The Beatles... Again.

di chaplin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oggi ho visto Paul McCartney (davvero)! ***
Capitolo 2: *** Ieri Paul... Oggi John! ***
Capitolo 3: *** Vuoi che te li presenti? ***
Capitolo 4: *** Idromassaggio il giorno prima dell'inverno. ***
Capitolo 5: *** Non voglio che mi odi. ***
Capitolo 6: *** Suzanne Denpster, 55 anni, da oggi. ***
Capitolo 7: *** Incredibile (tralasciamo particolari, vi prego). ***
Capitolo 8: *** New Decade, baby. (mamma?) ***
Capitolo 9: *** Paul impazzisce. Credo. ***
Capitolo 10: *** L'omino in gonnella. ***
Capitolo 11: *** Ora io mi spoglio... ***
Capitolo 12: *** Come rubare i biscotti a Annie Lee. ***
Capitolo 13: *** George e l'eta' per bere. ***
Capitolo 14: *** Cry baby cry / In the Garden of Eden ***
Capitolo 15: *** Allora, ti sei divertita? ***
Capitolo 16: *** Ti sei dimenticato di chiederle il numero! ***
Capitolo 17: *** Dov'e` Bambi? (Spensa') ***
Capitolo 18: *** I love you! I love you! I love you! ***
Capitolo 19: *** The Night Before / evvai! ***
Capitolo 20: *** Urli da stadio e.. cioccolatini. ***
Capitolo 21: *** Paul si traveste da Paul u.u ***
Capitolo 22: *** Sceriffo John e i zii Paulie e George. ***
Capitolo 23: *** John's Andrea (Jess e la sua cricca) ***
Capitolo 24: *** Gli Starkey-Brothers e Guy Linderman ***
Capitolo 25: *** Battaglia navale! - il signor Starr vs. George ***
Capitolo 26: *** Cosa sta succedendo? ***
Capitolo 27: *** Soddisfazioni Sconosciute / Dov'e` Paul? ***
Capitolo 28: *** L'ansia e il sonno. ***
Capitolo 29: *** Girl, I wanna marry you! ***
Capitolo 30: *** Prima mi devi dare una sigaretta. ***
Capitolo 31: *** Mi dispiace. Mi dispiace. ***
Capitolo 32: *** Quel certo John Lennon... ***
Capitolo 33: *** La madre di Anna dai Capelli Rossi. ***
Capitolo 34: *** With the Nowhere Man. / Girl ***
Capitolo 35: *** Un melo immaturo? ***



Capitolo 1
*** Oggi ho visto Paul McCartney (davvero)! ***



23 dicembre 1964

“Ora devo spegnere le candele?”
“Si', Suzanne. Spegni le candeline ed esprimi un desiderio.”
La ragazza chiuse gli occhi stretti stretti e spense le dieci candeline bianche sulla torta.
L'unica immagine nella sua testa era il viso di Paul McCartney.

*

19 Dicembre 2009
Quel giorno, Carly era in un negozio di prodotti per la pelle con zia Suzie.
Carly era dubbiosa.
Suzie aveva una pelle fantastica, morbida e luminosa, con lievi rughe sulla fronte che tutti hanno.
Ma Suzie pretendeva di essere invecchiata, sebbene dimostrasse molto meno degli ormai cinquantaquattro, quasi cinquantacinque, anni che realmente aveva.
Carly non aveva ancora capito bene il suo criterio di “vecchia”.
“Ziaaa, mi annoiooo!”
“Eddai Carletta, un po' di pazienza!”
“Perche' devo sempre accompagnarti?”
“Perche' sei l'unica femmina in casa, esclusa Josie!”
Sorrise lei, maliziosa.
Carly alzo' gli occhi al cielo, esasperata. Le rispondeva sempre cosi'.

Carly era una sedicenne del ventunesimo secolo affascinata dagli Anni Sessanta e dai Beatles.
Provava ammirazione per i cosiddetti Fab Four, sebbene fosse consapevole di non conoscerli molto, se non per le clip che vedeva su YouTube e le definizioni del suo ex libro di musica.
Non aveva ancora visto i loro celebri film – a parte il breve pezzo iniziale di A Hard Day's Night – e non aveva nessun album. Ma amava le loro canzoni e amava loro.
Non tutti nella sua classe adoravano i quattro scarafaggi da Liverpool, ma non si era data per vinta e aveva influenzato anche la sua migliore amica Kelly, vittima della recente (pericolosa) Twilight-mania e del fascino innegabile – anzi – di George Harrison.
Ma il preferito di Carly era Paul, e sembrava andarne fiera. Anche il preferito di zia Suzie era Paul, grande fan di vecchia data.

Comunque erano passati ben quindici minuti da quando zia e nipote erano entrate nel negozio.
Improvvisamente Suzie, sorridente, le disse che aveva trovato quello che cercava.
Carly grido' un “Alleluia!”. Ora doveva solo fare la fila per pagare il prodotto e tutto sarebbe finito.
Fu allora che Carly lo vide.
Era un ragazzo che dimostrava poco piu' di vent'anni, castano, con gli occhi verdi, che si guardava attorno senza espressione.
In un primo momento Carly fece spallucce, in fondo ci sono molte persone nel mondo che somigliano a... Si volto' di nuovo.
Quello era Paul McCartney.
No no no! Non e' possibile, Carrie girati e vedrai che hai le allucinazioni...Non c'e` nessun Paul!
Invece il presunto Paul era ancora li', spaesato, con una scatola nera in mano, vestito con un giaccone blu scuro e con lo stesso caschetto, solo piu' tendente al riccio.
“Zia zia zia!!” strillo' Carly, riducendo la voce ad un soffio.
“Che c'e`?! Sto pagando, non lo vedi? E poi non mi piace quando parli a bassavoce!”
“Laggiu' c'e` Paul McCartney!” sussurro' ancora Carly.
“Chi?!” Suzie alzo' gli occhi, per poi sorridere, sospirando.
“Se se, a mezzanotte. Ti sei pippata le foglie in giardino per caso, Carly Spencer?”
“Eh?”
Carly guardo' verso il posto dove aveva visto Paul. Ma era scomparso.
Suzie alzo' gli occhi al cielo e usci' soddisfatta dal negozio, canticchiando l'intro della musichetta di Pretty Woman. Carly si accorse solo dopo due secondi che la zia stava uscendo.
“A-aspetta Suzie!”
Mentre seguiva la zia, che imitava la camminata di Pretty Woman, Carly si fece pensierosa.
Quello era Paul McCartney, sicuro!



La storia deriva da un fatto che realmente e' accaduto a me, anche se non ho proprio visto Paul u.u" diciamo che ci somigliava molto XD
Comunque spero davvero che vi piaccia, gia' mi vergogno di aver pubblicato questa schifezza XD La fic va di qualche annetto indietro all'inizio e otto giorni in avanti dopo o.o

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Capitolo 2
*** Ieri Paul... Oggi John! ***


Caro diario... lo so, suona patetico. Da verginella sconsolata.
Ultimamente ho le mani screpolate, quindi sono andato in quel negozio che mi aveva consigliato la vicina, con George, tanto per fare qualcosa.
Nel negozio ho incontrato.. ho visto una ragazza. Capelli castani e mossi, le guancie piene quando sorride. E' bellissima.
In quel momento mi ha raggiunto George da dietro, si era perso per l'ennesima volta – abitiamo in questa citta' da due mesi e non ha ancora capito dov'e` casa nostra? Gli ho indicato la ragazza, ma era scomparsa.
Quindi ho deciso di andarmene e rinunciare.
Sono davvero un codardo.

*


20 dicembre 2009 – ore 17:05
“Naa.. non e' umanamente possibile!”
Carly aveva raccontato all'amica Kelly Smith e a sua sorella Lauren Smith quello che era successo, mentre camminavano per i negozi del centro commerciale.
Prima che Kelly potesse ribattere nuovamente, con gli occhi di Carly che la fulminavano, Lauren riusci' a parlare prima di lei.
“McCartney ormai non ha piu' venti anni, Carly!”
Carly fisso' Lauren scocciata.
Lauren aveva diciassette anni e gusti musicali atipici, ascoltava molto spesso gruppi post-rock o musica ambient, ma era affascinata anche dalle canzoni dei Beatles e soprattutto da John Lennon e la sua voce – stavolta la colpa era della sorella maggiore, ma anche delle insistenze della sua migliore amica. Le due cose piu' visibili nella sua stanza, erano un'enorme foto che ritraeva la Torre Eiffel – della Ikea – e un altra foto ugualmente enorme di John Lennon, sfacciatamente appiccicata sulla tela con il patafix.
“Laurie, avanti, non essere cosi' sciocca” le disse, ridendo, Kelly.
“Tu, ascoltando i cosiddetti EITS, hai delle cose che non puoi capire: la mia amichetta ha le allucinazioni!”
“Ah, grazie eh!” esclamarono amica e sorella in contemporaneo.
“Parla quella che canticchia i Backstreet Boys!”
Kelly fece la linguaccia a Lauren.
“Tu l'altro giorno mi hai detto di aver visto George per strada!” le disse Carly.
“Ma io scherzavo!”
“Se, come no... Strillavi come una pazza.. che sei.”
“Oooh guarda che bello quel vestito, Laurie! E' perfetto!” grido' improvvisamente Kelly.
Guardava un vestito bianco con le paillettes dietro la vetrina di un negozio.
“Oh no...” borbotto' Lauren. “Senti Carly, io e Kel rimaniamo qua ancora un po', vuoi stare con noi?”
“Uhm, non saprei, Lauren... Poi io non ho intenzione di andare al ballo, non ho bisogno di entrare la' dentro” disse Carly, indicando il negozio davanti al quale erano.
Kelly si volto', facendo prendere l'ennesimo colpo all'amica.
“Senti, Carly, ti convincero' ad andare!”
“Ma non ho il... principe azzurro...!” pronuncio' l'ultima parola con disgusto.
“Chissenefrega, balli con me e James.”
James era il ragazzo di Kelly.
Kel non si fermava piu' quando spuntava fuori il nome di James, quindi Carly decise di creare un diversivo per scappare.
“Accidenti, e' tardissimo! Avevo detto a papa' che tornavo alle.. sei!”
“Ma manca tantissimo alle sei, Carly!” si lamento' Kelly.
“Io vado!” esclamo' Carly ignorando l'amica.
Carly usci' dal centro commerciale in fretta e furia e prese il primo bus che passava.
Finalmente aveva un po' di pace. Poteva ascoltarsi i suoi amati Beatles in pace, con l'iPod che le avevano regalato l'anno scorso, e rilassarsi.
Voleva bene a Kel, ma certe volte esagerava e aveva atteggiamenti che non le piacevano.
Prima che facesse partire la canzone Penny Lane, una delle sue preferite, una voce la fermo'.
“Ehi piccola, e' libero quel posto?”
Piccola?!, penso' indignata lei.
Carly stava per girarsi e dirgliene quattro, ma quando vide il suo viso rimase pietrificata.
Un bel ragazzo castano con gli occhi marroni la guardava sorridente, appoggiato in maniera cool al sedile davanti a lei.
Era vestito con una giacca nera di pelle, che faceva un terribile contrasto con il caschetto, e indossava un paio di occhiali da vista.
..John Lennon?
“Allora, domani?” aggiunse, aggrottando la fronte.
“S-siediti pure...” balbetto' Carly.
Il ragazzo ritorno' sereno, sedendosi direttamente vicino a lei.
Carly si senti' le guance roventi.
John Lennon e' seduto accanto a me? Un attimo, John e' ancora vivo? Oddio, sto delirando...
“Come... ti chiami?”
Carly avrebbe voluto tapparsi la bocca.
“John.”
Adesso non sapeva cosa rispondergli.
“Io Carlot... Carly!”
“Piacere Carly.” e le porse la mano destra.
“No no.. il piacere e' tutto mio!” esclamo' lei, stringendogli la mano con forza, troppa forza.
Che ragazza strana, penso' John, e' molto forte, sembra attiva... Perfetta!
“Hai un'aria simpatica, Carly.”
“G-grazie... a-anche tu...”
Lei gli sorrise, a meta' strada tra l'imbarazzo e l'incredulita'.
Tra i due calo' un silenzio da dimenticare: Carly abbasso' lo sguardo, tutta rossa, sperando che John non la stesse piu' guardando. Quando cerco' di scrutare di nascosto il ragazzo, lui la stava ancora osservando, divertito.
Ecco, ora Carly non voleva solo cucirsi le labbra, ma voleva anche sotterrarsi dalla vergogna: non le era mai successo di guardare cosi' un ragazzo.
A quel punto, dopo due – deprimenti – minuti di silenzio, Carly fece per parlare ma in quello stesso istante, anche John apri' la bocca.
“Scusa.. pa-parla pure!”
“No, parla tu!” sghignazzo' lui.
“No, tu!”
“Tu...”
“Tu!”
“E va bene! Io! Sei contenta?!”
La fissava sfinito. Si era arrabbiato?
Carly rimase ad osservarlo in silenzio, preoccupata, per poi scoppiare a ridere.
John rimase serio per qualche secondo, per poi mettersi a ridere insieme a lei.
Intanto, Carly era sempre piu' confusa.
Ieri Paul... Oggi John! Un messaggio da Dio?



Ringrazio con tutto il cuore chi ha recensito! <3 Sono davvero contenta che vi sia piaciuta la storia! **
Ed ecco il nuovo capitolo! Sarebbe piu' ovvio se Carly incontrasse Paul sul bus, ma ho voluto che incontrasse John per un motivo stupido particolare XD i Beatles in completo appaiono nel prossimo capitolo.. forse!

The Night Before 1965: un mio amico somiglia molto a John in alcuni punti del carattere XD
Zazar90: gia' Paul e' unico XD la twilight-mania e' pericolosa ed e' anche una rottura, una volta ero una fan pure io ma ora sono guarita (meno male u.u) asd.
Clafi: e' che ho un'autostima molto alta, quindi XD Felice che ti sia piaciuta la storia :D
Laban: Eh eh XD quella frase l'ho scritta molto alla caso XD
Marty_youchy: un altra dimostrazione dell'innegabile (anzi) fascino di George <3

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Capitolo 3
*** Vuoi che te li presenti? ***


“Quindi.. hai una band.”
“Gia'.”
John si apri' in un sorriso che andava da una tempia all'altra.
Carly e John stavano parlando da un paio di minuti, mancava ancora una fermata a quella di Carly e lei doveva ottenere il suo numero di telefono prima che John scendesse.
John interruppe i suoi pensieri:
“Vuoi che te li presenti?”
La mascella di Carly rischio' di cedere. Cosa?
“Me li v-vorresti.. PRESENTARE?!”
“LA SPALLA!”
Tutti i passeggeri – anche il conducente, per poi ritornare alla strada perche' il bus stava per travolgere un bar – fissarono i due con il sopracciglio alzato, chi il sinistro chi il destro.
Carly era saltata addosso a John, strillando. Li incontrero' tutti e quattro?!
“Non.. ti va?” chiese John, tremante, massaggiandosi la spalla – poverino.
“Come potrebbe non andarmi..! Cioe', volevo dire.. si' mi piacerebbe tanto.. tanto!”
Carly si mise ad annuire convulsivamente, rossa come una fragola.
“Va bene, te li faccio conoscere.. Puoi questa sera?”
Carly continuo' ad annuire, aumentando la velocita'.
“Va bene.. ora smettila di muovere la testa, tra poco si stacca."
“Okay... scusa.”
“Che hai da scusarti adesso?”
John fece un'espressione perplessa.
In quel momento, le portiere si aprirono e John usci' facendo il segno di venire a Carly, che piu' rossa in faccia non poteva essere.

Lo stupore di Carly aumento' quando si accorse che la casa di John era di fronte alla sua.
Non si ricordava di averli mai visti da quelle parti.
La casa di John era una semplice casetta bianca con il tetto giallo, le finestre erano tutte ben chiuse e il giardino era ben curato, per qualche strano motivo.
Forse Kelly non era fatta quando diceva di aver visto George Harrison.. se c'era anche lui.
In quel momento il cuore di Carly batteva a tutta velocita' per Paul McCartney. Chissa' se l'avrebbe rivisto e... chissa' se sarebbe riuscita a non saltargli addosso.
Carly spero' con tutta se stessa che Suzie non avesse ragione, quel giorno.
John fece entrare Carly per prima dentro la stanza, per poi chiudere la porta alle sue spalle.
Carly si ritrovo' in un salotto ben arredato in cui faceva calduccio, le luci erano accese ma non c'era nessuno. Si poteva intravedere una cucina in fondo, e delle scale portavano al piano di sopra, in un corridoio a parte. Vicino alle scale c'era una porta, su cui avevano attaccato una lavagnetta bianca che diceva cesso.
John appese la giacca sull'appendiabiti di fianco all'entrata e si schiari' la voce, per poi urlacchiare, imitando una voce da donna:
“Ragazzeee?! Abbiamo un'ospite femminileee!”
“Zitto John! Stavo dormendo!” grido' una voce arrabbiata dal cesso.
“Dormi nel cesso?” la voce di John si fece perplessa.
“No, Gesu', non dormo nel cesso.. Ah, non importa..”
La porta del cesso si apri', e usci' - a malavoglia, da parte del soggetto - un viso che Carly conosceva.
Indossava solo una canottiera grigia e dei box, a piedi nudi. Aveva i capelli scuri, occhi neri e profondi ed era davvero bello, piu' bello dal vivo che dalle foto..
George Harrison.
E cosi' aveva visto tre Beatles in due giorni.
Quando George vide Carly, la sua faccia imbronciata si tramuto' in un sorriso raggiante, mentre lei era li', sul punto di svenire.
“Allora dicevi sul serio.. uao..”
“Pensi che io scherzerei su queste cose, Georgia?”
“Da quando mi chiamo Georgia?” si gratto' la testa.
“Da oggi.” John sorrise sornione.
Un tonfo.
“Oddio, cos'e` successo?”
“Cavolo, la nostra ospite femminile e' morta!”
“Accidenti, non le ho neanche chiesto il nome..”
“Cosa sta succedendo li'?! E' morta davvero quella?!” disse una voce alle loro spalle, agitata.
“Ah ecco di chi e' la colpa.” sogghigno' John, osservando il ragazzo sulle scale.
“Di chi?” chiese George, anzi Georgia. John roteo' gli occhi, per poi ridere.

Un secchio d'acqua (o qualche altro liquido) atterro' sul viso di Carly Spencer.
“Ma che diavolo...”
“Si e' svegliata!” esulto' John, battendo le mani.
“Chi?”
“Non e' il momento, George.”
La terza persona che aveva parlato aveva una voce che Carly avrebbe riconosciuto ovunque.
Carly inizio' a guardarsi attorno per cercare la persona che aveva parlato, per poi imbattersi negli occhi verde bosco del suo cantante preferito.
La sua reazione fu inaspettata dai tre, ma anche abbastanza prevedibile.
Quindi un altro tonfo, stavolta doppio.
“La nostra ospite femminile e'..”
“Morta nuovamente? No, questo e' assurdo..” esclamo' George, voltandosi.
“Si', certo, come no! Adesso la nostra ospite femm.. la ragazza, mi sta soffocando!”
John fece un ghigno e si sfrego' le mani con aria minacciosa, George accenno' ad una risata divertita e gli sorrise, come per dire “fa niente”.
Il povero Paul McCartney era per terra, con Carly che lo stringeva, strillando.
“Io vado al cesso per prendere il succo d'arancia.”
“Ti accompagno, Georgia!”
“Ora ti uccido, se mi chiami di nuovo cosi'.”
“Ehi, maledetti scarafaggi! Dovete aiutarmi!”
“Sei veramente seccante, Paula, adesso ti lasciamo cosi' per tre ore.”
“Oh no, John, adesso ti ci metti pure con Paul..” lascio' cadere una mano sul viso.
“Mi sembra razzista fare una cosa a te e non farla a Paula.”
“Che c'entra con Buddha adesso?”
“Oh, non importa..” John roteo' gli occhi.
“BASTA CIANCIARLARE! LIBERATEMI!”

Con un paio di tentativi, Carly riusci' a riprendersi dallo shock, Paul dalla frattura al cranio.
In giro c'era una strana puzza, di mele.
Carly si annuso' la mano, arricciando il naso.
“Cosa mi avete.. versato addosso?” scruto' John e George – cercando di non guardare Paul ed evitare un altro incidente simile.
George sorrise gentilmente, per poi rispondere, tranquillo:
“Succo di mela, direttamente dal..”
“..cesso.” completo' Paul, con il viso sfinito.
Si era stancato di quella parola, ormai da quando i suoi compagni avevano dato quel nome ad una stanza della casa, si sentiva solo quella parola da due mesi.
“..io stavo per dire frigorifero, Paul.” George rise.
“Mah, se lo dici tu.” sospiro' lui, dandogli uno spintone amichevole.
Carly cercava di darsi una calmata. Non voleva saltare addosso anche a George, cosi' avrebbe definitivamente completato l'opera saltando addosso anche al Beatle tranquillo nonche' idolo della sua migliore amica. Era gia' tanto che non balbettava troppo, era imbarazzante balbettare davanti alle persone.
Intanto indossava una felpa che molto probabilmente aveva indossato uno di loro, davanti a lei c'era Harrison che massaggiava la testa dolorante di McCartney e c'era persino John Lennon che si godeva un succo d'arancia in scatola che aveva personalmente preso dal.. bagno.
Ma.. mancava qualcosa?
“Comunque, ti chiami Carly giusto?”
“Si'.. E tu ti chiami.. George?” chiese lei, fissando il pavimento.
George inarco' un sopracciglio.
“Non mi sembra di averti detto il mio nome..”
Carly alzo' immediatamente gli occhi su di lui, oddio forse non e' neanche il suo nome...
“John t-ti chiamava..”
“Ah giusto,” e rise con gusto. “Si', comunque mi chiamo George.”
“Io Paul.”
Paul alzo' la mano, indicandosi.
Carly arrossi' nuovamente e cerco' di guardarlo in faccia, ma non ne trovava il coraggio.
Avanti, guardalo! Non pensera' che sei una buona a nulla strillante.. Spero!
Quando Carly riusci' a guardare Paul, vide sul suo viso un sorriso inaspettato.
“Perche' prima..” inizio' a chiedere.
“N-niente! Fa finta c-che non sia successo.. niente.” balbetto' Carly.
“D'accordo.” disse Paul, “Comunque quella felpa puoi tenerla fino a domani, ma dopo me la devi restituire.”
A Carly si illuminarono gli occhi. Indossava un indumento di Paul McCartney.
Cerco' di non mettersi a saltellare, odiava a morte le fan strillanti dei Jonas Brothers e cercava di non comportarsi come loro, ma quel giorno aveva tradito se stessa per ben due volte. Tre, contando lo svenimento.
“Allora, piccola, ceni qui?” chiese improvvisamente John, distraendosi - finalmente - dal suo succo.
“Solo se.. non mi chiamate piccola o con altri nomi strani!” rispose pronta.
I tre risero. Tre..?




Ecco qua il nuovo capitolo o_o
In questi giorni trovo spesso il tempo di aggiornare, anche se oggi dovrei studiare storia per domani >_< comunque sia, avrete notato l'assenza del batterista.. beh, entrera' in seguito ;)
La cosa dell'ormai famoso cesso e' venuta casualmente, e' una parola che (stranamente) non sento piu' in giro da queste parti, se non per indicare un ragazzo brutto, quindi ho lasciato ai Beatles un modo per utilizzare in modo decente la mia parolaccia preferita o.o ma il fatto che tengano il succo di frutta in bagno stupisce anche me, e anche il fatto che bevano cosi' tanto succo o_o
Lo scarafaggi che dice Paul e' in corsivo.. penso che il motivo sia evidente XD ora rispondo alle recensioni, ringrazio ancora tantissimo! <3

Anamita: Grazie per il commento e scusa se non sono riuscita a leggere prima XD eh gia', le vecchie zie XD
Zazar90: anche perche' anch'io vorrei appartenere ad un'epoca diversa t.t XD
Clafi: a certa gente capita delle fortune XD
Laban: io stessa vorrei essere terribilmente nei panni suoi e incontrarli tutti in due giorni O_O
Marty_youchy: XD
The Night Before 1965: mi spiace, e' un po' piccolo XD anche Carly alla fine gli e' saltata addosso pero' o.o

Ora e' meglio che vada a studiare u_u

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Capitolo 4
*** Idromassaggio il giorno prima dell'inverno. ***


20 dicembre 2009 – ore 18:32
Il tavolo era da sei, Carly si era messa vicino a George a capotavola – cercando di trattenersi di cantare l'inno alla gioia osservando quel poco dell'addome che si poteva vedere, sotto la cannottiera umida – mentre John e Paul si erano seduti uno di fronte all'altro.
Era da ben dieci minuti che si guardavano tra di loro, tagliando le loro pizze (John margherita, Paul vegetariana) al rallentatore.
“Allora, quando si mangia?” chiese George, allegro. “Voi due mangiate pure, tra cinque secondi mangiamo anche io e John.” rispose Paul, pacato.
“Okay, fate con comodo.” George fece spallucce e si sfrego' le mani osservando la sua pizza margherita con wurstel, ripiena di patate dolci ai bordi, stile Pizza Hut.
Carly osservo' prima John poi, con cautela, Paul, con aria spaesata, per poi spostare l'attenzione sulla sua pizza biancaneve – senza pomodoro.
In quel momento, prima che Carly potesse afferrare il coltello, i due scacciarono un urlo per poi mettersi a divorare le pizze.
Carly rimase perplessa, George fece finta di nulla e inizio' a gustarsi la sua pizza, rilassato.
“G-George.. perche'..?”
“Gara di chi finisce per primo. Di solito, anche se non partecipo, vinco io..” fece un sorriso sghembo.
“...oh.” rispose Carly.
Infatti, dopo una quindicina di minuti, George alzo' la scatola vuota mettendola in bella mostra ai due compagni, con un'espressione soddisfatta.
“Siete due lumache.”
“Accidenti, sei veramente un'ingiustizia!” John abbasso' il pezzo che stava mangiando in quel momento, imitando una voce da bambino capriccioso.
“Vinci sempre tu, come caspio fai?” chiese Paul, fulminandolo.
“Magia.” rispose George, dandosi un'amorevole pacca sulla spalla e andare verso il salotto.
Appena George fu lontano, Carly fece un sospiro soffermandosi per l'ennesima volta sulla sua pizza bianca. “Un duello, allora?” sorrise malizioso John.
“Uhm, prima chiederei a Carly se vuole provare.” disse Paul, e i due si voltarono verso di lei.
Carly arrossi' immediatamente, appena senti' i loro occhi su di lei.
“N-no! Anzi, questa pizza e' anche troppo pesante! Penso che ne lascero' un po'!”
“Allora la prendo io.”
Carly fece un salto dallo spavento quando senti' George alle sue spalle, afferrare i due pezzi in piu'.
“Okay, affare fatto: un duello!” esclamo' John, puntandogli l'indice a pochi centimetri di distanza dai suoi occhi.
Paul rimase ad osservare la punta del suo dito per qualche attimo, per poi sorridere e fare un conto alla rovescia, mentalmente. Quando il timer mentale raggiunse lo zero, i due si rimisero a finire la pizza a tutta velocita' – se per tutta velocita' si intende buttarsi di soppiatto nel cibo cercando di ingoiarne piu' quantita' in un boccone e mandarlo giu' con difficolta' maggiore.
George si fermo' a guardarli mentre mangiavano, mentre Carly rimase per lo piu'.. sconcertata.
Eppure le venne da sorridere.
Carly non si sarebbe mai aspettata che loro si sarebbero messi a suonare per lei.
John le aveva parlato di una band con cui viveva insieme, ma non le aveva mai detto che le avrebbe fatto sentire qualcosa. Ma, appena fini' di riempire la vasca di idromassaggio in giardino e collegata la chitarra elettrica all'amplificatore, John le fece una domanda molto chiara nelle intenzioni:
Ti spogli?
Silenzio imbarazzante tra Paul che alternava gli occhi tra John e Carly, mentre rischiavano di uscire fuori dalle orbita, e George che stava morendo, sforzandosi di non ridere.
Carly ebbe un impulso di tirargli una sberla e una sculacciata (la grande ammucchiata) con la sua bella chitarrina, ma lo trattenne. Non poteva picchiare a sangue John Lennon. Si sarebbe imbarazzata a morte ogni volta che qualcuno avrebbe messo una canzone dei Beatles, e lei non voleva.
“...prego?!”
John stava per dare spiegazioni, tranquillo, mentre Paul, sudando, lo interruppe.
“John vuole dire che.. andiamo a farci un idromassaggio. Per schiarirci le idee e conoscerci meglio.. no?” sorrise, nervoso.
“Vuoi farti il bagno vestita, tu?” chiese John, dubbioso, “Puoi stare tranquilla, abbiamo un paio di costumi da donna che potrebbero starti.”
Carly annui', scombussolata.
Ma perche' hanno dei costumi da donna in casa?

Il cielo era blu scuro, tendente al violetto. Con le lanterne anti-zanzare – a che servissero in quella stagione non si sa – si otteneva una luce soffusa gialla che riscaldava l'atmosfera. Sembrava una qualsiasi sera di estate, con la differenza che faceva freddo. Molto, molto freddo.
Quei tre erano dei pazzi a voler fare l'idromassaggio in pieno inverno, il giorno seguente sarebbe stato persino il Solstizio. Un idromassaggio all'aria aperta, con dieci gradi centigradi, il giorno prima dell'inverno. Sto seriamente delirando.
Carly vide John e George immersi nell'acqua, mentre il chitarrista suonava una musica sconosciuta con la chitarra acustica, e Paul seduto sul bordo della vasca blu, accordando il basso.
“C-cosi'.. vi va bene?”
Carly si levo' i due asciugamani con cui si stava coprendo (e scaldando) e mostro' costume a due pezzi bianco, con le paillettes sulle slip. Si addiceva con i suoi capelli castani e mossi.
Paul abbasso' lo strumento per applaudire, sorridente, mentre John inizio' a far schizzare acqua fuori dalla vasca, battendo le mani. Con l'acqua negli occhi, George riusci' a fischiare con approvazione. Carly si copri' immediatamente, imbarazzatissima.
“Entra in acqua, ragazza, e' stupenda! Con il tempo che c'e`.. anche tu Paulie, entra!” incito' John.
“Un attimo, finisco di.. oooh!”
John trascino' Paul dentro l'acqua, facendo un enorme chiasso.
“Certe volte fai tante bastardate che ti ucciderei.” bofonchio' Paul, appena riusci' a respirare.
“Vuoi la guerra, Paulie?” John si alzo', fingendo di arrabbiarsi.
“NO, LA GUERRA NO!” grido' George, sinceramente terrorizzato.
Paul tiro' fuori il labbro, dispiaciuto, mentre John roteo' gli occhi e ritorno' a sedersi in vasca. Intanto meta' dell'acqua nell'idromassaggio se l'era bevuta l'erba.
“Allora.. entro?” chiese, timidamente, Carly.
“Si', accidenti, ti stiamo aspettando da anni!” rispose allegramente John.
“Entra, ormai ci sono dentro pure io. E l'acqua e' caldissima: un sollievo” aggiunse Paul, sfoderando involontariamente il suo faccino seducente.
Carly non poteva resistere alla sua faccia.
Si tuffo' letteralmente nella vasca, e di acqua ne sarebbe rimasta ben poca. Meno male che George, nel frattempo l'aveva riempita.
Appena Carly riusci' a riemergere con la faccia, i tre Beatles fecero una fragorosa risata, coinvolgendo anche la loro ospite. Quindi, George prese la chitarra elettrica sedendosi sul bordo della piccola piscinetta e inizio' a introdurre delle note, e John sospiro'.
“Ancora quella? L'abbiamo provata solo tre ore fa'!”
“E' la prima che mi viene in mente, in questo momento.” borbotto' George.
“A me sta bene.” Paul sorrise sbarazzino.
John sbuffo': “Siete aringhe: due aringhe.”
“Che c'entrano le arin..”
“Non importa.”
Carly li guardava in silenzio, mentre si immergeva il piu' possibile dentro l'acqua. Voleva evitare il raffreddore.
George ripete' le stesse note che aveva riprodotto prima, e in quel momento Carly riconobbe la canzone. Quella che aveva ascoltato tante volte durante i pomeriggi, quando non aveva altro da fare e aveva bisogno di qualcosa che la tirasse su.

Oh yeah I'll tell you something
I think you'll understand
When I say that something
I want to hold your hand


Si erano messi a cantare davanti a Carly, mentre lei si chiedeva se quello che vedeva fosse vero.
Alla musica, alcune ragazze si fermarono ad assistere al piccolo concerto che si stava svolgendo in un giardino davanti ad una casa, nel bel mezzo di un quartiere con pochi abitanti.
George alzo' il braccio, facendo segno di attraversare lo steccato alle ragazze che, al suo gesto, si misero a guardarsi tra di loro, felicissime.
Sembrava di stare ad un concerto indie, ma con i Beatles.

And when I touch you
I feel happy inside
It's such a feeling
that my love
I can't hide I can't hide I can't hide


Le ragazze che si erano fermate, iniziarono a battere le mani per dare ritmo alla canzone, anche se sembrava che guardassero di piu' il bassista.
Carly invece era li', ferma, a bocca aperta: il suo sogno di vedere i Beatles si era avverato... piu' o meno.
Alla ripetizione dei primi versi della canzone, Carly ebbe la sensazione che Paul stesse guardando di nascosto la sua mano poggiata sul bordo.
Quando alzo' gli occhi, lui stava guardando da un altra parte. Carly sospiro': in fondo che ci troverebbe in me?
Ma lei non si era accorta che le guance di Paul si erano colorite.

*


20 dicembre 2009 – ore 21:50
“Allora... Posso venire a trovarvi la prossima volta?”
Chiese, con la faccia tutta rossa, Carly, a John.
“Certo, quando vuoi. Facci uno squillo in casa quando vuoi fare qualcosa.”
Carly alzo' immediatamente gli occhi, con lo sguardo in agonia.
“John, vacci piano coi doppi sensi...” sospiro' Paul.
“Perche' non resti ancora con noi?” chiese George.
Carly ci penso' su, prima di rispondere.
“Papa' e mamma Josie mi aspettano, ho il coprifuoco tra dieci minuti. E loro mi trovano sempre e dappertutto.”
“Papa' e mamma?” George strabuzzo' gli occhi, mentre Paul corrugo' la fronte.
John inizio' a nutrire un timore molto profondo.
“Quanti.. anni hai?”
Carly degluti'.
“Q-quindici...”
Un altro silenzio imbarazzante appesanti' l'atmosfera. Perfetto, ora non vorranno piu' vedermi.
George si gratto' la testa, scrutando Carly dall'alto in basso. Paul invece continuava ad annuire, fissando i suoi piedi. L'espressione di John continuava a cambiare.
Carly non resistiva piu': scappo' via.
Corse a tutta velocita' verso la casa di fronte, casa sua, prima di ricevere una risposta dai tre Beatles.
I tre la guardarono andare via, in silenzio.
Dopo qualche secondo, Paul si mise a ridere.
“Oh santo Cielo... ho flirtato con una ragazzina!”
“Pure io ho flirtato con una ragazzina, idiota!” esclamo' John, tutto rosso.
“Non fatevi tanti problemi” li consolo' George. “Ci sono cascato pure io.”
John diede un buffetto sulla guancia del ragazzo, per poi voltarsi nuovamente a guardare Carly che, nel frattempo, aveva scavalcato lo steccato di legno, atterrando direttamente sull'orticello di mamma Josie. Si senti' in lontananza un'imprecazione.
“Hai quindici anni eh?... tanta roba.”

“Oggi mi uccido Kel, oggi mi uccido sul serio!”
“Calmati, piccola Carletta, rilassati e non mi strillare nelle orecchie.”
Kelly, oltre la cornetta, aveva una voce tranquilla.
Sembrava che stesse facendo un bagno idromassaggio – solitamente si rilassava in modo inopportuno quando entrava in vasca -.. anche lei.
“Ho incontrato i BEATLES, al completo! B-beh, non proprio al completo... mancava Ringo Starr! Ma se continuiamo cosi' incontro anche lui! E poi dovevano avere venti anni.. ventitre al massimo! E io ne avevo quindici!”
Kelly rimase zitta, lasciando a Carly il tempo di calmarsi, e scoppio' a ridere. Carly riusci' persino a sentire il rumore di piedi che scalciavano dentro l'acqua.
“Prima Paul McCartney... adesso tutti quanti? No, davvero, ti droghi o cosa?”
“Non mi drogo, e tu lo sai” ringhio' (letteralmente) Carly.
“Ok, cerchero' di prenderti sul serio..” per poi assumere una voce da cagnetta inferocita, “c'era anche... George?!”
“Si, ovvio che c'era.. era seduto accanto a me quando abbiamo cenato!!”
Le due si misero a strillare, non si capiva chi urlasse piu' forte. Ma sicuramente entrambe avevano un fiato molto lungo.
“Ti odio Carly! Ti odio!” esclamo' l'amica, ridendo. “Domani me li farai conoscere oppure morirai entro tre giorni in modo lento e doloroso!”
“No che tra tre giorni c'e` il compleanno della zia Suzie!” la riprese Carly.
“Oh e' vero! Allora tra quattro giorni, alla Vigilia” e le due si misero a ridere.
“Ah, Kel, ricordati comunque che domani viene da noi lo studente nuovo e il nuovo prof!”
“E' vero! Strano che vengano subito prima delle vacanze natalizie..”


Eccomi qui, con un nuovo capitolo!
E' un capitolo un po' lunghetto perche' volevo far succedere un po' di tutto qua dentro XD
Nella parte "Paul abbasso' lo strumento per applaudire" io sono stata tentata a sfruttare il gioco di parole "abbasso' il basso (eh?!)" ma ho deciso di non farlo XD per la canzone, e' stata scelta cosi', l'ho ascoltata varie volte scrivendo la fic e ce l'ho voluta mettere, stava bene con l'atmosfera da idromassaggio in inverno, una cosa che devo fare almeno una volta nella mia vita *_* meglio ancora se ci sono i Beatles *_*
E.. voglio la pizza di George u.u sembra incredibile ma esiste davvero, buonissima **
Ora rispondo alle recensioni, ringrazio per l'ennesima volta chi commenta e chi legge :D

Laban: Sono fatta cosi', ho rinunciato allo studio: troppa fatica. XD a come siano finiti in quest'epoca.. uhm, ci sto pensando pure io xDDD poi il dubbio del succo di frutta risorgera'... XD
Zazar90: XD anche io adoro l'espressione "scarafaggi", la uso spesso per ironicizzare una situazione XD e da quando ho iniziato a fissarmi con i beatles sono i primi insetti che mi vengono in mente o_o
Clafi: Ben detto! XD eh, pure io voglio indossare la felpa di Paula u_u XD Beh, io se penso a cosa farei guardando Paul... *si nasconde*
The Night Before 1965: Grazie! Ringo, purtroppo, non ho potuto farlo apparire in questo capitolo ma comparira' (forse) nel prossimo :) e mi dispiace per l'amico XD

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Capitolo 5
*** Non voglio che mi odi. ***


“Avanti, piccolina, saluta il tuo nuovo fratello...”
“Ciao.. nuovo fratello...”
La signora Poetry sorrise, intenerita. Anche il ragazzo sorrise, salutandola in silenzio.
“Il tuo nuovo fratello si chiama Ringo.”
“Ciao.. Ringo...”

*


21 dicembre 2009
“Maddai, Carlyyy! Che fregatura assurda!”
Carly rimase in silenzio. Kelly sbuffo': ecco, l'ho persa ancora.
SVEGLIA CARLETTA!
Carly non fece in tempo ad urlare dallo spavento. Tolse le cuffie dalle orecchie per poi mugugnare, in segno di lamento.
“Kelly! Ho sonno, ho bisogno di riflettere e mi sento tanto, tanto fatta.”
“Si', sei fatta eccome: di Beatles! Comunque sia, e' una fregatura assurda!”
Carly fece una smorfia e spense l'iPod.
“Cos'e` la fregatura?”
“Lo studente nuovo! Alla fine viene una studentessa!! Si chiama Meghan Starkey, ha sedici anni e frequenta la tua stessa classe!”
Carly inarco' un sopracciglio, Meghan Starkey? Il cognome le era familiare. Ma in fondo non era nulla, alle elementari aveva un compagno di banco che si chiamava Jordan Starkey, doveva essere abbastanza normale avere un cognome cosi'.
“Mm, chissenefrega! Notizie sul professore?”
“Per ora nessuna! Dicono pero' che insegna storia, quindi...”
“Avro' l'onore di conoscerlo per prima..” e si butto' sulla spalla dell'amica. “Kellyyy! Secondo te, qualcuno mi droga di nascosto, come con Mozart?”
“Che c'entra Mozart, in questo momento?” la guardo' perplessa Kelly.
“Niente, appunto!” e si mise ad imitare un pianto disperato.

Il nuovo professore di storia contemporanea e letteratura era esile, con gli occhi azzurri e i capelli scuri e mossi.
Camminava per i corridoi con aria nervosa, cercava di ricambiare i saluti degli altri docenti con fretta e di non arrivare in ritardo alla sua prima lezione. Non aveva mai fatto l'insegnante e, probabilmente, non ne aveva mai avuto l'intenzione. Avrebbe insegnato in quella scuola per guardagnarsi un po' di soldi, per far felice Meggy.
Era il piu' giovane tra gli insegnanti, aveva solo ventidue anni, e questo lo metteva fortemente a disagio. Il direttore gli dava spesso affettuose carezze sul viso, sulla testa e un po' ovunque, e la prima volta che si erano incontrati gli aveva mollato una pacca affettuosa sul sedere.
Viva la confidenza.
Si tiro' su con il naso – aveva il raffreddore – e apri' la porta dell'aula.
Gli studenti erano gia' li', in attesa dell'arrivo del tanto atteso nuovo prof. Sembravano tutti gli stessi: le ragazze spettegolavano tra di loro, tutte vestite e truccate con accuratezza, i ragazzi erano li' a parlare su questo e quello, la maggioranza aveva i capelli fissati con il gel in modo osceno e portava degli occhiali da sole, sebbene fosse inverno.
“Salve...” disse lui, schiarendosi la voce.
Gli studenti, appena lo videro, andarono a sedersi ai loro posti.
Alcune ragazze bisbigliavano tra di loro guardandolo, altri se la ridevano con gusto.
Ma come cazzo e' vestito?, senti' lui, dall'altra parte dell'aula. Non ci fece caso.
Il solito prof sfigato... Ehi, parla piano, ci sente! e risatine.
Il professore sbuffo'. Ridete, ridete pure.
“Bene, ragazzi, io sono il vostro nuovo professore. Vorrei iniziare con le presentazioni. Io mi chiamo Richard e ho ventidue anni. Se volete potete...”
“Prof prof!” chiamo' una voce acuta, femminile.
“Ehm... si', che c'e`?” chiese, verso una ragazza bionda e truccata come una bambola.
“Spencer dorme!” indicando un banco all'ultima fila, vicino alla finestra. E altre risate.
Il professore, prima di andare verso il banco indicato, controllo' sul registro. Gli risultavano due Spencer, uno di nome e l'altro di cognome. Si avvicino' cauto al banco, aggrottando la fronte: continuava a capirci di meno.
Una ragazza castana, con una felpa a collo alto a righe rosse e grigie, ronfava beatamente, con il viso rivolto verso la finestra.
“Carly.. Spencer? E' sveglia...?” chiese.
“Ah!”
Carly si sveglio', spaventata dalla voce del professore. I compagni si misero a ridere. Eppure, era una voce che aveva gia' sentito da qualche parte.
Quando vide il viso del professore, spalanco' gli occhi marroni e rimase a bocca aperta.
Oh my god: ho trovato il batterista dei Beatles.
Il presunto professor Starr sorrise divertito dall'espressione della ragazza, e ritorno' in cattedra.
Gli erano sempre stati simpatici quelli che dormivano durante le lezioni, in fondo.
Fece un sospiro e si sedette sulla cattedra, mentre vide in lontananza la ragazza di prima, Carly Spencer, visibilmente scossa. Continuava a capirci di meno, come prima.
“Comunque, stavo dicendo... Errh, si'! Sono Richard Starkey, ho ventidue anni, suono la batteria e cerco un gruppo in cui suonare... se ne avete uno presente, non aspettate a parlarmene! E... potete chiamarmi Ringo! Almeno, cosi' mi chiamano tutti! In fondo... professor Ringo non suona tanto male.. comunque sia! Ora e' il momento delle presentazioni ufficiali! Allora, chi vuole cominciar..”
Venne interrotto dal rumore della porta che sbatteva. Era entrata una ragazza bionda, con gli occhi marroni e il viso pallido.
Carly alzo' il viso, per curiosita'. Ma non si era ancora completamente ripresa dallo shock di aver visto Ringo Starr a pochi centimetri dal suo viso, che la guardava.
La ragazza appena entrata non la conosceva, doveva essere la famosa Meghan Starkey. Che fosse la figlia del professor Starr?
Il professor Starr sembrava agitato, la ragazza lo fulminava con gli occhi.
“Questa e' la mia classe, penso.” disse, con tono scortese, verso il professore.
“Errh.. devo vedere se il tuo nome risulta nel registro... come ti chiami?”
La ragazza apparve molto disgustata.
“Lo sai come mi chiamo, Ringo.” e si sedette sul primo banco libero, piu' lontano possibile dalla cattedra.

In ordine: Paul, John... John, Paul e George tutti assieme... e Ringo.
Carly cercava di ragionare.
Ora aveva incontrato tutti e quattro i Beatles, si sentiva il dovere di far conoscere Ringo agli altri, anche se l'avevano gia' conosciuto in un altra vita... Ma cerco' di non pensarci troppo.
Quando ando' verso il bagno, senti' dei singhiozzi provenire da dietro la porta di un gabinetto.
Lei apri', sperando che non ci fosse una ragazza che pisciava, e fu sorpresa di trovare Ringo Starr che piangeva in silenzio, stringendo quelle che sembravano essere bacchette.
Carly non capiva perche' piangesse. Ma neanche perche' fosse nel bagno delle ragazze.
“P-prof? Si sente bene?”
Lui alzo' gli occhi, cercando di nascondersi il viso, e sorrise, trovando davanti a lui la studentessa addormentata di prima, con la sua felpa rossa e grigia. Che vergogna, ho la camicia bagnata.
“Accidenti, ha gli occhi gonfi... Non deve piangere, sa? Certo, questa scuola e' un macello nelle relazioni sociali, ma non si deve mettersi a piangere, d'accordo? Ora le do un fazzolettino e lei si calma, mostrando ai miei compagni quanto e' figo!” e strappo' un pezzo di carta igienica.
Il professore rise, quella ragazza era davvero strana, ma gli ispirava simpatia. Eppure somigliava cosi' tanto a Meggy, nel suo modo di parlare agitato.
Carly fu felice, vedendo che lo aveva fatto sorridere. Ci sperava, cosi' avrebbe potuto parlargli con calma sui tre musicisti che abitavano davanti a casa sua. E neanche immaginava che lo avrebbe incontrato cosi' presto, da solo.
Lo lascio' asciugarsi le lacrime e soffiarsi il naso con calma. Quando alzo' nuovamente gli occhi verso di lei, le rivolse un'espressione malinconica.
“Grazie davvero per.. il fazzolettino. Avevo bisogno di piangere, scusa.. Spencer.”
“Mi chiami Carly, prof... ma non davanti ai miei compagni, non voglio che pensino che siamo... in confidenza, ecco!”
“Allora tu mi chiami Ringo.” disse.
“Va bene... Ringo.” faceva fatica a pronunciare il nome del batterista. “Perche'... piange?”
Ringo stette zitto per un attimo, poi rispose, insicuro.
“Per... Meggy.”
“Meggy?”
“Meghan Starkey, la nuova arrivata. E' mia sorella.”
“Ah...” e diamine, Carly aveva pensato fosse la figlia. In effetti figlia sedicenne a ventidue anni...
“Mi tratta cosi' da quando ci siamo trasferiti qui... Io non voglio che mi odi...” e si sciolse in un altro pianto agonizzante. A quel punto anche Carly cercava di trattenere le lacrime.
“Non pianga... le ho detto che non deve piangere! A questo punto mi deprimo...! Lei... non la odia! Questo e' sicuro!”
“Invece si'.”
Carly si volto'. La stessa ragazza di prima, guardava la scenetta con disgusto.
“Se prendi confidenza con le ragazzine sei un poppante, Ringo.” e se ne ando'.
Lui affondo' la testa tra le gambe per non guardare la sorella, e si mise a tremare. Carly si morse le labbra. Era troppo doloroso vederlo cosi', non si sarebbe mai aspettata una scena simile.
“Basta con i piagnistei! Questo pomeriggio mi aspetta davanti al portone della scuola, che le presento un paio di amici che possono aver bisogno di una persona che suoni la batteria! Ora vado!”
E corse via. Quando fu lontana, strizzo' gli occhi, che lacrimavano involontariamente.

*


21 dicembre 2009 – ore 14:10
“Allora mi ha presa sul serio!” gioi' Carly, quando vide Ringo seduto sulla panchina, che l'aspettava. Aveva ancora gli occhi rossi, forse se li era strofinati con le mani.
“Gia'... mi sono accorto che sei stata attenta alle mie parole, in classe, comunque...”
“Si'... sul gruppo! Allora, R-Ringo, mi segua che la porto subito li'!”
“Hey Carly!” urlo' una voce.
Oddio. Paul McCartney che gridava il suo nome, affacciato da una Ford malconcia.
“Chi e' il tuo amico?” le chiese, allegro, avvicinandosi con la macchina.
“U-un b-batterista!” Carly balbetto'. Era l'effetto che McCartney aveva su di lei, piu' o meno.
Ringo arrossi'. Batterista...
“Fantastico, come facevi a sapere che ce ne serve uno? Sai, recentemente ne abbiamo allontanato uno e non troviamo nessuno che sia bravo...”
“Chi e' questo allocco?” disse una voce da dentro. Paul mise un attimo la testa dentro per dare una gomitata a John, che rideva, e si rivolse nuovamente ai due.
“Sentite, dietro abbiamo ancora spazio. Ma fate attenzione a non spaventare George... Ve ne prego.”



Ed ecco il nuovo capitolo! :D come promesso: Ringo XD
Volevo che comparisse come professore, la mia mente pervertita perversa e' un po' cosi' o_o la scena in cui piange ho cercato di descriverla al meglio.. Non volevo farlo piangere (t.t), ma ho dovuto, senno' non avrebbe incontrato Carletta mia u_u La sorella e' stata inserita alla caso (come tutto, ormai XD) e non c'entra niente con i Beatles, mi sembra che si capisca XD comunque sono abbastanza soddisfatta che il capitolo precedente sia abbastanza piaciuto, avevo fatto un paio di errori con l'html u__u XD
Comunque, ringrazio per i commenti e ringrazio chi legge :)

Zazar90: Gia', che bella visione *_* la pizza di George avra' un “ruolo importante” nella storia XD
Clafi: Beh, oppio che pure io voglio fa' il bagno con Paul (eeeh) XD felice che la scena dell'idromassaggio sia piaciuta! Ed e' vero: a Milano nevica *_* spero non si vada a scuola domani.. XD
The Night Before 1965: Eh eh, tutti vogliono fare l'idromassaggio coi bitols XD
Laban: alla fine lo studente (o meglio, studentessa) c'entrava qualcosa... ma piu' il prof XD spero che il capitolo non abbia deluso le aspettative!

Ora... vado a studia' XD spero vi sia piaciuto, il capitolo :)

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Capitolo 6
*** Suzanne Denpster, 55 anni, da oggi. ***


 

Aaaw! Ma guardatelo! Ha delle guance che... mamma mia, le morderei!”

Ahia ahia ahia!”

John continuava a tirare le guance di Ringo, allungando le braccia dal sedile anteriore, e strillacchiava come una ragazzina che carezza un cagnolino. George, seduto vicino a Carly – in mezza estasi, ormai, nel stare tra Ringo Starr e George Harrison -, mangiando una brioche e bevendosi un succo di mela, sorrideva al fare di lui. Paul scuoteva la testa, stufo.

Avanti, basta, che gli strappi la pelle.. non vorrai perderlo adesso che l'abbiamo trovato.”

Ma Paulie, ha un naso cosi'.. cosi'...” e strinse il naso del batterista tra indice e naso.

Mmh!” esclamo' Ringo. George in quel momento corrugo' la fronte.

John, non ti sembra di esagerare, adesso?” e diede un altro morso alla brioche.

Naaa, questo ragazzo e' un macho: non gli fara' male! Sai perche' so che e' un macho? Perche' suona la batteria, tutti quelli che suonano la batteria – o semplicemente le percussioni – sono dei.. machi!” e, con questa scusa lanciata all'aria, gli strinse il naso, nuovamente.

Ahia! Basta, cielo!”

John... toglimi il gomito di dosso, non riesco a vedere la strada!” grido' Paul.

 

 

 

23 dicembre 2009

Una donna bionda, truccata e vestita in modo impeccabile, camminava per strada.

Nessuno le avrebbe dato della cinquantenne, probabilmente. E pensare che aveva un paio di annetti in piu'.

Suzanne controllo' nuovamente il post-it rosa, Casa 14b, davanti alla nostra.

Carly ha ereditato solo i difetti da Josie: ha imparato ad essere enigmatica e poco chiara. Puo' darsi pero' che sia anche un pregio, esserlo, chi lo sa, penso' lei, e si diresse verso la Casa 14b di cui parlava il foglietto, a quattro passi da li'.

Prato ben curato, casa pulitina, alla inglese. C'era anche una vasca di idromassaggio dietro lo steccato, su cui erano poggiate delle chitarre elettriche solitarie.

Suzanne fece spallucce e, percorso il breve sentiero di pietre che portava all'ingresso, suono' il campanello che inizio' a intonare With or Without You facendole prendere un colpo. Gli abitanti di questa casa devono essere dei grandi fan degli U2...

With or without you, ooh... I can't live... Si'?” e apri' la porta, canticchiando, un ragazzo travestito da cowboy, con i capelli castani coperti da un cappello marrone e gli occhi del medesimo colore che prendevano in giro silenziosamente, Suzanne, senza neanche conoscerla.

Quando lei vide l'uomo – ormai ragazzino, per lei – che le apri' la porta rimase scombussolata: quello era un perfetto sosia di Lennon nel periodo Quarry Men, anche se travestito da cowboy.

Ehm.. casa 14b?”

Piu' o meno.” rispose, annuendo.

In che senso, piu' o meno?” inarco' un sopracciglio.

Piu' o meno nel senso che noi potremmo essere nella casa di fronte alla nostra, ma potremmo allo stesso tempo vivere dentro il gabinetto di un grassone con forti attacchi di diarrea. Le possibilita' sono multiple,” e sorrise malizioso, mettendosi gli occhiali da sole.

Suzanne non aveva capito niente (e neppure io, sinceramente).

John! Non fare lo scemo e falla entrare, e' lei!” grido' una voce particolarmente irritata da dentro.

Prima che John potesse farsi da parte per lasciarle strada, Suzanne riusci' ad introdursi dentro la casa senza troppi problemi, ritrovandosi davanti un paio di persone che applaudivano.

Ma cosa...”

BUON COMPLEANNO, ZIA SUZIE!” grido' una vocetta.

Suzanne si ritrovo' immediatamente Carly appesa al collo, che la abbracciava affettuosamente a mo' di soffocamento.

Le auguro un buon compleanno e un grandioso Natale, signor... signorina zia di Carly!” sorrise Kelly, correggendo il “signora” appena l'amica la fulmino' con gli occhi.

Grazie, bambine, ma adesso.. Carletta.. scendi dal mio collo!”

Hemm, si' zietta!” e la libero' dalla morsa.

Sue, vieni qui” disse una voce proveniente da destra. Suzanne ricevette un altro abbraccio, stavolta piu' delicato e ragionevole, da parte della sorella Josie. “Sono davvero contenta, sorellona, adesso hai cinquantacinque anni!”

Grazie Jo... un attimo, cinquantacinque?!” e sciolse l'ennesimo abbraccio. “Vuol dire che sono vecchia?!”

Secondo me non e' vecchia, signorina, anzi, e' davvero una bella donna per la sua eta'” disse una voce dall'altra parte della stanza.

Suzanne alzo' gli occhi verso quella voce che aveva sentito gia' in passato, e di cui se n'era innamorata nella sua lontana gioventu' – suona un po' deprimente scrivere cosi' ma vabbe'...

Paul, non fare il ruffiano!” lo ammoni' John, mentre Ringo ridacchiava.

Ma io sono sincero...” Paul inarco' un sopracciglio.

Un Paul McCartney vestito in stile cowboy, con pantaloni gialli attillati e camicia verde mezza sbottonata. Il desiderio che Suzanne aveva espresso esattamente quarantatre anni fa': vedere Paul McCartney – anche se non proprio vestito da cowboy e neanche ricciolo.

E quindi.. un tonfo.

Ecco, ci risiamo con le improvvise morti immotivate...” sospiro' Paul.

Quali morti immotivate? E' solo svenut..” chiese Ringo, perplesso.

Niente, niente. Tu non puoi sapere..” Paul ridacchio', interrompendolo mentre parlava.

Come dice il detto: tale nipote tale zia” concluse John, sorridente.

Non era tale padre tale figlio?” domando' di nuovo Ringo.

Non credo si tradisca alcun diritto d'autore a cambiare i detti popolari.”

Nel frattempo la porta del cesso si apri', e ne usci' un George Harrison disorientato, stavolta pero' con un completo grigio addosso e con forbicine per le unghie in mano, sporche di capelli. Di capelli ne erano sporche pure le spalle della giacca: si era dato una sforbiciatina personale alle basette.

E mentre Carly cercava di rianimare la zia con gli schiaffi Kelly corse – inciampando a tutto spiano e sbattendo ogni tanto contro un muro, mettendoci di conseguenza una trentina di secondi per fare due metri – in cucina per prendere dell'acqua per rianimarla.

George, intanto, ne approffitto' per prendere un bel bicchiere di succo di mela dal rifugio vicino al water, nel cesso, e si diresse verso la cucina per berlo in pace e in silenzio. Non sembro' neanche accorgersene della ragazza che continuava a correre nella sua stessa direzione.

Quando fece per bere il primo sorso, venne interrotto da una vocetta frettolosa di una ragazza che non lo guardava in faccia, che frugava tra la dispensa per trovare un bicchiere:

Ehi, tu, dietro di me! Mi puoi prendere un bicchiere d'acqua, per favore? Ho fretta!”

L'ho notato... penso' George, e le porse il bicchiere di succo di frutta.

Tien(i)...”

Grazie mille!” grido' lei, per poi fuggire, dimenticandosi di guardarlo in faccia.

George si era solo accorto che doveva avere la stessa eta' di Carly e che era molto carina. E solo dopo due secondi gli venne in mente che quella non era acqua. Almeno non era... Vabbe'.

Kelly si era solo accorta che aveva accettato un bicchiere d'acqua da uno sconosciuto che come fosse entrato dentro quella casa non si sapeva.. probabilmente era un amico di loro. Il pensiero la fece arrossire.

Carly! Ecco l'acqua!

Carly, senza pensar troppo allo strano colore biancastro dell'acqua, verso' il contenuto sul viso della zia addormentata, che si sveglio' sputacchiando.

Puah! Che odore! E' mela marcia?!”

In effetti.. sembra.. succo di mele,” borbotto' Carly, per poi arricciare il naso, inorridita, al pensiero.

John trattenne una risata, al pensiero della scorsa volta. Ringo non capiva. Anche Paul trattenne le risate, come John, e porse a Suzanne la mano, per aiutarla ad alzarsi.

Signora, si sente bene?” le chiese.

Affatto! Svengo per un'allucinazione, poi qualcuno mi versa addosso del succo di mele scaduto – in quel momento intervenne George che chiese “ah, era scaduto?” ma nessuno sembro' accorgersene – e ora sento ancora la voce della mia allucinaz...”

E poi mise a fuoco il viso che aveva davanti.

Quel viso che, fin da quando era solo una teenager, aveva sognato di avere davanti, era li', a guardarla con divertimento ma anche con preoccupazione. Gia' a nove anni aveva iniziato a paragonarlo ad un 'cucciolo', e se n'era innamorata, insieme ad altre sue amiche che, all'epoca, sognavano come lei di poterlo incontrare. Solo un paio di ragazzine erano riuscite a vedere i Beatles ad un concerto, anche perche' la famiglia di Suzie era incappata in alcuni problemi economici e non poteva permettersi di mandare ad un concerto la figlia. Inoltre, due mesi prima del suo decimo compleanno, era nata Josephine Denpster, e l'80% delle spese erano bruciate per la bambina.

Suzie non poteva non godere di quella situazione.

Misty, tu l'avrai visto al concerto con le tue amichette, ma io ce l'ho davanti a me, quindi fottiti!

Sta... bene?” rise lui.

S-si', ovvio che sto bene.. mai stata meglio di ora!”

Carly sorrise, era contenta che sua zia avesse reagito abbastanza... bene. John aveva azzeccato: tale nipote tale zia. Josie si era sempre chiesta perche' Carly, somigliando tantissimo a lei nell'aspetto, somigliasse di piu' alla zia nel carattere. Entrambe allegre, lunatiche e dallo svenimento facile, che facevano di tutto pur di aiutare, in qualsiasi modo, qualcuno.

All'improvviso John esclamo': “Benissimo! Ora iniziamo a suonare?”

Ehm.. dov'e` la batteria?...” chiese Ringo, arrossendo. Non gli andava di suonare conciato cosi', con un sombrero in testa e un poncho addosso.

Ecco... non abbiamo i piatti, purtroppo! Pero' abbiamo il resto...” disse Paul, voltandosi.

A me va bene.. penso!” annui' Ringo, sorridendo.

Bene, allora porto qua la roba e...”

Paul venne interrotto dal ritornello di With or Without You: il campanello.

John ando' spedito verso la porta, si volto' verso gli altri sghignazzando e facendo segno di stare in silenzio, e apri' la porta (probabilmente pensava che fosse la polizia).

Vedendo che era una ragazza, John l'avrebbe trattenuta volentieri con lo stesso discorso propinato a Suzie, ma lei gli diede uno spintone, allontanandolo.

Aggressiva!” borbotto' Paul, ridendo alla vista della faccia spaventata di John.

Ringo sembro' terrorizzato, alla vista della ragazza. Carly e Kelly la riconobbero subito.

Ma tu sei...” inizio' a dire Kelly.

Muoviti, cretino, mi servi.” e tolse il sombrero dalla testa di Ringo con tale furia che il filo, incastrandosi sul suo mento, gli procuro' un lieve graffio sotto il labbro, ma lui rimase in silenzio, trattenendo il respiro. Se non respirava, il dolore diminuiva.

Sembri Pancho Villa con 'sti vestiti, cambiati, che andiamo.”

Meggy...”

Ti ho detto che dobbiamo andare. Mi servi.”

Meggy...” insistette lui.

