirito dilagante come

rinfrescante pioggia di coscienza

fertile a bagnare una terra di sogno

da costruire sporcandoci le mani, sì

e dando da bere il sudore e il sangue

delle nostre vite interrotte dalle interdizioni

riannodate ritrovando noi stessi

con chi ci cammina a fianco

Non te lo chiederò mai, e nessuno potrebbe

capirlo se non tu che lo hai provato

ma io, io avrei pianto al tuo posto

sentendo tutte quelle voci amiche e solidali

cantare, urlare a squarciagola

per te, sotto le finestre sbarrate

per te...

 

Ma tu, tu libero come sei

no, non ci inganna ancora

saperti dentro una gabbia

io ti vedo limpidamente, senza gli occhi

li chiudo e vedo il colore

il nord caldo del tuo sguardo

il suono muto dei sorrisi smaglianti

un attimo, una purezza abbagliante

nella gioia che stupisce anche te

che non la senti nemmeno prima che...

quando ti prende e si sparge dal volto

nel biondo steppa che ti riveste

selvatico e familiare, per noi

Di tutte le cose che ci fanno

somiglianti e diversi, affini e contrastanti

per quanto il disaccordo ci allontanasse

una volta per uno trovavamo

uno scherzo, una parola a rigettare un ponte

ci incontravamo a metà, sorpresi

ma era bello trovarsi a sorridersi

e salutarsi con la promessa non detta

reincontrarsi prima o poi

le nostre strade a incrociarsi ancora

i posti dove troviamo casa sono ancora gli stessi

Non distinguo più chiaramente

se sono io o sei tu

quando faccio qualcosa che ci farebbe

brillare allo stesso modo di entusiasmo

E se lei io non la capisco più

tu con lei riprendi il volo da capo

perché ho visto come sorridevi quando era con te

perché ho visto uno strano bagliore intorno a voi

io ai miracoli non ho mai creduto

ma voi splendevate, un sole d'inverno

e scaldava persino me a starvi vicino

come ridevamo tra noi...

non ti ho mai salutato sapendoti in mani migliori

Col respiro trattenuto, in apnea aspetto

di rivedervi correre insieme

tu, con lei, vola più in alto che puoi

se pensassi che ce ne sia bisogno

le farei da scudo, vi farei da trampolino di lancio

Tu, una delle mie migliori idee viventi

di libertà senza condizioni

 

Ma tu, tu come guida, senza volerlo o saperlo

ispirazione di tanto spudorata resistenza

meritevole di essere te, solo te

cose che non ti potranno mai imputare

anche se lo faranno con ogni scusa

La tua serietà non mi ingannerà

intuirò il tuo divertimento

la tua sagace ironia e autocritica

lo spirito eloquente di ciò che sei

i risultati anticipati di ciò che rifaremo

dovesse essere vittoria o sconfitta

dovessimo ritrovarci a correre ancora

o chiusi a guardare il cielo striato

sento tutto come se delirassi

genere di febbre che apprezzo

e la calma buona certe volte

quando tiriamo respiro sciolto

non dovendo temere niente

almeno per un momento

nemmeno dal nostro azzardato

e ragionato modo di continuare

continuare sì, è già così, a lottare

E ti confessai troppo

il modo in cui ero caduto

i nostri fili sottili di connessione

calpestati e violentati

mi fecero lo sgambetto, lo ammetto

e allo stesso modo, ho poi capito

questa sorta di fili leganti

a cui sacrifichiamo volentieri, solo a questi

un frammento della nostra intolleranza alle corde

se cade uno, o se cadono tre...

