La Scacchiera Nera: La Tristezza dell'Ingannatore

di hinayuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stati Uniti ***
Capitolo 2: *** Parte Uno. Danimarca ***
Capitolo 3: *** Parte Uno. Francia ***
Capitolo 4: *** Parte Uno. Giappone ***
Capitolo 5: *** Parte Uno. Italia ***
Capitolo 6: *** Parte due. Prima mossa fuori dalla scacchiera: La Profezia ***



Capitolo 1
*** Stati Uniti ***


yu yu

Fan Fiction: La Scacchiera Nera.

 

La Tristezza dell’ingannatore.

 

Prima Parte. Memorie ed Ombre: Il nuovo richiamo della Scacchiera.

 

Stati Uniti.

Dicembre 2010

 

Se ne stava seduto sul solito muretto a fissare il cielo.

Gli capitava spesso di farlo.

Da due anni si soffermava spesso a guardare ciò che lo circondava.

Era cambiato. Era diverso. E finalmente dimostrava la maturità dei suoi diciannove anni.

Gli occhi passarono dalla volta celeste fino agli alberi che si trovavano nel parco dove si era fermato. Era lontano dal centro della città. Un posto tranquillo, distante sommariamente anche da casa. Non erano cambiati troppo i rapporti con i suoi. Sua madre gli era diventata meno insopportabile con tutte le sue paranoie e il suo compagno gli era diventato indifferente.

Oppure era lui ad essersi abituato ad avercelo attorno e a non calcolarlo più di tanto.

 

Scrollò debolmente le spalle, Ryan, mentre balzava giù e si rimetteva a camminare. La bici sotto braccio per non rischiare di investire qualche passante come lui. Lo sguardo vacuo e perso, come quasi sempre gli capitava quando ripensava a quel esperienza che l’aveva mutato tanto profondamente. Certo, non aveva perso il suo sarcasmo e quella punta di cinismo e diffidenza che l’avevano sempre caratterizzato, ma almeno adesso era riuscito ad aprire gli occhi.

Gli capitava spesso di ricordare le esperienze passate all’interno della Scacchiera che suo nonno gli aveva affidato, ed allora ripensava anche a loro: Morten e Camilla. O meglio Milla, come gli aveva imposto lei di chiamarlo. Erano così lontani. Eppure lui li sentiva così vicini. Ne sentiva incredibilmente la mancanza. E adesso non perché immerso nelle memorie della sua Pedina, ma perché quello che si era stretto tra loro era un legame inspiegabile ed indissolubile.

Un senso di nostalgia lo sommerse in poco tempo e saltò sulla bici, cominciando a percorrere la strada veloce come un razzo.

 

Giunto alla sua abitazione, un piccolo bilocale non troppo distante da casa dei suoi, si diresse velocemente al Pc per controllare le E-mails.

 

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Jenny.

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Facebook.

 

E dopo queste, che cancellò senza pensarci su, cominciava la lista di quelle ricevute in precedenza.

Ebbene sì, aveva cancellato anche l’E-mail ricevuta da quella che fino a qualche tempo prima, non pensando che fosse fidanzata o altro, definiva la sua Jenny.

Ora la vedeva come una normale ragazzina con molto meno coraggio di altre che aveva conosciuto. Ora era solo un “dolce ricordo dell’adolescenza”, come l’aveva definita Milla quando gliene aveva parlato. Ed aveva ragione. Come sempre. Quella ragazzetta arrogante.

 

Mort.

Milla.

Milla.

Milla.

Mort.

 

E poi il nome di quella ragazzina arrogante, petulante ed insopportabile si ripeteva ininterrottamente per diverse pagine della sua casella di posta elettronica. Un vago sorriso gli si dipinse in volto.

L’ultima E-Mail ricevuta da Mort conteneva poche e semplici parole che lo avevano inquietato non poco. Guidò quindi la freccetta del mouse ad aprire la casellina che aveva la forma di una busta aperta e questa liberò il suo contenuto.

 

Ci vedremo presto.

Ho un brutto presentimento.

 

Mort

 

La prima volta che aveva letto quelle sei parole era rabbrividito.

Quel “Ci vedremo presto” era forse più inquietante del fatto che il suo amico avesse un brutto presentimento.

Sospirò stancamente ed uscì, illuminandosi quando vide in cima alla fila un nuovo messaggio di Milla. Si affrettò ad aprirlo. Sapeva già come sarebbe iniziato. Con una delle solite frasi della ragazzina. “Buon giorno, Guerriero”. Quando era di buon umore. Oppure “Ciao, Eroe dei Miei stivali”. Giornata pessima. Solitamente quando le mail cominciavano così, attendeva un paio di giorni per risponderle. Alcune volte, per occasioni particolarmente tristi o difficili l’aveva addirittura chiamata a casa subito.

Ma l’incipit questa volta fu differente.

 

Ryan, ti prego, vieni qui immediatamente:

Ho bisogno di te!

 

Camilla.

 

Si irrigidì dopo aver letto e cominciò a mordersi nervosamente il labbro inferiore.

Quella che aveva scritto quel messaggio non era la Sua Milla.

Lasciando da parte il possessivo che lui aveva formulato pensando alla ragazza e che era diventato un obbligo da qualche tempo...

