Feeling This.

di Josie Walking_Disaster Vengeance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Feeling This


Come diavolo è potuto accadere?
Fuori dalla finestra la pioggia scende incessantemente, attorno alla mia mano appoggiata al vetro si sta formando la condensa.
Non so da quanto tempo sono in questa posizione: in piedi, una mano sul vetro e l'altra su un fianco. Possono essere passati pochi minuti come diverse ore eppure non riesco a muovermi, a fare nient’altro se non guardare fisso fuori dalla finestra.
E' che ho fatto una cazzata. Io, Tom DeLonge ho fatto una miriade di cazzate, ma mai una come questa. Una grandissima cazzata. O forse il vero problema è che non lo è, ma sinceramente, che cos'è, non lo so neanche io.
So solo che la mia vita era perfetta, o comunque relativamente senza casini, aveva delle basi solide per così dire ed ora quelle basi se ne sono andate allegramente a farsi fottere!
Ho dei ricordi vaghi degli ultimi giorni, ma gli avvenimenti delle ultime ore me li ricordo bene.
E chi potrebbe scordarsi il proprio migliore amico che viene a trovarti a casa per confidarsi sui suoi problemi sentimentali e poi alla fine ci finisce a letto?
Ora forse è più semplice comprendere il mio stato emotivo, ma per capirlo meglio è necessario tornare dietro di qualche ora...

***

"Muori, muori, muori!"
Dio da quanto tempo non giocavo ai videogame!
Sono qui, seduto ai piedi del divano, con di fianco una scodella colma di pop-corn (di cui il pavimento è sparso) con il jostik fra le mani, muovendolo a destra o a sinistra a seconda degli spostamenti che fa il pupino nella TV.
Non sono un grande appassionato di videogiochi, ma Jennifer è fuori per lavoro e io ne ho subito approfittato.
Quando c'è lei non mi va perché crede che sia una cosa infantile... e forse un pò lo credo anche io, ma in questo momento sono troppo preso!
"Crepa cazzo! Saltagli in testa e schiaccialo"
In effetti questi giochi mi agitano un po'... Comunque non riesco a continuare la serie di minacce di morte che stavo urlando contro i funghetti di Super Mario perché il suono del campanello mi interrompe. Tanto meglio... ero saltato direttamente dentro la bocca di una pianta carnivora, una di quelle che escono dai tubi verdi.
Mi spazzolo via dai vestiti i rimasugli di pop-corn, appoggio il jostik sul tavolino di vetro davanti al divano, mi alzo e vado ad aprire.
Spalanco la porta e mi trovo davanti Mark che presenta un espressione piuttosto sconsolata. Non aspettavo una sua visita, comunque mi fa piacere. Chissà che è venuto a fare.
"Hey Mark" alzo alzo una mano in segno di saluto sputacchiando pop-corn dalla bocca.
Senza neanche degnarsi di rispondere al saluto e senza dire nient’altro mi supera ed entra in casa, ma il suo taciturno comportamento dura ben poco.
"Io non ce la faccio più!" sbraita voltandosi verso di me che mi appresto a chiudere il portone di casa, senza capire a che accidenti si riferisce "giuro che io la amo a Skye, più della mia stessa vita, nessuno può dire il contrario, ma quando è troppo è troppo! Cioè io non pretendo che le cose vadano sempre bene, no, non è normale in un rapporto, ma lei non può incazzarsi così spesso!  E per cose stupide tra l’ altro. Io non sono un santo, però cerco di fare del mio meglio, ma sembra che lei questo non lo capisce!"
"Che sono quelle valige, te ne sei andato di casa?"  interrompo il suo monologo notando che si è portato dei bagagli appresso.
Mark abbassa la testa e dalla sua bocca esce solo un mormorio impacciato "mi ha cacciato"
Scoppio in una risata che non riesco a trattenere, mentre lui alza lo sguardo, rosso in viso e con un espressione incazzata " che cazzo ti ridi?"
"Scusa Hoppus" dico fra una risata e un altra "è che sei un coglione!"
Mark si volta evitando di guardarmi, leggermente imbarazzato e immusonito.
"Ti sei fatto buttare fuori di casa"
Forse non dovrei continuare a ridere in questo modo, anche perché lo vedo che è molto imbarazzato dalla cosa, ma che ci posso fare se lo  trovo dannatamente divertente?
Comunque notando che la sua espressione rimane seria mi faccio serio anche io.
Per qualche momento rimaniamo in silenzio, poi mi avvicino alla TV della sala e raccolgo da terra  la scodella coi pop-corn. Glieli offro e ne afferra una manciata.
Mi gratto la testa non sapendo bene che fare.
"Stavo giocando a Super Mario prima che arrivassi, ti va di fare una partita e intanto mi dici che diavolo hai combinato? C'è la modalità multigiocatore"
Annuisce e ci sediamo tutti e due a terra. Appoggio i popcorn sistemandoli fra noi e due e gli passo un jostik. faccio riprendere il gioco spostando le opzioni su multigiocatore:2 e inizia la partita.
"Allora tu sei Mario, quello nel riquadro sopra..."
"Lo so chi è Mario, Tom"
"... e io Luigi quello sotto" dico senza badare alla sua interruzione "è una gara a tempo, chi finisce il livello prima vince"
"Pronto a perdere perdente?" mi fa voltandosi verso di me con un sorrisetto.
"Vedremo chi sarà a perdere!" gli dico con aria di sfida.
Dopo meno di due minuti la mia fama da "giocatore schiappa" di videogiochi ci conferma che a perdere sono io.
Mark si apre in una risata allegra "vuoi la rivincita Delonge?"
"Ci puoi giurare Hoppus!" accetto visto che sta abbandonando la sua aria da depresso.
La successiva mezzora la passiamo a ridere, spintonarci cercando di dirottare il gioco dell'altro, insultarci e a darci del perdente a vicenda.
Alla fine quando decidiamo di terminare la partita Mark ha vinto nove partite e io solo quattro,  punteggio abbastanza soddisfacente per uno del mio standard.
"Guarda che casino con 'sti pop-corn" osserva Mark dopo aver passato i precedenti cinque minuti a darmi del perdente in tutti i modi umanamente conosciuti.
Alzo le spalle "sistemo più tardi"
"Più tardi quando? è già tardi adesso sono le 2:26"
Guardo l'orologio appeso al muro di fianco a una credenza colma di CD, che mi conferma le parole di Mark.
"Dettagli. Comunque... non volevi parlarmi di Skye?"
Mark abbassa appena lo sguardo e si fa cupo. Dalla sua reazione capisco che la cosa è seria e che ci sta male.
Appoggia la  schiena al divano e getta la testa indietro chiudendo gli occhi.
Mi avvicino un po’ aspetto che sia lui a parlare non  voglio forzarlo, poi tanto so che mi dirà tutto.
So di essere conosciuto come Tom: il chitarrista coglione e divertente dei Blink 182, ma so essere serio se un amico ha bisogno di me... soprattutto se si tratta di Mark.
Lo sento sospirare "non lo so. è che mi sembra che stia andando tutto male con lei questo periodo e in più i tour, lo stress dei viaggi e dello stare troppo lontani..."
"Capitano questi periodi, ma poi passano"
"Lo so ma mi sembra di non riuscire più a sostenere la situazione e in più penso che sia lei ad avere ragione..."
"Si ma lei è anche un po’... suscettibile ogni tanto diciamo e si sentirà anche oppressa dal lavoro e le solite cose"
"Probabile... è che non so come fare per mettere le cose apposto"
"Tu la ami"
Alza la testa e mi fissa negli occhi.
"Con tutto me stesso"
"E lei ti ama. è questo l'importante e un amore non si distrugge per colpa dei dettagli, so che non sei quel genere di persona che manda tutto all'aria per le piccolezze. Se vi amate non vi lascerete per le stupidaggini"
Mark abbozza un sorriso.
"Che è quella faccia da idiota Hoppus?"
"Niente. è che a volte mi stupisce la saggezza di Tom "Hot Pants" DeLonge"
"Ho anche io i miei momenti"
"Che di solito durano ben poco"
"Bè se devo mantenere il mio appellativo di "hot pants" non posso sparare saggezze a destra e a manca, devo più che altro preoccuparmi di mantenere sempre i miei pantaloni.... caldi. E quello che c'è sotto" concludo con uno dei miei sorrisetti degni del mio soprannome.
"Già  e a quanto vedo il momento di saggezza è già andato a farsi fottere" dice sghignazzando e riportandosi all'indietro per poi fissare il soffitto.
"Lo sai che comunque ci sono se si tratta di te" dico tornando improvvisamente serio, cosa che sembra stupire Mark che si volta verso di me.
"Grazie" dice puntando i suoi, momentaneamente seri, occhi azzurri che tante volte ho visto allegri e spensierati, su di me " è che a volte mi sento come se non fossi alla sua altezza"
Lo guardo sconvolto. possibile che non si rende conto di quanto in realtà sia un ragazzo fantastico? "Senti. Metà della popolazione femminile statunitense, e anche fuori, farebbe follie per essere  al posto di Skye e se lei non riesce a capire che bellissima persona sei è un suo cazzo di problema!"
"Grazie Tom. Vedi fai tanto il figo" dice ridendo "ma vedi che il tuo momento di saggezza non è ancora fin..."
Prima che riesco a rendermi conto di quello che sto facendo, sento le mie labbra premere contro le sue. Dopo degli istanti che mi sembrano infiniti mi stacco da Mark, che mi guarda fisso negli occhi senza dire niente.
Apro la bocca per tentare di cercare di spiegare il mio comportamento, ma non faccio in tempo a dire una parola che mi sento strattonare da Mark per il collo della maglietta e in un attimo le nostre labbra sono di nuovo incollate. In un primo momento in un bacio leggero che si trasforma via via in uno più passionale.
Ci alziamo da terra senza staccarci se non per prendere fiato. Seguiamo il breve corridoio arrivando alla soglia della porta della camera da letto.  Sento Mark muoversi in direzione della stanza, ma prima che possa fare anche solo un passo lo blocco al muro e lo bacio con foga.
"Dove pensi di andare?" gli dico  staccandomi  quel poco che basta per guardarlo negli occhi  "sei mio"
Fa uno dei suoi tipici sorrisetti e nonostante le mie parole entriamo in camera e ci stendiamo sul letto.
Non riesco ad allontanarmi da Mark. So che questo è sbagliato, ma non voglio pensarci, in questo momento ho solo bisogno di sentire la sua pelle calda, dei suoi occhi profondi che riesco a leggere quasi come se fossero un libro aperto. E nei suoi occhi posso leggere che anche lui vuole quello che voglio io. Almeno per stanotte.

***

Questo è quello che è successo.
Ricordo lui addormentato con la testa appoggiata nell incavo della mia spalla e le nostre gambe intrecciate prima di essermi addormentato anche io.
Quando mi sono svegliato Mark se ne era già andato, senza aver lasciato un messaggio o un biglietto, niente.
Questo è quello che è successo ed è per questo che le solide basi che reggevano la mia vita si sono incrinate. Ho una moglie, una vita fantastica e ora ho mandato tutto a puttane.
Come diavolo è potuto accadere?

***

Sono quasi tre ore che cammino, sotto la pioggia per di più, ma non posso tornare a casa, non ora.
Ho ricevuto almeno cinque chiamate di Skye che ho prontamente ignorato e circa una decina di minuti dopo è arrivato un messaggio: Mark perché non rispondi, sei arrabbiato? hai tutte le ragioni per esserlo, ho esagerato ieri... dobbiamo parlare, per favore appena puoi torna a casa!
Stringo forte il cellulare neanche volessi farlo a pezzi. Mi sento una merda per quello che ho fatto a Skye e perfino a Jennifer. Non ho idea di quello a cui stavo pensando ieri sera, anzi probabilmente non stavo pensando affatto. In questo momento però, sinceramente la cosa che mi importa  sapere è cosa ha spinto Tom a fare... quello che ha fatto. L'unico modo sarebbe chiederglielo, ma di certo ora non posso e non posso nemmeno tornare da Skye... non riuscirei neanche a guardarla negli occhi... Non so davvero cosa fare, vorrei mettermi ad urlare! Di solito quando sono in crisi vado da Tom, cosa che ovviamente non posso fare.. C'è solo un'altra persona da cui potrei andare e che mi ascolterebbe...

