Un'Orchestra Di Ali Fragili

di KikiNovacaine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Inseparable ***
Capitolo 3: *** For All The Rest Of Time ***
Capitolo 4: *** West Coast Friendship ***
Capitolo 5: *** Say Goodbye and Just Fly Away ***
Capitolo 6: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


PROLOGO



Chissà cosa si prova a volare libera come una rondine.
Nella mia vita ogni cosa veniva sempre programmata con largo anticipo, sentivo spesso la necessità di evadere dall'ordinario, di fuggire dalla rigidita dei canoni sociali che mi ero trovata a dover rispettare gia nella culla.
Una piccola rondine fece capoccello dall'ombra del nido che ero solita osservare nei momenti in cui volevo rilassarmi e far scorrere felici i miei pensieri.
Una canzone lenta risuonava dolcemente dalle cuffie dell'iPod che avevo sempre con me.
Amavo la musica piu di ogni altra cosa al mondo, ogni momento importante della mia vita mi trovavo, spontaneamente, a collegarlo con le parole di una canzone: una per l'amore sofferto, una per quello deludente, una per quello passato o per quello che verrà; una per quell'amico speciale, una per quello leale, una per quello che sa esserci sempre e per quello che, invece, non c'è mai.
I generi piu disparati e discordi tra loro si univano a creare la colonna sonora piu bizzarra che potesse esistere mai, quella della mia vita. Spesso il cambiamento di genere assecondava il mio umore, molte altre volte segnava un intero periodo della mia esistenza.


“E così Gabbiani e Rondini,
un’orchestra di ali fragili,
Io sarò un altro angelo per te.
Guarderò dentro i silenzi tuoi,
veglierò, per non svegliarti mai.
Io saprò donare ali anche a te


Melody Fall - Ogni Istante






Sarebbe carino avere almeno un paio di recensioni, giusto per capire se volete che la continui o no ^^

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Capitolo 2
*** Inseparable ***


A Giulia, che sa sempre dire la parola giusta al momento giusto,
che è parte di ogni mia cellula.

A Serena, che condivide le mie passioni e i miei scleri,
che deve farsi un account perché pretendo le sue recensioni.

Ad Arianna, che è riuscita a calmarmi in un momento di iperventilazione,
che per un periodo è stata una delle persone più importanti per me.

A Valerio, che riempie le mie serate di follia,
che anche se non ne è consapevole ha ispirato questa storia.






Incredibile. Un’altra anonima giornata come tante.
Non riesco a credere a quanto, ogni giorno, ogni attimo, sembri identico a quello precedente.

L’acqua scendeva copiosa dal cielo, lasciando sbattere, sulle finestre dell’aula, pesanti gocce accompagnate da piccoli cristalli di ghiaccio. L’inverno era arrivato, era impossibile negarlo.

-Il Materialismo si divide in due fazioni, un materialismo positivistico che…-

Le parole del professore erano l’unica cosa che rimbombava nell’aula semivuota e fin troppo silenziosa.

Guardai il telefono ancora una volta, cercando di decidere se inviare o no il messaggio che avevo gia digitato nella mia testa, quando qualcosa colpì la mia fronte, prima di cadere sul mio banco con due sgraziati rimbalzi.

Mi voltai verso Bree, consapevole di trovarle stampato sul volto il suo solito sorriso impertinente. Spuntava fuori ogni qual volta combinava qualcosa.

Lasciai momentaneamente da parte il volto della mia migliore amica e spostai la mia attenzione sul bigliettino stropicciato che giaceva accanto alla mia mano.

“Pizza per pranzo?”

Sorrisi, pensando a quanto fosse sfaticata, cercando di contare, mentalmente, quante volte in quella settimana avessimo già mangiato pizza. Quattro. Scrissi velocemente la risposta e le rilancia il pezzo di carta, facendo attenzione a non essere vista dal professore.

La vidi storcere la bocca, un secondo prima che suonasse l’ultima campanella.
Almeno per quel giorno.

-Come puoi rifiutarmi una pizza?- mi chiese avvicinandosi

-Direi che per questa settimana ne abbiamo gia mangiata abbastanza, non trovi?- le spiegai, accompagnando le mie parole con un’espressione che non ammetteva repliche.

-Allora cinese?- propose

-No! Che schifo!- mi lamentai

-Messicano?- tentò acora

-Troppo piccante- obiettai

-Italiano?-

-Paghi tu?-

-uhm Sushi?- provò, praticamente rassegnata

-E sushi sia!- le accordai

-Ah! Ti sto amando!- urlò lanciandomisi addosso

-Dai scema! Andiamo!-


Arrivate a casa ci precipitammo subito in sala da pranzo, tuffandoci sul divano.
Il tavolino fu subito sommerso dai vari cartocci, appena presi al ristorante.

Accendemmo la Tv, sintonizzandola immediatamente su Disney Channel, in attesa di farci qualche risata con quella serie che, oramai, era entrata di diritto nei nostri abituali programmi giornalieri.
L’avevamo scoperta qualche settimana prima, per puro caso.

Il campanello iniziò a suonare poco dopo che il nostro pasto fu completato, cosi andai ad aprire la porta, sapendo gia chi mi sarei trovata di fornte.

-Ehy Kay!-

Una massa informe di ricci scuri mi si posò davanti, accompagnata da due occhi color cioccolato e un sorriso che farebbe tenerezza a chiunque.
Nate, la persona che conoscevo da più anni, oltre a Bree. Il figlio di quelli che erano i migliori amici dei miei genitori, l’unica persona che riusciva a farmi smettere di piangere.

