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Un'ora
prima l'aveva vista svanire, aveva visto svanire il suo futuro. Non le
ho mai detto perchè sono così ossessionato se le
dovesse succedere qualcosa.
Non
l'ho mai detto a nessuno e ringrazio il cielo che Alice non
può guardare indietro nel passato. Cosa penserebbe se
sapesse il mio passato?
Cosa
penserebbero tutti.
E'stata
una bugia, creata appositamente per difendere me e la mia memoria.
Carlisle non ha mai svelato il mio segreto, non ha mai detto niente su
quello che ha scoperto di me.
Perchè
prima di Edward Cullen...esisteva Edward Masen.
Con
un balzo entro nella mia camera dove ormai fa bella vista di
sè un letto così grande che Bella sembra
veramente minuscola sotto quelle coperte tutta rannicchiata in
posizione fetale. Sorrido avvicinandomi, il letto si piega sotto il mio
petto e finalmente il mio amore mi delizia con i suoi occhi.
Ancora
una volta il dubbio si stava insinuando a me, forse non era la scelta
giusta. Mi sento come se in un certo senso per il mio egoismo la stessi
forzando a compierre una scelta così definitiva come la
trasformazione. Su di noi aleggia ancora il discorso che avevamo
affrontato questo pomeriggio a casa sua ma questa volta non ho
intenzione di lasciar correre.
-Non
sei pronta.-mormoro spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Invece
sì.-risponde sicura mettendosi a sedere sul letto.
I
suoi occhi sono decisi ma posso vedere ancora una scintilla di ansia
nei suoi occhi o anche solo nella sua voce.
-Devo
esserlo...-mormora con un filo di voce.
-No,
nessuno ti costringe.-mento.
Dentro
di me il vampiro urla per trasformarla in quel momento, avere la
certezza che nessuno potrà mai e poi mai allontanarmi da lei
o farle del male.
Ho
creduto di impazzire prima con James poi con Jacob.
L'ossessione
che ho per lei mi rende pazzo, pazzo di gelosia e d'amore.
-Quando
sarà tutto a posto e non ti sentirai costretta a farlo,
allora potrai unirti a me.-dico serio accarezzandole una guancia.
-Sempre
se lo vorrai ancora.-
Questa
volta la mia voce è quasi un sussurro impercettibile.
-Carlisle
me lo ha promesso. Dopo il diploma.-ribatte stizzita dalle mie parole.
Già,
Carlisle.
Le
ha fatto questa promessa solo per sdebitarsi con me, per cercare di
farsi perdonare per quello che non ha fatto anni fa. È
veramente così? Lo sta facendo solo per farsi perdonare da
me? Pensavo che quella storia l'avesse in qualche modo dimenticata ma
evidentemente c'è qualcosa che riesce a tenermi ben
nascosto. Una parte dei suoi pensieri a cui non riesco ad accedere.
-Solo
quando sarai pronta e quando smetterai di sentirti minacciata, non un
attimo prima.-dico con voce ferma.
Le
bacio teneramente la fronte sentendo la sua pelle scottare contro le
mie labbra.
Le
labbra di un morto.
Un
eterno diciasettenne.
-Fidati.-mormoro
facendola scontrare con il mio corpo.
-Si.-risponde
con il cuore a mille che pompa il suo sangue per tutto il corpo
rendendolo vivo e calmo.
-Posso
chiederti una cosa?-mi chiede.
Improvvisamente
i miei pensieri vengono interrotti dedicandomi completamente a lei e
alle sue domande, la mia unica ragione di vita ora è qui tra
le mie braccia.
-Certo.-rispondo
specchiandomi nei suoi occhi.
Dopo
un attimo di esitazione abbassa il capo affondando il visto nel mio
petto.
-Ho
come l'impressione di non sapere niente di te.-mormora.
Accigliato
prendo il suo volto alzandolo.
-Puoi
chiedermi qualsiasi cosa Bella...-ribatto sentendomi morire.
Perchè questa domanda? Cos'è che la turba? Cosa
le ha scatenato questo pensiero.
-Non
fraintendermi, io penso di conoscere Edward Cullen. Il fatto che non so
chi fosse Edward Masen.-mormora guardando qualsiasi punto della stanza
tranne che scontrarsi con i miei occhi.
-Mi
sembrava di averti già raccontato la mia storia.-ribatto e
ringrazio al cielo di essere un vampiro o la mia voce di sicuro mi
avrebbe tradito.
Improvvisamente
vedo i suoi occhi rattristarsi. Il mio cuore si spezza e non posso
permetterlo, nè a lei che sta per affrontare un
così grande passo nè a me stesso che vivo
dell'aria che respira lei.
-Chiedimi
qualsiasi cosa...-mormoro baciandole l'angolo della bocca. La vedo
sussultare a quel mio gesto. Mi sorride e si sistema meglio con le
gambe incrociate sul nostro grande letto matrimoniale.
-Sono
sicura che c'è un'altra ragione per cui tu sei
così.-
La
guardo non capendo le sue parole. Cosa intende dire?
-Non
ho mai letto i tuoi diari ma adesso voglio sapere di più.
Non posso crederci che nella tua vita non ci sia stata nessuna a parte
me.-dice come se le parole che ha scelto fossero state quasi indotte.
Dietro
la nostra porta la presenza di Carlisle, appoggiato di schiena alla
porta con lo sguardo perso nel pavimento del corridoio ad ascoltare
ogni nostra parola, a farmi sentire la sua vicinanza e il suo dolore.
-Ero
troppo impegnato a voler entrare in guerra per occuparmi di queste
cose.-
-Non
mentirmi Edward...-sbotta.
-Da
quanto sei così?-mi chiede.
-Dal
1918.-le rispondo mostrandole la lunga fila di denti perfetti.
Rabbrividisce
a quella vista.
-Lo
so.-mormora.
-Ma
voglio sapere tutto su quell'anno. Come si chiamava?-mi chiede.
I
miei occhi corrono alla porta dove Carlisle è ancora in
attesa di una mia reazione.
-Evelyn
Faye. Si chiamava Evelyn...-
UhUh!! Eccomi qui con
questa storia che è stata ispirata da un video che ho visto
proprio oggi e a cui la mia mente non si è potuta sottrarre
dal creare una storia. Lo so che ho ancora molte storie in attivo ma
spero che non mi lincerete per questo. Vediamo come va questa
storia...spero che vi piaccia e che siate incuriositi. Vi lascio sotto
il video dove potete vedere il video/trailer.
Prima qualche
informazione per leggere meglio la storia, visto che si
dividerà in due parti; una parte si svolgerà nel
presente di Bella dove si potranno leggere le emozioni e i pensieri
della protagonista mentre un'altra parte, quella che alla fine
avrà più spazio è il passato di Edward.
Il precedente capitolo
era un'introduzione alla storia mentre questo capitolo
inizierà già nel vivo della storia dove viene
presentato il "vecchio" mondo di Edward, amici, famiglia...insomma
tutto sul suo passato.
Quando vedrete il
titolo della storia azzurrino sarà un capitolo EDWARD POV e
tratterà del passato più precisamente verso la
fine del 1917; quando ci sarà il titolo in rosso
sarà un BELLA POV e si concentrerà su Bella nel
presente.
Spero di essere stata
chiara. Se non lo sono stata ditemelo che cercherò di
chiarire meglio, ora vi lascio al capitolo sperando che vi piaccia
visto che questa è una storia molto particolare.
Non è la
solita EdwardXBella ma penso che sia un'idea abbastanza carina per
capire meglio la psicologia e il comportamento di Edward nei riguardi
di Bella.
Ora vi lascio veramente
al capitolo.
Spero di ricevere tanti
commentini per capire se la storia vi piace e ne vale la pena di essere
continuata oppure è meglio occupare in un altro modo il mio
tempo.
Bacioni vale
The
Twilight Saga's
Celestial
"Evelyn
Faye. Si chiamava Evelyn."
20
Dicembre 1917
Robert
arriva puntuale come al solito.
«Sei
pronto per andare a caccia?» si tuffa sul divano slacciandosi
due bottoni della giacca. Robert è il mio migliore amico.
La
sua famiglia fa parte della nobiltà inglese, esattamente
come la mia. Si può dire che siamo cresciuti insieme come
fossimo fratelli, infatti per me non è altro che un fratello
con sangue diverso dal mio. Un fratello mancato.
Mio
padre, Edward James Masen è un duca e per avere una maggiore
rendita abbiamo fatto le valige e siamo venuti in America per un nuovo
inizio più entusiasmante. Più precisamente a
Chicago, Illinois.
Mia
madre, Elizabeth, ha accettato di buon grado questo cambiamento ma so
che qualsiasi scelta avrebbe preso mio padre, lei l'avrebbe seguito
senza battere ciglio. Non ho mai visto due persone più
innamorate dei miei genitori.
Quando
si guardano si può percepire il flusso del loro amore andare
da uno all'altra. Non c'era verità più grande:
mio padre amava mia mamma, e questo era tutto quello che volevo sapere
da loro.
«Secondo
me è racchia.» commenta Rob mettendosi accanto a
me che mi sto sistemando i capelli davanti allo specchio
perchè oltre ad essere ribelli e poco gestibili sono anche
di un colore ramato che non è visto di buon occhio qui.
Vorrei
tanto sapere chi ha messo in giro la voce che i rossi sono cattivi. Se
lo trovo gli do una buona ragione per dire queste scemenze.
«Non
è che ci vuole molto a dirlo visto i genitori che si
ritrova...»
I
Faye non erano una bella famiglia, neppure la contessa con tutto il
trucco con cui si impiastricciava la faccia riusciva ad avere almeno un
lontano alone di bellezza. La figlia è naturalmente
condannata alla bruttezza ma grazie ai suoi sedici anni, tutti i
giovani ragazzi locali potevano permettersi di uscire liberamente per
poter partecipare alla sua festa per introdurla all'elitè.
L'ennesimo debutto in società dove i genitori speravano che
le proprie figlie potessero trovare un buon partito.
Michael,
il mio maggiordomo mi porge il lungo cappotto nero.
«Andiamo.» la macchina nera di Robert è
fuori dove l'autista che ci accompagnera a casa Faye ci sta aspettando.
«Quante
pensi di fartene stasera?» dico prendendo in giro Rob.
«Spero che la dolce Kristen abbia voglia di farmi divertire
un pò prima di tornare a casa.»
«Dolce?»
ripeto ironicamente, tutto si poteva dire di quella ragazza tranne che
fosse dolce ecco perchè è nostra amica. Aggettivi
come: sadica, spietata e stronza; questi erano gli unici che si
potevano darle. E sono esattamente gli stessi aggettivi che si possono
dare a noi due, ecco perchè andiamo così
d'accordo.
Tra
di noi non c'è nessun rapporto amoroso ma qualcosa di
più fisico. Kristen da stronza che è, si concede
a noi per divertirsi e farci divertire, è un rapporto dove
tutti e tre ne escono fuori vincitori.
Non
siamo assolutamente una buona rappresentazione di questa
società ma chissà come mai tutti vogliono essere
nostri amici o essere le nostre amanti, si getterebbero ai nostri piedi
con un semplice schiocco delle dita.
Questo
ci da un senso di onnipotenza. Belli, giovani e ricchi. Cosa si
potrebbe volere di più dalla vita?
Come
avevo immaginato Kristen era fuori che ci aspettava fumando una
sigaretta, semplicemente scandalosa.
«Potevate
farmi aspettare di più. Tanto non fa freddo...»
sibila Kristen spegnendo la sigaretta a terra pestandola con la suola
delle sue scarpe nere. Indosso ha una vistosa pelliccia bianca da dove
sbucano le lucenti perle bianche che si posano perfettamente con la sua
pelle. Robert le fa un baciamano dandole il braccio e accompagnandola
dentro, io mi metto al suo fianco destro affondando le mani nelle
tasche del cappotto.
Ovviamente appena
entriamo catalizziamo gli sguardi di tutti.
«Duca Masen,
che piacere averla qui.»
La signora Faye compare
facendosi strada tra la folla di genitori accompagnati dai relativi
figli invitati all'evento. Faccio un leggero inchino e quando i nostri
occhi si incrociano nuovamente la vedo arrossire vistosamente.
Non importa quanti anni
abbiano, su di loro sortisco lo stesso effetto ed è
veramente divertente sopratutto per uno come me che non è
minimamente interessato ad un rapporto amoroso. Come ho già
detto l'unico vizio sessuale che mi concedo è un sano
esercizio con Kristen perchè un uomo ha comunque dei bisogni
che deve sfogare in qualche modo. Piuttosto che andare con qualche
ragazzina che avrei finito per compromettere preferivo andare con
Kristen. La posizione di suo padre insieme al ricco patrimonio della
sua famiglia le avrebbe permesso di sposare qualsiasi uomo senza che
questo poi si lamentasse durante la prima notte di nozze.
A differenza di Robert
potevo averla quando volevo perchè io, non ero preso come
lui da Kristen.
Se l'unico pensiero di
Robert è il sesso, il mio è la guerra. Mio padre
non vuole nemmeno che ne parli sotto il suo tetto ma presto
riuscirò ad arruolarmi nell'esercito.
«Il piacere
è tutto mio, Miss Faye.»
«Spero che
troverai molto interessante questo debutto...»
Frase in codice per
dire: "se vuoi sposare mia figlia te la do anche immediatamente in
moglie". Patetico. Veramente patetico.
Sorrido garbatamente
cercando un aiuto che presto arriva dai miei due amici.
«Non vedo
l'ora di conoscere sua figlia, miss Faye.» cinguetta Kristen
aggrappandosi al mio braccio.
«Oh presto
cara mia.»
La signora Faye ritorna
ai suoi ospiti e noi ci dileguiamo verso il primo cameriere che ha tre
calici di champagne pronti per essere scolati dai sottoscritti.
«E'
così patetica...» mormora Kriss ridacchiando. Ci
voltiamo verso la sala dove si stanno già consumando i primi
sguardi d'intesa tra ragazzi e ragazze. Potremmo iniziare a scommettere
sui prossimi matrimoni a cui saremo obbligati a partecipare nel
prossimo anni.
«Ho sentito
dire che stanno andando in rovina e ora la figlia è
diventata l'unica opportunità per rimettere in piedi la
famiglia economicamente...»spiega Robert.
«Ti senti
minacciato Eddy?» mi chiede Kristene sorseggiando il suo
champagne.
«Minacciato?»
«La signora
Faye si è fiondata come un corvo su di te. L'hanno notato
tutti, starei bene alla larga da qui dopo questa sera.»
«Avevi
qualche dubbio?» rispondo finendo in un sorso la mia coppa,
l'appoggia sul vassoio del mio cameriere che passa e quando le luci
iniziano a calare lentamente capiamo che il momento è
arrivato. L'orrere della famiglia n° 3 si sarebbe presentato in
cima alle scale.
Prendo un'altra coppa
di champagne quando noto lo sguardo di Nikki dall'altra parte della
sala. Nikki Reed è una delle ragazze più
presuntuose di Chicago; indubbiamente è una bellissima
ragazza e ogni ragazzo che ha accanto ne viene ammalliato, non per
altro dicono che è il mio corrispondente femminile.
«Santo
cielo...»
Mi volto
automaticamente vero Robert e seguo il suo sguardo fino alla ragazza in
cima alla scala che timidamente inizia a scendere le scale.
Quella non
può essere la figlia dei Faye. È impossibile.
Indossa un semplice
abito verde di seta con un ampio scollo a V; i capelli castani cadono
dolcemente in morbidi boccoli sulle spalle lasciate scoperte fin sotto
la linea del seno.
«Non ci posso
credere.» mormora Kristen e mi posso già
immaginare il suo viso sconvolto. So com'è perchè
è lo stesso che ho io e tutti gli altri ospiti.
«Quella te la
devi fare subito amica, intensi?» mormora Robert ma non
riesco a sentire la risposta di Kristen visto che le mie gambe si
muovono da sole verso le persone che fanno da argine alla pista da
ballo che si è creata per lasciare spazio alla debuttante e
al suo cavaliere.
«E' bellissima» bisbigliano
alcuni ragazzi che si fanno in quattro per poterla vedere meglio. Per
mia fortuna non tutti sono alti come me.
La ragazza si guarda intorno alla ricerca di
qualche ragazzo che la inviti per il primo ballo, sintomo che significa
semplicemente che i genitori non sono riusciti a convincere nessun
giovane a farle da cavaliere per la serata.
Uno tremendo scivolone per la famiglia Faye
già in partenza. Questa ragazza dovrà giocarsi
molto bene le sue carte per emergere tra tutte.
Mi si contorce lo stomaco quando vedo il suo
sguardo che piano piano si spegne, faccio un passo in avanti per
presentarmi a lei e fare il primo ballo insieme a lei ma un ragazzo
dall'altra parte della sala si fa avanti facendomi retrocedere senza
attirare sguardi indiscreti sulla mia azione sconsiderata.
«Cosa pensavi di fare?»
La voce acuta di Kristen arriva da dietro le spalle
come un'accoltellata. Non è esatto che nessuno mi ha visto.
Mi volto e dietro di lei Robert si trattiene dal ridermi in faccia. I
miei amici hanno visto, ottimo.
«Mi faceva pena.» cerco di
scusarmi anche perchè non si discosta poi tanto dalla
realtà dei fatti.
«Certo.» bofonchia Rob
guardando il suo orologio da taschino.
Kristen mi guarda scuotendo la testa.
«Non mi piace che mi rubino le tue attenzioni.»
mormora facendo combaciare perfettamente i nostri corpi.
«Nessuna potrà mai...» soffio vicino al
suo orecchio per poi baciarle il lobo. Rabbrividisce.
Si discosta un attimo dopo come se niente fosse
successo e ci prende entrambi a braccetto trascinandoci il
più lontano possibile; «Bene. Perchè
non mi piace che si tocchino le mie cose.»
Kristen è così, totalmente
gelosa di noi. La figlia di Faye non sarebbe mai potuta diventare sua
amica, non dopo aver dimostrato un minimo di interesse nei suoi
confronti.
Ed eccoci alla fine del primo vero capitolo. Che ne
dite? Vi è piaciuto? Spero di aver inquadrato bene i
personaggi che per adesso ho presentato. Come avrete notato ho usato i
nomi reali del cast del film di Twilight per creare gli amici e il
mondo sociale in cui si svincola la storia. Spero che renda tutto un
pò più facile per immaginare i personaggi;
ovviamente a parte Kristen che non somiglierà affatto a
Bella (questa è una premessa a cui ci tengo mettere i
puntini sulle i)....quindi non ci sarà nessun intreccio
amoroso con Kristen.
Spero di aver chiarito bene tutti i rapporti che esistono tra i 3
personaggi ma se avete qualche domanda non esitate a chiedere.
Mi raccomando lasciatemi qualche commentino che mi
fate tanto contenta ma sopratutto capisco se questa storia
può avere un serio futuro o meno.
Bacioni immensi vale
PS:
Vi lascio nuovamente il trailer dove potete avere alcuni stralci di
Evelyn Faye.
"La figlia di Faye non sarebbe mai potuta diventare sua amica, non dopo aver dimostrato un minimo di interesse nei suoi confronti."