Dopo circa un'ora e mezza di viaggio in auto sono davanti casa di mia sorella, Anne. C'è sempre quando ho bisogno di lei e viceversa, abbiamo imparato a prenderci cura l'uno dell'altra fin da piccoli.
Busso alla porta e qualche istante dopo appare sull'uscio un uomo vestito in giacca e cravatta con una cartellina sottobraccio: John, il marito di Anne. è un ragazzo simpatico e socievole, sono contento della scelta di mia sorella.
"Ciao Mark! Che ci fai da queste parti? Non ti aspettavamo!" dice allegramente stringendomi la mano.
"Ciao John, si hai ragione, scusa se non ho avvisato, ma ho bisogno di parlare con Anne"
"Entra pure, ti preparo qualcosa?" aggiunge avviandosi verso la cucina.
"No grazie ho lo stomaco chiuso" credo che se solo provassi a mangiare qualcosa lo vomiterei prima ancora di riuscire a ingoiarlo.
"Come vuoi. Ti vado a chiamare Anne... è a letto oggi niente lavoro, non si sente bene"
"Qualcosa di serio?" chiedo subito allarmato.
"No tranquillo... credo solo che abbia accumulato un  po di stress, gli farà piacere vederti!"
Sorrido ma non sono sicuro di questa cosa... se ha già problemi di stress forse non dovrei caricarla anche dei miei.
"Non preoccuparti vado io. Non voglio farti fare tardi"
"Bene allora scappo, ci vediamo Mark!"
"Ciao, buon lavoro!"
Mi fa un cenno e esce di fretta.
Busso qualche colpo alla porta della camera di Anne e entro.
"John che ci fai ancora qui, non dovevi... Mark!"
Non appena mi vede le si illumina il viso e si tira  a sedere. La raggiungo nel letto e l'abbraccio forte, mi mancava era parecchio che non passavo a trovarla.
"Come stai sorellina? Tutto bene?"
"A meraviglia, sono solo stanca e voglio godermi un po’ di sano relax"
"E avresti un po’ di tempo per il tuo fratellone?" gli dico facendo gli occhi dolci, cosa che le ha sempre fatto ridere, come anche questa volta.
"Certo. Avanti spara"
Mi stendo sul letto e lei si mette di fianco a me seduta a gambe incrociate, come facevamo sempre quando eravamo ai tempi della scuola.
"Allora? Che hai combinato stavolta?" mi esorta vedendo che non parlo.
Come faccio a dirle una cosa del genere, da dove comincio? Cazzo, stavolta la cosa non è così semplice...
"è una cosa complicata..."
"Riguarda Skye?"
"No non riguarda Skye, o meglio si, ma non direttamente"
"Si è innamorata di qualcun’altro?"
"No..."
"Ha deciso di cambiare città?"
"No no"
"Oddio è incinta!"
"No! Sei matta, che diavolo dici? E poi ti ho detto che riguarda lei solo indirettamente!"
"Che ne so, ma tu non mi dai nessun'indizio!" dice alterata e rossa in viso come sempre quando si agita "mi fai passare a me per pazza, ma se tu non mi dici cos..."
"Sono andato a letto con Tom"
Smette immediatamente di parlare e mi fissa pietrificata. La sua espressione mi ricorda tanto  un emoticon che ho su msn  e che ho salvato sotto il nome di *SHOCK*.
"Anne…"
"Si scusa" si riprende subito e mi guarda seria "la cosa non mi stupisce più di tanto"
"Ma se ti stava per prendere un colpo!"
"Si inizialmente, ma poi ho pensato che si trattava di te e Tom... e ti ripeto, la cosa non mi stupisce più di tanto"
"Anne che devo fare? Sono sposato... e ho tradito mia moglie. E Tom..."
"Tom cosa?"
"Non lo so! Non so cosa pensa lui a riguardo"
"Non avete parlato?"

"No, me ne sono andato prima che si svegliasse"
"Ma vuoi spiegarmi com'è successo? è stata una sua iniziativa?"
"In un certo senso... sono andato da lui perché avevo litigato con Skye e a un certo punto...  bè si è stata una sua iniziativa"
"Ma tu non lo hai allontanato, no?"
"Direi di no"
Anne socchiude gli occhi e mi fissa.
"E dai smettila di guardarmi così!"
"Scusa. E Allora?"
"Allora cosa?"
"Com'è stato il sesso con Tom DeLonge?"
Penso che il mio viso abbia, nel giro di cinque secondi, assunto tutte le graduazioni possibili di rosso, raggiungendo anche qualche tonalità di viola.
"Che domande sono, non è questo il punto!"
Sbuffa "bè senti dovete parlare voi due, io più di questo non posso dirti al riguardo"
"Hai ragione... Di che ho paura, infondo è sempre Tom"
"Già. Secondo me ti sei preso una bella cotta fratellone!"
Ed ecco che il mio viso si colora di nuovo. è la classica situazione in cui se avessi avuto un bicchiere d'acqua avrei sputato tutto.
Vorrei negare, dirle che si sbaglia, ma non trovo motivi convincenti neppure per convincere me stesso.

***  

Sono quasi dieci giorni che non vedo Mark, da quella notte non l’ho più neanche sentito.
Travis sembrava non capire quello che stava succedendo, per questo sta mattina si è presentato da me per avere spiegazioni:

Sono ancora nel dormiveglia quando sento il campanello di casa suonare seguito da dei forti colpi alla porta. La sveglia segna le 7:45. Dio santo, ma chi è a quest’ora! Le 7e45… saranno anni che non mi sveglio così presto… ma è gia giorno di fuori?
Afferro un paio di jeans neri, ma mi lascio la T-shirt che usavo per dormire e vado ad aprire la porta. La luce che mi invade immediatamente mi fa capire che, beh si, alle 7e45 di fuori è già giorno.  
“Quanto cavolo ti ci vuole per venire ad aprire una porta?” quasi grida una voce familiare.
Travis sembra irritato, si comporta sempre così quando io e Mark gli teniamo nascoste delle cose…  sicuramente ha ragione, a chiunque darebbe fastidio.  Credo che lui si senta un po’ messo da parte, come se lo escludessimo perché io e Mark siamo amici da più tempo. In realtà non è così, Mark è il mio migliore amico, ma gli voglio bene tanto quanto a Travis. Purtroppo credo che lui ancora non l’abbia capito… So solo che quando si innervosisce non gli sta più bene nulla!
“Stavi dormendo a quest’ora?”
“Si che stavo dormendo a quest’ora Trav, sono le 7!”
“Senti, sono le 7e51 e…”
“Mi dici che sei venuto a fare?”
Ok non volevo essere così brusco… ma è meglio interromperlo prima che la conversazione prenda una piega ridicola.
“Dov’è Mark? Perché non mi risponde al telefono?”
Bene è arrivato subito al nocciolo del discorso.
“Non so dov’è… sono un po’ di giorni in effetti che non lo sento” cerco di rimanere vago il più possibile. Non so se è il caso di dirgli cos’è successo.
“Cos’è successo? Avete litigato?”
“No”
“E allora cosa?”
Cazzo, non so cosa rispondere. Che gli dico? Dovrei inventarmi immediatamente qualcosa. Non che non potrei farlo, ma non mi va di mentire a Travis.
Capisce che non voglio dirgli niente e sospira rassegnato. Mi dispiace vederlo così, ma che cosa posso fare?
“Non è che lo dico a nessuno…”
“Lo so però…”
“Posso almeno sapere se avete intenzione di rivedervi o mandiamo i Blink a puttane?”
Mi si gela il sangue. In questo momento io e Mark non ci paliamo, non abbiamo litigato ne discusso, ma qualsiasi cosa potesse succedere non potrei mai pensare di  mandare a puttane i Blink. Inorridisco solo a pensarci.
“Certo che no! Non devi neanche pensarlo” Travis incatena i suoi occhi ai miei serissimo “Travis dai entra ti dico tutto”
Se lo merita, gli devo delle spiegazioni.

Devo dire che in un primo momento ho pensato che a Travis sarebbe venuto un collasso. Gli ho detto tutto. È stato ad ascoltare in silenzio tutto il tempo.
“Quindi… com’è la situazione? Come siete rimasti d’accordo?”
“In nessun modo, te l’ho detto. Se ne è andato prima che mi svegliassi”
“Ma Tom non potete andare avanti così, non potete scappare! Dovrete parlarvi prima o poi…”
“Ma lui non mi ha più cercato…”
“Neanche tu mi pare”
“Odio questa sensazione di incertezza, voglio solo sapere cosa pensa lui! Se è stata solo  una cosa insignificante accaduta per sbaglio o…”
“O?”
“…di più”
Non riesco a guardare in faccia il mio amico e sento i suoi occhi fissi su di me.
“E per te cos’è stato?”
“Non so darti una risposta…”
“Non sai darmi una risposta o hai paura di darmela, perché in fondo una risposta già ce l’hai?”
Mi porto le mani alla testa, la verità mi colpisce come un pugno in pieno viso “Che cazzo devo fare Trav?”
“Parlaci e capisci se anche per lui è così”
“Si ma se non lo è…”
“Devi comunque affrontarlo” mi interrompe “so che è una situazione difficile, ma non c’è altro modo”
“E se per lui non è la stessa cosa? Che fine faranno i Blink? Perché deve essere tutto così incasinato”
“In caso avreste dovuto pensarci prima ormai siete in ballo. Comunque andrà potrebbe essere un casino lo stesso. Faremo una cosa alla volta e cercheremo di risolvere tutto”
“Grazie, Trav” lo abbraccio, non posso crederci che, nonostante il senso di esclusione e con tutte le cose che gli nascondiamo (o meglio che pensa che noi gli nascondiamo) si faccia sempre in quattro per aiutarci. Gli do un bacio sulla guancia “sei il migliore”
***

Note dell' Autrice:
Fine primo capitolo! Spero vi sia piaciuto e di riuscire a postare presto il secondo!
Non credo che la fic ne avrà tantissimi, ma ancora non so bene come la strutturerò, ho più opzioni.
Ok, non voglio stare qui ad annoiarvi con le chiacchiere è che ci tengo molto a questa fanfiction e spero riesca bene. Grazie per aver letto! ^^
Josie

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ma la California non è solitamente conosciuta per il suo bel tempo? Come è possibile che sono giorni interi che piove? È davvero frustrante! Di solito quando sono confuso mi piace andare a fare una passeggiata per schiarirmi le idee, ma penso che  l’unica cosa che otterrei andando a fare una passeggiata ora sarebbe una polmonite!
Alla fine sono ritornato a casa da Skye. Ho dovuto per forza anche perché questi giorni non si sente molto bene e non potevo lasciarla sola.
In questo momento è a letto sommersa da due strati di piumone con affianco una scatola di fazzoletti e un naso rosso fuoco per completare la scena.
“Vuoi che ti porto qualcosa di caldo?” le chiedo dopo averla sentita starnutire.
“No sono apposto così” dice con una voce assurdamente nasale,  che mi fa sghignazzare “cosa ridi? Io soffro e tu ridi!” protesta facendo la finta offesa.
“Scusa non ho resistito”
“Simpatico. Come se non bastasse comincio anche a sentire un senso di nausea… virus e influenza contemporaneamente, è un  record!”
“Brava la mia recordista!” dico andandole a posare un bacio sul naso arrossato.
“Non è neanche una parola che esiste recordista”
“Si  che esiste” ribatto.
“No”
“Si”
“In ogni caso mi sembra una parola stupida”
Sorrido. Sarà il millesimo dibattito del genere che abbiamo avuto solamente oggi.
“A proposito prima ha chiamato Travis”
“Che voleva?”
“Ha detto che dopo devi raggiungerlo a casa sua”
“C’è anche Tom?” chiedo apparentemente disinvolto.
“Non me lo ha detto. Sono un po’ di giorni che non mi parli di Tom, di solito mi ubriachi di chiacchiere su di lui! Che fine ha fatto? Non avrete litigato??”
“No non abbiamo litigato”  dicco con la bocca asciutta.
“Meglio così… perché non invitiamo Tom e Jennifer a cena per il week-end? È parecchio che non vedo Jen… e anche Travis e la sua conquista del momento ovviamente!” dice animandosi improvvisamente.
Mi paralizzo. Potrebbe essere una situazione alquanto… scomoda. E imbarazzante. E ingestibile. E tante altre cose che non starò qui ad elencare.
“Ma tesoro… non ti senti neanche bene… e se gli passassi qualcosa?”
“Ma siamo a martedì, per il fine settimana starò benissimo! Allora che ne dici? Sei d’accordo?”
Non trovo nessuna buona scusa per dire di no.
“Certo” dico con un filo di voce.
“Perfetto chiamo subito Jen!”
Comincia a manipolare con il cellulare e io ne approfitto per uscire di fretta dalla camera. Che cazzo di situazione orribile! Io, Tom e le nostre rispettive mogli a cena insieme. Sono proprio sicuro che non si accorgeranno di niente! Quando vogliono quelle due sono peggio di un detective privato. Devo chiamare immediatamente Travis!
Afferro il mio cellulare e scendo al piano di sotto per evitare che Skye ascolti la conversazione.
Uno squillo… due squilli… tre squilli… maledizione Travis rispondi!
“Pronto?” chiede la voce dall’altro capo del telefono.
“Travis!”
“Non urlare come un disgraziato, cosa vuoi??”
“Scusa” mi accorgo in effetti di aver usato un tono di voce un tantino alto “Travis… Skye vuole invitare te e Shanna a cena per il week end”
“E ti pare un buon motivo per farsi prendere un colpo?”
“Certo! Perché ha invitato anche Tom e Jennifer”
“Ah”
“Già.. -ah-!”
“Bè io ci sarò non ho impegni… voglio proprio vedere come tu e Tom ne  uscite” dice mettendosi a ridere.
“Non c’è proprio un cazzo da ridere!” ma Travis ignora le mie parole e continua a scompisciarsi di gusto “sei un insensibile” dico immusonito.
“Che vuoi che faccia scusa?”
“Non so  speravo -e piantala di ridere!- che lo sapessi tu”
“Così su due piedi non mi viene in mente niente” dice cercando di rimanere serio.
“Che devo fare?”
“Non potevi dirle di no e basta?”
“Come facevo? È partita subito in quarta!”
“Ormai non puoi dirle di no, si insospettirebbe.”
“Non puoi chiamare Tom e dirgli che quando Skye chiamerà deve trovare una scusa o dire che hanno già degli impegni per il week-end?”
“Mi hai preso per un postino? Chiamatelo da solo.”
“Dai Travis fammi questo favore!” lo scongiuro, ma lui rimane irremovibile.
“Te lo sogni e poi dovrai parlare di nuovo con Tom prima o poi, quale migliore occasione?” conclude sorridendo. Non lo vedo, ma so per certo che sta sorridendo. Uno di quei suoi soliti sorrisi soddisfatti. Se ce l’avessi davanti gli mollerei un pugno.
“Grazie sei un amico” sbuffo e, per tutta risposta, lui ricomincia a ridere.
“Fammi sapere come è andata! Ciao Mark!”
Prima di riattaccare il telefono sento ancora il suono della risata di Travis provenire dalla cornetta. Stronzo. Mi ha lasciato da solo in questa situazione di merda.
Devo assolutamente chiamare Tom prima che lo faccia Skye.
Digito il numero di cellulare di Tom, potrei anche chiamarlo direttamente dalla rubrica, ma ormai so
Il suo numero a memoria e faccio prima.
Esito un attimo prima di premere il pulsante verde, ma alla fine mi decido.
Il telefono comincia a squillare e man mano che il tempo passa sento i miei battiti accelerare. Mi sento un po’ come prima di un interrogazione.
“Pronto?” la voce di Tom mi fa sussultare e non riesco a dire una parola “Mark?”
“Emmm… si” è l’unica cosa che riesco a dire alla fine.
“…mi hai chiamato per dirmi qualcosa o per balbettare come un imbranato?”
Certo che non si smentisce mai.
“Non sono un imbranato” mi scaldo all’istante.
Dall’altra parte della cornetta parte una risata. Ma cos’è oggi la giornata ufficiale del prendiamo-per-il-culo-mark-hoppus??
“Comunque” riprendo, ricordandomi il motivo per cui l’avevo chiamato “devi assolutamente inventarti una scusa per non venire qui questo week- end. Skye vuole organizzare una cena con te e Jennifer e anche Travis. Dobbiamo assolutamente impedirlo o sono sicuro che quelle due capiranno qualcosa…”
“Già… odio dirlo ma siamo due negati a fingere, siamo praticamente due libri aperti e loro sono molto sveglie… capiranno subito se gli nascondiamo qualcosa”
“Esatto quindi inventati subito qualcosa!”
“Ok. Ma per la storia dell’altro giorno… cosa abbiamo intenzione di far-”
“Scusa Tom devo chiudere sta arrivando Skye… ci sentiamo più tardi!” chiudo immediatamente la telefonata, senza dare tempo a Tom di aggiungere altro.
In realtà non sta arrivando proprio nessuno, il fatto è che appena ha menzionato l’altra sera… me la sono fatta sotto. Che vigliacco.
So che alla fine dovremmo parlarne… non possiamo fare finta di niente anche se è molto più  facile. Ma ormai non posso fare più finta di niente. Anche solo sentire la sua voce mi fa mancare il respiro. Come ho fatto ad immischiarmi in una situazione del genere?
Comunque spero che Tom sia riuscito a inventarsi qualcosa…
Sono ancora immerso nei miei pensieri quando Skye si affaccia dalle scale.
“Hey Mark, allora tutto a posto per sabato, Tom e Jennifer ci sono!”
Ma perché ho anche solo osato sperare che quel decerebrato di Tom potesse fare qualcosa di utile nella vita?
“Perfetto” dico in tono non molto convincente.
“Hai chiamato Travis? Lui e Shanna ci sono?”
“Si si ci ho pensato io”
“Ok grazie ora torno sotto le coperte che sto gelando!”
Appena Skye sparisce dietro l’angolo del corridoio afferro il telefono e digito il numero di Tom premendo così forte che un paio di tasti rientrano nella plastica del cellulare.
Gli squilli si prolungano abbastanza. Ha paura di rispondere il codardo… Finalmente dopo quasi un minuto di squilli a vuoto si degna di rispondere.
“Emmm” comincia timidamente “Mark?”
“-Emmm Mark- un fottuto cavolo! Senti Dement”
“DeLonge prego”
”No trovo che Dement sia più appropriato! Perché se ti si chiede di fare una cosa, una sola, non riesci a fare neanche quella?”
“Non è colpa mia!” si difende lui “appena ho finito di parlare con te -che tra l’altro mi hai pure chiuso il telefono in faccia!- sono andato da Jennifer per chiederle se sabato le andava di andare a cena da qualche parte, ma lei era già al telefono con Skye!”
In effetti non è colpa sua. Sono anche io che ho perso tempo prima di chiamarlo. Però che situazione!
“Allora che facciamo? Ti rendi conto che se scoprono qualcosa per noi potrebbe anche essere l’ultima cena?!”
Lo sento trattenere il respiro, probabilmente si starà già immaginando la scena.
“Senti” dice dopo un po’ “se non facciamo qualche cazzata delle nostre non scopriranno niente e poi ti devo anche parlare quindi ci vediamo sabato”
Sta volta è Tom ha chiudere la telefonata senza darmi tempo di ribattere.  
Sono troppo nervoso al solo pensiero di sabato.  Non sono fatto per mentire, mi irrigidisco come un pezzo di legno e balbetto come un dodicenne… siamo davvero fregati.