-Ciao Jonas!- lo apostrofò Bree dalla cucina

-Ciao Terremoto!- ricambiò il saluto lui, entrando in casa e lasciandosi cadere sul divano.

-Ancora non hai imparato a non chiamarmi cosi?- inizio lei raggiungendoci in salotto e puntandogli contro il dito.

-E tu ancora non hai imparato a non chiamarmi Jonas?-

-Ecco- sussurrai tra me e me –ci risiamo-

-Non è colpa mia se sei uguale a lui!-

-Ehy ehy ehy! Tecnicamente è lui ad essere uguale a me! Devo ricordarti quando sono nato?-

-Non ce n’è bisogno, devo ricordarti che sei nato il mio stesso giorno?- lo scimmiottò la mia migliore amica

-Devo ricordare ad entrambi che sono quindici anni ormai che festeggiamo tutti e tre insieme?- mi intromisi

-Non serve Kay, penso che qui nessuno dimenticherà mai di dover condividere il proprio compleanno con altre due persone- mi rispose Nate

-Come se ti dispiacesse- dissi sorridendo

-Resta il fatto che io continuerò a chiamarti Jonas fino all’ultimo dei nostri compleanni insieme!- constatò Bree, sedendosi accanto a me per poi lasciar cadere la sua testa sulle mie gambe.

-E io continuerò a chiamarti Terremoto fino a quando non troverò un perfido soprannome da affibbiarti!-

-Bene!-

-Bene!-

-Ok ragazzi fine?- domandai loro, ottenendo solo dei mugugni come risposta

-Possibile che non iniziamo ogni giornata con questa discussione non riusciamo a concludere niente?- provai ancora

-Prenditela con lei!- si discolpò Nate nell’esatto momento in cui Bree aveva borbottato la stessa risposta.

-Lasciamo perdere va- mi rassegnai, come sempre, alzandomi dal divano.

Decisi di lasciarli soli, in modo che risolvessero ancora una volta la questione. Salii in camera, scelsi il body che mi sarebbe servito da li a poco e mi buttai nella doccia, appena dopo aver fatto partire lo stereo.

Lasciai la mia mente tornare indietro e, mentre l’acqua tiepida scivolava sul mio corpo, tornai al mio primo incontro con Bree. A quel tempo avevo solo 3 anni e trovare una persona che, come me e Nate, era nata il 30 luglio, mi sembrava inconcepibile. Eppure, quando caddi dalla trave della mia palestra e quella bimba appena arrivata si avvicinò per aiutarmi, capii che non era poi così impossibile come credevo .

Con il passare dei mesi eravamo oramai diventate irriparabilmente inseparabili, da quel giorno entrò in pianta fissa nella mia vita e, successivamente, in quella di Nate .

Eravamo un trio ben consolidato che nessuno avrebbe mai potuto separare.
Almeno così pensavamo allora.


And i would not get tired
Because I'd be with you
I keep singing this song until the very end


Inseparable –Jonas Brother




Spero davvero, dopo questo primo effettivo capitolo di introduzione, di trovare qualche recensione. ^^

Nel frattempo ringrazio tantissimo ada12, ayachan e MartyVampire per aver messo la mia storia tra le preferite :)

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Capitolo 3
*** For All The Rest Of Time ***








Guardare Kaylie, mentre si muoveva sicura sulla trave, era una di quelle cose che avrei potuto fare in eterno.

Il modo in cui si destreggiava su quei dieci centimetri di legno, senza traccia di paura sul volto era, per me, qualcosa di veramente incomprensibile.

Nessuno dovrebbe essere capace di fare ciò che a lei, invece, riusciva con una naturalezza ineguagliabile.

D’altro canto, se era l’attuale campionessa mondiale di quell’attrezzo, che con il tempo era divenuto la sua specialità, una ragione doveva pur esserci

La osservai mentre effettuava una perfetta uscita e non potei fare a meno di sorridere, orgoglioso di quel concentrato di grazia ed energia.

Bree, d’altro canto, non era da meno.

Era la regina incontrastata delle parallele, ma in quel momento era alle prese con il volteggio, cosa che odiavo.

Da quando, circa sei mesi prima, era tornata in palestra dopo il brutto infortunio che aveva subito, non ero più stato in grado di guardare un suo esercizio al volteggio.

La paura di vederla, di nuovo, stesa a terra, priva di conoscenza, mi assaliva ogni volta.

La vidi prendere la rincorsa e percorrere quei venticinque metri, con uno sguardo serio e deciso. Uno sguardo che assumeva solo quando era alle prese con ul suo più grande amore.

La ginnastica artistica era l'unica cosa che contava per quelle due, avevano in corpo una passione e una devozione incredibile per quello sport. Era davvero tutto per loro.

Nonappena vidi Bridget terminare la fase di prevolo e darsi la spinta sulla pedana, posta davanti all’attrezzo, chiusi violentemente gli occhi, in attesa di sentire il suo arrivo al suolo.
Sana e salva.

-Ehi Nate!-

Mi voltai immediatamente alla mia sinistra, trovandomi davanti mio fratello Matt.

-Che ci fai qui?- gli chiesi stupito.

Poche volte Matt aveva messo piede in quella palestra, vederlo li era veramente insolito.