Lei non si firmava mai con il suo nome intero.

Lei non chiedeva mai aiuto.

Per come l’aveva conosciuta l’aveva sempre esortato a darle fiducia e non perdeva occasione di prenderlo in giro per le sue azioni avventate.

Senza pensarci due volte afferrò la cornetta del telefono e compose quel numero che oramai sapeva a memoria.

Magari era stato uno scherzo.

No. Lei non faceva quegli scherzi e poi... Milla non mentiva mai.

Non lo aveva fatto quando erano nemici.

Non l’avrebbe fatto nemmeno ora.

Il telefono suonò a vuoto per qualche istante, prima che una voce di donna rispondesse.

 

Una veloce occhiata andò alla scacchiera sopra al tavolino del salotto, accanto a lui.

Un brivido freddo gli corse lungo la schiena.

Maledetti i suoi brutti presentimenti!

 

 

 

 

 

 

Angolino autrice: Non me ne voglia chi sta seguendo le altre mie fanfic, ma questa sentivo il bisogno di pubblicarla *_* Ho appena finito di leggere il libro dal quale ho tratto ispirazione per questa FF, quindi dovevo subito scrivere qualcosa *_* Ho cercato di mantenere la caratterizzazione dei Pg, ma credo che cambieranno un po' durante il racconto... matureranno, ecco U.U E ovviamente ho aggiunto di mio.

Disclaimer: I personaggi citati nel racconto, ad eccezione fatta per quelli da me inventati, appartengono a Miki Monticelli, l'autrice di questo libro carinissimo. Sto scrivendo questo raccoto per puro piacere e non a scopo di lucro.

Detto ciò ringrazio chi ci darà un'occhiata e magari recensitrà.

Kizzez

Kya

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Capitolo 2
*** Parte Uno. Danimarca ***


Fan fiction

Danimarca.

Dicembre 2010

 

Tornò dal lavoro e gettò con una precisione matematica la borsa sul divano del suo appartamento. Era grande e spazioso. Sarebbe stato anche discretamente luminoso, se non fosse stato per il fatto che era pieno inverno ed il cielo era plumbeo, coperto da un mare di nubi grigiastre.

Si piazzò sul divano portando una mano tra i capelli biondi, lasciati lunghi fino alle spalle, a ravvivarli, mentre con l’altra andava a recuperare il portatile che si appoggiò sulle gambe.

In automatica, quando il notebook fu in grado di accedere alla rete, andò sulla casella di posta elettronica.

Ormai era naturale per lui controllarla.

Un’E-mail di Ryan, accompagnata da una faccina che doveva rappresentarlo, lampeggiava allegra sulla schermata, nonostante il messaggio che riportasse non fosse troppo lieto.

 

Mort, credo che il tuo brutto presentimento sia fondato.

Ne ho uno anche io, ma spero non sia nulla di grave.

Domani parto e raggiungo Milla in Italia.

Mi ha rovinato la sorpresa, quella maledetta!

Mi ha chiesto di andare subito lì. Non so cosa le sia successo.

Sono preoccupato per lei... non vorrei si fosse cacciata nei guai.

Ci sentiamo quando arrivo lì e mi spieghi meglio di che si tratta.

Prima voglio vedere come sta lei.

 

Sasha.

 

Morten rimase impassibile nel leggere la lettera elettronica del suo amico e cercò in poco tempo tutte le incongruenze caratteriali che potevano esserci per capire lo stato d’animo del Guerriero.

Gli aveva dato ragione, strano, ma vero...

Se la prendeva con Milla per chissà quale motivo.

E parlava tanto, come al suo solito, quando chiacchieravano via E-mail.

Era preoccupato per la loro amica. Tipico.

Eppure, sentiva quella preoccupazione che traspariva dalle sue parole, farsi incredibilmente pesante e concreta. La sua brutta sensazione si faceva via via più intensa.

Se tutti e tre avevano un brutto presentimento, c’era davvero qualcosa che non andava.

Si immaginava tranquillamente come avrebbe risposto il Ladro alle parole “Non vorrei si fosse cacciata nei guai” ed un lieve sorriso incurvò le lue labbra qualche istante per lasciare poi posto alla solita espressione neutrale.

Un messaggio di Camilla era subito sotto quello di Ryan, tra quelli già letti e recava la data del giorno prima.

Lo aprì nuovamente.

 

Aiuto!

Sta succedendo qualcosa di strano.

 

Camilla.

 

Quel modo di firmarsi lo aveva messo sul chi vive.

Uscì immediatamente dalla casella e si mise alla ricerca di qualcosa che sapeva solamente lui.

Un sorriso soddisfatto sul suo volto, dopo qualche istante che trafficava con la tastiera ed il touch mouse, mentre posava il portatile e si alzava dal divano dirigendosi nella sua camera.

Lo sguardo cadde sulla scacchiera. Tre pedine girate, ma non la sua e quella degli altri due. Strano, ma non troppo. La Scacchiera era come una bambina capricciosa. Lo sapevano bene, loro.

