You don't know me

di Ciribiricoccola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


sky

Miei cari tutti...

Rieccomi qui.  Questa che vi propongo è una FF fatta con tanto amore (come tutte quelle che pubblico qui!), ma stavolta ci ho messo anche il meglio delle mie fantasie e la rassegnazione del mio fidanzato XD! Sono innamorata persa di quest'uomo, che vi posso dire!

Scherzi a parte, è una FF piuttosto... "sentita" e mi piacerebbe sapervi coinvolti mentre la leggete... fatemelo sapere, che lo diventiate o meno! e per concludere, non mi resta che lasciarvi alla lettura... ENJOY ^^!

Ciry

CHAPTER 1

I feel so powerless
I've got to stop it somehow
oh come on, what can I do?

Why's it happening?
How's it happening without me?
Why's it happening?
How's it happening that he feels without me?

 

 

 

So che non è carino squadrare le persone, io stessa non lo faccio mai, ma in questo contesto mi sono dovuta arrangiare per attenuare l’ansia ed il nervosismo…
Tu non lo saprai mai, ma per avere addosso ciò che porto adesso, credo di non aver speso più di 200 dollari. È anche troppo, per una come me!
E qui, che cosa vedo?
Miliardi.
Al di là di tutto questo taffetà che mi volteggia intorno, nella seta lucida che attira il mio sguardo, oltre l’olezzo che mi assale le narici e che dovrebbe essere un mix di Chanel, Armani e Jean-Paul Gaultier…
Sento il ticchettio di svariate Jimmy Choo, vedo brillare le paillettes di troppe Manolo…
Vedo e sento il fruscio di miliardi di banconote, te ne rendi conto?
E poi mi guardo allo specchio, fingendo di farlo solo per caso…
I miei sandali nuovi, che infatti mi stanno facendo un male indefinibile, sono costati 50 dollari. Peraltro, sono alti sono cinque centimetri, non quattordici, come quelli di mille altre donne da queste parti.
Il mio vestito, ecco, questo è il pezzo forte di tutto l’insieme, non avrai mai idea di quanto ho rotto le scatole alle commesse di mezzo mondo per averlo così! Niente stile imperiale, perché sembrerei incinta… niente tubino attillato, perché ti metterei a disagio…
Ed ecco che me ne esco con l’abitino in stile anni ’60, pagato cento dollari e spicci. Niente tette al vento, niente gambe troppo scoperte, solo la vita messa in evidenza da una cintura.
E fortunatamente non sto mangiando come al solito, altrimenti sarei stata male per il mio apparato digerente schiacciato dal peso della moda.
Dimenticavo: il profumo è di Hugo Boss, mia sorella non si è accorta che gliel’ho rubato.
E per il resto… Bé, sono così contenta che tu sia un uomo… così non ti accorgerai (non immediatamente, almeno) che i miei orecchini e il mio bracciale sono stati acquistati in bigiotteria.
Almeno io ho scelto dei falsi diamanti sobri, e non delle piattaforme luccicanti- accecanti, direi- come certa gente che ronza nelle vicinanze.

Sei adorabilmente in ritardo, ma ti perdono, almeno finché mi farai attendere pochi minuti come adesso, perché altrimenti inizierò ad adorarti un po’ meno, visto che sono in balia del lusso personificato e che non so come comportarmi. E no, non potrei neanche distarmi col cibo, perché non mi piace quasi niente qui. Di bere non se ne parla, dato che un solo bicchiere di champagne potrebbe farti pentire di aver accettato di passare una serata con me.

Già, me.
Sai chi mi sembra di essere?
Mi sento un po’ Julia Roberts in “Pretty Woman”, ma anche un po’ Leonardo DiCaprio in “Titanic”…
Hai presente, no, quella scena in cui lei scende nella hall vestita di rosso, tutta timida ? Oppure, quando Jack aspetta Rose in fondo alle scale e intanto non sa come muoversi in quello smoking?
Ecco.
Sono Julia DiCaprio. Sono la tua poveraccia per stasera, alla faccia di quella riccona di tua moglie.
Una donna fantastica, per carità, ma tu di più, data la mia profonda eterosessualità, specie nei tuoi confronti.

Mi sono di nuovo guardata allo specchio: mio Dio, sembro la sorellina minorata di Jackie Kennedy e non posso farci niente!!!
Ecco, lo sapevo: l’autostima crolla e presto la seguiranno la messa in piega, i miei piedi, il mio trucco (anche se quello posso rifarmelo), maledizione, che disastro, io mi domando perc…

“Sky?”

Eccomi.

Sono Julia DiCaprio.
In fondo alle scale, tutta timida, abbigliata come una borghese al suo debutto in società. E soprattutto, poveraccia.
E tu, tu sei Richard Gere mescolato a Kate Winslet.
Bello da far schifo, sicuro di te, vestito appositamente per essere spogliato. E pure ricco sfondato, ma sì, ribadiamo il concetto.
Adesso mi riprendo, aspetta dieci secondi, come fai sempre, ti supplico, capiscimi!

“…Eh? Sì?”
“Va tutto bene?”
“I- io…”

Coraggio, un complimento spontaneo, un salutino educato…

“…Ma sei in ritardo!!!”

Ecco, appunto. Brava, non mi deludi mai.
Per fortuna, neanche lui.