-Il capo chiama a raccolta- disse

-Ti ha detto cosa vuole, questa volta?-

-Nah, sai com’è fatta- commentò –Ha solo detto che ci deve parlare urgentemente-

Sbuffai sonoramente, guardarndolo di sottecchi, prima di lanciare una rapida occhiata alle ragazze.

-Hey ambasciator non porta pena- si discolpò lui

-Lo so- borbottai raccogliendo il mio giacchetto –Dai muoviamoci che tra un’ora finiscono-

-Non capirò mai come fai a startene ogni sacrosanto giorno qui a guardarle mentre si allenano-

-Ehi, non è colpa mia se hanno un non so che di poetico-

-Si come no!- disse, sogghignando, mentre ci affrettavamo a raggiungere la macchina.



-Kay, hai visto Nate?- chiesi

-Uhm, non di recente- rispose lei –L’ho visto andare via circa un’ora fa con Matt, la madre li avrà chiamati a raccolta-

-Come sempre- commentai, aprendo lo sportello della macchina di Kaylie e lanciandoci dentro il borsone lilla.

-Sai, oggi mi sono resa conto che Nate ancora non l’ha superata- iniziò a parlare dopo minuti di silenzio.

-Cosa?-

-La storia del volteggio, ha il terrore dipinto in faccia ogni volta che ti avvicini al tumbling, per non parlare di quando fai il prevolo! – sogghignò

-Non capisco per quale motivo la prenda così! Sono io quella che si è spiaccicata al suolo, dovrei essere io quella terrorizzata! Invece eccoli li che chiude gli occhi ogni volta-

-Lo conosci Bree, come minimo si sarà rivisto la scena di te, stesa a terra, un milione di volte nella sua testa- lo difere Kay.

Nell’abitacolo della Q5 iniziarono a risuonare le note di “I Don’t Wanna Miss a Thing” degli Aerosmith e ci lasciammo cullare dalle dolci parole di quella canzone.

-Ci pensi mai che le prossime probabilmente saranno le nostre ultime olimpiadi?- le chiesi improvvisamente

-Ogni singolo giorno, Bree-

-Cosa faremo poi?-

-Non lo so-

Il silenzio tornò a regnare sovrano tra di noi, enrambe troppo prese a pensare ad un domani di cui non sapevamo nulla.



Lasciai la macchina sul vialetto, prendemmo i borsoni e ci avviammo verso la porta, pregustando un rilassante bagno caldo.

Alzai lo sguardo e vidi Nate, seduto sugli scalini della veranda, con lo sguardo spento e perso. Fissava un punto indeterminato.

-Ecco dov’era!- dissi a Bridget

La vidi annuire e saltare in braccio a Nate, quello era indubbiamente il suo modo per tentare di confortarlo per quanto successo in palestra.

-Ragazze, devo parlarvi-

Raramente avevo visto quell’espressione seria sulla sua faccia e, di solito, non prometteva nulla di buono.

-Che succede?- chiesi allarmata, aprendo la porta di casa

-Notizie dirette dal grande capo- rispose

-Immaginavamo che avesse indetto una riunione straordinaria- commentò Bree –qual’era l’urgente comunicazione questa volta?-

-Ci trasferiamo a New York- disse lapidario

-Si certo come no-

-Non è uno scherzo Bridget, sono serio-

Continuavo a guardare la scena, senza riuscire a dire nulla.
Non riuscivo a comprendere quelle semplici parole, non riuscivo ad immaginare la mia vita senza una parte di me così grande e consolidata.

Mi alzai dal divano e, come qualche ora prima, li lasciai soli per andarmi a rifuggiare in camera.
Chiusi a chiave la porta e, ancora una volta, mi lasciai cullare dalle note di una canzone mentre mi immersi totalmente nell’acqua calda, cercando, inutilmente, di dimenticare quanto appena successo.



-Direi che non l’ha presa affatto bene-

-Nate come puoi anche solo aver pensato che l’avrebbe presa bene, che l’avremmo presa bene?!- mi riprese Bree

-Non l’ho pensato, ma devo dire che speravo la prendesse un po’ meglio- le spiegai –Bree, sai quanto è sensibile, basta poco a farla crollare!-

-C’è qualcos'altro Nate?- mi chiese improvvisamente

Era impressionante quanto a fondo mi conoscesse.

-Bree…-

-Nate, almeno a me puoi dirlo-

-Sono malato- le dissi –Leucemia-

Vidi i suoi occhi riempirsi, rapidamente, di lacrime che iniziarono a scenderle, copiosamente, sul volto.

Non riuscivo a vederla cosi.
La strinsi in un silenzioso abbraccio, iniziando a cullarla dolcemente nel tentativo di calmarla almeno un po’.

Passammo così gran parte del tempo, fino a quando riprese a parlare.

-Perché vai a New York, Nate?-

-Mia madre dice che li c’è un dottore, uno specialista-

-Ed è veramente così bravo?-

-A quanto pare è il migliore nel suo campo-

-Capisco- mormorò –quando partirete?-

-Tra due settimane- confessai

Si strinse ancora di più contro il mio petto e le circondai le spalle, cercando di godermi tutto il tempo che ci era rimasto da passare insieme.

”I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure”





Mi strinsi nell’accappatoio viola, che avevo acquistato pochi giorni prima, e mi frizionai i capelli nel tentativo di asciugarli un po’.

Andai verso lo stereo e cambiai CD, inserendo la compilation di canzoni tristi che ero solita sentire nei giorni più bui.