 

 

 

 

 

 

 

Angolino autrice: Ma buon giorno!!! Me distrutta, scusatemi... -_-" l'Uni e le ripetizioni sono distruttive xD

Vabbeh, posto questo... Volevo anticipare che intanto posterò i primi cinque capitoli, ovvero il prologo, cercando di aggiornare un giorno sì e uno no, e nel mentre vedrò di lavorare anche ai capitoli ;) Ma non posso promettere nulla... putroppo tra un po' inizia il periodo studio pre esami ç_ç Sumimasen!!! >x<"

 

Alyrav: Grazie per i complimenti ^^ Ma sono convinta di poter migliorare ancora >o<

Purtroppo per la spiegazione al tuo dubbio dovrai aspettare un paio di capitoli ;)

Spero che continuerai a seguirmi^^ Kizzez

 

 

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Capitolo 3
*** Parte Uno. Francia ***


Fan fiction

Francia.

Dicembre 2010

 

Il ragazzetto fissò il tavoliere di ebano alto tre dita con vaga curiosità.
Gli occhi bicromi scivolarono ad ispezionarne ogni particolare mentre la mano destra andava a cercare di spostare una delle pedine che si era rigirata quando in sbaglio l’aveva urtata durante le pulizie. Si trovava in un negozietto di robivecchi.
Lavorava lì da un po’ per far su qualche soldo. La sua famiglia non navigava esattamente nell’oro e lui a scuola non era certo quello che si poteva definire una cima.
Se la cavava, ma nulla di più.
Sopravviveva.
In tutti i sensi.
La pedina aveva la forma di un Cavaliere che montava una strana creatura a metà tra un dragone ed un cavallo munito di ali d’airone.
Le sue sopraciglia chiare si aggrottarono appena, lasciando spazio ad uno sgomento leggibile in modo chiaro nel suo volto ancora acerbo e dai lineamenti infantili.
Sentì un secondo “stok” e dall’altra parte della scacchiera emersero un uomo barbuto con una tunica assieme ad un tipo che ricordava vagamente una serpe con il busto ed il volti umani ed un uomo che reggeva un bastone. In cima a questo si trovava una sfera di un colore opalescente, dagli strani riflessi violacei.
La mano esitò sopra il cavaliere e si andò a posare su quel ultimo, che sembrava un mago. O per lo meno ricordava vagamente la descrizione dei maghi dei libri Fantasy. Appariva come se stesse ghignando beffardo, benché il volto fosse coperto da un grosso cappuccio che gli ricadeva pesantemente davanti agli occhi.
La veste che indossava sembrava svolazzare ad un vento immaginario ed era finemente intarsiata e decorata.
Tirò leggermente per cercare di staccarla dalla superficie di differenti tipi di legno e pietre dure del tavoliere, ma non ebbe il tempo di farlo, perché una luce bianca ed accecante lo avvolse, morbida.

Stava iniziando una nuova partita.

 

Otto Venerabili in Alto Seduti,
 Otto i Signori dei sigilli Perduti.
 Tre soccombono al nero Segno;
 Otto i Re che son senza Regno,
 Otto gli Spiriti senza sostegno,
 Cinque Dolenti Anime in Pegno.
 Otto Siri su Troni di Pietra,
 Otto Siri, Uno solo ha la Chiave...

 

Questo ciò che si poteva leggere sugli otto lati della Scacchiera e questa volto Essa non avrebbe ammesso un pareggio.
Chiedeva la fine di tutto, perché gli otto spiriti stavano per essere invocati al completo.

“Uno solo ha la chiave...”

 

 

Angolino autrice: Konnichiwa!! O genki desuka? Ok... tralasciando i vaneggiamenti di un'univarsitaria matta da legare... Ecco a voi il terzo capitoletto del prologo ;) Ho voluto attenermi alla costruzione data dalla Monticelli. Come avrete notato però Ryan è stato il primo a comparire... questo perché... il/la (non faccio ancora spoiler XD) protagonista sarà un altro/a! Ora vi starete chiedendo perché è sbucata fuori la Francia, vero? La risposta è semplice ;) Così semplice che non ve la dico! U.U

 

Aly: Ecco la risposta al tuo quesito ;) Una nuova patrtita ha inizio ^^

 

 

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Capitolo 4
*** Parte Uno. Giappone ***


Fan fiction

Giappone

Dicembre 2010

 

Se avesse potuto avrebbe giurato che non aveva mai visto la stazione di Ikebukuro tanto tranquilla.

Gli occhi a mandorla, di quel particolare colore miele scivolarono sulle poche persone presenti con noncuranze, mentre uno sbuffo andava alla frangia che gli cadeva fastidiosamente davanti agli occhi, ma a lui piaceva così. Stava girovagando a casaccio da ormai un paio d’ore.

Aveva marinato la scuola.

Ordinaria amministrazione.

Tanto non ci sarebbe stato nessuno a sgridarlo.

Nessuno a dirgli che così non andava.

Scrollò le spalle come a scacciare quegli stupidi pensieri e continuò a gironzolare per i fatti propri.

Scomparve quindi per una stradina poco frequentata, conscio del fatto che lo stessero seguendo. Erano almeno in tre.

E di sicuro non avevano buone intenzioni.

