Dear Diary. No Wait. Dear Dean. di Sweet Madness (/viewuser.php?uid=53296)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Explain. Now! ***
Capitolo 3: *** Chasing Ghosts And Demons ***
Capitolo 4: *** Exorcisms And Luck ***
Capitolo 5: *** What The Hell? ***
Capitolo 6: *** If At First You Don't Succeed, Don't Try To Kill A Winchester ***
Capitolo 1 *** Prologue ***
DDNWDD1
A/N:
Sì lo so, teoricamente dovrei finire “Castiel’s
First Date”, ma
quest’idea non aveva nessuna intenzione di lasciare il mio
cervello quindi... Nella mia mente bacata dopo aver sventato l'Apocalisse tutti insieme Gabriel e Cas viaggiano e cacciano con Sam e Dean (yay! Il sogno di ogni fangirl)
Disclaimer:
Stavo giusto andando a firmare il contratto che mi avrebbe dato
pieno possesso dei ragazzi quando sono stata brutalmente rapita da dei
loschi
figuri che si fanno chiamare “Impala lover”,
“Stanford student” e “Huggy Bear”,
purtroppo indossano delle maschere e non so dirvi chi sono. Tutto
ciò per dirvi
che non possiedo nulla. Ancora.
Dear Diary. No Wait. Dear Dean.
Prologue
Le
ruote dell’Impala sfrecciavano
sull’asfalto bagnato dalla pioggia, i quattro passeggeri
scrutavano la strada,
gli unici rumori udibili erano il tamburellare delle gocce
d’acqua che si
infrangevano sulla carrozzeria lucente del veicolo ed il motore dello
stesso.
Nessuno
osava rompere quel silenzio
carico di tensione.
“Dean
come devo dirti che mi
dispiace? Non sapevo assolutamente che fosse un uomo, voglio dire
l’hai visto?”
sbottò all’improvviso Gabriel facendo sussultare i due
cacciatori ormai
abituati all’assenza di suoni e guadagnandosi una strana occhiata
dal fratello.
“Gabriel,
non avevamo concordato di
non parlarne più?” chiese Dean, la voce più bassa
di almeno due ottave, tutto
ciò che voleva era dimenticare. Senza contare che in quel
preciso momento la
sua preoccupazione era rivolta altrove.
“Lo
so, lo so, quello che succede a
Las Vegas rimane a Las Vegas, ma è da quando siamo ripartiti che
parli a
malapena” ribatté l’arcangelo continuando a ricevere
occhiatacce da Castiel,
seduto accanto a lui, e da Sam che ora si era girato a guardarlo.
“Cavolo
Gabe! Ma li hai notati i demoni
che ci inseguono neanche fossimo in un dannatissimo film
d’azione?” sbottò il
maggiore dei Winchester.
“Ah,
quelli, beh sì, ma non credevo
che un paio di demoni fossero un problema per Mr. Faccio Fuori Demoni
Neanche
Mi Pagassero Per Farlo e suo fratello Mr. Uccidere Demoni Mi
Libererà Dal
Fardello Della Colpa E Mi Redimerà” replicò il
diretto interessato, la voce
permeata di sarcasmo “Sai però, quella del film
d’azione non è una cattiva idea,
preferisci “The Fast And The Furious” o “Indiana
Jones”?”.
“Cas,
sei sicuro di non poter fare
nulla?” chiese Sam ignorando apertamente l’arcangelo.
“Sì,
sono diventati più furbi, si
sono tatuati sigilli enochiani addosso, né io né Gabriel
possiamo toccarli o
usare i nostri poteri su di loro” rispose l’angelo,
aggrottando le
sopracciglia, cercando una soluzione.
“C’è
un centro commerciale a pochi
metri, li attiriamo sul tetto, li prendiamo di sorpresa e li uccidiamo
con il
coltello” disse improvvisamente Gabriel con una nota annoiata
nella voce e
senza alzare gli occhi dalle proprie unghie, improvvisamente
l’elemento più
interessante del mondo.
“Gabriel,
amico, non cessi mai di
sorprendermi” disse Dean, con un sorriso divertito sul volto
“quando non fai il
completo idiota sei quasi intelligente”.
Con
un’abile torsione dello sterzo
il cacciatore parcheggiò l’auto in uno dei posti rimasti
vuoti.
“Allora,
il piano è questo, io e Sam
andiamo sul tetto, prepariamo una trappola del Diavolo, appena
arrivano,
Gabriel e Cas li attirano da noi, facendo in
modo che nessuno si faccia male, alla fine li uccidiamo con il
coltello,
tutto chiaro?”
“Chiaro”
risposero gli altri tre all’unisono
prima di uscire dalla macchina.
L’attesa
sul tetto sferzato dalla
pioggia era estenuante, sembrava infinita, i secondi scorrevano lenti
come ore,
ad un tratto i due esseri celesti si materializzarono di fronte ai due
fratelli.
“Stanno
arrivando” disse Castiel
mantenendo un tono di voce quasi inaudibile.
La
porta che dava sul tetto si
spalancò, il rumore attutito da quello del vento che fischiava
in tutte le
direzioni, i due demoni la oltrepassarono, armi in mano e orribili
ghigni sul
volto.
Un
attimo e tutto si concluse,
niente parole, niente grida, in meno di un minuto entrambi gli esseri
infernali
erano stati uccisi.
“Okay,
io direi che ci siamo
meritati un po’ di riposo” esclamò Dean rientrando
nell’edificio.
“Potremmo
rimanere qui per un po’,
almeno finché non smette di piovere” replicò Sam
con un’alzata di spalle, un po’
di tempo libero avrebbe fatto bene a tutti, da quando avevano fermato l’Apocalisse e richiuso Lucifero nella
sua prigione
tutti i demoni e parecchi degli angeli avevano deciso che la caccia al
Winchester era la cosa più divertente del mondo.
“Fantastico!
È da quasi vent’anni
che non entro in un centro commerciale” disse Gabriel suonando
incredibilmente
eccitato.
Erano
appena arrivati all’ultimo
piano quando accadde, Dean si stava avvicinando ad uno degli stand per
comprare
qualcosa da mangiare e non si era accorto dell’uomo che gli si
stava
avvicinando da dietro.
Un’unica
pugnalata alla schiena,
quattro parole “Ti aspetto all’Inferno”, una colonna
di fumo nero e tutto era
finito.
Il
primo a reagire fu Gabriel che
con un unico gesto delle dita cancellò la memoria dei presenti
che cominciavano
ad affollarsi sul luogo in cui giaceva il corpo senza vita del maggiore
dei
fratelli Winchester, corpo che con un altro schiocco di dita
sparì nel nulla
senza lasciare neanche una goccia di sangue sul pavimento giallognolo
della
sala.
L’unica
cosa fuori posto era un
diario, nero, rilegato in pelle, giaceva a terra, esattamente dove un
momento
prima era stato il cadavere del cacciatore.
Sam,
gli occhi già inondate di
lacrime guardava muto l’arcangelo raccogliere l’oggetto da
terra e tenerlo in
mano con un sorriso trionfante sul volto.
“Amici
miei, sono lieto di annunciarvi
che avevo preso provvedimenti riguardo ad un’eventualità
del genere, non c’è
nulla di cui preoccuparsi tra poco riavremo il nostro carissimo Dean
tra noi,
ancora più rompipalle di prima”
Proprio
in quel momento una
ragazzina che non dimostrava più di sedici anni attraversava la
sala e, troppo
occupata a tenere gli occhi incollati alle pagine del libro che stava
leggendo,
non aveva visto i tre uomini fermi davanti allo stand dei dolci.
L’impatto
non era stato troppo
forte, ma Alice, questo il nome della giovane, non era esattamente
rinomata per
lo straordinario senso dell’equilibrio e andare a sbattere contro
quell’uomo
dal sorriso contagioso l’aveva mandata direttamente a terra,
sparpagliano tutti
i suoi recenti acquisti, compreso un diario, nero, terribilmente simile
a
quello che fino ad un momento prima l’uomo teneva in mano.