Smettila di dire il mio nome e muoviti!” gli urlo' lei.

TU NON MI TRATTI COSI'!” alzo' la voce lui, tutto rosso dalla rabbia, e le tiro' uno schiaffo.

A quel punto tutti stavano guardando i due.

John guardava la scena in tutta calma, sorseggiando una bottiglia di birra sotto mano, mentre Paul sembrava scioccato dallo schiaffo. George, da dietro la porta del cesso, osservava la scena con una mano sulla bocca, con la fronte aggrottata. Suzie era perplessa e continuava a non capire niente.

Carly era rimasta a bocca aperta. Ma in fondo se lo meritava, dopo aver fatto piangere il suo fratello maggiore. Le era sembrato che tenesse il viso in alto per rimangiarsi le lacrime, nell'intervallo, per non far vedere che piagnucolava.

Meghan sembrava molto offesa. Gli tiro' un altro schiaffo, decisamente piu' forte, sulla mascella.

Ci fu silenzio per un paio di secondi, la tensione non svani' per un po'.

Ora... vai a casa. Hanno telefonato degli uomini, volevano te. Mi hanno lasciato il numero, dicevano che era importante.” e usci' dalla casa, con passo spedito. Lancio' un ultima occhiata alle sue spalle e rivolse un sorriso chiaramente finto a Carly, e lei ricambio' con un sorriso altrettanto falso.

Appena lei fu via, Carly fece la linguaccia verso la porta.

Tutto.. bene?” chiese Paul, avvicinandosi a Ringo, che era stato in silenzio per un po'.

Accidenti, quella ragazza fa paura, Rings! Come fai a sopportarla? Potrebbe tranquillamente sollevare un camion con un dito, con uno schiaffo del genere!” sorrise, ironico, quasi per farlo divertire. Fece effetto, Ringo sorrise, divertito.

George fece per uscire dal cesso, e, allo stesso istante, a Kelly squillo' il cellulare, prima che potesse avvicinarsi al batterista.

Oh no! Mia mamma! Vuole che venga a casa! Scusa Carletta, devo andare, senno' mamma mi trucida!”

Va bene, Kel, puoi andare!” poi si avvicino' al suo orecchio, “visto George?”

No, uffe! Non si e' fatto vedere neanche una volta!”

Che sfiga! Vabbe', sara' per un altra volta allora?”

Affare fatto!” e scambio' un bacino sulle guance con Carly, prima di andare.

V-vado pure io..” disse Ringo, aprendo la porta a Kelly.

Uhm.. va bene! Allora alla prossima!” disse Paul.

Fatti vedere puntuale domani alle tre, qui davanti” preciso' John.

Ringo annui', sorridendo, e scambio' un abbraccio con Kelly in segno di piacere, fuori casa, e scappo' via.


Mi scuso se non posso rispondere alle recensioni, e' che ho fretta! Per la fretta ho utilizzato anche un editor (solitamente modifico le storie io, con l'HTML) XD sperando che il capitolo vi sia piaciuto, ringrazio con tutta me stessa chi ha recensito e chi ha letto! :D Io devo proprio andare: ho veramente fretta in questo momento XDDD
Buon Natale in anticipo :)

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Capitolo 7
*** Incredibile (tralasciamo particolari, vi prego). ***


Incredibile. Josephine Denpster – incredibilmente – non era mai stata una grande fan dei Fab – a malapena riconosceva Yellow Submarine, incredibilmente -, eppure la cosa piu' incredibile (Ebbene si': ho finito le parole!) era che riusciva a stare in cucina ad aiutare George Harrison a lavare i piatti senza riconoscerlo. Ed era incredibile (va bene! la smetto!) che il signor Spencer stesse li', tranquillo, a bersi una birretta chiacchierando con John Lennon – una scena assurda. E pensare che un paio di anni fa' aveva detto che Imagine era una delle canzoni piu' belle che avesse mai sentito, con Disorder, sebbene non ricordasse mai il nome dell'autore.
Carly osservava incredula i propri genitori a proprio agio con i due Beatles, la zia non ci pensava troppo, mentre Paul stava in una sedia a parte, fingendo di leggere il giornale. Si', fingeva, perche' intanto tendeva l'orecchio verso zia e nipote.
“Sai, Carletta? Ti devo ringraziare moltissimo.” le disse a bassa voce.
“Per l'iPod, zia? Oh, non mi devi ringraziare, te l'ha dato mamma.. Poi dovevi aggiornarti!”
“Grazie, Carrie, mi stai dicendo che sono antiquata?” chiese Suzie, ridendo. “Comunque no, scimunita! Per..” e avvicino' la bocca all'orecchio della nipotina.
Paul strizzo' gli occhi, forse pensando che cosi' poteva sentire meglio, ma non riusci' comunque a sentire niente. Solo la nipote che sorrideva e abbracciava la zia affettuosamente e gli fruscii della sua felpa di cachemire sul vestito color crema.
In quel momento tutti e tre vennero letteralmente flashati da una macchina fotografica.
“John! E che cacchio!” esclamo' Paul, abbassando l'ormai futile giornale.
“Foto ricordo, che sara' mai? Mica vi sto mangiando!” e lascio' asciugare il polaroid appena uscito.
“Almeno dircelo...” borbotto' il bassista, irritato, e si mise ad arrotolarsi le ciocche della frangia.
“Un po' piu' di allegria, Paul!” disse George, da dietro, facendo prendere l'ennesimo colpo a Carly, “perche' domani e'...”
“...la Vigilia di Natale!” dissero i tre, in coro. Si', lo sapevano, soprattutto perche' la televisione lo ripeteva in continuazione.
Carly arrossi' di colpo, Suzie sorrise e la abbraccio'. Mentre John si era avventato in modo strano su George, ridendo come un pazzo e strapazzandogli la faccia – cercando di evitare di parlare sulle urla strazianti del nostro Georgie –, Paul riusci', difficilmente, a sentire le parole della zia.
“Carly, non essere timida: domani compirai sedici anni!”
24/12, appunto' Paul, sulla parte bianca del giornale, con una penna sotto mano.



24 dicembre 2009 – 8:30
Carly Spencer si sveglio' col malumore.
Mamma, papa' e Kelly a parte, oggi partiranno tutti con il solito “Buon Natale!”... fantastico..!
Mentre faceva colazione, gia' vestita, mamma Josie accese la radio sulla sua stazione preferita: in quel momento mettevano il Band Aid di Geldof che cantava allegramente Do they know it's Christmas?.
“Mammaaa... ti preeego...”
“Mmh...” sospiro' la madre, sorridendo, e mise da un altra parte. Videophone? Oh mon dieu.
“STOPPA, JOSEPHIIIIIINE!”
Carly guardo' scioccata il padre, il biscotto le cadde dalla mano, dentro il latte. Josie roteo' gli occhi, la solita scenata quando sentiva quella canzone, o quando sentiva semplicemente la sua voce. Lui guardo', con aria indemoniata, prima la figlia, poi la moglie e poi la radio, con la seria volonta' di spaccare quell'aggeggio che metteva quella merd...
“Sam, un po' di contegno: lo so che odi Beyonce', ma risparmiami le scenate da aquila, okay?” disse Josie, tirandogli la guancia.
“Quella non e' una canzone: e' un raggruppamento di orgasmi belli e buoni. - questa dichiarazione non gli risparmio' uno schiaffo dalla moglie per aver detto orgasmo davanti alla figlia – Nostra figlia, e con questo intendo anche la generazione d'oggi, non deve ascoltare robaccia come quella ma canzoni vere! Ecco perche' le abbiamo regalato The Wall per il decimo compleanno!”
“Ehm.. papi? Innanzitutto, Beyonce' e' brava: e' Lady Gaga ad essere una pazza. Poi ho preferito The Dark Side of the Moon a The Wall!” per poi aggiungere, “ah, poi un buon compleanno serio no eh?”
“Carletta, avevo intenzione di farti gli auguri piu' tardi!” e le rivolse il solito sorriso alla Clooney, il motivo per cui Josephine l'aveva sposato.
“Ah no, non ti scusi cosi'! E quel sorriso non me lo mostri piu', chiaro? Sono gia' indignata fin dalla mia nascita' perche' ho ereditato solo la demenza, da te! Magari avessi io quel sorriso! Avrei attorno a me un sacco di ragazzi.. o piu' probabilmente.. ragazze.” e si fece pensierosa.
“Alt, Carletta, non si parla cosi' al proprio padre!”
“Ma se ti parlo sempre cosi'!” ribatte' lei ridendo, schioccandogli un bacio sulla guancia.
Padre e figlia si volevano bene cosi', litigando. Le solite litigate mattutine che facevano sorridere la madre.
Din-Don. Suono della campanella.
“Chi puo' venire a quest'ora?” chiese Josie, inarcando un sopracciglio.
“Kelly, Lauren e Andi, penso...” disse Carly, con un sospiro.
“Comunque i tuoi amichetti avevano gli U2 come campanello! Che ne dici se inseriamo Another Brick in the Wall come campanello? Eh, Joe?”
“Sei irrecuperabile, Sam.” disse la madre, accarezzandogli la testa.
Carly di solito rideva quando mamma e papa' facevano cosi', ma quel giorno fece solo uno sbuffo. Di solito era contenta se le sue amiche la venivano a trovare, ma quel giorno sapeva come Andi e Lauren l'avrebbero salutata...
We wish you a Merry Christmas and a Happy New Year!” cantarono, in coro. Kelly invece sghignazzava.
“Ciao ragazze! E' davvero bello vedervi!!” esclamo' Carly, abbracciandole. Kelly si avvento' su di lei.
“Sai, come dice la tradizione, oggi facciamo l'ultimo shopping! I negozi saranno strapieni al pomeriggio, quindi...”
“...mia sorella ha avuto la perfetta intuizione di venire al mattino!” fini' la frase Lauren.
“Cosi' abbiamo i posti liberi al parcheggio.. ci aspetta in macchina.. il prof!” disse Andi, arrossendo.
Carly le sorrise, intenerita. Andi era una timida (timidissima) fan dei Coldplay, un po' meno dei Beatles sebbene apprezzasse alcune canzoni di McCartney. Il prof di biologia somigliava un casino a Chris Martin...
“Chi? Chris?” le chiese entusiasta, mentre Lauren sbuffava e Kelly rideva.
“...ehm, a-anche!” balbetto' Andi, “Ma c'e` anche quello di storia!”
“Ringo?!” Carly rimase stupita. Non si aspettava di vederlo.
“Si', lui!” intervenne Kelly, facendole l'occhiolino – visto che Andi rischiava di morire per mancanza d'ossigeno... “C'e` anche James..”
Fantastico, non e' che ora la mia migliore amica mi muore davanti? Maledetto James, Carly sospiro'.
“Ragazze, muovetevi!! Ritchie non aspetta!” urlo' una voce allegra dal forte accento inglese. Il professor Martin.
“S-si' professor Mart.. eeehm.. Ehi, Andrea! Come faceva di cognome?!”
“M-mi sembra...” mormoro' Andi, con voce fioca, “...Johnson.. una cosa del genere...!”
Kelly ripete', “Si', professor Johnson! Stiamo venendo!”
In macchina, in mezzo alla neve, si vide Ringo tirare una gomitata al professore, e il professor Martin/Johns corresse Kelly, ironico, ricambiando la gomitata: “Johns, professor Johns!”
“Si', insomma, quello che e'!” sussurro' tra se e se Kelly, scocciata. Carly le fece pat pat insieme a Lauren, quest'ultima le diede una pacca sul sedere.
“Ahia, Laurie!” esclamo' Kelly, l'altra le fece una linguaccia.
Cosi' Carly si chiuse la porta dietro e usci' insieme alle altre amiche, chiudendo nel frattempo la cerniera della giacca. Kelly tiro' una palla di neve alla sorella maggiore, e lei le lancio' un'occhiataccia. Andi era l'unica che camminava, le sue guance rosse avrebbero potuto sciogliere la neve. Le tre ragazze, cosi', salirono a bordo della jeep – fuoristrada dalle ruote giganti, con i posti dietro! - del professor Johns, che aveva acquistato in America.
Kevin Johns aveva promesso a Rings un giro con la sua jeep e gli aveva momentaneamente concesso di guidare per andare nelle case delle ragazze, con cui avevano organizzato l'uscita. A malincuore, Ringo abbandono' il posto dell'autista mettendosi accanto a Carly, vicino al finestrino. Vicino a Carly si mise Lauren, mentre Kelly e James rimasero soli nei posti dietro. Forse lo avevano tutti fatto apposta, ma Andi si dovette sedere accanto al suo amato professor Johns. Al pensiero, divenne rossa come i suoi capelli, ricci e rossi.
“Hey, R-Ringo!” esclamo' Carly. Diceva ancora a fatica il suo nome, ma aveva imparato a prendere confidenza.
Il professore le fece un gran sorriso. “Allora, Carly, buone feste! Come va?”
“Abbastanza bene! Tu?” disse Carly, ignorando il buone feste.
“Bene.. Mai stato meglio!” e rise.
“E... cos'e` successo ieri... alla fine?” chiese Carly, con cautela.
“Uhm.. niente, erano dei colleghi. Mi hanno parlato sulla situazione di una mia.. studentessa.” annuendo.
“Oh.” rispose Carly, con il sempre efficace monosillabo.
Girava nell'autoradio il CD natalizio di Mariah Carey. Il professor Johns canticchiava, mentre Andi gli faceva l'eco. Lauren stava in silenzio, a guardare il paesaggio innevato, cosa che amava fare d'inverno. Kelly e il suo fidanzatino James – il solito ragazzino con i capelli fissati con il gel, fissato anche lui ma con l'house music – si sbaciucchiavano, causando forti attacchi di nausea a Lauren. E dopo dieci agonizzanti minuti d'auto, tutti riuscirono ad approdare, miracolosamente, al centro commerciale.
Li' beccarono Paul, John e George.
“Ma ragazzi! Finalmente! Volevamo farvi 'na sorpesucci.” disse John, dimenticando la A in sorpresuccia.
Paul alzo' gli occhi al cielo. “John mente. Siamo venuti a comprare un po' di pane...”
“..un po' di pane?!” esclamo' George, che nel frattempo aveva abbassato la custodia della chitarra, “Ma non eravamo venuti per prendere birre e kebab?”
“Anche, Georgie. Ma soprattutto pane, perche' a me non piace il kebab..” chiari', una volta per tutte, Paul.
“Dicevi che ti piaceva, ieri.” si lamento' George.
Oggi no.” disse Paul, secco, chiudendo l'argomento.


24 dicembre 2009 – 20:45
Dopo essere stati in un ristorante di cibo messicano, a pranzo – visto che in quel momento nessuno voleva kebab –, il professor Johns se ne ando' facendo un'occhiolino a Andi, lei si sciolse in mezzo alla neve.
Alla sera, Carly, Kelly e Lauren, stavolta accompagnate dai rispettivi genitori, tornarono allo stesso ristorante messicano di prima, dove avevano deciso di mangiare – con il malcontento delle figlie, che poi svani' immediatamente quando si accorsero della persona che le aspettava.
Lennon era seduto su un tavolo – no, non su una sedia, sul tavolo – giocherellando con il coltello, mentre Ringo era seduto ai piedi del tavolo con la testa appoggiata sulla gamba di John. McCartney era seduto su una normale sedia, vicino alla finestra, esaminando con apparente curiosita' il menu'.
“Ancora voi?!” esclamo' John, stavolta sembrava meno “stupito” di prima. Ok, ci ha seguiti.
“Ancora voi?!” ripete' Kelly, facendogli la linguaccia. Carly neanche riusciva a capire come Kelly potesse essere cosi' a suo agio.
Paul sorrise alla vista degli arrivati, mentre Ringo ridacchio' e abbasso' la testa, guardandosi le ginocchia. In quel momento arrivo' improvvisamente una ragazza alta, con le cuffie.
“Alzati, maledizione, il pavimento e' sporco.” esclamo' lei, inorridita. La simpatica sorellina di Richard.
“Ok, Meg.” disse lui con tono rassegnato, per non aprire altre litigate, e si spolvero' il sedere.
“Dio, Rings, non davanti a me!” esordi', doppiamente inorridito della ragazza, John.
“Oh, scusa.” Ringo sghignazzo', mentre Meghan gli diede uno spintone.
“La smettiamo e ci sediamo su un tavolo piu' grande?” chiese Paul, con una smorfia.
“Non cosi' in fretta, Paulie.” disse John, tremendamente divertito – cosi', all'improvviso.
Ironia della sorte, in quel momento, la radio del ristorante mise una versione alternativa di Happy Christmas (War Is Over). Carly alzo' un sopracciglio, accorgendosi della strana situazione. Kelly invece fece un sorrisino complice. Meghan fece spallucce, e si sedette su un altro tavolo, seguita da Ringo. Nessuno sembrava accorgersene.
Kelly in quel momento si avvicino' all'orecchio dell'amica.
“Ehi! Secondo te dov'e` George?”
“Boh.. sara' in bagno! Spero...” balbetto' Carly.
“Uh! A proposito di bagno! Meglio se ci vado, prima di cenare!” disse, tra se e se, Kelly.
“Uffa, sei una noia a volte! Va bene, vai...” piagnucolo' Carly.
E mentre Kelly se ne andava in bagno, passo' accanto a lei il suo idolo, con un bicchiere di latte in mano.
Georgia, era ora!” attacco' John. George alzo' gli occhi al cielo.
“Ricominciamo con i nomi al femminile, Joan?!”
“No, senti, Joan e' anche un nome maschile... chiamami Jane.”
“Come vuoi... Jane.” lo accontento' George.
Cosi', tra un battibecco e l'altro, Georgia, Paula, Jane e.. Ringo, sgranocchiarono i nachos, nell'attesa del cameriere – anche se John sperava nella cameriera sexy meticcia di prima e Paul sperava nell'altra cameriera sexy, quella bionda. George voleva solo mangiare, perche' aveva una gran fame per non aver fatto merenda.
E Kelly non arrivava piu'. Non e' che e' caduta nel water?!, pensarono Carly e Lauren allo stesso tempo.
Quando arrivarono i piatti (enormi e stracolmi), Kelly non era ancora arrivata.
Carly beveva la sua soda con tranquillita' forzata. Lauren mangiava lanciando occhiatine prima al bagno, aspettando la sorella dispersa, poi a Meghan, che non toccava cibo. Ringo osservava preoccupato la sorella, bevendo la coca, mentre Paul e John discutevano su vari ignoti argomenti. George chiacchierava solare con la madre di Kelly.
“Sa, lei somiglia tanto al chitarrista preferito di nostra figlia...”
“Oh! Come si chiama questo chitarrista?” chiese, curioso.
“Ehm... non me lo ricordo, sinceramente.. ma siete omonimi, mi pare!” e sorrise.
“Uao..” borbotto', perplesso, George.
Lauren ingoio' il boccone, per poi sussurrare a Carly, con lo stesso tono acido di sempre: “Ma e' anoressica, questa?”
“Che ne so...” rispose a Lauren, senza troppo interesse. Quella ragazza le stava antipatica.
E in quel momento arrivo' Kelly da dietro, facendo un sonoro “buh!”, e Carly rischio' un'infarto serio. Nel frattempo, George era andato a chiedere una nuova forchetta, perche' gli era caduta per terra – colpa di John, diceva lui.
In quel momento la madre di Kelly e Lauren le disse che era tardi e che dovevano andare, lasciando Kelly a stomaco vuoto.

“Ehi, Carly, aspetta.”
Carly arrossi' e si giro', cercando di fare il miglior sorriso che le riuscisse.
Era sera, forse le undici di sera, ed era fuori, sola, insieme a Paul McCartney. Come nei film che si faceva in testa: sera, in mezzo alla neve, una luna nascosta dietro le nuvole, soli... uhm, non proprio. Mentre i genitori se n'erano andati, John chiamava ad alta voce Paul a bordo della Ford, mentre Ringo rideva e George stava in silenzio, sorridente, fumando una sigaretta.
“Razza di idioti...” borbotto' Paul, coprendosi il viso dalla vergogna, “Ehm.. volevo farti gli auguri.”
Di buon Natale? Si', grazie, ma non ne ho bisogno... disse Carly nella propria mente, seccata.
“...di buon compleanno.”
A quelle parole Carly rimase a bocca aperta. Lui le porse un pacchetto rosso.
“Questo.. e' per te.” e fece un gran sorriso. Carly stava per piangere dalla commozione, scarto' il regalo lentamente, ancora scioccata. Sotto la carta da regalo si nascondeva una scatola di.. spazzolino da denti a pile?
“Oh cazzo! Quello e' il regalo per mio nonno... mi stavo dicendo che dovevo fare pacchetti di colori diversi!” impreco' Paul, facendo finta di spararsi.
Carly rise. “Ah.. uao!.. comunque grazie lo stesso per il pensiero... Ma come..”
“Intuizione maschile,” disse Paul, per poi aggiungere, ridendo “e... prego?”
Carly trattenne una risata. Paul sicuramente mentiva, ma che importava? Era la prima volta che qualcuno le diceva direttamente buon compleanno senza passare ai soliti Merry Christmas.





Dunque, questo, anche se non sembra, NON e' un capitolo natalizio, altrimenti l'avrei scritto a tutta velocita' per il venticinque XDD mi sono presa qualche giorno per scrivere il capitolo e.. insomma, e' venuto cosi'! Ci sono molti riferimenti ad altri artisti rispetto agli altri capitoli e ci sono molte piu' comparse o_o ah avverto che e' probabile un altra lunga pausa, visto che da domani mamma e' in vacanza e non riusciro' a scrivere velocemente i capitoli U_U
Stavolta rispondo alle recensioni e mi scuso per la scorsa volta XD Grazie ancora per chi commenta e chi legge :)

Laban: Grazie per il commento :D e tranquilla che anche io certe volte lascio commenti frettolosi XD in quella parte avrei preferibilmente non specificato sugli attacchi di diarrea, ma vabbe' XD
The Night Before 1965: Contenta che quella parte ti sia piaciuta quella scena! *__* Pensavo suonasse un po' strana XD Grazie per il commento :D
Zazar90: John ha fatto e detto quello che probabilmente avrei fatto/detto io, in quella scena XD comunque rimani sempre meno pazza di me, sono io che cerco di trattenermi XDDD Grazie per il commento :D
Clafi: L'ho voluta riprendere dal punto di vista della zia, quella scena XD zia e nipote sono davvero sfortunate o_o La sorella la gestiro' meglio, vedremo che succede ;) Grazie per il commento :D
sofia126: Grazie per le recensioni lasciate :D Contenta che ti piaccia la storia *_*
Marty_youchy:. eh no', cosi' c'ho un personaggio in meno o_o XDD Grazie per il commento :D (ah, comunque la tua fic su George l'ho letta *_* davvero bella! *__*)

E buon capodanno a tutt' u_u *fugge* XD

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Capitolo 8
*** New Decade, baby. (mamma?) ***


1 gennaio 2010 – ore 12:05
Capodanno. La sera precedente, il bimbetto tredicenne della 15b aveva sparato dei botti per strada con i propri amichetti, causando gravi danni ai poveri timpani del nostalgico Sam Spencer. Bimbi immaturi dallo spirito distruttivo, diceva lui.
Intanto, Carly aveva passato il capodanno meno scatenato di tutta la sua vita: uno spumante stappato e il dvd di Evan Almighty* con Morgan Freeman e Steve Carell. Quando il figlio del protagonista nomino' John Lennon, a lei prese un colpo. E da quel momento inizio' a chiedersi cosa stavano facendo Jane e socie, quindi sarebbe andata a trovarle il giorno dopo. Quindi, armata di pollo avanzato, suono' al campanello della casa 14b – senza spaventarsi alla voce di Bono, ormai c'era abituata.
Rispose un George sorridente e pulitino, che stranamente era piu' lucido di lei.
“Hey, Carly!”
“Ehila'.. Buon anno nuovo!”
“Grazie, anche a te...” poi senti' un'odore invitante, “Cos'e` quello?”
“Un regalo da me, mamma Jo e papa' Sammy!” e arrossi'.
George sorrise: “Grazie.. troppo gentili,” poi, arrossendo, “Ehm.. ti farei entrare, ma la casa e' ridotta maluccio!”
“Oh, non m'importa!” esclamo' Carly, “sicuramente la mia stanza e' ridotta peggio.”
“Impossibile,” e ridacchio', facendola entrare in casa.
Mah.. Accettabile. Nell'aria c'era puzza di alcool, una maglietta era malamente appesa sul lampadario. Nel salotto c'erano vestiti e calze qua e la, Ringo dormiva sul divano con la bocca aperta, mentre John stava seduto in un angolo, con la testa china, addormentato pure lui. I muri erano bagnati e ancora gocciolavano.
In confronto, la mia stanza e' il paradiso in terra, disse tra se e se Carly, annuendo a vuoto.
“Errh... che (cazz..) avete fatto, ieri sera?!”
“Diciamo.. un po' di tutto,” disse George, facendole l'occhiolino.
“Paul ha deciso di iniziare la dieta. John si e' fatto degli strani programmi ambientalistici, quindi da domani non utilizzeremo piu' sacchetti di plastica..” un sospiro, “Il professore ha dormito da noi, ieri sera ha spruzzato birra dappertutto, con l'idrante.”
Carly fece una faccia seriamente disorientata, mentre George rideva, tranquillo. Per terra giaceva il famoso idrante, che perdeva ancora, lasciando una pozzanghera.
Carly sospiro'.
“E dov'e` Paul?”
Ecco, in questo caso, avrebbe voluto/dovuto tapparsi la bocca. Lei arrossi' violentemente.
“C-cioe'! Non l'ho ancora visto... Q-quindi...”
George la scruto' con malizia. Ma a che sta a pensare, questo?!
“Dorme anche lui, ma nel cesso. Ieri e' stata una serata strana.” e, cosi' dicendo, apri' la porta del cesso, scoprendo un McCartney addormentato seduto sul coperchio del water e la testa appoggiata sul muro a destra. Aveva solo i jeans addosso, cosa che faceva pensare al fatto che forse la maglietta appesa sul lampadario era sua.
A Carly vennero seri dubbi, ma prima di quelli, ebbe un attacco di svenimento alla vista del suo “idolo” che dormiva dentro il cesso.
“Ehm... Carly?”
La voce di George la sveglio' dallo strano sogno ad occhi aperti. Lui sventolava la mano davanti al suo naso.
“Puoi aiutarmi a pulire la casa, per favore? Non credo che posso farcela, da solo.”
“C-certo! Anche se, secondo me, dobbiamo spostare.. Paul.. dal bagno.”
Cesso,” la corresse lui, “Comunque li' si sta benissimo, non sai quante volte ci ho dormito la' dentro.. profumiamo questa stanza con l'Arbre Magique – a questa dichiarazione, Carly storse il naso – ma alla fine non serve molto, tanto noi caghiamo nel bagno di sopra, nella stanza di Paul.”
E, mentre parlava, George l'aveva condotta in salotto, risistemando l'idrante in un angolo morto e togliendo la buccia di banana dal televisore. Carly lancio' una prima occhiata verso Ringo, poi verso John.
“Non dovremmo spostare almeno lui? Quell'angolo non sembra molto comodo...”
George si gratto' la testa, “In effetti... okay, ma prima sveglialo.”
Carly annui' e si avvicino' a John, un po' intimorita. Sembrava che dormisse in pace, non voleva disturbarlo. Quindi, cerco' di non toccarlo in alcun modo, voleva svegliarlo con delicatezza.. insomma, delicatezza, si'.
“Psst!”
“Mmh..” mugugno', “Ti prego, non svegliarmi.. no, non scuotermi, lasciami dove sono...”
Carly alzo' gli occhi al cielo. Ecco, ora persino canticchiava.
“SVEGLIA!” urlo' lei, mollandogli una leggera botta sulla testa.
“AHIA! Male...” sai che male, ti ho solo sfiorato... “okay, okay.. mi sveglio.. mamma.”
Carly alzo' un sopracciglio. Mamma?!
“No, accidenti, non sono tua mamma! Sono Carly! Carly Spencer!” urlo'.
John apri' lentamente gli occhi, richiudendoli appena vide la luce dietro la figura di lei. Poi sorrise.
“Ah.. scusa...” poi il sorriso si trasformo' in una smorfia triste, “Sai.. mi manca.”
“C-chi... ti manca?” chiese Carly, abbassando un po' il tono. Pensava di averlo spaventato.
“...mia mamma.” disse ancora, John, mantenendo una voce da bambino. Carly si morse il labbro, oh mio dio, ora che faccio?
“Oh... non lo sapevo...” in effetti si era dimenticata che Lennon aveva perso la madre, “ehm.. mi dispiace..?” mormoro' lei.
“Mi vuoi.. abbracciare?” chiese ancora John, sempre con gli occhi chiusi. Stavolta Carly fu certa di vedere una lacrima.
Carly si guardo' alle spalle, tutta rossa. George stava raccogliendo i rifiuti in un sacchetto nero e non si era accorto di niente, perche' si era messo ad ascoltare musica con le cuffie. Allora sospiro' e lo strinse a se, e lui fece lo stesso, singhiozzando.
In quel momento, mentre George fischiettava scuotendo la spalla di Ringo, John, sempre con gli occhi chiusi, allontano' Carly da se per poi avvicinarsi al suo viso. Carly divenne rossa, anche piu' rossa di prima. Oddio oddio oddio! Che mi vuole fare?!
La bacio' sulla bocca.
Carly, dapprima, rischio' la morte seria. Cerco' di allontanarlo da se, spingendolo, ma alla fine si arrese e lo lascio' fare. Si sarebbe staccata appena lui si sarebbe stancato.
Non aveva mai visto John Lennon in quello stato, con i capelli appiccicati sul viso e gli occhi gonfi. Inoltre doveva ammettere che non era cosi' male fare...
In quel momento arrivo' Paul, con le mani gocciolanti.
“Geo, hai un asciugamano? Devo...”
Non riusci' a finire la frase perche' li vide. E non fu affatto una bella sorpresa.
Carly si volto', spalancando gli occhi dallo spavento. Paul la osservava, con la maglietta di nuovo addosso e con la faccia apparentemente spaesata. Carly gli rivolse un sorriso sforzato e, lasciando il pollo avanzato per terra, scappo' via.
“Hai finito di svegliare John, Carly?... Carly?”
George si tolse le cuffie e si accorse che la ragazzina era scomparsa.
“Paul, hai visto Carly, per caso?” chiese al bassista che era appena arrivato in camera, spegnendo il lettore MP3.
“Non l'ho vista passare.. comunque, hai un asciugamano? Devo asciugarmi le mani.” disse Paul.
George fece spallucce e ando' a prendere un panno in cucina.


Dopo una mezz'ora, John sbadiglio' e si mise a stiracchiarsi per svegliarsi.
Dalla cucina usciva un odore incalzante al risveglio, Paul era seduto sul divano, scrivendo sul quadernetto.
“Ehi, che scrivi sul tuo diario segreto, amica mia?”
Paul, in tutta risposta, gli lancio' addosso un cuscino e gli mostro' la lingua.
John rise, stropicciandosi gli occhi.
“Non ti sarai offeso mica?”
“Stai tranquillo... pensi che mi offenderei?”
“Uhm, sinceramente parlando...”
Quel giorno, i cuscini volavano tutti in direzione di John.
“Accidenti, calmati giovanotto! Sei un po' nervosetto oggi, eh!”
“E tu modera i termini, bella addormentata.” disse, acido, “Potevi svegliarti prima.”
John lo ignoro' e fece un sonoro sbadiglio.
“Un attimo,” e si succhio' il labbro inferiore, “le mie labbra sanno di burro cacao.”
Paul sghignazzo', “Chi e' la femminuccia, ora?”
“Non mi metto il burro cacao, imbecille.” disse lui, e si alzo', barcollante, “Devo aver baciato qualcuno.”
Paul si volto' verso di lui di colpo.
“Spero solo che non sia tu.” disse lui, guardando Paul con gli occhi socchiusi.
“Ti piacerebbe... Non ti ho.. baciato, scordatelo!” esclamo' Paul, e fece il broncio.
Due risatine arrivarono dalla cucina; se avrebbe potuto, Paul avrebbe lanciato un cuscino al chitarrista e al professore.
Il ritornello di With or Without You fece prendere un colpo a Paul: il campanello.
“John, sei un idiota. Cambia il tono del campanello nel normalissimo rumore di un campanello!”
“Ma cosi' non c'e` divertimento, Paulie,” disse John, tirandogli la guancia, “ora vado ad aprire.”
Quando John apri' la porta, riacquisto' lucidita' - ma rimase anche scioccato - vedendo una ragazza sfrecciare spedita verso l'interno della casa.
“Fanciulla! Chiedi prima di entrare!” strillacchio' John.
Ringo, in cucina, indietreggio' con la sedia. Stavolta era pronto per prendersele.
“Richard,” oh oh. Quando lo chiamava cosi' c'era seriamente da preoccuparsi, “Mi sta bene se mi hai mollata da sola come una scema nella notte di Capodanno.. ho guardato quel film con Penelope Cruz e Tom Cruise. Pero' il primo giorno dell'anno, penso lo dovresti passare con la famiglia.. non credi?”
Ringo era teso, pronto per lo schiaffo che non arrivava. Meg lo guardava mordendosi il labbro, con l'eye-liner sbavato. Non parlava con rabbia, solo con rancore.
“Mi sono sentita una merda, Ritchie.” continuo', trattenendo “Ero li' come un'allocca a guardarmi attorno, Guy e' in vacanza e non so il numero di telefono della sua casa in Svizzera, non avevo un fico secco da fare.”
“Mi.. mi dispiace...”
“Ora ti vedo in questa topaia a passare il primo giorno del decennio con dei cretini. Noto proprio il tuo rispetto verso di me.”
“Meggie, pensavo fossi arrabbiata con me, non volevo litigare..” inizio' Ringo.
“Trovati una scusa migliore, questa non funziona” disse Meghan, offesa, e chiuse il discorso, andandosene via come era entrata.
Ringo si tiro' uno schiaffo sulla fronte. Ecco, ora e' arrabbiata davvero.
John avrebbe voluto urlarle qualcosa dietro, ma vedendo che piangeva, rinuncio'.





*: titolo originale di Un'impresa da Dio, per chi non sapesse :D io NON sapevo: l'ho trovato su wikipedia XDD

Ed ecco un nuovo capitolo con varie (inutili) citazioni di attori/film XD
Non mi sono dilungata molto, ma e' un capitolo semi-utile alla trama (finalmente!)... Spero vi sia piaciuto :D
“Ti prego non svegliarmi.. no, non scuotermi, lasciami dove sono...” ← eehm.. XD
Ora la smetto e ringrazio chi recensisce e chi legge!

Marty_youchy: eh no eh, non se fa XDDD pero', personalmente, anche a me l'idea piace.. XD

Zazar90: gia', ma a me piacciono un po' tutti di quelli che ho sentito di loro *_* l'idea dello spazzolino non e' propriamente mia, ammetto XD e pure io stimo il padre -gh-

The Night Before 1965: eh gia', a Paul tutto si perdona (asd).. Sono felice che il padre sia piaciuto *__* e buon anno!

ovviamente buon anno a tutti (che ripeto in continuazione, anche nel capitolo precedente XD) e.. basta, penso o_o

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Capitolo 9
*** Paul impazzisce. Credo. ***


1 gennaio 2010
Erano le venti di sera ed era il momento di cenare.
John ritorno' con due belle pizze ai funghi per lui e George – che si mangiava le mani dalla fame – e una bella focaccina calda di Recco, da una focacceria italiana in fondo alla strada. Paul, invece, si era accontentato di un'insalata comprata al supermercato – quelle su cui facevano pubblicita' stupide.. Bonduelle, penso.
“Avanti, Paulie, fai pena!” esclamo' John, “Cioe', sembriamo dei mostri! Tu mangi solo due foglioline di insalata e noi due pizze?! Per caso volevi toglierci la fame?!”
“Non urlare, John!” urlo' Paul. “Voglio fare la dieta, e le vostre pizze.. Non.. mi tentano! No no e ancora no!” parlava come un personaggio dei fumetti. Mancavano solo gli occhi a cuore all'odore dei funghi e.. ecco la reincarnazione dei cartoni sui Beatles.
“Stai sbavando sul tappeto, Paulie! Quindi levati un po' piu' in la', che mi e' costato un occhio!” e John, cosi' dicendo, lo spinse un po' piu' in la'.
“Io non sbavo sul tappeto!” poi, abbassando un po' il tono, “Insomma, questa dieta la voglio prenderla sul serio... voglio davvero perdere un paio di chili.”
George fece un lungo sospiro, “Avanti, Paul. Hai le guance paffute, le donne adorano mordicchiare le guance paffute! Pensaci, se perdi le guance paffute, avrai meta' delle donne che gia' ti rincorrono!” Un buon ragionamento.
“Meglio per me, cosi' meta' della bava sul tappeto, e meta' dei cadaveri.” disse, convinto, John.
“Ma che diavolo te ne frega a te di questo tappeto del.. Mmmh! E tu, George, da quando parli cosi'?!”
George, alla domanda, rimase sinceramente dubbioso e inizio' a pensarci su. John invece fece un gran sorriso da schiaffi.
“Avanti, ancora credi a quelle scemenze che ti ho detto il mese scorso? Che ingrassi? Scherzavo!”
“Molte volte non scherzavi quando mi dicevi che scherzavi e molte volte scherzavi quando dicevi che non scherzavi.. Ormai la fiducia - fece le virgolette - in te l'ho persa.” bisbiglio' Paul, cercando di imitare un tono minaccioso, guardandolo di sottecchi con rabbia. John fischietto'.
“Ooh, persino la fiducia?” e gli alzo' la maglietta, con un ghigno.
“Ehi! Ma allora la vuoi davvero la guerra!!” e lo prese per il cappuccio della felpa. George alzo' la mano in tempo, con la faccia terrorizzata.
“Ho detto: niente guerra, ne' in superficie.. ne' in acqua!” per poi aggiungere, sottovoce, “Povero me..”
“Si', ma prima mi apposta nel cesso per farmi dormire – George si mise a fischiettare, innocente – poi mi ruba la ragazza...”
“Aspetta aspetta? Quando ti avrei rubato la ragazza?!” chiese John, accigliandosi, “Non ti ho mai fatto una cosa simile! Forse tu mi hai rubato le ragazze, ma io non l'ho mai fatto, perche' le donne hanno sempre preferito te.. quindi...”
“Wo wo wo.” disse George, a meta' strada tra il ragioniamo! e il terrorizzato. “Ora.. si mangia!”
In quel momento, Paul stava per allungare le mani per strozzare John alla Homer Simpson ma, per fortuna di Johnny, squillo' il cordless. John, riacquisto' serenita' appena senti' il trillo allegro del telefono e rispose con un gran sorriso.
“Siamo quattro ragazze indifese a Liverpool; Aiuto! Aiuto!” strillacchio' lui, appena rispose.
George si volto' un secondo, “Perche', dov'e` il professore?”
“Il professore e' a casa, e' John che fa lo scemo!” disse Paul, crollando per terra, con le gambe all'aria.
“Ehm... John?”
La voce dall'altra parte della cornetta era fine e insicura. Oh, Carly, la quindicenne (?) svampita.
“Esatto, ma no no. Non interrompermi quando parlo: chiamami James. James Bond. Bang bang..”
Carly, quando John rispose, corrugo' la fronte... eh?!
“O-ok, non importa.” disse, schiarendosi la voce, rossa in viso.
“Ma come conosci il nostro numero?” chiese John.
“Ah.. me l'ha dato George.. nel caso mi perda dentro la mia stanza - grazie della tua vasta considerazione della mia intelligenza! - e non abbia nessuno da chiamare..” balbetto' Carly. “Comunque, per stamattina...”
John stette con l'orecchio teso, curioso. Cos'era successo, quella mattina?
Aveva vaghi ricordi; il sapore di burro cacao...
“Per.. Sta-stamattina...” Carly si morse il labbro. Cacchio! Come glielo dico che.. si', che.. Eppure lui e'... si', Carly Spencer era in crisi.
In quel momento Paul si avvicino' a John. “Chi e'?”
Lui tappo' con il pollice il microfono.
“La bambolina quindicenne!” e gli fece un'occhiolino. Paul trasali'.
“Un attimo! Chiedile se.. le sembro grasso!” e ritorno' a sedersi sul divano, pallido come un cencio. Stava per dirgli E poi ha sedici anni!, ma ci rinuncio'.
John lo fisso' male. “Avanti, Paulina. Ti sembra il momento?”
“Un attimo, da dove arriva 'sta Paulina?!” arrossi' di colpo, riusci' facilmente a riprendersi, “Ok ok, chissene. Chiediglielo!”
“Mmmh, ok, testa di latta!” allora fece un gran sorrisone. Carly, intanto, si stava sciogliendo dalla vergogna.
“Sta-sta-sta-staaa.. stamattina! Ecco io e te abbiamo.. c-ci siamo...”
“Taglia corto piccola, ho una cosa da chiederti!” esclamo' John, cambiando atteggiamento con lei.
Il nervosismo dentro Carly svani' in un secondo.
“E.. cosa?”
Si', se non ne parlava probabilmente non se lo ricordava.
Oppure, seconda possibilita': se lo ricordava e stava per chiederle se lei.. ci stava. Oddio, non avrebbe saputo proprio come rispondergli.
Da una parte c'erano gli occhi verde bosco di Paul che scintillavano sotto le luci e il suo sorrisone tenero, le sue guance paffute.. Dall'altra parte invece c'era John, con quella sua stranissima forza di attrazione (carisma?), due stupendi occhi nocciola, labbra sottili e.. morbide?!
“Ecco, volevo chiederti...” inizio' John, “Se..”
“Se..?!” incalzo' Carly, ansiosissima.
“Se.. Paul e' grasso.” disse John, con un sorriso che Carly non poteva vedere. Ma era intuibile.
Carly ebbe un secondo di pace interiore indescrivibile.. pensava di aver raggiunto il Nirvana.
“Ecco..” disse, con la voce sottile, “Secondo me.. no. Ha un po' di pancia, ma tutti hanno quel minimo di pancia! Quindi penso che non sia grasso, anzi..” poi inizio' a parlare con voce piu' stridula, “Non ha bisogno di fare diete! Ora.. Ciao!”
John alzo' le sopracciglia appena senti' tu-tu. Aveva.. messo giu'.
“Pssst! A-allora? Che dice?!” chiese Paul, sussurrando. Ma che bisogno c'era di sussurrare?
“Ha... messo giu'.” disse John. Paul sbuffo', scocciato. “Pero' ha detto che..” uffa, se glielo dico non fa piu' la dieta! E addio divertimento! “Uff! Ha detto che non hai bisogno di fare diete e sei perfetto cosi'!”
Paul spalanco' gli occhi dallo stupore, con la bocca aperta.
Poi lo stupore divenne shock. Shock divenne rabbia. Rabbia divenne.. okay okay!
“Nghh...” mugugno'.
“Paul, qualcosa non va?” chiese John, tra il divertito e il.. preoccupato. “Allora?”
Paul scoppio':
“UAAAAAAAAAAAAH! COSA?! IO NON SONO GRASSO?!”
Grido' proprio addosso a John, che si mise a riparo dietro il divanetto.
“Non urlare, Macca!” sussurro' lui, spaventato – o terrorizzato, come preferite.
“Tu, brutto bastardo: mi hai ingannato.” disse con tono minaccioso, piu' rilassato di prima - o meglio, almeno ora non voleva spaccare qualcosa. “Ora vedrai che ti faccio la prossima volta, oh si' che vedrai!”
In quel momento arrivo' George con le pizze in mano. Paul si volto', arrabbiato. Mancava ancora poco che ringhiasse. George, comprensibilmente, fece un passo all'indietro.
Paul si alzo' e poso' le pizze per terra, sfilandole dalle mani di George – lui cerco' di stringere le pizze il piu' possibile, salvo ricordarsi che poi si schiacciavano e le pizze schiacciate sono le meno buone – e apri' la scatola.
Prese due pezzi di pizza, sotto gli occhi di George.
“Ehi, le pizze no!” si lamento' lui.
“Questi me li magno io! TIE'!!” e ando' a rifugiarsi dentro il cesso, di cui sbatte' la porta con forza.
John e George rimasero a guardarsi, in silenzio.
“Non fare quella faccia.. secondo me, il nostro bassista ha qualche rotella fuori posto.” sussurro' John, toccandosi la tempia con il dito indice. George annui', con un sopracciglio alzato, come se stesse ascoltando un'interessante lezione di vita.
In quel momento, il ritornello della famosa canzone degli U2 sovrasto' la stanza, facendo andare letteralmente di matto Paul. Basta! Basta! Basta! BASTA!
“CAZZO JOHN! QUELLA CAMPANELLA LA CAMBI, OPPURE...”


Piu' tardi, per fortuna, Paul riusci' a raggiungere il Nirvana. (non nel vero senso della parola)
John stava sdraiato sul letto a cantare ignaro “All You Need Is Love” mentre Paul leggeva un libro sui Rolling Stones, ignaro anche lui, si'.
Ad un certo punto, Paul abbasso' il libro dal naso e aggrotto' la fronte.
“John.. Certe volte, sei un cretino.” disse, tranquillo.
John continuo' a cantare, stavolta con voce piu' stridula. Quando la canzone fini', lui gli sorrise. “Si', lo so.”
A quel punto, Paul sorrise e mise il libro sui Rolling Stones sotto il letto, prese il guanciale e lo lancio' dritto contro il naso di John.
Lui se lo becco' in pieno, facendo ridere come un deficiente il bassista, soddisfatto di aver fatto qualcosa di male all'amico. John gli fece la linguaccia, prese il cuscino da terra e se lo mise sotto la testa, fischiettando un altra musichetta.
“Ehm..”
John si volto'.
“Si'?”
“Ecco..” arrossi', “Mi restituisci il cuscino? Non riesco a dormire senza.”
John sghignazzo' come fa un vecchietto e glielo lancio' addosso.





Ecco il nuovo capitolo, con molta fatica u.u Mi scuso per i ritardi, e' che c'e` di mezzo la scuola u.u
Arrivero' con un seguito piu' decente, prometto.. un giorno XD
Un'unico spoiler che vorrei dare e' che al prossimo capitolo.. ricomincia la scuola XD quindi questa storia e' rimasta un paio di giorni indietro, a differenza della prima volta in cui ho iniziato a scriverla! XD
Ringrazio tutti quelli che recensiscono e leggono.. si', ancora XDDD

Marty_youchy: Beh, me lo chiedo pure io XD sisi', anche io sarei svenuta, mi sa XDDDD Carly sta guarendo, mi sa.. -sisi- XD

Zazar90: Siii I'm Only Sleeping *_* XD la mia casa, in quel giorno, era paragonabile a quella di loro XD ma non avevo ne' Ringo sul divano ne' Paul in bagno, uffa t.t XD

Clafi: oddio, ora ho paura XDDD neppure io ce l'ho.. T_T XDDDDDD

Kiru: Il nesso temporale penso che lo spieghero' in seguito.. verso il finale :D gia', poverino Paul, chissa' come c'e` rimasto o.o Grazie per il commento :D

Laban: eh gia', anche se a me piacciono un po' tutte le canzoni dei Pink Floyd XD Grazie per il commento! :D

The Night Before 1965: quella scena intenerisce anche me.. (tu che l'hai scritta? XD) Comunque la citazione esiste, un po' di tempo fa' avevo visto quel film in televisione.. un po' strano XD

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Capitolo 10
*** L'omino in gonnella. ***


 

7 gennaio 2010

Era mattina, la neve copriva le case e le auto...

...purtroppo la neve aveva bloccato parecchie strade e c'era un traffico terribile nelle autostrade di tutta la Gran Bretagna.

Mentre il signor Spencer era nel box, cercando di mettere le catene alla BMW – senza troppo successo –, Josephine Denpster aveva preparato dei bacon con uova.

In casa Spencer sembrava regnare la tranquillita'. Josephine aveva deciso di mettere un po' di musica dalla radio per conciliare la figlia al risveglio, Sam Spencer cercava di trovare il capo e la coda di quelle maledette catene da neve. La radio, in quel momento, metteva alcune hit invernali.

In quel momento, si senti' un boato provenire dalla stanza della figlia, che segno' la fine della tranquillita'. La madre, per lo spavento, fece cadere un po' di olio e scivolo'. “Ooooh..” Tump. Crash.

Carly annaspo' per spegnere quella maledetta sveglia che le aveva regalato zia Suzie per il compleanno, dicendo: “Oh si', i rumori dell'Oriente sono i migliori con cui iniziare la giornata. Altro che drin, crash e musichette sconnesse!”, infatti emetteva uno strano rumore che Carly ancora non era riuscita a identificare. Sitar?

Carly tiro' fuori la testa dalle coperte, spense la sveglia con furia e si rimise a dormire.

Poi, dalla porta, usci' fuori una mamma Josephine piu' arrabbiata che mai.

Carly! Guarda cosa mi hai fatto!” grido', indicandosi la maglietta sporca di olio, pur sapendo che la figlia non poteva vedere cosa aveva fatto (teoricamente), “Ora devo cambiarmi! Bene, spero che ti sia divertita a rovinarmi la mia maglietta preferita, Carletta, ora vado in camera per mettermene una nuova!” e se ne ando', sbattendo la porta. Poi la riapri' un attimo e la chiuse di nuovo, piu' lentamente.

Ecco, brava, vai in camera e lasciami dormir...

Non la lascio' neanche finire la frase dentro la sua mente che si ripiombo' in stanza.

SVEGLIATI! Oggi hai scuola!” e le tolse le coperte di dosso, accendendo la luce. Carly piagnucolo' e si strinse al cuscino.

Carly si accorse che la madre, quel giorno, era molto stressata. Prima che, la dolce, Josie le buttasse addosso la sveglia di zia Suzie (suscettibile, oh!), Carly si alzo' dal letto e si mise in fretta dei vestiti a caso presi dall'armadio.

Sei pronta, allora?!” chiese Josephine, guardando la figlia con voglia di.. scuotere qualcosa.

Si' si'!” disse Carly, alzando gli occhi al cielo.

Josie si addolci' improvvisamente. Le diede una carezza sulla testa.

Ok, cara, io vado a cambiarmi. La colazione e' pronta.” e scompari' dalla vista della figlia.

Carly alzo' un sopracciglio. Si', mamma Jo era cinque volte piu' pazza di lei.

Prese la cartella e, mettendosela sulle spalle, lancio' un'occhiata al poster di Paul McCartney appeso dietro la porta. Quella povera porta e quel povero poster su cui Carly si era appiccicata un paio di volte.

A lei sfuggi' un sospiro, e pensare che abitava proprio di fronte a lei.. Si tenne la testa tra le mani, strillacchiando. Questo era piu' o meno quello che faceva ogni mattina, quando vedeva quel faccino che le sorrideva.

In quel momento gli occhi scivolarono sulla sveglia, che indicava le 7:40... era tardissimo, diamine!

Piombo' in cucina, si ficco' un po' di pancetta dentro la bocca.

Carletta, fai attenzione con il cibo.. scotta!” disse la vocetta squillante di Josephine, dalla camera.

Eeeh... grazie, dirmelo ora!, e sputo' la carne. Si mise a soffiare sul piatto con insistenza e si porto' il piatto fuori casa, per mangiarlo con calma fuori casa.

Fuori casa, vide il padre vestito come un eschimese che urlacchiava cose irripetibili ai piedi della BMW.

Papa'.. questo e' un luogo abitato!” disse Carly, mettendosi in bocca un po' di pancetta.

Senti, figlia” disse lui, voltandosi, “Oggi, a scuola, vacci a piedi.. cosi' aiutiamo anche l'ambiente! Non riesco a capire come caz.. volevo dire, come si mettono queste catene! Quindi credo proprio che non riusciro' ad accompagnarti a scuola..” poi si accorse del piatto che la figlia teneva in mano, “Ehi, figliola, dammene un po'.”

Non ho appetito, papi, tieni pure!” disse Carly, “Poi ti ho detto che figlia va bene, ma non figliola, papa'!”

Non trovi sia piu' elegante da dire?” chiese lui, ingozzandosi.

Carly roteo' gli occhi. “Eeehm.. fa niente! Comunque io – avendolo gia' previsto – ho gia' chiamato un mio.. amico, mi viene a prendere lui!”

Sam Spencer alzo' gli occhi sulla figlia, assumendo un'espressione molto molto offesa. Ma non sembrava che si fosse offeso perche' l'aveva sottovalutato.

Chi e' questo amico?” chiese lui, sospettoso, abbassando il piatto per terra, “Non e' ne Bambi ne il tizio che mi prendeva in giro per i capelli, vero?!”

No no no!” esclamo' Carly, scuotendo la testa, tutta rossa di vergogna. “E non chiamare Paul Bambi!”

Arrivo' allora un'auto poco rassicurante, con il parabrezza ricoperto di ghiaccio e un faro rotto. Il finestrino si abbasso' con una lentezza lugubre, bloccandosi proprio a meta'. Si senti' un No! Di nuovo! dall'interno dell'auto.

Dal finestrino aperto a meta' sbucarono due occhi azzurri

Carly.. s-sono io!”

Papa' Spencer continuava a non capire, invece Carly sorrise.

Ehiii! Ciaooo!” strillacchio' lei, agitando il braccio, e corse verso la macchina.

Figlia! Sarebbe lui il tuo amico?!” chiese, gridando, il padre, appena vide che la figlia entrava dentro un'auto che sicuramente non era coperta da nessuna assicurazione. Si', insomma, c'e` da preoccuparsi, a questo punto, per un genitore.

Carly gli fece la linguaccia e sali' a bordo, dando un cinque a Ringo.

 

 

Piu' tardi, all'intervallo, Kelly si butto' sull'amica con entusiasmo.

Ehi!! Tra due giorni, a sabato, c'e` il ballo! Sei ancora certa che non verrai?!”

No” ribadi' aspra Carly, sistemandosi il colletto della felpa. “Mi imbarazzo a mettermi vestiti che scoprono le spalle e poi sono anche scomodi!”

Ma dai! La scorsa estate, sei sempre stata in giro con una maglietta che era quasi una cannottiera e ora ti metti a dire che ti imbarazzi a scoprire le spalle?! Quanto sei pudica...” la punzecchio' l'amica. Carly arrossi'.

Non sono pudica!” urlo', per poi riprendersi, mentre alcuni studenti passavano ridacchiando. “Poi le femmine provano sempre un po' di pudore.. no? Perche', tu te ne vai in giro con solo il reggiseno addosso?!”

Kelly le mollo' una gomitata, ridendo. Proprio in quel momento, arrivo' James in silenzio, con un sorriso cretino, pronto a cogliere di sorpresa la fidanzatina.

Kelly, fai attenzione: c'e` un mostro cattivo dietro di te che vuole ucciderti...” disse Carly, facendo la linguaccia al ragazzino. Lui fece una smorfia e le mostro' il medio, che nascose appena Kelly si volto'.

Jamieeee!” strillo', appendendosi letteralmente al suo collo.

Kellina!” disse lui, con una voce da fighetto, “Ti cercavo! Con una bellezza pallida ma accecante come la tua, avevo paura che qualcuno ti stesse portando via da me per sempre...” e le accarezzo' il viso, sorridendo ebete.

Eddai, non parlare cosi'!” ridacchio' Kelly. Doveva ammetterlo che suonava ridicolo... “Io volevo farti una proposta.. Che ne dici se andiamo assieme al ballo?”

Il sorriso ebete di James si dissolse lentamente, si tolse gli occhiali da sole – brutto segno, secondo il linguaggio gestuale di quell'idiota – che chiaramente non servivano, perche' l'unica luce presente dentro i corridoi era quella biancastra dei neon e neanche diventava piu' sexy con gli occhiali.

Che c'e`, scemo?” disse all'improvviso Carly, con un sorrisino di sfida. “Non sai ballare? Non ti alleni ogni sera in quel lurido posto che chiami disco rubando i risparmi di tuo padre?” poi si accorse che anche lei rubava i risparmi di suo padre.. per comprarsi di nascosto i cd rimasterizzati dei Beatles. Ma non ci penso' piu' di tanto.

James tiro' fuori la lingua, fulminando Carly con gli occhi, e si rimise gli occhiali.

Ecco.. questa volta non c'e` divertimento! Lo sapevi che il ballo di quest'anno e' a tema?” disse lui.

Beh.. si', come ogni anno! L'anno scorso era a tema disco music anni Novanta.. ricordi? Ci siamo conosciuti li'!” cinguetto' Kelly.

Gia', bellissimo.. ma comunque!” e fece la sua faccia seria.. si', faccia seria. “Quest'anno il tema e' barboso.. niente musica da ballare e solo musica che ballavano i vecchietti.. E le acconciature erano veramente terribili! Peggio dei capelli cotonati degli anni Novanta!”

Uhm.. acconciature peggio della tua? Na, non esistono, voleva dire Carly. Comunque, idiota, forse intendevi i capelli cotonati degli anni Ottanta. E c'e` gia' il fatto che erano decisamente meglio dei tuoi... come li devo chiamare?

Eddai, James! Non girarci attorno!” disse Kelly, saltellando. “Voglio sapere il tema! Dai dai dai!”

James assunse la voce gnegne' disgustata: “Anni Sessanta, sui Beatles del 1965!”

COSA?!”

James fece un passo all'indietro, spaventato.

La sua fidanzata e la sua amichetta si erano messe a strillare prendendosi per mano e saltellando per tutto il corridoio, sotto gli occhi di professori e studenti con seri dubbi sulla loro sanita' mentale.

Carly era felicissima: finalmente la scuola proponeva qualcosa di decente!

Era un segno di vittoria verso tutte le ochette della sua classe che le dicevano ogni santa volta: “Carlettina meccartneina, sei antica! Aggiornati e inizia ad ascoltarti Lady Gaga o Bob Sinclair!” oppure “I Beatles li ascoltano i miei nonni! Vuoi che te li presenti? Farete subito amicizia!”

Altro che Lady Gaga e Bob Sinclair! Questa volta i docenti avevano proposto i Beatles.. a quanto pare, in onore dell'uscita del videogioco e dei cd rimasterizzati.

Non ci posso credere, non ci posso credere! Kelly, ho sentito bene?!”

Hai sentito bene! Nel ballo di quest'anno mettono i Beatles!”

James sbuffo'. “Si' si', avevo dimenticato che tu eri una fan di quel gruppo... I quattro scarafaggi di Liverpool e l'irresistibile super-sexy George!”

Kelly si stacco' dall'amica per avvicinarsi al ragazzo (se cosi' lo possiamo definire...).

Avanti, Jamie.. non sarai mica geloso?” disse Kelly, con un sorrisone che andava da una tempia all'altra.

James sbuffo'. “Certo.. come potrei essere geloso di un morto, secondo t..”

Non riusci' a finire la frase perche' si ritrovo' per terra, con la mascella dolorante.

Carly rimase impietrita, non aveva mai visto la sua amica fare una cosa del genere. Era una cosa che lei sicuramente avrebbe fatto, ma Kelly era un tipo amichevole e sempre di buon umore, con la testa tra le nuvole e favorevole alla pace nel mondo e tra gli uni e gli altri.

P-prova a dirlo di nuovo.. e io.. e io...” si morse il labbro, trattenendo le lacrime, e corse in bagno.

Kel! Aspetta!” disse Carly, cercando di prenderle il braccio.

Quell'idiota di James, intanto, si era ripreso dallo schiaffo. “Ma.. che ho detto di male?”

Fatti un trapianto di cervello, genio! E anche di delicatezza! L'ennesima dimostrazione che l'house music danneggia te e chi ti sta intorno!” gli disse Carly, soddisfatta di se stessa, e gli fece la linguaccia.

L'amica stava seduta sul coperchio del water – lo stesso su cui stava seduto Ringo pochi giorni fa' e su cui Carly e Kelly si erano truccate a vicenda per la prima volta, un anno fa' – asciugandosi le lacrime con la carta igienica. Carly le sorrise, intenerita, e l'abbraccio'.

Eddai, piangi? Sono stata anche felicissima quando ti sei messa a schiaffeggiare quel deficiente! In quel momento ho pensato 'Questa donna ha le palle'!” le sussurro' nell'orecchio.

Kelly si tiro' su con il naso e si strofino' gli occhi, ritrovandosi le dita nere.

Noo, la matita!” si lamento'. “Ora devo truccarmi di nuovo.. Sono un orrore, vero?”

Carly la guardo' attentamente in faccia. Aveva il trucco sbavato, ma non le sembrava un orrore.

Non esagerare adesso e asciugati le lacrime! Tra due giorni ci sara' il ballo in tema.. anni Sessanta! Ci pensi? Lo sogno da una vita!”

Kelly sospiro'. “Ma.. non ci sara' James.. io saro' sola...”

Carly scosse la testa. “Affatto! Oggi ho intenzione di presentarti...”

Presentarmi.. chi?”

George!” esclamo' Carly.

Kelly rimase a bocca aperta e si mise a strillare come un ossesso. Carly, per calmarla, inizio' a gridare “Basta! Mi rompi i timpani!”

Ehm, Carly...” disse una voce alle loro spalle.

Carly, istintivamente, si volto' senza guardare in faccia la persona e tiro' un colpo basso con il piede destro. “AUH!”

Oh mio Dio..” esclamo' lei, appena si accorse che aveva colpito niente popo' di meno che le palle del povero Ringo.

Scusa scusa scusa scusa! Non.. non volevo!” cerco' di scusarsi lei. Poi si acciglio'. “Pero', perche' entri nei bagni delle ragazze cosi', in tutta normalita'?! Non lo conosci quel cartello con l'omino in gonnella?!”

Kelly scoppio' a ridere, con effetto ritardato.

Ringo rimase qualche secondo a mugugnare per il dolore, con la testa china, resistendo alla tentazione di imprecare un po'. Poi alzo' gli occhi verso Carly, rivolgendole un sorrisino innocente. Uhm, innocente?

Mi scuso.. per l'entrata brusca!” mormoro'. Si aggrappo' alla maniglia della porta d'ingresso per rialzarsi. “Vi ho viste qui.. e mi sono preoccupato.”

Non c'e` piu' niente per cui preoccuparsi.. Abbiamo risolto tutto!” disse Carly, allargando il sorriso.

Ringo si affaccio' verso il water. Kelly, con il trucco tutto sbavato e un sorrisino sereno, agito' la manina per salutarlo.

Hai pianto?” fece lui, trascinandola fuori dalla cabina del gabinetto, “Non devi piangere, in qualunque cosa consista la ragione, non ne vale mai la pena.” sorrise.

Kelly arrossi'. “Gia'.. comunque ho smesso!”

Carly la prese per mano, “Ora andiamo fuori, in un posto che puzza di meno, e vediamo dove hanno messo il volantino per l'iscrizione al ballo, okay?”

Partecipi?!” chiese l'amica, con gli occhi che rischiavano di uscire dalle orbita.

Ovvio! Dove ci sono i Beatles, ci sono anch'io!” disse lei, piu' entusiasta che mai.