Avrebbe scommesso anche quello che non si poteva permettere sull’identità dei suoi goffi pedinatori e giunto alla fine del vicolo cieco, per appurare la veridicità delle sue supposizioni, fece un mezzo giro su se stesso, portando le iridi mielate ad osservarli uno ad uno.

Aveva ragione.

Erano in tre. I soliti tre. Quei tre che per chissà quale motivo ce l’avevano a morte con lui.

Sospirò mestamente, seccato e gli lanciò un’occhiata in tralice.

Le mani andarono a scontrarsi tra di loro, lasciando che le dita schioccassero in una serie di scricchiolii sinistri, prima che uno dei tre, il più grosso, lo aggredisse, saltandogli letteralmente addosso. Lo scansò con facilità, piazzandogli un sinistro ben assestato allo stomaco... e da lì fu rissa. Uno scontro che lo vide vincitore, seppur malconcio.

Lui vincitore e loro sconfitti e fuggitivi, con più do un osso rotto.

Dalla tasca dei pantaloni jeans, scoloriti e larghi, estrasse il cellulare, uscito incredibilmente illeso dalla colluttazione ed in meno di un minuto compose ed inviò un sms.

Si appoggiò al muro alle sue spalle, in attesa.

Dopo una ventina di minuti una ragazzetta minuta dai capelli neri striati da mesches rosse comparve all’ingresso del vicolo, correndogli incontro.

Un gioco di sguardi tra i due prima che lei si chinasse ad asciugare, in silenzio, il sangue che colava dalle labbra del giovane con un fazzolettino di carta, per poi apporre un leggero bacio su quel punto.

Ancora sguardi tra loro.

Occhiate che la raccontavano lunga sul loro rapporto.

Le braccia del giovane andarono lentamente e fiaccamente ad avvolgerle la vita, tremanti per lo sforzo fatto fino a poco prima e si accoccolò contro il corpo della compagna di sempre.

 

Accanto a loro una scacchiera d’ebano sbucava da sotto una serie di scatoloni e contenitori, come se fosse un oggetto di poco valore da gettare. Alcune pedine poste sopra. Cinque, per l’esattezza.

Per curiosità forse, le loro mani andarono automaticamente a posarsi su due di esse, ai lati opposti della scacchiera ottagonale.

Una luce abbacinante li avvolse e poi più nulla nel vicolo.

Scese di nuovo la semioscurità del primo pomeriggio.

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Chiedo perdono per il ritardo nell'aggiornamento, ma ho avuto un piccolo problema con l'Hardisk esterno e quindi niente storia per un po' TwT

Fortunatamente la battaglia l'ho vinta io e quindi eccovi il quarto capitolo ;]

 

AlyRav: Non posso fare altro che ringraziarti di nuovo per i complimenti ^^ Accie ^^ Detto questo, come hai potuto notare ho aggiunto altri tre personaggi. Ora la domanda è: che parte giocheranno nella partita? ^^ Spero che continuerai a leggere :)

 

Al prossimo aggiornamento!!! Yoroshiku onegai shimasu :)

Sayonara

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Capitolo 5
*** Parte Uno. Italia ***


Fan fiction

Italia.

 

Mi alzai a sedere urlando, dopo l’ennesimo incubo.

Era sempre lo stesso che si ripeteva in continuazione.

Una figura incappucciata con un mantello nero senza ombre, che uccideva un uomo vestito di rosso.

Non riuscivo a vedere il volto della vittima, ma sapevo già che fossero i due contendenti.

O per lo meno potevo ipotizzarlo.

E la cosa mi faceva rabbrividire ogni volta.

Trassi le ginocchia al petto, nascondendo il volto contro di esse e cominciai a singhiozzare sommessamente, mentre le lacrime mi rigavano il volto senza che glielo potessi impedire.

-Io non posso ucciderlo...- Un mugugnio risentito si fece spazio tra le mie labbra, uscendo a fatica da esse, mentre le spalle mi rimbalzavano a tempo con singhiozzi.

Era da molto che non mi capitava di piangere. Non così almeno.

 

Il suono del telefono, seguito dalla voce di mia madre mi fece sussultare e mi misi in ascolto, lanciando un’occhiata veloce all’orologio sopra la scrivania. Le due di notte. C’era solo una persona che si sarebbe sognata di chiamare a casa a quel ora. E sapevo perfettamente chi fosse questo idiota dal tempismo assolutamente perfetto. Pareva quasi sapere che ero sveglia.

-Milla, credo sia per te! Dev’essere quel ragazzo americano...- Il capo di mia madre entrò timidamente nella mia stanza (lei non sa l’inglese, quindi non riesce mai a capire di chi si tratti, ogni volta che quel idiota mi chiama a casa), mentre la sua voce mi raggiungeva flebilmente. Il suo volto assunse un’espressione stupita quando mi vide già seduta con il braccio proteso per prendere il cordless ed un’espressione neutrale in volto, a nascondere la tristezza.

-Ho avuto un brutto sogno.- Dissi semplicemente in spiegazione del mio stato mentre le dita magre della mia mano afferravano il ricevitore. Quando lo portai all’orecchio l’inconfondibile e familiare voce di Ryan mi giunse con quel accento americano particolare.

Avevo imparato bene l’inglese solo per poter comunicare più agevolmente con lui e l’Arciere.