Dopo
delle scuse frettolose e dopo
aver raccattato tutte le sue cose, la ragazza, cercando di nascondere
il volto
arrossato dall’imbarazzo, si rialzò e se ne andò,
decisa ad arrivare a casa il
prima possibile.
Se
uno dei due avesse fatto più
attenzione avrebbero potuto notare che ciò che avevano raccolto
dal pavimento
non era ciò che vi avevano fatto cadere, ma la ragazza era
troppo distratta e l’uomo
troppo eccitato per accorgersene.
E
fu così che Alice Jones tornò a
casa con l’anima di Dean Winchester dentro la borsa.
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Capitolo 2 *** Explain. Now! ***
DDNWDD
A/N:
Okay, lo so è tantissimo che non aggiorno, ma a mia discolpa
posso
dire di avere delle ottime ragioni, Lunedì ho avuto il test
d’ingresso all’università,
sono venuti a farci visita dei parenti dall’estero e
c’è stato Rosh Ha-Shanà, una
specie di capodanno ebraico, in cui non si fa altro che cucinare,
pregare e
mangiare (in quest’ordine) quindi è facile capire come tra
una teglia di
abbacchio con le patate, un test di preparazione e un tour di Roma il
tempo di
scrivere sia stato poco. Spero di essere un po’ più
regolare con gli
aggiornamenti in futuro. Infine vorrei ringraziare tutte le persone che
hanno
letto, preferito, ecc., un grazie speciale a Sonda, FleurDeLys
e Brokendream
per le gentilissime recensioni.
Dedica:
Lo so che è strano ed in genere non lo faccio, che volete farci?
Sarà
l’ora tarda, sarà il dolce al cioccolato che sto mangiando
fatto sta che vorrei
dedicare questo capitolo a mia sorella perché proprio stamattina
mi sono
ricordata che è lei la ragione per cui scrivo e a Brokendream
perché le sue
mail mi motivano, mi divertono, mi ispirano e mi fanno riflettere.
Explain.
Now!
“Quindi
tu mi stai dicendo che avendo
paura che io o mio fratello morissimo e andassimo direttamente
nell’Aldilà hai
fatto in modo che le nostre anime rimanessero legate ad un oggetto
talmente
comune da passare inosservato?” chiese Sam con un tono che
soltanto pochi
sfortunati al mondo avevano mai sentito, dire che al momento il minore
dei
fratelli Winchester era furioso era probabilmente l’eufemismo del
secolo.
Erano
arrivati in quel motel alla
periferia di Boston da meno di un’ora e per tutto il tempo
Gabriel si era
indaffarato intorno ad uno strano libricino nero e solo dopo numerosi
tentativi
e complicati rituali aveva ammesso la disfatta confessando tutto agli
altri
due.
“Che
ci vuoi fare? Sono pigro e
sinceramente venire a riprendere le vostre anime ogni volta è
stancante ed
anche un po’ monotono” replicò l’arcangelo,
gli angoli della bocca incurvati
appena, trovava tutta la situazione tremendamente divertente, non che
l’avrebbe
detto a Sam, sembrava decisamente incavolato al momento.
“E
mi stai anche dicendo che hai
perso il diario a cui è legata l’anima di mio fratello e
che non possiamo in
alcun modo localizzarlo con i vostri poteri”
“Beh
sarebbe stato un po’ inutile se
tutti fossero in grado di localizzarlo non credi?”
“Discutere
non serve a nulla,
dobbiamo ripercorrere tutte le tappe della giornata per scoprire dove
è finita
l’anima di Dean, propongo di tornare al centro commerciale e
controllare le
telecamere di sorveglianza prima che Inferno e Paradiso si accorgano
che c’è
un’anima che manca all’appello” si intromise Cas
prima che Sam potesse
rispondere.
--
Alice
chiuse la porta della sua
stanza con un sospiro, da quando suo fratello se ne era andato per
iniziare
l’università i suoi genitori avevano cominciato a
dedicarle fin troppe
attenzioni, cosa che finiva immancabilmente per farla irritare.
La
ragazza prese un respiro
profondo, adesso era il suo momento, la parte della giornata che
dedicava a sé
stessa, niente scuola, niente genitori, niente drammi, solo lei, un
dolce al
cioccolato e il suo diario. Il suo nuovo diario in questo caso.
Dean
riaprì gli occhi ed il suo
primo pensiero fu di aver avuto un incubo, ma a contraddirlo
c’era il pavimento
su cui era disteso e l’assoluta certezza di essere morto, non
riusciva a
spiegarselo, ma aveva la distinta sensazione di essere privo di
qualsivoglia
entità fisica.
Ad
interrompere le elucubrazioni del
maggiore dei fratelli fu il rumore della porta che si apriva, lasciando
entrare
una ragazza dai capelli castani, non troppo alta, gli occhi verdi
coperti da un
paio di occhiali dalla spessa montatura azzurra.
Ogni
dubbio sull’eventualità di un’entità
corporea fu dissipato dal fatto che la ragazza si sedette alla
scrivania senza
notare minimamente il cacciatore di fronte a lei.
“Mattiamoci
a lavoro”
Alice
aprì il suo nuovo diario senza
neanche notare che non era quello che aveva comprato quel pomeriggio,
afferrò
una penna dal porta penne nell’angolo e, preso un respiro
profondo, cominciò a
scrivere.
Caro
diario,
Dean represse a malapena un grido di sorpresa, aveva sentito
chiarissima una voce dire quelle parole, ma avrebbe potuto giurare che
le
labbra della giovane non si erano neanche mosse. Si avvicinò per
osservarla meglio,
le era così vicino che se avesse avuto una qualsiasi consistenza
avrebbe potuto
sentire il suo respiro solleticargli la guancia.
come
ti chiami?
scrisse Alice nella sua calligrafia disordinata, ancora una volta
il maggiore dei fratelli Winchester sentì la domanda nella sua
testa chiara
come se le parole fossero effettivamente state pronunciate con la voce
dolce e
un po’ titubante della ragazza.
“Dean,
mi chiamo Dean” rispose il
cacciatore senza pensare troppo, era morto, tanto valeva fare un
po’ di
conversazione mentre cercava un modo per arrivare da Sam, non sapeva
dov’era, e
questo era un problema, ma in fin dei conti era uscito da situazioni
peggiori.
Alice tornò a guardare il foglio e fu
soltanto
parzialmente sorpresa di trovarci sopra qualcosa che non ricordava di
aver
scritto, non era la prima volta che cercando di dare un nome ad un
diario ne
aveva annotato uno senza rendersene conto, questa era tuttavia la prima
volta
che lo faceva con una calligrafia diversa dalla propria.
Beh,
e Dean sia
allora, non ho mai avuto un Dean.
continuò
la ragazza lanciando una rapida occhiata allo scaffale della libreria
su cui
erano accuratamente impilati tanti quadernetti di colori e dimensioni
diversi,
l’unica costante era una targhetta sul dorso con sopra
scribacchiato un nome, tutti
maschili, come notò in seguito il cacciatore.
Allora,
con
cosa possiamo iniziare oggi? Beh perché non con il fatto che il
mio unico
fratello, sangue del mio sangue, carne della mia carne, sono due giorni
che non
si fa sentire? Sono convinta che sia tutta colpa di quella strega con
cui sta
ora, prima di mettersi con Grimilde aveva sempre tempo per me, ora va
alle
partite di polo e ai brunch. Sì, hai capito bene, polo e brunch
con Ursula, mio
fratello, sì quello che sembra appena uscito da “Il libro
della giungla”. Si vede
che ultimamente sto rivedendo i film della Disney? Beh, comunque il
punto è che
mi manca mio fratello, anche se è un idiota che preferisce
quella strega alla
famiglia.