“Scusa, è vero, hai ragione, ma mentre venivo qui ho incrociato un regista di film indipendenti in pensione, ed era sordo come una campana, te lo giuro, mi ci è voluto un quarto d’ora solo per presentarmi quando mi è venuto incontro!”

Ma certo che ti credo, non c’è bisogno che mi spieghi tut…

“Ero qui, in mezzo a tutti questi ricconi snob, e non sapevo più che fare!”

Oh, Skyla, porca vacca, ti odio quando fai la donnetta mestruata. E piantala di sibilare in quel modo.
E tu non ridere, maledetto, cosa fai!!! 

“Vedo che hai già inquadrato gran parte degli invitati!”
“No, no! Io dico solo che… mi sento come un pesce fuor d’acqua, cacchio!”

Ecco, sei sempre il solito: mi guardi come se stessi facendo una tragedia di qualsiasi piccolezza e passi alla tue solite lezioni di “l’amore- è- grande- e- io- piaccio- a- tutti”…
“Signorina Harris, almeno per stasera fai finta di non provenire dalle profondità più rurali di Canberra… Vedrai che tutti ti guarderanno con altri occhi e che le anziane signore qui presenti preferiranno ammirarti piuttosto che invidiarti…”
“Invidiarmi?”
“Loro non hanno più vent’anni, né tantomeno un vitino da vespa come il tuo, mi sembra chiaro…”

… Non iniziamo a osare!!! Non iniziamo!!!

“Ma io ho venticinque anni!”

Brava, svia. Così mi piaci.

“E poi, comunque, non mi risulta che neanche tu sia nato in mezzo ai grattacieli di una metropoli!”

Ok, gli hai appena dato del vaccaro contadino, adesso credo che possa bastare.

“Diciamo che ho imparato ad applicare certe noiose formalità per non fare la figura dell’attore sopravvalutato che non ha neanche un minimo di buone maniere da mostrare!”

Ok, adesso secondo me esageri, ma che cosa posso pretendere? Non lo fai apposta, ad essere così modesto.
Uh, un tavolo! Ti prego, sediamoci: è da tutta la sera che sto su queste scarpe per te, e ci correrei se tu me lo chiedessi, ma dato che ciò non accadrà mai, perché non…

“Prego!”

Oooooohhhh, questa sì che è da galantuomini, tirare indietro la sedia per farmi accomodare… Ok, sì, me l’ha già mostrata qualche altro tizio, questa mossetta, ma nessuno la fa come te!

“Ah…. Sì, grazie!”
“Vuoi qualcosa da bere? Io faccio un salto al bar…”
“Non voglio bere stasera… meglio se mi do alla frutta…”
“Ok! Allora scelgo io? Qualcosa di analcolico alla frutta?”

Ti annuisco, mi fido ciecamente, e tu te ne vai.
Con quel bel culo che hai, sarei contenta anche se mi portassi un frappé al kiwi marcio.

 

Ok, Julia DiCaprio, per adesso va tutto bene.
Pensa, ti è andata meglio rispetto a Julia Roberts stessa: lei era una prostituta con un passato triste e squallido, tu almeno sei una segretaria laureata!
Lascia perdere le piccolezze, tipo che Julia Roberts si innamora di Richard Gere, affarista divorziato e tornato in libertà…
Mentre tu sei pazzamente infatuata di un attore famosissimo, sposatissimo ed innamoratissimo di sua moglie, che ti tratta come una nipotina.
Sì, però intanto lui ha invitato te a questa serata pallosa!
Non sua moglie, certo, perché è malata.
Ma pensa, poteva invitare benissimo qualcun’altra!

 
“Ecco il succo di frutta per la mia segretaria astemia…”

“La MIA segretaria”, uhuhuh, sì, la TUA segretaria, caro, come gongolo!

“Ah, grazie… e tu che hai preso?”
“Un bicchiere di vino rosso, niente di che…”
“Hai visto com’è… strano, questo cocktail?” ti chiedo indicando la mia ordinazione, suddivisa in tre netti colori nel lungo calice.
“Sì, sono i coloranti della frutta! Devi soltanto mescolarli…”

Non ho la minima idea di cosa tu abbia riferito al barman per portarmi questa roba così complessa che neanche so di cosa è fatta, ma ancora una volta mi fido e mescolo, mescolo, mescolo… poi bevo.

“Com’é?”
“… Davvero buona!”

Fa schifo.
È ultra-zuccherosa e sciropposa.
Ma la bevo volentieri, questa sbobba, perché me l’hai portata tu!

“Che frutti ci sono?”

Hai una domanda di riserva? Diamine, so persino il tuo codice fiscale… ma questo proprio no.

“Oh, credo che siano… Ananas… Mirtilli… Arancia… Pera. Sì, la pera c’è di sicuro!” mento spudoratamente.
“Ananas e mirtilli, hai detto? Buono! Posso assaggiare?”

OH NO.
Ma così morirai.
Accidenti a me.
Ok, calma: niente faccia contrariata, altrimenti peggiorerai la situazione.
Sorridi.
Sorridi, mentecatta!
Oh, brava.
Continua così, spingi la sbobba verso di lui e attendi… tutto al più dirai che avete gusti completamente differenti…
“Davvero non ti piace la cacca?! Io la mangio sempre!”
Davvero confortante.