Ehm..” fece Ringo, da dietro, tirando fuori due fogli azzurri. “I volantini li affiggono domani.. se volete, vi do le prime cop..”

Non fece in tempo a spiegare che i foglietti azzurri scomparirono dalle sue mani.

Ehi! I volantini!”

 

 

Qui dice che stanno cercando una cover band che faccia delle cover dei Beatles...”

Uao! E che dicono?” chiese, incuriosita, Kelly.

Devono essere tutti maggiorenni.. se somigliano ai Beatles e' anche meglio.. c'e` scritto cosi', sotto!”

Uff.. non li troviamo da nessuna parte dei maggiorenni con il caschetto e che sappiano suonare!” si lamento' Kelly.

Gia'.. uff” sospiro' Carly. Poi le venne un'illuminazione.

 

 

 

Ok, non rispondo alle recensioni, mi scuso, ma e' che ho fretta e tra poco vado a farmi la doccia XD
Allora, questo capitolo l'ho scritto rapidamente.. Ma non e' un granche' u.u Spero vi piaccia lo stesso.. XD
Chiedo scusa se ci sono errori ortografici u.u Non ho potuto correggere!
Come sempre ringrazio quelli che recensiscono e leggono :)
(e' dedicato a tutte le persone che hanno ricevuto almeno una volta risposte come “ti piace John Lennon? ma non e' morto?” t.t)

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Capitolo 11
*** Ora io mi spoglio... ***



9 gennaio 2010 – ore 20:15

Carly si mise a posto una ciocca di capelli per l'ennesima volta.
Ebbene? Quei quattro erano dentro da piu' di dieci minuti e il ballo iniziava un'ora, avevano ancora pochissimo tempo per le prove generali e neanche avevano deciso la tracklist del concerto finto.. Carly mugugno' qualcosa di strano, scocciata, e si mise la testa tra i capelli. Non arrivava neanche Kelly, adesso!
“Carlettaaa!” disse una voce stridula, dall'altra parte della palestra. Carly alzo' gli occhi, sperando in un miracolo.
Kelly aveva un vestitino elegante addosso, bianco e lungo fino ai piedi, e chiamava l'amica con le braccia in aria. Alle sue spalle, zia Suzie sventolava la mano, sfoderando un sorrisino gentile. Bene, arrivavano solo in quel momento?
“Carly! Allora, sono pronti o no? Abbiamo avvertito la coordinatrice, e' di sotto, nell'atrio!” esclamo' Kelly, nervosa.
“Neppure io, sinceramente, ho capito se sono pronti o no! Non sono ancora usciti!” si lamento' lei, stropicciandosi una ciocca dei suoi capelli castani. “Quando si decidono a muoversi?!”
Suzie, prima che la nipote potesse innervosirsi troppo, le porse un pacco incartato. “Ehi, Carletta, apri! Pensa che sia un regalo..”
Carly chino' la testa di lato, esaminando il pacco con attenzione. Lo prese in mano e si mise a scartarlo, paziente.
“Dai dai dai! Aprilo, aprilo!” la incitava Kelly. Carly fece un lungo sospiro. Per una volta che era calma!
“Oh mio Dio..” disse, a voce bassa, Carly, appena scopri' il contenuto. “Oh mio Dio.. Oddio.. ODDIO!”
Carly e l'amica si misero a strillacchiare, saltellando come delle pazze. Suzie divenne blu dall'orrore.
“Spencer! Smith! Cucitevi quelle dannate bocche e datevi una calmata!” urlo' Suzie, facendo tacere le due ragazze. “Da quando, Carletta, gioisci dopo aver ricevuto un vestito in regalo?! Poi, voi due, dovreste fare piu' attenzione.. soprattutto tu, Kelly, visto che hai la pressione alta! Urlare troppo aumenta il battito cardiaco, il sangue vi va alla testa e...”
Nipote e amica non ascoltavano affatto le parole della persona adulta. E la nipote spalanco' la porta dello spogliatoio, dimenticandosi della presenza di quattro elementi, probabilmente svestiti..
“AAAH!”
Carly e Kell fecero un salto all'indietro dallo spavento.
Paul era davanti alla porta con gli occhi spalancati dallo spavento, con il viso tutto rosso, che si copriva l'addome e le parti basse con un'asciugamano; John era alle sue spalle, appoggiato al muro, in boxer e cannottiera, che tratteneva una risata. Ringo era seduto, a torso nudo, a giocare con il Nintendo DS (lo so, sembra assurdo). Non s'era accorto di nulla.
“Non guardatemi.. sono nuuuda!” si mise a gracchiare John, forse imitando la voce di Paul.
Il bassista si volto', con il viso rosso di rabbia. “Stai zitto!”
“Carly? Carly?” esclamo' Kelly, schiaffeggiando il viso dell'amica, crollata ai suoi piedi.
“No.. ancora..” sbuffo' John, fingendosi scocciato. Intanto moriva dalle risate, dietro gli appendini.
Paul sospiro'. Quante volte l'aveva fatta svenire?!
“No, non ti permettere.” esclamo' in quel momento Kelly. Paul si volto', perplesso. Poi capi'.
“Aah.. scusa.” e si copri' di nuovo con l'asciugamano.
Ma se proprio vuoi..” sussurro' Suzie, alle spalle. Paul si volto' di colpo, rosso fino al collo.


“Psst!.. succo di mele!” sussurro' una vocetta.
“Oddio, no, succo di mele no!” urlo' Carly, svegliandosi di colpo.
George e John si misero a ridere e si diedero il cinque. Ringo continuava a non capire questa cosa del succo di mele. Paul fece un lieve sorrisino divertito, pettinandosi i capelli, mentre si guardava il bel faccino allo specchio.
“Non e' affatto divertente!” brontolo' Carly, rialzandosi in piedi, con l'aiuto non desiderato di John. “Voi non sapete quanto e' brutto perdere i sensi cosi' di colpo, quindi non dite niente!”
“Dai, smettila di fare cosi'.. Scherziamo.”
Carly fece un'espressione truce. A Paul venne voglia di fare il discorsetto sugli "scherzi di John" a Carly, ma rinuncio', temendo di spaventarla.
John si era vestito come sulla copertina di A Hard Day's Night e ammiccava alle sue occhiate, George invece si era conciato come sulla copertina di Help, anche se aveva una pettinatura differente. Anche Paul si era vestito come sulla copertina di Help e sembrava aver caldo.
“Ragazzi.. sto morendo dal caldo dentro questa giacca.” ansimo' e abbasso' il pettine.
“Non ci interessa, ragazza mia.” disse John, subendo un'altro sguardo assassino da parte del tenero Paulie.
“Io invece mi sento a disagio.. conciato cosi'.” mormoro' Ringo.
Si era vestito come sulla copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, senza baffi, ed era rosso di vergogna.
“Eddai, Ringa! Un po' di pazienza! E tu, Georgina, diamoci una mossa, togliti quella specie di.. giacca!”
George sbuffo'. “Ancora con questa Georgina?”
“Ehi, ragazzo, non mi offendere Georgina. E' il mio personaggio preferito di quel telefilm deficiente.” lo rimprovero' John. Aveva la voce seria, seriamente.
“Quale telefilm deficiente? Gossip Girl?” chiese Paul, avvicinandosi.
“Si' si', quello di cui mi avevi passato gli episodi!” disse John, battendo le mani come una foca impazzita.
Paul lo fulmino'. “Non ti ho.. mai... passato... gli episodi di Gossip Girl.”
“Rilassati, ora ci diamo i ruoli come facevano i bambini di cinque anni: io sono Serena visto che c'ho i capelli piu' chiari, tu fai Blair visto che hai i capelli scuri, George fa Georgina e Ringo.. Ringo fa Jenny.”
Ringo degluti', spaventato dal fatto di essere stato nominato. E quel nome, Jenny, non gli prometteva niente di buono.
George ignoro' questa storia e si levo' il cappello, dandosi una sistemata ai capelli.
Paul invece tiro' un pugno contro il muro – per poi sventolarlo, dolorante, “John! La smettiamo?! Ho fretta!”
“Okay, calmati, scherzavo.” disse John, con un sorriso tranquillo. “Ora togliti quella giacca e mettiti il completo che ho messo laggiu'.”
“Va bene, Johnny. Ora io mi spoglio...” disse, stanco.
Carly ebbe un sussulto.
“...io.. potrei uscire?” chiese, timidamente.
John, Paul, George e Ringo alzarono gli occhi su di lei. Si erano completamente dimenticati della sua presenza.
“Si', chi ti ha mai detto che non puoi uscir..”
George non fece in tempo a finire la frase che Carly era gia' scomparsa.
Carly moriva dalla voglia di sbirciare attraverso il buco della serratura per poter vedere Paul seminudo, ma decise che se non voleva morire li' faceva meglio a resistere.
Inoltre, aveva un vestito da provare.

Intanto, a George era venuto un certo languorino...





Nuovo capitolo, molto breve XD
Ora siamo vicini alla parte del ballo di cui fine (anticipo) segnera' esattamente la meta' della trama! Beh, non significa che dovrete sorbirvi altri undici (o piu') capitoli schifosi... ma che arriveremo alla parte piu' seria dei fatti XD
E poi la piccola e tenera Andi (XD) che avete visto come comparsa nell'episodio pseudo-natalizio ricomparira' come magia.. non so neanche perche' lo sto dicendo o.o Pero' tenetevelo a mente, altri nomi li potete pure dimenticare XD
Ehm.. tenetevi a mente anche l'ultima frase.. vi sara' utile XDDDD E mi scuso per le allusioni al nintendo DS e gossip girl.. ma quella scena me l'ero immaginata da una vita e la volevo ora! XDDD pero' non e' venuta come me la immaginavo.. nella mia immaginazione era piu'.. perversa o.o (il fatto che Paul abbia caldo.. deriva dal fatto che quando la mia mente malata si e' accorta che i Beatles si erano vestiti molto pesantemente sulla copertina di Help.. ho sparato una cazzata abnorme: "ma non avranno caldo?" XD)
Ringrazio ancora per le recensioni e chi legge :)
(ah.. comunque, sulle recensioni di qualche capitolo fa'.. vedo che il Paul pazzo e' piaciuto molto XD)

Zazar90: lo voglio pure io un ballo a tema anni 60 *_* Pure io, possibilmente, avrei picchiato quel James, se fossi stata in Kel u.u pero' anche io in fondo, un po'.. mi sento hippie! *-* e chissa' chi potrebbe fare questa cover band, mah! XDD

Laban: Ora pure con Paul se la prendono?! o__o Ma cosa devo sentire mai u_u e, fidati, pure io la voglio una serata a tema Beatles u_u ma i miei compagni mi guarderebbero cosi': o_o Comunque spero ti piaccia anche questo capitolo XD

sofia126: Eh gia' XD Grazie per il commento :D

Clafi: Davvero hanno fatto un ballo a tema Beatles?! O_O un attimo.. davvero hanno fatto un ballo?! XD perche' in tutte le scuole in cui sono stata.. non facevano mai i balli XD Bah, io una volta ho indicato George, in una foto, a un mio amico e lui mi ha chiesto tutti i nomi dei Beatles senza ricordarsi il suo t.t non mi ha proprio offesa, ma ci sono rimasta male!

The Night Before 1965: Quelle domande ti mettono sempre l'umore a terra u.u Poi sarebbe bello se anche qui mettessero feste a tema, davvero XD Grazie per il commento, spero ti piaccia anche questo capitolo, sebbene sia un po' breve :)

Marty_youchy: Eeeehm.. XDDDDD ok XDD Comunque grazie per il commento XD

Martina97: Ecco, cosi' si fa u.u (XD) a me quando parlano cosi' di Georgino mi andrebbe tanto tanto di.. scuotere qualcosa.. XD Comunque non preoccuparti per il ritardo; come avrai notato, anche io arrivo sempre in ritardo a recensire XD e anche io adoro Georgino (noo.. non si era notato) *__* Grazie :)


P.S.: l'altra fic ha degli aggiornamenti un po' lenti, lo so >_< e' mancanza di ispirazione, mi scuso u.u so cosa far succedere (ammetto che so gia' come finira' quella storia xD) ma non so come descriverlo a parole XDD Forse il prossimo capitolo dell'altra fic verra' pubblicato proprio questa sera, se ce la faccio, boh XD

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Capitolo 12
*** Come rubare i biscotti a Annie Lee. ***


 

Quattro ragazzi, in completo giacca e cravatta, stavano seduti sulle panchine nell'atrio vuoto della scuola.
John cercava di accendere la sigaretta, ma quella cadeva ogni santa volta che la lasciava penzolante tra le labbra.
Ringo si sistemava la cravatta ogni santo secondo, sembrava essere il piu' nervoso.
George si guardava attorno con ansia.. Non aveva ancora detto agli altri che... ma tanto a chi poteva importare?
Paul sembrava il piu' tranquillo: leggeva un libro, masticando un chewing-gum.
“Paul!” esclamo' in quel momento John, “Butta la cicca e smettila di fare come i cammelli!”
Il bassista stacco' gli occhi dal libro, con un'aria offesa. “Ehi.. io non sono un cammello.” poi mise il libro per terra, facendosi aria con le mani. “Non vi sembra faccia un po' caldo qua dentro?”
“Togliti la giacca, se fa cosi' caldo.” disse John, secco, e tento' per l'ennesima volta di accendere quella maledetta sigaretta, che cadde di nuovo tra le sue gambe.
Paul si tolse in fretta la giacca nera, ritrovandosi la camicia fradicia. George e Ringo non poterono fare a meno di sghignazzare tra di loro; a John cadde dalle labbra la sigaretta che si era appena rificcata in bocca, sbalordito dall'alto contenuto di liquidi nel corpo umano. Paul rivolse agli altri tre uno sguardo implorante.
“Fa caldo, ho ansia e.. beh, ho il timore che questa sera sara' un'emerita m..”
“Ehi ehi ehi, calma calma.” lo interruppe Ringo, “Ci sono dei studenti innocenti, qui.”
John fece un risolino tra se e se, beccandosi una botta da Paul. In quel momento, si senti' uno strano rombo. Ringo si alzo' in piedi di colpo, come se fosse stato addestrato dai soldati, guardandosi attorno scuotendo il capelli in modo quasi buffo. John fece lo stesso, spaventato, e stavolta anche l'accendino cadde per terra. Paul invece inarco' un sopracciglio, per poi asciugarsi la fronte bagnata.
“Qualcuno sta sfondando una porta?!” si disse, tra se e se, Ringo. Si', dovevano essere quei teppisti di Ted e Shawn, dell'ultimo anno...
“A me e' sembrato un tuono.. eppure fuori non mi sembra che stia piovendo” mormoro' Paul, tanto per dire la sua, e si guardo' alle spalle, verso la finestra. Erano quasi le nove, il cielo era nero.
“No, Paulie. Secondo me erano un paio di ragazzi che facevano un..”
Non dirlo!” disse Ringo, di nuovo, tappandogli la bocca. Perche', cosa stava per dire John?
George arrossi'. “Ecco.. no, John, non erano un paio di ragazzi. Sono stato io.” poi cerco' di fare gli occhi dolci. “Ho.. fame.”
John, Paul e Ringo fecero un lungo sospiro alzando gli occhi al cielo; molto spesso, avevano avuto a che fare con i colpi di fame di Georgie. Paul sapeva che dovevano trovare qualcosa da mangiare prima che il giovane chitarrista iniziasse a scambiarli per bistecche. Lo sapeva perche' anche lui aveva un'effetto simile, ma quando era in astinenza di donne. E John con un bikini addosso mica era tanto sexy, ai suoi occhi.
“Ho fame,” riprese George, girandosi i pollici, “e voglio mangiare una pizza con patatine, ripiena di patate dolci ai bordi.. come quella di Pizza Hut!” i suoi occhi neri si illuminarono, gli altri tre alzarono il sopracciglio destro in contemporaneo.
John gli diede un'affettuosa carezza sui capelli, “Da quando hai fame, allora?”
“Da.. dieci minuti.”
“Ma se cinque minuti fa' abbiamo mangiato un hot dog!”
“Si'.. e' vero.. Pero'...”
Ringo fece finta di impiccarsi, tirando la cravatta. John ridacchio', per poi ritornare serio.
“Ok, piccolo cervo.. andiamo al buffet!” annuncio' il chitarrista, battendo le mani per due volte.
“Sii!” esulto' George, invece Ringo fece finta di cadere all'indietro.
“John.. io ho mangiato troppi hot dog, mi sa.”
“Pure io!” aggiunse Paul, massaggiandosi la pancia.
La fame di George aveva brutti effetti sugli altri Beatles. Inevitabilmente, l'improvviso mal di pancia arrivo' anche a John. “In effetti...”
George fece spallucce. “Ok, voi rimanete qua, io vado a cercare il buffet – perche' in tutti i balli c'e` un buffet, lo dice persino la Bibbia.” e se ne ando' a passo lento, fischiettando.
“EHI! ASPETTA!” urlo' John, e prese la rincorsa per inseguirlo, ma venne fermato da Paul, che lo prese da dietro, per il colletto.
“John, stai tranquillo.. non se ne va da nessuna parte! Va solo al buffet, e noi sappiamo dov'e` il buffet.. vero?” e si volto' verso Ringo che si succhiava il labbro inferiore, sperando in una risposta positiva.
“Eeeehm.. il ballo si svolge in palestra, credo sia iniziato da qualche minuto.. Io.. devo scappare!” e scappo' via, verso la stessa direzione che aveva preso George.
“Hey, aspetta! Mmh..” urlo' Paul, e lascio' andare John, che cadde in avanti.
“Ahi! Cazzo, Paul, mi fai male!” gli disse, con un ringhio.
Scusa, non volevo!” disse Paul, imitando la voce di una vecchietta, “Comunque, penso proprio che tu ti metti a cercare George.. io seguo Ringo!” quindi corse anche lui verso la stessa direzione in cui erano andati gli altri due.
John allungo' un braccio verso di lui, gridando come un ossesso.
In fondo, non sarebbe rimasto li', per terra, troppo a lungo. Almeno sperava.

 

9 gennaio 2010 – ore 20:40
Suzie si soffio' il naso, commossa di vedere la nipote indossare un vestito da donna.
Carly aveva addosso un vestitino bianco e nero, che le arrivava fino alle ginocchia. Sopra le calze nere si era messa dei scaldamuscoli, visto che zia Suzie non voleva che la piccola Carlettina si prendesse un raffreddore.
“Zia.. mettono il riscaldamento, in palestra!” disse Carly, con un sospiro.
“Si' ma.. non e' meglio se ti copri? Cosi' non rischi di beccarti qualche malanno.. sai, non fa mai male essere cauti!”
Kelly, intanto, rideva come una iena alle sue spalle. Carly avrebbe tanto voluto tirarle il collo..
“E-e-eeeehi!” grido' una vocina timida, dall'altra parte del corridoio, mentre un paio di facce si voltavano verso di lei.
“Andreussaaa!” si mise a strillare Kelly, e i visi si voltarono anche verso di lei.
“Eeehiii! Non fare troppo caos.. ci guardano tutti!” sussurro' Andi, sistemandosi la frangetta. Aveva il viso in fiamme.
Kelly non ci fece caso e abbraccio' l'amica, ignorando il fatto che stesse tremando tra le sue braccia. Anche Carly le diede un abbraccio, appena l'amica la libero'.
“Ehi Andi! Non sapevo venissi.. sai che stai bene con i capelli cosi'? Sembri una Pattie Boyd.. rossa!” disse Carly, allegra.
Kelly chino' la testa di lato per vederci chiaro. “E' vero.. ci somigli un po', pettinata cosi'!”
Andi arrossi' ancora di piu' – piu' di cosi'! “Secondo mia mamma, sto meglio con i capelli normali.. in effetti, lisci mi ingrassano il viso..”
“Macche'! Stai benissimo liscia!” disse Kelly, dandole un altro abbraccio.
In quel momento Andi si guardo' attorno, “Ma.. dov'e` Lo'?”
Kelly stava per rispondere, in veci della sorellina, ma la precedette Carly. “Oh, Lauren e' a casa.. raffreddore!”
“Ecco perche' ti devi vestire pesante, Carletta!” aggiunse, sbuffando, la zia. Carly sbuffo'.
“Ok, bimbe, smettetela di imbarazzare la nostra An e andiamo a vedere che succede in palestra.. il ballo inizia tra venti minuti, ragazze! Su', muovetevi!” disse Suzie, sistemandosi il colletto del vestito.
“Si' signora Denpster!” dissero in coro Kelly e Andi. Carly invece si mise sull'attenti.
Cosi', le tre ragazzine e la signora (volevo dire..
signorina) Denpster si misero in cammino verso la palestra, che era al piano di sotto.
Nel frattempo, John era riuscito (finalmente!) ad accendersi la sigaretta e fumava in silenzio, passeggiando per la scuola. Cercava la palestra.
E che cavolo, gli altri lo avevano lasciato solo, a rotolarsi per terra. Di George non c'era traccia, Ringo era scappato in palestra e, probabilmente, Paul era con lui.. alla conquista di ragazze. No no, non poteva permetterglielo! Non poteva permettergli di rubargli le ragazze!
Spense la sigaretta sulla parete con furia, chiedendosi perche' non ci avesse pensato prima.
Una bidella che passava di li' vide il comportamento di John e rimase scioccata.
“Ehi, tu,
teppistello! VIENI QUI, SE NE HAI IL CORAGGIO!” grido' lei, agitando la scopa in aria. John si volto' un secondo, vedendo una donna di mezz'eta' che lo inseguiva, con una camicia a quadri addosso.
“Oddio!” esclamo' e cerco' di affrettare il passo. Quella donna ce l'aveva proprio con lui.. Accidenti! Doveva ricordarselo che era in una scuola, non per strada. E per di piu', era nella scuola in cui insegnava il piccolo e tenero Ritchie.. ma che c'entrava, in quel momento? Scosse la testa.
Paul non stava andando a donne – strano, molto strano – come pensava John, ma cercava Ringo.
Doveva rintracciarlo, sincronizzare gli orologi per le ventuno e mezza, l'ora in cui avrebbero dovuto suonare, e ritrovare al piu' presto il chitarrista accecato dalla fame.. altrimenti dovevano trovare un sostituto, alla svelta anche. Non voleva che il loro “primo stupido concerto in una scuola, davanti a dei deficienti” andasse in rovina.. l'aveva detto che quella serata sarebbe stata un'emerita.. si'. Quindi non poteva starsene li' ad aggiustare un buco e cercare una camicia asciutta.
“Aaah!” urlo', beccando un'occhiataccia da una professoressa, a cui sorrise gentilmente.
E quindi? Dov'era il professore-batterista-fratello di sorella psicopatica?
Entro' in palestra, cercando con gli occhi il loro batterista. C'erano gia' delle persone, riunite in piccoli gruppi tra di loro, chiacchierando su tutto quello che esiste in questo mondo. Mancavano ancora un po' di minuti al ballo, una quindicina, e Ringo non si vedeva da nessuna parte.
Paul si strinse la testa tra le mani, mugugnando scocciato. Aah.. dov'era Ritchie? Doveva trovarlo in fretta e cambiarsi la camicia, quella puzzava ed era bagnata.
In quel momento,
luce nei miei occhi!, compari' Ringo, in mezzo ad un gruppo di docenti. Un uomo dai baffi grigiognoli e un sorriso da cabarettista gli stava mollando un'enorme pacca affettuosa sul sedere. L'espressione sul viso del povero professore-batterista-fratello di sorella psicopatica lasciava trasparire un po' di scocciatura, sotto il sorrisino sforzato.
“Ehi! Ringo!” grido' Paul, agitando il braccio in aria – altola' il sudore!
Una signora che passava li' vicino fece una faccia inorridita e si tappo' il naso. Paul arrossi'. “Mi.. mi scusi!” poi, scosse la testa. “Riiichaaard!”
Ringo si volto', perplesso, insieme ad un altro paio di professori, che guardarono con disapprovazione quel pazzo sudato che continuava a gridare il nome del loro collega, saltellando. Era sudato come un cane e si vedeva anche da lontano...
“Chi e', Ritchie?” chiese la professoressa Wales, esile donna cinquantenne dalla voce roca.
“Ehm, ecco, Lory.. non si preoccupi! Quello e'..
MC CARTNEY!
Si avvicino' a lui e lo trascino' verso un angolo morto della palestra. Paul lo osservava tra l'indignato e lo stupito, sorpreso dall'atteggiamento del loro batterista. Non si era mai arrabbiato troppo con loro, magari una breve rimproverata, ma in quel momento era proprio incazzato nero.. faceva quasi paura. Sintomo di esagerazione di videogiochi moderni.
Ringo si mise di fronte a lui, con le braccia conserte.
“Paul! Mi hai messo in imbarazzo di fronte a tutta quella gente! Ora cosa penseranno di me e delle mie conoscenze?!” e si indico' con il pollice.
“Se penseranno male di te, li picchio io – tono sicuro di se –. Poi, pero', picchio anche te! Stavi per staccarmi il braccio!” disse Paul, innervosendosi un po'.
“Potresti non sventolare i tuoi liquidi in aria?! Non so proprio che cosa potrebbero..”
“Si', si', afferrato il concetto! Comunque e' veramente un miracolo che ti abbia trovato: tu rimani qui, io vado a prendere John in corridoio!” e cosi' dicendo scompari' dalla vista.
“No, aspetta, io non posso.. aaah! Stupido, stupido Ringo!”
“Ehi.”
Ringo si volto'. Era stata una ragazza a parlare.
“Non sei stupido. Solo un po' cretino.” disse Meghan, scostando una ciocca di capelli dagli occhi.
Meghan.. Si era vestita normalmente, come si vestiva tutti i giorni: maglietta e jeans, una cuffia infilata dentro l'orecchio sinistro.
“Meg.. eehm, il ballo e' a tema..” balbetto'. Non voleva farla arrabbiare di nuovo.
Avevano gia' litigato a casa, perche' lei si era rifiutata che si mettesse a fare il cretino davanti a degli studenti canticchiando roba di altri tempi.
“Lo so. Ma a me sta bene cosi'.” sbuffo' lei, e tiro' fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca.
“EHI! Da quando fumi?!” le chiese, di getto, Ringo. Meghan alzo' gli occhi al cielo.
“Io
non fumo. Lo sai che mi fa ribrezzo l'odore. Questi li ho presi per te: un regalo.” disse lei, con la solita voce sprezzante e l'occhiata menefreghista di sempre.
“Graz.. eh?! Mi regali un pacchetto di sigarette?!”
“E ci credi?” chiese Meghan, incredula. “Eddai, li ho colti per terra.”
Ringo aggrotto' la fronte, cercando di assumere un'atteggiamento severo. Come si permetteva quella
mocciosetta di prenderlo per il culo? Ora doveva mostrarle di che pasta era fatto Richard Starkey: il professor-batterista per eccellenza.
“Meghan.. fai la seria e smettila di.. far arrabbiare le persone!” la rimprovero'.
La ragazza storse la bocca. “E tu smettila di darmi ordini, come se fossi tua figlia. Mamma non c'e` e papa' nemmeno. Tu sei solo un conoscente che crede di potermi comandare a bacchetta solo perche' ha sei anni in piu' di me e porta il mio stesso cognome.” disse, acida.
“Ah, quindi pensi che in tutti questi anni, non mi sia rotto le scatole a prepararti la cena, ordinare la tua stanza e fare gli orari extra per darti da mangiare? Allora vai a fanculo, tu e il tuo.. Guy!” esclamo' Ringo, liberatorio, tutto d'un fiato e si volto' per andarsene.
Meghan rimase ad osservarlo in silenzio.
Mmh..
“Ok,
scusa.
Scusa? Scusa?! Aveva chiesto scusa?
Ringo si volto', con la bocca semi aperta.
Gli aveva chiesto scusa. Non ci poteva credere.
“Divertente.. fai la seria, ogni tanto, e smettila di credere a quelle porcherie che ti dice Brand. E soprattutto, smettila di prendere in giro le persone.” disse, con tono tranquillo. Non si sarebbe messo a piagnucolare come una femminuccia per una sedicenne dai testosteroni al posto degli ormoni femminili.
“Io sono seria, e ti ho anche chiesto
scusa. Ma se proprio non ci credi..” disse lei, stavolta seriamente arrabbiata, e usci' dalla porta della palestra, decisa.
“Meg..” cerco' di chiamarla, ma era scomparsa. O meglio, riusci' a vederla uscire dall'uscita alternativa della palestra, che portava fuori dalla scuola, verso la strada.
Ringo, si guardo' attorno, non trovo' alternative: si mise a inseguirla.

John era proprio di buon umore.
Era riuscito a sfuggire alla bidella indemoniata e inoltre aveva ottenuto il numero di una bellissima ragazza mora con gli occhi verdi, in segreteria.. le era caduto un biglietto da visita dalla borsetta. John non aveva ancora avuto il coraggio di girare il biglietto, per vedere il numero di cellulare di quella bellissima ragazza.
A quanto pare, quella tipa si chiamava.. dottoressa Jessica Campbell, studio di Odon.. che?
Su quel biglietto c'era una stranissima scritta che diceva “studio di odontoiatria”. Ma cos'era questa odontoqualcosa? Il chitarrista non ci fece caso e salto' la riga.
Allora, questa Jessica Campbell permette visite dalle ore 14 alle ore 18, per trattamenti speciali.. ai denti?!
John butto' via il biglietto, disgustato. Quindi odontoiatria voleva dire “studio dei denti” o una cosa del genere.. e lui odiava i dentisti. Fece una smorfia di disgusto e si rimise a correre, mettendosi la giacca del completo in vita.
Il ballo si svolgeva in palestra e mancavano dieci minuti all'inizio ufficiale.
John varco' la soglia della palestra, con un enorme sorriso sulle labbra, salutando tutti quelli che gli passavano accanto. Ogni volta che lo faceva, alzava leggermente un cappello invisibile.
“Salve, signorina, ha visto un certo George?” chiese lui, ad un certo punto, verso una tizia con i capelli lunghi. Lei si volto'.
“AAH! Ehm.. ciao,
ragazzo.. Hai visto un certo George?”
Lui si sistemo' i capelli lunghi e fece spallucce, andandosene. John rimase in trance per due minuti.
Uao.. ho scambiato un ragazzo per una ragazza.. ma che mi prende oggi?!
“Ehi, John!” disse una voce, lontana e fioca.
John chiuse gli occhi. “No! Non mi chiamate! Io resto qui a piangermi addosso tutta la mia sfiga con le ragazze.. capito?”
“Ehi, Lennon, ti e' partito il cervello?” chiese di nuovo la voce fioca e lontana (o meglio, lontana e fioca).
John sbuffo' e, quando apri' gli occhi, fece un salto all'indietro dallo spavento.
Due occhi neri e profondi lo guardavano con dubbio, a pochi centimetri dai suoi. Ma cosa gli era preso a George? Un attimo..
“George?” chiese John, con la stessa enfasi che si provava nella famosa scena di Star Wars.
“No, Luke, sono tuo padre. Ovvio che sono George!” disse, con un sorriso.
“Vieni e abbracciami, piccolino, che ne abbiamo bisogno entrambi,” disse, melodrammatico, John, stringendolo tra le sue braccia. George invece rimase perplesso per come lo aveva chiamato: piccolino?
John lo guardo' in faccia. Non aveva notato che aveva delle briciole sulle labbra.
“Harrison.. hai mangiato qualcosa di strano, prima?” chiese, sospettoso.
“Macche'.. ho solo rubato dei biscotti.. ad una certa Annie Lee.”
“Annie Lee? E chi e'? E come fai a sapere il nome della persona che hai.. derubato? Un attimo, hai derubato una persona, George!” grido' John.
George, in tutta tranquillita', si mise un altro paio di biscotti al cioccolato in bocca, masticando con calma.
“Io non ho derubato nessuno. Ho solo rubato dei biscotti a una certa Annie Lee.”
“E' la stessa cosa!” grido' nuovamente John, come un padre che sgrida suo figlio. Uhm, John nei panni di un padre in giacca e cravatta e George con cappellino e palla di calcio in mano, con la bocca sporca di cioccolato e i lacrimoni agli occhi? Nah.
“Annie Lee! Guarda, il ladro e' laggiu'!” grido' ad un certo punto una vocina stridula. Una nonnetta, accompagnata da una piccola e tenera bambina dai riccioli d'oro, in mezzo alla gente in palestra.
“Oh no! Ecco Annie Lee!”
John spalanco' gli occhi dalla sorpresa. George invece sembrava terrorizzato, teneva tra le braccia la scatola di biscotti, con il labbro all'infuori. No, non avrebbe lasciato i suoi amati biscotti ripieni di cioccolato a quella Annie Lee! E poi chi era sta Annie Lee, da dove sbucava fuori?! Che c'entrava?! Non le avrebbe mai ceduto i biscotti, neanche morto.
La tenera bimbetta dai riccioli d'oro fece una faccia indiavolata e, strillando, si mise a correre incontro al povero chitarrista, che non riusciva a muoversi dalla paura. Lei non sapeva che il chitarrista era disposto a tutto, pur di proteggere i suoi biscottini – che teoricamente erano della bambina.
“Brutto cattivone, ridammeliii!” si mise a urlacchiare e si butto' addosso al (povero) George.
“UAAA! Lasciamiii!” grido' George, e corse via con la bimba ancora addosso, che gli tirava i capelli e gli faceva il solletico alle ascelle. In pochi secondi, scompari' nel nulla.
John si mise le mani tra i capelli.
“Cazzo! Mi sono fatto sfuggire George.. ancora!”
Si guardo' attorno, in cerca degli altri due, Paul e Ringo, che erano dispersi pure loro. E intanto l'orologio segnava le nove: iniziavano le danze.

 


Ecco il mio nuovo capitolo! Lo so, e' troppo scemo XD
Allora, a questo punto sembra che si siano tutti dispersi.. ma li recupereremo.. spero XD
La parte del ballo durera' solo due o tre capitoli credo, ma dovrete sorbirvi altri tre capitoli cosi': stupidi e lunghi XD Spero che vi sia piaciuto lo stesso u.u ci ho messo una faticaaa >_<
Io stessa.. spero che Annie Lee non uccida George (poverino XD), John riesca a riprendersi dallo chock di aver scambiato un uomo per una donna (XD), Ringo faccia pace con la sorella e Paul trovi una camicia nuova u.u XD
Ok, ora rispondo alle recensioni e la smetto di fare la scema, LOL

Cocorit: Anche secondo me, Carly doveva sbirciare.. ma poi mi sarebbe morta tra le braccia XD qua si sono visti gli effetti che fa il giocare troppo al DS, per Ringo.. XD

Marty_youchy: Io stessa ho rischiato di svenire al pensiero di Paul seminudo in spogliatoio.. *_* XD

Zazar90: Eeeh.. qui e' successo una sottospecie di pandemonio! XDDD la scena dei ruoli di Gossip Girl ce l'avevo in mente da un bel pezzo.. XDDD

Laban: Sospettavo XDDDDD in fondo, i momenti di smarrimento ci sono sempre, se c'e` Paul seminudo di mezzo -sisi- XD

Martina97: uauauauah, si' diglielo u_u XDDD e gia', i languorini di Georgie <3 XD in un certo senso pure io avrei fatto come Carly, ma prima.. sarei saltata addosso a uno di loro. XD

Clafi: aaah ok u_u se c'e` la musica house di mezzo io inorridisco, gia' ieri al supermercato mettevano roba house e io vedevo tutto sfocato dal mal di testa o_o XD pero' un ballo a tema Beatles sarebbe bello lo stesso *_* E poi dentro la storia di nascosto non ci entri XDDDD

The Night Before 1965: in effetti, quei pantaloncini non danno un'aria tanto riscaldante XD Paul e John che corrono ogni sera e si guardano Gossip Girl e Supernatural? Uuuhm.. XDDD (tranquilla, fantasie mie XD) si', Andi e' lei! XD

A proposito di Andi.. spero non vi arrabbierete con me, alla sua prossima comparsa XDD (poi capirete.. XDD)
E con questo, ringrazio chi legge e chi recensisce *_* Saluti cordiali XD

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Capitolo 13
*** George e l'eta' per bere. ***


 

9 gennaio 2010 – ore 20:59
“Senti, Carly, io.. voglio fare la pace con James.”
Carly osservo' l'amica come se stesse correndo per strada con un bikini addosso e una sirena in testa. Pero' doveva ammettere che non ce la vedeva tanto a fare una cosa del genere.
“Kel, non devi arrenderti cosi' a quell'
infame! Distruggilo, maltrattalo, dominalo!” disse Carly, con tono implorante. Kelly aggrotto' la fronte, seriamente preoccupata per le parole dell'amica. Dominalo?
“Eeehm, mi dispiace dirtelo, Carly.. ma..” Kelly arrossi'. “Jamie mi ha detto che viene al ballo. Me l'ha giurato sulla sua collezione di figurine!” e fece un sorrisino innocente. Carly rimase con gli occhi spalancati.
Perche' Kelly si ostinava a stare con lui? Aveva di meglio.. come.. come quel metallaro di Shawn! No, Shawn aveva una vita troppo spericolata, stando con lui si rischiava prima o poi di fumare, involontariamente, erba.. Ah si': Anthony! No, troppo palloso.. un bel – bellissimo! – ragazzo, ma troppo fissato con Star Trek – salutava tutti con il saluto dei vulcaniani. Allora, oltre Shawn e Anthony, che erano gli unici ragazzi decenti e non effemminati della scuola, chi c'era?!
Okay, in questo caso.. Kelly si poteva perdonare.
Ma Carly, da buona amica, non poteva permettere che lei si abbandonasse cosi' a quell'infame di James.
“Kellyyy.. Ma che mi fai?!” si lamento' Carly.
“Scusa scusa! Ma io.. io e James abbiamo una relazione seria!”
“Si': per i criceti! Avanti, combatti e non abbassare la guardia!”
“Ehi.. ragazze?”
Carly e Kelly si voltarono, spaventate, verso Andi. Andi si spavento' a sua volta e fece cadere i due bicchieri d'acqua che aveva in mano. Poi si guardo' attorno, e fece per andarsene, fingendo di ridere, nervosa.
“Ehi An! Dove vai? Andiamo a prendercelo noi, il bicchiere d'acqua!”
“No no no! V-v-voglio andarci io!” rispose Andi, scuotendo i capelli lisci e rossi.
“Dai, Andrea! Capisco che sei un po' dispiaciuta, ma non c'e` bisogno che..”
“Sssh, Carly!” disse Kelly, maliziosa.
Carly storse la bocca. “Kel, Andi non deve disturbarsi..”
“Prima di parlare, guarda chi e' che distribuisce le bevande!”
Carly fece spallucce e guardo' oltre un tavolo, coperto da alcuni docenti. Un sorridente Kevin Mart.. Johns, noto anche come professor Martin, si versava una Coca.
Le due amiche si scambiarono un'occhiata e scoppiarono a ridere. Andi ne approffitto' per fuggire.. beh, un motivo ben valido ce l'aveva.
La risata pero' inizio' a svanire quando, a distanza, Kelly e Carly videro la cricca della loro classe entrare dentro la palestra, vestiti anche leggermente meglio di come si vestivano di solito.
Quella alta e bionda – “Biondo rossiccia, cretina!” era solita a precisare – spinse di lato Andi, facendola cadere. Le quattro cortigiane dietro di lei, si misero a ridere come delle deficienti, il ragazzo alto e dalla faccia da ritardato fece un sorrisino, dando il cinque ad altri due ragazzini che lo seguivano.
Andi li guardo' con una faccia da cane bastonato e corse verso il tavolo delle bibite, cercando di ignorarli, mentre gli altri ridevano della sua fragilita'. Andi era nota come “quella tutta rossa” o anche “piangi”, per le sue ormai vecchie crisi improvvise di pianto. Le varie cricche della scuola cercavano di farla piangere di nuovo, almeno una sola volta. Ma lei non aveva ceduto, e andava fiera di se stessa.
Anche Carly e Kell erano fiere, perche' si erano impegnate in tutti i modi per sopportarla, tirarle su il morale e liberarla dalla depressione. E questo periodo di post-depressione si stava rivelando una enorme fossa che andava alla timidezza (estrema). Pero', Carly non sopportava vedere la sua amica trattata in quel modo, presa in giro e derisa per qualsiasi cosa. Che a lei piacesse il professore di biologia non era una novita', era una cosa diffusa in quasi tutta la scuola. I ragazzi erano soliti a dirle “Ehi, Andrea Johns! Culo!” e andarsene ridendo. Ridicoli, tutti quanti ridicoli.
“Poverina.. Andi, pero', dovrebbe acquistare un po' di fiducia in se stessa.”
“Gia'.. e anche tu, Kelly Smith!” fece una pausa per schiarirle le idee. “Ti sei accorta che stai invitando un ormai
ex-fidanzato al ballo?”
“Veramente..” si giro' i pollici, “l'ho.. gia' fatto!”
Carly rimase a bocca aperta. Kelly non doveva acquistare fiducia in se stessa, doveva imparare ad avere
rispetto per se stessa. Perche' non meritava James. Ma non le rispose, non voleva ulteriormente disturbarla.
“Uff... va bene, ora vediamo se viene.”
E intanto, erano le ventuno precise.

La bionda stava seduta per terra, di spalle. Ringo la osservo' per qualche secondo, per poi fare di nuovo finta di impiccarsi con la cravatta, con intenzioni piu' serie, stavolta.
“Ritchie.. Per una volta,
per una volta, ho cercato di essere gentile con te. E tu mi ripaghi cosi'.”
Non aveva la voce arrabbiata, anzi, era tranquilla. Ma cercava di misurare le parole, Ringo riusciva a capire che stava cercando di fare la 'brava bambina', come le diceva quando era piccola. E in quel momento si accorse di quanto doveva essere arrabbiata con lui.
Per tutti gli anni della sua vita, l'aveva trattata come una deficiente, pur sapendo che questo la offendeva.
“Volevo chiederti scusa.. davvero.” disse.
“Pero'...” riusci' a dire Ringo, che continuava a strozzarsi.
Oh no.. oh no! Ci risiamo..
Non riusci' a finire, perche' non riusciva a respirare. E quella maledetta cravatta si stringeva sempre di piu'. Ecco: sarebbe morto cosi'. In un modo stupido, stupidissimo, alle spalle della sorella adottiva con cui non sarebbe mai riuscito ad appacificarsi, strozzandosi con una stupidissima cravatta. Stupido, stupido, stupido Ringo! Morire cosi', bah.
Meghan fece un lungo sospiro e si giro' di colpo, avvicinandosi al fratellone.
“Sei sempre il solito, Richard. Ti parlo seriamente e tu che fai? Rischi di morire per colpa di un indumento, che poi e' anche l'indumento base dei mormoni come te. Mi chiedo se hai in testa polipi o altro.. mah.” lo sgrido', mettendosi le mani sui fianchi. Intanto, Ringo continuava a tossire, rosso.
Meghan sbuffo'. Non riusciva mai a non impietosirsi alla vista del fratellone che si strozzava con qualsiasi cosa.
“Ti aiuto io.” disse, lentamente.
Roteo' gli occhi e sciolse il nodo in poche mosse.
“AAAH! Respiro!” grido' Ringo, appena la sorella lo libero' dalla morsa di quella malefica cravatta.
Da quel momento, il campo di baseball divenne tremendamente silenzioso. Nessuno dei due amava i silenzi imbarazzanti, entrambi erano soliti a rientrare nell'argomento con parole scherzose.
Lei stava per dire: “Si', insomma, ora dovresti ringraziarmi... ti ho salvato la vita.. di nuovo.”
Lui stava per dire: “Non pensare che ti ringraziero' per questo.. anche se vorrei tanto farlo.”
Invece scoppiarono a ridere. Finalmente, i due fratellini adottivi avevano fatto la pace.

Il ballo era iniziato da dieci minuti abbondanti.
John aveva completamente dimenticato lo scopo principale per cui era li' e si era messo a flirtare con delle ragazze facili che trovava in giro, Paul si era messo a chiacchierare con un paio di ragazzini, mentre le loro fidanzate continuavano a lanciare occhiatine al loro misterioso interlocutore che diceva di dover fare il sosia del bassista dei Beatles.. Paul ricambiava con degli occhiolini. Ad una ragazza avrebbe fatto volentieri “Chiamami” con la mano, ma gli venne in mente che c'era un altra ragazza a cui l'avrebbe fatto.. e anche con piu' convinzione.
George, invece, era riuscito – difficilmente – a liberarsi della bimbetta di nome Annie Lee.
Le aveva lasciato come esca una scatola di biscotti identica ma vuota, proprio ai suoi piedi, e se l'era filata. Ora fischiettava, tranquillo, e ogni tanto si infilava un biscotto al cioccolato in bocca. Era al sicuro, finche' quella malefica bambina non riusciva a sentire il suo odore nei paraggi.. gli sarebbe saltata addosso. Aveva i brividi al solo pensiero di quelle manine, quelle dita corte e appiccicose, quegli occhietti azzurri e angelici.. Quel diavoletto travestito da angelo.
Camminava sereno in mezzo alla gente che ballava – al ritmo di un successo degli inizi Ottanta, che non c'entrava nulla con il '65 – e la fame gli stava anche passando (miracolo!).. pero' ora aveva
sete (come non detto).
Chiuse la scatola di biscotti e si sedette davanti ad un tavolo che distribuiva bibite; riconobbe il professore che lavorava li', a cui fece un cenno con la mano, gridando “Ehi!”. Lui ricambio' con un sorrisone.
“George Acca! Sei ancora alla ricerca del ristorante dei tuoi sogni?” e gli diede il cinque.
“Si', Kev, ma ancora nulla.” sospiro', “Come state tu e Beth?” Beth era il nomignolo della sua adorata jeep.
“Betty sta una meraviglia, pure io. Clarisse, invece, e' leggermente seccata da quando le ho raccontato che una studentessa mi segue ovunque vado. Eeh.. e' gelosa pure dei miei studenti, devo sempre stare con lei se non voglio offenderla.”
George annui'. “Stalle piu' accanto, asseconda il lavoro.. Cosa avete da bere?”
Chr.. il professor Johns si diede un'occhiata attorno a se. “Abbiamo.. Coca Cola, Fanta, Sprite, frappe', birra, acqua naturale e frizzante e succo di frutta.. ma tu come fai a sapere queste cose sulle donne?”
“John mi ha regalato un libro per i miei diciannove anni.” e fece un sorrisone. “Mi chiedo cosa vorra' regalarmi stavolta. Spero solo non sbagli data, perche' odio quando mi fa i regali il venticinque.. Comunque! Potrei un bicchiere di birra?”
Il giovane professore storse la bocca. “Uhm, interessante.. Prestamelo, quel libro, ogni tanto. Pero' la birra non posso dartela. Devi avere l'eta' per bere, per gli alcolici.”
George rimase sinceramente sorpreso. “Ah.. ma io ho gia' compiuto diciott'anni..”
“Acca.. l'eta' per bere e'
ventuno.” disse, cauto, Johns. Il tipo dagli occhi socchiusi e le labbra strette lo aveva avvertito del rischio che correva se lo impediva di mangiare qualcosa. Spero' che non valesse anche per il bere.
“Ma no!” esclamo' George, dispiaciuto, “L'eta' per bere e' ventuno in
America! - Quei screanzati degli americani! – Non potresti darmene solo un goccetto..? Guarda, ti presto il libro proprio stasera, Kev!”
George cercava di corromperlo, ma il giovane professore vent'enne continuava a scuotere la testa.
“Neppure io bevo, Acca, perche' non ho l'eta' per bere. Riprova tra due anni.” sospiro'.
Il chitarrista diciannovenne gli rivolse lo sguardo piu' truce che gli riuscisse. Johns degluti' e si fece aria al collo, sventolando il colletto.
“Eddai, George, non prendertela.. se vuoi ho del succo di arancia. Quel John Elle mi ha detto che ti piace il succo di arancia! La nostra e' 100% succo, non ci sono neppure i coloranti!” cosi' dicendo, si verso' un po' di succo dalla bottiglia di vetro che c'era li' nei paraggi, quindi bevve rapidamente, “Mmh.. buona! Coff! Un po' acida, ma e' comunque buona.. le arance bionde sono le migliori.”
“A me piacciono rosse.”
“Eeeehm, okay! Le arance
rosse sono le migliori!”
“Io scherzavo.” aggiunse George, impassibile.
Kevin Johns rimase a bocca asciutta, aveva finito le battute; non sapeva cosa dire di piu'.
“Ehi, Jonas! Mi dai il cambio?” grido' lui, facendo un sorrisino. Un uomo con la barba folta, seduto dietro di lui, fece spallucce e diede il cinque all'altro professore per dare il cambio – come si fa nella staffetta.
Quando vide il ragazzino davanti a lui, che gli sorrideva, allegro, gli rivolse la parola. “Allora, bimbo. Che vuoi.”
Il sorriso di George divenne una smorfia. “Non sono un bimbo! E voglio una..”
“AH! Finalmente, Geo!”
Il chitarrista si volto', scoprendo un sudato e affaticato Paul che correva verso di lui, ansimando, e aveva i capelli umidicci.
“Hey, Paulie.. lo sai che hai i capelli bagnati?”
Paul spalanco' gli occhi. “NO! I miei capelli sono bagnati! AH! DISASTRO!”
“John aveva ragione quando diceva che dentro il tuo corpo ci sono piu' liquidi di un normale corpo umano!”
“Ti sembra il momento di credere a tutte le.. cavolate che dice John?!” poi si mise le mani tra i capelli. “AAAH! Ora che faccio? Che faccio? Non ho un pettine, non ho uno specchio, tutti mi guardano male e l'esibizione e' tra..” controllo' l'orologio da polso, “Merda! L'esibizione e' tra
quindici minuti! E non ci sono ne' Ringo ne' John! AAAAH!”
“Calmati Paul, bevi un bicchiere d'acqua.” disse, rilassato, George.
Paul rimase incredulo. “Cosa cosa cosa?! Io ti dico che mancano quindici minuti al concerto e.. tu che mi dici? Di bere un
bicchier d'acqua.”
“E che male c'e`? Il mondo va vissuto con calma, il mondo va vissuto come si vive una donna. Il mondo e' donna.”
George.. ti prego: smettila di credere alle parole di John o a quei libri che JOHN ti regala! avrebbe voluto gridargli Paul, ma si diede una calmata.
Aveva ragione, in fondo – incredibile! aveva appena detto che John aveva ragione –, moolto in fondo: doveva calmarsi e bere un bicchiere d'acqua. E intanto mancavano ben quattordici minuti al presunto concerto.
Apriti Cielo, cosa devo fare?!
Quando Paul vide la porta dell'uscita alternativa della palestra aprirsi, gli sembro' come se le porte del Paradiso si aprissero. Obiettivo due raggiunto.
“Ritchieeee!” grido', il piu' forte possibile.
Ringo alzo' gli occhi, e divenne paonazzo alla vista di Paul, sudato come un cane, che lo salutava saltellando. Come prima, solo che adesso non lo stava umiliando davanti ai suoi colleghi, ma lo stava umiliando davanti alla
sorella.
Meghan si sistemo' una ciocca di capelli e sollevo' un sopracciglio, sorpresa.
“Ehi, quel tipo non e' mica.. quello che sembra Bambi?” chiese, scuotendo per un braccio il fratello maggiore – che era piu' basso di lei di una decina di centimetri.
Ringo sbuffo', nascondendosi la faccia. “Si'.. Meg. E' lui.”
Si aspettava che lei reagisse con una cosa come “Sai, Richard, secondo me devi frequentare gente piu' decente, che faccia meno casini e ti metta meno nei guai”, invece scoppio' in una sonora risata. Di risate cosi' non ne aveva mai sentite da Maggie.
“E altola' il sudore! Vai Rings, ti raggiungo dopo.” disse, cercando di smettere di ridere.
Ringo rimase dapprima a bocca aperta, poi le fece un occhiolino e scappo'.

Sono li', dietro di me, e mi stanno seguendo!
AAH! Si', eccole! Bambina indemoniata piu' bidella assatanata, armata di scopa.
“Annie Lee, prendi quel maledetto studente!” grida la bidella assatanata.
La bambina, tira fuori il labbrino. “RIVOGLIO I BISCOTTI DELLA NONNA!”
“No! I biscotti della nonna sono di GEORGE!” urlo, facendole la pernacchia, per poi aggiungere, sottovoce: “
Poi non voglio che mi uccida, cazzarola! Vattene stupida bambina!
La bidella non si arrende e lancia la scopa verso di me. Mi sta raggiungendo!
E' a pochi metri dalla mia faccia!! Ok, le mie ultime volonta' sono che i miei biscotti vadano a George (senno' prende l'aereo, vola quassu' e mi mena), le mie riviste (non dico su cosa..) vadano a Paul e che.. Ringo tenga per sempre la sua amabile proboscide!
E ora addio, mondo crudele..
“John?”
“AH! No, no no! Sto per morire! Sto per morireee!”
“Cacchio John! Mi fai male ai timpani!”
John socchiuse gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo naso gli occhi verdi di Paul.
“Paul! Mi vuoi far prendere un colpo allora!” grido' John, dopo aver scacciato uno strilletto.
“Calmati.. e cerca di stare fermo, hai un bozzo enorme!” disse Paul, arrabbiato.
In effetti, John non si era proprio beccato una scopa addosso, ma era andato a sbattere contro il dj, che in quel momento era stato sostituito da un ragazzino che si era messo a mandare tracce house a palla. Ed ecco chi era quel misterioso ragazzo/ragazza dai capelli lunghi..
“Dio.. che mal di testa! Che cos'e` sta lagna?!” chiese John, tappandosi le orecchie.
“Ehm..” Paul si guardo' attorno, “Tranquillo, e' solo George.”
Quel non identificabile rumore simile ad un “sglush” si interruppe appena il chitarrista alzo' gli occhi dal bicchiere di succo, facendo un sorrisino innocente. Ringo si mise a sghignazzare, ma venne interrotto da uno schiaffo in testa della sorella, dietro di lui.
“No no, quello e' sopportabile.. Ma la' fuori c'e` uno stranissimo rumore! Sono sintetizzatori, cosa diamine sono?”
“Ah..” fece Paul, che finalmente aveva capito, “Non importa! Mancano..”
“..
due minuti al concerto!” fecero in coro George, Ringo e sorella inclusa.
“Si', e'.. quello che stavo per dire! Comunque, devi prepararti, John! Abbiamo fatto in tempo a mettere la batteria sul palco e gli amplificatori.. ce la possiamo fare!”
John lo scruto' confuso. “Uhm.. d'accordo!” poi aggiunse, “Basta che serva per interrompere questi stranissimi rumori e questi stranissimi versi che fanno
sexy sexy chicks!”

 


 

Aaaaah questa parte del ballo sta durando sempre di piu' >_<
Uff u.u per la parte in cui si presenteranno vari strani elementi si dovra' attendere il prossimo capitolo.. e mi sa proprio che sara' la parte del concerto, la misteriosa parte con Andi che vi anticipo da una vita, un altra parte che NON voglio anticiparvi (u.u XD) e la parte finale di questo cavolo di ballo scolastico! E finalmente e' finita la excel saga! oh! XD Ma aspettatevi un capitolo chilometrico o.o perche' io mi dilungo troppo spesso e parlo anche troppo.. il mio principale difetto u.u e poi c'ho quella mania dell' “allunghiamo la fic” XDDDD anche per cose inutili u.u
Prometto sviluppi decenti u__u
Per varie note.. qui ho alleggerito un po' la figura di Meg! Poi vedro' come sviluppare quel personaggio, perche' ha una personalita' davvero complessa o_o (il personaggio con la personalita' piu' complicata che abbia mai creato, visto che neppure io so come farle rispondere alle domande che le rivolgono XD).. invece, Carly nel prossimo capitolo avra' una brutta/bella.. puntini XD perche' neppure io so cosa sara'! Ma non voglio dire nulla! XD
E ora ringrazio tutti quelli che recensiscono e leggono :)

Cocorit: Davvero ti ha divertito? Sono contenta <3 embe', Paul e' sempre Paul, liquidi o non liquidi XDDD e si sa, Georgie farebbe di tutto per i biscotti, se ha fame u_u la scena di John piace un po' anche a me.. XD

Laban: beh, di questo sono contenta, visto che la personalita' di Andi piu' o meno e' la mia.. di qualche mese/anno fa'! XD e neppure io non ce lo vedo proprio John in bikini (rimango cosi' → O_O al solo pensiero! XD) ma succede di tutto, con l'astinenza.. no? XD

sofia126: Uahah, io di Star Wars mi sono guardata tutti i film (tranne il quarto e il quinto) in pochi giorni, davvero XD e quella Annie Lee tanto innocente non e' XD appare persino in incubo a Johnny! Anche a me, pero', piacerebbe un tipo come Ringo come professore eeh -gh- XD

Marty_youchy: uahahah XD una cosa simile a quella di John e' accaduta a me.. XDDD

Zazar90: Aaa mi sono divertita a scrivere su John e Paul XD il gesto di Ringo qua ha rischiato di costargli la vita o_o si', insomma, un po' come me che rischio di morire in modi assurdi.. XD io amo John e la bidella assatanata, una grande accoppiata.. LOL XD e, come ho detto prima, si sa che Georgino farebbe di tutto per dei biscotti, quando ha fame. XD

Martina97: e io ti adoro perche' tu adori George.. come mua' <3 XD e poverino pero' John, non fargli del male neh XD perche' gia' s'e` beccato un diggei in faccia, non mi va che si faccia ancora piu' male o_o xDDD

E me vi saluta tutti quanti alle note di Roadhouse Blues. XD
Ehm.. si e' capito che sono ossessionata dai Doors? XD

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Capitolo 14
*** Cry baby cry / In the Garden of Eden ***


 

Meghan si guardo' attorno, mentre il fratello cercava il tamburello, frugando un po' ovunque.
John ascoltava la musica con il lettore mp3 di George, aveva un pezzo di fazzoletto che gli tappava il naso – per bloccargli il sangue – e un cerotto sulla fronte, sotto la frangia, e teneva lo sguardo fisso nel vuoto.
George guardava, incantato, la chitarra, mentre la accordava.
Paul camminava qua' e la' in continuazione, sistemandosi nervosamente i capelli e asciugandosi ogni tanto il sudore dalla fronte. Era nervoso, perche' mancavano solo settanta secondi al concertino. Il loro primo concerto. Beh, non glorioso, ma era comunque la loro prima esibizione.
Ora dovevano solo salire sul palco e farli tutti fuori.
“Ehi, Ringo,” chiamo' Meghan, lui si volto', “Dacci dentro, con i piatti.” arrossi'.
Anche le guancie di Ringo presero lentamente colore. “Ok.” le rispose.
Non gli mancavano quei tempi in cui Meg gli regalava timidi sorrisi e gli dava del lei, con una triste cortesia. Ma non gli mancava neanche la Meghan che gli lanciava occhiatacce arrabbiate e parole cariche di rancore.
Un uomo in giacca e cravatta spunto' dal nulla.
“Allora, coleotteri! Siete pronti a lasciare estasiati quei ragazzi la' fuori?”
Alla parola coleotteri, che era riuscito a sentire sotto la musica a palla, John rabbrividi'. Paul si acciglio'.
“E lei chi sarebbe?”
Ringo, per gioire il ritrovamento del tamburello, fece un lungo assolo con i sonagli, facendo la danza della pioggia. Meghan sospiro', coprendosi il viso dalla vergogna: a volte non riusciva proprio a credere che quello fosse.. suo fratello. Paul trattenne una risata, George, come al solito, non si era accorto di nulla.
L'uomo in giacca e cravatta rimase in silenzio ad osservare la scena, disorientato.
“Signor Terence” saluto', cortese, Ringo. Fece un sull'attenti.
“Ehm.. ok! Comunque dovete salire sul palco quando il nostro Philip pronuncera' il nome
Beatles, tra pochi secondi! Miss Starkey.. - Meghan fece un largo sorriso falso – Ah, dacci dentro con i piatti, Ritchie!” e levo' le tende.
John, appena quel tizio scompari' nel nulla, si tolse le auricolari e il fazzoletto dal buco del naso.
“Ehi Rings, chi era quel finocchio?”
“Nessuno,
solo il preside Mark Terence.”
“SOLO?!” esclamo' Paul, che nel frattempo aveva preso il basso. Poi gli venne un orribile sospetto. “Eehm.. Johnny? Abbiamo una tracklist?”
John lo guardo' per un secondo, con gli occhi spalancati, e si mise a tossicchiare. Ringo si impietri'. George era l'unico che sorrideva tranquillo, adulando in silenzio l'amata chitarra nel suo privato Giardino dell'Eden – dove regna la pace e la serenita'. “Che vi prende? Cos'e` una tracklist?”
A Paul venne un attacco di panico – e sudore –, Ringo prese un'altra botta da Maggie per aver riso. John decise di autoinvitarsi nel Giardino dell'Eden di George.
“Niente panico, Macca! Tu canti quelle canzoni li', tipo quella che faceva..” ne canticchio' una a caso, “Poi io canto quella che fa
aiut'!, George canta I'm happy just to dance with you e.. ehm, quella che faceva tipo I miss you.. maledetta memoria.”
“John, non calpestare i miei fiori.” disse, tranquillo, George. Poi tiro' fuori la tracklist della colonna sonora di Help, sepolta sotto alcuni giornali vicino a lui. “Comunque si intitola
I need you. Ah, ecco cos'e` una tracklist.”
“Voi due! Uscite subito fuori dal vostro giardinetto da quattro soldi, mizz'ca!” esclamo' Paul.
John sembrava non sentirlo, si accese una sigaretta, ignorando il cartello li' a fianco che diceva “No Smoking”, poi ne porse una a Paul.
“Vuoi favorire?”
Paul lo guardo' in cagnesco.
In quel momento, si senti' una voce squillante, fuori: “Ora vedrete quattro ragazzi di Liverpool che non hanno bisogno di presentazioni.. eh si', proprio quelli li', che ascoltavano le vostre madri, le vostre zie, o le vostre nonne! Con un ritardo di quarantacinque anni – una breve risata – eccovi i...”