“Quanto
ti capisco” borbottò Dean
pensando immediatamente a quel gigantesco (in più di un senso)
idiota di suo
fratello.
Alice
riprese a respirare, non si
era neanche accorta di star trattenendo il fiato tanta era la sua
concentrazione.
Quando
riportò la sua attenzione sul
foglio la ragazza quasi soffocò a causa della propria saliva,
lì nero su bianco
c’era scritto Quanto ti capisco in una calligrafia che
non era
decisamente la sua, senza contare che lei non aveva neanche pensato
quella
frase.
“Ecco
lo sapevo, sono impazzita
definitivamente. Oh cavolo che faccio? Che faccio? Se lo dico ai miei
divento
orfana nel giro di cinque minuti” disse Alice andando
completamente nel panico,
continuava a passarsi una mano tra i capelli e gli occhi già le
erano diventati
lucidi “voglio dire, ho sempre saputo di essere strana, ma tutto
questo è da
manicomio!”
Il
repentino cambio d’umore fece
quasi cadere Dean dalla sedia su cui era appollaiato.
Woah!
Calmati
ragazzina, agitarsi tanto non serve a nulla.
“Oh
beh, mi fa piacere che la mia
seconda personalità abbia a cuore la mia salute” rispose
la ragazza alzandosi
di scatto dalla sedia, gli occhi sgranati e i capelli arruffati non
aiutavano
affatto a smentire l’idea della pazzia “Non posso essere
rinchiusa in un
manicomio, non sono adatta al manicomio! Non sopravvivrei!”
Alice
stava per andare in piena
crisi isterica quando lanciando uno sguardo al diario vide che le
parole si
stavano scrivendo da sole, ormai più curiosa che spaventata la
giovane si
avvicinò all’oggetto incriminato.
Calmati,
non
sei pazza, io sono Dean Winchester e, beh, credo di essere morto e da
quello
che sembra sono legato a questo dannato diario, immagino sia il motivo
per cui
tutto quello che dico viene trascritto.
“Oh”
disse semplicemente la ragazza
sedendosi di nuovo sulla sedia che prima occupava, se non si fosse
seduta
probabilmente le avrebbero ceduto le gambe “io sono Jones, Alice
Jones”
Beh
Jones,
Alice Jones, la stai prendendo abbastanza bene.
Ora Dean aveva raggiunto tutto un nuovo livello di perplessità,
fino a qualche secondo prima la ragazza sembrava sull’orlo di una
crisi di
nervi perché convinta di essere pazza ora lui le stava dicendo
di essere un
fantasma e tutto quello che riceveva era un “Oh”, forse era
davvero fuori di
testa.
“Credo
di essere sollevata, tra la
prospettiva di avere un fantasma in casa e quella di essere fuori di
testa preferisco
la prima. Certo, potrei essere completamente partita e magari questo
è un
delirio causato dalla schizofrenia”
Il
maggiore dei fratelli Winchester
sospirò, come faceva a convincerla ad aiutarlo se lei continuava
a credere di
essere pazza? Per l’ultima volta, non sei pazza, né
isterica e neanche
schizofrenica, la mia anima è davvero legata allo
stramaledettissimo diario.
“Oh,
okay, ma questo ci porta ad un
nuovo problema, come faccio a sapere che non prenderai possesso del mio
corpo e
lo userai per fare una strage? Ho letto “Harry Potter e la camera
dei segreti”,
come faccio a sapere che non sei un novello Voldemort? Pensi che se non
riuscirei a sopravvivere in manicomio potrei farlo in una
prigione?” a questo
punto la ragazza era di nuovo sulla soglia dell’iperventilazione.
Il
cacciatore si lasciò sfuggire un
sospiro frustrato. Perché quello è un dannatissimo
libro e questa è la
realtà, non sei in “Harry Potter” sei soltanto una
guest star in uno schifoso
rifacimento di “Una serie di sfortunati eventi”.
“Okay,
okay, non ti scaldare Mr.
Winchester, posso aiutarti in qualche modo? Non so, vuoi passare oltre?
Perché in
quel caso credo tu debba andare verso la luce.”
No,
non voglio
passare oltre, devo soltanto trovare mio fratello e i miei amici, loro
sapranno
cosa fare. Forse
era stato
davvero stupido pensare di farsi aiutare da una ragazzina, il fatto che
non gli
importava poi molto era indice del livello della sua disperazione.
“Va
bene Winchester, ti aiuterò, ma
ti avverto, se dovessi morire in qualche modo a causa tua verrò
a tormentarti
per l’eternità ovunque tu sia”
|
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Capitolo 3 *** Chasing Ghosts And Demons ***
DDNWDD3
A/N:
Okay,
lo so, sono davvero pessima, ma davvero non è colpa mia se le
mie giornate sono più corte di quelle di tutti gli altri (okay
pessima scusa lo
so), comunque, vorrei ringraziare tutte le persone che leggono e
soprattutto brokendream,
Sonda e FleurDeLys per le gentilissime recensioni,
godetevi il
terzo capitolo, non ci posso credere, siamo già a metà
storia *sigh* come vola
il tempo...
Chasing
Ghosts
And Demons
Erano
quasi le sette di sera quando
Sam, Castiel e Gabriel arrivarono al centro commerciale per la seconda
volta
nello stesso giorno.
I
tre ora indossavano dei completi
scuri ed erano muniti di distintivi falsi dell’FBI.
Raggirare
le guardie di sicurezza
era stato uno scherzo ed ora il cacciatore e i due angeli si trovavano
davanti
una mezza dozzina di monitor e almeno altrettante ore i filmati da
controllare.
“Eccola
è lei!” gridò Gabriel
indicando lo schermo su cui veniva mostrata l’entrata
dell’edificio.
“Sei
sicuro?” chiese Sam soffocando
uno sbadiglio.
“Assolutamente,
riconosco i vestiti”
rispose l’arcangelo.
“Seguiamola
con le telecamere, se
scopriamo chi è possiamo rintracciarla e trovare Dean”
continuò Castiel
socchiudendo appena gli occhi di fronte allo schermo.
Venti
infruttuosi minuti dopo i tre
uomini si trovarono di fronte alle immagini appena precedenti alla
morte di
Dean, ma invece di vedere il demone accoltellare il maggiore dei
Winchester si
passava direttamente dai quattro che si ritrovavano in mezzo alla sala,
a
Gabriel che teneva in mano il diario.
Questa
volta tutti notarono lo
scambio, anche se dovevano ammettere che ci erano riusciti solo
perché sapevano
che era avvenuto, altrimenti sarebbe stato impossibile.
“Ferma
qui” disse improvvisamente
Sam indicando lo schermo “Stampa questa immagine, domani mattina
possiamo
tornare e chiedere ai negozianti se la conoscono”
“Sam,
guarda questo” lo interruppe
Cas senza staccare gli occhi dal monitor alla destra del cacciatore.
Le
immagini mostravano il luogo dell’uccisione
di Dean qualche secondo dopo che i tre se ne erano andati, uno dei
demoni si
avvicinava al punto da cui erano appena scomparsi e raccoglieva
qualcosa dal
pavimento, il cacciatore la riconobbe subito come una chiave della
stanza che
occupava al motel.
Meno
di venti minuti dopo i tre
erano di nuovo in macchina decisi ad evitare uno scontro, almeno
finché non
fossero stati pronti.
--
La
porta della stanza del motel si
aprì con uno scricchiolio che non faceva presagire niente di
buono, se fosse
stato un film dell’orrore quello sarebbe stato il momento giusto
per darsela a
gambe, ma la figura che imboccò l’entrata non
sembrò farci caso.
Il
giovane uomo accese la luce ed
avanzò ancora un po’, gli occhi improvvisamente riempiti
di nero. Inspirò,
poteva sentirlo, il cacciatore e i due angeli erano appena stati qui e
a
giudicare dalle condizioni della stanza se ne erano andati in tutta
fretta.