-Le brave bambine a quest’ora dormono e sognano il principe azzurro, mocciosa.- Sarcastico. La prima frecciatina della serata era partita. Un leggero sorriso incurvò le mie labbra mentre mi accoccolavo nuovamente al cuscino, stesa supina.

-Ma io ho già un Arciere Azzurro e argentato, perfino... cosa potrei volere di più?- Sogghignai ironica cominciando poi a ridacchiare sommessamente. La mano che non reggeva il telefono andò a fermarsi a mezz’aria, davanti al mio volto. L’osservai vagamente preoccupata, evidentemente. Non poteva non essere così, in effetti. Ero preoccupatissima. Era nera. La fissai come se stessi guardando il nulla, in attesa di una risposta del mio amico.

-Boh, che ne so? Un guerriero rosso?- Ribatté il ragazzo dall’altra parte del telefono, facendomi ridere di nuovo, sommessamente. Emisi poi un mugolio pensieroso, per non dare alcun responso lla fine, lasciandolo sulle spine. Mi limitai quindi a cambiare discorso.

-Guerriero Rosso dei miei stivali, hai pensato a che ore erano qui, prima di chiamarmi?- Gli domandai simulando un tono irritato. Il mio quesito dovette lasciarlo sorpreso, visto che non rispose subito e sentii una specie di rantolo che stava ad indicare che l’avevo preso in contropiede e che no, non ci aveva pensato. Al massimo sapeva che qui doveva essere sera.

-Ragazzina petulante, ti ho chiamato non appena ho letto la tua E-mail...- Mi spiegò con il tono da scorbutico irritato di sempre e la cosa mi fece sorridere. Un sorriso che ormai, anche se lui non poteva saperlo, era dedicato esclusivamente al Mio Eroe.

Nemmeno del possessivo che metto spontaneamente davanti alla sua carica verrà mai a conoscenza.

Non ci sarebbe gusto, altrimenti. -Cos’è successo?- Mi chiese alla fine con un tono preoccupato che sapevo dedicasse solo a me. In fondo da due anni ero la sua principale fonte di preoccupazione.

Dovevo pur giocarmi bene il mio ruolo, no?

Mi incupii appena ripensando al mio incubo precedente e mormorai un sommesso.

-Vieni qui quando puoi... ho un brutto presentimento.- Ripetei semplicemente.

Alla fine non era nulla di più di quello che avevo detto nell’E-mail che gli avevo mandato. Probabilmente la cosa dovette irritarlo particolarmente, perché gli sentii emettere una specie di grugnito che aveva l’abitudine di fare ogni volta gli dicessi qualcosa che non gli andava a genio.

Non vi furono risposte. La linea cadde poco dopo.

I miei occhi scivolarono alla scacchiera. Alcune pedine erano già girateIn fondo ero una delle sue poche fonti di preoccupazione.

 conoscenzaclusivamente al Mio guerriero.

lo che stava ad indicare che. Cinque. Ma non le nostre.

 

La mattina dopo mi alzai con un mal di testa sconsigliabile a chiunque. Anche a Ryan.

Lui poi è già irritante di suo. Quando sta male è veramente insopportabile.

Sospirai e mentalmente mi preparai a trascorrere una giornata assurda tra scuola e compiti.

Ma soprattutto, dovevo trovare una scusa per le condizioni della mia mano: non volevo che i miei lo sapessero. Già troppe preoccupazioni.

Ringraziai l’inverno ed il freddo gelido di quella mattina, che mi permise di avere la buona scusa di indossare i guanti sopra la fasciatura di emergenza che mi ero fatta alla mano.

Sospirai di nuovo e mi preparai ad un’altra giornata da incubo.

Sperai solo che in classe non facessero troppe domande.

E che Micaela non decidesse che era oggi il giorno buono per fare la famosa giornata di shopping e rimorchio che progettava ormai da diverse settimane. Ed alla quale io ero sempre riuscita a sfuggire. In primis, non amavo fare shopping... e poi... non mi interessava rimorchiare.

 

Come da previsione le mie mani... e io in generale, passammo inosservate.

Micaela mi agguanto da parte come sempre e cominciò a parlarmi come se fosse un fiume in piena. Non riuscivo a capire perché, ma nella mia classe, tutti avevano una specie di timore reverenziale per me. Tutti tranne Mica e il bullo di turno, che invece mi aveva presa in simpatia.

Inizialmente la cosa era stata pure divertente. Cercava di averla vinta con me. Si vedeva che non mi conosceva, ma alla fine sono riuscita a rimetterlo al suo posto.

Così ha cominciato a girarmi attorno. Più per la mia migliore amica che per me in generale, ma questo l’abbiamo scoperto solo in seguito. E da qui il terrore generale dei miei compagni di classe che quando vicino a me c’era lui, se ne stavano alla larga. Stefano però non è una ragazzo tanto malvagio e da quando si è messo con Micaela par essersi anche rimesso in carreggiata con noi. La mia amica lo ha in pugno.

 

Per mia grande sfortuna non sono riuscita a scampare la giornata tra amiche e così mi sono ritrovata in un centro commerciale davanti alla mia amica che frugava ad destra e a manca per trovarmi “dei vestiti decenti”.