“Tu prendi un sorso di questo! Non è affatto male!” mi offri il tuo bicchiere di vino. Razza di sciocchino.
Lo sai che sono astemia.
Ma io so che non capiterà più tanto spesso che tu mi offra qualcosa con tanta leggerezza.
Dunque prendo quel grosso bicchiere e bevo, confortata dal solo fatto che il naso mi entra nella coppa, cosa impossibile per quanto riguarda il mio calice a culo di gallina.

Mentre sto per fare la full immersion nel tuo vino, colgo la tua espressione tranquilla, nonostante tu abbia appena ingerito un cocktail fatale…
Come ho sempre pensato, hai uno stomaco di ferro!

“Certo, forse hanno un po’ esagerato con lo zucchero, però è buono! Ma dove li senti i mirtilli?”
“Forse saranno frutti di bosco in generale, non saprei!!” ti rispondo con disinvoltura, prima di assaggiare il vino.

BLAH!
Se non fossi così bardata e se non avessi proprio te davanti, giuro che sputacchierei ovunque e mi butterei questa schifezza alle spalle, come in Russia!

“Sì, anche… questo è buono!” tartaglio, ridandoti immediatamente il bicchiere.
“Ma tu non eri astemia?”

Nella tua perfezione, hai il classico difetto- tipo maschile: il tempismo di merda.
Ma io ti perdono anche questo…

“Ogni tanto posso bere un goccetto!” mi giustifico immediatamente, anche se dovresti averlo fatto tu!
“E fu così che Skyla Harris concluse la serata crollando addosso al cameriere e al suo vassoio di dolci!”  esclami, facendomi ridere. E arrossire, se possibile.

Ti prego, non farmi pensare alla fine di questa serata.
È noiosa, è pallosa, è in un posto che non mi piace ed è con gente a cui vorrei sputare in un occhio.
Ma ci sei tu, e ci sono anch’io, una volta ogni tanto.
Siamo insieme e…
Io non ci voglio pensare, a cosa accadrà dopo, ok?

 
Torno malvolentieri alla mia nauseabonda macedonia liquida, ed ecco che arriva.
Glielo leggo in fronte: “Adesso vi rompo i coglioni”.
È pettinato peggio di Neil Diamond, non ho idea di chi sia e ti sta sorridendo.
Lo conosci?

“Ciao, Dante!”
“Sei venuto ad annoiarti, Jackman?”
“No, a mangiare gratis!”
“Giusto!”

Che bello spirito di cameratismo, sì.
Adesso vattene!

“Scusate, le presentazioni! Dante, questa è Skyla Harris, la mia segretaria…”
“Piacere!”
“Salve…” dico, piatta come l’encefalogramma di uno zombie.
“E, Skyla, lui è Dante Spinotti… Direttore della fotografia, abbiamo lavorato insieme più di una volta!”

Sorrido educatamente di fronte a questo tizio che ancora non ho idea di chi sia, sperando che non si offenda di fronte al mio sguardo ignorante.
No, non lo fa. Meglio per lui.
In compenso, torna a chiacchierare con te, peraltro di lavoro.
Mh, che palle…
È giunta l’ora: me ne vado in terrazza a fare amicizia con le zanzare!

“Scusate” li interrompo signorilmente “Vado qui fuori a… guardare il giardino…”

Non che le tre aiuole messe in fila dal taglio geometrico e monotono mi interessino, tantomeno con la penombra, ma intanto entrambi mi avete sorriso e mi avete lasciato andare, quindi una cazzata così grossa non devo averla detta…

 

 
Cara Julia DiCaprio, stai andando piuttosto bene.
È anche una bella serata, hai notato? Anche se qui è pieno di luci, in cielo sembrano esserci tutte le stelle del sistema solare.
Se pensi che siano accorse tutte per te, fai pure: illudersi, ogni tanto, non fa male.
Soprattutto stasera.
Fai pure finta di essere Cenerentola, ma ricordati che lei si è accontentata e non ha fatto storie dopo che la mezzanotte era passata, come la sua serata da sogno.
E tu non hai neanche la scarpetta di cristallo da perdere: i tuoi sandali sono ben agganciati.
Già, non dimenticare neanche che il Principe in questione è già occupato, molto occupato.

Finirà nella più giusta e logica delle maniere, Sky! Ma va bene così, no? Andiamo, hai 25 anni, sei grande e vaccinata, queste cose da adolescente dovrebbero iniziare ad andarti strette…!

Toh, un cameriere!

Mi piace quella brodaglia arancione e frizzante con la ciliegia che galleggia sopra!
Ma cos’è?
“Mi scusi?” faccio al pinguino che mi passa accanto.
“Signorina?” mi chiede lui a sua volta.
“Sì, io volevo… volevo sapere cosa c’è qui dentro!” gli indico il bicchiere alla “Sex and the City”.
“E’ un Cosmopolitan. Vodka, Cointreau e succo di cranberry…”
“Mille grazie! Ne prendo uno…”

 
Se non muoio stasera, mi farò chiamare Highlander.
Che figo, sto per buttar giù quello che Carrie e le sue amiche si bevono in tutte le puntate di quella vaccata di telefilm!
Non ho ancora capito bene cosa c’è dentro, so solo che per me potrebbe essere letale.
Ma chi se ne frega, a questo punto!

 
… Porca vacca, è pure buono…!