Il
demone fu distolto dai suoi
pensieri dall’acuto squillo del telefono, senza veramente pensare
l’essere
infernale rispose.
“Pronto?
Sam Winchester?”
“Sì,
chi parla?” un sorriso incurvò
le labbra sottili dell’uomo, era fin troppo facile.
“Ciao,
sono Alice Jones, non mi
conosci, ma ecco, io, cavoli quant’è difficile, beh ecco
io credo di avere l’anima
di tuo fratello Dean”
“Davvero?
Ma è fantastico! Dove sei,
vengo subito a riprenderlo”
“Wow,
l’hai presa bene, comunque
è un po’ complicato perché fondamentalmente la sua
anima è legata al mio diario,
aspetta un momento, no Dean, ti ho detto di no, non gli chiederò
una cosa del
genere! Dicevo? Ah sì, puoi venire domani mattina quando non ci
saranno i miei
genitori, sai com’è, sarebbe complicato da spiegare al
momento. Il mio
indirizzo è 1908 Roald Dahl Lane”
“D’accordo,
allora a domani”
“Aspetta
un momento, Dean vuole
che ti chieda una cosa” dire la voce della ragazza ora
sembrava riluttante
era come dire che Bill Gates è riesce a malapena ad arrivare a
fine mese. “Lui
vuole sapere, ecco, lui vorrebbe sapere cosa fai con un orso di peluche
gigante
che ha la, cavolo quanto sono caduta in basso, che ha la malattia dei
leccalecca? Gli spari o gli dai fuoco? Cosa? Vuoi uccidere un orsetto
di
peluche? Non mi interessa se è un orso alto due metri con
tendenze suicide!
Uff, d’accordo, lo sterminatore di giocattoli vuole che tu
risponda”
“Ehm”
okay forse non era poi così
semplice “lo bruci?”
“Oh,
bene, sì, risposta esatta”
rispose la ragazza con una risatina nervosa “ci... ci vediamo
domani ciao”
e con questo la linea era diventata muta.
“Ti
prego Dean, ti prego, dimmi che
non ho appena dato ad un demone il mio nome ed indirizzo” chiese
la ragazza, fissando
un punto dietro la scrivania che aveva deciso, piuttosto
arbitrariamente in
verità, fosse il punto in cui lo spirito si trovava.
Dean,
che in realtà si trovava nel
lato opposto della stanza, sbuffò, se avesse avuto pressione
sanguinea probabilmente
ora la sua sarebbe stata alle stelle.
Ti
avevo detto
di fare la domanda prima e dargli l’indirizzo dopo. È
colpa tua se siamo in
questo casino.
Rispose Dean,
la bocca curvata in un sorriso divertito, okay forse si stava
divertendo un po’
troppo.
“E
io l’avrei fatta se tu non mi
avessi chiesto di fare una domanda tanto ridicola! E togliti quel
sorriso dalla
faccia”
Come
fai ad
essere sicura che sto sorridendo? Non puoi vedermi. Rispose
il cacciatore, mentre il sorriso gli moriva sulle labbra,
era davvero così ovvio?
“Non
ho bisogno di vederti, sono
particolarmente percettiva ed ho un’immaginazione iperattiva.
Comunque, basta
con le chiacchiere e torniamo al punto principale, un demone sta
venendo qui a
casa mia, non posso dire nulla ai miei genitori anche se sono in
pericolo, non
ho la più pallida idea di cosa fare e se non troviamo una
soluzione al più
presto potrei avere una crisi isterica” disse Alice senza
praticamente
respirare, tutta questa agitazione non poteva farle bene.
Woah,
respira! Ma
fai sempre così? Non preoccuparti, ho un piano, intanto questa
notte sigilliamo
la casa, per sicurezza, anche se non credo che verrà.
“Come
fai ad esserne sicuro? E anche
se venisse domani che caspita faccio?” chiese la ragazza
sedendosi sul bordo
del proprio letto, giocherellava distrattamente con uno dei
braccialetti che
portava e aveva un’espressione talmente persa che il maggiore dei
Winchester non
poté fare a meno di dispiacersi per tutta la situazione, finora
aveva pensato
soltanto a quanto si fosse messa male per lui, ma ora si era reso conto
che
quella che aveva davanti non era che una ragazzina spaventata e
travolta dagli
eventi.
Senti,
andrà
tutto bene, te lo prometto, ho un piano, questo è il mio lavoro
e per domani e
domani soltanto sarà anche il tuo.
“Cosa
faremo?”
Domani
bellezza,
esorcizzerai il tuo primo demone.
|
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Capitolo 4 *** Exorcisms And Luck ***
DDNWDD4
A/N:
Signore
e signori ecco a voi il quarto capitolo, mi dispiace di non
essere riuscita a scriverlo prima, ma l’ho trovato
particolarmente ostico, non
so perché ma è così, senza contare che mi sono
accidentalmente tagliata un dito
mentre cucinavo (sì, nonostante la mia reputazione sono ancora
tutti vivi nel
caso ve lo stiate chiedendo) il che rende tutto molto più lento.
Ma passiamo ai
ringraziamenti, come sempre ringrazio chiunque legga, ma soprattutto FleurDeLys,
Lily Black 90, brokendream, Giulia Justine e rosadilunedi
per le loro gentilissime recensioni. In più qualora ve lo stiate
chiedendo sto
pensando ad un sequel, se non ve lo stavate chiedendo fa niente, ora lo
sapete.
Ma basta con i nonsense, vi lascio al capitolo.
Exorcisms
And
Luck
Quella
mattina Alice si era alzata
alle cinque dopo aver passato una notte quasi insonne, trovare
l’esorcismo
giusto su internet non era stato difficile e per sigillare porte e
finestre con
sale e strani simboli non era proprio necessaria una laurea in
ingegneria
aerospaziale, ma lei continuava a contemplare tutti quei fogli pieni di
scritte
e disegni neanche fossero le copie dettagliate dei rapporti del CERN di
Ginevra.
Lo
shock delle prime ore aveva
adesso ceduto il passo ad una calma quasi glaciale puntellata qua e
là da
attimi di panico puro e semplice.
Nonostante
tutto l’unica cosa a cui
la ragazza riusciva a pensare al momento era “Mamma ho perso
l’aereo”. Sì,
Alice Jones nel momento più cupo e terrificante della sua
giovane vita non
poteva far altro che pensare ad un film, perché, per Alice, se
un ragazzino da
solo era riuscito ad avere la meglio su due ladri, forse anche lei, che
aveva
al suo fianco il cacciatore migliore del pianeta (per mera
auto-definizione la
giovane sospettava), aveva qualche chance. Il pensiero che quella fosse
un’avventura puramente inventata mentre questa era terribilmente
reale non
l’aveva sfiorata minimamente.
La
sveglia sul comodino tornò alla
vita alle sei e trenta precise sparando a tutto volume la sigla di una
serie
televisiva semi-sconosciuta, la ragazza si sedette pesantemente sul
letto
coperto dal suo piumone di Spiderman e con un colpo secco zittì
l’apparecchio.
È
ora di andare
in scena bellezza
disse Dean
controllando di nuovo che il sale fosse ancora al suo posto.
“D’accordo,
vado a liberarmi dei
miei genitori, tu rimani qui, non sarà un bello
spettacolo” concluse la ragazza
arricciando il naso, poi si avvolse in una vestaglia abbastanza grande
da
nascondere il fatto che era completamente vestita e, dopo aver preso un
respiro
profondo, uscì dalla stanza.
Il
cacciatore si guardò intorno
prendendo nota, per la prima volta da quando si era svegliato in quella
stanza,
dell’ambiente in cui si trovava.
Non
sembrava la classica stanza di
una sedicenne, non che lui fosse un esperto, ma anche Dean,
dall’alto della sua
ignoranza in materia, notava delle stranezze, delle piccole
idiosincrasie, come
il piumone di Spiderman e le miriadi di orecchini colorati sparpagliati
in
giro, i vari diari ordinatamente riposti sullo scaffale della grande
libreria e
i post-it colorati attaccati un po’ ovunque.