9 gennaio 2010 – 21:30
Kelly continuava a guardarsi attorno, alla ricerca della – sottospecie di – cresta di James Turner. Poi scosse il braccio dell'amica, nervosa, “Carletta! Carletta! Secondo te, Jamie viene al ballo?”
Carly fece una smorfia. Era la quinta volta che glielo chiedeva, sapendo comunque il suo reale parere. “Eddai, Kell, non fare cosi'.. mi metti in ansia!”
E in quel momento, il dj Philip – no, non quello che metteva le canzoni house, quello con cui si era scontrato John.. perche' era rinvenuto in tempo – presento' con parole spiritose un gruppo che Carly conosceva.
Rimase a bocca aperta quando li vide salire sul palco, piu' sorridenti che mai, vestiti esattamente come i Beatles di quarantacinque anni fa', mentre le luci rosse e blu della palestra si spegnevano. Per un attimo si dimentico' che loro erano i suoi vicini terribilmente somiglianti ai Beatles, che erano persino omonimi e che avevano pure le loro stesse voci.. quelli non erano gli abitanti della casa 14b,
erano i Beatles.
Sapeva che Kelly avrebbe subito dimenticato l'esistenza di James appena.. un momento!
“Carly.. sbaglio o manca qualcuno?” le chiese, guardando meglio il palchetto. Carly fece lo stesso.
Da quando i Beatles erano tre?
John e Paul si scambiarono un'occhiata, mentre Ringo rimase fermo, a guardarsi attorno. Poi capi'.
“GEORGE!” gridarono tutti e tre, all'unisono.
E in quello stesso istante, squillo' il cellulare di Kelly.
“Diavolo, Lo'!”
“Come? Che c'entra Lauren adesso?”
“Dice di senrirsi meglio, vuole che la porti qui.”
“Ma non puo' venire lei?!”
“Ecco.. le chiavi dell'auto ce le ho io, poi non puo' venire a piedi!”
Carly piagnucolo'. “Dai, tra qualche secondo viene George! Non scappare via!”
“Uff, lo so, ma.. devo andare!” si lamento' Kelly, “Verro' in tempo per il gran finale!”
L'amica tiro' fuori il labbro, triste, e la saluto' a malavoglia.
Intanto, scoppiava un pandemonio. Paul abbandono' la postazione come bassista per cercare George dietro le quinte; doveva scomparire proprio in quel momento?!
John si mise a ridere rumorosamente, Ringo si alzo' dalla batteria per avvicinarsi al microfono.
“Eehm.. e' il..
professore di letteratura che vi parla, alias.. batterista dei.. Beatles. Non dovete preoccuparvi, ragazzi.. il nostro Harrison torna tra un po'!”
Gli studenti iniziarono a fischiare, fare “buuu” e lanciare oggetti. Ringo si becco' una gomma sulla fronte, sotto gli occhi scioccati – e tremendamente divertiti – di John.
Paul, appena dietro le quinte, sparo' a George e Meghan una faccia che la diceva lunga.
George fumava una sigaretta, mentre lei gli passava alcune canzoni che aveva sul cellulare sul computer. E nessuno voleva approfondire sul perche' Meg si fosse portata dietro il pc. George spense la sigaretta e fece un'enorme sorriso ebete.
“Hey Paul! Perche' mi avete lasciato qui?”
Il (povero) bassista trattenne un pianto disperato e trascino' George per un braccio, verso l'uscita. Si', ora la festa iniziava per davvero.

Nessuno sembrava accorgersi che la cosa che stava succedendo in quel momento non era una cosa da tutti i giorni. Solo Carly stava li', immobile, ad osservare il palco, assorta.
Gli altri ballavano al ritmo delle canzoni – persino alcuni professori –, altri, invece, si annoiavano a morte. Oppure facevano finta.
La
bella bionda (pardon, bionda rossiccia) sbadigliava ogni trenta secondi. “Ma non mettono un po' Lady Gaga o Sexy Bitch?”, diceva, acida. Il suo ragazzo annuiva, convinto, e si tappava le orecchie per non sentire la musica – uhm, il rumore delle chitarre era troppo forte per le sue delicate orecchie?
Carly, se avesse potuto, avrebbe preso in prestito la chitarra di George e l'avrebbe spaccata sulle loro zucche vuote. Pero', poi, George sarebbe caduto in depressione per la perdita della sua amata chitarra e Kelly l'avrebbe ammazzata di botte – dopo essere svenuta alla vista del suo idolo, ovviamente. Si', fantasie del genere dovevano solo rimanere fantasie.. come quelle di JD.
Alcune ragazze lanciavano saluti imbarazzati a Paul, lui mandava baci ad un punto preciso, dove c'era una ragazza rossa e sorridente. In verita', Paul lanciava baci ad una ragazza che stava poco piu' dietro di lei.
E guardo' in sua direzione, cantando “I Saw Her Standing There”. Buffo quanto quel testo parlasse su di lui e sulla sua situazione.

(Well she looked at me, and I, I could see
That before too long I'd fall in love with her.
She wouldn't dance with another (whooh)
When I saw her standin' there.)

Carly non riusciva a staccare gli occhi da Paul. Quanto e' carino anche da.. sudato!
Le sembrava di vivere un sogno, voleva ballare pure lei al ritmo di quella canzone, ma le dispiaceva troppo per Kelly. Non poteva vedere (il suo amato) Georgie, Carly non se la sentiva di divertirsi troppo in assenza dell'amica.
Poi Andi era persino scomparsa nel nulla. Il professor Johns beveva una soda con i colleghi. Quindi non c'erano molte possibilita' che la piccola Andrea si fosse buttata tra le braccia dell'amato professore.
Dopo un oretta, la chitarra segui' con disinvoltura le ultime note di A Hard Day's Night – canzone introdotta da John con le seguenti parole: “Volevamo fare piu' cover di questo album, ma secondo Derek stavo male con la maglietta nera. Si', Derek Jules, parlo proprio di te”.
Alla fine della canzone, Ringo si alzo', rosso dalla fatica, e si mise al fianco degli altri tre. Anche gli altri sembravano affaticati, soprattutto Paul – no, piu' che altro, lui era piu' nervoso. Quindi fecero un inchino alla Beatles e scesero dal palco, insieme agli applausi e ai fischi del pubblico.
Kelly arrivo', trafelata, affiancata da una Lauren tranquilla. Carly sbuffo'.
“Allora? Siamo in tempo?”
“Scusa, Kell, hanno.. appena finito!”
Kelly fece un “no!”, Lauren lancio' una rapida occhiata al palchetto in fondo alla palestra. Sbaglio o quelli che stavano scendendo dal palchetto erano gli stessi tizi del ristorante messicano, a Natale? Fece spallucce, non aveva importanza. Intanto, Kelly era sul punto di piangere dall'amarezza. Per fortuna, il dj mise una canzone che a lei piaceva molto – anche se sbagliando la data, ma a nessuno importava –, ovvero, la title-track di Sgt. Pepper, e questo basto' per farla sorridere.
Carly, invece, pretese che, se il dj metteva canzoni a caso, doveva mettere anche Such a Shame. Lauren annui' insieme a lei – era stata lei a far conoscere a Carly i Talk Talk, mica suo padre.
In quel momento, Paul arrivo' con un sorriso cortese e i capelli bagnati, aveva le guancie rosse come pomodori. La giacca nera nascondeva la camicia fradicia, per fortuna.
Carly rischio' per l'ennesima volta di svenire (beh, provate a non svenire davanti al vostro idolo sudato), ma, per fortuna, riusci' a resistere. Lauren, invece, fece una smorfia disgustata e se ne ando' alla ricerca di un buffet – senza fare la fine di George, possibilmente.
Kelly fece l'occhiolino all'amica e scappo' via, levandosi di torno.
Carly divenne ancor piu' paonazza di prima.
“Allora..” inizio' lui.
“Si'?” fece Carly, con un sorriso enorme.
Paul si schiari' la voce, asciugandosi un rivolo di sudore che gli scendeva lungo la guancia, e cerco' di mantenersi disinvolto. “Ti va di.. ballare con me?”
“Ma c-certo!” Carly non poteva fare a meno di balbettare. Capi' come doveva sentirsi Andi, in quei momenti.
Paul e Carly risero di gusto, entrambi imbarazzati. E Paul non era piu' rosso per la fatica.
Lui le porse la mano sinistra, lei gliela strinse, deglutendo. Aveva le mani appiccicose, mentre quelle di Paul erano morbide. Si sentiva un'imbecille.
E se la mia mano sguscia via?
Invece, anche Paul aveva le mani appiccicose, ma piu' sudate di quelle di Carly.
Diavolo, spero non si accorga di nulla, si diceva tra se e se.
Iniziava “With a Little Help From My Friends”. I due ballavano a modo loro, fuori ritmo, con un altra canzone che suonava dentro la loro testa.
E mentre Paul ballava con una sedicenne sbucata fuori dal nulla, gli altri Beatles si erano dispersi di nuovo. John vagava senza meta, George cercava quel miraggio chiamato 'banco delle bibite', sperando di non trovare il professor Johns – attualmente, l'unico che conoscesse la sua vera eta'.
Ringo ando' dietro le quinte, alla ricerca di Meg, che stava seduta per terra ad ascoltare musica con l'inseparabile iPod.
“Cosa ascolti?” chiese lui.
“Loser.” gli rispose Meg. “Parla su di te.” e gli fece un'amichevole linguaccia.
Ringo rise, “La mia adorabile Meghan.” e corse verso di lei, per farle il solletico.
“Ehi! Rings! Non ti permettere! No, no NO!” strillacchio'. Ringo si mise a ridere come un deficiente, mentre la stringeva a se, da dietro.
Lei, cercando di scappare da lui, inciampo' su una chitarra che stava per terra ed entrambi caddero, ritrovandosi l'uno sopra l'altro. Originalmente, quella avrebbe dovuto essere una situazione imbarazzante nei film romantici.
“Ehi, Ritchie, dimagrisci.. pesi un botto.” disse Meghan, guardandolo male.
Ringo fece una risatina e spense il lettore che la sorella teneva in una mano con la destra, per poi toglierle le cuffie dalle orecchie.
“Ricordi? Adoravi questa canzone, da piccola.” disse lui. “La cantavo insieme al vicino..”
Do you need anybody?” sussurro' Meg, malinconica.
I need somebody to love.” rispose prontamente Ringo, “Il muppet show.”
Si', gli stupidi muppet show di Rings. Li introduceva con Octopus's Garden e finivano sempre con la canzone Yellow Submarine, parlavano sulle avventure di una ragazza che viveva in un sottomarino giallo. Meg odiava questi show, ma li sopportava volentieri, visto che era gradevole sentirlo cantare.
“Andiamo a ballare?” propose lui, in quel momento.
Meghan fece una faccia scioccata. “Io non so ballare, ma.. okay, solo questa canzone, pero'!”
Lui si illumino' tutto; la aiuto' a rialzarsi e la trascino' letteralmente per il braccio.

Andrea Barton camminava per la palestra, nascondendosi il piu' possibile tra la gente che ballava; la imbarazzava il fatto di essere vestita come una diva degli anni '60, quel vestito gliel'aveva regalato sua madre. Peccato che lei non conoscesse completamente i suoi gusti, visto che non aveva mai tempo per pensare a lei.
E l'aveva pettinata liscia. Andi odiava la pettinatura liscia, sebbene fosse esile e smilza, con i capelli lisci sembrava grassa.
Si sedette timidamente sulla sedia del banco delle bibite, guardandosi attorno, e prese una lattina di Coca che era li', davanti a lei.
“Ehi
dammela!”
Dammela?! Andi si volto' verso la direzione da cui sembrava provenire la voce, vicino a lei. Un ragazzo che doveva avere qualche annetto in piu' di venti anni, aveva gli occhi stretti color nocciola, le labbra sottili e i capelli castani. Era quello che stava sul palco, a cantare le canzoni dei Beatles. Ma a lei sembrava di averlo visto anche da un'altra parte..
Ed era davvero carino. Ma era anche un
maniaco.
“Sei sorda, per caso?” chiese l'altro, con un'aria preoccupata (
preoccupata?), “Me la puoi dare?
Andi capi' come si sentivano quelle povere donne che comparivano nei telegiornali, con orribili ferite sul viso, dicendo di essere state
molestate da un uomo. Capi' anche Lauren – non la sorella di Kelly –, una sua vecchia amica, che aveva subito una molestia psicologica da parte di un uomo piu' grande.
A quel punto, le sue gambe iniziarono a tremare da sole.
John, intanto, osservava curioso quella ragazza che se ne stava in silenzio. Le stava solo chiedendo la lattina di Coca, perche' era sua! Perche' se ne stava in silenzio, non gliela voleva dare?
Lei si mordicchiava il labbro, con gli occhi lucidi da cagnolino indifeso. Quando John vide le prime lacrime, gli prese un colpo.
“Ehi ehi! Calmati, non voglio fontanelle,
non voglio fontanelle!”
Invece lei si mise a singhiozzare liberatoria, cercando di nascondersi il viso con le mani, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia. Ma si lascio' abbracciare, per farsi consolare. Ed era strano che le braccia del
molestatore fossero persino piu' rassicuranti di quelle della madre.
E John ancora si chiedeva cosa se ne stava a fare li', stringendo una ragazzina che piangeva.

Uffa, Laurie! Mi hai fatto perdere.. l'occasione della mia vita!” si lamento' Kelly, contro la sorella.
Kelly aveva deciso di accompagnare la sorella, per non perderla di vista, quindi aveva accettato di sorbirsi tutto il dispiacere che le provocava lo stare accanto alla persona che ti aveva fatto perdere un'occasione.. della tua vita, si'.
Lei si sistemo' i capelli ricci, che la sorellina minore le stava scompigliando. “Calmati, Lelli Kelli! Mica era l'occasione della tua vita, un giorno li vedrai di nuovo, oppure li incontrerai! Carly e' l'amica prediletta dei
Beatles, un giorno incontrerai di sicuro il tuo Georgino grazie a lei.” disse, senza capire perche' Key se la prendesse cosi' tanto. Si erano persino visti al ristorante.. peccato che la piccola Kelly fosse rimasta in bagno per trent'anni esatti.
“Lauren! Non riesci a capire che.. il
demone celeste non vuole che incontri George? Al ristorante non l'ho visto, non l'ho visto a casa loro! Ma nelle foto sul cellulare di Carly, lui sbuca fuori dal nulla magicamente!” piagnucolo', “E' il demone celeste!”
“E io lo dicevo a Lucy di non prestarti i suoi manga!” esclamo' stizzita Lauren.
“Steve invece non doveva prestarti How Strange, Innocence!” borbotto', arrabbiata, Kelly.
“Non mettere in mezzo gli Explosions!”
“Scommettiamo: neanche Westwick, vero?”
“Zitta, cogliona!”
“Non chiamarmi cogliona!”
“E tu non mettere in mezzo Ed. Non c'entra niente!” sibilo' Lo.
“Tu non mettere in mezzo Nana!” ribatte' Kelly.
Ah, le litigate tra sorelle!
“Okay, Kelly, io vado a cercarmi il buffet
da sola! Tu resta qui, prendi uno snack e aspetta il tuo adorato James! Ti chiamo appena trovo il buffet.” e cosi' dicendo, Lauren scompari' tra la folla. Kelly le fece una linguaccia alle spalle.
“TANTO IO UN CAVALIERE CE L'HO!” le grido' dietro, anche se ormai non poteva sentirla. “E tu no!”
Eddai, Jamie, compari!
Lei continuo' ad aspettare, ma James non arrivava.
Passarono dieci minuti, il dj fece sentire di tutto: da Buddy Holly agli Smiths (persino!). James non arrivava da nessuna parte, Lauren era scomparsa nel nulla, Carly pure. Le sembrava di vedere Andi al banco delle bibite – dall'altra parte della palestra – con un ragazzo che l'abbracciava, questo la fece sorridere, maliziosa. Andi aveva un cavaliere.. ma lei no.
“Vuoi qualcosa?” chiese una voce davanti a lei. Il professor Jonas Wilbur, quello con la barba.
“Avete del te'?”
“Le bibite devi prenderle al banco apposito. Comunque no, non abbiamo te'.”

Aaah! Quanto non sopportava il professor Jonas e la sua materia! Faceva educazione fisica, lei e Andi odiavano fisica. Poi parlava con quella voce piatta e nasale, sempre uguale, e aveva sempre l'aria assonnata. A Carly faceva tenerezza, ma Kelly lo odiava. Andi, invece, diceva che somigliava a Johnny Depp – Quel Babbo Natale? Ma dove?
“Uff, okay! Voglio un sandwich.” sbotto' Kelly.
Il professore le porse un sandwich qualsiasi e se ne ando'.
Antipatico!
Si sistemo' sulla sedia con le ginocchia sulla fronte e fece finta di disperarsi, come faceva Carly. Annullava davvero lo stress – funziona!
“Ehi, che ti p
vende?” fece qualcuno, vicino a lei. Aveva la bocca piena.
“Niente.”
Vattene!
Lui non sembrava convinto. “Eddai.. mmh, buoni i sandwich.”
Kelly trovo' il coraggio di urlare addosso a qualcuno. “Vattene!”
“Io non voglio andarmene.” rispose il ragazzo, “Almeno finche' non compiro' ventunanni.”
Lei rimase un po' interdetta.
Eh?
Perche'? Mah, in questo mondo ne esistevano di tutti i colori.
“Per ora mi accontento di succo e sandwich, ma vedrai.. quando berro' birra.. yu-huuu!”
Kelly voleva alzarsi e chiedergli/urlargli cosa (cazz..) voleva da lei, ma ci rinuncio', pensando che avrebbe potuto offenderlo.
“Insomma.. quanti anni hai?” chiese lei, involontariamente.
“Diciannove.” rispose il ragazzo, prontamente. Di lei poteva fidarsi.
“E come ti chiami?” fece ancora lei, tanto per impegnarlo un po'. Non voleva le rivolgesse troppe domande.
“George Harrison.” disse, fieramente.
“Piacere George Harrison, io mi.. EH?!”
Kelly si alzo' in piedi, abbassando le gambe e.. si', aveva davanti a se
George Harrison in carne e ossa.
No, no, era umanamente impossibile che avesse davanti un Harrison che si ingozzava di sandwich e la osservava con quel sorriso sghembo che
solo George Harrison sapeva fare. Altro che il padre di Carly o Clooney.
Il suo sorrisone si allargo'.
“Sei una fan di Sam Oliver, vero?”
Kelly – senza parole – scosse la tesa. E chi era 'sto Sam Oliver?
“Ah, okay.. allora devi essere una fan di Orange Country! Io e Bret Harrison abbiamo lo stesso cognome!”
...vento desolato, buio oltre la siepe.
Un momento..
“Tu.. tu sei davvero George Harrison?!”
“E chi dovrei essere senno'?” chiese lui, sinceramente perplesso.
“Ecco! Gia'.. chi dovresti essere? Me lo chiedo pure io..” si disse tra se e se Kelly. Chi era quel deficiente che diceva di chiamarsi come il chitarrista dei Beatles? E chi era quel deficiente che diceva di chiamarsi come il chitarrista dei Beatles e ci somigliava pure?!
“A me dicono che somiglio a quello dei Beatles.” esclamo' in quel momento George, tutto felice.
Kelly senti' le braccia che le cadevano per terra. Doveva essere davvero George, quello che viveva felice e contento nella casa 14b con John.. Lennon e Paul.. McCartney. Allora esisteva davvero.. maledetta sfiga!
“Eeeehm.. okay!” disse Kelly, senza sapere esattamente cosa dovesse fare.
Cosa aveva fatto Carly appena aveva incontrato Paul? Era.. svenuta, giusto. Non posso fare la stessa figura di merda – perdono, Carletta, ma quella era davvero una figura di merda! – che ha fatto lei! Uff.. e ora che faccio? Che gli dico?
“KELLYYYY!” si senti' in quel momento.
Kelly gioi'.. Alleluia, nonna e cugina erano venute in tempo.
“Annie! Ma quanto sei carina con questi riccioli! Chi e' la mia Annie? Chi e'?” fece lei.
La bambina si mise a ridere, mentre la cuginetta le faceva il solletico sulle braccia, tenendola in spalla – dove la piccolina s'era
avventata.
George impallidi' e fece cadere tutti i sandwich che aveva in mano.
La bambina rimase a bocca aperta.
“Nonna nonna! Kelly, Kelly! E' lui, e' lui!” lo indico' con l'indice la piccolina.
“Chi e' lui, cara?” fece la nonna, che era appena arrivata.
“E' il ladro dei biscotti!” strillacchio' la bambina.
Kelly spalanco' gli occhi dalla sorpresa. Annie Lee fece una vocetta accusatoria:
“Picchialo,
pecche' mi ha rubato i biscotti della nonna!”

 


 

Ecco un nuovo capitolo XD
Ed e' svelata l'identita' di Annie Lee! xDDD
La parte del concerto (uhm, XD) e' molto veloce, perche' non volevo dilungarmi troppo o_o
alla fine ho dovuto (di nuovo) posticipare il finale di questa (maledetta) parte del ballo u.u
vedremo cosa succede tra Carly e Paul e cosa succede tra John e Andi! (cioe', sparo spoiler a tutto spiano io XD)
Spero che questo non vi infastidisca! E ora ringrazio tutti quelli che recensiscono :D

Laban: beh, avevo, visto che in questi giorni sono piu' spensierata (anzi, sono spensierata e basta XD) di lei.. anche se mi trattano da schifo come trattano lei u.u e alla fine c'e` la “Vendetta di Annie Lee”! XD

sofia126: Allora non ti invidio XD questa bambina e' fortemente ispirata ad un altra bambina che conosco, sebbene non e' cosi'.. avvoltoio XD e non faccio nomi u_u (altrimenti ho paura di cosa potrebbe farmi O_O) comunque grazie :)

Zazar90: Jim *__* embe' XD io sono felice che abbiano fatto la pace, cosi' io sto comoda u.u la parte in cui Ringo si strozza pensavo di non averlo descritto benissimo XD e Paul che sclera per i capelli mi ricorda qualcuno.. gh. Pure io amo la bidella.. la facciamo ritornare? *_* sono felice che ti facciano ridere i capitoli :D

Cocorit: Il mondo e' donna, frase vera -sisi- ma a parte questo! XD gia', poverino George! io la birra.. la bevo XD anche se non so perche' all'improvviso Georgino voleva birra o.o e poi.. a volte si suda molto, quando si e' nervosi XD

Marty_youchy: su', dai, avrai un altra occasione.. un giorno! XD Beh, io faccio di peggio con i vestiti che c'ho.. XD

The Night Before 1965: Pure io sono felice che abbiano fatto pace :) su Carly ne saprai qualcosa al prossimo capitolo.. ;D

Martina97: Aaah pure io con le auricolari xDD oppio, anche George ha una mente diabolica.. soprattutto quando ci vanno di mezzo i biscotti u-u tra Kelly e James vedremo che succede.. ;) Andi ricorda un po' anche me nel carattere, anche se (come ho detto prima XD) ora sono piu' spensierata XD

Clafi: fa nulla, tanto pure io dimentico di recensire capitoli, a volte t.t XD a quanto pare, Carly e' d'accordo con questa cosa del sudore XD e pure io *___* xD il testamento (lo ammetto) l'ho scritto solo per divertimento personale XDD pure io odio quella canzone u.u vedi che alla fine sbaglio pure il titolo? XD non capisco perche' piaccia tanto >_<

Ok, ora provo ad aggiornare l'altra storia.. e mi scuso se ha degli aggiornamenti luuunghi XD

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Capitolo 15
*** Allora, ti sei divertita? ***


 

9 gennaio 2010 – ore 22:30
I minuti passavano e, con grande sorpresa verso se stesso, John era deciso a non lasciare quella ragazzina dai capelli rossi che si era messa a piangere tra le sue braccia. La cullava dolcemente, canticchiando “Here I stand head in hand, turn my face to the wall”, per tranquillizzarla.
Lei si tiro' su con il naso, lasciandosi accarezzare la testa.
“Su, ora smettila di riempirmi di muco i vestiti e rilassati, okay?” disse John, con una voce che doveva essere l'ennesima copia storpia di quella del Macca.
Lei si stacco' da lui, imbarazzata.
“Oh! S-scusa..” esclamo', e si mise la mano sulla bocca.
John rise. “Oh, fa niente! E a me non sembra che mi stavi sporcando.” aggiunse, dandole una pacca sulla schiena – lei schiuse la bocca dallo stupore, “Ora dimmi un po' chi sei.”
La ragazza, a quel punto, si irrigidi' di colpo e abbasso' lo sguardo.
Lui sbuffo', quella ragazza era davvero
suscettibile.
“Eddai, ti sto solo chiedendo il nome!” disse, senza resistere.
Lei, con estrema difficolta', apri' la bocca: “Andre..
Adrian.. Andrea!”
Lennon alzo' un sopracciglio: “Ti chiami
Adrian.. o Andrea?”
“ANDI!” urlo', a quel punto, l'altra, per poi tapparsi la bocca. Era da un po' che non urlava in faccia a qualcuno. Si fece piccola piccola, “M-mi chiamano t-tutti.. Andi.”
“Okay.. Andi.” annui' John, che nel frattempo aveva fatto un passo all'indietro, “Perche'..”
“..PERCHE' MI STAVI DICENDO COSE OSCENE!” e si tappo' di nuovo la bocca. John annui'.
“Uhm, okay...” e si guardo' attorno, “Beh, mi sembri da sola. Mi concederesti
un..?”
Andi sussulto', arrossendo, di conseguenza. John sospiro': ma che avevano messo in testa a quella poveraccia?!
“..ballo?” completo' la frase, per farle capire meglio. Andi fece un lungo sospiro di sollievo.
“Eeehm..” si guardo' attorno alla ricerca di un orologio. “Ecco.. s-s-secondo me.. s-si e' fatto.. t-tardi!”
Lui fece spallucce, “Okay, ti accompagno a casa.”
“NO! Cioe'.. n-no, grazie..” poi aggiunse, “Posso andarci a piedi!”
John ridusse gli occhi a fessura, con un sorrisino malizioso, “Dove abiti?”
Andi stette in silenzio per un po', poi ammise: “E' un po' distante da qui...”
“Chi ti ha accompagnata?”
“Mia madre.. poi se n'e` andata, perche' mamma ha chiamato la zia di Carly, chiedendole di riaccompagnarmi a casa.”
Carly? Uh, era una sua amichetta. Allora era quella del ristorante messicano.. Quella che aveva occhi solo per il biondino effemminato... John sbuffo' al pensiero di quel professore che si dava tante arie perche' aveva una jeep. Tanto, quel giorno lui aveva occhi solo per.. la cameriera.
“Beh, se sei stanca, ti accompagno io.” propose, facendole l'occhiolino. Andi sussulto', di nuovo.
“Eeecc'.. eccooo.. iiio...” mormoro', con voce strozzata.
“Dai, dai, daiii!” insistette John, avvicinando le mani a lei, a mo' di manette. “Sono
tuuuuo!”
Andi avrebbe sicuramente detto “No!” anche se con meno decisione e con un sacco di futili 'n'.
Pero' lui la osservava con quel sorriso
cosi'... le veniva un sospiro al solo pensiero.


Anche se c'era il fatto che lui era un.. si', un maniaco.

Che c'e`?” sussurro' Paul, nell'orecchio della ragazza.
Nessuno sapeva esattamente che ore fossero, quello che era sicuro era che erano passate le dieci.
Le persone erano molto diminuite rispetto a prima, doveva essere passato molto tempo. E Carly era ancora li', con Paul, a ballare una canzone che non riconosceva. Tanto ormai, nessuno dei due faceva caso alla canzone, ballavano a modo loro. In quel momento, mettevano l'unica canzone che avesse azzeccato l'anno di tutte quelle che avevano messo.
“Ecco..” rispose Carly, “In verita'.. sai da quanto stiamo ballando, per caso?”
“Non lo so.” rispose, onestamente, Paul. “A dire la verita', non mi interessa nemmeno.”
“Ora che ci penso.. neppure a me!” ammise.
Paul fece un'enorme sorriso e fece per avvicinarsi.
Aaaaah! fece una vocetta dentro Carly. Lei avrebbe tranquillamente potuto zittirla, ma non ce la faceva proprio..
Si', bastava solo che si avvicinasse pure lei.. doveva solo stare al gioco e..
non svenire!
Cavolo! Cavolo!! Non doveva assolutamente svenire! Che figura sarebbe stata.. poi non sarebbe piu' riuscita ad ascoltare una canzone dei Beatles senza avere rimpianti (uhm, una cosa del genere penso che l'abbia gia' pensata, Carly).
Si', doveva solo avvicinarsi.. lentamente. E le loro labbra erano vicinissime...
“Allora? Ti sei divertita?”
Carly si blocco'. Paul la guardava, senza alcuna espressione, con gli occhi aperti.
“Mi sono divertita? Che.. che intendi?” chiese Carly, sconcertata.
“Lo sai benissimo che intendo!”
no, non farlo, Paul.. “Ti sei divertita a sbaciucchiarti con John?”
L'HO FATTO! AAH! Sono un'idiota! Un'idiotaaa! Paul, sei un'idiota! AH! Okay, basta, ho capito, me, puoi smettere di uccidere il mio ego?!
Carly lo guardava con gli occhi spalancati.
“C-cosa?!” esclamo'.
“Hai capito bene.”
Paul! Basta, hai gia' detto abbastanza! “Ti sei divertita a sbaciucchiarti con un mio amico? O meglio, con John? Sai, perche' sembravi molto presa, quella volta.” Okay, McCartney, ti sei guadagnato il premio di Prima Donna Idiota. John ti prendera' a cazzotti.. perche' gli hai rubato il titolo.
“Asp.. aspetta! Io.. io non capisco cosa intendi..” cercava di dire lei. In verita', sapeva cosa intendeva.
“Tu lo capisci, invece!” urlo', a quel punto, facendo voltare un paio di studenti attorno a loro.
Paul. Basta, hai infierito troppo.. Ma sta' zitto.. Paul!
“Il primo giorno dell'anno ti sbaciucchi con John, poi ti ripresenti cosi'?.. Sai una cosa? Facevi meglio a startene attaccata a lui.”
Carly stava in silenzio, incredula. Quindi la pensava cosi'.
In poche parole, pensava che lei fosse una..
esse. Grandioso: Paul McCartney pensa che tu sia una esse.
“Okay.. se proprio vuoi.. me ne vado.”
Paul inarco' un sopracciglio.
“Un.. un attimo...” aveva esagerato. “Ehi.. aspetta..”
“La pensi cosi'? Grandioso, io vado a casa. Facevo molto meglio a non venirci, a questo ballo, tanto le feste finiscono sempre cosi', per me.”
Ecco perche' Carly odiava i balli. Non saper ballare era un motivo a parte; si era lasciata con il suo primo e ultimo fidanzato proprio qualche anno fa', ad un ballo scolastico. Questo le aveva procurato una settimana di depressione cronica che aveva fatto dare di matto a Sam Spencer e aveva impegnato molto Josephine, a portare ogni sera la cena davanti alla porta.
“Aspetta!” riprovo' Paul, allungando il braccio.
Ma lei se n'era andata.
Alcune persone che si erano voltate, ritornarono a guardarsi e chiacchierare, mentre Paul non sapeva cosa pensare.

Everywhere people stare
Each and every day
I can see them laugh at me
And I hear them say...

 

Andi si allaccio' la cintura con cura, nervosa, – aveva sempre paura di sedersi davanti, fin da bambina – mentre osservava con curiosita' l'autista, che era seduto accanto a lei, e accendeva con estrema calma il motore della Ford rossa.
“Ehi, Andi, Adrian o come ti chiami, insomma.” fece lui, frettoloso.
Andi fece per ripetergli di nuovo il nome, ma ci rinuncio'. Sarebbe stato inutile. Lui si mise il dito davanti alle labbra.
“Sto rubando la macchina a Paul, non dirlo a nessuno, okay?” e le diede un buffetto, mentre lo osservava, scioccata.
“Ru-rubare.. e' un.. reat..”
“Lo so, sciocchina! Ma non sai quante volte ho rubato la macchina a quel finocchio!”
Andi rimase a bocca aperta. John rise, divertito dalla sua faccia.


...Hey you've got to hide your love away!
Hey you've got to hide your love away

 

 


Capitolo estremamente breve, rispetto ai precedenti!
L'ho scritto molto velocemente, sono una che non sa descrivere molto bene le parti in cui una persona soffre – ma essendo sadica, adoro leggerle o_o – quindi non credo sia proprio un granche' u.u poi i dialoghi che si fa Paul li ho scritti davvero a caso, senza pensarci troppo! E per questo, chiedo scusa t.t L'ho scritto ieri, ma l'ho sistemato oggi pomeriggio.. il testo della canzone l'ho aggiunto adesso. XD
La parte di John e Andi, quando lui fa il gesto delle manette.. beh, credo si capisca da dove l'ho preso ;)
Ora rispondo alle recensioni! Ringrazio tutti quelli che leggono e commentano.. davvero *_*

Laban: Questi doppisensi mi sono venuti all'ultimo minuto, mentre scrivevo XD un altra (e l'ennesima XD) dimostrazione che sono.. si', sono una pervertita perduta XD u.u fatto sta che adoro 'sti giochi di parole e i sensi ambigui.. non ci posso far nulla XDDD comunque.. gia', chi puo' essere George.. se non George? XD

The Night Before 1965: gia', poverino Georgie.. che si deve subi'? t-t XD ora mi chiedo che combinera' John, in macchina.. XD e non lo so neppure io che sono l'autrice! siamo messi male, siamo messi proprio male XD

Clafi: Paul sudato *___* XD pure io, a quel punto, sarei entrata nella storia e avrei preso Kelly e George per il collo e li avrei buttati in un ascensore rotto XD (ma prima sarei svenuta alla vista di George.. <3 mi sa o_o) poverino pero'.. per Annie XD mah, secondo me John l'aria da molestatore non ce l'ha.. poi XD sulla canzone, o quello che e' XD.. tranquilla, anche a me capita di sapere cose che non dovrei sapere o_o

Zazar90: Davvero? *__* grazie :D troppo gentile t-t e tranquilla, a Meg non glielo dico xDD ma a parte questo! Ecco, quella Annie Lee non deve toccare Georgie t_t XD Il pezzo tra Paul e Carly e' uscito pure un po'.. strano! XD Peccato pero' che la gelosia rovini tutto, nei momenti romantici.. E' un difetto che c'ho pure io.. la gelosia u.u ehm, ok XD

Cocorit: Beh si', in fondo.. come dire di no ad un faccino e ad una manina come quelle di Paul McCartney? ;D Ancora meglio se erano il faccino e la manina di Ge.. coff.. XD La bambina malefica XD e poverini i Beatles che vengono fischiati.. bah, la vita moderna u.u XDDD

Marty_youchy: giaa'! XDDD poverino, non vorrei essere nei suoi panni.. t-t

Martina97: Si', Georgie te lo affido io, gli fai da guardia da corpo.. cosi' non mi scompare all'improvviso come in questi capitoli XDD eggia', e' normale che George si ingozzi di sandwich XD io al posto di Kel sarei svenuta.. ma lei e' il personaggio piu' dotato di autocontrollo in questa storia, quindi XD e poi.. gia', poverino John XD ma Andi! potevi chiedergli cosa voleva, non dovevi mica metterti a piangere XD Ok, sto sclerando, parlo pure con i miei personaggi XD

paulla: scusa se non ho risposto prima, e' che hai recensito dopo XD comunque grazie :D

Ora.. si', un grosso saluto XDD alla prossima *_*
La canzone
Roadhouse Blues accompagna, come sempre, il finale XD
P.s.: uffa, l'html e' storpio qui u.u vabbe' u.u

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Capitolo 16
*** Ti sei dimenticato di chiederle il numero! ***


 

La Ford rossa accosto' davanti ad una villetta inglese, da famiglia benestante, con il giardino ben curato e le persiane verdi, mentre il finestrino dei posti davanti si abbassava. Ne usci' una mano, che spolvero' rapido lo specchietto retrovisore e rientro', sempre svelto, dentro il veicolo. Si senti' una breve risata.
“Hai una bella casa.” commento' John, sorridendo alla ragazza accanto a lui.
Lei, come sempre, dopo tutto, aveva la faccia vermiglio. “Grazie..” rispose.
Teneva gli occhi abbassati dall'imbarazzo, ancora nervosa per la presenza di quel tizio. Non sapeva se fidarsi o meno.
Doveva essere un bidello, un segretario o forse era addirittura un professore, uno nuovo, magari.
La loro scuola pullulava di professori giovani, a volte persino universitari, dai venti ai trent'anni. Erano le professoresse, di solito, ad essere vecchie. Eccezioni lampanti erano la professoressa di matematica, quel professor Jones – che, per pronuncia, si confondeva sempre con il meglio conosciuto professor Johns – e.. il direttore.
Ma no. Quel tipo non ce lo vedeva in cattedra. Proprio, non ce lo vedeva li', dietro la cattedra, sempre con il registro aperto davanti a lui.
Era un'immagine che stonava troppo, secondo lei.
Vedeva, invece, nelle sue vaghe fantasie, il professore-amico di Carly che lo bacchettava con le bacchette per la batteria..
Basta, devo smetterla di pensare a queste cose. Si disse, con un lungo sospiro.
“Ehi, va tutto bene?” chiese, improvvisamente, John.
Andi distolse il pensiero dalla.. fantasia e annui', senza pero' guardarlo negli occhi.
John osservava tutte le sue mosse, cercando di non ridere. Le sue reazioni erano troppo spassose, l'avrebbe guardata arrossire, balbettare e sudare per tutta la vita, senza annoiarsi mai. Inoltre, doveva ammettere che era davvero carina, con quei capelli rossi. Il nome perfetto per quella ragazza era Scarlett Johanson, una versione rossa e con le labbra piu' sottili (e qualsiasi riferimento ad un'attrice e' puramente casuale).
Chino' leggermente la testa di lato per guardarla meglio negli occhi, lei si giro' immediatamente dall'altra parte.
John non pote' non sorridere, sempre piu' intenerito da quella ragazza. Poi lancio' un'occhiata all'orologio dell'autoradio.
“Sono le undici, carina! Non dovevi andare?”
“Le UNDICI?” quindi era passata mezz'ora.. cosi' in fretta. “
Mer.. coledi' non e' domani!” divenne paonazza, “Scusa scusa scusa scusa per il disturbo! Scusa, scusa! Ehm.. ti ho gia' chiesto scusa?”
“Si',
baby, mi hai gia' chiesto scusa.” disse, con una voce scema stile Arnold Schwarzenegger, che gli usci' male, “Il tempo e' denaro, quindi non perderlo a sprecare fiato e corri da mammina e papino.” e le fece un'occhiolino. Bravo Johnny! Ti e' uscita una frase da Ken il Guerriero! Ma Ken il Guerriero dice frasi cosi'? Mah, chissenefrega.
A Andi fischiarono le orecchie. Soprattutto quando lui le scompiglio' affettuosamente i capelli.
“OKAY! A-allora io.. vado!” apri' la portiera, la chiuse con troppa forza e usci' di corsa, “GRAZIE!.. per il passaggio.”
John le fece un sorriso che, ad Andi, ricordava troppo un poster di Lo', e scompari', insieme alla macchina.
Oh! Non gli ho neppure chiesto il nome...

John, guidando, si tiro' una botta in testa.
“Coglione! Ti sei dimenticato di chiederle il numero!!”

 

9 gennaio 2010 – ore 0:50
“Carla Rosalie Spencer..”
Oh no. Quando Jo utilizzava quel tono e la chiamava con il nome completo.. c'era da preoccuparsi.
Carly doveva aspettarsi di tutto: draghi sputafuoco, fulmini a ciel sereno e via dicendo.. quando Josephine Denpster parlava cosi'.
“Ti sei accorta che.. sono
le una meno dieci?!” la sgrido'.
Le una meno dieci? Come poteva essere accaduto? Doveva aver perso quasi del tutto la cognizione del tempo.
“Ricordi che il coprifuoco era alle dodici? L'avevamo accordato con Suz.” disse, calmandosi un po', la mamma. “Mi dispiace per te, Carletta, ma credo proprio che dovro'.. metterti in punizione.”
Di solito, Carly reagiva molto male quando mamma diceva che stava per metterla in punizione. Pero', stavolta, non trovava niente di peggio di quello che le era appena successo... Poteva tranquillamente toglierle l'iPod per una settimana, toglierle il pc per un mese.. anzi, il pc no. Perche' poteva sentire Kelly su Messenger e tanto le bastava per consolarsi.
“D'ora in poi il coprifuoco si sposta alle due e un quarto, io e tuo padre ti togliamo il pc, il cellulare e il telefono.” sentenzio', secca, Jo. “Per una settimana.”
No, un momento, la stava completamente isolando dal mondo. E a scuola vedeva sempre di rado Kelly, perche' era al piano di sotto, con Andi. Le stava proibendo di piangere sulla spalla della sua migliore amica e di riappacificarsi con il secondo fidanzato di tutta la sua vita. No, forse non era neanche da considerare un.. fidanzato.
“Sei una stronza.” disse, a denti stretti, e scappo' di sopra prima che Josephine potesse dire altro.
Entro' in stanza, sbattendo la porta, e si butto' sul letto, piangendo le lacrime che aveva trattenuto durante il tragitto a casa.
Le bruciavano gli occhi, il cuscino era umido e le gambe le facevano un male insopportabile.
Zia Suz le aveva proposto di accompagnarla, ma lei aveva rifiutato e se n'era andata.
Era persino comparsa una sottospecie di hippie orientale che aveva cercato di venderle una Porsche grigia.
Ancora tra le lacrime, prese l'iPod dal comodino e lo accese, mettendo la canzone in riproduzione.. “I've Just Seen a Face”.
Butto' il lettore per terra, mordendosi il labbro, arrabbiata.
Ma allora ce l'hanno tutti con me?!

 

 

 

Ok, questo e' un altro capitolo!
Molto breve, sorry. XD la parte di Ken il guerriero e' fortemente random u.u
diciamo che non conosco molto quel cartone.. XDD
E.. no!
Andi non somiglia a Scarlett Johanson! XD e' un gioco di parole con il nome e il colore dei capelli.. u.u XD
Comunque,
grazie a chi recensisce e grazie anche a chi legge :)

paulla: gia' XD guarda, sei arrivata pure per prima, stavolta! (XDD) Ma, scherzi a parte! u.u gia', poverino John, che Andi pensa sia un maniaco XD ma no, pero', Paulie sudato l'avrei trovato segsi.. Ma sara' perche' io sono una maniaca (altro che John u.u asd) XD Comunque e' vero, poverina Carly, in quel capitolo... Paul! Ma che mi fai! u_u

Clafi: Ma no, Paulie non si picchia.. anche se in questo caso un paio di botte gli servivano! u.u *Paul mi guarda male* a-hem XD Johnny fa il ladro, il maniaco.. e ora? Arnold Schwarzenegger non e' un mestiere, pero' u_u e poi odio Arnold Schwarzenegger t__t John! Che mi fai? (si', sono partita! XD) e comunque non sapevo che John fosse un aggettivo XD (ok, sono seriamente partita, adesso! XD)

Marty_youchy: Paulie e' geloso, Paul e' geloso, Paul e'.. *Paul mi guarda male* xDDD

sofia126: Poverina Carly, anche Andi.. XD

Zazar90: Gia', ma vedrai che si riappacificheranno ;D alla fine il bacio con John doveva ritornare in qualche modo, nella vicenda! Anche se Carly.. poverina u_u A volte John e' davvero una prima donna idiota.. XD ma io lo adoro lo stesso u.u XD purtroppo non ci sono colpi di scena, ma.. gia' il fatto che non ci abbia provato con la An e' un po' un colpo di scena, no? XD

Laban: Sono contenta che ti siano piaciuti i discorsi di Paul! Perche' pensavo fossero.. strani XD eggia', poveretto John.. ma anche Andi, che deve subire 'sti shock! Mah, chissa' che aveva in mente quella.. XD e sono felice anche perche' ti piacciono i miei doppisensi *__* perche' io AMO le cose ambigue *-* XD

Cocorit: Ecco, guarda Paulie, lo dice pure lei! *Paul mi guarda male.. di nuovo, si'!*

Martina97: Beh, Andi non si e' ancora accorta che John e' John.. e non sa neppure il suo nome u.u vergogna! Ma questo a parte XD gia', chissa' cos'avranno messo in testa a quella poveretta... me lo chiedo pure io che sono l'autrice (ma non dovresti saperlo visto che sei l'autrice? n.d.Paul – Zitto! che ti scoprono! n.d.Thief XD). Salutami George XD <3

P.S.: ah, ve ne sarete gia' accorte ma.. ho Paul in casa che mi aiuta a scrivere i capitoli XDD (Laban, Marty e Clafi, non guardatemi male! XD) e vi lascio con un'enorme Ciao! da parte mia e di Paulie! XDDD *Paul agita manina, poi.. mi guarda male* XD saprete dopo perche' sto dicendo questa cosa (che per di piu' e inutile) ;D

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Capitolo 17
*** Dov'e` Bambi? (Spensa') ***


  

Era da tre giorni che Kelly, sua sorella Lauren – o Lo' – e Andi andavano a trovare, di nascosto, Carly Spencer, che era in punizione. E, per tirarle su il morale, a volte, venivano John, George e Ringo a regalarle dolci, biscotti e torte, tutti mezzi smangiucchiati – chissa' da chi...
La madre non era a conoscenza di questi incontri segreti, mentre papa' Spensa' vedeva tutto e aveva promesso di non dire nulla. Per la legge che aveva stabilito insieme a Lemon Soda, “quello che va sempre a sbattere contro la porta di casa” e professor Naso, era obbligato a mantenere il silenzio.
“Ehi, signor Spencer. Il mio soprannome e' troppo lungo.” disse, un giorno, George.
George era seduto in cucina, sul tavolo, mentre John continuava a far volare una piuma soffiandoci sopra, girando praticamente per tutta la stanza, e Ringo si dondolava sulla sedia. Papa' Spencer si accendeva una sigaretta.
“E' vero.. in effetti.” si intromise Ringo, alzandosi dalla sedia per andare verso la dispensa. “Ma il mio soprannome non mi piace..”
“Io sembro una bibita! Perche', le sembro da bere, per caso?!” aggiunse John, facendo cadere la piuma. “No! C'ero riuscito!”
“A me il tuo soprannome piace, Lemon.” disse, secco, Sam Spencer. Poi fece un sorrisino sghembo, “Se, invece, a voi due non piacciono i vostri
nick.. io a te, Harrison, ti chiamerei volentieri Sbatty. Invece, Starkey, se vuoi posso chiamarti professor Biscotto.”
Ringo sputo' tutto il te' che stava bevendo – ah, ho dimenticato di dire che stava bevendo del te' – mentre John scivolo' sulla piuma, che era caduta per terra. “AH!”
George sollevo' un sopracciglio.
“No. Sbatty non mi piace.” disse, con disapprovazione.
“Ora perche' sono un biscotto?” chiese, perplesso, Ringo.
“BASTA, SIGNOR
CIAO-SONO-GEORGE-CLOONEY! O mi chiama John o..”
Winnie?” chiese, divertito, papa' Spencer. John divenne rosso. No, quello non doveva dirlo!
Mentre John e il signor Spencer si scambiavano occhiate assassine, Ringo e George si scambiavano due chiacchiere, mentre il batterista si asciugava le labbra con un tovagliolo. “Ehi, George! Alla fine, com'e` andata con l'amica di Carly?”
“La rossa, la castana o la mora?” chiese lui. A Ringo, quella domanda, suonava alquanto strana.
“Ehi! La rossa e' mia!” grido' John, voltandosi, poi apri' il frigorifero.
“Ehm.. quella alta.” inizio' Ringo, “Mora, occhi neri..
taglia terza..” gli arrivo' un cuscino in faccia. “EHI! Chi e' stato?!”
“Io, Ritchie, sono stata io.” disse una voce femminile, secca, all'ingresso della cucina.
“Meg!” esclamo' lui, felice, raccogliendo il cuscino. George la guardava con apprensione, John indietreggiava. “Ma come hai fatto ad entrare?” chiese allora, sempre il batterista professore.
Lei non gli rispose e si diresse verso il padre di Carly, porgendogli le chiavi.
“Signor Spencer? Si ricordi di chiudere a chiave la porta.” annui', lasciando basito il povero papa'. “Comunque, Rings, volevo fare una visitina a quella Carly.” fece una pausa, per controllare le facce dei suoi interlocutori – John era immobile, George la guardava come se fosse un asino volante, Ringo beveva rumorosamente il te' e il signor Spencer si stava mettendo le chiavi in tasca. “So di starle antipatica, ma in fondo.. tu sei sua amica, Ringo.. Quindi..” fece un sorrisino. “Ho portato anche una torta di mele!”
“Yuppiii!” esulto' George e si getto' letteralmente su Meghan, facendole prendere un colpo.
“Aaah... la ricetta della signora Poetry?” chiese Ringo, chinando la testa di lato.
Meg gli fece un'occhiolino. “Ovvio! Ma non dirlo a nessuno...”
Intanto, George si stava gia' prendendo una fetta di torta, senza permesso. Anzi due: “Una la porto a Paulie!” era piu' allegro di Heidi con le caprette che fanno
ciao. “Sicuramente gli risollevera' il morale. Mmm..”
“Ehi! Ne voglio una fetta pure io!” protesto' John, spiritoso.
Solo allora, papa' Spencer si accorse dell'assenza di.. “Dov'e`
Bambi?”
Anche Meghan si accorse che Paul era scomparso. “E' vero, non c'e` il bassista sudato..”
“Ehm..” John prese un cucchiaino e, dopo averlo scaldato con il fiato, lo appese sul naso.
Ringo si gratto' la testa e fini' il te', George non si era accorto di nulla, tanto era preso dalla torta.
“Oh, Paulie e' in casa.. ha la febbre!” disse John, fingendo convinzione. “Sai.. l'influenza stagionale.. la suina..”
“Gia', la febbre gli mette sempre l'umore a terra.. infatti gli porto la torta!” disse, allegro, George.
“Ah, ecco perche' non e' venuto!” esclamo' Ringo, facendo il finto tonto. “Spero proprio non si sia beccato la suina!”
George Cloo.. pardon, il signor Spencer e la piccola Meg.. pardon! Meghan, non erano tanto convinti.
“Ah, comunque, com'e` andata con..”
“..Smith Kelly?” chiese George, allora.
“Si'.. Kelly Smith.. insomma,
quella.” rispose Ringo, annuendo.
Ringo fu sicuro di vederlo rabbrividire. “Ecco... sua cugina mi e' saltata addosso.. poi.. poi.. sono inciampato sul piede della vecchietta.. Poi..” inizio' a sudare. Intanto, pure John, Meg e il signor Spencer, iniziarono ad ascoltare. “...Ho incontrato una bidella. Quando mi ha visto, ha iniziato a infuriarsi e si e' messa a rincorrermi, chiamandomi 'John'... ma perche'? - John si mise a fischiettare, innocente – oddio.. non.. voglio.. non voglio piu'..”
Si mise a piangere – o almeno, inizio' a fare dei versi simili –, Ringo lascio' che si appoggiasse su di lui, per consolarlo.
Meghan inarco' un sopracciglio, decisamente perplessa, mentre Sam Spencer stava ancora cercando di non ridere. John invece si guardava attorno e continuava a fingere l'innocenza.

 

Kelly – l'argomento prelibato delle chiacchiere di Ringo e George – e Andi riuscirono a introdursi dentro la finestra con estrema fatica.
“Uff! Carly! Perche' devi avere una stanza al secondo piano?!” si lamento' Kelly.
“Perche' non ci sono camere nel primo?” fece Carly, roteando gli occhi.
Andi si intromise, timidamente. “Ma non c'e` la stanza dei tuoi genitori?”
Carly fece un sospiro. “Ma e'
dei miei genitori! E poi non ci sono finestre, avreste fatto piu' fatica!”
“Giusto” si dissero, a quel punto, le due.
Poi Andi le porse la tazza di cioccolata che teneva in mano, mordendosi il labbro.
“Ecco... s-sai, volevo portarti la cioccolata di mamma.. ma meta' e' finita per terra..”
“..e l'altra meta' e' finita sui miei capelli!” disse Kelly, sbuffando.
Carly la guardo', incredula. “Nervosetta, oggi!”
Kelly tiro' fuori il labbro, sedendosi sul letto della stanza. “Ecco.. sa Andi il perche'!”
Carly si volto' automaticamente verso l'altra, che arrossi' immediatamente. Ormai si erano abituate ai suoi aumenti di pressione..
“Ecc.. No, non posso cominciare di nuovo con 'Ecco' una frase! Quindi, volevo dire.. Ecco.. no! L'ho rifatto!”
“Taglia corto, Andi, ti preego!” disse Carly, muovendo le mani avanti e indietro.
“...Kelly e James hanno rotto!” riusci' a dire Andi. Kelly scoppio' in un altro urlo e si copri' la faccia con il cuscino.
Carly, invece, si mise a saltellare, felice e contenta.
“Eddai! Non ti devi disperare! Guarda che quello era un coglione, avete fatto molto bene a rompere..”
“Ma a me piaceva, uff!” disse Kelly, con la voce attutita dal cuscino.
Carly alzo' gli occhi al cielo, “Come puoi dire che ti piace.. dopo aver visto il tuo chitarrista preferito davanti a te, che mangiava degli sandwich e viene travolto da tua cugina? Io non avrei resistito, se fossi stata in te, e avrei rinnegato parenti e amici pur di stare con lui.” disse, decisa, con un tono talmente serio che.. non sembrava affatto serio.
La testa di Kelly sbuco' fuori dal nulla.
“Diavolo, e' vero! GEORGE HARRISON!” e si mise le mani sui capelli, per trattenere uno strillo.
Carly rimase incredula. Come aveva fatto a dimenticarselo? Sapeva che aveva la testa tra le nuvole, ma non immaginava fino a quel punto.
“Chissa' se lo incontro di nuovo..” disse, sognante.
“E James, dove lo metti?” fece Carly, con una linguaccia spiritosa.
Andi sorrise.
Allora, si sentirono tre 'toc' alla porta. Carly fece un enorme sorriso che non si vedeva piu' da giorni.
“Chi e'? Che succede?” chiese Kelly, confusa. Andi lo era altrettanto.
“Oh, penso proprio che sia John! A volte mi porta dei dolci..” disse Carly, andando verso la porta della stanza.
Ma la porta si apri' da sola e sbuco' la testa di John, con su un cappello alla marinaretta e un sorriso a trentadue denti.
“Ehi, ti abbiamo portato delle meringhe e una torta di mele!” disse un altra voce dietro la porta, prima che potesse parlare. Aveva l'accento scouse, come gli altri. Un'altra vocetta si mise a sghignazzare.
Kelly sussulto', pensando di aver riconosciuto la voce che aveva parlato. Andi ebbe la stessa reazione quando vide la faccia di..
LA ROUX!” grido', improvvisamente, John, tutto allegro. Andi fece un passo all'indietro.
“Da quando parli francese?” chiese una voce perplessa, la stessa che aveva parlato, sempre dietro la porta.
In tutta risposta, il chitarrista spalanco' la porta d'ingresso, involontariamente, facendo cadere gli altri due per terra.. e lo travolsero.
“AAAAH!” fu l'urlo collettivo.
Da sotto il corpo di John – con la faccia a terra, il culo in aria e il piede di George sulla nuca – e quello di George – letteralmente seduto sulla faccia del batterista – sbuco' la mano dell'ultimo samur.. una mano, su cui c'erano molti anelli.
“VOI DUE! Scendete da me!” passo' un secondo di silenzio mortale, “George! Non e' un belvedere, quaggiu'!”
Il chitarrista balzo' in piedi, saltellando su un piede – dal dolore – e, erroneamente, mise il piede sulla..
“Ahia, Geo! La schiena!” ringhio' John.
“Scusa John.” disse l'altro e si levo' da li, pestando, stavolta, la mano di Ringo.
“AHIII!” urlo', ancora, il batterista.
“Scusa Ringo!” esclamo' l'altro, piu' spaventato dall'urlo che da altro.
Kelly osservava come incantata la scena.
Wow.. Aveva davanti a se il suo chitarrista preferito, in t-shirt a maniche corte e jeans strappati (non aveva freddo?) mentre continuava a schiacciare la mano del povero Ringo Starr e la schiena del povero John Lennon.
Andi, invece, si soffermava sul tizio con il cappello e con la felpa color cachi. In un certo senso, ne aveva paura.
E poi perche' l'aveva chiamata “la roux”? Non le sembrava di somigliare tanto alla tipa con i capelli all'insu'.
Carly scoppio' a ridere. George le sorrise dolcemente.
“Meringhe?” chiese, porgendole il sacchetto.
Carly fece spallucce e fece per prenderne una, ma George strinse il sacchetto a se.
“Ehi! Non hai fatto la domanda!” piagnucolo'.
“Ehm.. ne vorrei una.” spiego' Carly, tentando pazienza.
“La parolina magic
aaa..” disse George, lentamente, come fanno le madri ai neonati, e si mise una meringa in bocca.
Carly sbuffo', scocciata. “Uff! Ne vorrei una,
per favore!”
“Tieni” disse lui, e gliene porse due, con dispiacere.
Intanto, John si era messo tra Kelly e Andi, sul letto, guardando sorridente quest'ultima. E lei continuava a non capire perche' lui si fosse tanto fissato con lei. E perche' cavolo arrossiva?
Invece Kelly era li', sognante, a guardare Carly e George che si scambiavano le meringhe. Doveva ammetterlo, era anche un po' gelosa. Non capiva perche' George scambiasse meringhe con Carly e non con lei.
Proprio allora, bussarono piano alla porta, che si apri' anche senza il permesso.
“Ringo?”
“Ahia Meg! Mi hai schiacciato la mano!”
Lei lo ignoro' e rivolse un saluto cortese ai presenti, sventolando la mano.
Carly divenne perplessa. Perche', all'improvviso, era arrivata
quella li'? Non la sopportava, ed era antipatica.
Lei mise per terra il sacchetto che conteneva (gli avanzi de) la torta di mele e diede un leggero calcetto sulle costole del fratello, che stava per terra, con la faccia all'ingiu', morente (si fa per dire,
somma).
“Ritchie, vado a fare la spesa.” disse, “Mi potresti accompagnare?”
Lui si alzo' e si mise sull'attenti, facendo ridere l'altra.
“Lo prendero' per un si'. Andiamo adesso, che il centro commerciale chiude alle otto?”
“Okay, ma non farmi stare trent'anni davanti ad una vetrina, d'accordo?”
Meghan gli fece la linguaccia e lo trascino' fuori dalla stanza, per il polso, lasciando un po' increduli George, Kelly e Carly – John guardava Andi, lei cercava di ignorarlo guardando fuori dalla finestra. Solo dopo due secondi di silenzio, John si accorse che mancava Rings. Si affaccio' alla finestra, abbandonando Andi per un secondo, per poi mettersi a gridare, come uno scemo: “Eeeehi! Ringhiiinooo! Ti raggiungiamo tra poco!” poi aggiunse, “Gemellini!! Aspettateci li', cazzo!”
Si precipito' alla porta, senza aprirla – infatti ando' a sbatterci contro.
Andi rimase solo scioccata, George si mise a ridere sotto voce, scuotendo la testa lentamente, come fanno i padri (?) inteneriti, quando vedono i loro figli crescere (?!).
John fece un “chiamami” con la mano a Andi – risparmio lo shock che ebbe alla vista del gesto – e scomparve da dietro la porta, lasciando dietro di se una scia di risate e urli euforici. Dopo pochi secondi, Carly riusciva gia' a vederlo fuori dalla porta, a travolgere Ringo, facendolo atterrare sulla neve, che era ancora soffice.
George si era accorto della presenza di Kelly, quindi si guardo' attorno, per avvicinarsi al suo orecchio. La pressione di Kelly si alzo' pericolosamente.
“Ehi.. ehm.. mi daresti il tuo numero?”
Kelly rimase a bocca aperta. Le chiedeva
cosi' il numero?
“C-chiedilo a.. Carly!” disse, fingendosi scocciata.
“Okay, ma promettimi che non ci sara' Annie Lee!” annui' George.
“Eh?!” fece Kelly, senza capire molto. Che c'entrava sua cugina?
Troppo tardi, perche' lui era gia' al piano di sotto e stava uscendo dalla porta di casa.
Carly e Kelly videro la scena in diretta dalla finestra: George spuntava dal nulla, mentre Ringo stava gia' facendo partire la macchina con Meg e John ai posti dietro. Rimasero basite nel vedere un Harrison-sprint correre all'impazzata dietro il veicolo, gridando “
Ah! Aspettatemiii!
La cosa fece sorridere Carly, divertita.
Per fortuna, pero', non le avevano chiesto nulla su Paul.

 

Bene, coglione.
Che farai? Me lo chiedo pure io.
E glielo chiederai? Uhm. Sono tutti da lei.. Gia'
la vedo tra le sue braccia..
Mmh, che rabbia che mi fa...
No, non ci devo pensare.
Ma oggi voglio chiederle scusa... e come faccio?

 


 

Ecco un nuovo capitolo, a tutta velocita' XD
Vi erano mancati i buoni vecchi capitoloni? xDDD a me si'! (mi piace troppo scriverli!)
A voi no, scommetto XD La parte centrale (dal secondo capoverso all'entrata in scena di John) puo' fortemente risultare depressa, o meglio, forzata.. l'ho scritta in un momento di depressione! XD la parte di quei tre che entrano in stanza di Carly.. beh.. XD in verita' c'e` una versione piu' demenziale, che avevo scritto su un fogli di carta, ma.. ho perso il foglio t__t quindi l'ho dovuto riscrivere u-u
Spero che il capitolo vi piaccia lo stesso, anche se e' il piu' stupido della storia!
E.. grazie mille per le recensioni *__* rispondo brevemente, pero' XD

Laban: Uahahah embe', a volte viene anche da me, Paulie XD oggi pero' non c'e`.. *uhm* XD chi lo sa se quei due sono proprio una coppia? ;) leggendo si vedra' XD

Zazar90: Eeeh che ti fa' fare una ragazza come Andi, eh? XD Rambo non m'era venuto in mente, quel giorno XDDD cioe', mi viene in mente solo quando non mi e' utile.. bah u-u John s'e` pure scordato il numero XD

Marty_youchy: Oooh I've Just Seen a Face e' anche una delle mie preferite *-* ma con me non e' valido dire “canzone preferita dei Beatles”.. ne ho troppe! XD quoto sui genitori u.u

Cocorit: Si', mi piace molto quella canzone *-* per fortuna i veri amici sanno come risollevarti il morale, stessa cosa per Carletta ;D

paulla: come gia' dissi (oddio, quando parlo cosi' c'e` da preoccuparsi!), che ti fanno fare le ragazze come Andi? XD piu' che altro la mamma era un po' impazzita, quel giorno -sisi- pero' e' vero, PaulA fa chic XD e salutami Georgie XD

Clafi: eee e' Andi XD si', anche secondo me “professor John Lennon” suona assai male! XD e spero non mi ucciderai, per Paul XDDD

 

P.s.: Ok, cosa succedera' nel prossimo capitolo? *babababam!*
Si', lo so, sto impazzendo! ieri la depressione, oggi l'adrenalina! bah. Bye! XD

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Capitolo 18
*** I love you! I love you! I love you! ***


 

Era da un po' di giorni che non metteva mano su uno strumento.
Da giorni, ormai quasi una settimana, stava sdraiato sul letto, con le coperte tirate fin sopra la testa. Aveva sempre l'intenzione di tenerle li', sul suo viso, per non respirare piu' e vedere fin dove riusciva ad arrivare il suo masochismo.
Un momento, no. Lui non era un masochista, anzi, odiava i masochisti.
Pero' si sentiva un masochista, in quel momento. O almeno, si sentiva depresso e non ricordava di essersi mai depresso cosi'. L'unica cosa che poteva permettersi era che non si era messo a frignare come una verginella, sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe potuto guardarsi allo specchio ritenendosi degno della propria faccia. E poi frignare per cosi' poco sarebbe stato un duro colpo al suo orgoglio.
Avanti, per una ragazza. Che vergogna.
Tiro' giu' le coperte, deciso ad affrontare quel momento, quindi fece per scendere dal letto e mettersi una maglietta, quella che aveva lasciato sulla sedia, l'altro giorno – si era dimenticato di mettersi la camicia da notte, la notte prima.
Con la vergogna addosso, si chiuse in bagno, per sciacquarsi il viso, e si sedette sul coperchio del gabinetto.
Probabilmente George dormiva nel tanto amato cesso – la sera prima, John l'aveva appostato li' dicendo “Non ne posso piu' di lui che mi ruba le coperte e non ne posso piu' di condividere con lui un materasso”, un discorso ragionevole – mentre l'altro se ne stava nel suo materasso a due posti, in salotto. Al batterista e alla sua (adorabile) sorellina, avevano lasciato la stanza di George.
Li immaginava dormire assieme, in quel divanetto minuscolo – a cui, quando ci dormiva sopra il chitarrista, trasbordavano i piedi. E poi, Ringo russava e dormiva persino all'incontrario. L'avevano notato di recente, a capodanno, e lui aveva dovuto persino rimetterlo a posto per non rischiare di avere un altro cadavere in casa – l'altro cadavere era il vecchio gattino di Paul, Polly, che riposi in pace.
Al solo pensiero,
povera, piccola Meg, si diceva lui. Con i piedi sporchi e puzzolenti di suo fratello in faccia.. non la invidio.
“Ehi, Paul.” disse, allora, una voce stanca dalla porta. “Non urlare.”
“Scusa, John.” rispose l'altro, sistemandosi le calze. “Ho fatto un incubo.”
“Cerca di stare in silenzio, quando ti fai gli incubi!” lo rimbecco' John e poi aggiunse, vedendolo comunque triste. “Allora, Paulina. Hai ancora l'intenzione di fare 'sta cosa?”
Paul accese una luce, obbligando l'amico a coprirsi gli occhi, per il fastidio. Prese un pettine e uno specchio dal cassetto del comodino e si mise a pettinarsi i capelli, ordinando la frangia e le basette. John sbuffo'. Appena fini' la sua operazione, mise dentro pettine e specchio e annui', con un sorriso sghembo, che si prendeva gioco dell'interlocutore.
John sbuffo' una seconda volta, ma con allegria. Ecco, era ritornato il Macca, finalmente!
C'era solo un'ultima sfida a cui sottoporlo, per capire se era davvero tornato:
“Ehi Paul.”
“Mh?”
You're gonna lose that girl!” canticchio'.
In tutta risposta, Paul gli lancio' addosso un cuscino.
Si': Paul era tornato.

