Italia.
Mi alzai a sedere
urlando, dopo l’ennesimo incubo.
Era sempre lo stesso
che si ripeteva in continuazione.
Una figura
incappucciata con un mantello nero senza ombre, che uccideva un uomo vestito di
rosso.
Non riuscivo a
vedere il volto della vittima, ma sapevo già che fossero i due
contendenti.
O per lo meno potevo
ipotizzarlo.
E la cosa mi faceva
rabbrividire ogni volta.
Trassi le ginocchia
al petto, nascondendo il volto contro di esse e cominciai a singhiozzare
sommessamente, mentre le lacrime mi rigavano il volto senza che glielo potessi
impedire.
-Io non posso
ucciderlo...- Un mugugnio risentito si fece spazio tra le mie labbra, uscendo a
fatica da esse, mentre le spalle mi rimbalzavano a tempo con singhiozzi.
Era da molto che non
mi capitava di piangere. Non così almeno.
Il suono del
telefono, seguito dalla voce di mia madre mi fece sussultare e mi misi in
ascolto, lanciando un’occhiata veloce all’orologio sopra la scrivania. Le due di
notte. C’era solo una persona che si sarebbe sognata di chiamare a casa a quel
ora. E sapevo perfettamente chi fosse questo idiota dal tempismo assolutamente
perfetto. Pareva quasi sapere che ero sveglia.
-Milla, credo sia
per te! Dev’essere quel ragazzo americano...- Il capo di mia madre entrò
timidamente nella mia stanza (lei non sa l’inglese, quindi non riesce mai a
capire di chi si tratti, ogni volta che quel idiota mi chiama a casa), mentre la
sua voce mi raggiungeva flebilmente. Il suo volto assunse un’espressione stupita
quando mi vide già seduta con il braccio proteso per prendere il cordless ed
un’espressione neutrale in volto, a nascondere la tristezza.
-Ho avuto un brutto
sogno.- Dissi semplicemente in spiegazione del mio stato mentre le dita magre
della mia mano afferravano il ricevitore. Quando lo portai all’orecchio
l’inconfondibile e familiare voce di Ryan mi giunse con quel accento americano
particolare.
Avevo imparato bene
l’inglese solo per poter comunicare più agevolmente con lui e l’Arciere.
-Le brave bambine a
quest’ora dormono e sognano il principe azzurro, mocciosa.- Sarcastico. La prima
frecciatina della serata era partita. Un leggero sorriso incurvò le mie labbra
mentre mi accoccolavo nuovamente al cuscino, stesa supina.
-Ma io ho già un
Arciere Azzurro e argentato, perfino... cosa potrei volere di più?- Sogghignai
ironica cominciando poi a ridacchiare sommessamente. La mano che non reggeva il
telefono andò a fermarsi a mezz’aria, davanti al mio volto. L’osservai vagamente
preoccupata, evidentemente. Non poteva non essere così, in effetti. Ero
preoccupatissima. Era nera. La fissai come se stessi guardando il nulla, in
attesa di una risposta del mio amico.
-Boh, che ne so? Un
guerriero rosso?- Ribatté il ragazzo dall’altra parte del telefono, facendomi
ridere di nuovo, sommessamente. Emisi poi un mugolio pensieroso, per non dare
alcun responso lla fine, lasciandolo sulle spine. Mi limitai quindi a cambiare
discorso.
-Guerriero Rosso dei
miei stivali, hai pensato a che ore erano qui, prima di chiamarmi?- Gli domandai
simulando un tono irritato. Il mio quesito dovette lasciarlo sorpreso, visto che
non rispose subito e sentii una specie di rantolo che stava ad indicare che
l’avevo preso in contropiede e che no, non ci aveva pensato. Al massimo sapeva
che qui doveva essere sera.
-Ragazzina
petulante, ti ho chiamato non appena ho letto la tua E-mail...- Mi spiegò con il
tono da scorbutico irritato di sempre e la cosa mi fece sorridere. Un sorriso
che ormai, anche se lui non poteva saperlo, era dedicato esclusivamente al Mio Eroe.