Il
cacciatore venne scosso dalle sue
elucubrazioni dalla porta che veniva aperta con forza.
“Okay,
tesoro, ora tu mettiti a
letto, chiamami se ti serve qualcosa, sei sicura che non vuoi che
rimanga a
casa? Posso disdire tutti gli appuntamenti di oggi se vuoi” Dean
ora sapeva
esattamente da chi Alice avesse ripreso l’abitudine di parlare
senza riprendere
fiato. La donna che stava letteralmente infilando a forza la ragazza
nel
proprio letto era alta, con i capelli biondo cenere, gli occhi scuri e
l’espressione
corrucciata.
“No
mamma, vai tranquilla, io starò
bene, ho soltanto bisogno di un po’ di riposo” la donna la
guardò,
evidentemente combattuta, dopo secondi che sembrarono ore, la signora
Jones
sospirò, diede un ultimo bacio alla figlia e uscì.
Fatto
finta di
stare male?
“No”
rispose secca Alice scavando in
un cassetto e tirandone fuori in gran fretta un cioccolatino che
infilò in
bocca intero. “Vuoi un consiglio? Mai bere il caffè con il
sale. A meno che tu
non stia cercando di rimanere a casa da scuola per tentare di
esorcizzare un
demone che vuole la tua testa su un paletto. In quel caso datti pure
alla pazza
gioia”
Quella
era tua
madre? Non vi assomigliate affatto
disse
Dean cambiando radicalmente argomento.
“Sì
lo so, ma in realtà sono io ad
essere una specie di anomalia genetica, anche se mia nonna giura che
sono
identica a sua sorella, non che io possa esserne sicura dato che questa
sorella
è stata disconosciuta dalla famiglia perché
all’epoca faceva la cabarettista
invece di trovarsi un marito e questo
è
stato un motivo di scandalo”
Ma
sì dimmi
pure la storia della tua vita borbottò
il cacciatore senza rendersi conto di aver parlato a voce alta.
“Ehi!
L’hai chiesto tu! Io ho
semplicemente fornito una gentile risposta” rispose la ragazza
prendendo dei
fogli dalla scrivania e tornando a letto.
---
Sam
sbadigliò sonoramente, la
scomparsa di Dean l’aveva colpito più di quando avrebbe
mai ammesso e per tutta
la notte non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto cercando di
scacciare i
pensieri occupandosi di cose triviali, come il fatto che Gabriel
avrebbe potuto
dormire anche durante la propria esecuzione (cosa che aveva fatto nel
1793
durante l’epoca del Terrore in Francia, ancora rideva quando
raccontava delle
facce degli spettatori quando si era alzato dalla ghigliottina, aveva
ripreso
la propria testa dal cestino e dopo un sentito discorso sulle falle del
loro
sistema esecutivo, se ne era andato con un’espressione
così indignata da
rivaleggiare con quella di Raphael quando aveva rivisto Cas) o il fatto
che
effettivamente Dean aveva ragione, Castiel non sbatteva le palpebre
praticamente mai.
“Okay
ragazzone, cinque minuti e ci
muoviamo, vedrai che la troveremo” disse Gabriel con un gran
sorriso ed una
giovialità decisamente fuori luogo.
Il
cacciatore non rispose, tirò
fuori la foto dalla tasca e la studiò attentamente cercando di
imprimere nella
propria memoria ogni lineamento di quella ragazzina.
I
tre erano talmente presi nei
preparativi che quasi non si accorsero della donna che passava dietro
di loro e
che per puro caso aveva notato la foto.
“Scusatemi
signori” iniziò
timidamente la donna che i tre riconobbero subito come la proprietaria
del
motel che li aveva fatti registrare la sera prima.
“Sì?”
“La
ragazza, quella della foto, è
per caso nei guai?” chiese la donna, la preoccupazione si poteva
leggere
chiaramente sul suo volto.
“Perché?
La conosce?” domandò
Castiel.
“Si
chiama Alice Jones, è amica di
mio figlio, è nei guai?” ora la donna era quasi
sull’orlo del panico.
“Ma
no signora, non si preoccupi,
stiamo solo cercando possibili testimoni per un incidente avvenuto
ieri, può
darci l’indirizzo della sua scuola gentilmente?”
intercettò Gabriel posando un
braccio sulle spalle della donna e sfoderando il suo sorriso migliore.
“Poe
High School, ma ho incontrato
sua madre prima, ha detto che stava male e che oggi sarebbe rimasta a
casa, se
entrate un momento vi do l’indirizzo” disse la proprietaria
visibilmente
sollevata.
---
Alice
sedeva sul divano a gambe
incrociate, erano almeno dieci minuti che era ferma nella stessa
posizione. Gli
occhi fissi nel vuoto mentre si tormentava distrattamente
un’unghia.
Quando
finalmente il campanello
suonò la ragazza non trasalì, ma prese un respiro
profondo, mise su l’espressione
più neutra che le riusciva ed andò ad aprire.
L’unica
parola che veniva in mente
ad Alice Jones per descrivere l’uomo davanti casa sua era ordinario,
aveva
immaginato che un demone fosse un po’ più... beh,
demoniaco, ma no, questo bel
ragazzo in jeans e camicia scura sembrava assolutamente normale.
“Alice
Jones? Ciao, sono Sam
Winchester” disse il demone sorridendo amabilmente.
“Ciao
Sam, entra pure, accomodati,
vuoi qualcosa da bere?” chiese la ragazza cercando di auto
convincersi che
andava tutto bene.
“No
grazie” la giovane guardò
attentamente l’uomo addentrarsi nel suo salotto e sedersi sul
divano, con sua
grande delusione però l’uomo non si era seduto dalla parte
su cui era disegnata
la trappola del diavolo.
Alice
si concesse un breve secondo
per guardare male il demone poi si sedette sulla poltrona il più
fisicamente
possibile lontano dalla creatura.
“Intelligente”
esclamò
improvvisamente l’uomo con un sorriso che non poteva essere
definito altro che
malvagio.
“Come
scusa?” chiese la ragazza
cominciando a sudare freddo, lo sapeva che sarebbe andata male, in quel
momento, in quel preciso momento si ripromise che se fosse
sopravvissuta avrebbe
chiamato suo fratello, Grimilde o non Grimilde, okay, Lauren o non
Lauren.
“Davvero
ingegnoso disegnare una
trappola del diavolo sotto il cuscino del divano, se non fossi stato
appostato
davanti alla finestra tutta la mattina saresti quasi riuscita a
fregarmi” disse
il demone alzandosi lentamente, Alice non si perse d’animo e
schizzò in un
angolo della stanza dove, nascosta sotto il tappeto, c’era una
trappola, prese
da dietro un mobile un sacchetto di sale e disegnò un cerchio.
Passato
il momento di puro panico la
ragazza notò comunque che l’essere non si era mosso dal
divano e aveva
cominciato a prendere in mano i vari
gingilli disposti sul tavolino da caffè di fronte.
“Carino”
disse maneggiando un
piccolo elefante di cristallo “il tizio in cui sono dentro era un
arredatore d’interni,
lo trova delizioso. Certo lo potrebbe apprezzare di più se non
fosse troppo
occupato a urlare e disperarsi” concluse l’uomo con una
risata che avrebbe
potuto far ghiacciare il sangue nelle vene ad Hannibal Lecter.
“Ma
parliamo di affari, senti, sei
una ragazza giovane, carina e mi sei anche stranamente simpatica,
quindi perché
non facciamo cosi? Tu mi consegni il diario in cui è
intrappolato Dean
Winchester e io ti lascio vivere”
“Oh,
dici questo diario?” chiese la
ragazza tirando fuori dalla tasca della felpa il libretto nero
“vienitelo a
prendere se ci tieni tanto” concluse con una sicurezza che
decisamente non
aveva, poi prese un foglio dalla tasca dei jeans e con voce tremante
cominciò a
leggere l’esorcismo, doveva riconoscere che ora era
particolarmente grata a suo
padre per averla costretta a studiarlo.