per un istante o per una vita

gli altri rimarranno in piedi anche per loro

come un continuo esercizio di distribuzione immediata

condividendo tensioni e allentamenti

chi è in piedi porge una mano a chi è caduto

e quando i ruoli si scambieranno

sarà proprio lo stesso

grazie di avermelo mostrato, non lo dimenticherò

questo modo strano, questo modo paranormale

di condividere forze e debolezze

crisi e aspirazioni, preziose illusioni e insicure certezze

di disgregarci tra di noi, e riunirci

senza mai smettere di essere un compendio

coro stonato di voci che van per conto loro

uno per tutti, tutti per uno

fosse anche nient'altro per nessuno

per te sono io, già, sempre io

tu, tu per me sei tu, niente altro che te

lei, lei per te di incommensurabile valore

tu, tu per lei, sempre al suo fianco

 

i fili di sostanza, lo so, non si vedono

non hanno nome, non hanno restrizione

trapassano qualsiasi cosa, persino il cuore

e corrono e corrono, e si disperdono e si aggrovigliano

in gola, e tagliano, tagliano l'anima

non sono buoni né cattivi

non sono restringibili a nessun esercizio d'autorità

no, certo, nemmeno il nostro

ma tu hai il nostro, noi abbiamo il tuo

ma lei il tuo, tu il suo...

e non esiste ferro o fuoco

oro o porpora

giudizio né materiale

che li possa sfilacciare

 

nel buio che si è abituato ai miei occhi

la vostra esistenza rischiarante

il suggerimento di un percorso

e anche se farò il mio

guarderò spesso i vostri passi

cercando di cogliere il segreto

della vostra coraggiosa persistenza

 

e non è poco

anche quando è un gioco

e non è poco

anche se facciamo per scherzo

e non è poco

anche se si va a ricordi

e oggi siete chiusi a resistere

e noi fuori a misurarci

con distanze e mancanze

e non è poco

quello che avete fatto e farete

quello che in fondo siete

e non è poco

quello che ci guadagniamo

nessuna riconoscenza

solo a scontare sentenza

ci fosse mai una giuria umana

a cui affidare la nostra pena

e non è poco

quante colpe ci prendiamo

ma se dovessi prendere giudizio

lo chiederei ancora a voi

e non me lo dareste mai, ma lo trarrei

con la mia coscienza a confrontare

sincrone o discordante la vostra

volta per volta, ma ancora e sempre

e non è poco

dovervi sentire senza vedere

come a rincorrere i fantasmi

che non si possono abbracciare

con cui non si può parlare

le vostre voci come eco

la vostra presenza ancora addosso

...

e non è poco

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** quel treno vorrei prendere ***


 

 

quel treno vorrei prendere

che mi porti da voi

mi sporgo sempre dal finestrino

e riscendo per le strade

ma mi sto stancando di vedervi

traslucenti nei sogni

come fuochi fatui improbabili

volevo gettarmi dall'auto

venire a vedere

se c'eravate per davvero

anche se io non credevo

ma quando più tardi chiesi di voi

mi dissero che ti avevano visto

e allo stesso tempo non eri stato lì

capii al volo...

 

andiamo a prendere il treno

che è così pieno

quelle ragazze che chiacchierano

e noi ci sorridiamo

incontrando i nostri piccoli mondi

 

cerco di arrivarvi più vicino

anche se il cielo mi guarda male

e non c'è niente che rinnegherei

a proposito di quello che combiniamo

c'era un controllore che arrivava spavaldo

prestare attenzione e sperare nelle ombre

se solo potessimo rifarlo un'altra volta

imbarazzante pensare che diedi io il la

prendi lo slancio, prendi il momento...

 

ci rivedo attraverso la notte

a correre giù giù lungo il treno

era simpatico, è da dire

come abbiamo giocato a rimpiattino

e diedi qualche moneta

a chi me la chiedeva,

non a chi me la imponeva

lo trovasti strano, lo so

e come rubammo qualche dolcetto

quello il nostro scherzetto

un biglietto di qualche tipo, in fondo

noi non lo abbiamo avuto mai

 

non conosco più le vostre finestre

e mi sembra sempre troppo tardi

so che state fermi ad aspettare

che una guardia cammini giù per il corridoio

con una delle nostre lettere per voi

scrivendovi di sciocchezze e serietà

non so come guardare cosa rimpiango

è sempre altro tempo con voi

e ancora stiamo aspettando

il vostro ritorno

 