Passo il resto della giornata vagando per casa, andando occasionalmente ad aprire il frigo per smangiucchiare qualcosa, prendendo il basso e rimettendolo al suo posto e a fare zapping  in TV.
Con questo tempo proprio non ho la minima voglia di uscire. Colto da un momento di noia chiamo Travis, tanto oggi una chiamata più una chiamata meno…
“Hey Mark”
“Ciao Travis, come va?”
“Come va? Piuttosto come va a te! Hai chiamato Tom?
“Si e lui e Jennifer saranno a cena qui sabato” dico sconsolato.
“Lo sapevo che tu e quell’altro idiota non sareste riusciti a gestire la situazione”
“La cosa diverte molto vero Travis?”
“Si penso che mi sederò bello comodo su un divano sgranocchiando pop-corn a godermi la scena!”
“Sai dove te li ficco i tuoi pop-corn??”
“Dai non ti scaldare stavo scherzando”
“Non c’è proprio niente da scherzare”
“Hai ragione scusa la sto prendendo troppo alla leggera. Era per sdrammatizzare ti vedo così teso”
“Sono un fascio di nervi”
“Ma con Tom non hai parlato più “dell’altra sera”?”
“Veramente lui ci ha provato… ma gli ho chiuso il telefono in faccia”
“Hai fatto bene”
“Ah si? Chiedo confuso. Immaginavo che mi avrebbe fatto una predica di due ore.
“Si di queste cose è sempre meglio parlare faccia a faccia”
Probabilmente ha ragione, anche se sono sicuro che Tom si vendicherà per la telefonata. È molto vendicativo, deve sempre riscattarsi per ogni piccola  cosa.
“Comunque ora devo andare” continua Travis “Devo passare in negozio a finire delle cose”
“Ma tu devi sempre passare in negozio??”
“Si chiama avere un impegno Mark”
“Ah mi scusi Mr. Impegno. La lascio ai suoi doveri”
“Tanto almeno uno dei tre doveva essere più normale e se la scelta è fra voi due e me mi pare ovvio che debba darmi da fare!”
“Si si come ti pare” lo prendo in giro sogghignando.
“Bè comunque ci vediamo sabato, devo andare sul serio”
“Ok ok. A sabato”
“Si e mi raccomando, arrivaci vivo! Ciao!”
“Ah-ah, divertente. Ciao”
Davvero divertente. Per arrivarci vivo ci arriverò senz’altro. Il problema sarà superare la serata.


Il resto della settimana passa velocissimo ed è già sabato. Nel frattempo Skye si è ripresa alla grande anche se occasionalmente scappa in bagno in preda a qualche attacco di nausea. Qualche disturbo intestinali afferma. Dice di aver mangiato troppe cose “poco sane” negli ultimi tempi. Io l’avevo avvisata che non era consigliabile andare al Mc Donald tutte le volte che non avevamo voglia di cucinare…
Naturalmente questo  non ha contribuito a farle cambiare idea sulla cena.
Gli altri sono attesi per le sette.  La tavola è stata preparata con gran cura da Skye, che corre dalla sala da pranzo alla cucina come una forsennata da almeno un ora. Ho provato a rendermi utile, ma alla fine sono stato spedito in sala con l’accusa di essere solo di impiccio. In effetti nei cinque minuti in cui sono stato in cucina ho aggiunto zucchero al posto del sale alla pasta e ho fatto cadere una scatola di uova che sono andate ad imbrattare tutto il pavimento. Non sono fatto per cucinare. Datemi un basso e posso far impazzire un pubblico di trentamila persone per un due ore intere, datemi forchette e fornelli e… meglio non sapere cosa potrebbe succedere!
Pochi minuti dopo le sette suona il campanello e Skye si fionda ad aprire la porta.
“Travis, Shanna, quanto tempo, come state?”
“Ce la caviamo alla grande” risponde Travis.
Mi avvicino anche io, do due baci a Shanna e un abbraccio veloce a Travis.
Alle loro spalle arriva una macchina da cui poi escono Tom e Jennifer.
Alla sola vista di Tom comincia ad accelerarmi il respiro.
Travis se ne accorge e ci scambiamo un occhiata “non fare cazzate” mi sillaba con le labbra.
“Skye!” Jennifer si getta subito alle braccia di Skye abbracciandola con affetto “bell’idea quella di organizzare una cena, era da tempo che non lo facevamo!”
“Hai ragione è che i ragazzi sono sempre così impegnati”
“Già. Ciao Mark come te la passi?” dice Jennifer dandomi due baci sulle guance, per poi entrare in casa a braccetto con Skye, seguita dagli altri.
Sulla porta rimaniamo solo io e Tom, che mi fissa da sotto il ciuffo di capelli che si scosta con una mano.
“Ciao Mark” dice facendo un passo avanti e dandomi un bacio a due millimetri di distanza dalle labbra. Questo gesto mi lascia come una scarica elettrica.
Mi fissa qualche istante e alza l’angolo destro della bocca in uno dei suoi soliti sorrisetti. Mi passa accanto e mi supera sfiorandomi appena. Non so neanche io quale sia la forza che mi sta impedendo di non saltargli addosso.  Prevedo solamente che sarà una serata molto lunga.



Josie

Voglio scusarmi con tutti i lettori per il ritardo con cui ho aggiornato la fanfiction, è che è successo un casino! -.-” Avevo già scritto tutto il capitolo nel pc, ma poi mia madre, ovviamente senza dirmi niente e senza darmi il tempo di salvare il capitolo su una pennetta, ha portato il computer ad aggiustare. Volevo aspettare che me lo riportassero ma mi sembra che la cosa si dilunghi molto quindi ho riscritto tutto da capo xD Cioè in realtà era più lungo il capitolo, ma lo divido e la seconda parte la posto nel terzo capitolo, per farvi aspettare meno.
Perdonatemi non ci metterò più così tanto ç__ç
Comunque grazie a tutti per aver letto! In particolare:
Memi: grazie per la recensione mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto, non lo farò mai più! XD anche io amo le fanfiction Mark/Tom *.* purtroppo ce ne sono poche… abbi ci accontentiamo :D spero ti sia piaciuto questo capitolo ^^ bacioni

AnzuMocochang: se stai facendo un pensierino per scrivere una fanfiction sui blink trasformalo in realtà mi raccomando u.u abbiamo bisogno di fanfiction sui blink **
Comunque grazie dei complimenti, troppo buona ** mi ci sto mettendo di impegno per questa fic, ci tengo molto XD Spero che continui a piacerti ^^ grazie per aver letto! :D baci.

Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ok, andrà tutto bene. Forse se me lo ripeto almeno un migliaio di volte andrà davvero tutto bene... Forse. Non ne sono assolutamente convinto.
In questo momento tutti gli altri sono fuori in giardino ad aspettare per la cena, mentre io me ne sto in bagno, le mani che afferrano saldamente i bordi del lavandino, a fissare lo specchio.
Skye ha insistito perché ci vestissimo eleganti, anche se non troppo, neanche fosse un evento speciale...
Guardo la mia immagine riflessa: camicia bianca mezza sbottonata, giacca nera, cravatta ancora sciolta e naturalmente il mio ciuffo di capelli che fa molto "mi sono appena svegliato".
Solo al pensiero di dover uscire da qui mi si attorcigliano le viscere. Come diavolo faccio, sono un caso perso a mentire! Ho come il presentimento che qualcosa andrà storto…
Stringo ancora più forte la presa sul lavandino finche le nocche non mi diventano bianche, ma il filo dei miei pensieri viene bruscamente interrotto dal rumore di qualcuno che bussa alla porta. Faccio appena in tempo a voltarmi per vedere Tom entrare in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
"Hey imbranato ti vuoi muovere, ti stiamo aspettando tutti di la" fa un passo indietro, mi osserva e scuote la testa "come sei conciato? sembra ti sia passato sopra un uragano"
Si avvicina e mi sistema la cravatta, mi abbottona la camicia e per finire mi passa una mano fra i capelli, scompigliandoli, se possibile, più di quanto non lo fossero già, il tutto senza mai spostare il suo sguardo dal mio "sei proprio sexy stasera" mi dice all'orecchio per poi sfoderare uno dei suoi sguardi da pervertito cronico.
Dopo essere rimasto imbambolato per tutto il tempo riesco a rispondere solo con un semplice e balbettato "grazie" che scatena una serie di risolini da parte di Tom. Probabile che sia anche arrossito come una ragazzina giudicando dal caldo che sento.
"Smettila di fare il cretino"dico afferrandolo per le spalle e facendolo girare di centottanta gradi.
"Ma dai ammettilo che ti piace quando faccio il cretino" dice continuando a sghignazzare come un beota mentre lo spingo fuori dal bagno, chiudendomi la porta alle spalle.