Il
demone rise “Pensi davvero di
riuscire a fermarci? Se io non recupero l’anima di Dean
Winchester qualcun
altro verrà a farlo e non sarà gentile come me, a questo
punto l’intero Inferno
sarà sulle sue tra-” ma non riuscì a finire la
frase perché improvvisamente
dalla bocca dell’uomo cominciò ad uscire del denso fumo
nero.
Fu
in quel momento che Alice lo
vide, di fronte a lei c’era uno specchio su cui riflesse
c’erano tre
persone, lei, il demone e Dean Winchester.
Lo
shock della scoperta non le
impedì comunque di terminare l’esorcismo, il fumo nero
lasciò completamente il
corpo dell’arredatore d’interni come la giovane si
aspettava, quello che
comunque non si aspettava era il fumo che si attorcigliava intorno al
corpo del
cacciatore.
Dallo
specchio Alice riusciva a
vedere l’uomo gridare cercando di liberarsi, ma il demone stava
già cominciando
a scendere verso l’Inferno e la ragazza presa dal panico e con le
funzioni
celebrali limitate al minimo fece la prima cosa che le veniva in mente
e cercò
di stringere la mano del cacciatore provando a trattenerlo.
Con
sua grande sorpresa strinse
qualcosa di solido, ma non fece in tempo a chiedersi cosa fosse
successo che il
demone sparì e una forte luce bianca la investì.
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Capitolo 5 *** What The Hell? ***
DDNWDD5
A/N:
Scusate
il
ritardo, ma la scorsa settimana ho avuto un esame e mi ci è
voluto un po’ per
ritrovare la mia strada in quel labirinto di libri, appunti e quaderni
che si
era formato. Comunque, grazie a tutte le persone che leggono, ma
soprattutto a brokendream
e FleurDeLys per le loro gentilissime recensioni. Ci tengo a
dire che questo
penultimo capitolo è stato praticamente un parto e l’unico
modo in cui sono
riuscita a finirlo è stato grazie alla panna cotta che ho
praticamente
divorato, alla fantastica voce di John Barrowman e ai litri di
thè al limone
che continuo a bere. Ma basta blaterare e passiamo al capitolo, buona
lettura.
What
The Hell?!
“Oh,
la mia testa” esclamò Alice
portandosi una mano alla tempia, la ragazza aprì cautamente gli
occhi solo per
rendersi conto che non riusciva a vedere assolutamente nulla.
Imprecando
in una lingua che
decisamente non era Inglese la ragazza cominciò a cercare i
propri occhiali
trovandoli soltanto dopo cinque minuti di estenuante ricerca.
Quello
che vide una volta tornata in
possesso delle proprie facoltà visive la sconvolse (beh per
quanto era
possibile sconvolgerla dopo quello che aveva appena visto), sul
pavimento del
suo salotto c’erano due ragazzi evidentemente incoscienti,
decisamente
titubante la ragazza si avvicinò a quello che era sicura fosse
Dean Winchester,
si inginocchiò accanto all’uomo e con una penna arrivata
da chissà dove gli
punzecchiò il braccio.
L’uomo
aprì gli occhi emettendo un
grugnito di protesta, in fin dei conti era la seconda volta in meno di
ventiquattro ore che si ritrovava disteso sul pavimento e qualcuno gli
stava
perforando il braccio con un oggetto appuntito, aveva tutte le ragioni
del
mondo per essere di cattivo umore.
“Ben
svegliata principessa” sbuffò
Alice colpendo il cacciatore sul braccio “mi hai fatto prendere
un colpo!
Quindi adesso che succede? Sei vivo?” chiese la giovane
pizzicando l’uomo sul
già martoriato arto.
“Ehi!
Non lo so, non mi sento questo
granché differente” confessò l’altro con
un’alzata di spalle.
All’improvviso
un colpo di tosse
alle loro spalle li riportò alla realtà, la ragazza si
precipitò accanto
all’altro uomo, che si stava lentamente riprendendo.
“Dean
vai a prendere un bicchiere
d’acqua per favore, potrebbe aver battuto la testa quindi
è meglio non muoverlo
per il momento” sentenziò Alice cercando di prendere il
polso dell’uomo, non
era mai stata così contenta in tutta la sua vita del fatto che
suo fratello
l’aveva spesso usata come cavia per il suo corso di primo
soccorso.
“Il
fumo... il fumo nero” gracchiò
l’uomo riprendendo conoscenza.
“Calmati,
per favore, hai subito un
trauma, devi calmarti” disse la ragazza all’uomo che
cominciava a dimenarsi,
nonostante il panico che l’attanagliava cercò di mantenere
una voce calma e
pacata “sono qui per aiutarti, qual è il tuo nome?”
“Zac,
mi chiamo Zac”
“Bene
Zac, io sono Alice, ora fai
dei respiri profondi, andrà tutto bene te lo pro-” ma
prima che riuscisse a
finire la frase Zac cominciò a gridare, gli occhi sbarrati.
“Quel-quel
bicchiere si sta muovendo
da solo!” esclamò l’uomo prima di svanire di nuovo.
La
ragazza si girò, ma l’unica cosa
che vide fu Dean rientrare nella stanza con un bicchiere in mano.
“Beh,
immagino questo risponda alle
nostre domande, ma come mai io posso vederti e lui no? E soprattutto,
ora cosa facciamo?
L’hai sentito quel demone presto o tardi ne arriveranno
altri” chiese Alice e
togliendo polvere inesistente dai propri jeans.
“Dobbiamo
andarcene, preferibilmente
subito, avremo tempo di rispondere alle domande una volta trovato
quell’idiota
di Gabriel” rispose il cacciatore “per il momento
sigilliamo la casa e andiamo
nel posto più affollato che riusciamo a trovare”
“Cosa
ne facciamo di Zac?” domandò
la giovane indicando l’uomo a terra.
“Non
abbiamo tempo di occuparci di
lui adesso, chiamiamo un’ambulanza e lasciamolo in strada”
“Senti,
io non so che branco di lupi
ti abbia cresciuto, ma non possiamo lasciare questo poveretto in strada
da
solo!”
“Dobbiamo,
fidati di me, starà
benissimo”
“Va
bene, come ti pare, a questo
punto è meglio andare a scuola, lascio un messaggio a mia madre
in caso
tornasse prima” concluse Alice sbuffando.
In
meno di dieci minuti i due erano
sulla loro strada per la Poe High School, senza rendersi conto che
qualcuno di
poco raccomandabile li stava seguendo.
---
“Almeno
siamo sicuri sia la casa
giusta?” chiese Sam guardando fuori
da
una finestra e sperando che nessuno li notasse dato che, tecnicamente,
quello
che stavano facendo si chiamava violazione di proprietà.
“Sì,
posso chiaramente rilevare
residui di un esorcismo” esclamò Cas all’improvviso.
“Già
il fratellino ha ragione, ci
sono più residui demoniaci qui dentro che in quella casa dove io
ed una
congrega streghe abbiamo deciso di darci alla pazza gioia, se capite
cosa
intendo, ah bei tempi, avevo detto loro di essere un signore
dell’Inferno, ho
vissuto una settimana fantastica, peccato che poi abbiano cominciato a
mangiare
la foglia e abbiano chiamato un demone vero, certo alla fine abbiamo
coinvolto
anche il demone ma-”
“Gabriel,
concentrati!” sbottò Sam a
metà racconto, in genere amava ascoltare i racconti
dell’Arcangelo, ma quello
non era proprio il momento.
“Ho
trovato qualcosa” si intromise
Cas che nel frattempo aveva cominciato a cercare indizi.