 

Devo ammettere che mi ci voleva, questo Cosmopolitan… dovrei ricredermi sul suo potere terapeutico tanto decantato dalle tipe di “Sex and the City”! Adesso la mia testa è molto più leggera e di tutti questi snob non m’importa più niente! Anzi, li guardo e sorrido!
Mi viene da sorridere persino adesso che ho qui davanti il tizio di prima, il fotografo, come si chiama…

“Si diverte a guardare le stelle, signorina…?”

Dante. Ecco, sì, quello col nome italiano.

“Skyla. Signorina Skyla…” specifico, prima di chiarire: “Stavo… Mi stavo godendo la festa! Tutto qui!”
“La avremmo annoiata, prima, con i nostri discorsi complessi…”
“No, no, ma si figuri! Sarei venuta qui lo stesso! Il signor Jackman poi non può certo stare sempre e solo con me, so benissimo che qui è pieno di gente con cui vuole par…”
“Si sta formalizzando inutilmente, Skyla…”

Il suo viso rugoso e ghignante è la cosa più detestabile in questo momento, ma non riesco a capire perché… Mi irrigidisco e la testa, per qualche attimo, torna pesante.

“Scusi?”
“Non c’è bisogno di nascondere certe cose, le pare? Al giorno d’oggi la cosa è molto comune!”

Odio quel suo accento ridicolo, oltre ai suoi capelli e al suo sorrisetto insistente, e finalmente il mio cervello si attiva e capisce. Brutto maiale schifoso, io non so come abbia potuto pensare una cosa simile!
Aspetta un attimo, Sky, questo è un pezzo grosso ed è pure suo amico, sarà meglio che la butti sul ridere! Anzi, fai di meglio, dagli ragione, magari si stanca e se ne va! Certo, potresti anche dire “No comment” e basta, è morta lì, no?

“Come si permette?” mi sento dire.

Maledetto Cosmopolitan e maledetto cervello fuso.
Vorrei sapere che cos’hai in quella calotta cranica, idiota… Bob Sinclair nei suoi giorni peggiori?

Ahahah, divertente… Sai che buffo, una discoteca nella tua testa e tutti i neuroni in coro… “EVERYBODY DANCE NOW!”…
Ok, smettila, non la vedi la faccia di questo coglione?

“Ma io veramente…” inizia, prima che io lo interrompa bruscamente.
“Ma io veramente un corno! MA lo dico io! Perché mi oppongo alle sue insinuazioni assolutamente idiote!”
“Mi sta dando dell’idiota, signorina?”
“Sì, signore, le sto dando dell’idiota, e anche del pervertito, se vuole saperlo!”

Avverto qualche sguardo addosso, ma lo ignoro. Il vecchio sta per cedere sotto i miei fendenti!

“Ragazzina, lei è davvero…”
“Io ho 25 anni, non 15, sono una donna fatta e finita, cambi i termini!”
“Li cambi lei, glielo consiglio vivamente!”
“E io, invece, le consiglio ancora più vivamente di tenere per sé le sue stronzate! Lei non sa neanche di che cosa sta parlando!”
“Lei è ubriaca!”
“No, io sono indignata! Lei cerca di intaccare la reputazione di quello che definisce un amico, sposato, pazzo di sua moglie, e mette in discussione la mia persona, il mio lavoro e la mia professionalità!”
“Professionalità, certo! Rispondere al telefono, spedire e-mail, scrivere sull’agenda, tingersi le unghie e finire sotto la scrivania del datore di lavoro!”

 
Dovrò ordinare un altro Cosmopolitan: l’ho finito all’improvviso.
E ora questo bastardo puzza di Cointreau.

Gli sguardi, credo che siano aumentati, eppure insisto ad ignorarli bellamente.

“Che è successo qui?! Skyla!!!”

Oh-oh…

Non mi chiama mai Skyla, se non per rimproverarmi, e quando è arrabbiato, ci resta solo per dieci minuti… di solito…
Merda.

“Dovresti pensare di cambiare segretaria! Questa qui sembra portata per altri mestieri!!!”
Ecco, il commento del vegliardo zuppo di Cosmopolitan era necessario!

“Io… io…”

Il cervello è tornato pesante come un macigno, forse anche più di quanto non lo fosse all’inizio di questa insopportabile serata. Non faccio che tartagliare con il bicchiere in mano e vorrei solo menare un po’ le mani, dato che tutti stanno guardando male ME e non il vero colpevole della situazione!

 
“Mettiamoci da parte…” lo sento dire, mentre cerca di mantenere la calma.
“Io non mi metto da nessuna parte!” strilla quell’altro isterico “Prendi provvedimenti, maledizione, mi ha lanciato un cocktail addosso!”
“Dio, che vergogna!”

La voce da nonnetta scandalizzata.
Mi volto e vedo questa balena con un turbante in testa: mi sta fulminando con lo sguardo e, a tratti, storce la bocca squadrandomi.
Che cazzo vuole?! Chi l’ha chiamata?!
E questo vestito è bellissimo, vecchia cicciona!

“Stia zitta, stup…”

 
Vengo trascinata via prima che possa stabilire la giustizia, mi sento letteralmente sollevare da un paio di braccia che non conosco e il bicchiere di sfugge di mano, rompendosi in mille pezzi sul pavimento.

Chi rompe paga! Merda!!!