Le note di Untitled dei Simple Plan iniziarono a risuonare nella camera.

Alzai il volume e iniziai a pettinare i capelli, prima di indossare il pigiama e infilarmi sotto le coperte.

-Kay?-

Non risposi.
Volevo che quella giornata terminasse il prima possibile, volevo dimenticare.

Lo volevo con tutta me stessa.



-Non risponde- mi comunicò Bree, tornando sul divano accanto a me.

-Non fa niente- le dissi- vieni qui, dai-

Si sdraiò, poggiando la sua testa sulle mie gambe e intrappolando la mia mano nella sua.

-Ti voglio bene, lo sai vero?- sussurrò

Mi chinai su di lei, poggiando le mie labbra sulla sua fronte, prima di mettermi comodo, tenendola stretta a me.

-Anche io ti voglio bene, Bridget, non dubitarne mai-

-Notte Jonas-

La sentii stringere ancora più forte la mia mano, pochi minuti dopo il suo respiro si fece più profondo. Dormiva.

Chiusi gli occhi anche io e, cercando di concentrarmi sul ritmo del suo cuore che batteva regolare, la raggiunsi nei miei sogni.

”I just wanna be with you
Right here with you just like this
I just wanna hold you close
Feel your heart so close to mine
And just stay here in this moment for all the rest of time

Aerosmith – I Don’t Wanna Miss a Thing





Ed ecco il secondo capitolo, spero piaccia e spero porti qualche recensione,
anche perché ragazze la mia autostima, che gia normalmente è a livelli che rasentano il nucleo terrestre
sta veramente scendendo ancora più in basso :(

Detto questo, ringrazio veramente tanto Maggie_Lullaby per la sua prima, ed unica direi, recensione
Significa veramente moltissimo per me :)
Beh, alla prossima.. forse.

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Capitolo 4
*** West Coast Friendship ***


”Are you out there
Where the rainy days begin
To feel rather sad
And the walls are closing in
Like the darkness around me”




Che strana cosa il tempo. Quando aspetti, con ansia, che accada qualcosa, sembra rallentare incredibilmente .
Quando, invece, vorresti che si fermasse, ecco che imperterrito inizia a correre veloce, verso un momento che vorresti non arrivasse mai. Accelera la sua corsa, inesorabilmente.

I giorni, che ci separavano dalla partenza di Nate, volarono via veloci, come uno stormo di uccelli in fuga da una violenta pioggia improvvisa, e, proprio come quegli uccelli migratori, Nate si preparava a volare via da noi, a volare dall’altra parte del paese.

Kaylie aveva trascorso l’intera giornata chiusa in camera, come spesso faceva ultimamente, Nate non parlava con lei da giorni ormai.

-Odio questa situazione- confessò Jamie

La sorella di Nate era tornata in città qualche giorno prima.
Finito il college era rimasta a vivere a New York, felice di poter godere ancora un po’ di quella libertà che si era conquistata, ma ora che la famiglia era in procinto di trasferirsi in quella città, non aveva tardato ad offrire loro la sua casa, ben contenta di poter essere ugualmente libera nel luogo in cui era cresciuta.

-La conosci, Jamie, crede di proteggere se stessa - dissi

Vidi Nate chiudere gli occhi e lasciare che la sua testa cadesse all’indietro, sul bracciolo del divano.

-Dovresti dirglielo Nate- continuò la sorella

-Non posso! Sai bene anche tu come la prenderebbe, deve pensare ai Nazionali, non posso permettere che perda a causa mia-

-Ma come pensi che reagirà quando saprà di aver sprecato…- lasciai la frase a metà, incapace di terminarla

-I miei ultimi giorni, Bree?- mi chiese lui con una strana espressione stampata sul volto

-Non volevo dire questo Nate, lo sai-

-Lasciamo perdere-

Lo vidi alzarsi dal divano, per poi uscire di casa, lasciandomi sola con Jamie.

Non potei fare a meno di incupirmi, pensando a quello che stavo per dire.
Non avevo il coraggio di affrontare apertamente quella possibile verità, passavo i giorni cercando di imprimere, nella memoria, ogni sua parola, ogni suo gesto.

Questo Kay non poteva farlo, lei non era al corrente di ciò che si stava perdendo, non conosceva la reale situazione.

-Che ne pensi Jam?- chiesi all’unica persona che in quel momento poteva comprendere i miei pensieri, le mie sensazioni

-Non lo so Bree, proprio non lo so- mi rispose in uno sbuffo – è tutto così complicato-

La osservai mentre, pensierosa, giocherellava con il suo braccialetto, prima di spostare l’attenzione su quello che era al mio polso destro, copia esatta del suo.

Le lettere NKJB, collegate tra loro, risaltavano su quella base d’oro bianco, che più volte era stata sostituita, con la nostra crescita che accompagnava il passare degli anni.

Lasciai che la mente volasse via, libera di tornare al giorno in cui Nate si era presentato da noi, la vigilia di Natale, con quei pacchetti così semplici, ma che in realtà racchiudevano tutto l’affetto che provavamo reciprocamente.

Era stata una sua idea, quella di trovare un qualcosa che simboleggiasse il nostro legame, inutile dire che c’era riuscito alla perfezione.

Accarezzai le lettere sul mio bracciale, notando che la smaltatura, azzurra sul mio, si era leggermente rovinata.
La parte inferiore della N era, ormai, tornata al suo colore naturale.
In quel momento, decisi di uscire, l’avrei fatto riparare immediatamente.