-Mica... di abiti decenti ne ho a ca...- Ma non feci a tempo a concludere la mia protesta che mi piazzo una gonna tra le mani. Di quelle alla liceale, tutte pieghettate, rossa a scacchi neri. Tutto sommato con le mie All Star non sarebbe stata male. Mi lanciò anche una maglietta con un teschio che mi ricordava terribilmente quelli presenti sulla mia scacchiera. Quella che mi aveva portata nel mondo del Tavoliere solo due anni e mezzo prima.

-Lo so che ne ha a casa, ma... con questo riuscirai sicuramente a fare colpo su qualche ragazzo!- Mi assicurò facendomi l’occhiolino. E a me non interessava fare colpo su qualche ragazzo, ma semplicemente che il ragazzo che mi piaceva si accorgesse di me. Dei sorrisi che dedicavo solo a lui. Sbuffai e corsi a cambiarmi sotto incitazione della mia amica.

 

Detto fatto. Nemmeno il tempo di obbiettare che ci siamo ritrovate alla cassa a pagare i vestiti che Mica aveva scelto per me e che probabilmente mi avrebbe fatto indossare a forza da lì a cinque minuti. Quando mi opposi però si arrese, lasciandomi tirare un sospiro di sollievo.

Sosta obbligatoria quella al nostro bar di fiducia, lì, al centro commerciale e quattro chiacchiere tra amiche. Chiacchiere che solitamente evito come la peste.

-Quel ragazzo americano lo senti ancora?- Se n’è uscita tranquillamente la ragazza seduta davanti a me, facendomi quasi soffocare con il mio milkshake. Ho sgranato gli occhi per poi sbattere un paio di volte le ciglia, incredula che si ricordasse ancora di lui. Glielo avevo accennato solo una volta. Annuii però, poco convinta, tornando al mio bicchiere, come se fosse la cosa più interessante lì. Ed effettivamente lo era. Sapete quante cose ci si possono leggere in un Milkshake? Secondo me la vecchia Caranna avrebbe perfino potuto leggerci il futuro, come sui residui del Tea.

 

A salvarmi... o forse a rovinarmi la faccia di bronzo che avevo assunto... il mio cellulare decise di suonare giusto in quel momento lasciando libertà di espressione alla voce metallica e leggermente graffiante della registrazione di “I don’t want to miss a thing”... la mia suoneria. Che Steve Tyler mi perdoni. Lentamente ho sospirato andando a recuperare l’aggeggio malefico dalle tasche dei pantaloni.

Un nokia 3310.

Il mio... Nokia 3310.

La scritta “Mamma” lampeggiava ad intermittenza sul display e mi sono affrettata a rispondere con tono preoccupato. Non mi pareva che mi avesse dato un coprifuoco, quella mattina, ne che avessimo impegni per la sera.

-Mamma?- Ho chiesto facendo cenno a Micaela di tacere con un gesto della mano. Mi ero accorta solo in quel momento che stava andando avanti a parlare da sola da almeno cinque minuti buoni.

-Milla... mi serve che torni subito a casa... ci sono due strani individui che chiedono di te...- Mi ha spiegato mia madre con voce vagamente tremolante. Preoccupata. Subito mi sono alzata dalla sedia osservando Mica in volto e lei mi ha fatto segno di andarmene pure via, rivolgendomi un sorriso appena abbozzato. Io ho annuito e sono scappata via come rincorsa da un branco di animali feroci e affamati. Chi potevano essere gli strani individui che chiedevano di me?

 

 

 

 

Angolino autrice: E visto che a Natale siamo tutti più buoni... io ho deciso di regalarvi l'ultimo capitoletto dell'introduzione *///*

Dal prossimo capitolo entreremo finalmente nella storia al 100%, promesso ^_*

Spero che queste poche paginette vi incuriosiranno, altrimenti posso darmi per spacciata e mi rifiuto di continuare il racconto ç-ç

 

Alyrav: Ciauuuuuu *-* Sono contenta che l'idea di introdurre nuovi Pg ti sia piaciuta! ^^ Ovviamente giocheranno tutti dei ruoli importanti per la storia... il gioco sarà scoprire quali ;)

Ti ringrazio ancora per i complimenti >/////< Chu X3

 

Skannerizzata: L'importante è averla scoperta ;) Anche io adoro il Giappone *ç* Infatti non sono riuscita ad aggiornare in tempo record, perché sono presa con lo studio all'uni... ho gli esami di Giappo a Gennaio ç-ç

Spero continuerai a seguirmi ^_* Chu X3

 

Un bacione anche a chi solo legge e Bone Feste! Chu <3

 

Hina-chan

 

 

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Capitolo 6
*** Parte due. Prima mossa fuori dalla scacchiera: La Profezia ***


Parte due


Prima mossa fuori dalla scacchiera:
La Profezia.




Avevo già due nomi che mi ronzavano in testa.
I più ovvi, niente da dire.
Ma mia madre non si sarebbe mai sognata di definire Mort e Ryan strani, per quanto potessero realmente esserlo.
Mort bello come un attore Hollywoodiano e Ryan rozzo come uno scaricatore di porto.
Già, decisamente una strana accoppiata da vedere assieme.