La sera è perfetta per cenare all'aperto. Abbiamo sistemato un tavolo a un lato del giardino, che Skye ha provveduto a riempire di fiori e candele (mentre le accendevo ho quasi rischiato di darmi fuoco alle sopracciglia), i lampioncini sono stati accesi (nonostante ancora ci sia luce) e il sole colora il cielo di varie sfumature di rosa, arancione e giallo.
“È tutto bellissimo Skye" dice educatamente Travis avvicinandosi.
"Non è solo merito di Skye, ho dato una mano anche io!" intervengo a mia difesa.
“È vero, nessuno sa accendere le candele come lui!" mi prende in giro Skye, scatenando una risata generale, mentre mi volto con finta aria imbronciata.
"Sei stato bravissimo anche tu, Mark" dice ridacchiando Jennifer e dandomi una pacca sulla spalla.
"Finalmente qualcuno che riconosce i miei meriti, grazie Jen"
“Bene se abbiamo finito con questa stupenda farsa direi che possiamo anche accomodarci” interviene Skye,
“Sono d’accordo, sto morendo di fame!” s’intromette Tom, precedendo tutti e andandosi a sedere.
“Perfetto, Mark vai un attimo a prendere l’accendino che queste maledette candele si stanno spegnendo tutte”
Eseguo gli ordini di Skye e quando torno tutti hanno già preso posto. L’unico rimasto è davanti a Tom. Perfetto. Stavo andando così bene…
Spero seriamente che non faccia cazzate. Conoscendolo bene però immagino che vorrà vendicarsi per l’altro giorno quando gli ho chiuso il telefono in faccia… è che non mi sento ancora pronto per parlare di quello che è successo. Ho paura che Tom non si renda bene conto della situazione in cui ci ritroviamo.  Per me non è stata una cosa da niente, ma io ho Skye… Forse la verità è che non la amo quanto Tom. Penso sia la persona più importante della mia vita, non mi potrei immaginare senza di lui. Solo a pensarci provo una sensazione di vuoto, sarebbe come se portassero via una parte di me stesso.
Allo stesso tempo però sono anche pienamente cosciente del fatto che è leggermente idiota e che le cazzate sono la sua specialità.

Inaspettatamente la cena si svolge in maniera abbastanza tranquilla (per quanto tranquilla possa essere una cena dove tutti e tre i componenti dei Blink sono presenti),  chiacchierando del più e del meno e raccontando aneddoti divertenti e posso dire di sentirmi abbastanza rilassato.
“Avete in programma di iniziare a scrivere qualche nuova canzone?” si informa Shanna essendo nuova. Sembra una persona molto interessante e curiosa, per tutta la serata non ha fatto altro che chiederci informazioni sulla band, tanto che alle volte avevo quasi l’impressione che ci stesse intervistando.
“Si stavamo pensando di rimetterci a lavoro. Abbiamo già qualche idea, ma ancora niente di concreto” le rispondo.
“Certo che siete davvero bravi” dice ammirata.
“Il merito è quasi tutto di Travis, se non ci fosse lui alla batteria saremo davvero rovinati, soprattutto durante i live in cui io e Tom ogni tanto facciamo qualche casino, vero Super-travis?” dico ammiccando verso di lui.
“Verissimo” conferma lui “sareste persi senza di me” dice lui ridendo apertamente.
“Come fate ogni volta a trovare nuovi temi su cui scrivere? Dopo un po’ io non avrei più idee” dice meditabonda.
“Non è poi così difficile… di solito noi scriviamo su cose semplici, cose che ci sono successe… ci piace basarci sulle nostre esperienze personali” le spiego.
“Io in questi ultimi giorni sto buttando giù una canzone su un tradimento” interviene Tom.
Mi blocco e per poco non mi strozzo con un boccone di carne che stavo per mandare giù. Che diavolo ha intenzione di fare?
“Ah si?” fa Shanna,
“Già” conferma Tom “trovo che sia un tema molto comune. Almeno nel 70 % delle relazioni c’è sempre uno dei due che tradisce”
“Tom mi accompagneresti un  attimo di la?” chiedo alzandomi di scatto. Devo fare assolutamente qualcosa per fermarlo. So dove mira ad arrivare.
Il mio movimento improvviso non credo sia stata una grande mossa, Skye si deve essere accora che c’è qualcosa che non va:
“Amore, ti senti bene?” chiede perplessa.
“Benissimo” dico senza spostare lo sguardo dal mio migliore amico “Tom alza il culo e vieni di la” dico un po’ troppo bruscamente e mi allontano sotto lo sguardo perplesso di tutti.
“Agli ordini” dice lui posando le forchette e spazzolandosi via le briciole dalla maglietta.
Lo anticipo, entrando in casa. Pochi secondi dopo Tom mi raggiunge e vado a chiudere le porte-finestre che danno sul giardino.
“Cosa cazzo stai facendo?” dico voltandomi furiosamente verso di lui.
“Io? In caso cosa prende a te!”
“Senti Tom non fare il finto tonto che con me non attacca!”
Sbuffa e distoglie lo sguardo.
“Vuoi forse farci scoprire?” insisto.
“Si, forse è proprio questo quello che voglio!” dice puntando i suoi occhi nei miei.
Ok Mark mantieni la calma. Non è colpa sua, è solamente che è un idiota sconsiderato.
“Mi spieghi per quale fottuto motivo stai cercando di incasinarmi la vita?”
“E tu spiegami perché continui a fare finta di niente” dice e il suo sguardo si fa serio.
Non so cosa rispondergli. Perché faccio finta di niente? Non lo so neanche io…
“Forse per te quello che è successo non ha significato niente, ma per me non è così” continua.
Lo guardo in viso. Non lo mai visto così dannatamente serio.
“Tu non puoi neanche capire cosa sento quando mi sei vicino. Vorrei solo sentirti mio, abbracciarti, baciarti e un sacco di altre cose che non dirò per non essere volgare”
Sarebbe una cosa quasi “romantica” se non fosse per il fatto che ha detto tutto in tono leggermente incazzato. E per l’ultima frase, ma è tipica di Tom perciò risulta comunque bellissima.
Abbasso lo sguardo “Tom io non…”
Non so come andare avanti. Tom si avvicina e mi abbraccia. Mi lascio avvolgere da lui e appoggio la testa al suo petto.
Sento il suo odore, sempre lo stesso da anni, lo stesso del giorno in cui ci siamo conosciuti, di quando era poco più di un ragazzino. È rimasto sempre lo stesso e allo stesso tempo è cambiato. Forse ciò che non è mai cambiato è quello che sento per lui e che ho sempre sentito, solo che adesso è più chiaro.
Mi sono fatto troppe paranoie questi giorni, ma non ho intenzione di farmele anche adesso: premo un po’ con la schiena sulle braccia di Tom, che allenta la presa e tirandolo verso di me premo le labbra contro le sue.
Mi sento circondare e avvolgere da una miriadi di sensazioni, che si mescolano fra loro. Sento che potrei anche non staccarmi mai da così, ma il rumore di una porta che viene improvvisamente aperta  ci interrompe.
Jennifer entra come un uragano nella stanza seguita a ruota da Travis che, tenendola salda per un braccio, tenta, inutilmente, di non farla entrare.
La scena che le si presenta davanti la blocca immediatamente, con Travis che, per poco, non le finisce addosso.
Notando anche lui la situazione si porta una mano fra i capelli e scuote la testa come a dire “scusate non ce l’ho fatta a fermarla”, mentre lei, di qualche passo avanti se ne sta con la bocca semiaperta con una espressione di incredulità dipinta sul volto per passare poi ad un espressione di rabbia. Senza dire niente si volta e, spintonando Travis di lato, esce fuori casa correndo.
“Jennifer!” grida Tom, l’orrore dipinto in volto, per poi catapultarsi dietro di lei.
In casa rimaniamo io e Travis. Sono rimasto immobile, come pietrificato “Mark?” chiede preoccupato e allarmato. Mi giro verso di lui accorgendomi che stavo trattenendo il respiro. Jennifer sarà andata dritta dritta da Skye. Non ho il coraggio di uscire da qui. Non riesco a muovermi, non riesco a fare niente.
Il fatto di dover fare qualcosa mi viene risparmiato dal fatto che Skye entra bloccandosi sulla porta.
“È vero?” chiede come se sperasse di essere solamente vittima di un qualche stupido scherzo.
Non potendo negare abbasso lo sguardo, dando conferma alla sua domanda. Lo rialzo in tempo per vedere le lacrime scorrerle nel viso, portandosi dietro il nero del trucco.
Quello che più mi fa male è l’espressione delusa e amareggiata con cui mi guarda.
Mi odio per il modo in cui la sto facendo soffrire, devo spiegarle, spiegarle che c’è un errore, che qualcosa è sbagliato…
“Skye ti prego io-”
“Non parlarmi neanche” mi urla con tutta la delusione e la rabbia che sente “non parlarmi neanche perché non ho intenzione di stare qui a sentire le tue stronzate!”
Le mani le tremano, non l’ho mai vista così arrabbiata “sei uno stronzo, anzi sei doppiamente stronzo. E io che mi sono fatta pure mettere incinta da te!”
Ho come l’impressione che il mondo si sia fermato, che il tempo si sia congelato. Skye incinta?
Provo a dire qualcosa ma le parole mi muoiono in bocca. Ecco perché non si sentiva bene, ecco spiegate le corse in bagno in preda alla nausea. È incinta. Come ho potuto non pensarci. E ora ho rovinato tutto. Non mi passava neanche per la testa l’idea di avere un figlio, non era programmato. L’idea mi sembra talmente assurda che mi sento come se stessi vivendo la vita di qualcun altro o come se stessi guardando un film. Uno di quei film scadenti in cui avvengono una miriade di fatti tutti insieme solo per tenere i telespettatori accollati alla TV. Tipo una telenovela spagnola.
Non è possibile che fino a un paio di settimane fa avevo una vita fantastica fatta di musica, di mia mogie e dei miei amici. Ora tutto è andato a puttane.
Skye mi lancia un ultimo sguardo pieno di odio “esci da casa mia” dice con voce decisa anche se incrinata dal pianto.
La guardo ma non muovo un muscolo.
“Esci di qui” dice sta volta con più decisione “non mi interessa dove andrai a stare, vai da Tom se proprio non riesci a stargli lontano anche se dubito che Jennifer non lo sbatterà fuori a calci” continua in tono forzatamente controllato “prendi la tua roba e non farti rivedere” e così dicendo esce dalla stanza.
Mi porto le mani ai capelli con un gesto disperato e crollo sulle ginocchia.
“Mark tutto bene?” chiede Travis chinandosi su di me allarmato. Mi ero dimenticato che era ancora qui.
 Mi giro e mi aggrappo a lui con tutta la forza che mi è rimasta. Mi sento improvvisamente stanchissimo.
“Vieni andiamo a prendere le tue cose, stasera rimani da me” dice aiutandomi ad alzarmi.
Tutto il resto della serata Travis fa al posto mio ogni cosa, mi sento quasi un automa.
Prima di addormentarmi mi ripassano per la mente tutti gli avvenimenti delle ultime ore. Forse è solamente tutto un sogno e domani mi risveglierò e  sarà tutto come al solito. Per niente convinto di ciò mi abbandono lentamente fra le braccia di Morfeo.




Josie

Finalmente sono riuscita a finire anche questo capitolo, nonostante quell’orrido mostro chiamato “scuola” abbia tentato in tutti i modi di impedirmelo U_U
Ringrazio tutti quelli che hanno letto! :D
In particolare ringrazio:

Dizzyreads: grazie per la recensione ** inizialmente neanche io ero una grande fan del paring Mark/Tom, ma una volta preso il via ho imparato ad apprezzarlo e ora mi piace davvero molto xD mi sono molto divertita anche io a scrivere degli attacchi isterici di Mark! XD  questo capitolo forse  è un po’ più serio, ma cercherò comunque, anche in futuro, di non scrivere in modo troppo pesante U_U o almeno ci proverò! XD ps: se stai provando a scrivere una ff sui blink spero che la pubblicherai, dato che ho già letto tutte quelle che ci sono qui su EFP XD  bacioni.

Rrevenge182: sono contenta che la ff ti piaccia ** anche se sinceramente non sono soddisfattissima di come mi è venuto questo capitolo :S diciamo che di solito prediligo di più le storie divertenti, mi ispirano di più u.u ma ormai questa avevo deciso di farla così… ^^ grazie per la recensione, al prossimo capitolo! :D baci.

AnzuRevenge: dai stavolta ho aggiornato un po’ più velocemente rispetto all’altra volta! XD anche se ci ho comunque messo molto ç____ç perdonooo T__T
L’ho visto anche io il 4 settembre Travis con i due figlioletti che carini *^* Travis super-papà XD quella giornata mi ha ispirato molto  a scrivere una ff sui blink, penso che non ce la dimenticheremo mai! ** comunque grazie per la recensione! Baci ^^