Continuo a dimenarmi inutilmente, ma adesso, più della rabbia, sento la vergogna: ho fatto una pessima figura, avrei dovuto aspettarmelo…
Mi viene da piangere, lo sapevo…
No, Sky, non piangere! La dignità!!!!

***


Piccole note utili...

1- Perché viene citata Canberra, la capitale australiana? Semplicemente per relazionarla alla città- natale di Hugh Jackman, che è Sydney. Ah, è un'altra cosa: non intendo assolutamente prendere in giro o offendere gli australiani, ma è risaputo che sono famosi nel mondo per i loro modi informali, spigliati e confidenziali; è anche per questo che Skyla, nel suo vestitino da signorina, dice giusto "qualche" parolaccia!! "Holy cow!" ("Porca vacca!") è piuttosto frequente come intercalare in Australia- non che lo usino ovunque, eh!-... (ma se qualche australiano vuole contraddirmi, è liberissimo di farlo, sicuramente ne sa più di me!)

2- Il personaggio di Dante Spinotti non me lo sono inventato, esiste veramente ed è davvero un famoso direttore della fotografia italiano, che ha lavorato per molti film a livello internazionale; per quanto riguarda i film con Hugh Jackman, si è occupato di "X- Men 3" e "Sex List".

3- Cito "Pretty woman, " "Titanic", "Cenerentola" e "Sex and the City" senza scopo di lucro.

4- I versi introduttivi al capitolo fanno parte di "It's good to be in love", canzone dei Frou Frou. Anche in questo caso, no scopo di lucro.

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


sky

Siamo arrivati alla fine anche stavolta :) Non ho molto da dire, una volta ogni tanto! Questa FF è così... "intima" che non mi sento di dedicarla a nessuno in particolare, ma che nessuno si offenda, perché se l'ho condivisa con tutti voi postandola qui è perché spero che, magari, leggendola, ognuna di voi si riveda in Skyla, pur avendo anche tutt'altro oggetto del desiderio!

Un ringraziamento a chi l'ha letta e a chi vorrà commentarla! Per il resto... Alla prossima :)

Ciry

CHAPTER 2

Aspetto che l’aspirina faccia miracoli: il mio mal di testa è piuttosto martellante, come la mia coscienza.
I piedi, almeno loro, stanno un po’ meglio, e essere avvolte da un pigiamone di pile aiuta, in certi casi.
Non è molto, però…

Julia DiCaprio, non so proprio cosa dirti. Dovrei essere fiera di te? O devo rimproverarti?

Hai difeso la tua reputazione, e anche la sua. Hai fatto proprio bene, sì!
Però… forse se avessi tenuto per te il Cosmopolitan…
Se non l’avessi bevuto affatto…

Ma anche quel viscido, andiamo, come avresti potuto zittirlo in maniera definitiva?
Le persone sono fatte così: quando non hanno niente da fare, s’inventano le congetture più assurde, ci si attaccano e… tu non puoi farci niente, non puoi aprire le loro teste e cavarne fuori tutte le stronzate che pensano.

Forse avresti dovuto lasciarlo perdere, semplicemente…

Cavolo, però Julia Roberts si è difesa quando l’amico di Richard Gere voleva violentarla!
E DiCaprio ha affrontato più di una volta la cerchia di ricconi che circondava Rose!!!
Tu hai tirato un Cosmopolitan in faccia ad un porco schifoso, diamine!

Di certo lui non farà come Richard Gere o Kate Winslet…
Ma almeno un “Grazie”…!!!

 
Oddiolaportanonaprire!!!!!!!!!!!!!!!

 
“Skyla?”

Non rispondere! Lui è arrabbiato, tu sei triste, hai mal di testa e sei in pigiama.
Tu non sei in questa stanza!

“Skyla, apri, lo so che sei lì dentro, ho chiesto al portiere!”

Stupido receptionist, spero che ti facciano una prenotazione in coreano.

“Io non ho fatto niente di male!” strillo, subito sulla difensiva.
“Skyla, non posso parlare con una porta ancora a lungo!!”

Ha ragione, ammettilo.
Ma non vorrai farlo entrare.

“Che palle!!” esclamo “Aspetta! Arrivo…”
“Era ora!!”
“ASPETTA!!!”
“Che c’è?!”

C’è che sono terrorizzata!

“Sei da solo?”
“Certo che sono da solo…”
“Niente Dante comesichiama? Niente vecchia cicciona?”
“No! Sono solo. Ok?”
“Mh, ok…”

Ma che cosa stai facendo, pazza? Vuoi davvero aprire la porta ad un uomo stupendo in pigiama, struccata e sull’orlo di una crisi di nervi?
Certo, tanto in ogni caso non è venuto fino a qui per invitarmi ad un appuntamento galante!
È venuto a farmi la ramanzina, porca vacca! Voglio un avvocato…


Apro. È così facile.
Ma ti sbarro la strada.

“Non entrare!” ti ordino, pentendomi subito del mio slancio di autorità…
“E perché non posso entrare?” mi chiedi, esasperato.
“Perché…”

Va bene, prenditi gli accademici 10 secondi per pensare.
Se adesso ti faccio entrare, so che non accadrà niente di niente, ok.
Ma se passa qualcuno mentre ti sto facendo entrare? Quella persona potrebbe pensare le peggiori sconcezze!!!
No, no, per stasera la malizia ha rotto anche troppo i coglioni!
Diglielo, Sky!!! Spiegati!!!