21 Dicembre 1917
Il risveglio non è stato uno dei miei migliori. Le coperte sono attorcigliate intorno alle mie gambe, segno di una notte turbolenta, effettivamente sono più stanco che riposato. Mi sento uno straccio.
Quando scendo giù nel salone dove mia mamma sta già cucendo noto la busta bianca con sopra il mio nome. La indico inarcando un sopracciglio.
«Mi sembra che sia da parte della signorina Stewart.» mamma cerca di instaurare un discorso sorridendo maliziosamente.
«Sì madre. Avete ragione.» rispondo aprendo la lettera dove Kriss mi da appuntamento per un pranzo a casa sua.
«E' molto graziosa Kristen.» dice buttando li un commento che sembra detto a casa ma ha un suo preciso valore. «No madre. La trovo alquanto sgraziata.»
«Pensavo che avessi un particolare interesse per quella ragazza...»
«Affatto, non vedo altro all'infuori di una particolare amicizia.» rispondo tranquillamente bruciando la lettera nel camino che prende subito fuoco sul ciocco di legno messo precedentemente.
«Qualcosa di importante?» mi chiede tendendo la sua mano perchè io la prenda. «Solo un pranzo per quest'oggi.»
«Non mi hai ancora raccontato della figlia dei Faye. Dicono che sia bellissima ma non lo credo possibile visto la signora Faye, attendo il tuo giudizio per espormi pubblicamente...» dopodichè bacia il dorso della mia mano affettuosamente.
«Madre potreste anche astenervi visto che non eravate presente al debutto.» le suggerisco ma lei scuote la testa riprendendo a cucire a punto croce.
«E' così brutta?» sghignazza.
«Affatto, è molto bella. Potrebbe essere stata adottata, spero di esservi stato d'aiuto con questo mio commento per spettegolare sufficientemente con le vostre amiche.» lascio la stanza e la sento ridere.
Mi preparo lentamente dopo aver fatto un'abbondante colazione.
Per le undici sono davanti a casa degli Stewart, il suo maggiordomo mi apre la porta e mi fa accomodare nel salottino dove Kriss sta intrattenendo i suoi ospiti che riconosco essere Robert e Kellan, in piedi accanto al caminetto accanto a Kristen; Nikki Reed e un'altra ragazza che mi da la schiena.
«Edward, sono contenta che tu sia venuto. Non mi hai dato risposta...» si lamenta Kriss richiamandomi a sè con un gesto della mano.
«Dovresti saperlo che non rifiuterei mai un tuo invito.» rispondo attraversando il salotto fino ad afferrare la sua mano; mi sorride e Robert mi strizza l'occhio per non so quale motivo. Probabilmente ieri sera si sono divertiti dopo la mia fuga dalla casa dei Faye. Non trovavo un motivo valido per intrattenermi ulteriormente.
«Non pensavo che avessi riunito una così piacevole combricola per il pranzo.» dico voltandomi verso il resto degli ospiti ed è un attimo, incrocio i suoi occhi verdi più dei miei. La neo debuttante Faye.
«Oh che maleducata. Mi sono completamente dimenticata che voi due non vi siete presentati la scorsa notte.» sghignazza Kristen e ben presto si unisce anche Rob.
Mi volto riuscendo a distogliere lo sguardo dalla signorina Faye e fulmino entrambi.«Avete ragione, sono stato maleducato» mormoro avvicinandomi alla ragazza.
«Sono Edward Anthony Masen.» mi presento chinando la testa sulla sua mano e la vedo sussultare. Una strana elettricità si forma tra noi due ma cerco di non darci peso ricomponendomi velocemente.
«Come sei modesto Edward.» Kristen si alza in piedi ancheggiando fino al divano dove siedono Nikki e la miss di cui non so ancora il nome. «il nostro caro Edward è un conte.»
«Evelyn Faye.» mormora imbarazzata la ragazza. Tutti in questa stanza sanno della sua situazione finanziaria, questo è ovvio. Da parte di Kriss non è stato molto cortese ricordare a tutti la mia posizione sociale all'interno del nostro giro di amicizie più false che vere. È stata oltremodo indelicata dirlo dopo che i Faye hanno deciso un così prematuro debutto per permettere alla figlia di trovare un aitante ricco giovane che la prenda in moglie.
Io, in quanto unico figlio del duca Cullen sarei un perfetto candidato. Le potrei dare un titolo nobiliare oltre ad una stabilità economica non indifferente.
«Ora che abbiamo appurato l'identità del mio amico Edward che ne dite di spostarci tutti in sala da pranzo, con il consenso di Kristen ovviamente.»
Robert ci toglie dall'imbarazzo e con un cenno del capo di Kriss tutti ci avviamo verso la sala da pranzo che è già imbandita. Per non compromettermi ulteriormente porgo il braccio a Nikki che gongolando accetta volentieri il mio braccio. Quando tutti hanno preso posto in tavolo le cameriere iniziano a portare i primi piatti.
«Spero che tua madre abbia intenzione di organizzare uno dei suoi bellissimi party natalizi anche per quest'anno.» cinguetta Nikki che ovviamente spera più del dovuto nel mio precedente gesto.
«Ovviamente.»
I party di mia madre sono superbi. Curati fino al minimo dettaglio ed è diventata famosa a Chicago per dare il miglior party natalizio a cui l'elitè della città abbia mai partecipato. Ormai è diventata una tradizione.
«Kristen dobbiamo assolutamente comprare un abito per l'occasione; ovviamente anche Ashley sarà ben lieta di venire con noi.»
Come spende i soldi Nikki, non li spende nessuno. Fa concorrenza perfino ad Ashley che lei è l'emblema della moda a Chicago, ogni cosa che indossa fa tendenza.
«Evelyn avresti piacere a venire insieme a noi?»
Sposto il mio sguardo dal mio piatto al volto di Evelyn che si è irriggidita all'istante. Tutti stanno aspettando una risposta, Kriss d'altro sa perfettamente che non può permettersi spese inutili come l'acquisto di un abito di ultima fattura.
«Potremmo andare questo giovedì...» la incita Kristen.
Probabilmente la sua famiglia avrà investito una discreta quantità di denaro per comprarle degli abiti da sfoggiare. Un ulteriore spesa comprometterebbe maggiormente la delicata situazione finanziaria.
«Uhm, mi spiace dover intervenire ma...» sbotto attirando l'attenzione su di me. Robert assottiglia gli occhi in attesa della mia mossa, «Evelyn è stata invitata da mia madre per un thè questo giovedì. Come ovviamente sapete ora Eve sarà invitata nelle case del jet set di Chicago.»
Le labbra di Kriss si piegano in un sorriso sghembo mentre Nikki inizia ad agitarsi sulla sedia alla ricerca di una qualche soluzione. «Beh, non ti dispiace vero venire la prossima volta? Sai, Natale è vicino...»
Non posso vedere il volto di Evelyn visto che non ho smesso di guardare negli occhi Kristen ma posso immaginare che la linea delle sue spalle si sono rilassate.
«Certo che no. Andate pure.»
Ricambio il sorriso di Kriss, probabilmente è un errore espormi così tanto. Anzi, sono sicuro che lo è ma non credo che sia un comportamento maturo.
Kristen è una ragazza inteligente e non dovrebbe sentirsi minacciata da una ragazza come Eve.
Il mio interesse per lei si può solo spiegare come un innoquo abbaglio. Chi non lo è stato al debutto? Tutti si aspettavano una brutta ragazza in cima alle scale.
Il pranzo continua senza che il mio sguardo cada mai su Evelyn, rischierei solamente di far infuriare ulteriormente Kriss.
Quando finiamo di pranzare Kristen ci invita in giardino per gustare all'aria aperta il nuovo thè che suo padre ha fatto importare appositamente per lei dall'India.
Dopo aver chiaccherato Kriss si alza dalla sedia bianca di vimini incitandomi ad accompagnarla per una passeggiata.
«Sei molto sadica, sai?»
«Mai quanto lo sei tu continuando ad illudere quella ragazza.» sibila Kriss.
«Io non sto facendo proprio niente.»
«Ho visto come la guardavi, tutti l'hanno notato e ti prego, fallo per la tua posizione sociale, non immischiarti con i Faye.» mi supplica e ne sono quasi disgustato.
Prima partirò per la guerra è meglio sarà per tutti, compreso per lei.
"Il mio
interesse per lei si può solo spiegare come un innoquo abbaglio.
Chi non lo è
stato al debutto?"
21 Dicembre 1917
Mamma è fuori
in giardino con delle sue amiche. Mi avvicino solo perchè devo dirle dell'invito
che deve fare ai Faye, altrimenti me ne sarei stato ben lontano da quelle comari
che non aspettano altro di maritare le loro figlie.
«Oh Edward sei
arrivato.» saluto con un cenno del capo tutte le amiche di mia mamma per poi
posarle un bacio sulla guancia.
«Posso parlarti
un attimo?» acconsente alzandosi e seguendomi lontano dalle orecchie indiscrete
dalle sue amiche pettegole.
«Volevi
incontrare la signorina Faye, vero?» annuisce aspettando che aggiunga
qualcos'altro. «Allora giovedì verrà a farti visita.»
Mi guarda
stupita e quasi rimane senza parole, «Ma...sì, va bene. Le manderò un invito
oggi stesso. Edward hai per caso qualche interesse per questa ragazza?» mi
chiede a brucia pelo.
«Assolutamente
no. L'ho solo salvata da una figuraccia pubblica visto che Kristen è così brava
ad essere perfida sembrando nello stesso momento un angelo.»
Ridacchia.
Perfino lei capisce quanto quella ragazza sia cattiva quando
vuole.
«Probabilmente
era solo uno scherzo innoquo.» tenta di difenderla ma inutilmente visto che
nemmeno lei ci crede.
Le do un bacio
sulla guancia rientrando in casa e lasciandola alle prese con le altre sue
amiche. Tyler, il nostro maggiordomo, richiama la mia
attenzione.
«Avete
un'ospite signorino.»
Lo ringrazio e
lo seguo fino al salottino dove di solito Tyler fa aspettare gli ospiti. Quando
entro rimango colpito nel vedere Evelyn in piedi vicino alla finestra in attesa.
«Evelyn?»
Si volta
sussultando colta di sorpresa.
«Cosa ci fai
qui?» le chiedo non capendo la sua visita. Siamo appena tornati dal pomeriggio
organizzato a casa Stewart e lei è l'ultima persona che mi ero immaginato
aspettarmi.
«Beh, volevo
ringraziarti per quello che hai fatto. So benissimo che l'hai fatto per pietà e
volevo dirti di non preoccuparti, so benissimo che non ho un appuntamento con
tua madre giovedì e non c'è nessunissimo problema. Capisco perfettamente.» mi
spiega a testa alta cercando alla fine di uscire fuori dal
salottino.
«No, aspetta.
Hai davvero un appuntamento con mia mamma per giovedì.»
Si ferma
guardandomi dritta negli occhi, «Non mettermi in ulteriore imbarazzo.»sibila
cercando di sorpassarmi da sinistra ma la fermo.
«E' vero che
l'ho fatto perchè so benissimo la tua situazione finanziaria ma mia madre ti
vuole conoscere e quindi per stasera avrai il tuo invito tra le
mani.»
Rimane
interdetta guardandomi a bocca aperta.
«Grazie per
tutto.»
Annuisco
affondando le mani nelle tasche dei pantaloni.
«Non devi aver
pena per me. Me la so cavare benissimo.» mormora cercando di nascondere
l'imbarazzo per quello che mi sta dicendo. Non è facile ammettere una cosa del
genere sopratutto ad una persona che non conosci nemmeno
tanto.
«Ah sì. Ho
notato...» commento girandole intorno per aiutarla a toglierle il cappotto.
«Ehm, dovrei
andare. Non posso trattenermi qui.»
Ed ha ragione,
non dovrebbe restare qui sola con me ma non mi va di stare da solo visto che non
so proprio cosa fare fino a cena. «Potresti restare per cena. I tuoi
approverebbero.» le sorrido incoraggiandola ad accettare questa mia
proposta.
Tenetenna e
alla fine accetta.
Quando sento il
suo sì mi do dello stupido, che cosa sto facendo? Perchè l'ho invitata a
cena?
«Non ti
preoccupare questo non precluderà il tuo invito per giovedì. Ma ora è meglio che
mandiamo subito il tuo valletto ad informare i tuoi sulla cena di stasera.» e
dicendo questo preparo un foglietto da dare al mio maggiordomo con le giuste
indicazioni.
«Ho come
l'impressione che la signorina Stewart mi odi.» dice sospirando. Do le
indicazioni date al maggiordomo e l'aiuto a sfilarsi il
cappotto.
«Probabilmente...» concordo appoggiando il suo cappotto sulla poltrona
vicina.
«Non
capisco...non ne capisco il motivo...»
Si tortura le
dita mentre ne parla con voce insicura, mi siedo davanti a lei sul divano di
fronte a quello dove ora è seduta lei osservandola.
«A volte si
fanno cose per combattere la noia e Kristen si annoia molto
spesso.»
«Benissimo,
sarei il suo nuovo giocattolino?» mi chiede sforzando un sorriso. Le sue guance
prendono colore. Annuisco divertito da così tanta sincerità, molto scomoda in
questi tempi.
«Non dovresti
raccontare in giro queste cose...» le rammento. Non fa mai bene fidarsi troppo
delle persone, ti possono tradire in un batter ciglio.
«E perchè no?
Tu sei il più ricco, io la più povera...a te non t'interessa niente di me. Non
ne trarresti vantaggio in nessun modo.»
«Allora fatti
dire una cosa, è colpa mia se Kristen ti ha presa di mira.»
Non so perchè
ho fatto un'ammissione del genere. Non avrei dovuto visto le conseguenze che ne
potrebbero derivare.
«Perchè
dovrebbe essere colpa tua?» mi chiede ingenuamente sistemandosi l'ampia gonna
per evitare di torturarsi le povere unghie. «Beh, al tuo debutto mi hai stupito
e Kristen l'ha presa nel modo sbagliato fraintendendo il mio interesse nei tuoi
confronti.»
ok. Oggi sono
logorroico. Che cavolo mi è saltato in testa?
«Uhm.» si
limita a rispondere.
«Non sapevo che
eri fidanzato con Kristen. Non ne avete dato annuncio, vero?» la guardo
allibito, di certo se pensassi al matrimonio Kristen sarebbe l'ultima donna
sulla Terra che vorrei come moglie.
«Assolutamente
no. Non c'è niente tra di noi. Siamo solo ottimi amici.»
«E lei lo sa?»
mi chiede sghignazzando. Sono piacevolmente sorpreso da come si sta rivelando
essere la piccola Evelyn, una novità all'interno di questo
circolo.
«Dovresti
fartela amica, non remarle contro.» le ricordo.
«Hai ragione ma
ormai hai fatto il danno e poi voglio fare da me, i miei genitori pensano solo a
farmi sposare un buon partito il chè va contro a quello che sto cercando io...»
ammette sfoggiando una notevole quantità di sicurezza.
«Beh, abbiamo
qualcosa in comune visto che i miei vogliono solo che mi sposi e basta. Comunque
se stai pensando di trovare il "vero Amore" tra la gente bene che vorrebbero i
tuoi, beh auguri.»
Restiamo per un
attimo in silenzio contribuito al fatto che entrambi stiamo pensando alle parole
dette dall'altro.
Ma ciaoooooo! Allora dico
già che nel prossimo torniamo nel presente con un POV Bella. In questo capitolo
vediamo un pò la parte "attiva", insomma l'abbiamo conosciuta un pò di più. Non
mi dilungo molto visto che ho veramente il tempo contato! Cmq vi voglio
ringraziare per tutti i commenti che mi lasciate sia pubblici che privati e
l'incoraggiamento per questa storia che riconosco essere un pò particolare
quindi potrebbe non andare molto a genio. UN MEGA BACIONE
VALE
Capitolo 5 *** Edward Masen amava Evelyn. Edward Cullen ama solamente... ***
PRIGIONIERA
MA
CIAOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
Ed ecco un capitolo BELLA POV come vi avevo promesso. E' solamente una
pagina perchè nel passato non siamo ancora entrati nel vivo
della storia. Diciamo che è molto soft rispetto forse a
quelli che verranno successivamente. Da questo capitolo farò
passare esattamente un'ora così riuscite a leggerlo prima di
tornare nel nostro 1917 dove ci sarà la chiave di volta per
scoprire il passato di Edward.
Scusatemi se ogni volta non vi ringrazio singolarmente anche se noto
che pochissimi di voi commentano rispetto alle persone che leggono ma
va bene lo stesso. Ritornando al discorso di prima ho veramente
pochissimo tempo quindi sorry.
Ora vi lascio al capitolo ricordandovi che torniamo al presente
con il Bella POV.
Bacioni
The
Twilight Saga's
Celestial
BELLA:
Rimango un attimo in silenzio
rielaborando il racconto.
Edward mi ha totalmente
aperto il suo passato, non mi ero mai fermata abbastanza tempo per
pensare a come avesse vissuto prima di essere un vampiro.
Dopotutto non volevo
ricordargli di aver perso la sua vera famiglia.
Sta di fatto che Carlisle
aveva ragione, c'era un motivo per cui era così ossessionato
per la mia salute e c'era una persona all'inizio di questo filo. Sono
sicura che tutto è collegato ad Evelyn.
Non sono gelosa, almeno
credo. Non ho ancora fatto molta chiarezza perchè sono
troppo presa dalle sue parole. Tutti hanno un passato, e lui
più di tutti visti i suoi anni. Non posso essere gelosa di
una ragazza che ormai è già cenere.
Lo bacio sulle labbra come
per riappropriarmi di qualcosa che so essere mio. Si lascia baciare
forse è un modo per farsi perdonare ma non me ne preoccupo.
«L'amavi
già in quel momento?» gli chiedo tornando al suo
racconto. Questa Evelyne è stato il suo primo amore;
è normale che dopo tutto quello che abbiamo passato voglio
sapere di quello che è successo nel suo passato.
Se non fosse stato per
Carlisle però non lo sarei mai venuta a sapere. Non so cosa
lo abbia spinto a mettermi la pulce nell'orecchio per chiedere di
più ad Edward ma lo ringrazio perchè adesso lo
vedo più umano, aperto e finalmente mi si apre una porta del
suo cuore dove conservava ardentemente questo ricordo. Il ricordo di
lei.
«Perchè
ci tieni così tanto a sapere questa storia? Il passato
è passato.» mormora Edward sfuggendo al mio
sguardo per la prima volta dal momento in cui ci siamo conosciuti. Non
l'ho mai visto così impacciato.
«E' stato il tuo
primo amore. Io non ho niente da raccontarti perchè sei
stato tu ed è una cosa che ho in comune con questa
Evelyn.» ammetto preoccupata che possa non continuare a
raccontarmi di lei.
«Edward Masen amava
Evelyn. Edward Cullen ama solamente te.» mormora baciandomi
la linea del mente fino ad arrivare a baciare la linea del collo.
«Se stai cercando
di corrompermi per non continuare più a raccontarmi di lei
ti dico già che sta funzionando solo al 30%. Continua
dai...»