”It's so hard to look away
When the daylight doesn't ever stay
Above this dull apartment view
Oh, I will surround you”




Vidi Bree uscire di casa, seguita da Jamie, e non riuscii più a contenere le lacrime che, spavalde, iniziarono a scivolare sulle mie guance.

Non riuscivo a credere a ciò che avevo appena sentito, mi stavano nascondendo qualcosa. Non era mai successo prima d’ora.

Tornai in camera e, dopo aver cercato di sistemare l’aspetto trasandato che avevo da giorni, afferrai la borsa e decisi di uscire di casa, determinata a scoprire il loro grande segreto.

L’occhio mi cadde, inevitabilmente, sulla vecchia foto accanto alle chiavi della mia macchina. Le espressioni sorridenti di quei quattro bambini mi colpirono e non potei fare a meno di lasciarmi scappare un sorriso, i biondi capelli di Bree le coprivano la faccia, quasi per intero. Colpa del vento, ricordai.

Uscii di casa e trovai Nate, sdraiato sul dondolo, con lo sguardo perso nel vuoto.

Mi avvicinai a lui, decisa e spaventata al tempo stesso.

-Cosa mi stai nascondendo Nate?-

I suoi occhi saettarono rapidi, terminando la loro corsa nei miei. Paura, sorpresa, dolore. Non riuscivo a leggere nulla di positivo in quel suo sguardo.

-Kay..-

-Voglio saperlo Nate, cosa ti sta succedendo? Perché non vuoi dirmelo?-

Vidi un’espressione insofferente prendere vita sul suo volto, in quel preciso istante il mio stomaco iniziò ad attorcigliarsi su se stesso, numerose volte.

-Ti prego Kaylie, non chiedermelo-

-Ma..-

-Ti prego!-

Mi gettai tra le sue braccia, non appena vidi i suoi occhi diventare, improvvisamente, lucidi.
Sentire, di nuovo, le sue braccia stringermi sicure, mi fece sentire al sicuro.

-Me lo dirai dopo i Nazionali?- gli chiesi dopo minuti di silenzio

-Ok- sussurrò vicino al mio orecchio, prima di posare delicatamente le labbra sulla mia fronte.

Sorrisi a quel gesto, mi era decisamente mancato.

-Dove sono andate Bridget e Jamie?- -Uhm credo che Bree volesse far sistemare la smaltatura del suo braccialetto-

Istintivamente controllai in che stato fosse il mio, fui decisamente felice di trovarlo in perfette condizioni.


”It's quite clear that I'm stuck here
So I'll devise a plan
And cut out a door in my new living room floor
The porch light is so bright
That I will quickly sneak down the dark metal shape
Of the rusty fire escape”




-Bree, sai una cosa?-

-Cosa?-

-Sono felice di essere tornata- confessai

-Non hai idea di quanto tu ci sia mancata Jam, non era lo stesso senza di te- mi rispose, intrappolando il mio braccio nel suo

-Anche voi mi siete mancate- ammisi ad alta voce – e poi come potevo continuare a vivere in una città con vere stagioni? Qui capisci che è arrivato l’inverno grazie a un paio di goccioloni pesanti, a New York, invece, arriva il gelo e la neve! Brr -

Nel ricordare il clima che avevo lasciato da poco, un brivido capriccioso mi scosse la schiena.

Eravamo appena uscite dalla gioielleria, dopo aver lasciato li entrambi i nostri bracciali, ed avevamo deciso di concederci del sano shopping, prima di fare ritorno alla tristezza che, inevitabilmente, accompagnava le nostre giornate.

-Jamie!- mi riscosse dai miei pensieri, Bridget

-Cosa?- chiesi allarmata

-Guarda quel vestito! Oh Kaylie lo adorerebbe!-

-E allora che aspettiamo?- le sorrisi, complice

Trenta minuti dopo eravamo già dirette verso casa, con i sedili posteriori totalmente occupati dal risultato di quella nostra piccola pausa.
Bree batteva, ritmicamente, le dita sul sedile, agitata. Come al solito era in ritardo, per l’allenamento quotidiano, ed il traffico non l’aiutava certo a convincersi che sarebbe riuscita ad evitarsi l’ennesima ramanzina da parte di Simon, l’allenatore.

-Ok, io scendo qui-

-Ma siamo quasi arrivate!-

-Lo so, ma se scendo e faccio una corsa fino a casa, forse riesco a cambiarmi e trascinare Kay fuori dalla stanza per quando tu sarai arrivata e forse, dico forse, riesco ad evitare la furia di Simon, almeno per oggi- mi spiegò -Ok, corri! Vi aspetto davanti al vialetto con la marcia già inserita- le dissi con ironia

-Grazie Jam!-

Mi schioccò un bacio sulla guancia, prima di tirare giù i piedi dal cruscotto.

-Bree! Sbrigati!-

-Volo!- urlò scendendo ed iniziando a correre

Sorrisi, fortunatamente era allenata ed abbastanza veloce, forse ce l’avrebbe fatta.


”I bought a one way ticket
Cause I knew I'd never see the ground
Unless I was aboard a jet plane
And we were going down”




-Kay! Esci da quella cavolo di stanza e sbrigati a cambiarti! Siamo in fottuto ritardo!- urlai entrando in casa

-Bree, non c’è bisogno di urlare, sono pronta già da un pezzo- mi rispose lei, tranquillamente seduta sul divano con la testa poggiata sulla spalla di Nate.