E con questo ho detto tutto! Fra qualche ora partirò per la gita di fine anno con la scuola (non me lo chiedete, non lo ho capito neanche io perché facciamo la gita di fine anno a novembre! -.-”) e me ne starò una settimana in Austria e repubblica Ceca! Spero di riuscire a passare per l’Hard Rock Caffè! *w*
Comunque ci sentiamo al prossimo capitolo, grazie a tutti di nuovo per aver letto! Bacioni :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


ff 1 senza nome cap 4 "Mark" mi sento chiamare da una voce che mi giunge lontana. Sono ancora in bilico fra la dimensione del sonno e della realtà. Girano ancora nella mia mente le immagine del sogno che stavo facendo: Skye che mi mostra una bambina appena nata e appena mi avvicino compare da dietro di lei Tom. Non è proprio carina la bimba mia e di Tom? dice la Skye del sogno. Provo ad urlare che quella è la mia bambina, non di Tom. Mia e di Skye, ma le parole non riescono a venire fuori. Provo ad avvicinarmi, ma più tento più mi allontano. Allungo le braccia verso le figure di Tom e Skye che tengono fra le braccia la bambina, ci provo, ci provo ma sono sempre più lontano, sempre più lontano...
"Mark" sento di nuovo chiamarmi e questa volta mi sveglio completamente.
Mi volto ancora un po' stordito, sento il cuore che mi va a mille.
Travis mi è seduto affianco e mi guarda un po' preoccupato "stai bene?" mi chiede "ti stavi agitando"
"Sì, sì..." dico alzandomi a sedere. Mi porto una mano alla fronte e posso constatare che ho sudato "solo un incubo"
"Comunque dovresti alzarti, è quasi mezzogiorno"
"Non mi importa di alzarmi, perchè dovrei?" dico e mi ributto nel cuscino "non ho motivi per alzarmi da questo fottuto letto"
"Ti ho preparato la colazione" continua lui ignorandomi "scendi o si raffredda tutto"
"Tom è sceso?" chiedo con gli occhi ancora chiusi.
"L'ho appena svegliato, sta scendendo anche lui. Gesù, mi sembra di fare da babysitter a due bambini!"
Per tutta risposta, mugulo qualche verso incomprensibile e Travis si alza dal letto "io aspetto giù di sotto, vedi di essere li fra cinque minuti" esce e si chiude la porta alle spalle.
 Ineffetti questi giorni Travis si sta dando molto da fare per starci dietro, a me e a Tom. Alla fine anche lui è venuto a stare qui, dato che, come era più che prevedibile, Jennifer lo ha buttato fuori di casa.
Si è presentato la mattina dopo che sono arrivato io, con una valigia con giusto qualche vestito e poca altra roba che è riuscito a raccattare prima che l'uragano Jennifer lo travolgesse. So che quando vuole quella donna può diventare una furia. Tom ha affermato che ha quasi rischiato la castrazione per via di un non-so-che-cosa che gli ha lanciato in un momento di rabbia prendendolo proprio in 'quel' punto. Tom è grande e grosso, ma contro sua moglie ne esce sempre sconfitto. Dio solo sa quale strano e misterioso potere hanno le donne per riuscire a fare questo.
Sono ancora steso a pensare a questi rompicapi irrisolvibili quando qualcuno bussa la porta e, subito dopo, Tom entra nella stanza. Mi metto a gambe incrociate, per fare un po' di spazio a Tom che si siede nel letto a fianco a me.
"Buongiorno"
Ha ancora i pantaloni del pigiama ed è a petto nudo, con i capelli ancora spettinati che gli vanno in tutte le direzioni.
"'Giorno" gli rispondo, con la voce ancora un po' impastata dal sonno "non vai di sotto? Travis dice che ci ha preparato la colazione"
"E' per questo che sono passato prima qui, perchè non mi va di andare giù da solo. Travis si comporta da mammina pressante mi fa paura"
Ridacchio alla confessione di Tom.
"Ineffetti si sta dando parecchio da fare"
"Non che glielo abbia chiesto..." dice lui giocherellando con un lembo del lenzuolo.
"Cerca solo di aiutarci e probabilmente se non ci fosse stato lui a quest'ora noi ci ritroveremmo sotto a un ponte!"
Vedo Tom raggelare alla sola idea "Si probabilmente hai ragione..."
Rimaniamo per un po' così, con Tom che giocherella con il lenzuolo e io che lo fisso in silenzio. Percorro con gli occhi i suoi addominali, si per modo di dire, non ha mai avuto un fisico atletico, ma nonostante tutto non riesco a distogliere lo sguardo.
Dopo qualche secondo Tom se ne accorge "vuoi favorire?" chiede in tono malizioso.
Afferro un cuscino e glielo lancio dritto in faccia "magari un'altra volta Tommi" gli sorrido e gli do un bacio sulla guancia, mentre lui si sfrega nel  punto in cui gli è arrivato il cuscino.
Mi avvio verso la porta e prima di uscire mi volto "è meglio che vieni giu prima che arrivi su Travis con due biberon in mano!"
Senza farselo ripetere una seconda volta Tom si alza e mi segue.


"Ce l'avete fatta a scendere! Vi avevo detto cinque minuti e invece sono passati-"
"Cinque minuti e venti secondi?" termino la frase al posto suo prendendolo in giro.
"Spiritoso" commenta "però non ti lamentare con me se la roba poi è fredda e non è più buona, in più non vi fa certo bene svegliarvi a quest'ora tutti i giorni"
"E poi che altro?" lo canzono "metti il maglione che fuori è freddo?"
"Fai la pipì prima di uscire?" continua Tom.
"Questa casa non è un albergo?"
"Hai finito i compiti?"
"Smettetela" esordisce Travis scocciato fra le risate mie e di Tom.
"Scusa Trav, ti stavamo solo prendendo in giro" dico ancora ridendo.
"Si certo. Ve lo perdono solo perchè siete due sfigati"
"Grazie nostro misericordioso signore" dice Tom esibendosi in un profondo inchino.
"Siete impossibili" conclude Travis dandoci le spalle e mettendo due piatti pieni di cibo sul tavolo "ora mangiate e state zitti"
"Si mamma" dice Tom prima di prendersi uno scappellotto.
Non ho molta fame, ma mangierò qualcosa solo perchè Travis si è premurato di prepararci tutto.
Mi tornano i pensieri che in questi giorni mi stanno perseguitando, anche se quando inizio  a scherzare e a ridere con Tom quasi me ne dimentico. Mi immagino Skye a casa con il nostro bambino nella pancia. Il divorzio dei miei genitori è stato uno schifo, ho sofferto moltissimo e non voglio che per mio figlio, o mia figlia, sia lo stesso.
Ho deciso che lascerò un po' di tempo a Skye per sbollire la rabbia e poi andrò a parlarci. La conosco bene e so che non manderebbe a monte un matrimonio, per di più con un figlio di mezzo. So che alla fine riuscirebbe a perdonarmi, il vero problema non è questo...
Guardo Tom e lo vedo giocherellare con la forchetta guardando fisso il piatto, ma senza prendere niente. Ha di nuovo cambiato improvvisamente umore, ho notato che gli capita spesso questi giorni. So che anche lui è preoccupato.
"Tutto bene?" gli chiedo.
"Si" dice senza spostare lo sguardo.
"Non mi sembri molto convinto"
"Lo sono. So che Jennifer mi perdonerà... non è la prima volta che mi perdona una scappatella..."
Ah e così io sarei una scappatella, bene....
"Non sta qui il problema" continua lui facendosi anche più cupo.
"Dov'è allora?" chiedo leggermente irritato.
"Che credo di amare più te che lei"
Quest'ultima frase mi lascia  sgomento. Quindi Tom sta confessando di essere innamorato di me?
"Il problema è che so che tu non lasceresti Skye per me, non con un figlio di mezzo... e probabilmente non lo avresti fatto lo stesso"
Fisso Tom senza dire niente. E infondo che cosa potrei dirgli? Che anche io lo amo? Sarebbe peggio. Sarebbe la verità, ma tornerei lo stesso da Skye, non posso buttare via tutto quello che ho costruito con lei.
"Credo tu abbia ragione" il tono serio con cui ho parlato ha sorpreso Tom che si è voltato con un espressione distrutta verso di me, per poi tornare a stringere la forchetta così forte da  fargli diventare le nocche bianche.
Mi distrugge vedere Tom soffrire così, so che lui lo farebbe, so che lascerebbe Jennifer per me, ma io non posso...
"Mi dispiace" dico alzandomi di fretta dalla sedia per uscire, non prima di vedere una lacrima rigare il viso di Tom.




Josie
Ecco un altro capitolo, forse un po' più corto del solito, ma ho preferito così :)
Sono ancora indecisa su come continuare questa fic, ho in mente due strade che potrebbe prendere... ci penserò u.u
Comunque ringrazio tutti quelli che hanno letto ^^
Come sempre in particolare vorrei ringraziare chi ha recensito lo scorso capitolo :D

rrevenge182: tu mi fai troppi complimenti, non me li merito, grazie *-* Eccoti qui il quarto capitolo! u.u spero ti sia piaciuto come gli altri ^^  grazie per aver recensito, soprattutto perchè sei stata la prima u.u ...ahaha XD

AnzuRevenge: sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente, neanche questo è molto comico, ma se mi dici che riesco a scrivere decentemente anche cose non demenziali proverò a crederci! XD spero ti sia piaciuto anche questo capitolo ^^

Icegirl 46: mi fa piacere che la mia storia ti appossioni, io ci metto tutto il mio impegno! ^^ spero di riuscire a non deludere le vostre aspettative andando avanti, almeno ci provo! XD



Al prossimo capitolo, baci,

Josie 182

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


ff1 senza nome cap 5ù Tutto bene?
Si 
Non mi sembri molto convinto
Lo sono. So che Jennifer mi perdonerà... non è la prima volta che mi
perdona una scappatella...
non sta qui il problema
Dov'è allora?
Che credo di amare più te che lei,
il problema è che so che tu non lasceresti Skye per me,
non con un figlio di mezzo... e probabilmente non lo avresti fatto lo stesso

Credo tu abbia ragione...


Non riesco a far a meno di ripercorrere all' infinito questo discorso  nella mia mente. Mark è stato più che chiaro, è evidente che lui non la pensa come me.
Credo di non aver mai sofferto per amore.  Quando frequentavo il liceo ho avuto un paio di ragazze, ma sono sempre stato io a lasciarle.
Credo anche di non aver mai saputo in fondo cosa fosse l'amore. Sono sposato, eppure quello che sento per mia moglie non è neanche la metà di ciò che sento per Mark.
Credo di non aver mai provato ne sofferto per amore, non prima di aver conosciuto quel dannato Hoppus.
Ed è per colpa sua che adesso mi ritrovo in questo pub buio e con la musica assordante a sorseggiare il mio quarto drink. Sono abbastanza forti, dopo il terzo ha cominciato a girarmi la testa. Nonostante tutto però continuo a bere, non mi ineteressa del dolore alla testa, non è niente in confronto al dolore che sento dentro.
Sono ancora abbastanza lucido, riesco a ragionare. Non va bene. Non voglio essere lucido, non voglio avere la capacità di pensare. Pensare fa male.
L'unico che riuscirebbe a non farmi sentire così è lui, peccato che sia anche il motivo del mio malessere. Quindi di scelte non ne rimangono molte, alzo a mezz'aria una mano facendomi notare dal barista e gli chiedo ancora da bere.
Mentre sorseggio il mio quinto drink sento che il dolore alla testa si sta piano trasformando in un piacevole senso di stordimento.  
Incoraggiato da questo finisco la mia bevanda tutta d' un sorso chiedendone subito un altra.
Il barista mi accontenta ed inizio avidamente a bere.
"Non ti sembra di esagerare. E' già il sesto che ti bevi"
Inizialmente non riesco a collegare il senso della frase e da chi è stata pronunciata, poi alzo lo sguardo per vedere il barista che mi guarda con un sopracciglio alzato in segno di preoccupazione.
"Lo so benissimo" dico con la voce biascicante, l'alcool comincia a fare effetto "anzi dammene un altro"
"Come torni a casa, devi guidare?"
"Mmmm si. Ho l'auto qui fuori"
"Allora credo che non potrai usarla se continui così"
"Senti se sei qui per farmi la paternale te la puoi anche risparmiare, ho già problemi di mio"
"Come ti chiami?"
"Tom"
"Probelemi di cuore Tom? La maggior parte della gente che viene qui a ubriacarsi ha problemi di cuore"
"Già..." dico percependo un forte giramento di testa che mi costringe ad afferrare il bancone con le mani per reggermi.
"La tua ragazza non ti ama più? O è un amore non corrisposto?"
"La prima. Più o meno. Non siamo mai stati insieme, ma ero quasi sicuro che mi amasse..."
"Capisco... perciò non è la tua ragazza"
"No. E' il mio migliore amico"
Non credo che avrei detto ciò se non avessi bevuto niente, insomma non sarei andato in giro a discutere sulle mie ambiguità sessuali, ma in queste condizioni non mi sembra una cosa malvagia da dire.
Il barista alza di nuovo un sopracciglio, sorpreso, cosa che mi sembra alquanto divertente, ma non dice niente.
"Dammi un altro drink perfavore"
"Non mi pare il caso..." prova a fermarmi.
"Mi pare proprio invece" ribatto con una certa convinzione per essere ormai quasi sbronzo.
"E va bene, ma dopo ti chiamo un taxi e vai via con quello"
"Come vuoi tu capo" gli dico con un sorriso ebete stampato in faccia.
Dopo aver bevuto  ancora un po' chiedo il conto e mi alzo scoprendo di non avere più un equilibrio molto stabile.
"Fermo dove sei, ti chiamo un taxi" mi informa il barista.
Quando sparisce oltre una porta dietro il bancone mi avvio barcollante verso l'uscita ed esco fuori prima che lui se ne accorga.
L'aria fredda della notte mi invade come acqua gelida.
Comincio a girare per il parcheggio, non ricordando dove ho messo l'auto.