E' molto restio. Si vede da
un miglio di distanza che non li piace parlare di quel periodo.
«Comunque
l'hai ammesso...»
«Ammesso
cosa?» domanda baciandomi la punta del naso.
«Che
l'amavi.»
Rimane
un pò interdetto e corruga la fronte come ogni volta che si
ritrova in difficoltà.
«Guarda
che puoi benissimo parlarmi di lei.» insisto.
Sbuffa
iniziando a giocare con una ciocca dei miei capelli. «Credo
che questa sia anche peggio di quando hai scoperto che sono un
vampiro.» dice rabbuiandosi.
«Non
mi sembra che sia andata poi così tanto male.
Perchè adesso dovrebbe essere diverso?»
Grugnisce
qualcosa di inconprensibile.
«Potresti
cambiare opinione su di me ma esaudirò il tuo desiderio.
Continuerò.»
Capitolo 6 *** Lei ha bisogno di denaro, io glielo posso dare. ***
PRIGIONIERA
Ed
eccomi di nuovo qui! XD
Alla
distanza di poco meno di un'ora aggiorno il capitolo che ci riporta al
1917.
Vi
ringrazio per il supporto che mi state dando (sopratutto
privatamente...vabbè vorrei anche qui ma va bene anche su
msn o come email...XD )
Avete
letto quello prima? Il Bella POV? Se sì bene, continuate
pure a leggere il cap.
Un
bacione enorme
The
Twilight Saga's
Celestial
23
Dicembre 1917
Non si può proprio
dire che è il ritratto della serenità.
È tesa come una corda di violino.
Ed è
così strano vederla adesso così visto come si
è aperta solo due giorni prima con me proprio in questo
stesso salotto, anche la cena era andata bene ma adesso probabilmente i
suoi gli avranno fatto pressioni. Dio denaro, che schifo.
«Posso farle una
domanda indiscreta?» le chiede mia mamma mentre Eve inizia ad
arrossire.
Sorride imbarazzata.
«Certo miss Masen.»
«I tuoi genitori
adesso staranno vagliando numerosissime proposte di matrimonio. Ne hai
già ricevute molte?»
Se è possibile la
vedo sprofondare nel divanetto.
«Madre,
così la mettete in difficoltà.» le
rammento andando a servirmi dello scotch.
«Cosa ne pensate
del mio Edward, miss Faye?»
E' incredibile. Le dici di
non fare una cosa e ne fa una altrettanto peggiore. Non so dove voglia
andare a parare, anzi lo so ma faccio finta di niente.
«E' un bravo
ragazzo.»
Mia mamma è
visibilmente delusa, di certo non si aspettava una risposta del genere.
Gongola ogni volta che gli dicono che sono il più bel
ragazzo. Vuole vedermi sposato e riempirle la casa di bambini. Ogni
festa di Natale i miei genitori vagliano ogni ragazza che partecipa
alla festa pre-natalizia per cercare una ragazza degna delle mie
attenzioni. Non comprendono che la mia unica felicità deriva
dall'essere nell'esercito americano e presto il mio desiderio si
realizzerà.
«Evelyn, non puoi
nemmeno capire da quanto tempo sto cercando di far prendere una
decisione al mio caro Edward.» singhiozza cercando di
abbindolarmi.
«Madre ormai lo
dovreste sapere che il mio unico amore è per l'arte della
guerra.» le rammento.
Mio padre mi richiama a
sè accanto alla finestra.
«Perchè
prima non fai contenta tua madre e le dai almeno un'erede prima di
arruolarti per questa insana guerra?»
Alla fine, tutto gira intorno
ai soldi. Se io muoio chi erediterebbe i soldi dei Masen?
Osservo Evelyn conversare con
mia mamma, la linea perfetta del mento, un corpo attraente che
racchiude una mente brillante.
Lei ha bisogno di denaro, io
glielo posso dare.
Io ho bisogno di una moglie e
lei ora può esserlo.
È vero che sta
cercando il suo "Amore" ma sempre se lo trova, può avere un
amante, io non ci sarò e potrà fare tutto quello
che vuole. È questa l'unica soluzione per riuscire a partire
in guerra ma adesso devo solo capire se lei acconsentirebbe, infondo,
diventerebbe una situazione conveniente per entrambi.
In un nano secondo prendo la
mia decisione. Evelyn si congeda con un sorriso sulle labbra e la
promessa di partecipare il ventiquattro alla festa.
Quando Evelyn lascia la
stanza mia mamma torna all'attacco, «Neanche lei entra nei
tuoi canoni Edward?»
«Potrebbe...»
rispondo semplicemente. Il sorriso di mia madre si allarga e inizia a
ridere sommessamente, non vorrei essere nella sua testa in questa
momento, probabilmente si starà facendo un romanzo intero su
come potrebbe finire; quello che non sa e spero che non ne venga mai a
conoscenza sono tutti i retroscena che la mia mente ha architettato.
«Devo assolutamente
parlare con sua madre.» squittisce mentre inizia a scrivere
qualcosa su un foglietto bianco che di solito usiamo per spedire
messaggi ai nostri conoscenti. Istintivamente le blocco la mano,
«Prima ne vorrei parlare con lei...» sussurro, le
pupille di mia mamma si allargano incredule ed effettivamente anche io
sarei sorpreso di me stesso.
«Peccato solo che
siano i Faye...» commenta mio padre aprendo il quotidiano.
«Per nostra fortuna
non ci dobbiamo interessare delle sue finanze mio caro
Edward.» protesta.
«Sì mia
cara.»
Finisco il mio scotch ed esco
fuori di casa. «Signorino vuole che le chiami la
macchina?»
«No»,
mormoro accendendomi una sigaretta.
Mi incammino a piedi in
direzione della casa di Evelyn. Sicuramente sua zia è venuta
a recuperarla a casa mia, non si possono permettere spese inutili come
un'auto quando possono andare a piedi. Accellero il passo quanto basta
per vederle a poca distanza da me.
«Miss
Faye!» urlo ed ottengo l'effetto sperato. Si volta fermandosi
in mezzo al marciapiede. La poca gente che passa nemmeno ci considera.
Esattamente come avevo intuito la sua vecchia zia la sta accompagnando
a casa.
«Ho bisogno di
parlarle un attimo.» mormoro a sua zia che annuisce. Ci
allontaniamo solo di alcuni passi restando nella sua visuale.
«Cosa
c'è?»
«Ho bisogno di
parlarti.» mormoro ma capisco che non è il momento
adatto «In privato.» aggiungo. Si volta verso sua
zia e capisce cosa intendo.
«Domani alla festa.
Promettimi che ballerai solo con me.»
«Perchè dovrei prometterlo?»
Le sorrido e vedo il suo viso
accendersi nuovamente. «Non puoi ballare con chiunque capiti
da adesso che hai fatto il tuo debutto, almeno dopo domani sera se
acconsentirai.»
Mi guarda sorpresa e balbetta
qualcosa di incomprensibile. «Vuoi che Kristen mi
uccida?» ripete e non posso fare a meno di ridere.
Effettivamente non ho pensato a nessuna conseguenza sociale o su cosa i
miei amici potrebbero pensare. Dopotutto, non mi sono mai interessato
di queste cose.
«Non ti preoccupare
di questo. Non ti dovrai più preoccupare di
niente.»
«Ti ho capito caro
signor Masen, sei incapace di provare dei sentimenti. Cosa stai
architettando?» mormora forse perchè ha capito
almeno in parte le mie intenzioni. Guardiamo nuovamente sua zia che ci
spia e cerca di capire cosa stiamo dicendo per poi andare a riferire
tutto ai suoi genitori.
«Hai ragione ma ho
la soluzione per i nostri problemi e se tu acconsentirai vivremo
entrambi felici.»
Rimane senza parole.
«Cosa ti fa pensare
che potrei accettare questa tua proposta?»
«Domani te ne
parlerò.» sussurro mentre prendo la sua mano per
sfiorargliela con le labbra. Quando i nostri occhi si incrociano di
nuovo vedo tutto il suo stupore sul suo viso.
«Mi raccomando,
ballerai solo con me.»
La lascio alle cure di sua
zia e faccio ritorno verso casa buttando la sigaretta ormai finita. Ne
ho sprecata un'altra.
Kristen è arrivata
prima di tutti. Per caso ha sentito il rumore delle mie rotelle che girano?
Pensavo volesse fare la sua solita entrata teatrale a braccetto con Robert ma
forse questa volta ne vuole fare una ancora più scenografica. Vuole scendere la
scalinata insieme a me. Il suo vestito azzurro con delle trasparenze sul davanti
poi non fanno gridare altro che "guardatemi".
«Mi piace vederti
fumare...» commenta passandomi la sua sigaretta, «Sei sexy.» conclude infine
stendendosi bene sul mio letto. Tiro una boccata di fumo per poi fare uscire la
nuvoletta dritta nella bocca aperta di Kristen.
Rido sulla sua bocca.
Bussano alla porta e
pochi secondi dopo entra Robert con in mano una bottiglia già aperta di
champagne. «L'ho rubata da uno degli inservienti. Spero che non ti dispiaccia
Ed.»
Mi alzo per sistemare
il colletto e la cravatta davanti al lungo specchio.
«Affatto.»
Kristen afferra la
bottiglia e da una sorsata.
«Avrei voglia di
divertirmi un pò.» dice languidamente alzandosi il vestito fino a scoprire le
cosce. Robert si fa subito avanti iniziando a lasciarle baci dalla caviglia fino
al bordo del suo vestito ma stavolta Kristen sembra infastidita e lo allontana
puntando lo stesso piede che poco prima Rob baciava sul suo
petto.
«Edward?» mugola come
una gattina cercandomi con lo sguardo. Robert facendo finta di niente da
un'altra golata dalla bottiglia di champagne restando in ginocchio sul mio letto
guardando smaniosamente il corpo di Kriss.
Mi avvicino al letto e
subito si mette in ginocchio baciandomi sulle labbra cercando di forzarle con la
lingua. Stavolta non rispondo e nemmeno io so perfettamente perchè. Mi da uno
schiaffo ma subito dopo mi riafferra per i capelli per trascinarmi su di lei sul
letto.
«Perchè ti stai facendo
così tanto desiderare Ed? Non mi starai mica tradendo?» sussurra, Robert ride di
gusto.
«Se qui c'è qualcuno
che non ti potrà mai tradire è proprio il nostro Ed.» la rassicura ma lei non
sembra nemmeno ascoltarlo. Vuole che io la rassicuri, vuole che io le dica che
non sto pensando a nessun'altra. «Da quando fai delle preferenze?» mormoro
istingando Robert a reagire a quelle mie parole. Lui è più succube di lei, la
brama e solo perchè conosce Kristen e i suoi modi di fare che sa che questo è
l'unico modo per stare con lei; ossia dividerla, con me.
Fa scendere una
spallina del suo vestito scoprendo un seno ma non rimane a lungo scoperto visto
che Robert lo bacia come se fosse una reliquia. Le gambe di Kriss circondano la
mia vita spingendo il suo bacino contro il mio.
«Vi amo entrambi allo
stesso modo...» mugola Kriss accarezzandomi lascivamente il petto per fermarsi
sul cavallo dei miei pantaloni. Mi scosto stranamente infastidito da quel
contatto e dalle sue parole lasciandola totalmente spazziata a causa del mio
comportamento.
Si alza di scatto dal
letto guardandomi minacciosamente, «Che cosa hai intenzione di fare?» sibila
mentre Rob cerca di calmarla accarezzandole la schiena.
«C'è una festa...»
mormoro tenendo un tono tranquillo mentre mi risistemo allacciando i vari
bottoni che nemmeno mi ero accorto che avesse slacciato. Dallo specchio noto che
Kriss non si è lasciata di certo insoddisfatta visto che ha già accolto a gambe
aperte Robert.
Purtroppo adesso, a
causa di tutti i loro ansiti e gemiti, mi ritrovo un imbarazzante rigonfiamento
in mezzo alle gambe che mi chiede solo di soddisfare il suo bisogno ma è
tutt'altro corpo che desidero in questo momento e non posso fare a meno di
vergognarmene.
Evelyn non è sporca
come me, lei è pura e gentile. Ancora ignara di questo mondo che viene ben
celato dalla nostra cultura perbenista che non ammette simili
atteggiamenti.
Come posso pensare che
lei accetti di abbassarsi a simili compromessi?
«Mi sposeresti
Kristen?» le domando mentre Robert viene dentro di lei. «Ti sembra il momento Ed
per una proposta di matrimonio?» mi canzona Kristen con la voce ancora rauca dal
piacere.
«Comunque lo sapete.
Non vi sposerei mai, sarete i miei amanti finchè sarete in grado di
soddisfarmi.» dice ridacchiando mentre si sistema il vestito.
«Stai pensando al
matrimonio Ed?» chiede scompigliandomi i capelli.
«E come farai quando Ed
si arruolerà?», Robert si riallaccia i pantaloni mordicchiandole il
lobo.
«Ci sei tu, no? È per
questo che ne ho due.» risponde semplicemente dando un'alzata di
spalle.
«Astuta la nostra
ragazza.»
«Molto.» rispondo non
curante.
«Scendiamo?» ci domanda
Kriss aprendo la porta della mia camera. Annuiamo in simultanea e a braccetto
scendiamo e da vera protagonista fa la sua entrata in sala come aveva
progettato. Non guardo gli ospiti che stanno già festeggiando per non incontrare
lo sguardo di Evelyn, sebbene tengo un profilo alto.
Appena incontriamo la
prima folla che cerca di circondarci mi defilo piuttosto
facilmente.
Finalmente posso
dedicarmi alla mia Musa.
Mi nascondo dentro lo
studio di mio padre che da sulla sala dove mia madre tiene il ricevimento,
grazie a questa posizione posso passare inosservato mentre la cerco. Poco dopo
la vedo, seduta su una poltroncina intenta a rifiutare svariati pretendenti. Me
ne compiaccio e non posso fare a meno di esultare per questa mia piccola
vittoria.
Indossa un vestito
bianco, semplice e lavorato sul fondo con un pizzo; non è vistoso come quello di
Kristen ma nella sua semplicità è meraviglioso e nonostante tutto adattissimo a
lei. Pura. Angelica.
Guardo bene che la
traiettoia per arrivare da lei sia libera ed esco dal mio
nascondiglio.
«Ti stavo cercando...»
dico invitandola ad alzarsi.
«Ho visto la tua
entrata o meglio la sua entrata...» mormora facendo un cenno verso Kristen che
sta amabilmente parlando con alcuni ragazzi che subito l'hanno
accerchiata.
«Ho visto che non hai
ballato con nessuno. Brava.»
Assottiglia gli occhi
schioccando le labbra in segno di disapprovazione.
«Adesso mi vuoi
spiegare?»
Mi guardo nuovamente
intorno cercando di passare inosservato e la conduco fuori sul balcone
slacciandomi la giaccia per poi posarla sulle spalle di Eve.
«Hai trovato il tuo
Amore?» domando inziando così la mia strategia. Aggrotta la fronte e scuote il
capo.
«Ho pensato molto a te
e credo che ci dovremmo sposare.» dico rivelando quello che mi frulla nella
testa da ormai due giorni. Se è possibile la sua mascella tocca il pavimento per
lo stupore.
«Fa veramente schifo
come proposta, lo sai?»
«Perchè non è una vera
proposta di matrimonio. Se inizi a rilassarti ti voglio spiegare cosa voglio
fare...» la invito ad appoggiarsi alla ringhiera.
«E' chiaro che la tua
famiglia ha bisogno di soldi e il tuo matrimonio serve solo per risanare le
casse della famiglia Faye. Io ho bisogno di sposarmi per poter realizzare il mio
sogno e andare in guerra. Ovviamente non ti impedirò di continuare a cercare il
tuo Amore, se lo desideri puoi avere tutti gli amanti che vuoi. Non mi
interessa. Se lo trovi meglio per te, tutti siamo felici e tutti otteniamo
quello che vogliamo.»
Osservo bene i tratti
del suo volto ma sopratutto i suoi occhi che sono puntati sulle piastrelle del
balcone. Con mia grande sorpresa capisco che sta soppessando seriamente la mia
proposta.
«I tuoi però non ti
lasceranno partire prima di aver almeno un erede, non credi?»
All'inizio non capisco
dove vuole andare a parare ma dopo pochi secondi afferro il senso delle sue
parole. «Uhm» riesco solamente a dire cercando una soluzione che alla fine
risulta essere la più ovvia.
«Dovremmo mettere delle
specie di regole.» mormora guardandomi. Sarebbe un sì?
«Accetto la tua
proposta Edward. So che manterrai la tua parola.»
«Tu dammi un'erede e
potrai comunque vivere la tua vita come se non mi fossi legata non ti
preoccupare, avrai una bella casa e potrai mantenere la tua famiglia come meglio
credi.»
Allunga una mano verso
di me.
«Questo è un
contratto.» mormora stringendosi nelle spalle forse per il freddo o forse per
darsi forza. Non pensavo che avrebbe accettato così alla leggera ma dopotutto
l'esasperazione porta a questi livelli.
«Quando vuoi, io sono
pronta.» sospira guardando tutta la gente nella sala.
«Parlerò con tuo
padre.»
Sorride amaramente, «Ti
dico già io la sua risposta.»
Le cade una lacrima
sulla guancia e un'impeto di compassione le bacio la guancia bagnata
sorprendendola.
«Sarai felice. Te lo
prometto.» dico cercando di consolarla almeno un poco.
«Edward, non sono di
quelle persone che credono che i soldi creino la felicità.» mi
risponde.
«Quando partirai?» mi
chiede sfuggendo al mio sguardo.
Non sono cose facili da
dire e quindi mi limito a toccarle il ventre. «Ah già.» risponde tenendo lo
sguardo fisso sulla mia mano ancora appoggiata su di lei. Trema
leggermente.
«Sono un ottimo amante,
non ti preoccupare...» le confesso facendola arrossire.
«Suvvia si può dire che
siamo sposati adesso. Non essere così pudica con me. La mamma ti ha spiegato
come succedono certe cose, no?». Mi piace vederla in difficoltà, come ogni
donna, a parte Kriss, è stata educata che certi argomenti non si devono
trattare; nemmeno all'interno del matrimonio ma è una cosa che ormai ho superato
data l'influenza di Kriss.
Solleva la testa di
scatto sostenendo il mio sguardo.
«Non devo essere
pudica?» domanda con voce ferma e vedo un'altra ragazza al suo posto. Mi
sorprende piacevolmente questo suo lato. «Affatto.»
«Com'è possibile che
tutto quello che dici sia così affascinante?» mormora alzando la mia mano verso
l'incavo del suo collo.
«Fascino dei Masen.»
rispondo sentendomi nuovamente attratto da lei.
«Mi accompagni dentro?»
mormoro baciandole il pezzo di pelle del collo lasciato scoperto dalla mia
giaccia.
Dopo quel gesto se la
toglie e me la porge. Tenendoci per mano rientriamo.
Ed eccomi qui...di
nuovo. Spero di non stufarvi. XD
Comunque finalmente
adesso scopriamo bene le carte di Edward. È un casino vero? Ma io l'ho pensata
così visto che come dice lui stesso è interessato solo alla guerra, poi
ovviamente come ogni uomo ha i suoi diciamo "istinti"....bah....comunque l'idea
è questa.
