asdfgghjkl
Steven si sporse dal nascondiglio per cercare di intuire il
raggio d’azione dell’avversario. Era molto esteso, avrebbe fulminato qualsiasi
cosa si muovesse nell’intero villaggio. L’unica soluzione per cercare di uscire
vivi da quel posto era liberarsi del cecchino, doveva provarci sebbene le armi
e l’ambiente non lo favorivano sicuramente.
“Carlos, dobbiamo cercare di attirare la sua attenzione. In
questo momento avrà senza dubbio il suo mirino puntato su di noi e se dovessi
mostrargli anche solo un dito sono sicuro che me lo farebbe saltare”
“Non vorrai farmi fare da esca!”
“Non ti chiederei una cosa del genere.. se non fosse strettamente necessario!”
“Ma che diavolo.., scusa perché non mi dai il fucile e l’esca la fai tu?”
“Non hai esperienza a sufficienza per un compito così importante e pericoloso.
Avremo una sola occasione e per di più il sole sta cominciando a calare”
Intanto un proiettile sfiorò il collo di Carlos che per
rispondere al compagno si era esposto troppo allo scoperto.
“Ma sei folle!?, stai basso..”
Il cecchino osservava il luogo dietro cui era nascosti i suoi
obbiettivi e con una calma invidiabile attendeva il momento più propizio.
“Avanti.., venite fuori eh eh..”
La situazione era critica ma Carlos ebbe un’idea.
“Potrei fare esplodere una bomba fumogena e nascosti dal fumo
cambiare posizione!”
“Hai una granata del genere e lo dici solo adesso!?”
“Non me l’hai chiesto”
“Basta chiacchiere, al mio tre leva l’anello e lancia la bomba oltre i barili.
Fai in modo che il fumo copra anche il nostro nascondiglio. … Tre!”
“Vai al dunque eh? Bene, adesso!”
La granata esplose e il fumo inglobò una buona manciata di
metri. Il cecchino non era però un pivellino.
“Non crederete davvero di aggirarmi con un trucco del
genere..”
I due compagni erano però rimasti nello stesso punto di prima
e sfruttando l’istante ci incertezza del nemico, Steven impugnò celere il suo
fucile. Rod contattò l’amico prima che potesse fare fuoco.
“Steven ricorda che quello che hai in mano è un fucile
d’assalto e non un fucile di precisione.. E’ un calibro minore ed il proiettile
non seguirà mai una traiettoria stabile vista la distanza.. cerca di misurare
il tutto”
“Tsk.., non trattarmi da pivellino..”
Il bersaglio fu avvistato, il cecchino nemico stava per
cambiare posizione ma l’Americano lo anticipò premendo il grilletto.
“Bang..”
Il colpo viaggiò ad una velocità impressionante ed affrontando
e battendo la leggera brezza presente nell’aria stava per schiantarsi nel corpo
prefisso. Seguì una traiettoria a parabola calcolata da Steven e dopo qualche
istante di interminabile attesa stava per concludere la sua corsa. L’impatto
avvenne, il cecchino non fu toccato ma il suo fucile si.
Carlos non osò girarsi e con un sospiro chiese l’esito dell’offensiva.
“Gli ho distrutto il fucile. Ora possiamo braccarlo ed
interrogarlo!”
“Non l’hai ferito??”
“No ma ora è inoffensivo, un vero cecchino non ha bisogno che del suo fucile e
se i miei calcoli sono esatti non ha nessun’altra arma da fuoco con sé. Ora
muoviamoci o scapperà!”
Eagle Eye osservò il suo fucile essere fatto a pezzi e preso
da una collera improvvisa diede un forte pugno al terreno.
“Come… come.. come hanno osato!!???”
L’uomo salì ulteriormente il dirupo e senza voltarsi sperava
di raggiungere un piccolo casolare nei dintorni.
Steven ordinò al compagno di aggirare l’avversario da destra
mentre lo stesso partì frontalmente contro il cecchino.
“Se le mie analisi sono giuste, adesso è disarmato..”
“Spero tu sappia cosa stai facendo Steven..”
“E’ proprio questo il bello Rod, non ne ho idea!”
L’americano puntò la Socom verso alcuni alberi davanti a lui e
dopo aver effettuato qualche decina di metri si nascose dietro uno di essi in
posizione guardinga.
“Deve trovarsi in quel casolare in cima alla collina..”
“Sicuramente, dalle mie analisi non risultano esserci centri abitati nel raggio
di diversi kilometri.., prova ad usare l’Mp44 di precisione”
“Stavo giusto per farlo!”
L’uomo mirò con precisione e dal mirino riuscì a scorgere
qualcosa muoversi all’interno dell’abitazione.
“Lo vedo.., da una finestra al secondo piano”
“Rimani lì, potrebbe aver recuperato un altro fucile di precisione e allora tu
saresti spacciato”
“Hai detto qualcosa?”
Steven ignorò le parole dell’amico ed uscendo dal suo
nascondiglio si diresse a tutta velocità verso il luogo prefisso.
“Cosa diavolo fai!?”
“Io non sono un cecchino che ama la staticità, io le mie prede le uccido senza
attendere!”
L’agente sparò due colpi verso quella figura dietro la
finestra. Uno si andò a conficcare al muro miseramente mentre l’altro frantumò
la vetrata.
Quell’uomo era proprio Eagle Eye che preso alla sprovvista si
vide venirgli incontro numerosi frammenti di vetro.
“AAAHH!! MALEDIZIONE!!”
Improvvisamente irruppe nella stanza Carlos che vedendo il suo
nemico gemere al suolo si tranquillizzò.
“Vedo che il mio amico ha già fatto la maggior parte del
lavoro eh?”