 

Non riusciva a prendere sonno, incredibile...
Neanche studiare la aiutava a dormire, non la aiutava neanche guardarsi il dvd di The Ring – per lei era un film noiosissimo e le faceva sepre venire sonno, ecco perche' Andi e Kel pensavano che fosse pazza, perche' a loro faceva venire la pelle d'oca – neanche The Ring 2! E poi aveva provato ad ascoltare il cd di musica ambient che le aveva regalato Lo' – lei diceva che l'ambient era il miglior modo di utilizzare l'elettronica per fare musica – ma non le veniva sonno lo stesso. Strano: la musica ambient le faceva sempre venire sonno.
C'era qualcosa che non andava e lei ne era consapevole. Perche' non aveva sonno?
Perche' non succedeva nulla? Era davvero una rottura.
Odiava le notti in bianco, sebbene da piccola le adorasse. Le piaceva non andare a letto, tutto qui.
E proprio allora, che pensava di aver raggiunto il sonno, senti' qualcosa picchiettare contro la finestra. Cos'era? Chi era?
Lancio' un'occhiata all'orologio sul comodino: segnava le due di notte. Cioe', chi era quel pazzo scriteriato che era venuto sotto la finestra della sua stanza alle due di notte? Mancavano solo quattro ore al mattino (diciamo anche cinque, va), erano passate due ore da mezzanotte e tutti dormivano a quell'ora. Mancavano solo due ore all'adunata dei “fatti” nelle loro case, che ritornavano dalle discoteche.
Carly si mise una felpa che era sopra la sedia e scosto' le tende per vedere cosa stava succedendo.
“Spencer!” grido' una voce, oltre il vetro. Le sembro' quasi di riconoscerla..
Apri' la finestra, incredula.
Si ritrovo' con un John che lanciava pietre contro la sua finestra, un George assonnato che non si era messo neppure la cravatta, un Ringo un po' confuso, che continuava a suonare alla cavolo il tamburello, e..
“Dai che lo deprimi,
cazzo! Non mi piace vederlo con il muso, quindi apri quella cazzo di finestra!”
Aveva detto la parola “cazzo” per due volte in due periodi, si sentiva anche oltre il vetro della finestra.
Paul stava a testa bassa, con la mano appoggiata sul basso, mordendosi il labbro inferiore. Non se la sentiva di alzare gli occhi e guardare la faccia della ragazza di cui si era “innamorato”, o almeno cosi' si diceva. E gia' immaginava la sua espressione...
Se proprio vuoi.. me ne vado.
“Dai, apri la finestra!” disse, stavolta un'altra voce. George? “Voglio ritornare nel mio letto!”
“Ma se ti abbiamo appostato nel
cesso!” fece, sghignazzando, John. George gli mostro' la lingua.
“Ho lasciato da sola Meg e se si sveglia e scopre che non ci sono.. mi fa a pezzi! Apri quella finestra!” ..Ringo.
Carly sospiro' e apri' la finestra, schivando in tempo un sasso di John. “Ah!”
“MA CHE FAI? SEI PAZZO?!” Paul riprese coscienza.
George fece l'ennesimo sbadiglio. Ringo, invece, fissava John come se fosse un pazzo.
John fece una faccia degna dell'
Inserviente e fece spallucce.
Paul lo guardo' malissimo, per poi spettinarsi i capelli con la mano – molto, molto strano!
Poi prese fiato e inizio' a cantare.

We said our goodbyes, ah, the night before.
Love was in your eyes, ah, the night before.
Now today I find you have changed your mind.
Treat me like you did the night before.

Were you telling lies, ah, the night before?
Was I so unwise, ah, the night before?
When I held you near you were so sincere.
Treat me like you did the night before.

Lo stava facendo per davvero? Con una strumentazione ridotta, chitarre semplici e batteria totalmente eliminata – c'era solo un tamburello, visto che non potevano portare gran basso e piatti tutti insieme sotto la finestra di casa Spensa'. Ma.. No, non ci poteva credere che lui stesse cantando una canzone davanti alla sua finestra, come le sdolcinate serenate delle tragedie.
Carly rimase a bocca aperta, osservando il suo cantante preferito che cantava
per lei sotto la finestra di camera sua.
Alcuni vicini si stavano svegliando per vedere chi era che stava facendo tutto quel 'baccano'..

Last night is a night I will remember you by.
When I think of things we did it makes me wanna cry.

Carly rimase perplessa, a quel punto. Ma non voleva chiedere niente, rimase solo li' ad ascoltare.
Sapeva che lui l'aveva trattata da
esse. E questo era imperdonabile. Pero' doveva ammettere che anche lei se l'era presa troppo male. Teoricamente, lui le aveva solo chiesto spiegazioni, non aveva detto nient'altro. Non doveva prendersela cosi', era troppo permalosa.

We said our goodbye, ah, the night before.
Love was in your eyes, ah, the night before.
Now today I find you have changed your mind.
Treat me like you did the night before.

When I held you near you were so sincere.
Treat me like you did the night before.

Paul accenno' ad un sorriso, sforzandosi di mostrarsi felice.
Insomma, aveva fatto una fatica enorme a scegliere la canzone, se n'era stato li', giorno e notte, a guardarsi tutte le tracklist degli album dei suoi artisti preferiti, aveva passato giornate intere a cercare qualcosa. Non voleva scrivere una nuova canzone – non aveva tempo – sebbene sapesse di esserne perfettamente capace – e diamo il bentornato a mister ego smisurato!
Last night is a night I will remember you by.

When I think of things we did it makes me wanna cry.

Were you telling lies, ah, the night before?
Was I so unwise, ah, the night before?
When I held you near you were so sincere.
Treat me like you did the night before,
like the night before.

Ringo si mise ad applaudire come uno scemo e George lo segui' a ruota, dopo un bel sbadiglio degno di lui. John gli fece la linguaccia.
Paul arrossi' leggermente alle guance e ringrazio' con un sorrisino gli altri tre, per poi lanciare un'occhiata alla finestra. Carly stava ferma li', impalata, con la bocca aperta e gli occhi spalancati. Non ci poteva ancora credere... Wow!
John diede una pacca sulla schiena di Paul e lo abbraccio', spettinandogli ancora di piu' i capelli. L'altro sbuffo' infastidito, ma ricambio' lo stesso l'abbraccio, trattenendo una risata. In poco tempo, si unirono all'abbraccio George – sebbene non avesse esattamente l'aria di uno davvero lucido – e anche Ringo.
“Buona fortuna, amica mia!” gli disse, solenne, John, battendogli una mano sulla spalla.
Paul fece finta di sputargli addosso e li saluto' velocemente, mentre si allontanavano a grandi passi.
Alcune persone erano li', a gridargli dietro che erano dei casinisti perduti, peggio dei ragazzini che uscivano fuori a Capodanno.
Una vecchietta con i bigodini lancio' una forcina addosso a Ringo, “Ahia!” esclamo' lui.
“Dai, non fare cosi'.” disse John, con un ghigno. “Ora ce ne ritorniamo a casa.”
George annui' deciso. Non vedeva l'ora di andare a dormire nel
cesso. E li' era piu' comodo di qualsiasi altra zona della casa.
Carly, intanto, era talmente sconcertata che non aveva ancora capito del tutto la situazione. E non si accorse neppure che Paul aveva abbassato il basso e si stava mettendo ad arrampicarsi verso la finestra, aggrappandosi alle sporgenze dei mattoni di cui era fatta la casa – embe', come facevano allora Andi e Kelly ad arrampicarsi verso la finestra?
Quando se lo vide davanti a se, non disse nulla.. Rimase solo un po' scioccata.
“Ecco..” riusci' a dire Paul, tenendosi alla finestra, che era ancora aperta, “Mi chiedi scusa?”
Ansimava, si riuscivano a vedere le guance rosee anche con la luce debole nella stanza. E.. cavolo!
Perche' doveva sempre avere quegli occhietti 'da Bambi' – come diceva pa-pazzo* Spencer – che brillavano come quelli di un bambino? Perche' doveva avere quella faccia tutta triste? Perche' doveva essere cosi'.. cosi'..
“Sono stato un idiota.” aggiunse lui, con una smorfia. “Ti ho detto delle cose brutte, non sapevo nemmeno che ti avrebbero dato fastidio.. e per questo vorrei chiederti scusa, davvero. Ho voluto chiederti scusa fin dal momento in cui sei uscita fuori dalla palestra della tua scuola!”
Carly fece per aggiungere qualcosa, ma venne interrotta da Paul, che aggiunse ancora altro.
“Non rispondevo alle tue chiamate perche' pensavo. E poi ho perso il mio cellulare, quindi..” sorrise, ironico.
Okay, a quel punto.. Carly rischiava l'iperventilazione!
E dopo l'iperventilazione c'era sempre l'inevitabile svenimento.
Invece non accadde
nulla. Lui si sporse un po' di piu' dalla finestra per avvicinarsi al suo viso, mentre lei non oppose resistenza. Il suo collo profumava.. Ma non era il momento adatto per pensare a queste cose.
Le loro labbra si toccarono, delicatamente, lasciando un retrogusto agrodolce sulla lingua.




*: grazie, Simpsons! xDDD

 

Perche' “I love you! I love you! I love you!”..?
A me verrebbe da pensarlo. Ma, anche se a voi non frega niente, io c'ho voglia e lo spiego (tze'! XD). Il motivo e' semplice: il capitolo e' stato ispirato durante l'ascolto di “Michelle”, soprattutto la parte citata nel titolo. Poi, pero', anche se il testo della canzone di Michelle era piu' adatto, era dedicato a
Michelle, quindi.. XD le altre due canzoni in lista erano “The Night Before” e “Got to get you into my life” (perche' ci vedevo troppo Paul cantare quella canzone sotto la finestra della casa di Ca' XD si', la chiamo cosi' io, problemi? u_u xD), ma alla fine il piu' adatto era il primo (visto che il testo puo' tranquillamente riferirsi alla notte del ballo.. gh..).
Comunque, questo capitolo e' arrivato piu' prima del previsto.. mi andava di scrivere, in questi giorni. Ero ispirata! XD
Pero' e' venuto un po' sdolcinato, secondo il mio parere.. poi dite voi u.u
Ora la smetto di annoiare con le mie parlantine e.. ringrazio come sempre chi recensisce *_*
Ah, giusto: Paul vi saluta, anche perche' ora se ne va XD in mezzo a 'sta neve a Milano? coraggioso sto ragazzo.. a-hem! XD

Zazar90: Pure io voglio un papazzo come quello di Carly! XD uuhm, chissa'.. il riferimento potrebbe non essere casuale! LOL. e poi, se cerchi, anche il questo capitolo c'e` un piu' chiaro riferimento a Scrubs.. XDDD oddio, quei due fanno venire quei pensieri? XD non me n'ero accorta .gh XD vedremo un po' come va tra Ringo e Meg nelle prossime puntate, poi vedrai ;) XD

Marty_youchy: pure io -sisi- ma escludiamo questa cosa! XD eccoti Paul, contenta? XD *Paul agita manina; me gliela abbassa*

Laban: eeeh con le influenze stagionali vengono fuori scuse del genere, prima o poi! XD beh, nei panni di George, sinceramente, non vorrei una ragazzina bionda attaccata ai miei capelli (i miei poveri capelli t_t li sto pure facendo crescere! t_t ma non e' questo il punto u.u XDDD).. gh. Ti dico solo che, nella parte piu' demenziale, John aveva un'armonica che sbucava dal nulla XD e pure io amo il demenziale! xD

 

P.S.: Aaaa! magari avessi ispirazione tale da aggiornare sempre cosi' in fretta..
E con questo, un grande inchino per salutarvi tutti tutti voi che passate per di qui.

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Capitolo 19
*** The Night Before / evvai! ***


 

George spinse la porta della casa, stropicciandosi gli occhi. Aveva sonno, aveva davvero sonno, e non vedeva l'ora di dormire.
Poi aveva anche un po' fame. Avrebbe mangiato volentieri un po' di gelato, che non faceva mai male. Neanche a colazione.
John aveva i capelli disordinati e gli occhi letteralmente chiusi – non riusciva piu' a riaprirli. Fece uno sbadiglio e si gratto' la schiena.
Ringo, invece, sembrava solo poco lucido. Bar
collava massaggiandosi la testa, ancora dolorante per la forcina che si era beccato, e cercava di aggrapparsi a George che era quello piu' vicino. L'altro, pero', faceva di tutto per liberarsene, e muoveva il braccio come un forsennato. John li fulmino', facendo segno di stare in silenzio: aveva sonno.
Erano le due di notte! Possibile che non fosse ancora sul suo bel materassino morbido morbido? Non vedeva l'ora di buttarsi li' sopra, accarezzare il cuscino – acquistato all'IKEA – tirarsi sul viso il piumino azzurro – anche quello acquistato all'IKEA – e dormire, dopo aver bevuto un bel bicchiere di succo all'arancia – no, quello non l'aveva comprato all'IKEA; pero' il materassino si'.
Stessa cosa valeva piu' o meno per George, peccato che John gli avesse bandito la stanza da letto.
Ringo.. beh, Ringo aveva sonno e voleva andare a dormire. Punto.
Insomma! John apri' la porta di casa e, magistralmente, George si precipito' dentro. Ringo cadde letteralmente sull'ingresso, bloccando il passaggio a John. Lui sbuffo' e, con un saltino, riusci' a superare il corpo di Ringo.
“Amico, alzati.” gli disse, “Non vuoi andare dalla tua deliziosa Maggie?” ghigno'.
“Meg..” borbotto' lui, con la faccia a terra. “Cazzo! Meg!” si alzo' di colpo, facendo rischiare un infarto al chitarrista. “Mi sono dimenticato che dorme! Ora mi avra' rubato.. tutte le coperte.” si mordicchio' il labbro, frignando.
John ridacchio', ma venne colpito in tempo da un cuscino, alle sue spalle.
“La smettete di fare casino? Voglio dormire in santa pace!” disse George, ormai spaparanzato sul divano. “E.. ho fame.”
“Come fai ad avere fame e sonno allo stesso tempo?!” chiese John, incredulo, con uno sbadiglio.
“Boh.” Gli rispondeva pure! A John scappo' un'altra inevitabile ridarella. Per il buio, non riusci' a vedere un altro cuscino che arrivava.
In quel momento, Ringo decise di accendere – una volta per tutte – la luce.
“Aaaaah!” fu il gemito accusatorio di George, che si mise un altro cuscino in faccia.
John, strizzando gli occhi, prese a calci il divano. “Al
cesso, marsh!”
“Nooo! Non voglio svegliarmi, mamma!... Dov'e` la colazione?”
Ringo si mise a sghignazzare, ma si interruppe subito. Era abituato a smettere allo schiaffo in testa dalla sorella.
Lennon si fece furbo – piu' o meno: “Al
cesso. Insieme al succo all'arancia che ti piace tanto.”
“Yuppiiii!” George si precipito' (ancora) in bagn.. a-hem, nel
cesso.
John non pote' fare a meno di sogghignare soddisfatto e sali' al piano di sopra, seguito da Ringo, diretto alla stanza di George.
“Non russare, tu.” lo fulmino' il chitarrista, cupo. Ringo (giustamente) rabbrividi'. Quindi, sbadiglio'.
“Yawn! Non vedo l'ora di andare a sdraiarmi sul mio materassino morbido morbido, accarezzare il cuscino (compato all'IKEA), tirarmi sul viso il piumino azzurro (anche quello comprato all'IKEA) e poi dormire. Gia' che ci sono, potrei scendere un secondo e prendere un bel succo d'arancia (che c'e`? Quello non l'ho comprato all'IKEA).” disse, tutto d'un fiato.
Ringo inizio' ad avere dei seri dubbi sulle persone con cui stava in quel momento.

Il mattino seguente, quando Carly si sveglio', senti' una forte fitta sulla fronte.
Aveva il mal di testa e non riusciva piu' a ricordare cosa fosse successo di preciso l'altra sera, dopo il.. bacio.
Oh, giusto. Aveva baciato Paul McCartney.
Aveva baciato Paul McCartney! Oh, buona donna!
Non riusciva ancora a crederci! Si sentiva le labbra secche e aveva sete, ma sentiva ancora un sapore particolare sotto la lingua – piacevole. Istintivamente, tiro' fuori una mano dalle lenzuola per sfiorarsi le labbra.
“Hey, Carly.”
Carly si volto', spaventata, verso il punto da cui arrivava la voce.
Il bassista dei Beatles stava seduto sulla sua scrivania, con un bellissimo sorriso sulle labbra, sfogliando una rivista di moda che le aveva lasciato la mamma sulla scrivania, qualche giorno fa'. Carly non poteva credere ai suoi occhi: sulla stessa scrivania dove si era seduta qualche giorno fa', stava seduto
Paul McCartney. Doveva essere un sogno.
Non resistette e si butto' tra le sue braccia, facendo cadere la rivista. “Of!” esclamo' lui.
Rimasero abbracciati per qualche secondo, mentre lui la stringeva a se, con delicatezza, e lei se ne stava avvinghiata alla sua maglietta, senza nessuna intenzione di lasciarlo andare. Paul, con difficolta', riusci' a farla allontanare un po' dal suo corpo, e scese con la testa alla sua altezza, facendo arrossire ancora di piu' la ragazza.
Quindi, tocco' ancora una volta le labbra di Carly con le sue, dischiudendo a poco a poco la bocca.
Lei.. lei si sentiva svenire! Era gia' poco lucida al mattino, lui la voleva morta?!
“Carly?” ah! Carly odiava chiunque avesse parlato in quel momento, da dietro la porta.
Poi si senti' bussare alla porta. Paul si innervosi' e si stacco' da lei, pulendosi la bocca con il manico della maglietta.
“Merda.. scusa, ma credo che devo proprio andare!” disse, frettoloso, e scese dalla scrivania.
“N-no, aspet..!” cerco' di dire lei, ma Paul era gia' fuori dalla finestra.
“Ci vediamo questo pomeriggio alle quattro, davanti a casa mia! Non mancare!” e fece un occhiolino, prima di sparire.
Wow... mi ha appena fatto l'occhiolino!, si disse Carly, mordendosi il labbro, che si era inumidito.
“Carly?” oh, ancora? “Sono la mamma, posso entrare?”
Lei apri', a malavoglia, con la faccia piu' arrabbiata che le potesse uscire.
La mamma Jo era tutta sorridente e felice, con una borsa enorme in una mano e un piattino nell'altra. Sul piattino c'era un toast con sopra la marmellata, la borsa era ancora non identificata..
“Ma buona giornata, Carluccia!” esclamo', tutta felice, la mamma. “Ecco, tieni, questa e' un dessert per la tua colazione!”
“Josie.. il dessert si fa a cena!” disse, perplessa, Carly. Si', sua mamma era davvero pazza.
“Si', ma ci vuole il dessert anche a colazione!” ribatte' la mamma. Era ubriaca? “Qui ho anche una cosa che ti piacera' molto..”
Cosi' dicendo, la madre ando' a posare la borsa che teneva in mano sulla scrivania – sul posto dove prima c'era seduto Paul – e tiro' fuori..
“M-mamma! G-GRAZIE!” esclamo' Carly, tutta illuminata dalla gioia.
“Figurati Carletta! Eccoti il computer, non sei piu' in punizione! Ma sappi che, da questo momento, avrai il coprifuoco alle nove e mezza e ti ridurro' la ricarica di un paio di sterline, chiaro?” fece la madre. La figlia non ci bado' e le salto' addosso, abbracciandola e ricoprendola di baci. Non era piu' in punizione, finalmente!
Proprio allora, si senti' una cosa identificabile in un: “MERDA! IL BASSO!” da fuori la finestra. Paul?
Mamma e figlia si voltarono, mentre la figlia si mise a tossicchiare.
“Bah, i teppisti di oggi.” disse la madre, scuotendo la testa, con disapprovazione. “Spero proprio non frequenterai mai tipi del genere: sono molto pericolosi e cattivi.” annui' convinta.
“Ehm.. certo mamma.” ridacchio' Carly. “Certo, certo...”

 


 

Capitolo molto (mooolto) inutile. Ma spero che lo apprezzerete lo stesso.
Il prossimo penso sara' ancora piu' inutile! XD e con questo, penso che posso finirla qui.
Spero vi piaccia lo stesso il capitolo, vorrei ringraziare chi ha recensito e chi ha letto :)

Zazar90: Ah! Pure commossa? XD comunque, volevo un capitolo romantico, prima o poi! xD e poi mi piacerebbe anche a me una serenata da Paulie! Meglio ancora se.. si', meglio se non proseguo la frase, altrimenti sembrero' un po' fissata o.o XD

Marty_youchy: Waa scusa, mi sono dimenticata di citarti! XDDDD oh beh, io sinceramente ce lo vedo Paul a scalare un edificio per arrivare al terzo piano.. XD spero che ti abbia fatto piacere il grande “ritorno di Paul” XD

Martina97: Oh beh, fa nulla XD sono io quella che si perde sempre una marea di capitoli o.o Meg adorabile? uhm *si fa i dubbi personali* XD oh beh, John ha reagito come avrei reagito io, se mi avrebbero rubato tutte le coperte -sisi- ma non l'avrei mai fatto a George, sicuramente <3 xD eddai che George ritornera' nella sua stanzetta, appena Ringo e Meg se ne andranno XD

sofia126: Oh la serenata di Paul e' molto richiesta a quanto vedo! XD Ringo che dorme al contrario e' una cosa che fa sorridere anche a me, anche se non l'ho proprio inventata io ;) diciamo che lo facevano dormire al contrario nei film e nei cartoni (quei vecchi cartoni sui Beatles.. XD), se non erro o.o

paulla: Ho fatto un record! Yee! *esulta* a-hem u.u XD Oh beh, mista' Spensa' e' fatto cosi'! Lemon Soda per George? Uhm.. XD “Sbatty” mi e' venuto in mente all'ultimo momento dopo aver letto “quello che sbatt.. etc.”, che e' il nomignolo di George o_o XD su Ringo e Meg? gh.. (oddio XD) per la serenata concordo, ma come testo era perfetta The Night Before! xD ecco, meno male che hai un letto per George! Ora posso dormire notti tranquilli.. XDD

Laban: George, noooooooo *si strappa i capelli per davvero o.o* XD ma proprio un plasmon lanci? XD e comunque u.u oh beh, si sa, il cesso e' il paradiso in terra *_* ehm XD oddio, perche' dormire in corsivo? Ho paura xDD

 

Grazie per i commenti, alla prossima ;D

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Capitolo 20
*** Urli da stadio e.. cioccolatini. ***


 

15 febbraio 2010 – ore 16:50
Durante quel mese, era andato tutto liscio. Beh, a parte alcuni piccoli dettagli.
A Paul avevano rubato il basso, in quella 'fatidica sera'. E, per la crisi, non erano piu' riusciti a comprarne un altro, facendo andare in tutte le furie il (povero) bassista. Inoltre, tanto per non farci mancare nulla, Ringo si era beccato l'influenza e Meghan doveva stare con lui. Meno male che il succo di arance che gli avevano fatto scolare avevano avuto effetto. Quindi il raffreddore era passato in fretta, per fortuna.
Per George, quello era stato un mese come tutti gli altri.. Anche se aveva passato l'intero gennaio a canticchiare “Happy Birthday” in tedesco e a mettere crocette sul calendario con una Bic, come fanno i pazzi, facendo un count-down per il suo ventesimo compleanno.
“Manca un anno e posso bere!” gridava letteralmente a John, tutto felice. Lui annuiva, per dargli corda.
Ogni tanto si vedeva con la tipa mora con la terza di seno (Kelly) e si metteva a parlare su cose piu' svariate come “Come vengono creati gli hamburger?” oppure i misteri della vita del genere “Qual e' la differenza tra il ketchup.. e il ketchup?”.
Poi, ovviamente, iniziavano a parlare un po' sulle cose che accadevano. E Kelly gli aveva parlato su James, facendogli fare la promessa che un giorno gliel'avrebbero fatta pagare: era una promessa.
E Lennon? Ah, per lui, era stato un mese monotono senza troppi cambiamenti. Aveva intravisto varie volte la rossa da lontano, ma non l'aveva mai salutato, neanche quando provava a sbracciarsi.
Ma allora e' sfiga!, si diceva.
Neppure si ricordava come si chiamasse. Andrea? Adrian? Adrien? Si', forse era Adrien, come quella li' del telefilm sulla teenager incinta.. anche se non ci somigliava molto. Poi Andrea era un nome da uomini! Una ragazza cosi' piccola e minuta non stava bene con un nome simile.
Paul e Carly avevano passato un mese pacifico: si mandavano messaggi e squilli, lui era sempre davanti alla scuola ad aspettarla appoggiato su un motorino – che nemmeno era suo, ma faceva tanto scena – e ogni venerdì sera uscivano insieme a vedere un film, oppure a bere un milkshake nel fast-food accanto alla pasticceria preferita di George. Ecco perche' lo incontravano spesso nel fast-food e, alla fine, si ritrovavano costretti a fare un appuntamento a tre. Questo fu uno dei tanti motivi per cui quello di qualche settimana fa', nella stanza di Carly, fu l'ultimo bacio che si scambiarono in quei mesi.
Quel pomeriggio, George era esploso fin dalla mattina: mancavano dieci giorni al suo compleanno! Meglio di cosi'?
In quella casa, il cosiddetto “San Valentino” del giorno prima era passato inosservato a tutti, tranne a Paul.
John, tutto tranquillo, aveva passato la domenica spaparanzato sul divano con i piedi all'aria, leggendo un libro e fischiettando le canzoncine di Natale.. e nessuno voleva chiedergli che c'entrassero per non rischiare i denti. Paul, invece, continuava a mordersi le mani con ossessione, chiedendosi se avesse dovuto comprare qualcosa o meno – anche perche' non sopportava quel giorno. E poi, se avesse comprato i cioccolatini, probabilmente George avrebbe avvertito l'odore del cacao e si sarebbe buttato su di lui, anche a costo di rischiare il cannibalismo reciproco. Fino a quel punto non ci voleva arrivare mica.
Carly gli aveva detto che domenica era dalla sua amica Michelle a Londra per festeggiare insieme il suo diciottesimo compleanno.. e proprio il 14 doveva cadere il compleanno di quella.. Michelle?
Insomma, per farla breve: non poteva andare da lui. Lunedi' doveva dargli una cosa. A quel punto, Paul era stato percosso da un brivido.
Aveva avuto varie esperienze con le ragazze e.. Ah! Ovunque guardasse, c'era almeno un cuore.
E, ritornando a
quel pomeriggio, George continuava a gridare “Ho venti anni!”.
John lo correggeva, con aria bonaria. “Tra dieci giorni, amico. Non aumentarti l'eta'.”
George si crucciava e gli faceva la linguaccia, masticando un chewing-gum.
E Ringo? Ringo si era messo a leggere un libro. E pensare che insegnava letteratura e interrogava su libri che lui per primo non aveva letto.. ecco perche' non interrogava mai, almeno, gli dava fastidio vedere le persone che iniziavano a tremare perche' non sapevano qualcosa.
I professori devono essere sadici di natura, penso', non credo di esserlo.
Paul stava suonando una canzone alla chitarra, per passare un po' di tempo. E proprio in quel momento, mentre lui era occupato ad accordare una corda stonata, suonarono alla porta, facendolo cadere dal divano.
John aveva cambiato di nuovo il campanello?!
“Ah!” esclamo' Ringo, sbattendo contro le pagine del libro. George, invece, aggrotto' la fronte.
“John!! Cosa hai fatto al campanello?! Cos'e` questa canzone?!” chiese Paul, spaventato.
Lui si guardo' alle spalle, aprendo la porta, con un ghigno. “Maddai. Per una volta che ho messo il normalissimo rumore di un campanello.”
Paul rimase a bocca aperta, incredulo da quello che aveva appena detto il suo amico. George rise piano e si diresse verso la cucina, con aria indifferente. Ringo, invece, non si era ancora ripreso dallo spavento.
“Ehm.. Ciao.” disse una voce timida fuori dalla porta. John la accolse con un sorrisone.
“Ehila'! Come va a Londra?” chiese, ridendo.
“Ma io non sono piu' a Londra!” disse l'altra, entrando dentro.
Paul si illumino', facendo cadere la chitarra sul piede (ahi..), ma sembro' non accorgersene (che piedi di ferro, amico).
Carly gli sorrise, mordicchiandosi il labbro e appendendo il cappello sull'appendino. Dietro di lei c'era Kelly che si guardava attorno con aria spaesata – come faceva sempre – insieme alla sorella, Lauren, che squadro' da capo a piedi John. Era quasi sicura di averlo visto da qualche parte, ma continuava a non esserne certa. Lo ignoro' e prosegui' verso il salotto, con la sua solita aria un po' snob.
Andi, invece, restava nascosta dietro a Lo', rossa – stavolta per il freddo.
John se ne accorse e fece un sorrisino. Finalmente la vedeva da vicino, miseriaccia!
George arrivo' con un paio di bicchieri per il caffe'; quando vide Kelly e Lauren fece un enorme sorriso, soddisfatto dal fatto che non c'era Annie Lee, il terrore dei suoi incubi. Rabbrividi' al solo pensiero di quel sorriso e di quel diavoletto senza corna e senza coda.
Meghan arrivo' un paio di minuti dopo, verso le cinque, con una torta e dei cioccolatini fondenti.
Al suo arrivo, tutti chiacchieravano nel salotto, ridendo e scherzando. Si respirava un po' quell'aria che si respira solo a Natale, con il freddo gelato all'esterno (perche', quell'anno, l'inverno tardava ad andarsene) e una calda e accogliente famiglia a riscaldarti.
E in quel momento, Meghan alzo' un angolo della bocca, accorgendosi che non aveva mai provato qualcosa di simile con i Natali passati lontano dalla signora Poetry o nei Natali in cui usciva fuori di nascosto per giocare con la neve. Tutto pur di non passare le festivita' con il suo insopportabile fratellone, che in fondo voleva solo proteggerla dai pericoli del mondo.
“Ehi! Guardate!” disse, improvvisamente, Lauren. “La tipa che non mangia.”
“Ciao Meg.” dissero in coro i Beatles, ridendo come dei cretini. Erano abituati alla sua presenza.
Lei sventolo' la mano e poso' la torta sul tavolino e agito' la scatolina di cioccolatini, attirando l'attenzione di George e Paul – affamati.
Ringo le tiro' la manica della maglietta per farla sedere, tra lui e John, che era tutto concentrato a guardare verso quella ragazza dai capelli rossi che si sentiva tremendamente a disagio.
“Maggie, pensavo non venissi piu', accidenti.” disse lui, grattandosi la testa. “Sai, abbiamo un sacco di cose da fare oggi.. e venerdì abbiamo intenzione di fare una festa.” poi arrossi' violentemente. “Ci.. travestiremo.”
Maggie scoppio' a ridere e gli tiro' una gomitata. “Avanti, ti obbligheranno ancora a correre in bikini?”
Questa cosa attiro' l'attenzione di tutti i presenti in quella stanza.
“Cosa cosa cosa cosa cosa?!” esclamo' Kelly, ridendo come una pazza.
“Oh buon Buddha..” mormoro' Lauren, trattenendo un conato.
“Ahahahah! Cosa?! Spero di aver capito bene!” disse Paul, spanciandosi dal ridere.
“..uao.” disse Carly, annuendo, poco convinta.
“Davvero, Rings?” chiese George, avvicinandosi a lui, a bocca aperta.
“O diamine!” esclamo' John. “Siam messi maluccio!” e sghignazzo', battendo il cinque a Paul.
“...” Andi fu l'unica che rimase in silenzio.
Ringo mise il broncio, mentre a Meghan scappo' una ridarella nervosa.
“Ah ah ah.. ops.”
Poi si morse il labbro. “Scusa, Richard..”
“Nah, fa niente.” mormoro' lui, facendo spallucce. “In fondo non era neanche un bikini.” e le schiocco' un bacio sulla guancia.
Lei arrossi' violentemente, visto che il suo fratellone non le aveva mai dato un bacio vero e proprio, neanche per la buona notte.
La conseguenza fu un susseguirsi di fischi, urli da stadio (da John e Paul), applausi e “bleah” (da Lo').
“Bacio! Bacio! Bacio! Bacio!” si mise a urlare John, dimenandosi come un bambino.
Paul lo fisso' inorridito, George, invece, si uni' al coro per puro divertimento.
Lauren beveva il suo bicchiere di caffe' e sbuffava, Kelly era inorridita quanto Paul, Carly idem.
Ma nessuno era piu' inorridito dei due fratelli adottivi.
“Ehi!” si lamento' Ringo. “Siete dei porci!” li accuso'.
Meghan, invece, si infurio'. “
Bacio un corno!” poi aggiunse: “Io non ci sto con Richard.. ha il naso grosso!”
Ringo si volto' verso di lei, arrabbiato. “Ehi! Io avro' il naso grosso ma.. tu non scherzi mica!” e le indico' il naso con l'indice.
“Calma, Richard, ora ti spiego: questo naso e' un naso
aquilino, testone!” gli grido' addosso, tirandogli uno schiaffo.
Gli altri si voltarono tutti verso i due, increduli.
Accidenti.. si erano riappacificati! Perche' cavolo dovevano rimettersi a litigare?!
Ringo e Meghan iniziarono a farsi una specie di rissa.. schiaffeggiandosi – come nei telefilm.
Meghan cerco' di tirargli il naso e lui cercava di morderle il braccio, finche' George riusci' a intromettersi, con un sorriso che cercava in tutti i modi di essere.. convincente, si'.
“Eddai, smettetela di litigare! Pace e amore, non ricordate?” fece John, aiutando George.
“Ecco, la smettiamo?” interveni' George, sempre con quello stranissimo sorriso convincente.
Con fatica, i due riuscirono a staccare Meghan da Ringo e Ringo da Meghan e i due fecero la pace in fretta, come due
veri fratelli. E fu allora che John sbuffo'. “E addio al bacio!” e si mise a piangere (per finta). George gli diede una pacca sulla schiena, per consolazione, affiancato da Paul che gli dava un buffetto sulla guancia.

Carly amava passare quelle giornate in compagnia di quei quattro, che alla fine erano i.. Beatles.
Peccato che il suo coprifuoco fosse alle nove e mezza, sarebbe stata volentieri con loro il piu' tempo possibile, anche perche' aveva la sensazione che Paul, che stava accanto a lei, sarebbe scomparso all'improvviso senza lasciare tracce di lui.
Ma non doveva pensarci in quel momento, l'importante era che si sentisse bene... e poi era stato un mese grandioso, gennaio!
Carly se ne stava in piedi davanti a casa sua, mentre Paul era alle sue spalle, dandole dei colpetti sulla schiena.
“Ehi. Scusa se oggi non sono venuto a prenderti a scuola.” disse allora Paul, con un sorriso.
“Certo.. figurati.” Carly arrossi' nel buio che c'era a quell'ora – le sette.
“Domani vengo.” disse, sotto voce, avvicinando il suo viso a quello di Carly. Lei si senti' mancare.
“O-okay.” rispose, ridendo nervosa.
E proprio quando le loro labbra stavano per toccarsi, un grido li interruppe. “HEEY!”
Paul si volto', visibilmente scocciato, mentre Carly era solo un po' dispiaciuta per l'ennesima occasione mancata.
“Pauuuul! Io accompagno la rossa a casa sua, tu vai tranquillo!” grido' John, dalla strada.
“Si', chi ti ha detto nulla?!” chiese Paul, con rabbia, e gli lancio' addosso un po' di terra presa dal giardinetto di casa Spencer, che ovviamente non lo raggiunse, perche' era troppo lontano.
“No, Paul! Le rose di Josie!” esclamo' Carly.
“..Ops!” borbotto' Paul.
Poi si misero a ridere, e lui le diede un bacio di buona notte (o meglio, buona sera) sulla fronte.
John, invece, aveva preso la Ford scassata e aveva di nuovo trascinato la rossa a bordo, che tremava come una foglia.
Dopo due minuti di silenzio totale – interrotto dalle continue risate di una dj nella stazione radiofonica su cui si era sintonizzata l'autoradio –, John batte' un pugno sul clacson, facendo sussultare dallo spavento (la povera) Andi. E lei si mise a tremare ancora piu' fortemente di prima.
“Diamine! Perche' non mi dici qualcosa?!” chiese lui, voltandosi verso di lei.
Lei, che era attaccata al finestrino chiuso dell'auto, rimase ancora in silenzio, a tremare.
John, con un sospiro, disse: “Mi sembra che non ti ho ancora detto il mio nome.”
Andi, si guardo' attorno, poi annui'.
Lui, velocemente, accosto' l'auto e le porse la mano, con un occhiolino.
“Sono John, piacere.” e, impaziente di sentirsi stringere la mano, gliela prese e gliela strinse da solo.
E forse da quel momento tutto sarebbe andato un po' meglio tra loro due.

 

 

 


Mi scuso, il capitolo e' arrivato piu' tardi del previsto.
E' per mancanza di ispirazione XDDD non sapevo cosa scrivere t__t Comunque ho deciso di spostare di un mese la data perche' volevo fare un episodio speciale.. che sara' il prossimo, che arrivera' verso giovedì (o venerdì), che non vado a scuola, cosi' posso scrivere XD
Ah, voglio annunciarvi che questa, ora che ho superato i diciannove capitoli, e' ufficialmente la storia piu' lunga che abbia mai scritto!! *___* XDDDD
E con questo vi lascio: ringrazio con il cuore e con l'anima chiunque legga, e ringrazio immensamente soprattutto chi recensisce. <3

sofia126: Si', Help! XD e anche un episodio di The Beatles Cartoon! XD le cose comprate all'IKEA sono un po' random, ma ho anche i miei motivi per averlo scritto! xD grazie ancora ;)

Zazar90: Beh, l'IKEA e' una cosa essenziale XD io non capisco come faccia George ad avere sonno e fame insieme ma a me e' capitato, quindi XDD i teppisti di oggi sono cosi', in fondo, no? Ma i Beatles sono piu' fighi *_* XD grazie ancora ;)

Marty_youchy: Oh beh pure io voglio una mamma ubriaca XD vedo che i rapporti tra George e il cesso sono molto apprezzati XD e soprattutto.. Paul sulla scrivania *sbav* <3 xDD (anche se io preferirei George sulla scrivania, ma vabbe' <3 XD) grazie ancora ;)

Cocorit: Grazie mille anche a te! *_* spero che ti piaccia il capitolo ;D

Laban: Paul sulla scrivania! Embe', ho notato il suo successo XD e vediamo se Paul appoggiato sul motorino fa lo stesso effetto XDDD grazie ;)

paulla: Non so se i Beatles amino cosi' tanto l'IKEA.. sara' la crisi, boh XD Si', anche secondo me il nostro Paulie e' sadico! Carly la vuole morta 'sto qua! (Ehi! u.u n.d.Paul) Ok, sto impazzendo XD grazie anche a te *-*

 

e.. si', un salutino *__*
Buon proseguimento di serata a tutti voi XD

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Capitolo 21
*** Paul si traveste da Paul u.u ***


 

20 febbraio 2010 – ore 15:20
“Bene ragazze, eccoci qua!”
Il signor Spencer parcheggio' accuratamente l'auto e, sfoggiando il suo sorriso sghembo a trentadue denti, apri' la portiera per uscire e aiuto' a scendere la figlia, che inciampo' subito finendo con la faccia per terra.
“Papa'!” esclamo' lei, tutta rossa. Sam Spencer trasali'.
“Per tutti i mattoni esistenti in questo pianeta!” esclamo', cercando di farla alzare.
“Ehm.. hai fatto gia' abbastanza, Samuel.” Josephine rise piano.
“Ma mamma! Papa' mi ha fatto cadere!” si lamento' Carly. “Ti sembra il momento di ridere?”
“Ecco, Josie! Mia figlia ha ragione (per una volta in vita sua)!” disse, beccandosi un'occhiataccia dalla figlia, per la cosa tra parentesi. “Ti sembra il momento di ridere quando lei rischia di spaccarsi i denti per colpa di un'auto?”
Josephine, dal sedile anteriore, corrugo' la fronte, perplessa. Invece papa' Spencer sostenne la figlia per le braccia, aiutandola a sollevarsi. Kelly stava morendo dalle risate, si becco' subito una linguaccia da parte della sua amichetta.
“Allora? Andi e' gia' fuori?” chiese Lauren, dandosi l'ennesima sistemata ai capelli.
“Penso di si', Laurie.. Ma io non la vedo! Gli Spencers coprono la visuale!”
Lauren abbasso' il finestrino: “Ehi, papa' e figlia! Levatevi di torno, dobbiamo scendere per chiamare An.”
“Oh certo, ma non disturbatevi, io e Carly andiamo a suonare adesso!” il signor Spencer sorrise, ebete.
Lo' sollevo' gli occhi al cielo e accese con calma il Nokia mentre Kelly si diede un veloce ritocco agli occhi con il mascara. Andi compari' dalla porta, vestita con lo stesso vestitino in stile anni '60 che si era messa al ballo.
“Ehi Andi, muoviti! Stiamo per andarcene senza di te!” disse Carly, ridendo. Andi divenne paonazza.
“A-arrivo! Non si riesce a correre con questo vestito addosso..” mormoro', accelerando il passo.
Il signor Spencer, appena la piccola Andi fu a bordo, messa in qualche modo appiccicata (schiacciata, frittellata o come volete voi) a Kelly, fece partire il motore.

Allora, Paulie! Cosa ti metti?” disse John, sistemandosi la barba (perche', aveva la barba?).
“E diamine, togliti quella barba finta!” disse Paul, inorridito, senza rispondere. “Non avevi detto di non voler diventare un barbone?”
“Accidenti, Paulie! Sei davvero pignolo!” sghignazzo'. “Comunque: no, non voglio diventare un barbone. Ma mi piace troppo mettermi 'sta cosa! Pero' devo ammettere che ti prude un po' la guancia..” e, cosi' dicendo, si tolse la barba, grattandosi il viso.
“Certo, Johnny!” grido' George, dal cesso. “Quella barba finta di cotone non la laviamo da sei mesi.”
“Pfff!!!” fece John, sputacchiando dappertutto – con l'orrore di Paul –, e si mise a tossire, lanciando la parrucca-barba finta sul divano. “AH! George! E me lo dici solo ora, dopo due minuti che mi hai detto di provarla?!”
“Oh, ti avevo detto di provarla?” chiese lui, uscendo dal
cesso. Si era sistemato il ciuffo.
Paul alzo' un sopracciglio, pensando ad un complimento da fare. “Sei perfetto: sembri proprio Elvis Presley.”
George si cruccio'. “Oh no! Era proprio l'effetto che
non volevo ottenere!” si lamento'.
“Ah.. scusa” disse Paul, mentre John stava cercando della candeggina con cui pulirsi la bocca. “Mi correggo: non sembri affatto Elvis Presley. Anzi, mi sembri proprio..” ci penso' su, osservando quel ragazzino con il ciuffo alla Elvis e la giacca nera in pelle – rubata da John. “Ehm.. chi vorresti sembrare, esattamente?”
“Non voglio sembrare nessuno.” affermo' George, fiero. “Sono solo un rockettaro degli anni Cinquanta.” e sorrise, facendo il pollice all'insu' alla Fonzie. Paul rabbrividi', facendo scivolare dalle mani il rotolo di carta igienica – e cerchero' di sottrarmi dal dire il motivo per cui la teneva in mano e non in bagno.
John ritorno' con un bicchiere d'acqua in mano e teneva un cubetto di ghiaccio fra i denti.
“Agghora, che hahhiamo?” chiese, mentre cercava di far sciogliere il ghiaccio con la lingua. “Hassho! E' shelata!”
“Cazzo e' gelata un corno, John! Cosa credevi, che il ghiaccio fosse caldo?” fece Paul. Intanto, il professor batterista (ormai lo avevano denominato cosi' a scuola) usci' dalla cucina,
sgranocchiando patatine. Si era vestito con uno smoking grigio e si era messo la barba finta che, per fortuna, si era portato da casa. Anche lui si era fatto il ciuffo, era buffo.
“Ehm.. che succede di bello?” chiese, arrossendo.
John sputo' il ghiaccio. “RIIINGS! ATTENTO!” grido' a tutti polmoni.
Il cubetto fini' addosso a Paul – compreso lo sputo nel set. “CHE SCHIFO, JOHN!”
Per fortuna, riusci' ad ignorare l'orrore che gli faceva il fatto di avere addosso alla faccia la saliva del suo migliore amico e si volto' verso George, preoccupato... Ringo stava rischiando la vita! Dovevano salvarlo!
..E George era li', tutto tranquillo, a mangiare un Kinder Bueno.
“Ehi, perche' urlate?” chiese, sorridente, con le labbra sporche di cioccolato (
aww..).
John e Paul tirarono un sospiro di sollievo, mentre Ringo era ancora perplesso. Si mise un'altra patatina in bocca e non ci diede peso.
“Ma non e' giusto” disse all'improvviso George. “Il ciuffo e' mio, uffa.” borbotto'.
“Accontentati!” sbraito' Paul. Sbraito' perche' era seccato dal fatto di doversi pulire la faccia.
Prese un pezzo di carta igienica e si mise ad asciugarsi (elegantemente, come sempre dopo tutto) il viso.
Lancio' un'ultima occhiata all'amico che gli aveva sputato addosso: era vestito da cowboy come sempre, con un cappello marrone e la giacca in pelle beige e rossa abbinata a un paio di jeans attillati e strappati. E, ovviamente, non poteva mancare la stella da sceriffo. Lo sceriffo Lennon? Uhm, aveva i propri dubbi personali.
George.. si', lui si era vestito con i pantaloni attillati – pure lui, ma neri – e la giacca in pelle di John con una maglietta nera sotto. E aveva il ciuffo alla Elvis. Sembrava proprio il George Harrison dei fine Cinquanta. Paul, pero', non se ne accorse e sbuffo'.
Lui si era vestito normale, “Mi sono travestito da Paul McCartney!” aveva detto. Pero' si era messo un colbacco (?).
“Paul, sforzati almeno di metterti un costume” disse John. “Originariamente, Geo si doveva travestire da cowboy (aaah! ehm,
excuse me) e io da Fonzie.. ora abbiamo fatto il contrario! Ringo si doveva travestire da se stesso e tu da scemo. Quindi..” e cosi' dicendo, lancio' un'occhiata verso il batterista.
Lui spalanco' gli occhi, sconvolto. “I-io sono travestito da..?”
“Naa.” disse John. “Tu sei travestito da te stesso, perche' Paul e' gia' un-” non fini' la frase perche' schivo' una scarpa.
“Che amicone che sei!” borbotto' Paul, offeso. “Vado a prendere la cornamusa, va..”
“Ma io non sono travestito da Fonzie, John!” disse George, rivolgendogli un'occhiataccia.
“Non ho mai detto che ti sei travestito da Fonzie, ho detto che
io dovevo travestirmi da Fonzie, anche se non mi piace!” sbuffo'. “Comunque, stasera facciamo una partita di battaglia navale, se cerchi sotto il divano, trovi il gioco che ci ha regalato mia sorella a Natale.”
“Siiii!” esulto' George, tutto contento perche' si giocava a battaglia navale.
John, ridacchiando, si mise a lisciarsi la barba – che non aveva. George invece si mise a saltellare felice e inizio' a frugare sotto il divano, alla ricerca della scatola che conteneva il gioco della battaglia navale in 3D.
E proprio in quel momento, suonarono alla porta.
Can't Buy Me Looooove! Looooove! Can't Buy Me Looooove!
Paul cadde per terra per il sedere.
“Vado ioooo!” urlacchio' John tutto felice, sfrecciando verso la porta.
“JOOOHN!” si mise a gridare Paul, rimettendosi il colbacco. “Avverti quando cambi quella *bip!* di campanella!”
“Ahu ahu ahu” disse Ringo, mettendo una patatina tra i denti. George ne prese una e si mise a sgranocchiarla rumorosamente.
“Che male al culo!” si lamento' Paul, poi si accorse che
avevano suonato e sfreccio' pure lui verso la porta, felice come una Pasqua.
Paul e John aprirono con un sorriso allegro sulla faccia.
Carly rimase a bocca aperta non appena vide Paul con il colbacco e la maglietta che diceva “Let It Be” - cosa molto ironica. Andi si nascose subito dietro di lei, alla vista di quel tizio che diceva di chiamarsi “John”. E poi era vestito da cowboy? O da sceriffo, insomma, come voleva lei.
Kelly si sporse dentro. “Ehi, avete spazio per ospiti in piu'?”
John non fece in tempo a risponderle che venne interrotto da Paul, “Mi spiace ragazza, ma..” a sua volta, Paul venne interrotto dal papazzo Spencer, che compari' come un fungo dalle spalle della figlia.
“Hey hey hey ragazzi!” sorrise, scoprendo i denti. “Allora, mi autorizzate ad autoinvitarmi?”
“Eleganti parole mastro Geppetto, ma” disse John, inventandosi un nomignolo al momento (vendetta!), “Mi duole dirvi che i genitori sono banditi da questa casa, quindi vada fuori da qui!” sorrise.
“Allora Paul deve andarsene, Jo!” disse George da dietro, provocando un attacco isterico di risate a Ringo.
Paul fece una linguaccia. “Ehi! Che dici!
Non e' vero!”
“Se se,
e chi ti crede?” fece George, con un sorriso malizioso, e diede una pacca sulla spalla di Ringo, che sghignazzo' come un cretino.
Carly sussulto'. Cosa intendevano? Cerco' comunque di ignorarlo ed entro' in casa, mentre Kelly le sorrideva rassicurante.
“Che avete da ridere?!” disse Paul, poi entro' in casa e, mentre gli ospiti entravano – anche papa' Spencer – avvicino' George con una faccia piuttosto (gia', piuttosto) minacciosa e gli sussurro' nell'orecchio: “George! Ma sei impazzito?! Guarda che c'e` suo padre! E c'e` pure lei!”
“Eddai, Paul! Stavo scherzando, non prendertela.” sorrise, facendogli l'occhiolino, e si allontano'.
Paul si tolse il colbacco per asciugarsi il sudore e sbuffo'.
“AAAAH!” fu l'urlo atroce dall'altra parte del salotto. Paul si volto', preso dall'ennesimo colpo.
George stava indicando con l'indice una bambina che lo stava indicando – si indicavano a vicenda.
“Il cattivone che mi ha rubato i biscotti della nonna!” disse, tutto d'un fiato, la piccoletta.
“La cattivona (o cattiv
ina) che.. che mi ha rotto un unghia!” disse George, tremante.
John fischietto', prendendo il gioco dalle sue mani. “Guarda un po', da quando pensi alle tue unghie come
un certo Paul?”
Paul gli lancio' addosso l'altra scarpa – rimase a piedi nudi –, che becco' solo di striscio. “Dannazione! Non l'ho beccato!” grugni'.
Annie Lee fece per buttarsi contro il suo acerrimo nemico George Harrison, mentre lui prese il coperchio della battaglia navale come scudo - “Geo.. che fai?” chiese lui – ma, per fortuna, Kelly fermo' in tempo la cuginetta.
“Ferma li', uragano!” le disse, sorridendo. “Ehi, cavaliere nella tempesta!” disse, allora, arrossendo. “Come va?”
George, che stava stranamente ansimando – forse per il fiato tenuto in sospeso inutilmente –, annui', come per dire “bene”.
“Ehm.. pure io.” disse Kelly, sempre un po' intimidita.. anche dal fatto che era identico a come lo aveva visto in quelle foto in cui aveva il ciuffo.
“Allora.” disse lui, allegro. “Stasera mangiamo pizza e curry!” poi si mise a pensare. “Uhm.. chissa' com'e` la pizza al curry.”
“Bleah!” dissero Annie Lee e John in coro. Kelly scoppio' a ridere. George mise il broncio.
“Uffa! Non deve far schifo!” sbuffo'. “Comunque, stasera mangiamo o pizza o curry. Poi Paul e John fanno una partita di battaglia navale, io faccio una partita con Band Hero con gli altri. Paul suona il basso, io e John la chitarra a turno e Ringo suona la batteria.” arrossi' delicatamente, “Ti va di vederci?”
“Oh certo!” disse Kelly, tutta rossa. “Ma..” fece un sorrisino furbo, “Non avete The Beatles Rock Band?”
Carly si giro' di scatto. “Si si si! The Beatles Rock Band! Ce l'avete?!” chiese lei, presa dall'euforia.
Sarebbe stata una scena davvero.. comica, vedere i Beatles giocare a The Beatles Rock Band.
John si mise a meditare in piedi, alla ricerca di una risposta; lo stesso fece George. Paul invece si mise a cercarlo tra gli scaffali vicino alla tele. “Uhm, mi sembra di si' ma non ne sono certo, aspettate.”
“Vabbe', intanto che voi vi divertite, io esco fuori a fare la speeesa!” disse John, allungando la E. “E so chi mi accompagna!”
Paul sbuffo'. “Okay, okay, vengo.” e si rimise il colbacco, mettendo tra le labbra una sigaretta.
“No. Non mi accompagnerai tu, Paulie.” disse John, malizioso. Paul rimase 'scioccato'.
“Ma guarda un po'.” disse Paul. “E con chi vorresti andarci, per cortesia?”
“Con quella la'.” e indico' con l'indice una ragazza dai capelli rossi seduta sul divano con la testa china.
Appena si senti' osservata, alzo' gli occhi, diventando ancora piu' rossa dei suoi capelli.
“Vieni, Andrea! Dobbiamo fare la spesa e dobbiamo comprare il curry!” disse John, con un occhiolino.
A lei manco' l'aria.
“Ehi..” esclamo' all'improvviso Ringo, ricomparendo dalla porta della cucina. “Sapete dov'e` Meg?”

 

20 gennaio 2010 – ore 15:00
Stava seduta sulla panchina, aspettando l'arrivo di un suo amico.
“Meghan Starkey!” si senti' chiamare, dal fondo della strada. Fessurizzo' gli occhi e aguzzo' la vista. Poi s'illumino' tutta dalla gioia, con un sorriso sorpreso, mentre un ragazzino moro correva verso di lei.
“Oh mio Dio, Guy!” grido', “Guuuy! Sono quiii!” si mise a chiamarlo, senza urlare troppo.
Il moretto accelero' il passo e arrivo' tra le sue braccia, abbracciandola con gioia.
“Meghan! Che bello rivederti!” rise di gusto.
“Mi sei mancato tantissimo, Guy Linderman.” disse Meg. “Com'e` la Svizzera?”
“Bella si'! Con quelle montagne.. mi viene in mente Heidi.” risero entrambi.
“Si' si'.. le caprette facevano ciao?” risero ancora. Erano contenti di rivedersi, erano sei mesi..
“Meg..” inizio' lui, “Sai che.. ti sono cresciute le tette?”
Lei gli diede uno spintone, ridendo. “Sei un pervertito! La Svizzera ti fa male!”
“No no, e' colpa di Albert! Ma lasciamo perdere” ammicco' lui. “Sai, somigli sempre di piu' a John Lennon.”
Lei gli tiro' una gomitata. “Tu lo sai che cosa penso di te..”
“..che somiglio a quello di Control, si' si' lo so!” e ricambio' la gomitata scompigliandole i capelli.
“Ma allora.. tuo fratello rompe ancora le palle?” chiese Guy. Meghan si rabbuio' a quelle parole.
“Abbiamo fatto la pace.” disse, secca.
Guy alzo' un sopracciglio. “Non me l'avevi detto.”
“Certo, non devo dirti tutto.” disse, fredda. Poi gli soffio' sul naso. “Richard ha degli amici, mi hanno invitata ad un party. Vuoi venire?” sapeva che non era invitato, e che l'odio era reciproco tra Richard e Guy.. ma ci voleva provare.
Guy fece una smorfia. “Si', dai.. non c'ho niente da fare, qui a Liverpool.”
Meghan sorrise e lo prese sottobraccio. Beh, meglio.. Il suo migliore amico Guy era tornato dalla Svizzera!

 

 


Vi avevo promesso il capitolo! E le promesse vanno mantenute XD
L'ho finito adesso e non ho voglia di ricontrollarlo u.u Vorrei solo dirvi che Guy e' un personaggio che resistera' poco, ma avra' un grosso peso tra mooolti capitoli (mooolti per davvero.. non vi anticipo niente, pero' XD). Guy e' gia' stato citato molte volte da Meg, insieme alla signora Poetry.. e i misteri girano! XD
Questo capitolo e' speciale per il semplice motivo che questi qui festeggiano ignari il carnevale, mentre in realta' stanno solo festeggiando in anticipo il compleanno di George XD le candeline, ovviamente, le spegne tra cinque giorni XD Ah, a grande richiesta: Annie Lee is Back!! XDD
Comunque vorrei ringraziarvi per i commenti, grazie anche a chi legge soltanto :)

Zazar90: Chi lo sa, su Ringo e Meg? Forse Dio, perche' io non so ancora nulla XD pero' e' ri-entrato in scena (si', perche' e' stato varie volte citato) Guy.. vedremo che succede, adesso ;) Ma pure io preferisco la vespa *-* e vedi che pero' Geo non ha resistito e ha festeggiato in anticipo XD e facciamolo l'applauso a Johnny! XD Grazie per i complimenti .gh. :D

Laban: La battuta del ketchup, purtroppo, non e' mia, ma la adorooo XDD beh, a quanto pare a John piace molto sconvolgere Paulie! e stavolta c'ha messo Can't Buy Me Love! XD (bella *-*) Johnny che piange (o meglio, non lo fa ma fa finta XD) per il bacio mancato e' una scena che gironzolava nella mia testa da un po' .gh.