Che ne dite? Vi piace
fino adesso?
Ora vado a studiare che
mi sto preparando per un esame.
Mio padre è stato il
più sorpreso e sospettoso al momento del mio annuncio mentre mia madre ha
iniziato a ridere di gioia immaginando già il mio matrimonio.
Quando abbiamo fatto
presente la nostra volontà di sposarci presto è stato messo in dubbio perfino la
sua castità incolpandomi per non aver aspettato la prima notte di nozze.
Incredibile.
Non l'ho mai toccata e
mi viene detto di aver fatto il contrario e di essere stato un
"lazzarone".
Alla notizia, Kristen
ha spaccato un bicchiere di cristallo tagliandosi il palmo della mano mentre
Robert si è congratulato e nello stesso tempo mi ha chiesto se l'avevo già
"provata". Classico.
Al classico pranzo di
Natale questa volta sono stati invitati anche i Faye.
La notizia era
rapidamente circolata ovunque.
I Faye finalmente
sarebbero stati visti in maniera diversa. Finito il pranzo accompagno Evelyne a
fare un giro per il giardino per finire con un giro interno della casa;
dopotutto sarebbe stato tutto suo, la nuova Duchessa Masen.
«Ti piace?» le chiedo
mentre guarda estasiata alcuni ritratti della mia famiglia.
«Un giorno sarai anche
tu su quella parete.» mormoro.
Le sue guance si tingono di rosso facendomi
sorridere. «Vedrai ti piacerà...»
Mi guarda non
capendo le mie parole e come potrebbe? È solo la parte conclusiva di un mio
pensiero molto più lungo. «Che cosa?» domanda con un filo di voce.
«Essere una
Masen.»
Tentenna fino
ad annuire.
«E' la cosa
più giusta per entrambi.» sussurra abbassando lo sguardo.
«Mi
dispiace.»
Alza lo
sguardo verso di me stupita da quello che ha appena sentito. «Immagino che avevi
pensato ad un matrimonio con la persona che amavi, vero?»
Si stringe
nelle spalle. «I miei hanno sempre riposto tutte le loro speranze in me. Ero già
pronta a quest'evenienza. Di certo non mi aspettavo di fare questa specie di
patto dove mi viene lasciata nonostante tutto la mia libertà.»
Si siede sul
divanetto sospirando. Io non mi sono mai interessato al matrimonio e non sono
nemmeno nella mentalità giusta per avere una fidanzata/ futura moglie. Non è da
me. Sono privo della sezione "matrimonio" nei miei geni.
«Avrai tutto
quello che vuoi.» la rassicuro.
«Potresti
anche risposarti presto...»
Corruga la
fronte ma un secondo dopo capisce a cosa mi sto riferendo. Scatta in piedi
scandalizzata e con gli occhi quasi fuori dalle orbite. Mi sorprende con questa
reazione.
«Non dirlo
nemmeno per scherzo!» sbraita.
Ci guardiamo
un attimo entrambi sconvolti.
«Rilassati...vorrei fare carriera nell'esercito prima di morire.» mormoro
cercando di...non so nemmeno io, ma so che mi sento strano. Mi sento quasi in
dovere di rassicurarla sul fatto che non morirò quando andrò in
guerra.
Si risiede
con il respiro corto, forse più sconvolta di me dalla sua reazione. Prendo una
sigaretta accendendola. «Mi sento così...così strana...» balbetta torcendo
l'anello di fidanzamento.
Decido di
spezzare quell'imbarazzante conversazione andando a prendere il suo regalo che
avevo fatto appositamente confezionare per lei. Era un coliere di rubini e
diamanti, fatta dal migliore dei gioiellieri di tutto Chicago in barba alla
miriade di soldi spesi per quell'inutile gioiello.
«Questo è per te.» bisbiglio porgendole il pacchettino
blu.
Mi guarda imbarazzata abbassando lo sguardo, «Io non ho niente per
te.»
«Non voglio regali. Rilassati e goditi il tuo regalo.», la tranquillizzo
stringengo la sua mano. Con lo sguardo la incito ad aprire il pacchetto posato
sulle sue ginocchia.
Apre il pacchetto, nello stesso momento la luce dalla finestra colpisce
le pietre preziose giocando con i riflessi sul suo vestito. «Edward...» sussurra
senza parole accarezzandone il contorno, «è bellissima, non
dovevi...»
Ignoro bellamente le sue repliche prendendo tra le mie mani il gioiello
invitandola a girarsi per permettermi di allacciarlo. Timidamente raccoglie i
capelli in alto liberando il collo. Mi compiaccio quando noto che i rubini si
posano perfettamente sulla sua pelle candida e liscia ma mi sorprendo ancora di
più di me stesso quando mi ritrovo a baciare la base del collo di
Evelyn.
Tocco le mie labbra scottato da quel mio gesto
impulsivo.
Mi ricompongo immediatamente come se niente fosse successo ed Eve fa
altrettanto alzandosi per specchiarsi nel grande specchio appeso alla parete.
«E' bellissima.»
Rimane in piedi, tesa come una corda di violino e rossa in
viso.
«Come ha reagito Kristen?» chiede distogliendo l'attenzione dal piccolo
"incidente".
«Ha rotto un bicchiere.» mugugno indifferente.
«Sono spacciata quindi?»
Sorrido alzandomi. È veramente buffo come una volta che si entra in
società si apprenda così facilmente tutti i meccanismi che lo
muovono.
«Adesso avrai molti più amici di quanto Kristen potrebbe mai dartene.
Domani verrà da te la stessa sarta che usa mia madre e vedrai che quando la
notizia toccherà ogni salotto di Chicago, le amiche arriveranno a
fiotti.»
Si avvicina timidamente posando le sue labbra sulle
mie.
«Signorina Faye, i suoi genitori la stanno aspettando per tornare a
casa.»
La riporto verso l'entrata dove la famiglia Faye sta aspettando l'arrivo
della famiglia. Il gioiello non passa di certo inosservato agli occhi della
madre che sgrana gli occhi appena la vede entrare. I suoi occhi saettano
immediatamente a me che rimango impassibile come d'altronde Eve anche se con
notevole sforzo.
«Oh ragazzi, siete così carini insieme.» squittisce mia mamma
squadrandoci dal basso in alto, ovviamente anche la madre di Eve concorda
pienamente. «Datevi un bacio.» suggerisce suo padre mettendoci in difficoltà. Le
cingo con un braccio la vita e quando incrocio il suo sguardo capisco che
qualcosa è cambiato. È più sicura, una vera e propria attrice.
Assaggio le sue labbra per pochi secondi prima di sentire mia madre
squittire allegramente.
«Non vedo l'ora di sposarti.» mormoro facendo squittire stavolta entrambe
le nostre madri.
«Siete veramente così convinti di fare un fidanzamento così corto? I
primi di Febbraio mi sembra un tempo eccessivamente limitato per
l'organizzazione di un matrimonio.» barbotta mio padre. Stringo la mano di Eve
cercando anche di rilassarmi.
«Sicurissimi.»
Annuisce accettando la mia decisione.
«Allora noi ci congediamo. Buona notte.» mormora la signora
Faye.
Aiuto Eve a mettersi il capotto.
Ancora un mese e sarò libero.
Ed eccomi qui! XD Vi sono mancata?? almeno un pochino-ino-ino?? Mi
raccomando ricordatevi di commentare che mi piace sentire la vostra opinione
sulla piega che sta prendendo questa storia. Sotto potete trovare la foto del
collier che Edward regala ad Eve.
COMMENTATE! COMMENTATE! COMMENTATE!! UN
BACIONE VALE
E' molto più
semplice di quanto mi sarei aspettato. «Ti piace?» chiede roteando su se stessa.
Annuisco
sorridendole mentre come una bambina va a provare l'ennesimo vestito creato su
misura per lei. Si vede che non è abituata a ricevere questo tipo di vizi.
In un certo
senso la amo quand'è così. Esce di nuovo con l'ennesimo
vestito. «Questo
ti piace?» Annuisco per l'ennesima volta facendola felice. «Anche scarpe,
cappelli e biancheria.» suggerisco alla commessa del negozio. La donna mi guarda
sopresa per poi andare a prendere tutto quello che le ho richiesto da porre
sotto l'attenzione di Eve. Guarda incredula tutto quello che la commessa le ha portato,
abbinamenti vari da fare con i vestitit che abbiamo preso. «Anche questi?»
chiede indicando il tavolo bianco di legno dove la donna ha predisposto tuto
quello che le avevo richiesto. È molto restia a spendere soldi quindi più volte decido io
per lei prendendoli senza il suo conenso. Di certo non è pretenziosa.
«Mi stai
viziando troppo.» mormora mentre alcuni assistenti del negozio mi aiutano a
portare le buste nella macchina. Le bacio la guancia ma la sento irriggidirsi al
mio fianco. Mi guarda mortificata, «Scusami.» L'aiuto a salire sull'auto mentre
aspetto che ogni busta sia stata riposta nel bagagliaio, «Non ti devi
scusare.Dopotutto è un contratto d'affari; pensavo solo di rendere la pillola
meno amara per entrambi.», mi osserva pendendo dalle mie labbra.
Con uno scatto
che soprende perfino me lambisce le mie labbra con un bacio dolce. Rimango
sconvolto da quello scatto. «Piano. Ho bisogno solo di un attimo di tempo.»
Mi siedo accanto
a lei mentre avvio il motore dell'auto che parte con un gran
ruggito. La riaccompagno a casa aiutandola a scaricare tutte le buste
stracolme di vestiti. Sua mamma ogni volta che mi vede mi accoglie come se fossi
il re d'Inghilterra. «Passiamo del tempo insieme domani?»
chiede accarezzandomi la mano. Annuisco chiedendomi già che cosa potremmo fare.
Contattare gli altri per adesso è fuori questione, la massacrerebbero
psicologicamente o forse no? Decido di andare da Rob che mi accoglie
quasi come se fossi venuto da un altro pianeta. «Era ora che ti
decidessi a passare per farmi una visita.» «Non vorrei
ricordartelo, ma nemmeno tu sei venuto.» «Io non mi sto per
sposare.» ribatte duramente con un filo di astio nella voce porgendomi un
bicchiere di vino rosso. «Ti da così fastidio?»
ribatto osservandolo. «Affatto ma Kriss mi sta fasciando la testa per
questo tua decisione e non aiuta nemmeno il fatto che ora sua madre sembra
essersi ammalata.» «Spagnola?» Ormai quella malattia
era un piaga che stava affliggendo qualsiasi classe sociale. Mi irrequieta
leggermente questa storia, se si dovesse infine trattare di spagnola mi sentirei
minacciato. Non ho nessuna intenzione di morire così giovane.
Non posso, non voglio. Ho ancora troppe cose da fare. Sarà
meglio restare lontano da loro il tempo necessario per capire se la minaccia
della signora Stewart è reale ed evitare un contagio
inutile. «Sarebbe troppo presto per confermarla ma è ovvio che ora
sono un attimo reclusi ad attendere degli sviluppi mentre il signor Stewart sta
richiamando tutti i migliori dottori per cercare di capire e trovare una cura
per la moglie.» spiega Rob stendendosi sul divano del salotto.
Ecco perchè sono riuscito così facilmente a trovare Robert.
Nemmeno lui ha così tanta voglia di rischiare la pelle anche se questo significa
stare lontano da Kristen. «Credo che per un pò non ci saranno più
feste. Hanno tutti paura di un contagio e l'idea di stare in una stanza con
possibili portatori del virus non alletta affatto
nessuno.» Effettivamente è del tutto normale visto che non si ha
ancora una cura per questa nuova malattia che sta contagiando milioni di persone
nel paese. «Sei preoccupato?» «Un pò,» ammetto.
Bevo un sorso di vino andando vicino alla finestra.
Passiamo qualche momento in silenzio prima che lui si decida
a parlare, «Cosa c'è sotto questo matrimonio? Come mai l'hai chiesto proprio a
lei?» mi chiede. «E' una bella ragazza, non trovi?» chiedo
di rimando. Mi scruta soppesando la mia non-risposta.
Non ci crede e lo si può leggere chiaramente sul suo volto. «Non è una cosa che
ti ha mai spinto a chiedere in moglie una ragazza. Cos'è cambiato?»
«Amore a prima vista?» «Avrei potuto anche
chiederti se non ti conoscessi abbastanza da dire che questo è impossibile. Tu
per primo non credi che esiste e non ti dovrei ricordare delle miriadi di volte
in cui mi hai detto che non ti saresti mai sposato.» dice ricordandosi
perfettamente le mie parole. È normale visto che è il mio migliore amico.
Decide di lasciar cadere il discorso visto che non
otterrebbe nulla anche se continuasse all'infinito.
Cambiamo decisamente discorso parlando di cose
futili anche se in un angolo remoto del mio cervello c'è la presenza opprimente
della malattia che fa sfondo alle sue parole. Non devo essere
contagiato.
Ed eccomi qui. Ho
deciso di inserire per la prima volta il protagonista, a mio dire, più
importante in questa storia. Non che si tratti di una vero personaggio quanto di
una presenza che sarà costante ed aleggerà per tutto il corso della storia da
adesso in avanti. La malattia. Mi sono chiesta molte volte leggendo la storia
di Edward cosa deve aver provato a sentire la notizia di quel virus così letale.
La prima volta che l'ho letto non ho fatto molto caso a quello che avrebbe
potuto pensare, dopotutto passa totalmente in secondo piano ma spero con questo
capitolo di aver dato almeno in minima parte un quadro, seppur ristretto, del
suo rapporto con la malattia. Alla fine tutti sapevano e tutti cercavano di
salvaguardarsi nel miglior modo possibile. Purtroppo però sappiamo tutti come
andrà a finire questa storia, questa lotta contro il virus ma ho deciso di
inserire una parte inedita per quel pezzo, il momento della morte e della
rinascita di Edward. Secondo voi...morirà prima Edward o Eve? Qui sul mio
portatile ho già quel capitolo pronto visto che ho basato tutta la storia su
quell'unico capitolo andando a ritroso. Vi ringrazio immensamente per tutto
il supporto che mi state dando. So perfettamente che questa storia è molto
particolare sia per l'argomento trattato che per il vecchio Edward che viene
presentato a volte così diverso da quello che ci ha presentato la
Meyer.
vitti: Ciao! sono contenta
che anche questa storia ti piace! Per me è molto importante perchè è come aver
fatto una scommessa con me stessa visto che è molto particolare, non trattando
nel modo consueto l'amore tra Edward e Bella ma di un passato dove Bella ancora
non esiste. Spero che continuerai a seguirmi! Un bacione vale
charliecullen: ^_^ non sai
quanto mi abbia fatto piacere aver letto quel commento. So benissimo che questo
Edward è diverso ma penso che alla fine la sua morte è stato un elemento
caratterizzante che lo ha successivamente cambiato anche per il rapporto che
intraprende poi con Bella. Tante sue piccole fissazioni alla fine verranno
spiegate in base ad una mia piccola analizzazione del personaggio... Edward
non è ancora il romanticone che noi tutte siamo abituate a vedere ma perchè non
si è ancora innamorato anche se lentamente c'è un cambiamento da parte sua. Alla
fine fingere, porta a cambiare molte cose, molte convinzioni. Spero di aver
risposto in parte alle tue incertezze. Fammi sapere se il capitolo ti è
piaciuto! Bacioni
serve: Ma ciaooooo!!
=) Per fortuna che manco a qualcuno! Lo so che è dura vedere Edward con
un'altra...ma se pensi che si tratta del suo passato non ha poi così tanta
importanza. Dopotutto Bella non era ancora nata! nemmeno stata concepita! quindi
poverino diamoli una vita normale e non da monaco recluso come ci ha fatto
intendere la Meyer. Secondo me come imposterò la sua morte e il suo dopo morte
ti piacerà un sacco...garantisco. Bacio
Sul mio blog ho dato il via ad un sondaggio dove
potete votare la vostra storia preferita. Se ne avete voglia andate a votare e
dare uno sguardo ai teaser anche degli altri capitoli che ho inserito. Vi
conviene buttare giornalmente un occhiata a quel blog perchè tendo ad
aggiornarlo praticamente ogni giorno. Probabilmente diverrò una maniaca anche se
per voi è un bene visto che potete avere degli scorci sui prossimi capitoli e
tante cosine carine che dovrebbero piacervi. Ora vi lascio. Se cliccate sulle
parole calde qui sotto potete andare direttamente alle pagine del mio blog, la
mia pagina di EFP dove potete vedere ogni mia storia e le relative parole calde
per le storie che ho scritto. BACIONI
«Avevi paura di
morire?» «Ero
terrorizzato...» Le accarezzo il
volto mentre la vedo combattere contro il sonno, inutilmente aggiungerei. Sono
le quattro di notte ormai, di certo io non la sto aiutando a rimanere sveglia,
ho abbassato drasticamente le luci fino a riuscire a spegnerle in un momento in
cui ha chiuso gli occhi. È talmente stanca
che non si è nemmeno accorta che è da mezz'ora che le luci sono spente. «Dormi
Bella...» sussurro. Mi sorride
toccandomi le labbra con le dita. Vibro di piacere ma se solo provassi anche solo ad abbracciarla
spontaneamente, non si addormenterebbe più, ri-inizierebbe il suo piano
"testiamo i limiti di Edward". È così assettata di sapere, se non fosse mio padre l'avrei già ucciso
Carlisle. Non avrebbe dovuto metterle in testa strane idee. Non doveva darle
spunti per questa conversazione. Non sono fiero del mio passato e tempo il momento in cui saprà della mia
morte e i minuti successivi alla mia rinascita. Proverà orrore per quello che avrei voluto
fare? Si fiderà ancora
di me dopo quello che le racconterò? Io non lo farei. Farei marcia
indietro. Subito. Senza ripensamenti. Lei vorrebbe diventare immortale come me, ma quando le racconterò di
Eveline. Cambierà idea ed io lo accetterò. Le starò accanto fin quando vorrà. Invecchierà come un comune essere
umano e io le starò accanto, nonostante le sue paure. Io la amo. È un sentimento
così puro che nemmeno la vecchiaia potrebbe allontarnarmi da lei.