Nemmeno del
possessivo che metto spontaneamente davanti alla sua carica verrà mai a
conoscenza.
Non ci sarebbe
gusto, altrimenti. -Cos’è successo?- Mi chiese alla fine con un tono preoccupato
che sapevo dedicasse solo a me. In fondo da due anni ero la sua principale fonte
di preoccupazione.
Dovevo pur giocarmi
bene il mio ruolo, no?
Mi incupii appena
ripensando al mio incubo precedente e mormorai un sommesso.
-Vieni qui quando
puoi... ho un brutto presentimento.- Ripetei semplicemente.
Alla fine non era
nulla di più di quello che avevo detto nell’E-mail che gli avevo mandato.
Probabilmente la cosa dovette irritarlo particolarmente, perché gli sentii
emettere una specie di grugnito che aveva l’abitudine di fare ogni volta gli
dicessi qualcosa che non gli andava a genio.
Non vi furono
risposte. La linea cadde poco dopo.
I miei occhi
scivolarono alla scacchiera. Alcune pedine erano già girateIn fondo ero una delle sue poche fonti di
preoccupazione.
conoscenzaclusivamente al Mio
guerriero.
lo che stava ad indicare che.
Cinque. Ma non le nostre.
La mattina dopo mi
alzai con un mal di testa sconsigliabile a chiunque. Anche a Ryan.
Lui poi è già
irritante di suo. Quando sta male è veramente insopportabile.
Sospirai e
mentalmente mi preparai a trascorrere una giornata assurda tra scuola e compiti.
Ma soprattutto,
dovevo trovare una scusa per le condizioni della mia mano: non volevo che i miei
lo sapessero. Già troppe preoccupazioni.
Ringraziai l’inverno
ed il freddo gelido di quella mattina, che mi permise di avere la buona scusa di
indossare i guanti sopra la fasciatura di emergenza che mi ero fatta alla
mano.
Sospirai di nuovo e
mi preparai ad un’altra giornata da incubo.
Sperai solo che in
classe non facessero troppe domande.
E che Micaela non
decidesse che era oggi il giorno buono per fare la famosa giornata di shopping e
rimorchio che progettava ormai da diverse settimane. Ed alla quale io ero sempre
riuscita a sfuggire. In primis, non amavo fare shopping... e poi... non mi
interessava rimorchiare.
Come da previsione
le mie mani... e io in generale, passammo inosservate.
Micaela mi agguanto
da parte come sempre e cominciò a parlarmi come se fosse un fiume in piena. Non
riuscivo a capire perché, ma nella mia classe, tutti avevano una specie di
timore reverenziale per me. Tutti tranne Mica e il bullo di turno, che invece mi
aveva presa in simpatia.
Inizialmente la cosa
era stata pure divertente. Cercava di averla vinta con me. Si vedeva che non mi
conosceva, ma alla fine sono riuscita a rimetterlo al suo posto.
Così ha cominciato a
girarmi attorno. Più per la mia migliore amica che per me in generale, ma questo
l’abbiamo scoperto solo in seguito. E da qui il terrore generale dei miei
compagni di classe che quando vicino a me c’era lui, se ne stavano alla larga.
Stefano però non è una ragazzo tanto malvagio e da quando si è messo con Micaela
par essersi anche rimesso in carreggiata con noi. La mia amica lo ha in pugno.
Per mia grande
sfortuna non sono riuscita a scampare la giornata tra amiche e così mi sono
ritrovata in un centro commerciale davanti alla mia amica che frugava ad destra
e a manca per trovarmi “dei vestiti decenti”.
-Mica... di abiti
decenti ne ho a ca...- Ma non feci a tempo a concludere la mia protesta che mi
piazzo una gonna tra le mani. Di quelle alla liceale, tutte pieghettate, rossa a
scacchi neri. Tutto sommato con le mie All Star non sarebbe stata male. Mi
lanciò anche una maglietta con un teschio che mi ricordava terribilmente quelli
presenti sulla mia scacchiera. Quella che mi aveva portata nel mondo del
Tavoliere solo due anni e mezzo prima.