Sentii qualcosa di morbido arrivarmi in faccia, ci misi poco a capire che mia sorella mi aveva appena lanciato contro uno dei miei body da allenamento.

-Ma che diavolo succede qui?- chiesi smarrita

Da quando quei due si parlavano di nuovo?

-Fila a cambiarti Terremoto!- mi esortò Nate

-Non ti agitare Jonas!-

Salii le scale in fretta e furia, non c’era decisamente tempo per le domande, tantomeno per le risposte che cercavo.

Scesi pochi minuti dopo con la borsa a tracolla, mentre cercavo di legare i capelli in una coda di cavallo piuttosto scomposta, l’avrei sistemata nello spogliatoio.

Nate e Kaylie avevano già raggiunto Jamie in macchina, così chiusi rapidamente la porta alle mie spalle e mi precipitai sul sedile posteriore, assieme a Kay ed ai nostri acquisti.

Ancora non riesco a capire come riuscimmo ad arrivare con ben cinque minuti d’anticipo, eppure riuscimmo in quell’impresa più che impossibile.
Appena entrate in palestra Simon ci sorrise, era di buonumore, finalmente.

Mi lasciai sfuggire un’occhiata verso Nate e Jamie, incapace di cacciare via il pensiero che quello sarebbe stato l’ultimo allenamento a cui, il nostro migliore amico, avrebbe assistito.
Dovevo dare il massimo e, forse, non avrebbe chiuso gli occhi vedendomi al volteggio.


”When I wiped the tears from my eyes
The warm water took me by surprise
And I woke up beside the ocean
I realized I must be in California”




Mi sedetti, come sempre, nella piccola tribuna della palestra, solitamente usata dai numerosi genitori troppo preoccupati per le carriere dei loro figli.
Un sorriso amaro prese forma sul mio volto, pensando che quello sarebbe stato l’ultimo allenamento a cui avrei assistito. Almeno per un po’.

Guardai mia sorella, seduta accanto a me. Da quando era tornata in città, aveva ripreso quella che era la sua più vecchia abitudine e , a giudicare dal suo sguardo attento, doveva esserle veramente mancata la possibilità di guardare le sue due più care amiche, alle prese con la loro vita.

-Sono migliorate tantissimo- commentò dopo averle viste al corpo libero

-Già- le risposi –Kaylie alla trave è uno spettacolo più unico che raro e Bree vola leggera sulle parallele, neanche avesse le ali-

Vidi la sua fronte corrugarsi, nella sua solita espressione pensierosa.

-Ti mancheranno moltissimo…-

-Non immagini quanto- mormorai- spero solo di riuscire a tornare da loro, il più presto possibile-

-Ce la farai, Nate- disse, a chiusura di quegli interminabili secondi di silenzio

-Lo spero davvero- confessai

-Hai detto a Kay che partirai domani?-

-Si, abbiamo parlato-

-Le hai detto la verità?- chiese, con un’espressione indecifrabile

-No, ma mi ha fatto promettere di spiegarle tutto, dopo i Nazionali-

-Bene-

Spostai la mia attenzione su Bree, al volteggio. La vidi prendere la rincorsa sul Tumbling e, istintivamente serrai gli occhi. Pochi secondi dopo li riaprii deciso, non volevo perdermi nulla di quell’ultimo allenamento, volevo imprimere a fuoco, dentro la mia memoria, più immagini possibili.

Effettuò un volteggio perfetto, prima di voltarsi verso di me e sorridere radiosa nel vedere i miei occhi, dischiusi, riflettersi nei suoi.

“Ti voglio Bene”, le mimai con le labbra, notando che, allora, il suo sorriso si aprì ancora di più.

Fu proprio in quel momento, che capii di essere grato alla vita di avermi regalato delle amiche così speciali, fu in quel momento, che capii quanto realmente contassero per me, fu in quel momento che capii, di essere, nonostante tutto, veramente felice.

Dopotutto, se avevo loro al mio fianco, sarei anche potuto morire.

”Aloha, my happy west coast friends
Do you feel alive
When the breaking waves arrive
And wash all around you?”

West Coast Friendship- Owl City





Allora, ecco un nuovo capitolo :)

nes95: ho scritto più grande, grazie del consiglio.

Maggie_Lullaby: che dire? Grazie, davvero, di tutto! Spero questo capitolo ti piaccia almeno un po’ ;)

sere5: t’ho appena mollato sotto casa, spero ora sarai contenta! :P love you Cous!

Melmon: grazie grazie grazie =) spero continuerai a seguire la storia e a recensire!

Well, penso di aver detto tutto, ora cliccate su “Inserisci una Recensione” e fatemi sapere che ne pensate ^^

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Capitolo 5
*** Say Goodbye and Just Fly Away ***





Non potevo lasciarlo andare via cosi, non senza aver avuto il coraggio di salutarlo, di dirgli quanto gli volessi bene.

Mentre mi facevo largo tra la folla, nel tentantivo di raggiungerlo, numerosi ricordi fecero capolino dalla mia memoria.

Il nostro primo litigio, i nostri numerosi compleanni insieme, la prima volta che disse, seriamente, di volermi bene, il primo bacio, quello di due bambini innocenti, quello dato per gioco, dopo aver visto mio padre e la madre di Bridget fare lo stesso al loro matrimonio.