Mai. Non
esiste. «No.» sbiascica
seguito da un sonoro sbadiglio. «Ti prego Bella, dormi...» la incito baciandole la tempia destra. Mugugna
qualcosa di indistinto fino a quando non la sento scivolare tra le braccia di
morfeo. Mi assicuro che il
suo sonno sia realmente profondo e quando ne ho la conferma – grazie ad un
sonoro grugnito – esco fuori dalla camera. I miei fratelli sono andati a caccia. Anche Carlisle ne avrebbe bisogno
ma è rimasto perchè sapeva che avrei voluto parlargli appena Bella si fosse
addormentata. «Perchè mi hai
fatto questo?» domando appoggiandomi allo stipite della porta. Carlisle è seduto
sul divano intento a leggere un libro di medicina. L'ennesimo. Esme è in cucina
che sta provando delle nuove ricette da sottoporre a Bella. Ha intuito benissimo
il clima che si è creato ma decide di restarne fuori. Dopotutto questa è una
faccenda tra me e Carlisle, qualcosa che nemmeno lei sa e che è successa prima
del suo arrivo. «Lei ti ama alla
follia ma finchè tu non perdonerai te stesso per il passato, non riuscirai mai a
trasformarla. Parlarne con lei ti farebbe soltanto bene. Potresti finalmente
trovare la pace che ti tormenta da tutta la vita.» Elaboro velocemente le sue parole. Perdono? Merito il perdono?
no. Carlisle si
pizzica la base del naso con il pollice e l'indice strizzando gli
occhi. «Non mi perdonerai
mai, vero?» «Non sei tu quello
che dovrebbe essere perdonato.» gli spiego sedendomi di fronte a lui restando
immobile ad osservarlo. «Eppure una parte
di te pensa che sia colpa mia.» E' vero? Lo incolpo
veramente per quello che è successo? «Mi sembra che sia stata una delle motivazioni principali per la tua
ribellione.» «Ero stupido e
giovane.» rispondo di rimando. Una parte di me non vuole dargli la colpa mentre
l'altra non può fare a meno di pensare che se avesse dato retta alle mie
suppliche ora, tutto sarebbe diverso. «Ma non avresti Bella...» Sollevo un sopracciglio, «Ora mi rubi anche il potere? Che fai? Leggi
nella mente?» chiedo, la sua risposta è stata una prolungamento del mio
pensiero. «No, sono solo tuo
padre e ti conosco.» Si alza lentamente
appoggiando il libro sul tavolino del salotto. «Devo nutrirmi. Mi accompagni?» «Non voglio lasciare sola Bella.» mormoro riflettendo ancora sui primi
istanti della mia non-vita. «Non sarebbe sola.
C'è Esme insieme a lei.» «No. Tornerò su da
lei.»
Ok. Inizio col dirvi
che la connessione internet in questo periodo fa schifo. Probabilmente è colpa
del modem che devo cambiare, il tecnico della telecom non arriva a mettermi il
wireless e per adesso il computer fisso è l'unico posto dove posso collegarmi,
solo che ha questo problema. Uccidete l'omino telecom! XD Nel prossimo
capitolo torneremo nel passato. Vi siete fatti qualche idea su cosa potrebbe
essere successo dopo la morte di Edward? Eveline che fine ha fatto? Ihihi spero
di avervi inculcato qualche dubbio. =) Al prossimo capitolo... Sempre che
internet mi funzioni... Bacioni
"Sarà un anno nuovo....migliore. Ho grandi
aspettative.
Me lo sento...sarà il migliore della mia
vita."
9 Gennaio 1918
«Avresti potuto avere qualsiasi donna...»
barbotta Kristen bevendo subito dopo un sorso del vino rosso nel suo
bicchiere.
Non le piace e non le piacerà mai. «Non proprio
tutte. Tu stessa mi hai detto che eri off-limits.»
Avrei preferito di gran lunga sposare Kristen;
non perchè la ami ma la sua anima non è pura come quella Eve. È corrotta fino al
midollo osseo e di certo se avesse impiegato più di cinque secondi per pensare
alla fine avrebbe accettato.
Sarebbe stato meglio, tutto molto più semplice
anche grazie al sentimento d'amicizia che ci tiene
legati.
Privare Eve della sua innocenza...ancora non
sapevo come guardarmi il giorno dopo nello specchio ma per quello ci sarebbe
stato tempo.
É da un paio di giorni che Kristen si è rifatta
viva in giro, a quanto pare la malattia di sua madre non è così grave come
pensavano tutti. Ho visto Robert baciarla più volte in questi giorni, non credo
che l'avrebbe fatto se temesse un minimo di contagio ma forse l'amore rende
stupidi e per questo motivo potrebbe fregarsene
altamente.
«Morirei nel
matrimonio.»
«Questa è una brutta notizia per Robert.»
sghignazzo guardando distrattamente l'orologio, tra poco sarebbe scesa e avremmo
dato l'annuncio.
Mi guarda di sottecchi, «Pensi veramente che me
lo proponga?»
Ho sempre avuto un rapporto molto strano con lui,
di certo non si può parlare di reale amicizia ma più che altro di un'affinità
particolare.
Siamo piuttosto simili
dopotutto.
«Potrebbe...» rispondo stringendomi nelle
spalle.
Camminiamo in tondo per la stanza fino a quando
non la seguo dentro lo studio di mio padre che da proprio sul salone principale.
Vorace si impossessa delle mie labbra, mi stacco senza essere troppo
brusco.
Adesso questo contatto mi da fastidio. «Cosa
fai?» chiede inviperita Krist trafiggendomi con lo sguardo. «Sono fidanzato
adesso.» rispondo ma lei mi guarda come se fossi un
alieno.
«Spero che starai scherzando.»
barbotta.
«Ecco dove eravate!»
Rob compare, per mia fortuna, sulla porta dello
studio con un bicchiere di champagne in mano e l'altra mano è nei
pantaloni.
«Non vorrai mica perderti l'entrata della tua
fidanzatina...» sghignazza Rob.
Kristen stizzita gli va incontro spingendolo
fuori dallo studio, me la farà pagare cara.
Mio padre è dall'altra parte della sala che parla
con i genitori di Eve, mia madre ormai si è abituata alla sua costante presenza
in casa.
Prima ci conosciamo e prima avremo meno imbarazzo
nello stare insieme ma sopratutto visto che dobbiamo avere un rapporto d'amore
di fronte agli altri è meglio esercitarci il più possibile a
fingere.
La cosa che mi piace di più è baciarla. Adoro
sentire le sue labbra premute sulle mie e più volte mi sono chiesto come sarebbe
avere ogni parte del suo corpo schicciato contro il
mio.
Bella come sempre scende le scale di casa mia tra
il brusio generale della sala. Le porgo il braccio quando scende regalandole un
caloroso sorriso.
Quando mio padre richiama l'attenzione per un
brindisi dopo un'ora mi sale un groppo in gola. Tengo Eve al mio fianco e mi
metto alla sua destra osservando mio padre prendere la parola. Ovviamente ha
catalizzato l'attenzione di tutti.
«Amici miei, vi ho invitato qui perchè ho una
bella notizia che voglio condividere con voi.»
Immediatamente si alza il brusio anche se molti
hanno già capito tutto, «mio figlio Edward, ha trovato la sua anima
gemella.»
Istintivamente mi viene da cercare il volto di
Eve che però non trovo. È come se ricevessi una gomitata nello stomaco, anima
gemella?
È lei?
Prima di farmi ulteriore domande stupide spengo
il mio cervello.
«Mio figlio ed Evelyne Faye si sono fidanzati
proprio stamane.»
Ora, è come se fossimo nell'occhio del ciclone,
tutti ci guardano e mormorano; improvvisamente scatta un
applauso.
«BACIO!!» sento urlare e posso giurare che sia
stato proprio Rob. Ovviamente inizia un coro per noi due. Prendo il viso tra le
mani di Eve e poso le mie labbra sulle sue.
Se è possibile gli urli e gli applausi aumentano
ancora di più.
Avete notato la
frase prima della data? Ovviamente noi sappiamo come sarà quest'anno per
Edward ma volevo puntualizzare come noi tutti ci aspettiamo dopo un Capodanno (o
almeno ci auguriamo) un migliore anno e visto i progetti e i sogni del nostro
Eddy è chiaro che con Eve ha trovato una scorciatoia e pensa che andrà tutto
bene. Peccato che il destino è sostanzialmente un bastardo... Ripeto la
domanda...secondo voi cos'è successo per aver tutto questo rimorso che dimostra
Edward? Spero che quando leggerete quel capitolo vi colpirò, è da quando ho
iniziato questa storia che penso a quel momento. Avete notato anche la
domanda che si pone se Eve sia o meno l'anima gemella? Ovviamente noi sappiamo
già la risposta a questa domanda...cm sempre! è strano scrivere qualcosa di cui
tutti poi sanno il futuro esatto però spero di aver fatto fino adesso un buon
lavoro. Alla fine quanto vi da fastidio Eve? Tanto o poco? Da come l'ho
presentata credo (spero...) di non averla fatta così odiosa o illeggibile da dar
fastidio a voi che leggete. Alla fine si sa che è Bella il vero amore della sua
intera esistenza. Mi raccomando commentate!! Bacioni
vale
Ha voluto portarmi a
Chicago, dove lui è vissuto prima di essere trasformato da
Carlisle. Non avevo realizzato adeguatamente la distanza che separa Forks da
quella città. Un giorno e mezzo, un'eternità per me. È l'unica volta in cui non
mi lamento della guida spericolata e ad alta velocità. Alice è riuscita a
convincere mio padre a farmi restare da lei a dormire per il week-end così non
avremmo avuto problemi di tempo. Anche in macchina aveva continuato a raccontarmi la storia della
sua vita. Mi si è ristretto il cuore quando mi ha detto che pensava che
quell'anno sarebbe stato il migliore della sua vita. 1918. L'anno in cui è morto, ma
Eve? È
sopravvisuta? Ha continuato a vivere? È morta? Queste domande mi martellano la testa
cercando delle risposte ma cerco di contenermi. Da quando ci siamo imbarcati su
questa barca non l'ho più visto sorridere, è come se pensasse ripetutamente a
qualcosa e ho paura di quel qualcosa perchè lo sta
bloccando. Sta
bloccando il nostro rapporto e forse, questa, è una tappa che dobbiamo
affrontare per crescere insieme...per costruire il nostro futuro
insieme. Carlisle
mi ha detto poco e niente. Era compito di Edward rivelarmi completamente il suo
passato ma sinceramente non pensavo tutta questa sincerità, spero solo che non
pensi che raccontandomi tutto questo possa essere un modo per allontanarmi da
lui perchè non lo farei. Qualsiasi cosa mi possa dire...io non scapperò. Lo amo troppo. Eppure ne ha fatte tante, troppe per
cercare di spaventarmi, per cercare di salvare la mia anima. La mia dannatissima
anima, se solo non si preoccupasse così tanto per qualcosa che nemmeno si può
vedere forse, ora, sarei come lui. Quando finalmente arriviamo a Chicago capisco dove voleva
portarmi. Parcheggiamo accanto ad una lunga fila di alberi che permettono ad
Edward di non rivelarsi alla luce del sole, mi invita a scendere ed è subito al
mio fianco tenendomi per la vita. Solo quando allargo la mia visuale
capisco che siamo alle porte di un cimitero. Ancora una volta sento i brividi
percorrermi la schiena, «Oltrepassa quella fila di fiori rossi...è quell'ampia
struttura di pietra con quella specie di cancelletto di ferro nero
battuto.» Insieme ci avviciniamo alla siepe e la
oltrepassiamo facendo ben attenzione a non calpestarli. Edward rimane al mio
fianco fino al limitare dell'ombra creata
dall'albero. FOTO Con passo poco sicuro mi avvicino alla
tomba.
Qui
sono sepolti i resti di chi possedeva bellezza senza vanità forza senza
insolenza coraggio senza ferocia tutte le virtù dell’uomo senza i suoi
vizi
Edward
Anthony Masen 20 Giugno 1901 – 20 Febbraio 1918
Mi sento mancare. Le gambe diventano improvvisamente
molli e cado sulle ginocchia toccando l'erba del cimitero. Non posso fare a
meno di restare imbambolata di fronte a quel epitaffio. Sento il cuore
scoppiarmi in gola e le lacrime spingere furiosamente per uscire e bagnare le
guance. Sapevo che era morto ma vederlo, è strano. Fa tutt'altro effetto, lo
rende più reale. E per la prima volta ottengo un'informazione importante che
non ho mai chiesto proprio perchè non ho mai realizzato che c'è stato un giorno
in cui Edward è morto. 20 Febbraio 1918. Quel giorno, la sua vita è stata
stravolta e da quel momento Carlisle è diventato la sua famiglia, suo
padre. Mi volto cercandolo con lo sguardo ma non lo trovo. Un singhiozzo esce
fuori dalle mie labbra ma subito il volto luccicante di Edward si presenta in
meno di un secondo davanti a me che baci in modo reverenziale ogni mia singola
lacrima sfuggita al mio controllo. Non avrei voluto farmi vedere così da lui,
non doveva vedermi piangere ma trattenere le lacrime mi sembra quasi
impossibile. «Oddio mi spiace Bella. Non volevo...giuro non volevo farti
sentire male...» mormora stringendomi il più possibile tanto che a volte mi
manca il respiro ma ho bisogno in questo momento di questo abbraccio. Ne ho
veramente bisogno, un bisogno simile a quello di respirare secondo dopo secondo.
Il mio corpo...la mia mente deve avere la conferma che lui è qui, accanto a me e
non sotto metri e metri di terra sacra ridotto ormai a cenere. Quando riapro
gli occhi mi accorgo che mi ha trascinato senza che me ne accorgessi ancora
sotto l'ombra dove si era rifugiato poco prima per non far vedere agli altri
esseri umani la sua vera natura vampiresca. «Sono qui Bella...» bisbiglia
cercando di tranquillizzarmi. Il mio corpo lentamente si rilassa ormai certo
che Edward non è solo un sogno ma che è realtà. «Bella?» mi chiama dolcemente
prendendo il mio volto tra le mani. «Te la senti di vedere ancora una
cosa?» Il mio cervello dice di scappare, muovermi a risalire in macchina
perchè non potrebbe sopportare altro ma il mio corpo è ben piantato a terra
rifiutandosi di muoversi, sa che voglio sapere di più e mi impedisce di fare
qualcosa di avventato di cui poi potrei pentirmene. Annuisco cercando di far
vedere che mi sono calmata e che nel mio cuore non alberga nemmeno un filo di
preoccupazione anche se è difficile visto che lui è un abile lettore ed anche se
non può leggermi nella mente, sa benissimo ormai riconoscere molti miei
sentimenti e pensieri senza l'uso della sua capacità. Le nostre dita
s'intrecciano e sul dorso vi posa un delicato bacio. «Sei sicura?» bisbiglia
come se non volesse spaventarmi con il tono della sua voce. Mi limito ad
annuire nuovamente incapace di dire qualsiasi cosa. Guardandomi bene negli
occhi mi conduce verso una modesta lapide. Molto più piccola e con alcune piante
che iniziano ad arrampicarsi per avvolgerla
soffocandola.
Evelyne Faye 30 Novembre 1902 – 22 Febbraio 1918
Qui riposa per
sempre avvolta dall'amore dei suoi
genitori
22 Febbraio 1918. Due giorni dopo la
trasformazione di Edward. Mi si apre una voragine nello stomaco; e se
Carlisle avesse trasformato anche lei? Se fosse un vampiro come
lui? Nuovamente le lacrime iniziano a scendere senza controllo. Cerco il suo
volto ma rimane fisso a guardare la lapide con gli occhi più scuri di quando è
affamato. «Edward?» La mia voce è tremolante e praticamente
irriconoscibile. Non ho mai pensato seriamente alla possibilità che Carlisle
avesse trasformato anche lei in un vampiro. «Edward che è successo? Come è
morta?» Lentamente mi guarda negli occhi trasformando il suo bel viso in una
maschera di durezza. «Ora...cambierai idea su di
me.»
Ok. Ci stiamo veramente avvicinando al
momento in cui scopriremo tutto...e quando dico tutto...dico TUTTO! Molte
cose saranno spiegate e finalmente avrete un quadro completo...ma ora la domanda
sorge spontanea? cosa è successo ad Eve? Fatemi sapere tutte le vostre
congetture e vediamo chi ci si avvicina di più! Vi ringrazio per tutti i
commenti e le 31 persone che hanno messo questa storia così particolare tra le
preferite! Spero di non deludervi mai! Bacioni vale
Mi
rilasso sul letto sentendo tutti i muscoli doloranti. «Perchè ti è così
difficile dirmi tutto?» Il mio è solo un sussurro ma sono sicura che è
riuscito a sentirmi. Lui è un vampiro. A volte penso che
questo sia tutto un sogno e che tra poco mi sveglierò in un Mondo dove lui non
esiste. Sono così abituata a vederlo in giro che non ho mai pensato che ho
rischiato di non conoscerlo mai. Cosa avrei fatto? Lui è la mia anima
gemella. La mia stessa anima. Se Carlisle non l'avesse trasformato...cosa ne
sarebbe stato di me? Della mia vita... «Ho paura di una tua
reazione...» Nell'esatto momento in cui sento la sua
melodiosa voce sento il letto piegarsi da una parte schiacciato dal peso di
Edward. Apro gli occhi e sebbene l'oscutirà aveva già invaso completamente la
stanza potevo vedere i suoi occhi dorati su di me. Non posso fare a
meno di trascinarlo su di me, ho bisogno di sentirlo vicino a me in questo
momento così delicato. So quanto sia difficile per lui resistere al mio sangue
ed ha constantemente paura di farmi del male ma questo...questo potrebbe
separarmi da lui e di certo non per mia volontà. Non riesce a
capire. E non lo capirà mai. Può dirmi qualsiasi
cosa, qualsiasi che io non mi allontanerò mai da lui. Nemmeno se cercasse di
uccidermi nutrendosi del mio sangue, non mi importerebbe niente se questo mi
desse modo di regalargli un attimo di gioia grazie a me. A volte vorrei solo
fargli sapere cosa c'è nella mia testa. Forse tutto questo sarebbe inutile e
capirebbe che potrebbe dirmi qualsiasi cosa che io non mi allontanerò mai da
lui. «Come è morta Eve?» Le parole fanno
fatica ad uscire ma questo è l'unico modo che ho per farlo parlare...devo solo
continuare a chiedere. «E' stata colpa mia ma non l'ho sempre pensata così.
All'inizio, ho dato la colpa di tutto a Carlisle perchè lo vedevo come il vero
responsabile. La realtà è che è stata solo colpa mia. Lui mi aveva
avvisato...» Lo stringo ancora di più al mio petto
sentendolo inspirare il mio odore attraverso il tessuto della maglietta del
pigiama. «È stata la tua
cantante?» Quella è la domanda più difficile. Fin'ora ho
sempre pensato che io fossi l'unica per lui ma adesso con quelle parole tutto si
trasformava in un castello di carta. Cosa mi fa pensare di essere così
speciale? Non l'ho mai pensato seramente ma a volte,
quando sentivo l'eccitazione crescere per me...in quegli attimi mi sento divina,
quasi quanto lui. Si alza di scatto divorando le mie labbra, «Non
dirlo nemmeno per scherzo...tu sei la mia unica e sola cantante. Mai...e dico
mai potrei provare qualcosa di minimamente vicino a quello che provo per te.
Cantante o non cantante...tu saresti comunque stata l'amore della mia
vita.» Parole che scaldano il
cuore. «Ti amo Edward.» Lo sento
sorridere e posare un dolce bacio sulla clavicola provocandomi brividi su tutto
il corpo. «Mi devi amare comunque...» sussurra trovando
finalmente il coraggio di raccontarmi tutto.
Capitolo di transizione. Mi trattengo
solo un attimo per dirvi che questo è semplicemente un'introduzione al racconto
vero e proprio su quei giorni che saranno narrati d'ora in avanti semplicemente
dal punto di vista di Edward, dal prossimo torneremo nel
1918! BACIONI
Odio gli ospedali.