Il poliziotto provò ad avvicinarsi con delle manette ma il
cecchino si rialzò improvvisamente in un modo completamente innaturale. I suo
viso era pallido e dalla bocca cominciò ad uscire un liquido viola.
“Ma che diavolo..?”
“Ehehe….eheheh…”
Il nemico portò avanti una mano da cui fuoriuscirono degli
aculei che sparati come proiettili colpirono al petto Carlos. Il poliziotto
prese dalla sua tasca una bomba a mano e con fatica riuscì a togliere l’anello
di sicurezza.
“Va all’inferno creatura..”
Steven, che nel frattempo si era avvicinato ulteriormente
all’abitazione, assistette all’esplosione della stessa che lo fece sbalzare a
diversi metri dietro di lui. L’americano era senza parole e portandosi un dito
all’orecchio sperava di ricevere delucidazioni da parte di Rod.
“E’ esploso il rifugio di quel cecchino, che diavolo è
successo!?”
“Forse c’entra quell’altro poliziotto.. cavolo l’avevo detto subito che non mi
piaceva quel tipo”
“Io avanzo per indagare..”
“Fai attenzione, se quel cecchino è stato sottoposto agli esperimenti del Virus
potrebbe essere ancora vivo”
“Per esperienza personale ti dico che un esplosione simile distruggerebbe anche
‘mostri’ molto più grossi..”
Steven fece qualche passo finché non scorse un liquido viola
coprire parte della prateria non colpita dalle fiamme.
“Non posso avvicinarmi ulteriormente ma ho qui qualcosa che
potrebbe rivelarsi molto interessante. Sembra un liquido viola, ne prendo un
campione”
“Molto bene!, questo potrebbe essere anche abbastanza”
“Abbastanza!? Potrebbe essere anche vernice. Io non torno se non con qualcosa
di concreto tra le mani”
“Non cercare di convincermi così, non ci credi nemmeno tu. Vuoi rimanere per
una sola ragione ed entrambi sappiamo qual è”
“… E se fosse? Devo capire il significato di quella telefonata..”
“Con quel campione potremmo scoprirlo!”
“No è troppo poco”
In lontananza intanto un elicottero sembrava si stesse
avvicinando al luogo dell’esplosione.
“Rod un elicottero! Che sia lei?”
“Non farti vedere!!”
Dal velivolo un uomo armato di RPG mirò verso la collina.
“Cazzo un RPG!!”
Una donna dai capelli rossi si tolse gli occhiali rivelando i
suoi occhi scuri. Quindi ordinò all’uomo col Bazooka di fare fuoco.
Il missile viaggiò verso il rifugio del cecchino, l’esplosione avrebbe
distrutto ogni prova ma l’impatto sarebbe stato fatale anche per Steven. L’americano
si tolse velocemente la giacca per favorire i movimenti e senza starci troppo a
pensare si gettò dal dirupo rotolando giù per la collina. Quello che seguì fu
una distruzione che polverizzò ogni indizio utile per le indagini dei due
americani.
Steve riaprì gli occhi. Era vivo e miracolosamente tutto
intero.
“Puttana..”
In seguito strappò parte della sua maglietta per fasciare un
vistoso taglio sul fianco sinistro.
“Rod.., Rod mi senti?”
“……”
“Rod! … maledizione deve essere stata l’esplosione.. ha danneggiato l’auricolare..”
La situazione cominciò a degenerare. Era diventata chiaramente
una questione personale e Steve voleva chiuderla una volta per tutte. L’uomo
tornò quindi al paesino sfruttando la desolazione per passare la notte indisturbato
e recuperare le forze.
Da qualche parte lì vicino invece, la donna dai capelli rossi
esaminava con attenzione una provetta con all’interno un inquietante liquido di
colore viola.
“Anche lui.. eppure credevo stessimo arrivando ad una
soluzione!”
“Mi dispiace signorina Bailey ma i parassiti tendono ad agire autonomamente..”
Serah si avvicinò al vecchio col camice guardandolo
intensamente negli occhi
“Ti do un’altra settimana per raggiungere gli obbiettivi
sperati. Se dovessi deludermi ancora allora dovrò rinunciare al tuo aiuto”
Nella camera irruppe poi un alto uomo vestito di nero che si
rivolse anch’egli al dottore.
“Il tempo stringe Garreth.. farai bene a metterti d’impegno.
Quanto a te Serah, abbiamo perso Eagle Eye per uno stupido poliziotto locale?”
“… non credo. Deve per forza esserci qualcun altro immischiato nella faccenda,
anche se ho motivo di credere che l’esplosione abbia distrutto tutte le prove
rilevanti”
“Non importa!!, è compito tuo e di Niel. Non voglio più perdere uomini.
Chiunque segua i nostri esperimenti deve morire, non mi importa come e dove!!”
La donna abbassò lo sguardo nascondendo un velo d’irritazione.
Poi annuì.
“Certo”
L’uomo uscì e il dottore si rimise al lavoro. Serah si diresse
poi verso un computer in collegamento con la stanza affianco e cominciò a
scrivere qualcosa.
“Nessun risultato. Eppure deve pur essere possibile..”
Dall’altra parte vi era Niel che rispose al messaggio.
“Non preoccuparti, me ne occuperò io. Che mi dici di Eagle
Eye? Chi l’ha seccato?”
“Sono sicura che sia lui. Va tutto secondo i miei piani. Se noi non riusciremo
ad arrivare alla soluzione.. la soluzione arriverà a noi!”
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Salve
cari lettori! Scusate il lungo periodo di stallo ma in questo periodo ho
preferito dedicarmi ad altre opere. Cercherò di
postare i capitoli ad un ritmo più regolare =). Se avete domande inerenti la
trama chiedete pure nelle recensioni, vi risponderò immediatamente ^^.
Alla prossima!
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