In
salotto, attaccato alla
superficie di un tavolino c’era un post-it giallo con sopra
scritto in una
grafia svolazzante e disordinata: Mamma, mi sono appena ricordata
di avere
un test importante, mi sento molto meglio così ho deciso di
andare a scuola. Non
ti preoccupare, torno presto. Alice.
“Sam,
ho due notizie per te, una
buona ed una cattiva” esclamò Gabriel tenendo in mano un
quadernetto nero che
aveva appena trovato a terra “quella buona è che questo
è il diario a cui era
legata l’anima di Dean, quella cattiva è che Dean non
è più qui”
Sam
si trattenne a stento dallo
sbattere ripetutamente la testa (la propria, ma soprattutto quella
dell’Arcangelo) contro il muro.
---
Alice
posò i libri nell’armadietto e
si guardò intorno, molto consapevole del fatto che sembrava una
pazza appena
scappata dal manicomio, ma da quando aveva lasciato la propria casa si
sentiva
esposta ed in pericolo.
“Rilassati
o rischi che qualcuno
chiami l’antidroga” le sussurrò Dean
nell’orecchio.
“Okay
sono nervosa! Fammi causa”
sibilò la giovane tra i denti, passare da una vita normale e un
po’ monotona
alla caccia ai demoni non aveva fatto bene ai suoi nervi.
Tutti
i pensieri di droga e nervi
furono accantonati quando tre ragazze che sembravano appena uscite da
un teen
drama, passando accanto ad Alice le rivolsero uno sguardo così
pieno di odio e
disgusto che Dean, nonostante avesse affrontato orde di mostri e
demoni,
rabbrividì.
“E
quelle chi erano?”
“Beh,
hai presente quando guardi
quei telefilm sulle turbe adolescenziali e c’è sempre quel
gruppetto di snob
alla ‘Mean Girls’ che sono così pieni di
cliché che se esistessero davvero
probabilmente il mondo imploderebbe? Beh, loro sono la prova vivente
che l’Universo
ha un gran senso dell’umorismo. Non chiedermi come si chiamano
però, perché continuo
a dimenticare i loro nomi, per me sono sempre state, sono e sempre
saranno
Crudelia, Malefica e Ursula” rispose la giovane con una scrollata
di spalle, al
momento aveva decisamente altro a cui pensare.
“Odio
il liceo” sentenziò il
cacciatore con una smorfia “Professori, compiti, gente che ti
odia senza motivo”
“Oh
no, un motivo ce l’hanno,
fondamentalmente odiano chiunque non abbia lunghi capelli setosi che
riflettano
il sole come il mare estivo riluce sotto la luce della luna, chiunque
non porti
una taglia 38 e in linea di massima chiunque non sembri appena uscito
dalla
copertina di ‘Seventeen’ il che significa che odiano
praticamente chiunque,
comprese loro stesse se vogliamo dare credito alla psicologia
moderna.”
Due
ore dopo Dean era seriamente
convinto che morire di noia fosse possibile, era assolutamente certo di
non
aver mai incontrato nessuno con un programma di studi noioso come
quello di
Alice, un’altra ora sui principi di macroeconomia e avrebbe
cominciato a dare
di matto.
Era
fondamentalmente a causa della
noia che Dean ideò un piano, niente a che fare con la sua
situazione
ovviamente, semplicemente il cacciatore vedendo le tre ragazze di prima
prendere in giro una ragazzina di appena tredici anni, aveva deciso di
dare
loro una lezione.
Già.
Dean
Winchester: morto che cammina
(parla, disturba le lezioni, flirta, ecc.), invece di fare qualcosa per
porre
rimedio alla situazione illustrata nella dichiarazione precedente gioca
a fare
il paladino della giustizia (ad onor del vero aveva sempre avuto
l’aspirazione
dell’eroe alla Batman).
Ehi,
che tu
sappia è mai morto qualcuno di morte violenta in questa scuola?
Omicidio?
Suicidio?
chiese il cacciatore scrivendo
discretamente su un foglietto dimenticato sul banco.
Perché?
chiese sospettosa Alice scribacchiando con una matita sullo stesso
pezzo di carta, Dean che apriva la bocca (in senso puramente metaforico
in
questo caso) senza lamentarsi? Decisamente sospetto.
Mi
annoio,
almeno potrei cercare qualche altro spirito con cui fare amicizia
rispose l’uomo, ogni parola coperta da uno spesso strato di
sarcasmo.
La
ragazza sospirò, ultimamente lo
faceva spesso e tutto a causa di quel dannato non-morto, ma neanche
tanto vivo,
Dean Winchester.
Va
bene, che io
mi ricordi c’è stata solo una ragazza, Harriett Miles, si
è suicidata l’anno
scorso, poveretta, soffriva da tanti anni di depressione
Senza
neanche rispondere l’uomo uscì
in fretta dall’aula.
Al
cacciatore bastarono appena tre
minuti per individuare le ragazze che si stavano dirigendo verso il
bagno del
secondo piano.
Quello
che vide quando entrò fu un
armamentario degno di una profumeria, ma ancora più importante
uno specchio, un
grande specchio. Perfetto.
Dean
prese un rossetto e cominciò a
scrivere.
Voi
mi avete
ucciso. HM
“Oh
cavolo Jane! Oh cavolo! Che
succede?!” gridò una delle ragazze allontanandosi
repentinamente.
“Non
lo so! Un fantasma!” rispose l’altra
senza mai perdere di vista il rossetto che volteggiava nell’aria.
Smettetela
e la
vostra vita potrebbe essere risparmiata.
“Cosa?
Smettere cosa?” a questo
punto le tre erano decisamente terrorizzate.
Purtroppo
però, Dean non riuscì a
rispondere perché la porta si spalancò e le ragazze
afferrarono al volo l’opportunità
per scappare, lui però non prestò loro la minima
attenzione, troppo preso dal
nuovo arrivato.
Sam?
|
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Capitolo 6 *** If At First You Don't Succeed, Don't Try To Kill A Winchester ***
DDNWDD6
A/N:
Here
we go
people, siamo alla fine, devo ammettere che un po’ mi dispiace,
comunque bando
alle ciance e ciancio alle bande, vorrei ringraziare tutte le persone
che hanno
letto questa storia, l’hanno messa tra le preferite, le seguite,
ecc. ma soprattutto
vorrei ringraziare brokendream e FleurDeLys per le loro
splendide
recensioni ed il loro supporto. Enjoy l’ultimo capitolo.
If At First You Don’t Succeed, Don’t Try To
Kill A Winchester
Perché
a me? Si chiese Alice per la
quindicesima volta mentre si recava al luogo dell’appuntamento.
La
collinetta dietro la scuola non
era mai sembrata così sinistra, nonostante fosse appena
mezzogiorno il cielo
era scuro e grandi nuvole nere minacciavano pioggia, i rami degli
alberi ormai
spogli prendevano ai suoi occhi forme inquietanti.
“Okay
Alice, ricordati ciò di cui
blaterava Jenny l’altro giorno, il metodo dell’‘actor
studio’, immedesimati nel
personaggio, ricordati non ti interessa l’anima di Dean, sei
spietata e vuoi
solo venderla al miglior offerente” cercò di rassicurarsi
la ragazza, l’idea
non le piaceva affatto e che fosse stata partorita da quello strano
tipo, come
si chiamava? Ah sì, Gabriel, simpatico senza dubbio, ma fuori
come un balcone,
aggiungeva soltanto altri motivi di preoccupazione.
E
poi quali cacciatori che si
rispettano chiedono aiuto ad un demone? Crowley o come diamine si
chiama, con
quel suo accento scozzese e la risposta sempre pronta, le dava proprio
sui
nervi. Non certo il modo migliore per infondere fiducia in una che si
stava
letteralmente infilando nel covo dei lupi.