***


Comincio ad essere veramente preoccupato. Tom non si fa vedere da tutta la giornata e in più, quando ho provato a chiamarlo, ho scoperto che ha lasciato qui a casa il cellulare.
Ho paura che abbia fatto qualche cazzata. Sono stato uno stronzo con lui sta mattina e non mi sorprenderei se non volesse parlarmi più.
Comunque il problema più urgente  ora non è questo.
"Travis" urlo cercando di far arrivare la  mia voce al piano superiore.
"Dimmi Mark" mi risponde dopo qualche secondo affacciandosi dalle scale.
"Io esco a cercare Tom, sono preoccupato, ho paura che si sia cacciato in uno dei suoi soliti guai"
"Vengo con te" dice sparendo dalla mia vista e ricomparendo dopo qualche minuto, vestito e con le chiavi dell'auto in mano.
Giriamo per la città nelle seguenti due ore. Abbiamo cercato in tutti i bar e in tutti i locali che di solito frequenta, ma niente.
Abbiamo setacciato ogni strada, locale, parco, vicolo che ci potesse venire in mente e ad ogni posto in cui lo abbiamo cercato, sentivo salire di volta in volta l'ansia che si sta trasformando in vera e propria paura.
"Non è da nessuna parte, dove diavolo si è cacciato!"
"Non farti prendere dall'agitazione" cerca di calmarmi Travis.
"E come faccio? Non sai che razza di pensieri orribili mi stanno venendo in mente"
"E allora scacciali che agitarsi non serve proprio a niente in questi casi, anzi peggiora solamente le cose!"
Travis ha insistito perchè guidasse lui e infondo è stata una buona idea, non credo di avere i nervi abbastanza saldi in questo momento.
"Senti Mark stiamo girando a vuoto, io direi di tornare a casa e aspettarlo li, non si è nemmeno portato le chiavi di casa e in più sta anche cominciando a piovere"
"Ok... cerchiamo solo ancora per un po' e poi torniamo"
Travis annuisce e passa un'altra mezzora in cui setacciamo ogni minimo vicolo e stradina, inutilmente, mentre ormai la pioggia cade incessantemente.
Sensa la minima speranza di riuscire a trovarlo in una città cos' grande, ci dirigiamo verso casa.
Quando arriviamo nel vialetto di casa Barker ho la mente vuota, pensare mi produce pensieri davvero orribili, perciò cerco di tenere la mente sgombra.
Mentre ci avviciniamo sento quasi un colpo al cuore.
I fanali dell'auto di Travis hanno illuminato una figura accovacciata su se stessa, con la testa nascosta fra le braccia appoggiate ai ginocchi, seduta sui gradini davanti al portone.
Tom, completamente bagnato fradicio, alza la testa, gli occhi rossi e lucidi.
Esco dall'auto e mi precipito verso di lui.
"Tom, sei pazzo! Ti rendi conto che mi hai fatto prendere un colpo!" gli urlo appena sono abbastanza vicino.
"Vattene" mi dice nascondendo di nuovo la testa fra le braccia.
Lo guardo stupito, sta singhiozzando.
"Tom perfavore" gli dico abbassandomi al suo livello per poterlo guardare in faccia che è, comunque, nascosta "perfavore entra in casa ti prendi una polmonite a stare qui"
"Vattene" mi urla, questa volta, più forte alzandosi in piedi di scatto e rischiando di cadere per via dell'equilibrio per niente stabile, se non l'avessi afferrato in tempo.
"Tom sei ubriaco, quanto cazzo hai bevuto!" gli chiedo essendo travolto da un forte odore di alcool.
"Non me ne frega niente" dice lui asciugandosi le lacrime con la manica della maglia "perchè Mark" comincia fra un  signhiozzo e l'altro "perchè non mi ami, cosa ti ho fatto?"
Le parole di Tom mi colpiscono come un pugno in pieno viso. E' per questo che si è ridotto così? Per colpa mia...
"Ti prego non fare così" dico appoggiandogli una mano sul braccio, che scosta subito con violenza.
Mi guarda per qualche secondo intensamente, con gli occhi rossi dal pianto e dalla sbronza e poi perde i sensi.
Per fortuna riesco a prenderlo in tempo, aiutato da Travis che ci  aveva appena raggiunto.
"Portiamolo dentro" dice aiutandomi a sollevarlo.
Lo appoggiamo sul divano,non so che fare a parte fissarlo, fissare il suo viso bagnato di pioggia mescolato a lacrime.




Josie 182
Ecco un altro capitolo, anche questo non molto lungo scusate ^^" ma almeno ho aggiornato un po' più in fretta!
Mi scuso se c'è qualche errore, ma è tardi... domani lo controllerò meglio.
Grazie a tutti per aver letto ^^ grazie in particolare a:
 
Icegirl46: si ineffetti Tom castrato sarebbe la disperazione di molte fan... XD ahahah povero XD povero Tom forse lo torturo un po' troppo in questi capitoli U_U  Gli sta bene, è la sua punizione per essere un idiota u.u un idiota adorabile *-* si fa per scherzare in realtà io amo Tom e i Blink, ma mi piace prenderli un po' in giro ogni tanto XD comunque grazie per aver recensito sono felicissima che la storia ti piaccia! *.* al prossimo  capitolo! ^^

rrevenge182: accetto volentieri i 47858747567486576578 + 182 complimenti, giusto perchè c'è quel "+182" XD
davvero grazie *.* la mia più grande soddisfazione è comunque sapere che a voi la storia piace ^^  spero di riuscire a non deludere mai le vostre aspettative, o almeno ci provo! 236453275627344535 + 182 grazie per aver recensito! al prossimo capitolo, bacioni :D

AnzuRevenge: mi diverto molto a scrivere le parti dove ci sono tutti e tre loro insieme! anche perchè la storia si basa principalmente su Tom e Mark, ma cerco sempre di dare un po' di spazio anche a Travis, mi dispiace escluderlo ç____ç
Comunque hai visto, ho aggiornato abbastanza presto stavolta! Sono stata brava??? **  ahahah XD ok basta con le scemenze XD grazie di aver recensito, ci sentiamo al prossimo capitolo, che spero di aggiornare presto! baci


Ci vediamo tutti al prossimo capitolo, adios gente! :D

Josie 182

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


ff 1 senza nome cap 6 Entriamo in casa e sistemiamo Tom di peso nel divano. Mi massaggio le braccia indolenzite per via del peso che hanno appena sopportato.

"Sai perchè si è ridotto così?" mi domanda Travis  "so che non deve essere particolarmente facile per lui questo periodo, ma mi sembrava che stesse relativamente bene fino a sta mattina" dichiara preoccupato.

"Credo sia colpa mia" dico senza distogliere lo sguardo dal corpo di Tom che giace addormentato.

Dall' espressione che ha assunto Travis intuisco che ha capito a cosa mi riferisco.

"Ti ha detto qualcosa prima di perdere i sensi?"

Sospiro sentendomi in colpa. E' solo colpa mia se si è ridotto in questo stato. Se gli fosse successo qualcosa non so cosa avrei fatto.
 
"Mi ha chiesto perchè non lo amassi..."

Travis annuisce, come se avesse compreso qualcosa.

"Hai fatto innamorare Tom, non è una cosa da tutti. Anzi, finora scommetto da nessuno"

Mi limito a guardare il volto di Tom, sensa rispondere.

Da una parte questa cosa mi rende infinitamente felice, ma dall'altra so che non c'è futuro per noi...

"Mark, tutto apposto?"

Travis si avvicina mettendomi una mano sulla spalla. Senza che me ne accorgessi, delle lacrime hanno cominciato a scendere copiose sul mio volto. Sento il sapore salato di quelle che mi sono arrivate alle labbra.

Annuisco e nonostante questo Travis mi abbraccia intuendo il mio stato d'animo.

"Senti adesso perchè non te ne vai a dormire? Tom dorme e mi pare inutile rimanere qui"

"Che facciamo lo lasciamo qui?" dico asciugandomi le ultime lacrime, con la manica della maglia.

"Si non credo che gli dispiaccia" dice Travis alzando le spalle.

"Allora io rimango qui" Travis mi guarda male per un attimo "c'è posto" dico indifferente. In effetti Tom non occupa tutto lo spazio disponibile del divano, è praticamente compresso nel lato dello schienale. Devo ammettere che effettivamente io e Travis non abbiamo avuto particolarmente grazia nel sistemarlo li.

"Come vuoi" cede Travis alla fine "Ti vado a prendere una coperta che se no sta notte vi prende un colpo" dice avviandosi su per le scale.

"D'accordo mammina" lo canzono.

"E  smettetela con questa storia!" esclama voltandosi prima di riprendere il suo percorso.

Ridacchio fra me e me. Travis non può proprio fare a meno di comportarsi come una mamma preoccupata!




Nonostante siano quasi le due di notte non sento il sonno. Tom, invece, è praticamente schiantato da più i due ore senza dare il minimo cenno di vita. Normale con tutto quello che ha bevuto.

Sto guardando un programma alla TV, di quelli che fanno nel cuore della notte e che nessuno guarda mai... e capisco anche il perchè. Annoiato a morte da questo orrido film vecchio almeno di trent'anni, spengo la TV e mi stiracchio sbadigliando.

Mi avvicino al divano e prendo posto affianco a Tom. C'è lo spazio per appena un altra persona, se Tom facesse una qualche improvvisa mossa mi ritroverei di sicuro a culo a terra!

Ha ancora i vestiti bagnati di pioggia  e noto che  infatti, sta raggommitolato su se stesso come se  avesse freddo.

Mi stringo a lui e sento il suo fiato sulla fronte. Non so come potrebbe prenderla domani quando si sveglierà e mi ritroverà qui, la cosa più logica sarebbe di ricoprirmi di insulti se non peggio visto quello che gli ho fatto...

Prendo seriamente in considerazione l'idea di tornarmene in camera mia (mia per modo di dire) dove sarei  sicuramente pià al sicuro che qui.

Tuttavia mi sento troppo bene qui e sento come se una forza mi impedisse di muovermi.

Passano giusto pochi minuti e subito mi addormento.



***



Mi risveglio dopo quelle che sembrano infinite ore. La prima cosa che sento non appena provo ad aprire gli occhi è un forte mal di testa e sono subito costretto a richiuderli.

Ho qualche vuoto di memoria, ma a occhio e croce credo di essere postume di una sbornia.

Mal di testa, gola secca e caldo incredibile, quasi da sudare.

Provo a fare mente locale delle ultime cose che mi vengono in mente: ricordo di aver preso la macchina piuttosto incazzato e di aver guidato fino al pub, dove devo aver preso una sbronza colossale, perchè i miei ricordi terminano li.  

Lentamente riesco ad ascquistare un po' dei miei sensi. Mi sento come compresso da qualcosa, probabile che non mi trovi nel mio letto...

Apro gli occhi abituandomi lentamente alla luce. Sono nel salotto di casa Barker e con molta probabilità sul suo divano, non lo vedo ma non credo che abbiano un pavimento così morbido...

Mi volto mezzo dolorante alla mia destra e la prima cosa che vedo è un ciuffo di capelli castani e indomabili.

Abbasso lo sguardo. Mark è beatamente addormentato con la bocca semiaperta, la  prima tentazione è quella di infilarglici un calzino.

Si può sapere cosa cazzo vuole da me e perchè si è messo qui quando sa benissimo che sono furioso con lui??

Sensa pensarci ulteriormente mi alzo di scatto e Mark vola giù dal divano di culo.

"Ahio!" lo sento esclamare dal dolore. Ha un'esppressione fortemente confusa e dolorante e la cosa non mi tocca minimamente.

" 'Giorno stronzo" gli do il buongiorno in modo assai poco educato.

Mark si alza massaggiandosi la spalla su cui è atterrato pochi secondi prima. Ha la faccia da cane bastonato, quante volte glie la ho vista, ma questa volta non mi frega!

" 'Giorno" borbotta guardandosi i piedi.

"Ora se ti levi dalle palle magari posso andare in bagno"

Senza proferir parola si sposta di lato e subito lo supero senza degnarlo di uno sguardo.

Sono incazzato nero con lui. Guardo il mio riflesso sullo specchio del bagno e ciò che vedo non è per niente incoraggiante.

I capelli hanno assunto una strana forma, gli occhi sono lucidi  e  rossi e per di più fatico a reggermi in piedi, senza sentire dei giramenti di testa.

Appena ho visto Mark mi è tornata alla mente la giornata di ieri, e tutto quello che mi ha detto...

Al solo pensarci mi sento corrodere le viscere. Appoggio la fronte sul vetro freddo dello specchio, che mi da una sensazione abbastanza piacevole.

Mi lavo la faccia con acqua fredda per cercare di rimediare ai giramenti di testa e dopo qualche minuto, nonostante il mio aspetto non sia migliorato di molto, mi sento meglio.

Poco dopo sento bussare alla porta "occupato!" ringhio arrrbabbiato. Che diavolo vuole ora?

"Tom? Tom, apri! Sono Travis..."

Vado alla porta e la spalanco trovandomi di fronte Travis affiancato da quel coglione di bassista.

"...con Mark" conclude Travis con un sorriso da coglione stampato in faccia.

Due coglioni. Ecco cosa sono.

Lo guardo furioso, non tanto per il fatto che ci sia anche Mark, ma più perchè mi ha praticamente preso in giro!

"Tom... ti posso parlare?" mi chiede Mark con fare nervoso.

"Credo che tu mi abbia detto già quello che avevi da dire" dico imperturbabile.

"No invece" afferma questa volta più deciso "non ti ho detto tutto voglio parlarti"

La tentazione più forte sarebbe quella di chiudergli la porta in faccia.

Fisso quei suoi occhi azzurri che mi hanno sempre incantato e non riesco a dirgli di no.

Leggermente seccato gli faccio cenno di entrare.

"In bagno?" dice con espressione contrariata.

"Senti, già che non ho voglia di parlare con te, almeno il posto lo decido io!"

Ok ammetto che questa è stata una mossa alquanto infantile. Pazienza. Mark fa spallucce mi segue nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Si volta e si ferma incatenando i suoi occhi ai miei, con aria quasi tormentata

M vengono alla mente vari flashback, del giorno in cui ci siamo conosciuti, dei primi concerti, il primo video... quando ancora non mi ero reso conto di essere innamorato di lui, ma riguardandomi indietro capisco che in realtà lo ero. Ma non lo capivo. Ripensandoci però, riesco a comprendere per quale motivo mi sentivo depresso ogni volta che ci dovevamo separare per un certo periodo di tempo, o perchè amavo così tanto fare il cretino solo per sentire la sua risata, per vedere i suoi occhi guardare raggiante i miei.

Quei suo maledetti occhi azzurri. Solo guardandomi riescono a farmi dimenticare ogni altra cosa.

Fa un sospiro come se si stesse sforzando per parlare.

"Ti amo" la sua voce giunge inaspettata alle mie orecchie, lasciandomi sensa parole. Non sta mentendo, quegli occhi non sanno mentire.

"Ma... ma tu hai detto" riesco ad articolare infine.

"Lo so quello che ti ho detto" dice avvicinandosi sicuro con un espressione determinata, di chi non si vuole far mettere i piedi invtesta.

"Lo so quello che ti ho detto" ripete "ma se vuoi credermi, quando ti ho detto quelle cose stavo mentendo e mi stupisce che tu non te ne sia accorto... sai che sono una frana a mentire" dice facendo un mezzo sorriso.

Guardo Mark e senza riuscire ad impedirmelo sorrido. E' il solito coglione di sempre.