“Perché… è complicato…”

Sì, ok, ma vai avanti. Lo stai innervosendo.

“Che cosa è complicato, cosa?”
“Se mi fai spiegare…”
“Spiega allora!”

Oddio, ci pensi? Quel depravato ha insinuato che tu e lui…
Che rabbia, che squallore, che tristezza…
A te, è venuto a dirlo proprio a te!!!

“Skyla, ma…”
“Non sto piangendo!!!”

Ecco, complimenti! Adesso se n’è accorto!
Chiudi i rubinetti prima che la situazione degeneri e ti scambi per una schizoide!!!

Niente da fare. Va bene, ci hai provato.
Hai retto per mezza serata, magari è comprensibile che adesso tu sia scoppiata in questo modo.
Ma almeno non inzuppargli tutta la camicia!
Sarebbe meglio se tu mi soffocassi un po’ meno, così capiresti quello che sto cercando di dirti, tipo che il tuo amico dovrebbe morire tra atroci sofferenze, ma tanto non mi ascolti nemmeno…

“Va bene, va bene, adesso ci sediamo e ne parliamo con calma, ok?”
Annuisco a fatica, tappandomi il viso come posso, e ti indico i divanetti lungo il corridoio silenzioso dell’hotel.

Parliamo alla luce, cazzo, almeno nessuno avrà di che pensar male, neanche le malelingue che passeranno!
Sono le due di notte passate, ma non si sa mai, quelle non dormono mai.

 

***

 

“Davvero? Ti ha detto che…?”
“Sì!!” ti interrompo, piagnucolando “Era tutto sorrisi schifosi e insinuava che io e te… che io ti… E’ stato il colmo, non ci ho visto più e gli ho risposto!!!”

Questo è il momento perfetto, paradossalmente…
Mi stai ascoltando con molta attenzione, vuoi darmi ragione e, come me, sei confuso.
Non mi sposerai mai, né morirai mai per me, ma almeno questo è un passo avanti! E per me è tantissimo, anche se non te lo dirò mai!!!

“Ma tu guarda…” mi dici, spiazzato “Non avrei mai creduto che un tipo tranquillo come lui…”
“Io lo so che non si trattano male i vecchietti, ma quello è stato un demonio con me! E poi ha provato a parlare male di te, insomma, che cazzo!!!”

Basta, ti prego, basta perfezione, non credo di riuscire a sopportarne ancora!
Ti sei messo a ridere!!!
Tua moglie sicuramente te lo avrà detto più e più volte, manco di originalità, però io penso che quando ridi, sei ancora più bello.
Dio, fortuna che non ho il dono della telepatia.

“Tu hai infradiciato di liquore un direttore della fotografia di fama mondiale perché parlava male di me!”
“E di me!!” mi affretto ad aggiungere, rossissima in viso, senza dubbio.
Ma non lo sai che per te prenderei quel tizio e lo affogherei anche in un barile di alcool, se solo me lo chiedessi?

È molto frustrante fare queste scenette, sai?!
Soprattutto quando arriva questa parte, quella finale, quella che non cambia mai!

“Io non ho una segretaria, io ho un angelo custode!”

Tu mi spettini i capelli, io ridacchio disinvolta, come se volessi dirti “Cosa faresti se non ci fossi io…” e, se sei particolarmente di buonumore e se io appaio degna di vero eroismo, ci scatta anche un bacio in fronte. Come adesso.

 
Uffa. Sei monotono, noioso e banale.
Ecco gli unici difetti che riesco a trovare in te.
E io sono troppo presuntuosa.
Che difetto abnorme, nella mia condizione.

Ma almeno io reprimo tutto! Me ne sto sempre al mio posto, buona buona, sono così coerente nella mia repressione che non ti tocco quasi mai, neanche per errore, neanche per passarti un documento da firmare!
Tu invece, no, macché! Tu sei un’espansione pacchiana di affetto, e non ti vergogni! Tu le tocchi, le persone, le baci, le abbracci, dai le pacche sulle spalle, non ti periti davanti a tutta questa… fisicità, tanto cosa te ne importa? Sono gesti amichevoli, affettuosi e poco impegnativi. Certo, hai anche tu i tuoi limiti, dato che non salti addosso al primo che capita! Solo tua moglie, i tuoi figli, i parenti e gli amici più stretti.
Tra cui io.

Mi becco i tuoi germi ogni santo giorno, attraverso un pizzicotto, con un abbraccio, mentre mi baci la fronte, ogni volta che fai finta di spintonarmi per darmi una svegliata la mattina presto…
Quasi sempre finisco per guardarmi e riguardarmi la parte di me che hai toccato o baciato, me la guardo e la adoro per le successive 24 ore.

 

“Adesso che sai che ho ragione e che non butto Cosmopolitan addosso ai cretini per sport… posso andare a letto?” ti chiedo, ironica e disinvolta, alzandomi e sperando che tu mi lasci andare…
Anzi, no, sperando che tu mi dica: “No, dài, bevi qualcosa con me”.
Sì, così scendo al bar in pigiama e ciabatte, per non dare nell’occhio.
Skyla, la tua povera testa…!