Mi fanno sempre
un brutto effetto. Pazientemente sto aspettando il dottor Cullen in una
saletta dell'ospedale visto che la malattia si è diffusa ed
è stato inventato un vaccino in grado di proteggerci. Come
se servisse a qualcosa...
«Signor
Masen.»
Alzo lo sguardo
verso il dottore che è appena entrato nella saletta. Solito
camice bianco e capelli biondi come l'oro, il solito bell'imbusto che
fa girare la testa alle infermiere. I suoi occhi sono la cosa
più particolare...quasi...magnetici.
«Dottore...»
rispondo educatamente mentre controlla una cartellina piena di fogli
pieni dei miei dati presumibilmente.
«Di
recente ha avuto tosse?»
«No.»
«Dolori
lombari?»
«No.»
«Ottimo.»
sussurra mentre spunta anche l'ultima casellina.
Io odio i dottori
e gli ospedali. Facendosi aiutare da un'infermiera mi somministra il
vaccino sperando che questa perdita di tempo serva a qualcosa, non ho
nessuna intenzione di andarmene prima di aver saggiato la vita militare.
Tiro
giù la manica della camicia ricomponendomi velocemente.
«Sarebbe
meglio che però continuassi a tenerti lontano da posti
pericolosi.» mi suggerisce il medico buttando via la siringa
utilizzata.
«Pericolosi...»
sussurro trovando ridicola questa cosa, perchè? In questo
momento con la guerra in corso...ci sarebbe un posto sicuro al mondo?
Non credo proprio.
«Sì, intendo
posti affollati come le feste. So che per un bel giovane come te
sarà dura con tutte le belle ragazze la fuori...»
sghignazza Cullen.
«Sono fidanzato.»
sbotto allacciandomi la giacca.
Cullen sorride
preparando probabilmente gli arnesi per il prossimo paziente.
«Ho
già avuto modo di conoscerla?»
Ora mi sta dando
sui nervi. Ma cosa vuole? Dovrebbe farsi un pò gli affari
suoi questo medico.
Cerco di restare
tranquillo ricordandomi le buone manerie, «Non ne ho
idea.» rispondo sinceramente. Con un cenno della mano saluto
l'infermiera mentre con Cullen mi saluto con una stretta di mano e da
parte sua anche una pacca sulla spalla.
Torno a casa
facendomi riaccompagnare da Rob che anche lui prima di me si
è fatto vaccinare.
«Devi
fare qualcosa?»
«Ho un
appuntamento con Eve.»
Sbuffa
sonoramente sdraiandosi sul mio letto. «Kristen?»
«Ha
detto che è in punizione.» mormora.
«Punizione?
E da quando si fa mettere in punizione dai suoi genitori?»
Kris non
è una che si lascia mettere i piedi in testa nemmeno da chi
le ha dato la vita.
Strano. Qualcosa
mi dice che c'entra sua madre.
«Pensi
che sia per colpa di sua madre?» gli chiedo incerto sulla sua
reazione, so quanto ama Kristen e non sempre si vuole vedere la
verità anche se sta davanti ai nostri occhi.
Non mi risponde.
«Ora
devo proprio andare.» mormoro ma prima di uscire mi blocco ad
osservare Rob che sta soppesando ancora le mie parole, «Ti
prego Rob. Resisti ancora per un pò. Non voglio vederti
morire.»
Annuisce con gli
occhi piantati sulla moquette.
Mi
incammino verso la casa di Eve cercando di mettere ordine ai miei
pensieri. Sicuramente Kristen non lascia casa proprio perchè
sua madre ha contratto il virus ed anche lei potrebbe essere una
portatrice. Ovviamente dire che si è semplicemente in
punizione è un metodo molto comodo e sicuro per non perdere
la faccia davanti a tutti.
Per andare a casa di Eve passo
inevitabilmente di fronte alla casa di Kristen ma mai mi sarei
aspettato di vedere una scena simile. Due uomini stanno portando fuori
una barella dove un corpo giace inerme con sopra un telo bianco che il
dottore si appresta a tirare su fino alla testa. È Cullen.
Al contrario
degli altri due non porta nemmeno la mascherina, ma è pazzo?
«Dottore...»
mormoro ma con un gesto della mano mi blocca. Inevitabilmente guardo
verso le finestre trovando Kristen singhiozzante dietro la finestra
nascondendosi subito dopo.
«La
conosceva?» mi chiede mentre fa segno agli altri due per
portare via il corpo.
«È
la mamma di una mia cara amica...»
Cullen sembra
apprendere la notizia con una certa ansia. «Sai che il
vaccino non servirà se hai già contratto la
malattia?» mi chiede quasi in un sussurro impercettibile.
«Poco
m'importa di morire...»
I suoi strani
occhi dorati mi scrutano attentamente.
«Arrivederci
dottor Cullen.»
«Arrivederci...»
Non ho mentito a
Cullen. Il mio ultimo pensiero è proprio la morte...sono
pronto perfino a guardarla in faccia e a sfidarla andando in guerra,
non m'interessa.
Dopo una
mezz'oretta arrivo a casa di Eve. Appena scende le scale mi viene in
mente come sia fin troppo debole...troppo esposta...troppo fragile.
«ehy!
Va tutto bene?» mi chiede accarezzandomi una guancia. Gliela
prendo posando sulle nocche un bacio leggero,
«Certo.» mento cercando di scacciare via quei
pensieri.
«Dove
vuoi andare?» mi chiede intrecciando le dita con le mie.
Ormai è diventato un gesto del tutto naturale come vederla
nel mio futuro, è tutto così normale, bello.
I miei progetti non sono
cambiati, questo è ovvio ma qualcosa, dentro di me,
è cambiato ed il motivo di questo cambiamento è
qui accanto a me.
«A vivere...»
Ecco che per la prima volta entra in campo il
nostro bel dottorino. Ovviamente non sarà l'ultima volta!
come la malattia anche lui sarà quasi una presenza costante
da adesso fino alla fine della storia. Non so quanti capitoli manchino
ancora...non ho fatto ancora il conto e comunque non mi sembra di aver
sviluppato ancora bene il rapporto tra Eve ed Edward anche se
ovviamente non può essere così intenso come
quello che avrà nel futuro con Bella. Bah...vedremo cosa
esce dalla mia mente malata.
Ringrazio veramente tutte le persone che mi seguono in questa storia,
quelle che commentano, che hanno messo tra le preferite o le seguite.
Grazie mille per me è veramente importante!
RINGRAZIAMENTI:
Dreamerchan:
Ciao! per adesso ho solo in programma di rimanere (per quanto riguarda
il passato di Edward) solo nel suo punto di vista. Comunque non penso
di inserire un pov di Eve. Spero che il capitolo ti sia piaciuto anche
se mi serviva solo per iniziare a presentare Carlisle nella vita di
Edward quand'era ancora umano...mi è sembrato stranissimo
metterlo nei panni di un semplice dottore e non in qualità
di suo padre. Mi ha fatto uno strano effetto O.o bah! bacioni al prox
capitolo ^_^
loulou72:
Ciao! Ehehe è la mia specialità lasciare nei
momenti clou...comunque in questa storia penso che sia più
importante mostrare come si sia comportato Edward nel passato piuttosto
che dimostrare ancora una volta l'amore che prova per Bella. Quello
ormai è ovvio anche se comunque ci saranno ancora dei
capitoli riguardanti il presente ma ruoteranno comunque sempre sul suo
passato. Non so se mi sono fatta capire... U_U spero che ti sia
piaciuto questo capitolo dove ho introdotto Carlisle, il nostro bel
dottorino! Al prox capitolo bacioni
Rebecca
Lupin: Ciao! Uhm, interessante...sono contenta
che il precedente capitolo abbia aiutato i tuoi ingranaggi! ^_^ sono
molto curiosa di cosa pensi e di che idea ti sei fatta. Questo capitolo
rientra nel tuo quadro generale?
Spero che il capitolo ti sia piaciuto visto che fa la sua comparsa il
nostro bel dottorino! Bacioni
ese96:
Ciao! mi sono fatta attendere un casino e mi sa che con questo capitolo
non ho soddisfatto abbastanza la tua curiosità anzi, credo
che non sia cambiata! sorry...spero che ti sia piaciuto vedere lo
stesso l'entrata in scena di Carlisle nella storia! Bacioni
Mary_Whitlock:
Ciao! woah...penso di non meritarmi tutte
quelle parole anche se ovviamente mi fanno piacere, mi fanno un piacere
immenso! Adesso spero solo di non averti deluso anche se credo di
averlo fatto. Fammi sapere! bacioni
alex150558:
Ciao! mi sono fatta aspettare parecchio per questo capitolo...lo so. E'
entrato in scena Carlisle e si è smosso qualcosa dentro
Edward nei confronti di Eve...spero che il capitolo ti sia piaciuto cmq
anche se è cortino! baci
La tosse
non smette rendendomi nervoso. Sopratutto perchè anche di notte non riesco a
chiudere occhio per via degli spasmi. «Tutto
bene?» mi chiede mamma cercando di toccarmi la fronte per constatare se avessi
la febbre o meno ma per l'ennesima volta durante la giornata sfuggo al suo tocco
evitando di guardare il suo volto preoccupato e ansioso. «Forse non
è stata una buona idea fare il bagno nel lago con questo freddo.» mi
rimprovera. «Hai ragione. Non avrei dovuto.» mormoro
trattenendomi dal tossire ancora. Ingoio
ancora due pastiglie senza acqua e senza essere sotto lo sguardo attento di mia
madre che ormai vigila su di me come un falco. Si avvicina
imbarazzata cercando probabilmente le parole più adatte per dirmi chissà cosa,
«Potresti evitare di farlo al funerale?» «Fare che
cosa?» Si morde il labbro inferiore evitando di
guardarmi negli occhi, «Tossire.» Ed ecco che
le apparenze sono più importanti di quello che si è realmente. «Farò del mio
meglio.» mormoro cercando di reprimere il mio astio. Al cimitero
sembra che ci siano due schieramenti. Da una parte Kristen insieme a suo padre,
dall'altra amici e i pochi parenti che non se la sentono di avvicinarsi per
paura di contrarre la malattia il cui morbo probabilmente è latente tra di
loro. Volevo porgere le mie condoglianze ma questa
volta è mio padre a bloccarmi tenendomi come se nulla fosse con una presa salda
sulla spalla. L'unico che si è avvicinato è stato proprio
Robert. D'altronde credo che se anche Kristen stesse per morire della malattia
della madre, lui le starebbe accanto. Avrei
voluto anche io starle vicino in quel momento. Nonostante si sforzi di essere
una vera stronza, non posso negare che abbiamo passato dei bei momenti insieme
ma sopratutto è ancora una mia amica. Non è
cambiato niente. Domani andrò a casa sua sperando che i miei non
lo scoprano. «Era una brava donna.» sussura Eve al mio fianco
tenendomi per mano. «In realtà era una donna viziata e con la puzza
sotto il naso.» mormoro baciandola. Il peso sul
petto aumenta e diventa come un macigno. Stringo le labbra cercando di
trattenere l'ennesimo colpo di tosse. «Tutto
bene?» sussurra Eve spostandomi una ciocca di capelli dalla
fronte. «Certo, perchè?» ribatto. «Sei molto
pallido.» Le bacio le nocche della mano cercando di
rassicurarla con uno dei miei migliori sorrisi. Seguiamo la
funzione in silenzio stringendoci per mano ma qualcosa dentro di me mi dice che
c'è qualcosa che non va. Un brivido, simile a quello della morte, mi fa
rabbrivvidire facendomi voltare indietro. Con sorpresa trovo gli occhi dorati di
Cullen scrutarmi a pochi metri di distanza; appena viene scoperto mi rivolge un
caloroso sorriso iniziando ad avvicinarsi. «Masen, è
un piacere rivederti.» mormora. Mi sento leggermente infastidito, non che mi
interessi seguire la cerimonia ma mi sembra
inappropriato. «Dottor Cullen.» Eve si
volta automaticamente, «Questa dev'essere la sua fidanzata, giusto?» chiede
rivolgendo il suo sguardo su di lei. Annuisce imbarazzata stringendomi più forte
la mano. «Siete una bellissima coppia.» commenta
squadrandoci. Mi sento sotto analisi quando mi guarda, non mi
piace. «Stai bene Edward?» chiede guardandomi bene. È
come se sapesse della tosse, mi guarda come se mi stesse trapassando con lo
sguardo. «Benissimo.» ribatto mostrandomi infastidito. So
che è il suo lavoro ma è meglio se fa rimanere i suoi poteri da sciamano
dentro l'ospedale e non usarli fuori, sopratutto in una funzione dove tutti
sanno la malattia del deceduto. «Lei ha già
fatto il vaccino? Non mi sembra di averla vista...» chiede rivolgendosi a
Eve. «Infatti non l'ho fatto.» risponde bisbigliando
per non farsi sentire. Per un
attimo mi si raggela il sangue. Perchè non l'ha fatto? «Allora
spero di vederti domani.» Eve sorride
e per mia fortuna Cullen si allontana. «Come mai
non l'hai ancora fatta?» le chiedo stringendola a me. «Beh, è un
vaccino sperimentale e quindi per i ricchi. Non me lo posso
permettere.» Rimango spiazzato dalle sue
parole. «Perchè non me l'hai
detto?» Non posso credere che non abbia detto niente,
doveva chiedere, non avrei esitato ad accompagnarla e pagare per quel dannato
vaccino. «È imbarazzante Edward.» sussurra evitando di
guardarmi negli occhi. Le prendo il mento obbligandola a
guardarmi. «Sarai mia moglie. Quello che è mio è tuo. Domani
ti accompagnerò in ospedale.» Mi
abbraccia nascondendo il volto nel mio petto. «Sei stata
proprio una sciocca.» sussurro baciandole il capo. È inutile rimanere al
funerale, le prendo la mano iniziando a camminare verso
casa. Rimaniamo in silenzio ognuno immerso nei propri
pensieri. «Vorrei fare
l'amore con te.» Le parole le sono scivolate dalla bocca come un fiume in
piena e sono talmente sconvolto da bloccarmi in mezzo al
marciapiede.
Ciao! Solo due parole: avete ragione. Ed è per questo che ho deciso di
cancellare l'ultimo capitolo che comunque non modificherò e sposterò più avanti
ed aggiungere altri capitoli. Avete perfettamente ragione, sarebbe stato carino vedere
ancora di più Carlisle, il rapporto con Eve e la malattia che lentamente si
avvicina a loro. Scusatemi. Ho capito che ho agito d'impulso in un momento di
sconforto. Vi prometto che se ne dovessi avere un altro mi terrò lontana dalla
tastiera e dal computer. Giuro. Spero che mi sappiate
perdonare.
Dentro di me non
capisco ancora cosa provo per lei.
La penso, a volte
occupa i miei sogni e sento una morsa allo stomaco quando la guardo ma
è tutto così sconosciuto per me.
Con Kristen era
soltanto una cosa puramente fisica. Soddisfamento di un bisogno, nulla
di più. L'amicizia è scaturita poi. Caratteri
simili si attraggono presuppongo.
«È
solo che ho pensato che prima resto incinta e prima potrai andare in
guerra.» si affretta ad aggiungere imbarazzata.
Le guance arrossate
le donavano particolarmente ma per me rappresenta ancora qualcosa di
astratto e puro per essere violato. Con Kriss è diverso, lei
è sesso ma con Eve non potrebbe mai esserlo, sarebbe
qualcosa di dolce ed è qualcosa che non ho mai sperimentato.
Come ha detto lei
sarebbe fare l'amore.
«Stai
tranquilla. Possiamo aspettare.»
Per un attimo la
scintilla di delusione attraversa i suoi occhi e quasi mi pento di
quella ripsosta ma non saprei gestire la cosa. Non ora, è
ancora troppo presto per...me.
È meglio
pensarci la prima notte di nozze quando sarà veramente mia.
Prima di vederla
salire su per le scale la sento tossire. Un colpo di tosse molto simile
al mio.
«Ricordati
che domani ti passo a prendere per il vaccino.» le ricordo.
«Mi
è andata di traverso la saliva.»
Uhm. La guardo
finchè non scompare dietro la porta d'ingresso. Cerco di
scacciare un pensiero che tenta di riemergere più e
più volte durante la camminata verso casa.
Non possiamo
esserlo.
Siamo giovani e i
nostri anticorpi sono forti.
Il giorno dopo
Cullen non si è dimostrato simpatico come al suo solito. Lo
sguardo fisso su noi due cercando di metterci probabilmente in
soggezione. Nessun sorriso, nessuna frase di cortesia per cerca di
metterci a nostro agio.
«Tosse?»
«No.»
risponde prontamente Eve lanciandomi una fugace occhiata.
«Sicura?»
«Sì.»
Prende lo
stetoscopio e le solleva la camicetta quanto basta per poter inserire
la mano con l'arnese sulla sua schiena posizionandosi sui polmoni.
«Respira.»
le ordina.
Cullen mi guarda ma
sfugge immediatamente ritornando a sistemare la sua camicetta. «Dolori lombari?» «No.» Cullen prende la
siringa inniettandole il vaccino. «Questo non
funzionerà se hai già contratto il virus, lo
sai?»
La domanda non ha
fatto altro che rendere ancora più spaventata Eve. Scende
velocemente dal lettino avvicinandosi a me.
«Grazie
dottore.» mormoro stringendogli la mano fredda come il
ghiaccio.
Ancora una volta
lascio Eve sulla scalinata della sua porta di casa, è come
se si fosse rotto qualcosa tra di noi o meglio, sembra che ci sia
qualcosa d'impalbabile che spinge per dividerci. Nuovamente scaccio
quel pensiero dalla mia testa.
Temo che non abbia
detto del tutto la verità a Cullen ma c'è da dire
che nemmeno io gli ho chiesto niente dei miei attacchi di tosse che non
accennano a smettere.
«Lo sai
che mi puoi dire tutto, vero?» mormoro sulle sue labbra. Abbiamo la casa tutta per noi
oggi pomeriggio, i suoi sono andati da alcuni amici fuori
città per un branch. Eve non ha fatto di certo mistero delle
sue reali intenzioni del suo invito. Alla fine una parte
di me ha ceduto trovandomi così disteso sul divano
accarezzando le sue morbide forme. «Edward,
io...» soffia sulle mie labbra.
«Lo so.»
La mia voce è
più roca del dovuto e sebbene più volte l'ho
spostata per evitare di far sentire la mia ormai più che
evidente eccitazione, alla fine è inevitabile che ne entra
in contatto arrossendo come una ragazzina. Che poi
è quello che è... «Aspettiamo,
abbiamo tempo.» mormoro cercando di farla alzare dolcemente.
«Tempo?»
chiede ironicamente arricciando il labbro.
La porto a sedere sulle mie
gambe baciandole il capo. «Sì.»
Probabilmente percepisce
l'incertezza. «Non ne sarei tanto sicura...»
mormora.
Le sposto i capelli caduti
sulla sua fronte prendendole il viso tra le mani, «Ne sono
più che certo.»