Cocorit: Beh, neppure Carly riesce a stare lontana dal suo bel Paulie XD ah, se ognuna avesse un suo Paulie XD io voglio George u.u (ehm XD) Sui Beatles.. chi lo sa? Forse Dio, perche' io non so ancora nulla .gh. (e due XD) poi si vedra' ;)

Clafi: Mi erano mancate le tue recensioni *__* bentornata! XD *me offre birra. George mi guarda sconsolato perche' non ha ancora ventun'anni qui, teoricamente* povero! XD comunque u.u sinceramente pure io mi sarei unita ai cori! XD poi Carly a questo punto un po' di coccole meritava (dopo la punizione e tutto il resto XD) Comunque non sono proprio milanese ma vivo all'incirca a Basiglio, vicino a Rozzano! ;)

Marty_youchy: Oh beh, John e' sempre in mezzo! ;D (che uomo *_* xDDDD) come vedi, Annie Lee e' tornata per rovinare le vite dei Beatles e di Georgeeee! Quello tsunami in piena.. xDD Grazie ancora :D

Ok, buon proseguimento di serata! *fa “altola' il sudore!” XD*
*chiude il capitolo con
Wouldn't it be Nice*

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Capitolo 22
*** Sceriffo John e i zii Paulie e George. ***


 

Nella casa 14b regnava la serenita' e la pace, piu' o meno.
Ringo correva per il salotto con la piccola Annie Lee sulle spalle, imitando il verso di un aereo a bassa quota. “Bruuuuum!” ehm, il rumore di un aereo a bassa quota fa davvero cosi'? “Yellow Airplaaaaane!” gridava.
La bambina rideva felice. John era fuori con Andi, a fare la spesa. George discuteva animatamente con Lauren e Kelly, la prima sembrava un po' meno entusiasta. Paul e papa' Spencer giocavano a scacchi, anche se Paul sudava freddo e continuava a scrutare dal basso l'avversario, come in una guerra in trincea. Sam Spencer era piu' rilassato di un buddhista (?).
“A-ha. Scacco Matto!” urlo' il signor Spencer. “
Fuck all that! Fuck all that!” si mise a cantare. Paul sbuffo'.
Carly sorrise intenerita. Papa' era sempre il solito a divertirsi troppo ad ogni sua vittoria, poi si metteva a cantare qualcosa di uno dei suoi gruppi preferiti, quelli che ascoltava sempre in macchina. A volte gli capitava anche di gridare “Twist and Shout!” e non era neppure un grande fan dei Beatles, perche' la mania di quei quattro gliel'aveva attaccata la zia, a Carly.
Paul stava li', battendo un pugno sulla scacchiera, salvo il dolore. “Uffa! Rivincita!” disse, lamentandosi.
“Bambi, nella vita si perde e si vince” disse il signor Spencer, godendosi la vittoria come un riccone che annusa le sue banconote. “Mmmh.. che buon odore che hanno.” Paul alzo' un sopracciglio. “Niente, niente figliolo.” Paul fece una faccia ancora piu' perplessa. “Ecco.. accidenti! Comunque, stavo dicendo: nella vita si perde e si vince, le vittorie vanno ben accolte, le perdite vanno accettate!” e fece un enorme sorriso che andava da una guancia all'altra.
“Mah..” disse, intanto, George, che stava parlando con Kelly. “Pensato a cosa vorresti fare?”
“Beh,” disse Lauren, interrompendo la sorella che stava per parlare, “Io andrei volentieri nella sua stanza e lo soffocherei con un cuscino mentre dorme: e' il metodo piu' semplice e veloce per uccidere un cretino.”
George osservo' Lauren con un'aria confusa, Kelly la abbraccio'. “Laurieee!” la sgrido', “Non fare la sadica!”
“Non sono sadica. Conosco solo la fine che devono fare i cretini che fanno del male alla mia sorellina.” disse lei.
“Sorellina, ti voglio bene!” disse Kelly, e le diede un bacio sulla guancia. A Lauren rischio' un conato.
A George, invece, scappo' un sorriso. Beh, le possibili vendette di Lauren sull'ex-fidanzato James erano molto crudeli. Meno male che le orecchie innocenti della piccola Annie Lee erano lontane da quel divano, anche se George pensava che quella perversa bambina malefica fosse tutt'altro che innocente. Kelly la pensava in modo diverso. Per Kelly, Anna – il vero nome di Annie – era la bambina piu' cara del mondo... Lauren la pensava come George.
“Ringo! Ringo!” disse la bambina, con voce divertita.
“Eh, che c'e` piccola?” chiese lui, facendola scendere dalle spalle.
“Dov'e` lo sceriffo John?” domando' Annie, mettendosi un dito in bocca.
“Lo sceriffo John.. lo sceriffo John..” inizio' a pensare Ringo, accarezzandosi la barba (finta).
“Oh, John?” intervenne Paul, voltandosi – per non vedere la danza della vittoria di Sam Spencer che stava durando da piu' di cinque minuti. “John e' andato a fare la spesa con
la sua amata Andi..” disse, con aria scocciata.
Carly guardo' verso Paul. “La sua amata?” domando', aggrottando la fronte.
“Secondo me, stasera ci prova.” disse Paul, distratto, accendendosi una sigaretta.
“Ooh..” disse George, dopo aver sentito le parole di Paul. “Non invidierei quella ragazza.”
“Povera innocente
verg..” non riusci' a finire la frase perche' George gli tiro' un cuscino.
“Paul...” lo riprese, pigro.
“Scusa, scusa.”
Carly era perplessa.
Verg..? Oh oh..
E Paul fece cadere tutte le pedine sulla scacchiera, quando suonarono alla porta.
“Che John sia maledetto!!” urlo', stritolando la sigaretta tra l'indice e il pollice. Ringo si illumino'.
“Ehi! Dev'essere Meg!” disse, allegro come un aereoplano giallo (o sommergibile?). “Chi va ad aprir..”
“Io no.” George.
“Io no.” Paul.
“Io no.” Carly, scherzosa.
“Io no.” Kelly, ridendo. Lauren si astenne.
“Io no.” questa era Annie, perche' tutti dicevano “io no”, perche' non avrebbe dovuto dirlo anche lei?
Tutti questi “io no” vennero detti in esattamente un secondo, a parte Annie, che lo disse dopo mezzo secondo, precisamente dopo 0,38 secondi, cronometrati da un cronometro dentro la casa, che aveva Sam Spencer in tasca – ormai era andato, a forza di ballare e cantare.
“Uffa!” disse Ringo. “Vabbe', ancora meglio!”
Quindi ando' ad aprire la porta, Meg gli salto' letteralmente in braccio.
“Richard!” disse lei, stringendolo a se.
“Ehi.. Meg!” disse lui, sorpreso dal modo in cui l'aveva accolto. Poi vide la persona alle sue spalle.
“Ciao, Ringo!” disse una voce bassa, cortese.
Ringo rimase impietrito per qualche secondo. “Cos... Meghan..?” cerco' di parlare.
“Ecco, Rings.. ti dispiace se Guy si unisce a noi?” fece Meghan, con un sorriso sereno.
Guy... Guy Linderman, ragazzo dall'intelligenza precoce e la faccia da rivoluzionario. Il ragazzino che gli lanciava occhiatacce dal basso, quello che una volta gli aveva messo la gomma da masticare tra i capelli – quindi era rimasto rapato a zero per un intero anno – e che di estate lo rincorreva con le pistole d'acqua e i gavettoni. Rideva sempre alle battute di cattivo gusto, soprattutto se erano rivolte a
lui. In poche parole: Guy Linderman era il suo peggior nemico.
Forse era per le cose che diceva sempre Meghan, quando andava da lui a lamentarsi di tutte le cose che lui
non faceva.
Pensare che era un bimbetto dal caschetto ordinato, un sorriso angelico e lentiggini, qualche anno prima.. Invece, in quel momento, era un ragazzino che dimostrava due o tre anni in piu' della sua eta' reale, lo superava di tre centimetri in altezza ed era truccato e pettinato come Lou Reed, dei Velvet Underground.
Capelli neri, occhi del medesimo colore, smilzo, con le labbra carnose. Non sembrava Guy Linderman.
“Ehi, Rings, chi e' quello li'?” chiese George, distratto.
“Guy, un mio amico” rispose Meghan, prima che Ringo potesse dire qualcosa di
strano.
“Piacere” George sorrise. “Io mi chiamo George, lui si chiama Paul.”
“Io sono Sammy!” disse, tutto felice, papa' Spencer. Carly lo fulmino' con un'occhiata: non vedeva l'ora di imbarazzarla?!
“Loro sono due mie amiche!” disse George, indicando Kelly e Lauren. Lauren arrossi', accorta di come suonava quella dichiarazione. Kelly, invece, sventolo' la mano sfoggiando un sorrisone degno da.. Kelly.
“Lei..” inizio' Paul, guardando Carly. Lei degluti'. “E'...
la mia fidanzata.” sorrise.
Carly rimase a bocca aperta. Guy sorrise intenerito, Meghan sbuffo'. Ringo non si era accorto di niente, continuava a tenere i pugni stretti e si mordeva il labbro inferiore. Le unghie stavano per entrare dentro la carne del palmo.
Paul strinse a se Carly, facendo spaventare ancora di piu' i presenti – papa' Spencer, soprattutto. Lei..
“Ehi! Spensa'! Ma.. e' sicuro che mangi abbastanza? Ha sempre questi cali di zuccheri..” disse Paul,
seriamente preoccupato.
Kelly lo guardo' offesa, cercando di far svegliare la (povera) ragazza, che era svenuta ai piedi del bassista – o meglio, era svenuta sulle sue gambe incrociate. “Tze'! Fai sempre finta di non sapere niente! Cafone!” disse lei, e scappo' in cucina. Paul era perplesso.
“La mia.. la mia bambina!” disse Sam Spencer, asciugandosi una lacrimuccia. “E'... e' cresciuta!”
Poi si avvicino' a Paul e lo prese per il colletto, facendo rischiare un infarto a tutti i presenti, e disse le seguenti parole: “TU! Promettimi che tratterai bene mia figlia e non le farai del male, altrimenti sappi che io saro' li', dietro di te, pronto ad ammazzarti a sprangate! Capito?!” e si mise a frignare come un bambino.
Paul era con gli occhi che gli stavano per uscire dalle orbita.
“...ok.” bisbiglio'.
Carly si sveglio' in tempo per vedere il padre che stringeva il collo del suo fid.. di Paul.
“Papa'!” grido' lei. “Mettilo giu'!” ordino', rialzandosi.
Guy fece un applauso, Meghan fischio'.
“Lou Reed, non applaudirmi invano!” disse papa' Spencer, mettendo giu' il bassista belloccio – che tremava come una foglia.
“Cavolo.. A che spettacoli devi assistere, eh, Guy?” rise Meghan. “Beh.. Allora, si mangia?” chiese.
Guy alzo' un sopracciglio. “E' da prima che hai fame, Meg. Sei incinta, per caso?”
Ringo alzo' gli occhi su di lui, guardandolo nel modo piu' cattivo che gli potesse uscire – beh, non che gli usci' tanto bene. Meghan, invece, fu tentata dal mollargli uno schiaffone sul viso... Lei incinta? Ma come si permetteva?
“Guy!” grido'.
“Eddai.. in fondo, a dormire in una casa abitata da pazzi e avere un nano da giardino come fratello...” disse lui.
Meghan gli lancio' un'occhiata perplessa, quasi offesa. Ringo, invece, divenne rosso dalla rabbia.
“Nano da giardino? Parla il tappo con il moccio al naso...” disse, tentando decisione. Ma la voce gli usci' tremante.
Guy sbuffo', Meghan era preoccupata. Lauren, invece, sembrava annoiata, quindi si alzo' dal divano per andare in cucina a fare compagnia alla sorella. George e Paul avevano brutti presentimenti.
Con decisione, George tappo' le orecchie a Annie, che passava davanti a lei.
“Vieni piccola, andiamo a giocare da un'altra parte, okay?” fece.
“No! Tu mi hai rubato i biscotti!” frigno' la piccola.
Paul si avvicino'. “Di la' c'e` lo sceriffo John.” sorrise.
“Sii!” grido' lei, felice, lasciandosi portare in spalla dal suo acerrimo nemico: George, il ladro dei biscotti.
Paul prese Carly per la mano, portandola con se. Carly, pero', voleva rimanere. Chi era quel Guy? Le sembrava di aver gia' sentito quel nome da Meghan, in quelle volte in cui avevano provato a chiacchierare. Guy era l'amico d'infanzia con cui aveva superato tutti i momenti difficili e che era partito in Svizzera per un anno, per gli studi privati. A quanto pare, era stato anche in posti come Spagna, Italia, Francia... non erano mai riusciti a tenere un contatto stretto se non i soliti, come Messenger e le classiche cartoline. Meg le collezionava tutte in una scatola di biscotti allo zenzero.
Precisazione: Guy odiava Ringo. E Meg le aveva raccontato un sacco di litigi e zuffe che erano successe nei tempi, tra i due.
Carly degluti' e si lascio' portare nel piano di sopra, con Annie sulle spalle di George.
Il papa' Spencer, per sicurezza, segui' i due piccioncini e il chitarrista con la bambina. Sua figlia da sola? Mai.
Meghan si senti' un po' tradita nell'essere lasciata cosi' da sola. Ma rimase li', con la gamba destra che le tremava.
C'era un silenzio imbarazzante. Lou Reed soppesava le parole una ad una.
“Vedo che...” inizio'.
“Vedo che hai la barba.” disse.
Ringo aggrotto' la fronte. “E allora?”
“Rissa con il barbiere?” fece Guy, alzando un angolo della bocca. Meghan gli tiro' una gomitata. Ma Ringo non sembrava offendersi. Era troppo poco, magari una frase in piu', o due, non avrebbe fatto male. “Hai la stessa pettinatura di tre anni fa', quando eri a Costa Azzurra con Maggie. Forse non lo sai, ma quel ciuffo e' fuori moda da una cinquantina d'anni.”
Meg guardo' il fratello. Non voleva che frignasse in quel momento, era abituata a quell'immagine di suo fratello.
Invece, lui replico'. “Oh, beh. I giovani si vestono
sempre come Lou Reed.”
Guy sogghigno'. “Sei sempre uno sbruffone. Sei rimasto il bastardo di sempre, eh, Ritchie?” fece.
Ringo non rispose. I tre, rimasero fermi ad osservarsi.
“Sai la verita'?” fece allora Guy, con un sorriso. “Tu non meriti una sorella come Maggie.”
Annie che stava spiando la scena dalle scale, spalanco' gli occhi e si mise a piangere alla vista della scena seguente. George se ne accorse e ritorno' indietro per prenderla per la mano e sorriderle rassicurante.
“Vieni. Ho un po' di biscotti al cocco.”
Lei annui' e si lascio' accompagnare in stanza.

George! Che sta succedendo in salotto?” chiese Carly.
“Niente, niente.” la tranquilllizzo' l'interessato. “Ringo ha tirato solo un pugno a quello che si chiama Guy e quello che si chiama Guy gliel'ha restituito, poi Meg ha tirato uno schiaffo a quello che si chiama Guy ed e' scoppiata a piangere. Ringo penso sia svenuto.” annui'.
Carly rimase a bocca aperta. “Noo, non e' proprio successo niente!” si lamento'.
“Ahi.. un pugno, dici?” disse Paul, asciugandosi il sudore – certo che faceva caldo in stanza.
Stavano nella stanza di George. Bella ordinata, pulita, si respirava un'aria profumata di rose. Sulla scrivania c'erano un libro, dei fogli a righe e una scatola di biscotti. Poi una pila di vinili e un giradischi, vicino al letto. L'unica cosa che sembrava fuori posto in quella stanza era la chitarra, che era fuori dalla custodia rigida. Sui muri c'erano due o tre foto e un calendario, indietro di un anno – ancora fermo nel dicembre del 2009.
“Oh, non abbiamo avuto tempo di comprare un calendario.” disse George, cortese. Sam Spencer si accarezzo' il mento.
“Hai una gran della stanza, Sbatty.” annuncio', convinto.
“Grazie signor Spencer. Ma non mi chiami Sbatty, per favore.” disse, tranquillo.
“Va bene, Harry.”
“Ehm.. Harry non mi piace.”
“Non sai accontentarti, Geo'!”
“Okay, Geo' e' perfetto” disse l'altro e fece il pollice all'insu'.
La bambina stava frugando nella scatola dei biscotti. Paul degluti', pensando al rischio che correva la bambina.
Invece, George si avvicino' alle spalle della bambina e la chiamo'. “Ehi, Annie Lee!”
Lei si volto', asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
“Scusa se ti ho rubato i biscotti, pace fatta?” sorrise. “Eh?”
La bambina e George rimasero fermi per qualche secondo, poi si strinsero i rispettivi mignoli destri e fecero la pace.
Carly sorrise intenerita, Sam Spencer fece un'altra delle sue scenate teatrali, commosso. Paul sospiro'.
“Posso chiamarti Zio George?”
“Oh, ma certo!” disse lui, allegro.
Lei gli diede un bacino sulla guancia e si sedette sul letto, accanto a Paul.
“Da grande mi voglio sposare con lo Sceriffo John e voglio vivere con lo Zio George e lo Zio Paul in una casa rosa!”

 

 


Oggi e' il compleanno di George :D Happy Birthday :)
Non sapevo cosa fare per festeggiare questa giornata.. quindi credo che dedico questo capitolo a lui, specialmente l'ultima parte. Purtroppo non ho potuto approfondirla, perche' l'ho scritta di fretta, ma e' il pezzo piu' decente in cui compare, nella storia. In fondo non e' il protagonista della fic t_t
Beh, comunque volevo aggiornare oggi il Magical Mystery Trip, ma non sono riuscita a finire il capitolo, mi dispiace.. quindi arrivera' o domani o la prossima settimana.. Scusate se sto trascurando le mie storie!
Il capitolo e' un po' scemo XD e' piu' una descrizione di Guy.. comparira' per poco, ma e' un personaggio importante u.u

Non e' ispirato da Lou Reed! xDD Si traveste da Lou Reed, ecco qui u.u l'attore che lo interpreta (nei miei film mentali XD) e' Sam Riley, che e' un gran bono. Ma mai potra' superare il personaggio che ha interpretato su Control: Ian Curtis. <3 Nota: Meg non somiglia a John Lennon. Andatevi a cercare Samantha Morton, sempre di Control, su Google.. xD Ian Curtis e Debbie mi ispirano troppo!
Ok, allora vorrei ringraziare per l'ennesima volta per le recensioni! Mi scuso se suono un po' depressa, e' che mi sento rilassata XD

Zazar90: Sii i Beach Boys *_* no povero Guy! xD ovviamente sto dalla parte di Rings ma a Guy ci tengo.. cercare Sam Riley per sapere il motivo XD beh, a quanto pare, Georgino l'ha perdonata ;) io il padre di Carly lo voglio come padre pure io XD e' il padre che desidero!.. e diciamo che mi somiglia molto XD sui costumi dei Beatles ne parlero' la prossima volta ;D

Clafi: “Com'e` la Svizzera?” No. Novi. Novi cioccolato di passione. Dal 1913. ← Sappi che ero tentata ad aggiungerlo tra parentesi, ma poi veniva strano! xDD la cosa di Paul che si traveste da Paul.. in verita' proprio non sapevo come farlo travestire, quindi XD Ma Sam Spencer e' da stimare <3 e poi me contenta di aver trovato una fan milanese *abbraccia* XD

Marty_youchy: Beh, mi sa che i tuoi presentimenti erano giusti! A meta' pero', perche' anche Guy va approfondito XD Annie Lee si e' appacificata con George, e meno male.. altrimenti gli distruggeva la casa, ai poveri Beatles, solo per farlo fuori.. povero Geo XD i Beatles che giocano a Rock Band li vedremo prima o poi XD

sofia126: Annie Lee due la vendetta, LOL xDDD sinceramente pure io voglio vedere i Beatles che giocano al loro videogioco.. Ok, lo metto nel prossimo capitolo *__*

paulla: Davvero scrivo bene? Troppo gentile t__t Ma grazie lo stesso *_* beh, sul costume di Paul approfondiro' nel prossimo capitolo, nella parte delle recensioni penso XD Si si George e' travestito da George dei '50 (LOL), postero' una foto mi sa (anche se voi l'avrete vista anche prima di me) XD comunque si': mi sa che John e' davvero sadico con Paul XD uaahah i Beatles che giocano male a Rock Band XD ecco, diglielo a George, che porta sfortuna -sisi- XD su Guy e Meg?... si vedra' XD

 

Vi lascio, ciao ;)
*parte
Long, Long, Long* che bella che e'..

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Capitolo 23
*** John's Andrea (Jess e la sua cricca) ***


 

John si mise a frugare nello sgabuzzino nel retro della casa.
“M-ma..” balbetto' Andi, “Non.. non dovevamo andare a fare la spesa?”
“Oh beh.” riflette' John. Poi scoppio' a ridere. “Diamine! Ci sei cascata pure tu? La spesa l'ho fatta ieri!”
“Eh?!” ecco, l'aveva fregata, di nuovo. Un giorno credeva di potersi fidare di lui, il giorno dopo cambiava subito idea.
E ora.. cosa aveva intenzione di fare? Senti' un brivido percorrerle la schiena.
Dopo trenta secondi di frugare in continuo, John urlo' un “EUREKA!” degno da Archimede Pitagorico.
Andi quasi non svenne.
“Adriaaaaan! Adriaaaaan! Ho trovato la mia vecchissima armonica e la chitarra!!” grido' John, e si mise a saltellare tutt'attorno a lei, in una danza felice, stringendo la chitarra a se. Andi, se prima era impaurita, ora era
sconvolta.
“Vieni! Voglio suonarti qualcosa!” disse lui, avvicinandosi a lei con il viso. Andi non disse nulla, era... sconvolta, si'.
Tutti i ragazzi normali del ventunesimo secolo che conosceva erano deficienti, scemi e cretini (sono un sacco di sinonimi XD n.d.Thief)... come lui. Pero', la cosa piu' strana era che nessun ragazzo normale del ventunesimo secolo teneva una chitarra acustica e un'armonica alla.. Bob Dylan (o Beck di Futurama, senza braccini). E nessun ragazzo normale del ventunesimo che conosceva le aveva mai cantato una canzone alla chitarra... Buffo.
Il fatto era che l'aveva chiamata
Adrian e si era dimenticato il suo nome. E pensare che l'aveva chiamata per il nome intero giusto qualche minuto fa'. Alzheimer? No, ne dubitava. Non era cosi' vecchio.
Era ancora li', quando senti' chiamarsi con il suo pseudo-nome, Adrian, da un John seduto sulla Ford scassata di Paul, imbracciando la sua chitarra e con l'armonica accanto a se. Sventolava la mano, invitandola a sedersi accanto a lui.
Andi senti' le guancie scottare: era per strada, davanti a tutti. Poi mancavano solo venti minuti alle sedici ed era l'ora dorata per i deficienti che spesso occupavano quelle strade, fumando sigarette su sigarette e ballando sul ritmo di una canzone house da un cellulare-mp3 ultra-tecnologico.
Poi, se passavano la bionda rossiccia e la sua corte di bamboline, era fregata. Sentiva gia' i vari “Ehi, Andrea Johns!” che le avrebbero urlato addosso. Immaginava cosa avrebbe detto quella vipera di miss Chi-Si-Ricorda-Il-Suo-Nome, alla vista di lei con un altro esponente umano di sesso maschile: “Ma guarda un po', tradisci il tuo amato professore con un pirla?”
Oh,
pirla l'aveva aggiunto Andi, tanto per divertimento e sfogo personale. Pero' l'avrebbe detto pure la biondina.
Per quella li', la chitarra era moscia. Quindi, di conseguenza, gruppi come gli U2, gli Strokes e – sacrilegio, per Andi – i Coldplay, erano mosci. Ognuno poteva pensarla a modo suo, ma se loro erano mosci.. David Guetta diceva niente? Ad Andi sfuggi' un sospiro.
“Andrea!” finalmente azzeccava il nome. “Vieni o devo mettere su radici?”
Andi divenne rossa come un pomodoro e fece i primi passi verso l'auto.

Cosa vuoi che ti canti?” chiese John, suonando alcuni accordi.
“N-non lo so..” disse Andi. “Cioe', forse lo saprei pero'.. non mi aspettavo che mi avresti chiesto una canzone, e..”
John si volto' verso di lei, sorridendo rassicurante. Ad Andi fischiarono le orecchie.
Certo che.. si', il professor Johns era carino, ma... Quel John aveva dei bei occhi color nocciola, quasi magnetici, caldi, e poi quel sorriso.. era raggiante. Illuminava quel buio pomeriggio di fine inverno – faceva gia' buio alle quattro – e le faceva avere quasi dei propositi ottimistici sulla giornata.
Quella giornata non poteva che finire bene. Almeno, se John fosse stato accanto a lei.
Ma l'aveva davvero pensato?!
John scoppio' improvvisamente a ridere.
“Okay, okay.. ti capisco, dovevo chiederti
Ehi, vuoi uscire di casa a cantare Hotel California insieme a me?
“Ho-Hotel..?” domando' Andi, che non aveva idea di cosa fosse un Hotel California. Un hotel in California?
“Ti piace quella canzone? Non e' affatto male. Ma io non voglio cantare quella” quindi si schiari' la voce.
A dire la verita', Andi neanche sapeva che fosse una canzone.
Inizio' a suonare le prime note in chitarra di una canzone che Andi conosceva molto bene: era la canzone preferita di sua madre, quella che metteva sempre quando era piccola. A detta di madre Martha, l'aveva ascoltata durante il parto.
In My Life.
Nessuno della sua famiglia era un grande fan dei Beatles – piu' che altro, erano tutti influenzati dalla musica di Woodstock, fratello Bob compreso, tranne lei – ma la madre aveva qualche LP impolverato in casa, che ormai non ascoltava piu'. Non aveva il tempo di ascoltare della stupida musica vecchia,
si occupava di cose serie, lei. Come il lavoro.
“Ehi.. piccola..” sussurro' John, avvicinandosi a lei. “Va tutto bene, va tutto bene.”
Poso' la chitarra per stringerla a se, mentre lei cercava di asciugarsi alla svelta quelle stupide lacrime.
Stupida, stupida, stupida! E anche quel 'John' era stupido! L'aveva fatta piangere per ben due volte, dopo che aveva resistito per lunghi e duri mesi senza versare una lacrima. Lo faceva apposta?
Gli sfuggi' un sospiro. “Okay, adesso ti asciughi le lacrime.. okay?” un attimo di pausa, “Ritorniamo dentro?”
Andi annui'. John era un po' deluso. Gli sarebbe piaciuto passare un po' di tempo insieme, da solo con lei.
“Hey hey, Andrea Johns!”
I due si voltarono: la cricca della bionda-rossiccia and company erano li', fischiando e sghignazzando come dei deficienti, e il fidanzato scemo dell'altrettanto scema bionda-rossiccia stava facendo un “Buu” con il pollice all'ingiu' e un “Vogliamo il prof!”.
“Ma come, Andrea Bar.. ups, pardon, Johns” inizio' la bionda: “Tradisci il tuo amato professore
Christian Martin con un perdente che strimpella la chitarra? Ma fammi il piacere: torna dal prof, che ci si divertiva di piu'!”
Seguirono dei “Giusto!” e dei “Diglielo, Jess!”.
Christopher.” corresse secca Andi. Era difficile trattenere le lacrime, per lei.
“Oh-oh! Che fai? Piangi? Si', brava, piangi piangi!” gli altri risero.
“Ue! Ue!” fece la ragazzina piu' bassa, bionda anche lei, firmata da capo a piedi con vestiti rigorosamente
firmati.
Tutti si scagliarono su di lei, con frecciatine e ghigni, John se ne stava seduto a guardare.
A quel punto, scoppio' a ridere.
I ragazzini si voltarono verso di lui.
“Cazzo ridi, sfigato?!” fece uno, che era piu' basso di lui di una spanna.
“Ehi, sfigato, quanti anni c'hai? Cinquanta?” disse un'altra ragazza, truccata come una bambola.
Si misero tutti a ridere... pure John. La cricca lo guardava male.
“Aaah ah ah! Siete tutti troppo.. ridicoli! Non ho visto persone che fanno piu' ridere in vita mia! Ah ah!” disse, asciugandosi le lacrime. Stava addirittura piangendo, da quanto rideva! “Siete solo dei mocciosetti, che vi credete.. Ah ah ah!”
La bionda aggrotto' la fronte, offesa. “Chi ti credi di essere tu! Sai chi hai davanti?”
John ghigno', e smise di ridere come un cretino. “No. Sono un ignorante.” ammise, sorridendo. “Chi sei?”
La bionda si gonfio' e inizio' a parlare, senza sapere cosa dire: “Io sono.. io sono..” si guardo' attorno, alla ricerca di un supporto. Ma gli 'amici' la guardavano come per dire “Che vuoi da me?”, oppure non sapevano cosa dire. La bionda ci riprovo'. “Ehm.. insomma! Io sono
io! E comunque, tu” fermo' l'indice a poca distanza dalla punta del suo naso, “Non sei Nessuno.”
“Oh oh oh..*” ribatte' John. “Okay, ci sto:
io non sono nessuno. Pero' voglio ancora sapere chi sei tu.”
La bionda rimase ad osservarlo con l'indice puntato su di lui – somigliava tanto alla mano blu di Yellow Submarine, mancavano solo i denti appuntiti tra le dita: a John mancavano gli occhiali e i baffi e la base di All You Need is Love – e con l'espressione piu' offesa del mondo. Lui la guardava, tranquillo, ma con la mezza intenzione (e nemmeno mezza) di fargliela pagare.
Andi assisteva alla scena incredula, asciugandosi gli occhi. Quel 'John' aveva zittito miss Chi-Si-Ricorda-il-Suo-Nome?
Lei inizio' a tremare alle gambe, con l'indice ancora alzato. Dopo trenta secondi di imbarazzante silenzio, cedette.
“Tutti uguali, tutti uguali!” strillacchio', come un'oca. “Va bene! Vi lascio soli tu, mister Ciao-suono-la-chitarra e miss Andrea Johns!” e si volto', decisa ad andarsene, con il seguito di cortigiane e fidanzato alle spalle.
“Ma quale Andrea Johns!
John's Andrea!” e la strinse a se, facendole prendere un colpo. “Lei e' MIA! Appartiene solo a moi! Capi'?!”
“Fanculo, sfigato!” fece il fidanzato, per poi voltarsi.
“Si', sono d'accordo!” si mise a gridare John, come un pazzo: “FANCULO ANCHE A TEEE!” e alzo' il medio, come un tifoso.
Andi si mise a tremare – per il freddo.
“Ehi, allora, hai visto come li ho fatti piagnucolare quei lattanti con il moccio al naso?” disse John, felice, a Andi, coprendola con il suo giaccone scuro. Lei continuo' a battere i denti, strofinandosi gli occhi.
Le occhiaie che aveva da un po' si erano scurite. Questo fece preoccupare John, che si fece serio.
“Ehi, allora, torniamo dentro? Okay?” sorrise. “Niente piu' brutti incontri!” le scompiglio' i capelli.
Lei si strinse a lui, che era rimasto in t-shirt, scoppiando in singhiozzi liberatori. John sospiro'.
“Sh sh, va tutto bene! Va tutto bene!” la strinse. “Ora non bagnarmi piu' la maglietta e torniamo dentro! Fa fr
eeeddo!”
Andi rise, un po' come una bambina, per le
e allungate dell'altro, e si strinse ancora di piu' a lui, per lasciarsi trascinare con lentezza verso la porta di casa, con il peso della chitarra su un braccio.
Nessuno dei due, pero', era al corrente di quello che stava accadendo dentro.

 

 


Allora, scusatemi in anticipo.. Recuperero' entrambe le mie storie! Domani aggiornero' A Thief and a Guitarist, penso.
Comunque, ecco che ho finito questo capitolo! *_* Avevo intenzione di metterci un pezzo di canzone, ma ci ho rinunciato XD Ma perche' In My Life? ..boh. sara' perche' adoro quella canzone, sara' che mi sembrava appropriata.. Non lo so. XD
Allora, ho fatto un po' piangere Andi.. poveretta o.o fatto sta che pure io, se piango, faccio molta fatica a trattenere le lacrime. Ultimamente sto ricominciando.. dannazione. u.u 'Sta piagnona della Tony-Thief. XD
Nel prossimo capitolo appariranno Sam Ril.. (L) volevo dire *w* Guy e Rings -sisi- e, come promesso, quassotto ci sono delle immagini per i costumi a cui mi sono ispirata.. Purtroppo non riesco piu' a trovare quelle di John e George t_t (o meglio: quella di George.. non ho voglia di hostarla, mi spiace u.u) pero' ho postato le altre due di Ringo e Paul, piu' una extra, che prevederebbe George in versione cow-boy.. *sbav* <3 <3 ok, passiamo oltre – altrimenti.. stiamo perdendo Thief, stiamo perdendo Thief. xDD
Rispondo alle recensioni, che e' molto meglio. XD Grazie ancora per chi legge e chi recensisce <3
Oggi saro' molto esauriente nelle risposte.. sara' che c'ho voglia di scrivere? XD

Zazar90: Oh yes, Ian e' uno gnocco della Madonna <3 pure Sammy Riley. <3 *ruba Ian e scappa dalla finestra* Ok, lasciamo perdere e andiamo avanti XD si', Samantha sta abbastanza bene nella parte di Meg, anche se ha gli occhi azzurri xDD beh, tanto Meg ce li ha marrone chiaro (quello chiaro chiaro XD) u.u Comunque! o.o Sii pure io adoro i ricconi che annusano le banconote.. ma quanto sono mitici? XD Ma povero Samm.. (a-hem) Guy XD pero' si merita delle bottarelle da parte mia per aver picchiato Ringo, come osa? u.u Siii Lou Reed <3 (pervertita pure la sottoscritta XD) ehi, te l'ho gia' detto nelle recensioni mi sa, ma.. Complimenti per il 26 XD

Marty_youchy: Ah ah ah, l'happy birthday mister George alla Marilyn Monroe e'.. LOL XD eggia', finalmente hanno fatto pace quei due *w* e poi Sam Spencer e Paul che giocano hanno proprio riscosso un bel successo, a quanto vedo *-* pure mio padre reagirebbe cosi' XD tutti i padri sono cosi' :) ecco, diglielo a Meg che Guy e' insopportabile! (anzi, non farlo, perche' quella ragazza e'.. piena di risorse XD) Ma sappi che pure io voglio sposarmi con sceriffo John e andare vivere con Zio George e Zio Paul in una casa rosa. Anzi, blu, perche' non mi piace il rosa XD e poi mi voglio sposare con zio George, che domande XD (ok, basta u.u)

Clafi: In effetti e' proprio vero XD ho in mente un'altra cosa tipo quella, che si vedra' tra due o tre capitoli XD Nuoo non picchiare il povero Paulie *lo difende, vestita come su Magical Mystery Tour* Quando sono vestita cosi' sono Suuuuper-Thieeef <3 Scleri a parte XD Nuooo pure Sam mi picchi, ma nooo *difende pure lui* XD Sii pure io trovo carino Ringo che gioca con Annie.. io che sono l'autrice XD ok, basta u.u (cut! cut! n.d.Regista) (e lui da dove salta fuori o.o n.d.Thief) Ignorami! mhh, ti lascio picchiare Guy, ok. -sisi- ma finche' e' vestito come Lou Reed e' sotto la mia proteccion <3 beh, si', era ora che facessero la pace! E poi hai ragione XD

Laban: Per il capitolo perso non ti preoccupare! Pero'.. uaaahahah *risata malefica* Scherzi e scleri a parte: ma no, non ti preoccupare.. XD Vedrai che non dureranno a lungo, quei due -sisi- (ma noooo! Che dici, stupida di una Tony! n.d.Carly) (Adesso ti picchio, Carla! n.d.Thief) e' meglio se mi lasci perdere. XD Ma povero papo Spensa', il lavoro sporco tocca sempre a lui, povero papo! *gli salta addosso* xDDDD Embe', ovvio che Annie e' carina. L'ho creata per farle fare la bimba-assassina/bimba-carina. o.o

Alluuura: ecco le foto *_* Su Ringo: http://www.catanna.com/ringohamburg.jpg
Mah, forse sono l'unica che pensa che era carino con la barba e il ciuffo.. XD comunque e' ispirato al Ringo ai tempi dei Rory Storm and the Hurricanes, anche se credo si sia capito subito :)
Su Paul: http://www.last.fm/music/Paul+McCartney/+images/20515563 XD
Non lo so, ma l'ho immaginato con la maglietta di Let it Be e ridotto in questo stato, senza capelli lunghi XD
George? Ok, qui in versione cowboy XD http://www.last.fm/music/George+Harrison/+images/36356279 <3
http://www.last.fm/music/George+Harrison/+images/36713251 <- anche qui (L) ok, stiamo perdendo Thief. XD
no, scherzi a parte, l'immagine vera e propria: http://www.last.fm/music/George+Harrison/+images/4448
Mah.. e' tenero, non so perche' :) ma adesso basta con 'ste immagini! Le ho prese tutte da last.fm tranne la prima! XD

Spero allora che il capitolo vi sia piaciuto, grazie a chi legge e anche a chi recensisce :)
Saluti distinti da questa piagnona di Thief <3 - *parte Morris con la batteria di Disorder (L)*

P.s.: Da brava cafona mi sono dimenticata di ringraziare per i commenti al commento del Magical Mystery Trip u.u Grazie, grazie, grazie! Davvero! <3 (per Laban: sisi, so che perro e' spagnolo.. xDD avevo una mezza intenzione di mettere una nota per segnalare il mio errore volontario ma vabbe', ormai XDDD)

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Capitolo 24
*** Gli Starkey-Brothers e Guy Linderman ***


 

Dentro la casa, le luci erano accese e si sentivano due risate distinte.
Meghan se ne stava seduta per terra con il broncio, sentendosi un po' messa in causa, mentre Ringo si appoggiava a Guy, ridendo come uno scemo. Anche Guy, l'amico di Meghan, rideva, asciugandosi le lacrime.
John aggrotto' la fronte, perplesso. “A-hem!” si schiari' la voce.
“Oh.” Ringo si stacco' da Guy, lui ancora ghignava come una iena, cercando di trattenersi.
“Smettila di ridere, Gabriel.” disse Meghan, con tono severo. “Vuoi un'altra sberla in faccia?”
“No, no, ovvio che non voglio un'altra sberla.” disse, ingoiando un po' di saliva. “Non voglio spaccarmi la mascella.”
Allora Ringo si volto' verso di lui, euforico. “Vero che i suoi schiaffi ti spaccano la bocca?”
“Vero, vero, tutto vero!” e ricominciarono a ridere.
John era sempre piu' confuso. Andi, invece, continuava a nascondersi dietro la sua schiena, ben aggrappata alla giacca.
“Potete dirmi cosa sta succedendo?” fece John, scandendo bene le parole.
Meghan fece un lungo sospiro, senza rispondere. Guy e Ringo, invece, fecero finta di nulla.
“Niente, niente, non ti preoccupare...” e altre risate.
Il chitarrista si stava innervosendo (assai, oserei aggiungere).
In quel momento, George entro' nel salotto dalla porta della cucina con un panino ai crauti – che colava da un lato di ketchup – tra i denti e un pacco di ghiaccio tra le mani. Sembrava piu' agitato del solito.
Alla vista di John, George incurvo' le labbra in qualcosa che doveva essere un sorriso.
“Si puo' sapere cosa sta succedendo?” disse John, riprovandoci.
George lo ignoro' – risparmio il profondo calo di autostima che ebbe John, poverino – e diede il pacco di ghiaccio a Guy, con gentilezza. “Affova, fa ancova mafe fa guanscia?” domando', a bocca piena, visto che aveva il panino tra i denti.
Guy sorrise, radioso. “Ma no. Maggie sara' un mostro, ma non mi ha fatto cosi' male.”
Volo' un cuscino in sua direzione. Ringo scoppio' a ridere, George si tolse il panino dalla bocca, con un sorriso intenerito.
“Ha ha, te lo meriti.” disse Ringo.
“Sta zitto, cretino.” rispose secco Guy, restituendo il cuscino a Meghan, rilanciandolo.
“Non si lanciano i cuscini alle ragazze, scemo!” urlo' Meghan e fece l'offesa.
Ma la persona piu' offesa, in quel momento, era John. “BASTA! Ora mi potete dire cosa sta succedendo?”
“Ehi, vado a dire agli altri cos'e` successo, okay?”
“Okay.” rispose Guy, poi aggiunse: “Inventa, pero'. Sara' piu' divertente.”
“Ma no.. gli raccontiamo com'e` andata per davvero...”
Solo allora, George riusci' a sentire dei singhiozzi dalle scale. Alzo' un sopracciglio.
“Credo che devo andare, mi scusate un secondo?”
“Certo, vai pure, Harrison.” disse Guy, con un sorrisone.
Prima che George salisse il primo gradino, Guy lo chiamo' con un “Ehi!”. Lui si volto'.
“Sai che.. Hai lo stesso nome del chitarrista dei Beatles?” disse.
George fece un'espressione stupita. Poi sorrise, piano. “Figo...” e sali' le scale, per portare via Annie.

BASTA! Voglio sapere cosa sta succedendo!”
Andi si spavento' all'urlo di John, ma non riusci' a staccarsi da lui, perche' la stava ancora tenendo stretta a se.
“Accidenti, sei insistente eh?” disse Meghan, con una smorfia.
“Niente.” disse Ringo, con un sorriso. “Io e l'amichetto di Meghan stavamo litigando e Meghan ha sculacciato Guy.”
“Non e' vero!” si lamento' Meghan, facendo ridere gli altri due. “Gli ho solo.. tirato uno schiaffo. E se lo meritava.”
“Pff..” Guy sospiro'.
“Sentite, Starkey Brothers.” disse Guy, con un sorriso.
Ringo e Meghan si voltarono verso di lui, quest'ultima con una faccia poco convinta – per il “Starkey Brothers”.
John, invece, era anche piu' confuso di prima.
“Devo andare, papa' mi ha detto che dobbiamo andare in aereoporto.”
“Oh, di gia'?” Meghan si rattristo'.
Ringo dischiuse leggermente le labbra. “Perche', Linderman?”
“Sono venuto un attimo a Liverpool, ora devo andare a Milano, dove mi aspettano mamma e Joey. Mi dispiace..” disse.
“Mi dispiace anche a me, Guy! Verrai a ritrovarci, vero?” chiese Meghan, avvicinandosi a lui.
“Verro' a
ritrovarti.” disse lui, piano.
Le accarezzo' dolcemente la guancia. Lei arrossi'.
“Okay: basta con le smancerie, se devi andare,
scio'!” disse John, secco.
“Ehi ehi ehi, guarda che mi ingelosisco, Gabriel Linderman.” disse Ringo, serio.
Guy rise, sereno, senza rancore.
“Vorrei chiederti scusa per la cosa che ti ho detto prima.”
“Cosa?” domando' Ringo.
“Quando ti ho detto che non meritavi Meghan.” arrossi'. “Sara' che invidio un certo fratellino alla mia amichetta..”
Sorrise in sua direzione. Meghan ricambio', timida.
“L'importante e' che non le fai del male.” disse Guy, e alzo' una mano. “Allora vado, che sono pure in ritardo.”
“Ecco, vai via!” intervenne John, stanco di tutti quei discorsi.
Guy si mise a ridere e usci' dalla casa, digitando il numero del padre sul cellulare.
“Accidenti...” sussurro', sarcastico. “Uno a zero per quel bastardo d'un professore..”

 


See Emily Play
E' un capitolo molto breve, che pero' ci conduce direttamente al prossimo! ;)
L'ispirazione scarseggia e avevo voglia di scrivere, quindi.. XD
Vedrete comparire un sacco di cose (ridicole) nel prossimo capitolo.. aspettatevi il solito capitolo-boom chilometrico xDD
Alla fine, George si era inventato tutto XD non lo so perche' ho voluto fare cosi', non chiedetelo a me u.u
Ah, il vero nome del nostro Guy/Sam Riley (sbaaaav. xD) e' Gabriel Linderman, Guy e' il soprannome XD (nooo guarda, non si era capito u.u Ok, vado a nascondermi in un bosco. *fugge)
Ah, lo so che non frega a nessuno ma.. Ho messo un titolo alla sezione di autore! E lo cambiero' nel prossimo capitolo! See Emily Play.. che bellaaaaa <3 Credo che si sia capito che ultimamente mi e' venuta la fissa per i primi Pink Floyd! XD Soprattutto oggi -sisi-. L'altra mia fissa di questi giorni e' il Magical Mystery Tour *____*
Okay, proseguiamo con le recensioni! E vorrei
ringraziare ancora chi recensisce e chi legge <3 Vi voglio bene *w*
AVVISO: Ho intenzione di cambiare titolo alla storia! Quando lo faro', avvisero' :)

Zazar90: Si', pure io adoro John in quel capitolo! Si puo' vedere che a Andi le vuole bene! *w* John's Andrea e' una vera stupidata che avevo in mente da un po'.. Pero' il cognome “Johns” l'avevo dato proprio a caso, al professore! XD John solo sa cosa fare a quella bambolina-Paris Hilton in miniatura u.u Oooh un mix tra John, Beck e Bob Dylan? *fantastica* Fiiigo, Beck Dylan Lennon!! O__O oddio, devo smetterla di leggere Topolino -ya-. XD (ho smesso di collezionarlo da un anno.. gh.)

Marty_youchy: Ecco, il rosa e' confettoso, hai trovato la parola giusta XD Ecco ecco, (e due, con 'sto “ecco” XD) John e' da stimare! XD accidenti, magari sapessi io zittire quella gentaglia.. bah u.u Voglio John che mi protegge! -sisi- In My Life e' bellissima.. a me mette sempre quella malinconia.. :) Sii George-cowboy e' SBAV. <3 Paul e' troppo.. xDD

sofia126: Si', aveva la faccia un po' scioccata XD Povero Paulie! Gia', John e' un grande u.u purtroppo nemmeno a me e' mai capitato che qualcuno mi cantasse una canzone, mondo crudele t.t

Clafi: O___O *scappa via* Ok, facciamo le serie – cosa molto difficile nel mio caso. XD Nuo povera Andi! XD e poi non voglio che Paul ti faccia fuori, no no -nono- xDDD E non voglio neanche vederti appesa al Big Ben per la maglietta O.O Ah ah, davvero ha detto cosi' tua nonna? XD Beh, un po' come quando ho visto per la prima volta Grease e mi sono detta “Ah, quelli sono gli anni 80, sicuro.” ..ero piccola e ignorante! xDDD

Allora grazie ancora a tutti quelli che leggono e recensiscono :)
Per piu' coinvolgimento alla sigla finale (si', le musichette che metto alla fine sono tutte “sigle finali” XD), associata al titolo o
ppiamente, guardate questo video! La clip e' troppo.. LOL xDDDD La canzone e' <3
Allora, saluti distinti,
Thief <3

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Capitolo 25
*** Battaglia navale! - il signor Starr vs. George ***


 

20 febbraio 2010 – ore 18:00
“Ehi, ciao piccolina!” disse John, appena vide Annie saltargli addosso.
“Lo sceriffo John!” disse Annie, abbracciandolo, affettuosa. A Kelly scappo' un sorrisino intenerito.
“Aaaah.. guardala! Si e' affezionata!” disse John, asciugandosi una lacrimuccia commossa. “Dai, che ci sediamo!”
Andi cercava solo di evitare quegli occhi gelosi della bambina che la scrutavano in maniera inquietante.
George.. George era felice. Non ci sono altre parole per definirlo, era felice e basta.
Saltellava su un piede, emozionato, contorcendosi le mani e mordicchiando distratto il labbro inferiore, mentre John e Paul trattenevano gli attacchi isterici di risate alla vista del loro chitarrista, che ormai sembrava perso.
“Allora?” fece lui, con voce sottile, “La festa e' appena cominciata!”
Yuppiii.” disse, poco entusiasta, Lauren, suonando un kazoo che stava sul tavolo.
John si acciglio'. “Ehi, attenta. L'ho appena messo in bocca io.”
Lauren divenne verde. Kelly scoppio' a ridere.
“Ha ha, te lo meriti!” urlo' lei, ridendo come una pazza. Lauren, da verde, divenne rossa.
“Bah, siete tutti noiosi. Io me ne vado.”
“Ehi, n-no aspetta Luna!” disse George, smettendo di saltellare.
Lauren!” disse lei, e usci' dalla porta dopo aver preso la sua giacca. George tiro' fuori il labbro.
“Nooo, torna qui,
Maria Elisabetta!” urlo', ma era troppo tardi. Allora mise il broncio, mentre gli altri se la ridevano. Pure Ringo. “Uffa, la volete smettere di ridere? La pizzata con il curry si fara' lo stesso, tsk!” disse, autoritario – piu' o meno.
“Ah ah.. beh, allora qualcuno dovra' scegliere la musica.” propose Paul, piano.
“I-iio concordo!” intervenne Carly, ridendo.
Scema! Adesso pensera' che sei una lecchina! si sgrido'. Divenne paonazza, quasi quanto l'amica dai capelli rossi che le stava di fianco, sempre saldamente attaccata a John. Sembrava che si fidasse solo di lui.
Invece Paul non disse niente. Sorrise, increspo' le labbra in uno di quegli irresistibili sorrisi che solo lui sapeva fare.
Carly degluti'. Le stava per venire da piangere: davvero si era baciata con un ragazzo cosi'? O meglio: davvero si era baciata con Paul McCartney? Le sembrava ancora un sogno.. E forse lo era...
“Bene! Pure io ci sto!” disse Ringo, sentendosi un po' escluso. Meghan sbuffo'.
“E va bene, ma non mettiamo Elvis Presley, vi prego.”
“No, io volevo proporre Elvis..” si lamento' Ringo, Maggie ghigno'.
“L'avevo previsto.”
“Mah.. Secondo me deve decidere Harrison, e' lui il festeggiato.” aggiunse Meghan.
“No, decide Paul perche' ha parlato per primo!”
“Ehi! Non e' valido!” si lamento' Paul. “Decide il padre di Carly! E' lui l'esperto, no?”
“Yeeah! Vai con i Pink Floyd e i Led Zeppelin!” urlo', facendo il segno dell'headbanging. Carly fece un lungo sospiro.
“Ma papa'! Ancora con i Pink Floyd e i Led Zeppelin? Li abbiamo ascoltati anche prima!”
“Sei noiosa, figliola.” disse Sam, finto severo. “Allora decide il signor Lemon Soda.”
John alzo' lo sguardo, che era perso nel vuoto, e si senti' inutilmente in causa. Sbuffo' sonoramente.
“E va bene... decido io. Anzi, decido io chi deve decidere!”
“OOOH!” protestarono tutti, in coro, tranne Kelly e Annie, che erano ancora imbambolate dalla partenza di Lo'.
Andi si nascose, come al solito, dietro al divano.
“Allora.. Ambaraba' Cicci' Cocco'...”
“Si', tre civette sul como'!!” piagnucolo' Paul, lasciandosi cadere sulla poltrona.
“...Che facevano l'amore con la figlia del dottore (eh, affari loro), e il dottore si ammalo' (ah pover'uomo!), ambaraba' cicci' cocco'!” prese un respiro: “Sceglie la nostra bellaaa... Adriaaaaan!”
Stavolta fu Andi a sentirsi inutilmente in causa. “C-cosa? I-io?”
“Mi dispiace, piccola, il dito ha puntato verso di te!” sghignazzo' John, scompigliandole i capelli.
Carly e Kelly si scambiarono uno sguardo di intesa che papa' Spencer noto': “Che avete da guardarvi, voi due?”
“Ehm, ecco.. veramente..” cerco' di dire Andi, tra i balbettii, “I-io non so molto di musica..”
“Oh, avanti, non dirmi sciocchezze! Avrai un gruppo che ti piace, no?” sopraggiunse John, con un sorriso incoraggiante.
Andi arrossi'. Era abituata a non dirlo troppo in giro, anche perche' si beccava spesso le prese in giro della gente.
“A me.. a me piacerebbero i.. i Coldplay.” biascico'.
Segui' un minuto di silenzio.
Carly e Kelly aspettavano la risposta di John, George era troppo attento al suo (secondo, si'!) panino ai crauti per farci caso, Paul aveva la faccia di uno che non ha capito bene. Annie guardava con curiosita' un quotidiano – sbucato dal nulla – mentre Sam Spencer.. Beh, Sam Spencer si guardava le unghie.
John si morse il labbro. “Eeehm.. puoi scusarmi un secondo?”
Poi prese il gioco della battaglia navale in 3D e lo mise sul tavolino, ordinando: “Giocate!”
Paul, George e Ringo lo guardarono con un'aria poco convinta. “Su'! Giocate! Tu contro Ringo!”
“Io?” chiese Paul, indicandosi.
“Si', tu, chi altri senno'? Il tuo sosia?”
Paul si offese un po', alla parola
sosia. “Ehi, bada.”
“E io?” domando' George, con la bocca piena.
“Tu vieni a fare due chiacchiere con me!” disse John, severo, e lo trascino' verso il cesso.
“Noo.. il mio panino!”

Okay, credo che tu sei il piu' esperto in musica, in questa casa...”
“Veramente.. non so molto.” ammise George, rosso.
“Ma come?! Sei tu quello che c'ha l'iPod o quel cosino li'!”
“Quel cosino li' ha un nome: lettore MP3, ed e' Samsung, non Apple.” disse George, tranquillo.
“Apple, Samsung, LG o quello che e'!” disse John, a tutta velocita'. “Tu sai cosa sono i Coldplay?”
“Ehm..” ci penso' su. “No. Magari sono anche molto buoni. Sembra il nome di una bibita!”
“Aaaah! Uffa!” si mise a lagnare John. “Va bene, esci dal
cesso! Vai a chiamare Paul e gioca tu con Ringo, okay?”
George rimase estasiato per qualche secondo, sotto gli occhi perplessi di John.
“Amico.. ti senti bene?”
“Non avevi detto che non potevo toccare il gioco della battaglia navale, qualche tempo fa'?”
“Ehmm..” era vero! “Okay, permesso accordato!”
“Waaaaaa!” si mise a urlare George, come una fan impazzita. “Graziegraziegrazie!” urlacchio', applaudendo come una foca.
“Si' si', vai vai!” disse John.
Quindi, pochi secondi dopo, un Paul piuttosto scocciato apri' la porta del
cesso.
“...Che vuoi?” chiese, disgustato.
“Ah, giusto.” John fece un enorme sorriso. “Sai se abbiamo dei CD dei Coldplay?”
“Coldplay? Ah si', quella tua amichetta, Andi, sta continuando a chiedermi il tuo parere...”
“Si' si', taglia corto. Ce li abbiamo?”
“Devo controllare.”
“Ah! Grazie Paul, TI AMO!” grido' lui, baciandolo sulla fronte.
“BLEAH! STACCATI SUBITO DA ME!” grido' Paul, come un isterico, ritrovandosi John attaccato a lui, come una piovra.
“Cosa succede?” si intromise Ringo. Alla vista di John addosso a Paul, gli occhi rischiarono di uscire fuori dalle orbita.
“N-no, non e' quello che stai pensando tu, scemo!” lo rimprovero' Paul, alzando un dito in aria, arrabbiato.
Quindi, con un piccolo aiuto dal buon Ringo, Paul riusci' a staccarsi da John e andare a cercare nell'enorme pila di CD e vinili che stava in un angolo della stanza, subito accanto alla televisione.
E mentre Paul cercava, nella casa regnava un'atmosfera degna di un torneo scolastico di calcetto: il salotto si era letteralmente diviso in due, mentre Paul, ignaro, cercava un CD dei Coldplay.
Meghan stava accanto a Ringo, suggerendo delle mosse strategiche per abbattere le navi di George; Carly faceva il tifo per il suo professore di letteratura, cosa che fece un po' offendere il povero George. Per fortuna, dalla sua parte stavano Kelly e Annie Lee, che cercavano di spiare le mosse dell'altro.
Andi continuava a sorridere, divertita da tutta l'euforia che circolava nell'aria. Ogni tanto le capitava di guardare verso il divano, dove John, tutto spaparanzato, sonnecchiava rilassato. Doveva ammettere che si sentiva un po' sola, senza di lui.
Arrivo' quindi il momento fatidico. George era riuscito ad affondare quasi tutte le navi di Ringo,
ne mancano tre, pensava l'avversario, tutto attento alle navi che restavano ancora in piedi, ancorate alla perfezione sulle loro coordinate.
“A te la mossa.” disse Ringo, senza sapere che fare.
“Uuuhm.” George riflette' a lungo, alla fine urlo' – letteralmente, “
4-G!
“Uff.” Meghan si lascio' cadere sul cuscino rosso che stava per terra.
“Ahia! Mi hai beccato!”
“YEEEEAH!”
George si tiro' – per la dodicesima volta – la cannottiera bianca sulla testa, come i tifosi di calcio.
“Allora? Allora? Ho vinto?” domando' – per la dodicesima volta – George.
“No, accidenti!” ripete' Meghan, scocciata, al posto del fratello. Ringo scoppio' in una fragorosa risata.
“Uffaaaa! Ma e' noioso questo gioco, allora!”
“E te ne accorgi solo ora?” intervenne John, mezzo addormentato.
“Potevi dirmelo prima, John!” frigno' George.
“Fate un po' di silenzio!” disse Paul, all'improvviso, con gli occhi che si illuminavano.
“Che c'e`? Che c'e`? Hai trovato un CD dei Coldplay?!” domando' John, svegliandosi di soprassalto.
“Ehm.. sinceramente?”
John annui', mentre gli altri si erano tutti zittiti.
“A essere sinceri no.. Pero' ho scoperto che abbiamo l'LP di Help!”
Qualcuno cadde dal divano. Si', John.
“Ehm.. Lemon Soda? Stai bene?”

 


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Ok, ho deciso di lasciarlo cosi', il titolo *w* almeno fino alla fine della storia XD
Allooora... Purtroppo e' un capitolo un po' scemo, il capitolo-boom chilometrico dovrebbe arrivare all'incirca al prossimo, che descriverebbe la cena e.. non proprio un colpo di scena, ma insomma.. XD
Anzi, credo che una sottospecie di colpo di scena ci sara' tra due capitoli! Ma poi si vedra', eeeh, poi si vedra' XD
Bene, non mi prolungo. XD e.. si', penso sappiate cos'e` un
kazoo XD adoro il suono che fa! Ok, basta!
Grazie per le recensioni :)

Zazar90: Oooh i Pink Floyd sono dei grandi *w* e poi Syd era gnocco si' *__* mi piace molto anche la sua voce, la trovo.. ipnotica. XD ed era anche un genio. <3 Ma tutti i Floydiani sono stati dei geni! Ed e' meglio che non proseguo, altrimenti ci perdiamo XD Oddio, Ringo, Guy e Meghan che corrono a braccetto per le montagne? *muore* xDDDD Pero', come vedi, non succede niente, per ora u.u Cerchero' di far succedere qualcosa la prossima volta XD

Marty_youchy: Ecco, anche tu mandi via Guy! Povero ragazzo, non e' voluto da nessuno! *si immagina Guy come Calimero* Oh Numi santi! O__O Devo smetterla di guardare Scrubs! gia', povero Johnny, lo fanno scemo! XD E gli diminuiscono l'autostima! Non si fa, eh no, non si fa u_u

Va bene, ora e' meglio se vado a ripassare Algebra (si', studio soprattutto di notte, perche' ho questa idea che se studio di notte ricordo meglio alla mattina.. si' sono pazza! XD), che domani ho una verifica u.u
Sigla finale! *parte sigla* Parapara'! Parapara'! Paraparapapa'! Principe Cacca!~ xDDD
No, rimaniamo seri. La sigla finale di stasera sara':
Lalalalalalalaaalala lalalalalalala lalalalalala... XDDD TE DEUUUUUUM!! xDDDDD
Per capire meglio, guardare questo video ->http://www.youtube.com/watch?v=eVtDRrcKjNU
E poi questa cosa dei Floors.. mi ha fatta schiattare XD Parodia dei Doors xDDD
Si', non posso mai fare a meno dei programmi demenziali di MTV u.u
Allora baci :)
Thief <3

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Capitolo 26
*** Cosa sta succedendo? ***


 

Il giradischi stava subito accanto alla televisione, timido, con la spina attaccata.
Paul mise su il vinile, fischiettando “Yesterday”, e fece partire la prima traccia:

Help! I need somebody

Help! Not just anybody

Help! You know I need someone
Heeelp...

Okay, io la canto molto meglio.” disse John, strafottente.
George trattenne una risata, Ringo sorrise, mentre Paul sbuffo', e assunse un'aria di sfida: “Dimostralo!”
Carly rimase un po' interdetta. Ma non la cantava lui, quella canzone? Forse doveva lasciar perdere: a volte quasi dim
enticava che quei Beatles vivevano nel ventunesimo secolo e cantavano delle canzoni di cui neppure sapevano di essere gli autori. Era ironico.
“Sentite” disse Ringo, fermando di colpo John, che si accingeva a cantare. “Che ne dite se giochiamo a qualcosa?”
“Ah, e' come la sete.” disse, tranquillo, Sam – probabilmente senza neanche sentire quello di cui stavano parlando gli altri. “Non sai cos'e` prima di provare il vino. Cosi' come una dolce sigaretta, o come l'amor sessual..”
“PAPA'!” urlo' Carly. I quattro inglesini se la ridevano. “S-smettetela di ridere!” avvampo'.
Lasciamo perdere..” disse Ringo, tra una risata e l'altra. (oddio, mi ha rubato la battuta! Ringoo! n.d.Thief)* “Ehm, comunque dopo la battaglia navale mi e' venuta voglia di giocare a qualcos'altro.. Avete qualcosa?” domando'.
“Abbiamo Call of Duty, ma Robert ci ha spaccato la Xbox.” disse George, tra un movimento di testa e l'altro.
“Chi e' Robert, Geo?” chiese John, che iniziava a capirci sempre di meno. Paul si uni', con una semplice occhiata.
“Aah, voi non lo conoscete.. e' vero...” disse George, con una voce leggermente ebete. “Un mio amico.”
Ringo, Paul e John lo guardarono molto male.
E all'improvviso: “CAN'T BUY ME LOOOVE!”
“Cazzi!” urlo' John, scivolando su una macchia d'olio inesistente sul pavimento.
“Ecco, hai visto? Fa prendere un colpo anche a te!” esclamo' Paul.
“Ah, ecco Robby!” George si illumino' tutto.
“Robby? Robert? Il tizio della Xbox?” intervenne Ringo.
Ma George non rispose, perche' si era precipitato alla porta. Avvenne tutto in trenta secondi – il cronometro magico di Sam – poi George fu di nuovo in mezzo agli altri, con una pila di pizze tra le mani e il ciuffo scompigliato.
“Ehi! Che ti e' successo?!”
“Robby si unisce a noi!!”

20 febbraio 2010 – ore 20:10
Nessuno si era accorto che, con le pizze e Robert, era arrivata anche la sera.
George stava seduto sul divano con gli occhi che rischiavano di uscire dalle orbita, gridando “We will rock you!” come un bambino a cui non danno la cena – appunto – e gli altri lo guardavano male, mentre Robert, il tizio della Xbox, distribuiva le pizze.
“Allora.” disse, con
molto entusiasmo, “Chi ha ordinato una Capricciosa?”
Una mano prese la pizza senza fiatare. Tutti si voltarono verso Andi, che era diventata rossa – come al solito.
Perfetto.” disse ancora Robert, con lo stesso tono sfavillante di pochi secondi prima. “Chi ha preso la Margherita?”
Nessuno parlo'. Pero', il padre di Carly prese le pizze con
le buone maniere e si mise ad annusarle tutte, ad una ad una, per poi prendersi mogio mogio la propria pizza. Tutti i presenti lo guardavano male.
“Che c'e`? Volevo un Quattro Formaggi.” si scuso'.
“Papiiiii...” si lamento' Carly, buttando la testa all'indietro.
“Anche tu volevi un Quattro Formaggi, no? E' il secondo dal basso!”
John fece una smorfia: “Okay: se continuiamo di questo passo, arriva la mezzanotte e nessuno ha pappato 'na fottuta pizza!!”
“NOOOO!” grido' George, disperato, spaventato dalle parole
aggressive dell'amico.
“Basta John! Lo spaventi!” urlo' Paul, prendendolo sottobraccio.
Mentre papa' Sam era gia' in cucina con Kelly, Ringo e Meg, a mangiare le pizze, Carly era rimasta ad assistere alla scena con la faccia da “
Va bene”. Robert, Robby.. il tizio della Xbox aveva la sua stessa faccia, solo piu' barbuta.
“Gnegnegne, la principessina sul pisello difende Georgina!”
“EHI! Allora tu cosa sei?!”
“Pensavo che non mi avresti piu' chiamato Georgina!”
“Taci, prima donna! E poi Georgina fa piu' chic, capito?”
George tacque. “...Ma non mi piace.”
“Prima donna?! Okay, basta!”
“La possiamo smettere?!”
Tutti si voltarono verso il tizio della Xbox, che teneva le mani alzate.
“Ehi tu, scemo, ora pero' te ne vai e ci ripaghi la Xbox.”
“John, e che cavolo...”
“Noo, Robby! Resta!”
“NO! Questo Robby se ne va!”
“Per una volta sono d'accordo con John..”
E inizio' una nuova discussione. Il tizio della Xbox cerco' di dire: “Ehm.. ecco il resto.” ma fu inutile.
Era un'impresa impossibile introdursi, quando scoppiavano delle guerre del genere. Quindi, il tizio della Xbox, sospiro' spazientito e, con il resto in tasca, usci' dalla porta, lasciando di stucco tutti e tre i Beatles.
“Nooo! Ecco, me l'avete fatto scappare!”
“Meglio, no?”
“Carlettaaa!” chiamo' il padre dalla cucina. “Vieni! Noi stiamo mangiando!”
Carly fece per andarsene, ma qualcosa la trattenne per il braccio. Paul...
che dolce.
Un momento.. No! Non doveva svenire, non doveva assolutamente svenire! Svenire solo perche' il suo fidanzato, idolo, cantante preferito o quello che era le stava tenendo il braccio! Sarebbe stato ridicolo.
“Carly! Non vieni?”
“Ehm, ecco...!”
Lei si volto' verso Paul, che la guardava con un sorrisino sghembo, teso verso la destra, mentre dietro di lui George e John stavano discutendo sulla fuga del tizio della Xbox – meglio conosciuto come Robert o Robby – con il resto e di chi fosse la colpa.
Quando l'occhio destro si chiuse in un lieve occhiolino, Carly ingoio' saliva.
La pressione inizio' ad aumentare quando lui la tiro' verso di se, senza pero' avvicinarla al viso. Quindi le propose, a bassa voce: “Che ne dici se andiamo in un luogo piu' appartato?” e a Carly manco' un battito.