“Va bene, eroica contadinella, è piuttosto tardi in effetti… e domani dobbiamo tornare a casa… A proposito, a che ora è l’ae…”
“Quattordici e trenta…”
“Giusto!” esclama per poi alzarsi e reprimere uno sbadiglio, ovviamente con la mano davanti.
Già, perché sei anche un gentiluomo educato, come se tutto il resto non bastasse…

“Allora buonanotte, Sky… E non ci pensare più, ok? Non ne vale la pena, è stata una stronzata…”
“Sì, lo so…”
“Anzi, scusa… Non avrei dovuto portarti lì, so che non ti piacciono quei posti…”

È stata una serata indimenticabile, in fondo.
Per la mia sbronza, per il deficiente che ci ha insultati.
Soprattutto perché c’eravamo io e te.
E siamo stati bene insieme, anche se per poco.

“Non preoccuparti, non è stata colpa tua alla fine!” e ti sorrido.
Ricambi, e mi saluti un’ultima volta prima di tornare in camera tua.

 

 
Cara Julia DiCaprio, altro che prostituta venuta via dalla strada, altro che artista squattrinato innamorato…
Tu sei molto di più.
Tu sei la sua segretaria, la sua contadinella eroica, il suo… “angelo custode”.
Mica briciole!
E poi ti paga! Cosa vuoi di più?
Non rispondere, non azzardarti.

La mezzanotte è passata da un pezzo, la carrozza non c’è più, la scarpetta di cristallo non è mai andata persa…
Quelle stelle di prima. Ecco, ringraziale tutte per esserti state accanto, come tante Fate Smemorine.

 

 

***

 

“Ti piace come storia?”
“Sembra interessante, sì!”
“E quando devi rispondere?”
“Ho tempo fino a dopodomani…”
“Perché non accetti, scusa? Da quel che ho capito, è una trama stupenda!”

Alzi gli occhi, mi sorridi e mi tamburelli il copione sulla testa, scherzoso.

“Dici così solo perché sai che c’è di mezzo una storia d’amore! Ci caschi sempre!”

Sai che scoperta, gioia mia… Vederti in quei drammoni strappalacrime mi fa sempre piangere come un vitello…

“Non è vero!” mi affretto a dire, fingendomi offesa “Io lo dico per te! E poi per adesso hai pochi progetti, potresti anche occuparti di questo film! Fossi in te, ne approfitterei!”
“Allora, se ci tieni così tanto, dammi una mano, dài, guarda qui…”

Mi indichi una scena del copione e me la fai leggere: è breve, ci sono quelli che dovrebbero essere i protagonisti, Dylan e Marion… Gesù, ma che nomi… filmici!

"Tu devi dire Dylan, ti amo da tutta una vita, tanto per iniziare, è abbastanza facile…”

Oh, sì. Ti amo fin dal primo istante che mi hai rivolto la parola. Non da tutta una vita, ma da molto, sì…

“E io ti rispondo E perché me lo dici adesso, perché, ora che ho Amber, ora che… blablabla... fino a Sei arrivata troppo tardi!

No, è solo Deborra che è stata più svelta di me…

“A quel punto, tu mi dici Non m’importa, io volevo solo fartelo sapere, volevo che anche tu vivessi con parte di ciò che io affronto ogni giorno, ma tu devi essere felice e… blablabla di nuovo, fino alla fine. Ok? Te la senti?”

Coraggio, Skyla.

“Sì! Ci provo…”
“Ok! Allora fai un bel respiro e, quando sei pronta… attacca. Ti seguo…”

 
Che ironia, non trovi, Sky?
Ma dato che te lo chiede, non vedo perché non accontentarlo…

“Dylan, ti amo da tutta una vita” dico, cercando di risultare credibile, guardandoti. Scandisco bene le parole e trattengo il respiro.
“E perché me lo dici adesso?” ti sento rispondere, tra l’arrabbiato e il triste “Perché, ora che ho Amber, ora che l’ho sposata, ora che la amo? Marion, mi dispiace, ma stavolta la donna della mia vita è un’altra. Non rinnego né te, né l’amore che provavo per te. Ma adesso è finita. Ho voltato pagina. E tu… sei arrivata troppo tardi!”

Porca vacca, sembra che tu lo stia dicendo sul serio…

Prendo un altro bel respirone e… vado.

“Non m’importa… io volevo solo fartelo sapere, volevo che anche tu vivessi con parte di ciò che io affronto ogni giorno, ma tu devi essere felice e… non devi pensare a me. Non ti obbligo. Sei libero.
Ama Amber, e fatti amare da lei. Hai ragione, io sono il tuo passato, e so qual è il mio posto. Resterò sempre dove sono, senza lamentarmi, e ti guarderò, vorrò sempre saperti felice, nient’altro.
Volevo solo chiarire che anche io ti ho sempre amato. Anche se non ho potuto dirtelo. “

 
Bé, in un certo senso glielo hai detto.
Credo che tu possa ritenerti soddisfatta, almeno in parte, no?

 
Abbasso il foglio, la scena è finita, probabilmente la sfumeranno con una melodia sdolcinata e con un’inquadratura degli occhi di lei, pieni di lacrime.
I miei, almeno per adesso, sono asciutti.

 
“Bene!” mi dici, annuendo, un po’ meditabondo “… Mi hai convinto! Anche se la vedo un po’ banale, come scena…”
“Una su un milione, Hugh, cacchio, che noioso…” ti prendo in giro, sghignazzando ed evitando di guardarti.
“Va bene, va bene, ho capito! Domani li chiamo e firmo il contratto!”
“Ecco, bravo…” sghignazzo.
“E smetti di ridere delle mie ansie, altrimenti ti allungo un altro invito per una festa noiosa e formale!”