vi vedo di giorno e di notte ed ogni volta

che vado a prendere un treno

che notti, che giorni sono stati

ah, in vostra compagnia

su quel treno ghiacciato

aprendo la porta

pattinando sul ghiaccio

cella frigorifera improvvisata

ma gli altri viaggiatori

erano comunque già imbalsamati

 

su quel treno pieno

tutti profughi dello shopping

e delle festività che non ricordavamo

noi avevamo già festeggiato a nostro modo

abbiocandomi di fianco a te

le budella riscaldate di cibo

la testa leggera e felice di vino, caffè, grappa, nocino

e tu leggevi qualcosa di nostro

gli schermi, come al solito

non dicevano proprio niente di niente

e noi non salimmo, nessuna fretta

i ritardi li abbiam sempre sprecati

ad aspettarci solo divise abbaianti

nessuna fretta, davvero...

ma la principessa strillava

che lei aveva più diritto di tutti gli altri

la guardasti con sincero fastidio

e mi chiesi se venivi da un altro mondo

doveva essere un posto migliore...

 

ancora non riesco ad abbandonare

la speranza sorda e cieca

in qualche genere di caso straordinario

che ci faccia incontrare come per caso

una stazione o un vuoto spaziotemporale

per me sarebbe lo stesso

ma quando vi vedo sognando

non riesco più a credere che siate lì

e se la vostra presenza mi smaschera i sogni

è tempo di ammettere che…

alla vostra assenza prolungata forse

sto concedendo una realtà fin troppo materiale

ma qui c’è già il primo freddo

e vedo che non è nulla al confronto

di quello lasciato dalla vostra assenza

e ho smesso di cercarvi con gli occhi

nelle stazioni, per le strade, tra la gente…

senza rendermene conto, veramente…

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** nessun ritorno ***


il trillo del telefono
lui prende su
l'aria della casa
col fiato sospeso nel mezzo della notte
 
e prima che possiamo
anche solo pensare il tuo nome
gli leggiamo cambiare il colore degli occhi
ed è come se fossimo già lì
 
frullo rapido di giacche e sciarpe
e un colpo della porta nella notte
noi che ci muoviamo senza pensare
noi tre, veniamo noi, a prendere te
 
non so se sia neve o stanchezza sul bordo dei miei occhi
ma il viso di lei e quello sguardo brillante mi fan da stella polare
e il sorriso di lui e il cinschiare delle bottiglie e delle fronde
non ho mai sorriso accorgendomene di meno
 
guido io, attraverso la notte
per venire a prenderti
tengo la strada con la mente altrove
le mani al volante e l'aria della notte
non indugiare in quella stanza mai più
credo non dormirai stanotte
e ti posso capire
seguiamo il filo che parte e finisce in te
guido senza alcuna remora
nella notte
 
le nostre poche parole
si spezzettano nel buio silenzioso
come cavalcando solitari nella notte
rumore di corse sui cuori nostri
e con la musica che si spegne piano
mentre i loro occhi indugiando cedono al sonno
vedo profili neri che non importa riconoscere
scegliendo le strade in base ad un nuovo senso
scivolo da sveglio nel sogno che riempie l'auto
snocciolando le distanze che si accorciano tra te e noi
 
svolto e vado dritto nella notte
venendoti a cercare di nuovo
anche se non ti abbiamo mai perso
certo ci sei mancato in modo da non riuscire a dire
le dita scivolanti sul volante e il piede deciso sui pedali
questa non è la route 66 
e non sono un eroe semi-folle con gli occhi di ragni brillanti*
ma tutto quel che mi importa
e di portarci da te, di riportarti tra noi
che tu sia in veglia o nel sonno
credo che senti il rumore dei chilometri macinati via
come me, che mi scorrono addosso e se ne vanno per sempre
 