Ci misi poco ad arrivare a casa, con il cuore che martellava nel petto un po' per una sorta di emozione.
Rivedere quei due assieme sarebbe stato uno dei regali più belli.
Un po' per paura.
E se non fossero stati realmente loro?
A quel pensiero sentii una stretta al petto, come se un gelo senza nome, e che nonostante tutto conoscevo bene, mi avesse avvolto.

Entrai di corsa nel condominio dove vivevamo, facendo gli scalini a due a due per salire fino al secondo piano, dove si trovava il nostro appartamento. Di nuovo quel gelo cui non sapevo ancora

attribuire un appellativo. Si faceva sempre più forte mano a mano che mi avvicinavo a casa. Adesso sì, avevo paura. Troppa.
Perché?
Perché mi ero resa conto che no... a casa mia, ad attendermi non c'erano Ryan e Mort, ma qualcun altro. E quel qualcuno decisamente non apparteneva a questo mondo.

Fu uno scatto e la porta si aprì senza che nemmeno afferrassi la maniglia per divelgerla. E quel maledetto gelo si fece più consistente.
Più persistente.
Tanto che lo sentii entrarmi nelle ossa.
Un paio di passi mi portarono ad attraversare la breve anticamera e poi mi trovai innanzi al salotto.
Dentro il salotto, senza quasi nemmeno accorgermi di aver attraversato il corridoietto che portava lì.
Il cuore smise per un istante di galopparmi nel petto quando mi trovai davanti alla scena che si stava svolgendo nella sala.
C'erano due uomini incappucciati, vestiti completamente di nero.
Un mantello così nero che sembrava nutrirsi della stessa luce emanata dalle finestre aperte e dalle lampadine accese. Un mantello che non ne trasmetteva riflessi e tanto meno presentava le

ombreggiature che avrebbe dovuto mostrare. C'era una litania nell'aria.
Una cantilena che non pareva essere intenzionata a cessare.
Almeno fino a quando io non fui all'interno del salotto.

Avevo paura. Una paura insana tanto da rasentare la follia.
Spalancai da bocca per gridare: volevo chiedere aiuto. Ma la voce mi morì in gola, come se non avessi più fiato per pronunciare una sillaba che fosse una.
Come se mi si fosse gelata in gola qualunque scintilla di voce.
Sentii un rantolo soffocato uscirmi dalle labbra spalancate ed io rimasi lì, impietrita ad osservare quei due individui ai due lati corti del tavolino ovale che si trovava tra i divani e le poltrone.
Mia madre era stesa su uno dei soffà, pallida in volto, tanto da fare paura.
Tanto da rasentare la morte.
E di nuovo cercai di gridare per chiamarla. Ma niente.
Mi sentii impotente, lì, pietrificata ad osservare quei due esseri. E poi lo sguardo mi cadde su qualcosa che era appoggiato sopra il tavolino.
La mia scacchiera ottagonale.
Il tavoliere.
Quello che per tanti versi consideravo come il mio secondo mondo di appartenenza.
La mia seconda casa.
Tante erano le pedine che si mostravano su questo.
Cinque delle otto che dovrebbero affrontarsi in questo assurdo gioco.
Ma noi: Il Cavaliere rosso, il Ladro nero e l'Arciere... le nostre pedine erano ancora celate all'interno della Scacchiera Nera. Noi eravamo ancora nel nostro mondo.
E in quel frangente realizzai che ci saremmo stati ancora per poco.
Una nuova partita stava iniziando. E a quanto pareva, mancavano i tre ospiti d'onore.

Solo in quel momento mi accorsi che una delle due figure ricoperte dal mantello si stava voltando verso di me ed io trattenni il respiro per qualche istante, mentre le mani cominciavano a farmi male.

Capii anche perché avevano cominciato a diventare nere. Non avevo più avvicinato la Scacchiera da che avevamo finito la precedente partita, nonostante più volte questa mi avesse richiamato a sé.

Stavo andando contro le regole, evidentemente, e questo non doveva andarle a genio. In fondo sapevamo che il tavoliere era dotato di vita propria.
L'avevamo imparato a nostre spese.

-Milla...- Un sibilio basso e roco mi giunse alle orecchie.
Innaturle.
Inquietante.
Noto.
Noto perché per quelle che erano sembrate settimane, era stato patte di me, mentre giocavo la mia partita nella Scacchiera.
Il Ladro Nero.

Anche l'altra figura si mise ad osservarmi.
Non ne potevo vedere gli occhi, ma ero sicura mi stesse guardando.
Tentai di indietreggiare di un passo, ma nulla.
Le gambe non parevano intenzionate a muoversi né avanti, né indietro.
Mi accorsi solo allora che l'altro mantello era di un colore differente da quello del Ladro.
Del mio alterego.
Era di un blu scuro, del colore della notte.
Eppure anche quello sembrava perdersi nell'ombra che lui stesso produceva sul pavimento.
Tanto che sembrava nascere dalla stessa.