Alice
guardò l’orologio per l’ennesima
volta, ancora qualche secondo e sarebbe scattata l’ora X,
alzò gli occhi dall’orologio
che portava ala polso e quasi urlò dal terrore, almeno sessanta
persone erano
comparse dal nulla, tutti avevano gli occhi neri e la guardavano
neanche fosse
un tacchino il giorno del Ringraziamento.
“Okay
ragazzi, state indietro, lei
non è sul menù” risuonò una voce in
appropriatamente gioiosa alle spalle della
giovane che, nonostante il naturale istinto di autoconservazione si
girò per vederne
la fonte, davanti a lei in tutto il suo demonico splendore c’era
Crowley che
avanzava tenendo in mano un bicchiere di quello che sembrava scotch.
“Bene,
sappiate che qui comando io,
quindi tutti i demoni dell’incrocio a destra, tutti gli altri a
sinistra,
quelli a destra fanno un’offerta, se la signorina accetta
darà al demone l’anima
di Dean Winchester che potrà poi essere spartita a vostra
discrezione con
quelli a sinistra” continuò il demone con nonchalance.
Tutto
ciò che Alice riusciva a fare
al momento era assumere una posa da “dura” sperando di
essere il più
convincente possibile cercando contemporaneamente di non avere un
attacco di
risata nervosa mentre vedeva l’orda di essere infernali
posizionarsi in due
linee ordinate.
“Bene,
vedo che ci siamo capiti, il
mio lavoro qui è finito” e prima che la ragazza riuscisse
a spiccicare parola
il demone se ne era andato.
Alice
deglutì tornando a guardare i
suoi compratori, davvero non riusciva a capire come si era fatta
convincere, ah
sì, ora ricordava erano stati il tizio ridicolamente alto e
quello con il
trench, se uno dei due l’avesse guardata negli occhi dicendo
“salta” lei non
avrebbe potuto fare altro che chiedere “quanto in alto?”
sul serio, quegli
occhi...
“Okay,
avete sentito il boss,
iniziate a fare qualche offerta” intimò la ragazza, e
sarebbe anche stata
mediamente convincente se non fosse stato per quel leggero tremore
nella voce.
I
demoni si cambiarono degli
sguardi, le bocce spaccate in sorrisi malvagi, cominciando ad avanzare,
la
giovane per tutta risposta fece qualche passo indietro, troppo
spaventata per
voltare le spalle alle terribili creature che le si avvicinavano ogni
secondo
di più.
Poi
all’improvviso al suo fianco
apparvero quattro figure.
“Loki
sei tu amico?” chiese uno dei
demoni avvicinandosi a Gabriel.
“Hey
Alaric! Quanto tempo” rispose l’Arcangelo
abbracciando il demone.
“Che
ci fai da queste parti? L’ultima
volta che ti ho sentito tu e Kali stavate portando terrore e scompiglio
da
qualche parte in Asia”
“Sì,
beh sai com’è, né io né Kali
siamo fatti per la monogamia e-” ma il racconto di Gabriel fu
interrotto da uno
schiarirsi di gola collettivo “scusa amico, ora non è il
momento” concluse
beccandosi un’occhiataccia dalle quattro persone alla sua
sinistra.
“Già,
ora non è proprio il momento”
disse Sam abbassandosi a livello del terreno e tirando su un pezzetto
di filo
di rame dalla terra “perché siete intrappolati in una
trappola del Diavolo e
state per essere esorcizzati”
“Dite
ai vostri amici che se
proveranno di nuovo a venire contro di noi faranno un fine anche
peggiore”
minacciò Dean.
Castiel
cominciò a recitare l’esorcismo,
l’aria prima riempita soltanto dalla sua voce profonda fu
squarciata da urla
disumane, l’odore di zolfo così penetrante che poteva
essere sulla lingua.
Alice
cercò di coprirsi le orecchie,
calde lacrime le rigavano il viso, finalmente era finita,
l’adrenalina lasciava
il posto alla paura che la ragazza non aveva permesso al suo animo di
provare
fino ad allora, mentre il mondo diventava sempre più buio per la
seconda volta
in quella giornata.
---
“Alice,
Alice” chiamò Dean scuotendo
la spalla della ragazza.
“Ti
odio” rispose semplicemente la
giovane aprendo cautamente un occhio, poi notò che Sam aveva una
mano sulla
spalla del fratello “vedo che sei tornato in vita”
“Così
sembra” rispose il cacciatore
con la tranquillità di uno che ha appena annunciato di aver
mangiato un
cheeseburger per pranzo.
Castiel
l’aiutò ad alzarsi in piedi
e le posò due dita sulla fronte, improvvisamente non le sembrava
più di avere un
concerto degli AC/DC in testa e così si arrischiò ad
aprire entrambi gli occhi,
la collinetta che era appena stata testimone di un evento
soprannaturale era
completamente sgombra.
“Dove
sono tutti quanti?”
“A
casa, tutti guariti. Che devo
dirti? Sono bravo” replicò Gabriel con un sorriso a
trentadue denti e facendole
l’occhiolino.
“Mmm,
okay, sentite tanto per essere
chiari, dato che prima non abbiamo avuto proprio tempo di
chiacchierare, tu sei
l’Arcangelo Gabriele e tu sei un Angelo?” chiese Alice
indicando a turno i due
essere celesti.
“Così
dicono bambolina”
“Oh,
okay, fico”
“‘Oh,
okay, fico’? io ti dico che
sono l’Arcangelo Gabriele e questo è tutto quello che
ottengo?”
“Accontentati,
quando io le ho detto
di essere un fantasma la sua massima reazione è stata
‘Oh’”
“D’accordo,
credo sia abbastanza
forse è meglio tornare indietro” intervenne Cas.
“Okay
ma per favore niente voli, non
credo che oggi potrei reggere altre stranezze” disse la giovane
guardando
implorante i quattro uomini.
“Va
bene per me, mi è mancata la mia
piccolina, non vedo l’ora di rivederla, spero tu l’abbia
trattata più che bene
Sam” rispose Dean con gli occhi lucidi al solo pensiero di
rivedere la sua
macchina.
“Oh,
non sapevo avessi una figlia”
Sam
e Gabriel quasi si ruppero una
costola ridendo.
---
Il
viaggio in macchina fu breve,
davanti alla scuola erano radunati tutti gli studenti appena usciti
dalle
classi, Dean parcheggiò e scese dall’auto seguito
brevemente dagli altri
quattro passeggeri.
Alice
strinse la mano a Cas, Sam e
Gabriel, ma quando arrivò a Dean la ignorò completamente
lanciandosi addosso al
cacciatore che dopo qualche secondo di sorpresa ricambiò
l’abbraccio,
bisbigliandole un ringraziamento nell’orecchio e facendole
scivolare un
biglietto da visita nella mano, con quella propensione a cacciarsi nei
guai ne
avrebbe avuto bisogno prima o poi.
“Alice!”
chiamò qualcuno alle spalle
della ragazza.
“Mike?”
replicò la giovane correndo
ad abbracciare il ragazzo “Che ci fai qui?”
“Sono
venuto a fare una sorpresa
alla mia sorellina, ultimamente ti ho un po’ ignorato, comunque,
loro chi sono?”
chiese sospettoso il ragazzo indicando i quattro uomini con un cenno
della
testa.
Il
primo a rispondere fu Sam.
“Salve,
agente Johnson, FBI, questi
sono i membri della mia squadra Young, Willams e Rudd, sua sorella si
è
ritrovata suo malgrado coinvolta in un’indagine che, devo
ammettere, senza di
lei non saremmo riusciti a risolvere”
“Wow,
davvero? La mia sorellina è un’eroina,
aspetta che lo sappiano mamma e papà”
“Sì
va bene, come ti pare, Lauren è
con te?” chiese la giovane guardandosi intorno, aveva promesso di
essere
gentile con la strega, tanto valeva cominciare da subito.
“Nah,
ci siamo lasciati, non
volevamo le stesse cose”
Alice
sorrise ed abbracciò suo
fratello, questo sì che poteva essere definito un lieto fine.
The
End
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