Lo vidi camminare spedito nella mia direzione, con lo sguardo perso, come fosse alla ricerca di un volto amico in quel mare di sconosciuti.

"Sono qui!", avrei voluto gridare, ma le mie labbra non si mossero e dalla mia bocca non uscì nessuna parola, solo il rumore del mio respiro affannato.

L'unica cosa che riuscivo a mettere a fuoco era il suo volto, non c'era altro davanti a me.
Non vedevo altro, neanche la grande valigia che arrestò la mia corsa, facendomi finire dritta tra una paio di braccia, evitandomi la rovinosa caduta a terra che già avevo figurato, alla perfezione, nella mia testa.

Alzai lo sguardo e, immediatamente, i miei occhi si riempirono di lacrime.
Ero riuscita a raggiungerlo.

Portai le mia braccia atorno al suo collo, senza riuscire a frenare l'istinto che mi gridava di stringerlo forte, senza mai mollare la presa.

-Non andartene- riuscii a mormorare, tra i singhiozzi, senza ottenere risposta

-Ho bisogno di te!- continuai -Ti prego! Non puoi lasciarmi sola, non andartene!-

Continuavo a ripetere quelle parole come un vecchio giradischi rotto che riproponeva, continuamente, sempre lo stesso pezzo di una canzone, ormai, nota a tutti.

-Ehm, perchè dovrei andarmene se sono appena arrivato?- mi chiese dopo interminabili momenti di silenzio, con una voce che suonava totalmente diversa da quella che avevo sentito per anni.

Non capivo, ma, in quel momento, comprendere ogni cosa era in fondo alla lista delle mie priorità, tutto ciò che volevo era rimanere tra quelle braccia il più a lungo possibile.



-JONAS!- urlai correndo verso di lui

Vidi la sua testa fare capolino tra i lunghi capelli bruni di Kaylie, i suoi occhi nocciola, smarriti, erano puntati su di me.

-Tu non sei Jonas- constatai, guardandolo attentamente

-Questa mi è nuova, devo dire che sei la prima a dirmi una cosa simile- mi rispose lui

-Fidati, non sei il Jonas che cercavo-

Vidi il suo sguardo rabbuiarsi a quelle mie parole che, immaginavo, dovessero essere incomprensibili per lui.

-Quindi cercavi uno di noi?- chiese una voce alle mie spalle

-No, qui nessuno è il Jonas giusto-

Tre paia di occhi mi fissarono, straniti, mentre un quarto sembrava scrutarmi nel profondo, senza il minimo accenno di cordialità.

-Forse è una fan di Frankie- sentii borbottare alle mie spalle

Scossi la testa, sorridendo tra me e me. Certo nessuno di loro poteva immaginare quanto, in quel momento, si stessero sbagliando.

Spostai la mia attenzione su Kay, avvinghiata al collo di quel ragazzo dall'aria incredibilmente familiare.

-Kaylie?- provai -Kaylie, per favore, vieni con me-

Niente. Sembrava quasi fosse diventata sorda e muta nell'arco di un battito di ciglia.
Non era la prima volta che la vedevo in quello stato, ma raramente reagiva in modo così profondo al dolore e allo shock.

-Ragazzi scusate, non so davvero che dire-

-Ehm, non fa niente?- disse incerto il ricciolino che ancora stringeva la mia migliore amica tra le braccia

-Vi giuro che non è una fan impazzita!- cercai di spiegarmi e, magari, tranquillizzare il gigante che continuava a guardarci in modo poco rassicurante

-Ok forse ci sono- esordii - Tu, Nick giusto? Riusciresti a posare mia sorella su quella sedia?-

-Credo di si- rispose lui

-Bene, fallo. Voi due potreste gentilmente calmare un po' il bestione?- chiesi loro

-Oh tranquilla, Big Rob è innoquo- mi rispose uno dei due

-Bene. Jamie, penso sia il caso di chiamare tuo fratello se vogliamo riuscire a far staccare Kay dal collo di quell'anima pia-

-Già fatto, sta arrivando, ma non ha molto tempo, tra poco l'aereo decolla- mi informò lei

Mi lascia cadere su una delle sedie libere, coprendomi il volto con le mani.
Sbuffai, sentendo lo sguardo di quasi tutti i presenti, puntato su di me.



-Jamie! Bridget!- sentii urlare dietro di me

-Jonas!- finalmente quello giusto

Notai Bree alzarsi di scatto e le facce dei tre fratelli più famosi d'America assumere un'espressione più che sconvolta.

Mi lasciai scappare un mesto sorriso. Deve essere piuttosto strano trovarsi davanti una più che perfetta controfigura.

-Dov'è Kaylie?- chiese subito Nate, preoccupato

Lo vidi seguire lo sguardo di Bree, prima di avvicinarsi alla sedia su cui Nick era riuscito a far sedere la mia amica, ancora in stato di trance.

-Forse è il caso che li lasciamo soli- proposi

In risposta tutti e cinque si allontanarono lentamente. Lanciai un ultimo sguardo preoccupato a mio fratello e a Kaylie, prima di accodarmi al gruppo e lasciare loro un ultimo momento insieme.

-Quindi era quello il Jonas giusto?- chiese Joe una volta che ci fummo allontanati

-Si, è Nate, il fratello di Jamie e il migliore amico di Kaylie- rispose lapidaria Bree

Non riuscii a fare a meno di cogliere la sfumatura malinconica della sua voce, sapevo a cosa stesse pensando.