 

Era da venti minuti che stavano in silenzio, in quella camera, con una piccola luce sul comodino e la finestra aperta.
Carly era imbarazzata. Quella era la stanza dove stava Paul McCartney, quelle foto appese ai muri raffiguravano Paul McCartney e in quel momento era seduta sul letto su cui dormiva
Paul McCartney!
Doveva essere un sogno, era troppo bello per essere reale. Certo, la stanza non era nelle migliori condizioni, ma... c'era un buonissimo profumo, simile a quello che aveva sentito nella stanza di George, coperto in parte dall'odore di carta stampata e calze.
Non poteva crederci.. Stava sognando, stava sognando, era ovvio che stesse sognando.
“Ehm” inizio' Paul, proprio in quel momento. “Allora.. Ti piace?”
“C-cosa?” chiese subito Carly.
“La stanza, intendo.”
“Ah.”
Ah. Esisteva un monosillabo piu' stupido?
Entrambi si misero a ridere, imbarazzati. Carly si giro' dalla parte opposta, per non dover incontrare i suoi occhi.
No. Doveva affrontarlo, doveva dimostrare che aveva grinta e poteva opporsi alle sue emozioni. Prese un lungo respiro, impaurita, e si volto' lentamente, con il timore di dover guardarlo negli occhi. Cosi' fu.
Le sorrideva, spiritoso. Allungo' una mano per accarezzarle la guancia, lei lo lascio' fare, non senza tremare.
“Che cos'hai?” domando' piano Paul, e aggrotto' la fronte.
Carly scosse la testa. “Niente, niente!” e aggiunse, dopo aver preso un respiro: “Non preoccuparti.”
Ora mi dice “Ma chi si preoccupa?”, stanne certa!
Invece non successe niente. Paul allargo' solo quel sorriso strafottente che aveva in faccia e la bacio', piano.
Oh yeah, I'll tell you something...” si senti' all'improvviso, dal piano di sotto. I due, spaventati, si staccarono.
Carly aveva gia' il fiatone, anche se il bacio era durato meno di un secondo, Paul trattenne una risata.
“Oddio.. stanno giocando a Rock Band, mi sa.” bofonchio' Paul, tenendosi la testa tra le mani.
“G-gia'.” sussurro' Carly.
Strano. Quella sera, quando aveva rischiato di non rispettare il coprifuoco dopo un idromassaggio all'aperto in pieno inverno, avevano cantato quella canzone. Era davvero.. strano sentire quella canzone in quel momento.
“Che c'e`?”
Paul aveva notato il sorriso di Carly. Lei arrossi'.
“N-niente... ti ricordi quella volta in cui abbiamo..”
Non ebbe il tempo di finire la frase, perche' l'altro capi' al volo. E la strinse a se.
“Ricordo, ricordo.” disse, e le bacio' la fronte, con una dolcezza inquinata dalla malinconia.
Le sue labbra si spostarono sul naso della ragazza, poi arrivarono alle sue, e le sfioro' con dolcezza il labbro inferiore con la lingua, con lentezza. Lei chiuse le palpebre, lasciandosi trasportare da lui.
Si stava abituando ai suoi ritmi, forse lui non voleva. Forse lui voleva che si spaventasse ogni volta che le sue labbra si incontravano. Infatti, ogni volta che lui la sfiorava con le labbra, un brivido percorreva il suo corpo.
Paul si mise subito davanti a lei, per non dover chinare la testa per baciarla, e i due si ritrovarono inginocchiati sul letto matrimoniale, uno di fronte all'altro. Le sue mani che accarezzavano i suoi capelli lunghi e castani, Carly fremeva dalla voglia di poter sfiorare almeno con un dito le sue guance.
Allungo' le mani sul suo viso, lo tenne tra le dita. Paul scese con le mani, dalla testa ai fianchi della ragazza, mordicchio' un po' il suo naso, e.. tutto inizio' a diventare piu' pesante, l'aria era soffocante, il cuore batteva troppo forte.
Paul raggiunse con le mani la cerniera dei jeans di Carly, cerco' di alzare i lembi della sua maglietta.
E la luce si accese, si senti' la porta spalancarsi.
“PAUL!”

Secondo me...”
Ringo e George si voltarono subito verso di lui.
Cosa stava per dire adesso?
“...il nostro Paulie sta facendo fiki-fiki con la nostra Carly!”
George scoppio' a ridere, Ringo invece spalanco' gli occhi, sconvolto, e si mise il dito davanti.
“Sshhhh! Guarda che se suo padre e mia sorella ci sentono.. Sono cavoli amari!!”
“Beh, ma che problema c'e` con tua sorella?”
“Direbbe che sono discorsi da idioti e bla bla bla...” sbuffo' Ringo.
“Che noia! Comunque io voglio andare a vedere cosa stanno combinando.” propose John.
“E Meg? E Sam Spencer?” chiese Ringo, decisamente nervoso.
“Stai tranquillo, il videogioco li sta tenendo occupati.” disse John.
“Gia'... Allora, andiamo?” disse George, entusiasta.
Quindi salirono le scale, e Ringo ne approffitto' per esporre le sue idee.
“Se e' come dite.. io credo che sarebbe teoricamente un reato.”
“E perche' scusa?” fece John, voltandosi con una faccia perplessa. George alzo' un sopracciglio.
“In teoria, Paul ha ventidue anni... Carly e' una studentessa, ha solo sedici anni! Non e' una maggiorenne!” e rise.
Lo stava dicendo con leggerezza, perche' sapeva che Paul non stava combinando niente, perche' era un uomo cosciente.
Ma, ad un certo punto, non senti' piu' i passi degli altri due alle sue spalle. Si volto'.
“Che.. c'e`?”
John e George si stavano guardando.
“Cosa sta succedendo?” chiese ancora Ringo, sempre piu' spaventato.
“Oh cazzo.. PAUL!” grido' John.

 


*: “Lasciamo perdere” e' una cosa che dico sempre io XD

See Emily Play
(musichetta horror)
Ecco il nuovo capitolo! Colpo di scena? Mah, non saprei dire.. XD
Spero vi sia piaciuto il capitolo, non ho avuto il tempo di controllare...
Piu' o meno doveva essere scioccante, ma e' venuto meno scioccante di quanto avessi sperato u.u
Grazie per le recensioni e grazie a chi legge <3

Clafi: Ma no, io ti perdono XD Siii George che si tira su la maglietta *_* beh, a Paul praticamente gli salta addosso -gh.- Ti do ragione: ascoltare due volte i Zeppelin e i Floyd fa solo bene *w* e pure io voglio l'LP di Help *___* ah, ti do il permesso di menare Guy XD

GioTanner: Ciao Gio' *w* che bello, ti ho tra le lettrici! <3 Passando alla recensione! Si', chiedi a tua sorella un CD, che lo presta a John, che fa bella figura con la sua Andi XD Sii ci starebbe bene The Wall o The Dark Side of The Moon! *-* ma anche i Led Zeppelin, oppure, in questo caso, mi sarebbero piaciuti i Joy Division.. <3 Comunque grazie ancora :)

Martina97: Ti perdono, perche' anche io in questi giorni mi ritrovo una marea di impegni o.o Eeeh, chi lo sa se John imparera' si' o no il nome di Andi XD e direi proprio che la nostra Ann non e' l'unica si'! XDD Ed e' ovvio che George non puo' non pensare al panino u.u XD ooh beh, Help e' un gran bell'album <3

Zazar90: Sii i Floors, santo picitato XD Sam Spencer come Rino Gaetano? Uuh, questa cosa mi intriga assai XD Ringo e Meg sono nati per stare assieme!! (no, non in quell'altro senso O_O) gh, si sa che George non ha una memoria da Dio *George si offende* Ma nuu, non offenderti u.u

sofia126: Gia', povero John! Diciamo che e' rimasto un po' scioccato e un po' deluso, ecco XD Aaah che invidia, io proprio non so giocare a scacchi XD beh, si sa.. George e' George. <3 la parte in cui batte le mani.. ce l'avevo in testa da un po' O_O XD

Marty_youchy: xDDDD a me piacciono i Coldplay (solo i primi EP e Parachutes u_u), ma tu hai ragione si'! XD Anche se non puoi paragonarmi i Beatles alle escargot t__t ahah, davvero? In effetti un'idea simile era venuta anche a me ma, ovviamente non funzionerebbe u_u Ovvio che Help e' meglio dei Coldplay <3

Ora devo scappare! O_O un ultima cosa: mi fate un salutino nel mio portfolio? <3 XD
http://norwegian.forumfree.net :)
Baci, Thief :)

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Capitolo 27
*** Soddisfazioni Sconosciute / Dov'e` Paul? ***


 

Paul era per terra, a faccia in giu' e senza le calze sui piedi..
Carly era con i gomiti sul materasso, sopra la fodera stropicciata, con un'aria vagamente stordita.
Ma l'attenzione dei nuovi ospiti era concentrata su tutt'altro dettaglio. John inizio' a mugugnare cose senza senso tra i denti, tenendosi alla porta, mentre George scuoteva la testa con disapprovazione. Ringo era l'unica persona che sembrava realmente preoccupata, in quel momento.
“Cosa sta succedendo, qua dentro?” domando' Ringo, schiarendosi la voce con forza.
“Ma chissenefrega di cosa stava succedendo, Rings! Anzi, frega si', perche'.. Perche'...” si guardo' attorno, poi si concentro' sulla ragazza sdraiata sul letto, con la faccia di chi ha visto Batman. “Ehi, tu! Perche' non hai la felpa addosso?!”
George scivolo' di colpo sui pantaloni di Paul. “Ahia! Troppa cera, John!”
Un secondo.
Pantaloni? George e John scacciarono un urlo degno di una signorina in calore.
Paul si rialzo' da terra, grattandosi i capelli. “Ehi.. che succede?”
“Diccelo tu!” urlo' John sedendosi per terra, puntandogli contro l'indice destro con intenzioni quasi autoritarie. George aggrotto' la fronte, perplesso, mentre Ringo fece il faccino innocente di una persona che si sente estranea.
“Ma io..” provo' a dire Paul. Poi si accorse di avere solo i boxer addosso. “Un attimo... Cos'e` successo?!”
“E' da un'ora che stiamo cercando di capirlo, cazzo!” esclamo' John, furioso.
Qualcuno si ricordo' dell'esistenza di un'altra anima innocente nella stanza – o meglio
dell'anima innocente.
“Oh diavolo, Spencer, tutto bene?” chiese Ringo, cercando di prenderle la mano.
Lei lo guardava, disorientata, e balbettava. “M-ma...”
George si precipito' automatico, con un sorrisone sulle labbra. “Ehi, Carly!” disse, guardandola negli occhi.
“B-basta! Mi potete dire c-cosa..”
“...
Cosa sta succedendo?!” dissero tutti e tre in coro. Paul e Carly ci capivano sempre di meno.
“Abbiamo capito che siete rimbambiti, eh!” disse John, rialzandosi da terra. “Va bene:
Harry! Ringo! Andate fuori con la femmina, io ho da fare con questo qui!” aggiunse, con la voce ruvida – ma con il viso da mamma isterica.
“John, io non mi chiamo H..”
“Ho detto
andate fuori! Uffa!”
I due fecero spallucce e portarono Carly, confusa e perplessa, fuori dalla stanza di Paul, per il braccio.
Cosi' i due rimasero da soli nella stanza, lui svestito e tremolante come un cagnolino – dal freddo – e l'altro che lo guardava minaccioso da sotto il cappello marrone in stile Far West. Certo che quegli occhi facevano paura, cosi'...
...da quando faceva paura, quello scemo con cui viveva?
“Ehi, John, che ti prende?!” disse Paul, boccheggiando. “C-che ho.. fatto?!”
“Aaah, quanto sei imbecille,
Pauline.” disse lui, tra i denti, trattenendosi dal prenderlo a pugni. “Stai per farlo con la tua ragazza e nemmeno te ne accorgi? Ti faccio tutti i miei sinceri e vivi complimenti, davvero.”
“Vacci piano con i nomignoli,
Lenny...” lo riprese lui. “E comunque, ci stavamo solo baciando.”
“Eeeeh, dicono tutti cosi'...” lo prese a gomitate. Ah... era schifosamente lunatico. Prima era sul punto di mangiarlo vivo, in quel momento sembrava solo un amico volenteroso di scoprire segreti scabrosi su di lui. “Dai dai dai, ammettilo che lo voleviii..”
“No, cacchio! Non lo volevo, lei non lo voleva, nessuno ha fatto nulla!”
“Da quando il nostro Macca non vuole dare un morsetto ad un piatto servito in posate d'argento?”
“Oh, 'ste cavolo di posate d'argento e piatti! Sei peggio di George! Guarda che io non volevo fare niente..”
“...e ovviamente, se tu sei senza maglietta e senza pantaloni, e' solo un caso.”
Paul stava per dire qualcosa, ma rimase con le labbra ferme.
I suoi occhi caddero sul suo addome nudo, poi alzo' le sopracciglia in tal modo che si nascosero sotto la frangia.
A John scappo' un risolino sarcastico. “Avanti, Paul... che male c'e` ad ammetterlo che.. lo volevi?”
Paul cerco' di rispondere, ma dalla sua bocca usci' solo una serie di balbettii incomprensibili, divenne rosso fino alla punta delle dita.
“Aaaah, siiiiii! Aaah, siii!” urlacchio' John, con una vocetta maliziosa.
Il bassista scese dal letto, arrabbiato, e prese con furia il cuscino, gettandolo addosso all'altro.
“Sei un coglione!” e usci' dalla stanza.

Senti, George.. Meg mi aspetta di sotto, devo andare.”
George fece un sospiro, per poi sorridere raggiante. “Certo, vai pure.”
Carly, che aveva solo i jeans e la cannottiera azzurra, continuava a guardarsi attorno come se avesse visto per la prima volta quella casa. Poi si volto' verso George, che la stringeva con una strana protettivita'. Da quando George Harrison aveva iniziato ad essere protettivo nei suoi confronti?
Aah.. Kelly mi uccide...
“Ti senti bene?” chiese George, cordiale, sorridendole con una naturalezza incredibile. Carly divenne rossa.
“Oddio, ehmm.. Si', tutto a posto, tutto a meraviglia.. direi!”
Il silenzio fu imbarazzante. Per fortuna, venne subito interrotto... da George.
“Sciacquati un po' il viso nel bagno laggiu', utilizza l'asciugamano rosa.” il sorriso scomparve dal suo viso, lasciando spazio ad uno sguardo confidenziale. “Sai, quello giallo lo usiamo per i piedi... Non penso ti fara' piacere.”
A Carly sfuggi' una risatina isterica. “A-afferrato il concetto.” annui'.
“Perfetto!” le fece un'occhiolino – aah! “Io vado a finire le vostre pizze.” e se ne ando', fischiettando.
Lei annui', sorridendo, e entro' dentro il bagno dall'altra parte del corridoio che le aveva indicato George e si chiuse la porta alle spalle, rimanendo al buio. Le usci' un sospiro lungo, quasi di sollievo, ma non riusciva a capire il motivo.
Cosa aveva fatto? Dov'era la sua felpa? Aveva molte domande in testa. E Paul? Perche'...
Proprio allora, un'altra questione le baleno' in testa...
...George mica aveva detto le
vostre pizze?

Il signor Spencer era instancabile. Ora che pensava di essersi liberato dai vincoli della figlia, dallo stereo partiva una celebre canzone dei Black Sabbath: “Paranoid”. Andi continuava a guardare lo stereo con timore, Kelly leggeva un libro.
Meghan osservava il padre di Carly cantare e saltellare tutt'attorno al salotto con un lieve sorriso sulle labbra, dando ogni tanto una rapida occhiata al giornale. La rossa era divertente, con quell'aria da cagnolino impaurito. Tanto le valeva rimanere, anche se non adorava particolarmente i Black Sabbath.
“Maggie..” si senti', alle sue spalle. Meghan si volto', silenziosa.
Sorrideva come solo lui sapeva fare, senza il ciuffo di prima e sbarbato, con addosso una t-shirt nera e un paio di jeans che gli stavano persino larghi. Il sorriso debole di Meghan si allargo', verso destra, Ringo le fece l'occhiolino.
“Come sto?” domando', malizioso.
“Meglio di prima, straccione.” rispose Meghan, mostrandogli la lingua.
“Ah ah ah, com'e` carina la nostra piccola Meg.”
Scoppiarono a ridere.
Il signor Spencer non si era nemmeno accorto dell'arrivo del batterista. Kelly, invece, lo saluto' tutta allegra. Andi si irrigidi'.
“Meg... che ne dici se andiamo a prendere un po' di frutta per tutti?”
Meghan ci penso' su, per poi annuire lentamente. “Perfetto.”
In cucina, le risorse scarseggiavano, c'erano pizze un po' ovunque, tra cui si ergeva una strana figura con il ciuffo.
“Oh, ci si rivede George.”
George scosto' una scatola e si mise ad applaudire, entusiasta.
“Ciao Rings, ciao Meg! Come va?”
“Bene, piu' o meno... Sai dov'e` la frutta?”
Ringo fece per avvicinarsi a George, ma lui lo precedette e si alzo', con un trancio di pizza mordicchiato tra i denti. Si mise a frugare in dispensa, poi nel frigorifero, per poi voltarsi a fare spallucce, scuotendo la testa. “Msffp!”
“Errh.. Traduzione, prego?” disse Meghan, acida. Si becco' una gomitata dal fratello.
George ingoio' il boccone e, con le labbra sporche di pomodoro, disse: “No.”
“Uhm.. vabbe'.” e poi, mentre Meghan si era messa a frugare in dispensa, gesticolo' in modo strano.
Il chitarrista non capiva. “Egne'?!”
Ringo sbuffo' e ci riprovo', facendo il segno della ghigliottina.
No, il chitarrista continuava a non capire. “Egne'?!”
“Aaah!” Ringo si avvicino' all'orecchio dell'altro, “Potresti andartene?!”
George si volto', “Aaaaah... Okay!” e usci' dalla cucina, facendogli il pollice all'insu'. Ringo si morse il labbro.
“Ritchie, questi qui non hanno proprio niente.. penso si sia pappato tutto il tuo amic.. A proposito, dov'e`?”
“A-hem..” Ringo si schiari' la voce inutilmente, e divenne paonazzo. “Oh.. aveva da fare.”
Meghan sbuffo'. “Meglio.” e si sedette sul tavolo della cucina con del burro di arachidi e del toast.
“Che hai da guardare?” domando', appena senti' gli occhi azzurri di Ringo su di se. “Ho fame.”
In seguito, Guy gliel'avrebbe detto al telefono: a Meghan veniva fame quando sentiva di essersi liberata da un peso. E Meghan si era liberata da un peso che si aggravava da molto tempo sul suo cuore...
“Mi passi i biscotti?” chiese lei. “Sono li', dietro le pizze.”
Ringo obbedi' e ne prese uno, per mangiare qualcosa. Lei diede un piccolo morsetto ad un biscotto al cioccolato.
“Meg...”
Lei si volto' verso il fratello. Lui la guardava, come se..
“...ti voglio bene.”
“...”
Rimasero in silenzio, a sorridersi imbarazzati.
“Anche io, Richard.” rispose Meghan.
“Io.. te ne ho sempre voluto.. Ma ho sempre creduto che tu non lo capissi, non te l'ho mai detto cosi', su due piedi, quindi..” cerco' di spiegare. Non si era accorto che una lacrima gli era arrivata agli angoli della bocca, lenta.
“Ritchie...” sussurro' lei. “Non ce n'e` bisogno. Sono io che non lo capivo.”
E lo strinse a se, in silenzio, mentre dall'altra stanza si sentivano le note dell'ennesimo repeat di “Paranoid”.
Eppure era un momento cosi' pacifico e calmo...
La porta si spalanco', facendo entrare un trafelato John.
I due si staccarono, spaventati.
“Oh cazzo!” esclamo' Meghan.
“Piano con le parole, Maggie,
cazzo!” la rimprovero' Ringo.
“BASTA! Dov'e` Paul?!”

 

 


 

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Capitolo poco ispirato, ma.. Ok, dov'e` Paul? O_O
Non lo so neppure io.. quindi lo vedrete nel prossimo capitolo XD
Perche' Paranoid? Non lo so, in tutta sincerita'. Ma volevo una canzone totalmente disadatta ad una situazione che c'era tra Meg e Ringo, quindi... Pero' ho resistito dal mettere “Here, there and Everywhere”, che e' una canzone che mi piace molto.. :) Su Paul.. si vedra'!
Comunque vorrei scusarmi se non aggiorno l'altra storia, il capitolo teoricamente e' pronto, ma non riesco proprio a trovare dei momenti giusti in cui scriverlo D: Vedro' di pubblicarlo domani, te' u_u
Vorrei chiedere perdono anche per un'altra cosa: nello scorso capitolo e' saltato l'HTML nella parte della canzone e io non sono riuscita a correggere – non avevo vogl.. coff coff u.u XDD Ma vabbe', 'sto HTML, bah u_u
Ora rispondo alle recensioni :) Grazie ancora per i commenti, grazie a chi legge, grazie grazie
grazie! <3

Zazar90: Robert, aah Robert... *ghigno in stile strega cattiva delle favole* XD Inizio col dire che e' vagamente ispirato ad un altro chitarrista che amo <3 Ma non c'entra niente con lui XD anche lui e' un personaggio che teoricamente andrebbe memorizzato, dopo si vedra' ;) Robby un fattone? muahahah xDD Ok, Rino Gaetano nella parte di Sam Spencer! *risata malefica* XDD beh, a quanto vedi, si sono staccati -sisi-. XDD E neanche loro pero' sanno cos'e` successo, quindi io mica posso saperlo u_u *risata malefica, e due XD*

GioTanner: Eh eh eh (ma quanto adoro questa risata? XD).. Beh, non si sa se li hanno proprio colti nel sacco (XD), quindi.. Paul neanche si ricorda che ha fatto O_O *tira ceffone* u.u *inizia una guerra di ceffoni tra Thief e Paul* O.O eehm XD Nuooo, voglio la shot su Paul t.t XD comunque grazie davvero per i complimenti.. *___* E Closer.. beh, e' un album bellissimo <3 Anche se sono piu' affezionata a Unknown Pleasures.. xD

Martina97: Eeeh la parte delle pizze, gh xDDD Gia', al posto di George mi sarei spaventata non poco, povero Georgino u.u XD Pure io mi chiedo se John riuscira' a cantare Help meglio di John, ne sarebbe capace, secondo me -sisi-. XDD In fondo, un litigio tra i Beatles e' intoccabile, no? -gh- Quella testa calda del Macca, aah.. No, non ha combinato niente O_O e neppure si ricorda di che ha fatto, 'sta gente.. XD

sofia126: Oddio, davvero hai letto il capitolo con la testa china sul PC? xDDD Non sapevo mettesse cosi' suspence.. uuuhm *riflette* XD devo ascoltare piu' spesso Girl, scrivendo -sisi-. XD Eggia', chissa' da dove spunta Robby XD George, ma che gente frequenti? o_o Comunque grazie :)

Clafi: Waaahah, povero Guy, quasi mi fa pena xDDD beh, in tutta sincerita', voglio anche io il fattorino delle pizze come amico *__* XDDD Ma no, non ti ha ancora tradito Paul, sta tranquilla XD Almeno, stava per tradirti ma qualcosa (un miraggio sceso dal cielo in stile Buddha, penso) lo ha fermato e gli ha fatto dimenticare tutto, in stile Visitors -sisi-. (si', mi faccio i film mentali, scrivendo) XD Beh Sam Spencer e' rimasto al piano terra e non se n'e` accorto.. e se continua cosi', mai si accorgera'! Vergogna! u_u (noo, Sammy *w* XD)

Ok, spero che questo seguito non abbia deluso nessuno (perche', in tutta sincerita', a me ha deluso si' u.u)

XD allora alla prossima, spero ;)
Baci,
Thief Jones Harrison Curtis (o Barrett) xDDD

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Capitolo 28
*** L'ansia e il sonno. ***


 

Carly fece un lungo sospiro e usci' dal bagno con i capelli umidi e l'asciugamano rosa attorno al collo.
Aveva deciso di farsi una doccia fresca per lavare via il sudore, farsi un bel shampoo – anche se li c'erano solo prodotti di bellezza maschili – e rinfrescarsi un po'. Faceva davvero caldo dentro la stanza di Paul, era quasi soffocante.
Ad un certo punto, con Paul, aveva dimenticato l'esistenza del tempo.
Einstein diceva che: “Il tempo serve ma non esiste”.
Un sorriso comparve sulle sue labbra rosee, le guancie presero violentemente colore.
Sentiva ancora il sapore della bocca di.. Paul sulla punta della lingua. Era una sensazione gradevole, con un vago retrogusto di fumo, ma... Ogni volta era come la prima. E stava diventando come una droga, per lei.
A questo pensiero, Carly si diede un pugno sulla fronte. Uffa! Sto diventando come Bella Swan di Twilight.. la devo smettere! e si chiuse la porta del bagno alle spalle, con un terribile mal di testa dovuto al pensar troppo.
Ma un'altra immagine le baleno' in mente, rapido: chissa' come avrebbero reagito gli altri, quando avrebbe rivelato che aveva fatto la doccia e si era asciugata con quell'asciugamano.. Da paonazza, divenne un vero e proprio pomodoro.
Nella sua t-shirt bucherellata degli AC/DC e nei suoi pantaloncini in tartan, cercando di fare il minimo rumore possibile, sguscio' dal bagno a quella che doveva essere la stanza di John. Si ricordo' delle parole di John di poco tempo fa': “Se voi, da bravi fidanzatini, decidete di mordicchiarvi dentro la doccia.. L'asciugacapelli e' dentro il cassetto in basso a destra della scrivania della mia stanza.” e si era beccato un sonoro pugno sul braccio da Paul. Se l'era meritato.
Quando Carly entro' dentro la stanza di John rimase sbalordita.
La chitarra sul letto, con sopra un paio di scritte in pennarello indelebile, poi dei foglietti attaccati un po' ovunque nella stanza, su cui c'erano dei piccoli disegni. C'erano delle foto, polaroid, stampate dal computer.
Una attiro' l'attenzione di Carly: raffigurava John tutto sorridente che teneva sottobraccio una ragazza bionda che aveva un'aria molto familiare. Sotto c'era scritto in penna Bic: “Con affetto. John W. Lennon.”
Carly non riusciva a capire. E intanto i suoi capelli stavano bagnando il parquet.
Si getto' verso la scrivania alla disperata ricerca dell'asciugacapelli, con la foto in mano, quando la porta si spalanco'.
Oh no, ancora?!. Era la seconda volta che una porta si spalancava, quel giorno.
John e Carly si ritrovarono faccia a faccia a guardarsi con due espressioni ebeti e anche un po' perplesse.
“Carly? Che ci fai qui?” chiese John, storcendo il naso.
“Aeeehm..” cerco' di dire Carly, poi fu subito aggredita inaspettatamente.
John le strappo' la foto dalle mani e la nascose dietro la sua schiena, lasciando Carly di stucco.
“M-ma cosa..?” balbetto' lei, senza sapere cosa dire. John si guardo' attorno, come per controllarsi le spalle.
“Non dirlo a nessuno, okay?” sussurro', avvicinandosi al suo viso.
Carly si ritrovo' seduta per terra, con le spalle al muro. Indietreggiava ad ogni passo dell'altro.
“Dire a nessuno.. cosa?”
Lui lancio' un'altra occhiata dietro di se, poi, con una mano a coprire la bocca, sussurro': “Avvicinati!”
“Ascolta, vuoi sapere un segreto? Promettimi che non lo dirai a.. Adrian.”
“Eeehm.. Andi, okay.”
“Fantastico! Allora, eehm..” prese un respiro. “Quella donna, nella foto. E'
C...”
Sbam. La porta si spalanco' di colpo per la terza volta in quella inutile giornata; Carly ci stava facendo l'abitudine.
Entro' un George trafelato e ansimante, che aveva di nuovo l'usuale caschetto spettinato ed era vestito con una t-shirt che ritraeva l'uomo schizzoide del The Court of the Crimson King – e John che, alla sua vista, aveva piu' o meno la stessa faccia di quell'uomo schizzoide.
“George!! Che ti salta in testa?!” urlo' John, spaventato.
“John.. d-dov'e`..”
Lennon fece un lungo sospiro e si alzo', lasciando Carly per terra, e si avvicino' al chitarrista con quella che doveva essere una faccia
rassicurante. “Dai, su.. Cosa dov'e`?” chiese, con lo stesso tono di una maestra delle materne.
“...dov'e` lo yogurt?”
John scivolo' su una buccia di banana sbucata dal nulla.
“AHIA! Che noia.. Lo yogurt l'abbiamo finito ieri, testone!” poi aggiunse: “Non dovresti cercare Paul?”
George cadde dalle nuvole. Carly dischiuse le labbra dalla sorpresa; cercare Paul? E perche'?
“Perche'? Dov'e` Paul?” domando' George, intontito, predendo Carly, che si era alzata da terra con fatica.
Sbuffo'.
Al diavolo la memoria di Geo! “Aaaah.. Ma se prima ti ho detto che e' scomparso...”
“Scomparso?!”
John degluti' rumorosamente: George e Carly erano in piedi davanti a lui, con le braccia incrociate e un'aria
vagamente minacciosa. Soprattutto la femmina.
“Come sarebbe a dire che Paul e' scomparso?” urlo' Carly, tutta rossa.
“Ehm...” segui' un colpo di tosse, “Carletta... e' una luuunga storia!” balbetto' John, a mo' di scusa.
“E com'e` che io non lo so?” fece allora George, con un buffo tono indignato.
John dapprima rimase a bocca aperta, senza poter credere alle sue orecchie, poi chiuse gli occhi e prese un respiro.
“Georgina... Te l'ho detto dieci minuti fa'.
Rimembra?!
“Oh.”
George ridacchio', dopo aver pronunciato uno dei monosillabi piu' stupidi – Ah, Oh, Uh.
Carly scosse la testa, senza capirci nulla. Si volto' verso John, che nel frattempo si era seduto sul parquet con un sorrisino innocente e gli occhi color nocciola illuminati dalla lampadina sul soffitto. Perfetto, ci mancava solo l'aureola.
“Sentite.. Cos'e` successo? Dov'e` Paul?”
George cerco' gli occhi di John, alla ricerca di un aiuto, ma lui ricambio' con un'alzata di spalle.
John fece una smorfia e si mise una mano tra i capelli. “Vado a cercarlo per strada.”
Si alzo', reggendosi con la sedia che stava li' vicino, davanti alla scrivania in legno bianco.
“Scemo come si ritrova, potrebbe essere ovunque.” e usci' dalla stanza.
Forse, a differenza di George e Carly, John aveva capito qualcosa.

20 febbraio 2010 – ore 21:30
Essere in casa qualche minuto prima del coprifuoco di Josie era comodo. Non c'era bisogno di scusarsi con Jo, non c'era neppure bisogno di prendersi un'inutile punizione – che, dopo l'ultima di un mese fa', l'avrebbe prosciugata.
Il padre, tutto felice, ando' subito a letto; mamma Josie, alla vista del viso intristito della figlia, decise di preparare qualcosa di buono per lei. Carly sedeva sul tavolo della cucina con lo sguardo perso nel vuoto e i pensieri che le riempivano la testa, soffocandola.
“Carrie, va tutto bene?” chiese, piano, Josie. Si avvicino' alla figlia, si copri' la fronte con la mano sinistra e tese la destra verso la guancia di Carly, per misurarle la febbre. Il suo sorriso tranquillo si trasformo' in un'espressione preoccupata.
“Non mi sembra che hai la febbre..” disse, sovrappensiero, e fece scendere la mano dalla fronte.
“Sto bene, Josie, non ti preoccupare.” rispose Carly, senza guardarla in faccia.
Josephine Denpster non sembrava convinta.
“Bevi un po' di te'. E vai presto a letto.” consiglio' lei, accarezzandole i capelli castani, e si mise a scaldare l'acqua dentro il pentolino sul fuoco. Carly si mise a guardare distrattamente le azioni della madre all'interno della cucina, mentre metteva l'acqua dentro il pentolino di acciaio, accendeva il fuoco.
La madre prese un bicchiere e, quando l'acqua inizio' a bollire, ce lo verso' dentro. Mise dentro la bustina di te' e lascio' la tazzina davanti al viso della figlia, che continuava a rimanere ferma a sospirare, malinconica.
Ma forse
malinconica non era la parola giusta.
Carly bevve il te', senza troppa fretta, sotto gli occhi della madre – adoranti e protettivi, come quelli di una madre – e, quando il bicchiere si svuoto', lo mise sotto il rubinetto e ando' verso la propria camera, senza dire nulla.
“Buona notte, tesoro.”
Buona notte... Chissa' se sarebbe stata una buona notte.
Carly sentiva una strana ansia dentro di se. Anche quando fu in camera, sotto le coperte, con le luci spente e la finestra aperta, continuo' a guardare il soffitto – ricoperto da un poster raffigurante la copertina di Abbey Road – senza riuscire a prendere sonno.
La sua attenzione, ad un certo punto della notte, venne catturata dalla finestra aperta.
Forse si aspettava di vedersi arrivare Paul dalla finestra.
Paul che, scocciato dalle prese in giro (a volte soffocanti) di John, scappa via di casa per nascondersi nel giardino di casa Spencer e, a mezzanotte, inizia a chiamare a bassa voce Carly, per salire sulla sua finestra e cantarle una canzone di buona notte.
Ma non avvenne niente di tutto questo.
E qualcosa le diceva che, quella sera, Paul non si sarebbe fatto vedere.

 

 


 

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Lo so, sono malvagia. *risata malefica* E ancora non so dove potrebbe essersi cacciato il Macca.. John lo sa! *lo indica con l'indice* (Ehi! Scaricabarile! n.d.John) (Tze'! E tu che mi fai? Mi riveli tutto a Carla? Guarda che mi si deprime..
di nuovo!! n.d.Thief) (Lamentona u.u n.d.John) (eeehm.. Long John Silver! U_U n.d.Thief) (*fugge via piangendo* n.d.John)
Lasciate perdere l'ultimo sclero XD e' ispirato da una cosa che mi e' successa oggi, ma.. lasciamo stare XDD
Ah, questo weekend mi sono fatta la frangia. O_O *w* Non so cosa ve ne possa importare xDDD
Allora.. Proposte per “dove potrebbe essersi cacciato Paul”? Beh, lo vedremo... ;)
Un nuovo mistero! Chi e' la donna nella foto? No, non e'.. Cyn XD
Grazie
per le recensioni *____* e grazie anche a chi legge :)
(grazie anche a
paulla per le recensioni lasciate nei capitoli precedenti ;) se ti e' piaciuta quella scena pseudo-ispirata ai slash.. te la dedico!! xDDD Ok, ok, passiamo alle risposte alle recensioni e facciamo prima! XD)

sofia126: Sono davvero contenta di aver reso quel capitolo coinvolgente :D Cioe', a me non sembra ma vabbe' XD Uaaahahahah.. se e' stato mangiato da un George preso da un improvviso attacco di fame.. Oh, povero Paulie. xD Ma noo XDD

Zazar90: John-mafioso? Mi gusta mucho, ya. XD *-* Anche il signor Spensa' che canta “Gianna” di Rino Gaetano.. e aggiudicato a Rino Gaetano la parte di Sammy XD George e' dolcioso.. come sempre *_* - no, non devo svenire o_o Ma chi lo sa se il nostro Paulie non sia stato rapito dagli alieni, no? Zio George deve un po' regolarsi con le parole, che a volte Paul gli passa le sue doti di veggente.. O_O xDD

Clafi: Siii anche secondo me Paul fa il finto tonto .gh. XDD Cioe', Paul, e ripeto: Paul, non puo' non sapere di fare quella cosa mentre lo fa! Egne'! ← Questo “Egne'” ci vuole, ogni tanto xDDDD E vero, Paul svestito e tremolante e' troppo – cuuuut! *in stile Steven Spielberg. *____* Ah, la tua spiegazione non fa una piega XD

Marty_youchy: Ho letto il tuo capitolo sul Magical Mystery Trip! *____* Ti faccio ancora i miei complimenti ;D Comunque ancora bentornata, sempre in ritardo, perche' teoricamente volevo farti il “ri-benvenue” in questo capitolo.. ma sono arrivata tardi XD E ti capisco.. chi non lo vorrebbe, su? XDD

Grazie ancora a chi segue la storia, chi l'ha aggiunta tra preferite/seguite/etc. e chi recensisce *-*
Allora.. spero di vedervi al prossimo capitolo – che verra' tra un'altra Era Glaciale. Salutate Sid il Bradipo! LOL.
Ma non e' giusto! Sid e' quasi omonimo a Syd ed e'
omonimo
a Sid Vicious! *si da una steccata*
STOP con gli scleri! XD Sig
glaaaa!! *parte il “Na na na.. Hey Jude” di Hey Jude
(ma no?) xD*

*: la maglietta di George <3 <3 adoro la copertina - e ovviamente anche l'album - di The Court of Crimson King <3
click:
http://1.bp.blogspot.com/_VY34IZedpgQ/SF_6d1EUTdI/AAAAAAAAABU/MhdjckVSjGA/s400/court-crimson-king.jpg

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Capitolo 29
*** Girl, I wanna marry you! ***


20 febbraio 2010 – ore 23:35
Era divertente osservare George addormentato sul divano, con le coperte tirate fin sopra il naso e il piede appoggiato sulla testiera. Si vedevano solo i suoi occhi, chiusi, e i suoi capelli, spettinati. E Andi stava seduta vicino al divano a osservarlo e ad ascoltare il suo respiro, tanto non aveva altro da fare.
Ringo, che si stava preparando per andare via, la vide li', seduta vicino a George, e si avvicino'.
“Barton! Che ci fai ancora qui? Tua madre?” chiese, sorridente.
Meghan, alle sue spalle, stava per chiamarlo, ma decise di rimanere zitta.
Ringo non si era accorto della sorella, perche' stava ancora aspettando la risposta di Andi, che arrivo' dopo tre minuti.
“Ehm.. Mia madre?” balbetto'. “M-mia madre... Oggi lavora fino a tardi.”
Il sorriso di Ringo si spense in un espressione dispiaciuta. “Oh, capisco.” riusci' a dire. “Ma sono le undici.”
Andi rise, timidamente. “Ah, una volta e' arrivata persino alle una.” disse.
Il fratello maggiore di Meghan storse la bocca. “Mmh..” borbotto'. “Ma chiacchierate un po'?”
Meghan, che aveva deciso di non intromettersi e guardare da un'altra parte, si volto'.
“Ecco... Mia mamma e' molto occupata con il lavoro.” mormoro' ancora Andi, come se si stesse giustificando.
“Quindi.. Non avete mai parlato di.. ragazzi, per esempio?”
Andi, che finora aveva continuato a fissare il pavimento, alzo' gli occhi, rimanendo a bocca aperta.
“Si'.. S-su..” arrossi'. Non voleva dirgli tutto. Ma quei due occhioni azzurri.. sembravano affidabili. “Sul professor Johns.” rispose la rossa, poi si copri' la bocca, imbarazzata. Dall'altro non arrivavano reazioni.
“E poi?” fece Ringo, che ormai si era calato a sua insaputa nel ruolo di uno.. psicologo.
La ragazza sembro' pensarci su. Ma poi arrossi' e stette in silenzio, continuando ad fissare gli occhi azzurri dell'interlocutore. A quel punto, non riusci' a resistere. Si butto' tra le sue braccia, senza piangere, senza dire niente. Lo abbraccio' e basta.
Lui rimase un po' interdetto, ma ricambio' l'abbraccio con un sorriso sulle labbra, dandole delle pacche sulla schiena.
“Io penso che.. tua madre, in questo momento, voglia solo stare accanto a te.” disse. Non poteva crederci di averlo detto davvero. “Tua madre ti vuole bene, Barton.” aggiunse, con un sorrisino intimidito sul viso, appena la studentessa si stacco' da lui. E lei gli sorrise, quasi riconoscente, e gli strinse la mano destra, che teneva tra le gambe incrociate.
“Grazie... pr.. prf.. Come la posso chiamare?”
Ringo stava per rispondere “Come vuoi!” ma poi si accorse che forse l'avrebbe chiamato “professore”, e doveva ammettere che la cosa non gli andava tanto a genio – ecco perche' odiava fare lezioni. Quindi disse, con decisione: “Ringo, va'!”
“Okay.. Ringo.” e le sfuggi' una risatina.
“Ah ah.. Ora vai a casa, che e' tardi.”
Andi annui' e prese la giacca – senza accorgersi Meghan che stava appoggiata al muro accanto all'appendiabiti – per correre a casa. Allora, Meghan decise di mettersi davanti al fratello, senza nessuna espressione sul viso.
“Ritchie.” inizio', piano. “Tu pensi davvero che quella madre che lavora e basta voglia bene a sua figlia?”
Ringo sollevo' un sopracciglio. Lei aggiunse: “Lavora, lavora, lavora e lascia la figlia per tutto il giorno tra le grinfie di un cow boy ubriaco che l'ha rapita per mezz'ora, un pazzo che sa solo divorare le cose commestibili, un fumato con la maglietta che lo ritrae da vecchio (si', si bisogna dire che la seconda foto in alto nella maglietta sembra lui con la barba finta) e un padre matto (quello di Carly).. Se fossi in quella povera ragazza.. io...”
“Meg, la signora Poetry non ti ha abbandonata.” disse Ringo, interrompendola.
Meghan alzo' un angolo della bocca. “Se lo dici tu.” poi lo guardo' negli occhi: “Hai di nuovo fatto scioccare la professoressa Shaw, per caso?” Ringo la guardo' perplesso, chinando la testa di lato. “La prof di arte..”
“Aaah.. Abbiamo discusso sull'arte moderna.” rispose lui, sollevato dal repentino cambio di argomento.
Meg aggrotto' la fronte, disgustata. “Non dirmi che le hai parlato di Beethoven.”
Ringo sbuffo': “Maggie, tu non ci capisci niente di arte.”

20 febbraio 2010 – ore 22:00
“E' un vero peccato che te ne sia andata cosi' presto, Carly!”
“Tu dici?” rispose lei, dall'altra parte della cornetta.
“Si', abbiamo giocato ancora a battaglia navale.. Meg contro il prof! Ha vinto lei!”
“Uao.”
Kelly sbuffo', delusa dal poco entusiasmo della voce dell'amica.
“Che ti prende? Sei triste per Paul?”
Le rispose un sospiro. Kelly capi' – lei e Carly erano migliori amiche.
“Stai tranquilla.. John e' uscito a cercarlo! Non devi preoccuparti per lui, okay?”
“Pero'..” provo' Carly, ma non riusci' a proseguire. E poi, click.
“Carly? Carrie?
Carla?!” tu-tu-tu. “E' caduta la linea?” Kelly strabuzzo' gli occhi e prosegui' il suo cammino verso la casa, dove la stavano aspettando Lauren, mamma e papa'. Forse erano arrabbiati per il ritardo.. Un brivido le percorse la schiena.
Ma quel brivido non fu nulla, in confronto a quello che ebbe quando vide una figura che conosceva molto bene sotto la sua finestra, con qualcosa tra le mani – era troppo buio – e inginocchiato sull'erba.
JAMES?!”
James si volto'; alla vista dell'
amata, esplose. “Kelly! Sei arrivata!”
Lei cerco' di cacciarlo via, appena lui si aggrappo' al suo vestito, ma quel James non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare
di nuovo. E Kelly Smith lo sapeva molto bene; inghiotti' la saliva e si morse la lingua.
“Oh, Kell, tesoro... Ehm..” balbettava, non portava piu' il gel, ma Kelly lo conosceva troppo bene.
“James, vattene. Abbiamo chiuso.” provo' a dire, ma lui la strinse, come per trattenerla.
“No, non andartene, ti scongiuro!!” urlo', tenendo la testa della ragazza sul suo petto.
Kelly aggrotto' la fronte. Che voleva da lei?! “James.. Lasciami! Ti ho detto di lasciarmi..!”
“Non ti lascero' mai piu'.” disse lui. Kelly non aveva mai sentito James parlare cosi'. Non era lo stesso tono strafottente di prima, e stava piangendo. “Mai piu'. Mai piu'.” ripete' lui. Delle lacrime bagnarono i capelli di Kelly.
Con molta difficolta', il ragazzo riusci' ad allontanarsi e trattenne il respiro, mostrandole una scatolina blu.
No. Non poteva essere.
“Kelly Smith...
Mi vuoi sposare?”

Era da un po' che sua sorella non rientrava, quindi, visto che Kelly aveva il controllo assoluto sull'unico pc della casa – escludendo quello di papa' –, Lauren decise di utilizzarlo mentre non c'era. La connessione ad Internet era lentissima, dovette aspettare per una quindicina di minuti, mentre il modem emetteva degli strani rumori, inquietanti, a suo giudizio. Con molta fatica, riusci' a connettersi.
Al suo compleanno di qualche anno fa', le avevano regalato un libro di cui l'autore era proprio il leader dei Beatles.
Lauren sapeva che stava per fare qualcosa di stupido, o almeno, ne era convinta, ma lo fece lo stesso.
E sulla barra del motore di ricerca preferito di Kell, scrisse solo due parole:
John Lennon.

Un dubbio: chi era il lecchino che stava sempre attaccato ad Anna dai Capelli Rossi?


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Ecco qua! Il nuovo capitolo! :D
Non e' un granche', e' anche piu' corto del solito XD E' che il primo pezzo l'ho scritto prima, poi questi ultimi due capoversi sono stati scritti stamattina. Ma soffermiamoci su questo dettaglio: che cosa sta per fare Lauren? O_O
Poi.. James e' spuntato di nuovo fuori!! Non l'ho dimenticato, no no. U_U e ora e' anche piu' folle di prima u.u
Nel prossimo capitolo.. Vedremo che fine ha fatto Paul ;)
Ok, devo essere breve, quindi vorrei ringraziare per le recensioni.. Grazie, grazie, grazie. <3

Zazar90: Uuh chissa'! *___* - adoro 21st Century Schizoid Man!! :D La bionda, chissa' chi e', eheheh. Comunque non e' proprio una grande sorpresa XD Diciamo che.. si vedra' XD Paul scomparso in modo fantascientifico?! o_o mi hai fatto venire un po' di ansia.. XD

Cocorit: Sono contenta che continui a seguire la storia! :) No, no, non era proprio Cyn.. Ma chissa' :) xD – Pure io amo George in questa storia. E pensare che sono io l'autrice. XDD <3

Clafi: Noo, non rapirmi ancora John.. Te lo concedero' appena la storia finisce u.u Ah, anche io ho una memoria di ferro!! xD Comunque vado a scuola a Basiglio, o meglio, nel “grosso agglomerato residenziale” accanto.. u.u Ma il prossimo anno andro' in un liceo a Milano xD

Marty_youchy: Graziee, davvero? *__* Beh, si sa, George e' fatto cosi'! XD

Ah, ho lasciato una sorpresina fatta su Photoshop nel primo capitolo della storia :)
Ce ne sara' uno simile all'ultimo capitolo, penso, insieme all'attrice che nei miei trip mentali interpreta Carly! Cioe', almeno, e' molto simile. XD Shiri Appleby, nel periodo Roswell pero' -sisi-, perche' non mi piacciono le sue ultime foto. Povero Paul, con che ragazza l'ho messo, nei miei viaggi mentali.. XD Quaggiu', c'e` una immagine di lei di come dovrebbe essere, piu' o meno. :)
http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/shiri-appleby/shiri-appleby-20070926-317021.jpg
Nel caso non vi vada bene.. Ditemelo XD
Allora.. Alla prossima! :D – che non verra' cosi' tardi, con le vacanze.. ;)

Sigla!! *parte il Te Deum di Neurovisione* - risata malefica.
P.s.: C'entra poco ma... -1 ai 30 capitoliiii!! *peeeeepeee*

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Capitolo 30
*** Prima mi devi dare una sigaretta. ***


Note: Capitolo trentaaaaaaa! *w* Peee! *si mette a correre intorno a una lampada*
Ok, scusate per tutti questi scleri. Buona lettura.
 

Paul se ne stava seduto sul muretto che circondava il cortile all'ingresso della scuola, con lo sguardo rivolto verso l'alto. Il cielo sembrava cosi' limpido, quella notte, e l'aria non era troppo fredda, per essere inverno. Ma questo non bastava.
Si sentiva male, aveva come un fortissimo mal di testa. La sensazione di cadere non voleva svanire.
Perche' era scappato via? Cosa aveva fatto di male? In fondo, stava solo provando sulla sua pelle i suoi sentimenti. Che male c'era a voler sentire il fiato della ragazza che gli piaceva sulle labbra, voler accarezzarle i capelli con piu' naturalezza, poterla vedere nella sua bellezza piu' pulita? Non aveva motivo per cui vergognarsi.
Ma si sentiva lo stesso un mostro. Cazzo, ha solo quindici anni.. Anzi, sedici. Era vero. Aveva solo sedici anni.
E allora? Non era mica la prima sedicenne con cui stava.
Oh cavolo. L'aveva pensato davvero? Se avesse potuto, avrebbe preso una lampada e se la sarebbe data in testa, come Dobby di Harry Potter – non ricordava quale film, ma faceva lo stesso. Un momento: lui era molto piu' bello di Dobby. Non aveva bisogno di tirarsi addosso una lampada, poi gli avrebbe rovinato i capelli.
Mentre Paul si stava rovinando la vita a pensare, accendendo e spegnendo in continuazione un accendino con il coperchietto, un suo conoscente si era levato il cappello da cow-boy per vedere meglio, sotto il buio della serata invernale. Un ragazzo stava seduto, con una giacca e dei pantaloncini addosso, a piedi nudi.
Alzo' un angolo della bocca, quindi si mise a correre verso di lui: “Paul!!”
Il bassista fece una smorfia. Non c'era bisogno di voltarsi, quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille. Maledetto Lennon.
Non ebbe il tempo di avvisarlo della sua situazione mordace – in tutti i sensi – che si avvento' su di lui e, in meno di due secondi, se lo ritrovo' avvinghiato alle spalle. Quella era esattamente la stessa scena di poco tempo fa', in quella stessa giornata. Lui lo odiava, quando faceva cosi'.
“John.. Ti puoi togliere?!” provo'.
“Prima, mi devi dare una sigaretta.” gli rispose, ricattatorio.
“Che rottura.. Ecco.” e gli lancio' il pacchetto sulla mano destra, sporgente davanti al suo collo.
John storse le sue labbra sottili, con un filo di disapprovazione. Prese la sigaretta e se la ficco' tra i denti, sporgendo il naso verso la mano destra dell'amico. Una implicita richiesta di accendere, ma Paul sembrava quasi non capirlo – anzi, sembrava alquanto scocciato. Quindi, Paul sbuffo'.
“Ti ho dato la sigaretta, ora togliti di dosso e vattene.” disse, secco.
Lennon non obbedi' e gli rubo' l'accendino dalle mani, sorridente come non mai; prese il suo cappello dal terreno, sporgendosi di nuovo – l'ennesimo movimento estremo che Paul dovette affrontare insieme all'amico – e lo mise sulla testa del bassista. Segui' solo un continuo sghignazzare dispettoso, come quello d'un folletto.
Paul aggrotto' la fronte. “Vuoi smetterla di rompere?! E ridammelo, che e' mio!!”
“Te lo do appena finisco questa cazzo di sigaretta.” sputo' Lennon, e fece un tiro.
McCartney non lo sopportava, quando faceva cosi'.
Seguirono minuti infiniti di silenzio. Il castano scese dalla schiena dell'altro e si sedette accanto a lui. In tutta risposta, Paul si allontano' di un centimetro da lui. John fece un'espressione offesa, mentre Paul tratteneva un istinto assassino. Poi John si salvo' con un: “Che ci fai qui?” e butto' il mozzicone tra l'erba.
“Niente.” sussurro' Paul, “Prendevo una boccata d'aria.”
“Bella scusa.” John sbuffo'. “Originalita', virtu' dei pochi.” e si sdraio' sul muretto. “Senti, ti stiamo aspettando. Anche lei.”
Paul fece una lenta risata amara, quasi intimorita. “E che mi dici di Claire?”
John si alzo' di colpo. Paul si volto' verso di lui: rimase stupito quando vide il suo viso arrabbiato.
“Non dire niente a.. Andi, okay?”
“Ehi genio! Hai indovinato il suo nome, a quanto vedo.”
“Stai zitto, scemo! E non cantare niente!”
“Dammi dieci sterline.”
“Sei un coglione, Macca!!”
In quel momento, qualcosa squillo' sotto i pantaloni in denim di John.
Oh santi Numi. Click. “Eeehm... Ciao Claire!!”
Paul scoppio' a ridere. Perfetto, parli del Diavolo...
“Cosa? Oh niente, quel deficiente di Paul.. Ehm.. cosa? Perche'? Cos'e` successo?”
“Ehi, ehi.. Cosa succede?” domando' Paul, tra una risata e l'altra.
“Paul.. dobbiamo andare a casa.” gli rispose secco John, chiudendo la linea.
“Non importa. Io resto qui.” ribatte' Paul, con un tono stanco.
“Sei davvero un testone.” John fece un ghigno.
“Lo so.”

All'ingresso della casa, lo stava aspettando una sorpresa poco gradevole.
E a farne da manifestante, c'era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
Certo: la amava, le voleva un mondo di bene, era quel tipo di donna che avrebbe baciato per tutto il giorno e non si sarebbe mai stancato di farlo. Ma non voleva vederla. Perche' non era piu' sicuro di lei.
Lei stava li', in piedi, con le braccia incrociate, accanto ad una bambina. Man mano che si avvicinava, si accorgeva sempre di piu' che quella bambina non era altri che la bella sedicenne, Anna dai Capelli Rossi: Andi.
“Ciao, John.” disse la bionda, con il viso un po' rosso. Andi continuava a guardare per terra.
John si morse il labbro inferiore. “Ehila', Clai..”
Chi e' questa ragazza?”
La bionda non riusci' a trattenersi: doveva chiederglielo.
Lui non sapeva come rispondere. Oh, sai.. E' la mia nuova ragazza! oppure Nessuno, solo un'amica e ferirla?
No, forse non l'avrebbe neanche ferita. Forse lo considerava solo un deficiente.
Allora prese un respiro: “Solo un'amica.”

Ma si era sbagliato.

 

 


See Emily Play
Che capitolo indegno di essere il trentesimo. u-u
E' abbastanza breve, non ero ispirata t.t il prossimo prometto che sara' piu' corposo!! :D
Ehm.. Ignorate il mio sclero iniziale.. xDD e' che non avevo mai pensato che questa storia (sottospecie di storia, non so proprio come chiamare questa “fic”..) potesse raggiungere trenta capitoli e centosessantadue recensioni. E io sono veramente grata a tutte le meravigliose persone che hanno recensito, hanno letto e hanno aggiunto tra i preferiti/le seguite questa storia, che e' nata proprio per gioco e per un'ispirazione improvvisa. Grazie con tutto il cuore. :) E' grazie a voi se la storia, dai ventiquattro e forse anche meno capitoli che avevo previsto, si e' dilatata fino a raggiungere i trenta, trentuno tra poco. - Ora qualcuno avra' preso una pistola e si sara' sparato addosso: “Perche'?!” XDDD
Grazie ancora a chi ha recensito il prossimo capitolo :) - Ah, la scorsa volta mi sono momentaneamente dimenticata di mettere la cosa fatta con PS, mi vorrei gentilmente scusare con le persone che non l'hanno beccato XD

 

Marty_youchy: A dire la verita' non l'ho mai immaginata con la frangia, pero' riccia/mossa si', piu' mossa che riccia! XD James era il fidanzato di Kelly, non so se qualcuno se lo ricorda, eheh xD Non preoccuparti: anche a me capita spesso (per non dire sempre xDDD) di avere vuoti di memoria O_O

Zazar90: Non sono proprio “brava”, diciamo che faccio Photoshop da tre anni circa, quindi.. XD Ovvio che George che dorme e' tenerooo <3 Un film mentale con George e Willy Wonka? Aaaaah! *___* XD Ecco, ti do il permesso (il mandato con piu' di firma.. XD) di amputare James, lo merita. u.u Eheheh.. Meg XD e forse non si e' ancora capito che pure io adoro il signor Spencer-Rino Gaetano XD La cosa di Beethoven.. Ormai si sa :) Comunque, eccoti Paul! XD E la “sorpresina” l'ho messa un po' tardi, me n'ero dimenticata, eeheh. XD

Clafi: Che bella la scenetta inizialeeee!! *__* XD Come ebbi gia' detto (oddio XD), a dire tutta la verita' non ho mai immaginato Carly con la frangia.. boh. XD Ovvio che George e' tanto caro addormentato. <3 *w* Voglio anche io un George che dorme in salotto *addita* u.u Vedo che Meg e Ringo stanno acquistando fan XD In effetti pero' pure io avrei fatto cosi' a James o.o eddai, scemo, avete solo sedici anni. u_u
Comunque al liceo io andro' al Tenca, penso! :D Il Parini.. L'avevo sentito nominare, non ne sono certa o.o

Ok, allora salut!! :3
SIIIIGLA! *spuntano i Rolling Stones da nonsodoveenemmenomiinteressa e si mettono a suonare Sympathy for the Devil*

xDDDD Ci voleva questo sclero. Ora, adieu. <3

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Capitolo 31
*** Mi dispiace. Mi dispiace. ***


 

Andrea Barton, figlia di Martha Roberts – donna piena di lavoro – e Gerard Barton*, sedici anni, possibile trauma in eta' infantile. Lei era fatta cosi', in un certo senso. Insomma, non era quella gran cosa, lei lo sapeva molto bene.
E davanti a lei c'era un'altra ragazza, forse della stessa eta' dell'uomo che stava aspettando, bionda, bella.
No, bella non bastava. A lei era sembrata bellissima. Una gran bella donna, che sembrava avere tutto in piu' di lei: piu' grinta, piu' altezza, piu' bionda e piu' fisico. Forse anche meno rossore.
Lei era rossa, rossa, rossa. E basta. Lei era solo rossa.
L'uomo che aveva aspettato durante quegli ultimi dieci minuti era davanti a lei, con un sorriso troppo steso.
“Chi e' questa ragazza?”
Non le piacque il tono che utilizzo' quella.. bionda.
Forse la domanda doveva essere “Chi e' questa sgualdrina?”; meno male che si era trattenuta. Sarebbe stato davvero
umiliante frignare davanti a lei. Come si chiamava quella? Aveva detto di essere solo “la ragazza di John”, come se sapesse gia' che lei lo conosceva. Perche' Andi conosceva “John”, e aveva capito subito.
Doveva solo aspettare la risposta del diretto interessato, che fu un: “Solo un'amica.”
Fu l'istinto ad agire prima di lei. Si alzo' di scatto dal marciapiede, torturando il labbro inferiore con gli incisivi leggermente sporgenti e...
Claire, la bionda, inarco' le sopracciglia. “Ehi.. Che ti prende?” chiese. John venne scosso da un breve sussulto, ma nessuno se ne accorse – per sua fortuna. Ma non ci fu tempo per chiedere altro, perche' la rossa sguscio' via.
“Ma.. Dove vai?!” domando' lei, dischiudendo quanto bastava la bocca.
Si ritrovo' subito sola, in mezzo al marciapiede, perche' il suo ragazzo era andato via.