-Lo so che ne ha a
casa, ma... con questo riuscirai sicuramente a fare colpo su qualche ragazzo!-
Mi assicurò facendomi l’occhiolino. E a me non interessava fare colpo su qualche
ragazzo, ma semplicemente che il ragazzo che mi piaceva si accorgesse di me. Dei
sorrisi che dedicavo solo a lui. Sbuffai e corsi a cambiarmi sotto incitazione
della mia amica.
Detto fatto. Nemmeno
il tempo di obbiettare che ci siamo ritrovate alla cassa a pagare i vestiti che
Mica aveva scelto per me e che probabilmente mi avrebbe fatto indossare a forza
da lì a cinque minuti. Quando mi opposi però si arrese, lasciandomi tirare un
sospiro di sollievo.
Sosta obbligatoria
quella al nostro bar di fiducia, lì, al centro commerciale e quattro chiacchiere
tra amiche. Chiacchiere che solitamente evito come la peste.
-Quel ragazzo
americano lo senti ancora?- Se n’è uscita tranquillamente la ragazza seduta
davanti a me, facendomi quasi soffocare con il mio milkshake. Ho sgranato gli
occhi per poi sbattere un paio di volte le ciglia, incredula che si ricordasse
ancora di lui. Glielo avevo accennato solo una volta. Annuii però, poco
convinta, tornando al mio bicchiere, come se fosse la cosa più interessante lì.
Ed effettivamente lo era. Sapete quante cose ci si possono leggere in un
Milkshake? Secondo me la vecchia Caranna avrebbe perfino potuto leggerci il
futuro, come sui residui del Tea.
A salvarmi... o
forse a rovinarmi la faccia di bronzo che avevo assunto... il mio cellulare
decise di suonare giusto in quel momento lasciando libertà di espressione alla
voce metallica e leggermente graffiante della registrazione di “I don’t want to
miss a thing”... la mia suoneria. Che Steve Tyler mi perdoni. Lentamente ho
sospirato andando a recuperare l’aggeggio malefico dalle tasche dei pantaloni.
Un nokia 3310.
Il mio... Nokia
3310.
La scritta “Mamma”
lampeggiava ad intermittenza sul display e mi sono affrettata a rispondere con
tono preoccupato. Non mi pareva che mi avesse dato un coprifuoco, quella
mattina, ne che avessimo impegni per la sera.
-Mamma?- Ho chiesto
facendo cenno a Micaela di tacere con un gesto della mano. Mi ero accorta solo
in quel momento che stava andando avanti a parlare da sola da almeno cinque
minuti buoni.
-Milla... mi serve
che torni subito a casa... ci sono due strani individui che chiedono di te...-
Mi ha spiegato mia madre con voce vagamente tremolante. Preoccupata. Subito mi
sono alzata dalla sedia osservando Mica in volto e lei mi ha fatto segno di
andarmene pure via, rivolgendomi un sorriso appena abbozzato. Io ho annuito e
sono scappata via come rincorsa da un branco di animali feroci e affamati. Chi
potevano essere gli strani individui che chiedevano di me?
Angolino autrice: E visto che a Natale siamo tutti più buoni... io ho
deciso di regalarvi l'ultimo capitoletto dell'introduzione *///*
Dal
prossimo capitolo entreremo finalmente nella storia al 100%, promesso
^_*
Spero
che queste poche paginette vi incuriosiranno, altrimenti posso darmi per
spacciata e mi rifiuto di continuare il racconto ç-ç
Alyrav: Ciauuuuuu *-* Sono contenta che l'idea di introdurre nuovi Pg ti
sia piaciuta! ^^ Ovviamente giocheranno tutti dei ruoli importanti per la
storia... il gioco sarà scoprire quali ;)
Ti
ringrazio ancora per i complimenti >/////< Chu X3
Skannerizzata: L'importante è averla scoperta ;) Anche io adoro il
Giappone *ç* Infatti non sono riuscita ad aggiornare in tempo record, perché
sono presa con lo studio all'uni... ho gli esami di Giappo a Gennaio
ç-ç
Spero
continuerai a seguirmi ^_* Chu X3
Un
bacione anche a chi solo legge e Bone Feste! Chu <3
Hina-chan