-Anche il tuo Bree- puntualizzai -lo sai che per lui sei importante tanto quanto lei-

La vidi rivolgermi un sorriso tirato, prima di abbassare lo sguardo e concedersi un momento sola con i suoi pensieri.

-Cavolo.. certo che è davvero uguale a te fratello!- si intromise Kevin

-E secondo te per quale motivo si è beccato quel soprannome?- intervenni sarcastica

-Cosa le è successo?- chiese di punto in bianco Nick, con lo sguardo puntato su Kaylie.

Il silenzio che seguì la sua domanda era così teso che nè io, tantomeno Bree, riuscimmo ad aprire bocca.

-Storia lunga?- chiese ancora il maggiore dei tre

-Complicata- disse Bree

-Triste- continuai io -Kaylie non ha preso bene la notizia della partenza di mio fratello, lui è sempre stato la sua ancora. Lei è cosi..Fragile, a volte. Non diresti mai che è una campionessa olimpica, quando è ridotta in questo stato-

-Campionessa olimpica?- chiesero in coro i ragazzi, stupiti

-Ginnastica artistica- spiegò Bridget- Vi presento Kaylie Donovan signori, la regina indiscussa della trave-

Sorrisi alle sue parole, avendo pienamente compreso il suo vano tentativo di non far ricadere il discorso su di lei.

-Senti chi parla- la punzecchiai -Miss non provate neanche a battermi alle parallele-

-Anche tu?- chiese Joe

Bree evitò volutamente la domanda, lasciandosi cadere sulla sedia più vicina, per poi raccogliere le ginocchia al petto, come era solita fare, e lasciare che il suo sguardo si perdesse nel vuoto.



Mentre la ragazza bionda, che aveva detto di chiamarsi Bridget, tentava di spiegarci cosa fosse appena successo, non riuscivo a distogliere lo sguardo da Kaylie.

Il suo nome mi era rimasto in mente, almeno quanto la sensazione che avevo provato mentre era nelle mie braccia.

Sentire la presa ferrea delle sue braccia attorno al mio collo, come se da quell'unico appiglio che aveva dipendesse tutta la sua esistenza, mi aveva, finalmente, fatto sentire utile.

Forse al mondo c'era realmente qualcuno che aveva bisogno di me, o forse ero solamente io ad aver bisogno di una persona come lei, di qualcuno che mi facesse sentire importante, amato.

Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, ancora una volta, e le sue braccia stringere l'amico in un abbraccio pieno di sentimento.

Sentii lo stomaco contrarsi e una strana sensazione prendere vita dentro di me. Per un attimo avevo desiderato di essere al suo posto.

-Ehi Nick, tutto ok?-

Joe mi riscosse dai miei pensieri. Probabilmente, aveva notato il mio sguardo perso o la strana espressione che ero certo avesse preso forma sul mio volto.

Era incredibile il modo in cui mio fratello riusciva a leggermi dentro, come se fosse in possesso di una torcia capace di illuminare tutti gli angoli bui che, ero certo, erano dentro di me.

Gli sorrisi, di rimando, sapendo che avrebbe compreso la mia tacita risposta e sperando che avrebbe lasciato cadere l'argomento.

Il braccio di Joe avvolgeva tranquillamente le spalle di Bridget, di certo non perdeva tempo.

Solo in quel momento, notai le espressioni tristi sui volti che mi circondavano. Compresi che Joe non stava facendo il cascamorto, come era suo solito, ma era seriamente impegnato nel tentativo di consolare la ragazza che aveva accanto.
Probabilmente avevo perso qualche passaggio della conversazione che, apparentemente, si era appena conclusa.



Dopo aver cercato di tranquillizzare Kaylie, il più in fretta possibile, ero riuscito a salire sull'aereo appena in tempo.

Vederla ridotta in quello stato, a causa mia, mi aveva fatto veramente male.
Il solo pensiero di lasciarla sola, indifesa, mi distruggeva.

Lanciai un'occhiata alla mia famiglia che, ormai, dormiva nelle posizioni più ambigue del mondo.
Decisi che, forse, un po' di riposo avrebbe fatto bene anche a me, così misi le mie fedeli cuffie e mi abbandonai ai miei sogni, cullato dalle dolci note che avevano accompagnato l'esibizione, al corpo libero, di Kaylie, alle ultime olimpiadi.

Sarebbe stata bene, prima o poi






Lo so, sono imperdonabile.
Ho avuto una miriade di cose da fare e non ho neanche trovato il tempo di scegliere la canzone, giuro che l'aggiungerò appena avrò idee.
Devo decisamente correre a scrivere un articolo per un concorso di giornalismo e devo farlo entro stasera AIUTO!
Quindi, mi dispiace se non ringrazio tutte una per una, ma sapete quanto vi apprezzi =)

Maggie, grazie mille di tutto <3

scappo scappo, bacio

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Capitolo 6
*** AVVISO ***


Sorry Sorry Sorry!

Giuro non sono sparita di mia spontanea volontà, semplicemente avevo dimenticato la password appena prima che il mio pc decidesse di frantumarsi un 10.000 pezzettini ._.'

Ho un lievissimo blocco, ma prometto di aggiornare il prima possibile e di riempirvi di capitoli, se mi riempite di recensoni ovvio ;P

Scappo e corro a provare a scrivere qualche riga =D

Baci Baci :*

oh, piccolo P.S.: evitare di prendere spunto dalle mie idee grazie! =D

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