"Mi hai fatto passare una giiornata da inferno" gli dico sinceramente.

Sta per rispondere qualcosa, ma non gliene lascio il tempo. Avvicino il mio viso al suo e lo bacio lasciandogli morire le parole in bocca. Infilo una mano sotto la sua maglietta e lui mi lascia fare. Ho un'assoluta e insaziabile voglia di lui.

Ci sarà tempo più tardi per le scuse, in questo momento è l'ultima cosa di cui mi importa.




Josie 182



FINE SESTO CAPITOLO! :D
Sentite, rispondete con sincerità: a voi sembra che a volte scrivo in modo troppo melenso? o__o" non vorrei cadere in cose troppo sdolcinate, per ora non mi sembra di esagerare, è chiaro che un po' ci vuole XD Ho voluto concedere una piccola vittoria a Tom, ma solo perchè oggi è il suo compleanno u__u Comunque non so fatemi sapere! ^^"

Grazie a tutti per aver letto! :D

rrevenge 182: la tua recensione mi ha fatto sbellicare! XD Come sempre tra l'altro, ma questa mi ha fatto davvero morire XD questa volta ho trattato meglio Tom, povero caro ogni tanto anche lui ha bisogno di qualche soddisfazione nella vita ù.u Ma da me non ne avrà molte eheh :D Mi sento di essere stata troppo buona con lui u__u devo vendicarmi muahahahah XD vabbè non ti anticipo niente! :D Al prossimo capitolo, bacioni **

AnzuRevenge: smettila di essere in ansia, ecco qua tutto per te il sesto capitolo! :D L'ho fatto per te, come facevo dopo con i sensi di colpa se ti facevi prendere da un improvviso attacco di ansia, per colpa della mia fantastica, sorprendente e stupenda storia?? D:  naturalmente scherzo XD sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo ** mi date un immensa soddisfazione, davvero T___T [<--- pianto di commozione (non celebrale :D)] alla prossima, un bacio.


Mi scuso se c'è qualche errore domani lo correggerò, è che volevo aggiornare in tempo per il compleanno di Tom u___u

Ancora grazie alla prossima! Bacioni :D

PS: Augurissimi Tom!!!!!! Sei un idolo <3

Josie 182








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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sono circa le tre di notte, ma non ho la minima intenzione di addormentarmi.
Sono nel letto della camera che occupo in casa Barker, con Mark che mi dorme praticamente addosso.
Non ho intenzione di cedere al sonno, ho paura che quando mi sveglierò scoprirò che era tutto un sogno, tutto frutto della mente.
Ho sentito in un programma alla TV che quando una persona desidera ardentemente qualcosa, la sua mente si mette a lavoro per produrre ciò che il subconscio desidera, sottoforma di immagine quasi reale.
Eppure, la pelle calda del suo petto che aderisce perfettamente alla mia e i suoi capelli che mi solleticano l’incavo del collo sembrano una cosa così vera.
Gli accarezzo delicatamente la schiena, percorrendo una linea immaginaria fino ad arrivare all’elastico dei pantaloni, per poi tornare su, facendo attenzione a non svegliarlo.
Dorme, come al suo solito, con la bocca semiaperta e la mano sinistra intrecciata alla mia.
Non so con quale briciolo di lucidità e buon senso  che posso avere a quest’ora, mi ficco nella testa che non è frutto della mia immaginazione e che domani Mark sarà ancora qui al suo posto. Accanto a me.
Dandomi dell’idiota e chiedendomi se sul serio sono rimasto sveglio fino a quest’ora per un motivo altrettanto idiota, chiudo gli occhi e, stringendolo più a me, mi lascio trascinare in un sonno senza sogni.





***




Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei alzato la mattina presto per mettermi a preparare la colazione. No, perché cucinare è una cosa che assolutamente odio. Davvero. Potreste mettermi a fare qualsiasi cosa dentro casa, ma non a cucinare.
Eppure questa mattina mi sono svegliato con l’umore talmente alto che sono sceso giù e mi sono messo a preparare la colazione per me, Tom e  Travis.
Gli altri non si sono ancora alzati. In realtà ho provato a svegliare Tom, ma ciò che ho ottenuto è stato solo una sequenza di insulti veramente poco carini. Si perché Tom la mattina presto è ingestibile, può anche diventare violento! Per questo ho preferito lasciarlo dormire, ma svegliarmi comunque con lui accanto è più di quanto potessi desiderare.

Dei rumori provenienti dal piano superiore mi fanno capire che si stanno svegliando.
Pochi minuti dopo infatti li vedo scendere dalle scale.
“Che buon profumino, che hai fatto?” chiede Travis sfregandosi gli occhi assonnati.
“Vi ho preparato la colazione” gli rispondo con un largo sorriso.
“Mark Hoppus che prepara la colazione?” chiede Tom stupito “Che altro succederà ora? Vegeta riuscirà finalmente a battere Goku?”
“Ah-ah spiritoso”
“Eddai Tom lascialo in pace. Grazie Mark”
“Prego sedetevi” dico in tono sofisticato imitando un cameriere da albergo a cinque stelle e scostandogli le sedie, per farli sedere. Mi manca solo un completo da pinguino, un asciugamano in un braccio e sarei perfetto.
Tom e Travis addentano la loro porzione di cibo e sembra che apprezzino abbastanza.
“Allora? Com’è?”
“Niente male Hoppus” risponde Tom con la bocca piena “per essere cucinato da te”. Il solito ingrato.
“Veramente ottimo Mark. Si insomma, per essere uno che non cucina mai”
Che cosa vorrebbero insinuare??
Levo una forchetta dalle mani di Tom e addento una frittella.
Non c’è che dire. E’ veramente ottima, come sono bravo!
“A me piace” dico in protesta continuando a masticare.
Travis si apre in una risata allegra “dai Mark stavamo scherzando! Guarda Tom, sembra che se la stia sbranando la frittella!”
Scoppiamo a ridere, con Tom  che diventa rosso e paonazzo, mentre quasi si strozza col cibo.
Mentre siamo ancora intenti a prenderci in giro e a cercare di far riprendere Tom, arriva il suono del campanello.
“Voi rimanete qui a mangiare, vado io!”
Corro all’ingresso e, neanche fossi a casa mia vado ad aprire la porta.
Ho ancora addosso il grembiule infarinato che usavo per cucinare, ma non mi importa chi mi conosce non lo troverà strano.
Apro il portone e il sorriso mi muore sulle labbra.
Sull’uscio della porta mi trovo davanti Jennifer. Rimango un attimo spiazzato senza saper bene cosa fare.
Alla fine a rompere il silenzio ci pensa lei.
“Ciao Mark” dice accennando un sorriso debole.
Sento la gola secca e il “ciao Jennifer” che mi esce dalle labbra risulta fioco e appena udibile.
Di nuovo non so che cosa fare, che cosa dirle. E’ arrabbiata con me? Insomma quando una persona viene tradita di sicuro non ha molte simpatie per l’amante del proprio ragazzo, o in questo caso marito. Ma in questo caso la situazione è diversa, conosco Jennifer da parecchio tempo e solitamente l’amante del proprio marito non dovrebbe essere… un altro uomo. Almeno nelle situazioni normali.
“Tom?” mi sorprendo a chiamare senza il mio consenso “puoi venire un attimo qua?”
Intanto faccio entrare Jennifer, chiudendole la porta alle spalle, ma lei non accenna a volersi muovere più di così.
Pochi secondi dopo arriva Tom, seguito da Travis, ancora con la faccia paonazza. Non appena, però, vede chi è l’ospite sbianca immediatamente.
Manda di forza giù il boccone che rischiava di strozzarlo e rimane con un espressione mista fra il terrorizzato e… bè nient’altro, è terrorizzato. Se consideriamo che l’ultima volta che si sono visti Tom ha quasi rischiato la castrazione, mi pare più che logico.




***


Ok Tom mantieni la calma.
Sicuramente non mi aspettavo di trovare mia moglie, o la mia ex-moglie non so ancora bene come definirla, davanti proprio ora.
Infondo prima o poi dovrei parlarci, diciamo solo che mi ha colto di sorpresa, ecco.
Ma perché ora? Perché proprio il giorno dopo che Mark si è finalmente deciso a dirmi quello che prova??
“Vieni Mark, andiamo a sistemare il casino che hai fatto di la con tutta quella farina, la cucina è un disastro!” sento la voce di Travis provenire da di fianco a me “ciao Jennifer” saluta con un sorriso cordiale.
Mark si avvia a passo lento verso Travis e mentre mi passa davanti mi lancia uno sguardo strano e decisamente preoccupato.
Forse teme che con l’arrivo di Jennifer potrei cambiare idea su di noi due. Si sbaglia.
Ricambio con uno sguardo in cui cerco di fargli capire che non ha nulla di cui preoccuparsi, ma l’espressione che ha dipinta sul volto non muta.
Non preoccuparti Mark… ora che ti ho trovato non ti perderò così in fretta.
Ma ora mi devo occupare di Jennifer. Infondo si merita delle spiegazioni.
Quando Travis e Mark lasciano la stanza riesco a trovare il coraggio di guardare negli occhi Jennifer. E’ chiaro che anche per lei la situazione è abbastanza imbarazzante.
“Ehm” comincio grattandomi la testa. Un abitudine che ho acquisito nei momenti in cui mi sento a disagio.
“Senti Tom, non hai ragione di essere preoccupato. So che l’ultima volta ero più che arrabbiata, ma adesso ho solo bisogno di parlarti”
La squadro attentamente indeciso se crederle o no “andiamo di sopra a parlare”dico in tono completamente impassibile.
Lei annuisce  mi segue per le scale fino ad arrivare alla camera in cui dormo.

“Allora Tom, cosa hai intenzione di fare?” dice puntando gli occhi sui miei.
La domanda mi lascia spiazzato, non mi aspettavo che arrivasse al punto così in fretta.
“Non mi pare il caso di farci molti giri intorno” dice seria “voglio solo sapere cosa hai intenzione di fare”
So cosa vuole dire. Non è la prima volta che mi concedo una scappatella da quando sto con Jennifer e lei mi ha sempre perdonato. Sarebbe pronta a farlo anche questa volta, ma sa che ora è diverso e lo so anche io.
Finora le donne con cui mi sono concesso una scappatella -e preciso che erano tutte donne!- non avevano significato niente per me, erano più che altro il risultato di qualche bicchierino in più.
Però questa volta non è così. Jennifer sa quanto io tenga a Mark, anche perché in questi anni l’ho praticamente sfinita di chiacchiere su di lui, tanto che a volte finivamo sul scherzare su una improbabile relazione fra me e lui. Appunto. Scherzavamo.
Forse già quelle volte, Jennifer vedeva qualcosa in più, più di quanto vedessi io. Il solito talento innato delle donne.
“Jennifer…” comincio non sapendo bene neanche io come continuare.
Vedendo che non continuo Jennifer sorride tristemente “non si è trattata della solita scappatella per te vero?”
Odio farla soffrire, so che lei non si merita tutto questo.
“Mi dispiace…” dico abbassando la testa.
“Non importa volevo solo sapere questo. Spero solo che tu possa essere felice…” e con queste ultime parole esce correndo dalla stanza, le lacrime agli occhi, lasciandomi immobile al centro della stanza.



Quando rientro in cucina trovo Mark ad aspettarmi.
“Allora? Com’è andata?” chiede visibilmente preoccupato  “ho visto Jennifer uscire di corsa di casa che è successo?” domanda avvicinandosi a me.
Vorrei rispondergli, ma le parole non ne vogliono sapere di uscire. Mi sento una merda. Per quello che ho fatto a Jennifer e perché, nonostante ciò, non potrebbe mai prendere il posto di Mark.
Sento le lacrime pungermi gli occhi e inumidirsi sempre di più.
Senza pensarci ulteriormente afferro Mark e lo abbraccio con forza.
Mi posa una mano sui capelli accarezzandomi piano. Non ho bisogno che dica qualcosa, solo che stia qui.
“Ti amo” gli dico con voce soffocata.
“E’ la prima volta che me lo dici” dice continuando ad accarezzarmi i capelli.
“Lo so”
“E’ la prima volta che me lo dici da sobrio in realtà”
“Lo immaginavo” dico ancora col volto nascosto fra il mio braccio e il suo collo.
Si allontana appena per potermi guardare negli occhi e lasciarmi un leggero bacio sulle labbra “anche io” mi sussurra all’orecchio.
“Anche tu cosa?” so a cosa si riferisce, ma voglio sentirglielo dire.
“Anche io ti amo”







Josie 182
Waaa scusate il ritardo! >.< Perché non riesco a aggiornare velocemente come tutti gli altri? Che poi tra l’altro questo capitolo è pure una schifezz >.<   ç____ç sniff sniff *si sente un incapace*

Innanzi tutto, auguri a tutti anche se un po’ in ritardo! ^-^ Questi giorni mi sento come se, a parte mangiare non avessi fatto altro! XD  Comunque grazie veramente a chi ha letto il capitolo e procedo come al solito a fare i ringraziamenti a chi recensisce! :D

Icegirl 46: hai ragione, se non ci fosse Travis che si comporta da vero amico e a tenere sempre la situazione sotto controllo quei due sarebbero persi! Dai Tom non è perfido, era solo un po’ arrabbiato ihihih XD Comunque tranquilla non importa se non hai lasciato una recensione nello scorso capitolo, basta che ti sia piaciuto! :D alla prossima baci ^^

Rrevenge182: cioè ti rendi conto?? Tu hai praticamente predetto il ritorno di Jennifer! O:   “Cosa succede nel prossimo capitolo? Jennifer rivuole Tom?” (citazione dalla tua ultima recensione) è un dono!!!! *-* quindi sai già cosa succederà nel prossimo capitolo? E in quello dopo e in quello dopo ancora! *O*  muahaha come sempre ho adorato la tua recensione ahah XD scusami per il capitolo schifosissimo mi impegnerò di più nel prossimo u.u ciao ciao baci  :D


   AnzuRevenge: intanto ti volevo ringraziare per  la recensione che hai lasciato nell’altra fic! ^-^ Per quanto riguarda questa, si ho aggiornato tardi come al solito ma almeno non ho aspettato il compleanno di Mark! XD è un passo avanti u.u l’immagine di loro due intenti a mangiare fiorellini sul video di All The Small Things è una cosa fenomenale XD Certo che leggendo e scrivendo certe cose mi viene da immaginare… come reagirebbero i blink se leggessero questa fan fiction…. o.o …. muahahaha meglio di no va! XD grazie per i complimenti e grazie per la splendida recensione, alla prossima! :D bacioni   


Josie: uuuuh un’altra Josie *o* ci moltiplicheremo e invaderemo il mondo! Muahahah u.u  sono contenta che la fic ti piaccia, fa sempre piacere sapere che la proprio storia viene apprezzata :D grazie per la recensione ^^ baci



Al Prossimo capitolo lettori :D

Buone vacanze e non studiate troppo!