conducendo tutta la notte
con insignificanti documenti e permessi
quello che ci porta avanti
è l'immagine di te dritta negli occhi
da cui non uscirà mai più, sai
è il suono della tua voce infisso nella testa
da cui non si schioderà mai più, lo sai
è la tua presenza netta nella memoria della coda dell'occhio
da cui non sfuggirà mai più, lo sappiamo ormai
 
e quando l'alba mi sorprende
con un profilo netto di montagne all'orizzonte
realizzando che il confine è ormai superato
e loro si risvegliano nel bel mezzo della meraviglia
di briciole di strada rimaste da mangiare
ridendoci tra noi senza niente di divertente da trovare
sappiamo benissimo quel che si sta facendo
veniamo a prenderti, veniamo da te
 
quando lei spalancherà le braccia
e tu l'accoglierai al volo, lei e noi
roba da non credere, per davvero
ma l'ho sognata così a lungo da perdere il distinguo
che sia sogno o realtà, eccoci qui, fatto sta
 
e guido molte notti, cercandoti
trovandoti solo certe volte, ed altre no
e quando te ne vai di nuovo
cerco di riportare loro qualcosa di te
lasciaci perciò qualche traccia
giù da qualche parte lungo la strada
frasche vecchie che ardono
frasche nuove che bucano neve e notte
un filo di rumore sconosciuto da qualche parte
e il canto di signori e signore del notturno
intravedendoti in ogni cosa e persona 
che ti possa somigliare vagamente
ma cerco solo di metterti addosso a loro per ritrovarti ancora
approdando all'alba dall'altra parte del giorno
quel che dico è che, senza di te, non ci sarà alcun ritorno
 
 
 
 
*una mia impressione personale dal libro 'Sulla strada' di Jack Kerouac

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** e non eri tu ***


E NON ERI TU

 

ti ho visto

con una felpa e un cappuccio

di un colore o di un altro, non importa

pressappoco la tua altezza

quella posa, con le mani in tasca

e l'equilibrio incerto, il fare svagato

poi mi sono ricordato

non eri tu

 

ti ho visto

cercandoti istintivamente

mentre ci raggranellavamo tra noi

alla fine di qualche cosa in strada

il proposito di andare da qualche parte

a bere, ridere, mangiare, e straparlare

poi ho realizzato, forse ci saresti stato

ma ora non  puoi esserci tu

 

ti ho visto

tra le bancarelle affollate del solito posto

eri già invecchiato, eri più giovane

o all'incirca la stessa età

parlando cordialmente con qualcuno

di spalle, e stavo per venirti a salutare

ma lo so, avrei dovuto saperlo

che non eri tu

 

ti ho visto

nei suoi occhi che gioivano brillando

mentre lei, birra in mano, rideva

parlando con qualcuno

con le braccia attorno a qualcuno

stavo per venirvi incontro

ma quando ho trovato da sola lei...

certo, non eri tu

 

ti ho visto

le braccia allargate, come in volo

là sul bordo della collina

le spalle rivolte al resto

e in viso a qualcosa che vedevi

la meraviglia che vedevo anch'io

sicuro che ci saremmo capiti senza parole

quando sono arrivato, non c'eri più

 

ti ho visto

decine e decine di volte

in tante cose e persone

riflesso in un modo di fare

riflesso nel vetro di bottiglia

aleggiante nell'odore di birra buona

ridendo scherzavo con te, come se ti avessi trovato

ma qua, con noi, non sei più

 

ti ho visto

leggendoti e scrivendoti attraverso la carta

nell'affetto del pensiero, immaginandoti

ora chiuso in una sola stretta stanza

qualsiasi cosa tacciano i muri

sentiamo bene le nostre voci parlando

e in ogni modo in cui si rivolgeranno le cose, lo so

che sei sempre tu

 

ti vediamo

a nostro modo, chiaramente

ti aspettiamo, indubbiamente

non lasceremo andare niente

e ci viviamo in mezzo, a ciò che ti appartiene

e ti sembra strano?

a me non più

a noi mai

giacché, dopotutto

sei tu

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=509058