Forse non avrei dovuto. Forse avrei dovuto
confidarle i miei timori. Forse avrei dovuto vivere il
momento. Forse lei sapeva che le
stavo mentendo, che nemmeno io credevo alle
mie parole. Eppure non l'ho fatto, e
lei... lei lo sapeva.
La
parte in rosso è riferita al presente (cioè
è quello che dice a Bella).
Piaciuto il capitoletto?
Vorrei rispondere ad un piccolo dettaglio. Non è che non mi
piace Carlisle anzi, lo amo. Lo adoro.
Solo che ho cercato di mettermi nella prospettiva di Edward, alla fine
mica pensa che lui diventerà suo padre e poi visto il suo
caratterino ho pensato che le intrusioni di "Cullen" nella sua vita non
siano necessarie. Lo reputa solo come un medico, nulla più.
Alla fine non hanno avuto nemmeno chissà quale conversazione.
Non so se avete capito adesso in che prospettiva ho messo Carlisle.
Come al solito per altre domande sono qui! ^^
E per la mia decisione di riprendere la storia non vi dovete
preoccupare (parlo soprattutto con Vannagio) ho
deciso di riprendere la storia perchè sentivo che c'era
qualcosa che non andava. Non dovevo terminarla così, non era
la scelta giusta e dai vostri commenti così carini e pieni
d'affetto ho capito che avevo commesso un errore e voi non lo
meritavate.
Era un momento giù e mi spiace di avervi...diciamo rovinato
la storia.
Grazie per tutti i messaggi privati e i
commenti lasciati. ^^ vi adoro e mi piace leggere i vostri pensieri.
Grazie mille per tutti i commenti lasciati. Per me significano
veramente molto e mi portate un pò di luce (sopratutto oggi
che non ho passato l'esame di diritto, sigh sigh)
Bacioni
Capitolo 17 *** Minestra di pomodoro....o quasi ***
PRIGIONIERA
Every story
has a beginning.
The untold
story of Edward
Masen... before Edward
Cullen...
A lost love
torn apart for Eternity
The Twilight
Saga's
Celestial
È incredibile.
Cullen è ancora qui tra i piedi e
stavolta lo devo sopportare perfino a casa mia. Mamma l'ha
trovato estremamente affascinante e per questo l'ha invitato a cena.
«Quel Cullen non mi piace.» mormora papà
seguendo a distanza mamma e il dottore che molto affabilmente ascolta le sue
chiacchere. «Nemmeno a me.» bofonchio mascherando un colpo
di tosse. Coff-coff. Quei colpetti di tosse non sono miei.
Drizzo le orecchie guardando mia mamma con una
mano davanti alla bocca che si scusa con lo sguardo di un allarmato
Cullen. Mi avvicino preoccupato sentendomi un verme.
«Mamma! Stai bene?» La mia voce rispecchia tutta la preoccupazione
che in realtà ho cercato di mascherare sia per me stesso che per
Eve. È come se vedere la malattia sul corpo minuto di
mia madre mi avesse tolto tutti i paraocchi che sistematicamente avevo indossato
pur di non guardare in faccia la realtà dei fatti. «Sarà che ho lavorato
troppo...» mormora cercando di apparire in forma e
sana. Mi si stringe il cuore. Colpa mia. Colpa mia.
E' tutta colpa mia. Sono un mostro, ho portato la malattia in questa casa ed
ora, mamma...sta male. L'ho infettata. Lei sapeva...sa dei miei attacchi di
tosse e mi è stata accanto. Le ho trasmesso la malattia ed
ora... Papà è immobile e tutti sappiamo cosa gli sta
passando per la testa. «Vuoi che ti visiti un attimo?» chiede Cullen
trafficando già con la sua valigetta. «No Carlisle.
Grazie.» Carlisle? Da quando il medico Cullen aveva un
nome? Le rivolge un caloroso sorriso appoggiando la
sua mano così bianca sulla schiena per condurla fino a tavola. Ci sediamo a
tavola ma lo spettro della malattia sembra aleggiare su di
noi. Non riesco a distogliere gli occhi da mamma che
ora chiacchera come se niente fosse successo con Carlisle. «Chiedo a Ivon di
iniziare a servire...» «Cosa si mangia?» chiede papà cercando di
alleggerire l'attimo anche se con scarsi risultati, l'unico che sembra il meno
preoccupato è proprio Cullen. «Minestra di
pomodoro.» Mamma e Carlisle si scambiano un'occhiata
d'intesa che poco mi convince, perfino mio padre se ne accorge. Ivon porta i
piatti servendoli accuratamente per non far strabordare il
liquido. Io odio questa brodaglia. «È di vostro
gradimento Carlisle?» chiede mamma premurosa forse più del
dovuto. «Ottima scelta.» mormora intingendo nuovamente
il cucchiaio nello spesso liquido. È più...vivo come
colore. «Ne sono lieta.» gongola divertita da non so
cosa.
Adesso so cosa aveva realmente dentro il suo
piatto, il problema è che Carlisle non mi ha mai
raccontato come lei facesse a
saperlo. Avete molto in
comune. Nemmeno lei è
scappata.
Come per il capitolo precedente il rosso è il
racconto nel presente. Altro capitoletto. La malattia si fa sempre più
avanti colpendo questa volta anche la mamma di Edward e ho voluto inserire
questo capitoletto per mostrare come in realtà lei sapeva già di
Carlisle. Sinceramente non so come mi è venuta in mente la storia della
minestra al pomodoro/ minestra di sangue. Bleach...dev'essere orribile ma ho
immaginato che se lei lo voleva li a tavola con loro doveva escogitare un modo
per farlo mangiare senza destare sospetti per gli altri. La storia della dieta
nascerà più avanti...ihihi... Per quanto riguarda la decisione di non fare
quel passo con Eve: ho pensato che prima di
tutto Edward ha iniziato un lento cambiamento sopratutto interiore (come
qualcuno di voi ha detto sta emergendo l'Edward che conosciamo) per avvicinarsi
a quello che poi ha descritto per noi la Meyer, seconda cosa nonostante sente
dei sentimenti forti per lei, non è come l'amore che prova per Bella. Ovvio,
secondo me probabilmente se non ci fosse stata la spagnola avrebbero vissuto
insieme e magari sarebbero invecchiati insieme ma quello che prova per lei non è
niente di comparabile con l'amore che siamo abituati a leggere per Bella. Per
questo non voglio far compiere quel passo con lei. Con questo non voglio dire che non la ami,
però...ecco...è lo stesso rapporto che intercorre tra Jacob e Bella. Se non ci
fosse Edward, quei due starebbero insieme. Qui è la stessa
cosa. Sappiamo poi che il vero amore di Edward lo
troverà nel futuro. Che destino...non incontrare mai la propria anima gemella,
l'amore vero solo perchè...beh...non è ancora nata.
^_^ Mi
piace pensarla così per questa storia. Scusate se è piccolino ma penso che renda di più
dare dei brevi squarci di quei giorni, come se fossero tanti tasselli di un
puzzle che si riuniranno solo alla fine. Ora scappo a studiare. Grazie mille per gli
incoraggiamenti per quel maledetto esame andato
male...maledettissssimisssimissimo esame! Argh! E grazie ancora per tutti i
commenti che lasciate!
The untold story of Edward
Masen... before Edward
Cullen...
A lost love torn apart for Eternity
The Twilight
Saga's Celestial
Pensavo veramente di vivere con lei.
Tornare dalla guerra e rimanere con lei
e nostro figlio, ma come sai le cose sono andate
abbastanza in modo diverso... sia per
me... che per
lei.
Manca un mese al
matrimonio e mia mamma era al settimo cielo anche se aveva già redatto una lista
di ospiti da evitare accuratamente per il semplice motivo che si diceva avessero
già contratto la malattia. La realtà è che il mio matrimonio sarebbe
stato un momento di fuga da tutto ma sopratutto dallo spettro della
malattia. «Come sta Eve?» chiede mamma mettendo a posto
un mazzo di fiori al centro del tavolino del salotto. Come al solito è attenta
ad ogni dettaglio, perfino a come una calla è disposta in mezzo a quel tripudio
di fiori così costosi. «Bene.» rispondo anche se era da più di una settimana che
non ci vedevamo. Si morde il labbro inferiore mettendo a posto
questa volta il centrino sotto il tavolo in modo tale che fosse esattamente al
centro. «Tra poco arriverà il dottor Carlisle. Vorrei
che fossi più gentile con lui, non so cosa ha fatto per meritarsi un trattamento
del genere.» sbotta iniziando a mettere le mani sui fianchi. Brutto segno,
bruttissimo segno. La verità è che non c'è proprio un motivo
reale per cui lo "odio" o che comunque mi comporto male ma di certo lui non si
dimostra così cortese ed espansivo. Ha sempre un'aria crucciata, sopratutto in
questo periodo ma forse è dovuto all'ondata di pazienti affetti dalla malattia
che occupano ogni centimetro dell'ospedale. «Anche Carlisle ha detto
che il vostro è un matrimonio troppo affrettato.» esclama sedendosi dall'altra
parte del divano. Avevo detto che non avevo nessuna ragione?
Beh, ora ne ho una. La verità è che IO non ho nessunissima
ragione per non voler bene ad Evelyn e lui è proprio l'ultima persona che si
deve intromettere nella mia vita. «Sai che c'è? Vado da
Eve...» sbotto prendendo la giacca per uscire. L'aria pungente mi sferza
le guance scompigliandomi i capelli. Dover subire ancora quell'interrogatorio ma
sopratutto rivedere Carlisle...non l'avrei tollerato
oltre. Quando finalmente arrivo davanti a casa di
Eve tentenno un attimo. Siamo veramente stati fin troppo insieme nell'ultimo
periodo, i suoi sono ovviamente disponibilissimi a controllarci "a vista", anche
se sono più le volte che rimaniamo stranamente da soli che sotto il loro sguardo
ma questo presumo che lo devo al mio conto in
banca. Cerco di dimenticare questa pecca bussando
alla porta. «Oh signorino Masen!» mi accoglie la donna
più che sorpresa tenendosi un fazzoletto davanti alla
bocca. «Posso vedere Eve?» chiedo facendo un passo
in avanti ma la donna non accenna a muoversi. «Ora...ora non
può.» Tossisce ed il fazzoletto si riempie di
sangue. La supero entrando velocemente in casa
correndo per le scale, apro ogni stanza cercando disperatamente di trovare la
sua camera fino a quando non la vedo. Riversa sul materasso a
pancia in giù, i capelli scompigliati ed il respiro
pesante. «Sta dormendo...» si affretta a sussurrare la
donna. La guardo bene. Gli occhi sono cerchiati da
profonde occhiaie e se è possibile è ancora più bianca del solito. «Chiamate un
dottore...» ordino.
I secondi diventano
minuti. I
minuti...un'ora. Carlisle esce con la sua valigetta nera
stretta in mano. «Come sta?» chiedo prontamente appena lo vedo
uscire fuori. Mi guarda sorpeso, forse non si aspettava di trovarmi ancora qui
dopo più di un'ora. «Prima ne devo parlare con i suoi
genitori...» esordisce ma lo blocco ponendomi di fronte alla
scala. «Sono il suo fidanzato.» ringhio esigendo una
risposta. «Sta
morendo...» Rimango scombussolato dalle sue parole ed il
mio corpo scivola lungo la tappezzeria fino a farmi sedere. «E anche tu.»
aggiunge raggelandomi poco prima che un violento colpo di tosse mi facesse
perdere i sensi.
The untold story of Edward
Masen... before Edward
Cullen...
A lost love torn apart for Eternity
The Twilight
Saga's Celestial
Ero arrivato al punto di
negarlo. Carlisle non usava certo mezze misure a
quei tempi, dovevo solo accettarlo ma non
potevo. Non sapendo che potevo essere io la
causa della morte di Eve.
Rimango seduto in
trepidante attesa. Eve era stata trasportata in ospedale nl
reparto di Carlisle dove avrebbe ricevuto le "migliori cure" ma tutti sapevano
che potevano fare in modo solo che non soffrisse
troppo. Era monitorata a vista ma ormai era questione
di giorni. Prima o poi la malattia avrebbe avuto la
meglio sul suo debole corpo. Mi guardo intorno, i corridoi sono deserti. Anche
le infermiere cercano di passare il meno tempo possibile in questo
reparto. «E presto ci sarò anche io...» mormoro a
mezza voce guardando il bianco delle pareti. Sarei morto qui. Da solo
perchè nessuno viene a tenerti la mano quando stai per morire di spagnola. Tutti
si tengono ben alla larga sia da te che dalla tua
famiglia. Probabilmente tutti i soldi di mio padre non
basteranno a tenere fuori dal cerchio degli infetti la mia
famiglia. «Adesso sta dormendo. Meglio che vai a casa.»
mormora Carlisle uscendo fuori dalla camera di Eve. Le infermiere già mi
lanciano occhiate e non mi stupirei di sapere che già mezza città sa che il
figlio di Edward Masen è stato all'ospedale. «Questo aiuterà te a
dormire.» sussurra mettendomi una siringa in mano. Prima di svenire ho
afferrato benissimo le sue parole. Sono state le ultime cose che ho sentito
prima di razzolare a terra in preda agli spasmi della tossa fino addirittura a
svenire. La prendo senza nemmeno tanti convenevoli
tornandomene a casa, conoscendo mia mamma se sa qualcosa di quello che è
successo ora sarà terribilmente in ansia. Appena varco la soglia di
casa trovo mio padre intento a parlare al telefono fitto fitto tanto che non
riesco ad afferrare una sola parola. Mamma spunta dal salotto
strofinandosi le mani l'una con l'altra. «Ho pensato che fosse la
cosa più giusta...annullare il matrimonio.» «Che cosa?» sbraito
inviperito. «Tua madre ha ragione Edward...lasciamo
perdere questa storia.» dice papà con l'aria di chi la sa
lunga. «Non ci penso nemmeno.» sibilo a denti
stretti. «È già morta. Non c'è più niente da fare...»
rincara la dose papà. Stringo forte i pugni tanto da quasi farmi
uscire sangue dai palmi. «Se è per questo lo sono anche io!» urlo rigettando
tutta la mia frustrazione su di loro. Do un pugno alla parete
graffiandomi le nocche della mano mentre mamma inizia a piangere. «No...mio
figlio...» singhiozza cercando conforto tra le braccia di
papà. Appena sento che la testa inizia a girare
salgo gli scalini a due a due per buttarmi velocemente sul letto. Estraggo la
siringa dalla tasca e faccio l'iniezione. Sprofondo tra le braccia
di morfeo come se niente fosse...allontanandomi dal mondo reale, crudele e
subdolo. Nel sogno Eve non sta
morendo. È in veranda a sorseggiare del thè con un
vestitino bianco e un capellino che la protegge dai raggi del sole.
«Edward...vuoi venire?» mi chiede allungando una mano verso di me, ma io
non posso andare. Ho qualcosa da fare... Mi allontano senza però
distogliere lo sguardo dal suo viso che pian piano
s'imbroncia. «Avevi detto che saremmo stati
insieme...qualsiasi cosa sarebbe successa.» mormora poco prima del mio
risveglio.
Avrei voluto dirle che
non si doveva preoccupare, che presto l'avrei raggiunta perchè anche
io sarei morto a
breve. Per me era solo questione di
tempo. Non pensavo che sia mia mamma
che Carlisle avevano altri progetti per
me.
The untold story of Edward
Masen... before Edward
Cullen...
A lost love torn apart for Eternity
The Twilight
Saga's
Celestial
Mi rigiro nel letto non riuscendo a trovare
nemmeno un attimo di pace. Il peso nello stomaco e nel petto mi opprime. Di
notte mi sveglio per mancanza d'aria e flotti di sangue escono dalla mia bocca
come un fiume in piena. Barcollo per la stanza sostenendomi per la parete. Ho
bisogno di un bicchiere d'acqua. «Beth, devo portarti in
ospedale.» La voce di Carlisle arriva come una frustata. Mi lascio
andare sul pavimento del corridoio in modo da poter sentire comodamente la
conversazione che si sta svolgendo al piano
inferiore. «E anche lui sta morendo.» aggiunge in un sussurro che
quasi faccio fatico a sentire. Se fossi più forte andrei di sotto e gli darei un
pugno sulla guancia. Perchè deve far soffrire così mia mamma? La sento tossire
ed il mio sguardo vaga nel corridoio dove mio padre probabilmente sta ancora
dormendo del tutto ignaro che Cullen si trova a casa sua praticamente in piena
notte. «Ricordati la
promessa...» Cullen rimane in silenzio sospirando, «Solo quando sarà il
momento.» «Grazie.» balbetta mamma per poi iniziare a
tossire. «Sei sicura Elizabeth?» Il tono di Cullen è duro e
smanioso di ottenere una risposta. «Sapere che mio figlio vivrà...questo mi
permetterà di andarmene seneramente.» E' l'ultima cosa che riesco a sentire prima
di perdere i sensi.
Le palpebre sono
troppo pesanti per aprire gli occhi. Accendo la mente e tutti i sensi per cercare
di capire dove sono, muovo leggermente le dita allungandole per tastare il
pavimento ma è troppo morbido per essere il parquet di casa. Mi devono aver
raccolto e portato in camera. Inizio ad ascoltare i rumori notando che c'è
troppo rumore, fin troppo. Preso dal panico i miei occhi si aprono di
scatto rivelando una stanza bianca che non è la mia e delle coperte ruvide che
non sono le mie. Cerco di alzarmi per permettermi una visuale migliore ma
il peso allo stomaco m'impedisce di farlo lasciandomi ricadere a peso morto su
quel letto. Sono all'ospedale
maledizione! Mi metto ad urlare per non so quanto fino a quando non
arriva un'infermiera con una siringa in mano.
Mi guarda con gli
occhi di fuori prima di inniettarmi qualcosa direttamente nel tubicino che
finisce dritto nelle mie vene. Lentamente il peso diminuisce e gli occhi
tornano ad essere pesanti, troppo pesanti.
Qualcuno mi sta
sfiorando la fronte. Sollevo le palpebre trovando Carlisle proprio di fronte a
me. «Ti è salita la febbre. Ho dovuto portarti qui, sei peggiorato più
velocemente di quanto mi aspettassi.» spiega ma la mia gola è troppo arsa per
pronunciare anche solo una parola. «Andrà tutto bene
Edward...» Innietta nuovamente qualcosa in endovena ed io perdo i
sensi scivolando nel buio più totale da cui difficilmente riuscirò ad
uscire.