Accidenti.. Aspettami! Ehi, aspettami!” urlava John, mentre la rincorreva.
Diamine, era maledettamente veloce. Sembrava quasi una bambina, la bambina per cui l'aveva scambiata avvicinandosi a casa sua e i suoi occhi, i suoi sorrisini, le sue guancie rosse lo facevano sentire in colpa.
Si', lo facevano sentire in colpa. Perche' era stato uno stupido: era stato il primo ad accorgersi di quanta sensibilita' ci fosse nell'ego di quella ragazza, priva di una sicurezza familiare costante accanto a se, priva di
sicurezza. L'unico faro che le indicava la strada, in quel breve periodo, era stato lui, a suo incognito. E lui, quel faro, l'aveva spento.
Il fiato cominciava a mancare, quando senti' la gola pulsare di dolore. La rossa sembrava instancabile, correva e correva, correva come un coniglio che scappa da un gatto – un gatto? Non bastava la stanchezza fisica a fermarlo, perche' doveva farlo: doveva almeno ottenere il suo perdono, doveva dirle che era stato uno stupido, doveva...
Perse il conto. Perche'
doveva fare un sacco di cose. Ma la prima di tutte era fermare quella ragazza, e poi il resto.
“Fer.. mat...” provo' a dire, ma non ci riusci'. Aveva esaurito l'ossigeno, sentiva dolore ai muscoli.
Cavolo, non l'aveva mai fatto per una ragazza, perche' doveva farlo per la prima volta per una sedicenne che conosceva solo da due mesi? Non aveva un minimo senso; doveva smetterla di inseguirla.
I passi affannosi alle spalle di Andi cessarono. Lei rise amaramente tra se e se.
Lo sapeva fin dalla prima volta in cui l'aveva incontrato. Quello era il solito ragazzo a cui andava incontro Lauren, la sorella di Kell; uno stupido ragazzo senza cervello, che non sa neanche la tabellina del cinque e di cui l'unica intenzione era l'amor carnale. Accidenti, doveva smetterla di pensare.
Pensare la distraeva. E infatti, il suo piede ando' a incastrarsi in un tombino e lei fini' con la faccia per terra.
John, che si era sdraiato sulla strada con la faccia all'insu' per recuperare fiato, aveva involontariamente assistito a tutta la scena. Quando si rese conto dell'accaduto, balzo' in piedi e in pochi istanti riusci' a raggiungere la ragazza, che se ne stava sdraiata per terra con le gambe tremanti e il fiato pesante.
La sua ansia prese il volo quando vide una brutta macchia rossa sotto la gonna, sul ginocchio destro.
“Oh merd.. Chiamate un dottore!! Un dottoreeee!! Ho bisogno di UN DOTTORE!” si mise a urlare, come una ragazzina.
Ma nessuno sembrava dargli ascolto. Anzi, spunto' persino una vecchietta da dietro un muretto – la stessa che aveva malmenato il loro batterista
quella sera – e gli urlo', in italiano, con un vago accento milanese: “Ma va a chapa' i rat!!” e scompari' come era apparsa. E nel frattempo, la ferita continuava a non scomparire.
Perche', da quando le ferite scompaiono all'improvviso? Aaah, ma vaffanculo!
Non c'era altro da fare: John si tolse la maglietta per fasciarle la gamba, la prese tra le mani di peso con le forze che gli restavano nel corpo e se la mise sulle spalle, tremante di freddo. Si sarebbe beccato un brutto malanno.
Lei, appena senti' il tessuto caldo dell'indumento sulla pelle, ebbe un brivido lungo la schiena, ma riusci' a ignorarlo.
Era davvero strano che lui non se ne fosse tornato dalla sua fidanzata. Ma non doveva pensare a quello. Aveva un ginocchio sbucciato e l'orgoglio a brandelli. Si rese conto ben presto che anche per quel ragazzo che la stava portando in spalla doveva essere una grande umiliazione correre per strada senza maglietta e con una ragazza appollaiata sul suo corpo. Un sorriso spunto' sulle sue labbra senza che se ne accorgesse.
Si', era stata una stupida. Lui.. John... l'aveva inseguita correndo, e ora la stava portando sulle spalle, sudato.
“Andrea.. Andi.. An.. Ti s-senti bene?” chiese, tra un “anf” e l'altro.
“S-si... Penso.” mormoro' lei; le sue guancie si riempirono di sangue caldo.
Un sorriso ebete spunto' sulle labbra sottili dell'altro. “So.. no... Con.. Contento.” ansimo', rallentando.
L'imbarazzo della ragazza si trasformo' in un sentimento di
pena verso quel ragazzo, tutto rosso dal troppo correre, con carenza di respiro e battito cardiaco troppo alto. Le rivolse un ultimo sorriso, sforzato; chiuse leggermente la palpebra sinistra in un occhiolino, in perfetto stile dandy, e cadde per terra, sfinito.
Bum. Andi scaccio' un urlo spaventato.
La prima cosa che fece fu togliere le sue mani dal.. sedere, alzarsi con difficolta' in piedi e mettersi a cercare un cellulare tra le tasche dei pantaloni dell'altro, sdraiato per terra, senza coscienza.
Le sue dita riuscirono a trovare un Nokia, compose subito il numero della casa 14b – ecco un'occasione in cui avere il loro numero tornava utile – e attese la risposta, ansiosa. “Rispondi, rispondi, rispondi...”
Dopo vari tentativi e vari “bip”, perse la pazienza. Cadde per terra in ginocchio, tenendosi il viso tra le mani. John era ancora svenuto, il cellulare segnava le dodici meno dieci della notte, tutto attorno a lei era buio.
In quel momento, come un canto degli angeli dal paradiso, il cellulare squillo'.
Rimase dapprima perplessa per la suoneria – l'inno del Regno Unito? Questi patriottici – ma riusci' subito a rispondere, felicissima, e si asciugo' gli occhi con la mano destra, sporca di terriccio. “P-pronto?”
“Oh.. Andi? Sei tu?” George! Il loro chitarrista! Si era svegliato! “Mi passi John? Devo chiedergli se c'e` il tiramisu'.”
La risposta alla cornetta del chitarrista la lascio' senza parole. Aveva telefonato a John per il.. tiramisu'.
Aveva sentito bene. Il tiramisu'. Questa cosa... la fece ridere di gusto.
“Ehi! Mi passi John?” insistette George, un poco offeso dalla risata della ragazza.
Al sentire per l'ennesima volta quel nome,
John, la sua risata si trasformo' progressivamente in una smorfia di dolore, poi in un pianto agonizzante. George inarco' un sopracciglio dall'altra parte del ricevitore: “Va tutto bene?”
“S.. no. J-John.. e'... Io..”

 

Orsu'! Potevi dirmelo prima che avevi il ginocchio sbucciato e John era caduto per strada mentre ti portava a casa! Non mi sembra una situazione cosi' tragica, e poi.. Ouff!! John pesa!!” si lamento' George, all'ingresso della casa 14b, con l'amico sulle spalle. L'espressione seccata e leggermente indignata del quasi vent'enne fece sorridere la rossa, che si strinse nelle spalle.
“Hai ragione.. Scusa.” disse, con una voce cosi' bassa e debole che fece subito sentire in colpa l'altro. Magia?
“Accidenti.. Non fare cosi'!” frigno' George. “Dai, ora entriamo in casa, io cerco il tiramisu' per farmi questo maledettissimo e leggendario spuntino della mezzanotte e poi ti porto a casa..” e le fece un occhiolino.
C'era ancora un dubbio da risolvere, pero'. “...spuntino della mezzanotte?”
“S-si'.. ho sognato che io e Paul eravamo in un bel parchetto in una bella serata d'estate, di mezzanotte, e ci mangiavamo un buon tiramisu'.” e increspo' un enorme sorriso innocente all'apparenza.
Andi cerco' di ridere; la porta di casa si apri' in tempo e il tonfo del corpo di John che cadeva sul divano la fece tremare.
“Il ghiaccio lo trovi nel
cesso, io vado.” disse George, dopo aver buttato John sul divano, e si diresse in cucina.
“Ma..” non ebbe il tempo di completare la frase, perche' lui si era gia' allontanato. Perfetto.. dov'era il
cesso?
E fu in quel momento che nella sua mente fece il baleno una frase pronunciata spesso da Carly: “Io non ho mai capito cosa ci trovi.. George di cosi'.. interessante nel
cesso. Quella stupida porticina vicino alle scale..”
Ecco.
Quella stupida porticina vicino alle scale era li', in fronte a lei, con un cartello che diceva chiaramente “Cesso”. Con cautela, la spinse. Quel cesso era una specie di piccola cabina con un gabinetto annesso, poco spaziosa, con dentro non so quante confezioni di succo di frutta, un mini-frigorifero, una poltrona da ufficio e una scritta luminosa appesa al muro destro che diceva “Whiskey-A-Go-Go”. Ah, c'era anche una maglietta dell'Hard Rock Cafe' appesa con lo scotch – ripeto, con lo scotch – subito accanto al mini-frigorifero.
Esitante, tiro' la maniglia del mini-frigorifero: birra, birra, birra e.. una bottiglietta di acqua ghiacciata su cui c'era scritto “Ghiaccio” - aah, almeno erano molto chiari a indicare le cose – e un sacchettino contenente una polverina bianca sospetta. Decise di lasciar stare per non sollevare polveroni inutili e prese quella strana bottiglietta.
Aveva appena visitato il paradiso di ogni essere umano di sesso maschile al di sopra dei venti anni.
Le mille domande e i mille pensieri che erano sorti svanirono in una confortante sensazione di tranquillita' non appena vide il profilo di John, seduto sul divano, che faceva un tiro dalla sua sigaretta.
“Ci-ciao.” balbetto'. Non poteva proprio non parlare senza balbettare, eh?
Lui si volto' verso la direzione da cui arrivava la voce e sorrise, “Ciao.” e fece un altro tiro.
Andi, rossa, come sempre, si sedette sul divano, mantenendosi a una distanza di sicurezza dal musicista. Lui la guardava con un sorrisetto sospetto sulle labbra, sornione, mentre il fumo copriva il suo viso, nella penombra di cui si era coperta la stanza. Lei fissava i propri piedi, in un silenzio mesto e pentito.
Passarono secondi, minuti, forse ore – ma un'ora era troppo lunga – e uno dei due si decidette a parlare.
“Scusami.. se sono scappata.”
“Scusami se non ti ho detto niente.”
Andi alzo' gli occhi, dischiuse le labbra dalla sorpresa. John chino' la testa di lato, indicando la sua gamba.
“Quella... sta meglio?”
“Meglio di prima.” rispose lei, abbassando di nuovo il viso.
“Meno male.” sospiro' John, e inizio' a ridacchiare. “Temevo il peggio, prima.”
“Anche io..” John si volto' verso Andi, con la fronte aggrottata. “Quando sei.. s-svenuto, ecco.”
Un'altra risata proruppe nel buio. Meno sicura, meno decisa della prima, piu'.. fragile. “Cerchiamo di non parlarne..” Ma quando due dita tiepide raggiunsero la sua guancia, su cui posava un leggero graffio, si zitti'.
Un singhiozzo' entro' nelle sue orecchie. “Mi dispiace.. Mi dispiace..”
Due braccia la strinsero a se, il viso di Andi affondo' nel petto di John. “Smettila di chiedere scusa. Sono stato un coglione.”
E fu silenzio. Di nuovo. Il solito silenzio, ma che non era destinato a durare a lungo, perche' l'atmosfera delineata dalla luce soffusa rosea della lampada da terra e il respiro dei due ragazzi, accompagnato dai rumori di piatti e posate dalla cucina, venne reciso dalla campanella.
Can't buy me love..
Ma perche' aveva messo una stupidissima canzone dei Beatles come campanella?! In quell'attimo, non importava.
Scocciato, John apri' la porta. Era una donna con lunghi capelli biondi e mossi e un'espressione molto
stanca sul viso.
Sembro' quasi stupita quando vide la persona che apri', ma cerco' di non farsi prendere dalle solite illusioni da vecchia
fan e assunse un tono morbido e cordiale. “Vorrei scusarmi per l'ora... Mia figlia e' qui?”
“No.” fu la risposta secca di John, che fece per chiudere l'ingresso, ma il “Aspetta!” di Andi lo fermo'.
Sotto gli occhi ignari del musicista, mamma e figlia si scambiarono un lungo sguardo.
La figlia si vergognava di una colpa che forse non aveva mai compiuto, la madre aveva il suo sorriso accusatorio, quello che hanno tutte le madri quando la loro figlia fa una cosa che non dovrebbe fare. E quella era la stessa espressione che aveva sul viso Josephine Denpster, all'entrata trionfale di Carly Spencer, di cui era madre, quando aveva oltrepassato il coprifuoco.
Stavolta, era stata la madre a oltrepassare il coprifuoco.
“Ecco dov'eri.” disse la donna dai capelli biondi. L'inquietante sorriso scomparve dalle sue labbra, per fortuna.
Andi non rispose. Quindi, la donna fece per proseguire: “Sai.. Ero disperata. Sono entrata in casa e tu non eri in stanza a dormire. Ho provato a chiamare tutti, finche' e' arrivato qualcuno che mi ha consigliato di chiamare al tuo professore di letteratura. Dicono che frequenti molto spesso quel tipo, lo stesso professore con cui ho avuto un colloquio.” fece una pausa, come per aspettare una risposta che non arrivava. Prosegui' la sua battuta, senza pieta'. “Professor Richards? Star? Qualcosa del genere. Non mi ricordo.”
Solo allora si accorse che il ragazzo che le aveva aperto la fissava, truce, mordendosi violentemente il labbro.
Quel ragazzo che le ricordava
qualcuno.
“Andrea..” silenzio. “Dobbiamo andare.” aggiunse, fredda.
Venne colta da un'improvvisa e poco gradevole sensazione di gelo quando vide il braccio del ragazzo allungarsi verso sua figlia e stringerla a se. E quella sensazione si fece piu' intensa al suono delle parole che pronuncio': “Questa ragazza resta con me.”
Ignorando l'improvvisa ansia, la madre decise di replicare: “E' mia figlia e ho il diritto di portarla a casa
nostra.”
“E lei e'
mia e ho il diritto di tenerla con me, baciarla, leccarla e dormirci insieme.”
Sia Andi che la madre gli rivolsero uno sguardo scioccato. Ma lui se la rideva, quindi le diede un bacio tra i capelli.
“Okay, finiamola con gli scherzi.” ringhio' la donna, e trascino' la ragazza verso se stessa.
“J-John..” fu il singhiozzo che usci' dalle labbra di Andi, che si senti' indifesa non appena le sue dita abbandonarono la sua spalla. John aggotto' la fronte e, con le labbra storte, strinse i pugni. Gli tremava una gamba.
“Andiamo a casa, Andrea!”
“Mamma.. Martha.. Aspett..”
“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi per nome?”
Le loro voci si dissolsero man mano che si allontanavano. Un pugno scheggio' il legno della porta.
Andi, costretta ad allacciarsi la cintura nell'automobile della madre, osservo' fuori dal finestrino.

Da qualche parte nel suo cuore, sentiva che non avrebbe mai piu' rivisto quegli occhi color nocciola.

 

 


 

 

*: Allora, nel capitolo 14 avevo scritto Baxter. Perche' anche io metto i nomi temporanei, come George metteva i titoli temporanei. (esempio: Long Long Long era It's been a long long long time) *w* xDD Ora potete ben notare che ho corretto, perche' finalmente ho trovato un cognome ufficiale per questa benedetta ragazza! E nel caso ci siano altre incongruenze.. vedro' di risolvere. :D – Sara' che sono un tipo abbastanza distratto e mi capita di cambiare del tutto la trama mentre la sto sviluppando O_O e' un grosso difetto. u.u
La madre, comunque, si chiama Martha, ed e' stata nominata qualche capitolo fa'.
Il padre, Gerard Barton, non e' mai stato nominato. Ok, fine della nota!! XD

 

 


 

See Emily Play
Con fatica e sudore, ecco il capitolo 31!!!
L'avevo detto che sarebbe stato piu' lungo! XD Non dico molto perche' dubito che ho tempo..
Solo una cosa: nel prossimo, si torna a Kelly e Lo'.. U__U E ora rispondo alle recensioni :)

Zazar90: Anche io sono molto affezionata a questi personaggi, anche se Carly praticamente mi odia xD :) Grazie mille :D Comunque e' vero, si e' comportato molto male in quel capitolo, diciamo che ha sottovalutato Andi.. u.u Ma.. nooo! Come me lo lasci con una gamba mezzo attaccata!!! Eddai, non trattarlo cosi' male! XD E poi non sei un incapace in photoshop, perche' ho visto l'immagine di Paulie e Michelangelo e mi e' bastata *___* Grazie ancora per i complimenti.. :)

Clafi: Sono contenta che tutta questa gente si sia affezionata a questa storia XD Grazie :) Dolce dolcino dolcinuzzo?? Mi piaceeee!! XD <3 Oddio, il comandamento e' troppo.. LOL xDDD Eddai, John e Paul sono le uniche creature in questa terra che si meritano la poligamia, su' u.u Scherzi a parte XD Vedi, si e' fatto perdonare qui :D Paulie e Dobby, eheheh XD
Comunque ok, mi sembrava di aver sentito parlare del Parini! :)

Marty_youchy: Vedo che Dobby-Paul ha molto successo *____* XD Ma sai che a questo punto pure io voglio dieci sterline? Me le faccio dare da zio Ray (Manzarek.. ignorami XD) e con le dieci tue e le dieci di Paul fanno.. trenta *w* Ehi ehi ehi, sono un tipo molto meno legato ai soldi di quanto sembri XD

Grazie a chi legge e a chi recensisce :) Kisses!!! <3
SIGLA! *parte Comfortably Numb, la canzone che principalmente ho ascoltato scrivendo il capitolo XD*

 

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Capitolo 32
*** Quel certo John Lennon... ***


 

Nel bel mezzo della notte, il cordless nella stanza di Carly Spencer squillo', svegliando l'adolescente dal sonno in cui era immersa.
Maledizione, e dire che aveva finalmente preso sonno. La stanchezza, pero', non le permise di dire niente di autocommiserevole e le fece solo muovere il braccio destro per rispondere alla chiamata in arrivo, quindi biascicare un debole “Pronto?”.
“Ehi ehi ehi, Carlyy! Sono Kelly!!” disse una vocetta un po' stridula, dall'altro lato della cornetta.
“Diamine Kel! Sono le due di notte, ti sembra il momento di chiamare?!” sussurro' Carly, quasi per non farsi sentire dai genitori.
“Lo so, lo so! Scusa per l'ora ma.. e' urgente!” esclamo' la ragazza, con il fiato sospeso. “Ti ricordi di.. James?”
Carly alzo' un sopracciglio, quasi per disappunto. “Ovvio che mi ricordo di quel coglione.” borbotto', sbuffando.
“Ehm.. perfetto! E' che oggi si e' presentato davanti a casa mia e...”
“Oh cavolo!” sbotto' allora Carly, senza nemmeno preoccuparsi di abbassare il tono, “E che voleva da te?!”
Kelly sembro' esitare, prima di dare la risposta: “Ecco.. aveva un a-anello, e...”
Non c'era bisogno di esitare cosi' tanto, perche' l'amica aveva compreso all'istante. Carly conosceva molto bene quella caratteristica di James, uno scemo che non sapeva neanche la propria eta'; c'era seriamente da preoccuparsi.
“Ti prego, ti prego.. Dimmi che non l'ha fatto davvero.” sussurro' la castana, nel buio della camera. Sudava freddo.
Riusciva a sentire benissimo il rumore delle labbra di Kelly torturate dagli incisivi attraverso la cornetta, la sua migliore amica, che conosceva all'incirca dalle elementari ormai, non era affatto brava a nascondere le cose. In quel momento, mentre il silenzio e l'impercettibile suono delle labbra morsicate parlavano piu' di mille parole, un sospiro usci' quasi naturale dalla bocca di Carly. Era venuto il momento di rassegnarsi: la follia di James non aveva limiti, a quanto pare.
Un altro lungo sospiro accompagnato dal ronzio del telefono, poi: “...e tu? Che gli hai risposto?”
Kelly si mise di nuovo a morsicarsi le labbra, era passata al labbro superiore – ahilei. “Ehm.. sai, mi ha minacciata..”
Visto che non arrivava risposta da Carly, Kelly decise di proseguire, tirandosi su con il naso, da dietro la porta di casa sua, proprio di fronte alle scale che portavano al secondo piano della villetta all'inglese: “Ecco.. continuava a dire che si sarebbe buttato che non l'avrei.. hai capito, no? E poi.. mi ha detto che non vuole piu' che frequenti quei tipi che fanno gli amichetti di Carletta..”
Carletta taceva. Anche Kelly rimase in silenzio, senza sapere cosa dire. E fu allora che arrivo' un “Oh.” dal telefono.
Ci vollero altri secondi di silenzio spirituale per attendere un altro commento, che furono due frasi secche e dirette: “Beh, auguri. Fate dei bei figlioletti e invitatemi a casa vostra, a Natale.”
Click.
“C-Carly? Carly?!” provo' a chiedere Kelly, ma aveva riattaccato.
Si era offesa per cosi' poco? Non era possibile. O forse, era possibile che non si fosse offesa affatto.
E la luce si accese di colpo, all'interno dell'appartamento. A Kelly scappo' un piccolo urletto, quando becco' la sorella maggiore, Lauren, che la fissava dal primo gradino delle scale. Nessuna delle due apri' bocca, finche' Lo' domando': “Dove sei stata?”
Kelly sbuffo'. “Lo sai dove sono stata, cavolo!” poi aggiunse, con un filo di sarcasmo nella voce: “Alla festa?”
A Kelly prese un colpo quando vide la sorella correrle incontro e buttarsi tra le sue braccia, agitata, con un sorriso malizioso sulle labbra – uno dei sorrisi piu' belli che avesse mai fatto nella sua vita. “Kel.. ho fatto una scoperta sensazionale.”

Cavolo, Lo'! Non sono stupida, guarda che lo sapevo! Sei tu la tonta che non se ne accorgeva!”
“Vuol dire che.. le persone a cui sono stata accanto in questi tre mesi sono..
i Beatles?!” disse il nome “Beatles” con un tono incredulo.
La sorella minore annui', con le braccia costantemente incrociate e gli occhi fissi sullo schermo del computer, che ritraeva la foto di quattro giovani ragazzi che dovevano avere piu' o meno tra i diciannove e i ventidue anni. Lauren continuava a confrontare quella stupida foto che si erano fatti poco tempo prima: un polaroid che la raffigurava con sua sorella e la sua amichetta, Carly, insieme a quello che avrebbe dovuto essere un professore e un ragazzo dei giornali con un sorriso che andava da una tempia all'altra. E quel ragazzo dei giornali altri non era che... John Lennon.
Ma allora.. c'aveva azzeccato. E di brutto. Se lo sentiva che quel ragazzo l'aveva gia' visto da qualche parte, ne era sempre stata certa. Ma sarebbe stato imbarazzante, un possibile dialogo sarebbe stato:
“Ciao.. John. Sono.. Lauren. Come butta?”
“Ciao! Sei la sorella dell'amica di... Aspetta, mi sto incasinando. La sorella dell'amica della fidanzata.. Ah!”
Cominciamo bene. Insomma, dopo vari sotterfugi sarebbe uscito fuori un:
“Vabbe', sei o non sei.. John Lennon?”
Silenzio. Poi il copione proseguiva cosi': “...John..
chi?!”
...perche' e' ovvio, no? I ragazzi del nuovo secolo erano degli ignoranti – lei lo sapeva molto bene, essendo la regina di essi. I ragazzi del nuovo secolo non potevano sapere chi fosse quel certo John Lennon.
E chi era John Lennon? Ah, manco lo sapeva.
Cioe', lo sapeva. Lauren scosse la testa, per far passare il terribile dolore alle tempie.
“...Lo'?” fece allora Kelly. Lauren si volto' verso la sorella, con un debole sorriso.
“Sai Kel? Penso che andro' a prendermi una camomilla.” disse, a bassa voce, con gli occhi ancora puntati su quello strafottente ragazzetto con la barba finta, nella foto subito accanto. Sorrideva felice. La stava sfottendo!
Pfui. Non me ne frega niente se quelli sono.. i Beatles.

21 febbraio 2010 – ore 5:45
“Lo voglio fare, John, qualsiasi cosa mi succeda.”
“Allora fallo.” sbuffo' il compagno, soffiandogli in faccia.
Meghan apri' gli occhi, ritrovandosi nella propria stanza da letto. Aveva sentito delle voci nel buio, durante il sonno.
Quelle voci bastarde l'avevano svegliata proprio alle sei meno un quarto del mattino, maledette. Ma non fu questo a turbarla.
“R-Richard?”

 

 


 

 

See Emily Play
Dopo trent'anni, aggiorno. E' che non trovo l'ispirazione da nessuna parte D: E oggi, tra uno sbalzo d'umore e l'altro, mi sono messa a scrivere questo brevissimo capitolo che non supera le due pagine di Open Office. Non mi dilunghero' molto con le parole.. Sara' che sono un po' depressa (come tutti i venerdì, in fondo XD) e sto ascoltando Something. Beh, il capitolo l'ho scritto ascoltando Got My Mind Set On You. xDD Quella canzone mi tira davvero su il morale.. *__* Il capitolo e' uscito molto di getto.. Mi vorrei terribilmente scusare per il ritardo.. u.u
Allora grazie a chi legge e a chi recensisce!! :D Rispondo -sisi-.

Marty_youchy: Mi sa che anche mia mamma lo stenderebbe volentieri se John dicesse quella cosa xDDD E magari ci fossi io al posto di Andreuccia u_u Che destino cruento e crudele. xDD Vero che il cesso e' orribilmente adorabile? *w* Io ci vivrei. D:

xSakuChanx: Ehila', ciao Alessiaaa! XD Tranquilla, ti perdono -sisi-. Beh, in effetti Martha ha fatto benissimo a portarsi via Andi, senno' succedeva di tutto, vista la persona che stava accanto a sua figlia .-. XD

Zazar90: Eh si', in fondo anche John sa essere un galant'uomo, quando vuole ;D Comunque quel giorno (visto che e' una recensione vecchia.. xD) ti ho capita molto, in un certo senso e' quello che mi becco ogni fine settimana. xDD Il rapporto tra Andi e la madre? Eheh, si vedra'. XD

Clafi: Johnny e' svenuto perche' pure io sarei svenuta, dopo aver corso cosi' xDDD Ti capisco, lo vorrei anche io ma.. cosi' faccio ingelosire George e Jack. U_U Comunque per George il cesso e' el paradais en tierra, quindi hai detto giusto XD E la reazione di tua mamma e' tale e quale a quella della mia D: *va a rifugiarsi*

Addio, vado a rotolarmi nella mia depressione sul letto in attesa di domani, che e' sabato. (L)
*well the madcap laughed at the man at the border... Octopus come sigla, va -sisi-*

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Capitolo 33
*** La madre di Anna dai Capelli Rossi. ***


 

Martha Roberts soffio' un leggero bacio sulla sbucciatura della figlia, asciugata e disinfettata, prima di coprirla con il cerotto.
Andi continuava a tremare; non riusciva a capire perche' non se la fosse presa. Forse stava tramando qualcosa, sotto quella scorza gentile e premurosa. Non riusciva a fidarsi mai completamente, anche se quella donna davanti a lei – alta, bionda, dallo sguardo austero rivolto alle sue gambe – era sua madre. Perche' quella donna non l'aveva mai portata al parco giochi...
“Allora,” disse lei. Andi sussulto', come spaventata dalla sua voce sottile. “Chi e' quel ragazzo?”
Inaspettatamente, sul viso della donna comparve un sorriso affettuoso che Andi non s'aspettava. In quel momento, Andrea Julia Barton si senti' in grado di raccontare tutto a quella persona, quella persona che le stava asciugando una ferita sulla gamba, quella persona che, per la prima volta dopo molti anni, la guardava con occhi caldi.
I suoi occhi andarono istintivamente a incontrare quella maglietta macchiata di sangue, sul divano, ormai ridotto ad uno straccio sporco. Un sospiro, poi le parole scivolarono via. “E'.. un mio nuovo amico.” sussurro'.
Martha sorrise, dolce, “Molte ragazze, quando presentano alle loro mamme i loro ragazzi – a quella parola, Andi divenne piu' rossa d'un pomodoro, come sempre – li definiscono come i loro nuovi amichetti. Quindi, dalla tua risposta devo dedurre...”
“...niente affatto!” intervenne la figlia, spaventata dal tono malizioso della madre.
Accidenti, non avrebbe dovuto parlarle di John. Anzi, lei non avrebbe dovuto cercarla per tutta Liverpool e non avrebbe dovuto proprio telefonare a quel professore. E se non l'avesse cercata, le parole del.. professore... avrebbero perso il loro significato.
Andrea Barton non voleva che le parole di una persona che non era lei diventassero inutili, superflue.
E mentre la catena di pensieri dentro la mente di Andi veniva bruscamente interrotta dalla voce goffa e solitamente estranea ai consigli, appartenente a quel professore dagli occhi color celeste e alto piu' o meno quanto lei.
“Non mi convinci, ragazza mia.” rise Martha, chiudendo la scatola del pronto soccorso, contrassegnata da una croce rossa.
“I-i-invece sto dicendo la verita'!!” ribatte' Andi, con la fronte sudata.
Un'ultima risata attraverso' il viso della signora Barton, percorso da leggere rughe superficiali, invisibili alla prima occhiata, che si mostravano dopo un'attenta visione. Quindi le diede un bacio sulla fronte, la guardo' negli occhi e sussurro': “Credo che sia venuto il momento di farti sentire un LP.” e si allontano' dalla figlia, uscendo dalla sua stanza.
Ed ecco che la piccola Anna dai Capelli Rossi era stata di nuovo lasciata da sola. Per di piu' da sua mamma.
Non e' nemmeno la prima volta che succede, penso' con amarezza, asciugandosi una lacrima che scendeva lungo la guancia morbida con il dito indice della mano sinistra.
Dovette smentirsi, perche' dopo qualche minuto, la madre fu di ritorno, con un sorriso smagliante e un paio di cassette, CD ed LP in mano. Andi rimase quasi a bocca aperta: la collezione privata di Martha. Non la faceva toccare a nessuno, neanche a Gerard, suo marito, il grande fan di Jimi Hendrix e dei Rolling Stones. Avanti, quante volte avevano litigato per decidere chi fosse meglio tra i Beatles e i Rolling Stones?
Erano litigi epici, quelli. Ma Andi se li era quasi dimenticati; erano passati anni da allora, quando lei e suo fratello si divertivano un sacco a parteggiare per la madre o per il padre. Ora sua madre aveva un lavoro che la teneva occupata per ore, a volte anche giorni, mentre suo padre era sempre da qualche parte, forse a tradire la moglie. Suo fratello, invece, se ne fregava altamente di tutto e passava le giornate in camera a fumarsi erba e ascoltare quella musica “vecchia” e “da barboni”, ovvero da hippies, che tanto odiavano i suoi compagni di universita'. A volte si dimenticava di sua sorella. Sua sorella si sentiva
sola.
Martha, tra lavoro e famiglia, forse piu' lavoro che famiglia, aveva dimenticato quella collezione e, soprattutto, aveva dimenticato quelle due ore dopo la mezzanotte che dedicava all'ascolto dei suoi album preferiti, con gli occhi chiusi. Ma non avrebbe mai dimenticato di non farsi toccare i suoi preziosi vinili dalle sudicie mani di suo fratello e del suo marito.
Quanto le erano costati! Non avrebbe speso piu' una sterlina per quella roba inutile.
Andi credeva che sua mamma la pensasse cosi'.
Invece, in quel momento, Martha aveva steso tutti gli album sul letto della figlia. Tre attirarono l'attenzione di Andi: l'LP di Abbey Road, With the Beatles e Imagine. Sotto gli occhi perplessi della madre, la rossa prese in mano l'LP di Abbey Road, con molta delicatezza – quei vinili avevano l'aria di essere molto vecchi, e An non voleva far arrabbiare Martha.
La prima figura dalla destra, con i vestiti bianchi... No, non ne era ancora sicura. Nella seconda copertina, il primo ragazzo da sinistra.. no, non poteva essere. Ma nella terza copertina, era troppo evidente. Stava fuggendo via dalla realta'.
Nel frattempo, la vista della figlia inevitabilmente indirizzata ai generi alternativi, che guardava con attenzione i vinili, fece quasi commuovere la madre, che senti' una lacrima cadere dalle sue palpebre.
Un sospiro usci' dalle sue labbra: “Il tuo secondo nome, Julia..”
Andi odiava il suo secondo nome. Suonava cosi' male! Avrebbe voluto dirlo ad alta voce, ma aveva paura di offendere Martha.
“...viene da una canzone scritta da John Lennon, per i Beatles.” si mise a ridere, piano, mentre la figlia la osservava sconcertata. “Mi piace molto quella canzone. Mi metteva sempre il buon umore quando ritornavo dalla scuola; dopo il lavoro e' quella cosa che mi tira su il morale.. E a volte mi fa anche piangere.” un altro momento di silenzio divise questa frase dal discorso precedente: “John Lennon e' uno di quegli uomini che, in un'altra vita, avrei sposato.”
Andi alzo' un angolo della bocca. Sua madre che le rivelava quelle cose... E pensare che, dei Beatles, conosceva a malapena qualche canzone di McCartney. Poi sua madre le aveva fatto sentire In My Life e Lucy in the Sky with Diamonds. Ma... era stato tanto tempo fa'. Non ricordava le sensazioni che aveva provato. Forse, c'era ancora tempo di riprovarci.
“P-posso.. sentire Julia?” chiese allora Andi, facendo voltare la madre dalla sorpresa.
Martha si asciugo' le lacrime e annui', prendendola per mano. “Certo.”

Non conosco il posto in cui mi trovo. So solo di essermi persa, lo sento.
E, cavoli! Quando io sento una cosa.. no, i miei sensi non sbagliano mai! Non per niente mi hanno sempre detto che sono peggio di una sensitiva. Ma non e' il momento di atteggiarsi. Perche'.. devo ritornare al posto in cui mi trovo. Questo posto, bianco, circondato da nuvole, con un pavimento del medesimo colore.
Cerco di capire dove mi trovo, ma, per quanto mi sforzi, non... non riesco a capire dove mi trovo.
Forse mi hanno soffocata con un cuscino nel bel mezzo del sonno e ora mi trovo in paradiso! No, e' poco probabile, perche' dopo la morte, dubito che Dio avrebbe voglia di mandarmi in paradiso.
Solo in questo momento mi accorgo della persona alle mie spalle. Mi tiene per il corpo, lasciando che le mie braccia vengano sfiorate da una brezza proveniente da un luogo lontano. Come.. Titanic?
Non faccio in tempo a girarmi che sussurra, dolcemente: “Close your eyes, and I'll kiss you.. Tomorrow I'll miss you..”

Paul. E' li', dietro di me, a cingermi i fianchi.
Voglio chiedergli perche' e' scomparso cosi', cos'e` successo...
Tutto diventa buio. Non riesco a vedere niente.

Il telefono squillo'. Di nuovo.
Cavolo, era la seconda volta che chiamavano in mezzo alla notte! Anche se in quel momento erano quasi le sei del mattino, ma erano solo dettagli. Non per questo perdevano importanza, pero'.
“Si'?!” rispose seccata Carly, sollevando il cordless a fatica.
“Spencer?” fece la voce dall'altra parte della cornetta. Era Meghan.
Carly sbuffo'. Se voleva chiamare, poteva farlo dopo quattro ore. “Uff.. che vuoi?”
“Siamo molto cordiali oggi!” commento' frettolosa Meg. Attraverso il filo telefonico, la sua voce diventava piu' metallica e piu' pungente. Oh, ma come faceva Richard a sopportarla... “Lasciamo stare.. per caso, stamattina, Paul e'..
munch.. passato da te?”
Masticava qualcosa di morbido. Forse una ciambella, un dolce qualsiasi. Carly scosse la testa, “Ehm.. no. Perche'?”
Meg smise di masticare. Carly dovette chiedere di nuovo se c'era qualcuno oltre la linea per il silenzio che segui'.
“Fa niente. Ci sentiamo.” disse Meg, e chiuse la linea.

 

 


 

Insomma, ora mi sa proprio che devo andare, dopo aver speso dei minuti extra al pc che non avrei dovuto spendere. D:
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e.. perdonatemi se non rispondo alle recensioni. E' che ho fretta. Bah, che tempo crudele. u_u Almeno aggiorno prima del previsto! XD Grazie mille a chi segue e soprattutto a chi recensisce! :D

SIGLA! *Nella vecchia fattoria iaia ooooooh*
Lasciamo stare.. O_O statemi bene *_____*

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Capitolo 34
*** With the Nowhere Man. / Girl ***


 

21 febbraio 2010 – ore 12:30
E' mezzogiorno e mezza, se si puo' dire. Diamine, Ringo non e' ancora tornato a casa.
Sono ridicola, ma in fondo e' mio fratello – seppur adottivo – e non voglio che si cacci nei pasticci. Basta solo che non ritorni a casa piagnucolando come un perdente e potro' camminare felice e contenta per le strade di questa cazzo di citta' senza vergognarmi. Anche se non sarebbe corretto vergognarsi di una debolezza di un familiare ma.. accidenti, anche io possiedo quella cosa insignificante chiamata' dignita'. Non la voglio sprecare.
Che sfiga. E' finito pure il gelato. Cosa posso fare, se non mettermi a rotolare sul materassino in salotto? Bah.
Mi fanno male le gambe e ho poca voglia di muovermi – e' molto normale, non per niente mi dicono che sono abbastanza pigra (lo dice pure Rings). Ma –
diamine! E due! – devo studiare scienze. Chi c'ha voglia alzi la mano.
Silenzio. (ho sempre pensato che appena raggiungero' i diciotto anni e saro' libera da Ritchie, faro' la scrittrice)
Lasciamo stare... qualsiasi cosa succeda, Ringo non ritorna. Ringo! Ringo! Ringo! Ah, maledizione, la mia vita deve per forza dipendere da lui? Non ci capisco piu' niente. Un giorno sono arrabbiata (direi incacchiata) con lui, un altro, invece, mi metto a sbavargli dietro. Ehi ehi, non in quel senso “sbavargli”. Chi lo guarderebbe, con quel naso che si ritrova?
E poi non sono una di quelle pervertite che vanno a scoparsi il loro fratello, se lo fanno – non mi piace l'incesto.
Un momento: io e Ringo non siamo parenti.
Aaah, non e' il momento giusto per pensare a queste cose.
Intanto sono le dodici e trentacinque: sono passati gia' cinque minuti. Il tempo e' orribilmente veloce, ma quel disgraziato non vuole tornare. “Sara' andato a comprare qualcosa.” mi dico in continuazione. “Sara' andato al supermercato.” oppure “Sara' dai suoi amichetti”. Ma nessuna mi convince. Non ci capisco piu' niente, uffa!!
E' meglio se vado fuori a cercarlo, e' l'unica soluzione. Prima pero' faro' una visitina a quei tre delinquenti, tanto non fa mai troppo male controllare se dei “vicini cattivi” non ti hanno rapito il fratello, no?

 

 

La campanella di casa Barton trillo', vivace, facendo prendere un colpo alla donna bionda seduta sul tavolo della cucina, davanti a una pila di fogli e un astuccio pieno fino al collo. La figlia, rinchiusa nella stanza della madre, vicino al giradischi, non se n'era nemmeno accorta, tanto era concentrata sul disco su cui poggiava la puntina. Era arrivata solo alla quarta traccia, quando suonarono.
Martha, visto che la figlia non si degnava a scendere dal piano di sopra, decise di andare lei stessa a vedere.
Un ragazzo castano, con una maglietta dei Deep Purple addosso e due occhi marroni che si illuminavano al sole ancora invernale, sfoggiava un enorme sorriso da schiaffi davanti alla soglia di casa Barton. Martha spalanco' gli occhi.
“Oh, salve signorina Barton!! Si ricorda di me? Sono l'amico di sua figlia! Adrian!” disse, a tutta velocita', senza mettere pause tra una frase e l'altra. La signora rimase a bocca aperta, incredula dalla quantita' di parole che uscivano fuori da quella bocca in meno di un secondo. E lui sorrideva, deciso, con quelle labbra che..
“Ehm.. certo che mi ricordo di te.” disse Martha, ancora incredula, tenendo comunque la catenella alla porta – faceva freddo, era in vestaglia, c'era un maniaco omicida che voleva aggredire sua figlia davanti alla porta.. “J-John?”
“Sisisi!! Sono quel John di cui (penso) sta parlando! John Lennon! John Winston Lennon! Ricorda?”
John Lennon? John Winston Lennon..? Oh mamma.
“S-signorina Barton? Sta bene?” sbuffo'. “Oh santo cielo, perche' in questi giorni tutti svengono?”

Va tutto bene, tra poco si riprendera'.”
Andi stava ancora tremando. John, alla vista di quella piccola ragazzetta sul punto di una crisi di nervi, che si aggrappava alla copertina sul divano, fece un sorrisino intenerito. Quella Andi era davvero carina, eh?
“Sai che hai una gran bella casa?” fece di nuovo John, tanto per rompere il ghiaccio.
Nella casa faceva molto freddo, gli impianti di riscaldamento si erano rotti, ma l'edificio era molto delizioso e i mobili erano messi in un modo quasi impeccabile. Riusci' a notare un enorme poster di Jimi Hendrix appeso subito accanto alla finestra, varie foto da Woodstock e un disegno molto bello di Joe Cocker nella sua storica esibizione di With a Little Help From My Friend. C'erano due divani, tra cui un divano letto – quello in cui dormiva Gerard –, su cui avevano poggiato la povera donna, ancora svenuta.
I muri erano color crema, la lampadina era a campana, c'erano anche dei fiori finti poggiati in un angolo della stanza, insieme ad una libreria di ebano. Quella casa piaceva molto a John. Ma non solo la casa.
Allungo' una mano per dare un buffetto sulla guancia di Andi, quando si accorse della musica proveniente dal piano di sopra.

What goes on in your heart?
What goes on in your mind?
You are tearing me apart
When you treat me so unkind
What goes on in your mind?

Ehi! E' What Goes On dei Beatles o sbaglio?” domando' subito John, entusiasta.
“Ehm.. penso di si'. Cioe', non ho ancora visto la tracklist di quest disco...”
Troppo tardi. John si era gia' precipitato verso la direzione delle scale, dietro la porta del salotto, e si era messo a salire alla ricerca della fonte del suono. Andi, con il pigiama addosso e la copertina sulle spalle, si mise ad inseguirlo. Non poteva trovare la stanza da letto di sua madre prima di lei! Non gliel'avrebbe permesso! Ma.. no, non ce la fece.
Il chitarrista fu subito davanti al giradischi, sorridendo ebete, mentre gli occhi scuri della ragazza erano su di lui.
L'attenzione di Andi fu pero' subito catturata dalla musica, che ormai, dopo la corsa all'inseguimento del ficcanaso, stava volgendo al termine. E quando tutti meno se lo aspettavano, parti' la traccia seguente.

Is there anybody going to listen to my story
All about the girl who came to stay?
She's the kind of girl you want so much
It makes you sorry
Still, you don't regret a single day
Ah girl
Girl

Oh..” mormoro' Andi, colpita.
Alle sue spalle, John sorrise, mentre guardava il disco che girava. La puntina restava li', a percorrere il piccolo solco sul piatto nero. E la sua voce intonava con incredibile dolcezza i versi della canzone.
Gli occhi di Andi, che erano sul disco, si spostarono sul ragazzo di fronte a lei, seduto sul letto di Martha, sorridente.
Il silenzio sotto la musica era quasi intimo, interrotto solo dalle urla dei ragazzini che giocavano a palla, tra la neve sciolta dalla pioggia, urlando ogni volta “Palla!”, impigriti dalla poca voglia di correre con gli stivaletti.
La luce del giorno filtrava dalle tende: sembrava quasi rosea. E i due erano prima a guardarsi, uno dolcemente e l'altra in ansia, e dopo lei non aveva resistito e s'era seduta accanto a lui, tenendosi al suo braccio.
Il braccio dell'uomo che l'aveva protetta in un momento di debolezza, l'aveva sostenuta e l'aveva presa in giro.
E le parole uscirono da sole dalle labbra di John, all'improvviso, involontarie: “Domani parto.”

When I think of all the times I've tried so hard to leave her
She will turn to me and start to cry
And she promises the earth to me
And I believe her
After all this times I don't know why
Ah, girl
Girl

C-come parti?” mormoro' lei, colta da un'improvvisa sensazione di freddo, che non veniva dalla temperatura dell'edificio.
“Ecco... non so se qualcuno te l'ha gia' detto ma.. io, George e Paul abbiamo deciso di trasferirci, quindi..”
“E.. e..”
e io? Ma non poteva chiederlo cosi'. “E.. Ringo?”
“E' vero, Ringo!” disse tra se e se John. Poi fece un altro sorrisetto, cercando di alleggerire la tensione. “Viene con noi!”
Come? “E.. Meghan?!” la voce di Andi si faceva sempre piu' stridula.
“Beh, per essere batteristi.. si bisogna fare dei sacrifici, penso!” borbotto' John, poco sicuro.
“Ma Meghan rimarra' sola!” insistette Andi.
Non si era nemmeno accorta che aveva stretta il pugno destro e si stava aggrappando sempre di piu' a lui.
“Lo so, ma...”
“Non andartene.” lo interruppe lei.
John quindi stacco' bruscamente la puntina dal disco. A lei venne un colpo dallo spavento.
Le labbra sottili di John diedero un leggero bacio sulla fronte di Andi, che aveva ricominciato a tremare.
“Mmh. Conosci quella canzone che fa..
but I'll be back again?” canticchio' sottovoce, avvicinandosi pericolosamente al viso, ormai paonazzo e rigato da due piccole lacrime della ragazza. Lei scosse la testa.
Il respiro del chitarrista sfiorava il suo collo; aveva paura, paura di quello che stava per succedere.
E allo stesso tempo, era come se tutto fosse sicuro, tutto il mondo era scomparso e c'erano solo lei e.. John.
Lennon diede un piccolo bacio accanto alle labbra di Andi, si alzo' e sorrise, prima di scomparire dietro la porta.
Quella fu l'ultima volta in cui lo vide.

La madre si sveglio' con un sorriso: era un angelo o si stava fingendo John Lennon?
Lo sapeva solo sua figlia. Quella birichina di sua figlia.
In quel momento, la campanella suono' di nuovo. Martha divenne rossa, come la figlia. Forse era...
“Ciao mamma!”
Peccato. Era Ed.
“Edward. Com'e` andata la giornata?” chiese lei, asciugandogli i capelli rossicci dall'acqua.
“Bene, a parte quel coglione di Kyle che vuole sempre rompermi il cazzo.” borbotto', apatico, e si schianto' sul divano.
“Edward, maledizione, quante volte ti ho chiesto di non parlare in quel modo?!” lo sgrido' Martha, tirandogli una bottarella sulla fronte. Lui reagi' urlando di un dolore fin troppo esagerato.
A interrompere quello strano quadretto familiare, fu Andi, che entro' in salotto in lacrime, buttandosi sul fratello.
Ed rimase un po' perplesso all'abbraccio della sorella, ma la lascio' fare, sotto gli occhi della madre, che non capiva.

 

 

 


 

See Emily Play
Sono in fissa con Rubber Soul. Soprattutto con Girl e If I Needed Someone. xDD
Cerchero' di essere breve, solo una cosa: non aggiornero' prima di aver aggiornato “A feeling”. u_u
Ringrazio nuovamente per i commenti, che mi mettono sempre il buonumore.. E anche a chi legge!! :)

Zazar90: Alla fine Martha e' fredda per vari motivi ma anche per il lavoro e bla bla.. insomma, e' quel classico genitore con troppi impegni, che lo (in questo caso la -sisi-.) allontanano dalla famiglia! D: E ha anche una famiglia incasinata.. Eh povera ragazza, ma come la tratto. O_O E adesso, se scopriranno le identita' di quei poveracci.. Non oso immaginare cosa gli faranno!! *Jack le copre in anticipo gli occhi* Comunque ancora grazie per i complimenti... Davvero.. *__* :) Ora Meg sta diventando il tuo personaggio preferito? Davvero ironica la vita, sisi.. xDDD

xSakuChanx: Vergogna! Non si uccide qui, si amputa. U_U Pero' e' vero, suona molto meglio Andrea dai Capelli Rossi! XD Pero' mi era rimasto in testa il “Anna dai capelli rossi” e quindi l'ho tenuto -sisi-. (peccato pero' che non siamo nei '60 t_t Ma una fortuna per quei quattro, almeno. Altrimenti... -sisi-.) Grazie. *w*

Marty_youchy: Era un po' l'effetto che volevo ottenere e sono contenta di esserci riuscita.. XD Perche' non sono tanto brava a scrivere storie in cui ci sono particolari atmosfere calde e roba simile.. ne a formulare frasi incisive. u_u La cosa dell'ocean child la conoscevo pure io.. insomma, se fossi stata in John, non ce l'avrei messo quel verso. D: Pero' la canzone in generale e' davvero bellissima... :) - Pero' dalle parole di John pare quasi che Paul ci sia.. insomma: mishtero. XD

Clafi: Orsu', che la mia fantasia fa ancora piu' cilecca. XD Gia', povera Andi, non dev'essere facile.. Pero' con una mamma con tutti quei vinili, che invidia! *__* Uffa, noi non abbiamo vinili ma solo CD, eheh. XD Poi pure io voglio un nome ispirato a una canzone dei Beatles *A* anche se Michaela e' gia' molto somigliante a Michelle *fischietta* pretendo troppo. xDD Su dov'e` finito Paul.. eeeeeheheh *risata scema che vuole sembrare malefica* E' un.. mishtero. AAH! L'ha vishto anche lei?!

 

Vi saluto con la sigla, la solita: http://www.youtube.com/watch?v=7GiOIRc-8Q0
E' che sono in fissa con questa bellissima canzone, Summer '68.
E ora, Buon Natale! Feliz Navidad! Scappo in Alaska con Ivan a bere vodka! Adios! <3

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Capitolo 35
*** Un melo immaturo? ***


 

1 febbraio 2010
“Okay, ora che Robby non ci interrompe piu'.. riprendiamo da capo.”
La voce nasale di Harrison era giocosa, spiritosa, mentre tra le sue mani stringeva una spugnetta malformata per i piatti. Il fattorino della pizzeria, dove alcune volte – quando gli andava – George andava a lavorare – o a rubare pizze dalla credenza, la verita' non e' stata mai piu' rivelata –, Robert, fece un ghigno e spettino' i capelli al collega. “Perfetto. Io.. yaawn, vado a consegnare una margherita ad un certo.. ehm, Thomas Edis.. Porca puttana, mi hanno preso per il culo!!” tiro' un violento calcio contro il muro.
George scoppio' a ridere, beccandosi un'occhiata da Rob alla “Cazzo ridi?”. Kelly era sempre piu' sconvolta dal ritmo in cui passava la giornata dentro quel locale dalle pareti bianche e dagli accoglienti tavoli di legno. In fondo, qualcosa che somigliava ad un grosso camino, che serviva per scaldare le pizze. Forse l'intenzione del proprietario era stata di ricreare l'atmosfera di una spiritosa pizzeria napoletana.
“Oddio, Edison ci ha chiesto delle pizze, Gennarino!” esclamo' allora un uomo baffuto alle spalle del fattorino. Il proprietario. “Gennarino! Non mi dire 'ste parolacce! Dobbiamo essere orgogliosi di avere Edison tra i clienti!”
“M-ma.. papa'! Edison e' morto nel 1931! E io non mi chiamo Gennarino!” sbraito' il figlioletto, ficcando il casco sulla capoccia grossa. L'uomo con i baffi grigi e gli occhi scuri come la cenere fece un sorriso giallo e sprecato dalla nicotina, battendo una mano sulla spalla del pargolo. Era davvero cresciuto, Rob. Rise.
“Gennarino mio.. Se Edison e' morto, significa che anche Einstein e' morto! E questo non sarebbe assurdo, figlio mio?” alcune persone si voltarono verso l'uomo ma lasciarono stare le sue parole. “Ora va' e moltiplicati! Rendi grazia e onore alle pizze!” e gli diede una spinta verso l'uscita. George stava morendo dal ridere.
Quella accoppiata vincente di padre adottivo con dubbie origini americane e le manie del nome Gennaro e quel ragazzotto cicciottello e apatico con il casco sulla testa era da Oscar. Sapevano come strappargli un sorriso, o una risata, nelle giornate in cui tutto sembrava andare per il verso sbagliato. Per il resto, ci pensava il sole a riportare i sorrisi sui visi della gente.
“Va bene, va bene.” mormoro' George tra una risata e l'altra, sedendosi sul tavolo di Kelly. “Accidenti, ci hanno incastrati di nuovo!! E' meglio se continuo a parlare senza distrarmi e non facciamo storie, okay?”
Kelly annui' con gli occhi illuminati dalla curiosita' e dal suo sorriso smagliante, quel sorriso “alla Harrison” che amava tanto. Non poteva fare altro che sospirare, mentre George parlava come se gli avessero rubato il tempo.
“Cavolo, vorrei proprio sapere perche' l'altro giorno, mentre mangiavo una pizza, sia arrivato quello strano bambino e mi abbia detto che ero obeso! Non lo capisco proprio! Quindi mi sono messo a inseguirlo per tutta la pizzeria e...”
“Non ti devi preoccupare..” mormoro' allora Kelly, a sua insaputa, “Non sei affatto grasso. Anzi.”
Arrossi' appena comprese le parole che erano uscite dalla sua bocca. Cavolo,
capira' che mi piace, mannaggia! si diceva. Ma lui aveva utilizzato il suo enorme sorriso ebete e l'aveva abbracciata.
“Grazie Smith. Sei un'
amica!” e rise, tenendola ancora stretta tra le proprie braccia.
Inutile dire che a
Smith sarebbe piaciuto essere qualcosa di piu'.

Nothing can come between us,
When it gets dark I tow your heart away...

Waa! Pensa che bello, pensa che bello!”
John e Paul guardavano straniti l'amico che, saltellando felice, sputacchiava qua e la pezzi di torta. Sembrava sereno, molto sereno, e questo li preoccupava non poco. In fondo.. e' sempre pericoloso un George Harrison saltellante.
“Uhm.. hai portato la Terza di Seno a letto?”
“JOHN!” furono le grida all'unisono di George e Paul.
“Ma no, Jo! Se ci fosse andato a letto sarebbe sudato!” lo corresse Paul.
“PAUL!” stavolta a urlare fu solo Harrison. “Potete non collegare tutto all'amor carnale?”
“Devono essere le crisi di astinenza.” borbotto' John. “Non lo faccio da un anno...”
Aveva la stessa voce di un uomo che ha sete. Tanta sete. Paul e George lo guardavano straniti.
“Su, John, resisti!” disse Paul. “In fondo anche tu hai una ragazza, ora.. E una
moglie.” gli lancio' un'occhiata di fuoco.
John ricambio', saccente, e si stiracchio', come per fregarsene delle parole dell'amico, e fece spallucce: “Uhm, dovro' provare a parlare con quella ragazza.. Mi pare che si chiamasse Adrian, no?” sghignazzo'.
“Sei un maiale.” lo accuso' Paul, pur sapendo di non essere da meno.
Ma forse sedici anni erano ancora troppo pochi...

 

10 aprile 2012 – ore 23:30
“Uhm, ti diverti?” fece la voce di Jamie.
Aveva fatto il buono in quegli ultimi due anni. Le aveva fatto un sacco di regali, l'aveva portata spesso a cena.. Un giorno erano persino scappati insieme a New York. Ne era valsa la pena, anche se avevano avuto una dura punizione di una settimana dai genitori. Niente contatti con gli amici, niente contatti tra di loro.. Era stato orribile.
Carly, pero', aveva contribuito a non lasciarli separati per troppo tempo. Era insolito, perche' Carly
odiava James. Ma in fondo Kelly lo amava, Kelly era la persona a cui piu' teneva... Non poteva farci nulla.
“Kelly? Va tutto bene?”
La Smith minore ebbe un sussulto, ma si sciolse in un sorriso appena vide il viso di James accanto al suo.
“Ciao tesoro.” borbotto', assonnata. “Hai.. detto qualcosa?”
“Ti diverti?” ripete' James, ridendo piano.
Stavano guardando un film; il solito film strano che trasmettevano sulla parabola.
Benjamin Button... Che noia, era una ripresa. Ma Kelly non lo disse, decise solo che non doveva rovinare quel momento. “Certo.”
“Io invece mi annoio.” James rise. “Pero' penso che anche tu ti stai annoiando.. Lo capisco dalla tua voce.”
“Pff..” Kelly sorrise. “D'accordo, mettiamo un buon disco e andiamo a letto?”
“Penso sia la cosa migliore.” James avvicino' le labbra a quelle della ragazza che amava e le diede un bacio.
Da quando il padre di Kelly era morto, nella casa c'era quella orribile sensazione di vuoto che difficilmente sarebbe riuscito a scivolare via. E sui muri erano appese quelle foto, le foto del matrimonio prematuro, condannato dal padre ma con una dolce benedizione di mamma. E.. la morte. A solo due settimane dal matrimonio – poco sfarzoso, in una cerimonia nella chiesa locale e
senza Carly –, il corpo della figura paterna era stato ritrovato sotto una macchina. Lauren aveva deciso di trasferirsi, le sue parole erano state: “Guardatevi allo specchio, voi due. Mi fate schifo. E papa' e' morto. Complimenti, Kell.”
Da Carly, nemmeno una telefonata. Le aveva mandato una mail con la brutta notizia, ma non aveva risposto. Un giorno, due giorni, tre giorni, una settimana, due. Niente, la risposta non arrivava; nessun “bip” sordo dalla casella mail. Tanti, ma nessuno dalla primogenita Spencer, di cui famiglia aveva deciso di trasferirsi a Londra, per motivi di lavoro del gioviale signor
Spensa'. Josie aveva detto: “Fara' bene a nostra figlia.”
Zia Suzie era rimasta molto delusa da questa cosa e aveva deciso di rimanere a Liverpool. Perche' non avrebbe mai lasciato il posto dove, anche se non ricordava piu', tanto era lontano il ricordo, un giovane e ancora non famoso Paul McCartney le aveva rivolto la parola e le aveva fasciato il ginocchio ferito.
I pensieri scorrevano nella mente di Kelly, mentre il dito percorreva il giradischi di papa'. E poi il vinile dei Beatles che le aveva regalato Andi, mordendosi le labbra, come se il solo toccare quella copertina fosse stato pugnalarla al cuore. Rubber Soul, del 1965, il suo preferito. Ma quel viso – quel maledetto viso – del secondo ragazzo da sinistra, non poteva piu' guardarlo. E la raccomandazione era stata quella: “Niente fontanelle!” Doveva accontentarlo. Kelly sorrise.
James almeno aveva smesso di odiare i Beatles. Era ancora convinto che i Beatles e i Rolling Stones si fossero picchiati almeno una volta sul palco, ma aveva iniziato ad apprezzare la loro musica. Era un bene, per lui.
Due braccia cinsero il corpo di Kelly da dietro; un soffio sul collo le risveglio' i sensi.
“Ehi, allora? Quando parte la musica?”
“Ora.” Kelly gli diede un buffetto sulla guancia.
Drive my car.. Rise. Era la terza canzone preferita di Carly.

E proprio in quel momento, Carly la stava ascoltando dall'iPod, seduta accanto a quel ragazzo che per tre mesi le aveva stravolto la vita, sotto un melo ancora immaturo.

 

Fine.

 

 

 

 


 

No, non sto scherzando.
L'ho finita qui, davvero. Cioe', volevo infilarci Meg ma.. eeeeeeh. xD
E con questa fine improvvisa, penso che mi ucciderete tutte. Fatto sta che sentivo di dover finire cosi' questa fic, che mi sta torturando la vita da quando l'ho iniziata.. Ed e' una fic a cui sono troppo affezionata e mi sento strana – e allo stesso tempo sento una grande sensazione di pace – a lasciarla.. cosi'. Mi sono molto affezionata a Carly e alle sue amichette, il personaggio che piu' mi piace e' Andi per il semplice motivo che ho percorso una strada semi-autobiografica per lei, anche se la mia famiglia e' messa un po' meglio della sua. E Josephine e Suzie. Perche' sono due personaggi che rappresentano mia madre, a cui voglio un mondo di bene, nonostante tutte le mie lamentele e tutto il resto, e Suzie.. beh, Suzie e' un po' un miscuglio di tutte quelle persone che mi hanno aiutata nella vita. Ogni personaggio di questa storia e' basata un po' sulla realta'. E mi sembra quasi che questa realta' che ho creato, passo per passo... Sia piu' reale di quella che sto vivendo.
Ringrazio con tutto il cuore chi ha seguito, chi ha messo nei preferiti e, soprattutto, chi ha recensito (e, involontariamente, mi ha spinta a scrivere nei momenti piu' bui delle mie tristi giornate XD) questa storia.
Grazie, grazie, grazie... Lo ripeterei per tutta la vita, ma non posso.
E.. beh, se e' finita qui? U_U Anticipo che ho in mente un sequel, senza i personaggi di qui ma con delle nuove entrate che, in un certo senso, avranno qualcosa a che fare con questi, che ho presentato lungo la fiction... ;)
Mi sento in colpa ad annunciarvi un sequel cosi', alla cazzo di cane, e finire cosi' la storia quindi.. spiegazioni di questa fiction scritta dalla partnership (non in quel senso, George! *insegue*) Percival/McCartney. Ohlalla', come suona bene. XD

Carly Spencer, interpretata da una giovane Shiri Appleby che recita l'eroina di Roswell, e' nata nel 24 dicembre. Odia il Natale e odia i ragazzi della sua scuola. (Ovvio!! Hai visto quanto sono cessi?! n.d.Carly) (Ma vattene, sto spiegando. u_u n.d.Thief) Dicevamo? Ah si', ama i Beatles, i Talk Talk (molto bravi, anche se mezzi sconosciuti. ;D) e i Duran Duran. Quest'ultima passione non sono riuscita a fargliela manifestare, purtroppo D: *si colpisce la testa con il martello di Maxwell* Suo padre, Samuel Bartholomew Spencer e' in realta' Rino Gaetano in incognito, che va pazzo dei Pink Floyd, dei Led Zeppelin, dei Rolling Stones, delle torte di mele senza crosta, delle ostriche e delle tartarughe di mare. (e' personalmente il mio personaggio preferito.. XD) Sua madre, Josephine Denpster e' una donna che tiene molto alla figlia. La zia Suzanne Denpster e' una fan di vecchia data dei Beatles e dei Beach Boys. Carly in teoria ha preso dalla zia le passioni! ;D E poi.. beh, si sa! XD Una McCartneiana convinta che ha avuto l'onore di conoscere Pol in persona. (aaaww!! t_t)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/0/0d/Shiri_Appleby.jpg
Andrea Barton (ex Baxter?), momentaneamente senza interprete (faccio schifo. xD), e' una ragazzetta dai capelli rossi e pallidina nata nel 28 luglio. Ha una famiglia che va a rotoli ed e' molto debole a relazionarsi per attacchi di rabbia repressa, timidezza sconsiderata, paranoia e varie altre seghe mentali. Le piacciono i Coldplay, gli U2, i Joy Division e, grazie a mammi' Martha Roberts, i Beatles! E' un tipo strano -sisi-.
Kelly e Lauren Smith sono due sorelle. (manno'? XD) Alla fine, Kell si sposa con James.. e brava quella ottusa! Inoltre sta per George, si indigna ogni volta che i suoi compagni le fanno notare che e' morto o chissa' cosa oppure dicono frasi come “Sisi, io adoro i Beatles! John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e... Prendo una vocale.” U___U Le sue canzoni preferite sono la title-track del Sgt. Pepper's e Something. Lo', invece, e' solo una ragazza che va pazza per le cose mezze sconosciute e legge i libri di autori giapponesi.
Meghan Starkey in realta' si chiama Eleanor Poetry. Cioe', non dovrei dare informazioni cosi' in questo modo, anche perche' nella storia Meg non l'ha ancora scoperto. E non sa che in realta'.. No, basta. U__U Comunque e' nata l'8 luglio, motivo per cui odia i compleanni del fratello maggiore, perche' il giorno dopo invecchia anche lei. L'unica cosa che le fa piacere e' che e' nata lo stesso giorno di Beck Hansen. xDD Nella mia mente e' interpretata da Samantha Morton, la stessa che ha interpretato la moglie di Ian Curtis su Control. :) *__* Le dicono che somiglia a John Lennon solo per farla incacchiare. (Somigli a John Lennon! n.d.Thief) (Io. Ti. Uccido. n.d.Meg) (Io scappo! xD n.d.Thief).
http://i80.photobucket.com/albums/j186/momsquawk/album2/samantha_morton_2.jpg

Ci sarebbero altri su cui voglio dare piu' spiegazioni.. Ma non posso, anche perche' ho poco tempo.
Chissa'.. magari torno con il sequel. ;)
Allora, beh.. che dire, sono triste!! t_t Spero che la storia vi sia piaciuta.
Grazie a chi.. si', l'ho gia' detto ma non posso non ripeterlo. Grazie. Grazie.
E un particolare grazie a: John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr. ;)

*parte il Te Deum di Neurovisione*
LALALALALALALAAAALALAAAAAA...

 

Percival J. Thief

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