-Chi siete?- Finalmente una frase.
Che non fosse troppo innovatica me ne resi benissimo conto da sola. Ma che potevo chiedergli?
"Volete the e pasticcini mentre mi spiegate cosa succede?"
Oppure...
"Prego, accomodatevi. Fatemi fuori e non ne parliamo più."
Beh, almeno sarei stata fuori dagli schemi, se non fuori di testa. Ma non mi pareva proprio il caso di fare apprezzamenti del genere.

-E' iniziata una nuova partita-
Esordì il tipo vestito in blu, mentre il Ladro prendeva nuovamente a cantilenare, portando entrambe le mani sopra la scacchiera, ad un buon mezzo metro di distanza da questa.
Certo che pure questo non brillava per fantasia, eh!
Come se non avessi avuto modo di rendermene conto da sola che fosse iniziata una nuova partita.
Le pedine sbucavano fuori come i funghi! -Ci servi- Concluse uscendone con un'altra battuta degna da Oscar.
Lo osservai a lungo e pian piano avvertii la paura scemare. E anche lui riprese a cantilenare, mentre il gelo attorno a me si faceva più pressante. Eppure sembrava attecchire meno su di me, quasi me

ne fossi abbituata. E finalmente riuscii a muovermi, correndo verso mia madre.
Solo quando la sfiorai, avvertii una scossa, come se quel gelo provenisse da lei.

-Cosa le avete fatto?- Domandai con la voce incrinata dalla paura mentre alternavo lo sguardo dall'uno all'altro dei due Ladri.
La cantilena cessò ed il gelo si fece soffocante mentre entrambi i ladri emettevano un grido cuto e strozzato.

-La scacchiera ti reclama- Cominciò il Ladro Nero.
Poi fu la volta del Blu -Una nuova scelta tra luce e buio-
-Una perdita- Ancora il Nero. Un alternarsi in quella stana predizione.
Di nuovo il Blu -Una vittoria-
-La scelta sarà solo tua- Conclusero all'unisono e poi scomparvero nell'esatto istante in cui mio padre entrava nel salotto trovando me e mia madre prive di sensi.






Angolino autrice:
Ma buon giorno a tuttiiiiiiiiii!!! *-*
Ebbene sì... dopo ben 8 mesi che non aggiornavo... anzi, 9 mesi O_O
ho pensato bene di scrivere qualcosina per accontentare quie poveracci che stanno seguendo e che amorevolmente recensiscono questa storia ç_ç
vi loVVo <3

Cominciamo con le risposte alle recensioni u_u

-Lala: Ebbene shì, Ryan ha avuto un momento di pucciosità. Ce li vedo bene loro due che di tanto in tanto si telefonano anche per sapere dell'altra... e poi diciamocelo... le E-mail soltanto sono fredde e Ryan è il guerriero di fuoco, non ce lo vedo ad essere freddo: sarebbe contro il suo elemento, no? u_ù

AlyRav: Con la speranza che il nuovo capitolo sia gradito. Chiedo perdono per il ritardo spropositato >_<
Dopo il regalo di natale ecco il regalo di... di... di fine estate? ._. boh xD spero che ti piaccia come ti sono piaciuti gli altri ^^
ciau :*

_Ellie_: Purtroppo i capitoli mi tocca scriverli brevi perché il tempo che riesco a dedicare alla storia è relativamente poco poco ç_ç un'altra che sto scrivendo e che è decisamente vicina alla conclusione, ora come ora non riesco a finirla perché non riesco a dedicarle il tempo che richiede. Questa richiede meno tempo e mi concede un minimo di svago. Fosse per me scriverei davvero di più, ma già riesco ad aggiornare una volta ogni morte del papa... se scrivessi di più... temo non finirei mai çAç

Lyssa: Nessuna possessione, spero o.ò

Nevalyta/Nihal Darko/Burdock95/Krystal86//Neik:
ecco a voi il nuovo capitoletto. Spero sia di vostro gradimento ^^

GoldMax: dunque... per quanto riguarda la lunghezza dei capitoli, ti invito a leggere quanto risposto ad Ellie ^^ per il resto, sì... i capitoli singoli servivano a descrivere i singoli personaggi del racconto. Poi la storia si dividerà in due POV, ma non voglio spoilerare troppo, quindi accontentati di sapere questo al momento XD Poi no... nessun libro storico :S mi spiace, non sono così invogliata a fare miscugli strani xD Il mio stile... beh... l'ho adattato a quello della Monticelli, in parte... in parte invece... temo sia l'influenza di un GdR on line cui gioco :S devo disintossicarmi un po' xD Sperpo comunque che il nuovo capitolo possa entusiasmarti più degli altri ^^

LadroNero: Voglio vedere se sono riuscita a stupirti xD Niente CIA, mi spiace.... ma qualcosa di nuovo ^_*

Lady Maryon: Io spero tanto in un secondo volume, ma ho cercato e ricercato inn internet la traccia di un possibile seguito e non ho trovato nulla a riguardo ç_ç quindi mi sto sbizzarrendo su questa :) Secondo me sì, Milla prova qualcosa per lui come lui prova qualcosa per lei... ma sono tropo orgogliosi per dirselo u_u E nella mia storia giocherò molto su questo e  su... beh... lo leggerai più avanti xD



In fine... grazie a chi legge soltanto ^^
vi mando uin bacio

Hina-chan

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