Nella 17A non sono
solo. Accanto a me altri malati che giorno dopo giorno vedo sparire fino a
quando non sento l'ultimo respiro dell'uomo accanto a
me. Arriviano le infermiere e lo portano via. Ora sono
veramente solo. Io e il mio respiro, il mio
dolore. Pian piano il mio cervello inizia a delirare. Rivedo i
miei genitori che mi accolgono a braccia aperte e mi dicono che andrà tutto
bene, rivedo la sera del debutto di Eve. Rivedo Robert e Kristen
sorridenti. Il volto di mia madre spensierato e
giocoso. Una porta si apre e un rumore di passi si avvicina, vengo
riportato alla realtà bruscamente perchè io, nel delirio, ero vivo. Qui sono
morto. Vedo Carlisle. Il dottor Cullen si siede sulla sedia
accanto al mio letto che è stata usata solo da una suora che ha avuto l'ardire
di avvicinarsi così tanto a noi malati da pregare per la nostra anima. Il peso
sullo stomaco che sento è una conferma di non aver sognato
tutto. Una bibbia è stata appoggiata sul mio
corpo. Avrei voluto leggerla per una volta ma il mio corpo è
fortemente debilitato dalla malattia. Immagino di suonare il piano, il mio
sfogo...le mie dita si muovono lentamente intonando una melodia nella mia
testa. La melodia della mia
morte. Improvvisamente sento una pressione sulla mia mano,
sollevo le palpebre capendo che mi ha semplicemente afferrato la mano. Non
riesco a decifrare il suo volto. È turbato,
agitato. Si sporge verso di me tenendomi sempre per mano, «Ho fatto
una promessa a tua madre...» sussurra accanto al mio orecchio. «Intendo
onorarla.» aggiunge accarezzandomi il volto fino a scostare leggermente il
colletto della camicia. «Ti faccio dono di un'altra vita. Sarai mio
figlio...» Non faccio nemmeno in tempo ad elaborare le sue parole che
sento zampillare il sangue fuori dalla mia gola, sento il sangue fluire fuori
dalle mie vene ma nello stesso tempo un fuoco prende il suo
posto. Un rumore assordante riempie la camera, capisco di star
gridando solo dopo svariati minuti. Il mio corpo si contrae in posizioni
innaturali. Non ho mai pensato all'inferno o al paradiso ma adesso,
ancora prima che il mio cuore cessi totalmente di battere, so che l'inferno mi
sta reclamando a gran voce.
The untold story of Edward Masen... before Edward
Cullen...
A lost love torn apart for
Eternity
The Twilight
Saga's Celestial
La gola
brucia. Tutto il calore si è fermato lì. Ho sete.
Basta. Allungo le dita incontrando delle brevi
increspature, la malattia mi ha reso
ipersensibile. Apro gli occhi cercando l'infermiera ma c'è
troppa luce, chiudo gli occhi iniziando a cercare il bicchiere d'acqua sul mio
comodino. Perchè è lì che me l'aveva messo la suora ma provoco solo trambusto.
«Edward...apri gli occhi.» Di scatto i miei occhi si aprono ma non
riesco a mettere a fuoco niente. Davanti agli occhi continuano a cadere dei
pulviscoli di polvere che non mi permettono di vedere
niente. «Concentrati su di
me.» Come se fosse spuntato da nulla Carlisle si
posiziona esattamente dietro quegli intrusi e il mio cervello finalmente riesce
a metterlo a fuoco. Rimango per un attimo spiazzato dai colori vividi, i capelli
più biondi del solito e la pelle diafana. «Spero che vada tutto
bene. Non l'ho mai fatto prima. Avrà finito la
trasformazione?» «Trasformazione?» domando sentendo ancora di
più la gola bruciare. Carlisle rimane accigliato per un attimo e solo dopo pochi
millisecondi mi accorgo che non ha mosso le
labbra. «Come fa a sapere
cosa...» Non sento più niente e il capo di Carlisle
si china su un lato come se stesse analizzando una cavia. Mi volto notando come
tutto è diventato più nitido. I rumori più chiari. «Dove sono?» chiedo ma
il bruciore è ancora troppo forte. Cerco un pò d'acqua trovandola nel comodino
accanto al mio che non è quello dell'ospedale. La camera è di un giallo
tenue. Bevo tutto d'un fiato l'acqua cercando di
calmare il fuoco nella gola ma appena il liquido inizia la sua discesa per tutto
il mio stomaco è come se avessi ingoiato lava. Il mio stomaco si
contorce rivoltandosi a quel intrusione. Rimetto tutto sul
pavimento. «Lascia perdere. L'acqua non fa per te.»
sussurra, sentendolo così vicino mi scanso e nemmeno io so come faccio ad essere
dalla parte opposta della stanza in così poco
tempo. Guardo le mie mani, le mie braccia che
sembrano più forti e guizzanti. Mi reggo in piedi facilmente, è simile alla
sensazione di galleggiare ma i miei piedi sono ben piantati a terra. Il
bicchiere, ancora stretto nella mia mano, viene frantumato come se fosse un
sottile strato di carta e non fatto da prezioso cristallo
intarsiato. «Che.Cosa.Mi.Hai.Fatto?» chiedo mentre un
sibilo simile ad un ringhio esce fuori dalle mie labbra quasi come se fossi un
animale. Mi stupisco perfino io. Mi prende per un braccio
buttandomi giù dalla finestra. «Vieni a nutrirti.» bisbiglia prima di correre
verso un bosco vicino. Come se non avessi più il controllo delle
mie gambe inizio a correre con lui fino a quando non annuso una fragranza
buonissima, posseduto da una volontà più forte di me seguo la scia fino a quando
i miei denti non si conficcano nella carne pulsante di un
cerbiatto. Schifato da me stesso non riesco ad
allontanarmi. Carlisle mi guarda soddisfatto e sento
perfino i suoi pensieri compiaciuti. Sì, i suoi
pensieri. L'ho capito. Questo è
l'inferno.
Mi nutro per giorni
interi per saziare la mia fame. Giorni a prosciugare il
sangue di qualsiasi animale che mi capita a tiro. «Dove sono i miei
genitori?» Non mi serve aspettare la risposta perchè
chiare immagini vengono catapultate nella mia
testa. Morti. Mio padre si è gettato da un ponte "incapace di vivere
senza di lei. Di noi". Testuali parole. «Cosa diavolo mi hai fatto?» sibilo e i miei muscoli
s'irriggidiscono pronti ad attaccare. «Vampiro.»
Dannazione. Rompo il tavolo della sala da pranzo tirando
semplicemente un pugno e nemmeno con tanta forza. «È difficile Edward. Non è
semplice come pensi...» ripete Carlisle per l'ennesima
volta. «Tu l'hai
fatto!» «Ed era la
prima volta!» urla più di me, «Non sapevo nemmeno come sarebbe andata a
finire!» Vorrei spaccare
tutto. Non solo il tavolo della cucina. «Lei è viva!» ruggisco e quasi tremano i vetri della
cucina. Carlisle si
lascia cadere su una poltrona massaggiandosi gli occhi con le dita. Quando li
riapre sono ben visibili delle striature nere insieme al dorato dei suoi occhi.
I miei sono ancora rossi, dice che passerà con il tempo.
Prima erano
orribili. La prima volta che li ho visti sembravano fondersi con il sangue che
avevo su tutto il viso e il corpo. Sono una bestia, un
mostro. «Rifallo.» «Non posso Edward...io...e se non riuscissi a fermarmi
nel momento giusto? se...» «PIANTALA!» stavolta sono le mie dita che si infossano
nella spalliera della sedia. «Non posso Edward.» ripete senza guardarmi negli
occhi. Sono teso
peggio di una vipera pronto a colpirlo in qualsiasi momento. La mia bocca è
piena di veleno e il mio stomaco si attorciglia. «Allora
insegnami.» «Edward...è già
morta.» bisbiglia. «Lo ero anche
io.» ribatto ricordandogli che ero più morto che vivo quando è entrato nella mia
stanza. Carlisle finalmente mi guarda, valutando attentamente quello che gli sto
proponendo. «Non saprai
fermarti. Sei un neonato.» «Mi fermerò. Ne sono capace e sai
perchè?» Carlisle mi
fissa con lo sguardo serio. «Io la
amo.»
The untold
story of
Edward Masen... before Edward Cullen...
A lost love torn
apart for Eternity
The Twilight
Saga's Celestial
Carlisle mi ha consigliato di tenere un
fazzoletto imbevuto di alcool sotto le narici, questo mi permetterà di arrivare
fino alla camera di Eve senza troppi problemi. La testa mi fa male. Sento ogni singolo
pensiero in questo ospedale. E' assurdo, tutte le voci si confondono; una
sovrasta l'altra e più il pensiero è forte, più entra prepotentemente dentro di
me come se urlasse. "Tieni gli occhi bassi." mi rammenta appena troviamo un gruppo di
persone venirci in contro. Carlisle è al mio fianco, mi chiedo se riuscirò
mai ad essere indifferente al sangue umano come lui. Il fazzoletto mi permette
di restare concentrato, l'ultima cosa che vuole Carlisle è vedermi attaccare
un'infermiera o un altro dottore e sicuramente nessuno farà caso a questa
stranezza con l'epidemia che dilaga. "Potrebbe essere già morta."» sussurra in
modo che solo io possa sentirlo. Un ringhio volontario esce fuori dalla mia
gola. Non può
essere morta. Faccio finta di non averlo nemmeno sentito. "Dovremo partire. E in fretta. Segui la
mia scia, non sarà difficile trovarmi." Mi lascia da solo di fronte alla porta
di Eve mentre cerca di distrarre un'infermiera neanche troppo difficilmente
visto che è totalmente ammaliata da lui, pende dalle sue
labbra. Entro
nella stanza tenendo ancora ben stretto il fazzoletto. "Eve." la chiamo cercando di
svegliarla. E' sul letto a pancia in giù, il respiro ridotto ad un sibilo e due
profonde occhiaie che non fanno altro che risaltare maggiormente sulla sua pelle
bianca. I capelli sono sporchi e lasciati cadere disordinatamente sulla
schiena. "Eve,
mi senti?" La
scuoto cercando di essere delicato, Carlisle mi ha spiegato che ora sono più
forte del normale. Potrei spezzarla in due o provocarle una frattura cranica anche
solo sfiorandola. Mi concentro sulla mia mano cercando di non pesare, spalanca gli
occhi sorpresa. Forse per il freddo che emano. Le sorrido dolcemente ma non
risponde, si limita a richiudere gli occhi sprofondando nuovamente nel sonno. Lo
sento. "Devi
portarla fuori Edward.." pensa il mio creatore. Ancora non mi sono abituato
a questa nuova capacità. Sposto il fazzoletto rimettendolo in tasca.
Improvvisamente sento l'odore del suo sangue, la gola inizia ad ardere ed è come
se mandassi giù veleno al posto della saliva. La sollevo dal letto senza che lei se
ne accorga. Con la mia nuova forza riesco a tenerla con un solo braccio mentre
con l'altro apro la finestra. Per fortuna ci troviamo al primo
piano. "Edward"
bisbiglia aprendo gli occhi. Salto giù dalla finestra con lei in braccio quando sento la mia
mano affondare di più nella sua carne e un crack sonoro nella mia testa si fa
largo. Eve geme dal dolore. La poso subito a terra constatando il danno, le ho rotto una
costola. "Dannazione" Con ancora più delicatezza la porto in un vicolo tra due enormi
palazzi, dietro un paio di cassonetti per ripararci da sguardi indiscreti anche
se difficilmente a quest'ora di notte qualcuno uscirebbe. L'appoggio al muro cercando di metterla
a sedere ma è troppo debole. Per la terza volta la prendo tra le braccia
sperando con tutto me stesso di non fare più lo stesso
errore. "Forza..." mormoro cercando di infondermi coraggio,
inutilmente. "Guarirari...te lo prometto e poi staremo insieme." le sussurro
prima di scendere con la bocca lungo il suo collo fino a trovare la sua vena.
Affondo i denti beandomi di quel nettare, di quel frutto proibito.
Il fuoco dentro
di me lentamente si spegne e la mia voglia di sangue viene
placata. Mi stacco da lei appena non sento più il suo cuore battere.
"Eve?" L'appoggio al
muro aspettando la sua trasformazione...
Sono stato in quel vicolo per tre
giorni aspettando che succedesse qualcosa...ma non è successo niente. Eve non si
è più risvegliata ma la mia inesperienza mi ha portato ad attendere come un
bambino la notte di Natale in trepidante attesa di un suo sussulto, un
gesto....qualcosa che mi rivelasse il suo imminente risveglio. E' stato tutto
inutile. Da vero
mostro che sono, l'avevo uccisa. All'alba del quinto giorno Carlisle è venuto a
cercarmi. Non ero stato
in grado di fermarmi...
Ciaoooo Allora, ho notato che chi aveva
letto il capitolo finale che avevo spostato un pò di tempo fa, ha fatto un pò di
confusione. Non ho mai detto che Eve si era trasformato. Ho semplicemente detto
che l'aveva ucciso lui come adesso avete letto. Non ho mai pensato a Eve come un
personaggio per fare una cosa tipo Eve vs. Bella. Loro sono due persone separate
nel cuore di Edward. Bella non è una sostituta...Eve semplicemente era un primo
amore di Edward. L'unico che ha avuto, niente di più. Grazie mille ancora a
tutte le persone che hanno seguito la storia. Il prossimo sarà il capitolo
finale... Un
bacione a tutti! ^^
Capitolo 23 *** Insieme, per sempre. Solo noi due (FINALE) ***
-
Every story has a
beginning.
The untold
story of Edward Masen... before Edward Cullen...
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The
Twilight Saga's
Celestial
Rimango accucciato
vicino al suo capezzale in attesa. Ha il respiro pesante e probabilmente le
starà arrivando un raffreddore, sicuramente. Dentro di me inizio a sentire già la
preoccupazione che inizia ad agitarmi. "Non dovresti essere così ansioso,
sai?" Carlisle è
accanto alla porta. "Un semplice raffredore non te la porterà via. È normale per
gli esseri umani ammalarsi di tanto in tanto."»mormora così velocemente per non
disturbare il sonno di Bella. "Ho già perso una persona cara..."» Carlisle fa un passo avanti e
sento chiaramente i suoi pensieri, i suoi ricordi...attimi che io ricordo
appena. "Non è colpa
tua" Rimango in silenzio accarezzando come se fosse una reliquia le
dita di Bella che sono rimaste intrecciate nella mia mano. "Ora sei più forte..." mormora restando
nella stanza. Nella sua mente scorrono le immagini di una possibilità che per
troppo ho tenuto sotto chiave in un angolo della mia mente. Voglio solo il
meglio per lei e la mia vita...l'eternità non è il meglio. Non per
lei. "Tu non
puoi vivere senza di lei e Bella ha dimostrato ampiamente di non riuscire a
sopportare una vita lontano da te. Vi amate, potreste stare insieme per sempre.
Come puoi non capire il suo desiderio di starti accanto sempre e
comunque?"» Le parole di mio padre sono dure e riescono a
colpirmi. "Pensi
che sarebbe stato diverso se Eve..."» Carlisle non mi fa nemmeno terminare, "Voi due vi
appartenete."» "Credo in un disegno maggiore Edward...anche per noi, anche se tu
non vuoi sentirne parlare."» Mi lascia solo. Mancano ancora tre ore prima del suo
risveglio. Tutto
si è perfettamente incastrato per portarmi fin qui, accanto a
lei. "Edward..."» Non sollevo lo sguardo finchè non sento le sue mani sul volto.
"Pensavo stessi parlando nel sonno..."» bisbiglio baciandole la guancia ed
immediatamente il suo cuore risponde a quel semplice contatto tra noi
due. "Dormi..."
bisbiglio accarezzandole i capelli per conciliarle il
sonno. Si morde
il labbro inferiore visibilmente indecisa. "Io non ho cambiato idea...voglio
diventare ancora come te, restare al tuo fianco per
sempre."» Se il
mio cuore fosse ancora vivo probabilmente ora si sarebbe fermato
definitivamente. "Non sono riuscito a fermarmi. Hai capito che lei è morta? Morta
tra le mie braccia...sono stato immaturo e stupido a pensare che potevo essere
migliore di Carlisle..."» Mi siedo sul letto sperando con tutto me stesso che mi possa
capire e forse una parte di me, vorrebbe spaventarla per la decisione che ha già
preso riguardo il suo futuro, o forse no. Vorrei cancellare il mio passato e
forse la mia stessa esistenza. "Eve era ancora viva anche se bloccata in un letto a poche camere
di distanza per la malattia. Avevo chiesto a Carlisle di trasformarla ma era
terrorizzato all'idea di ripetere un esperimento simile a poca distanza. La mia
trasformazione per lui è stata un'esperimento. Non voleva osare."» inizio a
spiegarle. "Ero
innamorato di lei e non potevo pensare di perderla. L'ho rapita dal suo letto
d'ospedale e ho ripetuto quello che aveva fatto Carlisle a me, ma ero
giovane...un neonato. Non sono riuscito a trattenermi, a resistere al richiamo
del sangue."» Con mia sorpresa Bella posa una mano sulla mia spalla in un vano
tentativo di alleviare la mia sofferenza che sento ancora vivida dentro di me.
Impossibile cancellare quello che ho fatto. "L'ho uccisa." bisbiglio al ricordo
ancora vivido impresso nella mia mente. Si avvicina abbracciandomi salendo
sulle mie gambe, "Sarebbe morta comunque. Era
inevitabile."» La discosto velocemente, forse troppo, stringendola per le
braccia. "Non toglie il fatto che sia stato io l'artefice del suo ultimo
respiro. Forse...il suo corpo avrebbe reagito e sarebbe sopravvisuta. Ovviamente
non potrei mai saperlo perchè le ho tolto la vita..."» "Non puoi dannarti per una cosa del
genere. L'amavi..."» mormora anche se fa fatica a dire quella semplice
parola. Poggio
le labbra sulle sue cercando di trasmetterle tutti i sentimenti che provo per
lei che non sono minimamente simili a quelli che provavo per Eve. Sono
nettamente superiori. Le sue dita giocano e stringono i miei
capelli. "Ti
amo."» Sorride
sulle mie labbra, "Lo so." La sollevo e poso il suo morbido corpo sul letto. "Potrai mai
perdonarti?"» mi chiede nascondendo il viso nell'incavo del mio
collo. La
stringo forte a me sentendo il suo corpo modellarsi completamente al mio,
perfetti. Creata
per me. «"No." bisbiglio baciandole il capo. Si stringe ancora di più come se
riuscisse a sentire ancora una distanza tra di noi anche se direi che è
impossibile. «"Non ho cambiato idea. Voglio diventare come te...e voglio che sia
tu."» La
porto sopra di me scostandole delle ciocche di capelli che le si erano posate
sul viso. "Insieme, per
sempre. Solo noi due."»
FINE
Ed ecco il
finale. Non ho voluto cambiare poi molto dalla prima volta che l'avevo
spostato. Ringrazio ancora tantissimo chi mi ha seguito fin dall'inizio in
questo esperimento che spero che vi sia piaciuto fino alla fine. Siete stati
fantastici e il vostro appoggio mi ha aiutato ad andare avanti sempre e
comunque. Concludendola mi sembra quasi di abbandonare un figlio o tagliarmi un
braccio!! che strana sensazione...bah! Spero che vi siete emozionati anche in
questo ultimo capitolo dove Bella dimostra per l'ennesima volta il suo coraggio,
ora non esistono più barriere tra loro due. Tutto è alla luce del sole.
^^
Un bacione
immenso a tutti
PS!!: Se vi è piaciuta questa storia che ne dite di andarla
a votare nel mio blog? Sulla destra troverete tutte le storie scritte da me tra
cui c'è anche questa... Sta povera storia ha zero voti e mi dispiace che non
riesca ad entrare nemmeno in competizione visto le letture e i vostri bei
commenti! Che ne dite di andare a farci un salto??