Baci



Josie

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ultimo capitolo, godetevelo, ci becchiamo in fondo per le spiegazioni e ringraziamenti vari! ;)

 


 

 






[Mark POV]
I giorni che hanno seguito la breve visita di Jennifer sono stati abbastanza tranquilli, al contrario di quello che avevo precedentemente immaginato.

Tom, in realtà, sembra un po' depresso, ma lo è stato anche i precedenti giorni, quindi la situazione non è cambiata granché. Anzi, potrei quasi dire che sia.. migliorata?

Forse la chiacchierata con Jennifer lo ha in un certo senso liberato da un peso. E' ovvio che sia dispiaciuto per lei, lo capisco quando in certi momenti il suo sguardo si perde
lontano, ma tutto sommato sembra sollevato. E io, un po' come lui, sono dispiaciuto e felice per questo, allo stesso tempo.

Ieri però sono stato preso dalle mie cose per stare a pensare questo. Sapevo che prima o poi il momento sarebbe arrivato anche per me, ma quando Skye si è presentata alla porta di casa chiedendomi di parlare avrei  quasi giurato di essere in procinto di svenire sul pavimento, in particolare  per due motivi:
     Motivo 1: rivedere il suo sguardo dopo tutto questo tempo mi ha fatto un effetto che definire devastante è dir poco.
     Motivo 2: ho avuto paura che mi avesse perdonato.

Ebbene, quel secondo motivo mi fa sentire in colpa come mai mi è successo in vita mia.

Skye porta in grembo nostro figlio -per ora diciamo un groviglio di cellule che diventerà nostro figlio-, le ho giurato amore eterno di fronte al Signore e allo Stato della California, ho passsato con lei molti meravigliosi anni, e per qualche istante mi sono ritrovato a sperare che non mi avesse perdonato. In questo modo ci sarebbero più possibilità e meno problemi per stare con Tom.

Mi sono sentito l'essere più egoista che abbia mai camminato sulla terra ma, per fortuna, sono rinsavito quasi subito.


Per ora abbiamo deciso di lasciare le cose così come stanno e mi ha anche detto che le è difficile perdonarmi... è non posso di certo biasimarla. Anche se poi ha aggiunto che per me le porte sono sempre aperte.

Quando mi ha detto che, anche se fra noi sembrava non funzionare più, il bambino vuole tenerlo lo stesso mi sono sentito male di nuovo. Perché l'idea di rinunciare a quel bambino non mi è neanche passata di mente per un secondo. Il fatto che finora sono stato un pessimo marito non mi impedirà di essere un buon padre.

Incrocio le gambe sopra il letto e rimango a ragionare in silenzio, sento quasi il ronzio del mio cervello in moto. Non credo di  averlo mai fatto lavorare così tanto, ma devo prendere una decisione.

Solo  dopo una buona mezz'ora mi rendo conto che in fondo una decisione l'ho già presa.





[Tom POV]
Mi sono appena svegliato, ma non ho proprio voglia di tirarmi su. Mi sento come se il mio corpo pesasse trecento chili o anche più! 

Ma quando il mio sguardo cade sul display della sveglia, quasi salto mettendomi a sedere: mancano due minuti a l'una. Ma perché nessuno si degna mai di venire a svegliarmi? Odio alzarmi così tardi...

Mi stiracchio le braccia, mi alzo e esco dalla camera barcollando. Mi stropiccio gli occhi da cui vedo ancora mezzo appannato tanto che ho quasi rischiato di dare una capocciata allo stipite della porta.

In cucina trovo Mark già seduto al tavolo con un tazza di The fumante fra le mani.

"Hey, Hoppus" lo saluto attirando l'attenzione su di me, visto che non mi aveva neanche visto entrare.

"Tom..." dice senza neanche guardarmi in faccia.

Tiro indietro la sedia per sedermi, ma subito mi blocco. Conosco quello sguardo. Conosco anche quel modo di fare, quando ti parla senza neanche guardarti negli occhi.

Subito comincio a sentirmi nervoso. Gli ultimi giorni qui a casa di Travis sono stati stupendi. Abbiamo passato il tempo a giocare alla play, sparare al massimo volume i CD delle nostre band preferite e a fare i cretini come al solito. E nei momenti in cui Travis era assente potevo starmene un po' solo con Mark e stavamo bene.

Ora sembra ci siano di nuovo guai in vista. Perché le cose belle non possono durare?


Mi siedo dopo qualche momento, quasi già rassegnato.

Lui mi siede di fronte e ancora tiene in mano la tazza di the senza osare alzare lo sguardo.

"Che succede?" chiedo preoccupato.

Mark tentenna a rispondere e io rimango ad osservarlo. E' già completamente vestito, cosa alquanto strana dato che gli ultimi giorni abbiamo vissuto in pigiama come i
peggiori degli sfigati.

Il mio sguardo cade sullo zaino strabordante di roba ai suoi piedi. Ma che diavolo di intenzioni ha?

Poi la verità mi colpisce con una forza allucinante. Non riesco a stare fermo, così mi alzo in piedi.

"Stai andando via?"

Il tono della mia voce  è perfettamente piatto, neutro. Nessuno al di fuori di me potrebbe percepire come il mondo mi stia lentamente crollando addosso, pezzo per pezzo.

Finalmente alza lo sguardo su di me.

Si alza anche lui e prima che ricominci a parlare mi sembra quasi che abbia lasciato passare un secolo, e, per quello che dice, avrei preferito aspettarne altri cento.

"Vado a casa, Tom.   A casa mia, da mia moglie incinta"

Lo sapevo che l'avrebbe fatto. Questi giorni sono stato bene, ma è come se avessi vissuto in attesa di questo momento. Sembrava surreale perfino per me. Era come vivere in una bolla e lasciare tutto il resto, la realtà, al di fuori. Non si lascia la propria moglie che aspetta un bambino per il tuo migliore amico, anche se il tuo migliore amico è la persona che ami. Perché su questo non ho il minimo dubbio. Mi ama e non è egocentrismo o un eccesso di autostima, lo so e basta. Anche io sento lo stesso ed è per questo che non opporrò resistenza. Non sopporterebbe l'idea di fare questo al suo futuro figlio, e io non voglio di certo allontanarlo.

Annuisco impercettibilmente, puntanto lo sguardo sul pavimento, finché non mi sento di nuovo pronto a guardarlo negli occhi.

"Ti accompagno alla porta"

Fa cenno di sì e si mette in spalla lo zaino.

Una volta alla porta, prima di andarsene, si gira verso di me.

E' strano quanto questa cosa sembri un addio. Ma non lo è veramente, abbiamo ancora la nostra band, un migliaio di tour da fare insieme, i nuovi album... e anche se fra di noi tutto è cambiato non rinuncerò a lui, neanche come amico. Non ne abbiamo parlato, ma so che anche per lui è così.

Eppure in un certo senso questo è un addio. Stiamo per lasciarci alle spalle le ultime settimane. Dal fatidico giorno in cui venne da me e ci baciammo mentre giocavamo a Super Mario, ai dubbi, alla paura di amarci e di mandare all'aria l'amicizia, tutto. Però so che riusciremo a superare anche questa, soprattutto perché la nostra amicizia ora ha un extra in più che la sostiene: l'amore. E' strano, è fuori luogo, contraddittorio, e forse anche senza senso. Ma è così.

"Non guardarmi in quel modo Tom... Lo fai sembrare come se stessi per partire verso il fronte per un anno, ma già da domani dobbiamo essere in sala prove" mi dice con un mezzo sorriso, metà triste e metà scherzoso.

Non riesco a resistere a quell'espressione e pian piano un mezzo sorriso si fa strada anche sul mio viso.

"Non ti guardo proprio in nessun modo, testone"

"A me sembra di sì"

"Allora hai qualche allucinazione, cos'hai messo nel the sta mattina?" lo stuzzico.

"In realtà non ne ho bevuto neanche un sorso"

"Allora sarà colpa del tuo cervello, quei pochi neuroni che ti sono rimasti passano il tempo a giocare a carte, eh?"

"Sono sempre messi meglio del tuo unico neurone che è costretto a giocare al solitario, se sai cosa intendo" mi prende in giro.

Ed eccoci tornati. Non possiamo resistere senza prenderci per il culo a vicenda. E infondo non siamo due stupide tredicenni in piena tempesta ormonale, sapremo gestire questa situazione. O almeno spero.

"Ora levati dalle palle, prima che ti mandi fuori a calci in culo, Hoppus" gli dico molto gentilmente.

Mark scuote la testa e si mette a ridere. Quanto amo quella risata.

"Sì, ci vediamo domani, DeLonge" si volta e fa per andarsene.

E prima che possa anche solo fare un passo, lo afferrò per lo zaino e lo giro di nuovo verso me, avvicinandomi a lui.

"Ti amo" gli sussurro a due millimetri di distanza dalle labbra senza andarle a toccare veramente.

Appoggia la fronte contro la mia e lo vedo chiudere forte gli occhi. Sento il suo respiro solleticarmi la guancia.

Riapre gli occhi, a due centimetri dai miei "ti amo, Tom. E non smetterò mai, te lo prometto".






[Travis POV] - Dieci mesi dopo.

E con quella di oggi siamo all'ultima data del tour. Da una parte mi dispiace, è sempre così stimolante viaggiare per il mondo, vedere ogni giorno gente nuova e dedicarsi completamente alla musica. O per meglio dire  alla nostra musica.

Ammetto che per un po' sono stato spaventato: dopo tutto quello che è successo negli ultimi mesi temevo che i Blink non ce l'avrebbero fatta ad attraversare tutti questi momenti difficili. E invece i Blink sono sopravvissuti anche a questo. Il che mi fa capire che non devo preoccuparmi, che riusciremo a vincere qualsiasi sfida la vita ci riserverà, anche quella più dura.

Comunque non è il momento di pensare a questo, il concerto comincerà fra una quindicina di minuti e io devo essere carico!

Suoneremo all'aperto -sono i miei concerti preferiti quelli all'aperto- il cielo promette bene, è di un azzurro scuro, il sole è giù tramontanto e solo qualche sbuffo di nuvola interferisce con la perfetta monocromaticità serale.

Vado a farmi sistemare l'auricolare all'orecchio e poi corro per tutto il piano alla ricerca delle mie bacchette portafortuna. Mi servono, soprattutto stasera che è l'ultima data.

Trovate, me le infilo nella tasca posteriore dei pantaloni, infilo bandana e il mio solito cappello e sono pronto a raggiungere gli altri.

Facio per girare l'angolo per arrivare al vero e proprio back stage, ma  mi blocco appena in tempo. Faccio capolino quel tanto che basta per vedere  Tom sporgersi verso Mark e lasciargli un bacio a fior di labbra. Non è la prima volta che assisto a questa scena negli ultimi mesi. Ero sicuro che non avrebbero semplicemente potuto lasciar cadere ciò che c'era stato fra loro come se nulla fosse accaduto. Non è un tradimento e d'altronde credo che chiunque se ne accorga, i loro amici, le mogli, i fan, basta guardarli: perché guardando quei due semplicemente fare i coglioni sul palco, prendersi in giro o solo parlare fra loro, s'intuisce da lontano un miglio quella potente forza che li avvolge e li lega, e che non li lascerà mai. E' l'amore che provano l'uno per l'altro, che non avrà mai il suo spazio per sbocciare, non potrà mai svilupparsi, ma è sempre lì. Fra di loro.













NdA:
Ok, partiamo dal presupposto che questa ff è stata ferma per... uhm, quasi un paio d'anni? :'D
Infatti dubito che ci sia qualcuno ancora interessato a  seguirla, ma vederla li, vedere quel "no" vicnino alla voce "completa" mi dava veramente fastidio. Poi sono stata contattata più volte da alcuni di voi che mi hanno chiesto di andare avanti, quindi ecco qui per voi :)
So che il finale non è il massimo, Mark è tornato da Skye per crescere suo figlio, ma come si può intuire dalla fine non ha rinunciato a Tom. Diciamo che ho lasciato il finale aperto, della serie  c'è una speranza per tutto! :P
Ringrazio chiunque abbia letto (se qualcuno ancora ci fosse) e mi scuso per aver lasciato a fare la muffa questa storia per così tanto tempo.
La dedico a chiunque abbia speso un po' del suo tempo a leggere e la voglio dedicare anche al mio adorato Mark, perché è il mio idolo fra gli idoli, colui che riesce sempre a farmi sorridere, che mi fa sentire meglio anche solo sentendo la sua magnifica risata e ovviamente anche ai Blink <3 (che se leggessero questa ff verrebbero qui di persona a pestarmi LOL)
Insomma, sono contenta comunque di essere riuscita a concluderla, alla fine.

 Un bacio e un abbraccio a tutti, e grazie per la pazienza.


Josie

 

 

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