 
Dentro di me, sussulto per la gioia.

 
“E io lo rigiro a tua moglie! Non si ammalerà due volte di seguito!”
“Deb è naturalmente predisposta alle influenze di stagione, non ci giurerei!”
“No, non tornerò mai in quegli orribili palazzi pacchiani a conoscere gente idiota, Hugh!” concludo prima di mettermi a ridere, cosa che fai anche tu.
“Guarda, che ad alcune feste si balla, si canta, si mangia bene, ci si diverte! E a volte c’è gente che non ti guarda male per il vestito che porti!”

Si balla?
Oh, magari. Sai, come Cenerentola e il Principe, in una terrazza isolata dal resto del palazzo, nessuno che viene a disturbare…

“Solo se mi paghi gli straordinari!” replico con una smorfia, facendoti ridere.

 

Torno alle mie scartoffie, sfiancata.
Sky, in che guai ti cacci? Mamma te ne direbbe quattro, se solo lo sapesse…
Papà si chiede perché la sua unica bambina non abbia ancora trovato un fidanzato come si deve e tu tiri sempre fuori la scusa del troppo lavoro…
Li stai prendendo in giro e lo sai.
Ma soprattutto, stai prendendo in giro te stessa.
Non sarebbe l’ora di darci un taglio, dopo quasi cinque anni?

 
Basta, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è ora di farla finita.
Cambio lavoro.
Sul serio, stavolta non lo dico tanto per tirare cazzate in aria.
Mi prendo un po’ di tempo, giusto per vedere quante possibilità concrete ci sono per un altro posto, spedisco il curriculum e poi…
Basta.

Occhio non vede, cuore non duole, si dice così, no?

 

***

 

 
A casa, nel mio trilocale piccolo ma confortevole, trovo un enorme mazzo di fiori sul tavolo.
La signora Aisha, è stata lei a mettercelo, da brava portinaia premurosa (e impicciona), e mi ha detto che era arrivato da un mittente anonimo; mi ha lasciata andare con un sorriso malizioso che ho ricambiato, tanto per assecondare i filmini che si fa in testa e che riguardano tutto il condominio…

Miracolosamente, il biglietto non l’ha letto! Lo so perché è in una busta chiusa, probabilmente con la colla.
Prendo il fermacarte, la apro e riconosco subito una certa calligrafia…

Il cuore mi batte, il sorriso sorge spontaneo e gli occhi scorrono veloci tra le lettere, ansiosi, al settimo cielo, euforici, intimiditi…

 

A Sky, per la pazienza, la serietà, il grande spirito di sopravvivenza e l’amicizia!
Grazie per essere caduta dal cielo appositamente per me! (*)
Hugh

Fiori blu, il mio colore preferito. Ma non gli ho mai detto che lo era.

Lo ha capito da solo.

 

Julia DiCaprio.
Fingi di essere alla finestra del tuo monolocale, con sotto Richard Gere che ti sta correndo incontro.
E fingi di essere sul ponte del Titanic, di sera, a guardare le stelle su una panchina.

 
Che fai?

 
Scavalchi la finestra e corri dal tuo affarista?
Corri a salvare Rose prima che si butti dalla nave?

Oppure chiudi la finestra e continui a stare col naso all’insù?

 

 
Farò di meglio.

 
Metterò questi fiori in un bel vaso, mi preparerò la cena e mi guarderò un po’ di TV.
E domani lo ringrazierò, arrossendo come al solito.
E tornerò alle mie scartoffie, confondendomi di continuo perché nel frattempo starò chiacchierando con lui del più e del meno.
Ah, e mi dimenticherò di quella cazzata che ho pensato oggi, per cinque stupidi minuti.

 
Io sono il suo angelo custode, la sua segretaria.
Né moglie, né amante.
Solo colei che, più di chiunque, ne sono convinta, vuole la sua felicità.
Perché così sarò felice anch’io.
Sempre.

 

It's good to be in love.
It really does suit you
Just like everything.
I'm happy you're in love,
'Cause every colour goes where you do…

THE END

Piccole note aggiuntive e crediti vari!

Deborra, anzi, per essere precisi, la Signora Deborra- Lee Furness Jackman, è logicamente la moglie di Hugh. Si sono sposati nel 1996, hanno adottato 2 bambini e stanno benissimo insieme, nonostante lei abbia 13 anni più di lui.

(*) Per chiunque abbia curiosità di carpire i giochi di parole inglesi, sappiate che il nome SKYLA non è stato scelto a caso e che il biglietto di Hugh ne è la riprova. La ragazza viene definita un "angelo" caduto dal cielo (in inglese "an angel fallen from the SKY"), e se questa FF fosse stata scritta in inglese, avreste tutti notato la somiglianza tra il nome della protagonista ed il luogo (metaforico!) da cui proviene, essendo un "angelo", ovvero il cielo :).

Amcora una volta, i versi che appaiono alla fine del capitolo sono della canzone "It's good to be in love" dei Frou Frou; non c'è nessuno scopo di lucro, come non ce ne sono neanche per quanto riguarda il titolo della FF stessa, "You don't know me", tratto dalla canzone omonima di Jann Arden.

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